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Atti Parlamentari — 26617 — Camera dei Deputati IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 198 5 RESOCONTO STENOGRAFIC O 291 . SEDUTA DI GIOVEDÌ 28 MARZO 198 5 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE VITO LATTANZI O IND I DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTTI E DEL VICEPRESIDENTE ALDO ANIAS I INDIC E PAG. PAG. Missioni 2661 9 Disegni di legge : (Approvazione in Commissione) . . 2670 6 (Trasmissione dal Senato) 2661 9 Disegno di legge (Seguito della discus- sione) : Disposizioni sugli enti e beni ecclesia- stici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nell e diocesi (2337) . PRESIDENTE 26620, 26624, 26629, 26634 , 26635, 26636, 26637, 26638, 26639, 26641 , 26642, 26643, 26644, 26646, 26647, 26651 , 26654, 26655, 26656, 26657, 26658, 26661 , 26663, 26667, 26669, 26673, 26674, 26676, 26677, 26682, 26687, 26688, 26692, 26694 , 26700, 26706, 26707, 26712, 2671 3 BALESTRACCI NELLO (DC), Relatore pe r la II Commissione 26621, 26626, 26627 , 26629, 26631, 26636, 26637, 26671, 26672 , 2667 6 CRIVELLINI MARCELLO (PR) . . 26630, 26641 , 26647, 26651, 26688, 2669 2 DEL DONNO OLINDO (MSI-DN) . 26687, 2669 4 FERRARI SILVESTRO (DC) 26634, 26639, 26644 , 26651, 26660, 26667, 26673, 2668 7 GITTI TARCISIO (DC) 26638, 2665 5 MELEGA GIANLUIGI (PR) 26624, 26626, 26627 , 26629, 26637, 26638, 26639, 26642, 26643 , 26644, 26645, 26647, 26658, 26692, 26693 , 2670 6 PICANO ANGELO (DC) 26639

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 1985

RESOCONTO STENOGRAFIC O

291 .

SEDUTA DI GIOVEDÌ 28 MARZO 198 5

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE VITO LATTANZIO

IND I

DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTTI E DEL VICEPRESIDENTE ALDO ANIASI

INDICE

PAG.

PAG.

Missioni 26619

Disegni di legge:(Approvazione in Commissione) . . 26706(Trasmissione dal Senato) 2661 9

Disegno di legge (Seguito della discus-sione) :

Disposizioni sugli enti e beni ecclesia-stici in Italia e per il sostentamentodel clero cattolico in servizio nell ediocesi (2337) .

PRESIDENTE 26620, 26624, 26629, 26634 ,26635, 26636, 26637, 26638, 26639, 26641 ,26642, 26643, 26644, 26646, 26647, 26651 ,26654, 26655, 26656, 26657, 26658, 26661 ,26663, 26667, 26669, 26673, 26674, 26676,

26677, 26682, 26687, 26688, 26692, 26694 ,26700, 26706, 26707, 26712, 2671 3

BALESTRACCI NELLO (DC), Relatore perla II Commissione 26621, 26626, 26627 ,26629, 26631, 26636, 26637, 26671, 26672 ,

26676CRIVELLINI MARCELLO (PR) . . 26630, 26641 ,

26647, 26651, 26688, 2669 2DEL DONNO OLINDO (MSI-DN) . 26687, 2669 4FERRARI SILVESTRO (DC) 26634, 26639, 26644 ,

26651, 26660, 26667, 26673, 2668 7GITTI TARCISIO (DC) 26638, 2665 5MELEGA GIANLUIGI (PR) 26624, 26626, 26627 ,

26629, 26637, 26638, 26639, 26642, 26643 ,26644, 26645, 26647, 26658, 26692, 26693 ,

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PAG . PAG.

RUTELLI FRANCESCO (PR) 26651, 26655, 26674, alla sede legislativa ai sensi dell'ar -26675, 26676, 26677, 26682, 26703, 26705, ticolo 77 del regolamento) 26620

26708, 2671 1SEGNI MARIOTTO (DC)

. 26692, 26698, 2670326643

Interrogazioni e interpellanza :(Annunzio) 2671 3SENALDI CARLO (DC)

SPADACCIA GIANFRANCO (PR) 26629, 26630,26631, 26632, 26634, 26667, 26669, 26671, Documenti ministeriali :

26672, 26712 (Trasmissione) 26658TEODORI MASSIMO (PR) 26620, 26621, 26629 ,

26634, 26635, 26636, 26637, 26639, 26641, Parlamento europeo :26656, 26657, 26660, 26661, 26663, 26677, (Trasmissione di risoluzioni) 26620

26698, 26700

Proposte di legge :Risoluzioni :

(Annunzio) 2671 3(Annunzio) .

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. 2661 9(Approvazione in Commissione) .

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. 26706 Votazione segreta 26678(Assegnazione a Commissione in sede

referente) 2665 7(Trasferimento dalla sede referente

Ordine del giorno della seduta di do-mani 2671 3

SEDUTA PRECEDENTE N . 290 - DI MERCOLEDÌ 27 MARZO 198 5

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La seduta comincia alle 9,30.

PIETRO ZOPPI, Segretario, legge il pro-cesso verbale della seduta di ieri .

(È approvato) .

Missioni .

PRESIDENTE. Comunico che, a normadell'articolo 46, secondo comma, del re-golamento, i deputati Bonetti, Caccia ,Cerquetti, Di Re, Gatti, Marianetti, Mar-tino, Miceli, Reggiani, Ruffini, Adolf oSarti, Savio, Stegagnini, Tassone, Vernol ae Zanini sono in missione per incarico delloro ufficio .

Annunziodi proposte di legge.

PRESIDENTE. In data 27 marzo 1985sono state presentate alla Presidenza leseguenti proposte di legge dai deputati :

STERPA : «Riforma del segreto istrutto -rio» (2723);

SINESIO : «Norme per la profilassi dell arosolia nella popolazione femminile e perla registrazione degli handicappati »(2724) ;

DE CARLI ed altri : «Modifica dell 'arti-colo 23-octies del decreto-legge 30 giugno

1972, n. 267, convertito in legge, con mo-dificazioni, dalla legge 11 agosto 1972, n .485, concernente il versamento dei contri-buti sindacali alle federazioni pensionat iattraverso trattenuta sulla pensione»(2727) ;

DE CARLI ed altri: «Provvedimenti per losviluppo e il sostegno delle attività econo -miche in alcune aree della frontieraorientale» (2728) ;

TREMAGLIA ed altri: «Integrazione dellalegge 2 aprile 1968, n. 482, concernentel 'assunzione obbligatoria presso le pub-bliche amministrazioni e le aziende pri-vate dei lavoratori che hanno prestato la-voro subordinato all ' estero» (2729) .

Saranno stampate e distribuite .

Trasmissioni dal Senato.

PRESIDENTE. In data 27 marzo 1985 ,il Presidente del Senato ha trasmesso allaPresidenza i seguenti disegni di legge :

S. 644. — «Modifiche alla disciplina de lpatrocinio davanti alle preture e degl iesami per la professione di procurator elegale» (approvato da quel Consesso)(2725) ;

S . 1077. — «Modificazioni all'ordina-mento dell ' Istituto di studi per la pro-grammazione economica (ISPE)» (appro-

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vato da quella V Commissione perma-nente) (2726) .

Saranno stampate e distribuite .

Trasmissione di risoluzionidal Parlamento europeo .

PRESIDENTE. Il Presidente del Parla-mento europeo ha trasmesso il testo d idue risoluzioni :

«sulla commemorazione del 400 anni-versario della fine delle ostilità in Eu-ropa» (doc. XII, n . 82) ;

«recante chiusura della procedura d iconsultazione del Parlamento europeo s uuna proposta della Commissione delle Co-munità europee al Consiglio concernent eun regolamento che modifica i regola -menti (CEE) n . 918/83 e n . 950/68 relati -vamente al trattamento tariffario applica -bile alle merci contenute nel bagaglio deiviaggiatori o formanti oggetto di piccol espedizioni a privati» (doc . XII, n . 83) ;

approvate da quel consesso rispettiva -mente il 14 e il 15 febbraio 1985 .

Questi documenti saranno stampati, di-stribuiti e, a norma dell'art . 125 del rego-lamento, deferiti alle sottoindicate Com-missioni permanenti : alla VI ed alla XCommissione (doc . XII, n . 83), alla VIICommissione (doc. XII, n . 82), nonchéalla III Commissione (Esteri) .

Trasferimento di una proposta di legg edalla sede referente alla sede legisla-tiva ai sensi dell'articolo 77 del regola -mento .

PRESIDENTE. Come la Camera ri-corda, nella seduta del 21 febbraio 1985, èstato assegnato alla VII Commissione per -manente (Difesa), in sede legislativa, i ldisegno di legge n . 2479 .

Per consentire alla stessa Commission edi procedere all'abbinamento richiestodall'articolo 77 del regolamento, è quindi

trasferita in sede legislativa la seguenteproposta di legge d'iniziativa dei deputat iPerrone ed altri : «Modifiche alla legge 1 2aprile 1984, n. 65, relative all'adegua-mento degli organici degli ufficial idell'Arma dei carabinieri» (1795), attual-mente assegnata in sede referente e ver-tente su materia identica a quella conte-nuta nel suddetto disegno di legge n .2479 .

Seguito della discussione del disegno dilegge: Disposizioni sugli enti e beniecclesiastici in Italia e per il sostenta -mento del clero cattolico in servizi onelle diocesi (2737).

PRESIDENTE. L'ordine del giornoreca il seguito della discussione del di -segno di legge: Disposizioni sugli enti ebeni ecclesiastici in Italia e per il sosten-tamento del clero cattolico in servizionelle diocesi .

Ricordo che nella seduta di ieri è stat oapprovato l'articolo 2 . Passiamo pertant oall'esame dell'articolo 3, nel testo del Go-verno. Ne do lettura :

«Il riconoscimento della personalit àgiuridica è concesso su domanda di chirappresenta l'ente secondo il diritto cano-nico, previo assenso dell'autorità ecclesia -stica competente, ovvero su domanda diquesta» .

Passiamo agli interventi sull 'articolo 3 .Ha chiesto di parlare l 'onorevole Teodori .Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI . Signor Presidente ,colleghi, anche questa mattina l'aula no nè molto gremita . E questo un segno evi-dente che il disegno di legge in esame nonsuscita grande interesse ; quell'interesseche, semmai, si registra solo al moment odel voto, quando si tratta semplicement edi premere un bottone, magari non com-prendendo bene di che cosa si stia par-lando .

Ieri, insieme agli altri colleghi delgruppo radicale, intervenendo sull'arti-

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colo 2, abbiamo elencato parte degli istitutireligiosi che, secondo questo provvedi-mento, «fanno parte della costituzione ge-rarchica della Chiesa» e come tali ver-ranno automaticamente riconosciuti civil-mente come enti ecclesiastici e potrann oquindi godere di un diritto speciale nonsolo nell 'ordinamento e nel diritto cano-nico ma anche in quello civile .

L 'articolo 3, che ora esaminiamo, appa-rentemente sembra avere minore impor-tanza, tanto è vero che sia la relazioneoriginaria sia quella delle Commission iriunite II e III non dedicano neppure u nperiodo alla sua illustrazione. Tale arti -colo, invece, a nostro giudizio, è impor-tante in quanto in esso si riafferma l asostanziale abdicazione dello Stato (stav oper dire dello Stato laico, ma, come ve-dremo tra un attimo, è più esatto parlar edello Stato tout court) che demanda all'au-torità ecclesiastica, cioè ad una autorit àesterna ad esso, possibilità di un automa-tico riconoscimento civile degli enti eccle -siastici, vale a dire una materia che pureha conseguenze sull'ordinamento delloStato .

Con riferimento agli enti in questione ,l 'articolo 3 testualmente recita : «Il ricono -scimento della personalità giuridica èconcesso su domanda di chi rappresent al'ente — potremo poi precisare, leggend ol 'annuario pontificio, chi sono questi rap-presentanti — secondo il diritto canonico ,previo assenso dell'autorità ecclesiasticacompetente, ovvero su domanda di que-sta».

Signor sottosegretario, dal momentoche ha rilasciato questa mattina una bril-lante intervista all 'Avvenire, potrebbespiegarci perché in una legge che ha con-seguenze ed effetti nell 'ordinamento ci -vile la potestà di provocare dette conse-guenze sia demandata all ' autorità eccle-siastica competente, ovvero su domand adi questa? È l 'autorità ecclesiastica chedeve fare domanda o che deve dare il per -messo affinché un certo istituto religiosopossa vedersi riconosciuta la personalit àgiuridica . Altro che Concordato del 1929,compagni comunisti, compagno Triva;alla faccia dei vostri peana sul «nuovo

capitolo che si apre nei rapporti tr aChiesa e Stato . . . la riforma può conside-rarsi di portata storica» ; «Il contribut odeterminante a questo fatto storico diriappropriazione da parte dello Stato delsuo carattere laico dato dal partito comu-nista», così come pubblica oggi Rinascita .Alla faccia di tutto questo noi mettiamonelle mani dell 'autorità ecclesiastica lapossibilità di compiere un atto rilevant enell'ordinamento civile italiano .

Ma lasciamo la parola a chi, al di l àdella passione civile, laica, parlamentareo politica che può animare quattro sgan-gherati deputati radicali, di queste cose s ene intende e cioè alla Rivista di dirittoecclesiastico che pubblica un lungo saggiodi cui una parte è proprio dedicata all 'ar-ticolo 3 al quale Balestracci e Colombonon hanno riservato neppure una riga .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione . Se la leggi bene, c 'è .

MASSIMO TEODORI. Cercheremo dicomprendere tra le righe che cosa hannoscritto i relatori dell ' articolo 3 .

Il saggio dal titolo Gli enti ecclesiastici el'accordo tra Stato e Chiesa, che leggo te-stualmente perché credo che meglio dicome con scienza e conoscenza è scritt oin una rivista giuridica specifica io certa-mente non potrei fare, così recita : «L 'ac-cordo prevede che il riconoscimento i nfuturo oltre ad essere legato all 'esistenzadi requisiti soggettivi ed oggettivi, possaaver luogo solo a domanda dell 'autoritàecclesiastica (articolo 3) o con l 'assenso diessa» .

In realtà, mi rivolgo ai compagni comu-nisti, è l 'autorità ecclesiastica ad avere i nmano l 'assenso, ma proseguiamo nella ci-tazione: «In conseguenza, la legittima-zione al riconoscimento è attribuita a tal eautorità e a chi da tale autorità abbiaavuto il preventivo assenso». Inoltre, è ri-chiesto il requisito soggettivo nel sens oche deve trattarsi di un ente retto o ap-provato secondo le norme del diritto ca-nonico . Altro che Stato laico, siamo inpiena canonizzazione dello Stato con i lriconoscimento del diritto canonico, il

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permesso della gerarchia ecclesiastica ela domanda fatta direttamente dall'auto-rità ecclesiastica o con il suo assenso .

A questo punto mi domando perchénon recepire il codice di diritto canonic o(non lo conosco) all ' interno del codice ci -vile affinché tutti i clericali, comunisti odemocristiani, o di altro tipo, possano fi-nalmente inneggiare a questo moment ostorico .

Riprendo la citazione: «Così lo Statonon potrà mai riconoscere la personalitàgiuridica di un ente che si dica cattolico ,ma non sia stato approvato secondo i ldiritto canonico, e senza che la domand adi riconoscimento sia stata presentat adal l 'autorità ecclesiastica o abbia ricevutol'assenso di questa» . Altro che articolo 20della Costituzione, che costituisce pe raltro una protezione per eventuali tratta-menti in peggio rispetto ad una legisla-zione: qui è proprio l'autorità ecclesia-stica che entra in pieno nell'ordinament ocivile !

La Rivista di diritto ecclesiastico prose-gue : «Queste norme garantiscono l'iden-tità degli enti che sono collegati all aChiesa cattolica e perciò tutelano la li-bertà di questa di riconoscere come catto-liche solo quelle organizzazioni che ri-tenga meritevoli di tale qualifica» . Per es-sere chiari, se il gruppo Abele di Torinovolesse essere riconosciuto come grupp oche svolge attività di culto e di religione, ela gerarchia cattolica dicesse, e sicura -mente lo direbbe, «no», automaticament esarebbe fuori . Allora, compagni comuni-sti, non venite a raccontarci le stupidag-gini del grande capitolo di liberazionedella coscienza religiosa e di riacquist ototale del carattere laico! Qui siamo inuna vera cultura temporale, che ponenelle mani della gerarchia della Chiesatutto il potere, anche per riconoscere iprivilegi e gli statuti speciali previsti d aquesto vostro accordo .

Riprendo la citazione della Rivista didiritto ecclesiastico : «È evidente che co-desta garanzia è offerta dallo Stato sol onel momento del riconoscimento dell apersonalità giuridica, giacché un ente d ifatto potrebbe autoqualificarsi come cat-

tolico anche in contrasto con l'autoritàecclesiastica, fino a quando questa no nottenesse dall'autorità giudiziaria unprovvedimento che vietasse ad una orga-nizzazione da essa non approvata l'uso d idetta qualifica» . Infatti, se un gruppo s iqualificasse come religioso e fosse com-posto effettivamente da religiosi e cre-denti, e gli venisse negata dalla gerarchiaecclesiastica la qualifica, che cosa acca-drebbe? Ce lo devono spiegare il signorsottosegretario ed i sostenitori di quest oche viene ritenuto un grande accordo d ilibertà .

Proseguo nella citazione: «È ovvio ch el ' impegno concordatario in primo luog origuarda lo Stato e tutti gli enti pubblic iad esso collegati, di non dar vita ad enticattolici non approvati dall 'autorità dellaChiesa» . Quindi, non è il mondo dei catto -lici e dei credenti che si organizza e ,anche tramite questa legislazione di privi-legio, gode di certi benefici, ma è laChiesa che decide chi, come e perch édeve rientrare in questo tipo di accordo .

«Il requisito oggettivo previsto dall 'ac-cordo per il riconoscimento degli enticome ecclesiastici è che essi abbiano fina -lità di religione e di culto . Ove questafinalità sia mutata o quando vi sia qual-siasi altro mutamento sostanziale, oc -corre il riconoscimento di tale nuova si-tuazione da parte dello Stato, con proce-dimento analogo a quello del riconosci -mento. Questa disposizione dell'accord oha concordatizzato una norma fino adora dettata unilateralmente dall'articol o4, terzo comma, della legge n . 848 del1929» .

Alla faccia della grande revisione sto-rica, del superamento del 1929, del cava-lier Benito Mussolini della ragion diStato, dell'uso della Chiesa per puntellareil regime! Altro che : nella legge n . 848 diapplicazione del Concordato del 1929 perquanto riguardava gli enti ecclesiastici egli istituti religiosi, non era presente al -cuna norma di concordatizzazione degl ienti ecclesiastici! Ce lo ricorda l'esperto d idiritto canonico, con riferimento al terzocomma dell 'articolo 4 della legge n . 848 .E invece, questa vostra revisione, con l'ar-

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ticolo 7 dell'accordo e con l'articolo 3 deldisegno di legge di cui stiamo discutendo ,per la prima volta concordatizza definiti-vamente gli istituti religiosi e di culto, all afaccia del «grande Concordato di liber-tà» !

Continuo a leggere : «La espression esfumata "finalità", usata dall 'accordo inrapporto alla ulteriore previsione riguar-dante le attività diverse da quelle di reli-gione e di culto svolte dagli enti ecclesia-stici, sembra dimostrare che in sede diriconoscimento avranno rilievo prepon-derante i requisiti soggettivi sopra men-zionati . L'importante è che si tratti di ent ieretti o approvati secondo il diritto cano-nico e che la domanda di riconosciment osia proposta dall 'autorità ecclesiastica ocon l'assenso di essa. In conseguenza ,anche un ente le cui finalità di religione edi culto non siano prevalenti può esser eclassificato come ente ecclesiastico pur -ché ricorrano i detti requisiti sogget-tivi» .

Insomma, qui finiamo anche con l 'ab-bandonare il concetto di finalità di reli-gione e di culto, ammettendo che è suffi-ciente che sia Santa Madre Chiesa (nell asua gerarchia ufficiale, non nel su omondo dei credenti e nella sua attività diapostolato), che sia la gerarchia tempo-rale della Chiesa a decidere quale entepossa essere classificato «ecclesiastico» equale no.

Riprendo la citazione, perché riteng oche non vi sia modo migliore per dir equeste cose: «E appena il caso di ricor-dare le vicende cui ha dato luogo l'arti-colo 25 del decreto del Presidente dellaRepubblica 24 luglio 1977, n . 616, a pro-posito delle IPAB» (in questo modo vieneanche liquidato tutto il grande, lungo di -battito delle IPAB e sulle loro proprietà)«che svolgessero in modo precipuo atti-vità inerenti alla sfera educativo-reli-giosa. Norme analoghe a questa non po-trebbero essere riproposte senza chefosse apertamente violato il principi oconcordatario ora fissato con l'articolo 7 ,secondo comma, del l 'accordo e con la su alegge di applicazione (articolo 3), ri-guardo al carattere ecclesiastico degli

enti eretti o approvati secondo il diritt ocanonico, il cui riconoscimento sia stat opatrocinato dalla autorità ecclesiastica ,ancorché la finalità di religione e di cult onon sia precipua» .

Potremmo dunque dire che con quest oarticolo 2 il diritto al riconoscimentodegli istituti religiosi (che in questo mododiventano soggetti di questo diritto spe-ciale) è legato non tanto alla finalità d iculto e di religione (finalità che comun-que, come abbiamo detto e ripetuto, nonconfigura certo un concetto giuridico de -finito e come tale discriminante), quantopiuttosto (finalmente ci siamo arrivati! )alla «sponsorizzazione» della gerarchi adella Chiesa: un istituto è sponsorizzatodalla Chiesa e allora può avere il ricono-scimento, un altro non è sponsorizzato eallora l 'usbergo delle finalità di culto e direligione rimane una pura fantasia .

Infatti, scrive il nostro : « . . .ancorché lafinalità di culto e di religione non sia pre-cipua, purché vi sia il riconoscimento pa-trocinato dalla autorità ecclesiastica» ,purché dunque vi sia la sponsorizza-zione .

Riprendo a leggere dalla rivista : «Laprevisione generalizzata, secondo la qualegli enti sono ecclesiastici solo se perse -guano fini di religione e di culto è inno-vativa rispetto alle disposizioni del Con -cordato del 1929» . Innovativa, ma ve -diamo in che senso: «Le disposizioni delConcordato del 1929, come è noto, richie-devano codesti fini solo per taluni enti ,confraternite e fondazioni di culto . Lenuove disposizioni, però, in mancanza d iopportune precisazioni nella legge, d asole non sembra che bastino ad escludereche possano ottenere riconoscimentocome enti ecclesiastici anche organismi icui fini di religione e di culto siano sim-bolici». Certamente la definizione di finesimbolico di religione e di culto è molt ogenerica, molto vaga.

Colleghi, signor rappresentante del Go-verno, questo disegno di legge non è ob-brobrioso per le ragioni dette, perché, l àdove c'era una materia limitata, precisa ,che era servita come moneta di scambi odi potere nel 1929, oggi si apre un enorme

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varco ad una legislazione speciale, ch ecosterà ai cittadini italiani, alla comunitànazionale, anche molto denaro, ma nonsoltanto molto denaro, trattandosi di unalegislazione speciale che graverà su ch icrede nel diritto di libertà e ugua-glianza.

Tutto ciò, inoltre, non viene fatto solo aidanni del diritto dello Stato, dello Statolaico, della separazione tra Stato e Chiesa,ma rappresenta anche un'arma all ' in-terno della Chiesa e del mondo cattolicocontro i cattolici ed i credenti . Quanti isti -tuti, quanti enti, quanti gruppi del mond ocattolico dovranno sottostare al ricattodella autorizzazione da parte dell'autorit àcompetente?

Compagni comunisti, che scrivete certecose, bisognerebbe avere un po' più d ipudore. Carlo Cardia sull'ultimo numer odi Rinascita scrive: «Vista in ques t 'ottica ,la riforma delle relazioni tra Stato eChiesa può considerarsi di portata sto-rica. Un cammino nuovo nel quale nes-suna fede dovrebbe essere usata com einstrumentum regni e tutti i cittadini ed igruppi sociali potranno recare il propriocontributo». Ebbene, altro che instru-mentum regni, viste le cose di cui stiamoparlando! In questo caso, l'instrumentumregni non intercorre soltanto, come ne l1929, tra il cavaliere Benito Mussolini e l aSanta Sede; in questo caso l'instru-mentum regni serve anche rispetto a lmondo cattolico, al vasto e variegatomondo cattolico. Sappiamo, infatti, com enel mondo cattolico fioriscano oggigruppi, associazioni, opere, attività, ch eprobabilmente riscoprono una manieragenuina, originale e nuova di fare oper adi religione e di culto .

A che cosa valgano queste nostre grid ain quest'aula deserta non lo so . Che cosavale discutere qualche ora in più, qualchegiorno in più su un siffatto disegno d ilegge? Vale, compagno comunista ch esorridi, per chi crede in fondo nella de-mocrazia parlamentare e che le parol equalche volta possano anche rappresen-tare messaggi che, guadagnando tempo ,arrivino anche al di là del Palazzo checerca di soffocare tutto, di rinchiudere

tutto, soprattutto gli imbrogli, come ne lcaso di questo disegno di legge .

Voi saprete o non saprete che c 'eranotre grandi scuole in fatto di rapporti tr aStato e Chiesa: i concordatari, gli anticon -cordatari e, poi, gli imbroglioni con i lor oesperti . Tutto ciò è frutto della combina-zione della scuola dei concordatari conquella degli imbroglioni . A questo punto ,non so a che cosa possa servire quest onostro appello, mi auguro solo che il no-stro comportamento faccia risvegliare lecoscienze dei deputati liberi di parte cat-tolica e di parte comunista. Tali coscienzesi sono ampiamente manifestate i nquest'aula in quanto ieri, su circa 360votanti, a fronte di una quindicina di col -leghi che si sono apertamente dichiarat icontrari all'articolo 2 si sono registrat iben 77 voti contro l'articolo che si votava .Vi sono stati perciò 60 rappresentanti de lpopolo italiano, probabilmente prove-nienti da quei banchi lì, che hanno rifiu-tato l'opportunismo concordatario comu-nista, oppure provenienti da quegli altr ibanchi, che hanno rifiutato questo usomondano della legge, o ancora da quest ibanchi del mondo socialista laico no nsvenduto, che hanno espresso chiara-mente il loro pensiero nel segretodell 'urna. Noi ci auguriamo che, nel corsodella discussione odierna, questo movi-mento di libere coscienze possa svilup-parsi, possibilmente in modo palese, pe rla dignità del Parlamento ed in nome de ivalori di libertà dello Stato laico e delmondo dei credenti .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel'onorevole Melega . Ne ha facoltà .

GIANLUIGI MELEGA. Signor Presidente,colleghi, già in passato è accaduto ai de-putati radicali di levare una voce ostinata ,in determinate circostanze, contro alcun emodificazioni dell'assetto giuridico de lnostro paese e delle nostre istituzioni .Voci che allora sembravano grida nel de -serto, ma le cui previsioni si sono rivelate ,a brevissima distanza di anni, esatte . Ri-cordo ai colleghi presenti il nostro gridod'allarme, ad esempio sulla modifica dei

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regolamenti parlamentari, oppure sul l ' in-troduzione di leggi speciali in tema d idiritti civili dei cittadini, a propositodell'istituto processuale italiano. Anche inquesta occasione (non è a caso che i poch ideputati radicali presenti in questa legi-slatura si muovano su tale questione) noiriteniamo che ci si trovi in presenza nondi una legge qualsiasi, bensì di una leggeche innova profondamente, in senso dete -riore, la situazione dei rapporti internidello Stato e quella dei rapporti tral'Italia e la Santa Sede .

Sarebbe stato più consono, da part edel Governo presieduto dal socialist aBettino Craxi, proporre al Parlament oitaliano questo insieme di provvedi -menti come un unicum di diritto inter -nazionale. Tutto ciò avrebbe avuto de -terminate conseguenze sul piano parla-mentare, ma avrebbe in un certo sensoevitato, rispetto al diritto italiano, un aserie di conseguenze giuridiche che, no npresentando questo insieme di stru-menti come un unicum di diritto inter -nazionale, ma operando una differenz aformale e sostanziale fra il trattato in-ternazionale che abbiamo approvat ocome tale e questi strumenti che invecesono legge dello Stato italiano, provoc auna profonda mutazione che non è esa-gerato definire genetica, delle legg idello Stato, per un gran numero di cit-tadini italiani .

In questi giorni, stiamo qui appuntotentando, con il solo strumento disponi -bile ad un parlamentare (quello dell'inter -vento, se vogliamo persino reiterato), diavvertire innanzitutto i colleghi ma sicu-ramente l 'opinione pubblica, in ordinealla gravità, a nostro avviso, di quanto s ista facendo su questo particolare argo -mento. Ad esempio, ritengo anche chenon sia un caso che il quotidiano del mag -giore partito d 'opposizione, l'Unità di oggi ,— se non sbaglio, non dedichi neppure un ariga alla discussione svoltasi ieri inquesta Camera sui primi due articoli de ltesto in esame.

Può darsi che mi sbagli, ma ho scors opiù volte l'Unità di stamane e certamentela cronaca parlamentare di ieri, se c 'è, è

molto ben mimetizzata! Non credo chequesto sia un fatto da poco, se vist onell ' ottica di un parlamentare d 'opposi-zione, che ritiene logico e giusto solleci-tare, soprattutto all ' interno del gruppocomunista, un ripensamento sulle deci-sioni prese dal partito comunista e da lgruppo comunista della Camera, a propo-sito di questo disegno di legge . Credo ap-punto che la posizione, la scelta editorial ede l'Unità di stamane sia indicativa di unostato di imbarazzo al l ' interno del gruppoparlamentare e del partito comunista che ,a mio avviso, non è affatto condannabile :è segno, anzi, fertile di intelligenza poli-tica, quello di rimeditare una scelta ch epuò essere stata fatta magari senza que lconsenso all'interno della stessa base de lpartito comunista o dei parlamentari co-munisti che, sicuramente, avrebbero for-nito ai giornalisti de l'Unità argoment iper trattare oggi, con molto maggior ri-lievo, quanto è successo ieri nella Cameradei deputati .

Se partiamo da questo fatto, che trov oindicativo, trovo altrettanto indicativoche si sia cercato di far approvare quest oinsieme di leggi, nel minor numero di orepossibile, dopo averlo fatto decidere ne lpiù stretto e riservato degli ambiti possi-bili, all'interno di una commissione desi-gnata e non eletta; in sostanza, si è cer-cato di preparare un corpus di norme dafar (come dire?) inghiottire alla stori adello Stato italiano, non attraverso un di -battito, un esame approfondito nel pien orispetto delle diverse parti, bensì comequalcosa sotto banco, da smerciare e met -tere al più presto possibile sugli scaffal idella storia, per non doverne più parlare !Noi, deputati radicali, non crediamo ch esu questo tipo di argomenti sia bene ta-cere e, anche se a volte il metodo dell adiscussione prolungata (non siam oall 'ostruzionismo, ma certamente ad u nprolungamento della discussione) può ap-parire un po' defatigante ai nostri col-leghi e alla Presidenza della Camera, ri-tengo che questo sia il minimo indispen-sabile che si possa fare quando si ritieneche ci si trovi di fronte ad un'innovazione ,in senso deteriore, di grave importanza

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per chi non ritiene che siffatte innova-zioni debbano passare inosservate .

Allora, venendo nello specifico dell'arti -colo 3 e riprendendo una interruzione de lrelatore Balestracci al collega Teodor i(quando il relatore ha detto che nella rela -zione sono indicate le premesse per i lriconoscimento della personalità giuri -dica degli enti ecclesiastici), vorrei direche vi sono almeno tre paragrafi dell arelazione che, se non direttamente, ri-guardano indirettamente l'articolo 3 .

Poiché sono dell'opinione, per quel ch epuò valere, di considerare utile un cor-retto dialogo, per lo meno dal punto d ivista intellettuale, con chi ha opinioni di-verse dalla propria, ritengo che in que iparagrafi vi sia una interpretazione deltesto della legge che, a mio avviso, merit adi essere contestata e dibattuta da part edi questa Assemblea. Mi riferisco alla co-lonna di destra della pagina 3 della rela-zione. In particolare, nel secondo para -grafo il relatore scrive : «Si presume lasussistenza del fine di religione e di cult oper gli enti che fanno parte della costitu-zione gerarchica della Chiesa, per gli isti-tuti religiosi e per i seminari : in tali casi ,quindi, il riconoscimento sarà pur sempr esubordinato a determinate valutazioni di-screzionali della competente autorità am-ministrativa . . .» .

Non credo che esista nel testo dell 'arti-colo 3 una salvaguardia di questo genere ,a meno che il relatore non intenda far eriferimento a qualcosa di estremament eformale, quale, ad esempio il fatto che l adomanda debba essere presentata incarta da bollo oppure che l'assenso dell aautorità ecclesiastica debba avvenire s ucarta intestata . Se si tratta si una discre-zionalità che deve recepire la correttezz aformale dell 'assenso dell'autorità eccle-siastica competente, mi pare che questonon meriti certamente un paragrafo daparte del relatore; se invece il relatore s iriferiva ad una discrezionalità sostanzialeda parte dell 'autorità amministrativa ita-liana, francamente non vedo come il rela-tore riconosca in questo articolo 3 un po-tere discrezionale dell'autorità italian anel concedere o nel non concedere il rico -

noscimento della personalità giuridica ,una volta che vi sia stato l'assenso dell'au -torità ecclesiastica o addirittura la do-manda dell'autorità ecclesiastica .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione . Bisogna tener conto dell astrutturazione complessiva, perché vi son ouna serie di norme che riconducono all adisciplina generale !

GIANLUIGI MELEGA. Ringrazio il rela-tore dell'attenzione e quindi della sua ri-sposta; ma vorrei chiedere quale ipotes iegli preveda, in seguito a questo testo, d idiniego del riconoscimento della persona-lità giuridica, una volta che l'autorità ec-clesiastica competente abbia dato il pro-prio assenso. Onestamente, nel testo dell alegge, questo margine di discrezionalit àdell'autorità italiana non lo vedo . Se peròil relatore lo vede . . .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IlCommissione . In questa sede non pos-siamo intavolare colloqui !

GIANLUIGI MELEGA. Non chiedo, ovvia-mente, il colloquio, però, essendo prassi eregola che il relatore, al termine dell adiscussione, intervenga per rispondere acoloro che non condividono le sue posi-zioni, ritengo che si debbano manifestare ,secondo quella che è l'essenza stessa dellavita parlamentare, le opinioni contrarie echiedergli se il suo pensiero sia stato maleinterpretato o se ritenga di poter rispon-dere a qualche obiezione .

Francamente non vedo nel testo al no-stro esame alcun margine di discreziona-lità, per l'autorità competente italiana ,per denegare il riconoscimento alla per-sonalità giuridica del l 'ente ecclesiastico a ifini civili, una volta che la domanda si astata presentata dall'autorità ecclesiastic acompetente, o dietro assenso di questa .

Dico tali cose, signor Presidente, per -ché questo punto sarà sicuramente (ecco ,collega Balestracci, il richiamo alle previ -sioni con le quali ho iniziato il mio inter -vento) fonte di contenzioso giudiziario .Faccio immediatamente un esempio .

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Molti di questi enti svolgono una attivit àeducativa e cioè spesso gestiscono scuole ;nello svolgimento di questa attività molt ienti ecclesiastici, che saranno ricono-sciuti civilmente dallo Stato italiano, in-staurano rapporti di lavoro con cittadin iitaliani . Ebbene, tali rapporti di lavorocadranno, per effetto di questa legge,sotto la disciplina delle norme di dirittospeciale che concernono i rapporti di la-voro degli enti ecclesiastici riconosciuti . I lcontenzioso nascerà, dunque, dal fatt oche una norma può essere passibile d idoppia interpretazione, dal fatto che lasua testualità non sia universalmente ri-conosciuta (per norma, ovviamente, nonintendo soltanto quella singola, ma l'in-sieme del complesso normativo). Io ri-tengo che domani sarà possibile l 'insor-gere di una serie di cause civili di lavoro ,connesse all'esercizio dell 'attività educa-tiva da parte di un ente ecclesiastico ,quando tale ente chieda o non chieda (gl isia concessa o non gli sia concessa) la per -sonalità giuridica di ente ecclesiastico ci -vilmente riconosciuto dallo Stato italiano .Certo, è facile dire che questi problem ipotranno essere risolti quando si presen-teranno, ma non si può negare che oggiquesta categoria del contenzioso nonesiste per il diritto italiano, mentre potr àesistere domani, perché questa legge in-troduce innovazioni dal punto di vist adella soggettività giuridica e dal punto d ivista delle attività che tali soggetti giuri -dici possono intraprendere all'intern odelle leggi italiane .

Da questo punto di vista, vorrei richia-mare l 'attenzione, non tanto del relatorequanto dei colleghi, su un particolare ch eil collega Guerzoni sottolineava nei suoiinterventi. Per molti di questi enti l'auto-rità ecclesiastica competente non è l aSanta Sede, bensì l 'autorità ecclesiasticadiocesana o addirittura, se si vuole, l 'au-torità vescovile . Ed anche a questo propo-sito ricordo al relatore ed ai colleghi chela moltiplicazione del contenzioso è facil -mente prevedibile, perché sono facil-mente prevedibili i casi di dissenso tr al'autorità ecclesiastica che possiamo chia-mare locale e l'autorità ecclesiastica che

possiamo chiamare centrale . Se quella lo-cale è competente, si avrà evidentement euna situazione tale che, ad esempio, potr àessere il vescovo Lefebvre (è inutile ch emi diffonda in spiegazioni su chi sia i lvescovo Lefebvre) l 'autorità ecclesiasticacompetente

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione. Non è titolare della potestàanche del riconoscimento degli stessi isti-tuti di diritto diocesano .

GIANLUIGI MELEGA . Non è titolare oggi ,lo era in precedenza .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione. Ma ora non è titolare !

GIANLUIGI MELEGA. Nel momento incui la titolarità di questa potestà è suddi-visa a livello diocesano o vescovile, contutte le possibilità Certo, noi non siamoin grado, il 28 marzo 1985, di immaginareche cosa potrà accadere tra un anno o tradieci anni, ma sappiamo che questi stru-menti non vengono messi in essere e nonvengono modificati frequentemente . Nonsono normalmente oggetto di leggine checomportino aggiustamenti successivi .Sono strumenti che non a caso sono nat inel 1929 e sono stati modificati dopo unlunghissimo spazio di tempo .

Ritengo che sia dovere di un deputatodi opposizione rilevare (credo che siachiaro ai colleghi che appoggiano, pe rmotivi di obbedienza interiore, la gerar-chia ecclesiastica) che noi non ci oppo-niamo ad una regolamentazione dei rap-porti fatta in questo modo . Quello che no idiciamo è che tale regolamentazione nonha bisogno di una legislazione speciale,che, ad esempio, da un punto di vista poli -tico, la Chiesa può ritenere certament enecessaria in regimi dittatoriali . Il nostroè uno Stato democratico, che nella pro-pria Costituzione tutela ampiamente, conil massimo di libertà ( e ci dobbiamo sfor -zare di dare a questa tutela la massim aampiezza) ogni tipo di rapporto contem-plato in questo strumento .

Se si vuole fare una modifica al libero

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regime costituzionale dello Stato italiano ,si può farla in virtù di un trattato inter -nazionale, con cui una potenza riconosc aad un'altra determinate deroghe rispett oal proprio ordinamento, trovando un tipodi rapporto che ha determinate forme diratifica da parte del Parlamento ita-liano .

Ma, non essendo il nostro uno Stato dit -tatoriale, tutelando con il diritto comune ,con le nostre istituzioni giuridiche, a par -tire dalla Costituzione, tutto il tipo di atti -vità che è contemplato e che è la sostanzadi questo strumento, chiunque ne sia nor -malmente il soggetto, noi non vediam operché si debba mettere in essere tutt ociò, se non per una forma (che second onoi è da condannare) di privilegio da lpunto di vista giuridico, non di una cate-goria, non di una comunità (la comunitàdei cattolici), ma di una organizzazion eburocratica, che è la gerarchia ecclesia-stica. Riteniamo pertanto che ciò no ndebba essere accettato dal legislatore ita-liano .

Non si tratta quindi della sostanza de ldiritto al culto, della sostanza del dirittoalla professione di fede, ma dell'insiemedei diritti di libertà che può essere rac-colto sotto l'etichetta che contestiamo . Cimancherebbe altro! I cattolici presenti i nquest 'aula ed anche gli altri sanno che no iradicali siamo i primi a difendere il lorodiritto alla libertà religiosa . E mi parepersino umiliante doverlo dire .

Non vi è dubbio che alla comunità deicattolici italiani debbano essere garantit iassolutamente tutti i diritti di libera mani -festazione delle proprie convinzioni reli-giose e di culto, ma non riteniamo ch equesto tipo di garanzia debba essere rece-pito come diritto speciale (perché diquesto si tratta) in tema di rapporti ch enulla hanno a che fare con l'esercizio e l aprofessione della fede . Come è già statoricordato, Ernesto Rossi parlava della re-golamentazione della «roba», cioè di unaregolamentazione speciale che noi no ncondividiamo.

Ieri abbiamo citato solo una parte mi-nima, direi un terzo, degli enti religios iche si troveranno ad essere possibili tito-

lari dei diritti e dei doveri della legisla-zione speciale al nostro esame . Come horicordato, non solo quelli, ma una mi-riade di enti ecclesiastici, non sottopost iall 'autorità centrale della Chiesa, bens ìalle competenti autorità ecclesiastiche lo -cali (quali, ad esempio, le autorità dioce-sane), potranno entrare a far parte di di -ritto dei soggetti di questa legislazionespeciale .

Ora noi non crediamo assolutamente ,non se ne dolga il collega relatore, cheper l'ammissione a questo tipo di legisla-zione speciale lo Stato italiano disponga ,grazie all'articolo 3, di una qualsiasi di-screzionalità amministrativa . Lo Stato ita -liano, infatti, non potrà in alcun modoavanzare riserve o negare la concession edella personalità giuridica una volta ch ela competente autorità ecclesiasticagliene faccia domanda o dia il propri oassenso. E sarei grato al relatore, perquello che può valere il buon rapporto d ifair play e di correttezza parlamentareche sinora è esistito tra noi e lui, se suc-cessivamente mi dirà qual è, secondo lui ,la norma di questo disegno di legge ch edimostrerebbe che quanto io dico no ncorrisponde a verità .

Passo ora al commento di un altropasso della relazione Balestracci . Dice i lrelatore (e mi pare che anche qui si rife-risca, pur se non lo cita esplicitamente, altesto dell'articolo 3) che per tutti gli altr ienti (cioè quelli non automaticamente re-cepiti nella gerarchia ecclesiastica) l'ac-certamento (e non si dice chi lo debb afare) deve in primo luogo verificare chela finalità di religione o di culto sia costi -tutiva ed essenziale dell 'ente, cioè chel'ente nasca essenzialmente per raggiun-gere quel fine e che questo sia l'element ocostitutivo ed essenziale dell 'ente mede-simo. Tale fine, per altro, può essere con -nesso ad altre finalità di carattere carita-tivo, le quali tuttavia non devono costi-tuire il fine primario dell'ente e non pos-sono incidere sul fatto che il fine di reli-gione o di culto deve essere quello costi-tutivo ed essenziale .

Il relatore non se ne dolga se io rilevoche una frase del genere, intesa in senso

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stretto, toglierebbe dall 'elenco degli entiecclesiastici con personalità giuridica ci -vilmente riconosciuta un grande numerodegli attuali enti ecclesiastici : ad esempiotutti quelli che svolgono attività ospeda-liera.

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IlCommissione. Tu fai una confusione chenon finisce più! Se mi consenti, il pro-blema è definito, nei suoi termini, in ma-teria molto chiara nel l 'articolo 16 . Tu staiparlando di tutto, tranne che dell'articolo3, che in realtà contiene una norma gene-rale per quel che riguarda l'accerta -mento: poi, vi è tutta una serie di normeprescrittive, come quelle degli articoli 9 ,10, 11 e 12 .

GIANLUIGI MELEGA. Voglio ringraziar eancora una volta il relatore, perché le su einterruzioni sono comunque utili . . .

PRESIDENTE. Onorevole Melega ,tenga conto che il tempo purtroppo è sca-duto!

GIANLUIGI MELEGA. Concludo, allora,tenuto conto che avrò poi modo di tor-nare sull 'argomento. Ribadisco però i lringraziamento al relatore per quest 'ul-tima osservazione e ripeto che con ogniprobabilità svilupperò successivamentealtri argomenti sul tema considerato .

PRESIDENTE. Poiché nessun altro hachiesto di parlare, pongo in votazion el'articolo 3, nel testo del Governo .

(È approvato).

MASSIMO TEODORI . Chiedo di parlareper un richiamo al regolamento .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI . Il mio richiamo ri-guarda l 'esigenza di assicurare il numerolegale, poiché non ritengo sia opportunoche un articolo di legge sia votato da vent ideputati . Mi si risponderà che il regola -mento prescrive, ai fini della verifica de lnumero legale, la richiesta da parte di

venti deputati . Rivolgo allora un appello atutti i colleghi che operano per la legalità ,ai deputati che sono ora in aula, ai col -leghi comunisti e democristiani, affinch ésottoscrivano, insieme ai radicali, la ri-chiesta in questione . Non mi sembramolto dignitoso, per la Camera, appro-vare un provvedimento di tale impor-tanza con votazioni cui partecipano, d ivolta in volta, quindici, dodici o otto de-putati . Sono sicuro che i colleghi presentivorranno sottoscrivere una richiesta in ta lsenso .

PRESIDENTE. Le faccio in ogni casopresente, onorevole Teodori, che l'arti-colo 3 si intende ormai approvato, es-sendo stato regolarmente posto in vota-zione. Il problema da lei richiamato s iporrà, semmai, successivamente, al mo-mento della votazione degli altri articoli .Rilevo, per altro, che lei stesso ha fornitola risposta esatta al problema delineato ,riferendosi alle disposizioni regolamen-tari al riguardo, che infatti stabiliscono(articolo 46, comma 4) che «la Presidenzanon è obbligata a verificare se l 'Assem-blea o la Commissione sia, oppure no, innumero legale per deliberare, se no nquando ciò sia richiesto rispettivament eda venti o quattro deputati ( . . .)» . Le assi -curo che, al momento opportuno, se il suoinvito, così accorato, sarà stato accoltodagli altri gruppi, la Presidenza ovvia-mente si atterrà alla richiesta rivoltale .

Passiamo all'articolo 4 . Ne do lettura :

«Gli enti ecclesiastici che hanno la per-sonalità giuridica nell 'ordinamento delloStato assumono la qualifica di enti eccle-siastici civilmente riconosciuti» .

Procediamo ora agli interventi sull'arti-colo 4. Ha chiesto di parlare l 'onorevoleSpadaccia. Ne ha facoltà .

GIANFRANCO SPADACCIA . Mi chiedo, si -gnor Presidente, come mai la Chiesa si atanto interessata ad ottenere il riconosci -mento degli enti ecclesiastici e l'attribu-zione a tali enti della personalità giuri -dica . Nel dibattito sul Concordato, ho

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avuto modo di esprimere la preoccupa-zione secondo cui, come il Concordato de l1929 esprimeva e rispecchiava la naturatotalitaria dello Stato fascista, così il Con-cordato Craxi-Casaroli (e potrei aggiun-gere: Bufalini-Forlani, e via di seguito. . . )rispecchi invece la natura contrattuali-stica, partitocratica, neocorporativa diquesto regime democratico avvilito e de-gradato da una costituzione materialepartitocratica e corporativa .

La mia preoccupazione nasceva, ap-punto, dal rinvio a successivi accordi con -cordatari di cui quello in discussione è i lprimo . È anche vero che i partiti, ch esono asse centrale del sistema neocorpo-rativo, ed i sindacati, che ne sono, su lpiano sociale, i protagonisti fondamen-tali, si guardano bene dal rincorrere i lriconoscimento giuridico e dal voler otte-nere la personalità giuridica .

In sede di discussione sul finanzia -mento pubblico noi sostenemmo conchiarezza che i partiti, se rimangono asso -ciazioni private, non debbono essere fi-nanziati dallo Stato. Tutti i cittadinihanno il diritto di formare partiti pe rconcorrere a determinare la politica na-zionale, ma se questi, ripeto, rimangonoassociazioni private, il loro finanziament odeve essere assicurato dagli stessi citta-dini. In quella discussione, però, aggiun-gemmo che, una volta affermato il prin-cipio del finanziamento pubblico, occor-reva allora prevedere una riforma de ipartiti che ne garantisse in qualche modoil carattere pubblicistico o, comunque, l apersonalità giuridica .

Pur di non arrivare a questa conse-guenza, che pure era perfettamente coe-rente dal punto di vista giuridico con l ascelta del finanziamento pubblico, si èpreferito l'imbroglio di iscrivere tale fi-nanziamento nei bilanci delle due Ca-mere, che, come tali, non sono soggetti a icontrolli pubblici normalmente previsti .Tale imbroglio si è reso necessario pro-prio perché tutti i partiti, tranne il nostro,all'unanimità hanno escluso il riconosci -mento giuridico e l'ottenimento della per-sonalità giuridica per quelli che sono gl iorganismi portanti della struttura neocor-

porativa dello Stato italiano . Questa l adegradazione partitocratica della nostraRepubblica .

I sindacati, poi, sono divisi su tutto ,tranne che nel rifiuto del riconoscimentoe della personalità giuridica, paraliz-zando così l'applicazione dell 'articolo 39

della Costituzione che, per altro, per i sin -dacati prescrive il solo requisito che gl istatuti sanciscano un ordinamento in-terno a base democratica . Come si vede, s itratta di un solo requisito, che certo nonaffida un'ampia discrezionalità allo Stato ,tuttavia, ripeto, i sindacati rifiutano qual-siasi ipotesi di attuazione della norma co-stituzionale. Non vogliono riconosci -mento e personalità giuridica . Perché al-lora la Chiesa e lo Stato si preoccupano d iottenere tale riconoscimento e tale perso-nalità giuridica per gli enti ecclesiastici?La risposta è ovvia, perfino banale, per -ché non è in gioco, attraverso le proce-dure di riconoscimento degli enti eccle-siastici e la concessione dell'otteniment odella personalità giuridica, un rafforza -mento della tutela, relatore Colombo, re -latore Balestracci, delle garanzie di li-bertà della Chiesa cattolica e degli ent iecclesiastici . È in gioco altro .

MARCELLO CRIVELLINI . La garanziatributaria .

GIANFRANCO SPADACCIA. Direi chequello è l 'aspetto più evidente, più banale ,più ovvio. Prima di tutto è in gioco, com eha sottolineato il collega Teodori, un vin -colo alla libertà religiosa degli enti eccle-siastici che si ottiene attraverso il Concor -dato, cioè un vincolo all'autorizzazionegerarchica dell'ordinamento ecclesiasticonel suo complesso .

Da questo punto di vista, la libertàdell'associazionismo cattolico, se è libert àda certe forme di ingerenza della gerar-chia, passa nello Stato attraverso l'asso-ciazione di fatto e non la personalità giu-ridica. Inoltre, non dobbiamo dimenti-care che, in questo modo, gli enti eccle-siastici ottengono una serie di privilegi ,cioè la «roba» .

Alle domande che ho posto, si potrebbe

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obiettare che i partiti politici non hannobisogno e interesse di chiedere il ricono-scimento giuridico dello Stato della per-sonalità giuridica, in quanto sono garan-titi dall 'articolo 49 della Costituzione cherecita: «Tutti i cittadini hanno diritto d iassociarsi liberamente in partiti per con -correre con metodo democratico a deter-minare la politica nazionale», mentre isindacati, come ho già ricordato, sonotutelati dall'articolo 39 .

Le garanzie della libertà sono tutelat edall 'articolo 20 della Costituzione che re -cita: «Il carattere ecclesiastico e il fine d ireligione o di culto d'una associazione o distituzione non possono essere causa d ispeciali limitazioni legislative, né di spe-ciali gravami fiscali per la sua costitu-zione, capacità giuridica e ogni forma d iattività». Quella ricordata è la più ampiacopertura costituzionale riconosciuta a dogni manifestazione di attività religiosa odi finalità di religione o di culto .

Se il problema non è nelle libertà, manei limiti alle libertà posti con vincoloall'autorizzazione della gerarchia e neiprivilegi che dallo Stato si ottengono pe rgli enti e i beni ecclesiastici, allora ab-biamo la prova, così come emerge dall enorme contenute nel disegno di legge a lnostro esame e nelle stesse preoccupat eespressioni di almeno uno dei due rela-tori, che una serie di omaggi formali, con-tenuti nel Concordato-quadro, approvatola settimana scorsa, sono smentiti daifatti; una serie di omaggi al Concilio, a lsuperamento dell'epoca costantinian adella Chiesa, del temporalismo, del cleri-calismo, ad alcune recenti encicliche pa-pali e a ciò che emerge dalla società civil ein termini di libertà religiosa, di laicit àdello Stato, di maggiore ricchezza demo-cratica del paese .

Sono tutte cose destinate a cader equando si imbocca la strada del Concor-dato, perché rivelano i loro limiti e la lorosostanziale falsità . Quando si scegli equella strada, infatti, l 'oggetto delloscambio tra il dare e l 'avere, il sinal-lagma, dicevano i nostri maestri di diritt oparlando del negozio giuridico, portan onecessariamente, in cambio di privilegi e

di limiti e vincoli gerarchici, ad un poter ediscrezionale dello Stato, relatore Bale-stracci, che necessariamente rappresent aun limite e un pericolo, seppure poten-ziale, per la libertà religiosa .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione. È il contrario di quello chediceva Melega .

GIANFRANCO SPADACCIA . No, Melegaaffrontava un altro problema.

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IlCommissione . Insomma, la capacità di in -tendere l'abbiamo anche noi !

GIANFRANCO SPADACCIA . No, Bale-stracci: Melega affrontava l 'argomentodal punto di vista della libertà del singoloente e della singola associazione ecclesia -stica, in riferimento al vincolo, post odall ' articolo 3, dell'autorizzazione eccle-siastica. Io invece sto considerandol'aspetto generale .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione. Melega parlava di discre-zionalità .

GIANFRANCO SPADACCIA .

Questanorma, che è una norma di carattere ge-nerale, per tutti gli enti ecclesiastici, rap-presenta un limite potenziale, un peri -colo; un pericolo potenziale, certamente ,non in atto. I rapporti di forza sono oggiben diversi da quelli del 1948 . Il mondocattolico appariva allora trionfante, mag-gioritario : si pensi alla percentuale del 99per cento, alle sfilate dei baschi verdi, all ascomunica al partito comunista; il di-vorzio sembrava impossibile in quest opaese. Oggi dovete rifare i conti, cattolic idi parte democratica presenti inquest'aula, con le inchieste democrafichedell 'istituto della Fondazione Einaudi .Sarà esatta quella percentuale del 14 percento?

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione. Avevate paventato una re-galia . . .

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GIANFRANCO SPADACCIA. Collega Bale -stracci, tu ci rimproveri di essere pocoattenti alla tua relazione . Io dimostreròfra poco che sono attentissimo; non com-mettere adesso tu l'errore che rimprove-ravi a noi, quello cioè di essere poco at-tento al ragionamento. Io dico che neces-sariamente il rapporto di scambio con-cordatario comporta la concessione all oStato che ti conferisce privilegi di un aquota discrezionale, pericolosissima infuturo, della libertà religiosa . E questo lodici anche tu, perché io me la sono lett amolto attentamente, la tua relazione .Vuoi che te ne legga un passo a quest oproposito? «A conclusione della esposi-zione sul titolo I, sugli enti ecclesiastici ,vorrei permettermi di riassumere la lo-gica complessiva con qualche notazion eproblematica e con qualche riflession eche possa essere utile in sede di interpre-tazione». E verremo poi a questa utilità ,perché capisco il senso di queste parole :poiché l'interprete della legge dovrà po irifarsi ad una serie di elementi, uno d iquesti è la volontà del legislatore. Questoperò è solo uno degli elementi, e purchénon sia in contrasto, poi, con la logic acomplessiva delle norme e con i mecca-nismi che esse mettono in atto .

