Ins Avis N3

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dell’Avis Comunale di Torino SETTANTACINQUE I PRIMI 75 ANNI Inserto n. 3

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I PRIMI 75 ANNI DELL'AVIS DI TORINOPARTE 3

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dell’AvisComunaledi Torino

SETTANTACINQUEI PRIMI

75ANNI

Inserto n. 3

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14 DICEMBRE 1970

L’Avis di Torino interviene al 184° Di-stretto del Rotary International Club diSusa e Val di Susa. All’indomani delpresunto “scandalo del sangue annac-quato” che ha coinvolto l’Avis di Pavia,Il dottor Colombo presidente della “co-munale” di Torino, il ragionier SandroFisso, amministratore e la professoressaAnna Lucia Massaro, dirigente del Cen-tro Tecnico Scientifico per la trasfusionedel sangue di Torino sono stati invitati arelazionare sul tema “La trasfusione disangue come trapianto di tessuti nellamoderna chirurgia”. Delle relazionipresentate, tutte a lungo applaudite daipresenti, quella svolta dal dottor Co-lombo, che riportiamo nelle pagine suc-cessive, bene illustra il suo pensiero suiprincipali avvenimenti che hanno inte-ressato la nostra Associazione.

GENNAIO 1971Anche la “comunale” di Torino bene-

ficia della massiccia campagna promo-

zionale indetta da “Pubblicità & Pro-gresso” per invitare gli italiani a com-piere donazioni di sangue anonime egratuite. Tutti i mezzi di informazionesono stati coinvolti; dalla Radio allaTV, dai quotidiani ai periodici, poster,manifesti, locandine e cartellini tran-viari.

Sensibile l’aumento dei donatori pe-riodici e delle donazioni in tutto ilPaese.

In alto lo slogan utilizzato da “Pub-blicità e Progresso” in una importantecampagna di promozione al dono delsangue.

Alla pagina precedente alcuni dei posterutilizzati nella campagna promozionale da“Pubblicità e Progresso”.

APRILE 1971Celebrato a Cuneo il 15° anniversario

di fondazione del gruppo Avis-Fiat. Ri-portiamo l’articolo del capo gruppoGiovanni Lussetti apparso sul numerospeciale di “Pensiero e Azione Avis” de-dicato all’avvenimento. PAGINA 3

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Il gruppo Fiat è uno dei pri-mi gruppi aziendali avisini.

Sorto nell’ambito della “co-munale” di Torino si è poi e-steso in tutte le Avis in cui ope-ra l’Azienda torinese.

Tra i fondatori riteniamocorretto esaltare l’opera diGiovanni Lussetti, primo ca-po gruppo e di Luciano Pen-na, a cui si deve anche l’isti-tuzione del Centro CulturaleSportivo, oggi dedicato al Suoricordo e di altre iniziative.

Riportiamo il “discorso”di Giovanni Lussetti, in occa-sione del 15° anniversario difondazione del gruppo e unapagina tratta da un numeroedito più recentemente dal-l’Illustrato Fiat (periodicoche l’Azienda destina ai pro-pri Dipendenti) che indica lebuone considerazioni ottenu-te dal gruppo anche in senoalla Fiat.

Nelle pagine seguenti alcu-ne delle manifestazioni delgruppo nei primi anni di atti-vità. Le “nozze d’argento”dell’Avis-Fiat, festeggiate aCastellazzo Bormida il 21 set-tembre 1981 troveranno ospi-talità nel prossimo numero.

“Tante volte penso a tutta lastoria di questo Gruppo, alquale siamo così tanto attacca-ti. Penso alla sua fondazione,in quella sala di via PrincipeTommaso, alla presenza del-l’allora segretario della sezio-ne Comunale, l’amico Tosco.

Eravamo in ventotto dellaFIAT. Alcuni li abbiano per-si per strada, vittime del de-stino, altri ci sono ancora.

Cerco di ricordare tutti ivolti di quegli amici, ma sol-tanto di pochi mantengo vivi-da l’immagine, di altri è sfuo-

cata, confusa e di altri ancora,purtroppo dimenticata.

Quanto entusiasmo in quel-la riunione, quanta volontà dioperare, di costruire, ed alla fi-ne come ci lasciammo conten-ti e soddisfatti, e per di più tan-to uniti.

Solo qualche mese dopo,organizzammo il primopranzo degli aderenti, e lo sifece al ristorante “il Mulet-to” di corso Casale.

Non vi furono discorsi,non ne avevamo mai fatti,non eravamo capaci di farli,

I primi passi del gruppo Avis-Fiat

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Gli avisini Usai, Palmira Merlo, i coniugi Barbero, Lovaglio eBono nella loro divisa avisina hanno partecipato alla sfilata conlo striscione del Centro Culturale Sportivo dell’Avis Torinese

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ma l’allegria fraterna negliocchi sorridenti parlava dasola senza proferir parola.

Immortalammo la giorna-ta con una foto ricordo, di-ventata storica. Ogni tantoguardo quei visi e vi vedocari amici: Benda, Schiuma,Penna, Pittarelli, Mia, Do-gliotti, Segre ed altri ancora.

Prendo questa immagine ela porgo vicino ad una delleultime, mi soffermo e conti-nuo a pensare, quanta strada èstata fatta.

L’anno successivo la nostrariunione la tenemmo a Serra-lunga, eravamo circa una cin-quantina, e non avendo sale adisposizione, l’assemblea sifece sul pullman che ci avevaportati in quel luogo.

È da tenere presente cheerano anni duri per la nostraAssociazione che si stavariorganizzando dopo essereusciti da una crisi che l’avevascossa sino alle fondamenta,e di conseguenza anche tutti iGruppi Aziendali e Rionaline avevano risentito.

Per ragioni che non starò quia raccontare, ma ben a cono-scenza degli Avisini, il GruppoFIAT fu quello che si trovònella posizione più delicata elogicamente più difficile.

Venne elaborato ed appro-vato un nostro statuto interno,si cominciò a ristrutturare ed ariorganizzare questo Gruppo,iniziando dall’impostazionedel Direttivo, che veniva inse-diato mediante democraticheelezioni, effettuate durante leannuali assemblee.

E queste assemblee si ten-nero successivamente a Tro-farello, Canale d’Alba, Mo-nasterolo di Cafasse, Inversodi Pinasca, Caluso, Dogliani,Ivrea, Agliè, Costigliole d’A-sti, Celle Enomondo.

L’entusiasmo e la volontàdella prima riunione di viaPrincipe Tommaso di tanti an-ni or sono , ha dato i suoi frutti.

Nel frattempo acquistam-mo un grande, sincero, piùche mai sensibile amico deiVolontari, il professor Loren-zo Crosetti, Direttore Sanita-rio della FIAT.

A Lui andrà sempre la no-stra profonda e grande rico-noscenza; mi soffermo unmomento e vedo il Suo voltoserio, grave, infinitamentebuono.

E vicino a Lui vedo il pro-fessor Depedrini, la cara si-gnorina Vitrani; a tutti loro va-da un nostro grazie particolareper averci sempre aiutati.

Con il costante sacrificio ditanti Volontari, con la manotesaci da tanti amici, a distan-za di quindici anni il GruppoAvis-Fiat è il gruppo più forted’Europa, oltre 1.400 Dona-tori effettivi ed in più i dona-tori occasionali.

Possiamo ritenerci soddi-

sfatti, per il magnifico appor-to, per il grande aiuto che di-sinteressatamente, anonima-mente, stiamo dando alla so-cietà sofferente.

Il giorno 20 giugno, in oc-casione della manifestazionedel quindicennio del Grup-po, su tutti i tavoli vi sarannodue bandierine, quella dellaFiat e quella dell’Avis, sim-bolo ed unione di due grandie nobili famiglie, ed i vecchiritrovandosi ricorderannocon nostalgia aneddoti e fattiaccaduti nella loro vita diAvisini, ed i giovani ascolte-ranno e da quanto udirannopotranno comprendere i sa-crifici fatti e giudicare; maun giorno anche loro potran-no raccontare, e si sentirannoorgogliosi di avere fatto e so-prattutto di aver dato, di averdonato con grande, infinitoamore.

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CONGIUNTI I GRUPPI AVIS-FIAT E TERMOMECCANICA

Gemelle Torino e La Spezia

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Sdraiato sul lettino, al cen-tro trasfusionale Avis di viaVentimiglia, a Torino, Giu-seppe Sgualdo, 52 anni, sisottopone a un prelievo: il nu-mero 76 da quando è donato-re. Ha finito da poco il suoturno di lavoro, al ricevimen-to materiali della CarrozzeriaFiat di Rivalta. Non si sentestanco?

“No, sto benissimo. Tran-quillo, rilassato. È così ognivolta, è così per tutti. Sai difare una cosa importante, esei contento. Se non donassiil sangue avrei cercato un al-tro modo per rendermi utile.Nella vita il lavoro e la fami-glia non bastano: bisognapensare anche agli altri”.

E dire che è diventato do-natore quasi per gioco. “Ave-vo 22 anni – racconta – ero inMarina. Allora, per un pre-lievo di sangue c’era una li-cenza di tre giorni. Io e i mieiamici della cucina avevamouna gran voglia di andare acasa, così un giorno ci siamomessi d’accordo: abbiamopreparato il caffelatte per imarinai, e poi tutti e quattroall’infermeria. Il comandan-te si è arrabbiato, eravamotroppi, ma il colonnello me-dico ci ha difesi”.

Da allora le donazioni sonostate tre, quattro all’anno.

Chissà quante vite ha con-tribuito a salvare, GiuseppeSgualdo. Giovani mamme,vittime di incidenti, malaticronici. Vite sconosciute: inpassato c’era la trasfusionediretta donatore-riceventeadesso tutto è più anonimo. Eanche più scientifico: ci sonomolti controlli, il sangue vie-ne scomposto così da dare alpaziente solo la parte che gliserve.

“Prima era più drammati-co, avevi veramente la consa-pevolezza di salvare una per-sona. Ricordo una ragazzinadi 14 anni: leucemia galop-pante. Sono venuti a prele-

varmi in fabbrica con l’am-bulanza, perché era un casodisperato”, racconta GiorgioBernardi, 61 anni, anche luipronto a sdraiarsi sul lettino.

Cento donazioni al suo atti-vo, Bernardi è vicepresidentedel gruppo Avis Fiat. Daquando è in pensione (lavora-va agli enti centrali di Mira-fiori), insegna nelle scuole ildoppio aspetto della donazio-ne: la generosità per gli altri,la difesa della salute per il do-natore che è sempre tenutosotto controllo.

La prima volta di Bernardiè di quelle che non si dimenti-cano: “Mio padre – ricorda –

era ricoverato in ospedale peruna grave forma di anemia, enon si trovava sangue compa-tibile, cioè adatto. Il medicomi ha proposto di provare.Avevo paura, ma ho accetta-to. Faccio sempre riferimen-to a quell’esperienza quandoi ragazzi mi chiedono che co-sa si prova”.

Fra la gente Fiat i donatoridi sangue sono molto nume-rosi. Da Modena ad Arese, daBrescia a Palermo, il gruppoAvis Fiat ha aderenti in tutt’I-talia. In Piemonte gli iscrittisono oltre 5.700.

da “Illustrato Fiat”

Perché facciamo i donatori

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DUE SOCI AVISINIINTERVISTATI

SULLE LORO“ATTIVITÀ”

DALL’“ILLUSTRATOFIAT”

Giuseppe Sgualdo, dell’Avis Fiat, steso per la donazione su unlettino del centro di via Ventimiglia. In piedi a sinistra: il vice-presidente del gruppo, Giorgio Bernardi, con all’attivo cento didonazioni

Stabilimento Fiat Mirafiori - Robot linea saldatura

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MANIFESTAZIONIVALDIERI - Coppa Alpina AVIS - la polentada

AGLIE’ 1968Il pranzo dopo le votazioni del direttivo

Varallo Sesia 1977

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APRILE 1971Finalmente l’Avis è entrata nelle scuo-

le. A seguito della circolare inviata a tut-te le scuole d’Italia dall’allora ministroall’istruzione Misasi, consiglieri e colla-boratori della “comunale” torinese han-no contattato presidi, insegnanti e stu-denti di 180 classi delle superiori.

