La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

8
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 1 aprile 2012 L’ amore prodotto dall’uomo è simile a una tenda: ci vuol poco a montarla, meno ancora a…smontarla. L’amore divino è simile ad un edificio costruito sulla roccia. Richiede lavoro, fatica, sorge lentamente, ma resiste molto di più all’inclemenza del tempo. Se non cerchiamo l’amore alla sua sorgente, se non ci mettiamo in attento ascolto della lezione di Dio, se non chiediamo umilmente aiuto a Lui per imparare ad amare, resteremo delusi. Il vero amore non vacilla nelle difficoltà. Ma per essere portatori di un amore vero occorre avere un cuore simile a quello di Cristo. Il «sepolcro» o meglio «l’altare della reposizione», che dovrebbe essere diverso da quello sul quale si celebra l’Eucarestia, è il luogo dove il Giovedì santo viene allestita in maniera solenne l’esposizione del Santissimo Sacramento. Quei sepolcri... vuoti! DI FLAVIA MARCO a Settimana Santa è alle porte e forse classiche tradizioni che la caratterizzano hanno perduto le origini ed i loro significati primari nella notte dei tempi. Proviamo a riscoprirle per vivere appieno la festa più importante dell’anno liturgico. Il Giovedì santo è il primo giorno del Triduo pasquale ed in esso troviamo la classica tradizione dei cosiddetti «sepolcri» ed il famoso «giro delle sette chiese». Dobbiamo ricordarci che tutto prende le mosse dalla Celebrazione eucaristica del Giovedì santo nella quale la Chiesa celebra l’istituzione del sacerdozio, della Eucarestia e la consegna del comandamento dell’amore che Gesù compie durante l’ultima cena. Al termine della Celebrazione eucaristica il Santissimo Sacramento viene esposto solennemente sull’altare della reposizione, nome questo molto più adatto per indicare il «sepolcro». L’altare della reposizione, che dovrebbe essere diverso da quello sul quale si celebra l’Eucarestia, è il luogo dove il Giovedì santo viene allestita in maniera solenne l’esposizione del Santissimo Sacramento. Di solito l’altare viene abbellito con fiori e con simboli che ricordino l’ultima cena in maniera tale da favorire la preghiera. La funzione più importante dell’altare delle reposizione è quella di conservare l’Eucarestia fino al giorno successivo, il Venerdì santo, giorno in cui verrà celebrata l’Azione liturgica della Passione del Signore e nel quale, quindi, non avverrà alcuna consacrazione. L’utilizzazione del termine L «sepolcro» però, sebbene sia ormai entrata a far parte della tradizione, in realtà non esprime esattamente la realtà che rappresenta: l’Eucarestia è il segno sacramentale di Gesù Cristo vivo e risorto e dunque l’altare della reposizione non è un sepolcro che simboleggia la morte di Gesù, ma un luogo in cui adorare l’Eucaristia. La sera, solitamente dopo cena, del Giovedì santo è tradizione per i fedeli compiere il cosiddetto «giro delle sette chiese» ma qual è la sua origine ed il suo significato? Per «giro delle sette chiese» intendiamo una sorta di piccolissimo pellegrinaggio scandito da sette stazioni individuate in sette chiese nelle quali centro spirituale è, ovviamente, l’altare della reposizione. Questa usanza potrebbe prendere le mosse dal cammino penitenziale svolto nel medioevo dai pellegrini giunti a Roma che dovevano recarsi nelle sette chiese più importanti. Il numero sette, invece, probabilmente voleva indicare il carattere cattolico, universale dell’istituzione eucaristica. Tale usanza tanto antica sarebbe stata poi riportata in auge da san Filippo Neri che avrebbe stabilito anche il «canone» delle sette chiese romane. Oggi il percorso svolto dai cristiani la sera del Giovedì santo è molto ridotto, ma conserva ancora l’idea fondamentale del cammino, del movimento necessario per incontrare Cristo. Che davvero quest’anno possiamo giungere alla Pasqua mettendoci in cammino, un cammino materiale e spirituale che conduca la nostra vita fino all’adorazione non di un sepolcro, ma di Cristo risorto e vivo oggi in mezzo a noi. DI NICOLA SANGIACOMO ome accade da alcuni anni nei tempi forti dell’anno liturgico, monsignor Giusti chiama i politici “cattolici” a partecipare a un ritiro spirituale dedicato proprio a loro. Il tema di quello che si svolge sabato 31 presso il Vescovado sarà “Dalla Resurrezione una nuova speranza. Il coraggio di andare oltre in politica”. Dopo la Messa delle 9.00 presieduta da monsignor Giusti, la meditazione di partenza sarà proposta dal filosofo Henning Ottman che affronterà il tema della storia alla luce della resurrezione di Cristo; “la storia - sostiene il filosofo tedesco - ha un inizio con la creazione, ha un suo centro nell’Incarnazione di Dio e ha una fine con il ritorno del Signore. La concezione cristiana distingue tra ciò che è ultimo e ciò che lo precede. La politica intesa in senso cristiano - per Ottmann - può’ essere sempre e soltanto l’arte della regolazione delle cose penultime, mentre alla religione spetta ciò che è ultimo”. Ci sarà quindi spazio per la riflessione in comune dove confrontare le risonanze personali con quanto proposto dalla meditazione. L’incontro si concluderà con uno spazio dedicato al confronto di idee su come rafforzare l’agire politico dei cattolici nella lobby dei poveri lanciata dal Vescovo prima di Natale. In questi mesi la lobby ha già fatto dei passi significativi per migliorare le risposte della città alle povertà crescenti, ma tanto rimane ancora da fare. Proprio in vista di questi ulteriori passi il vescovo Simone chiederà ai politici cattolici di proporre nuove prospettive di impegno in questa lobby, dove non possono rimanere ai margini. Fu proprio in uno di questi ritiri spirituali destinati ai politici, nel dicembre del 2010, che il Vescovo raccolse le proposte dei presenti e abbozzò per la prima volta l’idea di una lobby per i poveri. Su questo versante tutti i cattolici, di qualsiasi schieramento partitico, possono ritrovarsi uniti nel difendere i più deboli della nostra società e tradurre in concreto il loro agire politico nella più alta forma di carità, come richiamato spesso dalla dottrina sociale della Chiesa. In un periodo come questo in cui i partiti politici anche a Livorno sembrano cercare una bussola per orientarsi nel cammino futuro, la Chiesa livornese, attraverso il Progetto Culturale, continua ad offrire occasioni di riflessione e proposte concrete per favorire un nuovo protagonismo dei cattolici impegnati in politica. C IL MESSAGGIO DEL VESCOVO ALLA COMUNITÀ EBRAICA DI LIVORNO CARI FRATELLI EBREI n seguito agli eventi tragici che hanno visto nuovamente la popolazione ebraica al centro di violenze e discriminazioni monsignor Giusti ha inviato questo messaggio alla comunità ebraica livornese. Cari fratelli ebrei, ciò che accade in questi giorni è veramente vergognoso e deplorevole. Quella sofferenza del popolo ebraico, che Giovanni Paolo II definì “a dir poco eroica”, sembra non aver fine. A nome di tutta la comunità cristiana, che vive accanto a voi, a Livorno nella pace e nel rispetto reciproco da tanto tempo, voglio comunicarvi tutta la mia solidarietà ed il mio sostegno. Mi unisco a voi nella preghiera all’unico Padre, perché non si ripetano più fatti del genere e le nuove generazioni rifuggano la mentalità brutale delle ideologie naziste. Il mio saluto e la mia stima vi giungano dal cuore + Simone Giusti, vescovo di Livorno Livorno, 23 marzo 2012 I Verso la PASQUA Il coraggio di andare oltre in politica SABATO 31 IN VESCOVADO Sono tanti i riti ed i simboli che caratterizzano i giorni della Settimana Santa.Tra questi il giovedì santo raccoglie le tradizioni più popolari, ancora vive in molte comunità Il Vescovo convoca i politici cattolici a un ritiro pre-pasquale IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di monsignor Ezio Morosi

description

Settimanale della Diocesi di Livorno

Transcript of La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

Page 1: La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

1 aprile 2012

L’amore prodotto dall’uomo è simile a una tenda: ci vuolpoco a montarla, meno ancora a…smontarla. L’amore

divino è simile ad un edificio costruito sulla roccia. Richiedelavoro, fatica, sorge lentamente, ma resiste molto di piùall’inclemenza del tempo.