E continui: «Innanzi tutto, non si puònon rilevare non dico la mancanza di co-raggio, ma la scarsa sensibilità 'nel rece-pire esigenze ed aspettative dei temp inuovi, che sono venute maturando d aquarant'anni a questa parte». Dunque, undemocristiano, un cattolico, dovrei dire ,date le scelte del 1947, un concordatari oper eccellenza, se non sapessi che concor -datari per eccellenza, è stato ribadito d aRinascita, sono anzitutto i compagni de lpartito comunista ; da un cattolico, da u ndemocristiano ci si dice che c'è scars ocoraggio in questo Concordato, e in parti -colare nella norma che stiamo appro-vando, nel recepire i tempi nuovi !

E andando avanti si dice: «Non si può ,infatti, non rilevare che rimettere il rico-noscimento della personalità giuridic adegli enti alla discrezionalità dell'autorit àcivile risente di quell'atmosfera antiliber-taria» — non è un radicale che parla : è il

relatore Balestracci! — «che ispira l enorme riguardanti le persone giuridich edi diritto privato contenute nel codice ci -vile del 1942» .

Certo, un Concordato che si rifà al co-dice civile del 1942 non può essere liber-tario nei meccanismi di riconoscimentodelle associazioni di diritto privato ; e nonlo può essere perché quel codice è nato inun regime totalitario, in cui il problemadel regime fascista era quello di impedireo limitare ogni forma associativa di carat-tere politico, sociale, religioso, che nonpassasse attraverso il vincolo concordata -rio. Ma devo dire che il codice fascist anon aveva poi tutte le responsabilità inquesto, perché a sua volta restringev anorme niente affatto libertarie dello Stat oliberale, le quali pure erano estrema -mente diffidenti nel riconoscimento giuri -dico delle associazioni private, perch éavevano il problema di contrastare, o li-mitare al massimo, la libertà associativadelle nuove classi emergenti, della classeoperaia, dei lavoratori, dei contadini edelle nuove forze politiche che bussavan oalle porte della politica italiana .

Ma, relatore Balestracci, far carico sol -tanto al codice civile del 1942 di questaresponsabilità è ingiusto. Tu hai fattoanche riferimento all'articolo 16, ed ioquesto articolo l'ho già richiamato nell adiscussione dell'articolo 2. Ho detto ier iche è in atto il tentativo di rincorrere l aricerca di una definizione tipologica ch elimitasse questa discrezionalità e ponesselo Stato al riparo dalla concessione d iingiusti privilegi a favore di attività ch enon avessero finalità preminenti di reli-gione e di culto, ma che ponesse la Chies aal riparo da ingiusti sconfinamenti, ch erimangono di carattere giurisdizionali-stico. Infatti, il giurisdizionalismo è la di-screzionalità, relatore Balestracci : è ilprincipe assoluto del settecento, e quind iil principe dei nostri giorni, questa parti-tocrazia, le forze dominanti di questopaese, che oggi concedono e domani pos-sono togliere, mutate le condizioni politi -che, quello che hanno concesso .

Così, voi potete pensare di tutelare e d igarantire con i vostri rapporti di forza,

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oggi, a questa Chiesa quelle libertà perquesta strada, e domani potete trovarv inella condizione in cui quei rapporti d iforza vengono meno e la libertà religios atravolta .

Ieri un collega mi ricordava che c'è unordine religioso, credo i salesiani, che nonutilizza le norme concordatarie, che ne lsuo statuto prevede che i suoi patrimon isiano sottoposti al diritto civile . Perché?Perché questo ordine ha memoria storic adi ciò che è accaduto ad altri ordini reli-giosi in certi periodi di giurisdizionali-smo. Pensiamo solo ai gesuiti . Certo, ionon sono un esperto di diritto canonico odi storia, ma è stato un sacerdote a ci -tarmi tanti di questi esempi .

Dunque, non è un paradosso il dire ,come facciamo noi, «badate che la libertàdi associazione religiosa passa non attra-verso questo Concordato ma fuori diesso». Non è un paradosso perché quell alibertà passa in realtà attraverso le asso-ciazioni che abbiano il coraggio di no nrichiedere il riconoscimento giuridico .

Perché ho detto che non si può farcolpa di tutto questo solo al codice civile ?Tu stesso, andando alla materia concor-dataria, dici : «Tra questi due poli, riman euna zona grigia rimessa alla prudente va-lutazione interpretativa, ancorata ai prin-cìpi generali del Concordato . Si è dunquein presenza di un tentativo di definizioneapprezzabile ma non risolutivo, anch eperché, ad esempio, molto sottile è la di-stinzione tra educazione cristiana (che èconsiderata come attività di religione e diculto) ed educazione, istruzione e cultura .Nella pratica, una scuola gestita da u nente ecclesiale può avere due finalità tr aloro strettamente interconnesse e separa -bili : dare una formazione civile e scienti-fico-culturale e contemporaneament euna educazione religiosa. Tali obiettivi ,propri di una scuola che si vuoi definir etale, partono dal presupposto che la for-mazione integrale dell'uomo è inscindi-bile dalla formazione cristiana» .

E poi vai avanti, facendo proprio tutt igli altri esempi che anche io mi sono ( aquanto pare inutilmente) attardato a sot-tolineare. Certo, lo fai in maniera meno

rozza, più meditata, meno oratoria equindi anche più precisa, visto che la tuaè una relazione scritta . Comunque citi leattività di beneficenza, il caso delle IPABdel 1977, i problemi legati alla connes-sione con le attività caritative, le attivitàcommerciali e turistiche e perfino, per -ché no, immobiliari e alberghiere . In-somma, proprio tutti i casi che io avevotentato di evidenziare intervenendosull'articolo 2 .

Ma allora, perché non ci diciamo fran-camente che sono queste le cose di cu idobbiamo discutere, che ciò che no istiamo tentando di fare qui non è u nfastidio che vogliamo imporre a tutti? S enoi siamo qui, con santa pazienza e senzavolontà ostruzionistica, a cercare di farv iriflettere su queste cose è perché sen-tiamo, oggi più che mai, di rappresentar enon soltanto gli uomini del partitod'azione, del partito liberale, del partitosocialista che hanno detto no all'articolo7 ; non soltanto i liberali, i liberalsocialisti ,gli azionisti, i radicali delle generazion iprecedenti, i Rossi, i Piccardi, i Paggi, iMario Ferrara, i Carandini, i Calogero, itanti altri che sono stati anticoncordatari ,esponenti di una cultura ricca, viva, forte ,che si scontrava con la scelta concorda-taria di Palmiro Togliatti sull 'articolo 7.Ma sentiamo di rappresentare anche Buo-naiuti e tutti quei cattolici che sono stat ivittime delle scelte concordatarie e che l ehanno pagate sulla loro pelle . E loro nondifendevano, battendosi contro quel Con -cordato, soltanto la loro libertà . Ma s imuovevano con prospettiva (se mi con -sentite, colleghi di parte cattolica, d iusare una vostra espressione) profetica ,per liberare la Chiesa dall 'abbraccio fa-scista che il Concordato le imponeva ; e, inprospettiva, dall'abbraccio temporaleche, comunque, con ogni Cesare, con ogn iStato, i concordati rischiano di compor -tare .

Se esiste, quindi, questa zona grigia ,collega Balestracci, è illusorio pensareche basti la prudente valutazione inter-pretativa a risolvere i problemi, che ba-stino i principi generali del Concordato .Questi principi non bastano, visto che c ' è

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voluto un articolo 16. Niente più e megliodi tale articolo rappresenta il massimodello sforzo ermeneutico per definire l edue tipologie .

Questo è il limite della soluzione con-cordataria: nessun concordato, nessunanorma, di carattere generale o speciale,particolare o corporativo, può preveder eche attività solo commerciali, che ab-biano scopo di lucro o prevalentement escopo di lucro, attività bancarie, attivitàturistiche, attività immobiliari, solo per -ché indirettamente legate al fine di cult oo di religione, siano coperte dai privileg iconcordatari .

Certo, noi abbiamo il compito di ren-dere democratici gli articoli del codice de l1942, ma non sono solo in gioco le norm edel codice civile, sono in gioco le norm econcordatarie . L 'ampia zona grigia, ch eesiste nello sceverare l'inestricabile grovi -glio tra finalità di religione e di culto efinalità di lucro, di carattere caritativo ,riserva allo Stato l'accertamento, il giu-dizio e, quindi, la discrezionalità del rico -noscimento. Perfino per la parrocchia sipone questo problema ed al di fuori dell aparrocchia la questione si pone per qual-siasi altro istituto .

Allora, è evidente che qui siamo difronte al tentativo, al l ' illusione che alcunenorme cornice, un Concordato solo s ugrandi principi potessero battere l astrada delle libertà costituzionali ; ma ciòè smentito dai fatti e non è possibile .Siamo, invece, di nuovo, perfettamente ,nel pieno dell ' intreccio perverso tra cleri-calismo e confessionalismo da una part ee giurisdizionalismo dall'altra .

Ciò produce limiti rispetto alla libert àreligiosa delle associazioni cattoliche, lohanno rilevato i colleghi Teodori e Me-lega parlando dell'articolo 3, produce, i nprospettiva, in pericolo, una potenzial eipoteca che nessun accorgimento, nessu naccertamento interpretativo può scongiu-rare .

Credo, quindi, che nell'approfondir equesti argomenti non stiamo facendo di-scorsi oziosi, ma stiamo rivendicando pernoi, per i colleghi della sinistra indipen-dente, per i colleghi di democrazia prole -

taria (che ci attaccano sempre, accusan-doci di essere il sesto partito della mag-gioranza, di essere sostenitori di questoGoverno, ma che non avrebbero da soli laforza di essere presenti in questa batta -glia, in quanto lo sono grazie a noi esiamo lieti di poter fornire loro questaopportunità) . . .

PRESIDENTE . Onorevole Spadaccia i ltempo a sua disposizione è scaduto .

GIANFRANCO SPADACCIA. Concludo, si -gnor Presidente . Noi facciamo tutto questoanche per quei colleghi che sono interve-nuti in maniera così appassionata; mi rife -risco ai vari Rodotà, Bassanini, Guerzoni ,Masina. Non ci scordiamo però neanche d iquei 40 o 50 franchi tiratori, mai come inquesto caso eredi degli oppositori del Con-cordato del 1929, che hanno votato contro,unitamente ai colleghi della sinistra indi -pendente e di democrazia proletaria, l'arti -colo 2, che rappresenta un cardine dellenorme concordatarie che ci apprestiam oad approvare .

SILVESTRO FERRARI. Chiedo di par -lare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

SILVESTRO FERRARI. A nome delgruppo della democrazia cristiana, a isensi del quarto comma dell ' articolo 85

del regolamento chiedo la chiusura dell adiscussione sull'articolo 4 del disegno d ilegge .

PRESIDENTE. A norma dell'articolo 44del regolamento, sulla proposta Ferrari d ichiusura della discussione darò la parola ,ove ne venga fatta richiesta, ad un ora-tore contro e ad uno a favore .

MASSIMO TEODORI . Chiedo di parlar econtro .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI . Signor Presidente ,i colleghi democristiani hanno chiesto la

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chiusura della discussione sull'articolo 4dopo che un solo oratore era intervenuto .Certo, il regolamento consente questo ,salvo che probabilmente vi è u n'interpre-tazione forzosa del regolamento stesso i nquanto esso contempla, all 'articolo 44 ,l ' intervento anche di un altro oratore . La-sciamo comunque stare queste scherma -glie di carattere procedurale innescatedalla grandissima maggioranza cattolico-comunista in ferrea difesa della legisla-zione speciale dei beni della Chiesa . Eb-bene, questa grandissima maggioranzacattolico-comunista non riesce ad assicu-rare in aula la presenza di più di 10 o 20deputati . A difendere questo disegno dilegge . . .

CLAUDIO PETRUCCIOLI . Siamo tutti vo -lontari .

MASSIMO TEODORI . Il collega mi pre-cisa che anche i pochi deputati comu-nisti presenti sono volontari . Veniamocomunque al perché, a nostro giudizio ,questa richiesta è fuori luogo . Si parladi ostruzionismo dei radicali . Non credoche si stia facendo ostruzionismo ; noinon intendiamo consentire, lo abbiamodichiarato pubblicamente ieri, la rapidaapprovazione di questo disegno di legg eaffinché il prolungamento della discus-sione possa mettere in guardia il Parla -mento e l 'opinione pubblica sulle insi-die, contenute nel provvedimento alnostro esame, in termini civili e fina-nziari per l ' intera collettività nazionale .Lo abbiamo dichiarato pubblicament eieri .

Noi vogliamo andare avanti nella di-scussione perché siamo logorroici?Perchè ci piace parlare? Ritengo che anessuno piaccia parlare a vuoto . Vi è peròun'opera di verità da compiere . Ci statepresentando, voi comunisti e democri-stiani, questo disegno di legge in termin imenzogneri e falsi: questo è il problema !Quando si dice che. . .

CLAUDIO PETRUCCIOLI. Chi firma il di -segno di legge?

MASSIMO TEODORI . Lo dice Cardia s uRinascita : «La seconda constatazione ri-guarda direttamente i comunisti . Il con-tributo del PCI al perseguimento di unnuovo assetto organico delle relazioni fraStato e Chiesa, non soltanto è di lungadata (articolo 7, lo sapevamo), e si è tra -dotto in una partecipazione diretta ed at-tiva a tutte le fasi del negoziato . . .

ANGELO SATANASSI . Se no, era peg-gio !

PRESIDENTE . Onorevoli colleghi . . .

MASSIMO TEODORI . . . . ma è stato, a lmomento conclusivo, determinante i nsede parlamentare, perché la riforma ve-nisse approvata» .

Vista in questa ottica — si dice ancora— neoconcordataria e superconcordata-ria, la riforma delle relazioni tra Stato eChiesa può considerarsi di portata sto-rica: un cammino nuovo, nel quale nes-suna fede dovrebbe essere usata comeinstrumentum regni» . Perché, allora ,questa discussione non si può chiudere ?Perché una discussione serve a svolgereopera di verità, e fare opera di verità ènecessario! Stamane ho fatto una rasse-gna-stampa, su tutto quanto pubblicato :soltanto i giornali cattolici (l'Avvenire e IlPopolo) si sono accorti di quanto sta suc-cedendo qui . Si sono accorti di qualcosa,ma pubblicano autentiche falsità perch équando il collega Balestracci dice che «l aChiesa, sciogliendo ogni legame tempo-rale con l 'amministrazione dello Stato pe ril sostentamento del clero, ha scelto spon-taneamente quella strada di povertà pro-pria del Vangelo, fondata sull'offerta deicittadini, scusate, si tratta di un inganno ,soprattutto verso i cattolici! L 'aver«sciolto ogni legame temporale con l'am -ministrazione dello Stato», che cosa signi -fica? Non stiamo forse discutendo del ri-conoscimento di un diritto speciale perenti ed istituti religiosi? Non è per quest oche si svolge una battaglia ?

Allora, Balestracci, che significa ave r«sciolto ogni legame temporale con l 'am-ministrazione dello Stato»? Siamo seri!

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Perché è necessaria questa discussioneche si vuole invece chiudere? O si dic eall'opinione pubblica che le cose soste-nute da parte dei comunisti sono dell eautentiche falsità (perché questo Concor-dato è un instrumentum regni soprattuttonei confronti dei credenti e non solo dellasocietà civile), o sveliamo che quanto di -chiara il buon Balestracci è una falsità !

NELLO BALESTRACCI . Relatore per la 11Commissione . Il «buon», te lo puoi tenere ,non mi interessa! (Commenti al centro) .

PRESIDENTE . Onorevole Balestracci !

MASSIMO TEODORI . Ma scusate : «scio-gliendo ogni legame temporale con l'am-ministrazione dello Stato», che significa ,di cosa stiamo discutendo? Di cosa trat-tiamo, signor Presidente, in questo di -segno di legge, se non dei legami tempo-rali, del rafforzamento e della creazionedi un sistema di legami temporali ?

NELLO BALESTRACCI . Relatore per la 11Commissione . Non lo sai nemmeno tu !Presuntuoso !

ITALO BRICCOLA . Parla delle cose checonosci! Parla degli omosessuali !

PRESIDENTE. Onorevole Briccola, l aprego!

MASSIMO TEODORI. Certo, ci dite d ichiudere la discussione! Si è tentato di farpassare questo disegno di legge, quand oper uno sciopero non uscivano i giornali ;così ci si metteva una bella pietra sopra, esi poteva sostenere da parte comunista ,che il grande accordo presentava unanuova portata storica, mentre dall'altraparte si sarebbe potuto sostenere ch equesto serviva a sciogliere ogni legametemporale con la Chiesa, appunto resti-tuendo la Chiesa alla povertà propria de lVangelo . . .

Ecco perché occorre svolgerequest 'opera, signor Presidente : riteniamodi compiere quanto in una democrazi aparlamentare che tale si dichiari aperta -

mente si fa . Lo volete chiamare ostruzio-nismo? Saremmo lieti, ma non lo è :questo non è che un prolungamento de ilavori perché, quando non è chiaro unmessaggio, quando non è chiaro il rap-porto fra le questioni che si discuton oall'interno dell'istituzione parlamentare ,né lo è il modo in cui sono percepite eriportate presso l'opinione pubblica, i ma-nuali classici della democrazia parlamen-tare richiedono che occorra discutere ,perché quel che si perde in un giorno o i ndue giorni lo si guadagna in quel dat oessenziale del processo democratico e de lprocesso legislativo che è la trasparenza .I nostri maestri ci insegnano, signor Pre-sidente, che non c ' è processo democraticosenza trasparenza, senza che quello ch eaccade qui dentro, la chiarezza delle posi-zioni espresse, non sia riflesso all'esternodel Palazzo .

Non per niente c 'è una contrapposi-zione tra il potere palese e il potere oc -culto, e quest 'ultimo cerca di fare deter-minate cose senza che la gente ne sia aconoscenza . Noi riteniamo che non vi si asufficiente coscienza popolare della gra-vità delle questioni o delle posizion iespresse qui dentro . Non vi è sufficientecoscienza che il disegno di legge in esam eestende oltre ogni misura, innovando i nsenso peggiorativo, la disciplina specialedegli enti ecclesiastici e degli istituti reli-giosi, peggiorando la linea temporalist acostantiniana, la linea della Chiesa mon-dana, della «roba», del Concordato • de l1929 .

Per tali ragioni, signor Presidente, rite-niamo che non sia opportuno, non giov ial processo democratico e trasparente ,chiudere la discussione sugli articoli dop oche un oratore solo, radicale (li vor-remmo sentire, i compagni comunisti!), èintervenuto .

FAUSTO BOCCHI. Solo noi? Ce l 'haisempre con noi !

MASSIMO TEODORI . Voi comunisti sietechiamati in causa perché non ho letto inqueste settimane o in questi mesi di dibat -tito concordatario una difesa della linea

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concordataria e dei relativi strumenti cos ìforte, così importante come quella che voiavete fatto . È una rivendicazione dellaprimazia della vostra posizione politicarispetto al neoconcordato .

Dall 'altra parte, invece, si dicono cos ediverse: ad esempio, il relatore Bale-stracci ha affermato che con questo di -segno di legge la Chiesa recide ogni le -game temporale con l'amministrazion edello Stato . E queste cose si commentan oda sé, non occorre commentarle .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione . Allora non commentarle !

MASSIMO TEODORI. Dicevo che le unichedichiarazioni veramente forti sono venut edalla vostra parte, compagni comunisti!Siccome so che tra i 70 voti che ieri si sonoaggiunti a quei pochi voti della sinistra in -dipendente e di democrazia proletari acontro questa perversa linea probabil-mente, e felicemente, una rilevante por-zione viene dalla vostra parte, mi augur oche tale fenomeno aumenti . So che voi sietela grande riserva democratica di quest aCamera, a cui mi appello.

SEVERINO CANNELONGA. E i tuoi amic isocialisti ?

ANGELO SATANASSI. Poi abbiamo i lconcordato romagnolo !

MASSIMO TEODORI . Noi non vogliamoconcordati, né romagnoli né romani népontifici! Non vogliamo concordati, per -ché questi servono ai regimi autoritari !

PRESIDENTE . Onorevole Teodori, con-cluda!

MASSIMO TEODORI. È per queste ra-gioni, quindi, che mi pare politicament einopportuna la chiusura di questa discus-sione.

PRESIDENTE . Poiché nessuno chiededi parlare a favore, pongo in votazione la

proposta di chiusura della discussionesull 'articolo 4 .

(È approvata) .

GIANLUIGI MELEGA. Chiedo di parlareper un richiamo al regolamento .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

GIANLUIGI MELEGA. A me pare evident eche la lettera dell 'articolo 44, secondocomma, precisi che, dopo che è stata deli-berata la chiusura, ha ancora facoltà diparlare un deputato per ciascuno deigruppi che ne facciano richiesta. Noi vo-gliamo mettere agli atti che questa è la let-tera del regolamento e che quindi, dopo larichiesta di chiusura della discussione,anche nel caso che venga ripresentata pergli articoli successivi, ha diritto di parlareun deputato per gruppo . Premetto che noncredo, in questo momento, che qualche col-lega del mio gruppo si iscriva, per cui ilproblema non si pone ora, ma si pone dalpunto di vista di un'esatta interpretazion edel regolamento .

PRESIDENTE. Onorevole Melega, le isa perfettamente che la richiesta di chiu-sura della discussione è avvenuta in bas eal quarto comma dell 'articolo 85 e che suquesta materia lungamente si è già soffer-mata la Presidenza della Camera. Ho quitutta una serie di precedenti, che noncredo sia necessario dover ricordare ; citosolo, per memoria, il precedente del 9febbraio 1983, in cui il Presidente fa pre-sente che il secondo comma dell 'articolo44 del regolamento è applicabile nel cas oin cui venga deliberata la chiusura dell adiscussione sulle linee generali e non gi ànel caso della chiusura della discussionedi cui all'articolo 85 del regolamento .Questa interpretazione della norma fu ri-presa, nella stessa seduta, dal President eIotti, che la confermò totalmente. Credo,pertanto, anche in questa sede, di pote rribadire una prassi costantemente se-guita .

Passiamo, quindi, alle dichiarazioni d ivoto sull'articolo 4 . Ha chiesto di parlarel 'onorevole Melega . Ne ha facoltà .

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GIANLUIGI MELEGA. Annuncio che vo-terò contro questo articolo, anche per imodi con cui si giunge a tale votazione . Eciò sotto vari aspetti . Innanzitutto perché ,visto che il Presidente ha testé richiamat ouna prassi regolamentare, non più tard idi ieri, tutti i gruppi che avevano presen-tato emendamenti, tra cui quello radicale ,hanno deciso, di comune accordo, di riti-rarli, per non creare altri precedenti re-golamentari in tema di diritto diemenda.

Credo che questo fatto avrebbe dovut oconsentire ai colleghi della maggioranzadi non fare ricorso allo strumento dell achiusura della discussione su ogni arti -colo, perché sinora, non avendo i deputat iradicali certamente abusato del loro di -ritto di intervenire nella discussione s uogni articolo, non ritenevamo che ci foss emateria politica per arrivare alla decision edi richiedere insistentemente la chiusuradella discussione . Se poi i colleghi dellamaggioranza ritengono che un disegno d ilegge di più di 70 articoli debba essereapprovato come se fosse un testo di u nsolo articolo, non si vede perché, facendoparte della maggioranza, essi non abbiànoaccettato lo strumento della ratifica deltrattato internazionale, che avrebbe per-messo loro di arrivare alla approvazion edel testo con un unico voto . Anche suqueste cose bisogna discutere quando cisono colleghi in aula e non soltantoquando ci sono i banchi vuoti! Voi avevatedi fronte la via maestra dell'approvar equeste norme come se fossero un unicum,come un trattato internazionale, quali insostanza sono. Avete scelto di fare du ediscussioni disgiunte, di cui la prima comese fossimo davanti ad un trattato interna-zionale, tanto è vero che il trattato è statoapprovato con una , sola votazione, la se-conda su due diversi disegni di legge, unodei quali di 75 articoli .

Ma allora, se si scelgono queste strade ,si deve pur sapere che le modalità dell adiscussione pretendono un minimo d ipartecipazione ai lavori parlamentari suun tema così delicato ed importante e ,quindi, un minimo di interventi . Dopo d iche, se voi dite che su 75 articoli non si

deve più intervenire oppure che è suffi-ciente che un gruppo intervenga una sol avolta su ogni articolo, per poi chiedere l achiusura della discussione, voi vi meritat el'ostruzionismo! Altrimenti non c'è la pos -sibilità di condurre una discussione con itempi fisiologici connaturati all'ampiezzadel provvedimento in esame .

Questo non è un disegno di legge com-posto di un articolo unico, è un disegn odi legge composto di 75 articoli! La di-scussione di disegni di legge compost ida più di un articolo prevede intervent isu ogni articolo . Non è una cosa fuoridal mondo, allora, che un gruppo chevoglia opporsi ad un provvedimento ,oltre a dover parlare davanti ai banch ivuoti, come avviene normalmente, oltr ea dover assistere a votazioni nelle qual imanca così spesso il numero legale, s iveda negato anche il diritto di interve-nire sugli articoli ?

Certo, noi non abbiamo i numeri perpoter chiedere la verifica del numero le -gale, ma possiamo dire di avere appenavotato l 'articolo 3, importantissimo, diquesto disegno di legge con dieci voti, ne ldeserto dell'aula !

Allora, se voi volete mettere il Parla -mento in queste condizioni, io vi dico ch evoi toglierete a me e al mio gruppo i ldiritto di intervenire, ma noi faremo di-chiarazioni di voto . Se voi volete arrivarea questo tipo di esasperazioni regolamen-tari e parlamentari, allora vi meritate un avera esasperazione, che prima non c'era !Voi non potete pretendere che ognigruppo non possa intervenire almeno unavolta su ogni articolo! Questo non lo po-tete pretendere !

TARCISIO GITTI . Presidente, il regola -mento vale per loro come per noi! I ltempo è scaduto !

PRESIDENTE. Onorevole Melega, i ltempo a sua disposizione sta scadendo .

GIANLUIGI MELEGA. Ha ragione, Presi -dente .

Per i motivi esposti, voterò contro l 'ar-ticolo 4.

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PRESIDENTE. Pongo in votazione l 'ar-ticolo 4, nel testo del Governo .

(È approvato) .

Do lettura dell'articolo 5 :

«Gli enti ecclesiastici civilmente ricono -sciuti devono iscriversi nel registro dell epersone giuridiche .

Nel registro, con le indicazioni pre-scritte dagli articoli 33 e 34 del codic ecivile, devono risultare le norme di fun-zionamento e i poteri degli organi di rap-presentanza dell'ente. Agli enti ecclesia-stici non può comunque essere fatto, a ifini della registrazione, un trattamentodiverso da quello previsto per le person egiuridiche private .

I provvedimenti previsti dagli articol i19 e 20 delle presenti norme sono tra -smessi d ' ufficio per l'iscrizione nel regi-stro delle persone giuridiche» .

Ha chiesto di parlare l 'onorevole Pi-cano. Ne ha facoltà .

ANGELO PICANO . Signor Presidente,onorevoli colleghi, spenderò poche parol esu questo articolo, perché esso è già statoampiamente illustrato nella discussionesulle linee generali .

Vorrei soltanto richiamare l 'attenzionesull 'effetto innovativo che l 'articolo 5 con -tiene rispetto alle norme del Concordatoprecedente . Infatti, con l'iscrizione obbliga -toria nel registro delle persone giuridiche sipermette a tutti i cittadini che entrino inrapporti negoziali con gli enti ecclesiasticidi conoscere perfettamente l'identità deilegali rappresentanti .

SILVESTRO FERRARI. Chiedo di par -lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

SILVESTRO FERRARI. Signor Presi-dente, a nome del gruppo della demo-crazia cristiana, chiedo la chiusura dell adiscussione sull 'articolo 5 ai sensi dell'ar-ticolo 85, quarto comma, del regola -mento .

GIANLUIGI MELEGA. Bene! Bene!

PRESIDENTE. A norma del primocomma dell 'articolo 44 del regolamento,sulla proposta di chiusura della discussionedarò la parola, ove ne venga fatta richiesta ,ad un oratore contro e ad uno a favore .

MASSIMO TEODORI . Chiedo di parlarecontro .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI . Mi pare che conquesti pretesti, con questi giochini che icolleghi democristiani . . .

TARCISIO GITTI. Tu sei il grande gioco-liere, Teodori! Noi abbiamo imparato davoi! Abbiamo impiegato cinque anni pe rimparare !

PRESIDENTE. Onorevole Gitti !

GIANLUIGI MELEGA. Perché non c 'èqualcuno qui dentro che chiede la veri -fica del numero legale? (Commenti de ldeputato Spagnoli) .

PRESIDENTE. Onorevole Melega! Ono-revole Spagnoli! Non fatemi fare l 'appellodei deputati !

Onorevole Teodori, la prego di conti-nuare .

MASSIMO TEODORI . Signor Presidente ,stavo dicendo che questi giochini fatti da icolleghi democristiani e da chi li ap-poggia e li sostiene non fanno onore né a lParlamento né alla materia di cui stiamoparlando né ai processi democratici .

Si iscrive a parlare un deputato demo-cristiano, interviene per due o tre mi-nuti . . .

MAURO IANNIELLO. Uno e mezzo !

MASSIMO TEODORI . . . . dando un fonda -mentale contributo all'articolo e al di-segno di legge . Tra l 'altro non mi pare ,fino a questo momento, di aver sentitouna sola voce democristiana sull 'artico-

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lato del disegno di legge, che pure è moltovasto e complesso. La prima è quella de ldeputato Picano il quale fa il giochetto eparla un minuto e mezzo per consentirepoi al suo collega di chiedere la chiusuradella discussione .

Colleghi, abbiamo detto, e l 'ho dettoanch'io poco fa, che c'è un problemanella discussione della materia così com-plessa e articolata contenuta nel disegn odi legge. E si tratta di un problema tipic odella democrazia parlamentare : quello d ievidenziare in quest'aula quali sono l evere posizioni e di far comprendereall 'opinione pubblica chi le sostiene e per-ché le sostiene, ma non attraverso le falsedichiarazioni, né attraverso quello che di -chiara il collega Balestracci . Egli, infatti ,lo ricordavo poco fa, ha detto che conquesto disegno di legge è reciso qualsiasilegame temporale con l'amministrazionedello Stato . Eccome è reciso qualsiasi le -game temporale con l'amministrazion edello Stato! Ma se non facciamo altro ch edire che mamma-Stato, papà-Stato dev efare tutto: deve pagare, deve finanziare ,deve prendere sotto la sua protezionetutte le congregazioni delle suore, de imissionari, quelle di cui ieri abbiamo dat oun piccolo esempio . . . !

In realtà, di che cosa si sta parlando ?Lasciamo stare i 700 o i 1000 miliardi che ,secondo le stime, la comunità nazionaleverserà (e ci arriveremo in sede d'esam edei successivi articoli) al sistema com-plesso degli enti e degli istituti religiosi ;lasciamo stare questo . Ci preoccupiamo ,in termini civili e di diritto, del fatto chequello che voi volete, in realtà, è l'usbergodello Stato . Tra l 'altro usate una dizioneche fa parte di una cultura tipica: «ent iecclesiastici civilmente riconosciuti» (d icui al primo titolo), intendendo con ciòche lo Stato deve riconoscere . Deve rico-noscere le associazioni degli ex combat-tenti, i partiti, i sindacati ; deve ricono-scere anche gli enti ecclesiastici, come s enon bastasse la legislatio libertatis, comese non bastasse il codice civile .

Lei, sottosegretario Ciaffi, lei che è sot -tosegretario per l'interno, cioè il Mini-stero preposto al rapporto con gli enti

religiosi, impiega la metà di un'intervist ache appare oggi sull'Avvenire richia-mando gli articoli del codice canonico ,per spiegare il riconoscimento civile d icui stiamo parlando . Una volta il ministrodell ' interno di giolittiana memoria, ne lbene e nel male, era colui che era a pre-sidio dello Stato, magari usando la ma-niera forte . Adesso, invece, il sottosegre-tario per l'interno non fa che richiamars ial codice di diritto canonico. Dice cioè chequelle norme del codice canonico son orecepite dal disegno di legge. . . !

Colleghi che state facendo questo gio-chetto procedurale, badate che io avev odichiarato informalmente che noi nonavevamo intenzione di ricorrere all 'ostru-zionismo, bensì stavamo facendo, cosìcome stiamo e intendiamo continuare afare, quello che le procedure della demo-crazia parlamentare richiedono, allorch énon vi sia trasparenza tra le posizioni ch evengono enunciate all'interno dell ' istitu-zione e quanto appare all'esterno . Neimanuali classici, il tempo parlamentare èdefinito come il tempo opportuno pe rchiarire le posizioni, per fare in modo ch ele posizioni espresse all'interno delle aul eparlamentari siano chiare ed esplicite pe rla pubblica opinione, la quale in tal mod opotrà giudicare di che cosa, perché e ch ista discutendo e a favore o contro ch ecosa. Ciò è quanto abbiamo dichiarato, edel resto, lo si è verificato anch edall'esperienza di questa mattina, no navremmo svolto più di uno o due inter -venti per ogni articolo che lo richiedesse .Credo che gli stessi resoconti stenografic itestimonino che la nostra non è una di-scussione pretestuosa, ma una puntual edisamina di merito .

Voi fate questi giochetti, che disono-rano la procedura parlamentare . Ed al-lora, à la guerre comme à la guerre : noiandremo avanti, augurandoci che le di-scussioni non siano chiuse, per il pre-stigio del Parlamento, per la chiarezza de ltesto legislativo, per il confronto delle po -sizioni, perché maturino e si accrescano esi aggiungano altri colleghi ai sessanta -settanta deputati che, nella loro coscienz adi cattolici, comunisti, laici, socialisti, si

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sono uniti a noi nell'esprimere ieri unvoto contrario sull'articolo 2 . Noi ab-biamo bisogno di tempo perché questaopera di verifica si affermi qui dentro ,affinché ciascuno possa giudicare quell odi cui si sta discutendo.

Questo disegno di legge, come lei sa ,onorevole Colombo, è il primo di unalunga serie di disegni attuativi del Con-cordato-cornice-omnibus: il primo ed ilpiù importante, perché apre la strada a duna maniera pattizia di realizzare i rap-porti tra Stato e Chiesa. Qui, dunque, nonè in gioco solo il valore intrinseco di un odei grandi problemi storici in cui si arti -colano i rapporti tra Stato e Chiesa . Ma-trimonio, scuola, enti ecclesiastici : questi ,ci hanno insegnato, da parte cattolica eda parte laica, sono i grandi nodi dei rap-porti tra Stato e Chiesa . Non si tratta sol -tanto del merito di questi aspetti, poich énel risolvere uno di questi nodi, quest odisegno di legge apre la strada ad u ngrande armamentario futuro di leggi e d ialtre norme attuative del Concordato, ch ene faranno un sistema estremamente va -sto, che occuperà materie importanti enumerose, nell'ambito dei rapporti tra so-cietà ecclesiastica e società civile e traStato e Chiesa . Tutto ciò, colleghi demo -cristiani, meriterebbe un'adeguata rifles-sione. Anche nelle vostre coscienze, de lresto, qualcosa matura . Ognuno puòprendere le decisioni che coscienza eidealità dettano (Commenti al centro) . Lanostra convinzione è che in una materi acosì complessa anche una lettura noios acome quella che ieri abbiamo fatto degl ienti che saranno civilmente riconosciut ipuò essere utile . Sappiamo tutti, infatti, inche condizioni svolgiamo il nostro lavor odi deputati . Conosciamo tutti la fretta concui dobbiamo affrontare materie ch espesso non conosciamo neppure bene eoltre tutto in questo caso si tratta di unprovvedimento assai complicato di 75 ar-ticoli, frutto di un vero e proprio bizanti-nismo dell ' imbroglio . Probabilmente sa-rebbero bastate cinque o dieci norme pre-cise per affrontare tutti gli aspetti delproblema, ma il creare percorsi tortuos ipuò poi consentire diverse interpretazioni

in sede di trattativa e patteggiamenti, ov-viamente da una parte sola. In questocaso, infatti, non abbiamo lo Stato e l aChiesa, ma solo ques t 'ultima, o meglio lagerarchia ecclesiastica con il suo potere ,la sua capacità, la sua tradizione e la su aforza; dall'altra parte lo Stato non c 'è ,come abbiamo visto chiaramente i nquesti anni nella storia dei rapporti Stato -Chiesa .

PRESIDENZA DEL PRESIDENT ELEONILDE LOTTI

MASSIMO TEODORI . Colleghi democri-stiani, avete scelto una strada bruttissima ,ma comunque andiamo avanti . Noi vichiediamo di ritirare la richiesta di chiu-sura della discussione . Sarebbe un atto d iintelligenza e di buona volontà . Se, però ,mantenete la richiesta, la discussion esull ' articolo 5 sarà chiusa, ma il dibattit opotrà riprendere sugli altri articoli .

Nell'interesse del Parlamento, che tutt ici dovrebbe unire, e nell'interesse dellachiarezza e della trasparenza del pro -cesso legislativo, ci auguriamo un con-fronto vero e di sostanza e non quello chesi realizza con la strada che sembra vo-gliate imboccare .

PRESIDENTE. Poiché nessuno chiededi parlare a favore, pongo in votazione l aproposta di chiusura della discussion esull ' articolo 5, avanzata dall'onorevoleSilvestro Ferrari .

(È approvata) .

MARCELLO CRIVELLINI. Chiedo di par -lare per dichiarazione di voto .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MARCELLO CRIVELLINI . Signor Presi -dente, nella discussione di questo articol oabbiamo assistito ad una scena abba-stanza singolare, per non usare altro ter-mine, che credo si ripeterà anchenell'esame del prossimo articolo . Un de-putato democristiano interviene pe rpochi secondi e subito dopo viene ri-

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chiesta la chiusura della discussione . Ora ,se i colleghi vogliono adottare questa tec-nica abbastanza mediocre per impedire l adiscussione, potrebbero almeno farlobene. Si sono iscritti per i prossimi duearticoli, ma non per gli altri, sui qual isiamo noi i primi iscritti a parlare. Inquesto modo, il gioco non potrà andare aldi là del prossimo articolo .

Ho fatto questa osservazione perch épenso che possa essere utile per qualch eesperienza futura, che ovviamente, però ,spero che non vi sia . Chiedo, infatti, qual eargomento più di quello in discussion emeriti un intervento da parte dei depu-tati . Certo, si può scegliere di interveniresu tutti gli articoli, su un terzo di essi co nun solo intervento o con più interventi ,ma comunque non mi sembra peregrinala scelta di intervenire con uno o più ora -tori su tutti i 75 gli articoli . Si tratta delConcordato, cioè di un documento ch erisale al 1929, che ora avete deciso di rin -novare in un certo modo, che riguarda i lrapporto tra lo Stato e la Chiesa su que-stioni generali .

Su un argomento di questo genere no ncredo che sia lecito consentire un minornumero di interventi di quelli che, a desempio, possono svolgersi in ordine aprovvedimenti riguardanti mollusch ieduli lamellibranchi, oppure ZafferanaEtnea .

Non credo che ci si possa tacciare d iostruzionismo se è vero, come è vero, ch eda qualche anno avete modificato il rego-lamento della Camera ; quindi, non riescoa capire di che cosa ci possiate accusarese non di intervenire nel dibattito (se i lnostro è ancora un Parlamento credo ch esi debba intervenire) su un tema così rile-vante quale quello del Concordato .

Vorrei ricordare ai colleghi comunisti ,che prima interrompevano il collega Teo-dori, che la prima firma sul disegno dilegge al nostro esame è quella di u niscritto alla sezione centro del PSI di Mi-lano, a cui seguono altre firme di iscritti aqualche altra sezione centro della DC odel PSDI di Roma. Quindi, è evidente ch equello di cui ci stiamo occupando è u ndisegno di legge del Presidente del Consi -

glio socialista, della democrazia cristiana ,dei socialdemocratici, eccetera . Però èanche vero che, per come si sta svolgend ola discussione, chi ne garantisce in un acerta misura l'approvazione è il grupp ocomunista, come per altro ha dichiarat oapertamente .

Per queste ragioni non credo che sian opertinenti le interruzioni dei compagnicomunisti nei confronti del collega Teo -dori .

Ritengo quindi che la cosa migliore d afare, a parte il codice di comportamento ,di fronte ad una decisione limitativa, as-surda e non motivata quale quella dell achiusura della discussione, sia di non vo-tare l'articolo al nostro esame .

Se proprio volete introdurre il nuov oConcordato almeno siate in aula per in-tervenire e votare, magari qualche volta ascrutinio segreto e non solo a scrutini opalese, garantendo quelle libertà che i lregolamento, la Costituzione, ma soprat-tutto questo argomento meritano .

GIANLUIGI MELEGA. Chiedo di parlareper dichiarazione di voto in dissenso all aposizione assunta dal mio gruppo .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GIANLUIGI MELEGA. Signor Presidente ,come è noto la maggioranza del miogruppo non prende parte alle votazioni ;mentre, come è altrettanto noto, io voto ein questo caso voterò, infatti, contro l'ar-ticolo 5 .

Utilizzo il tempo a mia disposizione pe rrivolgere un appello ai compagni de lgruppo della sinistra indipendente . Laconsistenza numerica di tale gruppo, su-periore a quella del gruppo radicale, con-sentirebbe quanto meno di richiedere l averifica del numero legale .

Chi sta portando avanti una battagli ameritoria con argomenti serrati e pro-fondi, quale è stata quella condotta daicompagni della sinistra indipendente sin oad ora intervenuti sull'argomento, cred oche debba unirsi ai radicali quanto men oper chiedere che le votazioni avvenganoin quest 'aula non in assenza della grande

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maggioranza dei deputati, ma almeno i npresenza del numero legale .

Non faccio una questione di votazione ascrutinio segreto o meno, ma di presenz adel numero legale, così come è consentit ochiedere, a termini di regolamento .

Ritengo che i compagni della sinistr aindipendente, nella piena autonomia dell eloro decisioni, debbano utilizzare la forz anumerica del loro gruppo per chieder el'osservanza del regolamento su questopunto .

Penso che non onori nessuno, e nep-pure il Parlamento, il fatto che si chied ala chiusura della discussione con i mezziformalmente ineccepibili, ma politica -mente, mi sia consentito dirlo in questocaso, deplorevoli usati dal gruppo dell ademocrazia cristiana, senza che vi sia unarisposta del solo gruppo (non parlo de lgruppo comunista, ma di quello della si-nistra indipendente) che insieme ai radi -cali ed ai compagni di democrazia prole-taria ha condotto sinora una battagliacontro questo disegno di legge .

Per questo voterò contro quest'articolo,e mi auguro che, a partire dal prossimo, icompagni della sinistra indipendente equanti altri condividono questo miopunto di vista sottoscrivano la richiesta d iverifica del numero legale, che per esser eaccolta ha bisogno di venti firme .

PRESIDENTE . Onorevole Melega,vorrei farle osservare, visto che siamo intema di regolamento, che la dichiarazionedi voto riguarda le ragioni per le quali s ivota a favore o contro o ci si astiene su u ndeterminato articolo ; non può consister ein un invito al gruppo della sinistra indi -pendente a prendere un'altra posizione .Questo è un altro discorso, che lei puòfare durante la discussione generale, m acertamente non in sede di dichiarazionedi voto .

GIANLUIGI MELEGA. Accetto il ri-chiamo, Presiedente .

PRESIDENTE. Devo dirlo, onorevoleMelega, poiché stiamo appunto attuandoun' applicazione rigorosa del regola -

mento, e d'ora in poi io non le consentiròpiù di servirsi in questo modo di unadichiarazione di voto.

GIANLUIGI MELEGA. Accetto il ri-chiamo, Presidente .

PRESIDENTE . Pongo in votazione l 'ar-ticolo 5, nel testo del Governo .

(È approvato) .

Do lettura dell'articolo 6 :

«Gli enti ecclesiastici già riconosciutidevono richiedere l ' iscrizione nel registrodelle persone giuridiche entro due annidalla entrata in vigore delle present inorme .

La Conferenza episcopale italiana deverichiedere l 'iscrizione entro il 30 set-tembre 1986 .

Gli Istituti per il sostentamento de lclero, le diocesi e le parrocchie devon orichiedere l 'iscrizione entro il 31 di-cembre 1989 .

Decorsi tali termini, gli enti ecclesiastic idi cui ai commi precedenti potranno con-cludere negozi giuridici solo previa iscri-zione riel registro predetto» .

Ha chiesto di parlare l 'onorevole Se-naldi. Ne ha facoltà .

CARLO SENALDI. Onorevoli colleghi, v ichiedo scusa perché dovrò esser esenz'altro breve .

Io ritengo che nell 'ambito di questoprovvedimento ci siano delle norme d icarattere ordinatorio, nel senso che no nentrano nelle questioni di sostanza ; e cosìmi pare di poter interpretare l 'articolo 6 .Credo che, tutto sommato, si possa conve -nire sulla necessità dell 'obbligo, da partedegli enti ecclesiastici, di chiedere l ' iscri -zione entro due anni .

L'articolo, a mio avviso, non merita unapprofondimento maggiore, perché è cor-relato all 'articolo 5, che già stabiliva ilsignificato dell'iscrizione nel registrodelle persone giuridiche. E una prescri-zione molto importante, perché si devedare la possibilità a chiunque di cono-

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scere i rappresentanti legali e le norme d ifunzionamento di questi enti .

Per concludere, ripeto, che a mio avvisol'articolo 6 è di carattere ordinatorio :sono perciò d'accordo sul termine di dueanni e sulla fissazione della data del 3 0settembre .

SILVESTRO FERRARI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

SILVESTRO FERRARI. È per chiedereancora una volta, signor Presidente, l achiusura della discussione sull'articol o6 .

GIANLUIGI MELEGA. Chiedo di parlarecontro questa richiesta .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà . Le ri-cordo, onorevole Melega, che ha a su adisposizione 15 minuti .

GIANLUIGI MELEGA. Grazie, Presidente ;li utilizzerò tutti, e quindi la prego diavvertirmi, per gentilezza, uno o due mi-nuti prima della scadenza del tempo amia disposizione .

PRESIDENTE . D'accordo .

GIANLUIGI MELEGA. Utilizzerò questi 1 5minuti innanzitutto per compiacermi de lfatto che per lo meno un rappresentantedel gruppo democristiano abbia ritenutoutile intervenire per un minuto e 27 se-condi (l'ho cronometrato, da quando h acominciato a parlare) su un tema chesicuramente non è secondario in questodisegno di legge . Fatto questo omaggio —tra virgolette — alla presenza democri-stiana nel dibattito sul disegno di legge ,resa emblematica, oltre che dell'inter-vento di un minuto e ventisette second idel collega Senaldi, dalla immediata ri-chiesta di chiusura della discussioneavanzata dal collega Ferrari, anche luidemocristiano, desidero sottolinearecome ci si trovi davvero di fronte ad u ntentativo dichiarato della maggioranza di

arrivare ad una strozzatura continuatadella discussione . Questa mia sottolinea-tura vuoi essere anche un appello ai col -leghi del gruppo comunista affinché nonsi facciano ancora silenti compartecipi d iun andamento dei lavori di questo tipo .

Fortunatamente, però, il collega Crivel-lini ha impedito, attraverso l'utilizzazion edello strumento regolamentare dell'iscri-zione a parlare sui singoli articoli, ch equesta scena penosa si ripetesse per altr e60 o 70 volte. Ci sarà, così, un iscritto aparlare radicale per primo su tutti gl iarticoli; certamente utilizzeremo il diritt oa parlare per trenta minuti su ciascuno. Aprescindere da ciò, mi sembra di poterdire che sia tempo, per i colleghi comuni-sti, di non accettare più un simile modo diimpostare i dibattiti parlamentari, mess oin atto dalla maggioranza ma reso possi-bile dal comportamento del maggio rgruppo di opposizione .

È inutile, colleghi comunisti, nascon-dere le cose . L'Unità di oggi non dedicavauna riga al dibattito di ieri . Vorrà purdire qualcosa! Chi informa i compagn icomunisti, gli elettori comunisti su com eil loro gruppo parlamentare si comporta ?Di queste cose bisogna parlare ; bisognaapprofondirle attraverso una discussionequale quella di ieri, che non era certo esa -sperata finché il gruppo della democrazi acristiana, per ragioni sulle quali non vo-glio intervenire, ha deciso di renderlatale .

Punti fermi di valutazione del disegnodi legge, dell'insieme dei fatti politici ch ehanno portato alla sua discussione non -ché dell'andamento di quest'ultima ce n esono ormai parecchi ed impongono unariflessione collettiva che deve, però, par-tire da quest 'aula. Ho letto una recenteintervista della Presidente Iotti, nel corsodella quale, a pieno e legittimo titolo, di-ceva di ritenere il Concordato uno dei pi ùimportanti, se non erro addirittura il pi ùimportante, atto di legislazione . Soste-neva anche che forse questo era uno deitemi di attività politica che meglio carat-terizzava il Governo Craxi, il solo, proba -bilmente, capace di condurre in portouna revisione del Concordato quale quella

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che ci viene sottoposta. Se si ritiene checosì sia, che questo tema sia di grand eimportanza, caratterizzante un Governo oaddirittura uno scorcio di legislatura, chelo si onori con una discussione! Che lo sionori con un confronto di idee e con l apartecipazione .

Non mi pare che l ' impegno comunist aalla Camera sia stato all'altezza di quell oespresso al Senato . Si potrà o meno essered'accordo con quanto detto dal senatoreBufalini, è certo però che il calibro ed i lpeso del suo intervento erano dati dal l 'ar-gomentare politico e dalla proposta diconfronto tra posizioni diverse . Fino aquesto momento, non ho ancora ascoltatoun solo intervento di un collega comuni -sta, mentre ho visto il gruppo comunista ,proprio in ragione della sua presenza i naula, divenire elemento determinante pe rla costituzione di maggioranze che ten-dono a stroncare la discussione .

Come dicevo poc'anzi, di queste cos ebisogna parlare in quanto rappresentan o— mi sia consentito — le «fedine penali»politiche dei partiti, non certo i discorsi ,gli incontri, le promesse, le convergenze .Qui è Rodi e qui salta! Qui si vede chi vot acon il Governo Craxi, chi vota con altr igruppi in temi di rapporti tra Stato eChiesa! Non certo fuori di qui !

Questi sono i momenti in cui, se vera -mente si vuole garantire la legalità repub -blicana, si deve cominciare col garantir ela regolarità nel numero legale . Voi, col -leghi comunisti, che così spesso avete as -sicurato il numero legale in ques t 'aula inassenza dei deputati della maggioranza ,come mai non chiedete in questo mo-mento la verifica del numero legale? Per -ché volete che non si discuta di quest amateria nei termini poco meritori, poc oeleganti e certamente deplorevoli ch ehanno scelto i colleghi democristiani, eche avrebbero continuato a scegliere s enon fossero stati impediti dai parlamen-tari che si sono iscritti a parlare ?

Questi sono i momenti in cui si vede ch ifa e che cosa! Non quando si esce di qui esi rilasciano interviste alla televisione o a igiornali! Non è un caso che l'Unità di ogginon dedichi una riga al dibattito di ieri!

Vedremo che cosa dirà l'Unità di domani ;vedremo come i compagni comunisti ch eacquistano il giornale del loro partito persapere che cosa i loro parlamentarihanno fatto questa mattina verranno in -formati del dibattito odierno !

Ecco, questo è il connubio che si form aquando le trattative e gli accordi sull a«roba» sono segreti . Quando sono pub-blici, quando sono, come diceva Teodori ,trasparenti, questo tipo di connubi non s iforma ; perché allora le differenze di po-sizione emergono, e non soltanto, comenelle votazioni a scrutinio segreto, attra-verso i franchi tiratori . Noi sappiamo chein quest'aula ci sono molti franchi tira -tori, eppure non abbiamo sentito uno d icostoro prendere la parola in questa di-scussione per dire che vota in dissens odal proprio gruppo . Che ci sarebbe d imale se qualcuno dei 60 o 70 parlamen-tari che hanno votato ieri in dissensodal proprio gruppo, e che mi auguro con-tinuino a farlo nelle prossime votazioni ,dicesse che la discussione così come èimpostata non va bene e che di quest oargomento si dovrebbe discutere d ipiù?

Questi sono i momenti della verità, car icolleghi, così come lo sono quei momentiin cui i democristiani, oltre a non onorar equesto dibattito, tentano di strangolarlo .Sono i momenti della verità quelli in cui i lGoverno Craxi si fa forte di questa con -trattazione per rivendicare agli occhi de lpopolo italiano una primazia di rapport ibenevoli con la Chiesa, che va natural -mente contro la democrazia cristiana.

Certo, ha ragione Craxi, dal suo puntodi vista, quando si propone di sbandie-rare, e gliene ha dato atto persino la Pre-sidente Iotti, di essere il solo President edel Consiglio che in Italia è capace di dar edi più e di meglio di quanto non abbiadato Mussolini . Bel risultato, che voi, col -leghi democristiani e comunisti, gli con -sentite !

Certo, i socialisti che tralignano hann ouna brutta storia nel nostro paese; e nonci auguriamo che l 'attuale Presidente de lConsiglio segua le orme di altri socialist iche nella storia d'Italia hanno tralignato .

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Tuttavia, se si ritrova un Parlamentoquale quello di questa mattina, il classic orubber stamp parliament, quello che metteil timbro, alla cieca, su qualsiasi cosa gl ivenga propinata ; se si trova davant iun'opposizione che, anziché svolgere i lsuo ruolo, fa l'assente; se si trova vicin ogruppi di maggioranza che, anziché par-tecipare alla discussione, ne chiedono l achiusura, il passo che deve compiere èbreve: voi preparate le autostrade ai go-verni autoritari; gli preparate i regola -menti della Camera che non consenton odi opporsi ; non chiedete la verifica delnumero legale; volete correre a casa, per -ché, siccome è dal 1929 che si discute su lConcordato, se domani, venerdì 29

marzo, tutti non siete a casa, magari afare il comizio per poter mettere la vostrabandiera di partito sull ' ultimo comuned'Italia o sul l 'ultima USL d'Italia . . . Tantoqui si perde solo tempo!

Qui si discute dei rapporti tra Stato eChiesa, di come questi rapporti incide -ranno sulla vita di milioni di cittadini ita-liani; si discute di uno dei temi più impor -tanti della nostra storia ; ma no, l'unicacosa importante è che tutti scappino ne lcollegio! Ci sono da preparare le liste, c isono le comunali, le regionali, le provin-ciali e star qui a discutere è solo una per -dita di tempo! Tanto, ci sono quei quattr oscemi di radicali che continuano a cer-care di tirarla per le lunghe !

Nel frattempo, i giornali dei vostri par-titi non parlano affatto di queste cose, idirigenti dei vostri partiti non ascoltan oquello che dice la base ; i dirigenti dellademocrazia cristiana chiedono di «silen-ziare», di imbavagliare non soltanto i de-putati ma tutti quei cattolici che non s iriconoscono in questo tipo di rapporto traStato e Chiesa. E quei cattolici sono orma itanti. Io non sono cattolico ma conosc obene la situazione dei vari movimenti chevivono all'interno della comunità catto-lica italiana e posso dire che anche lì s iverifica lo stesso fenomeno che si registraoggi nella base comunista: c'è una forteopposizione, soprattutto da parte di co-loro che più intensamente vivono il rap-porto con la Chiesa .

PRESIDENTE . Il tempo a sua disposi-zione è scaduto, onorevole Melega .

GIANLUIGI MELEGA . Grazie, Presidente ,sto per finire .

Dicevo che nella base c'è una forte op-posizione alla scelta fatta dai gruppi poli-tici qui rappresentati .

Per questo, signor Presidente, io mi op-pongo alla chiusura della discussionesull 'articolo 6 e mi auguro che i colleghicomunisti e quelli della sinistra indipen-dente votino contro la richiesta avanzat adal gruppo democristiano dopo un mi-nuto e 27 secondi di discussione .

