SEDUTA DI MARTEDÌ 1° AGOSTO 1995 - "Camera...

332
Atti Parlamentari — 1 4 0 1 9 — Camera dei Deputati XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5 RESOCONTO STENOGRAFICO 229. SEDUTA DI MARTEDÌ 1° AGOSTO 1995 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE INDICE PAG. Assegnazione di una proposta di legge a commissione in sede legislativa 14023 Commemorazione dei marinai italiani trucidati un anno fa in Algeria: PRESIDENTE 14136 Delegazione parlamentare italiana pres- so la Conferenza parlamentare del- l'Iniziativa Centro Europea: (Annunzio della nomina dei membri). 14087 Disegni di legge di conversione: (Annunzio della presentazione) 14148 (Assegnazione a Commissione in sede referente ai sensi dell'articolo 96-bis del regolamento) 14148 (Autorizzazioni di relazione orale). . . 14148 PAG. Disegno di legge di conversione (Discus- sione e approvazione): Conversione in legge, con modificazio- ni, del decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, recante misure dirette ad accelerare il completamento degli interventi pubblici e la realizzazione dei nuovi interventi nelle aree de- presse, nonché disposizioni in ma- teria di lavoro ed occupazione (2759). PRESIDENTE. . . 1 4 0 4 4 , 1 4 0 4 8 , 14051, 14057, 14062, 14067, 14069, 14072, 14077, 14088, 14089, 14090, 14091, 14092, 14093, 14094, 14095, 14096, 14097, 14098, 14099, 14100, 14102,14103, 14104, 14105, 14106, 14107, 14108,14109, 14110, 14111, 14112, 14113, 14114,14115, 14116, 14117, 14118, 14119, 14120,14121, 14122, 14123, 14124, 14125, 229. N.B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all'Assemblea non lette in aula sono pubblicati nell'Allegato A. Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scrìtte alle interrogazioni sono pubblicati nell'Allegato B.

Transcript of SEDUTA DI MARTEDÌ 1° AGOSTO 1995 - "Camera...

Atti Parlamentari — 1 4 0 1 9 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

RESOCONTO STENOGRAFICO

229.

SEDUTA DI MARTEDÌ 1° AGOSTO 1995

P R E S I D E N Z A D E L V I C E P R E S I D E N T E LUCIANO VIOLANTE

I N D I C E

PAG.

Assegnazione di una proposta di legge a commissione in sede legislativa 14023

Commemorazione dei marinai italiani trucidati un anno fa in Algeria:

PRESIDENTE 14136

Delegazione parlamentare italiana pres­so la Conferenza parlamentare del­l'Iniziativa Centro Europea:

(Annunzio della nomina dei membri). 14087

Disegni di legge di conversione: (Annunzio della presentazione) 14148 (Assegnazione a Commissione in sede

referente ai sensi dell'articolo 96-bis del regolamento) 14148

(Autorizzazioni di relazione orale). . . 14148

PAG.

Disegno di legge di conversione (Discus­sione e approvazione):

Conversione in legge, con modificazio­ni, del decreto-legge 2 3 giugno 1995 , n. 2 4 4 , recante misure dirette ad accelerare il completamento degli interventi pubblici e la realizzazione dei nuovi interventi nelle aree de­presse, nonché disposizioni in ma­teria di lavoro ed occupazione ( 2 7 5 9 ) .

PRESIDENTE. . . 1 4 0 4 4 , 14048, 14051 , 14057, 14062, 14067, 14069, 14072, 14077, 14088, 14089, 14090, 14091 , 14092, 14093 , 14094, 14095, 14096, 14097, 14098, 14099, 14100, 1 4 1 0 2 , 1 4 1 0 3 , 14104, 14105, 14106, 14107, 1 4 1 0 8 , 1 4 1 0 9 , 14110, 14111 , 14112, 14113 , 1 4 1 1 4 , 1 4 1 1 5 , 14116, 14117, 14118, 14119, 1 4 1 2 0 , 1 4 1 2 1 , 14122, 14123 , 14124, 14125,

229.

N.B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all'Assemblea non lette in aula sono pubblicati nell'Allegato A. Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scrìtte alle interrogazioni sono pubblicati nell'Allegato B.

Atti Parlamentari — 1 4 0 2 0 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

PAG.

14126, 14127, 14128, 14129, 14130, 14132, 14133, 14134, 14135, 14136

BONO NICOLA (gruppo alleanza naziona­le). . . 14057, 14088, 14092, 14094, 14095,

14098, 14101 , 14102, 14115, 14129 BRUNETTI MARIO (gruppo rifondazione

comunista-progressisti) 14129 CALWNESE FRANCESCO (gruppo misto). 14069 CARZANIGA ALBERTO, Sottosegretario di

Stato per il bilancio e la programma­zione economica) 14090, 14091

CENNAMO ALDO (gruppo progressisti-fe­derativo). . . 14104, 14119, 14120, 14121 ,

14125 D'AIMMOFLORINDO (gruppo PPI) 14092, 14096,

14104, 14110 DE SIMONE ALBERTA (gruppo progressisti-

federativo) 14112, 1 4 1 1 3 Dì ROSA ROBERTO (gruppo progressisti-

federativo) 14098, 14128 Di STASI GIOVANNI (gruppo progressisti-

federativo). . 14090, 14124, 14125, 14130 FLORESTA ILARIO (gruppo forza Italia). . 14067,

14104, 14136 GARRA GIACOMO (gruppo forza Italia). . 14121 LJOTTA SILVIO (gruppo forza Italia), Re­

latore 14044, 14077, 14088, 14090, 14091 , 14092, 14096, 14100, 14108, 14110, 14112, 14116, 14117, 14118, 14120, 14122, 14130

MALVESTITO GIANCARLO MAURIZIO (grup­po lega nord) 14103

MARINO LUIGI (gruppo rifondazione co­munista-progressisti). 14051 , 14095, 14108

MARTINELLI PAOLA (gruppo forza Italia) 14128 MASERA RAINER, Ministro del bilancio

e della programmazione economica e per il coordinamento delle politiche dell'Unione europea 14048

MATTINA VINCENZO (gruppo progressisti-federativo) 14127

MICCICHÈ GIANFRANCO (gruppo forza Ita­lia) 14130

NAPOLITANO GIORGIO (gruppo progressi­sti-federativo) 14122

NARDONE CARMINE (gruppo progressisti-federativo) 14127

NESPOLI VINCENZO (gruppo alleanza na­zionale) 14106

PARLATO ANTONIO (gruppo alleanza na­zionale) 14130, 14132

PEPE MARIO (gruppo PPI) 14106, 14114 PRESTIGIACOMO STEFANIA (gruppo forza

Italia) 14130 PROCACCI ANNAMARIA (gruppo progressi­

sti-federativo) 14107

PAG.

RATTI GIORGIO, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. . 1 4 0 7 7 , 14089, 14090, 14091 , 14092, 14108, 14109, 1 4 1 1 6 , 1 4 1 2 2 , 14124,

14128, 14129 ROSCIA DANIELE (gruppo lega nord). . . 14072,

1 4 0 9 2 , 1 4 0 9 3 , 1 4 0 9 9 , 1 4 1 0 9 , 14117, 14134 ROTONDI GIANFRANCO (gruppo CCD). . 14114 SALES ISAIA (gruppo progressisti-federa­

tivo) 14062, 14111 , 14128 SCHETTINO FERDINANDO (gruppo progres­

sisti-federativo) 14102, 14114, 14127 SCOTTO DI LUZIO GIUSEPPE (gruppo misto) 14105,

1 4 1 2 1 , 14125 SORIERO GIUSEPPE (gruppo progressisti-

federativo) 14129, 14153 TESTA Lucio, Sottosegretario di Stato per

i lavori pubblici. . . . 14089, 14090, 14120 TRANTINO VINCENZO (gruppo alleanza na­

zionale) 14112, 14123 TURRONI SAURO (gruppo progressisti-fe­

derativo) 14125 VALENSISE RAFFAELE (gruppo alleanza

nazionale). . 1 4 0 9 2 , 14108, 14109, 14124, 14130

VIDO GIORGIO (gruppo misto) 14133 ZANETTI GIOVANNI, Sottosegretario di Sta­

to per l'industria, il commercio e l'artigianato 14102

Gruppi parlamentari: (Modifica nella composizione) 14148

Inversione dell'ordine del giorno: PRESIDENTE. . . 14077, 14078, 14145, 14146 BANDOLI FULVIA (gruppo progressisti-fe­

derativo) 14077 SOLAROLI BRUNO (gruppo progressisti-fe­

derativo) 14145 TARADASH MARCO (gruppo forza Italia). 14145 TRANTINO VINCENZO (gruppo alleanza na­

zionale) 14078

Missioni 14023

Mozioni concernenti la pena di morte (Discussione):

PRESIDENTE. . . 14078, 14079, 14080, 14081 , 14082, 14084, 14085, 14086, 14087

BANDOLI FULVIA (gruppo progressisti-fe­derativo) 14087

BUONTEMPO TEODORO (gruppo alleanza nazionale) 14085

CECCONI UGO (gruppo alleanza naziona­le) 14081

Atti Parlamentari — 1 4 0 2 1 — Camera dei Deputati

ХП LEGISLATURA ­ DISCUSSIONI ­ SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

PAG.

FUMAGALLI CARULLI OMBRETTA (grappo CCD) 14080

GARDINI WALTER, Sottosegretario di Sta­to per gli affari esteri 14082, 14085

JERVOLINO Russo ROSA (gruppo PPI). . 14079 MALAN LUCIO (gruppo FLD) 14086 MENEGON MAURIZIO (gruppo lega nord) 14086 PISTONE GABRIELLA (gruppo rifondazione

comunista­progressisti) 14081 SARACENI LUIGI (gruppo progressisti­fe­

derativo) 14079, 14084 SCALISI GIUSEPPE (gruppo alleanza nazio­

nale) 14086 STRIK LIEVERS LORENZO (gruppo forza

Italia) 14078, 14084

Nel primo anniversario dell'eccidio di alcuni marmai italiani in Algeria:

PRESIDENTE 14087 BAMPO PAOLO (gruppo lega n o r d ) . . . . 14087

Parlamento in seduta comune: (Annunzio della convocazione) 14148

Per lo svolgimento di un'interpellanza e per la risposta scritta ad una interrogazione:

PRESIDENTE 14149 PORCARI LUIGI (gruppo progressisti­fede­

rativo) 14149 RONCHI ROBERTO (gruppo lega nord). . 14149

Per un'inversione dell'ordine del gior­no:

PRESIDENTE 14136, 14137 CALDEROLI ROBERTO (gruppo lega nord) 14136 LA\AGNINI ROBERTO (gruppo forza Italia) 14136

Proposta di legge (Seguito della discus­sione):

S. 1130. — Senatori MANCINO ed altri: Nuove norme sulla nomina e sulla revoca del Consiglio di amministra­zione della RAI­TV spa (approvata dal Senato) (2206) e dei concorrenti progetti di legge: DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA DEL GOVERNO (1551); STORA­

CE (2111); SELVA (2176); MORSELLI (2184); ROSITANI (2189); LANDOLFI (2195): GASPARRI (2213) : CARRARA ed altri (2220); AMORUSO ed altri (2221); FALVO ed altri (2222); СЮССНЕТП e MEOCCI (2304) .

PRESIDENTE 14146, 14147

PAG.

CALDERISI GIUSEPPE (gruppo forza Italia) 14146 Vrro ELIO (gruppo forza Italia) 14147

Proposta di legge costituzionale (Seguito della discussione e approvazione):

TREMAGLIA ed altri; BERLINGUER ed altri; MOIOLI VIGANO ed altri; ANDREATTA ed altri: Modifiche agli articoli 4 8 , 56, e 5 7 della Costituzione per consentire l'esercizio del diritto di voto ai citta­dini italiani residenti all'estero (469­2840­2880­2888) .

PRESIDENTE. . . 1 4 0 2 4 , 14025, 14026, 14027, 14028, 14029, 14030, 14033, 14034, 14035, 14037, 14038, 14039, 14040, 14041 , 14042, 14043, 14044, 14137, 14138, 14140, 14141 ,

14142, 14143 , 14144, 14145 BERLINGUER LUIGI (gruppo progressisti­

federativo) 14039 BRUNETTI MARIO (gruppo rifondazione

comunista­progressisti) 14138 CALVANESE FRANCESCO (gruppo misto). 14142 Di MUCCIO PIETRO (gruppo forza Italia) 14138 EVANGELISTI FABIO (gruppo progressisti­

federativo) 14144 GARRA GIACOMO (gruppo forza Italia). . 14025 GRIMALDI TULLIO (gruppo rifondazione

comunista­progressisti).... 14024, 14043 GUERRA MAURO (gruppo misto) 14038 MATTARELLA SERGIO (gruppo PPI) 1 4 0 3 5 , 1 4 0 4 0 ,

14140 MEO Zmo GIOVANNI (gruppo lega nord) 14024,

14031 , 14037, 14144 MORONI ROSANNA (gruppo rifondazione

comunista­progressisti) 14029, 14035, 14038 MOTZO GIOVANNI, Ministro per le riforme

istituzionali. 14024, 14033 , 14037, 14041 NANIA DOMENICO (grappo alleanza nazio­

nale), Relatore 14024, 14026, 14033, 14037, 14038, 14042, 14137

NOVELLI DIEGO (gruppo progressisti­fe­derativo) 14140

PEZZONI MARCO (gruppo progressisti­fe­derativo) 14027, 14043, 14138

PISANU BEPPE (gruppo forza Italia). . . 14041 RONCHI ROBERTO (gruppo lega nord). . 14040,

14143 SANDRONE RICCARDO (gruppo FLD). . . 14144 TARADASH MARCO (gruppo forza Italia). 14040 TATARELLA GIUSEPPE (gruppo alleanza na­

zionale) 14042 TREMAGLIA MIRKO (gruppo alleanza na­

zionale) 14026, 14039, 14043 USIGLIO CARLO (gruppo forza Italia). . . 14030,

14034

Atti Parlamentari — 1 4 0 2 2 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

PAG.

VIGNERI ADRIANA (gruppo progressisti-federativo) 14034, 14038, 14042

VITO ELIO (gruppo forza Italia) 14028, 14033 , 14038, 14044, 14137, 14141

ZACCHERA MARCO (gruppo alleanza na­zionale) 14037

Proposte di legge costituzionale: (Autorizzazione di relazione orale).

Su un lutto del deputato Voccoli: PRESIDENTE

14148

14041

Trasferimento di una proposta di legge dalla sede referente alla sede legi­slativa 14023

Votazione per schede per l'elezione di un segretario di presidenza:

PRESIDENTE 14126, 14144, 14149

Ordine del giorno della seduta di doma­ni 14153

PAG.

Testo integrante della dichiarazione di voto del deputato Lucio Malan sulle mozioni concernenti la pena di mor­te 14154

Dichiarazioni di voto finale dei deputati Antonio Parlato, Giuseppe Soriero, Luciano Caveri, Antonio Valiante, Cesare Piacentino e Enrico Indelli sul disegno di legge di conversione n. 2759 14154

Dichiarazioni di voto finale dei deputati Luciano Caveri, Mauro Polli e Mir­ko Tremaglia sulla proposta di leg­ge costituzionale n. 469-2840-2880-2888 14159

Documentazione tecnica citata dal mi­nistro del bilancio e della program­mazione economica e per il coordi­namento delle politiche dell'unione europea, Rainer Masera, nel suo intervento sul disegno di legge di conversione n. 2759 14163

SEDUTA PRECEDENTE N. 2 2 8 — DI LUNEDI 3 1 LUGLIO 1995

Camera dei Deputati — 1 4 0 2 3 — Atti Parlamentari

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

La seduta comincia alle 9,30.

VALTER BIELII, Segretario, legge il proces­so verbale della seduta del 2 8 luglio 1 9 9 5 .

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 4 6 , comma 2 , del regolamento, i deputati Gubert e Widmann sono in mis­sione a decorrere dalla seduta odierna.

Pertanto i deputati complessivamente in missione sono cinque, come risulta dall'e­lenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A nei resoconti della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea sa­ranno pubblicate nell'allegato A ai resoconti della seduta odierna.

Assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.

PRESIDENTE. Ricordo di aver proposto nella seduta di ieri, a norma del comma 1 dell'articolo 9 2 del regolamento, che la se­guente proposta di legge sia deferita alla sottoindicata Commissione permanente in sede legislativa:

IV Commissione (Difesa):

S. 6 5 3 . — Senatore Ramponi: «Estensione

dei benefici di cui alla legge 2 7 giugno 1 9 9 1 n. 1 9 9 , ai decorati al valore civile o ai loro congiunti» (approvata dalla IV Commissio­ne del Senato) ( 2 5 2 8 ) (con parere della I e della V Commissione).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Trasferimento di una proposta di legge dalla sede referente alla sede legisla­tiva.

PRESIDENTE. Ricordo di aver comunica­to nella seduta di ieri che, a norma del comma 6 dell'articolo 9 2 del regolamento, la V I I Commissione permanente (Cultura) ha deliberato di chiedere il trasferimento in sede legislativa della seguente proposta di legge, ad essa attualmente assegnata in sede referente:

NADIA MASINI ed altri: «Norme per l'edili­zia scolastica» ( 7 1 4 ) .

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: Tremaglia ed altri; Berlinguer ed altri; Moioli Vigano

Atti Parlamentari — 1 4 0 2 4 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

ed altri; Andreatta ed altri: Modifiche agli articoli 48, 56 e 57 della Costituzio­ne per consentire l'esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani residenti al­l'estero (469-2840-2880-2888) (ore 9,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito delle proposte di legge costituziona­le: Tremaglia ed altri; Berlinguer ed altri; Moioli Vigano ed altri; Andreatta ed altri: Modifiche agli articoli 4 8 , 5 6 e 5 7 della Costituzione per consentire l'esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani residenti all'estero.

Ricordo che nella seduta del 2 7 luglio scorso è stato approvato l'articolo 1.

Passiamo pertanto all'esame dell'articolo 2 , nel testo unificato della Commissione, e del complesso degli emendamenti ad esso presentati (vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, chiedo al relatore di esprimere il parere della Commis­sione su tali emendamenti.

Constato l'assenza del relatore...

MARCO PEZZONI. Signor Presidente, ab­biamo appena concluso la riunione del Co­mitato dei nove!

PRESIDENTE. Sì, onorevole Pezzoni, ma la seduta dell'Assemblea era convocata per le 9 , 3 0 !

Poiché non è presente neppure il presiden­te della Commissione, credo si debba passa­re al successivo punto all'ordine del giorno.

GIACOMO GARRA. Signor Presidente, il relatore sta arrivando!

PRESIDENTE. Poiché il relatore è giunto in aula, possiamo procedere.

Chiedo dunque al relatore, onorevole Na-nia, di esprimere il parere della Commis­sione sugli emendamenti presentati all'ar­ticolo 2 .

DOMENICO NANIA, Relatore. La Commis­sione esprime parere contrario sugli emen­damenti Calderisi 2 . 1 e Dosi 2 . 2 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Usiglio 2 . 3 .

PRESIDENTE. Il Governo?

GIOVANNI MOTZO, Ministro per le riforme istituzionali. Anche il Governo esprime pa­rere contrario sugli emendamenti Calderisi 2 . 1 e Dosi 2 . 2 e parere favorevole sull'emen­damento Usiglio 2 . 3 .

TULLIO GRIMALDI. Chiedo di parlare sul­le modalità della votazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO GRIMALDI. Signor Presidente, a nome del gruppo di rifondazione comunista-progressisti, chiedo la votazione nominale sugli articoli e sugli emendamenti.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Gri­maldi.

Avverto che, poiché le votazioni avranno luogo mediante procedimento elettronico, decorre da questo momento il termine di preavviso di venti minuti previsto dal com­ma 5 dell'articolo 4 9 del regolamento.

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Calderisi 2 . 1 .

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meo Zilio. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MEO ZIUO. Signor Presidente, non sono intervenuto sull'articolo 1 perché su di esso convergevano le opinioni favore­voli dei colleghi. Intervengo invece qui dal momento che sull'articolo 2 emergono no­tevoli perplessità che vorrei contribuire a dissipare.

Mi vorrei soffermare sull'aspetto meno giuridico e più umano, sociale, socio-cultu­rale del problema affrontato dal provvedi­mento al nostro esame. Ho vissuto personal­mente l'esperienza dell'emigrazione in tutti gli aspetti psicologici, oltre che pratici ed umani che essa implica, quindi posso essere buon testimone di cosa significhi essere «tra­piantati» al di fuori della propria patria. Ho vissuto per lunghi anni nell'America latina e conosco il dramma di vivere fuori dalla propria terra d'origine: la lacerazione degli affetti, l'ansia di illusioni, il naufragio di tante speranze.

Mi rendo conto della portata storica di

Atti Parlamentari — 1 4 0 2 5 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

questo provvedimento e devo ricordare che i discendenti degli italiani nelle Ameri­che ed in altre parti del mondo hanno affrontato sacrifici inenarrabili, cui ha già fatto riferimento l'onorevole Tremaglia. Essi hanno acquistato nei nostri confronti un credito morale, e noi nei loro riguardi un debito, che non è solo politico, ma anche storico ed umano nel senso più ampio.

Essi hanno conservato nel cuore un acco­rato sentimento nei confronti dell'Italia ed hanno contribuito anche materialmente, con le loro rimesse, a sfamare l'Italia nel dopoguerra; essi, che sono proprio il frutto della nostra fame endemica! Questi nostri connazionali chiedono oggi di ritrovare la loro identità storica, di ricreare un cordone ombelicale con la loro patria e di fruire di questo diritto.

Come dicevo, è un debito morale ed uma­no che noi non possiamo ignorare. Nella precedente legislatura siamo stati sul punto di varare questa legge che in seconda lettura al Senato non ha raggiunto il quorum pre­visto. Oggi dobbiamo onorare il debito, co­me ha ricordato lo stesso Presidente della Repubblica nel suo recente viaggio in Sud America.

Nel corso dell'esame del provvedimento sono emerse delle perplessità sia rispetto all'articolo 2 che all'articolo 3 , che sono già state affrontate dai miei colleghi da un punto di vista tecnico. Personalmente penso che l'inserimento di alcuni deputati e senatori provenienti dall'estero non alteri gli equilibri interni del Parlamento come da alcune parti si sostiene. Ritengo inoltre che i due milioni e mezzo di italiani che già attualmente han­no diritto al voto abbiano sofferto oltre ogni limite l'epopea dell'emigrazione, della quale siamo tutti a conoscenza, e che possano anche insegnarci qualcosa. Loro, che hanno visto altre facce del mondo, ci possono insegnare ad aprire porte e finestre del Par­lamento a problemi nuovi, richiamandoci a quei valori che essi hanno ereditato dai nonni e dai bisnonni, quali l'onestà, la labo­riosità, la serietà, la solidarietà e la lealtà verso le istituzioni che, purtroppo, nel no­stro paese il sistema tangentocratico ha in gran parte tradito e dal quale essi, per primi, si sentono feriti ed umiliati, dal momento

che credevano di essere i rappresentanti all'estero di una civiltà esemplare.

Al di sopra delle parti, noi, per quanto riguarda sia l'articolo 2 sia l'articolo 3 , non dobbiamo dimenticare che dovremo fare una scelta politica — come è stato già sot­tolineato —, sia pure con le dovute cautele, ricorrendo ad opportune procedure di ga­ranzia che dovranno essere fissate dalla leg­ge ordinaria (alla quale è stato fatto riferi­mento anche dall'onorevole Ronchi del gruppo della lega nord). In tal modo, con il concorso dei nostri fratelli all'estero, avre­mo la possibilità di restituire all'Italia un'im­magine planetaria di pulizia, di efficienza e di credibilità agli occhi del mondo!

Signor Presidente, per le motivazioni che ho portato (di carattere non solo politico, ma anche umano ed esistenziale), pur ren­dendomi conto delle preoccupazioni legitti­me espresse da vari gruppi politici (lega compresa), tenendo conto che il mio gruppo nella precedente legislatura aveva dato un voto favorevole sul provvedimento (allora io stesso svolsi un'intervento ad hoc) prean­nuncio sin d'ora il mio voto favorevole sul­l'articolo 2 come sul 3 che segue e contrario all'emendamento Calderisi 2 . 1 .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garra. Ne ha facoltà.

GIACOMO GARRA. Signor Presidente, col­leghi, vorrei avanzare talune perplessità sul­l 'emendamento Usiglio 2 . 3 , sul quale la Commissione e il Governo hanno espresso il proprio parere favorevole. In tale emenda­mento si propone la riduzione dei seggi per la Camera dei deputati da venti a dodici e da dieci a sei di quelli relativi al Senato della Repubblica.

È probabile che una diversa impostazione della materia avrebbe non solo contribuito a fare chiarezza, ma ci avrebbe anche indotti ad esprimere una valutazione favorevole senza riserve le quali, invece, permangono. Mi riferisco al fatto che, per venti o per dieci seggi, per dodici o per sei seggi, lo scompa­ginamento dei 4 7 5 collegi uninominali sa­rebbe risultato comunque inevitabile, che si fosse partiti dal dato di venti o di dodici seggi

Atti Parlamentari — 14026 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

per la Camera. I deputati del gruppo di forza Italia avrebbero probabilmente espresso mi­nori perplessità se fosse stata prevista una disposizione — non contenuta nell'emenda­mento — che avesse attribuito alla quota proporzionale tali seggi. Ribadisco che, a prescindere dal numero di seggi che si vuole prevedere, si produrrà comunque uno scompaginamento dei 475 collegi della Ca­mera e di quelli del Senato della Repubblica, perché non si è fin d'ora previsto di scom­putare tali seggi da quelli della quota pro­porzionale. Tutto ciò — lo ripeto — rappre­senta per i deputati del gruppo di forza Italia un motivo di perplessità, che li spinge ad esprimere riserve sugli emendamenti pre­sentati.

DOMENICO NANIA, Relatore. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO NANIA, Relatore. Presidente, come tutti sappiamo il provvedimento al nostro esame riveste una particolare impor­tanza per i lavori del Parlamento. Questa mattina, in sede di Comitato dei nove è stato esaminato un emendamento che, ad avviso del relatore, propone una drastica riduzione della rappresentanza. Se la Presidenza lo consente, ed i colleghi sono d'accordo, chie­derei quindi di sospendere la seduta per un quarto d'ora per consentire al Comitato dei nove, di riunirsi ed approfondire l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 2. Vorrei in sostanza verificare, nella mia qua­lità di relatore, se sia percorribile una solu­zione intermedia, che trovi l'accordo più ampio dei gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Considerata la delicatezza della materia, ritengo che la proposta del relatore possa essere accolta. Sospendo per­tanto la seduta.

La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,5.

PRESIDENTE. Onorevole Nania, intende

dar conti dell'esito della riunione del Co­mitato dei nove?

DOMENICO NANIA, Relatore. Signor Presi­dente, onorevoli colleghi, purtroppo nel Co­mitato dei nove non si è riusciti a raggiun­gere un'intesa; non resta, pertanto, che procedere nei nostri lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sull'emendamento Calderisi 2.1 l'onorevole Tremaglia. Ne ha facoltà.

MIRKO TREMAGLIA. In merito alla pro­posta di riduzione del numero di venti depu­tati riservati agli italiani all'estero (l'articolo 3 prevede, invece, la riserva di deci senato­ri), debbo rilevare — ciascuno deve assu­mersi in modo definitivo le proprie respon­sabilità — che tale cifra è contemplata nella mia proposta di legge così come in quelle di cui sono primi firmatari gli onorevoli Berlin­guer, Andreatta e Moioli Vigano...!

I presentatori degli emendamenti tendenti ad una riduzione del numero dei deputati — mi rivolgo in particolare al PDS —, debbono indicarci in base a quale ratio improvvisa­mente, all'ultimo minuto, come è già capi­tato nel passato, si penalizzino gli italiani all'estero. Abbiamo stabilito una quota fissa, che non può essere alterata per eventuali cambiamenti dell'anagrafe.

Cari colleghi, consentitemi ancora una volta di rilevare che la riserva di venti depu­tati non è un'operazione di parte, ma che occorre tener conto del principio della rap­presentatività. Al primo collegio, di cui fan­no parte, tra gli altri, Svizzera ed Austria, sono assegnati due deputati; al collegio 2, in cui sono ricomprese anche Francia e Spa­gna, spettano tre deputati; al collegio 3, di cui fanno parte Lussemburgo, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio e Gran Bretagna, sono assegnati due deputati; a quello in cui è ricompresa la Germania spettano quattro deputati. Ai restanti paesi europei sono as­segnati quattro deputati, al collegio in cui rientrano Stati Uniti e Canada due deputati, a quello di cui fanno parte paesi dell'Ameri­ca del sud, come Venezuela, Colombia, Pe-

Atti Parlamentari — 1 4 0 2 7 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

rù, Cile, Bolivia, Brasile, due deputati, a quello relativo all'Argentina tre deputati e ad Australia e Sud Africa due deputati.

Tenuto conto di tutto ciò, è diffìcile accet­tare la proposta di ridurre da venti a dodici il numero dei deputati. Ripeto che anche nelle proposte di legge di cui sono firmatari gli onorevoli Berlinguer ed Andreatta è fis­sato il numero di venti deputati; si deve dire, allora, perché improvvisamente, all'ultimo minuto — come al solito, lo ribadisco — si compia un'operazione del genere. Non sa­crifichiamo, addirittura annulliamo il prin­cipio di rappresentatività. Pensiamo alle conseguenze che si avrebbero ad esempio nel collegio di cui fanno parte Brasile, Vene­zuela, Ecuador, Perù e Cile, al quale spetta­no due deputati, se gliene viene assegnato solo uno. Lo stesso vale per il collegio rela­tivo a Gran Bretagna, Paesi Bassi, Belgio: quando da due deputati si passa ad uno è evidente che viene meno il principio ricor­dato, che è di grande importanza.

Tenete conto che non solo la mia proposta di legge ed anche quella di cui è firmatario l'onorevole Berlinguer fissano la cifra di venti deputati, ma che questa è la precisa impostazione di fondo del consiglio generale degli italiani all'estero.

Ritengo, quindi, che si debba ragionare in altri termini, respingendo gli emendamenti volti a modificare il comma 1 dell'articolo 2 . Come ho già avuto modo di dire, in assenza di una proposta intermedia sulla quale tro­vare un accordo, dobbiamo mantenere l'at­tuale formulazione del testo. In questi giorni abbiamo lavorato intensamente accettando anche la proposta del PDS di rinviare l'esa­me del provvedimento per cercare di risol­vere altri problemi. Abbiamo anche tentato di venire incontro alle preoccupazioni di Stati esteri, stabilendo che i candidati do­vranno avere solo la cittadinanza italiana e non la doppia cittadinanza. Allora, facciamo in modo tutti insieme di evitare che ancora una volta si produca un'ennesima discrimi­nazione nei confronti degli italiani all'estero.

Vi prego, dunque, giacché non vi è alcuna motivazione, alcuna ratio nella diminuzione del numero di deputati da eleggere, di man­tenere l'attuale testo dell'articolo 2 , così come era previsto anche nelle proposte di

legge Tremaglia ed altri, Berlinguer ed altri, Andreatta ed altri, Moioli Vigano ed altri, affinché vengano rispettati, una volta per sempre, gli impegni presi e le responsabilità assunte senza cambiare gioco, come spesso accade, all'ultimo minuto. Vi prego, dun­que, di respingere tali emendamenti, poiché ritengo che l'esigenza da me prospettata sia veramente fondata e giusta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzoni. Ne ha facoltà.

MARCO PEZZONI. Presidente, anch'io an­nuncio il voto contrario sugli emendamenti Calderisi 2 . 1 e Dosi 2 . 2 e rivolgo un appello all'Assemblea affinché esprima un voto fa­vorevole sull'emendamento Usiglio 2 . 3 , il quale propone la riduzione da 2 0 a 1 2 del numero dei deputati (con un successivo emendamento si propone analoga diminu­zione da 1 0 a 6 del numero di senatori) da eleggere. È vero, come afferma l'onorevole Tremaglia, che noi progressisti abbiamo pre­sentato una proposta di legge costituzionale, primo firmatario l'onorevole Berlinguer, che indica rispettivamente in 2 0 e 1 0 il numero di deputati e di senatori da eleggere. È tuttavia anche vero che purtroppo solo in questi ultimi giorni è emersa, dal dibattito e dal confronto tra le forze politiche presenti in aula e nel paese, una critica, una diffiden­za verso una certa definizione della norma. Pertanto il problema politico oggi — e in tal senso rivolgo un appello anche al collega Tremaglia — è quello di capire se si vuole realmente portare a compimento questa leg­ge di riforma costituzionale che — come è noto — dovrà superare una doppia lettura e che richiederà una legge ordinaria di attua­zione. Per ottenere tutto ciò, occorre un consenso ampio che dobbiamo contribuire a determinare; non dobbiamo solo salvarci la coscienza lasciando però che, per le diffi­coltà che sorgeranno nel passaggio del prov­vedimento da un ramo all'altro del Parla­mento, a distanza di due anni questa legge costituzionale venga boicottata e non possa essere approvata.

Ritengo che la proposta di mediazione che ho indicato ( 1 2 deputati e 6 senatori) non

Atti Parlamentari — 14028 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

debba essere «svenduta» come un'ipotesi minimale, poiché appartiene ancora alla fa­scia alta, quella dei numeri significativi: 12 deputati e 6 senatori, sono numeri che pe­sano. Siamo l'unico paese al mondo, dopo il Portogallo, a riconoscere una specifica rappresentatività di tale portata alla nostra emigrazione; e il Portogallo ha previsto solo due rappresentanti in Europa e due al di fuori del nostro continente. Noi, invece, come ho già detto, ne riconosceremmo 12 per la Camera e 6 per il Senato. Certo, ha ragione il collega Tremaglia: questa è la soglia minima; non vi è dubbio in proposito. Tuttavia sono numeri che pesano. Pensate al riflesso che ciò avrà sull'opinione pubblica interna e ancor più sull'opinione pubblica internazionale che riconoscerà che l'Italia dà un peso politico alla propria emigrazione all'estero se è vero che 12 deputati e 6 senatori saranno eletti — come è stato detto — in proporzione all'entità dell'emigrazione stessa (metà della quale è in Europa, nell'U­nione europea). Ed allora, perché non segui­re con la legge ordinaria l'esempio del Por­togallo, riconoscendo cioè che sei deputati e tre senatori saranno eletti nell'ambito del­l'Unione europea, mentre altrettanti depu­tati e senatori saranno espressione del resto dell'emigrazione che si concentra soprattut­to nell'America del nord ed in quella del sud?

Credo allora che il numero di dodici de­putati e di sei senatori sia ancora accettabile e non dobbiamo «svendere» questa ipotesi. Si tratta di un numero significativo, che comunque agli occhi dell'opinione pubblica internazionale sta a significare che vogliamo riconoscere davvero un peso politico alla nostra emigrazione.

Penso sia importante che chi in quest'aula è titubante e nutre ancora obiezioni ed incertezze sul prosieguo dell'iter della legge di riforma costituzionale e di quella ordina­ria, oggi, con l'accoglimento del numero di dodici deputati e di sei senatori riconosca che la legge costituzionale — che sarà poi seguita da quella ordinaria — questa volta è alla nostra portata. È con questo spirito che accettiamo la mediazione proposta, sapendo certo che i progressisti preferirebbero l'im­postazione originaria, ossia venti deputati e

dieci senatori. Se però questa mediazione è il prezzo da pagare per dare più forza al progetto, per allargare il consenso, ritenia­mo talmente importante portare a compi­mento l'iter della legge di riforma costituzio­nale e non trovare ostacoli al Senato, che facciamo un appello perché questa media­zione, che riteniamo accettabile, sia accolta.

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di pren­dere posto perché tra qualche attimo avran­no luogo votazioni.

ELIO VITO. Chiedo di parlare per dichia­razione di voto.

PRESIDENTE. In via eccezionale, ai sensi dell'articolo 45 del regolamento, ne ha fa­coltà.

Elio VITO. Colleghi, vi invitiamo a votare a favore dell'emendamento Calderisi 2.1, soppressivo dell'articolo 2, così come, del resto, successivamente vi inviteremo ad ac­cogliere l 'emendamento con il quale si sop­prime l'articolo 3 del provvedimento in e-same.

Nonostante l'impegno e la buona volontà del gruppo di alleanza nazionale e dell'ono­revole Tremaglia, in quest'aula si sta appro­vando con una certa fretta un provvedimen­to importante che modifica alcuni articoli della nostra Costituzione senza che, a volte, si abbia la piena consapevolezza delle misu­re che si stanno introducendo nel nostro ordinamento e di quali siano le modifiche che stiamo per approvare.

Si afferma che stiamo parlando del voto degli italiani all'estero: ebbene, colleghi, non è assolutamente vero. La proposta di legge costituzionale al nostro esame non riguarda il diritto di voto degli italiani all'estero, diritto già garantito dalle leggi attuali e già assicurato ai nostri concittadini che risiedo­no all'estero. Non si tratta quindi, lo ripeto, di un progetto di legge costituzionale sul voto degli italiani all'estero, né sull'elettora­to passivo dei cittadini italiani all'estero. Già oggi, infatti, questi nostri concittadini pos­sono essere eletti deputati e senatori candi­dandosi nel rispetto delle stesse regole e

Atti Parlamentari — 14029 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

degli stessi limiti cui sono soggetti tutti gli altri cittadini che risiedono sul territorio nazionale.

Comunque, per rafforzare questi principi, l'articolo 1 del provvedimento, che abbiamo già approvato, prevede che sia reso effettivo e concreto l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani che risiedono all'estero.

Gli articoli 2 e 3 della proposta di legge costituzionale, quelli centrali, che proponia­mo di sopprimere, introducono invece un diverso concetto, del tutto nuovo nelle costi­tuzioni dei paesi occidentali, anche rispetto alle tradizioni classiche della democrazia repubblicana, quello cioè per il quale si ha diritto ad una rappresentanza parlamentare, assicurata dalla Costituzione, in base al fatto che si risiede al di fuori del territorio dello Stato dove si svolgono le consultazioni.

L'articolo 2 prevede che venti dei 630 deputati — secondo la Commissione potreb­bero diventare dodici — che compongono attualmente la Camera debbano necessaria­mente essere eletti, per disposizione costitu­zionale, fra i cittadini italiani residenti all'e­stero, nell'ambito di una circoscrizione appositamente istituita per l'estero.

A parte le conseguenze che la creazione di una nuova circoscrizione avrà sulle vicen­de politiche italiane (occorrerebbe, tra l'al­tro, approvare una nuova legge elettorale apposita per questa circoscrizione) scoprire­te che il collegio elettorale nel quale ognuno di noi è stato eletto alle ultime consultazioni non esiste più, perché occorrerà rivedere tutti i 475 collegi uninominali — e ci vorran­no molti mesi! — per recuperare i 12 o i 20 seggi da assicurare ai cittadini italiani eletti dai residenti all'estero.

Ma qui si pone anche un problema di eguaglianza dei cittadini residenti all'estero rispetto sigli elettori italiani che godono del diritto di elettorato passivo e che risiedono in Italia. A quali condizioni si svolgerà la campagna elettorale nell'apposita circoscri­zione istituita per l'estero? Sappiamo già che alcuni paesi, di consolidata democrazia, hanno detto che faranno molte resistenze ad accettare che da loro si svolga una campa­gna elettorale per eleggere deputati e sena­tori di un altro paese, nel caso specifico secondo le regole che vigono in Italia. Pen­

sate ad applicare la par condicio in Australia o in Argentina! Pensate a chiedere alle tele­visioni pubbliche di quei paesi di assicurare la par condicio per la nostra competizione elettorale!

Il rischio è che si lede un principio fonda­mentale della democrazia repubblicana: quello per il quale si ha diritto alla rappre­sentanza perché si pagano le tasse di quel paese. I nostri benemeriti concittadini che risiedono all'estero non pagano le tasse; le pagano semmai ai paesi nei quali sono resi­denti. Eppure noi dobbiamo assicurare loro una quota protetta di seggi in Parlamento!

PRESIDENTE. Onorevole Vito, la prego di concludere.

Elio VITO. Colleghi, vi invito ad un attimo di riflessione prima di approvare in fretta questa legge, magari sperando che poi venga fermata al Senato! E un attimo di riflessione può essere rappresentato ...

PRESIDENTE. Onorevole Vito, deve con­cludere!

Elio VITO. ...dal voto favorevole sul no­stro emendamento Calderisi 2.1 che soppri­me l'articolo 2 della proposta di legge costi­tuzionale. Rimarrebbe così l'articolo 1 a garantire l'effettivo esercizio del diritto di voto per gli italiani che risiedono all'estero.

Aboliamo — lo ripeto — la norma assurda ed incostituzionale, contenuta nell'articolo 2, delle quote di rappresentanza delle riserve protette che offendono e non tutelano ...

PRESIDENTE. Onorevole Vito, lei ha concluso!

Elio VITO. ... i nostri cittadini residenti all'estero! (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

ROSANNA MORONI. Sarò brevissima, si­gnor Presidente! Poiché la discussione in corso sul numero dei parlamentari da asse-

Atti Parlamentari. — 14030 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

gnare agli elettori all'estero ci sembra un'a­sta inaccettabile, noi non ci presteremo a questo tipo di confronto! Preferiamo stende­re un velo pietoso e astenerci dalla votazione degli emendamenti Dosi 2.2 e Usiglio 2.3, così come faremo sui successivi emenda­menti Dosi 3.2 e Usiglio 3.3. Voteremo invece, lo dico fin d'ora, gli endamenti sop­pressivi Calderisi 2.1 e 3.1, gli unici ad avere una loro logica coerente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Calderisi 2.1, non accettato dalla Com­missione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 378 Votanti 360 Astenuti 18 Maggioranza 181

Hanno votato sì 37 Hanno votato no 323

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamen­to Dosi 2.2, non accettato dalla Commissio­ne né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 379 Votanti 335 Astenuti 44 Maggioranza 168

Hanno votato sì 52 Hanno votato no 283

(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Usiglio 2.3.

CARLO USIGLIO. Ritiro la mia firma da questo emendamento, Presidente!

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Usi­glio.

Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Ayala 2.3.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 382 Votanti 352 Astenuti 30 Maggioranza 177

Hanno votato sì 182 Hanno votato no 170

(La Camera approva).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo modificato dall'emendamento ap­provato.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 384 Votanti 366 Astenuti 18 Maggioranza 184

Hanno votato sì 191 Hanno votato no 175

(La Camera approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 3, nel te­sto unificato della Commissione, e del com­plesso degli emendamenti ad esso presentati (vedi Vallegato A).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Meo Zilio. Ne ha facoltà.

Atti Parlamentari — 14031 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

GIOVANNI MEO ZIUO. Signor Presidente, voglio aggiungere alcune considerazioni a quelle che ho già svolto in precedenza.

Chi vi parla, colleghi, è un vecchio emi­grante che ha provato personalmente quello che molte centinaia di migliaia di emigranti hanno vissuto attraverso varie generazioni. Chi vi parla è quella persona che l'onorevole Maselli, nel suo intervento, ha citato, senza farne il nome, come testimone della situa­zione di quanti, nell'immediato dopoguerra, hanno viaggiato verso le Americhe accalcati nella stiva di una vecchia Liberty, residuato di guerra, dormendo in letti a castello fatti di tre, quattro o cinque cuccette disposte in verticale, con un caldo incredibile ed in condizioni infernali di promiscuità. Chi vi parla ha girato in lungo e in largo le Ameri­che per molti anni...

PRESIDENTE. Onorevole Baldi, lasci par­lare il suo collega!

GIOVANNI MEO ZIUO... dal Messico fino alla Patagonia argentina, anche per ragioni di studio e di ricerca legate alla sua profes­sione. Come tanti altri emigranti non insen­sibili, chi vi parla ha vissuto personalmente il pathos del trapianto, la mortificazione degli affetti, l'ansia di tante illusioni ed il naufragio di tante speranze.

Chi vi parla, dunque, non ignora la porta­ta storica e psicologica del fenomeno migra­torio, così come il dolore, la fatica e il coraggio che lo hanno accompagnato, poi­ché, come la gran parte dei nostri emigranti, ha cominciato dalla gavetta — come si suol dire — svolgendo anche lavori manuali per la sopravvivenza.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Onorevole Veltroni, onorevole La Sapona-

ra: vi prego di prendere posto. Onorevole Mussi, per favore prenda po­

sto! Onorevole Tremaglia, si sta parlando di

una legge cui tiene in modo particolare: la invito a prendere posto!

Prosegua pure, onorevole Meo Zilio.

GIOVANNI MEO ZIUO. Ma la mia storia personale è poca cosa rispetto alla storia

generazionale delle nostre comunità che hanno vissuto, soprattutto nell'immenso Brasile, un'epopea inenarrabile di lotte, sa­crifici disumani, in condizioni di vita infrau-mane (soprattutto le prime generazioni). Epopea trasmessa oralmente (perché nella maggior parte dei casi si trattava di gente che non sapeva leggere né scrivere) di padre in figlio, anzi di madre in figlia perché le donne, come sempre, anche in questo caso sono state le depositarie delle tradizioni più vitali ed essenziali. Le prime generazioni affrontarono sacrifici inenarrabili, abbando­nate nelle foreste del Brasile (Rio Grande do sul, Santa Catarina, Paranà, Espirito Santo) senza considerare le sconfinate pampas ar­gentine o gli aridi altipiani del Messico; senza Lari e senza Penati — consentitemi questa classica allusione —, cioè senza casa e senza famiglia, abbandonati in mezzo alla foresta con il solo machete per aprirsi il passo nella selva infida, circondati da indios bellicosi, da serpenti velenosi, assaliti da malattie e terrori di ogni genere. Persino la lingua, la parola, è stata tolta a questa gente durante l'ultima guerra del Brasile; senza parola non c'è identità, non c'è comunità né comunicazione, quindi non c'è vita che pos­sa dirsi umana. Ma essi hanno resistito e tenuto duro a denti stretti con dignità e coraggio malgrado le umilianti e brucianti condizioni di inferiorità in cui vivevano.

Nel sud del Brasile, ma anche in Argenti­na, veneti, lombardi e friulani, i cosiddetti polentoni (si ricordi che polenta da quelle parti vuol dire forza), assieme ai solidi pie­montesi ed agli industriosi e parsimoniosi genovesi, così come nell'America del nord tanta nostra gente meridionale parca e labo­riosa che ha fatto onore all'Italia; tutti han­no fornito nei loro limiti, con le luci e le ombre naturali in tutte le cose umane, un contributo di progresso, anche economico e culturale ai paesi che li hanno accolti. Han­no conservato nel cuore fin dall'ultimo quar­to del secolo scorso (remigrazione di massa risale infatti al 1875, e sono quindi passate cinque generazioni) il sogno ed il mito della madre patria, della madre-matrigna che li ha abbandonati per più di un secolo. Loro hanno invece continuato a ricordarla ed a sognarla nei filò interminabili delle stalle

Atti Parlamentari — 14032 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

contadine, nell'accorata e discreta intimità familiare, nelle commosse riunioni comuni­tarie e nelle umili preghiere quotidiane. Giorno per giorno hanno conservato, incre­dibilmente, la loro lingua, gli usi, i costumi, i riti, le feste, i balli, i giochi: li ho visti io giocare a tressette, a bocce, a morra, alla cuccagna. Questi giochi erano conditi dalle nostre espressioni paesane, ormai non più blasfeme, perché eufemistizzate, come le interiezioni venete «ostrega», «ostregheta», «sacramegna» o «sacranòn», accompagnate da «un goto de vin» (un bicchiere di vino). Soprattutto, ho sentito i canti comunitari di cento anni fa, che noi in gran parte abbiamo perduto, che li hanno aiutati a vivere, a sopravvivere; li ho ascoltati col cuore gonfio, quei canti, nei paesi più sperduti dell'interno dell'Argentina, del Messico e, soprattutto, del Brasile.

L'onorevole Tremaglia citava addirittura nomi di nostri paesi in loco e anch'io posso testimoniarli per personale esperienza, Nova Venecia, Nova Padua, Nova Treviso, Nova Bellino, Nova Trento, Nova Brescia, Nova Milano, Nova Bergamo e così via. Nelle piazze di questi paesi troviamo, come mo­numento, la carretta o la carriola dei nostri emigranti, la «caliera» — ossia il pentolone della polenta —, la gondola veneziana; in esse sventola ancora qua e là la bandiera di San Marco e della repubblica Serenissima millenaria di Venezia.

Essi sono partiti con il sacco sulle spalle (con la valigia di legno in un secondo tempo e di cartone in un terzo) fin dal secolo scorso ed hanno alleviato la nostra pressione demo­grafica, hanno reso un servizio storico all'I­talia, ci hanno sollevati dalla fame — come dicevo nel mio precedente intervento —, soprattutto dopo la seconda guerra mondia-

< le. Poi hanno aiutato l'Italia con le loro rimesse, come è stato già ricordato da vari oratori, ed oggi continuano a farlo acqui­stando in primis prodotti italiani e quindi potenziando il commercio e l'economia del nostro paese. Ha ricordato qui l'onorevole Tremaglia che si valuta in circa 90 mila miliardi l'indotto proveniente dalla collabo­razione economica dei nostri emigrati.

Oggi essi si industriano in ogni modo per ritrovare le loro origini e la loro identità

storica, per ricostituire quel cordone ombe­licale che è stato tranciato per più di cento anni. Molti di essi si sentono ancora italiani ed a costoro e comunque a quei 2 milioni 500 mila che sono iscritti nelle liste dei cittadini italiani presso TAIRE del nostro Ministero degli esteri, va assicurato il diritto-dovere del voto all'estero, garantito, sia pure in maniera ancora imperfetta, dalla nostra Costituzione. Essi chiedono di fruire effetti­vamente, non solo virtualmente, come av­viene oggi, del diritto di partecipare dall'in­terno al farsi, in questo Parlamento, della nostra storia, di cui essi si sentono ancora parte viva.

Ho già dichiarato nel precedente interven­to che comprendo le perplessità che sono state manifestate. Alcune di esse, di natura più dottrinaria, sono state già chiarite dot­tamente — da par suo — dall'onorevole Elia. Altre, di tipo più procedurale e forma­le, sono state espresse dall'onorevole Ron­chi. Altre ancora sono pratiche ed empiri­che, più sottintese, e si riferiscono al timore di turbamento degli equilibri politici del Parlamento. Ebbene, non credo che venti deputati e dieci senatori, all'interno rispetti­vamente di 630 deputati e 315 senatori, possano costituire un grande pericolo di inquinamento, possano alterare come ho già detto, gli equilibri interni. Comunque, si deve ragionevolmente supporre che i rap­presentanti degli italiani all'estero, quando saranno eletti, si distribuiranno in qualche modo fra i vari gruppi politici del Parlamen­to. Si è ipotizzato, ad esempio, che fra i rappresentanti che proverranno dagli Stati Uniti possa emergere una qualche inclina­zione per il patrimonio storico-ideologico a cui si ispira alleanza nazionale, e che in quelli eletti dagli italiani residenti in Europa possa emergere un'inclinazione preferenzia­le verso i raggruppamenti di ispirazione cristiana o del PDS, così come per l'America latina e l'Australia, dove obiettivamente pre­valgono gli emigranti del nord, si è ipotizzata un'inclinazione virtuale verso la lega nord.

Ma lasciamo stare le ipotesi e andiamo al problema di fondo. Il problema di fondo storico, umano e politico è costituito dal fatto che, questa gente è sangue del nostro sangue, gente che ha sofferto moralmente e

Atti Parlamentari — 1 4 0 3 3 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

materialmente l'emarginazione in cui è stata tenuta per più di un secolo. Già ho detto nel mio precedente intervento che abbiamo an­che qualcosa da imparare, quei valori a cui mi riferivo, che sono stati in gran parte traditi e comunque dimenticati negli ultimi anni nella nostra Repubblica.

Al di sopra delle parti, signor Presidente, non possiamo dimenticare che qui si tratta di fare una scelta politica, come hanno già sottolineato, valutando il prò e il contro, oratori che mi hanno preceduto. E lo ha ribadito l'onorevole Elia (cito testualmente le sue parole): «In vista del valore costituzio­nale dell'effettivo esercizio del diritto di voto connesso con la cittadinanza».

L'Italia, oggi, ha bisogno — ripeto — di onorare sul piano morale, storico e politico il suo debito, anche nel proprio interesse materiale ed economico oltre che culturale e civile. Mi rendo conto delle perplessità non del tutto infondate, anzi delle legittime preoccupazioni che ancora serpeggiano an­che all'interno .del mio gruppo, che per bocca dell'onorevole Ronchi ha auspicato (uso le sue parole) una riflessione più arti­colata circa gli articoli 2 e 3 . Tutto ciò tenendo conto altresì che la stessa lega aveva votato a favore di questa legge nella prima tornata della precedente legislatura, come ho prima ricordato. Ma pur rendendomi conto delle perplessità ancora esistenti, per tutti i motivi politici, umani ed esistenziali cui ho fatto riferimento, signor Presidente, preannuncio comunque il mio voto favore­vole all'articolo (Applausi).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sul complesso degli emendamenti ad esso presentati, chiedo al relatore di esprimere sui medesimi il parere della Commissione.

DOMENICO NANIA, Relatore. La Commis­sione esprime parere contrario sugli emen­damenti Calderisi 3 .1 e Dosi 3 . 2 e parere favorevole sull'emendamento Usiglio 3 . 3 .

PRESIDENTE. Il Governo?

GIOVANNI MOTZO, Ministro per le riforme

istituzionali. H Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Calderisi 3 . 1 .

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Signor Presidente, colleghi, questo articolo 3 , che noi con l'emendamen­to Calderisi 3 . 1 proponiamo di sopprimere, risolve uno dei grandi problemi storici del dibattito politico internazionale: riesce a conciliare nientemeno che il mondialismo ed il regionalismo.

Come sappiamo, l'articolo 5 7 della nostra Costituzione prevede che il Senato della Repubblica sia eletto a base regionale. Que­sta parte dell'articolo 5 7 non è modificata dalla proposta di legge costituzionale che stiamo discutendo, la quale però modifica la parte successiva, prevedendo che dieci o — come sarà con l'approvazione dell'emenda­mento Usiglio 3 . 3 — sei senatori siano eletti dai cittadini residenti all'estero in un'appo­sita circoscrizione denominata «estero».

Se il Senato è eletto su base regionale, come si concilia la contraddizione esistente tra la base regionale e la circoscrizione «estero»?

MIRKO TREMAGLIA. Con la revisione co­stituzionale!

Elio VITO. Soccorre il secondo periodo della proposta di legge costituzionale, che recita: «A tali fini è istituita la circoscrizione per l'estero che è equiparata ad una regione italiana». Nella nostra Costituzione diciamo che il mondo è equiparato ad una regione italiana! Il mondo intero viene equiparato alla ventunesima regione italiana!

Naturalmente negli altri articoli della Co­stituzione nei quali si elencano le regioni non si fa alcun riferimento a questa ventunesima circoscrizione virtuale, il mondo intero. Chissà poi che i confini dell'onorevole Tre­maglia, dell'avventura nello spazio non ci portino, Presidente, ad istituire una venti-duesima circoscrizione equiparata per gli amici italiani residenti nello spazio...

Con l'articolo 3 , dunque, sanciamo che il

Atti Parlamentari — 14034 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

mondo è equiparato ad una regione italiana: e tutto per eleggere sei o otto senatori degli attuali 315 tra i cittadini italiani che risiedo­no all'estero.

Colleghi, noi proponiamo di abolire que­sto assurdo articolo 3 della proposta di legge che sicuramente è in contrasto aperto con una serie di norme della nostra Costituzione e con il buonsenso, prima ancora che con la logica e con la ragione politica. In questo momento pare che tutto ciò non conti: bisogna approvare la legge così come è, tanto poi — è già avvenuto nella scorsa legislatura — essa sarà fermata in qualche altra parte del suo iter (doppia lettura, man­canza di quorum).

Colleghi, noi riteniamo, invece, sia più serio e responsabile abolire subito l'articolo 3 ed evitare di infliggere alla nostra Costitu­zione una ferita così grave che ci esporrebbe anche al ridicolo di chi andrà a leggere l'articolo 57; una ferita così grave, quale quella di prevedere che il mondo intero è equiparato ad una regione italiana! (Applau­si).

MIRKO TREMAGUA. Bravo... !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigneri. Ne ha facoltà.

ADRIANA VIGNERI. Dichiaro il voto con­trario sull'emendamento Calderisi 3.1 e con­testualmente segnalo che, a seguito dell'ap­provazione dell'emendamento Ayala 2.3, si presenta la necessità di modificare il comma 2 dell'articolo 2. In pratica il primo comma è stato approvato con la sostituzione del numero 12 al numero 20, mentre nel secon­do comma, si fa riferimento comunque al numero 20.

Quindi, seicentodieci dovrebbe essere mo­dificato in seicentodiciotto. Mi auguro che tale modifica possa essere fatta in sede di coordinamento formale.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vigneri. Già il relatore ha segnalato questo problema, che affronteremo prima della vo­tazione finale del provvedimento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Usiglio. Ne ha facoltà.

CARLO USIGIIO. Signor Presidente, di­chiaro il mio voto contrario sugli emenda­menti presentati all'articolo 3. Inoltre ritiro la firma dall'emendamento Dosi 3.2 e dal mio emendamento 3.3.

PRESIDENTE Sta bene, onorevole Usi­glio.

Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Calderisi 3.1, non accettato dalla Com­missione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 385 Votanti 377 Astenuti 8 Maggioranza 189

Hanno votato sì 34 Hanno votato no 343

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamen­to Dosi 3.2, non accettato dalla Commissio­ne né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 364 Votanti 342 Astenuti 22 Maggioranza 172

Hanno votato sì 45 Hanno votato no 297

(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Ayala 3.3.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.

Atti Parlamentari — 14035 — Camera dei Deputati

XSL LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, abbiamo votato contro l 'emendamento Aya-la 2.3 che, una volta approvato, ha ridotto il numero dei deputati da eleggere dai nostri concittadini all'estero da venti a dodici. Non reputavamo il contenuto di quell'emenda­mento scandaloso, ma non lo abbiamo con­diviso: eravamo e rimaniamo ad esso con­trari non soltanto per restare coerenti con la proposta da noi presentata, che prevedeva venti deputati e dieci senatori, ma anche perché l'emendamento Ayala 2.3 approvato dall'Assemblea comprime la rappresentativi­tà del voto dei nostri concittadini all'estero.

Pertanto, in linea di principio, siamo con­trari anche all'emendamento Ayala 3.3, ma ci asterremo su questo perché abbiamo a cuore che la legge venga approvata e venga conferita ai nostri concittadini all'estero la possibilità di votare per contribuire all'ele­zione dei membri del Parlamento italiano. Se, respingendo l'emendamento Ayala 3.3 che riduce i seggi al Senato da dieci a sei, rimanesse una previsione di dodici seggi alla Camera e dieci al Senato, l'iter della legge si bloccherebbe perché ciò rappresentereb­be un'anomalia ed una distorsione rispetto al sistema complessivo. Siccome abbiamo a cuore che venga concesso il voto agli italiani all'estero, ci asterremo sull'emendamento Ayala 3.3, pur non condividendolo, per evi­tare che si blocchi l'iter di questa legge e per consentire una rapida approvazione della stessa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Ayala 3.3, accettato dalla Commissione e dal Governo,

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 376 Votanti 316 Astenuti 60 Maggioranza 159

Hanno votato sì 161 Hanno votato no 155

(La Camera approva).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di

voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

ROSANNA MORONI. Presidente, poiché non ho l'abitudine di parlare a braccio, ieri sera ho elaborato alcune considerazioni scritte. Ciò nonostante, mi pare di avere avuto una sorta di premonizione nel com­prendere ciò che sarebbe avvenuto oggi.

Ciò che mi induce ad intervenire è soprat­tutto la volontà di rispondere a numerose affermazioni gratuite dell'onorevole Trema-glia nella discussione svoltasi la settimana scorsa. L'idea, secondo la quale rifondazio­ne comunista-progressisti si accanirebbe contro i nostri emigrati, oltre ad essere destituita di ogni fondamento, sarebbe ridi­cola se non fosse volutamente agitata in forma ponderatamente strumentale per ri­marcare la bontà della tesi dei «nazional-alleati» rispetto a quella dei comunisti.

In tempi antichi la retorica era considera­ta una manifestazione di ricchezza intellet­tuale, forse perché i lenti ritmi di vita con­sentivano anche il passatempo di ascoltare esibizioni verbali forbite, ridondanti, ricche di parole ma spesso vuote di significati! Personalmente ho molto amato l'ermeti­smo; è forse una naturale inclinazione che mi fa prediligere discorsi chiari, semplici, concisi ed in grado di esprimere le idee in modo facilmente ed immediatamente com­prensibile. Anche per questo, i panegirici di alcuni colleghi — in particolare, appunto, dell'onorevole Tremaglia — sugli italiani al­l'estero, non mi commuovono perché per­cepisco molto bene quanto vi sia in esse di demagogico, di deliberatamente mirato a provocare reazioni emotive, ad interagire con i sentimenti degli emigrati anziché a ragionare con essi, con le loro teste. Si tratta di teste pensanti, onorevole Tremaglia!

Quello espresso da molti colleghi più che sentimento è sentimentalismo e dei più be­ceri, perché colpisce le aspettative reali di donne e uomini e sfrutta ansie vere di per­sone vere; di persone — lo ribadisco — che hanno cuore e cervello e, quindi, capacità di sentire ma anche di ragionare!

Mi dispiace essere dura, perché non è mia abitudine e perché, in fondo, al collega

Atti Parlamentari — 14036 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tremaglia devo riconoscere almeno coeren­za. Ciò che trovo però inaccettabile è l'abuso di un certo tipo di linguaggio, di una termi­nologia che mira a far scattare nei cittadini interessati alla proposta di legge costituzio­nale al nostro esame una pura reazione emotiva, una reazione che faccia riconosce­re in Tremaglia l'unico, vero, strenuo ed eroico difensore e sostenitore dei loro diritti. Come spiegare altrimenti il vero e proprio abuso di termini quali vergogna, inganno, accanimento, ipocrisia, insabbiamento, af­fossamento, tranello ed imbroglio?! Mi fer­mo, perché non vorrei citare l'intero dizio­nario dei sinonimi. Mi fermo dicendo all'onorevole Tremaglia che egli dovrebbe avere l'onestà di riconoscere che le nostre obiezioni alla legge non sono campate in aria, ma risultano da valutazioni oggettive ed obiettive; dovrebbe avere, inoltre, l'one­stà di riconoscere a noi comunisti di non aver scelto la facile strada (facile perché gradita e foriera di consensi) di dire «sì» ad un provvedimento che sappiamo bene non sarà concretizzabile (e già cominciamo a constatarlo!), non almeno nei modi e nelle forme che possono garantire l'esercizio del diritto di voto in modo eguale, libero, segre­to e personale, come è previsto dalla Costi­tuzione.

Mi spiace dirlo, collega Tremaglia, ma il suo è un atteggiamento da regista di teleno­velas. Tutti sanno quanto sia facile fare leva sui buoni sentimenti, sulla sensibilità, sulla emotività propria di ognuno di noi; e quanto sia ancora più facile utilizzare ripetutamente e pervicacemente come argomento i disagi, le sofferenze ed i bisogni reali dei destinatari di una legge per ottenere consenso! Questo modo di procedere non mi pare corretto! Io preferisco i documentari, nei quali la realtà è presentata per quella che è e non per quella che si vuole far apparire!

Mi si conceda un ulteriore rilievo. È sem­plice creare un avversario da demonizzare e da dare in pasto alla gente, come il vistoso contraltare del nostro buon agire, come responsabile dell'impossibilità di concretiz­zare le buone intenzioni di altri; ma noi non siamo — come egli ama dire — contro gli italiani all'estero, contro il diritto e contro la democrazia. Strana parola quest'ultima nel­

la bocca di chi affonda le proprie radici culturali nel fascismo (Commenti dei depu­tati del gruppo di alleanza nazionale).

Noi siamo contro l'ignoranza, contro chi alimenta illusioni ben sapendo che sono tali, contro lo strumentale sbandieramento di diritti, questi sì reali, veri e legittimi, e di soluzioni improprie!

Nella scorsa seduta ho dichiarato che non avevamo posizioni pregiudiziali su alcuna proposta, ma che volevamo discutere del merito e della reale fattibilità per non perde­re tempo, come è accaduto nella precedente legislatura con una sceneggiata indegna; in­degna non perché non siano legittimi ripen­samenti, previsti e resi possibili anche dal modificando articolo 138, ma perché molti conoscevano, fin dalla prima lettura, l'esito della seconda. Così come molti, ora, già sanno che cambieranno posizione.

Non voglio ripetere tutte le motivazioni del nostro «no» perché le ho già espresse, anche se sinteticamente, in precedenza; in­tendo solo sottolineare un fatto nuovo, che conferma appieno le nostre tesi sull'impos­sibilità di svolgere campagne elettorali nel territorio di altri Stati. Il ministro per l'im­migrazione australiano ha reso noto, con molta chiarezza ed altrettanta fermezza, la contrarietà del suo Governo all'istituzione di collegi elettorali in Australia — conosco già l'obiezione della virtualità, non mi ci soffer­mo perché la trovo inconsistente — e l'op­posizione a che si tengano campagne eletto­rali in altri Paesi. Il ministro australiano ha affermato, anche se Tremaglia non crede alle sue parole, che questa opinione è con­divisa da paesi come l'Argentina, il Brasile ed il Canada.

Non mi dilungo oltre, chiedo soltanto — e lo chiedo a tutti — se non sarebbe l'ora di perseguire, come noi sollecitiamo, la strada di un confronto approfondito con gli Stati ospitanti i nostri concittadini, premessa es­senziale, elemento di conoscenza determi­nante per ragionare su qualunque ipotesi.

PRESIDENTE. Onorevole Moroni, il tem­po a sua disposizione è terminato!

ROSANNA MORONI. Concludo, Presiden­te.

Atti Parlamentari — 1 4 0 3 7 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

Senza accordi con gli altri Stati non fare­mo niente. Fermiamoci, allora, riflettiamo seriamente! Facciamolo per il rispetto dovu­to ai cittadini coinvolti in questo problema e per evitare al Parlamento un'ulteriore perdi­ta di credibilità. Invito pertanto i colleghi a non votare l'articolo 3 , per impedire che si dia luogo, ancora una volta, ad una farsa inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista-progres­sisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Gentile collega che mi hai preceduto, ti auguro soltanto, quan­do avrai cessato il mandato parlamentare, di andare a lavorare un paio di anni all'estero — personalmente ho cominciato a diciasset­te anni, facendo il cameriere —; forse tor­nando da quel viaggio, o da quel soggiorno, avrai cambiato idea! (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).

Dichiaro comunque il voto favorevole dei deputati del gruppo di alleanza nazionale sull'articolo 3 .

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'articolo 3 , nel testo modificato dall'emendamento ap­provato.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 3 5 6 Votanti 3 4 7 Astenuti 9 Maggioranza 1 7 4

Hanno votato sì 1 6 1 Hanno votato no 1 8 6

(La Camera respinge — Applausi).

GIOVANNI MEO ZILIO. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MEO ZILIO. Signor Presidente, per un inconveniente tecnico, dovuto a que­sto «meccanismo infernale», ho espresso voto contrario sull'articolo 3 , pur avendo dichiarato voto favorevole. Vorrei che rima­nesse agli atti che intendevo votare a favore di tale articolo.

PRESIDENTE. Prendo atto della sua pre­cisazione, onorevole Meo Zilio.

Avverto che sono stati presentati gli ordini del giorno Calderisi ed altri n. 9 / 4 6 9 - 2 8 4 0 -2 8 8 0 - 2 8 8 8 / 1 e Vito ed altri n. 9 / 4 6 9 / 2 8 4 8 -2 8 8 0 - 2 8 8 8 / 2 (vedi Vallegato A).

Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

GIOVANNI MOTZO, Ministro per le riforme istituzionali. Il Governo li accoglie en­trambi.

DOMENICO NANIA, Relatore. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO NANIA, Relatore. Signor Presi­dente, lei comprenderà che vi è ora un grosso «intoppo» in ordine al provvedimento al nostro esame. Infatti, essendo stato re­spinto l'articolo 3 , sostanzialmente si confi­gura una rappresentanza monca, dal mo­mento che essa esisterebbe alla Camera ma non al Senato. Non si è voluta accettare una proposta di mediazione prima, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti!

Chiedo pertanto che si sospenda l'esame del provvedimento per verificare se sia pos­sibile trovare una via per rimediare alle decisioni assunte.

PRESIDENTE. Comprendo il senso della sua proposta, onorevole Nania. A questo punto si potrebbero ipotizzare due soluzio­ni: o la Commissione presenta un ulteriore emendamento, oppure richiede il rinvio del provvedimento alla Commissione stessa.

Ad ogni modo, su questo richiamo per l'ordine dei lavori, ai sensi del combinato disposto degli articoli 4 1 , comma 1, e 4 5 del

Atti Parlamentari — 14038 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

regolamento, darò la parola, ove ne facciano richiesta, ad un oratore per ciascun gruppo.

Elio VITO. Siamo agli ordini del giorno!

PRESIDENTE. Onorevole Vito, non ha la parola!

ADRIANA VIGNERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADRIANA VIGNERI. Non mi sembra, Pre­sidente, che il Comitato dei nove possa trovare una soluzione per rimediare alla bocciatura dell'articolo 3, testé avvenuta. Mi sembra che quello che è accaduto sia irri­mediabile!

DOMENICO NANIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Elio VITO. Chiedo di parlare per un ri­chiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ho capito, onorevole Vito; aspetti, verrà il suo tempo! Lasci parlare prima il relatore!

DOMENICO NANIA, Relatore. Ha chiesto una breve sospensione dei lavori — si trat­terebbe di quindici minuti — al fine di trovare una soluzione.

PRESIDENTE. Onorevole Vito, ha facoltà di parlare per richiamo al regolamento.

Elio VITO. Presidente, naturalmente van­no bene tutte le sospensioni che la Commis­sione intenda richiedere, ma è evidente che la richiesta del relatore è riferita ad una fase precedente rispetto a quello dell'espressione da parte del Governo del parere sugli ordini del giorno presentati.

Con la votazione dell'articolo 3 si è esau­rita la votazione degli articoli e degli emen­damenti; la Commissione, quindi, non può presentare ulteriori emendamenti al testo della proposta di legge né, evidentemente, la Camera, avendo respinto la parte concer­

nente la rappresentanza al Senato, potrà tornare sulle sue decisioni. Immagino che la Commissione possa solo promuovere, qua­lora lo desideri, la presentazione di ordini del giorno, ma non proporre nuovi emenda­menti, perché, ripeto, l'esame degli articoli e degli emendamenti si è già concluso.

PRESIDENTE. Onorevole Vito, lei avreb­be ragione se già fossero stati votati gli ordini del giorno, ma ciò non è avvenuto.

Elio VITO. Ma le ha già dato la parola al Governo per esprimere il parere sugli ordini del giorno!

MAURO GUERRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO GUERRA. Sono favorevole alla sospensione dell'esame del provvedimento anche se temo, come ha rilevato l'onorevole Vigneri, che quanto è successo con la vota­zione precedente sia irrimediabile dal punto di vista di un intervento del Comitato dei nove.

Intendo sottolineare che, dopo tanta reto­rica emersa in questi giorni di discussione con riferimento ai nostri emigrati, mentre noi abbiamo lavorato per arrivare comun­que ad un risultato che consentisse di affer­mare un diritto, per permettere a lavoratori italiani all'estero di partecipare alla vita po­litica del paese anche attraverso un voto, chi a piene mani è ricorso in quest'aula alla retorica purtroppo ha contribuito, temo, ad affossare per l'ennesima volta il provvedi­mento; e lo si sapeva quando si è votato contro l'articolo 3.

ROSANNA MORONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSANNA MORONI. Ritengo sia necessaria una lunga pausa di riflessione.

Vorrei precisare ad alcuni colleghi, che a mio parere non hanno ben capito l'oggetto del contendere, che non si tratta di lottare per assicurare agli italiani all'estero l'eserci­zio del diritto di voto, perché su questo, per

Atti Parlamentari — 14039 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'1 AGOSTO 1995

fortuna, siamo tutti d'accordo, ma di stabi­lire se gli elettori all'estero debbano avere una propria rappresentanza e proprie circo­scrizioni, sia pure virtuali, come sostiene l'onorevole Tremaglia.

LUIGI BERLINGUER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Eccezionalmente, ai sensi dell'articolo 45 del regolamento, ne ha fa­coltà.

LUIGI BERLINGUER. Chiediamo che la discussione del provvedimento sia sospesa perché diversamente ci troveremmo di fron­te alla votazione di ordini del giorno e del testo di una proposta di legge, addirittura costituzionale, che si presenta come un mo­stro, ...

Elio VITO. Lo era anche prima!

LUIGI BERLINGUER.... perché impedisce la rappresentanza in uno dei rami del Parla­mento. Non riteniamo, dunque, opportuno che si giunga al voto.

Mi permetto di rilevare che su una mate­ria così controversa si è andati avanti e indietro a causa di esitazioni di vari gruppi per trovare la soluzione più adeguata ad un fatto assolutamente nuovo come un nuovo tipo di istituto di rappresentanza che con­sentisse ai nostri connazionali residenti all'e­stero di far sentire la propria voce in questa Camera. Eravamo giunti in dirittura di arri­vo, avevamo superato una serie di difficoltà e questa mattina sarebbe stato possibile giungere all'approvazione, in prima lettura, della proposta di legge; questo, almeno per quanto riguarda il nostro gruppo, è stato fortemente voluto.

Non si tratta soltanto di un incidente procedurale, ma del volersi «incaponire» su soluzioni di dettaglio come il numero dei rappresentanti. Il voto contrario di una par­te importante dell'Assemblea, che è divenu­ta casualmente maggioranza in quest'ultima votazione, ha impedito di trovare una solu­zione al problema. Noi siamo tuttora forte­mente interessati a dare alla voce degli ita­liani che risiedono all'estero un'eco in quest'aula, siamo fortemente interessati a

tale rappresentanza, ma, se non si procede in modo più disteso e con la collaborazione di tutti, non possiamo far giungere in porto il provvedimento in esame. Per queste ragio­ni insieme ad altri colleghi ho presentato una proposta di legge costituzionale e per le medesime ragioni i colleghi del mio gruppo hanno lavorato assiduamente in Commissio­ne, nel Comitato dei nove e in quest'aula. Proviamo, dunque, profonda amarezza per il risultato negativo al quale l'Assemblea ci ha portato (Applausi dei deputati del grup­po progressisti-federativo).

MIRKO TREMAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MIRKO TREMAGLIA. Quest'ultimo inter­vento dell'onorevole Berlinguer in un conte­sto di collaborazione, ci vede come sempre, su tale argomento, particolarmente sensibi­li. Certamente vi è molta amarezza per il fatto che, al di là delle parole che anche poc'anzi mi sono state rivolte, credo ingiu­stamente, questa mattina si è operata una distorsione del testo a seguito dell'approva­zione degli emendamenti presentati.

L'onorevole Berlinguer ha affermato esse­re fermissima la volontà del suo gruppo di far giungere in porto questo travagliato provvedimento; tuttavia questa mattina im­provvisamente è intervenuto qualcosa che ieri non c'era e nemmeno nei giorni scorsi. Noi infatti siamo stati coerenti rispetto al contenuto della proposta di legge costituzio­nale non solo nostra ma anche dell'onorevo­le Berlinguer ed altri. È stato l'onorevole Berlinguer insieme ad altri deputati a cam­biare i numeri e quindi — ha ragione Mat-tarella — il senso della proposta di legge, poiché i numeri significano rappresentativi­tà e colpire quest'ultima significa qualcosa di più serio e grave.

Se, dunque, vi è seriamente quello spirito di collaborazione al quale ha fatto riferimen­to l'onorevole Berlinguer, sono favorevole alla richiesta di sospendere i lavori avanzata dall'onorevole relatore, al fine di verificare se il Comitato dei nove possa presentare un emendamento per giungere alla conclusione dell'iter del provvedimento presso la Carne-

Atti Parlamentari — 14040 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

ra dei deputati. Se ciò sarà possibile, vorrà dire che lo spirito di collaborazione richia­mato dal collega Berlinguer esiste realmen­te; se ciò invece non si verificherà, allora significa che si vuole strumentalizzare una certa situazione o quanto meno approfittar­ne per affossare la legge. Questo non è certamente il nostro intendimento, che è invece esattamente il contrario. Ben venga, dunque, la sospensione richiesta, se siamo d'accordo, al fine di studiare una soluzione del problema (che una maggioranza ha vo­luto determinare) per far sì che il diritto di voto degli italiani all'estero possa effettiva­mente essere esercitato così come richiesto da noi e soprattutto dagli stessi nostri con­nazionali (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).

SERGIO MATTARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, credo sia opportuno procedere ad una breve sospensione dei nostri lavori per consentire al Comitato dei nove di riunirsi.

Noi eravamo contrari alla riduzione del numero del parlamentari da eleggere da parte dei nostri concittadini all'estero; tutta­via tale contrarietà non ci ha indotto e non ci induce a preferire nessuna rappresentan­za ad una più ridotta. Riteniamo che sia comunque meglio per i nostri concittadini eleggere 12 deputati e 6 senatori piuttosto che nessuno. Siamo infatti preoccupati che l'esito del voto sull'articolo 3 costituisca, in realtà, la pietra tombale sulla prospettiva di concedere il voto ai cittadini italiani all'este­ro. Per questo motivo chiedo a mia volta una sospensione dei lavori affinché il Comitato dei nove verifichi se vi siano possibilità per far sì che questa prospettiva non venga definitivamente insabbiata.

ROBERTO RONCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO RONCHI. Presidente, colleghi, anche a nostro avviso la vicenda che ha

riguardato l'articolo 3 non consente la pro­secuzione del dibattito. È quindi quanto mai necessario convocare il Comitato dei nove ed eventualmente anche la Commissione perché è accaduto qualcosa di più di un incidente procedurale.

Noi abbiamo esaminato la materia in og­getto con molta serenità, ma non ci sembra che uguale serenità ed analoga serietà si siano avute da parte di altre forze politiche. Bisogna porsi la domanda politica se a que­sto punto interessa di più il numero dei parlamentari (dodici, sedici o venti), oppure rendere effettivo un diritto da parte degli interessati, ossia i cittadini italiani residenti all'estero.

In questa seconda ipotesi, da parte del mio gruppo può esservi l 'opportuna atten­zione e il debito ascolto, nonché un atteggia­mento propositivo. Se invece quello che interessa è una rendita di posizione, costi­tuita da parlamentari con una rappresentan­za a nostro avviso impropria, tengo a dire soltanto che non fa parte della nostra cultura liberale e federalista lo sfruttamento di situa­zioni oggettivamente difficili, quali quelle evidenziate dal collega Meo Zilio, in cui vivono alcuni cittadini italiani, per fini pura­mente strumentali e politici (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord).

MARCO TARADASH. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO TARADASH. L'articolo 86, com­ma 5, del regolamento della Camera stabili­sce che la Commissione ed il Governo pos­sono presentare emendamenti, subemenda­menti ed articoli aggiuntivi finché sia iniziata la votazione dell'articolo o dell'emendamen­to cui si riferiscono. Mi sembra che questa disposizione sia molto chiara ed impedisca ogni attivazione di volontà contrastanti con il voto espresso poco fa dalla Camera. Di quel voto, cari colleghi, dobbiamo prendere atto. Non possiamo far finta che l'Assemblea non si sia espressa. La Camera si è espressa, infatti, dopo un dibattito in cui erano state addotte tesi a sostegno di una proposta o

Atti Parlamentari — 14041 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

dell'altra. Il collega Vito aveva sottolineato l'assurdità di creare un nuovo collegio regio­nale, il ventunesimo, planetario, e la Came­ra, evidentemente, ha ritenuto che questo argomento fosse fondato; oppure, se così non è stato, vuol dire che all'interno delle forze politiche si è determinato un altro ordine di ragionamenti che hanno portato a quel risultato. Non voglio sapere di quale ordine di ragionamenti si tratti; suppongo che ragionamenti vi siano stati. Fatto sta che siamo arrivati ad una volontà chiara da parte della Camera che ha portato ad elimi­nare la possibilità di una rappresentanza per il Senato. Viviamo in un regime parlamen­tare bicamerale e quindi qualsiasi modifica è naturalmente possibile. Ciò detto, è bene però ricordare che la legge, così come pro­posta, non corrispondeva affatto agli interes­si dei cittadini italiani all'estero e su questo punto vi è stato uno scontro politico con il gruppo di alleanza nazionale da parte di alcuni di noi. Noi riteniamo, infatti, che i cittadini italiani all'estero possano votare, ma siamo altresì convinti dell'anomalia rap­presentata della facoltà per gli italiani che siano cittadini anche di un altro Stato e che paghino le tasse in un altro Stato di eleggere rappresentanti (e venire eletti) in questo Parlamento. Pensiamo ai cittadini italiani che venissero eletti in Parlamenti dell'Euro­pa o delle Americhe: sicuramente anche noi avvertiremmo questa come una grave ano­malia!

Preoccupiamoci allora di rafforzare i dirit­ti di cittadinanza nel nostro paese e di migliorare tecnicamente le soluzioni che consentono ai cittadini italiani all'estero, che pagano le tasse in Italia, di votare per i loro rappresentanti in questo Parlamento, ma abbandoniamo strade che, purtroppo, san­no più di retorica che di democrazia.

In proposito, mi sembra che la Camera, in un modo o nell'altro, abbia finito con l'esprimere una posizione ragionevole. Ri­partiamo dalla ragionevolezza del voto di poco fa e cerchiamo quindi di abbandonare strade che ci hanno portato troppo lontano dall'ispirazione originaria e generosa — que­sto non si può non riconoscere all'onorevole Tremaglia —, ma sbagliata che era all'origi­ne della proposta di legge.

Su un lutto del deputato Voccoli.

PRESIDENTE. Informo la Camera che il deputato Voccoli è stato colpito da grave lutto: la perdita del padre.

Al collega così duramente provato negli affetti familiari la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni del più profondo cordoglio, che desidero ora rinno­vare a titolo personale e a nome dell'intera Assemblea.

Si riprende la discussione della proposta di legge costituzionale nn. 469-2840-2880-2888 (ore 11,15).

BEPPE PISANU. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Eccezionalmente ai sensi dell'articolo 45 del regolamento, ne ha fa­coltà.

BEPPE PISANU. Signor Presidente, ricono­sco le obiezioni che vengono sollevate sulla emendabilità della decisione appena presa. Tuttavia, non mi pare che a causa di questo voto dobbiamo rassegnarci all'idea di so­spendere quasi definitivamente l'esame del provvedimento.

A questo punto mi chiedo in maniera problematica se, più che una sospensione, non sia opportuno l'invio del provvedimento così com'è al Senato, lasciando che sia quest'ultimo, secondo i meccanismi propri del bicameralismo, a provvedere alle modi­fiche che riterrà necessarie; dopo di che il provvedimento potrà tornare alla Camera in una nuova stesura.

GIOVANNI MOTZO, Ministro per le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MOTZO, Ministro per le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo intende ribadire in questa occasione quello che è stato il proprio atteggiamento e la propria linea di condotta tenuti fin dall'inizio dell'esame di queste proposte di legge costi­tuzionale. L'intendimento è quello di far sì

Atti Parlamentari — 14042 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

che si giunga in tempi relativamente brevi all'approvazione di tutte le norme di modi­fica del testo della Costituzione in questa materia.

Ribadisco, dunque, ciò che avevo già avu­to occasione di dichiarare. Probabilmente l'esame della legislazione di attuazione di dettaglio implica i rischi che sono stati evi­denziati anche in quest'aula e che hanno detemiirnato — se mi è consentita la termi­nologia — alcuni incidenti di percorso pro­cedurali.

Il Governo intende ribadire che, a suo parere, sarebbe opportuno, trattandosi di norme di revisione costituzionale, compiere ogni possibile sforzo per giungere ad una definizione del testo normativo che consenta un rapido iter che sfoci finalmente in una decisione relativa alla revisione della Costi­tuzione.

DOMENICO NANIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO NANIA, Relatore. Signor Presi­dente, alla luce degli interventi svolti, credo che, tutto sommato la soluzione più corretta sia quella di andare avanti nei lavori di votare così com'è il provvedimento, che potrà così essere sottoposto all'esame del Senato: quest'ultimo prowederà ad appor­tarvi le correzioni che riterrà necessarie.

PRESIDENTE. Ritira quindi la sua richie­sta di sospensione dei lavori?

DOMENICO NANIA, Relatore. Sì, signor Presidente.

ADRIANA VIGNERI. Chiedo di parlare sul­l'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADRIANA VIGNERI. Signor Presidente, chiedo che la proposta di legge al nostro esame sia rinviata in Commissione. Infatti, a nostro avviso, il testo che uscirebbe da que­st'aula in questo momento sarebbe radical­mente diverso da quello originariamente

presentato. La proposta di legge costitu­zionale, così com'è attualmente, non ha più senso, perché non si può ammettere la rappresentanza degli italiani all'estero alla Camera e non al Senato. Noi quindi riteniamo che l'unica strada corretta da seguire sia quella del rinvio del provvedi­mento in Commissione. Siamo arrivati a questo punto dopo una serie di votazioni in cui la differenza tra favorevoli e contrari è stata di pochi voti; chi ha votato contro l'articolo 3, quindi, sapeva benissimo che rischiava di affossare il provvedimento, co­me è avvenuto.

PRESIDENTE. Vorrei segnalare che alle ore 15 di oggi si riunirà la Conferenza dei presidenti di gruppo. La soluzione più equi­librata potrebbe quindi essere quella di so­spendere l'esame del provvedimento per consentire alla Conferenza dei presidenti di gruppo di decidere il più opportuno anda­mento dei lavori. Dal momento che la seduta dell'Assemblea proseguirà nel pomeriggio, infatti, si potrà in quella sede stabilire se continuare, appunto nel pomeriggio, l'esa­me della proposta di legge costituzionale.

Poiché è stata sollevata un'obiezione re­golamentare in ordine alla presentazione di nuovi emendamenti, che dovrà essere ap­profondita, e poiché sono state sottolineate talune esigenze da parte del relatore e di alcuni colleghi ritengo che, se vi è accordo, l'esame del provvedimento potrebbe essere ora sospeso, per consentire alla Conferenza dei capigruppo di discutere la questione.

GIUSEPPE TATARELLA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE TATARELLA. Signor Presidente, dobbiamo cercare di non complicare ulte­riormente una situazione che abbiamo com­plicato da soli. Vi è un solo problema, collega Berlinguer: decidere ora in quali termini le forze politiche vogliono concorre­re a semplificare ciò che hanno complicato. Fatto questo, tutto diventa semplice, «dige­ribile». Diventa «digeribile» che la Conferen­za dei capigruppo possa sostituirsi all'As-

Atti Parlamentari — 1 4 0 4 3 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

semblea, che già si è espressa, e diventa «digeribile» presentare un ulteriore emenda­mento. A questo riguardo vi sono precedenti che il collega Vito conosce benissimo...

ELIO VITO. No!

GIUSEPPE TATARELLA... ma che ha «as­solto» in questa occasione perché ha il com­pito storico di sabotare il provvedimento per motivi di fantascienza ideologica! Altrimen­ti, si può inviare la proposta di legge costi­tuzionale al Senato impegnando i gruppi a fare presto e a non creare su questo argo­mento una divaricazione.

Il problema, quindi, è solo politico. La situazione è stata complicata: vogliamo ren­derla semplice? Lo si può fare in tre modi e noi siamo disponibili a tutte e tre le soluzio­ni. Prendiamo atto di quanto è stato fatto da coloro che hanno voluto concorrere a sem­plificare la situazione, a cominciare dall'in­tervento dell'onorevole Mattarella, che ha spianato la strada alla comprensione tra i gruppi su questo argomento, fino all'ultimo intervento svolto dall'onorevole Berlinguer. Se c'è la volontà politica, tutto il resto diventa consequenziale; altrimenti, si va alla guerriglia «alla Vito»: ma noi non ci prestia­mo a queste manovre!

PRESIDENTE. Sta di fatto, onorevole Ta­tarella, che delle tre soluzioni da lei indicate dobbiamo sceglierne una!

MARCO PEZZONI. Chiedo di parlare sul­l'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO PEZZONI. Mi sembra che, tra le varie proposte in campo, la più sensata ed opportuna sia quella da lei avanzata, Presi­dente. Voglio solo segnalare che approvare un testo bocciato in uno dei punti che ne costituiscono il cuore e inviarlo al Senato significa, di fatto, rinunciare alla doppia lettura che, come si sa, deve avvenire sullo stesso testo. È evidente, quindi, che è il Senato che dovrebbe cominciare ad affron­tare davvero il problema. Ribadisco che la sua proposta di rinvio della questione alla

Conferenza dei capigruppo, Presidente, è la più opportuna.

TULLIO GRIMALDI. Chiedo di parlare sul­l'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO GRIMALDI. Presidente, credo che la soluzione più opportuna sia il rinvio della questione alla Conferenza dei capigruppo, affinché possa trovare una soluzione ragio­nevole per districare il pasticcio che si è creato sulla proposta di legge costituzionale in esame. Non vorrei rinfocolare adesso una discussione che già si è svolta, ma ritengo che non possiamo assolutamente approvare una legge monca. Infatti, approvando il provvedimento senza l'articolo 3 , si avrebbe una rappresentanza dei cittadini italiani al­l'estero solo alla Camera e non al Senato, il che creerebbe grandissime contraddizioni.

Né si può trasmettere questa legge al Senato sperando nella presentazione di e-mendamenti in quella sede o di subemenda­menti in Commissione in considerazione della necessità di una doppia lettura confor­me. Ho quindi l'impressione che, per non accrescere la confusione, debba essere la Conferenza dei capigruppo a trovare una soluzione accettabile e dignitosa che consen­ta l 'accantonamento e la riproposizione in forme diverse della questione.

PRESIDENTE. Mi pare che il quadro sia sufficientemente chiaro. Sembra opportuno sospendere l'esame del provvedimento , in attesa di una pronunzia della Conferenza dei presidenti di gruppo.

MIRKO TREMAGLIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MIRKO TREMAGLIA. Il rinvio alla Confe­renza dei capigruppo dovrebbe però consen­tirci di riprendere l'esame del provvedimen­to nel corso di questi giorni ...

PRESIDENTE. Vi sarà seduta nel pome­riggio, onorevole Tremaglia.

Atti Parlamentari — 14044 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL' 1 AGOSTO 1995

MIRKO TREMAGLIA. Per quanto mi ri­guarda nulla osta al rinvio della questione alla valutazione della Conferenza dei capi­gruppo, purché l'esame prosegua nella gior­nata di oggi.

In merito ad un'obiezione appena solleva­ta circa la doppia lettura, vorrei ricordare che se il Senato modificherà il testo, la Camera dovrà a sua volta approvarlo nell'i­dentica stesura. Solo in seguito avrà inizio la seconda lettura da parte delle Camere nel corso della quale, come ben sapete, non possono essere apportate modifiche. Anche questa, dunque, è una strada percorribile.

PRESIDENTE. Vi sono obiezioni a so­spendere l'esame del provvedimento in atte­sa delle determinazioni della Conferenza dei presidenti di gruppo, per poi eventualmente riprenderlo nel pomeriggio?

ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Noi non abbiamo particolare amore per la fantascienza né per l'ideologia; venendo alla questione del rinvio alla Con­ferenza dei capigruppo, penso si tratti di una scelta poco ortodossa. La Conferenza ha infatti sicuramente compiti importanti quali ordinare le nostre sedute ed il calendario dei nostri lavori. Tuttavia la Conferenza dei capigruppo non può entrare nel merito di decisioni che l'Assemblea ha già assunto o che dovrà assumere.

Non capisco quindi come la Conferenza possa sciogliere questa matassa, considerato che l'Assemblea si è in proposito già espres­sa con grande chiarezza. Il punto è all'ordi­ne del giorno della seduta odierna e l'Assem­blea potrà decidere o meno di riprenderne l'esame nel pomeriggio o nel corso delle altre sedute previste in questa settimana, ripartendo dal punto cui siamo giunti, ossia la votazione degli ordini del giorno e il voto finale, oppure di rinviare il testo in Commis­sione. Non capisco però come si possa rin­viare ai capigruppo una decisione nel merito che compete solo all'Assemblea e che è già stata assunta!

PRESIDENTE. Considerato che quella dell'onorevole Vito è l'unica obiezione solle­vata su questo punto, ritengo che la maggio­ranza dei colleghi concordino con la propo­sta della Presidenza.

Rinvio pertanto il seguito del dibattito in attesa delle determinazioni della Conferenza dei presidenti di gruppo.

Discussione del disegno di legge: Conver­sione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, recante misure dirette ad accelerare il completamento degli interventi pubblici e la realizzazione dei nuovi interventi nelle aree depresse, nonché disposizio­ni in materia di lavoro ed occupazione (2759) (ore 11,33).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Conversio­ne in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, recante misu­re dirette ad accelerare il completamento degli interventi pubblici e la realizzazione dei nuovi interventi nelle aree depresse, nonché disposizioni in materia di lavoro ed occupazione.

Ricordo che nella seduta del 27 giugno scorso la I Commissione (Affari costituzio­nali) ha espresso parere favorevole sulla esistenza dei presupposti richiesti dal secon­do comma dell'articolo 77 della Costituzione per l'adozione del decreto-legge n. 244 del 1995, di cui al disegno di legge di conversio­ne n. 2759.

Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Ricordo altresì che, nella seduta antimeri­diana del 26 luglio scorso, la V Commissione (Bilancio) è stata autorizzata a riferire oral­mente.

Il relatore, onorevole Liotta, ha facoltà di svolgere la relazione.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, onorevoli colleghi, con il decreto-legge oggi al nostro esame che reitera il decreto-legge n. 123 del 1995, il Governo ha innanzitutto voluto onorare l'impegno, as­sunto con l'approvazione di un ordine del

Atti Parlamentari — 14045 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

giorno da parte della Camera nel corso della conversione in legge del decreto-legge n. 32 del 1995 relativo all'Agensud, di creare una serie di norme finalizzate alla definizione di meccanismi idonei a sbloccare i fondi per contributi pregressi e a fare finalmente de­collare gli strumenti per attivare l'intervento ordinario per le aree depresse.

H decreto-legge di cui si discute la conver­sione in legge, pertanto, non introduce nuo­vi finanziamenti che, in linea di massima, in passato sono stati stanziati ma solo in mini­ma parte effettivamente erogati, bensì intro­duce una serie di strumenti, alcuni del tutto nuovi ed in passato mai sperimentati, desti­nati a rendere più semplice in futuro l'acces­so alle agevolazioni e, per il passato, a definire le ormai croniche pendenze attinen­ti alle vecchie pratiche Agensud. La Com­missione, in un serrato confronto con il Governo, ha compiuto un esame approfon­dito del provvedimento, che è stato alla fine portato all'esame dell'Assemblea con il pa­rere favorevole e con modifiche votate a larga maggioranza.

Si è ritenuto, in via preliminare, di pro­porre la modifica del titolo del provvedimen­to, per esplicitare nello stesso il contenuto del capo III (Disposizioni in materia di lavo­ro e occupazione) che non figurava nel testo precedente, nonché di porre in evidenza, con l'articolo 1, che si tratta del provvedi­mento di avvio dell'intervento ordinario nel­le aree depresse, per il quale successivamen­te occorrerà procedere ad una definizione organica dell'intera materia.

Entrando nel merito dell'articolato, il te­sto, così come risulta a seguito delle modifi­che apportate dalla Commissione, con l'ar­ticolo 1 prevede uno strumento nuovo di erogazione dei contributi nelle aree depresse sotto forma di un credito di imposta, da utilizzare nel conto fiscale, pari al 50 per cento dell'indennità massima delle agevola­zioni consentite dall'Unione europea.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole liot-ta. Colleghi, vi prego di liberare l'emiciclo!

SILVIO LICITA, Relatore. Con tale mecca­nismo si introduce, pertanto, un automati­smo nella richiesta e il conseguente otteni­

mento delle agevolazioni, destinato a elimi­nare ogni ipotesi di ritardo e lungaggine nella fruizione di tali incentivi.

Con l'articolo 2 viene introdotto un altro importante e, soprattutto, inedito strumento di agevolazione finanziaria, costituito da un fondo di garanzia il cui scopo è quello di consentire il consolidamento dei debiti a breve termine delle piccole e medie imprese attraverso la stipulazione di un mutuo set­tennale a tasso agevolato, garantito fino al 60 per cento dal fondo stesso.

Con l'articolo 3 si dispone l'utilizzazione delle disponibilità e dei relativi rientri di fondi rotativi preesistenti per il pagamento di contributi in conto interessi per finanzia­menti a piccole e medie imprese, mentre con l'articolo 4, al fine di consentire la realizzazione di interventi per grandi opere infrastnitturali, il Ministero del tesoro è autorizzato a contrarre mutui anche con la Cassa depositi e prestiti.

Con l'articolo 5 si dispongono invece mo­dalità di accelerazione per l'attuazione degli interventi ammissibili ai cofìnanziamenti dei fondi strutturali dell'Unione europea.

L'articolo 6, interamente sostitutivo del testo originario, detta disposizioni organiz­zative per la creazione della cosiddetta «ca­bina di regia» destinata a svolgere un ruolo di centro unitario di riferimento per l'attua­zione degli interventi cofìnanziati dall'Unio­ne europea.

All'articolo 7 si pone il principio della relazione annuale del Governo al Parlamen­to sui criteri di individuazione delle aree oggetto di interventi agevolati, oltre che (nell'ambito della Relazione previsionale e programmatica), sull'andamento e sui risul­tati dell'intervento ordinario nelle aree de­presse, con l'obbligo di compiere, entro il 31 marzo 1996, una prima verifica di tali risul­tati al fine di rideterminare i parametri, nonché i criteri, le modalità e le procedure, di finanziamento del fondo di garanzia.

Con l'articolo 8 viene definito il «patto territoriale» quale accordo tra soggetti pub­blici e privati per l'individuazione, ai fini di una realizzazione coordinata, di interventi di diversa natura finalizzati alla promozione dello sviluppo locale nelle aree depresse del territorio nazionale, in linea con gli obiettivi

Atti Parlamentari — 14046 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

e gli indirizzi allo scopo definiti nel quadro comunitario di sostegno.

Con l'articolo 9 si stanzia, nell'ambito delle somme derivanti dai mutui di cui alla legge n. 488 del 1992, la somma di 250 miliardi per interventi a favore del commer­cio.

L'articolo 10 stabilisce che la quota di finanziamento nazionale per la realizzazione degli interventi nel settore idrico previsti nel quadro comunitario di sostegno fa carico alle risorse derivanti dai mutui di cui alla legge n. 488 del 1992 per la quota di 3 mila miliardi.

Mentre con l'articolo 11 si dettano alcune norme di riordino per l'attività di consorzi per le aree di sviluppo industriale, con l'ar­ticolo 12 si precisano i criteri di intervento per la definizione delle pratiche Agensud in relazione alle quali lo stato di realizzazione delle iniziative non sia inferiore al 75 per cento. In base al citato articolo, le imprese che hanno realizzato il 100 per cento dell'in­tervento hanno diritto al contributo nella misura del 90 per cento; se l'attuazione dell'intervento è inferiore al 100 per cento, viene erogato un contributo pari al 70 per cento dello stato di avanzamento stesso, mentre per le imprese che beneficiano di contributi all'acquisto di servizi reali ovvero in conto canoni, la quota erogabile è pari al 100 per cento dello stato di avanzamento della spesa.

Con l'articolo 13 vengono dettate norme di intervento nel settore della zootecnia, mentre con l'articolo 14 si definiscono nor­me per l'accelerazione delle attività istrutto­rie e degli accertamenti tecnici, economici e ammnistrativi collegati alla concessione del­le agevolazioni di cui alle leggi n. 64 del 1986 e n . 219 del 1981.

L'articolo 15 definisce le competenze del commissario ad acta di cui all'articolo 19, comma 5, del disegno di legge 8 febbraio 1995, n. 32, mentre con l'articolo 16 vengo­no dettate disposizioni per l'accelerazione delle attività formative e di ricerca.

L'articolo 17 definisce le priorità cui deve attenersi il ministro dei lavori pubblici per gli interventi nelle aree depresse e, in parti­colare, stabilisce che lo stesso provveda al completamento delle opere già avviate dagli

organismi dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno e alla realizzazione delle gran­di infrastrutture di interesse nazionale o internazionale, nelle aree depresse del terri­torio nazionale; detta poi norme per la defi­nizione delle controversie in atto relative ai progetti speciali ed alle opere di cui alla delibera CIPE 8 aprile 1987, n. 157.

Con l'articolo 18 il Governo ha finalmente risolto in senso positivo un'annosa questione relativa all'esonero fiscale per le nuove im­prese costituite in forma associata entro il 31 dicembre 1993. Venendo incontro alle più volte reiterate richieste avanzate da par­te di numerosi colleghi, il Governo, con il citato articolo, a distanza di oltre due anni dal varo del decreto legislativo 3 aprile 1993, n. 96, ha sancito che le leggi di cui all'arti­colo 1 del decreto legislativo citato non esplicano effetti in materia tributaria. Si è in tal modo fatto un buon servizio ai principi di certezza del diritto e restituito alla logica e alla ragione ciò che finora è stato negato per incomprensibili ragioni.

Con l'articolo 19 il Governo aveva indica­to una soluzione relativa anche ad un altro annoso problema che si trascina dai tempi della soppressione dell'Agensud e cioè la situazione dei soci delle cooperative già con­venzionate con l'Agensud. La Commissione ha ritenuto di proporne la soppressione in­vitando però il Governo a farsi carico del problema complessivo che interessa, oltre al personale direttamente collegato con l'A­gensud, anche tutti quegli altri lavoratori che erano comunque direttamente o indiret­tamente in rapporto, tramite consorzi, con l'Agensud stessa.

Con l'articolo 20 si dettano invece dispo­sizioni per il personale di ruolo.

Infine con gli articoli dal 21 al 26, vengono disposti interventi in favore di attività pro­duttive, alloggi e opere infrastnitturali inse­diate nelle aree colpite da eventi sismici a Napoli e in Sicilia, nonché norme per il differimento di termini per il pagamento di imposte e contributi già rateizzati in virtù di disposizioni connesse ad eventi sismici.

Gli articoli 27, 28 e 29 costituiscono il capo III del provvedimento e recano dispo­sizioni in materia di lavoro e occupazione.

In particolare, l'articolo 27 è finalizzato a

Atti Parlamentari — 14047 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

migliorare l'impianto del decreto-legge 14 giugno 1995 n. 232, recante, tra l'altro, come è noto, le misure per l'avvio di lavori socialmente utili nelle aree depresse, mentre l'articolo 28 sostituisce la disciplina di soste­gno alle nuove assunzioni previste nell'arti­colo 1, commi da 2 a 5, del decreto legge n. 148 del 1993, convertito nella legge n. 236 del 1993.

Pertanto le misure di sostegno non saran­no più limitate necessariamente ad un perio­do triennale ed andranno riferite a tutte le unità operative occupate a tempo pieno; le risorse disponibili nel fondo per l'occupazio­ne, verranno così ripartite fra tre gruppi di aree. Uno è quello delle aree individuate dalla CEE ai seAsi degli obiettivi 1 e 2 del regolamento comunitario n. 2052/88. Si rammenta (per poter comprendere appieno i problemi degli obiettivi 1, 2, 2B e 5) che l'obiettivo 1 (zone in ritardo di sviluppo) concerne le regioni comunitarie il cui reddi­to prò capite risulti, in base ai risultati degli ultimi tre anni, inferiore al 75 per cento del reddito medio comunitario: le regioni italia­ne interessate da tale obiettivo sono gli A-bruzzi (fino al 1998), il Molise, la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. L'obiettivo 2 (zone di declino industriale) concerne le aree in cui il tasso di disoccupazione è superiore alla media comunitaria ed il tasso di occupazione indu­striale è in regresso. Per l'Italia, esso interes­sa numerose zone del centro nord, dal Lazio in su.

Un secondo gruppo è quello delle aree cui si applica il regolamento CEE n. 328/88 per la riconversione di zone siderurgiche (pro­gramma Resider), individuate dal decreto-legge n. 120 del 1989 (convertito nella legge n. 181 del 1989), recante misure di sostegno della siderurgia (in tali aree rientrano le zone industriali di Genova, Napoli, Taranto e Terni).

Infine, vi è il gruppo delle aree dove sussistono rilevanti squilibri tra domanda ed offerta di lavoro, da individuare a cura del Ministero del lavoro, su proposta delle Com­missioni regionali per l'impiego e sulla base delle intese raggiunte con la Commissione CEE.

L'articolo 29, infine, introduce due rile­

vanti interventi nell'ambito del settore edile. Il primo viene previsto nel comma 1, che dispone che la contribuzione previdenziale ed assistenziale debba essere commisurata ad un numero di ore settimanali non infe­riore a quello previsto nei contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sin­dacali più rappresentative su base nazionale, nonché nei contratti integrativi territoriali di attuazione, con esclusione delle ore non lavorate per malattie, scioperi, riduzione dell'attività con intervento della cassa inte­grazione guadagni o per altro evento co­munque indennizzato, anche mediante ac­cantonamento alle casse edili. Si è detto che questo comma favorisce la trasparenza e non dovrebbe più consentire il ricorso al lavoro nero.

L'altro intervento è previsto nel comma 2, nel quale si consente, con l'evidente finalità di attenuare l'appesantimento contributivo derivante per i datori di lavoro dall'applica­zione del comma 1, che nell'ammontare delle contribuzoni diverse da quelle di perti­nenza del fondo pensioni lavoratori dipen­denti dell'INPS si applichi fino al 31 dicem­bre 1996 una riduzione pari al 9,50 per cento, relativamente agli operai con orario di lavoro pari a quaranta ore settimanali.

In conclusione, ritengo di poter affermare che si tratta di un provvedimento di notevole rilevanza che ovviamente non esaurisce la complessa problematica connessa alla defi­nizione di una normativa organica per l'in­tervento nelle aree depresse. Tengo a sotto­lineare che nel settore dell'intervento nelle aree depresse o in quello dell'Agensud esi­stono, Presidente, decine e decine di leggi, di decreti legislativi, di norme che si acca­vallano e rendono difficile agli stessi opera­tori del diritto l'orientamento.

Il provvedimento al nostro esame tuttavia assiste ed offre, certamente, idonea soluzio­ne a tutta una serie di problemi che erano stati evidenziati fin dall'emanazione del de­creto-legge 4 gennaio 1994, n. 4, recante già allora il titolo «Disposizioni urgenti per l'av­vio dell'intervento ordinario nelle aree de­presse del territorio nazionale».

La drammaticità delle condizioni in cui versano le aree depresse del nostro paese imporrebbe ben più corposi ed organici in-

Atti Parlamentari — 14048 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

terventi. Pur tuttavia ritengo essenziale che il Parlamento approvi il presente decreto prima dalla chiusura estiva per i motivi sopraesposti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, ministro Ma-sera.

RAINER MASERA, Ministro del bilancio e della programmazione economica e per il coordinamento delle politiche dell'Unione europea. Signor Presidente, onorevoli depu­tati, lo sviluppo delle aree depresse, pur non rientrando nei quattro punti prioritari dell'a­zione del Governo, è stato oggetto, su im­pulso del Presidente Dini, di grande atten­zione e di forte impegno ed ha costituito un nucleo centrale delle iniziative svolte dal Ministero del bilancio.

Questa azione si è concretizzata in un complesso intreccio di iniziative che hanno avuto diversi protagonisti: il Parlamento ed il Governo italiani e la Commissione euro­pea, da un lato; dall'altro, anche su solleci­tazione delle stesso Presidente della Repub­blica, le istituzioni che sono responsabili dell'attuazione delle politiche sul territorio, segnatamente le regioni, con le quali è stato avviato un profìcuo dialogo per definire i nodi problematici dello sviluppo, concertan­do azioni dirette a superare gli ostacoli, soprattutto sul versante delle infrastrutture.

L'attività conoscitiva sullo stato dei grandi interventi in infrastrutture sarà resa nota a giorni con la pubblicazione di un Libro bianco che, accanto all'analisi, conterrà for­ti segnali propositivi e consentirà — ritengo — di rilanciare gli investimenti pubblici e di completare le troppe opere che oggi, di fatto, risultano sospese, in particolare attra­verso le misure già contenute nei provvedi­menti legislativi in essere o in corso di adozione e quelle che il Parlamento vorrà prendere alla luce delle indicazioni fornite nello stesso Libro bianco.

La piena adesione ai principi comunitari delle politiche regionali ha reso più comples­sa l'azione del Governo e del Ministero del bilancio, responsabile del coordinamento degli interventi nelle aree depresse.

Ciò ha imposto una complessa attività di

raccordo e di concertazione che si è con­cretizzata in provvedimenti legislativi ed am­ministrativi e in decisioni della Commissione europea, di cui ho avuto occasione di dare conto in relazioni alla V Commissione della Camera e del Senato.

Da ultimo, nella discussione che si è svolta sotto la presidenza del presidente Liotta, relatore di questo provvedimento, mi è stato chiesto di fornire una documentazione com­plessiva su questi argomenti. Tale documen­tazione, che ho quindi raccolto, concerne sia gli interventi in questione, sia gli accordi presi con la Comunità europea, sia altri documenti che ho ritenuto utili per fornire un quadro di insieme e che metto a disposi­zione del Parlamento.

In primo luogo, l'azione è stata volta a ricostruire il quadro contabile e ciò ha con­sentito al CIPE la riprogrammazione di 57 mila miliardi di lire relativi all'ex intervento straordinario che sono affluiti nel fondo di cui all'articolo 19. Ad essi si sono aggiunti rientri di fondi comunitari che sono stati appunto contabilizzati per 1.200 miliardi.

L'adozione della decisione del 1° marzo da parte della Commissione europea è stata di basilare importanza per l'intero sistema delle politiche di intervento e per lo sblocco delle risorse comunitarie e nazionali. Questa decisione, che segue l'intesa tra il preceden­te Governo, segnatamente l'allora ministro del bilancio Pagliarini, ed il commissario Van Miert, è stata, nonostante comprensibili problemi e reazioni a livello locale e regio­nale, difesa e portata a termine da questo Governo in quanto ritenuta prioritaria per l'attivazione del nuovo intervento nelle aree depresse.

Tale decisione ha, infatti, consentito di chiudere il contenzioso con l'Unione euro­pea sul regime degli aiuti, degli sgravi con­tributivi e sulla fiscalizzazione degli oneri sociali, individuando per la prima volta la mappa delle aree depresse del centro nord. A tale proposito mi rivolgo, evidentemente, a esponenti della lega che a volte sono critici su questi provvedimenti, ma ricordo che soltanto l'attivazione di questo accordo sulle aree depresse consente oggi, come il relato­re stesso ha segnalato, di intervenire a fronte delle aree depresse dell'intero territorio na-

Atti Parlamentari — 14049 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL' 1 AGOSTO 1995

zionale. È stata in realtà questa decisione che ha permesso l'attivazione della copertu­ra finanziaria di domande di incentivazione industriale presentate prima del 21 agosto 1992 e bloccate in attesa di quelle decisioni. Sono stati così sbloccati 9 mila miliardi che sono in corso di pagamento.

Un risultato significativo e molto attesto è stato poi la conversione nella legge n. 104 del decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32, che era stato reiterato per ben undici volte. Non è superfluo a tale riguardo ricordare le date: 10 marzo, accordo con la Commissione europea; 7 aprile 1995, conversione in legge del decreto-legge n. 32 che ha risolto le questioni ancora aperte concernenti l'inter­vento straordinario ed ha impostato quello ordinario nelle aree depresse.

H Parlamento, con propri ordini del gior­no approvati in sede di conversione di quel decreto — quindi siamo alla data del 7 aprile —, ha sollecitato il Governo ad adottare, anche mediante decretazione d'urgenza, provvedimenti idonei a dare certezza al fi­nanziamento del programmi deliberati con 11 quadro comunitario di sostegno, nonché a semplificare e ad accelerare, nel rispetto dell'accordo concluso con l'Unione euro­pea, procedure per l'attuazione degli inter­venti, ad adottare misure intese a ridurre le disparità territoriali di accesso al credito, a promuovere la chiusura del contenzioso, ad accelerare la procedura per la concessione delle agevolazioni alle imprese nelle gradua­torie del Ministero dell'industria, a definire nuovi incentivi al settore del commercio, a dare incisività alle funziona proprie del Mi­nistero del bilancio per il coordinamento, la programmazione e la vigilanza dell'interven­to nelle aree depresse. Questo avveniva il 7 aprile scorso. Il 24 aprile 1995 il Governo, con il decreto-legge n. 123, recepiva, ritengo puntualmente — come, peraltro, ci è stato dato atto anche dal relatore — gli ordini del giorno del Senato e della Camera, tenendo conto della discussione parlamentare che si era svolta in occasione della conversione in legge del decreto-legge n. 32.

H decreto-legge n. 123, nell'integrare la normativa della legge n. 104, ha identificato una serie di misure dirette ad accelerare il completamento degli interventi pubblici e la

realizzazione di nuovi interventi nelle aree depresse.

Non mi soffermerò sui temi che ho ricor­dato perché sono stati ampiamente trattati dal presidente, relatore Liotta. La mancata conversione in legge del decreto-legge n. 123 ha costretto il Governo a reiterarlo con il decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, oggi alla nostra attenzione. In sede di reiterazio­ne, per sottolineare ulteriormente l'impegno del Governo a favore dello sviluppo infra­stnitturale, si è inserito un solo sostanziale cambiamento: la possibilità di contrarre mu­tui per 5 mila miliardi da destinare, con priorità, al completamento ed alla realizza­zione di infrastrutture cofinanziate ed imme­diatamente cantierabili attraverso l'utilizzo di risorse rese disponibili dalla defiscalizza­zione degli oneri sociali. Questi 5 mila mi­liardi si aggiungono ai 3 mila che il Governo aveva già indicato in sede di manovra cor­rettiva delle tendenze della finanza pubblica nel marzo di quest'anno.

Grazie alle disposizioni contenute nel de­creto-legge, il CIPE in una serie di riunioni è stato in grado di assicurare le risorse nazionali necessarie a consentire il cofìnan-ziamento, per il triennio 1994-96, dei pro­grammi già approvati dalla Commissione europea ed inseriti nel quadro comunitario di sostegno e dei cosiddetti DOCUP. È stato così possibile finanziare programmi già av­viati, ma che mancavano della copertura.

Le norme del decreto-legge hanno inoltre consentito al CIPE di dare attuazione al nuovo sistema di sostegno alle attività pro­duttive basate sul regolamento alla legge n. 488, sugli incentivi automatici, sul fondo di garanzia, sugli aiuti al commercio per com­plessivi 4.750 miliardi. Tale nuovo sistema risulta non solo pienamente coerente con la disciplina comunitaria, ma anche in sintonia con conclusioni contenute in un recente studio per le politiche di sviluppo regionale dell'OCSE, nonché con le analisi proposte segnatamente in Italia dalla SVIMEZ.

Nel corso dei recenti incontri diretti al recupero dei fondi strutturali che ho avuto l'onore ed il piacere di avere con la Commis­sione europea e con il commissario europeo, signora Wulf-Mathies, il commissario stesso e la commissione hanno subordinato la pos-

Atti Parlamentari — 14050 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL' 1 AGOSTO 1995

sibilità di concedere proroghe dei termini per l'assunzione degli impegni e per i paga­menti a precisi impegni diretti al rafforza­mento delle strutture amministrative, alla revisione delle procedure, al potenziamento delle azioni di assistenza tecnica a sostegno delle attività delle amministrazioni pubbli­che che a livello centrale, regionale e locale dovrebbero essere maggiormente coinvolte per consentire l'ottenimento di risultati con­creti e soprattutto tempestivi. Un'intesa con la commissione su tale questione è stata perfezionata il 26 luglio (il testo della quale è riportato in allegato al mio intervento).

A fronte delle decisioni del Governo italia­no, la Commissione ha accordato un'ultima e definitiva proroga per l'assunzione di im­pegni relativi a programmi inclusi nel qua­dro comunitario di sostegno 1989-1993 per l'obiettivo 1) e proroghe per i pagamenti che consentiranno potenzialmente (sottolineo il «potenzialmente»!) di effettuare spese per investimenti stimabili attorno ai 7 mila mi­liardi, di cui quasi la metà (3.500 miliardi) a carico dei fondi comunitari. La possibilità di realizzare concretamente tali investimenti dipenderà dalla capacità operativa delle sin­gole amministrazioni e dalla possibilità di mettere rapidamente in atto quelle misure di rafforzamento delle strutture e di accele­razione delle procedure che formano ogget­to dell'intesa. Le proroghe per i pagamenti risultano — occorre ribadirlo — condiziona­te ai progressi che saranno realizzati entro la fine dell'anno in questa direzione.

La documentazione che correda questo mio intervento indica una serie di disposi­zioni, regolamentari e legislative, di cui la commissione ci sollecita l'attuazione.

La conversione in legge del decreto-legge n. 244 del 1995 è, ad avviso personale e del Governo, indispensabile per accelerare l'at­tuazione degli interventi previsti nella nuova fase di programmazione 1994-1999 e, in particolare, di quelli inclusi nel quadro co­munitario di sostegno per l'obiettivo 1. Detti interventi, lo ricordo, prevedono investi­menti per circa 65 mila miliardi di lire, di cui quasi la metà a valere su risorse di fondi comunitari. Lo stato di avanzamento di tali interventi (quelli relativi al nuovo quadro comunitario di sostegno) presenta già oggi

gravi ritardi che, ove non venissero pronta­mente recuperati, si ripercuoterebbero ne­gativamente sull'assegnazione di fondi strut­turali al nostro paese. Rispetto a questo elevato potenziale, gli impegni dell'Italia sul nuovo quadro sono soltanto dell'ordine di 1.000 miliardi di lire. Le somme erogate sono pertanto irrilevanti. Altri paesi stanno dimostrando una ben diversa capacità di impegno e di spesa; valga per tutti l'esempio della Spagna, che ha già disposto impegni per 7.300 miliardi e pagamenti proporziona­li agli impegni assunti!

