Atti Parlamentari VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA...

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Atti Parlamentari — 57269 — Camera dei Deputati VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 31 GENNAIO 198 3 RESOCONTO STENOGRAFIC O 618 . SEDUTA DI LUNEDÌ 31 GENNAIO 198 3 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE OSCAR LUIGI SCÀLFAR O INDIC E PAG . PAG. Missioni 5727 1 Disegno di legge di conversione : (Annunzio della presentazione) . . . 5727 1 (Assegnazione a Commissione in sed e referente ai sensi dell'articolo 96 - bis del regolamento) 5727 1 Proposte di legge: (Annunzio) 57271 (Annunzio) . . . . Interrogazioni e interpellanze : (Annunzio) . . . . Interpellanze e interrogazioni sull a partecipazione italiana alla forz a multinazionale di pace nel Liban o (Svolgimento ) PRESIDENTE . . 57273, 57277, 57279, 57282 , 57285, 57288, 57296, 57299, 57300, 57301 , 57304, 57306, 57310, 5731 2 AJELLO ALDO (Misto-GDU) . . .57285, 5731 0 BARACETTI ARNALDO (PCI) 5728 5 BOTTARELLI PIER GIORGIO (PCI) . . . .57277 , 57296 CERQUETTI ENEA (PCI) 57306, 57308, 5730 9 CICCARDINI BARTOLO, Sottosegretario d t 57290, 57291 , 57296, 5730 8 57282 , 57302 Proposta di legge di iniziativa regio- nale: 5727 1 5731 2 Stato per la difesa . 57288 , 57295 , CICCIOMESSERE ROBERTO ( P R )

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 31 GENNAIO 1983

RESOCONTO STENOGRAFICO

618.

SEDUTA DI LUNEDÌ 31 GENNAIO 198 3

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE OSCAR LUIGI SCÀLFARO

INDICE

PAG . PAG.

Missioni 5727 1

Disegno di legge di conversione :(Annunzio della presentazione) . . . 5727 1(Assegnazione a Commissione in sed e

referente ai sensi dell'articolo 96 -bis del regolamento) 57271

Proposte di legge:(Annunzio) 57271

(Annunzio) . . . .

Interrogazioni e interpellanze :(Annunzio) .

. .

.

Interpellanze e interrogazioni sullapartecipazione italiana alla forz amultinazionale di pace nel Liban o(Svolgimento)

PRESIDENTE . . 57273, 57277, 57279, 57282 ,57285, 57288, 57296, 57299, 57300, 57301 ,

57304, 57306, 57310, 5731 2AJELLO ALDO (Misto-GDU) . . .57285, 57310BARACETTI ARNALDO (PCI) 5728 5BOTTARELLI PIER GIORGIO (PCI) . . . .57277 ,

57296CERQUETTI ENEA (PCI) 57306, 57308, 5730 9CICCARDINI BARTOLO, Sottosegretario d t

57290, 57291 ,57296, 5730 8 57282 ,

57302

Proposta di legge di iniziativa regio-nale:

5727 1

5731 2

Stato per la difesa

. 57288 ,57295 ,

CICCIOMESSERE ROBERTO ( P R )

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Camera dei Deputat i

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PAG .

GALLI MARIA LUISA (Misto-Ind . Sin .) .57277 ,57299

MILANI ELISEO (PDUP) 57279, 57300STEGAGNINI BRUNO (DC) . . . . 57285, 57295 ,

57304

Commissione parlamentare d'in-chiesta sulla Loggia massonic aP2:

(Sostituzione di un deputato compo-nente) 57272

Commissione parlamentare per il con-trollo sugli interventi nel Mezzo -giorno:

(Sostituzione di un deputato compo-nente) 57272

Commissione parlamentare sul feno-meno della mafia :

PAG .

(Sostituzione di un deputato compo-nente) 57272

Corte dei conti :(Trasmissione di documenti) 57272

Ministro degli affari esteri :(Trasmissione di documento) . . . . 5727 2

Per lo svolgimento di una interpel-lanza :

PRESIDENTE 57312CORLEONE FRANCESCO (PR) 57312

Risposte scritte ad interrogazioni :(Annunzio) 57272

Ordine del giorno della seduta di do-mani 5731 2

SEDUTA PRECEDENTE N . 617 — VENERDÌ 28 GENNAIO 1983

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La seduta comincia alle 16,30 .

ANTONIO GUARRA, Segretario, legge i lprocesso verbale della seduta del 27 gen-naio 1983 .

(È approvato).

Missioni .

PRESIDENTE. Comunico che, a norm adell'articolo 46, secondo comma, del re-golamento, i deputati Cavaliere, Fioret ePandolfi sono in missione per incarico de lloro ufficio .

Annunzio di proposte di legge .

PRESIDENTE. In data 28 gennaio 1983sono state presentate alla Presidenza leseguenti proposte di legge dai deputati :

Bozze e STERPA: «Integrazione dell'arti-colo 7 della legge 20 settembre 1980, n.576, concernente la riforma del sistem aprevidenziale forense» (3898) ;

BONINO ed altri: «Adeguamento dell epensioni sociali, delle pensioni o assegni afavore dei ciechi civili, dei mutilati e inva-lidi civili, dei sordomuti, delle pensioni acarico delle forme obbligatorie di previ-denza integrate al trattamento minimo ,limitatamente ai titolari sprovvisti di altr iredditi» (3899) .

Saranno stampate e distribuite .

Annunzio di una proposta di legg edi iniziativa regionale .

PRESIDENTE . Il consiglio regional edel Trentino-Aldo Adige ha trasmesso all aPresidenza, ai sensi dell'articolo 121 dellaCostituzione, la seguente proposta d ilegge:

«Norme per la votazione dei cittadin idella regione a statuto speciale Trentino -Alto Adige, residenti all'estero, in occa-sione di elezioni regionali e comunali »(3901).

Sarà stampata e distribuita .

Annunzio della presentazione di un di-segno di legge di conversione e dellasua assegnazione a Commissione insede referente ai sensi dell'articolo 96-bis del regolamento .

PRESIDENTE. Il Presidente del Consi-glio ed il ministro del lavoro e della pre-videnza sociale, in data 29 gennaio 1983 ,hanno presentato, ai sensi dell'articolo 77della Costituzione il seguente disegno d ilegge :

«Conversione in legge del decreto-legge29 gennaio 1983, n. 17, recante misureper il contenimento del costo del lavoro eper favorire l'occupazione» (3900) .

A norma del primo comma dell'articolo96-bis del regolamento, comunico che i lsuddetto disegno di legge è già stato defe-

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rito, in pari data, alla XIII Commission e(Lavoro), in sede referente, con il parere

della I, della V, della VI e della XII Com-missione .

Il suddetto disegno di legge è stato al-tresì assegnato alla I Commissione (Affaricostituzionali) per il parere all'Assemblea ,di cui al secondo comma dell'articolo 96 -bis del regolamento. Tale parere dovràessere espresso entro mercoledì 2 feb-braio 1983 .

Sostituzione di un deputato component edella Commissione parlamentare sulfenomeno della mafia .

PRESIDENTE. Comunico che il Presi-dente della Camera ha chiamato a fa rparte della Commissione parlamentaresul fenomeno della mafia il deputato Be-niamino Brocca in sostituzione del depu-tato Bruno Kessler, dimissionario .

Sostituzione di un deputato component edella Commissione parlamentare d'in-chiesta sulla loggia massonica P2 .

PRESIDENTE. Comunico che il Presi-dente della Camera ha chiamato a fa rparte della Commissione parlamentared'inchiesta sulla loggia massonica P2 i l

deputato Carlo Sangalli in sostituzionedel deputato Edoardo Speranza, entrato afar parte del Governo .

Sostituzione di un deputato component edella Commissione parlamentare pe ril controllo sugli interventi nel Mezzo-giorno.

PRESIDENTE. Comunico che il Presi-dente della Camera ha chiamato a fa rparte della Commissione parlamentareper il controllo sugli interventi nel Mezzo -giorno il deputato Carlo Vizzini in sostitu-zione del deputato Luigi Ciriaco De Mita ,dimissionario.

Trasmission edal ministro degli affari ester i

PRESIDENTE. Il ministro degli affariesteri, in adempimento all'obbligo deri-vante dall'articolo 19, paragrafi 5 e 6della Costituzione della Organizzazion einternazionale del lavoro, emendata ne l1946 e approvata dall'Italia con legge 1 3novembre 1947, n. 1622, ha trasmesso iseguenti testi adottati dalla Conferenzainternazionale di lavoro nella sua 68a ses-sione, tenutasi a Ginevra dal 2 al 2 3giugno 1982 :convenzione n. 157, concernente l'isti-

tuzione di un sistema internazionale d iconservazione dei diritti in materia di si-curezza sociale ;convenzione n. 158 e raccomandazione

n. 166, concernenti la cessazione del rap-porto di lavoro su iniziativa del datore d ilavoro ;

protocollo relativo alla convenzione n .110 sulle piantagioni, 1958 .Questi testi saranno trasmessi alle Com-

missioni competenti .

Trasmissionedalla Corte dei Conti.

PRESIDENTE. Il presidente della Cort edei conti, con lettera in data 21 gennai o1983, ha trasmesso, in adempimento a l

disposto dell'articolo 7 della legge 2 1

marzo 1958, n. 259, la determinazione e larelativa relazione sulla gestione finan-ziaria dell'Istituto nazionale per le con -serve alimentari per gli esercizi dal 197 9al 1981 . (doc. XV, n. 33/1979-1980-1981)

Questo documento sarà stampato e di-stribuito .

Annunzio di risposte scrittead interrogazioni.

PRESIDENTE. Sono pervenute all aPresidenza dai competenti ministeri ri-sposte scritte ad interrogazioni . Sarannopubblicate in allegato al resoconto steno-grafico della seduta odierna .

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Svolgimento di interpellanze e di inter-rogazioni sulla partecipazione italianaalla forza multinazionale di pace nelLibano.

PRESIDENTE. l'ordine del giorno rec alo svolgimento delle seguenti interpel-lanze :

«I sottoscritti chiedono di interpellar eil Presidente del Consiglio dei ministri ei ministri degli affari esteri e della di -fesa, per sapere se — in relazion eall'invio di un contingente delle forz earmate italiane in Libano e alla sua par-tecipazione in quel paese alla forza d iinterposizione e di pace insieme adunità delle forze armate francesi e sta-tunitensi, per favorire la partenza de icombattenti palestinesi da Beirut dop ola brutale e cinica aggressione israe-liana e i conseguenti massacri perpe-trati anche sulle popolazioni civili d iquella città — s'intenda, per doveros orispetto del dettato costituzionale, disat-teso in questa occasione come nella cir-costanza del criticabile e criticato inviodi un contingente italiano nel Sinai, pre-sentare urgentemente alla ratifica de lParlamento l'accordo intervenuto co ngli altri paesi partecipanti alla forza d iinterposizione e con le autorità liba-nesi .

Chiedono inoltre di conoscere, nell anuova situazione che si è venuta a deter-minare in Medio oriente, quali atti signi-ficativi il Governo italiano intenda com-piere autonomamente, all'interno dell aComunità europea e in ogni sede inter-nazionale, per dare un seguito imme-diato alle richieste venute da così gra nparte della opinione pubblica e dal Par-lamento e alle stesse deliberazioni dell aCamera per il riconoscimento dell'OLP eper lo sviluppo di concrete iniziativetese ad impedire la politica israelian adelle aggressioni e delle annessioni e a daprire la strada ad una soluzione nego-ziata equa e globale della questione me-dio-orientale con la partecipazione ditutte le parti interessate e tra esse l'OLPcome legittimo rappresentante del po-polo palestinese, nonché al reciproco,

simultaneo riconoscimento tra lo Statodi Israele e l'OLP .

(2-02026)«NAPOLITANO, PAJETTA, RUBBI AN-

TONIO, LODA, BOTTARELLI, BA-RACETTI, CHIOVINI, SPATARO» ;

«I sottoscritti chiedono di interpellare iministri degli affari esteri e della difesaper sapere :

1) se i governanti libanesi hanno in -formato i reparti della forza multinazio-nale di pace di stanza a Beirut delle azion idi rastrellamento che stanno effettuando ,a ritmo sempre crescente, nei confront idella popolazione palestinese e musul-mana;

2) quale giudizio il Governo italian odà sugli avvenimenti di questi giorni ;

3) se la forza multinazionale di pace(e segnatamente quella italiana) sia i nqualche modo coinvolta in questi arrest iin massa ;

4) se il Governo non ritenga di esser ealla presenza di un'azione massiccia e dintimidatoria attuata per espellere da lpaese la popolazione palestinese provo-cando nuovi squilibri nell'area mediorien-tale con possibilità di nuove esplosioni d iviolenza ;

5) se il Governo non ritenga che stiavenendo meno lo scopo principal edell'invio della forza di pace (proteggere icivili palestinesi e musulmani dall'azionedi rappresaglia da chiunque intentata) .

(2-02085)«SILVESTRI, CIANNAMEA, LUSSI-

GNOLI, BROCCA, CITTERIO, VI-SCARDI, MENZIANI, CASATI» ;

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e iministri degli affari esteri e della difesa ,per conoscere —

in relazione alla partecipazione ita-

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liana alle forze multinazionali di pace perBeirut ;

rilevato che :

il Presidente del Consiglio dei mini-stri, con decisione autonomamente as-sunta, ha disposto l'invio di due contin-genti delle forze armate italiane in Li-bano;

la decisione è stata ratificata da lConsiglio dei ministri quando alla stess agià era stata data esecuzione ;

tale decisione è stata assunta a se-guito di accordi personali tra il Presi -dente del Consiglio e il ministro degl iesteri da un lato e i rappresentanti de lLibano, degli USA e della Francia dall'al-tro ;

di tali accordi il Parlamento è stat ogenericamente e sommariamente infor-mato nel corso di due dibattiti innanz ialle Commissioni esteri-difesa del Senat odella Repubblica e della Camera ;

nessuno strumento legislativo di ra-tifica è stato presentato al Parlament o

1) in virtù di quale normativa costi-tuzionale, amministrativa e ordinaria i lPresidente del Consiglio, in via autonom ae senza autorizzazione alcuna, abbia po-tuto stipulare accordi bilaterali che pre-vedono l'impiego di reparti delle forz earmate italiane, fuori del territorio ita-liano e per compiti diversi da quelli isti-tuzionali ;

2) in virtù di quali normative costitu-zionali o ordinarie il Presidente del Con-siglio, il ministro degli esteri e il ministrodella difesa abbiano potuto dare attua-zione ad accordi e iniziative del genere ;

3) lo strumento giuridico con il qual eè stato stipulato un accordo di caratter einternazionale il quale, essendo di naturapolitica e comportando nuove spese ,avrebbe dovuto essere autorizzato, conlegge di ratifica, dalle Camere, ai sens idell'articolo 80 della Costituzione ;

4) le ragioni per le quali non siano

stati neppure portati a conoscenza delleCamere i testi (che dovrebbero esistere)degli accordi in questione al fine di un avalutazione dei contenuti e dei limiti i nrelazione ad evidenti implicazioni di ca-rattere internazionale ed in relazione all aefficacia degli interventi stessi, e ci òanche alla luce dei recenti avveniment iquali la prosecuzione di arresti e rastrel-lamenti nelle zone sottoposte al controllodelle nostre forze armate ;

5) se il Governo non ritenga che èstata posta in essere una grave ed inam-missibile scorrettezza costituzionale, no ngiustificata neppure da motivi di urgenzapoiché dal momento dell'inizio delle trat-tative alla stipula degli accordi è decors oun lasso di tempo sufficiente ad investire ,nei modi e nelle forme previste dalla Co-stituzione, le Camere, alle quali co-munque è riservata, in via esclusiva, lacompetenza sulla materia ;

6) se il Governo intende proseguir ein una attività politica condotta al di fuor idell'alveo costituzionale .

(2-02092)«GALLI MARIA LUISA, BALDELLI» ;

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e iministri della difesa e degli affari esteri ,per sapere :

1) se risponda a verità la notizia d iun probabile aumento di organico de lcontingente militare italiano in Libano ,cui verrebbero tra breve aggiunte altr emille unità ;

2) quali compiti nuovi dovrebbe svol-gere il contingente italiano, e come si giu-stifica l'esigenza di aumentare l'orga-nico ;

3) quali siano le condizioni di vita edi lavoro dei militari italiani assegnati alcontingente, e quale fondamento abbian ole lagnanze espresse da alcuni militarinella lettera diretta al Presidente dellaRepubblica ;

4) se il reparto di elicotteri inqua-

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drato nell'Unifil di stanza nel Libano me-ridionale sia ancora in zona, con qual icompiti e quali prospettive ;

5) perché il Governo italiano non s i

adoperi per la sostituzione della forz amultinazionale di Beirut con un regolar econtingente dell'ONU, con compiti e fina-lità più chiare ;

6) se l'accresciuta consistenza dell aforza ,multinazionale di Beirut corri -sponda agli accordi sulla cui base erastata costituita e risponda ad esigenze al-lora imprevedibili, ma comunque inqua-drate nei compiti allora assegnatigli .

(2-02270)

cipanti alla forza di pace amplieranno l aloro partecipazione ;

quali nazioni hanno dichiarato la pro-pria disponibilità all'invio di contingent imilitari per l'ampliamento della forza oper l'eventuale avvicendamento;

quali siano le predisposizioni degl istati maggiori in ordine all'avvicenda-mento dei reparti italiani del contingentedi pace in Libano;

quali siano le unità approntate per taleesigenza e se è previsto che esse sian ounità di formazione costituite da volon-tari, ovvero da personale comandat od'autorità .

«MILANI, GIANNI, CRUCIANELLI, CA -(2-02327 )

FIERO, CATALANO» ;«STEGAGNINI» ;

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e iministri della difesa e degli affari esteri ,per sapere se risultano confermate le no -tizie riportate dalla stampa sugli accord iche sarebbero intercorsi tra il Govern oitaliano e quello libanese per il raddoppiodel contingente militare italiano a Beirut .In caso affermativo, per sapere se il Go-verno intende sottoporre preventiva -mente al Parlamento apposito strumentodi ratifica del nuovo trattato .

(2-02320)«CICCIOMESSERE, BONINO ,AGLIETTA, TESSARI ALESSAN-DRO, ROCCELLA, FACCIO, MEL-LINI, CORLEONE, CALDERISI ,

TEODORI» ;

«Il sottoscritto chiede di interpellare i lministro della difesa, per conoscere :

quali siano gli intendimenti del Go-verno in relazione ad un ampliamento de lnostro contingente di pace nel Libano ;

se siano stati assunti impegni precisi

in tal senso con il Governo libanese e, i n

caso affermativo, per quali nuovi com-piti ;

se è previsto che gli altri paesi parte -

«I sottoscritti chiedono di interpellare i l

ministro della difesa, per sapere —avendo presenti le dichiarazioni del mini-stro della difesa a seguito dei suoi in-contri in Libano con i rappresentanti d iquel Governo —:

se ritiene che il Governo italiano, ne lquadro di una più generale azione tes aalla ricerca di una pace giusta e globale inMedio oriente, debba operare perché l apresenza del contingente militare italianoabbia a trasformarsi in mandato sottol'egida dell'ONU e perché ogni impegn oitaliano alla ricostruzione libanese ed a lrafforzamento di quelle forze armate av-venga con mandato delle Nazioni Unit enel rispetto dei principi di non ingerenz ae di sovranità nazionale ;

se ritiene altresì necessario informarela Camera circa le ragioni, gli impegni egli intendimenti del Governo in merito .

(2-02330)«BARACETTI, BOTTARELLI, BERNINI ,

CERQUETTI»;

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lministro della difesa, per sapere:

se corrisponde al vero che presso i l

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battaglione paracadutisti di stanza aSiena è accaduto che, essendosi due mili-tari rifiutati di partire volontariament eper il Libano, con cerimonia di disonoreessi siano stati sbrevettati davanti al re -parto schierato per l'occasione e sian ostati quindi trasferiti ad un battagliore d ifanteria motorizzata di stanza in Sicilia ;

se intende promuovere una ispezion epresso il comando di detto battaglione a lfine di accertare il rispetto delle leggi edei regolamenti in fatto di sanzioni pub-bliche infamanti per una scelta indivi-duale che, se presentata come volontaria ,non avrebbe dovuto essere punibile e ch einvece, se verificata come rifiuto di unordine legittimo, avrebbe dovuto esser epunita coi codici militari ;

se intende chiarire immediatamente alParlamento e al paese tutte le conse-guenze organizzative degli accordi inter -nazionali per la forza di pace nel Libano etra le quali è emerso come ineludibile i lricorso all'obbligatorietà della partenz adi reparti organici affiatati e apposita -mente addestrati : in tale modo si colme-rebbe la colpevole omissione della ri-sposta ad una precisa domanda rivolta i nmerito dal gruppo comunista al Govern odurante la discussione di ratifica dell'ac-cordo, quando si è denunciata la insoste-nibilità tecnica del ricorso al solo volon-tariato con gli equivoci e con gli abusi ch ene sarebbero potuti derivare ;

se intende informare il Parlamento, i lpaese e i diretti interessati sul pro-gramma della rotazione dei reparti e de lpersonale, in relazione alle ridotte dispo-nibilità delle forze armate italiane in fatt odi battaglioni di fanteria meccanizzata oequivalenti e che induce ora a precettar ele forze anche tra reparti di alpini e d ifanteria motorizzata che non hanno di-mestichezza coi mezzi delle truppe mec-canizzate .

(2-02331)«CERQUETTI, BARACETTI, BONCOM-

PAGNI, TESI, CORVISIERI, ZA-NINI, BERNINI, LANFRANCH ICORDIGLI» ;

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lministro della difesa, per conoscere —premesso che il Governo avrebbe manife-stato la sua disponibilità a pontenziare i lcontingente italiano della forza multina-zionale di pace nel Libano — :

con quali quadri intende provvedere adetto potenziamento e, in particolare, s eintende utilizzare solo personale volon-tario o anche personale comandato, per -sonale in servizio permanente o anch epersonale di leva ;

se non ritiene che una decisione d iquesta importanza debba essere preventi-vamente sottoposta all'approvazione de lParlamento ;

se non ritiene che l'invio di un contin-gente nell'ambito di una forza multinazio-nale al di fuori delle Nazioni Unite tro-vasse una sua giustificazione nella situa-zione di emergenza grave che si era deter-minata in Libano e particolarmente aBeirut in conseguenza, prima, dell'inter-vento militare israeliano e, poi, dell estragi di Sabra e Chatila ;

se non ritiene altresì che nel momentoin cui viene avanzata da parte del governolibanese la richiesta di rafforzare i contin-genti della forza multinazionale e di im-pegnarli per un tempo prevedibilment enon breve e in una situazione non piùconnotabile come di emergenza, l'Itali adovrebbe compiere passi e prendere ini-ziative tendenti a sostituire per intero laforza multinazionale con contingent idelle Nazioni Unite ;

se non ritiene, infine, che il ricorsoalle forze multinazionali al di fuori dell eNazioni Unite contribuisca a minare l acredibilità ed il prestigio delle stesse Na-zioni Unite come ha rilevato il Segretariogenerale dell'Organizzazione, Perez d eCuellar .

(2-02332)«AJELLO, BOATO, PINTO, BAL-

DELLI» .

nonché delle seguenti interrogazion idei deputati :

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Camera dei Deputati

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Del Donno, al ministro della difesa ,«per conoscere:

se risponde a verità quanto larga -mente riportato dalla stampa, cioè ch esolo pochi soldati facenti parte del contin-gente italiano a Beirut appartengono real-mente al corpo dei bersaglieri ;

quali sono le cause degli incident imeccanici e delle avarie registrate dall edue navi, Caorle e Grado, destinate al tra -sporto delle truppe, e se esistano respon-sabilità in merito alla reale efficienz adelle navi ;

se tali avarie erano prevedibili in fas edi preparazione anche perché dette nav iapparivano vecchie e sorpassate» (3 -06632) .

Gianni, Milani e Crucianelli, al ministr odella difesa, «per sapere — in relazionealle gravi notizie su atti di intimidazione einammissibili pressioni dirette a «convin-cere» dei militari a presentarsi come vo-lontari per la forza multinazionale d istanza a Beirut —:

1) se gli episodi denunciati dall astampa (in particolare a Siena e a Porde-none) rispondono a verità; se siano stat edisposte delle indagini da parte del Mini-stero; se siano stati presi provvediment inei confronti dei responsabili e per ripa -rare le eventuali ingiustizie subite dai mi-litari coinvolti ;

2) se — in riferimento alle dichiara-zioni del ministro circa l'impegno per u npotenziamento di organico del contin-gente italiano per un non breve periodo d itempo — il ministro ritenga possibile mo-bilitare un numero adeguato di volontari ,oppure se ricorrerà, in fine, all'invio d ipersonale «comandato» ;

3) se si prevede di «comandare» inLibano anche personale di leva, e se s iritenga ciò conforme al dettato costituzio-nale, che impone il servizio militare obbli-gatorio solo per la difesa del paese» (3 -07321) .

Queste interpellanze e queste interroga -

zioni, che vertono su argomenti connessi ,saranno svolte congiuntamente .

L'onorevole Bottarelli ha facoltà d isvolgere l'interpellanza Napolitano n . 2 -02026, di cui è cofirmatario .

PIER GIORGIO BOTTARELLI . Rinunzioall'illustrazione riservandomi di interve-nire in sede di replica .

PRESIDENTE. Poiché nessuno dei fir-matari dell'interpellanza Silvestri n . 2 -02085 è presente, si intende che abbian orinunziato a svolgerla .

L'onorevole Maria Luisa Galli ha fa-coltà di svolgere l'interpellanza n. 2 -02092 .

MARIA LUISA GALLI . La mia interpel-lanza, posta oggi all'ordine del giorno,potrebbe apparire al sottosegretario Cic-cardini superata dalla ratifica definitivadegli accordi intervenuti tra il Govern oitaliano e quello libanese per la partecipa-zione alla forza multinazionale di pace aBeirut; ratifica approvata da questa Ca-mera il 22 dicembre 1982 .

A questo proposito, però, debbo osser-vare che la mia interpellanza fu presen-tata il 7 ottobre dell'anno scorso, mentreil disegno di legge di ratifica del secondoaccordo con il Libano fu presentato a lSenato solo il 16 ottobre dello stess oanno. Dal momento che erano trascors iotto giorni dalla notizia della partenza d iun contingente delle nostre forze armatee considerato che, pur in presenza di unatto di rilevanza politica tale da investir el'intera nazione italiana (si trattava co-munque di un intervento armato in unpaese straniero) la Camera non era stat ainvestita della questione, considerai mi opreciso dovere intervenire presentand oun apposito atto del sindacato ispettivo .

Gli ultimi fatti intervenuti, ieri è, infatti ,pervenuta la notizia di bombardament idella città e soprattutto la continua spari-zione di palestinesi, che fa sì che anchenel Libano, ove ricordo che è presente uncontingente delle nostre forze armate, s ista aprendo un problema di desaparecido saltrettanto tragico quanto quello argen-

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tino, nonché la cacciata, di fatto, del per-sonale medico italiano che intende assi-stere la popolazione martoriata dall aguerra e dalla guerriglia, tutto questo e daltri episodi che ora elencherò, mi por-tano ad affermare che nonostante la rati -fica intervenuta, la sostanza della mia in-terpellanza non è superata .

