Autodemolitori n5 maggio 2010
-
Upload
freeservice-freeservice -
Category
Documents
-
view
218 -
download
0
description
Transcript of Autodemolitori n5 maggio 2010
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
N. 5 MAGGIO 2010 - ANNO VI
periodico
Omologato
Free
Ser
vice
srl E
dizi
oni -
Fal
cona
ra M
. (AN
) - S
uppl
emen
to n
. 4 a
l n. 5
Mag
gio
2010
di R
egio
ni&
Ambi
ente
- Po
ste It
alia
ne s.
p.a.
- sp
ediz
ione
in a
bbon
amen
to p
osta
le -
D.L
. 353
/200
3 (c
onv.
in L
. 27/
02/2
004
n. 4
6) a
rt.1
, com
ma
1, D
GB A
ncon
a
3
SOMMARIO
MILLE E UNA... PROROGA…............................................5
LOGIMA PROBLEMI DI SPAZIO? C’È LOGIMA ................................8
PRIMAVERA DI FUOCO ...................................................9
SISTRI: OPERATIVITÀ DEL SISTEMA E SANZIONI .............12
L’ARIA CHE RESPIRIAMO FA MALE! ...............................13
L’UE CONDANNA LA FRANCIA ......................................18
C.A.R. ALLO STUDIO L’IPOTESI DI INTERFACCIA SISTRI E GEST-CAR ...................................20
AUTODEMOLIZIONE: UN CASO DA REPORT ...................21
QUANDO LA MANCANZA DI AUTORIZZAZIONI COSTITUISCE REATO ...........................24
AUTODEMOLITORI, SOLARIZZIAMOCI! ............................29
CAR-SHARING SU SCALA EUROPEA? ARRIVA IL PROGETTO MOMO ........................................30
GOBBI SPARE PARTS SRL - Via Capannaguzzo, 3681 - 47023 Macerone di Cesena (FC) ItaliaTel. +39 0547 310128 - +39 0547 311146 - fax +39 0547 310283 - [email protected] - www.gobbisp.com
RITIRIAMOCATALIZZATORI ESAUSTI
ALTERNATORI - MOTORINI - COMPRESSORI ARIA CONDIZIONATA - STERZI IDROGUIDA E MANUALI - POMPE IDROGUIDA ED ELETTRICHE - STERZI ELETTRICI - SEMIASSI - MARMITTE CATALITICHE - GIUNTI - PINZE FRENO - TURBINE - POMPE DIESEL - INIETTORI - COMMONRAIL - TESTATE - ALBERI MOTORE - MOTORI E CAMBI
ACQUISTIAMOIN TUTTA ITALIAAASS-G-
5
di Adriana Malandrino
MILLE E UNA... PROROGAL’affaire MUD
La “favola” del MUD prosegue fi no a giugno?
Il MUD in stallo e migliaia di aziende rimangono bloccate
sugli adempimenti.
C’è confusione a livello legislativo e smarrimento da par te
del Governo sul Modello unico di dichiarazione am-
bientale.
Poi un Decreto viene varato dal Consiglio dei Ministri il 30
aprile e la situazione pare normalizzarsi. Alla vigilia del varo
del Decreto interveniva Confindustria con una riflessione
che la dice lunga: “A due giorni dalla scadenza del termine per
la presentazione del MUD - ha sottolineato Aldo Fumagalli
Romario, Presidente della Commissione Sviluppo Sostenibile
di Confindustria - la mancata approvazione dell’emendamento
di proroga crea una situazione di confusione senza precedenti.
600.000 imprese si troveranno da sabato fuori legge e soggette
a sanzioni per aver fatto affidamento sulle ripetute assicurazioni
fornite dal Governo. Le imprese – ha continuato - meritano mag-
giore attenzione. Da mesi Confindustria insiste per una norma
di proroga sulla quale il Governo si era detto d’accordo. Invece
si è perso inutilmente tempo e oggi si è giunti ad una situazione
grottesca che potrebbe esasperare le imprese e indurle a inizia-
tive verso regole prive di certezza e di chiarezza”.
Studiando il problema alla radice, ci si rende conto che tutto
nasce dal fatto che il DM 185/2007 prevede una modalità
telematica di invio dei dati del modello MUD 2010 (dopo
le modifiche disposte dal DPCM del 2 dicembre 2008 che
prevede una modulistica elettronica al posto di quella car-
tacea).
Ma la cosa che fa sorridere è che la modalità telematica non
è ancora disponibile e la data ultima di scadenza per la
presentazione del modulo era il 30 aprile.
Proprio il 30 aprile però il Consiglio dei Ministri ha varato il
Decreto sulla proroga del MUD al 30 giugno, Decreto pre-
ceduto a sua volta da uno del Presidente del Consiglio dei
Ministri con il quale viene consentito alle aziende di utilizzare
anche per la dichiarazione da presentare quest’anno il vecchio
modello del MUD e non il nuovo che sarebbe dovuto entrare
in vigore ma che, ancor prima di nascere, sarebbe stato sop-
piantato dall’avvio del SISTRI, il nuovo sistema elettronico di
tracciabilità dei rifiuti che sostituisce integralmente gli oneri
e gli adempimenti passati.
Contestualmente al varo del Decreto del 30 aprile il Ministro
dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha dichiarato: “Oggi
l’Italia può dire di aver attivato per i rifiuti speciali e pericolosi
un sistema all’avanguardia in Europa, ottenendo il massimo in
termini di controllo ambientale e anche in termini di efficienza
e risparmio per le aziende. Abbiamo perfezionato, evitando di
caricare le imprese di oneri inutili, il regime transitorio dal sistema
cartaceo, che rendeva di fatto impossibili i controlli, al sistema
elettronico del SISTRI che in estate entrerà in vigore e consentirà
di monitorare tutti gli spostamenti e le destinazioni dei rifiuti in
tempo reale”. “Il Governo – ha continuato la Prestigiacomo - ha
dato anche una risposta al mondo produttivo prevedendo un
sistema di rimborso per le quote di CO2 per gli impianti entrati
in funzione dopo il 21 aprile 2009 che non possono avvalersi
delle quote gratuite”.
Il modello da utilizzare è quello pubblicato sulla Gazzetta Uffi-
ciale del 28 aprile 2010 (che ha sostituito il Dpcm 2 dicembre
2008), mentre restano valide le dichiarazioni presentate alla
data di entrata in vigore del decreto legge, utilizzando il
DPCM 2 dicembre 2008.
Il MUD risulta ar ticolato in quattro capitoli:
Cap.1- Rifiuti: riguarda gli obblighi e i soggetti di cui agli • ar ticoli 189 e 220 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006,
n.152 nonché i gestori di impianti di trattamento e di recu-
pero dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
di cui all’ar ticolo 9, comma 4 del Decreto Legislativo 25
luglio 2005, n.151;
Cap. 2- Veicolo fuori uso: riguarda gli obblighi e i soggetti • che effettuano la raccolta, il trasporto, il trattamento e il
recupero dei veicoli fuori uso di cui all’ar ticolo 11, comma
3, del Decreto Legislativo 24 giugno 2003, n.209;
Cap.3- Apparecchiature elettriche ed elettroniche e rifiuti • da apparecchiature elettriche ed elettroniche: riguarda gli
obblighi e i soggetti di cui all’ar ticolo 13, commi 6 e 7, del
decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151, iscritti al Registro
nazionale dei produttori di apparecchiature elettriche ed
elettroniche di cui all’ar ticolo 14 del medesimo D. Lgs.
Per la trasmissione dei dati di cui al cap. 3 i soggetti inte-
ressati devono collegarsi per via telematica al sito www.
registroaee.it e seguire le istruzioni ivi esposte;
Cap. 4- Emissioni: per la trasmissione dei dati di cui al • capitolo 4 i soggetti interessati devono collegarsi per via
telematica al sito www.eprtr.it e seguire le istruzioni ivi
esposte. L’approvazione del Decreto però arriva dopo un
periodo d’ incer tezza per le aziende del settore, dal mo-
mento che i produttori di rifiuti tenuti a presentare il MUD
non potevano farlo visto che non erano nelle condizioni di
compilare né il nuovo modello né, di fatto, utilizzare quello
vecchio, perché essendo stato abrogato, non aveva valore
di legge in mancanza di un provvedimento legislativo che
ne ripristinasse la validità.
E ancora: i gestori dei rifiuti che avevano applicato l’IVA sulla
tariffa non sapevano se continuare per quella strada o cosa
altro fare e cosa rispondere agli utenti che stavano chiedendo
indietro quanto versato.
Inoltre, le imprese che aspettavano la redistribuzione delle
quote di CO2 non sapevano se andare a comprare sul merca-
to le quote di CO2 per cui erano eccedenti rispetto al Piano
di assegnazione nazionale. Appena dopo l’approvazione del
Decreto siamo però ancora in attesa che lo stesso entri in
vigore (15 giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta, quindi
6
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
dal 13 maggio), e, in base alla normativa ad oggi vigente, la
modulistica e le istruzioni da utilizzare per la presentazione
del MUD 2010 sono quelle recate dal DPCM 2 dicembre
2008. In par ticolare le pagine relative alla modulistica sem-
plificata da scaricare sono le n. 51-52-53 del documento di
cui sopra, mentre le relative istruzioni sono alle pagine n. 8-9
del documento stesso. Ricordiamo che gli obblighi di comuni-
cazione del MUD possono essere assolti tramite la Sezione
Semplificata contenuta nel DPCM 2 dicembre 2008 dai soli
dichiaranti per i quali ricorrono contemporaneamente tutte
le seguenti condizioni:
essere produttori iniziali di non più di cinque rifiuti; • i rifiuti sono prodotti nell’unità locale cui si riferisce la dichia-• razione;
per ogni rifiuto prodotto non si utilizzano più di tre traspor-• tatori e più di tre destinatari.
Per ripercorrere velocemente la storia del MUD (o
740 ecologico) basterà spiegare che è un model-
lo attraverso il quale devono essere denunciati i rifiuti
pericolosi prodotti dalle attività economiche, i rifiuti rac-
colti dai Comuni e quelli smaltiti, avviati al recupero o
trasportati nell’anno precedente la dichiarazione. Dal
29/04/2006 il MUD non è più obbligatorio per i dati rela-
tivi agli imballaggi prodotti, importati ed esportati.
Sono sottoposte all’obbligo, invece, le imprese che hanno
organizzato un sistema autonomo (diverso da quello gesti-
to dal CONAI e dai Consorzi di filiera dei diversi materiali
di imballaggio) di ripresa, recupero o riutilizzo dei rifiuti di
imballaggio.
Gli obblighi sostituiti dalla presentazione di questo modello
riguardano i settori dei rifiuti e comprendono:
la denuncia al catasto rifiuti sulla quantità e qualità dei ri-• fiuti prodotti recuperati e smaltiti che, in precedenza, veniva
presentata alla provincia;
l’informazione annuale, da fornirsi all’autorità che ha rilasciato • l’autorizzazione a svolgere attività di smaltimento, sui tipi e sui
quantitativi di rifiuti prodotti, trasportati, recuperati o smaltiti
nel precedente anno solare;
le informazioni inviate dai Comuni alle Regioni sulla produzio-•
PARAURTI E SERBATOITI OCCUPANO TROPPO SPAZIO?
SIAMO LA TUA SOLUZIONE......CHIAMA!!!
Gruppo Brutti sasdi Brutti Riccardo C.Fondata nel 1993
®®®®®®
triturato paraurti pressati
serbatoi pressati paraurti e serbatoi pressati
UNA SOLUZIONE “VERDE”PER GLI AUTODEMOLITORI
s.s. 361 km 51 LOC.PITINO - 62027 S. SEVERINO M.(MC) - Tel. 0733/63 63 69 - FAX 0733/63 67 82 - Cell. 335/54 28 963 - [email protected]
7
ne e sullo smaltimento dei rifiuti nei territori di competenza.
Dal 2003, il MUD include anche una sezione dedicata alle
emissioni in aria e in acqua provenienti da impianti sottoposti
alla direttiva IPPC sulla prevenzione e il controllo integrati
dell’inquinamento (vedi Dichiarazione INES – IPPC).
Con il D.P.C.M. 22/12/2004, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
n. 305 del 30/12/2004, dal 2005 è stata introdotta nel MUD
una nuova sezione della dichiarazione, dedicata solo alle attivi-
tà correlate ai veicoli a fine vita, e cioè all’autodemolizione,
alla rottamazione e alla frantumazione dei veicoli fuori uso e
dei loro componenti.
L’esigenza di raccogliere dati statistici sulle attività di gestione
di questi ultimi discende dal Decreto legislativo 24/06/2003 n.
209 (Gazzetta Ufficiale n. 182 del 07/08/2003 - Supplemento
Ordinario n. 128) con il quale è stata recepita la Direttiva
2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso.
I soggetti che “effettuano le attività di raccolta, di trasporto e
di trattamento dei veicoli fuori uso e dei relativi componenti e
materiali” (ar ticolo 11, comma 3, del Decreto citato) sono
infatti tenuti ad adempiere all’obbligo di comunicare una nu-
trita serie di dati.
