Autodemolitori Dicembre 2010
-
Upload
freeservice-freeservice -
Category
Documents
-
view
223 -
download
3
description
Transcript of Autodemolitori Dicembre 2010
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
N. 12 DICEMBRE 2010 - ANNO VI
CN/CONV/0969/2010
Free
Ser
vice
srl
Ed
izio
ni
- Fa
lcon
ara
M.
(AN
) -
Supp
lem
ento
n.
1 a
l n.
12 D
icem
bre
20
10
di
Reg
ion
i&A
mbi
ente
Argomenti di attualitàManifestazioni ed eventiNovitàAppuntamentiFinanziamenti
A B B O N A M E N T I 2 0 1 1Il settore della rottamazione in generale e quello dei demolitori dei veicoli a fine vita in particolare, sono sempre più sollecitati dalle normative in materia ambientale ad intraprendere il rinnovamento dei propri macchinari e la messa in sicurezza dei propri impianti, al fine di adeguarli alle nuove prescrizioni tecniche, richieste per ottenere o mantenere le “autorizzazioni” all’esercizio delle relative attività. L’entrata in vigore del decreto legislativo 209/2003 individuando chiaramente le fasi della raccolta, trattamento, reimpiego e recupero di tutti i materiali di scarto, se costituisce un valido strumento per prevenire la produzione di rifiuti ed evitare che sostanze pericolose siano diffuse nell’ambiente, al contempo impone agli operatori del settore sforzi di organizzazione ed aggiornamento non indifferenti. Come noto, malgrado le tante proroghe e le problematiche ancora irrisolte, di fatto, è stato istituito il SISTRI...In questa fase di difficile transizione il settore abbisogna di informazione e aggiornamento sia per quanto attiene il quadro normativo, sia, ancor più, per quello tecnico in grado di fornire notizie circa le più inno-vative strumentazioni che permettano di raggiungere livelli più elevati di produttività e professionalità.
58,00 Euro IVA compresa
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Modulo di abbonamento al supplemento Autodemolitori (10 numeri - 58,00 Euro)
Nome: Cognome: Ragione sociale (per fatturazione):
indirizzo:
codice fiscale/p.i.:
Tel.: Fax: Cell: e-mail:
Nominativo cui inviare rivista se diverso dal sottoscrittore:
Da inviare compilato via FAX al n. 071 916 22 89
Firma e Timbro:
3
SOMMARIO
UNIRIGOM: PER IL RECUPERO DELLA GOMMA … ...........5
LOGIMA SRL UN INVESTIMENTO IN ORDINE E SICUREZZA .................9
IL PUNTO SULLA NORMA VEICOLI FUORI USO E SISTRI .........................................10
LA LOMBARDIA SPINGE SUL METANO ..........................14
MOBILITÀ SOSTENIBILE NASCE IL SITO CLEAN VEHICLE PORTAL .......................17
BATTERIE DELLE AUTO IBRIDE DAL GIAPPONE UN PROGRAMMA PER IL RECUPERO DEL NICHEL ........20
BENZINA:PREZZI RECORD A DICEMBRE, MAI COSÌ CARA DAL 2008 ............................................23
GOBBI SPARE PARTS SRL QUALITÀ E PROFESSIONALITÀ SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE............................25
IMPRESE E SVILUPPO IL TEMPO È DENARO ....................................................26
ATTIVITÀ ORGANIZZATA DI TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI: NON È IPOTIZZABILE LA FATTISPECIE CONTRAVVENZIONALE ...29
PILE E ACCUMULATORI: NUOVE ETICHETTE OBBLIGATORIE DA MAGGIO 2012 ................36
D.M. Metalmeccanica srlvia della Pieve, 6 - Ponte Messa di Pennabilli (RN) - Tel. +39 0541928482 - www.container-scarrabili.com - [email protected] Mario Sebastiano 335 5427131 - Di Mario Mirco 335 5423837
Ecotecnica srlVia Bruno Pontecorvo, 9 - 00015 Monterotondo (RM)
Tel.: +39.06.900.85.361 - Fax: +39.06.90.60.618
www.ecotecnica.it - [email protected]
Fatti unregaloper Natale!
5
di Silvia Barchiesi
UNIRIGOM: PER ILRECUPERO DELLA GOMMA
Presentata ad ECOMONDO la nuova Associazionedi Confi dustria nata da un accordo tra UNIRE e ASSORIGOM
Obiettivo: lotta all’illegalità e sviluppo dell’industria del riciclo
Per spingere il riciclo della gomma e contrastare il traffi co illecito
di pneumatici fuori uso (PFU) nasce in Confi ndustria una nuova
Associazione per il recupero della gomma: UNIRIGOM.
Presentata in occasione della Fiera di Rimini, ECOMONDO
2010 vedrà la luce nei prossimi mesi grazie all’accordo siglato
tra UNIRE, Unione Imprese del Recupero di Confi ndus-
tria e ASSORIGOM, Associazione Nazionale Raccolta,
Riciclo e Riutilizzo della Gomma.
Rafforzare i punti deboli della fi liera e favorire lo sviluppo di
una vera e propria industria del riciclo è lo scopo della nuova
Associazione di categoria che trova riparo sotto il “tetto” di
Confi dustria E che punta a “compattare” il settore contro i
traffi ci illeciti di PFU in vista dell’imminente avvio del sistema
nazionale integrato per monitoraggio, raccolta, trattamento e
reimpiego dei Pneumatici Fuori Uso (PFU).
Il 26% dei pneumatici fuori uso “rotola” infatti illegalmente
sfuggendo ad ogni forma di controllo e monitoraggio.
L’elaborazione dei dati ottenuti da Istat, Federazione Gomma e
Plastica e dalle interviste agli operatori presentati da UNIRE e
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel Rapporto “L’Italia
del Riciclo” evidenzia una corretta allocazione solo per il 74%
dei PFU generati ogni anno in Italia.
Il restante 26% fi nisce invischiato nelle maglie dell’illegalità o per-
ché abbandonato illegalmente sul territorio o perchè destinato
a forme di “smaltimento” non autorizzate e ambientalmente
non compatibili.
Secondo i dati forniti da ECOPNEUS ogni anno spariscono nel
nulla circa 100 mila tonnellate di PFU, circa 1/4 degli pneumatici
immessi in commercio nello stesso arco di tempo.
Secondo le stime più attendibili sono circa 350 mila le ton-
nellate di PFU prodotte annualmente nel nostro Paese, una
quantità importante, frutto della vendita di oltre 30 milioni di
pneumatici per autovettura, 2 milioni per autocarro, 3 milioni
per mezzi a 2 ruote e 200 mila per mezzi industriali ed agricoli,
5555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555
gg g gg p p g ,
6
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
cui corrisponde, in linea di massima, l’uscita dal mercato di
altrettante quantità di pneumatici usati.
Delle 325 mila tonnellate di PFU prodotte nel 2009, circa la
metà è stata destinata al recupero energetico, il 20% è stata
recuperata come materia prima seconda per utilizzi urbani
e industriali (dato pari alla metà della media Europea) e la
quota restante (circa il 25%) si è dispersa in traffi ci o pratiche
illegali.
Di qui l’importanza e la necessità di un’Associazione nel settore
del recupero della gomma e dei Pneumatici Fuori Uso in grado
di sostenere un dialogo costruttivo con il nuovo sistema inte-
grato di gestione dei PFU che sta per partire e che attribuisce
al produttore/importatore la “responsabilità” della raccolta e
del recupero del prodotto a fi ne vita: i produttori/importa-
tori saranno dunque tenuti ogni anno a gestire (assicurando
raccolta, trasporto, recupero e smaltimento) una quantità di
PFU equivalenti a quanto immesso nel mercato del ricambio
nell’anno precedente.
In tale scenario di cambiamento si colloca UNIRIGOM.
“La nuova Associazione – ha spiegato il Presidente di UNIRE,
Corrado Scapino, in occasione della presentazione di
UNIRIGOM ad ECOMONDO - nasce per fronteggiare il radi-
cale cambiamento delle condizioni di accesso al mercato che a
breve incontreranno gli operatori del settore e per costruire un
qualifi cato dialogo con il Consorzio dei costruttori di pneumatici
(ECOPNEUS). In questo senso, intento dell’Associazione è richiedere
da un lato l’utilizzo prioritario delle piattaforme esistenti, dall’altro
avviare concrete iniziative necessarie per la realizzazione, anche nel
nostro Paese, di un mercato del riciclo della gomma da pneumatici
fuori uso, a partire dall’attuazione della normativa sugli acquisti
verdi. A tale proposito l’Associazione sarà impegnata, tra l’altro,
nell’accelerare i processi di diffusione e applicazione del Green
Pubblic Procurement”.
Ma non solo. Tra gli obIettivi della “nuova nata” in casa Con-
fi dustria c’è anche quello di promuovere il corretto uso dei
materiali ottenuti dal riciclaggio della gomma.
“UNIRIGOM si propone di sviluppare un’industria del recupero e
del riciclo di alta qualità - ha dichiarato Roberto Quaranta,
Presidente di ASSORIGOM - rafforzando i punti di eccellenza già
presenti e creando le condizioni per poter supportare l’intero com-
parto al fi ne di raggiungere livelli di performance avanzati, anche
attraverso lo sviluppo di processi di ricerca e sperimentazione su
materiali e nuove tecnologie, nonché mediante l’applicazione dei
migliori standard affermati in ambito internazionale”.
Per quanto riguarda le applicazioni dei materiali ottenuti dal ri-
ciclaggio di pneumatici, la destinazione predominante dei granuli
è nell’impiego come materiale elastico da intaso per superfi ci
sportive in erba ar tifi ciale, piste da atletica e pavimentazioni
antitrauma, oppure per la costruzione di dossi ar tifi ciali, delimi-
tatori di traffi co e cordoli.
L’impiego di polverino per la produzione di asfalti modifi cati
continua ad essere un’applicazione in fase di sviluppo nel set-
tore stradale, ma ancora non decolla: la quantità di gomma
utilizzata nel 2009 sulle strade italiane corrisponde a soli 10
km lineari di superfi ci modifi cate, una cifra sottostimata rispetto
al potenziale utilizzabile.
Eppure, sulle strade italiane qualcosa comincia a muoversi.
Tra le recenti sperimentazioni di nuovi utilizzi dei PFU, UNIRE
segnala i risultati positivi del progetto avviato dalla Provincia
Autonoma di Bolzano per l’impiego di asfalti “gommati” prodotti
con tecnologia “wet”; il crescente interesse delle pubbliche
7
amministrazioni verso le “pavimentazioni silenti”, ovvero le
pavimentazioni stradali realizzate con asfalti appositamente
ingegnerizzati per ridurre il rumore generato dal traffi co vei-
colare; infi ne, le possibilità di sinergia con il settore edile (es.
pannelli isolanti multistrato realizzati con PFU).
A Torino è stata invece avviata, da parte del Politecnico e della
Provincia, in collaborazione con FISE-UNIRE (Associazione delle
imprese di recupero e riciclaggio dei rifi uti), ECOPNEUS (As-
sociazione dei produttori e importatori di pneumatici), SITEB
(Associazione degli operatori del settore stradale e bitume) e
ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica),
una sperimentazione, unica in Italia per completezza e valore
scientifi co, per la defi nizione del migliore utilizzo del polverino
da pneumatici fuori uso nei bitumi stradali.
La Provincia ha, infatti, affi dato al Politecnico di Torino un proget-
to di ricerca volto a studiare l’impiego del polverino ottenuto
dalla frammentazione-triturazione dei pneumatici fuori uso
nelle pavimentazioni stradali.
Dalla teoria alla pratica, dal laboratorio alla strada, la ricerca si
è conclusa con la realizzazione di un tronco-pilota asfaltato con
conglomerato bituminoso contenente polverino di gomma da
pneumatici fuori uso: un tratto di 1.200 metri (comprensivo
di due rotonde), per un totale di 16.000 metri quadrati di
superfi cie, realizzato nell’ambito dei lavori per la realizzazione
della circonvallazione di Venaria e Borgaro, la più grande opera
pubblica che la Provincia di Torino abbia mai realizzato.
“L’utilizzo del polverino da pneumatici fuori uso nelle pavimen-
tazioni stradali permetterà di ampliare in modo signifi cativo le
possibilità di riciclo dei pneumatici, oggi in gran parte avviati a
recupero energetico – hanno commentato con soddisfazione
gli Assessori alla Viabilità e all’Ambiente, Alberto Avetta e
Roberto Ronco – A questo si aggiungono importanti vantaggi,
quali l’elevata durabilità della pavimentazione, l’aumento della
resistenza alla fessurazione, le elevate prestazioni funzionali e strut-
turali, le buone caratteristiche di fonoassorbenza ed una maggiore
aderenza, con evidenti benefi ci impatti sulla sicurezza”.
8
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
In Italia vengono annualmente smaltiti circa 25 milioni di pneu-
matici fuori uso (PFU), corrispondenti a una massa di circa
400.000 tonnellate, di cui il 45% è avviato al recupero ener-
getico, il 23% è trasformato in granuli e polverino e il restante
32% non è correttamente raccolto e trattato.
Nel dettaglio, di queste 400.000 tonnellate di PFU, circa 100.000
vengono utilizzate per il recupero energetico in Italia, 80.000
circa vengono esportate all’estero; 90.000 vengono trasformate
in granuli e polverino venduti in Italia e all’estero, mentre il
rimanente quantitativo non ha una destinaizone individuabile.
Il polverino di gomma di pneumatico, ottenuto dalla macinazione
di PFU, può essere profi cuamente impiegato, come dimostrano
le esperienze sviluppate negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei,
quale componente aggiuntivo del bitume per formare gli strati
superiori delle pavimentazioni stradali.
Studi scientifi ci e prove “su strada” evidenziano , oltre agli evidenti
benefi ci ambientali per il riutilizzo di materia, le migliori prestazioni
strutturali e funzionali degli “asfalti da pneumatici” rispetto agli
asfalti tradizionali.
Ma non solo. Dal processo di granulazione dei PFU si ricavano
anche altri materiali da valorizzare: in particolare acciaio e tessile
e altri scarti.
Tali frazioni sono pari al 15% ciascuna nel PFU da autovettura
e rispettivamente al 27% (acciaio) e al 3% (tessile e altri scarti)
nel PFU da autocarro.
Insomma, più che un “copertone selvaggio” da bruciare o ab-
bandonare illegalmente, il Pneumatico Fuori Uso può essere una
risorsa preziosa da riciclare e re-impiegare in un circuito produttivo
legale e sostenibile.
Monitorare tale fi liera e promuoverne lo sviluppo di qualità è
lo scopo dell’alleanza “UNIRE-ASSORIGOM” che ha portato ad
UNIRIGOM, ultima arrivata in casa Confi ndustria.
PROSPETTO DESTINAZIONE PFU RECUPERATI
9
di Silvia Barchiesi
Parola di Giovanni Meniconi, Presidente del Consorzio Autodemolitoridella Toscana e amministratore della ECODEM 2000 S.r.l di Massa
UN INVESTIMENTO INORDINE E SICUREZZA
LogiMa s.r.l.
“Un investimento in ordine e sicurezza”.
Così il Sig. Giovanni Meniconi, Presidente del Consorzio Auto-
demolitori della Toscana e amministratore della ECODEM 2000
S.r.l di Massa commenta il suo ultimo acquisto targato LogiMa.
Dopo l’acquisto di ben 16 cantilever (apposite scaffalature per lo
stoccaggio degli autoveicoli), a mettere ordine nel suo centro di
di 12 mila metri sono arrivati di recente altri prodotti LogiMa: 1
scaffalatura, 3 portaponti e 1 soppalco di circa 200 metri.
“Grazie a questi prodotti il nostro centro ha acquisito un ordine razi-
onale – ha dichiarato soddisfatto il Sig. Meniconi - Le scaffalature
ci hanno consentito di catalogare i pezzi di ricambio che prima erano
sparsi un po’ ovunque. Ora, trovarli è più facile. Insomma, il nostro
centro ne ha guadagnato in ordine ed effi cienza: i cantilever, per
esempio, ci consentono di stoccare le auto con precisione, evitando il
deterioramento dei pezzi di ricambio. Ma non solo. I prodotti LogiMa ci
consentono anche di lavorare in sicurezza, evitando ogni giorno i rischi
derivanti da auto e pezzi di ricambio accatastati l’uno sull’altro”.
Piazzali affollati con auto sovrapposte addio…
La moderna autodemolizione cambia volto. Basta dare un’occhiata
al centro del Sig. Meniconi in cui tutto è catalogato con ordine e
precisione, oltre che in assoluta sicurezza.
Merito di LogiMa s.r.l. e dei suoi prodotti.
Da tempo specializzata nella progettazione, consulenza e vendita di
soluzioni per la gestione di magazzini, LogiMa s.r.l. è oggi un vero e
proprio marchio di qualità e un punto di riferimento fondamentale
per gli operatori del settore.
Le sue soluzioni logistiche e tecnologiche sono ideate e studiate
per ogni esigenza e ogni necessità. Con LogiMa ogni problema
logistico trova la sua soluzione, ogni magazzino acquista il suo
personale stile.