PRESIDENTE . Nessuno chiedendo d iparlare a favore, pongo in votazione l aproposta Silvestro Ferrari di chiusuradella discussione sull'articolo 6.

GIANLUIGI MELEGA. Chiedo che il risul-tato di questa votazione venga verificat ocon una controprova palese medianteprocedimento elettronico .

PRESIDENTE . Onorevole Melega, nonè certo lei che può chiedere una tale veri -fica. È solo il Presidente che può, even-tualmente, su richiesta dei deputati segre-tari, disporla . A quanto pare, siamo difronte ad uno scambio di ruoli straordi-nario! Prima lei se l'è presa con i rapport itra base e vertice nella democrazia cri-stiana e nel partito comunista, cioè co nproblemi interni di partito che non pu òcerto essere lei a risolvere ; ora chiede unavotazione di controprova che può di-sporre soltanto il Presidente !

GIANLUIGI MELEGA . Io la chiedo!

MASSIMO TEODORI . Diciamo che la in-voca !

PRESIDENTE. Mi scusi, ma proprionon esistono i presupposti per una tal erichiesta, visto che il risultato è chiaro . Ioposso solo, come è mio dovere, sentire i lparere del deputato segretario qui pre-sente. E le assicuro che non c'è proprionessun bisogno di una verifica.

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La richiesta Silvestro Ferrari di chiu-sura dellà discussione sull'articolo 6 èpertanto approvata .

GIANLUIGI MELEGA. Dove è l'altro se-gretario?

PRESIDENTE. Un segretario è suffi-ciente .

GIANLUIGI MELEGA. Ce ne voglionodue!

PRESIDENTE. Assolutamente no! Le ista proprio rifacendo il regolamento amodo suo !

Pongo in votazione l'articolo 6, nel testodel Governo .

(È approvato) .

E questa volta, onorevole Melega, i se-gretari erano due !

Passiamo all'articolo 7. Ne do lettura :«Gli istituti religiosi e le società di vit a

apostolica non possono essere ricono-sciuti se non hanno la sede principale i nItalia .

Le province italiane di istituti religiosi edi società di vita apostolica non possonoessere riconosciute se la loro attività no nè limitata al territorio dello Stato o a ter-ritori di missione.

Gli enti di cui ai commi precedenti e l eloro case non possono essere riconosciut ise non sono rappresentati, giuridica-mente e di fatto, da cittadini italian iaventi il domicilio in Italia. Questa dispo-sizione non si applica alle case generalizi ee alle procure degli istituti religiosi e dell esocietà di vita apostolica .

Resta salvo quanto dispone l 'articolo9» .

Ha chiesto di parlare l 'onorevole Cri-vellini . Ne ha facoltà .

MARCELLO CRIVELLINI . Signor Presi -dente, colleghi, onorevole rappresentant edel Governo, intervengo su quanto pre-visto dall 'articolo 7 del disegno di legge indiscussione, concernente il riconosci-mento degli istituti religiosi .

L'argomento oggetto dell 'articolo èstato presente nella discussione fi ndall'inizio ed in merito sono intervenut imolti colleghi, trattandosi di uno dei pro-blemi centrali della normativa in esame .

Anch'io ho voluto intervenire, perchénoi abbiamo da tempo ed in maniera nonimprovvisata assunto posizioni precise i nordine alla problematica sul tappeto . Ab-biamo raccolto firme per l'abrogazionedel Concordato (il referendum poi non si èsvolto, perché la Corte costituzionale hadeciso altrimenti). Siamo, in sostanza ,contrari in mod6 molto polemico alle di-sposizioni del nuovo Concordato .

Dico questo ricordando che, tuttavia ,noi non abbiamo mai assunto posizion ianticlericali di tipo tradizionale od otto-centesco. Solo per inciso, rammento cheda molti anni abbiamo promosso, rispett oa problemi che vedono la Chiesa impe-gnata in maniera rilevante, le marce daPorta Pia a Piazza San Pietro, in occa-sione della Pasqua o del Natale, per mani -festare contro lo sterminio per fame, pro-blema che ci vede in sintonia con le affer -mazioni e con il modo di operare dellaChiesa .

Le nostre non sono, posizioni pregiudi-ziali, ma attinenti al merito del provvedi -mento in discussione .

L 'articolo 7 riguarda anch'esso, comedicevo, la questione del riconoscimentodegli enti ecclesiastici da iscriversi, se-condo una serie di modalità, in uno spe-ciale registro. Il collega Spadaccia, in u nprecedente intervento, si chiedeva il per -ché dell 'esistenza di una così puntual eattenzione rispetto al problema del rico-noscimento giuridico degli istituti reli-giosi, tanto è vero che non solo l 'articolo7, ma anche il successivo articolo 8 dettanorme in merito .

Ebbene, il collega Spadaccia ricordavaprima che esistono due ordini di problemiriguardo a questa particolare attenzione ,che sono anche alla base della formula-zione dell'articolo 7. Il primo deriva da ivincoli della gerarchia della Chiesa, da iquali discende l'ipotesi di prevedere unasorta di ordine degli enti ecclesiastici ,come vi è l'ordine dei giornalisti o dei

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commercialisti, attraverso cui attuare i lcontrollo preciso e continuo del ricono-scimento giuridico, sottomesso all'as-senso della gerarchia cattolica .

Mi sembra abbastanza assurdo che loStato, in quanto tale, si inserisca in quest omeccanismo che è lecitissimo per laChiesa; in altre parole non si comprend eil motivo per il quale lo Stato italianodebba essere presente . Ognuno è libero diorganizzarsi e di riprodurre le propri eforme operative ed organizzative nelmodo che crede — in primo luogo quellereligiose, perciò si può scegliere, e ci s ipuò organizzare in base a criteri di infal-libilità o di gerarchia — però non si puòpretendere che su tali criteri incida e dinterferisca lo Stato italiano . Una primamotivazione di contrarietà netta, non solodal punto di vista operativo ma soprat-tutto da quello concettuale, è rappresen-tata dall 'introduzione, in questo articolo7, di una commistione tra Stato eChiesa .

L'altra motivazione che ci induce amantenere fermo il nostro atteggiamentodi diniego nei confronti di questo articoloè che di fatto si concede un privilegio, da lpunto di vista fiscale, tributario edell'operatività, ad enti ed istituti ch ehanno certamente nn fine particolare, mache svolgono anche attività di diversa na-tura rispetto al culto ed alla religione . Ineffetti non vi è stata una scelta, lo rilevavaanche il collega Guerzoni in un suo inter -vento, tra due strade possibili . Una primastrada, a mio avviso più conforme ai di -ritti costituzionali per il riconoscimentodegli enti ecclesiastici, poteva prevedere i lnon intervento diretto dello Stato. La se-conda strada invece poteva limitare imargini di discrezionalità che erano pre-senti nella normativa precedente. Invecela scelta che è stata compiuta, e che ri-sulta evidente dalla lettura di questo arti -colo, comporta il rischio di estendere i lcontenzioso sull'accertamento della na-tura giuridica di questi istituti . A questoproposito non si può non citare l 'articolo16, che è collegato all'articolo 7, con i lquale si introduce un meccanismo chedovrebbe permettere di stabilire la natura

di questi enti . Tale articolo dovrebbe in -fatti definire il fine di religione e di cult odegli enti in questione . L'unico problemache sorge è, che si parla di attivit àdell 'ente, mentre è importante stabilire ladistinzione tra il fine e l'attività stessa . Daquesto punto di vista, relativamente a lproblema della natura giuridica degli ent iecclesiastici, la confusione risulta am-pliata perché l'articolo 16, che è prepostoalla definizione puntuale della naturadegli enti ecclesiastici, identifica, com ecampo di attività di religione e di culto ,l 'educazione cristiana . In pratica tutto èpossibile in quanto per definizionenell 'ambito della Chiesa vi sono solo ent iche si occupano della educazione cri-stiana. Da questo punto di vista, si pote-vano non mescolare i problemi, le giuri-sdizioni ed i settori che sono dello Stato edella Chiesa, separandoli il più possibile ;si poteva anche ridurre al minimo la gi àesistente discrezionalità : si è scelta inveceuna terza via, la quale non fa che aumen-tare l'ambiguità ed i margini della discre-zionalità! È dunque fondamentale il pro-blema del riconoscimento degli enti eccle -siastici e della relativa normativa .

Per inciso, avevo già ricordato un no-stro precedente impegno : la raccolta,anni or sono, di firme per un referendumabrogativo del Concordato, che non ebbeluogo, nonché altre attività . Ora, perquanto riguarda gli enti e le loro pro-prietà ed attività anche economiche, vo-glio ricordare un episodio che tra l'altr omi offrì l'occasione di fare la conoscenzadel collega Melega . Alcuni anni fa, il col -lega Melega era direttore dell'Europeo;ricopriva solo da qualche settimanaquell'incarico, quando fece questa impru-denza: pubblicò un articolo praticamenteprivo di commenti, consistente nell'elen-cazione delle proprietà immobiliari ro-mane della Chiesa . Devo dire che l'arti-colo risultava molto lungo, perché be nnumerose erano le proprietà immobiliar iin Roma di tutti gli enti religiosi : era unacosa enorme. Melega, come direttore, neera responsabile e nel giro di poche orevenne licenziato! Ho voluto ricordar equesto episodio per sottolineare che

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stiamo parlando di cose estremament emateriali, non soltanto di principi gene-rali, di teoriche enunciazioni sulle libertàdei cittadini . Parliamo di cose estrema -mente concrete, con risvolti molto pesant isulla vita quotidiana ; parliamo di un set-tore che alle proprie spalle vede connatu-rata una serie di interessi fortissimi ch ecoinvolgono ed a volte determinano l avita di vasti settori e di intere città . Peravere solo pubblicato (senza denunziar enulla!) l'elenco delle proprietà religiose inRoma, Melega fu licenziato : è solo un pic -colo esempio!

Prima di analizzare tecnicamente i sin-goli commi di questo articolo, vorreiporre un interrogativo di carattere gene-rale: se approviamo questo disegno d ilegge (e quindi il suo articolo 7), facciamouna cosa che ha un senso? Se non loapproviamo, può capitare qualcosa d igrave, può derivarne qualche particolar elimitazione? Gli istituti religiosi od i sin-goli fedeli possono trovarsi in difficoltànell 'organizzazione e nella manifesta-zione delle loro idee e quindi anche nell eloro attività, in coerenza con il loro pen-siero? Una risposta può essere fornitadalla semplice lettura di alcuni articol idella Costituzione, a cominciare dall 'arti-colo 3 che recita : «Tutti i cittadini hann opari dignità sociale e sono eguali davant ialla legge, senza distinzione di sesso, d irazza, di lingua, di religione, di opinion ipolitiche, di condizioni personali e so-ciali» .

La Costituzione, quindi, prevede aper-tamente che non vi possono essere discri-minazioni per quanto riguarda l 'organiz-zazione della propria attività religiosa .Ancora, l 'articolo 19 della Costituzione re -cita: «Tutti hanno diritto di professare li-beramente la propria fede religiosa inqualsiasi forma, individuale o associata ,di farne propaganda e di esercitarne inprivato o in pubblico il culto, purché no nsi tratti di riti contrari al buoncostume» .In tal modo, la Costituzione difende egarantisce la libertà di religione ; e credoche, se vi è una confessione religiosa ch enon ha bisogno di essere garantita nell osvolgimento della propria organizzazione

e della propria attività in Italia, sia quell acattolica. Potrei capire un Concordatocon qualche estrema minoranza poconota e forse a volte vittima di episodi diintolleranza, ma il nostro è un paese ch evede operare da millenni sul propriosuolo i fedeli cattolici e le loro organizza -zioni .

Ancora, se vi fosse qualche dubbio, l'ar-ticolo 20 della Costituzione recita : «Il ca-rattere ecclesiastico e il fine di religione odi culto d'una associazione od istituzion enon possono essere causa di speciali limi-tazioni legislative, nè di speciali gravam ifiscali per la sua costituzione, capacitàgiuridica e ogni forma di attività» . Quiaddirittura non solo si garantisce la liber-tà, per qualsiasi credente e per qualsias iforma di organizzazione, di operare, masi stabilisce che non debbano esservi par-ticolari limitazioni o particolari gravamifiscali . Siamo quindi oltre la garanzia to-tale e completa di libertà di manifesta-zione del proprio pensiero e dei propr iconvincimenti .

Se vi fosse qualche preoccupazione cheun istituto religioso non possa manife-stare con strumenti, diciamo, di propa-ganda la propria esistenza e la propri aorganizzazione, ricordo che l 'articolo 21 ,secondo comma, della Costituzione pre-scrive che «la stampa non può essere sog-getta ad autorizzazioni o censure». An-cora, se vi fossero preoccupazioni sull'or-ganizzazione di enti che si rivolgonoall 'educazione (mi riferisco alle scuole acarattere religioso o privato), l'articol o33, terzo comma, della Costituzione ,espressamente recita: «Enti e privat ihanno il diritto di istituire scuole ed isti-tuti di educazione, senza oneri per l oStato» .

Mi sembra pertanto che tutte le ga-ranzie richieste siano già puntualmenteassicurate e previste dal dettato costitu-zionale . Se le preoccupazioni sono quell edi garantire la libertà di attività, senz alimiti di sorta, ad istituti ed enti religios idi qualsiasi natura, devo dire che talegaranzia è assicurata in toto, per tutti gl iaspetti che abbiamo esaminato, dalla Co-stituzione della Repubblica. Non è quindi

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evidentemente lo scopo di questo disegnodi legge, in particolare del suo articolo 7 ,quello di garantire alcunchè per quant origuarda la libertà di espressione e di or-ganizzazione . Sono altri gli intenti, e ri-guardano i vincoli della gerarchia ed i lcontrollo. Da questo punto di vistaognuno è libero di organizzarsi comevuole, ma non si può costringere lo Stat oad interferire e ad essere presente i nquesti meccanismi. Credo tuttavia chel'oggetto principale di questo articolo 7sia quello dei privilegi tributari e dell eagevolazioni di varia natura, che qua e làpercorrono più o meno tutti gli articol idel disegno di legge . Vorrei solo citare, aquesto proposito, un passo della rela-zione: «Le disposizioni concernenti gl ienti ecclesiastici non trattano i profili tri-butari, che sono pienamente regolatidall'articolo 7, punto 3, dell'accordo d ivilla Madama e per il quale agli effett itributari gli enti ecclesiastici aventi fini d ireligione o di culto, come pure le attivitàdirette a tali scopi, sono equiparati aquelli aventi fine di beneficenza o di istru -zione». Quindi gli enti ecclesiastici go-dono delle particolari normative previsteper gli enti di beneficenza e di istruzione .Ma non ci si ferma qui, perché, nell'ipo-tesi di una possibile interpretazione sfa-vorevole, agli enti religiosi per la parte diattività non definita e svolta (pur con _tutta la discrezionalità ed ambiguità, dicui dicevo prima) a fine di religione o diculto, si prevede che valgono le stess eagevolazioni . Infatti, la relazione si sof-ferma in maniera molto puntuale suquesto punto ed afferma: «Resta co-munque fermo, così come ha ribadito l acommissione paritetica al punto 2, perevitare dubbi interpretativi, che le attivit àdiverse da quelle di religione e di culto ,svolte dagli enti ecclesiastici, sono equipa -rate, agli effetti tributari, a quelle dell astessa natura svolte da enti aventi fine d ibeneficenza o di istruzione . Sicché, ove lalegislazione fiscale italiana variasse l'at-tuale sistema di agevolazione degli entiaventi fine di beneficenza o di istru-zione . . . la stessa variazione si appliche-rebbe agli enti ecclesiastici» . Per cui, nel

caso che gli enti ecclesiastici svolgano ,oltre alle attività religiose o di culto, atti -vità di diversa natura, queste ultime, se-condo l'accordo, godranno delle norma-tive agevolative previste per gli enti d ibeneficenza o di istruzione . Ciò significa ,per esempio (potranno essere casi minori ,ma pur esistono), che una salumeria ge-stita da un ente religioso (può accadere,anche perché ci sono conventi che produ -cono e vendono prodotti di erboristeriabuonissimi) avrà un trattamento fiscaledel tutto diverso da una salumeria nor-male, sottoposta a tutte le previsioni d icarattere fiscale . . . Il sottosegretario facenno di no, però se le disposizioni conte -nute in questo articolo vengono combi-nate con quelle presenti all'articolo 26,allora il sottosegretario potrà vedere cheho ragione ed essere d'accordo con me .Infatti, gli istituti religiosi possono de -trarre, per la determinazione del redditod'impresa, un importo pari ad una cert aquota, che ora non sto a ricordare, mache è riportata nell 'articolo 26, sul qualegià da ora preannuncio che interverrò .

E quindi una detrazione di cui godonogli istituti religiosi, ma di cui altri soggett inon godono, e così le salumerie o le bi-blioteche, per non fare esempi poco ri-spettosi, o qualsiasi altra attività nonstrettamente definita come di religione odi culto, avranno un trattamento divers ocomplessivamente più favorevole daquello delle identiche attività svolte da cit -tadini che sono soltanto cittadini . Qui s iintroduce una categoria privilegiata ri-spetto ad un'altra categoria .

Anche dalla relazione che accompagnaquesto disegno di legge viene con puntua -lità confermata la continua diversità d itrattamento, con la presenza di privilegidi natura tributaria, fiscale ed organizza-tiva, che costituiscono la vera motiva-zione del provvedimento al nostroesame.

L'ispirazione del trattato e del disegn odi legge in discussione si rifà ad una con-cezione (che non è la nostra e che, anostro avviso, non è quella individuatadalla Costituzione) dei rapporti delloStato con i cittadini e con la Chiesa ; ma,

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dal punto di vista della motivazione reale ,il disegno di legge si rifà soprattutt oall 'organizzazione pratica, alla «roba» ,alle attività di tutti i vari enti ecclesiastic iche possono essere, certo, di religione e d iculto, ma anche commerciali ed economi-che.

Ieri, i colleghi Teodori e Melega ed i oabbiamo letto i nomi di alcuni enti eccle-siastici . Io credo che la maggioranza d itali enti abbia un'attività esclusivament edi religione e di culto, ma sicuramentemolti di essi svolgono le più varie attività .Per l'anno santo, ad esempio, c 'è stataun'esplosione di attività commercial idella più varia natura, dal commerciopuro e semplice alla organizzazione al-berghiera . Anche per queste attività il di -segno di legge prevede privilegi che per l estesse attività svolte da normali cittadin inon sono garantiti .

L'insistenza con cui viene difeso quest omeccanismo, con cui si garantisce

PRESIDENTE. Onorevole Crivellini, leiha ancora un minuto di tempo a sua di-sposizione .

MARCELLO CRIVELLINI. La ringrazio, emi avvio subito a concludere il mio inter -vento .

Avrei voluto sottolineare altri punti, m acredo che avrò occasione di farlo nel pro-sieguo del dibattito . Ad esempio, avrei vo -luto parlare dei controlli conseguenti a iprivilegi che vengono concessi . Poi, avreivoluto affrontare la questione della reda-zione di questa legge dal punto di vist adei rapporti tra i vari articoli, che è unaspecie di gioco dell'oca, in cui si salta daun articolo all 'altro, dando la possibilitàsoltanto agli addetti ai lavori di compren-dere l'effettiva portata e le effettive impli -cazioni dei singoli articoli . Di tutti questiproblemi parlerò successivamente .

In conclusione, voglio dire che misembra manifesta la non essenzialità diquesto Concordato dal punto di vist adella garanzia dei princìpi, delle libertàreligiose e delle attività, ed invece la ne-cessità di esso per quanto riguarda i van-taggi, anche se per lo Stato tali vantaggi

sono nulli . Infatti, ritengo che questo di-segno di legge sia da considerare un prov-vedimento della Chiesa cattolica, che tut-tavia ha vigore anche per lo Stato ita-liano .

SILVESTRO FERRARI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

SILVESTRO FERRARI. Signor Presi -dente, a nome del gruppo della demo-crazia cristana, chiedo la chiusura dell adiscussione sull 'articolo 7 .

PRESIDENTE. A norma dell'articolo 44del regolamento, sulla richiesta di chiu-sura della discussione avanzata dall 'ono-revole Silvestro Ferrari darò la parola,ove ne venga fatta richiesta, ad un ora-tore contro e ad uno a favore .

FRANCESCO RUTELLI. Chiedo di parlar econtro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCESCO RUTELLI. Di fronte aquesta nuova richiesta di chiusura dell adiscussione sento il dovere, Presidente, dispiegare ulteriormente il nostro atteggia-mento e le ragioni per le quali in quest omomento ci opponiamo alla chiusuradella discussione su questo articolo, ne lquadro della battaglia parlamentare chestiamo conducendo .

Io credo che, bene o male, noi ci tro-viamo in una comunità, il Parlamento, i ncui è giusto, anzi doveroso, che ogni partepolitica comprenda le ragioni degli altr io, quanto meno, sia posta nelle condizion idi conoscerle con esattezza .

Sento allora il dovere, come dicevo, d ispiegare le ragioni del nostro comporta -mento di oggi (un comportamento line-are), alla luce di quanto è accaduto negl iultimi giorni e del modo con cui questodisegno di legge n. 2337, terzo rivolo dellacascata concordataria, si colloca nei no-stri lavori parlamentari .

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Vorrei ricordare che fin dall'inizio, i nConferenza dei capigruppo, negai il nostroimpegno a concludere in tempi rapid il'esame di questo disegno di legge, perchégià emergeva da parte della grande mag-gioranza che sosteneva i tre provvediment i(i due che abbiamo già approvato e quelloin discussione) un atteggiamento che non c ipiaceva . E non ci piaceva non tanto comeforza politica, come gruppo rappresentat oin questa Camera, quanto ed innanzi tuttocome cittadini .

Non c'è dubbio, e vorrei sottolinearlo ,che il gruppo radicale ha dato una provadi disponibilità: l 'ha data la settimanascorsa in sede di Conferenza dei capi -gruppo; l'ha data a conclusione dei lavor isul disegno di legge n . 2336, per consen-tire il rientro dei deputati nelle loro sedi .Da parte di molti ci veniva infatti posto i lproblema di una partenza ritardata e noi ,di fronte al convergente impegno di unrinvio dell 'esame degli articoli del di -segno di legge n. 2337, abbiamo consen-tito che venisse approvato il provvedi -mento n . 2336 .

Abbiamo altresì acceduto (e vogliam osottolinearlo, come prova di comporta -mento tutt 'altro che ostruzionistico) all asollecitazione di altri gruppi e noi stess iabbiamo favorito il ritiro degli emenda -menti . Anzi abbiamo ritirato i nostri dueemendamenti simbolici, presentati per so -stenere la tesi dell 'emendabilità del di -segno di legge in esame .

Perché, allora, i deputati radicali chie-dono ora che non si chiuda la discussionesull 'articolo 7 e, sul complesso del prov-vedimento, si comportano con tanta pun-tigliosità e precisione, intervenendo ne lmerito di tutti gli articoli (ed anzi vor-remmo farlo in misura maggiore rispett oa quanto ci consentono queste richieste d ichiusura della discussione)? Perché c isiamo trovati di fronte ad un disegn omolto grave agli occhi della pubblica opi -nione, ad un disegno di profonda distor-sione del ruolo del Parlamento, ad u ndisegno preciso, mirato, di occultament odella verità dei fatti .

Nel presentare la ratifica del Concor-dato e i due connessi provvedimenti, il

Presidente del Consiglio ha detto che ci sitrovava di fronte ad un avvenimento sto-rico. Ed è probabile che di questo si tratti ,anzi noi lo consideriamo una tappa molt onegativa nella storia della nostra Repub-blica .

Di che cosa, allora, ci siamo fatti ca-rico? Ci siamo preoccupati di fare inmodo che fosse chiara non tanto la posi-zione del gruppo radicale o di altri ,come quelli della sinistra indipendente edi democrazia proletaria (che hann omanifestato anche nel merito, e mi rife-risco soprattutto alla sinistra indipen-dente, una posizione molto limpida eprecisa sui provvedimenti), quantoquella di tutti sul succo del problema, s uquanto sta avvenendo qui dentro, s uquello che modifica strutturalmente l econdizioni ed i rapporti all'interno dellanostra Repubblica, su come oggi si dàapplicazione all 'articolo 7 della Costitu-zione, su come oggi si risponde al Con -cordato del 1929 con il nuovo strument oche è stato sottoposto all'esame del Par -lamento . Fatti di grandissima portata, digrandissimo rilievo per la società ci -vile .

Qualcosa è accaduto, dal 1929 ad oggi ,dal 1948 ad oggi, nell'ultimo decennio ,nella società civile e nel rapporto tra ì cit-tadini, la Chiesa e lo Stato. Vorrei dirlo anome di quella forza politica che ha pro-mosso in queste ore e che annuncerà do-mani ufficialmente l'intento di essere pre-sente il giorno di Pasqua a piazza SanPietro, e non in nome di un vieto anticle-ricalismo, bensì per manifestare per l avita, per la sopravvivenza di milioni d ipersone che oggi rischiano di morire ne lSahel per la sete, per la carestia, per l asiccità, per fame, per malnutrizione . E unappello alla coscienza dei parlamentari ,quello che io rivolgo, è un appello all'at-tenzione dell'opinione pubblica, affinch ésu questi temi si svolga quella riflessioneche è doverosa .

Questo appello proviene da un partit oche oggi non è su una barricata anacro-nistica: non ci si può certo rimproverar edi star combattendo la guerra del soldat ogiapponese, rimasto isolato nell'isoletta

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sperduta senza sapere della cessazion edelle ostilità . Non si tratta, da parte no-stra, di vieto anticlericalismo . Noi siamosu una posizione che può definirsi l'unic aposizione moderna, in Parlamento, nell aimpostazione dei ruoli dello Stato e dell aChiesa; né sosteniamo tesi intolleranti ,anzi difendiamo le ragioni della tolle-ranza, del dialogo, della convergenza .Oggi rileviamo che è ridicola, ad esempio ,la tesi di coloro che parlano di anticosti-tuzionalità delle prese di posizione de lPapa o del cardinal Poletti . Ricordo che ,in occasione della campagna per il refe-rendum sull 'aborto, proprio per definireil diritto di esprimere il mio pensiero ,sostenni questa linea; ed ha ragione lostesso ministro Andreotti, il quale ha di-chiarato ieri, difendendo la gerarchia cat-tolica, che l 'esprimersi sulle grandi que-stioni è una continuazione del magister odella Chiesa. Perché dobbiamo ringra-ziare i vescovi o il Papa quando interven-gono sulle questioni della lotta allo ster-minio per fame nel mondo, della pace, de imissili, del disarmo, sulle grandi que-stioni della morale e della moralità de lnostro tempo, e non dobbiamo invececonsentire loro di esprimersi su question iche, direttamente o indirettamente, atten-gono a materie istituzionali o comunqueriguardano la Repubblica italiana? I nquesto senso siamo i primi ad invocare i lconfronto libero, aperto, di civiltà, mo-derno, nella nostra Repubblica e negl ianni in cui viviamo .

Proprio in ragione della tolleranza edell'esigenza di un simile confronto, di u nsimile dialogo, delle straordinarie conver -genze che noi stessi abbiamo tentatoumilmente (mi sia consentito usare tal eespressione) di rendere possibili, par -tendo dalla posizione di laici anticlericali ,quali siamo, e muovendoci verso il mond ocattolico, proprio in ragione di tutto ciònoi diciamo ora che non è tollerabile che ,di fronte ad un provvedimento di tantaimportanza, di fronte ad eventi che pe rmilioni di persone, possono rivestire u nruolo storico di tanto rilievo, accadaquello che è accaduto già la settimanascorsa, in quest 'aula: quando si è iniziato,

con una sorta di sgarbo rispetto ai tempi ealle procedure consuete, il dibattito gene-rale sul Concordato nella giornata di lu-nedì; quando si è tentato di approfittar ein tutti i modi, da parte della larga mag-gioranza che appoggia il provvedimentoin esame, di chiudere baracca e burattin iin ventiquattro ore, esaurendo non solo i ldisegno di legge sul Concordato, m aanche i disegni di legge nn . 2336 e 2337,

proprio quando il black out radiotelevi-sivo avrebbe impedito che quella tassa ,modesta, invero, di conoscenza e di verit àche la gente deve poter far pagare ai par-titi che oggi, venendo meno alle aspetta-tive della grande maggioranza del lor oelettorato, sottoscrivono e consentonol 'approvazione delle misure che stiamodibattendo, fosse onorata . Noi vogliamoche quella tassa sia pagata . Non vogliamoche sia una giornalista belga, se non erro ,come è accaduto ieri sera a Tribuna poli-tica, a chiedere al segretario del partit ocomunista come mai quel partito abbiadeciso di votare a favore delle modifich eal Concordato, non sembrando ciò i nlinea con la posizione tradizionale e l'at-teggiamento di alternativismo del partitostesso .

Noi vorremmo che questo non fossesolo un inciso di una tribuna politica, masui giornali non abbiamo avuto modo d ileggere nulla al riguardo e questo no nsolo per i tragici e terribili eventi che ier ici hanno inchiodato ad una riflession eangosciata sulla nostra attività politica ecivile, oltre che parlamentare, ma perch évi è stato un disegno preciso per non farsapere alla gente, per minimizzare, perpassare sotto silenzio e non dare rile-vanza a questa discussione sui grand imezzi di informazione pubblica ed anch esulla carta stampata, ormai controllatadallo schieramento unanime che si paradavanti a noi per l 'approvazione di quest oprovvedimento .

In questo contesto, ciò che chiediam onon è un prolungamento del dibattito, m asolo il dibattito, dal momento che si pre-tende di tagliare la discussione dopo u nsolo intervento e tra l 'altro su un articoloimportante .

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Chiediamo che la discussione su questoarticolo, come sui successivi, possa svol-gersi normalmente .

Conoscete il nostro codice di comporta -mento in questa legislatura . Molti lohanno preso per quello che non è m aaltri, almeno marginalmente, lo hannocompreso. Sta di fatto, comunque, ch eesso ha forse rappresentato per alcun icolleghi uno strumento per conosceremeglio le nostre posizioni sul ruolo delParlamento e su tutte le battaglie che ab-biamo portato avanti .

Conoscete il nostro codice di comporta-mento, dicevo, e quindi sapete come l anostra non sia, oggi, una posizione ostru -zionistica. In questa materia estrema-mente vitale per la nostra Repubblica, lanostra è la doverosa risposta di una forzapolitica che, prima e più che affermare l eproprie posizioni, esige che il paese, apartire dalle sue istituzioni rappresenta-tive così degradate, sappia che cosa si stadiscutendo .

Il nostro atteggiamento oggi inquest'aula tenderà, quundi, a garantire i lmassimo di approfondimento, di cono-scenza e di espressione politica . Ci augu-riamo che anche gli altri gruppi faccian oaltrettanto o che almeno si espriman ocompiutamente .

In questo momento, però, la nostra va-lutazione non può non considerare anch eil modo di organizzare i lavori di questaCamera ed il mancato rispetto di impegniassunti da tutti i capigruppo nei nostriconfronti . Il nostro gruppo ha mostratovolontà di dialogo, di incontro e di collo -quio con tutte le forze politiche indistin-tamente. È riuscito ad ottenere impegniprecisi su questioni essenziali come il di -battito sulle risultanze della Commission eP2, ma al tempo stesso ha visto disatten-dere impegni assunti formalmente, senz ala minima considerazione ed il minimorispetto di un gruppo che, credo, do-vrebbe avere piena titolarità in questa As -semblea.

Quello radicale, voglio ricordarlo, non èun gruppo aventiniano; tutt 'altro. Nelpieno rispetto delle convinzioni di cia-scuno, se il nostro gruppo non vota, ciò

avviene sulla base di analisi e valutazion iche lo svolgimento della nona legislaturaha puntualmente confermato .

Anche per questo non possiamo nonesprimere la nostra doverosa preoccupa-zione per l'atteggiamento assunto nei no-stri confronti su altre vicende delicatis-sime riguardanti il buon andamentodell ' amministrazione della Camera . Sutali vicende, ad esempio sul famigeratoammanco di 1 miliardo e 300 milioni ,abbiamo chiesto da molte e molte setti -mane una risposta istituzionale, ma nullaè venuto da parte dell 'Ufficio di Presi-denza, nonostante le nostre sollecita-zioni .

Il nostro gruppo, ripeto, fa profession epermanente di dialogo e di disponibilità edi tale professione sostanzia lo stess oesercizio della propria attività parlamen-tare, ma poi viene ricompensato quotidia -namente con la moneta che tutti abbiamopotuto vedere. In queste condizioni, nonsi può pretendere che da parte nostra nonsi dia il massimo di voce alle varie posi-zioni, alla verità ed alla sostanza dei pro-blemi in materia concordataria . La nostraè una opposizione di merito, articolata eseria. Chi ha ascoltato i nostri intervent ice ne darà atto ; non assumiamo posizion ifanfaronistiche o folcloristiche, ma atteg -giamenti sul merito per dimostrare qual econtributo potrebbe venire alla Camera seanche gli altri gruppi, magari in manierapiù stringata, facessero altrettanto .

Pretendere la rinuncia della nostra po-sizione, per la stessa dignità del Parla -mento, credo che sarebbe profondamentesbagliato e in questo senso confermo ch eil nostro gruppo proseguirà fin dove saràpossibile, con le proprie forze, la battagli ache sta conducendo.

PRESIDENTE. Onorevoli Rutelli, in ri -ferimento a quanto da lei affermato ,vorrei precisare che non risponde assolu-tamente alla verità il fatto che la discus-sione sulla ratifica dell 'accordo di revi-sione del Concordato sia stata relegata inun lunedì pomeriggio per cercare di ap-profittare del silenzio dei notiziari radio -televisivi .

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Le ricordo che tale discussione, iniziatail lunedì pomeriggio, si è protratta pertutta la giornata del martedì, per la mat-tinata del mercoledì e per il giovedì suc-cessivo .

Pertanto, non vi è stata nessuna inten-zione di evitare la trasmissione televisiva ;quindi le sue sono affermazioni per l omeno offensive perché sono soltanto in-venzioni e non rispondono alla verità .

FRANCESCO RUTELLI . Rispondono a ve -rità, invece, e avrò modo di spiegar -glielo .

TARCISIO GITTI . Chiedo di parlare a fa -vore .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

TARCISIO GITTI . Signor Presidente, desi -dero intervenire, sia pure molto breve -mente, a favore della proposta di chiu-sura della discussione .

Il collega Rutelli ha ritenuto di doverpuntualizzare, a modo suo, i fatti cosìcome si sono svolti e riassumere le moda-lità del dibattito . Evidentemente il ragio-namento del collega Rutelli presuppon euna valutazione della politica e del mod odi fare politica che non mi appartiene ;una valutazione per la quale la dismisur ae la sproporzione dei mezzi che si usano èil modo migliore per fare politica .

Io non appartengo a questa scuola d ipensiero e quindi dissento totalmentedalle affermazioni dell'onorevole Rutelli ;devo però registrare, a nome del gruppoche ha la maggioranza relativa in questaCamera, che quanto ha detto, sia pur econ tono garbato, il collega Rutelli, signi-fica finalmente la proclamazione esplicit ache l ' intento perseguito dal gruppo radi -cale, costituito da colleghi che non parte-cipano alle votazioni, tranne il collegaMelega e qualche rarissima eccezione inaltri casi, è quello di porre in essere unatattica ostruzionistica sul disegno di legg en. 2337.

Vorrei ricordarle che la Camera e i lSenato hanno già approvato il nuovo ac-cordo di revisione del Concordato del

1929 eliminando molti aspetti in con-trasto con la Costituzione repubblicana, eche la Camera ha già approvato il proto -collo, strumento internazionale, con alle-gate le stesse identiche norme oggetto de ldisegno di legge al nostro esame .

Se i colleghi radicali desiderano giun-gere nella piazza di San Pietro da PapaWoytjla il giorno di Pasqua con quest orisultato, può darsi che nella loro logic apolitica sia un fatto positivo, anche se inrealtà credo che sia fortemente negativo ,perché i concordati non si definiscono inastratto, ma in base ai contenuti e quell idel Concordato di cui ci stiamo occu-pando sono assolutamente conformi allaCostituzione repubblicana .

Ritengo che sia un elemento negativoritardare l'approvazione del disegno d ilegge relativo alle disposizioni sugli enti ebeni ecclesiastici in Italia, perché, com enon dovrebbe sfuggire ai colleghi radical iche stanno intervenendo con tanta atten-zione, l 'unico risultato che si raggiunge èil mantenimento, a ' termini dell 'articolo7, n. 6 del nuovo testo di Concordato ,approvato dal Senato e dalla Camera, de lsistema della congrua previsto nel 1929 . I l

risultato a cui voi pervenite, quindi, èesattamente l'opposto di quello della revi-sione di norme che tutti riconoscono ne-cessario rivedere in nome non certo di u ncontrasto, non di una contrapposizione ,ché anzi deve esistere collaborazione, m acomunque in nome di una maggiore sepa-ratezza dei due ordinamenti, Chiesa eStato, ciascuno nel proprio ordine indi -pendente e sovrano .

Ecco, collega Rutelli, a che cosa por-tano la dismisura e la sproporzione . Que-sta, ripeto, è una regola del vostro co-stume politico; ne prendiamo atto, la sot-tolineiamo. Io però ritengo che la srego-latezza, quando si esprime in quest omodo, non giovi neppure alle battagliepolitiche condotte in buona fede . Io ri-spetto tutte le posizioni . Abbiamo chiestoal gruppo radicale (desidero ricordarl operché vi sono anche colleghi del miogruppo che è bene lo sappiamo) nelle per-sone di Crivellini, di Spadaccia e di Teo -dori. ieri mattina ed ancora alle 14, di

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giungere ad un'intesa, come si era fatt oanche con un altro gruppo che esercit auna dura azione d 'opposizione rispetto a inuovi accordi . Non chiedevamo certo chesi rispettasse un termine breve, ma che s ipredeterminasse almeno un termine fi-nale di scadenza; che ci fossero indicati ipunti che i colleghi desideravano mag-giormente approfondire nei diversi arti -coli . La risposta è stata che, sull'articolo2, ieri pomeriggio avete parlato, collegh iradicali, per due ore e mezza, facend ocioè intervenire tutti i deputati radical iqui presenti. Io credo che sull 'articolo 2

un intervento di mezz'ora sarebbe statopiù che sufficiente per rappresentare po-liticamente le vostre posizioni .

Questa è una provocazione, e alle pro -vocazioni si risponde necessariament eusando gli strumenti che offre il regola -mento, e che anzi non sono stati neppur eusati fino in fondo, sempre nella speranzadi una ripresa di dialogo e di disponibilit àda parte vostra . È una speranza che riba-disco qui ancora una volta, nonostante l avostra posizione negativa, illustrata poc ofa dal collega Rutelli, di cui per altr oprendiamo atto, denunciandola pubblica -mente (Applausi al centro) .

PRESIDENTE. Passiamo ai voti .Pongo in votazione la richiesta Ferrar i

Silvestro di chiusura della discussion esull 'articolo 7.

(È approvata) .

MASSIMO TEODORI. Chiedo di parlar eper dichiarazione di voto .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI . Signor Presidente ,credo che questo sia un articolo partico-larmente bizantino . Non si capisce comemai, per esprimere dei concetti che sareb -bero stati molto semplici da esprimere, s iusano tre circonlocuzioni. Quando questoaccade si pensa che sotto questa involu-zione di redazione giuridica e legislativaci sia qualcosa che non si comprende . A lprimo comma si dice che gli istituti reli-giosi e le società di rito apostolico «non

possono essere riconosciuti se non hann ola sede principale in Italia» ; al secondo sidice che le province italiane degli istitut i«non possono essere riconosciute se laloro attività non è limitata . . .»; al terzocomma si dice che gli enti «non posson oessere riconosciuti se non sono rappre-sentati . . .» . È un modo ben strano di legi -ferare in maniera chiara .

Credo che i pochissimi minuti che ho adisposizione per la mia dichiarazione d ivoto possano essere usati per riprendereil discorso, molto garbato, che il colleg aGitti ha fatto ora sul senso del nostr odibattito ; e questo la dichiarazione di votosull 'articolo lo consente.

Collega Gitti, noi non abbiamo dichia-rato, anche fuori di quest'aula, ma ripe-tutamente in quest'aula (l'ho fatto io per-sonalmente e lo hanno fatto i colleghi), l avolontà di fare ostruzionismo, perché sequesto avessimo voluto lo avremmo fatt oapertamente; abbiamo piuttosto parlat odelle condizioni di informazione in cuisono rappresentate le posizioni i nquest 'aula rispetto a questo specifico di -segno di legge. Il disegno di legge in que-stione, collega Gitti, è fondamentale pe rdue ragioni: per quanto contiene e perchérappresenta il primo anello della lung acatena in cui si snoderà l 'applicazione delConcordato. In altri termini, ha un adoppia valenza: quella della sua sostanz ae quella di essere il vero strumento di rea -lizzazione dei patti intercorsi tra la Chiesae lo Stato. Pensiamo che il suo esempio s iripeterà .

Abbiamo già avuto modo di dire chenon sono chiare le posizioni rappresen-tate in quest'aula, o quanto meno non l osono sufficientemente e di conseguenz anon possono essere percepite all 'esternodel Palazzo. Il procedimento democratic oimpone che si facciano dibattiti parla-mentari che durino tutto il tempo neces-sario a che una certa procedura e cert icontenuti siano chiari all'interno del Pa -lazzo e siano trasmessi fuori di esso .

Questo è il nostro obiettivo, collegaGitti. Tu sai bene, anzi tutti voi sapetebene che le posizioni rappresentate dall astampa, quello che non è stato detto, si-

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gnor Presidente, dalla radio-televisione d iStato su quanto si sta facendo qui dentro,rappresenta un fatto fondamentale perun corretto svolgimento del procedi -mento democratico e legislativo .

PRESIDENTE. Concluda, onorevol eTeodori .

MASSIMO TEODORI . Concludo, signorPresidente. Il problema, dunque, è que-sto: vogliamo che quanto ciascuno di noiintende rappresentare qui dentro a pro-posito di un disegno di legge tanto impor -tante, ancor più del Concordato perché ,come ho già detto, ne è la prima tradu-zione pratica, sia chiaro all'opinione pub-blica .

Per raggiungere tale obiettivo impie-ghiamo tutte le nostre forze contro il di-sinteresse, l 'abbandono di tutti gli altr igruppi delle posizioni e delle ragioni ide-ali, concrete e politiche sostenute i nquest 'aula .

PRESIDENTE . Passiamo ai voti .Pongo in votazione l 'articolo 7, nel testo

del Governo .

(È approvato) .

Sospendo la seduta fino alle 15 .

La seduta, sospesa alle 13,15 ,è ripresa alle 15 .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT EVITO LATTANZIO

Assegnazione di proposte di legg ea Commissioni in sede referente .

PRESIDENTE . A norma del prim ocomma dell'articolo 72 del regolamento ,comunico che le seguenti proposte d ilegge sono deferite alle sottoindicateCommissioni permanenti in sede refe-rente :

I Commissione (Affari costituzionali) :

ALMIRANTE ed altri : «Sistemazione de lpersonale del Corpo militare della Crocerossa italiana addetto ai servizi continua-tivi» (1188) (con parere della Il, della V edella VII Commissione);

II Commissione (Interni):

GORLA ed altri : «Modifica dell'articolo12 della legge 24 ottobre 1977, n . 801, con-cernente l 'apponibilità del segreto d iStato nei procedimenti penali ordinari ein quelli d 'accusa relativi a reati di stragee di terrorismo» (2662) (con parere della Ie della IV Commissione) ;

XII Commissione (Industria) :

CORSI ed altri: «Disciplina della ricercae coltivazione delle risorse geotermiche»(2561) (con parere della I, della III, della V,della VI, della IX, della X, della XI e dellaXIV Commissione) ;

XIV Commissione (Sanità) :

GARAVAGLIA e FALCIER: «Norme per il re -cepimento della direttiva CEE n. 76/160dell'8 dicembre 1975, concernente la qua-lità delle acque di balneazione» (1424 )(con parere della I, della Il, della III, dell aIX e della X Commissione);

Commissioni riunite I (Affari costitu-zionali e Il (Interni) :

GORLA ed altri : «Modifica dell'articolo11 della legge 24 ottobre 1977, n . 801, con-cernente la composizione del Comitato bi -camerale di controllo sull 'operato dei ser -vizi segreti» (2661) ;

Commissioni riunite III (Esteri) e VII(Difesa) :

SODANO ed altri : «Norme sul controllodella vendita delle armi» (2449) (con pa-rere della I, della Il e della XII Commis-sione) ;

Commissioni riunite VI (Finanze e te -soro) e IX (Lavori pubblici) :

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MELEGA: «Costituzione di un fondo dirotazione per l 'erogazione di mutui pe rl 'acquisto della prima casa» (2553) (conparere della I, della IV e della V Commis-sione) .

Trasmissione di document iministeriali .

PRESIDENTE. Il ministro della difesa ,con lettera in data 21 marzo 1985, ha tra -smesso, ai sensi dell 'articolo 3, quintocomma, della legge 16 giugno 1977, n.372, copia del verbale della riunione del26 febbraio 1985 del comitato per l'attua-zione della legge stessa, concernente am-modernamento, armamenti, materiali ,apparecchiature e mezzi dell'esercito .

Questo documento sarà trasmesso all aCommissione competente .

Comunico altresì che il ministro dell'in -dustria, del commercio e dell'artigianato ,con lettera in data 27 marzo 1985, ha tra -smesso, ai sensi dell'articolo 2 della legge12 agosto 1982, n. 576, la relazione an-nuale sullo stato della politica assicura-tiva (doc . LXXIV, n . 2) .

Questo documento sarà stampato e di-stribuito .

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 8del disegno di legge . Ne do lettura :

«Gli istituti religiosi di diritto diocesan opossono essere riconosciuti soltantoprevio assenso della Santa Sede e sempreche sussistano garanzie di stabilità» .

Ha chiesto di parlare l'onorevole Me -lega. Ne ha facoltà .

GIANLUIGI MELEGA. Signor Presidente ,colleghi, in sede di discussione general eavevo toccato l'argomento secondo i lquale una delle ragioni che ci spingevan oad essere contrari al provvedimento in

esame era la sua caratteristica di legg eaperta, che delegava ad un futuro incertola determinazione di ciò che dovesse rien-trare nella normativa da esso prevista .

L 'articolo 8 è appunto uno degli articol iche più giustifica quell 'impostazione chein sede di discussione generale altri col -leghi ed io avevamo evidenziato, perch éla sua formulazione testuale è criticabil eda molti punti di vista . Cercherò ora d iesaminarli uno per uno .

In primo luogo, nell'articolo si parla d iistituti religiosi di diritto diocesano; ed amia memoria è la prima volta che un alegge dello Stato italiano recepisce al pro-prio interno norme che riguardano isti-tuti religiosi di diritto diocesano . Su checosa sia il diritto diocesano non mi risult ache ci siano ancora studi accademici . Cer -tamente possiamo dire che esistono isti-tuti religiosi diocesani, cioè che insiston oall'interno di una diocesi, per la loro ca-ratteristica, per il loro raggio d'azione ;oppure forse possiamo intendere co nquesto che essi sono sottoposti al magi-stero del vescovo di una diocesi .

Non mi risulta però che vi sia un corpusdi leggi che possa essere definito «diritt odiocesano». Se così fosse, si dovrebb epensare che si tratti di norme identicheper tutte le diocesi e che quindi rappre-senti un punto di riferimento fisso per gl ispecifici soggetti giuridici individuati d aquesto articolo ed in generale da tuttaquesta legge .

Ieri abbiamo citato dall 'Annuario ponti-ficio tutta una serie di esempi concreti d ienti ecclesiastici. Ora cercherò di indivi-duare, sempre in quell 'Annuario, quegliistituti religiosi che probabilmente son ochiamati in causa dall 'articolo 8, quellicioè che dovrebbero essere chiamati gliistituti religiosi di diritto diocesano. Forsepotrebbe trattarsi di quelli che vengonoriportati alle pagine 1393, 1394, 1395 e1396 dell'edizione del 1981 dell'Annuariopontificio, cioè quelli che sono ricompresisotto il titolo «Istituti secolari» .

Credo che siano probabilmente questigli istituti che vengono impropriament edefiniti dall'articolo 8 . Non sono molti equindi li elenco tutti, anzitutto perché vo-

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glio che questi nomi rimangano agli atti,se non altro a titolo di contributo del legi -slatore italiano a quello che sarà l'enormecontenzioso che si determinerà in futuro ,quando si tratterà di decidere se appli-care o meno la normativa di cui a quest oarticolo 8 .

Mi limito a citare gli enti che hann osede in Italia: Ancelle Mater Misericordia edi Macerata, Apostole della Carità d iPonte Lambro, Oblate di Cristo Re di Se-stri Levante, Opera del Divino Amore d iNapoli, Ancelle della Divina Misericordi adi Valenzano, Missionarie degli infermi d iMilano, Istituzione teresiana di Roma ,Missionarie del sacerdozio regale di Mi-lano, Opus Dei, sezione femminile, d iRoma, Missionarie della regalità di No-stro Signore Gesù Cristo, Figlie della Re-gina degli Apostoli di Roma, Figlie delSacro Cuore di Bitonto, Apostole delSacro Cuore di Legnano, Oblate del Sacr oCuore di Gesù di Tropea, Compagnia d iSant'Orsola, Figlie di Sant'Angela di Bre-scia, Unio filiarum di Treviso, Volontariedi Don Bosco di Roma .

Questi sono gli istituti religiosi femmi-nili riportati sotto la dizione «Istituti seco -lari» e ritengo che questo piccolo grupp oprobabilmente possa rientrare tra i sog-getti giuridici dell 'articolo 8, qualora glienti in questione abbiano loro dipendenz enon direttamente sottostanti al magisteroed all'autorità gerarchica della Sant aSede, ma al magistero ed all'autorità ge-rarchica diocesana, vale a dire della dio-cesi ove essi figurano avere sede ,

L 'articolo 8 prevede che, per essereconsiderati enti ecclesiastici civilmente ri -conosciuti dal diritto italiano, questi isti-tuti devono godere dell'assenso dell aSanta Sede alla domanda di riconosci -mento e di imprecisate garanzie di stabi-lità .

Anche a questo riguardo, voglio richia-mare l ' attenzione del relatore e degli altr icolleghi, per chiedere loro se eventual-mente intendano — credo sia un piccolomerito, rispetto alle questioni future ch eho delineato cercare di mettere fin da or aagli atti un chiarimento al riguardo —che tali garanzie di stabilità richieste agli

istituti per il riconoscimento debbano es-sere constatate, certificate dall 'autoritàdello Stato italiano . È lo Stato italiano chedeve accertare che vi siano garanzie distabilità sufficienti, o no? È la Santa Sede ,o no? È l 'autorità diocesana ecclesiastica ,o no?

Signor Presidente, parlavo di legge de-lega — il collega Teodori l 'ha definitalegge omnibus —, di legge aperta, i cuicontenuti possono essere allargatiall'estremo o ridotti a niente in virtù diinterpretazioni più o meno estensive dell anorma e credo che questo tipo di discors opossa risultare molto comprensibile all aluce della lettera della norma contenut anell 'articolo 8.

È chiaro che domani, ad esempio, i npresenza di una eventuale scissione tr aStato e Chiesa, certamente l 'autorità ita-liana potrà utilizzare questa norma, a di -ritto o a torto, per decidere ed affermarese esistano o non esistano le garanzie distabilità richieste dalla legge perché u nente possa essere considerato tra quell icivilmente riconosciuti .

L'ipotesi, onorevoli colleghi, è molt omeno peregrina di quanto non si poss apensare. Ci sono oggi in Italia tutta un aserie di centri comunitari che si dedican oad attività benemerite, soprattutto i ncampo sociale (ricordo per tutte quell erelative all 'assistenza ai tossicodipen-denti, al tentativo di recupero dei tossico -dipendenti ed al l 'assistenza ai carcerati), iquali sono posti in essere dall ' impegno dicattolici, che danno a questa loro oper aun determinato tipo di struttura del tutt ovolontaristica e dotata dell'ampiezza diattività che i suoi associati desideranoconferirle . Ebbene, se domani alcune diqueste comunità chiedessero di essere ri-conosciute dallo Stato italiano ai sensi delprovvedimento in discussione, come entiecclesiastici civilmente riconosciuti, si av-vierebbe probabilmente un processo ditipo giudiziario, un procedimento di istru -zione della domanda, i cui termini certa-mente non sono chiari e non sono, a mi oavviso deliberatamente, resi chiari daltesto dell'articolo 8 .

Il collega Guerzoni, in un suo inter-

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vento in sede di discussione generale, haricordato che in certi punti del provvedi -mento ci troviamo di fronte o ad errori d istampa, o ad errori di intassi . Vi sonoinfatti delle frasi che non hanno un sensoapparente. Ad esempio, il collega avev acitato il terz ' ultimo comma dell'articolo 7 .Io credo che anche nel l 'articolo 8 si possariscontrare quanto rilevato dal collegaGuerzoni ; a nostro giudizio con la dizion eletteraria di questo disegno di legge si èinfatti ottenuto un risultato di basso pro -filo legislativo .

Non credo che ci si possa esimere dall ostabilire a chi tocca assumere le decisionidel caso, in virtù di quali norme, sullabase di quali paragrafi, se e quando sus-sistano delle garanzie di stabilità per unente ecclesiastico . Stabilità significa stabi-lità finanziaria, permanenza nel tempo diquesto ente, significa capacità di farfronte ai fini istituzionali . Sono tutte te-matiche che, a mio avviso, si inseriscon oin quel quadro generale di incertezze de ldiritto e di allargamento o restringimentoad libitum della portata di tutte le normee del ventaglio dei soggetti interessati daquesto questo disegno di legge che, perquanto possa esprimere un parere perso-nale, io credo che non vada accettato . Perqueste ragioni, signor Presidente, ritengoche l 'articolo 8 debba essere respintodalla Camera e mi auguro che i deputat ipresenti non accettino l'invito del Go-verno ad esprimere un voto favorevole, i nmodo tale da permettere il riesame dell asostanza del provvedimento e di quelli a desso collegati o che ad esso potrebberorifarsi in un futuro incerto e sicurament ericco di problemi interpretativi che sa-rebbe bene evitare .

SILVESTRO FERRARI. Chiedo di par-lare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

SILVESTRO FERRARI. A nome delgruppo della democrazia cristiana ,chiedo ai sensi del quarto comma dell'ar-ticolo 85 del regolamento la chiusuradella discussione sull'articolo 8 .

PRESIDENTE. A norma del primocomma dell 'articolo 44 del regolamento ,sulla proposta Silvestro Ferrari di chiu-sura della discussione darò la parola, ov ene venga fatta richiesta, ad un oratorecontro e ad uno a favore .

MASSIMO TEODORI . Chiedo di parlarecontro .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI . Signor Presidente ,la richiesta avanzata dal collega Ferrari ,che ci ha colto alla sprovvista, ci fa pen-sare che cosa accadrebbe se noi decides-simo di approvare gli articoli restanti un odopo l 'altro, rinunciando in pratica aprendere la parola . Quest 'aula, bella-mente, come è intenzione dei pochi depu-tati democristiani e comunisti presenti ,nel giro di mezz'ora — passata l'ora dellasiesta — voterebbe precipitosamente, congrande soddisfazione, questo provvedi -mento.

Ho fatto tale ipotesi, in questo mo-mento ammissibile : se quegli sciagurati d iradicali dicessero di andare avanti ,questo fondamentale disegno di legge, sa-lutato come un grande evento storico da icompagni comunisti (non vi presto inten-zioni malevole da parte mia : Carlo Cardia ,il vostro teorico dei rapporti tra Stato eChiesa, ne ha parlato come di una paginadi portata storica nelle relazioni tra loStato e la Chiesa cattolica), verrebbe ap-provato rapidamente, ad occhi chiusi ,dalla Camera come, in tante altre situa-zioni anche più rilevanti, è già avve-nuto.