Dunque, proprio alla vigilia di una nuova possibile proce-
dura di infrazione comminata all’Italia dall’UE per i reiterati
sforamenti del limite delle polveri sottili nelle nostre città, il
Governo italiano emana, con notevole ritardo, un Decreto
proprio in merito allo smaltimento dei rifiuti, incrinando ul-
teriormente la fiducia dei cittadini e delle molte Associazioni
di categoria che avevano riposto in una soluzione tempestiva
del problema da par te di chi governa.
Qual è dunque il futuro che si profila per lo smaltimento dei
rifiuti in Italia al di là delle fin troppo entusiastiche dichiarazioni
d’intenti?
777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777777
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
di Silvia Barchiesi
Parola di Sebastiano Cubeda dell’Autodemolizione Cubeda s.r.l. di Aci Sant’Antonio (CT)
PROBLEMI DI SPAZIO?C’È LOGIMA
LogiMa s.r.l.
PER CONTATTI:Giovanni Paolini 348 3034493Giovanni Del Moro 393 9609502
Una logistica effi ciente e una gestione del
magazzino intelligente: sono queste le nuo-
ve esigenze dell’autodemolizione di oggi,
sempre di più alle prese con problemi di
spazio e con la necessaria riorganizzazione
di piazzali e magazzini.
A spingere verso la riorganizzazione del set-
tore non sono solo le esigenze commerciali,
ma anche un nuovo quadro normativo, fatto
di limiti più severi in materia ambientale e di
standard di sicurezza più elevati: la Direttiva
2000/53/CE, recepita successivamente in
Italia con D. Lgs. 209/2003 e successive
disposizioni correttive ed integrative conte-
nute nel D. Lgs. N.86 del 12 aprile, disciplina,
ad esempio, i nuovi standard per i centri di
raccolta, tra cui l’adeguato stoccaggio dei
pezzi smontati, nonché fra criteri di gestione,
regole precise circa la sovrapposizione massi-
ma consentita dei veicoli messi in sicurezza
e non ancora sottoposti a trattamento, fatte
salve le condizioni di stabilità e la valutazione
dei rischi per la sicurezza dei lavoratori.
A dare una mano agli autodemolitori, alle
prese con la mancanza di spazi e con la
necessità di un adeguato e sicuro stoccag-
gio dei veicoli c’è LogiMa s.r.l, giovane
società di Porto d’Ascoli specializzata nella
progettazione e vendita di soluzioni “sal-
va-spazio” per la logistica e la gestione di
magazzini. Tra i prodotti più richiesti ci sono
proprio i cantilever, apposite scaffalature che,
in versione mono o bifronte, consentono il
più sicuro e ordinato stoccaggio delle au-
tovetture da rottamare.
Il Sig. Sebastiano Cubeda, titolare dell’
Autodemolizione Cubeda di Aci Sant’Antonio
(CT), lo scorso anno, ne ha acquistati 7
mono-fronte per il suo centro di 10.000
m2 di superfi cie.
“Grazie ai cantilever, che consentono la si-
stemazione di più autovetture su più livelli,
abbiamo potuto recuperare molto spazio.
Siamo molto soddisfatti del nostro acquisto.
Non escludo infatti la possibilità di un ulteriore
ordine nel prossimo futuro”.
Tra i prodotti LogiMa non ci sono solo i
cantilever, ma una vasta gamma di soluzioni
ideali per razionalizzare gli spazi e ottimiz-
zare itempi di lavoro, come le scaffalature
portapallets.
Il Sig. Cubeda ne ha comprate ben 8, della
lunghezza di 20 metri ciascuno, realizzati su
due livelli, per il suo magazzino di 400 m2..
Logima non è solo cantilever e portapallets:
scaffalature modulari ad aggancio, scaffali
tradizionali, impianti a doppio e triplo piano,
accessori, mezzi di movimentazione, carrelli
elevatori sono le altre soluzioni offerte da
LogiMa per chi vuole risolvere i problemi
di spazio del proprio centro.
9
di Valentina Bellucci
PRIMAVERA DI FUOCOCaro carburanti
In Italia la benzina è fra le più care d’Europa e la situazione dovrebbe peggiorare ancora
Il prezzo della benzina, nell’ultimo mese è
sempre più al centro di discussioni e po-
lemiche.
I consumatori vedono il prezzo del car-
burante salire continuamente e, mentre
frugano nel portafogli, cercano invano di
scoprire il colpevole dei continui rincari.
La spesa sempre maggiore è responsabili-
tà delle Compagnie petrolifere o delle tasse
statali?
E, soprattutto, come si può risolvere il proble-
ma del continuo aumento dei prezzi?
Molte Compagnie hanno aumentato i prez-
zi di benzina e gasolio in Europa e l’Italia sta
pagando salatamente questi rialzi.
Vediamo, insieme, la classifi ca dei 27 Paesi
europei, secondo le rilevazioni del Portale
Europeo dell’Energia.
Il diesel italiano è in assoluto fra i più cari
del continente. Il costo medio per la Peni-
sola è calcolato a 1,22 euro al litro, ed è
superato solo da Grecia (1,25), Danimarca
(1,24) e Germania (1,23).
Calcolando però solo il prezzo al netto
delle imposte, l’Italia, con 60 centesimi è
superata solo da Grecia (64), Portogallo
(61), e Finlandia, (61).
Per quanto riguarda la benzina, il costo
medio italiano calcolato dal Portale euro-
peo è pari a 1,39 euro al litro, e non è fra
i più alti in assoluto (superato da Belgio,
Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia e
Portogallo).
Il costo al netto delle imposte, però, pari a
60 centesimi, è in assoluto il più alto dietro
solo alla Danimarca (61).
Tutte le Compagnie, tranne Erg, hanno
portato la verde sopra 1,43 euro al litro
e sale anche il costo del diesel, portando
il costo del carburante ai picchi toccati
nell’estate del 2008.
Tra l’altro, questo succede mentre sui mer-
cati i futures del petrolio scendono sotto
gli 82 dollari al barile, zavorrati fra le altre
cose, dal rafforzamento del dollaro (che
guadagna sull’euro soprattutto a causa della
crisi greca).
Il prezzo dei carburanti in Italia resta fra i
più alti d’Europa. La nuova ondata di rincari
è partita con il ritocco al rialzo di Agip ed
è proseguita con i rincari decisi di Api/
Ip, Esso, Shell, Tamoil e Total (almeno
queste erano le ultime stime prima della
pubblicazione dell’articolo). Per la verde,
rincari fra 5 e 6 centesimi, con il risultato
che se si esclude Erg, il cui prezzo è pari
a 1,428 euro, tutte le altre Compagnie
sono salite sopra quota 1,43 con il picco
rappresentato Tamoil e Q8 (1,44).
Il gasolio ha subito incrementi più diversi-
fi cati, dai 2 agli 8 centesimi, e i prezzi vanno
da 1,269 applicato da Erg e Shell a 1,287
di Q8.
Su questo problema era già intervenuto
l’allora Ministro dello Sviluppo Economico,
Claudio Scajola, il quale aveva spiegato
che il taglio delle accise “non è un percorso
possibile”e aveva aggiunto che ai primi di
maggio sarebbe stato defi nito il Piano di-
scusso la settimana prima con i petrolieri:
“Crediamo che la benzina riuscirà a ridurre
lo stacco con la Ue sul costo industriale.. Ho
incontrato il garante dell’Antitrust per alcuni
aspetti che devono essere defi niti”.
Il Protocollo presentato nei giorni scorsi
(Proposte in materia di ristrutturazione della
rete di distribuzione carburanti) prevede, fra
i punti più importanti, l’introduzione del
prezzo settimanale, che le Compagnie
una volta fi ssato potranno solo diminuire,
non aumentare fi no all’ottava successiva.
In vista, anche una riorganizzazione della
rete.
Il problema è che si tratta di misure non
certo immediate, si parla di un anno circa
per la loro effettiva applicazione.
Nel frattempo, Federconsumatori cal-
cola che i rincari comportano una ricaduta
sugli automobilisti pari a 254 euro l’anno e
ipotizza che al proseguire del trend attuale,
tale somma potrebbe anche raddoppiare!
La corsa al rialzo non sembra dunque
arrestarsi ed il Governo, sollecitato conti-
nuamente dai consumatori, ha annunciato
di avere allo studio un’ampia riforma di set-
tore che potrebbe però essere anticipata
nell’immediato da interventi fi scali per la
sterilizzazione dell’IVA. Sul tema era inter-
venuto anche il Sottosegretario al Ministero
per lo Sviluppo economico, Stefano Saglia,
che ospite in aprile alla trasmissione Omni-
bus life in onda su La7, ha spiegato che “la
sterilizzazione dell’IVA sarebbe una risposta
immediata come del resto il Presidente del
Consiglio ha chiesto al nostro Ministero”.
In altre parole, questo signifi cherebbe per
Saglia che “Lo Stato non è interessato all’au-
mento del prezzo della benzina”.
L’interesse primario è quello di dare sollievo
agli automobilisti grazie a misure istantanee.
Ma per togliere quei 3-4 centesimi al litro
di troppo e per allineare i prezzi italiani con
quelli europei, servirà un triennio.
“Nel 2013 - ha detto Saglia - potremmo
farcela ma la differenza dei prezzi è deter-
minata soprattutto dall’organizzazione della
rete, sulla quale bisogna lavorare insieme
con le Regioni. L’obiettivo fi nale è quello di
raggiungere un allineamento defi nitivo con
gli altri Paesi”.
Tra le ipotesi all’esame del Ministero c’è
quella di introdurre prezzi settimanali, an-
ziché quotidiani, oltre a quella di una misura
fi scale.
Sull’IVA si era già intervenuti in passato,
nel ’99 prima e nel 2008, poi, sempre con
meccanismi abbastanza complessi.
Nel caso più recente il Governo Prodi
varò un Decreto per sterilizzare l’effetto
degli aumenti del petrolio sul prezzo dei
carburanti. La norma, emanata in base alla
Finanziaria 2008, prevedeva uno sconto fi -
scale di 2 centesimi per ogni litro di benzina
o gasolio, con la conseguente restituzione
agli automobilisti di una somma pari a cir-
ca 162 milioni di euro. La Finanziaria di
quell’anno prevedeva infatti la possibilità di
emanare, ogni tre mesi, un provvedimento
che, attraverso un meccanismo sulle me-
die delle quotazioni del greggio, riducesse
l’impatto del caro-carburanti assorbendo
con l’accisa (l’imposta sulla fabbricazione e
vendita di prodotti di consumo) il miglior
gettito Iva derivante dal rialzo della materia
prima. Incalzato dalle domande, il Direttore
Generale dell’Unione Petrolifera, Piero
De Simone, ha rilevato come nonostan-
te i 24.000 impianti e gli ingenti costi del
sistema distributivo italiano, l’Italia abbia
un venduto inferiore rispetto ad altri Paesi
europei. Ma, schermendosi, ha poi dichia-
rato che: “se il consumatore è attento può
risparmiare già oggi tra i 5 e i 7 centesimi,
perché il ventaglio dei prezzi è molto ampio.
10
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Per ridurre i costi bisogna mettere mano a un
discorso strutturale”.
Secondo De Simone “non è vero che c’è
speculazione perché l’ordine di grandezza
dei profi tti delle compagnie su un litro di
benzina è di 1-2 centesimi e lo spazio di
manovra per farsi concorrenza tra aziende è
il 10% del prezzo fi nale perché le altre voci
sono fi sse. Piuttosto, il sistema petrolifero - ha
concluso - ha perso abbondantemente oltre
un miliardo di euro”.
È sceso in campo contro il caro-benzina
anche il presidente dell’Antitrust, An-
tonio Catricalà, secondo cui “la cosa più
importante da fare è aumentare il self-service,
in particolare l’iperself, perché gli impegni che
sono stati assunti da Eni con noi hanno dato
ottimi risultati fi no a 10 centesimi in meno
sul servito: signifi ca essere veramente in linea
con l’Europa”.
Il Presidente UP(Unione Petrolifera), Pa-
squale De Vita, ha insistito invece sul
fatto che chi cerca la benzina meno cara la
può trovare: “Ci sono migliaia di impianti che
vendono la benzina a livello dei prezzi europei.
Self-service, sconti, iniziative di promozione -
ha sottolineato, aggiungendo che - siamo
di fronte ad un’aggressione totale, anche da
parte di giornali e mass media, perché sembra
che sotto Pasqua ci sia stata una grande spe-
culazione sulla benzina. In realtà negli ultimi
15 giorni i prezzi sono rimasti fermi».
All’attacco, ovviamente, i consumatori
che comunque apprezzano l’ipotesi della
sterilizzazione dell’IVA ventilata dal Sotto-
segretario Saglia.
Per Federconsumatori “le ricadute per
gli automobilisti a causa dei continui rincari
ammontano a ben 288 euro tra costi diretti
ed indiretti. Facendo lo stesso conteggio su
base annua, l’ammontare dei rincari per costi
diretti e indiretti, raggiunge un totale di 469
euro in più per ogni automobilista”.
Il problema, sottolinea l’Associazione, è
che “ad oggi i carburanti vengono venduti a
1,44 euro al litro, lo stesso prezzo a cui si
attestavano nel maggio 2008, periodo in cui
però il costo del petrolio si trovava oltre i 120
dollari al barile”.