Dai cantilever ai porta ponti, dalle scaffalature ai soppalchi, la gamma
di prodotti LogiMa è ampia e offre combinazioni su misura e
all’avanguardia, ideali per le aziende che crescono e si evolvono.
Per chi dice addio alla vecchia demolizione e guarda avanti, LogiMa
offre la sua consulenza e assistenza.
Esperienza e professionalità sono i suoi punti di forza.
LogiMa, infatti, non è solo un marchio di qualità, ma anche garanzia
di affi dabilità e precisione.
“Al di là dei prodotti acquistati, della loro effi cienza e robustezza – ha
commentato il Sig. Meniconi - sono rimasto molto soddisfatto anche del
servizio e dell’assistenza LogiMa, impeccabile in ogni fase dell’acquisto,
dalla progettazione alla messa in opera, grazie ad una rete di agenti
professionali e sempre disponibili, a servizio dei clienti”.
PER CONTATTI:Giovanni Paolini 348 3034493Giovanni Del Moro 393 9609502
10
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura dell’Avv. Rosa Bertuzzi
VEICOLI FUORI USO E SISTRI
INTRODUZIONE
Il Decreto Ministeriale datato 17 di-
cembre 2009, che ha istituito il Sistema
SISTRI, ha introdotto nell’ordinamento
giuridico italiano il Sistema di controllo
della tracciabilità dei rifi uti. Si tratta di un
sistema informatizzato di gestione dei
rifi uti speciali a livello nazionale e dei
rifi uti urbani per la Regione Campania,
nato in un’ottica di contrasto alle prati-
che illegali nella gestione dei rifi uti: esso
consentirà infatti di controllare in modo
più puntuale la movimentazione dei rifi u-
ti speciali durante tutto il procedimento
di gestione, con particolare attenzione
alla fase fi nale di smaltimento, mediante
l’utilizzo di sistemi elettronici in grado di
dare visibilità al fl usso in entrata ed in
uscita dei rifi uti nelle discariche.
Modifi che al D.M. 17 dicembre 2009
sono state apportate tramite il D.M. 15
febbraio 2010 ed il D.M. 9 luglio 2010.
Quest’ultimo provvedimento ha differito
la data in cui il SISTRI è diventato ope-
rativo: il 1° ottobre 2010. A partire
da tale momento, quindi (fatto salvo un
eventuale regime transitorio) la gestio-
ne dei rifi uti pericolosi è passata da un
sistema cartaceo - imperniato sui tre
documenti costituiti dal Formulario di
identifi cazione dei rifi uti (FIR), Registro di
carico e scarico, Modello unico di dichia-
razione ambientale (MUD) - a soluzioni
informatizzate avanzate, con l’intento di
semplifi care e rendere più effi cienti le
procedure e ridurre i costi.
L’ar ticolo 1 del D.M. 17 dicembre 2009
come successivamente modifi cato ed
integrato individua le categorie di sog-
getti per i quali l’iscrizione al SISTRI è
obbligatoria, e che pertanto sono tenuti
a comunicare le quantità e le caratteri-
stiche qualitative dei rifi uti oggetto della
loro attività utilizzando i dispositivi elet-
tronici indicati al successivo ar ticolo 3,
nonché le categorie di soggetti che pos-
sono aderire su base volontaria al SISTRI.
Sono inoltre previste modalità operative
semplifi cate per le piccole imprese di
cui all’ar t. 7, le quali possono adempiere
agli obblighi di cui al decreto tramite
delega alle organizzazioni imprenditoriali
rappresentative sul piano nazionale, o
società di servizi di loro diretta emana-
zione. Sono infi ne dettate norme per il
trasporto intermodale (ar t. 5).
La gestione del SISTRI sarà affi data
al Comando Carabinieri per la Tutela
dell’Ambiente.
Per garantire una migliore conoscenza
delle modalità operative del SISTRI è
stato pubbllicato sull’apposito sito uffi -
ciale del Ministero dell’Ambiente e della
tutela del territorio e del mare (www.
sistri.it) un Manuale operativo. Inoltre,
è stato attivato un test di verifi ca della
funzionalità per consentire ad un insieme
rappresentativo di utenti di sperimentare
il sistema.
SMALTIMENTO DI VEICOLI
FUORI USO ED ISCRIZIONE AL
SISTRI
Anche i veicoli fuori uso sono ricompresi
nell’ambito di operatività del SISTRI. In-
fatti, tra le categorie di soggetti che sono
obbligatoriamente tenuti all’iscrizione al
nuovo sistema di tracciabilità dei rifi uti
fi gurano anche gli autodemolitori/rot-
tamatori/frantumatori, i concessionari,
i gestori delle case costruttrici e gli au-
tomercati, in quanto produttori di rifi uti
speciali. L’ar t. 1 del D.M. 17 dicembre
2009 come successivamente modifi -
cato ed integrato stabilisce infatti che
essi sono tenuti, in quanto produttori
iniziali/commercianti ed intermediari/
trasportatori/recuperatori e smaltitori
di rifi uti pericolosi, a rispettare la nor-
mativa SISTRI, in primo luogo mediante
l’iscrizione. I veicoli fuori uso, com’è noto,
rientrano nella categoria dei rifi uti pe-
ricolosi ai sensi dell’ar t. 184, comma 3,
lett. l) del D.Lgs. n. 152/2006, e pertanto
necessitano di essere monitorati dal mo-
mento in cui il rifi uto si forma a quello
in cui viene smaltito.
Alcuni dubbi potrebbero sorgere nel
caso in cui un’azienda, non tenuta ad
iscriversi al SISTRI, una volta divenuto
operativo il SISTRI abbia necessità di
smaltire un veicolo fuori uso. In tal caso,
essa dovrà preventivamente iscriversi al
SISTRI, come produttore di rifi uti pe-
ricolosi, e poi cancellarsi qualora non
preveda di dover smaltire altri rifi uti pe-
ricolosi negli anni successivi. Se invece
la proprietà del veicolo venga ceduta
dall’azienda ad un concessionario/au-
todemolitore/ecc., il quale provveda
successivamente alla radiazione ed al-
la demolizione del veicolo od alla sua
reimmissione nel mercato come veico-
lo usato (eventualmente nell’ambito di
una compravendita di un veicolo nuovo),
l’azienda cedente non dovrà iscriversi
al Sistri.
Sono altresì tenuti ad iscriversi i sogget-
ti (es. autodemolitori) che producono
rifi uti pericolosi derivanti da attività di
smaltimento di veicoli fuori uso, quali olii
e batterie esausti.
Nel caso di cessazione della produzione
di rifi uti pericolosi il soggetto può rite-
nersi esonerato dall’iscrizione al SISTRI,
sempre che non rientri in una delle altre
categorie di soggetti obbligati: tale ipo-
tesi si verifi ca qualora egli provveda allo
smaltimento dei rifi uti pericolosi ancora
in suo possesso prima dell’avvio dell’ope-
ratività del SISTRI (1 ottobre 2010).
E’ data facoltà, fra gli altri, alle imprese ed
agli enti produttori iniziali di rifi uti non
pericolosi di cui all’ar t. 184, comma 3,
lettere c), d) e g), del decreto legislativo
n. 152/2006, che non hanno più di dieci
dipendenti di aderire su base volontaria
al SISTRI (ar t. 1, comma 4 D.M. 17 di-
cembre 2009 e successive modifi cazioni
ed itnegrazioni). Per tali soggetti pertan-
to l’iscrizione al sistema è facoltativa.
Il SISTRI ha predisposto schede d’iscri-
zione distinte per le diverse categorie
di soggetti obbligati, fra i quali fi gurano
i “gestori di impianti di demolizione e di
rottamazione dei veicoli fuori uso” ed i
“gestori di impianti di frantumazione dei
veicoli fuori uso”.
In seguito all’iscrizione vengono conse-
gnati agli utenti SISTRI:
• un dispositivo elettronico (“dispositi-
vo USB”, ar t. 3, comma 6, lett. a) per
l’accesso dalla propria postazione al
11
SISTRI. Esso consente la trasmissio-
ne dei dati, la fi rma elettronica delle
informazioni fornite e la memorizza-
zione delle stesse. necessario dotarsi
di un dispositivo USB per ciascuna
unità locale dell’impresa e per cia-
scuna attività di gestione dei rifi uti
svolta all’interno dell’unità locale. In
caso di unità locali nelle quali sono
presenti unità operative da cui ori-
ginano in maniera autonoma rifi uti,
è possibile richiedere un dispositivo
USB per ciascuna unità operativa. Per
le attività di raccolta e trasporto dei
rifi uti, è necessario dotarsi di un di-
spositivo USB relativo alla sede legale
dell’impresa, e di un dispositivo per
ciascun veicolo adibito al trasporto
di rifi uti. Ciascun dispositivo USB può
contenere fi no ad un massimo di tre
certifi cati elettronici associati alle
persone fi siche individuate durante
la procedura di iscrizione come de-
legati per le procedure di gestione
dei rifi uti: tali certifi cati consentono
l’identifi cazione univoca delle perso-
ne fi siche delegate e la generazione
delle loro fi rme elettroniche ai sensi
dell’ar t. 21 del d.lgs. 7 marzo 2005, n.
82;
• un dispositivo elettronico da installarsi
su ciascun veicolo che trasporta rifi uti
(“Black Box”, ar t. 6, comma 6, lettera
c), che ha la funzione di monitorare
il percorso effettuato dal medesimo.
La consegna e l’installazione della
black box avviene presso le offi cine
autorizzate, il cui elenco è fornito
contestualmente alla consegna del
dispositivo USB ed è disponibile sul
Portale SISTRI. Le modalità di indivi-
duazione delle offi cine autorizzate e
le modalità di ritiro ed installazione
delle black box sono indicate nell’Al-
legato IB al D.M. 17 dicembre 2009.
I costi di installazione e quelli per
l’acquisto della necessaria carta SIM
sono a carico dei soggetti obbligati;
• apparecchiature di sorveglianza per
monitorare l’ingresso e l’uscita degli
automezzi dagli impianti di discarica.
La procedura per la consegna dei dispo-
sitivi viene avviata dopo che il soggetto
iscritto ha inviato al SISTRI la comunica-
zione di avvenuto pagamento. I dispositivi
elettronici saranno consegnati dalle:
- sedi provinciali delle Camere di
Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura;
- Associazioni imprenditoriali, o loro
società di servizi, delegate, con ap-
posita convenzione, dalle Camere di
Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura territorialmente compe-
tenti;
- le Sezioni regionali e provinciali
dell’Albo Nazionale Gestori Ambien-
tali, che provvederanno alla consegna
dei dispositivi USB e delle black box
A.T. Ricambi di Tassi A.Via Porrettana, 50/2 - 40043 Marzabotto (BO) - ItalyTel./Fax +39 051 932443 - Cell. 346 [email protected] - www.atricambi.it
RACCOGLITORE AUTORIZZATO
12
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
alle imprese che effettuano attività di
trasporto.
Saranno tali enti ad informare i sogget-
ti iscritti della data e della modalità di
consegna di tali dispositivi.
Il funzionamento del SISTRI si basa su
alcuni documenti che andranno a sosti-
tuire quelli attualmente in uso in materia
di gestione dei rifi uti:
• Registro cronologico: trattasi di un
documento informatico localizzato
sul server SISTRI che sostituisce, per
gli iscritti al SISTRI, il Registro di Ca-
rico e Scarico previsto dall’ar t. 190
del D. Lgs 152/2006;
• Scheda SISTRI Area Movimentazione:
documento informatico costituito da
sezioni che vengono compilate dai
soggetti che progressivamente in-
tervengono nel ciclo di gestione dei
rifi uti. Il produttore/detentore, all’at-
to della compilazione di tale scheda,
inserisce le informazioni relative al
rifi uto, al trasportatore ed al gestore.
Dopo la fi rma della scheda, questa
potrà essere visualizzata anche dal
trasportatore e dal gestore indicati
dal produttore. Ai sensi dell’ar t. 5,
comma 8 del D.M. 17 dicembre 2009,
durante il trasporto i rifi uti sono ac-
compagnati dalla copia cartacea della
Scheda SISTRI - AREA MOVIMENTA-
ZIONE relativa ai rifi uti movimentati,
stampata dal produttore al momen-
to della presa in carico dei rifi uti da
parte del conducente dell’impresa
di trasporto. Tale copia, sottoscritta
dal produttore e dal trasportatore
dei rifi uti, costituisce documentazio-
ne equipollente al FIR (Formulario
di Identifi cazione dei Rifi uti, ar ticolo
7 bis del decreto legislativo 21 no-
vembre 2005, n. 286 e DM 30 giugno
2009, n. 554). Ove necessario sulla
base della normativa vigente, i rifi uti
sono accompagnati da copia del cer-
tifi cato analitico che ne identifi ca le
caratteristiche, che il produttore dei
rifi uti allegherà alla Scheda SISTRI -
AREA MOVIMENTAZIONE.
Una volta divenuto operativo il SISTRI,
infi ne, il nuovo sistema di tracciabilità dei
rifi uti comporterà anche per i gestori di
veicoli fuori uso l’abolizione del MUD
(Modello Unico di dichiarazione ambien-
tale) a partire dal 2011, così come del
F.I.R. (Formulario di Identifi cazione dei
Rifi uti) e del Registro di carico e scarico
dei rifi uti.
SANZIONI
Per quanto concerne le sanzioni in caso
di mancata osservanza della normativa
SISTRI, il Consiglio dei Ministri n. 89 del
16 aprile 2010 ha approvato lo schema
di decreto legislativo per il recepimen-
to della Direttiva 2008/98/CE relativa ai
rifi uti, che introduce signifi cative novità
volte a rafforzare i principi della pre-
cauzione e prevenzione nella gestione
dei rifi uti e a garantire che tutte le ope-
razioni di gestione dei rifi uti, a partire
dalla raccolta, avvengano nel rispetto
di rigorosi standard ambientali. Fra l’al-
tro, esso prevede apposite sanzioni nei
confronti di tutti coloro che violano gli
obblighi di registrazione e comunicazio-
ne previsti dalla normativa SISTRI. Nella
commisurazione dell’entità delle sanzioni,
il nuovo sistema sanzionatorio si ispira
essenzialmente a quello ad oggi già pre-
visto all’ar t. 258 del D. Lgs. 152/06 con
riferimento al MUD, al registro di carico
e scarico e al formulario. Le fattispecie
sanzionate sono:
• l’omessa iscrizione, variabile in fun-
zione della tipologia di rifi uti per la
quale viene effettuata l’iscrizione (pe-
ricolosi o non pericolosi);
• l’omessa compilazione – secondo
i tempi, le procedure e le modalità
stabilite dal SISTRI – del registro cro-
nologico o della scheda SISTRI – Area
movimentazione;
• comunicazione al SISTRI informazioni
incomplete, inesatte o insuffi cienti;
• pluralità di fattispecie in materia di
trasporto, anche di natura ammini-
strativa (quali, ad esempio, il fermo
amministrativo).
Si è infi ne optato per l’introduzione di
un sistema sanzionatorio transitorio:
viene infatti prevista l’applicazione di
una sanzione pecuniaria amministrativa
di entità ridotta nei confronti dei sog-
getti obbligati all’iscrizione al SISTRI che
omettono l’iscrizione fi no alla data del
31 dicembre del 2010.
Avv. Rosa Bertuzzi
Consulente Ambientale
[email protected]. Rosa Bertuzzi
Consulente Ambientale
RBT
IBK
CNT
MRG-A
Ribaltatore per autoveicoli
Isola di bonifica pneumatica
Cesoia catalizzatori
Macchina recupero gas
LA TECNOLOGIA DEL NUOVO AMBIENTELA TECNOLOGIA DEL NUOVO AMBIENTE
TVP-Tagliavetro BAG-Disattivatore air-bagSR-Schiaccia ruote SBG-Serbatoio carburanti
IRIS-MEC S.r.l.Via Colombana Sud, 5242022 Boretto (RE) - Italy
Tel. +39.0522.481047Fax +39.0522.481935
P.IVA - C.F. e R.I. IT02237310350
www.iris-mec.it - [email protected]
14
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
di Silvia Barchiesi
Dopo gli incentivi per l’acquisto di auto a metano, l’Accordo con ENI per l’apertura di 30 nuovi impianti entro il 2012 e la sperimentazione di auto a idrometano, continua l’opera di “metanizzazione” spinta da parte della Regione.
Inaugurato il 100° impianto di distribuzione di metano della rete lombarda
LA LOMBARDIA SPINGE SUL METANO
La Lombardia spinge l’accelleratore sul
carburante economico ed ecologico e rag-
giunge quota 100 impianti di distribuzione
di metano per autotrazione.
Con quello inaugurato lo scorso 30 no-
vembre presso la stazione di servizio ENI
a Rescaldina (MI), sulla strada statale 527,
la Regione aggiunge un altro tassello verso
lo sviluppo della rete di distribuzione di
metano e si aggiudica il terzo posto nella
classifi ca delle regioni più “metanizzate”
d’Italia, preceduta solo da Veneto (111 im-
pianti) ed Emilia Romagna (133 impianti).