Procedendo sulla base di questa ipotesi ,la nostra coscienza di parlamentari, d irappresentanti del popolo, nutrita di va-lori laici o cattolici, progressisti o liberali ,che cosa potrebbe rimproverarsi a que lpunto? Quanto sta accadendo, collegh icomunisti, è stato espresso molto benedall'autorevolissimo collega Stefano Ro-dotà, autorevolissimo per scienza, cono-scenza e posizione politica, presidente delgruppo della sinistra indipendent e(gruppo che avevamo salutato con grande

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soddisfazione per aver esso recato qui uncontributo molto importante nella discus-sione relativa al Concordato ed alle que-stioni annesse) . Quel gruppo si è però dis -solto oggi come neve al sole, perchénessun collega della sinistra indipendent evediamo qui, nessuno degli autorevolis-simi colleghi come Guerzoni ed altri . Avràforse sortito qualche effetto il richiam ofatto dal compagno Bufalini recente -mente, quando ha detto che non stavamolto bene la faccenda di dover reperiregli esperti fuori dalle file del partito: bi-sogna un poco pensarci, ha detto, in occa-sione di queste elezioni amministrative, eforse, non lo so, avrà avuto qualche ef-fetto questo richiamo giunto dalla sant acasa madre delle Botteghe Oscure! (Viv icommenti all'estrema sinistra) .

MICHELE ZOLLA. Ma perché, se dev ipassare del tempo, non ti dedichi alla let-tura degli elenchi telefonici? Sarebbe me-glio! (Proteste all'estrema sinistra) .

PRESIDENTE . Onorevoli colleghi !

MASSIMO TEODORI . Lasciamo perdereriferimenti al funerale di Tarantelli, col -lega comunista, lasciamo stare !

PRESIDENTE. Proceda, onorevole Teo-dori .

MASSIMO TEODORI. La nostra vici-nanza con i colleghi della sinistra indi -pendente, in questa sacrosanta battaglia ,è reale e purtroppo dobbiamo dolerci pe ril fatto che, dopo una presenza di grandevalore, l 'assenza di oggi evidentemente èdi opportunità politica. In quest 'aulaognuno ha il diritto di esercitare i propr igiudizi di opportunità politica. Probabil-mente i compagni e colleghi della sinistraindipendente hanno oggi giudicato chenon dovevano mischiare il loro atteggia-mento responsabile di opposizione allequestioni concordatarie con quello (cheloro magari possono giudicare irrespon-sabile) dei radicali! Di questo si tratta :non invochiamo dunque questioni ch enon hanno nulla a che fare! (Reiterate

proteste all 'estrema sinistra) . Per fortuna,queste cose hanno una dignità politica ,nella diversità che può essere rispettata .

Con la sua consueta lucidità e chia-rezza, il collega Stefano Rodotà ha messomolto bene in risalto su la Repubblica diieri che, in fondo, questa operazione con -cordataria è propagandistica . Tanto percominciare — dice Rodotà — è stata defi-nitivamente cancellata la trovata propa-gandistica dell'autofinanziamento dell aChiesa da parte dei cattolici. Mi dispiaceche il collega Balestracci non ci sia, per -ché nell'intervista di stamane . . .

PRESIDENTE . Onorevole Teodori, nondimentichi che lei sta parlando contro larichiesta di chiusura della discussionesull'articolo 8 .

MASSIMO TEODORI . Lo sto facendo . Seandassimo avanti nell'approvazione degl iarticoli, che cosa la nostra coscienza dirappresentati del popolo, di valori laici oreligiosi, si dovrebbe rimproverare? Pro-babilmente si dovrebbe rimproverarequello che giustamente il collega Rodotàdiceva, vale a dire che il vizio original edel dibattito su questo disegno di legge ,che è poi la prima tappa dell 'attuazionedel Concordato, è in una operazione pro-pagandistica .

Se fosse stato esposto nel paese ed i nParlamento quello che effettivamente ilnuovo accordo ed il disegno di legge su ibeni ecclesiastici sono, senza far passar equesta operazione propagandistica dipresentarli come un superamento dei le-gami, dei lacciuoli con lo Stato, la que-stione sarebbe diversa . Tanto per comin-ciare, è stata definitivamente cancellatala trovata propagandistica dell 'autofinan-ziamento della Chiesa da parte dei catto-lici, sbandierata come una delle novitàpiù significative. Lo stesso Governo h adovuto riconoscere che la Chiesa si tro-verà a distribuire risorse che vengon onon dall'autofinanziamento (la Chiesa po-vera secondo il Vangelo), ma dall 'erariodello Stato; nulla dunque sembrerebb emutato rispetto a ieri, mentre invec eesiste una novità non di poco conto . Giu-

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stamente Rodotà dice che non sono più300 i miliardi che, attraverso i vari capi-toli del Ministero dello interno, del Fond oper il culto, del Fondo per la città diRoma, la Chiesa riesce a mettere insiem eattualmente ; non sono più quei 300 mi-liardi che dalle tasche del contribuent eitaliano vanno a finire per le attività e l estrutture della Chiesa, ma si tratterebbedi una somma elevata : complessivamentetra i 700 e i 1 .000 miliardi (è una stimafatta anche da fonte governativa) .

Che cosa altro ci dovremmo rimprove-rare, signor Presidente, se fossimo accon-discenti rispetto alla linea della chiusuradella discussione e del precipizio verso l adefinitiva approvazione di questa legge?Lo dice Rodotà: «L'altro grande argo -mento propagandistico, che aveva accom-pagnato la presentazione del nuovo Con -cordato, riguardava la via del supera -mento del regime messo a punto nel '29 econfermato dalla Costituzione del '48. Si èdetto che si cominciava ad uscire dall agabbia concordataria per entrare nel piùlibero regime delle intese . Formalmentele cose stanno proprio così, da oggi in po imolte materie saranno regolate da ac-cordi tra la nostra amministrazione e l aConferenza episcopale italiana (si vadall'istruzione religiosa alla tutela del pa-trimonio artistico, dagli enti e beni reli-giosi a tutte le altre materie per le quali s imanifesta l'esigenza di collaborazione trala Chiesa e lo Stato) . Poiché non ci si pu òsottrarre al fascino della parola di moda ,più d ' uno ha parlato di deregulation . Am -messo che di ciò veramente si tratti, sa-rebbe comunque una deregulation assaisingolare, visto che potrebbe bastare unaccordo tra burocrazia italiana e Vati-cano per sottrarre materie delicatissimealla competenza del Parlamento. Conquesto meccanismo viene avviata una co-gestione ecclesial-statalistica di aree fon-damentali della società» .

Noi potremmo diventare ragionevoli econsentire che il fine settimana dei col -leghi possa essere passato nei collegi elet -torali, ma anche noi abbiamo una co-scienza . Non è la coscienza dei credenti ,perché non ritengo che fra di noi ci sia

alcun credente, ma è la coscienza di chicrede in certi valori ; e se noi lasciassimopassare cosí questo disegno di legge, s enon facessimo neppure un tentativo (loricordo al collega Gitti che questa mattin aha parlato di ostruzionismo irresponsa-bile dei radicali) per consentire l'informa-zione all'opinione pubblica sul process olegislativo parlamentare e sulle effettiveposizioni di ognuno (questa è la nostr adichirazione d'intenti, il nostro manifest od'intenti!), la nostra coscienza di credent iin questi valori verrebbe tradita . Noi nonvogliamo vincere, ma vogliamo che sianochiare le ragioni e le posizioni per le qual istiamo facendo questa che può essere giu -dicata una inutile maratona oratori a(anche se non è una vera maratona ,perché ne abbiamo fatte ben altre equesto è soltanto un «aperitivo») . Noi ,dunque, se lasciassimo passare nel giro d imezz'ora o di un 'ora, come tecnicamenteè possibile e come è volontà comune ,questo disegno di legge, ci dovremmorimproverare di non aver utilizzato tuttele risorse a nostra disposizione come de-putati radicali per impedire l'operazion epropagandistica e mistificatoria di far ap-provare il Concordato e le leggi di attua-zione con un valore diverso da quello ch ehanno. Sto usando, tra l'altro, non mi eparole, ma parole autorevoli, almeno dalpunto di vista della scienza, prima ancorache della posizione politica, del collegaStefano Rodotà, presidente del gruppodella sinistra indipendente .

Queste sono le ragioni, signor Presi-dente, per le quali ci opponiamo a quest arichiesta di chiusura della discussione .Vorremmo invitare i colleghi SilvestroFerrari, Zolla e Balestracci a considerareche forse, anche dal loro punto di vista ,sarebbe ragionevole accettare la nostr arichiesta per una chiarezza di informa-zioni e di posizioni sullo scontro che at-tualmente si sta verificando qui alla Ca-mera. Credo che questo sia un appell oalla ragionevolezza e per questi motivi ,signor Presidente, è più che ovvio ch eoccorre non chiudere questa discussione ,anche perché se anche la chiuderemo s uquesto articolo, sul prossimo tenteremo

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di andare avanti e di riproporre le nostrerichieste .

PRESIDENTE . Poiché nessuno chiededi parlare a favore, pongo in votazione l aproposta Silvestro Ferrari di chiusuradella discussione sull'articolo 8.

(È approvata) .

Pongo in votazione l'articolo 8, nel testodel Governo .

(È approvato) .

Do lettura dell 'articolo 9 :

«Le società di vita apostolica e le asso-ciazioni pubbliche di fedeli possono es-sere riconosciute soltanto previo assens odella Santa Sede e sempre che non ab-biano carattere locale» .

Su tale articolo ha chiesto di parlar el'onorevole Teodori . Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI. L'articolo 9 pro -segue la serie di articoli che, secondo irelatori, indicano le condizioni specifichenecessarie per il riconoscimento di alcun ecategorie di enti, «in conformità alla tra -dizione della legislazione concordatari aitaliana». Qui c 'è uno scatto di onestà !Dice infatti la relazione: «Per le società d ivita apostolica è richiesto ulteriormente ,ai fini del riconoscimento, il previo as-senso della Santa Sede e sempre che nonabbiano carattere locale». Infatti, l'arti-colo recita: «Le società di vita apostolica ele associazioni pubbliche di fedeli pos-sono essere riconosciute soltanto previ oassenso della Santa Sede e sempre chenon abbiano carattere locale» .

Innanzitutto, credo che vada osser-vato, signor Presidente e colleghi pre-senti, che c ' è qualcosa su cui rifletter eanche in questo articolo, che pure è ap-parentemente molto piano e banale, evo-cativo soltanto di due categorie, le so-cietà di vita apostolica e le associazion ipubbliche di fedeli . C'è qualcosa checorrisponde a quanto stiamo tentand odi dire in tutta la discussione di questodisegno di legge .

Una novità nel Concordato e nel di -segno di attuazione rispetto al vecchi oConcordato c'è, ed è il grande spirito cen-tralizzatore che pervade tutti gli articol idel nuovo Concordato. Il riconosciment oda parte della Santa Sede di due catego-rie, le società di vita apostolica e le asso-ciazioni pubbliche di fedeli, mette in-sieme due cose profondamente diverse.Immagino che le società di vita apostolic a(poi affronteremo nel merito quest opunto) facciano parte (aiutatemi vo iesperti! Ho visto che il sottosegretarioAmalfitano, noto esperto di scienze reli-giose, che era presente fino a poco fa, si èassentato; avrei gradito che ci fosse stat oil suo ascolto e magari il suo contributo)della gerarchia della Chiesa . Ma qui ven-gono introdotte anche le associazion ipubbliche di fedeli .

Io non sono assolutamente un conosci-tore delle questioni della Chiesa e dellequestioni religiose, ma, se non vado er-rato, le associazioni pubbliche di fedelisono il fulcro di quella grande rifioritura ,che vi è stata nell'ultimo quindicennio, d iripresa di autentico spirito religioso . Miriferisco a tutto il movimento delle comu-nità (dell 'Isolotto, di Genova, quella dipadre Bisceglie a Potenza o a Matera), dacui ogni tanto mi arrivano dei fogliettiniiperlaici . Se oggi si trovano veri spiritilaici, questi sono nelle comunità dei cre-denti .

L 'unica letteratura seria e abbondant edi vero spirito laico di libertà, di separa-zione dello spirituale dal temporale, d ilibertas, della vostra libertas, oggi non sitrova più nella tradizione del laicism orappresentata dai signori che siedono i nquesti banchi di centro, di centro-sinistra ,che ancora osano chiamarsi eredi dell etradizioni risorgimentali, repubblicani, li-berali, ma soltanto nelle comunità de icredenti .

A proposito, dove saranno quei liberal iche hanno fatto grandi dichiarazioni su lConcordato, sul concetto di «libera Chies ain libero Stato»? Non ne ho incontratouno in questi giorni! Non una parola di u nliberale! Non una parola di un repubbli-cano! E lasciamo stare i socialisti che, per

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ragion di Stato, come nel 1929, sono an-dati a negoziare (per usare un eufemi-smo) l'appoggio della Chiesa! E lasciam ostare i compagni comunisti, tra i quali i lfermento, anche se sotto la cenere, c 'è e s isa che c'è, e speriamo esploda presto .

Dicevo che le associazioni pubbliche d ifedeli, correggetemi se non dico la verità ,sono l 'elemento nuovo nella vita dell aChiesa . Ma tali associazioni, secondoquanto stabilito dal l 'articolo 9, per esserericonosciute devono avere il previo as-senso della Santa Sede . Io credo chequesto punto dia molto da pensare, so-prattutto a coloro ai quali sta a cuore l alibertà del credente . E le associazionipubbliche dei fedeli non rappresentan oforse il grande movimento di questi ann iintorno alla Chiesa, ai margini dellaChiesa, che dà vita a grandi e important ifenomeni (persino ad una presenza eletto-rale, come è accaduto a Palermo con cittàper l'uomo)? E queste debbono avere i lriconoscimento della Santa Sede . Questoè lo spirito che pervade tutto !

Noi anticlericali, radicali, iperlaici e vi adi seguito, continuatori, io credo, di un agrande tradizione nella storia del nostr opaese, dobbiamo difendere in quest 'aulasoprattutto i valori dei credenti . Dire chele associazioni pubbliche di fedeli deb-bono ricevere l 'imprimatur, l'autorizza-zione della Santa Sede, significa ricrear eil peggiore assetto temporale e centraliz-zato del Vaticano e della Chiesa che, at-traverso i loro giudizi e la loro gerarchia ,devono dare l 'imprimatur . È questo che c ipreoccupa, signor Presidente, colleghi .

Ci preoccupa quella cosa che, come di-ceva Rodotà, è nata all'insegna propagan -distica del progressivo superamento odell 'affievolimento del regime pattizio .Questo è il vero concordato, perché l 'ac-cordo-quadro è di facciata ; «per li rami»arriviamo poi a questi disegni di legge, iquali, lo sappiamo, hanno a loro volt aannessi ed allegati . Poi vi sono le pattui-zioni di carattere amministrativo: ilgrande potere della Conferenza episco-pale ma anche quello, a livello locale ,degli organi gerarchici strutturali dellaChiesa .

Ci preoccupiamo allora in nome dell alibertas delle associazioni pubbliche di fe -deli . Esiste un ottimo saggio di Finoc-chiaro sulla Rivista di diritto ecclesiasticoin cui si dice che soltanto l 'automatismodel riconoscimento civile è qualcosa ch epone dei soggetti nel quadro di una legi-slazione di libertà e di uguaglianza ricon-dotta all'interno di un aitomatismo affi-dato all 'autorità giudiziaria . Qui invecericadiamo in una legislazione di caratterespeciale che, per una parte, serve a creareun'area di privilegio per la gerarchi adella Chiesa, per le società di vita aposto-lica, per gli istituti religiosi di diritto dio-cesano, per l'altra costituisce uno stru-mento in mano a chi vuole usare la Chies anel modo peggiore, centralistico, per im-porre, che so, la propria ortodossia o ilproprio potere .

Insomma, in questo articolo 9 si met-tono insieme due cose profondament ediverse . Ho cercato di documentarm isulle società di vita apostolica, enti che ame laico non sono poi tanto familiari .Nel consueto Annuario pontificio le hotrovate nell'edizione del 1982, ma noli inquella del 1981, in cui c ' erano soltant ole società di vita comune senza voti . Misono chiesto se queste ultime fossero l esocietà di vita apostolica ed infatti, an-dando a verificare nella pubblicazion edell'anno successivo, mi sono accortoche la dizione era cambiata . Così, son oriuscito a capire il significato di quest ostrano articolo. Certo, c'è un bizanti-nismo nella mano che ha redatto il di -segno di legge. Infatti, vengono mess einsieme due entità assolutamente di-verse: da un lato le società di vita apo-stolica, che sono evidentemente intrin-seche all'ordinamento della Chiesa e dalla sua gerarchia, dall'altro le assem-blee pubbliche, che rappresentano u nfenomeno di tutt'altra natura e che po-tremmo definire frutto del moviment ospontaneo dei credenti e dei religiosi .

Dicevo che, documentandomi sulle so-cietà di vita apostolica, ho compreso difronte a quali meccanismi ci troviamo .Vediamo di rendere esplicita tale situa-zione a tutta la Camera .

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Esiste dunque la Confederazion edell'oratorio di San Filippo Neri (orato-riani) che è stata fondata nel 1575 e cheriunisce case autonome, dette «congrega-zioni»; e non è irrilevante che tale confe-derazione, che è la prima delle società d ivita apostolica, abbia una serie di dirama-zioni : infatti, attraverso un successivo ri-chiamo, sapremo che hanno diritto al ri-conoscimento non solo le case madri, m aanche le diramazioni a livello locale e dio-cesano delle stesse istituzioni .

Esiste poi l'Oratorio di Gesù e di Mari aImmacolata di Francia, evidentementefondato in Francia, avendo altresì la de-nominazione : «L 'Oratoire de France» . Fufondato nel 1611 e approvato dapprimanel 1613 e poi nel 1664 .

Esiste poi la Congregazione della mis-sione (Lazzaristi), avente tra i suoi scop iquelli di dar luogo a missioni tra fedeli edinfedeli, nonché direzione ed insegna-mento nei seminari, direzione delle Figli ee delle dame della carità, ritiri spiritual iper il clero e il laicato .

Molte congregazioni che ora conside-riamo sono di origine straniera ed hannoresponsabilità che, mi pare di capire,sono di nazionalità non italiana : peròhanno tutte la sede ufficiale in Italia . Ed èproprio una delle condizioni, questa ,poste ripetutamente dal disegno di legge .In tal modo, probabilmente, istituti reli-giosi (in questo caso, società di vita apo-stolica) andranno a costituire un gener especiale di istituto religioso avente i lcorpo essenziale e svolgente attivit àall'estero e tuttavia automaticamente ri-conosciuto, con i conseguenti benefìci ch eil provvedimento in discussione attribui-sce, attraverso il recepimento nell 'ordina-mento civile .

Esistono poi i sulpiziani (Compagniadei sacerdoti di San Sulpizio) la cui deno -minazione è anche : «Compagnie des Pré-tres de Saint-Sulpice» . Anche questo orga-nismo mi pare abbia denominazione fran-cese e responsabili francesi, ma anc h'essonaturalmente ha la sua sede in Italia, aRoma, in viale Giotto 29 . Tale situazionesi ripete costantemente per tutti gli ent iora considerati . Comprendiamo allora

per quale motivo, in questo provvedi -mento, in cui la stessa materia viene con-tinuamente presa, lasciata e ripresa, siinsiste sul requisito della sede in Italia .Probabilmente si tende a rendere cos ìpossibile l 'incorporamento nel nucle odegli istituti religiosi che potranno goder edi uno speciale trattamento di una seriedi istituzioni che in realtà non hanno ca-rattere nazionale . Esse dunque godrann odel beneficio di utilizzare una parte, pic-cola o grande poco importa, di quei 700 -1 .000 miliardi che i cittadini italiani de-volveranno alla Chiesa, in forza di questoprovvedimento, se e quando, con buon avolontà, arriverà in porto .

Abbiamo poi la Società per le missioniestere di Parigi, il cui scopo è la predica-zione del Vangelo e lo sviluppo dell aChiesa tra i popoli non cristiani . Anche inquesto caso il superiore generale, certoJean-Paul Bayzelon, risiede a Parigi, m ala sede legale è in Italia, esattamente i nRoma, via Adelaide Ristori 26.

Il ripetersi puntuale delle stesse circo -stanze spiega il significato di molteespressioni contenute nell'articolato delprovvedimento, che diversamente risulte-rebbero assolutamente incomprensibili . I lfatto è che l 'organizzazione della Chiesaunisce due aspetti singolari : il monoli-tismo e qualche volta l 'autoritarismo in-sieme ad un grande libertarismo; unagrande capacità di adeguare le propriestrutture e le proprie forme, inventan-done sempre di nuove secondo le varienecessità storiche. E questo provvedi -mento sicuramente recepisce tale grand eadattabilità e saggezza storica dell aChiesa .

Proseguiamo nella elencazione e tro-viamo la Società dell 'apostolato cattolico(Pallottini), il cui scopo viene indicatonelle missioni tra i cristiani e tra gli infe-deli e la cooperazione dei fedeli all 'aposo-tolato cattolico. Anche in questo caso i lrettore generale — Miinz Ludwing — e dil procuratore generale, Anton Weber ,probabilmente sono stranieri, ma la sed elegale è in Roma, esattamente in piazz aVincenzo Pallotti 204 .

Troviamo poi, sempre nell'ambito delle

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società di vita apostolica, i Missionari de lpreziosissimo sangue, il cui scopo è la dif -fusione del culto al preziosissimo sangue ,predicazione, ministero parrocchiale,educazione della gioventù e mission iestere. Procuratore generale Willia mVolk, moderatore generale Daniel Schae-fer, sede in Roma, viale di porta Ardea-tina 66 .

Da tutto ciò, tra l'altro, risulta evidentecome lo sviluppo edilizio di Roma si astato condizionato dalla massiccia pre-senza sul territorio di enti ed istituti reli-giosi. Il Presidente ed i colleghi certa -mente ricorderanno, anche se si trattaormai di fatti di venti o trenta anni fa ,tutte le polemiche che si svilupparono suquesti temi e su altri, ad esempio sulleesenzioni accordate sempre agli istitut ireligiosi, attinenti alla materia concorda-taria: «Roma capitale corrotta, nazioneinfetta», «le mani sulla città» e via di se-guito. Ma proseguiamo nella elenca-zione.

Troviamo così la Congregazione diGesù e Maria (eudisti), il cui scopo è l adirezione dei seminari diocesani, le mis-sioni ed i collegi; superiore generale eprocuratore generale probabilmente nonitaliani, sede legale in Roma, via dei Quer -ceti 15 .

Troviamo il Pontificio istituto mission iestere, il cui scopo viene indicato nellemissioni tra gli infedeli e la propagazionedella fede nel mondo; anche in questocaso la sede legale è a Roma .

Proseguendo nella elencazione delle so-cietà di vita apostolica, di cui all'articol o9, troviamo i Missionari d 'Africa (padr ibianchi). Purtroppo non disponiamo d iun annuario delle associazioni pubblichedi fedeli perché sarebbe interessante ve-dere quanto degli elementi di novità de -terminatisi nella vita della Chiesa e ne lpensiero e nel movimento religioso vienericondotto attraverso questa legge sott ol 'autorità della Santa Sede, mescolando i nquesto caso probabilmente il sacro ed i lprofano in termini di organizzazione reli-giosa .

Troviamo, dicevo, i Missionari d'Afric a(padri bianchi), con procuratore generale

e superiore generale probabilmente nonitaliani, ma sede legale in Roma, via Au-relia 269, questa grande strada costellat adi grandi edifici, tutti istituti religiosi . Chiconosce la storia di questa città sa perfet-tamente come tutta la fascia sud ed oves tdi essa sia stata segnata profondamentedalla presenza, anche materiale, degli isti-tuti religiosi .

Troviamo poi la Società missionaria d iSan Giuseppe di Mill Hill, St. Joseph 's Mis-sionary Society of Mill Hill, propagazionedel Vangelo in terre di missione, supe-riore e procuratore generale probabil-mente di nazionalità inglese, infatti lasede è in Inghilterra, mentre la sede le-gale ancora una volta è a Roma e preci-samente in via Innocenzo X, al solitoquartiere Aurelio, nella solita fascia oves tdella città di Roma così profondamentesegnata nell 'urbanistica e nella specula-zione fondiaria ; Società per le missioniestere degli Stati Uniti d 'America (di Ma-ryknoll), The Catholic foreign mission so-ciety of America, superiore e procuratoregenerale con nomi probabilmente di ori-gine irlandese-americana, casa madre esede ufficiale in Roma, Italia, via Sar-degna 83; Istituto spagnolo di San Fran-cesco Saverio per le missioni estere, evan -gelizzazione degli infedeli, direttore gene -rale padre Abad Saurì Vicente, CalleFerrer del Rio, Madrid (questa è una dell epochissime società di vita apostolica anon avere sede in Italia, condizion equesta che consente di rientrare nellenorme previste dall'accordo di cui stiam ooccupando); Società dei sacerdoti missio-nari di San Paolo Apostolo (Paulist Fat-hers), attività missionaria ed ecumenica ,soprattutto nell'America del Nord, sede aNew York, procuratore generale ameri-cano almeno dal nome, sede legale via X XSettembre (che cosa si deve vedere, ironi adella sorte e della storia!), Roma, Italia ;Società per le missioni estere della pro-vincia di Québec, missioni fra gli infedel i(questa è la seconda società di vita apo-stolica che non ha sede in Italia in quant odenuncia apertamente la sua sede cana-dese); Società portoghese per le missioni ,attività missionaria, sede in Portogallo .

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Probabilmente, dal momento che c'è u nperiodo di tempo di due-tre anni pe rl ' iscrizione di tutti gli enti religiosi, chiss àche cosa accadrà in questo intervallo ,chissà quali operazioni di trasferimentodi sede si effettueranno affinché sotto lagrande protezione di mamma-Stato ita-liano, così generosa, entrino il maggiornumero possibile di istituzioni anche no nitaliane con la semplice residenza anagra-fica .

Grazie alle norme del disegno di leggeal nostro esame l 'Italia diventerà per gl iistituti religiosi, per le società di vita apo -stolica, eccetera, quello che sono il Lie-chtenstein, il Lussemburgo, le isol eCaiman o Nassau per le società finanzia -rie, le quali per frodare e imbrogliare leleggi finanziarie e fiscali degli altri paes iprendono la residenza nei cosiddetti paes ioff shore, dove ci sono banche che godonodi particolari libertà di movimento.

In base alla legge di cui ci stiamo occu-pando per gli istituti religiosi e le societ àdi vita apostolica, l'Italia diventerà offshore, anzi un po ' di più: l 'Italia diven-terà il paese in cui non solo non ci sa -ranno particolari legislazioni, ma ci saràuna specie di legibus solutio. Credo chesia un paragone che può essere fatto . Nelperiodo di transizione tra l 'approva-zione, se e quando vi sarà, e l'entrata i nvigore della legge, vi sarà un'enorme af-fluenza in questo «bel paese» degli isti-tuti religiosi di diritto diocesano, dell esocietà di vita apostolica e di tutte l ealtre associazioni consimili, compresequelle, che sono poi la maggioranza, co-stituite essenzialmente da personale reli-gioso non italiano e che svolgono attivit àdi culto e di religione anche fuori da lnostro paese . Tutto questo con godi -mento del contribuente, dell'erario edello Stato italiano.

SILVESTRO FERRARI. Chiedo di par-lare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

SILVESTRO FERRARI. Signor Presi-dente, per chiedere a nome del gruppo

democratico cristiano la chiusura delladiscussione sull'articolo 9, a norma de lpiù volte citato articolo 85 del regola -mento. Cambiamo un po' la formula, cosìè contento Teodori .

GIANFRANCO SPADACCIA . Chiedo di par -lare contro .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

GIANFRANCO SPADACCIA . Avevo in pre -cedenza chiesto di parlare sull'articolo 9sul quale adesso il collega Silvestro Fer-rari ha chiesto la chiusura della discus-sione.

PRESIDENTE. Onorevole Spadaccia ,lei sa perfettamente che quella richiestaha la precedenza .

GIANFRANCO SPADACCIA . Certo, la rin-grazio, signor Presidente, ho chiesto ,quindi, la parola per esprimermi, a nom edel gruppo radicale, contro la richiesta dichiusura della discussione sull 'articolo9.

Vorrei cogliere l 'occasione per rispon-dere a quanto detto da altre parti poli-tiche circa le reiterate richieste di chiu-sura della discussione e sul preteso nostr oostruzionismo. In particolare, mi rivolgoal collega Gitti che ha parlato stamani afavore della richiesta di chiusura dell adiscussione su un altro articolo, avanzat asempre dal collega Silvestro Ferrari . Gitt iha usato parole grosse: ha parlato d i«sproporzione», di «sregolatezza» delgruppo radicale che è il solo, assieme apochi altri, ad opporsi alla linea concor-dataria, rappresentante di una lunga egloriosa tradizione anticoncordataria ,presente per decenni in quest 'aula ,quando si poteva parlare, e nel paese si aquando era possibile parlare, sia quando ,durante il fascismo, non era possibile .

Noi saremmo stati accusati di spropor-zione di intervento e di sregolatezza per i lfatto di voler utilizzare gli strumenti rego -lamentari al fine di prolungare «oltr eogni termine», sempre secondo Gitti, l adiscussione su un argomento così delicato

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ed importante della nostra vita pubblica ;un argomento che riguarda uno de igangli della nostra Costituzione .

Vorrei far notare al collega Gitti che hacorta memoria. Dimentica, infatti, ch eper tre volte consecutive ci siamo opposti ,da soli, in Conferenza dei capigruppo epoi in Assemblea ad un calendario checonfinava in tempi ristretti il dibattit osull'intera materia concordataria. Dimen-tica che quella stessa maggioranza, ch ecomprende i cinque partiti di Governo edil partito comunista e che ha cercato ,come ho detto, di ridurre i tempi di dibat-tito su questi argomenti, ha contempora-neamente, con il pretesto che avrebbe in-quinato il dibattito preelettorale in vist adelle elezioni amministrative, rigettato larichiesta radicale di un dibattito in aul asulle relazioni conclusive della Commis-sione P2. Si tratta, guarda caso, dell astessa maggioranza, come definirla, con-cordataria che si era battuta per confi-nare questo dibattito in pochi giorni .

Che dovrebbe fare allora un 'opposi-zione perché nell'agenda di questo Parla -mento si discuta adeguatamente di certematerie? Cosa dovrebbe fare perché l asua voce, e quindi le sue convinzioni ed isuoi ideali, possano sentirsi nel confront opolitico?

Signor Presidente, ciò che è in gioc onon è il confronto politico fra noi sol -tanto: è in gioco la possibilità di infor-mare i cittadini italiani, ai quali è passat auna versione a senso unico del dibattitoconcordatario che abbiamo affrontato l asettimana scorsa e questa settimana . Finoal punto che ormai si è diffusa nel paes el'opinione che siamo di fronte ad un agrande opera riformatrice, nel segno de lConcilio Vaticano II e della Costituzione ;che è stato spazzato via il Concordatofascista; che non ci sono più impronte cle -ricali o giurisdizionaliste in questa revi-sione concordataria, mentre in ogni arti -colo che analizziamo ed illustriamo ri-spuntano fuori i cappi del clericalismo edel giurisdizionalismo, che offendono l alibertà dei cittadini e dei credenti, e rap-presentano un pericolo per la stessa li-bertà religiosa della Chiesa cattolica!

Si è detto qui che Rutelli ha sbagliat onel sottolineare l'intenzione di limitare i ldibattito alla giornata di lunedì. Rutell inon aveva detto questo: aveva detto che s iè voluto cominciare il dibattito sulla revi-sione del Concordato in una giornata ,come il lunedì, solitamente riservata all einterrogazioni ed alle interpellanze .

Per altro, se non fosse sorta la que-stione sulla emendabilità o inemendabi-lità del disegno di legge n . 2337 (poi ac-cantonata per un equo e, io ritengo ,saggio compromesso), la discussione sisarebbe svolta congiuntamente sul di -segno di legge di ratifica del Concordato ,sul disegno di legge di ratifica del proto -collo riguardante i beni e gli enti ecclesia -stici, e infine sul disegno di legge che orastiamo finalmente discutendo . Poi è inter-venuta la questione emendabilità-inemen-dabilità e il dibattito si è dovuto ripren-dere il mercoledì; e quel giorno, colleg aGitti, collega Rognoni, in pieno black outdell'informazione, sui primi due disegn idi legge.

Noi siamo disposti, collega Gitti, al mas -simo di «regolatezza» : in questa legisla-tura ne diamo fin troppa dimostrazione ,secondo alcuni di noi. Ma se le regolesono che un gruppo come il nostro, pra-ticamente unica voce di opposizione d ifronte all'unanimistica relazione dell'ono-revole Tina Anselmi sulla P2, firmata datutti i partiti dello schieramento concor-datario, non ha diritto di chiedere che l erelazioni siano discusse in tempi utili (intempi politici, quindi, non storici) ; non hadiritto di chiedere che, per le bandier eideali che rappresenta, sia data adeguat apossibilità di conoscenza alle nostre ra-gioni, ai nostri ideali, alle nostre posi-zioni, ai cattolici e ai laici, ai comunisti eai democristiani, agli uomini di fede e a icittadini tutti su un problema che ri-guarda garanzie fondamentali di tutti . . . !Questo intendevo dire nel tentare di op-pormi ancora una volta ad una . . . comedefinirla, collega Silvestro Ferrari? Evit oqualunque definizione, proprio perchénon voglio in alcun modo essere offensivoo essere sospettato di voler essere offen-sivo. Mi riferisco comunque alla richiesta

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di chiusura della discussione suquest'altro articolo del disegno di legge .

Dirò solo che è uno sbaglio, che sonouno sbaglio tutte queste richieste di chiu-sura della discussione . Certo, voi vi avva-lete dei vostri diritti, così come noi ciavvaliamo dei nostri . Si è detto che l anostra è una provocazione. No, non è un aprovocazione, è la dimostrazione dell anostra ferma volontà, di quella volont àcon cui noi, grazie a simili «sregolatezze »e a simili «sproporzioni», collega Gitti ecollega Ferrari, abbiamo condotto, controtutto lo schieramento politico e control ' intera ideologia del compromesso sto-rico, la battaglia per il divorzio, quella peril diritto di famiglia, quella (davanti allaCorte costituzionale e alla Corte di cassa-zione) per ricondurre a princìpi di costi-tuzionalità il problema del matrimoni oecclesiastico, la battaglia per l 'aborto etutte le altre in tema di diritti civili .

Andatevele a rivedere tutte, dal 1960 adoggi: abbiamo cominciato con un solo de-putato di questa Camera, l'onorevol eLoris Fortuna, socialista! Gli antitempora -listi della Chiesa cattolica, i vari Buona-iuti, dicevano a suo tempo che il 20 set-tembre si sarebbe alla lunga rivelato, de -terminando la fine dello Stato temporale ,un grande momento di effettiva libera-zione della Chiesa dai cappi di un poter eche non le serviva più e che anzi la inchio-dava ad una realtà ormai asfittica. Allostesso modo, possiamo già oggi parlar estoricamente delle nostre battaglie, ch edovevano essere le battaglie di un grupp oisolato di veteroanticlericali superati : imoderni erano naturalmente i sostenitor idell 'articolo 7, i sostenitori dei compro-messi, i sostenitori del Concordato e dell elinee concordatarie! Ma quelle battagli edi questi pretesi veteroanticlericali hann oinciso non solo sulla libertà dei cittadini edello Stato ma anche, e profondamente,sul rinnovamento della Chiesa cattolica edel suo diritto canonico .

Pretendere di soffocare un dibattito diquesta natura, pretendere di cancellare l evoci dei protagonisti di quelle battaglie èun fenomeno di ottusità. Sia chiaro, nonmi riferisco a nessuno di coloro che sono

intervenuti direttamente come nostri op-positori, perché li rispetto tutti profonda -mente. Uso questo termine pesante, «ottu -sità», in riferimento alla circostanza, allecontingenze che si sono create, che son ospesso prodotto di semplice sciatteria, d idisattenzione, anche di volontà, questavolontà sì, di prevaricazione delle mino-ranze.

Noi comunque non rinunciamo a fa rvalere la parte ideale che rappresen-tiamo, le nostre ragioni, la nostra stess aesistenza in quest'aula e nel paese. Manon rinunciamo neanche alla volontà diandare ad un dialogo reale con tutti .

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo diparlare a favore, pongo in votazione l arichiesta di chiusura della discussionesull 'articolo 9 .

(È approvata) .

Pongo in votazione l'articolo 9 nel testodel Governo .

(È approvato).

Passiamo all 'articolo 10. Ne do let-tura :

«Le associazioni costituite o approvat edall 'autorità ecclesiastica non riconosci-bili a norma dell 'articolo precedente, pos-sono essere riconosciute alle condizion ipreviste dal codice civile .

Esse restano in tutto regolate dalleleggi civili, salvi la competenza del l 'auto-rità ecclesiastica circa la loro attività d ireligione o di culto e i poteri della mede-sima in ordine agli organi statutari .

In ogni caso è applicabile l'articolo 3delle presenti norme».

Ha chiesto di parlare l 'onorevole Spa-daccia. Ne ha facoltà .

GIANFRANCO SPADACCIA. Nell 'occu-parmi di questo articolo 10, devo necessa -riamente richiamarmi a quanto ho giàavuto modo di dire, dialogando con il re -latore Balestracci, nel momento in cu isono intervenuto sull 'articolo 4 . E un dia -logo che intendo riprendere tentando di

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esaminare questo articolo 10 attravers oun'analisi anzitutto logica, ma anche se-mantica .

La prima impressione che ho avuto ne lleggere questo articolo è stata di sollievo ,perché finalmente compare in questoConcordato il diritto comune . Al primocomma si dice infatti : «Le associazion icostituite o approvate dall 'autorità eccle-siastica non riconoscibili a norma dell'ar-ticolo precedente possono essere ricono-sciute alle condizioni previste dal codic ecivile» . Il secondo comma prosegue: «Esserestano in tutto regolate dalle leggi civili ,. . .» . Finalmente! A questo proposito l'ono -revole Guerzoni ed altri colleghi hann ocitato più saggi di Finocchiaro; e Guer-zoni, in particolare, ha voluto ricordarequello nel quale si diceva che era possi-bile seguire due strade: o decisamentequella della tutela degli enti ecclesiasticiattraverso il diritto comune, anche in unasoluzione di tipo pattizio ; oppure unastrada, anch 'essa concordataria, ma ri-spettosa della Costituzione .

Mi sono dunque detto : ci siamo; laparte residuale di quelle istituzioni, pu rsempre ecclesiastiche, che non è ricono-scibile a' termini dell'articolo 9, potrà es-sere riconosciuta alle condizioni previst edal codice civile : «Esse restano in tuttoregolate dalle leggi civili» . Non vi èdubbio che si tratti di associazioni reli-giose ed ecclesiastiche, perché la tipo-logia è precisa: le associazioni sono costi -tuite o approvate dall'autorità ecclesia-stica, non riconoscibili ai sensi dell'arti-colo 9. Sono quindi associazioni ch ehanno finalità di religione e di culto, ch ehanno caratteristiche ecclesiastiche, per -ché sono costituite o approvate dall 'auto-rità ecclesiastica, ma non possono essereenti ecclesistici civilmente riconosciuti ;non rientrano nella tipologia che negliarticoli dal 2 al 9 abbiamo esaminato4.

Ho dunque provato sollievo : final-mente, sia pure in una parte residuale, latutela di questi enti avviene attraverso i lrichiamo al diritto comune, cioè all enorme del codice civile .

Ma poi mi sono chiesto : perché allorafare questa previsione nel Concordato? se

si tratta di associazioni ecclesiastiche chenon sono riconoscibili, che non posson oavere personalità giuridica, che sono ,come dice l'articolo 10 nel suo comm asecondo, «in tutto regolate dalle leggi ci -vili», perché prevederle nel Concordato ?Ma la ragione c 'è; basta proseguire nellalettura dell 'articolo per conoscerla ; e laragione è che non ci troviamo di fronte adun richiamo, per queste organizzazion iche, pur non rientrando tra gli enti eccle-siastici, possono ottenere personalità giu-ridica, possono essere giuridicamente ri-conosciute; non si tratta di un richiamo a ldiritto comune, dal quale dovrebbero es-sere in tutto regolate, ma si tratta di unaderoga al diritto comune . Le associazionirestano infatti in tutto regolate dalle legg icivili «salvi la competenza dell 'autoritàecclesiastica circa la loro attività di reli-gione o di culto e — attenzione! — i poter idella medesima in ordine agli organi sta-tutari». L'ultimo comma recita: «In ognicaso è applicabile l 'articolo 3 delle pre-senti norme», quell'articolo 3 in riferi-mento al quale, oltre che all'articolo 4 ,insieme ai colleghi Melega e Teodori, h odialogato questa mattina col relatore Ba-lestracci .

L'articolo 3 del disegno di legge in di-scussione afferma: «Il riconosciment odella personalità giuridica è concesso sudomanda di chi rappresenta l'ente se-condo il diritto canonico, previo assens odell 'autorità ecclesiastica competente, ov-vero su domanda di questa» . La normaconcernente gli enti ecclesiastici ricono-sciuti come tali dallo Stato e suscettibili d iottenere personalità giuridica si estende ,quindi, anche a quelle associazioni, aquelle istituzioni, a quegli enti che nonsono esplicitamente individuabili comeenti ecclesiastici civilmente riconosciuti .

Ciò significa, praticamente, che qual-siasi ente o fondazione, qualsiasi scop opersegua, è soggetto ad una strana form adi tutela, che non lo riguarda diretta -mente, ma riguarda l 'autorità ecclesia-stica che ha il potere di controllo su d iesso. In questo consiste la deroga al di -ritto comune che il nuovo Concordato el 'articolo 10 in esame prevedono.

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Questa norma è costituzionalmente le-gittima? Non lo chiedo paradossalmente ,collega Balestracci . Io ho letto attenta -mente la tua relazione, ma alla norm acontenuta nell 'articolo 10, correggimi sesono in errore, tu non dedichi attenzione .Vi dedica, invece, attenzione la relazion egovernativa che accompagna il disegno d ilegge. Essa parafrasa l'articolo 10 equindi mi limito a leggerne le ultime trerighe: «Si può, pertanto, parlare, nellafattispecie dell 'articolo 10, di persone giu-ridiche private — private e quindi in tuttoregolate dalle leggi civili — per le qualirileva il profilo di ecclesiasticità» . Grazietante che rileva il principio di ecclesiasti-cità! Questo è chiaramente detto nel test odell 'articolo 10; trattandosi di associa-zioni costituite o approvate dall 'autoritàecclesiastica, ovviamente rileva il profilodell'ecclesiasticità. Ma non è questo i lproblema: occorre capire a che fine rilev iil profilo della ecclesiasticità . Tale pro-filo, infatti, rileva per porre nei confront idi questo tipo di organizzazioni ecclesia-stiche e religiose una limitazione di carat-tere legislativo.

E dove va a finire l'articolo 20 dellaCostituzione? Articolo che è estrema -mente chiaro: «Il carattere ecclesiastico eil fine di religione e di culto d 'una asso-ciazione od istituzione non possono esserecausa di speciali limitazioni legislative, nédi speciali gravami fiscali per la sua costi-tuzione, capacità giuridica e ogni form adi attività». E non vi è alcun dubbio chequi ci si trovi in presenza di una specialelimitazione legislativa, prevista per le as-sociazioni religiose cattoliche da un arti -colo di questo Concordato che non entr ain collisione esplicita con l'articolo 20. Sidice che tutto ciò fa salve le competenzedell'autorità ecclesiastica su queste asso-ciazioni ed i poteri della medesima in or-dine agli organi statutari . Nell 'articolo 20della Costituzione si legge la dizione: «spe-ciali limitazioni legislative» . Devo dire, aquesto riguardo, che tale articolo è molt ochiaro, in quanto, se non lo fosse, che fin efarebbe il primo comma dell'articolo 7?Non dico l 'articolo 2 o l 'articolo 3 dellaCostituzione, ma l 'articolo 7! In esso si

afferma (questa norma è giudicata dalladottrina come primaria e tutte le argo-mentazioni, anche quelle procedurali, chesono state addotte in questo dibattit ofanno riferimento proprio all'articolo 7)che lo Stato e la Chiesa cattolica sono ,ciascuno nel proprio ordine, indipendent ie sovrani. Ma, se sono indipendenti e so-vrani, spiegatemi allora perché mai loStato italiano, con le sue leggi e con i suo imagistrati, e domani di conseguenza con isuoi poliziotti o con gli organi di preve-zione, di controllo e di repressione, do-vrebbe intervenire a tutela della gerar-chia ecclesiastica, o di sue particolar icompetenze, quali che esse siano .

Per avventura può anche accadere chevarie autorità ecclesiastiche siano in con-flitto tra loro, ed allora lo Stato dovrebbeinterferire nella vita interna di una asso-ciazione religiosa ecclesiastica. Dovevanno a finire i peana rivolti al nuovo egrande Concordato-quadro, al Concor-dato di princìpi, quello per cui scompareil clericalismo ed ogni pretesa di giurisdi-zionalismo dello Stato nei confronti dellaChiesa? Partecipiamo a questo incontr operverso, micidiale, antireligioso di cleri-calismo, di confessionalismo e di giurisdi-zionalismo di una Chiesa che delega l atutela delle proprie competenze allo Stat oe quest 'ultimo assicura, persino nei con-fronti di associazioni religiose ecclesiasti-che, che non hanno alcun riconoscimentocome tali, ma che sono a tutti gli effettiregolate dalle leggi civili . . .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione . C 'è scritto che possono es-sere riconosciute !

GIANFRANCO SPADACCIA. Credo di es -sere stato attento a tutte le cose che ha iscritto nella tua relazione, nonché aquanto hai affermato .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione. C'è una possibilità !

GIANFRANCO SPADACCIA. Ogni previ-sione normativa è la previsione di unapossibilità. La previsione non è una co-

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strizione, bensì una facoltà, un diritto .Capisco le argomentazioni addotte da lcollega Amato. Io posso criticare il sotto-segretario di Stato alla Presidenza delConsiglio dei ministri e compiangere i lgiurista, l 'amico giurista Giuliano Amato ,che deve mettere il suggello, come uomopolitico e governante, delle proprie argo-mentazioni giuridiche su enormità giuri-diche di cui forse, come governante, no nporta direttamente la responsabilità! S idice che sia l'autorità ecclesiastica a chie-dercelo: è vero che è norma dello Stato ,ma essa corrisponde ad una convenzion epattizia !

Anche qui, chiedo scusa, Amato: dicevoche mi rendo conto, Balestracci, diquanto mi hai detto poco fa, circa que l«possono», e non era argomento che po-tevi introdurre nella relazione ; hai avutoil pudore di scantonare su questo argo-mento che è decisivo . . .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione . Dovresti leggere alla pa-gina 4 dello stampato, in fondo alla co-lonna di destra, con seguito alla pagina 5 :sono tre commi consecutivi !

GIANFRANCO SPADACCIA. Avevo dettoche poteva essermi sfuggito qualcosa ,scusami. Leggerò dopo questo punto ; co-munque non interrompo il mio ragiona -mento. Dico ai colleghi Amato e Bale-stracci che quelli costituzionali sono di -ritti irrinunziabili per loro natura e suquesto qualsiasi dottrina costituzionale èpacifica. Ogni patto internazionale, attra-verso il quale una parte pretenda di ri-nunziare, per sé o per altri, a prerogative ,diritti, garanzie costituzionali, è costitu-zionalmente illegittimo perché contrast acon la Costituzione . Non c'è la possibilit àdi una simile rinuncia; non è giusto invo-care la convenzione pattizia che abbiamoapprovato la scorsa settimana, che h aprevisto questa norma, per sostenere ch eessa è legittima : anzi, la convenzione pat-tizia in contrasto con la Costituzione ci fasottolineare 1'irrinunziabiiità di questagaranzia costituzionale .

Recita l 'articolo 8 della Costituzion eche tutte le confessioni religiose sonoegualmente libere davanti allo Stato :come negare allora che, per legge, ven-gono poste limitazioni ad associazioni cat -toliche, che non corrispondono assoluta -mente a limitazioni che non sarebberoegualmente possibili per analoghe asso-ciazioni di altri culti od altre confession ireligiose?

Non insisterò molto su questo argo -mento, ma desidero richiamare qui sol -tanto alcune parole pronunciate inquest 'aula dal collega Luciano Guerzoni ,per la chiarezza della sua argomenta-zione giuridica . Nel caso poi della Chiesacattolica, esiste un dettato costituzionale ,ci ha detto non più tardi di una settiman afa, giovedì 21 marzo, in quest 'aula, dalladottrina considerato come principio su -premo dell 'ordinamento costituzionaleitaliano, che configura l 'autonomia dellaChiesa come autonomia primaria: laChiesa e lo Stato sono, ciascuno nel pro-prio ordine, indipendenti e sovrani .

Dove va a finire la sovranità? Dove va afinire l'indipendenza? Dove va a finire i lriconoscimento dei diritti inviolabili, d icui all'articolo 2 della Costituzione? Doveva a finire il principio di eguaglianz asenza distinzione di religione, di cu iall'articolo 3? Tutto questo viene calpe-stato, dimenticato, ignorato, volutamenteviolato. In nome di cosa, se non di u nprincipio che è insieme principio autori-tario, confessionale e giurisdizionalista? Èuno sconfinamento in nome di esigenzeconfessionali della Chiesa ; è uno sconfi-namento giurisdizionalista dall 'ordine in-dipendente dello Stato italiano, i nquell 'ordine che, secondo la Costituzione ,dovrebbe essere altrettanto sovrano ed in -dipendente della Chiesa cattolica .

Colleghi cattolici, colleghi comunisti, v irendete conto della gravità di questa af-fermazione? Le cosiddette norme di prin-cipio — lasciamo stare la sciatteria giuri -dica con cui erano scritte — facevanoriferimento al diritto canonico ; quel di -ritto che abbiamo conquistato grazie allenostre battaglie laiche in questi quindicianni e che abbiamo contribuito a rinno-

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vare. Se nel diritto canonico oggi non s iparla più soltanto, a proposito dei rap-porti tra donna e uomo, dei rapporti co-niugali, di casistiche ripugnanti per l acoscienza contemporanea ; se trova postonel diritto canonico (non nel Vangelo)l 'amore, questo lo si deve al fatto ch edelle minoranze laiche e cattoliche e d icredenti hanno condotto una battagli acontro le maggioranze, non laiche ma sol -tanto agnostiche, dei pretesi laici dell asinistra italiana e contro le maggioranzeclericali molto miopi .

Queste minoranze hanno saputo contri-buire al rinnovamento della Chiesa, dell areligiosità in questa società, anche nell esue forme istituzionali e giuridiche pro-prie dell 'ordinamento della Chiesa (mi ri-ferisco al diritto canonico) . Vi rendeteconto invece della gravità di ciò che vo ireintroducete? Nel Concordato del 1929 sichiedeva in cambio di privilegi il giura -mento del vescovo, si pretendeva il con-trollo più rigido dell'Azione cattolica per -ché potesse esercitare anche le sue mo-deste attività sociali, si pretendeva il giu-ramento del parroco, la fedeltà al regimedel sacerdote, ma era uno Stato totalitarioa pretenderlo! Qui la norma è apparente -mente più leggera. Non siamo certo allanorma Buonaiuti, quella per cui Musso -lini, in questa logica di incontro tra ri-chieste confessionali della Chiesa e pre-tese giurisdizionaliste dello Stato, arri-vava a prevedere, nel Concordato, che i lsacerdote che avesse rotto il legame co nla Chiesa non avrebbe avuto più il diritt odi partecipare agli uffici pubblici . Èquesta la norma Buonaiuti, per la qual echi entrava in collisione con la disciplinadell'autorità ecclesiastica, praticament eincontrava sulla sua strada non soltant ol 'ecclesia, ma Cesare, con le proprie leggi ,con i propri giudici e con i propri poli-ziotti che interveniva per tutelare l 'altroordine !

Erano le naturali manifestazioni e con-seguenze di uno Stato totalitario . Ma noiabbiamo una Costituzione democratica erepubblicana e questo articolo 10 entra i ncontrasto proprio con quell 'articolo 7della Costituzione che storicamente la

mia parte rimprovera al partito comu-nista di aver consentito di introdurre ne ltesto costituzionale .

Certo oggi la questione può essere con-siderata in maniera non drammatica, ma,collega Balestracci, vale il discorso ch equesta mattina facevo sull 'articolo 4 ecioè che queste cose debbano essere vist ein prospettiva e che uno Stato, special -mente quando stipula un Concordato ,deve governare tutte le ipotesi, anche l epiù nere, dell'avvenire ; deve governare lapossibilità di libertà di coscienza dei citta -dini, di libertà religiosa della Chiesa, maanche di libertà e di sovranità per un ostesso Stato democratico e costituzio-nale .

Per tali strade noi lediamo questi prin-cipi che sono conquiste di tutti, non diuna parte politica . Se insistiamo su quest iaspetti è perché non li riteniamo margi-nali, ma perché crediamo che queste le-sioni, almeno, debbano trovare in un di -battito la loro sottolineatura ; altriment iquello che passerebbe sarebbe soltanto l osforzo ermeneutico ed interpretativo de lrelatore Balestracci di voler porre rime -dio, con la sua relazione, alle possibil iulteriori deviazioni che possono nascereoltre che dalla legge anche dall'interpre-tazione .

Noi non vogliamo che vi sia soltanto losforzo del relatore e poi, per il resto, i lcoro dei consensi dell 'unanimità d iquesta Camera. Noi vogliamo che la ra-gionevole voce di un 'opposizione anti-concordataria sottolinei la gravità d iqueste lesioni .

SILVESTRO FERRARI. Chiedo di par-lare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

SILVESTRO FERRARI . A nome delgruppo della democrazia cristiana, m ivedo costretto, ancora una volta, mio mal -grado, a chiedere la chiusura della di-scussione sul l 'articolo 10, ai sensi dell 'ar-ticolo 85, quarto comma, del regola -mento.

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PRESIDENTE . D'accordo, onorevoleFerrari. Debbo avvertire che, essend opervenuta richiesta di votazioni per scru-tinio segreto, decorre da questo moment oil termine di preavviso previsto dal quint ocomma dell 'articolo 49 del regolamentoper la votazione segreta mediante proce-dimento elettronico .

A norma del primo comma dell'articol o44 del regolamento, sulla proposta Silve-stro Ferrari di chiusura della discussionedarò la parola, ove ne venga fatta richie-sta, ad un oratore contro ed a uno afavore .

FRANCESCO RUTELLI. Chiedo di parlarecontro .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

FRANCESCO RUTELLI. Intervengocontro la richiesta avanzata dal colleg aSilvestro Ferrari di chiusura della discus-sione su questo articolo 10 che, come met -teva giustamente in evidenza il collega ecompagno Spadaccia, introduce per l aprima volta una questione che, a nostr oavviso, dovrebbe invece dominare l ascena di un regime non concordatario .«Le associazioni costituite o approvat edall'autorità ecclesiastica non riconosci -bili a norma dell 'articolo precedente pos-sono essere riconosciute alle condizionipreviste dal codice civile» : questo è il testodel primo comma dell'articolo 10, chemostra come nel disegno di legge n . 2337 ,alla luce del Concordato e del protocoll oche la Camera ha già approvato, entrifinalmente il riferimento alle leggi ordi-narie, allo Stato ed ai codici, che in un oStato civile dovrebbero regolare i rap-porti tra lo Stato e le confessioni religiose .In questo senso, sarebbe stato utile e dinteressante un approfondimento, e pro-prio in questo senso noi ci opponiam oalla chiusura della discussione sull'arti-colo 10 .

Tuttavia, la richiesta di chiusura delladiscussione mi impone di tornare, appro-fittando anche della sua cortese presenza ,sulle argomentazioni portate dal collegaGitti poco fa . . .

TARCISIO GITTI. Veramente questa mat-tina !

FRANCESCO RUTELLI . . .. per farequalche considerazione dal nostro punt odi vista su questo lungo ma sicurament eancora promettente dibattito sul disegn odi legge n . 2337 .

