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Atti Parlamentari — 2727 — Camera dei Deputat i VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 197 9 RESOCONTO STENOGRAFIC O 36 . SEDUTA DI VENERDÌ 12 OTTOBRE 197 9 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIA ELETTA MARTIN I INDIC E PAG . PAG. Disegno di legge (Presentazione) . . 2744 Interrogazioni (Svolgimento) : Disegno di legge (Seguito della discus- sione) : Conversione in legge, con modificazioni , del decreto-legge 14 settembre 1979 , n . 439, concernente conferimento d i fondi al Banco di Napoli, al Banc o di Sicilia, al Banco di Sardegna e d al Credito industriale sardo e collo - PRESIDENTE BELLOCCHIO (PCI) CASALINO (PCI) . . . . . . 2730 2737 2739 2732 273 9 2736 273 1 PACINI, Sottosegretario di Stato per i l lavoro e previdenza sociale . ROcCELLA (PR) VAGLI MAURA (PCI) . 2730, 2735 , . 2733 , . . camento di obbligazioni emesse dagl i istituti di credito industriale (574) 2740 Corte dei conti (Trasmissione di docu - 2729 menti) . . PRESIDENTE 2740 Ministro del tesoro (Trasmissione di do - MANNINO (DC), Relatore 2740 cumenti) . . 2740 MINERVINI (Misto-Ind. Sinistra) . . . 2752 Petizioni (Annunzio) . . 272 9 PANDOLFI, Ministro del tesoro . 2744 Risoluzioni (Annunzio) . . 275 9 Proposte di legge (Annunzio) 2729 Ordine del giorno della prossima seduta 275 9 Interrogazioni e interpellanza (Annunzio) 2758 Ritiro di un documento del sindacato 275 9 ispettivo

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Atti Parlamentari

— 2727 —

Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 197 9

RESOCONTO STENOGRAFICO

36.

SEDUTA DI VENERDÌ 12 OTTOBRE 1979

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIA ELETTA MARTIN I

INDICE

PAG .

PAG.

Disegno di legge (Presentazione) .

. 2744 Interrogazioni (Svolgimento) :

Disegno

di legge

(Seguito

della discus-sione) :

Conversione in legge, con modificazioni ,del decreto-legge

14 settembre

1979 ,n. 439, concernente conferimento d ifondi al Banco di Napoli, al Banc odi Sicilia, al Banco di Sardegna e dal Credito industriale sardo e collo -

PRESIDENTEBELLOCCHIO

(PCI)CASALINO

(PCI)

.

..

..

.

273027372739

2732273 92736273 1

PACINI, Sottosegretario di Stato per i llavoro

e previdenza

sociale

.

ROcCELLA

(PR)VAGLI MAURA (PCI)

. 2730,2735 ,

. 2733 ,

.

.camento di obbligazioni emesse dagl iistituti

di

credito

industriale

(574) 2740Corte dei conti

(Trasmissione di docu-2729menti) .

.PRESIDENTE 2740 Ministro del tesoro (Trasmissione di do -MANNINO (DC), Relatore 2740 cumenti) .

. 2740MINERVINI

(Misto-Ind.

Sinistra)

.

.

. 2752 Petizioni (Annunzio) .

. 272 9PANDOLFI, Ministro del tesoro . 2744

Risoluzioni (Annunzio) .

. 275 9

Proposte di legge (Annunzio) 2729 Ordine del giorno della prossima seduta 275 9

Interrogazioni e interpellanza (Annunzio) 2758Ritiro

di un

documento del

sindacato2759ispettivo

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La seduta comincia alle 10,30.

MARABINI, Segretario, legge il proces-so verbale della seduta del 10 ottobr e1979 .

(E approvato) .

Annunzio

di proposte di legge .

PRESIDENTE . Sono state presentat ealla Presidenza le seguenti proposte d ilegge dai deputati :

ALBERINI ed altri: « Disposizioni in fa-vore dei militari di leva in caso di inva-lidità per causa di servizio e dei loro su-perstiti, in caso di morte » (713) ;

BALESTRACCI e MARTINI MARIA ELETTA :« Modificazioni alle circoscrizioni territo-riali degli uffici giudiziari del tribunaledi La Spezia e del tribunale di Massa »(714) ;

GULLOTTI ed altri: « Deroga all'articolo18-bis del decreto-legge 13 agosto 1975 ,n. 376, come modificato dalla legge d iconversione 16 ottobre 1975, n. 492, perl'autostrada Messina-Palermo » (715) .

Saranno stampate e distribuite .

Trasmissione

dalla Corte dei conti.

PRESIDENTE. Informo la Camera cheil presidente della Corte dei conti, i nadempimento al disposto dell'articolo 7della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha tra -smesso la determinazione e la relativa re-lazione sulla gestione finanziaria delle fe-

derazioni nazionali casse mutue di malat-tia per gli artigiani, per gli esercenti at-tività commerciali e per i coltivatori di-retti, per gli esercizi 1975, 1976 e 1977(doc. XV, n. 13/1975-1976-1977) .

Sarà stampato e distribuito .

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE . Si dia lettura dei sunt idelle petizioni pervenute alla Presidenza .

MARABINI, Segretario, legge :

Bergamo Arturo, da Padova, chied el'emanazione di un provvedimento legisla-tivo in materia di riscatto pensionistic oda parte degli insegnanti di educazioneartistica e di applicazione tecnica (40) ;

Giustini Sergio, da Filottrano (Anco-na) chiede la emanazione di norme pe rregolamentare il diritto di sciopero (41) ;

Testa Cosimo, da Milano, chiede l arevisione della Costituzione per la ridu-zione a cinque anni del mandato del Pre-sidente della Repubblica e per la ineleg-gibilità a giudice della Corte costituziona-le di chi abbia ricoperto la carica dimembro del Parlamento o di un consiglioregionale (42) ;

Testa Cosimo, da Milano, rappresen-ta alla Camera la comune necessità d irendere realmente operanti le norme sul -la detenzione delle armi (43) ;

Testa Cosimo, da Milano, chiede chevenga istituito un organo supremo di con-trollo del regime democratico (44) ;

Testa Cosimo, da Milano, chiede chevenga modificato l'articolo 68 della Co-

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stituzione, concernente l'immunità parla-mentare (45) ;

Testa Cosimo, da Milano, chiede chevengano emanate norme per l'insegnamen-to nelle scuole, fin dal secondo ciclo ele-mentare, della materia « cultura democra-tica » (46) ;

Testa Cosimo, da Milano, chiede ch evengano emanate norme per consentire a ilocatari, aventi un reddito inferiore ai se imilioni di lire annui, di acquisire la pro-prietà dell'alloggio, e per dare una diver-sa disciplina alla costruzione di case eco-nomiche e popolari (47);

Testa Cosimo, da Milano, chiede l aemanazione di norme di riforma del siste-ma carcerario in modo da adeguarlo all eesigenze umanitarie e di rieducazione de lcondannato previste dal terzo comma del -l'articolo 27 della Costituzione (48) ;

Bagnoli Vincenzo, da Bologna, chie-de l'emanazione di un provvedimento le-gislativo in tema di reversibilità delle pen-sioni dei dipendenti statali (49) .

Le petizioni testé lette saranno tra-smesse alle competenti Commissioni .

Svolgimento di interrogazioni .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno recalo svolgimento di interrogazioni. La pri-ma è quella degli onorevoli :

Vagli Maura, Margheri, Toni, Tesi, Ne-spolo Carla Federica, Da Prato, Torri e

Bonetti Mattinzoli Piera, al ministro de llavoro e della previdenza sociale, « per sa -pere —

premesso che nelle aziende della Me-talli Industriali (LMI) di Villa Carcina ,Fornaci di Barga, Campotizzorro, Serraval-le, Casarza, Alessandria, anche dopo la fir-ma del contratto nazionale di lavoro de imetalmeccanici, continua la lotta dei lavo-ratori per la vertenza di gruppo e che i l17 luglio scorso, esattamente all'indomanidell'accordo per il contratto nazionale, dal -

la direzione della LMI di Fornaci di Bar-ga sono pervenute ai lavoratori dei var iturni lettere di sospensione dal lavoro edalla retribuzione, che si sono aggiunte adanaloghe precedenti iniziative (155 licen-ziamenti a Villa Carcina, prolungati perio-di di sospensione e cassa integrazione aCampotizzorro con minaccia di chiusuradi reparti, progressivo disimpegno a For-naci di Barga nei reparti officina, trafile-

ria, pirotenax, tubi e con un aggravamen-to delle già gravi condizioni in fonderia) ,

chiaramente tese da un lato ad acuire ten-sioni e dall'altro a non confrontarsi su lserio sul ruolo del rame e del gruppo stes-so nella economia nazionale –

quali iniziative intenda assumere conla rapidità che la situazione richiede i n

ordine alla vertenza di gruppo, che investe

l'economia di intere province (Brescia, Luc-ca, Pistoia, Alessandria) e un settore strate-gico nella nostra economia nazionale qua lè senza dubbio quello del rame, avend opresente che un accordo era stato libera -mente sottoscritto nel luglio 1977 e rapi-damente violato da Orlando dopo poch i

mesi, pure in presenza di finanziament i

pubblici utilizzati e di esenzioni fiscali »

(3-00172) .

L'onorevole sottosegretario di Stat oper il lavoro e la previdenza sociale hafacoltà di rispondere .

PACINI, Sottosegretario di Stato pe r

il lavoro e la previdenza sociale. Si infor-

ma che a seguito delle trattative svoltes i

presso il Ministero del lavoro in data 23e 24 luglio corrente anno, l'azienda LM Iha revocato il licenziamento di 155 lavo-ratori . L'azienda, accogliendo altresì l'in-vito dal Ministero del lavoro, ha assicu-rato di non voler proseguire nelle azionigiudiziarie intentate contro i lavoratori .Nel corrente mese sono previsti ulterior iincontri tra le parti per una verifica in-formativa sulle singole unità produttive .

PRESIDENTE . L'onorevole Maura Va -gli ha facoltà di dichiarare se sia soddi-sfatta .

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VAGLI MAURA. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, onorevole rappresentant edel Governo, rispondo anche a nome de icolleghi cofirmatari di questa interroga-zione ,e, nel dichiarare la mia soddisfazio-ne o meno, devo distinguere le mie mo-tivazioni in due parti, rispettando l'impo-stazione com'era nell'interrogazione .

Per la parte che riguarda le competenz edel Ministero del lavoro, sulla quale h arisposto il sottosegretario Pacini, devo dir edi essere almeno parzialmente soddisfatta ,con la precisazione che la cassa integra-zione per lo stabilimento di Brescia dev eessere intesa come occasione di ripresa esviluppo e di non ritorno indietro perl'occupazione. La nostra interrogazion econsisteva però, appunto, di due parti, d icui la seconda si riferiva al ruolo de lrame nell'economia nazionale, ed al pian odi settore nazionale minerario metallurgicoall'interno del quale il rame deve avereuna sua collocazione ; in buona sostanz al'interrogazione stessa si rivolgeva anche esoprattutto al Ministero dell'industria .

Ora non mi pare di aver rilevato, nell arisposta del sottosegretario Pacini, deleg aalcuna da parte di quel Ministero a ri-spondere anche su questa parte dell'inter-rogazione, estremamente importante e ri-levante .

Comunque, andiamo con ordine. In re-lazione al primo problema della vertenza ,è vero quanto diceva il sottosegretario ch eessa è stata risolta grazie ad un accord ointervenuto in sede di Governo tra le or-ganizzazioni sindacali e l'azienda . È altres ìvero, però, che in una recente riunione alivello provinciale il capo del personal egenerale del gruppo LMI si è permesso ad -dirittura di esprimersi con estrema suffi-cienza, e non starò qui a ripetere, per ri-spetto dell'Assemblea, dei colleghi e dell aPresidenza, i termini che egli ha usato .In sostanza, quindi, le dichiarazioni d ibuona volontà, fatte dall'azienda in rela-zione alle denunce da essa fatte a lavo-ratori e sindacalisti nel corso della ver-tenza, non vengono rispettate .

Questo è un elemento di estrema gra-vità che nel prossimo incontro – se nonerro, dovrebbe avvenire il 25 del corrente

mese – fra Governo, azienda e organizza-zioni sindacali dovrà essere assolutamen-te tenuto presente, in modo che l'aziend a

stessa non possa sfuggire alle sue respon-sabilità .

In ordine al secondo punto, in riferi-mento al quale ci dichiariamo assoluta-mente insoddisfatti della risposta avutadal Governo, desidero precisare che noi

siamo su questo terreno in una situazionedi assoluto monopolio da parte del grup-po Orlando, soprattutto per quanto riguar-da la lavorazione del rame .

Come gruppo comunista salutammo, a

suo tempo, lo scioglimento dell'EGAM e d

il passaggio all'ENI di una serie di set-tori tra cui quello minerario metallurgico ,proprio in considerazione del fatto che ri-tenevamo ci dovesse essere una strategiapolitica nazionale in questo settore, e ,quindi, anche un comparto del rame all'in-terno del piano di settore minerario me-tallurgico, e direi – con molta forza – un apresenza del capitale pubblico che correg-gesse le distorsioni, gli errori ed i guastiche indubbiamente la presenza di un mo-nopolio in questo settore provoca nell'eco-nomia nazionale.

Su questo terreno esistono vicevers acarenze governative gravi e pesanti . Nonsi è risposto a questa parte della mia in-terrogazione e vorrei aggiungere suggeri-menti ed indicazioni più precisi in que-sto senso. Si tratta di intervenire a livel-lo d'estrazione di minerali e metalli nonferrosi, di recuperare le piccole miniere ;si tratta della lavorazione del materiale d iscarto, delle iniziative di produzione a li-vello della stessa presenza dell'ENI . Nonso se sia stata conclusa la trattativa tr ala VABCO trafili di Brescia e Milano e gl iOrlando; in tale azienda è presente an-che la GEPI: come mai, se a livello di di-chiarazioni generali si riconosce la neces-sità del piano di settore con un piano d icomparto del rame, e mentre vi è già l apresenza del capitale pubblico attraversola GEPI, si tratta con gli Orlando senz ariconoscere l'esigenza di sfruttare imme-diatamente quest'occasione per un ingres-so dell'ENI, del capitale pubblico che in-serisca nel mercato, subito, elementi di

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una più ampia strategia nazionale in que-

sto settore ?

Farò un'aggiunta che si collega al pia-no nazionale, nostra continua richiesta, e desigenza che scaturisce dalla situazion eobiettiva : mi riferisco all'accordo azienda -le a suo tempo sottoscritto e mai rispet-tato. Questo accordo già allora (ma co nforza i lavoratori e le organizzazioni sin-dacali lo precisano di nuovo ad ogni oc-casione) era collegato all'uso del mercat ocreditizio, ai finanziamenti nazionali e alleesenzioni fiscali di cui l'azienda usufrui-sce; tutto ciò era finalizzato ad una ristrut-turazione ben precisa e ad una ripresa de ilivelli occupazionali, con una difesa d iquelli già esistenti. Vi è poi la questionedelle commesse pubbliche, una compresen-za di soggetti in questo settore che nonpuò essere più tollerata a simili livelli : dauna parte gli Orlando che decidono, fan -no, stabiliscono sulla pelle di tutti i lavo-ratori e anche delle istituzioni (i sold isono della collettività !), e dall'altra quest apresenza, di scarso controllo e potere rea-le, assolutamente inaccettabile, delle isti-tuzioni .

È stata nuovamente prevista una esen-zione fiscale per questo gruppo ; vi èstata nell'accordo recente con la region eToscana una precisazione : queste esenzio-ni fiscali devono essere finalizzate al ri-spetto degli accordi ed alla ripresa dell aoccupazione. Chiedo che il Governo anch ein questo settore si impegni, nella prossi-ma riunione del 25 ottobre, affinché l eesenzioni fiscali siano veramente finalizza-te e si abbia un vero controllo in quest adirezione a livello regionale e governativo .

PRESIDENTE . Segue l'interrogazionedegli onorevoli Pinto, Boato, Pannella, Bo-nino Emma, Galli Maria Luisa, Cicciornes-sere, Faccio Adele, Sciascia, Melega, Agliet-ta Maria Adelaide, Mellini, Crivellini, Teo -dori, De Cataldo, Macciocchi Maria Anto-nietta e Tessari Alessandro, al ministr odel lavoro e della previdenza sociale ,« per sapere se è a conoscenza del fatt oche il giorno 31 luglio 1979 (come ripor-tato dai quotidiani Il Mattino e il Roma)

oltre 100 persone, in maggioranza donne ,hanno occupato l'ufficio di collocamentodi Salerno . Il motivo della protesta sareb-be dovuto alla mancata assunzione di la-voratori e lavoratrici stagionali nelle fab-briche di pomodori della zona, ed in par-ticolare nella fabbrica Florio, per i mes idi agosto e settembre .

Gli interroganti chiedono di sapere s e

il ministro è a conoscenza che questi epi-sodi si ripetono puntualmente ogni anno e

che uomini e donne sono costretti a lottar eper mesi per ottenere solo sessanta gior-ni di lavoro all'anno . Gli interroganti chie-dono inoltre di sapere se il ministro de llavoro intenda disporre una indagine pe rstabilire se esiste o meno occupazione pe rgli iscritti all'ufficio di collocamento d iSalerno, specialmente nel settore dell aconservazione dei pomodori, al fine di dar euna giusta risposta all'attesa di questi la-voratori, e per accertare se nell'ufficio d icollocamento di Salerno venga rispettatala legge o, invece, come è stato denuncia-to dai lavoratori, prevalgano pratiche clien-telari ed illecite » (3-00262) .

L'onorevole sottosegretario di Stat oper il lavoro e la previdenza sociale hafacoltà di rispondere .

PACINI, Sottosegretario di Stato per i llavoro e la previdenza sociale . Signor Pre-sidente, onorevoli deputati, l'industria d itrasformazione e conservazione dei prodot-ti ortofrutticoli è presente in Campanianelle province di Caserta, Napoli e Saler-no : in particolare, in quest'ultima operanoben 119 aziende con 25 mila dipendenti .Tali aziende si dedicano prevalentement ealla trasformazione dei pomodori, che de-termina momenti nell'arco dell'anno ne iquali si concentra la lavorazione (da agostoa settembre), seguìti da inerzia produttiv anel restante periodo . Ne consegue che, ne lperiodo interessato, verso tale settore con-verge tutta la forza-lavoro disponibile; intalune zone della provincia (come nell'a-gro nocerino-sarnese), esaurita la dispo-nibilità locale mediante l'impiego margi-nale anche di studenti, la forza-lavoro vie-ne addirittura attinta in comuni viciniori .

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Vi è da aggiungere che, prima dell'ini-zio delle lavorazioni, gli uffici provincial iprovvedono a richiedere alle aziende i pia-

ni di impiego della manodopera ed a com-pilare apposite liste di prenotazione pe rprogrammare l'impiego del maggior nu-mero di lavoratori . Nella città di Salernola lavorazione stagionale dei pomodori èlocalizzata in un'unica fabbrica conservie-ra, la ditta Florio, che assorbe ogni annocirca 250 unità .

Gli aspiranti al collocamento nel setto -re sono circa un migliaio. È da porre inrilievo, infatti, che negli ultimi tempi s iè avuto un ricorso più massiccio alle list edei disoccupati per l'avviamento in attivit àstagionali, specie di giovani, student ie non .

Nel luglio scorso la ditta Florio ha fat-to pervenire una richiesta di 220 unità ,che l'ufficio di collocamento evadeva se-condo l'ordine di graduatoria degli iscritti .