Il Codacons calcola che sulle partenze
del primo maggio, ad esempio, “i rincari dei
prezzi di benzina e gasolio si tradurranno in
una maggiore spesa a carico degli automo-
bilisti pari complessivamente ad almeno 20
milioni di euro”.
E secondo i calcoli dell’Adoc (Associazione
per la Difesa e l’Orientamento dei Consuma-
tori) per un pieno occorrono in media 11
euro in più dello scorso anno.
L’Adoc, denunciata la situazione, ha provato
a tracciare alcune possibili via d’uscita. Un
primo provvedimento utile potrebbe essere
quello di mettere mano al sistema delle acci-
se che gravano sul prezzo del carburante.
Sul prezzo pagato alla pompa dai consuma-
tori, fa notare l’Adoc, le accise pesano per la
11
bellezza di 0,30 euro al litro, cioè per il 20%
del totale. Una quota assai considerevole,
dunque, nella quale rientrano anche accise
molto datate e che, al momento, risultano
essere davvero anacronistiche, come l’accisa
introdotta nel 1935 per la guerra di Abissinia
(pari a 1,90 lire), quella del 1956 per la
crisi di Suez (14 lire al litro) e quella per il
disastro del Vajont del 1963 (ulteriori dieci
lire); (NdR: per maggiori informazioni medasi
il box a corredo dell’articolo).
Il secondo pilastro della strategia ipotiz-
zata da Adoc è l’aumento del numero di
distributori. Incrementando i punti vendi-
ta e, permettendo loro di vendere anche
prodotti diversi da quelli petroliferi, così da
diversifi care il business e godere di ulterio-
ri entrate rispetto a quelle della vendita
di carburante, si riuscirebbe a creare uno
spazio utile per ridurre il prezzo praticato
agli automobilisti.
Fa rifl ettere come prima della scorsa Pa-
squa, a ridosso dell’abituale week end di
esodo da parte di milioni di famiglie, siano
stati applicati incrementi di prezzo che non
corrispondono ad un aumento dei costi
petroliferi, bensì ad una previsione sui livelli
di mercato che il barile di petrolio potrebbe
raggiungere fra tre mesi.
Infatti sono stati presi come riferimento
i valori dei cosiddetti future del mercato
petrolifero. Questi valori esprimono la
previsione di un futuro aumento di prezzo, in
relazione al quale le Compagnie possono
acquistare al costo di oggi “scommettendo”
che fra tre mesi esse potranno realizzare
un guadagno differenziale.
Ovviamente il valore del future non coin-
cide con quello attuale. Oggi il costo del
barile corrisponde ad un aumento del 31%
della media dei prezzi 2009, cioè 61,66 dol-
lari al barile. Questo è il prezzo di acquisto
attuale, sul quale sarebbe stato più giusto
fi ssare i prezzi ai distributori e quindi al
pubblico.
È proprio da queste considerazioni che
sono nate molte polemiche circa presun-
te speculazioni sui carburanti; l’UP, dati alla
mano, ha sottolineato come non occorra
correlare il prezzo della benzina a quello
del greggio, ma occorre, invece, tenere con-
to del prezzo industriale del carburante che
nel primo trimestre di quest’anno è cresciu-
to. In ogni caso, è diffi cile che l’Adusbef
(Associazione Difesa Consumatori ed Utenti
Bancari, Finanziari ed Assicurativi), la Feder-
consumatori e tutte le altre Associazioni
che si battono per prezzi dei carburanti più
trasparenti modifi cheranno il proprio orien-
tamento. I Consumatori, tra l’altro, chiedono
l’istituzione di una apposita Autorità di
controllo che accerti costantemente la
congruità della formazione dei prezzi rispet-
to a tutti i parametri in gioco. Rimane poi
aperta, oramai da diversi mesi, la questione
relativa alla possibilità di mettere a punto
una completa liberalizzazione delle rete di-
stributiva aprendo il mercato della vendita
dei carburanti anche ai centri commerciali
della Grande Distribuzione Organizzata. In
questo modo secondo le Associazioni dei
Consumatori il pieno costerebbe di meno,
così come l’aumento delle pompe in mo-
dalità “self service” garantirebbe allo stesso
modo più scelta e più risparmio, come già
sottolineato in precedenza.
C’è da dire, peraltro, che le alternative in
questo momento non sono cosi affi dabili
e migliorative per l’impatto ambientale; ci
riferiamo, ovviamente ai carburanti non tra-
dizionali di origine agricola e targati “bio”.
Una ricerca commissionata dall’Unione
Europea ha messo in evidenza il pericolo
che i biocombustibili possano immettere
nell’atmosfera concentrazioni di gas serra
quattro volte superiori a quelle generate dalla
combustione di petrolio e gas.
Questa notizia è poco rassicurante per il
futuro del Pianeta e dell’Ue che ha scom-
messo di raggiungere, entro il 2020, la soglia
del 10% di carburanti ottenuti da fonti rin-
novabili per il trasporto su gomma.
Questa ricerca è stata resa nota ed uffi ciale
dall’Ue solo da poco, dopo essere stata al
centro di un piccolo giallo. Infatti il rapporto
era pronto già dallo scorso dicembre, ma è
stata l’Agenzia Reuters, dopo aver chiesto
una copia dell’allegato, a renderlo visionabi-
le invocando il diritto-dovere di informare i
cittadini sulle notizie in esso contenute.
Detto, questo, la situazione rimane comun-
que tesa e, per quello che riguarda il nostro
Paese, siamo in attesa delle misure a breve
termine promesse dal Governo con la spe-
ranza che il prezzo della benzina torni ad
essere stabile ed accessibile a tutti, in modo
tale da non rendere diffi cile ulteriormente
la mobilità di persone e di merci.
Elenco Accise sulla Benzina
Oltre il 70% del costo di un litro di benzina alla pompa, è costituito da accise ed imposte la cui ragion d’essere risulta alquanto dubbia, data la storicità degli eventi a cui dovrebbero rispondere.A renderlo noto è il Portale Disinformazione.it che riprende i dati dal sito del Governo Italiano.Non solo, logica e buonsenso vorrebbe che al termine dei disagi provocati da un evento luttuoso o disastroso, venissero meno quegli interventi di prelievo che servono a mitigarne gli effetti (e dunque, in molti casi tali accise potrebbero essere azzerate), ma su queste stesse accise viene calcolata l’IVA in una sorta di assurda tassa sul balzello.Vediamo insieme l’elenco delle accise che gravano sulla benzina:- 1,90 lire per la guerra di Abissinia (1935)- 14 lire per la crisi di Suez (1914)- 10 lire per la catastrofe del Vajont (1963)- 10 lire per l’alluvione di Firenze (1966)- 10 lire per il terremoto del Belice (1968)- 99 lire per il terremoto del Friuli (1976)- 75 lire per il terremoto dell’Irpinia (1980)- 205 lire per la missione in Libano (1983)- 22 lire per la missione in Bosnia (1996)- 0,020 euro per il rinnovo del contratto autoferrotranviari (2004) (dal sito: www.disinformazione.it)
12
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura dell’Avv. Rosa Bertuzzi
SISTRI: OPERATIVITÀDEL SISTEMA E SANZIONI
Il SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifi uti), intro-
dotto nell’ordinamento giuridico italiano dal Decreto 17 dicembre
2009 del Ministro dell’ambiente, si avvia verso un regime di com-
pleta operatività.
È infatti decorso il termine di iscrizione per i soggetti appartenenti
al primo gruppo (30 marzo 2010), mentre per gli utenti rientranti
nel secondo gruppo esso è prolungato fi no al 29 aprile 2010.
Per quanto concerne la concreta gestione degli adempimenti che
discendono dall’iscrizione al SISTRI, è da rilevare che, ai sensi delle
disposizioni contenute nel Decreto ministeriale 15 febbraio 2010 -
che reca integrazioni e modifi che al D.M. 17 dicembre 2009 - essi
sono demandati ad un delegato, ossia il soggetto, nell’ambito
dell’organizzazione aziendale:
che è delegato dall’impresa all’utilizzo e alla custodia del di- spositivo USB;
al quale sono associate le credenziali di accesso al Sistema; al quale è attribuito il certifi cato per la fi rma elettronica.
Qualora l’impresa non abbia indicato, nella procedura di iscrizione,
alcun delegato, le credenziali di accesso al SISTRI e il certifi cato
per la fi rma elettronica verranno attribuiti al rappresentante legale
dell’impresa. Da ciò consegue che tale ruolo non possa essere
affi dato ad un soggetto, come ad esempio un consulente esterno
all’impresa, che non sia inserito nell’organizzazione aziendale.
Inoltre, il dispositivo USB deve essere detenuto presso
la sede dell’unità locale o dell’unità operativa dove si
effettua la produzione e/o la gestione dei rifi uti.
CONTRIBUTI
L’operatività del sistema SISTRI si basa sui contributi che i sog-
getti obbligati sono tenuti a versare, ai fi ni del funzionamento
del circuito.
Il pagamento del contributo è effettuato mediante:
un unico versamento comprendente l’importo complessivo dei • contributi dovuti per tutte le unità locali;
in più versamenti distinti per ciascuna unità locale; per le imprese • che raccolgono e trasportano rifi uti,
in un unico versamento, comprendente l’importo dei contributi • dovuti per la sede legale e per tutti i veicoli a motore adibiti al
trasporto dei rifi uti.
Ciascun Operatore, non appena si iscriverà al SISTRI,
riceverà un numero di pratica e, successivamente, nel più
breve tempo possibile, dovrà effettuare il pagamento del
contributo di sua competenza per acquisire i dispositivi
elettronici ad esso spettanti.
Sebbene sia possibile continuare ad utilizzare le esistenti
modalità di versamento dei contributi annuali di iscrizione
al SISTRI, si invitano gli operatori a dare preferenza alle
nuove coordinate postali e bancarie. Queste presentano,
infatti, un indubbio vantaggio per gli operatori, rispetto alle
precedenti modalità, in quanto, oltre alla semplifi cazione
delle operazioni di rendicontazione, è possibile un riscontro
dell’avvenuto pagamento del contributo in tempi decisa-
mente più brevi rispetto al passato.
Dopo aver effettuato il pagamento dei contributi spet-
tanti, gli Operatori dovranno comunicare al SISTRI, via
fax al numero verde 800 05 08 63 o via e-mail all’indirizzo
[email protected], i seguenti estremi di pagamento:
il numero della quietanza di pagamento rilasciata dalla Sezione • della Tesoreria Provinciale presso la quale è stato effettuato il pa-
gamento, ovvero il numero VCC-VCY della ricevuta del bollettino
postale, ovvero
il numero del “Codice Riferimento Operazione” (CRO) del bonifi co • bancario;
l’importo del versamento;•
il numero di pratica a cui si riferisce il versamento.• SANZIONI
Quali sono le conseguenze in caso di omessa/incompleta iscrizione
al SISTRI? Il decreto legislativo di recepimento della Diret-
tiva 2008/98/CE relativa ai rifi uti, di prossima emanazione,
conterrà apposite sanzioni nei confronti di tutti coloro che violino
gli obblighi di registrazione e comunicazione previsti dalla norma.
Per quanto riguarda il versamento in ritardo del contri-
buto l’utente riceverà in ritardo il/i dispositivo/i USB. Al
riguardo si precisa che a seguito dell’avvenuta comunicazione
al SISTRI dell’effettuato pagamento dei contributi stessi, avver-
rà la personalizzazione dei dispositivi USB e di conseguenza
l’utente verrà contattato per prendere l’appuntamento per il
successivo ritiro dei dispositivi stessi presso i siti di distribuzione.
Con specifi co riferimento, poi, ai controlli del rispetto della
normativa in materia di tracciabilità dei rifi uti, si fa rinvio ad un
prevedibile prossimo protocollo di intesa fra Corpi di Polizia e
Ministero dell’Ambiente.
13
di Valentina Bellucci
L’ARIA CHE RESPIRIAMO FA MALE!Recenti studi epidemiologici sugli effetti dell’inquinamentoatmosferico affermano che la situazione sembra non migliorar
Negli ultimi anni in Italia e non solo, sono
stati condotti numerosi studi epidemiologici
sugli effetti dell’inquinamento atmosferico
e il problema è di interesse per i differenti
livelli istituzionali coinvolti.
Nel 2007 il Centro Nazionale per la
Prevenzione e il Controllo delle Ma-
lattie (CCM), organismo di coordinamento
tra il Ministero del Lavoro, quello della Salute
e delle Politiche Sociali e le Regioni, aveva
già promosso il Progetto EpiAir “Inqui-
namento Atmosferico e Salute: Sorveglianza
Epidemiologica ed Interventi di Prevenzione”,
con l’obiettivo generale di defi nire i requisiti
e le procedure di un sistema di sorveglianza
epidemiologica dei danni da inquinamento
atmosferico urbano in Italia (gran parte del
quale è causato dalle emissioni dei veicoli
a motore.
Si consideri che in Italia, il rapporto auto
persone è pari a 60/100 contro una media
europea di 46; siamo il Paese a più alto
tasso di motorizzazione dopo gli
USA e consumiamo circa 40 miliardi di
Speciale Salute
litri di carburante per la sola movimenta-
zione degli automezzi.
Recentemente, la prestigiosa Rivista Epide-
miologia e Prevenzione ha pubblicato uno
studio curato da tre ricercatori dell’Uni-
tà di epidemiologia ambientale polmonare
dell’istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa,
dal titolo: “Inquinamento atmosferico
e salute umana” e dedicato agli effetti
patologici del traffi co e del riscaldamento
in città.