Se non cerchiamo l’amore alla sua sorgente, se non cimettiamo in attento ascolto della lezione di Dio, se nonchiediamo umilmente aiuto a Lui per imparare ad amare,resteremo delusi. Il vero amore non vacilla nelle difficoltà. Ma per essere portatori di un amore vero occorre avere uncuore simile a quello di Cristo.

Il «sepolcro» o meglio «l’altare della reposizione»,che dovrebbe essere diversoda quello sul quale si celebral’Eucarestia, è il luogo dove il Giovedì santo viene allestitain maniera solennel’esposizione del SantissimoSacramento.

Quei sepolcri...vuoti!

DI FLAVIA MARCO

a Settimana Santa èalle porte e forseclassiche tradizioniche la caratterizzano

hanno perduto le origini edi loro significati primarinella notte dei tempi.Proviamo a riscoprirle pervivere appieno la festa piùimportante dell’annoliturgico.Il Giovedì santo è il primogiorno del Triduo pasqualeed in esso troviamo laclassica tradizione deicosiddetti «sepolcri» ed ilfamoso «giro delle settechiese». Dobbiamoricordarci che tutto prendele mosse dalla Celebrazioneeucaristica del Giovedì santonella quale la Chiesa celebral’istituzione del sacerdozio,della Eucarestia e laconsegna delcomandamento dell’amoreche Gesù compie durantel’ultima cena. Al termine dellaCelebrazione eucaristica ilSantissimo Sacramentoviene esposto solennementesull’altare della reposizione,nome questo molto piùadatto per indicare il«sepolcro».L’altare della reposizione,che dovrebbe essere diversoda quello sul quale sicelebra l’Eucarestia, è illuogo dove il Giovedì santoviene allestita in manierasolenne l’esposizione delSantissimo Sacramento. Disolito l’altare viene abbellitocon fiori e con simboli chericordino l’ultima cena inmaniera tale da favorire lapreghiera. La funzione piùimportante dell’altare dellereposizione è quella diconservare l’Eucarestia finoal giorno successivo, ilVenerdì santo, giorno in cuiverrà celebrata l’Azioneliturgica della Passione delSignore e nel quale, quindi,non avverrà alcunaconsacrazione.L’utilizzazione del termine

L«sepolcro» però, sebbene siaormai entrata a far partedella tradizione, in realtànon esprime esattamente larealtà che rappresenta:l’Eucarestia è il segnosacramentale di Gesù Cristovivo e risorto e dunquel’altare della reposizionenon è un sepolcro chesimboleggia la morte diGesù, ma un luogo in cuiadorare l’Eucaristia. La sera, solitamente dopocena, del Giovedì santo ètradizione per i fedelicompiere il cosiddetto «giro

delle sette chiese» ma qual èla sua origine ed il suosignificato?Per «giro delle sette chiese»intendiamo una sorta dipiccolissimo pellegrinaggioscandito da sette stazioniindividuate in sette chiesenelle quali centro spiritualeè, ovviamente, l’altare dellareposizione. Questa usanzapotrebbe prendere le mossedal cammino penitenzialesvolto nel medioevo daipellegrini giunti a Roma chedovevano recarsi nelle settechiese più importanti. Il

numero sette, invece,probabilmente volevaindicare il carattere cattolico,universale dell’istituzioneeucaristica. Tale usanzatanto antica sarebbe statapoi riportata in auge da sanFilippo Neri che avrebbestabilito anche il «canone»delle sette chiese romane.Oggi il percorso svolto daicristiani la sera del Giovedìsanto è molto ridotto, maconserva ancora l’ideafondamentale del cammino,del movimento necessarioper incontrare Cristo.Che davvero quest’annopossiamo giungere allaPasqua mettendoci incammino, un camminomateriale e spirituale checonduca la nostra vita finoall’adorazione non di unsepolcro, ma di Cristorisorto e vivo oggi in mezzoa noi.

DI NICOLA SANGIACOMO

ome accade da alcuni anni nei tempi forti dell’annoliturgico, monsignor Giusti chiama i politici“cattolici” a partecipare a un ritiro spiritualededicato proprio a loro. Il tema di quello che si

svolge sabato 31 presso il Vescovado sarà “DallaResurrezione una nuova speranza. Il coraggio di andareoltre in politica”.Dopo la Messa delle 9.00 presieduta da monsignor Giusti,la meditazione di partenza sarà proposta dal filosofoHenning Ottman che affronterà il tema della storia alla lucedella resurrezione di Cristo; “la storia - sostiene il filosofotedesco - ha un inizio con la creazione, ha un suo centronell’Incarnazione di Dio e ha una fine con il ritorno delSignore. La concezione cristiana distingue tra ciò che èultimo e ciò che lo precede. La politica intesa in sensocristiano - per Ottmann - può’ essere sempre e soltanto l’artedella regolazione delle cose penultime, mentre allareligione spetta ciò che è ultimo”. Ci sarà quindi spazio perla riflessione in comune dove confrontare le risonanzepersonali con quanto proposto dalla meditazione.L’incontro si concluderà con uno spazio dedicato alconfronto di idee su come rafforzare l’agire politico deicattolici nella lobby dei poveri lanciata dal Vescovo prima diNatale. In questi mesi la lobby ha già fatto dei passisignificativi per migliorare le risposte della città alle povertàcrescenti, ma tanto rimane ancora da fare. Proprio in vistadi questi ulteriori passi il vescovo Simone chiederà aipolitici cattolici di proporre nuove prospettive di impegnoin questa lobby, dove non possono rimanere ai margini. Fuproprio in uno di questi ritiri spirituali destinati ai politici,nel dicembre del 2010, che il Vescovo raccolse le propostedei presenti e abbozzò per la prima volta l’idea di una lobbyper i poveri. Su questo versante tutti i cattolici, di qualsiasischieramento partitico, possono ritrovarsi uniti neldifendere i più deboli della nostra società e tradurre inconcreto il loro agire politico nella più alta forma di carità,come richiamato spesso dalla dottrina sociale della Chiesa.In un periodo come questo in cui i partiti politici anche aLivorno sembrano cercare una bussola per orientarsi nelcammino futuro, la Chiesa livornese, attraverso il ProgettoCulturale, continua ad offrire occasioni di riflessione eproposte concrete per favorire un nuovo protagonismo deicattolici impegnati in politica.

C

IL MESSAGGIODEL VESCOVOALLA COMUNITÀ EBRAICADI LIVORNO

CARIFRATELLI EBREI

n seguito agli eventi tragiciche hanno visto nuovamente

la popolazione ebraica alcentro di violenze ediscriminazioni monsignorGiusti ha inviato questomessaggio alla comunitàebraica livornese.

Cari fratelli ebrei,ciò che accade in questigiorni è veramentevergognoso e deplorevole.Quella sofferenza del popolo ebraico,che Giovanni Paolo II definì “a dir pocoeroica”, sembra non aver fine. A nome ditutta la comunità cristiana, che viveaccanto a voi, a Livorno nella pace e nelrispetto reciproco da tanto tempo,voglio comunicarvi tutta la miasolidarietà ed il mio sostegno.Mi unisco a voi nella preghiera all’unico

Padre, perché non si ripetano più fattidel genere e le nuove generazionirifuggano la mentalità brutale delleideologie naziste.Il mio saluto e la mia stima vi giunganodal cuore

+ Simone Giusti,vescovo di Livorno

Livorno, 23 marzo 2012

I

Versola PASQUA

Il coraggio di andareoltre in politica

SABATO 31 IN VESCOVADO Sono tanti i riti ed i simboli che caratterizzano i giorni della SettimanaSanta.Tra questi il giovedì santo raccogliele tradizioni più popolari,ancora vive in molte comunità

