Il rosso n3

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SOMMARIO PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009 PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009 3° NUMERO SETTEMBRE 3° NUMERO SETTEMBRE Le rapide dal web NUMERI UTILI Sede territoriale FIOM-CGIL Santa Viola, via del Giglio7 Bologna Tel. 051-3145211 Fax 051-3145222 Uff. Segreteria FIOM-CGIL Via Marconi 69 Tel. 051-248210 Fax 051-251564 “Avviso ai naviganti” Pag.2 Andrea Felisatti Il tesseramento: Pag.3 gioco di squadra?” Matteo Garavini Diario di bordo di una Pag.4 giornata in Abruzzo” Valeria Frascari Comportamento etico Pag.9 ed aziende della filiera” Fabrizio Torri La posta de Il Rosso Rosso Da questo numero, il ROSSO, dedica uno spazio alle mail che i lettori vorranno inviarci. Per ricevere risposte e condividere notizie sul mondo G.D e non. Per ogni numero verranno selezionate le mail più interessanti. [email protected] [email protected] http://digilander.libero.it/fiomgd http://digilander.libero.it/fiomgd Scrivete a: IL ROSSO lo trovi anche su internet, sul sito dei delegati FIOM-G.D IL ROSSO http://www.fiom.cgil.it/ccnl/industria/trattativa_industria.htm Pag.1

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SOMMARIO

PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009

3° NUMERO SETTEMBRE3° NUMERO SETTEMBRE

Le rapide dal web

NUMERI UTILISede territoriale FIOM-CGIL

Santa Viola, via del Giglio7 Bologna

Tel. 051-3145211

Fax 051-3145222

Uff. Segreteria FIOM-CGIL

Via Marconi 69

Tel. 051-248210

Fax 051-251564

“Avviso ai naviganti” Pag.2

Andrea Felisatti

“Il tesseramento: Pag.3

gioco di squadra?”

Matteo Garavini

“Diario di bordo di una Pag.4

giornata in Abruzzo”

Valeria Frascari

“Comportamento etico Pag.9

ed aziende della filiera”

Fabrizio Torri

La posta de Il RossoRosso

Da questo numero, il ROSSO, dedica

uno spazio alle mail che i lettori

vorranno inviarci. Per ricevere

risposte e condividere notizie sul

mondo G.D e non. Per ogni numero

verranno selezionate le mail più

interessanti.

[email protected][email protected]

http://digilander.libero.it/fiomgdhttp://digilander.libero.it/fiomgd

Scrivete a:

IL ROSSO lo trovi anche su internet,

sul sito dei delegati FIOM-G.D

IL ROSSO

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AVVISO AI NAVIGANTIAVVISO AI NAVIGANTIIl sole dell’estate, ha avuto modo di mandare in

ebollizione le menti illustri ed illuminate della

stragrande maggioranza dei nostri uomini di

governo, i quali, presi dalla calura, si sono

esibiti nel gioco “chi la spara più grossa”. Nel

chiacchiericcio estivo, è passato di tutto: dalle

veline di palazzo Chigi, alle fiction in dialetto,

alle gabbie salariali, al caso Boffo e che più ne

ha, più ne metta! Il tutto condito dalle

apparizioni televisive del migliore presidente del

consiglio che l’Italia abbia mai avuto nei suoi

150 anni di storia.

Il quale, come al solito, cercava di vendere la sua merce, autocelebrando le sue magnificenze

politiche. Però, il venditore, mi sa che non ce la racconta giusta, ovviamente, omettendoci di

proposito la vera realtà del paese. Non sa, o fa finta di non sapere, che decine di migliaia di posti

di lavoro, nonostante i messaggi positivi del suo governo, andranno bruciati. I dati INPS e

Confcommercio, raccontano di un gelido autunno e che la situazione sta diventando sempre più

drammatica. Che il Pil nel 2009 fosse destinato a precipitare era noto da tempo, ma la conferma

delle previsioni non lascia scampo e persino i bottegai (Confcommercio), che per natura sono

portati al cronico lamento per il cattivo andamento degli affari, stavolta non esagerano quando

affermano che il PIL quest’anno è destinato a precipitare del 5%. La causa? Consumi in

contrazione e investimenti zero! Ma è la caduta dei consumi il segnale più allarmante della crisi in

atto. L’utilizzatore finale insiste: ci vuole fiducia! Io mi domando, in che cosa?! Nella ciurma di

governo assolutamente no, perché per contrastare la crisi, ha fatto pochissimo, quasi il nulla.

