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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 31 ottobre 2018

Pagina I

GRANDI OPERE

GRANDI OPERE, A RISCHIO NEL 2019 INVESTIMENTI PER 2 MILIARDISole 24 Ore 31/10/18 P. 8 SANTILLI GIORGIO 1

FONDI UE PROFESSIONISTI

FOCUS - ERASMUS GIOVANI IMPRENDITORI APERTO ANCHE AI PROFESSIONISTISole 24 Ore 31/10/18 P. 12 SCALIA DESIREE 3

COMMERCIALISTI

COMMERCIALISTI INCARICATI DI PUBBLICO SERVIZIOItalia Oggi 31/10/18 P. 47 5

CONSULENTI DEL LAVORO

UNA FORMAZIONE INTEGRATAItalia Oggi 31/10/18 P. 47 Michele Damlani 6

MOSE

L'"AQUA GRANDA" LA MADONNA E IL MOSE CHE NON C'E'Corriere Della Sera 31/10/18 P. 31 STELLA GIANANTONIO

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PROVINCE

E' L'ETERNO RITORNO DELLE PROVINCE: UN FUTURO DA HUB DELLE GARE DI LAVORISole 24 Ore 31/10/18 P. 22 BRUNO EUGENIO 8

RIFIUTI

IMPIANTI E COSTI: I NODI DELL"EMERGENZA RIFIUTICorriere Della Sera 31/10/18 P. 30 TESTA CHICCO 9

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Grandi opere, a rischio nel 2019investimenti per 2 miliardiBlocchi e ritardi . Forte perdita di spesa fermando i sei lavori ferroviari messi sotto esameTempi lunghi anche per la riforma degli appalti: niente decreto, si farà con disegno di legge delega

Giorgio Santilli

Eccolo, in numeri, il grande parados-so della manovra: il governo dichiaradi voler aumentare nel 2019 la spesaper investimenti pubblici di almeno3,5 miliardi (15 nel corso del triennio2019-2021) ma intanto mette a rischioinvestimenti già programmati per unpaio di miliardi, se saranno bloccate oanche solo rallentate le sei grandiopere ferroviarie messe sotto esamecon l'analisi costi-benefici.

La cifra di due miliardi non riguar-da procedure di appalto, bandi di ga-ra, progettazioni da completare, auto-rizzazioni in corso. E non riguarda unnumero imprecisato di opere o unorizzonte temporale vago. Il calcoloconsidera soltanto la spesa effettiva dicassa prevista per il prossimo annosulle sei opere ferroviarie più impor-tanti. In altre parole, è quanto sarà ef-fettivamente speso (immesso nel cir-cuito economico) se le opere andran-no avanti come previsto.

Va però detto che questa stima -che tiene conto di dati di Rfi (Fs), Telte Cociv - è basata su due presupposti:che vengano confermate per questeopere le scelte strategiche e non vi sialo stop del governo inseguito alle ana-lisi costi-benefici; che si applichino lenorme che puntano aunavelocizza-zione dell'iter e alla «capex optimisa-tion». In altri termini, che si sfruttitutto il potenziale di opere il cui iter ècominciato da anni e che oggi arriva-

no sostanzialmente a maturazione.La prima opera da considerare è

ovviamente la Tav Torino-Lione sucui oggi si è accesolo scontro politicocon i Cinque stelle che frenano e laLega che vuole realizzarla. La spesaprevista per il 2o19, afronte di affida-menti in corso di lavori per 1,9 miliar-

di, è di 63o milioni. Segue il terzo vali-co Genova-Milano per cui si è sbloc-cato il finanziamento del quinto lotto.Rfi stima una spesa di 320 milioni maè in corso da parte del commissariodel Cociv, Marco Rettighieri, una ri-programmazione per accelerare laspesa fino almeno a 6oo milioni nelrispettare degli obiettivi di cronopro-gramma. D'altra parte il terzo valicosta entrando - grazie al completa-mento delle progettazioni e all'asse-gnazione dei finanziamenti avvenutafrala fine del 2o17 e quest'anno - nellafase di massimo regime, con una spe-sa prevista per il 2018 di 301 milioni.Sei motori gireranno al massimo, sipotrà accelerare la spesa. Ed è perquesto che imprese, sindacati edesperti considerano grave bloccarel'opera che oggi in assoluto sta pro-ducendo più investimenti.

