Il rosso n5
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SOMMARIO
PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009
3° NUMERO SETTEMBRE3° NUMERO SETTEMBRE
NUMERI UTILISede territoriale FIOM-CGIL
Santa Viola, via del Giglio7 Bologna
Tel. 051-3145211
Fax 051-3145222
Uff. Segreteria FIOM-CGIL
Via Marconi 69
Tel. 051-248210
Fax 051-251564
Per la posta de
“Quelli che ben pensano” Pag.7
Valeria Frascari
“..................................” Pag.8
Sandra Sandrolini
“Nel bel Paese.....” Pag.10 Andrea Felisatti
“..........................” Pag.10 Fabrizio Torri
Il Rosso: Pag.2
Articolo di Mario Monari, delegato
KPL Packaging.
Rosso: Pag.2
Articolo di Mario Monari, delegato
KPL Packaging.
La posta de Il RossoRosso
Per ricevere risposte e
condividere notizie
sul mondo G.D e non.
[email protected][email protected]
http://digilander.libero.it/fiomgdhttp://digilander.libero.it/fiomgd
Scrivete a:
IL ROSSO lo trovi anche su internet,
sul sito dei delegati FIOM-G.D
IL ROSSO
Pag.1
http://digilander.libero.it/fiomgdhttp://digilander.libero.it/fiomgd
I DELEGATI FIOM SONO SU
SOMMARIO
PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009
5° NUMERO MAGGIO5° NUMERO MAGGIO
NUMERI UTILISede territoriale FIOM-CGIL
Santa Viola, via del Giglio7 Bologna
Tel. 051-3145211
Fax 051-3145222
Uff. Segreteria FIOM-CGIL
Via Marconi 69
Tel. 051-248210
Fax 051-251564
Per la posta de
“Quelli che ben pensano” Pag.6
Valeria Frascari
“Un mondo a colori ” Pag.8
Sandra Sandrolini
“Nel bel Paese.... ” Pag.9 Andrea Felisatti
“AZIENDALISMO!..AZIENDALISMO?” Pag.11 Fabrizio Torri
“Aria nuova in casa FIOM G.D” Pag.11 Bertolini Gianluca
Il Rosso: Pag.2
Articolo dei delegati della
KPL Packaging.
Rosso: Pag.2
Articolo dei delegati della
KPL Packaging.
La posta de Il RossoRosso
Per ricevere risposte e
condividere notizie
sul mondo G.D e non.
[email protected][email protected]
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Scrivete a:
IL ROSSO lo trovi anche su internet,
sul NUOVO sito dei delegati FIOM-G.D
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FACEBOOK:
e FIOMGD
RSU GD BOLOGNA
FIOMGD
RSU GD BOLOGNA
Pag.2
La posta de “Il Rosso”:
Per la posta de “IL ROSSO”, vogliamo pubblicare la storia di una importante azienda di Calderara, la KPL, questo è il racconto dei delegati FIOM che lavorano in questa azienda e lottano, assieme ai lavoratori, per mantenere il proprio posto di lavoro.
La KPL Packaging, azienda produttrice di macchine automatiche per il confezionamento
di carta igienica rotoli da cucina e tovaglioli, è di proprietà del gruppo Koerber AG, una
multinazionale tedesca proprietaria tra l’altro della Hauni, azienda leader mondiale nel
settore tabacco e concorrente della GD. Insieme alla Fabio Perini ed alla Perini Engraving,
anche queste di proprietà tedesca, che costruiscono macchine per la fabbricazione di
rotoli di carta igienica e asciugatutto, costituiscono il settore Tissue della Koerber AG.
La KPL Packaging nasce dalla fusione, fortemente voluta dalla Koerber, del ramo
macchine confezionatrici della Wrapmatic di Calderaia di Reno che è stata acquisita in toto
nel 1991, e della Cassoli SpA di Casalecchio di Reno, la cui maggioranza azionaria è stata
rilevata nel 1995. Nell’aprile dello stesso anno viene fondata la CasMatic, azienda di 256
dipendenti presieduta e diretta dal socio di minoranza, i Cassoli, che poteva contare su
una posizione predominante nel settore grazie anche alla partnership commerciale con la
Fabio Perini, che all’epoca aveva oltre 650 addetti ed una posizione leader sul mercato del
Tissue. La costruzione di un nuovo capannone sembra coronare la nascita di una realtà
industriale destinata ad un significativo sviluppo, invece già nel 1998, a causa di contrasti
interni alla dirigenza, un gruppo di dipendenti fra i quali figure tecniche e commerciali di
rilievo si dimette per creare la TMC, diretto concorrente di KPL nel settore, che presto si
assicura una fetta di mercato che consoliderà poi negli anni. Il calo del fatturato dopo il
1998, anno che registra un primato ancora insuperato di ben oltre100 miliardi di vecchie
lire, ma anche la volontà del socio di maggioranza tedesco di rilevare l’intero pacchetto
azionario portano alla crisi interna che scoppia nel gennaio del 2002: al ritorno dalla
chiusura del periodo natalizio, senza nessun preavviso, le RSU si vedono recapitare la
raccomandata che annuncia, causa crisi irreversibile del mercato, la richiesta di mobilità
per 43 lavoratori. Una intensa stagione di lotta durata 5 mesi che vede lavoratori, FIOM e
RSU impegnati in scioperi, interminabili trattative al tavolo istituzionale in provincia,
affollare e rendere memorabile una seduta del consiglio comunale di Casalecchio, da
presto i suoi frutti: nel maggio dello stesso anno l’accordo siglato in Provincia prevede la
mobilità per i soli volontari che alla fine risultano essere 23 compresi i prepensionati.