Il Vescovo convoca i politicicattolici a un ritiro pre-pasquale

IL GRANELLODI SENAPEper gli sposi

di monsignor Ezio Morosi

Page 2: La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 aprile 2012II

Pastorale DELLA CARITÀ

La povertà dovenon ti aspetti

Molti anni fa quando iniziai il miovolontariato presso il guardaroba

della Caritas Diocesana di Livorno,dopo la distribuzione giornaliera diindumenti, preparavamo alcunisacchetti di capi che non erano statiscelti o che erano fuori stagione, perun certo "missionario" che operava inBrasile. Con il passare degli annil’afflusso degli indumenti è moltoaumentato ed anche il contenitore delmissionario è cresciuto fino adiventare un vero e proprio container.Padre Duccio Zeme, così si chiama

questo giovanesacerdote, fa partedella ComunitàMissionaria di VillaRegia e da oltre 20anni opera in unamissione in Brasilea Belo Orizonte.Quello che ciriempie di orgoglioè che padre Duccio,un livornese diMontenero è unbellissimo esempiodi generosità,umanità e grandereligiosità.Non loconoscevamopersonalmente, maun giorno inoccasione di un suoraro viaggio inItalia per ritrovare

la sua famiglia, passò dalla Caritas persalutarci e ringraziare per quello cheveniva fatto per la sua missione.Abbiamo così visto in lui un giovaneintelligente, con una grande serenitàinteriore e tanta voglia di lavorare,costruire ed insegnare là dove lapovertà e il degrado sono tangibili e lepersone vivono profondi disagi.Nella sua missione dove si vive dialimenti scaduti e abiti usati, siistruiscono anche tanti bambini efamiglie affinché il loro tenore di vitapossa migliorare; molti sono statiaccolti e accompagnati in lunghipercorsi per recuperare una vitanormale.Ci ha mostrato anche alcune fotodell’arrivo del container con gliindumenti e abbiamo visto i sorrisisui volti dei bambini che ricevonoquesti abiti, così anche noi volontariedel guardaroba abbiamo ricevuto unagoccia di questa gioia che ci haincoraggiato a proseguire questonostro lavoro.Se qui questi indumenti sono solo"cenci" magari là servono a dare unpo’ di dignità ad una grande miseria.Ringraziamo Padre Duccio evorremmo che tutti lo conoscessero dipiù e sapessero del suo bellissimooperato; contemporaneamenteringraziamo la Caritas Diocesana checi mette in grado di fare questo bellavoro.

Lucia Morando Murino

Una nostra lettrice,volontaria Caritasci scrive

DUCCIOZEME,UN GIOVANEMISSIONARIO

DI MARTINA BONGINI

pesso si è portati apensare che la povertà siauna prerogativa di alcunezone di una città e che

non esista nei paesispecialmente quelli di marecon un turismo di prestigio.In realtà questo pensiero èsbagliato e per smontarlo bastapassare dalla mensa dei poveridell’Associazione Sorgente delVillaggio di Castiglioncello perpotersene accorgere; unamensa che ogni giorno accoglieper il pranzo circa ventipersone e che raddoppianoquasi nel periodo estivo.Per saperne di più abbiamoincontrato Rossella Conforti,membro della struttura ormaidal 1994, che ci ha guidato inquesto “mondo parallelo”.

Rossella, come hai iniziatoquesta avventura?«Grazie a mio marito che, adifferenza di me, frequentavaattivamente la parrocchia, ebbivoglia di sperimentare l’amoredelle famiglie che incontravo ecolsi l’occasione rispondendoall’appello di don AndreaBrutto, allora nostro parroco.Così dal 1994 ho iniziato adoccuparmi della mensa Caritas,della distribuzione dei pacchi edi tutto quello che riguarda lagestione della struttura».

Come è nata l’AssociazioneSorgente del Villaggio?«Nel 1997, grazie alla volontàdi monsignor Savio,monsignor Ablondi e di alcuniparroci del vicariato, nasceun’associazione volutamentelaica , gestita inizialmente dapersone che frequentavanoabitualmente le parrocchie, mache voleva espressamenteaprire le porte del volontariatoa chiunque lo desiderasse».

Quali sono i servizi offerti?«La nostra mensa è aperta 365giorni all’anno per il pranzo;inizialmente c’è da dire che eraaperta anche per la cena ma aseguito di una petizionecittadina, siamo stati costretti adimezzare il servizio perincompatibilità con l’ambiente

S

esterno.Ogni quindici giorni poiconsegnamo tra il martedì e ilsabato circa 160 pacchi,purtroppo negli ultimi annisiamo stati costretti a ridurre ledistribuzioni a due volte almese invece che quattro.Nelle settimane dove nonavviene la distribuzione, unpulmino dell’Auser ci aiuta aportare i pacchi agli ammalati ealle persone che non cipossono raggiungere dipersona.»

Come si svolge una giornataalla mensa?«Abbiamo la fortuna di averecirca 27 volontari che ruotanointorno alla mensa; c’è chi sioccupa della spesa, chi dellacucina, chi delle pulizie; ognitanto, come in questo periodoabbiamo la fortuna di averecon noi una ragazza delservizio civile.Ci sono due turni di servizio: ilprimo dalle 9 alle 11 cheprevede la pulizia dei locali, ilsecondo dalle 11 alle 13 che sioccupa dell’accoglienza degliospiti, del servizio e dellacucina.La domenica e i giorni di festacome il Natale e la Pasqua ilservizio mensa invece è svolto aturno da alcuni volontari delleparrocchie del quintovicariato»

In quasi venti anni di “servizio”ha notato dei cambiamenti? «Senza ombra di dubbio ipoveri sono aumentati: seall’inizio in un anno si

facevano 20 pacchi viveri adoggi nel 2011 ne abbiamoregistrati 2550 (consegnatiogni quindici giorni e non piùsettimanalmente).Alla mensa vi accedono moltepersone tra i quaranta e icinquanta anni maultimamente anche moltigiovani.Abbiamo riscontrato, tramiteuna sorta di registroquotidiano di accesso alservizio che circa il 68% deinostri ospiti è italiano al qualepoi si aggiunge una buonapercentuale di badanti.Al servizio di distribuzionericorrono sempre più coppiegiovani con figli piccoli, senzalavoro che hanno problemi amantenere in piedi unafamiglia.Molti di loro cerchiamo diseguirli, segnalandoli anche aiServizi Sociali, per poter darloro la possibilità di accederead alcuni servizi a lorodisposizione, anche se sempretroppo pochi.Ciò che cerchiamo di fare è diinstaurare una sorta dirapporto familiare, per fare in

maniera che si sentano sempreaccolti e per poterli aiutare nelmodo più giusto possibile»

Quali sono gli aiuti chericevete?«Purtroppo gli aiuti chericeviamo non sono maisufficienti a coprire le necessitàche ci sono, tant’è vero cheultimamente anche i nostripacchi hanno subito unariduzione del contenuto: seprima l’olio c’era sempre,adesso lo possiamo daresoltanto una volta al mese cosìcome altre cose.Il bello di questa avventura èche non ci perdiamo maid’animo, oltre agli aiutiprovenienti dal bancoalimentare, dalla CEE, e dalleparrocchie, ci adopriamo perraccogliere fondi con cene dibeneficenza, con la lotteria,con una raccolta alimentare nelmese di Agosto.Ultimamente abbiamo poistipulato un accordo con laCoop che ogni mattina, graziead un volontario che si reca neivari punti vendita, ci fornisce igeneri alimentari non piùvendibili e non ancora scaduti;così come alcuni ristoranti epizzerie del territorio.Sempre più spesso poiriceviamo delle donazioni inoccasione dei funerali, dianniversari di matrimonio,insomma piano piano si stacreando una rete di aiuti pernoi fondamentale.La disponibilità delle personenon manca mai e questo è larisposta più bella nel momentoin cui cediamo allo sconforto.Infine ci stiamo poiadoperando, chiedendo unamano alle parrocchieincontrando i consiglipastorali, alle segreterie deipartiti, alla commissione per ilsociale affinchè ci sia semprepiù una maggiore sinergia ecooperazione tra questi mondiperché alla fine dei conti diqueste persone siamo tuttiresponsabili.Quello che abbiamo rilevatoinfatti spesso, è che nessuno,tranne poche eccezioni, haveramente la percezione dellapovertà sul territorio; spesso adomande precise ci sono staterisposte evasive».