Oltretutto l’ha negata con supponenza, criticando gli istituti di previsione che l’anticipavano. Poi

quando non ha più potuto mentire, è cominciata la triste litania che il peggio è passato ed il nostro

paese uscirà dalla crisi meglio degli altri paesi industrializzati. Il tutto ottenendo, come al solito,

quello che si abbatterà nell’autunno gelido: la perdita di posti di lavoro e la crescita enorme del

numero di disoccupati. I segnali ci sono tutti confermati da istituti internazionali e della BCE.

L’INPS segnala centomila cassaintegrati in deroga. Cioè lavoratori a circa 700 euro al mese per un

periodo massimo di sei mesi, che si aggiungono ai lavoratori in cig ordinaria e straordinaria. Alcuni

mesi fa, se non ricordo male, il governo polemizzò con Bankitalia (nota organizzazione di stampo

bolscevico), che aveva avvertito che quasi un milione di lavoratori precari erano a rischio di

licenziamento. Ed infatti pronostico azzeccato. Con l’aggravante che la crisi non risparmia neppure

i lavoratori a tempo indeterminato. Da tutto il paese arrivano notizie che centinaia di imprese

medio-piccole, nel mese di settembre, non riapriranno i battenti. I casi INNSE si sono moltiplicati e

difficilmente si troveranno imprenditori pronti a salvarle. Il governo però, forse un merito ce l’ha, sta

riuscendo nell’impresa di coniugare il disagio sociale con la ripresa del conflitto sociale.

Non è cosa da sottovalutare….anzi!

Andrea Felisatti

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IL TESSERAMENTO: GIOCO DI SQUADRA?IL TESSERAMENTO: GIOCO DI SQUADRA? Chissà quanti luoghi comuni dovremo ancora sentire, ad esempio: “No io la tessera no! … poi io si

dai non mi impegno, cioè anzi io … no sai, la penso come voi però, si insomma, non mi ritrovo in

tutto”. O ancora: “Tanti i risultati poi li ottengo tutti, poi no …il sindacato non ci tutela”. Ed infine:

“Io faccio da solo, io mi farò da solo … la partecipazione è un’illusione”. Ecco, da qui si potrebbe

partire da quel “io faccio da solo” che è illusorio ed ingannevole perché, diciamoci la verità,

nessuno fa “da solo”. E vado ad elencare cosa potrebbe succedere se fossimo o se facessimo da

soli:

· Non arriverebbe più l’acqua in casa.

· Non si accenderebbe più la luce la sera.

· Sarebbe un problema mangiare, vestirsi ….. fumare.

· Non ci sarebbero rinnovi contrattuali, ne contratti.

· Ci sarebbe una gran solitudine.

Si! Sarebbe una gran solitudine, senza frutti, arida. Perché lo sappiamo, la vita è fatta di lotta. Io so

che la mia vita potrà essere appagante, se vorrò continuare a lottare e a mettere in gioco la mia

energia vitale per ottenere un risultato migliore. Perché qui siamo tutti sotto pressione per ottenere

un risultato, un miglioramento, perché qui si lotta per ottenere un centimetro in più, un euro in più.