Se il mio intervento non può incidere inalcun modo su un atto del Governo, ch eha ricevuto l'approvazione della Camera ,mi auguro che le mie parole possano nelprossimo futuro, allorché si tratterà ,come mi sembra imminente, di negoziar eo di rinegoziare l'intervento italiano i nLibano, far sì che sia il Parlamento ita-liano a decidere l'intervento in quella re-gione e non il Governo, e per di più u nGoverno dimissionario, come è accadutoin agosto .Vado ora a puntualizzare alcune delle

tappe e delle date di questa vicenda .Agosto 1982: malgrado l'opinione pub-blica si trovasse nelle condizioni men oadatte, dato il periodo feriale, per seguir eavvenimenti politici, due fatti si ponevan ocomunque all'attenzione di tutti . Il primoera costituito dalle stragi e dagli eccid iche si stavano consumando sull'altr asponda del Mediterraneo nella Repub-blica libanese. Il secondo era costituito d aquella incredibile quanto incomprensibil ecrisi di governo che si sarebbe conclusa dilì a poco con lo «Spadolini-bis», cheavrebbe dovuto risolvere tutti i problem inazionali ed internazionali con ipoteticheriforme costituzionali .

Crisi o non crisi, il presidente Spado-lini, il suo ministro della difesa, il socia-lista Lagorio, ed il suo ministro degl iesteri, il democristiano Colombo, vollerotentare l'avventura militare per conferireprestigio ad un Governo e ad una coali-zione che ormai non aveva più nulla daesprimere, più nulla da offrire al popol oitaliano, se non il disastro economico ch ein questi giorni si sta cercando di rabber-ciare con una raffica di decreti-legge . Eoltretutto in adesione al piano propost odal presidente Reagan, espresso nei 1 4punti dall'inviato degli Stati Uniti Habib ;quello stesso Reagan e quegli stessi Stati

Uniti i quali neppure nei momenti piùcruenti dell'invasione del Libano mai ave -vano pensato di sospendere la fornitur adi armi ad Israele .

Il Governo Spadolini, dimissionario —come dicevo —, attraverso un semplicescambio di lettere avvenuto tra il ministr odegli esteri libanese e il nostro ambascia-tore nel Libano, il 19 agosto — sottoline ola data —, quando cioè il governo era i ncarica solo per il disbrigo degli affari or -dinari, stabilisce l'invio di forze armate aBeirut, allo scopo — viene detto nel trat-tato — «di assicurare l'incolumità fisic adel personale palestinese in partenza daBeirut; di assicurare l'incolumità fisic adegli altri abitanti della regione di Beirut ;di favorire il ristabilimento della sovra-nità e dell'autorità del governo libanes enella regione di Beirut» .Ma — secondo quanto si è appreso dai

giornali — fin dal 16 agosto i nostri ber-saglieri erano pronti ad imbarcarsi aBrindisi. E il 20 agosto, il giorno succes-sivo a quello della firma dell'accordo, i lministro Lagorio, che si è recato a Brin-disi, dà il via solenne alla partenza de inostri soldati, che saranno salutati comeliberatori .

Di tutto ciò il Parlamento italiano sar àufficialmente investito solamente il 4 set-tembre 1982, attraverso la presentazioneal Senato del disegno di legge di ratificadell'accordo di cui stiamo trattando .

Pochi hanno rilevato che una presenta-zione così tardiva del disegno di legge hasignificato una sorta di beffa nei con -fronti del Parlamento italiano, perché ne lmomento in cui tale presentazione avve-niva già il governo libanese faceva pres-sione su quello italiano perché le nostretruppe venissero ritirate . E nell'accord oera previsto che il ritiro poteva avvenir eprima del termine previsto di un mese .

Tale ritiro, signor sottosegretario, hacontribuito non poco all'attentato del 1 4settembre 1982 che è costato la vita a lpresidente Gemayel, all'eccidio sopravve-nuto tra il 16 e il 18 settembre nei camp iprofughi di Sabra e Chatila . Malgrado i lfatto che doveva essere ormai chiaro chein Libano si stava compiendo l'ultimo atto

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del genocidio del popolo palestinese, eche tutta la comunità internazionale rap-presentata nell'ONU, attraverso gli stru-menti di cui quella organizzazione è do -tata, sarebbe dovuta intervenire, il 29 set-tembre, quindi subito dopo l'eccidio diSabra e Chatila, viene stipulato, con l esolite formalità dello scambio di lettere ,un altro accordo, portato all'esame dell eCamere soltanto il 16 ottobre con la pre-sentazione al Senato di altro disegno d ilegge di ratifica; anche se, per la verità, l aparte economica della questione, cioè i lcosto della nostra spedizione, aveva for-mato oggetto del decreto-legge 7 set-tembre 1982, e anche se dinanzi alla Ca-mera il 22 e il 23 settembre il ministr oColombo, riferendo alla Commission eesteri, aveva ricevuto una sorta di avalloda parte dei commissari .

Senonché, l'iter politico e costituzional edi questa vicenda si è svolto tenendoconto di una valutazione della situazion edel Libano e della rappresentatività de lgoverno libanese che gli avveniment iodierni stanno dimostrando quanto men osuperficiale. Vedremo poi le vere ragion idell'intervento delle forze internazionali .Inoltre, gli accordi sono stati stipulati conla violazione più sfacciata delle norme de ldiritto internazionale e delle norme edelle prassi che regolano gli accordi inter -nazionali .

Se è vero che nei rapporti tra gli stati s iè fatto ricorso negli ultimi decenni ad unacategoria di atti internazionali denomi-nati «accordi in forma semplice», per di-stinguerli dagli «accordi in forma so-lenne», che richiedono procedure com-plesse; se è vero che la Convenzione d iVienna sul diritto dei trattati attribuisc ealla firma dell'atto il potere di stabilirn el'esecutività; e se è vero che è consentito ,in casi straordinari, l'esecuzione del trat-tato anche prima della ratifica, un fatto ècerto: la nostra Costituzione prevede ,all'articolo 80, che siano le Camere a dautorizzare con legge la ratifica dei trat-tati internazionali e che solo dopo taleratifica i trattati divengono esecutivi. Nèsi può, nel caso che stiamo esaminando ,parlare di straordinarietà e di urgenza,

visto che vi era tutto il tempo material eper consentire un intervento delle Ca-mere prima della partenza del nostr ocontingente. In ogni caso una decisione inmerito avrebbe dovuto essere presa dall aCamera in maniera più articolata e com-plessa di quanto non sia avvenuto nell aseduta del 22 dicembre 1982, quando i lproblema fu affrontato tra un decreto el'altro, ormai alla vigilia della pausa nata-lizia .

Il fatto è che la ormai permanente pra-tica della decretazione d'urgenza co-stringe il Parlamento a intervenir esempre sotto l'assillo di scadenze impost edal Governo; e che ormai il prevaler edelle segreterie dei partiti sulla volontàdei singoli parlamentari ha finito con i lcreare una situazione tale per cui sfugg ealle Camere la possibilità di occupars idella generalità dei problemi .

Se è vero che l'intervento della forz amultinazionale avrebbe dovuto far ces-sare nella regione di Beirut tutte la azion ivolte allo sterminio dei palestinesi, il rap-presentante del Governo dovrebbe ogg ispiegarci con chiarezza quali siano l eclausole degli accordi che avrebbero do-vuto consentire e che oggi dovrebbero d ifatto consentire alle nostre forze armat edi assicurare la tutela di cittadini inermi ;ci dovrebbe dire con chiarezza chi e checosa rappresenti il governo di Beirut, s ela volontà del popolo libanese di ristabi-lire nella regione una organizzazione so-ciale che tuteli i diritti più elementar idell'uomo o se viceversa non rappresentigli interessi di chi vede nella ricostru-zione di Beirut soltanto uno dei più gross iaffari commerciali del secolo .Non a caso, signor rappresentante de l

Governo, dei diritti dei palestinesi, de lloro diritto ad avere una patria in Pale-stina non si sente più parlare .

PRESIDENTE . L'onorevole Milani hafacoltà di illustrare la sua interpellanza n .2-02270 .

ELISEO MILANI. Illustrerò brevementela mia interpellanza, signor Presidente ,poiché ritengo che alcuni dei dati e delle

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domande in essa contenute (ed anch enell'interrogazione del collega Gianni) ne-cessitino di qualche aggiornamento, nella

speranza che il sottosegretario poss adarci risposta .Non intendo tornare su quanto ha già

detto poco fa la collega Galli a proposit odel modo in cui si è giunti all'invio de idue contingenti in Libano e alla stipuladei relativi accordi, chiedendo in ritard ola ratifica del Parlamento, ratifica che ,per di più, è stata autorizzata dalla Ca-mera nel corso di una seduta che si èsvolta praticamente alla vigilia di Natale ,in un periodo in cui il lavoro parlamen-tare era particolarmente intenso, e inmodo tale che il disegno di legge è stat oapprovato senza la possibilità di un esameapprofondito .Non intendo ritornare su alcune delle

questioni sollevate; mi preme però sotto-lineare che, dopo vari mesi dall'inviodella forza multinazionale di pace nel Li-bano, il contingente non ha assunt oquella caratteristica di «cuscinetto» che s iprevedeva; non si è avuta quella breve ,ma delicata fase di ritiro delle divers etruppe da quel paese, secondo quello chesi prevedeva essere il compito di unaforza multinazionale di pace .

Gli israeliani sono ancora nel Libano e ,a quanto risulta dalle trattative in corso(secondo quanto appreso da informazion idi stampa o da singoli diplomatici o d auomini di Governo impegnati nelle tratta-tive stesse), non hanno alcuna intenzion edi ritirarsi se non senza prima aver tra -sformato il Libano in una specie di pro-tettorato, sotto la loro diretta influenzapolitica, economica e militare . D'altrocanto, la forza multinazionale non è riu-scita ad impedire i massacri di Sabra eChatila, grazie — come tutti sanno — a lsuo intempestivo rientro. Abbiamo tral'altro aspettato che gli americani si riti-rassero, e subito dopo, a ruota, li abbiamoimitati. Sarebbe grave che a questo punt ofosse confermata una notizia che circolasulla stampa, secondo cui gli american isapevano già due giorni prima che vi sa-rebbero stati dei massacri, perché in ta lmodo risulterebbe evidente, oltre all'in -

tempestività di quella misura, anche l agravità del fatto che noi abbiamo seguit oa ruota una decisione americana !

Per quanto mi riguarda, osservo che i lcorpo di spedizione non impedisce ne -anche le continue operazioni belliche ch ecoinvolgono la popolazione civile ; le no-tizie di questi giorni danno atto di unasituazione che si è fatta grave : nessun

passo avanti è stato fatto per tutelare l e

condizioni dei profughi palestinesi e nullasi sa (lo ricordava la collega Galli) dei pri-gionieri palestinesi, veri desaparecidos de lMedio oriente. Unico effetto raggiunto —largamente previsto — è il rafforzament odella presenza americana nella regione ,come dimostra il ruolo di Habib nei nego-ziati fra Libano ed Israele. Esisteva, cioè ,il problema del reingresso degli ameri-cani nel Medio oriente, dopo le vicend eiraniane; questo reingresso ha avuto mo-menti diplomatici di rilievo : la pace d iCamp David; l'invio della forza multina-zionale nel Sinai. In presenza di un anuova crisi (provocata o meno, motivata omeno, per me è un'aggressione di Israelenei confronti del Libano), questo rientro èstato largamente sollecitato .Forzando la mano all'opinione pub-

blica, il Governo italiano, grazie all'emo-zione per il tremendo assedio di Beirutprima, e poi per i massacri dei camp ipalestinesi, ha deciso di compiere ungrave, ulteriore passo verso quella che iodefinisco intraprendenza militare (certoin accordo con gli Stati Uniti d'America ese volete anche con la Francia) nel Medi-terraneo, di cui spesso ha parlato il mini-stro della difesa, l'onorevole Lagorio .

Per la prima volta, militari di leva son ostati inviati all'estero : gravi episodi verifi-catisi ci inducono ora a sospettare ch enon ci si limiterà più solo ai volontari; masu questo ritornerò . La spedizione è avve-nuta, tra l'altro, senza che nessun chiari -mento venisse fornito circa le vicende, i lbilancio e le prospettive del contingente

dell'ONU nel Libano meridionale, dove èimpegnato anche un reparto elicotteri-stico italiano . Intendo parlare di un con -tingente di 7 mila uomini, di cui nessun opiù parla; in tale contingente è presente

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anche una forza di 50 specialisti, i qual isvolgevano in Italia un compito altament equalificato. Le pubbliche affermazioni d ifonte governativa, in occasione della vi -sita in Italia di Amin Gemayel e dell avisita del ministro Lagorio a Beirut, circaun potenziamento ed un prolungament onel tempo del contingente italiano nel Li-bano, ci preoccupano. Innanzitutto per -ché non è stata ancora dimostrata l'utilitàdella forza multinazionale ; anzi, se dob-biamo stare agli avvenimenti di quest igiorni, si avverte che questa forza ha unasola connotazione che le conferisce ri-lievo: il ruolo di primi inter parer degliamericani. Nello scambio di note, istitu-tive di tale forza, non si sono chiariti icompiti e le prospettive ad essa assegnati .Comunque, a nostro giudizio non baste-rebbe il solo ricorso ai volontari per rad-doppiare il contingente militare in Liban oe farlo stazionare là per un periodo di treanni . Occorrerebbe che il Governo ita-liano una volta tanto definisse la duratadell'impegno di questo contingente : se sidovessero mantenere gli attuali turni d itre mesi, il ricorso ai volontari non sa-rebbe necessario .A questo proposito, devo denunciar e

gravi episodi che ci allarmano, e pre-metto che avrei ritenuto necessaria l apresenza del ministro degli esteri, anch ese è vero che siamo abituati alla diplo-mazia fatta tramite dicasteri diversi d aquello degli esteri: per esempio, c'è un aflotta che transita nel mare territorial edella Somalia, successivamente arriva inquel paese il ministro della difesa, quindiè il turno del segretario del suo partito :vengono così istaurati rapporti di ami-cizia fra la Somalia ed il nostro paese . Sitratterebbe anche in questo caso di ve-dere se è lecito che i rapporti di amiciziadebbano passare attraverso il Minister odella difesa e non attraverso quello degliesteri .

Comunque, ripeto, vi sono episodi checi allarmano, ed uno di questi riguarda larecente vicenda di Siena sulla quale ,credo, interverranno i compagni comuni-sti, che per primi hanno sollevato quest aquestione. A noi risulta inoltre che a Por -

denone il battaglione bersaglieri Cernai aè stato trasferito a Magnago dove, a dett adei superiori, si sta addestrando in attes adella partenza per il Libano, prevista pe ril 12 febbraio . È stata sospesa la conces-sione di permessi e di licenze, e non si èfatto cenno alla necessità di una opzionevolontaria per la partenza : si è invececomunicato ai militari di leva che eranocomandati. Signor sottosegretario, pu òdarsi che io stia esagerando e, se lei m ismentirà, ne sarò ben lieto .

La stessa situazione si profila per il bat-taglione alpino Edolo, di stanza a Meran oed in addestramento a Brunico. Se sitratta di atti di pressione o di intimida-zione, la cosa è indubbiamente grave! Iresponsabili dovrebbero essere indivi-duati e naturalmente puniti ; se invece èvero che tra pochi giorni dovrebbero par-tire dei militari non volontari, allora dob-biamo immediatamente fermare quest ainiziativa inammissibile !

Infatti, per l'articolo 52 della Costitu-zione tutti i cittadini sono chiamati al ser-vizio militare obbligatorio per la difesadella patria; nessun'altra ragione — pernobile che sia — può autorizzare l'impo-sizione di un servizio militare diverso d aquesto. Una tale decisione contrasterebb eanche con l'articolo 23 della Costituzione ,secondo la quale nessuna prestazione per-sonale può essere imposta se non in basealla legge. D'altro canto, si può dichiarar eguerra od oltrepassare i confini non pervolontà del ministro degli esteri o d iquello dellla difesa, ma del Parlamento .

Naturalmente, la cosa potrebbe avereun diverso significato, se il contingent eitaliano fosse inquadrato nei «caschi blu »dell'ONU. Ma ho già detto qual è la situa-zione di un contingente di settemila uo-mini presenti il Libano; è un contingentecongelato e di cui nessuno ha più avutonotizie. Ai sensi dell'articolo 11 della Co-stituzione, l'Italia può accettare limita-zioni di sovranità necessarie ad un ordi-namento che assicuri la pace e la giustizi atra le nazioni: allora deve trattarsi di unintervento dell'ONU. Ma si dice che aquesto intervento si opporrebbero gl iisraeliani . E mia opinione personale che

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gli israeliani si opporrebbero come agent idegli americani, poiché interessa agl iamericani arrivare in quella zona .

In questo quadro, sono convinto ch equesto tipo di iniziativa sia improntataall'avventurismo massimo, che espone isingoli cittadini e l'intero paese ai risch idi una spedizione dagli obiettivi poc ochiari, dai limiti indefiniti, senza un di -segno per la pace nella regione. Lei com-prenderà, onorevole sottosegretario, chenoi abbiamo più di una ragione per essereallarmati di questa situazione; ha ragion edi essere allarmata anche l'opinione pub-blica, nonché i familiari dei militari d ileva: infatti, nessuno di costoro ha capit operché i propri figli, andati ad adempier egli obblighi militari secondo il dettato co-stituzionale, sono stati utilizzati per altr ifini .

Pertanto, chiedo al sottosegretario ri-sposte rassicuranti ; so che lei è sempreassai concreto, perciò mi attendo che no nsi tratti di divagazioni di ordine generale ,e la ringrazio in anticipo .

PRESIDENTE. L'onorevole Cicciomes-sere ha facoltà di illustrare la sua inter-pellanza n. 2-02320.

ROBERTO CICCIOMESSERE . SignorPresidente Scàlfaro, credo che l'assenzadel ministro degli esteri e del ministrodella difesa dimostri lo scorso rispetto de lGoverno nei confronti del Parlamento .Noi stiamo discutendo della ipotesi de lraddoppio del contingente italiano, cioècomposto da cittadini italiani, inviato aBeirut e che, in base alla legge, «è auto -rizzato ad impegnarsi in combattiment oin appoggio delle forze armate del go-verno libanese ed in caso di autodifesa» .Questo prevede il disegno di legge di rati -fica che abbiamo approvato tempo fa .Ebbene, una questione di tale rilievo

viene discussa in questa Assemblea in as-senza dei titolari dei due dicasteri respon-sabili, cioè del ministro degli esteri e d iquella della difesa .Credo, signor Presidente, di ricono-

scere in quanto accade oggi in Africa fatt iche non ho avuto modo di conoscere di -

rettamente, in ragione della mia età, e ch eho soltanto letto, ma che altri collegh ihanno già vissuto e sofferto in prima per -sona. È già accaduto infatti, signor Presi -dente, che nel passato un uomo politic oche veniva dalle file socialiste, di front ealle difficoltà economiche del paese, pen-sasse che la soluzione ai problemi intern ipotesse venire da una «bella» avventura interra d'Africa . Oggi siamo in una situa-zione simile, se non identica — speriamo— perché abbiamo le note difficoltà de lpaese, le «stangate», la disaffezione dell agente verso la classe politica, gli scandali ,e la maggioranza dei cittadini che, comeemerge dai sondaggi, è contraria all espese militari. Esiste anche, una difficoltàoggettiva, per il Governo, di mantenere l epromesse fatte ai militari e agli indu-striali della morte e abbiamo avuto le di-chiarazioni rese pubblicamente dal gene-rale Santini. Ci sono però anche docu-menti più precisi ed articolati, e non solodel partito radicale; nell'ultimo numerodella rivista Aeronautica vi è l'articolo d iun militare, Giampiero Falciai, che ri-copre una funzione particolarmente deli-cata presso il gabinetto del ministro de ltesoro ed è membro della commission etecnica per la spesa pubblica, in cui siafferma che per tener fede ai programm idi riarmo autorizzati è necessario un in-cremento annuo delle spese solo per gl iarmamenti del 10 per cento in termin ireali, cioè del 26-27 per cento in termin imonetari .

Ebbene, di fronte a questo, cosa pens ail ministro socialista Lagorio? Pensa diripetere le cose già fatte da altri ex socia -listi e di mandare contingenti militari ita-liani in terra d'Africa. Ricordo che alcunimesi fa è stata pubblicata su Il secol od'Italia una vignetta — divertente o tra-gica, a seconda dei punti di vista — in cu isi vedevano degli africani che dicevano :«Toh, chi si rivede!» .È una pratica che negli ultimi tempi è

stata tentata anche da altri militari, daigenerali argentini che, di fronte alle diffi-coltà del paese, hanno trovato utile, con l econseguenze che poi abbiamo visto, av-venturarsi in spedizioni militari .

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Io ritengo, per queste ragioni, che laspedizione militare nel Libano e il pre-visto raddoppio del contingente non sianodecisioni isolate, eccezioni alla tradizio-nale strategia militare del nostro paese ,che è stata, almeno teoricamente, rigida -mente limitata al territorio nazionale, eche è stata confermata nel passato dallostesso Lagorio quando ha detto, sempr econ slogan efficaci, che «la bandiera ita-liana sta bene dove sta e l'Italia quind inon intende impiegare le proprie forz emilitari al di fuori di una stretta strategi adifensiva del proprio territorio» .

No, signor Presidente, questi fatt i(prima Malta, poi il Sinai, quindi il «Li-bano-uno», il «Libano-due», la Somalia e ,prossimamente, la Namibia) fanno part eintegrante di una precisa strategia che ilministro Lagorio ha definito in un docu-mento passato praticamente inosservat odall'opinione pubblica, dai giornali edalle forze politiche . Lagorio, il 16 di-cembre 1982, ha detto: «In questi anni l asituazione mondiale è mutata ed è mutat asostanzialmente la situazione politico-mi-litare del bacino del Mediterraneo, equindi il nostro paese deve perseguir euna sua politica indipendente e auto -noma, soprattutto per quanto riguarda iterritori non coperti dal patto nord-atlan-tico, anche perché, per mutamenti avve-nuti nelle situazioni internazionali, l'alle-anza non può più offrire una garanzia d idifesa totale al nostro paese» .

Signor Presidente, i territori non co-perti dal patto nord-atlantico sono quell iesterni al confine nazionale. Lagorio,quindi, ha sostenuto che l'Italia ha inte-ressi da tutelare con le armi al di fuori deiconfini nazionali. E questa affermazioneè passata del tutto inosservata. Ciò è gra-vissimo. Soltanto un collega, Agostin oSpataro (che ho avuto modo di conoscer eper altre vicende), membro comunist adella Commissione esteri alla Camera, s ene è accorto, ed ha pubblicato un ottimoarticolo su Paese sera del 25 gennaio 1983 ,nel quale, appunto, manifesta il suo stu-pore di fronte a queste affermazioni .Scrive testualmente: «Si tratta di conce-zioni così ardite quanto inquietanti, che

non possono essere sottaciute, come i nparte sta avvenendo . Ne risultano intac-cati lo spirito e la lettera della Costitu-zione, ne vengono forzate pericolosa-mente le linee della politica ester adell'Italia che, seppur fortemente subor-dinata agli indirizzi ed agli interessi USA ,non era mai fuoruscita da una concezion edifensiva, nel quadro della cosiddetta so-lidarietà atlantica» .Basterebbe ricordare — come ricor-

dava Ajello — che i socialisti accettaron ol'adesione alla NATO soltanto sulla bas edella sua concezione strettamente difen-siva e della sua delimitazione territoriale .Di fronte a questo dato, di fronte a quest amodificazione della dottrina, giustamenteil collega Agostino Spataro scrive ch e«questa politica e queste scelte non pos-sono affermarsi in modo surrettizio, m adevono essere valutate nelle sedi più so-lenni, a cominciare dal Parlamento, chenon può continuare a ratificare fatti com-piuti». E, invece, ci troviamo a discuteredi queste cose di lunedì pomeriggio, d ifronte al sottosegretario Ciccardini, all apresenza di dieci o forse quindici depu-tati .

Credo, quindi, che ci troviamo di frontea fatti di estrema gravità . Non vorrei es-sere profeta in questa materia, ma son opersonalmente convinto che il ministr oLagorio sta cercando il morto in terr ad'Africa. Quale altro modo potrebbe es-serci per risolvere certe difficoltà, per ri-solvere il problema di quel dieci per cent odi incremento in termini reali delle spes emilitari, che non è compatibile con le ri-sorse del paese e che la gente non vuole ?La gente vuole le pensioni, vuole la sicu-rezza sociale, non vuole che i soldi sian osperperati in questa maniera . Quale solu-zione per tutte queste difficoltà, anch einterne, del nostro paese potrebbe esser emigliore di una bella crisi (dico bella travirgolette) in terra d'Africa? Qualche no-stro militare che lascia la pelle lì (e ve -diamo tutti i giorni i rischi dei cittadin iferiti) risolleverebbe lo spirito naziona-lista del nostro paese e convincerebb etutti della necessità di rafforzare le forz earmate, di vendicarsi .

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Signor Presidente, ci troviamo d ifronte, da una parte, ad una politica de-menziale del Governo e, dall'altra, ad u nerrore gravissimo da parte delle forze d isinistra. Si tratta di un errore, signor Pre-sidente, che avrà conseguenze gravissime ,perché non si capisce per quale ragione l astessa forza politica che ha così dura -mente criticato l'intervento nel Sinai noncritichi questo intervento, che non h aalcun senso né dal punto di vista politico ,né dal punto di vista militare . Noi siam oandati nel Libano quando gli americani l ohanno voluto, quando gli israeliani ce l ohanno concesso. Ma che senso hanno leforze di intervento in tale situazione ?

Ricordava prima il collega Milani checi sono, al confine tra Libano e Israele ,settemila uomini del Corpo dell'ONU . Set -temila uomini! Ma, quando Israele ha vo-luto invadere il Libano, evidentementenon ha tenuto in alcun conto questi sette -mila uomini armati che avrebbero dovutoimpedire qualsiasi sconfinamento da un aparte e dall'altra. E quando chiedo ai col-leghi della sinistra perché sostengono un acosa simile, così folle, che non ha alcu nsignificato ed espropria l'ONU (ammessoche i suoi contingenti abbiano qualch epotere), essi mi rispondono che l'h achiesto Al-Fatah. Al-Fatah può chieder equello che vuole, può anche compiere er-rori, ma che la sinistra oggi metta i ndiscussione tutta la sua storia, tutta la su atradizione, tutte le sue possibilità di cri-tica nei confronti del Governo perché Al -Fatah ha chiesto tale intervento m isembra semplicemente folle e incredibile .Ma questa è l'unica risposta che mi vien efornita a fronte di questi rilievi che nonho più neppure voglia di ripetere.

Ci troviamo invece di fronte ad un ten-tativo, da parte del Governo, di estender ela NATO. La NATO va troppo stretta e lostesso Spataro parla di una «politica ditensione, di riarmo per l'Italia» . La NATOè troppo stretta per il Governo italiano ,ormai avviato in queste avventure . Il so-stegno dato dal nostro Governo alle deci-sioni assunte nella sessione ministerial edel comitato di pianificazione della NATOdel 2 dicembre 1982 fa sì che un supporto

deve essere fornito anche dal nostr opaese alla forza di pronto intervento degl iStati Uniti in questa regione .