La chiusura della crisi coincide con l’acquisizione dell’intero pacchetto azionario da parte
del socio maggioritario ed il conseguente abbandono della dirigenza da parte dei Cassoli,
ed il presidente dell’ormai unica azionista Koerber Paper Link, Martin Waickenmayer,
nomina due nuovi amministratori delegati : nell’aprile del 2003 dalla fusione tra la
CasMatic e la Wrapmatic nasce la KPL Packaging. Sembra un’operazione di rilancio in
piena regola, caratterizzata dalla dismissione ad altre società del gruppo della produzione
di macchine per risme, l’ultima ancora di marchio Wrapmatic, e dallo spostamento da
Casalecchio a Calderara motivato dalla dirigenza con il fatto che solo nel stabilimento di
Lippo sono presenti spazi e strutture necessarie alla produzione di quel tipo di macchine.
Di fatto il trasferimento genera una serie, prevedibile, di problematiche come la
ristrutturazione dell’ormai vetusto capannone di Calderara, i cui costi sforano ampiamente
dai budget, le complicate gestioni logistiche che fanno lievitare le spese e le inefficienze e,
non ultima, la difficile vendita dello stabilimento di Casalecchio, pur se nuovo e funzionale.
Si somma a questo la mancata accoglienza da parte del mercato dei nuovi modelli di
macchine, una in particolare a ciclo continuo, sui quali molto era stato investito e molto la
direzione tecnica si aspettava : il bilancio particolarmente fallimentare di due costosi
prototipi costruiti e mai venduti è solo l’indice del barometro che indica sempre burrasca,
che si scatena puntuale ormai nella primavera del 2005. Di fronte ad un passivo di oltre 10
milioni di euro la proprietà decide di sostituire gli amministratori delegati e di intervenire
con incentivi economici per favorire l’esodo volontario dei dipendenti, il cui costo sembra
essere il problema principale e contemporaneamente l’unica valvola di sfogo per le crisi
aziendali ormai cicliche. Gli anni seguenti vedono una forte e costante risalita delle quote
di fatturato e degli utili, con bilanci sempre positivi grazie anche ad una sensibile riduzione
dei costi, con la cessione di un ramo d’azienda, le macchine per risme, che aveva
motivato il trasferimento da Casalecchio a Calderara, con l’ennesimo avvicendamento del
gruppo dirigente che però, fatto inedito, è lo stesso della Fabio Perini, che diventa azienda
di riferimento del settore Tissue; il resto è storia recente. L’azienda affronta ora una
situazione particolarmente difficile: tra fusioni di aziende e cessioni di settori produttivi ha
vissuto un forte ridimensionamento del personale, i posti di lavoro si sono ridotti della
metà, passando da quasi 380 addetti di Casmatic e Wrapmatic nel 1995 ai 190 di oggi. La
miopia della proprietà e l’incapacità dei gruppi dirigenti che negli anni si sono succeduti ha
indebolito l’azienda lasciando sul mercato del lavoro professionalità che si sono disperse
o che sono andate a rafforzare la concorrenza. Nonostante il gruppo Koerber sia una
potenza sul piano industriale, titolare di una trentina di aziende in tutto il mondo, e sul
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Pag.4
piano finanziario con un capitale proprio di più di un miliardo di € ed abbia avuto nel 2008,
ultimo dato disponibile, un fatturato di 1,8 milardi di €, con utili superiori ai 200 milioni, ha
deciso di ridurre il personale della KPL Packaging con un operazione più matematica che
industriale. Riduzione del fatturato nel 2009 del 40%, passando da circa 50 a 30 milioni di
€, uguale a riduzione del personale esattamente del 40%, da 190 a 110 dipendenti: 80
sono quindi i licenziamenti che il gruppo dirigente minaccia. Il confronto tra azienda ed
RSU che dal lontano 1995, molto spesso ha avuto come ordine del giorno l’argomento
esuberi, si è in questa ultima fase interrotto. Nel 2009 anche noi come altre centinaia di
aziende sul nostro territorio, abbiamo utilizzato la cassa integrazione ordinaria fino
all’ottobre 2009 usando 25 delle 52 settimane disponibili nel biennio. Nel corso del 2009
