Riflesso Gennaio Febbraio 2013

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Primo numero del 2013 di Riflesso

Transcript of Riflesso Gennaio Febbraio 2013

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Via Gramsci, 39 - Ellera di Corciano (PG) - Tel. / Fax 075 5171090 - [email protected] - www.labottegadellorafo.it

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Gen

naio

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brai

o

DISTRIBUZIONERegione Umbria e Principato di Monaco

DIRETTORE RESPONSABILEMario Timio

VICEDIRETTORECarlo Timio

REDAZIONEAlessio Proietti, Noemi Furiani,Giulio Siena, Alessia Mencaroni,

Roberto Gagliardi La Gala, Walter Leti,Elisabetta Bardelli, Marilena Badolato

HANNO COLLABORATOFrancesca Magnani, Elisa Giglio, Italo Profice, Marco Zuccaccia,

Alessandro Biscarini, Rita Valletti, Laura Patricia Barberi, Marco Servili,Maddalena Mommi, Maura O’Leary

EDITOREAss. Media Eventi

REGISTRAZIONETribunale di Perugian. 35 del 9/12/2011

IMPAGINAZIONE E STAMPATipografia Metastasio

Palazzo di Assisi – Perugia

RINGRAZIAMENTIAntonio Morabito, Nicoletta Spagnoli

Scuola del Cioccolato Perugina

[email protected]@riflesso.info

[email protected]@riflesso.info

PUBBLICITÁ[email protected]

SITO WEBwww.riflesso.info

Riflesso Umbria

EDITORIALE

5 Riflesso si tinge di “green”7 Principato di Monaco

Lettera dell’Ambasciatore d’Italia

APPUNTAMENTI

08 Winter Happy ListConsigli per lo Shopping d’Inverno

10 EventiSan Valentino, il simbolo dell’amore di origine umbra

12 San Valentino “al bacio” alla Casa del Cioccolato Perugina

14 A Carnevale l’Umbria si ispira a Rio de Janeiro

16 AgendaGennaio / Febbraio 2013

18 Weekend NewsProposte per tre Weekend creativi all’insegna di un’Umbria tutta da scoprire

Art Foto Lab

Ragazza Riflesso UmbriaGennaio - Febbraio 2013

L’immagine della copertina è stata scattata a Corciano, considerato uno dei Borghi più belli d’Italia, grazie all’intreccio di vicoli e strette scalinate, oltre che al colore delle pietre caratterizzanti una terra ardente di vita e di storia.

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COPERTINA

Anno 2 - n.1

SOMMARIO

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30 PersonaggioIntervista a Nicoletta Spagnoli

32 10 anni di MissCarol Magosso, Rebecca Alessi

34 Vip in UmbriaIl regista George Lucas a Passignano sul Trasimeno

36 Briefing culturaleLa via della Spina - 200mila passeggeri all’Aeroporto San Francesco

37 Concorso fotograficoLe Piazze umbre

38 Parla l’espertoSemplicemente figli senza più distinzioni

39 VinoL’Umbria… scrigno dei gioielli di bacco

40 London callingC’era una volta: Londra e i suoi musei segreti

42 New YorkLe coop nella grande mela

43 Storie internazionaliDalla California all’Umbria

SOCIETÀ

ECONOMIA

20 Green EconomyL’etica d’impresa in Umbria

ARCHITETTURA ARTE

TERRITORIO

22 BorghiPoggiodomo: il comune più piccolo dell’Umbria

24 Residenze storicheVilla al Colle del Cardinale: dimora di umane delizie

26 Contemporaneità e designArchitettura e design ecosostenibili in Umbria

28 ArteIl “Germanico” di Amelia

TEMPOLIBERO

44 Giri del gustoIl divin porcello

46 SportIl Rugby e la palla ovale, la metafora della vita

48 Selezione libri

LETTERE AL DIRETTORE

Dal prossimo numero di marzo-aprile sarà possibile sottoporre al Direttore

Responsabile quesiti, curiosità e chiedere informazioni, pareri, opinioni e altro.

Scrivete all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]

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SPECIAL EVENTSAN VALENTINO “AL BACIO” ALLA CASA DEL CIOCCOLATO PERUGINA

SEGUE A PAG.12

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Antica Dimora Francescana sec. XIII

Via del Serraglio, 2CORCIANO (Pg)Tel. 075 6978946 - Cell. 334 7178439

RISTORANTE TIPICO UMBRO - PIZZERIA

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Antica Dimora Francescana sec. XIII

Via del Serraglio, 2CORCIANO (Pg)Tel. 075 6978946 - Cell. 334 7178439

RISTORANTE TIPICO UMBRO - PIZZERIA

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Anche il nostro periodico si conver-te alla sostenibilità ambientale, o meglio, continuando la sua linea di

valorizzazione della “Green Economy” con i puntuali interventi del nostro collaborato-re Walter Leti, dà testimonianza della “rotta verde”, posizionando Riflesso, da questo nu-mero, sulla carta riciclata. Perché? Forse la crisi economica che ci attanaglia spinge alla maturazione di una comune crescita culturale sullo smaltimento dei rifiuti e sulla produzio-ne di energie alternative. Il tempo delle vac-che magre ci conduce, tra l’altro, a guardare con occhi nuovi le ferite inferte alla natura dall’avidità di pochi. Anche se, a chi ven-deva l’anima al dio del profitto o del potere, qualcuno si opponeva indicando percorsi al-ternativi volti alla salvaguardia ambientale, di cui ne faceva il proprio core business. In un mondo globale caratterizzato dall’aumento della domanda di materie prime, si impone la filosofia della raccolta differenziata e dello sviluppo dell’industria del trattamento, alla quale contribuisce in maniera determinante la filiera degli imballaggi e della carta riciclata, compresi i giornali. Si sente oramai l’esigenza di creare le condizioni per una reale “Società del riciclo”. Entro il 2020, secondo il Sistema Conai (Consorzio nazionale imballaggi), do-vranno essere riciclati il 50% dei rifiuti di carta, plastica, metalli e vetro prodotti in Ita-lia. Su questa tematica in Umbria non siamo messi male. Alcuni esempi di imprenditori che hanno sposato la filosofia dell’impat-to zero sono, tra i tanti, le aziende Brunello

RIFLESSO SI TINGE DI “GREEN”mario timio

Cucinelli, Listone Giordano e Castello Mon-tevibiano Vecchio, delle quali questo perio-dico si è già occupato. Anche le istituzioni non stanno a guardare. La Regione Umbria ha presentato nel dicembre scorso il nuovo marchio regionale “Green Heart Quality”, per la certificazione di imprese, prodotti e anche amministrazioni pubbliche che rispettando un preciso disciplinare, potranno “certificare e rendere riconoscibili” le produzioni ambien-talmente compatibili. L’Umbria è così la pri-ma Regione d’Italia a dotarsi di un marchio di sostenibilità ambientale nella consapevo-lezza che investire in questo settore aumenta la capacità delle imprese di essere competiti-ve. Il marchio è stato pensato per aumentare il valore dei prodotti, in particolare sui mer-cati esteri, per promuovere il territorio e per accrescere l’immagine della Regione Umbria, già Cuore Verde d’Italia, a “luogo dell’eccel-lenza ambientale”. Nell’ambito della manife-stazione “Ecomondo”, tenutasi a Rimini lo scorso novembre, il direttore generale di Co-nai Walter Facciotti ha ricordato che: “grazie all’attività del Sistema Consortile è stato pos-sibile sfruttare le cosiddette ‘miniere metro-politane’; i rifiuti urbani da problema si sono trasformati in una risorsa da valorizzare per produrre nuova ricchezza, in questo contesto, l’industria italiana della valorizzazione e del-la preparazione al riciclo è pronta a guardare avanti, investendo sempre maggiori risorse sia economiche sia umane. Con una ricaduta di 9.5 miliardi di fatturato annuo e di 100.00 unità di addetti ai lavori. Se è poco!

EDITORIALE

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PRINCIPATO DI MONACO

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Cari lettori,

riprendo con grande slancio la mia collaborazione con la Rivista Riflesso, per dare un segno di continuità con quanto è stato realizzato nel 2012 in termini di visibilità per la Regione Umbria nel Principato di Monaco, sia da un punto di vista istituzionale che commerciale.

Mi piace ricordare che da una sinergia attivata grazie a un progetto editoriale, è stato pos-sibile organizzare a Montecarlo un evento di promozione del territorio umbro e di alcune aziende di eccellenza, con il contributo dell’Ambasciata d’Italia e di Carlo Timio, abile gior-nalista e consulente per gli Affari Internazionali, che anche in questa occasione ha saputo dimostrato le sue straordinarie capacità organizzative e relazionali.

Ritengo che questo evento segni uno spartiacque per la promozione dell’Umbria nel terri-torio monegasco. Iniziata grazie a un periodico culturale e di informazione umbro, per poi arrivare alla realizzazione di qualcosa di concreto. Sicuramente un modo encomiabile e originale di farsi conoscere.

Il territorio monegasco è uno Stato molto dinamico e aperto alle eccellenze e prodotti di lusso. Occorre pertanto organizzare iniziative mirate e settoriali proprio perché la gente, i residenti monegaschi e stranieri sono molto sensibili a questo tipo di iniziative.

Ne è un esempio lampante il lancio del progetto “La Ceramica di Deruta per il territorio monegasco” realizzato nel contesto dell’iniziativa di promozione dell’Umbria tenutosi lo scorso ottobre – cui ha aderito anche l’azienda Sambuco –, che ha avuto un successo sor-prendente.

L’azienda Sambuco è stata invitata a partecipare a una serata di beneficienza, organizzata prima di Natale presso l’Hotel de Paris, cui hanno preso parte un numero limitato di parte-cipanti, tra cui Cartier, Chanel e Van Cleef & Arpels.