Negli ultimi mesi, Parlamento, Governo e Commissione europea hanno ridato slancio alla politica a favore delle aree depresse attraverso una complessa attività che ha coinvolto tutti i soggetti istituzionali, centrali e locali, responsabili delle politiche di inter­vento. L'attivazione del potenziale di svilup­po regionale non può oggi non calarsi se non nelle modalità di intervento che sono indica­te a livello comunitario.

La logica di tale approccio prevede tre linee guida in grado di rafforzarsi reciproca­mente. In primo luogo, avrà la finalità di sospingere ed accelerare gli interventi in infrastrutture per avvicinarne la dotazione a quella nazionale. Ciò richiederà l'attivazione di interventi di «partenariato» con fondi pubblici comunitari e nazionali, a livello centrale e locale, nonché con l'apporto — ove possibile — di fondi privati. L'apertura a fondi privati, attraverso tecniche di project finance, non solo aumenta la leva finanzia­ria, ma introduce importanti elementi di verifica ex ante della qualità dell'intervento, di controllo ex post della corretta gestione. In secondo luogo, le linee guida dovranno fornire incentivi alle imprese industriali, ma non solo in conto capitale, sugli investimenti o sulla nuova occupazione, come si sta studiando, comunque con criteri di traspa­renza e tempestività, per compensare, per quanto possibile, i maggiori costi relativi. Anche in questo caso, le modalità di sussidio si devono conformare alle regole concordate a livello comunitario. Infine dovranno con­sentire, in particolare nelle aree in crisi, idonee forme di flessibilità dell'utilizzazione e del costo del lavoro, per contribuire a compensare divari di produttività, nonché di

Atti Parlamentari — 14051 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

potenziare e qualificare sia la formazione, sia la riqualificazione professionali.

Le nuove modalità di intervento interessa­no una molteplicità di soggetti e identificano in maniera chiara ruoli e responsabilità. La situazione di rallentamento dello sviluppo nelle aree depresse impone rapidità nell'at­tuazione delle politiche, decisione negli o-rientamenti e, soprattutto, certezza di regole e di procedure.

La decretazione di urgenza è uno stru­mento per sua natura provvisorio, dal quale non può discendere una nuova politica di intervento strutturale nelle aree depresse, né tanto meno una manovra cosi complessa ed articolata a vari livelli istituzionali, come quella che riguarda l'insieme delle politiche per le aree meno prospere. Su questo ver­sante si gioca anche la credibilità del nostro paese nei confronti di una Commissione europea già scettica per i ritardi accumulati nel passato. Tutto ciò potrebbe tradursi in una pericolosa decurtazione delle risorse. Le proroghe ed i rinvìi, sia dei programmi comunitari, sia dei provvedimenti normati­vi, rischiano di consolidare un'immagine di inadempienza del nostro paese nei confronti degli impegni assunti.

Devo ribadire che, per quanto concerne le proroghe dei pagamenti concesse dalla Commissione europea, esse saranno condi­zionate, caso per caso, ai progressi realizzati nel rafforzamento delle strutture, nell'acce­lerazione delle procedure e nello stato di attuazione del singoli programmi.

Il decreto-legge n. 244 rappresenta, a mio modo di vedere, una pietra angolare della politica per le aree svantaggiate in tutto il territorio nazionale: su di essa si potrà, si dovrà, successivamente e sollecitamente co­struire, per completare l'architettura degli interventi, apportando gli arricchimenti consentiti dalle discussioni e dal vaglio del Parlamento, alla luce dell'esperienza acqui­sita. Il provvedimento non può e non vuole essere un disegno organico, è — ripeto — la pietra basilare, fondamentale, su cui poi dovrà costruirsi un edificio coerente, omo­geneo che evidentemente il Parlamento per­seguirà nei tempi e nei modi più appropriati. Ma è urgente porre la prima pietra; la bontà delle decisioni, soprattutto nel campo delle

politiche di sviluppo, dipende anche dai tempi in cui esse vengono assunte. Il tempo è una delle variabili economiche fondamen­tali da cui dipende il successo dell'iniziativa; esso trascende, peraltro, il mero calcolo economico; acquista, segnatamente nelle nostre aree depresse, dimensione etica e morale.

La Commissione bilancio della Camera ha approvato il provvedimento in sede referen­te nella seduta del 25 luglio scorso, dopo aver apportato significativi contributi mi­gliorativi condivisi dal Governo. Ci auguria­mo, all'unisono con il relatore, presidente Iiotta, al quale desidero esprimere il ringra-* ziamento del Governo e mio personale, che la stessa sensibilità si riscontri oggi in Assem­blea, che peraltro si è già espressa nella direzione di una maggiore velocizzazione ed efficacia delle iniziative, definendo le linee guida del decreto-legge n. 244, suggerendo al Governo la decretazione d'urgenza.

L'esecutivo ha tempestivamente recepito, come ho ricordato, gli ordini del giorno della Camera e del Senato. Si tratta ora di dare un segnale di importante valenza istituzio­nale, politica e sociale, non solo nei confron­ti dell'Unione europea, ma anche verso i soggetti locali i cui ritardi nel passato hanno concorso nel compromettere, a volte in ma­niera rilevante, l'utilizzo delle risorse asse­gnate.

L'azione del Governo è stata improntata a dimostrare capacità di recupero di ritardi accumulatisi negli anni; questa azione po­trebbe essere compromessa, al limite vanifi­cata, dalla mancanza del suggello dell'ap­provazione parlamentare.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Luigi Marino. Ne ha facoltà.

LUIGI MARINO. Signor Presidente, onore­vole ministro, onorevoli colleghi, i deputati del gruppo di rifondazione comunista-pro­gressisti non ritengono che il provvedimento in esame rappresenti una «pietra angolare» della politica per le aree depresse, come ha poc'anzi affermato il ministro. Tuttavia, sin dal primo momento, abbiamo fatto di tutto per accelerare l'iter del disegno di legge di conversione, assumendo responsabilmente

Atti Parlamentari — 14052 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

un atteggiamento costruttivo e non dilato­rio, stante l'urgenza e a fronte della dram­maticità della situazione che certamente ri­chiede misure immediate di intervento.

Non esito a riconoscere e ad apprezzare che, a distanza di circa un mese dell'appro­vazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 32, il Governo ha man­tenuto l'impegno di predisporre un provve­dimento integrativo che, ripeto, per me non costituisce una pietra angolare, ma che co­munque va nella direzione di chiudere l'in­tervento straordinario, almeno a livello di intenzioni, e di definire i primi provvedimen­ti di una politica ordinaria per le aree de­presse.

A mio avviso la questione irrisolta è rela­tiva all'aggiuntività delle risorse per chiude­re lo stesso intervento straordinario. Basti solo l'accenno alle 12.317 pratiche in attesa di vaglio, molte delle quali risalgono al 1975. Perdura un'incertezza delle risorse non solo al fini del cofinanziamento al cento per cento del quadro comunitario di sostegno, ma anche perché il rapporto non favorevole di cambio ECU-lira comporta una rivisitazio­ne del meccanismo di finanziamento del quadro comunitario stesso.

Anche in questa sede manifesto le nostre perplessità sugli strumenti di gestione pre­scelti (società per azioni, cabine di regia), i quali comunque sono cosa diversa dalla normativa, necessaria dopo l'approvazione della legge n. 104 anche per adeguarci alle indicazioni dell'Unione europea, pronta a censurare l'Italia nel caso di ulteriore inerzia nei confronti delle aree depresse.

Il sottosegretaro Ratti in Commissione non ha escluso, malgrado il provvedimento, la necessità di un'ulteriore normativa; anzi, addirittura ha quasi auspicato un nuovo testo per le aree depresse. Uno dei problemi da affrontare è anche relativo alla gestione della complessa normativa sinora accumu­latasi, costituita da una sommatoria di spez­zoni legislativi che fanno riferimento ad altre disposizioni vigenti. Anche riguardo al prov­vedimento in esame esprimiamo la viva spe­ranza che non siano necessarie ulteriori norme procedurali ed interpretative.

Al di là dei fatti procedurali e delle dispo­sizioni integrative, riteniamo che si debbano

avviare gli interventi perché la questione meridionale è ormai una priorità assoluta. La ripresa economica esclude il sud; dalla relazone di cassa più recente e dal rendicon­to per il 1994 emerge che nel corso del 1994 vi sono stati minori trasferimenti ed inter­venti nelle aree depresse. La formazione di nuovi residui e la crescita dei residui stessi dipende anche dalla difficoltà della realizza­zione di interventi nelle zone depresse del paese. In tali aree il tasso di disoccupazione è ai limiti della sopportabilità sociale e ciò è stato detto da autorevoli esponenti del Go­verno e dallo stesso sottosegretario Zanetti. Il dualismo italiano è riconfermato dalla recente indagine ISTAT sui dodici maggiori comuni italiani nonché dal rapporto SVI-MEZ, dagli altri istituti specializzati e dalla Banca d'Italia. Che cosa emerge? Un divario più stridente tra ricchi e poveri, questi ultimi concentrati soprattutto nelle aree depresse, in particolare nel sud, da cui discende un'in-feriortà sociale, economica e culturale, in sostanza una società meno democratica per­ché il vero problema irrisolto nel paese è come attivare una politica di recupero degli imponibili sottratti alla tassazione, come re­distribuire la ricchezza accumulata in questi anni. Voglio solo ricordare che in Francia si tende ad usare la leva fiscale a sostegno del reddito e dell'occupazione. Il ministro Treu ha parlato di emergenza istituzionale, ma a mio avviso le sue misure relative al mercato del lavoro vanno in senso contrario alle dichiarazioni rese.

La Banca d'Italia sostiene che ormai su­perare il dualismo territoriale è la condizio­ne di uno sviluppo duraturo e sostenibile del paese; occorre quindi, onorevoli colleghi, un salto di qualità nell'azione politica e ammi­nistrativa per la dotazione di infrastrutture, stanti le carenze in trasporti, rete idrica, energia elettrica, comunicazioni, premessa necessaria dello sviluppo economico.

Di qui, inoltre, la necessità di un avvio rapido degli investimenti pubblici, drastica­mente ridotti negli ultimi anni, per un rilan­cio del settore dell'edilizia anche nelle zone depresse, concedendo loro un sollievo anche di tipo congiunturale, e per sbloccare final­mente i fondi comunitari disponibili. Dove sono i consistenti investimenti di carattere

Atti Parlamentari — 14053 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

infrastnitturale che dovrebbero essere pre­visti dal provvedimento in discussione? Do­v'è la politica delle commesse pubbliche? Come coinvolgere di fatto il capitale privato in modo da assicurare la copertura finanzia­ria nel quadro comunitario di sostegno, giac­ché gli stessi privati molto spesso nel sud d'Italia hanno solamente seguito la filosofìa del mordi e fuggi?

Della ripresa, grazie alla svalutazione ed al più basso costo della manodopera in ambito OCSE, in vaste aree del Mezzogiorno non vi è traccia alcuna, escluse forse alcune zone della Puglia e dell'Abruzzo. Anzi, in concreto si è solo allargato il divario tra aree sviluppate e aree depresse, che potrà risul­tare ancora più grave — a mio avviso — quando entrerà a regime il cosiddetto rior­dino della previdenza, compreso l'impatto dei fondi pensione sulle economie locali con il rischio di trasferimento delle risorse dalle aree non sufficientemente sviluppate del centrosud verso zone ad alta industrializza­zione. Per non parlare, poi, del momento in cui entreranno a regime le nuove norme sul mercato del lavoro o, peggio, delle gabbie salariali o delle scelte che saranno operate con la legge finanziaria per il 1996, le quali — come si è appreso da indiscrezioni gior­nalistiche nonché da interviste rilasciate da alti funzionari della Ragioneria generale del­lo Stato — vanno in direzione di sacrifici ulteriori per i ceti più deboli, di ulteriori tagli agli enti locali, di balzelli aggiuntivi in peri­feria.

Come ha affermato giustamente il mini­stro Masera, il paese non può più permet­tersi un tale divario tra aree sviluppate e aree depresse; non può più permettersi che il Mezzogiorno sia tagliato fuori dalla ripresa economica. Tuttavia emergono comporta­menti contraddittori da parte del Governo: vengono infatti previste misure — alle quali ho accennato — comprese quelle del mini­stro Treu in materia di mercato del lavoro, che sono in contrasto con l'esigenza dichia­rata di avviare un'azione più incisiva per rimuovere le cause che hanno determinato l'accentuazione delle disuguaglianze. H sud non si salverà con la flessibilità del costo del lavoro o con le gabbie salariali e con il conseguente impatto di tali misure sulle

famiglie monoreddito; né lo salveranno le misure Treu concernenti il mercato del la­voro o l'ulteriore demolizione dello Stato sociale o ancora le privatizzazioni selvagge e indiscriminate. È una risposta arretrata quella di intervenire sempre e solo sul costo del lavoro, ormai ai livelli più bassi dei paesi industrializzati (è stato detto che è più basso di quello della Corea). Senza aggiungere che — come si è evidenziato — rimane irrisolto il problema del costo del denaro.

Già nella precedente discussione che si è svolta sul provvedimento, ci siamo sofferma­ti sulla eredità del passato, che è pesante, e sul cattivo uso delle risorse. A nostro avviso, una politica rivolta al meridione non può che essere il risultato di una politica econo­mica complessiva nazionale e di una strate­gia di politica industriale di sviluppo che valorizzi le risorse produttive, scientifiche, eccetera, che pure esistono nelle aree de­presse.

D'altra parte un siffatto avvio resta, a nostro parere, solo un auspicio, un evento potenziale, non certo — come è stato detto — una pietra angolare. Occorre ancora una congrua fase di transizione nel corso della quale vengano adottati provvedimenti robu­sti affinché si rafforzi la coscienza impren­ditoriale e venga abbandonata la filosofia del mordi e fuggi; una coscienza imprenditoria­le in grado di utilizzare le possibilità offerte dai nuovi strumenti di intervento, compresi quelli del cofinanziamento CEE, e capace di assicurare un incremento occupazionale. È necessario inoltre che siano assicurate le necessarie infrastrutture e che sia maggior­mente qualificata la manodopera locale af­finché sia realmente all'altezza dei suoi com­piti.

Per quanto riguarda più specificamente il provvedimento in discussione, noi abbiamo espresso talune perplessità circa le reali e dirette ricadute occupazionali dei nuovi in­terventi previsti (mi riferisco in particolare alle agevolazioni automatiche ed al fondo di garanzia). Dico questo non solo perché l'au­tomatismo del meccanismo potrà in pro­spettiva produrre, a fronte di aspettative legittime, problemi di copertura finanziaria, ma perché gli incentivi automatici agli inve­stimenti industriali certamente privilegiano

Atti Parlamentari — 14054 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

le grandi imprese già consolidate e non quelle che stanno per nascere. Di qui la presentazione di un nostro emendamento in Commissione (non abbiamo presentato e-mendamenti in Assemblea, stante l'urgenza di provvedere; ci riserviamo però di espri­mere ovviamente il nostro orientamento su­gli emendamenti che i colleghi hanno voluto ripresentare) volto ad una maggiore prote­zione delle piccole e medie imprese.

Il Governo si è opposto a questo emenda­mento sostenendo di essere contrario alla fissazione di una riserva, in quanto essa costituirebbe uno dei tanti lacci e laccioli. Da ciò l'impegno a monitorare il sistema dopo sei mesi per adottare eventualmente opportuni provvedimenti correttivi, anche se, a nostro avviso, il meccanismo della prenotazione potrebbe rendere inutile il mo­nitoraggio suggerito.

Resta il fatto che in una fase di avvio l'automatismo è tollerabile — lo ripeto, solo tollerabile — come emergenza rispetto all'e­sigenza, profondamente avvertita, di mette­re in moto al più presto un meccanismo di sviluppo attraverso una più rapida erogazio­ne delle risorse. Alla lunga, però, questo automatismo non solo non opera una sele­zione delle iniziative, ma potrebbe compor­tare da una parte un progressivo esautora-mento della pubblica amministrazione (risultato questo molto desiderato dalla Con-fìndustria, che predilige sempre gli automa­tismi) ma anche, in prospettiva, nuove for­me di appropriazione indebita delle risorse pubbliche in caso di false dichiarazioni. Tan-t 'è che si è prevista una norma che contem­pla sanzioni amministrative aggiuntive ri­spetto al deterrente delle sanzioni penali.

Signor Presidente, non ci può essere uno sviluppo senza una pubblica amministrazio­ne efficiente e all'altezza dei tempi, ma non si costruisce niente di nuovo e di «pulito» sopprimendo di fatto ogni potere di inter­vento della pubblica amministrazione. Basti considerare il caso di queste società per azioni che si moltiplicano in continuazione, che sottraggono potere e che sfuggono al controllo parlamentare.

Una cosa è quindi eliminare le procedure farraginose, defatiganti e vessatorie, lottare contro gli arbitri e le lungaggini della mac­

china burocratica; un'altra è deresponsabi­lizzare del tutto l'apparato amministrativo, costringendolo ad interventi automatici ed obbligatori.

Non mi soffermo a lungo sul fondo di garanzia, di cui all'articolo 2 del provvedi­mento, e ribadisco in questa sede le nostre perplessità per quanto riguarda la congruità della copertura finanziaria. Qualcosa in più va detto invece sulle infrastrutture, perché non si può pensare di intervenire affidandosi alla sola spontaneità della ripresa, da cui il sud è rimasto escluso, ma occorre rilanciare investimenti pubblici e privati nelle infra­strutture, come si era impegnato a fare lo stesso Presidente Dini all'atto del suo inse­diamento e come hanno affermato la Banca d'Italia, lo SVIMEZ e molti altri istituti specializzati.

Lo stesso Governo ha ora affermato che nel Libro bianco sulle opere pubbliche sa­ranno indicate le azioni necessarie per supe­rare l'obsolescenza della nostra dotazione infrastrutturale. Resta il fatto che l'Italia è all'ottavo posto in Europa per le infrastrut­ture, al di là di un divario che esiste anche sul piano qualitativo. Occorre quindi dare precedenza alle opere da realizzare nelle aree in grave crisi occupazionale.

L'articolo 4 ha una dotazione finanziaria assolutamente irrisoria: al di là del meccani­smo dei mutui, 146 miliardi per il 1996. Certo, comprendo che in una fase iniziale non si può prevedere una forte dotazione, anche perché dal punto di vista burocratico l'iter per la stessa attivazione dei mutui è abbastanza lungo. Quando però, anche nella fase successiva, si tende a prevedere una dotazione di 709 miliardi, non possiamo assolutamente condividere che questo vada a detrimento del Fondo sanitario nazionale. Infatti, in ogni caso (non mi dilungo sul meccanismo), il mancato versamento deter­minerà comunque una riduzione del Fondo sanitario nazionale.

Esprimiamo quindi il dubbio che in pro­spettiva questo intervento (in particolare quello previsto dall'articolo 4 sulle infra­strutture) possa assicurare le moderne infra­strutture che sono la condicio sine qua non per la rinascita delle forze produttive meri­dionali. Noi diciamo «no» — e l'abbiamo

Atti Parlamentari — 14055 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

sempre detto — alle grandi opere faraoniche non funzionali allo sviluppo, «sì» ad una selezione delle opere ed al completamento di quelle infrastrutture necessarie e compa­tibili con l'ambiente.

Riteniamo che l'intervento ordinario deb­ba essere ricondotto agli strumenti ordinari, in primo luogo, quindi, al Ministero del bilancio, che deve svolgere un essenziale ruolo di coordinamento. Abbiamo espresso fin dall'inizio le nostre perplessità sugli stru­menti prescelti: cabine di regia e società per azioni. Per queste ultime ancora non si sa quali fondi siano stati utilizzati, quali inter­venti siano stati svolti, quante siano state le società per azioni finora costituite nei vari settori.

Le nostre perplessità sulla cabina di regia territoriale le abbiamo già espresse fin dal­l'epoca del ministro Pagliarini, perché rite­niamo che essa non sarà in grado di abbat­tere i ritardi, di supplire alle carenze emerse e soprattutto di risolvere i problemi dell'as­sistenza tecnica. Infatti, per quest'ultima sarà necessario ed inevitabile ricorrere a strutture esterne.

D'altra parte, per quanto riguarda l'arti­colazione di queste cabine di regia, mi pare di aver letto che lo stesso ministro Masera parli di articolazione barocca. E non intendo dilungarmi sul comitato consultivo che dov­rebbe affiancare queste cabine di regia.

Va poi rilevato che, in funzione delle difficoltà di programmare e realizzare le grandi infrastrutture, anche dal punto di vista del coordinamento tra poteri centrali e poteri locali, il ministro dei lavori pubblici ha «riscoperto» l'articolo 81 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616, che pre­vede una procedura di coordinamento terri­toriale e nazionale sulle grandi opere di interesse nazionale. Per superare, cioè, le obiezioni degli enti locali — vedi, per esem­pio, la questione dell'alta velocità —, spesso evidenziate su programmi e progetti già definiti, è in cantiere una procedura, ai sensi proprio dell'articolo 81 (su cui chiederei dei chiarimenti al sottosegretario Testa), che anticipa il confronto con gli enti locali al momento dell'individuazione delle risorse da destinare ad un determinato programma.

Di qui l'ideazione di questa cabina di regia

per la valutazione — si dice — della coeren­za territoriale, compreso l'impatto ambien­tale e archeologico. Poiché i progetti «calano dall'alto» e quindi determinano inevitabili obiezioni, si inventa un sistema per superar­le preliminarmente. Ma se ciò non dovesse bastare a vincere le resistenze, e quindi ad espropriare regioni ed enti locali dei loro poteri in materia urbanistica, «sarà l'Unione europea» — ho attinto questa frase da un'in­tervista resa dal direttore generale del mini­stero — «a fare le politiche delle reti infra­stnitturali, nel senso che il territorio sarà uno dei grandi temi che entrerà nella revi­sione del trattato». Questo Parlamento è avvertito!

Insomma, abbiamo cabine di regia ed articolazioni barocche; vi è chi osserva, chi effettua i monitoraggi, chi stimola e chi promuove... Si accresce la borghesia delle professioni di cui parlò, a suo tempo, l'ex ministro Andreatta, mentre aumentano i soggetti nuovi, le popolazioni interessate attendono e il ministero sfugge sempre più ai suoi compiti.

Assistiamo sgomenti al fatto che ogni mi­nistero si sta creando le proprie cabine di regia; ad ognuno la sua cabina, ad ognuno la sua società per azioni... Questi nuovi strumenti ci allarmano moltissimo e ci spin­gono a ribadire le opposizioni che fin da subito abbiamo espresso.

Il Ministero del bilancio ha anche il com­pito essenziale di stabilire le quote dei capi­toli da destinare alle aree depresse per ogni singolo ministero o almeno di rivisitare le risorse a disposizione per dette aree.

Ho ascoltato il ministro Masera sulla que­stione dell'accordo strappato a Bruxelles; non riesco ancora a sapere — ma credo di non essere il solo — quali siano le ragioni vere per cui corriamo sempre il rischio di perdere migliaia di miliardi! I ritardi dei programmi di attuazione, del quadro comu­nitario di sostegno sia per gli anni 1989-1993 sia per gli anni 1994-1999, sono indubbia­mente dovuti a scarsa progettualità, a caren­za di progetti validi, all'incapacità da parte di regioni ed enti locali di utilizzare le possibili­tà offerte, ma anche alle difficoltà di reperire le risorse necessarie attraverso il finanzia­mento nazionale, locale e dei privati.

Atti Parlamentari — 14056 — Camera dei Deputati

X u LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

Di qui l'esigenza di una seria rivisitazione del fondo di rotazione di cui all'articolo 5 della legge n. 183, anche dal punto di vista dello sfavorevole rapporto ECU-lira di cui brevemente ho parlato.

Resta quindi l'incertezza delle risorse fi­nanziarie; resta l'insufficienza dei fondi di cui alla legge n. 488, che poi dovrebbe coprire la chiusura del pregresso — ma com'è possibile? Sappiamo che la dotazione è inferiore alle domande —, nuovi incentivi, aiuti al commercio, progetti strategici, senza che vi sia una rivistazione del fondo di dotazione. Tutto rischia di naufragare, an­che alla luce del deteriorato rapporto tra lira e ECU; tutto rischia di cadere nuovamente sugli scogli dell'incertezza delle fonti di fi­nanziamento, al di là dei nuovi strumenti (le cabine di regia) e delle nuove forme di programmazione degli interventi.

Noi di rifondazione comunista — e mi avvio rapidamente alla conclusione — non abbiamo ostacolato e non ostacoliamo que­sto timido passo in avanti compiuto dopo tanta stasi e dopo tanta perdita di tempo per approvare il precedente provvedimento, al quale è toccata la sorte di ben undici reite­razioni. La crescita infatti continuerà a fa­vorire i settori con maggiore propensione all'export e il sud rischia di vedere aggravato il suo ritardo rispetto alle aree più favorite, in quanto nella politica a favore del meridio­ne è tutto fermo della primavera 1992. Sono anni che ci attardiamo sulle vecchie penden­ze dell'intervento straordinario, ma non ab­biamo ancora avviato un serio discorso sulla qualità degli investimenti infrastnitturali, sull'uso trasparente e proficuo delle risorse, sulla necessità di un salto qualitativo nell'in­novazione, nella ricerca, nella formazione professionale.

In Commissione il collega Roscia ha chie­sto di acquisire il quadro delle risorse dispo­nibili per le aree depresse. Ma forse egli dimentica che il prospetto di insieme degli interventi finanziari, da noi ampiamente ci­tato anche nel corso dell'esame dell'ultima legge finanziaria, si riferisce a risorse che sono rimaste sostanzialmente sulla carta, in quanto mai erogate. Si tratta, cioè, di risorse solo apparentemente consistenti, perché so­no la sommatoria di interventi diversi che

nulla hanno a che vedere con l'intervento ordinario nelle aree depresse. Volutamente si confondono, in questa sommatoria di voci diverse, gli interventi ordinari con quelli derivanti da leggi speciali (sisma, Belice, Sardegna e via dicendo). Si tratta quasi sempre, signor Presidente, di interventi ri­masti inattuati, poiché, pur essendo stati programmati, in molti casi non sono stati iniziati, né per lo più portati a termine. Al di là dello stato dell'arte, come si dice, si tratta ancora, a nostro avviso, di somme (mi riferisco anche a quelle previste, ma non aggiunte, dal presente provvedimento) diffi­cilmente spendibili e facilmente suscettibili di rimodulazione, con conseguente traspor­to agli esercizi successivi. Le stesse esigue somme previste dall'articolo 4 del decreto-legge potranno risultare inspendibili, per le ovvie ed inevitabili lungaggini dell'iter, pri­ma ancora dell'attivazione dei mutui.

Il provvedimento, inoltre, non risolve an­cora il problema del personale. Al riguardo sono stati presentati alcuni emendamenti, che noi voteremo perché riteniamo che tale problema debba essere risolto.

Preannunciando sin d'ora l'astensione del nostro gruppo sul disegno di legge di con­versione in esame, sottolineo che abbiamo assunto un atteggiamento costruttivo per­ché la drammaticità della situazione è sotto gli occhi di tutti anche se, come ha giusta­mente rilevato il relatore, presidente l iotta, imporrebbe ben più corposi interventi. È tuttavia essenziale approvare il provvedi­mento in tempi rapidi, in quanto occorre fare presto. L'ex ministro Mastella ha lan­ciato un grido d'allarme, ma, al di là dell'a­menità delle sue proposte di intervento (egli evidentemente non ha ascoltato le nostre ragioni in sede di dibattito sulle authorities), la drammaticità resta in tutti i suoi conno­tati. Il mondo del lavoro dipendente solo indirettamente e lontanamente riceverà van­taggi dal provvedimento in esame, e soltanto se si attiverà il volano.

H gruppo di rifondazione comunista dis­sente sugli indirizzi strategici della politica economica generale, di cui la politica per le aree depresse dovrebbe essere parte essen­ziale ed integrante. L'esigenza di fare presto ci impone, pur di evitare il collasso delle aree

Atti Parlamentari — 1 4 0 5 7 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

depresse rispetto alla ripresa produttiva del­le altre aree geografiche, di non ostacolare l'avvio di interventi che non possono definir­si certamente risolutivi, né particolarmente incisivi. Abbiamo sempre detto «no» all'assi­stenzialismo deteriore ed agli sprechi su cui sono state costruite tante fortune politiche ai danni delle popolazioni interessate.

Signor Presidente, consenta ad un laico come me di concludere l'intervento leggen­do alcune righe della lettera di Pentecoste in cui il vescovo di Pozzuoli ha affrontato i temi in questione. Scrive il vescovo di Pozzuoli Silvio Padoin: «Da quando nel 1 9 9 2 è cessa­to l'intervento speciale nel Mezzogiorno non si trova la via per rinverdire e vitalizzare il meridionalismo inteso come sforzo di soli­darietà della comunità nazionale, di solida­rietà cioè e di cooperazione delle regioni forti con le più deboli. Quanto a noi, occorre intelligenza per superare nostalgie e rim­pianti di un protezionismo palese ed occulto comunque dannoso, costruito sino a ieri nei nostri confronti ed è necessario un impegno per dare vita ad un meridionalismo moder­no, capace di dimostrare al resto d'Italia, all'Europa e al mondo 4 che quanto viene attribuito e conferito al Mezzogiorno è uti­lizzato per scopi produttivi chiari, leciti e puliti».

Signor Presidente, ho letto con grande sorpresa queste affermazioni; le faccio mie e preannuncio la nostra astensione sul testo del provvedimento al nostro esame (Applau­si dei deputati del gruppo di rifondazione comunista-progressisti).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono­revole Bono. Ne ha facoltà.

NICOLA BONO. Onorevole Presidente, o-norevoli colleghi, la storia di questo provve­dimento parte da lontano e, come tutti ricorderanno (lo rammentava lo stesso mi­nistro Masera) esso nasce infatti da un'ini­ziativa parlamentare, un ordine del giorno presentato in occasione dell'esame e dell'ap­provazione del disegno di conversione in legge del decreto-legge n. 3 2 del 1 9 9 5 che, dopo numerose reitere portò alla definizione del processo di scioglimento dell'Agensud. Quell'ordine del giorno, a firma degli ono­

revoli Rosso, Bono e Soriero, definì i conte­nuti per l'emanazione di un provvedimento che avrebbe dovuto rappresentare finalmen­te il passaggio dall'intervento straordinario a quello ordinario per le aree depresse.

Non quindi, signor ministro, ima semplice pietra, anche se angolare, di un edificio da costruire, ma un provvedimento dotato di grande spessore e capacità di definizione del processo di avvio alla normalizzazione del­l'intervento nelle aree depresse. L'afferma­zione del ministro secondo la quale questo decreto sarebbe una semplice pietra mi fa pensare a come tutta la storia del Mezzogior­no sia fatta di pietre lanciate in testa ai cittadini che hanno avuto la sventura di nascere, vivere e operare in zone che non hanno conosciuto un intervento corretto da parte dello Stato; una serie infinita e scoor­dinata di pietre, giacché di edifici completi non se ne è mai vista l'ombra!

Per tali ragioni tutti confidavamo in que­sto provvedimento, che si presenta invece — dobbiamo rilevarlo con amarezza — al di sotto delle aspettative e certamente non esaustivo, a meno che — siamo ancora in tempo — non si approvino alcune significa­tive modifiche e correzioni. Ciò che soprat­tutto occorre scongiurare è di ripetere gli errori del passato, considerato che la storia della politica per il Mezzogiorno altro non è che im'interminabile teoria di fallimenti, costruita su provvedimenti aventi unica­mente scopo propagandistico; una corale e solenne assunzione di impegno puntualmen­te disattesi ma fortemente pubblicizzati, e-sattamente come avviene quasi quotidiana­mente da alcuni mesi in qua sulla grande stampa, senza però conseguire alcun risul­tato concreto. E che sia così è agevolmente dimostrato dai dati oggettivi che si ricavano da alcune significative cifre.

Dal 1 9 5 1 al 1 9 9 2 , in 4 1 anni di intervento straordinario, lo Stato italiano ha stanziato in tutto — a lire 1 9 9 2 — 3 8 6 mila miliardi, pari allo 0 , 7 4 per cento del prodotto interno lordo. Con buona pace del signor Bossi e dei suoi accoliti, insomma, questo Stato in 4 1 anni ha stanziato per l'intervento straordi­nario, quindi per il riequilibrio delle aree depresse di cui all'obiettivo 1, meno dell'I per cento del prodotto nazionale lordo. Ciò

Atti Parlamentari — 14058 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

che è stato speso, però, è molto meno, perché nello stesso periodo le spese sono state pari a 254 mila miliardi, a fronte dei 386 mila stanziati: la differenza di 132 mila miliardi, pari al 34 per cento dell'intero stanziamento, è rappresentata, per 44.500 miliardi, da impegni di spesa che ancora alla fine del 1992 non erano stati seguiti da pagamenti e, per la rimanente parte, dalla perdita di valore reale determinata dall'in­flazione maturata nel tempo intercorso tra l'assunzione dell'impegno e l'effettuazione del pagamento. Questa linea di tendenza è ulteriormente confermata dai flussi di spesa che lo Stato ha erogato, senza andare molto indietro nel tempo, ad esempio nel 1993: dei 650.179 miliardi complessivi della spesa del­lo Stato, in quell'anno alla Lombardia sono andati 84.426 miliardi, pari al 12,99 per cento, mentre alla Sicilia — intervento straordinario compreso — sono andati 34.922 miliardi, pari al 5,37 per cento.

L'analisi è ancora più illuminante se si guarda la spesa prò capite, che vede al primo posto la Val d'Aosta con 14 milioni 578 mila lire a testa, seguita dal Lazio con 13 milioni 932 mila lire a persona, e poi dalle province di Trento e Bolzano e dalla Liguria. Al sesto posto troviamo la Lombardia, con 9 milioni 485 mila lire a persona mentre la Sicilia, per esempio, figura in questa parti­colare graduatoria in uno degli ultimi posti con appena 6 milioni 949 mila lire a testa, insieme alla Puglia con 6 milioni e mille lire e alla Basilicata con appena 5 milioni 884 mila lire a persona.

L'esperienza insegna, però, che, a fronte delle scarse risorse stanziate per le aree depresse, ciò che più ha difettato è stata la capacità di elaborare e realizzare progetti di sviluppo: da qui, l'inadeguatezza delle regio­ni e degli enti locali a svolgere il proprio ruolo. Un altro dato che va sottoposto all'at­tenzione del Parlamento è certamente quello relativo all'occupazione. È sconvolgente ca­pere che nel sud dal 1951 al 1994 l'occupa­zione è diminuita di 682.400 unità. Ciò significa che l'intervento straordinario e tut­to ciò che è stato indirizzato al riequilibrio delle regioni meridionali ha prodotto, in 43 anni, una diminuzione di ben 682.400 unità di occupati, a fronte, oltre tutto, di un

aumento di 2 milioni 852 mila persone resi­denti nel Mezzogiorno. A fronte di questo fallimento si sono moltiplicati gli strumenti di intervento, comodi carrozzoni per siste­mare amici e clienti che duplicano o tripli­cano ruoli e funzioni. Pare che anche l'at­tuale Governo segua in questo senso linee di continuità con il passato, mentre si avverte, al contrario, l'esigenza di eliminare strutture inutili e comunque di non crearne di nuove.

Ma, entrando nel merito del provvedi­mento, andiamo a vedere quali sono le principali questioni che il gruppo di alleanza nazionale ha sollevato in Commissione e ripropone in aula attraverso una serie arti­colata di emendamenti. A differenza, infatti, di alcuni gruppi che appoggiano il Governo e che hanno ritenuto di avanzare sotto for­ma di ordini del giorno i loro suggerimenti, mentre, essendo maggioranza, avrebbero il dovere di portare avanti, se ci credono, le proprie impostazioni con strumenti più pre­gnanti, noi ci siamo assunti l'onere di far discutere il Governo e il Parlamento attorno a questioni che riteniamo essenziali per qua­lificare in termini corretti ed incisivi il prov­vedimento in esame.

Dobbiamo subito sottolineare, con riferi­mento all'articolo 1, alcuni aspetti non con­divisibili. Ci sembra innanzitutto inaccetta­bile la mancata previsione (così come proponeva invece il gruppo di alleanza na­zionale) della riserva a favore delle piccole e medie imprese del cinquanta per cento delle somme stanziate con il meccanismo di con­tributi automatici. E — badate — la riserva non sarebbe stata limitata alle piccole e medie imprese meridionali, ma avrebbe ri­guardato tutto il territorio nazionale, cioè anche le piccole e medie imprese che ope­rano all'interno delle aree depresse del nord e che concorrono alla ripartizione secondo il nuovo meccanismo salutato con grande enfasi sulla stampa e nei mass media, che individua percorsi automatici attraverso cui rendere agile e immediata l'erogazione degli interventi agevolativi. Ebbene, la mancata previsione di una riserva per le piccole e medie imprese è grave, sia perché non mi risulta che vi siano precedenti al riguardo, sia perché il particolare meccanismo che il CIPE ha ritenuto individuare, comporta il

Atti Parlamentari — 14059 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

ricorso ad una sorta di prenotazione nel diritto ad acquisire l'agevolazione.

Che senso ha allora (lo chiedo ai colleghi che hanno presentato ordini del giorno nel tentativo di addolcire la pillola e ancora di più lo chiedo al Governo) fare un monito­raggio tra qualche mese per vedere se la norma in questione ha sortito o meno gli effetti? Quando faremo il monitoraggio non ci sarà più nulla da erogare, perché con il meccanismo della prenotazione tutti i fondi stanziati all'articolo 1 saranno già stati pre­notati e quindi avranno già una destinazio­ne. Servirà per il futuro, ci si può risponde­re...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bono. Per cortesia, colleghi (ma mi rivolgo an­

che al banco del Governo!), non si può essere del tutto disattenti nei confronti di un collega che parla!

Continui pure, onorevole Bono.

NICOLA BONO. Ma il Parlamento non può varare norme che tradiscono l'intendimento di servire logiche di un certo tipo, logiche, per esempio, al servizio solo della grande impresa.

Allo stesso modo non salva certo gli inte­ressi delle piccole e medie imprese il fatto che la delibera CIPE di cui parlo preveda dei tetti massimi, fino a venti miliardi, nella concessione dei contributi, perché nella fat­tispecie si tratta di venti miliardi per unità produttiva e non certo per soggetto che chiede il contributo.

Riteniamo ugualmente inaccettabile, in caso di ricorso al meccanismo automatico, la decurtazione del cinquanta per cento della equivalente sovvenzione netta spettan­te. È vergognoso che uno Stato che non riesce ad essere all'altezza dei suoi impegni, che non riesce cioè ad erogare in tempi ragionevoli i contributi a sostegno delle atti­vità produttive nelle aree più marginali del paese, nel momento in cui individua un meccanismo automatico per rendere più agevole e più immediata l'erogazione stessa, la Subordini alla perdita del cinquanta per cento di quanto spettante. Neanche i «cra­vattai!» fanno così! Neanche le più nobili tradizioni dell'usura avrebbero ipotizzato un

meccanismo tanto stringente e mortificante per gli interessi delle aziende!

Noi temiamo che già con l'articolo 1 questo provvedimento si manifesti per quel­lo che è: un'occasione perduta per il Mezzo­giorno. Già in quella norma si tradiscono alcuni impegni e si disattendono alcuni ba­silari intendimenti. Il gruppo di alleanza nazionale aveva proposto che almeno venis­se corrisposto il 75 per cento dell'equivalen­te sovvenzione netta.

Le maggiori preoccupazioni però sorgono in ordine all'articolo 2, che tratta del fondo di garanzia. Onorevoli colleghi, in Commis­sione avevamo presentato un emendamento che poneva il problema del costo del denaro nel sud e chiedevamo che il Governo defi­nisse un piano di intervento entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, per indivi­duare percorsi che consentissero il riequili­brio tra i tassi pagati nel Mezzogiorno e quelli erogati nel resto d'Italia. Non v'é dubbio, infatti, che la politica del credito è una delle «palle al piede» della questione meridionale.

A seguito di quella proposta ci saremmo aspettati uno sforzo di analisi ed un tentativo di offrire possibili soluzioni alla delicata que­stione. Invece l 'emendamento è stato boc­ciato.

Qualche anno fa, quando vi era una sorta di oligopolio di fatto, si pensava che l'immis­sione nel mercato meridionale di nuove strutture creditizie operanti nel resto d'Italia avrebbe comportato oggettivamente un mi­glioramento delle condizioni generali quale conseguenza dell'introduzione delle regole della libera concorrenza. Invece ci siamo dovuti ricredere perché le banche del nord che vanno nel sud, nel trovare un mercato nel quale si praticano regolarmente tassi di interesse di due o tre punti percentuali su­periori rispetto alla media nazionale, altro non fanno che adeguare i loro tassi al mer­cato locale. Si assiste dunque alla specula­zione di imprese del nord che, non solo non hanno determinato le auspicate condizioni di concorrenza, ma addirittura utilizzano e sfruttano questa rendita di posizione.

Ecco perché è necessario affrontare la questione del credito con un grande impe­gno di carattere politico e legislativo: non è

Atti Parlamentari — 14060 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

un problema tecnico né di carattere squisi­tamente economico. Vi sarebbe molto da dire, infatti, sulle ragioni per le quali vi sono alti livelli di sofferenza al sud: bisognerebbe guardare come hanno operato certi istituti meridionali, con quali criteri hanno elargito determinati prestiti e quale è stata la politica gestionale alla quale si sono ispirati negli ultimi anni.

Il fondo di garanzia da solo non può risolvere la contraddizione del costo del denaro nell'Italia meridionale e rischia, co­me noi temiamo, di servire più alle banche che alle imprese. La delibera CIPE che ne ha disciplinato le modalità di attuazione, inoltre, rischia di tagliare fuori gran parte delle aziende che operano nel sud che, es­sendo tutte sottocapitalizzate, non corri­spondono ai requisiti fissati nella delibera.

Ecco perché, dunque, rischiamo di varare una norma vuota di contenuto che, di fatto, non sarà utile a nessuno e che non risolve il problema della sottocapitalizzazione delle imprese, lasciandole in una sostanziale im­possibilità di operare.

L'articolo 4, introduce una interessante novità, cioè l'utilizzo per la realizzazione di infrastrutture di parte dei fondi recuperati dall'erario a seguito del progressivo venir meno della fiscalizzazione degli oneri sociali.

Il citato articolo 4 del decreto-legge si prefigge il pomposo obiettivo di realizzare interventi per grandi opere infrastnitturali nelle aree depresse, per realizzare le quali si stanziano 1.875 miliardi dal 1996 al 2000, praticamente poco più di 350 miliardi l'anno nel quinquennio. Anche se è vero quello che sostiene il ministro, e cioè che si tratta di fondi destinati ad attivare mutui, comunque non superiamo complessivamente l'importo di 5 mila miliardi, sempre per realizzare grandi opere infrastnitturali. Di qui a qual­che minuto fornirò qualche ulteriore dato in merito ai costi che gli interventi strutturali comportano...

Presidente...

PRESIDENTE. Onorevole Bono, mi pare che lei molto garbatamente stia chiedendo di essere messo nelle condizioni di prosegui­re il suo intervento. Per cortesia colleghi!

Ho già richiamato una volta coloro che

siedono ai banchi del Governo: questa è la seconda!

Prosegua pure, onorevole Bono.

NICOLA BONO. La ringrazio, Presidente. L'aspetto più eclatante, però e che non è

stato preso nella dovuta considerazione è che i risparmi che consegue lo Stato a seguito del venir meno della defiscalizzazio­ne degli oneri sociali e degli sgravi contribu­tivi ammontano a 10 mila miliardi l'anno, non a 350 miliardi l 'anno. Ci chiediamo che fine faccia questa cifra risparmiata dallo Stato per maggiore introito derivante dal venir meno della fiscalizzazione e degli sgra­vi. Non è il caso, ad esempio, di individua­re...

DANIELE ROSCIA. Finiscono a Mantova!

ROBERTO GRUGNETTI. A Mantova!

PRESIDENTE. Colleghi, per favore...

NICOLA BONO. Signor Presidente, credo di avere due interlocutori non identificati...

PRESIDENTE. Ha due interlocutori alle spalle. Sono facilmente identificabili; siamo solo 630!

NICOLA BONO. Lo so, in realtà li ho iden-ticati benissimo.

Come dicevo, sarebbe invece il caso di iniziare a restituire tali somme, magari sotto forma di ulteriori incentivi e sostegno all'in­vestimento. A tale proposto non è certo con l'introduzione delle gabbie salariali che si potrà risolvere il problema del venir meno degli sgravi contributivi e della defiscalizza­zione degli oneri sociali.

Il gruppo di alleanza nazionale — lo dico incidentalmente — si opporrà con ogni mez­zo al progetto di colonizzare il sud con uno strumento che non porterà nuova occupa­zione, come il trentennale regime degli sgra­vi contributivi ha dimostrato, e che rischia di essere un comodo mezzo per eludere ben altre e più corrette terapie per il rilancio economico, quali il completamento delle infrastrutture, la dotazione di servizi reali alle imprese, l'eliminazione delle disecono-

Atti Parlamentari — 14061 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

mie con una diversa e più pregnante politica dei trasporti, la riduzione del costo del de­naro e la rimozione dei ritardi della pubblica amministrazione.

Inoltre, si è determinata una forte con­trapposizione in Commissione tra alleanza nazionale ed il Governo intorno alla conce­zione del tipo di cabine di regia da realizza­re. La cabina di regia è stata per molte settimane, per qualche mese, una sorta di cavallo di battaglia del Governo che in essa aveva trovato uno strumento per superare le annose ed ormai intollerabili difficoltà rappresentate dai ritardi nell'esecuzione dei programmi di investimento. Ma, come si suol dire, la montagna ha partorito il topo­lino. La critica che abbiamo rivolto alle cabine di regia è quella di avere a tutti i costi voluto uno strumento burocratizzato e non uno agile, incisivo, capace di mettere vera­mente insieme i soggetti deputati all'utilizzo dei fondi e di farli operare in modo adegua­to, dotandoli di forti poteri, con la possibili­tà, se del caso, di intervenire in via sostitu­tiva nell'esecuzione, non nella decisione, di programmi che non possono ulteriormente attendere l'ordinaria inefficienza di chi è deputato a realizzarli. Ci siamo però scon­trati con una realtà diversa: la verità è che il Governo Dini e la maggioranza che lo sostiene non hanno avuto il coraggio di toccare i santuari del potere burocratico e di spezzare le solide e consolidate competen­ze delle varie amministrazioni, gelose di mantenere ciascuna il proprio squallido ed improduttivo centro di potere!

Abbiamo poi evidenziato un altro aspetto qualificante che, probabilmente da solo, av­rebbe potuto far rientrare il decreto-legge n. 244 del ,1995 tra gli strumenti in grado di incidere veramente e dopo decenni sulla martoriata realtà delle aree depresse: mi riferisco al metodo per il coinvolgimento del capitale privato nel completamento e nella realizzazione di opere pubbliche. Si tratta dell'istituto del project financing, che ave­vamo proposto venisse inserito nell'articolo 1 0 - e nell'articolo 17 come unico stru­mento idoneo per la risoluzione del proble­ma delle opere incompiute. Onorevole mini­stro Masera, le vorrei ricordare che il suo collega Baratta, ministro dell'ambiente e dei

lavori pubblici, qualche settimana fa in Commissione bilancio ci ha fornito delle cifre relative alle opere pubbliche incompiu­te. Avendo effettuato qualche ulteriore ricer­ca in materia, posso affermare che ci trovia­mo con una disponibilità di poco superiore ai 4.000 miliardi, tra fondi dell'Unione eu­ropea e fondi nazionali, per il completamen­to delle opere idriche; mentre vi è un fabbi­sogno di 7.000 miliardi solo per il contenzioso aperto, a fronte del quale non vi è traccia di stanziamenti nel bilancio dello Stato! Le opere pubbliche incompiute non sono state mai censite né come numero né come importo necessario al loro completa­mento.

Dal censimento delle opere in corso di costruzione, effettuato nel luglio del 1994, ne sono risultate 3.333, per un fabbisogno di 39.086 miliardi e con una erogazione di 26.298 miliardi. Ritenere di completare con fondi pubblici tutte queste opere incompiu­te, è semplicemente impensabile!

H fatto, quindi, che il Governo possa pensare ad un rinvio della discussione rela­tiva all'introduzione di un meccanismo per il coinvolgimento del capitale privato nel completamento di opere pubbliche e di fare del provvedimento in esame solo una tappa sul percorso di una politica organica per le aree depresse, è assolutamente inaccettabi­le! Sostengo tale punto di vista perché riten­go che il project financing pur non essendo un dogma, sia un valido strumento operati­vo di intervento, un modo corretto per coinvolgere il capitale privato nella realizza­zione di opere che il capitale pubblico non sarà mai in grado di definire.

Cosa manca per il decollo del project financing? La normativa nazionale già con­sente il ricorso a tale istituto; ciò che invece manca in Italia sono due elementi importan­ti dei quali il Governo si rifiuta di prendere atto e di farsene carico: mi riferisco in primo luogo ad un censimento delle opere pubbli­che incompiute, con la relativa pubblicazio­ne sulla Gazzetta Ufficiale, perché vengano rese note al pubblico; e, in secondo luogo, alla definizione di un quadro tariffario di riferimento che consenta a chi intende inve­stire di sapere come e dove farlo e quanto ne potrà ricavare. Sottolineo che questi due

Atti Parlamentari — 14062 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

meccanismi non comportano grandi appro­fondimenti, a meno che non si voglia aval­lare ciò che si sta decidendo nella VII Com­missione della Camera dove alcune forze politiche — che, per problemi «genetici», risentono ancora di una concezione statali­sta e dirigista dell'economia — hanno impo­stato uno pseudo-project financing che ruo­ta attorno alla figura del cosiddetto proponente, che altro non farebbe che pro­porre la realizzazione di un'opera, che dov­rebbe però essere realizzata sempre con i fondi pubblici! Tale meccanismo è stato talmente contestato — dalla logica e perfino dal garante per la concorrenza, professor Amato — da non necessitare ulteriori com­menti! Se il Governo pensa a quel tipo di soluzione, credo siamo veramente distanti anni luce; ma se si ritiene, ragionevolmente, di impostare un meccanismo per il coinvol­gimento vero del capitale privato nella rea­lizzazione di opere pubbliche, allora non si può rinviare l'esame e l'approvazione di uno strumento che è più di carattere amministra­tivo e di volontà politica che non di sofisti­cata elaborazione legislativa, che non richie­de particolari approfondimenti ed analisi tali da suggerire non si sa bene quale momento e quale contesto.

Mi avvio velocemente alla conclusione, poiché mi pare che il Presidente cominci a dare segni...

PRESIDENTE. Segni di attenzione, ono­revole Bono:... guardavo anche l'orologio!

NICOLA BONO. La ringrazio, Presidente. Stando così le cose, l'Europa appare sem­

pre più lontana; realtà come quelle della Gran Bretagna, dove il 40 per cento delle opere pubbliche viene realizzato con il siste­ma del project financing, appaiono infatti assolutamente «stellari» rispetto alle nostre condizioni.

Un altro aspetto, sul quale si è sviluppato un forte dibattto — che sarà richiamato anche nel corso dell'esame degli emenda­menti — concerne la necessità di risolvere in tempi brevissimi il problema del pregresso della legge n. 64 del 1986, laddove avevamo individuato il meccanismo dell'emissione di buoni del tesoro ad interessi zero, che non

avrebbero quindi inciso sull'erario, ma che avrebbero consentito di smobilizzare subito quel credito che le imprese vantano da parecchi anni.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Bono!

NICOLA BONO. Mi avvio alla conclusione, Presidente. Desidero solo ribadire la neces­sità di una valutazione più aperta da parte del Governo rispetto a quella che abbiamo dovuto constatare in Commissione nei con­fronti delle proposte che i deputati del grup­po di alleanza nazionale hanno avanzato. Peraltro, non si tratta della volontà di un gruppo di voler affermare a tutti i costi le proprie impostazioni, ma dell'oggettiva ne­cessità di evitare che un provvedimento del genere possa andare in porto così come è, con la conseguenza di costituire un'ennesi­ma occasione perduta per il sud.

Il gruppo di alleanza nazionale, stando così le cose, non potrebbe che astenersi nei confronti di un provvedimento che pure ha ispirato, fortemente voluto, e la cui appro­vazione ha cercato in tutti i modi di agevo­lare accelerando per quanto possibile l'iter parlamentare e contenendo tempi di tratta­zione. Tuttavia, giungere alla conclusione di un processo di introduzione — finalmente! — delle procedure ordinarie nell'intervento per le aree depresse e lasciare il testo così com'è, rappresenta, un imperdonabile tradi­mento nei confronti delle aspettative di po­polazioni che si aspettano ben altre risposte dopo 44 anni di continui fallimenti delle politiche di riequilibrio delle aree marginali (Applausi dei deputati del gruppo di allean­za nazionale — Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono­revole Sales. Ne ha facoltà.

ISAIA SALES. Signor Presidente, quello che è giunto finalmente all'esame dell'As­semblea è un provvedimento molto impor­tante e molto atteso. Esso arriva dopo due anni di totale blocco di qualsiasi azione pubblica verso il Mezzogiorno e dopo due anni dalla fine dell'intervento straordinario

Atti Parlamentari — 14063 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

si avvia finalmente un tentativo di intervento ordinario dello Stato italiano — ed, <è questa la principale novità — non solo per il Mez­zogiorno, ma per tutte quelle aree classifica­te come depresse.

Il provvedimento riguarderà non solo il Mezzogiorno, ma ben il 57 per cento del territorio nazionale, con una popolazione che supera i 20 milioni di abitanti, in quanto altri 11 milioni di italiani sono stati ammessi ai benefici derivanti dal provvedimento. È discutibile mettere insieme aree depresse e aree in ritardo di sviluppo; credo sia un errore mettere insieme aree di crisi congiun­turale ed aree di crisi strutturale. In ogni caso nessuno può più dire in Parlamento che si predispongono provvedimenti ad hoc solo per il Mezzogiorno.

Con il decreto-legge in esame si sperimen­ta per la prima volta la concessione di incen­tivi automatici alle imprese che fanno inve­stimenti attraverso crediti di imposta, si istituisce un fondo per il consolidamento dei debiti per le piccole e medie imprese, si dà l'avvio alla cabina di regia per l'accesso ai fondi comunitari, si finanziano per 5 mila miliardi opere infrastnitturali, si risolvono le pendenze che le imprese avevano con il vecchio intervento straordinario, si mettono le basi per il completamento delle opere idriche sospese e si avvia un riordino del settore delle acque, si promuove la fiscaliz­zazione nel settore dell'edilizia, si interviene sulle zone terremotate della Sicilia, della Campania e della Basilicata, si fissa una normativa precisa per i patti territoriali.

Di 30 articoli solo l'articolo 2 riguarda espressamente le imprese che operano nel Mezzogiorno. Certo, si tratta quasi esclusi­vamente di risorse già provenienti dalle do­tazioni finanziarie del vecchio intervento straordinario; dunque non si mobilitano ri­sorse aggiuntive. Sarebbe il caso di essere tutti un po' più cauti nel parlare di cifre da spendere per il Mezzogiorno, in quanto si dà l'impressione di numerosissime risorse mes­se a disposizione e invece sono sempre le stesse che si trascinano da anni.

È bene che le risorse siano spese subito e il provvedimento si pone questo specifico obiettivo. Ma il Parlamento ha l'obbligo di assumere l'impegno di dedicare nell'esame

della prossima legge finanziaria una sessione di discussione specifica ai problemi dell'eco­nomia meridionale e segnalare le risorse impegnate per reinserire tale economia in quella nazionale, imponendo ai vari ministe­ri di indicare le somme stanziate, capitolo per capitolo, per gli interventi nel sud. Solo in questo modo si può dare senso all'avvio dell'intervento ordinario dello Stato.

Certo, qualcosa è cambiato nello spirito pubblico verso il Mezzogiorno e anche in Parlamento si è avvertito qualche segnale di novità. In pochi mesi il Governo Dini, grazie al proprio impegno, dopo undici reiterazio­ni, lo ha ricordato il ministro, è arrivato all'approvazione del decreto-legge n. 32, che chiudeva l'intervento straordinario. Nella finanziaria bis sono stati inclusi 3 mila mi­liardi per il Mezzogiorno, unica disposizione tendente ad accrescere la spesa inserita in un provvedimento volto al risanamento del­la finanza pubblica. Il ministro Masera nei giorni scorsi a Bruxelles ha ottenuto la pro­roga dei termini per il primo quadro comu­nitario di sostegno; è stata annunciata, per i prossimi giorni, la pubblicazione del libro bianco sulle opere pubbliche incompiute, che riguarda gran parte delle opere realizza­te in passato nel Mezzogiorno. Per quanto concerne il decreto-legge in discussione, il CIPE ha già adottato alcuni regolamenti; penso, in particolare, al fondo di garanzia, al regolamento attuativo della legge n. 488 e agli incentivi automatici.

Sembra esservi un clima nuovo nel paese, dovuto all'evidenza della gravissima situa­zione economica e soprattutto, credo, al cambio della classe dirigente del sud; ne abbiamo parlato altre volte. In questi ultimi tre anni il sud ha mostrato con i fatti una voglia di radicale cambiamento; una nuova classe dirigente lavora in condizioni diffici­lissime, cercando di dimostrare che è più conveniente per tutti vivere nella legge piut­tosto che aggirarla, che si deve partire da se stessi prima di chiedere aiuto agli altri, che occorre assumersi le proprie responsabilità e non più lamentarsi. Su questa base in molte città del Mezzogiorno si è suscitato un rinnovato spirito pubblico, una riattivazione civile di cui non vi è riscontro nel recentis­simo passato, una sana e orgogliosa fiducia

Atti Parlamentari — 14064 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

nei propri mezzi e nelle proprie possibilità. Aiutati che la nazione ti aiuta: è il messaggio che si sta lanciando in questo periodo dal Mezzogiorno.

Ritengo che i nuovi sindaci e i nuovi amministratori locali siano oggi il principale capitale di credibilità che il sud ha a dispo­sizione. Il meridione sta rispondendo anche grazie a loro con responsabilità e civiltà alla gravissima crisi economica. Ma fino a quan­do? Questo è il vero nodo che la società meridionale e l'intera nazione hanno davan­ti. Questa volta un'intervento pubblico di qualità può trovare la società locale pronta a fare la sua parte; perciò è un'occasione storica, avrebbe detto Guido Dorso. Vi è consapevolezza e maturità nel Mezzogiorno insieme ad una grande preoccupazione per le tensioni sociali che si accumulano; ma non vi è ancora altrettanta consapevolezza e maturità in altre parti del paese e tra le forze politiche. Anche in questi giorni si parla del Mezzogiorno con irresponsabilità, sciatteria, superficialità.

Il problema più serio dell'attuale fase è che la gravissima crisi economica rischia di travolgere la nuova classe dirigente, la nuo­va mentalità, lo sforzo enorme di far valere la cultura della responsabilità e della legalità. Attenzione: è una fase di passaggio delicatis­sima per il Mezzogiorno. Se non ce la faran­no i nuovi sindaci, la nuova classe dirigente a dare una svolta al Mezzogiorno nessun altro lo potrà fare. Occorre un intervento pubblico di qualità, una terapia d'urto che faccia tesoro degli errori del passato e che cammini sulle gambe della nuova classe dirigente. Oggi un intervento pubblico di qualità — ripeto — può trovare la società locale pronta a compiere la sua parte. Senza un intervento pubblico di qualità, la nuova classe dirigente sarà travolta ed il sud torne­rà a chiedere assistenza e statalismo rassicu­rante; tornerà ad affidarsi, come dura neces­sità, alle economie illegali. Questa è la partita in gioco, ma di tutto ciò non si accorge — o fa finta di non capire — Bossi. È proprio con il giudizio che Bossi dà del­l'attuale fase del meridione che commette il più grave errore politico. Egli ragiona sul sud come se ci fossero ancora Gava e Pomi­cino; non capisce o non vuole capire che nel

Mezzogiorno è avvenuta una vera e propria rivoluzione democratica, dagli esiti incerti, ma tuttora in corso. C'è voluto più coraggio al sud per liberarsi del vecchio sistema di potere di quanto non ne sia occorso al nord, ove il cambio della classe dirigente non ha comportato un mutamento nell'economia di quella realtà. Al sud, invece, il vecchio ceto politico teneva nelle mani anche la regola­zione economica della società meridionale e quindi occorreva più coraggio a liberarsi del vecchio ceto dirigente.

Allo schema mentale di Bossi forse andava bene che a rappresentare il sud fosse la vecchia classe dirigente; poteva infatti dire: ecco chi sono coloro che usano male le risorse del paese, e poteva giustificare a suo modo la rivolta fiscale della borghesia del nord. Ma la realtà è oggi diversa da tale schema: il sud in trasformazione rompe questo schema. Con le sue attuali posizioni, Bossi dà uno schiaffo in faccia al tentativo generoso dei nuovi sindaci di cambiare dal basso la società e la politica meridionale. A Bossi fa da pendant l'onorevole Mastella, che parla di possibile insurrezione. Essi rap­presentano un'Italia tra secessione e insur­rezione che credo non corrisponda assoluta­mente alla realtà. Secondo Mastella i segnali dell'insurrezione sarebbero i furti di pro­sciutti nelle campagne beneventane; questo è il modo in cui si discute della gravissima situazione economica nel Mezzogiorno. Sia­mo seri: la situazione è durissima, m a il vero rischio non è l'esplosione sociale bensì l'im­plosione, cioè il ritorno ad una economia illegale, come dura necessità quotidiana, pur di procurarsi un reddito. Mastella è uno di quegli uomini che, per il modo di inten­dere il potere e la politica, è stato tra i principali responsabili della caduta di com­prensione e di solidarietà verso i problemi del sud. Perciò anch'egli non valorizza quan­to di nuovo stanno tentando i nuovi sindaci; è un nostalgico del vecchio intervento straordinario e della regolazione politica del­l'economia meridionale. Ma fino a quando Bossi parlerà nei termini che ho riferito, lascerà campo libero a chi, a nome del Mezzogiorno, vuole parlare il vecchio lin­guaggio; quel linguaggio che la nuova classe dirigente sta cercando di far tacere. Così

Atti Parlamentari — 14065 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Bossi fa da sponda a chi rappresenta un sud che non vuole cambiare; Bossi e Mastella alla fine rischiano di tenersi e di sostenersi reciprocamente. In questi anni c'è stata una pregiudiziale antimeridionalista, espressio­ne di un gretto provincialismo nordista, di un indebolimento del sentimento nazionale, della crisi di egemonia delle classi dirigenti del nord che, ricordiamolo, fin dal 1860 hanno sempre rappresentato il motore della storia unitaria del paese.

Ciò detto, non si può ignorare — noi progressisti non l'abbiamo mai fatto e non lo facciamo oggi —, anche di fronte alle posizioni di Bossi, che non condividiamo, che ad erodere il sentimento nazionale e a scavare un solco con l'opinione pubblica del centro-nord è stato anche il modo in cui si sono usate le risorse pubbliche; è stato an­che il modo in cui gli interventi nel Mezzo­giorno sono stati effettuati, soprattutto negli anni ottanta.

Riteniamo che le degenerazioni dell'inter­vento pubblico nel Mezzogiorno siano da considerare corresponsabili della caduta di solidarietà e di condivisione che si è avuta al centro-nord per i problemi del Mezzogiorno; corresponsabili anche del vuoto che per alcuni anni si è prodotto nella politica pub­blica verso le aree in ritardo di sviluppo.

Proprio per questo, onorevole Mastella, anche di fronte alla situazione gravissima del sud, non ci porterà mai a difendere quel passato che è alle nostre spalle, quel sud piagnone e assistito in cui lei ha fatto la sua fortuna politica.

Concludendo su questa parte, le posizioni di Bossi non sono pericolose non tanto nel­l'assurdo progetto di separazione dell'Italia, quanto perché isolano la parte del Mezzo­giorno che resiste, che si dà da fare, che assume la cultura della responsabilità e della legalità, che chiama i cittadini ai loro doveri e, isolando questa parte del Mezzogiorno (i Bassolino, i Bianco, gli Orlando) dà fiato a quelle forze che, in contrapposizione alla lega, vogliono un sud come prima.

Il pericolo non è l'insurrezione, ma la rassegnazione. Un sud rassegnato si riconse­gnerà nelle mani di chi vuole rilanciare i vecchi assetti. Aiutare il sud a fare da sé è in questa fase il compito del Parlamento.

Aiutare e fare da sé non sono due concetti in contraddizione, ma strettamente legati.

Nelle attuali condizioni economiche del sud può sembrare un lusso discutere di federalismo, ma cari colleghi, soprattutto colleghi meridionali, ne dobbiamo parlare; possiamo essere d'accordo o meno, ma ne dobbiamo parlare, perché sono anni, secoli, che il tema del federalismo viene agitato contro il sud. H sud è la principale vittima del centralismo, non il principale beneficia­rio.

Nella storia unitaria di questo paese il centralismo è stato giustificato per dare una mano al sud. Vi sono stati due momenti storici in cui si è discusso molto dell'orga­nizzazione dello Stato italiano: dopo l'unità d'Italia, nel 1860, e nel secondo dopoguerra. In entrambi i periodi furono le condizioni del sud a far pendere la bilancia delle scelte a favore di un'organizzazione centralistica.

All'indomani del 1860 si ritenne che la debolezza del senso di nazione si sarebbe acuita con una federazione di Stati regionali, alcuni dei quali — quello borbonico delle due Sicilie — annessi attraverso l'azione militare.

Nel secondo dopoguerra furono le condi­zioni dell'economia e della società meridio­nale a sconsigliare un più forte decentra­mento di poteri e a convincere che solo un'azione di sollecitazione dello sviluppo dal centro avrebbe consentito di superare gli storici squilibri t ra nord e sud del paese. Ma a 135 anni dall'unità d'Italia ed a 45 anni dall'istituzione della Cassa per il Mezzogior­no la questione meridionale non è stata risolta né si è consolidato un forte senso di nazione. Anzi, il sud negli ultimi anni ha perso anche quella considerazione solidale per i suoi problemi che aveva caratterizzato tutta la storia unitaria.

Dunque, è dal sud che deve partire lo stimolo ad una forte e radicale riforma istituzionale, per affrontare con altro spirito e altri strumenti la questione meridionale, perché solo risolvendo la questione meridio­nale potrà consolidarsi il senso di nazione.

Ed allora parliamo di quali sono gli ele­menti negativi dell'intervento straordinario dal punto di vista del costume.

L'intervento straordinario ha dato origine

Atti Parlamentari — 14066 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

ad una cultura della dipendenza, dell'affi­darsi, della propulsione dall'esterno; ad una passività economica, produttiva e soprattut­to civile.

Invece io ritengo che il federalismo possa essere una delle condizioni in grado di aiu­tare questa fase di sviluppo del Mezzogior­no, facendo rinascere uno spirito pubblico che lì non c'è mai stato, rafforzando la società civile meridionale che non è mai stata forte e soprattutto accrescendo la cul­tura della responsabilità e un nuovo patto tra amministrati e amministratori.

Credo che da questo punto di vista la lega si debba convincere che con un sud ostile, con un sud contrario non si realizzerà mai il federalismo in Italia. Solo se il sud si convincerà che si tratta di una riforma utile al proprio sforzo di rinnovamento, allora sarà possibile discutere di tale prospettiva.

Noi vogliamo valorizzare le differenze ed accorciare i divari; una cosa sono le diffe­renze culturali, che vanno valorizzate, altra cosa sono i divari economici e produttivi, che vanno eliminati. Il federalismo deve servire a valorizzare le differenze locali e ad accorciare i divari.

Se questo è lo scopo, allora siamo di fronte ad una santa riforma per il nostro sistema democratico ed istituzionale.

Voglio poi, signor Presidente, ricordare due aspetti che sono stati al centro della discussione svoltasi in questi giorni. La Con-fìndustria ha ripetutamente fatto riferimen­to, nelle scorse settimane, a due problemi in particolare, parlando del dramma della di­soccupazione di massa nel Mezzogiorno. Innanzitutto è stato evidenziato il rilancio del differenziale di salario fra nord e sud; in secondo luogo vi è stato un cortese e garbato invito ad emigrare.

Non capisco perché la Confindustria con­tinui a dare tanta enfasi al tema del costo del lavoro nel Mezzogiorno! Ritengo che questo sia un gravissimo errore, perché u-n'enfasi così accentuata sul tema rischia di portarci ad una divisione ideologica non utile in questo momento nel quale dobbiamo raggruppare le forze che intendono lottare per un nuovo Mezzogiorno.

Ma io non ne faccio una questione di divisione di principio; credo che il Parlamen­

to debba discutere, debba poter ascoltare qualche dato e verificare se siano vere le cifre fornite dalla SVIMEZ, per pronunciare sul problema del costo del lavoro una parola definitiva. Quanto costa il lavoro nel Mezzo­giorno e che differenza vi è con il nord? Se fossimo di fronte ad un costo del lavoro identico tra nord e sud, ci sarebbe possibilità di grossi investimenti nel Mezzogiorno; tut­tavia, nella nostra situazione economica at­tuale non ci possiamo permettere il lusso di scartare a priori qualsiasi soluzione.

La SVIMEZ dice che, fatto pari a 100 il reddito da lavoro dipendente di un'unità di lavoro nella trasformazione industriale del centro nord, il corrispondente valore nel sud era nel 1980 del 79 per cento, nel 1987 dell'80,4 per cento e nel 1991 solo del 77,4 per cento. Il costo del lavoro, cioè, nel sud nel 1991 era di 22,3 punti inferiore rispetto a quello del nord.

ILARIO FLORESTA. Perché non si pagano i contributi!

ISAIA SALES. Adesso arrivo anche a que­sto aspetto.

La Banca d'Italia aveva compiuto uno studio per verificare a quale costo del lavoro bisognasse arrivare per consentire maggiori investimenti e stabilire la soglia del 18 per cento al netto della fiscalizzazione degli one­ri sociali. Siamo di fronte ad un costo del lavoro — lo ripeto — che nel sud è inferiore di circa il 22 per cento rispetto al nord, con i livelli occupazionali che tutti conosciamo.

E allora perché la Confindustria, più se­riamente, non ci dice: nei prossimi anni avremo un aumento del costo del lavoro dovuto alla fine della fiscalizzazione degli oneri sociali; metteteci in condizioni di com­petere! Questo sarebbe un ragionamento serio, piuttosto che convocare mille giovani imprenditori a Crotone ed invogliarli a com­piere una crociata sul costo del lavoro! Perché la Confindustria non organizza un convegno sul costo del denaro nel sud? Perché non si avvia seriamente un ragiona­mento su questo che è uno dei temi essen­ziali per una possibile ripresa economica del Mezzogiorno?

Desidero riprendere una proposta della

Atti Parlamentari — 14067 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

SVIMEZ. Ogni anno lo Stato ricaverà 10 mila miliardi in più dalla fine della fiscaliz­zazione degli oneri sociali, dovuta ad una imposizione comunitaria e non ad una scelta italiana. Se non possiamo utilizzare i 10 mila miliardi per la fiscalizzazione, usiamoli per intervenire sui fattori esterni che danno una minore produttività alle imprese meridiona­li. Si può discutere del problema in qualche sede; credo che troveremo consenso se uti­lizzeremo la somma in questione per la formazione lavoro, per le infrastrutture, per i servizi alle imprese, purché sia chiaro che essa è destinata a maggiori investimenti.

L'ultimo problema che intendo affrontare riguarda l'emigrazione. Noi meridionali non dobbiamo vergognarci di affermare che al sud i giovani non vogliono emigrare; essi fanno bene, perché si deve essere spinti all'emigrazione da una necessità assoluta. Nel Mezzogiorno non vi è una situazione del genere, perché una famiglia riesce a mante­nere un giovane che è in attesa di trovare un posto di lavoro. Il nord, oggi, trarrebbe convenienza da una emigrazione di massa? Bisogna considerare che non si tratta di 5 mila persone, ma di migliaia e migliaia. Dal momento che i posti di lavoro dovranno essere occupati (tra l'altro, esiste l'immigra­zione extracomunitaria, che pone problemi di integrazione ancora più difficili), occorre approfittare della ripresa economica per va­lutare i piani di investimento delle imprese nel Mezzogiorno e gli strumenti che esse richiedono per favorire gli investimenti stes­si. Ci si domanderà se tutto questo è possi­bile. Vediamo, allora, che cosa ha fatto la Germania.

Nel 1994 le importazioni nette dai Lànder orientali finanziate con trasferimenti pubbli­ci e investimenti privati sono state valutate in oltre 200 miliardi di marchi, pari a 240 mila miliardi di lire, quattro volte le impor­tazioni nette del Mezzogiorno. In Germania, cioè, per i Lànder orientali si spende quattro volte di più di quanto noi spendiamo per il Mezzogiorno. I divari di produttività tra ovest ed est tedesco sono molto più ampi di quelli tra nord e sud d'Italia; la parità di salari ha avuto quindi, in Germania, giusti­ficazioni economiche molto minori rispetto all'Italia. Il cambio alla pari tra moneta

dell'est e dell'ovest è stata un'operazione assistenziale di proporzioni incomparabil­mente maggiori di quelle di cui il Mezzogior­no sia stato mai accusato di aver beneficiato.

Abbiamo quindi di fronte un esempio, quello della Germania. Non dico che il Par­lamento debba discutere sul modo in cui tale paese ha risolto i suoi problemi, ma, in sede di Commissione, attraverso un confronto con il Governo, con la Comunità economica europea o con chi si vuole, si possono stu­diare le modalità con cui si è intervenuti in Germania. Certo, in cinque anni non sono stati risolti tutti i problemi, ma è assoluta­mente impensabile paragonare quanto av­viene in Germania est e nel Mezzogiorno. Sarebbe opportuno verificare, nel cuore del­lo sviluppo capitalistico occidentale, una forma di assistenza rivolta allo sviluppo pro­duttivo. Credo che il Parlamento italiano potrebbe apprendere molto in questo modo.

Concludo il mio intervento, signor Presi­dente, svolgendo un'ultima considerazione. Credo che oggi il Mezzogiorno sia il princi­pale problema democratico del nostro paese e rappresenti anche un problema di giusti­zia. A coloro che si oppongono ad un rinno­vato impegno, anche finanziario, dello Stato per il Mezzogiorno — scrive la SVIMEZ — si deve ricordare che assicurare a tutti i cittadini uguali diritti e uguali opportunità, quale che sia la regione in cui risiedono, risponde non solo ad un principio costituzio­nale, ma anche a quegli ideali liberali ai quali tutti, o quasi tutti (e in prima fila proprio questi oppositori), dichiarano di ispirarsi. Spetta a noi, a questo Parlamento, non convincere milioni di persone che, in alter­nativa all'assistenza, all'arrangiarsi, all'ille­galità, c'è solo il resto di niente. Se convin­ceremo i meridionali che questo è per loro l'unico destino, daremo un colpo mortale al sud in trasformazione e all'unità nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi progressi­sti federativo e del partito popolare italiano — Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono­revole Floresta. Ne ha facoltà.

ILARIO FLORESTA. Signor Presidente, o-norevoli colleghi, signori rappresentanti del

Atti Parlamentari — 14068 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Governo, il provvedimento che ci apprestia­mo a votare rappresenta un momento par­ticolarmente importante nella tormentata storia dell'intervento straordinario nel Mez­zogiorno, nonché il tentativo di porre fine ad anni di ritardi, di manchevolezze, di inadempimenti, di illusioni suscitate in mi­lioni di cittadini che hanno guardato con fiducia alla presenza dello Stato nelle zone più svantaggiate del paese. Rappresenta i-noltre la possibilità di concretizzare in modo definitivo il passaggio alla gestione ordinaria degli interventi nelle aree depresse del terri­torio nazionale, contemperando le esigenze imposte dai vincoli derivanti dall'Unione europea con una situazione di oggettiva diversità di condizioni tra il Mezzogiorno ed il resto del paese.

L'emanazione del decreto-legge in esame è stata resa necessaria, come è noto, dal fatto che i provvedimenti finora adottati non hanno risolto tutte le pendenze connesse all'intervento straordinario, determinando una situazione di impasse da superare in tempi brevi, così come sottolineato dall'or­dine del giorno approvato dalla Camera in occasione dell'esame e dell'approvazione del disegno di legge di conversione del de­creto-legge n. 32 del 1995. È dunque presen­te l'esigenza di approntare tutti gli strumenti necessari per non dilazionare ancora inter­venti attesi da tempo e per accelerare le relative procedure. Data la vastità e, in qualche caso, la complessità della materia che ci impegna, mi soffermerò (considerati anche i limiti temporali) soltanto su alcuni aspetti particolarmente significativi.

La previsione di cui all'articolo 1, innan­zitutto, rende finalmente rapide ed effettive le liquidazioni delle agevolazioni alle inizia­tive produttive attraverso un meccanismo di compensazione tra il credito delle agevola­zioni e il debito tributario dell'impresa inte­ressata, relativo alle imposte che si riscuoto­no a mezzo di conto fiscale, semplificando le procedure e sancendo il principio della razionalizzazione dei rapporti di dare-avere tra lo Stato e i cittadini.

Altro aspetto importante per le piccole e medie imprese del Mezzogiorno è costituito dalla disciplina del fondo di garanzia previ­sto dall'articolo 9, comma 3, del decreto-

legge n. 41 del 1995, convertito nella legge n. 85 del 1995, i cui criteri, modalità e procedure di funzionamento sono stati già stabiliti dal CIPE con la delibera del 10 maggio scorso. Il fondo di cui all'articolo 2 del decreto in esame, finalizzato al consoli­damento delle passività a breve termine delle piccole e medie imprese, costituisce uno strumento operativo in grado di inter­venire in tutte quelle situazioni in cui le disparità derivanti dalla differenza del costo del denaro hanno determinato posizioni di indebitamento, recuperabili, ma attraverso un intervento riequilibratore da parte dello Stato. È noto infatti come il costo del denaro sia, nelle regioni del Mezzogiorno, di due o tre punti superiore rispetto alle regioni del nord. L'attivazione del fondo di garanzia consentirà in molti casi di ridurre tali diffe­renze.

Per quanto concerne poi le previsioni di cui agli articoli 5 e 6, esse dimostrano l'at­tenzione posta agli interventi strutturali at­tivabili attraverso il cofinanziamento comu­nitario. Si tratta di una materia già oggetto di interesse durante il precedente Governo — ricordo la delibera del 2 agosto 1994 della Conferenza Stato-regioni — e che ci ha visti impegnati personalmente nella ricerca di soluzioni che contribuissero al miglioramen­to dell'attuale situazione. Con queste norme si propone da un lato il ricorso alla confe­renza dei servizi nell'ottica dell'accelerazio­ne delle procedure per gli adempimenti bu­rocratici facenti capo alle diverse amministrazioni competenti e dall'altro l'i­stituzione di una cabina di regia nazionale al fine di sovrintendere ad un'efficace utiliz­zazione dei fondi strutturali. Da tempo sol­lecitiamo l'attivazione di un simile strumen­to (i cui compiti forse potevano essere attribuiti al già operante comitato di cui all'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 284 del 1994), proprio perché abbiamo coscienza del fatto che l'Italia uti­lizza poco e male le risorse comunitarie a disposizione. Ciò avviene a causa di una serie di disfunzioni che si registrano a tutti i livelli e della quasi totale assenza di coor­dinamento tra i vari soggetti nazionali e regionali interessati. Ne salutiamo perciò con favore la nascita.

Atti Parlamentari — 14069 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Per quanto concerne la denominazione, ci auguriamo che non si tratti di una questione terminologica (l'espressione «cabina di re­gia», dal sapore teatrale, non ci ha mai trovati entusiasti), bensì di sostanza. L'au­gurio è quindi che, qualunque sia la deno­minazione o la struttura finale — abbiamo dibattuto molto, in Commissione, sull'argo­mento —, si tratti di uno strumento che operi nel senso indicato. In particolare, rite­niamo che la fisionomia delineatasi con l'ap­provazione in Commissione del subemenda­mento liotta, seppure più complessa rispetto alle iniziali previsioni, sia decisa­mente più soddisfacente in confronto alla proposta del Governo. L'articolazione com­plessiva ed i delicati compiti che la cabina di regia si troverà a svolgere rendono però indispensabile, in sede di predisposizione del regolamento governativo, la previsione di ulteriori strumenti di controllo, da affiancar­si a quelli esistenti, in relazione alla possibi­lità di avvalersi di istituti di studi e di ricerca e di società di servizi, onde evitare situazioni di dubbia trasparenza. Anche in relazione all'attività di verifica e monitoraggio non dovrà mancare, se svolta da soggetti estranei aU'amministrazione dello Stato, la necessa­ria trasparenza nelle procedure di assegna­zione. Occorre ricordare, poi, che la dispo­sizione in oggetto sopprime l'osservatorio delle politiche regionali, i cui compiti sono affidati alla cabina di regia. In questo caso, auspichiamo che vi sia un reale cambiamen­to, non solo nella denominazione, ma anche negli uomini, e che si cerchi di valorizzare al meglio le competenze e le intelligenze presenti all'interno deU'amministrazione dello Stato, facendo ricorso agli esterni sol­tanto nei casi di comprovata necessità di esperienze di cui non si dispone. Siamo convinti che il Presidente del Consiglio, il ministro del bilancio ed il sottosegretario delegato per la materia saranno particolar­mente vigili nelT evitare che si verifichino situazioni di malcostume.

In ultimo, signor Presidente, onorevoli colleghi, credo sia opportuno citare, sia pur brevemente, altre due norme contenute nel provvedimento in esame.

Mi riferisco in primo luogo all'articolo 8, che contiene la previsione normativa dei

patti territoriali, sull'onda delle positive e-sperienze del CNEL , al cui sviluppo e diffusione possono senz'altro contribuire al­tri soggetti pubblici, come ad esempio la GEPI. Mi riferisco inoltre alla disposizione di cui all'articolo 27, che consente al Mini­stero del lavoro e della previdenza sociale di avvalersi delle professionalità del settore pubblico o privato al fine di avviare tutte le attività funzionali relative ai lavori social­mente utili, strumento da noi ritenuto deci­sivo nelle politiche occupazionali (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono­revole Calvanese. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CAL\ANESE. Signor Presiden­te, qualche giorno fa, in un campo container di un comune del salernitano, Pellezzano, vi sono stati casi di morte per meningite. L'ac­campamento in questione si trova nel terri­torio di quel comune da circa quindici anni. Più o meno un mese fa, in un comune dell'avellinese, Solofra, che ha dato grande lustro a quella zona per la dimostrazione di notevolissime capacità imprenditoriali, ci sono stati blocchi stradali in seguito a prov­vedimenti della magistratura dovuti al fatto che le imprese non avevano ottemperato ad una serie di normative di carattere ambien­tale. Si sarebbe potuto ricorrere, ove possi­bile, a finanziamenti comunitari per evitare che oltre diecimila persone corressero il rischio di perdere la loro fonte di reddito e che un'economia basata esclusivamente su quel tipo di produzione potesse essere messa in ginocchio. Faccio solo alcuni esempi per sottolineare come vi siano oggi nelle realtà depresse del nostro paese in generale, e nelle realtà meridionali, in particolare, numerose iniziative che sono bloccate pur avendo un carattere di emergenza.

Questa è la ragione per la quale a noi della componente comunisti unitari del gruppo misto la conversione in legge del decreto-legge n. 244 appare un atto dovuto. Quello in esame ci appare un atto dovuto perché gli interventi che elencava poco fa il collega Isaia Sales (incentivi automatici per le im­prese, fondi per le piccole e medie imprese, cabine di regia per i fondi comunitari, infra-

Atti Parlamentari — 14070 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

strutture, chiusura del pregresso straordina­rio, opere idriche, disposizioni per le zone terremotate e così via) ci sembrano una delle necessarie premesse per avviare una politica seria nei confronti del Mezzogiorno. Certo, noi non consideriamo il provvedimento in questione una pietra miliare bensì un primo passo importante e significativo per una ripresa di iniziativa in grande stile nei con­fronti del Mezzogiorno. Sono d'accordo con quanto proponeva poco fa il collega Isaia Sales, cioè che in occasione dell'esame della prossima legge finanziaria vi sia una discus­sione specifica su come lo Stato italiano intende rapportarsi all'economia meridiona­le e su come far sì che non vi sia un cammino a doppia velocità, che precluderebbe di fatto l'ingresso a pieno titolo del nostro paese in Europa.

Il nostro non può quindi essere che un atteggiamento di prudenza. Ciò vale soprat­tutto per noi meridionali, che ci siamo già troppe volte scottati in passato a fronte di proclamate politiche a favore del Mezzogior­no, che o non sono mai state realizzate o addirittura hanno avuto effetti controprodu­centi. Ricordo a tutti che l'emigrazione non si è verificata solo quando il Mezzogiorno era arretrato, una regione esclusivamente agricola, bensì anche quando si sono messi in moto meccanismi di sviluppo industriale che però recavano al loro interno contrad­dizioni forti e talvolta insanabili. All'inizio degli anni cinquanta, e in particolare negli anni sessanta, si è così registrata nel Mezzo­giorno, come tutti ricordiamo, un'emigra­zione di massa.

A tale proposito lo stesso rapporto SVI­MEZ, più volte citato precedentemente fa notare come nell'ultimo anno vi sia stata una ripresa dell'economia nel nostro paese. Il problema quindi non è rappresentato dai meccanismi che favoriscono soltanto la ri­presa dell'economia. Occorre infatti sanare le contraddizioni storiche del nostro Mezzo­giorno particolarmente acuitesi nell'ultimo periodo.

È quindi inevitabile che abbia un carattere eccezionale anche un intervento che preten­de di essere ordinario, visto che tale non è la situazione del nostro Mezzogiorno. Certo, nel Mezzogiorno negli ultimi anni vi è stato

un salto anche culturale non solo da parte dei sindaci e di tutti coloro preposti in qualche modo alla cosa pubblica, ma anche da parte delle popolazioni, delle istituzioni locali, delle università. Si è diffusa la convin­zione della necessità di fare da sé, la convin­zione della bontà dell'autogoverno. Allo stes­so tempo è anche vero che tutto questo non basta, perché le condizioni di partenza in alcuni casi sono veramente drammatiche. Una risposta in un senso o in un altro può venire solamente dall'impegno dello Stato nei confronti del Mezzogiorno.

A mio parere, negli ultimi tempi si è fatta eccessiva retorica, per quanto riguarda ad esempio gli interventi a favore del mercato del lavoro, con particolare riferimento ai lavori socialmente utili. Ricordo che qualche mese fa i lavoratori di alcune realtà meridio­nali hanno manifestato davanti a palazzo Chigi ed hanno ottenuto risposte a mio parere ancora troppo parziali. È stata loro assicurata la possibilità di mantenere il red­dito, ma si tratta nella gran parte dei casi di stipendi di 600 mila lire o di 850 mila lire al mese, corrisposti a fronte di un impegno superiore alle cinque-sei ore di lavoro al giorno. Peraltro questi lavoratori lamentano l'assenza delle ferie e l'impossibilità di am­malarsi.

Il decreto-legge razionalizza quasi esclusi­vamente gli interventi già esistenti. Mi pare importante che si avverta l'esigenza di inter­venire sul credito perche, come è già stato rilevato, le imprese meridionali subiscono forti penalizzazioni. Anche in questo caso, a mio parere, è necessario fare un discorso strategico, di fondo.

Mi pare assai significativo — voglio sotto­linearlo — che vi sia stato un impegno diretto del Governo nei confronti dei fondi comunitari che, come è noto vanno persi, anche per incuria delle amministrazioni lo­cali e, in particolare, regionali, oltre che per la tortuosità dei meccanismi comunitari e delle strutture italiane che dovrebbero, al contrario, favorire e razionalizzare tali pro­cessi. Faccio l'esempio del progetto Leonar­do della Comunità europea scaduto ieri: proprio ieri mattina mi si diceva che vi erano grandi difficoltà addirittura nel produrre le schede da compilare per il collocamento o

Atti Parlamentari — 14071 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

per gli scambi con gli altri paesi. Dunque vi è spesso anche una carenza di attrezzature a partire proprio dai livelli centrali, che dovrebbero invece favorire quei processi.

Come è chiaramente detto nel parere e-spresso dalla Commissione lavoro, mi pare interessante la proposta di costituzione del centro di coordinamento per lavori social­mente utili nelle aree depresse, ferme restan­do le critiche che ho appena esposto.

Come ho detto, si tratta delle prime ini­ziative in materia, che sono accompagnate da altri provvedimenti, quali la stessa legge-quadro sui lavori pubblici e gli interventi su mercato del lavoro, ai quali ho fatto cenno in precedenza. Sono questioni che vanno approfondite e di cui occorre discutere in questo momento; la filosofìa ad esse sottesa, della precarizzazione strategica dei rapporti di lavoro, si accompagna al discorso della flessibilità, che mi pare essere invece tutt'al-tra cosa.

Il nostro atteggiamento è dunque di com­prensione, di incoraggiamento e fìnanco di sostegno a questa iniziativa, che viene ri­chiesta da molti comuni ed imprese meridio­nali, ma è anche un atteggiamento di grande prudenza, non solo perché ci siamo scottati in passato, ma proprio per l'attuale conno­tazione della questione meridionale e per l'accentuazione duale dello sviluppo italia­no, che richiederebbe un vero e proprio programma generale in favore del Mezzo­giorno. Ecco dunque le ragioni del sostegno alla proposta avanzata da Isaia Sales.

Tralascio la parte del discorso relativa allo sviluppo duale. Voglio citare alcune delle perplessità sollevate in ordine all'approvvi­gionamento idrico, che ci impediscono di esprimere un voto favorevole.

Per quanto attiene alla questione idrica, che è molto importante per il Mezzogiorno, le società per azioni che dovrebbero realiz­zare i piani attraverso gli appalti nei fatti ci sembrano il cavallo di Troia di un processo di privatizzazione che non prende in consi­derazione nel suo complesso il problema dell'approvvigionamento idrico del Mezzo­giorno. Non si può dimenticare, infatti, che il 30-35 per cento dello stesso si realizza attraverso le microcondotte, che in una lo­gica di privatizzazione verranno considerate

alla stregua di rami secchi, come è già accaduto per le linee ferroviarie minori, mentre esse sono vitali dal momento che l'acqua stessa è vitale nel Mezzogiorno d'I­talia. A tale proposito va detto che nel rapporto SVIMEZ si parla della necessità di realizzare un centro unitario di coordina­mento rispetto alle politiche per il Mezzo­giorno. In tal modo si potrebbero recupera­re oltre che ricchezza, anche impulso ed incisività nel modo di affrontare una questio­ne fondamentale, in particolare nel nostro Mezzogiorno, al punto da diventare strate­gica.

I tagli per il Mezzogiorno ed una politica diretta a divaricare ulteriormente la forbice esistente tra nord e sud, tagliando fuori dall'economia nazionale il mercato meridio­nale, possono produrre soltanto effetti nega­tivi, primo tra tutti, quello di impedire un adeguato ingresso in Europa al nostro paese.

Nel rapporto SVIMEZ si dice che, per evitare le conseguenze del divario nord-sud, rafforzato dalla ripresa economica del nord, cui ha corrisposto un aggravio della crisi nel Mezzogiorno, con una rilevante disoccupa­zione giovanile, sarebbe stata necessaria una sollecita conclusione della prolungata so­spensione di operatività dell'azione pubblica di sviluppo nell'area meridionale. Non è bastato un biennio perché, alla cessazione dell'intervento straordinario per il Mezzo­giorno, seguisse il decollo dell'intervento ordinario per le aree depresse. Inoltre si è ulteriormente ridotta la già scarsa capacità di assumere e realizzare tempestivamente gli impegni relativi agli interventi cofìnanziati dall'Unione europea. Si è ancora lontani dal poter mobilitare capitali ed iniziative di na­tura privata per la realizzazione e la messa in opera delle infrastrutture e dei servizi suscettibili di gestione di mercato.

I provvedimenti presi dal Governo — se­condo il rapporto SVIMEZ — confermano l'impegno alla rimozione degli ostacoli nor­mativi, organizzativi e procedurali che fino­ra hanno impedito o ritardato gli interventi già finanziati con risorse pubbliche nazionali e comunitarie. Essi non sono, tuttavia, suf­ficienti per consentire il sollecito avvio del nuovo intervento. A tal fine occorre che siano definiti criteri, strumenti e modalità

Atti Parlamentari — 14072 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

per la concessione ed erogazione degli in­centivi non automatici, che le amministra­zioni ed i diversi livelli di governo competen­ti per settore e per territorio armonizzino procedure e competenze ai nuovi compiti ed alle regole che disciplinano i cofìnanziamen-ti comunitari, ed infine che si dia effettivo avvio ad un'efficace azione di coordinamen­to e monitoraggio degli interventi.

In conclusione, i recenti atti del Governo — secondo il rapporto SVIMEZ — lasciano intendere che abbia cessato di incombere, si spera definitivamente, la pregiudiziale anti­meridionalistica che è stata il riflesso dell'in­fiacchimento del sentimento unitario.

Il rapporto SVIMEZ ricorda anche con insistenza a un mondo politico e culturale che sembra divenuto sordo o addirittura ostile che, per l'interesse e la dignità dell'in­tero paese, da una politica meridionalistica non si può prescindere.

Per tali ragioni ho fiducia che questo sia solo un primo intervento che, a nostro avvi­so, rappresenta un atto dovuto. Ho fiducia nei sindaci meridionali e nella politica meri­dionalistica, in una politica di autogoverno delle realtà del Mezzogiorno, però desidero richiamare ancora una volta il Governo ad un intervento serio nel confronti del Mezzo­giorno stesso. Quella di Mastella può essere retorica e demagogia, ma rappresenta la spia, che a mio parere non va sottovalutata, di una situazione che, se gestita politicamen­te nel modo tradizionale o secondo la logica dei vecchi e nuovi padroni del Mezzogiorno, può rappresentare un pericolo per la società nazionale (Applausi dei deputati della com­ponente dei comunisti unitari del gruppo misto).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono­revole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Ringrazio la Presidenza per avermi consentito di intervenire in que­sta discussione sulle linee generali...

PRESIDENTE. Se è stato commesso un errore, vi poniamo subito rimedio...!

VINCENZO TRANTINO. Ci sono sanzioni, o no?

DANIELE ROSCIA. Vi è stato un errore, ma mi fa piacere constatare l'esistenza di qual­che elemento della nostra vita parlamentare che va oltre le pieghe del regolamento. Ringrazio quindi il Presidente per avermi offerto questa opportunità. Sarei intervenu­to ed interverrò comunque nelle fasi succes­sive dell'esame del provvedimento, poiché in questo Parlamento ci si è soffermati a lungo su numerose leggi. Ricordo, ad esem­pio, che si discusse per due settimane sulla proposta di legge in materia di orari degli esercizi commerciali. Sul disegno di legge di conversione n. 2759, di cui al decreto-legge n. 244 del 1995, che è estremamente impor­tante e che impegnerà in cinque anni 100 mila miliardi, è giusto che non si proceda velocemente come è avvenuto in Commis­sione bilancio. Ricordo, infatti, che in quella sede il relatore — il quale rappresenta una forza politica ben precisa — ha tenuto prima nel limbo questo provvedimento (ho pur­troppo il vizio-virtù di dire sempre tutto ciò che penso: quindi, lo ripeterò anche in que­st'aula) e, poi, quando si è accorto che si sarebbero persi migliaia di miliardi, poiché il Governo non sarebbe stato in grado di trattare a Bruxelles le proroghe dei fondi non ancora utilizzati nell'ambito del primo quadro di sostegno, ha accelerato i tempi facendoci lavorare anche fino alle tre di notte, ora in cui la volontà dei commissari comincia sicuramente ad indebolirsi! È così riuscito a far passare taluni emendamenti stravolgenti rispetto a quella che è l'essenza del provvedimento!

Dopo questa doverosa premessa, è giusto che in questo dibattito si faccia anche un po' di storia. I colleghi sanno che non sono un meridionalista e conoscono quale sia il mio indirizzo all'interno del movimento che rap­presento; constato che la svolta da esso effettuata negli ultimi tempi è pienamente condivisa. Non conosco a fondo le proble­matiche passate rispetto alle quali, quindi, posso definirmi un osservatore esterno; tut­tavia, sia dalle letture che ho fatto — anche di riviste specializzate — sia dalle numerose audizioni alle quali ho partecipato in questo anno e mezzo di vita parlamentare, ho ac­quisito comunque una conoscenza di tali problematiche.

Atti Parlamentari — 14073 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'1 AGOSTO 1995

Ricordo che l'anno scorso le forze politi­che al Governo — in particolare, forza Italia — affossarono questo passaggio transitorio, che avrebbe dovuto essere estremamente celere. Mi chiedo le ragioni di tale atteggia­mento, ma credo che non si conoscessero bene i meccanismi di governo ed i meccani­smi parlamentari; non vi era forse l'interesse politico ad accelerare l'iter della legge, op­pure vi era la volontà di mettere in difficoltà un ministro della lega che si era prodigato per migliorarla. Nel provvedimento attual­mente al nostro esame, infatti, è previsto il meccanismo della cabina di regia; quest'ul­timo non è il frutto della fantasia o di un'idea di Pagliarini, ma è anche grazie alla sua ostinazione che esso è stato introdotto nel decreto-legge n. 244 del 1995.

Le ragioni storiche del fallimento debbono essere ricordate a chiare lettere; non le ho inventate io, né la lega, e le stanno ribaden­do gli esperti economici nazionali ed euro­pei: in Italia non hanno funzionato tutti quei meccanismi che funzionano nei paesi euro­pei!

Signori miei, di fronte ad un utilizzo quasi al cento per cento delle risorse comunitarie da parte di paesi come l'Irlanda, la Spagna ed il Portogallo (i quali non sono certo i paesi più avanzati dell'Europa — e me ne scuso con loro — sotto il profilo socio-economico), vi sono regioni come il Molise, la Basilicata, la Sardegna, l'Abruzzo, la Calabria, la Sicilia e la Campania che hanno utilizzato soltanto il 51 per cento delle risorse comunitarie. Essendo abituato a citare le fonti relative ai dati che riporto, vi dirò che ho tratto questi dati statistici da il Mondo.

Come mai si è arrivati — con un quadro comunitario di sostegno 1989-1993 — ad avere utilizzato nel 1995 solo questa quota di risorse? Molte ragioni sono state già ri­chiamate, in particolare la mancanza di capacità programmatoria degli enti locali. Non mi voglio dilungare su questioni ben più ampie, come quella della capacità di acco­gliere la gestione di competenze che ormai devono essere regionalizzate; questa non si è avuta, quindi il grande demerito — signori! — se vogliamo attribuirne uno, è degli am­ministratori locali meridionali. È ora di finir­la di attribuire responsabilità a tutti e a

nessuno! Mi riferisco, a parte le strumenta­lizzazioni, agli amministratori di destra, di sinistra e di centro, perché sappiamo benis­simo chi erano i soggetti che governavano quelle regioni!

Mi stupiscono le considerazioni svolte po­c'anzi dal collega Sales, che ha sottolineato una sorta di «rivoluzione culturale» degli amntinistratori del sud. Vorrei solo dire — riprenderemo poi la questione in sede di discussione degli emendamenti — che men­tre si parla tanto di abbandonare i canoni dell'assistenzialismo, che hanno fatto fallire il decollo economico del sud, l'utilizzazione delle spese correnti (o meglio delle spese di investimento per spese correnti), l'utilizza­zione di future risorse per spese di investi­mento e per appianare i debiti di spese correnti del passato (per essere più chiari, il pagamento delle passate bollette dell'acqua con le risorse che devono ancora essere impiegate), il differimento del termine di pagamento di tributi previdenziali di intere province, anche di soggetti che non hanno subito calamità naturali, sono tutti atteggia­menti di carattere assistenziale, che rappre­sentano la continuazione di quelli del passa­to! Si sostiene: «Ma noi abbiamo cambiato!»; dove sta il cambiamento? Forse avrete cam­biato facciata; sappiamo, infatti, che non esistono più quei soggetti politici che hanno fatto scempio delle risorse, ma qui — signori miei — abbiamo già i degni sostituti di quel gruppi politici!

Apprezzo lo sforzo del Governo di utiliz­zare, attraverso il provvedimento, gli stru­menti che in tutto il mondo, in particolar modo in Europa, vengono adottati per gli interventi nelle aree depresse. Quello al no­stro esame è il terzo provvedimento in tema di attuazione e di incentivazione dei trasfe­rimenti nelle aree depresse. Ma lasciamo stare l'aggancio nazionale delle aree depres­se; sappiamo tutti che la maggior parte, se non la stragrande maggioranza, delle risorse è convogliata al sud! Non ci scandalizziamo, noi del nord, di fronte a questo fatto: ci vergognamo, invece, ad approvare provve­dimenti che vanno verso la distrazione delle risorse! Non accetteremo mai di votare un provvedimento di siffatta natura, perché di fronte alle dichiarazioni di intento non esi-

Atti Parlamentari — 14074 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

stono i fatti conseguenti! Ed allora come si fa a vedere in una parte politica, diversa dai gruppi politici di centro-destra che si sono sostituiti pienamente ai gruppi precedenti, forse aggravando ancora di più lo sperpero delle risorse... Non possiamo prestar fede a comprovati atteggiamenti che testimoniano che nulla è cambiato! Lasciamo perdere i riferimenti alle scelte politiche, fatti anche dal nostro segretario federale, perché sono inutili e pretestuosi! Non ci tirerete mai in questo gioco, nel gioco di chiudere gli occhi, che alla fin fine si ritorce — mi spiace dirlo — sulle condizioni economiche e sociali delle popolazioni meridionali.

Anche noi abbiamo un certo concetto solidaristico e non abbiamo accentuato il sadismo nei confronti delle popolazioni me­ridionali! Vorrei che abbandonaste la lettura preconcetta secondo la quale in ogni ap­proccio nei confronti di tali problematiche vi sarebbe da parte nostra la pregiudiziale sadica di voler vedere le popolazioni me­ridionali decadere economicamente e so­cialmente.

Considerate il grande sforzo che abbiamo compiuto in questi anni, prima con accese denunce, poi con grandi proposte; non guar­dando a risultati in termini di riscontri elet­torali ma di approccio a provvedimenti, che non sono stati adottati o che sono stati contrari alla filosofia non della lega ma del buon senso.

Nel provvedimento notiamo misure tam­pone in riferimento all'utilizzo dei lavoratori che hanno perso il beneficio dei cosiddetti ammortizzatori sociali. H ministro Treu ha già predisposto un libro bianco; mi auguro che all'analisi di tale documento corrispon­da una risposta con strumenti che non siano quelli classci, utilizzati per le città di Napoli e Palermo, dove sappiamo che ogni anno sono impegnati 250 miliardi. Effettivamente sul libro paga compaiono questi lavoratori, ma mi risulta che si trovino solo su tale libro; non vi è ritorno da un punto di vista di servizi.

Possiamo fornire una risposta in termini occupazionali con l'assegno sociale; è uno strumento utilizzato nelle situazioni di gran­de depressione (anche per fare e poi riempi­re le buche!) ma non credo sia in grado di

fronteggiare un problema endemico, strut­turale, non transitorio, che non si risolve con il sussidio, ma creando le condizoni econo­miche. Una volta per tutte dovete accettare la svolta del libero mercato; se non l'accet­tate vuol dire che pensate, come fanno, giustamente, altri colleghi, ad un sistema di piena occupazione — sulla carta — con un livello di vita sperimentato da tante popola­zioni e nazioni.

Abbiate il coraggio di compiere questa svolta. Non voglio convincervi, perché sicu­ramente avete elementi di analisi più sofferti e profondi dei miei, ma, signori del P D S , credo che non stiate facendo grandi passi in avanti. Forse siete attratti dalle strumenta­lizzazioni di alcune forze di centro destra e soffrite di questa posizione.

NICOLA BONO. Soffrono di ben altro!

DANIELE ROSCIA. Anche di questo, sicu­ramente. Capisco la difficolta di attuare i cambiamenti in zone in cui la disoccupazio­ne è a livelli altissimi, ma posso anche pensare che nel vostro gruppo qualche rap­presentante ha tentato di realizzare tale svol­ta e modificare questa direzione perché la questione, infatti, non riguarda solo qualche provincia, ma più complessivamente il me­ridione. Mi rendo conto che è difficile cam­biare alcuni atteggiamenti culturali; penso principalmente allo scambio di voti, al co­siddetto clientelismo: in certe zone se non prometti non ricevi il voto.

Mastella ha detto una grande verità. Se non si pensa di modificare questa posizione, ci si troverà di fronte ad una grande rivolta. Invitate a nozze chi, come il sottoscritto, auspica una separazione dello Stato...

GIACOMO GARRA. Non ha giurato fedeltà alla Costituzione!?

DANIELE ROSCIA. Svolgo tali considera­zioni con estrema chiarezza e non mi na­scondo dietro veli né mi faccio intimorire da chi ha la voce grossa (Interruzione del de­putato Gorra)...

ROBERTO GRUGNETTI. Ma va' a dormire!

Atti Parlamentari — 14075 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

PRESIDENTE. Onorevole Grugnetti, lasci parlare il collega Roscia.

ROBERTO CASTELLI. Andiamo a Manto­va; con i nostri soldi, però!

PRESIDENTE. Colleghi! Gli zuccheri so­no calati a quest'ora...! Cerchiamo di prose­guire.

La prego, onorevole Roscia.

DANIELE ROSCIA. Tornando all'essenza del provvedimento, vi sono altri elementi da sottolineare, per esempio la fiscalizzazione degli oneri sociali per il settore edile, argo­mento che è stato solo sfiorato, ma che sarebbe utilissimo e non solo per il comparto dell'edilizia. Si tratta di strumenti concreti che potrebbero contribuire alla soluzione del problema occupazionale a livello struttu­rale. Sappiamo infatti benissimo quale sia il peso degli oneri previdenziali gravanti sui datori di lavoro e sugli stessi lavoratori; un peso che non consente agli investitori nazio­nali ed esteri di impiegare capitali nelle strutture industriali, artigianali e commer­ciali. Tuttavia su tale aspetto non si fa un discorso serio perché è ancora presente nella cultura storica della sinistra un germe che non si vuole superare, per cui tutti debbono avere una stessa retribuzione e chi non lavora deve prendere lo stipendio e la pen­sione, senza pensare che le fonti di finanzia­mento del sussidi concessi a coloro che non lavorano sono i lavoratori attivi. Dobbiamo interrogarci sulla ragione per cui in Italia vi sono solo 20 milioni di occupati in rapporto alla popolazione quando, utilizzando lo stes­so criterio, in Germania sarebbero 24 milio­ni e in Giappone o negli Stati Uniti sarebbero 26 milioni. Ecco perché vi sono aliquote fiscali altissime! Occorre dunque ribaltare dalle fondamentale concezione.

So bene che si tratta di gettare un sasso in uno stagno e che purtroppo non vi è ancora alcuna possibilità di incidere, perché la logica che si segue non è una logica europea. E così ci allontaniamo dalle nazioni dell'Europa e ciò non accade perché c'è Bossi. La scelta compiuta dal segretario federale della lega nord è la logica conse­guenza dello stato dei fatti: un sistema tre­

mendamente differenziato nel quale vi è ancora ima classe dirigente che pensa solo a sostituirsi (mi riferisco ad alleanza nazio­nale) a quella che era la peggiore democra­zia cristiana del nostro paese...

VINCENZO ZACCHEO. Stai zitto, tangenta-ro! Sei un tangentaro!

PRESIDENTE. Onorevole Zaccheo, la ri­chiamo all'ordine!

VINCENZO ZACCHEO. Vi hanno preso con le mani nel sacco!

PRESIDENTE. Onorevole Zaccheo, l'ho richiamata all'ordine!

DANIELE ROSCIA. Queste cose le ripetia­mo senza paura perché non ci fanno paura certi personaggi! Sono considerazioni moti­vate dai fatti... (Apostrofe del deputato Me-nia).

ROBERTO GRUGNETTI. Questo lo dici a tua sorella e alla tua famiglia!

PRESIDENTE. Onorevole Grugnetti!

NICOLA BONO. Presidente, sbatta fuori quell'energumeno!

VINCENZO ZACCHEO. È un complimento per te!

PRESIDENTE. Onorevole Zaccheo, la ri­chiamo all'ordine per la seconda volta!

DANIELE ROSCIA. Noi siamo democra­tici, non abbiamo bisogno di bere acqua à Fiuggi o da qualche altra parte...!

Vi dico che certe scelte politiche compiute dal nostro movimento sono obbligate. Sono scelte determinate dalla mancanza di volon­tà di utilizzare strumenti che non sono straordinari, ma ordinari e vengono impie­gati in tutti i paesi. Ed allora mi sta bene confrontarsi sul perché in Germania si è passati a una situazione di convergenza e di coesione od almeno, in pochissimo tempo, ci si è incamminati sulla strada di questo processo di coesione.

Atti Parlamentari — 14076 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Siamo onesti: le popolazioni dei Lànder della Germania dell'est hanno accettato re­tribuzioni ridotte del 30 per cento rispetto ai livelli retributivi dei colleghi della Germania ovest. Ma quando qui si comincia a parlare di differenziali salariali — apriti cielo! — ritorniamo...

NICOLA BONO. l i fai a casa tua i differen­ziali salariali, perché non siamo colonia vo­stra!

DANIELE ROSCIA. Quando si apre questo dibattito — apriti cielo! — sembra di inven­tare chissà quale strumento; uno strumento che è utilizzato dappertutto e che ha prodot­to consistenti e profondi processi di avvici­namento...

TEODORO BUONTEMPO. S.S.!

DANIELE ROSCIA. ...che è l'obiettivo fina­le, quello cioè di elevare i livelli retributivi e sociali anche di zone svantaggiate.

TEODORO BUONTEMPO. Viva Goebbels!

ROBERTO CASTELLI. Tu te ne intendi!

PRESIDENTE. Colleghi, rischiamo di sci­volare nella goliardia. Lasciamo perdere!

DANIELE ROSCIA. Ed allora, signori miei, bisogna essere seri e valutare oggettivamen­te le conseguenze di certi provvedimenti che sicuramente coinvolgono scelte politiche che non possono essere condivise o accetta­te così banalmente; però, se vogliamo cer­care di trovare una linea di convergenza, questi processi di avvicinamento diventano inevitabili.

Il provvedimento ha trovato inizialmente da parte del nostro gruppo un'apertura ed una benevola accoglienza, perché ci rende­vamo conto che i soldi spesi male sono una delle cause della situazione del nostro paese sotto il profilo della scarsa coesione; dun­que, il provvedimento potrebbe avere impul­so anche in questa fase legislativa. Però, nel dibattito svoltosi prima in Commissione ed ora in aula si sono susseguiti i classici attac­chi alla carovana che andranno sicuramente

a svilirne l'essenza. Pertanto, nutriamo mol­ti dubbi di fronte alle dichiarazioni del mini­stro Masera, il quale ha indicato il provvedi­mento in esame come una pietra angolare, una svolta rivoluzionaria che dovrà cambia­re la conformazione generale della filosofia del passato.

Dirò di più: se verranno accolti alcuni emendamenti firmati anche dalla Commis­sione e formulati dal Comitato dei nove quando non era presente la lega nord, sia ben chiaro che questo provvedimento non lo voteremo. Mi dispiace dirlo per coloro che hanno lavorato cercando di acquisire anche la nostra adesione, ma non potremo mai accettare un provvedimento la cui posi­tività sotto il profilo degli obiettivi è stata completamente stravolta.

Il relatore ha voluto accogliere molti e-mendamenti quando alcune forze politiche hanno ritirato le proprie proposte di modi­fica o non hanno presentato emendamenti; si tratta forse di quelle forze politiche che hanno rinunciato a conquiste di bandiera (certi comportamenti li vediamo anche noi). Altre forze, quelle che dicono di voler abbat­tere l'assistenzialismo ed il clientelismo, si sono presentate massicciamente in Commis­sione, dopo mesi di latitanza quasi assoluta, solo per votare un emendamento di chiara marca assistenzialista. Queste forze magari vedono accolte dal Governo certe istanze in cambio di un voto.

Noi un voto non lo daremo mai. Non siamo abituati, infatti, a queste mediazioni che hanno il sapore chiarissimo della conso­ciazione, del clientelismo e di tutti quegli atteggiamenti che ognuno dichiara di voler abbattere, ma ai quali nessuno intende ri­nunciare quando si tratta del proprio colle­gio, della propria provincia, di una forza politica ben collocata nella zona.

Concludo (anche perché avrò occasione di intervenire nel prosieguo dell'esame del provvedimento) esprimendo il nostro parere contrario alla conversione in legge del decre­to-legge. Chiedo pertanto ai rappresentanti del Governo, dato che la vicenda non pone termine ad un processo di rifacimento della normativa farraginosa — causa non secon­daria dei mancati utilizzi delle ingenti risorse —, una maggiore riflessione sull'argomento,

Atti Parlamentari — 14077 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

magari anche cambiando il loro indirizzo. O si ha il coraggio di portare avanti gli stru­menti così come sono stati previsti, oppure si deve avere il coraggio di rimandare alle forze politiche la decisione se accettare o meno tali strumenti, senza compiere stravol­gimenti radicali dell'essenza del provvedi­mento al nostro esame e di altri comunque connessi a questo importantissimo argo­mento (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare, e pertanto dichiaro chiusa la discus­sione sulle linee generali.

Ha facoltà di replicare il relatore, onore­vole Iiotta.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, poiché non si tratterebbe di una replica di pochi minuti, data l'ora, le chiedo se non sia possibile rinviarla alla ripresa pomeridiana dei nostri lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Iiotta, l'inten­zione della Presidenza è quella di passare all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione prima della sospensio­ne antimeridiana dei lavori.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Non ritenevo opportuno trattenere ancora in aula i pochi colleghi presenti!

PRESIDENTE. L'Assemblea è ben rappre­sentata in questo momento!

SILVIO LIOTTA, Relatore. Rinuncio allora alla replica, Presidente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Signor Presidente, vorrei semplice­mente far presente che dell'intervento svolto stamane dal ministro Masera fa parte inte­grante la documentazione tecnica alla quale egli ha fatto riferimento e di cui chiedo alla Presidenza di autorizzare la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, signor sottosegretario.

Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione.

Avverto che gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi presentati sono riferiti agli articoli del decreto-legge, nel testo della Commis­sione.

Avverto altresì che non sono stati presen­tati emendamenti riferiti all'articolo unico del disegno di legge di conversione (per gli articoli, gli emendamenti e gli articoli ag­giuntivi vedi Vallegato A).

Comunico che il deputato Nardone ha comunicato alla Presidenza il ritiro del suo emendamento 17.4.

Comunico altresì che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 8, del re­golamento, non ritiene ammissibile, in quan­to concernente materia non strettamente attinente al contenuto del decreto-legge, l'e­mendamento Roscia 16.2, che modifica l'or­ganizzazione degli stanziamenti previsti per il FORMEZ.

Nessuno chiedendo di parlare sul com­plesso degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi riferiti agli articoli del decreto-legge, rinvio il seguito del dibattito alla ri­presa pomeridiana della seduta.

Inversione dell'ordine del giorno (ore 14,20).

FULVIA BANDOLI. Chiedo di parlare per proporre un'inversione dell'ordine del gior­no.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, no­nostante l'ora tarda, mi permetto di chiede­re di passare subito all'esame del punto 8 dell'ordine del giorno, che reca la discussio­ne delle mozioni concernenti la pena di morte. E ciò per due ragioni: innanzitutto, mi sembra sia confermato l'impegno di tutti i gruppi parlamentari a svolgere in poco tempo tale discussione, così da consentire all'Assemblea di approvare questi documen­ti in tempo utile, e cioè prima della riunione

Atti Parlamentari — 14078 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

dell'Assemblea delle Nazioni Unite dedicata a questo argomento. Il secondo motivo è che il Parlamento ha già dato molti segnali di sensibilità rispetto al tema in questione. Cre­do pertanto che oggi dovremmo riuscire a dare il segnale conclusivo in tempo utile, cioè prima della pausa estiva.

PRESIDENTE. Desidero osservare che, in caso di accoglimento della proposta di inver­sione dell'ordine del giorno, sarà possibile giungere alla conclusione dell'esame delle mozioni concernenti la pena di morte solo a condizione che la discussione sia il più possibile stringata e non venga richiesta la votazione nominale, come d'altronde era già stato informalmente concordato tra i gruppi.

VINCENZO TRANTINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VINCENZO TRANTINO. Presidente, mi per­metto di ricordarle un impegno già assunto dalla Presidenza, essendosi già incardinati, questa mattina, i lavori per concludere l'e­same della proposta di legge costituzionale sul diritto di voto degli italiani residenti all'estero. La prego di tenere conto di tale impegno nella decisione che ella assumerà.

PRESIDENTE. Onorevole Trantino, se la proposta di inversione dell'ordine del giorno verrò accolta, si svolgerà prima la discussio­ne delle mozioni concernenti la pena di morte e poi, nel pomeriggio, si potrà ripren­dere l'esame della proposta di legge costitu­zionale sul voto degli italiani residenti all'e­stero.

Non essendovi obiezioni, la proposta di inversione dell'ordine del giorno avanzata dall'onorevole Bandoli si intende accolta.

(Così rimane stabilito).

Discussione di mozioni concernenti la pena di morte (ore 14,22).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Strik lievers ed

altri n. 1-00155 e Berlinguer ed altri n. 1-00156 (vedi VallegatoA).

Avverto che queste mozioni, vertendo sul­lo stesso argomento, saranno discusse con­giuntamente.

Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali delle mozioni.

Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Strik Lievers, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00155. Ne ha facoltà.

LORENZO STRIK LIEVERS. Signor Presi­dente, signori del Governo, colleghi, la mo­zione di cui sono primo firmatario è stata sottoscritta da un numero elevatissimo di deputati di tutti i gruppi e da quasi tutti i presidenti di gruppo. Essa, in qualche modo, vuole rappresentare una unanimità politica di questa Assemblea su una grande scelta di civiltà.