Ecco, siamo di fronte ad una situazioneche altera, anzi viola profondamente l aCostituzione . Discutere se cittadini ifa-liani debbano o meno essere volontari èuna sciocchezza perché se, sulla basedelle vostre concezioni, si tratta di difen-dere interessi vitali, deve trattarsi co-munque dell'esercito italiano . Altro chevolontari e non volontari! Ma dietro tuttociò vi nascondete in qualche modo perchésapete che la presenza in terra d'Africanon è giustificata, non è legittimata dall aCostituzione; sapete che dovete chiedereai cittadini se intendano volontariament eandare laggiù . Sapete anche voi, in co-scienza, che questa presenza non è com-patibile con la Costituzione e con tutto i lresto .Ebbene, signor Presidente, si assist e

all'indifferenza delle forze politiche ne iconfronti delle violazioni della Costitu-zione che si realizzano con la presenza de imilitari in quel territorio, nonché dell eviolazioni formali della Costituzione. Giàla collega Galli ha parlato della patent eviolazione della Costituzione che si è rea-lizzata attraverso la strana prassi di dar eesecuzione provvisoria ai trattati . Ebbene ,chiedo al Governo che, prima di decidereil raddoppio del contingente militare ne lLibano o l'invio di consiglieri militari, sot-toponga alle Camere uno strumento d iratifica del nuovo protocollo che eviden-temente interverrà tra il Governo italianoe quello libanese. In assenza di quest agaranzia non sarebbe possibile ammet-terlo .

Spero quindi, signor Presidente, che i lGoverno fornisca almeno questa rispost aformale e che abbia luogo in questa Ca-mera un dibattito, che si concluda con u nvoto così come chiesto da Spataro . Undibattito deve svolgersi o su un disegno d ilegge di ratifica, o su una mozione : unadiversa procedura non dovrebbe essereammissibile .

Nel caso in cui da parte del Governo, d aparte di altre forze politiche, non veniss euna risposta chiara a tale richiesta, non

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potrò che richiedere l'iscrizione all'ordinedel giorno della mozione presentata il 20dicembre 1982, nella quale, appunto, sicriticavano le conseguenze delle decisionidel Governo e si proponeva l'uso di un ostrumento che consentisse a questa As-semblea di esprimersi, con un voto, sull equestioni in argomento .

PRESIDENTE. L'onorevole Stegagniniha facoltà di svolgere la sua interpellanz an. 2-02327.

BRUNO STEGAGNINI. Rinunzio ad illu-strarla, riservandomi di intervenire insede di replica .

PRESIDENTE. Onorevole Baracetti, in -tende svolgere la sua interpellanza n. 2 -02330?

ARNALDO BARACETTI . Rinunzio all'illu-strazione della mia interpellanza nonch édell'interpellanza Cerquetti n . 2-02331 d icui sono cofirmatario, riservandomi di in-tervenire in sede di replica .

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Ba-racetti. L'onorevole Ajello ha facoltà d isvolgere la sua interpellanza n . 2-02332 .

ALDO AJELLO. Non vorrei deluderla, si-gnor rappresentante del Governo, ma m icorre l'obbligo di ridimensionare il ruoloche è stato attribuito al Governo nel corsodegli interventi che mi hanno preceduto .Il collega Cicciomessere, in particolare ,ha attribuito al Governo un disegno impe-rial-coloniale che mi pare francamente l ostesso non sia in grado di svolgere . .. M ipare un ruolo spropositato, a fronte d iquesto Governo .

Probabilmente, dietro l'intera vicendac'è molto meno di quello che l'onorevoleCicciomessere ha individuato . . .

ELISEO MILANI. Molto di più vorra idire !

ALDO AJELLO. No, molto meno . . .

ROBERTO CICCIOMESSERE . Anche ne l1932 era così .

ALDO AJELLO . . ..molto meno, nel sensoche esiste da una parte il desiderio d imantenersi all'interno di ruoli già fissatinell'ambito delle Nazioni unite e, dall'al -tra, la volontà, probabilmente, di contri-buire in qualche modo ad entrare a fa rparte del club di quelli che dovranno poiprovvedere ad aiutare il Libano alla rico-struzione e, dunque, di prendersi un aquota . . .

ELISEO MILANI. Non è un popolo ve-nale, quello italiano !

ROBERTO CICCIOMESSERE. Non è solouna questione di tangenti, Ajello !

ALDO AJELLO. Non è una questione ditangenti, ma di concepire la cooperazionecome si è sempre fatto, a rimorchio d iuna certa politica di commercio estero, diesportazione e così via . C'è probabilmentesolo questo . Certamente non c'è ungrande disegno imperiale, un grande di -segno coloniale! Devo dire che, durant el'intervento di Cicciomessere, notavo cheil collega Baghino seguiva con occhi par-ticolarmente attenti la ricostruzione dellevicende coloniali dell'Italia . Mi toccasempre dialogare con il collega Baghino ,il lunedì !

FRANCESCO GIULIO BAGHINO . Ho sottoli-neato che non accettavo la provocazione,anche perché non sapevo se parlasse d iLibano o d'Africa, dal momento che gl iaccadeva di confondere facilmente .

ALDO AJELLO. Questo, poi, potrai chie-derglielo. Devo dire che ho colto negl iocchi dell'onorevole Baghino lo stess olampo di vivacità che mi è accaduto d iscorgere, qualche tempo fa, nel corso d iuna visita in Africa di alcuni component idella Commissione esteri, con il presi -dente Andreotti, negli occhi di Romualdi .Un interprete tradusse malament el'espressione inglese «dear comrades» con«cari camerati» e, a quel punto, vi fu una

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luce negli occhi dell'onorevole Romualdi ,che ho rivisto oggi negli occhi di Baghino ,mentre il collega Cicciomessere rico-struiva la vicenda imperiale e coloniale, ilcui esito tutti conosciamo e che certa -mente nessuno vuole ripetere.Devo dire, per onestà e franchezza ,

onorevole sottosegretario, che dal mo-le .mento in cui è stata presa questa deci -

sione il Governo si è certo mosso co n

grande disinvoltura, per quello che ri-guarda il rispetto delle regole attinenti a i

trattati internazionali e alla ratifica d iquesti ultimi, ed ha rischiato di inviare i lcontingente italiano della forza multina-zionale senza una preventiva approva-zione del Parlamento, in alcuna sede . Af-frettatamente, poi, si provvide a sanare lasituazione in sede di Commissione esteri ,

con un atteggiamento di grande tolle-ranza da parte dell'opposizione, che ri-tenne prevalente un interesse immediato,che in quel momento sembrava esserel'esigenza di garantire l'esodo pacifico de ipalestinesi ed anche la loro sicurezza ,piuttosto che sottilizzare più di tanto sull equestioni di rispetto delle regole . Devodire che in questi casi si commettono

sempre errori, perché le regole non son omai solo formali, ma hanno un valoresostanziale .

Quando il contingente fu inviato la se-conda volta, in conseguenza della tragic avicenda di Sabra e Chatila, il consenso inordine a tale rinvio fu unanime, anch eperché esisteva in quel momento un aforte emozione con riferimento a quant oera accaduto e vi era una pesante critic aper il modo con cui l'Italia se era prim aimpegnata e poi disimpegnata, nel set-tore. Però debbo dire altrettanto chiara -mente che fu chiaramente presente negl iinterventi di tutti il concetto che quest ointervento si poteva avallare — al limit epersino sollecitare — a condizione ch efosse contenuto nell'ambito di un inter -vento di emergenza, un intervento con cu isi faceva fronte ad una grave emergenz ache si era creata in Libano, dapprima inconseguenza dell'attacco israeliano defi-nito eufemisticamente «operazione pac ein Galilea» e poi delle stragi dei campi di

Sabra e Chatila . Questo intervento quind isarebbe dovuto essere contenuto ne ltempo e dar luogo ad una presenza d ialtra natura, quella, cioè, propria in vi-cende di questo tipo, cioè la presenz adelle Nazioni unite . Non si trattava di un aquestione puramente formale, ma piut-tosto di sostanza, di grande rilievo . Nelmomento in cui accettiamo di sostituir ein modo quasi sistematico alle Nazioniunite, che hanno il compito di garantireistituzionalmente la pace e la sicurezza, l eforze multunazionali, miniamo la credibi-lità e indeboliamo profondamente un or-ganismo già scosso dal fatto che non s itratta di una entità astratta, totalmente a l

di sopra delle parti, bensì della risultant edelle relazioni tra i paesi che ne fanno

parte, in primo luogo tra le due superpo-tenze, che maggiormente pesano al suointerno. Oltretutto in una fase in cui l erelazioni tra quelle superpotenze son otese, così come lo sono state negli ultim ianni e lo sono ancor oggi, indebolire ulte-riormente la consistenza e il prestigi odelle Nazioni unite certamente non

giova .Che in questo modo si indebolisca il

prestigio delle Nazioni unite è confermatodal discorso che il segretario general ePerez de Cuellar ha tenuto il 7 settembre ,in occasione dell'inaugurazione dellatrentasettesima Assemblea generale .Leggo soltanto il passo che riguarda l aquestione delle forze multinazionali d ipace, sulla base di una mia traduzione ,che non fa fede, ma credo sia abbastanzacorretta: «Nei mesi recenti, due forzemultinazionali sono state costituite fuor idalla cornice delle Nazioni unite, per con -seguire lo scopo di mantenere la pace, acausa dell'opposizione al convolgimentodelle Nazioni unite, con o senza il Consi-glio di sicurezza. Mentre comprendo leragioni che hanno indotto a costituire

queste forze, trovo questa tendenza di-sturbante, perché sottolinea la difficolt àche il Consiglio di sicurezza incontra ne lfar fronte pienamente alle sue responsa-bilità, come organo primario per il man-tenimento della pace e della sicurezza in-ternazionale». E questo un rilievo formale

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e sostanziale del segretario generale delleNazioni unite, in una occasione solenne ,quale la inaugurazione dell'Assemblea ge-nerale, che ha luogo ogni anno nel mesedi settembre. Tale rilievo sottolinea le dif-ficoltà in cui si trova l'ONU, pone in ri-lievo il fatto che vi sono profondi contra-sti, in questo momento, e indica comeserio elemento turbativo la costituzione d iforze multinazionali di pace .

Ora, credo che un paese come il nostr oabbia tutto l'interesse a salvaguardare i lprestigio delle Nazioni unite. È vero ,d'altra parte, che oggi si è in presenza d iuna situazione difficile ma è anche ver oche le Nazioni unite hanno avuto una cre-scita continua, dato che mai alcun paesesi è dissociato o ha abbandonato tale or-ganismo, a differenza di quanto è acca-duto per la Società delle nazioni, la cu ifase conclusiva fu caratterizzata da u nabbandono continuo di suoi membri . Ciòè dovuto al fatto che, anche se l'ONU nonabbia mai costituito un superpotere ingrado di controllare le politiche dell egrandi potenze, qualche cosa, bene omale, di molto importante è riuscito afare, costruendo quella che possiamo de -finire una cultura della pace, con cui tutt inoi abbiamo dovuto fare i conti . Se il pro -cesso di decolonizzazione vi è stato ,questo lo si deve alla cultura della pac ecostruita dalle Nazioni unite; quindi, è unerrore minare tale istituzione con la cre-azione di forze multinazionali che sono d iper sé di parte, onorevole sottosegretario .Infatti, una cosa è intervenire improvvisa -mente, in una situazione di emergenza ,come un terremoto, per cercare di tampo-nare una grave situazione che si è venut aa creare, mentre altra cosa è mantener estabilmente una forza multinazionale so-stitutiva di quella delle Nazioni unite, raf-forzarla e sapere in partenza che la suapresenza non sarà breve, ma durerà perun certo numero di mesi e forse di anni .Ciò significa, come dicevo prima, minarela credibilità dell'istituzione-Nazion iunite .

Perché si è giunti a questa conclusione ?Perché l'Italia si sta impegnando cos ìtanto ed accetta di partecipare stabil -

mente a questa forza multinazionale? Per -ché ha un disegno imperiale? La mia ri-sposta — come ho detto prima — è no .Ma certamente nel momento in cui lo f acontribuisce ad un disegno imperiale, no nsuo, con una gestione parziale di una cris icosì grave quale quella che investa–i lMedio oriente .

Infatti, la ragione per cui la forza mul-tinazionale non è arrivata prima — di-ceva Milani — è perché gli israeliani no nl'hanno voluta, e forse non l'hanno volut aperché parlavano per conto terzi ; cioècome agenti degli Stati Uniti . A questoriguardo devo dire che non era necessarioparlare per conto terzi, perché gli ameri-cani hanno fatto sapere altrettanto chia-ramente che non volevano la forza delleNazioni unite nel Libano, perché non in -tendevano coinvolgere l'Unione Sovietic anella questione. Questo è il punto cen-trale, sul quale è necessario parlare co nfranchezza .C'è qualcuno tra noi che è veramente

convinto che si può raggiungere una solu-zione di pace definitiva e stabile ne lMedio oriente senza coinvolgere i nqualche modo l'Unione Sovietica? Quest aè la domanda alla quale bisogna dare ri-sposta .

Il giorno in cui si perverrà ad un trat-tato, questo dovrà essere garantito d aqualcuno e sicuramente dovrà essere co-involta anche l'Unione Sovietica . Questasituazione viene da molto lontano, onore-vole sottosegretario, e precisamente da lmomento in cui l'amministrazione Carte r— appena nominata — rilanciò la confe-renza di Ginevra con un documento con -giunto americano-sovietico che ebbe vit aper soli tre giorni, perché al quartogiorno il presidente Sadat intraprese i lviaggio a Gerusalemme per aprire l astrada ad una operazione di segno com-pletamente diverso, denominata poi ac-cordi di Camp David.

Mentre la conferenza di Ginevra rap-presentava la ripresa di uno schema didialogo multilaterale, nel quale tutte l eparti interessate e tutte le parti garant idelle stesse erano coinvolte e si parlavaper la prima volta, da parte americana, di

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un territorio da assegnare ai palestinesi edi una presenza palestinese alla confe-renza — vuoi con una delegazione auto -

noma, vuoi all'interno di una delegazione ,

ad esempio, giordana — improvvisa-mente si è determinato un mutamento d irotta perché all'interno dell'amministra-zione Carter hanno avuto il sopravventotalune forze che hanno imposto un'altr astrada; cioè, la gestione in proprio dell acrisi del Medio oriente .

Quale interesse ha l'Italia a favorirequesto disegno dal momento in cui tutt ii paesi della Comunità europea —l'Italia è in testa se è vero che della que-stione si è parlato per la prima volta a lvertice di Venezia — hanno dichiarat oche gli accordi di Camp David vann oquanto meno superati nel tentativo d i

trovare un terreno diverso per affron-tare la questione del Medio oriente? N èpossiamo dire che qualcosa è cambiat osoltanto perché l'esercito israeliano haoccupato il Libano e cacciato i palesti-nesi da Beirut, creando una situazion ecertamente più vantaggiosa per Israele .Infatti, se accettiamo tale logica —molto pericolosa, onorevole sottosegre-tario — accettiamo la filosofia della vio-lenza pagante ; cioè del fatto che i nquesto mondo, invece del ruolo dell eNazioni unite come sede per dirimere l econtroversie internazionali, noi accet-tiamo che queste si risolvano con la poli-tica dei fatti compiuti, degli atti di forza ;e in tal modo si crea una situazione d ifatto più favorevole a un determinat opaese, il quale gestisce poi in proprio eda solo tutta la conduzione della crisi .Se accettiamo tale logica andiam o

lontanissimo, verso mete terrificanti, si-gnor sottosegretario . Bisogna quind iche ci fermiamo un attimo a rifletter esu tali questioni .

Se è vero, allora, che la nostra strategianon è quella, se è vero che ne vogliam operseguire un'altra ; che alla strategia de ifatti compiuti vogliamo contrapporr equella dei fori multilaterali nei quali s idiscutono le grandi questioni internazio-nali; allora anche sulla questione dell aforza di pace nel Libano dobbiamo avere

un atteggiamento coerente con questa im-postazione .

PRESIDENTE. L'onorevole sottosegre-tario di Stato per la difesa ha facoltà d irispondere alle interpellanze all'ordinedel giorno e alle interrogazioni di cui èstata data lettura .

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretariodi Stato per la difesa . Onorevole Presi-dente, non è la prima volta che dinanz ialla Camera o in Commissione affron-tiamo la questione del Libano ; anzi ,debbo ringraziare che, dopo le esposizion ieffettuate dal ministro della difesa in sed edi Commissione difesa della Camera de ideputati il 3 e il 23 settembre dello scorsoanno, sia data al Governo questa terz aopportunità per fare il punto sulla situa-zione, rispondendo alle legittime richiest edei signori parlamentari, ed anche all eistanze, alle aspettative, ed alle legittim ecuriosità della pubblica opinione .Cercherò di abbreviare un po' la mia

risposta, signor Presidente, data la lun-ghezza del dibattito, risparmio infatti iprecedenti, che sono per altro da tutt iconosciuti, dell'invio del nostro contin-gente in Libano .Il mandato del contingente fissato

dall'accordo stipulato tra i governi de idue paesi in merito alla «partecipazioneitaliana alla nuova forza multinazionaledi pace per Beirut» prevede il concorso, a lfine di facilitare il ristabilimento dell asovranità e dell'autorità del governo liba-nese nell'area di Beirut e quindi gli ulte-riori sforzi per assicurare l'incolumitàdelle persone nell'area e porre termin ealla violenza .

Sottolineo «l'incolumità delle persone» ,onorevole Galli; non «dei cittadini liba-nesi», o «dei cittadini palestinesi», ma l'in-columità delle persone .

ELISEO MILANI. Compresa quella de i

militari italiani, si suppone ?

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretario di

Stato per la difesa. Quella in primoluogo.

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Inoltre il contingente italiano in Liban oopera, nel settore della città di Beirut as-segnatogli, con posti di controllo e pattu-glie, per garantire la sicurezza di quell epopolazioni. Esso non ha mai partecipatoad azioni di rastrellamento, né ad opera-zioni di polizia; per contro, si è sempr eadoperato per rassicurare, con la sua pre-senza gli abitanti della zona controllat a— e ricordo che in questa si trovano l earee abitate dai palestinesi — guadagnan-done stima e fiducia, ed anche riconosci -menti espliciti, ed ha provveduto ad ope-razioni di bonifica di residuati bellici e d isminamento, con perizia e senso di re-sponsabilità .

Sulla questione delle persone poi ritor-neremo. Adesso mi preme mettere apunto alcuni problemi tecnici .

Il contingente è stato costituito inizial-mente con il battaglione bersaglieri Go-vernolo, con il battaglione San Marcodella marina militare, e con un batta-glione paracadutisti di formazione, ch einquadrava due compagnie di carabinier iparacadutisti ed una compagnia opera-tiva della «brigata paracadutisti d'assaltocolonnello Moschin» .

Al contingente italiano è stata affidat ainizialmente la responsabilità del settorecentrale di Beirut ovest, ampio circa 4chilometri e profondo altrettanti, ne lquale sono inclusi la parte meridionaledel campo di Sabra-Chatila e l'interocampo di Borj El Brajne .

Per l'assolvimento del compito sonostati costituiti 25 posti fissi collocati incorrispondenza dei punti di maggiore im-portanza e più idonei ad assicurare il con-trollo di tutta l'area . L'azione dei postifissi è integrata dal pattugliamento apiedi e su mezzi cingolati o ruotati.

Il contingente ha inoltre concorso finoal 5 novembre al presidio del porto, sit onel settore francese di Beirut ovest, e finoall' 11 novembre al presidio dell'aereo-porto civile, sito nel settore USA della cit-tà. Altrettanto importante e di estrema uti-lità, ai fini non solo della sicurezza, m aanche del ristabilimento delle condizoni d ivita normale in una città reduce da setteanni di guerriglia è la attività di bonifica

svolta con competenza da un nucleo d iartificieri dell'esercito e della marina mili-tare, che ha effettuato anche brillament idi notevole complessità tecnica .

Sono lieto, tra l'altro, di poter dire allaCamera che la capacità tecnica dei nostr isoldati è dimostrata anche dai risultati ;pur avendo svolto l'azione nei settori i ncui era più difficile l'opera di smina -mento, nessun incidente si è verificat onelle operazioni condotte dagli italiani ,mentre purtroppo incidenti si sono avut inelle operazioni condotte dagli american ie dai francesi .

L'impegno può essere riassunto in du enumeri significativi: brillamento di circ aottomila ordigni e bonifica di una super-ficie pari a otto chilometri quadrati ,cinque dei quali all'interno dell'abitato . Apartire dagli inizi di novembre, il contin-gente concorre con l'esercito libanes eanche al controllo di Beirut est, effet-tuando un pattugliamento congiunto co nmezzi ruotati .

Un problema che ci ha molto preoccu-pati è quello degli arresti operati ne icampi palestinesi dalle forze libanesi .Premesso che i militari italiani non hannomai partecipato a tali operazioni, debboprecisare che fin dall'inizio da parte ita-liana, d'intesa con la Francia e gli Stat iUniti, ci si è adoperati in Beirut perch écontrollo ed arresti fossero effettuati soloda forze libanesi regolari, in uniforme, suordine dell'autorità legittima, senza bru-talità e soprattutto con il rispetto dell adignità delle persone che si voleva assicu-rare alla giustizia .

Le autorità libanesi hanno date ampie eripetute assicurazioni che gli arresti son oeffettuati su mandato della magistratura ,ovvero interessano persone trovate inpossesso di armi, documenti falsificati oprivi di permesso di soggiorno . Ma non c isiamo accontentati di questo. È da rile-vare che la situazione si è progressiva -mente normalizzata e, in particolare, nonsi hanno più notizie di quelle demolizion idi costruzioni abusive che contribuivanoa mantenere incandescente l'atmosferanel settore affidato al contingente ita-liano .

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In questa situazione caotica e perico-losa, carica di odi e di profonde divisioni ,il comportamento dei militari italiani èstato in ogni circostanza all'altezza dellasituazione e l'umanità, unità a capacitàprofessionale e senso del dovere, ha favo-revolmente impressionato la popolazion ecivile, anche e soprattutto palestinese, eha avuto notevole risonanza anche sull astampa internazionale .

Dicevo — e mi rivolgo particolarmente

all'onorevole Galli — che non ci siam oaccontentati di questo . Nei posti di bloccoitaliani, dove passano le forze libanesi ,prendiamo nota di quante persone en-trano nella zona da noi controllata eprendiamo nota di quante person eescono. Chiediamo che le persone cheoperano arresti siano in divisa (in uni-forme libanese), siano riconoscibili perso-nalmente; facciamo il conto di quant isono entrati e di quanti sono usciti ; ci ren-diamo conto, per quanto è possibile de idocumenti che autorizzano questi arresti ;teniamo nell'ambasciata l'elenco precisodelle persone arrestate . In tale manier acerchiamo di esercitare un controllo, atutela delle popolazioni, per evitare even-tuali operazioni che fossero in qualch emodo illegittime .

ELISEO MILANI. Ci saranno anche du eo tre ragionieri !

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretariodi Stato per la difesa. Non permettiamoche in questi casi vengano offesi i più ele-mentari diritti della persona ; quindi vo-gliamo che il comportamento sia con -forme a quello che sarebbe in uno Stat odi diritto .

La carente situazione igienico-sanitari adi Beirut ha reso necessario l'invio di unufficiale medico specialista in igiene pre-ventiva, di una sezione disinfestazione edecontaminazione e di un ospedale d acampo, nel quale prestano servizio anchedieci infermiere volontarie della Croc erossa. Tali strutture, oltre a soddisfare leesigenze specifiche del contingente ita-liano, tutto sommato rivelatesi fortunata -mente assai modeste, hanno consentito

anche di fornire adeguata assistenza all arestante popolazione palestinese ; ne lprimo mese di . attività l'ospedale d acampo ha prestato cure ambulatoriali acirca duemila civili, tra i quali moltissim ibambini. È questo un ulteriore mezzo chequalifica significativamente la presenzaitaliana agli occhi della popolazione .

Superate le difficoltà iniziali conness econ il trasferimento del contingente i nLibano e con la sua sistemazione, son ostati immediatamente affrontati i pro-blemi di razionalizzazione delle struttur edi comando e logistica, indispensabili pe runa azione efficace. Il processo è presso-ché concluso e richiede solamente il rior-dino ed il completamento di taluni organ ilogistici. Inoltre, al fine di concedere a lpersonale turni di servizio meno gravosi ela possibilità di trascorrere periodica -mente una breve licenza in patria son ostate inviate in Libano, in tempi succes-sivi, altre due compagnie, una di paraca-dutisti ed una di bersaglieri, elevando i llivello degli effettivi del contingente all emillecinquecento, (per l'esattezza mille-quattrocentottantanove) unità attuali, d icui centoventicinque ufficiali e duecento -settantasette sottufficiali .

ELISEO MILANI. Permanentemente pre-senti o per turno?

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretari odi Stato per la difesa . Adesso non pretendada me un attestato di fureria. Non sonomai stato in fureria (Interruzione del de-putato Milani) . No. C'è un avvicenda-mento. Queste cifre che dico risalgono adoggi, a mezzogiorno .

ELISEO MILANI. Se ci sono millecinque-cento persone, di cui mille sono sul postoe gli altri si avvicendano, è una cosa . Se ci

sono invece millecinquecento sul posto e

altri mille in avvicendamento è un'altracosa. Non è una questione di fureria .

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretari o

di Stato per la difesa. Millecinquecentostanno sul posto .

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ELISEO MILANI. Ecco, allora siamo gi àsaliti a millecinquecento. Questo è impor -tante .

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretariodi Stato per la difesa . Sì. Devo ricordar eche il ministro disse, il 23 settembre, cheil contingente militare sarebbe stato d iottocento uomini, e ad esso si sarebberoaggiunti un secondo contingente di quat-trocento, e un contingente di quattro -cento di riserva, fino al numero di mille -seicento uomini. Siamo quindi all'intern odel quadro definito dal ministro il 23 set-tembre. La novità può essere costituit adal fatto che sono stati utilizzati, nello svi-luppo dei compiti del contingente, anchegli elementi che erano stati previsti comeforza di riserva .

Ciò ha consentito di far fruire a tutti imilitari del contingente una breve licenz adi cinque giorni in patria in occasionedelle recenti festività e di stabilire un re-golare turno di licenze brevi, che inte-ressa centocinquanta uomini alla setti-mana.Come è noto, nei giorni 10 e 11 d i

questo mese, il ministro, accompagnat odai capi di stato maggiore dell'esercito edella marina, ha effettuato una visit adel contingente in Beirut ed una anch eallo squadrone elicotteri italiano, che faparte della forza di pace dell'ONU e ch eè dislocato, come tutti voi ben sapete, aNaqoura, nel Libano meridionale. Suquesto voglio dire qualche cosa, poichéqui si è parlato di questa unità, che è a lservizio delle Nazioni unite, unità ch esvolge un compito altrettanto impor -tante e istituzionalmente certamente piùcompleto e più diretto alle finalità d ipace proprie delle Nazioni unite . I lgruppo squadroni Italia-UNIFIL (vogli osottolineare anche l'attività che svolg equesto gruppo perché non è né di mi-nore importanza e neppure meno ri-schiosa di quella che svolge il nostr ocontingente a Beirut) . . .

ELISEO MILANI. Una volta ha fattofuori tutti gli elicotteri .

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretariodi Stato per la difesa. Tutti no .

ALDO AJELLO. Di questo gruppo, unaparte, cinquanta persone, sta a Beirut . Cisono italiani in questo gruppo di cin-quanta persone ?

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretariodi Stato per la difesa . Sinceramente non loso. Mi dispiace .

BRUNO STEGAGNINI. Ci sono gli osser-vatori e c'è l'UNIFIL. La forza osservatoriè una cosa . . .

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretariodi Stato per la difesa. Il gruppo squadroniItalia-UNIFIL è tuttora in zona e l'ONU, i l19 gennaio scorso, ha rinnovato per se imesi la convenzione per il suo impiego .Esso, alle dipendenze del Comando dell eUnited Nations Interim Forces in Lebanon ,svolge compiti di evacuazione sanitaria ,ricerca e soccorso, ricognizione, tra -sporto personale, trasporto logistico di li-mitata entità per le unità operative, colle-gamento tra comandi UNIFIL e unità ope-rative dipendenti in Libano e Israele .