Ed altresì sappiamo, che la somma di quei miglioramenti farà la differenza fra un figlio curato bene,

ed uno no. Fra un figlio a scuola o all’università, oppure uno con meno ambizioni, non istruito. Fra

una famiglia soddisfatta o contabile e una disfatta. Ma un uomo solo, può continuare questa lotta,

solo se animato dagli occhi degli altri uomini, sicuro che in un giorno di stanchezza, altri avranno lo

slancio, la forza, ed il sostegno. Questa è una squadra, questa lotta è la nostra vita. Tutto ciò può

forse sembrare lontano dal tesseramento, ma non è così. Il tesseramento è un segno distintivo di

questa lotta, è il segno distintivo della appartenenza ad una squadra che vuole ottenere dei

risultati. Che vuole sommare tutti quei centimetri di libertà, quegli euro di incremento che potranno

darci una vita migliore, sia a noi che al nostro gruppo. Allora come disse un grande immaginario

allenatore (Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”) “Perciò o risorgeremo adesso come collettivo,

o verremo annientati come individui!”. Pensateci, infondo il gioco è tutto qui. In conclusione penso

che dopo tante parole “nuove”, che in questi tempo ci hanno tradito. Dopo tanto nuovo che avanza,

che poi tanta novità non ricopre, forse è meglio tornare alle basi e affidarsi alle parole di un

“cafone”, che hanno dato la possibilità a tanti, di emendarsi da una vita senza storia e di un

costruirne una propria con dignità e forza, le parole di un certo Di Vittorio: Il cittadino capitalista,

basandosi sulla propria potenza economica, può lottare e prevalere anche da solo in determinate

competizioni di carattere economico. Il cittadino lavoratore, invece, non può ragionevolmente

nemmeno pensare a partecipare a tali competizioni. Ne consegue che per il cittadino lavoratore, la

sola possibilità che esista (perché possa partecipare a date competizioni economiche, senza

esserne schiacciato in partenza) è quella di associarsi con altri lavoratori aventi interessi e scopi

comuni, per controbilanciare con il numero, con l’associazione e con l’unità di intenti e d’azione

degli associati, la potenza economica del singolo capitalista o un’associazione di capitalisti”.

Le squadre sono fatte, tu cosa pensi di fare??

Matteo Garavini

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DIARIO DI BORDO DI UNA GIORNATA IN ABRUZZO

Nel pomeriggio del 21 luglio, una delegazione del gruppo di lavoro per l’Abruzzo della

RSU composto da: Valeria Frascari , Andrea Felisatti, Maurizio Pini, Dimer Cotti, Attardo

Bruno, Capelli Daniele e una delegazione aziendale: Geometra Danilo Melloni e Gian

Guido Naldi, è partita per un sopralluogo nelle zone colpite dal terremoto. Più

precisamente per Villa S.Angelo e l’Aquila, essendo i due luoghi dove dovrebbero sorgere

i progetti che ci interessano (il poliambulatorio a Villa S. Angelo e la riorganizzazione del

118 per l’Aquila e provincia). Abbiamo pernottato a Teramo perché l’appuntamento con il

sindaco di Villa S. Angelo e i funzionari della Protezione Civile dall’Emilia Romagna, è

fissato per le 9.30 del mattino dopo. Teramo è solamente ad un’ora dall’Aquila, ma è come

se non fosse successo niente, come se non si percepisse nemmeno che a pochi

chilometri è successa una catastrofe. La partenza è di mattina presto, verso Villa

S.Angelo, la prima della tappa. Incrociamo paesini lungo il cammino, aguzziamo la vista

per capire quanto ha colpito il terremoto, ma non notiamo nessuna traccia di crepe nelle

case che incrociamo. Eppure mancano non molti chilometri ormai e rimaniamo anche un

po’ stupiti di questa cosa. Troviamo finalmente il cartello segnaletico che indica Villa

S.Angelo, lo seguiamo e passiamo da quella che è la frazione, Tussillo. In una curva ci

troviamo di fronte ad una casa, completamente sventrata, con un bellissimo lampadario di

cristallo che penzola dal soffitto, la scena ci lascia allibiti, ma è solo l’inizio. Eccoci quindi

arrivati al campo base di Villa S.Angelo e Tussillo: ospita 450 persone, ed è stato costruito

e gestito interamente dalla Protezione Civile Emilia Romagna. La tendopoli, a parere

nostro e quindi con gli occhi dei visitatori, è gestito in maniera egregia. Strutture sanitarie,

docce, tende, mensa e strutture ricreative sono sistemate in maniera che non ci si senta

ne oppressi gli uni dagli altri, ne completamente abbandonati a se stessi. E’ comunque

una tendopoli che ospita persone che hanno perso il 95% del loro paese e sono stati

sbalzati in pochi minuti di inferno, in un nuovo mondo: duro e difficile da sopportare

soprattutto quando hai perso delle persone care, quando tutto ciò per cui hai lottato e

lavorato per una vita non c’è più, quando le strade che prima erano animate e piene di

gente ora sono “morte” e quando sotto ad una tenda devi sopperire ai 38/40° di giorno e

ai 6/7° di notte. Attendiamo i due funzionari della Protezione Civile Emilia Romagna, il Sig.