Un'altra opera che sta marciando è

il tunnel del Brennero che nel 2018spenderà 225 milioni e nel 2019 è pre-visto salga a 255 milioni. Anche suquest'opera c'è stato un duro attaccodi M5S ma l'esito delle elezioni pro-vinciali, oltre aundissenso sultenito-rio molto limitato, fanno pensare che

la partita dei veti sia persa.Accelerazione prevista per l'Alta

velocità Brescia-Verona che dovreb-be passare da 81 a 131 milioni di spesagrazie alla soluzione dei nodi proget-tuali e alla firma delle integrazionicontrattuali, mentre la Verona-Vi-cenza dovrebbe esordire con i primi30 milioni di spesa. Ancora al palo ilterzo tratto, la Vicenza-Padova, checompleta l'asse est-ovest dell'Alta ve-locità italiana.

Infine, la Napoli-Bari che nel 2018dovrebbe chiudere con uria spesa di97 milioni per arrivare a 13o nel 2019.

Tutto vero - e magari ulteriormen-te acceleratile - se non sarà il governoa mettersi di traverso.

Intanto si profila un rinvio ancheper la riforma del codice appalti chedoveva essere una delle leve per sem-plificare le procedure e accelerare laspesa. Non sarà un decreto legge ava-rare la riforma, come si era ipotizzato,ma un disegno di legge delega cheprevede quindi un iter molto lungo.La frenata nasce dalla dif ficoltà - anzi-tutto politica - di ridisegnare il ruolodell'Anac, cui si vorrebbero sottrarreipoteri di softlawpertornare aun re-golamento generale vincolante. Aconfermare il rallentamento della ri-forma anche l'avvio, da parte dellacommissione Lavori pubblici del Se-nato di una indagine conoscitiva sulcodice appalti. A chiederla è stata lamaggioranza che habisogno di chia-rirsi le idee prima di intervenire.

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D Sole28 Pagina 80ISFoglio 2 1 2

La spesa prevista nel 2019

In milionic°o

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630 600*

(*) Stima Cociv

La commis-sione Lavo-ri pubblicidel Senatoprendetempo eavvia unaindagineconoscitivasul codice

260 130

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La programmazione in corsoGLI SCAMBI TRANSFRONTALIERI

Erasmus giovani imprenditoriaperto anche ai professionisti

Obiettivo: metterein contatto chi staavviando un'attivitàcon soggettigià affermati

PAG I NA A CURA D IDesiree Scalia

® Erasmus per i giovani imprendi-tori («Erasmus for young entrepre-neurs» o «Eye») rappresentauna op-portunità per chi ha appena avviatoun'attività imprenditoriale o intendefarlo. È un programma di scambiotransfrontaliero, parzialmente fi-nanziato dall'Ue, che ha lo scopo difavorire l'imprenditorialità, aiutan-do neoimprenditori e aspiranti im-prenditori ad acquisire le competen-zepergestire e far crescere una picco-la impresa, lavorando inun altro pae-se con un imprenditore già affermatoper un periodo da uno a sei mesi.

Possono partecipare al programma ineo-imprenditori (Ne, New entre-preneurs) e gli imprenditori ospitanti(He, Host entrepreneurs) di ogni set-tore. Il neo imprenditore deve avercompiuto 18 anni, essere residente inun paese dell'Ue oppure in un paesecheèpartedelprogrammaCosme (28Stati membri dell'Ue, oltre ad Arme-nia, ex repubblica jugoslava di Mace-donia, Islanda, Montenegro, Moldo-va, Turchia, Albania e Serbia), darprova della propria motivazione eferma intenzione diavviare un'attivi-tà oppure averla avviata da non più ditre anni. Inoltre, deve dimostrarsi in-teressato allo sviluppo delle attivitàdell'imprenditore ospitante e ad ac-quisire il know-how che può favorireil proprio business.

Per avanzare lapropria candidatu-ra, il neo-imprenditore dovrà pre-sentare un'idea imprenditoriale vali-da e un business plan realistico e so-stenibile. Infine, dovrà essere in gra-do di integrare ifondidelprogramma

nella misura necessariaa coprire ico-sti del soggiorno all'estero.

mento europeo e del Consiglio, del 17dicembre 2013.

