Autodemolitori agosto-settembre 2010
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
ABBANDONO
ESPORTAZIONEILLECITA
DEPOSI
TO
DISCARICAABUSIVA
SISTRI
BLACK BOX
N. 8/9 AGOSTO-SETTEMBRE 2010 - ANNO VI
periodico
Omologato
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ESPORTAZIONEILLECITA
DEPOSI
TO
DISCARICAABUSIVA
SOMMARIO
MERCATO AUTO ANCHE A LUGLIO NON SI FERMA IL TREND NEGATIVO … ....5
LA FITTA AGENDA ESTIVA DEL MATTM ...........................7
LOGIMA GARANZIA DI QUALITÀ, ORDINE E SICUREZZA ....................8
GLI OBBLIGHI DEI CENTRI DI RACCOLTA IN MERITO ALLA CORRETTA GESTIONE E TRASPORTO DEI RIFIUTI - IN PARTICOLARE I VEICOLI FUORI USO - ..........9
LE CITTÀ ITALIANE RESPIRANO MEGLIO ........................11
LA FILIERA NAZIONALE IN MOSTRA A ECOMONDO 2010 ......................................15
CAR - Confederazione Autodemolitori Riuniti L’AUTUNNO (CALDO?) DEI DEMOLITORI ........................21
MERCATO DEI PEZZI DI RICAMBIO VERSO LA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO EUROPEO .....26
TVP-Tagliavetro BAG-Disattivatore air-bagSR-Schiaccia ruote SBG-Serbatoio carburanti
Ribaltatore per autoveicoli
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5
di Valentina Bellucci
ANCHE A LUGLIO NONSI FERMA IL TREND NEGATIVO
Mercato Auto
Record disastroso del -26%; è il peggior risultato da inizio anno
Ancora un fl op a luglio per il mercato dell’auto che, con ap-
pena 152.752 unità immatricolate, chiude a -26% rispetto
allo stesso mese dello scorso anno.
Nel cumulato da inizio 2010, i volumi immatricolati si atte-
stano a 1.317.260 unità, pari all’1,5% in meno rispetto ai
primi sette mesi dell’anno precedente.
“Il risultato di luglio conferma i timori già espressi nei mesi scorsi
a causa del persistere di una diffi cile congiuntura economica e
dell’assenza di interventi di sostegno alla domanda – ha com-
mentato Eugenio Razelli, Presidente di ANFIA – a cui va ad
aggiungersi la bassa propensione all’acquisto che caratterizza
i mesi estivi. Siamo di fronte al peggior risultato da inizio anno
e per trovare livelli di immatricolazioni così bassi a luglio (sotto
le 160.000 unità) bisogna risalire al 1995”.
“Considerando anche il trend negativo della raccolta ordini (-24%
nel periodo gennaio-luglio 2010) - ha proseguito - non ci sono
elementi che facciano ben sperare per gli ultimi mesi dell’anno,
a consuntivo del quale vedremo andare in fumo i positivi risultati
ottenuti a fi ne 2009 in termini di performance ambientali delle
vetture. Grazie al successo degli incentivi al rinnovo del parco,
infatti, lo scorso anno ha chiuso con un ribasso della media
ponderata delle emissioni di CO2 del venduto di 8,2 punti (da
144,8 g/km nel 2008 a 136,6 g/km)”.
Federauto, l’Associazione dei Concessionari italiani che
aveva anticipato questi dati, manifesta tutta la sua preoc-
cupazione. “Un vero disastro per tutti - spiega il Presidente
della Federauto Filippo Pavan Bernacchi - e va detto che
questo dato si avvicina molto alla realtà perché sembra che
i principali costruttori abbiano fi nalmente tolto il piede dalle
chilometri zero. Questo perché non si può continuare all’ infi nito
ad autoimmatricolarsi vetture per dimostrare dati di quota non
veritieri. E infatti il mercato a privati, quello non inquinabile ad
auto immatricolazioni, vede una fl essione attorno al -30%. E
si continua così ormai da qualche mese nell’ indifferenza del
Governo”.
“Negli Usa - commenta Federauto - Obama visita lo stabi-
limento Chrysler ed elogia Sergio Marchionne che riceve, nel
contempo, consensi dagli operai. Obama si spinge a rivendicare
di aver varato la legge sulla rottamazione che ha salvato almeno
100mila posti di lavoro, permettendo nel contempo di realizzare
auto e camion che consumando meno ci porteranno verso un fu-
turo di indipendenza energetica. In Italia è il contrario. Servirebbe
che il Presidente del Consiglio prendesse in mano la situazione.
Da un lato, rinnovando i bonus pluriennali per svecchiare il parco
auto e incentivare le vetture a basso impatto ambientale (in
primis quelle alimentate a gpl e a metano); dall’altro, varando
una politica seria per riallineare la tassazione delle vetture
aziendali agli altri Paesi europei.
C’è una differenza enorme a nostro sfavore e le poche aziende
che potrebbero acquistare auto, veicoli commerciali e industriali,
sono costrette a mantenere i propri parchi, anche obsoleti, non
sicuri e inquinanti”.
Federauto chiede allo Stato “di prendere subito in considera-
zione misure a supporto del mercato auto. Sarebbero a costo
zero, perché si pagherebbero sia con le imposte delle auto
aggiuntive, sia con riduzione delle spese mediche legate alla
cattiva qualità dell’aria e le diminuzioni di morti e feriti per gli
incidenti stradali. Inoltre ci sarebbe un minor ricorso agli am-
mortizzatori sociali che stanno drenando molte risorse statali.
Questo si otterrebbe incentivando l’acquisto di auto che consu-
mano e inquinano meno, e sono molto più sicure con dotazioni
moderne come le scocche a deformazione progressiva, l’ABS,
l’ESP e gli airbag”.
Per Federauto è assai importante che “Fiat resti a produrre
nella penisola, per questo serve un atteggiamento totalmente
diverso di certi sindacati. In questo momento produrre in Europa
non conviene più e tutti stanno smobilitando gli stabilimenti
italiani per de localizzare. Prendiamo esempio dai lavoratori
targati Usa”.
La questione Fiat è il punto più dolente e spinoso di questo
luglio da dimenticare.
Le immatricolazioni di Fiat Group Automobilies in Italia, a
luglio, sono scese in picchiata: 44.433 unità, per un calo del
35,81% rispetto alle 69.222 registrate nello stesso periodo
un anno fa. A giugno il gruppo aveva immatricolato 51.878
vetture, registrando un calo del 27,48% rispetto a un anno
prima del 2009.
E per quanto riguarda le vendite, ora la Fiat vede peggiorare
la propria situazione con una quota di mercato che scende
sotto il 30%.
Luglio segna infatti il 29,09% delle vendite in Italia, in calo
rispetto al 33,55% di un anno fa. A giugno la quota era al
30,41%, in lieve salita rispetto al 29,83% di maggio.
Riguardo ai singoli marchi del Lingotto, a luglio Fiat ha im-
matricolato 32.245 unità (-39,53%) rispetto alle 53.320 di
luglio 2009, Alfa Romeo 4.967 unità (-4,85% sulle 5.220 di
un anno fa) e Lancia 7.221 unità (-32,40% rispetto alle 10.682
di un anno fa).
Sui sette mesi il gruppo torinese ha immatricolato 404.495
unità, in calo del 9,44% sul pari periodo.
Il calo delle immatricolazioni, anche se atteso, preoccupa i
sindacati, che chiedono maggiori investimenti su ricerca e
innovazione.
Per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella ,
si deve fare di tutto per “cercare di mettere a riparo questo
importante settore. Il mercato presenta ancora grandi incognite,
siamo ben lontani da una ripresa stabile”.
Secondo l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Auto-
veicoli Esteri), il crollo dell’auto mette a rischio 650 mila
contatti di lavoro. “Non solo - sottolinea il Direttore Generale
Gianni Filipponi - ma lo Stato dovrà fare i conti anche con
un minor gettito Iva per circa 2 miliardi”.
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Il DG ha anche sottolineato che “questa caduta ha due
conseguenze, entrambe di grande rilievo: innanzitutto si va ma-
nifestando in modo preoccupante la progressiva forte diffi coltà
dei concessionari auto, che in molti casi si trovano costretti a
ridurre il personale; in secondo luogo, sta a indicare un minor
fatturato di 10 miliardi di euro e, quindi, un minor gettito Iva di
circa 2 miliardi di euro per le casse dello Stato, proprio in un
momento in cui le diffi coltà di reperimento delle risorse per i
programmi del governo si fanno sentire maggiormente”.
A tal proposito è sceso in campo anche il mondo politico.
“I dati sul triste andamento del mercato dell’auto indicano che
a reggere al calo medio di acquisto è il mercato che punta
sull’ innovazione e su modelli meno inquinanti- ha afferma-
to il Responsabile del lavoro e welfare dell’Idv Maurizio
Zipponi.
“È necessario sostituire i mercati saturi, come quelli europei,
con nuovi mercati. Inoltre la Fiat produce auto per le famiglie
medie ed è evidente che la riduzione del potere di acquisto dei
salari incide pesantemente sull’acquisto di un bene, come l’auto,
la cui spesa implica un impegno economico non di poco conto.
Ma il governo non si cura né di innovazione, né di difesa del
potere di acquisto, a differenza di altri Paesi europei produttori
di auto, dove si stanno recuperando punti percentuali nella
ripartizione del mercato.”
Dall’opposizione arriva ancora più benzina sul fuoco e si
afferma che la mancanza di una politica industriale del go-
verno produce rovine.
“Il governo, non avendo una politica industriale adeguata, ge-
nera rovine in tutti i settori, auto in primis - ha detto Gianni
Pagliarini, responsabile Lavoro Pdci-Fds - provocando crisi
produttive e fughe in avanti inaccettabili da parte di imprenditori
senza scrupoli sui diritti dei lavoratori. Il tutto a dimostrazione
che questo governo, indifferente alla crisi, continua a far male
al Paese”.
Non resta che attendere i dati dei prossimi mesi per vedere
come si evolverà questa situazione e se le cose miglioreranno.
Aspettare con le mani in mano sperando in un cambiamento
non è di certo l’unica via ed è il caso di dare un’accelerata e
una svolta netta prima che sia troppo tardi…
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a cura di Alberto Piastrellini
Il CdM ha approvato il Decreto che recepisce la Direttiva Europea sulla qualità dellíaria, mentreil MATTM istituisce il Gruppo Comunicazione Mobilità Sostenibile e Brunetta pensa al Car sharing nelle PP. AA
LA FITTA AGENDA ESTIVA DEL MATTMMobilità sostenibile e qualità dell’aria
“Estote parati”, l’esortazione evangelica all’“essere pronti”
per meglio affrontare l’incertezza del futuro, sembra essere il
motto che ha guidato l’agenda estiva del Ministero dell’Am-
biente e della Tutela del Territorio e del Mare in riferimento
ad alcune problematiche stringenti, ma che, di solito, non
guadagnano la dignità delle prime pagine dei quotidiani, al-
meno nei mesi estivi.
Il problema, anzi, i problemi, sono sempre gli stessi, o alme-
no rappresentano le due facce della stessa medaglia: qualità
dell’aria e mobilità sostenibile.
Due aspetti della quotidianità che si interfacciano dramma-
ticamente e che hanno effetti tanto sulla salute, quanto sulla
sicurezza e sulla vivibilità dei centri urbani (senza contare
i costi rappresentati dalla Sanità pubblica per sostenere le
cure di migliaia di incidentati o gravati da patologie a carico
del sistema respiratorio, oppure le multe comminate dall’UE
per i famigerati sforamenti ai limiti consentiti di PM10, o gli
ulteriori costi imputati a vario titolo alla società per gli effetti
del global warming cui il traffi co veicolare da una spinta da
non sottovalutare).
Per anteporre qualche strumento in più al precipitare degli
eventi, soprattutto in considerazione del fatto che queste
problematiche tendono ad acuirsi nel periodo invernale, allor-
quando le emissioni in atmosfera si arricchiscono degli apporti
di particolato derivante da caldaie e sistemi di riscaldamento
domestico, pubblico ed industriale, il Consiglio dei Ministri, su
proposta del Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiaco-
mo, ha approvato il D. Lgs. di recepimento della Direttiva
comunitaria sulla qualità dell’aria (2008/50/CE), che
disciplina l’intera materia della valutazione e gestione della
qualità dell’aria nei Paesi UE. Il provvedimento interviene a
fi ssare i valori e gli obiettivi di qualità dell’aria da raggiungere
o da perseguire per biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene,
monossido di carbonio, piombo, particolato PM10, particolato
PM2.5 e ozono. Il D. Lgs. va a modifi care la normativa preesi-
stente, realizzando un quadro normativo unitario aggiornato
alla luce dello sviluppo delle conoscenze in campo scientifi co
e sanitario e delle esperienze maturate, che consentirà di su-
perare le criticità che lo Stato e le Regioni hanno incontrato
nei dieci anni di applicazione della preesistente normativa.
Sono due gli obiettivi che la norma intende perseguire:
razionalizzare le attività di valutazione e di gestione della qualità
dell’aria, secondo canoni di effi cienza, effi cacia ed economicità,
responsabilizzare tutti i soggetti interessati all’attuazione delle
nuove disposizioni sulla base di un preciso riparto delle com-
petenze.
