Autodemolitori n. 1/2 Gennaio-Febbraio 2010
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
N. 1/2 GENNAIO-FEBBRAIO 2010 - ANNO VI
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3
SOMMARIO
L’ITALIA VERSO LA MOBILITÀ SOSTENIBILE… ...................5
IL 2009 CHIUDE IN CRESCENDO GRAZIE AGLI INCENTIVI ALLA ROTTAMAZIONE ............................8
LOGIMA AUTODEMOLIZIONE, ANCHE L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE ...................................11
MAL’ARIA DI CITTA’ 2010: NAPOLI, TORINO E ANCONA AI PRIMI POSTI .................14
CAR COMUNICARE ED INFORMARE PER LA CRESCITA DEL SETTORE ....................................20
CON SISTRI, AL VIA L’INFORMATIZZAZIONE DELLA FILIERA DEI RIFIUTI SPECIALI ..............................26
USA: AUMENTANO LE AUTODEMOLIZIONI, MA CALANO LE VENDITE ..............................................29
5
di Silvia Barchiesi
L’ITALIA VERSO LAMOBILITÀ SOSTENIBILE…
La mappa della mobilità sostenibile secondo l’indagine di Euromobility su 50 città italiane
Bologna la città più “ecosostenibile” d’Italia.Seguono Firenze e Parma. Fanalini di coda Taranto, Sassari e Catania
Se smog e inquinamento rimangono un’emergenza in molte città
italiane, in altre le politiche per una mobilità sostenibile cominciano
a decollare.
È quanto emerge dal terzo Rapporto “Mobilità sostenibile in
Italia: indagine sulle principali 50 città italiane”, elabora-
to da Euromobility con il contributo di Assogasliquidi e Consorzio
Ecogas e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare.
“Questo terzo rapporto - ha detto Lorenzo Bertuccio, Direttore
scientifi co di Euromobility - ha registrato qualche passo in avanti
sulla strada dell’ eco mobilità. In un anno si è assistito infatti ad una
grande diffusione del bike sharing e ad un boom delle auto a gas
e metano.
Sebbene le nuove politiche per una mobilità sostenibile comincino
a spiccare il volo in alcune città italiane, è bene comunque rimanere
con i piedi per terra: “È importante che si continui a spingere il pedale
dell’innovazione per avviare una nuova cultura della mobilità che renda
più vivibili le nostre città - ha continuato Bertuccio - Purtroppo la
fotografi a dell’Italia che emerge dal Rapporto è quella di un Paese a
due velocità: un Centro Nord che segue l’innovazione e un Sud, tranne
rare eccezioni, che arranca”.
Nella top-ten delle città “eco-mobili” d’Italia domina, infatti, il Cen-
tro- Nord con la sola “incursione” di Bari che, comunque, rispetto
allo scorso anno arretra in classifi ca, passando dal settimo posto
al nono.
Svetta in cima alla classifi ca Bologna che scalza dal podio Parma,
prima lo scorso anno. La città emiliana per la seconda volta dopo
il 2007, si aggiudica così il titolo di città più “eco-mobile” d’Italia.
Merito dell’effi cienza del trasporto pubblico, di importanti inno-
vazioni nella gestione della mobilità, di una signifi cativa quota di
auto a basso impatto ambientale e di una situazione smog, tutto
sommato, sotto controllo.
La seguono a ruota Firenze, Parma, Trento, Milano, Venezia, Reggio
Emilia, Padova, Bari e Modena.
Le maglie nere della mobilità sostenibile vanno, invece, a Taranto,
Sassari e Catania che chiudono la classifi ca di Euromobility.
A fi nire sotto la lente di ingrandimento dell’indagine sono state
ben 50 città italiane, ovvero tutti i capoluoghi di Regione, i due
capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione
superiore ai 100.000 abitanti.
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Di ognuna di queste, Euromobility ha fornito la “pagella dell’eco-
mobilità”, passando in rassegna diversi indicatori, quali:
- le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing,
bike sharing, piattaforme logistiche per le merci, mobility manager,
ecc.) e la loro effi cacia;
- lo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di
nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (Gpl,
metano);
- l’offerta di trasporto pubblico;
- le piste ciclabili;
- l’adozione di strumenti di gestione e di pianifi cazione del traffi co.
Ecco allora che se si scende nel dettaglio degli indicatori consi-
derati, la mappa della mobilità sostenibile in Italia si differenzia
ulterioriormente.
Per quanto riguarda il bike sharing, il servizio comunale di bicicletta
condivisa, Milano fa da “città apripista”.
Qui la “bici condivisa” nel 2009 registra un vero e proprio boom
con un totale di 12.346 utenti, il quadruplo rispetto al 2008 e un
totale di 1.400 bici.
Ma il“bike sharing” spopola anche a Roma con ben 8.700 utenti,
nonostante le sole 150 biciclette, mentre comincia a prendere
piede a Bergamo, Genova, Udine, Terni e Siracusa.
In tutto sono 23 le città italiane in cui il servizio è attivo, sia esso
in maniera meccanica (a chiave codifi cata) o elettronica (a tessera
magnetica).
Insomma, l’alternativa “bici” piace. Secondo un’ indagine commis-
sionata da Euromobility, un italiano su 5 conosce questo servizio
e quasi un italiano su 4 lo utilizzerebbe se fosse disponibile nella
propria città.
Se l’abitudine di condividere la bici prende sempre più piede, si dif-
fonde sempre più anche quella di condividere la macchina: gli utenti
del car-sharing aumentano del 15,14% rispetto all’anno scorso.
Come per la “bici condivisa”, anche per l’ “auto condivisa”, Milano
è in testa per numero di utenti (4.097, rispetto ai circa 2.800 dello
scorso anno) e per maggior numero di auto condivise (133 auto).
Il servizio fa invece fl op a Rimini dove il servizio è stato sospeso.
Anche la fi gura del mobility manager ormai è una realtà in molte
città italiane. I mobility manager sono presenti in 41 città con 35
uffi ci di area comunale, 5 di area provinciale e solo uno di area
industriale a Prato.
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Fanno, invece, eccezione alcune città del Centro-Sud come Cam-
pobasso, Cagliari, Catanzaro, L’Aquila, Latina, Pescara, Livorno, Sassari
e Taranto dove questa fi gura non è ancora stata introdotta.
Milano, Venezia e Roma brillano per l’effi cienza del trasporto
pubblico locale, mentre Siracusa, Messina e Latina si distinguono
quanto a peggior performance. Sebbene venga percepita come
la princiapale causa di inquinamento ambientale, l’auto rimane la
regina incostrastata del trasporto urbano. In Italia, infatti, il tasso di
motorizzazione è il più alto d’Europa (61,32 auto per 100 abitanti
contro la media europea di 46) e non accenna ad abbasarsi. Anzi,
è addirittura in lieve aumento rispetto allo scorso anno quando
raggiungeva quota 61,01. Circa il 20% delle città, oggetto dell’in-
dagine, hanno registrato tale aumento.
Tra le città con il più alto numero di auto è da segnalare Latina
con circa 72 auto ogni 100 abitanti, Roma e Potenza con più di 70
auto per 100 abitanti.
Insomma gli italiani all’auto non rinunciano.
Eppure, si dimostrano sensibili alle problematiche ambientali: se-
condo un sondaggio commissionato da Euromobility, 9 italiani su
10 tengono conto della variabile “ambiente” quando acquistano
un nuovo veicolo.
Nonostaste l’emergente sensibilità ambientale, le auto inquinanti
continuano a dilagare.
Le maglie nere, quanto ad auto inquinanti in circolazione, vanno a
Napoli con più del 30% e a Catania, con quasi il 30%.
Al Sud in generale va il triste primato del maggior numero di
immatricolazioni euro 0.
Grazie agli incentivi, aumentano, tuttavia, le auto a metano (+29,29%
rispetto allo scorso anno) e quelle a GPL (+ 14,77% ).
Il Rapporto non trascura nemmeno la qualità della loro aria.
Complice le piogge abbondanti, l’aria nelle città italiane sembra
migliorata un po’ ovunque.
L’unica eccezione è rappresentata da Siracusa dove la qualità dell’
aria è invece peggiorata. Qui si è registrata, infatti, una media
annuale di PM10 di 85 microgrammi al metro cubo (poco più di
70 l’anno precedente) e per 321 giorni in un anno (282 giorni l’
anno precedente) ha superato i limiti di 50 microgrammi al metro
cubo previsti.
Genova con una media di 20 microgrammi di PM10 al metro cubo
è la città in cui la qualità dell’aria è migliore.
Risultati positivi anche a Campobasso e Reggio Calabria che hanno
registrato solo 12 giorni di sforamenti. Ma quelli incassati da Cam-
pobasso e Reggio Calabria per quanto riguarda l’aria sono solo
sporadici e isolati segnali positivi per un Sud che invece arranca,
rispetto al Nord, quanto a mobilità sostenibile.
Ma attenzione, se il Nord avanza rispetto al resto del Paese, è
pur vero che la strada verso l’innovazione è ancora lunga da
percorrere…
8
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
IL 2009 CHIUDE IN CRESCENDO GRAZIE AGLI INCENTIVI ALLA ROTTAMAZIONE
di Valentina Bellucci
I grandi mercati europei tirano le somme
di un 2009 caratterizzato ovunque dagli
incentivi alla rottamazione di vetture vec-
chie, più inquinanti e meno sicure dei nuovi
prodotti oggi presenti sul mercato.
Germania e Francia hanno chiuso con ampi
attivi (rispettivamente +23,2% e 10,7%),
l’Italia ha tenuto, ripetendo praticamente
i risultati del 2008, mentre Regno Unito
(-6,4%) e Spagna (-17,9%) hanno contenu-
to la fl essione grazie a misure tardivamente
varate.
E l’apporto di questi mercati consente
all’Europa dell’automobile di chiudere
il mese di dicembre – secondo quanto
comunicato dall’ACEA - con 1.074.438
immatricolazioni (+16%) e l’intero anno
con 14.481.545 unità (-1,6%).
In Italia sono state immatricolate 2.158.010
vetture, con una fl essione ridotta al solo
-0,2%. Il risultato è dovuto alle importanti
misure di sostegno, che hanno consentito
la rottamazione e il successivo acquisto
Mercato dell’auto
Ma arriva la doccia fredda dal Governo: niente da fare per il 2010
incentivato di oltre 900.000 vecchie vet-
ture con oltre 10 anni di anzianità, con un
netto miglioramento dei valori ponderati
di CO2, scesi di oltre 8 punti a 136,6 g/km,
rispetto ai 144,8 del 2008, mentre nel solo
mese di dicembre il valore medio è stato
di 133,5 g/km.