CHI LO GESTISCE

Erasmus per giovani imprenditori ècoordinato, a livello europeo, dall'Uf-ficio di supporto previsto dal pro-gramma. Inoltre, è gestito a livelloterritoriale da centri di contatto loca-le, selezionati dalla Commissione eattivi nel settore del sostegno alle im-prese, come Camere di commercio eindustria, Centri di appoggio alle

start up, incubatori e co-working.Questi centri rappresentano il

punto di riferimento degliimprendi-tori, fornendo loro ogni informazio-ne necessaria prima della partenza edurante lo scambio. Inoltre, facilita-no le relazioni tra il Ne e l'He, attra-verso l'informazione, la convalidadelle candidature, la gestione deicontatti, il sostegno logistico e il sup-porto nella ricerca del partner estero.Ogni relazione tra il neo-imprendi-tore e l'imprenditore ospitante ri-chiede due intermediari, uno per ilneo-imprenditore e una per l'im-prenditore ospitante, che devono es-sere di paesi differenti.

COME FUNZIONAI neo-imprenditori, o coloro che han-no uri progetto di impresa a cui vor-rebbero dare un respiro europeo,possono sviluppare le proprie com-petenze professionali, prenderespunto da idee sviluppate all'esteroed acquisire know-how ed esperien-za dagli imprenditori più esperti.

L'opportunità, però, è anche a di-sposizione degli imprenditori affer-mati, che potranno trarre vantaggidallo scambio con menti giovani emotivate, con competenze diversepotenzialmente utili per innovareprodotti e servizi. Esiste, inoltre, lapossibilitàperentrambidiindividua-re partner commerciali che possanocontribuire ad incrementare le op-portunità di mercato.

CHI PUÒ ACCEDERE

GLI HOST ENTREPRENEURS

Anche gli imprenditori ospitanti de-vorno possedere alcuni requisiti fon-damentali, come la residenza stabilenel paese partecipante, titolarità del-la piccola e media impresa, una ge-stione pluriennale della stessa e la vo-lontà di mettere a disposizione delneo-imprenditore le proprie cono-scenze, competenze e abilità.

E importante segnalare che il pro-gramma Erasmus per giovani im-prenditori, così come tutti i finanzia-menti europei, è aperto anche a tito-lari di partita Iva, in quanto soggettiequiparati alle piccole e medie impre-se come esercenti attività economica,a prescindere dalla forma giuridicarivestita, dal titolo I dell'allegato allaraccomandazione 2013/361/CE del-la Commissione, del 6 maggio 2013, edall'articolo 2, punto 28, del regola-mento (Ue) n. 1303/2013 del Parla-

LE RISORSE A DISPOSIZIONELo scambio è co-finanziato dallaCommissione Ue conun accordo conl'imprenditore che offrirà ospitalità etramite un contributo erogato men-silmente per coprire i costi di viaggioe di sussistenza durante il soggiorno.È la stessa organizzazione interme-diaria che eroga il sostegno finanzia-rio al nuovo imprenditore e monito-ra e rileva la qualità del percorso diformazione/lavoro.

Il supporto è calcolato utilizzandouna griglia disp onib ile ne lla guida uf-ficiale al programma, predispostate-nendo conto del costo della vita nelpaese ospitante. Per esempio: il con-tributo mensile per una mobilità inDanimarca è -di 1.100 euro, mentreperla Croazia è di 720 euro.

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Fondi UE professionisti Pagina 3

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, La guida . Come funziona in concreto: dalla selezione del partner al momento dell'implementazione e del soggiorno.all'estero

Uno scambio di idee che si articola in quattro fasimiRi Il programma si articola inquattro diverse fasi. Si parte daquella di candidatura. Il giovaneimprenditore può collegarsi al si-to del programma (http://www.erasmus-entrepre-neurs.eu) e consultare ogni ulte-riore informazione sulle modali-tà di partecipazione al program-ma europeo. Dovrà preparare ilproprio Cv e il business plan e do-vrà compilare la propria candida-tura attraverso l'apposito stru-mento di registrazione online,selezionando l'organizzazioneintermediaria locale che sarà re-sponsabile della valutazione del-la candidatura (https://webga-te.ec.europa.eu/erasmusentre-preneurs/index.cfm?fuseac-tion=app.welcome)

C'è, poi, la fase di selezione delpartner europeo: se la candidatu-ra viene valutata positivamentedal centro di contatto, si passa allaricerca di un partner. Per questosi può utilizzare una banca daticontenente la lista degli impren-ditori; l'organizzazione interme-diaria del «Ne» può fornire unsupporto utile all'identificazionee selezione del partner estero.