Tali fi nalità sono conseguite attraverso un processo di ottimiz-
zazione delle attività e delle gestioni esistenti, senza prevedere
oneri ulteriori rispetto al passato. È prevista, inoltre, la pos-
sibilità di ricorrere a misure nazionali qualora da un’apposita
istruttoria risulti che tutte le possibili misure individuabili dalle
Regioni nei piani di qualità dell’aria non siano risolutive, in
quanto i superamenti siano causati in modo decisivo da sor-
genti di emissione su cui le regioni non hanno competenza
amministrativa e legislativa. In tal caso si procede all’adozione
di misure di carattere nazionale sulla base dei lavori di un
comitato da istituire presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
Nel frattempo, presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare, ha visto la luce il “Gruppo Mob”,
Gruppo per la Comunicazione della Mobilità sostenibile”, nato
con l’obiettivo di sostenere con idee, iniziative e supporti
scientifi ci l’attività di comunicazione del MATTM nell’ambito
delle attività della diffusione della cultura della mobilità soste-
nibile. Il gruppo è aperto alla partecipazione di tutti i soggetti
che hanno conoscenze, tecniche, scientifi che e professionali in
grado di fornire adeguati contributi alla diffusione della cultura
della mobilità sostenibile. Le adesioni e le partecipazioni al
gruppo sono volontarie ed a titolo assolutamente gratuito.
Dopo aver raccolto l’adesione di alcuni prestigiosi Enti di
Ricerca, il Gruppo si è messo al lavoro per organizzare un
primo evento: la Conferenza sulla Comunicazione della Mobilità
Sostenibile (ipotizzato per la primavera 2011) che consentirà di
predisporre un programma operativo di interventi in questo
campo. Saranno invitati tutti gli attori della fi liera mobilità
sostenibile.
Intanto, a fi ne luglio, il Ministro della Pubblica Amministrazione,
Renato Brunetta, ha proposto di ridurre costi ed inquina-
mento attraverso una gestione consapevole degli acquisti di
autovetture per politici ed amministratori pubblici. Conditio
sine qua non, vetture meno inquinanti, meno potenti e, so-
prattutto, “condivise”
In pratica, il Ministro, che ha anticipato un disegno di legge
in merito per settembre. Propone l’adozione del Car sharing
nelle PP.AA e l’ulteriore acquisto di autovetture di cilindrata
non superiore a 1.400 cc.
In partenza ci sono i risultati del monitoraggio partito lo scor-
so anno e che ha rilevato una spesa nell’ordine di 3 miliardi di
euro all’anno, che potrebbe essere ridotta di 2 miliardi di euro
in tre anni attraverso acquisti ed utilizzi consapevoli.
In più, anche il mercato dell’auto, che ultimamente non sembra
godere di momenti felici, ne avrebbe un certo guadagno.
A questo punto non resta che sperare che a tante belle parole
corrispondano altrettanti fatti concreti.
L’autunno è alle porte: estote parati!
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
di Silvia Barchiesi
Parola di Giovanni Meniconi, Presidente del Consorzio Autodemolitoridella Toscana e amministratore della ECODEM 2000 S.r.l di Massa
GARANZIA DI QUALITÀ,ORDINE E SICUREZZA
LogiMa s.r.l.
Evitare il deterioramento dei veicoli
ai fi ni del successivo reimpiego è una
delle preoccupazioni più stringenti per
i moderni centri di recupero di veicoli
fuori uso.
Ma di certo non è l’unica.
A spingere oggi i professionisti dell’au-
todemolizione verso un più razionale e
intelligente stoccaggio delle auto sono,
infatti, nuove esigenze e nuovi imperati-
vi, dettati anche dalle recenti normative
del settore.
Ordine, sicurezza, ottimizzazione de-
gli spazi e rispetto dell’ambiente sono
quindi oggi un must per i moderni cen-
tri di autodemolizione, alle prese con
un mercato diffi cile e con il continuo
evolversi del quadro normativo di ri-
ferimento.
Per fortuna c’è LogiMa s.r.l., giovane
società di Porto d’Ascoli specializza-
ta nella progettazione, consulenza e
vendita di soluzioni per la gestione di
magazzini e già leader nel proporre tec-
nologie logistiche su misura.
Tra i prodotti più richiesti ci sono, in-
fatti, i cosiddetti cantilever, apposite
scaffalature per lo stoccaggio degli au-
toveicoli, che nella loro versione mono
o bifronte, consentono di mantenere
ordine, pulizia e sicurezza nei centri di
autodemolizione.
Ne è convinto anche il Sig. Giovanni
Meniconi, Presidente del Consorzio
Autodemolitori della Toscana e uno
dei quattro soci della ECODEM 2000
S.r.l di Massa che ha scelto la tecnologia
LogiMa per riorganizzare dal punto di
vista logistico e gestionale il suo centro
di 12 mila metri, di cui 6 mila coperti.
“Nell’ultimo anno abbiamo acquistato
da Logima ben 16 cantilever bifronti e 5
monofronti, oltre a 3 porta-ponti e una
scaffalatura con soppalco per lo stoccag-
gio dei ricambi usati - ha dichiarato il
Sig. Meniconi.
“Siamo venuti a conoscenza dei prodotti
LogiMa proprio grazie a questo notiziario
ed oggi siamo pienamente soddisfatti di
tutti i nostri acquisti, non solo per via
della praticità ed utilità dei prodotti, ma
anche per la loro qualità e robustezza.
LogiMa ci ha permesso di razionalizzare
lo spazio a disposizione nel nostro centro.
Ma non solo. Il vantaggio più grande dello
stoccaggio auto tramite cantilever è infatti
quello di evitare il deterioramento delle
parti di ricambio”.
Comodi, pratici, utili, i cantilever ac-
quistati dal Sig. Meniconi hanno così
conquistato anche i suoi colleghi.
“In qualità di Presidente, sono solito
ospitare frequentemente le riunioni del
Consorzio Autodemolitori della Toscana
nel mio centro, dove numerosi colleghi
hanno avuto modo di vedere per la prima
volta i cantilever e ne sono rimasti colpi-
ti. Insomma, il mio centro è per LogiMa
una bella vetrina promozionale, un vero
e proprio show- room, soprattutto consi-
derando la grande quantità di prodotti
targati LogiMa che questo ospita!”.
PER CONTATTI:Giovanni Paolini 348 3034493Giovanni Del Moro 393 9609502
9
a cura dell’Avv. Rosa Bertuzzi
GLI OBBLIGHI DEI CENTRI DI RACCOLTA IN MERITO ALLA CORRETTA GESTIONE E TRASPORTODEI RIFIUTI - IN PARTICOLARE I VEICOLI FUORI USO -
INTRODUZIONE
Il D.M. 17 dicembre 2009 (“Istituzione del
sistema di controllo della tracciabilita’ dei
rifi uti, ai sensi dell’art. 189 del decreto legi-
slativo n. 152 del 2006 e dell’art. 14-bis del
decreto-legge n. 78 del 2009 convertito, con
modifi cazioni, dalla legge n. 102 del 2009”),
pubblicato in Gazzetta Uffi ciale n. 9 del
13 gennaio 2010, ha introdotto nell’or-
dinamento giuridico italiano il Sistema di
controllo della tracciabilità dei rifi uti (c.d.
SISTRI). Trattasi di un sistema informatiz-
zato di gestione dei rifi uti speciali a livello
nazionale e dei rifi uti urbani per la Regione
Campania, sviluppatosi in un’ottica di con-
trasto alle pratiche illegali nella gestione dei
rifi uti: esso consentirà infatti di controllare
in modo più puntuale la movimentazione
dei rifi uti speciali lungo tutta la fi liera, con
particolare attenzione alla fase fi nale di
smaltimento, mediante l’utilizzo di sistemi
elettronici in grado di dare visibilità al fl usso
in entrata ed in uscita degli autoveicoli nelle
discariche. La gestione del SISTRI sarà affi -
data al Comando Carabinieri per la Tutela
dell’Ambiente.
Modifi che al D.M. 17 dicembre 2009 sono
state apportate tramite il D.M. 15 febbraio
2010 ed il D.M. 9 luglio 2010. Quest’ultimo
provvedimento differisce la data di entra-
ta in vigore del SISTRI al 1 otobre 2010.
A partire da tale data, quindi, la gestione
dei rifi uti pericolosi passerà da un sistema
cartaceo - imperniato sui tre documenti
costituiti dal Formulario di identifi cazio-
ne dei rifi uti, Registro di carico e scarico,
Modello unico di dichiarazione ambientale
(MUD) - a soluzioni tecnologiche avanzate,
con l’intento di semplifi care e rendere più
effi cienti le procedure e ridurre i costi.
L’articolo 1 del Decreto ministeriale in-
dividua le categorie di soggetti tenuti a
comunicare le quantità e le caratteristi-
che qualitative dei rifi uti oggetto della loro
attività utilizzando i dispositivi elettronici
indicati al successivo articolo 3, nonchè le
categorie di soggetti che possono aderire
su base volontaria al SISTRI. Sono inoltre
previste modalità operative semplifi cate
per le piccole imprese di cui all’art. 7, le
quali possono adempiere agli obblighi di cui
al decreto tramite delega alle organizzazio-
ni imprenditoriali rappresentative sul piano
nazionale, o società di servizi di loro diretta
emanazione. Sono infi ne dettate norme
per il trasporto intermodale (art. 5).
Ai fi ni della copertura degli oneri derivanti
dal funzionamento del sistema è previsto
il pagamento, da parte degli iscritti, di un
contributo annuo.
Per garantire una migliore conoscenza del-
le modalità operative del SISTRI è stato
pubbllicato sull’apposito sito uffi ciale del
Ministero dell’Ambiente e della tutela del
territorio e del mare (www.sistri.it) un
Manuale operativo. Inoltre, è stato attiva-
to un test di verifi ca della funzionalità per
consentire ad un insieme rappresentativo
di utenti di sperimentare il sistema.
SMALTIMENTO DI VEICOLI FUORI
USO ED ISCRIZIONE AL SISTRI
Anche i veifcoli fuori uso sono ricompresi
nell’ambito di operatività del SISTRI. In-
fatti, tra le categorie di soggetti che sono
obbligatoriamente tenuti all’iscrizione al
nuovo sistema di tracciabilità dei rifi uti
fi gurano anche gli autodemolitori/rottama-
tori/frantumatori, i concessionari, i gestori
delle case costruttrici e gli automercati,
in quanto produttori di rifi uti speciali.
L’art. 1 del D.M. 17 dicembre 2009 come
successivamente modifi cato ed integrato
stabilisce infatti che essi siano tenuti, in
quanto produttori iniziali/commercianti ed
intermediari/trasportatori/recuperatori e
smaltitori di rifi uti pericolosi a rispettare
la normativa SISTRI, mediante iscrizio-
ne allo stesso. I veicoli fuori uso, com’è
noto, rientrano nella categoria dei rifi uti
pericolosi ai sensi dell’art. 184, comma 3,
lett. l) del D.Lgs. n. 152/2006, e pertanto
necessitano di essere monitorati dal mo-
mento in cui il rifi uto si forma a quello in
cui viene smaltito.
Alcuni dubbi potrebbero sorgere nel caso
in cui un’azienda, non tenuta ad iscriversi
al SISTRI, una volta divenuto operativo il
SISTRI stesso abbia necessità di smaltire
un veicolo fuori uso. In tal caso, essa dovrà
preventivamente iscriversi al SISTRI, come
produttore di rifi uti pericolosi e poi cancel-
larsi qualora non preveda di dover smaltire
altri rifi uti pericolosi negli anni successivi.
Se invece la proprietà del veicolo venga
ceduta dall’azienda ad un concessionario/
autodemolitore/ecc., il quale provveda
successivamente alla radiazione ed alla
demolizione del veicolo od alla sua reim-
missione nel mercato come veicolo usato,
eventualmente nell’ambito di una com-
pravendita di un veicolo nuovo, l’azienda
cedente non dovrà iscriversi al Sistri.
Sono altresì tenuti ad iscriversi i sogget-
ti (es. autodemolitori) che producono
rifi uti pericolosi derivanti da attività di
smaltimento di veicoli fuori uso (es. olii e
batterie esausti).
Nel caso di cessazione della produzione di
rifi uti pericolosi il soggetto può ritenersi
esonerato dall’iscrizione al SISTRI, sempre
che non rientri in una delle altre categorie
di soggetti obbligati, qualora provveda allo
smaltimento dei rifi uti pericolosi ancora in
suo possesso prima dell’avvio dell’operati-
vità del SISTRI (1 ottobre 2010).
Il SISTRI dispone di schede d’iscrizione
distinte per le diverse categorie di soggetti
obbligati, fra i quali fi gurano i “gestori di
impianti di demolizione e di rottamazione dei
veicoli fuori uso” ed i “gestori di impianti di
frantumazione dei veicoli fuori uso”.
CONTRIBUTI
Come si calcolano i contributi per la sede
legale di un trasportatore che trasporta sia
rifi uti speciali pericolosi che rifi uti speciali non
pericolosi iscritto all’Albo Gestori Ambientali
in più categorie ( SONO UN CENTRO DI
RACCOLTA - AUTODEMOLITORE -)?
