RESOCONTO STENOGRAFICO SEDUTA DI MARTEDÌ 17 GIUGNO...

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Atti Parlamentari — 14925 — Camera dei Deputat i VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 198 0 RESOCONTO STENOGRAFIC O 168 . SEDUTA DI MARTEDÌ 17 GIUGNO 198 0 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIA ELETTA MARTIN I INDIC E PAG. PAG . 1492 7 14927 14927 1496 1 14954 1494 6 Assegnazione di disegni di legge a Com- missioni in sede legislativa . . . . Disegno e proposte di legge (Seguito del- la discussione) : Nuovo ordinamento dell'Amministrazio- ne della pubblica sicurezza (895) ; e delle proposte di legge Pannella ed altri (109) ; Balzamo ed altri (145) ; Belluscio ed altri (148) ; Mammì e d altri (157) ; Franchi ed altri (343) ; Di Giulio ed altri (559) ; Milani ed altr i (590) ; Biondi ed altri (729) ; Boffardi Ines (795) PRESIDENTE BALESTRACCI (DC) BASSANINI (PSI) BELLUSCIO (PSDI) BIONDI (PLI) 1496 7 BOFFARDI INES (DC) 1494 2 CICCIOMESSERE (PR) 1492 7 FERRARI MARTE (PSI) 1497 4 MILANI (PDUP) 1493 8 Proposte di legge (Assegnazione a Com- missione in sede referente) . . . . 1497 9 Interrogazioni e interpellanza (Annunzio) 14979 Corte dei conti (Trasmissioni di docu - menti) 1492 7 Ministro delle partecipazioni statali (Tra- smissione di documento) 14927 Ordine del giorno della seduta di domani 14979

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Atti Parlamentari

— 14925 —

Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1980

RESOCONTO STENOGRAFICO

168.

SEDUTA DI MARTEDÌ 17 GIUGNO 1980

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIA ELETTA MARTIN I

INDICE

PAG.

PAG .

1492 7

14927

14927

1496 1

14954

1494 6

Assegnazione di disegni di legge a Com-missioni in sede legislativa . . . .

Disegno e proposte di legge (Seguito del-la discussione) :

Nuovo ordinamento dell'Amministrazio-ne della pubblica sicurezza (895) ; edelle proposte di legge Pannella edaltri (109) ; Balzamo ed altri (145) ;Belluscio ed altri (148); Mammì e daltri (157); Franchi ed altri (343) ; DiGiulio ed altri (559) ; Milani ed altri(590) ; Biondi ed altri (729) ; BoffardiInes (795)

PRESIDENTE

BALESTRACCI (DC)

BASSANINI (PSI)

BELLUSCIO (PSDI)

BIONDI (PLI) 1496 7

BOFFARDI INES (DC) 1494 2

CICCIOMESSERE (PR) 1492 7

FERRARI MARTE (PSI) 1497 4

MILANI (PDUP) 1493 8

Proposte di legge (Assegnazione a Com-missione in sede referente) . . . .

1497 9

Interrogazioni e interpellanza (Annunzio) 14979

Corte dei conti (Trasmissioni di docu-menti) 1492 7

Ministro delle partecipazioni statali (Tra-smissione di documento) 14927

Ordine del giorno della seduta di domani 14979

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PAGINA BIANCA

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VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1980

La seduta comincia alle 16.

MARABINI, Segretario, legge il proces-so verbale della seduta di ieri .

(È approvato) .

Trasmissionedi un documento ministeriale.

PRESIDENTE. Il ministro delle par-tecipazioni statali ha trasmesso, con let-tera in data 14 giugno 1980, il piano stra-tegico Alfa Romeo, debitamente approvat odall'IRI .

Questo documento sarà trasmesso allaCommissione parlamentare competente .

Trasmissionedalla Corte dei conti.

PRESIDENTE . Il presidente della Cor-te dei conti, in adempimento al dispost odell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958 ,n . 259, ha trasmesso la determinazione ela relativa relazione sulla gestione finan-ziaria dell 'Istituto per la ricostruzione in-dustriale, per l 'esercizio 1979 (doc. XV,n. 19/1979) .

Il documento sarà stampato e distri-buito.

Assegnazione di disegni di legg ea Commissioni in sede legislativa .

PRESIDENTE . Ricordo di aver propo-sto, in una precedente seduta che, a nor-ma del primo comma dell'articolo 92 del

regolamento, i seguenti disegni di leggesiano deferiti alle sottoindicate Commissio-ni permanenti in sede legislativa :

X Commissione (Trasporti) :

S. 654 – « Modifica della composizionedel consiglio di amministrazione e di altriorgani collegiali dell'azienda autonoma del -le ferrovie dello Stato » (approvato dallaVIII Commissione del Senato) (1757) (conil parere della I Commissione) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cos ìstabilito .

(Così rimane stabilito) .

XIV Commissione (Sanità) :

« Modifiche alla legge 31 marzo 1980 ,n. 126, recante indirizzo alle regioni i nmateria di provvidenze a favore degl ihanseniani e loro familiari » (1777) (conil parere della I e della V Commissione) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cosìstabilito .

(Così rimane stabilito) .

Seguito della discussione del disegno dilegge: Nuovo ordinamento dell'Ammini-strazione della pubblica sicurezza (895) ;e delle proposte di legge Pannella edaltri (109) ; Balzamo ed altri (145) ; Bel-luscio ed altri (148); Mammì ed altri(157); Franchi ed altri (343); Di Giulioed altri (559) ; Milani ed altri (590) ;Biondi ed altri (729) ; Boffardi Ine s(795) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno re-ca il seguito della discussione del dise-gno di legge : Nuovo ordinamento dell'Am-

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ministrazione della pubblica sicurezza ; edelle proposte di legge di iniziativa de ideputati Pannella ed altri : Istituzione de lCorpo unitario di pubblica sicurezza (CU-OPS) per la tutela della legalità repubbli-cana ; Balzamo ed altri : Riordinamentodell'istituto della pubblica sicurezza . Isti-tuzione del servizio civile denominat o« Corpo di polizia della Repubblica ita-liana »; Belluscio ed altri : Riforma dellapubblica sicurezza ; Mammì ed altri : Isti-tuzione del Corpo di polizia della Repub-blica italiana e coordinamento dell'attivitàdi ordine e sicurezza pubblica ; Franchied altri : Istituzione del Corpo di polizia .Riordinamento del servizio di pubblica si-curezza. Organi rappresentativi del perso-nale. Istituzione del ruolo civile del per-sonale del Corpo di polizia ; Di Giulio e daltri : Istituzione del Corpo civile di poli-zia della Repubblica italiana ; Milani edaltri : Riforma della polizia ; Biondi edaltri : Istituzione del Corpo di polizia del -la Repubblica italiana e nuove norme re-lative alla riorganizzazione della poliziaed allo status ed ai diritti dei suoi appar-tenenti; Boffardi Ines : Modifiche ed inte-grazioni alla legge 7 dicembre 1959 ,n. 1083, istitutiva del Corpo di polizia fem-minile .

È iscritto a parlare l'onorevole Ciccio-messere. Ne ha facoltà .

CICCIOMESSERE. Signora Presidente ,signor rappresentante del Governo, credoche nella discussione sulle linee general isia il caso di svolgere alcune considera-zioni complessive, e spero non generiche ,su questa lunghissima vicenda della rifor-ma della pubblica sicurezza. Credo che s ipossano trarre alcune conclusioni e far ealcune riflessioni su questa vicenda, ch esperiamo trovi una conclusione positiva inquesta ottava legislatura, dopo un ann odall'inizio dell'iter del provvedimento d iriforma .

La prima riflessione riguarda l'incapa-cità di questo Parlamento di realizzare l egrandi riforme: un'incapacità che poi nonè neanche giustificabile in base a conside-razioni estranee all'attività parlamentare .Più volte, infatti, in questa Camera, al-

cuni colleghi, e perfino il Presidente dell aCamera, hanno denunziato il presuntoostruzionismo del partito radicale, ch eavrebbe impedito a questa Camera di le-giferare. Ebbene, questa vicenda della ri-forma della polizia, in tutta la sua com-plessità, dimostra l'incapacità assoluta d iquesta Camera, delle forze politiche edanche dei modelli di comportamento cuiesse si ispirano, di realizzare le grand iriforme che il paese, la gente, si attende .Neppure le grandi maggioranze, le mag-gioranze del 90 per cento, hanno dimo-strato di essere capaci di dare soluzionee risposta a questi problemi. Probabil-mente il ritorno, ovvero l'attuazione (per-ché mai essa si è realizzata in pieno )della Costituzione e delle regole del con-fronto democratico, è l'unica via che puòportare, anche per i problemi legislativi ,alla chiarificazione del quadro politico ecomunque ad una risposta sollecita ai pro-blemi del paese . Giungiamo a questa otta-va legislatura con tutti i problemi di at-tuazione del modello costituzionale irrisolt ied anzi aggravati, cioè con la Costituzion einattuata . Credo che valga la pena, a que-sto proposito, di ricordare come iniziativein atto in questo momento sul pianoextraparlamentare, da parte del partitoradicale e dei comitati promotori dei re-ferendum, siano non soltanto utili, no nsoltanto corrette dal punto di vista costi-tuzionale, ma essenziali, proprio in rela-zione a questo problema dell'incapacità delParlamento, delle maggioranze che abbia-mo avuto in questo Parlamento, di risol-vere il problema centrale e fondamentale ,che è quello dell'attuazione del modellocostituzionale .

La storia di questi anni credo che di -mostri quanto vado dicendo : le fondamen-tali riforme che si sono definite in questopaese si sono avute sempre dietro lo sti-molo di movimenti popolari, attraverso lostimolo di referendum e nel momento incui correttamente il paese ha attivato tutt igli strumenti di democrazia diretta chepure la Costituzione prevede ma che son osempre più dimenticati se non vilipesi .Siamo in materia relativa anche a reatidi opinione, ma qui si tratta proprio di

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vilipendio costante della Costituzione e cità di capire che attraverso la legislazionedegli istituti fondamentali della Costitu- speciale, la legislazione repressiva non po-zione stessa .

teva darsi soluzione ai problemi dell'ordi -Se in Italia abbiamo avuto la legge sul

divorzio, la legge sull'aborto, sull'obiezion edi coscienza, se nel Parlamento si è di-scusso di Commissione inquirente, di leg-ge manicomiale, e così via, è perché qual-cuno ha attivato i meccanismi extrapar-lamentari e la Costituzione attraverso ireferendum .

Oggi, probabilmente, di fronte al pro-blema complesso dell'attuazione costitu-zionale, delle garanzie, dei princìpi di li-bertà e di democrazia sanciti dalla Costi-tuzione, credo che si inseriscano in mod ocorretto e stimolante i referendum propo-sti dal partito radicale, che forse, unici ,riuscirano a dare soluzione al problem adell 'affermazione delle garanzie e dei prin-cìpi costituzionali, senza i quali, evidente -mente, è illusorio pensare che (a partel 'esame del provvedimento riguardante l ariforma di polizia) si possano risolvere tut-ti i problemi del nostro paese . Ricordol'esistenza dei problemi concernenti la ri-forma del codice penale, i reati di opi-nione, la riforma del codice di procedurapenale, dei codici militari, tutti conness ialla materia che stiamo discutendo, cio èleggi che abbiamo ricevuto dal ventenni ofascista e che questa classe dirigente no nè stata capace di modificare . Infatti, da33 anni questa classe dirigente non è riu-scita a trovare il tempo, la volontà e l aforza politica per attuare la riforma dell apolizia, nonostante i gravi problemi chevia via venivano denunziati, innanzitutt odall'opposizione quando esisteva un 'oppo-sizione di sinistra, di massa dei partitistorici, nel momento in cui anche all ' in -

ne pubblico ed ai disagi sociali che na-scevano, che si aggravavano e si radicaliz-zavano nella nostra società .

Oggi abbiamo di fronte a noi il qua-dro fallimentare di una politica che ha re-gistrato la complicità anche della sinistra ;la politica del pugno di ferro, delle legg ispeciali, del mantenimento di tutta la pac-cottiglia penale fascista, nell'illusione chequesti strumenti repressivi potessero ser-vire in un regime democratico, in una so-cietà democratica, per risolvere i proble-mi della democrazia, dell'ordine pubblic oe della sicurezza .

Credo che uno dei maggiori nemici d aabbattere non sia tanto e solo l ' incapacitàdella sinistra di collaborare e contribuiread avviare la soluzione di questi problemifondamentali, delle libertà costituzionali ,ma questa sfiducia che passa anche in cer-ti settori della sinistra .

È necessario riaffermare il metodo de-mocratico, proprio nel momento in cui so -no in crisi le libertà, nel momento in cu iè in pericolo la vita di tutti i cittadini ol-tre che quella delle forze dell'ordine ; ènecessaria la riaffermazione della democra-zia, dei princìpi costituzionali come unicostrumento valido, alla lunga, per risolver ei gravi problemi .

Ecco, questa politica di insensibilit àverso la democrazia ci ha portato alle so -glie della guerra civile, della guerra, comequalche personalità anche prestigiosa i nquesto paese, in questo Parlamento e nel -le istituzioni, ha dichiarato .

Ma volendo ritornare al problema del -le forze di polizia, dobbiamo dire con

terno delle stesse forze armate, dei corpi Ì chiarezza che le forze di polizia in Itali amilitarizzati, dei corpi armati nascevano sono state articolate, sono state organiz-dissensi e la consapevolezza della necessi- zate non per garantire la loro funzion età dell'affermazione dei princìpi costitu- costituzionale e istituzionale, ma per fina-zionali proprio al fine di meglio difendere lizzarle allo svolgimento di una attivit àl'ordine pubblico .

eversiva, anticostituzionale, invece che perQuindi, si è verificata non soltanto la assicurare l 'ordine democratico .

incapacità delle forze politiche, in parti- La stessa inefficienza delle forze di po-colare delle forze della sinistra che dove- lizia era funzionale a questo obiettivo d ivano raccogliere le speranze del movimen- j fondo, perseguito innanzi tutto dalla de-to operaio, ma in qualche modo incapa- mocrazia cristiana nel nostro paese : quel-

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lo di utilizzare le forze di polizia com ebraccio armato, come cane da guardia d iinteressi clericali, di interessi di un capi-talismo deteriore, di interessi che contra-stavano, con evidenza, con le volontà econ le speranze dei costituenti, con le vo-lontà e le speranze di coloro che ci ave -vano liberato dal fascismo e dal nazismo .

Non è necessario, credo, ricordare aquesto proposito le drammatiche, le trist ivicende di questi anni, in particolare degl ianni scelbiani, cosa che abbiamo fatto gi àin altra sede. Io credo che basti citare undocumento, che è già stato citato in altriinterventi, in particolare quello del colleg aMammì, per capire in quale quadro, i nquale situazione il legislatore si è dovutomuovere, o almeno ha tentato di muoversia partire da quale situazione delle forzedi polizia il legislatore ha iniziato a discu-tere di riforma, di smilitarizzazione, d isindacalizzazione . Credo che, appunto al d ilà della rievocazione dei drammatici eluttuosi fatti degli ultimi 33 anni, bastisemplicemente ricordare e mettere a raf-fronto due episodi .

Il primo è quello del II Celere . Citoquesto episodio anche perché la fonte dal -la quale trarrò alcune considerazioni, al -cime informazioni, è una fonte istituziona-le, è la commissione d'inchiesta sul II rag-gruppamento Celere, la commissione am-ministrativa istituita dal Ministero per in-dagare sulle denunzie che venivano pre-sentate dall'interno del II Celere di Pa-dova, ma in generale anche dalle forz epolitiche, dalle forze di opinione . Nellarelazione finale della Commissione si pren-dono in considerazione una serie di epi-sodi . Leggo alcuni dei fatti citati in que ldocumento : le conduzioni disumane di vi-ta e di servizio, causate da riposi scarsis-simi ; routines disastrose, con quaranta oredi servizio continuativo, tali da giustificar euna protesta del personale in occasione d iun servizio di ordine pubblico svoltosi aMestre; criteri di istruzione e modalità d isvolgimento dei servizi ispirati a partico-lare violenza ; educazione costante alla vio-lenza, alla sopraffazione, all'insulto ; inse-gnamento, nelle esercitazioni, a sparare ilacrimogeni solo a tiro teso e altezza d'uo -

mo, e senza la calotta morbida di prote-zione; uso, nelle esercitazioni, di bottigli emolotov dotate di particolari meccanismiesplosivi, allo scopo di legittimare il ri-corso da parte dei militari alle armi dafuoco, ai sensi della « legge Reale »; l'at-tività del reparto, implicato in tutto i lterritorio nazionale all 'insegna della piùincontrollata brutalità; l ' impiego di agen-ti provocatori nelle manifestazioni .

Sono tutte denunzie emerse dalle di-chiarazioni del capitano Margherito e daidocumenti ispettivi presentati in quest aCamera. Vi è stata l 'utilizzazione di a -genti travestiti, e persino di reparti difrombolieri con fionde . Si è avuto l 'usodi psicofarmaci somministrati ai poliziot-ti prima delle manifestazioni .

Viene citata in particolare una provo-cazione (che ho vissuto in prima perso-na) nei confronti di una marcia antimili-tarista in Friuli ; e così via via tutta un aserie di altre denunzie, come l'uso di pi-stole fuori ordinanza da parte di agent ie di ufficiali della pubblica sicurezza, i lclima di connivenza (parliamo del II Ce-lere di Padova) con le organizzazioni d iestrema destra .

Di fronte a queste denunzie, che emer-gevano dalle dichiarazioni del capitanoSalvatore Margherito e dai document iispettivi di molti gruppi, la commissione ,istituita dal Ministero dell'interno, tiradelle conclusioni abbastanza contradditto-rie; cioè riconosce alcuni fatti come, peresempio, l'uso sistematico di pistole fuo-ri ordinanza da parte degli ufficiali, giu-stificando tale uso in base alla legge ol'uso di manganelli riempiti di piombo ,mentre contesta e dichiara non vere tuttauna serie di altre denunzie .

Ho citato questa indagine ufficiale, ch enasceva dalle dichiarazioni non di un ra-dicale, non di un estremista, ma di uncapitano di pubblica . sicurezza, per po imetterla a confronto con un altro episo-dio, del quale questa Camera si è ne lpassato occupata, che dà invece perfettadimostrazione della veridicità di quant oveniva affermato da parte del capitanoMargherito e da parte degli organi distampa .

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Mi riferisco alla vicenda del 12 maggio1977, quando tutte queste cose - denun-ziate, per quanto riguarda il II Celere ,dal capitano Salvatore Margherito - ven-nero realizzate con una puntualità scon-certante; ma l'elemento aggiuntivo è quel -lo che siamo riusciti a portare all 'opinio-ne pubblica su questi comportamenti, ch eillustra con chiarezza quale era il clima ,per lo meno fino a pochi anni fa, all'in-terno delle forze di polizia .

Abbiamo gli eventi del 12 maggio 1977 ,in cui puntualmente vediamo agenti d ipolizia travestiti da provocatori, da auto -nomi, da terroristi; abbiamo le magnumle colt, le pistole fuori ordinanza ; abbia-mo la polizia che spara i candelotti la-crimogeni ad altezza d'uomo, che spara i nmodo indiscriminato sulla folla ; abbia-mo l'uccisione di Giorgiana Masi con unacalibro 22.

Vi sono queste similitudini tra i du edocumenti . In uno si parla appunto del-l'uso all'interno delle forze di polizia,di armi fuori ordinanza, ed in particolar edi pistole calibro 22.

Ecco, Giorgiana Masi fu uccisa co nuna pistola calibro 22 . Ultimamente, hopresentato una interrogazione a proposi-to di un agente di polizia in servizi opresso la questura di Roma, che è sta-to trovato in possesso di numerose arm ifuori ordinanza, e in particolare di un acalibro 22 . Questo il quadro nel quale s iinserisce o si doveva inserire la riform adi polizia, in un momento in cui forsec'era ancora tempo, c 'erano ancora forsele condizioni e le pressioni politiche ne-cessarie per evitare il rischio oggi pre-sente di una riforma mancata ed arrivaread una riforma effettiva che già alloraavesse la forza di modificare questa strut-tura poliziesca italiana, incapace ed ina-deguata ad assicurare l 'ordine pubblico emolto più adatta, ripeto, per attività an-tistituzionali e non certo di difesa del-l'ordine democratico .

La riforma della polizia si doveva in-serire non solo in situazioni caratterizzat eda questi dati emblematici e significatividelle forze di polizia, ma anche in altre ;

ad esempio in quella inefficienza voluta ,che era e credo sia tuttora dimostrata da lnumero risibile di elementi delle forze d ipolizia concretamente impiegati in attivit àdi polizia giudiziaria . Si calcola, infatti ,che non più del 20 per cento del perso-nale svolga di fatto questo tipo di atti-vità; gran parte del resto del personaleè impiegato in altre attività .

È questo un problema che ho già af-frontato in altri dibattiti e non voglio ,quindi, ripetermi, ma in questa sede cre-do sia necessario ricordare le centinaiao le migliaia di agenti utilizzati non pe rcompiti istituzionali, ma come « sciacqui-ni » - credo che questo sia il termine -al servizio di questo o di quel prefetto ,di questo o di quel questore . Più voltesono pervenute delle denunzie anche at-traverso strumenti parlamentari circa l autilizzazione di agenti di polizia per ripa -rare la casa di questo o quel funzionarioo addirittura utilizzati come domestici oautisti .

Accanto a questi episodi, che testimo-niano l'elevato numero di elementi delleforze di polizia distolti dai loro compit iistituzionali, vi sono poi altre attività svol-te dalle forze di polizia che non rientran onelle loro specifiche funzioni . Mi riferiscoa tutta l'attività di carattere amministra-tivo per il rilascio di licenze, passaportie tutta una serie di autorizzazioni ch epassano attraverso le questure e i com-missariati .

La riforma di polizia si doveva, quin-di, calare in una situazione già dramma-tica e resa ancor più drammatica nel mo-mento in cui questa polizia, pur così nu-merosa, si è dovuta scontrare con il fe-nomeno di un terrorismo, particolarment eagguerrito ed organizzato .

Tutta l 'incapacità e l 'inefficienza d iquesta struttura, finalizzata, pensata ed or-ganizzata per altri obiettivi, è emersa co nchiarezza in quei momenti e in quelle si-tuazioni . È inutile ricordare gli episodigrotteschi o tragici di via Fani e tutti gl ialtri in cui l ' inefficienza della polizia nel-le indagini è apparsa con evidenza e l astampa ne ha denunciato le contraddizio-ni e le incapacità più assolute .

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Questa è la situazione che si è presen-tata al legislatore accanto a tante altreche dovevano essere immediatamente sa -nate, anche per la situazione di emergen-za, alla quale invece la classe politica h aritenuto di dover dare altre risposte an-cora una volta di tipo repressivo .