Fase di stipula del contratto eredazione del progetto: a sele-zione avvenuta, le parti coinvol-te (gli imprenditori e l'organiz-zazione intermediaria), previaapprovazione da parte dellaCommissione, preparano un

IL PROGRAMMAIN SINTESI

Obiettivo.-.Aiutare gli aspiranti impren-

ditori europei ad acquisire lecompetenze necessarie peravviare e gestire con successouna piccola impresa in Europa. Inuovi imprenditori apprendonoe scambiano conoscenze e ideedi business con imprenditori giàaffermati, dai quali sono ospitatie con i quali collaborano

BeneficiariII programma incoraggiala

partecipazione di:•Nuovi imprenditori o aspirantitali, persone che hanno appenaavviato un'attività imprendito-riale o intendono farlo;-Imprenditori già affermati,

progetto di «Impegno per laqualità», con il quale si defini-scono il programma lavorativo, icompiti, le responsabilità, i ri-sultati attesi, le condizioni fi-nanziarie e le implicazioni legalidello scambio. Tutto ciò con il fi-ne di garantire l'istaurazione diun buon rapporto di lavoro conl'impresa ospitante.

Si passa alla fase d'implemen-tazione. Quando tutto è stato de-finito, può avere inizio il soggior-no all'estero, di durata compresatrauno e sei mesi. Lo scambio puòeffettuarsi in una o più fasi (delladurata minima di una settimana),a seconda delle esigenze degliimprenditori coinvolti, alternan-do quindi periodi all'estero conperiodi nel proprio territorio, do-ve il giovane imprenditore staim-plementando il proprio progettodi impresa. Il percorso deve con-cludersi entro dodici mesi. Alla fi-ne dell'esperienza, il giovane im-prenditore deve redigere un re-port, evidenziando le peculiaritàdell'esperienza svolta e le compe-tenze acquisite.

Le organizzazioni intermedia-rie si occuperanno di monitorarela qualità dell'attività svolta e va-

lutare i risultati ottenuti.Per ottenere informazioni sul

programma si può visitare il sitoweb: www.erasmus-entrepre-neurs.eu oppure contattare l'Erasmus for young entrepre-

proprietari di Pmi con la volontàd di mettere a disposizione delneoimprenditore le proprieconoscenze, competenze eabilità;Da sottolineare che il program-ma è aperto anche a titolari dipartita Iva

FinanziamentoIl soggiorno è cofinanziato

dalla Commissione europeasotto forma di contributo per ilsoggiorno all'estero

neurs support office a questa e-mail: [email protected]

La guida al programma èdisponibile, invece, al se-guente link: https://www.erasmus-entrepre-neurs.eu/upload/Program-me%2oGuide%2oEN%2oMay%202015.pdf

Numerosi sono i benefici dellapartecipazione al programma,come traspare dalle varie testi-monianze. Alcuni neo-imprendi-tori affermano di aver miglioratole proprie tecniche di ,gestioned'impresa e di aver appreso spun-ti per lo sviluppo della strategia dimarketing e di approccio al clien-te, mentre altri dichiarano di averstretto partnership con gli He.

Tra gli imprenditori affermati,c'è chi dichiara di aver miglioratoi propri servizi e di aver sviluppa-to nuove pratiche per la misura-zione dell'efficacia del proprioprodotto e chi invece pensa diaver migliorato le proprie cono-scenze e di aver beneficiato delleidee innovative del Ne. Infine, siaalcuni neo-imprenditori che al-tri già affermati dichiarano diaver modificato il proprio pianod'impresa a seguito dell'espe-rienza di scambio.

È disponibile un database con-tenente le mobilità finanziate,consultabile tramite filtri al se-guente indirizzo: https://www.erasmus-entrepre-neurs.eu/ stories_archive.php

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ommercialisti incaricati di pubblico servizioRiconoscimento del commercialistacome incaricato di pubblico servizio,anche al di fuori dei tribunali o degliincarichi di revisione locale. Specializ-zazioni basate sempre di più su per-corsi formativi e meno sull'esperienza,ma assegnabili dopo due anni invece dicinque. Esclusive da raggiungere conil dialogo tra categorie, andando versouna logica di riserve piuttosto che diesclusive. Attestazione del patrocinio inCorte di cassazione. Queste alcune del-le proposte avanzate dalle associazionidi categoria, e approvate dal Consiglionazionale, durante l'assemblea dei pre-sidenti degli ordini dei commercialisti,andata in scena la scorsa settimana,convocata per discutere della riformadell'ordinamento professionale dellacategoria. «Esprimiamo soddisfazioneper l'accoglimento delle nostre osserva-zioni sulla proposta di riforma dell'or-dinamento professionale. In particolareil riconoscimento della previsione delruolo di incaricato di pubblico servi-zio nello svolgimento delle nostre at-tività professionali», afferma AndreaFerrari, presidente dell'Associazioneitaliana dottori commercialisti (Aidc).«Riteniamo che tale concetto possaessere ulteriormente valorizzato nelcontesto della riforma». Accolte istanzeanche sul tema delle specializzazionie dei compensi: «Specializzazioni e ri-conoscimento di incaricato di pubblicoservizio sono due facce della stessa me-daglia. A fronte del conseguimento dispecializzazioni spendibili nei confrontidi privati e delle aziende, infatti deveessere riconosciuto e ben delineato ilruolo di incaricato di pubblico servizionei confronti della Pubblica ammi-nistrazione». Sul tema dei compensi.vista l'alta attenzione riservata dalla