MAGGIO 1971Nasce il gruppo Avis Monopoli di Sta-

to grazie alla promozione di Piero Ban-none e all’interessamento del dottorGioachino Calcaterra direttore dell’en-te. Alla presenza del cav. Penna il 7 mag-gio è stato designato il primo direttivodel gruppo con Piero Bannone presi-dente, Simone Birolo vice, Arturo Rago-na segretario, Nicola Leccadito cassiere,Dino Gobbi, Domenico Moriondo eBruno Sorano consiglieri.

Giacomo Musso, pluridecorato avisi-no ha ricevuto dal Capo dello Stato l’o-norificenza di Cavaliere della Repubbli-ca Italiana.

11 OTTOBRE 1971Celebrata al Teatro Alfieri l’annua-

le Giornata del Volontario. Presenti, conil dottor Colombo, il sindaco ingegnerPorcellana, l’onorevole Gian Aldo Ar-naud e gli assessori comunali professo-ressa Malan e ingegner Picco. Conse-gnate, fra le altre benemerenze, 5 crocid’oro e 50 medaglie d’oro.

L’orchestra del Teatro Regio ha suona-to, in un applauditissimo concerto, al Tea-tro Alfieri, in una serata esclusivamenteprogrammata per gli avisini torinesi.

Esaltata al Gruppo Lamet l’attività delvolontariato del sangue.

1972Dal 1° gennaio immessi per la prima

volta in Italia nella memoria di un calco-latore elettronico i dati dei volontari del-la comunale di Torino.

Grazie ad un accordo con la Ho-neywell Information Systems Italia, il

Concorso Avis-Scuola.Una istantanea conferma

il successo dellamanifestazione indetta

dall’Avis torinese.Gremita in ogni ordine

di posti la capientesala del Centro Incontri

della Cassa di Risparmiodi Torino

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Centro Avis di Torino dispone sin d’o-ra di un terminale del Servizio Ho-neywell Time Sharing Mark III che,con la semplice chiamata di un nume-ro telefonico di Torino, permette inqualsiasi momento il collegamento –via satellite – con un grande elaborato-re elettronico in funzione a Cleveland,negli Stati Uniti, sul quale – per mezzodello stesso terminale – sono stati evengono man mano memorizzati i da-ti dei donatori, nonché i programmi dielaborazione.

Lo scopo era non solo l’individua-zione di un mezzo necessario alla ri-cerca dei “gruppi rari” ma l’aggior-namento, donazione per donazione,della relativa scheda sanitaria a garan-zia dell’integrità fisica di tutti gli avi-sini.

L’iniziativa è da considerare antesi-gnana di quanto negli anni successivi èstato adottato da tutti i servizi di im-munotrasfusione e dalle più affermatesezioni di donatori quale è diventataquella dell’Avis di Torino.

Il terminaledell’elaboratoreelettronico installatonella nuova sededel CentroTrasfusionale Avis

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Così Torinoha risposto all’appello dell’Avis

Il costante aumento delle donazioni di sangue èindice di vitalità dell’Associazione e di risvegliodella coscienza trasfusionale nei cittadini.

Trasfusioni di sangue effettuate presso il Cen-tro Trasfusionale Avis di Torino da Volontariiscritti alla Sezione Comunale Torinese, e dadonatori occasionali

1970 1971Vol. Occ. Vol. Occ.

1.120 747 1.116 720

972 1.054 1.235 725

1.080 959 1.121 872

1.101 1.007 1.067 813

1.055 984 1.194 897

973 719 980 1.112

1.152 808 678 1.111

1.045 800 981 657

1.125 701 1.255 1.672

1.130 722 1.171 1.104

1.117 786 1.047 1.125

1.029 697 992 1.071

12.899 9.984 12.837 11.879

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BEFANA AVIS

GENNAIO 1972

al Colosseo

5000 pacchi

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I vincitori della “CACCIA AL TESORO FOTOGRAFI-CA” consistente nel ritrarre soggetti prestabiliti aiquali, a seconda delle probabili difficoltà connesse al-la ricerca e fissazione dell’immagine relativa, veniva-no attribuiti punteggi di diverso valore. Ecco alcunedelle fotografie premiate.

Il 13 giugno, al Teatro Alfieri, grande spettacoloorganizzato dall’Avis di Torino per i propriiscritti e simpatizzanti, con la partecipazione delQuartetto Cetra e dei prestigiosi fantasisti Rosi,Milton e Victor. Grande il successo ottenuto.

PIER ANGELO CASARSA (2° premio) “Targa automobilistica di autovettura provenienteda un paese africano”

ANGELA DE FILIPPI (1° premio) “Libellula con ali spiegate”

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IGNAZIO ZOCCO (6° premio) “Cane ritto sulle zampe posteriori,

senza alcun altro appoggio”

MARIO DE MATTEIS (4° premio) “Scozzese nel classico abbigliamento”

LUIGI AZZALLI (7° premio) “Macchina agricola in funzione”

PANTALEO PORCELLI (5° premio) Fotografia del simbolo iniziale, obbliga-torio per tutti i partecipanti

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Il 10 settembre grave inciden-te in montagna subisce il capogruppo dei giovani avisini, Al-fredo Marchelli. Grazie alle so-lerti cure dei sanitari dell’ospe-dale di Cuneo ed all’interventodegli amici dell’Avis Cuneese,Alfredo se la cava e, il 18 ottobresuccessivo può presenziare allaGiornata del Volontario, cele-brata al Teatro Alfieri.

Tra gli altri premiati, l’atte-stato di benemerenza è statoconsegnato dal sindaco di Tori-no, ingegner Porcellana, all’a-visino professor Mario Viterbiche da anni è costretto a servir-si della carrozzella per i proprispostamenti. In proposito ri-portiamo un articolo apparsonel gennaio 1973 sul periodico“La Nuova Regione” dal titolol’A.V.I.S. Emoteca al ServizioSociale:

“La cosa era evidente: l’uo-mo era in una carrozzella dainfermi.

In questo non ci sarebbegran che di strano - ma per unattimo mi aveva sfiorato il pen-siero che fosse un donatore disangue.

Tutto stava ad orientarmiverso questo pensiero assurdo.Il fatto che la fotografia fosse

nel giornale dell’Avis: che ladidascalia dicesse che l’uomostava ricevendo dalle mani delSindaco il diploma di beneme-renza.

Li per li, non badai al nomené al volto, e passai oltre. Mail tarlo della curiosità mi pre-se a rodere, e guardai con piùattenzione. E allora riconob-bi il viso; nella didascaliac’era anche il nome: profes-sor Viterbi.

“Quella tartana – pensai –non può aver donato sangue.Non ne ha neanche per sé!”.

Eppure l’Avis concede i di-plomi solo ai donatori, e nonper una donazione o due, maper molte.

Fu così che mi informai, eappresi cose che neppure im-maginavo.

Effettivamente il Viterbi ve-niva premiato per avere rag-giunto un cospicuo numero didonazioni. La qualità del suosangue era sempre risultataottima, all’analisi che viene

fatta per ogni singolo prelievoprima di accettarlo. Non solo,ma il suo gruppo sanguigno èparticolarmente pregiato,perché può essere ricevuto daquasi tutti.

La prima volta che si erapresentato per la donazionegli avevano fatto molte diffi-coltà. Prima cosa nel prelievoè tutelare la salute del dona-tore che non abbia a patire. Efrancamente, presentarsi pa-ralitico in carrozzella non èuna buona commendizia. Nélo è per tranquillizzare sullaqualità del sangue. Questa in-fatti deve essere perfetta. Perciò due medici si erano avvi-cendati ad indagare sulla sto-ria clinica del Viterbi. Aveva-no misurato e controllato lapressione. Poi il prelievo erastato raccomandato a parti-colarissima rigorosità deglianalisti.

Solo quando si fu ben sicuriche non si correva alcun ri-schio il Viterbi fu ammesso

18 ottobre 1972 - l’annualegiornata del volontariocelebrata al Teatro Alfieri

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Ore 11: Alfredo Marchelliritira

contemporaneamente apapà e mammale benemerenze

al merito trasfusionale

Ore 10,30: L’ing. Porcellana, Sindaco di Torino, consegna l’at-testato di benemerenza al prof. Mario Viterbi

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senza discussioni a donareabitualmente.

Egli si lamentò alquantoper aver dovuto quasi litigareper poter fare la prima dona-zione. Quello che più gli eraspiaciuto era l’argomentousato: “Con tanta gente ro-busta, proprio Lei, in questecondizioni ,vuole donare ilsangue?”. E il Viterbi si do-mandava smarrito: ma dovesono questi torelli?

Nella sale da ballo o sullegradinate degli stadi se ne ve-dono a migliaia, ma perchéogni anno mancano in Italiadue milioni di donazioni? E senon vado io, ne mancanoquattro all’anno, e quindi unuomo, o forse due, muore permia colpa...

Un toro vigliacco non va be-ne neppure per la “plaza de to-ros”.

Là almeno lo mandano almacello e serve per bistecche.Ma i nostri torelli per sale daballo non sono utili nemmenoper quello!

E cominciò a sciorinarmi lefalsità più correnti con cui lapiù parte dei torelli avvicinatiaveva tentato di camuffare lapropria ignavia. Non ho mai

tempo! (il furgone AVIS te loritrovi tra i piedi davanti a ca-sa tua e il prelievo richiede 10minuti). – Il mio gruppo san-guigno non va bene! (Anchese è all’ultimo posto dellascala delle compatibilità mi-gliaia di persone sono in gra-do di riceverlo). – Fa male al-la salute privarsi del sangue!(Quando si chiamava salassoe veniva sprecato per nutriremignatte, tutti i malati si sen-tivano in dovere di farsene fa-re uno per poter guarire).Sembra che io scoppi di salu-te, ma il mio sangue non èbuono!

Se lo accettano si può starecerti che è buono – e poi chi tiha detto che non è buono senon hai mai fatto una donazio-ne?).

Credete, mi sono fatto unacultura sugli argomenti spol-verati.

Tutti validi a condizione uni-camente che si ammetta pernero ciò che è bianco.

Melanconicamente tornai algiornale dell’Avis.

C’era un’altra fotografia.Papà e mamma Marchelli rice-vevano la medaglia d’oro per50 donazioni, e il figlio quella

d’argento per 25.Una famiglia disonesta!

pensai: da soli si sono acca-parrati almeno una cinquanti-na di vite umane salvate.

E chissà quanti soldi hannoguadagnato costoro! Recitainfatti l’articolo 30 dello Sta-tuto Avis: “È vietato ai donato-ri ricevere denaro od altri do-ni, da coloro cui hanno dato ilsangue...”.

Così mi sono trovato con unago infilato in un braccio, edho cominciato la strada per lu-crare qualche vita umana sal-vata. Spero di farmi ricco.

Ma per intanto mi sono sen-tito più uomo”.

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L’offerta simbolicadel flacone di sanguee delle benemerenze avisine, durantela celebrazione della Messa

Il gruppo dei premiatiappartenenti al gruppoFerrovieridell’Avis di Torino

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DOMENICA 27 MAGGIO 1973Con l’appoggio dell’Associazione A-

tleti Azzurri d’Italia (A.N.A.A.I.) pre-sieduta da Fiorenzo Magni si è svolta aTorino, in piazza Carlo Felice una rac-colta straordinaria fra gli sportivi. Pre-senti il presidente della Provincia di To-rino Borgogno, L’Assessore Vinicio Luc-ci, e gli Azzurri Magni, Berruti, Dordo-ni, Maspes, Monti e Spoldi, Boniperti,Bettega, Zoff, Pulici e Sala. In una rela-zione, pubblicata da “Sport Azzurro”Fiorenzo Magni evidenzia la buona atti-vità dell’Avis e invita tutti gli sportiviitaliani a prestarsi per donazioni di san-gue anonime e gratuite.