La mozione in esame impegna il Governo a rilanciare, all'ONU e nelle sedi internazio­nali, l'iniziativa, già assunta lo scorso anno e portata avanti dal Governo italiano di allora presso l'ONU, per giungere all'aboli­zione della pena di morte, stabilita per trat­tato internazionale e garantita da organismi internazionali, a partire dalla proclamazione delle Nazioni unite di una moratoria di tutte le esecuzioni capitali. Lo scorso anno tale iniziativa ha avuto un'eco ed un risultato rilevantissimo alle Nazioni unite, sfiorando il successo decisivo; poiché non lo ha rag­giunto, occorre immediatamente rilanciarla. Per farlo, signor Presidente, è necessario che entro il 20 agosto il nostro Governo sia messo in condizioni di depositare all'Assem­blea generale dell'ONU la richiesta di porre la questione all'ordine del giorno. Per que­sto, come ricordava la collega Bandoli, è decisiva la questione dei tempi, del momen­to in cui diamo questo mandato al Governo. Ciò deve avvenire oggi, altrimenti la mozio­ne da noi presentata perde il suo significato. È per questo che tutti i gruppi hanno rag­giunto un'intesa perché la mozione sia vota­ta senza dibattito, per evitare che si perda ulteriormente tempo.

In questo spirito, signor Presidente, rinun­cio ad illustrare la mozione e i colleghi che interverranno, secondo l'intesa raggiunta tra tutti i gruppi, svolgeranno interventi

Atti Parlamentari — 14079 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

poco più che simbolici. La brevità non signi­fica in alcun modo sottovalutazione del rilie­vo del tema e della grave ed impegnativa portata di ciò che la mozione comporta; essa, anzi, vuol dire consapevolezza dell'e­strema importanza ed urgenza di giungere ad un voto. Per parte mia, mi limiterò a richiamare il rilievo dell'impegno che l'Italia assume con la mozione in esame in sede di Consiglio di sicurezza, del quale quest'anno il nostro paese fa parte.

Preannuncio fin d'ora, a nome dei presen­tatori, che intendiamo accogliere il suggeri­mento, che credo il Governo avanzerà, di riformulare alcuni punti della mozione, per dare maggiore flessibilità e quindi per ren­dere più efficace l'azione del Governo in sede ONU. Questo è il punto. Dobbiamo essere efficaci, dobbiamo avere alleanze; esiste già — è un fatto importantissimo — una mozione del Parlamento europeo che si pone in questa direzione.

Con tale iniziativa, Presidente, l'Italia si mette alla testa di una battaglia promossa da «Nessuno tocchi Caino» e dal partito radica­le transnazionale per radicare nel diritto internazionale il principio che nessuno Stato può disporre della vita dei propri cittadini, cioè la priorità del diritto alla vita. In con­clusione, preannuncio il voto favorevole dei deputati del nostro gruppo anche sulla mo­zione Berlinguer ed altri n. 1-00156, che mira ad un'applicazione concreta dei mede­simi principi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono­revole Saraceni, che illustrerà anche la mo­zione Berlinguer ed altri n. 1-00156, di cui è cofirmatario.

LUIGI SARACENI. Non devo aggiungere molto sul piano generale. Posso soltanto notare come la seconda mozione non sia altro che la puntuale applicazione di un impegno più volte ribadito in quest'aula. Quale che sia l'esito di questa legislatura, ognuno di noi potrà portare con sé l'orgoglio di aver fatto parte di un Parlamento che in più di un'occasione ha affermato il principio fondamentale dell'assoluta inalienabilità ed indisponibilità della vita, anche — e tanto più — ad opera degli Stati.

Le ripetute mozioni approvate in que­st'aula costituiscono la premessa generale alla puntuale applicazione nel caso di specie. Un giornalista americano di pelle scura — forse non è un caso, se è vero che la maggior parte delle esecuzioni capitali negli Stati Uniti d'America si sono abbattute su perso­ne di pelle scura — è accusato di un delitto che egli protesta di non aver commesso. È in corso la revisione del processo su inizia­tiva dei suoi difensori, ma nonostante questo è stata fissata per il 17 agosto l'esecuzione della pena. L'urgenza sottolineata dall'ono­revole Strik Lievers vale in questo caso in modo ancora più drammatico. Infatti, poi­ché l'esecuzione è fissata per il 17 agosto, il Governo è impegnato ad intervenire prima di quella data. In tal senso, potrebbe anche essere accettata una riformulazione del di­spositivo che impegni il Governo ad interve­nire tempestivamente tenuto conto, come dicevo, che l'esecuzione è fissata per il 17 agosto.

Mi auguro che a quell'orgoglio di caratte­re generale che ognuno di noi può vantare per essersi impegnato contro la pena di morte e per essersi espresso a favore di una moratoria generale assumendo l'impegno di far scomparire la pena di morte dall'orizzon­te internazionale entro il 2000, possa affian­carsi anche l'orgoglio specifico di aver con­tribuito a non far eseguire la pena di morte il 17 agosto negli Stati Uniti nei confronti di Mumia Abu-Jamal.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'ono­revole Jervolino Russo. Ne ha facoltà.

ROSA JERVOLINO RUSSO. Interverrò in modo estremamente telegrafico per espri­mere il voto profondamente convinto dei popolari sulle mozioni dei colleghi Strik Lievers e Berlinguer. Desidero fare solo al­cune considerazioni.

H collega Strik Lievers ha prima opportu­namente citato la risoluzione del Parlamento europeo laddove si afferma che nessuno Stato — a maggior ragione uno Stato demo­cratico — può considerarsi padrone della vita dei cittadini tanto da eliminarla con la pena di morte. Siamo profondamente con­vinti di questo principio e riteniamo che

Atti Parlamentari — 14080 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

attraverso reliminazione della pena di morte passi anche un inverarsi reale e completo dei principi della democrazia.

Altrettanto rapida è la seconda considera­zione. Siamo coscienti della difficoltà che, come paese, abbiamo di fronte a noi nel chiedere non solo la moratoria immediata — per Mumia Abu-Jamal innanzitutto, ma anche per tutti coloro che si trovano in attesa di esecuzione — ma l'abolizione della pena di morte. La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, paradossalmente, rico­nosce il diritto alla vita, condanna le puni­zioni inumane e crudeli, ma non condanna la pena di morte. L'obiettivo e quindi anche quello di una modifica della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Credo sia motivo di onore per l'Italia portare avanti questa battaglia.

Ci troviamo, infine, in un momento in cui, a causa della guerra, rischia ogni giorno, drammaticamente, di appannarsi il valore primario dell'intangibilità e dell'importanza della vita umana. Ci sembra allora significa­tivo che il Parlamento, attraverso una richie­sta di abolizione della pena di morte, rilanci il valore della vita umana. Ciò ci appare significativo anche per il radicarsi di una cultura della non violenza ed auspico — anche se mi rendo ben conto della diversità delle due questioni — che un simile atto sia in qualche modo bene augurante affinché si giunga alla non violenza nelle zone in cui oggi si combatte (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'ono­revole Fumagalli Carulli. Ne ha facoltà.

OMBRETTA FUMAGALLI CARULLI. Si­gnor Presidente, onorevoli colleghi, in que­sta legislatura ci siamo già espressi più volte ed in varie occasioni contro la pena di morte e vorrei citarne alcune. Abbiamo ratificato il protocollo facoltativo al Patto internazio­nale sull'abolizione della pena di morte, adottato dall'Assemblea generale delle Na­zioni Unite. Abbiamo approvato una mozio­ne su di un caso specifico che destò, ai tempi in cui venne reso noto, indignazione in tutti i gruppi politici, come nella pubblica opinio­ne: mi riferisco al caso della condanna a morte di due giovani pakistani comminata

nel febbraio di quest'anno, provvedimento poi sospeso, anche a causa della reazione di vari parlamenti, tra i quali il nostro. Abbia­mo, infine, abrogato la pena di morte previ­sta dal codice penale militare di guerra. Oggi riprendiamo questo cammino per ribadire l'impegno per l'abolizione della pena di mor­te entro il 2000. Molti di noi hanno promos­so la campagna internazionale «Nessuno tocchi Caino», lieti che ad essa abbiano aderito vari premi Nobel ed illustri persona­lità della scienza e della cultura.

Siamo preoccupati, ancor più in quanto partito di ispirazione cristiana, per il fatto che alle porte del 2000 vi siano ancora paesi in cui non solo esiste la pena di morte, ma essa è addirittura comminata in assenza di garanzie giuridiche e processuali, prassi che, se è già riprovevole e da condannare di per sé, lo è ancora di più quando sia adottata in caso di colpi di Stato o di guerre civili. Abbiamo formulato varie richieste al Gover­no e tra esse ritengo di doverne sottolineare in particolare una, ossia che il Governo attivi la procedura di contenzioso internazionale prevista dall'articolo 41 del Patto internazio­nale sui diritti civili e politici nei confronti di quegli Stati che applicano la pena di morte in violazione dei limiti previsti dall'articolo 6 del Patto medesimo. Questi limiti, peraltro esigui, fanno riferimento all'estrema gravità del crimine commesso e sanciscono l'inap­plicabilità di tale pena nei confronti dei minori di diciotto anni, dei minorati mentali e delle donne in stato di gravidanza. È grave che siano ancora numerosi i paesi, anche ad ordinamento democratico, che continuano a violare questi — ribadisco — pur esigui limiti. Chiediamo che almeno su questo la posizione del Governo sia chiara e non am­bigua. Consentire, infatti, che alcuni Stati applichino la pena di morte nei confronti di minori, minorati mentali o donne in gravi­danza non urta soltanto contro il Patto in­ternazionale sui diritti civili e politici e con­tro la civiltà del diritto, ma urta anche contro quel sentimento minimo di tutela delle persone più indifese che fa parte inte­grante deU'animo del popolo italiano. Affin­ché tutto ciò non rimanga mero auspicio o desiderio nobile dei parlamentari, ma si traduca in atti e fatti concreti, non c'è che

Atti Parlamentari — 14081 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

una via: che il Governo attivi la procedura di contenzioso internazionale. Il Parlamento — e quindi il popolo sovrano — lo chiede, il Governo non può sottrarsi a questo impe­gno (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'ono­revole Pistone. Ne ha facoltà.

GABRIELLA PISTONE. Sempre obbedendo all'esigenza di brevità, intervengo simbolica­mente solo per dire poche parole.

La pena di morte è il più alto esercizio dell'autorità dello Stato: non può essere disturbata da cose di poco conto. Questo è ciò che è scritto nel documento stilato dal procuratore distrettuale della Pennsylvania in risposta alla richiesta di sospensione della condanna a morte del giornalista nero Mu-mia Abu-Jamal, che si è sempre dichiarato innocente, fissata per il giorno 17 agosto.

Ma può lo Stato disporre della vita di un cittadino? È in diritto esso stesso di commet­tere un delitto?

Albert Camus rispondeva a queste doman­de definendo la pena di morte come il più premeditato degli omicidi, al quale non può essere paragonato nessun atto criminale, per quanto deliberato. Il Parlamento euro­peo, il 12 marzo 1992, ha negato agli Stati questo diritto votando una mozione all'una­nimità.

La pena di morte, inóltre, è completamen­te inefficace come deterrente, come dimo­strato (e ciò comunque non sposta e non aggiunge nulla sul piano del principio) dai dati statistici, dai quali si evince che nei paesi ove la pena di morte viene normalmente applicata non vi è una diminuzione dei fatti criminosi. La pena di morte può solo peg­giorare le cose, in quanto educa alla bruta­lità, non insegna civiltà. Il messaggio non può essere quello di rispondere alla brutalità con più brutalità, ma quello di restituire all'uomo speranza, dignità, educazione, la­voro. Questi sono gli unici veri deterrenti al crimine, non la pena capitale, una barbarie che non ha niente da spartire con uno Stato di diritto e con il più elementare senso della giustizia; una barbarie che suona come u-n'offesa allo stesso genere umano.

Con queste due mozioni così rilevanti si

chiede un impegno al Governo affinché avanzi immediatamente — lo sottolineo — la richiesta di sospensione per la pena capi­tale prevista per il giornalista nero Mumia Abu-Jamal e, più in generale, lavori tenace­mente affinché nell'Assemblea dell'ONU possa trovare cittadinanza nel più breve tempo possibile l'affermazione che la pena di morte non sarà mai più applicata, attra­verso una procedura di moratoria. E speria­mo che veramente nel 2000 si possa arrivare a questo risultato! (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono­revole Cecconi. Ne ha facoltà.

UGO CECCONI. Signor Presidente, onore­voli colleghi, i deputati del gruppo di allean­za nazionale esprimono la loro adesione incondizionata, totale, appassionata, con­vinta a questo principio. Del resto, già il precedente Governo aveva compiuto atti ufficiali inviando all'ONU una mozione in tal senso. Aderiamo totalmente al principio del­la moratoria, anche scavando nella nostra storia, onorevoli colleghi, nelle nostre co­scienze, talvolta anche con dolore, con un cammino tortuoso, con il coraggio degli uomini liberi. Perché è nostra profonda con­vinzione che deve essere rifiutato il presup­posto giuridico che lo Stato, qualunque Sta­to, possa attribuirsi il diritto di fissare le norme in base alle quali, se le regole vengo­no trasgredite, l'individuo può essere priva­to della vita, in quanto il diritto alla vita, secondo noi, come coscienze laiche, appar­tiene, nel nostro diritto naturale, positivo, solo all'individuo e non già agli Stati.

Questo, per quanto attiene alla nostra laicità. Non possiamo però dimenticare che noi siamo anche dei credenti, che siamo un partito di credenti, con ima profonda ragio­ne cristiana della vita. Non possiamo dimen­ticare anche la lezione di un'alta coscienza laica come Benedetto Croce, il quale diceva che dopo Cristo non possiamo non dirci cristiani non possiamo, appunto, non ricor­dare la lezione tremenda che ci ha traman­dato Paolo Di Tarso. Egli, uomo combatten­te, di profonda fede ed umanità, ricordava che se ciascuno di noi dovesse essere giudi­cato solo secondo giustizia e non anche

Atti Parlamentari — 14082 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

secondo umanità, Cristo sarebbe morto in­vano.

Molto succintamente dirò che, per ragioni di etica politica laica e per ragioni di morale cristiana, noi dobbiamo — per parafrasare ancora una volta Benedetto Croce — essere aderenti a questa norma cogente, a questo principio irrinunciabile che è il rifiuto della pena di morte (Applausi).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discus­sione congiunta sulle linee generali della mozione.

Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, sottosegretario Gardini.

WALTERGARDINI, Sottosegretario dista­to per gli affari esteri. Il Governo è grato agli onorevoli deputati firmatari delle mozio­ni perché con la loro presentazione e con l'illustrazione dell'esigenza inderogabile del rispetto dei principi in esse affermati gli si offre oggi l'opportunità di una solenne quan­to doverosa riaffermazione del proprio im­pegno per quello che è uno dei punti fonda­mentali nel quadro generale della posizione dell'Italia in ordine alla tutela dei diritti umani: l'abolizione della pena di morte nel mondo.

Anche se questa non è la sede per svolgere un'analisi approfondita di tutta la materia, non va dimenticato che l'Italia, in piena consonanza con le motivazioni ideali che animano i firmatari delle mozioni, si è distin­ta in ordine alla normativa internazionale che si riconnette alla eliminazione alla pena di morte, adottando il protocollo facoltativo al patto sui diritti civili e politici. Così pure il nostro paese ha contribuito, con una pro­pria proposta nazionale, escludente natural­mente dalle sanzioni la pena di morte, ad una recente concreta realizzazione, partico­larmente significativa, quale è stata l'elabo­razione dello statuto e l'istituzione, con sede all'Aja, del tribunale delle Nazioni Unite per la punizione dei responsabili dei crimini commessi nella ex Iugoslavia.

È un campo molto vasto e complesso quello nel quale ci porta la nostra riflessione ed è certo compito dell'Italia, come degli altri Stati, di attivarsi nei tempi più oppor­

tuni, secondo le procedure e le possibilità delineate nel patto sui diritti civili e politici, nello statuto del tribunale e in altri strumenti internazionali. Si tratta di attivarsi, caso per caso, con determinatezza ma con la neces­saria ponderazione per valutare la corri­spondenza tra le singole fattispecie e le disposizioni pattizie, la gravità dei crimini e le sfere di applicabilità. Né il Governo italia­no ha alcuna remora nelTattivarsi, anche nella prospettiva di una conferenza in sede ONU, per giungere ad istituire un tribunale internazionale permanente di carattere ge­nerale (e non solo per la ex Iugoslavia) che, beninteso, escluda comunque l'irrogazione della pena capitale.

È certo un auspicio che corrisponde alla nostra irrefrenabile e pienamente gustificata aspirazione che una formula di concreta moratoria delle esecuzioni possa essere con­cepita in sede societaria, con previsioni e prescrizioni comprensive anche di quelle situazioni nelle quali la violenza della lotta armata non è esercitata fra schieramenti facenti capo ad entità statali.

In termini di stretta razionalità giuridica sembrerebbe difficile configurare la tradu­zione nella realtà di un'ipotesi applicabile a tutte le situazioni che potremmo ventilare, cercando di insinuarla nel quadro, per vari aspetti schematico e incompleto, di quello che usiamo chiamare il diritto internaziona­le di guerra.

Ciò non toglie che vale più di tutto il nostro appello, l'appello totale, onnicom­prensivo di «Nessuno tocchi Caino», che occorre tradurre nelle varie realtà. Il Gover­no è consapevole che l'obiettivo che ci im­medesima in esso è e deve rimanere, senza alcun distinguo formalistico, l'affermazione del diritto di ogni essere umano a non essere privato della vita, nemmeno a seguito di una sentenza.

Noi qui non siamo a ragionare sull'obiet­tivo, ma su come contribuire alla sua affer-mazioner in particolare tenendo conto del­l'esperienza che abbiamo acquisito specificamente in proposito in sede bilatera­le e sul piano multilaterale.

Non mi dilungherò sulle premesse, anche perché è disponibile agli atti dell'altro ramo del Parlamento il resoconto della seduta del

Atti Parlamentari — 14083 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

21 giugno scorso, nella quale è stato dato corso da parte della Commissione affari esteri ad un'ampia audizione del nostro rap­presentante permanente presso le Nazioni unite, dedicata dettagliatamente alla nostra azione diplomatica in materia all'ONU.

Per altro verso è chiaro che fra i paesi occidentali — ciò è emerso nell'azione che abbiamo svolto all'ONU — è forte l'opinione che si debba evitare di innescare forti pole­miche in dibattiti internazionali sulla que­stione della pena di morte, anche se questa non è certo la nostra tesi. Poiché però tali polemiche sono inevitabili, sui paesi che li promuovono o comunque che partecipano a tali dibattiti, e che sono nettamente in minoranza per adesso, può ricadere la con­seguenza di condizionamenti negativi sia per effetto del passi diplomatici che i paesi occi­dentali sono usi mettere in atto per ottenere in casi specifici la revoca di sentenze di condanna alla pena capitale, sia in generale per l'efficacia dell'opera discreta di sensibi­lizzazione in vista dell'abolizione generaliz­zata della pena di morte; opera che da tempo viene condotta in via bilaterale da molti dei paesi occidentali ottenendo risulta­ti concreti, come ha dimostrato l'evoluzione positiva avvenuta in Sud Africa anche a seguito dell'azione delle organizzazioni non governative, pur se l'evoluzione della posi­zione sudafricana, da sola, non è stata e non è suscettibile di modificare sostanzialmente il quadro generale.

A questo punto, per brevità, vorrei dire che — malgrado vi sia un certo grado di contraddizione, che i paesi a noi associati ed altri paesi occidentali a noi non associati da particolari legami fanno valere, non per questo verrebbe meno la richiesta di inter­venire presso le autorità americane con for­mule che siano idonee a produrre qualche effetto ai fini processuali, senza naturalmen­te dare la sensazione che noi si voglia ledere l'autonomia del potere americano.

PRESIDENTE. La prego di avviarsi alla conclusione, signor sottosegretario.

WALTER GARDINI, Sottosegretario di Sta­to per gli affari esteri. Sto terminando, Presidente.

Si impone al Governo — concludo senza soffermarmi sugli altri elementi di contorno contenuti nei miei appunti — di proseguire ininterrottamente, in tutte le sedi pertinenti, l'azione per chiedere appoggi al fine di imporre il concetto che non si può irrogare la pena di morte in alcun caso. È un'azione parallela — non per scansare le responsabi­lità, ma perché siamo spinti dall'attività di «Nessuno tocchi Caino» — a quelle essenzia­le e pregiudiziale di tutte le organizzazioni non governative che ne condividono l'ispira­zione in paesi europei ed extraeuropei.

Altrettanto pregiudiziale è l'esigenza di effettuare accertamenti probanti che consta­tino l'accrescimento del consenso dell'opi­nione pubblica e del Governo a favore del­l'obiettivo che perseguiamo. Questa esigenza è dettata non tanto dalla preoccu­pazione di insuccessi diplomatici all'ONU o in altra sede e non solo dall'attenzione che va posta sulla necessità di non provocare ripercussioni negative ed inasprimenti nel dibattito in corso per altre tematiche, spe­cialmente in materia di diritti umani e di aggiornamenti nella composizione del Con­siglio di sicurezza, m a soprattutto per non offrire agli Stati sostenitori della pena di morte l'insperato contributo di ripetute con­ferme, all'ONU ed in altre sedi internaziona­li, che la comunità internazionale, in larga maggioranza, rimane insensibile o comun­que non intende schierarsi a favore dell'abo­lizione immediata della pena di morte. L'e­sigenza...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, signor sot­tosegretario, pensavo che lei consentisse sul­la riduzione dei tempi degli interventi. Le faccio presente che lei può chiedere, se lo desidera, che il resto del suo discorso sia pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

WALTER GARDINI, Sottosegretario di Sta­to per gli affari esteri. L'esigenza di effettua­re accertamenti resta insita anche nell'altra sollecitazione contenuta nelle mozioni, quando si auspica che, con la propria azio­ne, il Governo italiano si adoperi a consegui­re una contemporanea, convergente e con­sistente azione da parte dei Governi di altri

Atti Parlamentari — 14084 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

paesi. In questo consesso, assume importan­za che il dispositivo della mozione Strik Lievers ed altri n. 1-00155 preveda tutti quegli elementi di flessibilità che consentono di svolgere gli accertamenti presso gli altri paesi, sulla base di un'impostazione che a tali paesi (non solo quindi ai 33 dell'anno scorso) possa apparire calibrata tempestiva­mente e chiaramente idonea al consegui­mento di un risultato sufficientemente posi­tivo — anche se non detemiinante nell'immediato — e non certo solo dimostra­tivo; anzitutto, dal punto di vista procedu­rale, in termini di ammissibilità della nostra proposta nella discussione, successivamente nel merito.

I presentatori della mozione hanno già fatto riferimento a riformulazioni che riflet­tono tale concetto. Il Governo accetta quindi la mozione Strik Lievers ed altri n. 1-00155, a condizione che sia riformulata, nel senso di aggiungere, nella parte motiva, dopo il quarto paragrafo, il seguente:

«il Parlamento europeo in data 14 giugno 1995 ha approvato una risoluzione nella quale si invitano gli Stati membri dell'Unio­ne europea a fare tutto il possibile affinché l'Assemblea generale delle Nazioni Unite possa favorire, in occasione della sua 50 a

sessione plenaria, l'introduzione di una mo­ratoria universale delle esecuzioni capitali quale primo passo verso la loro abolizione totale e definitiva».

II Governo chiede, inoltre, che sia rifor­mulato il dispositivo, nel senso di sostituire gli ultimi due paragrafi con i seguenti:

«a chiedere, una volta accertata la possi­bilità di conseguire un ampio consenso di voti rispetto a quello ottenuto alla 49 a ses­sione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a favore della proposta italiana di moratoria delle esecuzioni capitali, la messa all'ordine del giorno della prossima o delle successive sessioni dell'Assemblea generale stessa, entro la scadenza annuale del 20 agosto, di un punto riguardante la pena di morte, adoperandosi affinché analoga ri­chiesta sia contemporaneamente avanzata anche da altri paesi;

«a fare tutto il possibile perché l'Assem­blea generale delle Nazioni Unite adotti una risoluzione per la moratoria universale delle

esecuzioni capitali come passo immediato e necessario al fine di assicurare entro il 2000 l'affermarsi in tutto il mondo del diritto di ogni essere umano a non essere ucciso a seguito di una sentenza o misura».

A seguito di alcune consultazioni con i presentatori delle mozioni, abbiamo conve­nuto assieme che, in ogni occasione (e l'Italia lo ha fatto il 25 luglio scorso presen­tando una risoluzione all'ECOSOC di Gi­nevra)...

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, al­l'inizio avevo chiesto a tutti i deputati iscritti a parlare se vi fosse la disponibilità a limitare i propri interventi a due o tre minuti. Nes­suno ha sollevato obiezioni, ma lei sta par­lando da dodici minuti. La prego quindi di tenerne conto!

WALTER GARDINI, Sottosegretario di Sta­to per gli affari esteri. In accordo con i presentatori, il Governo propone infine l'in­troduzione, in fine del dispositivo della mo­zione stessa, del seguente paragrafo:

«a riaffermare in ogni opportuna possibile occasione in tutte le sedi internazionali per­tinenti l'esigenza inderogabile del rispetto dei princìpi affermati nella presente mozio­ne».

Il Governo continuerà a lavorare in questo senso con equilibrata ponderazione, ma an­che con giustificata e doverosa pervicacia.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, la ringrazio e le chiedo scusa per l'interru­zione.

Chiedo ai presentatori della risoluzione Strik Lievers ed altri n. 1-00155 se accettino la riformulazione proposta dal rappresen­tante del Governo.

LORENZO STRIK LIEVERS. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Strik Lievers.

LUIGI SARACENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

LUIGI SARACENI. Signor Presidente, in-

Atti Parlamentari — 1 4 0 8 5 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

tenderei proporre una riformulazione al dispositivo della mozione Berlinguer ed altri n. 1 -00156 , nel senso di aggiungere dopo le parole: «ad intervenire» la parola «tempesti­vamente», giacché il 1 7 agosto è fissata l'esecuzione della pena capitale per Mumia Abu Jamal.

Nella pur esaustiva esposizione del rap­presentante del Governo, non ho sentito però assumere un impegno preciso circa il fatto che verrà effettuato un intervento pres­so il governo degli Stati Uniti e della Pen­nsylvania, secondo quanto richiesto nella mozione.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Sara­ceni.

Signor sottosegretario, qual è il parere del Governo sulla mozione Berlinguer ed altri n. 1-00156 , così riformulata?

WALTER GARDINI, Sottosegretario di Sta­to per gli affari esteri. Se lei mi concede ancora un minuto, Presidente...

PRESIDENTE. Glielo concedo, signor sot­tosegretario, purché sia chiaro che un mi­nuto equivale a sessanta secondi! Lei dov­rebbe esprimere unicamente il parere sulla mozione, tenendo conto della sua riformu­lazione.

WALTER GARDINI, Sottosegretario di Sta­to per gli affari esteri. Il motivo per il quale attualmente non si può inserire nulla nel­l'impianto globale mi pare sia logico. Avevo chiaramente indicato — malgrado la posi­zione di alcuni paesi occidentali, tra i quali gli Stati Uniti — la disponibilità del Governo a svolgere un'azione che non è, però, un intervento nelle sedi internazionali multila­terali. Tralascio...

PRESIDENTE. Mi scusi, signor sottose­gretario: qual'è il parere del Governo?

WALTER GARDINI, Sottosegretario di Sta­to per gli affari esteri. Il Governo accoglie la mozione, nel testo riformulato. Posso anche aggiungere che, da quanto è a nostra conoscenza, la data del 1 7 agosto fortunata­mente non è più quella fissata... (Commenti

dell'onorevole Pistone). Questo è anche uno dei motivi...

LUIGI SARACENI. Questa è una notizia importante per noi!

PRESIDENTE. Colleghi! Onorevole Pistone, un po ' di pazienza! Prendo atto che il Governo accoglie la

mozione Berlinguer ed altri n. 1 - 0 0 1 5 6 , nel testo riformulato con l'aggiunta della parola «tempestivamente» (Commenti dell'onore­vole Saraceni).

Onorevole Saraceni, lei ha già avanzata la sua proposta!

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di

voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presiden­te, credo che affrontare alle ore 1 5 , e senza che vi sia stata alcuna sospensione della seduta, un argomento di siffatta portata — che implica risvolti di natura etica, morale e religiosa —, per di più con una votazione per alzata di mano, rappresenti un coro di ipocrisia. Il tema di questa mozione merita­va, semmai, un altro tipo di dibattito, un altro tipo di tensione ed un voto nominale! Mi pare questo un grave errore — che poi manifesta il livello della situazione politica nella quale ci troviamo e quello di ciascuno di noi come parlamentari — perché non si può affrontare tale questione con la liquida­zione di un documento che a tutti i costi si deve approvare! H Parlamento non aveva l'obbligo di licenziare un pezzo di carta qualunque tra i tanti che gireranno in tutto il mondo, partecipando ad un coro, per timore che su questo argomento si possa essere tacciati di chissà che cosa!

Le devo dire, Presidente, che sono catto­lico praticante e non mi risulta che la Chiesa abbia rinunciato finora alla condanna a mor­te quando si tratta di salvare la vita umana.

LUIGI SARACENI. Tutte le mattine a San Pietro!

GABRIELLA PISTONE. Anche la Chiesa si deve adeguare!

Atti Parlamentari — 14086 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL' 1 AGOSTO 1995

TEODORO BUONTEMPO. Non le chiedo, onorevole Saraceni, di essere d'accordo con me, né io ritengo di dover essere d'accordo con lei: è lei che la pensa diversamente da me ed insieme alla colleqa Pistone, che si agita tantissimo, avreste dovuto imporre al Parlamento un dibattito serio! Se vi accon­tentate di questo, siate soddisfatti voi, senza pretendere che lo sia anch'io! (Commenti dell'onorevole Pistone).

PRESIDENTE. Onorevole Pistone! Prosegua, onorevole Buontempo.

TEODORO BUONTEMPO. Ecco perché, Presidente, al di là delle valutazioni di carat­tere personale — anche se, soprattutto su tali argomenti, è legittimo e doveroso espri­mere la propria valutazione, il proprio modo di pensare — mi pare sia un errore, come ho sentito fare qui, affermare cose inesatte. Le dico con molta serenità, Presidente, che di fronte ai fatti di cronaca di questi giorni, che colpiscono in particolar modo l'infanzia, i minori, gli indifesi, di fronte agli efferati delitti, alle violenze perpetrate, non possia­mo avere lo stesso metro di valutazione che abbiamo quando si tratta di sommosse po­polari, di rivolta, di guerra civile. In questo secondo caso vi è il rischio della propria vita in nome di un'idea; credo che nessuno Stato abbia il diritto di uccidere chi, rischiando la vita, manifesta un'idea.

In merito al primo caso, dovremmo com­piere una riflessione; vi sono mille altri interventi possibili, di natura culturale, so­ciologica, di cambiamento dello Stato socia­le; penso, ad esempio, all'aiuto alle fasce più emarginate e deboli. La pena di morte non può certo eliminare la violenza e il crimine, ma non me la sentirei di rinimciarvi a priori quando si tratta di colpire chi uccide con ferocia ed efferatezza chi è minore.

Per questi motivi e perché non mi sembra serio un dibattito svolto in queste condizio­ni, non parteciperò alla votazione. (Applausi di deputati del gruppo di alleanza naziona­le).

PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, a-vevo chiesto all'Assemblea se vi fosse dispo­nibilità e nessuno, neanche lei, aveva ecce­pito nulla!

TEODORO BUONTEMPO. Non faccio una colpa a lei, Presidente, ma all'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malan. Ne ha facoltà.

Lucio MALAN. Nel dichiarare il voto fa­vorevole dei deputati del gruppo federalisti e liberaldemocratici sulle mozioni in esame, desidero sottolineare l'importanza del tem­po nella discussione di tali documenti, che devono essere depositati presso le Nazioni Unite entro il 20 agosto. Pertanto, al di là dell'effettiva necessità di un dibattito più ampio e di un maggiore approfondimento, è fondamentale rispettare i tempi. Questo è, credo, il motivo della rapidità della discus­sione.

Chiedo quindi che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto steno­grafico della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, onorevole Malan.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menegon. Ne ha facoltà.

MAURIZIO MENEGON. Mi associo a quan­to detto dal collega Buontempo. Trovo che sia vergognoso che in quest'aula si ritrovino nuovamente soltanto poche persone di buo­na volontà a dibattere di un argomento così serio e tragico.

PRESIDENTE. Avrei preferito che questa obiezione fosse sollevata prima, quando ho chiesto la disponibilità dell'Assemblea!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scalisi. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE SCALISI. In dissenso dal gruppo di alleanza nazionale al quale appartengo, non prenderò parte alla votazione. Sostenni la stessa cosa alcuni mesi fa, quando si discusse l'argomento: ritengo oltremodo i-pocrita votare contro la pena di morte quan­do ancora in questo Stato è concessa la morte in utero e nella nostra Costituzione fino a poco tempo fa era prevista la pena di morte nel codice militare di guerra.

Atti Parlamentari — 14087 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'1 AGOSTO 1995

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bandoli. Ne ha facoltà.

FULVIA BANDOLI. In quest'aula si sono svolti dibattiti su questioni anche più impor­tanti (ricordo, ad esempio, la penultima discussione sulla Bosnia, quando già erano in corso bombardamenti e vi erano moltis­simi morti, alla presenza del ministro degli esteri) e forse vi era un quarto degli attuali partecipanti. In quel momento nessuno rile­vò la vergogna di un dato del genere.

Oggi coloro che hanno firmato le mozioni e che hanno a cuore che arrivino in tempo all'ONU, hanno chiesto alla Presidenza di consentire (conosciamo i tempi stretti per l'esame dei vari provvedimenti) di discuterle in fretta e votarle e la Presidenza cortese­mente lo ha permesso. Non siamo contenti che in aula vi sia così poca gente; ne com­prendiamo i limiti, onorevole Buontempo, ma diamo la precedenza all'obiettivo politi­co che vogliamo raggiungere: approvare og­gi le mozioni e riuscire a farle pervenire in tempo all'Assemblea dell'ONU, dando loro il rilievo politico che è necessario abbiano.

Un'azione politica si misura per la sua efficacia; se oggi e per tutto il mese di agosto non approvassimo alcuna mozione non sa­remmo in grado di riaprire presso l'ONU la battaglia contro la pena di morte che a noi sta a cuore.

Per questa ragione riconfermo il voto fa­vorevole dei deputati del gruppo progressi­sti-federativo. Non credo spetti a noi, che abbiamo a cuore tale problema, togliere valore alla discussione significativa che, pur con pochi deputati presenti, si è svolta in quest'aula. Stiamo compiendo un atto im­portante; in altre occasioni atti altrettanto importanti sono stati compiuti con la Came­ra non al pieno delle sue presenze. Tuttavia l'importante è che oggi, anche con l'impe­gno del Governo, le mozioni sulla pena di morte — che, come è noto, recano le firme di centinaia di parlamentari — vengano approvate dalla nostra Assemblea e possano essere discusse dall'Assemblea della Nazioni Unite (Applausi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le di­chiarazioni di voto.

Passiamo dunque ai voti. Pongo in votazione la mozione Strik Iie-

vers ed altri n. 1-00155, nel testo riformula-to, accettata dal Governo.

(È approvata).

Pongo in votazione la mozione Berlinguer ed altri n. 1-00156, nel testo riformulato, accettata dal Governo.

(È approvata).

Sospendo la seduta fino alle 16.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16.

Annunzio della nomina di membri della delegazione parlamentare italiana pres­so la Conferenza parlamentare dell'Ini­ziativa Centro Europea.

PRESIDENTE. Comunico che in data o-dierna il Presidente della Camera ha proce­duto a nominare, in qualità di membri della delegazione parlamentare italiana presso la Conferenza parlamentare dell'Iniziativa Centro Europea, i seguenti deputati: Mario Brunetti, Piero Fassino, Stefano Morseli e Stefano Podestà.

In pari data il Presidente del Senato ha provveduto a nominare i seguenti senatori: Diodato Bratina, Roberto Visentin e Pierlui­gi Castellani.

Comunico altresì che la delegazione è convocata per mercoledì 2 agosto alle ore 15 presso il Senato della Repubblica.

Nel primo anniversario dell'eccidio di al­cuni marinai italiani in Algeria.

PAOLO BAMPO. Chiedo di parlare sull'or­dine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO BAMPO. Signor Presidente, colle­ghi deputati, prendo la parola sull'ordine dei lavori per segnalare un fatto che non rende

Atti Parlamentari — 1 4 0 8 8 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

onore all'Italia. In questi giorni è trascorso il primo anniversario dall'eccidio in terra straniera di alcuni nostri marinai civili, vit­time innocenti di un insopportabile fanati­smo.

Non abbiamo potuto fare nulla per preve­nire quanto è accaduto e per punire i colpe­voli, ma ciò che dobbiamo evitare è che non venga fatto nulla perché il sacrificio di quei nostri compatrioti cada nell'oblio. Solo una targa anonima, senza i nomi ricorda la strage.

PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Bampo, presidente della Commissione di fesa, sta ricordando la vicenda di alcuni marinai uccisi.

Poiché a volte su queste vicende si fa un eccesso di demagogia, vi sia almeno quella compostezza che dovrebbe caratterizzare un'istituzione quale la Camera dei deputati quando si ricordano tragici episodi come questo!

Onorevole Solaroli, per cortesia prenda posto!

Ho appena detto che stiamo ricordando dei marinai italiani uccisi all'estero. L'As­semblea non se n 'è accorta, ma si tratta di questo...!

Vi prego quindi di manifestare quel mini­mo di compostezza e di correttezza neces­sario in questi casi.

Prego, onorevole Bampo.

PAOLO BAMPO. Nessuna celebrazione a livello nazionale è stata indetta e l'Italia non deve dimenticarsi dei suoi figli, quelli più umili, quelli che pur non essendo morti per un ideale, pur non essendo personaggi fa­mosi, sono stati sottratti alla vita mentre rappresentavano il lavoro italiano, l'impe­gno degli italiani in terre od acque straniere.

Dio innalza gli umili avanti agli altri; io vorrei che la Camera, insieme all'Italia, si ricordasse di questi italiani in almeno due maniere: la prima, per celebrare questo primo anniversario, invitando il Presidente, nel momento in cui lo riterrà opportuno, a chiedere qualche secondo di raccoglimento all'Assemblea; l'altra per chiedere sempre al Presidente, onorevole Pivetti, di promuove­re e patrocinare una stele ricordo a fianco

di quella innalzata per il sacrificio dei quat­tordici aviatori italiani massacrati a Kindu e che tutti noi vediamo a Fiumicino ogni qualvolta arriviamo o partiamo da Roma (Generali applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2759 (ore 16,07).

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del disegno di legge di conversione n. 2 7 5 9 .

Avverto che l 'emendamento Schettino 2 1 . 2 è stato ritirato dai presentatori.

Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti e su­gli articoli aggiuntivi riferiti agli articoli del decreto-legge.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, innanzitutto devo dire che il parere è stato deliberato a maggioranza dalla Com­missione, la quale, pur di assicurare un'ap­provazione tempestiva dei provvedimento in discussione, ha ritenuto di attestarsi sul la­voro complessivamente svolto nella sua sede istituzionale.

Per questo, il parere negativo su numerosi emendamenti non riguarda il merito degli stessi, ma attiene semmai alla necessità — lo ripeto — di giungere in tempi brevi all'ap­provazione del decreto-legge.

La Commissione esprime quindi parere contrario sull'emendamento Bono 1 . 1 . Per quanto riguarda l 'emendamento Bono 1.2, il parere è favorevole purché riformulato nel senso di sostituire le parole: «del 7 5 per cento», con le seguenti: «del 6 0 per cento».

PRESIDENTE. Onorevole Bono, accetta questa riformulazione?

NICOLA BONO. Sì, signor Presidente, ac­cetto di riformulare il mio emendamento 1.2 nel senso richiesto dal relatore.

SILVIO LIOTTA, Relatore. La Commissio­ne esprime parere contrario sugli emenda­menti Bono 2 . 1 e Barra 3 . 1 . Esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Roscia 3 . 0 1 .

La Commissione esprime parere contrario

Atti Parlamentari — 1 4 0 8 9 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

sull'emendamento Bono 6 . 1 ; raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 6 . 2 ; esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Bono 6 . 0 1 e sugli emendamenti Bono 7 . 1 e 9 . 1 .

Per quanto riguarda gli identici emenda­menti Di Stasi 1 0 . 1 e 1 0 . 2 della Commissio­ne, devo dire che in proposito il Governo si era riservato di rendere una dichiarazione approfondita; sulla base di questa, il Comi­tato dei nove avrebbe poi deciso se mante­nere o meno l'emendamento 1 0 . 2 della Commissione. Pertanto mi riservo di espri­mere il parere dopo aver ascoltato la dichia­razione del Governo.

La Commissione esprime parere contrario sull' articolo aggiuntivo Bono 1 0 . 0 1 e sull'e­mendamento Bono 1 2 . 1 . Per quanto riguar­da l'emendamento Schettino 1 2 . 2 , invito il presentatore a ritirarlo; altrimenti il parere è contrario.

H parere della Commissione è contrario sull'articolo aggiuntivo Bono 1 2 . 0 1 , sugli emendamenti Meo Zilio 1 6 . 1 , Bono 1 7 . 2 e D'Aimmo 1 7 . 1 . Invito i presentatori a ritira­re l'emendamento Cennamo 1 7 . 3 ; altrimen­ti il parere è contrario.

La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Roscia 1 8 . 1 , mentre invi­ta i presentatori a ritirare gli articoli aggiun­tivi Valensise 1 8 . 0 1 e Parlato 1 8 . 0 2 ; altri­menti il parere è contrario. Motiverò successivamente le ragioni di questo invito al ritiro.

Per quanto riguarda l'articolo aggiuntivo 1 8 . 0 3 dei Governo, la Commissione ne ave­va a suo tempo auspicato il ritiro; poiché il Governo dovrebbe fornire alcune precisazio­ni, mi riservo di esprimere il parere dopo aver ascoltato le dichiarazioni dei rappresen­tante del Governo.

Per quanto concerne l'articolo aggiuntivo 2 0 . 0 1 della Commissione, il Governo avreb­be dovuto effettuare una verifica e riferire in merito in aula. La Commissione quindi si riserva di decidere se mantenere o meno tale articolo aggiuntivo dopo aver ascoltato le dichiarazioni del Governo.

La Commissione esprime parere favorevo­le sull'emendamento Roscia 2 1 . 4 e parere contrario sugli emendamenti De Simone 2 1 . 1 e Schettino 2 1 , 3 , nonché sull'articolo

aggiuntivo De Simone 21-b is .01 (per la pre­messa di carattere generale già citata, anche se esso è condivisibile nel merito). Il parere è infine contrario sugli emendamenti Novi 2 2 . 1 , Bono 2 4 . 1 , Roscia 2 5 . 3 , Bono 2 5 . 1 , 2 5 . 2 , 2 9 . 1 e 2 9 . 2 , Baccini 2 9 . 4 e Bono 2 9 . 3 .

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO RATTI. Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Bono 1 .1 , parere favorevole sull'emendamento Bono 1.2 nel testo riformulato, parere con­trario sugli emendamenti Bono 2 . 1 e Barra 3 . 1 , parere favorevole sull'articolo aggiunti­vo Roscia 3 . 0 1 , parere contrario sull'emen­damento Bono 6 . 1 . H Governo si rimette all'Assemblea sull'emendamento 6 . 2 della Commissione ed esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Bono 6 . 0 1 e sugli emendamenti Bono 7 . 1 e 9 . 1 .

H sottosegretario di Stato per i lavori pubblici, Testa, esprimerà il parere del Go­verno sugli identici emendamenti Di Stasi 1 0 . 1 e 1 0 . 2 della Commissione.

Lucio TESTA, Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici. H Governo esprime parere contrario sugli identici emendamenti Di Sta­si 1 0 . 1 e 1 0 . 2 della Commissione in quanto, da un'analisi sia pure frettolosa, dati i tempi, ma sufficientemente approfondita, è emerso che l'onere derivante dagli stessi è conside­revolissimo. Trattasi di interessi per debiti non controversi (tengo a sottolineare questo aspetto) che riguardano le regioni, sia per i sistemi idrici che per la depurazione delle acque, a far data dal 1 9 8 1 in poi (debiti che risalivano, cioè, al 1 9 8 1 e, quanto agli inte­ressi, da quella data ad oggi) per un onere che, secondo una stima di larga massima degli uffici, si avvicina a circa 1 .000 miliardi. Per tale ragione, il Governo è contrario agli identici emendamenti in questione.

SILVIO LIOTTA. Relatore. Chiedo di par­lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Atti Parlamentari — 1 4 0 9 0 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

SILVIO UOTTA, Relatore. A nome del Co­mitato dei nove ritiro l 'emendamento 1 0 . 2 della Commissione, invitando il Governo a comunicare alla Commissione bilancio il prospetto analitico che porta alla cifra com­plessiva di mille miliardi di cui ha parlato il sottosegretario Testa.

La Commissione invita altresì il presenta­tore a ritirare l 'emendamento Di Stasi 1 0 . 1 .

PRESIDENTE. Onorevole Di Stasi?

GIOVANNI DI STASI. Sono disponibile al ritiro del mio emendamento, ma il Governo dovrebbe perlomeno impegnarsi ad esami­nare la questione con i presidenti delle re­gioni meridionali interessate dal provvedi­mento. Esiste infatti un problema, in tutta questa vicenda, che non è stato esplicitato e che va esaminato.

PRESIDENTE. Se lo ritiene, potrebbe pre­sentare un ordine del giorno in cui sia trasfuso il contenuto dell'emendamento.

GIOVANNI DI STASI. Sono d'accordo, ma basterebbe anche un impegno del Governo ad esaminare approfonditamente la questio­ne con la controparte.

PRESIDENTE. Il Governo?

Lucio TESTA, Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici. Il Governo è d'accordo sulla necessità di esaminare queste situazio­ni. Se non ricordo male l 'emendamento era riferito ad una sola regione, il Molise, che lamentava un debito pregresso nei confronti dell'ex CASMEZ per circa 1 0 miliardi. L'a­nalisi delle reti idriche e per depurazione delle altre regioni va assumendo una dimen­sione tale per cui bisognerà innanzitutto procedere, come indicava il presidente Iiot-ta, ad un esame, ad un preciso approfondi­mento per tutte le regioni interessate. Assun­ta la dimensione del problema, a seconda che si tratti di acqua, di depurazione, di reti o di adduzione, occorrerà trovare il modo per affrontarlo e risolverlo.

Sulla base di questa precisa analisi il Go­verno è disponibile ad affrontare la questio­ne (ma con cognizione di causa).

PRESIDENTE. Onorevole Di Stasi?

GIOVANNI DI STASI. Mi sembra di capire che vi sia una disponibilità del Governo ad accogliere il mio emendamento se riferito ad una sola regione. In tal caso potrei aggiun­gere la parola «Molise».

Lucio TESTA, Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Lucio TESTA, Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici. Il Governo è contrario all'emendamento nel suo complesso. La si­tuazione della regione Molise non può che essere considerata nel suo complesso alla stregua di quella delle altre regioni.

PRESIDENTE. Onorevole Di Stasi, ritira o mantiene il suo emendamento 1 0 . 1 ?

GIOVANNI DI STASI. Lo ritiro, riservando­mi di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Di Stasi.

Prego il rappresentante del Governo di esprimere il parere sui restanti emenda­menti.

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. H Governo è contrario all'articolo aggiuntivo Bono 1 0 . 0 1 ed agli emendamenti Bono 1 2 . 1 e Schettino 1 2 . 2 . È altresì con­trario all'articolo aggiuntivo Bono 1 2 . 0 1 ed agli emendamenti Meo Zilio 1 6 . 1 , Bono 1 7 . 2 , D'Aimmo 1 7 . 1 , Cerniamo 1 7 . 3 e Ro­scia 1 8 . 1 . Sui successivi articoli aggiuntivi esprimerà il parere il sottosegretario di Stato Carzaniga.

ALBERTO CARZANIGA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. H Governo è contrario agli arti­coli aggiuntivi Valensise 1 8 . 0 1 e Parlato 1 8 . 0 2 . In merito all'articolo aggiuntivo del Governo 1 8 . 0 3 , di cui raccomandiamo l'ap­provazione, siamo pronti a dare il chiari-

Atti Parlamentari — 1 4 0 9 1 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

mento richiesto dal relatore. Questa pro­posta di modifica fa riferimento a 1 8 9 di­pendenti di tre cooperative per le quali il Governo insiste nel richiedere il provvedi­mento in questione. Nel mantenere quindi il suo articolo aggiuntivo 1 8 . 0 3 , il Governo si dichiara al tempo stesso disponibile ad accogliere suggerimenti dell'Assemblea con riferimento alla data a partire dalla quale devono essere adottati i provvedimenti di assunzione. La data-limite indicata è quella del 1 3 ottobre 1 9 9 3 , ma il Governo è di­sponibile a modificarla e ad accogliere i suggerimenti dell'Assemblea per una data più vicina che comporterebbe l'aumento di qualche unità dei dipendenti di queste cooperative interessati dal provvedimento. Parallelamente, siamo disponibili ad accet­tare, qualora venisse trasformato in ordine del giorno, il provvedimento indicato al comma 2 dell'articolo aggiuntivo Valensise 1 8 . 0 1 . Lo stesso argomento è del resto trattato nella seconda parte dell'ordine del giorno già presentato dall'onorevole Man­ganelli e da altri deputati.

SILVIO IiOTTA, Relatore. Chiedo di par­lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO UOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, la Commissione accetta l'articolo ag­giuntivo 1 8 . 0 3 del Governo, purché que­st'ultimo assuma un impegno in relazione al personale residuo e lo riformuli nel senso di sostituire le parole: « 1 3 ottobre 1 9 9 5 » , con le seguenti: « 9 marzo 1 9 9 5 » .

Debbo fare una premessa. Quando si è discusso il decreto-legge n. 3 2 del 1 9 9 5 sull'Agensud, il problema è stato posto al­l'attenzione del Governo da parte dei com­ponenti della Commissione bilancio e l'ese­cutivo si è fatto carico, allora, di compiere un accertamento per verificare quale fosse la situazione. È stato presentato allora l'ar­ticolo 19 , che però lascia fuori quei ventiset­te soggetti per i quali ancora oggi non si hanno tutti gli elementi. Se il Governo assu­me l'impegno di procedere ad un'attenta verifica, facendosi carico di provvedere qua­lora riscontri identica fattispecie, la Com­

missione è disposta — come ho detto — ad accettare l 'emendamento in questione. Per quanto riguarda la data, propongo quindi che si torni a quella originariamente indicata nel testo presentato dal Governo, ossia il 9 marzo 1 9 9 5 .

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se acceda alla proposta del relatore di sostituire il termine del 1 3 ottobre 1 9 9 3 con quello del 9 marzo 1 9 9 5 , assumen­do l'impegno di verificare se esistano situa­zioni analoghe e di trattarle in modo omo­geneo.

ALBERTO CARZANIGA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. Il Governo accetta la riformu­lazione proposta dal relatore, signor Pre­sidente.

PRESIDENTE. Chiedo ai. rappresentanti del Governo di proseguire nell'espressione dei pareri sugli emendamenti ed articoli aggiuntivi presentati.

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Signor Presidente, il relatore ha detto che desidera conoscere il parere del Gover­no sull'articolo aggiuntivo 2 0 . 0 1 della Com­missione, riservandosi di ritirarlo. Ebbene, siamo del parere che tale articolo aggiunti­vo, così come è formulato, non possa essere immediatamente accettato, perché è neces­sario approfondire le implicazioni di tipo operativo e finanziario che esso comporta. Tra l'altro, per il momento esso riguarda soltanto la regione Calabria; quest'ultima, effettivamente, presenta una situazione par­ticolare, ma dobbiamo valutare la possibilità che da altre regioni pervengano domande analoghe. Pregheremmo quindi la Commis­sione di ritirare l'articolo aggiuntivo, dichia­randoci però disposti ad accogliere un ordi­ne del giorno che impegni il Governo a valutare approfonditamente la situazione in­dicata.

PRESIDENTE. Presidente Liotta, accede all'invito del Governo?

Atti Parlamentari — 1 4 0 9 2 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

SILVIO LJOTTA, Relatore. Sulla base delle dichiarazioni rese dal Governo, la Commis­sione ritira il suo articolo aggiuntivo 2 0 . 0 1 , signor Presidente.

RAFFAELE \ALENSISE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

RAFFAELE mLENSISE. Signor Presidente, debbo ringraziare la Commissione per aver, a suo tempo, fatto proprio l'articolo aggiun­tivo in questione; tuttavia se il relatore con­sente vorrei trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, in modo che, oltre alle assicurazioni che ci sono state offerte, vi sia uno stimolo ulteriore per il Governo a prov­vedere in relazione a questa situazione og­gettivamente cruciale per la regione Cala­bria.

PRESIDENTE. Onorevole Valensise, mi sembra di comprendere che il relatore Iiotta sia d'accordo sull'opportunità che sia pre­sentato un ordine del giorno di tale tenore.

Prego i rappresentanti del Governo di completare l'espressione dei pareri sugli e-mendamenti ed articoli aggiuntivi presen­tati.

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento Roscia 2 1 . 4 e contrario sugli emendamenti De Si­mone 2 1 . 1 e Schettino 2 1 . 3 , nonché sull'ar­ticolo aggiuntivo De Simone 21-bis.Ol. Il Governo esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti Novi 2 2 . 1 , Bono 2 4 . 1 , Roscia 2 5 . 3 e Bono 2 5 . 1 , 2 5 . 2 , 2 9 . 1 e 2 9 . 2 , nonché sugli emendamenti Baccini 2 9 . 4 e Bono 2 9 . 3 .

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bono 1 .1 .

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Intervengo solo per di­chiarare che voterò contro l 'emendamento Bono 1 .1 .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.

NICOLA BONO. Intervengo solo per illu­strare brevemente il senso di questo emen­damento. Noi abbiamo sentito l'esigenza di stabilire all'interno delle somme previste dall'articolo 1 per i cosiddetti incentivi auto­matici una riserva non inferiore al cinquanta per cento per le piccole e medie imprese. Questa riserva non riguarda solo le piccole e medie imprese meridionali, ma tutte le piccole e medie imprese delle aree depresse, per le quali teoricamente il plafond a cui fare riferimento per i finanziamenti rischierebbe di non essere sufficiente, atteso che la nor­mativa viene gestita attraverso una delibera CIPE che stabilisce il meccanismo della pre­notazione per quanto riguarda gli incentivi in questione. Praticamente, tutti i soggetti che vogliono usufruire di questa procedura speciale e automatica devono farne richie­sta. Una volta accertata da parte del Gover­no la disponibilità e l'esistenza delle somme per poter dar corso alla richiesta, si può procedere all'investimento.

Il Governo, posto davanti alla legittima proposta di alleanza nazionale di stabilire una riserva, incomprensibilmente non ha voluto ascoltare ragione. La questione non ci pare molto corretta, tenuto conto che la delibera CIPE a cui facevo riferimento sta­bilisce un tetto di ben venti miliardi per ogni singola unità produttiva. Ciò significa che una serie di richieste riguardanti diverse unità produttive di una grande impresa po­trebbe determinare appunto l'assorbimento di gran parte del plafond. Ritengo quindi sia assolutamente corretto prevedere una riser­va, che non incide sull'agibilità e sulla velo­cità di esecuzione della norma. Laddove tale riserva non fosse prevista, si rischierebbe di danneggiare non poco il nostro tessuto pro­duttivo minore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Aimmo. Ne ha facoltà.

FLORINDO D'AIMMO. Su questo emenda­mento vorrei fare una riflessione. In effetti,

Atti Parlamentari — 14093 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

l'assegnazione dei fondi, sul piano program­matico, viene deciso dal CIPE con delibera che stabilisce le risorse da assegnare per gli investimenti anche con il meccanismo auto­matico. E volta per volta il CIPE, in relazio­ne al quadro delle richieste, può stabilire l'entità della quota. Si tratta infatti di una decisione di programma: non può stabilirsi per legge che deve valere nel tempo anche in situazioni che magari non consentono il rispetto di tale quota.

Vorrei invitare il Governo a riflettere su questo punto (ne abbiamo già parlato in Commissione), tenuto conto che si tratta di finanziamenti per piccole e medie imprese e che a livello comunitario i fondi strutturali per il piano sessennale 1994-1999 (ma que­sto vale anche per gli altri piani pluriennali) vengono ripartiti per l'obiettivo 1 (le aree depresse), per l'obiettivo 2 (le aree in declino industriale) e per l'obiettivo 5b. E sono previste quote diverse. Il problema delle piccole e medie imprese presenti su tutto il territorio è reale. Se non vengono stabiliti dei vincoli, dei limiti, recuperando e ripren­dendo quelli decisi in sede comunitaria, vi è il rischio di affidare il tutto alle richieste del mercato. È così possibile che nelle zone più sviluppate, momentaneamente in crisi per un settore, vi sia una richiesta notevole di finanziamenti proprio perché esistono molti più soggetti. In quelle zone possono essere avanzate moltissime richieste a danno quin­di delle aree depresse. Per tale ragione il Governo, in osservanza dei criteri stabiliti in sede comunitaria, dovrebbe ripartire i fondi per le piccole e medie aziende con riferimen­to agli obiettivi 1, 2 e 5b nel rispetto di quei parametri.

Vorrei che il Governo recepisse questo criterio e lo applicasse in sede CIPE, perché sarebbe coerente con la politica e con le decisioni assunte a livello comunitario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Bono 1.1, non accettato dalla Commissio­ne né dal Governo.

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 438 Votanti 424 Astenuti 14 Maggioranza 213

Hanno votato sì 97 Hanno votato no 327

(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Bono 1.2.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Presidente, vorrei pre­cisare che, nonostante avessi manifestato l'intenzione di intervenire per dichiarazione di voto su tutti gli emendamenti presentati, chiederò la parola solo quando lo riterrò opportuno.

Credo che i colleghi debbano comprende­re le ragioni per le quali nel testo riformulato dell'emendamento Bono 1.2, si è sostituita l'aliquota del 75 per cento con quella del 60 per cento, in luogo della richiesta del Gover­no di un'aliquota del 50 per cento.

Con questo nuovo strumento il Governo intende favorire la possibilità di utilizzare questi fondi, introducendo una metodologia nuova e senz'altro efficace nel nostro paese.

All'accelerazione dell'iter burocratico ed istruttorio della richiesta dei contribuì corri­sponde la necessità di controllare che i fondi siano effettivamente utilizzati da quanti han­no diritto a farlo. La possibilità di scegliere questo canale alternativo a quello ordinario, ottenendo un contributo ridotto del 50 per cento, trova una motivazione nella tempe­stività di utilizzo dei fondi. Occorre tuttavia contemperare l'esigenza di operare i neces­sari controlli, a maggior ragione consideran­do che negli ultimi diciotto mesi vi è stata una forte accelerazione dell'istruttoria con la definizione di un numero elevatissimo di pratiche, forse anche grazie alla soppressio­ne dell'Agensud.

Di converso, vi è stata anche un'azione ispettiva su 709 pratiche che ha portato ad una revoca dei contributi per 300 miliardi. (Segue la votazione).

Atti Parlamentari — 1 4 0 9 4 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

Ciò fa pensare che il fenomeno della conces­sione dei fondi a cittadini che non ne hanno diritto non sia stato ancora debellato. Ecco perché l'aumento della percentale dal 5 0 al 6 0 per cento potrebbe provocare situazioni sgradevoli nel controllo e nella destinazione delle risorse.

Riteniamo allora che a fronte di somme comunque abbastanza modeste — mille mi­liardi disponibili e 8 0 0 accessori — si possa sostenere che la percentuale del 5 0 per cento voluta dal Governo vada bene. Infatti, se tale percentuale aumentasse, verrebbero scon­tentati molti operatori. A tale proposito vor­rei ricollegarmi a quanto detto dal collega D'Aimmo. Si parla sempre di un cambia­mento di filosofia, in virtù del quale non si prenderebbero più in considerazione le sole zone del meridione, ma anche le aree de­presse di tutto il territorio nazionale, però ogniqualvolta si parla di aree depresse in tutto il territorio nazionale, si vogliono crea­re le riserve. Esiste una maturazione, anche da parte delle aree depresse del Mezzogior­no, che le porta a comprendere che pure in determinate zone del nord esistono delle situazioni da prendere in considerazione, oppure si ricade nella vecchia soluzione di creare delle riserve, che poi hanno bloccato per anni i fondi comunitari e che non hanno consentito un utilizzo effettivo degli stessi?

PRESIDENTE. Onorevole Roscia, lei ha terminato il tempo a sua disposizione.

DANIELE ROSCIA. Ho concluso, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.

NICOLA BONO. Signor Presidente, aveva­mo raggiunto l'intesa in merito alla riduzio­ne al 6 0 per cento che non ci soddisfaceva fino in fondo, ma che rappresentava comun­que un segnale. Dopo aver ascoltato l'inter­vento dell'onorevole Roscia, non vorrei che restasse a verbale quanto egli ha dichiarato senza chiarire alcuni passaggi. Evidente­mente la permanenza in Commissione bilan­cio danneggia l'onorevole Roscia, non lo

aiuta a comprendere gli argomenti che ven­gono trattati, altrimenti non avrebbe fatto alcune delle affermazioni scorrette ed inesat­te che abbiamo ascoltato.

In primo luogo, stiamo parlando... (Com­menti del deputato Roscia).

Roscia, ascolta e impara! (Applausi dei deputati dei gruppi di al­

leanza nazionale e di forza Italia—Proteste dei deputati del gruppo della lega nord).

PRESIDENTE. Onorevole Bono...! Colleghi, abbiamo un lungo pomeriggio di

lavoro da affrontare, quindi cerchiamo di procedere con calma.

NICOLA BONO. Signor Presidente, chiedo scusa se il mio atteggiamento è potuto ap­parire in qualche modo arrogante, ma non era questa la mia intenzione. La questione è un'altra: o ci intendiamo sui problemi di cui parliamo oppure è meglio che ci asteniamo dall'intervenire (Proteste dei deputati del gruppo della lega nord).

Ebbene, stiamo parlando di contributi au­tomatici che, per la prima volta, vengono introdotti nell'ordinamento nazionale e che vengono fatti pagare dallo Stato a caro prezzo perché il 6 0 per cento di cui parla Roscia rappresenta la riduzione al 6 0 per cento di quanto spetterebbe come contribu­to se ad esso si adisse per via ordinaria. Stiamo prevedendo un contributo automati­co, togliendo alle aziende ben il 4 0 per cento di quanto spetterebbe loro perché lo Stato non solo è inadempiente, dal momento che non dà i contributi in tempi ragionevoli ed europei, ma quando vuole comportarsi alla stregua di uno Stato europeo si fa anche pagare a caro prezzo dai richiedenti! È un concetto che Roscia dovrebbe avere ben chiaro.

Il collega ha inoltre sbagliato nel sollevare un'obiezione in merito all'uso non corretto dei contributi perché non avrebbe dovuto essere rivolta all'articolo 1, ma all'articolo 1 2 (Commenti del deputato Roscia). Essa riguarda il pregresso della legge n. 6 4 , vale a dire quel meccanismo in base al quale aziende che hanno effettuato degli investi­menti nel 1 9 8 7 , 1 9 8 8 , 1 9 8 9 , 1 9 9 0 , 1 9 9 1 e 1 9 9 2 (perché credevano che questo fosse

Atti Parlamentari — 1 4 0 9 5 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

uno Stato serio, che a fronte dell'investimen­to avrebbe erogato il contributo in tempi ragionevoli) si trovano ancora oggi, nel 1 9 9 5 , inserite in una graduatoria secondo la quale chi si trova alla fine della stessa pren­derà il contributo nel 1 9 9 8 . In altre parole, ci stiamo occupando di uno Stato che finora ha gestito la politica meridionalistica in ter­mini propagandistici, pubblicitari e di slo­gan, cui non corrispondevano adeguati con­tenuti. A fronte di ciò dobbiamo assistere ogni tanto a degli show di carattere dema­gogico e populista da parte di chi non cono­sce neanche i meccanismi di cui parla (Ap­plausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale e di forza Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Bono 1.2, nel testo riformualto, accettato dalla Commissione e dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 4 1 2 Votanti 3 8 3 Astenuti 2 9 Maggioranza 1 9 2

Hanno votato sì 3 2 6 Hanno votato no 5 7

(La Camera approva).

Passiamo al la votazione dell'emendamen­to Bono 2 . 1 .

LUIGI MARINO. Chiedo di parlare sulle modalità della votazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI MARINO. Signor Presidente, pro­pongo di procedere alla votazione per parti separate, nel senso di votare separatamente il punto 1.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Luigi Marino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.

NICOLA BONO. Signor Presidente, ho chie­sto di parlare sul mio emendamento 2 . 1 perché ritengo che esso contenga uno dei nodi più rilevanti del provvedimento, per l'attuazione di una politica diversa in termini creditizi per quanto riguarda le aree depres­se in generale e quelle del Mezzogiorno in particolare. Nel sud si registra da decenni un livello dei tassi superiore di 2 -3 punti percen­tuali alla media nazionale. È un fatto che è stato attribuito di volta in volta all'alto livello delle soffereze bancarie o a diversi altri fattori che vengono presentati come una responsabilità degli utenti. Noi abbiamo pensato, invece, che, se esiste quel differen­ziale di tasso, la responsabilità maggiore debba essere attribuita agli istituti di credito che operano nel Mezzogiorno. Sosteniamo tale punto di vista anche perché si tratta di istituti di credito che nel passato, anche recente, sono stati il braccio armato di un certo potere politico, che ha utilizzato anche il credito per il mantenimento del proprio livello di potere! Tant'è vero che alcuni prestiti fatti ad aziende di grande rilievo regionale — specialmente in Sicilia, ma im­magino che ciò sia avvenuto anche in Cam­pania e in Puglia — non erano rapportati al livello di garanzie o agli obiettivi gestionali delle aziende stesse, bensì alle telefonate dei padrini politici che imponevano di portare avanti determinate politiche del credito! Tutto ciò ha determinato il fatto che ora ci troviamo in presenza di banche che operano a livelli di mercato assolutamente «drogati»!

Non solo, ma le banche del nord che aprono proprie filiali nel sud praticano in tali zone tassi superiori a quelli praticati nel settentrione. Si verifica pertanto che invece di dar vita ad un meccanismo virtuoso e di concorrenza reale che potrebbe abbassare il livello dei tassi, si approfitta della situazione!

Di fronte ad ima situazione del genere, il comma 1 del mio emendamento 2 . 1 impe­gna il Governo a definire entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge di conver­sione del presente decreto-legge, una politi­ca creditizia in grado di contrastare questa intollerabile situazione! Non comprendia-

Atti Parlamentari — 14096 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

mo, pertanto, come mai il Governo e la maggioranza della Commissione possano non essere d'accordo su tale proposta.

Condividiamo, pertanto la proposta avan­zata dal collega Luigi Marino di votare il punto 1 del mio emendamento 2.1 separa­tamente dagli altri; una proposta del genere consentirà ad ognuna delle forze politiche presenti in Parlamento di assumersi le pro­prie responsabilità. Sostengo tale punto di vista anche perché ritengo che non si potreb­be votare contro il punto 1 di tale emenda­mento e poi presentare ordini del giorno — come è avvenuto — in tema di politica creditizia per invocare l'assunzione nel me­ridione di un provvedimento di livellamento dei tassi. Si tratterebbe di una ipocrisia inaccettabile da parte di gruppi che sosten­gono il Governo. Normalmente, infatti, gli ordini del giorno vengono presentati dai gruppi di opposizione e non da quelli che sostengono il Governo e che possono incide­re sulle scelte.

Un altro aspetto che ci preoccupa — che era individuato nell'emendamento — è rela­tivo al modo — certamente non condivisibile — in cui il CIPE gestisce questo fondo di garanzia, il quale rappresenta poi lo stru­mento per la ricapitalizzazione delle piccole e medie imprese. Ricordo che vi è una parte della delibera del CIPE che, facendo riferi­mento all'indice di struttura delle imprese che possono accedere a tali benefìci, indivi­dua parametri talmente elevati che, da un calcolo effettuato assieme ad operatori del settore, riteniamo siano difficilmente esten­sibili ad un alto numero di imprese. Se questa norma, cioè non viene modificata nel senso indicato dall'emendamento in questio­ne, e ferma restando la delibera del CIPE, rischia di essere meramente propagandisti­ca, senza avere alcuna ricaduta reale nel confronti del diretti interessati.

Invito pertanto i colleghi ad esprimere un voto favorevole sul mio emendamento 2.1

SILVIO LIOTTA, Relatore. Chiedo di par­lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Signor Presi­

dente, abbiamo discusso della questione già in Commissione. Le premesse dell'ono­revole Bono sono condivisibili, ma è la stra­da che non è percorribile! Il Governo, infat­ti, non può definire alcun piano organico di intervento nel settore del credito perché ciò è avulso dalle sue competenze e con la nuova normativa, conseguente alla legge Amato, la trasformazione di tutti gli istituti in società per azioni diventerebbe pratica­mente irrealizzabile. Poiché in precedenza il Parlamento ha dettato norme simili, che hanno lasciata immutata la situazione è inutile continuare ad inserire una norma di principio che non è — ripeto — attuabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Aimmo. Ne ha facoltà.

FLORINDO D'AIMMO. Signor Presidente, il fondo di garanzia è stato istituito, nel corso delle trattative che si sono svolte a Bruxelles nel gennaio scorso, per cercare di rimediare in qualche modo aU'eliminazione degli sgra­vi contributivi, che sostanzialmente ha fatto venir meno un vantaggio per il costo del lavoro nei confronti delle imprese che inve­stono e producono. In effetti, un altro ele­mento importante che svantaggia le regioni depresse è rappresentato proprio dal costo del denaro; un'indgine che è stata svolta per il Mezzogiorno, ha giustificato questo mag­giore costo del denaro per i maggiori rischi sopportati dalle banche per i crediti che concedono alle imprese, alle attività produt­tive del Mezzogiorno. È un fatto consolida­to: la crisi, la difficoltà del settore, ed anche la politica di cassa degli ultimi anni, volta ad evitare la lievitazione del debito pubblico il contenimento della spesa, hanno messo in grande difficoltà le imprese.

Ebbene, il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese deve servire, sostanzial­mente, a contribuire al pagamento degli interessi, il cui importo è sostanzialmente giustificato dalla situazione esistente, e deve anche contribuire ad aumentare la capitaliz­zazione, l'importo di capitale delle imprese, garantendo le banche. In sintesi: a fronte del fondo di garanzia vi deve essere anche un aumento del capitale di rischio delle impre-

Atti Parlamentari — 14097 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

se. In queste condizioni, non si può fare distinzione tra le banche delle regioni meri­dionali e quelle del nord: il mercato su cui operano è lo stesso anche se si tratta di banche internazionali.

Le considerazioni svolte, quindi, non pos­sono essere accolte. Occorre più lucidità mentale nella valutazione delle situazioni, ragione per cui — e concordo con il presi­dente Iiotta — il Governo insieme al sistema bancario dovrà stabilire i canali di intervento per l'utilizzo del fondo di garanzia, al fine di fargli conseguire l'importante obiettivo di ridurre il costo del denaro e dare più sicu­rezza alle banche che operano nelle aree depresse.

ANTONIO PARLATO. Presidente...

PRESIDENTE. Onorevole Parlato, per il suo gruppo ha già preso la parola l'onorevo­le Bono. Lei intende parlare in dissenso?

ANTONIO PARLATO. Mi pare che non sia­no stati centrati alcuni punti fondamentali...

PRESIDENTE. Se la prenda con l'onore­vole Bono, che è già intervenuto!

Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sul comma 1 del­l'emendamento Bono 2.1, non accettato dal­la Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 424 Votanti 421 Astenuti 3 Maggioranza 211

Hanno votato sì 100 Hanno votato no 321

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante par­te dell'emendamento Bono 2.1, non accet­tata dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 432 Votanti 415 Astenuti 17 Maggioranza 208

Hanno votato sì 81 Hanno votato no 334

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamen­to Barra 3.1, non accettato dalla Commis­sione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 411 Votanti 395 Astenuti 16 Maggioranza 198

Hanno votato sì 77 Hanno votato no 318

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo ag­giuntivo Roscia 3.01, accettato dalla Com­missione e dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 421 Votanti 409 Astenuti 12 Maggioranza 205

Hanno votato sì 401 Hanno votato no 8

(La Camera approva).

Atti Parlamentari — 1 4 0 9 8 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Bono 6 . 1 .

Mi scusi, onorevole Bono, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto?

NICOLA BONO. Posso?

PRESIDENTE. È un suo diritto, come è noto; poi... dei diritti bisogna fare buon uso!

Ha facoltà di parlare, onorevole Bono.

NICOLA BONO. L'emendamento in esame, assieme al successivo mio articolo aggiun­tivo 6 . 0 1 tende a dare una chiave di lettura e a fissare un assetto alle «cabine di regia» di cui tanto si è parlato sulla stampa ma molto poco nelle aule parlamentari; è la prima volta che il Parlamento affronta que­sto tema.

Vi è una sostanziale differenza tra l'impo­stazione del Governo, contemplata nel testo che stiamo esaminando, e quella che vorreb­be dare alla questione il gruppo di alleanza nazionale.

Riteniamo che l'esecutivo stia perdendo un'occasione storica per quanto concerne le «cabine di regia». Se per queste ultime do­veva intendersi un centro unitario di riferi­mento che avesse la capacità di intervenire per rimuovere gli ostacoli, le remore, i ritar­di registrati a livello regionale e locale nel corretto utilizzo dei fondi di cofinanziamen-to dell'Unione europea e comunque dei pro­grammi di investimento, certamente la solu­zione individuata dal Governo e dalla maggioranza non va nella direzione dell'o­biettivo che ci si prefigge. Infatti tale solu­zione appare muoversi nel solco della mi­gliore tradizione del «burocratese»: è stato istituito un nuovo organo burocratico, sono stati individuati i soggetti, gli impiegati, al­cuni percorsi di ruoli e funzioni, ma si è dimenticato che l'obiettivo fondamentale e-ra creare un organismo agile, incisivo, con poteri tali da intervenire in sostituzione del­l'organo non in grado di compiere il proprio dovere.

Ebbene proprio questo aspetto non emer­ge dal testo del Governo, mentre costituisce il punto centrale del mio emendamento 6 . 1 : fissando paletti in ordine ai tempi di attua­

zione, si prevede la possibilità che la «cabina di regia nazionale», trascorso un certo pe­riodo nel quale quest'ultima deve svolgere un'azione di monitoraggio, di osservazione e di valutazione dell'esecuzione dei progetti, qualora essi fossero palesemente non attua­ti, intervenga sostituendosi, se del caso, al soggetto inadempiente. Tutto ciò dopo un decalage di interventi, dopo una serie di moratorie, ma individuando comunque un momento in cui la «cabina di regia naziona­le» — se deve essere una cosa seria — possa intervenire in sostituzione.

Il Governo, invece, non ha dato una prova di coraggio, non ha resistito alle strutture burocratiche che ai vari livelli vogliono man­tenere le proprie competenze e i propri centri di potere. Ha costruito un ulteriore strumento, che si aggiunge a tanti altri in­ventati in passato, tendente ad accelerare le procedure ma sostanzialmente privo di grandi capacità di intervento.

A questo punto, noi insistiamo sulla nostra impostazione sottolineando che comunque il mio articolo aggiuntivo 6 . 0 1 , che discipli­na le «cabine di regia regionali» non è alter­nativo al testo del Governo, a differenza del nostro emendamento 6 . 1 che invece è sosti­tutivo (e giustamente per i motivi che ho già esposto). Pertanto ritengo che il mio articolo aggiuntivo 6 . 0 1 potrebbe essere valutato come aggiunta al testo governativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Rosa. Ne ha facoltà.

ROBERTO DI ROSA. Svolgerò una brevissi­ma dichiarazione di voto contraria sull'e­mendamento Bono 6 . 1 , anche se il nostro gruppo non è del tutto convinto dell'effica­cia del testo proposto dal Governo e licen­ziato dalla Commissione bilancio. Come è stato ricordato, si è discusso a lungo sull'or­ganizzazione della cabina di regia e sono state avanzate ipotesi diverse. H nostro grup­po aveva presentato un apposito emenda­mento che, presumo, abbia contribuito, in­sieme alle osservazioni degli altri colleghi della Commissione bilancio, a modificare l'impostazione originaria del Governo in ma­teria di organizzazione di «cabina di regia».

Atti Parlamentari — 14099 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Ebbene, abbiamo ritirato in Commissione quell'emendamento e non lo abbiamo ripro­posto in Assemblea convinti della necessità di pervenire comunque all'approvazione dell'importante provvedimento in esame.

Desidero, comunque, svolgere molto bre­vemente alcune osservazioni con riferimen­to al testo approvato dalla Commissione anche con il nostro voto favorevole.

Sicuramente l'articolo 6, nella sua attuale formulazione, comporta un'accentuazione, ritenuta da tutti necessaria, della funzione di coordinamento da parte del Ministero del bilancio; il che è senz'altro un fatto positivo. L'aspetto negativo consiste nella permanen­za — con l'eccezione della soppressione dell'osservatorio per le politiche regionali che si è potuta effettuare perché si trattava comunque di un organismo operante all'in­terno del Ministero del bilancio — di un coacervo di comitati che in sedi diverse dovrebbero svolgere proprio le funzioni che con l'articolo 6 vengono attribuite alla cabi­na di regia. Per tale motivo nella norma si cerca di collegare la cabina di regia, in un'opera che sicuramente risulterà molto diffìcile e complessa, a questo insieme di organismi, comitati e sedi diverse che do­vrebbero svolgere la stessa funzione.

Vi ricordo che la Corte dei conti nella relazione sul consuntivo 1994 — che presto sarà al nostro esame — prendendo in consi­derazione l'aspetto del mancato coordina­mento, che — come ha ricordato il ministro del bilancio — ha comportato il non utilizzo di decine di migliaia di miliardi, ha ritenuto che ciò si sia verificato proprio per il sovrap­porsi ed il moltiplicarsi di sedi diverse di coordinamento con il risultato di non rende­re possibile — come è avvenuto finora — una efficace funzione di raccordo volta ad assicurare sia a livello centrale sia a livello periferico l'utilizzo delle risorse a disposizio­ne, con effetti quanto mai negativi.

Ci riserviamo, naturalmente, di verificare in sede di attuazione della norma (sappiamo che il ministro del bilancio è il primo ad essere preoccupato della funzionalità di tale organismo) se essa darà i risultati che il Governo ed il ministro del bilancio in parti­colare si prefiggono. Sotto questo profilo, credo vi sia la disponibilità del Ministero del

bilancio ad intervenire, se necessario, per introdurre correzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del grup­po di alleanza nazionale).

Colleghi, poiché credo che chiunque qui dentro abbia superato le scuole medie, vi prego di tenere un comportamento consono alla dignità dell'aula ed al rispetto delle persone che assistono ai lavori dell'Assem­blea.

Prego, onorevole Roscia.

DANIELE ROSCIA. Signor Presidente, la discussione sulla «cabina di regia» logica­mente ha avuto anche in Commissione un ampio spazio ed in quella sede si sono confrontate le posizioni e le modifiche dei diversi gruppi. Ritengo pertanto che la for­mulazione attuale, rivisitata più volte per accogliere le istanze provenienti dai diversi gruppi, lasci sicuramente aperte molte inco­gnite. Questo organismo , così come previ­sto, sembrerebbe più snello ed il suo obiet­tivo è rimasto quello di coordinamento e di condensamento di quelle competenze che, purtroppo, in passato sono mancate (e gra­zie alla mancanza di queste competenze le regioni — e, guarda caso, le regioni meri­dionali — non sono state in grado di affron­tare quei programmi che sarebbero stati necessari per poter utilizzare i fondi struttu­rali CEE). H risultato però è sicuramente un «minestrone» di quanto le singole formazio­ni hanno voluto introdurre nell'articolo in esame.

A quei gruppi che forse sono più attenti alle rappresentanze nella cabina di regia, perché sicuramente pensano che le persone, a seconda della loro provenienza politica possano magari favorire o sfavorire alcune regioni rispetto ad altre, possiamo benissimo rispondere che se le regioni non sono auto­nomamente in grado di sopperire alle neces­sità di programmazione e di coordinamento, se non di conoscenza dei meccanismi euro­pei, dovrebbero recitare il mea culpa, inve­ce di pretendere — come si è sentito anche in Commissione da chi si atteggia a gran conoscitore dei problemi del sud — che

Atti Parlamentari — 1 4 1 0 0 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

l'articolo 6 preveda addirittura una «cabina di regia» che detti le strutture delle cabine regionali. Anche questo, infatti, è stato chie­sto da qualcuno e non bisogna avere nean­che tanta fantasia per capire da chi. Biso­gnerebbe allora riflettere sul come mai le regioni Abbruzzo, Campania, Molise, Puglia e Sicilia — cito dati la cui fonte è sempre il Mondo — non abbiano ancora approntato il programma di investimento per il periodo 1 9 9 4 - 1 9 9 9 .

Questa «cabina di regia» nei suoi obiettivi e nelle sue finalità, è sicuramente positiva. La costruzione, la formazione, anche gli enti locali richiamati, gli organismi di monitorag­gio indicati nell'attuale formulazione, com­portano invece il rischio di una riproposizio­ne della vecchia Agensud. Spero non sia così, ma anche le ulteriori rivisitazioni, che sta facendo il gruppo di alleanza nazionale, a mio avviso non possono essere accoglibili (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord).

SILVIO LIOTTA, Relatore. Chiedo di parla­re per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, non parlo soltanto come difensore dell'articolo 6 e dell'emendamento sostituti­vo del testo originario del Governo, ma anche come relatore sul provvedimento in esame.

L'articolo 6 è la disposizione qualificante del disegno di legge in discussione. Esso discende dagli accordi Pagliarini-Van Miert e dal risultato dell'accordo raggiunto nella Conferenza permanente Stato-regioni del 2 agosto 1 9 9 4 . Qual è l'aspetto che siamo riusciti come Commissione ad innovare ri­spetto all'orientamento del Governo? H Go­verno, ancora in quell'occasione, non riten­ne di poter individuare il dicastero competente al quale intestare non solo le politiche di coesione, ma anche la gestione esecutiva, cioè quella cabina di regia nazio­nale che potesse occuparsi in modo unitario degli interventi e dei rapporti con i fondi strutturali.

La Commissione tentò di individuare co­

me centro di riferimento di queste proble­matiche il Ministero del bilancio, e l'articolo 6 del decreto-legge, così come sostituito dalla Commissione, ha proprio questa fina­lità. Si prevede anche l'istituzione di un comitato che detterà le linee generali della politica degli interventi. La cabina di regia è un organo operativo, formato da 5 compo­nenti. Per la prima volta vi è una responsa­bilità chiara in capo ad un organo esecutivo: la cabina di regia dipende funzionalmente dal Ministero del bilancio e della program­mazione economica.

Se da una parte abbiamo voluto creare una struttura forte centrale, dall'altra abbia­mo voluto garantire alle autonomie regionali la possibilità di crescere esse stesse attraver­so le cabine regionali, di cui si dovranno dotare con legge regionale; se vi è uno Stato forte con poteri di indirizzo generale, occor­re altresì che vi sia in sede locale un grande potere di controllo, perché i finanziamenti sono non solo dello Stato ma anche delle regioni.

Per quanto riguarda il potere sostitutivo, non vi era da inventare nulla, Presidente, perché lo stesso era già previsto dalla legge 1 1 luglio 1 9 9 5 , n. 2 7 3 , sulla base della quale, dopo le relazioni del 3 0 giugno e del 3 0 dicembre, il Governo, qualora verifichi che una regione è inadempiente, può nominare i commissari ad acta per provvedimenti sostitutivi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Bono 6 . 1 , non accettato dalla Commissio­ne né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 3 8 0 Votanti 3 7 8 Astenuti 2 Maggioranza 1 9 0

Hanno votato sì 6 8 Hanno votato no 3 1 0

(La Camera respinge).

Atti Parlamentari — 1 4 1 0 1 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamen­to 6 . 2 della Commissione, sul quale il Gover­no si rimette all'Assemblea.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 4 2 8 Votanti 4 0 6 Astenuti 2 2 Maggioranza 2 0 4

Hanno votato sì 4 0 5 Hanno votato no 1

(La Camera approva).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo ag­giuntivo Bono 6 . 0 1 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 3 9 7 Votanti 3 9 4 Astenuti 3 Maggioranza 1 9 8

Hanno votato sì 7 8 Hanno votato no 3 1 6

(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Bono 7 . 1 .

NICOLA BONO. Signor Presidente, ritiro questo emendamento perché non ha più senso, dopo che sono stati respinti gli emen­damenti da noi presentati agli articoli 1 e 2 .

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Bono. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Bono 9 . 1 , non accettato dalla Commissio­ne né dal Governo.

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 4 0 7 Votanti 4 0 6 Astenuti 1 Maggioranza 2 0 4

Hanno votato sì 7 7 Hanno votato no 3 2 9

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo ag­giuntivo Bono 1 0 . 0 1 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 4 1 1 Votanti 3 9 7 Astenuti 1 4 Maggioranza 1 9 9

Hanno votato sì 5 8 Hanno votato no 3 3 9

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamen­to Bono 1 2 . 1 , non accettato dalla Commis­sione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 4 1 1 Votanti 4 0 9 Astenuti 2 Maggioranza 2 0 5

Hanno votato sì 8 1 Hanno votato no 3 2 8

(La Camera respinge).

Chiedo all'onorevole Schettino se accolga l'invito del relatore a ritirare il suo emenda­mento 1 2 . 2 . (Segue la votazione).

Atti Parlamentari — 1 4 1 0 2 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

FERDINANDO SCHETTINO. Sì, Presidente: chiedo di parlare per motivarne il ritiro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERDINANDO SCHETTINO. Presidente, vorrei chiarire che il mio emendamento si muove nell'ottica del decreto-legge che stia­mo per convertire in legge.

Il ministero ha selezionato 1 3 . 5 0 0 doman­de ammesse a contributo dalla legge n. 6 4 del 1 9 8 6 , per le quali ha emesso 1 0 mila decreti di concessione di contributi; sono inoltre in corso di emissione altri 2 mila decreti. Restano 1 .000 domande che difet­tano per alcuni vizi formali (documentazio­ne in fotocopia o altri vizi), che per il resto sarebbero accettabili. L'emendamento 1 2 . 2 si pone nell'ottica del decreto-legge in esame perché consente al ministero di completare la concessione dei contributi per le 1 3 . 5 0 0 domande selezionate. Posso comprendere che, non essendo stata effettuata un'analisi dei vizi formali delle domande, oggi non si sa ancora bene quante domande siano affet­te da uno o dall'altro vizio formale.

Nel ritirare l 'emendamento 1 2 . 2 , e riser­vandomi di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno vorrei avere assicurazioni dal Governo affinché esamini compiutamen­te la situazione e verifichi la possibilità di ammettere al beneficio previsto dalla legge n. 6 4 anche le 1 .000 domande sospese.

GIOVANNI ZANETTI, Sottosegretario di Stato per Vindustria, il commercio e Varti­gianato. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI ZANETTI, Sottosegretario di Stato per Vindustria, il commercio e Varti­gianato. H Governo è disposto a considerare con la massima attenzione un ordine del giorno di questa natura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'articolo ag­giuntivo Bono 1 2 . 0 1 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.

NICOLA BONO. Presidente, non è corretto! Mi dia la parola.

PRESIDENTE. Ho già dichiarata aperta la votazione.

NICOLA BONO. Resta inteso che parlo su tutto tranne quando decido di non parlare!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la vota­zione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 4 0 9 Votanti 4 0 7 Astenuti 2 Maggioranza 2 0 4

Hanno votato sì 8 1 Hanno votato no 3 2 6

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamen­to Meo Zilio 1 6 . 1 , non accettato dalla Com­missione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 4 0 8 Votanti 4 0 5 Astenuti 3 Maggioranza 2 0 3

Hanno votato sì 5 9 Hanno votato no 3 4 6

(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Bono 1 7 . 2 .

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.

NICOLA BONO. Il mio intervento su questo emendamento fa anche riferimento al mio precedente articolo aggiuntivo 1 2 . 0 1 con­cernente gli interventi per le opere idriche.

È questo uno degli emendamenti chiave del provvedimento poiché cerca di indivi-(Segue la votazione).

Atti Parlamentari — 1 4 1 0 3 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

duare un meccanismo serio per il coinvol­gimento di capitali privati nell'esecuzione di opere pubbliche suscettibili di redditività. Il cosiddetto project financing è diventato l'oggetto misterioso di una pubblicistica che da mesi arricchisce tutti i quotidiani, anche non specializzati in economia, qualcosa di cui tutti parlano attribuendogli facoltà tau­maturgiche (che in effetti ha); ognuno in­terpreta tale istituto a modo suo, ma il project financing non è nulla di misterioso o di strano. Si tratta di un meccanismo attraverso il quale la pubblica amministra­zione può attribuire ad un soggetto privato una concessione con l'obbligo di costruzione e gestione dell'opera pubblica. L'istituto che prevede la gestione e la costruzione del­l'opera già esiste nell'ambito dell'ordina­mento giuridico italiano. Quello che sinora è mancata è la volontà di dare seguito a questo tipo di opere. Mentre quindi nel resto del mondo molte nazioni, fra le quali la Gran Bretagna, la Francia e diversi paesi asiatici, realizzano gran parte delle opere pubbliche attraverso il project financing, in Italia non lo si può realizzare. Con il mio emendamento si cerca di individuare un percorso per attivare questa procedura da un lato attraverso il censimento delle opere pubbliche da completare che verreb­bero pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale per essere offerte alla possibile realizzazione da parte degli utenti che lo desiderino, e dal­l'altro mediante la definizione di un quadro tariffario di riferimento perché ogni impren­ditore per compiere un investimento deve sapere quanto gli costa, ma soprattutto quanto può ricavare dalla gestione dell'o­pera pubblica in questione.

Registriamo con grande amarezza che ciò che il Governo e la maggioranza di sinistra non vogliono fare è accedere a percorsi che diano la possibilità di far divenire operativo uno strumento di cui tutti parlano, ma spes­so a sproposito.

Recentemente, tra l'altro, la VII Commis­sione ha definito un progetto in base al quale si intende per project financing un'altra forma di intervento con denaro pubblico nella costruzione delle opere pubbliche. Si tratta di un fatto stigmatizzato negativamen­te perfino dal professor Amato, garante per

la concorrenza e responsabile dell'anti-trust. Pertanto, tale norma è esattamente all'oppo­sto di quanto noi teorizziamo. Pensiamo, infatti, ad un meccanismo agile, che consen­ta il coinvolgimento di decine di migliaia di miliardi di privati nella realizzazione di ope­re pubbliche che attengono, nella maggior parte dei casi, alla qualità della vita delle popolazioni meridionali. Stiamo infatti par­lando di grandi opere idriche quali la costru­zione di acquedotti e fognature, nonché della costruzione e del completamento di dighe, strade, ponti e quant'altro è stato lasciato incompiuto da un meccanismo di intervento straordinario che individuava mi­gliaia di opere pubbliche senza però realiz­zarle, perché ciò che contava era avviare la procedura da cui trarre le tangenti, dopo di che non interessava più a nessuno l'esito dell'opera pubblica. Il Mezzogiorno è disse­minato da diverse decine di migliaia di opere pubbliche incompiute, che lo Stato non avrà mai la possibilità — e, io dico, neppure la volontà — di ultimare con fondi propri. Allora, l 'emendamento in questione rappre­senta un segnale serio nei confronti delle esigenze di rilancio economico e sociale delle realtà più degradate del nostro paese (Commenti del deputato Piego).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malvestito. Ne ha facoltà.

GIANCARLO MAURIZIO MALVESTITO. Si­gnor Presidente, intervengo sull'emenda­mento Bono 1 7 . 2 avendo ascoltato attenta­mente le parole del collega Bono, di cui comprendo certamente la spinta e le moti­vazioni. Direi, anzi, che tutto il gruppo di alleanza nazionale tende giustamente ad a-gire in modo da determinare uno stimolo per il legislatore, affinché si possa operare velocemente nella direzione che il ministro Masera ha indicato presso la Commissione bilancio alcune settimane fa, ossia quella di addivenire finalmente al perfezionamento dei regolamenti di attuazione di una legisla­zione che tarda a tradursi in un riferimento concreto, nel nostro paese. Condivido, quin­di, il modo in cui è stato impostato il ragio­namento, tuttavia nel project financing l'è-

Atti Parlamentari — 14104 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

lemento dominante non è il bene già e-sistente, sul quale bisogna concentrare l'at­tenzione finanziaria; viceversa, quest'ultima deve volgersi a sostegno di progetti (project financing significa, appunto, finanziamento di un progetto), in base agli studi elaborati anche dall'ANCE e recentemente pubblicati ed ai contributi di esperienze anglosassoni (in questo caso, citiamo l'Inghilterra come elemento di riferimento di sostegno pro­gettuale). È quindi utile dare il via ad u-n'ulteriore e più pressante richiesta del Par­lamento al ministro Masera affinché i regolamenti, che egli aveva promesso in sede di Commissione bilancio e che il Go­verno è chiamato ad elaborare, vengano concettualmente definiti.

In conclusione, dichiaro che voteremo contro l'emendamento Bono 17.2 non per­ché siamo contrari alla sua impostazione di fondo, ma per stimolare ulteriormente il ministro nel portare a compimento la disci­plina indicata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Floresta. Ne ha facoltà.

ILARIO FLORESTA. Intervengo, signor Presidente, per dichiarare che i deputati del gruppo di forza Italia si asterranno nella votazione dell'emendamento Bono 17.2, per la stessa logica già indicata dal collega Mal­vestito. Pur essendo, cioè, d'accordo con il collega Bono, sapendo che il Governo sta per emanare un provvedimento a livello nazionale, riteniamo di doverci astenere dal­la votazione, ma sollecitiamo il Governo a procedere rapidamente nella direzione indi­cata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Bono 17.2, non accettato dalla Commis­sione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 375 Votanti 263 Astenuti 112 Maggioranza 132

Hanno votato sì 70 Hanno votato no 193

(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to D'Aimmo 17.1.

FLORINDO D'AIMMO. Chiedo di parlare per motivarne il ritiro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FLORINDO D'AIMMO. Presidente, l'emen­damento era stato presentato per cercare di creare un meccanismo automatico atto ad evadere alcune pratiche giacenti da moltis­simi anni e che hanno creato grosse difficol­tà al sistema imprenditoriale. Dopo che il Governo ha presentato una relazione sul trasferimento delle competenze dalla ex A-genzia per la promozione e lo sviluppo nel Mezzogiorno al Ministero dell'industria, e dopo l'esame approfondito che è stato fatto sul programma degli interventi anche per cercare di risolvere questi problemi, ritengo che l 'emendamento possa essere ritirato e in questo senso mi pronuncio.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole D'Aimmo.

Chiedo all'onorevole Cennamo se accolga l'invito al ritiro formulato dal relatore per il suo emendamento 17.3.

ALDO CENNAMO. No, Presidente; lo man­tengo e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALDO CENNAMO. Signor Presidente, al pari di altri colleghi sono convinto della necessità di approvare questo decreto-legge, che si propone di snellire le procedure di concessione ed erogazione di agevolazioni e

Atti Parlamentari — 1 4 1 0 5 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

di definire interventi per dar corso più rapi­damente — finalmente — all'avvio concreto dell'intervento ordinario nelle aree depres­se.

Non avrei sottratto tempo all'Assemblea con il mio emendamento e avrei accolto l'invito al ritiro se non fossi convinto (e lo dico ovviamente senza alcuna presunzione, rimettendomi al giudizio dell'Assemblea) che questo emendamento è in sintonia con gli obiettivi del decreto-legge n. 2 4 4 , dal momento che, tra l'altro, si propone di sbloccare ingenti risorse (centinaia e centi­naia di miliardi) che sono già disponibili e tuttavia sono bloccate da diversi anni. Si tratta di risorse statali ed anche comunitarie che, «se attivate, potrebbero consentire ai comuni di realizzare opere di civiltà indi­spensabili. Tali opere sono puntualmente indicate nell'emendamento: reti fognarie, opere idriche, opere di pubblica illuminazio­ne e così via. Sono convinto, fra l'altro, che al riguardo ci sia molta attesa da parte delle comunità locali, che con fiducia aspettano le decisioni del Parlamento.

Perché si è reso necessario questo emen­damento, signor Presidente? Perché la man­cata realizzazione dei piani paesaggistici, a dieci anni dalla legge Galasso, ha comporta­to il blocco di ogni attività edilizia sia pub­blica che privata in tante aree del nostro paese. Noi abbiamo sostenuto e sosteniamo l'esigenza di salvaguardare il territorio, ma non possiamo sottacere le gravi responsabi­lità di quei governi regionali che, a dieci anni dalla legge Galasso, non hanno ancora pro­ceduto ad approvare i piani paesaggistici. Come non vogliamo sottacere le gravi re­sponsabilità dei Governi e dei ministeri com­petenti che, pur potendo, non hanno attiva­to, come prescriveva la legge Galasso, i poteri sostitutivi nei confronti delle regioni inadempienti.

I rapprsentanti delle amministrazioni lo­cali hanno da tempo segnalato al Governo e al Parlamento la situazione di grave blocco, di inedificabilità assoluta creata dalla man­canza dei piani paesaggistici. E proprio nello scorso aprile quaranta sindaci, accompagna­ti da migliaia di lavoratori edili, sono stati ricevuti dal Governo, precisamente dal sot­tosegretario alla Presidenza Negri, che si è

fatto interprete di questo problema infor­mando tempestivamente sia il Presidente del Consiglio dei ministri sia il ministro dei beni culturali e ambientali. Il ministro Paolucci ha risposto tempestivamente alla segnalazio­ne del professor Negri affermando nella sua lettera, tra l'altro, che «tra le ipotesi per risolvere i problemi più urgenti, quella di un decreto-legge che deroghi per le sole opere pubbliche ai limiti di inedificabilità posti dall'articolo l-quinquies della legge n. 4 3 1 del 1 9 8 5 è allo studio degli organi tecnici di questo ministero».

Sono trascorsi vari mesi da quell'aprile, ma non vi è stato alcun provvedimento del Governo nella direzione di accogliere...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizio­ne è terminato, onorevole Cennamo.

ALDO CENNAMO. Un attimo soltanto, si­gnor Presidente: mi lasci fare solo una bat­tuta finale.

Anche il ministro ha riconosciuto la vali­dità della richiesta avanzata dai sindaci, anche se finora, purtroppo, non vi è stato alcun impegno da parte del Governo.

Credo allora sia indispensabile una deci­sione del Parlamento ed ho fiducia che questa Assemblea accolga il mio emenda­mento 1 7 . 3 , perché è anche con questi piccoli segnali che si rafforza quel legame tra comunità locali e Parlamento indispen­sabile per la credibilità delle istituzioni de­mocratiche del nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo progressisti-federativo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto di Luzio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE SCOTTO DI LUZIO. Signor Pre­sidente, anche come sottoscrittore dell'e­mendamento Cennamo 1 7 . 3 desidero rileva­re che l'onorevole Cennamo ed altri ottanta deputati di questa Assemblea hanno sotto­scritto una proposta di legge — un'altra è stata presentata dall'onorevole Enzo Nespoli — finalizzata alla sospensione del divieto di cui all'articolo 1-quinquies del decreto-legge n. 3 1 2 del 1 9 8 5 .

Vorrei che la Camera dei deputati fosse

Atti Parlamentari — 1 4 1 0 6 — Camera dei Debutati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL ' I AGOSTO 1 9 9 5

attenta. Non sono solo le regioni meridionali a non aver ottemperato all'obbligo legislati­vo di redigere i piani paesaggistici a partire dall'agosto 1 9 8 5 fino al dicembre 1 9 8 6 . An­che in Lombardia vi è lo stesso problema, ma mentre lì si realizzano interventi con il silenzio-assenso, nel Mezzogiorno non è pos­sibile realizzare neanche le opere assoluta­mente indispensabili alla vita quotidiana del­le comunità locali — mi riferisco, per esempio, alla necessità di costruire scuole, impianti sportivi e sanitari, fognature — perché interviene la magistratura.

Sono a conoscenza segnatamente delle vicende relative ai governi della regione Campania. Certo, andrebbe fatta una rifles­sione di carattere politico: come potevano nel 1 9 8 5 o nel 1 9 9 0 il presidente Fantini, gli assessori Nicola Scaglione, Alfredo Vito ed Armando De Rosa, assessore ai lavori pub­blici, pensare alle necessità delle comunità locali?

L'articolo l-quinquies del decreto-legge n. 3 1 2 del 1 9 8 5 — secondo quanto detto dal ministro Paolucci e dal comitato scientifico beni culturali ed ambientali (ma lo dice la legge stessa) — conteneva una norma di tutela che doveva rimanere in vigore un anno. Immaginerete le ricadute negative del blocco di tutte le attività edilizie!

I presentatori di quella proposta di legge ed i sottoscrittori dell'emendamento Cenna­mo 1 7 . 3 non sono certamente i cementifica-tori del momento. Nella maniera più assolu­ta! Noi chiediamo a questa Camera un atto di giustizia e di responsabilità. Noi chiedia­mo la sospensione del divieto nei comuni nei quali sono vigenti i piani regolatori, quelli nei quali cioè i consigli regionali hanno individuato norme di carattere urbanistico per il governo e l'amministrazione del terri­torio. Ma, se possibile, il Governo dovrebbe farsi carico di restituire alle regioni la pote­stà di redigere i piani regolatori perché, dal 1 9 8 5 ad oggi, è intervenuta una serie di nuove leggi che riducono di molto la portata della legge n. 4 3 1 , più nota come legge Galasso.

Riteniamo quindi che il Governo con un atto di grande responsabilità, dovrebbe re­stituire alle regioni questo potere di governo e di amministrazione.

Chiediamo che la Camera dei deputati approvi l 'emendamento Cennamo 1 7 . 3 nel­l'interesse delle comunità locali che tanto si aspettano da noi. Questo provvedimento è teso a migliorare le condizioni complessive di parte del paese ed è finalizzato ad inne­scare dei processi produttivi. Riteniamo per­tanto che, muovendo da queste considera­zioni e compiendo un atto di gustizia necessario, la Camera, con grande respon­sabilità, possa fare gustizia attribuendo agli enti locali un potere di cui sono stati spode­stati da ben dieci anni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pepe. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE. Signor Presidente, il mio intervento sarà molto breve perché mi rendo conto che su alcuni emendamenti non oc­corre oziare in dispute dialettiche. Voterò a favore dell'emendamento Cennamo 1 7 . 3 perché consente di realizzare gli obiettivi di occupazione e di sviluppo e perché rappre­senta un rilevante segnale per i comuni che, oltre ad essere depressi, sono fortemente vincolati da una normativa che presenta delle rigidità che rischiano di diventare cro­niche. Quindi, per ragioni di giustizia e di coerenza rispetto al provvedimento al nostro esame finalizzato al rilancio delle aree de­presse, ritengo si debba votare a favore dell'emendamento Cennamo 1 7 . 3 (Applausi dei deputati del gruppo del partito popolare italiano).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'onorevole Scotto di Lu-zio ricordava poc'anzi una mia iniziativa legislativa in merito alle questioni che l'e­mendamento Cennamo 1 7 . 3 pone in eviden­za. La mia proposta di legge, cui si è rifatto negli ultimi mesi altro gruppo di parlamen­tari, è analoga ad una rappresentata nella scorsa legislatura dal gruppo del movimento sociale italiano, a firma dell'onorevole Par­lato. Successivamente l'ho ripresentata a

Atti Parlamentari — 14107 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

mia firma, dal momento che gli impegni di Governo impedivano all'onorevole Parlato di ripresentare quella proposta di legge per­ché chi fa parte del Governo non può pro­porre una legge.

Trattandosi di una questione da affronta­re, plaudo all'iniziativa dei colleghi Cenna­mo e Scotto di Luzio perché reputo oppor­tuno occuparsi, nel corso dell'esame di questo decreto-legge, di questioni che atten­gono non solo alla gestone del territorio, all'urbanistica ed in questo caso all'applica­zione della legge Galasso, ma sono collegate anche all'economia reale di certe zone del paese alle quali bisogna guardare con gran­de realismo. I vincoli della legge Galasso e la cattiva gestione delle regioni meridionali in questi anni non hanno consentito la pre­disposizione di una pianificazione a caratte­re generale e l'adozione di quei piani pae­saggistici che, nel caso della Campania, hanno portato alla nomina ministeriale di un commissario, che oggi è in lite con il gover­no della regione. Il presidente della regione, onorevole Rastrelli, ha infatti giustamente avocato alla regione Campania la competen­za precipua di predisporre i piani paesaggi­stici, in confronto con gli enti locali. Oggi, invece, abbiamo dei commissari, nominati da molti anni, che si sono sostituiti all'iner­zia di quel governo regionale, componenti del quale ricordava poc'anzi il collega Scotto di Luzio.

Esprimo il mio voto favorevole sull'emen­damento Cennamo 17.3 e credo che anche i colleghi del gruppo di alleanza nazionale — i quali si sono dimostrati molto sensibili a tale problematica — si esprimeranno in tal senso. Nonostante il disimpegno del Gover­no su tale problematica, riteniamo che oggi la Camera dei deputati con un voto favore­vole su tale emendamento potrebbe risolle­vare l'attenzione sulla importantissima que­stione della gestione del territorio, di un assetto urbanistico rispondente anche alle potenzialità economiche del Mezzogiorno. Poiché ritengo che l'emendamento Cenna­mo 17.3 potrebbe rappresentare un buon inizio in tal senso, ribadisco il mio voto favorevole ed auspico nuovamente che i deputati del gruppo di alleanza nazionale si comporteranno in maniera analoga (Ap­

plausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal pro­prio gruppo, l'onorevole Procacci, la quale dispone di due minuti. Ne ha facoltà.

ANNAMARIA PROCACCI. Intervengo in dis­senso dal mio gruppo anche a nome di diversi colleghi verdi, perché ritengo che non possa essere questa — mi rivolgo al collega Cennamo — la giusta strada per affrontare il problema.

Con questo emendamento voi, pur essen­do animati dalle migliori intenzioni, proce­derete allo smantellamento della legge Ga­lasso, la quale — lo ricordo a tutti i colleghi — è nata per tutelare il territorio, e non come una camicia di forza. Ricordo, inoltre, che le regioni non l 'hanno resa esecutiva e che il Governo avrebbe avuto la possibilità di esercitare poteri di surroga. È in questo senso, semmai, che ci si dovrebbe attivare!

Credo, tra l'altro, che una formulazione così vasta come quella prevista dall'emenda­mento 17.3 potrebbe nuovamente aprire la strada — riconosco nuovamente la buona fede dei presentatori — alla solita politica di speculazione sul territorio! Non dimostre­remmo pertanto il nostro amore per il sud, se fossimo così poco prudenti nelT approvare l 'emendamento in esame!

Propongo, poi, al collega Cennamo di eliminare dal suo emendamento il riferimen­to «ai parcheggi». Mentre potrei aderire con qualche dubbio alla sua proposta con riferi­mento alle opere idriche o alla edilizia cimi­teriale, non vedo però quale attinenza pos­sano avere i parcheggi.

Invito nuovamente i colleghi ad una gran­dissima cautela perché, se venisse approvato l 'emendamento Cennamo 17.3, rischierem-mo di tornare ulteriormente indietro! Ricor­do che il sud è stato massacrato proprio con il pretesto dello scavalcamento della legge Galasso.

Nel dichiarare il mio voto in dissenso dai deputati del gruppo progressisti-federativo, esprimo tutta la mia preoccupazione per il fatto che si voglia smantellare la legislazione ambientale, che andrebbe invece difesa in-

Atti Parlamentari — 14108 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

dividuando assieme le soluzioni migliori (Ap­plausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Ma­rino. Ne ha facoltà.

LUIGI MARINO. Dichiaro il voto favorevo­le dei deputati del gruppo di rifondazione comunista-progressisti sull'emendamento Cennamo 17.3, poiché ritengo che esso — che verte su di una materia delicata — consentirà di sbloccare opere indispensabili molto più di alcuni interventi previsti nel provvedimento al nostro esame. Mi rendo conto delle perplessità espresse in preceden­za da alcuni colleghi e testé dall'onorevole Procacci, la quale suggerisce di togliere le parole «ai parcheggi» dall'emendamento Cennamo 17.3. A questo punto, chiederei una pausa di riflessione, nel senso di accan­tonare per il momento l 'emendamento in questione, per riprenderne l'esame dopo la votazione degli emendamenti riferiti all'arti­colo 20.

PRESIDENTE. Vorrei conoscere l'opinio­ne del relatore sulla proposta dell'onorevole Luigi Marino.

SILVIO UOTTA, Relatore. Sono d'accor­do, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e per la programmazione economica. Anche il Governo è d'accordo.

PRESIDENTE. Poiché non vi sono obie­zioni, rimane stabilito che l 'emendamento Cennamo 17.3 è accantonato.

(Così rimane stabilito).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamen­to Roscia, 18.1, non accettato dalla Commis­sione né dal Governo.

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 350 Votanti 345 Astenuti 5 Maggioranza 173

Hanno votato sì 55 Hanno votato no 290

(La Camera respinge).

Chiedo all'onorevole Valensise se intende accogliere l'invito del relatore a ritirare il suo articolo aggiuntivo 18.01, nonché l'arti­colo aggiuntivo Parlato 18.02, di cui è cofir­matario.

RAFFAELE \ALENSISE. Sono disposto a ritirare il mio articolo aggiuntivo se il Gover­no fornirà le assicurazioni che questa matti­na aveva in parte preannunziato, relative sia al comma 1...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Valen­sise; stiamo parlando del suo articolo ag-giuntvo 18.01..

RAFFAELE VALENSISE. Esattamente. In ordine al comma 1 dell'articolo aggiuntivo in questione, il Governo aveva dato determi­nate assicurazioni; in ordine al comma 2 dello stesso articolo aggiuntivo, mi sono fatto carico di presentare un ordine del giorno che affido alle riflessioni del Governo.

PRESIDENTE. Qual è allora la sua deci­sione, onorevole Valensise?

RAFFAELE \ALENSISE. Ripeto: sono di­sposto a ritirare il mio articolo aggiuntivo 18.01 e mi auguro che il Governo corrispon­da alle assicurazioni date.

Sono anche disponibile a ritirare, signor Presidente, l'articolo aggiuntivo Parlato 18.02, di cui sono cofirmatario, poiché rela­tivamente alle disposizioni per il personale delle cooperative abbiamo presentato un ordine del giorno. Attendiamo che il Gover­no cortesemente ci fornisca assicurazioni che ci orientino in tale materia, altrimenti il (Segue la votazione).

Atti Parlamentari — 14109 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

ritiro dell'articolo aggiuntivo non avrebbe senso.

PRESIDENTE. Per cortesia! Il Governo deve seguire quello che accade in aula!

Signor sottosegretario, intende fornire al­l'onorevole Valensise le assicurazioni richie­ste?

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il Bilancio e per la programmazione economica. In ordine al comma 2 dell'arti­colo aggiuntivo Valensise 18.01, abbiamo dato questa mattina, e confermo ora, la disponibilità ad esaminare a fondo la situa­zione dei lavoratori interessati, al fine di valutare se per essi possa valere quanto previsto per il comma 1.

RAFFAELE \ALENSISE. Per essere chiaro ed affinché resti agli atti traccia del nostro intendimento, faccio presente che ci ha in­dotto al ritiro il fatto che il Governo in via ufficiosa (ma credo possa farlo anche in via ufficiale) ha identificato i lavoratori che han­no diritto all'assunzione a norma del comma 1 del mio articolo aggiuntivo 18.01 e, secon­do le notizie avute in via breve da autorevoli membri del Governo, procederà alle assun­zioni.

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Presidente, credo che dobbiamo esse­re estremamente chari. Se in questo mo­mento si avessero tutti gli elementi di valutazione sarebbe accettato l'articolo ag­giuntivo così come presentato. Comunque il Governo si dichiara fin da ora disponibile ad accogliere un ordine del giorno che riprodu­ca i contenuti del primo comma dell'articolo agguntivo Valensise 18.01, che corrisponde grosso modo all'articolo aggiuntivo 18.03 del Governo, il quale sarà successivamente posto in votazione, con la riformulazione proposta dalla Commissione. Quanto al se­

condo comma dell'articolo aggiuntivo Va­lensise 18.01, siamo disponibili a valutare — 10 faremo senz'altro — con la massima attenzione la situazione dei 27 dipendenti in questione, ma non posso assicurare che tale valutazione si concluderà in modo del tutto positivo.

PRESIDENTE. Onorevole Valensise?

RAFFAELE \ALENSISE. Ringrazio il Gover­no per le assicurazioni fornite, che sono quelle che attendevamo e ritiro pertanto sia 11 mio articolo aggiuntivo 18.01 sia l'articolo aggiuntivo Parlato 18.02, di cui sono cofir­matario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 18.03 del Governo, nel testo riformulato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Presidente, apprezzo la sua bravura nelT accelerare i lavori, ma ogni tanto rivolga lo sguardo dalla nostra parte, per permettere qualche intervento di esponenti della forza politica alla quale appartengo.

L'articolo aggiuntivo 18.03 è stato predi­sposto dal Governo dopo che la Commissio­ne aveva soppresso una previsione relativa ai lavoratori che hanno collaborato e sono stati il perno della gestione ammnistrativa di mol­te pratiche dell'Agensud, «ricolma» di fun­zionari strapagati, con liquidazioni che han­no superato il mezzo miliardo. Ma, appunto, tali lavoratori hanno reso possibile la gesto-ne amministrativa delle pratiche dell'ex A-gensud.

L'organismo in questione è stato soppres­so da due anni ed i lavoratori hanno conti­nuato a lavorare per il Ministero dell'indu­stria; tra l'altro mi risulta che vi è stata anche una certa mobilità. Sappiamo che vi sono tanti vantaggi ad essere pubblico dipen­dente, ma vi è anche lo svantaggio del concorso pubblico. Si tratta di vedere se si accetta un principio dettato, peraltro, da necessità comprensibili. Quando mi si dice che il Ministero dell'industria non è in grado di occuparsi delle pratiche dell'ex Agensud

Atti Parlamentari — 14110 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

perché non vi sono più gli archivisti o i perforatori, questo mi fa riflettere sulla fun­zionalità dei ministeri. Allora, se si tratterà di diminuirli, occorrere anche ridurre le forze che in essi lavorano; se non siamo in grado di ristrutturare in pochi mesi è meglio chiudere la baracca perché le cose non vanno bene.

Abbiamo notato le posizioni assistenziali-ste di destra e sinistra, che hanno fatto a gara per ulteriori dilazioni; non ultima è la proposta del relatore, tendente a sostituire la data del 13 ottobre 1993, contenuta nel­l'articolo aggiuntivo 18.03 del Governo, con quella del 9 marzo 1995. Certamente qual­cuno sarà entrato a lavorare anche succes-svamente, pur non facendo parte di tali cooperative.

Mi si riferisce anche che — non so se si tratti di una notizia vera, se lo fosse sarebbe molto grave — tali lavoratori spesso erano i figli dei funzionari dell'Agensud; non vorrei che in questa fase transitoria si favorissero di nuovo dei famigliari, facendoli entrare nella pubblica amministrazione, ben sapen­do che alcune norme — approvate dal Par­lamento — in particolare quelle contenute nella legge finanziaria dello scorso anno, hanno addirittura bloccato le assunzioni ne­gli enti locali, perché occorreva contenere le spese. Quando allora leggiamo sul giornale che vengono adottati provvedimenti volti a bloccare le assunzioni di nuovi dipendenti pubblici e nello stesso tempo apprendiamo che questi ultimi aumentano, ebbene ciò accade perché vengono approvate norme del genere di quella in esame, che voi tutti voterete, a differenza della lega nord che non accetta queste mediazioni e questi Dik­tat, considerato tra l'altro che tali lavoratori assumono comportamenti ricattatori minac­ciando lo sciopero; ebbene in questi casi non è possibile mediare. Si fa presto a dichiarare che bisogna combattere gli sprechi e l'assi­stenzialismo e poi si adottano provvedimenti come questo!

Pertanto, anche la motivazione secondo la quale tali lavoratori sono necessari, a mio avviso non può superare il principio di fondo per cui nel pubblico impiego si entra solo ed esclusivamente per concorso; altrimenti una siffatta deroga dovrà essere applicata anche

in altri casi e vedremo con quale faccia i colleghi avranno la forza e il coraggio di dire «no».

SILVIO LIOTTA, Relatore. Chiedo di parla­re per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Presidente, de­sidero fare chiarezza, poiché diversamente l'Assemblea non ha l'esatta consapevolezza di ciò che si sta discutendo e che si dovrà votare.

Con la proposta del relatore di indicare nel 9 marzo 1995 il termine per la presentazione delle domande, si è solo inteso ripristinare il testo originario del Governo. Infatti l'artico­lo 18 del decreto-legge in esame riproduce analogo articolo del precedente decreto-leg­ge n. 123, che ha già esplicato i suoi effetti. Ebbene sulla base dello stesso i dipendenti che si fossero trovati nelle condizioni previ­ste hanno già presentato domanda. Se, nel provvedimento al nostro esame, non indi­cassimo la data del 9 marzo 1995 — che, ripeto, era quella originariamente stabilita — ci troveremmo nella situazione in cui, per tre unità, l'amministrazione dovrebbe anda­re incontro ad un contenzioso al termine del quale risulterebbe sicuramente perdente. Questo è il motivo per cui si è proposta tale correzione del termine nel senso — lo riba­disco — di ripristinare quello originariamen­te previsto. Faccio presente che, a fronte di analoghe considerazioni svolte dall'onorevo­le Roscia in altra sede, avevo già esposto i termini della questione.

PRESIDENTE. Prego l'onorevole Reale e gli altri colleghi di allontanarsi dal banco della Commissione!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Aimmo. Ne ha facoltà.

FLORINDO D'AIMMO. Presidente, il pro­blema sollevato esiste da due anni, cioè dal momento in cui sono stati adottati provve­dimenti per accelerare le procedure in ma­teria di interventi a favore delle aree depres­se. Già in passato erano stati approvati in Commissione, quasi aU'unanimità, emenda-

Atti Parlamentari — 14111 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

menti che poi sono stati recepiti nel decreto-legge n. 123, al quale ha fatto riferimento poc'anzi il relatore l iotta. Infatti, nella rela­zione che accompagna il disegno di legge di conversione del decreto di cui stiame par­lando il Governo sostiene: «Il Parlamento pertanto ha sollecitato il Governo ad adotta­re, anche mediante il ricorso alla decretazio­ne di urgenza, provvedimenti idonei, in par­ticolare (...)» — segue l'elencazione di una serie di punti e, al punto 4 si legge — «a riconsiderare la posizione del personale delle cooperative già utilizzato dagli organismi del soppresso intervento straordinario nel Mez­zogiorno».