Con queste due visite il ministro delladifesa ha completato il programma d iispezioni alle forze italiane impegnate inmissioni di pace all'estero, che aveva ini-ziato nello scorso mese di ottobre, quand osi era recato a Sharm-El-Sceik nel Sinai ,sede dei nostri tre dragamine facent iparte della forza multinazionale e degl iosservatori per il compito specifico dell enostre forze nel Sinai .

La visita in Libano ha consentito di pre-senziare alla cerimonia della consegn adella bandiera concessa dal President edella Repubblica al contingente italiano ,di controllare tutte le predisposizioni d icarattere operativo e logistico, di aver ecolloqui utili e chiarificatori con alcun epersonalità politiche e militari di quell anazione .Vengo ora ad alcuni punti specific i

delle interpellanze dell'onorevole Milani edell'onorevole Cerquetti. Circa le predi-sposizioni operative e logistiche, è stato

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fatto un grande sforzo e, tenendo cont odelle condizioni di vita di una città ch eper lungo periodo è stata al centro d iintense azioni di guerra, possiamo regi-strare una certa soddisfazione al ri-guardo .

Sembra utile a tal proposito riferire al-cuni dati obiettivi. Potranno apparire inquesto momento dati particolari, ma ,trattandosi del benessere dei militari ita-liani in una situazione particolare, credoche sia importante che anche questi dat ivengano riferiti in Parlamento .

Il vitto, confezionato interamente da inostri reparti campali, è sullo stesso stan-dard di quello delle caserme italiane ; icasi di dissenteria sono stati estrema -mente contenuti, 70 su 1500 uomini, esono da attribuire non alla qualità de igeneri alimentari, bensì alle condizion igenerali dell'ambiente. Sono stati, invece ,curati oltre 3000 civili. La sistemazionedel personale, parte in edifici di preesi-stenti scuole e parte in tenda, è alquantosoddisfacente. L'inoltro della corrispon-denza avviene a cura del servizio postaledi Stato che si avvale di aerei di lineadella compagnia aerea libanese MEA . Ilsupporto logistico nel settore delle ripara-zioni è adeguato alle esigenze . I riforni-menti affluiscono regolarmente e, in cas iurgenti, a mezzo aereo, senza creare al-cuna limitazione alla operatività dei re -parti .

I turni di servizio di 12 ore sono alter-nati da 24 ore di riposo e risultano, perforza di cose, 'più gravosi di quelli effet-tuati in Italia, ove sono previsti turni di 8ore intervallati da 24 ore di riposo .

In sostanza, tutti i tre contingenti ita-liani all'estero, pur nella sostanziale di-versità di situazioni, di impegno operativ oe di sistemazione e pur nella ovvia consi-derazione che ogni attività è perfettibile ,svolgono il loro compito in condizion isoddisfacenti. Si può affermare che i no-stri reparti fanno bene, non sfigurano ne lconfronto con gli analoghi reparti di altr enazioni e, in sostanza, hanno finora con-tribuito alla creazione di una buona im-magine delle nostre forze armate . Tengoa non fare del trionfalismo e quindi ad

abolire qualche aggettivo, ma questo ,nella sostanza, è il giudizio che diamo de lcontributo recato dalle nostre forze ar-mate.

Il ministro ha avuto incontri con il pre-sidente Gemayel, con il ministro della di -fesa Kory e con il comandante delle forzearmate libanesi, generale Tannous . Og-getto di tai incontri è stato uno scambio d iidee, una ricognizione sui problem idell'eventuale potenziamento della forzamultinazionale e del programma di raf-forzamento dell'esercito libanese .Per quanto riguarda il potenziamento

della forza multinazionale, occorre preci-sare — sarò chiarissimo — che tale even-tualità è estremamente legata ai risultat idei negoziati in corso fra Libano e dIsraele, con la mediazione USA, sul ritirodelle forze straniere già impegnate ne lconflitto sul territorio libanese . L'au-mento del contigente non è affatto deciso ;c'è per ora soltanto l'ippotesi di una ri-chiesta in tal senso da parte del Libano .

Nella previsione che la richiesta possaessere avanzata e che sussistano le condi-zioni per aumentare il nostro contingente ,è naturale che si stiano studiando de ipiani — questo fa parte della normal eattività di previsione — in astratto (sotto-lineo, in astratto) per esaminare le vari epossibilità, compresa l'ipotesi che il me-desimo contingente possa essere all'in-circa raddoppiato, raggiungendo la consi-stenza di una brigata .

Nessun impegno, onorevoli deputati, èstato preso al riguardo . E stato reso noto ,e chiarito con gli interlocutori, che il pro -getto di un eventuale aumento degli effet-tivi della forza multinazionale dovrebbeessere naturalmente sottoposto all'esamedel nostro Parlamento; e solo se appro-vato sarebbe eseguito. Soltanto da un adecisione parlamentare potrebbe deri-vare un maggiore impegno politico e mili-tare dell'Italia in Medio oriente .

Quindi, in tal caso occorrerà anche ri-considerare e ridefinire preventivamentecompiti e termini di mandato dei contin-genti attualmente in Libano, anche in re-lazione a presumibili nuove modalità d iimpiego in ambienti diversi da quello

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della città di Beirut . Come voi sapete,nelle trattative è stata formulata l'ipotesiche si formi una «intercapedine» tra l eforze siriane a nord e le forze israeliane asud; questa zona «liberata», che si trova alcentro del Libano e all'altezza di Beirut ,dovrebbe passare sotto il controllo dell aforza multinazionale prima e dell'esercitolibanese poi .

Tutto ciò, in aggiunta alla necessità d iprevedere comunque, a non lunga sca-denza, l'opportunità di sostituire i repart iche da maggior tempo operano nel logo-rante ambiente operativo di Beirut, in -duce a prospettare, nell'interesse e nellasicurezza di tutti, l'invio di unità orga-niche nelle quali l'inquadramento el'amalgama siano caratteristiche già esi-stenti. Di questo parleremo a propositodella risposta che darò all'onorevole Cer-quetti sul volontariato .

Il 3 settembre il ministro disse all aCommissione difesa che il personale de lbattaglione Governolo era «tutto volonta-rio». Il 23 settembre il ministro precisò :«Com'è noto, il battaglione Governolo ècomposto da bersaglieri di leva volontari .Per gli altri reparti, che in parte son ocomposti da personale di leva e in parteda personale di carriera o a lunga ferma ,si tratta di unità particolarmente specia-lizzate; per le quali gli stati maggior idell'esercito e della marina hanno assicu-rato la piena disponibilità del personal eall'impiego in Libano» .

L'esperienza di questi primi mesi haampiamente dimostrato che i militari de lcontingente trovano, nella realtà opera-tiva di Beirut, concreta motivazione per i lpuntuale assolvimento dei compiti lor oaffidati; nessuno di loro (sia quelli de lbattaglione Governolo, che sono volon-tari, sia gli altri, che invece sono chiamat iper capacità specialistiche) è mancat oall'appuntamento con l'aereo che lo do-veva riportare in Libano dopo la licenzain Italia; le richieste di esenzione dal ser-vizio sono insignificanti e il comporta -mento disciplinare è esemplare .

Occorre altresì ribadire che i necessariavvicendamenti, per sopperire alle esi-genze prospettate, richiederanno sempre

più l'impiego di unità organiche e amal-gamate, condizione indispensabile per as-sicurare il migliore assolvimento dei com-piti affidati al contingente militare ita-liano. In questo quadro il concetto di vo-lontarietà potrà anche essere superato ,pur sottolineando che sarà intrapresaogni azione tendente ad ottenere l'ade-sione dei militari di leva e che sarann oattentamente vagliati e serenamente te-nuti in considerazione singoli casi che,per situazioni familiari obiettive e docu-mentate, rappresentino seri impedimenti .Voglio precisare che di tutto questo (de icambiamenti e delle relative modalità) i lParlamento sarà puntualmente infor-mato.

Qui devo una risposta all'onorevole Mi-lani, che ha sostenuto che il passaggio daun criterio (discrezionale, per altro) d ipreferenza dei volontari ad un criterio d iscelta di unità comandate sollevi un pro-blema di natura costituzionale . Devo dir eche la differenza da un punto di vista tec-nico interno alle forze armate non è rile-vante; ciò non significa che il Parlament onon debba comunque essere informato .In un caso si sono preferiti gli element iche per primi si offrivano ; nell'altro casosi sono preferiti gli elementi che necessa-riamente facevano parte di gruppi specia-lizzati. Nell'uno e nell'altro caso non vi èdifferenza nella partecipazione ; semmaivi è differenza nelle modalità di scelta ,che possono essere discutibili, e per lequali siamo qui a rispondere .Aggiungo che non rispondono assoluta -

mente al vero i presunti atti di intimida-zione di pressione (o per lo meno nonpossono essere definiti in questi termini )diretti a «convincere» alcuni militari d istanza a Siena e a Pordenone a presen-tarsi come volontari per la forza multina-zionale a Beirut .In relazione al grado di preparazion e

delle forze armate, esiste un'ampi agamma di reparti organici che potreb-bero essere prescelti per l'invio in Libano .Gli stati maggiori stanno esaminando i nastratto — e sempre per preveggenza — ipiani operativi eventualmente necessari ,per essere pronti nel caso in cui fosse

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decisa la realizzazione di un piano di po-tenziamento, decisione che potrà esser esubordinata — lo ripeto — al tipo di ter-reno sul quale il contingente italiano saràeventualmente chiamato ad operare .Altro argomento trattato nei colloqu i

con le autorità libanesi è quello riguar-dante il rafforzamento dell'esercito liba-nese. Il programma prevederebbe u ncerto numero di fasi, a scadenza ravvici-nata e a medio e lungo termine, per i lcompletamento in totale di 7 brigate liba-nesi. Il Governo italiano è pronto a con -correre alla realizzazione di tale pro-gramma, se questo gli sarà richiesto, rite-nendo che ciò rientri nel processo di nor-malizzazione e quindi di pace nel Medi ooriente .

Le autorità libanesi hanno chiesto al-tresì la collaborazione delle forze armateitaliane nel settore addestrativo, sia me-diante l'invio di quadri libanesi presso lescuole di specializzazione italiane, si asfruttando l'apporto di istruttori italian iin Libano. Tali richieste, per le quali nonè stata presa alcuna decisione e dell equali in ogni caso il Parlamento sarebbeinformato, sono per ora allo studio de inostri stati maggiori .

Veniamo al dubbio se i militari italianipossano legittimamente essere destinatid'autorità all'istituendo contingente o seoccorra un preventivo gradimento d aparte loro. Si ritiene che tale problemapossa essere preventivamente risolto sullabase delle statuizioni contenute negli arti -coli 52 e 11 della Costituzione, che sanci-scono rispettivamente il principio se-condo cui la difesa della patria è sacrodovere del cittadino e quello secondo cu il'Italia promuove e favorisce le organizza-zioni che assicurino la pace e la giustiziatra le nazioni .Su questo punto devo una risposta

all'onorevole Ajello, a proposito dell aqualità di questa forza multinazionale d ipace. Noi non ci nascondiamo che esist auna differenza non trascurabile tra uncorpo di pace alle dipendenze dell'ON Ued uno che scaturisca invece dalla ri-chiesta avanzata da paesi contendenti adun gruppo di nazioni, tra cui la nostra .

Non vi è dubbio che questo corpo di pacesi inserisce nell'ambito dei paesi alleat inel Patto atlantico e risponde ad un com-pito di pacificazione che una parte degl iStati membri dell'ONU (e in particolar ealleati nella NATO) si è assunto per com-piere opera di pace di fronte ad un con-flitto nel Medio oriente .

Io ritengo che, nonostante l'innegabil edifferenza sostanziale tra i due tipi d icontingenti, anche il secondo possa, nonsolo nelle intenzioni ma anche nei fatti ,nell'opera che sta svolgendo, nei risultat iche sta ottenendo (che possiamo sempreverificare e naturalmente anche criti-care), essere considerato compiutament eun corpo di pace e quindi rientrare nell acitata previsione della nostra Costitu-zione. E per questo che a nostro avvis ol'Italia può, senza violare la sua Costitu-zione, partecipare a spedizioni militariche abbiano il compito di pacificare, d idividere contendenti, naturalmente no ndi sua iniziativa ma in accordo con l eforze contendenti, come è appunto inquesto caso .

Gli articoli della Costituzione che h ocitato prescrivono, come ho detto, da u nlato il sacro dovere dei cittadini di difen-dere la patria e dall'altro l'impegnodell'Italia a promuovere e favorire l apace e la giustizia fra le nazioni . E questiarticoli si collegano soprattutto in questo :nel valore «patria» rientra evidentement eanche il valore «pace» ; l'Italia si impegnaa difendere questo valore in ogni modo ,non solo ripudiando qualsiasi attività bel-lica che non sia finalizzata alla difesadell'integrità nazionale, ma anche pro -muovendo e favorendo tutte le iniziativeche mirino al mantenimento della pace .Sarà certamente compito degli organi po-litici e costituzionali italiani — e soprat-tutto del Parlamento — esaminare benele iniziative che possano passare per ini-ziative di pace, per accertarsi che sian orealmente rispondenti al dettato della Co-stituzione .Per quanto concerne il ricorso al con-

tingente trinazionale anziché ad uno sot-toposto all'egida dell'ONU, occorre preci-sare che la presenza politica e militare dei

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paesi partecipanti alla formazione di talecontingente è stata espressamente volut ae richiesta sia dal Libano che d aIsraele .

Qui si ricordano le modalità degli ac-cordi che sono stati presi . Mi pare di averrisposto all'onorevole Galli, circa la mas-sima garanzia che cerchiamo di fornire ,per quello che è possibile, dato il compitoche svolgiamo in quella zona (Comment idel deputato Maria Luisa Galli), compit oche non è di sovranità assoluta e neppur erelativa, per la verità . Cerchiamo di corri-spondere ai dettati della nostra Costitu-zione, in tutti i luoghi in cui ci troviamo inqualche modo ad operare . Mi pare anchedi aver risposto all'onorevole Milani, pe rla questione dei volontari .

All'onorevole Ajello devo un accennoparticolare. Egli ha detto che si tratte-rebbe evidentemente di una adesione no-stra ad un disegno imperiale altrui, e chesarebbe impossibile arrivare ad una con-clusione pacifica, ad una vera operazion edi pace, quindi, senza il coinvolgimentodell'Unione Sovietica : quella dell'onore-vole Ajello è certamente un'analisi acuta ,ma devo dire che se vi è certamente, d aparte degli Stati Uniti, una politica in att oper accrescere la loro influenza nell azona o comunque per temperare con l aloro l'influenza di altre parti, finch équesto coincide con un interesse di paci-ficazione nella zona, con un sia pur rela-tivo avanzamento verso la soluzione de iproblemi della pace, mi sento di condivi-dere quest'azione, e credo che il Parla -mento italiano possa accettare di parteci-pare ad un'azione pacificatrice in quest osenso, nell'ambito dell'alleanza di cui fac-ciamo parte e degli interessi di questaalleanza .

È certo auspicabile, alla fine, un ac-cordo generale, totale, comprese le Na-zioni unite e — perché no? — l'Union e

Sovietica, nel quadro di pace che si verr à

a realizzare in quelle zone ; ma questopotrà essere il risultato ultimo, verso ilquale converge l'attività del Governo edegli organi costituzionali italiani. Forse èimportante che il Parlamento conosc aanche l'ammontare delle spese che l'am -

ministrazione affronta per questo contin-gente. Se dal calcolo togliamo la spes ache sarebbe comunque stata affrontat aper il mantenimento e l'addestramento ,tenendo conto altresì che l'avvicenda -mento potrà risultare molto utile perchési potranno svolgere addestramenti moltopiù realistici, diciamo, di quanto non av-venga in altre occasioni . . .

ELISEO MILANI. Sono addestrament idal vero !

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretari odi Stato per la difesa. . ..arriviamo allaspesa di circa sei miliardi al mese, com-prese anche le somme per l'ammorta -mento della spesa iniziale per l'invio de lcontingente .

BRUNO STEGAGNINI . Desidereremmouna risposta alla nostra interpellanza, incui avevamo chiesto se il Governo è aconoscenza della possibilità che altr ipaesi intervengano nella forza multina-zionale, anche per consentire eventual-mente un avvicendamento con le forz eche già ne fanno parte; eventualmente ,vorremmo anche sapere quali degli altri

paesi che già fanno parte della forz a

hanno deciso di ampliare la loro presenz ain Libano (forse, gli americani ed i fran-cesi) .

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretariodi Stato per la difesa. Mi creda, onorevoleStegagnini: non è per cattiva volontà ; ef-fettivamente, si tratta di ipotesi all'in-terno di altre ipotesi .

Abbiamo notizia del progetto di invitar eanche altri paesi e di volta in volta, ne lcorso dei colloqui, sono anche emersi inomi di taluni paesi e poi di altri ; si trattadi ulteriori ipotesi, ripeto, nell'ambito d iun'ipotesi astratta .

Credo che in questo progetto astrattoche si va esaminando, sia previsto l'au -mento delle forze dei vari contingenti at-tualmente impegnati, su un piano co-munque sempre paritetico o quasi. Misembra importante richiamare un fattoche non rientra direttamente nelle ri-

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sposte da fornire, ma tuttavia può risul-tare interessante .

Nei disordini di questi giorni, (dovutisoprattutto ai contrasti interni tra i drus ie i falangisti cristiani ed ai contrasti tragli israeliani e gli americani) è da notar ecome questi rischi, connessi alla nostrapresenza, non si sono mai realizzati ne iconfronti degli italiani .

ELISEO MILANI. La fortuna ci assiste !

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretari odi Stato per la difesa. Anche una cert asimpatia !

ELISEO MILANI . Non ci sparano perchésiamo simpatici, sparano agli altri perchésono antipatici! Il mundial lo abbiam ovinto sei mesi fa, non lo vinciamo ogni se imesi!

PRESIDENTE. L'onorevole Bottarelliha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper le interpellanze Napolitano n . 2-02026e Baracetti n. 2-02330, di cui è cofirmata-rio .

PIERGIORGIO BOTTARELLI. Signor Pre-sidente, onorevoli colleghi, a mio avvis oin questo dibattito si rivela un grave in -conveniente: di fronte ad un problemacosì complesso e sfaccettato, come quell oche stiamo trattando, carico di molteplic iimplicazioni organizzative, giuridiche, di-plomatiche e politiche, si è scelta, d aparte del Governo, la strada facile dell aparcellizzazione. In questo modo si fi-nisce con l'affrontare alcune questioni,perdendo però di vista i nodi reali ed elu-dendo le domande formulate . Non credoche tutto ciò derivi dalla cattiva volont àdell'onorevole sottosegretario ; ravvisoperò, nella sua risposta, una carenza do-vuta al criterio, seguito dal Governo, d inon aver preparato in modo collegiale larisposta alle odierne numerose interpel-lanze ed interrogazioni . A nostro avviso ,oltre al sottosegretario Ciccardini, sa-rebbe dovuto intervenire nel dibattit oanche un rappresentante del Ministerodegli esteri .

Detto ciò, vorrei affrontare la questioneposta nella nostra interpellanza . Le no -tizie che ci giungono dal Libano, ed allequali lei, signor sottosegretario, faceva ri-ferimento, denunciano ogni giorno un ag-gravamento della situazione generale d iquello Stato. Le popolazioni del luogonon hanno avuto né il tempo, né la possi-bilità di riprendersi dalle distruzioni e daimassacri provocati dall'invasione israe-liana del giugno scorso . Diciamo che sonoancora fumanti le rovine dei campi situat iad ovest di Beirut e già si annuncian onuove azioni di guerra. La settiman ascorsa abbiamo avuto notizia di scontri aTripoli e di attentati nella valle dellaBekaa contro truppe siriane e palestinesi .In questi giorni abbiamo poi notizie d iattentati che si susseguono, a ritmo inces-sante, nella città di Beirut, contro l etruppe occupanti israeliane .Ebbene, in una situazione così tesa e

percorsa da segnali preoccupanti, de iquali non è sempre facile intendere i lsignificato, occorre interrogarsi sulle pro-spettive del Libano, occupato da israe-liani, da siriani e da palestinesi che stazio-nano nella valle della Bekaa . Occorre in-terrogarsi sulla ripresa dei conflitti, su llegame tra questa ripresa e le question ipiù generali che sono alla base del con-flitto medio-orientale, di cui il conflitt olibanese è soltanto una componente, ve-nuta drammaticamente alla ribalta a par-tire dalla guerra civile del 1975-1976, epoi soprattutto con l'invasione israelian adell'estate scorsa. Io credo che, sulla que-stione medio-orientale, si imponga la ri-flessione sia sul perché siamo ormai arri-vati ad un punto cruciale dell'inter adrammatica vicenda medio-orientale ( èun dato di fatto riconosciuto da tutti gl iosservatori), sia sulle particolari respon-sabilità che ci derivano dalla partecipa-zione alla forza multinazionale, sia an-cora — da un punto di vista più generale— su nostro impegno, ampiamente disat-teso dal Governo, ma che abbiam osempre sollecitato, a favore di iniziativ eitaliane ed europee che possano inqualche modo contribuire alla ricerca d iuna soluzione negoziata di quel conflitto,

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giusta e durevole. Sono queste le tre ra-gioni di fondo che impongono una rifles-sione sulla questione libanese nell'ambit opiù complesso di quella medio-orientale .Non voglio entrare nel merito di que-

stioni strettamente militari, organizzativeo giuridiche, che saranno affrontate conben altra e maggiore competenza dal col -lega Cerquetti, ma vorrei esaminare al -cune questioni, non meno rilevanti, ri-guardanti il ruolo e la prospettiva dell apresenza italiana in Libano nel quadrodella forza multinazionale . Ebbene, sullosfondo di uno scenario preoccupant ecome quello che abbiamo ricordato, i nquesto momento ristagnano le trattativeper il ritiro delle truppe israeliane . E unfatto che non possiamo ignorare! Le trat-tative sono andate molto a rilento ; vi èstato un primo e faticoso accordo sul ca-lendario dei lavori della trattativa e sap-piamo che il ritiro delle truppe israelianedal Libano è stato posto dal vicino go-verno siriano come una condizione preli-minare per il ritiro delle truppe sirian edalla valle della Bekaa . D'altra parte, siacutizzano nuovamente gli scontri tra gl ieserciti rivali in varie zone del paese, ri-prendono gli attentati ed i sabotaggi, si fapiù incerta e confusa, in definitiva, la pro-spettiva di un ritorno, seppur lento e gra-duale, alla normalità civile nel Libano ;sempre maggiori ostacoli sembra incon-trare il presidente Gemayel nell'opera d ipacificazione nazionale annunciata all'in-domani del suo insediamento .

Dunque, le prospettive sono preoccu-panti in Libano e, più in generale, nell'in-tero Medio oriente: ebbene, in questa si-tuazione credo non sia difficile prevedereuna domanda crescente di impegno de inostri reparti, che già ora assolvono aquesto compito (ciò deve essere ricono-sciuto da tutti) con una dedizione ammi-revole, con unanime riconoscimento ,nella protezione della popolazione civile ,particolarmente di quella palestinese ch eabita nella zona di competenza italiana.

In questa opera di protezione della po-polazione civile, svolta in condizioni diffi-cili e pericolose, non solo per i lavori dibonifica a seguito dei bombardamenti,

ma anche per la situazione oggettiva de lLibano, i nostri soldati — ufficiali, sottuf-ficiali e truppa di tutte le specialità —svolgono una funzione preziosa, umani-taria e fanno onore alle forze armate ita-liane e al nostro paese in questo loro com-pito difficile .

Nella realtà libanese, — difficile e com-plessa, come dicevo — sono aperti tut-tavia problemi e situazioni che l'impegnoe la dedizione dei nostri reparti non po-tranno certamente risolvere — quest odeve essere detto molto esplicitamente — ,che riguardano sia la protezione della po-polazione civile, sia i compiti che quest ireparti svolgono, senza il sostegn odell'iniziativa politica del nostro Governo .L'intervento contro le vessazioni, le an-gherie e i maltrattamenti a cui sono sot-toposti i palestinesi nei campi sotto il con-trollo italiano, ad opera di organismi go-vernativi libanesi, con uno scopo chiarodi intimidazione, tendente a ridurre l apresenza palestinese in Libano, è sotto -posto a limiti giuridici non facilmente va-licabili, in quanto vogliamo ricordare ch euno dei compiti della presenza della forz amultinazionale consiste nell'assistenzaall'autorità libanese nel mantenimentodell'ordine e della sicurezza pubblica ;quindi, qualunque intervento dell'auto-rità libanese, fatto per scopi politici ,anche differenti da quello per cui do-vrebbe essere svolto può entrare in con-traddizione con la funzione di proteggerela popolazione civile, cui assolvono i re -parti italiani .

Noi riteniamo che occorre impedire —e questo è un problema politico che deveaffrontare il Governo — che la superstitepopolazione palestinese dei campi d iBeirut — questo è un problema di rap-porti politici con le autorità libanesi, lacui soluzione spetta naturalmente solo alGoverno italiano, ma deve essere eseguit ad'intesa con tutti i partecipanti alla forz amultinazionale —, e cioè le donne, ivecchi e i bambini palestinesi (perché èquesta la composizione della popolazion epalestinese rimasta in seguito all'uscitadei combattenti da Beirut), dopo le atroc isofferenze già patite, i bombardamenti e i

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massacri, siano oggi fatti oggetto d inuove violenze da parte libanese. Occorrealtresì impedire che questa popolazion esia considerata come responsabile di unatragedia di cui essa stessa è la prima vit-tima. E infatti facile che avvenga questa

sottile opera di ritorsione contro la pre-senza palestinese in Libano, ma è neces-sario che ciò non si verifichi, che il Go-verno italiano assolva fino in fondo i lcompito politico di impedire qualsiasi ri-torsione antipalestinese .

E questo un primo problema che volevosottoporle, signor sottosegretario . Noichiediamo che il Governo italiano compiaun gesto, compia i passi necessari nellagiusta direzione presso le autorità liba-nesi, d'intesa con i nostri alleati che com-pongono la forza multinazionale, affin-ché le ritorsioni e le persecuzioni abbianoa finire .

Vorrei fare inoltre un'altra osserva-zione: la presenza militare isolata dall'ini-ziativa politica, l'opera per quanto pre-ziosa dei nostri reparti, l'impegno ricono-sciuto dei nostri militari in Libano, no nsono fattori sufficienti a bilanciare leinerzie del Governo che, da questo puntodi vista, sono fin troppo evidenti . Vi è unapreoccupante inerzia, signor sottosegre-tario, nel considerare, innanzitutto da unpunto di vista politico, l'evoluzione de irapporti medio-orientali; in Medio orientesiamo arrivati ad una fase cruciale, i dif-ferenti piani di pace che sono stati pro -posti e tra loro si intrecciano (il «pianoarabo di Fes», che ha visto per la primavolta, dopo molti anni, l'unità dei paes iarabi attorno ad una proposta politic aconcreta e fattibile; il «piano Reagan» ,che ha con il «piano di Fes» alcuni punt iin comune; l'iniziativa palestino-giordan ain corso) si scontrano con l'ostinato e ca-parbio rifiuto del governo israeliano d iogni proposta ragionevole e seria . Questoatteggiamento del governo Begin è gi àstato manifestato in diverse occasioni, edanche di recente nel travagliato inizi odella trattativa per il ritiro dal Libano .