Il collega Gitti diceva: noi ci assumiamole nostre responsabilità ; voi, deputati de lgruppo radicale, vi state assumendo levostre di una linea politica errata e fuorimisura. Io credo che queste considera-zioni, legate alle motivazioni espresse da lcollega Gitti del suo assenso ad una ri-chiesta di chiusura della discussione suun articolo precedente, meritino di esser eriprese.

Indubbiamente, il gruppo radicale si èassunto e si assume qui la responsabilit àdi chiedere attenzione ai colleghi di tutti igruppi, di chiedere una presenza su untema così vitale per la nostra democrazia,che non sia meramente di ratifica di deci-sioni già prese altrove, di cui la pubblic aopinione non è minimamente informata .

Mi dispiaccio che non presieda in quest omomento il Presidente della Camera, per -ché intendo replicare alle sue argomenta-zioni . Purtroppo, il Presidente non avevaascoltato le mie osservazioni in merito aduna troppo ristretta trattazione di quest iargomenti prevista dal calendario dell aCamera. A mio avviso le argomentazion idel Presidente sono state improprie. Per-ché? Perché, rileggéndo il calendario dell ascorsa settimana, vediamo che la scelt adegli argomenti, così draconiana, è al l 'ori -gine della nostra dura opposizione parla-mentare e ne costituisce uno dei motivi piùseri. Proprio il calendario approvato dall aConferenza dei capigruppo prevedeva pe rla seduta pomeridiana di lunedì 18 la di-scussione sulle linee generali su tutti e tre iprovvedimenti (Concordato e disegni d ilegge nn. 2336 e 2337), per la giornata dimartedì la prosecuzione di tale discus-sione, e per il solo pomeriggio di mercole -dì, dopo lo svolgimento di interrogazioni arisposta immediata, il seguito di tale di-scussione e le votazioni su tutti e tre i prov -vedimenti .

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Di fronte ad una scelta di questo ge-nere, la coscienza di chi è consapevoledell ' importanza, della delicatezza edanche della gravità delle questioni ch estiamo trattando non poteva rimanereinerte, come invece è rimasta quella dell agrande maggioranza dei gruppi present iin quest'aula. Ed è proprio per quest oche, grazie al decisivo apporto dei col -leghi della sinistra indipendente, tengo aricordarlo anche in questa occasione, e dal contributo dei colleghi di democrazi aproletaria, abbiamo imposto un maggior eapprofondimento di questi temi .

E quindi accaduto che non si è potuto ,come invece si sarebbe voluto, colleg aGitti (e mi rivolgo anche al President edella Camera), nel pomeriggio di lunedì(cosa che francamente ha pochi riscontr inei precedenti dell 'attività dell 'Assem-blea), nella giornata di martedì e, in u ncrescendo alla Jacques Tati, nella gior-nata di mercoledì, sul Concordato, suidue articoli del disegno di legge n . 2336 esui 75 del disegno di legge n . 2337, arri-vare in quattro e quattr'otto all 'approva-zione di tutti e tre i provvedimenti, appro -fittando per altro del silenzio stampa d imercoledì .

È da questa precisa volontà politica cheè nata la nostra opposizione, che poi si ècorroborata ulteriormente in queste oredi dibattito, Tengo a rispondere al colleg aGitti per quanto riguarda le forme di u nconfronto politico che a nostro avvis osono gravemente viziate, proprio in ter-mini di correttezza dei rapporti politici eparlamentari . Quando il collega Gitti c iparla della correttezza dei rapporti tra leforze politiche, del l ' inaccettabile eccessodi misura che costituirebbe il nostro stilepermanente, non comprendo a quali epi-sodi faccia riferimento . Non credo che ilcollega Gitti possa trovare, in questa legi -slatura, altri riscontri se non quelli di di-sponibilità al dialogo politico del nostr ogruppo. Non è possibile che il collegaGitti ignori in quale contesto si è prodottoil comportamento estremamente rigorosoche abbiamo adottato in questa circo-stanza .

Voglio anzi richiamare un elemento di

riflessione estremamente importante . Noirappresentiamo un gruppo parlamentareche, a dispetto della lettera e della so -stanza del regolamento della Camera, s ivede escluso dall'Ufficio di Presidenza .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT EALDO ANIASI

FRANCESCO RUTELLI. Rappresentiamoun gruppo che, il 5 febbraio, ha chiesto inaula, al Presidente della Camera, che aproposito di una vicenda estremament egrave quale era quella del l 'ammanco di 1miliardo e 300 milioni verificatos inell'ambito dell 'amministrazione, si ri-spettassero norme che debbono valer eper tutti i gruppi e si procedesse alla rela -tiva inchiesta, facendovi partecipare tutt ii gruppi. Queste sono le regole che, intutte le circostanze, debbono valere inun' assemblea parlamentare.

Quale fu la risposta data in quella cir-costanza? Vi fu un impegno formale as-sunto dal Presidente della Camera inquest'aula a darci risposta e a convocaresu questo argomento l'Ufficio di Presi-denza. Venti giorni dopo, e cioè il 26 feb-braio, abbiamo appreso che nella riu-nione dell'Ufficio di Presidenza neppureera stata data lettura della nostra ri-chiesta formale, che verteva su due que-stioni importanti . Era giusto o meno che iQuestori facessero parte della Commis-sione d 'inchiesta, trovandosi nella condi-zione dei controllori controllati? Er agiusto o meno che tutti i gruppi facesseroparte di quella Commissione? Sono quest ele essenziali regole del gioco cui si richia-mava il collega Gitti (nel caso attuale im -propriamente) .

Quando istituzionalmente si calpestan oi diritti dei parlamentari e dei gruppi, nonsi deve poi venire qui a fare i moralizza-tori, perché non se ne ha la patente dicredibilità .

A distanza di venti giorni non avemmorisposta. Oggi, a distanza di cinquant agiorni, apprendiamo (e questo fatto è d igravità estrema) che è stata la magistra-

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tura ad emettere una sentenza in ordine aquello scandalo, ma non si hanno notizi esu che cosa stia facendo la commissione .La nostra richiesta formale di far parte d itale commissione non ha avuto nemmen oun cenno di risposta, ufficiale o ufficioso ,da parte della Presidenza della Camera, adispetto degli impegni assunti . E questesarebbero le regole di correttezza, d ibuon andamento della conduzione diquesto palazzo? Queste sarebbero le re -gole che debbono governare una comu-nità della qualità, dell'importanza, dellarilevanza nazionale della Camera dei de-putati? In questo dibattito, come dunqu enon opporci, da parte nostra, alla ri-chiesta di anticipata chiusura della di-scussione sull'articolo 10, quando s uquesto articolo, come sull'insieme de lprovvedimento (e come, del resto, sugl ialtri due provvedimenti già approvati ne igiorni scorsi), continua a realizzars iquesta sorta di black out e di disinforma-zione dell'opinione pubblica?

Da parte di alcuni colleghi è stata post auna questione alla quale risponderò ne lprosieguo del dibattito : la questione, cioè ,dell 'opportunità della nostra condottaparlamentare, mentre le istituzioni, la Ca-mera, le forze politiche, i cittadini s istanno ponendo angosciosi interrogativi ,dopo il tragico assassinio di ieri ad operadelle Brigate rosse . Si tratta di una consi-derazione assolutamente fuor di luogo ,fuorviante ed inaccettabile . Ripeto che sudi essa mi soffermerò in altra occasione ,per confutare le argomentazioni che c ivengono contrapposte, non certo in aula ,perché nessuno finora ne ha avuto l 'ar-dire, ma informalmente da parte di di -versi colleghi .

NELLO BALESTRACCI, Relatore per la IICommissione . Cosa c'entra tutto que-sto?

FRANCESCO RUTELLI. Per quanto ri-guarda l'articolo 10, ho già detto, signo rPresidente, che avremmo preferito cheanche altri colleghi, come ha fatto pocofa l'onorevole Spadaccia, avessero evi-denziato che si tratta di una norma che,

per usare una terminologia paradossale ,scopre in oro ciò che un Concordato nondeve essere e ciò che un rapporto sano tr alo Stato e l ' istituzione religiosa non deverappresentare . L'articolo 10 prevede unrinvio alle leggi civili per il riconosci -mento delle associazioni costituite o ap-provate dall 'autorità ecclesiastica e nonriconoscibili a norma del precedente arti -colo 9 . Da questo punto di vista, credo cheun approfondimento del dibattito sarebb estato opportuno . Preannunzio che, co nriferimento agli articoli successivi, è no-stra intenzione intervenire diffusamente ,intrattenendoci sui problemi del ricono-scimento di istituti religiosi, società, asso -ciazioni, chiese, fondazioni di culto, at-torno a cui ruota la prima parte del di -segno di legge n . 2337 . Verremo poi, ne lprosieguo, ad esaminare con maggior eattenzione il tema dei benefìci fiscali, ch ecredo sia di particolare interesse, soprat-tutto quando venga collegato, e noi lofaremo, ai precedenti, che vanno da lTrattato lateranense alle leggi approvat egià in regime statutario, durante il regim efascista, e poi successivamente, al dibat-tito sviluppatosi nel dopoguerra .

La materia, come si vede, è complessa erilevante. L'intervento dei deputati radi-cali proseguirà, nella speranza che no nsiano nuovamente chieste prematurechiusure della discussione sui singoli arti -coli, con una disamina puntuale, di me -rito, perfino puntigliosa, volta ad eviden-ziare argomenti che sono a nostro avvisoda porre all 'attenzione dell'opinione pub-blica .

PRESIDENZA DEL PRESIDENT E

LEONILDE IOTTI

FRANCESCO RUTELLI. Si tratta infatti ditemi che non debbono essere tenuti chius identro questo palazzo, serrati a doppi amandata da un accordo raggiunto tra l evarie correnti dell'informazione lottizzat anel nostro paese per far sì che della ma-teria non si abbia a parlare .

PRESIDENTE . Onorevole Rutelli, la in-

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vito a concludere perché il tempo a su adisposizione è scaduto .

FRANCESCO RUTELLI. Infatti è quest auna materia che scotta, su cui è oppor-tuno mantenere una cappa plumbea d isilenzio !

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo d iparlare a favore, pongo in votazione l aproposta di chiusura della discussion esull'articolo 10 .

(È approvata) .

Poiché nessuno chiede di parlare pe rdichiarazione di voto, passiamo alla vota-zione dell 'articolo 10. Mancano ancoratre minuti al decorrere del termine di pre-avviso regolamentare. Prego pertanto icolleghi di prendere posto .

MASSIMO TEODORI . Posso intervenireper dichiarazione di voto?

PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevol eTeodori, l'ho già chiesto, ma nessuno m iha risposto. Siamo già in votazione .

Prego i colleghi di avere un minimo dipazienza. Vi sono alcune sedute di Com-missione in corso, e molti deputati deb-bono ancora arrivare .

MASSIMO TEODORI . Voto! Voto!

PRESIDENTE. Onorevole Teodori, le ipuò anche continuare, ma la votazion esarà aperta quando sarò certa della pre-senza di tutti i deputati che hanno diritt oa partecipare alla votazione stessa .

MASSIMO TEODORI. Avevo chiesto d iparlare per dichiarazione di voto, ma m iera stato risposto che la votazione er astata già indetta .

PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevol eTeodori. E poi, mi scusi, ma lei nonvota !

MASSIMO TEODORI . Questo non ha rile -vanza e chissà che ora non voti!

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevoleRodotà se insiste nella richiesta di vota-zione a scrutinio segreto sull 'articolo 10 .

STEFANO RODOTÀ. Sì, signor Presi-dente .

Una voce al centro . Ci sono anche i com-ponenti della Commissione lavoro.

PRESIDENTE. Onorevole collega, imembri della Commissione lavoro son ostati chiamati per ben tre volte . A questopunto vorrei capire perché non arrivan oin aula .

GIANFRANCO SPADACCIA . Il preavvisodei regolamentari 20 minuti è stato giàdato .

ITALO BRICCOLA. Stanno votando insede legislativa !

FRANCESCO RUTELLI. Voto! Voto !

MASSIMO TEODORI . Voto! Voto !

GIANFRANCO SPADACCIA . Voto! Voto !

Una voce alla estrema sinistra . Dovesono i deputati della democrazia cri-stiana ?

GIANLUIGI MELEGA. È così che si ap-plica il regolamento?

PRESIDENTE. Come ho già detto altrevolte ad altri gruppi e anche al gruppocomunista, nella persona dell 'onorevolePochetti, quando ci sono membri di un aCommissione, come in questo caso, impe -gnati in una seduta, il Presidente ha ildovere di aspettarli prima di indire un avotazione (Proteste dei deputati Rutelli ,Crivellini e Melega) .

SERGIO STANZANI GHEDINI . La vota-zione è stata già indetta !

MASSIMO TEODORI. La votazione èstata indetta!

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PRESIDENTE . Passiamo alla votazionedell 'articolo 10, su cui è stato chiesto loscrutinio segreto dai deputati Rodotà,Franco Russo e Spadaccia a nome deirispettivi gruppi .

Votazione segreta .

PRESIDENTE . Indìco la votazione se-greta, mediante procedimento elettro-nico, sull 'articolo 10.

(Segue la votazione) .

(Rivolta ai deputati che entrano in aula) .Ma bravi, molto bravi! Aspettiamo an-cora !

GIANLUIGI MELEGA. Vergognatevi !

VARESE ANTONI . (Rivolto ai deputat idemocristiani) . Pubblicheremo gli elenchidi chi c'è e di chi non c 'è e li manderem oai preti, ai parroci! (Commenti) .

PRESIDENTE . Dichiaro chiusa la vota-zione.

Comunico che le missioni concessenelle sedute precedenti ed in quell aodierna sono in numero di 38 .

Procedo all 'appello dei deputati in mis-sione:

1. Alberini2. Andreott i3. Astori4. Bonett i5. Caccia6. Capria7. Cattanei8. Cerquett i9. Cresco

10. Di Re11. Fiandrott i12. Fioret13. Foschi14. Fot i15. Franchi Roberto16. Gabbuggian i17. Gatt i18. Gorla19. La Malfa

20. Manca Enrico21. Marianett i22. Martino23. Matteol i24. Miceli25. Olcese26. Pellizzari27. Ravasio28. Reggian i29. Ruffini30. Rutell i

Una voce al centro . Ma Rutelli c ' è! Enon ha votato !

SERGIO STANZANI GHEDINI . Che c 'en-tra?

MASSIMO TEODORI. Onorevole Presi -dente, il collega Rutelli è stato messo i nmissione d'ufficio e non a richiesta, comelei sa. Questa, tra l'altro, è una cosa moltoirregolare .

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi ,l'onorevole Rutelli non ha votato, ma èpresente, non è in missione . Gli uffici ave -vano indicato in missione tutti i deputat iche dovevano partecipare ai lavor idell'Unione interparlamentare .

MASSIMO TEODORI . L'onorevole Rutellinon ha affatto chiesto di essere messo i nmissione, quindi deve essere tranquilla-mente cancellato da quella lista .

PRESIDENTE . Infatti, io lo sto conside-rando presente . Non vedo perché lei pole-mizzi .

MASSIMO TEODORI . Ai fini del comput odel numero legale, Rutelli è presente .

PRESIDENTE. Infatti. Continuiamocon l 'elenco dei deputati in missione:

31. Sanguinet i32. Sarti Adolfo33. Savio34. Sinesio35. Stegagnin i36. Tassone37. Vernola38. Zanini

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Alcune voci . Sinesio c 'è: stamattinastava dal barbiere !

PRESIDENTE . Non interessa .Poiché dei deputati testé chiamati, 37

risultano assenti, resta confermato il nu-mero di 37 missioni, salvo eventuali retti -fiche in base ai risultati della votazione .

Comunico il risultato della votazione :

Presenti 280Votanti 275Astenuti 5Maggioranza 138

Voti favorevoli 231Voti contrari 44

(La Camera approva) .

Hanno preso parte alla votazione:

Abete GiancarloAlborghetti Guid oAloi FortunatoAmadei Ferretti MalgariAmato GiulianoAndreoli GiuseppeAndreoni GiovanniAngelini PieroAngelini VitoAniasi AldoAnselmi TinaAntonellis Silvi oAntoni VareseArbasino Albert oArisio LuigiArmato BaldassareArmellin Lin oArtioli Rossell a

Balestracci NelloBalzardi Piero AngeloBambi Moren oBaracetti ArnaldoBarbalace FrancescoBarbera AugustoBarontini RobertoBarzanti NedoBassanini FrancoBelardi Merlo Erias eBellini Giulio

Bellocchio AntonioBenevelli Luig iBernardi AntonioBernardi Guid oBianchi Fortunat oBianchi Beretta RomanaBianchini Giovann iBianco Gerard oBiasini OddoBirardi MarioBisagno Tommas oBochicchio Schelotto Giovann aBoncompagni LivioBonetti Mattinzoli PieraBorri AndreaBosco BrunoBoselli Anna detta MilviaBosi Maramotti GiovannaBotta GiuseppeBottari Angela MariaBressani Piergiorgi oBriccola Ital oBrocca BeniaminoBruni Francesc o

Calonaci VascoCalvanese FloraCampagnoli MarioCannelonga Severin oCanullo LeoCapecchi Pallini Maria TeresaCaprili Milziade SilvioCarelli RodolfoCaria FilippoCarlotto Natal eCarrus NinoCasalinuovo Mari oCasati FrancescoCasini Pier FerdinandoCastagnola Luig iCavagna Mari oCavigliasso PaolaCeci Bonifazi AdrianaCerrina Feroni Gian LucaChella MarioCherchi SalvatoreCiaffi AdrianoCiocci LorenzoCitaristi Severin oCocco MariaColoni SergioColucci Francesco

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Columba Mari oColzi Ottavian oCominato LuciaComis Alfred oConte Carmel oConti PietroContu Felic eCorreale PaoloCorsi Umbert oCorvisieri Silveri oCrippa GiuseppeCristofori AdolfoCrucianelli FamianoCuffaro AntoninoCurcio Rocco

D'Acquisto MarioDal Castello MarioDal Maso GiuseppeD'Ambrosio MicheleDanini FerruccioDardini Sergi oDel Donno Olind oDell'Andro RenatoDel Mese Paol oDi Giovanni ArnaldoDonazzon RenatoDujany Cesare Amat o

Fagni EddaFalcier Lucian oFantò VincenzoFerrari MarteFerrari SilvestroFerrarini GiulioFerri FrancoFilippini Giovann aFincato Grigoletto LauraFiori PublioFittante CostantinoFornasari GiuseppeForte FrancescoFracchia Brun oFranchi Franco

Garavaglia Maria PiaGasparotto Isai aGelli BiancaGeremicca AndreaGhinami AlessandroGiovagnoli Sposetti AngelaGitti Tarcisio

Gradi Giulian oGraduata MicheleGranati Caruso Maria TeresaGrassucci LelioGrottola GiovanniGualandi EnricoGuerrini Paol oGuerzoni Luciano

Ianni GuidoIanniello Mauro

Labriola SilvanoLagorio LelioLamorte PasqualeLanfranchi Cordioli ValentinaLa Russa VincenzoLattanzio VitoLevi Baldini Ginzburg NataliaLobianco ArcangeloLoda FrancescoLops Pasqual eLucchesi GiuseppeLussignoli Francesco Pietro

Macciotta GiorgioMacis FrancescoMadaudo Din oMainardi Fava AnnaManca Nicol aMancini Vincenz oMancuso Angel oMannino AntoninoMannuzzu SalvatoreMarrucci EnricoMartellotti LambertoMartinat UgoMartinazzoli MinoMasina EttoreMeleleo SalvatoreMemmi Luig iMerolli CarloMigliasso TeresaMinervini Gustav oMontessoro AntonioMora GiampaoloMoro Paolo EnricoMundo Antoni o

Napolitano GiorgioNebbia Giorgio

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Olivi MauroOnorato PierluigiOrsenigo Dante OresteOrsini Gianfranco

Palopoli FulvioPasqualin ValentinoPastore AldoPatria RenzoPedrazzi Cipolla Anna Mari aPerrone Antonin oPetrocelli Edili oPetruccioli Claudi oPicano AngeloPicchetti SantinoPiccoli FlaminioPierino GiuseppePillitteri GiampaoloPiredda MatteoPiro Francesc oPisani LucioPisanu GiuseppePoggiolini Danil oPoli Gian Gaetan oPolidori EnzoPollice GuidoPontello ClaudioPortatadino Costant ePreti LuigiProietti FrancoProvantini Alberto

Quarta Nicola

Rabino GiovanniRadi LucianoReina GiuseppeRiccardi AdelmoRicotti FedericoRidi SilvanoRighi LucianoRinaldi Luig iRindone Salvator eRizzo AldoRodotà StefanoRomano DomenicoRonzani Gianni Vilma rRossattini Stefan oRossi AlbertoRubino RaffaelloRusso Francesco

Salatiello Giovann iSalerno Gabriel eSamà FrancescoSanese NicolaSanfilippo SalvatoreSangalli CarloSanlorenzo BernardoSannella Benedett oSantini Renz oSapio FrancescoSaretta GiuseppeSatanassi AngeloScaglione Nicol aScaramucci Guaitini AlbaSegni Mariott oSenaldi CarloSerafini MassimoServello FrancescoSilvestri GiulianoSoave SergioSodano Giampaol oSpagnoli UgoStrumendo Luci o

Tagliabue Gianfranc oTesini GiancarloTesta AntonioTorna MarioTrebbi IvanneTringali PaoloTriva Rubes

Umidi Sala Neide Mari aUrso SalvatoreUsellini Mari o

Valensise Raffael eVecchiarelli BrunoVignola Giusepp eVincenzi Brun oViolante LucianoVirgili BiagioVisco Vincenzo Alfons oVizzini Carlo Michel e

Zamberletti Giusepp eZambon BrunoZampieri AmedeoZaniboni AntoninoZarro GiovanniZavettieri Saveri oZolla Michele

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Zoppetti FrancescoZoso GiulianoZuech Giuseppe

Vernola Nicol aZanini Paolo

Si riprende la discussione .

Si sono astenuti :

Barbato AndreaBattistuzzi PaoloFacchetti Giusepp eFerrari GiorgioTrappoli Franco

Sono in missione:

Alberini GuidoAndreotti GiulioAstori GianfrancoBonetti AndreaCaccia PaoloCapria NicolaCattanei FrancescoCerquetti EneaCresco AngeloDi Re CarloFiandrotti FilippoFioret MarioFoschi FrancoFoti Luig iFranchi RobertoGabbuggiani Eli oGatti GiuseppeGorla MassimoLa malta Giorgi oManca EnricoMarianetti AgostinoMartino GuidoMatteoli Alter oMiceli VitoOlcese VittorioPellizzari GianmarioRavasio RenatoReggiani AlessandroRuffini Attili oSanguineti Mauro AngeloSarti AdolfoSavio Gaston eSinesio GiuseppeStegagnini BrunoTassone Mario

PRESIDENTE . Passiamo all'articolo11 . Ne do lettura :

«Il riconoscimento delle chiese è am-messo solo se aperte al culto pubblico enon annesse ad altro ente ecclesiastico, esempre che siano fornite dei mezzi suffi-cienti per la manutenzione e la officia -tura» .

Ha chiesto di parlare l 'onorevole Ru-telli . Ne ha facoltà .

FRANCESCO RUTELLI. Mi soffermeròsull 'articolo 11 del disegno di legge n .2337, premettendo che è nostro dovereaccertare quante di queste missioni, chemagari potrebbero essere incluse nel di -segno di legge in discussione che prevedeesenzioni fiscali per le missioni, fosser oreali, come forse non è nel caso di quelcollega democristiano che stamane ho in-contrato dal barbiere . Devo presumereche avesse ultimato la sua missione, salv oche essa non prevedesse anche il tagli odei capelli .

L 'articolo 11 recita: «Il riconosciment odelle chiese è ammesso solo se aperte alculto pubblico e non annesse ad altro ent eecclesiastico, e sempre che siano fornitedei mezzi sufficienti per la manutenzion ee la officiatura» . Ci sembra che tale arti -colo abbia un carattere — come dire? —emblematico e che costituisca una sintesi ,in una certa misura efficace, del provve-dimento. Andrebbe letto e riletto, oltreche chiosato . È in realtà un articolo «po-lacco» in quanto si diffonde in disposi-zioni il cui valore e significato sono, a mi oavviso, assolutamente singolari . Chi de-cide quali siano e se esistano i mezzi suf-ficienti per la manutenzione e per la offi-ciatura? Chi è abilitato a constatare qual echiesa deve essere considerata annessa inquanto aperta al culto pubblico? La va-langa di condizioni e requisiti richiesti (inrealtà sappiamo che saranno vagliati in

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maniera assolutamente sommaria) at-tiene ad una impalcatura apparente -mente pleonastica ed in realtà studiatacon grande accortezza affinché, sullabase di quanto stabilito dall 'articolo 1 diquesto disegno di legge, magari spetti alConsiglio di Stato, nonché al President edella Repubblica che, prima di emettere i lrelativo decreto, dovrà avere effettuato lanecessaria istruttoria, valutare se l echiese di cui si chiede il riconoscimentosiano effettivamente aperte al culto pub-blico, se siano o meno annesse ad altroente ecclesiastico e se siano fornite deimezzi sufficienti per la manutenzione eper la officiatura.

Com 'è mai possibile concepire normecosì minuziose nel contesto di un disegnodi legge della Repubblica italiana, se nonin un contesto insano per la certezza de ldiritto, per un corretto rapporto tra i cit-tadini e la Repubblica, in questo caso par -ticolare tra ques t'ultima ed il Vaticano? Ache cosa va fatta risalire questa articola-zione minuziosa, ed a nostro avviso insen -sata e di così difficile valutazione, se no nal prezzo di un appesantimento immanedella nostra struttura amministrativa eburocratica, e se non alla volontà di man -tenere in piedi una struttura di privileg iche la coscienza civile rigetta, che è supe -rata ormai nella realtà della nostra vit aorganizzata, di cui la stessa Chiesa non h ae non dovrebbe avere bisogno ?

E in questo senso ed in questo contestoche doverosamente dobbiamo riprender ele parole di quella voce che nasce dallabase del mondo cattolico e che ha trovatoin questi mesi ed in questi anni la forza d iopporsi al nuovo Concordato e a questidue disegni di legge annessi .

Non posso che dar atto, a questo pro-posito, ad una organizzazione che fa capoalla rivista cattolica Il tetto, che è stataprotagonista di battaglie di grande rile-vanza morale, politica, civile e religiosa ,di quello che afferma in relazione al prov -vedimento che è al nostro esame, là dovedice: «Il significato del nostro impegnoper il superamento del regime concorda-tario nelle relazioni tra Chiesa e Stato sca -turisce dalla convinzione che i concordati

siano uno strumento del passato ed ogg inon giovino più né alla Chiesa, che primadi essere istituzione è comunione e po-polo di Dio, né ad uno Stato laico e demo -cratico, cui spetta garantire la pace reli-giosa dei cittadini attraverso l'assicura-zione a tutti di libertà ed uguaglianza» .

E prosegue: «Come credenti, ritene-vamo e riteniamo che il superamento de lConcordato debba costituire la testimo-nianza di una Chiesa che anche in Italiaha scelto la libertà come valore-fine, e ch enon fa affidamento sui diritti ed i privi-legi offerti dalla comunità politica pe resercitare nel mondo la sua missione d iannuncio e di evangelizzazione» . Ed èsulla questione dei privilegi, che ha attra-versato questo mezzo secolo di relazionitra lo Stato e la Chiesa, su cui vorreiadesso soffermarmi, perché trova la suapiena attinenza con gli articoli che stiamoesaminando .

E continuano questi cristiani : «Comecittadini, pensavamo e pensiamo che u nregime di effettiva e reale separazionenon significhi affatto separatismo agno-stico o irreligioso, ma sistema capace d iassicurare, in base ai principi costituzio-nali ed alle norme di diritto comune ,quelle garanzie al libero esplicarsi del fe-nomeno religioso, senza che privilegi ecompromessi ledano l'uguaglianza so -stanziale e le libertà di credenti e non cre -denti» . Quasi non sarebbe necessario le -vare in quest 'aula la voce radicale, la vocedelle opposizioni, che in forte minoranz ahanno manifestato il loro dissenso su lprovvedimento in esame, se queste parol eavessero trovato una loro espressione di -retta .

«Per giunta — proseguono — abbiam osempre lamentato che Stato e Chiesa nonpossono limitarsi a mere affermazioni d iprincipio, ma devono operare in concret oscelte conseguenti per essere credibili ,tanto più in una situazione quale quell aitaliana, che registra la stragrande preva-lenza e la massima presenza della confes-sione cattolica, e che tuttora non ved eattuate quelle intese con le confession iacattoliche, anche quando con alcune d iesse si è giunti alla redazione di u n 'intesa .

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A maggior ragione — concludono — ogg iribadiamo i nostri convincimenti, ed ap-parteniamo a quella piccola schiera d icredenti e di laici che non solo non esultaperché si è avviata a conclusione con larevisione del Concordato anche quella de idisegni di legge annessi, dopo trattativ edurate oltre diciasette anni, ma certa -mente ritiene che non solo dubbi, perples-sità, problemi non siano stati risolti nelsenso più costruttivo e più innovativo, m ache gli stessi o rimangono insoluti o sonostati sistemati ricorrendo a soluzioni am-bigue ed equivoche, a compromess isempre di dubbio valore, ad astuzie e ri-serve diplomatiche che pensavamo esser eretaggio di un passato da chiudere persempre» .

Da chi vengono queste parole? Vengon oforse da qualche Che Guevara della fed ecattolica? Vengono forse da qualche pro-tagonista di quei movimenti cristiani d inuova evangelizzazione che sono stati og -getto, legittimamente, di dubbi all'intern odella Chiesa cattolica, così come nella so-cietà civile? No, vengono da cittadini cre-denti, direi quasi militanti del mondo cat-tolica, impegnati in tutti questi anni acostruire, con il loro operare quotidiano ,la discriminante tra fede, convinzioni ,idee da un lato e assetto di potere dall'al-tro.

Così come gli articoli precedenti, che fa-cevano cenno agli enti ecclesiastici, agli isti -tuti religiosi, alle società di vita apostolica ,agli istituti religiosi di diritto diocesano ,alle associazioni pubbliche di fedeli, questoarticolo 11 (che fa riferimento alle chiese ealle condizioni per il loro riconoscimento)richiama in maniera pregnante la que-stione dei privilegi e delle esenzioni, ch ecostituiscono una «linea rossa» di conti-nuità del rapporto tra Stato e Chiesa, mauna linea da intendersi purtroppo in ter-mini di potere e non di tutela garantista deldiritto dei fedeli ad esercitare le loro con-vinzioni individuali, morali e religiose .

È per questo che è doveroso richia-marsi a quel continuum di vicende cheinizia nel nostro paese con il Concordatodel 1929 e con le esenzioni ed i privilegiche esso prevedeva e garantiva .

Ho qui sotto gli occhi l 'elenco degli ent iche il governo fascista, d'accordo con l aSanta Sede, esentò nel 1942 dalla «cedo -lare». È un elenco breve, ma la cui diffu-sione fu già all'epoca molto stentata . Leg-giamolo insieme .

Furono esentate le sacre congregazioni :Suprema Congregazione del Sant'Uffizio ;Congregazione concistoriale ; Congrega-zione per la Chiesa orientale; Congrega-zione del Concilio ; Congregazione dei reli -giosi; Congregazione di propaganda fide(con le due opere dipendenti, la Pontificiaopera della propagazione della fede e laPontificia opera di San Pietro apostoloper il clero indigeno); Santa Congrega-zione di seminari ed università di studi ;Santa Congregazione della reverenda fab-brica di San Pietro . E poi i tribunali : Peni-tenzieria apostolica; Supremo tribunaledella Segnatura apostolica ; Sacra romanaRota. E gli uffici : Cancelleria apostolica ;Dataria apostolica; Reverenda Cameraapostolica; Segreteria di Stato; Ammini-strazione dei beni della Santa Sede ; Am-ministrazione speciale della Santa Sedeed infine l'Istituto per le opere di reli-gione in quanto amministra fondi dellaSanta Sede . A questo proposito potrem oaprire più avanti, quando entreremo di -rettamente nella materia finanziaria ,tutto un capitolo sull'Istituto delle operedi religione, la cui sigla (IOR) è cert omolto più nota alla pubblica opinione. Inquella sede potremo fare ben altre e pi ùapprofondite considerazioni .

Ho richiamato il caso della «cedolare »del 1942 perché costituisce un precedentepreciso in termini di esenzioni. Quellaesenzione fu concessa comunque dal Go-verno Mussolini solamente nell'ottobr edel 1942, ben sette anni dopo l'istituzionedell'imposta, il 7 settembre 1935 . Conquello stesso decreto, vennero per laprima volta esentati dall'imposta di ric-chezza mobile tutti i redditi mobiliar idella Santa Sede, che fino a quel mo-mento avevano continuato a pagare letasse, anche dopo i Patti lateranensi del1929 .

Fino all 'ottobre del 1942 il Governo fa-scista aveva resistito alle pressioni prove-

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nienti dalla Santa Sede per essere esen-tata dal pagamento di quelle imposte ecedette soltanto dopo lo sbarco dell eforze anglo-americane in Africa, quandoormai quasi tutti i gerarchi avevano pers ofiducia nella vittoria e cominciavano apreoccuparsi di mettere in salvo la pro-pria incolumità ed anche il patrimoni odal naufragio incombente. Erano, perciò ,ben disposti a pagare certi prezzi al fin edi ottenere un aiuto dalla Santa Sede(buona alleata, per altro, alla luce delConcordato del 1929) .

Desidero citare i contenuti di un'oppo-sizione all 'interno delle istituzioni parla-mentari dell'epoca rispetto al disegno d ilegge n. 1986, intitolato «Agevolazioni tri-butarie in favore della Santa Sede» .Questo provvedimento fu avversato da u nsenatore particolarmente competente i nmateria economica, Federico Ricci, ilquale (quanto ancora oggi potrebbero es-sere attuali le sue parole!) disse il 7 lugliodel 1942, sottolineando la gravità delprovvedimento: «Perché se anche foss edettato da considerazioni politiche, sa-rebbe sempre contrario all ' interesse na-zionale svalutare l 'importanza dei sacri-fici che per esso si impongono alla fi-nanza italiana. La gravità del provvedi-mento è data sia dal l 'eccezione che vienefatta nei riguardi dell 'imposta della ric-chezza mobile, sia dall 'eccezione alla re-cente legge sui titoli» . Ed a questo propo -sito proseguiva : «Sarebbe opportunos fa rconoscere quali somme presumibilmenteimplichi l 'esonero ora proposto». Il sena-tore Ricci analizza poi le implicazion ipossibili .

Il Governo, naturalmente, replicò i nquella circostanza in maniera molto si-mile a quanto ci siamo sentiti dire oggi :«Bisogna apprezzare certe necessità poli -tiche di carattere permanente — disseThaon di Revel — od anche contingente» .E quindi era opportuno e corrispondenteall ' interesse materiale e morale del paeseaccogliere il voto presentato dalla SantaSede in materia di esenzioni . Data questasituazione particolare, le osservazioni cheleggevo prima, per quanto giuste, no nvennero ascoltate .

Vi taccio la replica del senatore Ricci ,ma, come potete immaginare, riguardò l adenuncia dei sacrifici per la finanza ita-liana, derivanti da questo esonero, ch esarebbero stati gravissimi .

Questo episodio che ho voluto citare ,che si inserisce nella continuità legislativaesistente dal 1929 ad oggi, va letto anchealla luce degli eventi successivi . L'esen-zione dalla cedolare va vista, cioè, ne lquadro di quella serie di esenzioni e pri-vilegi fiscali concessi alla Santa Sede apartire dalla Conciliazione .

Desidero citare in proposito ciò ch edice Ernesto Rossi nel suo scritto «L efrodi pie»: «Ho osservato che per spiegar el 'enorme sviluppo della ricchezza dellaChiesa in Italia durante gli ultimi decenn imolti storici hanno dato troppa impor-tanza alla convenzione finanziaria unit aai Patti lateranensi . Quella convenzion eassegnò alla Santa Sede 750 milioni di lir ein contanti ed un miliardo in titoli delconsolidato 5 per cento — valore com-plessivo corrispondente, poiché siamoalla metà degli anni Cinquanta, tenutoconto di quello che era allora il corso con -solidato dalla successiva svalutazione, acirca 150 miliardi di lire attuali ; sommasufficiente a dare un'idea dell'imponenz adi quell 'esborso d'avvio —. Fu un regaloassai generoso, ma hanno avuto un'im-portanza enormemente maggiore gli arti -coli 15, 17 e 20 del Trattato lateranense egli articoli 29 e 30 del Concordato, ch emodificarono radicalmente tutto il re-gime tributario ecclesiastico» . Vorrei rife-rirmi al Trattato, ed anche in questo cas odesidererei fare una breve citazione . Sulgiornale Il Mondo di Pannunzio il 1 4maggio 1957 fu pubblicato un articol odi Gabriele Conti intitolato : «Preti e frat inon pagano le tasse» . In tale articolo s ilegge che: «Prima della conciliazione glienti ecclesiastici erano gravati non sol -tanto dai comuni tributi di carattere ge-nerale, ma anche da alcuni tributi spe-ciali e precisamente, oltre che dall atassa ordinaria del 30 per cento, checostituì una vera e propria incamera-zione parziale del patrimonio ecclesia-stico, dalla tassa di passaggio e di usu-

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frutto e dalla cosiddetta quota di con -corso che colpiva gli enti ecclesiastici pi ùlargamente dotati» .

A questo proposito ricordo le dotte ar-gomentazioni del collega Bassanini che ,in qualità di relatore di maggioranza su lprovvedimento concernente gli enti eccle-siastici, le cosiddette IPAB, ricordavacome venne avanzata, da parte democri-stiana, la proposta di sottrarre ad un re-gime sfavorevole gli istituti in attivo, e d itrasferire allo Stato quelli più poveri e piùin difficoltà . In altri termini si intendevaporre in essere il consueto meccanismodella privatizzazione dei profitti e dell acollettivizzazione delle perdite . Ritor-nando all 'articolo del giornalista Conti s ilegge: «Il gettito degli enti ecclesiastici piùlargamente dotati, tramite il fondo per i lculto, veniva devoluto a beneficio degl ienti più bisognosi, attuando in quest omodo una più equa ripartizione delle ric-chezze ecclesiastiche a beneficio del cleropovero». Pochissime erano le agevolazionifiscali concesse alla Chiesa prima dell aConciliazione e tra queste vi erano i pa-lazzi apostolici e la villa di Castel Gan-dolfo, beni esenti da imposte . Eranoinoltre esenti dalle imposte fondiaria e suifabbricati i cimiteri e gli edifici di culto i nquanto riconosciuti improduttivi di alcu nreddito. «La esenzione degli immobili —continua Conti — è stata talmente stirac-chiata da considerare non soggetti all ' im-posta sul valore locativo persino gli abi-tanti dei palazzi di semplice propriet àdella Santa Sede». Perché? Perché conl 'articolo 15 del Trattato vennero esentat iin perpetuo da qualsiasi tributo tutti gl iimmobili, trasferiti alla Santa Sede attra-verso i Patti lateranensi, e tutti gli altr iedifici nei quali la Santa Sede medesim ain avvenire avesse ritenuta di sistemarealtri suoi dicasteri .

Con l'articolo 17 la Chiesa ottennel'esenzione da ogni tributo imposto dall oStato e da qualsiasi altro ente sulle retri-buzioni dovute dalla Santa Sede o dagl ialtri enti centrali della Chiesa cattolica edagli enti gestiti dalla Santa Sede, ai di-gnitari, agli impiegati e ai salariati . L'ar-ticolo 20 disponeva inoltre che le merci

provenienti dall'estero e dirette alla cittàdel Vaticano o fuori della medesima sa-rebbero state sempre ammesse, da qua-lunque punto del confine o da qualunqu eporto del Regno, al transito sul territori oitaliano con piena esenzione dai diritt idoganali e daziari .

Con il Concordato del 1929, ed in parti -colare con l'articolo 29, si stabilirono ulte -riori privilegi a favore della Chiesa . Noioggi vogliamo porre la nostra attenzionesul carattere complessivamente iniquo diun regime che tutela e mantiene quest iprivilegi e queste esenzioni, nello spiritodi quelle organizzazioni cattoliche e cri-stiane che ci ricordano che i problem inon sono stati risolti nel senso costruttivoe risolutivo, ma che rimangono insoluti osono stati affrontati ricorrendo a solu-zioni ambigue ed equivoche, a compro-messi sempre di dubbio valore, ad astuzi ee riserve diplomatiche che si pensava fos-sero retaggio di un passato da chiuder eper sempre .

Queste astuzie e riserve diplomatiche ,questi compromessi, questo retaggio de lpassato cui fa riferimento la rivista Il tettoprima citata, cui fanno riferimento nell apropria convinzione cosciente tant eanime di credenti, sono oggi il termine d iriferimento dei radicali, in omaggio all ospirito laico (o meglio in continuità co nesso) che oggi anima questa nostra batta -glia per la separatezza doverosa tra Stat oe Chiesa: perciò l'articolo 11 al nostroesame va visto, signora Presidente, inquesta chiave di lettura che mi sono sfor-zato di offrire e va letto come una sorta diparadossale situazione di rinvio a deci-sioni e criteri di cui non dovremmo ma iappesantire lo Stato e della cui documen-tazione non dovremmo far carico allaChiesa affinché ne informi lo Stato, i nquanto (soprattutto quelli di cui all'arti-colo 11) attengono all'esercizio del magi-stero della fede ed alle attività propria -mente liturgiche, sebbene anche ad esse s icolleghi tutto questo arco di esenzioni eprivilegi cui facevo cenno . A che cos'altrodeve farsi riferimento, se non all'eserciziodell'attività propriamente religiosa, s enon alle chiese di cui si parla nell'articolo

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considerato? In esso, se ne ammette i lriconoscimento solo se le chiese sonoaperte al culto pubblico .

Mi domando anch'io a chi sia affidat ala decisione sull 'apertura o meno dell echiese, ed in quali termini (temporanea -mente, permanentemente, a data fissa) ;che si intenda per «aperte al culto pub-blico e non annesse ad altro ente ecclesia-stico»; a chi spetti l 'accertamento in or-dine alla circostanza che le chiese siano«fornite dei mezzi sufficienti per la manu -tenzione», a chi spetti di definire se quest echiese sono fornite o meno «dei mezzisufficienti per la officiatura». Lo Statoitaliano deve porsi questi problemi? Dev eporseli il Presidente della Repubblica(che deve decretare al riguardo, per i lriconoscimento come persone giuridich eagli effetti civili) od il Consiglio di Stat o(di cui il Presidente e gli uffici devon oudire il parere), per entrare in questo or -dine di valutazioni ?

Non sarà così: si prenderà atto dell ecomunicazioni che verranno dalla contro -parte. Siamo quindi di fronte ad un pleo-nasmo ulteriore che, a nostro avviso, è i ldisvelamento di una situazione che strut-turalmente è inconcepibile in un regimeche (come si è sostenuto dal President edel Consiglio e negli interventi di collegh idella maggioranza e dell'opposizione co-munista, nonché, a maggior ragione, da irelatori e dal sottosegretario di Stato all aPresidenza del Consiglio che, finché haretto, ha avuto l'amabilità di ascoltarebuona parte di questo dibattito) vogli asostenere che si tratta di un provvedi -mento moderno, di un provvedimentoprofondamente innovativo . Opposta è lanostra convinzione e per questo condu-ciamo la nostra battaglia di merito cheproseguiremo sui rimanenti sessanta -quattro articoli ancora da esaminare .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel 'onorevole Ferrariy Ne ha facoltà .

SILVESTRO FERRARI . Ancora una volta ,chiedo a nome del mio gruppo, della de-mocrazia cristiana, la chiusura della di-scussione sull 'articolo 11, ai sensi del

quarto comma dell 'articolo 85 del regola -mento .

PRESIDENTE . Ha chiesto di parlare ,contro la proposta di chiusura della di-scussione, l ' onorevole Del Donno . Ne hafacoltà .

OLINDO DEL DONNO. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, ero qui sempli-cemente come uditore incuriosito dell ecose varie o dell'unica campana che st asuonando in quest 'aula .

Vorrei dire che il collega che ha parlatoprima di me ha fatto una lunga disquisi-zione sull 'articolo 11 che merita una spie-gazione (ecco perché sono contrario all achiusura della discussione su tale arti -colo) . L'onorevole Rutelli chiedeva quali«chiese» possono ottenere il riconosci -mento e la qualifica di ente ecclesiastico .Vi sono norme precise che vale la pena d ielencare, perché non rimangano oscur iquei punti e quelle clausole che sono to-talmente chiari .

Non ho bisogno di difendere quello che ,a mio avviso, è stato più un accordo ch eun Concordato, ma desidero render eedotto il collega che mi ha preceduto ,invitando anche altri colleghi ad interve-nire, sul fatto che per il riconoscimento ela funzionalità delle chiese esistono ca-noni ben precisi . Sono chiese parrocchial iquelle alle quali è affidata una parte dell apopolazione in un determinato rione, i nuna determinata città, in un determinatopaese. A capo di tali chiese vi è un par -roco (per la sua funzione riconosciut oanche come pubblico ufficiale), che pu òessere assistito da un vice-parroco e d aaltri sacerdoti . Accanto alle parrocchie v isono altre chiese aperte al pubblico; tuttal 'Italia ne è piena (a Roma, ad esempio, aCorso Umberto, si vedono molte chiesenon parrocchiali ma aperte al pubblico :hanno una funzione pubblica senza il ri-conoscimento canonico, perché a poca di -stanza magari vi è già la chiesa parroc-chiale) .

Vi sono poi naturalmente le chiese affi-date a confraternite, chiese ed oratorisemi-privati ed infine chiese ed oratori

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privati, non aperti al pubblico (sono l echiese affidate in uso alle congregazion ireligiose, specialmente femminili) . È il ve-scovo che stabilisce il carattere dell echiese: è una cosa semplicissima, sullaquale non occorreva disquisire tanto sol -levando dubbi su situazioni di per sè evi-denti . Quando le cose sono chiare — diceAristotele : assentium rapiunt —, non è piùquestione di disquisire . Ecco perché hocreduto opportuno intervenire, e vorre iche la discussione su questo articolo con -tinuasse in termini di maggior chia-rezza.

PRESIDENTE. Poiché nessuno chiededi parlare a favore, pongo in votazione l aproposta di chiusura della discussionesull'articolo 11, avanzata dall'onorevoleSilvestro Ferrari .

(È approvata) .

Pongo in votazione l 'articolo 11 .

(È approvato) .

Passiamo all'articolo 12 . Ne do let-tura :

«Le fondazioni di culto possono esserericonosciute quando risultino la suffi-cienza dei mezzi per il raggiungimentodei fini e la rispondenza alle esigenze reli-giose della popolazione» .

Passiamo agli interventi sull 'articolo12 . Ha chiesto di parlare l'onorevole Cri -vellini . Ne ha facoltà .

MARCELLO CRIVELLINI . Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, prima di adden -trarmi nell'analisi del testo dell'articolo12, desidero fare un'osservazione sull 'an-damento di questo dibattitto e su quanto èavvenuto poco fa. Credo che il contestodelle continue richieste di chiusura dell adiscussione bene si accordi con l 'episodiodi poco fa, allorché solo per due voti èstato raggiunto il numero legale . Noistiamo discutendo del Concordato — u nargomento che dovrebbe essere co-munque rilevante ed a questo proposit opiù tardi leggerò quanto al riguardo

hanno scritto i due relatori — e poco fa ,solo grazie alla discrezionalità di condu-zione dei lavori della Presidente, è stat opossibile raggiungere il numero legale .Devo anche dire — ma non voglio dareconsigli a nessuno — che non ho capit obene perché non si sia proceduto imme-diatamente, dopo la scadenza del terminedi venti minuti, alla votazione . Infatti i lregolamento, al quinto comma dell'arti-colo 49, afferma che quando si deve pro-cedere a votazione mediante procedi -mento elettronico, viene dato preavvis odal Presidente con almeno venti minut id 'anticipo. I venti minuti perciò — se-condo quanto è scritto nel regolament o— servono per avvisare i deputati ch enon fossero presenti di venire in aula e d ipartecipare alla votazione, anche perché.l 'articolo 30, quinto comma, prevede che«salvo autorizzazione espressa del Presi -dente della Camera, le Commissioni nonpossono riunirsi nelle stesse ore nellequali vi è seduta dell'Assemblea . In rela -zione alle esigenze dei lavori di questa, i lPresidente della Camera può sempre re-vocare le convocazioni delle Commis-sioni». Quindi, per quanto io possa leg-gere questo combinato disposto, a mesembra di capire che i venti minuti ab-biano lo scopo di sconvocare le Commis -sioni — ove siano convocate — e di per -mettere la partecipazione al voto dei de-putati che lo desiderino. Vi è infatti ch ipuò essere assente per vari motivi, orga-nizzativi o no, oppure chi proprio nonvuole partecipare al voto .

Sono perciò rimasto un po' stupitopoco fa e devo dire — senza addentrarmitroppo in questo episodio — che si è rag -giunto il numero legale solo grazie allaconduzione del Presidente della Camera,il quale, nonostante la fretta e la solerzi adei colleghi, in particolare democristian i(anche se il numero legale è stato rag-giunto soprattutto per la presenza dei de -putati del gruppo comunista), ha aspet-tato non venti, bensì venticinque o venti -sette minuti . Vi è dunque un margine d idiscrezionalità nella conduzione dei la-vori che non mi pareva fosse scritto ne lregolamento, ma che evidentemente viene

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abbondantemente usato nei regolament imateriali .

Siamo dunque in una situazione in cu ile presenze dei colleghi sono sempre a llimite del numero legale, in un dibattittoche pur investendo temi così rilevanti è i ngran parte disertato dai deputati di molt igruppi (sicuramente da quelli democri-stiani) . Pur tuttavia, devo dire che, sevado a leggere le parole con cui si espri-mono i relatori a conclusione della lororelazione scritta, trovo una differenz aenorme. Cosa dicono, infatti, i relatori inmerito al disegno di legge in esame che, agiudicare dall 'andamento del dibattito ,sembrerebbe un qualsiasi provvedimento ,anzi uno dei più sciatti e dei meno inte-ressanti ?

Le parole testuali dei relatori sono l eseguenti: «A conclusione dell 'analisi deltesto, viene spontaneo l'augurio che leforze culturali e politiche del paese rece-piscano i nuovi principi e che i valori reli -giosi vissuti e criticamente vagliati final-mente trovino spazio concreto di operati-vità e un riconoscimento preciso nell 'ap-plicazione del nuovo Concordato . Ciò pro -prio in considerazione di quella libert àreligiosa e di coscienza che non può es-sere disimpegno o indifferenza, ma cheinvece matura con l'impegno solidale d itutti e con la ricerca coraggiosa della ve-rità e del bene dell'uomo» .

Continuano i relatori : «Solo così i prin-cipi della tradizione cristiana diventanohumus e forza degli stessi principi laici d ilibertà e di progresso integraledell 'uomo».

Inoltre, dicono i relatori: «Da ultimo,non resta che rilevare il coraggio e l'one-stà dello Stato laico che, in forza della sualaicità, ha superato gli "storici steccati" ,riconoscendo la Chiesa come una dell eprincipali energie culturali della societ àitaliana e, d'altro canto, prendendo att odei valori espressi dal popolo italiano, tr acui preminenti quelli di cui il cristiane-simo è portatore . In tal modo, i valori nonsono imposti ideologicamente dallo Stato ,ma semplicemente riconosciuti come vi -tali e originali espressioni del popolo» .

A questo punto, manca soltanto l'inno

nazionale, il tricolore e qualche salva dicannone per completare l 'atmosfera chequeste parole conclusive della relazioneevocano. In realtà, invece, siamo di frontea tutt 'altro, come testimonia anche l'an-damento del dibattito in corso, oltre aquanto è scritto nei vari articoli . Infatti ,nel disegno di legge non c 'è nulla chefaccia evocare libertà religiose o aneliti d ivaria natura, oppure il superamento di«storici steccati», giacché si tratta sol -tanto di una serie di norme, a volte pre-cise, quando è il caso ambigue, volte agarantire una serie di privilegi dal puntodi vista giuridico, economico, tributario ,commerciale e così via .

Questa mattina ho citato (naturalmentenon intendo rifarlo adesso) gli articol idella Costituzione che, indipendente-mente — per fortuna — da qualsiasi Con -cordato e da qualsiasi disegno di legge d iquesto genere, permettono a chiunque e ,quindi, sicuramente alla Chiesa cattolica ,di professare ed organizzare i propri con-vincimenti, la propria esistenza e la pro-pria espansione nei modi più liberi e com-pleti .

Quindi, nei fatti, il disegno di legge a lnostro èsame non ha nulla a che veder econ quanto dicevano i relatori . Ed il fattoche ci troviamo sempre al limite del nu-mero legale, ogni volta che dobbiamo vo-tare a scrutinio segreto (per due voti èstato raggiunto il numero legale poco fa!) ,è veramente un fatto molto sintomatico .

D'altronde, anche l 'aver deciso di chie-dere sistematicamente la chiusura dell adiscussione sui vari articoli nonché l amancanza di argomentazioni in propositosono dati significativi di quanto sta acca-dendo .

Se veramente, come affermano i rela-tori, siamo al superamento degli «storic isteccati», se tutto questo rappresent al'humus di non so che cosa e questi valor isono fondamentali per lo Stato ancor pi ùche per la Chiesa, allora ben altro do-vrebbe essere il modo di affrontarequesto dibattito .

I partiti di maggioranza e coloro chesostengono questo provvedimento do-vrebbero fare a gara per illustrare e per

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rappresentare ai cittadini i fatti salienti i nesso contenuti .

Vorrei ora esprimere le mie valutazion isull'articolo 12, innanzi tutto esaminandoil suo testo. Recita l'articolo in questione :«Le fondazioni di culto possono esser ericonosciute quando risultino la suffi-cienza dei mezzi per il raggiungimentodei fini e la rispondenza alle esigenze reli -giose della popolazione» . Prima di parlaredelle fondazioni di culto, devo dire ch enon si capisce bene chi debba decideresulla sussistenza della condizione della«sufficienza dei mezzi per il raggiungi -mento dei fini» e di quella della «rispon-denza alle esigenze religiose della popola -zione». Qual è l 'organo che deve stabilirese una certa fondazione di culto abbia omeno tali requisiti?

Il testo, quindi, è volutamente carent esu questo punto. E la discrezionalità ch evaga in ogni articolo è una caratteristic adel disegno di legge (ovviamente si tratt adi una discrezionalità a favore delle fon-dazioni e degli enti religiosi) .

Ma alla lettera volutamente carentedell'articolo in questione supplisce la re-lazione, nella quale si può leggere : «L'ar-ticolo 12 tratta delle fondazioni di culto : i lriconoscimento può essere dato quandorisultino la sufficienza dei mezzi per i lraggiungimento dei fini e la rispondenz aalle esigenze religiose della popolazione» .E questo non è altro che il testo dell'arti-colo . La relazione prosegue : «Non si in -nova rispetto al sistema precedente, la -sciando di fatto ampio spazio all 'autoritàpreposta al riconoscimento per l'accerta -mento, nel concreto, della ricorrenza de irequisiti richiesti» . E quindi la stessa rela-zione a spiegare che l'autorità (presum oquella religiosa) ha ampio spazio .

Tuttavia poco prima vi è un passo abba-stanza preciso in ordine al concetto d isufficienza: «Invero, è giuridicamente sin -golare che ad un ente venga riconosciutala personalità giuridica agli effetti civil idello Stato italiano sul presuppostodell'intervenuto assenso da parte di altr osoggetto di diritto internazionale» . Sicomprende quindi che l'assenso deve pro-venire dall'autorità ecclesiastica e si è co-

stretti a dire nella relazione che ciò nonsta né in cielo né in terra (per la verità st ain terra) .

Qui si dice: « . . .è giuridicamente singo-lare», per non dire che è un'assurdità verae propria, che il riconoscimento della per -sonalità giuridica agli effetti civili (qual -cosa cioè che riguarda lo Stato, tutti i cit -tadini e l'ordinamento della nostra Re-pubblica), non venga da chi «sopporta ilpeso» di tale riconoscimento, cioè daparte dello Stato, ma da un altro soggettodi diritto internazionale . Sarebbe comese, per stabilire se una società finanziariadebba essere assoggettata alla normativaitaliana, fosse chiamato a decidere loStato francese, o quello tedesco, o quell odi San Marino !