Sambri e il Sig. Melloni che saranno al nostro fianco per tutta la giornata. Subito abbiamo

un colloquio con l’assessore di Villa S. Angelo e con l’architetto Tarquini che ci

illustreranno, prima su carta e poi sul luogo, il progetto del poliambulatorio. Questo, a sua

volta, fa parte di un progetto ancora più ampio, ed è stato individuato come progetto pilota

per altri comuni. Prevede: una costruzione di un villaggio di case di legno per gli abitanti

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Il servizio del poliambulatorio sarà rivolto agli abitanti di Villa S.Angelo, Tussillo e del

comune vicino S. Eusanio. Prevede uno stabile intorno ai 250mq ed è composto da: sala

d’aspetto con servizi disabili e non, una room office, quattro ambulatori ognuno con servizi

annessi e una stanza che verrà utilizzata come magazzino per i vari materiali

ambulatoriali. Il tutto ci pare organizzato molto bene e tutte le costruzioni, sia di tipo

abitativo che commerciali, saranno costruite in materiale di bio-architettura. Iniziamo la

visita all’area di lottizzazione dove sorgerà questo complesso. L’asilo è la struttura partita

per prima come costruzione, perché seguita da una Onlus che ha gestito fondi arrivati da

vari privati. E’ già in fase di ultimazione, ma è interessante vedere come sono costruite

queste strutture in bio-architettura. La struttura è al 80% in legno, ne vengono usati di due

tipi: uno per l’esterno e uno per l’interno. Il capo cantiere ci spiega come sia impossibile

che temperature sia calde che fredde, entrino nella struttura. Lo strato di parete, partendo

dall’esterno, è così composto: 2 strati di intonaco, legno da esterno, un telo traspirante,

legno da interno, sughero, telo isolante, altro pannello di legno e un altro strato di

intonaco. Il soffitto è di travi in legno a vista, hanno incroci appositamente studiati per

eventi sismici. Inoltre, il comune di Parma ha regalato all’asilo, un enorme struttura giochi

da esterno strutturato anche per bambini disabili. Finito il nostro sopralluogo al cantiere ci

spostiamo a pochi metri di distanza, dove prima del 6 aprile, era Villa S.Angelo.

La mia prima impressione è stata quella di essere all’interno di un set cinematografico. Di

case “in piedi” ne vediamo ben poche. Ammassi di calcinacci, muri sventrati, oggetti

personali e di vita quotidiana sono amalgamati assieme in enormi collinette. Le strade

sono un tutt’uno di questo “spettacolo”. Arriviamo in quella che era la piazza. Mi ha

ricordato uno dei nostri paesini di provincia. Il bar della piazza con una trattoria, il

municipio che sebbene si vedesse che era una costruzione recente, non è agibile e la

Chiesa che per metà è crollata, il campanile è tenuto da apposite strutture. L’orologio del

campanile si è fermato pochi minuti dopo le scosse di terremoto, in automatico mi scatta il

collegamento con l’orologio della stazione di Bologna, quando si fermò alle 10.25 il 2

agosto. Come a voler significare che quel momento, quella catastrofe, rimarrà per sempre.

Il tempo rimane fermo a quell’istante, anche se il resto del mondo incurante va avanti.

Chi di noi ha la macchina fotografica scatta più foto possibili, ma ci isoliamo in un completo

mutismo. Guardo la sciagura dall’obiettivo della mia macchina fotografica e non riesco a

trovare parole. E il pensiero inevitabile corre alla mia vita, quella di tutti giorni, la

quotidianità che tutti noi viviamo e mi dico “cosa farei se capitasse a me? Alla mia famiglia,

agli amici?”. Nel giro di una notte, le loro vite sono cambiate per sempre.