Ebbene, in questa situazione noi ci per -mettiamo di affermare che sarebbe lecitoattendersi, da parte italiana, che l'im -

pegno nella forza multinazionale si ac-compagnasse ad un più diretto contributoper piegare le resistenze, per superare gl iostacoli e, in definitiva, per contribuire a duna soluzione negoziale del conflitto .

Si diceva poco fa della richiesta di un apiù consistente presenza militare italian anella forza multinazionale. Ebbene ,quando questa fosse collocata in una pro-spettiva di progressivo, graduale ritorn oalla normalità ed alla pace ; quando foss eaccompagnata da una iniziativa politicaitaliana, per la ricostruzione materiale ,economica, istituzionale del Libano, i nuna situazione che evolvesse rapidamenteverso la soluzione del conflitto medio -orientale, Fon il ripristino della sovranitànazionale e della indipendenza libanese e ,contemporaneamente, verso la soluzion edelle altre questioni del problema medio -orientale, prima fra tutte la creazione d iuno Stato nazionale palestinese; in una

situazione che evolvesse in questa dire-zione, chi potrebbe mai opporsi ad ungeneroso contributo italiano all'opera d iricostruzione del Libano?

Ma come può disgiungersi una tale pro-spettiva di temporaneo impegno militar eper compiti di pace, di assistenza e d iricostruzione dall'impegno politico edall'iniziativa perché alla pace si per -venga? Quello che noi oggi lamentiamo èproprio questa assenza politica, questainerzia del Governo italiano versoun'obiettivo di pace, secondo una lineapiù volte discussa in questa Camera, i n

sede di Commissione esteri della Camera

e del Senato .Devono essere modificati i processi in

atto in Medio-oriente e, d'altra parte ,vanno piegate le vere resistenze che impe-discono il raggiungimento di qualunqu eaccordo, ed esse vanno ricercate preva-lentemente nell'attuale governo israe-liano. Lì devono essere ricercate, lì de-vono essere piegate . In Medio oriente vi

sono ormai tutte le condizioni per un anuova e più sanguinosa ripresa del con-flitto, di cui i fatti del Libano di quest i

giorni e la ripresa degli scontri posson o

essere soltanto un'anticipazione.Non crediamo che il conflitto medio-

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orientale possa trovare soluzione prescin-dendo dalle fondamentali questioni, dasempre sul tappeto, che voglio qui breve -mente richiamare per completezza . Mi ri-ferisco, innanzitutto, al ritiro di Israeledai territori occupati nel 1967, compresoil Golan siriano, annesso nell'inverno del1981 senza troppe proteste da parte de igoverni del mondo occidentale ed anch edel Governo italiano . Mi riferisco anch ealla questione del ritiro di Israele dallaCisgiordania e da Gaza, dove invece con-tinuano gli insediamenti israeliani, senzache nessuno riesca a piegare questa per-vicacia, questa ostinazione del Govern oBegin. C'è, poi, il problema della costitu-zione di uno Stato palestinese, che è a lcentro della questione medio-orientale .Esiste il problema del riconoscimento re-ciproco e simultaneo tra 1'OLP e Israele ,che rimane un obiettivo e, nello stess otempo, una tappa fondamentale per l aricerca di una pace durevole in Mediooriente .Del problema del riconosciment o

dell'OLP abbiamo sempre discusso alungo; esso è menzionato nelle risoluzion iapprovate dalla Camera e dal Senato, e desso è oggetto di mozioni e di iniziativ epolitiche nei due rami del Parlamento ;intorno ad esso si è raccolta la maggio-ranza dei parlamentari, ma ormai d aanni, e nonostante tutto, non riesce a in-contrare un'iniziativa concreta da partedel Governo italiano .

Ebbene, il Parlamento italiano — la Ca-mera, il Senato — si è ripetutamente pro-nunciato in materia con mozioni ed ini-ziative politiche . Il riconosciment odell'organizzazione per la liberazion edella Palestina è un atto che deve raffor-zare la posizione contrattuale palestinesenei confronti di un governo Begin cheannette il Golan, prosegue la politica degl iinsediamenti in terra araba palestinese ,invade ed occupa il Libano, resiste per -

sino alle pressioni statunitensi . Il ricono-

scimento dell'OLP sarebbe già dovuto es-sere un fatto compiuto, italiano ed euro-peo .

Anche in questa circostanza noi tor-niamo, signor sottosegretario ad avanzare

nuovamente questa richiesta insieme adun'altra, che con la prima è coerente,quasi complementare (e la preghiamo d ifarsene interprete presso i suoi collegh idel Ministero degli esteri e presso il Go-verno nella sua collegialità) . Mi riferisc oalla richiesta che, tenendo conto dell'im-pegno della forza multinazionale e delleresponsabilità che esso comporta, ci s iadoperi finalmente nelle sedi internazio-nali idonee, particolarmente in sede CEE— che sembra essere caduta in letarg odopo la dichiarazione del giugno 1980 — ,all'ONU (e questa protrebbe essere l'occa-sione per porre il problema del patrociniodella forza multinazionale in Libano), pe runa ripresa dell'iniziativa globale di pac ein Medio oriente, che dia una risposta ,con la partecipazione di tutte le parti inte-ressate, OLP compresa, alla domanda ch eormai ci proviene in modo pressante —soprattutto — dai popoli, ma anche dagl iStati medio-orientali: domanda di pacenella sicurezza, di indipendenza e di auto -determinazione, alla quale il Governo ita-liano, per quanto è nella sua competenzae responsabilità, deve in qualche mod osaper rispondere .

Ora, nella sua risposta, signor sottose-gretario, non ho trovato molti elementi intal senso e per questa ragione non possoche dichiararmi insoddisfatto .

PRESIDENTE. Poiché nessuno dei pre-sentatori dell'interpellanza Silvestri n. 2 -02085 è presente, si intende che abbianorinunziato alla replica .

L'onorevole Maria Luisa Galli ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatta pe rla sua interpellanza n . 2-02092.

MARIA LUISA GALLI . Signor Presidente,colleghi, onorevole sottosegretario, nonposso parlare di soddisfazione o di insod-disfazione, ma di tristezza, e tanta, perch éil Governo ha caricato le nostre forze ar-mate, i nostri ragazzi, di tante aspettative ,di tante responsabilità nel compito di di -fesa dei diritti umani da indurmi a chie-derle, onorevole Ciccardini, se voi del Go-verno' vediate ad est, ad ovest, e a sud ,oltre che davanti a voi. Avrete forse una

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vista lunga, ma in un'unica direzione : visfugge tutto il resto, tutta la situazionegenerale .

Come è possibile fare l'elenco che lei h afatto quando sappiamo qual è la situa-zione, quando abbiamo delle testimo-nianze? Certo, signor sottosegretario, leipotrà dirmi che le interpellanze son ostate presentate qualche tempo fa e ch elei si è riferito a quel periodo . Alloradebbo dirle che ho una sensazione : quelladi non essere sulla stessa lunghezz ad'onda. La sua risposta è cosa passata ,anche se si riferisce solo ad un mese fa :quante cose possono succedere in u nmese. . .Il Washington Post scrive che, «mal -

grado le promesse fatte inizialmente da lgoverno libanese, agli ambasciatori non èstato consentito di visitare i campi profu-ghi. I rastrellamenti, gli arresti, le spari-zioni a Beirut-ovest continuano senza tre-gua. Ancora una volta sembra essere pri-vilegiata la tattica del silenzio, della com-plicità di fatto con i persecutori, già de-nunciata per quanto riguarda l'Argentinae il Guatemala» .Ho con me un documento del centro

informazione per la difesa delle popola-zioni civili, dei prigionieri, deportati escomparsi palestinesi e libanesi, assai si-gnificativo. Un'avvocatessa intendeva an-dare a trovare un'assistente sociale pale-stinese, arrestata in Libano, una person ache insegnava ricamo alle donne neicampi profughi ; i servizi di sicurezza l ehanno risposto: «Ai palestinesi arrestatinel Libano non spetta né la difesa legale ,né il permesso di ricevere visite» .

In molti casi di arresto e deportazionedi donne, va notato che queste ultimeerano le sole in grado di mantenere, i nqualche modo, le proprie famiglie, so-pravvissute nei campi devastati, dopo lamorte, la mutilazione o l'arresto di padri ,mariti e fratelli .Sono sempre più convinta, signor Sot-

tosegretario, che l'invio di una forza mul-tinazionale ha reso un pessimo servizio a lpopolo libanese, poiché è servito soltantoad offrire all'opinione pubblica mondial el'illusione della restaurazione di un mi -

nimo di ordine, in un paese martoriat odalla guerra. Per di più, ha consentito ch eintorno ad Israele ed alla Siria si allen-tasse quella esecrazione internazional eche rischiava di travolgere i due paesi .Oggi, vi è il silenzio, al riguardo, dell anostra stampa . Il Washington Post neparla; ma la stampa italiana non vi f aproprio cenno. Ebbene, in tale silenziodella stampa, il regime di terrore di Ge-mayel e l'esercito libanese intensifican ola repressione antipalestinese a Beirut .

Ed allora, signor sottosegretario, rifa-cendomi anche a quanto ho prima detto ,le dico che è urgente che si svolga allaCamera un dibattito ben più vasto sull'ar-gomento. Chiedo venga messa all'ordin edel giorno la mozione che la sinistra indi -pendente ha presentato il 27 settembre ,nella quale viene tra l'altro richiesto che i lGoverno si impegni a farsi promotore, inseno alle Nazioni unite, di «ogni azion eintesa a ristabilire la sovranità e l'indipen-denza in Libano», perché non possiam ocerto avere la presunzione che solo l anostra forza multinazionale sia in gradodi affrontare e risolvere i problemi cui hoaccennato, che ci superano. Della que-stione deve essere investito il Parlamento ,poiché il Governo italiano non può pi ùsentirsi, impunemente, così forte e, direi ,così protervo, da assumere talune inizia-tive da solo. Occorre chiamare il Parla -mento ad assumersi le sue responsabilità ,pronunciandosi su di una mozione, perstabilire quali siano gli impegni che i lnostro paese, come membro della NATO ,può assumersi e perché, soprattutto, i lproblema in questione rientri, come deve ,nel suo alveo istituzionale : l'ONU .

PRESIDENTE. L'onorevole Milani h afacoltà di dichiarare se sia soddisfatto pe rla sua interpellanza n. 2-02270, nonch éper l'interrogazione Gianni n. 3-07321, d icui è cofirmatario .

ELISEO MILANI. Signor Presidente ,devo dichiarare subito la mia profond ainsoddisfazione. Ho apprezzato il tonocortese, educato e, se si vuole, anche som-messo dell'onorevole sottosegretario .

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Questo niente toglie alla gravità delle coseche l'onorevole Ciccardini ci ha detto eche riguardano punti specifici della no-stra interpellanza. Mi riferisco alla utiliz-zazione nel Libano di reparti delle forz earmate italiane, in una situazione diemergenza (e anche di forte emotività) ,che ha consentito di indicare tale pre-senza come necessaria; presenza che, peraltro, non trova più riscontro in una si-tuazione che si è andata chiarendo su lpiano delle responsabilità militari e poli-tiche, ma che, più in generale, si è andatachiarendo sul piano delle responsabilit àpolitiche di questo Governo. Di fatto, cioè ,noi abbiamo rinunziato all'iniziativa poli-tica, che in questo caso si sarebbe potutatradurre in un'incisiva azione preventiva ,secondo l'intenzione della CEE a seguitodell'incontro di Ginevra, per dare invece ,corpo, dopo che si era verificata una ag-gressione ed una provocazione contro ipalestinesi, ad un comportamento in baseal quale si accettava che l'iniziativa poli-tica fosse surrogata da quella militare . Intal modo, abbiamo favorito un disegn oche — concordo largamente con l'analis idel collega Ajello — non porterà, nel casospecifico, e in generale sul piano interna-zionale, alla soluzione di alcun conflitto oquanto meno alla creazione di una situa-zione che consenta poi di risolvere in viapacifica i problemi oggi aperti ne lmondo. L'assunzione di quella determi-nata zona come zona che, pur travali-cando i confini della NATO, è considerat avitale per l'interesse occidentale, e quind ida garantirsi con una presenza militare ,(che fino a ieri è stata quella israeliana) ,oggi non del tutto controllabile (perchéuna contropartita deve pur essere data) ,si inquadra in una politica disastrosa, fal-limentare; e soprattutto appare disastros ae fallimentare l'ipotesi che noi dobbiam osostenere tale politica attraverso un ostrumento, quale la forza multinazionaledi pace (che poi consiste nei contingent iamericani, cui si affiancano un contin-gente francese ed uno italiano) . Si tratta ,sostanzialmente, di garantire gli ameri-cani nei confronti della loro stessa opi-nione pubblica . Gli Stati Uniti, infatti,

hanno già fatto una simile esperienza, si aattraverso la presenza di istruttori, che d iforze dislocate in vari paesi: via via, lasituazione ha impegnato sempre più l apotenza americana, fino a far esploder emovimenti interni, che hanno costrett ogli Stati Uniti a tornare sui propri passi .La copertura che viene operata da altr ipaesi, tramite la partecipazione ai contin-genti militari, serve da schermo o è co-munque idonea ad attutire l'impatto ch ele determinazioni del governo american ohanno sull'opinione pubblica di que lpaese. In questo quadro, dire che l'arti-colo 52 della Costituzione può essere lett onel senso di consentire che unità orga-niche delle forze armate italiane, e quind iforze di leva, non volontarie, siano inviat efuori dei confini del nostro paese in fun-zione di un'operazione di pace è fuori d iluogo, soprattutto quando venga invo-cato, come viene invocato, l'articolo 1 1della Costituzione, o l'articolo 23 .

Abbiamo già detto che per questi com-piti si può far ricorso alle truppe ONU ,dato che esiste un'organizzazione interna-zionale la quale deve essere rivalutata d aquesto punto di vista. Per questo conside-riamo gravi le dichiarazioni che abbiamoudito, che in parte si sono già tradotte inatti precisi di pressione di intervento sumilitari, con minacce o trasferimenti, perimporre l'accettazione della presenza ita-liana in Libano e che in futuro potreb-bero dar luogo ad una situazione conflit-tuale. Io le auguro, signor sottosegretario ,che quello che lei ha definito come u natto di simpatia possa prolungarsi all'in-finito, dato che non si vede come la nostr apresenza possa essere limitata nel tempo ;ma un incidente casuale, la morte di sol -dati italiani in Libano, con ogni probabi-lità riproporrebbe in termini diversi laquestione: in termini di grave responsabi-lità per chi si assume un compito d iquesto genere interpretando in modo no nconsentito la Costituzione italiana, che, d aquesto punto di vista non permette alcun aambiguità.

PRESIDENTE . L'onorevole Ciccio-messere ha facoltà di dichiarare se sia

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soddisfatto per la sua interpellanza 2 -02320.

ROBERTO CICCIOMESSERE. SignorPresidente, prendo atto delle assicura-zioni che il Governo ha fornito in ordin ealla questione importante che ho solle-vato, insieme ad altri colleghi, circa l ariserva d'Assemblea in relazione alla deci-sione di un eventuale aumento della forz amilitare italiana nel Libano. Ma non eraquesta — o comunque non era la sola —la questione che oggi si discuteva nell anostra Assemblea ; anche se devo rilevareche il comportamento del Governo in As-semblea è diverso da quello che si evinc edai mass-media. Infatti, attraverso lastampa quotidiana, i settimanali e le di-chiarazioni del ministro Lagorio si dà pe rscontato il rafforzamento della nostr aforza militare in Libano, mentre in questaoccasione il Governo ci ha detto che sitratta di una mera ipotesi .Ma a prescindere da questa e da altre

questioni, non riesco a comprender equale differenza vi sia tra un contingentedi leva e un contingente volontario in re-lazione alla legittimità costituzional edell'intervento nel Libano . Infatti, se l'in-tervento non è ammesso dalla Costitu-zione, tale divieto si riferisce sia ai contin-genti di leva, sia ai contingenti volontari .Pertanto, la questione sollevata da alcun icolleghi è assolutamente inconsistente eserve soltanto a fornire un alibi a posi-zioni errate assunte precedentemente ; ilproblema vero è il giudizio politico che i lGoverno e le forze politiche danno suquesto intervento nel Libano. Il Governoci ha detto qual è il suo giudizio politicoed è grave che questa Camera dia un giu-dizio politico sostanzialmente positivo ne iconfronti dell'intervento e del rafforza -mento del contingente italiano in Medi ooriente.

Per la verità, il collega Aldo Ajello h amodificato la sua posizione; infatti ,mentre prima era sostanzialmente favore-vole all'intervento in Libano — il collegaBoato nel corso del suo intervento sull afiducia al Governo, mi attaccò e parlò d i«pruriti» di tanti compagni, dichiarando il

suo favore all'intervento —, nel dibattitoodierno mi sembra avanzi riserve su imodi nei quali si è svolta questa mis-sione .

Ma al di là di tutto ciò, l'aspetto piùgrave è da ricercarsi nella posizione as-sunta dal partito comunista, che rischiadi fornire un alibi incredibile al Governoin relazione alla prosecuzione della suaazione in Libano .Come ci si può illudere in questa As-

semblea sul ruolo di pace del nostr opaese? Come ci si può illudere che 1500 ,2000, 3000, militari possano svolgere u nruolo di pace in quella regione? Ci tro-viamo di fronte ad illusioni giacobine ;sappiamo benissimo qual è il ruolo de lnostro paese in questa operazione . Inparte ne ha già parlato Aldo Ajello ; sitratta della ricostruzione del Libano, dell etangenti — come sempre quando si parl adi questioni militari — e di altri interessi ,così come abbiamo letto sui giornali .

PIER GIORGIo/BOTTARELLI. Tu vedi lastoria del mondo sempre nell'ottica dell etangenti, Cicciomessere !

BRUNO STEGAGNINI . È una fissa-zione !

ROBERTO CICCIOMESSERE . È gravequesta tua riserva, Bottarelli, perché i ostavo dicendo che non è solo una que-stione di banali tangenti . Stavo parlandodella lotta tra le aziende dell'industri abellica italiana circa il cingolato da in-viare nel Libano con il prossimo contin-gente, al fine di poterlo vendere . Quindi ,non è solo una questione di tangenti m adi politica generale, ed è grave che non s irenda conto all'interno di quale quadro s iinserisce questa operazione . Si continua aparlare di «Libano due» per la difes adegli interessi dei palestinesi, senza aver ela capacità di inquadrare questo inter -

vento militare e politico all'interno di un astrategia che è stata delineata dall'Ammi-nistrazione Reagan, confermata all'in-terno della NATO e ribadita con chiarezz adal ministro Lagorio.Scusami, Ajello, ma a parte le scioc-

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chezze sull'imperialismo italiano, qui c itroviamo di fronte ad una precisa stra-tegia di intervento nel Sud del mondo ,alternativa a quella alla quale molti, no nsoltanto radicali, ma anche di altre forz epolitiche, hanno pensato nel passato (edalcuni di noi continuano a pensare) inordine ai problemi gravissimi, dramma-tici, alla minaccia reale alla pace, all asicurezza che interessano, appunto, i lterzo ed il quarto mondo. Ed è una pre-cisa definizione di una strategia politicanella quale, con margini di autonomiaminimi, si inserisce il nostro paese .Ma perché, compagni comunisti, non

riconoscere il grave errore che avete com-piuto nell'avallare questa operazione, chenon ha alcun senso politico? È ridicol oche voi chiediate al Governo italiano d isvolgere un ruolo di pace in Palestina enel Libano! Ma stiamo scherzando? Sap-piamo, anche in termini militari, che cosasignifichi la nostra presenza in que lluogo; lo abbiamo visto: quando gli stess ilibanesi hanno dovuto fare certe retate, lehanno fatte. Al di là delle cose ridicoleche ci ha raccontato il sottosegretario Cic-cardini, è evidente che le decisioni poli-tiche in quella sede sono assunte dagl iStati Uniti d'America con altri interlocu-tori, che non siamo noi . È evidente, èchiaro che non possiamo avere su quest oterreno alcuna forza contrattuale . Questoè il problema: non è che, in astratto, nonsi possa avere forza contrattuale anch esul piano militare; ma l'Italia non puòavere una forza contrattuale su quest opiano. La potrebbe avere sulla base d ialtre iniziative, di tipo non militare; do-vrebbe proporre altri terreni di con-fronto, ciò che noi abbiamo cercato diproporre a questa Assemblea, parlando d ilotta allo sterminio per fame . Si dovrebb epensare ad una presenza nel terzo mondodi carattere diverso, non mercantile, diuna diversa politica di cooperazione all o

sviluppo; mentre in quelle zone adessosvolgiamo niente altro che una politicacompletamente subalterna, con tutta un aserie di velleità pericolose da parte de lnostro ministro, il quale — ripeto — uti-lizza non soltanto all'interno di un quadro

e di un disegno internazionale questa pre-senza militare (e non soltanto questa, m aanche quella nel Sinai, nella Somalia, ecosì via), ma anche per finalità interne . Iocredo di averlo detto con estrema chia-rezza. Io chiedo, a tutti voi, che aveteavallato questo intervento: se dovesser ocausarsi in quella situazione feriti, o peg-gio, morti, per quale politica? Per un apolitica di pace del nostro paese nel Li-bano, o per altro?

Queste sono domande che credo tutt idebbano porsi in coscienza, e in relazion eai problemi oggettivi del nostro paese ,alla crisi oggettiva esistente nel nostr opaese, alle difficoltà oggettive per quantoriguarda il problema della compatibilit àdelle spese militari con le nostre risorse .Non è uno scherzo, cari compagni, spen-dere 72 miliardi all'anno — come è statodetto — per questa presenza, che non h aalcun significato per quanto riguarda lapacificazione di quella regione, ma ch eha altri significati .Ebbene, come sempre, scontiamo, e

sconta la sinistra, pericolose illusioni gia-cobine; sconta l'illusione che con la vio-lenza, con le armi, con gli eserciti si pos-sano risolvere le questioni che contrap-pongono interessi, Stati .

Credo che ancora una volta la sinistr aperda un'occasione; ed è grave, perch ésentendo la necessità di giustificare l'in-tervento nel Libano, la sinistra perde l acapacità di analizzare il quadro generale .E non è un caso che soltanto pochi gior-nali — anzi, soltanto il manifesto — abbiaaperto una minima campagna di opinionepubblica, di stampa, su tali questioni, cio èle questioni attinenti alla modifica sostan-ziale della dottrina di intervento delleforze italiane e del ruolo della NATO .

Per tali ragioni, quindi, pur prendendoatto delle garanzie e delle assicurazioni ,fornite dal sottosegretario, credo che lequestioni sollevate, che riguardano la mo-difica della dottrina strategica del nostropaese, la modifica dell'identità dell aNATO, la pericolosità degli interventi ne lterzo e nel quarto mondo, preannuncioformalmente fin da ora che il grupp oradicale chiederà l'iscrizione all'ordine

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del giorno della mozione n . 1-00227, sullamateria in esame, proprio per sollecitar euna responsabilizzazione della Cameraattraverso un voto .

PRESIDENTE. L'onorevole Stegagniniha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper la sua interpellanza n. 2-02327 .

BRUNO STEGAGNINI . Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, onorevole sotto -segretario, la duplice decisione del Go-verno italiano di partecipare alla forzamultinazionale di dissuasione, prima ne lSinai e poi, in due tempi, nel Libano, hasuscitato in Italia e all'estero apprezza -menti favorevoli riguardo alla nostra con -creta politica e azione di pace, incoraggia -menti espliciti da parte di molti governi ,ringraziamenti ed inviti ad estendere lanostra presenza da parte del governo liba-nese .

Anche in Italia l'opinione pubblica haseguito con simpatia l'azione dei nostribersaglieri, del battaglione Governolo, de iparacadutisti della Folgore, dei carabi-nieri paracadutisti e delle truppe dasbarco del battaglione San Marco. Misembra che anche la presenza di un con -tingente costituito da soldati di leva nonsia incompatibile con la presenza di for-mazioni altamente addestrate, perché si èdisimpegnato perfettamente e ha dimo-strato di essere in grado di far front erapidamente anche a situazioni difficili .

Tutto questo non può che farci piacere ,e le considerazioni che svolgerò sono am-piamente condivise dal gruppo della de-mocrazia cristiana . Ma in questa sede nonpossiamo sottrarci ad un'analisi e ad ungiudizio più squisitamente politici, affin-ché gli elementi positivi di questa pre-senza dell'Italia in campo internazional esiano evidenziati e rafforzati. Analoga-mente, bisogna pensare in tempo a even-tuali rischi impliciti per non farsi coglier edi sorpresa e non caricarsi, con l'aggra-vante di improvvisi sensi di colpa, di pos-sibili pesanti responsabilità .

Penso innanzitutto che la presenza poli-tico-militare italiana ìn Libano abbia unmerito di grande portata; dopo che per

tanti anni l'attenzione era stata calami -tata dal problema palestinese e dalle ini-ziative dell'OLP, variamente giudicate ,era tempo che la realtà del Libano tor-nasse in primo piano, poiché quest opaese, già portato ad esempio di convi-venza razziale e religiosa, era diventat oterreno preferenziale di scontro di forzeinterne e straniere che, in ultima analisi ,vanificavano i principi primi della convi-venza internazionale : il rispetto della so-vranità e dell'autonomia dei singol iStati .

I nostri soldati in Libano hanno avuto i lmerito di richiamare l'attenzione dell'opi-nione pubblica italiana sulla realtà liba-nese. Così questo paese è stato megli oconosciuto, i suoi drammi sono stati me-glio capiti, l'impegno per aiutarlo a ritro-vare la pace e l'integrità è diventato dif-fuso e condiviso. Ma proprio questa mag-giore consapevolezza e conoscenza de-vono aiutarci a meglio definire gli obiet-tivi e i limiti della presenza italiana interra libanese .

I soldati italiani, insieme a quelli fran-cesi e a quelli americani, sono là per aiu-tare il governo di Beirut a ristabilire l apropria autorità su tutto il territorio ch edovrà essere gradualmente liberato d aqualsiasi presenza politico-militare stra-niera, in vista di una più ampia pacifica-zione di tutta la regione. Nella misura incui il Governo libanese perseguità quest ofine, non gli' dovrà mancare l'appoggi ototale da parte italiana. Già il 29 no-vembre scorso, il presidente libaneseAmin Gemayel ha chiesto formalmente a irappresentanti diplomatici dell'Italia ,della Francia e degli Stati Uniti di aumen-tare i rispettivi contingenti della forz amultinazionale . Si è parlato di un raddop-pio. Gemayel ha giustificato la richiest acon l'esigenza di facilitare il compit odell'esercito libanese, impegnato a ripor -tare la pace nelle zone interne e monta-gnose del paese, da cui spesso sono giunt enotizie — e purtroppo ne arrivano anch ein questi giorni e in queste ore — d iscontri tra i maroniti e i drusi .

E certamente un fatto che tanti anni d ilotte intestine, esacerbate dalle differenze

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di razza e di religione, hanno logorato i ltessuto sociale libanese ; e si scorgevanosintomi che facevano supporre che anch eil tessuto morale fosse stato intaccato :speriamo che ciò sia avvenuto solo super-ficialmente. Le sofferenze patite nonsempre dispongono gli animi ad un mag-gior anelito alla pace. Accade talvolta cheil sentimento della vendetta, il desideriodi regolare conti in sospeso prendano lamano anche a leaders equilibrati e be ndisposti. Ma la pace dei morti non è verapace. Il Governo italiano non potrebb eallora avallare una politica di regola -mento di conti che fosse presentata com euna politica di pacificazione e di recuperodella piena sovranità . In un caso del ge-nere, la presenza dei nostri soldati no nsarebbe più giustificata, né giustifica -bile .