Detta graduatoria è stata regolarment ecompilata dalla commissione comunale d icollocamento e successivamente pubblica-ta; ciò porta ad escludere, quindi, qual-siasi illecito favoritismo .

PRESIDENTE. L'onorevole Roccella ,cofirmatario dell'interrogazione Pinto, h afacoltà di dichiarare se sia soddisfatto .

ROCCELLA. Signor rappresentante de lGoverno, mi permetto di dissentire, datala mia esperienza professionale ; quandoero giornalista, prima di essere parlamen-tare, mi è capitato di fare una serie d iservizi sull'Italia meridionale per il miogiornale Il Giorno e più 'di una volta m isono occupato delle condizioni di lavoro ,del mercato del lavoro, dei meccanismi d icollocamento e sono giunto a conclusioniche mi trovano assolutamente dissenzient eda quanto lei ha detto .

Del resto la ricordata situazione idil-liaca, in relazione al funzionamento degl iuffici di collocamento, è in assoluta con-traddizione con tutto quello che sta succe-dendo a Napoli dove, come lei sa, il la-voro nero e la camorra delle assunzioni ,che ne è conseguenza e motore insieme,dilagano. Lei sa meglio di me, signor rap -

presentante del Governo, che a Napoli ,ogni anno, vengono prodotti 40 milioni d ipaia di guanti, mentre non esiste un'azien-da che produca guanti . Questa è Napoli .

La cosa assurda, grottesca e parados-sale sta nel fatto che le condizioni in cu isi sviluppa il lavoro nero a Napoli sonodiventate un elemento 'di equilibrio del -l'economia e della vita sociale della città ;un elemento di equilibrio tollerato, perch ési sono create condizioni di obbligatoriet àdirettamente conseguenti alla anarchia i ncui vive Napoli ; direttamente conseguent ialle situazioni assurde che a Napoli' si so-no create per un'opera di malgoverno chedata da tempo immemorabile; da quandocioè - è presente il ministro 'delle finan-ze e pertanto, se sbaglio, mi corregga -si è operata quella famosa scelta sullapolitica della ricostruzione in Italia, concompagni comunisti perfettamente consen-zienti. Ricordo che Togliatti si alzò inquest'aula per dire che la programmazio-ne era un mito e se i comunisti fosserostati al Governo avrebbero affidato all'in-trapresa privata la politica della ricostru-zione.

Questi fatti di malgoverno risalgono aquei tempi; l'abbandono .di Napoli datada allora e queste sono conseguenze chenaturalmente hanno fatto seguito a undeterioramento sempre crescente, conno-tando di sé tutta la situazione di Napoli .È evidente che l'obbligatorietà della situa-zione, il bisogno di trovare lavoro e laclandestinità della ricerca, costituiscono u nhabitat ideale per tutte le camorre, perogni 'influenza politica, per il sistema dell eclientele alle quali non si è saputo opotuto sottrarre neppure il movimento de idisoccupati, che è stato riassorbito o mi-naccia di esserlo da questo sistema . Taleregime a Napoli è permanente e ha tro-vato la tutela più piena nel costume, ne lmodo 'di vivere, di pensare, nel compor-tamento e persino nello spagnolismo dell aclasse politica napoletana.

Ora, in un ambiente e in una dimen-sione di questo genere, non è possibil etrovare un ufficio di collocamento irre-prensibile che segua tutte le regole ; bastaandare a Napoli e conoscere i dati costi-

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tutivi della situazione napoletana, per es-sere messi nella condizione idi non creder -vi nel modo più assoluto. Non vuoi direnulla per la verità che i fidati formali, disuperficie, siano corretti, data la situazio-ne di Napoli . Ricorderò ancora cosa èNapoli e come i dati formali contraddi-cano i dati sostanziali della vita dellacittà ; si ricorda, tanti e tanti amni fa ,quel famoso scandalo del sanatorio Prin-cipe di Piemonte : allora si mosse tuttala democrazia cristiana perché fu trasferitoun oscuro direttore sanitario di quell'ospe-dale. Quello che si scoprì veramente erauna cloaca ; come lo si scoprì ? Erano sta-te disposte dal presidente dell'INPS di al-lora, se non vado errato, qualcosa com e14-15 ispezioni, tutte negative . Tutte in-fatti avevano registrato la correttezza for-male della gestione dell'ospedale ; soltantoquando fu sospeso, dopo anni e anni, i ldirettore sanitario e si ruppe, si frantum òquella rete di solidarietà, di omertà, d icomplicità e di connivenza che copriv atutto, allora si scoprì una cloaca. Natu-ralmente lo scandalo, come altri scandal iin questo paese, non ebbe seguito . Maquesta è Napoli ; questa è la logica di Na -poli. Lei non può qui davvero sostenerela coerenza tra l'immagine che ha dat odell'ufficio di collocamento, ripeto, irre-prensibile e l'andamento reale della situa-zione a Napoli, come si svolge nella vita d itutti i giorni . Qui ci sono dei napoletanie possono testimoniare davvero, se testi-moniano con onestà e con lealtà . Non èaccettabile la sua versione, non è accetta -bile obiettivamente ; non che io non l'ac-cetti. La conclusione dell'interrogazione m ipare assolutamente attendibile, quest asì, corretta . Fate una indagine, vedetecome si svolge la vita, l'attività dellecommissioni di collocamento . Non so nean-che se siano state aggiornate : mi risulta,per esempio, che in tutto il meridion ele commissioni di collocamento sono sca-dute da anni e anni e non si riesce arinnovarle (non so nella fattispecie il casodi Napoli, ma in tutto il meridione è co-sì), perché sono tutelate, e connesse co nquesto sistema di connivenze, idi complici-tà, di tutela e di protezione politica, con

questa maglia vischiosa che le protegge egarantisce l'immunità . Sono cioè centri dipotere camorristico, tutto sommato, e daquesta loro natura derivano il beneficioe il privilegio dell'immunità . Quindi, di-chiarandomi assolutamente insoddisfatt odella sua risposta, insisto nell'inco-raggiarla, signor rappresentante del Gover-no, a fare una indagine. A Napoli le in-dagini e le inchieste non sono mai d itroppo .

PRESIDENTE. Seguono ora le interro-gazioni degli onorevoli :

Pinto, Aglietta Maria Adelaide, Ajel-lo, Boato, Bonino Emma, Cicciomessere ,

Crivellini, De Cataldo, Faccio Adele, Galli

Maria Luisa, Macciocchi Maria Antonietta ,Melega, Mellini, Pannella, Roccella, Scia -scia, Teodori e Tessari Alessandro, ai mi-nistri dell'interno, di grazia e giustizia edel lavoro e previdenza sociale, « per sa -pere :

se sono a conoscenza dell'ennesimoincidente sul lavoro avvenuto ad Acerr a(Napoli), nel quale un ragazzo di 13 anni ,Antonio Attanasio, ha perso la vita e unaltro, Gaetano Russo di 18 anni, ha ripor-tato gravi lesioni ;

se è vero che i due ragazzi erano isoli a lavorare alla costruzione di una ca-sa - per altro abusiva - e al momento del -

l'incidente stavano trasportando matton ida costruzione su un muro perimetrale ,all'altezza di sette metri, servendosi di un

montacarichi funzionante con motore a

scoppio ;

se è vero che l'incidente è stato cau-sato dal cattivo funzionamento del monta-carichi, determinato molto probabilment e

dal sovraccarico ;

se è vero che e oltre ai fatti succi-tati, già comunque di gravità tale da giu-stificare l'intervento della magistratura -le norme di sicurezza non solo non eranorispettate, ma la lavorazione avveniva in

condizioni tali da favorire e determinareinevitabilmente condizioni di pericolosità

e di rischio .

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Si chiede quindi ai ministri :

che cosa intendano fare per accerta -re le responsabilità di questo ennesim oomicidio bianco, ovvero :

qual era l'impresa cui era affidatala direzione dei lavori, chi ne è il titolare ,quanti operai o dipendenti risultano, co nquale tipo di rapporto di lavoro, qual etipo di rapporto intercorreva tra Antoni oAttanasio, Giordano Russo e l'impresa co-struttrice, quale salario percepivano i sud -detti, se risultano nella medesima aziend aaltre situazioni analoghe, e quali tipi d icontratti di lavoro sono vigenti .

Si chiede inoltre quali informazionisono in grado di fornire i ministri inte-ressati riguardo al problema del lavorominorile a Napoli, del lavoro nero e pre-cario, della prevenzione degli infortuni ne iluoghi di lavoro e quante ispezioni ,in quali luoghi di lavoro e con quali ri-sultati, sono state svolte dall'ufficio de llavoro a Napoli e nella provincia .

Si chiede infine che cosa intendano far ei ministri, quali provvedimenti adottare ,quali impegni concreti assumersi per af-frontare e possibilmente risolvere quest ograve problema, che d'altronde ha assuntoin questi anni carattere nazionale, e assu-me in particolare a Napoli e nel meri-dione aspetti particolarmente drammatic i(per le dimensioni del fenomeno e perl'alto numero di persone coinvolte) taleda essere purtroppo se non il più urgen-te, senz'altro uno dei più preoccupanti edolorosi » (3-00284) ;

Bellocchio e Sandomenico, al mini-stro del lavoro e della previdenza sociale ,« per sapere se sia a conoscenza sia dellamorte del tredicenne Antonio Attanasio ,avvenuta qualche giorno fa ad Acerra, ch edi quella del cinquantunenne Angelo Cer-bone, avvenuta ieri l'altro ad Afragola ;

per conoscere la dinamica dei fatti ele responsabilità di questi " omicidi bian-chi " ;

quali misure s'intendano adottare pe ril rispetto delle leggi sul lavoro minoril ee più in generale per garantire la sicu-rezza della vita anche nel caso di " lavoro

nero ", atteso che il dramma della disoc-cupazione in Campania e nel Mezzogiornospinge ad accettare qualsiasi lavoro eda qualsiasi condizione » (3-00299) .

Queste interrogazioni, che vertono sul -lo stesso argomento, saranno svolte con-giuntamente .

L'onorevole sottosegretario di Stato peril lavoro e la previdenza sociale ha facol-tà di rispondere .

PACINI, Sottosegretario di Stato per illavoro e la previdenza sociale . L'infortu-nio sul lavoro avvenuto ad Acerra il 7agosto scorso, nel quale è rimasto vitti -ma il minore Antonio Attanasio di ann i13 ed ha riportato lesioni il manovale edi-le Gaetano Russo di anni 18, è stato og-getto di immediata ispezione da parte de lcompetente ispettorato del lavoro .

Dai rilevamenti effettuati è risultato ch erealmente 1'Attanasio lavorava soltanto d adue giorni alle dipendenze dell'imprendi-tore edile Domenico Valio, mentre il Rus-so vi lavorava da circa un mese. I due ,il giorno dell'infortunio, si trovavano d asoli intenti a lavorare nel cantiere edil edi Acerra, in località Muro di Piombo ,per la costruzione di una mansarda d iun edificio ancora da completare .

È risultato, inoltre, che l'Attanasio nonaveva ancora percepito alcuna retribuzio-ne, né l'ammontare della stessa era statoconcordato, mentre il Russo, che era statoassunto alla metà di luglio, percepiva unapaga di lire 10 .000 giornaliere. L'imprendi-tore aveva provveduto unicamente a sti-pulare una polizza presso l'INAIL, senz aperò munirsi di libri paga e matricola esenza aprire alcuna posizione assicurativ apresso l'INPS e l'INAM .

Sulla dinamica dell'evento e sulle nor-me di prevenzione infortuni, ritenute vio-late, è stato immediatamente inoltrato, a daccertamenti ultimati, un rapporto all'au-torità giudiziaria . In data 9 agosto la pro-cura della Repubblica di Napoli ha emes-so ordine di cattura nei confronti del ti-tolare dell'impresa per il delitto di omici-dio colposo ; il provvedimento è stato ese-guito .

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A carico del Valio si è inoltre proce-duto con contravvenzioni per avere adi-bito al lavoro un minore di anni 15, pe rnon avere istituito i libri paga e matri-cola e per non avere versato all'INPS eall'INAM i prescritti contributi .

Sul fenomeno in generale, il Ministe-ro del lavoro, compatibilmente con le no -te carenze degli organici dell'ispettorat odel lavoro, dispone periodicamente una se-rie di ispezioni nei settori dove maggior-mente si riscontra l'occupazione di mi-nori, al fine di indurre i datori di lavoro ,anche con provvedimenti rigorosi, ad evi-tare il ricorso a prestazioni lavorative de ifanciulli .

Anche nell'ambito della normale atti-vità di vigilanza, il fenomeno viene co-stantemente seguìto; infatti, le direttiv eimpartite sono state sempre orientate adispezionare, non solo su denuncia ma an-che su iniziativa degli uffici, le aziend edove è stata accertata la presenza al la-voro dei minori. In particolare, nel Napo-letano, dove l'occupazione dei fanciulli èmaggiormente diffusa nei settori dei pub-blici esercizi, negozi ortofrutticoli e offi-cine meccaniche varie, sono stati pres icontatti con il locale comando dell'Armadei carabinieri affinché sia disposto cheanche da parte delle singole stazioni del-l'Arma siano accertate contravvenzioni a ldivieto di occupazione dei minori . Altricontatti sono stati presi con il locale prov-veditorato agli studi perché segnali al -l'ispettore le mancate frequenze degli sco-lari dovute ad attività lavorativa dei me-desimi .

PRESIDENTE . L'onorevole Roccella hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto pe rl'interrogazione Pinto n . 3-00284, di cui ècofirmatario .

ROCCELLA. L'intervento della magi-stratura è certo lodevole, ma era comun-que doveroso. Ne prendo atto . Mi per-metto, però, di dubitare seriamente dellacontinuità di questa attività di vigilanz ache lei, in quest'aula, ha assicurato cheviene effettuata. Gli episodi si ripetono.

Torno a dire quello che ho affermat o

poc'anzi: qualunque attività di vigilanz adeve vincere una ostilità dell'ambiente ,resa ormai fisiologica. Per cui, in tutt asincerità, di tale attività di vigilanza v iè da dubitare a priori, pregiudizialmente .Lei, onorevole sottosegretario, afferma cheil fenomeno è costantemente seguìto . Dire iche, altrettanto costantemente, è inutilmen-te seguìto poiché il fenomeno è lì, no ntende in alcun modo a decrescere . Gli uf-fici del lavoro o sono impotenti o sonoincapaci . In ambedue i casi, la conclusio-ne è drammatica e richiede un interventoserio del Governo, un intervento di fondo .

Napoli, onorevole sottosegretario, comeho detto poco fa, è quella che tutti co-nosciamo. Vede, il lavoro nero è diventatouna dimensione di vita. In quest'area tut-to si amalgama, tutto finisce con l'assu-mere le caratteristiche ed i connotati de llavoro nero. E una spinta che connotatutto il mercato del lavoro napoletano; èuna spinta irresistibile e contro la stess abisogna combattere .

Ricordo – ed è un ricordo professiona-le – che il contrabbando, a Napoli, è con-cepito in modo che gli stessi contrabban-dieri hanno dato vita al collettivo dell acategoria, cioè ad una sorta di sindacato .Lei sa, onorevole sottosegretario, megli odi me che costoro hanno semplificat oil problema a tal punto da richiedere un alicenza di contrabbando . .. Perché ? Perchéè diventato uno stato di necessità . La fi-nanza lascia correre e non può non farlo ,altrimenti Napoli muore . Il contrabbando ,il lavoro nero, questa particolare dimen-sione che si è creata a Napoli è una ri-sposta disperata per la sopravvivenza .Così Napoli è ridotta, e non da ora . Pen-sare davvero che l'intervento, così episo-dico, degli uffici del lavoro possa contra-stare una situazione del genere di quellache ho descritto e la logica che la portaavanti, mi pare assolutamente paradossa-le e fuori della realtà. Non è possibil efarcela, anche perché gli stessi uffici de llavoro – e può giurarci su questo, onore-vole sottosegretario – sono preventivamen-te incapsulati, catturati da tale logica, cheè diventata un processo di civilizzazione

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paradossale. Tutte le attività ne vengonoriassorbite e connotate . Non credo che lamobilitazione dell'ufficio del lavoro poss agiungere a risultati generalizzati e poss adeterminare una correzione seria di rott ae di qualità, nella situazione di Napoli edel mercato del lavoro .

Vedremo questi episodi ripetersi, e na-turalmente ci rimarrà il conforto del ri-gore della magistratura - si danno degliesempi e qualcuno paga -, ma il proble-ma rimane insoluto al di là dei suoi ter-mini generali di continuità e di obbliga-torietà. Il discorso diventerebbe molto piùvasto, ma io mi limiterò soltanto ad unadenunzia : la situazione del meridione con-tinua ad essere, in una logica disperata ,tragica. Mai, come oggi, il problema me-ridionale si ripropone in una vicenda d icoerenze - dalla politica della ricostruzio-ne a quella della programmazione, passan-do per la liberalizzazione degli scambi pro-posta da La Malfa - paurose che hannocreato il « caso » a Napoli e in tutto i lmeridione. Questo Parlamento non se nedà per inteso, tanto è vero che continuia-mo ad agire in una situazione di lacera-zione profonda e di deterioramento dellecose. Meno male che Napoli si arrangia ;ma è qui l'assurdo ed il paradossale : loarrangiarsi - il lavoro nero, il contrab-bando, le morti bianche - diventa u nelemento fisiologico conseguente ad unatto di difesa per la sopravvivenza. Que-sto è inammissibile ed inaccettabile . Si èdeterminata una strana reazione della po-polazione napoletana, la quale deve so-pravvivere, ed in questo impegno di so-pravvivenza utilizza le profonde doti e l eattitudini che ha e rafforzando, al temp ostesso, quel fenomeno che si vuole risol-vere. Inevitabilmente, questo è un circolochiuso, vizioso .

Non ci stancheremo mai di ripeter equeste cose anche se, probabilmente, no nconcluderemo nulla ; avremo, però, la co-scienza tranquilla. Il « caso Napoli » si ri-propone sempre attraverso questi episod iricordandoci non soltanto la disperazion edel caso umano che è accaduto, ma la tra-gedia della questione meridionale com econtraddizione tra le scelte politiche ed

economiche di fondo, ripeto, della poli-tica della ricostruzione, passando attra-verso la liberalizzazione, per finire all aprogrammazione . Un giorno o l'altro do-vremo affrontare, a fondo, questo discor-so, per capire quali siano i punti di ri-ferimento, le spinte che hanno operato ele responsabilità che hanno comportato .Dietro questi morti vi è una responsabi-lità enorme, vi è la responsabilità dell aclasse dirigente italiana accumulata, lenta -mente ed inesorabilmente, in tutta la suavicenda di governo e di malgoverno diquesto paese. Purtroppo, non vi è giudiceche possa perseguire questa responsabilit àin un processo per delitto colposo .

PRESIDENTE . L'onorevole Bellocchi oha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto .

BELLOCCHIO. Non credo che, dinanz ialla morte di lavoratori, ci si possa di-chiarare soddisfatti o meno . Devo subitodire che, anche se il Governo non ha rispo-sto alla seconda parte della mia interro-gazione, quella relativa al decesso del la-voratore Angelo Cerbone, in tutti e du ei casi che ho rilevato ci troviamo di fron-te ad omicidi bianchi . Per quanto riguar-da la morte di minori, siamo in presenza ,soprattutto nel Mezzogiorno, di un fattoabbastanza generalizzato, e cioè il lavoronero che trova la sua utilizzazione nell'in-dustria e nell'agricoltura . Intendo denun-ciare questo fenomeno, che occorre colpi -re all'origine se si vogliono evitare inciden-ti sul lavoro .