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Tornati alla base, siamo ospitati per il pranzo nella mensa del campo. Le persone che

lavorano in mensa sono fantastici, hanno una frase e un sorriso per chiunque, sono

volontari anche loro come i cuochi che da mesi si alternano per fornire agli ospiti del

campo 3 pasti caldi al giorno. Il tendone della mensa è tappezzato di fogli con i saluti dei

vari gruppi di volontariato che si sono alternati. Qualcuno ha scritto anche una poesia per

Villa S. Angelo, è sorprendente leggere che sono i volontari a ringraziare gli abitanti, per la

pazienza, l’accoglienza e per quello che sono riusciti a trasmettere nei loro cuori. Sono

sicura che un’esperienza come volontario sia molto dura, ma di grande ricompensa morale

allo stesso tempo. Finito di pranzare, riusciamo finalmente a scambiare quattro

chiacchiere con il Sindaco del paese, il Sig. Pierluigi Biondi: una persona molto gentile e

simpatica con la quale entriamo tutti in confidenza dandoci del tu, visto che ha 35 anni.

Molto serio e provato (si vede dal viso stanchissimo), ci assicura che se scegliessimo di

avventurarci nella realizzazione del poliambulatorio, sarebbero molto contenti che fossimo

proprio noi a gestire fin dall’inizio il progetto e che il terreno sarebbe già disponibile. Ci

salutiamo con l’intento di farci pervenire, tramite e-mail entro la fine di luglio, il progetto

definitivo del poliambulatorio così che si possa iniziare a fare una stima sia di costi che di

tempi di realizzazione. Ci congediamo quindi da Villa S. Angelo con l’augurio di rivederci

presto e la speranza di lavorare assieme a qualcosa di importante e utile come appunto il

poliambulatorio. Continuiamo il nostro viaggio verso l’Aquila, passiamo davanti al cartello

“ONNA”, il paese (o meglio le macerie del paese), non si vede nemmeno all’orizzonte, ma

già sulla strada che stiamo percorrendo, c’è una sorta di blocco che sbarra la strada per

arrivarci. E’ vigilato da una camionetta della finanza. L’Aquila dista solo 20 km da Villa S.

Angelo, ma per velocizzare il tutto imbocchiamo l’autostrada. L’uscita dell’autostrada mi

colpisce perché sotto ai cartelli segnaletici delle varie direzioni, ci sono quelli della

protezione civile che indirizzano verso le varie tendopoli. Ci dirigiamo all’ospedale

dell’Aquila (quello che hanno fatto vedere più volte nei tg e che è stato fonte di non poche

polemiche). Siamo qui per visionare il secondo progetto, quello della riorganizzazione del

118. Tutto attorno all’ospedale ci sono tende che fungono da ambulatori di ogni genere, la

gente aspetta di essere visitata sotto a delle verande con una temperatura che arriva

anche ai 40°. Ci portano sulla pista di atterraggio elicottero, non è più a norma e al suo

fianco, ne hanno costruita un’altra appositamente per il G8 (piccola considerazione,

vogliamo fare una somma degli euro spesi per il G8?). Ci fanno visionare una foto presa

dall’alto dove si vedono perimetro dell’ospedale e le due zone d’atterraggio elicottero.

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Ci spiegano che sulla ex pista, verranno costruite una struttura per il personale del 118,

una per i mezzi, quindi ambulanze e l’hangar che conterrà l’elicottero. Il progetto su carta

di tutto questo, non esiste ancora, a dire la verità ci sembra una cosa troppo grande per

noi, anche solo se partecipassimo in una piccola parte e molto dispersiva sotto vari

aspetti. A tutti ha convinto molto di più il progetto di Villa S. Angelo, se non altro per il fatto

che rispecchia in maggior parte, l’idea che avevamo di seguire la realizzazione di un

progetto dall’inizio fino alla fine. Ci spostiamo dall’ospedale per andare a visitare la

tendopoli di Piazza d’Armi. Percorrendo le strade vicino al centro, lo scenario mi lascia

veramente a bocca aperta. Le vie sono popolate dalle persone che ti danno una parvenza

di vita normale, ma palazzi e palazzoni, sono abbandonati. Mentre vedi signore che vanno

a fare la spesa in un piccolo centro commerciale tutto crepato all’esterno, interi condomini

e quartieri, sono vuoti, non c’è nessuno dentro le case. Fate finta di vedere da via