nonostante le nostre ripetute sollecitazioni l’azienda si è sottratta al confronto evitando di
discutere avviare con noi una seria discussione su come affrontare la crisi. Siamo così
arrivati tra un rinvio e una scusa all’incontro del 12 gennaio di quest’anno, dove il gruppo
dirigente ci ha formalizzato alla presenza delle organizzazioni sindacali Fiom e Fim, la
necessità di licenziare. RSU e Fiom hanno da subito sottolineato che un’operazione di
questo genere, in particolare se realizzata in tempi brevi ossia entro l’anno in corso,
avrebbe messo a rischio l’esistenza stessa dell’azienda ed è stato prospettato un percorso
alternativo: presentazione di un piano industriale da parte dell’azienda, utilizzo di tutte le
settimane di cassa integrazione ordinaria disponibili, successivo avvio di un anno di cassa
integrazione straordinaria per crisi, e apertura, in data da definirsi, della procedura di
mobilità su base volontaria. Mentre inizialmente la direzione, affiancata dai consulenti di
Unindustria, è parsa favorevole ad un percorso di questo tipo nell’ultimo incontro si è
improvvisamente consumata l’interruzione della trattativa. Il punto di rottura del tavolo è
preciso: la mobilità su base volontaria è un ostacolo ai piani di ristrutturazione dell’azienda,
non garantisce cioè il licenziamento di un numero sufficiente di dipendenti. Dal 4 febbraio
siamo in mobilitazione permanente, abbiamo fatto fin’ora 15 ore di sciopero articolato ed
una giornata intera il 16 febbraio, con una percentuale di adesioni che ha raggiunto il
100%. In questa occasione, sostenuti dalla FIOM, un centinaio di lavoratrici e lavoratori
hanno presidiato i cancelli della Perini di Lucca, dove risiedono gli amministratori delegati,
insieme ai colleghi toscani anch’essi in sciopero . Nella stessa giornata davanti ai cancelli
della KPL Packaging si è svolto un altro presidio, dove erano presenti molti di coloro che
non erano andati a Lucca e tante RSU in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori
delle aziende della zona sindacale Santa Viola.
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Risulta evidente per la nostra zona sindacale l’importanza dello sviluppo di un coordinamento
delle RSU, che in accordo con l’organizzazione svolga in questa fase acuta di crisi il ruolo di
sostegno e gestione del conflitto sociale. Questa esperienza, che già in fase iniziale ha dato
dei risultati percepibili, dovrebbe essere estesa alle altre zone sindacali in quanto è
necessario che all’estendersi del conflitto tutte le risorse disponibili della nostra
organizzazione, a partire dai delegati, vengano messe in campo. Dalla giornata del 17
febbraio le iniziative di lotta sono sospese e in base allo sviluppo della vicenda decideremo
come affrontare le ulteriori iniziative di lotta durante le prossime settimane.
Per non lasciare nulla di intentato abbiamo incontrato, per metterla a conoscenza della
situazione, la sindaca di Calderara Irene Priolo, che oltre a confermarci preoccupazione e
solidarietà ha contattato i vertici aziendali. Noi abbiamo già fatto sapere in vari modi al gruppo
dirigente che siamo pronti in ogni momento a rimetterci al tavolo, ma una cosa deve essere
chiara: NON FAREMO UN PASSO INDIETRO.
A fine Marzo, la RSU e L'Azienda hanno sottoscritto un Verbale di Intenti che prevede:
• l'attivazione della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria per il periodo Aprile –
Luglio 2010.
• La Riduzione da 80 a 56 degli esuberi previsti
• Da Settembre 2010, l'attivazione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria
• La possibilità della Mobilità su base volontaria
I delegati FIOM della KPL
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QUELLI CHE BEN PENSANOQUELLI CHE BEN PENSANOMi è capitato spesso di leggere o comunque seguire trasmissioni televisive, dove filosofi,
scrittori, opinionisti, artisti e politici, esprimono il loro rammarico per questa ITALIA.
Persone che si sfogano davanti ad una telecamera quasi a voler dire “ok, dico quello che
penso, ma tanto è così e non cambia”.