Onorevole sottosegretario, il lavoro ne-ro è solamente indice di precarietà nelMezzogiorno; è anche paura e continu atensione di perdere quel posto, da unmomento all'altro, chissà come ottenuto .E come sempre, quando questi fatti acca -dono, siamo in presenza di ragazzi chevanno prima a scuola e poi al cantier ea lavorare. Nel caso del tredicenne Atta-nasio, ci troviamo di fronte ad una fami-glia molto numerosa : cinque figli ed unpadre impegnato saltuariamente com ebracciante. Come non accettare, allora ,quel lavoro che gli era stato offerto i nquel cantiere ? Guarda caso, il posto era

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stato trovato solamente due giorni primadallo zio, senza neanche contrattare l amercede .

Questo ragazzo di 13 anni non sapev aneanche che cosa fosse un montacarich ieppure lo ha dovuto far funzionare co nun amico, Gaetano Russo, 18 anni, fors epoco più esperto di lui . Quando il moto-re si è inceppato hanno ripetutamentetentato di rimetterlo in moto, ma hannoperso l'equilibrio .

Fatalità, onorevole rappresentante delGoverno ? Non credo, dato che l'impren-ditore Domenico Valio, cui lei ha fatt ocenno, è uno dei più conosciuti della zo-na, per il fatto che pochi mesi fa avevaricevuto una visita dell'ispettorato del la-voro, durante la quale si scoprì che gl ioperai non erano assicurati. Allora ebbeuna multa, come l'avrà in questo caso ,ma tutto finì lì. Non ci sono stati cioèaltri controlli, altri sopralluoghi .

Anche questa è una fatalità, onorevolerappresentante del Governo ? Quanti can-tieri edili si sono trasformati, nel corsodi questi anni, in cantieri della morte ?

Certo, è difficile poter entrare in que-sta realtà, ma occorre almeno rifletteresu un dato. In dieci anni sono stati li-cenziati nella provincia di Napoli più d i40 mila edili, eppure gli infortuni sul la-voro sono progressivamente aumentati, i lche significa che, in ogni caso, la mano-valanza è costituita essenzialmente d aoperai fuorilegge, da minorenni, oppur eda operai che accettano di lavorare i ncantieri abusivi, come il cinquantenne An-gelo Cerbone .

Quanti sono gli infortuni mortali ? L aprecarietà del lavoro, come è stato dett omolto spesso, spinge all'omertà, alla difes aincondizionata dei titolari dell'impresa ;ebbene, nei primi sei mesi del 1978 (se-

condo i dati fornitici dall'Istituto nazio-nale per gli infortuni sul lavoro), nell'in-dustria e nell'artigianato si sono registra -ti più di mezzo milione di infortuni su llavoro, la maggior parte dei quali (circ a95 mila casi) proprio nel settore delle co-struzioni .

La Campania, in rapporto ai livell ioccupazionali, ha una delle percentuali

più alte per quanto riguarda questa casi-stica; nella sola provincia di Napoli lamedia annua è di oltre 40 mila casi .

In queste cifre (e più ancora in quell enon denunciate) vi è tutto il quadro d iun apparato produttivo debole, traballan-te, inadeguato, ennesima spia del drammadella disoccupazione, che sempre piùspesso spinge ad accettare ogni genere d ilavoro a qualsiasi condizione, anche l a

più pericolosa .Ecco perché, a conclusione di quest a

mia brevissima replica, intendo dire ch ebisogna fare uno sforzo soprattutto pe rportare alla luce anche quella che vien edefinita « economia sommersa », garan-tendo prospettive ed aiuti per evitare ch e

accadano altre sciagure .

PRESIDENTE. Passiamo alla interro-gazione degli onorevoli :

Casalino, Reichlin, Angelini, Conchigli aCalasso Cristina e Graduata, ai ministridel lavoro e previdenza sociale, della sa-nità e dell'industria, commercio e artigia-nato, « per sapere se sono a conoscenzadel fenomeno sempre più allarmante, i ncorso alla Italsider di Taranto, dove nel -l'area ghisa vi sono stati quattro mortiin sedici mesi, affetti da cancro, come ri-portato ampiamente dalla stampa pugliese .

Considerato che:

in questi anni i lavoratori mort ipresso il centro siderurgico tarantino s icontano in alcune centinaia a causa diinfortuni sul lavoro o per malattie pro-

fessilonali, il che spinge gli operai a pen-sare che, se per ogni loro compagno di

lavoro morto si mettesse una croce all'in-gresso dello stabilimento siderurgico, l ostesso si potrebbe scambiare per il vial edi un cimitero;

è inaudito pensare che un grande

complesso industriale moderno, per pote rprodurre ghisa, acciaio e tubi di acciaio ,abbia bisogno del sacrificio di centinai adi vittime ;

se non ritengano di promuovere un aindagine conoscitiva per accertare le cau-se che hanno provocato in questi anni e

provocano ancora tanti decessi di operai

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per cause derivanti da infortuni sul lavo-ro o da malattie professionali (gli ultim iquattro fra i dipendenti dell'ICROT) equindi suggerire le misure necessarie perrendere il lavoro meno rischioso ed evi-tare che le maestranze siano continuamen-te esposte a rischi che minano la salute ea volte comportano la perdita della vita »(3-00290) .

L'onorevole sottosegretario di Stato pe ril lavoro e la previdenza sociale ha facol-tà di rispondere .

PACINI, Sottosegretario di Stato pe ril lavoro e la previdenza sociale. La do-lorosa e deprecata fenomenologia infor-tunistica presso lo stabilimento Italsiderdi Taranto è stata attentamente seguìtadal Ministero del lavoro, anche per il tra -mite dei propri organi periferici .

A fronte delle ultime inquietanti vi-cende, si è ritenuto di adottare un dupli-ce ordine di interventi .

Il primo, a carattere immediato, diret-to ad accertare - attraverso una commis-sione di tecnici, costituita da medici, chi -mici ed ingegneri - le condizioni di ri-schio recentemente rilevate, sia per le tec-nopatie che per le malattie tumorali, cu ifanno cenno gli onorevoli interroganti .Proprio in questi giorni tale organismo h ainiziato la propria attività.

Il secondo degli interventi, diretto arivedere l'intera problematica di sicurezz anegli impianti siderurgici, si è concretatonella costituzione di otto gruppi di lavo-

ro, formati dal personale dell'ispettoratodel lavoro, dalle rappresentanze dei lavo-ratori e dai datori di lavoro, nonché daqualificati tecnici del Consiglio nazional edelle ricerche, dell'ENPI e dell'ANCC. Tal igruppi entro un breve periodo di tempo ,che non dovrebbe comunque superare i tremesi, dovranno predisporre una normati-va tecnica specifica, diretta a disciplinare,ai fini della prevenzione degli infortuni edelle malattie professionali, tutte le lavo -razioni del settore siderurgico, nella piùampia prospettiva del riordinamento de lsistema di prevenzione, così come postu-lato dalla legge n. 833 sul servizio sani-tario nazionale .

La presente risposta è data anche pe rconto dei ministri della sanità e dell'in-dustria.

PRESIDENTE . L'onorevole Casalino h afacoltà di dichiarare se sia soddisfatto .

CASALINO . La mia interrogazione con-cerne sì gli incidenti mortali nel comples-so siderurgico di Taranto, ma purtroppoTaranto non è una eccezione. Apprendia-mo oggi dal quotidiano del partito comu-nista italiano, l'Unità, che a Torino sonomorti due operai nello stabilimento FIAT .Sì, ieri a Torino, in fabbrica, sono mort idue lavoratori : Efisio Porcu, 29 anni, spo-sato, due figli, originario di Oristano, eEmanuele Taverna, 58 anni, torinese.

Sempre su l'Unità di oggi, apprendia-mo che due operai del quarto centro si-derurgico dell'Italsider di Taranto sonostati ricoverati con prognosi riservata nel -l'ospedale civile della Santissima Annun-ziata per sospetta intossicazione da ossid odi carbonio .

Si tratta di Francesco Caramia di 2 4anni e di Stefano Di Salino di 29 anni ,tutti e due, quindi, giovani; e poi si af-ferma che i giovani non vorrebbero la-vorare.

Un rappresentante della FLM ha affer-mato in questi giorni che, se vi è da par -te dei lavoratori una colpa grave, è pro-prio quella di aver scioperato poco per l asicurezza degli impianti dello stabilimen-to siderurgico di Taranto, divenuti ormai ,in modo esemplare, autentici strumentidi morte. I lavoratori di questo stabili-mento si domandano se davvero è indi-spensabile ammalarsi o morire per con-tinuare a produrre, oppure se si posson ocreare, grazie allo sviluppo delle modern etecnologie, ambienti di lavoro più umani ,più sicuri e meno stressanti .

Sappiamo che il rischio ci sarà sem-pre, perché dipende dall'imponderabile ,ma se le infezioni e gli infortuni mortal ifossero rari, potrebbero essere tollerati ;invece, vi è un crescendo allarmante, acausa dei tempi, dei ritmi e dell'ambien-te di lavoro, che generano spossament oper troppa fatica e alienazione, come av-viene nel centro siderurgico tarantino .

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Proprio nella città ionica, nel cors odegli anni si contano a centinaia i mort iper incidenti sul lavoro, per malattie pro-fessionali e per inquinamento . In questosettore gli ammalati a causa delle preca-rie condizioni dell'ambiente di lavoro s icontano a migliaia .

Ecco perché chiediamo una verifica .Prendiamo atto di quanto affermato dal -l'onorevole sottosegretario, e mi auguroche l'indagine conoscitiva possa dare ifrutti che tutti speriamo . Per questo m idichiaro parzialmente soddisfatto .

PRESIDENTE. È così esaurito lo svol-gimento delle interrogazioni all'ordine de lgiorno .

Trasmissione

dal ministro del tesoro .

PRESIDENTE. Comunico che il mini-stro del tesoro, con lettera in data 6 ot-tobre 1979, ha presentato, ai sensi dell oarticolo 28, primo comma, della legge 24maggio 1977, n . 227, il piano previsionaledegli impegni assicurativi della sezionespeciale per l'assicurazione del credito al -l'esportazione (SACE) e dei fabbisogni fi-nanziari del Mediocredito centrale per i l1980 (doc. LII, n. 1-ter) .

Questo documento sarà stampato e di-stribuito .

Seguito della discussione del disegno d i

legge: Conversione in legge, con modi-

ficazioni, del decreto-legge 14 settembre

1979, n. 439, concernente conferimento

di fondi al Banco di Napoli, al Banco

di Sicilia, al Banco di Sardegna ed al

Credito industriale sardo e collocamen-

to di obbligazioni emesse dagli istitut i

di credito industriale (574) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recail seguito della discussione del disegno dilegge: Conversione in legge, con modifica-zioni, del decreto-legge 14 settembre 1979 ,n. 439, concernente conferimento di fondi

al Banco di Napoli, al Banco di Sicilia, a l

Banco di Sardegna ed al Credito industrial esardo e collocamento di obbligazioni emes-se dagli istituti di credito industriale .

Dichiaro aperta la discussione sulle li-nee generali, avvertendo che i gruppi par-lamentari del Movimento sociale italiano-destra nazionale, del partito radicale, dell ademocrazia cristiana e del partito comuni -sta italiano ne hanno chiesto l'ampliamen-to senza limitazione nelle iscrizioni a par -lare, ai sensi del terzo comma dell'artico -lo 83 del regolamento, e la deroga ai li-miti di tempo per gli interventi degl iiscritti ai gruppi stessi, ai sensi del sest ocomma dell'articolo 39 del regolamento .

Come la Camera ricorda, la Commissio-ne è stata autorizzata in altra seduta a ri-ferire oralmente. Il relatore, onorevol eMannino, ha facoltà di svolgere la sua re-lazione .

MANNINO, Relatore . Signor Presiden-te, onorevoli colleghi, il disegno di legg en. 574 al nostro esame riguarda la con-versione in legge del decreto-legge 14 set-tembre 1979, n. 439, che concerne il con-ferimento di fondi al Banco di Napoli, a lBanco di Sicilia, al Banco di Sardegna e dal Credito industriale sardo e il colloca -mento di obbligazioni emesse dagli istitut idi credito industriale. In verità, il testo d iquesto decreto-legge era già stato propostocon altro decreto-legge in data 26 maggi o1979, n. 162, ma l'interruzione anticipat adella legislatura ne aveva impedito l'esam ee l'approvazione da parte delle Camere . Inepoca successiva allo svolgimento delle ele-zioni politiche il Governo aveva rinnovatoil decreto-legge, che era stato esaminat odal Senato ed approvato il 25 luglio 1979 .La Camera dei deputati non aveva potut oin tempo utile, e cioè entro il termine co-stituzionale, procedere alla conversione inlegge del decreto-legge ; di qui l'esigenzadella riproposizione nel medesimo testo de ldecreto-legge, che è oggetto del disegno d ilegge di conversione n. 574 .

L'iter segmentato in tante vicende par-lamentari ha consentito, al Senato prima ,alla Camera poi e soprattutto alla Commis-sione finanze e tesoro, un dibattito appro-

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fondito su tutti i termini e gli aspetti di

questo decreto-legge, che si propone tre

obiettivi fondamentali : la ricapitalizzazio-ne dei cosiddetti banchi meridionali ; ladefinizione di un quadro di incentivi, cioèdi un sistema di garanzie da parte delloStato per il collocamento di obbligazioni ,fino all'importo di 300 miliardi, emesse da-gli istituti di credito industriale ; l'assun-zione diretta da parte del Governo del re-gime autorizzativo previsto dalla legge 5dicembre 1978, n . 787 .

Quanto al primo obiettivo, cioè la rica-pitalizzazione degli organismi creditizi, ecioè dei cosiddetti banchi meridionali, l aesigenza che lo ha determinato prescindeinvero dai motivi che in tempi e moment isuccessivi hanno conferito alla portat adi questo decreto-legge, e alla discussioneche su di esso si viene svolgendo, una di-mensione del tutto diversa. Si poneva ini-zialmente l'esigenza di ricapitalizzare in ra-gione della riorganizzazione complessivadella loro attività i banchi meridionali ,che a volte sono stati anche al centro d idiscussioni critiche, se non di polemiche ,per alcuni aspetti della loro gestione. Ma ,al di là di questo aspetto, si poneva e s ipone ancora oggi l'esigenza reale di ade-guare la consistenza patrimoniale, soprat-tutto del Banco di Sicilia e del Banco d iNapoli, al complesso delle attività che que-sti due istituti di diritto pubblico svolgo -no, e in condizioni difficili, prevalente -mente nelle regioni meridionali .

Qui bisognerebbe – e il relatore no npuò fare a meno di sottolinearlo – ricono-scere che l'esigenza di adeguare nel siste-ma bancario italiano il livello della consi-stenza patrimoniale di tutti gli organism ibancari, e quindi non soltanto di quelladegli istituti di diritto pubblico ma so-prattutto delle banche private che hannola loro base in società per azioni, è un'esi-genza largamente avvertita, che consenti-rebbe alla vigilanza bancaria (esercitat adalla Banca d'Italia) un'attività anche piùefficace . Se il quadro complessivo fornit oda ciascun organismo bancario contemplas-se un rapporto più consistente tra mezz ipropri e mezzi amministrati, e quindi tr apatrimonio e complesso delle attività eser-

citate da ogni banca, questo intervento d icontrollo e di vigilanza da parte della Ban-ca d'Italia potrebbe esaurirsi nei limit iprevisti dalla legge bancaria, cioè nei li -miti del controllo della legittimità di cia-scuna operazione; e cioè senza creare scon-finamenti nel merito delle singole opera-zioni, che non determinano certamente unrapporto corretta tra la vigilanza bancari aed il sistema bancario .

Vorrei incidentalmente ricordare cheesiste una fascia amplissima di organism ibancari che presentano invece questo rap-porto profondamente divaricato . E vorreicogliere questa occasione per sollecitareil ministro del tesoro a dare un impul-so, perché in modo razionale si solleci-tino, da parte degli organismi interessati ,questi adeguamenti tra mezzi propri emezzi amministrati.

Questa esigenza si poneva per il Ban-co di Sicilia e per il Banco di Napoli ,e del resto un tipo di intervento del ge-nere storicamente è già avvenuto in altrecircostanze. La discussione su questoaspetto del decreto-legge ha visto un osviluppo in una pluralità di direzioni, un adelle quali intendo riprendere qui, cioèquella riguardante la proposta di modifi-ca degli statuti dei banchi meridional iattraverso l'intervento legislativo ; modifi-ca degli statuti per quel che riguard asoprattutto la definizione e la struttur adei consigli di amministrazione .

Durante il dibattito presso la Com-missione finanze e tesoro della Camera ,ma già prima presso la Commissione fi-nanze e anche in aula al Senato, si eraappalesata una certa convergenza dell eforze politiche intorno al tema dell'op-portunità di sollecitare i banchi meridio-nali, cioè il Banco di Napoli e il Banc odi Sicilia, a procedere ad una modificadei propri statuti relativamente alla strut-tura ed alla composizione del consiglio d iamministrazione . Tale convergenza aveva ,però, un limite : mentre, da parte di al-cune forze parlamentari, si proponeva laintroduzione, attraverso il decreto-legge ,delle modifiche statutarie invocate, da par -te di altre forze politiche e parlamentar isi è sottolineata opportunamente l'esigen-

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za, invece, di salvaguardare i limiti del -l'autonomia che spetta a ciascuno degl iistituti di diritto pubblico; anche pernon dar luogo ad un travolgimento d iquella linea di equilibrio che deve esi-stere tra le diverse fonti : il che, inquesto caso, implicherebbe un problem aestremamente delicato . La modifica da par-te del Parlamento insisterebbe su un'are ae su una sfera che è di competenza pro-pria dei singoli organismi (Banco di Si-cilia e Banco idi Napoli) .

Il ministro del tesoro, con un ordin edel giorno approvato dall'altro ramo delParlamento, è stato impegnato però apromuovere tutte le iniziative necessari eperché il Banco di Napoli e il Banco diSicilia procedano a queste modifiche, ch esono state ritenute opportune e che ri-guardano la composizione e la strutturadel consiglio di amministrazione. Ciò inrapporto agli organismi regionali che piùdirettamente si riflettono in un rapport opiù stretto con il Banco di Sicilia e conil Banco di Napoli, vale a dire la regionesiciliana e la regione campana . Anzi, perquel che riguarda la regione siciliana, esi-ste un limite all'intervento, che è dat odalla competenza propria della regione si-ciliana in ordine ai rapporti con il Ban-co di Sicilia .

Il decreto-legge, però, non si limita aproporre una ricapitalizzazione fine a s estessa dei banchi meridionali, ma pro -pone tale ricapitalizzazione specificatamen-te per il Credito industriale sardo, perconsentire ai banchi meridionali ed a lCredito industriale sardo di intervenire ne iconsorzi previsti dalla legge n. 787 del1978 per il risanamento delle aziende in-dustriali .

È noto che questo intervento riguardafondamentalmente la situazione della SI Re quella della Liquichimica, delle qual isono note le vicende che hanno accom-pagnato la definizione dei rapporti di pro-prietà. La conclusione positiva della vi-cenda per quanto riguarda la SIR, co nla costituzione dei consorzio bancario, ri-chiede ora un intervento che conceda imezzi necessari agli istituti di diritto pub-blico chiamati a costituire il consorzio .

Del resto, questo risponde anche ad u npreciso vincolo imposto dalla legge n . 787del 1978, che prevede un preciso rapport ofra gli impegni assunti dal consorzio ban-cario e la complessiva consistenza finan-ziaria di tutta l'operazione .