Battindarno, fino a Piazza Maggiore senza nemmeno una persona dentro i palazzi. Vi

assicuro che è impressionante perché ti da ancora di più l’idea di come sarebbe se

succedesse qui. Guardando le crepe nei palazzi ti rendi conto della violenza con la quale

ha colpito. Ci sono palazzi dove addirittura sembra sia passata una mano gigante che ha

strappato via un appartamento mentre il piano inferiore e superiore sono intatti.

Arriviamo alle porte del campo più grande dell’Aquila, il campo di Piazza d’Armi. All’entrata

della tendopoli ci sono due camionette della polizia e i controlli sono molto più elevati di

quelli di Villa S.Angelo. Siamo accolti dal responsabile del campo il Sig. Gian Marco

Venturosi della Protezione Civile dell’Emilia Romagna. Ci racconta di come è stato difficile

prendere il gestione un campo già allestito da altri. La locazione delle tende non ha avuto

una possibilità di organizzazione perché appena successa la tragedia, le persone si erano

accalcate all’entrata e ci sono state scene di panico per accaparrarsi le tende, appena ne

montavano una, senza un preciso ordine, le persone ci si fiondavano dentro. Penso sia

anche comprensibile, mantenere la calma in momenti come quello è cosa ben difficile e

scatta l’istinto di sopravvivenza anche perché ad aprile faceva veramente freddo di notte

(in verità anche adesso). La Protezione Civile dell’Emilia Romagna, ha dovuto prendere a

mano una situazione veramente difficile. Non è perché sono di parte, ma vedendo il lavoro

a Villa S. Angelo e ascoltando quando hanno fatto all’Aquila, penso che siano veramente

fra i più organizzati in Italia. Ci raccontava il responsabile del campo, che a distanza di

tempo una giornalista canadese, tornata mesi dopo per rivisitare l’Aquila dopo il terremoto,

ha rinominato la tendopoli di Piazza d’Armi in “Piazza dei miracoli”, perché hanno

approntato migliorie su migliorie.

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Non siamo riusciti a visitare il centro dell’Aquila, avevamo un contatto che ci avrebbe

accompagnati, ma purtroppo siamo arrivati troppo tardi. Il centro dell’Aquila è zona rossa,

alle 17.00 scatta il coprifuoco. In aggiunta a tutto questo, la questione socio-lavorativa sta

degenerando. Molte aziende dell’Aquila stanno mandando in cassa integrazione i

lavoratori e alcuni rischiano anche la mobilità. Senza una casa e senza un lavoro, penso

non ci sia bisogno di nessun commento, si commenta abbastanza da se la situazione.

Ci congediamo quindi anche dall’Aquila e si riparte verso Bologna. Ritorniamo alla nostra

città, alle nostre case, le nostre persone e cose, alla nostra “solita” vita.

Questo è stato ciò che per filo e per segno abbiamo vissuto in quella giornata. Ad oggi

rimango schifata dalla giostra mediatica che è stata costruita ad hoc per la consegna delle

prime case. Giostra costruita da chi ancora una volta sfrutta una disgrazia per una

pubblicità da regime non certo democratico. Perché ad oggi in Italia, la libertà di stampa è

blindata. Le trasmissioni sono rimandate solo per permettere al Premier di crogiolarsi nella

riuscita di un’operazione che, se non fosse stato per la Protezione Civile, sarebbe ancora

in alto mare. Perché è questo il punto, ad oggi sciagure del genere sono gestite

tempestivamente e in maniera così efficiente NON per il Governo che è in carica, ma

perché ci sono volontari preparati ed esperti, con voglia di lavorare per il prossimo, che

spendono le loro energie perché situazioni come quelle dell’Abruzzo non si riducano come

quelle passate. Chiaramente non è consegnando le chiavi di abitazioni provvisorie che si

risolvono i problemi, occorre ricostruire un tessuto sociale e posti di lavoro. Fino alla

consegna delle prime case, dell’Abruzzo non si sentiva più parlare. Non si possono

utilizzare delle disgrazie a spot solo quando fanno comodo.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti i lavoratori che hanno partecipato alla raccolta fondi

per la costruzione del Poliambulatorio di Villa S. Angelo.