Risposta:
Come stabilito dal decreto del 15 febbraio
2010, “Per le imprese che trasportano sia i
rifi uti pericolosi che non pericolosi, il con-
tributo relativo alla sede legale è dato dalla
sommatoria del contributo dovuto per il
quantitativo autorizzato di rifi uti non perico-
losi e del contributo dovuto per il quantitativo
autorizzato di rifi uti pericolosi. Nel caso di
veicoli adibiti sia al trasporto di rifi uti perico-
losi che al trasporto di rifi uti non pericolosi, il
contributo per i veicoli è dovuto unicamente
per l’importo relativo ai rifi uti pericolosi.”
Più specifi camente, il quantitativo di rife-
rimento per i rifi uti speciali non pericolosi
consisterà nella sommatoria dei quantitativi
10
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
autorizzati per le categorie 2 e 4 dell’Albo Ge-
stori Ambientali, mentre per i rifi uti pericolosi
consisterà nella sommatoria dei quantitativi
autorizzati per le categorie 3 e 5.
Nell’ipotesi di un trasportatore iscritto
all’Albo nelle categorie 2 E (da 3.000 a
6.000 tonnellate), 4 C (da 15.000 a 60.000
tonnellate), 3 D ( da 6.000 a 15.000
tonnellate) e 5 C (da 15.000 a 60.000
tonnellate) abbiamo che:
la somma dei quantitativi autorizzati • di rifi uti non pericolosi è di 18.000-
66.000 tonnellate anno. Poiché il
quantitativo più elevato è superiore
alle 60.000 tonnellate, il contributo
da pagare relativamente ai rifi uti non
pericolosi sarà quello relativa alla classe
60.000-200.000 nella tabella dell’allega-
to II del DM 17/12/2009, e sarà quindi
pari a 175 euro;
la somma dei quantitativi autorizzati • di rifi uti pericolosi è di 21.000-75.000
tonnellate anno, e quindi anche in que-
sto caso il contributo da pagare sarà
quella della classe 60000-200.000, che
è pari a 350 euro;
il contributo totale per la sede legale • sarà quindi pari a 525 euro.
1 Il D.M. dà attuazione alla Direttiva UE 98/2008/
CE relativa ai rifi uti, pubblicata in G.U.C.E. n. L
312 del 22 novembre 2008;
2 “Modifi che ed integrazioni al decreto 17
dicembre 2009, recante: «Istituzione del
sistema di controllo della tracciabilità dei
rifi uti, ai sensi dell’articolo 189 del decre-
to legislativo n. 152 del 2006 e dell’articolo
14-bis del decreto-legge n. 78 del 2009 con-
vertito, con modifi cazioni, dalla legge n. 102
del 2009”, in G.U. 27 febbraio 2010, n. 48;
3 “Modifi che ed integrazioni al decreto 17
dicembre 2009, recante l’istituzione del
sistema di controllo della tracciabilità dei
rifi uti, ai sensi dell’articolo 189 del decreto
legislativo n. 152 del 2006 e dell’articolo
14-bis del decreto-legge n. 78 del 2009,
convertito, con modifi cazioni, dalla legge
n. 102 del 2009”, in G.U. 13 luglio 2010, n.
161;
4 Sono rifi uti speciali: a) i rifi uti derivanti
da attività agricole ed agro-industriali; b)
i rifi uti derivanti da attività di demolizione,
costruzione nonchè i rifi uti che derivano
dalle attività di scavo, fermo restando
quanto disposto dall’articolo 186; c) i ri-
fi uti da lavorazioni industriali; d) i rifi uti da
lavorazioni artigianali; e) i rifi uti da attività
commerciali; f ) i rifi uti da attività di servizio;
g) i rifi uti derivanti dalle attività di recupero
e smaltimento di rifi uti, i fanghi prodotti
dalla potabilizzazione e da altri trattamenti
delle acque, dalla depurazione delle acque
refl ue e da abbattimento di fumi; h) i rifi uti
derivanti da attività sanitarie; i) i macchinari
e le apparecchiature deteriorati e obsoleti;
l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori
uso e le loro parti; m) il combustibile deri-
vato da rifi uti.
per contatti: [email protected]
11
di Silvia Barchiesi
Secondo l’Istituto di ricerche statistiche aumenta il tasso di motorizzazione ediminuisce l’utilizzo del trasporto pubblico. Eppure, cala l’inquinamento atmosferico
LE CITTÀ ITALIANE RESPIRANO MEGLIORapporto Istat: “Indicatori Ambientali Urbani 2009”
nocive alla salute umana.
A registrare le migliori performance per quanto riguarda lo stato
dell’aria, sono state città come Siena, Foggia e Andria.
Al di là, dunque, del segnale positivo legato al calo dei giorni di
sforamento, rimangono, tuttavia, numerose criticità: sono, infatti,
62 i capoluoghi in cui nel 2009 è stata superata la soglia delle 35
giornate, oltre la quale sono necessarie misure di contenimento
e di prevenzione.
La maglia nera delle città con il maggior numero di sforamenti
va a Siracusa con 309 giorni, seguita da Napoli con 170 e Torino
con 151.
Nonostante permanga alto il numero degli sforamenti, in molte
città capoluogo si assiste, tuttavia, ad una riduzione rispetto al 2008:
Bari (-29 giorni), Bologna (-18), Roma (-14) e Palermo (-13).
In controtendenza risultano, invece, Napoli (+35 giorni), Genova
(+15), Verona (+3) e Torino (+1).
Cattive notizie vengono, invece, dal fronte dei trasporti.
Cresce, infatti, seppur lievemente, il tasso di motorizzazione (nu-
mero di autovetture per mille abitanti) dei Comuni Capoluogo
di Provincia.
Nel 2009 tale tasso raggiunge quota 617 con un aumento dello
0,4% rispetto all’anno precedente e una variazione media annua,
nel periodo 2000-2009, del +0,2%.
Sono ben 78 i Comuni Capoluogo di Provincia con più di 600
autovetture per mille abitanti, mentre sono 10 quelli che nel
2009 hanno registrato più di 700 autovetture per mille abitanti:
Viterbo (753,8), Latina (729,9), Frosinone (723,9), Potenza (711,9),
Catania (709,9), L’Aquila (709,1), Roma (707,6), Olbia (701,5),
Nuoro (700,2) e Vibo Valentia (700,2).
Tra le città capoluogo meno “motorizzate” troviamo, invece, Ge-
Nelle città italiane si respira meglio: migliora, infatti, la qualità dell’aria
e diminuisce, seppur lievemente, l’inquinamento.
È quanto emerge dai dati raccolti dall’Istat nel Rapporto “Indicatori
Ambientali Urbani 2009”, condotta in 116 Capoluoghi di Provincia,
in cui risiede il 29,8% della popolazione italiana.
Nel 2009, si legge nel Rapporto, sono numerosi gli indicatori che
segnalano una riduzione delle pressioni ambientali generate da
attività antropica.
Tra gli indicatori con andamento favorevole, oltre a quelli relativi
ai rifi uti urbani raccolti, diminuiti dell’1,5% rispetto al 2008 e al
consumo domestico di acqua, diminuito dell’0,7%, merita partico-
lare attenzione quello riferito al numero medio di superamenti del
valore limite del PM10 per la protezione della salute umana.
Secondo l’indagine dell’Istat, il numero medio di superamenti del
valore limite del PM10 (il particolato con diametro inferiore a 10
mciron), è calato del 5,1% rispetto al 2008, ma il numero medio
è ancora elevato rispetto ai 35 giorni consentiti, previsti dalla
normativa vigente.
Infatti, nei 102 Comuni che effettuano il monitoraggio del PM10,
nel corso del 2009, le centraline di qualità dell’aria hanno segnalato
mediamente 54,1 giorni di superamento del limite, un dato di
certo non incoraggiante, eppure in diminuzione rispetto a quello
registrato nel 2008, quando tale valore medio si attestava a 57
giorni di sforamento.
Ad incidere sul calo dei giorni di sforamento, probabilmente, oltre
a fattori meteo-climatici, sono state politiche nazionali e locali.
Le prime, tramite gli eco-incentivi hanno spinto al rinnovo del parco
auto a favore di auto più ecocompatibili, le seconde a limitare la
circolazione in città dei veicoli più inquinanti o a rendere il traffi co
più scorrevole e meno soggetto a code e continue fermate, troppo
spesso responsabili dell’aumento di concentrazione di sostanze
12
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
nova (467,9), Barletta (443,7) e Venezia (418,1), per via della loro
tipica struttura urbanistica e territoriale.
Aosta registra, invece, un anomalo “boom” spiegabile con la minore
tassazione nell’iscrizione di nuove autovetture: 2.078,9 autovetture
per mille abitanti.
Più basso risulta, invece, il tasso di motorizzazione nei rimanenti
Comuni italiani (599,2), con una crescita dello 0,1% tra il 2008
e il 2009.
Altri indicatori che presentano andamenti negativi sono l’aumento
dei motocicli per mille abitanti, oltre che il calo della domanda di
trasporto pubblico.
Nel 2009 il numero di motocicli per 1000 abitanti è salito a 128,5
con un aumento del 3,9% rispetto all’anno precedente.
A trainare la continua e crescente diffusione dei veicoli a due ruote
a cui si assiste dal 2000, con una variazione media annua del +6,6%
è proprio la diffi coltà del traspoto privato e la diffi cile mobilità nelle
grandi città: a partire dalla scarsa disponibilità di aree destinate alla
sosta, fi no al crescente congestionamento del traffi co urbano, o
all’aumento delle aree per le quali è stata disposta la limitazione
o l’interdizione alla circolazione dei veicoli.
In alcune città, la media dei 128,5 motocicli per 1000 abitanti
non solo viene superata abbondantemente, ma supera addirit-
tura quota 200: Livorno (248,8), Imperia (245,7), Savona (229,4),
Genova (222,3), Pesaro (220,6), Catania (208,5), Rimini (207,5)
e Siena (201,2).
I veicoli a due ruote scarseggiano, invece, a Villacidro (40,5 per
mille abitanti) e Sanluri (38,4) che presentano, al contrario, i valori
più bassi.
Se nel 2009 cresce il tasso di motorizzazione dei veicoli a due e
a quattro ruote, non si intravedono buoni segnali nemmeno sul
fronte del trasporto pubblico urbano (autobus, tram, fi lobus,
Metropolitana, funicolare, vaporetti, scale mobili, ascensori, ecc.),
da sempre la principale via perseguita dalle amministrazioni locali
per ridurre gli impatti ambientali derivanti dal traffi co veicolare
privato.
Eppure, nonostante gli sforzi delle Amminisrazioni locali, la domanda
di traporto pubblico nei Comuni Capoluogo non solo stenta a
decollare, ma addirittura diminuisce rispetto al 2008.
Nel 2009, infatti, i mezzi pubblici del complesso dei comuni capo-
luogo di provincia hanno trasportato 228,7 viaggiatori per abitante,
con un calo dello 0,7% rispetto al 2008.
Lievemente più traffi cati sono risultati nel 2009 i mezzi pubblici dei
capoluoghi con più di 250 mila abitanti che hanno registrato, nello
stesso anno, 378,3 passeggeri per abitante, con un calo rispetto
all’anno precedente, dello 0,5%.
Tra le città virtuose quelle che salgono più volentieri sul bus, rispet-
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13
to allo scorso anno, troviamo Bari (+8,7%), che continua la crescita
evidenziata negli anni passati e Verona (+3,6%), dove l’abitudine del
mezzo pubblico comincia a prendere sempre più piede.
Il trasporto pubblico, invece, non piace molto a Catania (-9,9%)
e a Palermo (-11,0%), dove si registrano pesanti contrazioni nel
suo utilizzo rispetto al 2008.
Spopola invece nei capoluoghi di provincia del Lazio (487,6 pas-
seggeri per abitante) e della Lombardia (463,1): lì dove la mobilità
si fa complessa il mezzo di trasporto pubblico urbano serve per
soddisfare le proprie necessità di spostamento.
Un elevato valore della domanda di trasporto pubblico emer-
ge, però anche in Veneto (252,0 passeggeri per abitante), Liguria
(219,2), Friuli-Venezia Giulia (212,2) e Campania (181,4).
Tra i Comuni Capoluogo con maggior domanda di trasporto
pubblico troviamo, infatti, Milano, Venezia e Roma, mentre nelle
ultime posizioni Villacidro, Sanluri e Carbonia.
Mentre cresce e si intensifi ca la mobilitazione dei Comuni contro
l’inquinamentio atmosferico, per quanto concerne il rumore, po-
che sono, invece, le misure messe in campo dalle Amministrazioni
locali.
14
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Al 2009 sono, infatti, 71 i Comuni Capoluogo di Provincia che
hanno approvato la zonizzazione acustica del territorio, due soli
in più del 2008, Ferrara e Massa.
Ad oggi, quindi, la zonizzazione acustica è presente solo nel 61,2%
dei comuni capoluogo di provincia italiani, con quote che vanno dal
90,9% dei comuni capoluogo di provincia del Centro, al 68,2% di
quelli del Nord-ovest, al 68,0% di quelli del Nord-est, al 42,3% di
quelli del sud e al 38,1% dei comuni capoluoghi delle Isole.