Nel contempo, nel fare l'analisi della si­tuazione, il ministro dell'industria, in una relazione, ha evidenziato che gran parte del personale trasferito dall'ex Agensud per il settore dell'industria è andato prematura­mente in pensione. Si parla di circa 190 funzionari (evidentemente era convenienza dei funzionari seguire questa strada).

Il direttore generale, in una sua relazione, ha messo a sua volta in evidenza le difficoltà incontrate per il funzionamento del settore della direzione generale e, quindi, per man­dare avanti le pratiche.

H Governo ha preso atto di questa situa­zione e, venendo incontro all'orientamento della Commissione bilancio, ha riproposto l'emendamento. Si pone un problema per quanto riguarda i dipendenti di un consorzio che, per quanto detto, potrà essere riesami­nato. Mi sembra però che non siamo di fronte ad un fatto nuovo, ma ad un dato strutturale importante, perché si tratta di garantire sostanzialmente la prosecuzione dell'attività dei ministeri della spesa ordina­ria, che hanno ricevuto le pratiche e le competenze del settore dell'intervento per le aree depresse del Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Colleghi Mattioli, Reale, Solaroli e Campatelli: prendete cortesemen­te posto lasciando libero l'emiciclo.

BRUNO SOLAROLI. È in corso una discus­sione...

PRESIDENTE. Fatela fuori: è anche più comodo!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sales. Ne ha facoltà.

ISAIA SALES. Voteremo a favore dell'arti­colo aggiuntivo 18.03 del Governo. H nostro non è un atteggiamento contraddittorio in quanto questa parte della normativa, che riguarda le cooperative, fu oggetto di emen­damenti presentati al decreto-legge n. 32, poi corvertito in legge, ed è stata inclusa nel decreto n. 123 e poi nel decreto n. 244 unicamente perché il Governo ha voluto accogliere gli emendamenti che le forze politiche avevano presentato. Tali emenda­menti riguardavano però una sanatoria ri­guardante sia le cooperative sia i consorzi. Nel decreto, invece, sono stati inclusi solo i dipendenti delle cooperative. Adesso, peral­tro, il Governo ha preso l'impegno di valu­tare anche quest'altra posizione. Questo era il nostro scopo, ossia che venisse ripreso l'orientamento della Commissione e del Par­lamento. Poiché il Governo ha risposto solo ad una questione, ci auguriamo che l'altro problema possa essere affrontato al Senato o con una reiterazione del provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'articolo ag­giuntivo 18.03 del Governo, nel testo rifor­mulato, accettato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 380 Votanti 378 Astenuti 2 Maggioranza 190

Hanno votato sì 317 Hanno votato no 61

(La Camera approva).

VINCENZO TRANTINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Atti Parlamentari — 1 4 1 1 2 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

VINCENZO TRANTINO. Signor Presidente, se è vero che la prudenza e la pazienza sono virtù dei forti, lei mi sta candidando a diven­tare fortissimo. Un bel po ' di tempo fa volevo dire ciò che sto per esplicitare ora.

Stamattina, dietro suo autorevole sugge­rimento, è stato interrotto il dibattito sulle proposte di legge costituzionale concernenti l'esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani residenti all'estero, poiché si è rite­nuto necessario che detti provvedimenti tor­nassero in Commissione per la determina­zione dei passaggi successivi.

Pertanto, non le chiedo un'inversione del­l'ordine del giorno, perché ciò sarebbe im­proprio: le chiedo invece di riprendere il lavoro sospeso questa mattina così come eravamo rimasti intesi. Mi permetto di dire che questa richiesta non altera certamente il percorso dell'attuale importantissimo prov­vedimento in discussione, per la considera­zione, molto sommaria, che noi impegnamo a continuare l'esame delle proposte di legge costituzionale con assoluta celerità, annun­ziando fin da ora — e sperando di essere imitati — di rinunciare alle dichiarazioni di voto, perché tutto è stato già detto (vicever­sa, daremmo luogo a reiterazioni, di quelle che provocano — lei è parlamentare anziano come me e già lo sa — il cosiddetto disprez­zo d'aula, dal quale vorremmo tutti rifuggi­re).

Le chiedo pertanto di consentire che si riprenda il dibattito sulle proposte di legge costituzionale, interrotto questa mattina, per portare a compimento in tempi brevi il diritto di voto degli italiani all'estero.

SILVIO LICITA, Relatore. Chiedo di parla­re sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO UOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, riterrei opportuno almeno giungere alla fine della votazione degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi presentati. Sem­mai, prima di passare alle dichiarazioni di voto finali, si può riprendere l'esame delle proposte di legge costituzionale sul diritto di voto degli italiani all'estero.

PRESIDENTE. Onorevole Trantino, ritie­ne di poter accogliere il suggerimento del relatore Liotta?

VINCENZO TRANTINO. Presidente, non andrò in rotta di collisone con la Presiden­za! Io faccio il presidenzialista e quindi aspetto compostamente che si completi l'e­same degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge n. 2 2 4 .

PRESIDENTE. Sta bene, colleghi. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Roscia 2 1 . 4 , accettato dalla Commissione e dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 3 7 4 Votanti 3 6 8 Astenuti 6 Maggioranza 1 8 5

Hanno votato sì 3 6 4 Hanno votato no 4

(La Camera approva).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to De Simone 2 1 . 1 .

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Simone. Ne ha facoltà.

ALBERTA DE SIMONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, proprio perché condivido l'impostazione di questo provvedimento, con il quale il Governo interviene per sem­plificare le procedure nelle aree depresse del nostro paese e per approvare misure atte ad agevolare la spesa e le opere utili allo svilup­po e al superamento del divario, non mi rassegno al parere espresso dalla Commis­sione sul mio emendamento, e faccio appel­lo all'Assemblea.

Con il mio emendamento 2 1 . 1 si rendono immediatamente spendibili somme già ero­gate agli enti locali da più di tre anni, depositate inutilmente nelle loro banche ed

Atti Parlamentari — 14113 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

accreditate in cassa. Queste somme furono erogate attraverso un testo unico, non più in vigore. Con il nostro emendamento noi proponiamo un limite: se le somme vengono spese non per tutta la tipologia di opere previste dalla legge (dalla quale furono ero­gate) ma soltanto e limitatamente per quelle opere previste dalla legge n. 32 del 1992 (che riguardano le urbanizzazioni primarie e le scuole), ciò può avvenire senza ulteriori autorizzazioni.

Si tratta di un emendamento che ha una grandissima importanza per i comuni della Campania e della Basilicata colpiti dal sisma del 23 novembre 1980, in quanto fa riferi­mento non solo ad opere pubbliche di rile­vanza vitale (opere di urbanizzazione prima­ria e scuole), ma anche ad interventi per rendere agibili le abitazioni già ricostruite.

La Commissione, pur esprimendo un pa­rere negativo sull'emendamento, ha messo in evidenza che esso ha un contenuto valido. Mi appello a questo per chiedere all'Assem­blea di approvare il mio emendamento 21.1, al fine di evitare che i comuni interessati siano condannati a subire la paralisi a segui­to delle lungaggini burocratiche (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to De Simone 21.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 364 Votanti 362 Astenuti 2 Maggioranza 182

Hanno votato sì 168 Hanno votato no 194

(La Camera respinge).

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamen­

to Schettino 21.3, non accettato dalla Com­missione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 361 Votanti 357 Astenuti 4 Maggioranza 179

Hanno votato sì 135 Hanno votato no 222

(La Camera respinge).

FERDINANDO SCHETTINO. Chiedo di par­lare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Schettino?

FERDINANDO SCHETTINO. Signor Presi­dente, ho alzato la mano per segnalare che intendevo prendere la parola prima che lei ponesse in votazione il precedente emenda­mento. Volevo prospettare una correzione, ma non mi è stato possibile.

PRESIDENTE. Dal momento che l'ordine di votazione degli emendamenti è noto, i deputati che intendono prendere la parola dovrebbero segnalarlo tempestivamente. L'emendamento Schettino 21.3 è già stato votato: se vuole, onorevole Schettino, potrà parlare per dichiarazione di voto sull'emen­damento successivo.

Passiamo alla votazione dell'articolo ag­giuntivo De Simone 21-bis.Ol.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Simone. Ne ha facoltà.

ALBERTA DE SIMONE. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame riguarda i collaudi delle abitazioni già ricostruite. Vor­rei ancora una volta far presente all'Assem­blea che fino al 1987 era in vigore una normativa che consentiva i lavori in econo­mia; di conseguenza, tutti coloro che hanno iniziato la ricostruzione delle abitazioni han-

Atti Parlamentari — 14114 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

no effettuato lavori in economia. Dal 1988 è in vigore la legge n. 291, che prevede l'obbligo di fatturazione di tutte le opere.

Le abitazioni abbattute dal sisma la cui ricostruzione è iniziata prima del 1987 ed è stata completata dopo il 1988 non potranno essere collaudate se non verrà approvato l'articolo aggiuntivo in esame. Poiché un intervento analogo è stato adottato per il Friuli, chiedo all'Assemblea di considerare l'Irpinia come il Friuli, dal momento che è stata colpita da un terremoto analogo. Vi prego, colleghi, di tener conto di questo mio appello! (Commenti di deputati del gruppo della lega nord).

FERDINANDO SCHETTINO. Chiedo di par­lare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Schettino?

FERDINANDO SCHETTINO. Signor Presi­dente, dal momento che prima mi ha detto che sarei potuto intervenire sull'emenda­mento successivo...

PRESIDENTE. Sì, ma doveva trattarsi di un emendamento sul quale non intervenisse un altro deputato del suo gruppo! Poiché per dichiarazione di voto sull'articolo aggiuntivo in esame ha già parlato l'onorevole De Si­mone, non posso darle la parola, onorevole Schettino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pepe. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE. Voterò a favore dell'articolo aggiuntivo De Simone 21-bis.Ol. Vi è la necessità di porre in essere un'opera di giustizia e consegnare ai legittimi proprietari gli alloggi ricostruiti con le provvidenze del sisma . La norma proposta è coerente con il testo e si tratta di ribadire un fatto che nella prassi si è consolidato nel tempo. Chiedo quindi all'Assemblea di votare a favore del­l'articolo aggiuntivo in questione (Applausi dei deputati del gruppo del partito popolare italiano).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per

dichiarazione di voto l'onorevole Rotondi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO ROTONDI. Voterò anch'io a favore di questo emendamento sottolinean­do come esso abbia un carattere esclusiva­mente tecnico che consente, a coloro che altrimenti non potrebbero completare la ri­costruzione né recuperare quanto anticipa­to, di ottenere esclusivamente il riconosci­mento dei propri diritti. Ritengo inoltre che il clima presente in Assemblea a fronte di questi problemi sia probabilmente deviato da una considerazione non obiettiva delle proposte di modifica presentate, che non attengono alla ricostruzione nel suo com­plesso, sulla quale esistono riserve diffuse anche da parte di chi vi parla e — così suppongo — di chi ha presentato l'emenda­mento. Tutto ciò non riguarda l'articolo aggiuntivo sul quale siamo qui chiamati ad esprimerci e mi permetto di chiedere a tutti i colleghi di votare a favore del medesimo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'articolo ag­giuntivo De Simone 21-bis.Ql, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 364 Votanti 360 Astenuti 4 Maggioranza 181

Hanno votato sì 218 Hanno votato no 142

(La Camera approva).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Novi 22.1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schettino. Ne ha facoltà.

FERDINANDO SCHETTINO. Avevo chiesto in precedenza la parola perché procedendo

Atti Parlamentari — 1 4 1 1 5 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

così di fretta talvolta non si riescono a chiarire aspetti importanti e migliorativi del­le proposte di modifica presentate. In Com­missione è stato accolto un mio emenda­mento che introduce il comma 3-bis all'articolo 2 1 . Rileggendo tale comma, re­lativo alla revisione dei provvedimenti di revoca per i concessionari in grado di garan­tire livelli di produzione pari ad almeno il 7 0 per cento di quelli previsti dal disciplinare, mi sono accorto che non è previsto entro quanto tempo debbano garantirli. Con l'e­mendamento che avevo presentato suggeri­vo la previsione del termine di un anno. L'emendamento era dunque migliorativo. Si poteva eventualmente eliminare il riferimen­to alla fideiussione da me proposta, ma resta il fatto che il termine era opportuno per evitare problemi seri. Intendo dire che, una volta revocato il decreto senza fissare un termine, rimangono aperte le situazioni cui si intendeva dare soluzione. Sono queste le motivazioni che mi avevano spinto a presen­tare tale emendamento. Non so se il Gover­no abbia seguito il mio ragionamento: pur­troppo ci troviamo in un'aula in cui tutti sono distratti. Per parte mia, sentivo il do­vere di riferire su queste problematiche e l'ho fatto: in tal modo, almeno la mia co­scienza è a posto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Novi 2 2 . 1 , non accettato dalla Commis­sione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 3 6 2 Votanti 3 6 0 Astenuti 2 Maggioranza 1 8 1

Hanno votato sì 5 Hanno votato no 3 5 5

(La Camera respinge).

Onorevole Roscia, mantiene la richiesta di votazione nominale?

DANIELE ROSCIA. Sì, signor Presidente, mantengo tale richiesta, fino alla votazione del mio emendamento 2 5 . 3 .

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bono 2 4 . 1 .

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.

NICOLA BONO. Intervengo rapidamente, signor Presidente, per dichiarare che questo emendamento si pone innanzitutto l'obietti­vo di chiarire il percorso di una normativa che risale al decreto-legge n. 1 9 del 1 9 8 8 , con cui il Governo del tempo stanziò una somma considerevole per alcune opere pub­bliche da realizzarsi in Sicilia. Siamo arrivati al 1 9 9 5 e, dopo una serie di passaggi di competenze (ho avuto già modo di denun­ciare in quest'aula cosa ci fosse sotto quel provvedimento e quali fossero le intese po­litiche, più o meno inconfessabili, che pre­siedevano a quella strategia), ci troviamo adesso, nell'agosto del 1 9 9 5 , di fronte ad un provvedimento di proroga secca al 3 1 di­cembre dell'anno prossimo, senza che nes­suno ci abbia spiegato le ragioni dei ritardi e, soprattutto, i tempi che occorrono per l'esecuzione di queste opere, che aspettano di essere realizzate ormai da quasi otto anni. Il problema è, allora, che la data del 3 1 dicembre 1 9 9 6 o quella da noi proposta del 3 0 giugno od un'altra qualsiasi sono comun­que assolutamente arbitrarie, come fu arbi­trario e del tutto poco comprensibile il fatto che già l'anno scorso, con il decreto-legge 2 3 maggio 1 9 9 4 , n. 3 0 4 , convertito dalla legge 2 2 luglio 1 9 9 4 , n. 4 5 6 , il termine fu prorogato al 3 1 dicembre di quest'anno. Al di là, quindi, della ridda di date e di una situazione che non lascia intravedere alcun percorso ed alcuna corretta impostazione di una soluzione del problema del completa­mento di opere che sono vitali per alcuni quartieri tra i più degradati delle città di Palermo e di Catania, vorremmo sapere se il Governo sia in condizioni di chiarire se la data proposta sia congrua e su quali basi

Atti Parlamentari — 1 4 1 1 6 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

abbia proposto che la proroga sia fissata al 3 1 dicembre dell'anno prossimo.

PRESIDENTE. H Governo intende fornire le precisazioni richieste?

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Signor Presidente, come già dichiara­to il Governo è contrario all'emendamento Bono 2 4 . 1 .

PRESIDENTE. La richiesta che è stata fatta è però un'altra, signor sottosegretario.

Colleghi, per cortesia, lasciate libero il banco del Governo!

È importante che il Governo ascolti ciò che dicono i deputati altrimenti è difficile mantenere un dialogo!

L'Onorevole Bono ha chiesto in base a quali elementi la data del 3 1 dicembre 1 9 9 6 risulti congrua.

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. La valutazione che è stata fatta dagli uffici, Presidente è che la data del 3 1 dicem­bre 1 9 9 6 è sembrata molto più appropriata di quella proposta nell'emendamento Bono 2 4 . 1 .

SILVIO LIOTTA, Relatore, Chiedo di par­lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO LIOTTA, Relatore, Presidente, si tratta di pendenze che discendono tutte da un decreto-legge del 1 9 8 8 . Allora fu istituita una società per la gestione degli interventi straordinari nelle città di Catania e di Paler­mo. Quei fondi erano gestiti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Si ebbero allora ritardi e lungaggini. Si ritenne successiva­mente di trasferire la parte finale della ge­stione alla regione siciliana. Sono attualmen­te in corso una serie di rapporti tra il Governo centrale e la regione siciliana per­ché quest'ultima possa definire queste opere entro il termine in questione. Il problema è infatti che, scadendo il termine, le opere

tornano ad essere di competenza della Pre­sidenza del Consiglio dei ministri.

L'impegno del Governo è allora di costrin­gere la regione siciliana ad intervenire su Palermo e Catania perché diano luogo al completamento delle opere.

DANIELE ROSCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

DANIELE ROSCIA. Le valutazioni espresse dal presentatore di questo emendamento possono anche aver modificato l'opinione del relatore. Poiché però lo stesso, a nome della Commissione, aveva espresso parere contrario sull'emendamento Bono 2 4 . 1 , per amor di coerenza penso che debba mante­nere immutato tale atteggiamento.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Il parere è sem­pre contrario!

PRESIDENTE. Il relatore ha soltanto spie­gato cortesemente le ragioni per le quali è fissata la data del 3 1 dicembre 1 9 9 6 .

Passiamo ai voti. Indico la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull'emendamen­to Bono 2 4 . 1 , non accettato dalla Commis­sione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti 3 6 1 Votanti 3 5 9 Astenuti 2 Maggioranza 1 8 0

Hanno votato sì 7 1 Hanno votato no 2 8 8

(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamen­to Roscia 2 5 . 3 .

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

Atti Parlamentari — 14117 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

DANIELE ROSCIA. Su questo emendamen­to si può dire che è stato costruito il consen­so di forza Italia sul provvedimento al nostro esame. La mia sarà un'asserzione più o meno fondata, ma discende dall'atteggia­mento tenuto dai rappresentanti di quella forza politica in Commissione bilancio. Co­me ho già detto, essi sono stati tremenda­mente assenti negli ultimi quattro, cinque mesi. Si è però notata una loro forte presen­za al momento di esaminare questa disposi­zione, che non fa altro che incardinare di nuovo un provvedimento di chiara marca assistenzialista, in quanto proroga il paga­mento dei contributi e dei tributi di tre province siciliane in seguito alla calamità del terremoto del 1990... Gradirei, collega Fio-resta, che non mi disturbasse, altrimenti (Commenti dei deputati del gruppo di forza Italia)... Non mi emoziono, ma potrei anche asserire qualcosa che magari non è molto gradevole per lei, per cui mi faccia la corte­sia di non disturbarmi! (Vivi commenti dei deputati dei grupppi di forza Italia e di alleanza nazionale — Applausi dei deputati del gruppo della lega nord).

GABRIELE OSTINELLL Presidente, non si può andare avanti in questo modo!

PRESIDENTE. Onorevole collega, la pre­go, si sieda! L'onorevole Roscia si difende da solo.

DANIELE ROSCIA. Allora, visto che le con­siderazioni possono essere fatte e anche smentite, visto che c'è stato questo grande plauso, voglio parlare chiaro. Ebbene, quan­do si discuteva su questo emendamento, signori miei, il collega Floresta, che è sicilia­no e conosce l'ambiente più di me, giusta­mente conveniva con il sottoscritto (poi ma­gari può anche ritrattare) che questo differimento non serve assolutamente a niente, né alle imprese, né ai cittadini di quelle province, né tanto meno allo Stato. Lo Stato, infatti, non incasserà mai più questi soldi, perché le imprese non li hanno accantonati o, meglio, li hanno utilizzati ad altri fini.

Il collega Floresta per disciplina di partito o per condizionamento ambientale ha rite­

nuto, così come il relatore, di assecondare questo emendamento.

Allora io prendo in considerazione i prov­vedimenti più aggiornati riguardanti il Pie­monte e vedo che i termini di differimento sono notevolmente contenuti, essendo la scadenza prevista per la fine del 1995. Vi sono poi situazioni completamente diverse non solo in relazione ai differimenti, ma anche ai finanziamenti garantiti o, meglio, non garantiti dallo Stato! (Applausi dei de­putati del gruppo della lega nord). Quanti sono stati colpiti da calamità e non dispon­gono di altri patrimoni, addirittura non han­no la possibilità di accedere ad un finanzia­mento non dico a fondo perduto — come quelli concessi a seguito del terremoto del-l'Irpinia — ma agevolato nei tassi di interes­se! Perché questo trattamento differenziato? Perché questa solidarietà da parte di colleghi eletti in quei collegi?

Noi abbiamo presentato anche un ordine del giorno, però non ci fidiamo e non siamo sicuri che esso possa portare non dico ad un differimento di sette anni, ma almeno ad un trattamento che possa apparire degno di uno Stato unitario (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord).

SILVIO LIOTTA, Relatore. Chiedo di parla­re per una precisazione

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Il testo della Commissione, sul quale il Governo si è di­mostrato favorevole, si muove nell'ottica del differimento dei termini. Si è scelta così una strada certamente più rigorosa di quella seguita fino ad oggi.

In tutti i provvedimenti finora adottati di differimento infrannuale il Governo non ha mai posto l'onere a carico di nessuno, ma in quelli che prevedevano un differimento oltre l'anno ha posto l'onere a carico delle finanze dell'erario.

L'attuale testo dell'artìcolo 25 approvato dalla Commissione, non modifica il comma 1 del testo del Governo ma introduce il principio che, in caso di differimento di termini, le spese, gli interessi e gli oneri

Atti Parlamentari — 14118 — Camera dei Deputati s

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

aggiuntivi siano a carico dei beneficiari. Tale principio è molto più rigido di quello testé annunziato, per il quale in sede di concor­dato lo Stato sarebbe disposto a togliere gli interessi di mora. La Commissione bilancio è stato dunque molto più rigida.

PRESIDENTE. Indico la votazione nomi­nale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Roscia 25.3, non accetta­to dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: Presenti 352 Votanti 349 Astenuti 3 Maggioranza 175

Hanno votato sì 58 Hanno votato no 291

(La Camera respinge — Applausi pole­mici dei deputati del gruppo della lega nord).

Ricordo che il gruppo della lega nord ha ritirato la richiesta di votazione nominale per i successivi emendamenti.

Pongo pertanto in votazione l'emenda­mento Bono 25.1, non accettato dalla Com­missione nè dal Governo.

(È respinto).

Pongo in votazione l 'emendamento Bono 25.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(È respinto).

Pongo in votazione l 'emendamento Bono 29.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(È respinto).

Pongo in votazione l 'emendamento Bono 29.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(È respinto).

Pongo in votazione l 'emendamento Bac-cini 29.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(È respinto).

Pongo in votazione l 'emendamento Bono 29.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(È respinto).

Ricordo che in precedenza l'emendamen­to Cennamo 17.3 era stato accantonato.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Chiedo di parla­re per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, prima di entrare nel merito dell'e­mendamento Cennamo 17.3, mi deve con­sentire di far rispettosamente osservare alla Presidenza come tale emendamento nella valutazione preliminare effettuata dalla Commissione bilancio, che però non ha competenza a dichiarare inammissibili gli emendamenti, fosse stato ritenuto assimila­bile alle materie estranee al decreto-legge perché l'articolo 17, al quale l'emendamen­to fa riferimento, tratta di materia comple­tamente diversa che nulla ha a che vedere con la legge Galasso.

Da circa un anno in Commissione bilancio abbiamo individuato l'estraneità di materia per centinaia e centinaia di emendamenti sulla base del principio che in questo ramo del Parlamento, esclusivamente per i decre­ti-legge, vi è un'interpretazione molto re­strittiva della materia.

Fatta questa premessa, Presidente, mi permetto ancora una volta di rivolgere ai presentatori dell'emendamento Cennamo 17.3 un invito al ritiro, perché si tratta di una norma molto generale. Ritengo infatti che il Governo non sia in grado oggi di dirci a quali comuni si possa applicare tale norma né quali e quante siano le opere che vengono ad essere liberalizzate con la scomparsa del nulla osta paesaggistico. Questo è il proble­ma. Anche perché, Presidente, per quanto riguarda l'edilizia cimiteriale, escludo vi pos-

Atti Parlamentari — 1 4 1 1 9 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

sa essere allocazione di cimiteri previsti in posti paesaggistici e sulle coste.

Il problema in realtà è molto più grave perché, oltretutto, si premierebbero le regio­ni che non hanno realizzato i piani paesag­gistici. Rimuovendo il divieto, verrebbero favorite unicamente tali regioni, a parte il fatto che la norma si applicherebbe nelle aree depresse, il che rappresenterebbe una superstortura rispetto al resto del paese.

Per tali ragioni non posso che confermare l'invito al ritiro dell'emendamento Cennamo 1 7 . 3 . Qualora esso non venisse ritirato, chie­do che sia riformulato, destinando l'ambito di applicazione unicamente alle opere fogna­rie e idriche che, non vedendosi in superfi­cie, sicuramente non faranno danni! (Ap­plausi).

PRESIDENTE. Onorevole Liotta, dal mo­mento che lei ha giustamente richiamato l'orientamento assunto dalla Commissione, vorrei soltanto dire, per chiarezza, che il testo presentato in Commissione era legger­mente diverso; in particolare, esso non pre­vedeva il restringimento dell'operatività di tale norma alle aree depresse. Successiva­mente è stata inserita l'espressione «aree depresse», il che ha consentito alla Presiden­za di dichiarare ammissibile l 'emendamento Cennamo 1 7 . 3 .

Onorevole Cennamo, le è stato rivolto un invito a ritirare il suo emendamento 1 7 . 3 ed in subordine le è stata rivolta la richiesta di limitare la portata del suo emendamento alle opere fognarie e idriche.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Per limitare il danno!

PRESIDENTE. Onorevole Cennamo, ac­cetta di riformulare il suo emendamento nel senso indicato dal relatore?

ALDO CENNAMO. Signor Presidente, ri­volgo nuovamente un vivo ringraziamento alla Presidenza della Camera per aver di­chiarato ammissibile il mio emendamento 1 7 . 3 .

Mi spaventano in quest'aula — lo dico con estrema sincerità — i repentini cambiamenti di umore e le opposizioni preconcette che si

registrano. Voglio tranquillizzare tutti i col­leghi sul fatto che, quando ho presentato l 'emendamento, non ero animato da alcun intento speculativo. Se avessimo avuto l'in­tenzione di liberalizzare qualcosa, avremmo potuto mutuare le frasi utilizzate dal Gover­no in una propria lettera facendo riferimen­to in maniera generica alle opere pubbliche. Non abbiamo parlato di queste ultime per la semplice ragione che tra di esse rientrano anche le strade, le ferrovie e quant'altro. Sarebbe stato quindi facile poter affermare che noi volevamo «antropizzare» un'altra parte del territorio. Ciò non corrisponde al vero! Noi vogliamo rispondere esclusiva­mente ad un esigenza avvertita da centinaia di comuni della Campania (non ho la pre­sunzione di parlare per tutte le regioni ita­liane), dove il movimento dei sindaci ha inondato di lettere e di ritagli di giornali le caselle di tutti i deputati ai quali si chiede di avanzare proposte al fine di sbloccare le opere pubbliche da ritenersi perfettamente in linea con i contenuti del decreto-legge n. 2 4 4 del 1 9 9 5 ; quest'ultimo, infatti, si preoc­cupa anche di sbloccare le opere pubbliche!

Signor Presidente, poiché da varie parti è stata avanzata l'ipotesi di limitare le opere previste nell'emendamento perché alcune di esse potrebbero realizzare intenti speculativi che noi non abbiamo, sono favorevole alla proposta di limitare ad alcune opere tale intervento.

Ribadisco, peraltro, che si tratta di un intervento che ha un carattere esclusiva­mente transitorio, perché nell'emendamen­to si prevede che, fino alla predisposizione dei piani paesaggistici, non si applicherà più questa norma transitoria.

Nella sostanza, proporrei di eliminare dal mio emendamento 1 7 . 3 le parole «agli im­pianti sportivi, ai parcheggi (...)» e, se questa esigenza fosse avvertita — come io l'avverto — per una parte rilevante del territorio della Campania, sarei disposto a limitare l'inter­vento previsto nell'emendamento soltanto a tale regione.

In tal modo credo di aver accolto le numerose sollecitazioni provenienti dall'As­semblea.

Signor Presidente, come ho sostenuto in precedenza, avrei potuto rinunciare ad in-

Atti Parlamentari — 14120 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

tervenire e ritirare remendamento, se in Commissione e in quest'aula fosse stata detta una parola chiara in materia. Poiché non è stata pronunciata, ho ripresentato il mio emendamento 17.3. A questo punto raccomando all'Assemblea — con grande umiltà — di valutarlo anche con il subemen­damento testé prospettato volto a limitare cioè l'intervento ad una sola area del paese e ad eliminare il riferimento a quelle opere che potrebbero eventualmente dare adito ad intenti speculativi che — lo ripeto — non hanno mai animato il presentatore dell'e­mendamento (Applausi dai deputati del gruppo progressisti-federativo).

PRESIDENTE. Onorevole Cennamo, vor­rei precisarle che in questa fase non può presentare subemendamenti. Ciò che è pos­sibile fare è che lei, accogliendo l'invito del relatore a restringere l'operatività della nor­ma, elimini il riferimento agli impianti spor­tivi ed ai parcheggi.

Vorrei chiedere al relatore, onorevole Iiotta, se nella sua proposta di restrizione di operatività dell'emendamento, non fosse compresa anche una operatività territoriale, o se essa riguardasse soltanto alcune opere.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, mi ero limitato soltanto alle opere fognarie e idriche, lasciando il riferimento alle aree depresse. È già una stortura che l'attuazione di tali interventi si chieda sol­tanto per le aree depresse, ma lo è ancora di più se si chiede soltanto per una regione.

Presidente, tra l'altro, credo che potrebbe sfuggire al Governo l'effettiva incidenza di tutte queste opere sulla Cassa depositi e prestiti. In tal modo, infatti, si metterebbe in moto un meccanismo la cui portata oggi non siamo nelle condizioni di valutare. Si dice che le opere sarebbero finanziate, ma il problema del finanziamento è diverso da quello di tesoreria. Credo che il minor danno si otterrebbe lasciando la previsione di tutte le aree depresse — perché non si può fare riferimento soltanto ad una regione — e limitando l'intervento a tutte le opere fogna­rie e idriche che certamente non potranno sconvolgere il territorio.

PRESIDENTE. Onorevole Cennamo, lei accoglie la riformulazione del relatore?

ALDO CENNAMO. Signor Presidente, mi consenta: il Governo si può impegnare, co­me ha già fatto in passato, a presentare con urgenza un provvedimento che vada in que­sta direzione?

PRESIDENTE. In quale direzione?

ALDO CENNAMO. Nella direzione di acco­gliere queste ipotesi e soprattutto dare corso a quanto si è già impegnato a fare in una lettera pubblica, che è stata trasmessa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, professor Negri.

PRESIDENTE. Onorevole sottosegreta­rio?

Lucio TESTA, Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici. Mi pare sia stato presenta­to un ordine del giorno che impegna il Governo nel senso indicato dall'onorevole Cennamo.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Sta parlando il rappresentante del Governo!

Lucio TESTA, Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici. Se ho ben capito, un impegno del Governo formalizzato in un ordine del giorno potrebbe soddisfare l'esi­genza richiamata, che è specifica, al di là del riferimento ad una sola regione, e che, in relazione a tutte le aree depresse, coinvolge il 53 per cento del territorio nazionale, con zone di pregio non solo delle coste ma anche di aree interne, con effetti e capacità scon­volgenti. Ciò nonostante, al fine di aderire all'impegno ed evitare che dall'approvazio­ne dell'emendamento in questione possano derivare guasti al territorio di notevole enti­tà, preannuncio che il Governo, sia pure con uno sforzo, accoglierà l'ordine del giorno che vuole impegnarlo sulla base dell'ulterio­re affermazione che, laddove non si sia addivenuto all'approvazione dei piani pae­saggistici, in particolare per la regione Cam­pania, con commissari ad acta il Governo si impegnerà a surrogare la regione, perché,

Atti Parlamentari — 1 4 1 2 1 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

ripeto, questo è un fatto circoscritto e ben delimitato (Applausi).

In questi termini, il Governo accoglierà l'ordine del giorno predisposto dagli onore­voli Cennamo e Scotto di Luzio; altrimenti, si troverà in una situazione di grave disagio, dato l'effetto dirompente per tutto ciò che riguarda zone di elevatissimo pregio, che è inutile ricordare perché sono sotto gli occhi di tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Cennamo, alla luce delle dichiarazioni del sottosegretario, intende accogliere la richiesta di ritiro del suo emendamento 1 7 . 3 ?

ALDO CENNAMO. Voglio dare fiducia al Governo, anche se non ha mantenuto le precedenti promesse.

Augurandomi che il Governo presenti ra­pidamente un proprio provvedimento, ritiro l'emendamento 1 7 . 3 . (Applausi).

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Cen­namo.

GIACOMO GARRA. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO GARRA. In ordine al cordina-mento formale del testo di competenza della Presidenza, vorrei far presente che la frase «Sono temporaneamente sospesi, fino al 3 1 dicembre 1 9 9 5 , tutti i termini sostanziali e processuali relativi al giudizi pendenti, an­che se in fase esecutiva.», di cui al comma 3 dell'articolo 17 , sarebbe bene venisse col­legata con il comma precedente, onde evi­tare che una sospensione dei giudizi civili e amministrativi possa essere invocata a spro­posito, data la dizione estremamente dilata­ta di cui al comma 3 . Mi permetto di richia­mare l'attenzione su questo punto affinché in sede di coordinamento formale si proce­da, per così dire, ad una saldatura che eviti un'interpretazione della disposizione del comma 3 che consenta a parti furbesche di ottenere sospensioni indebite in giudizi civili amministrativi, che semmai hanno bisogno

di essere sollecitamente definiti e giammai di subire sospensive ex lege.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Garra, della sua preziosa precisazione.

GIUSEPPE SCOTTO DI LUZIO. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE SCOTTO DI LUZIO. Signor Pre­sidente, vorrei fare un po ' di chiarezza, proprio perché siamo in un'aula così solen­ne che di volta in volta assume posizioni di grande responsabilità. Sembra che sull'e­mendamento Cennamo 1 7 . 3 si sia scatenata la fine del mondo! Si parla di nulla osta paesistico; non è vero, signor Presidente, laddove vige l'articolo 1-quinquies del de­creto-legge n. 3 1 2 del 1 9 8 5 (tra l'altro in vigore da dieci anni, mentre avrebbe dovuto essere una norma transitoria della durata di un anno) non è possibile aprire nemmeno un varco, una finestra.

Con l 'emendamento richiamato si tentava di responsabilizzare, di far assumere una forte responsabilità nei confronti del paese, di mettere in moto il comparto delle costru­zioni, ora bloccato. Signor Presidente, quan­do si inventa Y escamotage del commissaria­mento, della straordinarietà in deroga a tutti gli strumenti e le leggi urbanistiche, i com­missari di governo operano senza controllo, appesantiscono il territorio e non vi sono interventi di sorta.

Ho qui con me — per una questione di coerenza mi rivolgo a tutta la Camera — una proposta di legge il cui testo è identico all'emendamento che io e l'onorevole Cen­namo abbiamo presentato; essa è sottoscrit­ta da ottanta deputati di tutti i gruppi, anche da parlamentari che da anni siedono in questa Camera, compreso l'onorevole Sca­lia, rappresentante nazionale del gruppo che maggiormente osteggia l 'emendamento ri­cordato. Nell'ambito delle aree depresse una serie di regioni ha ottemperato agli obblighi dettati dalla legge Galasso.

Ribadiamo che non siamo i cementifica-tori di turno; proponiamo una sospensione fino a che il ministro non eserciti nei con-

Atti Parlamentari — 1 4 1 2 2 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL ' I AGOSTO 1 9 9 5

fronti delle regioni il potere sostitutivo. È necessaria una riflessione immediata; parlia­mo di opere comunali (non dobbiamo tirare la volata ad alcun palazzinaro) di edilizia scolastica, cimiteriale, di servizi che riquali­ficano gli enti locali, specie alcuni di essi, gran parte del meridione, e in particolare la Campania.

Ho richiamato l'esecutivo regionale del periodo 1 9 8 5 - 1 9 9 0 , con certi personaggi, con Armando De Rosa, assessore ai lavori pubblici, incarcerato dall'autorità giudizia­ria: ipotizzate che potesse pensare al futuro degli enti locali della Campania?

Signor Presidente, dobbiamo convenire sul fatto che le misure contenute nella legge Falcucci non possono essere attuati in Cam­pania; allora si tratta di una legge che non vale per una parte del paese. Gli interventi di edilizia residenziale pubblica, non previsti nell'emendamento in questione, in alcune parti del meridione non possono essere rea­lizzati.

Per tutti i motivi indicati, rileviamo che la sospensione richiamata dovrebbe operare laddove esistono i piani regolatori, che co­stituiscono il momento essenziale, più im­portante di governo e di ammiiiistrazione dei territori comunali. È possibile tuttavia una riflessione; subisco il ritiro dell'emenda­mento accettato dall'onorevole Cennamo per garantire, in subordine, per lo meno l'accoglimento e la votazione di un ordine del giorno che, tuttavia, sicuramente non va nella direzione delle istanze che una parte del paese legittimamente fa presente da dieci anni. Il provvedimento in particolare nelle aree più depresse della Campania rimette­rebbe in moto...

PRESIDENTE. Onorevole Scotto di Lu-zio, il tempo a sua disposizione è terminato; la ringrazio.

Poiché il disegno di legge consta di un articolo unico, si procederà direttamente alla votazione finale.

Onorevoli colleghi, come ricorderete, era stata avanzata dall'onorevole Trantino la richiesta di sospendere a questo punto l'esa­me del disegno di legge di conversione n. 2 7 5 9 per passare al provvedimento rela­tivo al voto degli italiani all'estero.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Chiedo di parla­re sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Signor Presi­dente, il Comitato dei nove, da me consul­tato, a maggioranza ha manifesta l'intendi­mento di procedere nell'esame del provvedimento fino alla sua conclusione.

Colgo l'occasione per invitare i colleghi che volessero svolgere la dichiarazione di voto a consegnare il testo scritto al fine di accelerare i tempi.

GIORGIO NAPOLITANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO NAPOLITANO. Vorrei pregare i colleghi di considerare la necessità di prose­guire con una certa linearità nei nostri lavo­ri. Questa mattina è stato interrotto l'esame del progetto di legge costituzionale a seguito di una votazione che ha determinato una situazione nuova e particolarmente com­plessa. Tuttavia non mi sembra questo un motivo sufficiente per deviare dal corso dei nostri lavori, tanto più che siamo in dirittura di arrivo. Considerato inoltre che vi è una qualche possibilità che il decreto-legge, n. 2 4 4 venga definitivamente convertito in legge dal Senato, credo che sarebbe nell'in­teresse generale riuscire almeno una volta ad evitare una reiterazione di decreti-legge conducendo in porto un provvedimento at­teso ed urgente per il Mezzogiorno. Aggiun­go che l'esame del disegno di legge di con­versione n. 2 7 5 9 potrebbe essere concluso rapidamente, giacché si prevede un tempo brevissimo per le dichiarazioni di voto e per il voto finale (Applausi).

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo-

Atti Parlamentari — 14123 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

mica. Signor Presidente, questa mattina il ministro Masera ha sottolineato l'importan­za del provvedimento in esame e l'urgenza della sua approvazione. Per tale motivo, nel ringraziare la Camera per l'intenso lavoro che è stato svolto oggi pomeriggio, preghe­rei l'Assemblea di seguire il suggerimento del relatore e presidente della V Commissio­ne, portando a termine, se possibile, l'esame del provvedimento.

VINCENZO TRANTINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VINCENZO TRANTINO. Signor Presidente, a me sembra, senza usare toni particolar­mente esagitati, che siamo in presenza di un concorso di volontà istituzionali: la Presiden­za della Camera, che si era assunta un impegno, la Conferenza dei presidenti di gruppo, che ha assunto un impegno succes­sivo essendo stata investita della questione, ed infine il presidente della Commissione il quale, su nostra richiesta, acconsentì a che si interrompesse l'esame del provvedimen­to, affermando che si trattava di una sorta di intercalare, dato che i tempi per il suo esame si prevedevano brevissimi (e noi già annunciavamo di rinunciare alle dichiara­zioni di voto).

Mi permetto di osservare che la sollecita­zione è motivata innanzitutto dal fatto che il provvedimento sul voto degli italiani all'e­stero deve essere inviato all'altro ramo del Parlamento, il quale deve apportare la cor­rezione resasi necessaria a seguito della reie­zione dell'articolo 3.

Vi è, quindi, una considerazione primaria che dovrebbe animare tutti noi di senso di responsabilità, poiché non si tratta solo del­l'orgoglio di bandiera di portare avanti un provvedimento, che poi è di tutta la Camera e non solo di qualcuno, quanto del fatto che in tempi successivi si potrebbero incontrare difficoltà giacché il Senato, come la Camera, si approssima alla sospensione estiva dei lavori.

Queste sono le ragioni per le quali mi permetto di insistere. Tuttavia non voglio assolutamente esasperare i termini del pro­

blema: se la Camera si impegna a porre al primo punto dell'ordine del giorno della seduta di domani la conclusione dell'esame del provvedimento sul voto degli italiani all'estero, interrotto nella seduta odierna, giungendo alla votazione finale, siamo di­sponibili a ritirare la nostra proposta sempre che — come dicevo — vi sia un impegno formale in tal senso da parte dell'Assemblea. Se ciò non dovesse avvenire, verificheremo in questa sede se vi è solo la finzione di andare incontro ad un'esigenza già ricono­sciuta, oppure se le riserve mentali debbono essere allontanate perché sono solo un so­spetto.

PRESIDENTE. Onorevole Trantino, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha sta­bilito che questa sera l'Assemblea prosegua i lavori fino alle 21. Se, quindi, mi consente di avanzare ima proposta di mediazione, riterrei che con l'impegno da parte dell'As­semblea di contenere il numero e i tempi degli interventi, potremmo concludere l'esa­me sia del disegno di legge di conversione n. 2759 sia del provvedimento relativo al voto degli italiani all'estero.

Lei sarebbe d'accordo, onorevole Tran-tino?

VINCENZO TRANTINO. Presidente, se in­vece di andare a domani, si potesse chiudere entro stasera l'esame del provvedimento sa­rebbe ancora meglio!

PRESIDENTE. Naturalmente, con un im­pegno alla stringatezza su entrambi i prov­vedimenti.

VINCENZO TRANTINO. Da parte nostra ribadiamo l'impegno in questo senso.

PRESIDENTE. Colleghi, ritengo allora che si possa procedere come ho indicato.

Sono stati presentati gli ordini del giorno Cennamo e Scotto di Luzio n. 9/2759/1, Nardone ed altri n. 9/2759/2, Schettino ed altri n. 9/2759/3, Mattina ed altri n. 9/2759/4, Paola Martinelli n. 9/2759/5, Sales ed altri n. 9/2759/6, Di Rosa ed altri n. 9/2759/7, Campatelli ed altri n. 9/2759/8, Manganelli ed altri

Atti Parlamentari — 14124 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

n. 9/2759/9, Solaroli ed altri n. 9/2759/10, Trione ed altri n. 9/2759/11, Soriero ed altri n. 9/2759/12, Ferrante ed altri n. 9/2759/13, Brunetti n. 9/2759/14, Pre-stigiacomo ed altri n. 9/2759/15, Valensise ed altri n. 9/2759/16, Parlato ed altri n. 9/2759/17, Di Stasi ed altri n. 9/2759/18, Bono ed altri n. 9/2759/19 (vedi Vallegato A).

Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Il Governo accoglie l'ordine del gior­no Cennamo e Scotto di Luzio n. 9/2759/1 e si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Nardone ed altri n. 9/2759/2.

Il Governo accoglie altresì l'ordine del giorno Schettino ed altri n. 9/2759/3, men­tre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mattina ed altri n. 9/2759/4: questo perché dovremo comunque tenere conto di quanto prescritto dai regolamenti comunitari.

Il Governo accoglie gli ordini del giorno Paola Martinelli n. 9/2759/5 e Sales ed altri n. 9/2759/6.

L'ordine del giorno Di Rosa ed altri n. 9/2759/7 può essere accolto solo come raccomandazione, nel senso che il Governo potrà farsi parte attiva, insieme alla Banca d'Italia, per esaminare a fondo il problema richiamato.

Il Governo accoglie l'ordine del giorno Campatelli ed altri n. 9/2759/8, nonché l'ordine del giorno Manganelli ed altri n. 9/2759/9, con la precisazione già resa in sede di esame del corrispondente emenda­mento. L'ordine del giorno Solaroli ed altri n. 9/2759/10 è accolto come raccomanda­zione; accettiamo invece l'ordine del giorno Trione ed altri n. 9/2759/11.

Il Governo accetta altresì l'ordine del gior­no Soriero ed altri n. 9/2759/12 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ferrante ed altri n. 9/2759/13; non può invece accettare l'ordine del giorno Brunetti n. 9/2759/14, mentre accetta l'ordine del giorno Prestigiacomo ed altri n. 9/2759/15.

L'ordine del giorno Valensise ed altri n. 9/2759/16 è accettato con la precisazione

già fatta in precedenza con riferimento all'e­mendamento, che è stato ritirato, di cui l'ordine del giorno ripropone il contenuto. Il Governo accetta inoltre l'ordine del giorno Parlato ed altri n. 9/2759/17 con la precisa­zione già espressa e cioè qualora l'ordine del giorno sia riformulato nel senso di impegna­re il Governo non «a provvedere» ma «a valutare misure affinché...».

Per quanto riguarda poi l'ordine del gior­no Di Stasi ed altri n. 9/2759/18, il Governo può accettarlo ove con l'ordine del giorno in questione si impegni il Governo non ad assumere ma a valutare le opportune inizia­tive e quindi sia riformulato nel senso di sostituire le parole «assumere» con «a valu­tare l'opportunità di assumere». Circa l'e­spressione «ad assumere» sussistono infatti le riserve già espresse a proposito dell'emen­damento, poi ritirato, ed il cui contenuto è stato trasfuso nell'ordine del giorno.

Il Governo infine accetta come raccoman­dazione l'ordine del giorno Bono ed altri n. 9/2759/19.

PRESIDENTE. Onorevole Valensise, ac­coglie la richiesta di riformulare l'ordine del giorno Parlato ed altri n. 9/2759/17, di cui è cofirmatario, nel senso indicato dal Governo?

RAFFAELE \ALENSISE. Sì, signor Presi­dente.

PRESIDENTE. Onorevole Di Stasi, accet­ta la riformualzione del suo ordine del gior­no n. 9/2759/18 proposta dal Governo?

GIOVANNI DI STASI. Presidente, insisterei perché sia mantenuta l'espressione «ad as­sumere».

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Presidente, il Governo può accettare l'ordine del giorno soltanto se si tratta di «valutare», non di «assumere»...!

PRESIDENTE. Onorevole Di Stasi, le ri­cordo che la formulazione proposta dal Go-

Atti Parlamentari — 14125 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

verno sarebbe la seguente: «valutare l'op­portunità di assumere».

GIOVANNI DI STASI. D'accordo, accetto questa riformulazione.

PRESIDENTE. Dopo le dichiarazioni del Governo, i presentatori insistono per la vo­tazione dell'ordine del giorno Cennamo e Scotto di Luzio n. 9/2759/1?

ALDO CENNAMO. Insisto, signor Presi­dente.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla vo­tazione dell'ordine del giorno Cennamo e Scotto di Luzio n. 9/2759/1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turroni. Ne ha facoltà.

SAURO TORRONI. Signor Presidente, in­tendo innanzitutto ringraziare i colleghi Cennamo e Scotto di Luzio per aver ritirato il loro emendamento 17.3. Conosco bene le esigenze che li avevano spinti a proporre una modifica della legge n. 431 del 1985; e tutti conoscono, altresì, le esigenze di tutela del nostro territorio, dei beni culturali, ambien­tali, archeologici e paesaggistici.

Tuttavia, ci si è trovati di fronte all'i­nadempienza degli enti locali: dal 31 di­cembre 1986 le regioni avrebbero dovuto predisporre i piani paesistici previsti dalla cosiddetta legge Galasso. Ma occorre os­servare che altrettanta inadempienza si ri­scontra da parte dei Governi che dalla me­desima data hanno smesso di esercitare i poteri sostitutivi che la legge aveva affidato all'esecutivo proprio in caso di inadempien­za delle regioni.

Colleghi, fra sette giorni la legge Galasso compirà dieci anni: essa è stata infatti ap­provata l'8 agosto del 1985!

Ritengo che tutte queste inadempienze, che causano problemi così rilevanti quali quelli evidenziati dai colleghi intervenuti, vadano rimosse. Credo pertanto che il Go­verno debba assumersi in proprio le respon­sabilità che la legge gli ha affidato. Tuttavia, non ritengo che il modo indicato nell'ordine dei giorno Cennamo e Scotto di Luzio sia sufficiente a risolvere i problemi sul tappeto.

Infatti, le questioni relative al territorio, ai beni culturali, alle aree archeologiche ed al paesaggio si possono affrontare e risolvere solo attraverso la loro diretta conoscenza.

A questo punto intendo avanzare un'altra proposta, diversa da quella contenuta nel­l'ordine del giorno Cennamo e Scotto di Luzio n. 9 /2759/1. I comuni conoscono bene il loro territorio; anzi, molti di loro, in virtù di un provvedimento adottato dall'at­tuale Governo, sono obbligati a predisporre i piani regolatori. Le province, contempora­neamente, hanno ricevuto dalla legge n. 142 del 1990 l'attribuzione di importanti compiti in relazione alla pianificazione ambientale e alle questioni attinenti ai beni culturali.

Ebbene, non è detto che i piani paesistici debbano essere estesi a tutto il territorio; si possono prevedere anche per entità territo­riali diverse e più limitate.

E allora, il Governo dovrà predisporre un provvedimento in materia — se non lo farà lui, certamente lo proporremo noi — in base al quale sia i comuni (che conoscono il proprio territorio) sia le province (che ne hanno competenza) possano proporre al Go­verno stesso dei provvedimenti che abbiano il contenuto dei piani paesistici individuati dalla legge n. 431. Con il loro consenso, il Governo — e per esso il ministro dei beni culturali — potrà approvare quei piani pae­sistici proposti dalle realtà locali qualora le regioni continuino a manifestare tutta la loro inadempienza.

Per questa ragione non voterò a favore dell'ordine del giorno Cennamo e Scotto di Luzio n. 9 /2759/1 . Ritengo che si deb­bano risolvere i problemi che la legge Ga­lasso aveva individuato non attraverso stru­menti di carattere derogatorio, siano essi pure indirizzati ad opere pubbliche, perché sappiamo che con questi meccanismi spesso abbiamo leso in modo irreversibile il pa­trimonio storico ed artistico della nostra nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto di Luzio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE SCOTTO DI LUZIO. Signor Pre­sidente, ritengo di non poter accettare, non

Atti Parlamentari — 14126 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

per fatto personale ma per convincimento politico, i ringraziamenti che mi sono stati rivolti dall'onorevole Turroni, in quanto egli si riferisce ad un fatto che riguarda le posi­zioni politiche che potevano essere espresse in questa sede.

Vi è la necessità di fare ulteriore chiarez­za. Non voglio tediare nessuno, ma solo sollecitare il Governo, anche perché l'inter­vento dell'onorevole Turroni appare molto poco credibile. Il ministro Paolucci tenta di esercitare i poteri sostitutivi nella redazione dei piani paesistici cercando di «infilare» un emendamento in tal senso in uno qualsiasi dei decreti-legge che verranno esaminati dal­la Camera. Dico questo perché sono in possesso di documenti dai quali risulta che il Governo, rispetto alla legge n. 193 e al provvedimento sugli incendi boschivi, ha tentato di far passare un emendamento di questo genere per poter redigere il piano paesistico della regione Campania.

Mi rivolgo ai gruppi parlamentari che sbandierano tanto la necessità che siano le regioni e le autonomie locali a studiare il territorio e ad assumere con grande senso di responsabilità le decisioni attinenti al futuro dei propri territori e delle proprie popolazio­ni, in quanto ciò sicuramente non avverrà se il ministro dei beni culturali ed ambientali redigerà il piano paesistico delle regioni. È aria fritta quella che vuole vendere l'onore­vole Turroni! Al momento, non c'è nessun appiglio per restituire agli enti locali e alle regioni il potere di redigere i piani paesistici.

Raccomando al Governo di tener conto della mia sollecitazione. Il ministro, allor­quando si tratterà di redigere i piani paesi­stici delle regioni a tutt'oggi inadempienti, dovrà tener conto non solo del parere e-spresso dal comitato scientifico del Ministe­ro dei beni culturali e ambientali ma anche delle proposte che dovrà chiedere alle regio­ni e agli enti locali di formulare. A questi organismi infatti, nel nostro sistema demo­cratico, attiene in maniera specifica e parti­colarissima il governo del territorio in ambi­to locale, nonché lo sviluppo e quindi il destino delle loro popolazioni (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo al voti. Pongo in votazione l'ordine del giorno

Cennamo ed altri n. 9/2759/1, accettato dal Governo.

(È approvato).

Votazione per schede per l'elezione di un segretario di Presidenza (ore 19,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza.

Nella Conferenza dei presidenti di gruppo di questo pomeriggio si è convenuto di dar corso a questa elezione in concomitanza con lo svolgimento degli altri punti dell'ordine del giorno.

Ricordo che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 25 luglio scorso, ha accolto la richiesta del gruppo di rifondazione comu­nista-progressisti, che non ha più un proprio rappresentante nell'Ufficio di Presidenza, di procedere alla elezione di un nuovo segreta­rio.

Sarà pertanto eletto, ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del regolamento, il deputato che, essendo iscritto al gruppo parlamentare di rifondazione comunista-progressisti, avrà ottenuto il maggior numero di voti.

Estraggo a sorte i nomi dei dodici compo­nenti la commissione di scrutinio.

(Segue il sorteggio).

Comunico che la commissione di scruti­nio risulta composta dai deputati Domenico Basile, Matacena, Gaggioli, Baresi, Azzano Cantarutti, Devicienti, Basso, Trione, De Murtas, Del Turco, Pizzicara e Rivelli.

Indico la votazione per schede per la quale, secondo quanto convenuto nella Con­ferenza dei presidenti di gruppo, non si procederà alla chiama. I deputati sono per­tanto pregati di ritirare la scheda al banco della Presidenza, presso i deputati segretari che ne prenderanno nota.

Si è inoltre convenuto che, dato il carat­tere dell'elezione e la sua particolare disci­plina regolamentare, si derogherà alla prassi dell'istallazione delle apposite cabine.

Avverto che nel corso della votazione la Camera proseguirà nell'esame degli altri punti all'ordine del giorno.

(Segue la votazione).

Atti Parlamentari — 14127 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2759.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se, insistano per la votazione dell'ordine del giorno Nardone ed altri n. 9/2759/2.

CARMINE NARDONE. Insisto per la vota­zione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMINE NARDONE. In merito all'ordine del giorno a firma Cennamo ed altri ho ascoltato alcune inesattezze. Occorre ricor­dare a quest'Assemblea due questioni. In­nanzitutto la particolarità del vincolo totale posto in alcune aree anche alla manutenzio­ne ordinaria (bisognerebbe porsi dalla parte dei cittadini!) per dieci anni fino ad oggi; un secondo aspetto non affrontato da quell'or­dine del giorno, ma di cui è giusto parlare, è che in quest'area, in 60 comuni tra i più poveri del Mezzogiorno, da un lato si con­cedeva il contributo per la ricostruzione e dall'altro non lo si autorizzava. Non è stato possibile spendere in quest'area nemmeno una lira dei fondi comunitari, nemmeno una lira di quanto decretato e dovuto! Presidente liotta, non c'entra nulla la Cassa depositi e prestiti! Si tratta del blocco totale di qualun­que attività! È stata tentata anche la strada, suggerita poco fa, di chiedere ai comuni di collaborare alla redazione dei piani paesisti­ci. È in atto un contenzioso (TAR del Lazio, Corte Costituzionale) e non si prevede quan­do si potrà superare questo scoglio.

Ritengo debbano essere garantiti i diritti di questi cittadini.

Ciò non ha nulla a che vedere con la legge Galasso. Per questo invito l'Assemblea a votare a favore del mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pongo in votazione l'ordine del giorno

Nardone ed altri n. 9/2759/2, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

(È approvato).

Onorevole Schettino, insiste per la vota­zione del suo ordine del giorno n. 9/2759/3?

FERDINANDO SCHETTINO. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiara­zione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERDINANDO SCHETTINO. L'ordine del giorno in questione è stato firmato da molti deputati appartenenti a più gruppi parla­mentari ed affronta il gravissimo problema della disoccupazione. Esso prende spunto da una risoluzione della Commissione della Co­munità economica europea e formula previ­sioni in linea con le indicazioni di quest'ul­tima in materia di disoccupazione. Mi permetto, pertanto, di insistere per la vota­zione, in quanto l'ordine del giorno affronta uno dei problemi più gravi della nostra società e, in modo particolare, del Mezzo­giorno del nostro paese. Prego quindi i col­leghi di esprimere un voto favorevole perché il problema della disoccupazione interessa le regioni del Mezzogiorno, ma anche quelle del nord.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'ordi­ne del giorno Schettino ed altri n. 9/2759/3, accettato dal Governo.

(È approvato).

Chiedo ai presentatori dell'ordine del gior­no Mattina ed altri n. 9/2759/4, accolto dal Governo come raccomandazione, se insista­no per la votazione.

VINCENZO MATTINA. Non insistiamo per la votazione, signor Presidente, ma mi con­senta di rivolgere io stesso una raccomanda­zione al Governo. Ho sollevato un problema che in Italia è stato assolutamente ignorato: in realtà, la classificazione delle regioni a livello europeo diventa la chiave per stabilire se una regione sia abilitata o meno a ricevere gli aiuti comunitari alle attività economiche. La classificazione precedente al 1988 — ed il dottor Ratti, che conosce queste cose, sa bene che cosa è accaduto — prendeva in considerazione vari riferimenti statistici, in

Atti Parlamentari — 14128 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

particolare la disoccupazione. L'attuale clas­sificazione, invece, prende in considerazio­ne soltanto il prodotto interno lordo. Ebbe­ne, se questa non verrà modificata, nell'arco di poco tempo le regioni più povere d'Italia, per ragioni puramente statistiche ed anche in relazione al fatto che l'Unione europea tende ad allargarsi verso regioni molto po­vere (pensiamo a cosa accadrà se entreran­no a farne parte quelle della ex Iugoslavia), finiranno per essere classificate come regio­ni ricche, quando in realtà hanno il 20-25 per cento di disoccupazione.

Chiedo quindi al Governo di affrontare seriamente questo problema; diversamente, nell'arco di pochi anni non solo alcune regioni del Mezzogiorno non avranno più la possibilità di beneficiare degli aiuti, ma l'I­talia nel suo insieme sarà uno dei paesi che daranno molti finanziamenti all'Unione eu­ropea senza ricevere nulla, perché non ci saranno più regioni abilitate ad ottenere i sostegni e gli aiuti.

In conclusione, signor Presidente, confer­mo che non insisto per la votazione dell'or­dine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori de­gli ordini del giorno Paola Martinelli n. 9/2759/5 e Sales ed altri n. 9/2759/6, ac­cettati entrambi dal Governo, se insistano per la votazione.

PAOLA MARTINELLI. Non insisto. Presi­dente.

ISAIA SALES. Non insistiamo, signor Pre­sidente.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori del­l'ordine del giorno Di Rosa ed altri n. 9/2759/7, se insistano per la votazione.

ROBERTO DI ROSA. Insisto per la votazio­ne, signor Presidente. Peraltro, nella sua clichiarazione il rappresentante del Governo, accogliendo l'ordine del giorno come racco­mandazione, aveva fatto riferimento alla possibilità di una modifica per renderlo più efficace. Se, quindi, il Governo esplicita tale proposta di modifica, siamo disposti ad ac­

cettarla, ferma restando la nostra volontà di sottoporre l'ordine del giorno al voto dell'As­semblea.

PRESIDENTE. Sottosegretario Ratti, in­tende prospettare una riformulazione del­l'ordine del giorno Di Rosa ed altri n. 9/2759/7?

Per cortesia, colleghi, liberate la parte destra dell'emiciclo!

Onorevole Taradash, onorevole Pisanu per cortesia, liberate questa parte dell'emi­ciclo!

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione econo­mica. Signor Presidente, come ho già detto tale ordine del giorno ricalca il contenuto di un emendamento sul quale sia il relatore sia il Governo hanno espresso parere contrario e ciò per diversi motivi. Il primo attiene alla pratica fattibilità di quanto in essi proposto: stante l'indipendenza del sistema bancario ed il regime di libertà che vige al suo interno, tali proposte non possono essere attuate. Questa è una motivazione pratica. Ve ne è poi una di ordine istituzionale che riguarda l'indipendenza della Banca d'Italia rispetto agli atti di Governo.

Quindi il Governo non può accettare, l'ordine del giorno Di Rosa ed altri n. 9/2759/7 se non come raccomandazione, e pertanto chiede ai presentatori che venga riformulato nel senso di impegnare il Gover­no «ad esaminare, d'intesa con la Banca d'Italia, l'opportunità di varare misure ido­nee...».

PRESIDENTE. Onorevole Di Rosa, lei ac­cetta la riformulazione proposta dal sottose­gretario Ratti?

ROBERTO DI ROSA. Sì, signor Presidente, e raccomando l'approvazione dell'ordine del giorno così riformulato.

NICOLA BONO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

Atti Parlamentari — 14129 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

NICOLA BONO. Presidente, l'ordine del giorno n. 9/2759/19 di cui sono primo firmatario, tratta materia analoga. Poiché avevo intenzione di insistere per la sua vo­tazione, chiederei, se possibile, che venisse votato contestualmente all'ordine del giorno Di Rosa ed altri n. 9/2759/7, ovviamente accogliendo anch'io le richieste di modifica del Governo.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Bono. Pongo dunque in votazione gli ordini del

giorno Di Rosa ed altri n. 9/2759/7 e Bono ed altri n. 9/2759/19, sostanzialmente ana­loghi, nel testo riformulate, accettati dal Governo come raccomandazione.

(Sono approvati).

Perendo atto che i presentatori degli ordi­ni del giorno Campatelli ed altri n. 9/2759/8, Manganelli e altri n. 9/2759/9, Solaroli ed altri n. 9/2759/10 e Trione e altri n. 9/2759/11 non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.

Onorevole Soriero, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2759/12, accettato dal Governo?

GIUSEPPE SORIERO. Sì, Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'ordi­ne del giorno Soriero ed altri n. 9/2759/12, accettato dal Governo.

(È approvato).

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Ferrante ed altri n. 9/2759/13 non insistono per la votazione.

Onorevole Brunetti lei insiste per la vota­zione del suo ordine del giorno n. 9/2759/14?

MARIO BRUNETTI. Vorrei ima precisa­zione, per capire meglio la posizione del Governo, per un motivo molto semplice. In sede di discussione della legge finanziaria, avevo presentato un ordine del giorno che era stato accettato come raccomandazione dal Governo.

Non essendo intervenuto alcunché dà al­

lora ad oggi, ho riproposto quasi letteral­mente lo stesso ordine del giorno, così come per altro viene precisato all'inizio dell'ordine del giorno medesimo. Adesso constato che il Governo non accetta l'ordine del giorno. Vorrei capire meglio se siamo di fronte ad una bizzarria o ad una valutazione affretta­ta. Dopodiché, ovviamente, deciderò se in­sistere o meno per la votazione.

PRESIDENTE. Onorevole sottosegreta­rio, vuole fornire la precisazione richiesta dall'onorevole Brunetti?

GIORGIO RATTI, Sottosegretario di Stato per il bilancio la programmazione econo­mica. Non siamo in presenza, Presidente, di una valutazione affrettata dell'ordine del giorno Brunetti n. 9/2759/14. Tale ordine del giorno, infatti, comporta spese, oneri e l'istituzione di zone franche, cioè una serie di provvedimenti che non possono che esse­re valutati molto attentamente, ma non cer­tamente in questo contesto.

Ciò non significa che il Governo non presti la massima attenzione alla situazione della Calabria, che considera veramente molto delicata. Proprio per tale ragione ha poc'an­zi accolto come raccomandazione un ordine del giorno che riguarda la stessa materia.

PRESIDENTE. Onorevole Brunetti, dopo le precisazioni del rappresentante del Gover­no, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2759/14?

MARIO BRUNETTI. Signor Presidente, so­no convinto delle affermazioni del Governo, ma sta di fatto che il sottosegretario aveva già accettato quell'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Brunetti, insi­ste o no per la votazione?

MARIO BRUNETTI. Non insisto, signor Presidente, perché almeno rimane l'impe­gno precedente..!

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Bru­netti.

Onorevole Prestigiacomo, insiste per la

Atti Parlamentari — 14130 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

votazione del suo ordine del giorno n. 9/2759/15?

STEFANIA PRESTIGIACOMO. SÌ , signor Presidente, insisto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'ordi­ne del giorno Prestigiacomo ed altri n. 9/2759/15, accettato dal Governo.

(È approvato).

Chiedo all'onorevole Yalensise se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2759/16.

RAFFAELE VALENSISE. NO, signor Presi­dente, non insisto.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Va-lensise.

Onorevole Parlato, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2759/17?

ANTONIO PARLATO. Non insisto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Par­lato.

Onorevole Di Stasi, insiste per la votazio­ne del suo ordine del giorno n. 9/2759/18?

GIOVANNI DI STASI. Non insisto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Di Stasi.

È così esaurita la trattazione degli ordini del giorno.

SILVIO LIOTTA, Relatore. Chiedo di parla­re ai sensi del comma 1 dell'artìcolo 90 del regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIO LIOTTA, Relatore. A nome del Co­mitato dei nove, propongo la seguente cor­rezione di forma:

All'articolo 3-bis, come risulta a seguito dell'approvazione dell'articolo aggiuntivo Roscia 3.01, deve intendersi aggiunta la

seguente rubrica: Disposizioni in materia di promozione di nuove imprese giovanili.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, la correzione di forma proposta dal relatore si intende accolta.

(Così rimane stabilito).

Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

Onorevoli colleghi, si fermino per cortesia nell'emiciclo solo coloro che devono votare per l'elezione di un Segretario di Presidenza.

Onorevole Nardone, vuol prendere posto, per favore?

Onorevole Nardone... Onorevole Nardo­ne, è l'ennesima volta che la richiamo. Pren­da posto, per cortesia.

Pregherei i colleghi di liberare la parte centrale dell'emiciclo in modo da poter pro­cedere con un minimo d'ordine.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miccichè. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO MICCICHÈ. Signor Presiden­te, signori del Governo, signori deputati, noi di forza Italia voteremo a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 244 del 1995 con l'intento di far conse­guire il rapido completamento delle opere rimaste incompiute con l'intervento straor­dinario e l'avvio immediato di iniziative con­crete nelle aree depresse dell'intero territo­rio nazionale. Il tutto peraltro ha luogo grazie ad una più celere utilizzazione delle risorse finanziarie già stanziate, quindi pra­ticamente senza alcun ulteriore onere ag­giuntivo. Ma il nostro consenso...

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di pren­dere posto.

Oonorevole Palerai!. . . Prosegua pure, onorevole Miccichè.

GIANFRANCO MICCICHÈ. Ma il nostro con­senso — dicevo — resta condizionato all'im­pegno di un ritorno a criteri di intervento ordinario nel Mezzogiorno, una logica che deve cancellare gli errori e gli sprechi coperti da quell'intervento straordinario che, così

Atti Parlamentari — 14131 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

come è stato gestito, è stato solamente pe­nalizzante per il sud.

La Cassa per il Mezzogiorno e quanto ne conseguiva hanno finito per sottrarre risorse al sud, permettere ruberie e malaffare, far prosperare strutture parassitarie ed arricchi­re il resto del paese. E ciò a danno di un Mezzogiorno cui, nel mito dello straordina­rio, veniva sottratto quell'intervento ordina­rio che avrebbe certamente concesso di più in termini di risorse e di efficacia nell'utilizzo delle stesse.

Ci auguriamo che il Governo Dini abbia seguito questa linea nel promuovere questo provvedimento che dovrà rappresentare il primo passo per un nuovo modo di legifera­re per il Mezzogiorno, nel quadro di una solidarietà reale e dovuta cui anche i futuri governi non potranno non adeguarsi.

Era necessario ed urgente sbloccare gli investimenti e le agevolazioni alle imprese. Perciò crediamo siano rilevanti le scelte prioritarie contenute in questa legge e peral­tro già a suo tempo indicate dal Governo Berlusconi.

Altro motivo per cui forza Italia appoggia questa legge è la grande attesa che tutto il Mezzogiorno ha nei confronti di ogni inizia­tiva che possa dare una risposta concreta al drammatico problema della disoccupazione e ad attenuare il diffuso disagio sociale di cui siamo coscienti, anche se vi è chi trova il modo di farne un facile strumento di dema­gogia e populismo.

Non ci impressionano certo le colorite spinte secessionistiche della lega o, meglio ancora, soltanto dell'onorevole Bossi, ma ci preoccupa realmente la tensione sociale del sud, non per le improbabili manifestazioni piazzaiole paventate da qualcuno e comun­que riconducibili a particolari situazioni lo­cali, bensì per il dramma umano dei senza lavoro, dei cantieri abbandonati, delle fab­briche e delle imprese che chiudono, dei negozi che abbassano le saracinesche, di un mercato nero della manodopera, che finisce ancora una volta per discriminare i figli del Mezzogiorno a favore di un'immigrazione disperata e spesso clandestina, disposta ad accettare le mansioni più umili e più rischio­se in cambio di un salario precario e spesso di sfruttamento.

Si tratta di un disagio che finisce per esaltare il ruolo di un contesto malavitoso che offre possibilità e spazi a chi è più debole, disperato e lasciato solo da uno Stato assente di fronte alle lusinghe di facili guadagni illegali!

Sì, signor Presidente, onorevoli colleghi: uno Stato che inserisce tra i propri obiettivi prioritari quello della lotta alla mafia ed alle altre organizzazioni malavitose, non può ignorare che lo sviluppo economico e il lavoro rappresentano il primo passo per poter cancellare questo cancro che da oltre un secolo divora il Mezzogiorno del paese (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).

Bisogna di certo prendere atto che nel sud il fenomeno criminale e malavitoso è fortis­simo e condiziona pesantemente la possibi­lità di crescita economica. E ormai sappia­mo quanto sia importante e necessaria, ma purtroppo non più sufficiente, la sola repres­sione. La vera cultura dell'antimafia è ormai diventata alta ed effettivamente recepita dal popolo del sud; ma è proprio per questo che esso grida oggi «basta» alle parole e alla facile demagogia! Il tempo è passato ed il popolo è cresciuto. Per questo, Presidente, non bastano più le sole manifestazioni o le esposizioni di lenzuola bianche; per questo serve uno sviluppo vero, reali e credibili opportunità di lavoro e non più semplici atti dimostrativi! La mafia si combatte aprendo i cantieri di lavoro e non chiudendoli! La mafia si combatte anche con una classe politica seria ed onesta, con chi ha capito che è meglio intestarsi la rinascita del sud, che non gestirne il fallimento attraverso squallide operazioni di potere!

Ma tale discorso ci porta fatalmente ad affrontare le ragioni per cui, se forza Italia sostiene questa legge, di contro non può che giudicarla insufficiente. È tanto necessaria nel dare un segnale, quanto insufficiente a fornire risposte adeguate al più grave pro­blema che ha il nostro paese: quello della disoccupazione! Un problema con il quale tutti debbono comunque confrontarsi.

Mentre nel resto del paese si registrano concreti segnali di ripresa economica e la riduzione della percentuale dei senza lavoro, al sud e in Sicilia in particolare le cifre sono

Atti Parlamentari — 14132 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

di una drammaticità che non necessita di ulteriori commenti: il 25-30 per cento di disoccupati, con punte fino al 50 per cento tra i giovani in cerca di prima occupazione! E gli inoccupati — coloro i quali non hanno mai avuto un lavoro nella loro vita — hanno oggi trenta o quarant'anni; si avvicinano alle soglie della pensione senza avere mai perce­pito uno stipendio!

Allora, solo agendo concretamente sul territorio, creando infrastrutture e servizi, trasporti e strumenti di comunicazione al livello del resto del paese, si potrà colmare il drammatico gap esistente, mettendo il Mezzogiorno nelle condizioni di poter cam­minare con le proprie gambe, di produrre redditi e ricchezze e di restituire allo Stato, in termini di benefici collettivi, quanto oggi chiesto in termini di riequilibrio e di pari opportunità!

Signori del nord, non esiste più quel me­ridione questuante e piagnone che gli uomi­ni politici della vecchia Repubblica tenevano in pugno grazie a clientele e sussidi conce­dendo, con magnanima generosità, molto meno di quanto il diritto e la giustizia sociale avrebbero imposto!

Oggi esiste, invece, un Mezzogiorno che vuole crescere e camminare da solo, che non vuole più dipendere da uno Stato che è riuscito solo ad aumentare la disparità tra il nord ed il sud! Oggi lo Stato ha un obbligo nei confronti del Mezzogiorno: quello di rimetterci alla pari, di concedere quelle pari opportunità di cui tanto si parla.

Vedrete che, messi nelle medesime condi­zioni degli altri, saremo in grado di dimostra re di avere una capacità, una volontà ed una fantasia superiori a qualsiasi altro paese del mondo! E il tutto nell'interesse di un'Italia unita, composta da quelle venti regioni dalle quali è formata!

Signor Presidente, credo che sia nella lotta alla criminalità che nel tentativo di rilancio economico del Mezzogiorno, la ricetta sia una sola: quella di lavorare tutti onestamen­te ed in buona fede; tutti assieme, non confondendo il consociativismo con quelle che sono sacrosante azioni comuni nell'inte­resse del paese, ma in un quadro di normale ordinarietà.

Avevamo proposto in Sicilia un tavolo

comune per affrontare il problema della mafia, che, con il superamento di vecchie logiche partitiche, ma nell'interesse genera­le, ponesse un muro di sbarramento all'in­gresso mafioso nelle istituzioni. Ebbene, ri­proponiamo ancora oggi a tutte le forze politiche un tavolo comune, come unico strumento di salvataggio prima e di rilancio poi di un Mezzogiorno cui occorra guardare con gli occhi della convenienza e delle op­portunità da ricavare.

Con questo auspicio, e con l'impegno di proseguire su questa strada, i deputati del gruppo di forza Italia voteranno a favore del provvedimento al nostro esame, invitando ancora una volta tutte le altre forze politiche a lavorare in buona fede e con onestà; solo allora, forse, qualcosa potrà finalmente cambiare! (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parlato. Ne ha facoltà.

ANTONIO PARLATO. Chiedo che la Presi­denza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, onorevole Parlato.

ANTONIO PARLATO. Presidente...

PRESIDENTE. Prego, onorevole Parlato.

ANTONIO PARLATO. Vorrei precisare che questa è la quinta volta che mi capita di consegnare il testo scritto di mie dichiara­zione di voto. Ciò dimostra quanto sia con­vulso, ed a mio avviso inaccettabile, il modo in cui si svolgono i lavori parlamentari. Rinunzio, pertanto, a svolgere oralmente la mia dichiarazione di voto, ma non è una cosa bella...

PRESIDENTE. Non è obbligatorio rinun­ziare, onorevole Parlato!

ANTONIO PARLATO.... perché ciò non ri­sponde all'impegno di coloro i quali assicu-

Atti Parlamentari — 14133 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

rano al Parlamento la continuità del loro lavoro. Questo modo di lavorare — ripeto — non dà a mio avviso neppure lustro a chi presiede l'Assemblea (non a lei in quanto tale, sia chiaro!), per il modo con il quale si accetta l 'andamento torbido, convulso, an­simante con il quale asfitticamente si proce­de, con grande confusione, nei lavori parla­mentari. Rinunzio, quindi, per protesta ad esprimere oralmente la mia dichiarazione di voto (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Parlato, preci­so che su richiesta del suo gruppo la Presi­denza ha deciso di riprendere l'esame, subi­to dopo la votazione di questo provvedimento, della proposta di legge co­stituzionale concernente il voto degli italiani all'estero. A tale riguardo, proprio il suo gruppo, ha chiesto di contenere le dichiara­zioni di voto!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vido. Ne ha facoltà.

GIORGIO VIDO. Signor Presidente, onore­voli colleghi, dichiaro il mio voto contrario sul disegno di legge di conversione al nostro esame che costituisce l'ennesimo provvedi­mento assistenzialista nei confronti del Me­ridione. Questa è l'unica politica che in quasi centocinquant'anni dall'unità d'Italia i gruppi dirigenti e i diversi governi che si sono succeduti sotto qualsiasi regime, han­no potuto, o ancor meglio voluto, praticare.

Il Meridione ha via via assunto ruoli di­versi, ma sempre subalterni nella comunità nazionale: dapprima, nel secolo scorso, co­me forza lavoro, il cui reddito ha in parte finanziato l'industrializzazione del nord; quindi, come carne da macello da usare nelle diverse guerre coloniali, ed infine, con l'avvento della democrazia, come serbatoio di voti e di consenso per alcune forze politi­che, in particolare per la democrazia cristia­na che, servendosi dello Stato centralizzato, ha controllato il notevole flusso di risorse finanziarie destinate al sud. Da ciò il nostro Meridione non ha tratto alcun giovamento, perché la classe politica che ha governato il paese, lungi dal fare l'interesse delle popo­lazioni meridionali, ha approfittato della si­tuazione, utilizzando irresponsabilmente

gran parte della ricchezza nazionale destina­ta al sud in operazioni di puro e semplice controllo del territorio. Chi meglio della mafia e della camorra, strutture malavitose da tempo preesistenti, avrebbero potuto ga­rantire il buon esito di una tale operazione? Ma, come si sa, l'appetito vien mangiando e mentre solo una piccola parte delle risorse perveniva al sud, cresceva invece smisurata­mente l'appetito sia di politici corrotti, sia della malavita, sino a creare una grave situa­zione di squilibrio e di sofferenza in tutto il Meridione.

Io credo al grido d'allarme dell'onorevole Mastella, che ha paventato il rischio che una tale insofferenza si palesi in forme di violen­za, più o meno organizzate, nei confronti dello Stato. Chi infatti meglio di lui, politico democristiano di vecchia data, conosce la situazione di aree su cui da tempo esercita un controllo politico pressoché totale? Tra le tante, forse troppe cose da fare — riforma dello Stato, rinnovo delle istituzioni e altro — si impone anche il varo di una seria politica meridionalista, che non può essere assolutamente intesa come puro e semplice assistenzialismo.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ne va dell'unità nazionale. Se è vero che in quel di Mantova alcuni si riuniscono autoprocla­mandosi parlamento del nord, non vorrei che a Roma in questa assise stessimo costi­tuendo, per ignara responsabilità di molti, un vero e proprio parlamento del sud (Ap­plausi dei deputati del gruppo della lega nord).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soriero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE SORIERO. Chiedo che la Presi­denza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto ed intendo solo molto brevemente rilevare che, al di là delle schermaglie polemiche restano i fatti. Con il provvedimento in esame il Governo Dini e la maggioranza che lo sostie­ne avviano l'intervento ordinario nel Mezzo­giorno e nelle altre aree deboli del paese; si produce, così, un primo risultato concreto,

Atti Parlamentari — 14134 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

a nostro avviso prezioso per lo sviluppo del Mezzogiorno e dell'intero paese.

PRESIDENTE. La Presidenza autorizza la pubblicazione in calce al resoconto ste­nografico della seduta odierna del testo della sua dichiarazione di voto, onorevole Sor-lero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Signor Presidente, sia­mo giunti alla conclusione di un dibattito molto importante su un provvedimento si­gnificativo.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, è l'ultima dichiarazione di voto, poi si passerà ai voti!

Prosegua, onorevole Roscia.

DANIELE ROSCIA. Se vogliamo cogliere e raffrontare gli effetti economici e finanziari del decreto-legge, possiamo dire che esso non è da meno rispetto al provvedimento sulle pensioni, ancora in discussione.

Si tratta di gestire 100 mila miliardi ero­gati dalla CEE dallo Stato ed anche — così dovrebbe essere — dagli enti locali, se non addirittura dai privati, con strumenti in par­te innovativi, che dovrebbero comportare modifiche radicali.

Il Governo ha dichiarato che il decreto-legge è una pietra angolare rispetto ad una tradizione ormai risultata agli occhi di tutti fallimentare. H gruppo politico al quale ap­partengo quando il provvedimento è stato presentato non ha assunto un atteggiamento di ostacolo, in piena coerenza con quanto dichiarato nelle Commissioni.

Abbiamo compreso le ragioni dettate da un differente modo di comprendere le cose: la cultura, la politica, il modo di stare nella società, di affrontare i problemi economici, tanto diversi dalle Alpi alla Sicilia. Alla luce di queste differenze abbiamo colto gli aspetti innovativi dando al Governo, che abbiamo sostenuto, la possibilità di dimostrare la volontà di un cambiamento che era nelle intenzioni ed anche nella sostanza degli stru­menti proposti.

Purtroppo durante il percorso abbiamo

amaramente constatato che la stragrande maggioranza delle forze politiche presenti sullo scenario italiano non ha ancora capito la lezione. Ricordo, allora, i 400 mila miliar­di impiegati con strumenti di trasferimento straordinario, che non hanno scalfito la di­soccupazione; siamo tornati agli anni settan­ta. Penso, poi, al fatto che le popolazioni non hanno capito che una certa forma di cultura, il pietismo, il chiedere prebende, il pensare che il contributo statale o europeo sia l'uni­co mezzo per il rilancio economico...

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi! Presidente La Russa, le dispiace aiutare

un momento? So che è un lavoro impro­bo...!

Per favore, onorevoli Matacena e Acierno. Prosegua, onorevole Roscia.

DANIELE ROSCIA. La ringrazio, Presiden­te, del suo intervento, ma posso comunque continuare.

PRESIDENTE. So che lei ha una voce robusta, onorevole Roscia: era solo una manifestazione di solidarietà da parte della Presidenza!

Prosegua, la prego.

DANIELE ROSCIA. L'atteggiamento di chiusura tenuto dal nostro gruppo è stata una scelta obbligata a seguita della media­zione operata dal Governo. Posso compren­dere il fattore tempo, quindi la necessità di accelerare l'iter del provvedimento per po­ter andare a Bruxelles e ripetere le operazio­ni già compiute l 'anno scorso dall'allora ministro Pagliarini nel tentativo di convince­re i paesi europei che la nostra è oggi una realtà diversa e quindi di non perdere i finanziamenti che ormai sono abbondante­mente scaduti.

Tuttavia richiamo il Governo ad un con­cetto di fondo per il quale il nostro movi­mento ha sostenuto con estrema responsa­bilità l'esecutivo. Mi riferisco all'esigenza di conferire un carattere di virtuosità a tutti i provvedimenti; aspetto che in buona parte è venuto meno nel provvedimento in esame.

Desidero riferirmi anche all'atteggiamen­to delle forze politiche di centro sinistra le

Atti Parlamentari — 14135 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

quali, ancora legate a vecchi concetti di mantenimento del consenso elettorale, si sono chiuse di fronte all'attacco delle forze che hanno sostituito la vecchia classe diri­gente ma che utilizzano i medesimi stru­menti, e hanno rinunciato alla volontà di cambiamento nonostante qualche rappre­sentante di tale formazione abbia combat­tuto sul territorio e in quest'aula affinché il Governo si mantenesse sulle posizioni vir­tuose che si intravedevano nel provvedi­mento.

Voteremo, dunque, contro tale provvedi­mento perché non siamo abituati alle media­zioni consociative che vengono ripetute per l'ennesima volta; non siamo abituati alle pratiche clientelali, addirittura a quelle col­legiali che la nuova legge elettorale ha indot­to. Voteremo «no» anche perché il nostro movimento è stanco di dichiarazioni di in­tenti e perché si comprenda che a monte degli strumenti introdotti con il decreto-leg­ge n. 244 vi è un altro cambiamento radica­le, quello che affronteremo anche domani nei dibattito sullo riforme istituzionali. Mi riferisco alle modifiche della Costituzione, senza rimandare tale questione alla prossi­ma legislatura. Ritengo che sussistano le condizioni per farlo e che il Parlamento possa andare avanti nelle riforme necessarie affinché tutto il paese si senta europeo. Altrimenti saremo giustamente legittimati a chiedere la separazione non solo sostanziale, che già esiste, ma anche formalizzata (Ap­plausi dei deputati del gruppo della lega nord)...

NICOLA BONO. Queste affermazioni non sono consentite in Parlamento!

Presidente, mi appello alla sua sensibilità!

DANIELE ROSCIA. Mi appello alla corret­tezza di tutti i colleghi anche di quelli di alleanza nazionale...

PRESIDENTE. Onorevole Roscia, la pre­go di tener conto che l'unità nazionale è un valore della nostra Costituzione (Applausi— Dai banchi dei deputati del gruppo di al­leanza nazionale si grida: «Fuori! fuori!»).

DANIELE ROSCIA. Ribadisco con estrema

chiarezza, anche se tali concetti verranno sicuramente ripresi domani nel corso del dibattito sulle riforme istituzionali, che il provvedimento all'ordine del giorno ha con­sentito di verificare quali forze politiche credono al federalismo e quali invece voglio­no ingannare l'opinione pubblica del nord e del sud.

Concludo il mio intervento ribadendo il nostro voto contrario.

Vedo che vi sono stati consensi da tutte le parti, per cui altre forze seguiranno il mio invito...! (Applausi dei depuatti del gruppo della lega nord).

PRESIDENTE. Avverto che la Presidenza autorizza la pubblicazione in calce al reso­conto stenografico della seduta odierna del testo delle dichiarazioni di voto degli onore­voli Caveri, Valiante, Piacentino e Indelli che ne hanno fatto richiesta.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

Prima di procedere alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata a procedere al coordinamento formale del te­sto approvato.

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Passiamo alla votazione finale. Indico la votazione nominale finale, me­

diante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2759, di cui si è testé concluso l'esame.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Colleghi, prima di proclamare il risultato della votazione, permettetemi di ringraziare i componenti della Commissione bilancio, il suo presidente ed i rappresentanti del Go­verno, che hanno collaborato così efficace­mente ai nostri lavori (Applausi).

ILARIO FLORESTA. Presidente, il disposi­tivo elettronico della mia postazione non funziona!

Atti Parlamentari — 14136 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

PRESIDENTE. Onorevole Floresta, mi di­spiace ma ho già dichiarato chiusa la vota­zione. Potrà precisare successivamente co­me intendeva votare.

Comunico il risultato della votazione:

«Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, recante misure dirette ad accelerare il com­pletamento degli interventi pubblici e la realizzazione dei nuovi interventi nelle aree depresse, nonché disposizioni in materia di lavoro ed occupazione» (2759):

Presenti 395 Votanti 304 Astenuti 91 Maggioranza 153

Hanno votato sì 266 Hanno votato no 38

(La Camera approva).

ILARIO FLORESTA. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ILARIO FLORESTA. Desidero far presente che ho espresso un voto favorevole non registrato dal dispositivo elettronico.

PRESIDENTE. Ne prendo atto.

Commemorazione dei marinai Italiani trucidati un anno fa in Algeria (ore 20,03).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e con lui i deputati e i membri del Governo). Onore­voli colleghi, nella notte fra il 7 e l'8 luglio 1994, sette marinai italiani della motonave Lucina venivano trucidati nel porto di Djen-djen, in Algeria, al quale erano approdati come umili rappresentanti del lavoro italia­no nel mondo. Il presidente della Commis­sione difesa ha chiesto giustamente un ricor­do di quest'aula richiesta, alla quale la Presidenza aderisce.

Il sacrificio dell'equipaggio del mercantile Italiano veniva compiuto in nome di un

terrorismo che insanguina quel paese, con il quale l'Italia ha da tempo intessuto consoli­dati rapporti di collaborazione e buon vici­nato.

A circa un anno di distanza dall'eccidio, in attesa che la giustizia algerina possa fare il suo corso per individuare e punire i re­sponsabili, desidero commemorare i mari­nai italiani così barbaramente uccisi e por­gere, anche a nome della Camera dei deputati, le più sentite espressioni di solida­rietà e di cordoglio alle loro famiglie, augu­randomi che il Governo faccia tutto il possi­bile per sopperire alle necessità di queste ultime (Generali applausi).

Per un'inversione dell'ordine del giorno (ore 20,05).

ROBERTO L A W J N I N I . Chiedo di parlare per proporre un'inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO LA\AGNINI. Signor Presidente, chiedo, se possibile, dopo l'approvazione della proposta di legge costituzionale sul voto degli italiani all'estero, di passare al punto 5 dell'ordine del giorno. Avanzo que­sta richiesta perché il disegno di legge di conversione n. 2913, di cui al punto 4, già approvato dal Senato, scade domani matti­na. Quindi, molto probabilmente, l'Assem­blea avrebbe la possibilità di approvare do­mani mattina tale provvedimento.

Il disegno di legge di conversione n. 2815, di cui al punto 5, avente ad oggetto il personale delle forze armate in attività di controllo della frontiera marittima nella re­gione Puglia, il cui esame non richiede tempi molto lunghi, dovrebbe invece essere appro­vato questa sera, in modo da poterlo tra­smettere al Senato affinché venga approvato entro venerdì prossimo.

ROBERTO CALDEROLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI. Signor Presidente,

Atti Parlamentari — 14137 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

vorrei segnalare che la discussione del dise­gno di legge di conversione del decreto-legge n. 219, recante norme in materia di istituti e personale appartenenti al servizio sanitario nazionale, di cui al punto 4 dell'ordine del giorno, era già arrivata in fase di votazione finale. Inoltre, era stata dichiarata la dispo­nibilità da parte di tutti i gruppi a rinunciare ad intervenire per giungere rapidamente all'approvazione del provvedimento.

Pertanto, non ritengo opportuno posporre il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 2913, di cui al punto 4 dell'ordine del giorno, alla discussione del disegno di legge di conversione n. 2815, di cui al punto 5.

PRESIDENTE. Onorevole Lavagnini, te­nuto conto che l'onorevole Calderoli ha sollevato un'obiezione in ordine alla sua proposta ritengo opportuno che si proceda innanzitutto alla votazione finale della pro­posta di legge costituzionale sul diritto di voto degli italiani all'estero; successivamen­te, potrà essere affrontata la questione da lei sollevata.

Si riprende la discussione della proposta di legge costituzionale nn. 469-2840-2880-2888 (ore 20,08).

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussio­ne della proposta di legge costituzionale nn. 469-2840-2880-2888.

DOMENICO NANIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO NANIA, Relatore. Signor Presi­dente, preso atto che la questione relativa al provvedimento in esame è stato valutato nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, devo dire che la solu­zione più conveniente sembra essere quella di andare avanti nell'esame della proposta di legge costituzionale fino alla sua votazio­ne finale.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Na-nia.

Ricordo che stamattina il Governo ha accettato gli ordini del giorno Calderisi ed altri n. 9/469-2840-2880-2888/1 e Vito ed altri n. 9/469-2840-2880-2888/2.

Onorevole Calderisi, insiste per la votazio­ni del suo ordine del giorno?

GIUSEPPE CALDERISI. No, non insisto.

PRESIDENTE. Onorevole Vito?

ELIO VITO. Signor Presidente, neanch'io insisto.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevoli colle­ghi.

DOMENICO NANIA, Relatore. Chiedo di parlare, ai sensi del comma dell'articolo 90 1 del regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO NANIA, Relatore. Signor Presi­dente, a nome del Comitato dei nove pro­pongo all'Assemblea le seguenti correzioni di forma:

«all'articolo 2, comma 2, sostitutivo del quarto comma dell'articolo 56 della Costitu­zione, a seguito dell'approvazione nella se­duta odierna dell'emendamento Ayala 2.3, le parole: «per seicentodieci» devono inten­dersi sostituite dalle seguenti: «per seicento-diciotto».

Nel titolo, a seguito della soppressione dell'articolo 3, le parole: «56 e 57», debbono essere sostituite dalle seguenti: «e 56».

PRESIDENTE. Se noi vi sono obiezioni, rimane stabilito che le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono accolte.

(Così rimane stabilito).

Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

Prego i colleghi che ancora non l'abbiano fatto di partecipare alle operazioni di voto per l'elezione di un segretario di Presidenza!

La Presidenza autorizza la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della se­duta odierna del testo delle dichiarazioni di

Atti Parlamentari — 14138 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

voto dei deputati Caveri, Polli e Tremaglia, che ne hanno fatto richiesta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Muccio. Ne ha facoltà.

PIETRO DI MUCCIO. Signor Presidente, su questa importante proposta di legge costitu­zionale la posizione dei deputati del gruppo di forza Italia sarà favorevole, tuttavia non senza rimarcare ancora una volta le difficol­tà tecniche che questa legge porrà al legisla­tore ordinario, oltre ai difetti macroscopici che scorgiamo in essa, almeno nel testo attuale.

Poiché non vorremmo, neanche alla lon­tana, apparire come coloro i quali ritengono queste difficoltà tecniche, questi difetti an­corché grandi, tali da impedire l'approvazio­ne di una legge che consideriamo riparatrice nei confronti degli italiani residenti all'este­ro, noi voteremo a favore. Confidiamo, del resto, nel fatto che il meccanismo del bica­meralismo consenta al Senato di rimediare in qualche modo ai problemi che questa legge costituzionale porrà. Mi limito a ricor­darne soltanto uno, e cioè la necessità di rivedere a distanza di un anno tutti i collegi senatoriali e i collegi uninominali per l'ele­zione dei deputati. Questo penso sia sbaglia­to, perché i collegi uninominali impongono proprio una certa continuità, che verrebbe addirittura interrotta dopo un anno.

Ciononostante, poiché è molto importan­te consentire l'esercizio del diritto di voto agli italiani residenti all'estero, il gruppo di forza Italia voterà a favore della proposta di legge costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzoni. Ne ha facoltà.

MARCO PEZZONI. Presidente, intervengo a nome del gruppo progressisti-federativo per lamentare che oggi è stato compiuto un grave errore politico con la bocciatura del­l'articolo 1. Tuttavia, è così importante va­rare una nuova legge di riforma costituzio­nale per garantire una rappresentanza ai cittadini italiani residenti all'estero che vote­remo a favore della proposta di legge costi­tuzionale.

Si tratta di una scelta inevitabile, che compiamo con grande rammarico. Se infatti oggi la Camera avesse approvato l'articolo 3 e se avessimo potuto concludere l'iter legi­slativo di riforma costituzionale dando il nostro contributo a questa prima lettura, il momento in cui finalmente i cittadini italiani presenti nel mondo avrebbero ottenuto que­sto importante diritto sarebbe stato più vici­no. Ciò non è avvenuto e i tempi, quindi, si allungano. Ci auguriamo tuttavia che quan­to è successo oggi alla Camera, dovuto alla difficoltà di trovare una soluzione unitaria, possa essere utile ai nostri colleghi del Sena­to. Abbiamo la speranza che il dibattito avviato — e oggi in parte interrotto — possa riannodare i fili del confronto affinché si arrivi comunque, per via costituzionale, ad una soluzione comune.

Con questo auspicio e con questa speran­za, mentre ci impegnamo a dialogare con l'altro ramo del Parlamento, dichiariamo il nostro voto favorevole sulla proposta di leg­ge costituzionale, pur con i suoi grossi limiti, che non possiamo sottacere. È più forte in noi, infatti, l'elemento propositivo, la volon­tà di riannodare i fili del confronto e del dialogo. In conclusione, esprimeremo un voto favorevole per dare un contributo po­sitivo e fattivo alla soluzione di un annoso problema.

MIRKO TREMAGLIA. Avete votato contro la proposta Berlinguer di venti più dieci!

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che è in corso la votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brunetti. Ne ha facoltà.

MARIO BRUNETTI. Credo, signor Presi­dente, che stiamo votando qualcosa di as­surdo, perché abbiamo di fronte un provve­dimento dimezzato nei suoi obiettivi sul quale, affinché possano attivarsi i meccani­smi costituzionali, deve ora iniziare ex novo la prima lettura in Senato. Ma, tant'è, la propaganda ha le sue leggi! Se leggessi in quest'aula le strisce di stampa ci sarebbe davvero da ridere sul voto di questa mattina!

Dal momento che le regole, in ogni caso,

Atti Parlamentari — 14139 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

sono queste e ci si invita ad andare avanti, vorrei esprimere il nostro dissenso radicale sul provvedimento che stiamo per votare. Abbiamo espresso nella discussione generale il nostro disaccordo su questo progetto di modifica degli articoli 48, 56 e 57 della Costituzione. Lo abbiamo fatto con chiarez­za, disvelando la strumentalità, l'ipocrisia e l'inganno verso i cittadini italiani residenti all'estero, tanto che la nostra posizione ha suscitato non poche reazioni scomposte ed irrazionali, spesso al limite della provocazio­ne personale. Prova, questa, che abbiamo sollevato problemi seri, quesiti con solide fondamenta di verità.

Mi scusi, Presidente, ma continuerò quan­do i colleghi finiranno di chiacchierare.

PRESIDENTE. Onorevole Solaroli, il col­lega al suo fianco chiede di poter parlare!

Prosegua pure, onorevole Brunetti.

MARIO BRUNETTI. Con questa dichiara­zione di voto non abbiamo che da ribadire due concetti, non certo con la speranza di convincere chi si accinge, in modo così frettoloso, a votare questo provvedimento inattuabile, quanto per un dovere di lealtà e di chiarezza proprio nei confronti dei cittadini italiani all'estero, che rischiano an­cora una volta — come avviene ormai ad ogni fine di legislatura — di essere investiti da un polverone propagandistico che si con­nota come un'altra presa in giro delle loro esigenze.

Questo provvedimento non potrà concre­tamente entrare in vigore nel testo attuale perché la costituzione di un collegio mon­diale attraverso il quale dovrebbero esplica­re il proprio diritto di voto tutti i cittadini italiani residenti nelle varie parti del mondo contrasta non solo con lo spirito ed i conte­nuti della Costituzione (costituisce una mo­struosità giuridica), ma soprattutto è una violazione del diritto internazionale e della sovranità degli Stati, che per poter avere una pratica applicazione dovrebbe avere alla ba­se soltanto un accordo a livello internazio­nale. Sottolineiamo tutto ciò proprio per­ché, essendo noi favorevoli alla garanzia del diritto di voto degli italiani all'estero (come peraltro previsto dalla Costituzione italiana),

la strada da voi scelta rappresenta il percor­so più tortuoso, più lungo e più impratica­bile per realizzare questo obiettivo.

È questo il dato di fondo del nostro dis­senso, cui si aggiungono, certo, anche con­siderazioni più specifiche in merito alla se­gretezza e alla libertà del voto; all'esercizio del diritto da parte degli interessati e non di altri; all'eguaglianza tra votanti, candidati, liste e partiti che partecipano alle elezioni; alla selezione degli aventi diritto. Oggi non si conosce infatti quanti siano i titolari del voto. Si dice addirittura che potenzialmente siano più gli italiani all'estero che quelli in Italia. È vero anche che viene poi indicato in poco più di cinque milioni il numero di quelli in possesso della cittadinanza e che sono due milioni e mezzo quelli iscritti in quella sorta di roulette che è l'anagrafe degli italiani all'estero, ma dopo la recente modi­fica della normativa che ha come fondamen­to lo ius sanguinis (si tratta di un'altra differenza rispetto alla legislazione interna­zionale) molti altri potrebbero ottenere l'i­scrizione senza particolari difficoltà. Avrem­mo così (è questo l'altro elemento di ineguaglianza che potrebbe essere impugna­to davanti alla Corte Costituzionale) un nu­mero chiuso di eletti indipendentemente dal numero degli elettori, introducendo nella nostra legislazione una disuguaglianza nel meccanismo di elezione rispetto al numero di deputati e di senatori residenti in Italia. In tal modo si metterebbe in moto un mec­canismo che esula dai limiti della Costituzio­ne italiana e rischia, da una parte, di porre i cittadini italiani residenti all'estero che dovrebbero esercitare il voto nelle mani del potere delle lobbies e delle famiglie illegali organizzate (su questo punto sarebbe forse utile rileggere gli atti della Commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2) e, dall'altra parte, rischia di imbrogliare gli emigrati che il diritto di voto lo hanno davvero e che non potranno esercitarlo at­traverso questa legge. Vediamo insomma, signor Presidente, un rischio per i principi della democrazia e vogliamo sottolinearlo. Perciò esprimiamo il nostro dissenso su quella che a noi pare una forzata ipocrisia verso gli aventi diritto al voto, verso i nostri emigrati. Tanto più che vi è stata, proprio

Atti Parlamentari — 14140 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

in questi giorni, la possibilità di stare dalla loro parte, di esprimere solidarietà nei loro confronti, di compiere chiari atti di giustizia, ma in questa sede si è fatto tutto l'opposto. È evidente, allora, la discrasia tra propagan­da ed atti concreti di giustizia verso gli emigrati. È francamente intollerabile l'atteg­giamento che si tiene verso questi nostri concittadini: oggi, il miraggio del voto all'e­stero, che viene fatto intrawedere attraver­so una legislazione che non troverà conclu­sione e concretezza e, dieci giorni fa, un comportamento quanto mai censurabile, culminato nel momento in cui è stata loro negata la pensione, che doveva costituire, a conclusione di una travagliata vita di lavoro, l'atteso riconoscimento, da parte della loro patria, del diritto ad un trattamento dignito­so. Si è sottratta loro una parte dei diritti acquisiti, con una malvagità che sconfina nel razzismo.

Altro che demagogia! Si è proceduto ad un'inaccettabile cancellazione dei diritti de­gli italiani all'estero proprio nel settore della sicurezza sociale, in cui più grande e più avvertito è il bisogno, come è stato giusta­mente ed unanimemente sottolineato nel­l'ambito della seconda conferenza nazionale deU'emigrazione e come ci viene ricordato quasi continuamente dal consiglio degli ita­liani all'estero. Ecco perché occorre dare al mondo dell'emigrazione italiana una rispo­sta di verità, di giustizia e di democrazia. Questo ha voluto fare rifondazione comuni­sta utilizzando, nell'esame di questo provve­dimento, il linguaggio della verità, come avevamo fatto a proposito della controrifor­ma pensionistica. Del resto, la nostra denun­cia dell'inganno in atto è sorretta dalle noti­zie di stampa di questa mattina, che tutti hanno letto: vi sono paesi come l'Australia, ma anche l'Argentina, il Brasile ed il Cana­da, i quali già dichiarano di non essere d'accordo sul contenuto di questa legge. Ecco, allora, che vi apprestate a votare sul nulla...

PRESIDENTE. Onorevole Brunetti, il tempo a sua disposizione è terminato.

MARIO BRUNETTI.... mentre noi, proprio per essere dalla parte degli emigrati e per

garantire loro il diritto di voto, dissentiamo dalla vostra scelta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal pro­prio gruppo, l'onorevole Novelli. Ne ha fa­coltà.

DIEGO NOVELLI. Signor Presidente, col­leghi, un noto segretario fiorentino, di nome Niccolò Machiavelli, scrisse che la politica è l'arte dell'impossibile, ma non può essere l'arte dell'incredibile. Ebbene, questa sera l'Assemblea compie un atto incredibile: con una legge costituzionale riguardante il voto degli italiani all'estero, surrettiziamente, in­volontariamente, per un infortunio sul lavo­ro per così dire — di alcuni parlamentari, introduce una modifica costituzionale, cioè elimina il bicameralismo. Entriamo cioè nel monocameralismo. Gli italiani all'estero po­tranno infatti eleggere la loro rappresentan­za in un solo ramo del Parlamento!

Non importa — si dice —, è stato un infortunio. Ecco perché non sono d'accordo con il collega e compagno Pezzoni. Si tratta di un infortunio grave, al quale non si può rimediare con un atto incredibile. Rimarrà infatti agli atti della storia del Parlamento che un'Assemblea come la nostra ha votato un atto incredibile.

Sarebbe stato molto meglio, sarebbe stato molto più onesto dire: «Ci siamo sbagliati. Inizi di nuovo daccapo la procedura in Se­nato prendendo il testo in esame come pun­to di riferimento. E quando il Senato lo avrà approvato in prima lettura, lo rimanderà qui alla Camera». Mi sembrava una linea chiara, precisa, limpida e trasparente, ma non si è voluto scegliere questa soluzione. Mi spiace, ma io non parteciperò alla votazione di un atto incredibile! (Applausi di deputati del gruppo progressisti-federativo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.

SERGIO MATTARELLA. Poiché non ho un testo scritto da depositare perché venga pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna, data l'ora e per snellire

Atti Parlamentari — 14141 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

i lavori dell'Assemblea rinuncio a motivare la mia dichiarazione di voto, limitandomi a dichiarare il voto favorevole dei deputati del gruppo del partito popolare italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vito...

Onorevole Pistone, la prego di consentire all'onorevole Vito di parlare!

Ha facoltà di parlare, onorevole Vito.

Elio VITO. Presidente, colleghi, domani mattina si svolgerà in quest'aula il dibattito sulle riforma di alcune norme della Costitu­zione. Nel corso di questo dibattito si con­fronteranno...

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, onorevole Vito.

Onorevole Formenti, onorevole Cavaliere, vi prego!

Onorevole Formenti, onorevole Cavaliere, vi sto richiamando! Per cortesia!

Continui pure, onorevole Vito.

Elio VITO. Nel corso del dibattito che si svolgerà domani si confronteranno — dice­vo — diverse posizioni. Ad esempio (è noti­zia di pochi minuti fa) sarà presentata la posizione espressa dai gruppi che apparten­gono al polo, secondo la quale nessuna riforma istituzionale, pur importante e pur necessaria, può essere realizzata e praticata in questo scorcio di legislatura.

Riforme istituzionali importanti necessa­rie e ambiziose vanno invece consegnate — secondo gli esponenti del polo — attraverso le dichiarazioni politiche e i programmi elet­torali delle forze politiche, alla prossima legislatura.

Dibattito sostanzialmente analogo è pre­sente anche nello schieramento di centro­sinistra. E domani in quest'aula ne ascolte­remo i diversi rappresentanti sostenere la necessità di andare rapidamente al voto o invece la necessità di allontanarlo utilizzan­do o praticando la via delle riforme istituzio­nali, della modifica, ad esempio, dell'artico­lo 138 della Costituzione.

Ma prima di questo dibattito istituzionale accadrà nell'aula qualcosa di molto impor­tante strettamente connesso con il dibattito di domani, se vogliamo prendere alla lettera

il voto che stiamo per dare e se vogliamo provare a rendere credibile quello che l'ono­revole Novelli, giustamente, definisce incre­dibile.

L'approvazione della proposta di legge costituzionale alla quale stasera ci accingia­mo comporterà poi una prima lettura da parte del Senato con evidenti e annunciate modifiche, che richiederanno del tempo, e successivamente un ritorno alla Camera per esaminare queste modifiche ancora in prima deliberazione. In un periodo di tempo suc­cessivo, non inferiore a tre mesi, Camera e Senato dovranno esprimersi con una certa maggioranza in seconda lettura. Se nella seconda lettura non verrà superato un certo quorum, occorrerà attendere altri mesi per vedere se vi sarà qualche minoranza nel paese o in Parlamento che chiederà l'indi­zione di un referendum popolare su questa modifica costituzionale. Comunque esaurito questo periodo e quando la legge costituzio­nale entrerà in vigore, occorrerà varare una legge elettorale di attuazione dell'esercizio del diritto di voto degli italiani all'estero e occorrerà modificare la vigente legge eletto­rale della Camera e del Senato (se il Senato ripristinerà l'articolo 3). Occorrerà, infine, rivedere tutti i collegi uninominali della Ca­mera, ed eventualmente anche quelli del Senato. Quindi, questa sera cominciamo un percorso che durerà alcuni anni e che con­segnerà l'attuale legislatura ad una durata incompatibile con le dichiarazioni che pure saranno rese in aula.

Cosa sta succedendo? Forse ha ragione l'onorevole Di Muccio, il quale ha espresso in maniera molto compiuta ed argomentata serie ragioni di contrarietà alla proposta di legge costituzionale e chi conosce la sua competenza e la sua passione per la materia è indotto a credere a quelle ragioni. Però l'onorevole Di Muccio conclude il suo inter­vento annunciando il suo voto favorevole.

Allo stesso modo i deputati di alleanza nazionale questa mattina sono giustamente insorti contro la riduzione del numero dei rappresentanti popolari al Senato da venti a dodici, hanno votato contro l'articolo 2 ed anche contro l'articolo 3 per l'analoga ridu­zione del numero dei rappresentanti al Se­nato.

Atti Parlamentari — 14142 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Ed ora quei gruppi che hanno espresso un voto contrario sull'articolo 2 e che sono stati determinanti per bocciare l'articolo 3 an­nunciano il voto favorevole sul provvedi­mento. Evidentemente si tratta, Presidente e colleghi, di un provvedimento nel quale si crede poco. Già nella scorsa legislatura ven­ne approvata in prima lettura una proposta di modifica costituzionale in materia di rap­presentanza dei cittadini italiani residenti all'estero, che non è mai stata esaminata in seconda lettura e dunque non è mai entrata in vigore. Non vorremmo si ripetesse la stessa storia e preferiamo seguire la via maestra della coerenza, dichiarando fin d'o­ra la nostra contrarietà ad una modifica costituzionale che non riguarda l'esercizio del diritto di voto degli italiani che risiedono all'estero, ma l'istituzione di un'anomala, impossibile ed impraticabile circoscrizione e quota di rappresentanza parlamentare riser­vata ad una categoria di cittadini: i residenti all'estero.

La legge che stiamo per approvare — e mi avvio a concludere — non ha nulla a che vedere, quindi, con l'elettorato attivo e pas­sivo degli italiani che risiedono all'estero, ma prevede che un certo numero di seggi debba essere per Costituzione riservato ai cittadini italiani residenti all'estero. Di que­sto si tratta, di un'alterazione profonda del­l'uguaglianza di tutti i cittadini in base alle ragioni di età, di sesso e di residenza, di fronte al voto e ai diritti politici.

Paradossalmente quello che viene presen­tato dai suoi sostenitori come un privilegio volto a garantire gli italiani all'estero è inve­ce la consegna definitiva di questi ultimi in una riserva estera! In questa maniera non si rafforza il legame con la madrepatria, ma si dice per sempre a quei cittadini che loro sono il mondo, sono altro dall'Italia, tant 'è vero che viene loro riservata una quota apposita di seggi! Se si vogliono candidare nel collegio di nascita, non possono farlo perché devono concorrere per il seggio este­ro e non per quello dove, magari, hanno la famiglia, origini, dove ancora oggi inviano il denaro ed i frutti del loro lavoro! Anziché privilegiarli li collochiamo in una riserva indiana, dalla quale non potranno più uscire e in conseguenza della quale saranno sem­

pre emarginati! Verranno infatti in quest'au­la non a difendere il mandato di tutta la nazione ma solo di una parte.

Noi consegniamo dunque i deputati di quella riserva indiana ad un'avventura par­lamentare che ha poco a che fare con gli interessi della nazione! Non faranno parte dell'Italia perché non potranno concorrere come ogni cittadino a scegliere il collegio, la circoscrizione nella quale candidarsi: do­vranno farlo in quell'apposito ghetto che noi con questa modifica incostituzionale — per­ché in contrasto con i principi fondamentali della nostra Costituzione — stiamo creando!

Allora, colleghi che in privato venite a confortarci con il consenso personale sulle tesi che noi difendiamo; colleghi che sperate che qualcun altro provveda a fermare il provvedimento al nostro esame; colleghi che vi augurate che, magari, interverrà ancora una volta lo scioglimento anticipato della legislatura ad impedire che si debbano rive­dere tutti i 475 collegi della Camera; colle­ghi, noi siamo stati eletti per questo: per votare le leggi e per difendere i principi fondamentali della nostra Costituzione. Ave­te ascoltato il dibattito odierno e visto cadere l'articolo 3. Non vorrei che questo voto favorevole fosse solo una grande finzione.

Per questo annunciamo il nostro voto contrario come deputati riformatori eletti nelle liste di forza Italia e invitiamo tutti i colleghi ad esprimere con convinzione e coerenza le loro perplessità attraverso un analogo voto contrario.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vorrei informarvi che, perché sia raggiunto il nu­mero legale nella votazione per schede per l'elezione di un Segretario di Presidenza, è necessario che votino ancora quattro o cin­que colleghi. Prego pertanto coloro che non l'abbiano fatto di votare al fine di non dover ripetere la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvanese. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CALV\NESE. Signor Presiden­te, intervengo molto brevemente perché ho già ampiamente illustrato, nel corso del di­battito, le ragioni per le quali i comunisti unitari voteranno a favore di questo prowe-

Atti Parlamentari — 14143 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

dimento, pur nutrendo delle riserve di me­rito rispetto ad alcune questioni, in partico­lare quella del voto per corrispondenza. Siamo convinti che questo non sia il punto al momento all'ordine del giorno, perché si tratta di avviare un processo, di iniziare un percorso costruttivo affinché si realizzi effet­tivamente quanto richiesto da anni dalle associazioni degli emigrati. Vogliamo che vengano rispettati gli impegni presi nella seconda Conferenza nazionale dell'emigra­zione del novembre 1988.

Il voto di questa mattina, il cosiddetto incidente di percorso, dimostra ancora una volta come questa legge non abbia padrini, ma sia il frutto del lavoro di anni, della richiesta che tutte le associazioni dell'emi­grazione, di destra, cattoliche, di sinistra, di centro e via seguitando, avanzano da anni. Non si tratta quindi di una richiesta soste­nuta da un deputato o da un altro.

È fondamentale invece rispettare una cer­ta volontà politica. A questa intenzione si uniformerà la volontà del Parlamento, se queste associazioni hanno una qualche cre­dibilità, un radicamento nel mondo dell'e­migrazione e se soprattutto intendono farsi ascoltare dal Parlamento Italiano.

PRESIDENTE. Reitero, per cortesia, l'in­vito ai colleghi a partecipare alla votazione per schede per l'elezione di un Segretario di Presidenza al fine di evitare che manchi il numero legale, il che ci costringerebbe a ripetere la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ronchi. Ne ha facoltà.

ROBERTO RONCHI. Signor Presidente, co­me hanno già fatto i colleghi, anch'io, data l'ora tarda, svolgerò un breve intervento con il quale dichiaro l'astensione dal voto della lega nord.

L'episodio di questa mattina, quando c'è stata la bocciatura dell'articolo 3 della pro­posta di legge costituzionale, ci ha rafforzato nelle nostre convinzioni. Noi eravamo già poco convinti della bontà dei criteri di rap­presentanza dei residenti all'estero adottati attraverso una modifica della Costituzione e restiamo convinti che sia possibile, senza modificare la Costituzione e riconoscendo la

legittimità delle circoscrizioni all'estero, ga­rantire l'esercizio effettivo del diritto di voto a tale categoria di cittadini.

Pur nutrendo simili perplessità, non ab­biamo voluto sollevare una questione di principio, ben coscienti che il problema esi­ste e che non ce lo si può nascondere. Abbiamo cercato e accettato una serie di mediazioni, mentre mi sembra che chi so­stiene da più tempo la questione si sia irri­gidito, assumendo una posizione che poteva avere ripercussioni negative sull'intero prov­vedimento.

Poiché questo ramo del Parlamento dovrà riesaminare in seconda lettura quanto verrà deciso dai colleghi del Senato, riteniamo che la nostra astensione dal voto rappresenti l'occasione per poter approfondire ulterior­mente un tema che riteniamo sia stato scarsamente approfondito sia in sede di Commissione di merito sia in aula. La fretta e forse un certo velleitarismo sono stati cattivi consiglieri! Per fortuna, però, l'ar­ticolo 138 della Costituzione — del quale discuteremo nella seduta di domani — pre­vede una doppia lettura per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e potrebbe servire a modi­ficare in senso positivo un testo di legge che esce abbastanza monco dall'esame della Camera dei deputati.

Non abbiamo inteso fare una questione di grandi princìpi costituzionali ritenendo che il problema in esame esista; come pure esistono certamente delle categorie di citta­dini che hanno non solo tutti i requisiti, ma anche e soprattutto la volontà di partecipare alle votazioni nel paese di origine, perché mantengono un centro di interesse verso la madrepatria. È comunque necessario stabi­lire quale sia questo centro di interessi, senza impedire ad una generalità di soggetti l'esercizio del diritto di voto a detrimento anche di questi cittadini che invece vorreb­bero votare!

Per la fretta con la quale è stato affrontato l'argomento e nella speranza che il Senato possa migliorare il testo del provvedimento, ribadisco l'astensione dal voto dei deputati del gruppo della lega nord (Applausi dei deputati del gruppo del gruppo della lega nord).

Atti Parlamentari — 14144 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal pro­prio gruppo, l'onorevole Sandrone. Ne ha facoltà.

RICCARDO SANDRONE. Signor Presiden­te, in dissenso dal gruppo federalisti e libe-raldemocratici, voterò contro la proposta di legge costituzionale al nostro esame. Mi esprimerò in tal senso sulla base delle mede­sime ragioni di carattere tecnico addotte dal collega Vito.