“Il comparto dell’auto in Italia ha retto all’urto
della crisi grazie agli incentivi varati nel febbra-
io dello scorso anno dal Governo. Una misura
che ha consentito anche di togliere dalla cir-
colazione oltre 900.000 vecchie vetture con
oltre 10 anni di anzianità, sostituendole con
altrettante meno inquinanti e tecnologica-
mente più sicure.
Il doppio risultato è dimostrato dal bilancio
fi nale delle immatricolazioni, che si è chiuso
con una perdita di sole 3.672 vendite, pari
ad una fl essione dello 0,17%. La tenuta del
mercato ha consentito di salvaguardare molti
posti di lavoro nel settore della distribuzione e
dell’indotto ed è il segno evidente della neces-
sità di adottare misure di sostegno anche per
il 2010, stante il permanere di una situazione
economica generale ancora preoccupante.”
Loris Casadei, Presidente dell’UNRAE,
l’Associazione delle Case estere presenti sul
nostro mercato, ha cosi commentato la dif-
fusione dei dati immatricolativi del mese di
dicembre e dell’intero 2009.
L’effetto benefi co degli incentivi si è fatto
sentire particolarmente anche sull’ambien-
te.
Secondo quanto rilevato dagli analisti
dell’UNRAE, infatti, la media ponderata
delle emissioni di CO2 delle autovetture
acquistate nell’intero anno 2009 è scesa
di oltre 8 punti a 136,6 g/km, rispetto ai
144,8 del 2008, mentre nel solo dicembre
tale valore è stato di 133,5 g/km.
“La tenuta delle vendite dell’anno appena
conclusosi - ha aggiunto Casadei - costitu-
isce un buon viatico per il 2010, nella misura
in cui il Governo vari al più presto nuovi
incentivi per il rinnovo del parco circolante,
consentendo la rottamazione di vetture con
9
oltre 10 anni e, quindi, Euro 0, 1 e tutte le
Euro 2 ancora in circolazione e soprattutto
stimolando - in misura adeguata - l’acquisto
di auto a basso impatto ambientale, ovvero
alimentate a Gpl, metano o con motori ibridi
ed elettrici”.
“Ma - ha ricordato il Presidente dell’UN-
RAE - si dovrà anche mettere mano ad
una revisione dell’intera politica del settore
automotive, a partire dalla inderogabile omo-
geneizzazione a livello europeo della fi scalità,
che frena in modo anomalo, rispetto agli al-
tri grandi mercati continentali, il settore delle
vendite al noleggio e alle aziende, due aree
di mercato importanti per la stabilità della
domanda”.
Nel 2009, infatti, le immatricolazioni ai pri-
vati (favorite dagli incentivi) hanno fatto
registrare una crescita di poco inferiore ai
9 punti (dal 68,54% al 77,32%) a scapi-
to di quelle al noleggio (scese dal 14,88%
all’11,01%) e alle aziende (scese dal 16,58%
all’11,67%).
In dicembre si è confermata la forte crescita
delle immatricolazioni di vetture GPL, che
hanno quasi raggiunto un quarto dell’intero
mercato. Nel 2009, queste ultime hanno
rappresentato una quota del 15,72% rispet-
to al 3,43% del 2008. Merita sottolineare le
cifre assolute: 339.295 immatricolazioni nel
gennaio-dicembre 2009 contro le 74.231
del 2008, con una crescita del 357%. Dal
canto suo il metano ha fatto registrare una
crescita del 61,5%, a 127.836 unità e una
quota di mercato del 5,92%.
Tutto ciò a scapito delle alimentazioni tra-
dizionali: nell’intero anno, infatti, la benzina
ha perso esattamente 6 punti di quota,
attestandosi al 36,17%, mentre le vetture
diesel ne hanno persi quasi 9, portandosi
al 41,82% di rappresentatività.
Quanto poi agli ordini, secondo le pri-
me informazioni scambiate fra ANFIA e
UNRAE, la raccolta in dicembre è stata di
circa 260.000 contratti (oltre il 68% in più),
mentre nell’anno gli ordini hanno sfi orato
le 2.335.000 unità (+ 15%).
Gli analisti dell’UNRAE evidenziano che, a
seguito delle misure di incentivazione e del-
le forti campagne promozionali delle Case,
le immatricolazioni di vetture dei segmenti
A e B hanno raggiunto nel 2009 il 63,6%
rispetto al 58% del 2008, a scapito delle
vetture di maggiori dimensioni e potenze.
Nell’ambito delle carrozzerie, alla crescita
delle berline e – in forma meno evidente
– dei monovolume piccoli, dei coupè, dei
crossover e dei multispazio, ha fatto riscontro
una fl essione anche marcata delle vendite
di station wagon, fuoristrada, monovolumi
compatti e grandi, cabrio e spider.
Uno sguardo, infi ne, al mercato dell’usato:
in dicembre ha totalizzato 397.887 unità
(+1,76%) e nell’intero 2009 le vendite di
auto di seconda mano hanno raggiunto(
incluse le minivolture, che sono le tempo-
ranee cessioni dei privati ai rivenditori) le
4.469.775 unità, con una fl essione del 10,5%
rispetto all’intero 2008.
In Europa il mercato di dicembre ha con-
fermato l’importanza degli ecoincentivi che
hanno contribuito in modo determinante
ai risultati di crescita a doppia cifra regi-
strati in Italia (31,2%), Germania (19,7%),
Francia (48,3%), Regno Unito (57,6%) e
Spagna (37,3%), evitando che i contrac-
colpi della crisi fi nanziaria mondiale, oggi
in attenuazione, rischiassero di colpire in
modo signifi cativo le attività di produttori e
Reti di vendita del settore automotive.
In Germania, pur essendosi esauriti lo
scorso 2 settembre i 5 miliardi che il Go-
verno tedesco aveva messo a disposizione
del mercato automobilistico per il ricambio
dell’auto con più di 10 anni di vita, la forte
raccolta degli ordini ha continuato a dare
una notevole spinta al mercato.
Gli ultimi incentivi disponibili sono stati ero-
gati lo scorso 2 settembre, ma il notevole
portafoglio di ordini ha garantito la tenuta
del mercato sino alla fi ne di novembre.
Il mese di dicembre, invece, ha fatto regi-
strare la prima chiusura negativa dell’anno
(-4,6% e 215.564 vetture), che non ha
però inciso sul bilancio fi nale, il migliore
dal 1992, con 3.807.175 immatricolazioni
(+23,2%), risultato decisamente positivo
perché inserito in un contesto economico
negativo. Considerando la mole delle targhe
consegnate nel 2009 e la fi ne degli incen-
tivi, il mercato di dicembre è stato il primo
campanello d’allarme di quello che sarà l’an-
damento della domanda per il 2010. Global
Insight stima, infatti, un mercato non supe-
riore a 2.780.000 immatricolazioni, volume
che risulterebbe il più basso dalla riunifi ca-
zione delle due Germanie nel 1990.
In Francia, grazie anche ad un confronto
con un dicembre 2008 depresso, l’ultimo
mese del 2009 con 228.392 immatricolazio-
ni ha fatto registrare una crescita del 48,6%,
consentendo al 2009 di chiudere con un
ampio attivo (+10,7%) a 2.268.671 imma-
tricolazioni, miglior risultato dal 1990.
L’ottava crescita mensile consecutiva (e un
volume di vendite per dicembre più alto di
tutti i paesi europei) è merito degli incentivi
alla rottamazione, che hanno consentito un
forte recupero di un anno partito male.
Ciò ha permesso alla Francia di collocarsi
in seconda posizione, dietro alla Germania
e davanti all’Italia, nella classifi ca dei mercati
europei.
Questa crescita continua conferma l’effi -
cacia degli eco-incentivi alla rottamazione,
che il Governo Sarkozy ha già annunciato
anche per questo anno, pur se in forma più
contenuta, per accompagnare senza traumi
il ritorno alla normalità post crisi.
Ecco, di seguito, l’Estensione Piano in-
centivi alla rottamazione secondo il
seguente phase-out proposto:
- dal 1° gennaio al 30 giugno 2010, con
immatricolazione entro il 30 settembre
2010 incentivo pari a 700 € per vetture
nuove con emissioni inferiori a 155g/km
CO2 con obbligo di rottamare vetture
>10 anni;
- dal 1° luglio al 31 dicembre 2010, con
immatricolazione entro 30 marzo 2011
incentivo pari a 500 € per vetture nuove
con emissioni inferiori a 155g/km C02
con obbligo di rottamare vetture >10
anni.
Nel Regno Unito il mercato dell’auto
nuova continua a registrare incremen-
ti signifi cativi, qualche preoccupazione la
manifestano gli analisti per questo 2010,
visionate le misure di carattere fi scale va-
rate dal Governo.
Ottimo è stato anche il mese di dicembre
che si è chiuso con 150.936 targhe e una
crescita del 38,9%, portando l’intero 2009
10
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a 1.994.999 immatricolazioni (-6,4%).
Il risultato di dicembre è dovuto sia agli
incentivi, che sono stati comunque proro-
gati a tutto febbraio e all’anticipazione di
molti acquisti per evitare l’aumento dell‘IVA
dal 15 al 17,5%, scattato con l’inizio del
nuovo anno.
Dall’introduzione degli incentivi le vendite
hanno goduto di aiuti statali sono state ol-
tre 250000 che ed è già stato portato a
400 milioni di sterline lo stanziamento per
la rottamazione. L’effi cacia della rottama-
zione è testimoniata dalla contrazione delle
emissioni di CO2, scese del 5,4% rispetto
al 2008 e posizionatesi come media pon-
derata a 149,5 g/km.
C’è però preoccupazione per il futuro
imminente: il Governo ha già optato per
riportare l’IVA dal 15 al 17,5% a partire
già dal gennaio 2010 e di modifi care dal
prossimo aprile la tassa di circolazione (
in aumento).
La SMMT (The Society Of Motors Manufac-
turers and Traders Limited) ha rivisto intanto
in aumento il bilancio del 2009 (1.975.000
targhe, - 7,3%), mentre Global Insight in-
dica un peggioramento per l’anno corrente
a 1.800.000 immatricolazioni, con ritorno
alla crescita solo per 2011.
In sintesi ecco la situazione della Gran Bre-
tagna e dell’Irlanda per il 2010.
Gran Bretagna:
Piano di incentivi alla rottamazione
entrato in vigore a partire dal 18 maggio
2009 fi no a marzo 2010 (o fi no ad esau-
rimento fondi). Esso prevede un incentivo
pari a 2.000 sterline (di cui 1.000 pagate
dal Governo e 1.000 dal costruttore) per
la rottamazione di autovetture o veicoli
commerciali leggeri immatricolati fi no al 31
agosto 1999 e acquisto del nuovo. Costo
complessivo 300 milioni di sterline Am-
pliamento Piano incentivi alla rottamazione,
con un ulteriore fi nanziamento erogato pari
a 100 milioni di sterline per il sostegno
all’acquisto sino a marzo 2010.