Gli unici Comuni ad aver approvato, oltre alla zonizzazione acustica,
gli altri due strumenti previsti dalla normativa (relazione biennale
e piani di risanamento acustici) sono: Ancona, Benevento, Firenze,
Lanusei, Livorno, Lucca, Modena, Padova, Pisa e Pistoia.
A questi comuni vanno aggiunti Aosta e Nuoro, che hanno ap-
provato sia la zonizzazione che i piani di risanamento, non avendo
l’obbligo di predisporre la relazione biennale.
Pochi sforzi sono stati, inoltre, messi in campo dalle Amministrazioni
locali per il monitoraggio dell’inquinamento acustico: se rimane,
infatti, fermo a 10, da ben due anni, il numero di Capoluoghi dotati
di centraline fi sse per il monitoraggio acustico, nel 2009 sono state
effettuate mediamente 2,1 campagne in più per 100 mila abitanti,
rispetto all’anno precedente.
È il Sud che vanta il maggior numero di campagne di monitorag-
gio (17,1 per 100 mila abitanti), mentre il Nord-est ne registra il
numero minore (5 per 100 mila abitanti).
Sul versante degli interventi di bonifi ca antirumore, nel 2009
si sono dati da fare Bergamo, Genova, Trento, Padova, Bologna,
Lucca, Forlì, Macerata, Modena e Venezia con la posa di asfalto
fonoassorbente, mentre altri comuni hanno optato per diversi tipi
di interventi di bonifi ca per contrastare l’inquinamento acustico:
Cuneo (sostituzioni di infi ssi presso due scuole comunali), Genova
(coperture antirumore e fi nestre silenti), Grosseto (interventi
presso una piscina comunale),
Piacenza (pannelli fonoisolanti presso scuole) e Rimini (sostituzione
di fi nestre con vetri fonoisolanti presso alcune scuole).
Inquinamento acustico e atmosferico compongono solo una parte
del più complesso puzzle che fotografa lo stato dell’ambiente
urbano in Italia.
La qualità dell’aria, in lieve miglioramento rispetto al 2008, fa la sua
parte, ma non è l’unica variabile da considerare.
Verde pubblico, rifi uti e consumi energetici sono, infatti, gli altri indi-
catori considerati dall’Istat nell’analisi dei 116 comuni capoluogo.
Ad incidere sulla qualità della vita ubana così non è solo la qualità
dell’aria, che pur migliora rispetto allo scorso anno.
Nelle città iltaliane si respira meglio. Ma si vive effettivamamente
meglio?
Questa è un’altra storia, un altro capitolo da aprire…
15
LA FILIERA NAZIONALE INMOSTRA A ECOMONDO 2010
ELV - End Life Vehicles
Per la prima volta, dopo 13 edizioni, la Fiera di Rimini dedica un apposito spazioal ciclo di vita degli autoveicoli con apposite aree espositive, Workshop e Convegni
A due anni dalla stipula dell’Accordo di Pro-
gramma Quadro sulla gestione dei veicoli fuori
uso, la Fiera Internazionale del Recu-
pero di Materia ed Energia e dello
Sviluppo Sostenibile, ECOMONDO
di Rimini Fiera, ha deciso di dedicare, un
ampio spazio alla Filiera End Life Vehicles e
la sua complessa attività, durante tutti i 4
giorni di svolgimento della manifestazione
riminese (3-6 novembre).
Obiettivi del progetto, che vede la prestigiosa
partnership di Fiat Group Automobiles
SpA, pienamente condivisa con tutti gli altri
importatori rappresentati da UNRAE:
- visualizzare l’intera fi liera dell’autoveicolo,
dal “Design for recycling” al riciclo fi nale
dei materiali recuperati dalla demolizione;
- massimizzare la visibilità di tecnologie,
innovazioni e strumenti utilizzati in tutto
il processo industriale;
di Alberto Piastrellini
- informare, divulgare informazioni e for-
nire soluzioni per una gestione effi ciente
del processo di autodemolizione.
Accanto ad un adeguato Spazio Espo-
sitivo che ospiterà tutti i key players del
settore (Costruttori di autoveicoli nazio-
nali ed esteri; Concessionarie; Associazioni
di fi liera e Consorzi di riciclo; Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territo-
rio e del Mare; Ministero dello Sviluppo
Economico; Società di servizi ed Aziende
produttrici di macchinari ed attrezzature
per l’autodemolizione), ECOMONDO
2010 prevede un’area all’interno del per-
corso Mostra, dedicata ad Auditorium
e attrezzata per dibattiti sul tema ELV e
Workshop formativi gestiti dagli interessati
per tutti i 4 giorni di manifestazione.
Inoltre è prevista un’apposita Area Demo,
esterna ai Padiglioni espositivi, attrezzata per
dimostrazioni e prove di autodemolizione.
Considerando i soli numeri dell’edizione
2009 (per i quali si rimanda ai box allegati),
ECOMONDO si conferma quale princi-
pale ed irrinunciabile Fiera sulle tecnologie
verdi e nuovi stili di vita, luogo di incontro
privilegiato tra l’industria dell’ambiente e
della sostenibilità e gli stakeholders istitu-
zionali, associazioni di categoria, Pubblica
Amministrazione, ONG e tutte le tipologie
di industria e di produzione di beni, dove
confrontarsi su nuovi modelli di crescita
economica attraverso la lente di ingran-
dimento dell’innovazione, delle tecnologie
pulite, di un nuovo approccio all’urbanizza-
zione e ai contesti sociali; luogo di incontro
e di scambio privilegiato tra gli operatori
del mercato sulla green economy, nonché
straordinario strumento di informazione e
formazione per i professionisti del settore
riciclo e recupero dei rifi uti, sui materiali
ecosostenibili e sui temi dell’effi cienza ener-
getica. In defi nitiva, un percorso virtuoso per
le Imprese e gli Enti Locali che fanno della
sostenibilità una chiave di business, di com-
petitività e di qualità e ricercano un tavolo di
interazione unico sui bisogni e sulla ricerca
delle migliori soluzioni per un business etico
e responsabile.
Di certo non è la prima volta che ECO-
MONDO pone una forte attenzione alla
fi liera ELV (prova ne sia l’enorme affl uenza
di pubblico e stakeholders che negli ulti-
mi anni hanno seguito i prestigiosi eventi
convegnisitici dedicati), tuttavia, quest’anno
si sottolinea positivamente la volontà della
Fiera di Rimini, di approcciare l’argomento
ELV attraverso dinamiche relazionali più
olistiche.
E proprio questa volontà di offrire un ter-
reno comune per “fare sistema” è alla base
dello start rappresentato dall’Accordo di
Programma Quadro che fa da orizzonte
culturale dell’intero Progetto ELV.
Si ricorda che detto Accordo, siglato a
Roma dal Ministero dell’Ambiente e
della Tutela del Territorio e del Mare,
dal Ministero dello Sviluppo Econo-
mico, dall’ISPRA e dalle Associazioni che
rappresentano la fi liera industriale del trat-
tamento dei veicoli a fi ne vita (ANFIA e
UNRAE per i costruttori di autoveicoli
16
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Se nell’edizione 2009 di ECOMONDO si è
inteso focalizzare l’attenzione degli addetti
ai lavori sul censimento delle attività avviate
dall’inizio dell’Accordo di Programma ed
allo stesso tempo, con il contributo del-
le Associazioni, indicare gli strumenti e le
azioni per contribuire ad uno sviluppo ar-
monico dell’Accordo stesso per il prossimo
futuro, quest’anno, si intenderà proseguire
nell’analisi dei dai raccolti e nella disamina
dello stato dell’arte del settore.
Ovviamente, i riferimenti primi sono la UE
ed i Paesi membri che già hanno acquisito
obiettivi di rilievo, tenendo conto che la
direttiva Europea di riferimento, la 2000/53/
CE si preoccupa di disciplinare ed aumenta-
re l’effi cienza ambientale della gestione dei
veicoli fuori uso, imponendo una serie di
vincoli, sia in fase di progettazione (bando
dei metalli pesanti, marchiatura dei compo-
nenti, ecc.), sia sulla fase della gestione del
fi ne vita (target di riciclaggio e recupero
energetico, tempi di raggiungimento e re-
sponsabilità dei soggetti).
Si consideri che ogni anno, in Europa, ven-
gono rottamati circa 12 milioni di veicoli
(solo in Italia la cifra supera 1,5 milioni
di unità).
Il settore End Life Vehicles nel contesto
nazionale interessa un ventaglio di realtà
industriali: la grande industria automobili-
stica (nazionale ed estera); 1.600 imprese
di autodemolizione; 350 aziende che com-
merciano in rottame ferroso e non; oltre
50 aziende di frantumazione di media e
grande dimensione; senza contare Società
di servizi, Consorzi di fi liera ed una diffusa
realtà di piccole e medie imprese, coinvolte
a vario titolo nel riciclo dei materiali deri-
vanti dal fi ne vita dei veicoli.
Per saperne di più ed approfondire i par-
ticolari circa lo stato dell’arte della Filiera
nazionale ELV, dal privilegiato punto di vista
del prestigioso Costruttore italiano, partner
di ECOMONDO 2010, abbiamo contatta-
to l’Ing. Salvatore di Carlo, Responsabile
E&D - End of Life Vehicles & Car Recycling
Gruppo Fiat Group Automobiles S.p.A. che ha
risposto alle nostre domande.
Ing. Di Carlo, come giudica la novità
rappresentata dal fatto che la Fiera
Internazionale ECOMONDO di Ri-
mini ha deciso di dedicare un’intera
Area tematica ai protagonisti della
Filiera ELV?
Mi sembra un’ottima opportunità.
Del resto già da diversi anni gli operatori
nazionali ed internazionali riconoscono il
primato nazionale alla Fiera ECOMON-
DO nel settore del riciclaggio di materia
e di energia e delle tematiche legate allo
sviluppo sostenibile in generale.
Non è un caso che da parecchio tempo
frequento questa Fiera e lo faccio tanto
come rappresentante del gruppo Fiat (con
responsabilità specifi ca per quanto riguarda
il fi ne vita dei veicoli), quanto rappresen-
tante dell’ANFIA (Associazione Nazionale
Fra Industrie Automobilistiche).
Più volte il mio intervento è stato richiesto
in virtù del gravoso lavoro che il mio uffi cio
ha svolto quale coordinamento della Filiera
nell’ambito delle operazioni realizzate per da-
re risposte e risultati alle istanze della legge in
materia di riciclaggio dei veicoli a fi ne vita.
Quindi, per quanto riguarda la comunicazio-
ne diretta fra i Costruttori e gli operatori
del settore automotive, direi che la parte-
cipazione ad ECOMNDO è un elemento
di forte attenzione e l’importanza che la
Fiera stessa ha deciso di porre sull’argo-
mento in nuce è valutata positivamente
per le ricadute in termini di veicolazione
- FEDERAICPA per i concessionari di
autoveicoli - FISE-UNIRE, CAR-CNA
e ADA per le aziende di demolizione
- ASSOFERMET per gli addetti alla
demolizione, frantumazione e recupero/
commercio di rottame - AIRA per i fran-
tumatori di rottame metallico e AIR per
le aziende del recupero energetico), rap-
presenta il primo ed unico esempio di
tal genere in Europa.
Tutti gli attori del sistema, dalla più grande
industria automobilistica nazionale alla più
piccola impresa familiare di demolizione,
sono stati coinvolti in una fi liera industriale
lavorando con i responsabili dei Ministeri
competenti.
Obiettivo: trasformare l’enorme quantitativo
di rifi uti in una “miniera” di materie prime con
un progetto completo e all’avanguardia nel
campo dell’ambiente.
Orbene, come si accennava, a due anni dalla
fi rma dell’Accordo di Programma Quadro,
cominciano ad emergere i primi risultati
operativi, le forti prospettive di sviluppo
delle attività avviate, cosi come, purtroppo,
anche le incertezze e le perplessità dovu-
te alle aspettative che ogni associazione o
gruppo naturalmente intende veder rea-
lizzate in un momento nel quale la crisi
economico-fi nanziaria ha fatto sentire un
peso a volte insostenibile nella gestione
interna alle singole aziende.
17
di risultati raggiunti e problematiche da
risolvere ancora con il concorso di tutti
gli stakeholders.
In sostanza, quali saranno i termini
della collaborazione fra Fiat Group
Automobiles ed ECOMONDO per la
realizzazione del Progetto ELV?
Da un punto di vista operativo ciò che ci
preme maggiormente è porre in risalto
l’unicità tutta europea della fi liera che si
è venuta a creare in Italia, andando a rea-
lizzare, allo scopo, un luogo di incontro e
dibattito in grado di dare voce a tutti gli
interessati.
E questo, vedrà la luce proprio nel cuore
di una Fiera in cui tutti gli stakeholders sono
presenti e continuamente stimolati dall’os-
servazione di quanto realizzato e “messo
in mostra” dai colleghi.
In pratica, si tratta di mettere in evidenza,
socializzandole, le attività fi nora realizzate
per la realizzazione della Filiera, coinvolgen-
do il pubblico attraverso la presentazione di
ipotesi di lavoro e case history nell’ambito: dei
rapporti con la Pubblica Amministrazione; di
strategie industriali e della ricerca di nuovi
elementi di mercato, in grado di facilitare il
lavoro della Filiera e consentire gli obiettivi
di riciclaggio imposti dalle norme.