Chi governa fa ciò che vuole indisturbato perché, dall’altra parte, c’è poi chi non ha gli
attributi per contrastarli. Ma fosse solo questo. Mi sono messa a pensare ad un quadro
generale in una sequenza confusa e mi sono sfrecciati davanti i seguenti pensieri: il
Parlamento è diventato la “beautiful” del terzo millennio, fra trasgressioni sessuali di vario
tipo rese pubbliche, case pagate dai folletti del bosco, processi annullati e rinviati, appalti
vinti da mafiosi, tangenti e chi più ne ha più ne metta. Questo è quello che ogni santo
giorno TV e quotidiani, ci propinano incessantemente. Ma, che fine hanno fatto i problemi
con i quali ognuno di noi, nel suo piccolo vive e cerca come può, di risolvere? Parlo della
privatizzazione dell’acqua, il problema del nucleare, delle scorie tossiche riversate nei
nostri mari, l’economia che affonda e gli italiani con un posto fisso che prima o poi,
diventeranno degli highlander (“ne rimarrà soltanto uno”). Perché è così, è psicologia
cercare di direzionare l’attenzione su altri temi così che, la maggior parte degli italiani che
purtroppo si informa solo tramite TG e quotidiani, sia inevitabilmente e unicamente curiosa
di sapere “ma chi gliel’ha pagata davvero quella casa?!”. Se non si inizia a prendere in
seria considerazione l’andamento economico, lavorativo e ambientale dell’Italia, non
avremo più tempo di pensare alle telenovele, ma sbatteremo inesorabilmente il naso
contro una realtà cruda, amara e spietata. L’informazione lo sappiamo bene a chi
appartiene, e se sei un giornalista che vuole lavorare, deve stare a certe regole che sono,
non scrivere ciò che vuoi, ossia la verità. Sono ben pochi ad oggi i quotidiani liberi e
chiaramente stanno cercando di eliminarli per quanto sono scomodi. L’unico mezzo che ci
rimane per una “sana” informazione è tramite questi pochi quotidiani indipendenti e tramite
il web: da qui possiamo accedere alla realtà dei fatti quando vogliamo. In più a questo,
bisogna confrontarsi sempre, parlare, discutere, non chiudersi nei propri pensieri e idee,
ma piuttosto condividerle anche con chi non la pensa allo stesso modo. Vogliono che le
persone non trovino più stimolo nel confrontarsi perché è così che “si cresce” di
conoscenza: confrontandosi, ascoltandosi e parlando. Tornando al mio pensiero iniziale,
la destra è da nausea, ma la sinistra fa proprio ridere. Branco di egoisti i politici. Pagati per
lavorare per noi e fare del loro meglio per consentirci di vivere degnamente, mentre non
pensano altro che ai loro interessi di conto corrente e non solo. Poi ci sono i sindacati: mi
sono stancata di tutti questi sindacati che sfruttano la “CRISI” per i loro interessi: “in
questo momento di crisi non bisogna scioperare” “in questo momento di crisi bisogna
rimanere uniti” “in questo momento di crisi bisogna pensare ai lavoratori”.
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Valeria Frascari
Io dico questo invece, in questo momento di crisi, non bisogna approfittarsi di persone in
cassa integrazione o mobilità firmando dei contratti peggiorativi, prendendo quello che
viene pur di portare a casa “qualcosa”. Per quello che riguarda lo sciopero (l’ho detto più
volte lo so), penso che non si debba permettere di far passare la nuova moda del
“svuotate le piazze”, se svuotiamo le piazze, le strade, è come essere complici e
consenzienti verso chi attua leggi per cancellare diritti alla base della nostra vita. E mi
meraviglia, che proprio dei sindacati, pur di essere considerati da Confindustria, abbiano
firmato un contratto inaccettabile. Allora mi chiedo, chi sta pensando ai lavoratori in questo
momento? I lavoratori chiedono l’unità fra sindacati. Ma i lavoratori pensano che i problemi
si risolvano solo con l’unità sindacale? No, le cose si risolvono solo se si presta bene
attenzione a ciò che ci capita attorno, se si guarda bene alle situazioni, ai personaggi in
campo, al lavoro che svolgono e poi si valuta. Perché se un sindacato solo, è l’unico che
sta andando “nel verso giusto”, non me ne faccio niente di un unità sindacale, può
continuare a camminare solo sapendo che la strada è quella giusta, soprattutto quando la
maggior parte dei lavoratori è dalla sua parte. Su questo le persone dovrebbero iniziare a
ragionare.
Concludendo, in Italia viviamo sotto un surrogato di dittatura, che trova opposizione solo
da parte della Magistratura, che non si piega alle minacce e alle parole di un capo del
Governo “giullare del mondo”, abbiamo sindacati che dicono che gli scioperi non vanno
fatti e che firmano contratti scandalosi (allora verrebbe da chiedere se non si rendono
conto di aver sbagliato mestiere) e problemi fermi li a macerare, tenuti ben nascosti alla
massa. In mezzo a tutta questa tristezza però, se in altri momenti ho dato anche colpa agli
italiani per tutto questo, ad oggi mi trovo a ricredermi. Ci sono movimenti, ci sono persone
singole e gruppi che lavorano perché in Italia le cose cambino. Il cambiamento non
avverrà dall’alto come tutti ci aspettiamo sempre (forse più per pigrizia che per altro), ma
verrà dal basso. Dalla gente come noi, dai lavoratori, dagli studenti. Da chi dice che così le
cose non vanno e ha capito che solo l’unità delle persone può in questo. Non c’è politica e
sindacato sbagliato che possa fermare la volontà del popolo. Ho avuto degli esempi di
questo anche vicino a noi, l’ho visto in G.D5, con lo sciopero di due settimane fa, al quale
hanno partecipato in spontanea solidarietà i lavoratori di G.D2 e dei magazzini di G.D5,
l’ho visto davanti alla FINI compressori, dove con l’unità fra lavoratori di varie aziende e la
tenacia dei lavoratori FINI, che hanno presidiato la fabbrica anche di notte, sono state
ritirate le lettere di licenziamento. Allora questo cosa vuol dire? Che non è vero che chi
sta al potere può tutto e noi dobbiamo subire. I numeri per cambiare le cose, li abbiamo,
c’è chi ha già preso consapevolezza di questo…quindi mi trovo stranamente paziente e
attendo che la metamorfosi completa avvenga.