Da un punto di vista sostanziale, devo riconoscere con piena coscienza di non po­ter essere d'accordo sul fatto che milioni di italiani, che tali sono solo per vincoli di sangue possano esprimere un loro giudizio in grado di condizionare la vita della Repub­blica. Resto fedele fino in fondo al principio secondo il quale non vi possa essere rappre­sentanza se non si pagano contemporanea­mente le tasse! Ritengo poi che il voto degli italiani all'estero dovrebbe essere effettiva­mente consentito soltanto a quei cittadini italiani che, risiedendo all'estero tempora­neamente e per un certo periodo della loro vita, dovrebbero — come avviene in tutti i paesi civili del mondo — poter votare senza doversi appositamente recare nel nostro paese!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal pro­prio gruppo, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sono cofirmatario di una delle proposte di legge costituzionali per garantire ai nostri concittadini all'estero il diritto di poter con­tribuire con il proprio voto alla determina­zione delle scelte politiche del paese. Il testo della proposta di legge costituzionale che ci accingeremo tra breve a votare differisce però di molto — ed uso un eufemismo — dall'impianto base sul quale erano confluiti diverse proposte di legge costituzionali. Si tratta, in buona sostanza, di un «pasticcio», di un «pastrocchio» giuridico, le responsabi­lità del quale si sono evidenziate nel corso della giornata sia con il voto di questa mat­tina sia con gli interventi svolti nella seduta odierna.

Di fronte a questo «pasticcio» giuridico francamente non me la sento di esprimere un voto favorevole sul provvedimento. Mi asterrò, pertanto, dal voto sulla proposta di legge costituzionale al nostro esame per non correre il rischio di coprirmi anche di ridi­colo votando una legge che preveda una rappresentanza di italiani all'estero soltanto in un ramo del Parlamento!

Qualcuno ha ricordato che il Senato potrà intervenire per correggere l'errore; ma, ri­peto, «potrà» e non «dovrà», come ha detto oggi un dotto ed esperto parlamentare, il collega Trantino, chiedendo che si potesse riprendere il confronto su questo tema. Il Senato, ripeto, «potrà», e spero «possa», correggere l'errore e sanare quindi il pa­strocchio giurico, ma non è tenuto a farlo; si prepara in quel ramo del Parlamento una nuova e libera discussione, un nuovo con­fronto. Ripeto: mi auguro che l'errore possa essere sanato, ed è questo il motivo che mi induce a non ostacolare l'iter di un provve­dimento, che è già fin troppo tribolato, con l'astensione dal voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal pro­prio gruppo, l'onorevole Meo Zilio. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MEO ZILIO. Signor Presidente, in dissenso dal mio gruppo, pur rendendomi conto delle motivazioni che giustificano le perplessità espresse dall'onorevole Ronchi, per i motivi che ho a lungo esposto nei miei interventi odierni, dichiaro il mio voto favo­revole (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le di­chiarazioni di voto sul complesso del prov­vedimento.

Chiusura della votazione per schede per l'elezione di un Segretario di Presiden­za (ore 20,47).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazio­ne per schede per l'elezione di un Segretario di Presidenza e invito gli scrutatori a proce-

Atti Parlamentari — 14145 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

dere (rapidamente!), nell'apposita sala, alle operazioni di scrutinio.

Si riprende la discussione della proposta di legge costituzionale nn. 469 - 2840 -2880 - 2888.

PRESIDENTE. Prima di passare alla vota­zione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata a procedere al coordinamento formale del testo approvato.

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Passiamo alla votazione finale.

Indico la votazione nominale finale, me­diante procedimento elettronico, sulla pro­posta di legge costituzionale nn. 469 - 2840 - 2880 - 2888, di cui si è testé concluso l'esame.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione:

Proposta di legge costituzionale Tremaglia ed altri; Berlinguer ed altri; Moioli Vigano ed altri; Andreatta ed altri: «Modifiche agli articoli 48, 56 e 57 della Costituzione per consentire l'esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani residenti all'estero» (prima deliberazione) (469- 2840 - 2880 - 2888):

Presenti 404 Votanti 284 Astenuti 120 Maggioranza 143

Hanno votato sì 228 Hanno votato no 56

(La Camera approva - Applausi).

Inversione dell'ordine del giorno (ore 20,50).

PRESIDENTE. Colleghi, in precedenza l'onorevole Lavagnini aveva chiesto che, a questo punto, si passasse all'esame del pun­

to 5 dell'ordine del giorno. L'onorevole Cal-deroli, aveva invece sostenuto l'opportunità che si passasse all'esame del punto 4.

BRUNO SOLAROU. Chiedo di parlare per avanzare una diversa proposta di inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUNO SOLAROU. Signor Presidente, considerato che il disegno di legge di con­versione di cui al punto 5 richiede una discussione piuttosto approfondita, che non è possibile svolgere in tempi rapidi, nonché l'ulteriore esame da parte del Senato, e che anche il disegno di legge di conversione di cui al punto 4, è relativo ad un decreto legge che peraltro decade il 2 agosto e deve essere esaminato dal Senato; considerata anche la rilevanza di un altro argomento iscritto al­l'ordine del giorno, propongo che si passi subito al punto 6, cioè all'esame del provve­dimento sul consiglio di amministrazione della RAI.

PRESIDENTE. Avverto che ai sensi del­l'articolo 41, comma 1 del regolamento sulla proposta di inversione dell'ordine del giorno dell'onorevole Solaroli, darò la parola, ove ne facciano richiesta, ad un oratore contro ed uno a favore.

MARCO TARADASH. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO TARADASH. Colleghi, mi pare che a quest'ora — mancano pochi minuti alle 21 e credo vi sia un accordo tra i presidenti di gruppo per concludere a quell'ora la seduta, anche perchè è previsto lo svolgimento di un'assemblea del gruppo di forza Italia — sia impossibile affrontare il tema della rifor­ma della RAI; mi sembrerebbe davvero un atto di poco senso intraprendere adesso la discussione su tale riforma che, come sap­piamo bene, coinvolge tutti i gruppi parla­mentari. Vi sono posizioni differenziate an­che all'interno dei gruppi; dunque non è certamente questo il clima di Assemblea

Atti Parlamentari — 14146 — Camera dei Deputati

ХП LEGISLATURA ­ DISCUSSIONI ­ SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

opportuno per il dibattito. Per questo sollevo obiezione alla richiesta di inversione dell'or­

dine del giorno formulata.

PRESIDENTE. La motivazione addotta riguarderebbe un po' ognuno dei punti del­

l'ordine del giorno; in realtà tutto dipende dal tenore degli interventi sulla questione pregiudiziale.

GIUSEPPE CALDERISI. Ma c'è una riunio­

ne del gruppo di forza Italia!

PRESIDENTE. È prevista per le 21. Nessuno chiedendo di parlare a favore,

pongo in votazione la proposta di inversione dell'ordine del giorno formulata dall'onore­

vole Solaroli.

(Segue la votazione).

Poiché i deputati segretari non sono d'ac­

cordo sull'esito della votazione e me ne hanno fatto espressa richiesta, ai sensi del comma 1 dell'articolo 53 del regolamento, dispongo la controprova mediante procedi­

mento elettronico, senza registrazione di nomi.

Onorevole Biondi, c'è una tessera doppia!

(La proposta è approvata).

ALFREDO BIONDI. Con tutta questa confu­

sione non ho votato neanch'io!

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1130. — Senatore Mancino ed altri: Nuove norme sulla nomina e sulla revoca del Consiglio di ammini­

strazione della RAI­TV Spa (approvata dal Senato) (2206); e dei concorrenti progetti di legge: disegno di legge di iniziativa del Governo (1551); Storace (2111); Selva (2176); Morselli (2184); Ro­

sitani (2189); Landolfi (2195); Gasparri (2213); Carrara ed altri (2220); Amoruso ed altri (2221); Falvo ed altri (2222); Ciocchetti e Meocci (2304) (ore 20,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, di iniziativa

dei senatori Mancino ed altri: Nuove norme sulla nomina e sulla revoca del Consiglio di amministrazione della RAI­TV Spa; e dei concorrenti progetti di legge: disegno di legge di iniziativa del Governo; Storace; Selva; Morselli; Rositani; Landolfi; Gasparri; Carrara ed altri; Amoruso ed altri; Falvo ed altri; Ciocchetti e Meocci.

Ricordo che nella seduta del 28 luglio scorso è proseguita la discussione sulle linee generali ed è stata presentata dai deputati Storace ed altri una questione pregiudiziale di merito (vedi Vallegato A ai resoconti della seduta del 28 luglio 1995).

A norma del comma 3 dell'articolo 40 del regolamento, sulla pregiudiziale potranno intervenire due deputati a favore, compreso il proponente e due contro.

Il deputato Taradash ha facoltà di illustra­

re la questione pregiudiziale di merito...

GIUSEPPE CALDERISI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CALDERISI. Venerdì scorso, giorno in cui è stata pre­

sentata la questione pregiudiziale, si è rag­

giunta l'intesa di non procedere alla sua illustrazione e votazione; soprattutto si è convenuto sul fatto che non si potesse sepa­

rare l'illustrazione dalla votazione. Mi sembra, invece, che si decida di comin­

ciare il dibattito alle 20,55, quando, per accordo intervenuto tra i presidenti di grup­

po, alle 21 la seduta deve terminare. Non si capisce come, in cinque minuti, possa ini­

ziare una discussione per lo svolgimento della quale evidentemente è necessario un minimo di tempo, per consentire l'illustra­

zione della questione pregiudiziale, gli inter­

venti ed il voto. Signor Presidente, poiché — ripeto — il

gruppo di forza Italia, anche in relazione al dibattito che si svolgerà domani, ha in pro­

gramma una riunione convocata per le 21 (e mancano pochi minuti), non ci sembra che sia possibile cominciare un dibattito di tale rilevanza in queste condizioni. È vero che l'Assemblea ha votato un'inversione del­

l'ordine del giorno, ma alle 21 dobbiamo

Atti Parlamentari — 14147 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

comunque sospendere i nostri lavori in se­guito agli accordi raggiunti nella Conferenza dei presidenti di gruppo.

PRESIDENTE. Occorre tenere presente <phe dobbiamo comunque tenere l'aula aper­ta in attesa dell'esito della votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza. Poco fa l'Assemblea ha deliberato l'inversio­ne dell'ordine del giorno. Pertanto, a questo punto, ha titolo di parlare l'onorevole Tara-dash per l'illustrazione della questione pre­giudiziale.

ELIO VITO. Chiedo di parlare per un ri­chiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Elio VITO. Signor Presidente, là ragione per cui l'Assemblea dovrebbe procedere nel le votazioni sino a quando non viene data comunicazione della proclamazione del ri­sultato della votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza (e abbiamo visto tutti in quale clima ordinato si sia svolta... !), contrasta con le stesse argomentazioni che lei cortesemente ci ha esposto nel pomerig­gio nel motivare la scelta di votare per l'elezione di un segretario di Presidenza nelle condizioni in cui tale votazione si è svol ta. Lei ha affermato che la Conferenza dei presidenti di gruppo aveva stabilito di so­spendere i lavori alle 21 perché erano già previste riunioni dei gruppi parlamentari e non solo di quello di forza Italia.

PRESIDENTE. Onorevole Vito, mi scusi, ma la mia affermazione secondo la quale dobbiamo attendere l'esito della votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza non significa che i nostri lavori non debbano essere sospesi alle 21: sono due concetti diversi.

Elio VITO. Presidente, sto dicendo un'al­tra cosa: abbiamo votato per l'elezione di un segretario di Presidenza contemporanea­mente allo svolgimento di ben tre punti all'ordine del giorno, con il disturbo che ciò ha arrecato agli interventi svolti ed alle votazioni compiute in aula, come tutti i

colleghi hanno potuto verificare, poiché lei ha comunicato che a partire dalle 21 non si sarebbe potuto procedere alla suddetta vo­tazione in quanto la Conferenza dei presi­denti di gruppo...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Vito, ma lei sta dicendo la stessa cosa che io ho detto prima. Le ripeto: il fatto che l'aula rimanga aperta in attesa dell'esito della vo­tazione non significa che i lavori prosegua­no; i lavori verranno comunque interrotti alle 21 .

Elio VITO. Se il punto 10 all'ordine del giorno non potrà essere svolto alle 21, poi­ché a quell'ora deve terminare la seduta, significa che lei riferirà il risultato — che credo scontato — circa l'elezione di un segretario di Presidenza, così come avviene per tante altre comunicazioni, senza che l'Assemblea sia impegnata...

PRESIDENTE. Onorevole Vito, stiamo di­cendo la stessa cosa! Se lei mi ascoltasse...

Elio VITO. Allora sospenda la seduta si­gnor Presidente!

PRESIDENTE. Stia tranquillo, onorevole Vito, si segga!

Elio VITO. Sono tranquillissimo, Presi­dente; le sto solo chiedendo di sospendere la seduta senza procedere al dibattito ed alla votazione delle pregiudiziali, come da accor­di assunti nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, accordi che noi abbiamo rispettato consentendo che venisse svolta la votazione per l'elezione di un segre­tario di Presidenza nelle condizioni in cui ciò è avvenuto.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Vito (perdiamo altri due minuti così siamo tutti tranquilli... !): quando è iniziato questo breve dibattito io avevo già dato la parola all'ono­revole Taradash. Successivamente è accadu­to altro. Quando ho affermato che l'aula sarebbe dovuta rimanere aperta non ho detto che i lavori sarebbero proseguiti. Lei che è un fine interprete .avrebbe dovuto

Atti Parlamentari — 14148 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

cogliere tale distinzione: a meno che non abbia parlato per far trascorrere il tempo fino alle 21, il che rientra comunque in una sua facoltà anche se — come si dice in questi casi — è un abuso del diritto. Comunque mi sembra che ormai siano le ore 21; pertanto il seguito del dibattito è rinviato ad altra

• seduta (Applausi del deputato Storace) (ore 21).

Annunzio della convocazione del Parlamento in seduta comune.

PRESIDENTE. Comunico che, mercoledì 2 agosto 1995, alle 21, il Parlamento è convocato in seduta comune con il seguente ordine del giorno:

Votazione per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Il deputato Franco Roc­chetta, con lettera in data 1 agosto 1995, ha comunicato di aderire al gruppo parlamen­tare di alleanza nazionale.

La presidenza di questo gruppo ha, a sua volta, comunicato di avere accolto la richie­sta.

Annunzio della presentazione di un dise­gno di legge di conversione e sua asse­gnazione a Commissione in sede refe­rente ai sensi dell'articolo 96-bis del regolamento.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri e ministro del tesoro ha presen­tato alla Presidenza, a norma dell'articolo 77 della Costituzione, il seguente disegno di legge:

«Conversione in legge del decreto-legge 31 luglio 1995, n. 318, recante disposizioni urgenti per favorire le privatizzazioni (3001).

A norma del comma 1 dell'articolo 96-bis, del regolamento, il suddetto disegno di legge

è deferito in sede referente alla VI Commis-sio ne permanente (Finanze) con parere della I, della V della IX e della XI Commis­sione.

Il suddetto disegno di legge è altresì asse­gnato alla I Commissione permanente (Affa­ri costituzionali) per il parere all'Assemblea, di cui al comma 2 dell'articolo 96-bis.

Autorizzazioni di relazione orale.

PRESIDENTE. La VII Commissione (Cul­tura) e la Vili Commissione (Ambiente) hanno deliberato di chiedere l'autorizzazio­ne a riferire oralmente all'Assemblea, rispet­tivamente, sui seguenti disegni di legge:

S. 1993 — «Conversione in legge, con mo­dificazioni, del decreto-legge 28 giugno 1995, n. 253, recante disposizioni urgenti concernenti abolizione degli esami di ripara­zione e di seconda sessione ed attivazione dei relativi interventi di sostegno e di recu­pero» (già approvato dalla Camera e modi­ficato dal Senato) (2794-B).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

S.1931. — «Conversione in legge del de­creto-legge 10 luglio 1995, n. 275, recante disposizioni urgenti per prevenire e fronteg­giare gli incendi boschivi sul territorio nazio­nale» (approvato dal Senato) (2991).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Il calendario dei lavori prevede per doma­ni la discussione delle seguenti proposte di legge costituzionale:

BASSANINI ed altri: «Modifica agli articoli 64, 83, 136 e 138 della Costituzione» (2115); NANIA ed altri: «Modifiche all'articolo 138 della Costituzione» (2790) MALAN e LANTEL-LA: «Modifica in senso federalista all'articolo 138 della Costituzione» (2956); VIETTI ed altri: «Modifiche all'articolo 138 della Costi­tuzione» (2970); NOVELLI e MATTIOLI: «Modi­fiche all'articolo 138 della Costituzione»

Atti Parlamentari — 1 4 1 4 9 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

( 2 9 7 1 ) ; Bossi ed altri: «Modifica all'articolo 1 3 8 della Costituzione» ( 2 9 7 9 ) ; BIELLE ed altri: «Modifiche agli articoli 6 4 e 1 3 8 della Costituzione» ( 2 9 8 1 ) (la Commissione ha proceduto alVesame abbinato).

Pertanto la I Commissione permanente (Affari costituzionali) è autorizzata a riferire oralmente all'Assemblea.

Per lo svolgimento di un'interpellanza e per la risposta scritta ad una interroga­zione (ore 21,03).

LUIGI PORCARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI PORCARI. Poiché sono decorsi inu­tilmente i termini di cui al comma 2 dell'ar­ticolo 1 3 7 del regolamento della Camera, vorrei pregare la Presidenza di sollecitare la risposta del Governo — e quindi del compe­tente ministro di grazia e giustizia — in merito alla mia interpellanza n. 2 - 0 0 3 8 3 , che riguarda un fenomeno estremamente grave che si è verificato in Basilicata. Nella regione si registra infatti una crescente escalation della criminalità che, da forme per così dire arcaiche, di tipo rurale ed ottocentesco, ha compiuto purtroppo un salto di qualità, attrezzandosi in veri e propri clan aventi una tipologia imprenctìtoriale-mafiosa.

I responsabili della magistratura e degli ordini forensi, dalle autorità politiche ed amministrative regionali hanno rappresen­tato l'esigenza di aumentare gli organici dei magistrati e di potenziare quelli delle forze di polizia. Paradossalmente, è stata invece disposta un'ulteriore soppressione di posti negli organici degli uffici giudiziari.

Chiedo quindi che il ministro di grazia e giustizia risponda alla mia interpellanza, es­sendo ormai trascorsi molti mesi dalla sua presentazione.

PRESIDENTE. Onorevole Porcari, la Pre­sidenza si attiverà affinché venga data una rapida risposta alla sua interpellanza.

ROBERTO RONCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO RONCHI. Intervengo per solleci­tare la risposta da parte del ministro dell'in­terno alla mia interrogazione n. 4 - 1 0 9 2 0 circa le notizie in possesso della prefettura di Milano sulla ditta Milanflo, che risulta implicata in attività collegate al traffico di stupefacenti.

Poiché tale società nello svolgimento della sua attività avrebbe avuto contatti con am­ministrazioni comunali, in particolare con l'amministrazione del comune di Milano, si intende sapere se la prefettura era al corrente del fatto che la suddetta società era indagata a causa del suo amministra­tore, che risulta latitante dal luglio 1 9 9 4 , appunto per questioni connesse al traffico di stupefacenti.

Ritengo che questa risposta possa interes­sare i colleghi della Commissione antimafia, anche per verificare se la legge n. 5 5 del 1 9 9 0 che, se non erro, prevede anche una sorta di banca dati e consente poi alle pre­fetture di rilasciare delle certificazioni sulla «pulizia» delle attività imprenditoriali — pos­sa avere efficacia nel caso prospettato.

Approfitto anche di questa occasione per esprimere solidarietà al sindaco di Milano, colpito purtroppo da parole malevoli del prefetto di Milano; parole che non sono certamente all'altezza della dignità e autore­volezza che dovrebbe avere un alto funzio­nario dello Stato. Mi sembra quindi dovero­so esprimere riprovazione per questo fatto.

Attendo comunque una sollecita risposta del Ministero dell'interno alla mia interroga­zione n. 4 - 1 0 9 2 0 .

PRESIDENTE. Onorevole Ronchi, la Pre­sidenza si farà carico di sollecitare la risposta del Governo anche alla sua interrogazione.

Sospendo la seduta in attesa che si con­cluda lo scrutinio della votazione per schede per l'elezione di un Segretario di Presidenza.

La seduta, sospesa alle 21,5, è ripresa alle 21,25.

Risultato della votazione per schede per l'elezione di un segretario di Presi­denza.

PRESIDENTE. Comunico il risultato della

Atti Parlamentari — 14150 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

votazione per schede per l'elezione di un segretario di Presidenza:

Presenti e votanti 337 Ha ottenuto voti il deputato: Angelo Muzio 217 Voti dispersi 21 Schede bianche 84 Schede nulle 15

Proclamo eletto segretario di Presidenza il deputato Angelo Muzio.

Hanno preso parte alla votazione:

Acquarone Lorenzo Agnaletti Andrea Agostini Mauro Aloi Fortunato Aloisio Francesco Altea Angelo Amici Sesa Amoruso Francesco Maria Andreatta Beniamino Anedda Gianfranco Angelini Giordano Anghinoni Uber Ardica Rosario Asquini Roberto Ayala Giuseppe

Baldi Guido Baldo Ballaman Edouard Bampo Paolo Bandoli Fulvia Barbieri Giuseppe Baresi Eugenio Bargone Antonio Bartolich Adria Barzanti Nedo Basile Domenico Antonio Bassanini Franco Battafarano Giovanni Beebe Tarantelli Carole Bellei Trenti Angela Benedetti Valentini Domenico Berlinguer Luigi Bertotti Elisabetta Bianchi Giovanni Bianchi Vincenzo Bielli Valter Bindi Rosy

Biondi Alfredo Biricotti Anna Maria Bizzarri Vincenzo Boghetta Ugo Bongiorno Sebastiano Bonito Francesco Bono Nicola Bonomi Giuseppe Bonsanti Alessandra Bordon Willer Bova Domenico Bracci Marinai Maria Gloria Bracco Fabrizio Felice Brunale Giovanni Brunetti Mario Buontempo Teodoro

Cabrini Emanuela Caccavale Michele Caccavari Rocco Francesco Calabretta Manzara Maria Anna Calderoli Roberto Calvanese Francesco Calvi Gabriele Calzolaio Valerio Camoirano Maura Campatelli Vassili Capitaneo Francesco Carazzi Maria Carli Carlo Caruso Enzo Castellani Giovanni Castellazzi Elisabetta Castelli Roberto Cavaliere Enrico Caveri Luciano Cecconi Ugo Cefaratti Cesare Cennamo Aldo Cesetti Fabrizio Chiaromonte Franca Chiavacci Francesca Cocci Italo Cola Sergio Colosimo Elio Cornino Domenico Commisso Rita Conti Carlo Cordoni Elena Emma Corleone Franco Cossutta Armando Cova Alberto

Atti Parlamentari — 14151 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

D'Aimmo Florindo -D'Alia Salvatore Dalla Chiesa Maria Simona Dallara Giuseppe De Angelis Giacomo De Biase Gaiotti Paola De Ghislanzoni Cardoli G. De Julio Sergio De Murtas Giovanni Del Turco Ottaviano Dell'Utri Salvatore Devetag Flavio Devicienti Angelo Raffaele Di Fonzo Giovanni Di Lello Finuoli Giuseppe Di Luca Alberto Di Rosa Roberto Di Stasi Giovanni Diana Lorenzo Diliberto Oliviero Domenici Leonardo Dotti Vittorio Dozzo Gianpaolo Duca Eugenio

Elia Leopoldo Emiliani Vittorio Epifani Vincenzo Evangelisti Fabio

Faverio Simonetta Maria Ferrante Giovanni Finocchiaro Fidelbo Anna Fogliato Sebastiano Fontan Rolando Formenti Francesco Fragassi Riccardo Fuscagni Stefania

Galdelli Primo Galletti Paolo Galli Giacomo Galliani Luciano Gambale Giuseppe Garra Giacomo Gatto Mario Gerardini Franco Gerbaudo Giovenale Giacco Luigi Giacovazzo Giuseppe Giannotti Vasco Giardiello Michele

Gilberti Ludovico Maria Giovanardi Carlo Amedeo Giugni Gino Giulietti Giuseppe Gori Silvano Gramazio Domenico Grignaffini Giovanna Grimaldi Tullio Gritta Grainer Angela Maria Grugnetti Roberto Guerra Mauro Guerzoni Luciano Guidi Antonio Guidi Galileo

Incorvaia Carmelo Indelli Enrico Innocenti Renzo lotti Leonilde

Jervolino Russo Rosa

La Russa Ignazio La Saponara Francesco La Volpe Alberto Landolfi Mario Lembo Alberto Paolo Lenti Maria Leoni Giuseppe Leoni Prsenigo Luca Lia Antonio Iiotta Silvio liuzzi Francesco Paolo Lodolo D'oria Vittorio Lombardo Giuseppe Lopedote Gadaleta Rosaria Lorenzetti Maria Rita Lovisoni Raulle Luca Domenico Lucchese Francesco Paolo Lumia Giuseppe

Mafai Miriam Magnabosco Antonio Magri Antonio Magrone Nicola Malati Lucio Mammola Paolo Manca Angelo Raffaele Manganelli Francesco Manzini Paola Manzoni Valentino

Atti Parlamentari — 14152 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Marano Antonio Marenco Francesco Marengo Lucio Mariani Paola Mariano Achille Enoc Marino Buccellato Franca Marino Giovanni Marino Luigi Maroni Roberto Maselli Domenico Masi Diego Masini Nadia Mastrangelo Giovanni Mattarella Sergio Matteoli Altero Mattina Vincenzo Mattioli Gianni Francesco Mazzetto Mariella Mazzone Antonio Mazzuca Carla Melandri Giovanna Menegon Maurizio Meo Zilio Giovanni Michielon Mauro Mignone Valerio Mitolo Pietro Mololi Vigano Mariolina Montecchi Elena Monticone Alberto Moroni Rosanna Morselli Stefano Mussi Fabio

Nan Enrico Napoli Angela Nardini Maria Celeste Nardone Carmine Navarra Ottavio Novelli Diego

Oberti Paolo Odorizzi Paolo Oliverio Gerardo Mario Olivieri Gaetano Olivo Rosario Onnis Francesco Ostinelli Gabriele Ozza Eugenio

Pace Giovanni « Pagano Santino

Paggini Roberto

Paoloni Corrado Parenti Tiziana Parisi Francesco Parlato Antonio Pasinato Antonio Pennacchi Laura Maria Pepe Mario Perale Riccardo Pericu Giuseppe Perinei Fabio Petrelli Giuseppe Petrini Pierluigi Pezzella Antonio Pezzoni Marco Pistone Gabriella Pitzalis Mario Polenta Paolo Poli Bortone Adriana Polli Mauro Porcari Luigi Porta Maurizio Pozza Tasca Elisa Procacci Annamaria

Ranieri Umberto Rastrelli Gianfranco Reale Italo Rebecchi Aldo Riccio Eugenio Rinaldi Alfonsina Rizzo Antonio Romani Paolo Ronchi Roberto Rossetto Giuseppe Rosso Roberto Rubino Alessandro Ruffino Elvio

Sales Isaia Salvo Tomasa Sandrone Riccardo Sanza Angelo Maria Saonara Giovanni Saraceni Luigi Sartori Marco Fabio Scalia Massimo Scalisi Giuseppe Scarni Gian Piero Scarpa Bonazza Buora Paolo Scermino Felice Schettino Ferdinando

Atti Parlamentari — 1 4 1 5 3 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

Sciacca Roberto Scozzali Giuseppe Segni Mariotto Selva Gustavo Servodio Giuseppina Settimi Gino Signorini Stefano Signorino Elsa Giuseppina Sigona Attilio Simeone Alberto Sitra Giancarlo Soda Antonio Solaroli Bruno Sonerò Giuseppe Soro Antonello Sospiri Nino Spagnoletti Zeuli Onofrio Spini Valdo Stajano Ernesto Stampa Carla Stanisci Rosa Storace Francesco Stornello Michele Stroili Francesco Superchi Alvaro

Tagini Paolo Tarditi Vittorio Tattarini Flavio Taurino Giuseppe Teso Adriano Tofani Oreste Toia Patrizia Trapani Nicola Tringali Paolo Turci Lanfranco Turco Livia Turroni Sauro

Ucchielli Palmiro

Ugolini Denis

Valensise Raffaele Vallante Antonio Valpiana Tiziana Vannoni Mauro Vascon Marucci Viale Sonia Vido Giorgio Vietti Michele

Vigni Fabrizio Visco Vincenzo Viviani Vincenzo Vozza Salvatore Zagatti Alfredo Zani Mauro Zen Giovanni Zenoni Emilio Maria

Sono in missione:

Bergamo Alessandro Cecchi Umberto Pampo Fedele Provera Fiorello

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 2 agosto 1 9 9 5 , alle 9 :

Discussione delle proposte di legge costi­tuzionale:

BASSANINI ed altri — Modifica agli articoli 6 4 , 8 3 , 1 3 5 e 1 3 8 deUa

Costituzione ( 2 1 1 5 ) .

NANIA ed altri — Modifiche all'articolo 1 3 8 della Costituzione ( 2 7 9 0 ) .

VIETTI ed altri — Modifiche all'articolo 1 3 8 della Costituzione ( 2 9 7 0 ) .

NOVELLI E MATTIOLI — Modifiche all'arti­colo 1 3 8 della Costituzione ( 2 9 7 1 ) .

Bossi ed altri — Modifiche all'articolo 1 3 8 della Costituzione ( 2 9 7 9 ) .

BIELU ed altri — Modifiche agli articoli 6 4 e 1 3 8 della Costituzione ( 2 9 8 1 ) .

— Relatori: Pericu, per la maggioranza; Calderisi e Nania, di minoranza.

La seduta termina alle 21,30.

Atti Parlamentari — 1 4 1 5 4 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARA­ZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO LU­CIO MALAN SULLE MOZIONI CON­CERNENTI LA PENA DI MORTE.

Lucio MALAN. A nome del gruppo fede­ralisti e liberaldemocratici desidero esprime­re il voto favorevole su queste mozioni ri­guardanti la pena di morte. Ritengo opportuno sottolineare l'importanza di una moratoria delle esecuzioni in situazioni di colpo di Stato o guerre civili.

Molto spesso infatti il giustificato timore di essere vittime di giustizia sommaria da parte della fazione avversa è l'unico motivo per regimi o signori della guerra ormai senza speranze per non porre fine a spargimenti di sangue.

Ciò è particolarmente importante in un momento come questo, di grave turbolenza internazionale, soprattutto nell'Europa o-rientale.

Se l'Assemblea Generale delle Nazioni U-nite approverà questa proposta darà un se­gno di civiltà di speciale significato proprio perchè inserito in un momento molto diffi­cile per la convivenza internazionale.

DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI ANTONIO PARLATO, GIU­SEPPE SORIERO, LUCIANO CAVERI, ANTONIO VAHANTE, CESARE PIACEN­TINO E ENRICO INDELLI SUL DISE­GNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2 7 5 9 .

ANTONIO PARLATO. Dichiaro l'astensione-del gruppo di alleanza nazionale dal voto sulla legge di convenzione del decreto legge 2 4 4 aree depresse, poiché la posizione che alleanza nazionale ha deciso di assumere rappresenta il punto di massima disponibili­tà politica nei confronti di un atto dovuto, di semplice ordinaria amministrazione ma del tutto asfittico perché privo — ancora una volta — di quell'indispensabile quanto indif­feribile respiro strategico capace, da un lato di chiudere con le disperanti attese di chiu­sura del pregresso, polveroso intervento straordinario e, dall'altro, lontanissimo dal definire il nuovo percorso risolutivo del per­

durante squilibrio dualistico e del problema angoscioso, crescente — ed inarrestabile, se queste e solo queste sono le scelte — del disagio, della emarginazione e del divario economico e sociale del Mezzogiorno e delle aree depresse. Manca, tra l'altro, la ridefini­zione del modello di sviluppo capace di superare davvero gli errori di indirizzo del passato ed il ricorso a strumenti che consen­tano di perseguire una nuova e del tutto diversa prospettiva.

Ci riferiamo alla attivazione di sistemi di project financing per la realizzazione di qualificate, utili ed efficienti opere pubbliche infrastnitturali suscettibili di reddito giacché alla erogazione di servizi e forniture sono applicabili tarilfe sui consumi, con ciò non dando un avvio vigoroso e generalizzato alla politica di recupero del deficit infrastnittu­rale con effetto di fornire servizi dovuti ai cittadini ed alle imprese e di assorbire quote consistenti di occupandi, mentre invece si continua a gravare sulle esauste risorse della finanza pubblica favorendo i concessionari della realizzazione e gestione di un certo numero — peraltro esiguo — di opere pub­bliche, senza alcun onere: si tratta di spre­chi, o per converso se si volesse, risparmi, misurabili nell'ordine di migliaia se non, nel tempo, di decine di migliaia di miliardi.

Si tratta oltretutto di infrastrutture mate­riali indispensabili e che peraltro nemmeno esauriscono il versante delle diseconomie esteme ed inteme al sistema delle imprese e ciò conferma l'alto valore strategico, tutta­via nemmeno esaustivo, di tali scelte indi­spensabili e indifferibili. Tra le altre carenze del provvedimento dobbiamo porre in luce, andando alla radice dei problemi e non tagliando solo le cime più sporgenti, c'è quella di non aver colto la necessità e l'ur­genza di intervenire sul fronte, sinora diser­tato, della riqualificazione dei progetti. Sia­mo infatti alla consolidata loro profonda insufficienza che è causa della loro reiezione e del mancato assenso comunitario al loro finanziamento. La attuale prassi, infatti, in violazione dell'ordinariiento, sancisce la a-leatorietà della remunerazione dei progetti­sti differendola al tempo futuro ed incerto della approvazione e del finanziamento dei progetti. Ne è derivato uno scadimento della

Atti Parlamentari — 1 4 1 5 5 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

qualità della progettazione che costituisce il motivo della reiezione ed in conseguenza della perdita di consistenti risorse comunita­rie.

La proposta di alleanza nazionale è di istituire un «Fondo rotativo per la progetta­zione» dell'ordine di almeno centocinquanta miliardi al quale le regioni possano attingere per corrispondere quanto ordinariamente e tempestivamente dovuto ai progettisti, onde ottenere il massimo impegno professionale; il fondo, che dovrebbe essere a costo zero, verrà reintegrato volta a volta con l'eroga­zione del cofìnanziamento comunitario apertura degli oneri di progettazione soste­nuti. Solo così, potremo ottenere quel «rial­zo» qualitativo dei progetti, indispensabile sia per l'accesso alle risorse comunitarie senza doversi rassegnare, sia alla efficacia della ricaduta sullo sviluppo del territorio. Ancora più grave è l'ignavia governativa sul fronte della riconduzione del sistema banca­rio, meridionale in particolare, ad un com­portamento virtuoso ed efficace nei confron­ti dello sviluppo. Finora le banche si sono comportate in modo o pressoché usurario, gravando di possenti interessi la concessione del credito senza mai valutare l'idea, la capacità imprenditoriale, lo sviluppo occu­pazionale e quello produttivo. Il sistema, nel Mezzogiorno soprattutto, deve ritrovare una sua legittimazione civile e sociale, sinora non assolta grazie anche al ruolo di coper­tura sin qui svolto dalla vigilanza della Banca d'Italia e concretato in 1 0 0 mila miliardi di sofferenze e che deve finalmente cessare perché questi comportamenti rappresenta­no uno dei più rilevanti motivi del ritardo del Mezzogiorno.

Concludo osservando che la marginalità del Mezzogiorno nelle politiche economiche e sociali è testimoniata dall'ardire con cui la Banca d'Italia, con il rialzo effettuato e quello programmato del tasso di sconto, e la Confindustria, con il tentativo di legittimare le gabbie salariali, sembrano voler prescin­dere dalla sua dignità e specialità nel conte­sto nazionale. Alleanza nazionale sottolinea, al contrario, che il Mezzogiorno ha necessità di una terapia d'urto che faccia leva sulle sue risorse e sulle sue. vocazioni, aggredendo e eliminando le molteplici diseconomie e-

steme al sistema produttivo e sociale per porlo in grado di competere finalmente e per davvero. Non occorre, dunque, una ordina­ria «dieta di mantenimento» come quella contenuta in questo ed in precedenti atti di Governo che, nella situazione data, nemme­no questo obiettivo minimale ha consentito di raggiungere.

Occorre invece il respiro alto di una ten­sione strategica capace di rilanciarlo, con fantasia progettuale e tensione politica verso il ruolo che gli spetta. Un impegno che appartiene certamente ad alleanza nazionale ma che vorremmo appartenesse a tutti, per­ché a tutti deve appartenere la consapevo­lezza che, continuando così, consegneremo il Mezzogiorno alla deriva.

GIUSEPPE SORIERO. Nel consegnare il te­sto scritto della mia dichiarazione annuncio che il gruppo parlamentare progressisti-fe­derativo voterà a favore di questo provvedi­mento importante per le regioni del Mezzo­giorno così come per le altre aree deboli del paese. Si sbloccano finalmente 1 8 mila mi­liardi che gli imprenditori attendono in alcu­ni casi da dieci anni. Si recuperano migliaia di miliardi dei fondi strutturali europei.

Con il nuovo sistema di incentivi automa­tici si parla finalmente alla impresa il lin­guaggio della trasparenza, chiudendo gli spazi ad ogni logica tradizionale di interme­diazione politica. Con questa legge si difende anche l'occupazione (e si tratta di 1 0 8 mila posti di lavoro). Certo non pensiamo che essa da solla possa essere sufficiente. Ripro­poniamo anzi la questione strategica su cui è ritornato nei giorni scorsi il Governatore della Banca d'Italia: o si concentra verso il sud una nuova attenzione dello Stato nel suo raccordo col sistema delle imprese oppure deve essere chiaro che i caratteri attuali della ripresa economica tutta concentrata al nord complicheranno la stessa coesione del­l'Italia.

Approvando questa legge, si conclude fi­nalmente la lunga, tortuosa e opaca transi­zione dall'intervento straordinario a quello ordinario dello Stato. Si può finalmente dare un messaggio chiaro e positivo per l'intero paese: altro che secessione del nord e insur­rezione del sud. Approvando questa legge il

Atti Parlamentari — 14156 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Parlamento finalmente dice che la vera pa­rola chiave, quella più efficace è «integrazio­ne»; integrazione fra nord e sud, integrazio­ne dell'Italia in Europa. È questo l'obiettivo prioritario. Altre impostazioni indeboliscono la prospettiva del federalismo.

All'onorevole Roscia infatti vorrei dire che, se dovesse prelavere la competizione e la contrapposizione delle aree depresse del nord rispetto a quelle del sud non faremmo altro che disegnare il «federalismo della de­pressione». Ed invece, per dare credibilità alla prospettiva di riforma federalista, siamo pronti a lavorare in questo Parlamento ed in questa legislatura per definire in tempi brevi nuove norme che valorizzino il potere auto­nomista e regionalista.

Su questo terreno, rilanciamo la sfida perché si discuta al più presto e si approvi una legge quadro per le politiche regionali. Intanto, apprezziamo questo provvedimen­to perché già indica, come ha detto stamat­tina il Ministro del bilancio e della program­mazione economica, Masera, un primo segnale di inversione di tendenza.

Agli esponenti di alleanza nazionale e di forza Italia mi limito a ricordare che, al di là delle schermaglie polemiche, restano i fatti: dopo il periodo di blocco verso il sud determinato dal Governo Berlusconi, con questa legge il Governo Dini e la maggioran­za che lo sostiene producono un primo risultato concreto, a nostro avviso, un primo risultato prezioso per lo sviluppo del Mezzo­giorno e dell'intero paese.

Noi, che in questi anni abbiamo combat­tuto ogni impostazione lamentosa del me­ridionalismo siamo impegnati per abolire l'intervento straordinario dello Stato e per combattere nel sud il clientelismo, l'affari­smo e la mafia, abbiamo affermato con altrettanza nettezza che la fine dell'interven­to straordinario non può e non deve tradursi nella fine dell'attenzione dello Stato verso le aree più deboli del Mezzogiorno.

Ora, dopo l'istituzione delle cabine di regia nazionale e regionale chiediamo che si possa lavorare contemporaneamente a Ro­ma e nelle regioni del sud per suscitare subito un nuovo impegno nazionale che incoraggi la configurazione di una vera au­tonomia regionalista e l'assunzione di nuove

responsabilità a livello locale come già stan­no positivamente dimostrando diverse am­ministrazioni comunali e provinciali.

Chiediamo che il Governo possa dirigere, in rapporto costante con le regioni e con gli enti locali, una mobilitazione di risorse fi­nanziarie e di energie culturali e imprendi­toriali senza precedenti, tale da suscitare nel sud nuovi entusiasmi e nuove prospettive per tutti i cittadini ed innanzitutto per i giovani in cerca di prima occupazione.

LUCIANO CAVERI. Non posso votare a favore di questo provvedimento. È un dove­roso atto di coerenza politica. Infatti non mi convince affatto quanto previsto dall'artico­lo 6. Sarà pure che la cosiddetta «cabina di regia nazionale» ha avuto un ruolo impor­tante nell'aspettativa che l'Italia ha creato, per controbattere alla naturale sospettosità dell'Unione europea specie per le inadem­pienze delle regioni del sud, ma, se l'effetto è stato benefico, non può venir meno la severità di giudizio per questa nuova strut­tura che non risponde affatto alle richieste regionali di cui al documento del 4 agosto 1994 della Conferenza Stato-regioni in cui si richiedeva un interlocutore politico in sede governativa in materia di finanziamenti co­munitari e non la nascita di una nuova struttura burocratica. Doveva essere la Con­ferenza Stato-regioni il luogo deputato al confronto ed al dialogo.

La novità è invece assai dubbia e del tutto equivoca. Spero che i presidenti delle regio­ni possano esprimersi prima che sia troppo tardi, visto che solo dopo domani la materia sarà all'attenzione della Conferenza Stato-regioni. Il tempo dimostrerà che la nostra preoccupazione di oggi è fondata: si crea qualche cosa di nuovo, che per l'ennesima volta si sovrappone all'esistente, senza tener conto della Costituzione e dimostrando quanto il regionalismo sia solo un tema alla moda nel dibattito politico e non una neces­sità cui attenersi.

ANTONIO \ALIANTE. Questo provvedi­mento è sicuramente un deciso progresso nel passaggio dall'intervento straordinario all'ordinario, anche se nel trasferimento si

Atti Parlamentari — 14157 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

amplia l'area dell'intervento dal Mezzogior­no a tutte le aree depresse del paese.

In effetti con questo provvedimento si punta a «realizzare il definitivo completa­mento degli interventi in corso ed il rapido ed efficiente avvio dell'intervento ordinario, come disciplinato dal decreto legislativo 3 aprile 1993, n. 96», ma da questo, però, alla enfatizzazione degli interventi come risolu­tivi per il Mezzogiorno, ne passa. Vengono introdotti strumenti tecnici e possibilità di sollecitazioni e coordinamento. È vero! Ma il problema del Mezzogiorno resta comple­tamente aperto.

Desidero mettere in guardia la Camera dalle enfatizzazioni degli aspetti positivi e da chi, come i leghisti, parla di «ennesima legge assistenziale» solamente per conservare una rendita elettorale sbagliata e non in sintonia con i grandi interessi del paese.

È sbagliato anche l'atteggiamento, pur­troppo maggioritario, di chi sostiene che il mancato sviluppo del Mezzogiorno sia con­seguenza del non corretto intervento straor­dinario sin qui svolto. Non è completamente vero. Vi sono stati gravissimi errori e distor­sioni nell'intervento straordinario e le con­dizioni sociali hanno inciso molto negativa­mente sulla crescita del Mezzogiorno. Occorre, però, anche ripensare i modelli di sviluppo che, per il Mezzogiorno e per il paese, si sono seguiti. L'importazione di modelli esterni non ha avviato quei processi di sviluppo idonei a far crescere il Mezzo­giorno.

Ancora oggi si sente ripetere la vecchia filosofia che prescinde dalle peculiarità di quell'area. Occorre invece guardare con più attenzione a settori come il turismo e l'agri­coltura e l'ambiente, tenuto conto che la legge n. 394 del 1991 sulla istituzione dei fondi nazionali e regionali, rivolge al Mezzo­giorno un'attenzione particolare. Ai fini del cambiamento è però necessario incidere sul­le normative, sull'organizzazione dell'ammi­nistrazione rendendola rapida e su un più qualificato intervento finanziario. L'aver ri­portato in testa al Ministero del bilancio e della programmazione economica la respon­sabilità dell'intervento dovrebbe incardinar­lo in quello ordinario e conferirgli più forza all'interno di una capacità di programmare

meglio, per l 'appunto, le risorse ordinarie. L'aver creato poi la cabina di regia dovrebbe consentire di utilizzare al meglio anche le risorse europee che spesso abbiamo per­duto.

Ci auguriamo, dunque, che di fronte al­l'ormai drammatica situazione occupazio­nale in cui versa il Mezzogiorno, si rilanci concretamente un processo di sviluppo, non solo completando le opere avviate, ma ope­rando direttamente ed efficacemente nei settori propri in cui il Mezzogiorno può svilupparsi. La prossima legge finanziaria sarà la prima importantissima occasione di verifica.

Per queste ragioni annuncio il voto favo­revole del gruppo parlamentare del partito popolare italiano.

CESARE PIACENTINO. Il gruppo parla­mentare del centro cristiano democratico ritiene insufficienti ed esigui gli stanziamenti previsti nel decreto in esame per le infra­strutture nel sud.

È appena il caso di fare una riflessione sulle grandi opere per lo sviluppo. Dal 1990 ad oggi 30 mila imprese chiuse e 144 mila posti di lavoro scomparsi: è il drammatico bilancio, ad esempio, dell'industria delle co­struzioni in Italia. E la crisi continua. Eppu­re la soluzione c'è. Basta copiare quanto fanno all'estero con i progetti di finanzia­mento delle opere pubbliche e delle infra­strutture.

È preoccupante leggere nel manifesto de­gli economisti una frase che ci fa molto riflettere sul ruolo e sugli strumenti che il potere politico offre quale soluzione alla crisi occupazionale. La riporto testualmente: «Noi economisti affermiamo che gli stru­menti proposti dai politici per creare nuovi posti di lavoro sono inutili».

Siamo convinti che un rapporto equilibra­to tra occupati e popolazione dovrebbe far registrare 24 milioni di occupati (secondo il modello tedesco) o 26 milioni di occupati (secondo il modello americano o giappone­se) ed invece noi siamo fermi a 20 milioni di occupati, cioè ad un livello di occupazione basso per poter reggere il sistema del benes­sere sociale.

Atti Parlamentari — 14158 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

È noto come il tasso di occupazione si alimenta in due modi. Il primo è lo sviluppo economico. E questo attualmente c'è (una crescita dell'economia di oltre il 3 per cento l'anno), che creerà nel triennio 1995-1997 una occupazione indotta di circa 700 mila unità. È necessario, però, sostenere anche il secondo, cioè far emergere il lavoro som­merso. Ciò è realizzabile rendendo più fles­sibile il mercato del lavoro e tramite la riduzione del costo del lavoro atipico: part-time, contratti a termine, lavoro in affitto, lavoro interinale. L'emersione del sommer­so allarga, infatti, la base contributiva.

I deputati del gruppo cristiani democrati­co ritengono che occorreva un'attenzione ed un impegno maggiori da parte del Governo nei confronti della popolazione del sud. In­dividuano nel rilancio delle grandi opere pubbliche, in una maggiore flessibilità ed in una più effettiva formazione la ricerca per curare la piaga della disoccupazione meri­dionale. Purtroppo nel Mezzogiorno non cresce l'economia ma per così dire «la de­mografia».

Qualche giorno fa, il ministro del lavoro ha dichiarato che è pronto il Libro bianco dei progetti realizzabili immediatamente a valere sui famosi 100 mila miliardi spendibili per il rilancio dell'economia del Mezzogior­no. Noi esortiamo allora il Governo ad ac­celerare la messa in moto del meccanismo di spesa per il sud prima che la questione sociale meridionale davvero esploda con a-zioni e comportamenti drammatici per la popolazione meridionale. Tale rischio nei giorni scorsi è stato messo in rilievo dall'o­norevole Mastella e credo siano parecchi gli indicatori della sua veridicità.

H sud non ha bisogno di assistenzialismo ma di solidarietà nell'insediamento di attivi­tà produttive ed uffici, di aziende piccole e medie affinché possa crescere un'imprendi­toria locale diffusa. Lo Stato deve fare la sua parte nell'intensificare i mezzi per debellare, a qualsiasi costo, la malavita organizzata; per qualificare le risorse umane e migliorare le infrastrutture. Insicurezza ed incertezza sono, infatti, gli ostacoli maggiori allo svi­luppo dell'imprenditorialità nel Mezzogior­no. Senza la loro eliminazione non c'è svi­luppo.

I deputati del gruppo cristiano democra­tico, considerando inadeguato l'impegno del Governo verso il sud e certamente inferiore alle attese ed alle aspettative della popolazio­ne locale, si asterranno dunque dalla vota­zione del provvedimento in esame.

ENRICO INDELLI. Finalmente viene riav­viata una politica per il Mezzogiorno e per le aree depresse, da almeno tre anni di­menticate. È dagli anni '50, cioè dal mo­mento dell'istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, che non si prevedevano in­terventi, di struttura tecnica ed operativa, per il sud.

Liquidata la Cassa nel 1984 in Parlamen­to, essa è stata surrogata dalla legge n. 64 del 1984, la quale, pur prevedendo un im­pegno di spesa per oltre 120 mila miliardi in più di dieci anni, ne ha visti erogati meno di un terzo. Poi, la cronaca giacobina di Tan­gentopoli ha spazzato via, anche nel sud, buona parte della classe politica, ma ha di fatto interrotto anche gli investimenti nel Mezzogiorno. Un Parlamento, diventato quasi improvvisamente nordista, ha indotto diversi parlamentari del sud quasi a vergo­gnarsi di essere meridionali.

Lo Stato non può stare a guardare! Nuovi strumenti legislativi, agili come la legge n. 44, una più corretta gestione delle risorse idriche, seri incentivi industriali — che spes­so in passato hanno rappresentato un con­tributo postumo e tardivo — una moderniz­zazione dell'intervento finanziario e del credito sono alla base di questo decreto. Occorre, però, rafforzare e modernizzare gli strumenti ed i soggetti dell'intervento ordi­nario (regioni, comuni, camere di commer­cio, organizzazioni economiche e sociali lo­cali). Esempio di valore e di prospettiva di crescita sono i patti territoriali, dove si di­mostrano l'autonomia, la responsabilità e la capacità di domanda integrata delle diverse comunità locali.

La cabina di regia nazionale e i coofinan-zimenti CEE sono alla base di un nuovo modello progettuale di investimenti. Il Mez­zogiorno non sarà più solo se l'Italia si muoverà tutta. Per queste ragioni, i deputati del gruppo i democratici voteranno a favore del provvedimento.

Atti Parlamentari — 1 4 1 5 9 — Camera dei Deputati

XE LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI LUCIANO CAVERI, MAURO POLLI E MIRKO TREMAGLIA SULLA PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONA­LE N. 4 6 9 - 2 8 4 0 - 2 8 8 0 - 2 8 8 8 ) .

LUCIANO CAVERI. Nell'esprimere il mio vivo dissenso annuncio che voterò contro questa riforma costituzionale, per non par­lare del pasticcio che risulta dall'attuale testo. Intendiamoci subito: sono perfetta­mente d'accordo sulla necessità di «costitu-zionallizzare» il diritto di voto degli italiani all'estero, così come previsto dall'articolo 1 del provvedimento. Ma questa scelta era più che sufficiente. Doveva poi intervenire una legge ordinaria che definisse, secondo quan­to già previsto in tutti i paesi occidentali, una modalità tecnica per il voto qual era ad esempio in una proposta di legge da me depositata. Penso al voto per corrisponden­za non solo per il Parlamento ma anche per le elezioni regionali, legando però ogni emi­grato ad un proprio territorio di appartenen­za, senza l'invenzione bizzarra delle circo­scrizioni estere. Domenica prossima a Fenis, nei pressi di Aosta, si svolgerà la tradizionale «rencontre valdótaine», festa dell' emigra­tion valdótaine nel mondo. Ricordo che la Valle d'Aosta è stata nel tempo, come molte zone alpine, luogo da cui partirono, con varie destinazioni, emigranti alla ricerca di un lavoro. Questi emigrati, quando si parla di diritto di voto, intendono con questo la possibilità di votare i candidati per elezioni del loro Paus d'Aosta e non candidati di incredibili collegi europei o intercontinenta­li. Ebbene, chi oggi è iscritto all'AIRE può godere, rispetto alla Valle d'Aosta, del diritto di voto e della possibilità di essere candidato. Elettorato attivo e passivo che, con la legge costituzionale in discussione, con grande disprezzo oltre tutto dello status di una minoranza linguistica si trasferirebbero in una regione virtuale della quale agli emigres valdòtains non interessa un accidente.

È un esempio concreto che vuole dimo­strare la stranezza che siamo chiamati a votare, segno tra l'altro che questa proposta non verrà mai approvata e molti di quelli che diranno «sì» lo faranno per prendersi una medaglia per una battaglia che anche questa

volta l'emigrazione italiana perderà per col­pa di chi li ha spinti lungo la strada di una grottesca retorica patriottarda.

L'alternativa era ima legge delega sempli­ce e pulita. Si è scelta colpevolmente una strada cervellotica, che farà ridere i costitu­zionalisti di tutto il mondo e che allontana, lo ripeto, una soluzione credibile per il voto degli italiani all'estero.

MAURO POLLI. Le proposte di legge af­ferenti il voto per gli italiani all'estero sono oggi finalmente all'esame ed al voto di que­sta Camera. Riteniamo importante, quale che sia il risultato della votazione di oggi, che finalmente si dia una risposta alle attese di migliaia di connazionali all'estero. Ma vorremmo anche che questo Parlamento si ricordasse — noi non lo dimentichiamo — che in tempi non remoti gli alpini in congedo, con 2 5 0 . 0 0 0 firme raccolte, pre­sentarono un disegno di legge di iniziativa popolare, teso a dare la possibilità di voto agli italiani non residenti nel nostro Paese; esso, però, venne insabbiato dalla demo­crazia cristiana con la complice indifferenza di quello che allora si chiamava partito comunista italiano.

Grazie a Dio, nella logica bossiana dove tutto è lecito tranne che tener fede ai pro­grammi, alla parola ed a quei due o tre valori che fanno diverso il genere umano da burat­tini di legno di collodiana memoria ... ecco che gran parte di questo parlamento conver­ge ora sull'opportunità del provvedimento oggi in esame.

Un provvedimento che, comunque , con­tiene alcuni aspetti che ci devono far riflet­tere e che dovremo valutare attentamente in una fase successiva.

La circoscrizione estera potrebbe compor­tare, in assenza di una più ampia riforma elettorale, un aumento del numero comples­sivo dei deputati e senatori o una riduzione di quelli eletti sul territorio nazionale: il primo caso non farebbe contenta l'opinione pubblica, il secondo scontenterebbe i parla­mentari uscenti.

H voto degli italiani all'estero, limitato alle sole elezioni per il Parlamento, nel contem­po esclude gli stessi connazionali dalle vota­zioni regionali ed amministrative; di fatto,

Atti Parlamentari — 14160 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

garantiamo un diritto a metà; di più, i 50 milioni di italiani residenti nel nostro paese eleggeranno quasi un migliaio di parlameta-ri, di contro, i circa 50 milioni di italiani residenti all'estero ne elegeranno solo 18. Non vediamo in questo equità e giustizia.

Non possiamo neanche escludere che si possano aprire contenziosi con alcuni dei paesi con più significativa popolazione ita­liana come il Canada e l'Australia che hanno già espresso la loro contrarietà al diritto del candidato di fare propaganda nei modi e nelle forme a noi usuali. A fronte di dette resistenze come possiamo essere certi che le nostre comunità, nel partecipare ad un eser­cizio sgradito dal paese ospitante, non deci­dano, vista la «mala parata», di rinunciare a quello che oggi noi vorremmo sancire come un diritto-dovere?

Si è pensato per esempio che questi colle­ghi eletti nella circoscrizione estera parteci­peranno a votazioni su provvedimenti fiscali da cui saranno personalmente esenti non avendo gli stessi obblighi tributari italiani?

Non dimentichiamo, inoltre, che lo Stato dovrà sostenere una spesa, oggi non quan­tificabile, per consentire l'esercizio del di­ritto di voto a questi nostri connazionali. Ed in questo periodo di ristretezze eco­nomiche e di antiparlamentarismo diffuso, la cosa potrebbe non fare piacere al resto della nazione.

Questi e chissà quali altri problemi dovre­mo affrontare a latere di questo provvedi­mento non appena, con leggi ad hoc, cer­cheremo di regolamentare il tutto. Ma se è vero che non dobbiamo fasciarci la testa prima di essercela rotta, se non vogliamo deludere per l'ennesima volta le legittime aspettative dei nostri connazionali — senza demagogia, senza enfasi, senza retorica — è forse opportuno questo primo passo: dopo tutto non avremo fatto altro che fare il nostro dovere.

Con queste premesse, i deputati della componente dell'unione federalista del gruppo misto si asterranno dalla votazione.

MIRKO TREMAGLIA. Concludiamo con serenità un dibattito che certamente non è sorto improvvisamente, ma che si è prolun­gato, e molti lo hanno dimenticato, addirit­

tura per decenni. Ripetiamo una cosa vera e molto pesante e cioè che l'Italia è l'unico paese civile al mondo che non ha consentito l'esercizio del voto ai propri cittadini resi­denti all'estero. Rivendichiamo, e rivendico anche personalmente, una battaglia ultrade­cennale e ricordo il durissimo ostruzionismo comunista e la rassegnazione di molti altri. Mi fanno sorridere, ma destano anche un poco di tristezza, le penose provocazioni di questi giorni, quasi che io non abbia parlato sempre a nome e per conto del Consiglio generale degli italiani all'estero, che sicura­mente non è una entità astratta, ma, per chi non lo sapesse, e a sinistra sono parecchi, costituisce il Parlamento dei nostri conna­zionali. Ho ascoltato cose persino indecenti: che gli italiani all'estero non pagano le tasse e che quindi non hanno diritto al voto, dimenticando due dati di fondo: primo che le limitazioni al voto sono prescritte dall'ar­ticolo 48 della Costituzione e riguardano soltanto coloro che si sono resi colpevoli di gravi reati, condannati con sentenza passata in giudicato e che risultano essere moral­mente indegni; secondo, che gli italiani nel mondo costituiscono una riserva straordina­ria nei rapporti industriali, commerciali, del turismo, tanto che vi è un indotto per le loro attività a favore della nostra bilancia com­merciale dei pagamenti per complessivi 88 mila miliardi in un anno. Per tentare di fermare questa legge si è inventato, nel falso, così come ha recitato l'onorevole Vito, che gli italiani non potrebbero candidarsi in col­legi italiani, possono invece farlo liberamen­te. Da rifondazione comunista, che mai ha presentato un progetto di legge in questi decenni a favore del voto agli italiani all'e­stero, si è detto che nessuno , messo alla prova, ha tutelato i nostri emigranti sulle questioni sociali, dimenticando, volutamen­te che da anni ho presentato una serie di proposte di legge, tra cui quella per la pensione sociale e la tutela di nostri lavora­tori all'estero al seguito di aziende private o di aziende dello Stato italiano, e facendo fìnta persino ignorare, per quanto riguarda le pensioni, che soltanto noi di alleanza nazionale, riprendendo integralmente il te­sto del Consiglio generale degli italiani all'e­stero, abbiano presentato emendamenti sul-

Atti Parlamentari \

Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

le pensioni per difendere gli interessi e i diritti dei nostri italiani nel mondo; non certamente lo hanno fatto loro.

Vi è stato chi, con poca fantasia, ha parlato di mostruosità giuridica nella nostra proposta di legge di revisione degli articoli 48, 56 e 57 della nostra Costituzione. Abbia­mo dovuto fare questo, in piena legittimità, per fare sì che i nostri connazionali, in una circoscrizionale «estero» che, ripetiamo è circoscrizione virtuale, possano finalmente eleggere i loro diretti rappresentanti nel Parlamento italiano, stabilendo una quota fissa di 20 deputati e 10 senatori. Su que­st'ultimo punto vi è stato il solito colpo di mano di lega e PDS uniti alle sinistre. Hanno cambiato le carte in tavola all'ultimo minu­to, come fecero, nella loro tradizione, il 10 novembre 1993 per affossare la legge. E soprattutto, per colpire la rappresentatività, hanno diminuito il numero di 20 deputati a 12 e quello dei senatori da 10 a 6. Le conseguenze sono disastrose nel senso che parecchie nostre grandi comunità, tra le più popolose, verranno così private della rappre­sentanza. Ad esempio la Gran Bretagna o il Belgio, per quanto riguarda l'Europa, tro­vandosi nello stesso collegio (ed essendo diminuiti, per quell'emendamento lega-PDS il numero di deputati da 2 a 1) sicuramente non potranno avere — l'una o l'altro — un loro eletto nel Parlamento italiano. Lo stesso dicasi per l'America Latina dove, trovandosi in uno stesso collegio Venezuela, Perù, Cile ed anche il Brasile, Venezuela e Brasile saranno sicuramente esclusi.

Ecco il senso della nostra protesta; anche perché l'iniziativa condotta a favore della lega dal PDS nasconde in realtà altri giochi e manovre a favore della lega stessa, tutti in chiave politica e che nulla hanno a che vedere con gli italiani all'estero. Siamo arri­vati al paradosso e ad una vera imboscata: anche perché per potere fare questo il PDS e lo stesso Berlinguer hanno votato contro la proposta di legge Berlinguer che prevede­va, come la mia, 20 deputati e 10 senatori. Si è riusciti persino a parlare delle cose più strane da parte di Rifondazione richiamando la P2, i nostri presunti inganni, gli imbrogli contro gli italiani all'estero. Io non mi offen­do, ma davanti a tutti gli uomini politici

italiani sta certamente quella che è una mia dedizione, che costituisce per me una asso­luta questione di principio, di ideali e di lealtà ed è il traguardo della mia vita politica. Ma se non vi è più alcun rispetto, vi è certamente, a mio conforto, la totale adesio­ne degli italiani nel mondo per quanto ho fatto e per i riconoscimenti che ho avuto in ogni parte del mondo.

E adesso vedremo quale è la vera volontà politica o se invece la sinistra getterà la maschera per non arrivare al voto.

È una sfida civile e politica che ho lancia­to: verificheremo subito al Senato. L'artico­lo 3 di questa legge è stato respinto dalla Camera; vi era stata una pesante distorsione attraverso la votazione di quegli emenda­menti che colpivano duramente gli italiani nel mondo. La nostra è stata una reazione certamente lecita. Ma ora tocca al Senato riformulare l'articolo 3 e rispedire la legge alla Camera in modo che si completi la prima lettura. Anche la Camera dovrà fare il proprio dovere in questo senso. Vi è poco spazio, si dice prima delle ferie. Noi obiet­tiamo: se quelle forze politiche che oggi improvvisamente hanno fatto dichiarazioni di amore per il voto all'estero lo vogliono davvero, tutto passa e tutto viene approvato. Attendiamo di fare questa verifica in modo che si sappia sul serio se queste forze della sinistra vogliono far sì che venga approvata questa legge oppure, come è già capitato tante altre volte, fanno soltanto finta per arrivare poi alla bocciatura.

Il senso della verità verrà dunque dal Senato. Per la storia, in questo momento è bene dire ancora una volta che nel 1993 esattamente il 3 agosto di quell'anno, un'u­guale identica proposta di revisione costitu­zionale per l'elettorato passivo, venne votata in prima lettura dalla Camera e nessuno parlò allora di mostruosità giuridica, ma come già detto, il 10 novembre 1993 vi fu l'agguato della sinistra, insieme alla Lega al Senato e tutto venne bloccato. Gli italiani all'estero stanno molto attenti in questo momento; sanno quali sono le diffamazioni e quali sono le verità; chi ha le carte in regola e chi ha giocato fino ad oggi soltanto con l'imbroglio, con l'intrigo e con l'inganno.

Voglio dire infine una parola per quanto

— 14161 —

Atti Parlamentari — 14162 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

riguarda la revisione dei collegi nazionali. Qualcuno ha voluto fare del «terrorismo politico» dicendo che occorrono anni per fare revisioni di questo genere. Lo deludia­mo: anche qui si tratta di volontà politica, perché una revisione dei collegi vi è già stata nel 1993 e quindi, dopo la prima lettura, i tecnici dei ministeri competenti potranno in pochissimo tempo provvedere all'adegua­mento di quei dati, in modo che la legge sia pronta in seconda lettura per il mese di ottobre. E a questo punto vedremo chi oserà per altre manovre politiche impedire l'attua­zione di questa legge.

Per essere completi diciamo anche che la legge ordinaria potrà essere approvata nel mese di settembre, in pochi giorni, essendo ormai pronta ed avendo la maggioranza delle forze politiche optato per il metodo del voto per corrispondenza, in atto in quasi tutti i paesi della Comunità. In questa situa­zione e in queste condizioni, non vi è da registrare alcuna interferenza nei confronti di Stati esteri e pertanto nessuno potrà impedire agli italiani di votare. Posso dire di più: che tutti gli Stati esteri, senza eccezio­ne, hanno approvato questa nostra linea di condotta. Le perplessità sono sorte per il voto passivo, ma poiché nessuna operazio­ne, dico nessuna operazione elettorale, né quelle di scrutinio, né quelle di spoglio, né quelle di proclamazione vengono fatte in territori stranieri ma in Italia, non vi è posto per nessuna opposizione. Abbiamo già fatto sapere per quanto riguarda i candidati — argomento, questo, che costituiva il punto

dolente per Australia e Canada — che siamo pronti, nella legge ordinaria, a far sì che i candidati abbiano solo cittadinanza italiana e non la doppia cittadinanza. A questo punto mi pare che ogni osservazione al riguardo sia da considerarsi superata.

Nel concludere, pur se amareggiato per certe vicende di oggi e pur se ho dovuto contestare, come ho contestato, autentiche ipocrisie e pesanti manomissioni del progetto di legge, sottolineo quanto sia naturale per me e per noi un voto favorevole alla legge. È nella nostra tradizione, nella nostra storia, che nessuno ci può togliere; costituisce un patrimonio meraviglioso della nostra lunga battaglia per i nostri italiani nel mondo che sono i grandi costruttori che ovunque hanno portato civiltà e progresso e che per troppo tempo sono stati abbandonati e sono stati persino discriminati. Ho l'onore di dire con grande fierezza che la legge sull'anagrafe per gli italiani all'estero porta il mio nome. Anche i più faziosi avversari non lo possono disco­noscere, nemmeno quelli di Rifondazione comunista perché è una verità assoluta: sen­za quella mia legge, che ha riportato nell'a­nagrafe e nelle liste elettorali milioni di citta­dini italiani, che non erano nemmeno più conteggiati, oggi non si sarebbe certo potuto parlare del voto all'estero. Questa legge va comunque considerata un atto di giustizia e un atto di riparazione. Per me, oltre ad avere un eccezionale valore politico, anche sul pia­no intemazionale, ha dimensioni di civiltà e di moralità, ma è soprattutto un atto d'amo­re, molto bello ma anche molto sofferto.

Atti Parlamentari — 14163 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

DOCUMENTAZIONE TECNICA CITATA DAL MINISTRO DEL BILANCIO

E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E PER IL

COORDINAMENTO DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA, RAINER

MASERA, NEL SUO INTERVENTO SUL DISEGNO DI

LEGGE DI CONVERSIONE N. 2759

PAGINA BIANCA

Camera dei Deputati Atti Parlamentari — 14165—

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Interventi di politica economica a favore delle aree

depresse a seguito della decisione della Commissione Europea

del 1° marzo 1995

A u d i z i o n e del Ministro del B i l a n c i o e del la Programmazione E c o n o m i c a

e del c o o r d i n a m é n t o delle politiche d e l l ' U n i o n e E u r o p e a Prof. Rainer Masera

al la V° Commissione del S e n a t o

Roma, 17 maggio 1995 •

Atti Parlamentari — 14166— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

L'audizione odierna si concentra sull'azione del Governo e, in particolare, del Ministero del Bilancio dopo gli accordi con la Commissione Europea del 1° marzo. L'audizione fa dunque seguitò e si ricollega, anche per evitare di soffermarsi su tematiche già trattate, a quella del 1° marzo 1995 presso la V° Commissione della Camera dei Deputati, il cui testo è allegato ed al quale si fa riferimento per gli aspetti che non sono direttamente affrontati in questa sede.

Considerazioni generali sui temi del costo del lavoro e "della fiscalizzazione degli òneri sociali sono state presentate nella relazione del 1° marzo ultimo scorso.

La problematica specifica dei.possibili interventi sarà trattata nel corso di un'audizione congiunta del Ministro del Bilancio e del Ministro del Lavoro, che si terrà in tempi brevi. •

Al testo che ho predisposto per questa audizione ho comunque allegato in appendice una breve nota, che si sofferma sui principali aspetti quantitativi dell'applicazione dell'art. 45 della legge n. 724/94, che formerà oggetto in tempi brevi di interventi del Governo. • . .

Atti Parlamentari — 14167 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Indice

•1 . La situazione delle aree depresse ed i primi interventi del Governo

2 . Le recenti innovazioni normative della politica di respiro europeo pef le aree deprèsse 2 . 1 . Il quadro di sintesi

• 2 .1 .1 . .La ricostruzione del quadro contabile 2 .1 .2 . La decisione della-Commissione europea del 1°-marzo u.s. 2 .1 .3 . La chiusura dell'intervento straordinario 2 .1 .4 . L'accelerazione degli interventi nelle aree depresse

3 . Le misiire specifiche del D.L. n. 123/95 3 .1 . I nuovi strumenti finanziari d'intervento -3 .1 .1 . Le agevolazioni in forma automatica 3 .1 .2 . Il Fondo di garanzia 3 .2 . Gli strumenti della concertazione . 3 .2 .1 . La cabina di re sia nazionale ' • 3 .2 .2 . I patti territoriali 3 .3 . Le misure di velocizzazione degli interventi 3 .4 . Gli interventi nel settore del commercio 3.5. L'incentivazióne al settore industriale 3 .5 .1 . -I l pregresso intervento della legge n. 64/86 3.5.2. Il riuovo sistema ex legen. 488/92-

. 3 . 6 . Il quadro delle risorse finanziarie assegnate dal CLPE

4 . Lo stato di attuazione dei Programmi coflnanziati

5 . Il sosteeno al settore dei servizi

6.. Considerazioni conclusive

Atti Parlamentari — 14168 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Signori Senatori

sono stato convocato da questa Commissione per riferire, nella mia veste di Ministro del Bi lanc io e della Programmazione Economica, sull'azione complessiva del Governo a favore delle aree depresse del Paese. '

Questo tema, come ho avuto modo di dire più volte, pur non rientrando nell'ambito dei quattro punti che delimitano Fazione del Governo del quale mi onoro di far parte, riveste un rilievo di assoluta evidenza, che è stato fortemente sottolineato dal Presidente del Consiglio già nel suo discorso programmatico, e ribadito dalle incisive azioni che il Governo, con -l'attivo sostegno del Parlamento, ha condotto in questi pochi mesi.

l . L a s i t u a z i o n e de l l e aree depresse ed i pr imi i n t e r v e n t i del G o v e r n o .

Voglio ricordare che il 1° marzo u.s. si è svolta una mia audizione presso la V° Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sull'argomento oggi all'ordine del giorno. In quell'occasione avevo depositato una relazione che, con i relativi allegati e con le sue appendici statistiche, aveva, una doppia " valenza. D a un lato, essa costituiva la "fotografia" della situazione dell'intervento nelle aree depresse del Paese al mio arrivo al Ministero del B i l a n c i o . . Dal l 'al tro de l ineava, proprio sulla base del d i scorso programmatico del Presidente del Consiglio, il percorso delle azioni da svolgere nell'immediato futuro, rappresentando una sorta di documento programmatico del Ministro del Bilancio.

Non intendo ripercorrere l'analisi presentata nella relazione del 1° marzo. Il mio intento è quello di aggiornare le considerazioni già svolte. Ko pensato di fornire in allegato la relazione di allora, alcune tavole della quale sono state modificate alla luce delle circostanze e degli atti che si sono verificati nel frattempo, e su cui mi diffonderò nei mio intervento. Mi riferisco, in particolare, alla formalizzazione dell'accordo Van Miert-Pagliarini nella

Atti Parlamentari — 14169 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• /•

decisione della Commissione europea, del 1° marzo u.s., alla conversipne in legge dei D.L. n. 32/95 sull'Agensud, all'emanazione.del D.L*. n. 123/95 ed alle delibere adottate dal CIPE nelle sedute del 27 aprile e del 10 maggio u.s.

I l solo e lenco degli atti e dei provvedimenti già dimostra l'intensità dell'opera bell'attuale Governo, a riprova dell'attenzione ai problemi dello sviluppo delle aree depresse.

Tali problemi derivano infatti da una situazione di emergenza, che non ho esitato a definire il primo nodo reale dell'economia italiana: il divario economico tra Nord e Sud. I tassi di crescita attuali, più elevati al Centro Nord (2,3% nel 1994) che al Sud (1,1%), imprimono un'ulteriore spinta verso leu divaricazione. Molto forte è U livello di sotto utilizzazione delle risorse: il tasso di occupazione nel 1994 è stato pari al 4 3 % nel Centro-nord, contro il 35% del Sud. Nel Mezzogiorno 20 persone su 100 sono disoccupate,"mentre, nel resto del Paese questo rapporto scende a 8 persone su 100. Come ulteriore aggravante, è da considerare la fortissima Incidenza nel Mezzogiorno della disoccupazione giovanile.

Nonostante gli sforzi profusi, l'intervento pubblico non è stato in grado di ridurre la forbice dello sviluppo tra le due aree del Paese.

Per un panorama complessivo dell'intervento nel Mezzogiorno negli, ultimi 45 anni, mi permetto di rinviare al capitolo 2 della relazione del 1° marzo. Mi preme qui ricordare soltanto che si è passati dall' intervento straordinario all'intervento ordinario, nonché - sotto altro profilo - da una straordinarietà nazionale ad una ordinarietà pienamente inserita nel le politiche di sviluppo dell'Unione Europea, che tendono, ; in primis, alla crescita integrata ed omogenea delle infrastrutture e dell'economia in tutto il territorio dell'Unione. Prioritaria per il finanziamento è la circostanza che i progetti rientrino in un quadro di sviluppo complessivo.

Atti Parlamentari — 14170 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

L'adesione ai principi comunitari implica, poi, selettività e trasparenza nelle pol i t iche d'intervento, che non possono alterare i . principi della

-concorrenza. Ciò avviene all'interno di nuove modalità di finanziamento dei progetti, centrate su cofinanziamento e partenariato, che "implicano un concorso, a vari livelli, di risorse pubbliche e private. L.e nuove modalità consentono di ampliare le risorse nazionali destinabili allo sviluppo, purché si sia in grado di utilizzarle nei modi e soprattutto nei tempi definiti dall'Unione Europea. La sfida attuale è tutta incentrata proprio sull'utilizzo di queste risorse, rimuovendo i comportamenti e gli ostacoli procedurali che nel passato hanno agito da vincolo nell'uso dei fondi.

• C o m e ind icherò nel seguito, le risorse finanziarie c o m p l e s s i v e potenzialmente attivabili sono di dimensioni cospicue: considerando sia le spese ancora in fase di attuazione del Q.C.S. 1989-1993 che i nuovi interventi relativi alla fase di programmazione 1994-1999, il complesso degli investimenti in corso o da realizzare è stimabile nell'ordine dei 100.000 miliardi.' Occorre concertare azioni sinergiche a livello comunitario, nazionale e locale, per tradurre in» progetti concreti il potenziale disponibile.

2 . L e r e c e n t i i n n o v a z i o n i n o r m a t i v e del la po l i t i ca di r e s p i r o europeo per le aree depresse

2 . 1 . Il quadro di sintesi

Come ho accennato in precedenza, intendo darvi conto in questa sede delle . più rilevanti innovazioni introdotte negli ultimi due mesi; queste

" innovazioni, a mio avviso, hanno impresso una decisa svolta alle politiche di sviluppo delle aree depresse, dando contenuto normativo e definendo le modalità di attuazione dei diversi strumenti d'intervento.

Atti Parlamentari — 14171 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

2 .1 .1 . L a r i cos truz ione del quadro contabile

Appena nominato Ministro-dei Bilancio, ho ritenuto fosse indispensabile definire, in via preliminare, il quadro finanziario complessivo delle risorse relative ài fondi strutturali comunitari e di quelle del pregresso intervento straordinario, confluite nel fondo ex art. 19 del decreto legislativo n. 96/93. Ho quindi impegnato gli uffici .'in una complessa opera di ricostruzione degli stanziamenti, degli impegni e dei pagamenti relativi al soppresso

. intervento straordinario.

Il suddetto quadro riepilogativo assume notevole rilievo perché consente al Parlamento ed ai Governo di formulare con maggiore contezza le linee d'indirizzo, sia per destinazione economica sia per area geografica, indispensabili a garantire un corretto e pieno utilizzo delle risorse comunitarie.

Esso, inoltre, attraverso un aggiornamento costante, permette: - la valutazione degli effetti macroeconomici delle misure adottate; - l ' a s sunz ione , da parte del CIPE, del le opportune dec i s ion i

programmatiche; - un'azione di stimolo e di. controllo sui tempestivo utilizzo delle risorse; - un adeguato intervento, a livello comunitario, nella definizione e nella

ripartizione dei flussi verso e dall'Unione Europea.

Quest'ultimo argomento riveste particolare valenza, anche politica,- atteso che negli ultimi anni l'Italia è passata da una situazione di deficit nei confronti della Unione Europea ad una posizione di surplus, in quanto le contribuzioni effettuate all'Unione stessa dal nostro Paese superano ormai sensibilmente le somme accreditateci. E' evidente quindi che ritardi ed inefficienze, che si traducono in perdita di risorse comunitarie, rischiano di aggravare ulteriormente lo sbilancio a danno del nostro Paese.

La prima versione del suddetto quadro finanziario, presentata in occasione della mia audizione alla Commissione Bilancio della Camera del 1° marzo u.s., è stata aggiornata sulla base dell'assegnazione definitiva per il 1995

Atti Parlamentari — 14172 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

delle risorse del Fondo ex art. 19 del decreto legislativo 96/93 e della rimodulazione del riparto programmatico per gli anni 1996 e seguenti,

^ effettuata dal CIPE nella seduta del 27 aprile u.s. (in questo ripano, alle risorse dei Fondo, pari a 57.135 miliardi, sono stati aggiunti rientri comunitari già contabilizzati, per 1.170 miliardi).

Siffatto quadro, peraltro ancora non completamente consolidato per la pane-riguardante la puntuale ricognizione dei dati relativi ai singoli settori d'intervento, consente di definire con ragionevole certezza i principali dati aggregati, concernenti sia le risorse nazionali sia i fondi comunitari.

Di concerto con il Ministero del Tesoro, sono state identificate nella Ragioneria Generale dello Stato e nella Segreteria Generale della Programmazione le strutture responsabili della tenuta e dell'aggiornamento, del suddetto quadro contabile, in-modo da poter riferire in ogni momento al Governo ed al Parlamento sullo'stato di utilizzazione delle risorse e sugli effetti macroeconomici conseguenti alla loro attivazione.

2 .1 .2 . L a d e c i s i o n e della Commissione E u r o p e a del 1° m a r z o u . s .

L'adozione della decisione del 1° marzo u.s. da pane della Commissione Europea è stata di basilare imponanza per l'intero sistema delle politiche di intervento, nel. rispetto delle norme comunitarie, e per l'immediato sblocco dell'utilizzo delle risorse, comunitarie e nazionali. Questa decisione segue l'intesa tra il precedente Governo e il Commissario Van Mien, intesa che è stata, nonostante alcuni problemi e reazioni suscitate a livello locale, difesa e ponata a termine da questo Governo, in quanto ritenuta prioritaria per l'attivazione del nuovo intervento -nelle aree depresse.

Tale decisione consente infatti: - l'attivazione del nuovo sistema ci incentivazione alle imprese, attraverso

la definizione delle intensità massime di aiuto per gli investimenti

Atti Parlamentari — 14173 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

produttivi, per le attività di ricerca, nonché del nuovo reg ime di operatività della legge n. 44/36 sull'imprenditorialità giovanile;

- l'applicazione.delle intensità di aiuto previste dalla legge n. 64/S6 ai progetti presentati entro il 21 agosto '92, che hanno raggiunto alla data del 31 .12 .93 uno stato di avanzamento contabile di almeno il 75%, nonché la possibilità di riconoscere agli altri progetti che, alla stessa data, presentavano uno stato di avanzamento contabile inferiore al 75%, le intensità di aiuto previste dalla delibera CIPI del 22 aprile 1993;

- la chiusura del contenzioso da lungo tempo in atto con la Commissione sul differenziale di fiscalizzazione degli oneri sociali e degli sgravi contributivi tra Mezzogiorno e Centro-Nord;

- la costituzione di un fondo di garanzia per il consolidamento dei debiti bancari a breve delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno, che; riducendo per le aziende l'impatto derivante da un più elevato costo del denaro, di fatto consente di attenuare gli effetti economici negativi

•' dovuti alla graduale riduzione degli sgravi contributivi e del differenziale di fiscalizzazione degli oneri sociali;

- l'adozione di procedure automatiche di erogazione degli aiuti agli ' investimenti, importante contributo alla trasparenza delle procedure di concessione.

2 .1 .3 . La c h i u s u r a del l ' intervento straordinario

Un risultato significativo e molto atteso è stato raggiunto con la conversione in legge della decretazione d'urgenza, reiterata per ben undici volte , sull'avvio dell'intervento ordinario nelle aree 'depresse e sullo stato d e l . personale dei soppressi organismi dell'intervento straordinario.

Con la conversione del decreto leggenda ultimo il n. 32/95, nella legge n. 104/95, si è finalmente data certezza giuridica all'inquadramento del personale dell'ex Agensud nelle Amministrazioni dello Stato, e si sono definiti i principi ed i criteri guida per l'attuazione dell ' intervento ordinario nelle aree depresse del territorio nazionale.. La normativa ora vigente dà finalmente sicurezza della propria posizione giuridica al suddetto personale, e pone altresì un indispensabile presupposto di stabilità per

Atti Parlamentari — 1 4 1 7 4 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

.un'ordinata ed efficace azione nelle aree depresse da parte delle Amministrazioni ordinarie, attributarie delle pregresse competenze dell'ex •intervento straordinario. Tale azione, chiarendo la situazione organizzativa delle Amministrazioni subentrate nelle competenze gestite nel passato dall'Agensud, rappresenta una condizione prioritaria per la stessa fruibilità del sostegno comunitario. Inoltre, la nuova legge prevede procedure* per la definizione degli adempimenti istruttori relativi alle pratiche di incentivazione industriale inserite nella graduatoria del Ministero dell'Industria, su cui riferirò più in particolare nel prosieguo di questo mio intervento.

2 .1 .4 . L 'acce leraz ione degli interventi nelle aree depresse

Il Governo, nel dare atto dell'impegno profuso dal Parlamento per giungere alla conversione del decreto, ha presentato un nuovo decreto-legge, in ottemperanza agli ordini del giorno predisposti dalle Camere. E' stato còsi adottato, con rapidità, il decreto legge 24 aprile 1995, n. 123, che, nel completare la normativa della legge n. 104/95 sia per quanto riguarda la chiusura dell'intervento straordinario sia per l'avvio di quello ordinario, reca misure dirette ad accelerare il completamento degli interventi pubblici e la realizzazione di nuovi interventi nella aree depresse. Tali misure consentono un più celere utilizzo dei fondi nazionali e comunitari, al fine di determinare un consistente effetto in termini di sviluppo economico ed occupazionale nelle aree depresse. Esse consentono altresì di utilizzare in tempi molto brevi le risorse aggiuntive destinate agli interventi nelle aree depresse, nei provvedimenti di correzione dei saldi di finanza pubblica (D.L. n.41/95, convertito nella legge n. 85/95) Tale importo, stimabile tra i 3.000 ed i 3.400 miliardi .a seconda delle condizioni di tasso praticate al momento della sottoscrizione dei mutui, costituisce l'unica voce in controtendenza nell'ambito delie misure di correzione dei deficit.

Il D.L. 123/95 - che affronta proprio oggi il vaglio del Parlamento in sede di Commissione Bilancio della Camera - comprende una serie di misure necessarie all'attuazione della nuova politica regionale, da perseguire nei

Atti Parlamentari — 14175 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

rispetto dei principi e dei criteri stabiliti dall'Unione Europea. In particolare, alcune di queste misure sono state completate con delibere dei CIPE, altre necessitano per la loro concreta attivazione di specifici provvedimenti ministeriali. Dal comples so delle misure, che trovano copertura finanziaria nei precedenti 'stanziamenti , è atteso un notevole effetto "volano" sugli investimenti, e quindi sull'occupazione, nelle aree destinatarie dell'azione di sostegno. *

I punti qualificanti del decreto - che, ribadisco, nasce da una puntuale ricognizione degli ordini del giorno del Senato e della Camera e da un'attenta considerazione degli emendamenti parlamentari presentati sul decreto legge n. 32/95 - possono così riassumersi: - un iiuovo regime' di aiuti automatici all'acquisto di macchinari, e la

costituzione del fondo per il consolidamento dei debiti pregressi delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno;

- * la definizione di specifici strumenti atti a consentire.la concertazione tra le parti sociali: la cabina di regia ed i patti territoriali;

- misure dirette ad accelerare la spesa di investimenti; m

- nuovi incentivi al settore del commercio; - l'accelerazione delle procedure per la concessione delle agevolazioni alle

in iz ia t ive industriali inserite nella sraduatoria 'del Minis tero dell'Industria; •

'- l ' individuazione del contributo nazionale ai programmi operativi regionali ed al programma multiregionale risorse idriche, inseriti nel Q.C.S. 1994 - 1999.

Il decreto legge determina cosi un nuovo assetto, che integra e rende coerente l'attuale legislazione in tema di sostegno alle attività produttive, cosi come prevista dalla legge 48S/92 e dalle delibere CIPE di attuazione.

Le misure specif iche del D .L . n. 123/95

3 . 1 . I nuovi s trument i f inanziari d'intervento

Atti Parlamentari — 14176 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Come ho ricordato, il decreto costituisce il primo livello di attuazione dei - nuovi strumenti finanziari d'intervento delle specifiche disposizioni della

cosiddetta manovra aggiuntiva. Tali disposizioni riguardavano l'attivazione di mutui, per un importo complessivo di oltre 3.000 miliardi, destinati alla realizzazione di iniziative per lo sviluppo socio-economico delle aree depresse.

Sulla scorta di quanto "stabilito nell'accordo Governo-parti sociali del dicembre 1994, 2 .000 dei 3.000 miliardi sono finalizzati da un lato all'applicazione di benefici automatici al settore produttivo e dall'altro -a misure idonee a favorire, anche attraverso un apposito fondo di garanzia, il consol idamento delle passività delle piccole e medie imprese nel Mezzogiorno.

I restanti 1.000 miliardi sono destinati al potenziamento della dotazione infrastnitturale nelle aree depresse.

3-1 .1 . Le agevo laz ion i in forma automatica

II D.L. n. 123/95 (an. 1) ha introdotto nell'ordinamento un sistema di incentivazione all'industria innovativo, basato su criteri di automaticità.

Esso prevede la concessione del beneficio sotto forma di detrazioni dai versamenti che le imprese devono effettuare in conto imposte. Il CIPE, chiamato ad individuare le somme destinate alla copertura di tali incentivi, nonché a stabilire, su proposta del Ministro dell'Industria, le procedure di attuazione, il 10 maggio u.s. ha fissato i criteri che si pongono alla base del sistema.

Le imprese che investiranno in macchinari potranno chiedere di essere ammesse al s istema di incentivo automatico tramite una sempl ice autocertificazione ed una prenotazione presso gli uffici del Ministero dell'Industria, sulla base dell'ordine accettato dal fornitore.

Atti Parlamentari — 14177 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Una volta quietanzate le fatture del fornitore, l'azienda autoiiquiderà il . proprio incentivo detraendone l'importò dal suo "conto fiscale".

E' di tutta evidenza la circostanza che questo sistema avrà il pregio di agevolare le aziende che presentano una posizione regolare nei confronti del fisco. Quanto all'area di applicazione, le agevolazioni vengono circoscritte alle aree depresse (ob. 1, 2, 5b, e art. 92.3.C del Trattato di Roma). Riguardo' alla tipologia delle iniziative ammissibili, in linea con quanto stabilito dalla delibera CIPE di attuazione della legge 488/92 , le imprese beneficiarie devono operare nel settore delle attività estrattive e manifatturiere; gli investimenti ammissibili sono costituiti da macchinari e impianti da utilizzare nel ciclo di lavorazione.

Conformemente a quanto previsto dal D.L. 1 2 3 / 9 5 l 'ammontare . dell'agevplazione è fissato in misura pari al 50% del massimo consentito

.dall'Unione Europea nelle diverse zone d'intervento. Viene fissato altresì, sempre in applicazione di specifiche disposizioni del predetto decreto, un importo massimo dell 'agevolazione concedibi le , nell'arco di diciotto mesi, pari a 20 miliardi di lire per ciascuna: unità produttiva. Si è peraltro convenuto, in sede CIPE, che questo limite sarà riconsiderato, alla luce dell'esperienza operativa al termine di 12 mesi.

Il Ministero dell'Industria, oltre ad adottare le misure organizzative opportune per una rapida attivazione degli interventi, dovrà determinare la data a partire dalla .quale sarà consentito l'inoltro della richiesta di agevolazione. Il CIPE ha assegnato al Ministero dell'Industria, per la

' concessione delle suddette agevolazioni, risorse pari a 1.800 miliardi di lire, utilizzando in parte anche risorse della legge n. 488 /92 .

3 .1 .2 . Il f o n d o di garanzia

Il fondo di garanzia (D.L. 123/95, art. 2) per il consolidamento dei debiti a breve termine ha lo scopo di migliorare la struttura finanziaria del le

Atti Parlamentari — 14178 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

piccole e medie imprese operanti nelle aree ob. 1, anche attraverso il raggiungimemo di più elevati livelli di capitalizzazione.

In ottemperanza alla suddetta norma, il CIPE ha deliberato, sempre in data 10 maggio u.s., criteri, modalità e procedure di funzionamento del Fondo su proposta del Ministro del Tesoro di conceno con quelli del Bilancio e dell'Industria.

11 Fondo concede contributi in conto interessi per operazioni di consolidamento di passività a breve, esistenti verso banche alla data del 30

•settembre 1994, nonché presta garanzie sulle medesime operazioni, su prestiti partecipativi e su acquisizioni di partecipazioni. Possono beneficiare degli interventi del fondo le aziende rispondenti ai parametri comunitari in materia di aiuti di Stato alle piccole e medie imprese, aventi sede nelle zone dell'obiettivo 1 e. che rivelino adeguate ' potenzialità reddituali ed idonee prospettive di riequilibrio finanziario.

La gestione finanziaria, amministrativa e tecnica del fondo sarà affidata ad una banca o ad una società a prevalente partecipazione bancaria, selezionata dal Ministero del Tesoro, sulla base della sua operatività nella concessione . del credito alle imprese di cui sopra, nonché dell'attitudine ad operare nel settore di garanzia sui crediti. Il Ministero del Tesoro si è impegnato ad effettuare tale selezione in tempi molto brevi.

Il CIPE ha destinato all'attività del fondo di garanzia la somma di 7 5 0 miliardi, approvando anche il relativo regolamento.

3 .2 . Gli s t rument i della concertazione

. Tali strumenti assumono particolare rilievo nell'ottica del fondamentale ' principio del partenariato, che è rafforzato dai nuovi regolamenti

comunitari.

Atti Parlamentari — 14179 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

3 .2 .1 . L a c a b i n a di regia nazionale

Il primo di questi istituti definito dal D.L. 123/95 (art. 5) è la cosiddetta "cabina di regia nazionale", traduzione operativa dei principi di concertazione ai vari livelli, che si pone quale centro unitario*di riferimento per le problematiche .relative all'attuazione degli interventi cofinanziati dall'Unione Europea, nonché alla partecipazione ai programmi direttamente finanziati dall'Unione. Europa medesima. Tale struttura dovrà operare in sinergia con le cabine di regia regionali e con le Amminis traz ion i interessate alla gest ione dei programmi cofinanziati, ed ha la finalità, tra l'altro, di promuovere le iniziative idonee ad assicurare il pieno e tempestivo utilizzo delle risorse comunitarie destinate all'Italia.

La cabina, già concepita in una delibera della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 2 agosto 1994, è composta da funzionari delle Amministrazioni interessate, da un rappresentante della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome e da quattro esperti. Con il decreto di costituzione, da emanarsi dal Ministro del Bilancio di concerto con quelli del Tesoro e degli Affari Esteri, saranno definite le modalità organizzative e procedurali nonché di partecipazione delle parti sociali all'attività della struttura.

Complementarmente a tali cabine è stata costituita la società di servizi "Europrogetti e finanza" a cui partecipano istituzioni creditizie di matrice pubblica, Cassa Depositi e Prestiti, Mediocredito Centrale e B.N.L., con lo scopo di fornire un supporto alle Amministrazioni pubbliche e alle imprese nella progettazione e nella realizzazione di programmi cofinanziati dall'Unione Europea.

La società, costituita in via privatistica, è vista con favore dal Governo, che valuta oltremodo opportuno che sia condotto ogni sforzo, anche da parte dei privati, per migliorare il tiraggio dei fondi comunitari rispetto alla inaccettabile esperienza pregressa (progetti FESR ante '89 e Q.C.S. . 1989-93).

Atti Parlamentari — 14180 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

E' noto che tale società probabilmente estenderà il suo capitale ad altre banche o società private. Resterà, comunque, una struttura molto snella, che si avvarrà delle potenzialità dei soci e di altre società specializzate già operanti sul mercato o che vengano costituite in futuro, come auspicato dal Governo.

3 .2 .2 . I patt i territorial i

Nell'ottica di una preventiva ed efficace concertazione degli interventi, diretta a conseguire la loro migliore e più rapida realizzazione, l'art. 7 del D . L . 1 2 3 / 9 5 ha introdotto i cosiddetti "patti territoriali", che rappresentano, nel rispetto delle competenze dei diversi livelli istituzionali, lo staimento per l'individuazione di un complesso coordinato di interventi di tipo produttivo e promozionale, nonché di quelli infrastnitturali ad essi funzionali, finalizzati allo sviluppo integrato di aree territoriali delimitate a livello sub-regionale. • ' La fattiva partecipazione delle parti sociali costituisce l'elemento che qualifica questa misura di intervento rispetto agli altri strumenti della programmazione negoziale previsti dalla normativa sulle aree depresse (accordi, intese e contratti).

I patti territoriali sono promossi e redatti, sulla base dello schema che il CIPE ha approvato nella seduta del 10 maggio u.s., da una o più Amministrazioni pubbliche locali o dalle Camere di Commercio, anche per iniziativa di operatori economici o di rappresentanze di categoria. Sono sottoscritti dalle amministrazioni pubbliche locali promotrici e da soggetti privati e/q dalle rappresentanze di categoria interessate, ed hanno l'effetto di vincolare le pani sottoscrittrici al rispetto degli impegni assunti per la realizzazione degli interventi di rispettiva competenza.

3 .3 . Le m i s u r e di velocizzazione degli intervent i

Atti Parlamentari —14181 — Camera dei Deputati • » XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

L'attività di stimolo e di raccordo espletata dalle cabine di regia nazionale e regionali è finalizzata ad accelerare l'attuazione degli interventi cofinanziati dall'Unione Europea. Ho già indicato e qui ribadisco l'importanza che annetto a questi intenti. E appunto.in tale ottica il D.L. n. 123/95 prevede all'art. 4 l'indizione, da parte dell'Amministrazione pubblica competente al l 'emanazione dei provvedimenti di concessione dei finanziamenti, di una Conferenza di

•Servizi per la previa acquisizione di autorizzazioni ed intese necessarie per l'attuazione desìi interventi medesimi. Sui provvedimenti assunti in base alle risultanze della Conferenza dei Servizi, l'Amministrazione, che ha indetto la conferenza, è tenuta a dare informativa al Ministero del Bilancio.

ParimeAti, le Amministrazioni competenti degli interventi nelle aree depresse sono tenute, in base all'art. 5 del D.L. 12 maggio 1995 n. 163, a presentare al Ministero del Bilancio, con cadenza semestrale, una relazione particolareggiata sullo stato di attuazione dei medesimi interventi.

Ulteriore misura accelerativa è quella prevista dal secondo comma.del lo siesso art. 5 citato, in base al quale il Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro del Bilancio, può nominare un commissario ad acta, che attui gli interventi sostituendosi all'Amministrazione inerte avvalendosi delle strutture della medesima o di altre Amministrazioni.

Altro elemento che contribuisce a soddisfare l'esigenza di celerità del processo tattuativo in discorso è dato dalla possibilità di revocare la quota di finanziamento nazionale nei confronti dei soggetti beneficiari che, -per cause dipendenti da propri comportamenti, abbiano compromesso il rispetto dei tempi stabiliti dall'Unione Europea per la realizzazione degli interventi, così che l'investimento non possa più beneficiare della quota assegnata sui fondi comunitari.

i

Per individuare e rimuovere gli ostacoli di natura amministrativa che possono frapporsi alla realizzazione degli investimenti programmati o già in corso di realizzazione nelle aree meridionali, ho già disposto una serie di

Atti Parlamentari — 14182 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

incontri da tenersi al più presto, con i massimi rappresentanti a l ivel lo politico ed amministrativo, delle amministrazioni regionali interessate. Gli elementi che tali incontri mirano ad approfondire sono i seguenti: -. il quadro delle disponibilità e dei flussi finanziari relativi alle risorse

rivenienti da leggi nazionali, anche con riferimento ai piani annuali di attuazione (compresi i programmi Regionali di Sviluppo e le Azioni Organiche) ed agli interventi revocati;

- il quadro delle disponibilità e dei flussi finanziari relativi ai Quadri •Comunitari di Sostegno 1989-93 e 1994-99;

- le tavole di raccordo tra opere e relativi f inanziamenti'e tra fonti finanziarie nazionali e cofinanziamento comunitario;

- il quadro delle opere infrastnitturali e dei piani di investimento più rilevanti, in fase di progettazione o di realizzazione.

3 .4 . Gli ' intervent i nel settore del commercio

L'art. S del decreto legge 123/95 ha destinato, nell'ambito delle risorse recate dalla legge n. 488/92 e successive modifiche ed integrazioni, l'importo di 250 miliardi alla realizzazione di interventi nel settore del commercio.

Lo stesso articolo demanda al CIPE la disciplina per la concessione delle agevolazioni e l'individuazione dei criteri di utilizzo delle risorse, in coordinamento con finanziamenti di competenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano.

Per tale settore il CIPE ha adottato, nella riunione del 10 maggio u.s., le seguenti direttive: - le aree di applicazione sono quelle individuate o che saranno individuate

dalla Commissione Europea come ammissibili agli interventi dei fondi strutturali, ob. 1, 2 e 5b, e quelle rientranti nelle fattispecie dell'art. 92.3.C del Trattato di Roma;

- i sospetti, beneficiari sono le imprese che esercitano attività commerciale all'ingrosso ed al dettaglio, le società, le cooperative, i consorzi di

Atti Parlamentari — 14183 — Camera dei Deputati.

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

cooperative, le società promotrici di centri commerciali all'ingrosso ed ai dettaglio-; - . #

- una quota non inferiore al 50% dei fondi annualmente disponibili è riservata alle piccole e medie imprese, mentre una quota non inferiore al 20% è riservata ai progetti ed alle nuove iniziative che assicurino un incremento, significativo dell'occupazione;

- le iniziative ammissibili alle agevolazioni riguardano la realizzazione di interventi di assistenza tecnica, di riqualificazione e di valorizzazione del • commerc io nei centri storici, dell'organizzazione aziendale e del controllo di gestione nonché interventi di innovazione tecnologica;

- le agevolazioni sono calcolate in ESN, secondo le intensità di aiuto . previste per i diversi territori dalla decisione del I o marzo u .s..

Il CIPE? ripartisce annualmente l'importo disponibile per le agevolazioni quale derivante dagli stanziamenti della legge finanziaria e dalle risorse a valere sui Fondi strutturali dell'Unione Europea, per gli Obiettivi 1, 2 e 5b.

3.5- L ' i n c e n t i v a z i o n e al settore industriale

3-5 .1 . Il p r e g r e s s o intervento della legge n. 64/S6

Il complesso delle iniziative ora descritte è assolutamente coerente con l'azione del Governo in materia di incentivazione industriale. Per quanto concerne le iniziative inserite nella graduatoria del Ministero dell'Industria, l 'art/ 11 del decreto legge in questione prevede norme accelerative per l'erogazione delle agevolazioni alle domande presentate prima del 21 agosto .1992, cioè relative al pregresso ' intervento* straordinario, che presentano, alla data del 31 .12 .93 , uno stato di avanzamento contabile superiore al 75%, e che quindi, secondo la ricordata decisione della Commissione Europea del I o marzo u.s., possono usufruire delle intensità di aiuto previste dalla legge n. 64/86.

E' stata effettuata un'attenta indagine ricognitiva delle domande presentate e . dei fabbi sogni " finanziari, in termini di risorse sia nazionali che

Atti Parlamentari — 14184 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

comunitarie, relativi alla graduatoria del Ministero dell'Industria, tenendo -.conto delle diverse intensità di aiuto riconoscibili.

In tale sede si è tenuto conto del rispetto del vincolo di 10.000 miliardi al ripristino della dotazione finanziaria della legge n. 64/86, stabilito dalla C o m m i s s i o n e Europea, sa lvo verifica di congrui tà in s e d e di rendicontazione, con la decisione del 9 dicembre 1992 e ribadito con quella dei 1° marzo u.s... Sulla base della ricognizione effettuata, il CIPE, nella riunione del 27 aprile u.s., ha assegnato al Ministero dell'Industria le risorse finanziarie necessarie all'adozione dei provvedimenti di impegno, da effettuare ai sensi della

' decisione della Commissione del 1° marzo u.s. entro la fine del corrente anno. t

Si tratta di risorse per circa 7.000 miliardi, di cui 2 .500 a valere sui fondi comunitari del Programma Multiregionale Industria e servizi, inserito nel Q.C.S. 1994 - 99, e 4.500 miliardi a valere in parte sul Fondo ex art. 19 ed in parte sulla legge n. 488/92.

3 .5 .2 . Il n u o v o s i s tema ex lege n. 48S/92

Il CIPE, sempre nella riunione del 27 aprile u.s., ha apportato le necessarie modifiche - alla luce della sopra richiamata decisione della Commissione del 1° marzo u.s.- alle delibere CIPI del 22 aprile e 28 dicembre 1993, modif iche che renderanno finalmente operativo, previo parere del Consiglio di Stato, il regolamento attuativo della legge n. 488/92 , molto atteso dagli operatori economici. Tali -modifiche riguardano: - la def iniz ione dei termine di "attività produttive" incluso nella

precedente deliberazione, al fine di ricondurlo al significato più ristretto di attività estrattive" e manifatturiere e di attività di servizi;

- l'unificazione, in una unica domanda, dei progetti di investimento distinti della stessa società;

- la riduzione dei tempi di erogazione delle agevolazioni da cinque a tre anni;

Atti Parlamentari — 14185 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

la disciplina delle intensità di aiuto concedibili nelle aree obiettivo 1 (Mezzogiorno), obiettiva 2 (aree di declino industriale), obiettivo 5b (aree rurali svantaggiate) e 92.3.C del trattato di Roma; la semplificazione delle modalità di utilizzo delle agevolazioni; l'eliminazione della previsione di una graduatoria separata per gli ammodernamenti; la definizione di alcune modalità di presentazióne delle domande; la previsione che le attività istruttorie possano essere affidate a più banche o società controllate da banche, concentrando su un solo soggetto convenzionato l'analisi di ogni singola proposta; la riformulazione degli indicatori di redditività socio-economica valevoli-ai fini, della graduatoria delle domande; l'estensione della sfera"dei possibili soggett i convenzionabil i per l'istruttoria delle agevolazioni anche alle società di servizi controllate da banche.

3 .6 . Il quadro delle risorse finanziarie a s segnate dal CIPE

In sintesi, ed a riepilogo delle misure, le risorse finanziarie assegnate dal CIPE per la diretta attuazione delle sopra descritte nuovi interventi ammontano a 4.000 miliardi di lire, a valere sugli stanziamenti delle leggi n. 488/92 e n. 85/95, e sono destinate rispettivamente: - incentivi industriali: 1.200 miliardi, - aiuti automatici: 1.800 miliardi, - fondo di garanzia: 750 miliardi, - commercio: 250 miliardi.

A. tali risorse vanno aggiunti circa 4.500 miliardi, di cui al punto 3 .5 .1 , assegnati al Ministero dell'Industria per le domande di incentivazione inserite nella "graduatoria" ex lege 64/86. • Sono inoltre stati effettuati stanziamenti, relativi a nuovi contratti di programma e progetti di ricerca, pari a 300 miliardi di lire.

Le risorse comunitarie attivabili per gli interventi di incentivazione immontano a circa 4.000 miliardi; con riferimento alla misura "Industria"

Atti Parlamentari — 14186— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

del programma operativo multiregionale industria e servizi (1.852 MECU, pari a circa 3.700 miliardi) inserito nel.Q.C.S. 1994-1999, e all'azione PMI

'contemplata nei DOCUP ob. 2 e 5b (circa 130 MECU, circa 260 miliardi). Le citate disponibilità relative alla misura "Industria" sono state destinate per circa 2 .500 miliardi (cfr precedente punto 3.5.1) al cofinanziamento delle domande inserite, nella suddetta "graduatoria", e per la restante quota, di circa 1.200-miliardi, ai cofinanziamento di nuovi interventi.

In conclusione, sono attivabili in tempi brevi 12.800 miliardi di risorse finanziarie per il sostegno delle attività produttive nelle aree depresse.

4. Lo stato di a t tuaz ione dei Programmi cofinanziati

Sul versante dei Programmi cofinanziati dall'Unione europea priorità assoluta è stata data in febbraio e marzo alla rendicontazione dei fondi FESR: un plauso va rivolto agli uffici a'Roma, ma anche alle Regioni ed ai Comuni per aver risposto favorevolmente alle sollecitazioni.

Possiamo considerare un buon risultato che, sui fondi FESR relativi a progetti cofinanziati dalla Commissione Europea prima del 1989, si sia riusciti a rendicontare quasi completamente le spese sostenute dagli'Enti territoriali co invol t i , entro la scadenza del 31 marzo u.s., grazie all'impegno degli Uffici del Ministero dei Bilancio nell'opera "di recupero delle certificazioni di spesa. La mancata rendicontazione di risorse è stata solo di 307 miliardi di lire, e cioè del 3,2% dei contributi complessivamente assegnati all'Italia tra il 1975 ed il 1988, pari a 9.600 miliardi di lire.

Per quanto riguarda il Q.C.S. ' 1989-93 si deve purtroppo ribadire l rinadeguatezza sin qui dimostrata dal nostro Paese nella capacità di spesa, che oltre tutto è suscettibile, come ho detto, di provocare preoccupanti risvolti sullo stesso assetto dei rapporti comunitari Pur con le attenuanti che l'approvazione del Quadro comunitario si è avuta solo nell'ottobre 1989, e che quella dei programmi è avvenuta con due anni di ritardo, resta il fatto che meno del 70% degli stanziamenti complessivi

Atti Parlamentari — 14187 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

del Q.C.S. 1989-93 (pari a 18.337 MECU a prezzi 1993, poco meno di 40 .000 miliardi di lire attuali) sono stati effettivamente erogati dagli organi competenti, a fronte di unjasso del 90-100% degli altri Paesi membri, e neanche i relativi impegni sono stati ancora assunti completamente. Proprio sul fronte degli impegni, tuttavia, si è ormai nell'impossibilità di un adeguamento, in quanto il termine per l'assunzipne è scaduto il 31 .12 .1994 , . a meno che non venga concessa una proroga dalla Commiss ione , come ho richiesto; tale proroga in molti casi si rende necessaria per garantire l'utilizzo di economie prodottesi in fase di appalto, e per assicurare l'adeguamento dei programmi - approvati dalla Commissione in ECU - tenendo conto della recente evoluzione del rapporto di cambio tra la lira e l'ECU.

Per ridarre al massimo il rischio di perdita definitiva di risorse, sono ih corso azioni volte a sollecitare direttamente i sossett i responsabili desì i interventi che presentano maggiori ritardi attuativi, utilizzando, per quanto poss ib i l e , modal i tà e procedure di emergenza per accelerare il completamento degli interventi e per assicurare una tempestiva trasmissione, alla Commissione delle certificazioni finali di spesa.

Serie preoccupazioni desta la situazione relativa allo stato di attuazione dei Programmi Integrati Mediterranei (PIM), per cui gli impegni dovevano essere assunti entro il 31.12.93 ed i pagamenti devono essere effettuati entro il 30 giugno p.v.. In particolare, da dati forniti dalle Regioni nel corso di una-riunione tenutasi presso la Presidenza del Consiglio l'I 1.5 u.s., lo stato di attuazione dei PIM si presenta come segue: . - totale investimenti: 4.078 miliardi, - di cui contributi UE: " 1.949 miliardi, - impegni assunti al 31.12.93: • 3.767 miliardi, - pagamenti effettuati: 2.546 miliardi: quindi già oggi non è più recuperabile la somma di 311 miliardi, di cui 155 di contributi comunitari; inoltre, entro il 30 giugno p.v. occorrerebbe spendere 1.219 miliardi, per ottenerne circa 600 miliardi di contributi comunitari.

Atti Parlamentari — 14188 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Anche su questi problemi specifici ho preso l'iniziativa, d'accordo con il Ministro Frattini..di indire riunioni con le singole regioni interessate.

- r^fell'ambito della delega conferitami per il coordinamento delle politiche ' dell'Unione Europea, inoltre, ho provveduto all'istituzione di un'unità di crisi per individuare le specifiche iniziative da intraprendere a supporto delle Regioni interessate.

Per quanto concerne il Q.C.S. 1994-99 (che prevede investimenti totali per oltre 32.000 MECU, circa 65.000 miliardi di lire), attualmente risultano intervenute approvazioni per circa il 21% delle risorse comunitarie assegnate, cioè per 5.500 MECU, pari a 11.000 miliardi.

•In particolare sono stati approvati 3 programmi operativi multiregiohali ' (trasporti ferroviari; infrastrutture di telecomunicazione; ricerca; sviluppo

e alta formazione) e 4 programmi regionali" (Sardegna, Molise, .Basilicata, Calabria). Risultano .inoltre approvati tutti gli interventi cofinanziati dal FSE, mentre per quelli cofinanziati dal Feoga-orientamento risulta approvato solo quello relativo al POP della Sardegna e il programma monofondo della Regione Abruzzo. Questo ritardo ha dato luogo a una rimodulazione delle disponibilità senza

: determinare riduzioni delle assegnazioni per il nostro Paese. Tuttavia, gli stanziamenti rimodulati rendono più impegnativi gli obiettivi da conseguire annualmente già a partire dal 1995, mentre si riduce in modo preoccupante l'arco temporale per il completamento dei nuovi programmi. L'attuale ritmo di attuazione ed assorbimento degli stanziamenti deve .essere drasticamente accelerato se non si vuole "rischiare la perdita di fondi comunitari da parte dell'Italia.

Oltre che sui piano procedurale e degli strumenti sopra citati, il D.L. n. 123/95 prevede che possa disporsi, con apposita delibera CIPE, la copertura della quota di finanziamento nazionale per i programmi operativi regionali inseriti nel Q.C.S. 1994-99, e per alcuni programmi infrastnitturali, quali ad esempio il programma multiregionale risorse idriche, a valere sulle risorse della legge n. 483/92, permettendo così il concreto avvio del QCS. Per quanto riguarda il Programma operativo -multiregionale industria e servizi, nella versione rielaborata secondo la decisione del l 3 marzo u.s. e

Atti Parlamentari — 14189— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

tenendo conto delle osservazioni avanzate aaiia commiss ione , è stato inoltrato a Bruxel les , ed il CIPE ha garantito la necessaria copertura finanziaria.

Per quanto riguarda il Centro-Nord, come ho già avuto occasione di esporre, sono stati approvati tutti i DOCUP relativi agli obiettivi 2 e 5b.

I Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC) sono stati presentati alla Commissione Europea e non ancora licenziati da quest'ultima; è stata approvata la pane di LEADER relativa alle Regioni Abruzzo, Basilicata e Campania.

In sintesi, come risulta dalla tabella 2, le risorse comunitarie assegnate per il 1994-1999 all'Italia per i fondi strutturali (al netto cioè del Feoga-garanzia ed altri interventi minori, finanziati direttamente dalia Commissione) ammontano a 20.614 MECU (oltre 41.000 miliardi di lire). Se si considera anche la quota di spesa programmata in fase di realizzazione del Q.C.S. 1989-93, stimabile in circa 12.000 miliardi di lire, e se a questa si aggiungono i nuovi interventi nelle- aree depresse relativi alla fase di programmazione^ 1994-99, le risorse comunitarie e quelle nazionali, sia pubbliche che private, potranno dare luogo ad interventi che raggiungono i 100.000 miliardi di lire nei settori delle infrastrutture, degli investimenti immateriali, degli aiuti alle imprese e nel campo della formazione (cfr tabella 3). Questa previsione è coerente con la stima di circa 35.000 miliardi per gli investimenti da realizzare nel biennio in corso (cfr tabella 4): tale importo evidenzia che l'obiettivo suddetto, come già segnalato, richiede un impegno rilevantissimo da pane di tutti i soggetti interessati, ed in particolare di quelli responsabili dell'attuazione dei programmi.

Il sostegno al se t tore dei servizi

Gli interventi finora illustrati sono integrati dalla normativa prevista in tema di .creaz ione di nuove imprese. Anche a questo riguardo s iamo intervenuti dando attuazione all'art. 1 bis della l e s se n. 236/93, varata dal

Atti Parlamentari — 14190 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Governo Amato per far fronte alla crisi occupazionale. Tale disposizione diventerà operativa nei prossimi giorni con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei Regolamento di attuazione.

L'I l - maggio u.s. ho firmato infatti il decreto per la definizione dei criteri e delle modalità di concessione delle agevolazioni. Con questo^ atto si concretizza l'ampliamento della legge n. 44/86 per la creazione di nuove imprese g iovani l i nei settori del turismo,- dei beni culturali e della manutenzione dei beni civili e industriali. A differenza della legge n. 44/86, i progetti potranno essere realizzati solo nelle aree dell'obiettivo 1 e non potranno prevedere investimenti superiori a 1 miliardo di lire. I progetti dovranno essere inviati direttamente alla Società per l'imprenditorialità giovanile, e saranno valutati seguendo l'iter e le procedure previsti dalla legge n. 44/86.

II Regolamento, atteso da molti mesi, permetterà alla Società di rispondere alla forte domanda proveniente dal Mezzogiorno e fino ad oggi rimasta insoddisfatta, per i limiti settoriali imposti a suo tempo dal legislatore al finanziamento di nuove imprese giovanili.

Per il settore del turismo, ormai di competenza delle Regioni, è stata assicurata la copertura finanziaria delle misure previste nei Programmi Operativi Regional i del Q.C.S. 1994-99 e nei Documenti Unici di Programmazione (Docup) delle aree ob. 2 e 5b.

Cons ideraz ion i conc lus ive

Signori Senatori,

questo Governo è nato con un orizzonte temporale ridotto. Sono note le vicende che hanno portato alla sua formazione ed i limiti del suo mandato.

Il Presidente Dini aveva individuato nel suo discorso programmatico quattro punti fondamentali: la nuova disciplina delle elezioni regionali

Atti Parlamentari — 14191 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

(varata con la legge 43 del 23 febbraio), la regolamentazione della parità d'accesso ai mezzi di informazione durante le campagne .elettorali (il 20 marzo è stato approvato il relativo decreto), la manovra correttiva della finanza pubblica (approvata definitivamente dal Senato il 21 marzo) e la riforma del s istema previdenziale (il relativo disegno di legge è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 maggio u.s.).

La missione specifica di questo Governo, dunque, volge al termine. Il Presidente del Consiglio ha già dichiarato che una volta definito l'esito, della riforma del sistema pensionistico, ed io mi auguro che ciò avvenga con una rapida approvazione della legge proposta, egli metterà a disposizione del Presidente della Repubblica il suo mandato, in coerenza con quanto dichiarato davanti al Parlamento. ' - .

Ma il consuntivo di questo Governo non si limiterà ai soli, s ia pure importantissimi, quattro punti. Per quanto di mia diretta competenza, abbiamo inteso consegnare al Paese, al Parlamento ed/al Governo che verrà una serie di provvedimenti capaci di rivitalizzare l'intervento nelle aree depresse del Paese. Lo sforzo è stato compiuto nella consapevolezza che il riavvio della produzione, dell'occupazione, dell'economia del Mezzogiorno e delle altre aree depresse costituisce la base per un'autentica uscita dalle difficoltà economiche del Paese.

Ma, l'ho detto e intendo ripeterlo con forza, il nostro Paese è in Europa. La via per la soluzione della "questione meridionale" passa per l'Europa stessa, per le opportunità che essa offre ma anche per gli obblighi che ci impone.

Per finalizzare l'intervento nelle aree depresse è necessario un concreto sforzo da pane di tutti. Abbiamo bisogno di progetti validi per la realizzazione di un s is tema infrastnitturale moderno e dinamico. Abbiamo bisogno di una cultura d'impresa anche là dove, fino ad oggi , è stata carente. Abbiamo bisogno di enti locali efficienti, veloci, propositivi, perché ad essi è demandata gran pane-dell'iniziativa sulle opere infrastnitturali.

Atti Parlamentari — 14192— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Abbiamo bisogno di collegamenti foni tra il livello centrale e quello . locale, tra progettazione e realizzazione, tra capitale e lavoro.

Lo Stato può imprimere quell'impulso che, non possiamo negarlo, rimane essenziale. Ma la risposta sul territorio deve essere pronta, perché il terzo

• grande attore, l'Unione Europea, ci possa sostenere. Ben vengano i privati, naturalmente, in questo sforzo. Ma il rilievo che riveste l'attività dell'ente Regione è a tutt'oggi il nodo cruciale dell'intervento nel Mezzogiorno.