Sull’importanza di quest’ultima mi lasci
sottolineare ancora l’aspetto di unicità rap-
presentato dal caso italiano in Europa: la
Filiera ELV è già ben disegnata a partire dal
principale gruppo automobilistico del Paese,
passando per la rete dei Concessionari e
arrivando fi no alle imprese di autodemoli-
zione, rottamazione, frantumazione e, infi ne,
quelle che hanno nel recupero di energia il
loro core business.
Questa è la caratteristica di unicità della
Filiera: rappresenta un intero segmento del
mercato contemplando in sé la più grande
industria metalmeccanica accanto alla pic-
cola impresa artigiana di autodemolizione;
unite per il riconoscimento del proprio
ruolo con la consapevolezza di un comune
denominatore rappresentato dal risultato
economico e dal raggiungimento di obiettivi
etici sposati ad una realtà industriale.
Tuttavia, qualche problematica nella
Filiera ELV c’è, ed allo stato attuale
non tutti gli anelli della catena sem-
brano godere di eguali vantaggi.
Qual è, secondo il suo privilegiato
punto d’osservazione, il livello di
attuazione dell’Accordo di Pro-
gramma Quadro sulla gestione dei
veicoli fuori uso?
Certamente è auspicabile un margine di
miglioramento su vari fronti che, comunque,
sono stati più volte portati all’attenzione
degli organi competenti da parte dei vari
componenti della Filiera.
Ad esempio nell’ambito dei lavori previsti
per l’attuazione dell’Accordo prosegue un
incessante lavoro per l’allineamento con
l’attività della Pubblica Amministrazione
che per noi operatori rappresenta il faro-
guida. Quindi forte attenzione da parte di
tutti per ciò che concerne l’aggiornamento
normativo e l’applicazione delle stesse nor-
me in continua evoluzione, soprattutto nel
comparto della tutela ambientale.
Va detto che tali norme sono sempre più
viste non come ostacolo all’attività indu-
striale ma come positivo punto di partenza
nell’ottica di un rilancio del mercato.
Ancora, una forte attenzione da parte di
tutti è rivolta alla possibilità di realizzare
progetti, investimenti ed attività che, in
qualche modo, vedano la Pubblica Ammi-
nistrazione proporre al settore possibilità di
ulteriori investimenti innovativi per i cicli in-
dustriali nell’ottica della gestione ambientale
dell’intero ciclo di vita degli autoveicoli.
Criticità ce ne sono, ovvio, molte conna-
turate alla natura stessa della Filiera che
raggruppa migliaia di aziende dalla dimen-
sione assai diversa fra di loro e dal diverso
business.
In più vi sono problematiche nella direzione
di sbocchi di mercato specifi ci industrialmente
compatibili, con ovvie valenze commerciali,
per i vari materiali che si ha intenzione di
riciclare ma che, a tutt’oggi, vedono poche
possibilità offerte dal mercato.
Tuttavia, se è pur vero che le diffi coltà non
mancano, va detto che, allo stesso modo,
non mancano né le forze né tanto meno
la volontà di affrontare le questioni in vista
di una loro risoluzione.
Ragionando in maniera industriale, come
fi liera, proviamo a proporre alla pubblica
amministrazione, nell’ambito dell’Accordo di
1811111111111111111111111111111111111111888888888888888888888888888888888888888888888888888
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Programma - e quindi forti di uno strumen-
to operativo molto effi cace - delle soluzioni
o almeno delle ipotesi di soluzioni, per le
quali la pubblica amministrazione stessa può
dare indicazioni o fornire suggerimenti pra-
tici in un’ottica normativa.
Lei ha toccato uno dei nervi scoperti
della questione: la destinazione dei ma-
teriali derivanti dal riciclo; si pensi, ad
esempio alla questione dei pneumatici
esausti o a quella di paraurti e serbatoi,
poi è chiaro che alcune aziende si tro-
vano in diffi coltà quando devono basare
il proprio business sul riciclo…
In effetti questo è un tema che, ad uno sguar-
do più attento, non riguarda solo il caso Italia,
ma, a diversi livelli, interessa tutta l’Europa.
Tuttavia si leggono segnali positivi e, so-
prattutto, si nota un maggiore interesse da
parte delle Istituzioni preposte per la riso-
luzione di questo gap ed il riallineamento di
obiettivi ideali con traguardi pratici.
Nel caso dei pneumatici sappiamo che è
imminente la pubblicazione in Gazzetta Uffi -
ciale del Decreto concernente la fase attuativa
dell’art 228 del D. Lgs 152/2006, in materia di
riciclaggio di pneumatici fuori uso (PFU), sia
quelli derivanti dal settore service (sostituzio-
ne), sia quelli derivanti da veicoli a fi ne vita.
È già un passo in avanti; sono convito che
questo decreto permetterà un cospicuo
miglioramento nello sbocco sul mercato di
specifi ci materiali e che, di conseguenza, rap-
presenterà una possibilità in più per quelle
aziende che si occupano della destinazione
dei materiali derivanti dal ciclo ELV.
Senza contare i vantaggi in termini di rispar-
mio energetico e abbattimento dei costi di
discarica di cui benefi cerà la comunità tutta.
Questo è solo un esempio: ci sono già altri
progetti in fase di discussione con la pubblica
amministrazione e che mirano, da un lato,
al maggior recupero dei materiali, dall’altro,
ad una spinta positiva alle imprese a partire
dall’apertura di nuovi sbocchi di mercato.
Qual è, secondo lei, il livello di riciclo
di autoveicoli a fi ne vita e dei mate-
riali derivanti, in Italia, rispetto agli
altri Paesi europei?
Credo si sia raggiunto un ottimo livello e del
resto i numeri parlano chiaro: i dati che l’ISPRA
ha fornito per il 2007 indicano un riciclaggio
reale che si posiziona sulla cifra dell’82% circa.
Osservando le realtà dei partner europei
posso affermare che siamo fra quelli che
hanno una maggior capacità reale di riciclo,
proprio per la capillare diffusione di piccole
e medie industrie storicamente legate ai
rispettivi territori locali.
Ora, è auspicabile rafforzare il coordinamento
tra tutte le realtà industriali ed imprenditoriali
del settore ELV e fra queste e la pubblica am-
ministrazione onde ragionare sulle prospettive
di maggior effi cacia ed effi cienza della Filiera
che, ripeto, ha la sua forza maggiore proprio
nel tessuto locale di piccole e medie imprese
che possono e devono avere la possibilità di
un maggiore sviluppo.
Quindi, a questo punto, l’imperativo
è: partecipare, da protagonisti al Pro-
getto ELV di ECOMONDO.
Cosa vorrebbe suggerire proprio alle
piccole e medie imprese artigiane
dell’autodemolizione che spesso fre-
quentano da semplici spettatori alla
kermesse riminese?
L’invito a partecipare è forte e chiaro.
C’è bisogno della collaborazione di tutti e delle
idee di tutti gli stakeholders che quotidianamen-
te vivono sulla propria pelle le problematiche
di un settore per certi aspetti unico.
Know how, esperienza ed idee creative ma-
turate sul campo possono essere oggetto di
discussione ed approfondimento sul tavolo del-
la discussione comune; gli strumenti ci sono.
Ripeto, l’Accordo di Programma Quadro
è una grande opportunità che la pubblica
amministrazione ci ha fornito; ora sta a noi
implementarlo e svilupparlo.
Sono convinto che nessuno più dei picco-
li imprenditori sia in grado di aggiungere
elementi utili per la discussione comune e
magari soluzioni operative pratiche.
21
di Alberto Piastrellini
Stato dell’arte, e prospettive future della categoria presentate dal Presidente CAR, Alfonso GifuniL’AUTUNNO (CALDO?) DEI DEMOLITORIConfederazione Autodemolitori Riuniti - CAR
Approssimandosi l’ultima parte dell’an-
no, dopo le ferie estive, si riaccende il
dibattito all’ interno della fi liera ELV, i cui
protagonisti, non sempre in primo piano,
sono gli Autodemolitori.
A fronte di un immaginario collettivo cer-
tamente condizionato da comportamenti
ed attività, in taluni casi, ai limiti della
legalità, la categoria (che forse paga trop-
po per gli sbagli di pochi) sta lottando
duramente per superare pregiudizi ed
affermarsi quale anello imprescindibile di
una corretta gestione dei rifi uti derivanti
dal fi ne vita dei veicoli a motore.
Dopo aver superato l’evoluzione norma-
tiva rappresentata dall’obbligatorietà
del MUD e dal D. Lgs. 209/2003 (che
ha portato molti a conseguire non solo
la necessaria Autorizzazione, ma an-
che, in molti casi, una vera e propria
certifi cazione di qualità), i demolitori si
trovano a fare i conti non solo con una
serie di problematiche la cui risoluzione si
trascina da tempo, ma anche con l’ intro-
duzione del reato di crimine ambientale
e con la novità del Sistri.
Per approfondire queste questioni e
conoscere meglio lo stato dell’arte e le
prospettive future della categoria, ab-
biamo intervistato il Presidente della
Confederazione Autodemolitori Riuniti,
Alfonso Gifuni, che ha risposto alle nostre
domande.
Presidente, il quadro della situa-
zione economica, a guardare i
dati estivi, non è dei più lusinghie-
ri: continua a scendere il mercato
delle auto, si preannuncia un ri-
torno dalle ferie caratterizzato
da diffusi aumenti per carburanti
ed energia, senza contare l’incer-
tezza politica che caratterizza le
ultime settimane.
Si preannuncia un “autunno cal-
do” anche per la categoria degli
Autodemolitori?
Certamente le previsioni non sono
molto lusinghiere.
La crisi economica mondiale ha contri-
buito fortemente alla contrazione del
mercato delle autovetture cosi come
di molti altri beni di consumo.
A questo si è associato l’effetto-droga
nel mercato automotive rappresentato
dagli incentivi statali alla rottamazione
terminati lo scorso anno.
Mi spiego meglio; fi nché si è trattato di
spingere i consumatori verso la sostitu-
zione delle proprie auto incentivandone
il fi ne vita, il mercato ha retto. Poi, al
termine dei fi nanziamenti e stante il
perdurare della crisi, le domande di
acquisto e relativa autodemolizione
sono crollate.
È possibile quantifi care il danno
subito dai Centri di raccolta e
trattamento?
Direi che ad una stima piuttosto pru-
dente, la contrazione del lavoro degli
autodemolitori si aggira intorno al 50%
e questa è una valutazione piuttosto
omogenea su tutto il territorio nazio-
nale.
E il problemi non si fermano qui,
o sbaglio?
Purtroppo no, anzi… La questione di
cui, come associazione di categoria, ci
siamo occupati con grande preoccupa-
zione negli ultimi mesi è il dilagare del
fenomeno dei veicoli fuori uso che van-
no all’estero radiati per esportazione.
Di per sé non sarebbe illecito, ma si
presuppone, ovviamente, che siano
accompagnati da documentazione fi -
scale.
Potrebbe accadere anche, per assurdo,
che l’ultimo detentore del veicolo radi
lo stesso per demolizione e poi se lo
ritrovi inconsapevolmente circolante
dopo un “passaggio” all’estero come
usato.
Il fenomeno, in termini numerici, non
è da sottovalutare, si stima che circa
1/3 dei veicoli “rottamati” prenda la via
dell’illecita seconda vita con evidenti
danni all’ambiente, alla sicurezza, alla sa-
lute dei cittadini ed al sistema fi scale.
Come CAR abbiamo affrontato la vi-
cenda con la Direzione Centrale della
Motorizzazione Civile ipotizzando di
completare la pratica di esportazione
pretendendo la presenza di un apposito
documento fi scale che accompagni il
veicolo stesso, dal momento che ad una
semplice radiazione per esportazione
non corrisponde un documento che
attesti l’avvenuta vendita del veicolo dal
legittimo proprietario ad un cittadino
straniero, né, tantomeno, da un Con-
cessionario italiano ad uno estero.
SERVIZI- messa in riserva e recupero di rottami ferrosi e non- commercio di rottami ferrosi e non- demolizione strutture contenenti ferro e metalli
Commercio all’ingrosso di rottami ferrosi e metallici
Metalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S.S. 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrada Sant’Antuono, Zona industriale 84035 Pola (SA)Amministrazione: Tel. 0975 390820 - Fax 0975 390930 - Antonio Coppola Cell. 336 461651 - Ricambi: Tel. 0975 71168; 337 858177 (Salvatore); 328 1478934 (Arnaldo) - [email protected]
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RAME OTTONE ALLUMINIO LEGHE DI ACCIAIO
23
Il fenomeno non è oggetto di mera spe-
culazione; si vedono quotidianamente
bisarche cariche di automezzi visibilmen-
te vetusti o danneggiati che viaggiano in
uscita dall’Italia ed è assolutamente chia-
ro che il singolo cittadino proprietario
non ha il potere assommare tali quantità
di automezzi. C’è chiaramente la volontà
di qualcuno che opera nel mercato e che
fi scalmente non risulta.
Accanto alle problematiche sto-
riche che affl iggono la categoria e
che più volte abbiamo affrontato
sulle pagine del Notiziario, credo
che l’autunno porterà anche la
novità operativa del nuovo Siste-
ma informatico di tracciabilità dei
rifi uti, SISTRI dalla cui ipotesi ad
oggi non ha mancato di sollevare
dubbi e perplessità fra i diversi
operatori coinvolti.