Credo che nessuno possa disconoscer el'esigenza (che è poi la stessa che h aindotto il Governo a ricorrere allo stru-mento del decreto-legge) che il consorzi ointerbancario possa rapidamente realizza -re tutti gli adempimenti necessari, in mo-do da poter entrare rapidamente infunzione .

Per quanto riguarda invece la Liqui-chimica, si è ancora in attesa della defi-nizione di alcune intese che possano fa rmarciare la costituzione del consorzio ,così come si è in attesa della approva-zione del piano di risanamento da part edel CIPI .

Il relatore si deve ora limitare allapura registrazione delle divergenze di va-lutazione che su questo tema sono emersedal dibattito in Commissione . Nel fare que-sto, deve anche far presente che ogn ipolemica sulla situazione della chimic aitaliana (e in verità una valutazione, anch eretrospettiva, della storia della chimic aitaliana si presta a esercitazioni critich epiù pungenti, profonde e penetranti) no npuò trovare limiti precisi nella attribu-zione delle responsabilità politiche, perch édovrebbe prendere in considerazione i lruolo che tutte le forze politiche hannoesercitato in questi anni, con una valuta-zione che privilegiava l'industria chimic ain una certa fase dello sviluppo econo-mico del paese e che è stata poi superat ada tutti gli altri esiti e, fondamentalmente ,dal mutamento delle ragioni di scambi odella materia prima e cioè del petrolio ;cosa, questa, che ha posto l'industria chi -mica primaria italiana in una condizion edi difficoltà che ben nota e che è al-l'ordine della crisi della SIR e della Li-quichimica. Ma non soltanto di esse, per-ché una valutazione più larga e obiettivadovrebbe prendere in considerazione l ostato di salute anche della Montedison edell'ANIC, cioè di aziende che sono sott oil controllo del gruppo pubblico ENI .

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Il fatto è che, oggettivamente, le forz epolitiche e il Governo si trovano oggi d ifronte a questo problema, che non richie-de soltanto giudizi di tipo storico, m aanche decisioni, a volte coraggiose, chepuntino alla salvaguardia degli interess inazionali che questo comparto della chi -mica pur rappresenta e realizza, non fos-se altro sotto un profilo patrimoniale . Ab-bandonare la SIR al proprio destino enon procedere al suo salvataggio attraver-so gli strumenti proposti anche attraversoquesto decreto-legge significherebbe - co-me ha sottolineato anche il ministro deltesoro nella sua replica in Commissione -affidarsi ad altre procedure (come quell acommissariale) che certamente non gio-verebbero alla possibilità di dare una pro-spettiva di ripresa, come quella - che èauspicabile e possibile - della stessa SIR .E non gioverebbe alla situazione della Li-quichimica, che, nella considerazione dellasua consistenza e della sua entità, merita ,per esempio, una disagreggazione dell aparte rappresentata dallo stabilimento d iAugusta, che, per altro, si trova al cen-tro di altre polemiche, per altre ragion idi carattere ecologico, ma che ha unasua prospettiva e una sua validità tec-nica ed economica .

Del resto, esiste all'esterno del Parla -mento una pressione della quale realisti-camente dobbiamo anche prendere atto ,una pressione delle organizzazioni sinda-cali che spinge nella direzione di quest isalvataggi, una pressione che noi, pur nel-la considerazione dei ruoli istituzionalmen-te diversi assegnati al Parlamento e a isindacati, dobbiamo pur tenere in contoperché affrontiamo un problema che hauna rilevanza, oltre che complessiva, anchesociale e politica .

Infine, devo rilevare che il problemadella SIR o quello della Liquichimica fon-damentalmente riguardano le regioni me-ridionali. Direi che il problema della SI Rinveste globalmente la realtà della Sar-degna, con dimensioni occupazionali ch esono ben note. Di conseguenza, il proble-ma va visto appunto nella molteplicità de isuoi aspetti, ed ogni valutazione, anchecritica, va confrontata con l'esigenza di

dare una soluzione positiva ad un pro-blema che ha, che assume dimension iestremamente gravi nella vita sociale enella vita politica del paese .

L'articolo 4 del decreto-legge consent eal ministro del tesoro con proprio decre-to, sentito il comitato del credito, di auto -rizzare la emissione di una serie special edi obbligazioni a questi istituti di creditooperanti prevalentemente nel sud, per rea-lizzare operazioni sino al limite di un im-porto complessivo di 300 miliardi per l'an-no finanziario 1979. Questa previsione rien-tra nello stesso quadro dell'allargament odelle disponibilità di risorse finanziari eper i banchi meridionali, appunto al finedella costituzione dei consorzi interbancar iprevisti dalla legge n . 787 del 1978 .

Infine, l'articolo 5 modifica il regim eautorizzativo previsto dalla stessa leggen. 787. Anche su questo articolo si è svi-luppata una vivace discussione che ha con -sentito di fare emergere talune valutazio-ni che meritano moltissima attenzione .

Credo che occorra riconoscere che l aprevisione normativa dell'articolo 5 ha un asua precisa ragione che si ricollega no ntanto all'opportunità di deresponsabilizza-re, come è stato detto, la Banca d'Italia ,che rimane invece decisamente impegnatae responsabilizzata nella fase della istrut-toria, che appunto viene assolta da questa ,quanto all'esigenza di investire della re-sponsabilità di autorizzare l'emissione del -le obbligazioni un organismo di deriva-zione governativa, politica, quale il Comi-tato interministeriale del credito e del ri-sparmio .

Sono note anche le polemiche che ri-guardano una certa vicenda che ha avut orisvolti - e speriamo non esiti - giudizia-ri, relativa alla Banca d'Italia, proprio inconnessione ad un certo episodio che ri-guarda la chimica italiana . Probabilmentel'episodio può avere esercitato la sua in-fluenza, ma non nella direzione - teng oa ripeterlo ancora una volta - di una de-responsabilizzazione della Banca d'Italia ,che, del resto, il Governo non vorrebbeper nulla, avendo il Governo - ed ho ri-cordato questo episodio proprio per sotto -lineare ciò - coperto con una solidarietà

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– non nominale o formale, ma denotant eimpegno diretto – le persone e, quindi ,l'organismo della Banca d'Italia coinvolt inell'episodio che ho appena ricordato .Quindi questa autorizzazione, il trasferi-mento del livello di questa autorizzazioneobbedisce soltanto alla esigenza di rendereresponsabile l'organismo che, nel quadrodella struttura della legge n . 787 e dell'in-tervento ora previsto dal decreto-leggen . 439, sembra il più idoneo a fronteg-giare queste responsabilità .

Devo infine sottolineare che l'articolo 7 ,originariamente previsto nel testo del de-creto-legge, è stato trasferito dalla Com-missione nel testo del disegno di legg en. 574, e ciò per ragioni di carattere costi-tuzionale, trattandosi dell'articolo che di-sciplina gli effetti rimasti sospesi dal de-creto-legge n. 162 .

Concludendo ho il dovere di dar cont odel parere della Commissione affari costi-tuzionali, che è stato negativo, e del pa-rere della Commissione bilancio, che è sta-to favorevole su tutti gli articoli salvo i l

4, sul quale viene espresso un parere con-trario, perché esso prevede la concession edi una garanzia per la quale non vi èpossibilità di quantificare la spesa e, quin-di, di individuare una copertura.

Presentazione

di un disegno di legge .

PANDOLFI, Ministro del tesoro . Chie-do di parlare per la presentazione di undisegno di legge .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

PANDOLFI, Ministro del tesoro. Mionoro presentare, a nome del President edel Consiglio dei ministri, il disegno d ilegge :

« Aumento dell'assegno annuo vitalizi oin favore degli insigniti dell'Ordine di Vit-torio Veneto » .

PRESIDENTE. Do atto all'onorevoleministro della presentazione di questo di -segno di legge, che sarà stampato e distri-buito .

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlarel'onorevole ministro del tesoro .

PANDOLFI, Ministro del tesoro. SignorPresidente, onorevoli colleghi, l'intervent odel Governo in questa fase della discussio-ne non è consueto, essendo prassi più fre-quentemente seguìta quella della replicadel Governo agli oratori intervenuti nelladiscussione generale . Se parlo ora, non ètanto per aggiungere argomenti a quell ilucidamente introdotti a sostegno del prov-vedimento dall'eccellente relazione dell'ono-revole Mannino, quanto piuttosto per ri-spondere ad una richiesta manifestatasi, inseno alla Commissione bilancio, all'at-to di emettere il parere alla VI Commis-sione, che ha esaminato il testo in sedereferente .

Il Governo è stato sollecitato a fornirea questa Assemblea elementi conoscitiv isul quadro e sugli indirizzi delle iniziativeconsortili per il risanamento delle impres eappartenenti ai grandi gruppi chimici d iinteresse nazionale . Preciso che tratterò l aquestione per gli aspetti che hanno più di -retta attinenza al ruolo affidato al siste-ma bancario e alla sfera di responsabilit à

del ministro del tesoro ; non si tratterà ,pertanto, di una esposizione sui problem i

che toccano l'assetto produttivo e i pro -

grammi del settore chimico, materia alla

quale si addicono più proprie occasioni esedi di dibattito .

Devo preliminarmente richiamare l emotivazioni che hanno indotto il Gover-no ad emanare il decreto-legge 26 maggio1979, n. 162, prima, e, dopo la decaden-za di questo, il decreto-legge 14 settembr e1979, n. 439, di identico contenuto e dellacui conversione in legge oggi si discute .Come ha ben ricordato l'onorevole rela-tore, l'obiettivo centrale del provvedimen-to e ragione della sua inderogabile urgen-

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za, ad avviso del Governo, è la ricapita-lizzazione del Banco di Napoli, del Bancodi Sicilia, del Banco di Sardegna e delCredito industriale sardo, come presuppo-sto per la partecipazione dei quattro ential consorzio per il risanamento finanziariodel gruppo SIR-Rumianca .

È noto che la legge 14 dicembre 1978 ,n. 787, stabilisce all'articolo 1, sesto com-ma, il limite da osservare per la parteci-pazione a società consortili da parte di unistituto o azienda di credito, e lo indivi-dua nell'ammontare del patrimonio netto ,dedotti gli investimenti in immobili e inaltre azioni . Per nessuno dei quattro en -ti, nella situazione patrimoniale preesisten-te ai conferimenti effettuati dopo l'emana-zione del decreto-legge, sarebbe stato pos-sibile partecipare al consorzio SIR-Rumian-ca. Il Governo deve inoltre rappresentarela circostanza che per il Banco di Napol ie per il Banco di Sicilia si prospetta l aesigenza di partecipazione anche al con-sorzio Liquigas-Liquichimica, il che innal-za ulteriormente il livello patrimoniale ri-chiesto dalla citata disposizione della leg-ge n. 787. I maggiori apporti patrimonia-li sono perciò stabiliti in relazione anch ea questa ulteriore esigenza e fissati, pe rragioni di coerenza, al livello che già erastato individuato nel disegno di legge pre-sentato nella scorsa legislatura, quando ilproblema della ricapitalizzazione era af-frontato in sé, come questione di miglio -re equilibrio aziendale, e non ancora co-me condizione per l'avvio di iniziative con -sortili. Mi riferisco al disegno di legg en. 2004 presentato alla Camera il 18 gen-naio 1978 .

Non entro nella questione di qual edebba considerarsi il livello ottimale de imezzi patrimoniali di una azienda di cre-dito rispetto ai mezzi amministrati o agl iimpieghi ; questione, anche questa, cui hafatto riferimento con finezza di osserva-zioni l'onorevole Mannino. Mi limito adosservare che caratteristica del sistemabancario italiano è, in generale, un bas-so livello di capitalizzazione ; che alcu-ni istituti soffrono di livelli particolar-mente bassi, al di sotto della media ;

che, per quanto riguarda i banchi me -

ridionali, provvedimenti legislativi di ripa-trimonializzazione non sono nuovi ; cheun primo conferimento statale di fond idi dotazione al Banco di Napoli e al Ban-co di Sicilia avvenne con la legge 3 marzo1960, n. 167, per un importo complessivodi 30,2 miliardi, di cui 20,4 al Banco d iNapoli e 9,8 al Banco di Sicilia ; che unsecondo conferimento fu disposto con l alegge 31 gennaio 1968, n . 50, per un im-porto complessivo di 110 miliardi, di cu i50 al Banco di Napoli, 50 al Banco d iSicilia e 10 al Banco di Sardegna; che ,a seguito dei due interventi di ripatrimo-nializzazione, i maggiori fondi vennero ,non diversamente da quanto previsto dal -l'attuale provvedimento, destinati in par-te a speciali fondi di riserva .

In ogni caso, sulla questione della mi-sura dei nuovi apporti di fondi dirò piùavanti, parlando delle occorrenze effettiv eche emergono dai dati relativi alle inizia-tive consortili per il risanamento dei gran -di gruppi chimici .

Il provvedimento si propone, inoltre, i lconseguimento di una seconda finalità, ch eè la provvista di mezzi di finanza straor-dinaria per gli istituti di credito che eser-citano il credito industriale . Mi riferiscoalla disposizione contenuta nell'articolo 4 ,che prevede la possibilità di concedere l agaranzia dello Stato a speciali serie di ob-bligazioni emesse dagli istituti suddetti ,con l'indicazione del limite di importo pe ril 1979 fissato in 300 miliardi di lire . Conla legge finanziaria di anno in anno l'im-porto potrà essere modificato .

Preciso che si tratta di finanza straor-dinaria, e non di finanza facilitata ; le ob-bligazioni vengono, cioè, emesse a tassodi mercato. La somministrazione di que-sta speciale provvista è da porsi anch'es-

sa in relazione alle necessità finanziari ecui daranno luogo le iniziative consor-tili in corso .

Allo stesso circuito delle iniziative con -sortili appartiene anche il terzo obiettivoche il disegno di legge si propone di rag-giungere con le disposizioni dell'articolo5 . Viene modificato, come è noto, il regi -me autorizzativo previsto dalla legge nu-mero 787, agli articoli 1 e 5 . La competen-

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za a concedere le autorizzazioni per l apartecipazione a consorzi per il risana-mento finanziario di imprese industrial idi rilevante interesse generale nel settor edella chimica viene affidata, anziché all aBanca d'Italia, come accade per la ge-neralità dei casi, al Comitato intermini-steriale per il credito ed il risparmio. Leragioni che hanno spinto il Governo aquesta disposizione stanno nel fatto chesi intende per tale via consentire una va-lutazione complessiva ed interdisciplinare,in qualche modo parallela a quella ch eun altro organo interministeriale – i lCIPI – esprime, sempre secondo la leg-ge n. 787, con l'esame e l'approvazionedei piani di risanamento oggetto dell einiziative consortili .

Questi, dunque, gli obiettivi del prov-vedimento . Si è eccepito sulla sua forma .Ricordo il parere della Commissione affar icostituzionali, che è stato testé citato dal-

l'onorevole relatore, riconducendo il du-plice atto di decretazione d'urgenza a d

una linea di asserita corrività o di las-sismo. Dichiaro senza enfasi, ma con fer-mezza, assumendomi la piena responsabi-lità della duplice decisione, che il Gover-no ha inteso assicurare il raggiungiment odi una finalità di chiaro interesse general e

nell'unico modo che gli era consentito i npresenza dell'eccezionale situazione che h a

caratterizzato l'attività legislativa sin qu i

nel 1979. Una esitazione del Governo a dassumere l'iniziativa avrebbe irrimediabil-mente compromesso il buon esito delladifficile e travagliata, ma necessaria azion e

consortile per il risanamento del grupp o

SIR-Rumianca. Ciò ho voluto dire all a

Camera in termini tanto più esplicit i

quanto più sicura è in me la convinzioneche il Governo abbia ,esercitato, per la

parte che gli è spettata secondo legge

nella vicenda, il massimo di rigore e dioculatezza, il rigore e l'oculatezza che s i

domandano ogni qualvolta è in gioco l a

immissione di fondi pubblici .

I tempi saranno ancora lunghi, nume-rosi i pericoli, difficili le tappe da per -correre, perché il piano di risanament o

del gruppo SIR-Rumianca, già approvato ,

approdi al risultato voluto; credo tuttavia

di poter dire che nulla è stato tralasciat ofin qui perché l'impresa si giovasse dellemigliori condizioni di partenza . Ma poi-ché, tra queste, una toccava il presuppo-sto stesso dell'operazione, la partecipazio-ne cioè al consorzio dei tre banchi me-ridionali e del CIS, sarebbero stati estre-mamente contraddittori atteggiamenti d iriluttanza da parte del Governo .

Questa, e non altra, è la ragione ch e

ci ha spinto ad assumere l'iniziativa de l

decreto-legge, e ci spinge a chiederne ora ,onorevoli colleghi, la conversione in legge .

Vorrei ora dire dell'indirizzo che pre-siede alla formula consortile di risana -mento finanziario come delineata dallalegge n. 787. La crisi economica interve-nuta negli anni 1974-1975 ha colpito conparticolare intensità l'economia italiana .All'interno di questa il settore industria-le ha subìto direttamente il contraccolp odella caduta della domanda e del peggio-ramento delle ragioni di scambio derivan-te da un continuo aumento dei costi in-terni. Ne è seguìto, soprattutto nell'indu-stria di base, e nelle industrie più dipen-denti dal petrolio, un grave deteriora -mento dei conti economici ; di qui il dif-fondersi di situazioni di squilibrio finan-ziario .

Il superamento della crisi rendeva ne-cessarie da un lato un'ampia ristruttura-zione e riconversione dell'apparato indu-striale, dall'altro un'azione di riequilibri opatrimoniale e finanziario, dal momentoche gli oneri finanziari hanno superato ,nei settori più colpiti, il livello sostenibil eanche in presenza di margini operativi fi-siologici .

Alla prima esigenza si è inteso farfronte, com'è noto, con le leggi nn . 183 e675 ; esse configurano non solo un rile-vante impegno dello Stato per il riequi-librio territoriale e settoriale della strut-tura produttiva, ma anche un metod onuovo, più unitario e organico, di pro-grammazione industriale. L'avvio di que-ste leggi è stato lungo e difficile, i lor omeccanismi procedurali si sono rivelat icomplessi e di ardua praticabilità, soprat-tutto nella fase di avvio e nella prim aapplicazione . I risultati sono stati, fin qui,

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francamente deludenti, ma porre rimedioalle difficoltà incontrate è possibile, ed i lnuovo Governo ha assunto, tra i suoi im-pegni prioritari, quello di aprire finalmen-te una fase di piena operatività ai ricor-dati provvedimenti legislativi .

Alla seconda esigenza si è provvedutocon le leggi nn. 787 e 95. Quest'ultima ,vorrei ricordare, è la legge del 3 aprile1979, con la quale è stato convertito inlegge il decreto-legge n . 26 del 30 gen-naio, concernente provvedimenti urgent iper l'amministrazione straordinaria dellegrandi aziende in crisi (il cosiddetto de-creto Prodi) . Mi richiamo in particolarealla legge n. 787 ; essa introduce, con l esocietà consortili per azioni tra istituti e daziende di credito, uno strumento nuovoper il risanamento finanziario delle im-prese industriali .

Presupposto di tale strumento è che lacontinuità produttiva di aziende in stat odi crisi, ma risanabili, corrisponda agl iinteressi dei creditori bancari e della col-lettività . In ragione degli interessi dell acollettività lo Stato concorre con agevo-lazioni fiscali agli oneri ed ai rischi con -nessi all'attuazione dei piani di risanamen-to che le banche creditrici ritengano diintraprendere .