Nella mia veste di Ministro del Bilancio, intendo farmi pane diligente • perché alle azioni "macro" che ho proposto tramite il Governo ed il CIPE

'corrispondano le azioni "micro" a livello locale. Di concerto con il Ministro dei Lavori Pubblici e dell'Ambiente, nel corso, delle ultime settimarie, sono state organizzate riunioni tra Ministeri competenti e grandi enti e società pubbliche al fine di individuare grandi opere infrastnitturali cantierabili nel breve periodo. Sono stati prodotti studi che, frazionati sulle diverse Regioni meridionali, costituiranno una delle basi per avviare un serio dialogo con le Regioni stesse. I quadri di riferimento finanziari, con il dettaglio, Regione per Regione, delle risorse interne e comunitarie a

. d i spos iz ione dell' implementazione di infrastrutture e grandi opere pubbliche, saranno l'altra base di confronto.

Gli stessi uffici dei Ministero del Bilancio hanno in corso di predisposizione la documentazione relativa alle opere iniziate e non terminate. E' infatti essenziale focalizzare l'attenzione su queste per utilizzare le risorse già assegnate e per attivare, ove possibile, la finanza privata. Troppo spesso ci si sente contestare che dovrebbero essere stanziati nuovi fondi per il Mezzogiorno. In realtà a mancare non sono le risorse finanziarie, che per quantità - lo -ripeto - sono paragonabili a quelli dell' intervento straordinario, ma la capacità di spesa. E ritengo addirittura banale affermare che prima ci si deve adoperare per spendere i fondi disponibili, e dopo, ma solo dopo, si è legittimati a richiederne di nuovi.

Una volta completato il quadro, il Governo, rappresentato da esponenti dei Ministeri interessati, effettuerà, in collaborazione con i Presidenti di Regione ed i Prefetti, delle missioni in ciascun capoluogo delle Regioni dei

Atti Parlamentari — 14193 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Mezzogiorno. Ciò dovrà avvenire in tempi assai brevi, e dovrà fare chiarezza sulla factibilitjLdelle opere, sugli impedimenti ad esse, sui finanziamenti attivabili.

A queste missioni dovranno seguire le azioni necessarie per la rimozione degli ostacoli e per l'avvio degli interventi. La costituzione della Cabina di Regia nazionale ed il suo dialogo con le Cabine di Regia regionali sono

.funzionali a questa problematica.

Il dialogo con le Regioni, tuttavia, non si esaurisce su questi aspetti.

. Voglio ricordare le recenti iniziative del Ministero della Funzione Pubblica e degli Affari Regionali, che nel recente D.L. 163/95 individua le misure per la semplificazione e la razionalizzazione dell'attività amministrativa ed il miglioramento della qualità dei servizi pubblici, e del Ministro del Lavoro, il quale ha in corso di predisposizione un provvedimento teso ad introdurre nel mercato del lavoro strumenti fortemente innovativi per una maggiore e migliore flessibilità del mercato stesso. Si ritiene di porre le basi per il conseguimento di significativi risultati di incremento dell'occupazione anche" attraverso la qualificazione degli investimenti e, coliegata con questi, una migliore utilizzazione delle risorse comunitarie.

Da pane sua, il Governo nel suo complesso dovrà continuare ad operare in modo coerente con i programmi e gli obiettivi sin- qui descritti, in particolare agevolando i flussi finanziari relativi agli interventi suddetti.

La stessa stesura del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, attualmente allo studio, dovrà tenere conto della circostanza che solo coniugando rigore e risanamento, e solo cori il ritomo alla stabilità economica e finanziaria, è possibile svolgere un adeguato sostegno alle aree depresse. -, - • • • Il risanamento del bilancio dello Stato ed il contenimento dell'inflazione sono una* condizione essenziale perché gii sforzi finanziari in programma soniscano l'effetto.voluto.

Atti Parlamentari — 14194 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Il passato ci ha insegnato che politiche di spesa indiscriminata non hanno effetti durevoli, né sulla produzione, né sull'occupazione, né sul benessere di una Regione.

Atti Parlamentari — 14195— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

. TAB. .1

P R O G R A M M A Z I O N E F O N D I S T R U T T U R A L I D E L L ' U N I O N E

E U R O P E A

1989-93 E 1994-99

Obiettivi fn Risorse 1989 - 1993 m Risorse 1994 - 1999 Totale

stati membri

Italia Totale

stati membri (3)

Italia «)

Obiettivo 1 38.300 7.443 . 96.346 14.860 Obiettivo 2 (5) 7.205 419 15.316 • 684 Obiettivi 3 e 4 7.450 1.061 15.840 1.715 Obiettivo 5a (6) 3.415 230 6.143 800

Obiettivo 5b 2.795 385 6.296 901 T O T A L E 59.165 9.538 139.941 18.960

Programmi di in iz ia t iva comunitaria- (7)

4.030 582 13.450 1.654

Altre azioni 1.150 1.530 T O T A L E 64.345 10.120 141.471 " 20 .614

- importi in MECU

(1): con la riforma dei 1988 sono stati fìssati 5 obiettivi prioritari per i fondi strutturali:' - obiettivo 1 : sviluppo ed adeguamento strutturale delle Regioni in ritardo •

di sviluppo; - obiettivo 2: riconversione delle Regioni gravemente colpite da declino

industriale; - obiettivo 3: lotta alla disoccupazione di lunga durata (12 mesi) ed

inserimento professionale dei giovani:

Atti Parlamentari — 14196 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• - obiettivo 4: agevolazione-dell'adattamento dei lavoratori ai mutamenti - industriali ed all'evoluzione dei sistemi di produzione; - obiettivo 5: suddiviso in due sub obiettivi, favorisce la modernizzazione

delle strutture agricole (obiettivo 5a) e lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle zone rurali sfavorite (obiettivo 5b). .

(2): a prezzi 19S9. (3): a prezzi 1992. (4): a prezzi 1994; (5): la programmazione per l'obiettivo 2 prevede una fase 1994-1996 ed una

1997-1999: la seconda fase non è compresa nell'importo "Italia". (6): nel periodo 1994-1999, gli stanziamenti totali per l'obiettivo 5a sono

•comprensivi di 858 MECU per la pesca.. " * (7): per il periodo 1994-1999, per- il totale, i valori degli obiettivi sono

comprens iv i del la quota che alimenta i programmi di in iz iat iva comunitaria. Per l'Italia i suddetti valori non sono comprensivi di tale quota (e quindi l'importo delle iniziative comunitarie va sommato al totale).

(8): a prezzi 1992.

Fonte: Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica.

Atti Parlamentari — {Ri­ camerà dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

T A B . 2

S T I M A D E G L I I N V E S T I M E N T I COMPLESSIVI , .

C O F I N A N Z I A T I D A I FONDI S T R U T T U R A L I , A T T I V A B I L I

N E L PERIODO 1994 - 1999

Interventi m Costò totale Contributi comunitari

Risorse pubbliche nazionali

Risorse . orivate

QCS 1989-1993 (2)

12.000 5.700 -4.900 ; 1.400

QCS 1994-1999 ob. 1

65.000 29.700 20.700 " 14.600

Docup ob. 2, 1994-1996

4.500 1.400 2.400 7 0 0

Docup ob. 5b., 1994-1999 9.100 1.800 2.700 4 . 6 0 0

PIC, 1994-1999 9.400 3.300 3.300 •2.800 TOTALE 100.000 • 41.900 34.000 24 .100

importi in miliardi di lire

• cambio: 2.000 lire/ECU '

(1): le stime non includono gli interventi relativi agli obiettivi 3, 4 e 5a nei territori del Centro Nord, non essendo possibile valutarne la ricaduta nelle aree depresse;"

(2): gli imponi sono relativi agli interventi ancora da realizzare.

Foncé: Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica: Servizio Politiche di coesione.

Atti Parlamentari — 14198 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

TAB. 3

• S T I M A D E G L I INVESTIMENTI C O M P L E S S I V I , .

C O F I N A N Z I A T I D A I F O N D I S T R U T T U R A L I , / ' A T T I V A B I L I

N E L P E R I O D O 1995 - 1996

Interventi rn Costo totale

Contributi comunitari

Risorse pubbliche nazionali

Risorse private'

QCS 1 9 9 4 - 1 9 9 9 ob. 1

23.700 10.850 7.550 5.300

D o c u p o b . 2 , 1994-1996

3.700 1.120 1.970 610

D o c u p ob . 5b . , 1994-1999 3.320 660 980 1.680 PIC. 1994-1999 3.900 1.380 1.380 1.140 TOTALE 34.620 14.010 11.880 8.730

i m p o n i i n m i l i a r d i d i l i re

- cambio: 2.0CO Iire/ECU - le stime sono fondate sull'ipotesi di riuscire a recuperare ne! biennio 1995-96 il ritardo già accumulato nel 1994, e di realizzare gli interventi previsti per il 1995 ed in parte - il .50 % -quelli programmati per il 1996 r nel 1994. le decisioni assunte dalla Commissione Europea hanno comportato impegni per circa 1.500 miliardi (35% dell'annualità), a valere sugli stanziamenti del bilancio comunitario dello stesso anno

(1): le stime non includono gli interventi relativi agli obiettivi 3, 4 e 5a nei .territori dei Centro .Nord, non essendo possibile valutarne la ricaduta

nelle aree depresse.

Foncé: Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica: Sensizio Politiche di coesione.

Atti Parlamentari — 14199— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Appendice 1

A G G I O R N A M E N T O D E L L ' A P P E N D I C E S T A T I S T I C A A L L A

R E L A Z I O N E D E L 1° M A R Z O 1995

Atti Parlamentari — 14200 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

. K T S R V E X T : N E : A A E E C E ? * € S 3 £ . 3 i T L ' A £ 0 € ; ' N > « C A « : A A». : a . i . : s ) 5 « E : . : in

1 1 * 4 1 T996I 11MI 19971 nn re r> C i >ÌSCC^A C:CNI C : P « I

•1-J-J il*.! I

- » I P 4 ^ T A - » « » c c p > M K R ^ r =

? « * g 3 ; C £ * £ A CCMSICUO I t * 1 • I U . ! O ; I S3.J37I

1 » • 1 V«M7l : 2 . : o c t • i 0 2 1 4C .S24I 4 I Y M , . ; T

• . 1 1 J.CCCI l e c c i l e c c i : c c i ^ 2QCl ~ T

• 3 * j m o t v%ncs€vr* « tunwnoi2) ! . . : c c i X C I : c c i

i • : Ì6.000I »3.22-31 ' 1.237 f . . 7

• var*« I ' l l 1 • *-»0l s u XOI . : c c i

• : i i • • i. • • — : . L . 1 1.J11.ISQI 1ÌS2.S14I

4.133^331 « » » ? • i . / n e c c i 2.-CO. CCOI i r j o . c c c i 4 &«8 9 * 0 1 1 1 1 1 1

: : s . c o o i • .ss. eoe I 18.1961 t32-29-«l «27.2J«r-77T-

1 1 1 1 1 : < o o o i 1 4 8181 22.5491 2 3 . - 7 2 : : — r r r -

- v«rw I I I » » t.JCCl I.JSC1 X C I .CCCI . X c i I I I » T • r • . : • 1 1 1 • IQI COI •:«^2ii 40T_I37f

• . 0 . / 2 2 : 2«,-- C©*«"» W eS»TO*TRRTSI i 1 1 1 • j n . c c c i iC3>COI 221.C5M 28 t .2 :Ol • H J ^ C I l i : < - C>» 1 1 1 . 1 . 1 10.CCCI « . 3 7 8 1 IC4.J33I

f 1 » 1 • 1 foc .ecci • :7.3-«2t * « . * 4 4 I

- VJRT* t 1 • I i . :33 i . : * ^ i .XCI : c c i 2CC; 1 1 . 1 1 1 i ; : : I l 1 » 1

: I I r:j.47il ;r a. «t 9-01 235.43JJ t .3 - T 1 1 . 1 1 1

37.3T5I »75 : 9 2 ! 224.3251 i-J" 1 1 1 1 • : : s . c c o j 23 . 4131

4-1.0SJI 70.237«

- Va.-V, 1 1 1 1 1 .nav . « I L . e c o . e c c i . eoe ;

1 1 1 1 1 I i 1 i l 1 1 ) 1 1 i . t s t . ? : s i I . : « . 3 « I I J 3 1 . I 2 7 I 3.£T

• CI-SM SI cc«Tc-::cr-:i » » 1 1 I . I I O . : - : C I 3 . ' 3 . U i l I.CÌ5.21-4I i . 2 3 t . : 2 7 :

• V 3 I l 1 f 1 1.7251 \.iy'i i .OCOI .CC-31 .CCCI ;

1 1 1 .1 I i I I 1 r eiL>.NC:0 £ ? R O G r ^ . W , EC. I l l ' I 1 t .4».!S4l 3 . : s j . j ? : t J . : C L J T ; I

4.577.5X1 3.cs3 . : { s ; - Cz-ci~. «CCS*"""» • »-y=>-TÌO i 1 , 1 . 1 1 I 1 1 » • 1 F

1 1 ( 1 ! 5W.CCOI l.2&5.0O:i t. 3 ^ . 0 0 0 1 7.CC0.KCI z . ; w . e o : : z.si: - ?«a.-<i ,* r7<r j i • > C . 3.3 1 1 t I I 5::.coot 5C0 CO : i 1. « 3 - 2 = 1 2. : S C . 80 71 2.2:-*.2^ii 7 . : 4L

J » ». l i i r c o t l . i W l 1.490« 2.337! V.

• Ci vr>«*r*' t « « c i I 1 ; • » i 1 .CO0I :7J .C9G» 23l.e-47t 2:s.cs*i i.:-.

. ?:o 1 1 i 1 ! ;o .ccc t 1 2 3 . 4 7 « ! !22J3-II 4 i r

- v j r - r l 1 { 1 I ta.ccci : c c i CCCI : c c i ^ -

L A V C N C • L • I "i • 1 !«*3.>:<i nrj+31 4M^33I 7 1 Ì 7 7 1 I J 0 2 J I 3 ! 2 . ^ . 3 .

1 1 -J . « I iO.CCOI I 3 . ; s c i 23 .9*91 4^.5«l S 5 . I I M 24-1. - ' l i-uro*»* ?rcr«vo-J«« I l • 1 1 .COTI J J L 9 I M . i t t l f4-::sj

; i : i 1 n e c c i 4 4 9 . t 6 5 l :zs.£7zt Ì 2 3 . : t 5 l L i T T .

, . • . • I .CC41 .WCIL XCI CCCI .-"CCI 1 : : : . . 1 . 1 .

T S S C r . O » t.501.jnt : . i M . K 4 i : . C 2 2 J « l 7.««c.

• Sociu Acc>» 1 i W.KCI i f CCCI t5 .33U 1 t0.2*SI ! : 9 2t3J 4-:. - f-tr.n «x jrr. :0 1 1 Ì 5 . W . I ; « . : t i i : :S .C03i T3-* 7921 i 2 L

- CJSVI se-a. « r r r r s o 1 : • i I ;to.:c«i • *Zi.iZZ\ • ' t i ì M . L121 • ' « u . ' i r m e n n « rtrroorsi | 2. : 1 1 ^ 1 " ' : : c i ,*eci . ; . :ci

• .ftx^O 1 • ! : 1 • '".»CO W X H O M | r40CCl 22.3*91 : 3 . : e 2 i - c i

3.30CI M«l 4 zazi 2 i 2 i : .Ì2I *2.

. -'"7w^citor»?o G-f-x* Stato 1 » f iO.COOl : 3 . ecc i XCI c c a i x c i * :e

• S e r r a •orrvxror"'* « f-ruttn l . I I I 13 ; o c i 1 XCI X C I XCI 23.

. C«R»w« icvC«R-yM /<*>rmi4 t i i I ; •Ì2.CCOI 1 :cci 2CCI XCI i L

I I I 1 •a.JCQi u u s i 11.2:31 »7 .2331 I t i l i » 3 1 ««1 XCI .•3001 CCCI

1 ) 1 1 1 1 3 Jet o c ramni *i*«or»« NR *;x*x*>« iCO.CCCI 312.7251

222.72;1 »!'. ' c r ^ u U.45-4_ZTJI » . i 7 s . » 3 i - 0 . 329 .2031 i4.s7t.rcoi r«.nt»; si IT.:UJG*\!.;:J.J:II ?.A-*5.:COI >.3ii.:::f ? 2.21 3.2371 r e . : r ; . < : ? • s-* Ì :

i l i • i • | l »t.: resoci r t * t.:,*3.;c*3i I

I ; . . , 1 » " G r ^ L L CC.^É. -ULÌ 1 i . 3 ^ x « 3 i J3_tuuooj t4.i7i.:ooi li t4.J5-*.J0-4l IJ7J.314» r ) . Ì ^ I . : O C I i . i i t . ; : : r * 3 - - . 3.2271 * 2 . : t 7 . i 0 7 : s * . s : t .

[ 1 1 < 1 1 f *E3»CL'C *CH aiPA*T77Ò 1 I l I 1 : ; . i « 4 . j i i i

• I - , • — • • ,

c 1 r l i t 1 {

1 » i i « i » . JT '. 1 Zzn z r i ¡7 le*-»* 1133 « « i t a o*tr*~M ;i v*-RGR\*-*»^« **fv\o»-i >»Y I t s i 3 « - R O - U U I O a na**o ?ocrXfnma!>C3 •rf«.*TU3(o CTM - t«J*-J • JT

tnc* 9«« RTRMAN c s r r u v u A c a o c < S I 3 »8. a«"5 U*3L .-sroo • I : .*C uva. •ssKwnofii i a / c o t ! 0 u w . J « »«*A<nc->ajri i ; 3 Mi}.} l

"l'I "¿.1 ;:1CCC—• 3 V*C""»'•-RRRWR-R• 5«J*rv«F<» | TUE1** »»K*

Atti Parlamentari — 14201 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

3<TEKVE?M NELLE ARSE C6PWESSÇ SMJACCHG PMAK2ZAKSA AL 1<*J.1?93 (in me)

AMU\H\STRAÙ2QM c R1PAK7.CZ>* i ;W£G*1 1533 » PAGAMEXTI 1333 t LIRVXCCIE Oi IH TERYTLMTO

PFFGSFC€MZA CCMSXSLTO " 1»4 i

53.107 f AL 1«A*y»<1)|

177.5371 AL I

3.000» CCGl Î4.527!

- SVTMER 3.0001 3.0001 3.GCCΠPro竌 Talea/-

- PROMCCONQ AJRWNG .CCCI CCCÍ ìO.CCOl

.CCXJ| coot

- VANA •UÛI .1701 .ccct

IHCUSTR1A - i r e Srctgytail

1.5T5.30CI 1.733.0001 1.723.CO0I i.soo.oool

tras/, reocraa tse.ccoi ì2«.cooi ,0001 Contributo taam 2-1.0001 2X.0COI U.7UÌ

- Vano 1.300 i.:co( I .112

R>C£RCA 3-HS02I 513,5021 2XM.392J :n.occi 3<3.CCOI

-Pi? f0.CC0| 50.COOÎ 122. cUOt .cool

.1631 .î^3l .02<» I

AGRICOLTURA 2**.1UI 2lfi.CCÛt

23*.118| 21Q.0COt

.000 fC0C

PROMCG. AÇOCCQ-RA O TIRERÒ (2) 30.CCC1 O.CCO! .COOj VARIO ,1181 .1151 ,CC0|

lavori pub s u a 1.131.723 1.131,723 S13.21Ô Oocre di covre*ierra 1.150.CC0I 1.150.C0Q 815.042 VACO U25 1,725 J7e

BíLAKCiO E PROGRAM. EC. I.XW.TSO 863.257] « Cora ani. accord • accordo I

VAL BASERTO C.COQi 553.0001 <UQ.127( Pier* ferrerai • AO. cL3 _ Z7001"

¿33. COPI 223.CO0I 2.7001

Coc t crii; o nrsacoo .coot .0001 .coo F'RO 3.0001 recocí Vsrvs 1*3.1331 1*8.9001

LAVORO ,0O0J lecci ao.ooot

tension* pretfe^ponato SCAUC)

COO I .0001 soaccci Kfl.CCCt

.coo]

.coot

.ccor V=no .ccei •CC8t

TESORO Scocca Accvo

JL4W.0O*/ SC.CO0I

2.40Ô.273J 10. CCÔ i

1.734.333 10.000

FTXÍOA « ART 10 ¿5.C51I SS.CSlt 52.C99 C .-AJ. OVO. « C« «SALJÜ

1172.277 2.177777! 1.577,777 i

PcOQO FÜC32.*COO 29.ÍCQI 29.ÍCCI .occ KTURNCZJON* LURIANXJ 3.900I 3.SOGÍ .000

Prcvv^crtoratt G<so.X3 Stato Soòeca terasia3or»« ex FV-sro

50.000) 29.X0I

ÍO.0O0I 23.20CI

11.298 23.CCC

G chonta iicxaccìera Açorsuc 12.CCCI ¿ZCO01 •COC< .0Qg| .0001

C<rd(*1 to.c 31 Í8.CCCI VANO

TÒ-TAXT .CCOf ¿roí

i X>soor*fciKta ex vsrt l . cS L*gg/?2 (3) I IfOd.COCl

»

.(1 ) Petera «I C c i r a r¡car.-:O :N gata 22. • 1. :9S¿ futtENCRA cuoca ci L 1.3C3.¿Sg» »O ATVTT/M azzeri NON FTAMO CECTA RTYJRR>GY«; >VT? <RT>GÇNI /

(2t Ccrn<>a(erg^ Tvs > cai c .u roo si Teramo (rC \CCL) a a»f AsncsffLra (20 V^C.Ï (31 Cerroser^ra rs^gr.<q cal Siiaroo si Lsvoro I

RACEMO CADA I (£1 Tju c»3C<rf>enita erm cogtv^aconp cuco s»or?< tO.JOO .TTTLARA ci /rveu «c jrt. t.

uqicsssta ancr» w »t yocreaso. at va^J c»fan. A. O».-ITU i l . Cd 0.L 22/^3.

RANTE: IINIS:CRO èt\ TESORO -

Atti Parlamentari — 14202 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

^QUADRO FINANZIARIO INCENTIVI INDUSTRIALI • . (in mld.) .

Fabbisogni • agevolazioni già deliberate dall'Agensud (15.000 iniziative) • 11.842 agevolazioni per iniziative inserite nella graduatoria Minlndustria 9.245 (D di cui: a) con intensità L. 64 (avanzamento contabile ai 31.12.93 > 75%) ca. 4.150 b) con intensità L. 488 (avanzamento contabile al 31.12.93 < 75%) ca. 5.095

I I I Totale fabbisogno | 21.087 |

I •

Risorse

Fondi per gli incentivi industriali 94 e seguenti 21.087 di cui: / Riparto programmatico CIPE dei fondo ex art. 19 15.992 <

Oelibera CIPE del 27:4.95 su L 488 art.1 c.8 j 2.548 Stima cofmanziamento comunitario QCS 1994/99 2.547 | |

(1) dcrriande presentate prima del 21 agosto 1992. II nuovo ammontare è stato cosi rideterminato dal Minlndustria

Fonti: per i fabbisogni: relazione commissario llq. Agensud e Minlndustria per le risorse: MinSIIancio- Segr. CIPE

Atti Parlamentari — 14203 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA ­ DISCUSSIONI ­ SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

SNVAZIONC UTILIZZO ?ONDÍ STRUTTURALI Oaxj provvisori al 31.12.94

(ispessi p a r s e s i

Quota com. iQuou U T (TOC 1 Valia . (W ViLasa. 1

PROGRAMMI *NU 19$$ SOD RERÍCAOXAIOOC

I LM14 9.500! I I ' LNFLD 3.040} I

VALORI A NCCU

Q.CS ?ГЗ\?3 R< pool Ob. 1. 1 9.323 1 ISJ37 I 17J29! 95.5! 11.534) 63.3 1 1.400/1.500 (z\ Scad ­scpcjsi 3 1 ( » ) -Scad pAgionsd 3l.lZ.95 Scad reodicoeSiziooc 31.12^5 (b)

Prosrassd rrjhirrjiccjLi 4.322 4.514 ­ 9.235 ' 9.134 9S.9 5.018 Presrxrra Operarvi Rc^oriali (PO?) 3.209 3.560 5.759 6 J 35 94.3 4.129 6 U

• Qucti Gb. 3 e 4 (d) 5St 296 877 $59 53.3 650 74.0 Q;cta Cb. 5i (e) 293 295 ; 591 399 67.5 399 67.3 LiL'­VJv: Coc.ecilirie (?!C) ." 407 457 773 90.0 433 50.7

Q.CS 92'ЭЗ zone Ob. 2 1 Le relative TSZCTTJLZÍCXÚ seco !c poíitiso ¿«I М;­г

С.то ¿ea**£¿uaSr;a ­

Q.CS S9V93 мае Ob. 5Ъ Le гrUlive A & K S & s c d seco a peciesso del MIcisero per с Risorse Agricole AìssrcLiri e ?ct stali

Q.CS 94W Retool Ob. 1 14.350 17.579 32.439 6CO 1 • i Scad isyr¿si 31.12.99 (Г) -

Scad payarvrffi 31JZ2001 Scad rec<ÜCCCT2¿oo<í 31.12­2001 •

rYoyasssà cuítire­j 7.574 9,750 17J34 6CO Prssrxcrsi C^erxávi Resecali (PCP) 7.2 S6 7.319 15.103 ¿1 cui: Q­ucu Cb. 3 « 4 I.30S 739 2J 97 Q»­cu Cb. 5a 970 937 t.507

DOCV? Zone Ob, 2 195MMÍW ** [ 5341 lJ62fg)} 2.2^1 I < I l Scad sspessi 31.12­IM ^ . Scod?4jaoc=a3l.!JL9S ' Scad frodi состадоос 30.06V59 * DOCVP Zone OB. Sb 19$-V1999 [ 9011 3.3I7/

,

g)t ­4.7131 ) \ 1 ! Scxdir=pc5si3IJ2^9 Scad pajabeexi 31.12­2001 Sdd .«^cocu¿oo<i 30.06*2002 _ • _ _ _

InfaLacrre Comcmhxrtc (?IC) (h) [ \.S!*\ 3.071 | 4.723 j í Ì ì Li

.N.3. La ponete aeboda Клгвгщс CACLUSIVASDCSU la peacsoae deUllalU sci cocraci dei food ягмаагаЛ di рсг==е==д dei Ministra del Buaccio (a) Per alcuni ;.M i JÜ»4¡ è *m corsodi ccocrsriooc 'xaa precoma "breve* che spesa*ü tercabe di УГЛ—П per Гажппоос dejil srpcpù (b) Г pooiWe richiedere U proroga, dei tersane per il cctripletaxscsro dei lavori e dei pajasesà il 31.12J6. (c) Tale perdiu зеосхд i cascali ­epc^si per 733 NGC'J. jji «Jeta dell* rivalutasene de Hi CU. scocbè riardi эе­Ь spesa « ?3EV rZCOA, e P.O.R:;. (cf) Cb J ­ Loca alia dboocapasooo tucyx О Л ­ U L I e Covoni le

Cb.4 . NUrsrr di ioeicjno alToccvpaicoe sci snr­arscca ir­dusriai: ( E ) Cb. ! I ­ A d ^ A C E C I A ¿elle xcnmrr IP­icolc <0 Eicluia La Rcyoce Abrumo c=s<rr­a ai Ssi QCS 5­­хэ JJ 1995 {gì Scoo csrspctae acciisuni risone privile (h) La cuca aanocAle E из valore di st=u potete i ?!C юоо ascerà n v»a di apcroviicce preso la Cccssissicce (•) L'­troro геэе socio del оэсссасЬэо di r.dc.tri.TCCE'SPCRAR^E n BASE ai rrjcu.­oecu deU*U.£. e ccoride con cuello г.регл^з лейе

re'.ascci al Cocahaio Ci aocvcjlixsia del QCS Ferie: .ЧигЗидхэоо • Servcso Polhicbe Ci Cocaicoe

Atti Parlamentari — 14204 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Appendice 2

F I S C A L I Z Z A Z I O N E D E G L I O N E R I S O C I A L I

(art. 45 , l ègge n. 724/94)

Atti Parlamentari — 14205 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

Fiscalizzazione degli oneri sociali applicazione dell'art.45 della legge 724/94 (collegata alla Finanziaria 1995)

Gli oneri sociali impropri pagati per il Servizio Sanitario Nazionale; Tbc, Enaoli e asili nido, a carico dei datori di lavorò sono attualmente pari all'I 1,97, mentre TI per cento è a carico dei lavoratori. Al fine di ridurre il peso sul costo del lavoro per le imprese esposte alla concorrenza intemazionale la fiscalizzazione di tali oneri ha assunto, dalla fine degli anni '80,. carattere strutturale, con un'accentuazione della riduzione per le imprese operanti .nel Mezzogiorno. » •

La Commissione delle Comunità Europee ha ritenuto incompatibile con le regole dei mercato comune la riduzione selettiva a favore delie-imprese del Mezzogiorno. L'intesa raggiunta il 17 gennaio scorso tra il Governo italiano e l'Unione Europea ha stabilito il graduale assorbimento entro la fine del 1999 del differenziale esistente fra Centro Nord e Mezzogiorno (il divario fra le due aree attualmente si attesta a 6,16 punti percentuali). A seguito di tale intesa la decisione della Commissione U.E. del 1 marzo 1995 impone che il differenziale del 6,16 per cento sia riassorbito nell'arco degli anni dai 1995 al 2000 (1997 per l'Abruzzo), attraverso una riduzione lineare a partire dal 1° luglio 1995. In particolare, il differenziale consentito dovrà essere:

zone oh. 1 Abruzzo compreso Molise

luglio - dicembre 1995 5% . 5% 1996* 4% 3% 1997 3% 1%

* • 1998 2% 1999 1%

L'allineamento dovrà essere disposto da un decreto inteiministeriale che entri in vigóre prima del 30 giugno prossimo venturo, di iniziativa del Ministero! del Bilancio di concerto con il Lavoro ed il Tesoro.

La riduzione della fiscalizzazione degli oneri sociali, secondo gli impegni presi'con ,la U.E., costituirà' un onere per le imprese meridionali del settore manifatturiero

Atti Parlamentari — 14206 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

valutabile in circa 135 mld. nel 1995, 500 mld nel 1996, 750 rald nel 1997, fino ad arrivare a 1850 mld nel 2000.

In coerenza con- quanto previsto dall'art 45 dei decreto collegato alla finanziaria per il 1995, si provvedere ad un riordino generale degli interventi in materia di fiscalizzazione, mediante una parziale redistribuzione settoriale delle agevolazioni tendente ad eliminare divari di aliquote fiscalizzate, incompatibili con la liberalizzazione degli scambi nella Unione Europea, destinando eventualmente i risparmi derivanti da tale ristrutturazione a beneficio dei conti pubblici.

AL

IOU

OT

E C

ON

TR

IBU

TIV

E A

L N

E/I

TO

DE

LL

A

FIS

CA

LIZ

ZA

ZIO

NE

, D

IST

INT

E V

ER

GE

STIO

NE

E P

ER

S

ET

TO

RE

IH A

TT

IVIT

À' E

CO

NO

MIC

A -

AN

NO

19

95

RA

MO

E

CO

NO

MIC

O

S.S.

N.

T1JC

0,

20%

FrLt

> 1

• EN

AO

LI

ALI

QU

OTA

TO

TALE

R

AM

O

EC

ON

OM

ICO

C

-N

Sud

C-N

Su

d 0,

20%

FrLt

> 1

C-N

Su

d C

-N

Sud

IND

UST

RIA

M

anifa

ttur

iera

con

rid

uzio

ne

7,16

%

1.00

%

0.35

%

0,35

%

7,51

%

1.35

%

Edi

lizia

10,2

0%

10.2

0%

2.01

%

2.01

%

. 0.

20%

0,

16%

0.

16%

12

,57%

.

12.5

7%

Altr

a in

dust

ria

10,6

0%

10.6

0%

2.01

%

2.01

%

0.20

%

. 0,

16%

0.

16%

12

.97%

.1

2.97

%

AR

TIG

IAN

AT

O

Man

ifat

turi

ero

con

ridu

zion

e 7,

16%

1,

00%

0.

35%

0,

35%

^

7,51

%

1.35

%

Edi

lizia

10

,20%

10

.20%

2.

01%

2.

01%

0,

20%

0,

16%

0,

16%

12

.57%

12

.57%

A

rtig

iana

to d

ei s

ervi

zi

9.60

%

9,60

%

2,01

%

2,01

%

0,2Q

%

0,16

%

0.16

%

11,9

7%

11.9

7%

Alt

ro a

rtig

iana

to

10.6

0%

10.6

0%

2,01

%

2.01

%

0,20

%

0.16

%

0,16

%

12.9

7%

12.9

7%

AG

RIC

OL

TU

RA

. •

Ope

rai

5.10

%

10.6

0%

0,11

%

0,20

%

0.01

%

5.30

%

10.9

2%

Impi

egat

i e

Dir

igen

ti 6.

80%

10

,60%

0,

35%

2.

01%

0.

20%

0,

16%

7,35

%

12.9

7%

CO

MM

ER

CIO

#

con

più

di 1

5 di

pend

enti

, co

n ri

d.

9.60

%

8.60

%

0,35

%

0,35

%

0.20

%

10.1

5%

9.15

%

da 8

a 1

5 di

pend

enti

9.60

%

9,60

%

2.01

%

2.01

%

. 0.

20%

0,

16%

0.

16%

11

,97%

11

.97%

A

ltro

com

mer

cio

10.6

0%

10,6

0%

2.01

%

2.01

%

0.20

%

0,16

%

0,16

%

12,9

7%

12.9

7%

Le

aliq

uot

e co

ntr

ibu

tive

so

no

com

pren

sive

de

l co

ntr

ibu

to

del1

•1%

a

cari

co

del

lavo

rato

re.

Le

aliq

uote

co

ntri

buti

ve

nett

e de

lle

impr

ese

man

ifatt

urie

re

sono

va

lide

anch

e pe

r le

im

pres

e im

pian

tist

iche

de

l se

ttor

e m

etal

mec

cani

co.p

cr

le i

mpr

ese

arm

ator

iali

per

le q

uali

il co

ntri

buto

per

il

SSN

è

vers

ato

alle

Cas

se M

arit

tim

e.pe

r le

im

pres

e c

i au

totr

aspo

rto

per

cont

o te

rzi,p

er l

e im

pres

e di

ins

talla

zion

e di

im

pian

ti pe

r l'e

diliz

ia e

per

le

impr

ese

del

tras

port

o ae

reo.

Le

aliq

uote

con

trib

utiv

e ne

tte

indi

cate

per

il

com

mer

cio

con

più

di 1

5 di

pend

enti

'rig

uard

ano

le i

mpr

ese

albe

rghi

erej

pub

blic

i es

erci

zi

cine

mat

ogra

fiei

jc a

genz

ie d

i vi

aggi

,*!

com

ples

si t

uris

tico

-ric

etti

vi d

ell'a

ria

apcr

ta.le

im

pres

e co

mm

erci

ali

espo

rtat

rici

abi

tuar

le a

zien

de

term

alij

e im

pres

e co

nsid

erat

e co

mm

erci

ali

ai f

ini

prev

iden

zial

i ed

ass

iste

nzia

li co

n pi

ù di

15

dip

ende

nti.g

li E

nti.l

e fo

ndaz

ioni

e

le

asso

ciaz

ioni

sen

za f

ine

di l

ucro

.com

pres

e le

IP

AB

.ed

infin

e le

im

pres

e di

tra

spor

to c

on f

une

in z

one

mon

tane

ave

nti

final

ità t

uris

tiche

.

Fon

ie:

IMPS

AL

IQU

OT

E D

I R

IDU

ZIO

NE

PE

R E

ISC

AU

7.Z

A7.

ION

E D

IST

INT

E P

ER

GE

STIO

NE

È P

ER

S

ET

TO

RE

DI

AT

TIV

ITÀ

' E

CO

NO

MIC

A -

AN

NO

19

95

RA

MO

E

CO

NO

MIC

O

S.S.

N.

TB

C

0,20%

FPLt

>"

ENA

OLI

J-,

RID

UZI

ON

E TO

TALE

R

AM

O

EC

ON

OM

ICO

C

-N

Sud

C-N

Su

d 0,2

0%FP

Lt>"

.

C-N

Su

d C

-N

Sud

IND

UST

RIA

Man

ifatt

urie

ra c

on

ridu

zion

e 3,

44%

9.

60%

1.

66%

1.

66%

0,

20%

0.

16%

0.

16%

5,46

%

11.6

2%

Edi

lizia

0.

40%

0.

40%

0.40

%

0,40

%

AR

TIG

IAN

AT

O

Man

ifat

turi

ero

con

ridu

zion

e 3,

44%

9,

60%

1.

66%

1.

66%

0.

20%

0,

16%

0,

16%

5.

46%

11

.62%

E

diliz

ia

0.40

%

0.40

%

0.40

%

0.4«

; A

rtig

iana

to d

ei s

ervi

zi

1.00

%

1,00

%

1.00

%

1,00

?;

AG

RIC

OL

TU

RA

.

Ope

rai

Cen

tro-

Nor

d 5,

50%

o

.n%

. 0

.01%

5.

62%

Im

pieg

ati

e D

irig

enti

. •

3,80

%

1.66

%

0,16

%

5.62

%

CO

MM

ER

CIO

con

più

di 1

5 di

pend

enti

, co

n ri

d.

1.00

%

2.00

%

1.66

%

1.66

%

0,16

%

0.16

%

2.82

%

3.82

%

da 8

a 1

5 di

pend

enti

1.00

%

1,00

%

1,00

%

1.00

%

La

ridu

zion

e pr

evis

ta

per

le i

mpr

ese

man

ifatt

urie

re

è co

nces

sa

anch

e al

le i

mpr

ese

impi

anti

stic

he

del

sett

ore

met

alm

ecca

nico

.alle

im

pres

e ar

mat

oria

li pe

r le

qua

li il

cont

ribu

to

per

il SS

N

è ve

rsat

o al

le C

asse

Mar

itti

mc.

alle

im

pres

e di

aut

otra

spor

to

per

cont

o te

rzig

lie

impr

ese

di i

nsta

llazi

one

di i

mpi

anti

per

l'edi

lizia

ed

alle

im

pres

e de

l tr

aspo

rto

aere

o.

La

ridu

zion

e in

dica

ta p

er i

l co

mm

erci

o co

n pi

ù di

15

dipe

nden

ti ri

guar

da l

e im

pres

e al

berg

hier

e,}

pubb

lici

eser

cizi

ci

nem

atog

rafic

i.le

agen

zie

di v

iagg

i,*!

com

ples

si t

uris

tico

-ric

etti

vi d

ell'a

ria

apcr

ta.le

im

pres

e co

mm

erci

ali

espo

rtat

rici

abi

tuar

le a

zien

de t

erm

ali,l

e im

pres

e co

nsid

erat

e co

mm

erci

ali

ai f

ini

prev

iden

zial

i ed

ass

iste

nzia

li co

n pi

ù di

15

dipe

nden

ti.g

li E

nti.l

c fo

ndaz

ioni

e l

e as

soci

azio

ni s

enza

fin

e di

luc

ro,c

ompr

ese

le I

B.c

d in

fine

le i

mpr

ese

di t

rasp

orto

con

fun

e in

zon

e m

onta

ne a

vent

i fin

alità

tur

istic

he.

.

Fon

te:

INPS

Atti Parlamentari Camera dei Deputati — 14209 —

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Politica regionale e accordi Governo-Unione ^europea

Audizione del Ministro del Bilancio e della P.E.

e del Coordinamento delle Politiche dell'Unione Europea

Rainer Masera

alla V Commissione della Camera dei Deputati

Roma, 1 marzo 1995

Atti Parlamentari — 14210— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

INDICE

1. Considerazioni introduttive

2. Gli interventi a favore del Mezzogiorno: una storia di traguardi mancati

,3 . La fine dell'intervento straordinario e le pendenze della L. 64/Só

4. L'accordo Pagliarini-Van Miert: caratteristiche e implicazioni

5. La questione Abruzzo e Molise

6. La situazione dell'Italia nei confronti dei fondi strutturali dell'Unione europea

7. Un nuovo sistema di intervento: la programmazione negoziata

8. La L. 488/92 e i nuovi incentivi .

9. Considerazioni conclusive .

APPENDICE STATISTICA

ALLEGATI

Schede tecniche

1. Sgravi Contributivi

2. Fiscalizzazione degli oneri sociali

*3. Quadro di riferimento degli interventi cofinanziati dai fondi strutturali U.E.

4. Accordo Pagliarini Van Miert

Atti Parlamentari — 14211 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE

All'inizio del 1995 le politiche a favore delle aree più deboli si trovano in un passaggio critico. Occorre affrontare una situazione di emergenza, sia dal punto di vista della "domanda di intervento", e cioè degli indicatori delle disparità regionali, sia dal punto di. vista dell'offerta di intervento, e cioè dello stato di avanzamento delle azioni già programmate (il vecchio intervento straordinario) o in fase di avvio (segnatamente il Quadro Comunitario di Sostegno 1994-1999 e la L. 488/92).

ìl divario fra Nord e Sud resta molto grande: ai tassi medi di crescita registrati a partire dal 1980, affinché il valore del Pil pro-capite del Mezzogiorno raggiunga quello' registrato nel 1993 nel resto del Paese occorrerebbero quasi quarant'anni. In termini di tasso di'disoccupazione, lo svantaggio del Mezzogiorno è ancora più evidente: per ogni cento unità appartenenti alle forze di lavoro sono in cerca di una occupazione 20 persone nel Sud e 8 persone nel Centro-Nord. •

Questa situazione affonda le radici nell'allargaménto del divario, avvenuto alla metà degli anni settanta, in concomitanza còli la prima crisi petrolifera che svantaggiò le industrie pesanti del Sud, e poi ancora a partire dalla metà degli anni Ottanta,, in coincidenza con la fine di ima fase particolarmente intensa dell'intervento pubblico a sostegno dell'accumulazione in quelle aree (tav. 1).

Nell'ultimo armo e mezzo, infine, le caratteristiche della ripresa produttiva, incentrate sul ruolo trainante delle esportazioni, hanno ulteriormente allargato il divario fra Centro-Nord e.Sud. .

Anche al di là dei dati ufficiali disponibili, è ben evidente che l'attuale ripresa ciclica dell'economia italiana è 'imperniata sulle Regioni del Centro-Nord. I divari si acuiscono, come segnalato da stime della SVIMEZ relative al 1994, che disaggregano il tasso di crescita del 2,1% nell'intero Paese (che risulterà a consuntivo più elevato, ovvero intorno al 2,5 %) in 2,3% nel Centro-Nord e 1,1% nel Mezzogiorno. Si tratta dell'effetto evidente di un meccanismo di crescita dominato dalla propensione ad esportare, e al quale il Mezzogiorno stenta a partecipare.

Il Sud appare segnato da svantaggi competitivi persistenti e riassumibili nella minore produttività dei lavoro. Su questo fenomeno agiscono condizioni ambientali, fra le quali la dotazione di infrastrutture produttive; la qualificazione delle forze di lavoro e la minore efficienza delle amministrazioni pubbliche locali, che accrescono i costi delle aziende e ne diminuiscono appunto la produttività. Carenze di capacità imprenditoriale contribuiscono ai ritardi di sviluppo di importanti aree dei Meridione.

I dati della bilancia commerciale del Sud ne mostrano con grande evidenza il ritardo competitivo. Al di là delle oscillazioni di breve termine, i dati, riprodotti anch'essi nella tabella 1, indicano che il disavanzo commerciale del Mezzogiorno col resto del mondo ovvero l'eccesso di consumi e investimenti rispetto alla produzione, pur calando

Atti Parlamentari — 14212 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

sensibilmente nel corso degli ultimi due decenni, passando dal 26,4% dei 1974 ai 15,-1% del 1993 rimane elevato. Questo disavanzo è stato compensato con trasferimenti pubblici. La Tavola 1 mostra anche il corrispondente avanzo commerciale

. del Centro-Nord. E 7 da ritenere che il surplus per il 1994 si collocherà su valori intorno ai 70 mld di dollari, non lontani da quelli del Giappone.

Lo stesso andamento in declino hanno registrato i tassi di accumulazione di capitale fisico. Gli investimenti fissi lordi, che all'inizio degli anni settanta ammontavano al 36 per cento del Pil, erano scesi al 23 per cento nel 1993, ossia a valori aU'mcirca allineati col resto dei Paese. Il tasso di disoccupazione, che sin alla fine degli anni sessanta non differiva significativamente rispetto al Nord, negli anni settanta se ne differenzia sensibilmente e giunge gradualmente a rappresentare una quota della forza lavoro quasi tre volte maggiore in questi ultimi anni. La produttività relativa del lavoro stenta a progredire per tutto il ventennio e ancora oggi si situa intorno aH'80 per cento di quella del Centro-Nord, mentre i redditi relativi da lavoro dipendente mostrano ima dinamica più sostenuta.

E tuttavia, riguardando il problema in una prospettiva diversa, il Mezzogiorno presenta grandi potenzialità di crescita per la presenza di ampie risorse inutilizzate di capitale umano e di risparmio finanziario. Ma queste risorse, fino a quando non saranno adeguate alle esigenze espresse dal mercato ben difficilmente potranno costituire un fattore reale di sviluppo per il prodotto intemo. Affinché, quindi, diventi elemento propulsivo di'crescita, il capitale umano deve diventare adeguatamente produttivo, attraverso opportune politiche di formazione e di lavoro.. Altro fattore potenziale di crescita è .l'ampia disponibilità di risparmio finanziario generato nell'area, per il quale

\ occorre creare i presupposti per un assorbimento, interno ed-attuare politiche settoriali mirate, che consentano di attirare quel risparmio verso attività produttive locali. Compito della politica di sviluppo è dunque rimuovere gli ostacoli ad un uso efficiente di queste risorse, abbandonando l'obiettivo dei mero sostegno della domanàa locale, la cui scarsa efficacia a favore della crescita di un sistema produttivo appare ormai evidente.

• E' opportuno, al riguardo, ripercorrere, seppure in estrema sintesi, i tratti salienti dell'intervento nel Meridione dei decenni passati.

2. GLI INTERVENTI IN FAVORE DEL MEZZOGIORNO: UNA STORIA DI TRAGUARDI MANCATI

Negli ultimi 45 anni l'intervento pubblico per lo sviluppo dei Mezzogiorno è stato di • ampiezza rilevante, ma, come si è visto, con risultati non corrispondenti all'entità delle risorse impiegate.

Gli orientamenti strategici e le caratteristiche organizzative dell'intervento hanno conosciuto rilevanti trasformazioni nel tempo, anche per adattarsi alle nuove realtà dei quadro meridionale, nazionale e intemazionale. Non sempre le scelte si sono rivelate

Atti Parlamentari — 14213 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

appropriate. Oggi la maggiore consapevolezza delle difficoltà della finanza pubblica e l'accresciuto ruolo delle istituzioni europee pongono nuove sfide e vincoli; ma anche opportunità, alla politica per il Mezzogiorno. 1

Gli anni '50 e '60 , \

All'inizio degli anni '50, con la creazione della Cassa per il Mezzogiorno, cominciò l'intervento organico dello Stato a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorno, l'intervento straordinario. L'attenzione venne portata inizialmente alle infirastrutture e allo sviluppo dell'agricoltura, in attuazione della riforma agraria. Presto cominciò però l'aiuto all'industria, nella forma, soprattutto, di incentivi al capitale (contribiiti a fondo perduto e crediti a tasso agevolato).

Intanto il costo del lavoro era mantenuto basso dalla presenza delle "gabbie salariali", per cui al forte differenziale di produttività col resto d'Italia (circa il 50 per cento nel settore manifatturiero) corrispondeva un altrettanto forte differenziale di costo del lavoro.

'*

Gli effetti di questo complesso di politiche portarono tra il 1950 e il 1970 a una riduzione dèi differenziali di reddito e di consumi, mentre aumentava anche la. produttività del lavoro. A quest'ultima peraltro concorse anche la forte emigrazione verso il Nord e verso l'Europa.

Il crescente ricorso all'incentivazione orientata a favore del fattore capitale ha peraltro implicato distorsioni nell'uso delle risorse: l'incentivo al capitale là dove questo era scarso, mentre era abbondante la manodopera, ha finito col favorire la creazione di un apparato industriale poco flessibile, incentrato- su industrie pesanti, ad alta intensità sia di capitale sia di assorbimento energetico, quali la siderurgia e la petrolchimica; settori che a partire dagli anni ; 70 sarebbero entrati in crisi a seguito della crisi petrolifera e del forte rincaro dei prezzi dell'energia.

Scelte settoriali, dimensionali e di localizzazione rivelatesi poi spesso sbagliate contribuirono alla creazione di "cattedrali nel deserto", che hanno assorbito ingenti risorse, pubbliche e private, senza essere capaci di favorire la nascita di un robusto e diffuso tessuto industriale.

Gli anni '70 e 'SO. .

Sul finire degli anni '60 la politica di intervento conobbe un parziale riorientamento. L'insoddisfazione per gii andamenti dell'occupazione portarono all'introduzione di incentivi automatici mirati ad un maggiore utilizzo del fattore lavoro, diretti quindi a favorire la creazione di produzioni a più elevata intensità di lavoro. A partire 'dal 1968 vennero così introdotti sgravi dei contributi previdenziali1 a favore delle imòrese che investivano nel Mezzogiorno e v successivamente, a partire dal 1977 anche una parziale

1 Cfr.. Scheda tecnica i

Atti Parlamentari — 14214 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

fiscalizzazione degli oneri sociali di malattia . di maggiore ampiezza per le regioni meridionali. Entrambe le forme di sgravio sono state estese ed ampliate nel corso degli anni.

Tanto più importanti si rivelarono questi benefici aggiuntivi, in quanto, a partire dal 1969, vennero meno le "gabbie" salariali, mentre si manifestavano politiche retributive spesso indifferenti ai differenziali di produttività.

Nel complesso, le forme e le modalità delle politiche di incentivazione al • Mezzogiorno, sul momento positivi, hanno creato distorsioni e dipendenza dell'economia e della società meridionali dai trasferimenti pubblici. Si è fatta strada il convincimento della necessità di una loro profonda riconsiderazione e revisione.

L'introduzione dell'istituto regionale pone nuovi dilemmi sul carattere, centralistico o decentrato dell'intervento. La Cassa per il Mezzogiorno viene posta in liquidazione (1984), mentre vengono create nuove strutture che ne prendono il posto: l'Agenzia e, successivamente, il Dipartimento per il Mezzogiorno.

Di fatto, l'industrializzazione delle regioni meridionali Mezzogiorno non è decollata. Ancora alla fine degli anni c80, a fronte di una popolazione pari al 36 per cento di quella di tutta l'Italia, il Mezzogiorno partecipa alla formazione del PIL nazionale per il 25 per cento e solo per il 15 per cento alla creazione del valore aggiunto dell'industria in senso, stretto. Anche nell'era dell'economia dei servizi, quale la nostra, la dimensione,, territoriale e di popolazione* del Mezzogiorno fa ritenere irrealistica un'ipotesi di sviluppo che, accanto alla crescita di servizi c;di mercato", non contempli la presenza anche di un settore industriale competitivo.

Il triplice divario di produttività del lavoro, di dotazione infrastmtturaie e di servizi pubblici rappresenta una remora alla competitività del settore produttivo e un ostacolo a ima migliore qualità della vita delle regioni meridionali.

La svolta dell'inizio degli anni '90.

Matura negli ultimi anni un cambiamento radicale nella considerazione delle politiche di sviluppo del Mezzogiorno.

All'interno del Paese cresce l'insofferenza verso l'intervento straordinario, accusato di . inefficacia e di inefficienza. L'erogazione dei fondi per il Mezzogiorno è ritenuta un

elemento che contribuisce all'aggravamento dei problemi di finanza pubblica e si presta, anche, ad accuse di scarsa trasparenza, eccessiva discrezionalità ed abuso.

' Il processo di creazione del mercato unico e di rafforzamento delle politiche e delle istituzioni comunitarie porta agli accordi di Maastricht del J992 - centrati sulla convergenza macroeconomica dei paesi dell'Unione Europea e sull'impegno all'unione economica e monetaria - comprende anche la determinazione ad aiutare le aree meno

1 Cfr.. Scheda tecnica 2

Atti Parlamentari — 14215 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

prospere, ai fini degli obiettivi di coesione economico-sociale dell'Unione, con un ruolo rafforzato delle autorità comunitarie. I fondi strutturali comunitari (cfr. Ali. 4) che attualmente impegnano ojtre un quarto del bilancio comunitario, rappresentano il cardine delle politiche rivolte all'obiettivo della coesione economica e sociale. La riforma e l'ampliamento dei fondi strutturali avviene nel 1988, e rende operativi gli indirizzi e le disposizioni generali contenute nell'Atto Unico del 1986; i fondi strutturali sono all'incirca raddoppiati nei 1993.

Aumenta il bilancio comunitario, aumentano i fondi strutturali comunitari (oramai più di un-quarto dell'intero bilancio comunitario), si aprono nuove opportunità peri i sostegno delle piccole e medie imprese, ma aumenta anche il potere negoziale della Commissione nei confronti 'degli Stati membri dell'Unione e delle Regioni, in un rapporto di partenariato, mentre si rafforzano i criteri di addizionala degli interventi comunitari (co-fìnanziamento) e di monitoraggio e valutazione sulla realizzazione degli

• interventi posti in essere dai soggetti nazionali.

Mi si permetta di sottolineare alcuni di questi concetti, ancora purtroppo non adeguatamente valutati nelle loro implicazioni operative in Italia.

Gli aiuti comunitari sono concepiti come complementari, non sostitutivi rispetto, a quelli articolati a livello nazionale e regionale. Il parternariato rappresenta la stretta concentrazione tra i diversi livelli di governo - comunitari e nazionali. Dalla complementarietà discende la regola dell'additi vita: le risorse derivanti dai* fondi strutturali comunitari devono concorrere con i finanziamenti nazionali (é regionali) per la attivazione degli incentivi agevolati. Occorre cioè programmare gli investimenti e i progetti, valutarli e poi monitorarli, sotto il profilo della realizzazione sia fisica, sia finanziaria.

Ricordo infine, e saranno evidenti i motivi perchè non è superfluo questo riferimento, che la normativa comunitaria in tema di aiuti regionali, nel contesto del mercato unico, è prevalente rispetto a quella nazionale. Se, cioè, quest'ultima configura metodi e livelli di aiuti non coerenti con l'impostazione definita a livello comunitario, il paese entra in conflitto con le norme europee e deve modificare la legislazione nazicmale.

Dal 1992 a oggi.

Nel 1992 una proposta di referendum inserita in un più vasto quadro di critica al sistema politico rischia, come è noto, di abrogare immediatamente l'intervento straordinario. Il referendum viene evitato con il decreto legge 415 del 1992, convertito nella legge 4S8/1992, che dispone la soppressione dell'Agenzia e del Dipartimento. Con il DLgs 96/1993 l'intervento, da straordinario, diventa ordinario e destinato non solo al Mezzogiorno, ma al complesso delle "aree depresse". Le funzioni di • coordinamento, programmazione e monitoraggio degli interventi vengono attribuiti al Ministero del Bilancio, mentre i compiti operativi sono affidati a diversi dicasteri, tra cui, segnatamente, lo stesso Bilancio, l'Industria, i Lavori Pubblici, l'Università e

Atti Parlamentari — 14216 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Ricerca, le Risorse Agricole e Alimentari, il Lavoro e il Tesoro.

Viene rivisto il sistema degli aiuti, al fine di renderlo più consono ai criteri comunitari. Tuttavia, mentre vengono meno i vecchi meccanismi di intervento basati sulla legge 64 e sulTAgensud, i nuovi meccanismi non riescono ancora a decollare, determinando una situazione di stallo, che dura ormai da circa due anni.

Nel contempo, a livello comunitario, il Trattato di Maastricht precisa e-' rafforza robiettivo di coesione economica e sociale dell'Unione Europea. Il 'Tacchetto Delors" del Dicembre 1992 costituisce il momento dell'ampliamento dei fondi strutturali, relativi al periodo 1994-99. Successivamente, nel dicembre 1993, il Libro Bianco della Commissione propone un approccio nuòvo di politica, comunitaria d'impresa, individuando nelle PMI un asse portante per favorire il riassorbimento della disoccupazione. Nel maggio 1994 la Commissione presenta un Programma integrato a favore delle PMI e dell'artigianato.

Per. quanto riguarda i rapporti con l'Italia, nel 1992 viene aperta una procedura di infrazione per il mancato adeguamento degli aiuti nazionali - segnatamente gli sgravi contributivi e il differenziale di fiscalizzazione - ai principi comunitari (su questo punto ritornerò). Cresce, al contempo, l'insofferenza di fronte ai nostri ritardi nell'utilizzo dei Fondi comunitari. Con difficoltà, il Govèrno italiano è riuscito a mantenere, attraverso ima riprogrammazione degli interventi, l'assegnazione di fondi del quadro comunitàrio di sostegno 1989-93, che rischiano di essere persi per le nostre inadempienze, particolarmente a livello regionale.

Deve essere ben chiara, ai fini dell'utilizzo delle risorse del quadro comunitario di sostegno 1994-99, la stretta integrazione che esiste oramai tra fondi comunitari e fondi interni. In positivo, per la maggiore disponibilità di risorse, ma anche in negativo: ostacoli nell'utilizzo di un tipo di fondi bloccano anche l'utilizzo dell'altro tipo di risorse. Proprio in relazione ai quadro comunitario di sostegno 1994-99, il contenzioso in*corso da tempo tra l'Italia e la Commissione su varie questioni ha di fatto bloccato fino ad ora Tutilizzo di entrambi i tipi di fondi.

In conclusione, si arrestano gli incentivi concessi secondo la normativa italiana, mentre l'Italia stenta ad adeguarsi all'utilizzo degli strumenti di cofìnanziamento comunitario. La crisi recessiva del 92-93 investe duramente il Mezzogiorno, anche per l'assottigliarsi dei flussi di incentivi.

Nuove opportunità di sostegno all'attività imprenditoriale provengono dal Programma integrato comunitario a favore delle piccole e medie imprese (PMI) e dell'artigianato -il quale prevede un'azione di consultazione e coordinamento fra gli stati membri in tema di miglioramento dell'ambiente delle PMI e di stimolo delle misure di sostegno nazionali e regionali a favore delle stesse - nonché contributi comunitari.anche questo programma non è ancora sufficientemente noto e recepito nel nostro Paese. •

Atti Parlamentari — 14217 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

3. LA FINE DELL'INTERVENTO STRAORDINARIO E LE PENDENZE DELLA LEGGE 64/86

L'azione di intervento e di sviluppo generata dalla politica di sostegno all'offerta, ovvero dagli incentivi alle imprese e dalla costruzione di infrastrutture materiali e immateriali, ha risentito fortemente dei cambiamenti istituzionali sopra descritti, segaatamente a seguito del D.L. 96/93. Il declino prima, e la soppressione poi, degli Organi dell'intervento straordinario (Dipartimento per il Mezzogiorno e Agenzia ;per la

promozione dello sviluppo nel Mezzogiorno) hanno contribuito al deteriorarsi della •situazione.

Il periodo di stasi che ha preceduto e seguito la ripartizione delle competenze per l'intervento ex straordinario tra le Amministrazioni preposte all'intervento ordinario, ha implicato mancanza di impulso e di continuità di azione, cui si è iniziato a porre rimedio nel 1994 con una azione di indirizzo e di stimolo da parte del CIPE. I

Un ruolo negativo è stato svolto anche dal vqnir meno della funzione dei "soggetti" attuatori" (soggetti convenzionati con le Pubbliche Amministrazioni, ma destinati ad agire con l'agilità consentita dal diritto privato), a seguito di un 'indirizzo giurisprudenziale che ha imposto anche ad essi, come alle Pubbliche Amministrazioni, l'osservanza delle procedure amministrative proprie di queste; Ne è derivato un impedimento alla finizione di promozione e aggregazione di iniziative locali che i soggetti attuatori erano chiamati a svolgere.

Le disponibilità1 della L. 64/86 pari a 120.000 mld, ridotti a 119.922 2 (a seguito della diminuzione di 78 mld destinati alla occupazione giovanile ex lege 113/86) sono state incrementate per effetto di rifinanziamenti (L. 405/90 e art. 1, comma 1, legge 488/92) e apporti diversi (rientri comunitari, gestione separata) fino a 136.715 mld; Da tale importo vanno dedotte le somme di 39.166 mld di lire destinate ad altre Amministrazioni (fiscalizzazione oneri sociali, imprenditorialità giovanile ecc.) e di 40.370 mld relativa a risorse già erogate. La disponibilità al 31.12.1993 ammontava pertanto a 57.179 mld di lire. A fronte di tale disponibilità, secondo le risultanze della gestione commissariale, risultavano programmate, al netto delle erogazioni, risorse per 57.376 mld J, con un eccesso di programmazione pari a circa 200 mld di lire. Tale sbilancio, di per sé poco rilevante, diventa significativo se si considera che i 200 mld sono calcolati al netto delle revoche effettuate dal CIPE nel periodo giugno-dicembre 1993 (per oltre 2.000 mld di lire).

Alla fine della gestione commissariale le disponibilità risultanti dalla L. 64 e successivi rifinanziamenti sono confluite, per un importo di 57.135 mld**, nell'apposito Fondo . presso il Ministero del Tesoro, istituito dall'art. 19 del D.L.vo 96/93, fondo

Sul punto cfr taw. J-Ó e scheda tecnica 3 : Cfr.. Tavola 3 3 Importo calcolato tenendo conto dei disimpegni per revoche e delle ri programmazioni. 4 Stanziamento risultante ai 31.12.1994, come rimcdulato in corso di esercizio.

Atti Parlamentari — 14218 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

annualmente ripartito dal CIPE.

Il CIPE, tenendo conto dei vincoli posti dalla programmazione effettuata dagli ex , organismi dell'intervento straordinario - vincoli ed. "operativi" non equiparabili

giuridicamente agli impegni ma tuttavia aventi forza anche nei confronti dei terzi - ha provveduto nel corso del 1994 alla ripartizione delle risorse sdisponibili per gli anni 94 e seguenti tra le diverse Amministrazioni, alle quali sono state trasferite funzioni e competenze dell'ex intervento straordinario, delle risorse diponibili per gli anni 1994 e

seguenti. Tale riparto ha considerato, oltre che gli impegni programmatici, anche la capacità di spesa delle Amministrazioni interessate provvedendo ad una maggiore allocazione di risorse-in favore di quelle AmministraziorLi dotate di procedure attuative più snelle.

Il quadro derivante dalle deliberazioni del CIPE è il seguente (importi in L.Mld)1 :

-'ripartizione ed assegnazioni per l'anno 1994 % 8.379 2

•- assegnazione per gli anni 95 e seguenti . 33.971

-totale assegnazioni • . 42.350

- saldo da assegnare 14.785

- ripartizione in' via programmatica per gli anni 95 e seguenti" 43.677

- totale programmazione 1994 e seguenti 52.056

- saldo da programmare 5.079

Nell'anno 1994 è iniziata una revisione critica delle risorse programmate dagli ex organismi dell'intervento straordinario, sia sotto il profilo giuridico sia degli impegni finanziari. L'operazione è ancora in corso e se, per alcuni settori (ad esempio quello degli incentivi industriali) l'approfondimento è pressoché terminato con una quantificazione precisa degli impegni da soddisfare, per altri (quali i piani regionali di sviluppo) è ad uno stadio iniziale, in assenza di puntuali informazioni da parte dei soggetti finali erogatori delle risorse (in particolar modo le Regioni).

Al momento non si hanno quindi elementi certi per valutare se la pregressa programmazione dell'intervento straordinario, recepita nella programmazione CIPE, sia in eccesso 0 in difetto rispetto alle esigenze giuridicamente vincolanti che si stanno

1 Cfr. Taw 4 e 5 2 Con un residuo, rispetto alle disponibilità di 8.454 mld.. di 75 mld. 3 II ripano programmatico ha consentito l'assunzione di impegni pluriennali, mentre le assegnazioni hanno consentito le erogazioni per cassa.

Atti Parlamentari — 14219 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

riaccertando. I margini per manovre compensative tra le diverse poste sembrano comunque limitari, mentre potrebbero emergere ulteriori oneri connessi a contenzioso, pagamento di interessi, obblighi derivanti da leggi, ecc. Accertamenti sono stati richiesti agli uffici per poter intervenire in sede CEPE dopo aver verificato se e in quale misura possa essere assegnata la disponibilità residua di 5.079 mld.

In una posta - incentivi industriali - c'è già certezza di insufficienza di risorse rispetto a quanto programmato. Sulla base infatti di una attenta indagine conoscitiva degli uffici del Bilancio, unitamente a quelli del Ministero dell'Industria e della Ragioneria Generale, è emerso il seguente quadro: .

- domande già deliberate dall'Agenzia perii Mezzogiorno e per le quali sono in corso i ' pagamenti da parte Minlndustria: n. 15.000 iniziative per un fabbisogno di L. 11.842 mld W

- domande ammissibili in base alla graduatoria elaborata dal Ministero Industria (presentate prima del 21 agosto 1992): n. 12.400 per un fabbisogno di L. 9.000-mld

per cui1 :

Totale fabbisogno 20.842 mld

Somme assegnate dal CIPE (94 e segg.) 13.902 mld

.Residuo da coprire 6.940 mld

Si ricorda che la Commissione dellTLE. aveva, con decisione del 9 dicembre 1992, quantificato in 10.000 mld di lire, salvo verifica di congruità, il tetto massimo utilizzabile per concedere le incentivazioni (sia alle singole iniziative che ai contratti di programma) con le intensità d'aiuto previste dalla L. 64/86. La nuova decisione, nel ribadire il predetto vincolo di 10.000 mld, consentirà la verifica di congruità in sede di. relazione finale da inoltrare alla Commissione entro il 30 giugno 1996. Tale decisione stabilisce altresì la possibilità di riconoscere l'intensità di aiuto prevista dalla legge n. 64/86 alle iniziative che, alla data del 31.12.93, presentavano uno stato di avanzamento contabile pari ad almeno il 75%; alle altre iniziative (circa 3.000) inserite nella graduatoria può essere riconosciuta l'intensità di aiuto prevista dalle attuali regole comunitarie (ESN) che in taluni casi può risultare inferiore.

I circa 7.000 mld occorrenti per soddisfare tutte le domande presentate fino al • 21.8.1992 (data ultima di presentazione delle domande con il regime della legge 64) potrebbero subire modifiche - anche se in misura modesta - per:

- l'eventuale revisione della graduatoria al momento dell'erogazione (il Ministero dell'Industria ha già controllato all'atto dell'inserimento in graduatoria la vigenza dell'impresa);

1 Cfr. Tav. 6

Atti Parlamentari — 14220 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

dell'impresa);

- la diversa misura dell'agevolazione per iniziative che, al 31 dicembre 1993, avevano un_avanzamento contabile inferiore al 75%. Difficile appare peraltro al momento la quantificazione di un eventuale risparmio di spesa, tenuto conto che la differenza tra intensità d'aiuto prevista dalla L. 64 e quella prevista dalla L. 488 assume maggiore rilevanza solo nel caso in cui l'impresa nel precedente sistema potesse usufruire della maggiorazione settoriale e territoriale.

Alla copertura del suddetto fabbisogno, stimato, come si è detto, in circa 7.000 mld si potrà provvedere:

- mediante utilizzo di una quota delle suddette disponibilità di 5.079 mld di lire sui fondi della legge 64 ed integrazioni;

- mediante utilizzo di parte dei fondi ex art. 1, comma 8, L. 488 (7.000 mld per incentiva) che ai sensi dell'art. 4, comma 11, D.L. 32/95 possono ora essere utilizzati per impegni pregressi a valere sulla L. 64/86 (cfr. al riguardo § 8).

- mediante rientro di contributi comunitari. Al riguardo va ricordato che la rapida assunzione di impegni (e conseguenti erogazioni) per incentivi su fondi nazionali consentirebbe un celere rientro di fondi comunitari. _ .

. ' *

Una prossima deliberazione del CIPE definirà puntualmente le risorse aggiuntive per il Ministero dell'Industria per gli anni 95 e seguenti sia in termini programmatici, sia in termini di cassa, in modo da consentire l'adozione dei provvedimenti di.concessione , rimasti finora in sospeso.

4. L'ACCORDO PAGLIARINI VAN MIERT: CARATTERISTICHE ED IMPLICAZIONI

Di cruciale importanza per l'intera architettura delle politiche di sostegno nel quadro comunitario .e per l'immediato sblocco delle risorse comunitarie è la decisione assunta oggi stesso dalla Commissione deil'U.E. a seguito dell'intesa dei 17 gennaio 1995 tra il precedente Governo e il Commissario Van Miert. Questa intesa è stata difesa con forza da questo Governo e l'odierna decisione è ritenuta un successo assai rilevante.

Di questa decisione occorre aver chiaro il significato, l'importanza e la necessità. Alla base di essa, ritengo, risiede la positiva valutazione che la Commissipne ha attribuito allo sforzo compiuto dall'Italia per adeguarsi pienamente alle regole e allo spirito dell'Unione, anche in una situazione economica così difficile.

La decisione prevede Un importante compromesso sull'entità complessiva e sull'intensità degli aiuti concedibili alle imprese che formano la coda del vecchio intervento e un quadro temporale di rientro degli sgravi contributivi e delle

Atti Parlamentari — 14221 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

fiscalizzazioni aggiuntive che ne attenua l'impatto. Ne consegue, e questo è il risultato più importante, la rinuncia della Commissione alla prosecuzione della procedura di infrazione aperta contro l'Italia, fin dal 1992, a causa della mancata riconduzione alle norme comunitarie della legislazione nazionale sugli aiuti, nonché all'apertura di altre possibili procedure di infrazione connesse al preteso mancato rispetto delle regole europee sulla concorrenza.

La decisione riguarda in sintesi1 i seguenti punti:

a) l'identificazione dei progetti cui si applicano le intensità di aiuto della L. 64 (quelli che hanno raggiunto alla data del 31.12.1993 uno stato di avanzamento, contabile almeno del 75%) e quelli cui si applicano le intensità 4S8/S6;

b) la proroga al 31.12.1995 del termine utile per l'adozione delle decisioni individuali di concessione di aiuto;

c) la riproposizione della decisione comunitaria "del 9.12.1992 per quanto concerne le aree cui si applica l'intensità di aiuto dell'art. .92.3.a;

d) l'individuazione delle aree in cui si applica l'art. 92.3.c;

e)la definizione del regime speciale per Abruzzo e per Molise;

f) la definizione delle intensità di aiuto alle attività di ricerca;

g) le norme riguardanti la legge 44/86 sull'imprenditorialità giovanile;

h) l'ipotesi di costituzione di un Fondo di garanzia per il consolidaménto dei debiti bancari;

i) l'accettazione del regime di sgravi contributivi quale definito nel Decreto Interministeriale del 5 agosto 1994, a sua volta in ottemperanza alle reiterate richieste comunitarie di adeguamento della normativa italiana alle regole sulla concorrenza;

1) il graduale assorbimento del differenziale di fiscalizzazione degli oneri sociali tra Mezzogiorno e Centro-Nord sino al definitivo azzeramento al 31.12..1999.

Lo scadenziario sulle agevolazioni del costo del lavoro è sintetizzato, in base a tale accordo, nella tabella 2.

In merito ai punti qualificanti della decisione, voglio evidenziare che essa:

• consentirà di utilizzare risorse nazionali per pagare gli incentivi all'industria richiesti ex Iege 64/86 entro l'agosto 1992, con le intensità previste nella -delibera CEPE dell'aprile 1992;

Per un riferimento più dettagliato si rinvia alla scheda tecnica 4.

Atti Parlamentari — Will- Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

• favorirà la costituzione del fondo di garanzia per il consolidamento dei debiti bancari a breve delle piccole e medie imprese, il quale permetterebbe una riduzione consistente del costo dei denaro e attenuerebbe l'impatto negativo derivante

" dall'eliminazione degli sgravi contributivi e del differenziale'di fiscalizzazione desìi oneri sociali.

• permetterà l'operatività del regolamento riguardante la legge 488;

• consentirà finalmente l'attivazione di procedure automatiche di erogazione degli aiuti agli investimenti, pur dovendo il nuovo sistema di aiuti prescindere obbligatoriamente dalle agevolazioni al fiinzionamento (sgravi e fiscalizzazione).

Riguardo le resistenze alla ratifica dell'accordo di deve ricordare che un procedimento di infrazione avrebbe avuto l'effetto di bloccare il flusso di utilizzo dei fondi strutturali .e quindi l'avvio del. Q.C.S. 1994-1999 per quanto concerne il programma indùstria e servizi. In questo specifico caso, poi, un un procedimento di infrazione, se seguito da una condanna, avrebbe comportato l'obbligo, per le imprese, di restituire le somme . indebitamente percepite (ancorché in buona fede).

5. LA QUESTIONE ABRUZZO E MOLISE

Le regole comunitarie prevedono che aiuti con intensità superiori al 30% possano essere concessi soltanto alle Regioni con PIL inferiore al 75%, secondo procedure statistiche definite a-livello di Eurostat. Poiché le Regioni Abruzzo e Molise hanno presentato nel periodo 1986-91 un prodotto interno lordo superiore (89,5% Abruzzo -78,97% Molise), la Commissione europea ha richiesto l'applicazione a tali regioni, di una intensità di aiuti non superiore al 30%.

La questione ha avuto un brusco incrudimento alle soglie dell'estate 1994, quando la Commissione europea ha minacciato una conclusione unilaterale, sanzionatrice per l'Italia, della procedura di infrazione da tempo pendente, sottolineando il lunghissimo periodo della pendenza, l'incompatibilità del tipo di aiuto col Mercato Unico, il fatto che in Italia rispondevano alle condizioni di esigibilità, ai sensi dell'art. 92, punto 3 a), c), e), solo le Regioni Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna e l'inaccettabilità, anche per tali Regioni, di un regime di sgravi che si protraesse oltre il 31 dicembre 1997 e che non fosse caratterizzato da criteri di. rigorosa degressivita'.

Nell'ambito della procedura di infrazione avviata contro l'Italia nel novembre 1992 per il regime di fiscalizzazione degli oneri sociali e di sgravi contributivi previsto nel Mezzogiorno, la Commissione ha richiesto, in- particolare, per Abruzzo e Molise la •soppressione di tale regime dai 31 dicembre 1993, data di scadenza della legge n.

•64/36.

Per. prevenire l'imminente pronuncia unilaterale della Commissione, si è resa indispensabile l'emanazione d'urgenza del Decreto Interministeriale 5 agosto 1994 che ha regolato e graduato la cessazione degli sgravi contributivi.

Atti Parlamentari — 14223 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

La strategia adottata dal Governo italiano nel quadro del negoziato Pagliarini-Van Miert è stata quella di ottenere un sistema di uscita progressiva di queste Regioni dal vecchio sistema di aiuti facendo leva sul fatto che Abruzzo e Molise, pur non presentando gli indicatori socio-economici richiesti, erano stati dichiarati dalla stessa Commissione ammissibili aglf interventi dei Fondi stratturali a titolo 'idell'ob. 1 (Abruzzo sino al 31.12.1996 e Molise fino al 31.1.1999).

La decisione di oggi stabilisce quindi il definitivo azzeramento del differenziale di fiscalizzazione al 31 dicembre 1996 per l'Abruzzo ed al 31 .dicembre 1999 per il Molise e conferma la cessazione degli sgravi contributivi a partire dal 1° dicembre 1994; per quanto concerne l'intensità degli aiuti airinvestimento essa è pari al 30% per le piccole e medie imprese ed al 25% per le grandi nel caso dell'Abruzzo; per quanto concerne invece il Molise tale intensità è pari al 45% per le PMI ed al 35% per le

• grandi imprese fino al I o luglio 1995, per poi passare progressivamente agli stessi valori dell'Abruzzo a partire dal I o gennaio 1999. Per quanto riguarda il consolidamento delle passività a breve tramite il fondo di garanzia, la possibilità di utilizzo per l'Abruzzo è prevista fino al 31/12/1996 e perii Molise fino al 31/12/1999.

L'effetto della decisione è dunque quello Hi evitare la richiesta di restituzione delle somme corrispondenti ai contributi non versati dalle imprese .dal l°gennaio 1994 nonché di consentire alle Regioni un'uscita morbida dal precedente sistema di aiuti. In merito' a questo ultimo punto, occorre considerare che la Commissione non ha accettato la richiesta italiana di un calendario degressivo ulteriomente protratto nel tempo, a causa del lunghissimo periodo durante il quale le facilitazioni sono state concesse.

Va comunque osservato che questi passaggi procedurali prevedono l'uso di indicatori statistici internazionalmente standardizzati e recepiti nella prassi comunitaria. . Obiettare che tali indicatori non sono adatti a riflettere la vera situazione economica di un'area è oggi impossibile: non si può' cioè utilizzare come argomento per non rispettare regole sinora accettate dall'Italia il fatto che, ad esempio, il PIL pro-capite non rappresenterebbe un indicatore congruo del divario strutturale nei casi in cui, alla formazione di tale prodotto, concorrano in misura consistente i trasferimenti pubblici.

Se invece trovasse conferma - sforrunamente - un serio arretramento del PIL di una di queste regioni sotto il livello del 75%, allora sarebbe giustificato e possibile chiedere la riconsiderazione della situazione, con le procedure stesse dalla U.E.. I dati relativi al 1992, calcolati dall' ISTAT in questi giorni, sono stati trasmessi a Eurostat. -Secondo prime indicazioni appare peraltro improbabile che essi modifichino la situazione in modo sostanziale.

La Regione Molise ha fatto ricorso al TAR ottenendo la sospensione del decreto interministeriale dei 5 agosto 1994. Il Consiglio di Stato in data 10 febbraio ha revocato tale sospensiva, ripristinando, in attesa della sentenza definitiva, gli effetti dei decreto 5 agosto 1994 relativamente alla Regione Molise. Inoltre risultano presentati

Atti Parlamentari — 14224 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

presso il TAR Abruzzo circa 300 ricorsi, per io più' di privati, imo dei quali è stato seguito dall'accoglimento da pane dello stesso TAR'della richiesta di sospensiva. Tutti

' i ricorsi sono stati esaminati l'8 febbraio u.s. Ancora non sono noti gli esiti. Altri contenziosi, in vario stadio processuale, riguardono il territorio di Venezia insulare e di Chioggia e le isole d'Elba e di Capraia.

Questo intervento delle autorità' giudiziarie ha messo in allarme la Comunità', che ha ricordato che qualora venisse confermata la sospensione del decreto del 5.8.94 lTJnione Europea potrebbe bloccare a sua volta gli aiuti destinati a queste Regioni, con un serio danno economico per le medesime. Va ricordato che, per giurisprudenza costante, la normativa comunitaria prevale su quella interna.

Di tutta l'attività' di cui sopra, delle decisioni assunte e delle iniziative che verranno prese, le due Regioni interessate e le rappresentanze delle forze sociali, sono state di recente ampiamente informate nei corso di incontri tenutisi presso il Ministero del Bilancio. E' anche stata presa in considerazione l'ipotesi di definire per le due Regioni -entro breve tempo - interventi di completamento delle infrastratture più' direttamente connesse allo sviluppo produttivo, tali.da compensare parzialmente le diseconomie, derivanti dalla diminuita portata degli incentivi diretti. Sono stati esaminati anche altri possibili interventi coerenti con la normativa comunitaria.

6. LA POSIZIONE DELL'ITALIA NEI CONFRONTI DEI FONDI STRUTTURALI DELL'UNIONE EUROPEA

Per completare il quadro dei rapporti con l'Unione Europea occorre riassumere, attraverso tavole di sintesi su dati ancora provvisori e frutto di prime stime, lo stato dei rapporti finanziari con l'Italia in termini di fondi impiegati ed erogati (con l'esclusione dei fondi BEI e CECA)(cfr. tav.7 e scheda tecnica 4). '

Il quadro complessivo dell'utilizzo dei fondi strutturali viene dettagliato nei quattro distinti pacchettini intervento: progetti ante-1989, QCS 1989-93, QCS 1994-99, e Documenti Unici di Programmazione (DOCUP) Ob. 2 (1994/96) e 5b (1994/99).

Nel primo .(fondi strutturali ante 1989) sono in corso di esaurimento anche le ultime "code". Entro il termine ultimo del 31.3.95 si dovrà dar conto delle spese effettuate dalle amministrazioni competenti e dagli enti locali per l'erogazione del contributo comunitario. Ad oggi, possiamo considerare, in via prudenziale, quasi certamente inutilizzate risorse comunitarie per circa L. 400 mld su un programma di spesa globale

Atti Parlamentari — 14225 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1 9 9 5

di L. 9.600 mld.

Per il secondo (Quadro Comunitario di Sostegno 1989/93), essendo scaduto il termine per gli impegni, si trova, salvo" eventuali proroghe" (peraltro per nulla scontate), nel corso dell'ultimo anno di pagamenti e rendicontazioni (scad. 31.12.95). Se ¿1 livello di

• impegni raggiunto (MECU 17.529) è vicino al livello massimo previsto per PItalia (95,6%), lo stesso non si può dire dei pagamenti effettuati (63,5%, pari a -MECU 11.634). Gli uffici stimano che il mancato utilizzo di risorse comunitarie a consuntivo potrà essere dell'ordine di MECU 1400/1600, imputabili a mancati impegni per MECU 733 ed il restante alla rivalutazione del marco o alla mancata effettuazione della spesa da parte dei soggetti interni (Regioni, amministrazioni, privati).

Il terzo (Quadro Comunitario di Sostegno 1994/99) è, invece, ancora nella fase di avvio. Gli investimenti complessivi finanziabili sul programma ammontano a MECU 32.439 con un contributo massimo della U.E. di MECU 14.860 (essendo il restante a carico di operatori nazionali quali Regioni, altre amministrazioni e privati). Tuttavia, anche questo programma è in grave ritardo. Gli impegni effettuati al 31.12.94 ammontavano a MECU 600. La maggior parte dei programmi operativi è stata messa a punto verso la fine del 1994 ed alcuni di essi non sono stati ancora approvati dalla Commissione europea anche a causa del contenzioso che ha preceduto l'odierna

. decisione della Commissione. Va rilevato che taluni programmi- operativi scontano la difficoltà di reperimento delle risorse nazionali, le quali, lo ricordo, nella logica del cofìnanziamento sono essenziali ai fini del riconoscimento del contributo comunitario.

I quarto riguarda i DOCUP Ob. 2 e 5b relativi a zone del Centro-Nord per un totale complessivo di risorse comiulitarie pari a 1.585 MECU. In linea conile scadenze prescritte i DOCUP predisposti dalle Regioni con il coordinamento del Ministero del

. Bilancio sono stati inoltrati alla Commissione ed approvati entro la fine del 1994.

7. UN NUOVO SISTEMA DI INTERVENTO: LA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA •

L'intervento ordinario nelle aree depresse del territorio nazionale si basa su alcuni strumenti - coerenti ed integrati con l'impostazione comunitaria - espressamente previsti dall'art. 1 del D.L. 8 febbraio 1995 n / 3 2 (ennesima reiterazione del provvedimento che dispone l'accelerazione della concessione delle agevolazioni Agensud):

• la programmazione negoziata, ovvero la regolamentazione concordata tra soggetti pubblici e privati di interventi complessi per lo sviluppo; 1

• gli accordi di programma, ovvero accordi.promossi da un'amministrazione 'centrale con soggetti pubblici e privati in ordine all'implementazione di interventi 'organici per lo sviluppo;

• i contratti di programma, ovvero contratti stipulati tra l'amministrazione e grandi

Atti Parlamentari — 14226 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

imprese o consorzi di PMI per la realizzazione di interventi oggetto di programmazione negoziata;

• intese di programma, owerp accordi tra soggetti istituzionali competenti in un determinato settore con cui gli stessi si impegnano a collaborare, anche sotto il profilo finanziario, per la finalizzazione di interventi specifici.

Accordi, contratti ed intese di programma sono soggetti ad approvazione CIPE al fine di realizzare una gestione organica degli interventi • strutturali e di sviluppo sul territorio, con un coinvolgimento delle imprese private decisamente innovativo rispetto agli schemi tradizionali.

Gli accordi di programma

Strumento principale del coordinamento-dell'intervento pubblico sono gli accordi di programma Stato-Regioni, la cui finalità essenziale è quella della programmazione e gestione ottimale degli investimenti pubblici infrastnitturali.

La partecipazione delle Regioni è fondamentale anche perchè ad esse dà alimentazione il quadro .comunitario di sostegno che, come si è indicato, per il futuro si pone, come principale fonte di finanziamento degli interventi nelle aree depresse. Gli accordi di programma hanno avuto una nuova impostazione dopo il trasferimento delle competenze dal soppresso Dipartimento del Mezzogiorno al Ministero del Bilancio e della programmazione economica. .

Essi hanno ora come punto di riferimento il Protocollo d'intesa firmato il 31.3.1993 dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Presidente della Conferenza Stato-Regioni e Province autonome, che ha come obiettivo quello di razionalizzare ed accelerare la spesa in conto capitale mediante il censimento di tutti i progetti programmati dalle Amministrazioni centrali e regionali muniti ' di copertura finanziaria, di definire eventuali ostacoli tecnici ed amministrativi alla celere realizzazione delle opere, di individuarcele Amministrazioni competenti a rilasciare i necessari pareri o autorizzazioni, di definire un preciso calendario per l'inizio e la fine dei lavori ed i tempi di rilascio degli atti da parte delle Amministrazioni centrali e locali a tutti i livelli territoriali.

I fondi stanziati sui capitoli di bilancio in conto capitale sono programmati dalle Amministrazioni centrali annualmente; gli accordi di programma vengono aggiornati e rimodulati corrispondentemente, cosi che essi si configurano come imo strumento dinamico di programmazione delle opere infrastnitturali.

Gli accordi di programma costituiscono per le Regioni il principale strumento ai conoscenza e di programmmazione della spesa in conto capitale, anche ai fini delle elaborazioni di piani di sviluppo regionali e sono quindi visti con particolare favore a livello territoriale.

Atti Parlamentari — 14227 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

Tuttavia, a causa della nuova metodologia della programmazione delle risorse e delle molteplici e complesse procedure/ la conclusione degli accordi richiede istruttorie complesse e tempi ancora -lunghi. Finora sono stati firmati quattro accordi di programma per le Regioni del centro-nord: Toscana, Liguria, Piemonte e Marche, per un totale di 1.632 progetti del valore complessivo nel triennio 1994-1996 di 24.324 miliardi.

Il lavoro istruttorio per la predisposizione di accordi di programma con le Regioni meridionali ha incontrato ed incontra notevoli difficoltà.. Lo stato delle istruttorie riguardanti le regioni dell'obiettivo 1 non consente ancora di prevedere la conclusione di accordi in' tempi brevi: se si esclude il forte impegno della Regione Abruzzo - che ha già permesso di individuare le iniziative programmate in alcuni importanti comparti (strade, traspòrti, energia) - per le Regioni Molise, Campania, Puglia e Calabria, il lavoro istruttorio procede più lentamente e per le Regioni Sicilia, Sardegna e Basilicata, è ancora nella fase preliminare. Le difficoltà maggiori si incontrano per gli interventi in materia ambientale e per quelli relativi ad infrastrutture finanziate ex lege 64/86.

Le richiamate difficoltà sono solo in parte riconducibili alla messa a punto di ima procedura altamente innovativa; la lentezza e la problematicità del lavoro istruttorio sono soprattuto dovute alla crisi in cui versa la. macchina amministrativa meridionale, particolarmente carente di strutture tecniche. Questa, già cortocicuitata dal .meccanismo dell'Intervento Straordinario - troppo spesso caratterizzato, dall'assenza di

•-"progetti" per investimenti, cui si è supplito predisponendo "linee finanziarie" per opere pubbliche o per interventi a domanda per le attività produttive - ha mostrato una non sufficiente conoscenza dello stato di attuazione degli investimenti avviati sul

# territorio ed una incapacità di coordinamento tra i propri uffici (nonostante il rapporto tra il personale impiegato nelle amministrazioni1 regionali meridionali e quello •impiegato nelle amministrazioni del Nord Italia sia di 3 a 1) e. tra questi e gli altri enti territoriali minori.

In questa situazione, gii uffici del Ministero del Bilancio hanno svolto i propri compiti tecnici spesso fornendo assistenza nelle funzioni di verifica e di valutazione alle amministrazioni regionali.

Si è così pervenuti, per alcune Regioni, ad avere un quadro sufficientemente definito per alcuni settori di investimento, il quale può costituire ima prima e importante base di partenza sia per interventi mirati, sia per la definitiva messa a punto degli accordi di programma che si stima di poter concludere nei prossimi tre mesi. Gli investimenti attivabili riguardano un totale di circa 10.000 miliardi nel triennio 1995-98, 2.000 dei quali nel 1995.

In aggiunta alle iniziative più specificamente inquadrate come accordi Stato - Regioni, il Ministero del Bilancio ha avviato altre iniziative come "accordi regionali" e "accordi

Atti Parlamentari — 14228 — Camera dei Deputati

XSL LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

e intese di sviluppo" ..

*I centrarti di programma

I contratti di programma rappresentano un sistema di programmazione desìi investimenti industriali non solo basato sul "principio dell'autorizzazione", ma anche su quello del confronto e del consenso, e quindi, della "contrattazione" dove, sia la parte pubblica che quella privata, trovano concrete occasioni di collaborazione e reciproche convenienze per il raggiungimento dei comuni obiettivi.

II contratto di programma \iene così a costituire lo strumento normativo quadro che regola l'impegno, assunto dalle parti (pubblica e privata), di sviluppare interventi diversi, ma riferiti ad un'unica finalità.di sviluppo e che richiedono pertanto ima

* valutazione complessiva delle varie attività sia in termini economici che finanziari.

Caratteristica del provvedimento, come definito dalla Delibera CIPE 29.12.19S6, è "il contenuto contrattuale flessibile determinato di volta in volta dalle parti, in funzione degli obiettivi da raggiungere e dei vincoli operativi cui le stesse sono condizionate".

Con i contratti di programma, i gruppi industriali o i consorzi di piccole e medie imprese sono chiamati ad elaborare piani progettuali capaci di contribuire in modo rilevante all'espansione della potenzialità produttiva delle aree meno favorite del paese, nonché a promuovere interventi plurisettoriali e pluritematìci, tra loro correlati e sinergici che uniscano la ricerca agli investimenti produttivi, che prevedano idonei processi formativi, che siano in grado quindi di ottenere riflessi favorevoli nello sviluppo industriale delle zone di riferimento"ed incrementi nell'occupazione.

Per i contratti di programma valgono le stesse agevolazioni previste per le normali iniziative industriali e le stesse limitazioni nel quadro dell'intesa con l'Unione Europea. In particolare, per i contratti già approvati, restano ferme le agevolazioni di cui alla L. 64/86 allorché le relative domande siano state presentate prima del 21 agosto 1992,. Al contrario, per le domande presentate dopo tale data, le agevolazióni sono calcolate con il metodo dell'"equivalente sovvenzione netto" (ESN), che riporta in un'unica valutazione l'insieme delle agevolazioni concedibili all'iniziativa, secondo i criteri ed i limiti consentiti dalla vigente normativa della Unione europea in materia di concorrenza e di aiuti regionali (art. 1, comma 2, della legge 488/92).

L'arco temporale di attuazione dei contratti di programma supera mediamente i quattro anni, ai quali occorre aggiungere il tempo che intercorre tra la progettazione e l'avvio del piano. E' dunque fisiologico che, tenuto anche conto delle evoluzioni tecnologiche

1 Tra gli accordi regionali ricordiamo la reindustrializzazicne e la realizzazione di un parco teleologico in Vai Basente nonché la regolamentazione delle acque deile regioni Basilicata e Puglia. Tra gli accorci ed intese^ d: sviluppo ricordiamo l'iniziativa dei porto di Gioia Tauro (particolarmente importante per il suo carattere innovativo che ha coinvolto, insieme con il soggetto pubblico, un operatori privato nella realizzazione di un programma fondato sull'avvio del servizio di transhipmenc di container che consentirà allo scaio di assumere un ruolo di polo internazionale nel settore del trasporto marittimo) ed ti protocollo di intenti per l'auto elettrica ed ibrida che potra consentire la riqualificazione dei due importanti poli industriale di Arese e di Napoli.

Atti Parlamentari — 14229— Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

e di mercato che intervengono nei diversi seriori, alcuni contratti hanno avuto (ed avranno in futuro) necessità di aggiornamenti e puntualizzazioni, quando non di vere e proprie variazioni 1.

A seguito di questi aggiornamenti, nonché delle verifiche istruttorie poste in sttto dagli uffici, il costo complessivo dei contratti di programma sinora approvati si è ridotto da 10.676 miliardi a 9.587 miliardi, approvati il 20 dicembre 1994 dal CJPE. Questi contratti prevedono un investimento pari a 18.717 miliardi con ima attivazione di occupazione stimata in oltre 40.000. unità., di cui 23.592 di nuova assunzione (3.410 dei quali relativi ai nuovi contratti) e 16.408 derivanti da indotti diretti e da manodopera salvaguardata.

I contratti sottoscritti si dispiegano sul territorio, secondo la seguente articolazione regionale: Campania 25,1%, Basilicata 23,0%, Abruzzo 14,0%, Puglia 11,9%, SicilidL 11,2%, Lazio 8,2%, Calabria 3,2%, Molise 1,8%, e Sardegna 1,6%. Un elemento di riflessione in positivo è il fatto che i contratti di programma si sono rivelati particolarmente utili per attirare interventi stranieri di società multinazionali 2 .

In merito alle finalità strategiche degli interventi va evidenziato che, con gli ultimi grandi piani progettuali (contratti con Fiat, Barilla e Piaggio), si è.inteso dare maggiore sviluppo alle aree interne e precisamente alle zone del potentino, dell'avellinese, e del

' beneventano, realizzando un significativo riequilibrio socio-economico di detti territori rispetto a quelli delle fasce costiere dell'Adriatico e del Tirreno.

Da un punto di vista finanziario sono stati sinora erogati, nell'ambito della contrattazione programmata, 1.893 miliardi di lire, dei quali 1.393 dall'ex Agensud e 500 dal Ministero del bilancio a valere sulle risorse assegnate dal CIPE per l'anno 1994.

I fabbisogni previsti

Sulla scorta delle previsioni a suo tempo predisposte, il fabbisogno per i contratti e gli accordici programma e per le spese infrestrutturali per il corrente anno 1995 e per gli anni-successivi è pari a 8.508 miliardi di lire cosi ripartiti: .

1 Le variazioni nei conciarti di programma hanno trar.o origine dal modificarsi delle posizioni di mercato delle pari private (cosi, ad esempio, alcuni gruopi che hanno raggiunto importanti accordi internazionali come la FIAT con il Gruppo ALCATEL conia HITACKf e con il Gruppo"BOSCH, la SNIA Bdp con il GruppoRHONE POULENC): dall'evoluzione deL mercato e dalla necessità di meglio affrontare la concorrenza intemazionale (TEXAS Instruments): dalla necessita di una minimizzare i cord e di riorganizzare la produzione e la ricerca (cosi la OLIVETTI che ha proposto una concentrazione delle produzioni); da crisi o esigenze di sviluppo di settore che hanno imposto una revisione ci alcuni programmi di investimento ( cosi la PIAGGIO che. nel settore motoveicclistico. ha proposto un ridimensionamento dell'intero piano progettuale, la FIAT che. nei settore automobilistico, ha viceversa, accelerato gii investimenti per rendere più incisiva la propria presenza sui mercato. al fine di anticipare la concorrenza internazionale). 2 Si ricordano in merito i contratti sottoscritti conÌBM. TEXAS INSTRUNCENTS. BLTLL KN che hanno consentito di realizzare investimenti tecnologici e di ricerca nel campo deirinformatica e della microelettronica, nonché quello sottoscritto con un importante gruppo tedesco EISNtANN nel settore agroaltmcntare.

Atti Parlamentari — 14230 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Anni 1995 1996 1997 1998 ss. Tot.

Mld 2.943 1.412 '949 3.204 8.50S

Questi importi rappresentano l'impegno che rAmministrazione ha assunto a- seguito delTapprovazione da parte del CIPI e del CPE dei singoli piani progettuali; va rilevato che 1.344 mld di lire dei 2.943 relativi all'anno 1995 sono riferiti ad impegni pregressi assunti per l'anno 1994. A fronte di questo fabbisogno, il CIPE, con delibera* del 24.6.1994 ha programmato la ripartizione di circa il 90% delle disponibilità di bilancio, per un importo complessivo di 7.830 miliardi di lire dei quali 1.260 per il 1995, 1.710 per il 1996 e 4.860 per gli anni 1997 e seguenti.

Tali previsioni finanziarie non tengono conto dei fabbisogni occorrenti per la copertura di spese connesse ad opere infrastaitturali relative alle intese stipulate nell'ambito del Comitato per l'Occupazione. ' •

La questione sarà prossimamente * sottoposta " al CIPE nell'ambito della riprogrammàzione delle risorse iscritte nel Fondo per le aree depresse di cui all'art. 19 del decreto legislativo 96/93. * .

8. LA L. 4SS/92 E I NUOVI INCENTIVI

Gli incentivi industriali

La legge 488/92 (art. 1, comma 8) ha previsto l'emissione di mutui per 10.000 mld eia destinarsi a nuovi interventi nel settore dei progetti strategici e degli incentivi industriali. Il CIPE aveva finalizzato il predetto importo per 3.000 mld ai progetti strategici e per 7.000 mld agli incentivi industriali; il D.L. 32/95 ha consentito l'utilizzo dei 10.000 mld anche per la concessione delle agevolazioni industriali pregresse. Quantificando in circa 3.800 mld le occorrenze (a valere sui 7.000 mld deliberati dal CIPE) per soddisfare in via definitiva le pendenze pregresse, e tenuto conto di rientri comunitari stimabili in prima approssimazione intorno a 1.500 mld, restano disponibili . per le nuove agevolazioni oltre 4.500 mld. A questi vanno aggiunte le disponibilità previste dal D.L. 41/95 (che all'art. 9 autorizza la contrazione di ulteriori mutui per circa 3.000 mld, i quali in base all'accordo Governo-sindacati dovrebbero essere destinati per 2.000 mld ad incentivi alle attività produttive). In totale saranno quindi disponibili per nuovi incentivi dopo la chiusura della legge 64 circa 6.700 mld.

Le nuove incentivazioni ex lege 43S/92, valide per tutte le aree depresse, potranno essere concesse secondo le modalità stabilite dalle delibere CIPI 22 aprile e 23 dicembre 1993, nonché dal regolamento attuativo predisposto dai Ministero dell'Industria. Il nuovo sistema agevolativi, non ancora a regime soprattutto a causa della mancata definizione del quadro di intervento (intensità d'aiuto, zone di intervento) con la Commissione Europea, potrà trovare rapida attuazione appena il

Atti Parlamentari — 14231 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

suddetto regolamento sarà definito, tenuto anche conto dell'emanata decisione comunitaria più volte richiamata.

Tale sistema prevede:

- calcolo delle agevolazioni in ESN (equivalente sovvenzione netto) secondo le intensità stabilite dalla emendata decisione della Commissione;

- riparto annuale del CIPE delle risorse disponibili tra le regioni interessate;

- istruttoria effettuata da im soggetto convenzionato con il Ministero dell'Industria;

- accesso alle agevolazioni da parte delle imprese collocate in graduatoria, sulla base della rispondenza delle iniziative a precisi indicatori di redditività economico-sociale a suo tempo individuati dal CIPI, nei limiti delle risorse annualmente, disponibili.

La modalità di intervento sopra delineata potrebbe risultare complementare a quelle attualmente allo studio da parte di un apposito gruppo di lavoro intenninisteriaie che

• ho istituito. In particolare, tale gruppo sta approfondendo, in linea con quanto previsto in sede comunitaria, la possibilità di concedere agevolazioni in foima automatica (ad es. mediante compensazioni sulle somme dovute dalle imprese a titoli di versamenti fiscali e/o previdenziali). Proposte operative saranno sottoposte al più presto al vaglio

• del CIPE, come previsto dal richiamato art. 9 D.L. 41/95. # .

Infrastrutture

Diversi sono i soggetti istituzionali cui sono state trasferite le competenze in materia di opere pubbliche degli ex organismi dell'Intervento straordinario nel Mezzogiorno.

• Nell'ambito del nuovo assetto dato agli investimenti pubblici nelle aree depresse, ad essi compete provvedere alle esigenze infrastnitturali di tali zone con i fondi ordinari ed il cofinanziamento comunitario e in via aggiuntiva con le risorse destinate allo scopo dalle specifiche leggi. Al riguardo, va segnalato che le disponibilità rivenienti dalla legge 488/92 e dal DL 41/95 ammontano complessivamente a 4.000 miliardi di lire. Per 3.000 miliardi esse devono essere destinate a "progetti strategici" (art. 1 comma 8, L. 488/92) e per 1.000 miliardi al potenziamento della dotazione infrastnitturale nelle aree depresse. La programmazione e l'attribuzione di queste risorse rientra nelle competenze del CIPE; non potrà comunque prescindere dalla necessità di assicurare i completamenti delle opere iniziate dall'intervento straordinario nel Mezzogiorno, né il cofinanziamento di investimenti compresi nei piani di sviluppo del nuovo quadro di sostegno. In attesa delle linee direttrici che il CIPE potrà stabilire una volta adottata l'emananda decisione della Commissione, posso indicare quelli che dovrebbero essere i criteri prioritari per l'utilizzo delle suddette risorse: 1

- completamento per la funzionalizzazione di opere già in parte realizzate e di cui sia accertata la cantierabilità immediata e la validità economica attuale; - incremento della utilizzazione dei fondi comunitari;

Atti Parlamentari —14232— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

- promozione di opere in settori di particolare interesse socio-economico o con particolari emergenze (v. risorse idriche); - promozione del concorso del capitale privato agli investimenti infrastnitturali.

Atti Parlamentari — 14233 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

E' trascorso un periodo breve da quando ho assunto la responsabilità congiunta del Ministero del Bilancio e del Dipartimento per i rapporti con l'Unione Europea.

Sono ben consapevole dei limiti di tempo entro.i quali il governo Dini è chiamato a svolgere la propria azione sui quattro impegni programmatici. Tre di questi sono già stati assolti, in particolare la manovra aggiuntiva di bilancio, oggi al. vaglio del Parlamento. Sulquarto, la riforma del sistema pensionistico, è adesso incentrato il lavoro del „Governo. Su questo fronte, in vista della responsabilità istituzionale di raccordo tra la politica delle entrate e quella delle spese, è direttamente interessato e impegnato il Dicastero del Bilancio.

La consapevolezza dei limiti temporali e delle priorità programmatiche non può tuttavia esimere dall'operare al meglio sui fronti istituzionali di responsabilità.

' L'ambizione di cercare di contribuire al "buon governo" impone, a mio modo di vedere, di iscrivere l'azione immediata, talora dettata dall'urgenza di provvedere, in un disegno logico di più ampio respiro.

In queste considerazioni conclusive sottopongo quindi alla vostra considerazione e al vostro vaglio le linee d'attacco della terapia d'urto lungo le quali l'azione del Governo si sta dispiegando per affrontare l'emergenza Mezzogiorno. Questa descrizione è peraltro accompagnata dall'esposizione delle direttrici di fondo lungo le quali si ritiene opportuno muovere.

Ho parlato di azione di Governo perchè le misure prese e previste hanno rivelato piena e fattiva concertazione operativa con gli altri Ministeri principalmente interessati, segnatamente quello dell'Industria.

Devo anche sottolineare l'impegno e la piena concordia d'intenti dei Sottosegretari Ing. Carzaniga e Dott. Ratti, che hanno contribuito a realizzare progressi significativi in un breve arco di tempo.

Desidero, inoltre, ricordare in queste mie considerazioni riassuntive la decisione assunta oggi dalla Commissione dell'U.E., la quale accoglie i contenuti dell'accordo Pagliarini - Van Miert. Ne ho scritto nella mia relazione' e ne accennerò con maggior dettaglio più avanti, ma mi preme sottolineare che è ritenuta da questo Governo, per le sue implicazioni future, un successo di assoluta rilevanza.

1. La creazione di un ponte tra le aree meno prospere e i canali di finanziamento nazionali e comunitari

Il primo pilastro sul quale ho fondato Fazione, anche di emergenza, è quello del recepimento - analitico e operativo, a livello pubblico e privato - degli indirizzi di politica regionale definiti e perseguiti a livello di Unione Europea.

Atti Parlamentari — 14234 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

E' questa la chiave di volta per una politica innovativa ed efficace nelle aree meno prospere: si tratta di instaurare rapporti complementari e sinergici tra fondi pubblici

^ delja Comunità e del bilancio nazionale, la cui combinazione può essere estesa a risorse finanziarie di mercato. A questo indirizzo, che è stato brevemente ricordato in precedenza, si è ispirata la chiusura del contenzioso con la Commissione, e si ispira tuttora il convincimento dell'esigenza di affiancare al progetto - che stiamo realizzando - di istituzione delle cabine di regia, quello di società di servìzi di mercato, di cui dirò ' più avanti.

Le battaglie rivolte ad ostacolare l'approccio dell'Unione Europea, i rimpianti per metodi e strumenti seguiti nel passato, i quali complessivamente hanno comunque dato esiti negativi, costituiscono un freno e un ostacolo al Mezzogiorno. Si tratta viceversa di volgere al meglio le ingenti risorse finanziarie che la Comunità e il bilancio italiano consentono di attivare. Occonre, in tal senso, un cambiamento di mentalità, non solo nell'Amministrazione pubblica, a livello centrale e regionale, ma anche nelle imprese.

Emerge, in primo luogo, l'esigenza di sovvenire alle carenze'delle regioni italiane di . progettualità, di capacità realizzatrici e di monitoraggio, incrementando altresì il livello

di informazione presso l'Unione Europea per la migliore utilizzazione dei fondi comunitari.

Il Ministero del bilancio, ai sensi del secondo comma dell'art. -18 dei D.lgs'n. 96/93, ha istituito nel proprio ambito il Servizio centrale per le politiche di coesione che deve assicurare il coordinamento programmatico ed attuativo delle attività cofinanziate dall'U.E. di competenza della diverse amministrazioni centrali e periferiche e finalizzate allo sviluppo delle aree depresse del Paese.1

Nella seduta del 2 agosto 1993, la Conferenza Stato-Regioni, corrispondendo anche ad un auspicio comunitario, ha posto l'accento sulla necessità di mettere a punto una "adeguata organizzazione basata sulle strutture esistenti", che prevedesse "la presenza delle Regioni e di altri soggetti pubblici e privati" e che si presentasse come "interlocutrice tecnica di Regioni e Comunità in grado di governare l'attuazione dei programmi comunitari".

La Conferenza riprendeva nella sostanza quanto proposto dal Ministero del Bilancio e della P.E. in un documento denominato "Cabina di regia per gestire i rapporti tra Comunità, Stato e Regioni", nel quale si prospettava l'opportunità di dar vita ad un organismo rappresentativo di tutte .le Amministrazioni centrali ("Cabina di regia nazionale") superando la sovrapposizione di competenze, cui avrebbe dovano far riscontro un similare quadro organizzativo/funzionale ai livelli regionali (Cabine GÌ regia regionali) al fine di instaurare una gestione unitaria dei rapporti fra Unione _

1 Tale Servizio, è ormai pienamente operativo ed in rase di avanzata informatizzazione, grazie all'accordo sottoscritto con il Ministero del Tesoro..Potrà, entro breve tempo, avvalersi della banca dati della Ragioneria Generale dello Stato e controllare pertanto in tempo reale lo stato di attuazione dei diversi programmi, sia in termini fisici sia finanziari • con la possibilità di intervenire di volta in volta per garantire la realizzazione degli interventi cofmanziati e quindi l'effettivo utilizzo delle risorse comunitarie.

Atti Parlamentari — 14235 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Europea, Stato e Regioni. Questi concerti sono stati-ripresi nell'Intesa fra Governo e Sindacati siglata il 1 dicembre 1994, laddove si citano espressamente le cabine di regia

• nazionale e regionali, viste quaii "nuove strutture per rendere efficiente la spesa per il Q.C.S. 1994-1999", cui avrebbero dovuto partecipare anche le Parti sociali. In concreto la Cabina di Regia a livello nazionale è stata individuata nel comitato tecnico istituito presso il Ministero del Bilancio e P.E. ai sensi dell'art. 5 del DPR 284/94.

Ferme restando tali strutture amministrative, è emersa altresì l'esigenza di una struttura operativa agile (e che quindi possa agire,.con gli strumenti del diritto civile), capace di fornire un'assistenza interattiva alle Amministrazioni in tutta la gamma delle loro occorrenze sopra accennate (acquisizione di know-how sui finanziamenti e sui procedimenti comunitari, progettazione, finanziamento, realizzazione, monitoraggio). Al riguardo, nelle sue dichiarazioni programmatiche, il Presidente del Consiglio Dini ha sottolineato la necessità di definire in tempi brevi, in attuazione dell'accordo con le Parti sociali, criteri e modalità per promuovere società con il compito di fornire supporto alle Amministrazioni pubbliche e alle imprese nella progettazione e nella realizzazione di programmi cofinanziati dall'Unione Europea.

Una società rivolta a questi scopi prenderà vita nei prossimi giorni. Ad essa pane cip e ranno primari istituti bancari e finanziari, ivi compresa la Cassa Depositi e Prestiti1, costituendo un punto di riferimento per ima fluida utilizzazione di incentivi comunitari e di fondi nazionali. Questo strumento, orientato decisamente verso il mercato, diventerà operativo col dichiarato- obiettivo di un'immediata capacità di autofinanziamento delle proprie attività. Auspico che essa possa divenire presto un sicuro punto di riferimento per l'utilizzazione non solo dei mezzi finanziari forniti dai Quadri Comunitari di Sostegno, ma anche di quelli di mercato, segnatamente della BEI.

Essa, come le altre società che volessero essere promosse a tal fine, dovrà avere strutture efficienti, snelle e flessibili e, anziché dotarsi di organizzazioni macchinose (destinate a restare in parte inutilizzate e in parte insufficienti), d o v T à avvalersi della possibilità di convenzionarsi, di volta in volta, con le professionalità occorrenti.

Essa potrà svolgere, in particolare, i seguenti compiti:

• raccolta e sistemazione di tutti i dati e notizie relative alle politiche nazionali e comunitarie di supporto allo sviluppo regionale;

• assistenza e consulenza in favore dei soggetti beneficiari dei fondi, quali imprese, Ministeri, Regioni, banche, ecc.;

• raccolta, riclassincazione ed esame delle domande" di agevolazione, ivi comprese quelle di aziende artigiane;

1 L'autorizzazione alla Cassa Depositi e prestiti è stata introdotta con i! D.L. 31.1.1995 n. 26 Art. 4 comma 9

Atti Parlamentari — 14236 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

• controllo e monitoraggio dei progetti per conto degli enti finanziatori.

Il Governo sta procedendo alla disamina .degli aspetti giuridico-normativi collegati ali 'avvio di questo nuovo strumento e che riguardano in particolare le procedure per l'affidamento del servizio e gli atti collegati, con l'obiettivo di scegliere quelle modalità che consentano un rapido avvio, nel rispetto delle appropriate procedure.

Coerentemente con questa impostazione di fondo, alla luce di contatti e consultazioni a livello di Govèrno, con le Regioni e i Comuni italiani, ' con la Rappresentanza permanente a Bruxelles nonché con i Commissari italiani ho ritenuto opportuno attivare tutti gli strumenti necessari per addivenire alla positiva conclusione del contenzioso con la U.E., sulla base degli accordi già raggiunti con il Commissario Van Miert." Nonostante le perplessità espresse da alcune parti, ritengo che la definitiva decisione della Commissione porterà benefìci indiscutibili a tutto il sistema economico italiano. Viceversa, la messa in discussione dell'accordo, poiché serebbe andata nella direzione di un oggettivo stato di illegittimità nei confronti dell'UE., avrebbe avuto effetti dirompenti per il sistema Italia nel suo complesso. La decisione della Commissione è la base oggettiva per proseguire una seria azione per la ripresa degli interventi nelle aree meno prospere. L'Italia ha scelto liberamente la partecipazione all'Unione Europea ed ha il dovere di rispettare le norme di cui essa intende dotarsi. Mi sembra dunque inconcepibile l'attitudine di chi avrebbe voluto una sistematica deroga alle regole per premiare ad ogni costo il particolare rispetto al generale. La conclusione della vicenda significherà primariamente l'opportunità di tornare a disporre, nel quadro del sistema comunitario, di congrue risorse finanziarie per le aree in ritardo. Ogni rinvio, messa in discussione o, peggio ancora, rigetto, avrebbe messo il nostro Paese fuori dai canali della legalità comunitaria e avrebbe prodotto il risultato opposto a quello che i detrattori dell'accordo auspicano: la chiusura di ogni genere di intervento su tutto il territorio nazionale.

In stretta correlazione, non poteva essere assecondato il tentativo di Abruzzo e Molise di ripristinare forme di aiuto ormai ritenute illegali dall'U. E.. Occorre viceversa favorire iniziative tese ad aiutare le due regioni ad uscire con gradualità dal regime sinora applicato mediante l'applicazione di misure compatibili con l'ordinamento interno e quello comunitario. Deve essere chiaro che l'inseguimento delle vecchie forme di aiuto è perdente due volte: sul piano formale, poiché inevitabilmente contrario alla nuova giurisprudenza europea e sul piano sostanziale, poiché nell'illusione dell'inerzia del passato, si perde definitivamente l'opportunità dell'aggancio allo sviluppo. Come potremo sostenere alla fine di questo decennio la pressione competitiva delle nuove aree e paesi che premono sul confine orientale della Comunità, senza cogliere subito tune le opportunità della nuova strategia dei Quadro comunitario ?

Ho comunque manifestato ampia disponibilità ad esaminare concretamente idonee forme di attivazione di risorse interne e comunitarie per le due regioni, che siano coerenti con il disegno comunitario. Vi sono stati al riguardo contarti, che auspico

Atti Parlamentari — 14237 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

possano essere tradotti in immediati interventi operativi

2. La questione degli incentivi industriali e il recupero dei fondi comunitari.

A cascata rispetto # alla scelta di fondo sopra delineata, sono state affrontate due • questioni di immediata e ampia rilevanza: quella degli incentivi industriali e quella del recupero di fondi comunitari disponibili, ma a rischio di revoca.

Per quanto riguarda il primo punto, ho già indicato la rilevanza della decisione della Commissione con riferimento sia alle pendenze della 64, sia al concreto avvio della 488, a quasi tre anni dal varo.

Per fronteggiare il fabbisogno degli incentivi industriali riferiti alla 64 è possibile utilizzare sia parte delle risorse disponibili a valere sulla 488/92 1 , sia risorse U.E..

- Questa soluzione, • anche se riduce le risorse potenzialmente utilizzabili per nuove iniziative, appare ima via obbligata per superare l'attuale stallo e per. corrispondere alle esigenze delle imprese, che necessitano di liquidità, anche per ridurre l'esposizione debitoria. . ,

Su questo punto, che evidentemente dipendeva, come già detto, dall'esito del negoziato con la Commissione, ritengo che in una prossima audizione congiunta del*Ministro dell'Industria e di quello del Bilancio, potranno essere forniti dati più precisi e dettagliati rispetto alle stime presentate in questa audizione.

• Sisifi operando in pieno accordo con il Ministero dell'Industria e con quello del Tesoro sia per sbloccare la questione del Regolamento di attuazione della L. 488, sia per costituire un fondo- di garanzia per il consolidamento dei debiti delle PMT del Mezzogiorno. Si intenderebbe altresì introdurre sistemi di agevolazione industriale che consentano erogazioni automatiche, segnatamente per gli investimenti che generano nuova occupazione, al fine di consentire interventi rapidi.

Sottolineo che è in fase di avanzata definizione lo schema di consolidamento dei debiti:'esso darà respiro finanziario alle aziende economicamente valide, permettendo una consistente riduzione degli oneri finanziari e un riequilibrio dell'assetto finanziario. H fondo consentirà infatti, in combinazione con i consolidamenti, aumenti di capitale sociale da parte dei soci e/o prese di partecipazioni da parte di banche e/o investitori istituzionali, nonché di rilanciare la formula dei prestiti partecipativi, che mostra la sua validità in molti Paesi europei. . -

Ricordo che, nel decreto legge recante le misure per il risanamento della finanza pubblica, su un solo fronte si è operato in controtendenza. Sono state rese disponibili, attraverso l'attivazione di mutui con ammortamento a carico dello Stato, risorse finanziarie dell'ordine di 3.000 mld (cfr. art. 9). Le somme derivanti dai mutui saranno destinate al mantenimento e allo sviluppo della base produttiva, nonché al

1 Ai sensi dell'art. 4. comma 11 del D.L. 32/1995 è previsto che i mutui attivabili ai sensi dell'art. 1 comma 3 della L. 438/92 possano essere utilizzati anche per le domande presentate ai sensi della legge 64

Atti Parlamentari — 14238 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

potenziamento della dotazione infrastnitturale nelle aree depresse del territorio nazionale. E' stato esplicitamente previsto che parte dei fondi a sostegno del settore produttivo potrà esser utilizzata per favorire il consolidamento delle passività delle piccole e medie imprese, attraverso la creazione dell'apposito fondo di garanzia del quale ho appena riferito. Altri fondi saranno destinati al sostegno delle imprese anche in congiunzione con la L. 488. Infine, sotto il profilo strutturale, si combineranno le risorse con quelle derivanti dal Q.C.S..

L'azione di emergenza è altresì rivolta al rebuoero di fondi comunitari.

Come ho ricordato, l'Italia è inadempiente, in primo luogo, con riferimento a risorse comunitarie relative a fondi FESR avviati entro il 1988. Entro il 31 di questo mese si dovrà concludere la verifica della spesa sostenuta e la raccolta della documentazione contabile della stessa. In assenza di ciò si registrerebbe non solo la perdita definitiva delle risorse comunitarie, ma anche il rischio di dover restituire parte delle anticipazioni già effettuate dalia CEE a favore della Cassaper.il Mezzogiorno.

Nonostante l'impegno urgente posto nell'opera di recupero delle certificazioni di spesa presso gli enti territoriali coinvolti, si subiranno presiunibilmente perdite di risorse comunitarie, come, già segnalato, dell'ordine delle LMld 40CL

Le inadempienze e i ritardi dell'Italia si estendono allo stato di avanzamento del Q.C.S. 1989-1993. Alla ricognizione effettuata in questi giorni si sono manifestati ritardi ' gravi. Gli uffici sono sollecitati a svolgere il massimo sforzo, d'intesa con le Regioni per l'utilizzo'dei fondi. Occorre registrare scarsa efficacia e capacità a livello locale per perseguire questo primario e urgente obiettivo.