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UN MONDO A COLORI
Una delle gioie più grandi nella vita di una donna è la maternità. Sentire crescere la vita
dentro di tè, il parto, il primo incontro con tuo figlio, sono momenti che non dimenticheremo
mai. La nostra vita cambia, aumentano le responsabilità, gli impegni; ma quando questa
gioia si accompagna alla consapevolezza di una disabilità cambiamo dentro. Sicuramente
è tutto molto soggettivo, ogni persona ha la sua storia e oggi pensavo di raccontarvi la
mia.
Dobbiamo partire dal presupposto che, in una collettività cosi grande come quella di G.D,
molti nostri colleghi vivono la disabilità o direttamente o perché coinvolge qualcuno a loro
vicini, ad esempio un familiare. Quello che cercherò di raccontarvi spero che sia utile per
capire meglio le difficoltà che si incontrano.
Ormai quasi sette anni fa sono diventata mamma e praticamente dal giorno dopo la
nascita di mio figlio sono entrata in un vortice fatto di: visite, esami, diagnosi, interventi
chirurgici, fino ad arrivare ad un ultima diagnosi, autismo.
L’impegno della mia vita, l’obiettivo che mi sono data è fare di tutto per far si che mio figlio
possa essere un adulto il più possibile autonomo, non è solo un’ impegno dettato dall’
amore (perché inevitabilmente penso a quando un giorno rimarrà solo e non so chi
penserà a lui), ma è un dovere, un dovere di responsabilità. La stessa responsabilità la
davo per scontata da chi è preposto dalle nostre leggi per prendersi cura di chi ha più
bisogno . Ma non è così, un esempio: spesso le ore che concede la legge 104 ( ed invito
tutti ad informarsi su questa legge tanto importante) non bastano per coprire le normali
attività di cura.
La necessita di cura e assistenza ad un figlio disabile ci saranno per sempre per tutta la
vita. Un bambino disabile non può curarsi da solo per patologia e soprattutto per età,
quindi necessita dell’ assistenza dei genitori. Se bisogna andare ad una visita medica, i
genitori non hanno diritto ad un’ora prima e un’ora dopo la visita, viene coperto con
“permesso visita medica figlio” solo per il tempo della visita, peccato però che un bambino
non può andare all’appuntamento in ospedale o dal medico e poi tornarsene poi a casa
da solo.
E l’ invalidità civile? una lotta continua con certificati, domande, moduli che cambiano in
continuazioni, inps, file infinite all’ufficio invalidi, commissioni mediche, certificati
provvisori, i provvisori dei provvisori, attese interminabili di risposte che dovrebbero solo
prendere atto di una situazione. Ma risposte fondamentali per potere accedere ai permessi
mensili che concede la legge 104 per aiutare tuo figlio, risposte fondamentali per potere
avere un’insegnante di sostegno a scuola, e tu aspetti …..
Pag.9
Sandra Sandrolini
E poi le strutture sanitarie pubbliche che dovrebbero garantire una terapia adeguata alle
patologie, sono in realtà inadeguate, i tagli fatti sulla spesa sanitaria nel nostro paese
hanno come conseguenza che si taglia sui più deboli, su chi per la società è visto solo
come un peso, non come un valore aggiunto.
Ma che società è una società che non tiene conto in maniera adeguata delle necessità,
ma soprattutto dei doveri che un genitore ha nei confronti del proprio figlio disabile?
Per passare dall’aggettivo disabile a quello di diversamente abile, bisogna che questa
società riconosca quelle caratteristiche di visione e di modo di vivere il mondo in una
maniera diversa, come un’abilità, una sfumatura di colore diversa che dà una nuova nota
di colore al mondo. Viviamo in un mondo dove l’apparire è tutto ( televisione, pubblicità,
modelli imposti di perfezione), dove il diverso non è accettato, e dove il rapportarsi con lui
è una fatica. Questo non dovrebbe essere una fatica, bensì una ricchezza, che ci deve
insegnare a rendere questa società migliore.