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ABITO SCERVINO STREETWALLY

Corso Vannucci, 20 - Perugia (Pg)

VINO BIANCO CONTE DELLA VIPERACASTELLO DELLA SALA (ANTINORI)

www.antinori.it

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PROFUMO DIPTYQUE PHILOSYKOSPROFUMERIA GRAZIA

Via Alessandro Manzoni, 214/d, Ponte San Giovanni (Pg) www.profumeriagrazia.it

PIATTO DA DOLCE IN VETROMES PETITS DÉLITS DE DÉLICE

MANDARINI ARREDAMENTIVia Ferriera, 52 - Torgiano (Pg)

www.mandarini.com3

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WinterHappy list

Consigli per lo shopping d’inverno

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ONE NIGHT SPAGINGKO SPA

ALLA POSTA DEI DONINIVia Deruta, 43

San Martino in Campo (Pg) www.postadonini.it

CAPPOTTO CASHMEREMC LEOD

Via Verdi, 26 - Ellera (Pg)

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LETTO DI MASTRORAPHAEL

SONIA GALASSI Via Ponchielli 30

Ellera di Corciano (Pg)www.soniagalassi.it

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ABITO DENNY ROSEBAHIA FASHION

Via Fonti Coperte 40 - Perugia (Pg)

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SCARPA ARIEL SPRING WANDA RUCO LINE

Via Rapallo 32 - Mugnano (Pg)www.rucoline.it

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EVENTI

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ASAN VALENTINO, IL SIMBOLO DELL’AMORE DI ORIGINE UMBRA

San Valentino è da sempre il simbolo dell’amore, inteso come valore uni-versale, in quanto è la festa degli in-

namorati, la giornata mondiale dell’amore incondizionato e del cuore. La festa di San Valentino è l’occasione giusta per trascor-rere una serata dolce, bere del buon vino e ascoltare le canzoni che parlano d’amore, fare un bel regalo o delle romantiche dedi-che con frasi, lettere e poesie dolci. L’ori-ginale festività religiosa venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I in onore del vescovo romano e martire cristiano San Valentino, ma la prati-ca moderna di celebrazione della festa, come noi oggi la intendiamo, risale forse all’alto medioevo, quando prese forma la tradizione dell’amor cortese. Si rac-conta che Valentino, vesco-vo di Terni, sfidasse le ire del Senato romano celebrando matrimoni con rito cristiano. Ben presto si diffuse un’usanza: il pellegrinaggio alla sua casa di giovani innamorati, ai quali Valentino donava una rosa. Infine, Valenti-no fu decapitato, per ordine del prefetto di Roma avverso alla diffusione del Cristiane-simo, la notte del 14 febbraio del 270. La fama di San Valentino è giunta, veicolata da Sheakspeare, fino in Inghilterra e negli Usa, dove la festa è ricorrenza ormai consolida-ta. Nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione poi anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di San Valentino è lo scambio di valentine, bigliettini d’amore

spesso sagomati nella forma di cuori stiliz-zati o secondo altri temi tipici della rappre-sentazione popolare dell’amore romantico, come la colomba o l’immagine di Cupido con arco e frecce. Nel cuore verde d’Italia la romantica festa è ancor più sentita, soprat-tutto a Terni, di cui San Valentino è, appun-to, patrono. Infatti, nella città ternana viene organizzato da dieci anni “Cioccolentino”, la kermesse dell’amore e del cioccolato, orga-nizzata nell’ambito degli eventi valentinia-ni, che si svolgono tutto il mese di febbraio,

da Promoeventi ed Euro-chocolate con il patrocinio e il contributo di Regione Umbria, Provincia e Co-mune di Terni e Camera di commercio. In più, mi-gliaia di coppie si riversa-no nella città ternana per scambiarsi nella Basilica

di San Valentino, sotto la quale sono custo-dite le spoglie del santo, la loro promessa d’amore. Condizione per partecipare alla cerimonia è che la coppia abbia già fissato la data delle nozze, entro l’anno in corso. Infine, ogni anno a Terni, arrivano centina-ia di lettere provenienti da tutto il mondo. Scrivono fidanzati, ma anche single, coppie in crisi, innamorati non contraccambiati. A tutti risponde il parroco della Basilica di San Valentino, facendo le veci del santo. Dallo scorso anno, per stare al passo con i tempi, il sito ufficiale di San Valentino (www.san-valentino.net) è diventato il luogo virtuale dell’Amore.

elisa giglio

La giornata in cui si ceLebra iL più nobiLe dei sentimenti, tra manifestazioni sacre ed iniziative festose per gLi innamorati

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h. 16.00-19.00 Scuola del Cioccolato: “San Valentino, special edition: baci per te”.Corso aperto al pubblico dei golosi e degli appassionati, alla scoperta della ricetta originale del mitico cioccolatino, con realizzazione, da parte dei partecipanti, dei Baci e personalizzazione della dedica sul cartiglio di cioccolato.

h.18.15-19.15 e 19.15-20.15Tour “ al Bacio”:visita del museo storico e della fabbrica dei Baci, con degustazione dei cioccolatini “appena nati”.

h. 19.00-21.00 Cioco-Happy hour: sfizi del cioco-menu’ e cioco-drink, per un piacevole aperitivo. Il Calligrafo: un esperto Calligrafo scriverà sui cartigli dei Baci la frase richiesta dagli innamorati e ne farà loro dono.

Il Maestro Cioccolatiere: all’interno della Scuola del Cioccolato, il Maestro Cioccolatiere realizzerà per i partecipanti dei cioccolatini a forma di cuore, personalizzati con le iniziali degli innamorati.

E, durante la giornata del 14, il Calligrafo sarà presente anche in Centro in Piazza IV Novembre, Perugia e scriverà sui cartigli Baci la frase richiesta dagli innamorati.

Prezzo ingresso alla Casa del Cioccolato, intrattenimenti e Cioco-Happy hour: 5,00 euro a persona.

Prezzo Corso Scuola del Cioccolato San Valentino: 55,00 euro a persona(il prezzo del corso è comprensivo anche dell’ingresso alla Casa, degli intrattenimenti e del Cioco-happy hour).

NB: prenotazione obbligatoria

Per prenotazione e informazioni:numero verde 800800907

PROGRAMMA

Festa alla Casa del Cioccolato Perugina, il 14 febbraio, in un vortice di dolci sensazioni, alla ricerca del cioccolatino simbolo dell’amore. Un momento speciale, in un luogo unico al mondo, dedicato a tutti gli innamorati

San Valentino “al bacio” alla caSa del cioccolato perugina

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Un luogo unico al mondo dove scoprire la magia del cioccolatino che sussurra frasi d’amore.Quel primo Bacio, nato 90 anni fa, è diventato il più dolce veicolo d’amore per generazioni di innamorati consacrando Perugia città del cioccolato e dell’amore attraverso:

• IL MUSEO PERUGINA per rivelare, agli oltre 60.000 visitatori annuali, la storia del Bacio e raccontare, attraverso confezioni, manifesti e Caroselli pubblicitari, oltre cento anni di costume italiano.

• LA FABBRICA DEL BACIO: un percorso sopraelevato per scoprire, nella stagione produttiva, le golose lavorazioni Perugina, dove si degustano tanti cioccolatini, tra cui i Baci freschi, prelevati direttamente dalle linee di produzione.

• LA SCUOLA DEL CIOCCOLATO PERUGINA, l’anima artistica e artigianale della marca, dove, sotto la guida esperta del Maestro Cioccolatiere, realizzare delle piccole opere d’arte di cioccolato. Brevi e piacevoli momenti per imparare l’arte della lavorazione del cioccolato.

• IL PUNTO VENDITA dove trovare le prelibatezze Perugina ed una vasta gamma di proposte esclusive.

Casa del Cioccolato PeruginaVia Pievaiola 207/C06132 San Sisto Perugia

Per info e iscrizioni: 800800907 sito: www.perugina.it

CASA DEL CIOCCOLATO PERUGINA

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EVENTI

Il Carnevale non è solo la festa dei bam-bini. Ma è anche per gli adulti un’occa-sione per ritrovarsi e festeggiare insieme.

Si tratta di un appuntamento annuale ludico, che si celebra nei paesi di tradizione cattoli-ca. Il Carnevale è una delle feste più antiche della storia e del folclore in Italia e nel mondo e i festeggiamenti culminano nei giorni di Martedì Gras-so, il martedì prima delle Ceneri. Quest’anno, il Car-nevale inizia il 17 gennaio e termina il 24 febbraio. E in Umbria, cosa viene orga-nizzato? Sfilate di carri al-legorici con l’elemento distintivo e caratteriz-zante del mascheramento, come, ad esempio, a Foligno, loc. S. Eraclio, a Montecastrilli e ad Acquasparta. Inoltre, in molte piazze um-bre vengono organizzate feste in maschera con musica e coriandoli a volontà. Durante il Carnevale, per la gioia di grandi e bam-bini, si preparano ricette gastronomiche se-

A CARNEVALE L’UMBRIA SI ISPIRA A RIO DE JANEIRO

colari, dolci tipici, rigorosamente fritti, come la cicerchia, gli struffoli, oltre, ovviamente, a castagnole e frappe. Quello di Acquasparta è il Carnevale più bello della Regione umbra e uno dei più apprezzati, rinomati e conosciuti nel centro Italia. È un tradizionale appunta-

mento giocoso e fantasioso, realizzato per le vie e per le piazze del centro storico del borgo, dove la creatività, il desiderio di stare insieme e il piacere di divertirsi sono alla base di questa festa. La festività del carnevale è molto famosa e sentita ad Acquasparta per la sua sto-

ria, e i carri allegorici, insieme alle maschere, ne sono davvero il simbolo. Mostre, eventi, concerti e lanci di peluche e di gadget ani-mano in maniera ludica le giornate e le serate di febbraio. Molto importanti, infine, sono le sfilate delle maschere e le parate dei carri al-legorici che ricordano il carnevale brasiliano di Rio de Janeiro.

elisa giglio

carri aLLegorici, maschere, mostre, eventi, concerti e Lanci di peLuche animano in maniera Ludica Le giornate e Le serate di febbraio

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LUIGI COIFFEUR PORTA ROMANA 2/10 FOLIGNO (PG)

TEL. 0742/357635www.luigicalce.com

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AGENDA

L’UNIVERSO A COLPO D’OCChIO Mostra fotografica8 gennaio - 8 febbraioPerugia (Pg) www.astrofilimaffei.org

L’AMORE E IL SILENZIO10 gennaio - 26 marzo Assisi (Pg)www.teatroinstabili.com

I LUOGhI DELL’ANIMA11 gennaio - 21 giugno Perugia (Pg) turismo.comune.perugia.it

AMICI DELLA MUSICA13 gennaio - 12 maggio Perugia (Pg)www.perugiamusicaclassica.com

TRADIZIONE ChE PASSIONE17 gennaio - 20 gennaio Cascia (Pg)

LA TRAVIATA18 gennaioTeatro MengoniMagione (Pg)www.comunemagione.it

LyRICk ThEATRE stagione teatrale4 gennaio - 4 aprileAssisi (Pg)www.teatrolyrick.com

STAGIONE DI PROSA24 gennaio - 5 aprile Narni (Tr)www.teatrostabile.umbria.it

SOLSTIZI DI FRAGILITà SENTIMENTALIMostra di alessandra Pierelli24 gennaio - 17 aprile L’Officina Borgo XX Giugno, Perugia (Pg)www.l-officina.net

CIOCCOLENTINO 201309 febbraio - 14 febbraioTerni (Tr)www.cioccolentino.com

VISIONI IN MUSICA24 gennaio - 4 aprile Terni (Tr)www.visioninmusica.com

L’AMORE è UN CANE BLUsPettacolo con Paolo rossi10 febbraioTeatro Nuovo G. MenottiSpoleto (Pg)www.teatrostabile.umbria.it

MOSTRA MERCATO DEL TARTUFO NERO22 / 24 febbraio - 01 / 03.marzo Norcia (Pg)www.neronorcia.it

a cura di rita Valletti

“I SOLISTI DI PERUGIA” ORChESTRA D’ARChI18 gennaio Basilica di S. PietroPerugia (Pg)

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Weekend News

Cosa fare nel weekend nei dintorni di Gubbio? Per vi-vere un’esperienza fiabesca potreste prenotare una stan-za al Castello di Petroia. Qui nel 1422 nacque Federico da Montefeltro, il Duca di Ur-bino. Oggi l’antica fortezza medievale alle porte di Gub-bio è stata trasformata in una lussuosa residenza d’epoca, un luogo dove rivivere le ma-

giche atmosfere di un tempo. (www.petroia.it). L’esperienza culinaria della Locanda del Cantiniere è tra le migliori di Gubbio. Ubicata nel centro storico sotto la Torre di Porta Romana ricavato nelle anti-che mura della città. Cucina regionale con prodotti tipici a km 0, carta dei vini imponen-te con più di 1000 etichette, (Via Dante, 3. 075/9275999).