“Con l’inaugurazione dell’impianto di Rescal-
dina la rete di distribuzione di metano in
Lombardia raggiunge un traguardo eccezio-
nale - ha commentato il Presidente della
Regione Lombardia Roberto Formigoni
- che testimonia la concretezza dell’impegno
della Regione verso una mobilità sempre più
sostenibile. Ma è anche il frutto concreto di
uno sforzo comune, che ha visto impegnati, da
una parte, l’istituzione regionale e, dall’altra,
ENI e altre Aziende come Vin.Pe, che desidero
ringraziare per la lunga ed effi cace collabo-
razione che ci ha portato a conseguire ottimi
risultati come quello di oggi”.
La spinta alla metanizzazione della regione
è recente e lo sviluppo della rete lombarda
è stato rapidissimo: nel 2001 gli impianti di
distribuzione di metano in esercizio in Lom-
bardia erano solo 21, nel 2009 gli impianti
attivi erano 29, a fi ne 2010 sono ben 100.
Le aperture di nuovi impianti a metano
hanno registrato negli ultimi anni una vera
e propria impennata: da una media di 5-6
aperture all’anno si è passati a 20 aperture
solo nel 2009.
“Abbiamo contribuito - ha sottolineato ancora
Formigoni - a creare una spirale virtuosa, che
porterà alla realizzazione di una rete a metano
alternativa ai carburanti tradizionali”.
A scattare la fotografi a del metano in
Lombardia è l’Assessore al Commercio e
Turismo Stefano Maullu: “In nove anni ab-
biamo quintuplicato il numero degli impianti.
Il nostro obiettivo è garantire un distributore
di metano ogni 45.000 abitanti e uno ogni
30 chilometri sulla rete autostradale. Regione
Lombardia si è prodigata per lo sviluppo del
settore dei veicoli a basso impatto ambientale
e in particolare di quelli a metano. La normati-
va vigente prevede che, fi no al raggiungimento
di questo obiettivo, ogni nuovo impianto di
distribuzione di carburanti debba prevedere
una colonnina per il metano. Cresciuta anche
l’erogazione del metano in Lombardia con
un +20 per cento e le immatricolazioni di
autovetture a metano hanno raggiunto un
+200 per cento negli ultimi 4 anni, portando
il parco circolante a oltre 100.000 autovetture
(equivalenti a 1/6 del totale nazionale). Sia-
mo i terzi in Italia come numero di impianti
in esercizio, mentre come crescita siamo la
regione che ha fatto meglio. Il 25 per cento
del consumo del metano è lombardo”.
L’estensione della rete metano, che proce-
de oggi a grandi passi, è in realtà frutto di
una scelta politica anticipatrice, oltre che
strategica, che punta sul carburante pulito
e investe nel suo sviluppo.
Se la Regione Lombardia con i suoi 100
impianti è, infatti, oggi un modello di “re-
gione metanizzata”, il merito va ad una
vera e propria politica di diffusione che si
è avvalsa di un solido pacchetto di misure
“pro-metano”, come la semplifi cazione del-
le procedure amministrative per l’apertura
dei nuovi impianti, la suddivisione degli im-
pianti di distribuzione di metano nei “bacini
carburanti” per rispondere in maniera più
15
adeguata all’utente e l’obbligatorietà per
legge del metano nei nuovi impianti: tutte
le future aree di servizio delle prossime
autostrade come Brebemi, Tem, Cremona-
Mantova e Broni-Mortara, saranno, infatti,
dotate di colonnine di metano.
Se dunque l’accelerazione alla “metanizza-
zione” della Lombardia è recentessima, la
prima vera spinta alla diffusione del meta-
no risale al 13 settembre 2006, grazie alla
sottoscrizione da parte della Regione di
un Accordo che prevede l’estensione della
rete distributiva di metano.
Da allora, un pacchetto di misure, incentivi,
fi nanziamenti e accordi ha contribuito a
spingere il metano in regione fi no all’am-
bizioso traguardo dell’inaugurazione del
centesimo impianto a Rescaldina.
L’azione regionale ha poggiato in questi anni
sugli incentivi, sia a carattere fi nanziario con
contributi per i nuovi impianti di erogazio-
ne del metano, sia a carattere urbanistico,
con la possibilità per i Comuni di offrire
premialità volumetriche agli operatori che
ristrutturano i propri impianti e la sempli-
fi cazione e sburocratizzazione delle norme
e delle procedure.
Ma non solo. Nel 2009 la stessa Regione
ha stanziato una cifra-record di 104 milioni
di euro per fi nanziare bandi e incentivi per
promuovere l’adozione di mezzi e tecno-
logie eco-compatibili e a minori emissioni a
favore di una mobilità a basso impatto.
La Regione Lombardia ha fatto, inoltre,
ancora di più.
La vera svolta alla metanizzazione della re-
gione arriva, infatti, con il Protocollo d’intesa
sottoscritto lo scorso febbraio dal Presiden-
te della Regione, Roberto Formigoni e dal
Direttore generale Refi ning & Marketing di
ENI, Angelo Caridi, per la realizzazione, entro
il 2012, di 30 nuovi impianti a metano, di
cui 11 sulla rete autostradale.
L’intesa, che costituisce un signifi cativo passo
in avanti verso la metanizzazione della rete
stradale (soprattutto autostradale) della
regione, si inserisce nel programma di am-
modernamento della rete di distribuzione
dei carburanti, lanciato dalla Giunta regio-
nale che fi ssa il numero minimo di impianti
di rifornimento di metano per autotrazione
da realizzare, entro il 2012, in rapporto alla
popolazione: 1 impianto ogni 45 mila abi-
tanti sulla rete ordinaria e 1 impianto ogni
30 km sulla rete autostradale.
Secono la normativa vigente, infatti, fi no al
raggiungimento di questo obiettivo, ogni
nuovo impianto di distribuzione di carbu-
ranti deve prevedere una colonnina per
il metano.
Sta proprio qui la novità del “modello lom-
bardo”, la cui strategia promuove l’acquisto
di auto a metano e allo stesso tempo lo svi-
luppo dei distributori a carburante pulito.
“C’era il problema dell’uovo e della gallina,
cioè come realizzare distributori se non ci
sono auto a metano, ovvero come diffonde-
re il metano da autotrazione se mancano
i distributori – ha dichiarato il Presidente
Formigoni - Così abbiamo applicato il meto-
do lombardo, e abbiamo fatto insieme l’uovo
e la gallina: nuovi impianti di distribuzione e
incentivi per l’auto a metano”.
Ecco allora che il “metodo lombardo” di-
venta un modello, un esempio per tutte
le altre regioni, italiane ed europee, che a
tutt’oggi arrancano nello sviluppo della rete
che si presenta ancora a macchia di leopar-
do, sia in Italia che in altri Paesi.
Mentre il metano decolla in Lombardia, la
Regione mira a tirare la volata e a far da trai-
no anche per le regioni del bacino padano.
Insomma, il primato di regione più “me-
tanizzata” d’Italia, ora detenuto dall’Emilia
Romagna, è destinato a passare ben presto
di mano.
Se, inoltre, l’Accordo ENI-Lombardia punta
a coprire con il metano l’intera rete stra-
dale lombarda, in realtà, l’intesa guarda con
particolare attenzione alla rete autostradale,
vero tallone d’Achille per gli automobilisti
che hanno scelto il carburante più ecolo-
gico in circolazione.
Ma la Regione Lombardia guarda ancora più
lontano, lanciando e sostenendo la speri-
mentazione di combustibili innovativi come
l’idrometano (miscela metano/idrogeno).
Lo stesso Accordo ENI-Regione siglato lo
scorso febbraio prevede, infatti, la realizza-
zione del “Progetto Idrometano”, volto a
sperimentare l’uso dell’idrometano tramite
due impianti di miscela metano-idrogeno:
uno sulla tangenziale Ovest, in località Assa-
go e uno nel distributore di metano attivo
in viale delle Industrie a Monza.
La miscela, che rappresenta uno step
intermedio necessario verso l’utilizzo
dell’idrogeno puro, offre molti vantaggi ed
è in grado di garantire standard ambientali
elevatissimi: l’idrogeno contenuto nella mis-
cela utilizzato nei motori di combustione
interna, contribuisce, infatti, ad un’accensione
più pronta e alla combustione completa,
mantenendo l’autonomia della vettura quasi
inalterata rispetto all’uso del metano puro
e riducendo ulteriormente il già limitato
contenuto di carbonio del metano.
Testare su strada la tecnologia a idrometa-
no e verifi carne la performace dal punto di
vista ambientale è dunque l’obiettivo del
Progetto, realizzato grazie alla collaborazi-
one tra Regione Lombardia, Sapio, Centro
Riecerche Fiat, ENI, Nuova Carrozzeria
Torinese e FAST (Federazione delle As-
sociazioni Scientifi che e Tecniche).
Il Progetto prevede, infatti, la messa in strada
di una fl otta, in dotazione in via sperimentale
alla direzione regionale lombarda, di 20 Fiat
Panda bifuel, metano/benzina, in grado di fun-
zionare con la miscela metano-idrogeno.
Qualora le ottime performarce ambientali
ottenute nei test di laboratorio, ovvero la
riduzione delle emissioni di CO2 di circa
l’11% rispetto al metano e del 34% rispet-
to all’alimentazione a benzina, venissero
confermate anche su strada, il Progetto
aprirebbe la strada alla mobilità ad idroge-
no facendo leva sulla tecnologia del motore
a combustione interna.
Per ora, nll’attesa che l’idrometano decolli,
senza guardare troppo lontano, l’obiettivo a
breve termine rimane la copertura capillare
dei distributori di metano sul territorio.
Secondo il monitoraggio di Ecomotori.net
(www.ecomotori.net), portale on line dedi-
cato alla mobilità sostenibile, entro l’anno la
rete del metano sul territorio italiano rag-
giungerà i 780 impianti, mentre quella GPL
supererà quota 2.800 punti vendita.
Mentre così la Lombardia va avanti per
la sua strada verso una “metanizzazione”
spinta e diffusa, la speranza è che la best
pratice lombarda sia da esempio alle regioni
italiane, in cui a volte trovare una colonnina
aperta è una vera e propria impresa e la ri-
cerca estenuante si tramuta in fallimento.
NOVITA’ 2011!
17
L’Europa, si sa, da tempo sta lavorando per contribuire at-
tivamente alla rivoluzione in chiave green della mobilità
interna agli Stati membri.
In questo senso, non si contano gli appelli, le iniziative ed i
fi nanziamenti messi in campo per riallineare il parco auto
circolante a standard di effi cienza ecologica ed energetica.
Le tecnologie ci sono, le opportunità anche; quello che
manca, spesso, è uno strumento in grado di informare in
tempo reale gli utenti sulle novità presenti sul mercato anche
in vista di un rilancio degli acquisti ecoeffi centi.
Per sopperire a questa mancanza, la Commissione Ue ha
approntato un originale sito Web che consente all’utente
l’individuazione dei veicoli più ecocompatibili ed effi cienti.
Si chiama Clean Vehicle Portal (il portale dei vicoli puliti)
ed è attivo da sabato 4 dicembre all’indirizzo: http://www.
cleanvehicle.eu.
Il sito, di facile utilizzo e consultazione, mira a fornire un
aiuto pratico alle autorità pubbliche e a tutti coloro che
si preoccupano dell’ambiente per scegliere i veicoli meno
inquinanti e più effi cienti sul piano del consumo energetico,
disponibili sul mercato.
Il portale si offre quale utile strumento, visto che una nuova
direttiva sulla promozione di veicoli puliti e a basso consu-
mo1 impone, a partire da questo mese, l’obbligo di tenere
conto del consumo energetico, delle emissioni di CO2 e
di alcune sostanze inquinanti al momento dell’acquisto di
veicoli adibiti al trasporto pubblico.
Il portale fornisce informazioni sulla legislazione in mate-
ria di veicoli puliti e a basso consumo energetico a livello
dell’UE e negli Stati membri e permette di accedere a dati
di natura tecnica del database sui veicoli più consistente
a livello europeo, oltre che essere d’aiuto alle pubbliche
amministrazioni per gli appalti congiunti.
Il vicepresidente della Commissione Siim Kallas, responsa-
bile dei trasporti, ha dichiarato: “Sia la direttiva che il portale
daranno un impulso alle tecnologie pulite e a basso consumo
energetico mostrando il costo reale dell’uso dei veicoli. Non
basta considerare il costo iniziale dell’acquisto; occorre tenere
conto anche del consumo energetico nell’arco dell’intera vita
del prodotto, oltre che delle emissioni inquinanti. Se vogliamo
essere coerenti con il nostro approccio di voler contabilizzare
tutti i costi nel prezzo fi nale, è giusto optare per la soluzione
più ecologica. Questo portale sarà estremamente utile per
identifi care i veicoli meno inquinanti e più effi cienti”.
La direttiva impone alle amministrazioni pubbliche di sfrutta-
re il loro potere d’acquisto per promuovere l’uso di veicoli
puliti e a basso consumo energetico. Rappresenta quindi
un’importante tappa verso il raggiungimento degli obiettivi
UE 2020 in materia di effi cienza energetica, emissioni di CO2
a cura di Alberto Piastrellini
NASCE IL SITO CLEAN VEHICLE PORTALUn’opportunità nella Rete per ricercare veicoli più ecocompatibili ed effi cienti
Mobilità sostenibile
ed energie rinnovabili e si prefi gge di stimolare la domanda
di veicoli puliti ed effi cienti sul piano energetico favorendo
così lo sviluppo e gli investimenti da parte dell’industria.
L’aumento delle vendite dovrebbe contribuire alla riduzio-
ne dei costi grazie ad economie di scala che porteranno
a loro volta ad un incremento progressivo del rendimento
energetico e ambientale dell’intera fl otta di veicoli disponibili
sul mercato.
Il costo del consumo energetico e l’impatto ambientale
dei veicoli sono aspetti importanti per gli utenti pubblici e
privati; il nuovo portale dei veicoli puliti riguarda pertanto
sia autovetture ad uso privato, che i veicoli leggeri e pesanti,
oltre che gli autobus. Le informazioni contenute spaziano
dalle varie tecnologie, al consumo energetico e alle emissioni
dei veicoli commercializzati in Europa.
Vengono anche descritte le regole vigenti in materia di
appalti e i regimi di incentivi a favore dei veicoli puliti e a
basso consumo energetico in vigore nei diversi Stati membri,
offrendo così un valido aiuto per gli appalti pubblici.
Lo sviluppo del portale dei veicoli puliti è stato gestito
dall’Agenzia esecutiva per la competitività e l’innovazione
(EACI).
Per ulteriori informazioni, consultare:
la direttiva sui veicoli puliti:
http://ec.europa.eu/transport/urban/vehicles/directive/di-
rective_it.htm
il portale dei veicoli puliti:
http://www.cleanvehicle.eu
l’Agenzia esecutiva per la competitività e l’innovazione (EACI):
http://ec.europa.eu/eaci/
18
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Lo staff Car augura a tutti gli Autodemolitori un Buon Natale 2010 e un sereno Anno Nuovo.
C.A.R. Confederazione Autodemolitori Riuniti
via Antonio Salandra, 18 - 00187 Roma - Tel. 06 42272036 - fax 06 42274000 - Cell. 335 [email protected] - www.carautodemolitori.it
20
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
di Agnese Mengarelli
È in programma l’introduzione di questo sistema di riciclaggio anche all’estero
Batterie delle auto ibrideDAL GIAPPONE UN PROGRAMMAPER IL RECUPERO DEL NICHEL
Uno dei maggiori problemi che gli impian-
ti di autodemolizioni dovranno iniziare ad
affrontare nei prossimi anni è lo smalti-
mento delle batterie esaurite delle
auto elettriche e ibride.
In Europa ogni anno circa 12 milioni di vei-
coli vengono rottamati; in Italia 1,5 milioni
di veicoli, dai quali si stima venga separato
1 milione di tonnellate di materiale me-
tallico per il successivo riciclaggio, mentre
il residuo della frantumazione, chiama-
to fl uff, ammonta a 300.000 tonnellate.
L’obiettivo per gli operatori della fi liera
del fi ne vita dei veicoli è quello di rag-
giungere nel 2015 una quota di recupero
degli autoveicoli a fi ne vita pari al 95% in
peso e una quota di reimpiego e riciclag-
gio pari all’85% in peso.
Il mercato delle auto ibride, sebbe-
ne ancora poco presenti nel parco auto
europeo, è considerato un settore con
notevoli possibilità di espansione.
Con la diffusione di questo tipo di veicoli,
si pone il problema dello smaltimento di
parti ancora poco conosciute dagli ope-
ratori, ma con possibilità di valorizzazione
della componentistica da inserire in mer-
cati di sbocco innovativi e con ottima
valenza dal punto di vista ambientale.
Per quanto riguarda il trattamento delle
batterie esaurite delle auto elettriche e
ibride, le prime iniziative arrivano dal lon-
tano Giappone.
Toyota Motor Corporation ha av-
viato il primo programma industriale al
mondo per il riciclaggio del nichel con-
tenuto nelle batterie al nichel idruro che
verrà riutilizzato in nuove batterie dello
stesso materiale.