«In verità» — continua la relazione —«tale sistema risponde all'esigenza di rico -noscere la personalità giuridica solo aquegli enti che, proprio per la loro fina-lità di religione o di culto, meritano l'in-gresso nel novero dei soggetti di diritto ,tenendo conto ovviamente dell 'assensodell'istituzione ecclesiastica nel suo com -plesso, che di tali finalità è l'espression epiù ampia e completa; in termini stretta -mente giuridici, l'assenso dell'autorità ec -clesiastica o della Santa Sede si configur acome presupposto procedimentale essen-ziale per l 'attivazione della procedura diriconoscimento» . Non vorrei dire che quisi incorra in una tautologia, ma quant omeno c'è una confusione pazzesca tr aquella che si definisce condizione neces-saria e quella che si definisce condizion esufficiente . Infatti, nella relazione si am-mette che «è giuridicamente singolare »che la personalità giuridica agli effett icivili venga riconosciuta su indicazionedell'autorità ecclesiastica ; si aggiunge po iche ciò è in effetti spiegabile, poiché al -meno una indicazione da parte di taleautorità è necessaria; non si tiene contoperò che, nella normativa in esame, l'in-dicazione da parte dell'autorità ecclesia-stica diventa non più condizione necessa -ria, ma condizione sufficiente, impli-cando il riconoscimento agli effetti civili .Dunque a maggior ragione si dovrebberitenere «giuridicamente singolare», per

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usare la terminologia dei relatori, la di-sposizione considerata. Potrebbe esserecomprensibile, in una logica concordata -ria, che la segnalazione dell'autorità ec-clesiastica rappresenti un requisito neces-sario, ma non è ammissibile che divent ipure una condizione sufficiente per il ri-conoscimento agli effetti civili da part edello Stato italiano.

Ma perché si insiste tanto sul riconosci -mento giuridico? L'articolo 12 concerne i lriconoscimento delle fondazioni di culto .Esso è preceduto però da altri 11 articoli ,i quali sistematicamente e senza eccezion isi occupano del riconoscimento giuridicodi fondazioni, enti, istituti religiosi, so-cietà ed altri organismi ecclesiastici .Quale dunque il motivo di tanta insistenzae di una così meticolosa precisione? I lmotivo non è da ricercarsi certamentenelle considerazioni indicate dai relatorinella parte finale del loro elaborato, inforza delle quali «i principi della tradi-zione cristiana diventano humus e forzadegli stessi principi laici di libertà e d iprogresso integrale dell 'uomo», ovver oper cui «il coraggio e l 'omertà dello Statolaico» ha consentito il superamento degl i«storici steccati» ; è invece assai più sem-plice, concreto e forse comprensibile .Non è qui questione di steccati, ma di un aserie di normative di agevolazioni e di pri -vilegio, che vanno dall'aspetto commer-ciale a quello tributario, che sono preci-sate in maniera analitica nell'articolato ,dunque si riflettono anche nell'articol o12 .

In sostanza, l'articolo ripropone, pe rquanto riguarda le fondazioni, un duplic eruolo da una parte: quello della Chiesache controlla ed indica, diciamo, la deno-minazione di origine e dà via libera edall'altra quello dello Stato che garan-tisce non certo le libertà di espressione, distampa, di vita e di organizzazione, giàgarantite dalla nostra Costituzione —bensì sovvenzioni, facilitazioni, sconti esaldi — in pratica, quella che viene defi-nita l 'erosione fiscale — che si aggiun-gono alle sovvenzioni a chiare lettere .

L 'unica cosa che mi stupisce di questodisegno di legge è che le sovvenzioni non

siano previste in dollari . Da questo puntodi vista, infatti, va riconosciuta la tradi-zione, la precisione e la lungimiranza di -mostrate dalla Chiesa nei millenni dell asua storia, ma forse non si poteva far ediversamente .

Questo incontro, dunque, non dipend e— come affermano i relatori —dall'humus o dagli storici steccati, bensìdalle esigenze che abbiamo visto . LaChiesa indica i soggetti che le sono cari ,mentre lo Stato, da parte sua, trasform aquesto «cari» nel senso letterale del ter-mine con tutte le sovvenzioni già ricor-date .

Non vi è, dunque, da scandalizzarsi s esi afferma che il Concordato del 192 9aveva una sua dignità, certamente supe-riore a quello che abbiamo di fronte . Inquel caso, almeno, vi era una contratta-zione gigantesca, ma chiara e palese tr alo Stato e la Chiesa . C 'era chi dava e ch iriceveva, anzi entrambe le parti davano ericevevano. In questo caso, invece, con i ldisegno di legge sugli enti e beni ecclesia -stici siamo di fronte alla ratifica di unasorta di convenzione del tipo di quelle de lMercato comune sul latte e sul burro: inquesto caso gli enti ecclesiastici ed un aserie di sovvenzioni fiscali .

Vediamo ora il perché del riconosci -mento delle fondazioni di culto e soprat-tutto il meccanismo del riconoscimentostesso . Nel nostro paese siamo certa -mente abituati a leggi scritte male, diffi-cili da leggere e da interpretare, ma l acomplessità di questo provvedimento èsicuramente particolare . Evidentementeesso non è rivolto ai cittadini perch épossano apprezzarlo o valutarlo negati-vamente, bensì ai soli addetti ai lavori .Oltretutto, vi è tutta una serie di ma-scheramenti e di strani percorsi che ren-dono estremamente complessa la su alettura .

Consideriamo, dicevo, l 'articolo 12, re-lativo al riconoscimento giuridico dell efondazioni di culto. Come avviene il rico-noscimento? Occorre ritornare all'arti-colo 5, là dove si prevede la iscrizione nelregistro delle persone giuridiche degl ienti ecclesiastici civilmente riconosciuti .

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Quindi, dall'articolo 12 si fanno 7 pass iindietro (è come il gioco dell 'oca) pergiungere all ' articolo 5, il quale, parlandodel registro delle persone giuridiche ,rinvia da una parte agli articoli 33 e 34 edall'altra agli articoli 19 e 20 .

Devo dire che mi sono trovato in diffi-coltà nella descrizione di questi percors iobbligati, all ' interno del disegno di legge ,perché evidentemente ci vorrebbero algo-ritmi matematici particolari per indivi-duarli e classificarli .

Come stavo dicendo, dall 'articolo 12 sideve andare all 'articolo 5, il quale rinvi aagli articoli 33 e 34 e agli articoli 19 e20 .

Dall 'articolo 33 si rinvia immediata -mente all'articolo 24, dall'articolo 24 s irinvia da una parte all'articolo 51 edall'altra parte agli articoli

33 e 34.Quindi, all'articolo 24 si instaura un loopche ci rinvia all'articolo 33, mentre se-guendo un successivo percorso si giungeall'articolo 51 .

Il primo comma dell'articolo 51 rinvia ,a sua volta, all 'articolo 50, come del restoal secondo e al quarto comma, mentre da lquinto comma si rinvia all'articolo 24 .

Pertanto, in questo modo si instaura u nloop ancora più ampio e precisament edall 'articolo 33 all 'articolo 24, da questodirettamente all 'articolo 33, oppureall'articolo 51, per poi andare all'articol o24 e infine giungere all'articolo 33.

Arrivati all 'articolo 51 si vince un jollyperché è prevista una serie di finanzia -menti, che meritano la nostra attenzione ,per gli anni transitori fino alla situazion edi regime con le nuove disposizioni .

Seguendo l 'altro percorso previstoall'articolo 34, veniamo rimandati ancorauna volta all'articolo 33, oppure all'arti-colo 24, successivamente all'articolo 51 einfine all 'articolo 50 .

Anche nel caso ora descritto si instauraun nuovo percorso perché possiamo ri-tornare all'articolo 51, creando un altr oloop all'interno della normativa, oppureseguire due direzioni e andare all'articol o55 e all'articolo 21 .

Prima di giungere però agli articoli 55 e21 vinciamo un altro jolly perché all'arti -

colo 50 si prevede la corresponsione d ialcuni contributi .

PRESIDENTE . Onorevole Crivellini, l ericordo che il tempo a sua disposizion esta per scadere.

MARCELLO CRIVELLINI . Concludo, si-gnor Presidente . Come stavo dicendo, inquesto articolo si prevede la correspon-sione dell 'indennità integrativa special eper gli anni 1985-86, una serie di altr iaumenti che tengono conto dell ' inflazionesia pure limitata (spero che sia un augu-rio) al 5 per cento e infine la somma dilire 3.500 milioni per il fondo edifici d iculto .

La complessità dell'articolato è tale cheevidentemente il provvedimento è statorealizzato ad uso e consumo dei benefi-ciari e contro i cittadini che dovrannopagare il conto finale . Per capire qualchecosa bisogna percorrere il 12 per centodegli articoli . Se cioè vogliamo capir equalcosa circa il riconoscimento civile el'iscrizione al registro civile di tutti quest ienti e fondazioni dobbiamo percorrere i l12 per cento dei 75 articoli. Si tratta di unpercorso veramente incredibile e d iestrema difficoltà .

MARIOTTO SEGNI. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MARIOTTO SEGNI. Chiedo, ai sensidell 'articolo 85, quarto comma, del rego-lamento, a nome del gruppo della demo-crazia cristiana, la chiusura della discus-sione sull'articolo 12 .

GIANLUIGI MELEGA. Chiedo di parlarecontro questa proposta .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GIANLUIGI MELEGA. Ho chiesto di par-lare contro, anche se non conosco le moti-vazioni per cui il collega Segni ha decisodi chiedere l'adozione di questa misura ,che dovrebbe essere usata eccezional-mente e che invece nella giornata di oggi ,

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a partire da stamane, è stata sistematica -mente chiesta dai colleghi del gruppodella democrazia cristiana dopo un solointervento su ogni argomento di discus-sione. Io credo che questo sia un fattograve, e credo che l'andamento della di-scussione parlamentare sia stato determi-nato appunto da questo atteggiamento de icolleghi della democrazia cristiana . Comehanno detto altri colleghi del gruppo ra-dicale che mi hanno preceduto, non eracertamente in atto un ostruzionismo daparte nostra; era in atto la determina-zione parlamentare, perfettamente legit-tima, di far sì che per un disegno di legg edi 75 articoli, per cui è previsto dal rego-lamento l 'esame articolo per articolo, perlo meno questa discussione venisse ono-rata con un intervento per ogni articolo .

A me pare che la decisione del grupp odella democrazia cristiana si «giustifichi» ,tra virgolette, anche in considerazionedell'andamento dell 'unica votazione ascrutinio segreto che abbiamo avuto i nquest'aula pochi minuti fa. In quella oc-casione, si è potuto constatare che pro-prio il gruppo della democrazia cristiana,che dovrebbe essere il maggior sosteni-tore, il più presente quanto a numero de isuoi componenti in questo momento d idiscussione, non solo non è intervenut osinora nella discussione — salvo, ap-punto, che per chiedere la chiusura delladiscussione — ma è anche risultato tra igruppi politici con la più alta percentualedi assenze .

Signor Presidente, ormai noi siamo abi -tuati a tutto, in Parlamento; siamo abi-tuati a vedere la conduzione delle sedut ein ogni forma ipotetica, e non regolamen-tare; e quindi non ci meravigliamo nep-pure che quel gruppo che dovrebbe es-sere per lo meno tra i più attenti ed impe-gnati sostenitori di questo disegno dilegge non solo sia assente in questo mo-mento., ma chieda che neppure gli altricomponenti della Camera ne discutano .Ognuno, naturalmente, è padrone e re-sponsabile della politica che decide discegliere e di attuare; ma certo noi ciopporremo di nuovo adesso ed in futuro ,per la discussione sugli altri articoli, a

queste richieste iugulatorie della discus-sione che certamente saranno ancor aavanzate.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT E

ALDO ANIASI

GIANLUIGI MELEGA. Ma, nell 'oppormi aquesta richiesta del gruppo della demo-crazia cristiana, non posso non prenderein considerazione il fatto che, ormai, i nvirtù dell'andamento che in questo modosi è voluto dare alla discussione, l 'appro-vazione di un disegno di legge di 75 arti -coli, tra i più importanti nella storia dell oStato italiano, per quanto riguarda i suoirapporti con la Chiesa, avviene sostanzial -mente in un ' aula deserta, dove non è nep-pure possibile chiedere la verifica a scru-tinio elettronico palese del numero de ivotanti in aula, dove il gruppo più nume -roso (per altro anch 'esso molto ridotto) èquello del partito comunista.

Ci troviamo, quindi, a dover constatare ,ancora una volta, che l'organizzazione de ilavori parlamentari, l 'andamento della di-scussione, alla quale abbiamo offerto lapossibilità di procedere normalmentenella misura in cui è lecito chiedere perun disegno di legge di 75 articoli, ha datovita ad un confronto stravolto, con le ca-ratteristiche dello ostruzionismo enell ' impossibilità, per un certo numero d icolleghi, di intervenire nel merito .

A noi duole, in modo particolare, ch esiano venuti a mancare oggi i contribut idei colleghi e compagni della sinistra in-dipendente che, per puntualità, profon-dità e precisione, erano stati quelli chemeglio avevano caratterizzato la discus-sione sulle linee generali . Allo stessomodo, ci dogliamo che nessun colleg adella democrazia cristiana abbia pensat oché valesse la pena di prendere la parol asul tema.

Non vediamo che cosa ci sia di com-mendevole e di meritevole di incoraggia -menti della Presidenza in questo anda-mento della discussione. Essa, infatti, l oha sicuramente incoraggiato dirigendo in

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un certo modo i lavori nel momento im-mediatamente precedente l'ultimo voto ascrutinio segreto. Convinti che, lo ripeto,questo tipo di discussione non debba es-sere incoraggiato, pensiamo che i mag-giori gruppi di opposizione, utilizzando l aloro forza, dovrebbero impedire il ricors oad interventi iugulatori quali la richiest adi chiusura della discussione e l 'abban-dono della discussione stessa, posti in es-sere da forze politiche che hanno rag-giunto l'unanimità sui testi di cui discu-tiamo fuori dall'aula parlamentare, ne lchiuso delle sedi delle trattative e d iquelle in cui il testo è nato ed è rimastochiuso per molti anni .

Quanto dico è tanto vero che pensoanche che sia opportuno, ad esempio, ch esul prossimo articolo, visto che a noi ètoccato «occupare» l 'elenco degli iscritti aparlare su tutti gli articoli per aver mod odi discuterli davvero (senza finte discus-sioni, un esempio delle quali è l'inter-vento di stamane di un collega della de-mocrazia cristiana, durato soltanto unminuto e ventisette secondi), interveng aun altro collega . Abbiamo così ceduto i lnostro posto all'onorevole Del Donno, ch enon fa parte del nostro gruppo e che ,anche per i suoi interessi personali, è par-ticolarmente competente in materia .Anche se proporrà tesi ed opinioni ch emagari non condivideremo, per lo menoporterà nella discussione una voce di -versa e nuova rispetto a quelle del grupp oradicale.

Per queste ragioni, signor Presidente ,chiedo che la richiesta del collega delgruppo della democrazia cristiana d ichiusura della discussione dell'articolo 1 2venga respinta . Tale articolo, per molt iaspetti, è anomalo ; introduce nell'ordina-mento italiano concetti giuridicamentenon qualificabili né quantificabili, quali i lraggiungimento dei fini e la rispondenz aalle esigenze religiose della popolazione .Finalità che possono essere buon oggett odi una discussione filosofica, ma che nondovrebbero affatto trovar posto in u ntesto di normazione giuridica . La discus-sione, dunque, avrebbe dovuto conti-nuare. Mi auguro pertanto che altri col -

leghi respingano la richiesta teste avan-zata dal collega Segni .

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo d iparlare a favore, pongo in votazione l arichiesta Segni di chiusura della discus-sione sull'articolo 12 .

(È approvata) .

Pongo in votazione l'articolo 12, neltesto del Governo .

(È approvato)

Passiamo all'articolo 13, nel testo de lGoverno. Ne do lettura :

«La Conferenza episcopale italiana ac-quista la personalità giuridica civile ,quale ente ecclesiastico, con l'entrata invigore delle presenti norme» .

Ha chiesto di parlare l'onorevole De lDonno. Ne ha facoltà .

OLINDO DEL DONNO . Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, signor sottose-gratario, dico subito che questo articol ogiuridicamente si chiamerebbe formale,perché nulla aggiunge alla realtà dell ecose. Pur tuttavia, opera una sintesi d ifronte alla quale il Governo italiano no nsolo esprime il suo riconoscimento, m aaderisce, si identifica ed in qualche ma-niera approva quello che la Conferenzaepiscopale italiana sta operando nel no-stro paese.

La Chiesa con la CEI ritorna alla suaantica vocazione di universalità, che sirealizza, nel particolare, nel corpo mi-stico di Cristo, che è la Chiesa, e nel corporeale delle membra di Cristo, che sono l echiese locali .

Dante, parlando della missione dellaChiesa, conformemente al concetto me-dievale, riduceva l'operato della Chiesaalla su: missione apostolica . Infatti, dice:«Avete il vecchio ed il nuovo Testamentoed il Pastore della Chiesa che vi guida,questo vi basti vostro salvamento».

Il Concilio Vaticano II ha veramenteprodotto una rivoluzione morale : a distin-

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zione di tutti i sinodi e di tutti i concili ch enell'arco dei secoli si sono svolti, il Con-cilio Vaticano II ha la caratteristicadell 'apostolicità, quella della spiritualità ,poiché marcia fiducioso verso la casa de lPadre, verso la Betlemme che è ogni fami -glia cristiana .

Il Concilio Vaticano II, tutti lo hann orilevato, si è aperto al colloquio, ma so-prattutto ha rivendicato il diritto del lai-cato a rappresentare l ' ecclesia, cioè la co-munità dei fedeli, la comunità di coloroche partecipano attivamente nella vita d iCristo, secondo l'espressione di san Paolo :«Ricordatevi che voi siete la Chiesa di Dio ,il tempio vivo dello Spirito Santo, no ncostruito su pietra materiale, ma sullapietra angolare che è Cristo» .

Per esprimere meglio questo concettodell ' universale che si concretizza nel par-ticolare, mi riferirò all 'apostolo Paolo, ilquale quasi sempre comincia le sue let-tere in questa forma : «Ego Paulus apo-stolus vocatus apostolus per voluntatemDei», cioè «Io, Paolo, chiamato apostoloper volontà di Dio» (ecco quindi l 'univer-salità) «alla Chiesa non di Corinto ma all aChiesa che è in Corinto, alla Chiesa ch eopera in Roma, pace, salute . . .» . E dopo isaluti parla non più nel particolare e co-munque, se parla nel particolare, si port apoi all'universale .

Prendiamo due esempi luminosi .Nella lettera ai Corinti, Paolo affronta i

problemi locali di quella Chiesa, problem iche premevano incessanti, tanto più chein quel di Corinto si era presentata un acategoria di uomini eminenti . E sanPaolo, penso che lo sappiate tutti, non erané bello né formoso né calamitante ; por-tava in sé il complesso di una minoritàdata dal suo fisico, dalla sua natura intro-versa e forse anche dalla incapacità diuna grande, luminosa, profonda, at-traente oratoria. Tanto che gli si diceva«tu, Paolo, sei forte quanto scrivi m aquando parli . . .» . Perché Paolo era timido,non si esprimeva bene .

Dicevo che nella lettera alla Chiesa d iCorinto san Paolo tratta i problemi local ima subito dopo, siccome la Chiesa è uni -versale anche se opera nel particolare,

affronta i più grandi problemi, quale a desempio quello della donna, un problem ache oggi è sulla cresta dell'onda . Affrontail problema del femminismo, della eman-cipazione della donna e in alcune paginemeravigliose di quella lettera si esprim ecosì: l'uomo è la gloria di Dio e quindi v aa capo scoperto ed entra nella chiesa diDio a capo scoperto . Sarebbe un'offes aentrare nella chiesa di Dio a capo copertoperché avere il capo coperto voleva indi -care sudditanza e invece l'uomo non èsuddito (ecco il problema universale!) s enon di Dio, redento da lui, nella libert àdata proprio da Dio .

Ecco perché dice «l'uomo entra i nchiesa a capo scoperto: sarebbe vergo-gnoso e si riconoscerebbe schiavo seavesse il capo coperto» .

Invece, parlando della donna, us aquesta espressione, che naturalmente l efemministe non gradiranno: la donna è l agloria dell'uomo. Dunque, l'uomo è l agloria di Dio e la donna è la glori adell'uomo e quindi, essendo soggettaall'uomo, porta il capo coperto e sarebbevergognoso se entrasse in chiesa a caposcoperto, proprio perché ella rappresentanon la gloria di Dio (o meglio, la rappre-senta solo indirettamente) ma la glori adell 'uomo . E dà consigli alle donne, dic equale sia questa sudditanza, quale sia i lcomportamento da tenere. Parla anchedel matrimonio, con frasi veramente bellee meravigliosamente luminose, come i lsole di Dio, dicendo che come Cristo h aamato la sua Chiesa e perché fosse eter-namente giovane e bella ha dato la suavita per lei, così l 'uomo amerà la suadonna e darà la vita per lei . E sarannodue in una carne sola : l'uomo non separ iciò che Dio ha congiunto !

Ecco l ' universale e il particolare che s iintrecciano meravigliosamente bene . Voidirete: perché questa disquisizione? Perfar capire bene quello che è oggi la CEI ,alla quale nulla certo aggiunge il ricono-scimento . Ma, come si dice, non di sol opane vive l'uomo ma di ogni parola cheprocede dal labbro di Dio, di ogni ricono-scimento . Prima, per gli eventi e gli avve-nimento di questa «serva Italia», come la

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chiamava Dante, «dove un muro ed un afossa serra i cittadini che non si ricono-scono e non si affratellano», i vescovierano a loro volta chiusi nella loro diocesie si finiva per identificare l'autorità de lvescovo con quella della diocesi ; e il ve -scovo comandava nei limiti della dio-cesi .

Non sto a dilungare, anche se sarebb ebello affrontare la disquisizione relativ aall ' ipotesi che un vescovo si rechi in altradiocesi e voglia pontificare, mentre no npuò pontificare senza il permesso del ve -scovo di quella diocesi . Queste limitazioniportavano a dire : «La circoscrizione tua èla diocesi» .

Oggi la CEI, dopo il Concilio VaticanoII, riporta la Chiesa all 'universale . Ma unprimo universale è rappresentato dallapatria, e la CEI agisce direttament enell'ambito della patria (indirettamente ,quando si riuniscono i vescovi delle vari econferenze episcopali, nell'ambito di unauniversalità più piena e completa) .

Per l 'operato della Chiesa, dobbiamosempre distinguere due elementi : laChiesa nella sua universalità e la Chiesache opera nel particolare .

Poiché ci troviamo a Roma, vogli oanche ricordare l 'atteggiamento versoRoma di San Paolo, che comincia la let-tera ai Romani nella forma: «Paulus vo-catus apostolus per voluntatem Dei pe revangelium» . Paolo dice di essere stat ochiamato a predicare il vangelo e di es-sere desideroso . . . dice : «Cupio enim viderevos». «Desidero ardentemente, Romani ,vedere voi per dare e ricevere conforto aquella fede che vince ogni errore e micompiaccio con voi perché la vostra fed eè predicata nel mondo intero» .

Notate che San Paolo è lontano d aRoma, che Roma è la città di Pietro, che ,come dice Dante, «fu stabilito per lo locosanto u siede il successor del maggiorPiero». Ed a Roma Paolo esercita un apo-stolato grandioso, attraverso quella let-tera, che è diventata essenziale per l ' indi-viduazione dei punti cardine della dot-trina cattolica. È una fonte alla quale at-tingiamo continuamente, perché, propriocon i Romani, la cui fede è lodata, è con -

clamata in tutto il mondo, Paolo pone l efondamenta di quella Chiesa e i prim icanoni, che rappresenteranno, poi, il con -tenuto dei sinodi, i quali diverranno aloro volta il conten1uto dei concili, fino alConcilio Vaticano II ed a quello ch estanno svolgendo, anche in questi giorni ,la Conferenza episcopale italiana e le con -ferenze episcopali degli altri paesi .

A Roma, San Paolo ci parla della cono-scenza di Dio non attraverso la teologia ,ma risalendo alla causa attraverso gli ef-fetti. A Roma parla della giustizia e dellafedeltà alla Chiesa . A Roma parla diquella che noi chiamiamo la sacralitàdell'autorità: un problema poderoso, cheoggi sta angustiando le menti ed i cuor idegli uomini, perché ci troviamo di front ead una affermazione che è stata grande eche fu già del popolo ateniese, ma di cu iDemostene già si pentiva, in quanto essanon produceva fiori e frutti santi, mafrutti di cenere e tosco . Diceva Demo-stene: «Voi che comandate, voi che vi cre -dete detentori del potere, di questo poter evi servite solo negativamente, cercando d itamponare il male che gli altri vi fanno,senza entrare nel concreto per difendere ivostri diritti, prima che vi venganotolti» .

Questa democrazia porta anche noi a tro-varci di fronte a problemi fondamentali ,cui è difficile dare risposta . San Paolo di-ceva che non tutto ciò che è utile è lecito ,ma oggi noi ci accorgiamo che non tuttociò che è lecito è anche utile e siamo da -vanti, soprattutto, ad una democrazia nell aquale, essendo il popolo sovrano, le deci-sioni dipendono dal popolo. Specialmentequando si opera attraverso il referendum,ciò che il popolo sancisce diventa inviola -bile sacramento perché il popolo è sovrano .San Paolo disse, nella lettera ai Romani ,capitolo XIII, che ex Deo omnis auctoritas,omnis potestas ex Deo est, cioè non è la per-sona che ricopre l'autorità, ma l'autorità hail suo sigillo in quella autorità che provien edall'alto . Ecco quindi una norma univer-sale predicata ed affermata in una Chies aparticolare .

Questo Concordato, nella sostanza, nonè altro che un riconoscimento ed un ac-

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cordo su determinati punti fondamentali .Bisogna però dire che tali accordi son ostonati come una campana rotta, inquanto affermare che lo Stato e la Chiesaoperano per il bene del paese non haalcun significato . Tutti sappiamo infatt iche la parola paese è un nome comune esi applica a tutte le realtà, da quelle pi ùpiccole a quelle più grandi . In un Concor-dato non si scrivono asinerie, non si sti-pula un Concordato per esprimersi asine-scamente : di quale paese si tratta? Questopaese ha una dignità, un nome, si chiama :Italia bella. Diceva Dante : «suso in Italiabella!» Non posso perciò vedere con oc-chio benevolo un Concordato che, oltre anon essere tale, ha tante stonature anch enella nomenclatura. Devo inoltre dire,con le parole di San Paolo, in hoc laudo,devo lodare questo riconoscimento che senulla aggiunge rappresenta una soddisfa-zione. Il proverbio dice : prima di operareil bene, fatti un esame di coscienza e ved ise sei capace di sostenere l'ingratitudin eche ne puoi avere o il male che te ne pu òderivare. San Paolo afferma : operantibusbona, a chi opera il bene, al bonus milesChristi, fa piacere la parola del padrone ,dell ' uomo che dice: hai operato bene .Quindi virtute tua, cioè ti lodo per la tu avirtù .

Questo riconoscimento fa piacere, è unatteggiamento positivo dello Stato, anch ese esso si proclama laico . Non capisco, aquesto proposito, come possa uno Stato ,che riceve la sua investitura dal popolo,esprimere opinioni diverse da quest'ul-timo . In Italia, il 94 per cento circa dellapopolazione si è dichiarata cattolica (no nha rilevanza se sia praticante o meno) ;non si comprende quindi come lo Stat opossa dichiararsi laico. Esso poteva benis -simo riconoscere la Chiesa senza quest aprofessione di laicità . Lo Stato, che ricev el ' autorità dal popolo, non può dire : gli ita -liani sono cattolici io invece sono laico, gl iitaliani sono cattolici io invece sono mas-sone .

Collega Teodori, avrei voluto che su lConcordato si fossero espresse tutte leforze politiche e non solo la vostra ;inoltre avrei preferito che determinati

problemi si fossero affrontati in una re-altà vera. Come facciamo infatti a direche siamo uno Stato laico se rappresen-tiamo un popolo che nella sua totalità s idichiara cattolico? Ho notato molte astru-serie con estremo rammarico, ma sic -come troviamo anche la pianta di buo nseme, alla terra ed al cielo amica, m ipiace questo riconoscimento, che è u nconforto nella difficile missione che laChiesa opera. La Conferenza episcopal eitaliana è, come vedete, in un paese dove èfacile navigare : ma provate in altri paesi ,dove la navigazione è estremamente diffi-cile; la Conferenza episcopale di queipaesi, ovviamente, è soggetta a tante limi -tazioni, a tanti contrasti, limiti e controlli .Fa allora piacere sentire che vi è qualch evoce che applaude, che comprende, chedà conforto alla nostra fede ed al nostr ooperare! La Conferenza episcopale ita-liana ha il suo riconoscimento, e diciamoche anche questo è un po' assurdo, per-ché uno Stato laico non dovrebbe ricono-scere una Conferenza episcopale; ma,nell'assurdità di tante posizioni, vi è qual -cosa di buono e noi lodiamo quanto vi è d ibello, di buono e quanto di positivo vieneespresso in questo Concordato che nonha, non ha la santità, né la laicità, né l aconcordanza nei punti essenziali (Com-menti al centro) . Mi spiego, caro collega :per concordato si intende che concor-diamo su punti in cui siamo pienamented'accordo, ma non può esistere uno Statoche si dichiara laico e sia completament ed 'accordo con una missione alla quale s idichiara completamente estraneo, ed èestraneo! Per esempio, il divorzio non po -trà mai essere ammesso dalla Chiesa, per -ché San Paolo è stato chiaro: l'uomo nonsepari ciò che Dio ha congiunto . Per SanPaolo il divorzio è inammissibile ; egli s ichiama minimus apostolorum (non sumdignus vocari apostolus, quoniam perse-cutus sum ecclesiam Dei); ma, ad un certomomento, dice anche di essere apostolo edi aver ricevuto da Dio quello che ci co-munica. Se ci fosse una voce discord edalla mia, sbaglierebbe, è chiaro? Si ved aquindi quanto completa sia questa consa-pevolezza .

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Sul divorzio, lo Stato non può retroce-dere perché il popolo ha deciso e noi rice-viamo l 'autorità dal popolo. Concordatosignifica che si conviene su alcuni punt ifondamentali, non già su questioni margi-nali . La Chiesa è legata al mandato divinoe lo Stato è legato alla sovranità popolare :è dunque difficile un concordato. È statodetto che è un accordo per camminareinsieme, nel bene del paese (abbiamofatto le nostre osservazioni al riguardo) ;ma questo cammino insieme mi sembra ilcenno divino per un nuovo cammino indi-cato dalla Chiesa e seguito, per lo men oammirato ed osannato, per lo meno nonostacolato dallo Stato! Lo Stato italianosia veramente la pianta di buon seme, allaterra ed al cielo amica, perché quantoavviene in Italia, anche in una proclama-zione ideale della laicità dello Stato, poss aavvenire altrove, al di fuori ed al di sopr adelle norme e delle leggi formali !

MARIOTTO SEGNI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

MARIOTTO SEGNI. A nome del miogruppo, chiedo la chiusura della discus-sione sull 'articolo 13, ai sensi del quartocomma dell'articolo 85 del regolamento .

PRESIDENTE. A norma del primocomma dell'articolo 44 del regolamento ,sulla proposta Segni di chiusura della di-scussione darò la parola, ove venga fatt arichiesta, ad un oratore contro e ad uno afavore .

MASSIMO TEODORI. Chiedo di parlarecontro .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI. Ricordava ora i lcollega Melega la ricchezza delle motiva-zioni per la richiesta di chiusura dell adiscussione su un articolo e sui suoi con-tenuti, in ordine ai quali (anche se nonavessimo avuto voglia di entrare nel me -rito) l'intervento ora svolto dal collegaDel Donno risulta estremamente interes -

sante e tale da meritare un ulteriore svi-luppo.

Afferma Del Donno: come fa uno Statoad essere laico se il popolo italiano è pe rgran parte o per la totalità un popolo d icredenti, di cattolici? Credo che quelloche è in gioco nel nuovo Concordato, edin particolare in questo disegno di leggeche riguarda tutta la materia dei ricono-scimenti degli istituti religiosi, è propri ola situazione dei cattolici in Italia ; situa-zione che credo si sia trasformata grande -mente nel corso della storia di quest ianni .

Molti parlano di processo di secolarizza-zione, non so se si tratta di questo . Credodi capire (anche le indagini empiriche cene danno ampia dimostrazione) che so-stanzialmente in questo paese è avvenutoun mutamento, un mutamento positiv odal punto di vista della Chiesa e dei cre-denti . Il nostro paese è passato da un asituazione tradizionale, nella quale la stra -grande maggioranza o la totalità del po-polo era considerata cattolica (cattolicaper abitudine, per tradizione, per routine,mi sia concessa questa espressione; e lareligiosità come ispirazione della vita ci -vile era un fatto del tutto marginale :quindi un popolo di cattolici, però nessun avera comunità operante nella comunità ci -vile con la forza della fede), ad una situa -zione in cui — per usare un'espressionesociologica — i cattolici sono diventati un a«minoranza intensa» . Qui c'è una doppi avalenza estremamente positiva in termin idella Chiesa e del mondo cattolico . Mipare che don Burgalassi, esperto in socio-logia della fede, abbia dato un'ampia do-cumentazione in questo senso: da un paeseformato in stragrande maggioranza d acattolici, l'Italia (analogamente ad altr ipaesi, come la Francia con le sue tradi-zioni gianseniste o i paesi pluralisti a pi ùchiese) è diventata un paese in cui i catto-lici sono una minoranza .

Si tratta però di una minoranza che h arecuperato un 'intensità di impegno e d ipartecipazione alla vita civile, attraverso ipropri valori religiosi . E una minoranz ache sicuramente dimostra un impegn omolto superiore a quello che si registrava

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in un paese agricolo di 30 o 40 anni fa, incui tutti erano cattolici, ma in realtà i lcattolicesimo era un qualcosa di molt oepidermico .

I cattolici credenti sono quindi mino-ranza intensa; e questo lo vediamo datutti i movimenti nuovi, ecclesiali e dell ecomunità, fioriti dalla fine degli anni ses-santa in poi . Lo vediamo oggi probabil-mente anche attraverso fenomeni com eComunione e liberazione o il Movimentopopolare, che rappresentano una manife-stazione del fatto che i cattolici si sentonominoranza, e quindi hanno tutte le carat-teristiche dell'impegno e dell ' intensit àdella minoranza, in un paese in cui lamaggior parte dei cattolici sono, sul pian odell'impegno civile, molto poco ispirati .

Certamente questo processo di secola-rizzazione e di laicizzazione è una carat-teristica della nuova Italia di questi anni .Tutte le statistiche ci dicono che dal 195 5al 1985 si è avuto un passaggio dei catto-lici da maggioranza a minoranza moltointensa, con tutti i conseguenti dati posi-tivi che tale fatto ha comportato, e danche con certi ritorni all ' integralismo didiverso tipo . Ma con gli integralismi e co nchi sostiene questi valori ci si scontra e c isi incontra .

Perché ho evocato tutto questo? Perch élo evocava il collega Del Donno nel rap-porto fra Stato laico e popolo cattolico .Innanzitutto io non parlerei di Stato laico .Si può parlare di Stato laico soltanto per -ché ci sono gli Stati teocratici od integra-listi, ma, in fondo, alla stessa parola diStato, nato nel settecento con la forma-zione delle moderne entità nazionali, i nEuropa non occorre porre l 'aggettiva-zione «laico», perché uno Stato non pu òche essere laico ; l 'aggettivazione bisogne-rebbe porla quando lo Stato è teocratico ointegralista o quando la gerarchia dell aChiesa o una qualche struttura di carat-tere ideologico si sovrappongono all oStato stesso. Quindi, per liberali quali noisiamo, è un pleonasmo parlare di Statolaico, perché è soltanto lo Stato non laic oche ha bisogno di un aggettivo .

Queste cose dunque, signor Presidente ,valgono la pena di essere discusse . Ce lo

ricordava anche il collega Del Donno .Perché deve essere usato lo Stato gen-darme, lo Stato notaio, lo Stato control-lore, lo Stato censore o anche lo Stato ch ericonosce e certifica per la Conferenzaepiscopale? Per quale ragione? Tuttequeste norme, compresa quella chestiamo discutendo, sono ritagliate se-condo il Concordato, secondo una ideo-logia ed una tradizione teorica che èquella della difesa della libertà dell aChiesa di fronte ad un'invadenza dell oStato, che, appunto, è Stato integralista, èStato autoritario, è Stato fascista, è Stat onazista, è Stato sovietico, eccetera, ecce-tera. Ma, di fronte ad uno Stato che h aun'impalcatura, se non altro in termin icostituzionali, come quella dello Stato ita -liano, tutto questo è un pleonasmo. Edallora perché il riconoscimento della Con -ferenza episcopale o, più giù, il riconosci -mento di tutti gli altri enti ecclesiastici edistituti religiosi?

Collega Del Donno, tu hai ragione; noi ,da sponde opposte, da punti di partenzadiversi, arriviamo, per alcune cose, a con -clusioni che possono essere convergenti .Questo è, evidentemente, un dibattito chevale la pena di approfondire, perché pu òaccadere che un sacerdote come Olind oDel Donno, che milita sui banchidell 'estrema destra, e laici incalliti com enoi, possano arrivare ad osservazioni, senon a conclusioni, convergenti . Perché l aChiesa deve usare la spada dello Stato peravere il suo riconoscimento e la sua cer-tificazione? Perché tutto questo? Articolodopo articolo, come ho avuto più volteoccasione di ricordare, emerge che se vi èin mezzo a questo guazzabuglio un'ispira-zione, ancora una volta è quella di usarela spada dello Stato per difendere o pe rfare operazioni che sono interne a lmondo cattolico, al mondo della Chiesa ,al mondo ecclesiale .

Questa è la ragione per cuì voi conti-nuate a chiedere la chiusura della discus-sione sui vari articoli, mentre noi conti-nuiamo ad affermare e a confermare lanecessità di rappresentare qui le vari eposizioni, che sono molto più variegate ,molto più articolate di quanto in realtà la

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cappa di piombo, la cortina di silenziostesa dall 'estrema sinistra al centro e alladestra vorrebbe far credere .

Anche per questo noi abbiamo molt oapprezzato che un collega come De lDonno, dal quale abbiamo molte cose daimparare, si inserisse in questa discus-sione . E forse un po ' di fair play o di cor-tesia, se ancora è possibile appellarsi allacortesia, avrebbe evidenziato l 'opportu-nità di fare ascoltare anche altre voci suquesto punto . È troppo sperare che c isiano ripensamenti? Lascio questo alle de -cisioni di questa Assemblea, che ormai ,purtroppo, signor Presidente, ancora un avolta, si appresta a operare una riduzion edel dibattito a puro rito e ad un rito il piùrapido possibile, da liquidare nei temp ipiù brevi, mentre, l ' abbiamo visto mo-mento dopo momento, l'esigenza dellatrasparenza, della trasmissione delle posi-zioni, della trasmissione anche degl iscontri di carattere ideale e politico ch epossono avvenire e che avvengono tal -volta in quest'aula, avrebbe richiesto ch etali scontri fossero trasmessi fuori dellemura di questo palazzo, che rischia d idiventare una prigione ; non una prigioneper noi, evidentemente, ma una prigionedel processo democratico, del processolegislativo . E questo è qualcosa che è al d ilà e al di sopra delle nostre stesse per-sone, delle nostre stesse parti politiche, edanche al di là e al di sopra delle nostr estesse credenze e delle nostre stesseidee .

PRESIDENTE. Poiché nessuno chiededi parlare a favore, pongo in votazione l aproposta Segni di chiusura della discus-sione sull'articolo 13 .

(È approvata) .

Pongo in votazione l 'articolo 13 .

(È approvato)

Do lettura dell'articolo 14 :

«Dal 1 0 gennaio 1987, su richiestadell'autorità ecclesiastica competente ,può essere revocato il riconoscimento ci -

vile ai capitoli cattedrali o collegiali no npiù rispondenti a particolari esigenze otradizioni religiose e culturali della popo-lazione .

Nuovi capitoli possono essere civil-mente riconosciuti solo a seguito di sop-pressione o fusione di capitoli già esi-stenti o di revoca del loro riconosciment ocivile» .

Ha chiesto di parlare l'onorevole Teo -dori. Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI . Sono lieto, signorPresidente, di poter riprendere la parol aimmediatamente dopo il mio precedent eintervento, per affrontare nel merito l'ar-ticolo 14 .

Di che cosa tratta l 'articolo 14? Siamoancora nell ' ambito di quegli articoli cheriguardano le singole categorie, le singol efattispecie (non so se si possa usar equesta parola) della riconoscibilità civil edi istituti religiosi e simili . Siamo ancoranell'ambito della lunga serie di articol iche, con una redazione bizantina, vannodall'articolo 7 a quello di cui ci stiam ooccupando e, ancora più avanti, agli arti -coli 15, 18, 19 .

Probabilmente, signor rappresentant edel Governo, si tratta di una volontà bi-zantina di redigere un disegno di legge i ncui le cose si dicono e non si dicono, s iprendono e si riprendono, si lasciano i nun articolo per riprenderle in un altro ; s itratta di una volontà appunto bizantina ,da cui deriva che la forza si esprime ne lmomento in cui c 'è l'interpretazione dell anorma, essendo questa non chiara, no ndefinita, non giuridicamente trasparent ee concisa .

Dicevo che questo articolo 14 riguarda ,ancora una volta, il riconoscimento civil edi alcuni organi della Chiesa . «Dal 1 0 gen-naio 1987, su richiesta dell'autorità eccle -siastica competente, può essere revocat oil riconoscimento civile ai capitoli catte-drali o collegiali non più rispondenti aparticolari esigenze o tradizioni religiosee culturali della popolazione . Nuovi capi-toli possono essere civilmente ricono-sciuti solo a seguito di soppressione o

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fusione di capitoli già esistenti o di revoc adel loro riconoscimento civile» .

Nella relazione, a proposito di tale arti -colo, si chiarisce: «In base all'articolo 14 ,l 'autorità ecclesiastica potrà chiedere l asoppressione di capitoli cattedrali o colle -giali non più rispondenti a particolari esi-genze o tradizioni religiose e cultural idella popolazione» . Inoltre, il riconosci -mento di nuovi capitoli «potrà darsi sol oprevia soppressione o fusione di capitoligià esistenti o di revoca del loro ricono-scimento».

Se non vado errato (e qui vorrei che l ascienza del collega Del Donno mi veniss eancora una volta in soccorso), una normadi questo tipo, concernente la necessità d iridurre le diocesi e, quindi, i capitoli cat-tedrali e collegiali, per razionalizzarle ri-spetto all 'ordinamento giuridico italiano ,già era contenuta ampiamente nel Con -cordato del 1929 e nelle successive legg idi attuazione . Se non vado errato, proprionel Concordato del 1929 si diceva che lediocesi dovevano essere progressiva-mente ridotte, fino a coincidere con l eprovince italiane, e ciò al fine di far cor-rispondere quanto più possibile la strut-tura territoriale del l 'organizzazione eccle -siastica a quella civile .

Ebbene, a distanza di 56 anni, troviam oin questo nuovo accordo concordatariouna norma che è esattamente uguale aquella contenuta nel Concordato del 1929 .Durante il regime fascista, qualche tenta-tivo di razionalizzazione, in accordo con i ldettato concordatario, secondo cui le dio-cesi dovevano essere ridotte, probabil-mente c'è stato, come al solito grazie allaforza dello Stato autoritario . Invece, du-rante l 'ultratrentennio repubblicano (manon ho a disposizione dati), una normadel genere, che ha parecchie ripercus-sioni di carattere finanziario, non ha su-bìto tentativi analoghi, sicché oggi ,nell 'articolo 14, si reitera questa petizion edi principio concernente la riduzione de icapitoli cattedrali e collegiali .

Se non vado errato, e se la mia scarsis-sima cultura di carattere ecclesiastic onon mi tradisce, vi sono capitoli cattedral ilà dove vi sono vescovi : credo che in Italia

il numero si aggiri tra i duecento e i tre-cento, cioè da due a tre volte superiorealla consistenza della struttura ammini-strativa provinciale e delle prefetture . Icapitoli cattedrali sono dunque compost iattorno al vescovo ed ai canonici che ,come mi insegna il collega Del Donno ,possono essere mitrati o meno, ma cheperò acquistano tutti il diritto di ricevere ,in base al provvedimento in discussione ,erogazione di uno stipendio da parte delloStato. Una delle implicazioni, mai chiara-mente enunciate, di questo disegno d ilegge sta proprio nel fatto che un esercitodi religiosi, che si nasconde sotto unamiriade di sigle che per il profano no nhanno alcun significato, si trasformerà,in misura maggiore di quanto avviene at-tualmente, in un esercito di dipendent idello Stato, a tutti gli effetti . Mi si obiet-terà che anche oggi i parroci e altri reli-giosi sono dipendenti dello Stato . Credoperò che vi sia una piccola differenza ,signor rappresentante del Governo; daqui il salto di qualità, signor Presidente .Fino ad oggi potevamo infatti paragonarel'esercito dei religiosi, stipendiati dalloStato, con la categoria che nel mondo uni -versitario assume il nome di «incaricati» ,non facenti parte della struttura organic adegli impiegati dello Stato, pur essend oda questo retribuiti . Ora, a me sembrache la ratio del disegno di legge in esame ,sotto il manto di formulazioni scono-sciute al profano, sia proprio questa : co-loro che fanno parte dell 'esercito di reli-giosi di cui si tratta (vedremo poi che cos asono i capitoli cattedrali, composti da icanonici mitrati o non, i capitoli collegial icomposti dagli arcipreti e monsignori, ecosì via), diventeranno domani, come l osono stati ieri, ma in maniera diversa d aieri, nella qualità, forse anche nella mi-sura, statali a tutti gli effetti .

Non so esattamente quanto sia consi-stente questo esercito di religiosi, perch énon ci sono stati forniti dati in proposito.Forse, signor Presidente, quando si discu-tono disegni di legge che hanno simil iimplicazioni, sarebbe corretto, tenutoconto che ai membri del Parlamento no ndeve essere richiesta una competenza

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multiforme, che fosse allegato qualcheprospetto, qualche indagine empirica tal eda fornire adeguate indicazioni . Così, s isarebbe potuto indicare la denominazion edei vari capitoli cattedrali o collegiali e laconsistenza dei loro membri . Invece, c ilimitiamo a discutere su concetti, non co -noscendo la realtà che si cela dietro adessi .

Come al solito, ho cercato di documen-tarmi, per capire la reale consistenza d iquesti capitoli cattedrali . Ho già detto cheessi sono attinenti ai vescovi . Abbiamo u nlungo elenco (tra duecento e trecento) d ivescovati e arcivescovati residenziali i nItalia, tenuto conto che il loro numeronon è mai stato ridotto, secondo quantoprevedeva il Concordato del 1929, allastessa consistenza numerica delle pro -vince .

Accanto agli arcivescovi ed ai vescoviresidenziali formano i capitoli cattedrali ii canonici mitrati e non . Io ne ho trovat isolo alcuni in questo buon Annuario pon-tificio che così tanto ci ha giovato in ter-mini di conoscenza nel nostro lavoro . Ab-biamo i canonici regolari di S . Agostinoconfederati, con un primate ed il lorobravo «esercito»; i Canonici regolari dellaCongregazione del santissimo Salvator elateranense, i Canonici regolari della Con -gregazione lateranense austriaca, i Cano-nici regolari della Congregazione ospita-liera del Gran San Bernardo, i Canonic iregolari della Congregazione svizzera d iSan Maurizio di Agaune, i Canonici rego-lari della Congregazione Vindesemense -Vittorina .

Tutte queste congregazioni dei canonic iche fanno parte dei capitoli cattedral ievocati dall 'articolo 14, alcune delle qual ihanno denominazioni straniere, hannosede in Italia e, quindi, per effetto diquesto provvedimento, entrano a farparte dell'ordinamento di cui stiamo di-scutendo.

Troviamo poi i Canonici regolari dellaImmacolata Concezione, i Canonici rego -lari premostratensi, i Canonici regolar idella Santa Croce (Fratelli dalla Croce) ;l'Ordine della Santa Croce (Crocigeri) ,Crocigeri della stella rossa, eccetera. La

lista sarebbe ancora lunga e non vogli otediarvi ulteriormente .

Mi preme, però, sottolineare come no nci siano stati offerti i dati essenziali pe rcomprendere la portata effettiva dellenorme di cui discutiamo .

Si tratta, ripeto, di un provvedimento edi un articolo particolarmente gravi . Noncredo che il disegno di legge sia statovoluto o redatto, diciamo, dalla Chiesa delConcilio o, come si suoi dire, postconci-liare. Non mi intendo molto di quest amateria, ma ho sempre sentito affermareche la Chiesa postconciliare si libera pro -gressivamente degli strumenti del suo po-tere per operare maggiormente al suo in -terno. In questo caso, invece, mi sembr ache avvenga esattamente il contrario ,anche per quanto riguarda la parte, di-ciamo, alta della gerarchia ecclesiale ,quale il corpo dei vescovi .

E significativo, ad esempio, come ivescovi finiscano per ricercare il ricono-scimento dello Stato in più forme. Ilvescovo, infatti, viene riconosciuto com ecapo del capitolo cattedrale, insieme a icanonici mitrati o non, che compongon oil suo capitolo; ma poi lo stesso vescov ochiede il riconoscimento come Confe-renza episcopale italiana ; organismoche, com'è noto, è composto dai ve-scovi .

Se indaghiamo sulla meccanica siste-mica del riconoscimento ci rendiam oconto che le stesse persone fisiche (i lvescovo, il canonico ed il religioso d ialtro genere) ricevono il riconoscimento,l'usbergo e magari lo stipendio e l'inqua-dramento permanente negli organi dell oStato sotto diverse forme, secondo chefacciano parte di questo o quell'istitutoreligioso, per funzioni diocesane o pe raltre funzioni annesse alla loro attività diculto .

E una impostazione neocostantiniana ,temporale e centralista, che va nella dire -zione opposta, naturale e spontanea,all'evoluzione subita nel corso dei tempidallo stesso mondo cattolico, che non h apiù bisogno di strutturarsi in termini d ipotere al fine di svolgere la sua funzione ,la sua vocazione e la sua missione non

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solo nel mondo religioso, ma anche nell asocietà profana .

Non dobbiamo dimenticare che ci tro-viamo di fronte a migliaia di vescovi, ca-nonici, arcipreti, monsignori che com-pongono il capitolo collegiale e credo ch esarebbe estremamente difficile indivi-duare con precisione quanti sono i sog-getti fisici a cui si riferisce l 'articolo alnostro esame.

Infatti, se ad esempio in Italia i vescovisono 250 (posso sbagliare per difetto eper eccesso e sarei lieto se qualcheesperto mi correggesse) e poniamo il casoche il capitolo sia composto da 10 cano-nici, mitrati o no, in questa prima formu-lazione si raggiunge il numero di 2 .500soggetti fisici .

Passando a parlare delle collegiate ,vorrei ricordare (così mi è parso di avercapito o di aver letto) che non sono altr oche l 'eredità di un ordinamento moltoantico della Chiesa, rette da arcipreti omonsignori con giurisdizione anche al dilà della insistenza territoriale della pro-pria chiesa su un territorio di coordina -mento più ampio .

I 2.500 membri di capitoli cattedrali e lecentinaia di membri delle collegiate retteda arcipreti e monsignori formano questoesercito, che chiede la spada dello Stat oper il suo riconoscimento ad un livell oalto, mentre la tendenza espressa, com edicevo poco fa, dal movimento Comu-nione e liberazione è sicuramente intutt 'altra direzione .

Perché si vuole che lo Stato faccia tutto ,perché questa maledetta cultura, che hacorrotto ogni cosa, entra così pesante -mente, colleghi cattolici, anche nel vostromondo? Perché volete questo Stato, ormaidiventato il Leviatano che ha corrottoqualsiasi cosa attraverso la sua terribileinvadenza? Perché si chiede tutto all oStato, anche da parte di coloro che appar -tengono alla cultura interventista, allacultura che ha visto lo Stato del benesserecome uno dei grandi passi in avanti versosituazioni di maggiore uguaglianza? Per -ché, voi cattolici, volete ancora una volt aquesto Stato onnipresente? Per una ra-gione finanziaria! Io credo che sicura -

mente ci sia una ragione finanziaria, sicu-ramente ci sia il problema di quello che inostri maestri, Ernesto Rossi ed altri ,chiamavano «la roba»; ma io credo che cisia qualcosa prima e al di là della que-stione finanziaria, della «roba» ; ed è fors eun tradimento delle correnti di libera-zione che, così come provengono nelmondo civile rispetto all'invadenza delloStato, esistono anche, potentemente,all'interno della Chiesa, e non sono rece-pite in questo tipo di accordo, che invec eripropone questo Stato-Levitano, magar iper usarlo, come abbiamo visto qui per ilproblema dell'autorizzazione al riconosci -mento, contro il popolo di Dio e le su eespressioni fuori dai tradizionali canal igerarchici .

A che cosa valgono, colleghi, questi no -stri interventi? Non lo so . Sicuramentevogliono essere qualcosa di più di un atestimonianza, perché chi si riduce a faretestimonianza è già rassegnato alla scon-fitta delle idee che professa . Io credo che ,dalla nostra parte di laici, noi non siam orassegnati . Avremo magari tante sconfitt enei voti, più o meno allargati o ristretti, d iquesta Camera ; ma credo che le idee innome delle quali stiamo cercando di tra -smettere qualcosa, e di trasmetterlo pos-sibilmente al di là delle mura di questopalazzo, non abbiano bisogno di testimo-nianze. Hanno bisogno di battaglia poli-tica, di battaglia civile, direi, in primoluogo. Ed è di questa battaglia che noistiamo testimoniando con i nostri inter-venti in questo momento .

MARIOTTO SEGNI. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

MARIOTTO SEGNI. Chiedo la chiusur adella discussione su questo articolo .

FRANCESCO RUTELLI. Chiedo di parlarecontro questa proposta .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCESCO RUTELLI. Nel sostenerel 'opportunità della prosecuzione della di-

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scussione su questo articolo, desidero os -servare che ci troviamo di fronte ad un aparticolare situazione nell 'aula. La mag-gioranza che si è determinata nella vota-zione sul Concordato — scontata quant oall 'esito delle votazioni, ma difficilequanto al numero dei partecipanti — mo-stra come in realtà divisioni, perplessità ,dubbi sorgano all'interno di molti grupp ipolitici in merito a quanto stiamo ogg idiscutendo e si vorrebbe che la Cameraapprovasse a tamburo battente . Abbiamoavuto, signor Presidente, decine difranchi tiratori sul Concordato così comesugli altri provvedimenti ; li abbiamo avut iancora poco fa, nella votazione a scru-tinio segreto che si è svolto sull 'articolo12 . Abbiamo riscontrato sui banch idell'opposizione assenze significative :non ho visto il collega e compagno In-grao, solo per citare un nome, sui banch idel partito comunista a votare per quest oConcordato, a votare per questi disegni d ilegge che gli danno attuazione sulla ma-teria scottante degli enti e dei beni eccle-siastici nel nostro ordinamento . Abbiamoriscontrato vuoti, che definire larghi èpoco, in seno alla democrazia cristiana.Nella votazione precedente era impressio -nante vedere il riscontro sul tabellone lu-minoso, per cui alle molte e molte decin edi presenze sui banchi dei comunisti, ch ehanno anche questa volta in modo deci-sivo surrogato le assenze della demo-crazia cristiana, corrispondesse un nu-mero sparuto di deputati del partito d imaggioranza relativa. Eppure si discuteun provvedimento che dovrebbe rappre-sentare molto per quelle fila . Non è sol -tanto una questione stagionale, nonfoss 'altro perché oggi è giovedì, cioè i lsolo giorno in cui praticamente si vota inquest'aula . Ciò non toglie che questa faseabbia certe peculiarità, tan t 'è che si è tutt imobilitati per le campagne elettorali pi ùche interessati alla attività legislativa ch epure si svolge nelle Commissioni freneti-camente per l'adozione di provvediment iin larghissima misura assistenziali, atti asoddisfare gli interessi di clientele, corpo -razioni, gruppi di pressior , e di potere . I lParlamento è entrato da tempo in una

sorta di «bimestre bianco», nel quale nonsi legifera più, non si affrontano le grand iquestioni . Ci è stato detto che della P2 nonsi deve parlare e neppure del caso IRI-fondi neri né di quello Cirillo perché tutt ociò turberebbe una maggioranza già di-visa ed in grandissima difficoltà . Lostesso discorso è stato fatto per il dibattit osul Concordato che, come abbiamo am-piamente dimostrato, si intendeva confi-nare nella seduta pomeridiana di lunedì ,con un prolungamento a martedì e la vo-tazione su tutti e tre i disegni di legge i nuna mezza giornata del mercoledì succes -sivo, assieme ad altri appuntamenti parla -mentari impellenti .