Pensiamo alla situazione delle forze dipolizia quale emerge dalla lettura, ad esem-pio della rivista Ordine pubblico, almenodella precedente rivista Ordine pubblico;una situazione di chiusura, di separatezzadi questo Corpo dal resto della società, ela incapacità, quindi, di questo Corpo direcepire tutti gli stimoli che sono venuti ,che venivano dal movimento operaio finodal 1968, e dal 1970 . La polizia è semprestata esclusa, estranea. E con difficoltà ,appunto, attraverso l'azione meritoria d iquesta rivista, attraverso tutta una seri edi episodi che hanno visto invece la par-tecipazione democratica di molti poliziot-ti, si è riconquistato faticosamente il ter-reno perduto in questi 34 anni di vitademocratica . Credo che abbia influito i nquesta direzione anche una posizione er-rata della sinistra, in particolare della si-nistra extraparlamentare, di opposizionenetta, di contrapposizione alle forze di po-lizia ; posizione, contrapposizione, certo ,determinata e voluta però via via dai go-verni che si sono succeduti in Italia, volu-ta dai vari ministri dell'interno, che pote-vano garantirsi su questa inefficienza ov-vero efficienza antistituzionale delle forzedi polizia, proprio a partire da questa se-paratezza che si realizzava tra cittadino epoliziotto, tra cittadino e cittadino lavo-ratore. Si calava quindi, si doveva calar equesta riforma anche in una situazion edisastrata dal punto di vista propriamen-te organizzativo delle forze di polizia, in-capaci appunto di assolvere ai propr icompiti istituzionali, in una situazione nel -la quale era evidente - credo che oggi siaevidente a tutti - che l'organizzazione ri-gida, militare, il ricatto disciplinare, lapossibilità di trasferimenti ingiustificati edeterminati soltanto dai superiori, creavaall'interno del Corpo un'incapacità, un'im-possibilità per i singoli appartenenti d isvolgere in modo sereno il proprio me -

stiere, il proprio lavoro . In questa situa-zione, quindi, doveva collocarsi, calarsi ve-locemente l'intervento del legislatore, pri-ma che eventi, eventi tragici dimostrasse-ro, poi, la inadeguatezza di questo stru-mento di fronte ed al confronto con leforze eversive e con le forze terroristiche .

Questa occasione, invece, il Parlament ol'ha persa . Credo che non sia esageratodire che probabilmente molti dei mortiche ci sono stati in questi anni, causatidal terrorismo, probabilmente potevan oessere evitati, se il legislatore avesse avu-to la forza, la capacità di intervenire atempo su questo Corpo, su questa struttu-ra così deteriorata, così incapace di as-solvere i propri compiti istituzionali . Maquesto tempo si è perso, si è perso attra-verso tutta una serie di vicende che han -no dimostrato ancora una volta che il mo-dello, anticostituzionale sul quale si basa -no le linee politiche della maggioranza ,dei partiti - salvo lievi correzioni in que-sta ultima fase politica, in questa ultim astagione politica - cioè il « modello del -l'ammucchiata » - così lo abbiamo chia-mato - il modello della partecipazione ditutte le forze all'emergenza ed al Governodel paese, è un modello che non funzio-na, è un modello che provoca tutta un aserie di forme di rivolta, di aggravamen-to delle situazioni di emarginazione, m asoprattutto che non funziona - questo èquanto ci interessa - per realizzare, attra-verso la corretta dialettica democratica ,quelle riforme che tutti i partiti pur di-chiarano di volere .

Ricordo che il problema della polizia ,il problema della riforma di polizia si po-ne da molto tempo : credo che siano al-meno nove anni, che si possa partire da lnovembre del 1969 per recepire questeforme di dissenso e di consapevolezza al-l'interno delle forze di polizia sulla neces-sità di procedere velocemente, proprio d ifronte a certi episodi, in particolare agl iepisodi della :trategìa della tensione (gl iepisodi del 1969, della Banca dell'agricol-tura, e così via) sulla necessità di arriva-re velocemente ad una riforma, ad unabonifica se voi volete, di questa ammini-strazione della polizia, che così pesante-

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mente è stata coinvolta - come è emersoda svariati processi, non ultimo quello d iCatanzaro - negli episodi del terrorismonero in Italia .

Nel 1969, con la morte di Annarumma,abbiamo le prime proteste degli agenti d ipolizia, in particolare degli agenti del II Icelere di Milano, stufi di essere mandat ial massacro con quei metodi che purtrop-po molti di noi, che hanno fatto militan-za nelle piazze, hanno avuto modo di co-noscere .

Credo però che la data dalla quale s ipuò cominciare a parlare di consapevolez-za all 'interno delle forze di polizia dellanecessità di arrivare a una riforma sial'ottobre del 1971, quando finalmente al-cuni agenti di polizia iniziarono a prati -care il dissenso civile, il dissenso demo-cratico, il dissenso, direi, non violento .Ricordo che il 21 ottobre 1971 sessantaagenti del I reparto mobile di Torino s iincamminarono pacificamente, silenziosa-mente per le strade di Torino per prote-stare contro i ritmi massacranti, contr ol 'autoritarismo cieco dei superiori, perprotestare per il modo con il quale veni-vano trattati, per l ' impossibilità per quest iagenti di polizia di svolgere in modo civil ee serio il proprio mestiere .

La risposta della maggioranza, la ri-sposta del Governo, la risposta della de-mocrazia cristiana fu ancora una voltatale da evidenziare I ' incapacità di capir ecome da quell'episodio, apparentemente li-mitato, emergesse chiaramente una situa-zione di disagio all 'interno delle forze d ipolizia .

Abbiamo avuto allora le prime inutil iazioni repressive, che forse alla lunga han -no creato maggiore consapevolezza e co-scienza all ' interno della pubblica sicurez-za. Ricordo che due agenti furono incri-minati e condannati a cinque mesi di re-clusione per attività sediziosa, soltanto per-ché avevano espresso in modo civile, pa-cifico e democratico Ia protesta per l econdizioni di vita alle quali erano costret-ti. In particolare, ho avuto la fortuna ola sfortuna (secondo i punti di vista) d iconoscere personalmente questi due gio-

vani nel carcere militare di Peschiera ,dove erano reclusi in un reparto specia-le, necessariamente lontani dagli altri dete-nuti . Questi agenti di polizia, sicuramentespoliticizzati, sicuramente ingenui, che pe-rò avevano avuto la capacità di esprime -re in modo così corretto la propria pro -testa nei confronti della gestione del Cor-po della polizia .

Uno degli altri momenti particolarmen-te significativi di questa presa di coscien-za delle forze di polizia è quello relativ oal processo di Salvatore Margherito . Hogià detto come, con quel processo final-mente la denuncia dei metodi anticostitu-zionali e illegali della polizia veniva nonpiù soltanto dalle forze di opposizione ,ma direttamente dall ' interno : per la primavolta un ufficiale della pubblica sicurezzaha avuto il coraggio di denunziare com equesta polizia, che doveva servire alla di -fesa del cittadino, era storicamente e con-cretamente utilizzata invece contro i di-ritti dei cittadini, dei lavoratori, degli stu-denti .

Anche quella volta abbiamo dovuto re-gistrare la cecità delle forze politiche el ' incapacità della classe dirigente e del Par -lamento di recepire fattivamente, attraver-so leggi, provvedimenti, dibattiti, quelloche andava esplodendo all 'interno dellapolizia . Ancora una volta abbiamo dovut oassistere alla condanna a dieci o undic imesi del capitano Margherito, sempre pe rattività sediziosa, sulla base di quel co-dice penale militare del 1941 che questaCamera non avrà mai, nell'attuale situa-zione politica, la forza di riformare : saràpossibile abrogarlo solo se potranno inter-venire quei referendum radicali per i qua-li si stanno, ormai per gli ultimi giorni ,raccogliendo le firme in tutta Italia ; que ireferendum che così duramente sono at-taccati da tutti e in modo particolare -cosa questa grave e strana - dalle forzedella sinistra, le quali invece dovrebber oriconoscere che questo è l 'unico strumentoche si possa avere, in questo Parlamentoe nel paese, per portare a compimento ilprogetto del Costituente .

Come si può da parte della sinistra de-nunziare la funzione eversiva dei referen-

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dum, quando proprio i referendum sonostati capaci di stimolare in passato quest oParlamento a realizzare riforme fondamen-tali ? Credo che in questo comportament onon vi sia soltanto irresponsabilità, m aanche forme inconscie - se volete - d icomplicità con una « strumentazione » fa-scista che forse si vuole mantenere in pre-visione di altri governi futuri, che si pen-sa dovranno comunque, in situazioni diffi-cili, utilizzarla contro nuove minoranze ,nuove opposizioni .

Dicevo che anche la denunzia e la con-danna del capitano Salvatore Margherit onon servirono molto ad impostare e adaffrontare celermente il problema del rior-dinamento delle forze di polizia, in vist adei drammatici eventi che già si annun-ciavano nel paese e che avrebbero invec erichiesto che il Parlamento approntass equegli strumenti che forse avrebbero po-tuto in qualche modo limitare il numerodelle vittime che poi abbiamo dovuto re-gistrare .

Soltanto nell'ottobre del 1976, il mini-stro dell'interno Cossiga annunciò final-mente che entro il 15 febbraio dell'annosuccessivo (1977) il Governo avrebbe pro -posto una riforma organica della polizia ,e si sarebbe così finalmente giunti allasoluzione di questo drammatico problem adi attuazione dei principi costituzionali .

Questa dichiarazione di Cossiga giuns eperò in una situazione politica particola -re, nel periodo in cui la sinistra assume -va, prima con l'astensione e poi con i lvoto favorevole, una diretta responsabilitàdi Governo . E fu proprio la stranezza d iquesta situazione (in cui, per la prim avolta, il 90 per cento e più delle forzepolitiche rappresentate nel Parlamento -considerando il gruppo di democrazia na-zionale, che in qualche modo fiancheggia -va la democrazia cristiana - erano unitesulla baie di una clirLiarazione program-matica che prevedeva anche 1a soluzion edi questo problema) a rendere impossibi-le di raggiungere la meta . La formula checonoscemmo nella passata legislatura di -mostrò proprio di fronte a questo proble-ma la sua incapacità istituzionale ad af-frontare vere riforme. Al di ]à della di-

chiarazione di Cossiga fu così impossibil emettere tutti d'accordo all'interno di unatanto vasta maggioranza. E non era pos-sibile, senza partire da una sana e ser-rata dialettica parlamentare tra maggio-ranza e opposizione, mettere d'accordo tut-ti gli interessi, tutte le forze, tutte le ten-denze all'interno delle stesse forze demo-cratiche e dei partiti di maggioranza. Que-sta difficoltà costituzionale è emersa, poi ,nell'incapacità di portare a termine gl iimpegni assunti, di costrin gere il Governoa mantenere le sue promesse . Certo, esi-stono delle gravissime responsabilità de igoverni di allora, di Andreotti, di Cossiga ,che il partito comunista in particolare hadenunciato, circa la non attuazione dell ebasi programmatiche che quella maggio-ranza si era data. Ma credo che le diffi-coltà fossero anche all'interno del mecca-nismo stesso che consentiva queste mag-gioranze, all'interno di un meccanism operverso che non consentiva al Parlamen-to di esercitare la sua funzione, attraver-so la dialettica democratica, attraverso i ldibattito pubblico, così come previsto dalnostro regolamento, e di realizzare quegl iaccordi e quegli scontri, perché si dovev atendere ogni volta alla mediazione : allamediazione ai livelli più bassi, perché inquel momento abbiamo avuto, da partedella sinistra storica, la rinuncia a tutt auna serie di affermazioni e di princìpiche riguardavano la riforma di polizia .Quanti passi indietro la sinistra ha dovut ofare in quel periodo per garantirsi, o nell apresunzione di potersi garantire, la rifor-ma della polizia ! Perfino il movimentodegli agenti di polizia fu tenuto calmo ,quasi sotto naftalina, a partire dal contri-buto che in qualche modo le organizza-zioni sindacali davano in quel momento ;questo movimento, allora, non ebbe l aforza e la capacità di esprimere tutta l apotenzialità democratica che aveva avutomodo, invece, di dimostrare nel passato ,nelle manifestazioni di dissenso nei con -fronti delle gerarchie militari e, in gene-rale, della politica governativa democri-stiana .

Credo che non sia inutile ricordare co-me questa stessa politica suicida di « pom-

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pieraggio » nei confronti dei movimenti na-scenti all'interno delle forze armate, furealizzata per i movimenti dei sottufficial idemocratici, dei soldati democratici e de -gli stessi ufficiali democratici, proprio die-tro l ' illusione che questa maggioranza del90 per cento, garantita dalla presenza delpartito comunista e del partito socialista ,avrebbe avuto la forza, al di là delle ca-pacità extraparlamentari dei movimenti ,di realizzare quelle riforme che i movi-menti stessi volevano .

Credo che un qualche riconosciment odi quanto vado dicendo, una certa auto-critica, lo stesso movimento dei lavora -tori di polizia ha avuto modo di farla inuno degli ultimi convegni, quando, pro-prio il generale Felsani, ha dichiarato ch euno degli errori del movimento dei lavo-ratori di polizia fu proprio quello dell atotale fiducia e della totale delega dei pro-pri problemi alla Commissione interni, all eforze politiche ed ai partiti . Credo pro-prio che questa rinuncia all'esercizio ealla pratica costituzionale e democratic afu uno degli elementi che ha contribuitoal rinvio della soluzione della riforma .

È inutile, evidentemente, ricordare co-me il 15 febbraio 1977 non si ebbe quan-to Cossiga promise. Siamo così arrivati inuna situazione parlamentare nella quale ,mentre le forze politiche cianciavano d iaccordi che si doveva prendere, o che giàerano stati presi, o di convergenze chesi erano realizzate, nella settima legislatu-ra soltanto il gruppo radicale, i quattrodeputati radicali ricordarono più volte i nmodo ossessivo come invece l'unico terre -no che potesse consentire l'effettivo var odi questa riforma fosse il terreno demo-cratico, il terreno pubblico dell'Assemblea ,dell 'attuazione del regolamento, dell'attua-zione della Costituzione .

Il 19 dicembre 1977 il gruppo radicalechiese, ai sensi dell 'articolo 81 del rego-lamento, l ' iscrizione all 'ordine del giorn odelle proposte presentate dalla maggioran-za delle forze politiche; fu chiesta ed otte-nuta una proroga; poi, alla fine, questeproposte furono iscritte all 'ordine delgiorno . Si arrivò, successivamente, credonell'agosto 1978, alla richiesta da parte del

presidente della Commissione interni, Mam-mì, di un ulteriore rinvio, con una pro-cedura incredibile, delle proposte di leg-ge in Commissione, nonostante fossero gi àiscritte all'ordine del giorno dell'Assem-blea ai sensi dell 'articolo 81 e nonostant efossero scaduti anche i termini di proroga .Forse non è inutile ricordare che anch ein quella occasione tutte le forze politich edicevano che questa remissione in Com-missione delle proposte di legge avrebbepotuto consentire, proprio perché esistevaquesta grande maggioranza, l'approvazion edella riforma in tempi brevi . Questo nonè accaduto, e siamo arrivati ormai, ad unanno dall'inizio di questa ottava legisla-tura, ad una situazione drammatica, che èdenunziata anche all ' interno delle forze d ipolizia . Ci troviamo di fronte ad un pro -cesso di declassamento della pubblica si-curezza nei confronti di altri corpi di po-lizia . Tale processo di declassamento èdenunziato da funzionari, da responsabil idelle forze di polizia ; esso è già in attoe si evidenzia anche nei risultati delle ul-time operazioni contro il terrorismo, ch ehanno visto un altro corpo, l'Arma dei ca-rabinieri, realizzare parziali successi o in -successi, evidentemente spesso con meto-di inaccettabili .

Si verifica un declassamento continu odelle forze di polizia, che probabilmenteè irreversibile, o almeno oggi può diveni-re irreversibile se questa Camera, ed inparticolare le forze della sinistra, non co-glieranno l 'occasione di questo dibattitoper recuperare il tempo perduto e per rea-lizzare ormai non una riforma, che allostato dei fatti servirebbe a poco per ri-solvere i problemi che ho prima citato ,ma una revisione autocritica degli error idel passato, revisione delle loro posizion ipolitiche e programmatiche su questo pro-blema, alla luce della situazione nella qua-le versano le forze di polizia, alla luce d iquesta situazione di sempre maggiore po-tenziamento e, in qualche modo, rafforza-mento dell 'autonomia dei carabinieri . Nona caso il collega Boato ha citato le incre-dibili dichiarazioni di Dalla Chiesa . Tal idichiarazioni non sono soltanto significa-tive perché denunziano un comportamento

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proprio di Dalla Chiesa, ed anche un com-portamento irresponsabile della classe po-litica, che non ha la forza e non ha la ca-pacità, di fronte a queste dichiarazion ipubbliche, di reagire con forza nella riven-dicazione dell'autonomia dei poteri nelnostro assetto costituzionale ; tali dichia-razioni sono anche significative perché di -mostrano ed evidenziano un'autonomia e duna forza autonoma particolare, specialedell'Arma dei carabinieri, che oggi può inqualche modo essere dimenticata o ritenu-ta marginale rispetto ai successi che l 'Ar-ma stessa ha conseguito nel campo de lterrorismo . . .

FIORI GIOVANNINO . . . .e dei morti !

CICCIOMESSERE . . . .ma che, in pro-spettiva, proprio ricordando i morti, pu òcreare delle situazioni pericolose nel no-stro paese. Non credo di dover ricordarequanto è emerso dai lavori della Commis-sione di indagine sugli eventi del 1962, ri-sultati che tutti i colleghi possono verifi-care. Ritengo, quindi, che si stia verifi-cando un processo pericoloso e che sia ne-cessario un intervento immediato del Par-lamento, per lo meno delle forze della si-nistra . Oggi è possibile, in questa situazio-ne che vede l'apparato dei carabinieri rea-lizzare una tale autonomia da permettersi ,attraverso un suo generale di alto grado ,questi giudizi sfrontati nei confronti dellamagistratura, giungere ad affermazioni pe-ricolose . Come si può parlare di coordi-namento nei termini che emergono dai ri-sultati dei lavori della Commissione in-terni ?

L'unico coordinamento reale e realiz-zabile, che non sia quello dei carabinie-ri, in ordine a tutto quello che esist enel nostro paese in termini di polizia, èl'unificazione delle forze di polizia ; nonc'è altra possibilità di coordinamento, ameno che non si voglia giustificare - spe-ro che nessuno lo voglia fare e il presi -dente Mammì non l'ha fatto nella suarelazione - ed esaltare lo spirito di com-petitività fra le due armi . Abbiamo vist onella « vicenda Russomanno » che cosa si-

gnifichi la competitività tra i Corpi se-parati dello Stato ; abbiamo visto concre-tamente come questa competitività si ri-solva in un'inefficienza e in una pratic adi gestione politica del fenomeno del ter-rorismo.

FRANCHI, Relatore di minoranza. Lìc 'entrano le correnti !

CICCIOMESSERE. C'entrano le corren-ti ma c'entrano anche i Corpi. Faccio ri-ferimento a due Corpi separati dello Sta-to, il SISMI ed il SISDE, che sono parti-colarmente qualificati per quanto riguar-da i funzionari che, da una parte, giun-gono da molto lontano, cioè dall'ufficioaffari riservati, e, dall'altra, da un altroservizio con il personale proveniente daesperienze militari . Ritengo che questo fat-to non sia assolutamente irrilevante . Cer-to, il problema della lottizzazione di que-sti Corpi speriamo di affrontarlo durantela discussione delle proposte di messa instato di accusa del Presidente del Con-siglio .

La situazione è senz'altro cambiata esi è deteriorata, in quanto ci troviamo difronte non soltanto a lottizzazioni tracorrenti dei corpi separati, ma soprattut-to a lottizzazione dei Corpi fra i diversipartiti politici. Parlando di polizia e ca-rabinieri questo discorso non è estraneo .

Noi vediamo come alcune forze dellapolizia, in questi anni di lotta al terro-rismo, si siano occupate moltissimo d ifenomeni marginali di dissenso, spesso il -legale, ma sicuramente non determinanterispetto al terrorismo, come questa scel-ta politica sia stata determinata anche d aconvinzioni di alcune forze presenti inquesto Parlamento e come tale scelta po-litica abbia creato quei drammatici guast iche tutti noi conosciamo . Credo quind iche, e giungo rapidamente alla conclusio-ne, l'occasione che finalmente si offre a lParlamento possa, in particolare dalleforze di sinistra, essere utilizzata corret-tamente e seriamente, specie alla luce deinuovi episodi . Se, ripeto, questa od altrariforma fosse intervenuta nel 1976 o nel

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1977, essa avrebbe avuto probabilment eun suo significato storico e politico be npreciso ; oggi, nel 1980, riproporre le so-luzioni del 1976 è semplicemente irrespon-sabile, proprio alla luce degli episodi d iquesti ultimi anni, in particolare degl iepisodi di terrorismo .

Il problema di fondo, quindi, è quellodel coordinamento, che - lo ripeto - no npuò essere risolto con i dipartimenti, co nl'aumento dei poteri dei prefetti, o co naltri marchingegni : può essere risolto sol-tanto nel momento in cui si arrivi co nprecisione alla definizione di un unicoCorpo di polizia, con competenze e re-sponsabilità precise .

Credo che questa duplicazione dei Cor-pi di polizia non sia servita a nessunonel passato e tanto meno possa servirenel futuro . Né è marginale la necessità diprocedere velocemente al trasferiment odelle attuali competenze di ordine ammi-nistrativo della polizia agli organismi re-gionali e comunali, arrivando senza equi -voci, senza contraddizioni e senza com-promessi alla smilitarizzazione di quest oCorpo .

In proposito oggi, nel 1980, non soloci troviamo di fronte a soluzioni inade-guate, ma anche a posizioni che contrad-dicono quelle che, mi pare nel 1976, fu-rono assunte dallo stesso ministro dell'in-terno Cossiga. Tutti ricordano la famos aintervista da lui rilasciata alla rivista Or-dine pubblico, nella quale egli dichiarò lasua convinzione che i diritti sindacali de -gli agenti di polizia dovessero essere li-beri, ampi e che questi ultimi avrebberoscelto responsabilmente in vista di unaorganizzazione sindacale ottimale .

È altresì necessario che, all'interno d iquesto Parlamento, si crei un 'unità perbattere quella pericolosissima proposta d ilimitazione, ovvero di regolamentazion e(dipende dai punti di vista), del diritt odi sciopero che, ancora una volta - com eabbiamo già detto nel corso della discus-sione della proposta di smilitarizzazion edegli operatori di volo, dei sottufficiali del-l 'aeronautica militare impiegati nel con-trollo del traffico aereo -, costituisce unproblema che non deve e non può essere

affrontato di volta in volta in questa oquella legge, per questa o quella catego-ria, ma deve essere affrontato in terminiglobali. Non capisco perché il problemadella regolamentazione del diritto di scio-pero non debba essere affrontato in ter-mini globali e generali, così come quellodell'iscrizione ai partiti politici, in ordin eal quale la maggioranza della Commissio-ne ha convenuto sull'opportunità di untrattamento uniforme per tutte le catego-rie indicate nell'articolo 98 della Costitu-zione .