Gubbio / 26 - 27 gennaio

Tre weekend creativi tra castelli, palazzi e residenze d’epoca. Centri benessere ricavati da antiche cisterne o spazi modernissimi progettati da archistar del nostro secolo. Cene gourmet con prodotti a km 0 rigorosamente selezionati da mastri chef. Gennaio e Febbraio 2013 all’insegna di un’Umbria tutta da scoprire.

Per lasciarvi alle spalle stress vi proponiamo il centro be-nessere del Park Hotel ai Cap-puccini, antico monastero del XVII, recentemente restaura-to dall’architetto Simone Mi-cheli. Il tema ludico permea ogni elemento di questo luogo dedicato all’esaltazione del rapporto tra uomo e acqua (Via Tifernate, Gubbio. Tel. 075/9234)

laUra PatriCia BarBeri

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TERNi / 09 - 10 febbraio

Febbraio è uno dei momenti clou per la città di Terni, il mese degli Eventi Valentinia-ni dei festeggiamenti ufficia-li dedicati a San Valentino Patrono della città di Terni e Protettore degli Innamorati nel mondo (www.sanvalenti-noterni.it) a cui vale la pena fare capolino. Vi segnalia-mo anche “Cioccolentino”, festival del cioccolato, 9-14 Febbraio 2013 (www.cioc-colentino.com). Per un fuga romantica perché non dor-mire all’incantevole Castello di Sismano, conosciuto come il “castello dei ventuno fuo-

A fine febbraio quando le giornate cominciano di tan-to in tanto a farsi belle per-ché non passare un week nei pressi di Montefalco? La cena da Spiritodivino è sem-pre al top: un’enoteca, risto-rante e b&b in uno splendi-do palazzo del 1400 in una bella piazzetta sul corso principale di Montefalco.

Una cucina pluripremiata e territoriale che impiega pro-dotti a km 0 sfiziosi. (www.spiritodivino.net - Piazza Mustafà 2. 0742/379048). L’alloggio di lusso è senz’al-tro quello del Palazzo Bon-tadosi Hotel & Spa, palazzo cinquecentesco: combinazio-ne magica di art de vivre,

MoNTEFALCo / 23 - 24 febbraio

eleganza, creatività e capa-cità di attraversare il tem-po in modo nuovo. La Spa dell’Hotel Palazzo Bontado-si, si trova all’interno delle cantine medievali; un’oasi di benessere e completo relax, luogo ideale per rigenerarsi con trattamenti esclusivi e personalizzati. (www.hotel-bontadosi.com).

chi”, già maniero di nobili famiglie, potenti dinastie, pontefici e principi (Borgo Corsini, 12 - Sismano Terni - 0744/933416). Il 21 Febbraio invece si terrà all’interno del-

la rassegna musicale ternana di Visioninmusica il concerto del cantante e pianista An-thony Strong, superstar del mainstream jazz britanni-co, (www.visioninmusica.com).

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GREEN ECONOMY

L’ETICA D’IMPRESA IN UMBRIA

Walter leti

Il mandato costituzionale sull’etica di impresa determina i programmi e i controlli perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini socialI

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Che cos’è l’etica d’impresa? Una risposta autorevole è fornita dalla nostra Costi-tuzione che recita: ”L’iniziativa econo-

mica è libera. Non può svolgersi in contra-sto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economi-ca pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Questo enunciato ci porta direttamente alla nozione di Respon-sabilità Sociale d’Impresa (RSI) di cui la Com-missione Europea ha dato negli anni diverse definizioni, orientate via via sempre più a ri-durre l’approccio soggettivo delle imprese e a ricondurne l’operatività ai principi promossi dalle organizzazioni internazionali (OCSE, ONU ecc.). Fondamentale, a questo riguardo, è lo standard noto come SA 8000, emanato dall’organizzazione SAI (Social Accountabili-ty International), nata nel 1997. Lo standard è il più diffuso a livello mondiale per la respon-sabilità sociale di un’azienda ed è applicabile alle attività imprenditoriali di qualsiasi setto-re. La norma SA 8000 prevede il rispetto dei seguenti requisiti specifici: escludere il lavo-ro minorile e il lavoro forzato, corrispondere una retribuzione dignitosa al lavoratore, ga-rantire la libertà di associazionismo sindaca-

le, garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e impedire qualsiasi discriminazione basata sul sesso, razza, orientamento politico, sessuale, religioso. La vigilanza su rispetto dei citati re-quisiti si concretizza nella certificazione di un Organismo indipendente. Veniamo alla nostra regione: la Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’Assessore all’Industria Vincenzo Riommi, ha deciso di aderire a un progetto interregionale transnazionale, finanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo 2007-2013, che ha per obiettivo la “Creazione di una rete per la responsabilità sociale di imprese”, la diffusione dell’etica di impresa e della sua funzione sociale, principi, come si è visto, sanciti nella Costituzione Italiana e obietti-vi adottati dall’Unione Europea. Il progetto si svilupperà in quattro azioni principali. Al primo punto sono previsti la creazione di si-nergie, la condivisione e l’apprendimento co-operativo da realizzare attraverso lo scambio di buone pratiche tra amministrazioni pub-bliche regionali e provinciali. Il secondo pun-to prevede l’individuazione dei meccanismi più efficaci per promuovere la responsabili-tà sociale d’impresa seguendo due direttrici: l’istituzione di agevolazioni/facilitazioni am-ministrative e punteggi premianti nella parte-cipazione a bandi per le imprese e le ammini-strazioni pubbliche socialmente responsabili e la diffusione della cultura di RSI attraverso la realizzazione sui singoli territori di interventi formativi e/o di sensibilizzazione. Come terzo obiettivo il progetto prevede l’organizzazione di un premio nazionale atto a stimolare un confronto su larga scala e dare evidenza al tema tramite i mass-media presso l’opinione pubblica. Il quarto punto, fondamentale, pre-vede il monitoraggio e la diffusione dei ri-sultati della sperimentazione. Sono previste, inoltre, azioni per la sostenibilità ambientale e la qualità, attraverso l’attuazione di sistemi incentrati sul risparmio energetico, l’uso so-stenibile delle risorse e la promozione della qualità dei prodotti a tutela dei consumatori e delle comunità locali.

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BORGHI

POGGIODOMO: IL COMUNE PIÙ PICCOLO DELL’UMBRIA

alessio Proietti

Luogo ideale per estraniarsi, meditare e rifugiarsi sulla scia di eremiti, mistici e ribelli

È il Comune più piccolo dell’Umbria per numero di abitanti; a seguito di un costante spopolamento da circa 1.300

unità nel 1900 è arrivato oggi a contare meno di 150 residenti, di cui effettivi nel centro abitato risultano meno di 40. Questo dato, insieme al record per età media più alta di tutta la regione (61 anni), lasciano intui-re la particolare atmosfera che si respira tra i silenziosi vicoli di Poggiodomo. A 1000 metri di altitudine, nel comprensorio della Valnerina, chi domina il borgo è una natura incontrastata. Perfetto luogo per estraniarsi e meditare nonché per rifugiarsi, come lo è stato per eremiti, mistici ed anche per ribelli partigiani che nell’ultima guerra fondarono qui delle operative brigate. Il centro storico è costituito da un castello fondato nel XIII secolo, tipico degli insediamenti edificati su uno sperone di roccia. Essendo arroccato su una cima di difficile accesso, era considera-

to un insediamento strategico per presidiare le vie di collegamento. Per questo fu anche molto conteso nel corso delle alterne vicende, in particolar modo tra le due città Spoleto e Cascia. Divenuto Comune nel 1809 durante l’occupazione Napoleonica, Poggiodomo ri-uscì a mantenere il proprio assetto politico anche dopo la restaurazione pontificia, per poi far parte dello Stato italiano dal 1870. Sorgono nel centro abitato la chiesa di San Pietro, edificata nel XIV secolo, con rifaci-menti successivi, che conserva all’interno numerosi dipinti realizzati tra il XVI ed il XVIII secolo e la chiesa parrocchiale di San Carlo Borromeo (XVII sec.). Simbolo del sug-gestivo isolamento che avvolge questo luogo, è l’eremo della Madonna della Stella, com-plesso religioso circondato da boschi secolari, situato tra Poggiodomo e Borgo Cerreto, che da sempre ha ospitato quanti fossero attratti da una vita contemplativa.