categoria, l'Associazione ha istituitouna «commissione per la tariffa», pre-sieduta da Roberta Carpentiero, dedi-cata proprio al controllo sui vari aspettidei compensi professionali. «Sul rico-noscimento ufficiale di pubblico servi-zio condividiamo il giudizio», dichiaraDaniele Virgillito, presidente dell'Unio-ne nazionale giovani dottori commer-cialisti ed esperti contabili. «L'idea èbuona ma sarà necessario delimitarein maniera adatta il campo d'azione».Preoccupazione, invece, sul tema dellespecializzazioni legate all'esperienza esui limiti di mandato: «nessuno è controle specializzazioni, ma darle d'ufficiodopo dieci anni di esperienza in un cer-to settore presenta dei rischi: infatti, seviene stabilita una specializzazione inuna materia trop-po generica, arri-veremo ad esseretutti specialisti. Siperderebbe così ilsenso stesso dellamisura. Comun-que, a prescinderedalle criticità, vadato atto al Con-siglio nazionaledi aver impostatoun confronto re-almente aperto atutti i destinata-ri». «Partiamo dalpresupposto che èancora molto pre-sto per stabilirequale sarà la pro-posta del Consiglionazionale e qualimodifiche sarannorealmente accolte»,dichiara Marco Cu-

chel, presidente dell'Anc (Associazionenazionale commercialisti). «Ma alcunipunti sono già stati sollevati. Tipo illimite dei due mandati: sarò impopo-lare ma per me va tenuto. Inoltre èstata inserita la nostra proposta sullacompetenza dei colleghi presso la Cortedi cassazione. Recepiti alcuni cambia-menti sul versante della convocazionedell'assemblea. Sotto l'aspetto dellespecializzazioni, mi pare prematuro in-serirle nell'ordinamento professionale.Infine, attenzione alle modalità di uti-lizzo del fondo di garanzia per ristorodei danni causati dai comportamentidegli iscritti: meglio eliminarlo perchévengono a generarsi contenziosi prividi fondamento solo per attingere allerisorse del fondo».

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Commercialisti Pagina 5

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Da gennaio nuove regole sull'aggiornamento dei consulenti del lavorolo loUna formazione integrataPiattaforma unica per lo scambio dei dati

Pagina a curaDI MICHELE DAMIANI

Una piattaforma infor-matica dedicata allaformazione dei con-sulenti del lavoro,

attraverso la quale si potràgestire in maniera integratail procedimento di iscrizionead eventi e corsi e quello diaccreditamento degli iscritti.Uno strumento che faciliteràla vita dei consulenti e deglienti formatori, sia interni cheesterni al Consiglio naziona-le. Questa una delle principa-li novità previste dal nuovoregolamento sulla formazio-ne continua per i consulentidel lavoro, che sarà operativodal 1° gennaio 2019. «Il pri-mo elemento di novità è che,oltre al regolamento, sonostate emanate una serie dilinee guida a commento diogni disposizione», dichiaraad ItaliaOggi il segretario delconsiglio nazionale dell'ordi-ne dei consulenti del lavoro,Francesco Duraccio. «Ma lanovità più grande è la predi-sposizione della piattaforma

informatica. Dal 1° gennaioogni soggetto interessatoper una qualsiasi ragioneal tema della formazionedei consulenti del lavoro do-vrà per forza passare dallapiattaforma. Questo vale periscritti, enti erogatori, consi-gli provinciali e Consiglionazionale». Infatti, come silegge dal regolamento: «Tuttigli adempimenti relativi allaformazione continua sarannoveicolati esclusivamente tra-mite la piattaforma informa-tica sviluppata dalla Fonda-zione studi, con l'assistenzatecnica della Teleconsul Spa».D'ora in avanti, quindi, perdiventare un provider qual-siasi ente dovrà avere il bene-stare del Consiglio nazionale:per chiedere l'autorizzazionedovrà chiedere l'istanza tra-mite la piattaforma e sempreattraverso la stessa riceveràl'autorizzazione e potrà orga-nizzare l'evento. Anche per laregistrazione dei partecipan-ti la piattaforma avrà un ruo-lo cruciale; infatti, una voltastabilita la data e l'oggettodell'evento, la presenza dei