Il “Premio Torino” ha vent’anni. Laproclamazione dei vincitori della XXEdizione del Premio Torino di Poesia eProsa, premio pensato, iniziato e portatoavanti con la collaborazione di “uominidi buona volontà allo scopo di segnalarescrittori e uomini troppo sovente dimen-ticati da una certa distratta critica” haavuto nel 1973 nella splendida ed austera

cornice dell’Aula Magna dell’Universitàdegli Studi di Torino, una particolare eraffinata manifestazione.

I premi assegnati sono stati attribuiti:per la Poesia edita a Gian Franco Lazzarodi Stresa (Novara) e, per la Prosa edita, aFabio Tombari di Rio Salso di Pesaro. IlPremio speciale Avis per gesto ed operadi alta umanità (chiamato per l’occasione“targa della bontà”) è stato attribuito aldottor professor Angelo Actis Dato di To-rino con la seguente motivazione: “Il pro-fessor Angelo Actis-Dato, primario car-diochirurgo, ha osato compiere sul cuoreumano i più arditi interventi – eseguiticon perizia e affettuosa trepidazione – ri-dando benessere e salute a migliaia disofferenti. Numerosi volontari dell’Avishanno donato il loro sangue per tenere invita i pazienti e rendere possibile l’impie-go della macchina cuore-polmone che at-tua la cosidetta circolazione extra-corpo-rea. Perciò la Targa della bontà dell’Avisnon può essere consegnata in mani piùdegne e meritevoli di quelle del professordottor Angelo Actis-Dato”.

Sandro Mazzolamentre offre

il proprio sangue,e con lui,

Magni,Dordoni,

Carmelo Bossie molti altri

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Questa la risposta cordiale eappassionata del professor Ac-tis-Dato:

“Cari Donatori Avisini, cariAmici e Colleghi, permettetemidi prendere la parola per dirvila mia gioia e commozione perquesta suggestiva e significati-va manifestazione e nel contem-po la mia più sincera gratitudi-ne e più affettuosa amicizia.

Innanzitutto desidero espri-mere le felicitazioni più vive aiVincitori dei Premi Torino “Vo-ci Nuove” e a tutti coloro che vihanno concorso e contribuito.In un mondo i cui valori spiri-tuali sono sempre più trascura-ti questa iniziativa intesa a in-crementare, valorizzare e pre-miare le forze più sane e più va-lide della nostra cultura è cer-tamente un’Opera meritevoledel più alto Encomio, degnadella città di Torino e dell’Avis

e pienamente consona con lospirito umanitario, altruisticoe moralmente educativo di que-sto Grande Sodalizio.

In questa occasione, in mezzoa questo nobile Consesso diCultura Letteraria e di Poesia,l’Avis e la Giuria del Premio To-rino hanno voluto darmi una di-mostrazione di stima e di affettoche mi ha profondamente com-mosso; e ancor più mi commuo-ve il fatto che questa dimostra-zione avvenga nell’Aula Magnadi questa Università di Torinonell’ambito della quale ho svol-to la mia attività dedicando i 25anni migliori della mia vita.

Ringrazio il professor Ra-chetto e con lui tutti i membridella Giuria per le affettuoseespressioni di stima; ringrazioil dottor Colombo per le sue al-te parole e la commovente mo-tivazione e con Lui ringrazio

tutti i Donatori di Sangue del-l’Avis.

Mi sento del tutto immerite-vole dell’assegnazione di uncosì alto e importante ricono-scimento e lo accolgo soprat-tutto come una dimostrazionedi bontà e di simpatia da parteVostra, simpatia che, Vi assicu-ro, è reciproca e varrà certo arendere sempre più fattiva, este-sa ed efficace la nostra collabo-razione a favore dei malati.

La motivazione che ci è stataletta or ora rappresenterà pernoi un impegno morale catego-rico a sforzarci per portare

avanti, sempre più avanti la no-stra opera intesa a creare unmondo medico migliore e quindiun “mondo migliore” come haauspicato il dottor Colombo aconclusione della sua allocu-zione.

È però opportuno rilevareche la nostra Opera di Chirur-gia sarebbe impossibile senza diVoi, cari Donatori di SangueAvisini che vedo numerosi quipresenti.

Il merito delle conquiste,delle realizzazioni e dei suc-cessi della Cardiochirurgia èsoprattutto Vostro.

Un grande cardiochirurgoamico dell’Avis

Il dr. Arnaldo Colombo,presidente dell’Avis tori-nese, consegna al prof.Angelo Actis Dato la tar-ga Avis della bontà, “poe-ta della sofferenza”

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Il prof. Actis Dato riceve la medaglia del cinquantenario dell’A-vis torinese dal piccolo Pierpaolo Astore, da lui felicemente ope-rato al cuore, alla presenza del presidente di Sandro Fisso

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L’elemento che Voi donate èinsostituibile.

Per questo l’Umanità, la So-cietà e tutti noi dobbiamo ser-barVi la più profonda ricono-scenza.

Ogni anno decine, centinaiadi migliaia di persone possonoaffrontare gravi interventi esopravvivono grazie alla Vo-stra generosità oscura, silen-ziosa, sublime come un RitoEucaristico.

Il Vostro è il modo più mera-viglioso di amare il Prossi-mo,seguendo il divino precettoevangelico: “ama il prossimoTuo come Te stesso”.

Finché sulla terra vi sono uo-mini che agiscono con il VostroSpirito, pur nel dilagare preoc-cupante dell’egoismo, dellaprepotenza, della crudeltà e deldisinteresse, possiamo ancorabene sperare per l’avvenire diquesta disorientata e travaglia-ta Umanità.

Il Vostro simbolo è meravi-glioso; ho sempre ammiratoquesto simbolo che racchiudein sé un programma sublime.

Sono due mani tese, direi sup-plicanti; sono le mani dei mala-ti che chiedono; sono le manidei medici che chiedono per imalati; sono le mani dell’Avische chiedono di potere dare.

Al Centro la goccia di san-gue che cade fra le mani avidee tremanti...

Ma ecco che ad un tratto il si-gnificato emblematico evolve: ilsangue raccolto fra le mani ali-menta una fiamma rossa cheguizza fuori dalle mani stesse eche le mani stesse cercano diproteggere, di difendere.

Cos’è questa me-ravigliosa fiamma ?

È la fiaccola dellaVita che Voi alimen-tate con la Vostra ge-nerosità; è la fiaccola del bene più gran-de, più importante, ilbene del cui valore cirendiamo conto soloquando stiamo perperderlo o stannoper perderlo i nostricari, i nostri amici.

Bisogna vivere vicino ai ma-lati, bisogna partecipare allaloro vita spirituale, consecuti-vamente alle loro ansie, alleloro speranze, alle loro gioie,al loro senso di gratitudine,per rendersi conto di quantosublime, di quanto grande siala Vostra opera o Donatori.

Ed io vorrei oggi essere quianche per esprimerVi la grati-tudine di tutti i nostri malati.

Se potessimo sentire, in que-sto momento, il loro ringrazia-mento corale ci renderemmoconto di quanto valgano anco-ra nei rapporti fra gli uomini isentimenti di solidarietà, di de-dizione, di amore.

Non li avete mai visti gli oc-chi di pazienti che hanno avutocon una trasfusione diretta unainiezione di vita e di speranza ?

Sono occhi che esprimono,pure fra le sofferenze, un gra-zie che nessuna parola potreb-be esprimere.

Voi Donatori li avete vistiquesti occhi che Vi hanno det-

to spesso un grazie fatto di unsilenzio, di una riconoscenzache ha del soprannaturale.

È questa l’unica ricompensaal Vostro generoso atto; e VoiVi allontanate, dopo detta unaparola di conforto e di augurioe ritornate alle Vostre case, al-le Vostre famiglie fra i Vostribambini con quello sguardoancora negli occhi, con quelsorriso riconoscente nellamente; siete felici di avere fattoqualcosa per aiutare un padrecome Voi, una sposa come laVostra, un bimbo come i Vostri.

Chiedo venia se mi sono per-messo di penetrare in quel Sa-crario di sentimenti che è ilGrande Cuore del Donatore emettere in luce quei risvolti in-teriori e quella sensazione di in-tima gioia che deriva dalla con-sapevolezza di aver fatto del be-ne a qualcuno; ma è una sensa-zione che, Vi assicuro, che è ve-ramente bello provare”.

Sentimenti stupendi chevanno divulgati, perché credia-mo nell’uomo, crediamo nellabontà e nella poesia dell’uomo,e desideriamo agire bene pertestimoniare quanto così beneanticipa Rachetto nella suapoesia XXVAprile – Lasciate imorti in pace.

...Altri verranno, forse,in tempi più puliti,per trarne incitamentoa un mondo più civile e più

fraternopiù libero e più giusto...

In sala operatoria. Una lezione pratica agli studenti delle scuo-le di specializzazione in cardiochirurgia e cardiologia

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30 MARZO 1974Una tappa fondamentale nella storia

dell’Avis: inaugurata la nuova sede delcentro emotrasfusionale dell’Avis tori-nese. Dopo anni di logorante attesal’Amministrazione dell’Ospedale San-t’Anna ha deliberato di destinare duepiani della palazzina di via Ventimigliagià adibita a casa di cura, all’Avis pertrasferirvi, dagli angusti locali di viaBaiardi 39, il centro tecnico scientificoper la trasfusione dell’Avis, sorto nel1953 per iniziativa della nostra associa-zione e del professor Giuseppe Delle-piane titolare della cattedra di Ostetri-cia e Ginecologia dell’Università di To-rino. Semplice la cerimonia d’inaugu-razione; commosso ricordo dei volon-tari scomparsi.

Tra le altre sale destinate ad ambula-tori, prelievi e visite di controllo ai do-natori riservato anche uno spazio perl’installazione del terminale dell’elabo-ratore elettronico collegato con la Ho-neywell di Cleveland nell’Ohio (StatiUniti d’America).

La segreteria dell’AIDO trasferita neilocali della “comunale” di via PrincipeTommaso 39.

DICEMBRE 1974Per iniziativa di Massimo Rua nasce il

gruppo “anziani” della comunale di To-rino che da allora mensilmente si riuni-sce nella sede di via Palatucci 22.

Il 25 gennaio 1975 viene eletto il primo“direttivo” del gruppo con MassimoRua presidente, Carletto Carletti vice,Giovanni Bona segretario, MercedesCapietti, Luigi Mazza, Cesare Scian eAdalgisa Landucci Rossi, consiglieri.

Sempre il 21 gennaio 1975 si rinnova ildirettivo del gruppo giovani.

Alfredo Marchelli è riconfermato ca-po-gruppo con Leonardo Ceci vice, Pie-ra Gullino amministratore, GraziellaTognonato in Capuzzo segretaria, Ni-cola Cianci addetto al coordinamentoprelievi, Anna Triches con CristinaBuggè per le pubbliche relazioni, Ange-la Annese e Aura Giraud per l’organiz-zazione ricreativa.

Foto 1:Centro Trasfusionale Avisdi Torino: non solo ci sipreoccupa di osservarescrupolosamente l’inter-vallo di 90 giorni fra unadonazione e l’altra, ma sieffettuano i più rigorosi etecnicamente avanzaticontrolli per garantirel’integrità fisicadei donatori

Foto 2:Un particolaredel “Groupmatic 360”della Roche. L’apparecchioconsente la determinazio-ne dei gruppi sanguigni inautomazione compresa latrascrizione dei risultati

Foto 3:Nonostante l’impiegodi moderne e sofisticateapparecchiature l’uomoresta pur semprel’elemento indispensabile.Talvolta dall’impegnoe dalla sua capacità puòdipendere il destinodi altre creature

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Da “Pensiero e AzioneAVIS” maggio 1973 trascrivia-mo un articolo di Mercuzio daltitolo: “La Banca del Sanguenon “paga””.