Irlanda
Il Piano di incentivi alla rottama-
zione dal 1° gennaio al 31 dicembre
2010, prevede la riduzione pari a 1.500
€ dalla Vehicle Registration Tax (VRT) per
acquisto di vetture nuove che emettano
non oltre 140 g/km di CO2 con rottama-
zione di auto con più di 10 anni di età
entro 60 giorni prima o dopo la data di
immatricolazione(rottamazione comunque
dopo il 9 dicembre).
La Spagna, poi, si prende una bella “boc-
cata d’aria”. L’introduzione, infatti, del
Plan2000E per la rottamazione incentivata
di vecchie auto, confermata e prolungata
anche per il 2010, ha ridato ossigeno al
mercato spagnolo.
Le immatricolazioni del mese di novembre
hanno avuto un incremento del 37,3%. Si
sono anche verifi cate crescite nelle vendite
a privati(+60%) e anche per il noleggio i
segnali sono stati positivi, perché le società
di settore hanno ricominciato a immatri-
colare.
Secondo l’Associazione dei Costruttori
spagnoli, gli ecoincentivi hanno favorito, nel
corso del 2009, l’immatricolazione aggiun-
tiva di circa 125.000 vetture, consentendo
così di chiudere l’anno con 952.772 targhe,
in fl essione del 17,9%, ma in crescita nel
mese di dicembre del 25,1%, a conferma
della validità del Plan 2000E.
La domanda di veicoli con emissioni sino
a 149 g/km è aumentata in dicembre del
79,2% e nell’intero anno dell’1,3%, con un
saldo fi nale di 643.500 vetture.
Grazie alla conferma governativa degli in-
centivi previsti dal Plan 2000E (che si stima
abbia interessato nel 2009 gli acquisti di
oltre 260.000 vetture), la previsione per il
2010 indica 950.000 immatricolazioni, sullo
stesso livello, quindi, di quanto registrato
nell’anno appena concluso.
L’ANIACAM, Associazione degli Importato-
ri, prevede una crescita del 15% nel primo
semestre e una fl essione fra il 10 ed il 12%
nel secondo, dopo l’aumento di 2 punti
dell’IVA a partire dal mese di luglio.
Dall’introduzione del Plan 2000E sono già
state rottamate 200.000 auto vecchie.
Il Governo ha già stanziato altri 40 milioni
di euro.
Da notare che il Plan 2000E di incentivi alla
rottamazione in vigore dal 18 maggio 2009
fi no al raggiungimento di 200.000 veicoli
fi nanziati, prevede: l’incentivo pari a 1.500
€ (500 pagati dal Governo centrale e 1.000
dal costruttore) cui va a sommarsi un even-
tuale contributo del Governo Regionale
variabile nell’importo e nel criterio di base
(come, ad esempio, il livello di emissioni
CO2 cui il veicolo deve corrispondere per
l’erogazione dell’incentivo).
Tali incentivi valgono per la rottamazione di
auto con più di 10 anni di età, se si acquista
un veicolo nuovo, o più di 12 anni, se si
acquista un veicolo usato di 2 anni.
Il veicolo acquistato deve avere prezzo
massimo pari a 30.000 € e le seguenti ca-
ratteristiche:
veicoli nuovi o veicoli di seconda mano
(massimo di 2 anni) con emissioni di CO2
non superiori a 149 gr/km;
veicoli commerciali < 3,5 t con emissioni di
CO2 non superiori a 160 gr/km.
La situazione in quasi tutti i Paesi europei ed extra-europei è già ben delineata e le prospettive future sembrano buone e con-vincenti. Ci sono piani per gli incentivi alla rottamazione defi niti e l’intenzione è quella di continuare ad avere una crescita continua a discapito della crisi fi nanziaria ed eco-nomica generale. L’Italia, come purtroppo accade di frequente ultimamente, rimane indietro rispetto a queste linee guida..Il 2010 s’è aperto con l’incertezza sulla riproposizione degli incentivi alla rottama-zione, incertezza resa ancor più drammatica dal pesante braccio di ferro che s’è ve-nuto a creare fra Governo e produttori nazionali.Al momento le cose non sembrano met-tersi bene: è di pochi giorni fa la notizia del niet da parte del Ministro alle Attività produttive che ha paventato la possibilità di proporre incentivi per altri settori della produzione.Finito il tempo delle vacche grasse per con-sumatori e produttori?Forse è il caso che si comincia ad affrontare la crisi economica con proposte un po’ più strutturali e meno legate all’emotività del momento.
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di Silvia Barchiesi
Ne è convinta Virginia Prosapio della Ecorecuperi Santa Cecilia che con i cantilever LogiMa ha rivoluzionato il suo centro
AUTODEMOLIZIONE, ANCHEL’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE
LogiMa s.r.l.
Se evitare il deterioramento dei veicoli ai fi ni del successivo reim-
piego è una delle preoccupazioni più stringenti per i moderni
centri di recupero di veicoli fuori uso, è pur vero che la spinta allo
stoccaggio ordinato dei veicoli non viene solo dal mercato. Ordine,
sicurezza, ottimizzazione degli spazi e rispetto dell’ambiente sono
le nuove linee guida a cui guarda l’autodemolizione di oggi.
A dettare la trasformazione è stato in primis il nuovo quadro
normativo delineato dalla Direttiva 2000/53/CE, recepita succes-
sivamente in Italia con D. Lgs. 209/2003 e successive disposizioni
correttive ed integrative contenute nel D. Lgs. N.86 del 12 aprile,
volta a disciplinare nuovi standard per i centri di raccolta, tra
cui l’adeguato stoccaggio dei pezzi smontati, nonché fra criteri di
gestione, regole precise circa la sovrapposizione massima consentita
dei veicoli messi in sicurezza e non ancora sottoposti a trattamento,
fatte salve le condizioni di stabilità e la valutazione dei rischi per la
sicurezza dei lavoratori.
Immediata è stata la risposta dei centri di autodemolizione che han-
no scelto la tecnologia di LogiMa s.r.l., giovane società di Porto
d’Ascoli specializzata nella progettazione, consulenza e vendita di
soluzioni per la logistica e la gestione di magazzini. Tra i prodotti più
richiesti ci sono, infatti, i cosiddetti cantilever, apposite scaffalature
per lo stoccaggio degli autoveicoli, che nella loro versione mono
o bifronte, consentono di mantenere ordine, pulizia e sicurezza
nei centri di autodemolizione.
E poi anche l’occhio vuole la sua parte…
Parola di Virginia Prosapio, uno dei titolari della Ecorecuperi
Santa Cecilia dei Fratelli Prosapio S.a.s di Eboli (SA), Centro
di raccolta e demolizione a conduzione familiare che, dovendo
ottimizzare al massimo i suoi 2.500 metri quadrati di piazzale, ha
deciso di investire anche nell’immagine, oltre che nell’effi cienza
del suo Centro.
“Lo scorso anno abbiamo acquistato da Logima 5 cantilever monofronti
e da allora l’immagine del nostro centro è radicalmente cambiata – ha
commentato soddisfatta la Dott.ssa Prosapio - La nostra esigenza era
principalmente quella di recuperare e razionalizzare lo spazio a disposi-
zione. Ma abbiamo avuto anche un ritorno di immagine non indifferente
che anche la clientela ha avuto modo di apprezzare in quanto i cantilever
ci permettono di esporre in maniera ordinata i nostri prodotti”.
“Il nostro obiettivo - ha continuato la Dott.ssa Prosapio - è, inoltre,
quello di ampliare il nostro centro. In questa prospettiva, non esclu-
diamo ulteriori futuri ordini di cantilever”.
PER CONTATTI:Giovanni Paolini 348 3034493Giovanni Del Moro 393 9609502
GEST-CARSoftware gestione amministrativa dell’autodemolizione
Sistema caratterizzato da un veloce apprendimento, praticità e flessibilità, GestEasy ti affiancherà nelle principali fasi della tua attività: dall’iter burocratico di rottamazione, alla gestione amministrativa dell’autodemolizione.La fase di progettazione è stata per lo più impegnata nella realizzazione di uno strumento utilizzabile da tutti, in quanto usufruisce di un’interfaccia “friendly” e non necessita di una conoscenza approfondita di “Windows Office”.GestEasy è “semplice”, “completo”, ma soprattutto “versatile”, “personalizzabile” e di facile integrazione con altri software.Il programma si compone di due moduli
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Visure On-LineNon sono previsti costi per l’attivazione: è sufficiente l’installazione di Gest-CAR in versione dimostrativa dove sarà attivata esclusivamente la parte riguardante le visure on-line.IMPORTANTE: OLTRE LE 300 VISURE EFFETTUATE NEL CORSO DI UN ANNO IL COSTO DELLA VISURA DIVENTA € 4.Si possono eseguire 4 tipi di visure:
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CAR - Confederazione Autodemolitori RiunitiSede Legale: Via Antonio Salandra, 18 - 00187 RomaTel. 06 42272036 - Fax 06 42274000 - [email protected]
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
MAL’ARIA DI CITTA’ 2010:NAPOLI, TORINO E ANCONA AI PRIMI POSTIIl dossier sull’inquinamento atmosferico delle città 2010 ha sottolineato lo stato di “emergenza nazionale”
di Valentina Bellucci
L’inquinamento è alle stelle in tutta Italia. Napoli, Torino e Ancona guidano la classifi ca dei superamenti dei limiti di legge per le concentrazioni di Pm10, rispettivamente con 156, 151 e 129 giorni. Situazione grave anche a Milano (108), Roma (67) e Venezia (60). Le regioni del Nord sono quelle con i valori più critici, Lombardia e Emilia Romagna sono quelle in cui si registrano valori critici per tutte le città monitorate, seguite da Piemonte (7 su 8) e Veneto (6 su 7). Non si segnala niente di buono nemmeno sul fronte ozono che nei mesi estivi ha fatto registrare livelli record. Dal 1° gennaio 2010 è entrato in vigore il limite per la protezione della salute umana di 120 microgrammi/metro cubo da non superare per più di 25 giorni in un anno, ma oltre la metà delle città monitorate nel 2009 non rispettavano questo limite (32 su 50). La Pianura Padana si conferma come area critica anche in questo caso con 8 città tra le prime dieci per superamenti del valore di legge. Al primo posto troviamo Novara con 83 superamenti, seguita da Alessandria (73), Lecco (70) e Mantova (68). Anche le grandi città non sono riuscite a rientrare nei limiti, come dimostrano i dati relativi a Milano (51), Genova (46), Bologna (42), Torino (40) e Roma (34). A livello regionale la maglia nera va di nuovo alla Lombardia, dove su 10 città che monitorano l’ozono, nove hanno superato di molto il limite di legge (vedi tabella 1.2).Questi sono in sintesi i dati di “Mal’Aria di città”, il dossier di Legambiente in collaborazione con il sito http://www.lamiaaria.it/, che aprono la campagna annuale sull’inquinamento atmosferico che per oltre due mesi attiverà manifestazioni e iniziative in tutta Italia, per sensibilizzare e informare i cittadini sul problema, con denunce mirate e proposte concrete per i diversi territori. Sabato 16 gennaio a Palermo, Potenza, Bologna, Milano, Roma, Genova, Torino, Taranto, Firenze e Civitanova, le vetrine di alcune boutique hanno “attrezzato” i manichini in vetrina con mascherine antismog e slogan contro l’inquinamento da traffi co. “Il traguardo di un livello accettabile della qualità dell’aria è
purtroppo ancora lontano - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - e molte sono ancora le azioni da intraprendere da parte delle amministrazioni locali e dal governo centrale per contribuire a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Ma se la salute è la nostra priorità, non dobbiamo dimenticare che il non rispetto delle norme sui livelli di inquinamento entro il 2011 esporrà il nostro Paese all’ennesima sanzione annunciata da parte dell’Unione
europea”. Sono molte le fonti di emissione che quotidianamente riversano nell’aria grandi quantità di sostanze inquinanti. Se negli ultimi anni le concentrazioni di inquinanti come anidride solforosa (SO2), monossido di carbonio (CO) e benzene, sono state ridotte con interventi mirati, molto ancora si deve fare per le polveri sottili, l’ozono e il biossido di azoto. Le polveri sottili (PM10) sono il primo imputato della scarsa qualità dell’aria nelle nostre città, in quanto molto dannose
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alla salute umana per la loro capacità di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio. Nelle città italiane sembra però che il problema, seppur oramai diventato cronico, continui ad essere sottovalutato e non affrontato in modo deciso ed effi cace. La normativa prevede un limite giornaliero per la protezione della salute umana di 50 μg/m
3
da non superare più di 35 volte in un anno, obiettivo che non è stato raggiunto nel 2009 da 57 su 88 capoluoghi di provincia, il 65% delle città monitorate, e in molti casi con risultati molto preoccupanti. L’ozono troposferico è un inquinante secondario che si produce per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari. Si forma principalmente d’estate, in quanto è un componente dello smog fotochimico. Dal 1 gennaio 2010 le Amministrazioni locali devono rispettare i nuovi limiti, indicati dalla direttiva europea 2002/3/CE che fi ssa in 120 μg/m
3
(calcolato come media
su otto ore) il valore di pericolosità da non superare per più di 25 volte in un anno. Per questo motivo molte amministrazioni hanno avviato un monitoraggio continuo dell’ozono, ma ancora c’è molto da fare in termini di numero di centraline e copertura dei dati, per ora concentrati principalmente nel Nord Italia. Il biossido d’azoto che, insieme al particolato sottile e all’ozono costituisce uno dei problemi maggiori con cui le amministrazioni devono continuamente confrontarsi, deriva dai processi di combustione e dal traffi co automobilistico (vedi tabella 1.1).