consulenti dovrà essere rile-vata esclusivamente tramiteil dispositivo e le informazio-ni giungeranno in automati-co ai partecipanti e al Consi-glio nazionale. «Controlli piùimmediati e più semplici. Manon solo. Una partecipazioneattiva dei consigli provincia-li, che potranno e dovrannocontrollare il rispetto degliobblighi formativi tramitela piattaforma» aggiungeDuraccio. «Comunque, lafilosofia di fondo è quelladi facilitare il meccanismodi accreditamento, o più ingenerale della gestione del-la formazione, per aiutarel'adempimento ma in una lo-gica di semplificazione». Sulversante della comunicazionedei crediti maturati da partedegli iscritti ci saranno altrenovità: una delle principaliè quella della comunicazio-ne di crediti provenienti daattività esterne: se prima ilconsulente doveva presenta-re un'autocertificazione, oraavrà la possibilità di fare unupload direttamente sullapiattaforma, ovvero carica-

re i documenti che sarannosubito visionabili dagli entipreposti. Un altro aspetto èquello dell'accesso alla pro-fessione: «Dobbiamo agevo-lare l'inserimento dei giova-ni: per fare questo abbiamoprevisto che colui che ospitail tirocinante, poiché ha l'ob-bligo di formare il giovane,possa acquisire dieci creditiformativi nel triennio».

Cambiamenti anche intermini di rapporti tra lecategorie: eventuali con-venzioni di reciprocità traordini afferenti a diverseprofessioni potranno esse-re siglate esclusivamentedal Consiglio nazionale enon, come fino ad oggi, daquelli provinciali. Il regola-mento, come detto, entreràin vigore il 1° gennaio 2019.Dal 1° ottobre è attiva unasperimentazione gradualeda parte di alcuni consigliprovinciali definiti «pilota».Ogni ente potrà usufruiredi un video tutorial perl'utilizzo della piattaforma,inserito all'interno dellapiattaforma stessa.

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Consulenti del lavoro Pagina 6

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CORRIERE DELLA SERA

di Tuttifi°utti

Gian Antonio Stella `i

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L'«aqua granda»la Madonnae il Mose che non c'è

campato pericolo. Per ora. Sarà statomerito della Beata Vergine Nicopeiaalla quale il patriarca FrancescoMoraglia aveva affidato Venezia ma

l'incubo che la marea di ieri notte fosseancora più alta del previsto e che il ventofortissimo che soffiava dall'Adriaticopotesse opporsi al ritorno delle acquedalla laguna al mare e spingere anzicontro la città serenissima una massad'acqua supplementare come accadde nel1966, è finito con un sospiro di sollievo.Per ora.Lo spavento, però, deve ricordare a tuttiche poteva finire malissimo.E insopportabile assistere nella piùassoluta impotenza all'approssimarsi diuna minaccia devastante per la cittàserenissima 52 anni dopo l'«aqua Branda»che coprì la città e richiamò migliaia divolontari da tutto il mondo, 44 dopo laprima legge speciale, 3o dopo lapresentazione in pompa magna del Mosecon Gianni De Michelis che prometteva lafine dei lavori entro il `95 «anche sepotrebbe esserci un piccoloslittamento»...E il Mose? Dove sono le paratie mobili(con le cerniere già ruggini) che sonocostate 5,5 miliardi ai quali vanno aggiuntii 2,5 per le opere di salvaguardia con unaspesa complessiva di 8 miliardi pari altriplo dei due miliardi e 933 milioni (ineuro attuali) che costò l'Autostrada delSole? Ancora niente.Esattamente cinquant'anni fa, sul nostroCorriere, Indro Montanelli sbuffavafurente contro le chiacchiere: «Per ilmantenimento di questo delicatoequilibrio, Venezia non badava a spese néa castighi. Chi, senza esservi autorizzato,piantava un palo nella laguna, finiva drittoin prigione perché, dicevano i veneziani,"palo fa paluo", anche un palo basta a fareuna piccola palude. E un decreto delSenato del 15o5 comminava cento ducatidi ammenda (cifra colossale per queitempi) "a chiunque, non essendoprofessore o savio alle acque, si occupavadella laguna". Insomma, era proibitoperfino parlarne perché anche lechiacchiere fanno "paluo"». E spiegava:«Solo il Paese può, se vuole, romperequesto sudario d'inerzia».Macché...