Il problema della raccolta delsangue è risolvibile solo poten-ziando il volontariato gratuito.

Siamo rimasti impressionatida una corrispondenza da NewYork, apparsa su Il Giorno del 5gennaio e intitolata: “A NuovaYork manca il sangue.

Rinviate molte operazioni. Èla crisi più grave avvenuta nellametropoli americana”.

Noi conoscevamo da tempo,anche se grosso modo, la pre-caria condizione della raccoltadi sangue negli Stati Uniti (enei Paesi dove il sangue si rac-coglie con il sistema della Ban-ca), tuttavia ci è sembrato utile

riprendere il testo del servizio.Eccolo: “Nuova York è in gra-ve crisi di sangue e tutte le ope-razioni chirurgiche non urgentisono rimandate, mentre gliospedali fanno appello ai vo-lontari per radio e per televisio-ne. Simili crisi sono comunidopo i periodi di vacanza cheallontanano dalla città moltidonatori, questa però è la piùgrave fino a ora registrata. Leriserve attuali sono scarse,mentre un giorno potrebberoessere esaurite di colpo in casodi un disastro come la caduta diun aereo, un incendio o un inci-dente a catena sulle autostradeattorno alla città.

Fra le cause della crisi c’è ilnuovo governo a Haiti dove il

figlio del dittatore Duvalier,ereditando il potere del padre enominandosi presidente a vita,ha introdotto varie riformeprogressiste fra cui ostacoli al-la vendita del sangue. Haiti, larepubblica negra del Caraibi, ècosì povera che gli abitanti, let-teralmente, avevano trovatoche vendere il sangue era tra lemigliori fonti di introito...”

Se ne deduce che negli USAla raccolta del sangue poggiasopra due sistemi, entrambi pe-ricolosamente precari: la forni-tura di sangue umano da partedi colonie sottosviluppate chetrovano in questo mercato unaconsistente fonte di guadagnoe la offerta remunerata e occa-sionale alle Blood-Banks daparte di non importa quale cit-tadino. È comune a entrambi isistemi il rapporto mercificatotra paese ricco che compera epaese povero o ceto povero (inegri, i portoricani, gli italianidei quartieri depressi) che ven-de il proprio sangue.

È un rapporto assolutamen-te immorale che la nostra co-scienza di donatori volontarirespinge con fermezza. Manon è questo il punto. È unrapporto del tutto incapace disostenere un sistema trasfu-sionale che, come nel casoamericano, è tecnicamente as-sai ben sistemato. Basta un pe-

riodo di festa anche per i po-veri; basta un dittatore che ri-tenga troppo umiliante il dis-sanguamento della nazionecome misura per equilibrare ilcommercio estero, per far sal-tare clamorosamente tutto.

In realtà il problema dellaraccolta di sangue è risolvibilesolo potenziando e organiz-zando il volontariato gratuito.Così come in Italia l’Avis hafatto nei 45 anni della sua nonfacile vita.

Solo una associazione beneorganizzata è in grado di mobi-litarsi e prevenire efficace-mente fenomeni di caduta nel-l’offerta del sangue in conco-mitanza a esodi dalle città perfestività o ferie, e così via. Èquesta la sola strada moral-mente ineccepibile e percorri-bile con la fondata ipotesi ditraguardi positivi. È quanto an-diamo dicendo da anni. Èquanto non capiscono del tuttoi responsabili della cosa pub-blica ai vari livelli che si impe-gnano così poco e così male sulproblema e quanti restano an-cora aggrappati al sistema del-la “Banca del Sangue”.

Come la Croce Rossa. A pro-posito della quale va segnalatol’efficace e intelligente sloganche usa per le raccolte di sanguee che campeggia stampato suenormi manifesti piazzati pres-so i punti di raccolta: “Chi donasangue alla C.R.I. lo dona pergli ospedali”.

Mentre le altre organizzazio-ni, Avis in testa, che raccolgo-no, a essere pessimisti, il 95%del sangue, cosa ne fanno ?

Che diamine, è fin troppo no-to perché sia necessario ritor-narci sopra, che lo tengono perbellezza, lo buttano via, lo ce-dono ai numerosi collezionistidel flacone, eccetera.

Non sarebbe ora di incomin-ciare a essere seri?

Il servizio trasfusionale è genericamente affidato alle “Banche del sangue” chenon fanno capo alle associazioni di donatori ma, richiedono ai richiedenti di unitàdi sangue il recupero tramite donatori occasionali del sangue assegnato.In genere vengono richiesti due donatori per ogni unità di sangue data.

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La legge 107 del4 maggio 1990

ha tolto all’Avis lapossibilità digestire centritrasfusionalilimitando al

servizio di raccoltala sua attività

In Italia l’Avis ha istituito i primi centritrasfusionali mettendo a disposizionedi tutti coloro che ne avessero bisogno leunità di sangue richieste senza chiederealcuna restrizione grazie alle donazionieffettuate dai propri iscritti

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20 FEBBRAIO 1975La scomparsa avvenuta a Lavagna il

20 febbraio del dottor Arnaldo Colom-bo getta nel lutto l’intera associazione.Capo del personale della sede di Torinodel Credito Italiano, presidente a vitadella comunale di Torino dal suo “risor-gimento”, amministratore unico delcentro tecnico scientifico per la trasfu-sione del sangue dal dissequestro avve-nuto nel 1957, membro effettivo delCollegio nazionale dei Proboviri, Ar-naldo Colombo ha ricevuto il cordogliodi centinaia di avisini e di amici che sisono stretti attorno alla consorte, signo-ra Angelina ed ai figli Carla e Romano,laureato in medicina e chirurgia e spe-cializzato in neurologia.

Con Arnaldo Colombo non è scom-parso solo un uomo, è scomparso il pre-sidente dell’Avis di Torino. Facile è il la-sciarsi trascinare nella retorica e scrive-re le consuete frasi di circostanza. Vor-remmo tradurre in due righe il suo prin-cipale insegnamento di sempre: dare,dare, dare tutto di se stesso senza nulla

chiedere in cambio. Vivere nel senso piùpuro e sublime che l’espressione amoredeve avere. Non odiare nessuno, noncriticare nessuno, non fare polemicacon nessuno.

Essere di esempio. Lavorare pen-sando che anche gli altri ti seguano.Donare il tuo sangue convinti che an-che gli altri offriranno il loro. Essereamico con tutti, poiché tutti gli uomi-ni possono sbagliare ed offenderti, an-che involontariamente. La perfezionenon è dell’uomo. E dopo che tutto ciòhai fatto non attendere il ringrazia-mento; da parte di nessuno. Peggio,non pretenderlo. Nessuno ti deve gra-titudine. È la tua coscienza di uomogeneroso, di uomo retto e onesto chedeve ripagarti di quanto hai ritenutofare per il tuo prossimo. Questo era esarà Arnaldo Colombo; presidente ef-fettivo dell’Avis comunale di Torinodal 1958, presidente a vita per 20 gior-ni, poiché l’assemblea dei soci unani-me lo aveva così eletto il 31 gennaio1975.

Il dottor ColomboPresidente a vita dell’AvisComunale di TorinoAmministratoreunico delCentro Trasfusionalegestitodall’Avis torinesegià membro del collegiodei probiviridell’Avis nazionalecapo del personaledella sede di Torinodel Credito italiano

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Sono convinto che l’invito atrattare in un ambiente così qua-lificato come il Rotary Club ilsuddetto tema, non potevagiungere più opportuno e tem-pestivo. Esso è ritenuto così im-portante che abbiamo preferitodividerne la sua illustrazionefra un tecnico del valore dellaprofessoressa Anna Lucia Mas-saro, direttrice del Centro Tra-sfusionale Avis di Torino,spe-cializzata anche in ematologiaed emerita studiosa (in questanon molto nota specializzazio-ne la Massaro è già nota in cam-po europeo), l’attuale presiden-te della Sezione Comunale del-

l’Avis e amministratore delCentro Trasfusionale – banca-rio di professione e che utilizzaper così dire il suo tempo di ri-poso all’Avis – ed il rag. Ales-sandro Fisso, altro bancario,nella identica precedente posi-zione, non certamente ultimoper importanza perché anchevice presidente nazionale del-l’Avis, che, in campo organiz-zativo potrà dare concrete noti-zie sul più vasto piano naziona-le, perché su questo piano ilproblema non poteva non pre-sentarsi con aspetti diversi daquelli che impone, anche incampo economico e sociale, laparticolare formazione geogra-fica e le vicende storiche attra-versate dall’Italia.

Aggiungo che dell’Avis nonsi conosce gran che nonostante isuoi 43 anni di vita. Ma sullostesso problema trasfusionale –purtroppo anche in campo me-

dico – le idee non sono troppochiare. Basti accennare al luogocomune del cosidetto donatoreuniversale (gruppo 0 rh negati-vo) o del ricevente universale(AB +) per far comprenderequanto poco approfondite sianole idee in materia. Eccetto casipiuttosto rari di estrema urgen-za in cui la determinazione delgruppo del ricevente richiede-rebbe un tempo superiore aquello della sopravvivenza delsoggetto,ancora adesso, in casidi nessuna urgenza,riceviamorichieste di sangue universale.Ebbene signori, in tali momentisi è semplicemente dimenticatoche la trasfusione di sangue nonè un’iniezione più o meno en-dovenosa, non è la sommini-strazione di un farmaco, ma èun trapianto di tessuto con ilsempre incombente pericolodell’azione di rigetto. Il donato-re o il ricevente universale nonesiste.

O meglio esiste soltanto insenso statistico. Gli incidentiforse mortali non supererebbe-ro il 3% : è poco consolante.

Se addirittura in campo me-dico le nozioni sono ancora co-sì confuse, figuratevi quelloche può avvenire in campoprofano: mi riferisco ai giorna-listi. Ed in particolare mi riferi-sco ai due fatti ed alla leggerez-za con cui sono stati raccontatial pubblico. Il processo a Paviadel così detto sangue annac-quato e le superficiali, scorret-te, ingiuriose notizia date da“Epoca” nel n° 1045 pag.4“Lettere al Direttore”.

Il nostro rammarico non siesaurisce in un fatto sentimen-tale; ma trae origine dalle con-seguenze che tali notizie hannoavuto ed ancor oggi hanno sulreperimento dei volontari per ladiuturna, continua, indispensa-

bile attività trasfusionale. Lenostre Segreterie hanno incon-trato difficoltà come non maiper convincere volontari a re-carsi a fare la donazione: tali re-sistenze crediamo di poterle at-tribuire alle false opinioni in lo-ro formatesi per le notizie im-precise e tendeziose, comequelle di “Epoca” in cui addirit-tura si parlava di mercato delsangue.

È bene dire che la terapia tra-sfusionale non è terapia di ecce-zione. Il problema di salvare ilferito, il traumatizzato fa molto“pezzo da giornale” ma è scar-samente frequente. Oltre lo sco-po di rimpiazzare il sangue per-duto nell’emorragia acuta, vi èquello di aumentare e migliora-re il contenuto di emoglobinanel sangue,come nelle anemiecroniche; di apportare elementimancanti o scarseggianti nelsangue come nell’emofilia o inaltre malattie dovute a difetto dicoagulazione; di sostituire qua-si totalmente il sangue nel-l’exanguinotrasfusione per lacura della malattia emolitica delneonato; di eseguire interventichirurgici con circolazione ex-tra corporea (cuore artificiale)odisintossicare l’organismo colrene artificiale;di trasfondere etenere in vita i leucemici e prov-vedere (lo dico per ultimo, maavrei dovuto citarlo per primotanta è la frequenza che rendeindispensabile la disponibilitàdi sangue) e provvedere allenormali operazioni chirurgiche,a quelle di routine, quelle di du-rata relativamente breve, forsepoco più di mezz’ora, ma chesono rese possibili e sicure sol-tanto dalla disponibilità del mi-sconosciuto flacone di sangue.