«La sorgente del villaggio»: un’associazionelaica sul territorio, che si occupaquotidianamente dei più poveri attraverso la mensa e altri servizi, ormai a disposizione di tutti da più di 15 anni

Un giovaneintelligente,con unagrandeserenitàinteriore e tanta voglia di lavorare,costruire ed insegnarelà dove la povertà e il degradosonotangibili

Page 3: La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI1 aprile 2012 III

L’INTERVISTA A Bruno Bartolini

Un cavalierein aiuto

dei più poveri

runo Bartolini tra pochigiorni compirà 76 anni,ma il suo spirito è quellodi un giovane che ancora

ha tanto da fare e soprattutto dadare. Titolare della storica dittalivornese di spedizioniBartolini, adesso inglobata nellaSavino Del Bene, marito, padredi tre figli e nonno di altrettantinipoti, Bruno è stato l’arteficedella imponente donazione dialimentari arrivata alla Caritasdiocesana proprio in questesettimane.«Quando sentii le paroleaccorate del Vescovo, chechiedeva aiuto per i poveri diLivorno – racconta Bruno concommozione - rimasiveramente colpito. Così hocontattato alcuni imprenditoriche conosco da tanti anni e cheattraverso la mia dittatrasportano derrate alimentari,ed ho chiesto loro uncontributo per questa causa.Inaspettatamente sono arrivatiben 950 kg di cibarie e presto nearriveranno altri».«In quella riunione in cuimonsignor Giusti presentò ilprogetto della Lobby per iPoveri – continua Bartolini -fece appello a tutti perchéognuno nel suo piccolopotesse muoversi a favoredella causa. E così hofatto. Gli imprenditori chehanno risposto alla miarichiesta, lo hanno fattoindubbiamente perl’amicizia che li lega a mee alla mia ditta, ma sonofiducioso che anche altri,sull’esempio di questi,possano aderire in futuroa simili raccolte disolidarietà».Bruno Bartolini ècommendatore dell’O.S.M.T.H. (OrdoSupremus Militaris TempliHierosolymitani) ovverol’Ordine dei Cavalieri delTempio di Gerusalemme,un’associazione di civili icui compiti principali sonodiffondere la cultura,promuovere la formazione,sostenere opere di solidarietà.L’Associazione che è statapresente a Livorno negli anni,ma senza continuità, dal 2011ha ripreso la sua attività, guidataproprio dal signor Bartolini. Nefanno parte attualmente 8cavalieri, ma ben prestoentreranno a farne parte altre 6persone, con una cerimonianella chiesa della ValleBenedetta.«È anche per l’appartenenzaall’Ordine che mi sono mosso –prosegue il signor Bruno – hoconosciuto questa Associazionedopo un’operazione importanteche ho subìto qualche anno faed ho sposato in pieno la causae le finalità dell’Ordine, tra cuiquella di sostenere opere disolidarietà: la Caritas è vicinaalla nostra sede, addiritturanella stessa strada, in via delleCateratte e vediamo quantofanno ogni giorno per i poveri;

Ble derrate donate le hannoportate qui al nostro magazzinoe quindi è stato anche facilefargliele avere.Negli ultimi tempi abbiamosostenuto anche un casoparticolare: Mauro Cascinelli,rimasto senza lavoro, ma con lapassione per la storia e per lascrittura, ha pubblicato unromanzo intitolato “L’ultimouomo di Dio”: una storiaappassionante legata proprio

all’Ordine dei Templari e comecommenda livornese stiamopromuovendo il suo lavoro».«Nei nostri incontri – raccontaancora – raccogliamo offertegenerose che solo in parterestano all’Ordine, mentre per ilresto vengono donate allachiesa che ci ospita e ad altrecause come questa».Tra i progetti dell’ O.S.M.T.H.livornese c’è anche quello difarsi conoscere in città, alle

autorità e alle comunitàparrocchiali diocesane.«Vorremmo in futuro –conclude Bartolini – poterorganizzare anche degli incontriculturali, magari perpromuovere una conoscenzapiù approfondita della storia edi tutte quelle religioni che nellanostra città hanno lasciato ilsegno».

c.d.

Un imprenditore, una ditta storica di Livornoed una richiesta di aiuto per contribuire

all’emergenza alimentare in città.Bruno Bartolini si racconta

olti insegnanti, genitori, bambinidelle scuole cattoliche e statali

erano presenti alla Messa per la Pa-squa, animata dal gruppo dei Rocket-tari di Cristo, nati dall’ultima GMGdi Madrid. La celebrazione ha coinci-so con la festa dell’Annunciazioneche da inizio al ciclo naturale dell’an-no. Monsignor Giusti, presiedendo laliturgia ha sottolineato come le lettu-re del giorno mettono in parallelo leparole e il pensiero di Maria e di Ge-sù: l’una al momento dell’Incarnazio-ne che con il suo Fiat rende se stessadisponibile alla volontà del Padre chela renderà Madre del suo unico Fi-glio; Gesù parimenti, pur sudandosangue nel Getsemani, accetta la vo-lontà del Padre che con la sua adesio-ne totale lo vuole quale unico ed eter-no sacrificio, per la salvezza dell’u-manità. E’ questo come quello di Ma-ria il vero ed incondizionato amore alquale dobbiamo anche noi confor-

marci se vogliamo rispondere al nuo-vo comandamento: “Amatevi comeio vi ho amato”. Monsignor Giusti haquindi posto l’attenzione sulla gravecrisi che sta attraversando la nostrasocietà perchè a fronte della vocazio-ne più comune che consiste nel volercamminare insieme, assistiamo inve-ce alla caduta di tutte le centine chesostenevano il matrimonio: tutte leistituzioni cercano di disgregarlo.Perchè invece le coppie continuino illoro cammino, è indispensabile cheimparino a saper amare. A scuola nonbasta l’educazione sessuale come at-tualmente viene attuata, la quale in-segna solo norme igieniche, ma nonha un progetto educativo dove si in-segni che cos’è l’amore, cosa sia il be-ne e il male. Purtroppo la generazio-ne di oggi è stata “fregata” da una cul-tura relativista e pagana che costrui-sce la civiltà del fare come ti pare. LaChiesa per parte sua cerca di fare dipiù per i giovani; ad esempio in pre-parazione del matrimonio non ci so-no più corsi, ma “percorsi”formativie sta per dar luogo ad un consultoriodove si educa all’affettività e alla rela-zione: “Sii amabile per essere amato”dice Ovidio perchè solo l’amore salvae solo la Chiesa, maestra d’amoresalva.

Mo.C.

M

La Messa per gliinsegnanti, i genitorie i ragazzi delle scuole

Camminareinsieme

UN’ASSOCIAZIONE DI CIVILI RICONOSCIUTA DALLE NAZIONI UNITE’Ordo Supremus Militaris TempliHierosolymitani – OSMTH è

un’organizzazione internazionale cheraggruppa un certo numero di associazioninazionali templari (i G. Priorati), che siriconoscono nello Statuto dell’OSMTH e necondividono le finalità. L’OSMTH èattualmente presente in circa 45 Paesi.L’OSMTH è stato recentemente riconosciutodalle Nazioni Unite come ONGinternazionale ed è l’unica organizzazionecavalleresca templare (dopo quella deiCavalieri di Malta) che ha avuto talericonoscimento. Il G. Priorato d’Italia èmembro fondatore dell’OSMTH.Il G. Priorato d’Italia è l’associazione deiCavalieri templari italiani e stranieri cheaderiscono al suo Statuto. Il G. Priorato è

guidato da un G. Priore, eletto ogni cinqueanni, da un Magistero, che è il Governo delG. Priorato, e da un Consiglio del G.Priorato. Il G. Priorato si articola, sul pianoterritoriale, in Commende, Balivati (a livelloregionale) e tre Gran Balivati (per l’ItaliaSettentrionale, Centrale e Meridionale).

CHE SIGNIFICA OGGI ESSERE «TEMPLARE»? «Fondamentalmente, significa essereportatori di valori spirituali che, spesso,sono dimenticati o sottovalutati nella societàdi oggi, sostanzialmente volta alconsumismo, all’individualismo, allosviluppo dei propri ristretti interessipersonali. I Templari ritengono che siaimportante riscoprire e rivalutare le nostreradici culturali, cristiane, storiche, che

provengono tutte dalMedioevo. Ne fa fede lariscoperta dei temimedievali e templari di cui sioccupano sempre di più imedia, risvegliando uninteresse ed un’attenzioneche, a nostro avviso, sonomolto importanti. In unasocietà nella quale i valoridella cultura e dello spiritosembrano essere menopresenti, il Templare di oggisi pone come elemento diriferimento, come stimolo ecome rivalutazione di quelmondo occidentale che, nelbene o nel male, haimprontato di sé la storia delmondo». (Da un’intervista alProf. Stelio Venceslai granPriore d’Italia)

L

l 2 marzo le iscrizioni avevano superato i 4000 volontari. Mane servono ancora per raggiungere l’obiettivo di 5 mila

giovani e adulti da destinare ai vari punti dell’evento e neidiversi compiti necessari per l’organizzazione e accoglienzadei partecipanti all’incontro.I requisiti per fare domanda sono pochi: avere un’etàcompresa tra i 18 e i 70 anni e rendersi disponibili per periodidi diversa durata. E’ possibile infatti partecipare solo ai giornidell’evento dal 30 maggio al 4 giugno, o arrivare a Milano neigiorni precedenti perchè tutto sia pronto in tempo.Tutte le informazioni e i moduli di iscrizione sono disponibilisul sito http://www.family2012.com.Chi lo preferisse, puòoffrirsi volontario anche telefonando al numero02.87213180.Affrettatevi!