Vorrei sottolineare la stretta connes-sione stabilita dalla legge n . 787 tra laristrutturazione produttiva e il risanamen-to delle imprese ; gli interventi di ricapi-talizzazione e consolidamento che la leg-ge prevede, rispettivamente agli articoli 1e 5, si saldano strettamente agli interven-ti di ristrutturazione aziendale che devonoessere tali, in ogni caso, da riportare gra-dualmente i margini operativi delle im-prese da risanare a livelli fisiologici .

L'intervento finanziario deve essere, i naltre parole, tale da accompagnare conforme opportune di sostegno l'azione ge-nerale di risanamento, anche attravers ola copertura delle perdite che emerges-sero durante l'attuazione del piano, e l ariduzione degli oneri finanziari a livell icompatibili con l'effettiva produttività de -gli impianti. La stretta relazione tra idue elementi, finanziario e produttivo, tro-va la sua sanzione nell'articolo 4 della

legge n. 787 : esso dispone che i piani d irisanamento devono essere presentati alMinistero dell'industria con una relazione

della società consortile o di un istitut o

o azienda di credito che ne cura l'istrut-toria, e devono essere approvati dal CIP Isu proposta del ministro dell'industria,previo parere del comitato tecnico di cu iall'articolo 4 della legge n. 675 .

Per quanto riguarda l'aspetto più pro-priamente finanziario toccato dalla legg en. 787, sottolineo la volontarietà dei con-sorzi bancari ; la costituzione dei consor-zi, pur agevolata dallo Stato, ove corri -sponda anche agli interessi della colletti-vità secondo il giudizio degli organi pub-blici, trova nella valutazione iniziale de lbanchiere il suo primo non sostituibil eimpulso. La volontarietà del consorzio nonè stata ridotta neppure dalla speciale pro-cedura introdotta dalla legge n . 95, conla quale si autorizza il ministro del te -soro a convocare – una volta approvatoil piano di risanamento – gli istituti e leaziende creditori « affinché deliberino sul -la costituzione di una società consortile » .

Il potere di iniziativa attribuito al mi-nistro del tesoro corrisponde all'esigenzafunzionale di promuovere un accordo ,non sempre facile, tra una pluralità d icreditori aventi interessi talora contra-stanti; ma non implica affatto un ab-bandono del principio che la costituzion edel consorzio deve corrispondere anch eagli interessi obiettivi ed alle valutazion idei creditori .

Lo strumento consortile riduce m anon elimina, per le aziende e soprattutt oper gli istituti di credito, i costi derivant idal risanamento; quindi riduce ma no nelimina la necessità di operazioni di rica-pitalizzazione e di rifinanziamento di ban-che ed istituti, senza le quali essi no nsarebbero neppure in condizione di avva-lersi dei nuovi strumenti introdotti dallalegge n. 787. In tal senso il decreto i nesame rappresenta il logico ed essenzial ecompletamento del quadro di intervent ipredisposti per il risanamento delle im-prese .

Onorevoli colleghi, riferisco ora sull aapplicazione che sin qui è stata data alla

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legge n. 787. Sino ad oggi sono state auto-rizzate due iniziative consortili : la primaconcernente il risanamento finanziario del-la SIR-Rumianca, la seconda relativa all aPirelli .

Il consorzio SIR ha costituito un se-vero banco di prova per lo strumentoconsortile; si è chiesta infatti la primaapplicazione della legge n . 787 proprio peril risanamento di uno dei più gravi pun-ti di crisi della nostra industria . Questacircostanza ha posto una serie di proble-mi, a cominciare dalla stessa possibilit àdi applicazione dello strumento consorti -le a casi particolarmente gravi, che nel-l'iter legislativo della legge n . 787 eranoparsi ad alcuno eccedere i limiti po-sti dalla stessa ratio del provvedimento .Come è noto, prevalse alla fine un'imposta-zione meno restrittiva, anche se il le-gislatore giustamente intese circondare d iparticolari cautele le operazioni di risa-namento riguardanti imprese, o gruppi d iesse, in condizioni particolarmente gravi d iesposizione finanziaria .

L'itinerario che ha condotto alla costi-tuzione del consorzio SIR ha visto spie-garsi la rigorosa procedura della legg en. 787 in due suoi fondamentali momen-ti : il primo si incentra sulla valutazioneaffidata al CIPI, cui spetta l'approvazionedel piano di risanamento (il CIPI de-cide, come ho detto, su proposta del Mi-nistero dell'industria, che si avvale a su avolta del parere del comitato tecnico pre-visto dall'articolo 4 della legge n . 675) ; i lsecondo momento fa capo invece alle com-petenze del Comitato interministeriale pe ril credito ed il risparmio, cui spetta i lpotere di direttiva in base alle disposi-zioni dell'articolo 1 della legge n . 787 e ,nel caso di risanamento di imprese in-dustriali di rilevante interesse generale ne lsettore della chimica, anche il potere d iautorizzazione alla costituzione del consor-zio ed alle operazioni di consolidamentoin base all'articolo 5 del decreto-leggen. 439, della cui conversione si discute .

La distinzione dei due momenti im-plica che al Ministero del tesoro non èspecificamente commessa, né potrebbe ra-gionevolmente esserlo, tenuto conto delle

competenze della amministrazione, la va-lutazione dei piani di risanamento, salv oil fatto che il ministro del tesoro, in qua-lità di componente, concorre alle deci-sioni del CIPI . Le questioni di politicaindustriale, la coerenza con i programm idi settore, la valutazione dello stato degl iimpianti, l'esame delle prospettive di mer-

cato sono questioni che rientrano nell acompetenza del Ministero dell'industria econfluiscono poi nella più vasta compe-tenza del CIPI .

Spetta invece al comitato del creditoe alla Banca d'Italia la valutazione degl iaspetti più propriamente creditizi . Si trat-ta in particolare della ricognizione di re-quisiti che la legge n. 787 specificament eindica al quinto e sesto comma dell'arti-colo 1, nel giusto intento di diversificar e

i rischi delle aziende di credito e ren-derli sopportabili in relazione alla con-sistenza patrimoniale .

Il comitato del credito ha emanat ouna prima direttiva il 29 dicembre 1978 ,immediatamente dopo l'entrata in vigor edella legge n . 787, con la quale venivan ofissati i criteri generali e le condizion iper l'autorizzazione da parte della Banc ad'Italia a istituti e aziende di credito pe rla partecipazione alle società consortili eper l'effettuazione delle connesse operazio-ni di consolidamento. In questa prima di-rettiva si faceva esplicita riserva di diret-tive specifiche per casi di particolare ri-levanza, qual è appunto il caso del con-sorzio SIR .

Una seconda direttiva venne appuntoemanata il 3 luglio 1979 per l'applicazion edella legge n. 787 per il risanamento delleimprese industriali operanti nel settoredella chimica, tenuto conto - dice la di-

rettiva - dei « riflessi diretti e indirett isull'occupazione e sulla localizzazione d iimpianti nel Mezzogiorno o comunque nel-le aree meno favorite sotto il profilo dellosviluppo industriale e tenuto conto altresìdelle particolari condizioni economiche efinanziarie delle imprese medesime » .

Da ultimo si è giunti, in data 18 set-tembre 1979, alla delibera di autorizzazio-ne per la partecipazione al consorzio SIR .

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Nel merito dei problemi che si sonodovuti affrontare vorrei aggiungere qual -che particolare, con una precisazione tut-tavia, che a norma del terzo comma del-l'articolo 4 della legge n . 787 la deliberadel CIPI, con la quale è stato approvatoil piano di risanamento finanziario dell eimprese SIR-Rumianca, è stata inviata ,a cura del ministro del bilancio, all aCommissione parlamentare di cui all'arti-colo 13 della legge n . 675 .

La discussione sul piano di risana-mento SIR si è . . .

AJELLO. Non c'è .

PANDOLFI, Ministro del tesoro . Pe-rò, gli uffici della Camera ne dispongon ocomunque; questo è certo .

AJELLO . Ho cercato questa delibera ,ma non mi è stato possibile averla .

BELLOCCHIO. Le Commissioni bica-merali non si sono ancora costituite .

PANDOLFI, Ministro del tesoro . Loriferirò al presidente del CIPI poiché èa quest'ultimo che questa incombenzaspetta. Il ministro Visentini, allora in ca-rica, confermò questa circostanza e no nho ragione di dubitare della sua affer-mazione. Può darsi che tutto ciò si siadeterminato (Interruzioni del deputat oMellini) . Vorrei io stesso tentare di prov-vedere nel giro di poche ore.

La discussione sul piano SIR - di-cevo - si è concentrata su quattro aspettiprincipali: la coerenza del piano di ri-strutturazione industriale e aziendale conil piano di settore ; le prospettive di rie-quilibrio dei conti economici ; la valuta-zione del patrimonio netto e quindi l adefinizione dei rapporti tra creditori eproprietari ; la validità della soluzione con-sortile rispetto ad altre possibili soluzioni .

Tali aspetti sono stati valutati attra-verso un esame tecnico particolarment eapprofondito, avvenuto a due diversi li -velli, in quanto il piano è stato esami -nato, prima ancora che dal comitato tec -

vico istituito dalla legge n. 675, dal grup-po di lavoro per il piano chimico istituitodal ministro dell'industria .

Tali valutazioni, pur portando a modi-ficazioni anche di rilievo rispetto alla im-postazione originale del piano, non nehanno smentito la sostanziale validità, di -mostrando l'applicabilità della soluzioneconsortile anche al risanamento delle im-prese chimiche, purché si realizzino l enecessarie condizioni interne (qualità de lmanagement) ed esterne (coordinamentodi settore e riequilibrio del mercato) .

Dalle valutazioni effettuate è emerso ,in particolare, che il piano di risanamentova valutato positivamente sia sotto l'aspet-to industriale-occupazionale sia sott ol'aspetto finanziario ; che le prospettive d iriequilibrio economico nell'arco del quin-quennio sono tuttavia condizionate da fat-tori esterni alle imprese, quali l'andamen-to del mercato e la capacità di realizzar euna effettiva politica di settore ; che ilpatrimonio netto del gruppo è divenut onegativo, cosicché si è richiesto l'azzera -mento del capitale, e quindi la cessionesenza corrispettivo delle azioni da partedella vecchia proprietà, e l'impegno de icreditori per un sollecito adeguament odei valori di bilancio ; che i costi del pia-no di risanamento dipendono dalle su ecaratteristiche « reali » (impianti da man -tenere, investimenti da completare o d asospendere, posti di lavoro da conservare) ,più che dalla soluzione prescelta per l asua attuazione (consorzio, commissario opartecipazioni statali) .

L'impegno finanziario richiesto ai cre-ditori per l'attuazione del piano di risana -mento è tuttavia ingente : mille miliardi ,di cui 500 di nuova finanza, per la sotto-scrizione azionaria ed obbligazionaria, ecirca 1 .200 miliardi di residui crediti daconsolidare a tasso ridotto .

Si tratta di un impegno che, per quan-to giustificato dalla necessità di non di -sperdere il patrimonio di risorse materialie umane immobilizzate e di tutelare i cir-ca 2.700 miliardi di crediti vantati da isti-tuti e banche nei confronti del gruppo ,comporta un rilevante sforzo sia sott ol'aspetto della liquidità del conto econo-

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mico, sia sotto l'aspetto del patrimoni oimpegnato .

Avevo accennato in precedenza all'auto-rizzazione alla costituzione di un secondoconsorzio, quello concernente la Pirelli :in questo caso si ponevano problemi pi ùagevoli sia per la maggiore semplicità del -l'operazione di ricapitalizzazione, sia pe rla ben minore dimensione dell'intervento :40 miliardi di sottoscrizione di azioni incontanti e 100 miliardi di crediti consoli -dati a tasso ridotto . Si tratta cioè di uncaso tra quelli che si conviene di chia-mare fisiologici ; si noti, tra l'altro, il for-te apporto in contanti . L'approvazione èavvenuta il 25 luglio scorso .

Sono allo studio e verranno presentat ientro tempi brevi altri piani di risana -mento imperniati sulla soluzione consor-tile. Essi concernono, in primo luogo, leimprese del gruppo Liquigas-Liquichimica ,mentre gli altri riguardano le imprese ope-ranti nel settore delle fibre chimiche, qua -li Montefibre e Snia-Viscosa . Il piano d irisanamento del gruppo Liquigas è stat omesso a punto, a cura delle aziende d icredito e degli istituti di credito special iche vantano crediti nei confronti del grup-po, nello scorso mese di agosto . Risultache accordi intervenuti, all'inizio di quest asettimana, tra le banche e gli istituti inte-ressati hanno consentito di superare ta-lune difficoltà intervenute e che il pianopotrà ora essere presentato al Ministerodell'industria. In questa sede si compirà ,con la già ricordata procedura, l'esam epreliminare in vista delle decisioni che ilCIPI dovrà prendere . Nessun giudizio dimerito può quindi essere anticipato . Pos-so soltanto assicurare la Camera che ilGoverno annette grande importanza al ri-sanamento delle imprese del gruppo Li-quigas-Liquichimica ; che le procedure ver-ranno svolte con la necessaria sollecitu-dine, non disgiunta dal rigore che si im-pone - ripeto - ogni qualvolta è in gioc ol'immissione di fondi pubblici ; che si avr àcura di considerare l'esigenza di intervent isostitutivi per quelle unità del gruppo perle quali non si ravvisi la possibilità di un aristrutturazione; che alle finalità del risa-namento non andranno disgiunte quelle

della salvaguardia, nella maggiore misur apossibile, degli interessi delle aree men ofavorite in cui imprese del gruppo svol-gono la loro attività .

Sulla base delle informazioni che si co-noscono circa le linee generali del pianodi risanamento, risulta che sotto il profiloindustriale il piano prevede la cession eall'ENI, nel corso del prossimo quinquen-nio, delle attività chimiche facenti cap o

alla Liquichimica e la loro integrazion econ l'attività produttiva svolta, più a mon-te del ciclo petrolchimico, dall'ANIC . Ver-rà inoltre assicurata la continuità produt-tiva della maggior parte delle altre atti-vità (opportunamente ristrutturate) de lgruppo .

Sotto il profilo finanziario, il piano pre-vede essenzialmente quattro ordini di in-terventi: ripianamento del disavanzo patri-moniale della Liquigas, mediante azzera -mento del capitale e rinuncia dei creditor isia finanziari che di fornitura ad una par-te di loro crediti (per circa 180 miliardi) ;conversione (tramite consorzio) di un aparte dei crediti degli istituti e aziend edi credito dell'ENI in azioni ordinari edella nuova holding (per circa 350 miliar-di) ; apporto (tramite il consorzio) di nuo-va finanza, mediante sottoscrizione di azio-ni privilegiate, sia da parte dei creditorifinanziari sia dell'ENI (per complessivi 15 0miliardi) ; consolidamento a tasso ridot-to dei residui crediti bancari e delle rat edi mutuo scadute e in scadenza, entro itermini previsti dalla legge n . 787 .

Per quanto riguarda il settore fibre, so -no in corso di definizione i programm idi ristrutturazione e risanamento di Snia -Viscosa e Montefibre, che coprono circa idue terzi del settore. Tutti questi pro-blemi dovranno essere affrontati unitaria -mente nell'ambito di un organico piano d iriassetto industriale, gestionale e finan-ziario dell'intero settore .

Onorevoli colleghi, sulla base dei dat iche ho riferito può vedersi in una luc epiù chiara la questione del livello cu iinnalzare i mezzi patrimoniali dei banch imeridionali, per il solo fatto di realizzar ele condizioni previste dalla legge n . 787 ,ai fini della partecipazione ai consorzi .

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Come ho già detto, il sesto commadell'articolo 1 della legge n . 787 disponeche ciascun istituto ed azienda di credi-to non può partecipare, o associarsi i npartecipazione, a società consortili, per unammontare complessivo superiore a quell odel proprio patrimonio netto, dedotti gl i

investimenti in immobili e in altre azioni .Ai fini dell'osservanza di tale limite, d aparte del Banco di Napoli, per la costi-tuzione del consorzio SIR, la Banca d'Ita-lia ha comunicato che gli investimenti net-ti in immobili e le partecipazioni dell'isti-tuto superano il patrimonio netto per li -re 35,6 miliardi. La partecipazione del Ban-co di Napoli al consorzio SIR è stabilit ain lire 18 miliardi ; l'istituto, inoltre, do-vrebbe partecipare anche al costituend oconsorzio per il gruppo Liquigas, per unimporto pari a lire 35 miliardi . Complessi-vamente, quindi, per poter partecipare a isuddetti due consorzi e compensare la dif-ferenza tra investimenti netti e patrimonionetto, il Banco di Napoli avrebbe biso-gno di una ricapitalizzazione minima dilire 88,6 miliardi (che risulta dalla som-ma di tre addendi : 35,6 miliardi, 18 miliar-di, 35 miliardi). Se, inoltre, si tiene con-to – sempre in relazione alle esigenze de-rivanti dalle partecipazioni ai consorzi ban-cari – della necessità di provvedere a rica-pitalizzare l'ISVEIMER, le occorrenze de lBanco di Napoli si accrescono di altri 18,3miliardi, che è la quota del Banco nelloaumento del fondo di dotazione del -l'ISVEIMER da 14 a 56,7 miliardi . Si giun-ge, così, alla cifra di 106,9 miliardi . Nonpuò, per altro, tacersi che eventuali mo-dificazioni alle previsioni del piano di ri-sanamento, introdotte in sede di esame d aparte del CIPI, portino alla necessità d iaccrescere le quote di partecipazione de -gli istituti e delle aziende di credito inte-ressati, a maggior garanzia della vitalitàfinanziaria dell'iniziativa consortile . In talcaso si determinerebbe la necessità di u npiù elevato livello di mezzi patrimonial iper il Banco di Napoli, in aggiunta a quei106,9 miliardi di cui ho appena parlato .

Per quanto riguarda il Banco di Sicilia,ai fini dell'osservanza del limite del pa-

trimonio netto, la Banca d'Italia ha comu-

nicato che gli investimenti netti in immo-bili di questo istituto superano di 33,5miliardi il suo patrimonio netto . La par-tecipazione del Banco al consorzio SIR è

stabilita in 13,5 miliardi ; la partecipazio-ne prevista per il costituendo consorziodel gruppo Liquigas è pari a 25,7 miliardi .Complessivamente, quindi, il Banco di Si-cilia dovrebbe essere ricapitalizzato per72,7 miliardi (cifra che deriva dalla som-ma dei tre addendi di cui ho detto pri-ma: 33,5 + 13,5 + 27,5 miliardi) .

L'apporto di fondi previsto dal decreto-legge per il Banco di Sicilia è pari a 7 5miliardi complessivi .

Onorevoli colleghi, lo sforzo che il set-tore bancario sta compiendo per contribui-re al risanamento finanziario dell'industriaitaliana, e in particolare di quella chimi-ca, appare evidente considerando che imezzi patrimoniali impegnati per il con-sorzio SIR, Pirelli e Liquigas già supera -no la cifra di 1500 miliardi, cui vannoaggiunti gli ulteriori impegni che il si-stema bancario sta assumendo per il ri-sanamento dei gruppi Montefibre e Snia -Viscosa .

Un siffatto impegno, per essere realiz-zato e perseguito, richiede, in primo luo-go, che gli istituti di credito più diretta -mente coinvolti nei settori in crisi sianoadeguatamente ripatrimonializzati e rifi-nanziati. Presuppone anche e soprattuttoche l'intervento finanziario non rimangaisolato, ma si inserisca in una organica edeffettiva politica di risanamento, necessa-ria perché le prospettive di riequilibri odei settori più coinvolti dalla crisi – inprimo luogo quello chimico – acquistin oquel minimo di concretezza senza il qua-le l'intervento consortile non sarebbe giu-stificato .