Queste poche notizie potreb-bero essere a tutti note. Nono-stante ciò abbiamo letto e riletto

Troppi non conosconole finalità dell’Avis(Dall’intervento del dott. Colombo nella riunione del 14 dicembre 1970 al Rotary di Susa

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Per favorire la crescita dell’Avis,Arnaldo Colombo invitava tutti i suoicollaboratori a disdegnare le polemiche

ma darsi concretamente da fare

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sui giornali quelle relative alprocesso di Pavia chiamato del“sangue annacquato” quasi fos-se barbera o grignolino allunga-to con acqua di fonte. Non en-triamo nel merito delle respon-sabilità di chi non ha avuto curadi porre bene in evidenza conapposita etichetta, che il flaconeconteneva globuli rossi lavatianziché sangue intero. Spettaalla giustizia punire chi ha de-meritato. Ma il ripetuto accentogiornalistico su un fatto estre-mamente spiacevole e la sua di-vulgazione ed i commenti prividi qualsiasi informazione scien-tifica, hanno in concreto dan-neggiato l’attività trasfusionalein tutta Italia.

L’altro argomento con cuiconcludo questa premessa perlasciare a chi compete lo svolgi-mento del più interessante te-ma, è quello di “Epoca”, notoautorevole settimanale dal qua-le sarebbe lecito attendersi nonla divulgazione dell’articolettocontenente una piccola partedella verità, cioè il così detto“pezzo giornalistico”; ma piut-tosto servizi specialmente incampo scientifico, fatti con as-soluta obiettività, a fondo, nellaricerca della verità.

Il presidente nazionale del-l’Avis, dottor Carminati, ha po-sto sul n° 12 di AVIS SOS (or-gano ufficiale della “naziona-le”), ad “Epoca” punto per pun-to dei precisi quesiti che, per laserietà del settimanale, spero divedere al più presto sviluppatiin un rigoroso servizio docu-mentato,senza indulgere ad al-cuno, che dica le cose come so-no e valga ad annullare i danno-si effetti delle calunniose affer-mazioni di cui mi limiterò a leg-gervi per brevità soltanto unapiccola parte, aggiungendo unmio modesto commento.

Rispondendo ad un lettore, ilDirettore di “Epoca” scrive:“...Lei ha probabilmente molteragioni: l’Avis, sorta come or-ganizzazione di donatori, amano a mano si è trasformatain un meccanismo burocratico,che, naturalmente, spende piùdi quel che dà, e il dono diven-ta per forza un mercato. Biso-

gna affrontare con coraggioquesta fondamentale riforma.Niente mutue e niente AVIS:chi vuole donare il suo sangueva all’ospedale e l’Ospedalenon vende il “dono” e non fagite all’Estero”.

Per conoscere quanto sponta-neamente i volontari vadanonegli Ospedali, basterebbe in-terrogare qualche Banca delSangue (Ente non gestito dal-l’Avis) dove i parenti dovrebbe-ro reintegrare il sangue neces-sario per i loro cari, carissimicongiunti, per apprendere conquante scuse, con quanti prete-sti tali parenti cerchino di evita-re il “dono” del loro sangue;tanto che anche le Banche delSangue, come i Centri dell’Aviso quelli della CRI debbono farcapo alle organizzazioni di vo-lontari donatori di sangue, sevogliono poter funzionare.

Infine sulla maligna insinua-zione del mercato del sangue osulla vendita del dono, formuload “Epoca” la più fervida pre-ghiera di suggerire all’Avis(suggerimento ugualmente pre-zioso anche per le Banche delSangue e per gli Ospedali) laformula, il mezzo per otteneregratuitamente oltre al sanguedel donatore, anche il materialesanitario e cioè i flaconi di vetrocontenenti l’anticoagulante, leprovette, il set per il prelievo equello con filtro per l’infusione,tutte cose che usate una sola vol-ta debbono venir buttate via, mache sono indispensabili per rac-cogliere, conservare e infondereil sangue umano. In più baste-rebbe che quest’esimio econo-mista di “Epoca” ci insegnasseil mezzo per avere gratis i frigo-riferi muniti dei soliti apparec-chi di allarme e di controllo, leautoemoteche, i congelatori perplasma, le centrifughe dei varitipi (per flaconi e per provette),gli agglutinoscopi, gli autoa-nalyzer, ecc.; i sieri, ripeto i co-stosissimi sieri, i locali per cu-stodire ed usare le apparecchia-ture, per visitare, controllare,classificare sangue e volontari; imezzi per retribuire i medici, ibiologi (conservando l’attualefunzionamento dei Centri 24

ore su 24), le tecniche di labora-torio, il personale di segreteria econtabile, l’autista per i recapitiurgenti di sangue ed i relativi au-tomezzi, il necessario per paga-re l’acqua, la luce, il telefono,ecc.ecc.

Nella nostra modesta capa-cità amministrativa, noi tutti,dirigenti dell’Avis e/o dei Cen-tri Trasfusionali, siamo soltan-to riusciti ad offrire la nostraopera gratuitamente, alla sera onelle giornate festive o di con-gedo, senza neppure il rimbor-so delle spese vive.

Sono convinto che tutti sa-remmo veramente grati ad“Epoca” o a quel mago che riu-scisse a risolvere il difficileproblema del recupero dellespese attualmente inquadratonelle strettoie dell’appositoDecreto Prefettizio valido perciascuna Provincia.

Infine, l’idea del donatore disangue che d’iniziativa, sponta-neamente se ne va all’Ospedalea dare la donazione è altrettantoamena di quella di sopprimere iVigili Urbani per alleggeriredalle spese le finanze locali, pre-via opportuna opera di educa-zione e di raccomandazione aicittadini di comportarsi onesta-mente, civilmente, naturalmen-te automobilisti compresi.

L’Avis per mio mezzo ringra-zia il Rotary ed in particolarequesta Sezione, nonché gli ami-ci che ci hanno invitato, peraverci pazientemente ascoltato edato la possibilità di far meglioconoscere un problema che è an-cor più urgente, comune ed at-tuale di quello pur tanto trattato estudiato dei trapianti d’organo.

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APRILE 1975Rinnovo delle cariche sociali per la

comunale di Torino triennio 1975-1978.

L’autoemoteca utilizzata come seg-gio mobile per le votazioni. Il neo elet-to consiglio direttivo nomina SandroFisso alla presidenza, il dottor Sburlatie il geometra Chierotti alla vicepresi-denza, Edgardo Papurello come segre-tario e il rag. Angiolo Capuzzo Ammi-nistratore.

2 NOVEMBRE 1975Posta dall’Amministrazione Comu-

nale di Torino, su interessamento del ra-gioniere Massimo Rua, una lapide al Ci-mitero Generale di corso Novara, a ri-cordo degli avisini deceduti.

DICEMBRE 1975Da Torino a Catania unione di avi-

sini. Riportiamo una lettera indirizza-ta al Direttore del Corriere Avis. “Tori-no 14 novembre, ore 13,45. Sono sul tramdella linea 92 (servizio operai Fiat), va-

do al lavoro. Incontro l’avisino I... della92 (officina di manutenzione”. Lo vedotriste e preoccupato “cosa c’è ?” gli do-mando.

Mi risponde che deve partire subito ap-pena ritirata la busta saldo del mese, perSiracusa.

“Sua madre deve essere operata per untumore con urgenza. I parenti gli hannoscritto che la donna ha bisogno di sangue eche si cerca tra i parenti e gli amici chi è di-sposto a dare il sangue, perché altrimenti ilmedico non opera.

Mi domanda se come figlio il suo grupposarà uguale a quello della madre, perchétra lui e il fratello richiamato dalla Svizze-ra ci sarebbero almeno due donatori.

“Un momento” gli dico “tu sei iscrit-to all’Avis, quindi non preoccuparti, vediamo cosa si può fare. Alla porta 18chiedo al sorvegliante il permesso di te-lefonare

Ore 14,30 chiamo la segretaria del grup-po, le espongo il caso, mi dice che prenderàinformazioni e mi richiamerà.

Ore 15. Sono chiamato al telefono, la se-

Il cippo dedicato dalcomune di Torino ai

donatori defunti

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gretaria mi dice che a Siracusa non è an-cora presente l’Avis, ma è a Catania (40Km.).

Ringrazio, chiamo I...e gli dò istruzionisul da farsi, gli dico “Meglio qualche sol-do in telefonate che pagare professionistidel sangue” I..mi risponde: “Sai ero moltopreoccupato, mi hai tolto un gran peso;parto più sereno.”

“Buon viaggio, amico, eauguri” .

DICEMBRE 1975Valide iniziative del-

l’Avis di Torino: costitui-ta l’associazione dei ta-lassemici, stabilito al 1° e3 sabato pomeriggio diogni mese l’incontro delgruppo anziani (allo-ra in via Principe Tom-maso 39, ora in via Pala-tucci 22.

Costituita la commis-sione Avis-Scuole.

4 GENNAIO 1976Scoperta nella nuova sede del Centro

Trasfusionale al Sant’Anna una lapide aricordo del dottor Arnaldo Colombo acui il centro stesso viene intitolato. Unmodo per onorare la memoria e fa teso-ro dei Suoi insegnamenti continuandosulla strada così magistralmente trac-

ciata.

FEBBRAIO 1976Il ringraziamento dei

cardiopatici alla comuna-le di Torino.

6 MAGGIO 19761.000 morti e oltre

2.000 feriti nel terremotoche ha sconvolto il Friu-li. L’Avis a poche oredalla catastrofe ha invia-to sangue e plasma nellezone disastrate. Apertauna sottoscrizione a fa-vore dei donatori terre-motati.

La lapideaffissa nei localidel centro trasfusionaledi via Baiardi 43

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Gli anzianisi ritrovano

in via Palatuccinei pomeriggi

del 1° e 3° sabatodi ogni mese

‘‘

’’

I volontari donatori di sangueche in umiltà qui operarono ed operano.

Nel segno della speranzavollero unanimi intitolare al nome

del dottor Arnaldo Colombopresidente a vita dell’Avis Torinesequesto centro tecnico trasfusionale

da lui promosso animato e inaugurato

Giornata del volontario 4 gennaio 1976.

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Torino, 2 gennaio 1977FOTOCRONACA DELLA BEFANA AVIS

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9 gennaio 1977LA GIORNATA DEL VOLONTARIOAL TEATRO NUOVOL’Avis non ammette discriminazione di razza, religione, credopolitico. A testimonianza di questo asserto vengono invitati apartecipare alle manifestazioni indette dall’associazione an-che cittadini di altre nazioni. È il caso dello studente CharlesMuyango, qui ritratto mentre riceve i complimenti del sindacodi Torino, Diego Novelli, in occasione della Giornata del Vo-lontario svoltasi al Teatro Nuovo di Torino il 9 gennaio scorso.Charles Muyango è cittadino del Rwanda, nazione africanaconfinante con lo Zaire, il Burundi, l’Uganda e la Tanzania. Èun paese dove, fra l’altro, il problema trasfusionale è tutto da ri-solvere. E Charles Muyango si informa, si interessa di quantol’Avis ha realizzato nel nostro Paese, ed in particolare a Torino,e cercherà, al suo ritorno, di impostare anche nel Rwandaun’associazione come l’Avis. I contatti con Charles sono tenutida Rolando Delprato, addetto alle pubbliche relazioni del grup-po Avis-Fiat, nel quadro delle iniziative tendenti ad estenderenel nostro Paese e nel mondo intero l’ideale avisino.

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Foto 1 – Con una stretta di mano il sindaco Diego Novelli con-segna il distintivo d’oro con fronde al segretario dell’Avis tori-nese Edgardo PapurelloFoto 2 – Massimo Rua consegna una targa ricordo al colonnel-lo Marconi, in rappresentanza del generale di corpo d’armataRenato Lodi.Foto 3 – Le quattro “Croci d’Oro Avis” premiate nel corso dellaGiornata del Volontario. Nell’ordine: Giorgio Ferlanti, LucianoPenna, Vincenzo Sartori e Carlo Gaido.