Le principali fonti di inquinamento atmosferico a livello nazionale sono rappresentate dal settore industriale (responsabili del 26% delle emissioni di Pm10, del 23% di biossido di azoto (NO2), 79% di ossidi di zolfo (SOx) e 34% di idrocarburi policiclici aromatici) e dai trasporti, con il contributo maggiore attribuibile a quello su strada con il 22% alle emissioni totali di Pm10, il 50% di NO2, il 45% di CO e il 55% del benzene. Diversa è la situazione se analizziamo le fonti di emissione all’interno delle aree urbane dove a farla da padrone è il traffi co
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
veicolare, ad eccezione di alcune città che convivono con grandi complessi industriali. A Roma e Milano il traffi co veicolare emette circa il 60% delle polveri sottili e degli ossidi di azoto; a Napoli contribuisce per il 50% del PM10 e a Torino per oltre il 50% circa di NOx. Ma i disagi dei cittadini non derivano solo dalla qualità dell’aria, anche l’esposizione al rumore provoca notevoli effetti negativi sulla salute e la qualità della vita. L’inquinamento acustico in città è percepito come un problema grave, ciò è confermato anche dalle famiglie italiane che, secondo un’indagine dell’ISTAT, dichiarano per il 36,8% gravi problemi relativi al rumore nella zona in cui abitano. Eppure, sempre secondo il rapporto ISTAT – Indicatori Ambientali Urbani 2008, su 110 capoluoghi di provincia, a fi ne 2008 sono solamente 68 i comuni che hanno approvato un piano di zonizzazione acustica (5 in più rispetto al 2007), solo 15 hanno approvato una
relazione biennale sullo stato acustico, 21 hanno un piano di risanamento e solo 11 hanno centraline fi sse per il rilevamento del rumore. Un’emergenza, quella dell’inquinamento nelle nostre città che è sanitaria prima ancora che ambientale, come dimostrano i numerosi e autorevoli studi pubblicati sull’argomento anche di recente. Nel 2006 l’OMS ha dimostrato, con uno studio sulle principali città italiane, che riportando i valori medi annui di polveri sottili al di sotto della soglia stabilita dalla legge (40 microgrammi/metro cubo) si potrebbero evitare oltre 2000 morti all’anno. Intervenire sulle modalità di trasporto è necessario anche per vincere un’altra grande sfi da, quella dei cambiamenti climatici. Infatti, i trasporti oltre ad essere i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico in città, sono la seconda maggiore fonte di emissioni di CO2 eq. in Italia dopo la produzione di energia. Per questo l’Unione Europea con la Direttiva
443/2009 ha dato il via a obiettivi di riduzione delle emissioni dalle nuove auto immatricolate imponendo l’obiettivo di 120 grammi CO
2
per chilometro che verrà raggiunto in modo graduale entro il 2015, per poi abbassarsi a 95 g/km entro il 2020. Secondo il Rapporto “Reducing CO
2 Emissions from New Cars: A Study of Major Car Manufacturers”, curato dal network europeo Transport & Environment, nel 2008 nel settore delle autovetture i produttori hanno ridotto le emissioni di CO
2
dei modelli complessivamente venduti sul mercato europeo del 3,3%, portando la media di settore ad un notevole miglioramento di 153,5 gCO
2
/km. Ma per migliorare ulteriormente questo risultato sono necessari e urgenti interventi anche sulle altre categorie di veicoli a partire dai mezzi commerciali leggeri. Su questo però l’Italia ha chiesto limiti meno severi, una proposta che va in direzione opposta rispetto agli obiettivi europei di riduzione
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e agli impegni che tutti i Paesi devono prendere per ridurre le emissioni di gas serra.Se i limiti di legge vengono regolarmente superati e le cifre sugli impatti sanitari dovrebbero chiarire una volta per tutte l’urgenza di interventi per il risanamento della qualità dell’aria all’interno delle nostre città, quasi nessuna amministrazione prova a prendere provvedimenti concreti e risolutivi. Milano aveva lanciato un importante segnale con l’Ecopass, ma in mancanza della auspicata estensione, i suoi risultati benefi ci sono terminati. A Roma, una delle città con tasso di motorizzazione tra i più alti al mondo - 76 auto ogni 100 abitanti, cioè oltre il triplo di New York (20) e il doppio di quelle di Londra (36), più di quante a San Francisco (64) e Los Angeles (57) - i provvedimenti decisi dal Comune durante l’ultimo anno e mezzo non hanno fatto altro che lasciare sempre più spazio al trasporto privato, alimentando ulteriormente la nota congestione del traffi co capitolino. Ultima proposta davvero discutibile è l’idea di inaugurare il nuovo circuito per il Gran Premio di Formula Uno in un’area quotidianamente intasata dal traffi co in entrata e uscita dalla capitale. Il risultato dell’assenza di questi interventi è che oggi la mobilità urbana è immobile. In tutta Italia il traffi co è sempre più congestionato da un parco macchine che non ha pari in Europa; il trasporto pubblico è scarsamente attrattivo e gli spazi dedicati ai pedoni o ad altre tipologie di trasporto sono sempre di meno. Anche i Governi nazionali che si sono succeduti dal 2001 ad oggi hanno fi nanziato per il 67% delle risorse della Legge obiettivo le infrastrutture stradali, non prevedendo nessun serio intervento economico a sostegno della mobilità sostenibile nelle città, dove vivono, lavorano e respirano la gran parte degli italiani. Ad oggi, l’unica politica messa in campo dal Governo è la rottamazione delle vecchie auto, che scarica sui contribuenti-consumatori i costi di un assai parziale abbattimento delle emissioni inquinanti. “Il primo intervento, veloce e economicamente non impegnativo – ha spiegato Cogliati Dezza –
consisterebbe nell’assicurare al trasporto pubblico di superfi cie una maggiore fl uidità estendendo il più possibile la rete di corsie preferenziali, con due risultati immediati quasi a costo zero: la sottrazione di spazio alle automobili e una reale concorrenzialità del bus rispetto alle vetture private. Anche l’adozione di un pedaggio urbano per le aree più congestionate potrebbe, se applicato su aree signifi cative, ridimensionare gli ingorghi, regolare il traffi co, migliorare l’effi cienza del trasporto pubblico, riducendo le emissioni inquinanti. Si tratta di superare le obiezioni politiche (elettoralistiche in realtà) e di trovare un prezzo di mercato equo per un bene assai scarso, lo spazio urbano, che fi no ad oggi è stato “offerto” gratuitamente agli automobilisti”Il traguardo di un livello accettabile della qualità dell’aria è un miraggio e molto lontano dall’essere raggiunto e innumerevoli sono ancora le azioni da intraprendere da parte delle amministrazioni locali e dal governo centrale per garantire ai cittadini italiani che l’aria che respirano non provochi loro danni alla salute. Una denuncia questa che non arriva soltanto dai dati pubblicati nel dossier di Legambiente.A livello giuridico sono sorti problemi importanti. Nel gennaio 2009 è stata avviata una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea nei confronti dell’Italia per l’elevato livello di polveri sottili e per l’insuffi cienza dei piani di risanamento dell’aria delle Regioni e la mancanza del piano di risanamento nazionale del ministero dell’Ambiente. Il nostro Paese dovrà rientrare nei limiti di qualità entro il 2011, o tutti quanti saremo costretti a pagare l’ennesima multa annunciata. L’Italia ha presentato nel 2008 una richiesta di deroga che è stata parzialmente accolta, mentre una seconda richiesta di deroga compiuto lo scorso anno è stata totalmente bocciata eccetto una sola area al Sud. Ma questo non è l’unico atto uffi ciale che riguarda il problema smog in città. Infatti è solo di poche settimane fa la notizia di un avviso di garanzia recapitato al Governatore della Regione Lombardia
Roberto Formigoni, al Sindaco del capoluogo lombardo Letizia Moratti e al Presidente della Provincia Guido Podestà. Comunque vada l’inchiesta, sono atti di garanzia che devono far rifl ettere sul fatto che il superamento dei livelli di guardia del PM10 è, nel nostro Paese, un male diffuso e ricorrente. Amministrazioni locali e Governo centrale continuano a ignorare la necessità di attuare misure e politiche di contrasto serie, nonostante il problema dello smog sia ormai da molto tempo cronico per tante delle nostre città. Non si può più ignorare. Non si deve farlo, è un’emergenza nazionale e va affrontata con decisione e immediatezza usando tutte le armi necessarie perché il rischio certo è che si venga schiacciati dallo smog. Cosa fare allora? La stessa Legambiente ha fornito nel Dossier delle possibili scappatoie e delle soluzioni tangibili e percorribili come ad esempio assicurare al trasporto pubblico di superfi cie la possibilità di una maggiore fl uidità estendendo il più possibile la rete di corsie preferenziali che aiuterebbe a sottrarre spazio alle automobili e metterebbe una reale concorrenzialità del bus rispetto alle vetture private. Crediamo che di fronte a certe problematiche non debbano sussistere divisioni politiche, dal momento che l’obiettivo da perseguire è universale e può migliorare la qualità della vita e dell’aria che respiriamo tutti.Non si può più ignorare tutto questo. Non si deve farlo.