Concludo, signora Presidente, dichia-rando la totale ed evidente disponibilitàdel gruppo radicale per arrivare veloce-mente all'approvazione di una riform ache smilitarizzi le forze di polizia. Que-sta disponibilità non può evidentementesignificare passività, avallo di accordi chenoi riteniamo gravi, non soltanto dal pun-to di vista politico, ma proprio per il ri-schio che non assicurino all'Italia un cor-po efficiente, una struttura efficiente, a lservizio della collettività, dei cittadini .

Dichiariamo la nostra piena, totale di-sponibilità per condurre lotte comuni conla sinistra su tali obiettivi . Così come èevidente che in questa ed in altre sedinon potremmo, invece, non denunziare -ove tale malaugurata ipotesi dovesse rea-lizzarsi - la stipula di accordi a « svendi-ta » delle battaglie dei poliziotti, e nonsoltanto di questi ma dell'intero movimen-to democratico in Italia .

Quindi, nella speranza che questa occa-sione - che ritengo abbiamo contribuit oa fornire, in parte, al Parlamento - si acolta da tutti noi, in particolare dalla si-nistra, per un'opera reale e vera di rifor-ma, non posso che ribadire la volontà delgruppo radicale di battersi, attraverso l apresentazione di non molti ma significa-tivi emendamenti, perché i cinque proble-mi di fondo che ho enunziato trovino po-sitiva soluzione e sia avviato un confron-to positivo in questa sede (Applausi deideputati del gruppo radicale).

PRESIDENTE . È iscritto a parlarel'onorevole Milani . Ne ha facoltà .

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MILANI. Signor Presidente, onorevol icolleghi, non vi dovrebbero essere dubbisul fatto che la riforma della polizia co-stituisca un problema di grande rilievoper la caratterizzazione democratica di tut-to l'apparato statale. Il testo approvatodalla Commissione interni è, però, viziat oda una concezione che, se da un lato ved ela riforma di polizia come ormai inevita-bile, a causa della forza, della autorevo-lezza e della rappresentatività dei settor iche la reclamano, dall'altro intende presen-tarla come una sorta di concessione de lpotere politico, anziché un dovere urgen-te che gli compete. Di qui una logica a lribasso che pervade il testo in discussio-ne e lo indebolisce rispetto agli intendi -menti riformatori emergenti in molti pun-ti tutt'altro che secondari .

Giova, allora, riferirsi alla recente as-semblea sindacale del teatro Adriano, ch eha dato vita ufficialmente al sindacatounitario di polizia, approvandone lo sta-tuto e fissandone il primo congresso en-tro l'anno . Essa, infatti, ha richiamato ,dimostrando la vitalità del movimento de ipoliziotti, che molti davano per defunto ,il senso della battaglia portata avanti i nquesti anni, battaglia che si è propost ala ristrutturazione della pubblica sicurez-za, allo scopo di farne, pienamente, u npubblico servizio, adatto a svolgere i suoipeculiari compiti di difesa delle istituzio-ni democratiche e di tutela dei fonda-mentali diritti del cittadino .

L 'inadeguatezza e le carenze della pub-blica sicurezza sono venute sempre mag-giormente in risalto con l'evidenziarsi, i nquesti ultimi anni, di una profonda cris idella gestione democristiana dello Stat orepubblicano, in tutti o quasi i suoi prin-cipali apparati. Basterà ricordare qui lacrisi in cui versano il sistema carcerario ,i servizi di sicurezza e l 'ordinamento giu-diziario .

In questo contesto si sono acutizzate ,fino a diventare quasi insostenibili, certestoriche magagne delle nostre forze del -l'ordine, che ne hanno sempre più com-promesso l'efficienza e l ' immagine . Adesempio, sempre più miope e lontano da

una comprensibile emulazione è appars olo spirito di concorrenzialità, tra i divers icorpi di polizia ; spirito che ha dato luogo– ed è stato qui più volte ricordato – a depisodi talvolta addirittura grotteschi . Inun periodo in cui, tra l'altro, si era fattaurgente la necessità di condurre a fond ola lotta contro il fenomeno terroristico ,il costo di questi gravi scompensi è statopagato dal paese in termini di instabilit àdell'assetto democratico ed è ricaduto sul -le spalle della grande maggioranza delleforze dell 'ordine, in termini di un appe-santimento delle condizioni di lavoro, an-che senza alcuna contropartita.

Si è, dunque, accresciuta la frustrazio-ne della condizione del poliziotto, che h avisto dilatarsi l 'aspetto repressivo del su oruolo sociale, anche in conseguenza diuna legislazione sull'ordine pubblico che ,durante gli anni '70, si è contrapposta inmodo negativo al crescere delle istanze d idemocrazia espresse dalla società italiana .

Ne è risultata accentuata, fino all'esa-sperazione, la situazione di separatezz ache, fin dalle origini, pesa sulle forze del-l 'ordine in Italia . Sono venuti così in pri-mo piano tutti gli elementi di contrappo-sizione e di differenziazione tra poliziottoe cittadino che, pur non costituendo cer-to una novità nella storia del nostro pae-se, forse per la prima volta hanno assun-to un carattere così palesemente odioso edassurdo come in questi anni .

Ma l'acutizzarsi di queste contraddizio-ni ha costituito anche la base obiettivaper l'avvio di un processo di presa di co-scienza senza precedenti, tanto sul versan-te delle masse popolari in generale e de lmovimento operaio in particolare, quant osul versante interno alle stesse forze d ipolizia . Non a caso, proprio la separatez-za delle forze dell'ordine, in particolaredella polizia, ha costituito il principal eoggetto di riflessione e di analisi, il ter-reno unificante, sul piano propositivo eprogrammatico . Ne sono stati messi in lu-ce i diversi aspetti, sia sotto il profilodella configurazione istituzionale del Cor-po delle guardie di pubblica sicurezza, inquanto apparato dello Stato repubblicano ,sia sotto il profilo del suo assetto inter-

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no e degli elementi costitutivi dello statusdi poliziotto, dei suoi diritti e dei suo idoveri .

Per quanto riguarda il primo aspetto ,sono messi in rilievo, da un lato l 'anacro-nismo della permanente militarizzazione,dall'altro la necessità di definire con pre-cisione la collocazione e l'area di interven-to di ciascuna forza di polizia, nel quadr odi una politica coordinata dell'ordine pub-blico. La questione del coordinamentoaveva ed ha, come è facile intuire, un ri-lievo strettamente politico, ma si pone an-che sul piano istituzionale, per la neces-sità di fissare con norme precise i1'attribu-zione delle funzioni ed i rapporti tra idiversi organi. Per quanto riguarda il se-condo aspetto, grande parte ha avuto neldibattito il concetto di una nuova profes-sionalità, la cui acquisizione da parte de lpersonale e la cui valorizzazione nell'am-bito di un assetto del personale completa-mente ristrutturato costituiscono condizio-ni essenziali per la trasformazione delleforze dell'ordine. È per questo, perchégiustamente non si può credere ad unatrasformazione che avvenga completament edalI'alto, per spontaneo impulso del « Pa-lazzo », che si pone l 'accento, come levafondamentale di tutto il meccanismo rifor-matore, sulla piena acquisizione dei diritt icostituzionali, politici e sindacali, da partedei lavoratori della polizia .

È per gli stessi motivi che proprio l asindacalizzazione dei poliziotti ha costitui-to in questi anni di crescita del movimen-to riformatore la bestia nera di tutti queisettori che non vogliono rinunciare ad un apolizia passivamente strumentale rispettoai loro disegni antidemocratici ed antipo-polari. Quando non si è potuto negare l aevidenza dei fatti, cioè la necessità di ri-conoscere il diritto costituzionale alla sin-dacalizzazione e l 'esistenza di un forte eradicato movimento di massa, pronto acostituirsi sindacato, si è ripiegato su un aultima trincea : quella dell'introduzioneper legge di una serie di pesanti limitazio-ni alla capacità organizzativa e propositivadel nuovo sindacato, che si rispecchianoappunto nel testo che ci viene ora sotto-posto .

Riteniamo che in questo modo non s ifaccia altro se non rinviare la presa d'at-to completa di quella che è, e rimane, un apesante sconfitta per tutte le forze reazio-narie, per la loro concezione di uno Sta-to separato, contrapposto alle masse .

Il testo in discussione, costituisce laprima tappa di una battaglia che indubbia-mente deve continuare, tanto sul pian odello sviluppo del movimento, quanto sulpiano dell'adeguamento della normativa le-gislativa. Diritto di affiliazione ai sindacat isolo in secondo grado, organismi burocra-tici inutili o dannosi come il consiglio d ipolizia, limitazioni eccessive dell'area con-trattuale, non richieste dalla salvaguardiadella professionalità dell'istituto, caratteriz-zano già oggi le finalità restrittive che s ipropongono . La preoccupazione che animachi sostiene queste misure non è in realtàquella di contemperare interessi incompati-bili, come sarebbero i diritti dei lavorato-ri di polizia e la pretesa sicurezza dell oStato, ma più semplicemente quella di ri-tardare, per il possibile, un processo didemocratizzazione che non si è mai sol-lecitato e di cui si subisce l'esistenza elo sviluppo .

Per questi motivi ribadiamo il nostr oparere contrario all 'introduzione di taliclausole restrittive . Del resto già nel te-sto in discussione sono visibili i guast iche produce la logica di un riconoscimen-to solo a metà del ruolo dei lavoratorinella definizione degli assetti organizza-tivi dell'apparato. Bisogna dire, infatti ,che se l'assetto del personale deve esser edefinito con atto d'imperio anziché me-diante la contrattazione, quello propostodall'articolo 37 che riproduce il testo go-vernativo, è tale da creare più contraddi-zioni e problemi di quanti non ne risolva .

Intanto dobbiamo sottolineare la situa-zione paradossale in cui si viene a trova-re il personale di polizia in conseguenzadel ritardo nell 'approvazione della legge diriforma. Esso è, per questo motivo, ta-gliato fuori dalla normativa in corso diapprovazione per il resto del pubblico im-piego. Si approfitta della persistente con -dizione militare per applicare le nuov enorme disciplinari e contemporaneamente

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si nega, nel caso della polizia, quel nuo-vo rapporto con l'amministrazione delloStato che fa parte integrante della nuo-va legge sulla disciplina militare .

Inoltre risulta nel complesso frustrat oil desiderio di certezza delle diverse cate-gorie del personale per ciò che riguardala sua definitiva sistemazione . La propo-sta di legge, infatti, non ha tenuto cont odella necessità di distinguere quello ch edovrà essere l'ordinamento definitivo del -la polizia da quello che deve essere l 'ordi-namento attuale per la fase transitoria .In questa fase bisogna considerare cheesistono giuste richieste del personale gi àin servizio, che a causa della confusa si-tuazione esistente subisce una immeritatapenalizzazione nella propria carriera. Ba-sterà ricordare il solo esempio degli ap-puntati relegati per lungo tempo nella po-sizione di guardia aggiunta ed ausiliari asenza poter partecipare a concorsi e benlontani dal raggiungere un riconoscimentoadeguato della loro effettiva professiona-lità .

Più in generale, rispetto all'ordinamen-to del personale, richiamiamo tra le altrequestioni aperte quella della necessari acollocazione nella pubblica sicurezza de lpersonale tecnico e ausiliario, quella rela-tiva alla unificazione dei ruoli tra fun-zionari di pubblica sicurezza, ufficiali eispettrici, che richiedono un nuovo orga-nico provvisorio, quello della confluenzadella dirigenza di polizia nella carriera d iprefetto. Si tratta di questioni che il Par-lamento deve intendere in tutta la loropregnanza; sarebbe infatti indice di unatteggiamento molto superficiale scambiar -le per questioni di second 'ordine tali danon intaccare le vere finalità della legge .

La democraticità dell'assetto intern odella polizia è in realtà una condizion eessenziale perché questa sia posta in gra-do di esercitare un ruolo democratico an-che nei confronti dello Stato, della societ àe viceversa . Proprio la riforma della poli -zia è forse uno degli esempi in cui si toc-ca con mano, con maggiore evidenza, l'in-treccio che lega questi due aspetti . Tor-nano quindi in primo piano a questo pun-to le questioni inerenti alla fisionomia del -

la pubblica sicurezza in quanto istituzio-ne. Va detto subito, a questo proposito ,che se da un lato il testo proposto sanci-sce una volta per tutte la smilitarizzazionedel corpo - è questo un punto fermo dalquale non si torna indietro - dall'altra d àuna risposta largamente negativa e insod-disfacente al problema della collocazionedel nuovo organismo civile nell 'ambito del-l 'amministrazione del Ministero dell'in-terno .

Infatti, la polizia di Stato, che non èneppure definita nel testo, viene collocat ain modo alquanto contraddittorio nell 'am-bito di una amministrazione della qual efa parte anche altro personale soprattutt odirigenziale e direttivo che con la polizianon hanno nulla a che spartire. Ciò com-porta di fatto la subordinazione, che neltesto è prevista addirittura sul piano di-sciplinare, ai funzionari civili del Ministe-ro dell'interno e in particolare, per quantoriguarda il livello provinciale, ai prefetti .Si opera così una sovrapposizione traquelli che dovrebbero essere organi di in-dirizzo generale e quelli addetti, invece ,alla direzione tecnica dell 'attività di ordi-ne pubblico . È inutile aggiungere che talesovrapposizione va a tutto discapito d iquesti ultimi, impedisce di valorizzarne l efunzioni e i livelli di professionalità acqui-siti, ne decapita addirittura, come abbiam ogià accennato, la carriera .

Un simile trattamento punitivo è grave ,a nostro avviso, per una duplice serie d imotivi : da un lato viene inevitabilmenteintaccata la sovranità della struttura del -la pubblica sicurezza presso i cittadini el'opinione pubblica, dando così un colpoproprio ad uno degli obiettivi di fondodella riforma, quello di favorire il supera -mento della sfiducia che si è spesso crea-ta; dall'altro lato c'è il pericolo che s iproduca una sfiducia non minore all'inter-no delle stesse forze dell'ordine, nella mi-sura in cui chi ha la responsabilità ope-rativa non è posto in grado di compier euna valutazione relativa al rischio delleoperazioni che verranno compiute e di ap-portare alla loro pianificazione ed organiz-zazione il proprio valido contributo .

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Inoltre lo schema degli organi centralie periferici proposto dal testo non forni-sce alcuna risposta esauriente al problem adel coordinamento tra le varie forze dipolizia. È forse ancora presto per giudi-care sul funzionamento dello stralcio ope-rato qualche mese fa per il coordinamen-to; tuttavia sembra di poter dire che perora non molto è cambiato . Questo sem-brano indicare anche le più recenti vicen-da della lotta contro il terrorismo.

Voglio infine soffermarmi brevementesulle pesanti contraddizioni che esiston onel testo stesso in merito alla scelta del -la smilitarizzazione, che pure viene final-mente adottata . Che vuoi dire, infatti, senon militarizzazione, attribuire agli ufficia-li dei carabinieri la qualifica di « autorit àlocale di pubblica sicurezza » ? Che vuoidire sottrarre ai sindaci quelle poche pre-rogative in materia di cui dispongono ?Che vuoi dire questa proliferazione di po-lizie, delle quali anche il Corpo forestal edello Stato e il Corpo degli agenti di cu-stodia entrano a far parte ? Forse che ogn iMinistero vuole crearsi la sua polizia pri-vata ? È evidente, credo, la contraddizione .

La legge di riforma, che aveva comepunto di riferimento la smilitarizzazione ela sindacalizzazione, si risolve in una piùestesa militarizzazione del servizio di po-lizia: i carabinieri vengono promossi alrango parificato delle forze di polizia; leguardie di finanza, anziché procedere nelsenso opposto di una loro smilitarizzazio-ne, e quindi con creazione di un servizi odi polizia tributaria, vengono invece tra-mutate in forze a disposizione per l'ordi-ne pubblico ; le guardie carcerarie, natecome Corpo militare, continuano ad essereCorpo militare, mobilitato in funzione d iordine pubblico . Si aggiunga che anche iforestali, nati invece come Corpo civile ,vengono oggi indicati come forze che i nqualche modo devono concorrere alla dife-sa dell'ordine pubblico .

È chiaro che, attraverso questo pro-cesso, quello che viene in evidenza è unproblema di fondo, che noi, peraltro, ab-biamo sottolineato nella relazione illustra-tiva del nostro progetto di legge : quellocioè dell 'esistenza di più Corpi di poli-

zia, e della necessità di operare perché s igiunga a una soluzione organica del pro-blema, costituita dalla creazione di ununico Corpo di polizia .

Il quadro politico, la situazione poli-tica ha portato il dibattito su tale que-stione lontano da questa finalità, ed èevidente oggi che se ne pagano i prezzi .Il grande discorrere sui compiti che sonodei prefetti e dei questori, dei ministerial ie no, deriva da qui, cioè da una difficol-tà oggettiva a dare corpo a un reale pro-cesso di unificazione delle forze di polizia ,e quindi alla individuazione di responsa-bili che stiano all ' interno di una struttu-ra di polizia. Nella sostanza, quella cheavrebbe dovuto essere una riforma ch epoteva prefigurare anche un modo moder-no, più avanzato, più funzionale, di dareuna risposta a dei problemi che son odello Stato repubblicano, viene risolta al -l'indietro: si introducono sostanzialment edelle misure che rendono tutto più diffi-cile e tutto più complesso .

Deriva poi da qui il fatto, a proposi-to di incostituzionalità o costituzionalitàdi certe norme, che si va alla restaura-zione dell'istituto prefettizio ; si assegnan oal prefetto dei compiti esorbitanti ; e pertale via si introduce una riforma dellaPresidenza del Consiglio, che è quella d ispostare sul Ministero dell'interno un ap-parato così delicato, com'è appunto il con-trollo globale del problema dell'ordin epubblico .

Nel momento in cui si va ad una ri-forma che vuole la smilitarizzazione, s iorganizza invece - ribadisco questo con-cetto - una sorta di militarizzazione del -la polizia attraverso l ' istituzionalizzazionedi Corpi che per altri aspetti dovevanoessere fuori da questo processo .

Credo di dover sottolineare il nostr onetto dissenso a proposito del modo concui si è data una risposta al diritto diorganizzare la protesta . Non ho difficoltàa riconoscere che la posizione del relatoreonorevole Mammì è più convincente d iquella prospettata dalla Commissione af-fari costituzionali ; però il problema è se,surrettiziamente, attraverso una serie d imisure che riguardano settori o servizi

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specifici (da quello del controllo del traf-fico aereo a quello della polizia), si d àuna risposta politica ad una questione ch eè parte del dibattito politico di questi 3 5anni di vita della Repubblica . Mi riferiscoalla questione dell'ordinamento dei sinda-cati e al diritto di sciopero .

La nostra opinione è che non si pos-sano affrontare surrettiziamente tali temi ,attraverso misure che riguardino volta avolta determinati settori o servizi dell oStato. È nostra opinione che un tale pro-blema meriti un confronto politico pi ùgenerale tra le forze politiche e le forzesindacali. Il non averlo fatto rende tuttopiù complicato e più complesso ; tende arisolvere per altre vie una questione ch enon può essere trattata indirettamente .

Il nostro giudizio complessivo sul test oin esame è quindi fortemente critico sunumerosi aspetti. Ciò non significa tutta-via che non riconosciamo in pieno l 'esi-genza che dopo anni di parole si arriv ifinalmente ad adottare un provvediment ocosì importante . Non si può d'altro cant oonestamente pensare che si possa venir ea capo di problemi, come quello del coor-dinamento della presenza delle forze dipolizia, nella lotta così difficile contro i lterrorismo, senza dare una risposta allaquestione fondamentale della riforma del -la polizia .

O la riforma di polizia si colloca suun piano di una reale riforma democraticadello Stato, oppure è destinata a fallire inlarga misura . Per questo riteniamo ch equesto confronto non si esaurisca in sed edi discussione generale, ma possa e debbaessere ulteriormente continuato in sed edi esame degli articoli . Noi presenteremopertanto una serie di emendamenti qua-lificati, che dovranno necessariamente por-tare ad un confronto politico molto nett osu questioni di fondamentale importanzache caratterizzano questo testo .

PRESIDENTE . È iscritta a parlare l'o-norevole Ines Boffardi . Ne ha facoltà .

BOFFARDI INES. Signor Presidente,onorevoli colleghi, onorevole sottosegreta-rio, il mio intervento si limiterà ad alcu-

ne considerazioni e proposte sulla poliziafemminile. Con ciò non intendo sminuire ,ciò invece intendo sottolineare, la grand ee fondamentale importanza di tutta la ri-forma di pubblica sicurezza, che finalmen-te, come ha scritto nella relazione l'ono-revole Mammì, si avvia alla definitiva ap-provazione. Il tempo, del resto, è statoun buon consigliere ; questi anni trascors ici hanno aiutato a maturare proposte disoluzioni più adeguate, egregiamente echiaramente illustrate sia dal relatore, si adagli onorevoli Zolla e Segni del miogruppo .

Ritengo che il testo di questa riforma ,con gli emendamenti che ci proponiamodi presentare, rappresenti certamente unfatto positivo per raggiungere le finalit àche ci siamo proposti .

Innanzitutto il massimo di efficienzadell'intero servizio di pubblica sicurezza :coordinamento, nuovo ordinamento de lpersonale, unificazione dei ruoli civili e mi-litari, la tanto necessaria formazione pro-fessionale, sindacato autonomo nella asso-luta necessità di garantire ad ogni citta-dino l'imparzialità che sempre deve con-traddistinguere l'operato di chi esercit afunzioni di polizia ed avere allo stess otempo una polizia di Stato non separatadal contesto sociale .

In secondo luogo, un giusto ed ade -guato trattamento economico, che tengaconto del rischio che gli appartenenti all eforze di polizia corrono, specialmente aigiorni nostri ; orario di servizio (40 oresettimanali), pagamento dello straordina-rio; attenzione dovrà essere posta al trat-tamento pensionistico e allo scottante pro-blema della casa, tanto avvertito dagl iappartenenti alle forze di polizia .

Vengo ora alla polizia femminile . Qual -che tempo fa un'assistente di polizia con14 anni di servizio mi raccontò quest oepisodio accadutole una sera in cui erastata incaricata di accompagnare in car-cere tre donne arrestate in flagranza d ireato . L'appuntato che effettuava con le ila scorta, ad un tratto le si rivolse chia-mandola dottoressa . A questo punto, un adelle detenute che aveva osservato le man-sioni dell'assistente, limitate alla perquisi-

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zione, alla sorveglianza e alla associazionealle carceri, esclamò ridendo: oh, dotto -ressa ! Un altro po' e per noi farann ovenire il Presidente della Repubblica (Com-menti del deputato Alba Scaramucci Guai -tini) .