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In questa seguenza le fotografie scattate durante la consegna dei riconoscimenti

ILSINDACO DI TORINO PREMIAI BENEMERITI

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MAGGIO-GIUGNO 1976Allestita una mostra alla Galleria

d’Arte “La Conchiglia” di Torino in ri-cordo del dottor Colombo che, nelle po-che pause del Suo tempo libero, amavaanche dipingere. Hanno inviato le loroopere Dino Comparato, presidente delCircolo Ligure ed i pittori Amerigo Poli,Giuseppe Sardi, Angelo Savi, Maria Va-nella Bosca, Gianni Di Jorio, Giusi Ame-rio, Verena Brignani e Jose Boschiasso.Il ricavato dalle vendite utilizzato perridare la vista a un avisino.

Realizzato dalla L.D.C. (Libreria dellaDottrina Cristiana) un audiovisivo conil contributo della comunale di Torino.L’opera, dal titolo “Il dono del sangue”verrà utilizzata per la promozione avi-sina nelle scuole.

2 GENNAIO 1977Fotocronaca della Befana Avis.

9 GENNAIO 1977Al Teatro Nuovo di Torino, presente il

Sindaco Diego Novelli, svolta l’annualeGiornata del Volontario. Tra i premiaticon “Croce d’oro” Luciano Penna, Vin-cenzo Sartori, Giorgio Ferlanti e CarloGaido- Edgardo Papurello ha ritirato ildistintivo d’oro con fronde. Mario Vi-terbi, la medaglia d’argento.

Un tragico incidente ha stroncato la vi-ta del professor Lo-renzo Cagliero, giàdirigente del centrotecnico scientificoper la trasfusionedel sangue che hainiziato la sua atti-vità nel 1953. Gran-de il cordoglio ditutta l’Avis di Tori-no e provincia.

È deceduto Paolo Zopegni, già vice-presidente della comunale e della pro-vinciale torinese. Con Enrico Dasso eracontinuamente alla ricerca di iniziativeatte a potenziare l’Associazione. PAGINA 29

Lorenzo Cagliero

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Tre torinesi al vertice dell’Associazione. Sandro Fisso è stato riconfermato segretario nazionale. Massimo Rua è entrato nel “Giurì” e Tom-maso Chierotti è presidente del collegio nazionale dei sindaci. Nella prima riunione, dopo l’assemblea di Latina, il consiglio nazionale Avis ha riconfermato il dottor Guido Carminati, presidente, il ra-gioniere Sandro Fisso, segretario, e il dottor Renato Rigamonti, amministratore. La vice-presidenza è stata assegnata al signor Mario Pon-tiggia ed al professor Mario Zorzi. Sono inoltre stati designati a comporre l’esecutivo nazionale i consiglieri: Giuseppe Battaini (organiz-zazione e sviluppo), prof. Domenico Comi (Avis-Scuola), Piero Varasi (stampa), ragionier Dante Pedretti (propaganda). Dell’esecutivo fan-no parte anche i consiglieri: dottor Ireneo Vinciguerra, Franco Vettoretti, Amedeo Golinucci, Ademaro Ceccarelli, ai quali verranno asse-gnati compiti specifici per realizzare il programma dell’esecutivo e del consiglio nazionale. I collegi dei sindaci e dei probiviri hanno no-minato loro presidente rispettivamente il geometra Tomaso Chierotti e l’avvocato Massimo Macherelli.

SETTEMBRE 1977In funzione, presso il Centro Trasfusio-

nale di via Ventimiglia 1 il nuovo elabora-tore elettronico, prodotto dalla HP, in so-stituzione del terminale Honeywell.

FEBBRAIO 1978Rinnovato, con voto per corrispon-

denza deciso dal direttivo nel tentativodi espandere il numero degli avisinipartecipanti al rinnovo delle cariche so-ciali. Dall’esame delle 1.977 schede per-venute si sono ottenuti i seguenti risul-tati: Sandro Fisso 1.091 voti, Carla Gra-vina 1.004, Papurello Edgardo 847, To-gnonato Graziella 807, Rua Massimo756, Triches Anna 753, Negri Isa 694 ,Sburlati Giuseppe 669, Buffa Franco650, Capuzzo Angiolo 609, Giraud Aura590, Chierotti Tomaso 588, Buggè Cristi-na 582, Vigna Marcello 579, Gullino Pie-ra 558, Desderi Lenilda 556, Sartori Vin-cenzo 527, Marchisio Giovanni 523,Trompeo Roberto 510, Tognonato Lu-ciano 508, Cianci Nicola 489, QuagliaGiovanni 466, Bono Salvatore 463, Ma-

schera Pier Carlo 457, Gaido Carlo 448,Lazzi Ferdinando 446, De Luca Mario424, Soro Mariano 421, Canavera Achil-le 383, Brugnetta Edoardo 379, De Ni-gris Paolo 363, Casto Giovanni 355,Grasso Mario 343, Sobrito Luigi 305.

Per il Collegio dei Sindaci CalcaterraGioachino 934, Gaiero Mario 870, Inz Car-lo 813; supplenti Crocetti Franco 695 ePontida Gaetano 621. Per il collegio deiProboviri Carletti Carletto 861, De Fran-ceschi Giorgio 832 Lussetti Giovanni 828;supplenti Monasterolo Giorgio 736, Boc-ca Annibale 668. I neo eletti hanno quindidesignato Sandro Fisso alla presidenzacon Massimo Rua (coordinatore dellacommissione Avis Scuole) e GiuseppeSburlati (addetto alle pubbliche relazioni)vicepresidenti; Edgardo Papurello segre-tario, Angiolo Capuzzo Amministratore,Isa Negri addetto stampa, Carla Gravinaalla propaganda, Tomaso Chierotti per ilraccordo con le Avis provinciale, regiona-le e nazionale, Roberto Trompeo addettoal rapporto con gli organi di informazio-ne, Cristina Buggè per le manifestazioni

Nella foto:Massimo Rua,

Tomaso Chierottie Sandro Fisso

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Assegnate le cariche in seno all’esecutivo nazionale

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culturali e ricreative, Graziella Capuzzoper l’assistenza e Achille Canavera per irapporti con i comitati di quartiere.

Gli aventi diritto al voto erano 16.611.Hanno risposto, inviando le schede conbollo postale prepagato dall’Avis 1977iscritti. Gli altri 14.434 non hanno rite-nuto di esprimere il loro voto forse per-ché non conoscevano icandidati. In compensotutte le otto femmine can-didate sono state elette.

L’Avis di Torino è stata,anche questo caso una an-tesignana della parità frauomo e donna.

In pari tempo è stato pre-disposto un questionarioper conoscere il grado diinformazione degli iscrittialla “comunale” di Torinosui diversi problemi che ri-guardano l’attività svoltadalla nostra associazione.

Sono stati ritornati debi-tamente compilati 1.832

questionari: 1.265 da iscritti maschi e567 dalle femmine.

Alla domanda: “Sostanzialmente ri-tiene soddisfacente o meno la condu-zione dell’Avis torinese 1.125 pari al61,40 % ha risposto affermativamente,180 parzialmente soddisfacente e 22 in-soddisfacente. Gli altri si dichiarano

non in grado di esprimeregiudizi.

Alla domanda: SecondoLei la “Befana Avis” è ma-nifestazione da ripetere?

1.045 sono stati i sì e 223i no.

E via via le risposte, so-stanzialmente positive, sisono avute su tutte le altreventi e più domande ri-guardanti il periodico as-sociativo, le attività ricrea-tive, il tempo libero, igruppi di base, le beneme-renze, il centro trasfusio-nale, le attività promozio-nali eccetera. PAGINA 31

Indetto un“referendum” tragli avisini dellacomunale per

conoscere il lorogiudizio sulleattività svolte

‘‘

’’

La radiografia dell’associazione nel nostro questionario-referendumATTIVITÀ ASSOCIATIVA

D. - Sostanzialmente ritienesoddisfacente o meno la con-duzione dell’Avis torinese?

R. - Soddisfacente: 1.125, pa-ri al 61,40%; parzialmente sod-disfacente: 180, pari al 9,82%;insoddisfacente: 22, pari al-l’1,20%; non in grado di espri-mere giudizi: 459, pari al25,05%. Il 2,53% non rispondealla domanda.

D. - Se non è in tutto o in par-te soddisfatto/a, il motivo diquesto va attribuito a carenze:

R. - del consiglio direttivo odei dirigenti: 43; della segre-teria di via Principe Tom-maso: 21; della segreteria divia Ventimiglia 60; degli ad-detti ai prelievi presso il cen-tro: 48; del personale in ser-vizio presso le autoemote-che: 28.

D. - Se ha partecipato alle ul-time giornate del volontariocome ne giudica la riuscita?

R. - ottima: 324 pari al17,68%; buona: 297 pari al16,27%; discreta: 118 pari al6,44%; non buona: 11 pari

allo 0,60%; pessima: 3 pariallo 0,16%; non ho partecipa-to: 857 pari al 46,78%. Il12,13% non risponde alla do-manda.

D. - Se ha preso parte alleultime edizioni della “BefanaAvis” come ne giudica la riu-scita?

R. - ottima: 325 pari al17,74%; buona: 238 pari al

12,99%; discreta: 45 pari al2,45%; non buona: 4 pari al-lo 0,21%; pessima: 6 pari al-lo 0,32%; non ho partecipa-to: 934 pari al 50,98%. Il15,31% non risponde alla do-manda.

D. - Secondo lei la “BefanaAvis” è manifestazione da ri-petere in futuro?

R. - 1.045 sì; 225 no.

D. - Per compensare l’au-mento dei costi sarebbe dispo-sto/a a versare all’atto dellaprenotazione dei bambini, unaquota per consentire l’acquistodei piccoli doni?

R. - 739 sì; 243 no.D. - In caso affermativo

quanto sarebbe disposto a ver-sare?

R. - 500 lire per bambino:88; 1000 lire per bambino:324; 2000 per bambino: 355;anche fino a 5000 per bambi-no: 187.

D. - Ha partecipato all’as-semblea del 13 gennaio scor-so?

R. - 99 sì; 948 no. Questi iprincipali motivi della manca-ta partecipazione: 149 perscomodità d’ora; 131 perscomodità di luogo; 198 perscomodità di giorno; 153 perdimenticanza; 140 perchénon interessano queste riunio-ni; 651 per non essere suffi-cientemente a conoscenzadei problemi associativi e181 perché giudicano inutileche anche l’Avis indica as-semblee.

In tutte le occasioni i giovani avisini sono presenti ed offronocon serietà la loro preziosa collaborazione

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I delegati all’assembleastraordinaria convocata dal-l’Avis Nazionale a Carrara nel-l’aprile del 1970 hanno appro-vato il nuovo Statuto associati-vo nella stesura concordatadalla commissione compostada Renzo Bresciani, SandroFisso, Vico Fresia, Mario Mi-lani e Federico Marzocchi.

Dopo che Sandro Fisso, nelruolo di Segretario Nazionaleaveva letto e commentato ai de-legati articolo per articolo delnuovo statuto – che venivanomodificati dalle richieste effet-tuate, e riletto l’intero statutosecondo le indicazioni espressedal Notaio presente alla riunio-

ne, il documento veni-va approvato all’una-nimità. Il che è statoaccolto dalla assem-blea come un atto cheriappacificava le di-verse correnti politi-che sorte in seno al-l’associazione.