L’innovazione di questo programma si
basa sul fatto che, fi nora, gli accumulatori
esausti che venivano recuperati dalla re-
te delle concessionarie e dalle strutture
di autodemolizione, erano sottoposti a
un trattamento di riduzione, e il residuo
veniva semplicemente riciclato come
materiale grezzo per produrre acciaio
inossidabile.
Oggi, grazie allo sviluppo di una tecnolo-
gia ad alta precisione per la selezione e
l’estrazione del nichel, i materiali possono
essere avviati direttamente al processo di
raffi nazione, per poi trovare una seconda
vita proprio all’interno di un’altra batteria,
realizzando quello che viene defi nito rici-
claggio “da batteria a batteria”.
Per realizzare questo processo su scala
21
industriale, la Toyota Motor Corporation ha
creato il Call Center Toyota HV, per il
recupero delle batterie, e ha costruito
strutture avanzate di riciclaggio per la
produzione in massa in collaborazione
con il suo ramo aziendale chimico, la To-
yota Chemical Engineering.
Può inoltre contare sul supporto di Su-
mitomo Metal Mining per la fase di
raffi nazione del nichel e di PEVE per
quanto riguarda il controllo qualità nella
produzione delle batterie al nichel idruro
prodotte per i veicoli ibridi.
Inoltre, visto l’impiego di mezzi pesanti per
la movimentazione delle varie sostanze
provenienti dal recupero, si sta avviando
anche un programma per la riduzione del-
le emissioni di CO2 durante il trasporto.
La maggior parte delle auto ibride pre-
senti oggi sul mercato è alimentata da
batterie al nichel idruro.
Tuttavia, molti produttori stanno comin-
ciando a muoversi verso le batterie agli
ioni di litio, che hanno maggiore durata
di carica, prestazioni migliori a basse tem-
perature e possono sopportare ripetuti
cicli di ricarica.
La realizzazione di questo avanzato si-
stema di riciclo in Giappone contribuirà
ad accelerare la creazione di una società
più sostenibile, basata sul riciclaggio, ed
è anche un’importante dimostrazione di
come le tecnologie per il recupero e il
riciclaggio possano rappresentare una
risposta concreta alla limitazione delle
risorse globali.
Le analisi di mercato dell’Agenzia di
consulenza per lo sviluppo econo-
mico di impresa, Frost & Sullivan,
prevedono che i ricavi dal mercato
europeo per la gestione dei rifi uti del-
le sole batterie esauste raggiungerà 74
milioni di Dollari entro il 2016, dai 10,3
milioni di Dollari registrati nel 2009.
Ovviamente, non tutte le batterie esauste
dovranno andare in Giappone per essere
recuperate: Toyota, ha affermato in una
nota che sta considerando l’idea di intro-
durre questo sistema di riciclaggio anche
in altri Paesi oltre al Giappone…
BATTERIE: DAL PIOMBO AL LITIOUn secolo di evoluzioni.
La tecnologia delle batterie ha avuto numerose evoluzioni negli ultimi an-ni, per la necessità di ridurre gli ingombri a parità di energia immagazzinata.Sebbene vari tipi di batterie si siano presentati sul mercato nel corso degli anni (Nichel-Cadmio, Nichel-Metallo Idruro, Litio-Ione, etc), le batterie Piombo/Acido sono ancora le più utilizzate in diversi settori.
Batterie al piombo/acidoLa cella piombo-acida è il costituente fondamentale dei comuni accumulatori per auto. Utilizzano un anodo fatto di polvere di piombo (Pb) spugnosa e un catodo di diossido di piombo (PbO2).
Batterie per trazione Le batterie per trazione sono studiate per fornire la potenza necessaria per muovere un veicolo, come un’automobile elettrica o un motore per rimorchio. Mentre le convenzionali batterie piombo-acido contengono elettrolita liquido, nelle batterie per trazione l’elettrolita è spesso gelifi cato per prevenire versamenti. L’elettrolita può anche essere imbevuto in lana di vetro avvolta in modo tale che le celle abbiano un’area circolare della sezione trasversale.Vantaggi: eroga correnti molto elevate, affi dabile e di lunga vita, funziona bene anche a basse temperature. Svantaggi: il piombo è un metallo pesante ed è tossico. Perde di capacità per stress meccanici. Non è adatta a scariche troppo prolungate a causa del fenomeno della solfatazione.
Batterie al nichel-cadmio e nichel-metallo idruro L’accumulatore nichel-metallo idruro (NiMH) è un tipo di accumulatore simile all’ac-cumulatore nichel-cadmio (Ni-Cd), ma l’anodo, che assorbe l’idrogeno, è una lega invece che cadmio. Come nelle batterie NiCd, il nichel è il catodo. Le applicazioni degli accumulatori di tipo NiMH includono i veicoli ibridi e l’elettronica di consumo. Vantaggi: sono più piccole, più leggere e più effi cienti. Possono essere caricate colle-gandole a una presa elettrica, hanno un’elevata capacità e si ricaricano rapidamente. Svantaggi: il cadmio è altamente velenoso. La qualità delle batterie NiCd scade rapi-damente se vengono ricaricate prima di essere completamente scariche (il cosiddetto “effetto memoria”).
Batterie a ioni di litioQuesto tipo di batterie produce corrente quando gli atomi con carica elettrica (ioni) passano da un elettrodo (anodo) all’altro (catodo) attraverso un separatore, costituito da una membrana polimerica sottilissima. Questa membrana ha la caratteristica di essere attraversata dagli ioni, ma senza il rischio di un cortocircuito che si verifi cherebbe nel caso in cui l’anodo e il catodo entrassero direttamente in contatto.Vantaggi: rispetto alle batterie NiMh, sono più piccole, più leggere e forniscono molta più energia. Svantaggi: non offrono prestazioni ottimali alle alte temperature. In queste condizioni, esse si esauriscono più rapidamente, diventando inaffi dabili e possono addirittura autoincendiarsi.
In generale, le batterie al litio-ione e al litio-polimero stanno surclassando la tecnologia nichel-metallo idruro, mentre a causa del loro basso costo le batterie al piombo-acido mantengono il loro ruolo predominante. Tuttavia, i progressi si succedono in conti-nuazione, e alcuni paesi (soprattutto l’Islanda, ricca di energia ma senza riserve di petrolio) sono particolarmente attivi nel sostegno alla ricerca.
23
a cura di Valentina Bellucci
Caro carburanti
Il prezzo della benzina verde tocca addirittura il record
BENZINA: PREZZI RECORD ADICEMBRE, MAI COSÌ CARA DAL 2008
Il prezzo della benzina verde tocca il record: oltre quota 1,45
euro. Si tratta del massimo prezzo del carburante toccato
da due anni a questa parte (ai massimi da ottobre 2008 e
sempre più vicina ai record di luglio di due anni fa quando
raggiunse la media di 1,523).
La segnalazione emerge dallo studio di Quotidiano Energia,
che riesce a monitorare il prezzo dei carburanti nei punti
di distribuzione, su tutto il territorio nazionale. Adesso, la
media nazionale dei prezzi per la benzina arriva a toccare
1,432 euro al litro, distribuita negli impianti della Esso. Nei
distributori della Tamoil, invece, il prezzo della benzina verde
tocca quota 1,453 euro.
Le cose non vanno bene neanche per il gasolio, che vede
il prezzo stabilizzato a quota 1,33 euro circa, sempre al
suo massimo livello addirittura dal 2008. Alla notizia degli
aumenti del prezzo del carburante, tutte le associazioni dei
consumatori si sono fatte sentire: Adusbef (Associazione
difesa consumatori ed utenti bancari, fi nanziari ed assicura-
tivi) giudica inconcepibile una cosa del genere, coi “prezzi
che tornano a volare alla velocità della luce”.
Il sovrapprezzo è nell’ordine dei 7-8 centesimi al litro. La
Federconsumatori, dal canto suo, sottolinea il fatto che la
benzina si trova allo stesso prezzo di quando il petrolio
era arrivato a 118 dollari al barile, mentre adesso costa
89 dollari al barile. Tutte le associazioni dei consumatori si
chiedono come sia possibile una cosa del genere, con un
petrolio che registra un certo prezzo ed un costo della
benzina che si alza alla pompa.
Tenendo in conto che la svalutazione della moneta ha vi-
sto un arretramento dell’Euro sul Dollaro, per il 9% circa,
rispetto ad un anno fa, tuttavia i calcoli dimostrano che il
prezzo dovrebbe attestarsi al ribasso di circa 7-8 centesimi.
Invece, cosa del tutto ingiustifi cata, il prezzo della benzina
verde è aumentata ancora.
La nuova stangata ha aumentato, rispetto a un anno fa, di 7
euro al litro il pieno di un’auto media (da 65 a 72).
Il caro-pieno ha spinto il Ministero dello Sviluppo economico,
a valutare la proposta di inserimento nel decreto ‘millepro-
roghe del bonus fi scale (20-25 milioni di euro) richiesto
dai gestori.
“Il bonus fi scale ai gestori non servirà a far scendere il prezzo
della benzina, solo la riforma del settore è in grado di abbas-
sare i listini introducendo i no-logo e la grande distribuzione
ma parliamo sempre di centesimi”.
Il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico,
Stefano Saglia, confermando che il Governo sta mettendo
a punto lo sgravio promesso ai distributori, interviene sul
dibattito scatenato dai nuovi record raggiunti dal prezzo della
benzina in Italia, sostenendo che non “vi è nessuna anomalia,
le quotazioni sono in linea col resto d’Europa”.
E in una serie di tabelle inviate ai giornali il Ministero mostra
che in Italia il prezzo medio del carburante verde – fonte
Commissione europea – nell’ultimo mese è stato di 1,385
euro contro 1,364 della media Ue. Il Paese più caro è l’Olan-
da con 1,529. Anche la Germania con 1,416 e la Gran
Bretagna con 1,412 hanno la benzina più costosa dell’Italia
mentre tra i “grandi” solo la Spagna ha un prezzo invidia-
bile di 1,208. Ma la spiegazione arriva subito: il peso del
fi sco a Madrid è del 51,7% contro il 59,9% della media Ue.
L’Italia ha uno “storico” sovrapprezzo dovuto a ineffi cienze
strutturali che rende la benzina verde più alta dell’1,5% e
il gasolio del 3,4%.
“I rincari di questi giorni di fi ne novembre e inizio dicembre
– spiega il sottosegretario – sono dovuti alla speculazione
internazionale e per questo abbiamo studiato con l’autorità
dell’energia un modello per una Borsa europea dell’oil”.
Insomma la polemica sembra un po’ surreale eccetto il timing
degli ultimi aumenti – decisi sempre a ridosso di ponti o
festività – e che ha convinto i consumatori riuniti nella sigla
Casper (Comitato contro le speculazioni e il risparmio alla
quale aderiscono le principali associazioni) e presentare un
esposto all’Antitrust.
“Negli ultimi dieci giorni – affermano i legali di Casper – si è
verifi cata una serie sospetta di rincari con un aggravio di spesa
per gli automobilisti pari a 2,3 euro a pieno”.
E citano il caso della scorsa Pasqua quando il prezzo della
verde passò nel giro di pochi giorni da 1,395 a 1,413 euro
al litro.
“I petrolieri sostengono che i rincari sono sempre giustifi cati
– continuano – se è così bisogna ammettere che hanno una
fortuna sfacciata”. Se il sottosegretario Saglia si dice sicuro
che “la riforma della distribuzione dei carburanti è pronta e
sarà esaminata dal consiglio dei ministri dopo il voto di fi du-
cia che consentirà al governo di proseguire il suo lavoro”, le
lamentele, come sottolineato prima arrivano anche dagli
autotrasportatori dei Tir.
Secondo uno studio realizzato dagli ar tigiani di Mestre il
gasolio per autotrazione in dodici mesi è aumentato del
18,7%: simulando un pieno per motore diesel di un camion,
la Cgia ha calcolato che un anno fa occorrevano 560 euro
mentre adesso ce vogliono 664: 104 euro in più.
“Una situazione – commenta Giuseppe Bortolussi, Segre-
tario dell’Associazione di Mestre – destinata a ripercuotersi
su tutta la fi liera dei prezzi dei principali beni di consumo
visto che il 70% circa delle nostre merci viaggia su gomma.
L’Unione petrolifera difende l’operato dei propri associati “che
hanno contenuto gli aumenti al contrario di quanto avvenuto
in altri Paesi”.
24
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
In pratica verrebbero prorogate le deduzioni forfettarie
previste per i titolari degli impianti che scadono a fi ne anno.
Una misura che più che far risparmiare gli automobilisti ser-
virebbe ad accelerare il cammino della riforma del settore
(gli incontri riprenderanno il 15 dicembre) che, ampliando
la concorrenza e ristrutturando la rete, dovrebbe ridurre il
gap di prezzo tra noi e l’Europa (3,5 cent al litro).
Ma al governo i consumatori non chiedono solo il via alla
riforma, auspicato anche dai petrolieri. Oltre alle compagnie,
secondo il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefi let-
ti, l’altro soggetto “che lucra in misura notevole sull’aumento
dei carburanti” sarebbe lo Stato che da gennaio, con l’aumen-
to dell’Iva, avrebbe incassato 1 miliardo e 62 milioni in più.
Cifre che impongono l’urgenza di introdurre l’accisa mobile
in base alle variazioni dei prezzi. Alle nuove accuse arrivate
dai consumatori e dai partiti contro i rincari ingiustifi cati,
ha risposto l’Unione petrolifera che giudica “pretestuosi e
fuorvianti” gli attacchi. Secondo L’Up gli aumenti sono legati
alle forti pressioni sui mercati internazionali che hanno spinto
verso nuovi livelli record greggio e prodotti raffi nati. Un
fenomeno che non riguarda solo l’Italia ma l’Europa.
Anzi da noi il prezzo della benzina è cresciuto di 3 cent
contro i 6 a livello internazionale. Oggi siamo a 48 cent e
68 euro. Un rincaro superiore al 30%. La verde invece è pas-
sata da 1,27 a 1,45 con un aumento che non arriva al 15%.
Che può essere ridotto se si opta per il pieno self-service
(almeno 2 cent in meno al litro di giorno e 6-7 la sera o di
notte) mentre la convenienza delle pompe ‘bianche’, cioè
senza marchio, si è un po’ affi evolita con la benzina a 1,384
e il diesel a 1,257.
Siamo in attesa che tutto si assesti e che il prezzo della
benzina torni ad avere valori accessibili a tutti altrimenti si
corre il rischio di dover rinunciare a muoversi anche con
le auto….
ACQUISTIAMO CATALIZZATORI ESAUSTIRitiriamo a domicilio con pagamento a vista, ai valori correnti di mercato, qualsiasi quantitativo di catalizzatori per auto esausti, privati, preferibilmente, dei tubi di raccordo
INVEMET S.r.l. - Sede Legale:Via Carlo Alberto 610123 Torino - ITALIASede Op.: Strada Coasso s.n.c.Zona Industriale 10073 Cirié (TO)Tel. +39 0119209630 - 0119228146Fax [email protected] - www.invemet.com
INVEMET SUD S.r.l.Via Bosco (ultima traversa a sinistra)I - 73010 Veglie (LE) - ItaliaTel/Fax + 39 0832 700041 - + 39 331 [email protected]
INVEMETT S r ll dSede Legalle INVEMETT SUD S r l
25
QUALITÀ E PROFESSIONALITÀ SUTUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE
Gobbi Spare Parts Srl
La storica impresa di Macerone (FC) allarga i confi ni di intervento e presenta la new entry
Gobbi Spare Parts recupera e vende
sul territorio nazionale ed internazionale,
la gamma completa dei prodotti derivan-
ti dalla demolizione dei veicoli, offrendo
un valido servizio di aggiornamento agli
operatori del settore .
Non solo, da sempre, la Società di Mace-
rone (FC) offre i suoi servizi sul mercato
nazionale ed estero operando nel pieno
rispetto delle normative ambientali ed
ha sempre mostrato interesse nei con-
fronti delle nuove procedure ecologiche
applicate al settore automotive.
Aggiornamento continuo, quindi e par-
ticolare attenzione alla veicolazione
della propria immagine, hanno portato
Gobbi Spare Parts a partecipare a Fiere,
convention e manifestazioni dedicate al
settore del riciclo, senza dimenticare i
tradizionali mezzi di informazione (sin
dai primi numeri del Notiziario, Gobbi
Spare Parts ha creduto nella bontà di una
iniziativa editoriale dedicata al mondo
dell’autodemolizione).
Alla vigilia di un ampliamento strutturale
della Società che apre nuove possibili-
tà di mercato nelle aree del Sud Italia,
abbiamo voluto contattare uno dei due
Soci, Andrea Gobbi, che ci ha aggior-
nato sulle ultime novità.
Sig. Gobbi cosa “bolle in pentola”
in casa Gobbi?
Possiamo dire uffi cialmente che a partire
dal mese di settembre sono state inau-
gurate le due nuove Sedi precisamente
a Taranto e Palermo.
Può darci un’idea delle due nuove
realtà Gobbi SP?
Per la gestione delle due sedi è stata
creata una Società completamente au-
tonoma la GSP SUD nata grazie alla
sinergia di due operatori del settore
locali rispettivamente, per Taranto, il sig.