I

Volontariper l’incontro mondialedella famiglie a Milano

Lunedì 2 aprile si svolgerà a Montenero la «Via Crucis»guidata dalla Fraternità di Comunione e Liberazione. Ilritrovo è alle 18.45 nel Santuario. La celebrazione èaperta a tutti.

LA VIA CRUCIS CON CLAl Santuario di Montenero

Page 4: La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

Diocesiinforma

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 aprile 2012IV

VENERDÌ 30 MARZONella mattina, udienze laici in ve-scovado12.00 Benedizione pasquale inQuestura e S. Messa precetto pa-squale della Polizia alla chiesa del-la Purificazione21.15 via crucis per il I, II, III e IVvicariato nel quartiere di Veneziaguidata dal Vescovo con partenzadalla chiesa della Purificazione (viadella Madonna)

SABATO 31 MARZO9.00 in vescovado, ritiro dei cattoli-ci impegnati in politica16.00 S. Messa dalle suore in viadell’Ambrogiana

DOMENICA 1 APRILE10.30 S. Messa delle palme in catte-drale15.00 Giornata diocesana della gio-ventù e ammissione agli ordini sa-cri del seminarista Simone Barbierialla chiesa di San Matteo (vedi lo-candina in pagina)

LUNEDÌ 2 APRILE11.00 il Vescovo è in visita dall’arti-sta Paolo Grigò, nel suo studio perverificare lo stato dei lavori dellaMadonna dei popoli18.00 benedizione pasquale alla ca-sa famiglia Scotto a Stagno

MARTEDÌ 3 APRILE9.00 benedizione pasquale allaFondazione CRL11.00 incontro con i cappellani deicimiteri di Livorno12.00 scambio degli auguri pasqua-li con i responsabili delle comunitàcristiane e non di Livorno16.00 S. Messa alla Casa della Prov-videnza in via Baciocchi17.00 S. Messa precetto pasqualedell’ allievo in Accademia Navale

MERCOLEDÌ 4 APRILE10.00 Giornata sacerdotale guidatadal Vescovo a Montenero17.30 S. Messa del Crisma in catte-drale

GIOVEDÌ 5 APRILE12.00 incontro con i seminaristi inseminario21.30 S. Messa in coena dominipresieduta dal Vescovo in cattedrale

VENERDÌ 6 APRILE9.00 ufficio delle letture in catte-drale13.00 diretta su Granducato TV «IlVescovo risponde sui misteri dellaPasqua»15.00 liturgia della Passione in cat-tedrale21.00 con partenza dal piazzaleGiovanni XXIII a Montenero pro-cessione di Gesù morto, fino alSantuario guidata dal Vescovo

SABATO 7 APRILE9.00 in cattedrale Ufficio delle Let-ture22.00 inizio Veglia Pasquale presie-duta dal Vescovo e a seguire S.Mes-sa della notte di Pasqua

DOMENICA 8 APRILE8.45 il Vescovo celebra la Messa diPasqua al carcere Le Sughere10.30 in cattedrale S. Messa delgiorno di Pasqua presieduta dal Ve-scovo e al termine benedizione deibambini

Agenda del VESCOVO

Venerdì 6 APRILE La lettera di monsignor Giusti al clero livornese

La colletta per la Terra Santaarissimi,la Congregazione per leChiese Orientali ciricorda, l’importanza e

l’efficacia della solidarietà afavore dei Cristiani di TerraSanta, attraverso iniziative dipreghiera e carità.La Quaresima è tempofavorevole per tutto questo.In particolare il Venerdì Santosembra interpretare ancor più lenecessità di questi popoli chepossono essere racchiuse nellesofferenze di tutto il MedioOriente, in particolare la Siria e laTerra Santa.La fatica dei cristiani di TerraSanta prepara un domani dibene, ma chiede oggi unsostegno e solidarietà per donareloro speranza nel futuro.Le collette degli scorsi annihanno contribuito allo sviluppodi progetti specifici per i LuoghiSanti, per le Comunità locali, inparticolare opere per i giovani,attività per famiglie, conattenzione alle più povere ed alle

giovani coppie, sostegno a scuolee Comunità parrocchiali,contributo alla Facoltà di ScienzeBibliche e di Archeologia diGerusalemme.Oltre a tali opere sono statieseguiti anche interventi in Siriae Libano.La Chiesa di Livorno lo scorsoanno ha contribuito con €4.582,04Rinnovo la richiesta che VenerdìSanto, nelle vostre ComunitàParrocchiali siano sensibilizzatealle necessità e problemi dellaTerra Santa e le raccolte in denarosiano a favore di questa Terra.Grazie per quanto farete !

+ Simone, Vescovo

Le raccolte si pregadi consegnarle all’UfficioAmministrativo della Diocesi

Via del Seminario, 61 - tel. 0586210810 - fax 0586 276232 - 57122Livorno [email protected]

C

Le iniziative della Consulta Femminile

MERCOLEDÌ 11APRILE 2012 ORE 16,00 “Auditorium Cesare Chiti” Istituto Superiore di Studi Musicale(Mascagni) via Galilei n° 40 Livorno Conferenza concerto sul tema:

“La musica dell’Unità: contributi femminili alla storia di Italia”Relatrice:Albarosa Lenzi BarontiniCon la partecipazione di: Ilaria Barontini flautoCaterina Barontini ,pianoforteMusiche di:J. S. Bach e Giuseppe Verdi

LUNEDÌ 23 APRILE 2012 ORE 16,00Auditorium Museo Storia Naturale via Roma n° 234 LivornoIncontro sul tema:

“La presenza delle donne a Livorno nel corsodei secoli e le problematiche femminili attuali”Relatrici:Rita Biancheri, Docente di sociologia familiare e dell’Educazionedell’Università di Pisa.Olimpia Vaccari ,Storica dell’Università di Pisa.Nell’intervallo lettura di alcune poesie di Giorgio Caproni a cura diUmberto Pera e Riccardo Ricci.

Il ruolo della donnanella storia e nella cultura livornese

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Forte B. - Perché il Vangelo può salvare l’Italia-Ed. Rizzoli, pp.137, euro 15,00

Perché siamo infelici? Perché siamo insoddisfatti,frustrati, ansiosi? La crisi, le difficoltà quotidiane e lesicurezze riguardo al futuro; attribuire a quanto detto èun comodo luogo comune che serve per evitare dichiederci che cosa abbiamo realmente perduto in questianni, in che cosa abbiamo smesso di credere e in checosa consista la nostra decadenza. La peggiore crisi chestiamo attraversando è quella morale e spirituale, lamenzogna dietro la speculazione finanziaria i cui effettistanno distruggendo le vite dei più deboli, la falsitàdietro al bonario ottimismo con cui i politici hannoilluso per decenni i cittadini per assicurarsi rielezioni eprebende. La vanità ha trionfato sulla verità e di questoinganno siamo tutti vittime e responsabili. Oggi èquanto mai indispensabile per superare il crollo di tanteillusioni, volgere lo sguardo ai valori dell’onestàdell’impegno e della solidarietà. Possono fare da guidadelle persone che hanno avuto il coraggio di credere eche hanno scritto la propria storia con la carne e ilsangue: da san Francesco a John henry Newman fino adAlcide de Gasperi. Guardando a loro possiamo trarre laforza per uscire dalla decadenza in cui siamo scivolati.

l Coro del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazioneterrà, come consuetudine, il concerto di Pasqua il giorno

SABATO 31 MARZO PRESSO LA CHIESA DI SANTA GIULIA ALLE ORE21.15.Verranno eseguiti brani che abbracciano vari secoli della storia del-la musica liturgica: dal canto gregoriano al laudario medievale; aglianonimi del XVI secolo alla grande musica di Luis de Victoria, finoa Mozart e alla musica contemporanea di Maurice Cocagnac. Canto che da sempre accompagna i momenti decisivi della liturgiadella Settimana Santa ed è parte integrante della vita e della pre-ghiera della Chiesa e, quando è vissuto e partecipato con fede au-tentica, esso è testimonianza per chi lo pratica e per chi lo ascolta.L’ingresso è libero e all’uscita verranno raccolte offerte per la Fonda-zione AVSI (Associazione per il servizio internazionale).