Pur nella sua ignoranza, questa donn aaveva centrato il problema . Io mi sonopermessa di ricordare in questa sede que-sto episodio, perché credo che ci sia pro-prio una ingiustizia e che la polizia fem-minile sia discriminata . Vorrei che su que-sto episodio riflettessero tutti coloro iquali, nell'esame di questo testo, che pre-vede la unificazione dei ruoli femminil icon quelli maschili, hanno apertamentemanifestato il loro dissenso da questascelta .

Alcuni adducono motivazioni di ordinepratico, perché a loro avviso le ispettric ie le assistenti di polizia non hanno sinoraofferto buona prova di sé, ma i più dis-sentono per motivi di carattere ideologico .Ancora oggi sentivo un collega . . .

CIAI TRIVELLI ANNA MARIA. Il tuocollega Zolla !

BOFFARDI INES. Io esprimo la miaconvinzione ed il mio parere, poi c'è an-che l'onorevole Zolla, ma io non credo . . .

DA PRATO. È un peccato veniale !

BOFFARDI INES. I più, dicevo, dis-sentono per motivi di carattere ideologicoe considerano tuttora valida la scelta ope-rata nel 1959 con la legge n . 1083, quellacioè di un Corpo di polizia femminile conmansioni parassistenziali e ritengono chele vere e proprie indagini di polizia giu-diziaria non siano cose da donne . A que-sti ultimi mi vorrei rivolgere, per fa rloro presente che dopo 21 anni di pre-senza delle donne nelle questure, conti-nuare a parlare di « funzioni prevalente -mente assistenziali e squisitamente parti-colari della polizia femminile » significaconoscerne le mansioni solo ad orecchio ,e non aver mai preso atto dell'esatta for-mulazione della legge istitutiva, in bas ealla quale i compiti di assistenza sonosolo eventuali e debbono consistere non

in interventi diretti, ma in segnalazion iagli uffici competenti . Peraltro, ispettric ied assistenti sono ufficiali di polizia giudi-ziaria nei limiti delle loro attribuzioni, equeste comprendono reati anche gravissi-mi, come quelli contro la moralità pub-blica ed il buon costume, da chiunquecommessi, nonché tutti i reati di qualun-que natura che abbiano come autori oanche solo come vittime donne e minori ,per cui la limitazione dei compiti in defi-nitiva è più formale che sostanziale .

È vero che nessuno ha mai pensatoné penserebbe di affidare alla polizia fem-minile le indagini sull 'omicidio di unamondana o su una rapina o un attentatocui abbiano partecipato donne e minori ,ed è vero che anche una circolare del Mi-nistero dell'interno in data 16 maggio1966, tuttora in vigore, detta, circa l 'im-piego della polizia femminile nelle indagi-ni, precise disposizioni che limitano no-tevolmente la portata della norma, ma ci ònon toglie, onorevoli colleghi, onorevolesottosegretario, che ispettrici ed assisten-ti, se si trovassero ad assistere ad unodei numerosi reati per cui sono compe-tenti, avrebbero l'obbligo, e non la sem-plice facoltà, di intervenire, senza avern eperaltro i mezzi perché, in omaggio allaconcezione assistenziale, sono disarmate,mentre si muniscono di armi le donneche operano come vigile urbano che no nsi occupano abitualmente di indagini d ipolizia giudiziaria. E questo prescindendodall 'osservazione della realtà, la quale c idimostra che le assistenti, impiegate d iconcetto, e talvolta anche le ispettrici ,impiegate direttive, vengono con sempremaggiore frequenza costrette a mansion imeramente strumentali, quelle che, tra gl iuomini, vengono svolte dalle guardie ap-partenenti alla carriera ausiliaria, qualiperquisizioni personali, accompagnamenti ,custodia di donne detenute, vigilanza i noccasione di processi politici e concors ipubblici .

La verità, a mio parere, è che la poli-zia femminile soffre, fin da quando è sta-ta creata, di una crisi di identità, soffrecioè le conseguenze - mi si permetta d idire - del compromesso, realizzato nel co-

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stituirla, tra due opposti orientamenti ,quello della senatrice Angelina Merlin, ch evoleva le donne poliziotto per tutelare l adignità umana delle prostitute, ed avevapertanto previsto che personale femminil esostituisse gli uomini nei servizi del buo ncostume, e quella dell'onorevole Maria Pi aDal Canton, che voleva invece inserire nel-le questure delle assistenti sociali, e nerichiedeva perciò il diploma, perché si oc-cupassero non già dei reati, ma dei rei ,delle loro vittime o di entrambi . Il Go-verno, il Parlamento allora volle inveceevitare sia di configurare la polizia fem-minile come un servizio sociale, sia di affi-dare alle donne ,le stesse attribuzioni affi-date agli uomini, e credette allora di es-sere riuscito nell'intento attribuendo a dispettrici ed assistenti la qualità di uffi-ciali di polizia giudiziaria, ma limitata-mente ad alcun tipi di reati o di rei, e daffidando loro compiti di assistenza, maeventuali .

Nessuno allora rifletté che, se nell equesture si era mai sentito il bisogno del -le donne, era stato solo al momento d iperquisire, custodire o tradurre altre don-ne, ovvero per i compiti burocratici, eche inserire in tali uffici personale fem-minile, laureato o diplomato, non avrebbecerto cambiato la mentalità preesistentee, men che meno, mutato le esigenze d iservizio, ma avrebbe al contrario, fatal-mente portato ad una sistematica squali-fica degli interessati .

Infatti, l'assioma « la polizia non ècosa da donne » vale solo al momento del -l'attività investigativa di carattere intel-lettuale (interrogatori, indagini, rapporti) ,mentre viene stranamente dimenticatoquando si tratta di affidare alla polizi afemminile compiti anche più rischiosi, co-me la vigilanza negli aeroporti e nei tri-bunali, la custodia e l'accompagnamentodi donne fermate o arrestate . All'infuoridi questi, i compiti squisitamente parti-colari della polizia femminile consistonoprevalentemente nel trattare tutto il car-teggio relativo a donne e minori, quasiche si fosse sentito il bisogno di creareil Corpo perché fossero le mani di un adonna a compilare la richiesta di infor -

mazioni, la scheda statistica o la circo-lare di ricerche per un'altra donna o perun minore .

Avviene così che le ispettrici, e spe-cialmente le assistenti, possono svolgerefunzioni adeguate alle loro qualifiche solose non sono adibite a compiti istituziona-li; se cioè, contro lo spirito e la letteradella legge, vengono inserite negli ufficiministeriali o negli uffici amministratividelle questure, al posto già occupato da -gli appartenenti al soppresso ruolo deisegretari di polizia . Coloro che invece vo-gliono restare inquadrate nell'ufficio « po-lizia femminile » sono costantemente de-classate al rango di dattilografe o di vi-gilatrici .

Sembrerà facile rispondere che tutt ociò è dovuto ad abusi di singoli capi d iufficio (ovviamente, il sottosegretario oil ministro potrebbero rispondere questo)e che, se la polizia femminile fosse im-piegata conformemente alla lettera e allospirito della legge istitutiva, gli inconve-nienti lamentati non sussisterebbero . Ma,se anche il Ministero impartisse al riguar-do, o avesse impartito, precise disposizio-ni e le facesse rigorosamente rispettare ,nessun intervento dell'esecutivo potrebbeaver luogo nei confronti della magistra-tura, con cui ispettrici ed assistenti han-no un rapporto di dipendenza funzionale .

La magistratura, per una parte (giu-dici minorili), richiede alla polizia femmi-nile interventi propri delle assistenti so-ciali, che vanno bene al di là della pre-visione legislativa e per l'altra (giudic iordinari) impone perquisizioni personal ied altre mansioni .

Anche prescindendo da quella che ènei fatti la pratica applicazione della leg-ge, vorrei qui far notare agli onorevol icolleghi e all'onorevole sottosegretario ch emantenere in vita la polizia femminile co-me Corpo specializzato, creato per occu-parsi di situazioni particolarmente delica-te, sarebbe stato senz'altro un'ipocrisi alegislativa : quindi, bene si è fatto ad uni-ficare i ruoli .

L'esigenza di protezione della donna edel minore, quando c'è, non si esauriscecerto al termine delle indagini di polizia,

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ma prosegue anche nella fase istruttori ae dibattimentale . Ebbene, nonostante nu-merose donne siano ormai presenti negl iorganici dei magistrati, degli avvocati, deimedici, nelle ambasciate, nessuna normadel codice di procedura penale e, purtrop-po, nemmeno nessuna prassi prevedonoche in quei processi attinenti a materiaparticolarmente delicata ci si avvalga, al -meno di preferenza, della loro opera .

Una donna, anche minore, che abbiasubìto violenza, potrà anche essere inter-rogata da una ispettrice o da una assi-stente di polizia durante le prime somma -rie indagini, ma viene poi sottoposta a dinterrogatori e controinterrogatori moltopiù approfonditi da parte di avvocati edi magistrati quasi sempre di sesso ma-schile, come di sesso maschile è, in gene-re, il ginecologo che deve effettuare l enecessarie perizie . Quand'anche poi la per-sonale sensibilità del magistrato affidass ela perizia ad un'altra donna, nessuno po-trà influire sulla scelta del difensore d ifiducia o del consulente di parte per far-ne preferire uno di sesso femminile . Eil diritto di assistere alla perizia è rico-nosciuto, oltre che ai predetti, anche al -l'imputato .

Io non pretendo, onorevoli colleghi ,onorevole sottosegretario, che tutti debba-no esser convinti della possibilità ed op-portunità di affidare a donne indistinta-mente tutte le funzioni di polizia . Mi sem-bra però ragionevole chiedere che la indi-spensabile riforma avvenga, anche pe rquanto riguarda la polizia femminile, conun minimo di coerenza. Se prevalesse l atesi che nella polizia le donne possono edevono fare solo le ausiliarie, ci si do-vrebbe limitare ad inserire nelle questur eun ruolo esecutivo femminile per le atti-vità burocratiche e per le perquisizioni, ipiantonamenti, gli accompagnamenti d idonne, stabilendo che le agenti possano ,ma non debbano, intervenire in flagranzadi reato e concorrere, ove sia utile ed op-portuno, in tale indagini .

Desidero ricordare, riassumendo, che,con l'attuale riforma, viene abrogata l alegge n . 1083, la legge con cui fu istitui-to un Corpo di polizia femminile con com-

piti allora limitati, sia pure in parte, eretribuzione ridotta rispetto a quella degl iuomini. Le assistenti e le ispettrici svol-gono attualmente, e ormai da anni, u nservizio di grandissima utilità sociale .Questo è indubbio, ma purtroppo - dicia-molo pure - questo servizio è miscono-sciuto ancora da molti . Le donne corronogli stessi pericoli degli uomini, perché an-che i loro sono compiti di polizia giudi-ziaria: andare a sottrarre un bambino inuna casa per portarlo all'affidamento (cos ache fa la donna) comporta certamente de ipericoli .

Inoltre, se da una parte la legge isti-tutiva prevede un impiego limitato dell adonna nella polizia, di fatto - sia per ne-cessità, sia per abitudine - la si impieg aanche in servizi di vero e proprio ordinepubblico, come processi politici, servizi inaeroporto, antiterrorismo ed altro . La don-na, insomma, nella polizia ha subìto peranni le conseguenze di una legge discrimi-nante, che prevedeva differenza di tratta -mento rispetto agli uomini . Neppure la re-cente legge sulla parità tra il lavoro ma-schile e quello femminile (legge che ab-biamo tutti approvato e che concretizzaun articolo della Costituzione) ha mess ofine a questa ingiustizia, che continua tut-tora e che ci auguriamo finisca con que-sta riforma, sempre che siano approvate ,come mi auguro, alcune modifiche .

È vero che con questa riforma dell apubblica sicurezza si prevede che veng adisciolto l'attuale Corpo di polizia femmi-nile e che la donna abbia parità di attri-buzioni, funzioni, trattamento economico ,progressione di carriera (articolo 19) : l ' in-serimento della donna però continua adessere limitato nella percentuale, comeprevede l'ultimo comma dell'articolo 26 .Addirittura alla donna viene poi preclusol'accesso al reparto mobile, tra i compitidel quale vi è anche il pubblico soccor-so: da vent 'anni la polizia femminile pre-sta servizio in caso di calamità pubbliche(come terremoti e alluvioni) e proprio pe rtali motivi a questo Corpo è stata conces-sa, come tutti sappiamo, una medaglia almerito. Eppure questo è un compito delreparto mobile .

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Fino ad oggi, all 'ispettrice di poliziaera consentita una carriera che aveva ter-mini ben delimitati dalla limitatezza del -l 'organico. La stessa cosa accadeva perl 'assistente, che è l 'unico esempio di car-riera di concetto nella polizia . Con la ri-forma attuale, ulteriori limiti vengono po-sti alle ispettrici, mentre per le assisten-ti si prevede addirittura l ' inquadramentonella stessa carriera di cui già fanno par -te, senza alcuna possibilità di migliora-mento, tenendo conto del fatto che l'assi-stente ha, obbligatoriamente, un titolo d istudio di scuola media superiore ed ann idi servizio ottimale . Le si offre solo unapossibilità di carriera se in possesso d iuna laurea, prevista peraltro dall'articolodi una legge che ora noi riteniamo d iabrogare, almeno secondo quanto si è sta-bilito nel Comitato ristretto . In termin iesemplificativi, con questa riforma l'assi-stente viene inserita nella carriera di con-cetto, cui saranno ammessi i marescialli,indubbiamente molto più numerosi delle450 assistenti di polizia in tutta Italia -sono poche: è questo forse il motivo ! - ,a volte con assai meno anni di servizio e ,sempre, con un titolo di studio inferiore .Ad alcuni degli attuali marescialli verran-no quindi subordinate alcune assistenti d ipolizia . È un inserimento sbagliato, perchéle attuali assistenti, che hanno un titolodi studio uguale a quello dei sottufficiali ,dei tenenti e dei capitani, vengono i nquesto modo inquadrate assieme ai mare -scialli che non hanno un titolo di studi oe, che hanno anche un numero minore d ianni di servizio .

Chiedo, pertanto, che le assistenti at-tualmente in servizio - e presenterò degliemendamenti di merito - abbiano la pos-sibilità attraverso norme transitorie di ac-cedere alla carriera direttiva, previo col-loquio, essendo in possesso del titolo distudio corrispondente al diploma di laurea .

CARMENO . Ma questo è già previsto !

BOFFARDI INES . No, non è previsto ,perché le assistenti restano tali e quali .

CARMENO. Si vede che non ha lettoattentamente il testo !

BOFFARDI INES. Anzi, l 'ho approfon-dito. Quanto vado dicendo è il frutto diriunioni tenute con le assistenti di po-lizia . Abbiamo approfondito il contenut odegli articoli della riforma ed abbiamo vi -sto che a loro si chiede una laurea ch ead altri, invece, non si chiede . Questa dif-formità vale sia per la validità del servizioprestato (venti anni) sia per il titolo d istudio di cui sono in possesso, nei con-fronti di persone che si intende equipararead esse con l 'attuale provvedimento . Riten-go che sia necessario, finalmente, dare ungiusto riconoscimento, concretamente, a llavoro della donna, perché mi permetta d idire onorevole Carmeno, che le migliai adi marescialli, rispettabilissimi e bravissi-mi, cui va tutta la nostra riconoscenza ,che verranno immessi nello stesso ruolodelle ispettrici e delle assistenti, hann osoltanto il titolo di scuola media inferiore ;pertanto, non vedo perché un assistenteo un'ispettrice con la laurea non poss aaccedere ai livelli superiori (Applausi alcentro) .

GALLI MARIA LUISA. La collega Bof-fardi ha ragione : è un'ingiustizia !

BIONDI. Gli opposti femminismi !

PRESIDENTE. Il femminismo unisce !Il fronte delle donne è un grande fronte !È iscritto a parlare l'onorevole Belluscio .Ne ha facoltà .

BELLUSCIO. Signor Presidente, onore -voli colleghi, signor sottosegretario, molt icolleghi hanno iniziato i loro intervent icon la parola « finalmente » . Anch'io vogliodire « finalmente », perché veder esamina -re « finalmente » in quest 'aula la riformadella sicurezza pubblica in Italia, dopo an-ni che se ne discute in ogni sede, conuna partecipazione degli operatori del set-tore così appassionata e consapevole, conil coinvolgimento di ampi strati di opi-nione pubblica, è per noi, che abbiamocreduto sinceramente nella riforma, moti-vo di profonda soddisfazione . Quello dellariforma era un problema non più eludi-

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bile dopo tanti rinvii, dopo tante spe-ranze, ma anche dopo tante delusioni .

Da che cosa sono stati causati i rin-vii ? Essi sono stati causati, a mio giu-dizio, essenzialmente dal mancato sciogli -mento dei nodi politici della riforma,quasi che essa dovesse stabilire solo l eforme ed i modi per meglio far tutelaredagli stessi interessati i diritti umani ecivili dei poliziotti .

Si tratta di un problema che certa-mente esiste, ed ha cominciato ad esi-stere fin dall'inizio degli anni '70 quando ,di fronte ad un servizio di istituto dive-nuto più gravoso ed anche più rischios oper il manifestarsi dei primi fuochi d iguerriglia, chi avrebbe dovuto provveder-vi ha disconosciuto quei diritti, creand osituazioni di disagio psicologico e morale,che hanno portato spesso ad inconsuet eed incontrollate manifestazioni di prote-sta. È nato, allora, nella coscienza dei po-liziotti il sindacato . Le speranze e le de-lusioni sono state divise, negli ultimi an-ni, in parti uguali tra personale di polizi ae grande opinione pubblica . Il primo haa lungo atteso, con il miglioramento del -le sue condizioni umane, anche una mag-giore efficienza dello strumento operativo ,ormai unanimemente ritenuto arcaico enon più, in ogni caso, adeguato alle nuo-ve esigenze. L'opinione pubblica ha attes oed attende dalla riforma maggiore sicu-rezza, che può derivare da una miglior ee più adeguata professionalità degli ap-partenenti alla polizia e dal loro più ra-zionale impiego operativo .

Dopo averne parlato almeno fin dal1973, finalmente la riforma è qui davant ia noi, con le sue luci ma anche con l esue ombre. Un fatto positivo è che il Go-verno, sia pure con oltre due anni di ri-tardo rispetto all'annunzio solenne del di-cembre 1976 dell'allora ministro dell'inter-no Cossiga, alla fine del 1979, ponendotermine alla sua inspiegabile latitanza, ab-bia detto al Parlamento e alle forze poli-tiche che ne sono espressione in che mod ointende gestire l 'azienda che produce sicu-rezza. Sino ad allora, tutti avevano espres-so la loro opinione ed avevano prefigura-to soluzioni; tutti, tranne chi per primo

avrebbe dovuto pronunziarsi e fornire aglialtri utili indicazioni .

Noi sappiamo, onestamente, che no nera impresa facile, onorevole sottosegreta-rio, uscire allo scoperto, per l 'esistenzadi spinte e controspinte all'interno deipartiti e per l'insorgere degli stessi pro-blemi e degli stessi fenomeni nell'ambitodel Ministero dell 'interno .

L'aver dato la prevalenza, nell 'ambitodi alcuni partiti, al problema sindacale ri-spetto a quello relativo alla ricerca d istrutture operative più efficienti per la po-lizia italiana ha creato numerose difficol-tà all'iter tormentato della riforma . Nonè mancato chi, pur pressato dal suo elet-torato a compiere una determinata sceltasindacale, riteneva di dover tuttavia ob-bedire all 'esigenza primaria di preservareil quadro politico nazionale insieme co nforze che spingevano e spingono in dire-zione completamente opposta . Per contro ,non è mancato chi, ritenendo a torto oa ragione - a nostro giudizio, più a ra-gione che a torto - la polizia un appan-naggio politico soltanto di alcuni partiti ,ha cercato e cerca di usare il grimaldell odel sindacato per riequilibrare Ia situazio-ne o addirittura per far pendere il piattodella bilancia in direzione opposta a quel -la del passato .

In entrambi i casi si è trascurato diconsiderare i veri obiettivi della riforma ,cioè mettere le forze di polizia in condi-zione di fronteggiare efficacemente ed ade-guatamente la recrudescenza della crimi-nalità sia politica che comune, perché l ariforma non si risolveva e non si risolv esolo nella costituzione di un sindacato,ma è soprattutto altro .

La divaricazione rispetto agli obiettividi fondo ha provocato i primi rinvii . Al-tri sono stati prodotti dalla tendenza al-lo scontro, manifestatasi nell'ambito de lMinistero dell 'interno, tra innovatori econservatori, tra professionalità e potere .Tali termini possono anche essere no nantetici; ma, per quanto riguarda la ri-forma della polizia, lo sono stati e, inuna certa misura, lo sono ancora, stand oalmeno al testo licenziato dalla Commis-sione. Vorrei osservare che i due grandi

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nodi della riforma, quello propriamentepolitico e quello istituzionale, non sonostati sciolti, anche se la riforma è giunt afinalmente all'esame del Parlamento . Saràpertanto necessario calarsi nella realtà .Vorrei, a questo proposito, fare un ac-cenno di carattere personale per dire chela quadriennale esperienza che ho potutofare, come direttore di Ordine pubblico,esperienza che ha comportato una consue-tudine giornaliera di incontri con appar-tenenti a Corpi di polizia a tutti i livelli,mi consente oggi, con una certa lucidità,di tracciare un quadro delle aspettativ edel paese, che chiede sicurezza, e di quel -le del personale, che è l 'attore della rifor-ma, e di portare, in questa sede, al dilà della mia militanza in un partito, unavoce non offuscata da ombre di strumen-talizzazione politica .

Debbo osservare che, soprattutto in se -de politica, nel corso della precedente le-gislatura, noi ci siamo battuti per ricon-durre il corpo di polizia riformato nel-l'ambito dell'amministrazione della pubbli-ca sicurezza vedendo, nel tentativo che s iera compiuto di creare quasi una sort adi nuovo Corpo separato, la probabileorigine di una degenerazione autonomisti-ca che avrebbe ostacolato il raggiungi -mento dell'obiettivo di fornire ai cittadi-ni maggiore sicurezza. Non potevamo ,quindi, non accogliere con soddisfazion el'impostazione del disegno di legge formu-lato da quel Governo di cui facevamoparte, secondo cui veniva creata una cor-nice istituzionale che conduceva ad unità ,sotto la direzione e la responsabilità de lministro dell'interno, tutti gli organi del-lo Stato che hanno competenza in mate-ria di ordine e di sicurezza pubblica . Mac'è da dire che, per quanto fossero stat idefiniti con chiarezza i contorni dell'ammi-nistrazione della pubblica sicurezza, il te -sto predisposto dalla Commissione interni ,a mio giudizio, scolorisce in diversi pun-ti questa impostazione generale per indi-viduare - con il termine amministrazion edella pubblica sicurezza - solo una partedegli organi elencati nell 'articolo 3 ed ad-dirittura la sola polizia di Stato . Ciò ri-schia di produrre conseguenze negative, in

quanto impedisce di definire cosa siaesattamente la polizia di Stato, quali sia -no i suoi compiti istituzionali e non chia-risce, con la necessaria precisione, qual isiano, a livello centrale e periferico, i rap-porti della polizia di Stato con gli altriorganismi che compongono l'amministra-zione della pubblica sicurezza .