Chirico Emanuele e, per la sede di
Palermo, il sig. Montalbano Emanuele.
La società ha sposato appieno la mission
di Gobbi SP, ovvero la cura e il servizio
verso fornitori e clientela; d’altro canto,
la profonda conoscenza delle problema-
GOBBI SPARE PARTS SRLVia Capannaguzzo, 368147023 Macerone di Cesena (FC) ItaliaTel. +39 0547 310128 - +39 0547 311146fax +39 0547 [email protected] - www.gobbisp.com
tiche legate ai rispettivi territori, farà sì
che le due fi gure responsabili assicurino
esperienza e professionalità nell’eroga-
zione dei servizi.
Per quale motivo si è voluto pun-
tare al Sud?
È stata una scelta necessaria dal momen-
to che in questi ultimi anni è aumentata
la richiesta di collaborazione da parte
dei fornitori ubicati in quell’area e spes-
so capitava di non riuscire a servire in
maniera puntuale alcune zone. Con la
GSP Sud si intende, invece, rispondere
positivamente alle richieste del territorio,
servendolo in maniera capillare.
Quali saranno i benefi ci previsti
per i territori serviti?
È presto detto: saremo sicuramente in
grado di rispondere in maniera veloce
alle richieste dell’autodemolitore, dall’in-
vio dei listini al recupero del materiale,
con un benefi cio facilmente intuibile per
il mercato dell’aftermarket e dell’ambien-
te in generale.
Come giudica, attualmente, il
mercato dei ricambi usati e dei
prodotti derivanti dal riciclo dei
veicoli a fi ne vita?
È sicuramente un mercato in crescita ,
sostenuto, paradossalmente dalla crisi
economica in atto che spinge i consuma-
tori a massimizzare l’utilizzo della propria
auto, ricorrendo sempre più ai ricambi
rigenerati.
26
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura dell’Ing. Paolo Melchiorre
Consulente Aziendale - Consulente in materia di Sicurezza sul Lavoro
IL TEMPO È DENAROImprese e sviluppo
Suggerimenti e processi per l’ottimizzazione dei cicli produttivi e l’intercettazione delle risorse
Questo è uno dei principi fondamentali
che vale per tutte le attività impren-
ditoriali, da quelle più grandi, come le
multinazionali, a quelle più piccole an-
che a livello ar tigianale; dai settori più
classici delle industrie metalmeccaniche
o chimiche, a quelli meno eclatanti, ma
non per questo meno importanti, co-
me i servizi alle imprese o le attività di
riciclo e smaltimento dei rifi uti.
Troppo spesso ci si accorge di un inutile
dispendio di energie quando è ormai
tardi, quando cioè, in termini industriali,
è terminato un singolo ciclo di lavora-
zione o un’intera fase produttiva oppure
quando c’è un riscontro negativo con il
mercato, a quel punto ci si rende conto
che l’impegno speso in termini di tem-
po e di risorse non è proporzionale al
risultato ottenuto.
A tutti è ben noto che l’attuale situa-
zione economica e congiunturale non
consente diseconomie, errori di valu-
tazione e spreco di energie, ma troppo
spesso vediamo esempi che ci dimo-
strano, nonostante i buoni propositi,
che si continua ad operare in modo
sbagliato o quantomeno non ottima-
le, senza dotarsi di strumenti operativi
adeguati, in altre parole continuando a
perdere tempo e denaro.
Processi aziendali troppo complessi,
fi liera della produttività non oppor-
tunamente calibrata e monitorata,
fi nanziamenti non utilizzati, errato ap-
proccio con il mercato, sono i fattori
che determinano spesso il declino della
più volenterosa e ottimistica attività im-
prenditoriale.
La maggior parte delle piccole e me-
die imprese opera oggi in condizioni
di costante “affanno” organizzativo ed
operativo per stare al passo con le ri-
chieste e la competitività che il mercato
costantemente impone, senza avere il
tempo necessario per rifl ettere in ma-
niera metodica e distaccata sui problemi
e sulla loro soluzione.
In questa sede ci si propone, a più ri-
prese ed in successive pubblicazioni,
di entrare nello specifi co di ogni tema
esposto, esaminando la situazione in
maniera generale senza la pretesa di
trovare una soluzione ad ogni problema,
ma solamente con l’intento di propor-
re alle piccole imprese che non sono
dotate di uno staff di esperti che si de-
dicano a questo specifi co argomento,
una serie di rifl essioni e punti di analisi
per evitare di operare in condizioni di
affanno e di diseconomia, con il rischio
di veder declinare la propria attività
imprenditoriale.
L’approccio all’analisi dello stato di sa-
lute di una azienda, quanto l’azienda
presenta problemi, deve essere quanto
mai tempestivo ed effi cace, soprattutto
se la situazione, come spesso accade,
è grave ed impone per la ripresa un
termine di scadenza temporale che di
solito è dettato dal mercato.
Non ci si può permettere di sprecare il
tempo, più un processo produttivo pre-
senta fasi senza valore aggiunto più pesa
sull’azienda in termini di costi inutili.
Le soluzioni per programmare e lavora-
re con serenità e sicurezza non devono
necessariamente venire dall’esterno, ma
possono essere ricercate anche soltanto
all’interno della stessa azienda ottimiz-
zando le risorse esistenti con procedure
e soluzioni spesso più semplici di quan-
to si possa immaginare.
Si riportano di seguito una serie di
punti che saranno di volta in volta ap-
profonditi per raggiungere l’obiettivo di
risparmiare il tempo, togliere tutto ciò
che non dà valore aggiunto al processo
produttivo, ridurre al minimo i tempi
morti, lavorare in qualità e in sicurezza,
affrontare in modo vincente il mercato
e la concorrenza.
Si ritiene pertanto necessario operare
come segue:
• creare uno staff adeguato di persone
scegliendo tra le risorse umane in-
terne dell’azienda (brainstorming);
• disegnare il processo aziendale at-
tuale per individuare i problemi e le
loro cause (value stream mapping
attuale);
• individuare gli sprechi all’interno del
processo aziendale (valore non ag-
giunto del processo);
• ridisegnare il processo aziendale
futuro (value stream mapping futu-
ra);
• ridurre al minimo l’errore umano e
quindi le diseconomie aziendali ed
il rischio di infortunio;
• verifi care la necessità, la completez-
za e l’applicazione delle procedure
aziendali;
• individuare leggi e fi nanziamenti che
permettano di dare ossigeno all’atti-
vità produttiva nel suo complesso.
Lo scopo fi nale di tale processo gene-
rale che, ripetiamo, in quanto generale
non scende nella specifi ca situazione
aziendale, è quello di:
• abbattere i costi del ciclo di produ-
zione
• aumentare la produttività dell’azien-
da
• aumentare la competitività sul mer-
cato
• aumentare la qualità
• ridurre l’errore umano
• ridurre il rischio di infortuni sul la-
voro
• individuare ed attivare leggi e fi -
nanziamenti pubblici per acquisire
risorse economiche.
Si inizierà con il trattare quest’ultimo
punto, per i motivi e le considerazioni
di seguito riportati.
Per effettuare le operazioni di analisi
e di ottimizzazione sopra proposte
è necessario rivolgersi ad esperti del
settore, dotarsi di nuovi beni materiali
(macchine, attrezzature) o immateriali
(processi di azienda, software gestionale
specifi co), in una parola spendere del
denaro per rinnovare o migliorare il
27
processo aziendale.
Questo investimento, di per sé indi-
spensabile per poter essere competitivi
sul mercato e garantire la sopravvivenza
dell’Azienda, spesso non è disponibile
o non è possibile impegnarlo tempe-
stivamente in questa attività, pur se
il rischio che si corre in alcuni casi è
molto grave.
Poiché tale situazione si verifi ca in
tantissime medie e piccole Imprese,
lo Stato e la Comunità Europea in-
tervengono ogni anno a sostengo di
progetti aziendali di implementazione
e ristrutturazione, con appositi bandi
e strumenti fi nanziari a fronte del rag-
giungimento di obiettivi chiari e ben
fi nalizzati.
Tra le iniziative predisposte in tal sen-
so si sottolinea un bando pubblico
attualmente predisposto su questo
tema, rivolto a rafforzare la funzione
commerciale ed a migliorare l’organiz-
zazione aziendale privilegiando tutti
quei progetti che, nell’ottica di realiz-
zare e commercializzare nuovi prodotti
o nuove strategie aziendali, mirano a
stimolare le competenze distintive di
un’Azienda, la qualità del capitale uma-
no, il sistema informativo, l’immagine
aziendale e le relazioni con i clienti.
Il contributo pubblico, concesso in
conto capitale cioè a fondo perduto,
privilegia in alcuni settori le iniziative
che operano nel campo della salva-
guardia dell’ambiente e del riciclo dei
prodotti di rifi uto, creando materia
prima da utilizzare per nuovi prodotti
industriali.
La categoria degli autodemolitori rientra
tra i benefi ciari del bando in questio-
ne, come pure di altre iniziative in tal
senso predisposte, in quanto facente
parte delle attività classifi cate nella
codifi ca ATECO alla voce E 38 “rac-
colta, trattamento e smaltimento dei
rifi uti; recupero dei materiali” – punto
38.32.10 “recupero e cernita dei mate-
riali e preparazione per il riciclaggio di
cascami e rottami metallici”.
Attualmente è aperto un bando con
scadenza per la presentazione delle
domande di ammissione a contributo
fi ssata a fi ne febbraio 2011.
Il contributo è erogato in conto capi-
tale/fondo perduto ed in percentuale
sull’intero progetto, la cui spesa ammis-
sibile deve avere un importo massimo
di circa 500.000,00 € a seconda delle
aree territoriali.
È fi nanziabile tutto ciò che riguarda la
sicurezza nonché l’acquisto di software
di attrezzature necessarie per conse-
guire l’innovazione ed il conseguente
snellimento del processo produttivo.
Si ritiene importante invitare le Aziende
della categoria, interessate ad affrontare
e risolvere i problemi sopra riportati,
ad approfi ttare di tutte le disponibilità
fi nanziarie ripetutamente messe a di-
sposizione dalle strutture pubbliche, per
acquisire risorse esterne all’Azienda da
destinare al miglioramento del processo
produttivo esistente ovvero a nuove
idee di produzione o diversifi cazione
dell’attività imprenditoriale in atto.
Anche in questo caso gli esperti nel
settore possono guidare le Aziende
all’interno dell’iter burocratico neces-
sario per accedere ai benefi ci fi nanziari
messi a disposizione dei bandi non an-
cora scaduti.
Purtroppo ogni anno contributi co-
munitari per circa 800 milioni di euro
rischiano di svanire, oltre che per la
lentezza delle amministrazioni pubbli-
che italiane e per la macchinosità delle
procedure europee di accesso, anche
per l’incapacità e l’indolenza dei privati
di partecipare ai bandi proposti.
Il rischio principale è quello di perdere
defi nitivamente le risorse, perché ogni
anno la dotazione fi nanziaria messa a
disposizione dalla Comunità Europea
per le Regioni, da devolvere a favore
delle piccole e medie Imprese, è rap-
portata alla capacità di spesa dimostrata
nell’anno precedente.
In parole povere più le Regioni so-
no brave a spendere i soldi messi a
disposizione e più saranno dotate di fi -
nanziamenti per gli esercizi successivi.
Meno denaro saranno in grado di impe-
gnare a favore delle Industrie del loro
territorio e meno risorse riceveranno
per i bandi successivi.
I fi nanziamenti messi a disposizione
dalla Comunità Europea per il tramite
delle Regioni, possono essere richie-
sti dalle Imprese soltanto mediante la
proposta di progetti aziendali redatti
secondo i modelli dei bandi apposita-
mente emessi.
Quindi è compito e responsabilità
solamente delle Aziende interessate
far sì che arrivino ogni anno risorse
economiche da utilizzare per la pro-
pria attività, per il miglioramento del
proprio processo aziendale, per essere
competitivi sul mercato, per inserirsi sui
mercati esteri, per ridurre i costi e per
dotarsi di attrezzature che migliorino la
qualità del prodotto fi nale e l’immagine
aziendale.
Ing. Paolo Melchiorre
Consulente Aziendale
Consulente in materia di Sicurezza sul Lavoro
SERVIZI- messa in riserva e recupero di rottami ferrosi e non- commercio di rottami ferrosi e non- demolizione strutture contenenti ferro e metalli
Commercio all’ingrosso di rottami ferrosi e metallici
Metalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S.S. 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrada Sant’Antuono, Zona industriale 84035 Pola (SA)Amministrazione: Tel. 0975 390820 - Fax 0975 390930 - Antonio Coppola Cell. 336 461651 - Ricambi: Tel. 0975 71168; 337 858177 (Salvatore); 328 1478934 (Arnaldo) - [email protected]
etalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S S 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Conttr dddddada SSSSSSant’Antuono Zona industriale 84035 Pola (SA)
RAME OTTONE ALLUMINIO LEGHE DI ACCIAIO
29
a cura di Alberto Piastrellini
NON È IPOTIZZABILE LA FATTISPECIE CONTRAVVENZIONALE
Attività organizzata per il traffi co illecito di rifi uti
"Non essendovi una deroga esplicita, né
incompatibilità, anche per i veicoli fuo-
ri uso di cui al D.Lvo 209/2003, trova
applicazione, ove ne ricorrano i presup-
posti, l’ipotesi delittuosa di cui all’art.260
Sarebbe, peraltro, in contrasto con la stes-
sa ratio ed i principi ispiratori del D.L.vo
209/2003, che ha previsto una disciplina
rigorosa per la raccolta ed il trattamento
dei veicoli fuori uso, escludere l’ipotesi
delittuosa ex art 260 in presenza di
un’attività organizzata per il traffi co il-
lecito di detti rifi uti".
A stabilirlo è la Corte Suprema di Cas-
sazione, Terza Sezione Penale, che, con
Sentenza n. 1342 del 21 ottobre 2010,
rigetta i ricorsi di alcuni imputati relativa-
mente all’applicazione di misure di custodia
cautelare in carcere ed obbligo di dimora
per reati contestati di attività organizzata
e traffi co illecito di rifi uti.
Il caso è quello di una ditta campana
autorizzata all’esercizio di attività di de-
molizione e rottamazione di autoveicoli ed
all’esercizio di stoccaggio provvisorio, cernita
e trattamento di rifi uti derivanti dall’attività
di raccolta e trasporto di rifi uti pericolosi e
non, che operava in aperto contrasto con le
prescrizioni previste nell’originario decreto di
autorizzazione, omettendo, di fatto, l’attività
di bonifi ca e smaltendo, quindi, parti prove-
nienti da parziale trattamento unitamente
ad altri rifi uti.
Il tutto con realizzazione di illeciti profi tti
derivanti dal mancato sostenimento dei
costi richiesti per la corretta attività.
Per meglio approfondire la questione, abbia-
mo ritenuto opportuno pubblicare l’intero
testo della Sentenza.
Repubblica Italiana
In nome del Popolo Italiano
La Corte Suprema di Cassazione
Terza Sezione Penale
Composta dagli Ill.mi Sigg.
Dott Giuliana Ferrua Presidente
Dott. Alfredo Teresi Consigliere
Dott. Amedeo Franco Consigliere
Dott. Silvio Amoresano Consigliere
Dott. Giulio Sarno Consigliere
Nella Camera di Consiglio del
21/10/2010, Sentenza n. 1342
Ha pronunciato la seguente Sentenza
Sul ricorso proposto da (omissis) av-
verso l’ordinanza del 28 gennaio 2010
del Tribunale di Napoli.
Sentita la relazione fatta dal Consigliere
Silvio Amoresano; sentite le conclu-
sione del P. G., Dott.ssa M. Giuseppina
Fodaroli, che ha chiesto il rigetto del
ricorso;
sentito il difensore, Avv. Antonio Abet
che ha chiesto l’accoglimento dei ri-
corsi,
OSSERVA
Con ordinanza in data 28.1.2010 il Tri-
bunale di Napoli rigettava la richiesta
di riesame proposta da omissis avverso
l’ordinanza emessa il 10.12.2009 dal
GIP del Tribunale di Napoli, con la quale
era stata applicata ai primi sei la misura
cautelare della custodia in carcere ed
agli altri la misura dell’obbligo di dimora
nel comune di residenza in relazione ai
reati di cui:
a) ar t. 416 c.p. acc.in Arzano e Caiva-
no da dicembre 2004 con condotta
tuttora perdurante;
b) ar tt.110, 81 c.p. e 260 D. Lgs. 152/06,
acc.in Arzano da dicembre 2004 con
condotta tuttora perdurante;
c) ar tt.110, 81 c.p. e 260 D. Lgs. 152/06,
acc. in Arzano da gennaio 2006 con
condotta perdurante.