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
newsletter aperiodicadi informazione per i soci NEWS 1
COMUNICARE ED INFORMAREPER LA CRESCITA DEL SETTORE
Torna, all’inizio dell’anno l’appuntamento aperiodico che il Notiziario
Autodemolitori dedica alla Confederazione Autodemolitori Riuniti,
CAR e alle sue molteplici attività.
In questo numero ospitiamo alcune comunicazioni che la Segre-
teria e l’Uffi cio Legale CAR hanno inviato all’indirizzario dei Soci
e che contengono alcune informazioni che possono tornare utili a
tutta la categoria e a quanti hanno a cuore la propria impresa di
autodemolizione nell’ottica di un perseguibile sviluppo economico
con uno sguardo alla sostenibilità ambientale.
Per meglio approfondire le varie tematiche toccate, accanto a molte
notizie abbiamo associato un piccolo commento del Presidente
CAR, Alfonso Gifuni.
Informativa D. L. 20 novembre 2009 n. 166
Roma 25 gennaio 2010
Ai Soci CAR
Loro indirizzi
Oggetto: è entrato in vigore il Decreto Legge 25 settem-
bre 2009, n. 135, con novità in tema di veicoli fuori uso,
effi cienza energetica degli elettrodomestici e danno
ambientale.
Egregio Socio,
con la presente ti comunichiamo che il D. Lgs. 25 settembre
2009, n. 135 (defi nitivamente convertito in Legge 20 novem-
bre 2009, n. 166, ed entrato in vigore il 25 novembre 2009)
prevede alcune novità in merito alla normativa ambientale in
vari settori.
Per quanto riguarda il settore dei veicoli fuori uso, è stato stabilito,
con modifi che al D. Lgs. 209/2009, che le imprese di autoripa-
razione devono consegnare i pezzi usati classifi cabili come rifi uti
prodotti durante la riparazione dei veicoli (esclusi quelli destinati ai
consorzi obbligatori) ad un centro di raccolta apposito.
La novità principale consiste nel fatto che la consegna di tali
rifi uti potrà essere effettuata direttamente dagli autoripa-
ratori qualora siano iscritti all’Albo gestori ambientali;
resta altresì invariata la consegna presso gli operatori che non
risultano iscritti all’Albo summenzionato, che deve essere svolta
tramite un operatore autorizzato.
I produttori di componenti di veicoli dovranno redigere
adeguate informazioni sulla demolizione, lo stoccaggio e la ve-
rifi ca di componenti che possono essere reimpiegati e metterle
a disposizione dei centri di raccolta autorizzati alla messa in
sicurezza ed alla demolizione dei veicoli fuori uso.
In tema di effi cienza energetica degli elettrodomestici,
si prevede di sospendere il divieto alla commercializzazione “di
elettrodomestici appartenenti alle classi energetiche
inferiori rispetto alla classe A, nonché di motori elettrici
appartenenti alla classe 3 anche all’interno di apparati”, che
avrebbe avuto inizio a partire dal 1° gennaio 2010, nonché di
bloccare il divieto” all’importazione, alla distribuzione e alla vendi-
ta delle lampadine ad incandescenza, nonché l’importazione,
la distribuzione e la vendita degli elettrodomestici privi di un
dispositivo per interrompere completamente il collegamento alla
rete elettrica”, che sarebbe scattato il 1° gennaio 2011.
Il Decreto Legge 135/2009 stabilisce, inoltre, che il soggetto
responsabile di danno ambientale sarà ora obbligato all’ef-
fettivo ripristino a sue spese della precedente situazione
o, comunque, all’adozione delle misure di riparazione “
complementari” ( misure fi nalizzate ad ottenere anche insito
alternativo un livello di risorse naturali e/o servizi analogo a
quello che si sarebbe dovuto realizzare con l’effettivo ripristino)
e “compensative”( misure temporanee di miglioramento
ambientale anche in sito diverso in attesa del ripristino). Di-
versamente il danneggiante sarà obbligato in via sostitutiva al
risarcimento per equivalente patrimoniale nei confronti
dello Stato per il fi nanziamento degli incentivi ambientali neces-
sari ( il debito si trasmette agli eredi nel limite del loro effettivo
stato di arricchimento) secondo criteri che saranno determinati
dal Ministero dell’Ambiente.
“Le modifi che intervenute al D. Lgs. n. 209/2003 rientrano in un
tema che ci sta particolarmente a cuore – afferma il Presidente
Nazionale CAR, Alfonso Gifuni – ovvero la sincronizzazione fra
soggetti diversi che operano nello stesso settore, quello dell’Auto-
211 C.A
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motive, con un’ottica all’ottimizzazione delle risorse derivanti dalla
commercializzazione della ricambistica usata. Il D. L. ha recepito
pienamente alcune nostre datate segnalazioni, consentendo un
rinnovato rapporto fra Offi cine e Autodemolitori. Considerando poi
che l’intesa CAR-CNA dà modo di attivare sin da subito un percorso
privilegiato nel cammino verso la consolidazione di rapporti preziosi
fra le nostre imprese e quelle dei colleghi Autoriparatori, è stato
possibile addivenire ad un Protocollo di intesa in funzione del quale
le nostre aziende integreranno i codici di ingresso, normalmente
riferiti al veicolo intero, con quelli relativi a parti degli stessi veicoli,
così da usufruire dei benefi ci contenuti del D. L.”.
Calendario prossime scadenze amministrative
Roma 25 gennaio 2010
Ai Soci CAR Loro indirizzi
Egregio Socio,
con la presente, ti comunichiamo le principali scadenze dei mesi
di Gennaio e Febbraio 2010.
Sabato 30
Albo autotrasportatoti: invio dell’avvenuto pagamento delle
quote al Comitato Provinciale.
Domenica 31
Inail: richiesta riduzione tasso medio relativa all’anno 2010
per la prevenzione dopo i primi 2 anni di attività ( art. 24 D.M.
12/2000) ( prorogato al 1° febbraio 2010).
Acque pubbliche (Pozzi): termine ultimo per il versamento
alla Regione Piemonte del canone di concessione per l’annualità
in corso.
Lunedì 1
Inps: termine ultimo per invio telematico mod. DM 10/2 di
dicembre 2009.
Inps: invio “ fl usso Emens” relativo al mese di dicembre 2009.
Iva: primo giorno utile per presentare il mod. VR relativo al
rimborso del credito annuale IVA 2009.
Iva: primo giorno utile per presentare la dichiarazione annuale
IVA 2010.
Venerdì 5
Detassazione aumenti di capitale sociale: ultimo giorno
utile per perfezionare l’aumento di capitale.
Martedì 16
Irpef: versamento delle ritenute sui redditi da lavoro dipendente
e assimilato operate nel mese di gennaio 2010.
Irpef: versamento delle ritenute sui redditi da lavoro autonomo
e provvigioni pagati nel mese di gennaio 2010.
Irpef: versamento saldo anno 2009 imposta sostitutiva 11%
sulle rivalutazioni TFR.
Inps: pagamento mod. DM 10/2 di gennaio 2010.
Inps - Gestione Separata: versamento dei contributi dovuti
su compensi corrisposti entro il mese di gennaio 2010.
Inail: presentazione e denuncia salari corrisposti nel 2009,
pagamento saldo 2009 e anticipo 2010 a seguito procedura
autoliquidazione dei premi. Comunicazione motivata della ri-
duzione delle retribuzioni presunte da assumere a base per la
determinazione del premio anticipato.
Iva: versamento per la liquidazione del mese di gennaio 2010
( contribuenti mensili ).
Iva: liquidazione e versamento IV trimestre 2009 ( contribuenti
trimestrali speciali: autotrasportatoti c/terzi e subfornitura ).
Iva: presentazione del modello di comunicazione dei dati con-
tenuti nelle dichiarazioni di intento ricevute nel mese di gennaio
2010.
Sabato 20
Conai: comunicazione mensile degli imballaggi immessi al con-
sumo e calcolo del contributo.
Domenica 28
Irpef: consegna mod. CUD ai dipendenti ed ai collaboratori
coordinati e continuativi.
Termine per la certifi cazione delle ritenute d’acconto
operate sui redditi di lavoro autonomo e provvigioni.
Termine per la certifi cazione degli utili corrisposti nel
2009 e dei proventi ad essi equiparati.
Bonifi ca amianto: relazione annuale smaltimento da inviare
alla Regione.
Telematizzazione nel rapporto
Concessionari/Autodemolitori, nasce CERT WEBB
Roma 25 gennaio 2010
Ai tutti gli autodemolitori
A tutti i Concessionari
Loro Indirizzi
22
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Oggetto: CERT WEB
CAR, grazie ad un accordo con “Progetto Ecosoluzioni s.r.l.”, dit-
ta sviluppatrice del software “GEST CAR”, gestionale ormai
consolidato tra le imprese di autodemolizione italiane, è lieta
di portare alla vostra attenzione il software “CERT WEB”, nato
due anni fa, continuamente aggiornato, già utilizzato da numerosi
concessionari, pronto per essere considerato un indispensabile
supporto sia per i concessionari che per gli autodemolitori.
CERT WEB, offre la possibilità al concessionario abilitato at-
traverso una password ed un username, di effettuare tele
prenotazioni, stampando il certifi cato di rottamazione per
nome e per conto dell’autodemolizione, comunicando auto-
maticamente agli autodemolitori autorizzati tramite e-mail i
dati della pratica.
Il servizio attivato dal concessionario è a costo 0, per L’autode-
molizione il costo annuo è di € 50,00 a concessionario.
Vantaggi
La sua interfaccia http non richiede software installati dal con-
cessionario.