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IL CASO

APPALTI

È l'eterno ritornodelle Province: un futuroda hub delle gare di lavori

Da enti arrivati aun passo dall'abolizione a nuovi hub dellegare dilavori pubblici in Italia. È il percorso percertiversi sor-prendente che hanno compiuto le Province negliultimi quat-troanni.Daquandolalegge Deiriodel2o141eavevasvuotatedi poteri, in attesa dell'abolizione costituzionale mai arriva-ta. E invece le "amministrazioni dimezzo"sonopiùvivechemai. Almenoagiudicaredallamanovrainanivo,chestanzia250 milioni all'anno (per 15 anni) perla manutenzione di stra-de e scuole e, soprattutto, riconosce il ruolo di primo pianosvolto dalle stazioni uniche appaltanti.

Sul punto la bozza del Ddl di Bilancio 2019, in appenaquattrorighe, dice due cose. In primo luogo, definisce il gradoottimale di aggregazione degli appalti; spiega, cioè, aqualelivello della macchina amministrativa bisogna concentrarela domanda di appalti, per ridurre il numero di centridi costoin Italia. Questo livello è quello di Province e Città metropoli-

ELECTION DAYOggi si vota per ilrinnovo di 47

presidenti e 27

consigli provinciali.

Si tratterà diun'elezione disecondo livello, dal

momento chevoteranno solosindaci e

consigliericomunali deiterritori interessati

tane. Ancora più importante, però, è il secondopunto, che obbliga i Comuni non cap oluogo a farericorso alle stazioni uniche appaltanti costituitepresso Province e Città metropolitane «per gli ap-paltidi layoripubblici»,sopra lasoglia fissata dallalegge a l5omilaeuro.

La combinazione di questidue elementipor-ta, allora, gliuffici delle Province a diventare unosnodo strategico di migliaia di procedure. Neldisegno del codice appalti, così riformato, le Re-gioni saranno l'hub di aggregazione di servizi eforniture (soprattutto in ambito sanitario),mentre le Province diventeranno strategiche sulfronte dei lavori. Con una conseguenza: negli

uffici provincialipotrebbe servire, addirittura, unacam-pagna di assunzioni di tecnici specializzati. Un primo fab-bisogno potrebbe aggirarsi intorno a tre nuovi professio-nisti per stazione unica appaltante provinciale: siamo,cioè, nell'ordine di 300 unità.

Va detto, comunque, che la manovra non fa altro checertificare uno stato di cose già consolidato: secondo unostudio realizzato da Gustavo Piga dell'università di Tor V er-gata, sono infatti 50 le Province che hanno formalmentecostituito una stazione unica appaltante (Sua). Qui, su untotale di 3.642 Comuni, hanno aderito in convenzione allaSua1.484Comuni, il 4o% deltotale, portando unaforte cre-scitadelvolume delle gare. Che passa dagli i,1 miliardi del2016 agli 1,5 del 2017 (+28% in un anno).

In realtà, inmanovra cisonoaltre due norme che rendono1eProvincepiùvivechemai. Ai 25omilioniannuiperlamanu-tenzione di strade e scuole dal 2019 al 2o33, andràsommata,unafettaancoradadetemtinatsidi quei3miliardipergliinve-stimenti degli enti territoriali previsti dalla stessa bozzadel Ddl. Che nulla dice invece sul caos istituzionale prodottodalla riforma Delrio (su cui siveda Il Sole 24 Ore di lunedì 24settembre) e dal decreto milleproroghe. Invirtù del quale oggisivoteràperilrinnovodi47presidentie27consigliprovinciali.Inunmaxielectionday(disecondo)ivello,vistochevoterannosolo sindadeconsigliericomunalideiterrltoriinteressati)chesi completerà solo a gennaio, quando verranno rinnovatialtri43consigli.lnunpuzzledidateeinc oddegnidiunenigmista.

-Eugenio Bruno-Giuseppe Latour

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CORRIERE DELLA SERA

LA LETTERA

IMPIANTI E COSTI : I NODIDEIJ "EMERGENZA RIFIiITIdi Chicco Testa

La puntata di «Data-room» di Milena Gabanellipubblicata lunedì 29 otto-bre con il titolo «Al Nordroghi e costi dei rifiuti delSud» ha spiegato perchénelle regioni che hanno piùtermovalorizzatori aumen-tano le tasse. Su questo te-ma interviene il presidentedi Assoambiente.