Premetteva il Tribunale che l’indagine
era stata avviata a seguito di un so-
pralluogo eseguito in data 21.11.2005
dal Comando CC. N.O.E. di Napoli,
unitamente all’ARPAC, presso la Dit-
ta Cartofer, con sede in Arzano, di cui
era rappresentante legale omissis. Tale
ditta risultava autorizzata all’esercizio
di attività di demolizione e rottama-
zione di autoveicoli ed all’esercizio di
stoccaggio provvisorio, cernita e trat-
tamento di rifi uti derivanti dall’attività
di raccolta e trasporto di rifi uti peri-
colosi e non. Si accertava, però, che in
contrasto con le prescrizioni previste
nell’originario decreto di autorizzazione
emesso dal Presidente Commissario
per l’emergenza rifi uti in Campania e
nei successivi decreti di rinnovo, la ditta,
di fatto, ometteva l’attività di bonifi ca
(veniva eseguita solo una parte del-
le operazioni necessarie alla effettiva
messa in sicurezza) e smaltiva le parti
provenienti dal parziale trattamento
unitamente ad altri rifi uti. Veniva a de-
linearsi, quindi, un illecito smaltimento
di rifi uti speciali (pericolosi e non).
Gli operanti proseguivano le investi-
gazioni con intercettazioni autorizzate
sulle utenze dei (omissis), responsabile
tecnico della Cartofer, con ulteriori so-
pralluoghi sugli impianti dei bel Prete
medesimi e delle ditte che ricevevano
i veicoli avviati allo smaltimento, con
servizi di osservazione, controllo e
pedinamento. Si accertava così la pro-
secuzione dell’irregolare gestione dei
rifi uti da parte della CARTOFER, ma
anche della DEL.FRAN.srl , altra società
riconducibile a (omissis).
Tanto premesso, riteneva il Tribunale
che, a carico degli indagati, sussistesse
un grave quadro indiziario, suffragato
ulteriormente dalle indagini riportate
nella informativa dei CC. N.O.E. del
27.1.2010 prodotta in udienza.
Nel rinviare all’ordinanza impugnata ed
alla ricostruzione approfondita degli atti
di indagine in essa operata, assumeva
il Tribunale che risultasse univocamen-
te che il complesso plurisocietario
gravitante intorno ai fratelli omissis
(stratagemma ideato per sopperire a
contingenti situazioni di emergenza e
per continuare ad operare utilizzan-
do formalmente nel conferimento
dei rifi uti altre società) avesse gestito
30
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
quantitativi ingenti di rifi uti. La disciplina
applicabile era quella di cui al D. Lgs.
152/06 che aveva recepito la previ-
gente disciplina del D. Lgs. 22/97 e, in
particolare, la materia relativa ai veicoli
fuori uso ed alla bonifi ca necessaria per
il recupero di detto materiale era rego-
lata dal D. Lgs. 209/2003 che costituiva
attuazione della direttiva 2000/53/CE.
Secondo il predetto D. Lgs. 209/03 il
veicolo può defi nirsi fuori uso quando
sia stata osservata la rigida disciplina
in esso prevista e sia stato bonifi cato.
Contenendo le autovetture sostanze al-
tamente tossiche (in particolare i liquidi
dei freni e delle batterie), il veicolo non
correttamente bonifi cato deve consi-
derarsi rifi uto pericoloso avente codice
CER 16.01.04.
Come emergeva dalle indagini, le
prescrizioni normative erano state si-
stematicamente disattese dalla Cartofer
e dal gruppo societario ad essa ricon-
ducibile, con conseguente realizzazione
di ingiusti profi tti derivanti dal mancato
sostenimento dei costi richiesti per la
corretta attività di recupero lecito dei
rifi uti gestiti, cui veniva, all’atto del con-
ferimento, strumentalmente attribuito
il falso codice CER 160106 (veicoli
fuori uso non contenenti liquidi né al-
tre componenti pericolose) invece di
quello normativamente previsto (CER
160104-rifi uti pericolosi costituiti da
veicoli fuori uso).
Riteneva, poi, il Tribunale corretta la
qualifi cazione delle condotte poste in
essere dagli indagati ex ar t. 416 c.p. e
260 D. Lgs. n.152/06, disattendendo la
tesi difensiva della ipotizzabilità della
fattispecie contravvenzionale di cui
all’ar t.183 lett.d) D. Lgs. 152/06 ovve-
ro delle altre ipotesi contravvenzionali
in tema di attività svolta in difformità
dall’autorizzazione previste dal mede-
simo D. Lgs. Il delitto di traffi co illecito
di rifi uti riguarda, come chiarito dalla
Corte di Cassazione, qualsiasi forma
di gestione dei rifi uti, svolta in violazio-
ne delle disposizioni in materia, e non
può ritenersi agganciato alla nozione di
gestione di cui all’ar t.6 commal lett.d)
D. Lgs. 22/97 (ora 183 lett. d) D. Lgs.
152/2006).
La disciplina di cui al D. Lgs. n.209/2003
considera il veicolo fuori uso apparte-
nente ad una delle categorie indicate
nello stesso articolo un rifi uto, per cui
l’attività del soggetto che provvede al-
lo smantellamento di veicoli non più
funzionanti rientra nell’ambito dello
smaltimento e del recupero e non
può essere esercitata senza autoriz-
zazione.
Ricorrevano, poi, tutti gli elementi co-
stitutivi del reato di cui all’ar t. 416 c.p.
(vincolo associativo stabile, indeter-
minatezza del programma criminoso,
struttura organizzativa). Escludeva il
Tribunale che vi fosse una illegittima
duplicazione di contestazioni, essendo
pienamente ipotizzabile il reato associa-
tivo con l’ipotesi concorsuale ipotizzata
in relazione al reato di cui all’ar t. 260.
Passava quindi il Tribunale ad esami-
nare la posizione dei singoli indagati,
evidenziando per ciascuno di essi il
grave quadro indiziario che giustifi cava
l’applicazione della misura e le esigenze
cautelari.
2) Propongono ricorso per cassazione
omissis, a mezzo del difensore.
Con il primo motivo denunciano la
violazione di legge ed il vizio di moti-
vazione in relazione agli ar tt. 416 c.p.
e 260 D. Lgs. 152/2006.
La disciplina di cui al D. Lgs. 152/06 è
inapplicabile, trovando applicazione, per
le autovetture fuori uso da rottamare,
la normativa speciale di cui al D. Lgs.
209/2003. La stessa giurisprudenza
richiamata dal Tribunale, lungi dall’ipo-
tizzare il concorso delle due normative
le considera alternative. Insussistenti
sono poi i reati ipotizzati. Palese è la
sovrapposizione delle condotte e delle
contestazioni. Ci si trova in presenza
non dei requisiti strutturali del delitto
associativo, ma di una serie di operazioni
di bonifi ca di autovetture da rottamare,
che, anche se in alcuni casi possono es-
sere state svolte in modo non conforme
alle prescrizioni, non sono certo frutto
di una programmazione criminoso, ma
della attuazione di una normale attività
di impresa che si avvaleva dei dipendenti
o di lavoratori autonomi (trasportatori).
Peraltro la motivazione della sentenza
impugnata è palesemente illogica, laddo-
ve per giustifi care il cumulo delle due
imputazioni fa mero riferimento alla
compatibilità astratta tra delitto asso-
ciativo e reati fi ne.
II Tribunale non si è reso conto, an-
che in ordine alle presunte difformità
di gestione del ciclo di rottamazione,
che nel biennio 2006-2007 erano stati
smaltiti oli per motori e batterie in mi-
sura quanto meno accettabile rispetto
al numero di veicoli fuori uso entrati.
Non è esatto, pertanto, che la bonifi -
ca, come recita il capo b), non venisse
affatto eseguita.
Per quanto riguarda il reato di cui al
capo e) (relativo al traffi co organizzato
di rifi uti in capo alla Del. Fran) l’inter-
pretazione della normativa fornita dal
Tribunale è chiaramente erronea, es-
sendo stato ipotizzato il reato di cui
all’ar t. 260 per la presunta pericolosità
del “fl uff ” e del “proler” prodotto dalla
Del Fran.
Il Tribunale, poi, omette di considerare
che i requisiti della fattispecie di cui
all’ar t. 260 sono del tutto mancanti sot-
to il profi lo dell’abusività dell’attività (in
presenza di autorizzazioni si sarebbe
dovuto individuare le difformità in ter-
mini qualitativi e quantitativi), di ingenti
quantitativi (non potendo tale requisito
essere desunto automaticamente dal-
la stessa organizzazione e continuità
dell’abusiva gestione) e di dolo speci-
fi co (da dimostrare a carico di ciascun
indagato e non potendosi fare apoditti-
camente riferimento ai minor costi).
31
Con il secondo motivo denunciano la
violazione di legge ed il vizio di mo-
tivazione in relazione all’ar t. 483 c.p.
(contestato ai capi c), f) i) ed m). Ve-
nendo la bonifi ca eseguita, anche se
in misura incompleta, non è affatto
vero che il “pacco” debba automatica-
mente essere classifi cato come rifi uto
pericoloso. Bisogna infatti accertare
se l’incompletezza della bonifi ca deri-
vi dalla omessa rimozione di materiale
pericoloso o non pericoloso. Non è
quindi dimostrato che al “pacco” non
potesse essere attribuito il codice di
rifi uto non pericoloso 16.01.06. In ogni
caso andavano accertate le responsa-
bilità individuali.
Illogica, infi ne, è la motivazione nella
parte in cui attribuisce rilievo indiziario
della partecipazione dei singoli indagati
alle ipotesi delittuose contestate sulla
base delle intercettazioni attestanti la
partecipazione ai singoli atti di gestione
o esecuzione dell’attività di impresa.
3) Propone ricorso per cassazione
omissis, con atto sottoscritto personal-
mente, con gli stessi motivi del ricorso
precedente.
4) Ricorre per cassazione omissis, a
mezzo del difensore.
Dopo una premessa in fatto, denun-
cia, con il primo motivo, la violazione
di legge ed il vizio di motivazione in
relazione all’ar t. 273 comma 1 ed 1
bis c. p.p., avendo il Tribunale ritenuto
sussistente un grave quadro indiziario
nei confronti del ricorrente in relazione
ai delitti di cui agli ar tt.416 c.p. e 260
D. Lgs. 152/06.
Secondo il Tribunale, per valutare la par-
tecipazione all’illecito traffi co di rifi uti,
fondamentali sono le intercettazioni
telefoniche. In assenza però di intercet-
tazioni riferibili al omissis, ha desunto
la partecipazione al delitto associativo
dalla documentazione rinvenuta presso
la Siderurgica srl, dalla quale emerge-
rebbe che il predetto tra il 2.1.2006 e il
21.9.2006 avrebbe conferito alla stessa
2.665.410 tonnellate di rifi uti non boni-
fi cati provenienti dalla Cartofer. Ma in
assenza di riscontri è altrettanto plausi-
bile l’ipotesi che l’indagato conferisse in
vir tù delle autorizzazioni della Regione
Campania materiale classifi cato come
CER 16.01.06.
Gli elementi raccolti, comunque, non
consentono di ritenere lo stabile inse-
rimento del ricorrente nella struttura
organizzativa facente capo a omissis. La
prova del delitto associativo non può
desumersi dalla consumazione dei sin-
goli delitti, né automaticamente dalla
effettuazione di una serie di trasporti.
Quanto al reato di cui all’ar t. 260 D. Lgs.
152/2006, il delitto implica una pluralità
di condotte in continuità temporale e
più operazioni illegali.
Il Tribunale apoditticamente ha ritenuto
che i conferimenti effettuati dall’in-
dagato presso la Siderurgica fossero
conferimenti di pacchi non bonifi cati;
ha omesso, però, di indicare in modo
preciso il grado di difformità, in termini
qualitativi e quantitativi, tra le attività
autorizzate e quelle effettivamente po-
ste in essere.
Quanto al reato di cui all’ar t. 260 ascrit-
to al capo e) in relazione alle ingenti
quantità di rifi uti ferrosi di varia natu-
ra che sarebbero stati lavorati presso
la Del.Fran, in assenza delle prescritte
autorizzazioni, ricavandone una materia
prima secondaria “proler” ed un rifi uto
“fl uff ” senza effettuare alcun trattamen-
to di bonifi ca, non vi è prova alcuna di
trasporti da parte dell’indagato.
Denuncia ancora la violazione di legge
in relazione all’ar t. 260 D. Lgs. 152/06.
Per il perfezionamento del reato oc-
corre la predisposizione di una vera e
propria organizzazione professionale,
anche se rudimentale, per gestire in
modo continuativo ed illegale ingenti
quantitativi di rifi uti al fi ne di consegui-
re un ingiusto profi tto.
Il Tribunale non ha tenuto conto, in par-
ticolare, sotto il profi lo dell’elemento
costitutivo dell’ingente quantità, che il
quantitativo trasportato dall’indagato
(pari a 2.665.410 tonnellate è assai mo-
desto rispetto all’intero quantitativo di
rifi uti trattati e conferiti dalla Cartofer
e dalla Del.Fran. Tenuto conto che i ri-
fi uti trasportati dall’indagato venivano
lecitamente trattati dalla CARTOFER, in
assenza di prova contraria, il dato quan-
titativo risulta ancora inferiore rispetto
a quello stimato. Il Tribunale ha inoltre
omesso di considerare che mancava il
carattere della continuità ed abitualità
ed era assente il requisito dell’ingiusto
profi tto (il risparmio di costi costituiva
un vantaggio per il produttore ma non
per l’indagato).
************
5) Va premesso, per quanto riguarda
i limiti di sindacabilità in questa sede
dei provvedimenti “de libertate”, che,
secondo giurisprudenza consolidata,
la Corte di Cassazione non ha alcun
potere di revisione degli elementi ma-
teriali e fattuali delle vicende indagate,
ivi compreso lo spessore degli indizi, nè
di rivalutazione delle condizioni sog-
gettive dell’indagato in relazione alle
esigenze cautelari ed alla adeguatezza
delle misure, trattandosi di apprezza-
menti di merito rientranti nel compito
esclusivo del giudice che ha applicato la
misura e del tribunale del riesame.
Il controllo di legittimità è quindi circo-
scritto all’esame del contenuto dell’atto
impugnato per verifi care, da un lato, le
ragioni giuridiche che lo hanno deter-
minato e, dall’altro, l’assenza di illogicità
evidenti, ossia la congruità delle argo-
mentazioni rispetto al fi ne giustifi cativo
del provvedimento (Cass. sez.6 n. 2146
del 25.5.1995).
L’insussistenza dei gravi indizi di col-
pevolezza ex ar t. 273 c.p.p. e delle
esigenze cautelari di cui all’ar t. 274
32
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
stesso codice è, quindi, rilevabile in
cassazione soltanto se si traduce nella
violazione di specifi che norme di legge
od in mancanza o manifesta illogicità
della motivazione.
Il controllo di legittimità, in particolare,
non riguarda né la ricostruzione dei
fatti, né l’apprezzamento del giudice di
merito circa l’attendibilità delle fonti
e la rilevanza e concludenza dei dati
probatori, per cui non sono consentite
le censure, che pur investendo formal-
mente la motivazione, si risolvono nella
prospettazione di una diversa valutazio-
ne di circostanze esaminate dal giudice
di merito (cfr. ex multis Cass. sez. 1 n.
1769 del 23.3.1995). Sicché, ove venga
denunciato il vizio di motivazione in
ordine alla consistenza dei gravi indizi
di colpevolezza, è demandato al giudice
di merito “la valutazione del peso pro-
batorio” degli stessi, mentre alla Corte
di cassazione spetta solo il compito “...
di verifi care..., se il giudice di merito
abbia dato adeguatamente conto delle
ragioni che l’hanno indotto ad affer-
mare la gravità del quadro indiziario
a carico dell’indagato, controllando la
congruenza della motivazione riguar-
dante la valutazione degli elementi
indizianti rispetto ai canoni della logica
ed ai principi di diritto che governa-
no l’apprezzamento delle risultanze
probatorie” (Cass. sez. 4 n.22500 del
3.5.2007).
5.1) Tanto premesso, il Tribunale ha ri-
levato che, sulla base delle acquisizioni
probatorie, sussistevano, nei confronti
di (omissis), gravi indizi di colpevolezza
in ordine a tutti i reati contestati.
I Giudici del riesame, pur con i limiti del
giudizio cautelare, hanno accertato, in
modo inequivocabile, la sussistenza di
tutti gli elementi costitutivi del reato
di cui all’ar t.260 D. Lgs. 152/2006 (at-
tività organizzata per il traffi co illecito
di rifi uti).
5.1.1) Con accertamento in fatto,
adeguatamente motivato, hanno innan-
zitutto evidenziato, sulla base di quanto
accertato dai Carabinieri del N.O.E. e
doll’ ARPAC presso la Cartofer, che la
bonifi ca dei veicoli non veniva svolta
secondo le prescrizioni di cui al D. Lgs.