Le premesse e le basi del Progetto EpiAir,
necessarie a capire i risultati dell’indagine,
sono state quelle di analizzate le informa-
zioni disponibili sugli effetti sanitari causati
dell’inquinamento atmosferico in Europa ed
in Italia e sono stati individuati i punti critici
e le potenzialità per l’avvio del progetto di
sorveglianza epidemiologica.
Il Progetto di ricerca EpiAir ha soprattutto
fornito elementi innovativi rispetto alle co-
noscenze già acquisite e ha creato le basi per
avviare in Italia un programma di sorveglian-
za dell’impatto sanitario dell’inquinamento
atmosferico, fondato sull’utilizzo di indicatori
ambientali e sanitari affi dabili e standardizza-
ti, che in futuro sarà estremamente utile non
solo a promuovere lo sviluppo di politiche di
prevenzione, ma anche a valutare l’effi cacia
degli interventi preventivi intrapresi, a breve
e a lungo termine.
Nel contesto europeo, l’attivazione di un
sistema di sorveglianza consolidato sugli
effetti sanitari degli inquinanti atmosferici è
una novità e garantisce la possibilità di effet-
tuare valutazioni successive e di verifi care
se gli effetti sulla salute scientifi camente
accertati e documentati subiscono delle
modifi che nel tempo. Infatti, sebbene in
Europa siano stati condotti numerosi studi
di questo tipo in varie città europee, nessun
Paese si è mai dotato di un programma di
monitoraggio organico in questo settore.
La situazione italiana è caratterizzata da uno
dei più alti tassi di motorizzazione del mon-
do. Le ultime stime riportate recentemente
dai quotidiani italiani parlano di +4,92% di
aumento del nostro parco circolante negli
14
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
ultimi cinque anni. Un record inaudito non
tanto per l’incremento percentuale (che
comunque non si può ignorare perché sia-
mo passati dalle 34.636.594 auto del 2005
alle 36.339.405 del 2009) ma perché in
Italia siamo già ampiamente oltre la soglia
di guardia con la più alta concentrazione
di macchine in Europa grazie all’incredibile
rapporto di 60 vetture ogni 100 abitanti.
L’aumento delle macchine sulle strade è
inarrestabile e preoccupante: da noi oggi
circolano più di 36 milioni di auto, appena
10 anni fa erano solo 30 milioni e nel 1986
si fermavano a quota 24 milioni.
Analogamente ad altri Paesi europei, l’Italia
è inoltre soggetta a frequenti superamenti
degli standard di qualità dell’aria, per contra-
stare i quali sarebbero necessari interventi
in campo ambientale e sanitario a livello
nazionale e locale.
È ormai indubbio che il traffi co stradale
concorra alle emissioni complessive di gas
serra e che questi ultimi siano responsabili
di cambiamenti climatici su scala planetaria.
Infatti, le fonti emissive che danno origi-
ne all’inquinamento convenzionale sono
le stesse che producono le emissioni di
gas serra.
Esiste una stretta interdipendenza tra l’esi-
genza di ridurre l’inquinamento da traffi co
veicolare per preservare la salute dei citta-
dini e la necessità di abbattere le emissioni
responsabili dei cambiamenti climatici.
Le politiche e i provvedimenti volti al
cambiamento delle modalità di trasporto
di merci e persone hanno delle ricadute
anche sulle emissioni di gas serra.
Pertanto, non è improbabile che in un pros-
simo futuro, i cittadini vengano chiamati a
ridurre l’utilizzo del veicolo privato, non solo per
ridurre l’inquinamento atmosferico conven-
zionale, ma anche per contenere questi gas.
Potremmo ritornare ad essere prevalente-
mente pendolari, a usare con assiduità le
biciclette e sistemi di mobilità urbana condi-
visa (car sharing) o, perché no, a camminare
molto di più nel caso in cui sia possibile.
Per quanto riguarda i dati di rilevazione
degli inquinanti nelle 10 città italiane (Torino,
Milano, Mestre-Venezia, Bologna, Firenze, Pisa,
Roma, Taranto, Palermo, Cagliari) considerate
nello Studio e i loro effetti sulla salute, si
può affermare che le stime di rischio globali
della situazione italiana siano in linea con
quelle internazionali.
Di particolare interesse, è il dato secondo
cui nelle città del Sud, come per esempio
Palermo, gli effetti sulla salute dell’inquina-
mento atmosferico sono più marcati.
Una spiegazione è che quanto più la tem-
peratura è mite, tanto più la gente tende
a vivere con le fi nestre aperte o a vivere
all’esterno, esponendosi maggiormente alle
sostanze inquinanti.
Più complessa, e ancora da verifi care,
l’ipotesi che imputa questo fenomeno all’ef-
fetto delle radiazioni solari sull’inquinante:
la trasformazione chimica che avviene in
condizioni di temperature elevate e con
aumento della radiazione solare potrebbe
rendere gli inquinanti più pericolosi.
Senza dimenticare che, indipendentemente
15
dalla distinzione geografi ca Nord-Sud, alcu-
ne città godono di condizioni atmosferiche
complessivamente più favorevoli (come Ro-
ma) rispetto ad altre (ad esempio i centri
urbani della Pianura Padana).
I dati raccolti nel corso dell’indagine so-
no riferibili in gran parte alle emissioni del
traffi co veicolare, ma solo una frazione di
questi inquinanti deriva direttamente dalle
emissioni (inquinanti primari), mentre una
buona parte si forma come risultato di re-
azioni chimiche con altri inquinanti o gas
atmosferici (inquinanti secondari).
Una volta che hanno avuto luogo queste
trasformazioni, è diffi cile determinare quale
sia l’origine specifi ca dell’inquinante osser-
vato, tuttavia è ben facile osservarne gli
effetti, non solo sulle persone, ma anche su
edifi ci e manufatti, come nel recente caso
del distacco lapideo sul Colosseo.
Ad esempio, nel caso delle polveri, una certa
quantità è il risultato delle emissioni dirette, ma
oltre la metà è particolato secondario derivan-
te dalle trasformazioni chimiche in atmosfera.
L’inquinamento atmosferico, in particolare,
quello legato alle polveri sottili nei grandi
centri urbani, rappresenta un importante
fattore di rischio per la salute umana.
I suoi effetti sono ormai documentati
da numerosi studi clinici, tossicologici ed
epidemiologici ed evidenze crescenti at-
tribuiscono percentuali non trascurabili
di morbosità e mortalità per neoplasie,
malattie cardiovascolari e respiratorie
all’esposizione a inquinanti presenti nell’am-
biente di vita. Studi epidemiologici hanno,
inoltre, dimostrato che abbattere l’inquina-
mento atmosferico migliora la salute della
popolazione.
Tra i principali obiettivi del progetto EpiAir,
spicca l’individuazione di gruppi di popola-
zione particolarmente vulnerabili ai danni
dell’inquinamento atmosferico. Gli inquinanti
considerati (PM10
, NO2 e ozono) sono tutti
indicatori dell’inquinamento complessivo e
sono correlati tra loro. Dallo studio è emer-
so che gli effetti a breve termine di queste
sostanze rappresentano un danno aggiunti-
vo per la salute in termini di aumento della
mortalità e della morbosità. Gli aumenti
dei livelli dei 3 inquinanti nell’atmosfera si
rifl ettono quasi subito nell’incremento dei
ricoveri per malattie cardiache, inoltre, tutti
causano un picco dei ricoveri per malattie
respiratorie, ma l’associazione più forte è
risultata quella tra NO2 e ricoveri per asma,
con un aumento complessivo del 7,62%.
Lo studio evidenzia che gli effetti dell’inqui-
namento peggiorano con l’età e sono più
evidenti negli individui con oltre 75 anni. In
futuro, l’obiettivo è quello di determinare se
vi siano o meno profi li di malattie croniche
che conferiscono maggiore rischio.
Tra i bambini, sono soprattutto quelli
asmatici i più suscettibili: tra 2 e 5 giorni
dall’aumento di concentrazione del biossi-
do di azoto si registra un incremento dei
ricoveri dell’8,8%.
L’Organizzazione Mondiale della
Sanità considera l’incremento della mor-
bosità cardio-respiratoria e l’incremento
di mortalità generale come effetti sanitari
16
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
accertati dell’inquinamento atmosferico,
ancora documentabili persino nei paesi
sviluppati dotati di sistemi di controllo della
qualità dell’aria.
La comunità clinica ha fornito importanti
contributi alla diffusione e condivisione di
queste evidenze scientifi che. Si ritiene che
le polveri sospese in atmosfera, per le loro
caratteristiche fi siche e tossicologiche, siano
l’inquinante più importante dal punto di
vista dell’impatto sanitario e biologico. Le
polveri di diametro inferiore a 10 micron
(mm), defi nite PM10
, sono quelle di preva-
lente interesse sanitario, in quanto capaci
di superare la laringe e depositarsi nelle vie
aeree. Il PM10
, d’altra parte, include diverse
componenti. Le polveri più grandi (coarse)
hanno un diametro aereodinamico >2.5mm
e sono spesso di origine naturale (suolo). Le
polveri fi ni (diametro <2.5mm) originano
da diversi processi di combustione (veicoli,
industrie, produzione energia elettrica) e
vengono considerate come la frazione più
rilevante del PM10
dal punto di vista tossi-
cologico. Le polveri ultrafi ni (diametro <0.1
mm), anche esse provenienti dai processi di
combustione, hanno un tempo molto breve
di residenza in atmosfera perché tendono
ad aggregarsi o a coagulare. Gli effetti sa-
nitari delle polveri ultrafi ni sono oggetto di
attenta ricerca scientifi ca.
L’NO2 controllato regolarmente in Italia, è
un valido indicatore dell’inquinamento da
traffi co auto-veicolare e, in ricerche con-
dotte in Europa e in Italia, si è dimostrato
associato a riduzioni della funzionalità re-
spiratoria ed ad incrementi della frequenza
di sintomi respiratori, della mortalità totale,
e della mortalità per malattie cardiache e
respiratorie. La concentrazione di O3 (ozo-
no) nei bassi strati atmosferici (troposfera)
è in continua crescita, come conseguenza
del riscaldamento globale della terra e dei
livelli ambientali di ossidi di azoto e composti
organici volatili che, attraverso complesse
reazioni fotochimiche, ne provocano la
formazione. A causa delle sue proprietà
ossidanti, l’O3 è oggi ritenuto responsabile
di danni all’apparato respiratorio (stimola-
zione di processi infi ammatori e induzione
di iperattività bronchiale), in particolare nei
soggetti asmatici o affetti da bronchite croni-
ca ostruttiva. Aumenti della concentrazione
di O3 nel periodo caldo dell’anno sono stati
associati anche ad incrementi della mortalità
per malattie respiratorie e cardiache.
Oltre al discorso salute il contesto italiano è
caratterizzato da un diffuso difetto di atten-
zione sul tema dell’inquinamento e da uno
sforzo, spesso poco incisivo, delle principali
città italiane per l’adozione di interventi lo-
cali in grado di ridurre l’inquinamento.
Le principali strategie di riduzione delle
pressioni generate dai trasporti riguardano
aspetti come:
- il miglioramento della mobilità urbana e
metropolitana;
- il potenziamento del sistema ferroviario,
delle metropolitane e delle metro tramvie;
- il miglioramento della mobilità dei pen-
dolari;
- il rinnovamento del parco veicolare (pas-
seggeri e merci);
- la razionalizzazione del trasporto merci;
- l’incentivazione dello sviluppo delle nuo-
ve tecnologie veicolari e l’utilizzo di fonti
energetiche a basso impatto ambientale.
Il censimento delle politiche di mobilità ha
evidenziato un quadro contraddittorio in
termini di mobilità sostenibile. A fronte di
una gran varietà di provvedimenti a livello
locale, si registra un numero sempre mag-
giore di veicoli circolanti nelle città (con
tassi di motorizzazione molto più alti ri-
spetto alla media europea) e si rilevano
notevoli diffi coltà nell’attuazione delle stes-
se misure (anche a causa dell’assenza di
un approccio integrato), la scarsa certezza
nelle regole di applicazione e la carenza di
meccanismi effi caci di controllo.
In sintesi, le indicazioni che emergono da
questi studi sono le seguenti:
- Gli studi epidemiologici hanno chiara-
mente mostrato che l’inquinamento
atmosferico ha effetti avversi sulla salute
della popolazione in tutto il mondo.
- Gli effetti a breve termine non si limita-
no alla semplice anticipazione di eventi
che sarebbero comunque accaduti, ma
rappresentano un danno aggiuntivo per
la salute in termini di aumento della mor-
talità e della morbosità.
- Gli effetti a lungo termine, anche se di
impatto non immediato, sono altrettanto
importanti di quelli a breve termine.
- Sono possibili interventi di riduzione
dell’inquinamento atmosferico capaci di
prevenire danni alla salute pubblica.
- Nuove e più approfondite ricerche sono
necessarie per valutare gli effetti a lungo ter-
mine di tali esposizioni, per comprendere il
meccanismo con cui gli inquinanti sono nocivi
per i soggetti esposti e per comprendere
il reale rapporto costo-effi cacia di misure
preventive per migliorare la qualità dell’aria.