L'obiezione che il perfezionamento del-la definizione di polizia di Stato equivar-rebbe a classificarla come Corpo non èfondata, sia perché il concetto di Corpo- al quale, peraltro, rimango contrario -non è in antitesi con quello di ammini-strazione, sia perché definire i compitidella polizia di Stato non significa affat-to attribuirle lo status di Corpo.

Per completare l 'aspetto istituzionaleoccorre, pertanto, definire la natura ed icompiti della polizia di Stato e stabilir equali siano le sue funzioni nell 'ambitodell'amministrazione della pubblica sicu-rezza. È certo che la Commissione giusti-zia, formulando il suo parere, ha coltopienamente questo punto debole, laddov esi sofferma su uno degli aspetti del pro-blema ed invita ad esaminare l'opportu-nità di definire le strutture necessarie perprovvedere all'attuazione delle direttiv edel ministro dell'interno ai fini della di-rezione unitaria e del coordinamento delleforze di polizia, al di fuori del diparti -mento della pubblica sicurezza e quindiin una posizione a sé stante .

La funzione di coordinamento coinvol-ge, infatti, tutte le forze di polizia e no nsembra quindi opportuno, secondo la Com-missione giustizia, da un punto di vistaistituzionale e funzionale, definire gli stru-menti all'interno di un dipartimento cheprevalentemente si articola in direzionicentrali riguardanti la sola polizia di Sta-to. La nostra intenzione non è di intac-care la cornice istituzionale della legge ,ma di rendere la riforma più funzional esulla base dell'esperienza degli operatoridel settore maggiormente impegnati, chesi chiamano Virgilio Fichera, vice questoredi Cagliari, ed Enzo Felsani, per citar esolo i più rappresentativi .

Se la nostra preoccupazione principaleè di eliminare ogni possibile ostacolo alla

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funzionalità del futuro strumento opera-tivo, non possiamo non rilevare che con-servare - così come il testo licenziatodalla Commissione conserva - l'espletamen-to delle funzioni dirigenziali e direttive, i nmateria di amministrazione del personal ee di direzione dei servizi tecnico-logistici ,ai funzionari dell'amministrazione civil edell'interno vuoi dire lasciare nelle loromani funzioni delicatissime in relazionead una futura efficienza della polizia . Am-ministrazione del personale, infatti, vuoidire scelta del personale, organizzazione edirezione dell'attività addestrativa, valuta-zione dei meriti ai fini dell'avanzamento .

Amministrare supporti logistici vuo ldire, onorevole sottosegretario, esercitarepoteri decisionali che presuppongono ave rcompiuto esperienze, in tana materia stret-tamente legata all'efficienza della polizia .Le condizioni di efficienza della polizia no npotranno essere, a mio giudizio, realizza-te al di fuori di scelte che dovranno es-sere compiute in una sfera di competenz aprofessionale e solo in quella .

Noi dobbiamo varare una riforma i npositivo, non in negativo, fondata cioèsulla sfiducia più totale in coloro che sa -ranno chiamati a costituire la nuova po-lizia di Stato, coloro che, certo, mandia-mo a morire per garantire la nostra si-curezza, ma di cui non abbiamo fiducia ,tant'è che non ci sentiamo di affidar lor ol'amministrazione dello strumento nell'am-bito del quale essi dovranno operare .

Considerati quindi i fini complessivi e dessenziali del Ministero dell'interno, un agiusta soluzione del problema non avreb-be richiesto che la nuova polizia fossesubordinata al personale dell 'amministra-zione civile ; semmai doveva avvenire ilcontrario, rendendo possibile che parte delpersonale dell'amministrazione civile e daltro personale, anche di nuova immis-sione, fosse inquadrato in un ruolo no ndi polizia nell 'ambito della « polizia diStato », un ruolo, per l'appunto, ammini-strativo, patrimoniale e contabile, compre-so, però (come per altro il ruolo tecnico ,scientifico e professionale), nella nuova po-lizia di Stato .

In questo modo, ogni attività - comeè giusto fare se si vuole veramente inno-vare - sarebbe stata finalizzata, subordi-nata ed adeguata alle esigenze del ruolodi polizia. Vorrei porre in questa sede al-cuni interrogativi ai colleghi che da ann iseguono questo problema . Come può unaamministrazione di polizia che deve na-scere all'insegna della professionalità - d aintendersi come tratto saliente di una espe-rienza basata sulla specializzazione di at-tività omogenee - sopportare di cambiarecarriera ai vertici e di essere amministra-ta dall'esterno, direi, ai lati ? Questo è i lproblema .

MAMMI, Relatore per la maggioranza.Tutte queste non sono le conseguenze del -la scelta-amministrazione rispetto alla scel-ta-Corpo ?

BELLUSCIO . Adesso ci sono anche al -tre conseguenze . Le vedremo subito.

MAMMÌ, Relatore per la maggioranza .Lo dico con distacco . . .

FRANCHI, Relatore di minoranza. Io lodico senza distacco .

BELLUSCIO. Cosa cambierebbe, rispet-to ad oggi, a parte la nascita del ruolodegli ispettori e l'eliminazione del perso-nale militare fungibile ? Il quadro non èforse quello attuale, eliminati i funzionaridi pubblica sicurezza che saranno smilita-rizzati molto più di quanto non sian ostati civilizzati i militari . Onorevoli colle-ghi, a mio giudizio cambierebbe ben po-co, ci sono anzi tutte le premesse per unpeggioramento della situazione, perché ilpersonale sostanzialmente che sarà chia-mato ad amministrare la pubblica sicu-rezza ad essa resterà estraneo, si trove-rà - vedrete - ad essere sganciato dallesevere norme disciplinari previste per lapolizia di Stato e potrà anche scioperare ,mettendo in crisi tutta la struttura dellapolizia . Questa è la conseguenza cui, teo-ricamente, si può arrivare; un buon legi-slatore deve lavorare per il domani e no nper l 'oggi .

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Onorevoli colleghi, questa è la verità .Per evitare questi ed altri inconvenienti ,noi riteniamo che sia opportuno prevedere ,insieme con il ruolo di polizia e quell otecnico-scientifico nell'ambito della poliziadi Stato, anche un ruolo amministrativ oche si articoli nei livelli esecutivo, di con-cetto, direttivo e dirigenziale . Significa, for-se, che l 'assetto istituzionale appena prefi-gurato ridurrà l'amministrazione della pub-blica sicurezza a « Corpo » o significa, in -vece, eliminare, prima che nascano, incon-venienti di natura funzionale ? O significa ,ancora, premiare, com'è giusto che sia, laprofessionalità o addirittura promuoverla ?

La trasformazione di un organo specia-lizzato dell 'amministrazione della pubbli-ca sicurezza (il questore) in un organo bu-rocratico-generale (il prefetto) non si pu òin alcun modo spiegare in termini di chia-rezza ed efficienza .

Tale trasformazione presenta invec enon lievi inconvenienti, perché impedisc eai dirigenti generali del ruolo di polizia ,il riconoscimento della loro specificità ope-rativa, che si basa sulla professionalità .

Un altro inconveniente è determinat odall'appiattimento della carriera dirigenzia-le dei funzionari della pubblica sicurezza .Il disegno ispiratore della riforma, cos ìcome ci è stata proposta, è quello di iden-tificare l 'amministrazione della pubblic asicurezza con i prefetti e di concepire l apolizia, sostanzialmente, come un « Corpo »che comprende personale di polizia e tec-nico che veste la stessa divisa.

Una riforma che fosse fatta controil personale, o che non tenesse conto del-le zone di ombra che si possono deter-minare e che si ripercuoterebbero sullaserenità e quindi sulla efficienza di uomi-ni ai quali noi commettiamo grandi re-sponsabilità, sarebbe - a mio giudizio -una riforma fallita in partenza e contri-buirebbe a peggiorare il quadro della si-curezza. Anche per questo è necessari orendere immediatamente esecutive le nor-me fondamentali dell 'ordinamento del per -sonale e quelle relative all ' inquadramentodel personale ora in servizio nelle nuov ecarriere. Si tratta, infatti, di dare al per-sonale, che da anni attende la nuova nor-

mativa, immediata certezza nella propriacollocazione, restringendo, nel contempo ,l 'area della delega al Governo delle norm edi attuazione, secondo le indicazioni, pe-raltro, del parere fornito dalla Commis-sione affari costituzionali . Tale Commis-sione raccomanda giustamente di mante -nere l'ordinamento della polizia nel qua-dro delle norme del nuovo assetto retri-butivo-funzionale del personale civile e mi-litare dello Stato, attualmente in discus-sione al Senato . Sarebbe, infatti, oltremo-do disdicevole se il personale della pub-blica sicurezza - il cui trattamento econo-mico e normativo dovrà essere analogo aquello degli appartenenti a tutti i Corp iche esercitano funzioni di polizia - si ve-nisse a trovare, sulla base anche di un aconsolidata esperienza, isolato nei confron-ti degli altri pubblici dipendenti .

Già nel luglio del 1979 tutti i rappre-sentanti dei partiti concordemente rico-nobbero, nell'ambito della legge sull'asset-to del personale statale, l'esigenza di isti-tuire un apposito titolo per le forze dipolizia, riconoscendo con ciò una specific aprofessionalità per questa categoria di la-voratori, sia rispetto agli impiegati civil idello Stato, sia rispetto agli altri militar idelle forze armate .

Si riconobbe pure che la funzion esvolta dai sottufficiali delle forze di poli-zia che, nel contempo, sono ufficiali d ipolizia giudiziaria, dava loro una capacitàdi iniziativa e di autonomia personaleveramente elevata, per la quale rispon-dono personalmente anche sul piano pe-nale ; per questo non si poteva non col -locarli in livelli funzionali di « concetto » .Nel contempo gli appuntati, che hann oresponsabilità di comando e di funzioniestremamente delicate, vennero collocat inel quinto livello funzionale dove, nel set-tore del pubblico impiego, vengono gene-ralmente inquadrati gli archivisti princi-pali, gli archivisti superiori e le qualifi-che equiparate .

Decaduto per mancata conversione i ldecreto-legge n. 163, il Governo present òil disegno di legge n . 737, dove gli emen-damenti del Sonato (nonostante precisi im-pegni presi dal precedente Governo, me

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presente, in alcune riunioni a palazzoChigi) vennero disattesi proprio nei punt ipiù qualificanti . Per quanto tutti i partit idell'arco costituzionale avessero assunt oufficialmente e pubblicamente l'impegno d iripristinare il testo del Senato, il disegn odi legge n . 737 è stato approvato, per l eforze di polizia, nel testo predisposto da lGoverno . A nostro giudizio non sarebb einopportuno, in sede di riforma della po-lizia, tornare agli impegni presi con gl iappartenenti alle forze di polizia, ripristi-nando il vecchio testo del decreto-legg en . 163 emendato nel luglio scorso da lSenato .

Questa nostra iniziativa si rende neces-saria anche per esemplificare la ricerca d iuna alternativa all'articolo 37, alternativache può essere rappresentata solo facend oriferimento alle soluzioni trovate nel lugli oscorso .

Sul piano dell'ordinamento del perso-nale della « polizia di Stato », delicato èil problema della dirigenza. Se è necessa-rio - per la funzionalità del servizio -che tutto il personale debba conosceresubito la propria posizione giuridica ne lnuovo ordinamento, questo è ancora piùvero per la dirigenza, che ha la respon-sabilità di far funzionare bene il nuov oorganismo .

Il problema relativo all'unificazione del -la dirigenza civile con quella militare sca-turisce dalle diverse dotazioni organich edei due ruoli e dal diverso rapporto esi-stente tra le due carriere dirigenziali ele rispettive carriere direttive . Infatti ifunzionari di pubblica sicurezza, con unorganico complessivo di circa duemil aunità, hanno circa 500 dirigenti, con u nrapporto di 1 a 4 circa, mentre gli uffi-ciali di pubblica sicurezza hanno un or-ganico complessivo di circa mille unità ,con circa cento dirigenti, con un rapportoquindi di 1 a 10 circa . Questa differenzasi spiega con il fatto che la strutturamilitare ha sempre la propria logica ge-rarchica, che tende a restringere il ver-tice della piramide, mentre la struttur acivile, liberata da ogni condizionamento,tende ad esaltare la funzione e non l agerarchia .

Per la dirigenza (tutta quella militare ,solo il vertice di quella civile), l'articolo37 offre la scappatoia del ruolo ad esauri-mento . Noi giudichiamo questa soluzionecontroproducente e punitiva nei confront idel personale, per cui siamo convinti chedebbano essere ricercate altre vie .

Occorre che la legge di riforma ride-termini subito, anche se non in via defi-nitiva, i nuovi organici della dirigenz adella « polizia di Stato », organici che, anostro giudizio, non possono essere costi-tuiti tramite una semplice operazione d iaddizione, bensì tenendo conto di unarealtà che è oggettivamente divenuta, pe reffetto della smilitarizzazione, diversa . Iposti che, per effetto di questa soluzione ,si renderanno disponibili dovranno essereripartiti, a nostro giudizio, per un nume-ro di anni limitato nel tempo, in misuraproporzionale rispetto alle dotazioni orga-niche tra il personale proveniente dall acarriera dei funzionari di pubblica sicu-rezza e il personale proveniente dalla car-riera degli ufficiali di pubblica sicurezza .Questo perché diversi sono i precedent idi carriera per le due categorie ed occorr egarantire a tutti, anche se in via transi-toria, la tutela delle attuali aspettative .

In ogni caso l'inquadramento del per -sonale, ora in servizio, dovrebbe avvenir eprendendo come riferimento gli attuali or-ganici, senza attendere che siano fissatii nuovi organici della « polizia di Stato » .Un criterio analogo a quello ventilatoviene d'altronde ipotizzato dal disegno dilegge n . 813, che vale per tutto il pub-blico impiego .

Vi è poi il problema relativo a color oche a suo tempo sono stati esclusi dall aricostruzione della carriera attuata conlegge e che provengono dall'arruolament ocome guardia ausiliaria o guardia aggiun-ta. A nostro giudizio questo personale do-vrebbe essere inquadrato al livello supe-riore all'atto del congedamento .

Un punto, infine, di particolare rilievo ,è rappresentato dalla necessità di dare a iprovvedimenti che riguardano l' inquadra-mento del personale nei nuovi livelli unadecorrenza che tenga conto dalle aspetta-tive maturate in tanti anni di attesa del-

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la riforma. I ritardi subiti dalla riformahanno provocato il congedamento per li -miti di età di tanti dipendenti che peranni sono rimasti in attesa di un provve-dimento di giustizia . È anche da tener econto che tali limiti di età - molto piùbassi che per gli altri pubblici dipenden-ti - con la riforma vengono aumentati .Sarebbe pertanto opportuno che la decor-renza del nuovo ordinamento del perso-nale venisse fissata ai fini giuridici al pri-mo gennaio 1978 e ai fini economici alprimo luglio 1978 . Sono termini non in-ventati, ma stabiliti dal disegno di leggen . 813, in esame al Senato, sul nuovoassetto retributivo e funzionale del perso-nale civile e militare dello Stato .

Va da sé che questo complesso di nor-me deve valere per gli appartenenti a tut-ti i Corpi di polizia, secondo i pareri chesono stati pronunciati dalle competent iCommissioni di questa Camera .

Noi siamo convinti che sulla linea d anoi indicata sarà possibile andare incon-tro alle aspettative del personale di pub-blica sicurezza ; soddisfare l 'esigenza d iiniziare a costruire nella « polizia di Sta-to » livelli di più alta capacità professio-nale e, infine, mettere il personale - a tut-ti i livelli - nelle migliori condizioni pos-sibili per affrontare l ' impatto con la rifor-ma della pubblica sicurezza .

Come dicevamo all'inizio, anche se l ariforma è venuta in discussione in aula ,i suoi due nodi politici principali, quell ostrumentale e quello politico-sindacale ,non sono stati completamente sciolti dalleparti politiche . Noi socialisti democraticisia sul primo, ma soprattutto sul second onodo, non abbiamo mai avuto incertezzee nutrito dubbi, consapevoli come siamosempre stati che il poliziotto, per la deli-catezza dei suoi compiti, deve riscuoter ela fiducia di tutti i cittadini, indipenden-temente dalle idee politiche, dal credo re-ligioso, dall 'appartenenza a ceti sociali di-versi di ciascuno .

t la fiducia che cementa il rapportotra il cittadino e la « sua » polizia e creal'unione necessaria a dare agli operatoridi polizia lo spirito indispensabile ad af-frontare, anche con rischio personale, la

criminalità comune e politica che minacciala nostra società . Se viene meno quel rap-porto di fiducia, per il sospetto che lapolizia sia una parte, o per una parte, ocontro una parte, diminuisce la solidarietàe si deturpa l'immagine di una poliziapresidio di valori civili che appartengan oin eguale misura a tutti i cittadini .

Un sindacato non ministeriale, ma li-bero che appartenga ai soli poliziotti, adifesa dei diritti umani dei soli poliziotti ,è non solo utile, ma necessario . Ma que-sto presuppone che si vada al sindacato ,analogamente a quanto avviene in tutt ii paesi dell'Europa democratica e plura-lista, con spirito libero da interessi d iparte, da aspirazioni egemoniche, da spin-te corporative, dalla suggestione di ope-rare troppo facili strumentalizzazioni, perinquadrare anche il problema del sinda-cato, nell'ambito degli interessi esclusividel paese .

È; bene non dimenticare la situazionedel nostro paese, dove operano alcunecentrali sindacali fortemente politicizzate .Noi riteniamo che una polizia legata, at-traverso il sindacato, ad alcuni partitinon potrebbe più godere della fiducia ditutte le componenti la società civile .

Le considerazioni pertanto di ordinepolitico che hanno condotto in Commis-sione alla formulazione dell'articolo 84della legge al nostro esame, sono da no ipienamente condivise. Le nostre perples-sità non sono mai state di ordine ideo-logico ; le nostre preoccupazioni politichenascono invece dal modello sindacale ita-liano e dal tipo di cultura che l 'ispira :per la sua storia, per le particolari condi-zioni politiche del nostro paese, il sinda-cato in Italia privilegia il modello conflit-tuale rispetto a quello partecipativo e que-sta peculiarità - qualora venisse riprodot-ta acriticamente senza adeguati filtri nell aorganizzazione sindacale della polizia - po-trebbe causare tensioni tali da introdurr egravi pericoli per le nostre libere istitu-zioni .

Oggi la nuova maggioranza parlamen-tare ritiene non più soddisfacente la for-mulazione dell'articolo 84 e sembra am-pliare alcuni spazi di libertà in una dire-

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zione che ci pare sospetta e che a noi ,consapevoli delle particolari, delicate fun-zioni che sono demandate alla polizia, nel -l'interesse del paese, non possiamo sotto-scrivere .

Dire oggi che eventuali rapporti che ilsindacato di polizia manterrà con altre or-ganizzazioni sindacali debbono essere d inatura tale da non compromettere l ' impar-zialità della polizia, significa che il sinda-cato di polizia potrà intrattenere rappor-ti con organizzazioni sindacali diverse d aquelle di polizia, dopo che si è sottolineatonel precedente comma che tali rapportinon sono consentiti in considerazione, ap-punto, delle particolari funzioni affidatealla polizia .

È, come si può vedere, una soluzio-ne tipicamente all'italiana, che crea nientealtro che confusione e che lascia la por-ta aperta a pericolose fughe in avanti ead altrettanto pericolosi arbìtri – collegh idella sinistra – da parte di chi deve giudi-care la compatibilità di atteggiamenti conl'aderenza allo spirito e alla lettera dellenorme .

Vedete, noi vogliamo dire con chiarezza ,in questa sede, quale sarà il nostro at-teggiamento : qualora la equivocità di nor-me che si intendono proporre in aggiun-ta a quelle già votate dalla Commissioneinterni offuscasse l'immagine della impar-zialità della polizia, noi, allo scopo di ri-pristinare quell'immagine vulnerata, no nsaremmo alieni dal proporre un referen-dum abrogativo, sicuri che la stragrandemaggioranza del paese nutre le nostre stes-se preoccupazioni di oggi .

Allo stesso modo, noi intendiamo sol -levare, oggi e non domani, il problema d icui all 'articolo 98 della Costituzione, checonsente limitazioni al diritto di iscrizion eai partiti per gli appartenenti ai Corpi d ipolizia .

Il problema si affacciò per la primavolta, nella precedente legislatura, in sen oalla Commissione difesa della Camera,quando furono approvate le nuove norm edi disciplina militare . Un ordine del giorn oapprovato a maggioranza, anche dai co-munisti, demandava il problema relativ oai limiti di iscrizione ai partiti politici

per gli appartenenti all 'Arma dei carabinie-ri al momento in cui si sarebbe discuss ala riforma della polizia . Ogni riferimentoall'applicazione dell'articolo 98 della Co-stituzione è assente dal testo al nostroesame. Né è stata contestualmente appro-vata, onorevole Mammì, una proposta d ilegge del partito repubblicano italiano ch eriguarda le quattro categorie di cui all'ar-ticolo 98 della Costituzione . È stato, comedice lo stesso relatore, l'impegno ad appro-vare contestualmetne la proposta repub-blicana a far sorvolare in questa sede su ldelicato argomento .

Ma poiché la proposta repubblicana nonè stata approvata, né riteniamo che poss aessere approvata facilmente, perché intac-ca diritti già acquisiti da parte di alcun ecategorie, tra cui i magistrati, noi siamodell'opinione che è necessario in quest asede, e non in altre, prevedere limitazionial diritto di iscriversi a partiti politici pe rgli appartenenti ai Corpi di polizia .

In perfetta consonanza con gli articol i52 e 98 della Costituzione, onorevoli colle-ghi, se abbiamo di mira esclusivament egli interessi del paese, dobbiamo fare i nmodo da non compromettere la coesion ee l 'efficienza delle istituzioni, tenendo pre-sente che nella struttura istituzionale del-lo Stato esistono incarichi ed impegni cheper oggettive esigenze funzionali impon-gono al personale che vi è preposto pervolontaria elezione limitazioni che vann oa beneficio di tutta la collettività .

Si tratta della esigenza, che tutti abbia-mo il dovere di salvaguardare, di garanti -re con ogni mezzo l'apartiticità del per -sonale dei Corpi di polizia, perché esso siain grado di operare correttamente nelquadro dei rapporti sociali e a favore del -la comunità, le cui aspettative sono sinte-tizzabili nell 'interesse che il ruolo dell eforze di polizia si svolga oggettivament enell 'area amministrativa con imparzialità ,senza condiscendere alle pressioni di for-ze o di gruppi politici particolari .