Caro direttore, la ge-stione dei rifiuti inItalia è in una situa-zione critica. Occorreanalizzarne i diversi

aspetti, evitando di fare con-fusione su fenomeni diversifra loro. Andiamo per ordine.Primo. E vero che gli impiantidi termovalorizzazione delNord Italia (ma anche gli im-pianti di riciclaggio, di com-postaggio, quelli per la ge-stione dei fanghi di depura-zione, le discariche) stannoprendendo da tempo rifiutidal Centro e dal Sud Italia, apartire da quelli provenientidalla Capitale. La «colpa» diquesto fenomeno non è l'arti-colo 35 del decreto sbloccaItalia, ma il semplice fatto che

le regioni del Centro e del Sudnon hanno impianti suffi-cienti e adeguati . E a quantopare non intendono nemme-no farli (Sicilia, Lazio). Altri-menti si confondono le causecon gli effetti. La mancanza diimpianti è il problema nazio-nale, specie al Sud. Attribuireresponsabilità al sistema in-dustriale del Nord Italia per lemancanze di pianificazione edi decisione delle regioni delCentro-Sud è sbagliato. Siguarda il dito e non la luna.Secondo: il costo della gestio-ne dei rifiuti urbani in Italianel 2o16, per la prima volta daventi anni, è diminuito (fonte:Ispra), se pur di poco. Si stainvertendo una tendenza alrialzo che ha caratterizzatotutti gli ultimi anni e che è de-stinata a proseguire nel tem-po. L'Italia ha costi medi nellanorma rispetto all'Europa, e laLombardia si caratterizza per icosi più bassi in Italia (137 eu-ro ad abitante contro una me-dia nazionale di 167, 293 euroa tonnellata contro una medianazionale di 333)- Se in alcuniComuni (anche lombardi) laTari è aumentata non dipendecerto dal fatto che gli incene-ritori del Nord prendono ri-fiuti da Sud, anzi. Probabil-

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Foglio i

mente una parte degli au-menti degli scorsi anni hannoriguardato l'estensione dellaraccolta porta a porta e i costidi personale, non certo il co-sto di smaltimento. Terzo: fe-nomeni di illegalità nella ge-stione dei rifiuti speciali van-no perseguiti e condannaticon forza, ma comportamentiopachi o addirittura illecitisono favoriti da un contesto dimancanza di impianti e danorme spesso inutilmentecomplicate. Gli stoccaggi pie-ni (spesso di materiali desti-nati a recupero e non a smalti-mento), derivano dalla man-canza di impianti e sbocchi inItalia, dallo stop all'export vo-luto dalla Cina, dall'aumentodei prezzi degli impianti delNord Europa. Insieme allaazione di polizia e magistra-tura è urgente prevenire ilsorgere di fenomeni di illega-lità. Ma associare fenomeni diillegalità al lavoro che nel pie-no rispetto delle regole svol-gono molti impianti al Nord èassolutamente fuori luogo.Anzi. Dobbiamo valorizzarerealtà assolutamente d'avan-guardia soprattutto nel recu-pero e riciclaggio. A differen-za di quello che molti pensa-no, fare economia circolare

significa fare molti impianti,sia per l'avvio a riciclaggio,che per smaltire gli scarti equel che riciclabile non è. Laraccolta differenziata non è ilfine, ma solo lo strumento perraccogliere separatamente irifiuti. Poi servono impiantiche lavorino le diverse filiere.Servono stoccaggi adeguatiper gestire eventuali tensionisui mercati del riciclo che so-no mercati aperti, globali, perloro natura instabili. E im-pianti di smaltimento finalecome discariche e termocom-bustori.

Per far fronte a queste criti-cità, occorrerebbe una strate-gia nazionale forte e autorevo-le, capace di orientare il mer-cato a dotare il nostro Paesedegli impianti che servonoper evitare crisi continue. Oc-correrebbero decisori politicicapaci di sceglier strategie dimedio-lungo periodo, evitan-do di inseguire facili e danno-si consensi elettorali.

Senza lo sblocca Italia le re-gioni del Sud non avrebberopotuto esportare liberamentei rifiuti nelle altre regioni. Ilche ha comportato un aumen-to del prezzo di conferimentonegli impianti del Nord. Ed èun fatto che tale aumento siscarichi sulle bollette, come lalegge prevede.

(Milena Gabanelli)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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