Come ci si sente sul lavoro? Io ho la fortuna di avere dei colleghi comprensivi, ma a volte
mi sento inaffidabile, gli imprevisti sono tanti e se non hai dei nonni che ti possono aiutare,
tutto può essere complicato. La patologia dell’ autismo è qualcosa di misterioso, le prassi
di vita quotidiana, non vengono sempre affrontate allo stesso modo tutti i giorni. Alzarsi,
lavarsi, vestirsi, il colore di una maglietta, a volte diventano montagne talmente alte e
ripide che non si riescono a superare, e non è facile spiegare ai tuoi colleghi che ti
aspettano per le otto, che in vece arriverai in ritardo proprio per il colore di una maglietta.
La comprensione c’è, ma io mi sento male. Come tutte le madri provo un amore profondo
per mio figlio anche se non mi sono mai sentita chiamare mamma, se ho dovuto
conquistarmi con anni di battaglie uno sguardo di mio figlio. L’ho abbracciato milioni di
volte prima di sentire che le sue braccia mi ricambiavano stringendomi forte, non ho mai
avuto una sua carezza. Lotto continuamente per potere entrare nel mondo di mio figlio,
spero che un giorno ci potremo incontrare, magari a metà strada, ma per poterlo fare
bisogna che questa società mi fornisca un mezzo per potere affrontare questo viaggio con
più facilità. Perché se lo stato sociale non aiuta adeguatamente i genitori, non possiamo
garantire un’aiuto, una riva sicura a cui approdare quando il viaggio dei nostri figli sarà
finito e la loro nave vorrà arrivare in porto. Forse noi non ci saremo più per accoglierli, ma
bisogna garantirgli un porto sicuro dove potranno fermarsi, per vivere forse in un mondo
diverso, dove le differenze saranno una ricchezza, perché ogni persona ha dentro di se un
colore diverso che renderà un mondo in bianco e nero in un mondo a colori.
Pag.10
NEL BEL PAESE...La rappresentazione a cui ho assistito qualche giovedì fa
nella puntata di Annozero,la trasmissione di RAI 2
condotta da Michele Santoro,é lo spaccato di un paese
desolante. La civiltà o quello che ne rimane è implosa nel
becerume qualunquista grazie all'opera di una destra
populista e padronale,mentre gran parte dell'opposizione
belava flebilmente o stava alla finestra. La vicenda di
Adro, paese nel bresciano in cui è nata la triste e
squallida storia della mensa scolastica negata per ragioni
di morosità, è indicatore di un clima rabbioso e cinico,
travestiti da buon senso, in cui perfino la solidarietà critica di un cittadino elettore della
destra è indicata come pericolosa sovversione di uno che non sa stare al proprio posto. I
rappresentanti della destra presenti nello studio, in primis il ministro alle pari opportunità
Mara Garfagna, sono commoventi nell'interpretazione della destra perbene, mentre il
governo di cui fanno parte, con la Lega, devasta il tessuto sociale ed umano del nostro
paese e fa a pezzi quello che rimane delle uguaglianze tra tutti i cittadini. L'humus tossico
e marcio di intolleranza che proveniva da Adro, tracimava nello studio e nelle nostre case
disarmate, interrotto dalla voce civile di alcune persone in collegamento dalla scuola. Ma
come è possibile, in un paese che si definisce civile, ascoltare storie del genere? Ma come
è possibile che il potere del denaro abbia reso le persone così cieche e sorde? Qui non si
tratta solo di intolleranza, bensì di un insieme di opportunismo, egoismo ed ignoranza! Le
parole del sindaco leghista sono eloquenti "la mensa non è obbligatoria, è un servizio che
si paga" questa è la nostra scuola. C'è chi li ha definiti "furbetti" o persone che vivono alle
spalle di altri. Ma chi sono questi irriducibili. Nessun commerciante, neanche l'ombra di un
impresa dove il proprietario guadagna meno del suo dipendente. Sono invece migranti
arrivati qui da dieci quindici anni con regolare permesso di soggiorno, alcuni hanno
comprato casa, altri non c'è l'hanno fatta. Sono operai,con più di un figlio e chissà non li si
voglia rimproverare anche di questo. Storie in cui chissà quante famiglie dell'Italia che è
meglio non raccontare si riconoscono. I figli morosi di Adro, parlano italiano, a scuola
giocano con i bambini di quegli italiani che se la sono presa con quella persona che ha
versato diecimila euro al Comune per permettere che tutti, "ma proprio tutti" i bambini,
potessero continuare a mangiare insieme le stesse cose a scuola come si fa nei paesi
normali.