Con decreto del 27marzo 1974 il Ministrodella Sanità approvavaa sua volta il NuovoStatuto dell’Avis chene ha disciplinato l’at-tività sino al 1990quando, nel corso della54a assemblea nazio-nale, si accolse la ri-chiesta pervenuta dapiù parti di rendere piùsintetico lo statuto ap-

provato a Carrara, con normemeno dettagliate. Il che nonsempre ne ha favorito una cor-retta interpretazione. Riteniamoutile riportare dal Corriere AVISn.1 febbraio/marzo 1972 un ar-ticolo che mette in evidenza lospirito allora formatosi nei rap-porti tra le varie regionali avisi-ni e le diverse tendenze politi-che. Spirito che riteniamo abbiafavorito la grande crescita del-l’Avis avuta negli anni successi-vi. Eccone il testo:

“L’esempio degli amici bo-

lognesi UN RICHIAMO ALBUON SENSO.

Omero Maianti, presidentedell’Avis bolognese,in apertu-ra dell’annuale relazione diquella Avis Comunale ha avutola bontà di citarmi, leggendoall’assemblea uno stralcio del-la lettera da me inviata a RenzoBresciani, membro della Com-missione per le modifiche ap-portate allo Statuto ed al Rego-lamento associativo.

In sintesi, nel mio scritto ri-badivo il concetto che, per gui-dare una Associazione come lanostra, sarebbe bastato il buonsenso, ma che purtroppo l’e-sperienza di tante situazioni in-garbugliate aveva suggerito lastesura di norme analitiche an-ziché l’esposizione di soliprincipi generali informatori.

Dopo avere ricordato come ladelegazione bolognese abbia inpiù occasioni contrastato l’indi-rizzo assunto dalla commissio-ne durante la preparazione e ladiscussione del regolamento diattuazione allo Statuto associa-tivo, Maianti assicura che l’A-vis bolognese si adopererà af-finché le nuove norme siano ap-plicate nelle loro integrità.

E pubblicamente ringraziol’amico Maianti e prendo attodella correttezza dimostrata inogni occasione dall’Avis bolo-gnese e del senso di democra-zia e di disciplina che anima isuoi dirigenti.

Sarebbe veramente auspica-bile che in ogni parte d’Italia esoprattutto nel nostro Piemontee nella provincia di Torino, an-che i delegati che affronterannoi prossimi lavori assemblearisapessero altrettanto bene af-frontare discussioni, elezioni edistribuzione di incarichi socia-li, con vero spirito avisino, conil massimo rispetto delle mag-gioranze validamente costitui-te, anche se in nessun caso ed anessuno lo Statuto dell’Avis edil suo regolamento di attuazione

chiedono di rinunciare alle sin-gole idee, alle proprie imposta-zioni, a portare tutte le alternati-ve ritenute valide per risolvere iproblemi che riguardano l’Avisstessa: ma il tutto sempre e solonelle sedi opportune.

È ora di finirla di mugugnaresottovoce, ma occorre avere ilcoraggio delle proprie opinionied esporle nelle sedute consilia-ri ed assembleari. Il richiamo albuon senso in questo particolaremomento di vita associativa, mipare doveroso da parte di chi hacercato, in collaborazione ed in-tesa con gli altri membri del-l’apposita commissione di pro-porre norme che valgano a por-tare ordine ed omogeneità in tut-ti gli organismi in cui l’Avis èstrutturata; valgano a porre finealle piccole e grandi storture chein passato ne hanno frenato losviluppo o, quantomeno, limita-to il peso che deve avere una As-sociazione come la nostra, pri-ma del genere in Italia, forte diquaranta e più anni di esperien-za e di una concreta schiera dimigliaia di donatori di sangue.Valgano soprattutto a toglierequel residuo di conduzione indi-viduale e paternalistica ancorain atto per dare vita ad organismiassociativi che agiscano d’in-sieme, ciascuno al suo posto, matutti nel superiore interesse.

Buon senso, correttezza, vi-sione dei problemi associativinel loro insieme ed amore perl’Avis sono i presupposti es-senziali perché le norme cheregolano la vita dell’Associa-zione producano benefici ef-fetti e consentano il raggiungi-mento dei traguardi a cui tutti,almeno a parole, aspirano. Eche alle parole succedano fattipositivi, concreti è l’auguriopiù valido che un responsabiledell’Avis possa formulare se èconvinto della bontà, della se-rietà, della insostituibile atti-vità che essa svolge.

Sandro Fisso

Approvato all’unanimitàil nuovo statuto dell’Avis italiana

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Il dottor Guido CarminatiPresidente Nazionale dell’Avis

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FEBBRAIO 1978Il gruppo giovani celebra il proprio

ventennale. La “squadra prelievi” haofferto un grosso contributo per la mi-gliore riuscita dei prelievi collettivi disangue.

DICEMBRE 1978È deceduto Carletto Carletti. Avisino

convinto e uomo di grandissima staturamorale, ha dedicato all’Avis tutto ciòche di meglio poteva offrire, fino agli ul-timi giorni della propria vita.

Avevamo vissuto il Suo drammaquando una emorragia alla retina gliaveva tolto la vista. Poi dopo tante curee sofferenze abbiamo gioito con Luiquando, ritornato dall’ennesima visitadi controllo Lo abbiamo sentito escla-mare: ho rivisto le mie nipotine e vedoanche voi, miei amici e fratelli. Poi pur-troppo è sopraggiunta un’altra emorra-gia e con essa la cecità. Ma Carletto nonsi è mai dato per vinto ed ha continuato,sino alla fine dei Suoi giorni a prendereparte a tutte le riunioni del direttivo ed

a illustrare, con la Sua competenza edesperienza, il proprio pensiero .

GIUGNO 1979A Torino la 43a assemblea nazionale,

presente Tina Anselmi, Ministro della sa-nità. Telegrammi di incitamento all’Avisa proseguire nella attività svolta giuntida papa Woytyla, dal presidente dellaRepubblica Sandro Pertini, dal presiden-te del Senato Amintore Fanfani, dall’expresidente della Camera Pietro Ingrao,dal presidente del consiglio Giulio An-dreotti e dal ministro della PubblicaIstruzione Giovanni Spadolini. Il segre-tario nazionale Sandro Fisso, eletto presi-dente dell’Assemblea, dopo l’interventod’apertura ha presentato il nuovo regola-mento di attuazione dello Statuto asso-ciativo. Dopo vivaci discussioni, seguitealla lettura del testo di regolamento arti-colo per articolo, il regolamento ha otte-nuto il voto unanime dell’assemblea.

Altro traguardo che ha confermatol’unità associativa realizzata a Carraracon l’approvazione dello Statuto PAGINA 33

Generose ragazze a fianco dei medici durante i prelievi

La preziosa opera delle tecnicheUn sorriso,un incoraggiamentovalgono in molti casi a far superare leultime perplessitàdi chi si accingea compiere la suaprima donazionedi sangue.Questo compitoè svolto conentusiasmo ecompetenza daicomponenti il gruppoAvis giovanile

Il 7 aprile organizzatadal Gruppo Giovani, si è svolta,

presso il Conservatorio “G. Verdi”di Torino, una serata con la

partecipazione di due cori di montagna:il Coro “Alpette” ed il Coro “Subalpino”

e l’intervento straordinario di Pinot Bialera,noto presentatore. Buona l’affluenza

di avisini che sono intervenuti numerosialla manifestazione e che hanno mostratodi gradire le mirabili esecuzioni dei canti.

Al termine della serata la capogruppo Car-la Gravina ha consegnato ai direttori

dei cori, a nome del Gruppo Giovani,una targa ricordo.

Addio,Carletti

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1979L’Avis di Torino compie 50 anni. Folto

il programma delle manifestazioni in-dette:

– presso il Dopolavoro Ferroviariopremiazione del concorso fotografico;

– nell’atrio del Palazzo della Regioneesposizione delle opere di 50 artisti tori-nesi;

– nelle sale del Centro Culturale Fiatdi via Carlo Alberto, Mostra d’Arte delpittore Dante Selva che fu maestro deldottor Colombo e grande amico del-l’Avis;

– riunione dei gruppi aziendali Avissotto l’egida del gruppo Avis-Fiat;

– gite a Londra (in aereo) e alle grottedi Toirano (Savona);

– mostra filatelica sul tema “il donodel sangue” presso il circolo culturale ri-creativo della Banca Nazionale del La-voro di via Cavour;

– predisposto un annullo postale emessa in vendita delle cartoline illu-strate da Marcello Peola e di bolli chiu-di lettera;

– celebrazione del ventennale delgruppo Avis Giovani;

– caccia al tesoro aperta a tutti pur-ché con la presenza di almeno un avisi-no per equipaggio concorrente,

– spettacolo pirotecnico sulle rive delPo;

– giornata del volontario al Palasportcon la benedizione dei labari dei neocostituiti gruppi aziendali dell’Aerita-lia, Ilte, Zust Ambrosetti, C.T.O. (Cen-tro Traumatologico Ortopedico) e LaStampa.

OTTOBRE 1979Deceduto Alceste Bariglione, vice-

presidente dell’Avis provinciale di To-rino, grande amico di Enrico Dasso,Tomaso Chierotti e Sandro Fisso con iquali prendeva parte a tutte le manife-stazioni avisine.

Deceduto anche il Volontario Gior-gio Monasterolo, della sottosezioneSan Paolo.

Una stretta di manofra il Ministro della Sanitàed il presidente dell’Avis

torinese Sandro Fissosancisce la buonapredisposizione a

collaborare per trovare legiuste soluzioni che

riguardano il serviziotrasfusionale e la riforma

sanitaria

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A TORINOLA 43ªASSEMBLEANAZIONALEDELL’AVIS

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Riportiamo il testo dei tele-grammi e delle lettere di augu-rio ed adesione pervenute inoccasione della celebrazionedel 50° di fondazione dell’Avistorinese.

Dalla segreteria particolaredel cardinale arcivescovo: “Èarrivato oggi all’arcivescovol’accluso telegramma da partedel Sommo Pontefice. L’Arci-vescovo si unisce all’auguriodi Giovanni Paolo II, ecco iltesto del telegramma:

Celebrandosi il 50° anniver-sario di fondazione dell’Asso-ciazione Volontari del Sangue diTorino Sua Santità esprime pa-terno augurio di ravvivata soli-darietà fraterna at favore infer-mi et sofferenti, e mentre invocasu benemerita istituzione conti-nui aiuti Divina assistenza inviadi cuore ai Dirigenti e Soci e ri-spettive famiglie implorata be-nedizione apostolica estensibileai partecipanti della cerimoniagiubilare.

CardinaleAgostino CASAROLI

Dal Ministero della Sanità, diRoma:

“Grato cortese, gradito invi-to partecipare manifestazionecodesta Associazione sono

rammaricato dover comunica-re che inderogabili impegninon mi consentono essere pre-sente come sarebbe stato miodesiderio. Nell’esprimere vi-vissimo plauso per attività be-nemerita categoria prego por-gere mio saluto augurale a tuttii partecipanti”.

Renato ALTISSIMOMinistro della Sanità

Dalla Regione Piemonte il Pre-sidente, Dino Sanlorenzo, hascusato la propria assenza for-mulando i migliori auguri perla riuscita del cinquantenario.

Sempre dalla Regione è perve-

nuto il seguente dispaccio:“Impossibilitato partecipare

per inderogabili impegn pregoscusare mia assenza e augurobuon esito manifestazione”.

Michele MORETTIAssessore Regionale

Dal comune di Torino:“Ringrazio per il cortese invi-

to e sono spiacente che, purtrop-po, causa impegni precedente-mente assunti non potrò presen-ziare al 50° di fondazione dellaVostra Associazione. A tutti ipartecipanti i miei fervidi salutiaugurali.

Fiorenzo ALFIERIAssessore allo Sport

CINQUANTENARIOIl paterno augurio di Papa Vojtyla

Al termine della SantaMessa Padre Vittorioha benedetto i labaridei nuovi gruppi aziendalicostituiti dall’Avis Torinese.Madrina del Labarodel gruppo “La Stampa” la vedova del compiantovice direttore del giornale,Carlo Casalegnoassassinato dalle Br

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Ecco una sequenza fotogra-fica della riuscita mosta filate-lica organizzata per il 50° annodell’Avis comunale di Torinosul tema: “Il dono del sanguenei suoi molteplici aspetti”, eospitata nelle sale del circoloricreativo e culturale della sedetorinese della Banca Nazionaledel Lavoro.