Sarà un costo in più da affronta-
re?
Sicuramente, però, a dire il vero, devo
rimarcare che sin dall’inizio la Confede-
razione degli Autodemolitori Riuniti non
ha guardato con sospetto al SISTRI, giudi-
candolo, invece, come positivo elemento
di qualifi cazione dell’intero sistema del
riciclo degli autoveicoli a fi ne vita e di
maggior certezza della effettiva destina-
zione dei vari materiali recuperati.
Così come ci è stato presentato dal
Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare, tale sistema,
a regime, dovrebbe consentire l’uni-
fi cazione dei controlli, il vaglio degli
operatori vir tuosi dalla minoranza di
quelli che agendo contro le regole in-
quinano mercato e ambiente ed, infi ne,
avrà il vantaggio di evitare talune di-
sfunzioni legate alle tante verifi che fatte
nei nostri impianti spesso nell’incertez-
za delle norme di riferimento.
Detto questo è evidente che tanto la
collocazione delle black box, la mag-
gior qualifi cazione e formazione del
personale impiegato, quanto la tassa
di iscrizione annuale al Sistema, costitui-
scono, complessivamente ulteriori spese
che vanno a pesare sui costi d’esercizio,
ma in maniera non eccessiva.
Riteniamo, piuttosto che non sia chiaris-
sima la modalità di gestione del SISTRI
e che le richieste di chiarimenti in me-
rito fatte ai Ministeri competenti non
hanno prodotto risposte defi nitive.
Anche nella tempistica relativa all’at-
tuazione non nascondo che qualche
disagio c’è: immagino che interverrà
sicuramente una ulteriore proroga alla
data del 1° ottobre.
Siamo a conoscenza, ad esempio, che in
alcune Regioni del Paese le Camere di
Commercio non hanno ancora scritto
ai Centri di Autodemolizione autoriz-
zati per fi ssare il ritiro delle black box e
fornire l’elenco delle aziende deputate
alla loro installazione.
Sul fronte interno alla fi liera ELV,
quali sono le problematiche con
gli stakeholders?
Purtroppo, sostanzialmente le solite.
Perdurano le diffi coltà di rapporto con
i produttori di autoveicoli.
Durante l’estate abbiamo fi rmato
un’intesa con UNRAE relativamente
alla maggiore opportunità degli auto-
demolitori di entrare nel sistema delle
Reti.
Questo è un disagio che da anni
portiamo all’attenzione degli organi
competenti. A nostro avviso le Reti
dovrebbero essere un meccanismo
attraverso il quale si istituzionalizza e
regolamenta il rapporto funzionale fra
i Centri di autodemolizione e i produt-
tori di autoveicoli.
Di fatto, però è divenuto un modo
attraverso il quale i Produttori “gesti-
scono” il rapporto con gli imprenditori
dell’autodemolizione ed in qualche mo-
do lo condizionano.
Sono le Case costruttrici che decido-
no in maniera unilaterale ed arbitraria
numeri e condizioni di accesso alle reti,
addirittura ponendo come discrimine
(e sono pervenute comunicazioni in
merito), fi nanco la marca di talune at-
trezzature che devono essere presenti
nell’impianto, pena la sua esclusione.
Il che, ovviamente, rappresenta un ar-
bitrio eccessivo soprattutto in presenza
di regolare Autorizzazione.
Nel merito della questione la mia pre-
sidenza si è fortemente impegnata nel
tentare di risolvere la situazione coin-
Da sinistra: Alfonso Gifuni e il Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Bartolomeo Giachino,
in un momento dell’Assemblea nazionale - CAR, Roma, 2008
24
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
A.T. Ricambi di Tassi A.Via Porrettana, 50/2 - 40043 Marzabotto (BO) - ItalyTel./Fax +39 051 932443 - Cell. 346 [email protected] - www.atricambi.it
RACCOGLITORE AUTORIZZATO
volgendo i partner del Tavolo Tecnico
interministeriale nato dall’Accordo di
Programma Quadro sui Veicoli a fi ne
vita.
Mi auguro che quest’autunno veda
la risoluzione di queste distorsioni e
consenta fi nalmente l’accesso incondi-
zionato degli aventi diritto alle Reti.
Poi è chiaro che la fi rma di un eventuale
contratto rientra in una dimensione pri-
vatistica del rapporto fra le parti.
Quali saranno i prossimi appunta-
menti nell’agenda di CAR?
Abbiamo una serie di incontri già fi ssati
per settembre con il MATTM e con il
Ministero delle Attività Produttive.
Nel primo caso, alcuni funzionari del
Ministero dell’Ambiente verranno a
presentare il Manuale di attua-
zione del Sistri nell’ambito di una
nostra Assemblea associativa che pre-
sumibilmente avrà luogo tra il 15 e il
20 settembre.
Nel secondo caso, torneremo a sotto-
porre al Ministero delle Attività Produttive
la problematica succitata dell’accesso
alle Reti.
Poi avremo un doppio appuntamento
nazionale durante la Fiera ECO-
MONDO di Rimini.
Nella fattispecie saremo coinvolti in
un evento più generale che interessa
tutti gli attori della Filiera ELV e, suc-
cessivamente, saremo promotori di un
Convegno nella giornata del 5 no-
vembre durante il quale cercheremo
di portare all’attenzione degli Organi
competenti il nostro disagio di ope-
ratori costretti a fare i conti con una
normativa ambientale che non fa diffe-
renza fra reati colposi e reati dolosi.
Può essere più chiaro?
Se, ad esempio, un operatore sbaglia
un formulario, l’azienda rischia il pro-
cesso penale come se avesse trattato
intenzionalmente la commercializza-
zione internazionale di rifi uti tossici.
Vorremmo intraprendere un dialogo
costruttivo con il Legislatore e gli Or-
gani di controllo affi nché si addivenga
ad una interpretazione delle reali inten-
zioni dell’operatore e vengano imputate
solo le responsabilità dolose dal punto
di vista della rilevanza penale.
È una questione delicata perché una
25
procedura penale non ha solo dei costi
oggettivi, ma anche eventuali misure
cautelari che potrebbero danneggiare
l’immagine, fi nanco provocare l’esclu-
sione da gare per l’aggiudicazione di
auto da rottamare che, in molti casi,
prevedono espressamente la non esi-
stenza di carichi pendenti.
Ragionando per assurdo, se un autista
commette un errore documentale non
intenzionale, all’atto della verifi ca segue
la contestazione ed il giudizio penale
che impedisce l’accesso alle gare per
l’acquisizione di materiali da rottama-
re dai quali dipende la sopravvivenza
dell’azienda.
Il Convegno che proporremo a Rimi-
ni sarà volto alla risoluzione di questa
problematica che la norma presenta e
coinvolgerà tanto il Legislatore quanto
gli Organi di controllo.
Un’ultima domanda, a due anni
dalla sua nascita, come procede la
radicazione della Confederazione
nel territorio nazionale?
Scontando un danno di immagine
perché, probabilmente, qualche as-
sociazione di categoria, le tempo, ha
disatteso le aspettative della base as-
sociativa, tuttavia, devo dire che grazie
al lavoro svolto nei primi anni di vita
dell’Associazione, la nostra situazione
vede una tendenza del tutto inversa
rispetto al panorama nazionale.
Se anche in questo anno di crisi abbia-
mo avuto un aumento di associati, si
può dire che abbiamo lavorato bene
e abbiamo guadagnato la fi ducia degli
imprenditori.
Sono gli atti che contano al fi ne della
fi ducia e del consenso e posso dire che
CAR non è stata con le mani in mano
né si è arroccata dietro paraventi di
sola immagine.
Purtroppo, nel settore, perdura una
carenza di informazione a parte, devo
riconoscerlo, l’operato di questo No-
tiziario.
La Confederazione Autodemolitori Riuniti prosegue la sua Campagna di iscrizioni 2010
Dal Vicepresidente della Confederazione Autodemolitori Riuniti - CAR, Roberto Capocasa, riceviamo
e pubblichiamo una Lettera-invito, rivolta a tutti i professionisti del settore End Life Vehicles.
CONTRIBUISCI ANCHE TU AL CAMBIAMENTO DEL SETTORE AUTODEMOLIZIONE!
CAR è una Confederazione di Autodemolitori liberi.
Nasce per volontà di imprenditori del settore stanchi di non essere rappresentati da nessuno.
All’interno di CAR, dal Presidente ai Consiglieri, tutti hanno un impianto di autodemolizione e ogni giorno vivono sulla propria pelle
le problematiche che affl iggono il settore e le diffi coltà applicative di norme ambientali in continua e doverosa evoluzione.
Iscrivendosi alla Confederazione, ogni Autodemolitore può contribuire affi nché CAR diventi una realtà sempre più forte
ed incidente nelle scelte politiche ed economiche del Paese.
Inoltre, ogni nuovo Associato può portare il suo contributo in termini di idee e di entusiasmo nell’ottica della partecipazione attiva al
cambiamento in meglio del settore e può, inoltre, usufruire dei servizi di informazione ed aggiornamento proposti dalla Confederazione
per la maturazione dei professionisti associati (ultimo, in termini di tempo, il Seminario di aggiornamento sul Sistri realizzato in colla-
borazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che ha avuto luogo in Roma, lo scorso 11 giugno).
Per informazioni circa modalità e costi di iscrizione, contattare la Segreteria C.A.R.
Via Antonio Salandra, 18 - 00187 Roma
Tel. 06 42272036 - Fax 06 42274000 Cell. 335-7491160
[email protected] - www.carautodemolitori.it
26
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura di Alberto Piastrellini
VERSO LA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO EUROPEOMercato dei pezzi di ricambio
In vigore dal 1° giugno il Regolamento UE 461/2010 che interviene nell’ambitodegli accordi commerciali tra le imprese all’interno delle reti di distribuzione
Data allo scorso 27 maggio, l’approva-
zione, da parte della Commissione UE
del Regolamento UE n. 461/2010,
concernente nuove norme per ga-
rantire la concorrenza nel settore
degli autoveicoli.
Il Regolamento succitato va a so-
stituire la precedente BER 1400/02
e, secondo taluni, aprirà nuove oppor-
tunità di business per tutto il settore
dell’after market indipendente.
Con questo Regolamento, l’UE intende
risolvere alcune problematiche legate alla
concorrenza nel mercato dell’assistenza
e della riparazione degli autoveicoli;
Sintetizzando in una Nota i punti salienti
del Regolamento, CNA scrive: “Nel nuovo
Regolamento hanno fi nalmente trovato una
soluzione netta e trasparente alcune que-
stioni che hanno impedito fi nora una reale
concorrenza nel mercato dell’assistenza e
della riparazione degli autoveicoli: l’acces-
so alle informazioni tecniche ed ai pezzi
di ricambio per gli operatori indipendenti,
ed inoltre al rifi uto di onorare le garanzie
- da parte delle case costruttrici - se i
consumatori si fossero rivolti alle offi cine
indipendentiî.
Analogamente, l’Associazione per i
Diritti degli Utenti e dei Consumatori
(ADUC) rimarca come: “dal 1° giu-
gno 2010 dovrebbe essere possibile, per
le offi cine non convenzionate con alcun
produttore e non legate quindi ad uno o
più marchi, accedere ai pezzi di ricambio
originali fi n’ora riservati alle offi cine au-
torizzate. Conseguentemente le imprese
produttrici non dovrebbero più condizio-
nare la resa della garanzia post vendita
all’utilizzo di offi cine convenzionate per i
vari interventi di manutenzione e ripara-
zione, compresi i tagliandi. Non dovrebbe
inoltre più esistere differenziazione tra i
ricambi originali e quelli alternativi, magari
con altro marchio, che siano comunque di
qualità equivalente (certifi cati tali da chi
li produce)î.
Per maggiori informazioni, pubblichiamo
il testo completo del Regolamento.
(ndr : si avverte che il testo del Regolamen-
to inserito nelle pagine seguenti non riveste
carattere di uffi cialità e non è sostitutivo
in alcun modo della pubblicazione uffi ciale
cartacea).
REGOLAMENTO (UE) DELLA
COMMISSIONE del 27 maggio
2010 N. 461/2010 (Gazzetta UE
28/05/2010 n.129) relativo all’ap-
plicazione dell’articolo 101,
paragrafo 3, del trattato sul fun-
zionamento dell’Unione europea
a categorie di accordi verticali e
pratiche concordate nel settore
automobilistico
LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il
trattato sul funzionamento dell’Unione
europea,
visto il regolamento n. 19/65/CEE del
Consiglio, del 2 marzo 1965, relativo
all’applicazione dell’ar ticolo 85, paragrafo
3, del trattato a categorie di accordi e
pratiche concordate, in particolare l’ar ti-
colo 1, dopo aver pubblicato il progetto
del presente regolamento, sentito il pa-
rere del comitato consultivo in materia
di intese e posizioni dominanti, conside-
rando quanto segue:
(1) In vir tù del regolamento n. 19/65/
CEE, la Commissione ha il potere di
applicare, mediante regolamento, l’ar-
ticolo 101, paragrafo 3, del trattato sul
funzionamento dell’Unione europea a
categorie di accordi verticali e pratiche
concordate corrispondenti che rientrano
nel campo di applicazione del paragra-
fo 1 di detto ar ticolo. I regolamenti di
esenzione per categoria si applicano ad
accordi verticali che rispettano deter-
minate condizioni e che possono avere
portata generale oppure riguardare de-
terminati settori specifi ci.