I

Sabato 31 MARZO

Concerto del Coro di CL

Page 5: La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI1 aprile 2012 V

I tempo pasquale, con isuoi 50 giorni, segno dellapienezza, e l’espressione diuna gioia incontenibile che

la Chiesa vuole prolungare neltempo. E la domenica diPasqua che diventa la "grandedomenica" e che offre allacontemplazione dei fedeli siala vittoria del Risorto (Pasqua)che il dono del suo Spirito agliApostoli raccolti nel cenacolo(Pentecoste). II tempopasquale si rivela come lasintesi di due tradizioni che, sepur distinte, si completano avicenda. Si tratta dellatradizione giovannea che poneil dono dello Spirito nelgiorno stesso di Pasqua, e diquella lucana che parla deldono dello Spirito a cinquantagiorni dalla Pasqua. Allo stessotempo, la cinquantinapasquale presenta,raccontandola nel corso delledomeniche, il mistero dellaChiesa che si rivela come talequando si raccoglie intorno alsuo Signore. Essa è presentatacome la realizzazione dellapromessa di Dio di radunare ilsuo popolo che, da un confineall’altro della terra, offra al suonome il sacrificio perfetto.Così i fedeli, riconciliati conDio nella Pasqua del Figlio,sono inevitabilmentericonciliati tra loro.

OBIETTIVI DELLA CATECHESICON I RAGAZZIIl ragazzo: – coglie l’importanza e lacentralità del tempo pasqualenell’anno liturgico; – scopre i sacramenti e le festeliturgiche come celebrazionedel Mistero pasquale,soprattutto in questo tempo incui è abbastanza frequente lacelebrazione di primecomunioni, cresime,matrimoni, e di alcune festelocali; – riscopre I’appartenenza allaChiesa, che comprende comerealtà più grande del gruppo odella parrocchia;

– orienta l’attenzione sulladimensione missionaria checaratterizza la Chiesa e in cuiciascun cristiano è coinvolto. – lega l’annunzio pasquale asituazioni particolari di disagioo comunque di sofferenza.

ESEMPI DI ATTIVITÀ – Proporre ai ragazzi attivitàmissionaria. Per esempio, apartire dalla 2^ domenica diPasqua, ogni settimanal’attenzione dei ragazzi si puòfermare su un continente, condelle ricerche e delle riflessionisulla Chiesa di quei luoghi.Affrontati i cinque continenti,il lavoro realizzato dai ragazziè presentato all’assembleanella domenica di Pentecoste. – Invitare un missionario perun incontro con i ragazzi, perla celebrazione liturgica – I gruppi dei ragazzi siimpegnano, nelle domenichedel tempo di Pasqua, a renderepiù gioioso per tutta lacomunità il tempo in cui essasi ritrova nel giorno delSignore. A questo proposito, i ragazzipossono trovare modalitàadatte a sottolinearel’accoglienza di chi viene aMessa, provvedere alladistribuzione di foglietti e/olibretti, rendere piacevole efestoso il momento conclusivoche immediatamente segue labenedizione finale. – Aiutare i ragazzi adanalizzare alcune situazioniparticolari di sofferenza o didisagio (case di recupero,ospizi, nomadi, ecc.), perleggerle alla luce dell’annunciopasquale. L’iniziativa svoltadurante tutto il tempopasquale può concludersi conl’allestimento di una mostra dapresentare agli altri nel giornodella Pentecoste. In questosenso si rivela interessantequalche esperienza diretta. – Invitare i ragazzi a una visitadomenicale presso situazioniparticolari di disagio (anziani,ammalati, ecc.).

I

Tempo di Pasqua:50 giorni di pienezza

OBIETTIVI E ATTIVITÀ PER LA CATECHESI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA.........

La cinquantina pasquale presenta,raccontandola nel corso delle domeniche,il mistero della Chiesa che si rivela come tale quando si raccoglie intorno al suo Signore

iovanni Paolo II – nelmessaggio inviato in occasionedel giubileo della comunitàcon le persone disabili –

prospetta a tutta laChiesa una nuova"esigenzamissionaria", oggiritenutaimprorogabile: è ormaimaturo il tempo in cuitutte le nostrecomunità parrocchialiassumano il coraggiodi vincere la pauradelle varie diversità,accogliendo nelproprio grembo di“madre” che nutre conla fede tutti i suoi figli,ogni persona condifficoltà esistenziale,e tra queste in modoprivilegiato i fratellidisabili.

In continuità con le precedentiindicazioni offerte dalla ConferenzaEpiscopale Italiana circa le personedisabili, l´Ufficio Catechistico

Nazionale, con il suo Settoredella catechesi dei disabili, hapromosso nelle diocesi varieiniziative di formazione

catechistica epastorale perl´animazionedellacomunitàcristiana anchenei confronti diquesti fratelli esorelle, secondol’insegnamentodei Vescovi chericordanocome "ilcristianoapprezza eama lapropria vita equella degli altri,anche quando è sfiguratadalla sofferenza e appare

assurda. Anzi, nella povertà e nelladebolezza, riconosce una specialepresenza di Cristo e una possibilitàpreziosa di crescita e di feconditàspirituale" (CEI, "La verità vi faràliberi", 1024).

Per scaricare il documento della CEI suquesto temahttp://www.chiesacattolica.it/ucn/siti_di_uffici_e_servizi/ufficio_catechistico_nazionale/00009581_Anno_2004Orientamenti_dell_Ufficio_Catechistico_Nazionale.html

G

CATEC

HES

I

la

UNO STRUMENTO PREZIOSO PER GLI OPERATORI PASTORALI

Catechesi e disabilità

Page 6: La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 aprile 2012VI

Il convegno SUI PROBLEMI DEL CARCERE

TTTTrrrrooooppppppppeeee ddddoooommmmaaaannnnddddeeeeaaaannnnccccoooorrrraaaa sssseeeennnnzzzzaaaa rrrriiiissssppppoooossssttttaaaa

ei locali delvescovado si èrecentementetenuto il

Convegno: “Il carcereluogo di punizione o direcupero: dialogo trapassato, presente efuturo”, indetto dalCentro ItalianoFemminile (CIF) con ilpatrocinio del CentroServizi VolontariatoToscano (CESVOT), incollaborazione con iCooperatori Paolini el’Associazione MaestriCattolici.

LE PAROLE DIMONSIGNOR GIUSTI E DIANGELO MONTONATINel suo intervento il vescovo Simone, hasubito messo in evidenzache la Festa annuale dellaToscana è stata indettaper ricordare che laToscana è stato il primostato ad abolire la penadi morte che ha messofine alla legge deltaglione e ha dato alcolpevole la possibilità diredimersi. Cosa c’è dipeggio -ha continuato ilVescovo- che togliere aduna persona la libertàpersonale? Il carcere è ilfallimento di unavolontà educativa chenon tiene conto dellapersona. Oggi al centrodi tutto c’è l’economia enon la felicità dellepersone. Si cerca laricchezza a qualsiasicosto, per questo sidelinque, ma non siconosce l’uomo nella suavera natura, quella cheesprime se stessonell’amare e nell’essereamato. Dobbiamo anchechiederci -ha aggiuntomonsignor Giusti- sequesto modello dicarcere va bene. Dà lapossibilità ad unapersona di rigenerarsi?Quello che vedo e sentoè che il carcere èdevastante! Il sistemacarcerario va ripensato inchiave educativa.Il carcerato deve essereaiutato a fare un percorsoformativo, insegnarglicos’è il bene secondoun’etica condivisa. Civogliono insegnanti piùche Polizia penitenziaria,riconoscendo che anchequest’ultima è costretta afare dei sacrifici enormi,ed è in questadimensione che ilvolontariato acquista unvalore preminente.

Angelo Montonati,vaticanista e autore dipregevoli biografie sullavita dei Santi, parlandodelle carceri dell’800, hamesso in luce la figura

N

della marchesa Corderodi Barolo, della quale hascritto una biografia. Sipuò affermare che lamarchesa di Barolo èstata una antesignana delvolontariato cattoliconelle carceri. Ella riescead entrare nelle carceripiemontesi femminilidei primi anni dell’800 erompendo con ogniperbenismo e cetosociale riesce acolloquiare con ledetenute e ad ottenere laloro fiducia. Le carceri diTorino di quel periodo,secondo uno studiosoinglese, il Cunningham,venivano ritenute lepeggiori d’Europa.Ebbene la marchesa,grazie anche alle sueamicizie a livellopolitico, riesce amigliorare le condizioniigieniche delle recluse, adevitare ilsovraffollamento, a dareabiti dignitose alledetenute che vestivano distracci, a migliorare icriteri di gestione, a darloro una assistenzareligiosa. Il carcere vienevisto da lei non più comeprigione ma come“ospedale di anime”. Sirende conto che bisogna“prevenire”, e in seguitodon Bosco sarà unassertore di questa idea, atal fine la marchesacreerà una dimora aValdocco, per le donne arischio e sarà anche unasede riabilitativa per ledonne uscite dal carcere.