È già in attuazione un nuovo studio per
un quinquennio di lavoro che va dal 2006
al 2010 dove si prevede di:
- coinvolgere un maggior numero di città,
passando dalle attuali 10 a 15 misurare
anche il PM2,5, oltre al PM10, e prendere
in considerazione anche la composizione
di queste polveri, valutando se ci sono
differenze nelle varie città italiane;
- lavorare anche sui ricorsi al pronto soc-
corso in modo da valutare soprattutto
gli esiti di emergenza;
- ricorrere anche agli archivi di dati sulle
prescrizioni farmaceutiche per caratte-
rizzare meglio le persone dal punto di
vista del profi lo sanitario, integrando basi
di dati differenti;
- descrivere dettagliatamente i sottogruppi
appartenenti alla categoria degli anziani,
in modo da distinguere i soggetti sani da
quelli affetti da qualche patologia.
L’aria che respiriamo fa sempre più male,
dunque e sempre più di frequente accade
che sia anche il nostro Pianeta a manifesta-
re segni di insofferenza e intolleranza e ad
incominciare a ribellarsi.
Siamo, forse, ancora in tempo per miglio-
rare la qualità della vita ma gli studi da soli
non bastano.
Occorre essere concreti e avere il coraggio
di realizzare quelle politiche di sostenibili-
tà urbana che sono oggetto di citazione
continua nei proclami politici e degli ammi-
nistratori locali, eppure non trovano terreno
fertile per sbocciare e crescere.
INNOVAZIONE, RICERCA, TECNOLOGIE:LE SOLUZIONI PER GLI AUTODEMOLITORI
A T T R E Z Z A T U R E P E R A U T O D E M O L I T O R I
Sede Legale:Via del Palagio, 17/N52026 Pian di Scò - Arezzo
Tel. +39 055 960874Fax +39 055 9631563Cell. 335 [email protected]
A T U R E P E R A U T O D E
EASYGAS08Il prodotto che ha fatto conoscere maggiormente l’azienda agli Operatori del settore è l’attrezzatura denominata Easy Gas, che effettua la messa in sicurezza dei serbatoi GPL e Metano; una nicchia, questa, dove Progetto Ecosoluzioni Srl ha maturato una invidiabile esperienza. La nuova versione di Easy Gas 08 è certificata CE e ATEX ed è caratterizzata dalle stesse funzionalità delle versioni precedenti, pur con un prezzo di mercato più basso. Nel prezzo è compresa la consegna e il corso di addestramento con Attestato per per gli utilizzatori.
SMONTAGOMME SGCostruita in unica versione, con ridotti costi d’utilizzo, la pressa separatrice è progettata per ruote con diametro da 10” a 17”, ruotini di scorta e ruote di furgoni. L’attrezzatura si caratterizza per la robustezza e la semplicità meccanica di esecuzione, non perdendo di vista la sicurezza e la facilità di utilizzo (120 gomme/ora).
Dall’esperienza sul campo, a diretto contatto con le reali necessità degli autodemolitori, nascono le soluzioni innovative Progetto Ecosoluzioni: qualità assoluta delle attrezzature, sviluppo soluzioni ad hoc e massima attenzione al servizio post vendita.
7.600 EURO
5.800 EURO
Per scaricare e visionare un filmato del nuovo smontagomme, inserire il seguente indirizzo internet http://ts.ecosoluzioni.eu/certweb/SmontagommeSG.wmv
18
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura di Alberto Piastrellini
Direttiva 2000/53/CE
La mancata trasposizione della norma comunitaria pesa sulla Francia, sugli operatori e sull’ambienteL’UE CONDANNA LA FRANCIA
Mal comune, mezzo gaudio!
Recita il proverbio, ma quando si tratta di ambiente ed eco-
nomia, non è detto che la massima popolare sortisca il suo
effetto consolatorio.
A causa della svariate procedure di infrazione che il nostro
Paese sta collezionando da anni per la mancata trasposizione
nell’ordinamento nazionale delle norme comunitarie, forse
siamo abituati a considerarci i “cugini poveri” dell’Europa, o,
per lo meno quelli meno adempienti agli obblighi, soprattutto
allorquando nei dibattiti televisivi e nei talk show, la pochezza
degli argomenti addotti dagli intervenuti si basa su confronti
con Paesi partner il cui operato è spesso idealizzato, vuoi
per scarsa conoscenza effettiva delle situazioni reali, vuoi (e
nel caso specifi co la gravità dell’atto è tanto più forte in
quanto si tratta di far circolare informazioni fallaci) a scopo
di attacco politico.
Sulla mancata trasposizione, in Italia, della Direttiva 2000/53/
CE relativa ai veicoli fuori uso, si sono spesi fi umi d’inchiostro
da parte di tecnici ed operatori, ma cosa succede in quell’estero
ideale dove tutto (a sentir le voci) funziona bene?
Beh, la civilissima Francia, non se la passa poi tanto bene,
al punto che la Corte di Giustizia Europea, Sez. I, nella seduta
del 15 aprile, ha stabilito che: “Non avendo adottato tutte le
misure legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per
trasporre in modo corretto e completo gli artt. 2, punto 13), 4, n.
2, lett. a), 5, nn. 3 e 4, - laddove, con riferimento a quest’ultimo
numero, i demolitori che hanno accettato di prendere in consegna
un veicolo fuori uso per la rottamazione sono esclusi dal sistema
di compensazione dei costi di trattamento - 7, n.1, e 8, n.3, della
direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 18 settembre
2000, 2000/53/CE, relativa ai veicoli fuori uso, la Repubblica
francese è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza
di tale direttiva”.
Cerchiamo insieme di capire cosa è successo, e, per farlo,
occorre ricostruire tutti i passaggi che hanno determinato
tale Sentenza.
Innanzi tutto, occorre ricordare che la Direttiva è stata tra-
sposta nell’ordinamento francese per mezzo del Decreto 1°
agosto 2003, n.727, relativo alla costruzione dei veicoli e alla
rottamazione dei veicoli fuori uso, nonché dei relativi decreti
applicativi:
decreto 24 dicembre 2004, riguardante • le disposizioni relative
alla costruzione dei veicoli, componenti ed equipaggiamenti per
la rottamazione dei veicoli fuori uso;
decreto 15 marzo 2005, relativo agli • accordi dei gestori degli
impianti di deposito, depurazione, smontaggio, taglio o frantu-
mazione dei veicoli fuori uso;
decreto 6 aprile 2005, che stabilisce • le norme relative al
rilascio della ricevuta di presa in consegna di un veicolo fuori
uso ai fi ni della rottamazione e del certifi cato di rottamazione
di un veicolo fuori uso
decreto 13 maggio 2005, relativo alle • modalità di retribuzione
dei frantumatori autorizzati.
Poi, occorre ricordare che alla base della Sentenza c’è un
Ricorso per inadempimento che la Commissione Europea
ha proposto contro la Repubblica Francese il 13 febbraio
2009.
Con tale Ricorso, la Commissione chiedeva alla Corte di di-
chiarare che, non avendo adottato tutte le misure legislative,
regolamentari ed amministrative necessarie per trasporre in
modo corretto e completo gli ar tt. 2, punto 13), 4, n. 2, lett. a),
5, nn. 3 e 4, 6, n.3, 7, n.1, e 8, n.3, della Direttiva del Parlamento
europeo e del Consiglio 18 settembre 2000, 2000/53/CE,
relativa ai veicoli fuori uso (GU L269, pag.34), la Repubblica
francese era venuta meno agli obblighi che le incombono in
forza di tale direttiva.
In effetti, la querelle, era già iniziata nel 2005 (12 ottobre),
allorquando, in seguito ad una serie di denunce, la Commis-
sione indirizzava alla Repubblica francese una lettera di diffi da
in cui rilevava che tale Stato membro, da una parte, non aveva
trasposto correttamente gli ar tt.1, 4, n.2, 5, nn.3 e 4, 6, n.3,
e 7, n.1, della Direttiva e, dall’altra, aveva trasposto in modo
incompleto l’ar t.7, n.2, della stessa e, infi ne, aveva trasposto
in modo scorretto e incompleto gli ar tt.2, punti 12) e 13),
4, n.1, e 8, n.3.
Il 19 dicembre 2005 la Repubblica francese rispondeva a tale
lettera di diffi da, chiarendo le ragioni per cui le censure della
Commissione le sembravano infondate.
Il 12 dicembre 2006 la Commissione indirizzava alla Repub-
blica francese un parere motivato che riprendeva le censure
esposte nella lettera di diffi da, ad eccezione di quelle relative
agli ar tt.2, punto 12), e 7, n.2.
Il 14 febbraio 2007 la Repubblica francese rispondeva a tale
parere motivato, ribadendo di considerare le censure della
Commissione infondate.
Ritenendo che le censure, ad eccezione di quelle relative agli
ar tt.1 e 4, n.1, della direttiva 2000/53, dovessero essere con-
fermate, la Commissione proponeva il succitato Ricorso.
In specie, a sostegno della sua tesi, la Commissione indicava
7 motivi di inadempienza, rispettivamente:
sull’incompatibilità con l’ar t.2, punto 13), della direttiva 1.
2000/53 della defi nizione della nozione introdotta nel di-
ritto francese di “informazioni relative alle condizioni di
smontaggio”;
sull’incompatibilità con l’ar t.4, n.2, lett.a), di tale direttiva del-2.
la data che stabilisce il divieto delle sostanze pericolose;
sull’incompatibilità con l’ar t.5, n.3, della medesima di-3.
rettiva del sistema francese riguardante l’annullamento
dell’immatricolazione su presentazione di un certifi cato
di rottamazione;
dell’incompatibilità con l’ar t.5, n.4, della stessa direttiva del 4.
19
sistema di presa in consegna dei veicoli fuori uso;
dell’incompatibilità con l’ar t.6, n.3, della direttiva 2000/53 5.
dell’assenza di riferimenti alla nozione di “smontaggio” nelle
disposizioni di trasposizione di tale direttiva nell’ordina-
mento francese;
dell’incompatibilità con l’ar t.7, n.1, di detta direttiva dell’in-6.
terpretazione dell’espressione “sostenibile dal punto di vista
ecologico”, contenuta nel diritto francese,
sull’incompatibilità con l’ar t.8, n.3, della medesima direttiva 7.
della mancanza di precisione in merito ai supporti tecnici
di trasmissione delle informazioni sulla rottamazione.
Il lavoro di consultazione, analisi e confronto dei testi normativi
effettuato dalla Corte di Giustizia Europea, ha stabilito che:
il • primo, il secondo, il terzo, il sesto e il settimo motivo addotti
dalla Commissione sono fondati;
il • quarto motivo è fondato nella parte in cui i demolitori,
che abbiano accettato la presa in consegna di un veicolo
fuori uso per la rottamazione, sono esclusi dal sistema di
compensazione previsto all’ar t.6 del decreto n.2003-727,
respingendo tale motivo quanto al resto.
il • quinto motivo deve essere respinto.
A questo punto, siccome ai sensi dell’ar t.69, n.3, del Regola-
mento di procedura, se le parti soccombono rispettivamente
su uno o più capi, la Corte può ripartire le spese o decidere
che ciascuna parte sopporti le proprie spese e, dal momen-
to che tanto la Commissione quanto la Repubblica francese
sono rimaste entrambe soccombenti in taluni capi delle loro
conclusioni, si è deciso che ciascuna parte sopporti le pro-
prie spese.
Per questi motivi, la Corte ha dichiarato che:
1) Non avendo adottato tutte le misure legislative, regolamentari
ed amministrative necessarie per trasporre in modo corretto e
completo gli artt. 2, punto 13), 4, n. 2, lett. a), 5, nn. 3 e 4, –laddo-
ve, con riferimento a quest’ultimo numero, i demolitori che hanno
accettato di prendere in consegna un veicolo fuori uso per la
rottamazione sono esclusi dal sistema di compensazione dei costi
di trattamento – 7, n. 1, e 8, n. 3, della direttiva del Parlamento
europeo e del Consiglio 18 settembre 2000, 2000/53/CE, relativa
ai veicoli fuori uso, la Repubblica francese è venuta meno agli
obblighi che le incombono in forza di tale direttiva;
2) Il ricorso è respinto quanto al resto;
3) La Commissione europea e la Repubblica francese devono
sopportare ciascuna la propria parte di spese.
A questo punto verrebbe da concludere, stravolgendo il senso
di un ennesimo proverbio, che: “fra due litiganti il terzo non
gode”, dal momento che il terzo in questione è rappresentato
dall’ambiente e dai cittadini (semplici fruitori ed operatori)
che, troppo spesso, a causa di interessi di pochi, si vedono
erodere i propri diritti.
E intanto si continua a parlare di Europa Unita...
20
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura di Alberto Piastrellini
ALLO STUDIO L’IPOTESI DIINTERFACCIA SISTRI E GEST-CARAnche una delegazione CAR al Tavolo Interoperatività SISTRI - sistemi informativi esistenti presso il MATTM
CAR - Confederazione Autodemolitori Riuniti
Più vicino all’Europa il contesto normativo italiano, grazie anche alla
trasposizione nell’ordinamento nazionale della Direttiva 2008/98/
CE, recepita con un certo anticipo rispetto ad analoghe norme
comunitarie.