Dico questo non per mettere le man iavanti, non per prefigurare un ipoteticocoinvolgimento involontario dei nostr isoldati in operazioni poliziesco-militar iinterne libanesi, ma per ribadire alle au-torità di Beirut che la presenza italiana haun significato morale prima ancora ch epolitico o strumentalmente economico . I lgoverno libanese sa che quello di Romagli è amico e lo incoraggia sulla stradadella pacificazione, quella stessa che haassorbito e 'assorbe tanta parte dell eenergie del mediatore americano Habib edei suoi collaboratori. Ma deve trattarsi diuna pacificazione reale e schietta, tal eche possa servire da esempio e allargars ia tutta l'area medio-orientale .

Al di là, infatti, del problema libanese ,che è di fondamentale importanza, poi-ché adesso il Libano è un banco di prov adella volontà di pace delle potenze grand ie meno grandi, all'Italia interessa che s iricostruisca e si rafforzi la pace in tutt al'area mediterranea : è in questo spiritoche è stato concluso a suo tempo l'ac-cordo con Malta e sono stati presi gli altr iimpegni nell'area mediterranea . Ma vaprecisato che questa. politica mediter-ranea dell'Italia si muove nel più ampiocontesto della solidarietà atlantica, e dev emuoversi in questo contesto, altriment isarebbe vana.

Mi piace a questo proposito citarequanto ha affermato tempo addietro, aMonaco, in un convegno di politicaestera, al quale anche io ho partecipato, i ldirettore dell'ufficio della resistenza liba-nese in Germania, e cioè che «il Mediter-raneo viene considerato in Libano comeuna estensione dell'Atlantico». Non dob-biamo assolutamente perdere di vist aquesto concetto, che è insieme politico estrategico, Cioè la interdipendenza consa-pevole tra la politica mediterranea equella atlantica. Che questa consapevo-lezza sia stata fatta propria dagli stess ilibanesi è un elemento che incoraggia aben sperare .

In sintesi, per quanto detto fino ad ora ,noi diamo un giudizio positivo sui risul-tati concreti di una politica estera italian asempre più credibile in un'area di nostr odiretto interesse. Siamo disponibili ad al-largare, ove necessario, questa presenza,specie se altri paesi fossero chiamati a daiutare il governo libanese a restaurare l apropria autorità e a contribuire con i no-stri amici e alleati francesi e americani adun aumento della forza, ma anche ad un asua maggiore ripartizione . Ribadiamo lanon disponibilità italiana a coprire azion ipolitiche interne libanesi che contrastas-sero con il proclamato obiettivo della in-tegrale e duratura pacificazione de lpaese .

In relazione, poi, alle risposte fornit edal sottosegretario ai numerosi quesiti og-getto del dibattito di quest'oggi, mi prem efare alcune osservazioni .

Ritengo davvero strumentale aver fatt oin quest'aula riferimento all'articolo 5 2della Costituzione a conforto della tes icontraria alla presenza italiana in Libano .Credo che questo sia semplicemente ridi -colo. La difesa della patria è sacro dover edel cittadino, ma la sua sicurezza è assi -curata e garantita anche dalla cessazionedi conflitti in paesi vicini al nostro edall'abbassamento delle tensioni nell earee per le quali abbiamo un diretto inte-resse .

L'articolo 52 della Costituzione va ,quindi, inteso non in senso restrittivo ,bensì in senso lato, perché la difesa e la

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sicurezza sono ormai divenuti concetti in -divisibili, almeno nella concezione dell apolitica internazionale e della politica disicurezza del nostro paese .

Uno dei quesiti da noi posti, a cui pur-troppo il sottosegretario non ha potut odare una precisa risposta, è quello rela-tivo al possibile aumento del numero de ipaesi partecipanti alla forza multinazio-nale. Qualche mese fa si era parlato dellapresenza di un paese asiatico; mi riferisc oalla Corea del sud. In questi giorni s i

parla del possibile impegno, almeno fi-nanziario, se non diretto, del Giappone .Noi siamo favorevoli alla confluenza d ialtri paesi nella forza multinazionale ,anche perché questo eviterebbe un ag-gravio ulteriore al nostro paese, in ter-mini sia militari che economici ed agevo-lerebbe l'avvicendamento dei nostri re -parti. Occorre, però, anche evitare ch epaesi a grande vocazione mercantile col-gano l'occasione per strumentalizzare unloro impegno nel Libano a fini esclusiva -mente economici .

Si è accennato in questa sede anche a lvolontariato . Il sottosegretario ha ricor-dato l'esigenza di inviare contingenti or-ganici al fine di assicurare il necessarioamalgama dei reparti, la conoscenza di -retta tra comandanti e gregari, un parite-tico livello addestrativo. Voglio anche ri-cordare, però, come la partecipazione vo-lontaria sia più qualificante e testimo-nianza più diretta di un impegno preciso .Tutto sommato, se fosse possibile conser-vare il carattere della volontarietà all apartecipazione dei nostri soldati, cred oche la qualità complessiva dei reparti n esarebbe avvantaggiata, o quanto men onon ne sarebbe diminuita .

Avevamo posto dei quesiti circa il tipodei reparti ed i possibili nuovi compiti daattribuire alla forza, qualora essa venisseampliata. Trattandosi di problemi in di-scussione, è difficile fornire una rispostaprecisa, ma mi auguro che gli stati mag-giori abbiano operato in modo tale daassicurare, all'interno del nostro contin-gente, un corretto e funzionale avvicenda -mento dei reparti, senza provocare undecadimento della qualità dell'impegno

operativo a Beirut e nelle altre .localit àlibanesi ove essi saranno chiamati ad ope-rare .

Concludo, signor Presidente, cogliend ol'occasione per inviare, a nome de lgruppo della democrazia cristiana, unmessaggio di apprezzamento, di gratitu-dine e di incitamento a proseguire co ndedizione in questa opera di pacificazion eai nostri soldati a Beirut, ed anche d iapprezzamento per l'opera degli stat imaggiori, di coloro che hanno consentitoal nostro paese, per la prima volta ne ldopoguerra, di realizzare una concret aazione di pace e di assumere un impegn oin politica estera veramente degno dellenostre tradizioni democratiche .

Desidero esprimere al Governo l'invit oa continuare a sostenere i nostri repart isul piano dell'impegno logistico, per evi -tare che alcuni inconvenienti verificatis iabbiano a ripetersi, ed anche ad organiz-zare nel migliore dei modi la nostra pre-senza in Libano, per evitare ogni possibil edisfunzione .Nel complesso, esprimo il nostro com-

piacimento e il nostro apprezzamento pe rla partecipazione italiana alla forza mul-tinazionale e per l'impegno che il Go-verno ha posto perché i risultati che ess asi prefigge possano essere conseguiti .

PRESIDENTE. L'onorevole Cerquett iha facoltà di dichiarare se sia soddisfatt oper la sua interpellanza n. 2-02331 .

ENEA CERQUETTI. Signor Presidente,mi collego agli argomenti che poco fa hasvolto il collega e compagno di partitoBottarelli, dal punto di vista di compo-nente della Commissione esteri ; per partemia, mi collegherò agli aspetti che riguar-dano la materia di competenza dell aCommissione difesa .Voglio innanzitutto riaffermare che il

gruppo comunista, così come si èespresso in senso favorevole alla ratific adel trattato internazionale relativ oall'invio della forza multinazionale d ipace nel Libano, continua ad essere d'ac-cordo con la linea di politica internazio-nale disegnata da quel trattato, perché, a

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differenza di qualche altra forza minoredella sinistra, pone in primo piano il pro-blema dell'indipendenza e della pace de lLibano e quello della causa palestinese .Tuttavia, nel corso dell'esplicazione

dell'attività di questa forza multinazio-nale vogliamo condurre quotidianament ela verifica del rispetto dei limiti del trat-tato, del rispetto dei modi di svolgimentodella nostra azione, dell'evoluzione de lquadro politico all'interno del quale l'in-tervento si svolge .

A proposito del quadro politico-militar eche abbiamo davanti agli occhi, vorre icitare sinteticamente quanto affermato ( eriportato su uno dei recenti bollettinidell'ambasciata americana a Roma) dalvice ministro degli esteri degli Stati Uniti ,addetto allo scacchiere medio orientale .Egli ha affermato che in quella zon aesiste una situazione intollerabile inquesti giorni, perché nessuna forza stra-niera è uscita dal Libano, pur a distanz adi mesi dalla fissazione di questo obiet-tivo, e nessuna banda armata libanese èstata disarmata nel frattempo .

Quindi, dobbiamo oggi valutare i mod idi svolgimento della missione della forz amultinazionale italiana in un contesto de -finito intollerabile dal punto di vista mili-tare, ed anche politico .

Allora, deve innanzitutto risaltare la ri-sposta del nostro Governo quanto allaquestione dell'aumento — addirittura de lraddoppio — del nostro contributo in uo-mini e mezzi, in assenza — lo ricordava i lcollega e compagno Bottarelli — di un ainiziativa politica generale in quell'area :iniziativa che, se non autonoma, perchéevidentemente ciò non è possibile,, sia al -meno visibile, credibile ed eventualment eassunta in cooperazione con gli alleati.

Ci è stato garantito che l'eventuale rad-doppio della nostra forza (richiesto da lpresidente del Libano) dovrà essere ap-provato dal Parlamento prima di esser econcesso. Il sottosegretario Ciccardini haanche detto che non si ricorrerà (e no idiciamo che questa volta non si dovràricorrere) alla formula dell'esecuzion eprovvisoria di trattato internazionale ,anche perché, in questo caso, ci sarà tutto

il tempo necessario per la procedura ordi-naria .

Diffidiamo pertanto formalmente il Go-verno dal prendere l'iniziativa di sotto -scrivere accordi per il raddoppio del no-stro contingente (ma, eventualmente ,anche per il mutamento della localizza-zione territoriale — fuori da Beirut — edelle funzioni della forza), per porci d ifronte al fatto compiuto e poi chiedereuna mera ratifica a distanza di mesi .Quanto alla seconda questione, emersa

dalle risposte fornite alle domande conte-nute nelle nostre interpellanze, già in oc-casione del precedente dibattito sulla rati -fica del trattato in base al quale avremmoinviato il nostro contingente avevo chia-mato in causa l'incertezza del nostro Go-verno nell'affrontare pubblicamente ,anche in Parlamento, tutti i problemi or-ganizzativi legati al mantenimento dell aforza di pace in Libano con i livelli d iorganico registrati fin dall'inizio, chesono risultati superiori a quelli che eranostati indicati, anche se, comunque ,nell'ambito del limite massimo delle 160 0unità .

Noi ci chiediamo come si possa (ma pu rè stato fatto) dichiarare quanto meno un adisponibilità del Governo italiano a rad-doppiare la nostra forza, a inviarla i nzone diverse da Beirut e a mutarne le fun-zioni, proprio quando si è ammesso che s ifa fatica, avendo praticamente esaurito l erisorse del volontariato, ad assicurare l anecessaria rotazione dell'unità garan-tendo una contemporanea presenza d i1500 persone .Riteniamo quindi indispensabile, in

primo luogo, non solo prendere pubblica -mente posizione circa l'eventuale pas-saggio dal sistema del volontariato aquello delle forze di leva, ma anche pre-sentare programmi concreti circa il mod oprescelto per raccogliere queste forze eaddestrarle, vista la ristrettezza del nu-mero di reparti da cui è possibile trarr epersonale di fanteria meccanizzata oequivalente (i battaglioni di questo tipo d ispecialità non sono più di 35). Bisognainsomma rendere pubblico un quadrod'insieme che consenta di valutare su

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quali reparti andrà a scaricarsi la ri-chiesta di queste particolari prestazioni ,con i rischi connessi, per prevenire feno-meni di coartazione della volontà . E in-

fatti chiaro che, se si volesse seguire sol o

la via del volontariato, in molti reparti s iinnescherebbero reazioni che potrebber oportare a forme di «volontariato coat-tivo». Il Governo ha negato la consistenz adi episodi del genere che noi avevam odenunciato; tuttavia non può ignorarel'allarme che esiste nelle famiglie e nellecaserme e che è provocato dal fatto che l e

procedure con cui viene oggi alimentat ala forza italiana non sono pubbliche,bensì semi-segrete . E, guarda caso, oggi i lGoverno ci ha detto che intende conti-nuare sulla stessa strada .Diversamente da quanto aveva fatto la

settimana precedente il Natale, l'onore-vole Ciccardini oggi non ha risposto, co nla baldanza di allora, che faremo front ealle richieste dell'onore, volontariamente ;dice oggi che fra poco si dovrà passare a daltre misure .

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretariodi Stato per la difesa . Ho detto che l'im-piego prolungato comporta la necessità d ireparti più omogenei, meno «raccogli-ticci» di quanto talvolta non siano quell i

formati su base volontaria.

ENEA CERQUETTI. È evidente, sottose-gretario Ciccardini; lo si, sapeva fin daallora! Ma poiché tutto viene condottosottobanco, con la formula del cosiddett ovolontariato, poteva essere da tutti no iconsiderato inizialmente come genuino : eanche noi oggi auspichiamo che tra i gio-vani in servizio militare, di leva e non d ileva, si registri una positiva risposta aqueste esigenze per fornire un contribut oal mantenimento della pace in quell azona. Non faremo certo noi una propa-ganda contro il volontariato ; speriamoanzi che vi sia e che permetta di risolverei problemi delle forze armate italiane, iproblemi di quelle zone ed anche i pro-blemi morali di chi sente di dover andar evolontario a compiere un'opera di pace .

Ma nell'organizzazione,. le cose sono di -

verse; non tutti, chiaramente, vorrebber oessere volontari. Mantenendo l'equivocosulla formula, serbando il silenzio su iprogrammi e sulle disponibilità, si ali -mentano tutte queste incertezze, per cu iogni addestramento da campo invernaleviene considerato una sorta di pre-invionel Libano, senza alcun sondaggio sull avolontà manifesta degli interessati .Concludo ponendo due questioni, di cu i

la prima, sottosegretario Ciccadini, è ch efino a quando non ci sarà un ordine de lGoverno, annunziato in Parlamento, sed epubblica per questo tipo di annunzi, conun programma che garantisca un'equ adistribuzione di rischi in rapporto agl iimpegni assunti dall'Italia (non deve es-serci un reparto più o meno esposto ; fi-nisce sempre per essere così, ma occorreuna ragione per simili differenze), nes-suno può essere coartato, nessuno pu òessere obbligato a presentarsi «volonta-rio». Non ci devono essere punizioni pe r

chi si rifiuta, siano punizioni formali o

non formali .Occorre il rispetto della volontà ; per

questo in Commissione difesa, torniam oad insistere sul programma. Non sap-piamo quale sia quello che adesso si se-gue, non ce lo avete ancora detto ; vi èancora reticenza da parte vostra, e torne-remo ad insistere su questo tema .L'altra questione, che ha ricevut o

un'ambigua risposta dal Governo, con-cerne il contributo italiano al rafforza -

mento delle forze armate libanesi . Pergiungere a questa attività di collabora-zione fra i due governi, occorrono rati -fiche di accordi internazionali . . .

BARTOLO CICCARDINI, Sottosegretario

di Stato per la difesa. Se si tratta solo d i

iscriversi a scuole . . .

ENEA CERQUETTI . Può darsi che gli us ied i costumi, fino ad oggi, siano stati d iquesto tipo, ma è evidente, sottosegretari o

Ciccardini, che le cose non possono esser e

accettate sic et simpliciter . Un accordo dicollaborazione militare, che comport il'invio di tecnici per l'addestramento ,

come è stato detto, o l'arrivo di militari

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per il loro addestramento da noi, non è u nsemplice fatto di iscrizione ad un ascuola . . .

ROBERTO CICCIOMESSERE. Nelle acca-demie vi sono iraniani, iracheni . . .

ENEA CERQUETTI . . . .è un fatto che, de-terminando rapporti internazionali fr aStati, e il tutto in un'area di conflitti inter -nazionali, schiera il nostro paese da un aparte o dall'altra. Quindi, l'assunzione d iuna posizione di politica estera implic aaccordi di cooperazione militare che nonpossono essere presi sottobanco, comel'iscrizione di uno straniero ad una uni-versità italiana .

ROBERTO CICCIOMESSERE. Ci sono de imilitari libici che frequentano le acca-demie militari !

ENEA CERQUETTI. Questa questionedovrà essere approfondita anche in sen oalla Commissione difesa, in quanto l'iscri-zione alle accademie militari e la collabo-razione militare sono cose diversedall'iscrizione all'università e sono so-prattutto cose diverse dalle eventuali col-laborazioni di tipo economico, che son olasciate anche all'iniziativa privata .Queste iniziative di tipo militare sono d icompetenza dei singoli governi ed hann ogravi implicazioni di politica estera . No irivendichiamo, in questo campo, ancheuna correzione delle intenzioni e delle tra -dizioni, da parte del Governo, e la sotto -posizione al Parlamento di appositi ac-cordi, perché questo possa valutarli .

Ho voluto ricordare questo aspetto pe runo scopo ben preciso. Leggendo i docu-menti statunitensi, che sono molto piùespliciti di quelli letti o dal ministro o da lsottosegretario, si evince una corrispon-denza tra la diminuzione dell'impegnodella forza multinazionale e l'aument odelle forze armate libanesi. Noi siamo inuna fase in cui è stato reso pubblico, d aparte del governo degli Stati Uniti, u nprogramma di rafforzamento delle forz earmate libanesi molto diverso da quell oricordato poco fa dal sottosegretario Cic -

cardini. Egli ha detto che bisogna costi-tuire sette brigate; gli Stati Uniti hannodetto invece che bisogna costituirn equattro entro febbraio, più sei in temp isuccessivi. In totale si hanno circa dodic ibrigate di fanteria meccanizzata, com-presi alcuni reparti vari. Tali brigate de-vono essere però considerate di tipo terri-toriale e quindi non sul modello standardeuropeo; si tratta comunque sempre di u nprogramma imponente per la popola-zione, per l'economia e per la situazion edi sfascio esistente in Libano. Dodici bri-gate sono esattamente la metà delle no-stre forze meccanizzate ; il Libano, nelgiro di pochi mesi, dovrebbe avere lametà delle forze meccanizzate dell'eser-cito italiano : si tratta quindi di raggiun-gere un obiettivo grandioso per quelloStato. Siccome il raggiungimento di tal eobiettivo è legato anche alla riduzione deinostri impegni militari — la nostra strut-tura regge a fatica lo sforzo alla quale èsottoposta —, occorre ricordare ch equando si rendono pubblici questi pro -grammi bisogna avere il senso della re-altà e dire al paese quanto può durar equesto sforzo, indipendentemente da ci òche può accadere . Sul tema del rafforza -mento si manifesta ancora una volta un acerta leggerezza nelle previsioni formu-late dal nostro Governo, il che influisce suqualunque previsione possa formularsi inordine al nostro impegno in quel paese .Concludendo, devo dire che, sulle tre

questioni di fondo che ho ricordato, dev odichiararmi parzialmente soddisfatt ocirca l'impegno del Governo a sottoporreal Parlamento — prima, e non dopo unaeventuale esecuzione provvisoria —, gl iaccordi per un eventuale aumento o tra-sformazione di scopi e di schierament osul terreno della forza italiana, ma debbodichiararmi ancora insoddisfatto per lerisposte del Governo fornite agli altri duequesiti, ed in particolare a quello relativoalla presentazione di un programma circ ala scelta dei militari che debbono operareall'interno di questa forza . Su questotema il nostro gruppo insisterà con l apropria attività di controllo per dissiparel'allarme che esiste nelle caserme italiane

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su possibilità di arbitri nei confronti de imilitari e, nello stesso tempo, per invitareil Governo ad essere esplicito con il paesee con i militari, svolgendo un'attività diinformazione che non riguardi soltantol'addestramento intensificato, ma anch ela ricerca del volontariato al quale si deb-bono spiegare le questioni politiche i ngioco in quei paesi e lo scopo della mis-sione. Pur avendo avuto il sostegno dell astragrande maggioranza di questa Ca-mera, sembra comunque che il Govern onon riesca a mantenere gli impegni as-sunti .

PRESIDENTE. L'onorevole Ajello hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla sua interpellanza n . 2-02332 .

ALDO AJELLO. Onorevole sottosegreta-rio, non posso dichiararmi soddisfattodella sua risposta, ma debbo darle atto d iavere compiuto uno sforzo apprezzabil eper tenere in considerazione sia le osser-vazioni contenute nella mia interpellanza ,sia quelle che ho svolto nell'illustrarle ,senza limitarsi a leggere — come spess oaccade ad autorevoli ministri del suo Go-verno — le note preparate precedente-mente dagli uffici, ignorando, così, total-mente il dibattito precedente e rendendovano lo svolgimento delle interpellanze .

Nella sostanza, la sua risposta non tien econto dei dati che le ho sottoposto . Vorre iche sulla nostra posizione (mia e dei col -leghi Boato e Pinto che, all'interno de lgruppo misto, con me hanno dato vita a l«gruppo per i diritti umani») fosse fatta lamassima chiarezza: in proposito, vorre irassicurare il collega Cicciomessere su lfatto che talvolta mi capita di cambiareopinione, ma non mi è capitato di farlo s uquesto punto . Basta che egli rilegga ilresoconto del dibattito in Commission eper constatare che ho detto le stesse cosedi oggi. Allora fui favorevole all'invio de lcontingente italiano per la forza multina-zionale di pace e, se le circostanze che s ipresentarono in quei tempi si ripresentas-sero oggi, sarei di nuovo favorevole edarei di nuovo il mio consenso . Infatti, inquel momento ci trovavamo davanti a

quella che anche oggi ho definito un asituazione di emergenza, che andava af-frontata con mezzi di emergenza: quindi ,era giusto che l'Italia partecipasse all aforza multinazionale di pace .Il problema che mi sono posto è di -

verso: mi sono chiesto se possiamo conti-nuare a tenere impegnato questo contin-gente o, addirittura, rafforzarlo, nel mo-mento in cui cessa la condizione di emer-genza che esisteva allora e si crea unasituazione di instabilità endemica, per cu itale presenza non si prospetta più d ibreve durata, ma di durata piuttost olunga, con compiti che ritengo non sian otipici di una forza multinazionale di pace ,ma istituzionalmente spettanti alle Na-zioni unite .Le esprimo questa mia preoccupazione ,

signor sottosegretario, al di là delle inten-zioni e della volontà del nostro paese, a lquale non attribuisco alcun disegno impe-riale o neo-coloniale, — anche se un'os-servazione del collega Stegagnini, a pro-posito del pericolo che paesi a vocazion emercantile si introducano in Libano, fa-cendo concorrenza alla nostra volontà d icontribuire alla ricostruzione del Libano,in qualche misura ha rafforzato i mie isospetti, — anzi, attribuisco al Governotutta la buona volontà per far sì che i lnostro contingente sia impegnato per unareale operazione di pace. Ma, al di là delleintenzioni del nostro Governo — dicev o— questo stesso contingente può trovars icoinvolto nel fallimento di una strategi acomplessiva. Vorrei formulare un riliev oe un'osservazione ai colleghi e compagn icomunisti; quando voi lamentate che i lGoverno non ha un quadro politico orga-nico per sostenere la presenza della forz amultinazionale nel Libano, secondo me v i

esprimete con una contraddizione, poichéquesta, di mantenere la forza multinazio-nale, al di là delle condizioni di emer-genza, è una politica .

PIER GIORGIO BOTTARELLI . Diciamoche non c'è un'iniziativa a favore della

pace .

ALDO AJELLO. Nel momento in cui la

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forza multinazionale si consolida e rest ain Libano, finisce con l'essere integrata aldisegno complessivo di risolvere la que-stione del Medio oriente nell'ambito dellapolitica di Camp David, così com enell'ambito di quella politica si colloca —e nessuno lo contesta — la presenza dell aforza multinazionale di pace nel Sinai . V iè, dunque, una partecipazione italiana a duna strategia politica che si muove se-condo le linee degli accordi di Camp Da-vid. Questa strategia si basa sulla logic adelle paci separate: prima la pace sepa-rata con l'Egitto, poi la pace separata co nil Libano, quindi un'altra pace separata einfine la somma di queste paci separate ,che dovrebbe auspicabilmente produrreuna pace globale .Ebbene, questa teoria, secondo noi, è

fallimentare; ma devo dire, signor sotto -segretario, che lo è non solo secondo noi ,ma persino secondo il Governo italiano d icui lei fa parte, o per lo meno secondo i lprecedente Governo, se è vero, come èvero, che l'iniziativa europea auspicata aVenezia tendeva a superare questa logica .Quindi, noi siamo coinvolti e rischiamo d iessere impantanati in una logica che no istessi cerchiamo di superare. E rischiamodi esservi impantanati in un momento i ncui questa logica si rivela perdente . In -fatti, se è vero che l'operazione «pace i nGalilea», cioè l'intervento militare israe-liano in Libano, ha inferto un serio colpo ,dal punto di vista militare, all'OLP e h arafforzato militarmente Israele, non s ipuò dire la stessa cosa dal punto di vistapolitico. Del resto, poco fa, anche il com-pagno Cerquetti ricordava le dichiara-zioni di un sottosegretario statunitense ,secondo cui le bande non sono state disar-mate e nessuno straniero è andato via da lLibano. Ma tutto ciò non è avvenuto pe rcaso, giacché l'ipotesi israeliana, secondocui Gemayel avrebbe dovuto ammini-strare il Libano come una provincia israe-liana, non sta funzionando ed inoltre,mentre quella con il Libano non si pu òannoverare fra le paci separate, si sta inqualche modo allentando la pace sepa-rata con l'Egitto, se è vero che il presi -dente Mubarak di recente ha preso

sempre di più le distanze dagli accordi d iCamp David.Dunque il «marchingegno» dell a

somma delle paci separate per giunger ead una pace globale non sta funzionando ,tant'è vero che non si riesce neppure aconcludere la pace con il Libano, e v isono problemi seri, che ogni giorno di-ventano più gravi, mentre si sta ridu-cendo l'impegno egiziano nella pace gi àstipulata con Israele . Il fatto è che, nono -stante tutti i «marchingegni» che si pos-sono inventare, il problema rimanesempre lo stesso, cioè quello di una solu-zione della questione palestinese, che nonpuò non avere come punto centrale i lriconoscimento di uno Stato palestinese ,sia esso totalmente autonomo e indipen-dente, sia esso nell'ambito di una federa-zione con la Giordania, come i piani a cu isi è fatto riferimento — sia il piano arab odi Fes, sia altri pourparler collaterali a ipiani formulati — fanno ipotizzare . Ma,quale che sia la soluzione, si deve co-munque trattare di una soluzione che pre-supponga un'entità statuale palestinese . Equesta è la cosa che il governo israelian onon intende fare ; questo è il tipo di ac-cordo che il governo israeliano non in -tende fare . Quindi, quale che sia il «mar-chingegno» che si inventa, si urta sempr econtro questa realtà.

Ora, la mia preoccupazione (e dovrebb eessere una preoccupazione non soltant omia e non soltanto dei compagni comuni-sti, la cui attenzione mi sono permesso d irichiamare in questo intervento, m aanche dello stesso Governo) è che, al di làdelle intenzioni di ognuno di noi, il con -tingente italiano si trovi impelagato ne lfallimento di questa strategia, per cui di-venterebbe un contingente di pace desti -nato a fronteggiare una situazione d iguerra, quale è la situazione che di fattoesiste già in questo momento .