209/2003 e di cui agli stessi provvedi-
menti autorizzatori. Mentre infatti la
regolare procedura prevedeva la rac-
colta dei veicoli da rottamare, la loro
bonifi ca e messa in sicurezza, la pressa-
tura e la riduzione in cubi, l’avvio per lo
smaltimento presso le ditte autorizzate,
si accertava che, di fatto, era omessa
proprio l’attività di bonifi ca (venivano
eseguite soltanto parzialmente le opera-
zioni per la messa in sicurezza e, peraltro,
senza l’adozione delle necessarie cau-
tele). Sulla pavimentazione dove erano
stoccati i veicoli fuori uso, bonifi cati in
attesa di conferimento, erano presen-
ti “vistose chiazze di liquidi scuri che
percolavano dai cubi costituiti dalle au-
tovetture pressate..”; dalla ispezione dei
predetti cubi emergeva che essi erano
composti da autoveicoli fuori uso che,
pur privi di motore, cambio e batteria,
erano ancora provvisti “di ruote com-
plete di pneumatici, della tappezzeria,
ammortizzatori, scatola guida, cruscotto
e paraurti, parabrezza, pompa freno e
frizione, nonché in cinque cubi su die-
ci-erano rinvenuti i fi ltri del carburante
ancora gocciolante. Le investigazioni
eseguite dagli operanti (anche a mezzo
di video riprese e di intercettazioni tele-
foniche) confermavano l’illecito “modus
operandi.’ Le analisi eseguite sui campio-
ni sia dall’Arpac di Napoli che dall’Arpac
di Udine e Brescia confermavano la na-
tura “ibrida” e di fatto pericolosa dei
rifi uti conferiti, “in quanto composti da
autoveicoli fuori uso solo parzialmente
bonifi cati e ancora dotati di parti peri-
colose, quali pneumatici, ammortizzatori,
scatole guida, pompe freno e frizione,
fi ltri carburanti”. Sulla base di tali pre-
cise circostanze indizianti il Tribunale è
fondatamente pervenuto alla conclu-
sione che gli autoveicoli convertiti in
pacchi “siano rimasti un rifi uto speciale
pericoloso: infatti solo alcune parti del
veicolo (batteria, carburante, motore e
marmitta) sono state prelevate, ma vi
sono rimasti tutti i liquidi (condensa-
tori, fi ltri e grassi costituenti anch’essi
rifi uti speciali pericolosi). Altrettanto
correttamente il Tribunale ha ritenu-
to che il “pacco” non potesse essere
avviato allo smaltimento come rifi uto
non pericoloso e che, quindi, andasse
attribuito il codice CER 16.01.04 / (rifi uti
pericolosi costituiti da veicoli fuori uso)
e non quello falso CER 16.01.06 (veicoli
fuori uso non contenenti liquidi né altre
componenti pericolose).
Ha accertato poi il Tribunale che i mo-
tori e le marmitte provenienti dalle
autovetture demolite presso la Car-
tofer, unitamente ad altri parti ferrose
ed alle carcasse di autoveicoli non com-
pattati conferite da altre ditte, venivano
trasportati presso la Del.Fran, come
emergeva dai servizi di O.C.P. e dalle
video riprese, senza alcuna documen-
tazione (F.I.R.). Tali rifi uti, dopo essere
stati scaricati su un piazzale, venivano
macinati con un mulino di frantuma-
zione, con produzione del “proler” e
del “fl uff ”. Le conversazioni telefoniche
e le analisi dell’ARPAC confermavano,
secondo il Tribunale, la natura ibrida e
di fatto pericolosa di tali rifi uti conferiti
alle imprese del Nord.
5.1.2) Correttamente il Tribunale ha
ritenuto che l’attività posta in essere
venisse svolta in modo abusivo, perchè
in violazione della normativa e delle
stesse autorizzazioni (venendo sostan-
zialmente omessa la bonifi ca e la messa
in sicurezza dei veicoli) o, addirittura,
in assenza di autorizzazioni (negli ar-
chi temporali in cui esse risultavano
revocate) o presso impianti non au-
torizzati.
Secondo la giurisprudenza di questa
33
Corte, infatti “Il carattere abusivo
dell’attività organizzata di gestione dei
rifi uti, idoneo ad integrare il delitto di
cui all’ar t.53 bis del D. Lgs. n.22/97, ora
ar t.260 del D. Lgs. n.152 del 2006, si
riferisce anche a quelle attività che,
per le loro concrete modalità, risultino
totalmente difformi da quanto autoriz-
zato” (cfr. Cass. pen-sez. 3 n. 358 del
20.11.2007). Sicché “Sussiste il carat-
tere abusivo dell’attività organizzata di
gestione rifi uti...qualora essa si svolga
continuativamente nell’inosservanza
delle prescrizioni delle autorizzazioni,
il che si verifi ca non solo allorché tali
autorizzazioni manchino del tutto (co-
siddetta attività clandestina), ma anche
quando esse siano scadute o come,
nella specie, palesemente illegittime e
comunque non commisurate al tipo
di rifi uti ricevuti, aventi diversa natura
rispetto a quelli autorizzati e accom-
pagnati da bolle false quanto a codice
attestante la natura del rifi uto, in modo
da celarne le reali caratteristiche e far-
li apparire conformi ai provvedimenti
autorizzatori...” (Cass. sez. 5 n. 40330
dell’ 11.2.2006).
5.1.3) Quanto alla gestione dei rifi uti
“con più operazioni e l’allestimento
di mezzi ed attività continuative orga-
nizzate” ha accertato il Tribunale che
pacifi camente ci si trovava in presenza
di molteplici cessioni, ricezioni ed azioni
di trattamento, svolte in un lungo arco
temporale, posti in essere dalla CAR-
TOFER e dalla DEL.FRAN con utilizzo
di uomini, impianti, mezzi e risorse fi -
nanziarie.
In relazione al requisito dell’ingen-
te quantità, è pacifi co che esso vada
riferito al quantitativo di materiale
complessivamente gestito attraver-
so una pluralità di operazioni che, se
considerate singolarmente, potrebbe-
ro essere di modesta entità; anche se
tale requisito non può essere desunto
automaticamente dalla stessa organizza-
zione e continuità dell’abusiva gestione
di rifi uti (Cass. pen. sez. 3 n. 12433 del
15.112005). Ed è stata anche ritenuta
manifestamente infondata la questio-
ne di legittimità costituzionale dell’ar t.
53 bis D. Lgs.n.22 del 1997, ora ar t.
260 del D. Lgs. n. 152 del 2006 per
violazione dell’ar t. 25 Cost. sul presup-
posto dell’asserita indeterminatezza del
concetto di ingente quantità di rifi uti,
“essendo al contrario senz’altro pos-
sibile defi nire l’ambito applicativo della
disposizione tenuto conto che tale
nozione, in un contesto che consideri
anche la fi nalità della norma, va riferita
al quantitativo di materiale complessi-
vamente gestito attraverso una pluralità
di operazioni, anche se queste ultime,
considerate singolarmente, potrebbero
essere di entità modesta” (cfr. Cass. pen.
sez. 3 n. 358 del 20.11.2007).
Il Tribunale si è attenuto a tali consoli-
dati principi ed ha accertato che si era
in presenza di migliaia di tonnellate al
mese per un totale di 68.000 tonnellate
nel solo periodo gennaio 2006-apri-
le 2007. L’accertamento del requisito
dell’ingente quantitativo viene fonda-
to, quindi, su un dato fattuale preciso
(neppure specifi camente contestato
dai ricorrenti) e non certo desunto,
automaticamente, dalla continuità
dell’abusiva gestione.
5.1.4) Anche in ordine al “fi ne di con-
seguire un ingiusto profi tto” il Tribunale
ha ineccepibilmente ritenuto che tale
debba considerarsi il risparmio dei costi
aziendali di smaltimento, che la Cer-
tofer e la Del Fran avrebbero dovuto
sostenere se si fosse applicato in modi
corretto la normativa di cui al D. Lgs.
209/2003.
Anche sul punto la giurisprudenza di
questa Corte è assolutamente consoli-
data (“Ai fi ni della sussistenza del dolo
specifi co richiesto per l’integrazione
del delitto di gestione abusiva di in-
genti quantitativi di rifi uti.., il profi tto
perseguito dall’autore della condotta
può consistere nella semplice riduzione
dei costi aziendali “cfr.ex multis Cass.
pen. Sez.4 n.28158 del 2.7.2007; non
dovendo tale profi tto necessariamente
“assumere natura di ricavo patrimo-
niale, potendo integrarsi anche con il
semplice risparmio di costi o con il per-
seguimento di vantaggi di altra natura”
Cass. sez. 3 n. 40827 del 6.10.2005).
5.2) Attraverso l’approfondita disamina
delle acquisizione probatorie il Tribu-
nale ha quindi ritenuto sussistenti tutti
gli elementi costituivi (stabilità, conti-
nuità, organizzazione, ingente quantità)
del delitto di cui all’ar t.260 D. Lgs.
152/2006 e non delle contravvenzioni
di cui al medesimo D. Lgs. Sono invero
le modalità del fatto a consentire di sta-
bilire se si verta nella ipotesi delittuosa
o in quelle contravvenzionali. Non può,
poi, essere accolta l’interpretazione
prospettata dai ricorrenti in ordine al-
la applicabilità della disciplina “specifi ca
e speciale” di cui al D. Lgs. 209/2003,
che escluderebbe l’applicabilità della
normativa di cui al D. Lgs.152/2006.
Il D. Lgs. 209/2003, che costituisce at-
tuazione della direttiva 2000/53/CE, si
applica ai veicoli fuori uso, come defi niti
dall’ar t. 3, comma 1, lett. b), e ai relativi
componenti e materiali a prescindere
dal modo in cui il veicolo è stato man-
tenuto o riparato durante il suo ciclo
di vita e dal fatto che esso è dotato
di componenti forniti dal produttore
o di altri componenti ....” (ar t. 1) e di-
sciplina la raccolta dei veicoli destinati
alla demolizione (ar t. 5), le prescrizioni
relative al trattamento dei veicoli fuori
uso, destinati alla demolizione, messa
in sicurezza, bonifi ca, separazione dei
materiali) -ar t. 6 - L’ar t. 13 prevede poi
delle ipotesi contravvenzionali (commi
1 e 2) nei confronti di chiunque effet-
tua attività di gestione dei veicoli fuori
uso e dei rifi uti costituiti dei relativi
componenti e materiali in violazione
34
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
delle disposizioni degli ar tt. 5 e 6. II
trattamento sanzionatorio previsto
dal predetto D. Lgs. riguarda quindi
la violazione delle espresse previsio-
ni contenute nel medesimo D. Lgs. in
tema di raccolta e trattamento dei
veicoli fuori uso, e conseguentemen-
te non “esaurisce” e “sostituisce” ogni
ipotesi relativa alla disciplina dei rifi uti
prevista dalla normativa “generale” di
cui al D. Lgs. 152/2006. Tant’é che l’ar t.
231 di quest’ultimo D. Lgs. si limita a
disciplinare le modalità di rottamazione
dei veicoli a motore o dei rimorchi non
previsti dal D. Lgs. 209/2003.
Non essendovi una deroga esplicita, né
incompatibilità, anche per i veicoli fuo-
ri uso di cui al D. Lgs. 209/2003, trova
applicazione, ove ne ricorrano i presup-
posti, l’ipotesi delittuosa di cui all’art.260.
Sarebbe, peraltro, in contrasto con la
stessa ‘ratio’ ed i principi ispiratori del
D. Lgs. 209/2003, che ha previsto una
disciplina rigorosa per la raccolta ed il
trattamento dei veicoli fuori uso, esclu-
dere l’ipotesi delittuosa ex art. 260 in
presenza di un’attività organizzata per il
traffi co illecito di detti rifi uti.
5.3) In ordine alla confi gurabilità del
reato di cui all’ar t. 416 c.p. il Tribunale
non si è limitato ad affermare la com-
patibilità in astratto dello stesso con i
reati-fi ne.
Ha richiamato la sentenza di questa
Corte n. 18351 del 7.5.2008 che ha
ritenute sussistente il concorso tra i
due delitti (implicitamente, nello stesso
senso, vanno ricordate anche le sent.
di questa 3 sezione n. 45057/2008 e
n. 25207/2008).
Ed ha sottolineato che, accanto al de-
litto di cui all’ar t. 260 D. Lgs. 152/2006,
era ravvisabile “una seconda e distinta
condotta, che si è rivelata connotata
dall’ideazione e realizzazione, da parte
di soggetti non necessariamente legati
tra loro, di un programma criminoso
generico ed indeterminato, al quale
ciascuno ha coscientemente parteci-
pato aderendo ai suoi scopi e ponendo
in essere una serie reiterata di singoli
reati-fi ne: condotta questa, cui non può
non riconoscersi -in quanto distinto
pactum sceleris- l’autonomia del delitto
di cui all’ar t. 416 c.p.”.
Come emerge dalla complessiva moti-
vazione del provvedimento impugnato
il Tribunale ha ritenuto cioè che il so-
dalizio criminoso non coincideva con
l’organigramma societario della Car-
tofer - Del.FRAN, ma si estendeva
anche ad altri soggetti (persone fi siche
e giuridiche) appartenenti ad assetti
societari anche diversi ed aveva come
programma un numero indeterminato
di reati non solo in materia ambientale
ma anche di falso.
Non si trattava quindi di una “normale
attività di impresa” avente ad oggetto
una serie di operazioni di bonifi ca di
auto da rottamare., ma di una vera e
propria “societas sceleris”, sovraordinata
rispetto alla trafi la commerciale della
Cartofer e della Del.Fran.
II sodalizio faceva addirittura ricorso
alla creazione di società satelliti o alla
cessione fi ttizia di rami d’azienda o di
quote sociali per sopperire a contin-
genti situazioni e continuare a svolgere
l’attività. Si accertava infatti che, nono-
stante la revoca delle autorizzazioni, sia
la Cartofer che la Del Fran continua-
vano ad operare attraverso il ricorso
appunto a cessioni fi ttizie (la Cartofer
cedeva fi ttiziamente il proprio ramo
d’azienda alla società ECO.TOR e le
quote sociali della DEL.FRAN. veniva-
no cedute in favore di altri soggetti e
la carica di amministratore unico era
assunta da omissis, il quale era stato
appena assunto come operaio in pro-
va presso la Cartofer). Il programma
criminoso, poi, prevedeva la commissio-
ne di una serie indeterminata di reati
non riconducibili solo alla violazione
dell’ar t. 260 D. Lgs.152/2006. Al fi ne di
organizzare l’ingente e lucrativo traffi co
illecito di rifi uti si faceva ricorso ad una
indeterminata serie di reati di falso. Ha
in proposito sottolineato il Tribunale
che l’avvio fraudolento dei veicoli non
bonifi cati allo smaltimento presso le
ditte del Nord avveniva facendo ricor-
so alla falsifi cazione dei documenti di
trasporto. Per celare, infatti, alle ditte di
smaltimento la reale natura dei veicoli
conferiti (si è visto come venisse siste-
maticamente e sostanzialmente omessa
l’operazione di messa in sicurezza) si
ricorreva alla falsifi cazione dei codici
identifi cativi.
Al sodalizio, infi ne, partecipavano anche
soggetti estranei alla compagine sociale
(ad es. autotrasportatori di “fi ducia”)
e con diversi ruoli; sicché anche sotto
tale profi lo, osserva correttamente il
Tribunale, le condotte degli indagati
risultano “assolutamente scisse dall’og-
getto sociale statutariamente esistente”
e vanno qualifi cate “piuttosto come sin-
tomatiche di quell’affectio societatis di
cui all’ar t. 416 c.p.
5.4) Con motivazione esente da vizi
logici e giuridici il Tribunale ha ritenuto
sussistenti i gravi indizi di colpevolez-
za nei confronti dei ricorrenti omissis.
Sulla base di specifi che emergenze (in
particolare le intercettazioni telefoni-
che) ha individuato il contributo da
ciascuno apportato alla realizzazione
del programma criminoso e dei reati
fi ne e la consapevole partecipazione al
sodalizio criminoso.
Tali gravi indizi, specifi camente esami-
nati e riportati nell’esame delle singole
posizioni (omissis), non risultano, peral-
tro, neppure espressamente contestati,
se non attraverso una generica censura
(le intercettazioni documenterebbero
solo la partecipazione ai singoli atti di
gestione o esecuzione della fase di la-
vorazione dell’impresa).
5.5) A diverse conclusioni deve invece
pervenirsi in ordine alla posizione di
35
L’ordinanza impugnata va, pertanto, an-
nullata sul punto, con rinvio per nuovo
esame al Tribunale di Napoli.
P. Q. M.
Annulla l’ordinanza impugnata limitata-
mente alla posizione di omissis, con rinvio
per nuovo esame al Tribunale di Napoli.
Rigetta i ricorsi degli altri ricorrenti che
condanna al pagamento delle spese
processuali.
Dispone inoltre che copia del pre-
sente provvedimento sia trasmessa
al Direttore dell’istituto penitenziario
competente perché provveda a quanto
stabilito dall’ar t. 94 comma 1 bis norme
di attuazione c.p.p.
Così deciso in Roma il 21 ottobre
2010
DEPOSITATA IN CANCELLERIA il 19
Nov. 2010
omissis. La motivazione del Tribunale è
in proposito assolutamente generica.
Dopo aver dato atto che le intercet-
tazioni non sono certamente a lui
riferibili, i giudici del riesame si limita-
no ad osservare che dalle indagini (in
particolare dalla documentazione di
trasporto) è emerso che il predetto
ha trasportato presso la Siderurgica
ingenti quantitativi di rifi uti provenienti
dalla CARTOFER. Non spiegano, però,
da quali elementi desumano l’inseri-
mento e la consapevole partecipazione
del omissis al sodalizio criminoso e la
consapevolezza che il codice risultante
dai documenti di trasporto fosse fal-
so (e che quindi si trattasse di rifi uti
pericolosi).