Per l’autodemolitore non è necessario aver installato GEST CAR
per poter usufruire del servizio.
I dati della pratica arrivano via e-mail al demolitore.
Per informazioni, rivolgersi a Marco Stucchi, responsabile della
società “Progetto Ecosoluzioni Srl”, ai numeri: Tel 055 960874-
cellulare 335 1801012.
“Riteniamo - ha dichiarato il Presidente Gifuni - che il sistema
generale di informatizzazione debba tendere alla semplifi cazione
e alla tracciabilità dei fl ussi che vanno dal conferimento dei veicoli,
alla destinazione dei materiali prodotti dalla demolizione, ivi com-
presa la ricambistica. Dal momento che i Concessionari, tendono
a conseguire un meccanismo informatico per rendere più snelle le
pratiche di conferimento dei veicoli e per teleprenotare i conferi-
menti, peraltro in grande sintonia con le istanze del SISTRI, la nostra
Confederazione ha preso in esame alcuni strumenti informatici
presenti sul mercato, selezionando quello più vantaggioso a fronte
di costi e servizio reso.
Abbiamo quindi optato per un programma interfacciabile e con-
frontabile col precedente GEST CAR, offrendo ad Autodemolitori e
Concessionari la possibilità di dialogare con lo stesso linguaggio ad
un prezzo estremamente favorevole rispetto alle normali condizioni
del mercato”.
Reti organizzate per la raccolta e il trattamento
ELV, chiesto un chiarimento al Ministero dell’Am-
biente e della Tutela del Territorio e del Mare
Roma 4 febbraio 2010
Al Responsabile Uffi cio Legislativo Del Ministero dell’Ambiente
del Territorio e Del Mare; Consigliere Massimiliano Atelli
Via Cristoforo Colombo, 44 00147 Roma;
AL Capo Dipartimento Impresa e Internazionalizzazione
Dott. Giuseppe Tripoli, Ministero dello Sviluppo Economico
Via Molise, 2 00187 Roma
Oggetto: Richiesta di chiarimenti su reti organizzate
per raccolta e trattamento veicoli fuori uso
Le scriventi Confederazioni, che riuniscono operatori del set-
tore specifi co del recupero e del trattamento degli autoveicoli
e pongono tra i propri obiettivi lo sviluppo, il coordinamento,
la disciplina, la difesa dell’attività imprenditoriale del recupero e
del trattamento degli autoveicoli e la rappresentanza e tutela
morale, giuridica ed economica delle aziende associate;
in persona del Presidente CAR, Alfonso Gifuni, e del Respon-
sabile Nazionale CNA servizi alla comunità, Mario Turco, sono
a chiedere il seguente chiarimento.
Premesso che:
Il veicolo fuori uso è una particolare categoria di rifi uto e come
tale -per espresso rimando di legge- è disciplinato anche dal
D.lgs 209/03 e succ. modif. ( Attuazione della Direttiva
2000/53/Ce relativa ai veicoli fuori uso);
tale atto avente forza di legge, nella gestione del veicolo fuori
uso ex art. 8, comma 1, lett. a), numero 2) prevede che possono
essere organizzate dalle Case Costruttrici reti per la raccolta
ed il trattamento dei veicoli fuori uso;
Tanto premesso,
le scriventi Confederazioni sono a chiedere chiarimenti su come
avvenga l”inserimento” in tali reti; in particolare, si richiede di
chiarire:
su quali parametri si basa l’inserimento di una azienda di au-
todemolizione;
se tali parametri siano oggettivi, andando a privilegiare aziende
regolarmente autorizzate e qualifi cate, piuttosto che altre;
se, invece, tali parametri possano essere soggetti ad ampia di-
screzionalità di scelta da parte delle Case Costruttrici ( o loro
Concessionarie).
Convinti che la “ratio” della norma sia di inserire aziende auto-
rizzate e qualifi cate piuttosto che altre, si ribadisce di chiarire
quanto sopra alle scriventi Confederazioni, attesa anche l’at-
tuale situazione nazionale, laddove pervengono segnalazioni di
qualifi cate aziende di autodemolizione non “inserite” per scelte
23 C.A
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discrezionali delle Case Costruttrici, basate, eventualmente anche
su accordi commerciali.
Reti organizzate per la raccolta e il trattamento
ELV, chiesto un incontro al Responsabile del Mini-
stero dello Sviluppo Economico
Roma 10 febbraio 2010
Al Direttore Generale per la politica industriale e la competitività
Dott. Andrea Bianchi; Dipartimento Impresa e Internaziona-
lizzazione - Ministero dello Sviluppo Economico, Via Molise, 2
Roma
Oggetto: Richiesta di incontro su reti organizzate per
raccolta e trattamento veicoli fuori uso
Le scriventi Confederazioni, che riuniscono operatori del set-
tore specifi co del recupero e del trattamento degli autoveicoli
e pongono tra i propri obiettivi lo sviluppo, il coordinamento,
la disciplina, la difesa dell’attività imprenditoriale del recupero e
del trattamento degli autoveicoli e la rappresentanza e tutela
morale, giuridica ed economica delle aziende associate;
in persona del Presidente CAR, Alfonso Gifuni, e del Respon-
sabile Nazionale CNA servizi alla comunità, Mario Turco, sono
a chiederLe quanto segue.
Premesso che:
Il veicolo fuori uso è una particolare categoria di rifi uto e come
tale - per espresso rimando di legge - è disciplinato anche dal
D.lgs 209/03 e succ. modif. (Attuazione della Direttiva
2000/53/Ce relativa ai veicoli fuori uso);
tale atto avente forza di legge, nella gestione del veicolo fuori
uso ex art. 8, comma 1, lett. a), numero 2) prevede che possono
essere organizzate dalle Case Costruttrici reti per la raccolta
ed il trattamento dei veicoli fuori uso;
Tanto premesso, le scriventi Confederazioni,
facendo seguito alla loro richiesta di chiarimento su come av-
venga l’inserimento in tali reti (cfr. lettera in allegato al Dott. Tripoli
come capo dipartimento )
convinti che la “ratio” della norma sia di inserire aziende auto-
rizzate e qualifi cate piuttosto che altre;
attesa anche l’attuale situazione nazionale, laddove pervengono
segnalazioni di qualifi cate aziende di autodemolizione non “in-
serite” per scelte discrezionale della Case Costruttrice, basate,
eventualmente anche su accordi commerciali;
sono a chiedere a Lei, come Direttore Generale per la politica In-
dustriale e la Competitività entro breve termine un incontro.
“Le richieste di incontro e chiarimento che abbiamo inoltrato agli
organi competenti nascono da una lettura della realtà che purtroppo
si discosta da quanto affermato nei dettati normativi circa l’ottimiz-
zazione del ciclo ELV - spiega il Presidente Gifuni - determinando
situzioni di disagio a molte nostre imprese italiane.
Mi spiego meglio; ci sono pervenute molte segnalazioni da parte
di imprenditori nostri associati che pur avendo conseguito risultati
notevoli in termini di effi cienza, qualità e sicurezza dei rispettivi
impianti, peraltro in regola con tutte le autorizzazioni, sono stati
esclusi dalle reti a fronte di una stravagante contestazione sulla
presunta saturazione di imprese di demolizione sul territorio, oppure,
motivo ancora più grave, perché sì è messa in dubbio la qualità
del servizio.
Ora, ritengo che qualora un impianto abbia subìto la verifi ca degli
organi compententi e ottenuto l’autorizzazione a lavorare, non
debba certo temere il giudizio di un altro imprenditore, né di essere
escluso aprioristicamente da un segmento del mercato attraverso
una palese e strumentale discriminazione.
In sostanza, la nostra azione di richiesta di chiarimento va nella
direzione di stimolare i Ministeri a dichiarare quali sono i criteri
oggettivi in funzione dei quali le imprese di autodemolizione ven-
gono inserite o meno nelle reti; in caso contrario si dà a Produttori
e Concessionari una facoltà indebita di imposizione di condizioni
vessatorie sul piano commerciale che normalmente non sarebbero
accettate dalle imprese di autodemolizione.
CAR istituisce un gruppo di lavoro tecnico per lo
studio degli effetti del SISTRI sugli impianti di au-
todemolizione
Roma 9 febbraio 2010
Egregi Soci,
con la presente, vi comunichiamo che la Direzione CAR del 27
gennaio u.s., ha costituito un gruppo di lavoro tecnico per lo
studio degli effetti del Sistri sugli impianti di autodemolizione.
Detta Commissione, si riunirà a Roma presso la sede CAR,
venerdi 12 febbraio 2010 e vi comunicherà con una circolare
le disposizioni relative alle modalità d’iscrizione da realizzarsi
entro il 28 febbraio 2010.
“Ritengo, a differenza di quanto letto nelle dichiarazioni di tante altre
associazioni di categoria, che il SISTRI non sia uno strumento “ne-
gativo”, tutt’altro - dice il Presidente CAR, Alfonso Gifuni - Come
principio va salutato con favorevole interesse, dal momento che la
24
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
CAR - Confederazione Autodemolitori Riuniti
Sede Legale: Via Antonio Salandra, 18 - 00187 Roma
Tel. 06 42272036 - Fax 06 42274000 - [email protected]
possibilità di tracciare i rifi uti è una garanzia indispensabile per la
società e non può che trovarci d’accordo come imprenditori.
Detto questo, abbiamo ritenuto doveroso costituire un gruppo di
studio qualifi cato, in cui accanto a Consiglieri CAR di comprovata
esperienza vi sono professionisti e tecnici esterni, per analizzare
quegli aspetti rilevanti sul nostro sistema industriale. Peraltro, sono
ancora in fase di redazione le norme tecniche per l’attuazione del
sistema e la Commissione preposta dovrebbe quantomeno ascoltare
le istanze motivate che arriveranno da quanti si troveranno a fare
i conti con questo nuovo strumento.
Per fare un esempio pratico, ci stiamo interrogando sui costi deri-
vanti dalla teleprenotazione degli automezzi che caricano i veicoli,
la quale ha un senso quando si considerano i materiali in uscita,
ma qualche perplessità l’abbiamo per quanto riguarda i veicoli in
entrata, perché va ad incidere sulla logistica delle nostre aziende
imponendo, magari, un numero maggiore di autisti…
Ancora un esempio: il costo di iscrizione per un demolitore è 300
Euro, mentre per un Frantumatore è di 150 Euro, a parità di
quantitativi…
Diciamo che a fronte di colloqui informali accaduti negli ultimi
giorni, riteniamo che sia ancora possibile intervenire per raggiungere
l’obiettivo di qualche modifi ca”.
Aperte le nuove iscrizioni al CAR
Dal Vicepresidente CAR, Roberto Capocasa, riceviamo e
pubblichiamo una lettera-invito, rivolta a tutti i professionisti del
Settore Autodemolizione:
“CAR è una Confederazione di Autodemolitori liberi.