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RESIDENZE STORICHE

L’edificio fu voluto dal Cardinale Fulvio della Corgna, nipote di papa Giulio III, su progetto dell’Alessi nel 1575, per conci-

liare la duplice funzione di prestigiosa resi-denza suburbana con quella di vasta azien-da agricola. Situata tra i confini del Chiugi e del Perugino, in posizione strategica rispetto ai possedimenti della potente casata, la Villa domina dall’alto del colle, di probabile con-notazione archeologica, la valle del torrente Caina, nel versante occidentale del monte Te-zio, affacciandosi, inoltre, sui domini dei Vi-telli e dei Montefeltro. Venduta agli Oddi nel 1645, da sempre luogo di delizie, divenne un frequentato salotto culturale che rimarrà tale anche con le successive famiglie Cesaroni e Parodi. L’impianto cinquecentesco ha tuttavia subito notevoli trasformazioni nel tempo. Il palazzo appare come un blocco compatto dal-la forte mole impostato su una pianta rettan-golare e sviluppato su tre piani e mezzo. La facciata rigidamente simmetrica è strutturata compositivamente da doppie cornici marca-piano e paraste angolari bugnate. Elemento di spicco è il portone d’ingresso ad arco bugnato sovrastato dal balcone del salone d’onore. Al piano nobile è appunto situato il grandioso salone d’onore, con soffitto ligneo a casset-toni intagliato e decorato da tinte policrome e dorature. Gli interni finemente decorati ed affrescati da artisti quali il manierista Salvio

VILLA DEL COLLE DEL CARDINALE: DIMORA DI UMANE DELIZIE

giUlio sieNa

Il complesso, dal gran valore architettonico, è immerso in un ampio parco di 13 ettari con numerose varietà e ricchezze di essenze botaniche

Savini, Leopardi e Labruzzi offrono allusioni simboliche e citazioni della committenza. La Villa è immersa in un ampio parco di 13 etta-ri rivisitato a metà 1700 dagli Oddi-Baglioni, con un progetto firmato dall’Architetto Giu-seppe Alemanni che sostituì l’originario im-pianto di giardino all’italiana. Nell’ottocento si unirà poi un disegno di giardino all’inglese dal sapore romantico. Il complesso naturali-stico, oltre alla sua straordinaria bellezza ed agli indiscussi pregi storico-artistici, riveste anche grande importanza scientifica per la varietà e la ricchezza delle essenze botaniche: siepi di bosso e alloro, magnolie, cedri, sequo-ie, cipressi, pini domestici, viali di tigli e lec-ci. Il complesso si completa di diversi annessi quali la casa del custode, la casa del giardi-niere, la limonaia, la serra delle orchidee e sulle direttrici delle diagonali, sorgono quat-tro costruzioni angolari: il cosiddetto bagno del Cardinale con la biblioteca, l’uccelliera del giardino d’inverno con la selleria, lo studio, il soggiorno per ospiti. All’estremità meridio-nale è invece posto il piccolo borgo del Colle del Cardinale con gli edifici che avevano in origine funzione di servizio. La Villa nel 1996 è stata acquistata dallo Stato e affidata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali ai fini della sua tutela e valorizzazione nel terri-torio, con apertura alla pubblica fruizione in collaborazione con il FAI.

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CONTEMPORANEITÁ E DESIGN

La Casa passiva, Località Fontana (Pg)

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Quanti modi esistono per “fare archi-tettura”? Definire l’architettura risulta un’impresa difficile, in quanto il fe-

nomeno è da sempre presente nella cultura dell’uomo, acquistando caratteristiche, defi-nizioni e funzioni spesso differenti. Nell’ar-chitettura concorrono aspetti tecnici ed arti-stici, ed è per questo che la disciplina spazia su diversi fronti. In parallelo alla progetta-zione architettonica esiste la progettazione industriale, ovvero il design, volto alla pro-duzione su larga scala. Entrambe le discipline si aprono a “diversi approcci culturali”; una di queste è l’architettura e il design sostenibile, inte-si come “fare architettura e/o design” in grado di li-mitare gli impatti sull’am-biente. Oggi, l’architettura sostenibile, si sforza di avere una visione il più ampia possibile, che tratti il problema del costruito nel suo insieme di rappor-to “funzione-uomo-natu-ra”, considerando gli edifici, non solo come ripari, ma come sostentamento della vita. Allo stesso modo il design, attraverso l’uti-lizzo di risorse, materiali e processi produttivi rinnovabili, si pone l’obiettivo di preservare l’ambiente. Un esempio significativo di archi-tettura sostenibile umbra, è la casa passiva progettata in Località Fontana dall’architet-to Masciarelli. Il gusto e lo stile personale dell’architetto-committente si sono incontrati in maniera perfetta con gli standard di casa passiva senza mancare di qualità. L’ecososte-nibilità è data dalla scelta dei materiali, tutti

ARCHITETTURA E DESIGN ECOSOSTENIBILI IN UMBRIAalessia meNCaroNi

riciclabili e riciclati, come la pavimentazione esterna o i pannelli di isolamento termo-acu-stico delle partizioni interne (in fibre di po-liestere riciclata, proveniente dalle bottiglie di plastica). Il rivestimento esterno, in legno europeo proveniente da siti controllati per la riforestazione, non è trattato in alcun modo e l’isolamento termico esterno è in fibra di legno. Anche le pietre rimosse durante lo sca-vo sono state conservate e riposizionate sul fronte nord come contenimento del terreno; mentre gli scarti degli isolanti termici sono stati riutilizzati per isolare i pilastri esterni.

Parlando di ecosostenibilità in termini di materiali rici-clati e riciclabili è dovero-so parlare di un esempio di design tutto perugino. La B-Trade, azienda giovane, nata dall’esperienza decen-nale nel packaging in car-tone ondulato alla Mauro Benedetti s.p.a., avvia una produzione di oggetti, che spaziano dalle lampade fino

ad arrivare al complemento d’arredo, ognu-no attento all’ecosostenibilità e al rispetto dell’ambiente. Il design essenziale e pulito di questi oggetti mette in luce un materiale come il cartone, assumendo un nuovo fascino tra logiche funzionali ed estetiche. I prodotti, realizzati interamente in cartone, sono spes-so allo stato “grezzo” del materiale, così che la sua essenza materica sia già visivamente rintracciabile, ma è giocando sui vuoti e sui pieni, attraverso i filtraggi di luce e le forme ora morbide ora rette, che l’oggetto assume quel suo fascino unico di elemento di design.

anche in umbria “fare architettura e design” presenta voLti ecceLLenti da scoprire e quest’anno andremo aLLa ricerca deLLe diverse correnti di queste discipLine neL nostro territorio

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ARTE

La statua del “Germanico” tornò alla luce nel 1963 ad Amelia durante i lavori di scavo per la costruzione di un

molino, poco fuori la cinta muraria, lungo la “Via Ortana”, una zona pia-neggiante che po- trebbe essere identifica-ta con il campus dell’antica Ameria, l’area destinata agli esercizi fisici e mili-tari della gioventù lo-cale: i complessi di questo tipo ospitavano di norma molte sculture, raffiguranti spesso i membri della dinastia impe-riale. La statua bronzea raf-figura il generale romano Nerone Claudio Druso, detto “Germanico”, nato a Roma nel 15 a.C. sotto il regno dell’im-peratore Augusto. Era figlio del condottiero Druso Maggiore, fratello del futuro imperatore Ti-berio. Rimasto orfano, fu adottato dallo zio per volontà dello stesso Augusto, che voleva assicurarsi la

IL “GERMANICO” DI AMELIA, UNO DEGLI ESEMPI PIU’ ALTI DI STATUARIA ROMANA

successione e che gli diede in sposa la nipo-te Agrippina Maggiore. Germanico ebbe una

brillante carriera politica e mi-litare che lo impegnò nei Bal-cani, in Germania e in Oriente. In Siria, al ritorno dall’ultima campagna, il giovane principe morì, come ricordano gli sto-rici romani Svetonio e Tacito, a causa di un’ignota malattia: le circostanze misteriose della sua morte gettarono un’ombra di sospetto contro lo stesso

Tiberio, di cui era nota l’av-versione nei confronti del

figlio adottivo a causa della sua crescente po-polarità. Dopo la morte furono tributati a Ger-manico grandi onori: le sue ceneri furono de-poste a Roma accanto a quelle di Augusto e gli

furono erette numerosis-sime statue sia in Italia che

nelle province. Il meticolo-so e lunghissimo lavoro di

Noemi FUriaNi

La ristrutturazione del convento quattrocentesco che ospita il Museo archeologico di Amelia è stata pensata proprio per divenire la cornice ideale della scultura del “Germanico”

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restauro del “Germanico”, ad opera della So-printendenza archeologica per l’Umbria, ha re-stituito un monumento di eccezionale impatto visivo. La scultura, di oltre due metri di altez-za, fu realizzata mediante fusione “ a cera per-sa”, con procedimento indiretto. Rappresenta il giovane condottiero in veste trionfale, con il braccio sinistro appoggiato ad una lancia e la testa rivolta in direzione del braccio destro, sollevato nel gesto della adlocutio. La figura poggia il peso del corpo sulla gamba destra, mentre la sinistra è leggermente flessa al gi-nocchio. Sopra una leggera tunica di lino ma-nicata, la figura indossa una lorica di tipo ana-tomico con spallacci, ornata da rilievi sia sul petto che sul dorso. Al di sotto della linea che segna il limite anatomico della corazza scende una doppia serie di pteryges; quelle superiori, arrotondate, sono decorate alternativamente da teste di leone e teste di satiri a rilievo, men-tre quelle inferiori allungate, sono decorate da palmette realizzate ad agemina. Di particolare

interesse e bellezza è la ricca decorazione del-la corazza, che assume anche significati sim-bolici. Sotto lo scollo è rappresentata a rilievo Scilla, che solleva il braccio destro nell’atto di gettare una grossa pietra. La scena centra-le rappresenta l’agguato di Achille a Troilo. Achille, nudo, è raffigurato frontalmente, con la testa coperta da un elmo attico dall’alto ci-miero. Con la mano sinistra sorregge uno scu-do mentre con la destra afferra per i capelli, nell’intento di disarcionarlo, il giovane Troilo che cavalca un destriero che si solleva sulle zampe posteriori. Inutilmente Troilo, alzando le braccia, tenta di allontanare il forte braccio di Achille. Tale scena è forse da mettere in relazione con la volontà di ricordare le ope-razioni militari di Germanico in Oriente. La statua del “Germanico” ha trovato la sua cor-nice ideale nel Museo Archeologico di Amelia che conserva le testimonianze archeologiche dell’antichissimo centro umbro di “Ameria”, dalle sue origini fino all’Altomedioevo.