Il senso della mia interpellanza e de lmio intervento è quello di richiamare i lGoverno ad una maggiore attenzione e a duna maggiore prudenza sulla questione, arendersi conto che questa presenza non èun fatto esclusivamente militare o, pe raltro verso, esclusivamente umanitario,

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che possa essere svincolato dalle inizia-tive politiche, come sembrano credere icolleghi del gruppo comunista, ma è essostesso una iniziativa politica . E questa ini-ziativa politica rischia di urtare contro lastessa volontà del Governo, di andare al d ilà degli accordi di Camp David, con un aproposta che li superi senza rinnegarli ,ma che finalmente metta sul tappeto laquestione centrale, quella palestinese ,senza la quale una soluzione di pace in

Libano non è possibile, e questa nostr apresenza rischia di diventare equivoca emolto pericolosa .

PRESIDENTE. Poiché il deputato DelDonno, presentatore dell'interrogazion en. 3-06632, è assente, s'intende che abbiarinunziato alla replica .

E così esaurito lo svolgimento delle in-terpellanze e delle interrogazioni all'or -dine del giorno.

Ritengo che i seguenti documenti, chetrattano materie connesse a quelle conte-nute negli atti di sindacato ispettiv oiscritti all'ordine del giorno, possano con-siderarsi esauriti : interpellanze nn. 2 -02018, 2-02086, 2-02137; interrogazione n .3-06758 .

Per lo svolgimentodi una interpellanza .

FRANCESCO CORLEONE . Chiedo di par -lare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

denti a questo hanno confermato semprel'impegno. Credo sia il caso che il Go-verno ci dica quando intende risponder ea questi documenti di sindacato ispet-tivo .

PRESIDENTE. Onorevole Corleone, neprendo atto .

Annunzio di interrogazion ie di interpellanze .

PRESIDENTE. Sono state presentatealla Presidenza interrogazioni e interpel-lanze. Sono pubblicate in allegato ai reso -conti della seduta odierna .

Ordine del giorn odella seduta di domani .

PRESIDENTE. Comunico l'ordine de lgiorno della seduta di domani :

Martedì 10 febbraio 1983, alle 10 :

1.— Interpellanze e interrogazioni .

2.— Discussione del disegno di legge :

Conversione in legge del decreto-legg e30 dicembre 1982, n . 953, recante misurein materia tributaria (3837) .— Relatore: de Cosmo .(Relazione orale) .

La seduta termina alle 19 .50 .FRANCESCO CORLEONE . Vorrei prean-

nunciare che nella seduta di domani chie-derò che l'Assemblea fissi la data di svol-gimento dell'interpellanza da me presen-tata il 31 agosto scorso, recante il n . 2 -02022, vertente sulle intese fra Stato ita-liano e Chiese valdesi e metodiste .Come lei sa, sono cinque anni che il

progetto di intesa è stato siglato per l aprima volta. Tutti i cinque Governi prece -

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIODEI RESOCONTI

Avv. DARIO CASSANELLO

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALEDOTT. MANLIO ROSS I

Licenziato per la composizione e la stamp adal Servizio Resoconti alle 22 .20 .

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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

ANNUNZIATE

INTERROGAZION EA RISPOSTA IN COMMISSION E

MILANI, CRUCIANELLI E CATALANO.

— Al Ministro dell'interno . — Per sapere,in relazione all'arresto del giovane ecolo-gista francese, Bernard Pineau, davanti al-

l'aeroporto di Magliocco, mentre parteci-pava al campo internazionale di pace d i

Comiso, avvenuta il giorno 24 gennaio

1983 - premesso che :

al giovane francese veniva notificatolo stato di arresto con I'accusa di « viola -

zione del .segreto militare », perché il gio-vane disegnava su un blocco mentre so -

stava nei pressi della base dove dovreb-bero essere installati i missili Cruise ;

il Magliocco attualmente è un grande

cantiere edile dove, oltre alcuni prefab-bricati, buche, e materiale per la costru-zione della rete fognaria, non vi è altro ,e l'accesso alla zona per il momento è li-bero ;

il giovane attualmente è detenuto ne lcarcere di Ragusa -

se il Ministro è a conoscenza degliavvenimenti e in particolare se sia a co-noscenza dei motivi che hanno determi-nato questo assurdo provvedimento ne iconfronti del giovane .

(5-03765 )

*

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INTERROGAZION IA RISPOSTA SCRITT A

SANTAGATI. — Al Ministro del teso-ro. — Per sapere :

se ritenga, a seguito della recenteriduzione del costo del denaro ed in vi-sta dell'imminente riunione dell'AB I(Associazione bancaria italiana), di dispor-re un'immediata convocazione del comi-tato interministeriale per il credito ed i lrisparmio, onde procedere ad un appro-fondito esame della politica monetaria ecreditizia della Nazione, anche in relazio-ne alla bilancia dei pagamenti ed ai con -ti con l'estero ed imprimere un valido .impulso alla produzione ed alla espor-tazione, specie nei confronti dei piccol i

e medi imprenditori, con un'ulteriore ri-duzione del costo del denaro, non infe-riore ai quattro punti in percentuale, ne lcontesto di una seria lotta all'inflazio-ne ed alla recessione .

(4-18433)

GARGANO. — Al Ministro della sanità .— Per sapere :

se è vero che l'ISPESL (Istituto su-periore per la prevenzione e la sicurezzanel lavoro) nato per svolgere attività d iprevenzione non è a tutt'oggi in grad odi funzionare ;

se è vero che l'organico dell'ISPESLera in un primo momento previsto in1 .560 unità ;

se è vero che successivamente son ostati istituiti 33 dipartimenti periferici e ,se corrisponde a verità, con quale perso-nale si ritiene di far fronte alle esigenz eorganizzative ed operative di dette sed idecentrate ;

se è vero che nel frattempo tali com-petenze sono state affidate alle unità sa-nitarie locali per conto dell'ISPESL ;

che il personale ex ENPI, 3.200 unitàcirca, invece di essere assegnato tutto alla

nuova struttura per una piena utilizzazio-ne della elevata professionalità acquisit ain tanti anni di attività, viene improvvisa -mente dispersa tra unità sanitarie locali ,INPS, INAIL, CNR, province ;

che la parte del personale ex ENP Iassegnato alle unità sanitarie locali per l osvolgimento di attività non proprie di es-se e di competenza dello Stato ancor piùavvertirà la difficoltà di esplicare il pro-prio servizio, tenuto conto che i presid imultinazionali per la prevenzione infortu-ni, previsti dalla legge n . 833 del 1978 nonrisultano ancora costituiti .

Per conoscere ancora :

se è stato deliberato l'ordinamentodei servizi dell'ISPESL ;

se il contingentamento del personal eda assegnare al nuovo Istituto possa ri-tenersi legittimo e possa ritenersi rispet-tato il disposto dell'articolo 97 della Co-stituzione, in assenza di tale ordinamento ;

se sono stati definiti i « criteri obiet-tivi » di cui all'articolo 17 del decreto delPresidente della Repubblica n. 619 del1980 per l'assegnazione del personaleISPESL e come mai non siano stati rite-nuti competenti ad elaborare tali criterii commissari liquidatori dei disciolti ENP Ie ANCC, malgrado l'articolo 77 della leggen. P833 del 1978 (secondo cui i commissar icessano dalla loro funzione il trentesimogiorno successivo alla data dell'assunzionedella gestione da parte dell'uffico liquida-zione del Ministero del tesoro, assunzion edi gestione non ancora avvenuta) ;

se risponde a verità che vi sia statapalese ed ingiustificata discriminazione de lpersonale ex ENPI rispetto al personal eex ANCC per quanto riguarda i contin-genti numerici per l'assegnazione al-l'ISPESL ;

se tale discriminazione a danno de ilavoratori ex ENPI li costringa a modifi-care, contro la propria volontà e al d ifuori di ogni legittimità, il proprio rap-porto d'impiego, sorto a suo tempo co nlo Stato ;

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se è vero - come si vocifera - ch ela mancata utilizzazione di tutto il per -sonale dell'ENPI nelle nuove struttur estia a significare soltanto nuove assunzio-ni, a chiamata diretta ;

se è vero, infine, che il cosiddetto« restante personale ENPI » di cui è cennoin decreto del Ministro della sanità de l

30 dicembre 1982, non pubblicato sull aGazzetta Ufficiale e neanche notificato a idipendenti del soppresso ENPI, sia stat alasciato dal 1° gennaio 1983 nel più com-pleto abbandono, senza cioè direttivo d ilavoro, senza responsabili, neanche pe rl'attestazione delle firme di presenza (tan-to da determinare una responsabile formadi autogestione lavorativa da parte di tal epersonale) e senza infine la corresponsio-ne delle competenze fisse (stipendio) .

(4-18434)

ZANONE. — Al Ministro dell'interno .— Per conoscere - preso atto della gravesituazione venutasi a creare nel Veneto,e nella provincia di Vicenza in partico-lare, a seguito dei reiterati sequestri dipersona che ormai minacciano i cittadin ianche di medio ceto -

la reale situazione dell'ordine pubbli-co nel Veneto e nella provincia di Vi-cenza in particolare ;

quali iniziative intenda assumere perprevenire e reprimere questo odioso cri-mine ;

perché sono rimasti inascoltati gl iappelli effettuati dal prefetto di Vicen-za, che richiedeva un maggior numerodi forze dell'ordine ed un più strett ocollegamento tra carabinieri e forze d ipolizia ; .

se ritenga opportuno proporre u nforte ridimensionamento dell'istituto de lsoggiorno obbligato ;

quali provvedimenti intenda prende -re per eliminare o quantomeno contene-re la continua espansione dei campi d inomadi che sono un'indubbia fonte di

delinquenza comune che contribuisce acreare nel cittadino un diffuso senso disfiducia nello Stato e nelle istituzioni .

(4-18435)

COSTAMAGNA. — Ai Ministri dellaagricoltura e foreste e del lavoro e pre-videnza sociale. — Per sapere - conside-rato che il giornale Il Triangolo dell'Unio-

ne agricoltori di Torino aveva denuncia-to 6 mesi fa un deficit di un miliard oper i caseifici Papak di Crescentino (Ver-celli) e San Matteo di Vigore (Torino) ,

e per questo era stato accusato di « ter-rorismo economico » ed i dati della ge-stione a fine 1982 riportano un passiv o

di quasi 2 miliardi -

se è vero che il pesante passivo de idue caseifici di proprietà dell'ente regio-nale, ESAP, è dovuto non soltanto ad un

fallimento economico, (dovuto, tra l'altro,agli stessi ritardi nell'erogazione dei fi-nanziamenti pubblici), ma anche politico(della regione Piemonte che acquistand oe gestendoli tramite questo ESAP, nonha raggiunto né il primo fine dichiaratoche consisteva nell'accrescimento del va-lore aggiunto del latte prodotto dagli al-levatori piemontesi, in quanto le due

aziende non sono neppure in grado d i

lavorare tutto il latte che raccolgono, equindi lo vendono, e quello di difender ela qualità dei prodotti e di conseguenzadei consumi) . Si deve tenere conto de lfatto che al Papak è stata un certo pe-riodo tolta la possibilità di produrre gor-gonzola con il marchio del consorzio, per-

ché utilizzava latte non di qualità, ed i l

grana prodotto dal San Matteo risulta

contraddistinto da non eccelse caratteri-stiche; inoltre, sull'obiettivo dell'incremen-to del reddito degli allevatori, Papak eSan Matteo garantiscono la corresponsio-ne del prezzo regionale del latte solo gra-zie all'intervento delle casse regionali tra-mite l'ESAP e questa manovra finisce pe r

limitare il reddito degli agricoltori in ge-nerale, sottraendo a tutti la potenzial e

acquisizione di fondi pubblici, destinat ia coprire le falle delle aziende ESAP ;

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per sapere, inoltre, in merito all'ele-vazione del potere contrattuale dei pro-duttori, se è vero che ha pesato nell etrattative regionali per la fissazione de lprezzo del latte, il fatto che la parte agri -cola non può contrapporre bilanci alme-no in pareggio delle due aziende pubbli-che, di fronte alle difficoltà economichedenunciate dagli industriali per compri-mere gli aumenti di prezzo della mate-ria prima, per non parlare della persisten-te ed ingiustificata assenza dei rappresen-tanti delle aziende ESAP alle trattativestesse, mentre in riferimento allo svilup-po della cooperazione, si sono raggiunt irisultati con criteri adottati nell'ammini-strazione delle aziende che non hannocerto favbrito negli allevatori la scelta d iassumersi la diretta responsabilità de icaseifici, tenendo anche conto che no nsi è attuata alcuna differenziazione d itrattamento economico tra chi ha fornitolatte di qualità e chi, invece, ha cedut oun prodotto qualitativamente meno va -lido (per tacere di chi, infine, il latte loavrebbe consegnato annacquato) ;

per sapere, infine – dato che l'im-possibilità della gestione pubblica non habisogno di altre controprove e che pro -seguire su questa strada vuoi dire conti -nuare a sprecare preziose risorse di de -naro pubblico, considerando la crisi eco -logica e la mancanza di mezzi a livell oregionale e le difficoltà dell'ente pubbli -co di soddisfare le esigenze « minime »degli agricoltori – se ritengano necessariofar cessare questo esperimento per no ncontinuare a buttare mezzi in un pozz osenza fondo e se il Governo ritenga ne -cessario contrastare il proposito di allar -gare l'esperimento coinvolgendo altre for -ze (consorzi e cooperative) , a livello na -zionale, facendo diventare il tutto ancor ameno controllabile, dato che le notizi edi questi tempi riguardanti la mega-coo -perazione non sono delle più confortanti .

(4-18436)

COSTAMAGNA. — Al Ministro di gra-zia e giustizia. — Per sapere – in riferi-mento alla precedente interrogazione pre -

sentata il 18 ottobre 1982 circa le per -sistenti accuse rivolte alla procura deltribunale di Roma di « insabbiamento »di alcuni processi di rilevanza nazionale,nella quale si segnalava che l'agenzia O Pdel 13 ottobre 1982 informava che l epresunte insabbiature dipendevano dagl iarmadi con chiusura elettronica nei qualii fascicoli sono riposti, e che non po-tevano più essere riaperti, interrogazion ecui il Ministro rispondeva che : « il Pro-curatore della Repubblica di Roma infor-ma che questa procura non ha e nonha mai avuto in dotazione armadi conchiusura elettronica e che nell'archivio d iquesto ufficio non sono conservati fasci -coli processuali . .. », aggiungendo che « inordine al mancato funzionamento degliarchivi elettromeccanici (non elettronici)in dotazione presso il tribunale di Romagli eventuali guasti vengono riparati en-tro il termine di massimo 48 ore . . ., evi-denziando che gli archivi sono forniti d imanovella per l'apertura manuale e cheè sempre possibile l'accesso » - se è aconoscenza che l'agenzia OP del 26 gen -naio 1983, pagina 3, dice testualmente :« viceversa OP è in possesso del docu-mento originale con il quale in data 2 1settembre 1982 il cancelliere testualmen -te dichiara: " la documentazione richiestanon può essere restituita perché i conte-nitori elettrici sono bloccati ". Timbro efirma illeggibile) », il che appare in con-trasto con quanto dichiarato dal Ministro .

(4-18437)

COSTAMAGNA. — Al Ministro dellapubblica istruzione. — Per sapere – conriferimento al fatto che i diplomati ISEFnel 1980 possono partecipare al concorsodi cui alla legge n . 270 del 1982 sullabase dell'articolo 76 che riguarda le scuo-le private e che non consente l'ingressoin ruolo ma soltanto l'abilitazione (e da-to che possono partecipare al concorso ,secondo l'articolo 35, coloro che insegna-vano precedentemente al 1980, anche se s isono diplomati dopo il 1980) – se è veroche, anche al fine di ristabilire una si-tuazione di giustizia` avrebbe disposto la

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partecipazione al concorso dei suddetti di-plomati ISEF 1980 per il loro ingresso i n

ruolo, avendo anche taluno precedente -mente al 1980 già regolarmente insegnatocome supplente.

(4-18438)

COSTAMAGNA. — Al Ministro dei la-

vori pubblici. — Per sapere - in relazio-ne al riammodernamento dell'acquedott oFontana Ronda [comuni di Crevacuore ,Sostegno e Guardabosone (Vercelli)] -

quali notizie il Ministro è in grado di for-nire, in particolare sulla relazione del Ge-nio Civile in proposito, al fine di valutare

in quale ufficio e per quale motivo sono

state modificate le indicazioni fornite dal

consorzio di Fontana Ronda.

(4-18439)

TATARELLA. — Al Ministro di grazia

e "giustizia. — Per sapere se non intenderevocare il provvedimento di assegnazioneal carcere di Bari di circa settanta ca-morristi dopo il voto unanime di prote-sta del consiglio comunale di Bari .

In merito si fa presente che la città

di Bari è diventata in questi ultimi mes icentro di estorsioni, minacce, esplosion idinamitarde contro esercizi commerciali eche trasformare Bari in punto di raccor-do e di incontro con gruppi camorristi si-gnifica agevolare il tentativo criminale d i

piegare la città alla pressione della delin-quenza organizzata .

Si fa altresì presente che il dirottamen-to su Bari di carcerati camorristi deriv a

dall'accoglimento delle istanze di Firenz edi non ospitarli nel nuovo carcere recen-temente costruito mentre Bari ha un vec-chio carcere, inagibile, al centro dellacittà, promiscuo, funzionalmente utilizza -bile per collegamenti tra camorristi incar-cerati, gruppi esterni e situazione com-merciale barese .

(4-18440)

GUARRA. — Al Ministro del tesoro . —Per conoscere i motivi per i quali la Di-rezione generale degli Istituti di previden-za, ed in particolare la Cassa POEL, nonha ancora provveduto alla definizione del -la pratica di pensione relativa all'ex di -pendente del comune di Castelcivita (Sa-

lerno), Agosto Luigi, nato il 14 settembr e

1931 e deceduto in servizio il 10 ottobr e

1978.

(4-18441)

GUARRA. — Al Ministro della sanità.— Per sapere se sia a conoscenza che neicomuni della Campania, ed in particolarein quello di Agropoli in provincia diSalerno, esiste un vivo stato di agitazio-ne degli assistiti mutualistici, ai quali ifarmacisti chiedono il pagamento dei far-maci, giustificando tali richieste con l'as-serzione di non essere pagati dalla re-

gione .Per sapere se e quali provvedimenti

intenda e possa adottare per far cessareuna situazione a dir poco scandalosa che

colpisce indiscriminatamente categorie d i

cittadini che, per ottenere l'assistenza sa-nitaria, hanno versato i rispettivi contri-buti .

(4-18442)

ROMANO. — Al Ministro della pub-blica istruzione. — Per sapere - pre-messo che :

il sovrintendente regionale scolasti-co della Puglia e Basilicata sostiene che

gli esami di concorso per i docenti dell e

scuole secondarie debbano essere tenuti

a Bari ;i docenti precari invece ritengon o

che le prove debbano essere sostenutea Potenza sia per l'accoppiamento biuni-voco tra docenti della Campania e Po-

tenza sia perché gli esami debbono es-sere effettuati a livello regionale e no ninterregionale -

quali provvedimenti ritenga di adot-tare perché la questione della sede diesame sia risolta in modo da non sco-raggiare le aspirazioni dei docenti dell aprovincia di Potenza.

(4-18443)

CATALANO. — Al Ministro della sa-nità. — Per sapere - premesso :

che i responsabili della clinica Salu sdi TeIese (Benevento) sono stati inquisit idall'autorità giudiziaria per alcuni grav iimputazioni, confermando a parere dell'in-terrogante, che la gestione privata di ser-

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vizi essenziali mostra limiti gravi ed assa i

preoccupanti ;

che si profilano soluzioni incerte epasticciate, la più negativa delle quali sa-rebbe il rinnovo della convenzione all'at-tuale gestione della clinica ;

che si è prodotto grave disagio tragli operatori e gli utenti, in assenza d iprovvedimenti di reale cambiamento e mo-ralizzazione, nell'ambito dell'applicazion edella riforma sanitaria – :

se non ritenga opportuno e ne-cessario che la clinica Salus abbia unagestione pubblica, inserita nella USL ;

se tale soluzione non sia la miglio-re, in presenza di gravi carenze nell'ope-ra di prevenzione e di intervento sul ter-ritorio ;

se la costituzione di un presidio d iformazione-ricerca-servizi non consentireb-be di risolvere anche il delicato proble-ma occupazionale creatosi con la chiusu-

ra della clinica in questione, non restan-do esclusa una soluzione di tipo coopera-tivistico ;

quali passi intende eventualmente av-viare per la risoluzione in senso positivodel problema .

(4-18444)

*

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INTERROGAZION IA RISPOSTA ORAL E

CATALANO, GIANNI E CRUCIANELLI .— Al Ministro per i beni culturali e am-bientali. — Per sapere - premesso che :

in data 24 gennaio è stato inviat oun comunicato stampa di « Italia Nostra »ai presidenti del consiglio regionale e del -la giunta regionale della Sardegna e a lMinistro per i beni culturali e ambientali ,che richiamava l'attenzione sulla grave mi-naccia che grava sulle coste sarde da par -te del consorzio « Costa Smeralda », inten-zionato a costruire alcuni villaggi turisti -ci nella zona;

tale comunicato, tra l'altro, affermache « il programma di investimento delconsorzio Costa Smeralda, oscillante trai 500 e i 600 metri cubi di edificabile eassommante a mille miliardi, è di talidimensioni da apparire del tutto spropor-zionato alle reali capacità insediative de llitorale interessato, è destinato a compro-mettere definitivamente i valori ambien-tali, culturali e pàesaggistici della cost anord-est della Sardegna » ;

il comunicato di « Italia Nostrainoltre chiede un intervento nei confron-ti di altri sessanta comuni costieri, per iquali piani analoghi (Costa Turchese, ec-cetera) sono in via di progettazione;

tra l'altro, oltre ad assistere allalenta ed inesorabile distruzione dellespiagge più belle e suggestive del nostr opaese, si assiste anche ad un incoraggia -mento massiccio di un tipo di turismoelitario e separato dalla realtà locale -

qual è il parere del Ministro su talequestione;

se ritiene opportuno intervenire perporre fine alla selvaggia speculazione edi-lizia che rischia di compromettere ineso-rabilmente il patrimonio ambientale e pae-saggistico della Sardegna e in tal casoquali saranno le iniziative che il Ministro ,attraverso gli organismi competenti ,prenderà .

(3-07362)

SCIASCIA . — Al Ministro per i ben iculturali e ambientali. — Per sapere :

se è a conoscenza che una dellepiù grandi opere pittoriche del quattro-cento europeo, il « Trionfo della Morte »già a palazzo Sclafani e ora alla Galleri aNazionale di Palermo, il cui restauro èstato demandato all'Istituto centrale ro-mano, non solo sta per essere rovinat ada pesanti e maldestri interventi - com esi vede dal primo riquadro restituito all aGalleria dopo tanti anni - ma rischia ul-teriore rovina, se il secondo riquadro ,ora pervenuto all'Istituto romano, appar egià danneggiato da un intervento - pre-sumibilmente recente e presumibilmenteoperato a Palermo - per cui la superfi-cie pittorica, prima sgranata ma decifra -bile (e decifrabile, secondo uno studio-so, anche nel senso di una scritta), s ipresenta ora liscia per un colore rossa-stro steso evidentemente a spatola ;

se intende fermare questa rovinos aoperazione, accertare i danni subìti da lquadro e le responsabilità e far sì ch ela riparazione dei danni e il lavoro d irestauro vengano affidati a persone diindiscutibile competenza .

(3-07363)

COSTAMAGNA. — Ai Ministri dei tra-sporti e dei lavori pubblici. — Per averenotizie sullo sviluppo . futuro dell'aeropor-to di Torino Caselle sino al 2000, essen-

do pronto il piano regolatore generale del-l'aeroporto in un volume di 189 pagin econtenente il futuro dello scalo (che pre-vede un'aerostazione più grande per 2 .000passeggeri all'ora), volume commissionatodalla società SAGAT di Torino e realiz-zato dall'Italairport di Milano e dall aFIAT Engineering, tenendo conto della ne-cessità propria del mondo aeronautico, dianticipare di 15-20 anni la programma-zione ;

per sapere se è vero che lo studi orileva che l'aeroporto di Torino Caselle« risente di disfunzioni e vincoli propridi una infrastruttura sviluppatasi ai difuori di un organico schema generale,

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dove ad una pista adeguata alle esigenzee al ruolo dello scalo, si contrappongonoun'area terminale ristretta e non razio-nalmente organizzata ed una situazion e

operativa non del tutto ottimale » ; rile-vando carenze nelle zone di manovra ,

mentre l'aerostazione è nettamente insuf-ficiente a rispondere anche alla domandaattuale, e con una capacità di 600 pas-seggeri all'ora deve spesso far fronte a

punte che superano i 1 .200 e lo stessodiscorso vale per parcheggi e viabilità in-terna, sacrificati nella generale ristrettez-za dello scalo;

per sapere se è vero che si sareb-be quindi scelta la via di allargare l'ae-

roporto con una espansione verso oves tdi 20 ettari e trovandosi la ferrovia To-rino-Ceres nel cuore del terminal, rap-

presenterebbe un'occasione unica da sfrut-tare nel modo migliore col vantaggio diun interscambio tra i \ due mezzi di tra -sporto, al fine di reali are quel collega -

mento rapido Torino -Caselle da tempoauspicato, provvedendo ad un arretramen-to di tutti i servizi aeroportuali con l ospostamento della provinciale per Lanzoe l'interramento della ferrovia nella zon aaeroportuale ;

per sapere se è vero che tutta l'ae-rostazione passeggeri sarà modificata suun'area di 16 .000 metri quadrati, accor-pando servizi interdipendenti e svincolan-do i movimenti di arrivi e partenze con24 banchi di accettazione e 8 cancelli d iimbarco, prevedendo interventi sul piaz-zale per separare la via di rullaggio ela costruzione di una nuova bretella pe rla zona dello stabilimento Aeritalia e perquanto riguarda gli aspetti operativi èprevista la costruzione di una nuova tor-re di controllo (alta 16 metri) in posi-zione di completa visibilità sull'intero ae-roporto rinnovando le radio assistenze,con una previsione per il 1995 di un mi-lione e duecentosessantamila passeggeri /anno (oggi 600.000) e di 30.000 tonnellatedi merci, con 37 .550 movimenti di vei-coli, di cui 14.000 commerciali: in so-stanza vi potranno essere 2 .000 passeg-

geri/ora con 14 movimenti (la pista nepuò sopportare 28) e la presenza con -temporanea di 15 velivoli con 700 pas-seggeri in atrio e 900 in sala partenze ;tutto ciò senza mettere in crisi le strut-ture;

per sapere se è vero che lo studi oprevede una riduzione dell'inquinamentoacustico che a Caselle e a San Francesc oal Campo toccherà livelli di guardia in130 ettari delle zone destinate a residen-za e quello atmosferico non sarà peggio-rato dal traffico aereo, mentre per quan-to riguarda i costi il progetto general ecomporta un investimento totale di 8 8miliardi, di cui 55 direttamente legati alpiano regolatore e 20 a carico di am-ministrazioni locali ;

per sapere se è vero che nel volu-me di studio non è prevista la costru-zione della seconda pista per l'aeroportodi Torino Caselle, senza la quale non s ipotrà attuare il decollo dell'aeroporto diTorino Caselle nel 2000; e se, nelle moredella realizzazione di questi progetti, sonoallo studio iniziative per sfruttare per ilcollegamento rapido di Torino con Ca-selle la ferrovia Torino-Ceres, che giàoggi lambisce e da molto tempo (nonc'è bisogno che 10 ricordi lo studio) i lterminal .