Bisogna avere l 'onestà di riconoscereche qui, onorevoli colleghi della sinistra ,non si tratta di essere arretrati o di es-sere avanzati . Si tratta, invece, di evitareerrori e danni che poi, una volta prodot-

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tisi, sarebbe impossibile o difficile ripa -rare . Si tratta di tenere, sul problema po-litico della riforma, l 'occhio fisso soloagli interessi del paese, che vuole una po-lizia matura, serena, preparata, efficiente,legata a tutti i cittadini da un ampi omandato fiduciario .

Ecco, onorevoli colleghi : sia dal puntodi vista funzionale, sia dal punto di vistapolitico, la riforma che stiamo esaminan-do è una di quelle riforme che non con -sentono ad una classe dirigente consape-vole e matura errori di alcun genere, ameno che non si abbia la lucida consa-pevolezza di compromettere gli interess idel paese .

Per questo noi, pur con responsabili-tà minori rispetto a quelle di gruppi poli-tici più consistenti, invitiamo i parlamen-tari e i gruppi a una attenta riflessione ,prima di passare all 'approvazione dei sin-goli articoli ; una riflessione sulla necessi-tà di non umiliare con una riforma pur-chessia il personale della pubblica sicu-rezza, di non dimenticare la storia di cia-scun Corpo di polizia, di esaltare non pic-coli interessi, ma grandi prospettive ne lsettore della sicurezza . Guai a noi se, perpartito preso, facessimo una cattiva o ,peggio ancora, una affrettata riforma .

Ci sono, onorevole Mammì, margin isufficienti di tempo, nei prossimi giorni ,per ispirarci tutti al buon senso e all easpettative che, secondo noi, salgono dall astragrande maggioranza degli italiani . Enon si tratta, vede, di rimettere in discus-sione tutto, dopo lo sforzo che, sotto l asua presidenza, è stato compiuto per ar-monizzare punti di vista anche contra-stanti . A nostro giudizio si tratta, semmai ,di compiere un ulteriore sforzo perché lariforma sia quella che gli operatori de lsettore e i cittadini si attendono (Applau-si dei deputati del gruppo del PSDI) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel'onorevole Bassanini . Ne ha facoltà .

BASSANINI . Signor Presidente, onore-voli colleghi, signori rappresentanti de lGoverno, già altri hanno notato che que-sta riforma giunge all 'esame della Carne-

ra con un ritardo che sarebbe grave pro-lungare ancora . Essa suggella un comples-so processo di maturazione, di cui hannoparlato l'onorevole Felisetti ed altri col-leghi . Intendo sottolineare che tale process odi maturazione non riguarda soltanto unprocesso di presa di coscienza individualee collettiva dei lavoratori della polizia, chein questi anni si sono progressivamenteresi consapevoli dei loro diritti e della lo-ro funzione di servitori dello Stato in un odei servizi fondamentali di una Repubblicademocratica (ed hanno lottato, pagandodi persona in taluni casi, per affermarequesti diritti ed imporli all 'attenzione delpaese e delle forze politiche) ; ma è unprocesso di maturazione (credo lo si debb adire con coscienza storica, ed anche co nquel tanto di autocritica che è giusto fa -re in questi casi) che ha riguardato leforze politiche democratiche, le forze del-la sinistra in primo luogo, e l'insieme delmovimento operaio .

Tale processo di maturazione ha pro-gressivamente superato la tendenziale estorica contrapposizione tra gli apparat idi difesa dell'ordine pubblico - troppospesso visti come apparati di difesa degl iequilibri costituiti e degli interessi dell aclasse dominante - ed il movimento ope-raio, le sue aspirazioni, le sue rivendica-zioni, i suoi obiettivi .

In questi decenni, dalla Costituente a doggi, questa contrapposizione è stata su-perata; vi è stato un processo di matura-zione anche da questo punto di vista ; si èacquisita la consapevolezza del ruolo de -gli apparati di polizia come essenzialestrumento di difesa dell'ordine democrati-co e della sicurezza dei cittadini, comeuno dei servizi pubblici fondamentali, nelquale si articola il complesso delle istitu-zioni democratiche .

A questo duplice processo di matura-zione ha in qualche misura contribuitocertamente, anche se in misura non com-pleta e insoddisfacente, il diverso impie-go che, soprattutto a partire dagli ann idei governi di centro-sinistra, è stato fat-to delle forze di polizia . La nostra partepolitica ha svolto negli anni passati, e laconferma ora, una riflessione critica e au-

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tocritica sull'esperienza delle maggioranzedei governi di centro-sinistra; ma credoche si debba onestamente rilevare - Al -do Moro disse alcune cose acute a que-sto proposito e ricordo quanto anche Leo-poldo Elia, in un convegno della rivist aIl Mulino sul bilancio degli anni del cen-tro-sinistra, rilevò a questo riguardo -come, tra i frutti meno discutibili e piùvalidi dell'esperienza del centro-sinistra, c isia stato certamente quello di avere aper-to alcuni spazi di libertà e sul piano del-la utilizzazione degli strumenti più delica-ti dello Stato, in particolare degli appa-rati preposti alla tutela dell'ordine pubbli-co, quello di aver compiuto alcuni note -voli passi in avanti verso un'utilizzazion ecorretta al servizio dei cittadini e degl iobiettivi costituzionali di difesa della si-curezza di ciascuno e dell'ordine demo-cratico, superando la strumentalizzazion etipica di periodi precedenti .

È rimasta in qualche misura di risul-ta, anche nei primi anni di applicazionedel nuovo ordinamento costituzionale, lastrumentalizzazione in forza della qual el 'apparato di governo si serviva tropp ospesso della pubblica sicurezza a difesadegli interessi della classe dominante edel capitale e contro legittime azioni, ini-ziative e manifestazioni volte a rappre-sentare e a far valere le aspirazioni, gl iinteressi e gli obiettivi del moviment ooperaio e dei lavoratori .

Come già il collega Felisetti ha sotto-lineato, noi condividiamo gli obiettivi chequesta riforma, dopo una lunga elabora-zione all'interno di questa Camera, ha po-sto a fondamento del testo oggi in esame.In altri termini, condividiamo le finalitàfondamentali della riforma, che vorrei quisoltanto ricordare molto rapidamente an-che per motivare le riserve che, invece ,manteniamo e che si tradurranno in po-chi, ma qualificati emendamenti, su alcu-ne disposizioni che, a nostro avviso, no nrealizzano in modo adeguato e non con -sentono di conseguire in modo adeguatoqueste finalità .

Le finalità della riforma, in sintesi, so-no la smilitarizzazione e . in connessione .

il pieno riconoscimento dei diritti politicie sindacali dei lavoratori della polizia ;il coordinamento delle forze di polizia ;una nuova disciplina dell 'organizzazione ,del reclutamento e dell'addestramento del-le forze di polizia ; migliori condizioni re-tributive e di impiego; un assetto com-plessivo che valorizzi la professionalità epromuova una maggiore qualificazione pe rrealizzare, nei tempi più rapidi possibili ,condizioni di maggiore efficienza degli ap-parati di polizia .

Una polizia, quindi, più democraticaed insieme più efficiente che, nel rispettodei diritti costituzionali di cui i lavoratoridella polizia sono titolari come tutti gl ialtri cittadini, consenta di conseguire loobiettivo di un apparato di polizia ade -guato al servizio pubblico cui è chiamatoe che è tra i più essenziali dello Statodemocratico : quello di tutelare l'ordinedemocratico e la sicurezza dei cittadini .

Questi obiettivi sono apprezzabili e d anoi condivisi, ma non ci pare che ess isiano sempre adeguatamente garantiti eraggiunti attraverso le disposizioni conte-nute nel testo oggi al nostro esame . Inaltri termini, questo testo è un abito trop-po stretto rispetto alle esigenze della ri-forma, rispetto alla stessa maturazione d icoscienza nel movimento dei lavoratoridella polizia e nel paese, che la riforma ,che la nuova disciplina della polizia haindubbiamente raggiunto, conseguito i nquesti anni, pur tra alterne vicende, com esempre accade nella storia dei moviment ipopolari, dei movimenti di massa, dell eorganizzazioni sindacali .

Vorrei da questo punto di vista esa-minare i diversi, principali punti di que-sto testo, come si conviene ad una di-scussione sulle linee generali che avvien eper grandi capitoli, e cioè, più esattamen-te, in relazione alle finalità fondamental idella riforma, così come poco fa le ram-mentavo a me stesso prima che ai colle-ghi. Nel far questo, mi rifaccio a quantogià il collega Felisetti ha avuto modo diillustrare a nome della nostra parte poli-tica, e aggiungerò poche ulteriori osserva-zioni .

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Innanzitutto, tratterò la questione dell asmilitarizzazione e dei diritti sindacali epolitici dei lavoratori della polizia . Cre-do che, da questo punto di vista, si deb-ba innanzitutto osservare come i parame-tri di riferimento che noi dobbiamo uti-lizzare a questo riguardo si siano pro-fondamente modificati dal momento in cu isi è iniziato a discutere la riforma dellapolizia . Infatti la polizia, nei primi annidi elaborazione, di dibattito sulla riform anon era soltanto, come è ancora oggi, in -quadrata nell 'apparato militare dello Sta-to, ma questo apparato militare risultavaancora governato, disciplinato da disposi-zioni in gran parte risalenti all'ordina-mento prerepubblicano e non adeguate aiprincìpi della Costituzione repubblicana .Oggi la situazione è cambiata, perché so -no cambiati i parametri di riferimento .La legge n. 382 del 1978 sui nuovi prin-cìpi della disciplina militare ha modificat o- forse non sempre in modo completa-mente soddisfacente, ma certamente inmodo profondo - l'assetto, la disciplina el'organizzazione degli apparati militari e dha dettato disposizioni che già per l'in-sieme degli apparati militari, polizia com-presa, comportano il riconoscimento diuna serie di diritti civili e politici .

A me pare che da questo punto di vi-sta il riconoscimento alla pubblica sicu-rezza della qualifica, della qualità, dellanatura di amministrazione civile, non pu òcertamente significare una riduzione, m asemmai un'estensione dei diritti civili epolitici, che ormai la legislazione, il di-ritto vigente riconosce agli appartenent iai Corpi militari dello Stato . Questo puòcomportare alcune riflessioni, in partico-lare per quanto riguarda la disciplina de lconsiglio superiore di polizia che, nel te -sto al nostro esame, è un organo sol oparzialmente elettivo, mentre l'organo d ivertice della rappresentanza militare è in-teramente di origine elettiva (anche se,come è noto, l'elezione è indiretta, è u norgano completamente elettivo, sia puresulla base dei principio della rappresen-tanza indiretta, mentre qui abbiamo unorgano che è parzialmente di derivazion enon elettiva) . Questa è una incongruenza

ed una contraddittorietà che merita diessere considerata e, ritengo, eliminata .

Credo però che l 'attenzione debba es-sere più radicalmente portata sulle dispo-sizioni principali, che riguardano il godi -mento dei diritti sindacali da parte degl iappartenenti alla polizia di Stato . Da que-sto punto di vista, devo dire francamenteche considero costituzionalmente inammis-sibile l 'equiparazione che alcune disposi-zioni del testo al nostro esame fanno fr al ' imparzialità e l 'autonomia della pubblicaamministrazione e l 'esercizio di alcuni di-ritti sindacali, e in particolare del diritt odi associazione sindacale.

Vorrei in proposito precisare che il pa-rametro di riferimento fondamentale no npuò che essere il dettato costituzionale . Siè a lungo argomentato in questa discus-sione generale, a lungo è intervenuto i lrelatore ed a lungo abbiamo discusso ne ilavori di Commissione, sulle convenzion iinternazionali che disciplinano i diritti sin-dacali dei cittadini e che, in alcuni casi ,facoltizzano il legislatore statale ad intro-durre limitazioni a questi diritti per gliappartenenti ai Corpi di polizia, ai Corp imilitari e via discorrendo .

Io credo che, quale che sia l'interpreta-zione che si dà di queste convenzioni in-ternazionali, non vi sia dubbio che il pri-mo e fondamentale parametro di riferi-mento non può che essere dato dalle di-sposizioni costituzionali . Le convenzioni in-ternazionali, che facoltizzano il legislatoread introdurre limitazioni all'esercizio de idiritti civili, politici, sindacali e così via ,in tanto possono avere effetto in quantoqueste limitazioni siano innanzi tutto fa-coltizzate dalla Costituzione . Infatti, cer-tamente le convenzioni internazionali nonpossono facoltizzare il legislatore ordina-rio a fare quanto la Costituzione non gl iconsente .

Questo, a mio avviso, considerata - eci verrò tra un attimo - qual è la disci-plina costituzionale di questi fondamen-tali diritti sindacali, consente di escluder eche sia applicabile comunque la normativ adettata da convenzioni internazionali, qual iche siano le interpretazioni (su cui a lun-

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go si è discusso) che si ritengono più ade-guate delle convenzioni stesse .

Dico questo perché a me pare vi sia-no gravi problemi di ordine costituziona-le, in particolare per quanto riguarda l'ar-ticolo 84 del testo che è al nostro esame ,in materia di diritti di associazione sinda-cale. Lascio da parte espressamente l'ar-ticolo 85, del quale devo dire francamen-te che non ho condiviso in sede di Com-missione affari costituzionali, e non condi-vido tuttora, il parere della I Commissio-ne in materia di diritto di sciopero, ch esostiene la non applicabilità ai dipendent idella polizia di Stato del disposto dell'ar-ticolo 40 della Costituzione . Considero pi ùconvincenti, sotto questo profilo, le argo-mentazioni contenute nella relazione de lcollega Mammì, e in ogni caso mi par einsuperabile questa considerazione : noi cimuoviamo in materia di diritti fondamen-tali costituzionalmente garantiti .

O l'articolo 40 della Costituzione, in-terpretato con un criterio non rigorosa -mente formalistico, consente non soltant odi disciplinare le modalità di esercizio deldiritto di sciopero, ma anche di discipli-nare i soggetti che questo diritto posson oesercitare, escludendo per alcuni servizi ,essenziali alla funzionalità delle stesse isti-tuzioni, la possibilità di esercitare questodiritto ; e allora il divieto del diritto d isciopero, in casi come questo, disciplinat odalla riforma di polizia, costituisce appli-cazione dell 'articolo 40. Oppure l'articolo40 consente soltanto di disciplinare le mo-dalità di esercizio del diritto di sciopero ;e allora noi dovremmo considerare l 'arti-colo 85 di questo disegno di legge inco-stituzionale per violazione dello stesso ar-ticolo 40 della Costituzione, ma non gi àcostituire una sorta di inapplicabilità del -l 'articolo 40 . Questo sempre partendo dal -la considerazione che siamo in materia didiritti fondamentali garantiti dalla Costi-tuzione (cioè materia nella quale ogni li-mitazione e ogni deroga è di stretta inter-pretazione, e deve trovare un fondament onel dettato costituzionale) .

A me pare che la ricostruzione, fatt asia pure sommariamente dal relatore sull abase dei lavori preparatori dell 'articolo 40

della Costituzione, sia già sufficiente a con-cludere nel senso della possibilità di in-trodurre - naturalmente sulla base di mo-tivazioni valide e sufficienti e nel caso d iservizi essenziali alla stessa funzionalit àdelle istituzioni democratiche, al persegui-mento delle finalità garantite dalla stessaCostituzione - limitazioni o veri e propridivieti all 'esercizio del diritto di sciopero .

Caso mai, sempre per quanto riguardal'articolo 40 della Costituzione, può sorge-re la questione che veniva posta poco fadal collega Milani e cioè se sia costituzio-nalmente legittimo dettare una disciplinadel diritto di sciopero (contenente al su ointerno anche limitazioni e divieti) settor eper settore, con provvedimenti separati, ose invece tale norma costituzionale noncomporti una disciplina globale . Anche seragioni di politica costituzionale potrebbe-ro consigliare di andare ad una disciplin aglobale di questa delicatissima materia ,a me pare che sia difficile ricavare dal -l 'articolo 40 un vero e proprio divieto diuna disciplina di questo istituto fatta set-torialmente, a tappe . L'articolo 40 - loricordo solo a me stesso - recita : « I1diritto di sciopero si esercita nell'ambitodelle leggi che lo regolano ». Non c'è nep-pure l'appiglio testuale che potrebbe es-sere costituito da una formula che dicess e« nell'ambito della legge che lo regola » .

A me sembra dunque che le osservazio-ni del collega Milani ci spingano indub-biamente ad una riflessione sulla base d ivalide ed apprezzabili considerazioni d ipolitica costituzionale, non atte però ametterci di fronte ad un vero e proprioproblema di illegittimità costituzionale.

Diverso è il discorso che riguarda loesercizio dei diritti di associazione sinda-cale, cioè ,dei diritti garantiti a tutti i cit-tadini dagli articoli 18 e 39, con riferi-mento all'articolo 98, della Costituzione.

Non vorrei qui neppure richiamare(anche se credo bene abbia fatto il rela-tore a farlo in maniera analitica) l 'espe-rienza comparatistica. Il relatore lo hafatto - mi pare a ragione - con riferi-mento esclusivamente agli Stati cosiddett idi democrazia occidentale, e ricordo soltan-to che da questa analisi si ricava non so-

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lo che gli apparati di polizia sono civil iin tutti gli ordinamenti per i quali la com-parazione è stata svolta ; non solo che i ldivieto del diritto di sciopero è previsto ,salvo il caso della Svezia, in tutti quest iordinamenti; ma si ricava anche che c'èpiena libertà di associazione sindacale, pu rse in alcuni di questi ordinamenti questodiritto di associazione sindacale è stat outilizzato ed esercitato con 'la costituzion edi sindacati autonomi ; ma ciò sulla basedi scelte spontanee dei lavoratori di poli -zia di questi Stati e non per imposizionedel legislatore. Anche prescindendo d aquesti riferimenti comparatistici, che por-terebbero a ritenere l'articolo 84 del te-sto proposto come arretrato rispetto al-l'esperienza storica e giuridica di tutti gl iStati di democrazia occidentale, mi pareche vi siano ragioni di costituzionalit àmolto rilevanti che mi spingono a dubi-tare fortemente della costituzionalità del-le disposizioni del primo e terzo comm adell'articolo 84 del provvedimento .

Vorrei rilevare che è vero che l 'arti-colo 97 della Costituzione parla di impar-zialità dell 'amministrazione, ma che daquesta affermazione, che riguarda – si no-ti bene – tutti i pubblici uffici, e che quin-di comporta conseguenze per la disciplinadel comportamento di tutti i pubblici di -pendenti, non si può certamente ricavare ,nel silenzio della Costituzione, una limi-tazione dei diritti fondamentali garantit idalla Costituzione stessa, che non trovi ne ltesto costituzionale un qualche fondamen-to . Un limite specifico all 'esercizio dei di-ritti civili e politici è quello previsto da lterzo comma dell 'articolo 98, che si rife-risce non solo ai funzionari e agli agent idi polizia, ma anche ai magistrati, ai mi-litari e ai diplomatici, e con il quale s istabilisce la possibilità per il legislatoredi introdurre limitazioni al diritto di iscri-versi ai partiti politici . Il Costituente nonha previsto una limitazione al diritto d iassociazione sindacale, ma ha anzi affer-mato, con una disposizione particolarmen-te energica e chiara : « L'organizzazionesindacale è libera. Ai sindacati non puòessere imposto altro obbligo se non la lo-ro registrazione presso uffici locali o cen-

trali, secondo le norme di legge » (parte,quest'ultima, che ancora non ha avuto at-tuazione) .

A fronte di questa disciplina costitu-zionale, a me pare molto difficile ricavare ,nel silenzio della Costituzione, di front ea disposizioni di garanzia e di riconosci-mento di diritti che non ammettono ecce-zioni o deroghe tacite, secondo i normal icanoni di interpretazione delle norme co-stituzionali in materia di diritti, questelimitazioni e di imporle sulla base di unalegge ordinaria, che estenderebbe ad altrefattispecie l'eccezione che è espressamen-te prevista dall 'articolo 98, ma con riferi-mento soltanto al divieto di iscrizione a ipartiti politici. Né mi pare che le argo-mentazioni addotte a giustificazione diqueste disposizioni siano convincenti . Nonè convincente l 'argomentazione che fa ri-salire queste disposizioni all ' imparzialitàdell'amministrazione, in primo luogo per-ché, come accennavo, limitazioni di questogenere dovrebbero allora essere previst eper tutti i dipendenti pubblici – cosa che ,ovviamente, nessuno pensa di proporre • ,in secondo luogo perché le disposizioni cheriguardano l 'imparzialità dell'amministra-zione sono dettate dalla Costituzione co nriferimento all 'organizzazione dei pubblic iuffici e non all'esercizio dei diritti fonda-mentali, civili e politici, dei pubblici di -pendenti, come prova al contrario la stess aespressa limitazione contenuta nell'articolo98 della Costituzione, che è la disposizion eche riguarda i pubblici impiegati e ch eprevede soltanto, per l'appunto, la possi-bilità di introdurre questi limiti per l aiscrizione ai partiti politici . Né mi pareconvincente l'argomentazione che, fors econ implicito imbarazzo, il relatore pro-pone. Il relatore su questo punto è abba-stanza rapido: parla del primo comm adell'articolo 84 del testo della Commissio-ne, concernente la composizione dei sin-dacati di polizia, che devono essere for-mati esclusivamente di appartenenti allapolizia di Stato in attività di servizio, epassa al terzo comma dello stesso artico -lo 84, dicendo che la ratio è la stessa cheha ispirato il primo comma. Ma la rifles-sione che io credo debba essere proposta

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ai colleghi è che forse la ratio del terzocomma è la stessa che ha ispirato il pri-mo comma, ma forse tanto il primo ch eil terzo comma presentano difficoltà e pro-blemi di ordine costituzionale in relazion eagli articoli 18, 39 e 98 della Costituzione .Forse, cioè, le perplessità di ordine costi-tuzionale che io credo debbano essere pro -spettate nei confronti del terzo commadell'articolo 84 devono essere riferite an-che al primo comma di quell'articolo . For-se, in altri termini, costituisce già una li-mitazione, che il legislatore non può co-stituzionalmente introdurre con legge or-dinaria ai diritti di associazione sindacal edei dipendenti della polizia di Stato, i lprevedere che i sindacati di polizia debba-no necessariamente - non per libera scel-ta, non per autoconvincimento degli stess ilavoratori di polizia, ma per imposizion edel legislatore ordinario - essere compost iesclusivamente da appartenenti alla poli-zia di Stato .

Noto soltanto - altri hanno già accen-nato a questo punto, se non ricordo mal e- che, d'altra parte, un ulteriore argomen-to che fa dubitare della costituzionalità d iquesta disposizione dell'articolo 84 emer-ge dalla considerazione che così noi ver-remmo a disciplinare in modo profonda-mente diverso i diritti di associazione sin-dacale di dipendenti della stessa ammini-strazione . Necessariamente, in questo mo-do, verremmo a stabilire il principio percui tra i dipendenti dell'amministrazionedell'interno devono esistere in qualche mo-do « gabbie » associative non derivanti dalibera scelta degli interessati, ma derivant ida una imposizione legislativa .