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PERSONAGGIO

Luisa Spagnoli è una brand che ha se-gnato la storia della moda in Italia e nel mondo, contraddistinguendosi nel set-

tore della produzione e distribuzione di capi di abbigliamento femmi-nili.Dott.ssa Spagnoli, avete mai pensato di dare avvio anche a una linea uomo?“Il nostro mondo è squi-sitamente femminile e anche la percezione del brand è senza dubbio legata a un sinonimo di femminilità. Sicuramen-te la parte più bella e sti-molante del mio lavoro è la creazione delle colle-zioni e per realizzare una linea c’è bisogno di ispi-razione e della predispo-sizione per un certo tipo di creazioni. Io perso-nalmente amo disegnare linee da donna, in ogni creazione metto una grande passione che nasce da dentro e credo che questo stimolo forte sia il requisito im-prescindibile per realizzare dei bei capi. Mai dire mai però, il cambiamento e il progresso fa parte del nostro lavoro e con uno sguardo

al futuro potrei pensare ad una linea uomo lanciata da mio figlio. Nicola è un ragazzo molto attento alle evoluzioni, ama la moda, le nuove proposte maschili e ha una spiccata

sensibilità per le novità.”La sua famiglia ha fatto molto per Perugia e per l’Umbria. Questo attac-camento per la terra umbra ha rappresentato un valore aggiunto nella promozione della vostra azienda? “Assolutamente sì, so-prattutto per i mercati esteri. La cultura del ter-ritorio, le sue tradizioni, i suoi valori sono alla base del nostro modo di fare impresa e possiamo considerarli gli ingre-dienti virtuali dei pro-dotti che mettiamo sul mercato. Le stesse doti di creatività, di fantasia, di sensibilità, traggono

linfa dal bellissimo patrimonio di cultura e bellezza aziendale che caratterizza l’Umbria. I nostri clienti non acquistano solamente i nostri capi. Un interesse forte è nella storia del brand e insieme al modello dell’ultima

NICOLETTA SPAGNOLI, UN’IMPRENDITRICE CHE HA CONQUISTATO IL MONDO CON IL SUO INCONFODIBILE STILEa cura di Carlo timio

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collezione il cliente acquista anche la nostra filosofia legata alla nostro territorio. Stiamo lavorando molto per diffondere in tutto il mondo i valori che da sempre ci hanno con-traddistinto, vediamo che l’apprezzamento è forte soprattutto per il nostro life style legato al territorio. Abbiamo un bagaglio prezioso che non subisce mode, un fil rouge che è alla base di tutti i nostri progetti, il giusto equili-brio tra tradizione e innovazione. La nostra capacità di imprenditori deve essere quella di sapere abbinare nei nostri prodotti la qualità estetica ed immateriale legata alla storia e alla tradizione della nostra terra con le caratteri-stiche di innovazione tecnica legate a nuove linee e forme.”Sente forte il peso di un nome che ha segnato la storia del capoluogo umbro?“Un grande onore ma allo stesso tempo una grande responsabilità. Tante aziende di ma-glieria sono nate con noi e sapere che la Lui-sa Spagnoli ha contribuito al successo di una filiera produttiva del territorio umbro è per me un’immensa soddisfazione. Un peso, lo intendo non propriamente con un’accezione negativa, ma come un obbligo che io sento di avere nei confronti di coloro che lavorano con me e che in questi anni hanno contribuito al successo del nostro brand.”Come ci si sente a dover amministrare, da don-na, un’azienda di rilievo come la sua?“Amministrare un’azienda oggi è difficile sia per un uomo che per una donna. L’importante è guardare avanti senza dimenticare i valori

che da sempre ci contraddistinguono, valo-ri legati alla qualità del prodotto e alla cura delle linee. Avere nuovi approcci d’interven-to, conoscere le differenti culture all’estero per entrare in sintonia con i diversi mercati e non sottovalutare i cambiamento di gusto e di acquisto dei nostri clienti, è un atteggiamen-to che ci tutela almeno in parte da eventuali errori.”Il successo del brand Luisa Spagnoli sembra ormai inarrestabile. Che messaggio vuole man-dare a chi si sta affacciando sul mondo della moda? “La nostra è una storia fatta di successi ma anche di grandi sacrifici e disciplina. Un per-corso iniziato ai tempi dalla mia bisnonna che ha fatto decollare due importanti realtà, La Perugina e la Luisa Spagnoli. Ho avuto il grande privilegio di ereditare un’azienda sana ma come tutte le cose che devono crescere e mantenersi in salute, c’è bisogno di molta cura e dedizione. Mi sento di dire a coloro che vogliono iniziare il mio stesso percorso nel mondo della moda, di innovare e di non riprodurre ciò che è già presente in questo mercato.”Come prevede il futuro per il marchio Luisa Spagnoli? Avete in cantiere nuovi progetti?“Già da qualche anno stiamo lavorando su un nuovo concept legato alle nostre linee. Ci stiamo avvicinando sempre di più alla nuove generazioni attraverso progetti di comunica-zione e all’utilizzo dei nuovi media. Per questa prossima campagna PE 2013 abbiamo anche riservato un budget di start up per l’adverti-sing online. Partiremo inoltre con un piano strategico di 3 anni per incrementare lo svi-luppo sui mercati esteri. Le richieste dai mer-cati mondiali circa partnership con il brand Luisa Spagnoli stanno sempre più crescendo nelle nazioni in cui siamo già presenti e con-solidati come ad esempio la Russia. Siamo concentrati sul Far east e Middle east e ci stia-mo strutturando per crescere ancora di più nel resto del mondo potenziando il nostro export department e investendo sul management.”

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10 ANNI DI MISS

2012: CAROL MAGOSSO

Come sei arrivata alle selezioni di Miss Umbria? “I miei parenti che vivono in Umbria, a differenza mia che abito in Veneto, mi hanno spinta a partecipare alle selezioni di miss Italia e poi il caso ha voluto che vincessi il titolo regionale. Io ne vado molto fiera sia perché è molto insolito per una di “fuori” vincere questo titolo, ma soprattutto perché amo molto l’Umbria.”Cosa ricordi di quell’esperienza?“Ricorderò sempre l’adrenalina delle serate e poi la finale di miss Umbria e stata fantastica. Mi viene ancora la pelle d’oca al pensiero. Sarò sempre grata all’Umbria per l’opportunità che mi ha regalato.”Di cosa ti occupi oggi?“Ho vinto un titolo nazionale, Miss benessere Specchiasol 2012, e grazie a questo, ora sono impegnata con quest’azienda di prodotti naturali. Il prossimo settembre mi iscriverò alla Facoltà di dietistica per diventare dietologa.”Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino?“I tre oggetti sono una foto mia e di mio fratello da bambini, i calzini (non riesco a dormire senza, neanche ad agosto), ed il libro

del momento.”Dolce o salato?“Dolce, sono golosissima di dolci, non ne ho ancora trovato uno che non mi piaccia: amo tantissimo quelli alla ricotta e al cioccolato.”Casual o elegante?“Io sono una continua alternanza di stili, dipende dal giorno, però mi affascina molto di più l’elegante, considerando l’ “eleganza” non solo in termini di abito, ma di stile e personalità raffinata.”L’ultimo libro che hai letto? “Mi piace molto leggere, l’ultimo libro è “Via Chanel N° 5” di Daniela Farnese. Amo Chanel: la sua storia e la rivoluzionaria immagine dell’eleganza femminile che ha portato con i suoi tailleur e cascate di perle.”Qual è il tuo sogno nel cassetto?“Vorrei diventare una brava dietologa, sono una ferma sostenitrice che l’alimentazione sana sia alla base della salute di una persona. Però il mio sogno più grande, che è anche la mia “battaglia” più grande, è il poter riabbracciare e riconquistare una persona a me molto cara.”

a cura di Carlo timio

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2011: REBECCA ALESSI

Come sei arrivata alle selezioni di Miss Umbria? “Diciamo che è stata una cosa un po’ casuale. Mi sono iscritta con delle mie amiche per farci due risate, ma in realtà non dovevamo segnarci a Miss Italia. È stato un buon errore!”Cosa ricordi di quell’esperienza?“Mi ricordo che per 25 giorni che sono stata a Montecatini non ho potuto fare sport... pazzesco! Il primo mese della mia vita senza attività sportiva. Dopo questa esperienza, la mia vita è rimasta la stessa. Si, è vero, qualche lavoro in più ma fondamentalmente è rimasta invariata. Devo ammettere che non mi ha portato né fortuna né sfortuna. Sostanzialmente non ha alterato il mio percorso di vita.”Di cosa ti occupi oggi?“Oggi insegno ai bambini a giocare a tennis.”Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino? “Cellulare, sempre a portata di

mano, un fiorellino di ceramica portafortuna ed il mio ipod.”Dolce o salato?“Dolce ...ci vado matta!”Casual o elegante?“Il mio stile è sempre casual, ma raffinato, ovviamente! In genere mi vesto in modo elegante solo in poche situazioni o occasioni speciali.”L’ultimo libro che hai letto?“Il mio ultimo libro è stato “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini.”Qual è il tuo sogno nel cassetto?“Mi piacerebbe molto poter diventare un’affermata presentatrice televisiva.”

La RubRica 10 anni Miss uMbRia RipeRcoRRe La stoRia deLLe beLLezze che attRaveRso L’aMbita fascia hanno RappResentato La nostRa Regione neLLe finaLi nazionaLi di Miss itaLia. un decennio che passa attRaveRso i Racconti di sogni, aspettative, deLusioni e cuRiosità di Ragazze che, oLtRe aLLa beLLezza, hanno avuto La gRinta ed iL coRaggio di MetteRsi in gioco.

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VIP IN UMBRIA

IL REGISTA GEORGE LUCAS SCEGLIE PASSIGNANO SUL TRASIMENO, FANTASCIENZA O REALTÀ?

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Le dolci colline umbre impreziosite da eccellenti dimori storiche hanno colpito anche la raffinata sensibilità del regista,

sceneggiatore e produttore cinematografico californiano George Lucas. È proprio nelle verdi terre che si affacciano sul Trasimeno, nel comune di Passignano, che l’ideatore di cele-bri pellicole ha acquistato e ristrutturato l’ex convento dei Cappuccini, costruito nel 1566, per adibirlo a residenza estiva. Scoperto sfo-gliando una rivista di arredamento, la costru-zione in pietra di 800 mq, circondata da quer-ce e cipressi, con annessa una piccola chiesa e cam-panile, è stata acquistata per 6 milioni di dollari. La chiesa è ancora pubblica e dovrà essere concessa al Comune in alcuni presta-biliti giorni dell’anno. Lucas ha seguito sal-tuariamente i lavori di restauro della proprie-tà e la realizzazione di un’ampia biblioteca, sala da biliardo, sala cinematografica per 200 spettatori e di una Spa. Sembra che Steven Spielberg, Robert De Niro, Francis Ford Cop-pola e Ron Howard, siano stati tutti ospiti del regista in occasione dell’Umbria Jazz 2011 per incontrare la loro amica Liza Minelli esibitasi al Festival. Sicuramente Lucas avrà apprez-zato non soltanto la bellezza paesaggistica che offre Passignano con i suoi meravigliosi tramonti ma certamente anche la quiete e la

serenità da clima vacanziero che ha contribu-ito a piazzare il comune al 19esimo posto in classifica per indice di vivibilità in Italia. Un tempo eravamo noi a sognar l’America, ora è l’America a sognar noi? L’idea di produrre film in maniera indipendente, libera da con-dizionamenti spesso legati agli indirizzi delle maggiori case cinematografiche hollywoodia-ne, ha spinto Lucas a fondare a San Francisco negli anni ’70 la Lucasfilm, affiancata da studi specializzati nelle tecnologie come l’Industrial Light & Magic e la Skywalker Sound. Dopo il

successo di “American Graf-fiti” sarà “Guerre Stellari” del 1977 premiato con ben 7 Oscar (effetti speciali, di-rezione artistica, scenografie, costumi, sonoro, montaggio e commento musicale), insie-

me a “Star Wars” e “Indiana Jones”, ad affa-scinare l’immaginario di intere generazioni ri-voluzionando, inoltre, con la digitalizzazione e l’animazione grafica per gli effetti speciali, la disciplina cinematografica. Casi di enorme successo commerciale, di pubblico e di critica anche grazie alla fertile politica del merchan-dising relativo ai films. “Star Wars – afferma George Walton Lucas Jr. – è stato per me un sogno reale ed esoterico al tempo stesso: sono qui per dirvelo anche con i mezzi digitali, ma prima con la mia passione di narratore di sto-rie armato di parole, emozioni, cinepresa”.