La crisi della chimica, pur trovand onel momento finanziario la sua espres-sione più immediata e vistosa, ha infatt iradici soprattutto « reali », che possono es-sere individuate in particolare in alcun ifattori che vorrei brevemente citare : ec-cessiva diversificazione degli operatori ne ivari comparti della petrolchimica e in al-cuni campi della petrolchimica derivata(materie plastiche, gomma sintetica, fi-

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bre, fertilizzanti), ed eccessivo sviluppo d iprodotti; insufficiente diversificazione ne lgrande settore della chimica fine ; struttu-re patrimoniali troppo deboli ed elevataincidenza degli oneri finanziari ; insufficien-te presenza produttiva all'estero, a diffe-renza di quanto si riscontra per i grandigruppi chimici europei, che realizzano buo-na parte della loro produzione nei paes iesteri conseguendo una presenza sul mer-cato molto più forte e capace di soppor-tare meglio periodi di crisi ; limitato ap-porto della ricerca e dello sviluppo al pa-trimonio tecnologico e produttivo delle im-prese .

Si è spesso riconosciuta la necessit àdi un coordinamento del settore chimico ,che per la chimica fine dovrebbe esserea larghe maglie » e, per quella prima -

ria, dovrebbe essere, come si usa dire ,« a maglie più strette », cioè toccare l eproduzioni in ciascun settore. Tale coordi-namento dovrebbe, per altro, attribuire a idiversi operatori funzioni di guida, di lea-dership, di presenza maggiormente impe-gnata per ciascun campo della chimica .Per realizzare questo obiettivo è da rite-nersi che i tempi siano oggi largamentematuri .

Per la parte che compete al Tesoro d oassicurazione alla Camera che ritengo es-senziale una effettiva ed efficace azione d icoordinamento nel settore della chimic atale da consentire una più ordinata allo-cazione di risorse, da parte degli interme-diari creditizi . Le gravi ripercussioni, ch esugli intermediari creditizi hanno avuto irecenti anni di grande crisi a livello pro-

duttivo, ammoniscono a battere stradenuove, a trovare il modo di raccordare isingoli interventi entro un razionale qua-dro di riferimento .

È stato giustamente sottolineato il pro-blema delle procedure . A queste ultime ,particolarmente a quelle previste dall alegge n. 675, si addebitano le strozzatur eche hanno reso così difficilmente pratica -bile il cammino tra gli stanziamenti e gl iinvestimenti fisici . Ho più volte sottolinea-to, anche ieri, nella esposizione sul bilan-cio e sulla legge finanziaria del 1980, alSenato, che manovre di finanza pubblica,

nella direzione del risanamento e soste-gno all'economia, come quelle indicate ne ldocumento del 31 agosto 1978 e nel pro-gramma triennale, non sono possibili, sele risorse finanziarie poste a disposizion edegli investimenti non trovano sbocco ver-so il loro approdo . Non è nella competen-za specifica del ministro del tesoro pro -porre modifiche alla legge n . 675, nella di-rezione dello snellimento delle procedure ,ma non mi faccio schermo della distin-zione delle competenze. È impegno delGoverno, con il concorso determinante de lParlamento, quando occorrano revisioni le-gislative, compiere i passi necessari. Per-sonalmente non rimango inerte .

Nel caso della legge n . 787, posso as-sicurare la Camera che non si sono avut iinceppamenti dal lato delle procedure . Itempi lunghi dipendono esclusivamentedalla complessità di una materia ardua ,dal laborioso comporsi delle molte volon-tà - a cominciare da quelle degli opera -tori bancari - da cui dipende la forma-zione della intesa consortile. Il cammin odel risanamento, onorevoli colleghi, avr àtempi non brevi e tappe non facili, manon mancherà la determinazione a per-correrlo nell'interesse del paese (Applaus ial centro) .

PRESIDENTE. Il primo iscritto a par -lare è l'onorevole Minervini . Ne ha fa-coltà .

MINERVINI. Signor Presidente, onore-voli colleghi, signori rappresentanti de lGoverno, do volentieri atto all'onorevol eministro di essersi espresso in termin iespliciti. A questo proposito vorrei aggiun-gere : finalmente, era ora !

Finora la chiarezza era del tutto as-sente; risultava esclusivamente che era ur-gente la ricapitalizzazione, in funzione del-la partecipazione delle banche al consor-zio SIR .

Su questo argomento abbiamo incal-zato il Governo a fornirci dei dati pro-prio per giungere all'attuale chiarificazio-ne. Questi dati quali sono ?

Innanzitutto, per quanto riguarda i lBanco di Napoli si propone l'aumento d icapitale nella misura di 150 miliardi, quin-

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di il raddoppio (o quasi) dell'attuale ca-pitale .

Nei confronti della SIR, la partecipa-zione del Banco di Napoli è di 18 miliar-di; prendo atto del chiarimento che ilBanco di Napoli era al di sotto di 35 mi-liardi, rispetto al parametro previsto dal

sesto comma dell'articolo 1 della legg en. 787 del 1978 .

Siamo ancora ben lontani dai 150 mi-liardi; allora il ministro ci aggiunge lapartecipazione al consorzio Liquigas . Maquesto è giuridicamente corretto ? Il pia -

no di risanamento non è stato approvato ,anzi non è stato neanche presentato ; l'o-norevole ministro dice che non si vuol epronunciare nel merito, e per quanto ri-guarda queste cifre parla solo « sulla ba-se delle informazioni che si conoscono » ;per giunta afferma che, forse, questi dat inon saranno del tutto esatti . A questopunto a me pare che stabilire « l'esigen-za », in relazione a numeri conosciuti pe r

« sentito dire », sia un modo di procede -re alquanto dubbio .

Passiamo al Banco di Sicilia. Per i lBanco di Sicilia era stato chiesto un au -

mento di capitale di 75 miliardi : qui ilGoverno è stato più contenuto, perché hachiesto non il raddoppio del capitale, m al'aumento del 50 per cento degli attual ifondi patrimoniali che, come risulta daMediobanca, erano di 147 miliardi .

Qual è il costo della partecipazion ealla SIR ? Il costo è di 13,5 miliardi, ma

poi il ministro ci informa che il Banc odi Sicilia era al di sotto di 33 miliardirispetto al citato parametro della leggen. 787 del 1978: il totale fa 46,5 miliard idi aumento richiesti; però poi ci si ag-giunge la Liquigas per altri 25 miliardi esi giunge a 72 miliardi, cioè quasi a sfio-rare i 75 miliardi richiesti .

Per quanto riguarda il CIS, l'aument orichiesto è di 130 miliardi, ma il CIS h afinanziato, per sua fortuna, solo la SI Re non la Liquichimica, quindi sono 10 3miliardi di contributo dovuto . Pertanto, ladifferenza tra quello che viene chiesto el'occorrenza è di 27 miliardi .

Per quanto riguarda il Banco di Sar-degna, l'aumento richiesto è di 25 miliar-di, ma il Banco di Sardegna parteci-pa al consorzio SIR solo per 8,3 mi-liardi. Qui però si aggiunge qualcosa d ipiù, che risulta dal decreto autorizzativodel comitato interministeriale per il cre-dito e il risparmio del 18 settembre 1979 :mentre cioè il Banco di Sicilia, il Banc odi Napoli e il CIS erano al di sotto de lparametro stabilito dalla legge n . 787, que-sto non era vero per quanto riguarda i lBanco di Sardegna ; tant'è che l'ultim o« considerando » di questo decreto inter -ministeriale si riferisce solo al Banco d iNapoli, al Banco di Sicilia e al CIS, enon al Banco di Sardegna. Quindi, in real-tà, il Banco di Sardegna non aveva alcu nbisogno di un aumento dei suoi fondi pa-trimoniali, non dei 25 miliardi e nemme-no degli 8,3, perché nessuna deficienza ri-spetto al parametro stabilito dall'articolo1, sesto comma, della legge n . 787 sus-sisteva .

Quindi a me pare che già i numeri c idicano qualche cosa di interessante . Quisi introduce allora l'altro discorso del -l'onorevole ministro, il quale dice che vi èun'esigenza di ricapitalizzazione delle ban-che. Questo è un discorso che egli h asvolto in maniera ancor più ampia nell aVI Commissione, e che ha ripreso qui ,più brevemente, e che certamente merit aattenzione. Ma si dovrà farlo per decreto -legge ? In sede di discussione di un decre-to-legge si dovrà stabilire la ricapitalizza-zione dei banchi meridionali; o non si do-vrà piuttosto fare un discorso generale sul -la ricapitalizzazione delle aziende e degliistituti di credito italiani, anziché procede -re ad una ricapitalizzazione a pezzi e a bocco-ni, prendendo a pretesto la partecipazione aquesto o a quel consorzio ? Non sarebb egiusto fare un discorso generale, ma i nsede di discussione di un disegno di leg-

ge ordinario e non nei tempi strozzat idella discussione di un decreto-legge, e pe rgiunta con l'ottica deformata della parte-cipazione ai consorzi ? Forse, a parte que-sto discorso smisurato sulla ricapitalizza-zione delle aziende e degli istituti di cre-dito, si dovrebbe fare, più approfondita-

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mente e non soltanto settorialmente, an-che il più limitato (si fa per dire !) discor-so della ricapitalizzazione in relazione all apartecipazione ai consorzi bancari . Nellascorsa legislatura (io non partecipavo allo-ra a questo eletto consesso, però ho lettogli atti parlamentari) tutti erano Quintin oSella; pareva pacifico che il risanament ofinanziario si facesse solo per aziende sanee per gruppi il cui destino era sicuro, s iriteneva che l'incentivo costituito dal van-taggio fiscale di cui all'articolo 3 fosse suf-ficiente . Si negava, benché alcuni lo sostenes-sero, che mancasse quel netto patrimonial eche potesse permettere la partecipazione a iconsorzi bancari. Nessuno allora sostene-va che occorresse denaro fresco dello Sta-to per finanziare i consorzi bancari . Poila legge sul risanamento finanziario è stataapprovata e ora si è scoperto che il mar-gine netto di cui all'articolo 1, comm asesto, non sussiste e che si vuole buo ndenaro fresco della collettività per finan-ziare i consorzi bancari. Anche questo me-riterebbe un discorso a parte .

L'ordine di grandezza di 1500 miliar-di, che l'onorevole ministro ci ha indicat ocome già impegnato, è solo una part edell'entità delle somme che saranno do-vute, quando si vorrà completare quest ogiro di orizzonte (un orizzonte, in verità ,un po' cupo) dei consorzi bancari .

Si tratta di un giro di migliaia di mi-liardi; nessuno sa quanti saranno .

Quindi, mi sembra che la via del decre-to-legge, per avviare questo tipo di di -scorso, sia una specie di atto di impulsoche forse il Governo avrà voluto compier eper spingerci a cominciare a pensarci su ;però, la via più corretta è quella di un di-scorso approfondito, serio e globale e no ngià quella di un discorso particolare, aven-do sul collo il fiato caldo dei lavorator idi questo o di quel gruppo .

Vaglio aggiungere, poi, che se assisten-za si deve fare, vorrei la si facesse di -rettamente ai lavoratori e non agli im-prenditori che tagliano la loro fetta elasciano ai lavoratori i cascami ; ma que-sto è un discorso più generale, che no npuò essere affrontato in questa sede .

Un'altra parte di questo mio interven-to si riferisce all'articolo 5, quell oin cui si dice che, per i gruppi chimic ila competenza ad autorizzare la formazio-ne dei consorzi ed il consolidamento de idebiti relativi all'industria chimica di ri-levante interesse generale è trasferita dal-la Banca d'Italia al Comitato interministe-riale per il credito ed il risparmio .

A questo proposito, devo dire che son ofermamente contrario : e insieme al col-lega Spaventa ho presentato un emenda -mento soppressivo .

Sono contrario fermamente a quest ospostamento di competenza, innanzitutt oper ragioni di coerenza rispetto all'ordina-mento giuridico . Forse questi sono aspet-ti non da tutti sentiti, ma permettetem idi riaffermare questa esigenza . Con il de-creto del Capo provvisorio dello Stato 1 7luglio 1947, n . 691, erano state distinte chia-ramente le funzioni della Banca d'Italia equelle del Comitato interministeriale pe ril credito ed il risparmio. Quest'ultimoha funzioni direttive ed eventualmente de-liberative in sede di ricorso contro gliatti della Banca d'Italia ed anche funzion idirettive nei confronti del ministro deltesoro. Chi invece ha funzioni operativ eè la Banca d'Italia ed in certi casi il mi-nistro del tesoro. Questo è il nostro ordi-namento .

In verità, la legge n. 787 del 1978si era mantenuta completamente fedelea questo orientamento : agli articoli 1, pri-mo comma, e 5, primo comma, prevede-va infatti che, previa direttiva del Comi-tato interministeriale per il credito ed i lrisparmio, la Banca d'Italia avesse u n

potere autorizzatorio per la partecipazio-ne delle banche ai consorzi e per l'attua-zione dei consolidamenti da parte dell ebanche stesse .

Ciò era in relazione – e mi piace d iriaffermarlo – all'articolo 32 della leggebancaria (comma primo, lettera d), ch eprevede che la Banca d'Italia, sempre sul-la base delle direttive del Comitato inter-ministeriale per il credito e il risparmio ,indichi i criteri per gli impieghi, in mod oda salvaguardare la liquidità delle banche .

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E questa era anche coerente con l'arti-colo 35 (comma secondo, lettera a), che inparticolare attribuisce alla Banca d'Itali aun potere di autorizzazione per quanto ri-guarda gli investimenti in azioni ; e i con-sorzi bancari sono società per azioni, co-me afferma espressamente la legge n . 787 .

Vorrei sottolineare che l'articolo 1 ,comma sesto, della legge n. 787 richiamaespressamente questa competenza dellaBanca d'Italia in base all'articolo 35 ; cioènello stabilire quel parametro, di cui piùvolte ho parlato, riafferma poi l acompetenza ulteriore della Banca d'Ita-lia, la quale può stabilire criteri anchepiù restrittivi rispetto a quello previstodalla legge n . 787 (cioè che non si poss ainvestire in consorzi bancari se non pe rquella parte che è superiore al capitalenetto, detratte le azioni e le immobiliz-zazioni) .

Vorrei anche sottolineare l'importanzadi questa funzione di controllo. In so -stanza, con la legge n. 787 si abbatte laseparazione tra credito a breve e credit oa medio e lungo termine, perché in real-tà con l'artifizio fragile della personalit àgiuridica dei consorzi si consente all eaziende di credito di svolgere operazion ia medio e a lungo termine ; così come s iintroduce, sempre con questo fragile scher-mo, un sistema di banca mista, perchéle banche investono largamente in azio-ni, attraverso i consorzi .

Tra cinque anni, quando i consorzi ban-cari dovrebbero cessare, a chi potranno ri-filare le azioni ? Vorrei che ci si comin-ciasse a pensare sin da ora, e che nonsi aspettasse il compimento del quint oanno per scoprire che queste azioni sonoinesitabili . Questo sistema di controllo, af-fidato alla Banca d'Italia in termini ope-rativi e al Comitato interministeriale de lcredito e del risparmio sul piano dell adirettiva politica, era stato correttamenteriprodotto nella legge n . 787 .

Direi che era stato correttamente ri-prodotto anche sotto un altro profilo . Sobene che tra gli studiosi della materi ac'è chi nega l'esistenza di un confine net-to di separazione tra il breve, il medi oe il lungo termine; chi nega che vi sia

un rifiuto esplicito della banca mistanel nostro ordinamento . Però anche ch isostiene questa tesi (da ultimo Patron iGriffi) riconosce che c'è un confine, ch etuttavia è mobile e può essere rimoss odalla Banca d'Italia, con iI suo potereautorizzatorio, conforme alla direttiva delComitato interministeriale per il credito eil risparmio. La legge n . 787, nonostantele critiche che sotto altri profili le si pos-sono fare, era stata quindi coerente all'or-dinamento bancario .

Veramente vi era stato già un cedi-mento con la prima delle due direttiv edel Comitato interministeriale per il cre-dito e il risparmio del 29 dicembre 1978 ,ricordate dall'onorevole ministro . Dopo

aver dettato una serie di criteri rigorosi– il Comitato interministeriale aveva an-ch'esso ragionato come Quintino Sella – ,il Comitato aveva ritenuto che in certicasi particolarmente gravi si sarebbe po-tuto effettuare una deroga e si sarebber opotute emanare direttive ad hoc .

Tale direttiva aveva già sollevato l acritica degli studiosi . Il Capriglione ave -va fatto una serie di osservazioni, che so -no state riprodotte sul Corriere della seradi circa due giorni or sono, e che nonval quindi la pena di ricordare . Un altrostudioso che ha scritto un libro sulla ma-

teria, il Bompani (Il risanamento finan-ziario delle imprese), ha ritenuto tale ec-cezione illegittima per eccesso di potere ,e ha scritto testualmente : « La deroga

al criterio (quello dettato nel restodella direttiva) sottrae alla portata gene-

rale ed astratta della legge il singolo casoconcreto e consegna ancora una volta l aimpresa – e per essa la persona umanache nell'impresa lavora e dall'impresa ri-

trae beni e servizi essenziali – alla mer-cè ed all'arbitrio del potere politico » . Que-sto era quanto fu scritto per il minu srappresentato dalla previsione di derogh econtenuta nella direttiva. Restava peròancora fermo il sistema previsto dalla leg-ge n . 787 : potere di direttiva del Comi-tato interministeriale (cioè del potere po-

litico) e potere autorizzatorio della Ban-ca d'Italia .

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Ora, invece, è venuta la deroga con-tenuta nell'articolo 5. Va subito detto chesi tratta di una deroga imprecisa . Lorileva la stessa ASSONIME (che pure so-stiene il decreto, perché serve a far arri-vare alle imprese quattrini pubblici), nel -la sua circolare n. 72, nella quale sottoli-nea come la formulazione dell'articol osia imprecisa laddove parla di « rilevan-te interesse generale » . È una espressioneimprecisa, e 1'ASSONIME giunge alla con-clusione trionfale che sarà quindi lo stes-so CICR a stabilire quando si tratti d iinteresse generale e quando quindi abbiaesso stesso la competenza . Questo m isembra veramente il colmo : sarà lo stes-so organo a stabilire quando ha poter iautorizzatori e quando ha invece meri po-teri direttivi . Mi sembra che una cosa de lgenere potrebbe richiamare anche l'atten-zione degli studiosi di argomenti costi-tuzionali. A parte, comunque, questa sin-golare indeterminatezza, rimane il fattoche con questa norma si sovverte il si-stema che ho prima delineato, spostandoil potere autorizzatorio al CICR e lascian-do alla Banca d'Italia soltanto un limitatopotere istruttorio, non responsabile se nonnei limiti dell'istruttoria . Evidentemente, i lComitato interministeriale per il credito eil risparmio può discostarsi dalle conclu-sioni della Banca d'Italia : questo, d'altraparte, è il solo senso dello spostament odel potere autorizzatorio, perché, se il Co-mitato non potesse discostarsene, la cos anon avrebbe significato .

L'onorevole ministro, prima in Com-missione poi in questa sede, ha addott ol'argomento secondo cui sarebbe opportu-no attribuire il potere autorizzatorio a lCICR in quanto già esiste, per l'appro-vazione dei piani di risanamento, il CIPI :dunque, comitato sta bene accanto a co-mitato; sarebbero « cugini », e quindi ap-pare opportuno non fare entrare la Ban-ca d'Italia in questo circolo ristretto . Ame sembra, però, che questo sia un ar-gomento che prova troppo, nel senso cheallora non dovrebbe essere valido sol oper il settore chimico di rilevante inte-resse generale e si dovrebbe modificarel'intera disciplina precedente . Questa sin-

golarità era stata già denunziata da An-dreatta al Senato, quando si discusse laprecedente edizione del decreto-legge .