Creata al fi ne di dissociare la crescita della produzione di rifi uti,
proponendo un quadro giuridico volto a controllare tutto il ciclo,
dalla produzione allo smaltimento, ponendo l’accento sul recupero
e sul riciclaggio, la Direttiva, defi nisce chiaramente la natura di
“materia prima seconda” e di “sottoprodotto”, stabilendo regole
più semplici e più concrete per il loro riutilizzo.
Altre importanti novità contenute nel Decreto di recepimen-
to, sono ascrivibili: al riutilizzo di terre e rocce da scavo per le
imprese che realizzano infrastrutture (fi no ad oggi costrette a
smaltire il materiale scavato come rifi uto con oneri economici
notevoli derivanti dal trasporto e dal conferimento in discarica);
all’introduzione della nozione corretta di Combustibile da Rifi uti
(CDR) che, di fatto, apre la strada alla produzione di energia a
partire da ciò che non va più considerato uno scarto, ma una
risorsa economica.
Viene disposto, anche, che i rottami ferrosi, possono essere uti-
lizzati come materia prima secondaria ,e non più come rifi uti
come è avvenuto fi nora.
Il Decreto, stabilisce, altresì, entro il 2020, una soglia tassativa
di recupero minimo del 50% per vetro, carta, plastica, e metalli
e fornisce il necessario inquadramento nell’ambito normativo
europeo del provvedimento istitutivo del Sistema di Tracciabilità
Elettronica dei Rifi uti Speciali, più noto come SISTRI.
Non è nascosto che l’introduzione di questo sistema sta incontran-
do diverse diffi coltà da parte di tanti operatori di svariati settori,
tuttavia si sottolinea la volontà di superare ostacoli e divergenze
nell’ottica di un raggiungimento dell’obiettivo comune: rendere ope-
rativo il sistema, ad una condizione tecnicamente ed economicamente
accettabile, al fi ne di garantire la tracciabilità dei rifi uti, l’ottimizzazione
delle risorse e la fattibilità dei controlli ambientali.
Orbene, considerate le problematiche operative che il SISTRI sta
creando, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Ter-
ritorio e del Mare ha istituito un Tavolo Interoperatività
SISTRI con lo scopo di verifi care la possibilità di interfacciabilità
e “dialogo” con i sistemi informativi esistenti, che, nel caso specifi co
degli Autodemolitori, signifi ca: GEST-Car.
In sostanza, onde verifi care la possibilità di interoperatività del
SISTRI con GEST-Car (in uso alla maggior parte degli operatori
del trattamento dei veicoli a fi ne vita), lo scorso 15 aprile, una
delegazione CAR (Confederazione Autodemolitori Riuniti), guidata
dal Presidente Alfonso Gifuni, ha incontrato alcuni rappresen-
tanti della Commissione SISTRI.
Presenti alla riunione anche il responsabile del Progetto Software,
GEST-Car, Marco Stucchi e il responsabile sviluppo, Mirco
Naldini.
Dall’incontro è emersa l’ampia disponibilità di quest’ultima alla
comunicazione bidirezionale con il sistema GEST-Car e questo
traguardo, qualora fosse raggiunto, garantirebbe l’automazione dei
processi massivi di inserimento dati nel SISTRI con conseguente
risparmio di tempo.
Nell’ottica di tale comunicazione fra sistemi diversi, si procederà,
quindi, ad un adeguamento del gestionale GEST-Car al SISTRI, nello
specifi co: adeguamento dell’attuale registro rifi uti e dei formulari.
Tale allineamento consentirà la gestione delle procedure relative
alle pratiche auto (non presenti nel SISTRI) e di comunicare al
Sistema nazionale la gestione dei rifi uti.
Inoltre, onde procedere ad una adeguata informazione e forma-
zione degli operatori sul territorio, proprio grazie alla sinergia che
si è venuta a creare con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare, CAR intende promuovere una giornata di
formazione a livello nazionale dedicata a tutti gli autodemolitori,
durante la quale verranno approfonditi gli aspetti del Sistema, in
vista della prossima fase operativa.
Alla giornata parteciperanno, in qualità di Relatori, i funzionari del
Ministero, competenti in materia.
Da sinistra: Alfonso Gifuni e il Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Bar-tolomeo Giachino, in un momento dell’Assemblea nazionale - CAR, Roma, 2008
21
di Alberto Piastrellini
AUTODEMOLIZIONE: UN CASO DA REPORTNella puntata di domenica 9 maggio, fra gli interventi anche quello di Roberto Capocasa
Domenica sera, nella tranquillità casalin-
ga del week end morente, tra le piccole
incombenze domestiche, distrattamente
lo sguardo si è soffermato, di tanto in
tanto, sui programmi televisivi di un pa-
linsensto al Valium.
Ad un tratto, all’ennesimo scatto del te-
lecomando l’attenzione è stata catturata
da uno dei programmi di informazione
e approfondimento più validi del pano-
rama nazionale: Report, condotto dalla
nota Milena Gabbanelli.
Il servizio in onda sul momento è “L’au-
to permettendo”, curato da Michele
Buono e Piero Riccardi e fra gli in-
tervistati figura una conoscenza storica
del Notiziario Autodemolitori, Roberto
Capocasa.
L’inchiesta, ben condotta e puntualmen-
te documentata, come da riconosciuta
tradizione, mira ad illustrare le connes-
sioni economiche e le problematiche
che emergono dai settori: mobilità, la-
voro e ambiente, puntando l’attenzione
sul bene autoveicolo, dalla fase di pro-
duzione a quella post-consumo.
In questo contesto è stato inserito
l’intervento di Capocasa (tra l’altro
Vicepresidente della Confederazione Au-
todemolitori Riuniti - CAR), il quale con
il consueto piglio critico ha cercato di
argomentare le difficoltà che sta viven-
do il settore, soprattutto per la tiepida
applicazione della Direttiva comunitaria
2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso,
nello specifico della responsabilità eco-
nomica dei Produttori.
Già, perché i Produttori, e anche il ser-
vizio di Rai 3 lo ha ben ricordato, in
questi anni hanno beneficiato degli in-
centivi alla rottamazione (che di fatto
hanno sostenuto un mercato già satu-
ro) spacciati con suffisso “eco”, ma poi
hanno lasciato il costo ambientale nelle
mani (forse è meglio dire nelle tasche)
degli ultimi anelli della catena, gli auto-
demolitori, che quando operano nella
legalità si sobbarcano un sacco di costi
(ma impattano meno sull’ambiente e
sul territorio), quando invece operano
nell’ombra (e i NOE hanno riscontrato
un 80% di illegalità), vivacchiano di illeciti
e danneggiano l’ambiente.
Per meglio conoscere il pensiero di
un rappresentante della categoria, già
più volte citato in queste pagine, all’in-
domani della trasmissione lo abbiamo
incontrato nel suo Centro di autodemo-
lizione di S. Benedetto del Tronto.
Ciao Roberto, intanto complimen-
ti per l’avventura televisiva. Volevo
chiederti quali sono attualmente
le problematiche più urgenti del
settore dell’autodemolizione, cui
gli amministratori nazionali do-
vrebbero porre rimedio.
Innanzi tutto il fatto che terminati gli
incentivi per la rottamazione/sosti-
tuzione del parco auto vetusto e più
inquinante, sembra quasi che il mondo
si sia fermato: nelle Concessionarie non
si trovano più auto da demolire e del
resto le stime indicano che non se ne
vendono di nuove.
Oltre a ciò, le poche avviate alla rot-
tamazione, a volte, seguono percorsi
diversi che le portano non già verso i
nostri Centri di rottamazione autoriz-
zati ed in regola con le norme vigenti,
bensì, in alcuni casi, vengono esportate
anche illegalmente (come testimoniano
le numerose operazioni degli Organi di
controllo).
Eppure non era nell’interesse del
Governo quello di svecchiare il
parco auto circolante, garanten-
do, al contempo, un incentivo al
consumo e quindi allo sviluppo
economico?
Certo, infatti più volte si è detto che le
auto rientranti nelle categorie Euro 0;
Euro1 ed Euro 2 erano inquinanti per
cui andavano demolite.
Però, a tutt’oggi, sulle bisarche che tra-
sportano autovetture all’estero (spesso
Romania e Bulgaria) si vedono proprio
quelle rientranti nelle categorie succi-
tate; esportate come auto usate ma,
troppo spesso, radiate dal PRA per
rottamazione.
E quindi?
Le nostre Aziende rischiano la chiusu-
ra prese fra l’incudine delle continue
fluttuazioni di mercato del rottame (il
cui prezzo, ormai, si stabilisce nei Paesi
emergenti dell’Asia) e il martello rappre-
sentato dai costi di smaltimento di tutti i
materiali che derivano dalla bonifica dei
veicoli. Senza contare, poi, il peso dei
mutui accesi per gli adeguamenti strut-
turali che ci impone la normativa, e gli
obblighi verso i dipendenti..
Che cosa si può fare per cambiare
la situazione?
Un primo passo sarebbe quello di
stoppare, nel caso questo avvenga, lo
stillicidio dei rifiuti da veicoli a fine vi-
ta che vengono esportati illegalmente
e, nel contempo, rendere più snella la
procedura di proroga che il Governo ha
concesso sul pagamento dei mutui.
Poi andrebbe risolta definitivamente la
piaga dell’illegalità che danneggia non
solo la nostra categoria, ma anche tutto
l’ambiente e la filiera del riciclo.
Forse, a livello nazionale, sarebbe il caso
di rilanciare il lavoro del Tavolo istituito
presso i Ministeri competenti fra tutti
gli stakeholders della filiera ELV, affinché
quest’ultimo sia effettivamente ope-
rativo e insieme, si riescano a trovare
quelle soluzioni necessarie per uscire
dalla crisi e garantire il corretto e so-
stenibile smaltimento dei rifiuti derivanti
dalle auto a fine vita.
24
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura di Alberto Piastrellini
Una Sentenza del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, ribadisce l’obbligatorietà della regolarità documentale
QUANDO LA MANCANZA DIAUTORIZZAZIONI COSTITUISCE REATO
Raccolta, trasporto, recupero di rifi uti speciali pericolosi e non
Allorquando un soggetto effettua
attività di raccolta, trasporto, recupe-
ro di rifiuti speciali, pericolosi e non
(nella fattispecie del caso in oggetto:
materiale ferroso, motorini, elettrici
e meccanici, in mancanza delle auto-
rizzazioni, comunicazioni e iscrizioni
previste dalla normativa vigente, sussi-
ste il reato di cui all’ar t. 6 (lettera d; n.
1 e 2) del D. L. 172/08 (convertito in
Legge n. 210/08) e non trova applica-
zione l’ar t. 226, comma 5 del TU (nel
caso in cui il soggetto sia in possesso
del solo Certificato di iscrizione alla
CCIAA del del relativo cer tificato di
attribuzione di Par tita IVA recante la
dicitura di “commerciante di rottami in
ferro”).
Infatti, onde applicare tale clausola,
non è sufficiente l’autorizzazione al
“commercio di cose usate” rilasciata
dal Comune di residenza.
A stabilirlo è una Sentenza del Tri-
bunale di Santa Maria Capua Vetere
(Sezione distaccata di Caser ta), di cui
forniamo il testo per una più completa
informazione dei Lettori.
(Omissis)
TRIBUNALE DI S. MARIA C.V.
SEZIONE DISTACCATA DI CASERTA
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Giudice Monocratico Dott. ssa Pa-
ola Piccirillo alla pubblica udienza del
17/09/2009, ha pronunziato e pubbli-
cato mediante lettura del dispositivo
la seguente
SENTENZA
nei confronti di :
POLITI Francesco, XXX - libero
presente -
Difensore di Fiducia avv. Iannotti Gen-
naro del foro di S.Maria C.V.
IMPUTATO
del delitto p. e p. dall’ar t.6 Iett. d) n. I
e 2 D.L. 172/08 conv. in L. 210/08 ed
ar t.99 cp perché effettuava un’attivi-
tà di raccolta, trasporto, recupero di
rifiuti speciali, pericolosi e non, costi-
tuiti da materiale ferroso e motorini
,elettrici e meccanici in mancanza delle
autorizzazioni, comunicazioni, iscrizioni
previste dalla normativa vigente, uti-
lizzando l’automezzo Ape Car tg.PG
129821, caduto in sequestro. Con la
recidiva reiterata.
In Caser ta il 6.7.09
CONCLUSIONI
P.M.:affermazione della penale respon-
sabilità dell’imputato e condanna dello
stesso alla pena di anni uno e mesi
nove di reclusione ed euro sedicimila
di multa.
DIFENSORE: assoluzione perché il fat-
to non sussiste; in subordine minimo
della pena, concessione delle circostan-
ze attenuanti generiche nella massima
estensione, dissequestro del furgone.
Deposita copia della sentenza pro-
nunciata dalla III sezione della Corte
di Cassazione il 13.9.2005 n. 333310;
copia della domanda di autorizzazione
al commercio su aree pubbliche; co-
pia del cer tificato di attribuzione del
numero di par tita IVA; copia della ri-
chiesta di vidimazione del registro degli
affari giornalieri; copia del versamento
dei diritti di segreteria per ottenere
il rilascio di autorizzazione pubblica;
copia dell’autorizzazione rilasciata dal
Settore ID attività produttive del co-
mune di Caser ta .