La solidarietà è un qualcosa che, di certo, si deve sentire: che sia per catastrofi come

quella dell’Abruzzo o in aiuto di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, l’importante è

che ci sia e che non sia mai strumentalizzata, ne macchiata da questioni personali e futili,

o per propagande personali.

Valeria Frascari

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C’è una crisi in atto, una crisi globale che ha travolto e sta travolgendo interi comparti

produttivi. L’Italia, l’Emilia-Romagna, Bologna non sono ovviamente estranei a questo

stato di cose. Lavoratori come noi, che da un giorno all’altro si sentono dire che l’azienda

in cui operano chiuderà, o che verrà ceduta a speculatori che la sezioneranno e ne

rivenderanno i pezzi. Le recenti iniziative di tutti quei Lavoratori che si oppongono a questo

stato di cose, che rivendicano il diritto ad un salario e ad una vita dignitosa, e nel fare

questo magari sono costretti a gesti clamorosi (come ad es. la vicenda della INNSE),

mandano un segnale molto chiaro a tutti noi e ai padroni in particolare: c’è un limite molto

netto che non deve essere superato, oltre il quale questa crisi può assumere connotazioni

sociali drammatiche: qualcuno ricorda cosa accadde in Argentina sul finire del 2001?. Ad

avere spazio nelle cronache sono, normalmente, le realtà produttive più importanti. Questo

fatto rischia di farci dimenticare che se la crisi è davvero pesante per chi lavora in queste

aziende, essa assume carattere di drammaticità per i Lavoratori delle varie filiere che

fanno capo a quelle aziende. Lavorare nell’indotto significa, nella grande maggioranza dei

casi, lavorare in realtà con meno di 15 dipendenti, e quindi avere come unico

ammortizzatore sociale la Cassa Integrazione. La cosa si complica ulteriormente per i

Lavoratori nell’artigianato, dove le tutele di sostegno al reddito sono ancora più

insufficienti. Quindi il punto è che se l’azienda non riesce a ripartire o non si trovano degli

accordi di natura Sindacale, esaurite quelle tutele finito tutto! Cose note, ma sempre utili

avere sott’occhio. Questi sono tempi in cui molte imprese, non solo nel settore

metalmeccanico, si sono dotate o si dotano di un Codice Etico. Senza allargarmi troppo

nel ragionamento, si può senz’altro affermare che le aziende più importanti del nostro

territorio (G.D compresa!) hanno lucidamente praticato comportamenti a dir poco

contraddittori nei confronti delle proprie filiere. Comportamenti che nei momenti di

benessere produttivo, miravano ad una forma di fidelizzazione molto spinta delle aziende

dell’indotto, fino a creare, in alcuni casi, un vero e proprio monopolio di fornitura. Mentre

nei momenti di crisi, quando l’indotto chiede sostegno, le suddette aziende tornano al

pensiero liberista e si appellano alla legge del libero mercato: “o ce la fai o soccombi!”. Poi

un giorno qualcuno avrà la cortesia di spiegarmi dove risiede un benché minimo concetto

di etica in tutto ciò. G.D, quindi, ha una propria filiera che negli anni ha utilizzato per

risolvere almeno due ordini i problemi: uno legato ai “picchi” produttivi, l’altro per de-

localizzare lavoro che se fatto in G.D, produrrebbe più costi che ricavi.