giUlio sieNa

beLLezze paesaggistiche, aLto indice di vivibiLità e reLax hanno sedotto iL regista di “star Wars” e “indiana Jones”

Passignano sul Trasimeno

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BRIEFING CULTURALE

C’è una via molto antica e frequentata nel tempo che congiunge gli altopiani di Colfiorito a Spole-to. Già a partire dall’età del bronzo era diventa-ta una delle più frequentate vie di comunicazio-ne tra il bacino tirrenico e quello adriatico. La via della Spina era la più agevole per raggiun-gere l’Adriatico dalla Valle Umbra Sud (Spoleto e Foligno), tanto che alcuni storici identificano in essa il percorso che le truppe di Annibale fe-cero dopo la battaglia del Trasimeno (217 a.C.) per dirigersi verso il litorale adriatico. In tempi successivi la via fu un passaggio obbligato per gli eserciti che imperversarono lungo la penisola. Insomma una grande via alternativa di comuni-cazione che toccava paesi oggi di piccola entità ma molto importanti nei secoli. Li ricordiamo: dopo Colfiorito e Plestia, si incontra Cesi e Po-pola, quindi si percorre il tratto Verchiano-S.Lazzaro-le Terne-Piè di Cammoro-Orsano. Si imbocca la strada verso Spina Vecchia e Spina Nuova e quindi si ascende verso il passo d’Acera, per poi puntare su Spoleto, ove termina la via. Il percorso è punteggiato di bettole e ristorantini ove il gusto e l’ospitalità sono assicurati.

COMUNICAZIONI IN UMBRIA NEL PASSATO E NEL PRESENTE, CON PROIEZIONE FUTURA

Arrivata direttamente a Perugia il 28 dicembre 2012 con un volo della Ryanair proveniente da Londra, la signora Manchester è stata il pas-seggero numero 200mila che è atterrato all’Ae-roporto di San Francesco d’Assisi. “Un piccolo traguardo – commenta Mario Fagotti, presidente della società che gestisce l’aeroporto di Perugia – che va considerato un punto di partenza per lan-ciare il 2013 verso mete più importanti”. All’ar-rivo è stata effettuata una piccola celebrazione con la presenza dei vertici della Sase e della Ca-mera di Commercio. Nel corso della cerimonia simbolica, la signora Manchester ha precisato che avrebbe passato il capodanno in compagnia del marito e dei suoi due figli, alloggiando in una struttura tra Tuoro e Cortona. L’Aeroporto San Francesco, nel corso del 2012, ha ottenuto numeri da record, con un incremento del traffico passeggeri del 13,08 per cento rispetto al 2011. In Italia, il capoluogo umbro è riuscito a fare meglio di altri aeroporti importanti come quelli di Ancona, Rimini, Forlì, Brescia, Parma e Bol-zano. Soltanto lo scalo di Crotone è riuscito a collocarsi su una migliore posizione in termini di movimento di passeggeri.

La Via della Spina

a cura della reDaZioNe

200 mila Passeggeri all’Aeroporto San Francesco

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Su richiesta dei nostri lettori, il Concorso fotografico RISCATTO, ideato dalla Rivista Riflesso proporrà di nuovo il tema già prescelto nel precedente numero.

Il Concorso è volto ad individuare e divulgare im-magini inedite, rappresentative e valorizzanti il Ter-ritorio umbro, permettendo di mettere in mostra le abilità e la creatività di fotografi ed appassionati di fotografia.

Il Concorso avrà durata annuale e si svolgerà in sei tappe tematiche durante tutto il 2013. Ogni due mesi, in corrispondenza dell’uscita della Rivista Ri-flesso, verrà reso noto il nuovo tema del Concorso.

Il primo tema è: “Le piazze umbre”.

I partecipanti dovranno inviare le foto con cui con-correre (massimo 2), rigorosamente originali ed inedite, entro il 23 febbraio 2013, effettuando la registrazione e caricando l’immagine seguendo le indicazioni riportate nel sito web: www.riflesso.info

UNO SCATTO IN UMBRIA PER LA RIVISTA RIFLESSO

Il Concorso è aperto a fotografi di qualsiasi livello, anche non residenti in Umbria, ed è gratuito. Un’ap-posita giuria valuterà le foto pervenute, selezionan-do le migliori e decretando lo scatto vincitore. I ri-sultati saranno resi noti attraverso la pubblicazione sia nella Rivista Riflesso in formato cartaceo che nel sito web.

Durante la procedura di registrazione e download online, saranno richiesti, oltre ai dati identificativi dell’autore, anche alcuni dettagli tecnici (luogo, tipo di obiettivo, modello macchina fotografica, ecc.) re-lativi allo scatto effettuato.

Le immagini, per esigenze editoriali, dovranno ave-re uno sviluppo verticale. Non saranno prese in con-siderazione foto con sviluppo orizzontale.

Ulteriori informazioni sono presenti nella sezione “Art Foto Lab” del sito web: www.riflesso.info

CONCORSO FOTOGRAFICO

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PARLA L’ESPERTO

La tanto auspicata legge diretta ad equipa-rare lo stato giuridico dei figli, indipen-dentemente dalla presenza o meno di un

vincolo matrimoniale tra i genitori, ha visto finalmente la luce. È stata infatti recentemente pubblicata la legge 10 dicembre 2012, n. 219, che mira ad eliminare qualsiasi residua distin-zione tra figli legittimi, ovvero nati da genitori sposati, e figli naturali, ossia procreati fuori dal matrimonio. La normativa modifica alcuni arti-coli del codice civile, proseguendo un percorso di parificazione già iniziato con la riforma del diritto di famiglia del 1975 e successivamente proseguito, non solo dal legislatore, ma anche dalla giurisprudenza. Con l’entrata in vigore

della nuova legge, le anacronistiche locuzioni “figli legittimi” e “figli naturali” spariscono dal codice civile, per lasciare il posto alla più gene-rale espressione “figli”, senza alcun aggettivo discriminatorio. Ai figli di persone non unite in matrimonio viene riconosciuto un vincolo di parentela, non solo con i genitori, ma anche con il resto della famiglia (nonni, cugini, zii), con ripercussioni nel campo dei diritti ereditari, in aderenza al principio di unicità dello stato di figlio. Cade anche ogni differenziazione in materia di riconoscimento, che viene oggi con-sentito anche al padre e alla madre “già uniti in matrimonio con altra persona all’epoca del concepimento”. Le modifiche investono anche il campo processuale, ridefinendo le compe-tenze del Tribunale ordinario e del Tribunale dei minorenni. La legge affida inoltre al Go-verno il compito di modificare, entro un anno, le disposizioni che realizzano una discrimina-zione tra i figli, anche adottivi, dettando una serie di principi e criteri direttivi. Il legislatore ha dunque adeguato la disciplina in materia all’evoluzione della società e all’eterogeneità delle famiglie odierne, che sono spesso carat-terizzate da nuclei di fatto, consentendo così il superamento di una visione ormai vetusta, contrastante con il diritto europeo e con tutte le fonti sopranazionali.

SEMPLICEMENTE “FIGLI” SENZA PIÙ DISTINZIONI

elisaBetta BarDelli

Con la legge 10 dicembre 2012, n. 219, è stata eliminata qualsiasi distinzione tra figli legittimi, ovvero nati da genitori sposati, e figli naturali, ossia procreati fuori dal matrimonio

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VINO

L’Umbria, cuore verde del nostro Paese, propone uno scenario vitivinicolo af-fascinante di grande interesse, sia per

la qualità e la peculiarità dei vitigni, sia per l’eccellenza dei vini prodotti. È terra di una gamma eterogenea di vini, dai Bianchi di Or-vieto, ai grandi vini da meditazione caratte-rizzati dalla muffa nobile, ai superbi vini di Torgiano fino ad arrivare al Sagrantino che è diventato una vera Star. Il viaggio attraverso i paesaggi di Bacco in Umbria, ci fa scoprire scorci di rara bellezza nella rigogliosa com-pagna ma soprattutto sulle molteplici colline, corollario dei centri medievali delle nostre cit-tadine umbre. Tale vocazione enoica è dovuta principalmente alle caratteristiche geologi-che e morfologiche dei terreni, generalmente sciolti e permeabili ed al clima particolarmen-te mite - tutte le varie zone sono ben riparate dagli Appennini – con una buona esposizione al sole e con una piovosità ben distribuita in tutto l’arco dell’anno. I vigneti coprono cir-ca 16.500 ettari, soprattutto con coltivazio-ni di uve a bacca rossa di circa il 43% e di uve a bacca bianca di circa il 57% con una produzione di circa 1.000.000 di ettolitri pro-dotti di vino in questi ultimi anni. I vitigni più coltivati a bacca bianca sono: “Trebbia-no Toscano o Procanico”, “Malvasia Bianca lunga”, “Verdello”, “Verdicchio Bianco”, “Ca-naiolo Bianco o Drupeggio”, “Grechetto” (au-toctono), “Trebbiano Spoletino” (autoctono), oltre ai nuovi impianti di “Traminer”, “Tocai”, “Chardonnay” e “Riesling”; quelli a bacca ros-

sa sono: “Sangiovese”, “Sagrantino” (autoc-tono), “Montepulciano”, “Ciliegiolo”, “Cana-iolo Nero”, “Barbera”, “Merlot” e “Gamay”. In Umbria, quindi, abbiamo la presenza di varie zone a grande vocazione vitivinicola dove il vertice è configurato, nella parte più setten-trionale della nostra Regione, dalle due De-nominazioni d’Origine Controllata e Garantita (DOCG), prestigioso riconoscimento attribuito al “Torgiano Rosso Riserva” ed al “Sagrantino di Montefalco”. Subito sotto, poi le attuali 13 Denominazioni d’Origine Controllata (DOC) che comprendono gran parte del territorio regionale così nominate: “Amelia”, “Assisi”, “Colli Altotiberini”, “Colli del Trasimeno o Trasimeno”, “Colli Martani”, “Colli Perugini”, “Lago di Corbara”, “Montefalco”, “Orvieto”, “Rosso Orvietano o Orvietano Rosso”, “Spo-leto”, “Todi” e “Torgiano”. Conseguenza di un così articolato “Terroir” è una grande comples-sità organolettica sensoriale dei vini prodotti che esprimono intensità e profondità di co-lore. Questi vanno dal rosso rubino profondo con un intenso, avvolgente ed elegante bou-quet dove riconosciamo all’olfatto: le spezie, confettura rossa, sottobosco, note minerali – con una lunga persistenza gustativa (Torgiano Rosso Riserva, Sagrantino) al giallo dorato di grande luminosità con un bouquet aristocra-tico, raffinato all’olfatto dove riconosciamo: frutta a polpa bianca, miele e lievi note mi-nerali ed al gusto un equilibrio irreprensibile, appena dolce con una piacevole freschezza ed una guizzante sapidità (Orvieto).