Una ulteriore considerazione che vor-rei fare, in connessione con questa, è ch enon c 'è dubbio, a mio avviso, che dall'ar-ticolo 98 della Costituzione derivi anch el'obbligo per il legislatore di interpretarein modo rigoroso e non arbitrariament eestensivo l'universo dei soggetti ai qual ipossono applicarsi le limitazioni dei di -ritti - a mio avviso, ex articolo 98, sol-tanto dei diritti politici - che la Costitu-zione consente di prevedere per funzio-nari ed agenti di polizia, diplomatici, ma-gistrati e militari . Anche da questo punto

di vista, a me sembra criticabile l'esten-sione della normativa di questa legge alCorpo degli agenti di custodia e al Corp oforestale dello Stato . Per quanto riguardaquest'ultimo, vorrei rilevare che, a normadella legislazione vigente - articolo 11 7della Costituzione, attuato dai decreti pre-sidenziali n . 15 del 1972 e n . 616 del 1977 ,e leggi istitutive del Corpo forestale -, i lCorpo forestale dello Stato ha finalità diistituto diverse dalla finalità di pubblic asicurezza e dipende funzionalmente dalleregioni . Pertanto, a questo punto, creerem-mo una sorta di apparato di polizia di -pendente funzionalmente dalle regioni, in-serendo nell'ambito delle forze di polizi aun apparato che ha istituzionalmente fun-zioni e compiti diversi da quelli di tutel adell'ordine pubblico e della sicurezza de icittadini . A nulla vale, sotto questo profi-lo - anzi direi che aggrava la nostra per-plessità e preoccupazione - ricordare checon provvedimenti ministeriali (non s oquanto legittimi) adottati di recente il Cor-po forestale dello Stato è stato dotato d iarmi da guerra ed i suoi appartenenti so -no stati costretti ad addestrarsi all'us odelle stesse. Alcune guardie forestali son osotto provvedimento disciplinare perché s isono rifiutate di procedere a questo tip odi addestramento. Si tratta di provvedi-menti ministeriali di dubbia legittimità ,che certamente non possono modificare lastruttura, la finalità e la collocazione isti-tuzionale del Corpo forestale dello Stato .

Altre brevissime considerazioni su al-cuni aspetti, a cominciare dall'organizza-zione della polizia di Stato, quale risultadal testo in esame . Già molti hanno sot-tolineato che questa organizzazione esaltail ruolo centrale del prefetto nella fun-zione - lo ricordava l'onorevole Felisetti -di « prefetto di polizia » . Vorrei innanzi -tutto sottolineare che sotto il profilo co-stituzionale questa impostazione dell'orga-nizzazione della polizia crea alcuni pro-blemi . L'articolo 124 della Costituzione -lo ricordo a me stesso prima che ai col -leghi - così recita: « Il commissario delGoverno, residente nel capoluogo della re-gione, sopraintende alle funzioni ammini-strative esercitate dallo Stato e le coordi-

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na con quelle esercitate dalla regione » .La dottrina a questo riguardo ha rilevatoche nella organizzazione amministrativaperiferica dello Stato l'organo di coordi-namento è il commissario di governo, no nil prefetto, di cui la Costituzione non par-la e la cui proposta di soppressione h atradizioni illustri (basti ricordare Luig iEinaudi), anche se non è mai arrivata atradursi in norma legislativa.

Per quanto riguarda la mia parte po-litica, devo ricordare ai colleghi che al -l 'esame di questo ramo del Parlamento v iè la proposta di legge Balzamo-Aniasi, eal Senato vi è una proposta di legge Ci-pellini-Formica, che prevedono una riorga-nizzazione dell'amministrazione periferic adello Stato, oltre al sistema delle autono-mie locali, fondata sulla soppressione deiprefetti e sulla valorizzazione del ruolo d icoordinamento dei commissari del Gover-no. Senza giungere in questa sede alla rea-lizzazione di questo obiettivo, cioè all 'esal-tazione della funzione del prefetto, si tacecompletamente sul ruolo del commissariodel governo e si contrappone la figura delprefetto alla figura del questore che, trale autorità locali di pubblica sicurezza, ècertamente quella che per specializzazionee competenza può meglio assolvere all efunzioni di direzione e di coordinament odell 'apparato periferico di pubblica sicu-rezza .

Vorrei sottolineare, sotto il profilo del-l 'organizzazione, che in questo provvedi -mento si ha un 'estensione delle funzionidi polizia a favore delle tenenze dei ca-rabinieri e a danno delle funzioni attribui-te ai sindaci come ufficiali del Governo .L'estensione di queste funzioni di pubbli-ca sicurezza ai carabinieri mi sembra di-scutibile; vorrei aggiungere che tra le fun-zioni di autorità locale di polizia vi son ofunzioni normative e non soltanto opera-tive. $ infatti discutibile attribuire ad unCorpo militare dello Stato, facendo unpasso indietro rispetto agli obiettivi pre-fissati dalla riforma, determinate compe-tenze, anche perché così facendo sorgeran-no ulteriori problemi di coordinament ocon le funzioni di polizia che ai sindac isono affidate in forza dell 'articolo 117 del -

la Costituzione e della attribuzione legi-slativa ai comuni delle funzioni di polizi alocale e rurale . Tali problemi che oggibene o male - per me più male che be-ne - erano stati risolti, vengono riapert ida questa proposta di legge .

Vorrei infine dire che i problemi sot-tolineati dalla Commissione giustizia e dal-la Commissione affari costituzionali, perquanto riguarda il rispetto dell'articol o109 della Costituzione, cioè la dipendenz adella polizia giudiziaria dalla magistratu-ra, devono trovare rapida soluzione . Biso-gna quanto meno adeguare questa propo-sta di legge alle ormai antiche e, in qual-che misura, quasi varate disposizioni d iriforma del codice di procedura penale .

Già molti colleghi hanno notato chevi sono numerose disposizioni di deleg ache lasciano alquanto perplessi sotto i lprofilo del rispetto dell'articolo 76 dell aCostituzione (e la Commissione affari co-stituzionali, nel suo parere, lo ha sotto-lineato) ; ricordo soltanto, come esempiopiù macroscopico, l'articolo 18, in cui no nsoltanto i criteri della delega sono quant omai generici, quasi inesistenti, ma si ag-giunge altresì (e ciò suona sarcastico) ch edi questi criteri il legislatore delegat odovrà semplicemente tener conto, non sar àcioè tenuto a rispettarli . Si tratta quindidi criteri generici, rispetto ai quali non s istabilisce nemmeno un obbligo di confor-mità.

Non torno su quanto è già stato dettoa proposito dell'articolo concernente l aparità tra uomo e donna nella legge, n ésui problemi di costituzionalità a frontedegli articoli 3, 37 e 51 ; rilevo soltanto ,con piacere, che la collega Ines Boffard isembra finalmente aver superato le oppo-ste posizioni sostenute in Commissionedalle colleghe del gruppo democristiano ;finora battutesi per una limitazione deidiritti della donna nel servizio di polizia .Se ci atteniamo a quanto ha detto la col -lega Boffardi, dovremmo ritenere che que .sto è un punto sul quale l'armonizzazionedel testo della riforma con i princìpi co.stituzionali sarà estremamente facile, per-ché finalmente anche il gruppo parlamen-tare di maggioranza relativa concorda con

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le tesi che le forze della sinistra hannosempre sostenuto .

Mi pare infine che vadano apprezzat ee condivise le posizioni - prospettate an-che nel parere della Commissione affari 'costituzionali - che sottolineano la neces-sità di un coordinamento tra quanto pre-visto da questa riforma e le disposizion igenerali in materia di assetto e disciplinadel pubblico impiego, di cui al disegno d ilegge Camera n. 737 e Senato n . 813, non-ché alla legge-quadro sul pubblico impieg oche il Governo presentò a questa Camer acon l'esplicito, solenne impegno di atte-nersi a questa disposizioni di principiocome se fossero disposizioni vigenti, i nmodo da realizzare fin d'ora un coordina -mento di tutta la legislazione in materi adi pubblico impiego, al di là delle diversespecificazioni settoriali . Da questo punt odi vista, vi sono nell'articolo 37 molte di-sposizioni nel testo della Commissione ch emeritano di essere verificate e che do-vrebbero essere armonizzate con i prin-cipi in materia di disciplina del pubblicoimpiego .

Sottolineo infine che a nostro avvis oquesta riforma dovrebbe essere approvatacon estrema rapidità e che tale rapidit ànon dovrebbe andare a danno dei neces-sari perfezionamenti, soprattutto quand oquesti - e lo dico per una sorta di defor-mazione professionale - siano imposti dal -la necessità di rispettare disposizioni eprincìpi della Costituzione che, come tali ,verrebbero poi, se così si può dire, a ven-dicarsi di eventuali disarmonie o, anchedi veri e propri errori di politica legi-slativa ed istituzionale che dovessimo inipotesi commettere. Non c'è dubbio, in-fatti, che alcune delle disposizioni che h oricordato comporterebbero in futuro pro-blemi costituzionali che sicuramente ver-rebbero rimessi alla Corte costituzionale ,gettando inevitabilmente un'ombra di in -certezza su questa nuova disciplina che,ad avviso di tutti noi, dovrebbe non sol -tanto segnare il raggiungimento dell 'obiet-tivo di una polizia più democratica e defficiente, ma anche dare certezze : certez-ze sull'assetto di questo servizio fonda-mentale, certezze - al personale di pub-

blica sicurezza - di una disciplina chepossibilmente resti per lungo tempo, perun cospicuo tempo, immutata e che garan-tisca a tutti non soltanto dignità profes-sionale ma possibilità di rendere, con laconsapevolezza del proprio ruolo e - ap-punto - della propria dignità professio-nale, un servizio fondamentale a tutti icittadini (Applausi dei deputati del grup-po del PSI e all 'estrema sinistra) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel 'onorevole Balestracci . Ne ha facoltà .

BALESTRACCI . Signor Presidente, ono-revoli colleghi, signor rappresentante de lGoverno, credo che da parte di tutti siaben presente la consapevolezza che s itratta di una riforma di estrema delica-tezza istituzionale e politica e di grandecomplessità per quanto attiene alla stess adefinizione delle linee operative: l'ordina -mento del personale, i rapporti tra le va -rie forze di polizia, un coordinamento fun-zionale dell ' intrecciarsi delle loro attività,la banca dei dati, la preparazione profes-sionale, per non ricordare che alcuni de -gli elementi importanti . Ed ancora, è ilcaso di ricordare che il processo di tra-sformazione della polizia avviene in unmomento delicato e difficile, quando l'at-tacco eversivo allo Stato è ben lontanodall 'essere stroncato. Vi è, inoltre, la co-scienza che la società sente, oggi più chemai, il bisogno di garanzia, di imparzia-lità e di autonomia da parte di ogni arti-colazione dello Stato : più si fa precarioe incerto lo svolgimento della vicenda quo-tidiana, più si fa presente il bisogno dipunti di riferimento tranquillizzanti ecerti .

Avere ben presenti questi elementi pu òsignificare un approccio ai problemi dell ariforma di polizia equilibrato e responsa-bile, fuori da tentazioni di polemiche, uti-li forse ad altri fini, ma non a quelli diuna buona riforma. Può significare ancherespingere il rischio di caricare la rifor-ma di connotazioni ideologiche, fuorvian-ti rispetto ai problemi veri, che vanno ri-solti nell'interesse generale del paese edegli stessi operatori di pubblica sicurez-

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za, e tali, se non respinte, da essere sicu-ramente in grado di introdurre rigidità econtrapposizioni insuperabili tra le forz epolitiche interessate alla riforma, qualun-que sia il ruolo svolto nel Parlamento .

Aver presente tutto ciò può significar eanche, infine, l 'utilizzazione di tutti i pos-sibili elementi di convergenza che il dibat-tito politico e culturale ha evidenziato ,con il coraggio di riconoscere i mutamen-ti di orientamento e di opinione, su que-sto tema specifico ma anche su altre que-stioni più generali, che si sono registrat inelle forze politiche, e di renderli palesie, con onestà intellettuale, di introdurrenel confronto, in quest'aula e fuori, que ltanto di critica e di autocritica che impe-disca di dividere schematicamente le for-ze politiche e sociali in buone e cattive ,senza sfumature e senza possibilità di ap-pello : tra chi vuole cioè la riforma e chila ostacola, tra chi la vorrebbe democra-tica e chi nella logica di uno Stato auto-ritario e contro gli stessi interessi degl iappartenenti alla polizia .

C'è stato, nella discussione sulle line egenerali, chi si è alquanto discostato dal -la consapevolezza della grande delicatez-za che rivestono i problemi connessi all atrasformazione del Corpo della polizia inamministrazione civile, con i problemi con -seguenti, ed ha voluto scambiare per scar-sa volontà di cambiamento la doverosa emeditata riflessione, la cautela indispen-sabile nel muoversi su un terreno irto d idifficoltà, per il perseguimento di un obiet-tivo che non appartenga a questo o aquello, ma agli interessi generali, per u nsereno e sicuro svolgimento della vicendademocratica . Errori su queste question ipossono tradursi in danni irreparabili, dif-ficilmente recuperabili, come è stato ricor-dato anche dal collega Belluscio . E chi hala massima responsabilità di guida de lpaese deve pur mettere in conto che è te-nuto a rispondere non a questa o a quel -la categoria sociale, non a questa o aquella moda, ma ad interessi vitali delpaese, a processi non effimeri ma a ten-denze di fondo, che vadano nella direzio-ne della tutela di interessi reali del paese .

D'altra parte, alla critica e alla de-nuncia dei ritardi degli altri, presunti oreali che siano, per essere realmente cre-dibili non va sottaciuto il riconoscimentoanche dei propri ritardi, che certo no nsono di natura operativa, per chi non h adirette responsabilità di governo, ma chetuttavia debbono poter essere ricondott iad insufficienze culturali, a troppo lenti e dimpacciati processi di maturazione rispet-to a questioni essenziali, quali quelle re-lative alla definizione della natura dell oStato, del rapporto tra questo e la socie-tà, del rapporto tra Stato, istituzioni epartiti e tra partiti e sindacati .

Certo, nessuno può rimproverare adaltri di darsi gli obiettivi e le strategiegenerali che ritiene più opportuni sull 'or-ganizzazione dello Stato, la definizione del -la sua natura e dei suoi rapporti con lasocietà e quindi anche rispetto alla collo-cazione internazionale, tra sfere di in-fluenza che non sono, come è risaputo ,soltanto di ordine militare, ma marcata-mente ideologico. Ma non riconoscer eche, più marcate sono le differenze rispet-to a questioni essenziali, decisive nella de-finizione e nella visione dello Stato e deisuoi rapporti con le varie articolazioni so-ciali, più improbabili risultano le possibi-lità di intesa e convergenza, anche neiprocessi di adeguamento dello Stato e del-le sue espressioni istituzionali al flussodella vicenda storica, con i suoi mutamen-ti e trasformazioni, significa difettare d iuna delle più rilevanti lezioni che si pos-sono trarre, non solo, ma anche, dallastessa cultura marxista .

Che poi attraverso questa incolmabile(ancora, per alcuni aspetti) differenza cul-turale e politica tra importanti forze ch esiedono in questo Parlamento su questio-ni decisive, che riguardano, come si èdetto, la struttura dello Stato e le su erelazioni con la società, si sia, sotto laspinta di questo fatto obiettivo, potutaintrodurre anche una sorta di inerzia epreferenza per lo status quo, può certa -mente essere vero, e determinati interes-si hanno certamente premuto in tale di-rezione. Ma l'operazione di verifica dacompiere, ove si dovesse ritenere utile, è

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quella di stabilire le reciproche connes-sioni, le forzate interdipendenze e conse-guenze tra culture tanto diverse da ri-sultare in aspetti non marginali ancor aantitetiche, tali comunque da rendere an-cora molto lenti ed impacciati alcuni pro-cessi di adeguamento e di razionalizzazio-ne che normalmente si verificano quasispontaneamente in paesi con connotat iculturali fortemente omogenei . I muta-menti, in questi casi, sono affidati allanormale dialettica sociale, nella quale leforze politiche intervengono senza traumie difficoltà eccessive o nelle quali l 'ini-ziativa politica trova una società pronta arecepirla .

Si dicono queste cose perché accusare,nel caso specifico, la democrazia cristia-na ed il Governo di ritardi gravi e colpe -voli nell 'affrontare i temi della riformadella polizia senza tener conto del climaculturale e politico complessivo, della vi-sione di questi fondamentali problemi del-la democrazia da parte delle varie forz epolitiche, della sensibilità delle forze so-ciali, che pure è un dato di grande rilie-vo, dell'incidenza, in altre parole, dell econdizioni generali che sono determinant inella definizione di ipotesi di governo ,mi pare non corretto e storicamente inat-tendibile . Questo è tanto vero che non èerrato affermare che, non appena è par-so cambiare qualche dato importante ne-gli orientamenti di fondo di alcune forz epolitiche e nel rapporto con le altre for-ze che io chiamerò di governo, la società ,che qualche volta è più avanti nei proces-si di ricomposizione e di omogeneizzazio-ne culturale delle stesse forze politiche ,cui pure affida la rappresentanza dei pro-pri interessi, lo ha immediatamente avver-tito, ed ha assunto comportamenti, orien-tamenti di stimolo e di rottura del vec-chio, tanto che, sempre meno timidamen-te e sempre più consapevolmente, nell eforze politiche è iniziato un serrato con-fronto di opinioni, di tesi, di prospettazio-ni di soluzioni concrete che solo evenienzevarie, come anche ricorda nella relazionel 'onorevole Mammì - due crisi di Gover-no, il rapimento dell 'onorevole Moro -hanno impedito che trovassero in tempi

più solleciti definitiva sanzione del Par-lamento .

In sostanza mi pare di poter dire chele lentezze non vanno ascritte a puri tem-pi cronologici, ma casomai in modo piùcorretto e storicamente più esatto a ri-tardi da parte di qualcuno nel definir euna cultura complessiva dello Stato, diquesto Stato nel quale tutti viviamo eche pure è stato immaginato da tutti -o quasi tutti - insieme nella Costituzione .

Certo, questo discorso non avrebbe va-lore, se immaginassimo un altro Stato ,quali che ne fossero i connotati ; c'è poiun'altra questione che vale la pena d iapprofondire. Si è parlato di un partito- la democrazia cristiana - attardato s uposizioni moderate e quindi non in con-dizioni, né per dati obiettivi, né per vo-lontà, di affrontare la riforma con spi-rito aperto, tale da rinnovare profonda -mente questo delicato ed importante set-tore dello Stato . Anche qui occorre inten-dersi meglio. Se la divisione tra innova-tori progressisti passa su questioni con -crete, possiamo tentare alcune verifichealtrettanto concrete: ciò è stato quest asera tentato. Se dovesse essere una ri-partizione in astratto o collocata su ele-menti di pura marca ideologica, temo chela disputa non si potrebbe concludere conla ragionevole speranza di poter esserecomposta con reciproca comprensione .

Bisogna immaginare qualche cosa d idiverso nella polemica che qui è stat asottilmente condotta con una DC e unGoverno sempre trascinati a conclusion ipositive, che pure sono state indicate dal-la caparbia volontà degli altri; i limiti ,gli aspetti negativi sono sempre dovut ialla irragionevole volontà moderata dell ademocrazia cristiana . Questo modo di ar-gomentare o meglio di presentare le que-stioni a me pare alquanto parziale e, perqualche verso, mi si passi il vocabolo ,infantile ; in parte volutamente insufficien-te ad una più attenta valutazione dei mo-tivi del contendere, della natura delle que-stioni in esame rispetto alla strategia eagli obiettivi delle singole forze politiche .

Il punto di approdo cui è giunta l aCommissione è rilevante per una gran

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parte di problemi la cui definizione h aregistrato significative convergenze con i lconcorso attivo di tutti, specialmente de lGoverno, quando ha presentato il suo di -segno di legge, delle varie forze politichee dello stesso presidente della Commis-sione interni, che ha svolto anche la fun-zione di relatore per la maggioranza .

Anche il fatto che la Commissione ab-bia lavorato proficuamente entro una scel-ta, pure assunta a maggioranza, tra Cor-po e amministrazione civile, non è statoné irrilevante né privo di significato poli-tico, poiché ha fatto passare la logica diun concreto esame del testo governativo ,al quale sono state apportate modifiche eintegrazioni significative . Nello stesso inter-vento del collega Carmeno, che significati-vamente ha aperto il dibattito per il par-tito comunista, pur nell 'ottica di una ri-vendicazione esclusiva al gruppo comuni -sta di quanto di accettabile si riscontranel testo in esame, gli aspetti positivi del -la riforma sono largamente richiamati, an-zi – se me lo consente – mi è parso di co-glierne una puntigliosa sottolineatura .

Per quanto di negativo ancora esiste ,o esisterebbe a giudizio del collega Car-meno, a parte le questioni relative ai di -ritti sindacali e politici, m'è parso di ca-pire che i maggiori rilievi, da cui eglimuove per il suo giudizio su alcune rile-vanti questioni, quali la gestione del per -sonale ed i supporti tecnici e logistici ,più che da elementi certi, ricavabili dalprogetto di riforma, siano da riferirsi aduna sorta di giudizio preventivo, a timoriche potrebbero essere giustificati, eventual-mente, dal modo in cui potrebbe esseregestita l 'attuazione dei punti importantidella riforma. Precauzione e timori legitti-mi, cui potrà essere ovviato con puntualiz-zazioni, miglioramenti, arricchimenti, gi àda ora nel testo; ma soprattutto, io credo ,con l 'intervento ed il controllo del Parla-mento, ove si dovesse verificare una distor-ta applicazione della legge di riforma (pen-siamo al modo in cui dovranno essererilette le numerose deleghe che sono con-tenute nella legge) : cosa che a me parenon assolutamente prevedibile, vista l 'aper-tura e l 'assidua disponibilità dimostrata

dal Governo durante i lavori della Com-missione, e ricordato che più volte il mi-nistro Rognoni e il sottosegretario che al-lora seguiva questi problemi hanno dichia-rato che una riforma di questa natura eportata richiede il più ampio apporto econtributo, quindi in tutti i momenti del-l'iter attuativo della riforma (Interruzionedel deputato Biondi) .

Ho parlato all 'inizio di una riform ache coinvolge problemi di estrema delica-tezza istituzionale e politica e di grandecomplessità anche per gli stessi aspettioperativi ed organizzativi . Chi ha seguìtocon attenzione il dibattito che ha prece-duto ed accompagnato tutto l 'iter tormen-tato del provvedimento fra i partiti edal loro interno, fra gli interessati e nellasocietà, non può non aver colto lo spes-sore di opinioni diverse, che sono pun-tualmente riecheggiate anche in quest'aula ,insieme alla diffusa consapevolezza, però ,che si tratta di un passo che avrà conse-guenze rilevanti rispetto a problemi di or -dine e di sicurezza pubblica . Vi è un acu-to interesse per un rilevante problem ache tocca tutti .