Ricordo che sono in gioco migliaia di miliardi di incentivi che potrebbero andare perduti.

3. Il Mezzogiorno e le infrastrutture,

Non richiede illustrazione lo stretto nesso che intercorre tra la dotazione di infrastrutture di una area e il grado di efficacia e competitività del relativo sistema economico e produttivo. Altrettanto evidente è la necessità di riavviare, in particolare nelle regioni meno prospere, gli'interventi sulle infrastnitture, con il relativo volano sull'occupazione, invertendo la tendenza degli ultimi anni.

E' questa la terza "emergenza" sulla quale si sta operando. D'intesa con il Ministero del Lavori Pubblici - e in concerto con i Ministri-principalmente interessati- è stata identificata ima serie di progetti di immediata realizzabilità, che peraltro incontrano ostacoli di varia natura. Sono inoltre state identificate opere infrastnitturali già avviate, ma non completate, che con impegni di spesa relativamente ridotti potrebbero avere un impatto rilevante sullo sviluppo delle regioni meridionali.

Sotto entrambi i profili verrà data particolare attenzione a quei progetti che siano in

Atti Parlamentari — 14239 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

grado di attivare, per la loro potenziale redditività, la diretta partecipazione dei privati sia nella fase di realizzazione, sia in quella gestionale.

Occorre aLriguardo sottolineare l'impatto notevole che'il finanziamento con tecniche di project fin ance potrebbe avere. E' necessario ai riguardo, in particolare nelle amministrazioni locali del Mezzogiorno, un salto culturale. Questo potrebbe esser opportunamente favorito dalla raccolta della normazione esistente al riguardo in un organico Testo unico. E' un tema urgente, che affido alla valutazione di questa Commissione e sulla quale ritengo sarebbe importante procedere.

Un elenco di opere infrastruttura]! di grande respiro e di immediata realizzabilità sarà definito a giorni. Il Governo opererà, anche nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, per rimuovere gli ostacoli che si frappongono al loro avvio, ovvero al loro . completamento. .

4. Il nesso costo del lavoro/produttività: nodo non' eludibile per lo sviluppo autopropulsivo delle regioni meno prospere.

•Concludo questa mia esposizione con un richiamo a un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo del Mezzogiorno, al di là dell'azione di emergenza: quello del rapporto tra costo del lavoro e produttività nelle aree meridionali rispetto al resto del Paese e dell'Europa. . •

Si dirà, ed è vero, che queste ultime considerazioni hanno scarso rilievo per l'emergenza e nei tempi brevi nell'ambito dei quali è prevedibile che questo Governo opererà. -

Ritengo peraltro che sia doveroso enunciare brevemente taluni miei convincimenti e considerazioni al riguardo, maturati in lunghi anni di attenzione ai problemi delle aree meno prospere, come economista prima e come banchiere successivamente.

Ho ampiamente illustrato la rilevanza dei divari di produttività dell'industria e dei • servizi tra Nord e Sud. Secondo recentissime stime fornitemi dalla Svimez (Tav. 8) i " differenziali di produttività nell'industria sono mediamente dell'ordine del 20%. Ad essi si contrappongono peraltro differenziali nelle retribuzioni di fatto inferiori al 10% e minori oneri sociali effettivi, che riallineano tra Nord e Sud il costo del lavoro per unità di prodotto.

Ma un nuovo cuneo è destinato ad aprirsi man mano che saranno abrogati, entro il 1999", le agevolazioni contributive e i differenziali di fiscalizzazione.

L'area delle politiche del lavoro e delie relazioni- industriali acquista quindi un'importanza cruciale per consentire Io sviluppo autopropulsivo del Mezzogiorno.

Voglio esser chiaro: sviluppo autopropulsivo non significa surrettizio abbandono a se stesse delle aree in ritardo.

Atti Parlamentari — 14240 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Gli impegni di solidarietà stabiliti dalla Costituzione, all'interno, e dal Trattato di Maastricht, a livello di Unione Europea, prevedono e consentono ampi' flussi di

"finanziamenti e sovvenzioni.

Ma, anche se questi saranno pienamente attivabili e si dispiegheranno in particolare per favorire, attraverso la creazione 'di infrastrutture efficienti, la crescita della produttività complessiva, di sistema, delle regioni meridionali, resta rilevante il problema al quale sto facendo riferimento. . . .

Concordo con coloro che sottolineano l'esigenza di affrontare senza preconcetti la questione di un sistema retributivo coerente con le esigenze di sviluppo dell'industria e dei servizi di mercato nelle regioni in ritardo.

L'esigenza di flessibilità deve esser posta e discussa: sarebbe opportuno che ciò avvenisse in tempi brevi, in particolare con l'apporto delle parti sociali, delle Regioni, del Governo. .

A mio parere, non è nè necessario, nè opportuno, rimettere in discussione la retribuzione. contrattuale unica per il territorio nazionale.. Si tratta, piuttosto, di pervenire a un sistema di retribuzioni di fatto, coerente con gli indirizzi comunitari, e più adeguato ai livelli e alla dinamica delle produttività delle imprese. E' questa, d'altra parte, una caratteristica che contraddistingue le realtà regionali di tutti i principali paesi legati nel mercato unico europeo1.

Sottolineo che questa riflessione critica investe non solo l'industria, ma anche i servizi e segnatamente quelli destinabili alla vendita, ivi comprese le banche.

Signori commissari, • •

sono ben consapevole, lo ripeto, dei limiti temporali entro i quali l'attuale Governo tendenzialmente iscrive il proprio operare. Ho indicato le.molteplici, delicate, azioni che si stanno svolgendo nell'immediato sui terni oggetto della mia audizione.

Ho peraltro ritenuto di dover iscrivere questa esposizione in una visione di più ampio respiro, per consentire di vagliarne la congruità e la coerenza, anche- ai di là del brevissimo termine, rispetto all'obiettivo urgente e primario di riavviare la crescita e di riassorbire la disoccupazione nelle regioni meridionali.

1 A! riguardo confronta ad es. SVIMEZ.. "Lince d'azione..." Roma, febbraio 1995. p. 16.

Atti Parlamentari - —14241 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL ' I AGOSTO 1 9 9 5

APPENDICE STATISTICA

IL D

IVA

RIO

NO

RD

-SU

D E

L'I

NT

ER

VE

NT

O P

UB

BL

ICO

ANNO

1970

19

7!

1972

19

73

1974

19

75

1976

19

77

1978

19

79

I9K

0 19

81

1982

19

83

1984

19

85

1986

19

87

1988

19

89

1990

19

91

1992

19

93*

1991

MI-

pf

tàpì

tt

In V

. del

c n

(•

p#«

nl 1

915)

61.4

63

,8

63.5

62

,8

62,2

63

,7

61,5

62

.0

61,9

61

,8

60,7

59

,6

60,0

60

.5

61,0

59

,9

58,9

58

,9

58,3

57

,7

57,6

58

.4

57,3

56

,4

55.8

MA

NC

IA

CO

MM

ER

CIA

TE

In m

ilia

rdi

di l

ire

(e I

n V.

Jcl

lk

!I.

dctl*

M#0

SUD

-3.6

57

-3..

863

-4.4

52

- 5.

693

-7.9

32

- 7.

672

-10.

450

-11.

121

-11.

204

-14.

449

-20.

580

-24.

906

-29.

105

-30.

514

-35.

385

-40.

956

-41.

210

-46.

837

-52.

336

-54.

673

-58.

370

-61.

251

-67.

062

-59.

47!

(-22

,4)

(-21

.3)

(-22

.7)

(-23

,8)

(-26

.4)

(-22

,2)

(-24

,9)

(-21

.4)

H8.

1)

(-18

.9)

(-21

.6)

(-21

.9)

(-21

.6)

M8.

9)

(-19

,1)

(-20

,0)

M8.

2)

(-18

.8)

(-19

.0)

(-18

.2)

(-17

.5)

(-16

.1)

(-17

.5)

M5,

l)

C-N

3.17

4 3.

725

4.14

9 2.

802

1.71

8 6.

102

6.48

Ó

10.1

81"

12.7

48

12.4

80

4.31

4 9.

613

14.6

43

24.4

50

22.2

03

25.6

70

44.8

32

43.7

8!

46.3

71

47.4

13

53.0

27

55.7

93

62.6

67

103.

178

(6.2

) (6

,8)

(6.9

) (3

.8)

(1.9

) (5

.9)

(4.9

) (6

.3)

(6.7

) (5

.3)

(1.5

) (2

.7)

(3.6

) (5

.2)

(4.1

) (4

.2)

(6.7

) (6

.0)

(5.7

) (5

.3)

(5.4

) (5

.1)

(5,6

) (8

.8)

INV

EST

IME

NT

I FI

SSI

TO

RD

I SU

n

i.

(• p

rcul

191

5)

SUD

35,8

34

,9

34,3

33

,5

33,6

30

,9

30,9

28

,7

27,1

27

,5

26,3

25

,7

24,8

25

,6

25,7

24

.5

24.1

24

,2

24.2

23

,7

24,1

23

,7

23.4

20

,8 '

C-N

27,8

25

.1

24,6

27

,0

27.3

21

.4

23.9

22

.3

22.0

22

,4

22.1

21

.2

20,0

19

.3

19,5

19

,4

19,3

19

,8

20,6

21

.1

21.4

21

,4

20,7

18

,6 '

RE

DD

ITI

IU

t-\\\

1)11

*. In

V. d

el C

N

75.5

77

,6

78,5

79

.4

79,5

79

,4

79,2

81

,0

81,8

-81

,7

82.9

84

,1

84,4

82

.6

83,1

82

,8

83,1

83

,6

84,0

82

,9

83,7

83

,5

83,5

83

,7*

PRO

DO

TT

O

TE

R A

DD

ET

TO

(fi

r<itl

198

5) In

V. d

el CN

79,4

81

,8

' 80

,5

80,9

80

,6

82,9

79

,9

81.2

80

,9

80,7

80

,3

80,4

80

,0

79,6

80

,2

78,8

78

.5

79.4

80

,0

78.7

78

,1

78,9

78

,6

78,9

1

TA

SSI

DI

DIS

OC

CU

PAZ

ION

E (I)

SUD

8,7

8.0

. 9.

S 10

,1

8,7

9.3

10.1

10

,8

10,6

11

.5

12.1

12

,9.

13.7

14

.5

14,3

15

,1

17,3

20

,2

•2.1

.7

22,2

.

20.7

19

,9

20,4

17

,7

23,3

19

.6

25.9

C-N

4,3

4,6

5.3

5.1

4.2

4.7

5.6

5.9

6.1

6,4

6,0

6,9

7.5

8.3

8,6

8,6

8.7

8.6

8,0

7,6

6,7

6.5

7.1

7,0

8,9

7,8

9.9

INT

ER

VE

NT

O S

TA

TA

LE

• (In

milia

rdi d

i lire

c In

V. d

el l'

i! d«

| M

cue C

lont

»)

Inte

rven

to

strao

rdin

ario

(2

)

571,

9 52

0,6

701,

9 78

2,5

1085

,3

1704

,5

1834

.8

2198

,2

2429

,7

2463

,9

2695

,4

3153

33

87

5159

50

94

4827

46

34

4176

47

87

591*

60

35

. 66

37

4786

Sgra

vi sv

ii co

ntri

buti

soci

ali

130,

4 17

5,1

224,

9 31

7.3

483,

8 70

1.2

766,

0 99

5.9

1161

,9

1508

,9

1718

,4

2573

,9

3440

.0

3878

,3

3969

,1

4099

,3

4426

.0

5035

,0

5794

,1

6391

,0

7! 8

0,7

7871

,0

8317

,0

Mag

gior

e fis

caliz

­za

zion

e

250

240

280

330

330

360

370

420

230

800

1220

12

25

Font

i: 1S

TAT,

Intin

gine

stil

le fo

rze

di la

voro

e C

onta

bilit

a ec

onom

ica

regi

onal

e; S

VIM

EZ, R

appo

rti a

nnua

li.

• St

ime

SVIM

EZ.

l!\?n

l^7°m

1 ,

9*

2 1

C

SC.f

ÌC

s

!o

ri

chls

on

o s.tf

t.tc "

Jvop

onio

nMe

per

tene

re c

onto

del

le m

odifi

che

nei c

rite

ri d

i rip

orto

all'

univ

erso

; i v

alor

i coi

ncid

ono

con

le s

cric

uffi

cial

i da

l 19

90

Dal

roito

hrl

de

1992

la r

ileva

zion

e ad

otta

una

più

res

titui

va d

efin

izio

ne d

i pe

rson

a in

cer

ca d

i oc

cupa

zion

e. I

cim

i deg

li ul

timi

due

anni

rip

orta

no s

ia la

nuo

vo d

efin

izio

ne

sia

la v

ecch

ia

rico

slni

. ZA

su

lla b

ase

del n

uovo

que

stio

nano

e n

on st

retta

men

te c

ompa

rabi

le c

on i

dati

prec

eden

ti.

' vc

ccni

a, n

cosi

niiia

per

ò (2

) Inc

entiv

i ind

ustr

iali

c fin

anzi

amen

to d

elle

infr

astr

uttu

re.

Tav

. 2

Scad

enze

del

le a

gevo

lazi

oni

sul c

osto

del

lavo

ro n

el M

ezzo

gior

no

• Sg

ravi

o co

ntri

butiv

o pe

r ve

cchi

as

sunt

i (a

)

Sgra

vio

tota

le

annu

ale

per

i nu

ovi

assu

nti

Diff

eren

za

della

fis

caliz

zazi

one

Mez

zogi

orno

(a

ree

art.

92.3

.a)

escl

uso

Abr

uzzo

e M

olis

e

•fino

al'3

1/12

/199

7 fin

o al

31/

12/9

7 (e

sten

sibi

le f

ino

al

1999

). .

Ria

ssor

bim

ento

en

tro

il 19

99

Abr

uzzo

.

fino

al 3

0/11

/199

4 .fi

no a

l 31

/12/

1996

R

iass

orbi

men

to

entr

o il

¿996

Mol

ise

fino

at 3

0/11

/199

4 fin

o a!

31/

12/1

997

(est

ensi

bile

fin

o .

aì'ì.

999)

Ria

ssor

bim

ento

en

tro

il 19

99

(a)

Il D

ecre

to

min

iste

rial

e 5

agos

to

1994

in

dica

le

segu

enti

aliq

uote

di

sgra

vio:

pe

r il

Mez

zogi

orno

, es

clus

o A

bruz

zo e

Mol

ise

; 14

,6 %

da

l 10

lugl

io a

l 30

nove

mbr

e 19

94;

14 %

dal

l'I

dice

mbr

e 19

94

al 3

0 no

vem

bre

1995

; 10

,6%

da

lPl

dice

mbr

e 19

95 a

l 30

nov

embr

e 19

96;

per

l'Abr

uzzo

e e

Mol

ise

l'aliq

uota

sin

o al

30

nove

mbr

e 19

94 è

sta

ta d

el 1

2 %

Atti Parlamentari — 14244 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tav. 3

QUADRO FINANZIARIO E PROGRAMMATICO DELLHNTERVENTO STRAORDINARIO

Ai situazione al 31.12 93. Quale risultante dai conti consuntivi della gestione commissariale

mld. di lire '

Risorse destinate all'intervento straordinario - L 64/86 | 119.922.00 - L 405/90 (finanz. 91) 950,00 - L 488/92 (art 1 c. 1)| 12.533,90 - Risorse comunitarie 937,90 - Altre fonti (2) 2.171.60 TOTALE | 136.715.40 Risorse destinate ad altre Amm. (3) -39.166,10 Erccazioni effettuate fino ai 31.12.93 -40.370,20 TOTALE risorse al 31.12.93 57.179,10

Risorse Droarammate (4ì - Programmato Cloe (5) 91.971,40 - Programmato MISM 3.245.5Q - Spese di funzionamento 353,00 - Altri utilizzi (2) | 2.171,60 TOTALE . | 97.746.50 Erogazioni effettuate fino ai 31.12.93 • -40.370.20 TOTALE PROGRAMMAZIONE RESIDUA 57.376,30

Bì 11 Quadro delle disponibilità dei Fondo ex art.19 D.Lvo 95/93 per Tanno 1994 e successivi mostra la seguente situazione:

Risorse del Fondo ex art.19 -Anno 1994 (6) | 8.454.30 -Anno 1995 e segg. | 48.630.50 TOTALE | | • 57.134.90

Mutui ex art. 1 c.9. L. 488/92 (importo utilizzabile in quota parte ai sensi art 4, c.11 f D.L 32/95 per impegni pregressi) ' 10.000,00

(1) ai netto della somma di 72 mld. destinati all'occupazione giovanile (2) Fondi e utilizzi autorizzati dal Ministero per il Mezzogiorno derivanti da voci diverse (gestione separata,

contributi comunitari ecc.) (3) L'importo comprende 30.000 mld. di fiscalizzazione oneri sodali, 2,200 per l'imprenditorialità

giovanile, contributi all'occupazione e zone terremotate e risorse varie attribuite ad amministra­zioni diverse dall'Agenzia.

(4) La programmazione degli ex organismi dell'Intervento straordinario assumeva'valore di "vincolo operativo" avente forza §nche nei confronti ci terzi. Nell'ambito della programmazione gli impegni assunti al 31.12 93 risultavano pari a lire 75.975 miliardi; tale importo non è tuttavia confrontabile con gli impegni assunti dal 1994 in poi dalle Amministrazioni per il loro diverso contenuto giuridico^formale

(5) Comprende revoche e riprogrammazioni. (6) $:z-.zramento risultante al 31.12.1994, a seguito di vanazicni apportate in corso d'anno.

Atti Parlamentari —14245 - Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tav. 4

INTERVENTI N E U E A*EE D E P R E S S E S T 7 U A 2 ! O N e « N A N Z J A A 1 A A L L ' 1 . 1 . 1 9 3 4 (IN ULD.J

AMMINISTRAZIONI j CLSPCNI B I U T A * I R J P A A T O P R O G R A M M A T I C O 1 A S S E G N A Z I O N I ape

1 1 5 9 4 1 9 9 5 1 9 9 « • >«<79 T O T A L E 1 9 * 4 1 9 9 5 1 9 9 « • T»QQ

T O T A L E 1 1 5 9 4 1 5 9 5 1 9 9 « • >«<jg. T O T A L S

i t i i 1 » 1 t C 1 • 1 » PRESJC6.-4ZA C O N S Ì G L I O I i I I 9 5 . 1 0 7 1 2 9 . 7 0 0 I LÌ.22 IL 1 1 3 5 . 0 4 J I

9 5 . 1 0 7 1 2 3 . 1 0 0 » 4 7 . 5 2 3 1 1 3 5 . 3 3 5 . «erme* I * I

1 *4 6Ó7I 2 6 504T 5 6 22*« ) : 6 9 « 6 7 » 5 4 6 6 7 1 2 0 0 7 2 1 44 5 2 8 1 1 4 9 347

- S««n«x I » » 3.CCOI

3.0001

3COCI

9 CCOI 3.0001 3 0 0 0 1

3.000» 9 CCC

• C«0 <1» I I I / 0 0 0 1 OCOL .CCOI 7 CCOI

7 0001 OCOL .0001 7. CCCI . vaoe I I I I **oi . 0 3 6 1 OCCI

; 4/6I .440» . 0 2 3 1 .0001 4Ô8

' I 1 1 Ï 1 1 » I 1 1 I N C U S 7 R I A I I I 1 i.SI9.:ooi 2.337.120» 1 0 . 0 7 S . 4 C 0 I 1 4 . 3 1 2 . 1 2 0 1 . 5 9 9 . 3 0 0 1 1 . 3 1 7 . 7 3 0 »

7.337.200» 1 1 . I 5 4 . I F O I

• O C NEUSCNAW L ' I I 1.733.00012.2*4 IC0» 3 9 1 5 <0I 1 1 9 0 1 . 9 0 0 1 . 7 2 0 0 0 0 » 1 74« 9 5 0 »

7.712.150» li 199 2 0 0 1 • --ai». *accrua I I I I 1S6.0OQI 72.CCCI 1 2 5 . 0 0 0 1

3 3 4 0001 124 000» 5 5 0 0 0 » . 9 0 . CCOI 2 3 0 CCC* • IsrtTÄAO IA*m t i l 1 2 4 0 0 0 1 1S.CCCI 35.0CCI 7 4 0001 2 4 CCOI 1 1 . 5 5 0 1 26 9 5 0 1 52 .5CC • van« | | l 1 1 .2001 1.32CI CCCI 2.910» 1.3C0» 1 .250» eco» 2 . 5 * 0

I I I Ì L I . ( i f 1 1 R I C E R C A i l i ( S 4 5 . 5 0 2 I 1 1 0 SCOI 1 . 243 .5571

2.7C0.459I 5 4 5 . 3 0 2 1 7 0 3 . 4 0 0 1 9 6 7 . 4 4 4 1

2.221.445 • COERA ci CSME^IENXA I I I 1 3 7 3 000T 3 2 0 FIOOT 9 7 9 2CCI

:. :73.coo» 3 7 3 CCCI 5 3 3 4 0 0 1 7 6 1 ÔCOI

1 7 7 3 CCC • C / a L I T 1 5 0 0 0 0 1 5 9 $431

25-1 5 5 7 1 404 5 0 0 » 5 0 CCCI 5 9 9 5 6 »

2 C 5 8441 225 5CCI . -jnivervia MTOCIOOJRT l i t 1 1 2 2 . 5 4 9 1 OCOT CCCI 122 5-491 1 2 2 . 5 4 5 1 eco .0001 122.5451 • va r e I I I 1 . 1 5 3 1 . 0 5 7 1 0 0 0 ) .nei . 1 5 3 . C44I .CCOI . 1 5 7

I l i i 1 i ( I I I t 1 AGRICOLTURA I I I 1

2T» M 3 I 9 0 . 0 0 1 1 4 C 0 . S 5 2 ! 7 0 * . « 7 Î L 2IS.i*.li 70.0011 3 1 1 . $ 4 0 1 5 3 7 . 3 5 3 !

• CRERE O CCMselene a i t i i 2 1 6 CCOI 39 400 «521 7C6 5CC| 2 '• ó COC i 5 3 9 0 3 1 31*. 5 4 0 1 5 3 7 £CC|

• Van« L ' I I I I . 1 1 3 1 .C53T .acci . 1 7 : 1 . 1 1 5 ! . 0 4 1 1 .CCOI .155 I L L I 1 1 1 I T I 1 1

LA.CRI P U 9 3 U C Ì I I I 1 1 T . 1 $ 1 . 7 2 S | T .S25.CC0!

2 . 7 5 5 . 4 5 3 1 5 5 2 7 . 1 7 3 1 1

. 1 5 1 . 7 2 5 ; 1 . 2 3 0 . 3 0 0 » 2 .143.1301 4 . 5 5 4 3 1 5

• CETE» CI SAMO«:«RTZA I I I 1 1 t » 5 0 0001 : 5 1 2 3 4 5 1 2 .75Ó 4531 I 5 2 4 . 3 0 1 1 1

. 1 5 0 CCC l 1 . 2 5 9 1041 2 .143.1201 4 £ 5 2 2 3 4

• VA*« I L L 1 1 1 .7251 1.1521 .ccoi 2.5/71 1 . 7 2 5 ! . 8 9 5 1 .CCOI 2 . 5 2 1

I I I 1 1 1 I 1 1 • 1 1 A I U A N C O £ PROGRAM, ec. I I I 1 1 1 . 3 3 9 . 3 5 0 1 2 $ 2 3 . 4 3 0 1

14.309.4*3» 3 . 4 7 5 . 7 4 3 » 1

.339.3501 2 . 0 4 5 . 3 3 0 »

10.413.47CI 1 4 3 0 4 . 2 1 3

• ZZRVTRX ACCS/A - ACCOCCO I I I 1 I | » I I » 1 I vai 5 a serto 1 1 < 1 1 5 J O 0 O C I 1 2 5 0 CCCI 5 5 7 0 OCCI 5 . 2 4 0 CCOI

« 5 3 000 3 4 0 . CCOI S.L'OOOOT 5 5 4 C C C C

• aar»iREOONAA » AO. 5 3 l i t 1 1 534 0001 9 0 0 OCCI 4 4C9 6 0 9 I

5 947 5 0 9 » 534 CCCI 7 0 0 0001 3 4 2 9 6 9 6 » 4 7 5 7 5 3 6

* 2ii«RVATCNO oontJC"*« rao.j t 1 I 1 1 2 .7C0J 2 4 3 0 1 4 SÒCI 9 9 9 0 1 2. . ' C O

1 . 3 9 0 1

3.7801 3 37C • COMS^terue .-»s«ua I I I 1 1 . 0 0 0 1 2 7 0 CCCI 2 . 5 1 0 CCOI 2.580000»

.eco 210.0001 2.030.0001 2 . 2 * 0 CCCI

. : , 0 T R I 1 1 7 0 . 0 0 0 » 72 CCCI 3 1 5 C C C I 4 5 7 0001 7 0 CCCI

5 4 0001 2 4 5 0001 J'R.ecci • van« t i l ( 1 1 4 9 150» ! 2 5 CCCI OCCI

275.1*01 1 4 9 . 1 « ! 9 4 OCCI .0001 2 4 7 'ic\

• S O U < 2 » i l l 1 1 ¿ 0 0 CUCI . 0 0 0 1 .000» 500.0001

5 0 0 . C C O OCOT .CCOI 5co eco • A - X N O T aercsAvr* a A*I*MWCL l ' I 1 1 20.CÖ0I .CCCI CCOI

30.0001 ec eco 0001 .0001 ce ceci I L I l i l t i l l 1 (

L A V C R O l ' i I I «0.0041

1 5 0 . 7 5 0 1 2 . 2 3 3 . 7 5 7 1 2 . 5 1 4 . 5 1 5 1 4 0 . eoa ! 1 1 7 . 2 4 3 » 1 . 7 7 5 . 2 5 « ' 1 . 3 7 : si: • CCA .3Jrc/*e -«vanne i i ' i 1 •OCCCI 4 7 2 ÎCI

316 esc» 4 4 3 Ô C 0 I socco» 3 6 . 7 5 0 1 2 4 6 e «OL 2 4 2 JCCL

i ' > 1 1 CCC I 13 4 5 3 1 18 0 0 7 » 31 £ 0 0 » CCCI 1 0 4*41 1 4 0 0 5 * 24 5CCI

• scau<2» » • » t i 1 CCCI 5 0 CCCI 1 3 4 9 4C0I 2 CCJ9 4001 eco 70.0001 1 . 5 1 6 2 0 0 1

: f ô c ree • ^AR>« > i i i 1 . » 8 » . X 7 I eco 3 1 5 1 CC8I CC5I CCOI Î 1 2

I I I I L I ) i t i 1 i T 5 S C R O l ' I 1 1 2 .441.Ô03I 1 5 C 3 . 1 3 1 I 4 . 1 7 1 . 2 7 ( 1 7 . 3 2 5 . 4 4 3 1 2

451.0031 7S2.SOOI 3 . 2 4 4 . : 151

3.477.334 • ÂOOERA AC=U« l ' I 1 1 5 0 0 0 0 1 3 0 OCCI 2 4 2 SOCI 3 9 3 SCOI 5 0 eco 7 C C 0 0 I 189 7 C O 319 ree» - r<.!\ji « X AN. IC l ' i i i 1 1 S C 4 U 31 =091

2 5 2 . 2 4 1 1 51« 9 3 1 1 5 5 « : « 3 1 5C9I 3 5 2 . 2 4 1 .

£ 1 5 331 - CASSA REO T eras.vu i i 1 l i t i i l * 1 > • a r/noc^si i l l 1 1 r. : 2 2 . 2 2 ? 1 7oi cai i 3445 594. 5 2 6 9 1 5 2 1 2

122.2171 £27.1 tu 2 5 0 1 5 6 4 1

5 2 £ I 2C2 • «SuC l i ) j 1 1 ) I 1 « 1 1

• 'OOCO ROTAI**** ' 1 I t 1 2 9 SOC I 1 5 C C 0 I 72.CCC» 119 5O0I

2 9 5 0 0 1 •4 eco» 5 6 CCCI 3 9 5CC

l ' i i 1 3.9CO S 5 4 0 1 CCCI 1 0 56CI 3 S C O 5 190» .:coi

• a 'Swwitora»O £ e « «• STATO l i t I I SOOCCI 9 0 CCCI CI U O OCCI je eco 7 0 CCOI eco ec eoe • : X » ' J •Cftitaixxi« «A r «nam i l i 1 2 9 CCCI eco -•CCI 2 9 2CCI 2 9 CCC 1 » 2 9 eco • j «» :« r« icv»oa(or.a Acer-suO • I ! t 5 2 CCCI OCCI ceci 5 2 . CCCI 5 2 eco ; I •

5 2 CCC| • :««IN I I I 1 1 I CCCI '•I CCÓI £7 2*'» 3 4 5 4 7 1 9 eco 14 2 2 5 1

44 S2TI 57 7«5I i i *: i T 1 OCCI :5Ci CCCI «.931 eco 4 6 2 » eco « 6 2 »

T = 7 A U ia.4^.::*»* i?*».CCOI 40.:O$.4.7ST a : : S . 3 I 5 . S 77S.>:0i 34 jc2.:cci i 2.0*3.11414 373.91« I 3 2 5 . 0 0 0 '

27.L40.CC0i 4 2 . 3 4 J J ' î l

l i » là» '. ')

S'SOCRTMI TI ARI. '.. s.3 L 4fle/92 ( 4 ) 1.5C0.C0O S .5C0.3C0

CSMOMINS» 7aif«rrt« «atta P'«J«s«Aza del CCRATÇNA ai Tesoro •'2'. ZZRR-O+ITNZ* 9NITRI* est S o a r o o al Lavoro

:2\ Ca^c« te r \ :a xa s fe r t a ca i B u a r o o ai T<xivno ( 1 C M U ) • aTA^ncaitvra ( 2 0 M VI ) •4*. Ta» c iccn iC ihta o n ç r u n a v n c n i a ocst^uta a nwov« r t t rv«rm p o u o n o a l t e r« wiuczata ano*« »er 4 F TORTUS ai t a r s i SFT*F. * e e m m i l i . 3 ». 21*35 LI ' . i e^ ;« rwunziana 1995 <x» NMOCUUTO c TAR£*TNF«A 1 9 9 5 nCuctnee«o a ara 3 575 m<4.

" *< r jmo a r c r e 4 C'PS s ov ra n m o C u U / a va n o a r ^ j o n « Z*T I ca r re l l a asares io . a ccca i a I 2< FVÇRC 1994 tu ia s a i e c«.ia FR^NZAN* »994 51 Saxîc «a s roçrantmar* 5 379 «nid. .7*, 3a<o ca aaeTTwa 14 7ti m io

Atti Parlamentari — 14246 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tav.. 5

INTERVS.HTI NELLE AREE DEPRESSE Situazione finanziaria 1994 oel fondo ex art. 19 o.lvo 96/1993

AMMINISTRAZIONI E RIPART.CIPE IMPEGNI 1994 PAGAMENT11994 TIPOLOGIE DI INTERVENTO 1994 AL 31/12/94 (1) AL 31/12/34

PRESIDENZA CONSIGLIO | 95.1071 3.000! 3.000 - Formez 1 34.6671 .C0OJ .000 - Svimez i 3.C00Ì 3.CC0! 3.C00 - Ced (2) 1 7,0001 .000! .000 - Vane i .4401 .000! .0001

r I I • INDUSTRIA 1 1.899.3001 1.525.3951 1.514,825 - ine. industriali 1 1.736.0001 1.5C0.CC0! 1.500.000 • trasf. regionali 1 126.CCOI 100.CCOI 100.000 - Contributo lasrn 24.0001 24.000! 14,714 - Varie 1.2001 1.0951 .112

1 1 RICERCA $45.3021 223.571! 197.175 - Opere ci competenza 1 373.0001 - 223.508I 197.151 - Cira 1 50.0001 .000! . .000 - Università' mendionail 1 122.6491 .000! .000 - Vane 1 .153 .062 .024

AGRICOLTURA | 215,113 20.000 ,000 • Opere di competenza ] _ 216.000] . ¿0.000 .000 - Varie I .116 ,000 .000

LAVORI PUBBLICI | 1.151.725 1.C01.570 815.218 - Onere di comoetenza | 1.150.0001 1.CC0.C00 815.042 - Varie 1 1.7251 1.570 .176

I I BILANCIO E PROGRAM. EC. ! 1.939.3501 916.3241 865,257 - Contrarj. accordi • accerto I I I

Val Basento » 550.000) 5C0.C00I 449.127 - Piani regionali * AO. 5.3 628.000! 323.COOJ 322.000 • Osservatone politicne re9.ll 2.7001 .5421 .421 - Comoeienza resioue 1 .0001 .0001 .000 - FIO 70.0001 49.6451 49.645 - Vane 149.1501 43.5371 43.074 - SCAU (3) 500.0001 0! .000 - Promcz. acnccitura e turarne**) 30.0001 0! .000

1 1 LAVORO 80.0081 30.0001 .000 . Cccjoazione giovanile 80.C00I 80.0001 .000 - Istruzione professionale .0001 .0001 .000 - SCAU (3) .0001 .000! .000 - Vane .0061 .0001 .000

1 1 TESORO 2.451.0081 1.330.5391 1.754.933 • Sooeta Accue 60.000! 10.C00! 10.CCO • mutui ex art. 10 85.C81I 25.081! 32.099 - Cassa deo. e presoti ! 1

- Trasfenmenti e nmocrsi 2.122.2271 1.522.227! 1.522.227 - Insud 1 1

- Fondo rotazione 29.500! 29.500! .000 - Promozione Turismo 3.9001 3.S0OI .000

• Provveditorato Gen.le Stato 50.0001 50.0001 11.298 - Sooeta forestazione ex Finam 29.2001 29.2001 29.300 - Gestione licuidatona Agensud 62.CCOI .0001 .000 - Ced (2) 9.0001 .1951 .009 - Vane I .000! .3661 .000 TOTALI | e . ; ;3 .9 ia | 5.715.749) 5.250.419

OispcnibiUta ex v a a 1 tc3 L488/92 (5) 15C0.CC0

(1) Poiché il Cloe ha ripartito m data 22.11.1994. r i tenere quota ci L 1.398.46*5. te varie Amministrazioni non hanno potuto assumere tutti gli impegni ci spesa nello stesso anno 1994

(2) Competenza trasferite dalla Presidenza del Consiglio al Tesero (3) Competenza trasferita dal Bilancio al Lavoro Mi Competenza trasferite dal Bilancio al Turtsmo (10 Mld.) a air Agricoltura (20 Mld.) :I . Tali disponibilità cne costituiscono quota parta dai 10.CC0 miliardi di mutui ex art 1,

•joima 8 della L 488/92. originariamente cestinate a nuovi interventi, possono essera •i!crate ancne t e r il crecrcsso. si sens» deifart 4. comma 11. del O.L. 22/95.

Atti Parlamentali — 14247 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tav. 6

QUADRO F1NANZTARIO INCENTIVI INDUSTRIALI (In mld.)

Fabbtsoqni •

agevolazioni già deliberate daH'Agensud (15.000 Iniziative) 11.842 - (D agevolazioni per iniziative inserite nella graduatona Min Industria 9.000 (2) di cui : a) con intensità L.64 (avanzamento contabile ai 31.12.93 > 75%) circa 4.000 •

b) con intensità L.488 (avanzamento contabile al 31.12.93 < 75%) circa • 5.000 •

Totale fabbisogno 20.842 •

-

Risorse

Somme assegnate dal CIPE (94 e segg.) 13.902 ( 3 ) .

• *

Differenza fabbisogno-disponibilità 6.940! - (4)

(1) per tali domande il Min Industria sta procedendo ai pagamenti (2) domande presentate prima del 21 agosto 1992 (3) a fronte delle semme già ripartite dal CIPE (v. tavola A ) il Min Industria può soddisfare interamente

le pregresse agevolazioni Agensud (11.842 mld.) e una parte della graduatoria (2060 mld.) (4) la copertura potrà essere assicurata : ( r r * " ^ ^ r ^ , . . _ _ ^ n g - n

- dalle residue risorse L. 64 non oggetto di riparto programmatico. - da una quota parte della disponilibilità prevista dall'arti comma 8 L. 488/92 (10.000 mld. •

di mutui, di cui 7.000 destinati dal CIPE ad incentivi industriali) che ora è utilizzabile per pregressi interventi (D.L. 32/95 art. 4 comma 11)

- dal cefìnanziamemo comunitario

Atti Parlamentari — 14248 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tav. 7

SITUAZIONE UTILIZZO FONDI STRUTTURALI Ulti provvisori al 31.12^4

Spesa ammessa Impegni Pagamenti Risone a rischio Quou com. | Quoti 042. (Tot. VaLass. (H) Yalta . (%1

Programmi ante 1589 LMld 9.6001 UMU 8.0401 | LMld 400

Scad, rendi coniazione 31 ¿335 1 1 !

Valori m MECU

Q.CS 89\93 Regioni Oh. 1 8.314 9.5231 18.337 17.529 95.6 11.534 j 63.5 1 1.400/1.600 (c) Scad impegni 31.12.94 (a) Scad pagamenti 31.1Z5S Scad rendicontatone 31.1Z55 (b) . Programmi multiregjonaJi 4J22 4.914 9.236 9.134 98.9 6.013 65,2 Programmi Operativi Regionali (POP) 3.209 3.560 6.769 6.336 94,3 4.129 61.3 Quota Ob. 3 e 4 (d) « I 296 877 869 98,3 650 74.0 Quou Cb. 5 a (e) 295 296 591 399 67.5 399 67,5 Iniziative Comunitarie (PIC) 407 457 864 778 90.0 438 50.7

Q.CS 92\93 zone Ob. 2 Le relative irJbrnuzioni sono in possesso del àfinistero dell'Industria Q.C.S 89\93 zone Ob. 5b Le relative informazioni sono in possesso del Ministero per le Risorse Agricole Alimentari e Forestali

Q.CS 94\59 Regioni Ob. 1 Scad impegni 31.12.99 (0 Scad pagamenti 31.122001 • Scad rendi contazione 31.1X2001

Programmi muhireg Programmi Operativi Regionali (POP) di cui: _ Quota Ob. 3 « 4 Quou Ob. 5a

14.860 17.5791 32.439 ) 600

7.574 7236

.9.760 7.819

17.334 15.105

600

1.308 970

789 937

2.597 1.907

DOCl'P Zone Oh. 21994U996 | 634J 1.562 fg)| 2.246| ) | I | | Scad impegni 31.12.96 Scad pagamenti 31.12-58 Scad rendicomazxone 30.06.99 DOCUP Zone Oh. 5b 1994/1999 | 90l| 3.317(g)< 4.7131 | | j ( | Scad impegni 31.12.99 Scad pagamenti 31.122001 Scad rcncicontazione 30.062002 Iniziative Comunitarie (PIC) | 1.703| I I I I I I I

N 3. La presente scheda riassume esclusivamente la posizione delllulia nei confronti dei fondi strutturali di perunenza del Ministero del Bilancio (a) Per alcuni programmi e in corso di concessione una proroga "breve" che sposu il termine di scadenza degli impegni al 31335 (b) E' possibile la proroga del termine dei pagamenti al 31.12-56. Sono sute gii attivate richieste di proroga per alcuni programmi (es. Metano) (e) Tale perdha scorna i mancati impegni per 733 MECU. gli effetti della rivalutazione delFECU. nonché ritardi nella spesa su FSE, FEOGA. e P.O.Reg. (d) Cb.3 - Lcoa alla disoccupazione lunga durata e giovanile

Cb.4 - Misure di sostegno all'occupazione set mutamenti industriali (e) Oh. 5 a. Adegamento delle strutture agricole (f) Esclusa la Regione Abruzzo inseriu ai fini QCS fino al 1996 (g) Sono comprese consistenù risorse da parte dei privati

Atti Parlamentari — 14249 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tav- 8

anSISWICHI, COSTO DEL UYORO f PHCD(rfII7ITÀ• mU TeU£JQ&ALlQKZ IJiDUSTRIALI (a) - HBZCGICKfO I C-TCO-flCRD - 1992

Bezzo- Centro- Italia • riorno -iXord

Retribuzioni lorde di fatto RL oneri sociali effettivi OS

Costo del lavoro . CLsRL+CSsv produttività (prezzi correnti) y

Ouota del lavoro l v/y produttività (prezzi 1935) • yf

Clup • X v/y1

valori assoluti (ai:liaia di lire)

27.278 30.532 30.022 8.651 14.571 13.896

3p29 45.403 43.918 51.267 64.774 62.557

70,1 70,1 * 70,2 39.641 50.644 48.337"

90,6 89,7 89,9

B) in l sulle retribuzioni lorde

Retribuzioni lorde di fatto RL 100,0 100,0 100,0 oneri sociaH effettivi . * OS 31,7 48,7 46,3

Còsto de! lavoro CLsRL«QS*v 131,7 143,7 146,3 produttività (prezzi corr enti) ' y . 137,9 212,2 208,4

• / C) in * sul costo del lavoro

• Retribuzioni lorde di fatto RL 75,9 67,2 63,4 oneri scoiali effettivi OS 24,1 32,3 31,6

Costo de! lavoro • CL=EL*CS=v 100,0 100,0 100,0 . produttività (prezzi correnti) • y 142,7 142,7 142,4

D) 1 Mezzogiorno su Centro-Nord

Setribuzioni lorde di fatto RL 89,3 ' 100,0 oneri sociali effettivi OS 53,2 100,0

.Cesto del'lavoro CLsRLtOSsv 79,1 100,0 produttività (prezzi correnti) " y 79,1 100,0 produttività (prezzi 1985) yi • 73,3 100,0 *

Clup : v /y r .101.1 100,0

(a) Retribuzioni, oneri sociali e cesto de! lavoro per unità di lavoro dipendente e a prezzi correnti.

recte:-Elaborazioni SVIMI! su dati- I5TAT

• I dati della tabella 9, riferita ài settore manifatturiero, evidenziano gli aspetti fondamentali del problema di competitivita del lavoro del Mezzogiorno. Se si guarda alla sezione finale della tavola si nota che nel 1992 (ultimo anno per il quale si dispone di dati disaggregati a livello tcmtoriale) le retribuzioni di fatto risultano inferiori di circa HI per cento nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord. La differenza è inferiore al divario di produttività tra Mezzogiorno e Centro-Nord; prossimo, sempre nel 1992, al 22 per cento. Nettamente più elevata e la diflerenza relativa agli oneri sociali. Grazie agli sgravi dei contributi previdenziali e alla maggiore fiscalizzazione dei contributi di malattia, gli oneri sociali risultano, nel Mezzogiorno, pari solo al 58 per cento di quelli del Centro-Nord. Questo fa si che il costo del lavoro sia, nd'Mezzogiorno, inferiore di circa il 21 per cento a quello del Centro-Nord, cosi da' compensare quasi integralmente il divario di produttività. Infatti il costo del lavoro per unità di prodotto (Clup) risulta marginalmente superiore a quello del Centro-Nord (101,1 fatto 100 quello del Centro-Nord).

PAGINA BIANCA

Atti Parlamentari — 14251 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

SCHEDA TECNICA N. 1

SGRAVI CONTRIBUTIVI

Atti Parlamentari — 14252 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

SGRAVI CONTRIBUTIVI

Gli sgravi contributivi a favore del Mezzogiorno sono stati introdotti per la prima volta con la legge 25 ottobre 1968, n. 1089, di conversione del decreto legge n. 918, con validità fino al 31 dicembre 1972. Tale legge prevedeva due tipi di sgravi: generale e aggiuntivo sui contributi dovuti* ali1INPS dalle aziende industriali ed artigiane che occupavano manodopera nel Mezzogiorno.

»

• il

Successivamente venivano introdotti altri due tipi • di sgravi: supplementare allo sgravio aggiuntivo e di fedeltà per il personale assunto anteriormente al 1° ottobre 1963, ma ancora presente nella stessa azienda alla data del 01.07.1972.

Nel 1978, la normativa relativa agli sgravi contributivi entrava a far parte dell'art, 59 del T.U. n. 218.

Atti Parlamentari — 14253 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tab. 1 Sgravi contributivi nel Mezzogiorno, in vigore al 1993

Tipo di sgravio Lavoratori per i quali spetta Misura(?o) Decorrenza

a) sgravi parziali

Generale Lavoratori "occupati" nei ter­ritori del Mezzogiorno, com­presa la monodopera di ricam­bio, (turn-over)

6,0 dal 1/9/68 al 30/6/94

Ulteriore (odi fedeltà)

• Lavoratori assunti anteriormen­te al I o ottobre 1968 e che prestino ininterrottamente, la loro opera alle dipendenze della stessa azienda

10,0 dal 1/9/72 al.30/6/94

Aggiuntivo Lavoratori "assunti' nel Mezzo­giorno" posteriormente al 30-settembre 1963 e risultanti in eccedenza rispetto al numero complessivo dei dipendenti alla stessa data

. 10,0 dal 1/9/68 al 30/6/94

Supplementare Lavoratori "assunti nel Mezzo­giorno" posteriormente al 31 dicembre 1970 e risultanti in eccedenza rispetto al numero complessivo dei"dipendenti alla stessa data

10,0 dal 1/9/71 al 30/6/94

Fonte: SVIMZZ

Atti Parlamentari — 14254 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Con la legge 2 maggio 1976, n. 183, concernente la disciplina dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno per il periodo 1976-80, veniva stabilito all'art. 14 che, per i nuovi assunti tra il 1/7/1976 ed-il 31/12/1980, ad incremento^ delle unità effettivamente occupate alla data del 30 giugno 1976 nelle aziende artigiane e nelle imprese alberghiere, nonché nelle aziende industriali operanti nei settori indicati dal CIPE, lo sgravio contributivo di cui alla legge 1089/68 fosse concesso in misura totale relativamente ai contributi INPS posti a carico del datore di lavoro..

Il periodo massimo di applicazione dello sgravio totale dei contributi . veniva stabilito in dieci anni (legge n. 92/79), periodo che da norme successive è stato limitato *ai nuovi assunti entro e non oltre il 30 novembre 1991.

Con la legge n. 151/93 è stato concesso uno sgravio totale annuo'a favore di alcuni particolari settori indicati dal CIPE con la delibera del 31/5/1977. spettante ai lavoratori- assunti tra il 1° dicembre 1991 ed il 30 giugno 1994. # • •

Nel complesso i. vari' provvedimenti emanati nel biennio 1992-93 hanno apportato varie . modifiche alla materia delle quali, quelle più significative consistono nella riduzione dello sgravio gen'erale e nella limitazione dello*sgravio totale decennale ad un.solo anno dalla data di assunzione del singolo lavoratore.

Questa limitazione, tuttavia, non si applica ai lavoratori assunti al 30.11.1991 ad incremento della forza lavoro già occupata al 30.06.1976 per i quali lo sgravio totale decennale resta valido sino al compimento del decennio dall'assunzione-stessa. • *

In tale periodo, comunque, la applicazione degli sgravi è , stata continuamente prorogata con provvedimenti successivi che ne hanno procrastinato l'attuazione sino al 30.06.1994.

Atti Parlamentari — 14255 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Successivamente, la legge 14.01.1994 n. 21 ha delegificato la materia, affidando la definizione é l'attribuzione degli sgravi, nei limiti dei •fondi disponibili e tenendo conto degli indirizzi dell'Unione europea, ad un' decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, adottato di concerto con il Ministro del tesoro e con il Ministro del bilancio e della programmazione economica.

Pertanto a partire dal decreto ministeriale del 05.08.1994 è stato definito un. nuovo regime degli sgravi contributivi- nei territori del Mezzogiorno, in linea con le indicazioni fornite* dalla Commissione in materia di aiuti al funzionamento nella decisione del 02.03.1988 che concludeva la procedura di infrazione aperta contro talune disposizioni della legge 64/86.

La natura distorsiva della concorrenza degli aiuti al- funzionamento era s t a t a , per altro, ribadita nelle comunicazioni della Commissione 94/C99/03 in data 08.04.1994 e D/08135 in data 03.08.1994. In particolare la Commissione riconosceva la possibilità di applicare gli sgravi contributivi solo • in circostanze eccezionali, nelle regioni più svantaggiate, ammettendoli con carattere degressivo fino al 1997 nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata,.Calabria, Sicilia e Sardegna.

Il citato decreto ministeriale del 05.08.1994 ha di fatto definito il regime degli sgravi, tenendo conto delle autorizzazioni di spesa precedentemente definite dall'art. 19 del decreto legge n. 299/1994 convertito' con modificazioni in legge 451/1994, pari a 6.000 miliardi di lire per il 1994 e rispettivamente a 5.000- miliardi e 4.000 miliardi per gli anni 1995 e 1996.

La situazione nelle diverse regioni si presenta come segue:

* regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria,.Sicilia e Sardegna: - sgravio totale per*un anno per i nuovi assunti rispetto alle persone

effettivamente occupate al 30 novembre dell'anno precedente; - sgravio parziale nella misura del 14,60% per l'anno 1994 (1), 14% per

l'anno 1995 e 10,60% per l'anno 1996;

* regioni Abruzzo e Molise - sgravio parziale nella misura del 12% limitatamente all'anno 1994.

Nella sostanza il decreto proseguendo nell'opera di omogeneizzazione della materia già iniziata da alcuni anni mantiene temporaneamente gli sgravi totali e riconduce ad un'unica tipologia quelli parziali, anche essi soggetti a termine.

Atti Parlamentari — 14256 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Sotto il profilo finanziario oltre alle già citate autorizzazioni di spesa, vanno considerati anche gli oneri derivanti dalle "code" degli sgravi decennali, quantificate in circa 1.000 miliardi di lire annui sino alla cessazione dell'operatività di tali sgravi. 1

L'intesa del 17 gennaio 1995 fra il Governo italiano e la Commissione recepisce nella sostanza quanto disposto dal decreto pur rendendo, più graduale la soppressione degli sgravi, con particolare riferimento allo sgravio totale annuale per i nuovi assunti, destinato ' ad operare sino al 31.12.1997 (estensibile fino al 1999) nelle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna e fino al 31,12.1996 per il Molise.

Va osservato che il sistema degli sgravi contributivi, così come si è andato configurando con la stratificazione dei provvedimenti intervenuti nel corso degli anni, rendeva pressoché impossibile qualsiasi forma di' controllo stante la difficoltà di accertare il diritto delle imprese ad accedere a questa forma di agevolazione, per la complessità del sistema stesso.

Questo problema e la mancanza di 'trasparenza ad esso conseguente avevano quindi indotto le autorità nazionali, anche suj sollecitazione degli organi comunitari, a procedere ad una semplificazione del sistema, come da ultimo è stata effettuata con il D.M* dell'agosto 1994.

Ovviamente questa tipologia di incentivazione, al di là degli eventuali abusi ha incontrato un grandissimo favore da parte delle imprese, data l'automaticità dell'incentivo stesso (le imprese potevano infatti fruirne attaverso 1'autoliquidazione) e la mancanza di correlazione con i progetti di investimento.

(1) Per il 1994 si intende il periodo di paga luglio-novembre; per gli altri anni si intende il periodo dicembre-novembre.

010DG95

Atti Parlamentari Camera dei Deputati — 14257 —

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

SCHEDA TECNICA N. 2

FISCALIZZAZIONE DEGLI ONERI SOCIALI

Atti Parlamentari — 14258 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

FISCALIZZAZICrn DEGLI 0HE3I SOCIALI

Con il termine "fiscalizzazione degli oneri sociali" s'intende una riduzione a favore celle imprese dei contributi dovuti • alla assicurazione obbligatoria centro le malattie con conseguente attivazione di forme di prelievo fiscale necessarie per integrare le minori entrate. . •.

L'obiettivo primario dei provvedimenti, in materia di fiscalizzazione degli oneri sociali, è quello ci ridurre il costo del lavoro. Tale riduzione è operante su tutto il territorio nazionale, con una maggiore accentuazione nel Mezzogiorno.

Tale beneficio inizialmente ha favorito imprese operanti in" settori maggiormente esposti alla concorrenza internazionale come quello industriale; successivamente, è stato concesso anche per il settore commerciale e dei. servizi, per le imprese edili, per il settore agricolo.

La disciplina nazionale, relativa alla materia in oggetto ricomprence ad oggi un numero considerevole ci provvedimenti legislativi (circa 45) senza tuttavia nore;are in modo organico sulla materia.

• *

Da ultimo l'art. 45 cella legge 23.12. '94 n. 725, (legge finanziaria f95) stabilisce che con decreto del Ministero del bilancio e cella programmazione economica, di concerto con il Ministro del tesoro e del lavoro e della previdenza sociale, tenuto conto degli indirizzi dell'Unione Europea si determinino condizioni, limiti e modalità, in materia di fiscalizzazione degli oneri sociali, regolati dall'art. 13 del D.L. 16 maggio 1994 n. 299 convertito in legge 19 luglio 1904 n. 451, che conferma l'esonero cai versamento del contributo per le prestazioni del Servizio sanitario nazionale dell'art. 2 commi 1, 2, 3 e 4 del • D.L. 22.3.1:93 n. 71, convertito in legge n. " 151 del 20.05.1993 ad esclusione di quanto previsto dall'art. 3 che è relativo ai benefici per le imprese artigiane che operino nel rispetto- di quanto previsto dai contratti collettivi di lavoro.

Atti Parlamentari — 14259 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Attualmente il differenziale tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno è pari a circa 6,16 punti in media; è quindi sull'esistenza di questo differenziale e nel suo progressivo incremento che si è incentrata l'attenzione della Commissione per gli effetti distorsivi sulla

- concorrenza indotti da questa differenza di trattamento.

•Con la comunicazione CE. C34/92 (n. G15/92) la Commissione aveva criticato la riduzione selettiva a favore delle imprese operanti nel Mezzogiorno in rapporto alle altre imprese; ciò nonostante il differeniiale era ancora successivamente aumentato, attestandosi sui 6,16 "punti in media già citati.

.L'intesa raggiunta il 17 gennaio scorso tra il Governo italiano e lfUnione Europea stabilis.ce -il graduale assorbimento del differenziale esistente rispetto al Centro-Nord, con definitivo azzeramento di tale differenziale al 31.12.1996 per l'Abruzzo e al 31.12.1999 per le altre .regioni del Mezzogiorno. . * • *

SB16mr

RI

SC

AT

.L

/Z

A/

!Q

NE

ST

RU

TT

UR

AL

E

S l

T

T

0

R

!

TO

T A

l T.

• Al

11

)110

11

OHI»

II I

%TU.

I A

LI

IMPH

OPU

| n I

MI/

I MIE

C

ON

CE

SS

A

AL.

I L)

U07

A

RES

IUUA

LC

IND

US

TR

IA

MA

NU

FA

TT

UR

I E

RA

- C

en

tr

o/N

or

d

- Si

iti

CO

MM

ER

CIO

«

li

01

PE

N0

.

- Cm

t r o

fuor

a

- AG

RIC

OL

TU

RA

C

EN

TR

O-N

OR

D

- U

PIIR

IT

- IM

P./O

TR

,

fOM

urt

iflf

l H-

I'J

fi

l P

f N

Mf

IH

I e

AR

TIG

IAN

AT

O

OC

I

SE

RV

I/1

C- 0

I

L I

7 I

A

1 I

. 7

7

1 1 ,

ì 7

10

,0?

11

.77

11

.77

1 T

, 7

7

,4<i

I 1 .

FI 7

7 . IL

7

3 , IL

7

,fi7

•».0

7

I .1

10

0.

40

{s.S

.N.

;

S .

S . N

. i

:i. *

*

i . I.

I. Il

. ir.

TI. /

TI

•I . M

I I.

I.I.

II

. TI.

II. /

TI

I . IM

I I.

T.'.

ii. i

t.

/. n

o I .

M.

II. I

L*

. MI

IL. I

I

IL. IL

1

X , »

«L

I. M

. II

. IL»

1 . n

o

0.4

0

C.V

G

N1

00

. f. .

Il

AS

ILI

0 ,

111

£ A

i 11

1 N

| DO

7 ,!

I0

4 , 4

0

6.1

0

,10

.77

11

.37

t f.

. 1

r. :

0.1

0

: 0

.10

Ì....

..N

. A

'.'..

MA

AS

ILI

N

( \ .

S .

N .

J A

\\

, M

AI..

(.ALI

TI

Nili

i A

SIL

I

) A

\\.

MA

(.

A

SIL

I N

MAI

.. P

CN

S.

I 0

0

PCN

S.

MH

. P

CN

S.

N1

00

MA

I.,

PC

NS

. I

HO

••.!

».

N .

A\\

.

MA

|..

rCN

S.

A.M

LI

Nll

lO

I .

I» .

i:

.

I.N

AO

L I

•. N

. N

.i

A\r

..

MA|

.. P

CN

S,

AS

ILI

N|0

0 i

. I».

c.

I.N

AO

Ll

FI . M

I N

. /<

• 0

.10

I . M

I 0

. /O

N

. I

O

4 . |

IL

II .

7ft

0.1

0

5 . u

n 'T

. / O

0

. I II

IL .

MI

I». /

1*

IL. I

ti

1 .

i.r.

IL .

I (»

«• .

70

l».

/il

II, I

N

1.

Ili»

0.1

6

(•I

11.1

7 *

U.f

.ll

IN.S

.N.)

• 0

,11

. (

T N

AO

L I

) •

l.ft

fi

17

.U.C

.) *

0,1

0 (A

ML

I NI

NO)

* 0

.70

(AW

I'.T

. M

AL

AT

I P

fN',

.)

10

.0/

« M

.00

(S.N

.N.)

0.0

1 (f

.NA

OL

l)

* 0

.11

M.O

.C.)

0.1

0 (A

SIL

I N

10

0)

• 0

,70

(AS

SIS

T.

MA

LA

TI

PO

IS.)

Fon

te:

KB

Blo

ner

ia

Gen

eral

e d

ello

S

tato

Camera dei Deputati Atti Parlamentari — 14261 —

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

SCHEDA TECNICA N. 3

QUADRO DI RIFERIMENTO DEGLI INTERVENTI COFINANZIATI DAI FONDI STRUTTURALI U.E.

Atti Parlamentari — 14262 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

^ L ' I N T E R V E N T O DEI F O N D I STRUTTURALI D E L L ' U N I O N E E U R O P E A NELLE A R E E D E P R E S S E (Obiet t iv i 1. 2 5b)

1) Sin dal 1975 - con la creazione- del Fondo europeo di •sviluppo regionale - la Comunità europea si è dotata di uno strumento di intervento ...a sostegno delle politiche di sviluppo regionale attuate dagli Stati membri. Nella prospettiva della creazione del mercato unico, l'impegno comunitario' per promuovere una più stretta coesione economica e sociale tra gli Stati membri si è notevolemente rafforzato: la riforma dei fondi strutturali e il raddoppio degli stanziamenti del bilancio comunitario effettuato tra il 1989 e il 1993 hanno rappresentato gli strumenti per promuovere gli obiettivi di coesione. Con il trattato di Maastricht la coesione economica e sociale e il superamento degli squilibri regionali sono stati ricpmpresi a pieno titolo nel novero delle finalità generali dell'Unione; nuovo impulso è stato, dato all'attuazione delle politiche strutturali •- e della politica regionale, in primo luogo - sia attraverso la creazione di un apposito fondo di coesione che interviene a sostegno dei Paesi più deboli dell'Unione (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) sia rafforzando .ulteriormente, in termini finanziari, l'operatività dei fondi strutturali con riferimento al periodo 1994-1999. %

2) Per l'attuazione delle politiche a sostegno delle regioni più deboli l'Unione europea, interviene attraverso gli apporti-dei propri fondi strutturali (Fondo europeo di sviluppo regionale. Fondo sociale eurqpeo. Fondo europeo agricolo di orientamento e Garanzia, Strumento finanziario di orientamento per la pesca) cui possono eventualmente cumularsi linee di prestito (come quelle della BEI o della CECA). Dopo la riforma dei fondi strutturali attuata. nel 1988 l'intervento dei fondi strutturali avviene 'solo nella forma del cofinanziamento; gli Stati membri devono contribuire con proprie risorse al

Atti Parlamentari — 14263 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

finanziamento degli interventi garantendo 1'addizionalità del contributo comunitario. E* escluso pertanto che l'apporto dei fondi strutturali possa costituire un mero rimborso del finanziamento realizzato dagli Stati membri, come avveniva, invece, con le precedenti regolamentazioni che hanno disciplinato l'attività del FESR tra il 1975 e il 1988. L'ambito di intervento dei fondi strutturali è stato limitato al perseguimento di cinque obiettivi generali, di cui tre con valenza territoriale:

sviluppo delle regioni in ritardo (obiettivo 1); sostegno alle aree industriali in declino (obiettivo 2); sviluppo rurale (obiettivo 5b).

Gli altri obiettivi - riguardanti rispettivamente l'occupazione dei giovani e la lotta alla disoccupazione (obiettivo 3), l'adattamento ai processi di riconversione industriale (obiettivo 4) e l'adeguamento delle strutture agrarie ai nuovi principi della politica agricola comunitaria (obiettivo- 5a) - coprono l'intero territorio dell'Unione europea. La riforma dei fondi strutturali ha incentrato 1 1 intervento sull'attuazione di programmi operativi anche se non è escluso il cofinanziamento di altre forme di intervento (sovvenzioni globali, progetti di dimensione appropriata, regioni di aiuto, attività di studio e assistenza tecnica). Schematizzando , la procedura di programmazione che porta ad attivare il cofinanziamento comunitario prevede: a) la definizione da parte dello Stato membro di un

Piano regionale;

b) la predisposizione, di intesa tra la Commissione e lo Stato membro, del Quadro comunitario di­ sostegno, formulato sulla base delle indicazioni contenute nel Piano e approvato con decisione della Commissione;

Atti Parlamentari — 14264 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

c) la predisposizione da parte delle amministrazioni competenti (centrali, regionali o locali) dello Stato membro dei programmi operativi o delle altre forme di intervento che, dopo apposita istruttoria, sono approvati con decisione della Commissione.

Per gli interventi nei territori degli obiettivi 2 e 5b le tre fasi sono state unificate, in quanto le Regioni - hanno predisposto documenti unici di programmazione approvati con decisione della Commissione. Complessivamente, per gli interventi strutturali le risorse dei fondi strutturali, con riferimento' al periodo 1994-1999 ammonta a 141 miliardi di ecu, di cui quelle destinate agli obiettivi a valenza territoriale sono pari a circa 118 miliardi di ecu." Con riferimento al periodo 1994-1999 "(1994-1996 per l'obiettivo 2) e agli obiettivi con valenza territoriale (obiettivi 1,2 e 5b). le risorse destinate all'Italia ammontano a circa 17 miliardi di ecu, di cui 14,9 miliardi di ecu per il solo obiettivo 1. Con riferimento agli stessi obiettivi, la popolazione italiana complessivamente interessata agli interventi cofinanziati dai fondi strutturali è pari secondo i dati forniti dalla Commissione, al 56% del totale, di cui il 36,7% nelle regioni dell'obiettivo 1, l'll,0% nelle* zone dell'obiettivo 2 e l'8,3% in quelle dell'obiettivo 5b.

3) Il Ministero del bilancio e della programmazione economica, in base al decreto legislativo 96/93 ha assunto le competenze in materia di coordinamento della politica per le aree depresse del territorio nazionale con quella realizzata dall'Unione europea al fine di promuovere la coesione economica e sociale. In questa veste il Ministero del bilancio si è trovato ad affrontare, contemporaneamente, sia la fase conclusiva di interventi cofinanziati precedentemente avviati, la cui responsabilità era

Atti Parlamentari — 14265 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

attribuita in passato al Ministro per gli interventi straordinari per i l Mezzogiorno, sia la fase di avvio delle procedure di programmazione e attuazione degli interventi da realizzarsi nel periodo 1994-199*9. In sostanza, l'azione del Ministero del bilancio riguarda:

a) il recupero dei contributi concessi dal FESR prima del 1989, prevalentemente a . t i t o l o di rimborso di finanziamenti pubblici nazionali, che rischiano di essere automaticamente revocati ove la rendicontazione finale di spesa relativa ai progetti finanziati non pervenga alla Commissione europea entro il 31.03.1995: al giugno 1994 si trattava di circa 1600 miliardi di lire che, grazie, ad un'azione di emergenza nei. confronti delle Amministrazioni interessate, potranno essere recuperati nella misura di circa 1200 miliardi ; sono a rischio pertanto contributi per circa 400 miliardi di lire, ma questo importo potrebbe essere ulteriormente ridotto in virtù dello sforzo che è attualmente in corso;

b) proseguire l'attuazione del Quadro comunitario di sostegno e dei programmi di iniziativa comunitaria definiti con riferimento al periodo 1989-1993 per le regioni dell'obiettivo 1 rispetto ai quali il Ministero del bilancio ha assunto i compiti di "amministrazione capofila" in precedenza svolti dal Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno 1. Va tenuto presente che, nel corso del 1993 è stata effettuata un'importante riprogrammazione di risorse nell'ambito del Quadro comunitario di sostegno 1989-1993, incrementando i programmi che manifestavano maggiore dinamica di spesa • e riducendo quelli - soprattutto di competenza regionale - che presentavano un più lento

1 Per gli obiettivi 2 e 5b tali compiti continuano ad essere svolti, limitatamente agli interventi programmati nel periodo 19S9-1993, rispettivamente dal Ministero dell'industria e dal Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali.

Atti Parlamentari — 14266 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

avanzamento: questa riprogrammazione ha evitato che si determinassero perdite di risorse all'atto della scadenza dei termini per l'assunzione degli impegni nazionali (31.12.1993, • termine successivamente prorogato al 31.12.1994 per la quasi generalità degli interventi). Allo stato, non essendo più possibile in base ai vigenti regolamenti procedere ad altre riprogrammazioni, il completamento degli interventi programmati richiede un'accelerazione delle spese da parte di tutte le amministrazioni - centrali e regionali -interessate e una tempestiva rendicontazione alla Commissione degli investimenti effettuati al fine di tradurre in effettive erogazioni l'importo dei contributi comunitari che la Commissione ha già totalmente impegnato in favore dell'Italia. Al 31.12.1995 è infatti prevista "la scadenza del termine per 1 'ultimazione delle spese programmate ; l'approssimarsi di tale scadenza -ancorché sia comunque possibile richiedere alla . Commissione di prorogare almeno per un anno tale termine - comporta un'intensificazione dell'azione volta a sollecitare le amministra­zioni interessate a .completare gli interventi previsti, tenuto conto che devono essere ancora rendicontate alla Commissione spese per circa 8.000 mecu*, in parte relative ad interventi ancora da realizzare.

c) avviare l'attuazione delle azioni previste nel PCS 1994-1999 per l'obiettivo 1 che comporta interventi per oltre 32.000 mecu, con un-concorso comunitario di 14.860 mecu, recuperando nel 1995, in termini di risorse da impegnare sul bilancio comunitario, i ritardi accumulati nel 1994 a causa della ritardata approvazione del • Quadro comunitario di sostegno e del conseguente ritardo nella definizione e approvazione dei programmi e

operativi, il più importante dei quali - relativo agli interventi a favore dell'industria - è ancora condizionato dalla formale conclusione del negoziato sulle questioni aperte con la

Atti Parlamentari — 14267 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Commissione in materia di concorrenza;

d) attuare gli interventi previsti nei documenti unici di programmazione predisposti dalle regioni interessate agli obiettivi 2 (per il periodo 1994-1996) e 5b (per il periodo- 1994-1999 ) , già approvati dalla Commissione, che prevedono investimenti rispettivamente per 2.200 mecu (con contributi comunitari per 684 milioni di ecu) e per 4.800 mecu (con contributi comunitari per 901 milioni di ecu).

e) avviare l'attuazione dei programmi di iniziativa comunitaria (PIC) definiti per le regioni degli obiettivi 1, 2 e 5b con riferimento al periodo 1994-1999, che comportano complessivamente contributi comunitari per oltre 1.000 mecu e riguardano interventi sia " nel campo infrastrutturale (Interreg II, Urban) sia a sostegno delle attività produttive (Rechar II,

• Resider lì, Leader, Retex, Konver, PMI) sia per .la formazione e il sostegno all'occupazione (Now, Horizon-, Youthstart, Adapt). Tali interventi sono finanziati con risorse aggiuntive rispetto a quelle destinate al finanziamento del QCS e dei docup, a valere su un accantonamento .(pari al 9% del totale dei fondi) che la Commissione si è riservata per l'avvio di apposite iniziative comunitarie.

Atti Parlamentari — 14268 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

RIPARTIZIONE FINANZIARIA DEGLI AIUTI TRA GLI OBIETTIVI

68,84%

Atti Parlamentari — 1 4 2 6 9 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

RIPARTIZIONE DEGÙ AIUTI STRUTTURALI TRA G U OBIETTIVI E TRA I PAESI (in milioni di ECU)

730

26.300

2.190

5.620 4

150

1X980

2L360

160

56

733

1.130

1.765

684

^JOT^t£*4 ©3.610

OBIETT. 3 E 4 ] OBIETT. SA OBIETT. 5B l '-:TOTWÌ3

' [ 1994-1999 | 1994-1999 1994-1999 I I 465 191,6 77 • 177,9 ! 1.821,5

I 301 262,5 54 86,6 760,1

! 1.942 1.133,8 1227 _ 1.264,6 19.940,4

1 m 990 14.970

I 1.843 431.6 664 2.241,5 32.610,4

I 3^03 1.912,7 2.238 1.231,8 12-540,5

I 374,4 5.994,4

I 1.715 798,6 901 1.504,9 20.463,5

1 23 40 6 5,9 81,9

1 1.079 159.2 150 211.9 2.050.1

1 1.232.6 . 15^12.6

1 3^77

e

439,3 817 814,3 9.94§,6

13.948 5.369,3 6.134 10.136,7

' 1 136JJ95"

(1) La programmazione per l'Obiettivo 2 prevede una fase 1994-1997 • una f a » 1997-1999 per la quale la hpartmono dogli aiuti avverrà successivamente. %

(2) Oi/esti import comprendono, al 30.7.1994, i bilanci d 9 inczJatrvo cornunrtane su 14.

(3) La differenza tra questo totale e i 141.471 milioni di ECU detta dotazione dei Fondi srrjtturaK può

Atti Parlamentari — 1 4 2 7 0 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Av

an

za

me

nt

o

QC

S

Valo

ri d

a p

rogra

mm

o, i

mp

egn

i e p

agam

enti

deg

li E

nti

att

uo to

ri

TA

BE

LL

A N

. 1

M

igli

aia

di E

CU

e v

alo

ri %

To

tale

P

rog

ram

mi

Reg

ion

i

R. A

KRL

R. F

ESR

PO F

ESR

M

ull

iro

­

gio

na

lo

PIC

. PO

FSB

PO

FEA

OQ

Va

lori

da

pro

gra

mm

a

Imp

egn

i P

ag

am

enti

Pro

gram

mi

Mul

tire

gion

ali

­ PO

FE

SR

­ P

O F

SE

­ P

O F

EA

OG

• P

IG

• SO

R

egio

ni

• FE

SR

­ F

SE

.F

EA

OG

­ A

ltri

CE

E

To

tnlo

Inve

stim

enti

to

tali

10.1

00.1

64

7.0

G1.3

G6

1.3

32

.06

0

40

8.8

35

8G

4.2

15

4

33

.G8

8

8.23

6.98

7 5

.06

7.8

58

1.3

95

.64

1

1.3

G7.3

40

41

6.1

48

18

.33

7.1

51

Impo

rti

8.72

4.95

0 G

.8G

4.1G

7

73

2.9

74

38

3.2

31

67

3.2

29

1

71

.35

1

6.12

7.63

5 4

.04

2.1

82

7

88

.89

6

94

1.1

43

35

5.4

14

14.8

52.C

8G

Su

inve

stim

enti

to

tali

\86

%

~~ |0

7%

[~

7]

55%

94%

HZ

._J

40%

I >

Q%

IT­.

."­

7>

°*

60

]8l%

100%

Impo

rti

Su

inve

stim

enti

to

tali

6.30

8.34

3 4

.99

5.2

70

71

5.4

34

1

87

.60

7

29

0.2

43

11

9.8

89

BB

32

ß

*

3.72

7.12

9 2

.09

2.1

37

SG

B3<

'*

716..105

71

9.1

29

BM

K1S

1«%

1

99

.75

9

8№

H<

8%

1*0.0

35.4

71

60

100%

Fon

te: R

elazi

on

i di m

on

itora

ggio

, En

ti a

ttu

ato

ri,

ela

bora

zion

i AP

E

Atti Parlamentari — 14272 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

1 . QUADRO DI RIFERIMENTO ' DEGLI INTERVENTI COFINANZIATI DAI FONDI STRUTTURALI U.E.

Il Quadro comunitario di sostegno per l e regioni d e l l ' o b i e t t i v o 1 con r i fer imento al periodo 1994-1999, d e f i n i t o dMntesa con i l Governo i t a l i a n o , è s t a t o approvato da l la Conimissione i l 29 l u g l i o 1994 (dec i s ione 94/629/CE) dopo un lungo negoziato p r o t r a t t o s i per t u t t o i l primo semestre 1994. Il Quadro comunitario d i sostegno t r a c c i a l e l i n e e programmatiche d e l l 1 intervento s t r u t t u r a l e cof inanziato e ne prec i sa l e modalità attuati ve .

Complessivamente g l i in tervent i che nei s e i anni 1994-1999 s i rea l izzeranno con i l . cofinanziamento comunitario .comportano invest imenti complessivi . per 32 ,4 mil iardi di ECU ( o l t r e . 60.000 mil iardi di l i r e ) , con un contributo comunitario t o t a l e di 14,9 mil iardi di ECU ( a l l ' i n c i r c a 30.000 miliardi di l i r e ) a carico dei t r e fondi s t r u t t u r a l i (FESR, FSE, FEOGA-'prientamento) e d e l l o SF0P (strumento f i n a n z i a r i o per la pesca ) .

. Le amministrazioni centrali* deVlo -Stato e l e agenzie di spesa che ges t i s cono importanti in fras trut ture "pubbliche}' (TELECOM, Ferrovie d e l l o S ta to ) parteciperanno a l l ' a t t u a z i o n e del Quadro comunitario di sostegno con • investimenti complessivi per 17j3 mi l iardi di ECU

• (34.000 mi l iard i c i r c a ) .

Le amministrazioni regional i attraverso l a r e a l i z z a z i o n e dei POP (programmi operat iv i plurifondo) e di a l t r i in tervent i , promuoveranno invest iment i per c irca 15;1 mil iardi di ECU ( o l t r e 30.000 mil iardi di l i r e ) . •

Dopo l 'approvazione del Quadro comunitario di sostegno l e amministrazioni central i e reg ional i i n t e r e s s a t e hanno avviato la • pred i spos i z ione dei programmi operativi e d e l l e a l t r e forme di in tervento che sono s t a t i trasmessi a l l a Commissione europea per la r e l a t i v a i s t r u t t o r i a e approvazione.

Al lo s t a t o r i su l tano def ini t ivamente approvati , t r a i programmi* mul t i regi o n a l i , quel l i r e i a t i vi al i e t e i ecomuni cazi oni (con invest iment i complessivi per 1.076 MECU) e a l l e - i n f r a s t r u t t u r a f e r r o v i a r i e (con investimenti complessivi per 1.757 MECU); t r a i . programmi reg ional i que l l i d e l l a B a s i l i c a t a (con invest imenti

./.

Atti Parlamentari — 14273 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

complessivi per 1.158 MECU), d e l l a Calabria (con . inves t iment i complessivi per 1.610 MECU) del Molise (con invest imenti complessivi per 519 MECU) e d e l l a Sardegna con invest imenti complessivi per 2.100 MECU). Per t u t t i i programmi reg ional i mancano ancora l e approvazioni per /g l i in tervent i co f inanz ia t i dal FEQGA-Orientamento.

Facendo segui to ad i n i z i a t i v e g ià avviate nel passato , è in corso una azione di coordinamento tra amministrazioni centra l i e regional i vo l t e ad ass icurare maggiore complementarietà e fase programmatica e

' a t tuat iva ai d i v e r s i in tervent i c o f i n a n z i a t i .

Nonostante g l i s forz i f a t t i per accelerare da parte d e l l e amministrazioni competenti la predispos iz ione dei d ivers i -programmi operativi mul t i reg iona l i * e r e g i o n a l i , al f ine di assicurarne la tempestiva trasmiss ione a l l a Commissione europea e l 'approvazione entro i l :'1994, l e dec i s ion i f ino ad ora assunte impegnano r i s o r s e a valere sul b i l a n c i o comunitario per una. quota molto.modesta r i s p e t t o . a quel le potenzialmente des t ina te a l l e regioni i t a l i a n e d e l l ' o b i e t t i v o 1. Rispetto agl i a l t r i Stat i membri l ' I t a l i a è a l i 'u l t imo posto in termini di e n t i t à di r i s o r s e impegnate- con riferimento a l l ' a n n u a l i t à 1994. Questo r i tardo non esclude la p o s s i b i l i t à di u t i l i z z a r e l e r i s o r s e negl i anni s u c c e s s i v i , ma comporta la n e c e s s i t à di avviare , s in dal 1995, un'azione di recupero che consenta, a t traverso un# rapido t i r a g g i o dei contribut i comunitari, di non accumulare d i s p o n i b i l i t à i n u t i l i z z a t e che potrebbero t r a d u r s i , in occasione de l l a "ver i f i ca di medio termine" già programmata per i l 1996, in una parz ia le revoca d e l l e r i s o r s e comunitarie assegnate al nostro Paese.

Per conseguire questo o b i e t t i v o s i rende necessar io adottare misure idonee, anche dal punto di v i s t a procedurale, a garantire piena operat iv i tà ai programmi e ad assicurarne cont inu i tà di attuazione evitando "blocchi" che non potrebbero più essere recuperat i .

Il ruolo di coordinamento del Ministero del b i l a n c i o e d e l l a programmazione.economica, d ' i n t e s a con i l Ministero del t e soro assume pertanto, n e l l a f a s e a t tuat iva un r i l i e v o c r i t i c o s i a per g a r a n t i r e ' un i tar i e tà ai rapporti con i competenti s e r v i z i d e l l a Commissione s i a per a s s i curare , a t traverso l a costante e tempestiva sorvegl ianza dell'avanzamento degl i i n t e r v e n t i , la p o s s i b i l i t à di ri programmare l e r i s o r s e laddove s i manifest ino r i tardi va lu ta t i come i r r e c u p e r a b i l i .

./.

Atti Parlamentari Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Per l e regioni del Centro-Nord ( o b i e t t i v i 2 e 5b) -sono s t a t i presentati i "documenti unici di programmazione" (Docup) che unificano in un s o l o documento - yi conformità con quanto p r e v i s t o dai regolamenti che d i sc ip l inano l ' a t t i v i t à dei faridi s t r u t t u r a l i - i piani di sv i luppo e i programmi opera t iv i .

Sono s t a t i g ià approvati t u t t i i Docup per l e regioni d e l l ' o b i e t t i v o 2 mentre per l ' o b i e t t i v o 5b mancano ancora l e dec i s ione per q u e l l i d e l l e regioni Marche, Piemonte e Liguria.

Per quanto -concerne l ' a t t u a z i o n e , i Docup d e l l e 'regioni d e l l ' o b i e t t i v o .2" prevedono i l cofinanziamento' di i n t e r v e n t i - di agevolazione a l l e a t t i v i t à produttive secondo l e modal i tà . p r e v i s t e da l la l egge 488/1-992. La p o s s i b i l i t à di avviare tempestivamente questi i n t e r v e n t i nei l i m i t i f i s s a t i S a l l e i n t e s e recentemente raggiunte con l a Commissione e la conclusione del negoziato in materia di a i u t i a f i n a l i t à * r e g i o n a l e è subordinata a l l ' a v v i o d e l l e procedure p r e v i s t e d a l l e de l ibere CIPE de l -22 /4 /1993 e 28 /12 /1993 .

Atti Parlamentari — 14275 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

2. QUADRO COMUNITARIO DI SOSTEGNO 1994-1999 PER LE REGIONI DELL'OBIETTIVO 1: PROGRAMMI OPERATIVI MULTIREGIONALI

Al lo s t a t o la s i tuaz ione dei programmi operat iv i s i presenta come segue ( 1 ) :

Programma operativo te lecomunicazioni: i l programma - predisposto da TELECOM-ITALIA - è .stato approvato dal la Commissione europea con dec i s ione C(94) 3457 del 16/12/1994. Il programma, che prevede invest imenti per;. 1.076 MECU (con un contr ibuto FESR di 376,7 MECU}, s i a r t i c o l a in intervent i per l'ammodernamento d e l l a r e t e trasmiss iva e degl i impianti di centra le nonché in i n t e r v e n t i , di potenziamento d e l l e r e t i avanzate di telecomunicazione (ISDN, re t i i n t e l l i g e n t i , apparati s a t e l l i t a r i ) .

Programma operativo "telematica pubblica": i l programma predisposto da l l 'Ente Poste , è s ta to trasmesso a l l a Commissione europea in data 9/11/1994, con r i serva da s c i o g l i e r s i , dopo la de f in i z ione del "contratto di programma" in corso di s t i p u l a t ra i l Ministero d e l l e Poste- e lo s t e s s o Ente Poste .

Programma operativo r i c e r c a , svi luppo t ecno log i co e a l t a formazione: i l programma, approvato, con dec i s ione d e l l a Commissione • europea C(94)3580 del 16/12/1994, comporta invest imenti per 1.261,7 MECU, con un contr ibuto FESR di 600 MECU. Nel programma .sono compresi anche in tervent i di formazione c o f i n a n z i a t i dal FSE, che sono ancora in fa s e di i s t r u t t o r i a da parte dei competenti serv iz i d e l l a Commissione. Il programma è s ta to predisposto dal Ministero d e l l a un ivers i tà e d e l l a r i cerca s c i e n t i f i c a e tecno log ica che ne ha anche l a r e s p o n s a b i l i t à a t tuat iva; c i ò comporta da un l a t o l ' e s i g e n z a per t a l e Amministrazione di adattare l e proprie s t r u t t u r e organizzat ive e l e

. / .

(1) La data di trasmissione u f f i c i a l e a l l a Commissione europea f i s s a per c iascun programma i l termine dal quale l e ,spese r e a l i z z a t e sono ammissibil i al cofinanzaiamento comunitario.

Atti Parlamentari — 14276 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

proprie procedura ai nuovi compiti; d a l l ' a l t r o la necess i tà di i n t e n s i f i c a r e l e azioni di coordinamento da parte del Ministero del b i l a n c i o , al f i n e di ass icurare una maggiore e f f i c i e n z a ne l la fase a t tuat iva e di promuovere un migl ior raccordo con l e amministrazioni reg iona l i soprat tu t to con riferimento a qfi/egli intervent i inc lus i nel programma * ( i n f r a s t r u t t u r e u n i v e r s i t a r i e , parchi t ecno log i c i ) che presentano più r i l e v a n t i r icadute t e r r i t o r i a l i .

Programma operat ivo industr ia e servizi-: i l programma predisposto dal Ministero d e l l ' i n d u s t r i a prevede l ' u t i l i z z a z i o n e di c irca un . t erzo d e l l e r i s o r s e del FESR assegnate nel QCS agli intervent i mul t i reg iona l i (2.714 mil ioni di ECU a fronte di una spesa complessiva di 9.770 mil ioni di ECU). ' _ * Il programma è s t a t o trasmesso uf f ic ia lmente a l l a Commissione europea in data 20/12/1994 con una e s p l i c i t a r i s e r v a di apportare alcune i n t e g r a z i o n i • a g l i intervent i r e l a t i v i agli a i u t i a f i n a l i t à regionale in re laz ione a l l e in t e se raggiunte n e l l o scorso di novembre tra i l Governo e l e parti s o c i a l i . » E' s t a t o formulato un aggiornamento !iel programma per includere o l t r e agl i in tervent i che si avvi eranno t secondo i c r i t e r i de l la .legge 488/92 anche q u e l l i in corso di attuazione con l e modalità prev i s te da l la legge 64 /86 . Questa modifica del programma, ove accet tate da l la Commissione, consent irà di accelerare notevolmente i l t i raggio dei contr ibut i comunitari de s t ina t i a l l e regioni d e l l ' o b i e t t i v o 1 per i l . 1994-1995 e renderà - d i s p o n i b i l i , r i s o r s e aggiuntive per i l finanziamento degl i intervent i inc lus i n e l l ' e l e n c o approvato nel giugno 1994 dal Ministero d e l l ' i n d u s t r i a nel r i s p e t t o de l l e i n t e s e raggiunte con la Commissione in materia di a iu t i a f i n a l i t à r e g i o n a l i .

Programma operat ivo' in f ras t ru t ture f e r r o v i a r i e : i l programma predisposto d a l l e Ferrovie d e l l o Stato S.p.A. approvato d a l l a Commissione con dec i s ione C (94) 3581 del 16/12/1994, prevede invest iment i per 1.756,6 MECU con un cofinanziamento del FESR per 701 MECU. Gli in tervent i prev i s t i riguardano i l potenziamento e l a q u a l i f i c a z i o n e del s e r v i z i o f e r r o v i a r i o , l a raz ional izzaz ione dei f l u s s i di t r a f f i c o n e l l e aree metropoli tane, i l miglioramento d e l l e pres taz ioni d e l l e in fras trut ture e s i s t e n t i e la rimozione deg l i o s t a c o l i ed una funzionale c i rco laz ione dei t r e n i .

. / .

Atti Parlamentari — 14277 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Programma operat ivo re t e s tradale : i l programma predisposto dall'ANAS è s t a t o trasmesso a l l a Commissione i l 15/12/1994 ed è attualmente, oggetto di esame i s t r u t t o r i o che s i dovrebbe concludere, con la dec i s ione di approvazione da parte d e l l a Commissione, entro i l prossimo mese di marzo. Gli in t ervent i p r e v i s t i , che riguardano alcuni ass i - s tradal i p r i o r i t a r i (Bari-Otranto, Brindisi-Taranto-Lametia . Terme, Salerno-Reggio * • Calabria, Messina-Palermo, Olbia-Cagl iari) . comportano invest imenti per 498-MECU con un contr ibuto del FESR di 249 MECU.

Programma operat ivo r i s o r s e . i d r i c h e : i l programma predisposto dal Ministero dei lavori pubblici è s t a t o trasmesso a l l a Commissione i l 14/12/1994. Gli in t ervent i p r e v i s t i , che comportano invest imenti per 1.742. MECU con un cofinanziamento FESR di 871 MECU riguardano s i a in tervent i di completamento dei \ s istemi a c q u e d o t t i s t i c i s i a i l supporto a l l ' a t t u a z i o n e d e l l e riforme in trodot te da l la "Legge Gal l i" e al "project f inancing". I maggiori problemi per questo programma riguardano i l referimento d e l l e coperture f inanz iar ie nazional i (430 mil iardi c i r c a con r i fer imento al biennio 1994-1995) e la de f in i z ione di opportune i n t e s e t ra i l Ministero dei lavori pubblici e i l Mi-nistero d e l l e

•r isorse a g r i c o l e per i l coordinamento d e l l e r i s p e t t i v e competenze. L'at tuazione del secondo sottoprogramma è l e g a l a a l l a d e f i n i z i o n e degl i "ambiti o t t imal i" da parte d e l l e Regioni e a l l ' a v v i o operat ivo d e l l a riforma del s e t tore in trodot ta da l la "Legge Ga l l i" ,

Oltre a q u e l l i sopra ind ica t i sono s t a t i g ià trasmessi a l l a Commissione i programmi operat iv i r e l a t i v i al turismo (con una spesa g lobale di 260 MECU e un cofinanziamento FESR di 130 MECU) a l l 'ambiente (con una spesa g loba le di 80 MECU e un contr ibuto FESR di 48 MECU) per i quali sono in corso approfondimenti i s t r u t t o r i al f i n e di v e r i f i c a r e la s u s s i s t e n z a d e l l e neces sar i e coperture f i n a n z i a r i e di parte nazionale .

E' s t a t o trasmesso i l 3 novembre 1994 i l 'programma energ ia , g ià predisposto dal Ministero d e l l ' i n d u s t r i a e trasmesso in bozza a l l a Commissione per un primo esame i s t r u t t o r i o .

Atti Parlamentari — 14278 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

3 . PROGRAMMI OPERATIVI PLURIFONDO DELLE REGIONI:

Tutti i programmi operat ivi pi uri fondo d e l l e regioni d e l l ' o b i e t t i v o 1 s o n o . s t a t i trasmessi a l l a ''tommissione, ma a l l o s t a t o r i s u l t a n o approvati (con esc lus ione degl i i n t e r v e n t i # ' co f inanz ia t i dal FEOGA-Orientamento) que l l i de l l a Sardegna ( d e c i s i o n e C(94) 3128. del 25 /11 /1994) , de l l a B a s i l i c a t a (dec i s ione C(94) 3765 del 16 /12 /1994) , d e l l a Calabria (dec i s ione C(94) 3767 del 16/12/1994) e del Molise (dec i s ione C(94) 3776 del 20 /12 /1994) .

'.Sono s t a t e i n o l t r e approvate anche azioni cofinanzi.ate dal FSE in • C-ampania e in Abruzzo che potranno essere ricomprese ne i • r i s p e t t i v i

POP. "

Atti Parlamentari — 14279— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

4 . 6RANDI PROGETTI

• E 1 s t a t o trasmesso un grande progetto concernente i l porto, di Gioia Tauro, predisposto s u l l a base d e l l ' i n t e s a di programma s o t t o s c r i t t a dal Ministero dei t rasport i e da l la Regione Calabria: i l ' p r o g e t t o -l a cui approvazione è attualmente sospesa d a l l a Direzione generale d e l l a Commissione competente in materia di ' trasport i - prevede invest iment i per o l t r e 200 MECU di l i r e con un contributo FESR di c i r c a 40 MECU.

Atti Parlamentari — 14280 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

5. ALTRI PROGRAMMI MULTIREGIONALI

Programmi mul t i reg iona l i a g r i c o l i : sono s t a t i - trasmess i a l l a Commissione due programmi mult iregional i co f inanz ia t i dal FEOGA r e l a t i v i . a "serv iz i di svi luppo in agricol tura e divulgazione" e a "r isorse a g r i c o l e e '' i n f ras t ru t ture di . supporto". Per entrambi i programma è in corso l ' i s t r u t t o r i a . - 1

Programmi mul t i reg iona l i * di formazione: sono già s t a t i approvati 4 programmi operat iv i mul t i reg ional i predispost i dal Ministero del lavoro e uno predisposto dal ministero d e l l a pubblica i s t r u z i o n e concernenti a t t i v i t à di formazione nei t e r r i t o r i d e l l ' o b i e t t i v o 1.

E' s t a t o i n o ! t r e ..approvato un• programma r e l a t i v o ad azioni di formazione da avviarsi da parte d e l l a Società per l ' i m p r e n d i t o r i a l i t à g i o v a n i l e , la. cui o p e r a t i v i t à è pero subordinata al l 'approvazione: da parte.' d e l l a Commissione degl i in tervent i co f inanz ia t i dal FESR nel l 'ambito del programma industr ia e s e r v i z i .

Atti Parlamentari — 14281 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

6. SOVVENZIONI GLOBALI

Questa forma di intervento innovat iva, in trodot ta con la riforma dei Fondi s t r u t t u r a l i , dopo l ' e sper i enza "sperimentale" e f f e t t u a t a con i l QCS 1989-1993 ha s u s c i t a t o grande i n t e r e s s e t ra g l i operatori e a t t e s e certamente sovradimensionate r i s p e t t o a l l e r i s o r s e d i s p o n i b i l i

• per a t t i v a r e intervent i di questo t ipo nel periodo 1994-1999. Per d i s c i p l i n a r e l e procedure r e l a t i v e a l l e sovvenzioni g lobal i i l CIPE è intervenuto con proprie de l ibere nel marzo e nel dicembre 0994.'

• Al lo s t a t o l'adempimento più urgente è quel lo di varare l e d i r e t t i v e prev i s t e d a l l a c i t a t a del ibera del CIPE 'del dicembre scorso che, predisposte dal Ministero del Bi lanc io d ' in te sa Con i l Ministero del Tesoro e i l Dipartimento del l e - p o i i t i c h e comunitarie, dovranno essere

• approvate dal CIPE ai sensi d e l l a legge 183/87. Dopo la d e f i n i z i o n e d e l l e d i r e t t i v e potrà aver luogo da parte d e l l e amministrazioni competenti l'esame e la s e l e z i o n e d e l l e domande che saranno s t a t e presentate , - entro i termini , dai s o g g e t t i candidati , ad operare come organismi intermediari .

Atti Parlamentari — 14282 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

7. PROGRAMMI Dr INIZIATIVA COMUNITARIA (PAX.)

Le i n i z i a t i v e comunitarie sono strumenti - s p e c i f i c i de l la p o l i t i c a s t r u t t u r a l e d e l l a Comunità che laCommissione, di propria i n i z i a t i v a , propone ag l i Stat i membri per sos tenere l ' e s ecuz ione di intervent i che possono contr ibuire a r i s o l v e r e problemi, aventi un'incidenza' part ico lare a l i v e l l o europeo.

.Tre sono g l i elementi che carat ter izzano l e i n i z i a t i v e comunitarie e ne aumentano l ' i n c i s i v i t à r i s p e t t o a l l e a l t r e azioni f inanziate dai Fondi s t r u t t u r a l i : .

• i l sostegno a l l o sviluppo di forme di cooperazione transnaz iona l i , t r a n s f r o n t a l i e r e e i n t e r r e g i o n a l i ;

- # l a rea l i zzaz ione "bottom-up" (dal basso verso a l t o ) e

- ' l a capaci tà di rendere concretamente p e r c e t t i b i l e l ' a z i o n e comunitaria.

Nel giugno 1993 la Commissione ha presentato , in un Libro verde, ' i propri orientamenti s u l ' f u t u r o d e l l e i n i z i a t i v e comunitarie. Tale documento ha suggerito una nuova impostazione" d e l l e i n i z i a t i v e , a r t i c o l a t a su cinque tematiche p r i o r i t a r i e : •

- cooperazione e re te ' t r a n s f r o n t a l i e r e , transnazionali e i n t e r r e g i o n a l i ;

- sviluppo rura le ;

- regioni u l t r a p e r i f e r i c h e ;

- occupazione e . v a l o r i z z a z i o n e 4 d e l l e r i s o r s e umane;

- ges t ione d e l l e trasformazioni i n d u s t r i a l i .

Il Libro verde è s ta to d i scusso nel* corso del Consig l io informale dei minis tr i d e l l e p o l i t i c h e reg iona l i e d e l l ' a s s e t t o , t e r r i t o r i a l e (L ieg i , novembre 1993). E' s t a t o quindi trasmesso, per parere, al Parlamento europeo ed ha formato oggetto di una consultazione del Comitato economico e s o c i a l e , del Cons ig l io consul t ivo 'de l l e autonomie reg ional i e l o c a l i nonché d e l l e autor i tà n a z i o n a l i , reg ional i e l o c a l i e degl i operatori economici e s o c i a l i .

Atti Parlamentari — 14283 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tenendo conto d e l l e reazioni s u s c i t a t e d a l l e consul taz ion i sul Libro verde, la Commissione ha deciso di aggiungere due nuove tematiche a l l e cinque precedentemente p r e v i s t e : s i t r a t t a d e l l o svi luppo d e l l e aree urbane in c r i s i e d e l l a r i s t ru t turaz ione del s e t t o r e d e l l a pesca. Tale ampliamento d e l l o spretto di i n t e r v e n t i 1 , p r e v i s t i viene incontro a l l e preoccupazioni .manifestate da varj pàrtner consul tat i ed in p a r t i c o l a r e dal Parlamento europeo.

• *

Il 16 febbraio la Commissione ha i l l u s t r a t o l ' impostaz ione globale che essa intendeva dare a l l e i n i z i a t i v e comunitarie per i l periodo 1-994-1999. Sono p r e v i s t e 13 i n i z i a t i v e . Alcune sono completamente* nuove (Occupazione, Youthstart , . Adapt, T e s s i l e e abbigliamento in Portoga l lo , Urban, Pesca) , a l t r e c o s t i t u i s c o n o un prolungamento, uno svi luppo o un completamento di azioni già a v v i a t e .

.Per la r e a l i z z a z i o n e di t a l i intervent i la Commissione, in aggiunta agl i stanziamenti g ià a t t r i b u i t i per g l i o b i e t t i v i 1 ) , 2) e 5b) ¡ha d isposto per i l periodo 1994-1999 un cofinanziamento pari a 1.073 MECU.

Sono in corso da parte d e l l e r i s p e t t i v e Amministrazioni competenti l e opportune az ioni per la formulazione e ' l ' i n o l t r o a Bruxelles dei r e l a t i v i programmi.

Atti Parlamentari — 14284 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSAVI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

A . ASSISTENZA TECNICA E MONITORAGGIO DEGLI INTERVENTI COFINANZIATI

Al lo scopo di coordinare meglio- i rapporti con l e Amministrazioni r e g i o n a l i , è s ta fo s t i p u l a t o l ' a t t o di i n t e s a Stato-Regioni del 2 /8 /1994 che prevede la cos t i tuz ione di "cabine, di reg ia r e g i o n a l i , quali centr i unitari di responsabi l i tà nel l ' a t tuaz ione di programmi" c o f i n a n z i a t i , i n t e r f a c c i a t e con una "cabina di r eg ia nazionale"; questa è s t a t a a t t i v a t a nel l 'ambito del Comitato p r e v i s t o d a l l ' a r t . 5 ' del D.P.R. 284/94; l e cabine regional i sono in corso di a t t ivaz ione_ ( r i s u l t a n o c o s t i t u i t e que l le per i l Fr iu l i Venezia Giulia e la L i g u r i a ) .

Per i l monitoraggio degli i n t e r v e n t i / c o f i n a n z i a t i dai Fondi s t r u t t u r a l i s i è s t i p u l a t o i l 2/8/1994 un p r o t o c o l l o . d i in tesa tra i Ministr i del Tesoro e de l Bilancio in base al q u a l e . è s t a t a avviata l a c o s t i t u z i o n e di un sistema informativo c e n t r a l i z z a t o per i l monitoraggio f inanzi ar io , f i j s ico e procedurale dei programmi c o f i n a n z i a t i . , Il progetto è in corso di completamento per g l i a s p e t t i t e c n i c i ed e s t a t o presentato ai Ministeri di s e t t o r e , a l l a Commissione U.E. ed a l l e Regioni e sarà operativo entro i l \ l ° semestre del 1995. Il progetto di sistema informativo di monitoraggio prevede anche la r i l e v a z i o n e degl i ind icator i f i s i c i di base per l e va lutaz ioni d e l l e d iverse forme di in tervento . •

Per i l QCS Obiet t ivo 1, è s t a t o predisposto i l bando per "manifestazione di i n t e r e s s e " , per la s e l ez ione di sogge t t i ai quali a f f idare funzioni di supporto per l ' a s s i s t e n z a t e c n i c a , i l monitoraggio e i a va lutaz ione , dei programmi e d e l l e a l t r e forme di i n t e r v e n t o , funzioni che potranno es sere a t t i v a t e d a l l e d iverse Amministrazioni responsabi l i a va lere s u l l e r i s o r s e d e l l ' a s s e 8 del sottoquadro mult ireg ionale del QCS.

Nel l 'ambito d e l l e azioni di sorvegl ianza del QCS o b i e t t i v o 1 è s t a t a avviata la procedura per la c o s t i t u z i o n e del Comitato di sorvegl ianza che , una v o l t a completate l e designazioni da parte d e l l e d iverse amministrazioni i n t e r e s s a t e , potrà concludersi con apposito decreto m i n i s t e r i a l e .

Atti Parlamentari — 14285 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

OBICTTIVI 1 2 3 4 Sa •*' 5b

S v i l u p p u r é g i o n s Aria in dec l ina l a t t a a l l a Adattamento l a v a r s t s r i A d a t t a a a n t a s t r u t t u r e Svi luppa

in r i t a r d o I n d u s t r i a l a d i i a c e u p a i i a n e ai p r o c e s s i d i r i e e n v . n o a g r a r i a a l l a p o l i t i c i r u r a l e I n d u s t r i a l a a g r i c o l a esaune

Aree t e r r . Régions Aree subrogions Tut ta ' i l Tatta Ì I t e r r i t a r i a T u t t a ¡ 1 t e r r i t o r i a Araa s u ò r e ? s a n a l i

i n t é r ê t s . X a r i d l o n a l l "li Cantra-Nord t e r r i t o r i o . C e n t r o - l o r d in I t a l i a . . . r e n d i S t r FESR/FSE/ FEOGA/ mi/m i. •• TU FSE * FEOGA/SFOP rCSa/FSC/FEOGA

i n t e r e s t . 5fOP • •

Tipo log ia I n f r a s t r u t t u r e c I n f r a s t r u t t u r a a F o r o a t i a n t a t a s t i f o n a z i o n e a s o s t e g n o Sos tegno a l l a s t r u t t a I n f r a s t r u t t u r a a

i n t e r v . I n v e s t i a e n t i p r o - i n v e s t i a e n t i e i - gno a l i a sccupaxie a l l a accupaxione [fit) r e (FIOCA); pasca ' i n v e s t i a e n t i P R O ­

(Find* d u t t i v l e x t r a g r i - t r a g r i e e i i (FISA na (FSE) • (STOP) d u t t i v i e x t r a g r i -

s t r u t t . i t ; e a l l (FESR)/Fer .a fo raax iaaa I T S t e •• c o i i (TZM), f e r -X Î O O O S O S T S G N O 0 £ gnu a l l a eccupa- «azione a s o s t e ­

cupax ione F S £ , s o - L I A N A (FSE) • GNO a l l ' o c e u p a x i e

J T E G N E a l l a s t r u t • no (FSE), s o s t e - "

t u r e s g r a r i e FEO­ gnu a l l a s t r u t t u ­

GA, p o s e s SFOP • • ra a g r i c o l i (FSt )

Pe r iodo d'i 199^/1999 1994/1995 1994/1999 1994/1939 1994/1999 1994/1999

r i f e r . t o -* • •

R i s o r t e - 5 .369 ,3 ' 5.134

c o m p l e t s . 93 .810 «.977 » 1 3 . 9 « / •

xccu •

R i s o r s a n . a s o 1.715 901 m

p e r ITALIA • • • *

XECU t •

V i s o r i *

a g g i u n t i v e 1 per f inan

x i a a . PIC

( r . t a b j

A a a i n i s t r a

x i a n i a In

t i i n t e r i »

s s t i a l l a

a t t u a x i o n a

d e g l i

i n t e r v e n t i

O l r e x i o n i

C o o a i s s i o -

ne con eoo

p i t i d i

c o o r d i n a -

• ento r

O i r e x i o n i

C o i w n i t a ­

r i e i n t e ­

r e s s a t e

A l t r i

o r g a n i s a i

c o o u n i t a r i

i n t e r e » » .

1 .504,9 (pe r t u t t i g l i o b i e t t i v i , a v a l e r e su «na quota ' d a l 95 d a l l a r i s o r s a a d i apoa l z iona d a l l a Caaa i s s iona )

X i n . I n d . / L L . P P . /

Traspor t i /XURST/

A a u i a n t t / O i p . t a ^

T u r i s a o / l a v o r e /

Agr i co l . r a /POSTE/

TCLCCOX/CMEl/FS/

AXAS/Regioni

OG XYf - P o l i t i ­

che R e g i o n a l i

R e g i a n i /X in . In­

d u s t r i a / l a v o r o

CG XY1 ' « l i t i ­che Regional i

X i n i s t s r a Lavoro

OG. Y - Occupazie-

X i n i s t i r a Lavoro

OG. Y - Occupazione

Xin . R i so r se Agr icola

OG. TI - A g r i c o l t u r a

Rag ion i /R i so r se

A g r i c o l e / X i n . I n ­

d u s t r i a

OG. YX - A g r i c o l ­t u r a

I I - a f f a r i s o c i a l i a f i n a n z i a r i ( q u e s t i o n i a a c r e c c e n o o i c H a a d d l x i e n a l l t l ) / OG. I l i - I n d u s t r i a / OG. IY - con­

c o r r e n z a ( r e g i o n i di a i u t o } / OG. Y - occupaz ione , r e l a z i o n i i n d u s t r i a l i a a f f a r i s p e l a l i (FSE) / OG. TI - a g r i c o l t u r a

(FEOGA)/ OG. YII - t r a s p o r t i / OG. X I a a b i c n t c / OG. XII - a f f a r i s c i e n t i f i c i - r i c e r c a s c i e n t i f i c a a s v i l u p p o / 0G.X1II

T a l a c o a u n i c a x l o n / OG. XIY - pasca (SfOPj / OG. XYI - p o l i t i c h e r a g i o n a l i (FCSR)/ OC. XYX! - anergia /OG. XIX - b i l a n c i * /

OG. XX - c o n t r o l l o f i n a n z i a r i a .

CORTE 0E1 CORTI EUROPEA

Atti Parlamentari — 14286 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA ­ DISCUSSIONI ­ SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

I fondi strutturali per lo sviluppo del Mezzogiorno nel periodo 1994 ­ 99

À ­ II q u a d r o c o m u n i t a r i o d i s o s t e g n o n e l s u o i n s i e m e In m*ON tft E CUI

PflOTtt Tote)* F O T » S T R W M M L

rat FEAOG STOP BG/GECA FtoantJamcnM Cacto

ÀIM NTECN

ror.sao «81.300 112.400 4 f «.090

»|J00 « 2.«00 4t«000 1800,000

M U 9 4

220. err lawn

1034» »0U.143

1*01 tìt*

3M.C33 LLFUJM

*** * t«n«o

> 24*? J00

:«».roo 5*7. »00 144 000

faW^rvi sarcco 93.409 2»t J*' "» M 8.000

1*1300 2341.1»

291403 2FTLVCC

491 i<X 144.00}

»J32 137*4j 4I5J014

sra/u ti //52

14/4214

298000

>*j* «o> Vvrnsrocn*

22« TOC ar yx UT.ICG

à/.y»

S2r<33 2WA17

^•^•••rrl 8*4.04» ,

H23.SM

*vr«r.*uvrtò ioti*?"»»

Mryt ri in?

841.221

X9.rj5

23.0CC 18C0C

7*4 . « i

142,1*4

152.722

ir*.rts

na«ro

2*4.?50 87J2'

. 1&U.U8 823.4*7 4*7.020

:-.a/.4as 304.411

Avn**r»cr»

Srwc* A**v*n* Scares fMixco

* » i n v i w i antan*

liH.200 31M30 7*4.000 »?3.t00 11.440

mt 273

312.180 «2X0 £«4.?00 44 VO

UIJOO?

3AJO

2000.000 IIIIJO?

2*4.010 Ì/14VÌ 8447CS

810AM X O J X O

•CJ.4

223«,4C0 1187 Art

• ÌW.4» t«80.4r9 t4l/»i

*»4crrwn*i«a d«*tnrv <r* • c**« 9*nan* »«A3 «'«r* d» >4%<rt'an don* • PCP Q4Bnr»

141/JC0 240.300 1S2.C00 »».4*0 81.4*0

2w.c3> I4irj03 :*OJOO

112.000

T2r.?i4 131944

> JOC

81.440

ifl?№itiiài,,.iM

nisr

44000

nrtfnìrv[Tr ii 423/: 4

2«190t 343.000 274.286 122.S40

4^*, TIMI* » y>aCIPf i^^vcsfiffi ^ / i i v ^ ^ ?^yy?^> J 3coot5^^^ Q

rrrr

Ripart i z ione de l l e r i s o r s e dei Fondi strutturali per priorità

14.5% p«r 1« priorità nM

0.0% p«r U priorità n* 8

22.2% p«r U pnontà ti' o

5.3% p«r I .

priorità rt* 3

1.7% o«r 1« onorila n l 15.7% P«»* l« ohontè n* 4

Atti Parlamentari — 14287 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA ­ DISCUSSIONI ­ SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

B o S o t t o ­ Q C S pluriregionale PRIOR** Г С 5 Я F 5 £ FEAOQ 3 P O P

ДОСССА F«URWÙ»M*NLE n u i o n a l i

ftM" COTTA

AJB» ГМЬОП

¿44.000 ГО .000

41.000 4 паю

г«9.ою 701.000

4*. £09

414XX0

249.000

91.000

1011JO0

rre s*

«64000

inesco 110.000

"•4 *u

Дал КИЛА 1—UAOOOC**

230JQTO

136.000

1*0.000

2227£09

O4XX0

léOXCO

IFF?ХС0

• lecco 22<02M

131£0>

1«0L0CO

TflCCO

^ • • ' • ^

«сел?. » US/M!

Ò/.142 И Л )

#4» 7.141 341.714 4S7.14J 440Л0

2OC00

130ГО0 2o.ee? 100.000

20.001

130.000 ar.f42

«OJOOO

AEAREA. М Е С О

171.000

111.000

1Г42Л2

441.000

•04X0

1142Л1Г

2 2 2 S S 2S4.COO 3­0000

75.700

192.O0O

4C.O0O

91,009

34U009

7SJ00

142,006

12Г.714 71417 10LI14 1124»

40.000

Г2ЛГ 21A29

42J7W

441714

104.141

KJXO

С­ Sotto­QCS regionale PYiccTtt ABRUZZI В. NÀTOTI» CA BONA CAMP •та MO * м DB 7« М Й

NWRTT a' 1 40000 TU» 94JM0 ЗЖЯОО •«.VA 30«. »47 STUM 42*131 14ЛВ.112

•wtta' 2 И . 4 Ж 2 3 3 . » 354L901 •О. ТЫ 44. <П 444 jn0 4C3JV1 XS7.»4 М.Ш 191.714 44XOM 43.43» » 1 . 4 1 1 Г М З » J1CTT7 17WU04

17Х7ТГ 400. Я Т « т а м •39.431 S U M ТВОЕ 931 .Д14 Т37.П4 3*99.93* f t * - * . - S 1.431 1143 U.T14 1 Г М 9JOT LOCO > . 9 S 7

•МЛН*' • 49y»l7 1 7 7 . « 394. «33 •ВА­ИЛ *J9» LOAOTS 39413« ЭИ.ГЭ* 3306L3M

Ьм>«' 7 44.009 140343 ЗХЮ» JV7.3M 4AJBT 13X143 XOJKS7 443.49 1 4 Т К Я 4

BURNT W* » 1.4» U S 7 ОМ 7.VO 1.434 4JB4 SJ%4 1 X 4 » 4BL331

Min

iste

ro

del

Bil

anci

o e

dell

a P

.E.

Serv

izio

per

le P

olit

iche

di

Coe

sion

e P

.l.C

. 19

94/1

999

mm

mM

mM

ê O-

NA

TUR

A I

NTE

RV

ENTO

, A

MM

/NE

CO

MPE

TEN

TE wM

mm

mtim

IN

TER

REG

li

-Coo

pera

zion

e Tr

asfr

onta

liera

-C

ompl

etam

ento

di r

eti

ener

geti

che

(NU

TS)

III

ob.

1-2-

5b

Dip

artim

ento

Pol

itich

e C

omun

itari

e 37

4.00

LEA

DER

II

Col

lega

men

to f

ra a

zion

i di

svilu

ppo

dell'

econ

omia

rur

ale

ob.

1-5b

M

IRA

AF

282,

00

Occ

upaz

ione

: N

OW

: H

OR

IZO

N

:YO

UTH

STA

RT

0

Pari

opp

ortu

nità

di

occu

pazi

one

per

le d

onne

M

iglio

ri p

rosp

ettiv

e oc

cupa

zion

. pe

r i p

orta

tori

di h

andi

cap

ed a

ltri g

rupp

i sv

anta

giat

l Pr

omoz

ione

del

l'ins

erim

ento

de

i gio

vani

nel

mer

cato

del

la

voro

ob.

1-2-

5b

Min

ister

o de

l lav

oro

e de

lla p

revi

denz

a so

cial

e U

.C.O

.F.P

.L.

348.

70

AD

APT

A

datt

amen

to d

ella

for

za l

avor

ò ai

mut

amen

ti in

dust

rial

i ob

. 1

Min

ister

o de

l lav

oro

e de

lla p

revi

denz

a so

cial

e U

.C.O

.F.P

.L

190.

00

REC

HA

R il

.

Ric

onve

rsio

ne e

cono

mic

a di

zo

ne c

arbo

nier

e ob

. 1-

2-5b

M

inist

ero

dell'

Indu

stri

a 1.

70

RES

IDER

II

Ric

onve

rsio

ne e

cono

mic

a di

zo

ne s

ider

urgi

che

ob.

1-2-

5b

Min

ister

o de

ll'In

dust

ria

84.1

0

KO

NV

ER

Ric

onve

rsio

ne n

el s

etto

re

della

dife

sa

ob.

1-2-

5b,

Min

ister

o de

ll'In

dust

ria

45.3

0

RET

EX

Am

mod

erna

men

to d

ell'i

ndus

tria

ne

lle z

one

fort

emen

te d

ipen

dent

i da

l set

tore

tes

sile

ob.

1-2-

5b

Min

ister

o de

ll'In

dust

ria

67.2

0

Pagi

na 1

,

Atti Parlamentari — 14289 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• o •Qu c

«e .2 to O CD •D O o

s i •mm © o «r: c o JS 2 5 g

O Q.

W N C £ •5 ©

2 co

2 "K

CM

0;V-

Ili-....

LU

c © D

JD O

8 8

l e ©

iH © XJ © < e

m Mm

o co LO

© JC o o

CL 2 © c -e © © . i - s © E .9- o Q O

.o o

© c ©

© C o N1

< CD cu ZD

O co CO

o co ri O

IL!

tu LU O LU -J

É O H

io i

CSI

O

< O CO UJ a.

Atti Parlamentari Camera dei Deputati — 14290 —

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

SCHEDA TECNICA N. 4

ACCORDO PAGLIARINI - VAN MIERT

Atti Parlamentari — 14291 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

C O M M I S S I O N E E U R O P E A

K J O I I V A N MIERT

Membro della Commissione

Bruxelles, 1 8 -01- 1395

0 i 9 i

Signor Ministro,

Facendo seguito airincontro del 12 gennaio 1995 col Ministro dott. Giancarlo Pagliarini ed alla lettera di questi in daia 17 gennaio 1995, ho l'onore di confermarLe che è mia intenzione proporre alla Commissione di dichiarare la compatibilità del sistema italiano di aiuti a finalità regionale secondo le proposte comunicatemi dal Ministro Pagliarini con lettera del 16 dicembre 1994-cosi adattate:

1) Le proposte ed i relativi adattamenti si intendono notificati ai sensi dell'articolo 93.3 . CE il 17 gennaio 1995;'

2) La Commissione"adotterà una decisione finale nell'ambito della procedura C 34/92 per quanto concerne gli sgravi contributivi, la loro esenzione annuale per la creazione di nuovi impieghi ed il differenziale di fiscalizzazione. Contestualmente, sebbene con atto separato, saranno decise le altre materie; .

3) Le proposte concernono l'insieme 'delle aree cepresse italiane, sopratutto quelle coperte dagli obiettivi I, 2 et 5b); .

4 ) La definizione delle aree, i massimali di intensità*e l'operatività di tutti gli intervenri si intendono limitati ai diversi periodi di intervento dei fondi strutturali comunitari attualmente previsti nei territori degli obiettivi 1, 2 e 5b). Per le zone fuori obiettivo si seguono le cadenze dell'obiettivo-2;

5) Le intensità degli aiuti all'attività di ricerca delle PMI nell'ambito della deroga dell'articolo 92.3.a) saranno rispettivamente del 65% per la ricerca di base e del 40% per la ricerca applicata. Le disposizioni nazionali di applicazione, verranno comunicate alla Commissione entro il 31 dicembre 1995. Resta inteso che ogni decisione della Commissiofle che permetta di aumentare i detti massimali verrà applicata in favore dell'Italia;

6) Per quanto concerne la legge 44/86 sull'imprenditoria giovanile. - per la quale sono attualmente previsti stanziamene per LIT 350 mld (175 MECU) - le intensità degli aiuti all'investimento nelle regioni Abruzzo e Molise sono quelle previste per queste

Egr. Sig. Dott. RAINER MASERA Ministro del Bilancio e della Programmazione R O M A

Atti Parlamentari — 14292 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

regioni dalla proposta adattata. Gli aiuti all'avviamento saranno equivalenti a quelli delle zone 92.3.a) in Molise e saranno quelli delle zone 92.3.c) in Abruzzo. Nell'ambito della deroga dell'articolo 92.3.a) gli aiuti all'avviamento saranno del 50% per i primi due anni. L'intensità de! 30% per gli aiuti all'investimento è limitata all'ambito della deroga 92.3.c). Nelle zone fuori deroga le intensità saranno quelle previste dalla comunicazione della Commissione sugli aiuti alle PMI, o nei limiti del de minimis. Resta inteso che ogni decisione attualmente in esame presso la Commissione che permetta di aumentare i detti massimali verrà applicata in favore dell'Italia. Le disposizioni nazionali di applicazione verranno comunicate alla Commissione entro il 30 giugno 1995. Entro il 30 giugno di ogni anno, a partire dal 1996, verrà presentato alla Commissione un rapporto dettagliato sull'applicazione

-della legge; 7) m Ai fini dell'applicazione de! secondo comma dell'articolo 5 della decisione della

Commissione de! 9 dicembre 1992, si intendono realizzati almeno al 30% alla data del 14 agosto 1992 i progetti il cui stato di avanzamento contabile al 31 dicembre 1993 è di almeno il 75%.'Il termine per il rapporto scritto dettagliato di cui al terzo comma è prorogato al 30 giugno 1996. Agli altri progetti la cui domanda era in istanza il 14 agosto 1992 potranno venir accordate, se approvati, le intensità di aiuto degli articoli 2 e 3 della stessa decisione. Il termine del .31 dicembre 1993 di cui all'articolo 6 è prorogato al 31 dicembre 1995;

8) li differenziale massimo di fiscalizzazione degli oneri sociali viene cosi fissato: 5% al 1.7.1995; 4% al 1.1.1996; 3% a! 1.1.1997; 2% al 1.1.1998; 1% al 111.1999; 0% al 1.1.2000;

9) Per quanto concerne gli aiuti previsti dal fondo di garanzia per le PMI, questo interviene una tantum per ciascuna impresa interessata. Il consolidamento concerne la siruazione debitoria al 30 settembre 1994. Il beneficio del prestito partecipativo è alternativo rispetto a quello del consolidamento. La convenzione tra il fondo ed i Ministeri responsabili, da notificare alla Commissione in applicazione dell'articolo 93.3.CE, preciserà fra l'altro i criteri di valutazione della solidità delle imprese e le soglie per la notifica dei casi significativi. Le soglie saranno fissate ad un livello

„ equivalente a 5 MECU di aiuto attualizzato; 10) La deroga dell'articolo 92.3.c) CE copre una popolazione non superiore al 12,5%

della popolazione nazionale, più un supplemento dei 2,2% fino al 31 dicembre 1996. Un progetto di carta modificata per tener conto di queste percentuali, nelle quali sono compresi anche l'Abruzzo ed il Molise, verrà notificato alla Commissione entro il 24 gennaio 1995;

11) In Abruzzo le intensità degli aiuti all'investimento produttivo saranno del 30% per le PMI e del 25% per le altre imprese. Fino al 3 l dicembre 1997 può' venir concesso l'esonero totale annuale degli oneri contributivi per i nuovi impieghi creati. Il differenziale massimo di fiscalizzazione degli oneri sociali viene cosi fissato: 5% al 1.7.1995; 3%ai 1.1.1996; 1% al 1.7.1996; 0% al 1.1.1997. Fino al 31 dicembre 1996

• può' operare il fondo di garanzia per le PMI; 12) In Molise le intensità degli aiuti all'investimento produttivo saranno: per le PMI del

45% al 1.7.1995; 40% al 1.1.1997; 30% al 1.1.1999. Per le altre imprese del 35% al 1.7.1995; 30% al 1.1.1997; de! 25% al 1.1.1999. Fino al 30.6.1995 restano'Ie intensità della decisione del 9 dicembre 1992. Fino al 31 dicembre 1997 può' venir concesso l'esonero totale annuale degli oneri contributivi per i nuovi impieghi creati. Il differenziale massimo di fiscalizzazione sarà quello indicato al punto 8). Fino al 31 dicembre 1999 può' operare il fondo di garanzia per le PMI;

Atti Parlamentari — 14293 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

13) Gli stanziamenti destinati agli Investimenti produttivi previsti dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488, che costituisce il quadro legale per gli aiuti nazionali a finalità regionale, sono anualmente di LIT 10.000 mld (5.000 MECU). Le disposizioni nazionali di applicazione sono comunicate alla Commissione entro 30 giorni dalla loro adozione.