Tutto ciò è un esempio significativo de lmodo in cui si lavora in questa Camera e dè anche un argomento che mi preme por -tare in questo contesto a sostegno dell amia richiesta di prosecuzione del dibattitosull'articolo 14 .

Abbiamo avuto modo, signor Presi -dente, di constatare alcuni fatti estrema -mente gravi . Mi riferisco alla votazion ecui accennavo poc 'anzi, l'unica a scru-tinio segreto tenuta oggi, che si è svoltacon una gestione dell'Assemblea che defi -nire discutibile è poco. Mi auguro ch evalga, e noi faremo di tutto perché si acosì, come precedente del comporta-mento della Presidenza che ha ritenuto ,nonostante fossero abbondantemente sca -duti i venti minuti del preavviso per lavotazione a scrutinio segreto, di far tra -scorrere almeno un altro quarto d'oraprima di iniziare la votazione, aspettand opoi che sparuti gruppetti di deputati, no nsi sa bene da quale Commissione prove-nienti, arrivassero a garantire il numerolegale che pure non c'era. Per assicurarlosi è dovuto far ricorso ad un qualcos acome 37 deputati in missione, e nei 38originari ero compreso anch'io, tra iquali, come ho avuto modo di testimo-niare prima, c'era un collega che stamaneho incontrato dal barbiere mentre si fa-ceva lo shampooing. Devo presumere ch eavesse completato la propria missione oalmeno ne avesse compiuto una part econsistente nella barbieria della Camera .Si tratta del collega Sinesio, per il quale

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per altro ho grande simpatia. Sarei cu-rioso di sapere se le missioni degli altri 36erano nelle docce o nei bagni della Ca-mera, o se erano al circolo Montecitorio .In ogni caso hanno consentito di tagliarcorto, evitando così un impietoso slitta -mento dei tempi di discussione per la lati -tanza della maggioranza, sostenuta da u nampliamento speciale garantito dalgruppo comunista. Senza di esso, vi sa-rebbe stato un primo slittamento diun'ora con la forte probabilità, come tuttisiamo in grado di capire, di un ulterior erinvio a domani della votazione .

Tutti questi elementi ci fanno forte -mente temere per lo sviluppo della di-scussione, in ragione anche della precari acondizione nella quale un gruppo si trov aoggi, sulla base del regolamento, rispettoalla facoltà di richiedere votazioni a scru -tinio segreto. I colleghi sanno che i lgruppo radicale non ha abusato di tal epotere in questa legislatura, non l'ha uti-lizzato come supporto di un atteggia-mento ostile oppure ostruzionistico . Oggidipendiamo, ai fini della richiesta delloscrutinio segreto, da altri due gruppi ;nella fattispecie la richiesta è stata sotto -scritta dai gruppi della sinistra indipen-dente e di democrazia proletaria .

Ci appelliamo ai compagni e ai collegh idi quei gruppi, perché consentano ch equella richiesta, che avevano avanzatoprima ancora di noi, possa essere mante-nuta e che questo diritto di cui oggi dasolo il gruppo radicale non riesce a go-dere sia assicurato con l 'effettuazione divotazioni a scrutinio segreto .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT EVITO LATTANZIO

FRANCESCO RUTELLI. Non posso faraltro che confermare che il nostrogruppo è contro la richiesta, avanzata da lcollega Segni, di chiusura della discus-sione sull'articolo 14. Se invece tale ri-chiesta venisse accolta, tra poco passe -remo al l ' articolo 15 ed entreremo nel me-rito di una serie di questioni che riguar-dano le esenzioni fiscali, poichè questo

articolo si richiama all 'articolo 7, n. 3 ,secondo comma, dell 'accordo del 18 feb-braio, e cioè specificamente al regime tri -butario previsto per le attività diverse d aquelle di religione o di culto svolte dagl ienti ecclesiastici .

Sotto il profilo della difficoltà che ab-biamo di far valere la voce di un gruppoche si oppone con forza al l 'approvazionedel disegno di legge n . 2337, soprattuttonei tempi e nelle modalità in cui ci è stat oproposto, preannuncio che svilupper òun'argomentazione che, dopo il mio inter -vento precedente, mi è stata richiamat ada un collega, quella dell ' inopportunità ,ad avviso di questo collega, della lunga epuntigliosa serie di interventi articolo perarticolo che svolge il gruppo radicale .L ' inopportunità sarebbe dettata dalla dif-ficile situazione che attraversa il paese e danche dai drammatici eventi che di re-cente sono accaduti .

Sappiamo quanto è accaduto ieri; ab-biamo appreso che oggi è stato sventatoper poco un attentato, che sarebbe stat ogravissimo, nel tribunale di Treviso ; sap-piamo, quindi, che stiamo andando in-contro ad un periodo particolarmente de-licato della vita della Repubblica, un pe-riodo nel quale, con le elezioni ammini-strative, con le elezioni del President edella Repubblica, con l ' incombente con-sultazione referendaria sul recupero de ipunti della scala mobile, grandi conflitt isi addensano, grandi eventualità discontro potranno realizzarsi, e forse inte -ressi oscuri e sinistri che hanno gravatosulla vita del nostro paese potrebberocoagularsi nuovamente .

Questo è un ordine di argomentazion iche non possiamo accettare, proprio peril rispetto che dobbiamo alle istituzioniparlamentari, pur degradate come de-nunciamo che esse siano, e sul quale m isoffermerò in un intervento successivo ,proprio per spiegare perché, in una situa-zione così difficile, il Parlamento debba amaggior ragione potersi pronunciar ecompiutamente e sovranamente, affron-tare, discutere e dirimere nodi tanto deli-cati e vitali quali quelli contenuti nel di -segno di legge al nostro esame .

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PRESIDENTE. Nessuno chiedendo d iparlare a favore, pongo in votazione l aproposta di chiusura della discussionesull'articolo 14 .

(È approvata) .

GIANLUIGI MELEGA. Chiedo di parlareper dichiarazione di voto .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GIANLUIGI MELEGA . Signor Presidente ,prenderò parte alla votazione sull 'articolo14 e desidero brevemente motivare il mi ovoto.

A me pare che, nell 'articolo in que-stione, si esemplifichi in modo lampant euno dei problemi che l 'approvazione d iquesto disegno di legge potrebbe compor -tare, vale a dire la esistenza o inesistenz adi soggetti giuridici per il diritto italiano aseconda delle valutazioni di una autorit àstraniera.

E questo uno dei punti di più gravecommistione ed incertezza giuridic adell'intero provvedimento, e credodunque giusto quanto meno sottolinearl oall'attenzione dei colleghi che si appre-stano a votare .

Aggiungo che non sono certo io il piùadatto a commentare questo articolo da lpunto di vista giuridico . Avrei quindi prefe-rito che altri colleghi (e in particolare quell idella sinistra indipendente che, con tantaacutezza, proprietà e scienza di diritto ec-clesiastico e internazionale, sono interve-nuti nella precedente discussione) prendes-sero la parola in questa fase per motivar euna avversione al disegno di legge nella su atotalità che evidentemente si articola nellediverse norme. Sicuramente, altri colleghiavrebbero potuto portare a questa discus-sione un contributo superiore a quello ch epotrò portare io.

Detto questo, mi auguro che il pro-sieguo di questa discussione sia diversoda come sono andate oggi le cose ; e cheanche il gruppo della democrazia cri-stiana, che così pervicacemente, per tutt ala giornata di oggi, si è battuto non per ladiscussione ma per la iugulazione della

discussione e tanto si è distinto per l'as-senza dalle votazioni, decida di compor-tarsi altrimenti, in modo da attribuire aquesta legge una dignità pari alla suaimportanza .

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendodi parlare per dichiarazione di voto ,pongo in votazione l'articolo 14, nel testodel Governo.

(È approvato) .

Approvazioni in Commissioni .

PRESIDENTE. Nelle riunioni di oggidelle Commissioni, in sede legislativa ,sono stati approvati i seguenti progetti dilegge :

dalla I Commissione (Affari costituzio-nali):

«Perequazione dei trattamenti pensioni-stici in atto dei pubblici dipendenti »(1789) ; FERRARI MARTE ed altri : «Perequa -zione delle pensioni del personale civile emilitare dello Stato» (230) ; PATRIA ed altri :«Norme per la perequazione e la omoge-neizzazione del trattamento di fine rap-porto nel settore pubblico» (310) ; SOSPIRIed altri: «Norme per il collegamento dell epensioni del settore pubblico alla dina -mica delle retribuzioni» (337) ; GAROCCHIoed altri : «Norme per il riconosciment odell 'anzianità pregressa ai fini della quie-scenza e dell'indennità di buonuscita a ipensionati dello Stato, già inquadrati ne ilivelli retributivi e cessati dal serviziodopo le decorrenze giuridiche previstedalla legge 11 luglio 1980, n . 312» (470) ;GAROCCHIO ed altri: «Estensione ai dipen-denti statali dei benefìci di cui all 'articolo3 della legge 7 luglio 1980, n . 299, recanteconversione in legge, con modificazioni,del decreto-legge 7 maggio 1980, n . 153,

concernente norme per l'attività gestio-nale e finanziaria degli enti locali perl'anno 1980 e collegamento delle pension ialla dimanica retributiva del personale i nattività di servizio» (472) ; FIORI ed altri :

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«Perequazione del trattamenti di pen-sione per i pubblici dipendenti» (477) ;FIORI : «Interpretazione autentica dell 'arti-colo 152 della legge 11 luglio 1980, n . 312 ,concernente la valutazione dell'anzianit àpregressa al personale civile e militaredello Stato collocato in pensione dall edate di decorrenza giuridica della pre-detta legge» (478) ; ALMIRANTE ed altri: «Ri -conoscimento dei diritti acquisiti previst iper il trattamento di quiescenza dall alegge 11 luglio 1980, n. 312, limitatamenteal personale civile e militare dello Stat ocollocato a riposo nel periodo 1 0 giugno1977-1° marzo 1979» (523) ; IANNIELLO : «Pe-requazione di alcuni trattamenti pensio-nistici in atto dei lavoratori dipendentipubblici» (670) ; CASINI PIER FERDINANDO edaltri: «Riconoscimento, ai fini del tratta-mento di quiescenza, dell ' intera anzianit àdi servizio ad alcune categorie di perso-nale civile e militare dello Stato collocat ea riposo negli anni 1977 e 1978» (858) ;PIRO ed altri: «Riconoscimento, ai fini deltrattamento di quiescenza, dell'anzianit àpregressa al personale dello Stato inqua-drato nei livelli retributivi funzionalidalla legge 11 luglio 1980, n . 312» (983) ;CRISTOFORI ed altri: «Perequazione deitrattamenti pensionistici in atto dei pub-blici dipendenti» (1480) ; FIORI e MENSORIO :

«Istituzione della Cassa per le pensioni ela perequazione delle pensioni per i di -pendenti civili e militari dello Stato»(1559) ; REGGIANI ed altri : «Perequazionedelle pensioni dei pubblici dipendenti»(1732), approvati in un testo unificato conil titolo: «Perequazione dei trattament ipensionistici in atto dei pubblici dipen-denti» (1789 - 230 - 310 - 337 - 470 - 472 -477 - 478 - 523 - 670 - 858 - 983 - 1480 -1559 - 1732);

dalla VIII Commissione (Istruzione);

FERRI: «Modificazioni del decreto de lPresidente della Repubblica 11 lugli o1980, n . 382, concernente l'inquadra -mento dei professori associati» (approvatodalla VIII Commissione della Camera emodificato dalla VII Commissione del Se-nato) (2293-B) .

dalla Commissione speciale per la ri-forma del sistema pensionistico:

LODI FAUSTINI FUSTINI ed altri : «Normeper il miglioramento di taluni trattament idi pensione» (397-ter); CRISTOFORI ed altri :« Perequazione delle pensioni e maggiora-zione del trattamento di pensione dei la-voratori ex combattenti» (1461-ter); REG-

GIANI ed altri : «Perequazione di tratta -menti pensionistici» (1778-ter); FERRAR I

MARTE : «Rivalutazione perequativa deitrattamenti pensionistici liquidati ai lavo-ratori dipendenti fino al 30 giugno 1982 »(94) ; ALMIRANTE ed altri: «Applicazione edestensione della legge 24 maggio 1970, n .336, e successive modificazioni, recantebenefìci per gli ex combattenti ed assimi-lati» (584); SOSPIRI : «Interpretazione au-tentica del primo comma dell'articolo 1 9della legge 21 dicembre 1978, n . 843, con-cernente disposizioni per la formazion edel bilancio annuale e pluriennale delloStato (legge finanziaria)» (917) ; FIORI :

«Estensione dei benefici previsti dalle legg i24 maggio 1970, n. 336, e 9 ottobre 1971, n .824, per gli ex combattenti dipendenti dall apubblica amministrazione ai pensionat idell ' Istituto nazionale della previdenza so-ciale» (1465); CRISTOFORI ed altri: «Perequa-zione automatica delle pensioni anticipate edelle pensioni integrative» (1808), approvat iin un testo unificato con il titolo : «Migliora-mento e perequazione di trattamenti pen-sionistici e aumento della pensione sociale »(397-ter, 1461-ter, 1778-ter, 94, 584, 917 ,1465 e 1808).

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE . Passiamo all 'articolo15 . Ne do lettura :

«Gli enti ecclesiastici civilmente ricono-sciuti possono svolgere attività diverse d aquelle di religione o di culto, alle condi-zioni previste dal l 'articolo 7, n . 3, secondocomma, dell'accordo del 18 febbraio1984» .

Ha chiesto di parlare su questo articol ol 'onorevole Rutelli . Ne ha facoltà .

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FRANCESCO RUTELLI. Questo articolo ,signor Presidente, richiama il disposto de lsecondo comma (n . 3) dell 'articolo 7dell ' accordo del 18 febbraio 1984, che asua volta recita: «Le attività diverse d aquelle di religione o di culto svolte daglienti ecclesiastici sono soggette, nel ri-spetto della struttura e della finalità ditali enti, alle leggi dello Stato concernent itali attività e al regime tributario previstoper le medesime» .

Ecco dunque che entriamo diretta-mente nella materia tributaria . Entriamocon un articolo del Concordato che è statosalutato come particolarmente nuovo ri-spetto alla presunta cancellazione di an-tichi privilegi e di antiche esenzioni ; en-triamo nel campo di una materia che èstata oggetto, come molti colleghi sicura -mente sanno, di lunghe battaglie del par-tito radicale, dei movimenti laici anticon-cordatari, di cattolici e di credenti nonorganizzati secondo il potere, ma secondola loro fede e le loro convinzioni .

Avremo ancora modo, nel corso d iquesta discusgione, di intervenire pe rmettere in evidenza quale reticolo di pri-vilegi resti in piedi e quale tipo di strut-tura, oggi non più accettabile da un ordi-namento civile, sia mantenuta sotto leforme previste dal provvedimento in di-scussione, che detta norme concernent igli enti e beni ecclesiastici e per il sosten -tamento del clero cattolico in servizi onelle diocesi .

Proseguendo nell'illustrare una serie d iargomentazioni, che sono state già og-getto dei miei precedenti interventi, desi-dero compiere un excursus sui precedent irelativi alla materia, che riguardano leparticolari esenzioni di cui il Vaticano h agoduto nel nostro paese . Lo farò ancheattingendo a citazioni di quanto scritt odai padri — se posso usare questa espres-sione — del laicismo italiano ed, in parti -colare, di Ernesto Rossi .

Non posso evitare di riprendere il di -scorso, già aperto in un precedente inter -vento con riferimento al Trattato latera-nense, della famosa imposta di mano -morta, già in vigore in sette Stati prim adell'unificazione nazionale e che era un

tributo surrogatorio dell'imposta di suc-cessione, dovendo servire ad impedire si-tuazioni di eccezionale privilegio ed a fre -nare il progressivo accentramento di ric-chezze nelle mani degli enti ecclesia-stici .

Einaudi spiegava, nel suo corso d iscienze delle finanze, che «l'imposta d imanomorta parte dalla premessa che gl ienti morali, quando siano entrati in pos-sesso di un patrimonio, più non se nedisfano per morte, non essendoci soggett ialla pari di persone fisiche . Quei patri-moni, dunque, non assolverebbero pi ùall ' imposta successoria, per l'indole inde-flettibile del proprietario, il quale, com efa la mano del morto, afferrato qualchecosa, per la rigidità cadaverica, più non l alascia sfuggire. Essi sarebbero posti —concludeva Einaudi — in una situazion edi privilegio in confronto ai beni posse-duti da persone fisiche e, per ristabilir el'equilibrio, si assoggettano ad un tribut ocompensatore, che è, per l'appunto, l'im-posta di manomorta».

Nel 1929, l'aliquota ordinaria di quest aimposta era pari al 7,20 per cento dell erendite degli enti ecclesiastici, mentre gl iistituti di carità, di beneficenza e di istru-zione pagavano solo lo 0,9 per cento . Maquesta equiparazione, di cui prima h odetto, ridusse allo 0,9 per cento anchel'aliquota per le rendite derivanti dall ecase religiose, dalle confraternite dall eamministrazioni delle chiese, dai benefic iecclesiastici, dalle cappellanerie e dagl iistituti religiosi .

Successivamente, con il decreto 5 ot-tobre 1936 (siamo sempre nel contestoproprio del rapporto concordatario tra l aSanta Sede ed il regime mussoliniano) ,venne emesso un prestito redimibile, d icui fu resa obbligatoria la sottoscrizion eagli enti di qualsiasi natura ed ai privat ipossessori di terreni e fabbricati situat inel regno. La somma da sottoscrivere erapari al 5 per cento del valore degli immo-bili .

Il medesimo provvedimento fu istituitoa carico di coloro che erano obbligati asottoscrivere il prestito e, per la durata d i25 anni, un 'imposta del 3,5 per mille sui

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valori immobiliari, in modo da far pagareagli stessi creditori il servizio dell'inte-resse e dell 'ammortamento .

Ricordava Ernesto Rossi, alla metàdegli anni '50, che questo era un modo dipresentare il conto dell'impresa abis-sina.

Molti ricorderanno come forte fu lapolemica nella ricostruzione storica, daparte di Ernesto Rossi, sul ruolo svoltodalla Chiesa in quella circostanza. LaChiesa infatti appoggiò ed esaltò l ' im-presa abissina tesa a «portare la croce diCristo tra gli infedeli» . Anche in quel l 'oc-casione la Chiesa, che aveva contribuit oalla vittoria delle armi italiane con la pre-ghiera, disse che non le si potevano chie-dere quattrini ; di conseguenza l ' articolo 3del decreto esentò dall 'imposta la pro-prietà degli enti che avevano fini diculto .

In particolare voglio sottolineare ci òche scrisse Gabriele Conti su Il Mondo inun articolo intitolato : «Non più tributi aCesare». «Con una lettera del 15 marzo1930, il marchese Francesco Pacelli, con-sultore dello Stato vaticano, chiese ch eanche le case generalizie e le procur edelle associazioni religiose estere benefi-ciassero di un trattamento di favore . I lministro delle finanze aderì sollecita -mente alla richiesta ed in tal senso furon oemanate istruzioni con una circolare il 1 0aprile 1930 . Per altro anche l'irrisoria ali -quota dello 0,9 per cento dava fastidio eciò che non aveva concesso il fascismoconcedeva il regime democratico abo-lendo l 'imposta di manomorta con l alegge n. 608 del 21 luglio 1954».

Proseguiamo nella ricostruzione istrut-tiva degli avvenimenti che, durante il re-gime fascista, hanno marcato i beneficigoduti dagli enti ecclesiastici . Nel 1938, suiniziativa del senatore Scialoja, le associa -zioni del clero riuscirono ad ottenere chele società anonime, costituite per l 'ammi-nistrazione degli immobili relativi alleopere di religione ed alle associazioni d iculto non legalmente riconosciute, fos-sero di fatto esentate dal pagament odell ' imposta sul capitale delle societ àcommerciali, che era stata stabilita dal

decreto n . 1729 del 19 ottobre 1937 . Nel1940 il decreto n . 2, istitutivo dell'IGE,esentò da questa imposta le oblazioni a denti ed istituti aventi scopi religiosi .

Con lettera del 30 giugno 1940, direttaalla federazione del clero, il Ministerodelle finanze dell 'Italia mussoliniana edin guerra, estese questa esenzione agl iemolumenti percepiti in funzione di atti-vità sacerdotali, cioè le messe, i battesimi ,i funerali, i matrimoni. E curioso citare a lriguardo quanto comparve, nell'agost odel 1940, sulla rivista L'amico del clerodella federazione tra le associazioni de lclero. «Non ci siamo dati pace fino a chenon abbiamo potuto ottenere il massim odi esenzione da questa imposta che appa-riva ed era per il clero gravissima anchedal punto di vista morale» . Credo che l amoralità delle tasse, o meglio l'immora-lità delle tasse che dovrebbero gravaresulle organizzazioni religiose, sia materiainteressante di discussione e di esame ,soprattutto se guardiamo ad altri aspett idella questione, quali le agevolazioni i nmateria di finanza locale .

Sempre su Il Mondo di Pannunzio com-parve un articolo di Conti che si era limi-tato a fare una rapida scorribanda nelsottobosco tributario ecclesiastico . Inquell'articolo venivano ricordate le esen-zioni, riconosciute con uno scambio di let -tere nel 1931 tra il marchese Pacelli ed i lministro delle finanze di Mussolini, Mo-sconi. Esenzione dall'imposta di famigli aper tutti gli enti aventi fini di culto e d ireligione; esenzione dall ' imposta sui do-mestici per gli inservienti ed i custod iaddetti ad enti ecclesiastici ; esenzionedall 'imposta sulle vetture per quanto ri-guarda la tassa di circolazione per i vei-coli appartenenti alla Santa Sede; esen-zione dai contributi di miglioria e di fo-gnatura. Veniva infine ricordato che i lministro delle finanze, con circolare del 9giugno 1933, aveva esentato dall'impost adi consumo i materiali di costruzione perle chiese, i seminari e le case d'abitazioneper i parroci .

Non ci colleghiamo qui ad argomenta-zioni che riguardano più strettamente i lConcordato, ma ad una materia che oggi

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è in fase di superamento; indubbiamente ,questa prospettiva storica presenta u nsuo interesse ed una sua rilevanza, ondevorrei rapidamente proseguirla con qual -cosa che si verificò nel 1952, anno in cui ilsettimanale Oggi pubblicò l 'articolo: «Iltesoro in Vaticano è il secondo delmondo». Erano anni molto diversi da que -sti, ovviamente, e quall 'articolo merit òuna replica immediata da L'Osservatoreromano che accusò la rivista Oggi d'averraccontato delle balle e di avere, testual-mente, «sparlato a capriccio dello IOR ,spacciandolo per banca del Vaticanoonde mistificarne gli scopi e l'azione indi-cata nel programmatico nome, e di averescritto una piramidale stupidità circa lericchezze del Vaticano» .

E interessante ripercorrere questi epi-sodi, soprattutto considerando che cosa èlo IOR, a proposito del quale il citato set -timanale pubblicava che «è la vera banc adel Vaticano nel Vaticano, fondata da Pi oXII nel giugno 1942 allo scopo di favoriregli ordini religiosi, alcuni dei quali, co ngesuiti e domenicani alla testa, dispon-gono di mezzi rilevantissimi, sia corri-spondendo ai depositanti un interess emaggiore del normale, sia (ciò che pi ùrileva, data la natura essenzialmente in-ternazionale di molti ordini) consentend ol'accensione di conti in qualsiasi valuta ,anche più di uno per la stessa persona o dente, in quanto le lire depositate all eOpere vengono considerate lire italianeall'estero»! L'articolo concludeva rile-vando che questo era stato un potentis-simo mezzo di sviluppo della banca,anche se talvolta aveva consentito illecit eoperazioni di cui alcuni si erano indebita -mente approfittati .

Immagino certamente, signor Presi -dente, signor rappresentante del Govern oe colleghi presenti in aula, che questeargomentazioni saranno per noi un ter-reno da coltivare in maniera interessante ,via via che ci avvicineremo ai giorni no-stri ed all'esame delle ulteriori attivit àdello IOR che sono state oggetto dell'at-tenzione del Parlamento, e lo sarebber oancora di più se riuscissimo a svolger equel dibattito sulla P2 che finora ha su -

bìto cattiva sorte, nonostante i molti im-pegni assunti in questo senso . Il ruolodello IOR merita di essere esaminat oanche in relazione ad attività non pro-priamente legali che si sono sviluppat enel nostro paese .

L ' interessante inchiesta indicata rico-struisce il clima degli anni ' 50; il citatosettimanale Oggi nel 1952 riferiva chepossono aprire conti presso le Opere nonsolo gli ordini religiosi, ma qualsiasi citta -dino di qualsiasi paese del mondo purché ,al momento dell 'accensione (non del -l'ascensione, eh!) rilasci una dichiara-zione nella quale si impegna a lasciare a lmomento della morte alle Opere una per-centuale sui valori depositati od una pre-cisa quota preventivamente fissata . «Taledisposizione non può essere abolita n émodificata, neppure attraverso le estrem edisposizioni. Si sono avuti in propositomolti giudizi presso i tribunali ordinari ,promossi da eredi : tutti si sono risolti co lpieno riconoscimento dell'impegno as-sunto dal defunto con la banca . Ques t 'ob -bligo — conclude il settimanale — vienedel resto largamente compensato dallepossibilità di trapassi di conti in qualsias ivaluta del mondo. Le opere di religioneeffettuano le loro operazioni bancariecon la cautela del precedente incasso ,senza limitazione di sorta. Perciò non èraro il caso che esse abbiano larghi pos-sessi azionari» .

È ovvio a tutti come questo panoramaorganizzativo è tale da avere consentit oevasioni assai cospicue, ad esempio ,dell'imposta di successione . Questo è av-venuto nel nostro paese per decenni : èstata una costante per grandi famiglie ,per grandi eredità nel nostro paese .

È anche interessante, a questo propo-sito, quello che si poteva leggere all ametà degli anni '60 (esattamente il 1 5novembre 1964) sul Bollettino dei mis-sionari saveriani, che pubblicava il se-guente comunicato : «Nel disporre dell evostre volontà ricordatevi anche dell emissioni, che sono l'opera più neces-saria per la Chiesa e spesso anche la pi ùdimenticata . La parte delle vostre so-stanze usata per portare il tesoro della

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fede ai non credenti sarà quella che v iporterà in cielo, perché essi, così ricono-scenti, pregheranno per voi . La Pia So-cietà per le missioni estere di Parma èriconosciuta come ente giuridico equindi può ereditare senza tassa di suc-cessione . Suggeriamo — proseguivaquesto comunicato molto dettagliato —le seguenti formule. Per l'eredità com-pleta di ogni sostanza: Io sottoscritto, inpieno possesso delle mie facoltà men-tali, con questo testamento olografo di-spongo delle mie sostanze come segue . . .Annullo ogni mia precedente disposi-zione testamentaria e nomino erede uni-versale la Pia Società per le mission iestere, con sede in Parma, lasciando adessa quanto mi appartiene a qualsias ititolo .

Non dimenticate poi — aggiungevaquesto comunicato —, a prova della vali -dità dell 'atto, di aggiungere, all 'uopo,data, giorno, mese ed anno e firma intel-legibile. Il testamento può essere scrittoin qualsiasi foglio di carta ed ha valore d ifronte alla legge purché sia scritto tuttodi propria mano. Se si tratta invece di u nsemplice legato, basta includere nel testa-mento la clausola seguente : lascio alla Pi aSocietà per le missioni estere con sede i nParma. . .». Si allega poi il numero delconto corrente postale, che appariv aidoneo al tipo di contratto che si sugge-riva .

Da questo punto di vista, non c 'è dubbioche tutte le esenzioni a favore delle tra-smissioni ereditarie che avessero un fin edi culto hanno reso per decenni in Italiamolto facile sottrarre all 'imposta di suc-cessione tutti i più grandi patrimoni im-mobiliari. È bastato, forse alcuni colleghilo ricorderanno, che il testatore avess elasciato in eredità questi patrimoni a denti religiosi in cui aveva fiducia con ilpatto che dopo la sua morte fossero tra-sferiti ai veri eredi attraverso un fals oatto di compravendita. In tal modo si sa-rebbe pagata soltanto la tassa di registro ,inferiore all'imposta di successione, più ,ovviamente, una congrua contribuzion eper l 'istituto che faceva questa opera-zione .

VINCENZO BIANCHI DI LAVAGNA. Sonoatti in frode alla legge e quindi c 'è nullitàassoluta.

FRANCESCO RUTELLI. C'è una lettera -tura su questo, e per un ventennio inItalia si è proceduto con questi metodi !Vorrei citare Ernesto Rossi : «Mi hannoassicurato phe fino a pochi anni fa quest apratica era molto diffusa per sottrarreall'accertamento del fisco i maggiori pa-trimoni immobiliari, specialmente quell iereditati da parenti lontani o da estranei ,nei confronti dei quali l'imposta di suc-cessione è più gravosa. La tangente acompenso degli enti era in generale del 1 0per cento. In conseguenza della modifica -zione delle aliquote della tassa di registro ,questa frode fiscale — osserva Rossi ne l1967 — è diventata meno conveniente d iquella che si può fare con la vendita deibeni immobiliari ad una società di co-modo, le cui azioni sono tenute da unaholding in Svizzera» .

Vorrei proseguire in questo excursusper rilevare come anche il pagament odell'IGE fosse soggetto ad un tale regime .Ma su questo, forse, posso non soffer-marmi in modo particolare, anche se vo-glio rilevare come la valutazione del bol -lettino della FACI, citato prima, avrebb esicuramente evidenziato, anche a propo-sito dell 'IGE, la grave onerosità anche da lpunto di vista morale .

Concludo il mio intervento con le osser -vazioni che fece Ernesto Rossi a propo-sito di questa struttura di privilegi e d iesenzioni, che avevano favorito la formi-dabile espansione finanziaria dellaChiesa. Diceva Ernesto Rossi che le ra-gioni di queste esenzioni e di questi privi -legi sono state, «da un lato, la dittatur afascista, che ebbe bisogno dell 'appoggiodella Chiesa per consolidare il propriopotere — e sappiamo che all'origine diqueste fortune finanziarie vi furon oanche le erogazioni dirette operate attra-verso il Concordato ed il Trattato — edall'altro fu la miopia dei politici dell asinistra laica — e qui non posso che met -tere una firma — che per meschine, con -tingenti ragioni di tattica parlamentare,

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hanno evitato sempre di portare in pub-blico le questioni sgradite in Vaticano enon sono mai state capaci di fare unaseria opposizione alla politica dei demo-cristiani, naturali eredi del regime» .Credo che queste valutazioni di ErnestoRossi, comparse su L'Astrolabio delmarzo 1965, non possono che essere sot-toscritte interamente, in relazione aquegli anni, a quelle vicende politiche ,finanziarie ed amministrative, nonché, e dancora di più, in relazione ad una storiache il nostro paese ha vissuto, ad u ntunnel nel quale è entrato e da cui, conquesti provvedimenti, certamente nonesce. Sono infatti provvedimenti che mar-cano in modo negativo, e a nostro avvisoindegno di un paese civile, le relazioni fr ale coscienze di chi crede e di chi noncrede e l'organizzazione dello Stato e de lmondo cattolico .

PRESIDENTE . Nessun altro chiedend odi parlare, pongo in votazione l'articol o15.

(È approvato).

Passiamo alll'articolo 16 . Ne do let-tura:

«Agli effetti delle leggi civili si conside -rano comunque:

a) attività di religione o di culto quell edirette all'esercizio del cinto e alla curadelle anime, alla formazione del clero edei religiosi, a scopi missionari, alla cate-chesi, all'educazione cristiana ;

b) attività diverse da quelle di religion eo di culto quelle di assistenza e benefi-cenza, istruzione, educazione e cultura e ,in ogni caso, le attività commerciali o ascopo di lucro» .

Passiamo agli interventi sull'articolo16. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spa-daccia. Ne ha facoltà .

GIANFRANCO SPADACCIA. Signor Presi -dente, farò un breve intervento per ri -

chiamarmi agli articoli su cui sono inter-venuto nel corso di questo dibattito e cioèagli articoli 4 e 10. Questi articoli, assiem ea quello che stiamo esaminando ed all 'ar-ticolo 2, sono forse i punti nodali del mec-canismo di riconoscimento degli enti ec-clesiastici . L 'articolo 16, poi, è, fra tutti, i lpiù importante ed il più delicato, perché èquello che definisce la tipologia giuridicadalla quale deve dipendere il vaglio dellariconoscibilità delle associazioni, degl iistituti e delle fondazioni ecclesiastici ,perché possano diventare persone giuri-diche nell 'ordinamento italiano .

E uno sforzo di definizione molto pun-tuale e ne ho già parlato in Commissionequando se ne discusse ; è il massimo risul-tato raggiunto da questa ricerca volta adistinguere le finalità di religione e d iculto dalle altre finalità che possono con -correre a caratterizzare l'ente ecclesia-stico . Lo sforzo è stato notevole, il tenta-tivo è stato lodevole ed il risultato (miconforta in questo l'opinione del relatore ,che ho citato questa mattina parland odell'articolo 4) mi pare che sia stato defi-nito da Balestracci apprezzabile ma no nrisolutivo. Io l 'ho definito lodevole manon rilevante.

Voglio citare soltanto un caso, che è i lpiù evidente e che è quello che megli orende le perplessità e le preoccupazioniche noi esprimiamo . Il caso è questo: ab-biamo una fondazione, un istituto, un'as-sociazione ecclesiastica in cui concorronofinalità di culto e di religione e finalità d ialtra natura, anche commerciale . Al va-glio dell 'autorità statale prevalgono oggile prime sulle seconde .

Io ho già espresso, parlando sull 'arti-colo 4 (non starò a ripeterle), le miepreoccupazioni per il futuro. Quest imeccanismi possono essere fortementelesivi della libertà religiosa . Ma automa-ticamente l'articolo 16 apre la strada a lritorno indietro . Il giorno in cui doves-sero prevalere le seconde finalità sull eprime, che cosa accadrebbe? Scattereb-bero articoli molto duri, che il relatoreBalestracci, che non è un radicale, h adefinito antilibertari, del codice civiledel 1942 .

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Siamo in piena discrezionalità e siam oin pieno controllo della autorità statalesulle associazioni, sugli enti, sulle fonda-zioni ecclesiastiche, cioè sui protagonist iorganizzativi della vita religiosa .

Lo sforzo di definizione e di discerni -mento dei due tipi di finalità, pur apprez-zabile, non ci fa uscire da quell ' intrecciostrettissimo di confessionalismo religiosoe di giurisdizionalismo statale che, in u nmiscuglio che io ho definito perverso ne imiei precedenti interventi, ha caratteriz-zato il Concordato del '29. Ma, colleghi ,nel Concordato del '29 quello scambioperverso tra Chiesa e Stato era concepi-bile, forse poteva essere giustificabile pe runa Chiesa che si sentiva minacciata d auno Stato totalitario, che doveva strap-pare garanzie di libertà religiosa, ed er aassolutamente coerente con l ' ideologia to -talitaria dello Stato fascista .

Oggi, in una forma che sembra tran-quillizzante, nella definizione giuridicadel punto a) e del punto b) dell'articol o16, reintroduciamo, nei fatti, perché no nè possibile inseguire scorciatoie, gli stess itipi di meccanismi, lo stesso tipo d iscambio perverso, lo stesso intreccio ine-stricabile di confessionalismo e di giuri-sdizionalismo. Ed è per questo che riba-diamo la nostra opposizione all'articol oin esame, così come è accaduto per i pre-cedenti .

PRESIDENTE . Nessun altro chiedend odi parlare, pongo in votazione l'articol o16.

(È approvato) .

Il seguito del dibattito è rinviato all aseduta di domani .

Annunzio di interrogazion ie di una interpellanza .

PRESIDENTE . Sono state presentat ealla Presidenza interrogazioni e una inter-pellanza . Sono pubblicate in allegato a iresoconti della seduta odierna .

Annunzio di risoluzioni .

PRESIDENTE. Sono state presentat ealla Presidenza risoluzioni . Sono pubbli-cate in allegato ai resoconti della sedutaodierna .

Ordine del giornodella seduta di domani .

PRESIDENTE. Comunico l'ordine de lgiorno della seduta di domani .

Venerdì 29 marzo 1985, alle 9,30:

1. — Seguito della discussione del di -segno di legge:

Disposizioni sugli enti e beni ecclesia-stici in Italia e per il sostentamento de lclero cattolico in servizio nelle diocesi .(2337)

— Relatori: Balestracci e Colombo .

2. — Seguito della discussione del di -segno di legge:

S. 1151 . — Conversione in legge, co nmodificazioni, del decreto-legge l° feb-braio 1985, n. 9, recante provvedimenti infavore della popolazione di Zafferan aEtnea ed altre disposizioni in materia d icalamità naturali (approvato dal Senato) .(2636)

— Relatori: Conte Carmelo e Forna-sari .

(Relazione orale) .

3. — Seguito della discussione del di -segno di legge :

S . 1174. — Conversione in legge, conmodificazioni, del decreto-legge 7 feb-braio 1985, n . 12, recante misure finan-ziarie in favore delle aree ad alta tensioneabitativa. Regolamentazione degli atti edei rapporti giuridici pregressi (approvatodal Senato) . (2676)— Relatori: Dell'Andro e Sorice .(Relazione orale) .

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4 . — Seguito della discussione del di -segno di legge:

Conversione in legge, con modifica-zioni, del decreto-legge 21 febbraio 1985 ,n. 23, concernente disposizioni urgenti i nmateria di interventi nei settori dell ' indu-stria e della distribuzione commercial e(2584) .— Relatore: Viscardi .(Relazione orale) .

La seduta termina alle 20,30 .

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZI ODEI RESOCONTIDOTT . MARIO CORS O

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL EAvv . CIAN FRANCO CIAURR O

Licenziato per la composizione e la stampadal Servizio Resoconti alle 21,50 .

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RISOLUZÌONI IN COMMISSIONE ,

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZA

ANNUNZIATE

RISOLUZIONI IN COMMISSION E

La VIII Commissione

premesso che la legge n. 270 del 198 2intese risolvere il problema del personaleprecario di ogni ordine e grado di scuol ae, nello stesso tempo, regolamentare inmodo fattivo e definitivo l'accesso ai ruo-li per il tramite della forma concorsuale ;

premesso che la legge n. 326 del 1984contribuì a sanare alcune sperequazioni ,rese evidenti anche da pronunciamenti deiTAR e conseguenti la attuazione della leg-ge n. 270 del 1982 ;

premesso che le leggi sopra citaterestano un punto fermo, per ora non mo-dificabile, sulla cui applicazione da part edel Governo si ritiene opportuno svolger euna rigorosa vigilanza utilizzando gli stru-menti regolamentari a disposizione ;

premesso che alcuni interventi dellaamministrazione scolastica hanno destatoriserve e perplessità, già rappresentate i nsede di sindacato ispettivo, ed hannocreato situazioni di malessere nel perso-nale della scuola e di disagio nell'organiz-zazione del servizio scolastico ;

impegna il Governo

1) ad un censimento delle diversesituazioni di presunto precariato a cui s iaccompagni una valutazione sulla assimi-labilità delle stesse nelle leggi n . 270 del1982 e n. 326 del 1984 ;

2) ad un controllo sulla corretta ap-plicazione delle leggi n . 270 del 1982 en. 326 del 1984 da parte degli organi pe-riferici della amministrazione al fine d ievitare disparità di trattamento ;

3) ad uno studio di interventi e pro-cedure amministrative capaci di accorciarei tempi di scorrimento e di totale assorbi-mento delle graduatorie ad esaurimentopreviste dalle leggi n. 270 del 1982 en. 326 del 1984 onde evitare, al personaleinteressato, l'attesa di molti anni primadi veder soddisfatto un diritto garantit oper legge e il rischio di essere escluso dalservizio per venire, poi, assunto ;

4) ad una revisione delle tabelle divalutazione dei titoli nei concorsi ordinar iassegnando un punteggio congruo ai can-didati che abbiano superato un precedent econcorso e, comunque, tale da consentiread essi di raggiungere le posizioni più al -te delle graduatorie e quindi di risultarevincitori senza sottoporsi a prove succes-sive.

(7-00165) « BROCCA, TESINI, PORTATADINO,ARMELLIN, FERRARI BRUNO,RUSSO GIUSEPPE, CARELLI ,FRANCHI ROBERTO » .

L'VIII Commissione ,

premesso che il Ministero della pub-blica istruzione - Direzione generale istru-zione universitaria - con circolare 14 giu-gno 1984, n . 185, impone, inopinatamente ,agli atenei, una diversa interpretazione del -la normativa vigente, rispetto a quella co-stantemente seguita da molti decenni, inordine all'ammissibilità dei laureati i nscienze politiche agli esami di Stato perl'esercizio della professione di commercia -lista ;

premesso che nel testo unico delleleggi sull 'istruzione superiore, approvatocon regio decreto 31 agosto 1933, n. 1594 ,alla tabella L, richiamata dall'articolo 173 ,è prevista l'ammissione all'esame di Statoin materia di economia e commercio di co-loro che siano in possesso, tra gli altr ititoli, di « lauree in Scienze economiche ,politiche e sociali » . Si precisa subito ch ela dizione autentica è « lauree » al plurale(vedi supplemento ordinario alla Gazzetta

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Ufficiale n . 283 del 7 dicembre 1933, pa-gina 65; anche Lex, 1933, pagina 1808), enon laurea al singolare, come erroneamen-te trascritto in taluni testi ed erroneamen-te letto, di recente, dal Ministero dellapubblica istruzione circolare n . 185/1984;

premesso che l'uso del plurale « lau-ree » sta inequivocabilmente a dimostrareche il legislatore ha inteso riferirsi alletre distinte lauree in scienze economiche ,in scienze politiche, in scienze sociali allo-ra esistenti (vedi, tra gli altri i seguent idecreti istitutivi delle menzionate lauree :regio decreto 14 ottobre 1926, n . 2133 ; re-gio decreto 6 ottobre 1926, n . 2054 ; regiodecreto 14 ottobre 1926, n . 2130 ; regio de-creto 27 marzo 1924, n . 527 ; regio decreto19 aprile 1925, n . 526), e non ad una fan-tomatica laurea in scienze economiche, po-litiche e sociali della quale non v'è trac-cia dell'ordinamento universitario italiano ;

premesso che l'articolo 116 del regiodecreto 4 giugno 1938, n . 1269, invocato asproposito dal Ministero nella circolaren . 185 del 14 giugno 1984, conferma quan-to sostenuto, costituendo norma di raccor-do tra il previgente modello di insegna-mento universitario flessibile ed il nuo-vo ordinamento ispirato a curricula distudio rigidi introdotto con il decreto D eVecchi 20 giugno 1935, n . 1071, unificatoredei piani di studio tra insegnamenti com-plementari e fondamentali ;

premesso che l'articolo 31 dell'Ordina-mento della professione di dottore com-mercialista, approvato con decreto del Pre-sidente della Repubblica 27 ottobre 1953 ,n . 1067, quando rinvia esplicitamente ai« titoli validi per l 'ammissione all 'esame inmateria di economia e commercio », nonpuò che rimandare alla Tabella L cui rin-via l'articolo 173 del regio decreto n . 1592del 1933, in quanto il legislatore dell'epocanon poteva riferirsi a leggi posteriori m asolo a leggi anteriori, e cioè al più voltecitato regio decreto 1592 del 1933 ed allelauree ivi previste, quindi, oltre alla lau-rea in economia e commercio, alle sole re -stanti lauree in scienze economico-maritti-me ed in scienze politiche ;

premesso che dal combinato dispostodegli articoli 31 del decreto del Presidentedella Repubblica 1067 del 1953, 173 del te-sto unico n . 1592 del 1933 e annessa Ta -bella L, 116 e seguenti del regio decreton. 1269 del 1938 e dalla loro interpreta-zione letterale e sistematica, oltre che dal -la ratio legis, discende, quindi, che la lau-rea in scienze politiche è titolo per l 'am-missione all'esame di Stato sino dalle pri-me ed uniche fonti normative in materia ,e lo è in forza delle stesse fonti ch ehanno conferito tale valore alla laurea i neconomia e commercio ;

premesso che il Ministero della pub-blica istruzione con circolare n . 1837/11/6del 25 giugno 1954, emanata nell 'occasio-ne dell'entrata in vigore del vigente ordi-namento professionale, confermò che siala citata Tabella L, sia il regio decreto1269 deI 1938 ricomprendevano la laureain scienze politiche quale titolo per l'am-missione all'esame di Stato;

premesso che il Consiglio nazionaledei dottori commercialisti, con decisionirese in data 10 maggio 1984 (Serra c . Ord.di Sassari) e 4 novembre 1981 (Caria c .Ord. di Sassari), si è pronunciato nel sen-so della iscrizione all 'albo professionale deilaureati in scienze politiche ,

impegna il Governo :

1) a revocare immediatamente la cir-colare 14 giugno 1984, n . 185, che violaprincipi di affidamento, di imparzialità edi buon andamento di cui all'articolo 97della Costituzione nonché della prassi co-stantemente seguita ;

2) a sanare con atto amministrativole situazioni di precarietà createsi per ef-fetto delle disposizioni impartite con l acitata circolare del Ministero della pubbli-ca istruzione n . 185 del 1984 ;

3) a provvedere, eventualmente co napposito disegno di legge, a regolamentarein modo diverso una materia di così gran-de rilievo e delicatezza .

(7-00166)

« BROCCA, FERRI, PISANI » .

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA IN COMMISSION E

SANLORENZO, PETRUCCIOLI, CRU-CIANELLI, CRIPPA, MASINA E TREBBIALOARDI . — Al Ministro degli affari este-ri. — Per conoscere - in relazione allarecente pubblica divergenza di opinion ifra il Presidente del Consiglio Craxi e i lministro del tesoro Goria circa il compor-tamento dei rappresentanti italiani nelleorganizzazioni internazionali e in partico-lare nei confronti del prestito concessodalla Banca Mondiale al regime di Pino-chet .

chi coordina e chi risponde dell'at-teggiamento generale e dei concreti att iin cui si esplica la nostra politica esteranegli organismi finanziari internazionali ;

quale sia il giudizio del Governo ita-liano rispetto alla linea degli Stati Unit iche tende sempre di più a fare un usopolitico di questi organismi in funzionedei propri interessi economici internazio-nali ;

quale è stato il risultato dell'atteg-giamento italiano nella riunione dell aBanca Interamericana svoltasi a Vienna ;

quali proposte più complessive in -tende avanzare l 'Italia alla CEE, affinchél 'Europa possa poi presentarle unitaria-mente al prossimo vertice dei paesi indu-strializzati per evitare sia l'indebolimentosia la strumentalizzazione degli organism ifinanziari internazionali .

(5-01649)

VITI. — Al Ministro della pubblicaistruzione . — Per conoscere :

se abbia valutato la particolare gra-vità della situazione rappresentata daiprofessori e studenti dell'ISEF di Basili-cata e Campania i quali temono, non sen-za ragione, che l'affidamento ai maestr ielementari dell'incarico per l'insegnament odelle attività motorie a partire dall'anno

scolastico 1987-88, previo superamento diun corso di 90 ore complessive conside-rato utile ai fini dell'abilitazione all'in-segnamento di una materia che reclama ,com'è noto, un curriculum di anni di stu-dio e applicazione agli studenti ISEF, possarisolversi in una discriminazione e morti-ficazione, preludio inevitabile ad una defi-nitiva penalizzazione professionale e occu-pazionale ;

come il ministro intenda, all'insegnadella certezza del diritto e di un'equaconsiderazione della vicenda curricolar edei giovani interessati, dirimere una que-stione che si presenta gravida, specie nelMezzogiorno, di incognite e di tensioni .

(5-01650)

VITI. — Al Ministro della pubblicaistruzione. — Per conoscere:

se siano state finora adeguatamentevalutate le rivendicazioni legittimamentesostenute dal personale convittuale (deiconvitti nazionali e dei convitti annessialle scuole tecniche e professionali e aiconvitti statali per sordomuti) ormai i npreda ad una evidente crisi di identità ,aggravata dall'incertezza con cui il Go-verno tende ad occuparsi della situazion enella quale versa il personale dei convitt ied educandati ;

perché mai, operando una incostitu-zionale discriminazione, non si provved aa erogare il compenso festivo e notturnoal personale educativo ovvero al recluta-mento di altro personale che possa con-sentire la turnazione: superando così l'i-bridismo di una situazione professionaleche tende a deprimere la funzione edu-cativa, pur preminente, a vantaggio diquella di generica e avvilente sorve-glianza ;

come si intenda e quando far frontealla sperimentazione dell'attività di orga-ni collegiali specificamente riferiti ai con-vitti ed analoghe istituzioni educative ;

perché mai il personale educativo d iconvitti ed educandati, che pure è giu-ridicamente equiparato alla condizione dei

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maestri elementari non possa accedere a iconcorsi direttivi presso la scuola elemen-tare, mentre è possibile che ai concorsidirettivi degli educandati e convitti pos-sano concorrere i maestri elementari lau-reati ed i laureati anche non in possessodi specifico titolo di studio: situazione digrave sperequazione che insidia, dopo an-ni di sacrificio, un personale educativoche pure si è impegnato in condizioni in-grate e difficili ; e quali iniziative si in-tenda assumere in proposito ;

quando si intenda affrontare la que-stione dei profili professionali del per -sonale non docente con particolare riguar-do, per i convitti, ai cuochi e aiutanti-cuochi, guardarobieri e aiutanti, accudien-ti e bidelli, tutti da inquadrarsi al IV li -vello, secondo le richieste formulate da lsindacato ;

se e quando si intenda definire un avolta per tutte, insieme con il monteore di 24 più 210, reclamato dall 'equipa-razione giuridica fra personale educativ oe maestri elementari, anche le questioniconnesse con la formazione universitariadel personale educativo e con la organiz-zazione di corsi abilitanti speciali per ilpersonale educativo in possesso di laurea ,così come per il personale docente dellascuola, nonché i problemi che sollevan ole norme contenute nel regio decreton. 2009 del 1925 .

(5-01651)

DE LUCA. — Al Ministro di grazia egiustizia. — Per sapere – premesso che

è pervenuta all 'interrogante copiadi un appello che alcune centinaia di fa-miliari di detenuti hanno firmato e inviatoalle massime autorità dello Stato, del Par -lamento, del Governo e degli organi dimagistratura per denunciare i metodi se-guiti nell'istruzione del processo in cors odi istruttoria presso il tribunale di Paler-mo contro la mafia, scaturito dalle dichia-razioni di alcuni « pentiti », nonché alcuneviolazioni, gravi e circostanziate, dell'ordi-namento carcerario fatte a danno degl iaccusati, detenuti in attesa di giudizio ;

negli ultimi tempi all'interrogante so-no pervenute altre denunce aventi similecontenuto, le quali, se rispondenti a veri-tà, testimonierebbero l'utilizzazione de imega-processi per imporre a quanti sono •in attesa di giudizio condizioni di estremadurezza, allo scopo evidente di costringereal pentitismo e di usare la carcerazionepreventiva, in contrasto con la legge, co-me strumento repressivo – :

se e quali chiarimenti il Governo in-tenda dare in proposito e se e quali prov-vedimenti intenda adottare ove le lamenta-te denunce risultino fondate, affinché gl iinteressi superiori della giustizia e dellacondizione umana prevalgano su tutti gl ialtri .

(5-01652 )

* * *

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

STAITI DI CUDDIA DELLE CHIUSE . —Al Ministro dell'interno. — Per sapere :

se ritiene legittimo che il neo-re-sponsabile della Digos di Milano, dottorEleuterio Rea, già noto per le provoca-zioni messe in atto agli inizi degli anni '70nei confronti della destra attraverso l'o-pera di infiltrati e di spie ricattate pe-scate dal mondo della piccola malavita ,abbia ordinato di fotografare le personeche frequentano lo studio dell'interro-gante ;

se ritiene opportuno dare disposi-zioni affinché le iniziative del dottor Reavengano attentamente sorvegliate speci ein un momento come l'attuale che ap-pare estremamente delicato .

(4-08908)

PALMIERI. — Al Ministro per il coor-dinamento della protezione civile. — Persapere - premesso che da 18 giorni è inatto un grave fenomeno franoso nel co-mune di Recoaro Terme (Vicenza), tant oche l'intera popolazione della frazion eParlati è stata evacuata e ospitata in al-berghi -: se ritenga di dover predisporreun adeguato provvedimento ministerial edi ordine finanziario per far fronte a que-sta calamità che colpisce duramente quel-la popolazione e quella comunità .

(4-08909 )

CASTAGNETTI . — Al Ministro dell epartecipazioni statali. — Per sapere – pre-messo che nelle proposte del Ministerodelle partecipazioni statali al CIPE pe rla ripartizione dei fondi degli enti di ge-stione figura l 'erogazione alla EFIM di149 miliardi e di 125 miliardi rispettiva-mente per il settore alluminio e aeronau-tico -: in base a quale affidabile pianodi risanamento si propone che questi fon -di vengano erogati e, per quanto riguar-

da l'alluminio, in quale modo si intend econciliare i nuovi investimenti in questosettore col suo attuale sovradimensiona-mento di capacità produttive che già at-tualmente trova difficoltà di mercato eche rischia, a causa di questi nuovi inve-stimenti, di precipitare in una crisi disettore, soprattutto per quanto riguard ai privati, di proporzioni vistose e preoccu-panti .

(4-08910)

TAMINO . — Al Ministro dei lavoripubblici. — Per sapere – premesso che :

da tempo, sono in corso a cura delConsorzio di bonifica Lini-Corno lavori disistemazione idraulica, con allargamentonotevole dell'alveo, del torrente Cormornei comuni di Colloredo di Montalbano,Cassacco, Pagnacco e Tavagnacco ;

i lavori in oggetto, svolti su indica-zione del magistrato alle acque di Vene-zia e del genio civile, avvengono in areadi tutela ambientale, a norma del PURdella regione Friuli-Venezia Giulia, nellequali è prevista la creazione di un parcofluviale ;

i lavori in corso, danneggiando l'am-biente naturale ed in particolare le rivedel torrente stesso, hanno provocato pro -teste di cittadini, associazioni ed enti lo -cali, tendenti alla cessazione dei lavori ,che non hanno ottenuto risposte positivedagli uffici competenti - :

se il progetto dei lavori preveda lacontinuazione degli stessi, e come, nei co-muni a valle di quelli già interessati ;

se, e quale, consultazione ci sia sta-ta fra le amministrazioni dello Stato edella regione sulla progettazione, finalit àe compatibilità dei lavori ;

se sia previsto, e come, un interven-to di ripristino del patrimonio naturalecompromesso dai lavori ;

se si ritenga necessario allegare ,come parte integrante della progettazionedi simili opere sui corsi d 'acqua, studidi valutazione preventiva dell'impatto am-

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bientale, previsioni di interventi di tute -la e ripristino del patrimonio naturale,previsioni sulle conseguenze che, vista l adiffusione sul territorio regionale di ana-loghi interventi sui corsi d 'acqua, si avran-no sul deflusso e sui regimi delle acque .