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COMPORTAMENTO ETICOE AZIENDE dELLA FILIERACOMPORTAMENTO ETICO

E AZIENDE dELLA FILIERA

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In realtà è sempre più evidente un ulteriore utilizzo, che definirei improprio, di alcune aziende

dell’indotto, che mira da un lato ad aggirare il necessario (laddove è necessario ovviamente!)

incremento occupazionale in G.D e dall’altro a collocare fuori G.D elementi di conoscenza

soprattutto progettuale e produttiva anche su nuovi progetti, e su cui credo la RSU dovrà

necessariamente prendere una posizione. Altro non fosse per il concreto rischio di

impoverimento professionale dei Lavoratori G.D. La filiera G.D, spazia dalle Aree Tecniche ai

Montaggi, passando per Officine, Logistica e Servizi. G.D, come ogni altra azienda, deve

produrre utili se vuole sopravvivere. Siamo in un sistema capitalista le regole sono queste, non

posso che prenderne atto. Anche perché non mi sembra che ci siano all’ordine del giorno dei

progetti concreti e realizzabili “ora” su modelli di sviluppo alternativi. Fatta eccezione,

probabilmente, per alcune interessanti esperienze che si stanno sperimentando in America

Latina ed i cui esiti finali saranno comunque da verificare. Il capitalismo, soprattutto quello di

matrice Anglo-Sassone osannato da tanti managers anche in G.D, sta incredibilmente

rigenerando se stesso dalle ceneri dei recenti disastri finanziari e produttivi che hanno portato

alla disperazione e alla miseria milioni di famiglie in tutto il mondo. Se questo è il contesto,

credo però che un azienda come G.D, che comunque continua fare utili, dovrebbe trovare un

qualche tipo di coerenza rispetto agli indirizzi etici di cui si è recentemente dotata e che in parte

riguardano anche il rapporto con i fornitori. Limitare il proprio profitto come azienda, per

contribuire a sostenere il sistema produttivo territoriale. Se in questo sistema economico è un

diritto di G.D fare utili, credo che in una fase come questa dovrebbe sentire come un dovere

l’avere un occhio di riguardo per la propria filiera, a cui negli anni ha chiesto precisi impegni per

supportare la propria produzione. In generale dovrebbe comunque dare un contributo per

salvare un tessuto produttivo Bolognese che sta implodendo. Ovviamente non si chiede a G.D

di farsi carico del problema nella sua un interezza, si chiede però di distribuire lavoro, che

comunque in termini di costi non sarebbe conveniente fare in G.D, sul nostro territorio e non di

de-localizzarlo all’estero, come del resto sta avvenendo. Sappiamo benissimo che questo

significa rinunciare a guadagni maggiori. Ma è una cosa così assurda? E’ solo uno slogan? E’

chiaro che la caccia ad un costo del lavoro sempre più basso e ad utili sempre più alti produce,

crisi o meno, una miscela malefica che ha come effetto la drastica riduzione dei diritti dei

Lavoratori? Io credo siano temi che meritano una riflessione ed una presa di posizione. Credo

anche che il Sindacato, per la profonda e radicata conoscenza che ha del territorio, sia nella

condizione di avere un ruolo nell’analisi e nella individuazione di soluzioni mirate e concordate,

e quindi debba essere opportunamente coinvolto.

Pag.10

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Pensando poi al panorama generale, è chiaro che c’è la necessità di mettere in campo ulteriori elementi

che facciano da diga a questo stato di crisi e contemporaneamente pongano le basi per una ripresa. La

FIOM-CGIL ne ha da tempo indicati e ne continua ad indicare, cose come: i contratti di solidarietà,

l’estensione ed il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, il blocco dei licenziamenti, il rilancio degli

investimenti non per operazioni unicamente finanziarie ma per lo sviluppo dei prodotti, giusto per citarne

alcuni. Cosa aspettano gli imprenditori ad aprire col sindacato queste discussioni? Fino a che punto

vogliono lasciare degenerare questa crisi? Anche per questo, per salvare un tessuto produttivo che una

volta scomparso difficilmente si potrà ricostruire, per un vero Contratto Nazionale che cominci a dare

risposte concrete ai problemi che stanno colpendo i metalmeccanici, la FIOM-CGIL chiama tutti i

Lavoratori a scioperare e a manifestare il 9 Ottobre.

Fabrizio Torri

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Foto di Antonio Pancaldi - Roma 13/02/2009

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