GLI INTERVENTI DEIPARTECIPANTIGli interventi delconvegno sono statinumerosissimi. Fraquesti Maria LetiziaGaudenzi, Presidente delCIF regionale evolontaria nel carcere diPisa dal 2005, che hamesso in risaltol’importanza dei varicorsi che vengono svoltiall’interno delle strutturee che consentono alledetenute di esprimere leloro capacità creative.

FrancescoMichelangeli,dell’Associazione pisanaPrometeo, si è dettopienamente d’accordocon le valutazioni delVescovo e si è chiesto: Il

detenuto che esce dalcarcere quanto è diversorispetto a quando vi èentrato? Bisogna puntaresulle misure alternativeperché all’interno delcarcere è “terribilmentedifficile cambiarequalcosa”.

Liberata Di Lorenzo,responsabile dell’AreaPedagogica del carcere diPisa, ha spiegato comel’educatore debbaconoscere sia la personache il reato al fine dimisurarne i possibiliinterventi positivi. Ed hafatto presente le difficoltàdegli educatori a causadel problema delsovraffollamento: inToscana esistono 4242detenuti, mentre lestrutture ne prevedono3186, tra questi glistranieri sono il 50% e aPisa il 70%.

Fiore Flebea, Ispettricedella PoliziaPenitenziaria al carcerelivornese delle“Sughere”, ha detto chebisogna insegnare aicarcerati a fare il bene, ledonne della PoliziaPenitenziaria sono unvalore aggiunto perché siavvicinano ai detenuti inmaniera molto delicatatenendo conto della lorodignità. La riprova è cheal termine della penamolti detenuti hannomandato lettere diringraziamento alledonne e agli altrioperatori, adimostrazione di averben agito riguardo al lorotrattamento. Benvengano i corsi diformazione -ha aggiunto-ma c’è il limite frustantedelle risorse, non solofinanziarie ma ancheumane, per cui non sipuò garantire un corso senon c’è un personaleadeguato. È un mondoche è difficile cambiare“ma dobbiamo metterciin gioco ed abbiamo ildovere di farlo”.

Guido Isetta, dellaCooperativa Dolmen, hasottolineato che persuperare le logiche dellaframmentarietà degliinterventi èfondamentale un lavorodi rete tra gli operatori

sociali e quelliistituzionali al fine dicostruire dei veri percorsiprofessionalizzanti.Un’altra operatrice dellaDolmen ha messo inevidenza come i progettiper i detenuti riescano ad“alleggerire” la pena epossano dare qualcheinsegnamento per unpossibile lavoro altermine della detenzione.Purtroppo per gli exdetenuti è difficile trovarelavoro, per questo sisentono penalizzati edinsicuri, ma se si riesce amotivarli, a superare lebarriere, a far scattare inloro la molladell’orgoglio, nonostantetutto, riescono acompiere cose notevoli.

LA CARITAS E ICAPPELLANIEnrico Sassano,direttore dell’Ufficiodiocesano di pastoraledella carità, ha ricordatoche la Caritas, già damolti anni, ha costituitouna commissione per ilcarcere formata davolontari, tra costoro èemersa la figura di WallySeller Sgherri,recentemente scomparsa,una donna eccezionaleche è riuscita ad abbinaredue caratteristicheimportanti: laconoscenza delle materiegiuridiche e la passioneper i poveri.Ha poi sottolineatol’esperienza positivadella casa-incontrocondotta dalle suoreFiglie del Crocefissodell’Istituto LaMaddalena che ospitanoi familiari dei detenutiche usufruiscono dipermessi speciali. Lapresenza dei volontari -ha continuato Sassano- siconcretizza nell’ascoltoper capire i reali bisogni,nelle attività dei serviziresi ai detenuti, neicolloqui di sostegno,nell’assistenza materialeanche nelle piccole cosecome può essere undetersivo o undentifricio, negli aiutieconomici nellosvolgimento dellepratiche burocratiche.Vengono poi svolteattività formative, sipassa da interventi dipiccola manualità, alleattività culturali vere eproprie con corsi dilettura e di scritturacreativa, di musica,teatro, di bioetica. Ivolontari svolgono ancheattività di accoglienza edi accompagnamentoall’esterno del carcere peri detenuti che sono inpermesso, una

esperienza significativa èquella del progetto“sperimentando”: unacasa dove gli ex detenutivivono insieme conl’accompagnamento diun educatore eintraprendono deipercorsi individuali difine pena. Importantisono anche gli incontritradizionali che vengonofatti in occasione difestività particolari comeil Natale, la Pasqua, lafesta del papà.

Padre MicheleSiggillino, Trinitario,cappellano al carceredelle Sughere, haricordato come il suoordine sia statoanticamente creatoproprio per laliberazione degli schiavi,da qui il motivo dellaparticolare attenzioneattuale verso i carcerati.Non è facile -ha detto-fare il Cappellano,perché bisogna esserecapaci di accettare irischi. Bisogna sempreagire con saggezza eprudenza, cose chevengono anchedall’esperienza; ilCappellano all’internodel carcere è una figurarispettata e un punto diriferimento, è il tramitetra il detenuto e laCaritas.Padre Joly TheckinenPappachan, anche luiTrinitario, indiano delKerala, cappellano allaGorgona, ha raccontatodi aver avuto all’iniziodifficoltà con la lingua,ma ora riesce a farsicapire, la realtà diGorgona è diversa perchéi detenuti possonomuoversi con una certalibertà sull’isola. Celebrala Messa e insiste nelfarlo tutti i giorni ed inquesti ultimi tempi è piùcontento perchéqualcuno haincominciato adincontrarlo, però c’èancora … tanto da fare!

Il Convegno è terminatocon le domande e ildibattito condotto dalgiornalista AntonelloRiccelli che ha fatto unapanoramica delle sueesperienze vissute alcarcere di Livorno e inquello di Volterra. Ladomanda principale acui nessuno ha saputoperò dare una rispostaesauriente è stata relativaal futuro dei detenuti:cosa succede all’exdetenuto? Come puòreinserirsi nella societàquando nessuno gli daun lavoro?Gianni Giovangiacomo

rediamo che non esista una sana democra-zia senza cittadini attivi e informati, e che

ogni governo sia migliore se accompagnato dauna cultura collettiva dell’impegno e dellapartecipazione alla vita pubblica».Con queste premesse era nata qualche mesefa la scuola di formazione ideata dall’Associa-zione ideaLi, una scuola rivolta in particolareai giovani che, tramite una serie di incontricon persone testimoni della vita culturale delnostro Paese, possano diventare parte di unacittadinanza attiva consapevole.Dopo l’inaugurazione del primo semestrecon Pietro Grasso, Procuratore NazionaleAntimafia, e la presenza di personalità di altospessore culturale (per ricordarne due Stefa-no Zamagni, tra l’altro, Membro della Ponti-ficia Accademia delle Scienze Sociali e dellaNew York Academy of Sciences, e Paolo Da-rio Prof. Robotica Biomedica, Sant’Anna diPisa e Direttore Polo Tec. Pontedera), adinaugurare il secondo semestre in Camera diCommercio, Tiziano Treu, Professore di dirit-to del lavoro all’Università Cattolica di Mila-no, già Ministro del lavoro e della Previdenzasociale, vice presidente della CommissioneLavoro Presidenza sociale del Senato.Con lui si è parlato del primo dei temi in pro-gramma: «Far crescere l’occupazione e rifor-mare il modello sociale europeo».L’OCCUPAZIONELa precarietà del lavoro, spiega Treu, dipendedalla precarietà di un’economia che dovreb-be invece essere più dinamica, stabile e soste-nibile e che purtroppo non è favorita dall’Eu-ropa in questo tsunami finanziario che stia-mo vivendo. «La nostra è un’ economia Lowcost e non è un problema di flessibilità o nonflessibilità, ma semmai di mercati incartati etroppo protetti. Basti vedere la rivolta dei tas-sisti per capire come sia difficile in Italiaaprirsi e aumentare la concorrenza interna».L’IMPORTANZA DELL’ISTRUZIONE E DELLAFORMAZIONESe è indiscutibile che il mondo del lavoro è