Animatore della manifesta-zione è stato il dinamico ammi-nistratore dell’Avis comunaletorinese, Angiolo Capuzzo, be-ne coadiuvato dalla gentileconsorte Graziella e dalla sem-pre più giovane Maria LuisaBertocchi.

Per la parte tecnica, determi-nanti sono stati i consigli e leprestazioni dei componenti il“Gruppo tematico piemotese”,Renato Ghiotto, Sergio Camu-rati, Bruno Bonate e ArmandoFurlan.

La mostra filatelica

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Angiolo Capuzzo offre una targa ricordo alla moglie di un espo-sitore premiato alla mostra filatelica

Lo speciale annullo alle poste

Maria Luisa Bertocchi: un lavoro serio e prezioso per la riuscita della mostra

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Cartoline ufficiali del 50° di fondazione ideate dall’artista Marcello Peola

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Il presidentedell’Amministrazioneprovinciale torinese,dr. Giorgio Salvetti,nel suo applaudito

intervento.Al suo fianco

la delegazionefrancese

e monegasca

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Dalla sezione Provinciale del-l’AIDO:

Il presidente Pier Carlo Ma-schera accompagna l’assegnodi 250.000 da destinare allefinalità dell’Avis torinese,con gli auguri per la celebra-zione del 50° ed il ringrazia-mento per la “tangibile operadi collaborazione sempre of-fertaci in nome di quell’unicoideale di fratellanza che ciunisce”.

Dal consiglio provinciale Avisdi Torino:

Il presidente Enrico Das-so, nell’accompagnare il do-no (una macchina da scrivereed una calcolatrice) offertaalla “comunale” in occasionedel 50° di fondazione sottoli-nea i rapporti di stima ed ami-cizia fra le due strutture del-l’Avis torinese ed auspicamete sempre più ambizioseper il futuro.

Dalla base associativa:Il volontario Luciano Carbo-

ne si scusa per non essere pre-sente alla celebrazione del 50°e porge il “sentito ringrazia-mento per il riconoscimentodato ad una donazione che con-sidero un preciso dovere”.

* * *Il volontario Probo Calleri in-

vece scrive: “Pur ringraziandoper la benemerenza assegnata-mi, vi rinunzio per coerenza almio principio che, per la serietàdella donazione, queste pur ve-niali vanità siano superflue”.

E poiché la nostra è un’asso-ciazione libera e fatta di volon-tari, tutte le proposte, gli scritti,i suggerimenti sono e sarannosempre bene accetti. Poi, comeè consuetudine, democratica-mente i consigli direttivi, adogni livello, rispetteranno il de-siderio e le volontà espressi dal-la maggioranza degli iscritti.

Dedi Casalegno, moglie del compianto vice-direttore de “La Stampa” e “madame Croesi”, mo-negasca e presidente della F.I.O.D.S. (Federazione Internazionale delle Organizzazioni di Do-natori di Sangue), consegnano le benemerenze al merito trasfusionale

Come 25 anni fa...

Avis ’na storia....Per il traguardo del 1979 il nostro Carletto Carletti avrebbecertamente suggerito una poesia, così come l’aveva scritta nel1954 per il 25° Anniversario dell’Avis torinese; purtroppo Egliha lasciato la sua vita terrena nel dicembre 1978, all’alba del50° Anniversario di fondazione. Carletto è però sempre con noi:e riteniamo di fare cosa gradita agli Avisini pubblicando la poe-sia da Lui scritta 25 anni fa:

Tanti e tanti anni fa, smia ’na storia,’n giôvô dôtôrin ’s quatava ’d gloria:’s ciamava, “speta”, Fôrmentan’l fôndatôr dla priuma Avis, ’n Milan.

Ma dopô pochi meis, anche a Turinpoche persône ’n marcia pian pianin,côn ’n tel cheur la vôs del Crôcifis,’n sema ’l dôtôr Littardi a fan l’Avis.

Côi 8 o 10 d’anlôra, adess sôn milae tutti i dì na veñu, per aumenté la filadei generus, che ’l sangh a dan per idegentc’aspetô amôr e vita, da côsta bravagent.

L’Avis che tut a dà e gnente a ciama,al sacrifisi prônta, côme ’na mama,j’Autôrità a prega: fé atensiôn’l so President aditelô a l pôpôlasiôn.

Chiel per nôi tuti a l’è ’l pì gran tesor,’l car dôtôr Littardi dal cheur d’or,pien ’d bôntà, ’d pasiensa e doni rarica s’abbia ’l grasie dôtôr, da tuti

[i so Vôlôntari.

Vinte sinch ani fa, smia ’na storia,nasia l’Avis, cust’Avis quatà ’d gloria.

Carlo CarlettiEmerito - tessera n. 11

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Fra gli ospiti d’onore del 50°, intervenuti al Palasport: il prof. Sergio Curtoni, dell’Istiuto di Geneticadell’Università di Torino, Jules Soccal del Principato di Monaco e don Pedretti, presidente dell’Avisdi San Polo in provincia di Parma, dove era iscritto il dottor Nanni Fisso fratello del presidente

L’abbraccio del “Pontefice massimo” che hadistribuito goliardiche onoreficenze agli ami-ci italiani, francesi e monegaschi e la conse-gna dell’onorificienza di cavaliere FIODS aPaolo De Nigris, presidente del gruppo Avis-La Stampa

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Flashes sulle premiazioniDiego Novelli, sindaco di Torino, la professo-ressa Anna Lucia Massaro, dirigente del Cen-tro Trasfusionale di Torino e Pierre Pellettier, se-gretario generale della FIODS, consegnano lebenemerenze avisine. Nelle due foto in bas-so: Pierre Pellettier consegna l’onorificienzaFIODS al vice-presidente dell’Avis Torinese To-maso Chierotti e Luciano Penna, presidentedel gruppo Avis-Fiat riceve una targa-ricordodagli avisini di Pescia giunti a Torino per il Cin-quantenario

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Nell’ordine:

1) Diego Novelli ringrazia Ernesto Contentiper le sue 125 donazioni di sangue;

2) Ancor Diego Novelli consegna le onorifi-cienze di Cavaliere della Repubblica ad AldoAluffi, Eugenio Calvi e Luigi Mazza;

3) il dr. Altamura, consigliere comunale, con-segna la medaglia d’oro ad Ubaldo Parboni;

4 e 5) Jean Touchas, vice sindaco di Tolone el’on. Giuseppe Costamagna consegnano aiVolontari le benemerenze avisine;

6) Pierre Pellettier, nomina Piero Galazzo ca-valiere FIODS;

7) l’assessore all’ecologia, avv. Marzano du-rante la manifestazione del 50° Avis

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Il concorsofotografico

organizzatoper il 50°

anniversariodell’AvisTorinese.

Nell’obiettivodei fotografi

il donodel sangue

Edoardo Brugnetta (a destra) animatore delconcorso

Carlo Arcangeli: “attimo di incertezza”.Primo premio per bianco e nero

La giuria si complimenta con i vincitori del concorso

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DICEMBRE 1979Inaugurata la nuova autoemoteca

realizzata grazie ai proventi della“Stratorino”. Vengono tenuti a battesi-mo i gruppi Aziendali Aeritali, ILTE,Züst Ambrosetti, C.T.O. (Centro Trau-matologico Ortopedico), La Stampa.L’Avis-Scuole al Salone della Tecnica(fotografia). La radiogra-fia degli iscritti alla co-munale di Torino.

(pagina intera con tutti idati)

APRILE 1980In treno speciale a Ro-

ma oltre mille volontaridella comunale di Torinoper l’udienza speciale ac-cordata da papa Giovan-ni Paolo II all’Avis. Pre-senti oltre 15.000 avisini.“Voi attuate la paraboladel buon samaritano”;così ha esordito papaWoytyla tra gli scroscian-

ti applausi dei presenti in piazza SanPietro.

OTTOBRE 1980Giornata del Volontario al Teatro

Nuovo.

NOVEMBRE 1980Terremoto in Basilicata

e Campania. Prima del-l’alba di lunedì 24 no-vembre al nostro centrodi via Ventimiglia è per-venuta dal centro trasfu-sionale che l’Avis gesti-sce a Napoli la primadrammatica richiesta diaiuto. Con prontezza ladottoressa Iolanda Fe-noglio, di guardia inquella nottata, ha datol’allarme ai responsabilidell’Associazione ed ini-ziato a predisporre l’in-vio dei flaconi disponi-bili. Poi, con l’intervento

Foto 1:Giovanni Paolo IIcon il prof. Mario Zorzi,presidente nazionale,Sandro Fissosegretario nazionalee Giuseppe Battaini presidentedell’Avis milanese

Foto 2-3:Il Papadavanti ai labari Avis

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Da Papa Woytilaagli avisini

Voi attuatela parabola

del buonsamaritano

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della Regione Piemonte il sangue futrasportato a Genova e di lì in volo aNapoli. Sono seguite giornate di su-perlavoro per i nostri servizi trasfu-sionali. Innanzi all’autoemoteca in so-sta a Porta Nuova una lunghissima fi-la di donatori occasionali che attende-va il proprio turno per la donazione,sollecitata senza coordinamento daimedia, come purtroppo accade quan-do impreviste calamità si abbattonosulle nostre regioni.

Tra le numerose attestazioni ricevuteper il nostro intervento a favore deiterremotati abbiamo allora ricevuto ilseguente telegramma pervenutoci daChiusano San Domenico, comune finoad allora da noi sconosciuto:

“Associazione Avis Comune di Torino -Via Ventimiglia 1 - A NOME POPOLAZIO-NE TUTTA RINGRAZIO PER GENEROSOINTERVENTO A FAVORE TERREMOTATI -SINDACO DELLO RUSSO”.

Un particolaredel triste evento

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La signora Fattori, consorte del dire-tore de “La Stampa” taglia il nastroaugurale della nuova autoemotecarealizzata anche con il contributodella fondazione San Paolo

Padre Vittorio Bertolaccinicappellano del C.T.O.

benedice il nuovo automezzo

Con la terza “Stratorino” organizzata da “La Stampa”è stata realizzata una nuova autoemoteca,oggi in sosta nei giorni feriali in piazza Carlo Felice

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RENDICONTOAUTOEMOTECA

STRATORINO(da pagina 8 del “Corriere Avis” n. 1, gennaio 1980)

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LA RADIOGRAFIA DEGLI ISCRITTIALL’AVIS COMUNALE DI TORINO

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...C’ERA UNA VOLTA...

1971 (aprile) A Milano la 35ª Assemblea Nazionale.

(14 lugio) La Gazzetta Ufficiale pubblica il regolamento della legge 592.

1972 (giugno) A Napoli la 36ª Assemblea Nazionale.

1973 (giugno) A Montecatini la 37ª Assemblea Nazionale con la partecipazione di 660 deleg-

ti in rappresentanza di 327.850 soci.

1974 (maggio) A Torino la 38ª Assemblea Nazionale.

1975 (maggio) A Pescara la 39ª Assemblea Nazionale.

1976 (maggio) ARimini la 40ª Assemblea Nazionale. Afine anno i donatori sono 471.883, e le

donazioni 985.561.

1977 (giugno) A Milano la 41ª Assemblea Nazionale.

(settembre) Muore a Cunardo il dottor Vittorio Formentano Presidente-Fondatore del-

l’Avis.

(dicembre) Giorgio Moscatelli – n° 2 dell’Avis – muore l’8 dicembre.

1978 (giugno) A Latina la 42ª Assemblea Nazionale.

1979 (giugno) A Torino la 43ª Assemblea Nazionale.

1980 (giugno) A Riva Del Garda la 44ª Assemblea Nazionale.

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