Vi è poi una seconda disarmonia, ch esarà ben difficile risolvere, per quanti stru-menti interpretativi si possano usare ,se questo articolo sarà convertito in leg-ge. Infatti, la Banca d'Italia conserva (vi -sto che questa parte non è stata modi-ficata dall'articolo 5) il potere di limi -tare gli investimenti azionari in base al -l'articolo 35 : da un lato, quindi, il CIC Rautorizzerebbe e, dall'altro, la Banca d'Ita-lia conserverebbe una sua competen-za ulteriore. Cioè, due poteri autorizza -tori a due livelli diversi. Questo è di un aincoerenza evidente. È chiaro che il potereautorizzatorio deve essere concentrato e ,a mio avviso, deve esserlo nella Banc ad'Italia .

È stata rilevata ed è stata accentuat ala qualificata natura patologica del settor echimico. Ma io mi domando : non è forsevero che il controllo deve essere tanto piùrigoroso quanto più la situazione è pato-logica ? Oppure useremo il bisturi per icasi lievi ed invece tratteremo con legge-rezza, con un piumino da cipria, i cas ipiù gravi ? A me pare che questo sia u nargomento che prova il contrario, perchési sa che purtroppo il potere esecutivo, i lpotere politico è fragile, ed è più facil eche ceda alle spinte delle parti interessate .Noi, invece, vogliamo che si proceda a dun esame rigoroso, un esame serio perchéi quattrini della collettività non devonoessere dissipati. Convinciamoci che se s iapre la porta a tutti i consorzi bancari ,questi diverranno un pozzo senza fond oper la finanza italiana .

In realtà, si è attuata una deresponsa-bilizzazione della Banca d'Italia, con un aminorazione evidente della garanzia de icittadini . La mia opinione è, invece,che il Comitato interministeriale per ilcredito e il risparmio debba limitarsi adesercitare la sua funzione di valutazion epolitica in sede di direttiva, ma che debb alasciarsi il potere di autorizzazione all aresponsabilità della Banca d'Italia .

È trapelato dalle parole del relatore ,ma lo sappiamo tutti, che vi era stata una

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occasio legis a suo tempo per l'introdu-zione di questo articolo 5 : quella situa-zione di difficoltà spirituale in cui si ètrovato il governatore della Banca d'ItaliaBaffi; e questo ha la mia comprensione .Ma, come si diceva in quel vecchio lati -netto che ormai quasi nessuno capisce ,cessante occasione legis cessat et ipsa lex :non vi è ragione di conservare la legge ,posto che questa situazione d'imbarazz oè venuta meno .

A questo punto, vi è una ulteriore os-servazione che mi è stata rivolta in variesedi, e anche dall'onorevole ministroche, come risulta anche dal Bollet-tino delle Giunte e delle Commissioni par-lamentari, ha detto che la Banca d'Itali anon si sente deresponsabilizzata, non s iduole della sua deresponsabilizzazione . Ècerto che chiunque è lieto di essere sgra-vato di responsabilità. Ma forse che noiabbiamo deciso che quando una corte d iassise non vuole giudicare i terroristi ,questo basta per esonerarla dal giudicar -li ? Sarebbe ben contenta se noi le faces-simo questo regalo ! Forse che questo èun argomento ?

La Banca d'Italia deve restare il pre-sidio delle istituzioni, postoché essa con -serva intatta la sua credibilità, nonostan-te tutto ciò che è stato detto ed è statofatto deve essere quindi tenuta fermaquesta sua responsabilità . D'altronde, esse-re governatore non è un obbligo . Se ve-ramente – ma io non lo credo – l'attual egovernatore non sentisse di poter soppor-tare queste responsabilità, dovrebbe trar-ne le necessarie conseguenze, perché èchiaro che chi accetta di ricoprire cert iposti corre certe responsabilità .

Il problema dell'opportunità o menodi mantenere l'articolo 5 del decreto-leg-ge è già stato posto da varie parti politi -che al Senato, da Andreatta per la de-mocrazia cristiana, da Bonazzi per il par-tito comunista, da Rastrelli per il MSI -destra nazionale, da altri (che non ricor-do) per il partito radicale, che hannosottolineato tutti i loro dubbi circa l'op-portunità di conservare questo articolo . Ioinsisto perché questo articolo non sia con-servato .

Naturalmente, per quel che riguardail consorzio SIR, che è già stato autoriz-zato dal Comitato interministeriale pe ril credito e il risparmio, si potrebbe even-tualmente pensare a serbare vigore aquesta autorizzazione . Il Parlamento, i nrealtà, si trova di fronte ad un caso con-creto di cui già può verificare la validità ,perché esiste la deliberazione del Comi-tato interministeriale per il credito e i lrisparmio; quindi questo atto potrebb eessere convalidato. Basterebbe che l'arti-colo 2 del disegno di legge di conversion enel testo della Commissione, ove si con-validano gli atti compiuti in applicazion edel decreto-legge n . 162, fosse esteso, ne lsenso che si provvedesse anche alla con-valida degli atti compiuti in applicazion edel decreto in discussione .

Vorrei fare ancora, prima di conclu-dere, due brevi osservazioni . Vorrei an-cora una volta sottolineare, per avere unarisposta dal Governo, l'osservazione avan-zata dalla Commissione bilancio, di cu imi onoro far parte, circa la mancata co-pertura finanziaria dell'articolo 4 del de-creto-legge. Questo è un punto ché il re-latore ha ricordato cortesemente (mentrenon ha ricordato le riserve avanzat edalla Commissione bilancio sull'articolo 5del decreto-legge su espressa proposta delrélatore, onorevole Manfredi) ; comunque ,per quel che riguarda l'articolo 4, l'os-servazione è stata ricordata e meritereb-be di essere meditata .

Vorrei infine riferirmi all'articol o3-bis del decreto-legge inserito dall aCommissione, che prevede l'estensionedelle funzioni del Credito industria-le sardo, dell'ISVEIMER e dell'IRFIS all aCassa per il credito alle imprese artigiane ,articolo in ordine al quale l'amico Spa-venta ed io abbiamo presentato un emen-damento soppressivo . Vorrei innanzituttorichiamare l'attenzione della Presidenza ,perché mi sembra che qui si verifichi u ncaso tipico di « articolo aggiuntivo relati-vo ad argomento affatto estraneo alla ma-teria in discussione », del quale in bas eall'articolo 89 del regolamento « il Presi -dente ha facoltà di negare l'accettazion ee lo svolgimento »,

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Proprio in relazione al decreto-legg eprecedente, che fu discusso prima dal Se -nato, il Presidente Fanfani prese una po-sizione di estremo vigore circa la presen-tazione di emendamenti estranei al de-creto-legge in discussione. Ribadisco che ,se mai vi fu un emendamento estrane oalla materia del decreto-legge, questo èproprio il caso dell'emendamento appro-vato in Commissione, istitutivo dell'arti-colo 3-bis del decreto-legge. Non faccioquesta osservazione per un fatto di puroformalismo o di feticismo regolamentare ,che è lontano dal mio animo ; ma in real-tà norme come quella dell'articolo 89 de lregolamento, che non consentono di esu-lare da argomenti che non siano all'or -dine del giorno, sono poste a tutela de lregolare funzionamento della Camera, per -ché chi non assiste alla discussione dev epur sapere di che cosa si discute e no npuò poi vedersi introdotta la trattazionedi argomenti di cui non poteva nemmenoprevedere l'esistenza . A parte questa con-siderazione, dobbiamo ricordare che l eleggi contenenti norme che non hanno at-tinenza con il loro tema centrale son oconsiderate dagli operatori del diritto, ve-ri e propri mostri giuridici .

Al Senato, ripeto, lo stesso PresidenteFanfani sottolineò come fosse opportun oporre fine a questo mal vezzo ; ed io, daoperatore del diritto, da consumatore del -le leggi, dico che questa esigenza di cor-rettezza giuridica, affinché le leggi abbian ola loro compattezza e non contengano ar-ticoli stravaganti, deve essere salvaguar-data .

Vi è poi, da parte mia, anche unaopposizione di contenuto, prescindendo d aqueste sinora espresse, che sono d iprincipio . Penso sia illuminante ricordar ecome si sia svolto il dibattito in Com-missione. Vi è stata la proposta di un odei commissari di consentire al CIS d ierogare il credito all'artigianato, poich é- fu sostenuto - 1'Artigiancassa in Sar-degna non funziona; a tale proposta si èsubito aggiunto un altro commissario conla proposta di generalizzare e di allar-gare tale previsione anche all'IRFIS e al -l'ISVEIMER, quando non vi è alcuna

prova che l'Artigiancassa non funzion inelle regioni in cui questi istituti più di-rettamente operano: anzi questo non èstato detto da nessuno .

È questo il modo in cui si è giunt ialla formulazione attuale. Mi domando :non si dovrebbe riconsiderare a fondo i lproblema del credito all'artigianato ? S ipuò tirar fuori così, come un coniglio da lcappello di un prestigiatore, questa nor-ma ? Evidentemente, il problema del cre-dito all'artigianato deve essere riconside-rato. Se l'Artigiancassa non funziona, v isaranno dei provvedimenti da adottare, m anon credo si possa cogliere un'occasionecome questa per sovvertire la vigente di-sciplina. Inoltre, bisognerebbe indagare, ol-tre che sul funzionamento del credito al -l'artigianato, se l'attribuzione di quest anuova funzione sia compatibile con il fun-zionamento dei tre istituti ai quali quest afunzione verrebbe attribuita. Innanzitutto,vi è una miriade di piccole operazioni pe rle quali questi istituti potrebbero non es-sere attrezzati, e poi, a parte questo, dov eè previsto il finanziamento di questo nuo-vo ramo di credito ?

Infine, mi pongo un ulteriore ed ulti-mo problema, relativo alla opportunità omeno - io non la nego, ma dico che bi-sognerebbe meditarla - di riunire i lcredito industriale ed il credito ararti -

i Anche questo è un problema dadiscutere. Non è questione che si possasuperare d'un balzo, con un salto a pie 'pari. Quindi, io insisto per la soppressio-ne di questa norma, assieme alla soppres-sione dell'articolo 5 del decreto-legge (Ap-plausi all'estrema sinistra) .

PRESIDENTE. Il seguito della discus-sione è rinviato alla seduta di martedì 16ottobre .

Annunzio di interrogazion i

e di una interpellanza .

PRESIDENTE. Sono state presentat ealla Presidenza interrogazioni e una inter-pellanza. Sono pubblicate in allegato a iresoconti della seduta odierna .

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Annunzio di risoluzioni.

PRESIDENTE . Comunico che sono sta-te presentate alla Presidenza risolu-zioni. Sono pubblicate in allegato ai reso -conti della seduta odierna .

al Banco di Sardegna ed al Credito indu-striale sardo e collocamento di obbliga-zioni emesse dagli istituti di credito in-dustriale (574) ;

— Relatore: Mannino .

La seduta termina alle 13 .

Ordine del giorno

della prossima seduta .

PRESIDENTE. Comunico l'ordine de lgiorno della prossima seduta .

Lunedì 15 ottobre 1979, alle 17,30 :

1. — Interpellanze e interrogazioni .

2. — Seguito della discussione del di-segno di legge :

Conversione in legge, con modifica-zioni, del decreto-legge 14 settembre 1979 ,n. 439, concernente conferimento di fondial Banco di Napoli, al Banco di Sicilia,

Ritiro di un documento

del sindacato ispettivo .

Il seguente documento è stato ritirat odal presentatore: interpellanza Rubinacc in. 2-00009 del 26 giugno 1979 .

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIO DEI RESOCONT IAvv. DARIO CASSANELLO

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALEDott. MANLIO ROSSI

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RISOLUZIONI IN COMMISSIONE,INTERROGAZIONI E INTERPELLANZA

ANNUNZIATE

RISOLUZIONI IN COMMISSION E

« La II Commissione ,

avvertita la necessità di approfon-dire il dibattito sulla situazione della ci-nematografia, delle attività musicali e del -le attività teatrali, sia in considerazion edei numerosi problemi d'ordine diverso ,e non ultimo anche quello finanziario ,che travagliano questi settori, sia per i lsignificato e l'importanza che essi rive -stono nei processi di sviluppo e di rinno-vamento culturale del paese ;

rilevato come nella cinematografia ,nella musica e nel teatro di prosa si sti apagando, amaramente, lo scotto d'invete-rate insipienze e resistenze governative ,che, a tutt'oggi, hanno ostacolato e ritar-dato, nei fatti, serie ed organiche legg idi riforma di questi settori ;

ricordato che l'azione e l'impegn odei Governi che si sono succeduti si èesclusivamente limitato, da ormai troppotempo, alla proposizione di provvedimen-ti straordinari ed assai spesso nemmen otempestivi, aventi la caratteristica dell atransitorietà, della parzialità e come tali ,dunque, anche scarsamente incisivi ;

sottolineato come questo tipo di scel-ta operata dimostri quanto meno una buo-na dose di miopia politica e comunqued'improvvisazione di fronte non solo all enecessità di questi importanti settori d iimpegno culturale, ma anche dinanzi allenuove realtà che emergevano nel paese ,in relazione alla stessa domanda di cultu-ra nelle sue più diverse forme ed espres-sioni, dei cittadini ed in particolare dell estesse giovani generazioni ;

rilevato, pertanto, che quanto mai,al momento attuale, si rendono urgent ied inderogabili organiche leggi di rifor-ma dei settori in questione, tali da ga-

rantire, tra l'altro, un'adeguata rispost aalle nuove realtà e alle nuove esigenz eche si sono affermate nella vita cinema-tografica, musicale e teatrale, le quali ri-chiedono e sollecitano scelte e soluzion ipiù avanzate e progressive;

tenendo presente, a questo proposi-to, le scadenze previste dal decreto de lPresidente della Repubblica n. 616, relati-ve alle leggi di riforma per la cinemato-grafia, le attività musicali ed il teatro d iprosa e sottolineata l'esigenza irrinuncia-bile a che esse vengano rispettate ;

considerato che per quanto riguarda ,in particolare, il settore della musica equello delle attività teatrali, nonostantela normativa asfittica e limitata che l iregola, si assiste ad una continua e pro-gressiva crescita, sia in termini quantita-tivi, sia qualitativi, soprattutto sotto i lprofilo delle forme e dei contenuti, che s iesprime, anche, in modi nuovi di orga-nizzazione, di cui sempre più protagonist isono diventati gli enti locali e le regioni ;

ricordato, a questo proposito, ch enumerose autonomie locali hanno saputorealizzare programmazioni anche in cam-po musicale e teatrale duttili e articola-te, capaci, tra l'altro, di integrare mo-mento pubblico e momento privato e ch esi sono manifestate, anche, attraverso va-rie leggi regionali ;

rilevato, inoltre, che per quanto con-cerne il settore cinematografico, esso ver-sa in uno stato di grave e peculiare cri-si, le cui motivazioni sono varie e intrec-ciate fra loro ;

tenuto presente, infatti, che la cine-matografia italiana è insidiata da contrad-dizioni, le quali rimandano ad inveteratecause strutturali, che vengono poi acuiteda fattori di congiuntura ;

considerato che questa situazione d iprofonda crisi, fin'oggi fronteggiata da igoverni in modo del tutto inadeguato conprovvedimenti transitori e di corto re-spiro, richiede, in primo luogo, un seri o

ed organico rinnovamento della legislazio-ne in materia, nonché, tra l'altro, un a

nuova politica della comunicazione audio-visiva ;

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rilevato, inoltre, come qualsiasi even-

tuale ulteriore provvedimento di emer-genza, che, al momento attuale, s'inten-desse assumere, non potrebbe prescinde -re almeno da alcuni ineludibili punti diriferimento, che contribuirebbero ad av-viare un processo riformatore, quali i lriassetto del gruppo cinematografico pub-blico, la cui potenzialità in questi anni èstata largamente affievolita e che è priv odi sufficienti risorse finanziarie, il rifinan-ziamento del Centro sperimentale di cine-matografia, curando di superare la gestio-ne commissariale, la disciplina della tra-smissione televisiva dei films ;

impegna il Governo

ad assumere tutte le opportune e neces-sarie iniziative per favorire il rispetto del -le scadenze previste dal decreto del Pre-sidente della Repubblica n . 616 al fine d iarrivare a leggi di riforma dei settori de lcinema, della musica, del teatro di prosa ;ad adoperarsi affinché, nell'ambito di even-tuali ulteriori provvedimenti straordinar iper la cinematografia, venga dato contem-poraneamente avvio ad ineludibili impe-gni, quali :

a) il riassetto del settore cinemato-grafico pubblico ;

b) la disciplina della trasmission etelevisiva dei films nel contesto della re-golamentazione delle emittenti private ;

c) il rifinanziamento del Centro spe-rimentale di cinematografia ,e la cessazio-ne della gestione commissariale ;

d) un adeguato intervento al fine d isostenere e di salvaguardare la vita dell ecooperative cinematografiche con una in-terpretazione dell'articolo 28 della legg en. 1213, corrispondente all'ispirazione com-plessiva della normativa in questione .

(7-00013) « TORTORELLA, SCARAMUCCI GUAI-TINI ALBA, SANGUINETI, GUA-LANDI » .