Pag.11
Questa persona ha pensato a loro e a rotto quel muro di indifferenza che ha partorito la
decisione del Sindaco. Il quale è andato in bestia,tanto che durante una intervista ha detto
che "questo signore deve smetterla di usare i suoi soldi per farsi propaganda politica coi
bambini". Ma la propaganda del Sindaco si fonda anche su altro: per esempio sul fatto che
il bonus affitti vale solo per i cittadini italiani. Una discreta politica di allenamento di tutti gli
altri portata avanti con determinazione. Infatti fino a quando la vicenda della mensa non ha
acceso i riflettori della stampa, i servizi sociali del Comune, neanche le ricevevano le
famiglie migranti. Il messaggio era chiaro: se ci sono i fondi vanno agli italiani. A rendere
più lieve il resto di questa storia ci sono l'imprenditore che dato il contributo economico alle
famiglie morose e udite udite, un padre missionario che dal Congo ha spedito seicento
euro a una sua amica bresciana, per pagare la retta di uno di questi bambini. Questa è la
cruda realtà che unisce il nostro bel paese da Adro nel ricco nord, a Rosarno nel profondo
sud. Questa è la realtà di un
paese che sta sprofondando lentamente in una deriva nichilista senza precedenti. Non
deve attenderci un grande futuro……
Andrea Felisatti
Pag.12
AZIENDALISMO!......AZIENDALISMO?
In questi ultimi anni, G.D a prodotto un grande sforzo sul fronte della “comunicazione”.
Uno sforzo rivolto a tutte le tipologie professionali presenti in azienda. Ci hanno più volte
spiegato, che questo nuovo modo di fare, di rapportarsi coi dipendenti, trae la sua
giustificazione dalla necessità di rimuovere una serie di barriere che impediscono un
corretto scambio comunicativo tra responsabile e lavoratore, rischiando di generare
problematiche di natura lavorativa. Ci si da familiarmente del “tu”, o si incita a farlo. Una
nuova impronta, smaccatamente aziendalista, che dovrebbe farci sentire ancora di più
“squadra”, meglio ancora se protesa all’inevitabile successo …
Talvolta accade che le diverse aspettative, la non corretta interpretazione del proprio
ruolo, portino a confliggere e allora ciascuno rientra improvvisamente nel proprio abito: chi
è capo e chi non lo è. Non che in passato la situazione fosse diversa, tutt’altro, solo che i
rispettivi ruoli e i confini nei rapporti che questi imponevano, erano decisamente più chiari
e quindi quando si sconfinava, lo si faceva consci delle possibili conseguenze. Da alcuni
anni, dicevo, non è più così, la nuova dottrina aziendale improntata alla “grande famiglia”,
tende, quando ne trae convenienza, a confondere tutto. Capita così che alcuni
responsabili, magari generazionalmente poco avvezzi alle dinamiche sindacali, facciano
confusione e si lancino in valutazioni e/o azioni, sconfinamenti dal ruolo, rischiando così, di
produrre (o producono) conflittualità. Ad onor del vero bisogna anche dire che ce ne sono
altri, decisamente più “formati”, che utilizzano con lucidità questo nuovo indirizzo
aziendale: sanno cioè perfettamente quando sconfinano.
Il modello “grande famiglia”, se non opportunamente governato da chi lo ha pensato e
introdotto, ha insito il rischio di veder travisato il rapporto classico
responsabile/collaboratori, in una sorta di rapporto che ha tratti somiglianti, ma con esiti
grotteschi, a quello padre/figli o fratello maggiore/fratelli minori. Partendo da qui, ci si
ritrova, ad esempio, a dover affrontare confronti legati all’avanzamento professionale di
Lavoratori, con Responsabili che tendono a sviare una discussione che deve essere
soprattutto legata alle oggettive capacità professionali dei Lavoratori stessi, per portarla su
aspetti che attengono prevalentemente al loro carattere, al loro modo di porsi rispetto agli
altri. Può accadere (come recentemente è accaduto nelle Aree Tecniche di G.D-5) di
veder esplodere la conflittualità, a causa di responsabili che pretendono, in verità
abbastanza goffamente, di condizionare l’andamento di Assemblee peraltro svolte, come è
tradizione consolidata in G.D, in maniera e con toni assolutamente civili. Potrei continuare
con gli esempi, ma mi fermo qui.
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Fabrizio Torri
I segnali che sto raccogliendo parlando coi Lavoratori, stanno rafforzando la mia
convinzione che questa spinta aziendalista rischia nel tempo di diventare un boomerang
(speriamo veloce…) per l’azienda stessa. Certi modi, certi comportamenti, il rendermi
conto che c’è una buona parte di chi ha ruoli di responsabilità, che non ha conoscenza o
prova scarsissimo interesse per le dinamiche di natura sindacale che, in pratica
quotidianamente, generano confronti tra Sindacato e Azienda; confronti che da 41
(quarantuno!) anni producono Accordi che in G.D vincolano tutti, mi lascia sempre
molto perplesso sulla reale capacità di G.D nel fare “comunicazione” e nel formare in
maniera completa i propri responsabili. Quando non conosci gli Accordi, quando non
conosci i percorsi che li hanno prodotti e quindi non conosci il grande valore che i
Lavoratori gli attribuiscono per le conquiste piccole o grandi che li sono contenute, allora è
chiaro che si può rimanere sorpresi o addirittura scioccati quando gli stessi e il Sindacato
che è parte importante nella costruzione di quegli Accordi, nel sentire in qualche modo
minacciate quelle conquiste e quindi decidono di scioperare per difenderle. Nel 2010 la
conflittualità non è più capita dai gruppi dirigenti, ci ripetono che è una cosa antica,
superata, che c’è bisogno di un continua e costante concordia……. Concludo così: credo
che la conflittualità nelle relazioni Sindacali, quando non è fine a se stessa, ma poggia sui
bisogni concreti dei Lavoratori che altrimenti faticherebbero ad emergere con tempistiche
decenti o rischierebbero di essere sottovalutati, se non addirittura ignorati, sia un elemento
di crescita per tutti, comprese (ma pensa un po’!) anche le aziende. E’ un elemento di
dinamismo per tutte quelle strutture che a forza di sorrisi, concordia a tutti i costi, tribù di
consulenti che imperversano a destra e a manca, rischiano di “ingessarsi” e di essere
(loro si !) se non proprio fuori dal mondo, con una percezione sbagliata del medesimo.