(4-08911 )

SODANO, ALBERINI, CRESCO E FER-RARI MARTE . — Al Ministro della di -fesa. — Per sapere - premesso che :

i compiti della marina militare ita-liana in relazione alla nostra posizionegeografica nell'area del bacino Mediterra-neo e ai compiti assegnati nell'ambitoNATO, sono quanto mai rilevanti e di vi -tale importanza per la libertà di naviga-zione ;

la Marina militare italiana al paridi quella di altre nazioni, dispone di sta-zioni di intercettazione e radiogoniometriache controllano i propri sistemi di comu-nicazione, ne verificano la impenetrabilità ,cercano di ricavare il maggior numero d iinformazioni dalle comunicazioni altrui ,impiegando come criptoanalisti, valorizza-tori ed intercettatori, sia personale mili-tare, che personale civile ;

la gestione di una rete di intercetta-zione a grande distanza, rivolta verso i lmare aperto comporta, da un lato unaqualificata specializzazione, dall 'altro perle caratteristiche peculiari dell'attività dasvolgere, un alto grado di affidabilità su lpiano della sicurezza e riservatezza ;

per quanto attiene al personale ci-vile preposto a questi servizi, l 'idoneitàdei candidati, viene valutata, giustamentemediante prove pratiche attitudinali par-ticolarmente severe, nonché selezionate se-condo criteri di disponibilità per una as-soluta ed incondizionata disponibilità i nrelazione al rigoroso rispetto del segretomilitare per la delicatezza del reperimen-to di informazioni, situazioni, tensioni in-ternazionali - :

se risponde al vero che per quantoriguarda l'uso del personale civile asse -

gnato a reparti militari dichiarati opera-tivi, sottoposto ad una regolamentazionemilitare, e che garantisce la massima di-sponibilità di orario, mobilitati 24 ore su24 e reperibilità, l'obbligatorietà del ser-vizio notturno continuativo, in relazionead una delicata situazione giuridica, per -mane attualmente una forte sperequazio-ne nel trattamento retributivo e nel rela-tivo trattamento di quiescenza, nei con -fronti del personale adibito ad analogaattività nel SISMI come da legge 24 otto-bre 1977, n. 801 ;

nell'ambito delle qualifiche funziona-li e nel rispetto delle professionalità pos-sedute se sia equo e giusto applicare alpersonale civile suddetto che presta taleopera da svariati anni, la stessa disciplin aamministrativa riguardante il personal einquadrato nel SISMI, poiché è indubbi oche per questo personale civile di MA-RISTAT II reparto Uff . D/E, si imponeuna equiparazione ed in via subordinatauna rivalutazione del trattamento econo-mico;

quali provvedimenti immediati ed ini-ziative sul piano legislativo s'intendanoadottare per porre fine ad una situazioneanomala ed assurda .

(4-08912)

RUSSO FRANCO. — Al Ministro di gra-zia e giustizia . — Per conoscere :

se sia in grado di chiarire i motividella estrema lentezza con cui la pretur adi San Daniele del Friuli (Udine) dà corso- ed in che misura lo dà - alle vari epratiche di competenza, in particolare aquelle inerenti il settore edilizio-urbani-sticQ ;

a titolo di esempio quali notizie siain grado di fornire circa la fase di esamee di istruttoria (ovvero l'esito motivato )al quale è pervenuto l'esposto inoltrato indata 1° agosto 1983 dal cittadino signorDi Fant Ardemio residente in Mandrisio d iFagagna, alla procura di Udine e dall astessa inviato il 3 agosto 1983 prot . 582/C/83/RG alla pretura di San Daniele e dall atale pretura registrato stranamente ad un

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numero bis di protocollo e precisamenteal n. 594/bis/1983/RG, esposto relativo aprovvedimento assunto dal sindaco di Fa-gagna;

quali provvedimenti intende assume-re, nell'ambito delle sue competenze, perestraniare tali disfunzioni, avuto riguardodel fatto che :

la pretura di San Daniele ha compe-tenza territoriale su ben dieci comuni delFriuli centrale ;

il protrarsi di tali disfunzioni nonpuò non ingenerare sfiducia nelle istitu-zioni ed aprire ampi spazi ad azioni ar-bitrarie .

(4-08913)

CODRIGNANI E MASINA. — Al Mini-stro degli affari esteri. — Per conoscere- premesso che :

vengono confermate anche da dichia-razioni che la stampa fa risalire alle stes-se fonti governative etiopiche le discrimi-nazioni nella distribuzione degli aiuti chepenalizzano le regioni dell'Eritrea e delTigrai ;

i trasferimenti di persone a fini uma-nitari che riguardano in particolare po-polazioni di queste regioni potrebbero fa-vorire una sorta di soluzione finale protempore dei problemi indipendentistici - :

quali siano le valutazioni in ordineal rapporto confidenziale del Governo etio-pico pubblicato dal Times del 25 febbraioscorso, in cui si ammette che più di tr equarti del Tigrai colpito dalle carestienon riceve aiuti alimentari e all'interven-to dei parlamentari europei Willy Kuij-pers e Nial Andrews che, smentendo leassicurazioni date dalla presidenza CEE ,hanno dimostrato anche con document ifilmati, che solo il 30-40 per cento del -l'aiuto alimentare della Comunità va allepopolazioni ;

quali controlli diretti siano stati di -sposti perché l 'aiuto pervenga in formecerte alle popolazioni dell'Eritrea, del Ti-grai e dei Wollo .

(4-08914)

DARDINI . — Ai Ministri per il coordi-namento della protezione civile e dell'in-terno. — Per sapere - premesso che :

nel corso della « sperimentazionedurante l'allarme sismico del 23 gennaio1985 in Garfagnana e Media Valle delSerchio (Lucca) è emersa con caratteri d iurgenza ed è stata illustrata al ministr oZamberletti la necessità di insediare undistaccamento di vigili del fuoco in un azona che ne consenta la utili77a'ione ot-timale nel territorio « allenato » il 2 3gennaio;

tale richiesta era stata già avanzatadal gruppo comunista nella passata le-gislatura;

la stessa richiesta è stata riconferma-ta alla unanimità dal consiglio provincialedi Lucca ;

in proposito l ' interrogante aveva pro-posto, subito dopo l'allarme sismico, i nuna lettera al sottosegretario per l'intern odelegato alla protezione civile, la convoca-zione presso il Ministero dell'interno diuna riunione dei rappresentanti degli entilocali e dei parlamentari della zona perdefinire i problemi inerenti a questa que-stione ed avviarla a soluzione -:

se concorda con la esigenza e la ur-genza dell'insediamento di un distacca-mento di vigili del fuoco in località che l orenda funzionale al' territorio per il qualeil 23 gennaio è scattato l'allarme sismico ;

che cosa intende fare per dare con-creta e rapida risposta a tale esigenza.

(4-08915)

TAMINO E RONCHI. — Ai Ministridell'industria, commercio e artigianato,della sanità e per l'ecologia. — Per sa-pere - tenuto conto che

il 27 marzo 1985 cinquanta operaidi alcune ditte appaltatrici per conto del-l 'ENEL sono rimasti intossicati da esala-zioni di Vip-300 all'interno della cupoladella centrale elettronucleare di Borgo Sa-botino, presso Latina ;

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IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 1985

recentemente, nel cantiere dove è incostruzione la centrale denominata « Ci-rene » si sono verificati incidenti che han-no messo in luce la scarsa sicurezza su iluoghi di lavoro - :

l'esatta dinamica dell'incidente e aquali conseguenze possono andare incon-tro i lavoratori intossicati ;

quali sono le misure preventive adot-tate per evitare il ripetersi di questi in-cidenti;

se la frequenza e la gravità di que-sti incidenti non riproponga il problemadella scarsa sicurezza e delle inadeguatenorme di prevenzione nella costruzione,gestione e manutenzione delle centrali ter-moelettriche .

(4-08916)

ALOI. — Ai Ministri dell'interno e del-la sanità . — Per conoscere :

i motivi per cui non è stato prestatosoccorso al signor Rocco Caridi di Reg-gio Calabria, il quale, avendo subito unincidente automobilistico in Pisa, via del -le Cascine, il 21 giugno 1984, non è stat otempestivamente soccorso dai mezzi dipronto intervento cittadini ;

se non ritengano di dovere interve-nire per individuare le responsabilità ,adottando gli opportuni provvedimentiche il caso richiede .

(4-08917)

ALOI, RALLO E POLI BORTONE. — AlMinistro della pubblica istruzione. — Persapere - premesso che :

la proposta di legge n . 2164, che èstata approvata dalla Camera dei depu-tati in data 6 febbraio 1985 prescrivetestualmente che « ai docenti di ruolo dicui al sesto comma dell'articolo 50 dell alegge 11 luglio 1980, n . 312 e ai docentidi

ruolo

degli

istituti di istruzione

se-condaria di secondo grado, già inquadra-ti nella sesta qualifica funzionale ai sen-si della medesima legge 11 luglio 1980 ,n. 312, anche se cessati dal servizio al-l'atto dell'entrata in vigore della presente

legge, che, a far data dal 1° febbraio1981, abbiano maturato, rispettivamente ,sedici anni di anzianità di servizio e piùdi diciotto anni di servizio, compete ilbeneficio previsto dall'articolo 4, terzocomma, del decreto del Presidente dellaRepubblica 2 giugno 1981, n . 271 . Talebeneficio compete a decorrere dalla dat adi attribuzione della classe di stipendi oconseguita al maturare di detta anzianità .Il beneficio suddetto compete anche aidocenti indicati nel precedente comma ,che maturino l 'anzianità in esso previ-sta successivamente all'entrata in vigoredella presente legge -

se non ravveda la necessità e l 'ur-genza di disporre la immediata sospen-sione, con circolare diretta a tutti i prov-veditori agli studi, del recupero dellesomme percepite in buona fede dai do-centi predetti, evitando un notevole con-tenzioso perché i relativi provvedimentisarebbero dichiarati sicuramente illegittim idai TAR competenti e ,dal Consiglio di Sta-to (vedi Consiglio di Stato Sezione VI, 6febbraio 1981, n. 23, Consiglio di Stato Se-zione IV, 7 giugno 1984, n. 437; Consi-glio di Stato Sezione IV, 28 agosto 1984,n . 669) .

(4-08918)

ALOI E VALENSISE. — Ai Ministridella sanità e per l'ecologia . — Per sa-pere :

se sono a conoscenza che sono i ncorso lavori per la riconversione a car-bone dell'impianto di produzione cemen-tiera di Vibo Valentia Marina (Catan-zaro) e dei gravi pericoli sanitari, ecolo-gici e sociali che comporterebbe la at-tivazione di tali nuovi processi industrialiper una zona ad elevate prerogative tu-ristiche e demografiche;

se non ritengano di dover sollecita-mente intervenire per accertare, in ter-mini concreti e tecnicamente attendibili ,se e quali garanzie a livello sanitario-ecologico realmente offre l ' iniziativa ten-dente alla riconversione dell'impianto diproduzione cementiera di Vibo Marina, e

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IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 1985

ciò al fine di salvaguardare la salute pub-blica, espressamente tutelata dall'articolo32 della Costituzione, che verrebbe ad es-sere minacciata dalle conseguenti sostan-ze inquinanti di combustione, senza ov-viamente – e ciò va decisamente riba-dito – prescindere dai danni che si ver-rebbe ad arrecare ad una vasta zona dirilevante interesse turistico .

(4-08919)

MATTEOLI . — Al Ministro del tesoro.— Per conoscere :

i motivi per i quali il Ministero deltesoro non abbia ancora trasmesso al Mi-nistero del lavoro il prospetto dei con -tributi accreditati a favore di Mauro Bi-rindelli, dipendente del comune di Pisa ,concernenti la ricongiunzione dei periodiassicurativi, in ordine ai quali l'INPS at-testa di aver effettuato la trasmissione ;

se si intenda sollecitare, al riguardo ,il servizio meccanografico .

(4-08920)

MATTEOLI . — Ai Ministri della difesae del tesoro. — Per conoscere i motiviper i quali, malgrado la questione sia giàstata

sollevata

con

l 'interrogazionen. 4-06346, risposta protocollo 2010 del19 dicembre 1984, il Comitato delle pen-sioni privilegiate non abbia ancora evas ola pratica dell'equo indennizzo nei con-fronti del defunto operaio Luigi Cian -chetti .

(4-08921 )

CURCI. — Ai Ministri dell 'interno edella sanità. — Per conoscere – premes-so che:

il giorno 14 febbraio 1985 è scadut oil mandato commissariale per la CroceRossa Italiana presso il Comitato provin-ciale di Salerno ;

il

Commissario straordinario dellaCroce Rossa Italiana ha inviato, succes-sivamente a tale data, una terna di nom iper la scelta del presidente ;

il - medesimo Commissario ha :provve-duto a sollecitare il - prefetto di Salernoper il provvedimento relativo – :

i motivi del ritardo ed eventual iostacoli che si frappongono agli adempi-menti dovuti ;

gnnli iniziative si intenda assumereperché si possa procedere, con la mas-sima urgenza, alla nomina del presidentedel Comitato provinciale di Salerno dell aCroce Rossa Italiana .

(4-08922)

BELARDI MERLÓ E CODRIGNANI . —Al Ministro del lavoro e della previdenzasociale. — Per sapere – premesso che co-me ha riferito la stampa, nella sede de lcompartimento delle Ferrovie 'dello Statodi Bologna, si sarebbe svòlto un concorsoper l'assunzione di manovali delle ferro-vie dello Stato nel quale sarebbero stat iintrodotti test consistenti in prove di for-za nello spostamento di pesi di 120 chilo -grammi (operazioni peraltro non attuatenel normale svolgimento di tali funzioni)che nessuna concorrente donna è riuscitaa superare – :

come e in base a quali regolamentisi è . dato luogo allo svolgimento del con -corso in questione;

se non ritiene, ove le notizie corri-spondono al vero, che ciò non rappre-senti una violazione delle norme vigent iche sanciscono la parità in materia dilavoro .

(4-08923 )

ZOPPETTI. — Al Ministro del tesoro.— Per sapere – premesso che

in data 4 dicembre 1982 la Dico-ne generale delle pensioni di guerra-Divi-sione 8 ha scritto alla signora TerreLuigia – vedova Brasca – nata il 7 mag-gio 1912 – residente a Cinisello Balsamo(Milano), per invitarla a produrre - cosache ha fatto – le dichiarazioni degli ufficidistrettuali delle imposte dirette competen-ti per dimostrare l'assoggettabilità o menoall 'imposta complementare;

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IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 1985

dal 4 dicembre 1982 la vedova -iscritta con posizione n . 707903/G non haricevuto più alcuna notizia attestante l'ite rburocratico-amministrativo della pratica dipensione di reversibilità - :

quali iniziative intende prendere pe rsuperare gli eventuali ostacoli e per solle -citare definitivamente il riconoscimentodella pensione di guerra, anche in termin ieconomici della signora Terruzzi Luigia.

(4-08924)

IANNIELLO . — Al Presidente del Con-siglio dei ministri e ai Ministri della sa-nità e della difesa . — Per sapere :

se non si ritiene disporre una for-male rigorosa inchiesta amministrativa sulcomportamento del Comitato provincial edella Croce rossa italiana di Frosinone ,con particolare specifico riferimento all edeterminazioni adottate in ordine all'ag-giudicazione dell 'appalto della raccolta del-la carta da macero e degli altri mate-riali dichiarati fuori uso presso le am-ministrazioni dello Stato e degli enti pub-blici . Come è noto il decreto-legge 12 feb -braio 1930, n . 84 convertito in legge 1 7aprile 1930, n . 578

fa

obbligo agli ent ipubblici e alle amministrazioni dello Sta-to, di devolvere alla Croce rossa italian agli stampati dichiarati fuori uso, gli scar-ti di archivio ed ogni altro materiale in-servibile allo scopo di assicurare all'ent ei mezzi necessari per il perseguimentodei . fini istituzionali . La Croce rossa ita-liana, per la sua natura di ente pubblico ,anche se strutturato in forma associati -va, nell 'affidare in appalto il servizio d iraccolta e di vendita del 'materiale rice-vuto, ha l'obbligo di uniformarsi ai ca-noni previsti dalla legge sulla contabilitàdi Stato . Orbene nella circostanza su ri-chiamata dopo aver indetto, secondo l eprescritte formalità, la gara di licitazion eprivata per l'appalto del ritiro della cartada macero e del materiale fuori uso, perl'anno 1985, con invito spedito il 14 set-tembre 1984, e dopo aver posto, tra l'al-tro, come condizione di ammissibilità all agara la presentazione di « documento d iiscrizione alla Camera industria e commer-

cio » ha proceduto alla apertura delle bu-ste. Dalle offerte pervenute è risultatavincente la ditta Cellupica Antonio ope-rante nel settore merceologico della lavo-razione-deposito e vendita di carta e car-toni, per avere presentato una offerta colpiù alto aumento percentuale sull 'impor-to base. Il Comitato della Croce rossa ita-liana dopo sei mesi dal bando di gara, h ainvece inopinatamente aggiudicato l'appal-to alla ditta Cassinelli che aveva presen-tato una offerta inferiore a quella dell aditta Cellupica. Il motivo della illecita edillegittima decisione, peraltro gravement elesiva degli interessi della Croce rossa ita-liana, è stata semplicisticamente indicat anelle migliori caratteristiche commercial idella ditta Cassinelli . Occorre osservareche trattandosi di una mera licitazioneprivata le caratteristiche dei cpncorrent isono ininfluenti, tanto più che il bandodi gara poneva solo la condizione dell aiscrizione al settore merceologico dell aCCIA, requisiti peraltro perfettament eidentici tra le due aziende sopra richia-mate. Solo negli appalti concorsi, infatti ,l'organizzazione aziendale può essere pri-vilegiata anche a discapito dell'ammonta-re della offerta . La decisione del Comita-to della Croce rossa italiana, quindi, ol-tre a consumare un evidente abuso, dan-neggia gravemente gli interessi istituzio-nali dell'ente (CRI), in quanto alla mi-nore entrata derivante dalla offerta Cas-sinelli, potrà aggiungersi il risarcimentodel danno subito dalla ditta Cellupica laquale in data 23 marzo 1985, ha presen-tato documentata denuncia alla competen-te autorità giudiziaria ;

l'interrogante chiede pertanto di sa -pere quali provvedimenti si intendanoadottare a carico dei responsabili qua-lora le circostanze su riferite dovesser oessere confortate dalla inchiesta propo-sta .

(4-08925 )

CUFFARO, BARACETTI, GASPAROT-TO, POLESELLO. — Al Ministro delle fi-nanze. — Per sapere - premesso che :

il previsto imminente trasferiment odi dodici funzionari dalla circoscrizione

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IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 198 5

di Trieste ad altri uffici doganali puòcomportare gravissime conseguenze su itraffici del porto di Trieste ;

il trasferimento aggraverà la situa-zione del servizio doganale locale i cu iorganici hanno subito nell'ultimo decen-nio una continua emorragia e comporteràaddirittura la chiusura di alcune sezion ioperative;

l'involuzione dei servizi doganali oltr eche allarmare operatori locali, può pro-vocare, assieme a pesanti giudizi degl ioperatori e delle stesse autorità politichedei paesi del Centro Europa, il dirotta-mento di importanti correnti di trafficoche fanno capo al porto di Trieste versol'oltremare afro-asiatico ;

da tempo vengono sollecitate misureper potenziare il servizio doganale dell oscalo triestino che ha un ruolo interna-zionale che lo distingue tra tutti gli scalinazionali –

quali provvedimenti abbia adottat oo intenda adottare non solo per evitareche si aggravino le condizioni operativedel servizio doganale del porto di Trieste ,ma per risolvere finalmente tutti i suo iproblemi .

(4-08926 )

MATTEOLI. — Al Ministro della difesa .— Per sapere se, in ordine alla letteradello Stato maggiore dell'esercito, Coman-do superiore aviazione, a firma del gene-rale di brigata aerea del Lupo, del 29marzo 1941, il Ministero difesa, consultan-do l'archivio storico, possa attestare ch ei tre militari oggetto della lettera, e cio èBertini Luigi, Niccolai Giuseppe e Ciucc iLuciano, furono i primi volontari univer-sitari ad arruolarsi, nel 1941, nella Divi-sione « Folgore », allora in formazione aTarquinia .

(4-08927 )

VITI. — Al Ministro dei trasporti. —Per conoscere :

lo stato di esecuzione del program-ma integrativo di interventi sulla rete del-

le ferrovie dello Stato, con particolareriguardo al progetto di costruzione deltratto fra Matera e Ferrandina con fun-zione di collegamento diretto fra Materae la rete delle ferrovie dello Stato . Si farilevare che i lavori relativi a detto col-legamento per un importo di 150 miliar-di (decreto ministeriale n . 1881-1981) sonostati appaltati dall 'amministrazione delleferrovie dello Stato, in data 1° febbrai o1984, con il sistema delle prestazioni in-tegrate. Sistema che prevede lo svilupp oda parte del concessionario del progett odefinitivo e di quello esecutivo partendodal progetto di massima posto a bas edella gara. Tutto ciò considerato, non puònon manifestare una vivissima apprensio-ne circa il rispetto dei tempi preventiva-ti, sui quali incombe il pericolo di u naggravio di costi (cui dovrebbe potersi farfronte senza problemi utilizzando quot aparte dei 15 .900 miliardi previsti dall alegge finanziaria a copertura del pian ointegrativo) ed il pericolo di una redi-stribuzione clientelare di fondi, cui con-giurerebbe indulgentemente parte delle or-ganizzazioni sindacali operanti nell 'ambitodell 'azienda delle ferrovie dello Stato ;

quando e come il ministro intend aattivare, d'intesa con il collega del te -soro, i fondi previsti dalla legge finan-ziaria, al cui impiego è collegata anchela possibilità di rilanciare l'attività dell eaziende operanti nel settore della produ-zione del materiale rotabile e di parti elet-troniche (con riferimento alla Ferrosu ddi Matera, nella quale è comparsa pe rla prima volta la cassa integrazione, lacui efficacia è chiaramente collegata all'av-vio del piano di investimenti messo inmoto dal finanziamento suddetto) ;

quali garanzie il ministro dei tra -sporti intenda offrire circa il rispetto de -gli impegni assunti in relazione alla rea-lizzazione della tratta Matera-Ferrandina ,con riferimento alla cifra globale occor-rente a far fronte alla spesa complessivaderivante dalle verifiche progettuali ;

quali conferme, rispetto a precedent iposizioni ufficializzate nelle repliche ad ap-

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IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 1985

posite interrogazioni dallo scrivente pre-sentate, intenda il ministro dare in or-dine all 'utilizzo di consorzi di imprese lo-cali, appositamente attivati dall ' API di Ma-tera in funzione delle subconcessioni pre-viste: il tutto nella più volte conclamataottica della piena valorizzazione e promo-zione delle risorse locali, sostenuta e con-divisa dal ministro nel corso della recen-te visita a Matera .

(4-08928 )

PILLITTERI, ARTIOLI, LODIGIANI .Al Ministro della pubblica istruzione .— Per sapere -

accogliendo con soddisfazione le di-chiarazioni che, nella scuola italiana, i lfenomeno del precariato sta estinguendo -si, anche grazie ad una intensa attivitàdel Ministero per gestire i concorsi ;

concordando sul fatto che in detticoncorsi si è ricreato un equilibrio fra ititoli dovuti all 'esperienza e le naturaliaspirazioni a promozioni di carriera, spe-cie per ciò che concerne il personale di-rettivo;

verificato invece che, per l'ultimoconcorso indetto per titolarità di presiden-za nelle scuole medie superiori, si son oespresse perplessità e avviati ricorsi allemagistrature sia ordinarie, sia amministra-tive, causati dal disagio per la non consi-derazione dell'esperienza di incarico nellepresidenze;

a fronte di iniziative legislative - .

1) come intenda, tempestivamente ,intervenire per salvaguardare i diritti ele esperienze dei presidi incaricati ;

2) se non ritenga opportuno - e gliinterroganti sono di questo parere - ban-dire un concorso speciale per presidi tut-tora incaricati ;

3) se nel caso di una risposta ne-gativa al punto 2, il Ministro non rav-visi un trattamento palesemente discrimi-natorio fra coloro che - presidi incari-cati nel decennio precedente a quest obando di concorso - poterono accedere

alla titolarità con concorso speciale, equesti ultimi che invece si vedono di fat-to gravati dagli oneri di un concorso or-dinario pur avendo di fatto già occupato ,quali incaricati, la funzione di dirigent edi scuola ;

4) se e come si intenda intervenirenei casi segnalati all'autorità giudiziariae amministrativa ;

5) se non si possa prendere in con-siderazione l'ipotesi che da sentenze del -la suddetta magistratura l'insieme delconcorso possa uscire invalidato.

(4-08929)

TRANTINO. — Ai Ministri dell' internoe di grazia e giustizia. — Per sapere :

se risponde al vero l'incredibile no-tizia secondo cui a Carrara, per decisionedi 16 consiglieri su 40 (i repubblicani sen-sibili come sempre alle « questioni mora -li » e alcuni comunisti) sorgerà un monu-mento all'anarchico Gaetano Bresci che il29 luglio 1900 uccise a Monza il Re Um-berto I, ad apologia sfrontata e vile di as-sassino-terrorista (segnale per altri) ;

se la perpetrazione dell'illecito, s everi i fatti, debba continuare nonostantela previsione dell'articolo 219 del codic edi procedura penale ;

se non si avverta disgusto e vergo-gna ad assistere alla glorificazione delmassimo delitto, ingiuriando storia e di-ritto .

(4-08930)

BALESTRACCI . — Al Ministro dell ' in-dustria, commercio e artigianato. — Persapere - premesso che :

la polizia mineraria è passata nell ecompetenze della regione con il decreto delPresidente della Repubblica n . 616 ;

- la regione Toscana si è avvalsa delCorpo delle miniere sino al novembre1979 ;

dal 1979 all 'agosto 1984 la polizia mi-neraria è stata esplicata dagli uffici re-

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gionali - attività estrattive di Carrara ,Grosseto e Firenze ;

dal 1984 la regione prende atto chela polizia mineraria è di competenza del-l 'USL secondo quanto prevede la legge 23dicembre 1978, n. 833 ;

la Giunta regionale emana sulla ma-teria una serie di disposizioni e consent ealle USL di avvalersi del personale regio-nale agli uffici di Carrara, Grosseto e Fi-renze;

la Giunta regionale ritiene esserecompito dei comuni rilasciare le attesta-zioni per il trasporto degli esplosivi (pre-cedentemente rilasciate secondo l'articolo296 dai titolari dell 'applicazione della po-lizia mineraria decreto del Presidente del-la Repubblica 9 aprile 1959, n. 128) ;

le altre regioni, attenendosi alle di-sposizioni del decreto del Presidente del-la Repubblica n . 616 del 1977, svolgono lapolizia mineraria con propri uffici o avva-lendosi del Corpo delle miniere ;

con un parere espresso nell'adunanz adel 18 ottobre 1984 il Consiglio superioredelle miniere afferma la non applicabilit àdella legge n . 833 del 1978 all'esercizio del-le funzioni di polizia delle miniere e dellecave di cui al decreto del Presidente dell aRepubblica n . 128 del 1958 e che se ciòsi verificasse si determinerebbero seri in -convenienti ;

nei primi mesi dell 'anno in corso sisono verificati nelle cave ben quattro in-cidenti mortali (oltre a cinque feriti in se-guito a un crollo) - :

se non ritenga urgente intervenirepresso la regione Toscana per un riesamedella materia anche alla luce del pareredel Consiglio superiore delle miniere.

(4-08931 )

FANTÒ. — Al Ministro dell' interno. —Per sapere :

quale valutazione esprime sul graveassassinio di natura mafiosa del sindacodemocristiano di Plati, Domenico Natal eDe Maio ;

quale valutazione esprime sulla recru-descenza di attentati mafiosi nella zon afonica della provincia di Reggio Calabriae quali misure sono state adottate ;

se ritiene che si sia di fronte ad un aripresa della lotta intestina tra alcune co-sche mafiose della fonica reggina .

(4-08932 )

MASINA, CODRIGNANI, CRIPPA, GIO-VANNINI, TREBBI E SANLORENZO. —Al Presidente del Consiglio dei ministri eal Ministro degli affari esteri. — Per sa-pere - premesso che :

il portavoce del governo guatemalte-co Ramon Zelada ha dichiarato che « un acommissione economica ufficiale, presiedu-ta dal ministro delle finanze, colonnell oLeonardo Figueroa Villate, è rientrata daun viaggio in Europa in cui ha ottenutoprestiti per l'ammontare di 87,9 milioni didollari che saranno utilizzati soprattuttonei programmi militari nelle zone rurali » ,e dunque nella continuazione del genocidi ofisico e culturale della popolazione india ;

il colonnello Figueroa Villate ha suc-cessivamente precisato che l'Italia parteci-pa a questa operazione con la somma di18 milioni di dollari ;

l'Italia ha più volte condannato insede ONU, le notorie, gravissime, sistema-tiche violazioni dei diritti dell 'uomo per-petrate da anni dal regime guatemaltecomediante le forze armate - :

se le affermazioni del- portavoce go-vernativo guatemalteco rispondono a veri-tà; e in tale caso chi abbia negoziato ,autorizzato e convalidato tale prestito ;

come si ritengano compatibili la con-cessione del prestito e le valutazioni delvergognoso operato del Governo di cittàdel Guatemala;

se non ritengano tanto più grave que-sta decisione, in quanto adottata quasicontestualmente all'assenso dato dal rap-presentante italiano alla concessione di u nprestito della Banca Mondiale al Govern ocileno;

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se risponda a verità la notizia secon-do la quale il Governo italiano si apprest aa ricevere il Capo dello Stato guatemalte-co, generale Oscar Mejia Victores, in occa-sione del suo viaggio a Roma per un in -contro con il Pontefice .

(4-08933)

RUSSO FRANCO E POLLICE . — AiMinistri dell'industria, commercio e arti-gianato e dell'interno. Per sapere -premesso che :

nella regione Lazio operano circ a500 autodemolitori ;

il decreto del Presidente della- Re-pubblica n. 915 del 1982 ha stabilito tral'altro che le carcasse di autoveicoli so-no da considerare come rifiuto speciale,indicando nelle regioni e nei comuni gl iorgani competenti ad individuare le areeda destinare a tale attività ;

si sta procedendo da tempo ad unapolitica di espulsioni, che mette in con-dizioni disastrose molte persone ;

il decreto n. 915, quello in base alquale vengono effettuate le espulsioni, vie-ne completamente disatteso per quantoriguarda l'indicazione delle aree ade-guate - :

quali provvedimenti intende prende-re per eliminare gli aspetti negativi dell alegislazione vigente, e se siano allo stu-dio iniziative di prorogare il decreto de lPresidente della Repubblica n. 915;

se non ritengano di doversi impegna-re affinché siano sospese' le espulsioni d iautodemolitori, finché il problema dell earee non sia in via di risoluzione .

(4-08934 )

TRINGALI . — Ai Ministri della marinamercantile e per l'ecologia . — Per sapere- premesso ch e

la collisione tra la petroliera grec aPatmos e la motocisterna Castillo de Mon-te Aragon nello stretto di Messina, confuoriuscita di migliaia di tonnellate di

greggio, ha di fatto provocato l'inquina-mento delle coste della Sicilia oriental eda Messina a Catania ;

particolarmente inquinate sono statele spiagge del tratto di costa compresotra le città di Acireale (porticcioli di San-ta Maria La Scala, Santa Tecla, Pozzillo) ,Acicastello e Acitrezza, di Riposto e Taor-mina, con gravissimo pregiudizio per laimminente stagione turistico-balneare - .

quali interventi urgenti ed immedia-ti ritengono di dover disporre perché que ilitorali vengano « ripuliti » al fine di resti-tuirli nuovamente integri all'uso delle po-polazioni rivierasche ed ai turisti che, al-trimenti, sarebbero dirottati altrove congravissimo danno per l'economia delle cit-tà che, come Acireale e Taormina, è fon-data prioritariamente sul turismo bal-neare .

(4-0$935 )

FINCATO GRIGOLETTO. -- Al Mini-stro della pubblica istruzione . — Per sa-pere - tenuto conto delle lagnanze dell astragrande maggioranza del personale de lMPI collocato fuori ruolo e in serviziopresso il MAE, che lamenta : la costantedisattesa di legittime richie ce e , aspettative; di svolgere le proprie funzioni i nun ambiente discriminatorio, tale da far-gli perdere la possibilità di godere didiritti e dignità assicurati ai personaledel MAE di qualifica equivalente all emansioni svolte .- ;

quali siano le linee che intende se-guire per ovviare alle obiettive lagnanz eprospettate, assicurando il god?rnento de idiritti e della dignità equivalenti a quellidel personale del MAE, in corrispondenzadella qualifica e delle mansi .mi svolte esradicando quelle situazioni di sudditanzadel personale del MPI nei confronti delpersonale del MAE ;

quale azione voglia intuaprendere pe rassicurare al personale in questione l ariscossione dello stipendio e la verific adelle proprie spettanze nella sede di ser-vizio al MAE.

(4-08936)

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BELLUSCIO. — Al Ministro dell'inter-no. — Per chiedere :

che riferisca al Parlamento tutti gl ielementi emersi nelle indagini per arriva-re alla individuazione degli autori del vileattentato di cui è stato oggetto, la seradel 26 marzo 1985, il Giornale La Gaz-zetta del Sud di Messina;

quali misure si intendono adottareper garantire che una libera voce, già og-getto di manifestazioni di violenza crimi-nale nel passato, possa continuare a desercitare la sua insostituibile funzione alriparo da gesti di intimidazione particolar-mente intollerabili se riferiti al settoreinformativo, la cui libertà è la sostanzadi ogni Stato democratico .

(4-08937)

RONCHI . — Al Ministro della difesa.— Per sapere - premesso che GiovanniAndrea Stilo, nato ad Africo (Reggio Ca-labria) il 22 febbraio 1957 ed ivi residen-te, ha presentato in tempo utile al di-stretto militare di Reggio Calabria doman-da di ammissione al 118° corso AUC, sen-za mai ottenere alcuna risposta - :

se tale richiesta sia stata inoltrat adal distretto militare di Reggio Calabriaal Ministero della difesa e, se sì, per qual iragioni tale richiesta non ha avuto ri-sposta ;

se tale richiesta non è stata inoltrat adal distretto, quali provvedimenti intend eprendere per verificare il caso e per ri-muovere eventuali ostacoli ingiustificat iche impediscono il normale iter di que-sta domanda, sollecitato anche da un ri-corso presentato in data 15 marzo 198 5al suddetto Ministero da Giovanni Andre aStilo .

(4-08938 )

RONCHI, TAMINO E GORLA. — AlMinistro dell'industria, commercio e arti-gianato. — Per sapere - premesso che

la proprietà del gruppo SAME, azien-da leader del settore trattoristico, constabilimenti a Treviglio (Bergamo) e Rie-ve di Cento (Bologna), sarebbe orientata

n procedere al licenziamento del 20 pe rcento dei dipendenti, cioè tra i 500 e i600 lavoratori ;

tale orientamento della proprietà èmaturato contro l 'opinione di tutto il me-nagment aziendale che ha già indi-viduatosoluzioni alternative ;

tale azienda non ha difficoltà econo-miche avendo chiuso il bilancio del 198 3con un profitto di circa 5 miliardi ;

i lavoratori hanno approvato con vo-tazione a scrutinio segreto con il 96 pe rcento dei partecipanti al voto e con 1'8 8per cento di aventi diritto al voto chesi ir espresso in maniera favorevole, unapiattaforma che interviene nel merito deiproblemi della ristrutturazione e dell ariorganizzazione e propone il contratto d isolidarietà in alternativa alla Cassa inte-grazione a zero ore ed ai licenziamenti - .

se è al corrente di tale gravissimasituazione e quali provvedimenti ha pre-so e intende prendere per contribuire aduna soluzione di essa che eviti il ricorsoai licenziamenti ;

quali provvedimenti intende prende-re, compresi eventuali interventi di na-tura fiscale o parafiscale, per incentivarein particolare, a partire da aziende cheintendono ridurre gli organici, riduzion idell'orario di lavoro a parità di salario .

(4-08939 )

SCAIOLA. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri e ai Ministri del lavoroe previdenza sociale, del tesoro e per lafunzione pubblica. — Per sapere - pre-messo che :

l'articolo 1 della legge n . 127 del 1980prevedeva un periodo massimo di tre ann iper lo scioglimento dell 'Ente nazionale diprevidenza ed assistenza delle ostetriche(ENPAO) e che successivamente il decreto-legge 29 dicembre 1983, n . 747 (convertito ,con modificazioni, nella legge n . 18 del1984) all 'articolo 2, punto 4, stabiliva cheil termine del 31 dicembre 1983, previst odall 'articolo 4, ottavo comma, del decreto

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legge 12 settembre 1983, n. 463 (converti-to con modificazioni nella legge n . 638 del1983) venisse prorogato al 31 marzo 1984 ;

è trascorso un anno dal termine ul-timo fissato dalla legge e, pertanto, l'enteè da considerarsi disciolto -:

quali urgenti iniziative intendonoadottare per il trasferimento del perso-nale dell'Ente nazionale di previdenza edassistenza per le ostetriche ;

come intendono disciplinare il nuo-vo trattamento previdenziale delle , ostetri-che a salvaguardia di coloro che, attual-mente dipendenti, vengono a trovarsi i netà pensionabili, senza aver potuto ma-turare il diritto al minimo di pensionepresso l'ente da cui attualmente dipen-dono.

(4-08940)

PIREDDA. — Al Ministro dell'interno .— Per sapere – premesso che

la vastissima zona del Logudoro sucui gravita anche parte del Meilogu edel Goceano con circa 30 comuni che di-stano mediamente oltre 60 chilometri d aSassari, è priva di un distaccamento sta-bile dei vigili del fuoco per cui, data an-che la non scorrevolezza delle strade d icollegamento, gli interventi dei vigili no nhanno la tempestività che sarebbe ne-cessaria ;

un simile stato di cose determinagravi pericoli – :

se è a conoscenza di tale situazionee se non ritenga opportuno e urgente ac-cogliere speditamente l ' istanza presentat adal comune di Ozieri con il consenso dellealtre amministrazioni comunali della zona ,tendente appunto ad ottenere la istituzionea Ozieri (città di 10 mila abitanti) di undistaccamento permanente dei vigili delfuoco.

(4-08941 )

BELLUSCIO . — Ai Ministri di graziae giustizia e dell' interno. — Per conoscere :

se siano a conoscenza di oscureminacce da cui sono raggiunti numero&

magistrati particolarmente esposti in Ca-labria nella lotta all'eversione mafiosa ,minacce che si inseriscono in un contestoin cui la n'drangheta, analogamente aquanto fanno altre forme di criminalità,ha alzato il tiro verso più alti obiettivi ,che ora sono costituiti da fedeli servito' idello Stato .

se è vero che tali minacce sono daporsi in relazione a casi giudiziari di cuici si sta occupando, quali tnisure sianostate adottate per proteggere a tutelarela vita e la funzione dei magistrait reg-gini, che in una pubblica assemblea hannodichiarato di sentirsi completamente sol idavanti alle loro anche personali responsa-bilità nel quadro di un impegno che di-viene sempre più pregnante per le preoc-cupanti dimensioni che in alcune region istanno raggiungendo i fenomeni criminosi .

Ritiene senza dubbio prioritario doveredello Stato apprestare var.di strument iper fronteggiare la violenza criminale m adovere è anche quello di proteggere ade-guatamente coloro che in prima lineadifendono lo Stato e le sue libere isti-tuzioni .

(4-04942)

FINCATO GRIGOLETTO. — Al Mini-stro della pubblica istruzione . — Per sa-pere se è a conoscenza che, in data 24settembre 1984 era stata segnalata anch eal Capo ispettorato istruzione artisticauna serie di fatti gravi verificatisi al con-servatorio di musica « B . Marcello » diVenezia che implicavano responsabilità di -rette del direttore maestro Ugo Amendolacontro il quale iniziò - presso il tribunaledi Venezia - un processo per falso inatti pubblici (articoli 476/479 del codicepenale) ;

Poiché l ' immagine pubblica di una isti-tuzione prestigiosa come il conservatori oveneziano (con riflessi sull'intero ambientescolastico e cittadino) andava via via de-teriorandosi mentre mancava un interven-to degli organi ministeriali, per modificar euna situazione interna che ha visto arbi-tri e incontrollati condizionamenti ; a fron-te delle dimissioni dalla funzione di vice-

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direttore del Conservatorio del maestroSilvio Manzo, di cui un'assemblea di pre-tori (in data 5 ottobre) prendeva attosottolineando con preoccupazione lo stat odi disagio dovuto alle incomprensioni ealle polemiche; presa visione di una copiadi telegramma, spedito al Ministro, al ca-po ispettorato dottor Tortoreto, al prov-veditore agli studi di Venezia e al pro-curatore della Repubblica di Venezia, concui i docenti del conservatorio protestanope"r l'omesso intervento presso il diretto-re, nel frattempo condannato per falsonell 'ambito delle sue funzioni, si chiededi sapere:

se il fatto segnalato (la cui gravit ànon può sfuggire) di una ispezione mini-steriale poco concludente corrisponda alvero ;

che cosa intende fare il Ministro, afronte della condanna del maestro Amen-dola, per ripristinare il clima di serenit àe di serenità all'interno del Conservatorio .

(4-08943)

FINCATO GRIGOLETTO. — Al Mini-stro della pubblica istruzione . — Per sa-pere - premesso :

1) che nel gennaio 1983 con l 'arrestodel direttore e di alcuni docenti, il con-servatorio « V . Bellini » si trovò nel caosed il Ministero soltanto dopo un mese ,a seguito delle vibrate proteste delle orga-nizzazioni sindacali confederali e della oc-cupazione dell'istituto da parte di student ie docenti, inviò, non un ispettore, ma unregolare direttore incaricato nella person adel M. Liani, il quale con la collaborazio-ne di tutte le forze sane dell 'Istituto riu-scì a normalizzare la situazione ed a ri-dare impulso alle attività didattiche edartistiche ;

2) che, data la normativa vigente, i lmandato commissariale è diretto a sosti-tuire un organo collegiale che non svol-ge in modo adeguato le sue funzioni, ein ogni caso la legislazione , scolastica ed iregolamenti della istruzione artistica non

prevedono la sostituzione di un organomonocratico con un commissario;

3) che nel 1982 il Ministro avevaemanato un bando di concorso sospeso ne lmese di aprile 1983 inspiegabilmente, ov-vero su pressione dei direttori di conser-vatorio incaricati, aderenti alla Unione mu-sica, arti, spettacolo (UNAMS), che neiloro documenti, diffusi in tutti' i conserva-tori italiani contestavano, tra le prove diesame, la prova scritta di analisi musicalee la prova orale di legislazione scolastica,e che la legge n. 270 del 1982 aveva difatto abolito gli incarichi biennali ;

4) che nell 'anno scolastico 1983-1984tre dei quattro consiglieri alla direzione,a seguito di provvedimenti irregolari adot-tati dal commissario straordinario, rinun-ciavano al loro mandato;

5) che il comportamento del com-missario straordinario già nell'anno scola-stico 1983-1984 si caratterizzava in sensoautoritario e antisindacale (dal rifiuto d iricevere i rappresentanti sindacali alla de-nuncia per diffamazione dei responsabilidella sezione sindacale del conservatorio)e ciò dava origine ad un clima di inti-midazioni e di ricatti, lo stesso clima ve-rificatosi nell 'anno scolastico 1982-1983quando l'Istituto era gestito dalle stessepersone, colpite il 7 gennaio 1983 da unmandato di cattura ;

7) che il 3 dicembre 1984 si sonosvolte le elezioni per il consiglio di isti-tuto del conservatorio « V. Bellini » di Pa-lermo a norma degli articoli 175 e seguen-ti del decreto legislativo 5 maggio 1918 icui risultati sono stati pubblicati all'albodell'Istituto il 7 gennaio 1985, ma il com-missario straordinario ricusa tre dei consi-glieri ed il vice direttore eletto a normadel decreto legislativo citato, con gravedisagio per la vita dell'Istituto ;

8) che il commissario straordinarioaccentra tutte le attività didattiche ed ar-tistiche in palese contrasto con l'articolo175 del decreto legislativo 5 maggio 191 8e le gestisce in modo autoritario ed arbi-trario avvalendosi di docenti di sua fidu-cia, in luogo degli organismi istituzionali

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democraticamente eletti, provocando lace-razioni e divisioni all'interno del corpo do-cente e profonda sfiducia da parte di do-centi e studenti nei confronti dell'ammi-nistrazione, in particolare dell'Ispettorat oistruzione artistica;

8) che le ultime vicende del conser-vatorio « V. Bellini » sono state oggetto diuna richiesta di incontro urgente, da part edella Segreteria SNS-CGIL, inviata al Mi-nistero il 25 gennaio 1985 e di un docu-mento inviato dal collegio dei docenti delconservatorio « V. Bellini » il 31 gennaio1985, nonché di una lettera di quattro consiglieri d'istituto -

1) per quali motivi il Ministro, adun anno dai noti fatti giudiziari, in pre-senza di un funzionamento corretto e re-golare dell'Istituto, abbia ritenuto neces-sario sostituire, al conservatorio di Paler-mo, il direttore con un Ispettore centra -le, avente funzioni di commissario straor-dinario alla direzione ;

2) su quali basi normative poggia l anomina del maestro Arcidiacono a com-missario straordinario del conservatoriodi Palermo e quali ragioni di opportunit àhanno indotto il Ministro a prorogare ta-le nomina, nonostante il carattere straor-dinario, per un intero biennio ;

3) quali motivazioni giuridiche han -no indotto il Ministro a sospendere ilconcorso per direttori e ad emanare l'or-dinanza ministeriale 16521 il 27 maggio1983 concernente incarichi biennali di di-rezione per i conservatori di musica capo -

volgendo i princìpi di equità contenut inella precedente ordinanza ministeriale12789 del 25 giugno 1980 (che stabilivauna graduatoria di merito tra gli aspiran-ti e quindi una regolare commissione va-lutatrice), con nomine dirette e discrezio-nali da parte del Ministro che si riservava« la facoltà di avvalersi di una commissio-ne consultiva per la delineazione della per-sonalità dei candidati » ;

4) perché non è stato approfonditonell'anno scolastico 83/84 il motivo dell edimissioni dei tre consiglieri, considerat oche invece di procedere alle dovute sur-roghe il sottosegretario Amalfitano rimet-teva « alla prudente discrezione del com-missario straordinario » la ricostituzionedell'organo democraticamente eletto ;

5) in che misura il Ministro abbi atenuto conto delle proteste delle organiz-zazioni sindacali confederali e di qual istrumenti si sia servito per indagare sul -la situazione e ridare serenità al corpodocente ;

6) come e quando il Ministro inten-da normalizzare la situazione degli orga-nismi direttivi al conservatorio di Pa-lermo ;

7) quali provvedimenti ritiene d iadottare per garantire la gestione demo-cratica dell 'Istituto e ridare fiducia a stu-denti e docenti già provati dalle esperien-ze passate e dai noti fatti giudiziari ;

8) quando pensa di attuare gli in-contri richiesti .

(4-08944)

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA ORAL E

TAMINO E RONCHI. — Ai Ministr idella marina mercantile, per l'ecologia eper il coordinamento della protezione ci-vile . — Per sapere - premesso che :

in seguito alla collisione avvenutanello stretto di Messina tra le petroliereCastillo de Monte Aragon e Patmos si èformata una grande chiazza di petroliolungo le coste siciliane, stimata da al-cuni in 1 .000 e da altri in 5.000 o ad-dirittura 10.000 tonnellate di greggio ;

gli incidenti in quella zona di ma-re, date le caratteristiche dello stretto ,non sono né infrequenti né difficili d aprevedere ;

organi di stampa riferiscono di in-terventi tardivi c approssimativi, alcun idei quali molto discutibili, come l'uso d isolventi o altri composti chimici, che ag-giungono inquinamento ad inquinamento ;

da tempo associazioni ambientalist ee la Consulta per la difesa del mare de lMinistero della marina mercantile aveva -no posto il problema del divieto di tran -sito alle grandi petroliere nello stretto d iMessina ;

le norme vigenti a difesa del mar eprevedono una flotta di navi adibite allaaspirazione del petrolio accidentalment efuoriuscito in mare aperto - :

l'esatta dinamica dell'incidente e i lreale quantitativo di greggio fuoriuscito ;

per quale motivo si è perso tempoprezioso nelle prime ore dopo l'incident ee per quali ragioni si è deciso l'impieg odi sostanze chimiche, anziché utilizzar esubito navi in grado di aspirare il n-reg-gio fuoriuscito ;

quali mezzi sono attualmente a di-sposizione delle autorità competenti perfronteggiare simili episodi, che compro -mettono gravemente gli ecosistemi marini

e le potenzialità turistiche delle nostrecoste ;

per quale motivo non è stato dichia-rato lo stato d'emergenza nazionale cheavrebbe permesso il coinvolgimento dell aprotezione civile nell 'opera di controllo ebonifica della chiazza di petrolio ;

che cosa si attende a regolamentareil traffico marittimo nello stretto di Mes-sina e, analogamente, nelle bocche di Bo-nifacio .

(3-01786 )

NAPOLITANO, BORGHINI, RIGHI, BEL-LOCCHIO E GROTTOLA. — Ai Ministridelle partecipazioni statali e dell'industria ,commercio e artigianato . — Per sapere -premesso ch e

fonti ufficiali hanno riferito che nelcorso di un incontro fra il presidente del -l'IRI e l'amministratore delegato della Oli-vetti si è convenuto di por fine ai collo-qui da tempo avviati e volti a pervenirealle auspicate ed ipotizzate integrazioni frai raggruppamenti Selenia Elsag-Olivett iOCN nel comparto di fabbrica automatica ;

queste decisioni riaprono bruscamen-te la delicata e complessa questione dellaesistenza di due poli nazionali concorren-ziali e antagonisti in un comparto per pro-duzioni altamente sofisticate e per le qualila tenuta sui mercati è fortemente condi-zionata da tassi di investimento assai ele-vati - :

quali ragioni hanno indotto l'IRI adabbandonare le ipotesi di integrazione cheavrebbero consentito di assicurare al pae-se la necessaria massa critica per far fron-te ad una concorrenza internazionale estre-mamente aggressiva ;

quale influenza ha esercitato in que-sta vicenda la scelta dichiarata ed operatadall'IRI in rapporto a fabbrica automaticadi far perno unicamente sulla sistemistica ,marginalizzando l'impegno nella produzio-ne, che appare riduttivo e strategicamenteperdente ;

quali ripercussioni sono ipotizzabilinell'industria privata a seguito della con-

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IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 1985

clusione negativa dei colloqui avviati ; equali concrete garanzie in termini di li-velli occupazionali possono essere date allemaestranze dell'OCN di Marcianise .

(3-01787)

FITTANTE, FANTO, AMBROGIO, PIE-RINO E SAMA. — Ai Ministri dell ' internoe di grazia e giustizia. — Per sapere -premesso che:

nelle ultime settimane in Calabria s iè andato accentuando l'attacco mafiosocontro rappresentanti dello Stato e dell eistituzioni;

sono riprese anche le faide;

particolarmente allarmante si presen-ta la situazione dopo l'uccisione del bri-gadiere dei carabinieri di San Luca (Reg-gio Calabria) Tripodi, del vigile urbano diReggio Calabria Macheda, del direttore de lcarcere di Cosenza dottor Cosmai e, pe rultimo del recente ed oscuro delitto de lsindaco di Platì (Reggio Calabria) signo rMaio;

oltre a tali delitti si segnalano attiintimidatori e minacce a magistrati delTribunale di Reggio Calabria particolar-mente impegnati nella coerente applicazio-ne della « legge Rognoni-La Torre » ;

a fronte di tale attività criminale ,che si configura come un vero e propri ocontrattacco delle organizzazioni mafios edopo i primi colpi subiti, sono da lamen-tarsi « livelli di intervento inadeguati e ri-duttivi » dell'alto commissario per la lott aalla mafia e del complesso degli apparatidello Stato, come è stato denunziato dal -la Sezione dell 'associazione dei magistratidi Reggio Calabria e dal sindacato unita -rio di polizia di Cosenza;

persistono le più volte segnalate ca-renze di organici nei tribunali della Cala-bria maggiormente investiti dal fenomenomafioso, come quello di Reggio Calabria,dove solo tre magistrati dell'ufficio istru-zione sono costretti a far fronte ad unapendenza di alcune centinaia di compless ie delicati processi, oltre ad occuparsi del-

le misure di prevenzione patrimoniale pertutta la provincia - :

quali eccezionali ed urgenti misur eintendono assumere:

per garantire la necessaria prote-zione ai magistrati minacciati e alle lorofamiglie ;

per adeguare la presenza e l'azionedello Stato alla mutata situazione dellaCalabria segnata dalla svolta dell'attivitàmafiosa;

per rispondere alle esigenze di piùampi organici dei Tribunali, consentendoanche lo sviluppo e la rapida conclusionedi molte indagini riguardanti i nessi tramafia calabrese e alcune logge massoni-che, i rapporti tra 'ndrangheta e latitantiterroristi, i legami tra mafia e settori delpotere politico .

(3-01788)

TESTA. — Al Ministro dell'industria,del commercio e dell'artigianato. — Persapere - premesso che

ormai da mesi è mancante o grave-mente difficoltosa la distribuzione del GPL ;

ciò provoca gravissimo disagio agliautomobilisti utenti del gas auto i quali ,tra l'altro, a tal fine pagano un superbollo ;

la mancanza del gas auto è altresìgravemente di nocumento alla economia diimprese artigiane e di piccole e medieaziende, circa 3 .500, con possibili crisi oc-cupazionali per circa 35-40 mila occupati ;

il Governo ha il dovere di tutelaregli automobilisti-utenti e le imprese inte-ressate ;

trattasi di manovra speculativa in at-tesa di ulteriori aumenti del prezzo de lGPL - :

se sia a conoscenza dei fatti di cuisopra ;

quali provvedimenti abbia preso eintenda prendere per far cessare le ma-novre di accaparramento speculativo indanno degli automobilisti, degli artigian i

(3-01789 )delle imprese utenti il GPL.

-01789)

Atti Parlamentari

— 26735 —

Camera dei Deputat i

IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 1985

NAPOLITANO, CERQUETTI E PE-TRUCCIOLI. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri e ai Ministri degli affariesteri, della difesa, dell'industria, commer-cio e artigianato e per il coordinament odelle iniziative per la ricerca scientificae tecnologica. — Per sapere -

viste le notizie di stampa sulla riu-nione del gruppo di pianificazione nu-cleare che ha riunito il 26 marzo a Lus-semburgo i ministri della difesa dellaNATO, in base alle quali i suddetti mi-nistri si sarebbero espressi alla unanimit àin favore del programma di scudo spa-ziale SDI ;

visto che in occasione della riunionedi Lussemburgo è stata comunicata a iministri una lettera del segretario alladifesa statunitense nella quale , si invita-no gli alleati a partecipare al progetto

SDI e chiede come primo passo di indi-care entro 60 giorni i settori nei qualiciascun paese intende specificamente col-laborare - :

se il rappresentante del Governo ita-liano abbia espresso posizioni di adesioneal progetto SDI che, se confermate, an-drebbero al di là dello stesso « interes-se » fino a questo momento manifestat oe motivato dal Governo di fronte ai Par-lamento;

quali siano le risposte che il Gover-no si appresta a dare alla lettera del se-gretario alla difesa USA ;

se non ritengano i ministri destina-tari della interrogazione di dover comun-que riferire al Parlamento prima di assu-mere qualunque impegno in materia .

(3-01790)

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Atti Parlamentari

— 26736 —

Camera dei Deputat i

IX LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 MARZO 1985

INTERPELLANZ A

Il sottoscritto chiede di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e dil Ministro degli affari esteri, per sapere -premesso che se la guerra tra Iran eIraq si svolge con accanimento in punticruciali di commercio e di navigazione,

mettendo in forse la pace e gli equilibr iinternazionali - :

1) quali indirizzi intende adottare inoccasione del prossimo vertice europeo ;

2) se vi sono in atto misure diplo-matiche per una tregua, preludio ad unasoluzione negoziata del conflitto .

(2-00645)

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