« La III Commissione ,

considerato che :

la crisi libanese, quale si è svilup-pata dal 1975, sta assumendo ormai di-mensioni tali da mettere a repentaglio la

sicurezza di tutta l'area medio-orientale ;soprattutto la situazione politico-militaresi sta vieppiù deteriorando . Com'è notoil territorio libanese è stato, negli ultim ianni, oggetto di molteplici interventi mili-tari attraverso l'utilizzazione dei " caschiblu " delle Nazioni Unite (forza interna-zionale delle Nazioni Unite in Libano ,FINUL, la cui costituzione è stata delibe-rata il 19 marzo 1978 dal Consiglio di Si-curezza delle Nazioni Unite con risoluzio-ne 425-1978, successivamente prorogata :alla stessa data il Segretario generale co-municava un rapporto S/12611, nel qualevenivano delineati i punti essenziali delmandato) e l'intervento dei " caschi verdi "della forza araba di dissuasione, FAD . Per

breve tempo operarono in Libano anch ereparti iracheni (primavera 1978) ; il terri-torio meridionale è stato anche occupatoper alcuni mesi dagli israeliani ;

l'attuale precario equilibrio può ve-nir meno nella prospettiva, tutt'altro ch einfondata, che la FAD non possa più eser-citare il suo ruolo e venga ritirata ;

in questa prospettiva sono eviden-ti le ripercussioni politiche in tutta l'areamedio-orientale, la cui pacificazione si im-pone come interesse prioritario per l'Eu-ropa ;

nel contesto europeo deve esserevalutata ed affrontata drasticamente l'at-tuale crisi . Del resto i 9 paesi della Co-munità hanno più volte effettuato dichia-razioni comuni sulla questione medio-orien-tale (il 6 novembre 1973, il 28 settembre1976, il 7 dicembre 1976) . Con il Consiglioeuropeo di Londra del giugno 1977 son ostati indicati i princìpi di base per unasoluzione equa e pacifica del conflitto ;

recentemente nella riunione di coope-razione politica che si è svolta a Dublin osotto la presidenza del Ministro degli af-fari esteri irlandese O'Kennedy 1'11 set-tembre 1979 è stato lanciato un appello a iPaesi e alle parti interessate senza ecce-zione affinché si astengano da ogni azion esuscettibile di minacciare l'integrità de lLibano e l'autorità del suo Governo ;

l'iniziativa della Comunità ha avutoun ulteriore seguito nel discorso pronun-ziato da O'Kennedy nella sua qualità di

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Presidente del Consiglio della Comunità edella cooperazione politica, all'Assemble adell'ONU il 27 settembre 1979 . I novecontinuano a ritenere che una soluzioneglobale può essere trovata sulla base del-le risoluzioni 242 e 338, unitamente a iprincìpi che i nove hanno enunciato nel -la loro dichiarazione del 29 giugno 1977 aLondra e più volte confermati . Il Presi-dente del Consiglio della Comunità ha sot-tolineato che debbono essere rispettati idiritti legittimi del popolo palestinese, traquesti il diritto ad una patria ed il di-ritto a svolgere il loro ruolo attraversorappresentanti nei negoziati per un rego-lamento globale ;

se la Comunità ha preso questa ini-ziativa è certamente per dare un contri-buto effettivo ed efficace alla pace in Me-dio Oriente e perché si passi da un ne-goziato bilaterale ad un negoziato global eche rimane indispensabile ;

l'interesse europeo per la situazionepolitico-militare libanese diventa immedia-to ed elemento indispensabile di quelle li-nee di politica estera comune emerse nelvertice di Parigi del 1972 e confermatenel successivo vertice di Parigi del dicem-bre 1974 ove si è stabilito che la coope-razione debba comprendere " tutti i set -tori della politica internazionale che ri-guardino gli interessi della Comunità eu-ropea " con il fine di " definire progres-sivamente posizioni comuni " ;

impegna il Governo ad adoperarsi :

1) affinché i nove Stati membri del-le Comunità europee assumano l'iniziati-va, anche al di fuori del dialogo euro-arabo, per considerare la possibilità, invia immediata e prioritaria, di effettuareogni sforzo per mantenere l'integrità delLibano ed evitare l'intervento di forzeulteriormente disgregatrici della già pre-caria situazione politica ;

2) affinché l'intervento comunitario ,previa consultazione ed accordi con tuttele parti interessate in un negoziato glo-bale, e quindi, nello spirito della dichia-razione del Presidente O'Kennedy alla re-cente Assemblea delle Nazioni Unite, an-che dell'OLP, si articoli in diverse azion ia livello politico-diplomatico, senza esclu-dere la possibilità di formare un presi -dio di pace nel territorio libanese, confunzioni e limiti analoghi a quelli di cuialla risoluzione n. 425 del 1978 del Con-siglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ;

3) al fine di promuovere una imme-diata riunione dei Capi di Stato e di Go-verno dei nove paesi della Comunità eu-ropea, con la partecipazione oltre che de iMinistri degli esteri, anche di quei Mini-stri direttamente interessati alla Costitu-zione di un presidio di pace europeo inLibano .

(7-00014)

« MONDINO, ACHILLI, MANCA » .

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INTERROGAZION IA RISPOSTA IN COMMISSION E

SARTI. — Al Ministro delle finanze . —Per conoscere quali misure intenda pro -porre ed adottare al fine di trovare unapositiva soluzione per il trasferimento a lcomune di Bologna di un immobile dell aamministrazione Monopoli di Stato, ubi-cato in pieno centro storico cittadino, eche il comune chiede da oltre dieci annidi poter acquistare.

I termini del problema sono riassu-mibili nelle seguenti semplici ma signifi-cative proposizioni .

Un'amministrazione pubblica - l'azien-da Monopoli di Stato - è proprietaria d iun complesso immobiliare costituito daaree inedificate e da edifici ridotti a ru-deri dai bombardamenti dell'ultima guerra .

Tale complesso immobiliare, esteso percirca 25.000 metri quadri, trovasi in stat odi completo abbandono da quasi 35 anni .Alla devastazione della guerra si è cosìaggiunta quella del tempo e quella indottadall'incuria dell'ente proprietario con gra-vi conseguenze anche sul piano igienico-sanitario più volte denunziate all'aziend aproprietaria .

È un punto fermo almeno da diec ianni che detto immobile non può essereutilizzato per fini di istituto dall'aziend acui appartiene. E la certezza di tale as-sunto è ormai patrimonio indiscusso ditutti, azienda compresa .

L'immobile è situato nel cuore delcentro storico di Bologna, al centro d ialtre proprietà pubbliche già da temp odisponibili per l'uso collettivo, ma inconcreto inutilizzabili perché la pianifica-zione territoriale e la sua traduzione pro-gettuale non possono che essere unitari ee cioè relative all'intero comprensorio ur-banistico del quale è parte decisiva e con-dizionante la proprietà dei Monopoli d iStato. Un'area strategica, dunque, dallavocazione urbanistica indiscussa e indi-scutibile perché il suo uso pubblico è oc -

casione unica ed irripetibile per il riequi-librio della carente dotazione di servizicollettivi fruibili dal nucleo urbano anticodella città : una scelta vitale per Bologn aparalizzata da oltre un decennio .

Inutilmente il governo della città, lesue articolazioni decentrate, tutte le for-ze politiche e sociali chiedono all'Aziend aMonopoli di Stato ed agli uomini di Go-verno che si succedono alla presidenzadel suo consiglio di amministrazione l'us opubblico del bene. Inutilmente da oltre10 anni. Infruttuosi gli inviti, le solleci-tazioni, le pressioni, le campagne di stam-pa, la mobilitazione dei cittadini. Senzaesito gli incontri, i telegrammi, la fittis-sima corrispondenza. Sempre smentite leintese, le assicurazioni, le promesse . Van ii tentativi di acquistare, di affittare, d ichiedere consegne temporanee; vani i pro-positi di accettare, senza discutere, le sti-me dei prezzi e dei canoni fatti dall'UT Eche è organo dello stesso Ministero ch esovrintende all'azienda proprietaria; vanala disponibilità a pagare anticipatamente ,rispetto al trasferimento di proprietà, i lprezzo stabilito per la compravendita .

Ed infine non ancora accettata, d adue anni almeno, la minima richiesta d iavere consegnata l'area seppure in mod oprecario per iniziare quegli indispensabil ilavori di bonifica igienico-sanitaria chesono sempre più improcrastinabili .

Tutto ciò premesso, l'interrogante chie-de al Ministro delle finanze se la rappre-sentazione deve ancora proseguire o se ètempo di amministrare con i presuppost idi un interesse pubblico che rispondaallo stato ordinamento .

(5-00308)

ACCAME. — Al Ministro della difesa .— Per conoscere, in relazione alla, mortedel caporale Risucci Franco di Bari, de-stinato presso il battaglione Lario di Pa -via, morte avvenuta per annegamento nelfiume Ticino il 10 luglio 1979, se rispond eal vero che :

1) non era presente, come previsto ,l'ufficiale istruttore responsabile della com-pagnia, trattandosi di attività rischiosa ;

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2) mancava il barcone di salvatag-gio obbligatorio per qualsiasi addestra-mento od esercitazione sui corsi ,d'acqua ;

3) non veniva indossato dai membridell'equipaggio il salvagente ;

4) la navigazione veniva effettuat acon un solo barcone in contrasto con l anorma che prevede che i barconi debbanofarsi sicurezza anche tra di loro ;

5) mancava l'ancoraggio su correnteprevisto nei casi di pericolo ;

6) il Risucci non sapeva nuotare (co-me sembra accada per il 50 per cento deigiovani impiegati nelle esercitazioni su ifiumi) ed indossava una uniforme che èdiventata una trappola in acqua ;

7) l'imbarcazione, dopo l'annegamen-to del Risucci veniva portata via dall acorrente ed andava a schiantarsi sui pilo-ni del ponte della ferrovia ;

8) le ricerche, da parte del coman-do, venivano avviate solo un'ora dopo l'ac-caduto ed il corpo veniva trovato solo atarda sera (l'annegamento era avvenut oalle 15) da un equipaggio dei vigili delfuoco .

(5-00309)

POTI. — Al Ministro per gli intervent istraordinari nel Mezzogiorno e nelle zon edepresse del centro-nord e ai Ministri de ilavori pubblici e della sanità . — Per co-noscere - premesso che sin dal 1966 il

comune di Gallipoli presentò, tramite1'EAAP, un progetto per risolvere il pro-blema degli scarichi fognanti a mare co nrelativo impianto di depurazione, che i fi-nanziamenti sono stati così scarsi che adistanza di 15 anni circa nulla si è rea-lizzato, mentre i costi sono triplicati ei danni alla economia gallipolina basatasul turismo estivo sono stati enormi ; con-siderato che ultimamente la regione Pu -glia ha comunicato che tutti gli scarich ifognanti dei comuni di Gallipoli, Alezio ,Sannicola, Tuglie sono stati inclusi ne lprogetto speciale della Cassa del Mezzo -giorno n. 14, e che in conseguenza di ciòil comune di Gallipoli ha dovuto revocare

i mutui di 260-200-20 milioni perché nonpiù garantiti dalla regione Puglia essend otutto passato alla competenza della Cassadel Mezzogiorno - qual è lo stato effetti-vo della pratica, specialmente in ordin eai tempi d'attuazione dell'opera, qual iiniziative s'intendono intraprendere pe raccelerare le procedure e dar corso co nimmediatezza all'inizio dei lavori per lacostruzione dei sistemi fognanti, adeguat ialle necessità di oggi, e corrispondenti a desigenze d'igienicità e funzionalità, pe r

por fine all'inammissibile situazione at-tuale, che tanto danno arreca all'econo-mia di Gallipoli e dell'intera zona oltrea costituire un pericolo permanente perla salute dei cittadini, e per assicurare al-la città di Gallipoli questa urgente infra-struttura, indispensabile per il suo svi-luppo economico e per la sua crescitacivile .

(5-00310)

POTÌ. — Ai Ministri dei trasporti, de ilavori pubblici e della marina mercantile .— Per conoscere - premesso che il Con-sorzio del Porto di Gallipoli ha predispo-sto un progetto definitivo relativo all'al-largamento della strada di accesso al por-to, che prevede l'inglobamento dell'adia-cente sede ferroviaria per il tratto che v adalla Capitaneria all'ingresso del porto me-desimo, in modo da rendere più agevole

lo scorrimento stradale per il passaggiodei camions che, allo stato attuale, risul-ta difficoltoso a causa dell'intasamento co nconseguenti ritardi e disfunzioni ; attesoche da diverso tempo tale progetto è sta-to inviato dal Consorzio per il Porto d i

Gallipoli alla Direzione delle Ferrovie de lSud-Est - Roma - quali sono i motivi d itanto ritardo nell'attuazione di tale oper agià progettata ed ormai indilazionabile ,quali iniziative s'intendono assumere pe ril potenziamento, attraverso ampliamento ,aumento di pescaggio, maggiore protezio-ne e più consistenti dotazioni ed attrezza-ture ed altre idonee opere, di detto port odi Gallipoli la cui importanza vitale perla città, la zona e l'intero Salento è stat apiù volte ed a diversi livelli messa in evi-denza .

(5-00311)

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INTERROGAZION EA RISPOSTA SCRITTA

FRANCHI. — AI Presidente del Consi-glio dei ministri e ai Ministri degli affariesteri, della difesa, di grazia e giustizia,dell'interno e del commercio con l'estero.— Per conoscere quale ruolo abbia svoltoil giornalista G. G. Foà, inviato specialedel Corriere della Sera a Buenos Aires ,nella cattura di Giovanni Ventura ;

in particolare per conoscere perchési è prestato a raccontare notizie del tutt ofalse e contraddittorie, come quella ch eil Ventura sarebbe stato arrestato in Cor-so La Plata a Buenos Aires e non, com etutti sanno in Argentina, a Ensenada su lRio de La Plata, e precisamente nell'abi-tazione del Cappellano della polizia ;

per conoscere se è esatto che il Foàha ottenuto l'intervista con Giovanni Ven-tura, l'unica che sia stata data e a tem-po di record, per due motivi : primo, per-

ché ha promesso che il Corriere dellaSera avrebbe assicurato al Ventura tuttal'assistenza legale possibile nel process oche subirà davanti alla giustizia argenti-na; secondo, perché il Foà è amicissimodel generale Viola, comandante dell'eser-cito ;

per sapere se le autorità diplomati -che sono in grado di precisare i motiv iper i quali, per ben quattro volte, ed un adi queste nei primi giorni di agosto, Lici oGelli, noto personaggio della massoneriaitaliana, si sia recato in Argentina, confe-rendo con il Presidente Videla e con i lCapo dell'esercito Viola e con l'ammira-glio, ora in pensione, Massera Emilio, fi-glio di italiani, candidato ad essere il pros-simo Presidente costituzionale della na-zione argentina ;

se in tali peregrinazioni il Gelli ab-bia trattato, per conto del Governo ita-liano, di commesse militari legate a for-

niture di navi da guerra all'Argentina ese in tale trattativa siano incorsi accord iriguardanti operazioni di polizia . (4-01160)

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INTERROGAZION IA RISPOSTA ORAL E

CRIVELLINI, AGLIETTA MARIA ADE -LAIDE, AJELLO, BOATO, BONINO EM-MA, CICCIOMESSERE, DE CATALDO ,FACCIO ADELE, GALLI MARIA LUISA,MACCIOCCHI MARIA ANTONIETTA, ME -LEGA, MELLINI, PANNELLA, PINTO ,ROCCELLA, SCIASCIA, TEODORI E TES-SARI ALESSANDRO. — Ai Ministri deilavori pubblici, dei beni culturali e am-bientali e di grazia e giustizia . — Perconoscere - premesso :

che nel corso della costruzione dell asuperstrada statale 36 Lecco-Colico si son o

avuti già 11 gravi incidenti con 10 opera i

morti e molti feriti a causa dell'estrem apericolosità geologica della zona, dell oscarso senso di responsabilità e del man-cato rispetto delle leggi sul lavoro con iquali sono stati affrontati 'i lavori di pro-gettazione e di costruzione ;

che nel giugno del 1975 il geolog o

professor Alfredo Pollini, consulente de ltribunale di Milano, ha redatto una peri -zia che indicava nella superstrada un veropericolo pubblico sia per gli addetti a i

lavori che per la possibilità di crolli e

frane di portata catastrofica per l'interocomprensorio, e consigliava lo spostamen-to del tracciato a monte della Val Sas-sina ;

che nell'aprile del 1976 l'associazion eitaliana per il World Wildlif e Found hainviato una denuncia relativamente ai dan-ni paesistici e ambientali arrecati al com-prensorio del Lago di Como, sottopost ofra l'altro a vincolo paesistico, dalla co-struzione della superstrada statale n . 36 ;

che oltre 50 miliardi sarebbero stat ispesi per i lavori di esecuzione di un ter-zo del tracciato previsto (con tratti anco-ra inagibili per la continua caduta di fra-ne e per l'inconsistenza del terreno) afronte di una previsione di spesa inizial edi 39 miliardi per l'intera opera e cheoggi si prevede per l'eventuale completa-mento dell'opera una spesa di almeno 200miliardi ;

che le popolazioni locali hanno i npiù occasioni espresso il loro totale dis-senso per questo colossale imbroglio urba-nistico chiedendo nel contempo adeguatiinterventi per la soluzione degli altri pro-blemi viari e ferroviari della zona ;

che su questo stato di cose è statapresentata nel luglio 1979 una denunci aalla procura generale della Corte dei conti ,da parte dell'associazione italiana per ilWorld Wildlif e Found -

quali iniziative di natura disciplina -

re e penale siano state prese per colpirei responsabili degli « omicidi bianchi » edi questa immensa truffa ai danni dell acollettività; quali decisioni si intendanoprendere per abbandonare il progetto ori-ginario e dare nel contempo soluzione a iproblemi infrastrutturali della Valtellina .

(3-00554)

LA MALFA. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri . — Per conoscere le ra-gioni che hanno determinato una vertenz asindacale riguardante le maestranze dell aTipografia che stampano il quotidianoSole 24 Ore e per conoscere quale valu-tazione ne dia il Governo dal momentoche era intervenuto a suo tempo un ac-cordo regolarmente sottoscritto dalle particon l'intervento delle organizzazioni sinda-cali .

(3-00555)

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INTERPELLANZ A

« I sottoscritti chiedono di interpellarei Ministri dell'interno, del lavoro e previ-denza sociale, il Ministro per gli interven-ti straordinari nel Mezzogiorno e nelle zo-ne depresse del centro-nord e il Ministrodell'agricoltura e delle foreste, per sa-pere – premesso che in provincia di Sa-lerno si verifica, ormai da tempo :

a) la consumazione di atti di violen-za fisica nei confronti di lavoratori, di at-tivisti e di dirigenti sindacali come è di-mostrato, ad esempio, da quanto avvienein modo ricorrente nelle industrie conser-viere dell'agro nocerino-sarnese dove, an-che nei giorni scorsi, gruppi di mazzierihanno impedito lo svolgimento di uno scio-pero e la distribuzione di volantini sinda-cali, in alcuni esercizi turistico-alberghieridel Cilento, in cantieri edili della valle de lSele e della città di Salerno nella qualesi è giunti perfino nei giorni scorsi, al fe-rimento di un dirigente sindacale provin-ciale e di un agente di pubblica sicurezza ;

b) una estesa violazione delle normesull'avviamento al lavoro col conseguenteinsorgere di giuste proteste di disoccupati ;

c) una estensione delle violazioni de idiritti economici e normativi dei lavora-tori nei luoghi di lavoro – :

1) per quale motivo, pur in pre-senza di atti di violenza non isolati m aaddirittura diffusi, il cui verificarsi è sta-to, di volta in volta, segnalato e denun-ciato dai dirigenti sindacali e dalla stam-pa, non si siano adottati provvedimenti d iprevenzione e di repressione adeguati, equali provvedimenti si intende ora adot-tare di fronte alla estensione ed alla mag-giore aggressività e pericolosità degli att icommessi contro i lavoratori e dirigenti

sindacali da parte di mafiosi, camorrist ie mazzieri contro i quali gravemente ca-rente è risultata l'iniziativa della local eprefettura e questura ;

2) per quale motivo, pur in pre-senza di precise denunce dei sindacati edella stampa, circa le violazioni, ormaipalesi ed estese, delle norme sull'avviamen-to al lavoro e sul rapporto di lavoro de -gli operai occupati, non si siano condott einchieste ed adottate le misure possibili ,necessarie e urgenti per combattere taliviolazioni, e per sapere quali iniziative s iintende ora adottare nella particolare gra-ve situazione determinatasi a seguito del-le suaccennate molteplici e sistematicheviolazioni ;

3) per quale motivo non si sia fi-nora provveduto ad un accurato ed effet-tivamente rigoroso accertamento circa ilrispetto dello Statuto dei lavoratori daparte della generalità delle aziende tenut eal rispetto della legge n . 300 del 20 maggio1970 ed in particolare delle aziende chehanno usufruito ed usufruiscono di contri-buti o agevolazioni previste dal testo uni-co delle leggi sul Mezzogiorno approvatocon decreto del Presidente della Repubbli-ca n. 218 del 1978, nonché dei contribut ierogati dalla Comunità economica europea ,e per sapere, comunque, quali provvedi -menti si intende ora intraprendere co nl'urgenza ed il rigore che la situazionerichiede .

« Gli interpellanti chiedono, infine, d isapere quali direttive si intende dare agl iorgani periferici dello Stato per assicu-rare l'incolumità dei lavoratori e dei diri-genti sindacali contro chiunque attenti a idiritti costituzionali dei lavoratori e de icittadini, e quali iniziative si intende adot-tare, col necessario rigore, per rimuover eogni e qualsiasi passività a qualsiasi livel-lo si riscontri .

(2-00088)

« ALINOVI, AMARANTE » .

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Stampa effettuata negli Stabiliment iTipografici Carlo Colombo S . p. A.in Roma, Via Uffici del Vicario, 15