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Aria nuova in casa FIOM G.D!
Oltre a tutte le iniziative a favore dei lavoratori, all'interno della Rsu Fiom G.D si é deciso di mettere in evidenza il rinnovamento.
E come farlo se non con lo strumento che ha rivoluzionato il ventunesimo secolo? Quale?
Il WEB
Ed a questo punto mi intrometto io, Gianluca Bertolini, delegato FIOM di G.D3 che ha una grande passione: il web design.
Ed ecco un piccolo “manuale utente” per darvi una mano a sfruttare al meglio il nostro nuovo sito.
Per partire vi do l'indirizzo web
http://fiomgd.altervista.org
...e dopo pochi secondi di caricamenteo ecco cosa vedremo
Come si può notare la parte in alto a sinistra comprende la barra di navigazione (menù)
nella quale troviamo
· HOME che ci fa ritornare nella schermata base
· CCNL'09 nella quale troveremo il Contratto Collettivo Nazionale 2009 (quello in vigore)
· Vertenze ovvero le ultime 2 contrattazioni di secondo livello
· Impiegati è il laboratorio impiegati con documenti e collegamenti utili
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· rappresentanza sindacale per i lavoratori G.D
· dal 1969 è una grande raccolta di tutte le contrattazioni di secondo livello dal 1969
ad oggi
· Altro... in questa sezione vi sono documentazioni varie, come articoli, normative
ecc..
· Ricordare area dedicata alla memoria della resistenza e del relativo comitato
· Links qui ci sono collegamenti a sindacati, inps, comuni...
A lato del logo Fiom G.D troviamo 2 pulsanti: il Rosso e La Stampa
Nel primo avremo la possibilità di poter accedere ai vari numeri del nostro Rosso tramite il
pc; un buon sistema per salvaguardare i nostri alberi...
Nel secondo invece troveremo i collegamenti alle maggiori testate giornalistiche
consultabili on-line
Uscendo dal riquadro rosso abbiamo la colonna di destra
che a partire dall'alto ci da la possibilita di effettuare una ricerca tramite Goolge; cliccando
sul logo del giornale avremo la possibilità di iscriverci/disiscriverci dalla newsletter, che è
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Sotto a questa prima sezione troviamo un elenco sempre aggiornato degli articoli offerti
dalla CGIL nazionale ed infine la possibilità di ascoltare in streaming Articolo1, una radio
dedicata alle problematiche sindacali.
Infine nella fascia sotto
partendo da sinistra:
· il Mio logo, che cliccandolo da la possibilità di accedere al mio sito personale
(www.gengy.net)
· il logo Fiom che porta al sito della Fiom nazionale
· la busta... per poter comunicare con noi via e-mail all'indirizzo [email protected]
· ed infine... il collegamento al nostro spazio su facebook, il social network più
utilizzato, sul quale pubblicheremo le foto delle manifestazioni.
Sperando di non avervi annoiato vi auguro una ...buona navigazione
Gianluca Bertolini
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FIOM-CGIL
Stagione Congressuale 2010
Al termine della stagione Congressuale iniziata per i Delegati FIOM della G.D
il 10/2/2010 con le Assemblee Congressuali di Base e finita il 5-6-7-8/5/2010
col Congresso Nazionale della CGIL, pubblichiamo la lista dei nomi dei
Delegati FIOM della G.D inseriti negli Organismi FIOM-CGIL:
CONSIGLIO GENERALE DELLA FIOM-CGIL DI BOLOGNA
1. Alessandri Maurizio
2. Felisatti Andrea
3. Frascari Valeria
4. Sandrolini Sandra
5. Torri Fabrizio
DIRETTIVO DELLA CGIL - CAMERA DEL LAVORO DI BOLOGNA
1. Frascari Valeria
DIRETTIVO DELLA FIOM-CGIL DELL’EMILIA-ROMAGNA
1. Simili Mirko (Collegio dei sindaci revisori)
COMITATO CENTRALE DELLA FIOM-CGIL NAZIONALE
1. Alessandri Maurizio (Collegio nazionale di verifica)
2. Torri Fabrizio