cambiato, in Italia, continua il professore,ancora non si accetta il fatto che il futuro ènel settore terziario con servizi alle aziende ealla persona dove la tecnologia può essere ilnuovo investimento. Questo però richiedemolta più conoscenza e istruzione che non èsolo una formazione di tipo universitario,ma anche professionale e tecnica. «In Italia cisono 8 milioni di professionisti di tutti i tipie questa è una cosa fantastica. Bisogna peròcapire che per mantenerli attivi c’è bisogno diuna formazione per tutta la vita». Treu è con-vinto che non basti una "rinfrescata" dopoqualche anno, ma che arrivati a un certo pun-to sia necessario un vero e proprio nuovo ci-clo «Una seconda carriera» afferma. «Purtrop-po invece in Italia abbiamo sempre investitopoco in formazione e scuola, anche come go-verno Prodi». Maggiore investimento in for-mazione, però, prosegue, deve trovare riscon-tro in un sistema che valorizzi il merito epremi i migliori.L’ARTICOLO 18Impossibile non finire a parlare anche dell’Articolo 18: «Senza dubbio è un articolo im-portante, ma non penso che se si cambiasseuna virgola potremmo essere definiti "barba-ri", né che l’Italia diventerebbe un Paese feli-ce con la sua abrogazione. Come PD la pro-posta sarebbe quella di articolarlo maggior-mente restando certamente con l’idea che illicenziamento deve essere giustificato. Tutti icasi di illegittimità devono essere puniti, macon differenze tra caso e caso». Allora, secon-do Treu, è necessario che il giudice abbia piùpossibilità di scelta nella condanna che nonsolo il reintegro o meno. «Ma con l’Articolo18 si deve parlare anche di tutela della cresci-ta, di crescita attiva senza fossilizzarsi suquello come panacea di tutta la crisi nel lavo-ro».

Giulia Sarti

Trasovraffollamento

e incapacità di rieducare

chi ha sbagliato,un excursus

sulla detenzione

IL MONDO DEL LAVOROSTA CAMBIANDO

L’incontro promossodall’associazione IdeAli

Se vuoi un anno di prosperità fai crescereil grano; se vuoi dieci anni di prosperitàfai crescere gli alberi; se vuoi cento anni di prosperità fai crescere l’uomo;l’uomo deve stare al centrodell’attenzione, anche se vive l’ingratacondizione del carcerato

Page 7: La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI1 aprile 2012 VII

L’oratorio di SAN JACOPO

n pizzico difantasia, unamanciatad’allegria e una

spolverata d’amore:questa è la ricettaperfetta per far nascereun buon oratorio,ovvero l’oratorio dellaparrocchia di SanJacopo.E’ sabato pomeriggio ementre il lungomarelivornese si riempie dipersone alla ricerca delprimo sole, a pochipassi dalla baracchinabianca, passando dauna piccola porticinaquasi segreta, comenelle favole, ciritroviamo in unmondo nuovo.Appena ci si affaccia sulgiardino si vienetravolti dalla vivacitàdei bambini e deiragazzi cheschiamazzano, ridonoe corrono da tutte leparti ma che ad uncerto punto vengonorichiamati in cerchio dadon Federico per lapreghiera di inizioattività.Sono circa le 15.30quando il cerchio sirompe e tutti siprecipitano nellediverse stanze perpartecipare ailaboratori propostidagli animatori: arte,chitarra e giocoleria.Oltre a questilaboratori, c’è unpiccolo gruppetto dibambini dai 3 ai 5anni, i“cuccioli” diAzione Cattolica, che incontemporaneaall’oratorio iniziano aconoscere Gesùattraverso i disegni, lestorie e il gioco graziealla pazienza di“nonna” Angela ePaola, la mamma diGabriele.Sono le mascottedell’oratorio, non c’èragazzo o giovane chenon passi e non sifermi a giocare escherzare con Gabriele,Sofia, Marco, Silvia, eMarta.

U

Attirare la loroattenzione non èsemplice ma le guidesanno il fatto loro eriescono a convincerliin qualchemodo adascoltarle;l’esperienza diAngela,animatrice ACda tantissimianni e ladolcezza diPaola sono unincantesimoal quale non èpossibileresistere.Il lorosegreto, cisvelano, ènon cresceremai!Accanto alregno deicuccioli c’èquellodell’arte; sullungo tavolosi sonoradunati iragazzi chestannorealizzandocon le loromani deiportachiavi dipannolenci.Papere,coccinelle etanti altri oggettistanno prendendoforma mentre lechiacchere fanno dacompagnia; ci sonoIlaria e Gaia chevengono in oratorio perdivertirsi e stareinsieme agli altri e chiinvece come Eleonora,più schietta, per la

merenda!Della stessa opinionesono i loro compagnidel laboratorio dichitarra; appena sientra nella stanza isuoni delle cordearrivano alle orecchie,tentativi di accordi equalche accenno dicanzone iniziano a

prendere forma.E’ il gruppo piùnumeroso, guidato daAlessio e Claudia,accompagnati da altriragazzi a turno, cercanodi trasmettere i primirudimenti dellostrumento, conpazienza e gioia; c’è chisi scoraggia, chi iniziaun duetto, chi come ipiù piccoli sprovvisti diuna chitarra propria,attende il proprio turnoper suonare.Alice, Daniele, Sarapartecipano alle attivitàper divertirsi edimparare qualcosa dinuovo stando insiemeagli amici, Leonardoperché vuole diventareun animatore dagrande e Nicolas permangiare le caramelledi don Alberto!Fuori nel giardino,sono rimasti i giocolieriche però vengonointerrotti dallapreparazione dellamerenda, un momentomolto atteso da tutti:grandi e piccini si

I l 6 maggio dello scorso anno fuinaugurato il Centro di ascolto

per la vita, che ha sede nella CasaMarfori, costruzione adiacente lachiesa dei Salesiani. L’importanzadi questo centro si evince dalnome stesso. Troppo spesso, la vitanon ancora nata non è consideratatale. È difficile, in questi tempi dicrisi, far passare l’idea che “unfiglio non deve far paura perchénon viene a “rubare”tempo,energie e denaro” (Giovanni PaoloII). Il Centro si ripropone quindidi aiutaretutte le madriche sitrovano adover fare iconti conunagravidanzachepurtroppoappare comeun pesoinsostenibile.Ognivenerdì, dalle9.30 alle 11,le volontariedel centrosono adisposizioneper chiunquevoglia cercare un appiglio, perchél’aborto non può e non deve essereconsiderato una soluzione.Attualmente sono quattro i casi giàseguiti. Inoltre ogni terzo venerdìdel mese, in collaborazione conl’Associazione Marcello Gallo,viene effettuata la raccolta e ladistribuzione di vestiario perbambini. Chiunque voglia dareuna mano affacciandosi a questaforma di carità cristiana, puòrivolgersi al Centro,tutti i venerdìdalle 9.30 in poi. Ogni aiuto sarà ben accetto,perché è bene non scordare maiche in ogni bambino c’è tutta labellezza dell’umana esistenza.

B.A.

Alla parrocchia del Sacro cuore(Salesiani)

Il centrodi aiutoalla vita

Un pomeriggiodi giochi,divertimento,incontri elaboratori: questoè l’oratorio della parrocchiadi San Jacopo

È tempodicrescereinsieme

AAAAllllllll’’’’oooorrrraaaattttoooorrrriiiioooo ccccoooommmmeeee iiiinnnn ffffaaaammmmiiiiggggllll iiiiaaaa

mettono in fila,aspettano il proprioturno e poi finalmentesi gustano il dolce delgiorno.Gli ideatoridell’oratorio sono statiproprio i ragazzi, dal2008 infatti, sotto laguida del parroco donAlberto, un gruppo diragazzi inizia asperimentare e apensare a come fareoratorio fino adarrivare ad oggi.Più o meno ogni sabatogravitano in parrocchiacirca quaranta ragazzi,sempre una piccolaparte rispetto aiduecento iscritti circa alcatechismo; «laproposta dell’oratorio èintegrativa a quelladella catechesi» ci dicedon Federico «l’intentoè quello di far vivere laparrocchia ai ragazzicome una casa»continua, «per alcuni èun semplicepassatempo mentre peraltri è l’inizio di uncammino cheprobabilmente, ciauguriamo, porterà aformare le guide delfuturo».Il progetto dell’oratoriodi San Jacopo quindi èquello di lasciare lospazio piano piano atutti i ragazzi, facendolicrescere e rendendolisempre piùresponsabili nellacostruzione della loro“famiglia”.

Martina Bongini

In alto: i ragazzi con don Federico Locatelli

Qui sopra:i "cuccioli" di AC

A fianco:il laboratorio di arte

In basso:il laboratorio di chitarra

L’iniziativa delPortico di Salomone

Ogni venerdì mattinadalle 9.30 alle 11

Page 8: La Settimana n. 13 del 1 aprile 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 aprile 2012VIII