Svolgimento del processo
A seguito di arresto operato dai CC
del Nucleo Operativo e Radiomobile
della Compagnia di Caser ta il 6.7.2009,
veniva tratto innanzi al Giudice di Ca-
ser ta, per la convalida ed il successivo
giudizio, Politi Francesco in relazione al
reato puntualmente descritto nell’epi-
grafe del presente provvedimento.
All’esito della relazione svolta
dall’appuntato Sorbo Natale e dell’in-
terrogatorio dell’arrestato, il P.M.
chiedeva la convalida dell’arresto e
l’applicazione della misura cautelare
degli AADD.
Il difensore si opponeva alla convalida
dell’arresto - e- chiedeva che non ve-
nisse applicata alcuna misura cautelare
personale o in subordine una misura
meno affittiva.
Questo Giudice convalidava l’arresto
ed emetteva ordinanza con la quale
applicava al Politi la misura dell’obbligo
di dimora nel comune di residenza.
Il giudice disponeva procedersi al giu-
dizio ed il difensore chiedeva termine
a difesa per ricorrere ad un rito al-
ternativo.
All’udienza del 14.7.2009, assente l’im-
putato, il difensore depositava procura
speciale e chiedeva di definire il pro-
cedimento nelle forme del giudizio
abbreviato.
Il Giudice ammetteva il rito speciale,
acquisiva il fascicolo del P.M. e dispo-
neva che il giudizio proseguisse nelle
forme dell’udienza preliminare. Quindi
veniva accolta l’istanza difensiva di bre-
ve rinvio per la discussione.
All’udienza del 16.9.2007 le par ti
procedevano alla formulazione delle
rispettive conclusioni.
All’esito questo Giudice, ritenuto di
non poter decidere allo stato degli at-
ti, disponeva, ai sensi dell’ar t 441 V c
c.p.p., l’esame del dirigente del Settore
III attività Produttive del comune di
Caser ta sul contenuto dell’autorizza-
zione rilasciata al Politi Francesco.
All’ odierna udienza si procedeva
all’esame di Marmorale Maria, dele-
gata dal dirigente del Settore III del
comune di Caser ta.
Quindi le par ti procedevano alla for-
mulazione delle rispettive conclusioni
così come riportate in epigrafe.
All’esito della successiva deliberazio-
ne, veniva resa pubblica la presente
25
decisione, mediante la lettura del di-
spositivo in udienza.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Ritiene questo Giudice che gli atti
acquisiti nel corso delle indagini preli-
minari - resi utilizzabili dall’intervenuta
scelta del rito operata dall’imputato
- consentono di ritenere fondata l’ipo-
tesi accusatoria.
Ed invero, in data 6.7.2009 si verifica-
va l’operazione di P.G. che conduceva
all’arresto in flagranza dell’odierno
imputato.
In par ticolare i CC del Nucleo opera-
tivo e Radiomobile della Compagnia di
Caser ta davano atto che, verso le ore
13,30, durante un servizio di pattuglia
svolto con i colori di istituto, nel tran-
sitate per via S. Commaia, notavano
un motoape dì colore celeste che cir-
colava con fare sospetto in una zona
ove di solito avveniva lo sversamento
abusivo di rifiuti. I militari procedeva-
no al controllo del motoape a bordo
del quale rinvenivano e sequestravano
rifiuti speciali, in par ticolare ferro vec-
chio e motorini elettrici e meccanici. Il
conducente, privo dell’autorizzazione al
trasporto dei rifiuti, veniva identificato
nell’odierno imputato.
Gli operanti eseguivano rilievi fotogra-
fici sul contenuto del veicolo.
All’udienza di convalida l’appuntato
Sorbo descriveva le operazioni che
avevano condotto all’arresto dell’odier-
no imputato, chiarendo che il motoape
era formalmente intesto ad una terza
persona, che i rifiuti trasportati non
erano pericolosi e ribadendo che il Po-
liti non era in possesso della prescritta
autorizzazione.
L’imputato dichiarava che il motoape
lo aveva acquistato da tale Farina An-
tonio, che non aveva formalizzato il
passaggio di proprietà e che la targa
era di car tone perché, nel fare “ il ferro
vecchio”, aveva perso quella di metallo.
Il Politi ha spiegato che, al momento
dell’arresto, stava girando alla ricerca
del ferrovecchio e che una volta ri-
empito il motoape, avrebbe scaricato
il contenuto ad Acerra, in un posto
sito nella zona industriale. L’imputato
ha aggiunto di ignorare che fosse ne-
cessaria una specifica autorizzazione
per svolgere tale tipo di attività e che
credeva che fosse sufficiente essere in
possesso del libretto delle fatture. In
proposito il Politi ha dichiarato che il
libretto lo aveva con sé nel motoape e
che i Cc non lo avevano trovato.
All’esito delle conclusioni delle par ti,
questo Giudice applicava all’imputato
la misura dell’obbligo di dimora nel
comune di residenza ritenendo la sus-
ACQUISTIAMO CATALIZZATORI ESAUSTIRitiriamo a domicilio con pagamento a vista, ai valori correnti di mercato, qualsiasi quantitativo di catalizzatori per auto esausti, privati, preferibilmente, dei tubi di raccordo
INVEMET S.r.l. - Sede Legale:Via Carlo Alberto 610123 Torino - ITALIASede Op.: Strada Coasso s.n.c.Zona Industriale 10073 Cirié (TO)Tel. +39 0119209630 - 0119228146Fax [email protected] - www.invemet.com
INVEMET SUD S.r.l.Via Bosco (ultima traversa a sinistra)I - 73010 Veglie (LE) - ItaliaTel/Fax + 39 0832 700041 - + 39 331 [email protected]
INVEMETT S r ll dSede Legalle INVEMETT SUD S r l
26
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
sistenza dei gravi indizi di
colpevolezza in relazione
al reato contestato e del
pericolo di reiterazione
specifica.
All’udienza del 16.7.2009
dopo avere formulato le
proprie conclusioni, il
difensore dell’imputato
depositava, a sostegno
della legittimità dell’ope-
rato del suo assistito,
documentazione da cui
risultava che il Politi era
titolare di Par tita IVA per
il commercio all’ingrosso
di rottami e che era tito-
lare di un’autorizzazione
rilasciatagli dal comune
di Caser ta per l’esercizio
permanente di attività di
vendita di cose usate.
All’odierna udienza Mar-
morale Maria ha spiegato
che l’imputato è titolare
di un’autorizzazione per
il commercio su aree
pubbliche itinerante, per
il settore non alimentare.
La teste ha aggiunto che il
titolare di tale tipo di au-
torizzazione è obbligato a
tenere un registro di cari-
co e scarico delle merci,
periodicamente vidima-
to dall’ufficio di Polizia
Amministrativa. A speci-
fica domanda, la teste ha
chiarito che tale autoriz-
zazione non consente il
commercio del ferro vec-
chio né di rottami o rifiuti,
vale a dire di oggetti che
non sono suscettibili di
utilizzo immediato, ma
necessitano di un proce-
dimento di lavorazione.
La Mormorale ha altresì
chiarito che l’autorizza-
zione concessa all’imputato
riguarda il commercio al det-
taglio degli oggetti usati e non
all’ingrosso.
Tali i fatti accer tati nel corso
del procedimento che con-
sentono di ritenere provata la
penale responsabilità dell’im-
putato in relazione al reato a
lui contestato.
Ed invero risulta accer tato,
attraverso quanto relaziona-
to dalla P.G ed attestato nel
verbale di arresto in flagranza
e nel verbale di sequestro, e
risultante dai rilievi fotografi-
ci, nonché attraverso quanto
pacificamente ammesso dal-
lo stesso Politi, che questi
trasportava rifiuti ferrosi ed
elettrici.
Ricostruita, per tanto, pacifica-
mente sotto il profilo fattuale
la condotta tenuta dal preve-
nuto, il punto nodale della
vicenda è rappresentato dal-
la valutazione sulla rilevanza
penale di tale condotta.
Invero il punto nevralgico è
costituito dalla verifica sul se
possa applicarsi alla vicenda
del Politi l’ar t 266, V c., TU
152/06 per il, quale cioè le
disposizioni del citato TU -
che disciplinano l’attività di
gestione dei rifiuti - non si ap-
plicano “all’attività di raccolta e
trasporto di rifiuti effettuati dai
soggetti abilitati allo svolgimen-
to delle attività medesime in
forma ambulante limitatamente
ai rifiuti che formano oggetto
del loro commercio”.
In sostanza, il difensore ha
sostenuto che l’odierno
imputato, in quanto regolar-
mente iscritto alla camera
di commercio e titolare di
autorizzazione comunale al
27
commercio ambulante di cose usate,
fosse da considerarsi ambulante, nel
senso richiesto dal citato ar t 266 V c
TU citato, e quindi non fosse soggetto
alla disciplina in tema di rifiuti.
L’argomentazione difensiva non può
trovare accoglimento nel caso in esame.
In primo luogo tale argomentazione
si fonda su documentazione prodotta
dal difensore dopo l’ammissione del
giudizio abbreviato, che è giudizio al-
lo stato degli atti: trattasi per tanto di
documentazione inutilizzabile.
Volendo comunque procedere ad
una valutazione nel merito delle ar-
gomentazioni difensive svolte su tale
tema, e premesso che corretta appa-
re l’interpretazione del citato ar t 266
che considera legittime le condotte
di raccolta e di trasporto di rifiuti da
par te dell’ambulante, limitatamente ai
rifiuti che formano oggetto della sua
attività, va detto che nel caso in esa-
me il Politi non versa nelle condizioni
richieste dalla norma.
Ed infatti l’imputato risulta iscritto alla
camera di commercio come com-
merciante di rottami di ferro ed è
titolare di autorizzazione al commercio
ambulante di cose usate: l’attività di
ambulante, cioè, è autorizzata all’im-
putato solo con riferimento alle cose
usate, suscettibili cioè di essere com-
mercializzate senza alcun processo di
lavorazione e trasformazione, e non
al ferrovecchio, come quello trovato
presso il veicolo nella sua disponibi-
lità.
Peraltro, dagli stessi rilevi fotografici
emerge che gli- oggetti rinvenuti sul
veicolo non potessero essere destinati
immediatamente al -commercio ma,
come peraltro dichiarato dallo stesso
Politi all’udienza di convalida, fossero
destinati ad una discarica. Tale ultimo
aspetto merita una par ticolare eviden-
za atteso che l’imputato stesso non
ha mai dichiarato di destinare quegli
oggetti alla vendita ambulante come
sostenuto dal suo difensore nelle con-
clusioni - ma ha chiaramente affermato
che, dopo avere riempito il veicolo del
ferrovecchio, lo avrebbe portato pres-
so una discarica di Acerra.
I precedenti giurisprudenziali invocati
dal difensore del Politi non appaiono
analoghi al caso in esame, essendo gli
stessi riferibili ad ipotesi in cui l’impu-
tato era in possesso di autorizzazione
all’esercizio del mestiere ambulante
per la raccolta di rottami.
Per tanto, alla luce di tali argomenta-
zioni, risulta evidente come nel caso
in esame non possa trovare applica-
zione la disciplina di cui all’ar t 266 V
c citato TU e come per il Politi, fosse
necessario, perché il trasporto fosse
legittimo, quanto richiesto dagli ar tt.
189, 190, 193 e 212 TU - registro di
carico e scarico, formulari di identi-
ficazione dei rifiuti, iscrizione all’albo
nazionale dei gestori ambientali. Né
appare accoglibile l’osservazione di-
fensiva volta a sostenere l’assenza di
dolo nel prevenuto che era convinto
di agire legittimamente in vir tù dell’au-
torizzazione comunale di cui era in
possesso.
Trattasi invero di eventuale errore sulla
legge penale in cui sarebbe incorso
colpevolmente il Politi che, in ragione
dell’attività specifica svolta, doveva co-
noscere le leggi che la disciplinano.
Tanto premesso all’affermazione del-
la penale responsabilità dell’imputato
consegue la condanna dello stesso,
concesse le circostanze attenuanti
generiche equivalenti alla contestata
recidiva, per meglio adeguare la pena al
fatto, esclusa la circostanza aggravante
di cui all’ar t 6) lett d n. 2 del DI 172/08,
non essendo stata provata la pericolo-
sità dei rifiuti trasportati dal Politi - ed
-anzi avendo espressamente l’operante
escluso che si trattasse di rifiuti peri-
colosi- - alla pena che stimasi congruo
determinare, alla luce dei criteri di cui
all’ar t. 133 c.p., nella misura di mesi
sei di reclusione ed euro ottomila di
multa, oltre al pagamento delle spese
processuali ( pena così determinata:
pena base determinata previa con-
cessione delle circostanze attenuanti
generiche equivalenti alla contestata
recidiva, mesi nove di reclusione ed
euro dodicimila di multa, ridotta per i
rito alla pena di cui sopra).
Va, disposta la confisca dei rifiuti
speciali ID quanto corpo del reato
contestato.