Mi è gradito porgerLe i migliori saluti

PAGINA BIANCA

Atti Parlamentari — 14295 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Roma, 17 gennaio 1995

Signor Commissario Vari Miert,

• • facendo seguito al nostro incontro dei 13 gennaio 1995 Le comunico le modifiche -.che abbiamo concordato allo schema degii.aiuti di Stato italiani a finalità regionale che Le avevo inviato in data 15 dicèmbre 1994. •

Tali modifiche sono esposte nell'allegato 1.

Lè confermo jnollre quanto segue:

•1) i regimi^ di "aiuto comunicati ii 16 dicembre 1994, modificati come indicato nell'allegato, si intendono notificati in data odierna ( 17 gennaio 1995), ai sensi dell'articolo 93.3.

Ce; . . . •

2) mi rendo conto che la Commissione adotterà una. decisione finafe nell'ambito della procedura C 34/92 per quanto concerne gir sgravi contributivi, l'esenzione annuale per. la creazione di nuovi .impieghi ed il differenziale 'di fiscalizzazione. Contestualmente," sebbene con atto separato, saranno decise le altre materie; *

3) le proposte concernono l'insieme delle aree deprèsse italiane, # soprattutto quelle, . • coperte dagli obiettivi 1,2 et 5b); .. .""7

4) la definizione delle aree, i massimali, di intensità è l'operatività di tutti gli interventi sì intendono limitati ai diversi ' periodi di intervento dei fondi strutturali comunitari attualmente previsti nei territori degli obiettivi 1, 2 e 5b). Per le zone fuori obiettivo^s£ seguono le cadenze dell'obiettivo 2. • " " 7*:t

*• • • . •

Su questa base confido che Lei darà istruzione ai Suoi servizi'affinchè siano poste in essere le procedure necessarie all'adozione delle decisioni della Commissione "in merito ed in attesa di Sue comunicazioni La saluto con la più viva cordialità. •

Atti Parlamentari — 14296 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

.Allegato 1 alla 'letteradel. 17gennaio 1995

MODIFICHE ALLO SCHEMA DEGLI AIUTI DI STATO ITALIANI A FINALITÀ1

. " \ . " REGIONALE.

1) Le intensità - # degli aiuti all'attività ol'ricerca celle PMI nell'ambito della deroga m

dell'articolo 92.3 a) saranno cispettivarnente de! 65% per la ricerca di base e de! 40% per, la" ricerca'applicata. Le disposizioni nazionali di applicazione verranno comunicate alla Commissione entro il 3t dicembre 1995. Resta inteso" che ogni decisione della m

Commissione che"permetta ci aumentare i detti massimali verrà acoiicata a favore* deintalia; ' • ; • " f\

2) Per quanto concerne la lecce 44/55 sull'imprenditoria giovanile - per la quale sono' attualmente previsti stanziamenti per LIT 350 mie (175 MECU) - le intensità degli aiuti all'investimento nelle regioni Abruzzo e Molise seno'quelle previste per queste regioni ; dalla proposta acattata. Gli aiuti all'avviamento saranno equivalenti a quelli delle zone. !

92.3".a) in Molise e.saranno.quelli delle zone 92^3.c) in Abruzzo. Nell'ambito della deroga dell'articolo 92.3.a) gli aiuti all'avviamento saranno de! 50% per i primi due anni. L'intensità de! 30% per gli aiuti all'investimento è limitata all'ambito della deroga 92.3.c). * Nelle .zone fuori deroga le intensità saranno quelle previste dalla comunicazione della Commissione sugli aiuti alle PMI, o nei limiti del de minimis. Resta inteso che ogni decisione attualmente in esame presso la Commissione che permette di aumentare i detti massimali, verrà applicata in favore dell'Italia. Le dispcsizicni nazionali di applicazione verranno comunicate alla Commissione entro, il 30 giugno. 1995. Entro il 30 giugno di ceni anno, a partire dal 1996, verrà presentato' alia Commissione un rapporto dettagliato sull'applicazione della legge; • .

3) Ai fini dell'applicazione def secondo comma dell'articolo 5 della decisione della Commissione del 9 dicembre'1992, si intendono realizzati almeno al 30% alla data de!

• 14 agesto 1992 i progetti il cui stato di avanzamento contabile al 31 dicembre 1993 è a almeno il 75%. II termine per il rapporto scritto dettagliato di cui al terzo comma è prerecato al 30 giugno 1995. Agli altri progetti la cui demanda era in istanza il 1* agesto 1992 potranno venir accordate, se spprevati, le intensità ci aiuto degli articoK. e 3 della stessa decisione. II termine del 31 dicembre 1993 di cui all'articolo 5 i prerecato al 31 dicembre 1995;

Atti Parlamentari — 14297 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

4) II differenziale massimo di fiscalizzazione degli oneri sociali viene cosi fissato: 5% al 1.7.1995; 4% al 1.1.1996; 3% ai 1.1.1997; 2% al 1.1.1998; 1% al 1.1.1999; 0% al 1.1.2000;

5) La deroga dell'articolo 92.3.C) CE copre una popolazione non superiore al 12,5% della popolazione nazionale, più un supplemento del 2,2% fino.al 31 dicembre 1996. Un progetto di carta modificata per tener conto di queste percentuali, nelle quali sono compresi anche l'Abruzzo ed il Molise, verrà notificato alla .Commissione entro il 24 gennaio^ 995;

6) Per quanto concerne gli aiuti previsti dal fondo di'-garanzia per le PMI, questo interviene.una tantum per ciascuna impresa interessata. Il consolidamento concerne la situazione debitoria al 30 settembre 1994. Il beneficio del prestito partecipativo è alternativo rispetto a quello del consolidamento. La convenzione tra il fondo ed i Ministeri responsabili, da notificare alla Commissione in applicazione dell'articolo 93.3.CE, preciserà fra l'altro i criteri di valutazione della solidità alle imprese e le soglie per la notifica dei casi significativi. Le soglie saranno fissate ad un livello equivalente a 5 MECU di aiuto attualizzato;

7) In Abruzzo le intensità degli aiuti all'investimento produttivo saranno del 30% per le PMI e del 25% per le altre imprese. Fino al 31 dicembre 1997 può venir concesso l'esonero totale annuale degli oneri contributivi per i nuovi impieghi creati. II differenziale massimo di fiscalizzazione degli oneri sociali viene cosi fissato: 5% al i.7.1995; 3% al 1.1.1996; 1% al 1.7.1996; 0% al 1.1.1997. Fino ai 31 dicembre 1996 può'operare il fondo ci garanzia per le PMI;

8) In Molise le intensità degli aiuti all'investimento produttivo saranno: per le PMI del 45% * al 1.7.1995; 40% al 1.7.1997; 30% al 1.1.1999. Per le altre imprese del 35% a l . 1.7.1995; 30% al 1.1.1997; del 25% al 1.1.1999. Fino al 30.6.1995 restano le intensità della decisione del 9 dicembre 1992. Fino al 31 dicembre 1997 può .venir concesso l'esonero totale annuale degli oneri contributivi per i nuovi impieghi creati. II differenziale massimo di fiscalizzazione sarà quello indicato al punto 8). Fino al 31 dicembre 1999 può operare il fondo di garanzia per le PMI;

9) Gli stanziamenti destinati agli investimenti produttivi previsti dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488, che costituisce il quadro legale per gli aiuti nazionali a finalità regionale, sono attualmente di LIT 10.000 mld (5.000 MECU). Le disposizioni nazionali di applicazione sono comunicate alla Commissione entro 30 giorni dalla loro adozione. •

PAGINA BIANCA

Atti Parlamentari —14299— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

A L L E G A T O 2

Atti Parlamentari — 14300 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Roma, 2 6 LUG. 1995

Signora Commissario,

facendo seguito ai contatti intercorsi tra i nostri rispettivi Servizi dopo la Sua visita a Roma dell'8 giugno scorso, Le accludo il testo riguardante il risultato delle discussioni.

Esso è stato concordato e concerne diversi problemi rimasti ancora in sospeso sul Q.C.S. 1989-93 riguardo la proroga degli impegni e dei pagamenti, oltre che le procedure di attuazione previste per il nuovo periodo di programmazione 1994-99.

Nel trasmetterLe il testo Le chiedo di volermi confermare, la Sua intesa sul contenuto.

11 testo concordato non prende in considerazione eventuali intese che possono essere auspicabilmente raggiunte sul Fondo Sociale Europeo e sul FEOGA Orientamento.

La decisione della Commissione è relativa all'obiettivo 1 e ai PIM anche del Centro-Nord, ma sono certo che la rilevanza degli impegni assunti potrà consentire un trattamento di uguale considerazione per quanto riguarda le proroghe necessarie anche per gli interventi in corso di realizzazione nei territori interessati agli obiettivi 2 e 5b.

Voglia gradire, Signora Commissario, i sensi della mia più alta considerazione. ;

(Rainer Masera)

All.c.s.

Atti Parlamentari — 14301 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Dr. Monika Wuif-Mathies iVtirglied der Europäischen Kommission

Rue de la Lot 200 B-1049 BRÜSSEL Tel. 299 38 70/69

2 6 -07- 1995

Mr. A. Rainer Masera Minister of Budget

' Via XX settembre

I - 00187 ROME

Dear Minister,

Thank you for your letter of today in which you refer to the measures to be taken to improve • programme management in Italy and the final extension of deadlines for the 1989-93 programming period. -

I confirm that the annexe attached to your letter on improvements for structural funding management and control is an accurate statement of the understanding between us. I trust that this will cover similar understandings with the regional governments.

For the Commission's part, most of the extensions requested are now decided and I look forward to an improved performance on programme implementation on the pan of the Italian authorities. As agreed, before we can confinn the payments extensions definitively, we will have to assess the overall progress made on the management package towards the end of the year.

I look forward to continuing to work with you to improve the performance and impact of structural funds in Italy.

Yours sincerely,

Atti Parlamentari — 14302 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

¿8

Premessa

Le difficoltà incontrate negli scorsi anni nel l 'ut i l izzazione dei Fondi strutturali sono fonte di grave preoccupazione sia da parte delle Autorità italiane sia del la Commissione Europea.

. Data la serietà dei problemi emerge l'esigenza di un cambiamento radicale nella gestione dei programmi dei Fondi strutturali in Italia. Esso sarà perseguito nel lo spirito del partenariato fra le autorità centrali, quelle regionali e la Commissione.

Le Autorità italiane sono impegnate nel portare avanti tale cambiamento e in partenariato con la Commissione hanno già intrapreso un programma di specifiche misure (vedi allegato 1).

Questo impegno è motivato dal la necessità di dare impulso alla nuova politica di sviluppo regionale del le Autorità italiane per le aree depresse che è intimamente legata e complementare alla politica di coesione del l 'Unione .

Le Autorità italiane e la Commiss ione continueranno i loro sforzi per attuare le necessarie riforme amministrative ed adottare le altre misure per migliorare l 'uti l izzo 'dei Fondi comunitari ed accelerare l 'esecuzione dei relativi investimenti.

Lo sforzo principale consisterà nel realizzare .sul terreno una concreta applicazione delle riforme, incluse quelle già decise. Questo processo di riforme sarà perseguito nel modo più ampio coinvolgendo sia le Amministrazioni centrali sia quel le regionali nel l 'ambito di uno stretto partenariato.

Appare chiaro che l'attuazione di politiche strutturali riguardanti una molteplicità di soggetti e di misure richiede . un coordinamento particolarmente forte.

Al fine di essere efficace, il necessario meccanismo di coordinamento deve avere il requisito di un ampio riconoscimento da parte dell' Autorità politica e deve essere capace ed avere diritto di mobilizzare

Atti Parlamentari — 14303 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

l'Amministrazione a tutti i livelli.

Le principali cause dei suddetti problemi sono: », }

- la crisi e in seguito l'abolizione definitiva dell'organizzazione che era stata incaricata nel dopoguerra di assicurare fintervento pubblico nel Mezzogiorno;

- l'entrata in vigore nel 1989 di un nuovo Regolamento comunitario, rivisto nel 1994, che ha reso più complessa e più vincolante tutta la materia;

- la crisi politica che ha travagliato il Paese e le Regioni negli ultimi anni e che, tra l'altro, ha determinato un forte rallentamento ed in alcuni casi anche il blocco degli interventi pubblici e specialmente delle infrastrutture;

l'esistenza di procedure pubbliche lunghe e complesse, incompatibile con le esigenze comunitarie;

- la fragilità delle strutture*amminisrrative e la progressiva riduzione di capacità progettuali autonome e di progetti cantierabili;

- i vincoli di bilancio.

L'insieme di queste cause e di altre ha determinato forti ritardi nell'attuazione delle azioni cofinanziate dall'Unione Europea prima del 1994 e pregiudica seriamente le azioni cofinanziate per il 1994-99.

Appare d'altra parte opportuno che nei limiti dei regolamenti comunitari, anche le procedure della Commissione vengano quanto più possibile snellite e semplificate.

Sulla base di questa analisi comune il Governo italiano si impegna ad intraprendere le azioni appresso descritte.

1 Rafforzamento delle strutture amministrative centrali e regionali

a) Entro dicembre 1995 sarà operativa la "cabina di regia nazionale", istituita presso il Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica, al fine di costituire un centro unitario di riferimento per le azioni cofinanziate dai fondi comunitari (vedi allegato 2).

Atti Parlamentari — 14304 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

b) Il Governo italiano chiederà ai Presidenti delle Regioni interessate agli obiettivi 1, 2, 3, 4 e 5b l'impegno a creare e rendere operative le "Cabine di regia regionali" entro il 1995.

c) Il Governo italiano promuoverà entro la fine del 1995 i 'procedimenti necessari affinché le Amministrazioni centrali responsabili dell'attuazione di interventi cofinanziati si dotino, entro il semestre successivo, di -strutture amministrative specificamente incaricate di tali compiti, dotate di un organico adeguato in termini quantitativi e qualitativi.

d) 11 Governo domanderà ai Presidenti delle Regioni di assumere un simile impegno con riferimento alle strutture amministrative regionali.

e) Sarà prevista una partecipazione delle parti sociali a fianco delle. "Cabine di regia" a livello nazionale $ regionale, nonché dei Comitati di sorveglianza- dei Programmi regionali e del Quadro

'comunitario di sostegno.

f) Sarà assicurato il rafforzamento, soprattutto attraverso una migliore qualificazione del personale, del Servizio per le politiche di coesione del Ministero del Bilancio.

• Verranno utilizzati in modo sistematico anche il Nucleo di Valutazione degli investimenti pubblici e il Nucleo Ispettivo.

2 Assistenza tecnica

a) Per la fine del mese di ottobre 1995 il nuovo sistema informativo centralizzato di monitoraggio, in corso di realizzazione da parte del Ministero del Bilancio e del Ministero del Tesoro, sarà operativo per il monitoraggio dell'avanzamento finanziario del Q.C.S. per il Mezzogiorno, a livello centrale e successivamente regionale. Entro la fine del 1996 si prevede di rendere disponibili anche le informazioni sull'avanzamento fisico e procedurale.

II Governo chiederà alle Regioni l'impegno a garantire l'adozione al proprio interno di un sistema informatico compatibile con il sistema della Ragioneria Generale dello St£to.

Per accelerare il funzionamento del sistema e la sistematica

Atti Parlamentari — 14305 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

raccolta dei dati, si ricorrerà alle risorse previste nel Quadro comunitario di sostegno per le attività di assistenza tecnica.

b) Per alcuni programmi multiregionali saranno iniziati, entro il dicembre 1995 i procedimenti necessari per designare, entro, il ' ' primo, semestre 1996, strutture esterne di esperti che forniscano supporto alle strutture amministrative responsabili per l'attuazione dei programmi e per la sorveglianza del regolare avanzamento degli interventi cofinanziati.

Il Governo italiano chiederà ai Presidenti delle Regioni di assumere un impegno analogo per i programmi operativi regionali.

Queste disposizioni saranno attuate utilizzando le risorse specificamente previste per le attività di assistenza tecnica nel Quadro comunitario di sostegno. '

c) .Per determinati progetti, di grandi dimensione e complessità realizzativa, inclusi nei programmi operativi multiregionali, sarà promossa entro il dicembre 1995 dalle autorità competenti un'iniziativa legislativa che istituisca la figura del project manager, in particolare quale responsabile del calendario esecutivo del progetto e in grado di costituire il raccordo tra le amminstrazioni responsabili del programma cofinanziato, gli enti appaltanti e la direzione dei lavori nei singoli cantieri.

Il Governo chiederà ai Presidenti delle Regioni di assumere analogo impegnoper i progetti più grandi e complessi inclusi nei Programmi operativi regionali.

d) Il Governo e la Commissione Europea, entro il mese di novembre 1995, esamineranno la possibilità di attivazione nell'ambito dei fondi del Q.C.S. 94-99, di una speciale linea di assistenza tecnica, da attuare d'intesa con le Regioni, volta alla costituzione di un "parco" di progetti suscettibili di beneficiare del cofinanziamento dei vari fondi strutturali.

3 Miglioramento delle procedure

Atti Parlamentari — 14306 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

5

a) Entro il 31 Dicembre 1995 il Governo italiano fornirà alla Commissione Europea un'analisi dei problemi relativi alle procedure di esecuzione degli interventi pubblici, cofinanziati dall'Unione Europea; saranno indicate le principali misure assunte o che si intendono assumere in via regolamentare o con proposte legislative secondo i casi, volte alla semplificazione ed accelerazione delle procedure e degli interventi; saranno indicati i tempi entro i quali saranno attivati i relativi procedimenti.

Verrà rivolta 'particolare attenzione alle procedure di autorizzazione e alla regolamentazione in modo sistematico delle Conferenze di servizio e dei Commissari ad acta.

A questo proposito, l'allegato 3 contiene alcune indicazioni formulate dalla Commissione, che il Governo italiano si riserva di esaminare nel contesto cui si è f a t t o riferimento più sopra.

Jl . Governo italiano richiederà ai Presidenti delle Regioni l'impegno a riesaminare le procedure di competenza regionale perchè possano essere identificati ed avviati quanto prima possibile provvedimenti di semplificazione e accelerazione delle procedure stesse.

I fondi dell'assistenza tecnica previsti nel Quadro comunitario di sostegno potranno essere utilizzati per lo studio e la definizione dei provvedimenti di accelerazione delle procedure attuative, in linea con i principi della Commissione sull'uso dei fondi per l'assistenza tecnica.

b) Il Governo italiano comunicherà entro la fine dell'anno in corso il quadro dei sis'temi di controllo in atto e previsti sull'uso dei fondi strutturali.

4 Mobilitazione delle risorse di bilancio

Tenuto conto delle misure recentemente adottate per via legislativa, il Governo italiano assicurerà entro l'anno la copertura finanziaria della quota nazionale, relativamente al primo triennio (1994-1996) per tutti i programmi multiregionali e regionali che risulteranno approvati dalla Commissione alla data del 31 ottobre 1995 ivi compresi quelli dello SFOP. II Governo italiano si attiverà affinchè le risorse finanziarie provenienti dalla legge n. 845/78 confluiscano nel Fondo di

Atti Parlamentari — 14307 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

^^/iéi^UK^/^^^^^^ 6

5

6

rotazione esistente presso il Ministero del Tesoro.

Il Governo vincolerà l'assegnazione dei fondi alle clausole che riterrà più opportune per accelerarne l'utilizzo, ivi comprese quelle volte a prevedere la possibilità di revoca e riprogrammazione delle risorse nazionali di cofinanziamerito.

Valorizzazione delle risorse umane delle Amministrazioni pubbliche italiane

A partire dal mese di ottobre 1995 il Governo italiano invierà presso la Commissione funzionari delle amministrazioni centrali e regionali per un periodo di due mesi al fine di realizzare stages di- informazione/formazione con riferimento alle procedure comunitarie e alle modalità operative dei servizi della Commissione.

L'azione proseguirà fino a quando il Governo italiano e la * Commissione Europea la considereranno necessaria.

Le spese per questa azione saranno assicurate a valere sul Programma Operativo Multiregionale per la formazione dei funzionari delle Amministrazioni pubbliche ovvero a valere sulle altre disponibilità previste 'nel Quadro comunitario di sostegno per interventi di assistenza tecnica.

Azioni della Commissione

La Commissione Europea a sua volta si impegna a realizzare le opportune azioni di coodinamento al proprio interno, al fine di assicurare la migliore attuazione della presente intesa e là necessaria coerenza con l'attività della Cabina di regia nazionale;

la Commissione Europea assicurerà la realizzazione in tempi brevi del collegamento dei propri sistemi informativi con il Sistema Informativo della Ragioneria Generale dello Stato per consentire il trasferimento per via telematica dei dati sull'attuazione degli interventi cofinanziati e sull'utilizzo delle risorse comunitarie;

la Commissione Europea si impegna a ricercare ulteriori

Atti Parlamentari — 14308 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

semplificazioni al fine di accelerare le proprie procedure;

- la Commissione Europea provvedere, d'intesa con il Governo italiano, a razionalizzare la materia relativa ai Comitati di sorveglianza in particolare- per quanto riguarda le sinergie e il calendario dei lavori dei Comitati medesimi.

A questo proposito, l'allegato 4 contiene alcune indicazioni formulate dal Governo italiano, che la Commissione si riserva di esaminare.

6.2 Proroghe

La Commissione ha finora tenuto in sospeso le domande di proroghe presentate dal Governo italiano. Preso atto delle azioni già-intraprese e della volontà manifestata dal Governo italiano per migliorare l'utilizzo dei fondi, la Commissione fornisce una risposta positiva rispetto all'estensione dei termini richiesti. Senza il supporto di una tale azione, la situazione già seria in queste Regioni si deteriorebbe ulteriormente aggravando cosi il divario già esistente nella politica di coesione. Tuttavia è importante notare che, per quanto riguarda il precedente periodo di programmazione, non saranno concesse ulteriori estensioni per completarne l'attuazione, sui programmi contemplati dalla presente intesa.

Di conseguenza:

a) l'estensione del termine per gli impegni nazionali per i programmi 1989-93 fino al 31.12.95, per i casi in cui la richiesta è stata effettuata nei tempi stabiliti, è concessa nel contesto della presente intesa. L'allegato 5 indica le forme di intervento ! alle quali si applicano tali proroghe;

b) sul fronte dei pagamenti, per i quali la completa dimensione del problema non è ancora chiara visto che i pagamenti sono in corso in funzione dell'attuale termine del 31.12.95, un'approvazione di

Atti Parlamentari — 14309 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

massima delle proroghe può essere ora consentita in funzione delle proroghe degli impegni. Il termine per i pagamenti è fissato al 31/12/97 per i programmi di cui all'ali. 5 ed al 31/12/96 per gli altri programmi. Tale proroga è soggetta a conferma ad luna data successiva, entro il dicembre 1995, teriendo cónto globalmente dei progressi che saranno stati realizzati in relazione allo spirito e agli obiettivi della presente intesa.

Fin da ora, ferme restando le proroghe già concesse oltre tale data, è peraltro accordata l'estensione dei termini di pagamento per i seguenti casi:

i) per i PIM ulteriori quattro mesi per i pagamenti fino al 31.10.95; ,

ii) per. VALOREN una proroga fino al 31.12.95 per consentire i pagamenti delle somme dovute sugli investimenti realizzati prima del 31.12.94;

iii) sul programma Metanizzazione, un'estensione del -termine dei pagamenti per tutto il 1996.

7 Attuazione dell ' intesa

Nell'ambito del partenariato, il Commissario Europeo per le politiche regionali e il . Ministro del Bilancio, e della Programmazione economica verificheranno periodicamente lo stato di attuazione globale dell'intesa e l'utilizzo dei fondi strutturali. Tale verifica sarà effettuata per la prima volta all'inizio del mese di novembre 1995 e, successivamente, in linea di principio, ogni sei mesi, anche ài fine di adottare, ove necessario, eventuali ulteriori misure correttive.

. m La Commissione Europea ed il Governo italiano convengono sull'importanza che nell'ottobre 1995 venga sottoscritta dal Governo italiano e dalle Regioni con l'adesione della. Commissione un'intesa che precisi le azioni previste dalla presente intesa che ciascuno dei partners si impegna ad attuare al fine di giungere ad un migliore e più celere utilizzo delle risorse destinate alle aree depresse.

26 LUG. 1995

Atti Parlamentari — 14310 — Camera dei Deputati

XD LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

A L L E G A T O 1)

Iniziative già assunte dal Governo per accelerare l'attuazione degli interventi cofinanziati

e l'utilizzo delle risorse dei fondi strutturali comunitari.

1 C o p e r t u r a f i n a n z i a r i a .

s g

m

9

S

- Decreto legge n. 41/1995: stanziamento di ulteriori 3000 miliardi destinati al Mezzogiorno attraverso -mutui da contrarre entro il limite d'impegno decennale di 540 miliardi di lire;

- decreto legge n. 244/1995 (art. 4): ulteriore stanziamento di lire 5000 miliardi destinato al Mezzogiorno, con priorità nell'utilizzo assegnata agli interventi per. completamento funzionale, agii investimenti cofinanziati* dall'Unione europea e agli interventi

• immediatamente eseguibili;

- decreto legge n. 2*44/1995: copertura finanziaria per il programma operativo multiregionale "risorse idriche" (art. 10) e per i programmi regionali cofinanziati dal FESR, limitatamente al 40% del fabbisogno delle regioni dell'obiettivo 1 (art. 5);

- deliberazioni del CIPE (del 27.4.1995, del 10.5.1995 e del 23.6.1995) che hanno assegnato con riferimento al triennio 1994-. 1996 a valere sia sulle risorse del fondo di cui all'art. 19 del decreto legislativo n. 96/1993 sia sulle risorse del fondo di rotazione di cui alla legge 183/1987 per complessivi 3.579 miliardi di lire di cui:

* 1.054 miliardi di lire al cofinanziamento nazionale dei DOCUP delle regioni dell'obiettivo 2 (misure FESR);

* 600 miliardi di lire al cofinanziamento nazionale dei Docup delle Regioni dell'obiettivo 5b (misure FESR e FEOGA);

* 1.276 miliardi di lire ai Programmi Operativi finora approvati dalla Commissione delle Regioni dell'obiettivo 1 (misure FESR e FEOGA); .

Atti Parlamentari — 14311 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

* 649 miliardi di lire al cofinanziamento delle misure di aiuto alle PMI, gestite dal Ministero dell'Industria, previste nei Docup delle regioni degli obiettivi 2 e 5b.

Si è inoltre provveduto al cofinanziamento per complessivi 4.132 miliardi di lire di cui:

* 3.760 miliardi di lire per il programma "industria e servizi" (misura 1.1 e misura 3.1) relativo all'intero periodo 1994-99;

* 372 miliardi di lire per le azioni del F.S.E. relative ai Q.C.S. e DOCUP obb. 1, 2, 3, 4 e 5b per l'anno 1994.

2 Rafforzamento del le strutture amministrative

- Istituenda Cabina di regia nazionale (art. 6 del D.L. 244/1995);

- attivazione del Comitato tecnico di cui all'art. 5 del DPR n. 284/1994 con compiti istruttori .delle delibere da sottoporre al CIPE che riguardano la materia comunitaria e che ha concorso ad istruire le deliberazioni richiamate nel presente allegato. Nell'ambito di questo Comitato si sta costituendo il primo nucleo

.organizzativo della "cabina di regia nazionale";

- rafforzamento dell'organico e informatizzazione del Servizio centrale per le politiche di coesione del Ministero del Bilancio e della programmazione economica;

- costituzione di unità di crisi operative per i PIM e per il Q.C.S. 1989-1993.

3 Provvedimenti accelerativi e procedure

- Definizione della legge sui lavori pubblici (legge 216/1995);

- autorizzazione al ricorso da parte delle Amministrazioni pubbliche competenti nella gestione di interventi cofinanziati dai fondi strutturali alla Conferenza di Servizi per l'acquisizione di pareri, autorizzazioni e il raggiungimento di intese tra più amministrazioni (art. 5, 1° comma del D.L. n. 244/1995);

Atti Parlamentari — 14312 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

- possibilità di revoca della quota di finanziamento nazionale nei confronti dei soggetti beneficiari che, per cause dipendenti dai propri comportamenti, abbiano compromesso il rispetto dei tempi stabiliti dall'Unione europea per la realizzazione degli interventi, cosi che l'investimento non possa più beneficiare della quota assegnata dai fondi comunitari (art. 5, 2° comma, del D.L. n. 244/1995);

- facoltà di nomina da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Bilancio, di un Commissario ad 'acta che attui gli interventi, in sostituzione dell'Amministrazione inerte, avvalendosi della struttura della medesima o di altre Amministrazioni (art. 5 D.L. 163/1995 convertito nella legge n. 273/95);

- introduzione nelle delibere del CIPE di cofinanziamento di una clausola che consente di rivedere le ipotesi di cofinanziamento, in funzione dell'avanzamento dei programmi "e delle eventuali esigenze di riprogrammazione degli interventi;

- decreto legge n. 163/1995 convertito nella legge n. 273/95 concernente la semplificazione delle procedure amministrative;

procedure di attuazione del Quadro comunitario di sostegno 94-99:

* deliberazione CIPE del 23.6.1995 di approvazione delle direttive per le sovvenzioni globali;

* deliberazione CIPE del 23.6.1995 di approvazione delle procedure per la pubblicazione di un .bando di manifestazione d'interesse per i servizi di assistenza tecnica, monitoraggio e valutazione delle forme di intervento previste dal Quadro comunitario di sostegno per l'obiettivo 1. Tale procedura vale per le Amministrazioni centrali e prevede il finanziamento a valere sulle risorse dell'asse prioritario n. 8 del Q.C.S. per l'obiettivo 1. Entro settembre sarà pubblicato il bando. E' previsto che anche le' Regioni possano beneficiare del finanziamento delle risorse

? multiregionali, a condizione del selezionare strutture che | potrebbero essere qualificate con i requisiti previsti dal bando. 9 Particolare attenzione viene dedicata, anche in termini di aiuto

finanziario, alle attività di assistenza tecnica a sostegno della progettazione.

Atti Parlamentari — 14313 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Allegato 2

CABINA DI REGIA

a) Cabina di Regia Nazionale }

Alle dirette dipendenze del Ministro* del Bilancio e della Programmazione Economica.

- Direttorio di esperti dell'Amministrazione o esterni, altamente qualificati.

Compiti • supervisione • impulso • • proposizione (ai Ministeri, alle Regioni) • composizione di controversie, conflitti e sovrapposizioni di competenze per le azioni cofinanziate dai fondi strutturali comunitari.

- Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche operative d'intervento, al quale partecipano rappresentanti ad alto livello delle Amministrazioni, delle Regioni e delle Parti Sociali

b) Cabine di Regia Regionali

Presidente: Presidente della Giunta Regionale o Assessore delegato

Coordinatore: Responsabile tecnico-programmatorio (Program manager)

Partecipanti: • Assessori responsabili dei settori interessati ai finanziamenti • Dirigenti di settore degli stessi Assessorati • Responsabili di Programma • Esperti

• Parti Sociali

Compiti • supervisione • impulso • proposizione • composizione di controversie, conflitti e sovrapposizioni di competenze

Lo schema riportato, basato su quello approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 4 agosto 1994, potrà essere adattato per le esigenze delle singole Regioni.

Atti Parlamentari — 14314 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

A L L E G A T O 3)

Al fine di snellire adeguatamente le procedure, la Commissione Europea considera importante che le Autorità Italiane adottino in tempi ravvicinati disposizioni regolamentari e, quando necessario, proposte legislative volte a: - fissare limiti temporali precisi per le procedure relative ai

provvedimenti autorizzativi, in particolare per quel che concerne le Sovraintendenze e gli Assessorati regionali per i Beni culturali e Ambientali;

rendere obbligatorio, con tempi precisi, il ricorso alla Conferenza dei Servizi, ed ai "Commissari ad acta" ogni qual volta ciò sia utile per ridurre i tempi delle procedure amministrative;

limitare in materia di lavori pubblici i provvedimenti sospensivi della magistratura amministrativa, ai soli casi in cui vi è rischio grave di danno irreversibile per la collettività.

adattare le regole e le procedure in materia di bilancio regionale e nazionale che facilitano l'attuazione dei programmi cofinanziati dei fondi strutturali ed in particolare la sostituzione di progetti bloccati con altri;

fare ricorso in maniera per quanto possibile sistematica all'istituto dell'arbitrato.

Atti Parlamentari — 14315 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

A L L E G A T O 4 )

Il Governo Italiano considera importante che la Commissione Europea faccia quanto possibile per:

rafforzare, nell'attuale fase di avvio dell'intervento ordinario italiano nelle aree depresse, le diverse unità che si occupano dell'Italia per i fondi strutturali;

consentire, come 'in passato, l'accesso ai fondi del FESR alle iniziative relative all'industria agro-alimentare;

rafforzare la coerenza nell'interpretazione di norme da parte dei suoi diversi Servizi;

migliorare la convergenza di vedute in ordine alle modalità attuative delle valutazioni;

limitare il ricorso a, nuove procedure in corso di attuazione dei programmi;

ridurre la parcellizzazione delle risorse derivanti da un gran numero di programmi;

limitare, ai soli casi in cui ciò appare indispensabile, le dichiarazioni di ineligibilità per azióni considerate eligibili in passato.

Atti Parlamentari — 14316 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

A L L E G A T O 5)

Elenco delle forme di intervento:

Forma di intervento N. F5SR Imponi non ancora impe­gnati stimati al 31.12.94 (spese pubbliche totali in Mecu) *

PO Industria - servizi 90.05.09.015 4i POP Abruzzo 90.05.09.013 8 POP Calabria .90.05.09.011 30 POP Campania 90.05.09.009 * 21 POP Molise 90.05.09.012 4 POP Puglia 90.05.09.017 25 POP Sicilia 90.05.09.007 132 PlCEnvireg 9i.05.10.006 "19 PIC Stride 9i.05.10.005 35 3 GP Puglia 93.05.03.010-12-13 1 3 GP Campania 93.05.03.007-8-9 12 GP Autostrada PA-ME ' 93.05.03.001 85 SGAFM 91.05.26.004 1 SG BIC Basilicata ' 93.05.26.003 5 SG CITHEF 92.05.26.004 8 SG IASM 91.05.26.006 3 SGGEPI 91.05.26.002 I

2 I • Comprensivi di imponi non ancora impegnati dal F.S.E. al 31.12.1994 5 ! u ,

a . • •

i i

Î i l Nell'elenco delle forme di intervento vengono adottate le seguenti abbreviazioni: I PO= Programma Operativo '

POP=Programma Operativo Plurifondo P I C - Programma di Iniziativa Comunitaria GP^Gcznde Progetto SG=Sowenzione Globale

Atti Parlamentari — 14317 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

COMPASSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

C(9S)17SS

Bruxelles.

DECISIONE DELLA COMMISSIONE

de! :

relative alla concessione di proroghe delle date limite per gli impegni è i pagamenti sul piano nazionale per gii interventi relativi al" periodo di programmazione* 19S9-1993 nelle regioni itiiane ìnetressate dall'obiettivo rt. 1,'come per i programmi integrati mediterranei e per il programma ValoretL . • "

C(95) 1788

(H testo in lingua Italiana è il solo facente tede)

Atti Parlamentari — 14318 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Decisione della Commissione

relativa alla concessione di proroghe delle date limite per gli impegni e i pagamenti sul piano nazionale per gli intervenci relativi ni periodo di programmazione 1989-19.93 nelle regioni italiane interessate dall'obiettivo n. I, come per i programmi integrati mediterranei e per il programma Valoren.

LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea.

visto il regolamento (CEE) n. 2052/SS del. Consiglio, del 24 giugno 19SS, relativo alle missioni dei Fondi a finalità strutturale, alla loro efficacia e al coordinamento dei loro interventi e di quelli della Banca europea per gli investimenti e degli altri strumenti -finanziari esistente1 \ modificato da ultimo dal regolamento (CE) n. 3193/94^ in particolare l'articolo 15, paragrafo L

visto il regolamento (CEE) n. 4253/S8 del'Consiglio, del 19'dicembre 19ZZ%

recante disposizioni d'applicazione del regolamento (CEE) n. 2052 /8S per quanto riguarda il coordinamento tra gli interventi dei vari Fondi strutturali, da un.lato, e tra tali interventi e quelli deila Banca europea per sii investimenri e degli altri strumenti finanziari esistenti, dallaltrb^ modificato da ultimo dal

•regolamento (CE) n. 3193/94^ in particolare l'articolo II e l'articolo 14, paragrafo 3, • ' ' • " . : •

considerando che, pei" (e varie forme di intervento nell'ambito del Quadro comunitario di sostegno 1989-1993 per le regioni italiane interessate dall'obiettivo n. I e per i programmi di iniziativa comunitaria relativi al medesimo periodo di programmazione, la Commissione ha fissato al 31 dicembre 1995 la data limite per i .pagamenti nazionali;

M GU n. L 135 del 15. 7.I9SS. png. 9. & CU n. L 337 del 24.12.1994.. png. J t.

GO" n. L 374 del 31.12. t!/SS. pag. I. C4> Gtf n. L 337 del 24.12.1994. pn*. t (.

Atti Parlamentari — 14319 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

considerando che la Commissione ha fissato la data limite per i pagamenti nazionali al 31 dicembre 1994 per il programma operativo Valoren e al 30 giugno 1995 per i programmi inregrari mediterranei;

considerando che il governo italiano ha richiesto alla Commissione, nel rispetto delle disposizioni di esecuzione finanziaria degli interventi, la proroga delle date limite per gli impegni nazionali per le forme ' di . intervento specificate nell'allegato' l alla presente decisione, e la proroga delle date limite per i pagamenti nazionali per turre le forme di intervento relative al periodo di programmazione 1989-1993, per iprogrammi inregrari mediterranei specificati nell'allegato 2 alla presente decisione e per il programma Valoren;

considerando che le condizioni richieste dalla Commissione per la concessione delle proroghe sono'soddisfatte;

Atti Parlamentari — 14320 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

A L L E G A T O I

Elenco de l le forme di intervento

Forma di intervento N . F E S ' R N . d e c i s i o n e

• . P O Induscria - serviz i 9 0 . 0 5 . 0 9 . 0 1 a C ( 9 3 } 3 9 2 0

- P O P A b r u z z o 9 0 . 0 5 . 0 9 . 0 1 3 C ( 9 3 ) 2 i 5 Ó / 5

- POP Calabria 9 0 . 0 5 . 0 9 . 0 1 ! €(93)2556/3

. P O P M o l i s e 9 0 . 0 5 , 0 9 . 0 1 2 C ( 9 3 ) 2 5 5 6 / 4

• POP C a m p a n i a 9 0 . 0 5 . 0 9 . 0 0 9 C ( 9 3 ) 3 7 9 4 .

• POP Puglia- 9 0 . 0 5 . 0 9 . 0 1 7 C ( 9 5 ) 3 7 9 7

• POP Sic i l ia 9 0 . 0 5 . 0 9 . 0 0 7 C(93)255<S/S

• P f C E n v f r e g . 9 1 . 0 5 . ( 0 . 0 0 6 C ( 9 1 ) 1 5 0 4 / 2

• .P tCScr ids • 9 .1 .05 .10 .005 C ( 9 2 ) 3 2 S S / 3

. 3 G P Puglia 9 3 . 0 5 . 0 3 . 0 1 0 - 1 2 - 1 3 C ( 9 3 ) 3 9 0 3 : 4 - 5

* 3 G P C a m p a n i a • 9 3 . 0 5 . 0 3 . 0 0 7 - S - 9 C ( 9 3 ) 3 9 0 0 - ì - 2

. GP Aucoscrada PA-M"£ 9 3 . 0 5 . 0 3 . 0 0 1 . C ( 9 3 ) 3 9 6 1

. S G A F M 9 1 . 0 5 . 2 6 . 0 0 4 C ( 9 2 ) 4 0 6 7 3

• S G S I C Basi ì icaca ' 9 3 . 0 5 2 6 . 0 0 3 C ( 9 3 ) I 4 6 l

• S G C t t h e f 9 2 . 0 5 . 2 6 . 0 0 4 • . • C ( 9 3 ) 2 5 6 / l

. S G t A S M . 9 1 . 0 5 . 2 6 . 0 0 6 C ( 9 2 ) 4 0 6 / 5

• S G G E ? f .. 9 1 . 0 5 . 2 6 . 0 0 2 C ( 9 2 ) 4 0 6 / 2

"1 NcM'denca iciU tonne de iarcrvenca vengono adonide fc seguenti abbr^.'i;:/.tg:ic:

PO m Presemina operativo PCP • Programma operativo pfurifûndo ?\C s Programma 61 :î»;*/i:tiivn co:i{c:itil::nr. CP * Grande proverrò SG • Sovvc:i/.ionc ^ioonte

Atti Parlamentari —14321 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

ALLEGATO 2

' Elencò dei program™ integrafi mediterranei (?.LM.)

P JLM. N. EESR N. decisione di 'riferimento

• Emilia-Romagna 88.05.81.015 C(91)3020/14 • Lazio SS.05.81.005 . C(91)3020/9-. '• Liguria SS.05.S1.014 C(91)3020/13 • . . Marche SS.05.8 L016 C(91)3020/11 •» Toscana 88.05.81.013 C(91)3020/12 • "Umbria • .88.05.81.012 C(91)3020/10 • Abruzzo ' SS.05.81.010 C(91)3020/8 • Basilicata 88.05.81.002 C(91)3020/4 . Calabria 88.05.81.003 • C(91)3020/3 • Campania S8.05.81.004 ¿(91)3020/6 • Molise • '88.05.81.018 C(91)3020/7 « Puglia SS.05.81.006 C(9l)3020/5 . Sardegna 88.05.81.011 C(91)3020/I • Sicilia 88.05.81.008 C(91)3020/2

Atti Parlamentari — 14322 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo I

La richiesta di proroga del governo italiano è accolta, e di conseguenza:

• per le forme di intervento indicate nell'allegato l alla presente decisione, la data limite per gli impegni delle risorse finanziarie nazionali è fissara al 31 dicembre 1995 e, facto salvo quanto altrimenti deciso dalla Commissione entro ti 31 dicembre 1995, la data limite per i pagamenti nazionali è fissata al 31 dicembre 1997;

• la data limite per i pagamenti nazionali, per tutte le altre forme di intervento relative al periodo di programmazione I9S9-1993, è fissata al 31 dicembre. 1996, facto salvo quanto altrimenti deciso dalla Commissione entro il 31 dicembre 1995;

• la data limite per ^pagamenti nazionali è fissata: - per t programmi integrati mediterranei indicati nell'allegato 2 alla

presente decisione, al'31 ottobre 1995; ; - perii programma operativo Valoren,. ai 31 dicembre 1995;

- per il programma operativo Metanizzazione, al 31"dicembre 1996. •

' * Articolo 2

Tutte le altre disposizioni delle relative decisioni' sono invariate. .

Articolo 3

La Repubblica italiana è destinataria della presente decisione.

Facto a Bruxelles, il

Per la Commissione Monika WULF-MATH1ES

Membro della Commissione

Atti Parlamentari — 14323 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

COMUNICATO STAMPA

La Commissione Europea si è oggi pronunciata favorevolmente sulle domande di proroga a suo tempo presentate dal Ministero d^l Bilancio e dalle Regioni italiane relativamente a programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali nell'ambito del Q.C.S. 1989-93 per l'obiettivo l. Si è preso cosi' atto dello sforzo compiuto in questi mesi dal Governo italiano per migliorare le condizioni di utilizzo dei fondi comunitari.

Sono ulteriormente prorogati al 31.12.95 i termini per l'assunzione degli impegni di numerosi programmi regionali e mulriregionali scaduti, dopo una prima proroga il 31.12.94. Potranno cosi' -essere assunti impegni di spesa per nuovi interventi per circa 1.000 miliardi di lire.

Sono inoltre prorogati i termini, anch'essi scaduti per i programmi dei PIM fino al 31.10.95 e per il Programma Valoren fino al 31.12.95.. E' stata inoltre garantita sin d'ora la proroga fino al 31.12.96 del termine per i pagamenti relativi al programma di metanizzazione.

In anticipo sulle scadenze fissate secondo i regolamenti al 31.12.95, la Commissione si è anche espressa a favore di una proroga che consente di spostare il termine • dei pagamenti per i programmi cofinanziati dal Fondo di Sviluppo Regionale (FESR) al 31.12.96 e, per i programmi i cui impegni sono stati oggi •prorogati, alla data del 31.12.97.

L'insieme delle proroghe per i pagamenti, tenuto conto anche delle proroghe accordate per gli impegni, consentirà potenzialmente di effettuare spese per investimenti stimabili intorno ai 7.000 miliardi di lire di cui circa la metà a carico dei fondi comunitari. . .

L'effettiva realizzazione di tali investimenti dipenderà necessariamente dalla capaci realizzativa dei diversi Enti preposti all'attuazione dei si -li interventi, ai quali verranno richiesti dal Governo specifici impegni in tal senso.

Tale proroga è soggetta* a conferma, a fine anno, da parte della Commissione.

Atti Parlamentari — 14324 — Camera dei Deputati

X n LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL 'I AGOSTO 1995

A tal fine, la Commissione terrà conto dei progressi che saranno stati realizzati per il rafforzamento, delle strutture delle Amministrazioni centrali e regionali coinvolte nell'utilizzo dei fondi comunitari, in primo luogo attraverso la costituzione delle cabine di regia, nonché delle misure adottate per accelerare le procedure tecnico-amministrative per l'uso dei fondi comunitari e per l'esecuzione dei progetti cofinanziati. E' altresì' previsto l'ampliamento delle azioni di assistenza! tecnica e di formazione del personale.

Le misure oggetto dell'intesa assumono particolare importanza anche al fine di imprimere un'accelerazione agli interventi relativi al nuovo Quadro Comunitario di Sostegno 1994-99 che presenta un grave ritardo nell'attuazione degli . investimenti, previsti in complessivi 65.000 miliardi di lire, di cui 29.700 miliardi a valere sulle risorse, comunitarie, 20.700 miliardi a carico di risorse pubbliche nazionali e 14.600 miliardi di risorse private.

Una sollecita approvazione da parte del Parlamento del D.L. 244/95 consentirebbe di dare immediato awj.o alle misure in esso previste che vanno nella direzione di quanto richiestoci dalla Commissione sia per il miglioramento delle strutture amministrative sia per la semplificazione delle procedure.

L'intesa - raggiunta attraverso l'attività svolta nelle ultime settimane da un gruppo di lavoro formato da responsabili della Commissione europea e del Ministero del Bilancio guidati rispettivamente dal Direttore Generale Landaburu e dal Sottosegretario Ratti - è stata perfezionata oggi a Bruxelles dal Commissario per le politiche regionali, Signora Monika Wulf-Mathies, e dal Ministro del Bilancio, Prof. Rainer Masera.

Nel sottolineare la rilevanza dell'intesa il Ministro Masera ha ricordato che la Commissione ha precisato, che in futuro per tali programmi non potranno essere accordate ulteriori proroghe.

Atti Parlamentari — 14325 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

COMISIÓN EUROPEA Servicio del Portavoz

EUR0PA.K0MMISSI0NEN Talsmandsuenesten

EUROPÄISCHE KOMMISSION Dienst des Sprechers

EYPnnAÏKH EniTPOriH Ynrjpcoí'o CXTTpOOCÛnOU TÛTTOU

EUROPEAN COMMISSION Sookesman's Service

COMMISSION EUROPÉENNE Service du Porte-Parole

COMMISSIONE EUROPEA Servizio del Portavoce

EUROPESE COMMISSIE Dienst van de Woordvoerder

COMISSÂOEUROPEIA Serviço do Porta-Voz

EUROOPAN KOMIS5IO Tiedotusoaállikon yicsikkó

ELROPEISKA KOMMISSIONEN Talesmannatjànsten

IP/95/823

Brussels, 26 July 1995

Migliore attuazione dei programmi dei Fondi strutturali in Italia

Per migliorare l'attuazione dei programmi ' dei Fondi strUtfurali in ! Italia, la Commissione europea e le autorità italiane hanno concordato una serie di provvedimenti che ne cambieranno radicalmente la gestione e accelereranno l'utilizzazione delle risorse finanziarie nelle regioni.

Commentando la decisione della Commissione, la Commissaria Monika Wulf-Mathies ha affermato che le misure decise mirano a chiudere in modo soddisfacente il periodo di programmazione 1989-93 e a migliorare in modo significativo l'esecuzione dei programmi 1994-99.

In'uno scambio di lettere firmato dalla Commissaria Wulf-Mathies e dal Ministro . Rainer Masera, è stato convenuto che le autorità italiane adotteranno le seguenti misure per rafforzare l'amministrazione centrale e regionale:

a) entro dicembre 1995 sarà resa operativa una cabina di regia nazionale presso H Ministero del Bilancio e della- Programmazione economica. Tale unità costituirà il punto centrale di riferimento per le misure finanziate con la partecipazione della Comunità.

b) II Governo italiano chiederà ai Presidenti delle regioni che beneficiano di finanziamenti per gli obiettivi 1,2,3,4 e 5b di provvedere alla costituzione di analoghe cabine di regia a livello regionale, che siano operative entro la fine del 1995.

c) Prima della fine del 1995, il Governo italiano provvedere- affinché le amministrazioni centrali responsabili dell'attuazione dei programmi dispongano, entro i sei mesi successivi, di una unità speciale dotata di mezzi adeguati e di personale sufficiente e qualificato.

d) Il Governo italiano chiederà ai Presidenti regionali di assumersi lo stesso impegno per quanto concerne la struttura delle amministrazioni regionali.

e) Le parti sociali saranno invitate a cooperare con le cabine di regia a livello nazionale e regionale nonché con i comitati regionali e con i comitati di sorveglianza dei QCS.

f) Il servizio Coesione del Ministero del Bilancio sarà rafforzato, soprattutto dal punto di vista di personale più qualificato.

Verrà fatto regolarmente ricorso al Nucleo di valutazione (per gli investimenti pubblici) e al Nucleo ispettivo (per operazioni di controllo).

INFORMACIÓN A LA PRESSA • *RZSSZ ME006L5LSE • MITTEILUNG A \ DIE PRESSE • ANAKOINOIH rw TON T>no • =»R555-R£L£ASC • INFORMATION A LA PRESSE • INFORMAZIONE ALLA STAMP. Mf Oc OELING AAV Of PFRS • f.Ov,:,N.'CADO DE IM PR EN'ÇA • LfHDîSTOTIEDOTÊ • ?<!E*5MFÎ>DELAND5

Atti Parlamentari — 14326 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

Tabella dei programmi che beneficiano di proroghe:

Intervento Importi estimati non ancora impegnati al 31 . 12. 1994 *

PO Industria-Servizi POP Abruzzo POP Calabria POP Campania-POP Molise POP Puglia POP Sicilia PIC ENVIREG PIC STRIDE

'3 G.P. Puglia 3 G.P. Sele-Calore-Montestella, Campania G.P. Autoroute Palermo-Messina S.G. AFM S.G. BIC Basilicata S.G. CITHEF S.G. IASM S.G. GEPI .

25 132

19 35

1 12 85

1 5 8 3 1

41 8

30 21

4

(POP = Programma Operativo Plurifondo, GP = Grande Progetto, SG = Sovvenzione Globale)

* Questi importi comprendono le somme estimative non ancora impegnate dal FSE al 31 . 12. 1994

SITUAZIONE

Nonostante i ritardi verificatisi in Italia nell'attuazione dei programmi dei Fondi strutturali, è indiscutibile che il Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) 1989-1993 ha avuto un impatto significativo in alcune zone . Ad esempio, circa 2000 aziende hanno ricevuto contributi per investimenti, la carenza nell'approvvigionamento idrico è stata ridotta o colmata per i prossimi 4-6 anni e 1,25 milioni di abitanti sono stati allacciati alla rete di erogazione del gas naturale.

La posizione del Mezzogiorno rispetto alle regioni centro-settentrionali è relativamente migliorata nel corso di tale periodo, seppure marginalmente, poiché il divario è s c e s o dal 40,5% nel 1989 al 39,8% nel 1993. Si tratta di una tendenza significativa, in quanto si oppone a quella registrata negli anni precedenti. Le previsioni attuali indicano tuttavia una crescita media dell'I ,6% del PIL nel Mezzogiorno contro il 2% per l'Italia nel suo complesso per il periodo fino al 1999, il che evidenza il grave pericolo di una ricaduta.

II nuovo QCS riveste pertanto la massima importanza. Le nuòve iniziative comunitarie perii prossimo periodo assegnano 16 miliardi di ECU degli aiuti dei fondi strutturali alle regioni dell'Italia meridionale. È assolutamente indispensabile che tali risorse vengano utilizzate nel modo più efficace possibile s e si vuole ridurre il divario di coesione esistente tra il Mezzogiorno e l'Unione europea.

Heike Gerstbrein 29.669.41. Dina Avraam 29.596.67

Atti Parlamentari — 14327 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

ALLEGATO 4

STIMA DEGLI INVESTIMENTI COMPLESSIVI, COFINANZIATI DAI FONDI STRUTTURALI, ATTIVABILI NEL

PERIODO 1994-1399

Interventi (11 . Costo Contributi Risorse Risorse totale comunitari pubbliche private

nazionali QCS 89-93 (2) 12.000 5.700 4.900 1.400 QCS 94-99 ob.l 65.000 29.700 20.700 14.600 Docup ob. 2, 94-96 4.500 1.400 2.400 700 Docup ob. 5b., 94-

99 9.100 1.800 2.700 4.600

PIC, 94-99 • 9.400 • -3.300 .3.300 2.800 TOTALE 100.000 41.900 34.000 24.100

- importi in miliardi di lire -cambio: 2.000 lire/ECU

(1): le stime non includono gli interventi relativi agli obiettivi 3, 4 e 5a nei . tenitori del Centro Nord, non essendo possibile valutarne la ricaduta nelle aree depresse; t "

(2): gli importi sono relativi agli interventi che risultavano ancora da . realizzare al 30.6.94..

Sulla base dell'intesa stipulata il 26.7.95, le proroghe ottenute potranno consentire di realizzare oltre la fine del 1995 investimenti potenziali per un importo stimabile in circa 7.000, recuperando cosi circa 3.400 miliardi di contributi comunitari.

Fonte: Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica. Servizio Politiche di coesione.

ALLE

GAT

O

3

Q. C

. S. 1

989

-199

3:

PRO

IEZI

ON

E A

L 31

.12.

1995

(lim

itata

men

te a

lle p

roro

ghe

ogge

tto

dell

'acc

ordo

) (in

bas

e ai

dat

i di m

onit

orag

gio

aggi

orna

ti al

20.

7.19

95,

che

sara

nno

pres

enta

ti al

Com

itat

o di

sor

vegl

ianz

a il

26/7

/199

5))

impo

rti

jn m

iliar

di d

i lir

e ca

mbi

o: 2

.000

lir

e/E

CU

valo

ri a

ssol

uti

inve

stim

enti

. to

tali

36.9

46

di c

ui:

cont

ribu

ti .

com

unita

ri

17.8

24

impe

gni

0)

33.6

24

quot

a no

n im

pegn

ala

(2)

3.32

2

paga

men

ti ef

fett

uati

• (3

) .2

6.74

1

paga

men

ti da

ef

felt

uare

(4

) 6.

883

valo

ri %

10

0.00

48

,24

91.0

1 8.

99

72.3

8 •

18.6

3 •

(1):

Gli

Impe

gni

sono

cal

cola

ti es

clud

endo

dag

li In

vest

imen

ti to

tali

II va

lore

del

pro

gram

mi

non

pror

ogat

i in

base

all'

acco

rdo.

(2

): C

ompr

ende

il v

alor

e de

l pr

ogra

mm

i no

n pr

orog

abile

(26

56 m

ld):

PIM

(50

0 m

ld),

Sovv

enzi

oni

glob

ali

per

cui

non

è st

ala

auto

rizz

ata

la p

roro

ga (

88 m

ld*.

Inte

rven

ti F

SE p

er o

biet

tivi 3

e 4

(92

8 m

ld),

Prog

ram

mi

regi

onal

i F

SE e

FE

OG

A (

1140

mld

). A

lati

valo

ri è

sta

to a

ggiu

nto

l'Im

port

o de

l pr

ogra

mm

a R

egen

co

nflu

ito n

ella

nuo

va p

rogr

amm

azio

ne 1

994-

1999

rel

ativ

a a

Inte

rreg

II (

286

mld

) no

nché

gli

inte

rven

ti m

ultlr

eglo

nall

del

FSE

ogg

etto

di u

na t

ratt

ativ

a tr

a il

Min

. del

lav

oro

e la

Com

mis

sion

e (3

80 m

ld).

(3):

pro

lezi

one

al 3

1.12

.199

5 de

i pa

gam

enti

efle

ttua

ti al

31.

12.1

994

(pag

amen

ti al

31.

12.1

994

+ 12

%*d

egli

Impe

gni)

(A):

diff

eren

za t

ra il

val

ore

degl

i im

pegn

i e

la s

tim

a de

i pa

gam

enti

eff

ettu

ati

al 3

1.12

.199

5.

—-

FON

TE

: E

labo

razi

one

sul d

ati d

el m

onit

orag

gio

det Q

CS

forn

iti d

al S

ervi

zio

per

le p

oliti

che

di c

oesi

one

del

Min

iste

ro d

el b

ilanc

io e

p.e

.

Camera dei Deputati — 14329 — Atti Parlamentari

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO STENOGRAFIA

DOTT. VINCENZO ARISTA

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE DOTT. PIERO CARONI

Licenziato per la composizione e la stampa dal Servizio Stenografia alle 1,00

del 2 agosto 1995.

PAGINA BIANCA

Atti Parlamentari —14331 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

VOTAZIONI QUALIFICATE

EFFETTUATE MEDIANTE

PROCEDIMENTO ELETTRONICO

F = voto favorevole (in votazione palese) C = voto contrario (in votazione palese) V = partecipazione al voto (in votazione segreta) A = astensione M = deputato in missione T = Presidente di turno P = partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale

Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 34 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

PAGINA BIANCA

Atti Parlamentari — 14333 — Camera dei Deputati

XH LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

— -

ELENCO N. 1 (DA PAG. 14334 A PAG. 14350) \ • • •

V o t a z i o n e n G G P T T O

R i s u l t a t o E s i t o

Num. T i p o \J VJ w Et X X \J A s t . F a v . C o n t r Magg.

1 Nom. p d l 469 e a b b . - em. 2 . 1 18 37 323 1 8 1 R e s p .

2 Noni. em. 2 . 2 44 52 283 168 R e s p .

3 Nom. em. 2 . 3 30 182 170 177 A p p r .

4 Nom. a r t i c o l o 2 18 1 9 1 175 184 A p p r .

5 Nom. em. 3 . 1 8 34 343 189 R e s p .

6 Nom. em. 3 . 2 22 45 2 9 7 172 R e s p .

7 Nom. em. 3 . 3 60 1 6 1 155 159 A p p r .

8 Nom. a r t i c o l o 3 9 1 6 1 186 174 R e s p .

9 Nom. d d l 2759 - em. 1 . 1 - 14 97 3 2 7 213 R e s p .

10 Nom. em. 1 .2 29 326 57 192 A p p r .

1 1 Nom. em. 2 . 1 , c o m m a 1 3 100 3 2 1 2 1 1 R e s p .

12 Nom. em. 2 . 1 , c o m m i 2 , 3 e 4 17 8 1 334 208 R e s p .

13 Nom. em. 3 . 1 16 77 318 198 R e s p .

14 Nom. em. 3 . 0 1 12 4 0 1 8 205 A p p r .

15 Nom. em. 6 . 1 2 68 310 190 R e s p .

16 Nom. em 6 . 2 22 405 1 204 A p p r .

17 Nom. em. 6 . 0 1 3 78 316 198 R e s p .

18 Nom. em. 9 . 1 1 77 329 204 R e s p .

19 Nom. em. 1 0 . 0 1 14 58 339 199 R e s p .

20 Nom. em. 1 2 . 1 2 81 328 205 R e s p .

2 1 Nom. em. 1 2 . 0 1 2 81 326 204 R e s p .

22 Nom. em. 1 6 . 1 3 59 346 203 R e s p .

23 Nom. em. 1 7 . 2 112 70 193 132 R e s p .

24 Nom. em. 1 8 . 1 5 55 290 173 R e s p .

25 Nom. em. 1 8 . 0 3 2 317 6 1 190 A p p r .

26 Nom. em. 2 1 . 4 6 364 4 185 A p p r .

27 Nom. em. 2 1 . 1 2 168 194 182 R e s p .

28 Nom. em. 2 1 . 3 4 135 222 179 R e s p .

29 Nom. em. 2 1 - b i s . O l 4 218 142 1 8 1 A p p r .

30 Nom. em. 2 2 . 1 2 5 355 1 8 1 R e s p .

3 1 Nom. em. 2 4 . 1 2 7 1 288 180 R e s p .

32 Nom. em. 2 5 . 3 3 58 2 9 1 175 R e s p .

33 Nom. d d l 2759 - v o t o f i n a l e 9 1 266 38 153 A p p r .

34 Nom. p d l 469 e a b b . - v o t o f i n a l e 120 228 56 143 A p p r .

Atti Parlamentari — 14334 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

•~ ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 • m ffonunauj. V I • 1 2 3 4 S e 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 3 3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

ACIERNO ALBERTO C F A c A F A F c A F F F c F C C C C c F C F A

ACQUARONE LORENZO

ADORNATO FERDINANDO F C c F F C C c F C F C C C C C C c F F C

AGNALETTI ANDREA C F C c C F C F c c C c C C A A F

AGOSTINACCHIO PAOLO

AGOSTINI MAURO C c F F C c F c F C c C F c F c c C C C C C c F F F F F c c C F A

AIMONE PRINA STEFANO F A A C C c A C c F C c C F c F c c C C C c A C F F C C C c c F A

ALBERTINI GIUSEPPE c F C c C c F c c C C C F F F F F c c c ALEMANNO GIOVANNI C F F F c ALIPRANDI VITTORIO F F F c C c F F c F

ALOI FORTUNATO C c C c C c c C F F F F F F F F F F F F F c F C F F C C F c F c A F

ALOISIO FRANCESCO C F F F c c F c c F c C F c F c c c C c c C c F F F F F c c c F

ALTEA ANGELO C c F F c c F F A A F c C A c A C c c c c c c c F F F F F c c c AMICI SESA c F c c C F F C c c c c c c F F F F F c c c F

AMORUSO FRANCESCO MARIA C c C c c c c c F F F F F F F F F F F F F c F F F c A F

ANDREATTA BENIAMINO F F

ANEDDA GIANFRANCO F F F F F F F F F F c c F F A C A F

ANGELINI GIORDANO c C F F c c F F c F F c c c F

ANGHINONI UBER F c c c c C F c F C c c C C c c F c F C c C c c F c A

ANGIUS GAVINO c C F F F c c

APREA VALENTINA c C C c c c C c c F C c C F c F C c c c c A c F F C c C c c F F

ARATA PAOLO c C C c c c C c c c C F c F C C c C c F c F c c c c c F F

ARCHIUTTI GIACOMO c C c c c c C c c F c c c F c F c C c c C c F c F F C F c c C c F F

ARDICA ROSARIO c C c c c c c c F F F F F F F F F F F F F c c F F C C F c F c A F

ARLACCHI GIUSEPPE c C F F F c F F F

ARRIGHINI GIULIO c c c c c C c F c F c C c c C F C F c F c c

ASQUINI ROBERTO c F F F c c C c c F c C c c c F C C c C c C F c A

AYALA GIUSEPPE c C F F c c F c F F F F F c C c F A

AZZANO CANTARUTTI LUCA F F c F F F

BACCINI MARIO F c C c F c F C c c c c c F F c c C C

BAIAMONTE GIACOMO c C c c F c C c F c F c c c c c c A c F F c c C c C c F F

BALDI GUIDO BALDO c A F A A F F F c C c C c F c F c c c c c F C F C F c c c c C F c A

BALLAMAN EDOUARD c F F F c F F c C c F c F c c c c c F C C F C c c c C F C C

BALOCCHI MAURIZIO

BAMPO PAOLO C C F c c C c C c C c F c F c c c c c F c C F c c c c c C F

BANDOLI FULVIA c C F F c c F F ; c c C F A

BARBIERI GIUSEPPE c C C C c c C C F F F F F F F F F F F F c F c F F F c F c F c A F

BARESI EUGENIO c F c C c F c F c c c c c c A c F F c c c c C c A F

Atti Parlamentari — 14335 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • «»

• ELENCO N . 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 • • N o m i n a t i v i •

«» 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 0

1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

BARGONE ANTONIO C C F F F F C F C C c F C F c C C C c C F F

BARRA FRANCESCO MICHELE F F

BARTOLICH ADRIA c c F F C c F C F c C c F C F c C C C c c c F F F F c C F F

BARZANTI NEDO c F A F A F A A A C A C A C c c A F F F F C c C

BASILE DOMENICO ANTONIO c c C c C c c F F F F F F F F F F C F F C F C F F C C F C F c F F

BASILE EMANUELE C F c C C F C F C C C C C C A F* F C c C c c c BASILE VINCENZO F F F F F F F F F F c c A

BASSANINI FRANCO c c F F F c F F

BASSI LAGOSTENA AUGUSTA

BASSO LUCA C c F F C F c C C F c F C C C C C C A

BATTAF ARANO GIOVANNI c c F F C c F ? C F c c C F c F C C C C C C C F F F F F c c c F A

BATTAGGIA DIANA c A F C c F F C c C F

BECCHETTI PAOLO c c C C C c c C c F c c C F c F C c C c c C A c F F C c F F

BEEBE TARANTELLI CAROLE c c F F C F c F c c C F F C c C c c C C c F F F F F c c C F C

BELLEI TRENTI ANGELA F A A C C F A F A A F c A C c C c c C F F F F F F A C

BELLOMI SALVATORE c F c c C F c F C C c c C c BENEDETTI VALENTINI DOMENICO C c F F F F F F F F F c F F C F c F F C c F c F C A F

BENETTO RAVETTO ALIDA C c c F F c BERGAMO ALESSANDRO M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M

BERLINGUER LUIGI c F F c c F F c c F F

BERLUSCONI SILVIO

BERNARDELLI ROBERTO

BERNINI GIORGIO c F C C c c C c F c c C F c F c c c c c A c F F c c c c c c F F

BERTINOTTI FAUSTO

BERTOTTI ELISABETTA F A A C F A A C F A F A A A c A c c A c c c A F F F F F F c c c A C

BERTUCCI MAURIZIO C C C C c c C C F c c C F c F c c F c c c A c F F c c c c c c F F

BIANCHI GIOVANNI C c C F C A F C F c c C F c F c c c c c c C c F F F c F c c c F F

BIANCHI VINCENZO c c C c C c C C c F c c c F c F c c C c c c A c F F c C C c c c F F

BIELLI VALTER c c F F C F F A A F c c A c c c F

BINDI ROSY c c C F c c A c c c c c F c F c c C c c c C c F F C F c c F F

BIONDI ALFREDO A c C C c c C A F

BIRICOTTI ANNA MARIA c c F F c c F F c F c c c F c F c c C c c c C c F F F F F c c c F

BISTAFFA LUCIANO c C

BIZZARRI VINCENZO c c c C c c C C F F F F F F F F F F C F F c F c F F c c F c F

BLANCO ANGELO F F F F F F F F F F F F F c F F C c F c F c A F

BOFFARDI GIULIANO A A

BOGHETTA UGO F A A C C F c A C

BOGI GIORGIO F F c c

Atti Parlamentari — 14336 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1 9 9 5

• N o m i n a t i v i « i • ELENCO N. 1 DI 1 -• VOTAZIONI DAL N . 1 AL N. 34 •

• N o m i n a t i v i « 1 2 3 5 6 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 e

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

BOLOGNESI MARIDA

BONAFINI FLAVIO

BONATO MAURO A A F C F F F C C A c

BONFIETTI DARIA F C F C c F C F C c C c F F F F

BONGIORNO SEBASTIANO F C c c

BONITO FRANCESCO C C F F c F C F C C c F c C c c F F F F F C c c F F

BONO NICOLA C c C C C c c C F F F F F F F F F F F F F c F c F F C C F C F c A F

BONOMI GIUSEPPE c F F F C F F F C C c C F c A

BONSANTI ALESSANDRA c A F F C c F F C F C C c F C F C C C c c F F F F F C c c F F

BORDON WILLER c C F F c C F c F A

BORGHEZIO MARIO c F F F c F F C c C c C F C c C c c F c F C F C C C C c F

BORTOLOSO MARIO c F C c c F C F C c C c c C A C c A A

BOSELLI ENRICO c « C c c

BOSISIO ALBERTO F c c

BOSSI UMBERTO

BOVA DOMENICO c C F F c F F c F C c c F c F C c c c c c C c F F F F F c c c F F

BRACCI LIA c C C C c c C C F F F F F F F F F F F F c F c F F F c

BRACCI MARINAI MARIA GLORIA A A F F A F F F c F C c c F c F c C c c c c C c F F F F F c c c F A

BRACCO FABRIZIO FELICE F A F C F F F C c F C c C F c F c C C C c c C c F F F F c c c F c

BROGLIA GIAN PIERO

BRUGGER SIEGFRIED A A C c C C F c c c

BRUNALE GIOVANNI C C F F C C F F c F c c C F c F c C C C c c C c F F F F F c c c F A

BRUNETTI MARIO F A A C F A A C F A F A F c A c C A c c c A F F F F c c c A C

BUONTEMPO TEODORO F F F F F F F F C F F c F C F c F F

BURANI PROCACCINI MARIA C C C C C C F c c C F A C F F

BUTTIGLIONE ROCCO

CABRINI EMANUELA C C C C C c F c c C F c F c C C c c c A c F F C C C c c c F F

CACCAVALE MICHELE C C C C c C C c c F c c C F c F c C C c c c A c F F C C C c c c F F

CACCAVARI ROCCO FRANCESCO c F c c C F F c C C c c c C c F F F F F c c F A

CALABRETTA MANZARA MARIA ANNA C C c F c C A F c F c c C F c F c C C c c c C c F F C C c c c F F

CALDERISI GIUSEPPE F A C F A A A C

CALDEROLI ROBERTO C F F F F F F c C c F c F c C C c c F C c C

CALLERI RICCARDO

CALVANESE FRANCESCO C C F F c C F F A A F c C A A c c C c c c c F F F F F c c c A F

CALVI GABRIELE C C C F c C A C F c c C F c F c c C c c c c F F F C F c c c F F

CALZOLAIO VALERIO F c c C c c c c c F F F F F c c c F A

CAMOIRANO MAURA C c F F c c F F c F C c C F c F c c c c c c c c F F F F F c c F F

CAMPATELLI VASSILI A A F C F F F c F C c C F c F c c c c c c c c F F F c c F A

Atti Parlamentari — 14337 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • • ELENCO N . 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 •

• N o m i n a t i v i • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 fe*

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

CAN AVES E CRISTOFORO C C C C C F c C C c F C F C C c C c C A C F F C C C C

CANESI RICCARDO

CAPITANEO FRANCESCO c C c C c c C C F F F F F F F F F F F F C F F C C C C F c A F

CARAZZI MARIA F A C F A A C A F A A F C A C C A C C C F F F C c A C

CARDIELLO FRANCO F F F F F F F F F F F c F C F c F F

CARLESIMO ONORIO C c C C C C C C c F C C C F C F C C C C C c A C F F c C F C c c F F

CARLI CARLO C c F F c C F F c F c C c F F C C C C C c C c F F F F F C c c F F

CARRARA NUCCIO C c C C c C C C F F F F F F F F F F c F F c A F

CARTELLI FIORDELISA C F F F c F F F C C C C c F C F F C c C C F C F F F c C C C c F A

CARUSO ENZO c C C C c C C C F F F F F F F F F F F F F c F C F F c A F

CARUSO* MARIO C c c C C F F F F F F F F c F F c C F C F c A F

CASCIO FRANCESCO C C C C c F C F C C c C C c A c C C c F F

CASELLI FLAVIO c A F c c C F C F C C c F C F C C c C C c A c F F c C C C c F F F

CASINI PIER FERDINANDO

CASTELLANETA SERGIO C C c c c F C F C c c c C c C c F c C c C c F c A

CASTELLANI GIOVANNI c C C F c c A F C F c c c F C F C c c c C c A c F F F C F C c C F F

CASTELLAZZI ELISABETTA c F F F c F C c c F c C c c C C C c C C

CASTELLI ROBERTO c F F F c F F c C c c F C c F C F c C c C c F A

CAVALIERE ENRICO c F F F c F F c C c c c F c F C c c c c F c F C F c C c C F c A

CAVALLINI LUISELLA F C c c C C c F c c c F c c c c F F F c c F

CAVANNA SCIREA MARIELLA c C C C C c c F c c c F c F c c c c c c A c C c C

CAVERI LUCIANO F F F A F F A A A A A A A F A A A c A A A A C A A F c c A c c C c C

CECCHI UMBERTO M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M

CECCONI UGO c c c c F F F F F F F F F F F F F c F c F F c c F c F c F F

CEFARATTI CESARE F F F F F F F F c F F F c F F

CENNAMO ALDO c c F A F F C F c C c F c F C C C c C c C c F F F F c c F A

CERESA ROBERTO c F F F C F F F c C C C C C C F C F C F c c CERULLO PIETRO C C C C C c CESETTI FABRIZIO A A F A F C C c F c F C C C C c c C c F F F F F c c c F A

CHERIO ANTONIO c C c c C c CHIAROMONTE FRANCA c C F F c c F c F C c c F c F C C C C c c C c F F F c c c F

CHIAVACCI FRANCESCA c C F F c C c c F c F c c C C c c c c F F F F F c c c F A

CHIESA SERGIO c c F C c c F c c c c c c c F C c A

CICU SALVATORE c C C c c C c C F A F C F F

CIOCCHETTI LUCIANO c c c F c c A c c c c c F c F c c c C c c c c CIPRIANI ROBERTO c c c C c c C c c F c c c F c F F c c C F c c F F C C c c c c F F

CIRUZZI VINCENZO

COCCI ITALO F A A C F A A c F A F A A A c A C c A C c c A F F F F F F c c c C

Atti Parlamentari — 14338 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • • ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N . 1 AL N . 34 •

• N o m i n a t i v i • 1 2 3 4~ 5 6 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

COLA SERGIO F F F F F F F F F F F F C F C F F F c F C F

COLLAVINI MANLIO C C c C c C C F C C C F C C C A C F F C C C c C F C

COLLI OMBRETTA c c c C C c c C C F c c C F C F C C C C C A c F c c C c F

COLOMBINI EDRO c c A c c c c C F F F c A F c COLOSIMO ELIO c c c c c c F F F F F F F F F C F F c F c F F c c F c F c A F

COLUCCI GAETANO F F F F F F c F

COMINO DOMENICO C C C C C F C F c C C C C F C F C F c c C c c F C

COMMISSO RITA c c F F A A F C C A C A c C C C C c c F F F F c c c A

CONTE GIANFRANCO c c C C C F C C c F C F c C C c c A c F C C c C c c c F C

CONTI CARLO c F F F c c F C C c C c F C F c c C C c F F A

CONTI GIULIO

CORDONI ELENA EMMA c C F c C c F c F c c c C c c c F F F F F c c F C

CORLEONE FRANCO F A A c F A A C c F' c c c F c F c c c C c c C c F F F C c A F F c CORNACCHIONE MILELLA MAGDA

COSSUTTA ARMANDO F A A C F A F A A F c A c c A C c c A F F F F F c c C A c COSTA RAFFAELE c c F F c F c F c c c c c A C C C c A

COVA ALBERTO c C C c c c C C c F c c c F c F c c C c A C F A A

CRIMI ROCCO c c C c c c C c c c c c F c F c c C c c c A F c C F

CRUCIANELLI FAMI ANO c c F F

CUSCUNA' NICOLO* ANTONIO F F F F F F F F F F F F F c D'AIMMO FLORINDO c c C F A F c F c C c F c F c c C c c c C c F F F C F c c C F F

D'ALEMA MASSIMO F c c F F

D'ALIA SALVATORE F F F c F F F F F F F F c F c F F C C C F C A F

DALLA CHIESA MARIA SIMONA c c F F c c F C c F C C c F C F C C C C C c C F F F F F c C C F A

DALLARA GIUSEPPE c c C c F F c C F F C F C C C F F c A c F F C C F c F C F

DANIELI FRANCO C F c c c F c F C c c C

DE ANGELIS GIACOMO F A A C F A A c F F F F F c C A C

DE BENETTI LINO

DE BIASE GAIOTTI PAOLA c c F F c c F F C F c c c F c F c c c c C c C c F F F F C F A

DE GHISLANZONI CARDOLI G. c c C C c c C c C F c c c F c F c c c c C c A c F F C C C c C C F F

DE JULIO SERGIO c c F F c c F c F c c c c F c c c c C c C c c c C F C

DEL GAUDIO MICHELE

DELLA ROSA MODESTO MARIO F F F F F F F F F F F

DELLA VALLE RAFFAELE c c C C c c C C C c F c F c C c c C c A F C C F F

DELL'UTRI SALVATORE c c C C c c c c F F F F F F F F F F F c F c F F C C F c F c A F

DEL NOCE FABRIZIO F A A A F c A c c c C F C F C C c c A c C F C c c DEL PRETE ANTONIO

DEL TURCO OTTAVIANO c C F F c c F F C C c C C c F

Atti Parlamentari — 14339 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • • ELENCO N . 1 DI : L - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 •

• N o m i n a t i v i • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

0 1 1

ì 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 €

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

DE MURTAS GIOVANNI F A A C F A A C F A F A A F C A C C A c c c F F F F F F c c c A C

DE ROSA GABRIELE C C C F C C A F

DE SIMONE ALBERTA C C F F c C F F C F C C c F C F c C C c c c c C F F F F F c c c F

DEVECCHI PAOLO c F F F c F F F C C c C F C F c C c c c F c F C F C C C c c F A

DEVETAG FLAVIO c C F C c C C C c c c c F C F c C c c c c A C F C c C c c c F F

DEVICIENTI ANGELO RAFFAELE c C C c c C C c c F c c c F C F c c c c c c A C F F c c c c c c F C

DIANA LORENZO c C F F c C F F c F F F c c c c c C F c c c F

DI CAPUA FABIO C F F F F c c F F

DI FONZO GIOVANNI c c F F c c A c F c c c F C F c c c A c c A c c F F F F c F F

DI LELLO FINUOLI GIUSEPPE c c F F c c F A c F c c c F C F c c c c c c A c c F F F F c F F c DILIBERTO OLIVIERO F F F F F F c c A c DI LUCA ALBERTO c C C c c C C c F c c c F c F c c c c c c A C F F C C C c c c F F

DI MUCCIO PIETRO c c C c c c C C c F c c c C c F c c c c c c A C F F c c C c c c F F

DI ROSA ROBERTO c c F c c F F c F c c c F c F c c c c c c C c F F F F F c c c F A

DI STASI GIOVANNI c c F F c F c c c F c F F c c c c c c c F F F F F c c c F F

DOMENICI LEONARDO c c F c F c c F F c c c c c c c F F F F F c c c F F

D'ONOFRIO FRANCESCO c c F F c c A

DORIGO MARTINO

DOSI FABIO A F F A F F F F c F c c c c c C F C C C c c F C

DOTTI VITTORIO c C C C c F

DOZZO GIANPAOLO c F F F c F F F c c c c F c A C c c c c F A F F c C c c c F A

DUCA EUGENIO F C F F F C F A c A c c c F c A C c c c c c c c C A F F F c c F C A

ELIA LEOPOLDO c C C F c c A F c F c c c F c F C c c c c c C F F C F c c C F F

EMILIANI VITTORIO c c F F c c F F c F c c c F F C c c c c c c c c A F A c c F A

EPIFANI VINCENZO c c C C c c C C F F c F c F F C C F c F C A F

EVANGELISTI FABIO c c F F c c F F c F c c c F c F c F c c c c c c F F F F F c c c F A

FALVO BENITO c c C C c c C C F F F F F F F F F F F F F c F

FASSINO PIERO FRANCO c c F F c c F F

FAVERIO SIMONETTA MARIA c F F F c F F F C C c c c F c F c c c c c F C C F C F C A

FERRANTE GIOVANNI c c F F c c F F C F c c c F c F c c c c c C c c c F F F F c c c F

FERRARA MARIO F A C C c c C C c F c c c F c F c c c c c c A c F F C C C c c c A

F I L I P P I ROMANO c A F c c A F c F F C c C c c F C F

F INI GIANFRANCO

FINOCCHIARO FIDELBO ANNA c C F F F c F c c c F c F c c c c c c F F F c F c c c F F

FIORI PUBLIO F F F F F F F F c F

FLEGO ENZO c F C C c c F C F c c c c c F C F C C c C c F

FLORESTA ILARIO c c C C c c C C C F c c c F C F c c c c c C c F F c c c c c C

FOGLIATO SEBASTIANO c F F A c F F F C C c c c F F c F F C A

Atti Parlamentari — 14340 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • • ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 •

• N o m i n a t i v i • 1 2 3 4 5 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 s

2 6

2 7

2 8

2 9

3 ,0

3 1

3 2

3 3

3 4

FONNESU ANTONELLO A c c c C c C C c F C C c F C F C C C c c C A C F F F C C c c c F A

FONTAN ROLANDO C F F F C F F F c C C C c F C F C c C c c C C F F F C C C c c F A

FORESTIERE PUCCIO C c c C C c C C F F F F F F F

FORMENTI FRANCESCO C F F A C F F F c c C C c F C F c c C c F c C F C c ! F c C

FRAGALA' VINCENZO F F F F F

FRAGASSI RICCARDO c F C C c F F C c c C c C A F F C C c c c C A

FRANZINI TIBALDEO PAOLO F F C F F c c C C F C F C c c c c F C F C F C C c c c F

FROSIO RONCALLI LUCIANA C F F F c F F c c C F c c c c c F c C F c C c c c F c A

FUMAGALLI VITO

FUMAGALLI CARULLI OMBRETTA c c C F c c A C c FUSCAGNI STEFANIA c c C F A F F F C C c F C F c c c c c C A C F F F F F c A F

GAGGIOLI STEFANO c c C c c C F F c C c F F

GALDELLI PRIMO F A F A A F C A c c A c c c A A F F F F F c C C

GALLETTI PAOLO C F C c F c F c c c c c c c C F F F F F

GALLI GIACOMO c c c C c c c C C F c C *c c c F c c c c c c A c F F C C C c c C F A

GALLIANI LUCIANO c c F F c c F F c F c c c F c F c c c c c c C c F F F F F c c C F

GAMBALE GIUSEPPE c c F F F F F c GARAVINI ANDREA SERGIO c c F F c c F

GARRA GIACOMO c c C C c c C C c F c c c F c F c c c c c c A c F C C C c c C F F

GASPARRI MAURIZIO c c C c c c c C F F F F F c F F c c F

GATTO MARIO c c F F c c F F c F c C c F c F c c c c c c C c F F F F F c c F F

GERARDINI FRANCO c c F F c c F F c F c C c F F c c c c c c c c F F F F F c c c F A

GERBAUDO GIOVENALE c c F F c A F c F c C c F c F c c c c c c c c F F F C F c c c F F

GHIROLDI FRANCESCO c c c F F F C F

GIACCO LUIGI c c F F c c A F c F c c c F c F c c c c c c c c F F F F F c c c F F

GIACOVAZZO GIUSEPPE c c C F c c A F c F c c c F c F c c c c c c c F F F C F c F c F F

GìANNOTTI VASCO c c F F c c F F c F c c c F F c c c c c c c c c c F

GIARDIELLO MICHELE c c F F F F F c F c c F c F c c c c c c c c F F F F F c c c F A

GIBELLI ANDREA c F F F c C c c c F c F c c c c c F c F C C C F c A

GIL3ERTI LUDOVICO MARIA c F F F c c F c C c c c F c F C F C C c c c F A

GIOVANARDI CARLO AMEDEO c c c A F

GISSI ANDREA c c C C F F F F F F c F F c F

GIUGNI GINO c c F F

GIULIETTI GIUSEPPE c c F F c F F c c c c F F F F c F Al

GNUTTI VITO c F F F c F F F F C c c c C F

GODINO GIULIANO c C C C c C C C c F c c c F c F c c c C c c A c F F C C C c c c F F

GORI SILVANO c F c c c F c F c c c c c c c c F F F F F c c c F A

GRAMAZIO DOMENICO c c c C c C c c F F F F F F F F F F c F c F c F F c A F

Atti Parlamentari — 14341 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

-• N o m i n a t i v i •

• ELENCO N . 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 • -• N o m i n a t i v i •

1 2 3 4 5 7 8 9 1 0

1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

GRASSI ENNIO C c F C F c GRASSO TANO c c F F C c F C F C c F F c c C C c C C

GRATICOLA CLAUDIO F F A c F F F c C C c c F F c A

GRECO GIUSEPPE c C C F c c A C

GRIGNAFFINI GIOVANNA c F c F C F c c c C c C C F F F F F c c c F C

GRIMALDI TULLIO F A A C F A A C F A F A A F A c c A C c C A F F F F F c c A C

GRITTA GRAINER ANGELA MARIA C C F F c C F c F F C F F F F F c c c F C

GRUGNETTI ROBERTO F c F F F c C C C c F C F c c C C c F C F C F C C C c c F A

GUBERT RENZO M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M

GUBETTI FURIO c c c c c c c c c F c c c F c F c c c c c c A F F C c c c c c F F

GUERRA "MAURO c c F F c c F F A A c GUERZONI LUCIANO c F c c c F c F c c c c C c F F F c c c A

GUIDI ANTONIO c c C C c c C C c F c c c F c F c c c c c c A c F F C C c c c c F F

GUIDI GALILEO c c F F c F c c c F c F c c c c c c c C F F F F c c c F A

HULLWECK ENRICO c c C C A c A p F F F F F A F F A A c INCORVAIA CARMELO c c F A c F F C F c c c F c F c c c c c F F F c F A

INDELLI ENRICO c c F F c c F F C F c c c F c F c c c c c c C c F F F F F c c c F

INNOCENTI RENZO c c F F C F c c c F c F c c c c c c C F F F c c c F F

INNOCENZI GIANCARLO c c C c C F c c c F c F c c c c c c A F F C C C c c c F

IOTTI LEONILDE c c F F F F F F c c c F F

JANNELLI EUGENIO

JANNONE GIORGIO c c C c c c C C c c c F c F c c c c c c C F F C C C

JERVOLINO RUSSO ROSA c c C F c c A F c F c c c F c F c c c c F F F C F c c c F F

LA CERRA PASQUALE

LA GRUA SAVERIO F F F F F F F F F F c c F F A F

LANDOLFI MARIO F F F F F F F F c F F c c F F C C F c F c A F

LANTELLA LELIO c c C C C F c c c F c F c c c C C c A c F F C C C c c c F

LA RUSSA IGNAZIO F F F F F F F A F

LA SAPONARA FRANCESCO c F F c c C c F c F c c C C C c C c A F F F c c c F

LATRONICO FEDE c c C C c c C c c F c F c c C C c c A c F F C c C F

LAUBER DANIELA

LAVAGNINI ROBERTO c c C c F C c c F c F c c C C c c A c F F C c C c c c F F

LA VOLPE ALBERTO c c F F c c F F c F C c c C c F c c C C c c C c F c F c c F A

LAZZARINI GIUSEPPE c c C C c C c c F c F c c c C c c A c LAZZATI MARCELLO

LEMBO ALBERTO PAOLO c F F F A F F F c C c c c F c F c c c c c F C F C F C c C c c F C A

LENTI MARIA F A C F A F A A F A C F F F F F c c c A C

LEONARDELLI LUCIO c c C C c C C C c F C C c F c c c c A c F F C C C c c c F C

Atti Parlamentari — 14342 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 • • X M U l u x i l d u X V X •

1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 0

1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

LEONI GIUSEPPE C C C C c F F C C c c F c F C F C C C

LEONI ORSENIGO LUCA C F F F C F F C C c C C c F C F c F C F C C C c: c F c C

LIA ANTONIO c C F F C A C F F c c F C F c C C c c C A F F C c c C F F

L I CALZI MARIANNA F C C C F C C C C F C c c F c F c C C c c c A C F F C

LIOTTA SILVIO C c C C C C C C C F c c c F c F c C c c c c A C F F C C C c. c C F F

LIUZZI FRANCESCO PAOLO c c c c c c c c F F F F F F F F F F F F c F F c A F

LODOLO D'ORIA VITTORIO c F c c c c c c F F c c c F c F c C C c c c A c F F c C C c C c F A

LO JUCCO DOMENICO A c c c c

LOMBARDO GIUSEPPE c c F F c c F F C F C c c F c F c c c c c c C c F F F F F c C c F F

LOPEDOTE GADALETA ROSARIA c C F F c c F F C F c F c c c c c c c F F F F F c c c F A

LO PORTO GUIDO F F F F F F F F F F

LORENZETTI MARIA RITA c C C C C c F c c C c C F F F F F

LOVISONI RAULLE c C C F c c C C C F C C C F c F c c c c c c A c F c c c A F

LUCA» DOMENICO c C F F c c F F C C C c F c F c c c c c c c F F F F F c c c F F

LUCCHESE FRANCESCO PAOLO c C C F c c A C C F C C c F c F c c c c c c C c F F C C C c F c A F

LUMIA GIUSEPPE c c F F F F c F A C c F c F c c c c c e c c F F F F F c c c F A

MAFAI MIRIAM c c F F F c F C c F c c c c c c c F F C F c c c F C

MAGNABOSCO ANTONIO c F F F c F F F c C c c F c c c F F C F C C C c c F C A

MAGRI ANTONIO c F c C c c c F c F c c c c c F F F A

MAGRONE NICOLA c c F F c c F F c F c c c F c F c c c c c c c c F F F c c c F

MAIOLO TIZIANA A C 1

MALAN LUCIO A A F A c c F F c F c c c F c F c c c c c c A C F F C C C c c c F

MALVESTITO GIANCARLO MAURIZIO F F F F c c c c F C F C F C c C c c A

MALVEZZI VALERIO c C c c c F c F c c c c c F c F

MAMMOLA PAOLO c C C C c c C C c F c c c C c F c c c c c c A C F F c c C c c c F A

MANCA ANGELO RAFFAELE F F C c F F F C c c c c F c F c c c c c C c F F F F F c c c F C

MANGANELLI FRANCESCO c C F F c C F F c F c c c F c F c c c c c c c c F F F F F c c c F A

MANZINI PAOLA F F C C F c F c c c F F F F F c c c F

MANZONI VALENTINO C C c c c C C C F F F F F F F c F F c C F c F A F

MARANO ANTONIO A A A C F c C C c c F C A

MARENCO FRANCESCO c F F F F F F F F F c F F c C F c F c A F

MARENGO LUCIO c C c c C c C F F F F F F F F F c c F c F c A F

MARIANI PAOLA F F F c F F F C C F c C c F c F c c c c c C c F F F F c C c F C

MARIANO ACHILLE ENOC c C c c c C C C F F F F F F F F F F c F F c F c F F c c F c F c F F

MARIN MARILENA C C c c c C c C F c F F c c A c A c A F

MARINI FRANCO C C F F c C F F C C F C F C c c c c c A F F c ; F F

MARINO GIOVANNI C C c C c C c c F F F F F F F p F i F c F

MARINO LUIGI F A A C F A A c F A F A A F C A C C A c c c A c F F F F F c C c A C

Atti Parlamentari — 14343 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • • ELENCO N . 1 DI : L - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 •

• N o m i n a t i v i • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

0 1 1

ì 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

MARINO BUCCELLATO FRANCA C C c C C c F F F F F F F F F F C F F C F C F F C C F c F C A F

MARONI ROBERTO C F c C A

MARTINAT UGO F F F F F F F F C F F c F F F

MARTINELLI PAOLA c c c C C c C c c F C C C F c F C C C C C c A C F F c c C c c A F A

MARTINELLI PIERGIORGIO c F F F C C C c c F C F C C C C C F C F C c C

MARTINO ANTONIO

MARTUSCIELLO ANTONIO F c c C c c c F c c c F F A

MASELLI DOMENICO c C F F C c F F c F c c c F C F c C c c c C C C F F F F F c c C F F MASI DIEGO c F F c c F F c F

MASINI MARIO c c C C c c F c c c F F c c F A

MASINI.NADIA c F c F c F F F F F c c c F A

MASSIDDA PIERGIORGIO F c C C c c C c F c c c F F c C c c c c A F F

MASTELLA MARIO CLEMENTE c MASTRANGELI RICCARDO c c C C c c C c c F c c c F C F c C c c c c A F F c c C c c c F F MASTRANGELO GIOVANNI c c C C c c C c F F F F F F F F F F F F c F C F c c F c F c A F

MASTROLUCA FRANCO c F c c c F c F c c c c c c C C F F F F F c c c F F

MATACENA AMEDEO c c c c c c c c C c c c F F

MATRANGA CRISTINA c c c c c c c F c c c F MATTARELLA SERGIO c c c F c c A F F C c c F F c c c c C c F F F

MATTEOLI ALTERO c c c c F F F F F F F F F F F F c F F

MATTINA VINCENZO A c F F c F C c c F C F c c c C C c C C F F F F F C c A A MATTIOLI GIANNI FRANCESCO A A A A c F C C c F C F F A

MAZZETTO MARIELLA c F F F c F F F C C C c F c F C c c C C F c F C F C C C c C F F A MAZZOCCHI ANTONIO c c c c F F F F F F

MAZZONE ANTONIO c c F F F F F F F F F F F F F F C F F c C F c F C A F

MAZZUCA CARLA A A F F F F F A

MEALLI GIOVANNI C c c C c c C c C F F C C

MELANDRI GIOVANNA c c F F c c F F c F C C c F c C c C C c C C F F F F F c C C F C MELE FRANCESCO F C C F F C c C C c c A C F F c C C c C MELUZZI ALESSANDRO

MENEGON MAURIZIO c F F F c F F c C C c c F c F c C c c F A

MENIA ROBERTO C C F F F F F F F F F F F F C F A F

MEOCCI ALFREDO c C c F c F C c c F c F C c C c c c F F c c c MEO ZILIO GIOVANNI c c c F c c C c c C C c c c F c c c A C F C F c c C c F C F MERLOTTI ANDREA c c c C c c c c MESSA VITTORIO c C c c c F F F F F F A MICCICHE' GIANFRANCO F C c c F c F c c C c c C A C F F c c C c F C F F MICHELINI ALBERTO

Atti Parlamentari — 14344 — Camera dei Deputati

Xn LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

I • N o m i n a t i v i •

1 1 ELENCO N. 1 DI J L -• VOTAZIONI DAL N. ;1 AL N. 34 • I • N o m i n a t i v i • 2 3 4" 5 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

MICHIELON MAURO c F F F C F F F C c C C c F C F C C c C c F C F C F C C c C c F A

MIGNONE VALERIO c C F F C C F F c F C C c F C F C c c C c c c C F F F C c C F A

MILIO PIETRO C C F c F c c c F C F c c c c F A

MIROGLIO FRANCESCO

MIRONE ANTONINO F C F F F C F C F

MITOLO PIETRO c C c C C c C C F F F F F F F F F F F F F F F c F F C C F C F C A F

MOIOLI VIGANO' MARIOLINA c C c C C c F c c c F C C c F F F C F c c A F

MOLGORA DANIELE c F C F c c c c c F C F C c c C

MOLINARO PAOLO

MONTANARI DANILO c F c c c C C c c F c C

MONTECCHI ELENA A A F A F c c F c c c F c F C c c C c C c c c F F C

MONTICONE ALBERTO c F c c c F c F C c c C c C c c F F F c F c c C F

MORMONE ANTONIO c C c C C c C c F F 'F F F

MORONI ROSANNA F A A C F A A c F A F A A F c A C c A C c C F F F F F F c c A C

MORSELLI STEFANO c F F F F F F F F F F F F F C F C A F

MURATORI LUIGI c C C c C C C c C C F C c C F c MUSSI FABIO c F F c F c C C F c c C C F F F F c c c F F

MUSSOLINI ALESSANDRA

MUSUMECI TOTI c c C F c C

MUZIO ANGELO

NAN ENRICO c F C C C F C F c c C C c C A C F F C C C c c c F F

NANIA DOMENICO c c C C c C c C c F F C c F c F c A F

NAPOLI ANGELA c c C C c C c C F F F F F F F F F F F F F C F c F F C c F c F c F F

NAPOLITANO GIORGIO c c F F F F F c F F c c F

NAPPI GIANFRANCO F A A c c C C c c C c F F F F c c c NARDINI MARIA CELESTE F A A C F A A C F F F F F c c c A C

NARDONE CARMINE c C F c c C c c C c F F F F F c F F

NAVARRA OTTAVIO c c F F c c F F c F C C C F C F c c c C c c C c F F F F F c c c F A

NEGRI LUIGI c c A c F F C F c c c c c c A C

NEGRI MAGDA c c F F F c C C F F c c c c C F F F c c F

NERI SEBASTIANO c c C C C C C F F F F F F c A F

NESPOLI VINCENZO F F F F F F F F F F F F F c F F

NICCOLINI GUALBERTO c c c c c c C c c F C F c C C F F

NOCERA LUIGI c c c F c A c F C C C

NOVELLI DIEGO A A A A A A A c F C c C F C F c c c C • F

NOVI EMIDDIO c c c C c c C C c F C c c F c F c c c c c c A c F F C C F F

NUVOLI GIAMPAOLO c c c C c c c c F C c c F c F c c c c c C A c F F C C c F F

OBERTI PAOLO F c c C F c c c c F C c c F F F c c c c c C A c F A c c C c c c F A

Atti Parlamentari — 14345 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • 1 • ELENCO N . 1 DI 1 -• VOTAZIONI DAL N . 1 AL N. 34 •

• N o m i n a t i v i • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

OCCHETTO ACHILLE

ODORIZZI PAOLO C c c C C C c C C F c C c F F F C C C C C C A C F A C C F c c C F F

OLIVERIO GERARDO MARIO C c F F C C F F C F c c c F C F C C C c c c C C F F F F F c c C F A

OLIVIERI GAETANO c c c C c C c C F F F F F F F F F F C F F F F C F F F C A F

OLIVO ROSARIO c c F C c c F F C F c C C F C F C C C C C C C F F F F c F F

ONGARO GIOVANNI c F F A c F c c c F C c C c c c C C c C

ONNIS FRANCESCO c c C C c C C F F F F F F F F F F F F F C F F C C F c A F

OSTINELLI GABRIELE c C C C c C F C C C c C F C F C F c C C c c F C

OZZA EUGENIO c C C F F F F F F C F F F F

PACE DONATO ANTONIO c c C F

PACE GIOVANNI c C C C F F F F F F F F F F F F F C F F F c c F c F C A F

PAGANO SANTINO C F C F C F C c F C F F c c C c F c F F

PAGGINI ROBERTO c c F F c C F F C F C C C F F A

PAISSAN MAURO c F c C C F F C C C C c c C C F F F F F c c c F

PALEARI PIERANGELO c F c c F C F c C C c c c A C F F c c C c c c F A

PALUMBO GIUSEPPE F C C c F c C c F c F c c C c c c A c F F C c C c F c F

PAMPO FEDELE c c C C c c C C C F F

PAOLONE BENITO c c C c c c F C

PAOLONI CORRADO c c F F c c F F c F c c c F c F c c c c c c C c F F F F F c C c F A

PARENTI NICOLA c c C C c c C F F F F F F F F F F F c F

PARENTI TIZIANA c c C c c c C C c F C c F c F c c C C c c A c F F C c C c C c F F

PARISI FRANCESCO c c A F C F C C c F c F c c c c c C c F F F C F c F F

PARLATO ANTONIO c c c c c c C C F F F F F F F F F F F F c F F C C F c F c A F

PASETTO NICOLA F F

PASINATO ANTONIO c c c F c c C c A F

PATARINO CARMINE c C F F F

PECORARO SCANIO ALFONSO C F F

PENNACCHI LAURA MARIA C F C C c F c F c C C C c c C c F F F F F c C c F A

PEPE MARIO c c c F c c A F C F C C c F C F C C C C c c C c F F F C F c c c F F

PERABONI CORRADO ARTURO

PERALE RICCARDO c c c C c c C C F F C C F C F C C C C c c A c F A C C C c c c F A

PERCIVALLE CLAUDIO

PERETTI ETTORE

PERICU GIUSEPPE F C F C c c F c F C c C C c c C c F F F F c c c F C

PERINEI FABIO c c F F c c F F C F C c c F c F C c C C c c C c F F F F F c c c F

PERTICARO SANTE c c c F F C c c F c F c c c C c c C F C C c A

PETRELLI GIUSEPPE c c c C c c C C F F F F F F F F F F F F F c F c F F F C F c F c F F

PETRINI PIERLUIGI c F F F c F F F C C C C c F C F c c C C c F C F C F C c C c F F C

Atti Parlamentari — 14346 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

1 • N o m i n a t i v i •

• ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N . 1 AL N. 34 • 1 • N o m i n a t i v i •

1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 0

1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

PEZZELLA ANTONIO C c c C F F F F F F F F F F C F F F F C F F F F F C F F

PEZZOLI MARIO

PEZZONI MARCO C C F F C c F F C F C C C F C F c C C C C C C c F F F F F C c c F F

PIACENTINO CESARE A A F A c c A C A F C c C F C F c C c C C C c c F F C C F C c c A F

PILO GIOVANNI F C C C c c c C C F c c F c c F c C C c c c F

PINTO MARIA GABRIELLA C C c c c c c c c F c c F c F C c c C c c c F F c c C c c c F F

PINZA ROBERTO c F c c C F c F C c c c c c c F c F F

PISANU BEPPE C c c c c c c c F c c c F F F c c c F c A c F F c C c F F

PISTONE GABRIELLA F A A c F A A F A c c A c c A F F F F F F c c c C

PITZALIS MARIO C C c c c c c c F F F F F C F F F F F F F c F c F F c C F c F c A F

PIVA ANTONIO C c c c c c c PIZZICARA ROBERTA A A F c c c F A C A c c C F C F C C C C C c C c C F c c C c c F C C

PODESTÀ' STEFANO F F c C c F C F C C C C C c c c F c c c c c POLENTA PAOLO C C c F c c A F C F c c c F C F C c C C C c c c F F F c F c c C F F

POLI BORTONE ADRIANA C c c c F F F F F F F F F F C F F F F c F F c c F c F C A F

POLLI MAURO F A A c c c A c C c C c C F C C C c A c F F c C c F A

PORCARI LUIGI C F c C c F C F C c c C c c C c F F F F F c c c F C

PORCU CARMELO C C C c c c c c F F F F F F F F F F F F c F c F F F c A F

PORTA MAURIZIO c F F F C c C C F C F C c c C C F C F C c C c C

POZZA TASCA ELISA C c F F c c F F c C c c F c F A

PRESTIGIACOMO STEFANIA c c C C C F F c c c F C F C c c C F C A c F A c c F c c c F F

PROCACCI ANNAMARIA A A A A C F c c c F C F C c c C C C C c c F A

PROVERA FIORELLO M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M

PULCINI SERAFINO c c F F c c F c F c F F F F F

RAFFAELLI PAOLO c F F c c F c F c c F c F c c c c c c c c F F F F F c c c F

RALLO MICHELE F F F F F F F

RANIERI UMBERTO c c F F F c c F c F c c c C c c c c F F F F F c c c F F

RASTRELLI GIANFRANCO c c F F c F c c F c F c c c c c c c c F F F C F c c c F A

RAVETTA ENZO c F F F F c c c c F c c c c F A

REALE ITALO A A A A A F F c c c c c c c F F

REBECCHI ALDO c C F F c c F F c F c c c F c F c c c c c c c c F F C C F c c c F A

RICCIO EUGENIO c c C c c C C F F F F F F F F F c F F c F c F F c C F c F c A F

RINALDI ALFONSINA c c F F c c F F C F c c C F c F c c c c c c c c F F F F F c c c F F

RIVELLI NICOLA C F

RIVERA GIOVANNI

RIZZA ANTONIETTA c c F F c c F A c F c c c F c F c c c c c c c c F F F F F c c c F A

RIZZO ANTONIO C c c F F F F F F F C C F c F c F F

RIZZO MARCO

Atti Parlamentari — 14347 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • • ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 •

• N o m i n a t i v i • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 6

2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

ROCCHETTA FRANCO C C c C c C C F F F C C c c F

RODEGHIERO FLAVIO

ROMANELLO MARCO

ROMANI PAOLO F F C c C c c F F F

RONCHI ROBERTO c F F F C F F F C c C C c F C F C c c C c F F F c c c c c F c A

ROSCIA DANIELE c F F F F C c C c c F C F c c c C c F c F C A F c c F c ROSITANI GUGLIELMO

ROSSETTO GIUSEPPE c F c c c F C F c c c C c C C F F c c C c c F A

ROSSI LUIGI c c c c c F F c c c C c F c C F

ROSSI ORESTE F c c c c F c F A c c C c F c F C F c c c c c F

ROSSO ROBERTO c C c C c c C C F F c c c F F F c c c c c C F C c F c c c c c F F F

ROTONDI GIANFRANCO F F F F c F

ROTUNDO ANTONIO c C F F c F F c F

RUBINO ALESSANDRO F A A C F A A c F c c F c F c c c c c C A C F F c c c c c C F A

RUFFINO ELVIO c C F F C C F F C F c c F C F c c c c c c c F F F F c c C F F

SACERDOTI FABRIZIO

SAIA ANTONIO F A A C F A A C

SALES ISAIA C C F F C C F F C F c c c F c F c c c c c c c c F F F F F c c C F F

SALINO PIER CORRADO c c C C F c c c F F F C c C c c C

SALVO TOMASA c c C C F F F F F F F c F F C A F

SANDRONE RICCARDO c A c c c A F c c c c c c A c F F c C C c c c A C

SAN ZA ANGELO MARIA c F c F c F c F C F A c c c c c A c F F F c F c c F F

SAONARA GIOVANNI c A c c c F c F C c c c c c C c F c F c c A A C

SARACENI LUIGI A A A A A A A A F c c c c F c c c c C F F F A F

SARTORI MARCO FABIO c c c c c c F c c c c C C c c SAVARESE ENZO

SBARBATI LUCIANA C C F F c c F F c F c c c C c F c c c c c c C F F F F F c c SCALIA MASSIMO A A A A A A A A c A

SCALISI GIUSEPPE c c C C F F F F F F F F F F c F F c F c F F C C F c F c F F

SCANU GIAN PIERO c F c c c F C c F F F c F c c F F

SCARPA BONAZZA BUORA PAOLO c F c c c F c c c c c A c F F C c C c c F F F

SCERMINO FELICE C C F F c c F F c F c c c F c F C c c c c c A c F F F F F A c c F C

SCHETTINO FERDINANDO c C F c c F F c F c c c F c F c F F c c c C c F F F F F c c F

SCIACCA ROBERTO A A F

SCOCA MARETTA c c C C F c c c c c c c c c SCOTTO DI LUZIO GIUSEPPE c c F F A A F c c A A c c C c c c c F F F F c SCOZZARI GIUSEPPE F c F c c c F F A

SEGNI MARIOTTO c F F F C C F A

Atti Parlamentari — 14348 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

i i ELENCO N. 1 DI ] VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 •

• n w n l i n a u X V l • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 6

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

SELVA GUSTAVO C c C C C C C C F F F F F F F C F C F F C A F

SERAFINI ANNA MARIA c c F F c c F F C F F C C C C C C C C F F F F c c F F

SERVODIO GIUSEPPINA c c C F c c A F C C C c F C F C C c c C c c C F c F F

SETTIMI GINO c c F F c c F F F c C c F C F c C c c c c c c F F F F F c F F

SGARBI VITTORIO c F c c c F

SICILIANI GIUSEPPE c C C c F F F c F c c c c c c F F

SIDOTI LUIGI c c C C c c C C F F F F F F F F F F F F F c F c F F C C F c F A F

SIGNORINI STEFANO C C c C c F C F c c C c C F c F C F F A C c c C

SIGNORINO ELSA GIUSEPPINA C F c c c F C F c c C c c c c F F F c c c F F

SIGONA ATTILIO c c C c c c C c c F c c c F c F c c C c c c A c F F C C C c c

SIMEONE ALBERTO F F F F F F F F F F F F F F c A F

SIMONELLI VINCENZO F F F F F F F F F F F F F F F

SITRA GIANCARLO c c F F c c F F C F C C C F C F C C C C C C c F F F F F c c c F A

SODA ANTONIO c c F F c c F F C F C C c F C F C c c c C C C c F C F F F c c c F F

SOLAROLI BRUNO c c F F c c F F C F C C c F C F c c c c C c c F c F F

SOLDANI MARIO c c F F c c F F c

SORIERO GIUSEPPE c c F F F C F C C c F C F c c c C c c c F F F F F c c c F A

SORO ANTONELLO c c C F c c A F C C c c F c F c c c c c c c F F F C F c c c F F

SOSPIRI NINO F F F F F F F F F F c F F c F A F

SPAGNOLETTI ZEULI ONOFRIO c c C C c c C C F F F F F F F F F F c F F c F c F F C c F c F c A F

SPARACINO SALVATORE c c c C c c C C C F C C C F C F C C c c C c A c F F c c C c c c F F

SPINI VALDO F F C F F

STAJANO ERNESTO c c c C F C c C F c F c c c c F C c A F F F

STAMPA CARLA c c F F c c F C F C c c F c F c c c c C c C F F F F F c c c F A

STANISCI ROSA c c F F c c F F C F c c c F c F c c c c c c C c F F F F F c c c F F

STICOTTI CARLO c F F F c F F C F c c c F c F c c c c c F c F C F C C C c c F A

STORACE FRANCESCO c c C C c c C C F F F F F F F F F F F F c c F F C c F c F c A F

STORNELLO MICHELE F C F c c C F c F c c c c C c A c F F C c C c c c F F

STRIK LIEVERS LORENZO F A A c F A A c F F c c C C

STROILI FRANCESCO C C c c c F c F C c c c c F C F C F c c C c c F A

SUPERCHI ALVARO c C F F c C F F C F c c c F F c c c c c c c C F F F F C c c c F F

TADDEI PAOLO EMILIO

TAGINI PAOLO c F F F c F F C c C c c c F c F c c c c c F c F C F c c C c c F A

TANZARELLA SERGIO !

TANZILLI FLAVIO c C C F c C A C c F c c c F c c C F F c c c c c C A

TARADASH MARCO F A A C F A A c C

TARDITI VITTORIO c C C c F F c c c F c F c c c c c C A C F F c c c c c c F A

TASCONE TEODORO STEFANO F F F F F F F F C c F F

Atti Parlamentari — 14349— Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

• N o m i n a t i v i • • ELENCO N . 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 •

• N o m i n a t i v i • 1 2 3 4 S 6 7 8 9 1

0 1 1

1 2

1 3

1 4

1 5

1 s

1 7

1 8

1 9

2 0

2 1

2 2

2 3

2 4

2 5

2 2 7

2 8

2 9

3 0

3 1

3 2

3 3

3 4

TATARELLA GIUSEPPE C c c C c c c C F

TATTARINI FLAVIO c c F F c C F c C c F C F C C c C c C c C F F F F F c c C F F

TAURINO GIUSEPPE c c F F c c F F c F c C c F C F C C c C c C c F F F F F c F F

TESO ADRIANO c c c C c c c C F F c c c F c F c c c C c C A C F F C C C c c C F A

TOFANI ORESTE c c c C c c c C F F C F c F F C c F C A F

TOIA PATRIZIA c c c F c c A F C F c c c F c F c c C C C c F F C F c c A F F

TONIZZO VANNI F C C c c c F c F A F C c C c c F A

TORRE VINCENZO

TORTOLI ROBERTO

TRANTINO VINCENZO c c c C c c c C F F F F F F F F F F F F F C F C F F C c F c F C A F

TRAPANI NICOLA c c c C c c c C F F c c c F c F C C C C C C A c F F C C F

TRAVAGLIA SERGIO c c c c c c c c C F c c c F c F C C C c C C A c F F C c C c c c F F

TREMAGLI A MIRKO c c c c c c c F F F F F F F F C F c F A F

TREMONTI GIULIO c c c c c F C C

TREVI SANATO SANDRO c c c c c c c c c c F F C C A c F F c c c F

TRINCA FLAVIO c c c c F c c c F c F c c C C c C C c TRINGALI PAOLO c c c c c c c c F F F F F F F F F c F F C F c F F c c F c F c A F

TRIONE ALDO c c F F c c F F C F c c c F C F C C c C C C C c F F F F F c c c F A

TURCI LANFRANCO c c F F c c F C F c c c F c F c c c c C c C c F F F F c c c F A

TURCO LIVIA c c F F c c F F F F F F c F F

TURRONI SAURO c F c c c F c F c c c c c c F C

UCCHIELLI PALMIRO c c F F c c F F c F c c c F c F c c c c c c c F F F F F c c F F

UGOLINI DENIS c F c c c F c F c c c c c c c c F F F F F c c c F A

URBANI GIULIANO c c C C c C c c c F c F c c c c c c A c F F c C C c c c URSO ADOLFO c c C c c c C C F F F F F

USIGLIO CARLO c c C c c c c C c F C C c F c F c c c c c c A c F F c C F F

VALDUCCI MARIO c c c c c c C c C c c c F

VALENSISE RAFFAELE c c c c c c c F F F F F F F F F F F F F F c F c F F c C F c F c A F

VALENTI FRANCA C F C C c F C F c c c c C c A c F F c C C c c c A

VALIANTE ANTONIO c c F F C F c C C F C F c c c c C c C c F F F c F c c c F F

VALPIANA TIZIANA F A F A A A A c c c c c A A F F F F c c A C

VANNONI MAURO c c F F c F C F C C C F C F c c c c c C c F F F F F c c F F

VASCON MARUCCI c c C c c c C C F F c C c F c F c c c c c c A c F F C C C c c c F F

VELTRONI VALTER c c F F

VENDOLA NICHI F A

VENEZIA MARIO F F F F F F F F F F F F c F F F c A F

VIALE SONIA C C C C c F C F c c c c C F F C F C c C C A

VIDO GIORGIO c F C F F F F C c c c c C C F c c c c c F C A C F C c c c c F C A

Atti Parlamentari — 14350 — Camera dei Deputati

XII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DELL'I AGOSTO 1995

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 34 • «umilici u,i vx • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6* 7 8 9 0 1 2 3 4

VIETTI MICHELE C F C c c F C F C C C C C C C C A F

VIGEVANO PAOLO C C F c c c VIGNALI ADRIANO C C F F C c F F A A F C c A c VIGNERI ADRIANA C c F F C c F F C F C C c F C F C c C C c c c C F F F C c c VIGNI FABRIZIO c c F F c c F F C F C C c F C F c c C C c c c C F F F F F c c F A

VIOLANTE LUCIANO T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T

VISCO VINCENZO c c F F c c F F C F c c c F c F c c C C c c c c F F F c F A

VITO ELIO F A A C F A A C C

VIVIANI VINCENZO c c F F C c F F c F c c c F c F c c c C c c c c F F F F F c c c F A

VOCCOLI FRANCESCO

VOZZA SALVATORE c c F F c c F F c F c c c F F c c c c c c c c C F F F c c F A

WIDMANN JOHANN GEORG M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M

ZACCHEO VINCENZO c F F F F F F F F F F F F F c F c F c F F F

ZACCHERA MARCO c C C F F F F F F c F F F F

ZAGATTI ALFREDO c c F F c c F F F C C C F C F C C C C C c c F F F F F c c F C

ZANI MAURO c F F

ZELLER KARL A C F C c c C F c C c c c c C c ZEN GIOVANNI c c C F c c A F c F C c c F C F c c c c c c c c F F F c c c F F

ZENONI EMILIO MARIA c F F c F F C c C c c c F C F c c c c c F c C F C C C c c F C A

ZOCCHI LUIGI

abete industria poligrafica s.p.a. - Via Prenestina, 683 - 00155 Roma Stampato su carta riciclata ecologica

. STA 12-229 Lire 11.600