Nasce per volontà di imprenditori del settore stanchi di non essere
rappresentati da nessuno.
All’interno di CAR, dal Presidente ai Consiglieri, tutti hanno un im-
pianto di autodemolizione e ogni giorno vivono sulla propria pelle
le problematiche che affl iggono il settore.
Iscrivendosi, ogni demolitore può contribuire affi nché CAR diventi
una realtà sempre più forte ed incidente nelle scelte politiche ed
economiche del Paese.
Inoltre, ogni nuovo Associato può portare il suo contributo in termini
di idee ed entusiasmo nell’ottica della partecipazione attiva al
cambiamento in meglio del Settore”.
Riprendono le Assemblee regionali CAR
Sono convocate, a partire dal prossimo venerdì 26 febbraio
le Assemblee Regionali CAR, che nell’ultimo anno hanno
riscosso il plauso e il favore di tantissimi operatori del settore.
In occasione del trigesimo della scomparsa di Vincenzo Gifuni,
padre del Presidente Nazionale CAR, il fi glio Alfonso intende
ringraziare pubblicamente quanti hanno dimostrato vicinanza al
dolore della sua famiglia, sottolineando altresì la grande umanità
che, in queste occasioni emerge dalla categoria..
Le Assemblee avranno luogo, ogni settimana, nei giorni di venerdì
e sabato, secondo un calendario che verrà pubblicato a breve
sul sito: www.carautodemolitori.it
Primi appuntamenti in programma: Ancona, il 26 febbraio e
Bari, il 27.
Durante gli incontri, fra i tanti argomenti trattati, verrà dato
ampio spazio agli aggiornamenti sul SISTRI.
SERVIZI- messa in riserva e recupero di rottami ferrosi e non- commercio di rottami ferrosi e non- demolizione strutture contenenti ferro e metalli
Commercio all’ingrosso di rottami ferrosi e metallici
Metalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S.S. 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrada Sant’Antuono, Zona industriale 84035 Pola (SA)Amministrazione: Tel. 0975 390820 - Fax 0975 390930 - Antonio Coppola Cell. 336 461651 - Ricambi: Tel. 0975 71168; 337 858177 (Salvatore); 328 1478934 (Arnaldo) - [email protected]
etalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S S 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Conttr dddddada SSSSSSant’Antuono Zona industriale 84035 Pola (SA)
RAME OTTONE ALLUMINIO LEGHE DI ACCIAIO
26
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
CON SISTRI, AL VIA L’INFORMATIZZAZIONEDELLA FILIERA DEI RIFIUTI SPECIALIMaggior effi cienza, trasparenza e controllo. Questi i vantaggi delnuovo sistema informatizzato che manda in soffi tta il cartaceo
Nasce il primo il sistema elettronico di controllo per la tracciabilità dei rifi uti
di Silvia Barchiesi
Il fl usso informativo sulla movimentazione dei rifi uti speciali dice
addio al vecchio sistema cartaceo e con il SISTRI, il nuovo Sistema
di controllo della tracciabilità dei rifi uti speciali, apre alla tecnologia
e all’innovazione.
Dalla produzione allo smaltimento, grazie al nuovo sistema di trac-
ciabilità elettronico, il rifi uto speciale potrà essere monitorato in
ogni passaggio della fi liera produttiva.
I vantaggi? Massima visibilità al fl usso dei veicoli in entrata e in uscita
dalle discariche, ovvero maggior trasparenza, effi cienza, controllo,
prevenzione, ma soprattutto maggior garanzia di legalità.
Ai benefi ci della pubblica amministrazione si aggiungono poi altri
benefi ci, quelli ricadranno necessariamente anche sul sistema delle
imprese.
Una più corretta gestione dei rifi uti porterà, oltre che alla riduzione
dei costi e alla semplifi cazione delle procedure, anche alla riduzione
del danno ambientale e alla conseguente eliminazione di forme di
concorrenza sleale tra imprese.
Insomma, con il sistema di controllo della tracciabilità dei rifi uti
SISTRI, la cui gestione è stata affi data al Comando Carabinieri per
la Tutela dell’Ambiente, il business delle ecomafi e nel settore dei
rifi uti speciali incassa un duro colpo.
Dall’Italia, primo Paese in Europa ad aver adottato pioneristi-
camente tale sistema di controllo e tracciabilità, parte la sfi da
tecnologica che minaccia tolleranza zero nei confronti dell’illegalità
e della criminalità ambientale.
Inadeguato, ineffi ciente, oneroso e lacunoso, il vecchio sistema
cartaceo di rilevazione dei dati, basato sul registro di carico e
scarico, sul formulario dei rifi uti e sul MUD (Modello unico di
dichiarazione ambientale), infatti, non consente di “tracciare” con
sicurezza la movimentazione dei rifi uti dalla produzione al recu-
pero/smaltimento.
Oltre che lento e obsoleto, il vecchio sistema si rivela quindi anche
inutile, in quanto consente di conoscere i dati relativi alla gestione
dei rifi uti con circa due o tre anni di ritardo.
Numerosi sono, invece, i vantaggi della nuova gestione informatizza-
ta del fl usso informativo dei rifi uti. Tra questi sono da segnalare:
• la semplifi cazione degli adempimenti amministrativi/burocratici per
le imprese;
• la celerità negli adempimenti;
• la verifi ca, in tempo reale, dei dati inseriti nella documentazione,
con riduzione di errori;
• il supporto costante e continuativo all’utente;
• la conoscenza, in tempo reale, della movimentazione dei rifi uti sul
territorio nazionale, anche per quelli che provengono da altri Paesi
o che vengono trasportati verso altri Paesi.
Il nuovo sistema si propone di eliminare la documentazione car-
tacea che deve accompagnare il rifi uto dalla sua “nascita” al suo
smaltimento o recupero fi nale, sostituendola con la trasmissione
dei dati, attraverso un apposito programma ad un unico centro
di elaborazione dati, gestito dal Comando dei Carabinieri per la
Tutela dell’Ambiente.
L’operatore responsabile di registrare la produzione o la movimen-
tazione di un rifi uto dovrà collegarsi al sistema mediante un’apposita
chiave USB, inserire i dati e fi rmarli elettronicamente.
Una sorta di “scatola nera” installata sui mezzi consentirà invece di
tracciare mediante GPS il percorso effettuato dal rifi uto, mentre
apposite telecamere installate nelle discariche, riprenderanno ogni
conferimento.
Il sistema entrerà a pieno regime a partire dal prossimo luglio.
I mesi precedenti saranno, invece, dedicati alle procedure di iscri-
zione che potrà avvenire sia direttamente da parte dei soggetti
tenuti ad effettuarla, che indirettamente, tramite la sezione regio-
nale dell’Albo nazionale gestori ambientali (per i trasportatori) o
le associazioni imprenditoriali o loro società di servizi.
È possibile iscriversi direttamente online (www.sistri.it), o via fax (800
05 08 63) o tramite numero verde (800 00 38 36).
Successivamente, in caso di iscrizione diretta, l’impresa riceverà
il codice-pratica di riferimento, con cui sarà possibile presentarsi
presso la Camera di Commercio (o sezione regionale dell’albo nel
caso dei trasportatori), per lo svolgimento di ulteriori formalità e
per il ritiro dei dispositivi tecnologici.
In caso, invece, di iscrizione indiretta saranno le associazioni impren-
ditoriali o le sezioni dell’albo ad informare l’impresa sulle modalità
di ritiro dei dispositivi tecnologici.
I dispositivi tecnologici di cui saranno dotate le imprese sono
costituiti da una chiavetta token USB, necessaria per ciascuna unità
locale e per ciascun mezzo in dotazione all’azienda dedicato al
trasporto di rifi uti speciali idoneo a consentire la trasmissione
27
dei dati ed una black box, da installare su ciascun automezzo per
monitorarne il percorso e apparecchiature di sorveglianza per
monitorare l’ingresso e l’uscita degli automezzi dagli impianti di
discarica.
Per essere autorizzati all’installazione delle black box, bisognerà,
inoltre, presentare domanda di autorizzazione al Ministero dell’Am-
biente e della Tutela del Territorio e del Mare, accedendo al sito
www.sistri.it, e compilando l’apposita sezione.
Per l’installazione vera e propria dei dispositivi, le imprese avran-
no, invece, a disposizione una lista di offi cine autorizzate, mentre
per ottenere i dispositivi si dovrà essere muniti del modulo di
autocertifi cazione generato dal SISTRI e dovrà essere esibita la
ricevuta del pagamento di un contributo annuale.
Il controllo dei rifi uti apre così le porte alla rivoluzione digitale:
produttori, trasportatori, intermediari e gestori dovranno dire
addio alle vecchie scartoffi e e dotarsi di un PC, iscriversi al sistema,
acquisire dalle Camere di Commercio una chiavetta dedicata per
ogni unità locale che conterrà un software specifi co che sostituirà
registri, formulari e MUD.
Il produttore dovrà registrare i rifi uti attraverso il software de-
dicato.
Il dato verrà inoltrato in automatico e in tempo reale al centro
di controllo interconnesso con il Ministero dell’Ambiente, l’Albo
nazionale dei gestori ambientali, l’ISPRA (Istituto Superiore per
la Protezione e la Ricerca Ambientale), che fornirà, attraverso il
Catasto Telematico, i dati sulla produzione e la gestione di rifi uti
alle Agenzie Regionali e Provinciali di Protezione dell’Ambiente,
che a loro volta provvederanno a fornire i medesimi dati alle
competenti Province. Ma non solo.
Il raggio d’azione del SISTRI non si limita alla terra ferma.
Per garantire la completa tracciabilità dei rifi uti speciali anche nel
trasporto marittimo e ferroviario, il SISTRI sarà interconnesso
con i sistemi informativi della Guardia Costiera e delle Imprese
ferroviarie.
Inoltre, il funzionamento del SISTRI sarà monitorato da un Comi-
tato di vigilanza e controllo.
Una volta a regime, si verrà così a creare un sistema-rete che
consentirà di conoscere, in tempo reale, la movimentazione com-
pleta dei rifi uti speciali, una massa che in Italia conta 147 milioni di
tonnellate all’anno, di cui il 10% ritenuti pericolosi.
Per quanto riguarda i soggetti coinvolti, l’articolo 1 del Decreto mi-
nisteriale 17 dicembre 2009 (Istituzione del sistema di controllo della
tracciabilità dei rifi uti - Sistri) individua tre categorie di soggetti:
- le categorie di soggetti tenuti a comunicare, secondo un ordine di
gradualità temporale, le quantità e le caratteristiche qualitative dei
rifi uti oggetto della loro attività attraverso il SISTRI;
- le categorie esonerate da tale obbligo;
- le categorie di soggetti che possono aderire su base volontaria al
SISTRI.