L’UMBRIA… SCRIGNO DEI GIOIELLI DI BACCOmarCo serVili

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LONDON CALLING

C’ERA UNA VOLTA: LONDRA E I SUOI MUSEI SEGRETI

roBerto gagliarDi la gala (inviato da londra)

Museo delle Cere “Madame Tussauds”

Londra nasconde 240 musei meno noti ma non per questo meno affascinanti di quelli “maggiori” e meritevoli di una visita: ce n’è per tutti i gusti

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C’é chi li odia e chi li ama, chi va a far-ci due passi, chi ci si addormenta, chi ci torna regolarmente e chi dentro, invece,

non ci vuol proprio metter piede. De gustibus non est disputandum, ma é inconfutabile come i musei di Londra rappresentino ancora una delle maggiori attrazioni della capitale, presi d’assalto ogni anno da quasi 42 milioni di visi-tatori, grazie anche alla politica – più volte di-scussa in sede di governo - di mantenere gra-tuito l’ingresso a tutti quelli pubblici. Il British Museum, con quasi 6 milioni, è sul gradino più alto del podio in quanto a numero annuo di in-gressi, precedendo non di molto National Gal-lery, Tate Modern e Natural History Museum, tutti intorno ai 5 milioni. Il Madame Tussauds, fondato nel 1835 e più noto come Museo del-le Cere, è insieme alla Torre di Londra la più visitata delle strutture a pagamento, con circa 2.5 milioni di tickets staccati ogni anno, nu-meri in linea con i musei di Scienza & Tecnica, Victoria & Albert, Imperial War, Design e così via, di cui si è già detto di tutto, di più. Ma Londra nasconde una serie di musei meno noti ma non per questo meno affascinanti e meri-tevoli di una visita. Oltre 240 per l’esattezza, per tutti i gusti e sparsi un po’ ovunque nel vasto territorio della Greater London. Molte le strutture legate ai mezzi e sistemi di trasporto. Dalla storia dei canali di Londra alle Scude-rie (o Mews) reali, fino al gettonato Transport Museum di Covent Garden, che ripercorre fra le altre cose l’evoluzione della metropolitana dalla data della sua inaugurazione: 10 Gennaio 1863. Per gli amanti dello sport i musei delle squadre di calcio dell’Arsenal e West Ham, nei rispettivi stadi, del rugby, del cricket (al Lord’s Ground) e del tennis, ovviamente a Wimble-don. Per gli appassionati di musica, il British Music Experience ripercorre la storia dell’in-dustria musicale a partire dal 1944 ad oggi, la Royal Academy of Music raccoglie manoscrit-ti e strumenti musicali anche molto preziosi, come alcuni violini Stradivari del XVII secolo, mentre il Musical Museum colleziona princi-palmente carillon. Chi è interessato alla me-

dicina e alla sua evoluzione, all’interno del St. Mary’s Hospital vi è laboratorio in stile anni 20 dedicato ad Alexander Fleming, scopritore della penicillina, mentre a Lambeth si può visi-tare il museo intitolato a Florence Nightingale, fondatrice della moderna infermieristica. Al Physic Garden sono esposte (e coltivate) pian-te con proprietà curative, mentre sconsigliato per i deboli di stomaco è The Old Operating Theatre Museum, che mette in mostra antichi strumenti chirurgici ed una sala operatoria risalente al XVII secolo. Fra quelli biografici, probabilmente il museo del ‘fittizio’ Sherlock Holmes è più ambito di quelli dedicati ai ‘veri’ Charles Dickens e Sigmund Freud. Da vedere le residenze reali presenti e passate di Bucking-ham, Kensington e Hampton Court così come le Historic Houses, fra cui la Down House, dove Charles Darwin scrisse ‘Sulla origine delle spe-cie’. Nel campo tecnologico, interessante una visita alla sala macchine che apre e chiude il Tower Bridge, mentre i musei del vapore di Kew e di Crossness sono quelli che rappresen-tano al meglio l’idraulica ed i sistemi di pom-paggio. Molto suggestivo con i suoi strumenti di tortura é il Clink Prison Museum, situato a London Bridge, proprio dove, nel 1144, veniva costruita la piu’ antica prigione di Inghilterra. E per finire, una curiosità che lega la nostra provincia al piu’ noto fra i musei della capita-le. Esposta al British Museum vi é infatti una rara scultura in bronzo raffigurante la testa di Hypnos, il dio Greco del Sonno, risalente al II secolo a.C. e trovata a Civitella d’Arna, una frazione di Perugia.

London Transport Museum

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NEW YORK

A Park Slope, Brooklyn, c’è una coop molto particolare. Con 16000 iscritti, sembra un supermercato, ma funziona

come un club esclusivo, da cui sei scacciato al primo sgarro. Il prezzo per entrare a farne parte? Il tempo. Ogni mese devi lavorarci per due ore e tre quarti. Se salti un turno, entro il successivo devi farne altri due per recupera-re, e se non ce la fai, scatta la sospensione. E proprio a New York, la città dove tutto è in vendita, se non sei socio non puoi varcare la porta d’ingresso né fare acquisti, nemmeno a patto di pagare un sovrapprezzo. Non solo: il contratto iniziale vuole che in ogni nucleo abitativo, se un adulto è socio anche gli al-tri lo diventino. I passi per diventare member: scegliere sul sito un turno di orientamento e l’orario di lavoro, farsi fare la foto per la tesse-ra, pagare $25 di iscrizione iniziale, più $100 di investimento rimborsabile. Stare alle regole conviene: il prezzo finale della merce ha un rincaro massimo del 21% (contro un rialzo fino al 60%-100% di un supermercato). E, cosa non da poco qui a New York, entri a far parte di una “community”. Al secondo piano c’è una sala dove lasciare i bambini mentre fai la spe-sa, se abiti nel raggio di 6 isolati un assistente ti aiuta a portare le sporte, se lasci la bici fuori

un cartello giallo ti istruisce su che lucchetto usare, per minimizzare il rischio di furto. Alla PSFC si trovano prodotti di tutti i generi, bio e no, carne e pesce eco-sostenibili, pollame kosher, vitamine, formaggi francesi, biscotti italiani, pane appena sfornato, cereali e spezie, detersivi biodegradabili, nutella biodinamica. Le borse di plastica e l’acqua in bottiglie di pla-stica sono bandite, la Coca Cola si boicotta, e il dentifricio più venduto non è Colgate (che qui non vendono), ma quello al sale di Weleda. Fondata nel 1973, risponde agli interessi dei propri membri-proprietari prima che a quello di chi vende i prodotti. Tra i dieci fondato-ri c’era il ventitreenne Joseph Holtz che ora è il general manager: “Le coop sono esistite qui fin dagli anni ’30. Quella degli anni ‘70 venne chiamata la “coop new wave”. La vera coope-razione non è investire soldi ma il tempo. Noi eravamo contro la guerra in Vietnam, contro la politica del governo sui diritti alle donne, ai neri, ai gay. Come potevamo fidarci di ciò che il governo ci faceva mangiare? Qui ci si sente al sicuro, anche per quanto riguarda la carne: conosco personalmente i miei allevato-ri, so che le mucche mangiano erba e non gra-no: l’ho visto. E soprattutto qui non abbiamo clienti, solo soci”.

LE COOP NELLA GRANDE MELA: SUPERMERCATI COME FOSSERO DEI CLUB ESCLUSIVI

FraNCesCa magNaNi (inviato da New York)

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STORIE INTERNAZIONALI

Sono una ragazza americana di Olympia, nello stato di Washinton, ma studio lin-guistica a Santa Cruz, una città un po’

hippie famosa per il surf, a sud di San Franci-sco, in California. Quando mi sono iscritta per studiare in Italia, immaginavo che sarebbero stati quattro mesi durante i quali avrei man-giato pasta e pizza. E così è stato. Ho mangiato quasi tutte le pizze d’Italia. Ma in quest’espe-rienza terrò pure i ricordi della lingua, delle belle città e soprattutto dei miei amici nuovi. E tutti questi ricordi sono incredibili per quanto sono profondi. Ci sono stati momenti difficili durante il mio soggiorno a Perugia. Mi sono mancati la mia famiglia ed i miei amici, ma ho potuto trovare nuove amicizie e chiamare le persone che mi mancavano con Skype. Sono stata fortunata di poter studiare all’Università di Perugia, sebbene fosse difficile capire tut-te le lezioni o tutti i libri. Ad ogni modo ho imparato che è importante sapere quando è necessario chiedere aiuto e che le persone ti vorranno sempre aiutare. All’inizio, anche nella vita reale era veramente difficile parlare e capire l’italiano, ma ho imparato

velocemente come trovare le paro-

le importanti e quindi come capire gli italiani. Tutte le serate più divertenti sono incominciate con una grande cena. Dopo di che continuava-mo a bere il vino fino a quando non si usciva a ballare. In America la cena non è importante e beviamo molto di più rispetto agli italiani e in una maniera diversa. Socializzare in Italia è anche godere del buon cibo e bere modera-tamente in compagnia di buoni amici. Questi mesi in Italia sono stati i migliori quattro mesi della mia vita. È stato splendido viaggiare per-ché mi rendevo conto che stavo imparando la lingua. Per me era incredibile anche solo poter comprare i biglietti del treno, parlando in ita-liano.