(2) La Commissione ha defi nito una ca-
tegoria di accordi verticali che ritiene,
di norma, conformi alle condizioni sta-
bilite nell’ar ticolo 101, paragrafo 3 del
trattato, e a questo scopo ha adottato
il regolamento (UE) n. 330/2010 della
Commissione, del 20 aprile 2010, re-
lativo all’applicazione dell’ar ticolo 101,
paragrafo 3, del trattato sul funziona-
mento dell’Unione europea a categorie
di accordi verticali e pratiche concorda-
te, che sostituisce il regolamento (CE) n.
2790/1999 della Commissione.
(3) Il settore automobilistico, che com-
prende sia le autovetture che i veicoli
commerciali, è soggetto a regolamenti
specifi ci di esenzione per categoria sin
dal 1985. Il regolamento più recente
di questo tipo è il regolamento (CE)
n. 1400/2002 della Commissione, del
31 luglio 2002, relativo all’applicazione
dell’ar ticolo 81, paragrafo 3, del trattato
a categorie di accordi verticali e pratiche
concordate nel settore automobilisti-
co. Il regolamento (CE) n. 2790/1999
non si applicava, come espressamente
previsto dalle sue stesse disposizioni,
agli accordi verticali oggetto di altri re-
golamenti di esenzione per categoria. Il
settore automobilistico non rientrava
pertanto nel campo di applicazione di
tale regolamento.
(4) Il periodo di validità del regolamento
(CE) n. 1400/2002 termina il 31 maggio
2010. È tuttavia opportuno che il settore
automobilistico continui a benefi ciare
di un’esenzione per categoria, onde
semplifi care gli oneri amministrativi e
ridurre i costi di adeguamento alla nor-
mativa gravanti sulle imprese interessate,
garantendo nel contempo una sorve-
glianza effi cace dei mercati in conformità
all’ar ticolo 103, paragrafo 2, lettera b),
del trattato.
(5) L’esperienza acquisita dal 2002 in poi
in materia di distribuzione di autoveicoli
nuovi, distribuzione di pezzi di ricambio
e fornitura di servizi di riparazione e
manutenzione per autoveicoli, permette
di defi nire per il settore automobilisti-
co categorie di accordi verticali che si
27
possono ritenere di norma conformi alle
condizioni di cui all’ar ticolo 101, para-
grafo 3, del trattato.
(6) Tale categoria comprende accordi
verticali di acquisto, vendita o rivendita
di autoveicoli nuovi, accordi verticali di
acquisto, vendita o rivendita di pezzi di
ricambio per autoveicoli e accordi verti-
cali di fornitura di servizi di riparazione e
manutenzione, qualora detti accordi sia-
no stipulati tra imprese non concorrenti,
tra determinati concorrenti, ovvero da
determinate associazioni di rivenditori
o riparatori. Essa include inoltre accordi
verticali contenenti disposizioni accesso-
rie relative alla cessione o all’utilizzo di
diritti di proprietà intellettuale. La defi -
nizione del termine «accordi verticali»
deve quindi comprendere sia tali accordi
che le pratiche concordate corrispon-
denti.
(7) Alcuni tipi di accordi verticali posso-
no incrementare l’effi cienza economica
nell’ambito di una catena produttiva o
distributiva, permettendo un migliore co-
ordinamento tra le imprese partecipanti.
In particolare, essi possono contribuire
a ridurre i costi delle transazioni com-
merciali ed i costi di distribuzione delle
parti e possono altresì consentire un
livello ottimale dei loro investimenti e
delle loro vendite.
(8) La probabilità che tali incrementi di
effi cienza possano controbilanciare gli
eventuali effetti anticoncorrenziali de-
rivanti dalle restrizioni contenute negli
accordi verticali dipende dal grado di
potere di mercato delle parti dell’ac-
cordo e pertanto dalla misura in cui tali
imprese sono esposte alla concorrenza
di altri fornitori di beni o servizi che
siano considerati intercambiabili o so-
stituibili dai loro clienti, in ragione delle
caratteristiche dei prodotti, dei loro
prezzi e dell’uso al quale sono destinati.
Vanno esclusi dal benefi cio dell’esen-
zione per categoria gli accordi verticali
contenenti limitazioni atte a produrre
restrizioni della concorrenza e danni
per i consumatori o che non sono in-
dispensabili per il conseguimento di tali
incrementi di effi cienza.
(9) Per defi nire il campo di applicazione
adeguato di un regolamento di esen-
zione per categoria, la Commissione
deve prendere in considerazione le
condizioni di concorrenza nel settore
interessato. A tale riguardo, le conclu-
sioni dell’approfondito monitoraggio
del settore automobilistico di cui alla
relazione di valutazione sul funzionamen-
to del regolamento (CE) n. 1400/2002
della Commissione, del 28 maggio 2008
e alla comunicazione della Commissione
«Il futuro quadro normativo in materia
di concorrenza applicabile al settore
automobilistico» del 22 luglio 2009
hanno dimostrato che è opportuno
operare una distinzione tra gli accordi
per la distribuzione di autoveicoli nuovi
e gli accordi per la fornitura di servizi
di riparazione e manutenzione e per la
distribuzione di pezzi di ricambio.
(10) Per quanto riguarda la distribuzio-
ne di autoveicoli nuovi, non sembrano
sussistere problemi signifi cativi in termini
di concorrenza che contraddistingue-
rebbero questo settore da altri settori
economici e che potrebbero richiede-
re l’applicazione di regole diverse e più
rigorose rispetto a quelle previste dal
regolamento (UE) n. 330/2010. La so-
glia della quota di mercato, l’esclusione
di taluni accordi verticali dall’esenzione
prevista da tale regolamento e le altre
condizioni ivi stabilite assicurano di
norma che gli accordi verticali relativi
alla distribuzione di autoveicoli nuo-
vi rispettino le condizioni dell’ar ticolo
101, paragrafo 3, del trattato. Tali accordi
devono pertanto benefi ciare dell’esen-
zione concessa dal regolamento (UE) n.
330/2010, nel rispetto di tutte le condi-
zioni ivi stabilite.
(11) Per quanto riguarda gli accordi per
la distribuzione di pezzi di ricambio e
per la fornitura di servizi di riparazione
e manutenzione, occorre prendere in
considerazione determinate caratteri-
stiche specifi che del mercato dei servizi
di assistenza post-vendita relativi agli
autoveicoli. In particolare, l’esperienza
acquisita dalla Commissione nell’ap-
plicazione del regolamento (CE) n.
1400/2002 indica che gli aumenti di
prezzo delle singole riparazioni si tra-
ducono solo in parte in una maggiore
affi dabilità delle autovetture moderne
e in un allungamento degli intervalli tra
una manutenzione e l’altra. Tali tendenze
sono connesse all’evoluzione tecnologica
e alla crescente complessità ed affi dabi-
lità dei componenti automobilistici che
i costruttori automobilistici acquistano
da fornitori di equipaggiamenti originali.
Detti fornitori vendono i loro prodot-
ti come pezzi di ricambio sul mercato
dei servizi di assistenza post-vendita sia
attraverso le reti di riparatori autoriz-
zati dei produttori di autoveicoli che
attraverso canali indipendenti, rappre-
sentando quindi un’importante forza
concorrenziale sul mercato dei servizi
di assistenza post-vendita. I costi che so-
stengono in media i consumatori UE per
i servizi di riparazione e di manutenzione
rappresentano una parte molto elevata
della spesa complessiva sostenuta dai
consumatori per gli autoveicoli.
(12) Le condizioni di concorrenza sul
mercato dei servizi di assistenza post-
vendita per gli autoveicoli hanno inoltre
una rilevanza diretta sia in termine di
sicurezza pubblica, dal momento che la
guida di un autoveicolo riparato in modo
scorretto può rivelarsi pericolosa, che di
danni per la salute pubblica e l’ambien-
te, a causa delle maggiori emissioni di
anidride carbonica e di altri inquinanti
atmosferici se l’autoveicolo non è stato
sottoposto a manutenzione regolare.
(13) Nella misura in cui è possibile de-
fi nire un mercato distinto dei servizi di
assistenza post-vendita, la concorrenza
effettiva sui mercati per l’acquisto e la
28
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
vendita di pezzi di ricambio e su quello
per la fornitura di servizi di manuten-
zione e riparazione per gli autoveicoli
dipende dal grado d’interazione con-
correnziale tra i riparatori autorizzati,
cioè quelli che operano all’interno di
reti di riparatori costituite direttamen-
te o indirettamente dai produttori di
autoveicoli, nonché fra operatori auto-
rizzati e indipendenti, compresi i fornitori
indipendenti di pezzi di ricambio ed i
riparatori indipendenti. La capacità con-
correnziale di questi ultimi dipende da
un accesso senza restrizioni a elementi
essenziali quali i pezzi di ricambio e le
informazioni tecniche.
(14) Tenuto conto di tali specifi cità, le
norme previste dal regolamento (UE) n.
330/2010, e in particolare la soglia della
quota di mercato del 30 %, sono neces-
sarie ma non suffi cienti per garantire che
il benefi cio dell’esenzione per categoria
sia riservato esclusivamente agli accordi
verticali per la distribuzione di pezzi di
ricambio e per la fornitura di servizi di
riparazione e di manutenzione per i quali
si può supporre con suffi ciente certezza
il rispetto delle condizioni dell’ar ticolo
101, paragrafo 3, del trattato.
(15) Gli accordi verticali per la distri-
buzione di pezzi di ricambio e per la
fornitura di servizi di riparazione e di
manutenzione devono pertanto bene-
fi ciare di un’esenzione per categoria
soltanto se soddisfano, oltre alle con-
dizioni per l’esenzione previste dal
regolamento (UE) n. 330/2010, anche i
requisiti più severi relativi a determinati
tipi di restrizioni gravi della concorren-
za che possono limitare la fornitura e
l’uso di pezzi di ricambio nel mercato
dei servizi di assistenza post-vendita per
gli autoveicoli.
(16) In particolare, è opportuno che
l’esenzione per categoria non vada a
benefi cio di accordi in forza dei quali
i membri di un sistema di distribuzione
selettiva di un produttore di autoveicoli
limitano la vendita dei pezzi di ricambio
ai riparatori indipendenti che li utilizza-
no per fornire servizi di riparazione o
manutenzione. Senza l’accesso a tali pez-
zi di ricambio, i riparatori indipendenti
non sarebbero in grado di competere in
maniera effi cace con i riparatori autoriz-
zati, in quanto non potrebbero offrire ai
consumatori servizi di buona qualità che
contribuiscano al funzionamento sicuro
ed affi dabile degli autoveicoli.
(17) Inoltre, onde garantire una concor-
renza effi cace sui mercati dei servizi di
riparazione e di manutenzione e consen-
tire ai riparatori di offrire agli utilizzatori
fi nali pezzi di ricambio a condizioni con-
correnziali, è opportuno che l’esenzione
per categoria non si applichi agli accordi
verticali che, pur rispettando le disposi-
zioni del regolamento (UE) n. 330/2010,
limitano tuttavia la facoltà del produt-
tore di pezzi di ricambio di vendere tali
componenti ai riparatori autorizzati che
fanno parte del sistema di distribuzione
del produttore di veicoli, a distributori
indipendenti di pezzi di ricambio, a ripa-
ratori indipendenti o a utilizzatori fi nali.
Ciò non ha ripercussioni sulla respon-
sabilità civile dei produttori dei pezzi di
ricambio o sulla facoltà dei produttori
dei autoveicoli di esigere dai riparatori
autorizzati facenti parte del loro sistema
di distribuzione di utilizzare soltanto i
pezzi di ricambio di qualità equivalente
a quella dei componenti utilizzati per
l’assemblaggio di un determinato auto-
veicolo. Inoltre, stante il coinvolgimento
contrattuale diretto del produttore dei
veicoli nelle riparazioni coperte da ga-
ranzia, nel servizio assistenza gratuito,
nonché nelle operazioni di revisione di
autoveicoli difettosi, l’esenzione va appli-
cata agli accordi che prevedono l’obbligo
per il riparatore autorizzato di usare per
tali riparazioni pezzi di ricambio forniti
dal produttore degli autoveicoli.
(18) Infi ne, onde permettere ai ripara-
tori autorizzati e indipendenti, nonché
agli utilizzatori fi nali, di individuare il pro-
duttore dei componenti degli autoveicoli
o dei pezzi di ricambio e dare loro la
possibilità di scelta tra pezzi di ricambio
alternativi, l’esenzione per categoria non
va applicata agli accordi con i quali il pro-
duttore di autoveicoli limita la facoltà, del
produttore di componenti o di pezzi di
ricambio originali, di apporre in maniera
effi cace e chiaramente visibile il proprio
marchio o logo su detti pezzi originali.
(19) Onde concedere a tutti gli opera-
tori il tempo necessario per adeguarsi al
presente regolamento, è opportuno pro-
rogare fi no al 31 maggio 2013 il periodo
di applicazione delle disposizioni del
regolamento (CE) n. 1400/2002 riguar-
danti accordi verticali per l’acquisto, la
vendita e la rivendita di autoveicoli nuovi.