Tra le categorie di soggetti obbligati ad iscriversi rientrano:
- le imprese e gli enti produttori iniziali di rifi uti pericolosi;
- le imprese e gli enti produttori iniziali di rifi uti non pericolosi di cui
28
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
all’articolo 184, comma 3, lettere c), d) e g), del decreto legislativo
n.152/2006, con più di dieci dipendenti;
- i Comuni, gli Enti e le Imprese che gestiscono i rifi uti urbani nel
territorio della Regione Campania;
- i commercianti e gli intermediari di rifi uti senza detenzione;
- i consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie
di rifi uti che organizzano la gestione di tali rifi uti per conto dei
consorziati;
- le imprese di cui all’articolo 212, comma 5, del decreto legislativo
n. 152/2006 che raccolgono e trasportano rifi uti speciali;
- parte dell’impresa ferroviaria o dell’impresa che effettua il successivo
trasporto;
- le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifi uti pericolosi
di cui all’art. 212, le imprese e gli enti che effettuano operazioni di
recupero e smaltimento di rifi uti.
L’iscrizione al SISTRI è invece facoltativa per i seguenti soggetti:
- le imprese e gli enti produttori iniziali di rifi uti non pericolosi di cui
all’articolo 184, comma 3, lettere c), d) e g), del decreto legislativo
n. 152/2006, che non hanno più di dieci dipendenti;
- gli imprenditori agricoli di cui all’art. 2135 del codice civile che
producono rifi uti non pericolosi;
- le imprese ed gli Enti produttori iniziali di rifi uti speciali non pericolosi
derivanti da attività diverse da quelle di cui all’art. 184, comma 3,
lettere c), d) e g), del decreto legislativo n. 152/2006;
- le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifi uti non pericolosi di
cui all’articolo 212, comma 8, del decreto legislativo n. 152/2006.
L’operatività del sistema sarà, inoltre, graduale.
Lo stesso Decreto prevede una diversa tempistica per le circa
600.000 aziende italiane che hanno l’obbligo di aderire.
Le prime ad essere coinvolte saranno le grandi aziende con più di
50 dipendenti che hanno l’obbligo di adeguarsi al nuovo sistema
entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Decreto, pubblicato
sulla Gazzetta Uffi ciale lo scorso 13 gennaio.
Sarà poi la volte di quelle con più di 11 dipendenti che dovranno
conformarsi alle nuove regole entro 210 giorni dalla data di entrata
in vigore del Decreto.
Anche l’iscrizione si ispira allo stesso principio di gradualità.
Mentre, infatti, il primo gruppo di utenti aderisce al SISTRI iscriven-
dosi allo stesso entro 45 giorni dalla data di entrata in vigore
del Decreto, il secondo gruppo di utenti aderisce al SISTRI
dal 30° giorno al 75° giorno dalla data di entrata in vigore del
Decreto.
Per chi, invece, l’adesione al SISTRI è facoltativa, l’iscrizione può
avvenire a decorrere dal 210mo giorno dalla data di entrata in
vigore del Decreto.
Maggiori informazioni sull’operatività del SISTRI e sulle modalità
di iscrizione sono disponibili sul sito www.sistri.it.
29
di Alberto Piastrellini
USA: AUMENTANO LE AUTODEMOLIZIONI,MA CALANO LE VENDITEColpa della crisi, della green revolution di Obama o dell’aumentato impatto del trasporto pubblico?
Nel fi lm Nuovomondo, di Emanuele
Crialese (Leone d’Argento all’edizione
2005 della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografi ca di Venezia; Premio SIGNIS
e Segnalazione Cinema for UNICEF; vinci-
tore di 3 David di Donatello), una breve
sequenza illustra, con molta ironia, le ori-
ginali car toline fantastiche che, all’inizio
del secolo, inducevano i poveretti del
mondo ad emigrare in America, con la
promessa di raccolti prodigiosi e guada-
gni mirabolanti; il tutto reso attraverso
l’utilizzo di semplici fotomontaggi per
mezzo dei quali frutta ed ortaggi appa-
rivano grandi quanto i contadini che li
coltivavano.
Al di là della critica alle spregiudicate
politiche di immigrazione è pur vero
che l’America, sin dalla sua scoperta,
ha colpito l’immaginario collettivo per
la mole dei suoi “grandi numeri” e,
successivamente, ha speso bene tale
caratteristica giocandosi il piatto del
mercato internazionale con la forza di
un mercato interno talmente sviluppa-
to da condizionare mode e tendenze a
livello planetario.
Per cinquant’anni se qualcosa funzionava
in America, funzionava in tutto il mon-
do, per cui, è giocoforza che quando il
meccanismo si è inceppato, l’allarme è
scattato in tutto il mondo.
Crisi o non crisi, i fatti parlano chiaro,
per la prima volta dalla Seconda Guerra
mondiale, il parco auto USA si è ridotto
del 2%.
La notizia, desunta dal Notiziario per l’am-
biente urbano: Eco dalle Città (www.
ecodallecitta.it) è documentata da numeri
impressionanti; nel 2009, negli Stati Uniti,
sono state demolite 14.000.000 di auto
a fronte di un risultato d’acquisto stima-
to in “soli” 10.000.000 di esemplari.
4 milioni di vetture che pesano molto
sulla bilancia del prodotto interno lordo
e che tuttavia, dal punto di vista socio-
logico e ambientale signifi cano l’inizio di
una inversione di tendenza.
Il fatto è che tale debacle del mercato
automobilistico è imputabile a più fattori:
da un lato la perdita del potere d’acquisto
da parte delle famiglie americane, l’au-
mento del prezzo dei carburanti tradizionali
derivati dal petrolio e la saturazione del
mercato; dall’altro, la stabilizzazione del
fenomeno di inurbazione.
Si dà il caso che il Paese dei grandi spazi
e delle infi nite possibilità sia stato anche,
forse per troppo tempo, il Paese della
mobilità assoluta, tanto nel lavoro, quanto
30
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
nei trasporti di uomini e merci, senza
contare l’apporto di politiche interne
di sostegno indiretto al consumo (car-
buranti più accessibili e automezzi più
grandi e famelici).
Al variare di questa dinamica sociale,
che vede sempre più le grandi metropoli
protagoniste delle attività antropiche, è
evidente che l’opportunità della mobilità
si scontra sul muro della fi sica: quella del
moto dei fl uidi in un vaso, per intenderci
alla quale alcune teorie urbanistiche si
rifanno allorquando si devono analizzare
i fl ussi di traffi co veicolare nelle ar terie
viarie urbane ed extraurbane.
In sostanza: troppe auto concentra-
te nelle aree urbane signifi cano meno
possibilità di spostarsi agevolmente, più
traffi co, maggior spreco di carburante
nelle code con motore acceso… ovvero,
passaggio emotivo dal piacere allo stress
della guida.
Ma nella civiltà dei consumi, si sa, i
problemi si affrontano solo quando di-
ventano economicamente rilevanti, ed
ecco, allora, che l’ar ticolo succitato ri-
porta quanto calcolato dall’Istituto per i
Trasporti del Texas, ovvero che tra spreco
di benzina e di tempo, il costo del traffi co
intasato è balzato dai 17 miliardi di dollari
del 1982 a 87 miliardi nel 2007!
Il che, in tempi di recessione e coi bi-
lanci in rosso, deve aver dato qualche
pensierino in più agli amministratori pub-
blici d’oltreoceano, divisi tra necessità di
rivedere politiche di welfare, garantire
servizi effi cienti, non intaccare troppo
le abitudini dei contribuenti/elettori e,
magari, rispondere positivamente alla
sterzata ecologista del nuovo Presidente
Obama.
Fatto sta che molte città, dove il proble-
ma della mobilità urbana è parecchio più
sentito, hanno deciso, malgrado i tagli in-
tervenuti ai servizi di trasporto pubblico,
di implementare e caldeggiare proprio
questo tipo di dinamiche.
Città come Phoenix, Seattle, Houston,
Nashville e la stessa Washington DC
stanno riscrivendo la propria politica
legata al trasporto pubblico, puntando
su ferrovie leggere, nuove linee metro-
politane, autobus e tramvie, ma anche
piste ciclabili e risistemazione di strade
da dedicare ai soli pedoni.
Nel contempo sono aumentati i costi
relativi ai parcheggi mentre il sistema di
colonnine-parcometro a moneta stan-
no lasciando il campo a più effi cienti
macchinette che accettano solo carte
di credito.
Anche per ingegneri civili ed urbanisti
c’è in atto una piccola rivoluzione, dal
momento che la tendenza, a partire dalla
fase di progettazione, è quella di ridurre
il numero di stalli richiesti per legge per
ogni edifi cio di nuova costruzione.
L’ar ticolo prosegue poi ricordando co-
me il ridimensionamento del parco auto
derivi anche dal fatto che il grosso delle
autovetture acquistate in tempi di vac-
che grasse (periodo che va dal 1994 al
2007), stanno avviandosi alla chiusura del
loro ciclo-vita e, considerando i “chiari di
luna” dell’economia nazionale, è molto
probabile che molte famiglie rinunceran-
no ad acquistarne altrettante, riducendo
altresì, laddove possibile, il numero di
auto per nucleo familiare.
Anche i mutamenti sociali intervenuti
con il diffondersi della Rete hanno fatto
sentire i loro effetti sul numero delle
auto vendute.
Non è un caso che la socializzazione tra i
più giovani, un tempo molto dipendente
dalla disponibilità di un’auto, si sia sposta-
ta su terreni molto vir tuali, vanifi cando
il possesso delle “quattro ruote”. Nel
contempo, si è assistito ad un pesante
indebitamento per lo studio.
Fatto sta che i neopatentati, riporta l’ar-
ticolo, sono passati dai 12.000.000 del
1978 a meno di 10.000.000 del 2009.
E il futuro cosa prevede ai trend attuali?
Pare che sia fi nita la “luna di miele” fra
americani ed automobile, un sodalizio
che sembra sopravvivere solo nel mito,
se è vero che le proiezioni statistiche
indicano funestamente un aumento delle
autodemolizioni a fronte di un calo pro-
gressivo delle vendite, fi no al 2020.
Il quadro non è dei più rosei: perdita di
1 – 2 punti percentuali all’anno e una
perdita di 25.000 di autoveicoli entro
dieci anni.
Peraltro, nel periodo 2005 – 2008 si
è visto aumentare del 9% l’utenza del
trasporto pubblico nelle città che hanno
adottato politiche di disincentivazione
dell’auto privata.
Finita dunque l’epoca delle mitiche Cor-
vette e delle giunoniche Cadillac?
Forse si sta assistendo ad un cambia-
mento di rotta cui la crisi economica ha
dato un ulteriore impulso.
Dunque, in America ci sono ancora auto
da demolire, ma fi no a quando?
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