DALLA CALIFORNIA ALL’UMBRIA CON IL SOGNO DI IMPARARE L’ITALIANOmaUra o’learY

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GIRI DEL GUSTO

“D’uomo parlando, maiale vale uomo sudicio; porco, uomo di laidi co-stumi. […] Di pinguedine, tanto si

dice: grasso come un porco, quanto: come un maiale”. Così Niccolò Tommaseo nel descrive-re il vocabolo alla voce maiale. Triste destino questo del nostro roseo maialino. Già Omero parla del maiale nell’Iliade “saporoso tergo di ben sagginato porco” a testimoniare il suo allevamento in tempi antichissimi. Appare ci-tato anche nell’Odissea, “cotto bollito in gran-di calderoni..” e diviso poi in sette parti, il numero sacro che ritroviamo presso i Romani – basta ricordare i Saturnali, feste di sette giorni, dove si consumavano in abbondan-za carne di maiale e fichi – e anche presso gli Etruschi, per i quali il numero sette era il numero dell’univer-so intero, luogo d’incontro della sfera umana e divina. In Umbria, quindi, maiali in abbondanza fin dall’antichi-tà: allevamenti sparsi in un territorio coperto di boschi e di querceti che per la sua orografia ben si prestava all’allevamento di questi animali che vivevano allo stato brado. Del maiale si usava tutto: carne, grasso, sangue, interiora in cuci-na; pelle, tendini per l’illuminazione o per rica-varne strumenti e ornamenti muliebri. Anche oggi del maiale si consuma tutto, o quasi. I dialetti italiani si sbizzarriscono nel designa-re il rito dell’uccisione del maiale che andava dalla fine di novembre fino a gennaio e dalle

tradizioni delle pianure del nord, tra nebbie e salami, fino al gusto dei piccanti salami ca-labresi trasudanti rosso peperoncino: il norci-no doveva controllare il peso dell’animale per acquistare budella, sale, pepe, spezie e doveva prescrivere la dieta prima dell’uccisione perché aprendone il ventre, il tutto rimanesse abba-stanza pulito. Da noi in Umbria, come in re-gioni limitrofe dove il maiale era allevato per la sussistenza personale, a questo sacrificio as-sistevano il norcino, il capofamiglia, e i pochi altri familiari o persone necessarie e d’aiuto per la lavorazione delle carni. Si preparavano, con

perizia tecnica e sapiente tradizionale maestria, i vari insaccati, salsicce, salami zamponi cotechini, magiche miscele segrete di spezie; si procedeva alla salatura dei prosciutti, e si consumava-no, in festa, le prime carni fresche deperibili: i fegatel-li, cotti avvolti nella rete, i rognoni, il polmone e il cuore, che andavano tut-ti nel rituale liturgico, che

terminava in – accio (a indicare pezzi di poco valore da consumare subito ), il sanguinaccio, il migliaccio e la padellaccia, magro e gras-so, polmone, animelle e cuore tagliati a pic-coli pezzi e sciolti in padella con l’aggiunta di aglio, rosmarino sale pepe e vino bianco. Rito antico e ancestrale di consumazione delle frat-taglie dell’animale ucciso. “Cose vampiresche” insomma, di cui esistono documenti sin dal VII secolo d. C: il sangue era insaporito con mie-

IL DIVIN PORCELLO

daLL’iLiade aLL’odissea, dai romani agLi etruschi: un amore trasversaLe verso iL maiaLe, di cui una voLta in cucina si usava tutto: carne, grasso, sangue e interiori. ma anche oggi si consuma tutto, o quasi

marileNa BaDolato

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le e cannella, mentre piedini e orecchie erano insaporiti con lauro e spezie. La mera- v ig l i a dei giorni a seguire era la cop-pa, non la coppa emiliana, per intenderci, che corrisponde al nostro capocollo, ma la nostra coppa che è formata da pezzi di guancia, lingua, orecchie, cartilagini e polpa magra di scarto, messi nel budello e con-diti con scorza d’ arancia, sale e pepe. Coppa, poi lessata e fatta raffreddare pressata. Una de-

lizia! Quella delizia che noi buongustai umbri preferiamo al prosciutto crudo, per farcire la

nostra “ torta al testo” calda. […] In tutti gli altri miei lardi, prosciutti,

spalle, ventresche, barbaglie, sa-lami, mortadelle, salcizzotti, salcizze ed altre mie prepa-razioni, instituisco e voglio

che sia mie herede universale il carissimo economo villeggiante. (Testa-

mentum porcelli. Vincenzo Tanara, L’economia del cittadino in villa, Venezia, 1665.)

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SPORT

IL RUGBY E LA PALLA OVALE, LA METAFORA DELLA VITA

marCo ZUCCaCCia

Il gioco del rugby sembra una metafora della vita: per avere bisogna prima dare, e se non passi la palla e non fai partecipare gli altri, il gioco non funziona più

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Vi siete mai chiesti perché nel rugby la palla ha una forma ovale? La ragione non è solo pratica, ma è soprattutto

simbolica. Lungi dall’essere un’arma da sca-gliare nella porta avversaria come avviene nel calcio, ha invece valore di “premio”, da condurre fino ad un punto sicuro per realiz-zare una meta. In tal senso va colta al volo, quando la vedi arrivare, e senza esitazione. La palla poi non è fatta per essere trattenu-ta: va passata, ma all’indietro, in un gesto di umiltà che diventa virtù strategica e regola universale. Se non passi, non fai partecipare gli altri e il gioco non funziona più. Per avere, prima bisogna dare. Per certi versi può esse-re considerata una metafora di vita. Occorre mettere in circolo i talenti, per farli “fruttare”. Non a caso, come spiega il coach della Bar-ton CUS Perugia, Andrea Tagliavento, “nel rugby c’è ben più del rugby”. È uno sport per gentiluomini che conoscono il rispetto per le regole e l’avversario. E della sua esperienza d’oltremanica, dei suoi trascorsi con i Lon-don Wasps, attuali campioni in carica della Premiership inglese, dei nove anni giocati ne L’Aquila Rugby, la squadra perugina sta fa-cendo tesoro. L’allenatore spoletino ha colto al volo l’opportunità di terminare la carriera da giocatore proprio a Perugia, nel ruolo di terza linea centro, e di iniziare al contempo

quella da allenatore. La Barton, da lui alle-nata per la terza stagione consecutiva, ha di-sputato un buon inizio di stagione, e si trova ora in testa alla classifica del secondo girone di serie B. Mister Tagliavento, che tipo di am-biente ha trovato quando è arrivato a Perugia e come ha cambiato la squadra? “Qui il rugby era concepito più come un dopo lavoro, sen-za molto rigore. Ho trovato il rispetto per la maglia indossata, ma non c’era un plan-ning di lungo periodo. Ho cercato di dare una struttura e delle regole ferme, in un sistema più professionistico. C’era del potenziale ta-lento nei giocatori, che non veniva valoriz-zato.” Nella squadra ci sono dei giocatori dai quali non può prescindere? “Nel rugby vince la squadra, non il singolo. Cerco di fare una turnazione di chi scende in campo, in modo da arrivare a disputare le finali con giocato-ri collaudati.” Lei crede che la squadra pos-sa centrare l’obiettivo della massima serie? “Lo scorso anno c’erano cinque squadre al comando, con molti punti di distacco dalle rimanenti. Quest’anno il campionato è più equilibrato, ma abbiamo un vantaggio im-portante sulla seconda in classifica e ci siamo rinforzati. Ritengo più interessante puntare alla serie A1, ristrutturando la squadra, piut-tosto che disputare la serie A2 dove retrocede un terzo delle formazioni.”

Coach Andrea Tagliavento

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SELEZIONE LIBRI

Pietro Pizzoni, nel suo libro Diari di guerra e di prigionia, Settembre 1943 – luglio 1945, pagine dell’altra resistenza, nato da due preziosi taccuini, ha scritto tutto ciò che ha vissuto durante il periodo di prigionia nei lager di Küstrin, Przemyśl, Wiet-zendorf. In queste pagine pubblicate postume, il giovane sottotenente si racconta dal momento nel quale viene catturato dai tedeschi in seguito all’armistizio dell’ 8 set-tembre 1943. Da internato sarà costretto a resistere. Il diario termina nel luglio del 1945, quando, all’indomani della liberazione ad opera degli anglo-americani, il gio-vane ufficiale, dopo un interminabile attesa, ritorna nella sua amata Foligno. Questo libro accende i riflettori su una questione poco dibattuta: “l’altra resistenza”, cioè coloro i quali si sono rifiutati di collaborare con la RSI nonostante il freddo, la fame, la solitudine e non ultima la paura di perdere la vita. Edizioni Orfini Numeister.

Pietro Del Re narra un giallo ambientato nell’alta valle di Cammoro, nello spole-tino. Nel libro Giallo umbro, il ritrovamento di un cadavere scuote la quiete degli abitanti del luogo, legati ancora alle tradizioni contadine di una volta. Il cadavere ritrovato appartiene ad una studentessa fuori sede, Domitilla Rinaldi. Accanto a lei c’è anche un lupo senza vita. Il cacciatore che ha ritrovato i cadaveri ed i suoi fedeli ed eruditi amici, l’uno architetto e l’altro bioetologo, conducono ufficiosa-mente le indagini. La loro inchiesta li porterà a scoprire quanto la gente del luogo sia fiera e violenta. Cionostante, senza lasciarsi intimorire, arriveranno infine a risolvere gli enigmi di questo giallo etologico in cui la natura svolge un ruolo di primo piano. Edizioni La Lepre.

Zachary Nowak, nel suo giallo Peril in Perugia dai toni velatamene noir, narra la sparizione di un giovane musicista inglese, illuminato dalle luci della ribalta per il suo talento con la chitarra. Umbria Jazz era già pronta a celebrarlo quando misteriosamente scompare. Il protagonista, incaricato dal sindaco in persona, indaga sul misfatto con un assistente d’eccezione: i due tentano con arguzia di sbrogliare l’intricata matassa. Attorno a loro l’autore delinea con ironia, talvolta sobria, talvolta grottesca, una serie di personaggi e luoghi che sono il carattere distintivo della città. Poiché la vera protagonista di questo giallo, scritto in ingle-se con traduzione a fronte in italiano, è Perugia, con i suoi vicoli, le sue strade, i suoi suoni, la sua musica. Edizioni Green Door.

a cura di italo ProFiCe

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Spoleto Corso Garibaldi, 50 - tel. 0743.49.837 - Foligno Corso Cavour, 26 - tel. 0742.352.267 - Terni Corso Vecchio, 7 - tel. 0744.408.111

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S p o l e t o - F o l i g n o - T e r n i

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