GOBBI SPARE PARTS SRL - Via Capannaguzzo, 3681 - 47023 Macerone di Cesena (FC) ItaliaTel. +39 0547 310128 - +39 0547 311146 - fax +39 0547 310283 - [email protected] - www.gobbisp.com
RITIRIAMOCATALIZZATORI ESAUSTI
ALTERNATORI - MOTORINI - COMPRESSORI ARIA CONDIZIONATA - STERZI IDROGUIDA E MANUALI - POMPE IDROGUIDA ED ELETTRICHE - STERZI ELETTRICI - SEMIASSI - MARMITTE CATALITICHE - GIUNTI - PINZE FRENO - TURBINE - POMPE DIESEL - INIETTORI - COMMONRAIL - TESTATE - ALBERI MOTORE - MOTORI E CAMBI
ACQUISTIAMOIN TUTTA ITALIA
BBI SPARE PARTS SRLL - Via Capan
36
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura di Alberto Piastrellini
Alla base dell’iniziativa, un Regolamento della Commissione UE
Obblighi dei produttoriPILE E ACCUMULATORI, NUOVE ETICHETTEOBBLIGATORIE DA MAGGIO 2012
Lo scorso 29 novembre è stato varato dalla Commissione Europea
il Regolamento n. 1103/2010: “Modalità per l’etichettatura delle
capacità di pile e accumulatori secondari per autoveicoli”, ai sensi
della Direttiva 2006/66/CE relativa a “pile e accumulatori e rifi uti
di pile e accumulatori”.
Detto Regolamento è stato formulato per fornire ai consumatori le
informazioni necessarie per comprendere l’effettiva capacità di pile e
accumulatori portatili secondari (ovvero, ricaricabili) e per autovetture,
nella direzione dell’implementazione di dinamiche di acquisto più
consapevole con effetti positivi sulla minor produzione di rifi uti.
Dall’articolato emerge che i produttori hanno 18 mesi di tempo, a
partire dal 30 novembre c. a. per adeguare l’etichettatura dei loro pro-
dotti (obbligatorio, quindi, a partire dal 30 maggio 2012), specifi cando
che, l’obbligo non si estende a quelle pile e accumulatori incorporati
o progettati per essere incorporati in apparecchiature prima della
fornitura all’utilizzatore fi nale e non destinati a essere rimossi per
motivi di sicurezza, prestazione, protezione medica o dei dati.
(Ndr., si avverte che il testo del Regolamento pubblicato nelle pagine
seguenti non riveste carattere di uffi cialità e non è in alcun modo
sostitutivo della pubblicazione uffi ciale cartacea).
Commissione europea
Regolamento 29 novembre 2010, n. 1103/2010/Ue
(Guue 30 novembre 2010 n. L 313)
Regolamento della Commissione che stabilisce, ai sensi della diret-
tiva 2006/66/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, norme
relative all’etichettatura indicante la capacità di pile e accumulatori
portatili secondari (ricaricabili) e per autoveicoli
(Testo rilevante ai fi ni del See)
La Commissione europea,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
vista la direttiva 2006/66/Ce del Parlamento europeo e del Con-
siglio, del 6 settembre 2006, relativa a pile e accumulatori e ai
rifi uti di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/Cee,
in particolare l’articolo 21, paragrafi 2 e 7,
considerando quanto segue:
(1) Aumentando la durata di vita media delle pile secondarie
(ricaricabili) si può ridurre la quantità di rifi uti. Scegliere le pile
adatte per un’apparecchiatura ridurrebbe la quantità di rifi uti di
pile e accumulatori.
(2) Al fi ne di assicurare ai produttori una concorrenza leale e
valori di qualità coerenti, è fondamentale che le informazioni
riguardanti la capacità contenute nelle etichette siano il risultato
di metodi armonizzati, controllabili e ripetibili.
(3) La direttiva 2006/66/Ce prescrive che tutte le pile e gli accu-
mulatori portatili e per autoveicoli rechino un’etichetta indicante
la capacità, che fornisca informazioni utili, facilmente comprensibili
e confrontabili agli utilizzatori fi nali quando acquistano pile e ac-
cumulatori portatili e per autoveicoli.
(4) A norma dell’articolo 21, paragrafo 7, della direttiva 2006/66/
Ce possono essere concesse deroghe all’obbligo di etichettatura
indicante la capacità.
(5) È opportuno concedere tali deroghe alle pile e agli accumu-
latori che sono venduti incorporati in apparecchiature e che non
sono destinati ad essere rimossi dagli utilizzatori fi nali per motivi
di sicurezza, prestazione, protezione medica o integrità dei dati e
continuità dell’alimentazione.
Queste pile e accumulatori non sono accessibili agli utilizzatori
fi nali che non possono pertanto scegliere il loro acquisto.
(6) È auspicabile che le informazioni si basino su norme europee e
internazionali esistenti in modo da fornire agli utilizzatori fi nali infor-
mazioni corrette fondate su una solida base scientifi ca e tecnica.
(7) Occorre armonizzare le norme esistenti in materia di eti-
chettatura indicante la capacità relative a pile e accumulatori
portatili secondari (ricaricabili) e per autoveicoli. È opportuno
valutare anche l’eventuale armonizzazione delle norme relative
all’etichettatura indicante la capacità per pile portatili primarie
(non ricaricabili).
(8) I produttori di pile e accumulatori necessitano almeno di 18
mesi per adeguare i loro processi tecnologici ai nuovi obblighi di
etichettatura indicante la capacità.
(9) Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al pa-
rere del comitato istituito dall’articolo 18 della direttiva 2006/12/
Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006,
relativa ai rifi uti,
Ha adottato il presente regolamento:
Articolo 1 - Ambito di applicazione
1. Il presente regolamento si applica a pile e accumulatori portatili
secondari (ricaricabili) e per autoveicoli immessi sul mercato per
la prima volta diciotto mesi dopo la data di cui all’articolo 5.
2. Il presente regolamento non si applica alle pile e agli accumu-
latori portatili secondari (ricaricabili) elencati nell’allegato I.
Articolo 2 - Determinazione della capacità
1. La capacità di una pila o di un accumulatore corrisponde
alla carica elettrica che questi possono erogare a determinate
condizioni.
2. La capacità di pile e accumulatori portatili secondari (ricari-
cabili) è determinata in base alle norme Cei/En 61951-1, Cei/
En 61951-2, Cei/En 60622, Cei/En 61960 e Cei/En 61056-1, in
funzione delle sostanze chimiche che contengono come indicato
nell’allegato II, parte A.
3. La capacità delle batterie e degli accumulatori per autoveicoli
è determinata in base alla norma Cei 60095-1/En 50342-1 in
funzione delle sostanze chimiche che contengono come indicato
nell’allegato II, parte B.
Articolo 3 - Unità di misura della capacità
37
1. La capacità delle pile e degli accumulatori portatili secondari
(ricaricabili) è espressa in “milliamperora” o in “amperora”, usando
le abbreviazioni (mAh) o (Ah), rispettivamente.
2. La capacità delle batterie e degli accumulatori per autoveicoli è
espressa in “amperora” (Ah) e “corrente di avviamento a freddo”
(A), usando entrambe le abbreviazioni.
Articolo 4 - Aspetti formali dell’etichetta indicante la capacità
1. Tutte le pile e gli accumulatori portatili secondari (ricaricabili)
sono muniti di un’etichetta contenente le informazioni di cui all’al-
legato III, parte A. La dimensione minima dell’etichetta dipende
dal tipo di pila e di accumulatore, come indicato nell’allegato IV,
parte A.
2. Tutte le batterie e gli accumulatori per autoveicoli sono muniti di
un’etichetta contenente le informazioni di cui all’allegato III, parte
B. La dimensione minima dell’etichetta dipende dal tipo di batteria
e di accumulatore come indicato nell’allegato IV, parte B.
Articolo 5 - Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblica-
zione nella Gazzetta uffi ciale dell’Unione europea.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e
direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 29 novembre 2010.
Allegato I
Esenzioni dall’obbligo di etichettatura indicante la capacità
1) Le pile e gli accumulatori portatili secondari (ricaricabili) incor-
porati o progettati per essere incorporati in apparecchiature prima
della fornitura all’utilizzatore fi nale e non destinati a essere rimossi
a norma dell’articolo 11 della direttiva 2006/66/Ce, non rientrano
nel campo di applicazione del presente regolamento.
Allegato II
Misurazione della capacità di pile e accumulatori portatili secondari
(ricaricabili) e per autoveicoli
Parte A. Pile e accumulatori portatili secondari (rica-
ricabili)
1) La capacità nominale delle pile e degli accumulatori portatili
secondari al nichel-cadmio è determinata in base alle norme Cei/
En 61951-1 e Cei/En 60622.
2) La capacità nominale delle pile e degli accumulatori portatili
secondari al nichel idruro metallico è determinata in base alla
norma Cei/En 61951-2.
3) La capacità nominale delle pile e degli accumulatori portatili se-
condari al litio è determinata in base alla norma Cei/En 61960.
4) La capacità nominale delle pile e degli accumulatori portatili
secondari al piombo-acido è determinata in base alla norma Cei/
En 61056-1.
Parte B. Batterie e accumulatori per autoveicoli
1) La capacità nominale e la prestazione all’avviamento a freddo
delle batterie e degli accumulatori per autoveicoli (batterie per
avviamento al piombo-acido) è determinata in base alla norma
Cei 60095-1/En 50342-1.
Allegato III
Informazioni contenute nell’etichetta indicante la capacità
Parte A. Pile e accumulatori portatili secondari (rica-
ricabili)
L’etichetta indicante la capacità delle pile e degli accumulatori
portatili secondari (ricaricabili) deve riportare le seguenti infor-
mazioni:
1) per le pile e gli accumulatori portatili secondari al nichel-cadmio
(NiCd), al nichel idruro metallico (Ni-MH) e al litio, la capacità no-
minale secondo quanto indicato rispettivamente nelle norme Cei/
En 61951-1, Cei/En 60622, Cei/En 61951-2 e Cei/En 61960:
a) come numero intero quando la capacità è espressa in mAh,
eccetto per le pile e gli accumulatori portatili secondari (ricari-
cabili) destinati a utensili elettrici;
b) come numero decimale a una cifra se la capacità è espressa
in Ah e come numero intero se è espressa in mAh, per tutte le
pile e gli accumulatori portatili secondari (ricaricabili) destinati a
utensili elettrici;
c) con un grado di precisione richiesto dalle norme Cei/En
61951-1, Cei/En 61951-2, Cei/En 60622 e Cei/En 61960 rispet-
tivamente;
2) per le pile e gli accumulatori portatili secondari al piombo-acido,
il valore minimo di capacità nominale all’interno del campione
indicato nella norma Cei/En 61056-1:
a) come numero decimale a una cifra quando la capacità è espres-
sa in Ah, eccetto per le pile e gli accumulatori portatili secondari
(ricaricabili) destinati a utensili elettrici; e
b) con il grado di precisione richiesto dalla norma Cei/En 61056-1.
Parte B. Batterie e accumulatori per autoveicoli
L’etichetta indicante la capacità delle batterie e degli accumulatori
per autoveicoli deve riportare le seguenti informazioni:
1) la capacità nominale e la prestazione all’avviamento a freddo
come indicato nella norma Cei 60095-1/En 50342-1;
2) il valore della capacità nominale e la corrente d’avviamento
riportati come numeri interi con un grado di precisione di ± il
10% del valore nominale.
Allegato IV
Dimensione minima e disposizione delle etichette indicanti la
capacità
Parte A. Pile e accumulatori portatili secondari (rica-
ricabili)
L’etichetta indicante la capacità delle pile e degli accumulatori por-
38
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
tatili secondari (ricaricabili) deve soddisfare i seguenti requisiti:
1) per pile e accumulatori singoli, eccetto le pile a bottone e le
pile di riserva per la memoria:
a) sulla pila e accumulatore: l’etichetta misura almeno 1,0 × 5,0
mm (A × L);
b) sull’imballaggio (parte anteriore) delle pile e degli accumulatori:
l’etichetta misura almeno 5,0 × 12,0 mm (A × L);
c) l’etichetta deve essere collocata sull’imballaggio (parte ante-
riore) e sulle pile e gli accumulatori al suo interno;
d) per le pile e gli accumulatori venduti senza imballaggio: l’etichet-
ta deve essere collocata sulla pila o sull’accumulatore stesso;
2) per pacchi batterie:
a) per pacchi batterie in cui la superfi cie del lato più grande è
inferiore a 70 cm2 , l’etichetta misura almeno 1,0 × 5,0 mm (A
× L);
b) per pacchi batterie in cui la superfi cie del lato più grande è
uguale o superiore a 70 cm2, l’etichetta misura almeno 2,0 × 5,0
mm (A × L);
c) l’etichetta va collocata solamente sull’involucro esterno dell’in-
sieme di elementi e non su ognuno di essi;
3) qualora la dimensione della pila, dell’accumulatore o del pacco
batterie non consenta di apporre un’etichetta della dimensione
minima richiesta, la capacità deve essere indicata sull’imballaggio
con un’etichetta che misura almeno 5,0 × 12,0 mm (A × L). In
questo caso, e qualora la pila, l’accumulatore o il pacco batterie
non siano forniti con un proprio imballaggio, la capacità deve
essere indicata sull’imballaggio dell’apparecchiatura con la quale
sono venduti le pile, gli accumulatori o i pacchi batterie;
4) per pile a bottone e batterie di riserva per la memoria:
a) sull’imballaggio (parte anteriore): l’etichetta misura almeno 5,0
× 12,0 mm (A × L);
b) l’etichetta va collocata sulla parte anteriore dell’imballaggio.
Parte B. Batterie e accumulatori per autoveicoli
L’etichetta indicante la capacità delle batterie e degli accumulatori
per autoveicoli deve soddisfare i seguenti requisiti:
a) l’etichetta copre almeno il 3% della superfi cie del lato più
grande della batteria e dell’accumulatore per autoveicoli e misura
al massimo 20 × 150 mm (H × L);
b) l’etichetta indicante la capacità va collocata su uno dei lati della
batteria o dell’accumulatore, tranne sul lato inferiore.
Gestione dei Rifi utiRECEPITA LA DIRETTIVA 2008/98/ceUn atteso regalo di Natale per produttori, e gestori
Mentre questo numero del Notiziario stava per essere consegnato alla stampa, il 10 dicembre è stato pubblicato, sulla Gazzetta uffi ciale n. 288 il Decreto legislativo n. 205 del 3 dicembre 2010, a titolo: “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifi uti e che abroga alcune direttive”.Il denso articolato modifi ca le disposizioni sulla gestione dei rifi uti (Parte IV), contenute nel D. Lgs n. 152/2006 (“Norme in materia ambientale”, più noto come Testo Unico Ambientale).Pubblicato ad appena due giorni dalla data di scadenza del termine previsto dall’Ue per il recepimento della Direttiva 2008/98/CE, il D. Lgs. n. 205 è il secondo restyling della Parte IV del Testo Unico ambientale, dopo il primo “correttivo” rappresentato dal D. Lgs n. 4/2008 (ma a ben guardare, in effetti, si tratta del 36° provvedimento che modifi ca l’articolato del D. Lgs. n. 152/2006 dopo soli 5 anni dall’entrata in vigore).Ovviamente, in questo numero, non potevamo pubblicare l’intero articolato del Decreto (disponibile, tuttavia, sul numero di dicembre di “Regioni&Ambiente”), né, per ragioni di tempistiche legate alla consegna in tipografi a, potevamo produrre un primo commento od un’analisi ragionata del testo normativo.In questo numero del Notiziario diamo solo una brevissima sintesi dei principali aspetti rilevanti contenuti, riservandoci di tornare sull’argomento con più calma, nel prossimo numero di Gennaio/Febbraio.Di seguito, gli aspetti di novità che riguarda il settore dei rifi uti:- affermazione del principio di responsabilità estesa del produttore,- defi nizione degli obiettivi di avvio a riutilizzo e recupero per alcuni materiali quali vetro, carta, plastica e metalli, - introduzione di norme specifi che per incentivare la raccolta differenziata dei rifi uti organici; - defi nizione di “auto compostaggio”; - defi nizione di materia seconda; - defi nizione di sottoprodotto; - riutilizzo di terre e rocce da scavo; - nuova defi nizione di Combustibile Solido Secondario CSS.
SERVIZI- raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi e non- demolizione e rottamazione di autoveicoli- vendita di ricambi auto usati
CERTIFICAZIONIUNI EN ISO 9001:2000UNI EN ISO 14001:2004
l’autodemolizione in linea con l’ambiente
Metalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S.S. 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrada Sant’Antuono, Zona industriale 84035 Pola (SA)Amministrazione: Tel. 0975 390820 - Fax 0975 390930 - Antonio Coppola Cell. 336 461651 - Ricambi: Tel. 0975 71168; 337 858177 (Salvatore); 328 1478934 (Arnaldo) - [email protected]
w w w . f r e e s e r v i c e s r l . i t
NO
TIZI
ARI
O D
I AG
GIO
RNA
MEN
TO D
EL S
ETTO
RE