(3-07364)

COSTAMAGNA. — Al Presidente de lConsiglio dei ministri, al Ministro per lafunzione pubblica e ai Ministri del tesoroe del lavoro e previdenza sociale . — Persapere se è vero che Rosanna De Luca ,trentatré anni, genovese e madre di u nbimbo di 8 anni, andrà in pensione al-d'inizio dell'estate, perché ha raggiuntoi 14 anni e mezzo di lavoro alle dipenden-ze dello Stato, cioè il periodo di temp orichiesto per poter fruire del minimo d istipendio per tutta la vita, che, alla suaetà, dovrebbe protrarsi ancora (con tut-ti gli auguri alla bella signora, che ov-viamente non è personalmente responsa-bile se fruisce di una legittima possibi-lità consentitale dalle vigenti leggi), per

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50 anni ed oltre, stando alle « speranz edi vita » che le recenti statistiche asse-gnano alla donna italiana, tra le più lon-geve (ahimè per l'INPS) del mondo, co-sicché le attuali 700 mila lire mensil i

circa (il calcolo, si dice, è fatto dai geno-vesi, gente ferrata nel settore, e quindi

si deve ritenere attendibile anche se sem-bra ottimista), saranno corrisposte all asana signora De Luca con i dovuti aggior-namenti rivalutativi, fino al triste mo-mento della sua dipartita.

Per sapere se è vero che la signora

Maria Martini, 29 anni, di Torino, la pen-sionata più giovane d'Italia, ha già la -

sciato il suo ufficio al Politecnico e rice-verà un mensile di 560 mila lire e ha

già dichiarato « farò la casalinga a spes edello Stato » e « non cercherò un secon-

do lavoro » .

Per sapere, inoltre, dato che il « car-rozzone » previdenziale dell'INPS mette i n

crisi il bilancio statale, contribuendo, co i

deficit degli enti preposti, al collasso del-

la economia e costringendo a penosi re-cuperi di liquidità che infieriscono sem-pre più su classi già tartassate, e dellequali i veri pensionati (quelli che hann olavorato per 40 anni ed oltre e fanno

fatica a far arrivare ogni fine mese sen-za un continuo aumento di sacrifici e ri-nunce), sono esponenti di prima linea ,

se il Governo condivida l'opinione secon-do cui è illogico ed ingiusto che in mo-menti come gli attuali uno di questi

pensionati debba fare il paragone con ch i

ha lavorato un terzo del suo periodo d i

attività effettiva e si veda trattato co n

molti minori riguardi .

(3-07365)

AJELLO, BOATO E PINTO. — Ai Mi-

nistri dell'interno e di grazia e giustizia.

— Per conoscere:

se corrisponde al vero che il giu-dice Giangiacomo Ciaccio Montalto, assas-

sinato a Trapani nei giorni scorsi, stavacollaborando all'inchiesta del giudice d iTrento, Carlo Palermo, relativa ad un va -

sto traffico di armi e droga cui non sem-brano estranee le cosche mafiose siciliane ;

se, in considerazione dell'alto livello

di rischio dell'inchiesta del giudice Carlo

Palermo, che sembra condurre ad un in-

quietante intreccio di servizi segreti d i

paesi esteri e malavita organizzata al più

alto livello internazionale, il Governo h a

provveduto a fornire al magistrato una

adeguata protezione;

se, in particolare, al giudice CarloPalermo sono state fornite una vettur ablindata e una scorta e, in caso afferma-tivo, da quanto tempo la macchina blin-

data e la scorta sono state messe a di-sposizione del magistrato, quante perso-

ne fanno parte della scorta e quale è i l

livello di addestramento delle stesse .(3-07366)

GIANNI, CATALANO E CRUCIANELLI .

— Al Ministro per i beni culturali e am-bientali. — Per sapere - in relazione a l

progetto della società STANS, « Societ àturistica alberghiera nuova Sicilia », d icostruire alcuni villaggi turistici lungo no -ve chilometri di costa siciliana, nella zo-na di Vendicari, conosciuta non solo pe r

la bellezza del paesaggio, ma anche comeuna preziosissima area di sosta dell ecentinaia di specie di uccelli che annual-mente migrano verso sud -

quale sia il parere del ministro sutale progetto, che rischierebbe di distrug-gere uno dei più suggestivi paesaggi sici-liani, e una insostituibile oasi faunistica ;

se ritenga opportuno intervenire af-finché il progetto della STANS non ven-ga realizzato e la zona costiera, di Ven-dicari venga inserita nel piano regional edi parchi e zone protette .

(3-07367)

*

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INTERPELLANZ E

I sottoscritti chiedono di interpellar e

il Presidente del Consiglio dei ministri ,

per conoscere - in relazione alla nota vi-cenda relativa alla nomina del presiden-

te dell'ENI :

premesso che, ai sensi della legge 24

gennaio 1978, n . 14, prima del decorso de l

termine previsto per il parere delle Com-missioni parlamentari (articolo 3), non s i

dà nomina, bensì solo proposta di nomi-

na; che d'altra parte, il termine per l'op-zione in caso di incompatibilità - sem-preché questa sussista tra le cariche di

presidente dell'ENEA e di presidente del -l'ENI - decorre dal provvedimento di no -

mina, e non già dalla proposta di nomina

(articolo 8) ;

premesso che, per quanto precede, i l

professor Colombo non ha conseguito allo

stato la nomina a presidente dell'ENEA, equindi non può esercitare l'eventuale

opzione;

premesso che, di conseguenza, la ca-rica di presidente dell'ENI non è vacante - :

1) se il Presidente del Consiglio nonintenda soprassedere alla proposta di no -mina del presidente dell'ENI, preannun-ciata dal Ministro delle partecipazioni sta -tali, e ciò fin quando non se ne diano lecondizioni di legge ;

2) come, in caso contrario, il Presi-dente del Consiglio possa motivare un adecisione così chiaramente illegittima .

(2-02333) « GALANTE GARRONE, BASSANINI ,MINERVINI » .

I sottoscritti chiedono di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministr ied il Ministro delle partecipazioni statali ,per conoscere :

le ragioni per cui il professor Um-berto Colombo, nominato recentement e- con giudizio largamente positivo del Par-lamento e della opinione pubblica - alla

guida dell'ENI, fondamentale gruppo dell epartecipazioni statali, sia stato inopinata -mente indicato, nei giorni scorsi, comepresidente dell'ENEA, dovendo per conse-guenza abbandonare la presidenza dell'ENI ;

come il Governo intenda procedereper garantire un definitivo assetto dellapresidenza e della giunta dell'ENI resti-tuendo così la necessaria completa opera-tività dell'ente e delle società ad esso col-legate, ispirandosi per le nomine a criteridi trasparenza, professionalità ed autore-volezza .

(2-02334) « BIANCO GERARDO, RUBBI EMI-LIO, GIRINO POMICINO, PUMI-LIA, BASSI, SINESIO, ALIVERTI ,CITARISTI, MASTELLA, MER-LONI » .

Il sottoscritto chiede di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e iMinistri delle partecipazioni statali e de lbilancio e programmazione economica, pe rsapere, in relazione alla vicenda della pre-sidenza dell'ENI (clamorosamente esplosae maliziosamente esasperata in questi gior-ni) ; considerata la relativa importanza del -la vicenda stessa non soltanto rispetto a igravi problemi della politica e della eco-nomia nazionale ma anche rispetto all eesigenze e problemi dell'ENI stesso (ch e- con i suoi fatturati, immobilizzi, investi -menti e con i suoi scarsissimi profitti -merita più completa attenzione del Parla -mento e del Governo) -:

quale sia l'orientamento del Governocirca la nomina del presidente e dell agiunta dell'ENI ;

a prescindere dalle persone, qual iscelte e direttive il Governo intenda adot-tare e stabilire per l'ente petrolifero i nuna fase storica nella quale occorre dareassoluta precedenza e priorità allo svilup-po dell'energia nucleare ;

quali provvedimenti il Governo inten-da adottare per garantire che l'attivit àproduttiva ed economica dell'ENI sia an-che al servizio della politica estera dell oStato italiano, stabilita dal Parlamento e dadottata dal Governo .

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L'interpellante, poi, di fronte alla com-plessità e gravità dei problemi creati dallagestione di questo tipo di enti; di frontead una situazione complessivamente e gra-vemente deficitaria di tutti gli enti pub-blici economici, non soltanto a livello sta -

tale; di fronte ai guasti conseguenti e fa -tali di tutte queste grosse amministrazioni« senza rischio » e quindi « senza respon-sabilità »; di fronte alla esperienza ch econferma inequivocabilmente e duramenteil potere « corruttore » delle condizioni d i« irresponsabilità » tipiche e fatali neglienti pubblici economici, chiede di sapere :

1) se il Governo non ritenga chel'unico provvedimento valido per rendereredditizi per la Nazione gli enormi patri-moni e sovvenzioni messi a disposizionedi questi enti (a carico del pubblico era -rio), e per impedire che essi diventin ocausa di crescente malgoverno e di mal -costume, sia quello - oggi in Italia e sullabase di una esperienza sempre più chiarae consolidata - di ridurre fortementel'area dello statalismo economico (a tuttii livelli), anche per restituire allo Statocapacità di vera moderazione e guida all avita economica della Nazione, liberandol odai pesi defatiganti della amministrazion ediretta e restituendolo alla libertà e digni-tà delle sue funzioni, tipiche di una so-cietà democratica ;

2) se il Governo non ritenga valido

l'insegnamento di Sturzo (come del resto

di tutta l'esperienza storica, anche ed inparticolare contemporanea, e dello stess oMarx, per il quale le strutture politich ee anche culturali e morali sono sovra-struttura e conseguenza delle struttur eeconomiche) secondo il quale esiste u nrapporto diretto tra libertà e pluralism oeconomico e libertà e pluralismo politico ;per il quale « dove arriva lo statalismocade la libertà » ; e quanto più lo statali-smo economico è diffuso tanto più irre-versibile diventa la fine di ogni libert à(non solo quella economica e religiosa opolitica, ma anche quella culturale e sin-dacale) .

.(2-02335)

« GREGGI »

Il sottoscritto chiede di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, pe rsapere quale atteggiamento si proponga d iassumere il Governo per risolvere la cris iesistente al vertice dell'ENI che si protra eoramai da molti mesi e che incide sull aefficienza di un organismo a cui è affida-ta tanta parte della esecuzione della poli-tica energetica del nostro paese .

In particolare, l'interpellante sollecitaun chiarimento su alcune recenti scelt edell'ENI che riguardano gli accordi conla società americana « Occidental » e leintese con la Montedison .

A giudizio dell'interpellante un contri-buto alla chiarezza su questi punti potràderivare anche dalla tempestiva ricostitu-zione degli organi esecutivi dell'ENI at-traverso scelte professionalmente idoneeche assicurino una presenza corale nellagiunta esecutiva del massimo ente petro-lifero italiano .

(2-02336)

« BELLUSCIO » .

I sottoscritti chiedono di interpellar eil Presidente del Consiglio dei ministri e iMinistri del tesoro, delle ,partecipazion istatali e dell'industria, commercio e arti-gianato, per conoscere criteri e compor-tamenti che il Governo ha tenuto e cheintende tenere riguardo alla preposizionein importanti uffici direttivi di enti pub-blici, enti di gestione delle partecipazion istatali ed enti pubblici bancari .

(2-02337) « LABRIOLA, SEPPIA, FIANDROTTI ,SACCONI, FERRARI MARTE, SU -SI, BARBINI, MANCA, Tocco ,SPINI, CICCHITTO, CONTE CAR-MELO, DI VAGNO, ANIASI, BoR-GOGLIO, PRINCIPE » .

I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i lMinistro delle partecipazioni statali, perconoscere -

premesso che in data 26 gennaio1983 il Ministro delle partecipazioni sta -tali ha dichiarato, di fronte alla V Com-

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missione della Camera, che nessun att oformale di dimissioni dalla carica di pre-sidente . dell'ENI è stato sottoscritto dal

professor Umberto Colombo, né sussisto -

no in alcun caso i presupposti tassativa -

mente previsti dalla legge (articolo 19 del -la legge 10 febbraio 1953, n. 136) per loscioglimento degli organi amministrativ idell'ente ad opera del Presidente della Re -pubblica, previa deliberazione del Consi-glio dei ministri ;

premesso altresì che la cosiddett anomina del professor Colombo a presi -dente dell'ENEA deve ritenersi, prima del 'decorso del termine previsto per il pa-rere delle Commissioni parlamentari (ar-ticolo 3, legge 24 gennaio 1978, n. 14) ,nulla più che una proposta di nomina ,mentre il termine per l'esercizio dell'op-zione in' caso di incompatibilità - sem-preché questa sussista tra le cariche d ipresidente dell'ENI e di presidente del-l'ENEA - decorre dal provvedimento dinomina, e non già dalla data della pro -posta di nomina (articolo 8, legge citata) ;

premesso che, di conseguenza, il pro-fessor Colombo non ha conseguito, all ostato, la nomina a presidente dell'ENEA ,

e quindi non può esercitare l'eventual eopzione, mentre l'eventuale dichiarazionedi accettazione della proposta di nominaa presidente dell'ENEA da parte del me-desimo professor Colombo non può in al-cun modo essere interpretata come eserci-zio dell'opzione, né come vincolante nelcontenuto l'esercizio stesso;

.

premesso infine che, per tutto quan-to precede, il professor Colombo è a tutt igli effetti presidente dell'ENI, carica ch edi conseguenza non è vacante - :

a) se non si ritenga di dover so-prassedere alla preannunciata proposta d inomina del presidente dell'ENI, fino aquando non- se ne diano le condizioni d ilegge, e cioè fino al termine del mandat otriennale del presidente Colombo (articolo12 della legge n. 136 del 1953); se non siritenga di dover fermamente invitare i lMinistro delle partecipazioni statali a ces-sare ogni pressione e intimidazione intesa

a convincere il medesimo professor Co -lombo a porre termine anticipatamente alsuo mandato mediante la presentazione d idimissioni o l'opzione per altro incarico ;

b) se non si ritenga di dover prov-vedere immediatamente ad assicurare lapiena funzionalità dell'amministrazione del-l'ENI, illegittimamente pregiudicata dal ri-tardo verificatosi per responsabilità de lGoverno nella nomina della giunta esecu-tiva (articolo 19, ultimo comma, legge

n . 136), provvedendo alla nomina nell anuova giunta di personalità di sicura com-petenza, riconosciuta indipendenza e gran -de prestigio, tali da garantire al presiden-te Colombo una collaborazione ad adegua-to livello ; se non si ritenga che le propo-ste al riguardo formalizzate dal Ministrodelle partecipazioni statali complessiva-mente non rispondano ai cennati criteri .

Gli interpellanti chiedono inoltre d iconoscere:

1) a quali condizioni sono statiacquisiti dall'ENI e dalle società da essocontrollate, negli anni 1980-82, impianti ed

attività di società appartenenti ai grupp iMonti, SIR, Liquigas e Liquichimica, Oc-cidental e Montedison ; quali sono gli one-ri di gestione registrati nell'esercizio 198 2e quali quelli previsti per gli eserciz i

1983-85 per la gestione degli impianti e

delle attività in questione; quali sono glioneri finanziari complessivi accollatisi dal -le società del gruppo ENI per l'acquisi-zione degli impianti e delle attività so-praricordate ;

2) se risponde a verità che l'acqui-sizione degli impianti e delle attività di

società appartenenti ai suddetti gruppi, furipetutamente e vivamente sollecitata, se

non imposta, dal Ministro delle parteci-pazioni statali, disattendendo o almen o

sottovalutando ogni riserva o cautela pro-spettata circa la effettiva opportunità del -

le accennate operazioni ; se tali intervent idel Ministero non debbano essere ritenu-ti incompatibili con i principi stabilit i

dalla legge in ordine all'autonomia istitu-zionale degli enti di gestione delle parteci-

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pazioni statali e all'economicità della lor ogestione ;

3) quali valutazioni dia il President edel Consiglio circa le ricorrenti interferen-ze del Ministro delle partecipazioni statalinella sfera di gestione autonoma che l alegge riconosce agli organi amministrativ idegli enti di gestione, nel rispetto deiprogrammi e delle direttive dei competen-ti organi governativi; quali conseguenze i lPresidente del Consiglio intenda trarne .

Per conoscere infine se il Presidentedel Consiglio possa confermare quanto as-serito dal Ministro delle partecipazionistatali, dinanzi la V Commissione perma-nente bilancio e partecipazioni statali del-la Camera il 27 gennaio 1983, che negl ianni 1978-80 il dottor Leonardo Di Donn anon esercitava alcuna funzione di sovrin-tendenza sul settore finanziario dell'ENI .

(2-02338) « BASSANINÍ, MINERVINI, GALAN-TE GARRONE, SPAVENTA » .

I sottoscritti chiedono di interpellar eil Presidente del Consiglio dei ministri ,per conoscere, con riferimento alla vicen-da ENI che si trascina da molti mesi – :

quale azione il Governo ha svolto ointende svolgere per fare luce su prece-denti oscuri, compreso il caso ENI-Petro-

min;

quale situazione il Governo ha trova-to, all'atto del suo insediamento, al verti -ce dell'ENI e quali ragioni hanno poi in-dotto il professor Colombo a mettere adisposizione del Presidente del Consigli ola propria carica di presidente dell'ENI ;

quale è l'intendimento del President edel Consiglio; competente a norma di leg-ge, in ordine alle nomine del presidentee della giunta dell'ENI dopo una deplo-revole vacanza che senza dubbio ha con -corso ad aggravare la situazione dell'ente .

(2-02339) « Bozzi, ZANONE, STERPA, BA-SLINI » .

I sottoscritti chiedono di interpellar e

il Presidente del Consiglio dei ministri ,per conoscere se non ritiene che :

la vicenda della rimozione del pro-fessor Colombo che tanto ha impressiona-to e allarmato la pubblica opinione, anch eper i modi con i quali è stata condotta ,rappresenti solo il sintomo più appari-scente di un male più vasto e generaliz-zato che coinvolge non solo il settore del -le partecipazioni statali, ma più in gene-rale tutti gli enti i cui dirigenti sono di

nomina governativa ;

l'esercizio del potere di nomina daparte del Governo, abbia indotto i parti -ti di maggioranza, che sul Governo eser-citano una rigorosa tutela, a considerar etali enti come un bene da spartire secon-do il criterio delle zone di influenza ;

tale pratica lottizzatrice, che umili ai dirigenti e contribuisce in maniera deter-minante al dissesto economico e finanzia -rio degli enti, non possa essere correttadagli inutili quanto frequenti appelli ad« operare scelte che tengano conto dell aprofessionalità », perché tali scelte, pe rquanto più apprezzabili di altre, non in-cidono sulla sostanza lottizzatrice del mec-canismo di selezione ;

il solo modo per porre fine a que-sta pratica devastante sia di individuareun nuovo e diverso meccanismo di sele-zione dei dirigenti del tutto sottratto all escelte del potere politico, ai partiti di go-verno come a quelli di opposizione, postoche una lottizzazione allargata non sareb-be per questo meno deprecabile .

(2-02340)

« AJELLO, BOATO, PINTO » .

I sottoscritti chiedono di interpellar eil Presidente del Consiglio dei ministrie il Ministro delle partecipazioni statali ,per sapere in base a quali criteri di go-verno ritengono compatibile con i prin-cìpi del nostro diritto, della nostra Co-stituzione e della moralità pubblica i lcomportamento del Ministro delle narte-

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cipazioni statali e dello stesso Presiden-te del Consiglio in ordine alla nota vi-cenda delle nomine al vertice dell'ENI ,

atteso che :

1) il Governo ha sostanzialmente di-missionato il presidente dell'ENI, di re-cente nomina, « reo » di non accettare lacandidatura del dottor Di Donna per lagiunta esecutiva dell'ente, frutto evidentedi una lottizzazione che consente ai par-titi di considerare giurisdizione privatale nomine presso gli enti e gli organism idello Stato, a garanzia di una gestion edi tali enti e organismi che tuteli inte-ressi di parte, spesso inconfessabili e pa-rassitari ;

2) il Presidente del Consiglio si èfatto garante dell'esecuzione di una ille-cita contrattazione e di una inammissibil epretesa di potere e lo ha fatto con att iespliciti di governo, prima omettendo loadempimento dovuto di nominare la giun-ta dell'ente volendo esercitare una inde-bita pressione sugli eventi e sulla perso-na del presidente dell'ENI, poi tentandouna mediazione e assoggettando la gestio-ne di altri enti all'esigenza di superar el'impasse con un giro di lottizzazione, in-fine « liquidando » dalla presidenza dell'en-te petrolifero il professor Colombo co nassoluto spregio delle ragioni obiettive chegiustificavano le sue resistenze e suggeri-vano legittime perplessità e inquietudinialla pubblica opinione ;

3) gravano sulla amministrazionedell'ENI, così gestito da tempo, sospettitutt'altro che gratuiti in ordine : a) allacorresponsione di tangenti addossate alloacquisto di petrolio, di gas, di aziende emacchinari ; b) alla liceità e alla chiarezzadi operazioni finanziarie che hanno procu-rato all'ente perdite irrecuperabili supe-riori ai 200 miliardi ;

4) un autorevole e attendibile espo-nente politico della stessa maggioranza ,ipotizzando l'eventualità che presso la so-cietà FORADOP, in qualche modo legataistituzionalmente e comunque operativa-mente all'ENI, si occultino o si siano si nqui occultati documenti attinenti a tali

attività penalmente rilevanti e corruttric idella vita politica, ha avanzato il dubbi oche l'atteggiamento del Governo verso i lpresidente dell'ENI possa essere influen-zato dall'interesse a tutelare tale occul-tamento ;

5) la sospettabilità dell'attività fi-nanziaria dell'ENI riposa su dati di fat-to non ancora, inspiegabilmente, chiarit i(coincidenza dei prestiti forniti alle ban-che di Calvi con una situazione defici-taria dell'ENI che si configura come undisastro, con - l'inchiesta condotta dall aBanca d'Italia a carico del compless obancario facente capo all'Ambrosiano, conle mediazioni di Gelli e della P2 operantia ridosso delle banche beneficiate) ;

6) non hanno ancora avuto alcunriscontro di smentita le dichiarazioni co ncui l'ex presidente Grandi : a) ha affer-mato di « non essere stato a suo temp oinformato » se non a cose fatte di al-cuni fra i prestiti forniti dall'ENI aCalvi ; b) e non ha voluto negare creditoalla supposizione che la sua estromissio-ne dalla presidenza dell'ENI fosse conse-guente alla inchiesta da lui aperta pe rindagare su tali operazioni (« se Gaffinovuole dire che sono stato allontanatoproprio perché avevo promesso una in-chiesta sul delicato caso, avrà evidente-mente le sue motivate ragioni, sulle qualinon faccio commenti ») ;

7) le risposte fornite dal Ministrodelle partecipazioni statali al Parlament oconfessano ignoranze, reticenze e pigrizieche, a quanto ne ha scritto ampiament ela stampa, contrastano con le informa-tive fornite allo stesso Ministro quant omeno dall'ex commissario dell'ENI Gan-dolfi .

Gli interpellanti infine chiedono di sa-pere in che modo e in che tempi il Go-verno intenda operare per porsi e risol-vere il problema relativo alla nomina delvertice ENI in termini di efficacia e d icorrettezza costituzionale e democratica ,al duplice fine di ripudiare la logica del -la lottizzazione e ridare credibilità ed ef-

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ficienza ad un ente che rischia altriment i

un colossale fallimento .

(2-02341) « ROCCELLA, CALDERISI, BONINO ,

AGLIETTA,

CICCIOMESSERE,

CORLEONE, MELLINI, TEO -

DORI » .

I sottoscritti chiedono di- interpellarei Ministri dell'interno, degli affari ester ie di grazia e giustizia per conoscere –premesso :

che le polemiche apertesi in segui-to alla apparizione del libro del general eRamon Camps, segnalatosi di recente pe r

le sue arroganti dichiarazioni sugli scom-parsi, Caso Timerman, Punto Final e diquello del giornalista Jacobo Timerman ,detenuto per due anni e poi liberato, Pri-gioniero senza nome, cella senza numero ,pongono interrogativi inquietanti in meri-to alle connessioni che sembrano esisterefra la tragica vicenda degli scomparsi ela loggia massonica P2 ;

che tale connessione viene sottoli-neata sempre più di frequente dalla stam-pa argentina che tira in ballo la loggiaP2 ogni volta che si parla degli « eccess idella repressione » ;

che lo stesso Jacobo Timerman i ndichiarazioni rese dopo la sua liberazio-ne, aveva manifestato il sospetto che lasua detenzione fosse stata voluta dall aloggia P2 alla quale era affiliato il gene-rale Suarez Mason che firmò l'ordine pe ril suo arresto ;

che alla magistratura argentina è sta-ta presentata una denuncia secondo l aquale un uomo di affari italiano, ArturoBranca; sarebbe stato sequestrato e ucci-so perché entrato incautamente in concor-

renza commerciale con uomini della log-gia massonica P2 – :

se non ritengono che la presenza d iquesti e altri indizi inquietanti dovrebb eindurre le autorità italiane a promuovereuna seria indagine per accertare se cit-tadini italiani, più o meno eccellenti, af-

filiati alla loggia massonica P2 e avent irilevanti interessi in Argentina, abbian oavuto responsabilità dirette o indirette ne lsequestro e nella successiva scomparsa d ipersone che non avevano nulla a che fa -re con la lotta armata ma che turbava-no i disegni politico-affaristici della Or-ganizzazione ;

se non ritengono, altresì, che, nelmomento in cui l'Italia si fa giustament einterprete della domanda di verità e d igiustizia che viene dalla opinione pubbli-ca argentina e dalla comunità internazio-nale, essa dovrebbe assumere tutte le ini-ziative necessarie per accertare le even-tuali responsabilità di cittadini italian inella tragica vicenda degli scomparsi .

(2-02342)

« AJELLO, BOATO, PINTO » .

I sottoscritti chiedono di interpellar eil Ministro degli affari esteri, per cono-scere :

quale giudizio dia delle dichiarazioni ,rese nel corso di una intervista ad u ngiornale di Madrid, dal generale argentinoRamon Camps, ex capo della polizia diBuenos Aires, tristemente famoso per isuoi trascorsi di aguzzino e torturatore ,secondo il quale « tutti i desaparecidossono morti », uccisi nel contesto di unacampagna di « repressione del terrorismo »nel corso della quale sono stati commess iabusi ed atrocità che il generale non sol onon nasconde, ma rivendica con incredi-bile arroganza ;

quali iniziative diverse e più pres-santi di quelle poste in essere finora, i lGoverno italiano ha assunto o intende as-sumere per indurre la giunta militare ar-gentina a pronunciarsi immediatamentesulle sconcertanti dichiarazioni del gene-

rale Camps e a chiarire se essa vuoleassumersi la responsabilità di tutte l e« atrocità » e gli « abusi » commessi ne lcorso della « repressione al terrorismo »come reclama Camps, o se invece no nritiene di dovere procedere, senza ulterio-ri indugi, a fare piena luce su questa tra-

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VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 31 GENNAIO 198 3

gica vicenda come esigono, in manier a

sempre più pressante, l'opinione pubblica

argentina e internazionale ;

quali iniziative il Governo italiano ha

assunto o intende assumere per far com-prendere alla giunta militare argentin a

che il progetto di una amnistia generaliz-zata per i reati commessi nel corso della

« repressione », non ha alcuna possibilità

di essere accettato 'dalla comunità inter -nazionale che esige verità e giustizia a tu-tela dei princìpi fondamentali dello stat odi diritto che sono i pilastri della nostr acultura e della nostra civiltà, alle qual iné la giunta militare argentina, né alcunaltro può sperare di attentare impune -mente .

(2-02343)

« AJELLO, BOATO, PINTO » .

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