Per quanto riguarda gli accordi verticali
per la distribuzione di pezzi di ricambio
e per la fornitura di servizi di ripara-
zione e di manutenzione, è opportuno
che il presente regolamento si applichi
a partire dal 1° giugno 2010, in modo
da continuare a garantire un’adeguata
tutela della concorrenza sui mercati dei
servizi di assistenza post-vendita per
autoveicoli.
(20) La Commissione controllerà re-
golarmente l’evoluzione del settore
automobilistico e prenderà adeguate
misure correttive qualora emergano
problemi di concorrenza tali da nuoce-
re ai consumatori o sul mercato della
distribuzione di autoveicoli nuovi o su
quello della fornitura di pezzi di ricam-
bio o su quello dei servizi di assistenza
post-vendita per autoveicoli.
(21) La Commissione può revocare il
benefi cio dell’applicazione del presente
regolamento, conformemente all’ar ticolo
29, paragrafo 1, del regolamento (CE) n.
1/2003 del Consiglio, del 16 dicembre
2002, concernente l’applicazione delle
regole di concorrenza di cui agli ar tico-
li 81 e 82 del trattato, qualora ritenga
che in un caso particolare un accordo
al quale si applica l’esenzione di cui al
29
presente regolamento provochi nondi-
meno effetti incompatibili con l’ar ticolo
101, paragrafo 3, del trattato.
(22) A norma dell’ar ticolo 29, paragrafo
2, del regolamento (CE) n. 1/2003, l’au-
torità responsabile della concorrenza
di uno Stato membro può revocare il
benefi cio dell’applicazione del presente
regolamento nel suo territorio o in una
parte di esso, quando ritenga che in un
caso particolare un accordo al quale
si applica l’esenzione di cui al presen-
te regolamento provochi nondimeno
effetti incompatibili con l’ar ticolo 101,
paragrafo 3, del trattato nel territorio
di tale Stato membro o in una parte di
esso, qualora tale territorio abbia tutte le
caratteristiche di un mercato geografi co
distinto.
(23) Per determinare se sia necessario
ritirare il benefi cio dell’applicazione del
presente regolamento a norma dell’ar ti-
colo 29 del regolamento (CE) n. 1/2003,
occorre in particolare tener conto degli
effetti anticoncorrenziali che possono
verifi carsi in seguito all’esistenza di reti
parallele di accordi verticali con effet-
ti simili che limitano signifi cativamente
l’accesso ad un mercato rilevante o la
concorrenza all’interno di tale mercato.
Un tale effetto cumulativo può, ad esem-
pio, verifi carsi in caso di distribuzione
selettiva o di obblighi di non concor-
renza.
(24) Al fi ne di rafforzare la vigilanza
sulle reti parallele di accordi verticali
aventi effetti anticoncorrenziali simili e
che coprano più del 50 % di un dato
mercato, la Commissione può, median-
te regolamento, dichiarare il presente
regolamento inapplicabile ad accordi
verticali che contengano specifi che
restrizioni praticate sul mercato di cui
trattasi, ripristinando così nei confronti di
tali accordi la piena applicazione dell’ar-
ticolo 101 del trattato.
(25) Per valutare gli effetti del presen-
te regolamento sulla concorrenza nel
settore della distribuzione al dettaglio
degli autoveicoli, della fornitura di pezzi
di ricambio e nei servizi di assisten-
za post-vendita per gli autoveicoli sul
mercato interno, è opportuno che la
Commissione stili una relazione di valu-
tazione sul funzionamento del presente
regolamento,
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGO-
LAMENTO:
Capo I
DISPOSIZIONI COMUNI
Art.1 Defi nizioni
1. Ai fi ni del presente regolamento si
applicano le seguenti defi nizioni:
a) per «accordi verticali» si intendono gli
accordi o le pratiche concordate conclusi
tra due o più imprese, operanti ciascu-
na, ai fi ni dell’accordo o della pratica
concordata, ad un livello differente della
catena di produzione o di distribuzione,
e che si riferiscono alle condizioni in ba-
se alle quali le parti possono acquistare,
vendere o rivendere determinati beni
o servizi;
b) per «restrizioni verticali» si intendo-
no le restrizioni della concorrenza in un
accordo verticale rientranti nel campo di
applicazione dell’ar ticolo 101, paragrafo
1, del trattato;
c) per «riparatore autorizzato» si inten-
de un fornitore di servizi di riparazione
e manutenzione di autoveicoli che opera
nell’ambito del sistema di distribuzione
predisposto da un fornitore di autovei-
coli;
d) per «distributore autorizzato» si in-
tende un distributore di pezzi di ricambio
per autoveicoli che opera nell’ambito del
sistema di distribuzione predisposto da
un fornitore di autoveicoli;
e) per «riparatore indipendente» si in-
tende:
i) un fornitore di servizi di riparazione
e manutenzione di autoveicoli che non
opera nell’ambito del sistema di distribu-
zione predisposto da un fornitore degli
autoveicoli per il quale fornisce servizi
di riparazione e manutenzione;
ii) un riparatore autorizzato, facente par-
te del sistema di distribuzione di un dato
fornitore, nella misura in cui
fornisca servizi di riparazione o di ma-
nutenzione per determinati autoveicoli
pur non essendo membro del sistema di
distribuzione del relativo fornitore;
f) per «distributore indipendente» si
intende:
i) un distributore di pezzi di ricambio per
autoveicoli che non opera nell’ambito
del sistema di distribuzione predisposto
da un fornitore degli autoveicoli per il
quale fornisce pezzi di ricambio;
ii) un distributore autorizzato, facente
parte del sistema di distribuzione di un
dato fornitore, nella misura in cui for-
nisca pezzi di ricambio per determinati
autoveicoli pur non essendo membro
del sistema di distribuzione del relativo
fornitore;
g) per «autoveicolo» si intende un veico-
lo destinato a circolare su strada mosso
dal proprio motore, munito di tre o più
ruote;
h) per «pezzi di ricambio» si intendono i
beni che vengono incorporati o montati
in o su un autoveicolo per sostituirne
delle parti componenti, compresi beni,
quali i lubrifi canti, necessari all’utilizzo
di un autoveicolo, ad eccezione del car-
burante;
i) per «sistema di distribuzione selettiva»
si intende un sistema di distribuzione nel
quale il fornitore si impegna a vendere
i beni o servizi oggetto del contratto,
direttamente o indirettamente, solo a di-
stributori selezionati sulla base di criteri
specifi cati e nel quale questi distributori
si impegnano a non vendere tali beni o
servizi a rivenditori non autorizzati nel
territorio in cui il fornitore ha deciso di
applicare tale sistema.
2. Ai fi ni del presente regolamento i
termini «impresa», «fornitore», «pro-
duttore» e «acquirente» includono le
imprese a questi rispettivamente col-
legate.
Per «imprese collegate» si intendono:
a) le imprese nelle quali una parte
30
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
dell’accordo detiene, direttamente o
indirettamente:
i) il potere di esercitare più della metà
dei diritti di voto; o ii) il potere di no-
minare più della metà dei membri del
consiglio di vigilanza o di amministra-
zione o degli organi che rappresentano
legalmente l’impresa; o
iii) il diritto di gestire gli affari dell’im-
presa;
b) le imprese che, direttamente o indi-
rettamente, detengono nei confronti di
una delle parti dell’accordo i diritti o i
poteri elencati alla lettera a);
c) le imprese nei confronti delle quali
un’impresa di cui alla lettera b), detiene,
direttamente o indirettamente, i diritti o
i poteri elencati alla lettera a);
d) le imprese nelle quali una parte
dell’accordo insieme con una o più im-
prese di cui alle lettere a), b) e c), o nelle
quali due o più imprese di cui alle lettere
a), b) e c), detengono congiuntamente i
diritti o i poteri di cui alla lettera a);
e) le imprese nelle quali i diritti o i po-
teri di cui alla lettera a) sono detenuti
congiuntamente:
i) dalle parti dell’accordo o dalle ri-
spettive imprese collegate ai sensi delle
lettere da a) a d); o
ii) da una o più parti dell’accordo, ovvero
da una o più imprese ad esse collegate
ai sensi delle lettere da a) a d) e da una
o più imprese terze.
Capo II
ACCORDI VERTICALI CON-
CERNENTI L’ACQUISTO, LA
VENDITA O LA RIVENDITA DI
AUTOVEICOLI NUOVI
Art.2 Applicazione del regola-
mento (CE) n. 1400/2002
A norma dell’ar ticolo 101, paragrafo 3
del trattato, nel periodo compreso tra
il 1° giugno 2010 e il 31 maggio 2013,
l’ar ticolo 101, paragrafo 1, del trattato
non si applica agli accordi verticali che
riguardano le condizioni in base alle quali
le parti possono acquistare, vendere o
rivendere autoveicoli nuovi, che soddi-
sfano i requisiti per l’esenzione previsti
dal regolamento (CE) n. 1400/2002 che
si riferiscono specifi camente agli accordi
verticali per l’acquisto, la vendita o la
rivendita di autoveicoli nuovi.
Art.3 Applicazione del regolamen-
to (UE) n. 333/2010
A datare dal 1° giugno 2013 il rego-
lamento (UE) n. 333/2010 si applica
agli accordi verticali relativi all’acquisto,
la vendita o la rivendita di autoveicoli
nuovi.
Capo III ACCORDI VERTICA-
LI RELATIVI AL MERCATO DEI
SERVIZI DI ASSISTENZA POST-
VENDITA DI AUTOVEICOLI
Art.4 Esenzione
Conformemente all’ar ticolo 101, para-
grafo 3, del trattato, e salvo il disposto
del presente regolamento, il paragrafo
1 di detto ar ticolo è inapplicabile agli
accordi verticali che riguardano le con-
dizioni in base alle quali le parti possono
acquistare, vendere o rivendere pezzi
di ricambio per autoveicoli o fornire
servizi di riparazione e manutenzione
per autoveicoli, che soddisfano i requisiti
per l’esenzione previsti dal regolamen-
to (UE) n. 330/2010 e non contengono
nessuna delle restrizioni fondamentali
elencate all’ar ticolo 5 del presente re-
golamento.
La presente esenzione si applica nella
misura in cui tali accordi contengano
restrizioni verticali.
Art.5 Restrizioni che eliminano il
benefi cio dell’esenzione per cate-
goria- restrizioni fondamentali
L’esenzione di cui all’ar ticolo 4 non si
applica agli accordi verticali che, diretta-
mente o indirettamente, isolatamente o
congiuntamente con altri fattori sotto il
controllo delle parti, hanno per oggetto
quanto segue:
a) la restrizione delle vendite di pezzi
di ricambio per autoveicoli da parte dei
membri di un sistema di distribuzione
selettiva a riparatori indipendenti che
utilizzano tali pezzi per la riparazione e
la manutenzione di un autoveicolo;
b) la restrizione, concordata tra un
fornitore di pezzi di ricambio, di attrez-
zature di riparazione o diagnostica o
altre apparecchiature ed un produttore
di autoveicoli, della facoltà del fornitore
di vendere tali beni a distributori o ri-
paratori autorizzati o indipendenti o ad
utilizzatori fi nali;
c) la restrizione, concordata tra un
costruttore di autoveicoli che utilizza
componenti per l’assemblaggio inizia-
le di autoveicoli ed il fornitore di detti
componenti, della facoltà del fornitore
di apporre in maniera effi cace e chia-
ramente visibile il proprio marchio o
logo sui componenti forniti o sui pezzi
di ricambio.
Capo IV DISPOSIZIONI FINALI
Art.6 Non applicazione del pre-
sente regolamento
Conformemente all’ar ticolo 1 bis del re-
golamento n. 19/65/CEE, la Commissione
può dichiarare mediante regolamento
che, nei casi in cui reti parallele di re-
strizioni verticali simili coprano più del
50% di un mercato rilevante, il presente
regolamento non si applica agli accordi
verticali contenenti specifi che restrizioni
relative a tale mercato.
Art.7 Controllo e valutazione
La Commissione controlla il funzio-
namento del presente regolamento e
redige una relazione in merito al più
tardi entro il 31 maggio 2021, tenendo
conto in particolare delle condizioni
previste all’ar ticolo 101, paragrafo 3,
del trattato.
Art.8 Periodo di validità
Il presente regolamento entra in vigore il
1° giugno 2010. Il presente regolamento
scade il 31 maggio 2023.
Il presente regolamento è obbligatorio in
tutti i suoi elementi e direttamente appli-
cabile in ciascuno degli Stati membri.
SERVIZI- raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi e non- demolizione e rottamazione di autoveicoli- vendita di ricambi auto usati
CERTIFICAZIONIUNI EN ISO 9001:2000UNI EN ISO 14001:2004
l’autodemolizione in linea con l’ambiente
Metalfer di Coppola Antonio - Sede Legale: Contrada Fiego S.S. 19 Km 61 - 84030 Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrada Sant’Antuono, Zona industriale 84035 Pola (SA)Amministrazione: Tel. 0975 390820 - Fax 0975 390930 - Antonio Coppola Cell. 336 461651 - Ricambi: Tel. 0975 71168; 337 858177 (Salvatore); 328 1478934 (Arnaldo) - [email protected]
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