PQM
Letti gli ar ti 442 e 533 e 535 c.p.p.
dichiara Potiti Francesco colpevole del
reato a lui ascritto e, concesse le circo-
stanze attenuanti generiche equivalenti
alla contestata recidiva, esclusa la cir-
costanza aggravante di cui al’ ar t 6 lett
d) n. 2 del DL 172/08, lo condanna alla
pena di mesi sei di reclusione ed euro
ottomila di multa, oltre al pagamento
delle spese processuali.
Confisca e distruzione della merce
rinvenuta sul motoape.
Caser ta 17.9.2009
SERVIZI- messa in riserva e recupero di rottami ferrosi e non- commercio di rottami ferrosi e non- demolizione strutture contenenti ferro e metalli
Commercio all’ingrosso di rottami ferrosi e metallici
Metalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S.S. 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrada Sant’Antuono, Zona industriale 84035 Pola (SA)Amministrazione: Tel. 0975 390820 - Fax 0975 390930 - Antonio Coppola Cell. 336 461651 - Ricambi: Tel. 0975 71168; 337 858177 (Salvatore); 328 1478934 (Arnaldo) - [email protected]
etalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S S 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrtr ddddadadaa SSSSSaSant’’Antuono Zona industriale 84035 Pola (SA)
RAME OTTONE ALLUMINIO LEGHE DI ACCIAIO
29
Il Vicepresidente CAR scrive una “lettera aperta” ai colleghi del settore, lanciando una sfi da per la sostenibilitàAUTODEMOLITORI, SOLARIZZIAMOCI!
Mentre questo numero del Notiziario stava per essere chiuso in
Redazione, abbiamo ricevuto una lettera di Roberto Capocasa,
Autodemolitore e vicepresidente CAR (Confederazione
Autodemolitori Riuniti), il quale, in poche righe, lancia un’idea che
val la pena far circuitare per le sue forti implicazioni ambientali ed
energetiche.
Cari Amici e Colleghi Autodemolitori
“I have a dream...”, ho fatto un sogno...
Ho pensato alle enormi superfi ci di cui disponiamo nei nostri
impianti; non parlo della superfi cie dei piazzali e degli spazi a terra
dedicati alle operazioni di smontaggio, recupero e stoccaggio
degli autoveicoli. Penso, soprattutto, alle superfi ci esposte al sole
che derivano dalle coperture dei capannoni obbligatori per il
nostro lavoro.
Ho pensato alla necessità, delle imprese, e del Paese stesso,
di risolvere il problema dell’approvvigionamento energetico
implementando l’utilizzo di fonti rinnovabili, prima fra tutte il
Sole, di cui l’Italia non manca.
Ho pensato alla “nuova corsa all’oro” che in questi mesi sta
montando sul territorio italiano e alle tante speculazioni
mascherate da buonismo ecologista che fa sì che abili traffi chini
mettano l’occhio sul già impoverito patrimonio naturale
rappresentato dai suoli agricoli per far balenare, agli occhi dei
proprietari, il miraggio di lauto guadagni qualora decidessero
di convertire l’uso del suolo dall’attività agricola a quella
energetica.
Ho pensato a quanto sarebbe meglio, invece, di riconvertire
ampie porzioni di suolo tradizionalmente vocate alla produzione
di alimenti tipici, puntare su altre aree meno appetibili per
l’agricoltura, ma altrettanto disponibili per la diffusione di
impianti solari.
Ho pensato anche, supportato in questo dalle dichiarazioni di
tanti tecnici e professionisti, che il nostro Paese non ha bisogno
di pochi, grandi impianti per uscire dalla crisi energetica, ma
di una politica di diffusione capillare degli degli stessi affi nché
l’energia prodotta sia disponibile velocemente nel luogo stesso
ove questa è stata generata (si eviterebbero, così, inutili ed
antieconomiche dispersioni lungo la rete).
Ho rifl ettuto molto sul fatto che investimenti di questo tipo
implicano enormi risorse che spesso i singoli privati non sono
in grado di sostenere e, tuttavia, accade sempre più che pochi,
grandi e potenti si accaparrino il grosso delle risorse disponibili
(concretizzate nel meccanismo di fi nanziamento detto Conto
Energia).
Ho pensato che la sfi da della sostenibilità non si può demandare
sempre agli “altri”, ma tutti noi, possiamo concorrere alla
realizzazione di quello sviluppo sostenibile di cui troppo si parla
e poco si realizza.
E allora ecco la mia idea, che metto su carta e affi do alle pagine
del Notiziario affi nché venga diffusa, letta, discussa, commentata
e, se occorre, pure sconfessata ed irrisa, ma comunque oggetto
di rifl essione.
Noi Autodemolitori, abbiamo l’obbligo di effettuare molte
operazioni in ambienti coperti e, allo stesso modo, abbiamo
l’obbligo di stoccare e conservare i pezzi di ricambio affi nché
non entrino in contatto con le acque piovane.
La superfi cie dei nostri capannoni è notevole: io stesso ho a
disposizione 1.000 m2 e sono convinto che fra di noi vi sono
Aziende che dispongono di metrature ancora più ingenti.
Se anche ognuno di noi avesse a disposizione 1.000 m2 di
superfi cie e anche solo 500 di noi mettessero “in comune”
le proprie aree di copertura, otterremmo 500.000 m2 di
superfi cie da destinare alla produzione di energia elettrica da
solare fotovoltaico.
Un’area simile sarebbe capace di generare, nel complesso circa
50 MW all’anno, pari al consumo di molte famiglie o di parte
delle nostre aziende.
E per questo non sarebbe utilizzato un solo m2 di suolo
agricolo!
Certo, si dovrebbero superare diffi coltà normative, ma pensate
alla novità della sola proposta: gli Autodemolitori italiani
“offrono” 500.000 m2 per la diffusione del solare.
Forse, uniti, potremmo suscitare l’interesse di qualche gruppo
energetico che potrebbe accollarsi le spese di realizzazione.
Una volta tanto saremmo tutti, come Paese a guadagnarci e
anche l’immagine della categoria ne trarrebbe giovamento.
Saremmo gli apripista di una iniziativa che potrebbe essere
copiata da altre aziende, considerando che sono soprattutto
queste che hanno interesse a che il costo dell’energia diminuisca
e si allontani altresì lo spettro del “conto da pagare” per
l’emissione di gas-serra da parte dell’Italia.
É solo un sogno?
Non lo so, ma ho voluto condividerlo con tutti voi, sperando
che l’idea “giri” e che trovi altri “terreni fertili” su cui germogliare
e magari, perché no, vedere la luce... letteralmente!
Roberto Capocasa
Autodemolitore
Vicepresidente CAR – Confederazione Autodemolitori Riuniti
30
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
di Adriana Malandrino
CAR-SHARING SU SCALA EUROPEA?ARRIVA IL PROGETTO MOMO
In sostanza è la fruizione in sequenza
di uno stesso veicolo a più persone
dietro pagamento del servizio. Nello
specifico le modalità di accesso al ser-
vizio sono molto semplici: ci si associa
ad un circuito che eroga il servizio
gestendo una flotta di veicoli di diver-
sa tipologia. L’utente può prenotare
e prelevare in qualsiasi momento del
giorno e della notte il veicolo richie-
sto dall’area di parcheggio più vicina.
Il costo globale per l’utente risulta
composto da un costo fisso ed un
costo variabile legato all’utilizzo del
servizio. La forza dell’offer ta del car-
sharing risiede nella disponibilità del
servizio 24 ore su 24 e nell’autono-
mia da par te dell’utente dell’utilizzo del
parco autovetture: questa indipendenza
è garantita dalla tecnologia disponibile
su ogni singola autovettura. Al mo-
mento dell’iscrizione, infatti, all’utente
car-sharing verrà rilasciato un nume-
ro di identificazione personale (PIN)
e una smartcard. È una sfida, posta
dallo sviluppo sostenibile, che anche
l’Europa coglie al volo, con obiettivi
quelli di rendere conciliabili crescita
economica, accessibilità del territorio,
qualità della vita, senza dimenticare la
tutela ambientale. Si sente il bisogno
sempre più impellente di trovare una
soluzione alle città congestionate dal
traffico e assediate dall’inquinamento,
realizzando una mobilità più efficiente
e pulita. Seguendo gli indirizzi delineati
dal Libro Verde, adottato dalla Com-
missione europea nel 2007, prende
corpo il progetto Momo, che coinvolge
8 paesi europei e 14 par tner consor-
ziati, volto a rafforzare uno sviluppo
capillare del servizio di car-sharing,
che permetterà di ridurre i veicoli in
circolazione nelle città, liberare spazio
pubblico, diminuire i costi, il consumo
di energia e le emissioni pericolose.
Momo è l’acronimo di “more options
for energy efficient mobility through
car-sharing”, che rientra nel program-
ma Energia Intelligente-Europa (IEE).
Brema è la città coordinatrice per
tutto il triennio di sperimentazione
(2008-2011), in cui si potrà contare
su un budget di 2.693.644 euro. Nella
pratica il progetto mira a creare 20
mila nuovi car-shares in Europa con
l’introduzione ex novo del servizio in
alcuni Stati membri (es. Grecia, Repub-
blica Ceca), la sostituzione di 3.500
vetture inquinanti, il raggiungimento
di un target di efficienza energetica pa-
ri a 60.000 GJ nonché l’eliminazione
di 6.000 tonnellate di CO2 all’anno.
L’obiettivo però è anche culturale: si
punta infatti a diffondere la conoscenza
del car-sharing, a trasferire competenze
e buone pratiche in merito, a ottimiz-
zare i processi produttivi, ottenere una
maggiore eco-efficienza delle attività e
a diffondere una cultura innovativa in
tema di mobilità fondata sull’integra-
zione del trasposto pubblico e quello
privato. Proprio a riguardo è previsto
il collaudo di una multi-modal mobility
card, strategica per il potenziamento
di intermodalità e co-modalità in cui
ciascun modo di trasporto riesce a
essere ammortizzato in un senso più
favorevole all’ambiente, più sicuro ed
efficiente dal versante energetico. Per
co-modalità si intende di fatto l’uso
efficiente dei modi di trasporto che
operano singolarmente o secondo cri-
teri integrati multimodali nel sistema
europeo dei trasporti per sfruttare al
meglio e in maniera sostenibile le ri-
sorse. Il progetto è stato strutturato in
dieci diversi pacchetti di lavoro (wor-
kpackages), cinque di tipo orizzontale,
gli altri cinque rivolti al mercato e di
natura prettamente operativa. L’Ita-
lia non si è tirata indietro difronte al
progetto ed Enea, l’Agenzia nazionale
per le nuove tecnologie, l’energia e lo
sviluppo economico sostenibile, e il Mi-
nistero dell’Ambiente sono diventati
subito par tner di Momo, il Ministero
addirittura in veste di cofinanziatore
con una quota del 25%. Anche Inizia-
tiva Car Sharing par tecipa in veste di
subappaltatore. L’Italia dunque contri-
buirà in maniera concreta all’attuazione
di sei dei dieci workpackages, dando
una spinta al processo di disseminazio-
ne del modello alternativo di mobilità
e implementando nuovi servizi di
car-sharing. Il nostro paese elaborerà
anche uno schema di interoperabilità
valido a livello comunitario: un uten-
te potrà in questo modo, tramite un
unico contratto, usufruire dei servizi
di tutti i gestori associati in network.
Saranno anche proposte formule in-
novative di punti veloci per il noleggio
di auto e di ricovero libero delle auto
usate per il car-sharing, accompagna-
te da un sistema di car te prepagate,
soluzioni che saranno potenziate nelle
zone a cosiddetta “domanda debole”.
Ma chi ci assicura i risultati promessi?
Enea, in questo senso, si è impegnata
nello sviluppo della metodologia di va-
lutazione degli impatti del car-sharing
su scala continentale in termini di ri-
sparmio energetico, minori emissioni
e maggior uso del trasporto pubblico
con l’allestimento di uno strumento
dedicato. Le città italiane dove è già
attivo il car-sharign sono Bologna, Bre-
scia, Firenze, Genova, Milano, Modena,
Palermo, Parma, Rimini, Roma, Savona,
Torino, Venezia e in alcune altre piccole
città dove sono attive soltanto speri-
mentazioni.
SERVIZI- raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi e non- demolizione e rottamazione di autoveicoli- vendita di ricambi auto usati
CERTIFICAZIONIUNI EN ISO 9001:2000UNI EN ISO 14001:2004
l’autodemolizione in linea con l’ambiente
Metalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S.S. 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrada Sant’Antuono, Zona industriale 84035 Pola (SA)Amministrazione: Tel. 0975 390820 - Fax 0975 390930 - Antonio Coppola Cell. 336 461651 - Ricambi: Tel. 0975 71168; 337 858177 (Salvatore); 328 1478934 (Arnaldo) - [email protected]
TVP-Tagliavetro BAG-Disattivatore air-bagSR-Schiaccia ruote MRG-Macchina recupero gas
Ribaltatore per autoveicoli
Isola di bonifica computerizzata
Cesoia catalizzatori
Macchina recupero gas
LA TECNOLOGIA DEL NUOVO AMBIENTELA TECNOLOGIA DEL NUOVO AMBIENTE
RBT
IBC
CNT
MRG
IRIS-MEC S.r.l.Via Colombana Sud, 5242022 Boretto (RE) - Italy
Tel. +39.0522.481047Fax +39.0522.481935
P.IVA - C.F. e R.I. IT02237310350
www.iris-mec.it - [email protected]