L 'aspetto forse riduttivo riguarda ilfatto che c'è stata una visione parziale ,direi quasi univoca, delle questioni affron-tate dalla riforma. Problemi come la smi-litarizzazione e la sindacalizzazione degl iappartenenti alla polizia hanno finito perfocalizzare l 'attenzione dei mass media, equindi della gente. Questioni di non mi-nore rilievo e importanza per il raggiun-gimento di obiettivi di maggiore efficien-za e di professionalità, quali i problemidel personale, del trattamento giuridico edeconomico adeguato al grado di rischi oe di prestazioni sempre più qualificate ri-chieste dai livelli raggiunti della crimina-lità comune e politica, che pure caratte-rizzano in modo marcato il progetto diriforma, hanno finito per essere quasi tra-scurati ; sicché per l'opinione pubblica, i ngenere, la riforma di polizia finisce co nl'essere uno scontro tra chi vuole la po-lizia con sindacati autonomi e gli altr iche invece vorrebbero lasciare la libert àper gli operatori di iscrizione e di colle-

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gamento con altre organizzazioni sinda-cali .

Anche l'opinione pubblica, su tali que-stioni nodali e delicate, si è divisa, comegli stessi operatori della pubblica sicurez-za. Sono state addotte ragioni di ordinecostituzionale e politico a favore di tes idiverse da molti colleghi intervenuti nel -le Commissioni e in Assemblea . Interpreta-zioni sottilmente persuasive degli articol idella Costituzione sono state suffragate dauna attenta lettura degli atti preparatoridella Costituzione, insieme al richiamo a datti e patti internazionali ratificati da que-sto Parlamento. Credo che coniugare unacorretta lettura del dato costituzionale conun'altrettanta corretta lettura del dato po-litico e sociale sia un'operazione prima -ria ed irrinunciabile, al fine di non ca-dere nell 'errore di presunzione illuministi-ca, o in quello opposto di sordità reazio-nazia alle esigenze vere dei doverosi mu -tamenti che occorre

inserire

nell 'azionepolitica .

Certo, le forze politiche hanno anch efunzione di stimolo ;

devono

dimostrarecapacità di anticipare tendenze ed orien-tamenti, per capire nel profondo i

verimoti della società ed indirizzarli secondolinee di interesse generale e di reale cre-scita culturale, per una effettiva espansio-ne della democrazia .

Nello stesso tempo, il realismo dellepossibili soluzioni non può difettare ne lperseguimento di un progetto politico pra-ticabile, gestibile in concreto con i dat ieffettuali e non con quelli immaginari .Ecco perché pare di poter condividere gl iimpulsi e le tendenze nuove che il pro-getto uscito dalla Commissione contiene,insieme alla consapevolezza di una pru-denza di movimento, che non è agevol efar passare per arretratezza politica, pe rpaura del nuovo .

L ' imparzialità delle forze di polizia, l agaranzia della loro assoluta autonomia nel -l'esercizio delle loro delicate funzioni no nè un patrimonio che appartiene ad un aparte, ma deve poter essere di tutti ; equalche cosa è pur doveroso e giustopoter sacrificare o dover sacrificare, s el'interesse generale lo richiede. Non è

un patrimonio divisibile, neppure tra gl istessi operatori della polizia ; anzi, l'in-tegrale e rigoroso rispetto delle esigenze diessere sopra le contese di parte è la con -dizione primaria della libertà, dell'autore-volezza, della forza vera, perché morale ,di cui devono poter godere le forze d ipubblica sicurezza .

La caduta di separatezza tra polizia esocietà, la compenetrazione dell'azione del-la polizia con gli interessi della società edello Stato nel loro complesso, profond iprocessi di democratizzazione saranno rea-lizzati solo in quanto tutti sentiranno lapolizia di tutti, e la polizia si sentiràdi tutti. Ed i collegamenti ed i riferi-menti ideali con il resto dei lavorator i(avendo in comune e a fondamento dei lo-ro comportamenti gli ideali della democra-zia, della Costituzione) non hanno certobisogno della sanzione di formule buro-cratiche organizzative, che finirebbero perconseguire effetti opposti a quelli chedichiarano di voler perseguire anche co-loro che pure le propongono .

È una proposta di riforma che con -tiene un giusto equilibrio fra rinnovamen-to sociale, che va perseguito con corag-gio, fiducia e prudenza, nell 'attenta consi-derazione e valutazione dei dati politici esociali con cui tutti oggi debbono fare iconti, nell'accogliere certe spinte che pos-sono - se acriticamente o superficialment eaccettate - risultare inidonee rispetto agl iobiettivi che la gran parte delle forze po-litiche ha dimostrato di voler perseguire .Mi riferisco ad una efficienza più elevat anella difesa dell'ordine e della sicurezza ;ad un maggiore rispetto e considerazioneper gli operatori di polizia ; al superamen-to di qualche barriera, che pure si er adeterminata, tra società civile e forze del-l 'ordine .

Sotto il profilo politico, mi riferiscoad una rigorosa identificazione delle re-sponsabilità nell 'attuazione della politic adell'ordine pubblico attraverso la definizio-ne di misure in grado di assicurare uni-tà di indirizzo al centro e alla periferia ,senza possibilità di equivoci .

La definizione del nuovo status giuri -dico con il conseguente esercizio dei di -

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ritti sindacali, la determinazione degli or-gani di rappresentanza, i poteri degli stes-si nella tutela degli interessi degli ade-renti sono elementi di novità che possonotrovare certamente qualche precisazione equalche approfondimento . Non si può nonritenere che un sindacato realmente rap-presentativo, per continuare ad essere ta-le, deve poter avere una sicura base diconsenso, che si acquista e si mantiene inmisura proporzionale ai reali poteri di cuidispone .

La fase transitoria nella gestione delpersonale può creare, in attesa che la leg-ge entri a pieno regime, qualche problemadi inquadramento, di destinazione funzio-nale, che può e deve essere attentament ericonsiderata : ad esempio, per quello cheattiene agli appuntati che sono risultatiidonei in altri concorsi . Analogamente pro-blemi di riqualificazione, nella fase transi-toria, si possono porre, e certamente s iporranno, per diverse categorie attualmen-te impiegate in servizi vari di support otecnico, logistico o amministrativo .

La stessa dibattuta questione della pa-rità tra donna e uomo nelle forze di pub-blica sicurezza, che pare essere stata di-sattesa nella fissazione di aliquote massi-me di personale femminile, può trovar euna sua soluzione ove si consideri il fatt oche nessuno aveva inteso introdurre mec-canismi discriminatori, ma semmai tali daessere di garanzia nei riguardi della stes-sa amministrazione .

Altri colleghi hanno trattato le que-stioni relative al coordinamento; io mi li-miterò ad una sola osservazione . Il pro-blema è quello dell 'autorevolezza politicadi cui deve essere rivestito chi ha la re-sponsabilità di coordinare forze diverse .Non ne può non discendere anche unaprecisa responsabilità verso il Parlamento .

In uno Stato democratico discorsi de ltipo di quelli secondo cui un generale no nsi fa coordinare da un prefetto sono peri-colosi per la logica che vi sottostà e cheio credo non sia neppure riscontrabile innessun settore delle forze di pubblica si-curezza, data la lealtà democratica dimo-strata da queste forze negli anni della Re-pubblica.

Il dato nuovo, invece, è che a livell idi criminalità comune ed organizzata sem-pre più efficienti e sempre più collegat ianche con centrali di delinquenza inter -nazionale e ad una criminalità politica am-pia e diffusa, che ha mirato e colpito alto ,non può non corrispondere – come si èverificata – l'esigenza di coordinare e dunire gli sforzi, di pianificare gli interventied i mezzi finanziari ; in una parola, dipianificare le risposte .

Carabinieri, pubblica sicurezza, guardiadi finanza hanno ben presente questa ne-cessità e l'hanno resa via via sempre piùoperante, sotto la direzione degli strumen-ti che il Governo e il Parlamento hann opredisposto . Non è un problema di supre-mazia di questa o quella forza : le respon-sabilità politiche stanno in una sede de-mocratica ben definita, cui tutti devon ofar riferimento .

La polemica tra chi deve coordinare ,se il prefetto o il questore, è francamen-te vecchia e mira ad altri obiettivi, per-ché, così come è definito il quadro dell eresponsabilità politiche e della direzion eunitaria della politica dell'ordine pubbliconon poteva che essere il prefetto, rappre-sentante del Governo con precise respon-sabilità politiche di ordine generale, perle quali è chiamato a rispondere al mi-nistro degli interni, massima autorità perla tutela dell'ordine e della sicurezza pub-blica, responsabile politico, a sua volta ,di fronte al Parlamento.

Il disegno ha una sua coerenza che s ipuò anche non accettare e non condivi-dere, ma che non può non essere global-mente valutata . Se si fosse introdotto i nquesti punti nodali qualche elemento estra-neo a questo disegno, l'incoerenza sarebb estata non solo teorica, ma con conseguen-ze certamente imprevedibili e forse anch epericolose . Vi è invece un disegno coeren-te, certo perfettibile, ma pur sempre ap-prezzabile per il modo, l'intensità, il rea-lismo con cui si è collocato nel dibattit opolitico culturale, pronto a coglierne l eaperture e le novità, le attese connotazi oni, fatte anche di critica ed autocritica .

Si tratta ora di concludere in un climail più disteso e favorevole ad un confronto

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sereno e produttivo . Certo, la legge no nsarà che uno strumento, tanto migliorequanto più attente e responsabili sarann ole forze politiche e sociali . Ma la gestio-ne sarà il vero banco di prova (sono per-fettamente d'accordo su questo con l'ono-revole Zolla), ed essa dipende non sol odal Governo, ma dai destinatari, dalla so-cietà e dallo stesso Parlamento, in pro -porzione diretta all'attenzione con cui sa -ranno seguiti i processi attuativi da part edi tutti .

Come democrazia cristiana, abbiamo laconsapevolezza di aver contribuito in mod odeterminante a predisporre uno strument ocorretto ed equilibrato, in grado di offri -re a quanti operano nella polizia un 'occa-sione per restituire loro elementi di fidu-cia, in un momento delicato della nostravicenda politica e sociale. Maggiore digni-tà per una maggiore efficienza ; maggioreconsiderazione dei diritti che sono da eser-citarsi non solo per meri, seppur legittimi ,interessi di categoria, ma nell 'ottica di unacomplessiva rivalutazione dello status deglioperatori della pubblica sicurezza che pas-sa non solo attraverso nuovi livelli retri-butivi, ma anche con una riqualificazion edel ruolo e con il riconoscimento di unservizio peculiare ed insostituibile .

Nel momento in cui le forze di poli -zia, la pubblica sicurezza è in trincea nel -la lotta alla criminalità comune e politic ae paga un alto tributo di sangue e di sa-crifici insieme alle altre forze, non è priv odi significato che il Parlamento trovi lavolontà politica di rispondere positiva -mente alle richieste che sono emerse dal -l 'interno della stessa polizia . La speranz aè che la risposta sia complessivamente ap-prezzata e correttamente valutata . Nessunosi aspetta che con questo atto tutto siastato risolto e che tutte le attese sian osoddisfatte. Saremmo politici poco reali-sti. Nessuno può toglierci però la certezz adi avere, come gruppo e partito, onesta -mente lavorato perché le risposte fosser ole più rispondenti agli interessi comples-sivi e al bisogno di sicurezza del paese(Applausi al centro) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'o-norevole Biondi. Ne ha facoltà.

BIONDI. Signor Presidente, onorevolicolleghi, onorevole ministro, onorevole sot-tosegretario - il relatore se n'è andato, i lche diminuisce, diciamo così, il « corpodi ascolto » - . . .

SANZA, Sottosegretario di Stato pe rl ' interno . C'è, è qui .

FRANCHI . C'è quello di minoranza !

BIONDI. Va bene, ma io parlavo delrelatore per la maggioranza, in tutta l asua possanza . Io credo che nemmeno ilpiù ottimista tra noi, nemmeno il titolar edi eroici furori, come l'amico onorevoleCarmeno, potrebbe dire che questo dibat-tito si svolge con un'atmosfera di suspencedi grande impegno, di grande interesse, dicoinvolgimento generale . Questo lo possia-mo dire, anche per discorrere, forse tradi noi, sul mantenimento dell 'opportunitàdi un rituale, qualche volta un poco stan-co, di questi preludi alla vera discussione ,che è poi quella sugli articoli, quella su itemi principali che rimangono questi, chei colleghi hanno espresso in termini dubi-tativi, in termini di proposta. C'è un ine-splorato continente che dovremo insiem epercorrere, sondare, vedere . Quindi c'è tut-ta questa tematica generica che appartie-ne più alla realtà liturgica che alla sostan-za delle cose. Ma la cosa più importante ,bisogna dirlo fra di noi, è il fatto in sè ;la cosa più importante, ripeto, è il fatt oin sé, il fatto che finalmente nell'aula del -la Camera dei deputati si discuta di que-ste cose. E senza diritti di priorità, senzatitoli particolari di credito o di accredito ,che qualcuno come il collega Carmeno h aritenuto di rivendicare solo alla sua parte ,si deve dire che il Governo nell 'edizioneprecedente ed anche in questa edizione ri-veduta - non so se corretta - ha tenutoa battesimo finalmente con una sua pres adi posizione un 'iniziativa che prima er adelle parti politiche e poi è diventata an-che del Governo .

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Per quanto riguarda il lavoro di Com-missione, è giusto dare atto al Governodi avervi partecipato, nelle due fasi di-stinte, con grande impegno e grande vo-lontà di compenetrazione e di gestionedel problema in termini civili (dato chesi trattava di civilizzare) : è un dato checonsente di vedere anche qual è il valoreassoluto della vera solidarietà nazionale .Si discute su cosa sia la solidarietà na-zionale ; nel Governo « a tre gambe » Sievoca continuamente questo spirito inquie-to e talvolta bizzarro dell 'unità nazionale ;la solidarietà nazionale è tale quando èsolidarietà istituzionale, nel senso che f aconvergere su valori e interessi comuni, suconsiderazioni generali del modo con i lquale la società si attrezza per essere tale ,e quindi forte proprio perché democratica ,e non imbelle proprio perché garantista ;quando non ci sono differenze non dic onell'arco costituzionale, ma nel più grand earco del Parlamento .

A me dispiace di aver sentito dall 'ono-revole Franchi (di cui apprezzo sempre i lgrande impegno e la grande volontà d idare il suo apporto qualificato, con unadiversità di impostazione ma con un realeapprofondimento dei problemi) una visio-ne « bartaliana » - se mi si passa l 'espres-sione - di questa riforma: « tutto da ri-fare », tutto va male. Questa è una situa-zione nella quale deve emergere la volon-tà che tutti abbiamo di dar vita, dal mo-mento in cui cominceremo ad occuparc idavvero della legge dopo aver superatoquesto mesto preludio, ad una legge ch eabbia quell 'efficacia che anche il collegaBalestracci, che mi ha preceduto poco fa ,ha reclamato a se stesso e al suo partito .

Tutti hanno preannunciato emendamen-ti e su Il Mattino di stamane anche il sot-tosegretario Sanza ha espresso, sia purein termini « dal di là del tavolo », una su aopinione volta a dire : la legge sarà com esapremo farla essere . È, questa, una vi-sione un po ' pirandelliana delle evoluzio-ni di questa vicenda, ma sono contentoche Sanza abbia detto questo, perché tal-volta i sottosegretari sono più titolati de ititolari del dicastero per dire le verità ch ei titolari del dicastero sono tenuti spesso

a non rendere dichiaratamente esplicite .Le faccio, onorevole Sanza, un augurio :non quello di prendere il posto dell'ami-co onorevole Rognoni, ma di potere, at-traverso questi incontri più ravvicinat icon i problemi, superare la differenza ch esepara il dire dal fare, che è un mar emolto profondo e talvolta anche in tem-pesta .

Sanza diceva, quindi, che questa leggesarà come sapremo farla essere e che i lParlamento è titolare di questo diritto .Sono d'accordo con questa dichiarazionee sono d'accordo anche con l'onorevoleMammì, quando dice che in questo sensonon ci dovrebbero essere distinzioni. Dicoquesto da oppositore in questa fase, pro-prio perché io credo alla differenza dell eposizioni politiche, alla differenza degli ap-porti tra chi sta nella maggioranza e ch ista all 'opposizione, che non è una maledi-zione, né un angolo morto della vita de lpaese, ma soltanto un modo di governareda un punto di vista diversificato, unmodo di essere partito, se non di Governo ,da Governo, nel senso di svolgere quell efunzioni sollecitatorie che consentano po idi assumere posizioni diverse.

Da questo punto di vista ho anche po-co capito - dico la verità - certe posizioniespresse qui dal collega Franchi, che so -no dal suo punto di vista apprezzabil iperché critiche, ma troppo pessimistiche ;quando cioè egli si lamenta della differen-za che separa il termine « Corpo » dal ter-mine « amministrazione », come se richie-dere l'habeas corpus sia sotto questo pro-filo qualcosa di più garantista e di più si -curo di una realtà più organica, nella qua-le il Corpo si colloca come una sorta d irealtà strumentale e strutturale di cui l'am-ministrazione è qualcosa di più : il tuttorispetto ad una parte . Quando il corpo haqueste funzioni, caro Franchi, non credoche ci si salvi l'anima - come mi è parsodi aver sentito dal collega Mammì in unasua interruzione - avendo preannunciatoquesto scetticismo aprioristico . Perché lecose sono due: o la legge è fatta bene(come tutti ci auguriamo) e allora non èusando la parola « Corpo » o la parol a« amministrazione » che si modificano le

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cose; oppure è fatta male, e allora non cisi salva l'anima politica e funzionale sol -tanto salvando la nomenclatura e usandola parola « Corpo » .

FRANCHI, Relatore di minoranza. Nonè un nominalismo .

BIONDI . Sarebbe un nominalismo setu non avessi sostenuto che dicendo « Cor-po » si dava un 'enfasi maggiore ad un da-to che secondo me sarebbe invece ridut-tivo. So anche che nella proposta di leg-ge che portava per primo il mio nom esi usava la parola « Corpo » . Credo peròche si partecipi utilmente ai dibattiti pro-prio quando ci si rende conto che, inuna visione organica, la soluzione miglio -re è diversa. Anche io ho avuto alcunediffidenze, ma voglio - per lealtà e an-che, se permetti, per amicizia - dirti chenon è su questo dato che si può criticare ,se non in maniera aprioristica . Con que-sto, non voglio fare polemica, ma sem-mai rivendicare un titolo di merito allaCommissione e anche al suo presidente ,che l'ha mirabilmente condotta (è giust oriconoscerlo), per avere anche in questocaso trovato una soluzione che io ritengopositiva .

Siamo quindi finalmente a discuteredi queste cose e lo facciamo dopo le ele-zioni. Anche questo è importante, perchécosì siamo lontani dai grandi clamori ;chi « spara » (io non lo faccio, ma qual-cuno lo fa) lo fa a salve : non c 'è il pe-ricolo di veder retribuita in moneta elet-torale, più o meno svalutata, una situa-zione che indubbiamente poteva avere un acollocazione diversa se vi fosse stato i lsale - o il pepe - di una polemica stru-mentale a fini elettorali . Credo quindi chesi possa dire che le preoccupazioni chemolti hanno potranno essere risolte, setutti sapremo assumere un atteggiament omolto preciso ed adeguato, sapendo qual isono i problemi e quali le soluzioni op-portune : magari verificandole strada fa-cendo, nell'esame degli emendamenti cheognuno presenterà (me lo auguro : noi lofaremo) con spirito costruttivo . Su que-sta materia vi è infatti - lo ripeto - un

rapporto di solidarietà finalistica, ma tor-nerebbe la massima durezza se si dovesse ,attraverso gli emendamenti, snaturare l erealtà qualificanti di questa legge, real-tà che noi abbiamo già indicato per boc-ca dell'onorevole Costa, il quale ha dett odi condividere le linee strutturali, le li-nee maestre della riforma, per una valu-tazione positiva prevalente rispetto all ecritiche e alle considerazioni che, sul pia -no costituzionale, farà domani l 'onorevoleBozzi, presidente del nostro gruppo, i lquale porterà, anche sotto questo profi-lo, il nostro apporto, forse, su alcunipunti, secondo la linea indicata poco fadall'onorevole Bassanini .

Su due obiettivi particolari riteniamodi dover dare una valutazione positiva : larealizzazione di un vasto disegno di rior-ganizzazione e di migliore coordinamentodelle forze di polizia della Repubblica ela « civilizzazione » dell 'amministrazionedella polizia .

Il termine « civilizzazione », che tant oindigna l 'onorevole Franchi, non è secondome riduttivo, perché la militarizzazion enon è stata altro che il frutto di unanecessità di quel momento, per ottener eil raccordo richiesto nel 1943 dalla situa-zione tra chi aveva i « fascetti » e chi ave-va le « stellette » . In un momento dram-matico come quello vi era sicuramente l anecessità di un raccordo, di una unitarietàdi azione, di un coordinamento di fondo,per far fronte alla situazione successivaal 25 luglio; se si vuole, era anche ne-cessario un maggior rigore.

Questo termine (che è contemporanea-mente elogiativo e strutturale) « civile » èsicuramente quello più adeguato per quali-ficare il modo di essere della polizia .Quando noi diciamo « civile », vogliamodire « civile » a tutti gli effetti . Qualchetempo fa, qualcuno si dilettava a chiama-re la polizia « incivile » per come si com-portava . Ci sono stati partiti che per mol-to tempo hanno ritenuto che i poliziott idovessero scortare le manifestazioni degl iimberbi sostenitori - e talvolta precurso-ri - della guerriglia di ieri e del terrori-smo di oggi, quelli che andavano in giroa dire « polizia assassina », « il poliziotto

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che è finito finiscilo », che andavano aritmare e a scandire, con manifestazion idi tipo tribale, una critica che non eraper l 'uso indebito della polizia, ma si ri-volgeva agli uomini, quelli che oggi son ochiamati i lavoratori della polizia, quell iche oggi sono titolari e destinatari di elo-gi, talvolta purtroppo funebri .

Questi uomini hano avuto da tali partipolitiche gratificazioni diverse da quelleche hanno sempre avuto da parte nostra .Per noi, anche per gli errori che potevan oessere stati compiuti, chi agiva lo facevanell 'adempimento del proprio dovere, eraun pubblico ufficiale, un ufficiale di poli-zia giudiziaria, se tale era la sua funzione.Noi, con l'animus corrigendi che è giustoavere come parlamentari in sede di con-trollo del Parlamento con gli strumentidelle interpellanze e delle interrogazioni ,abbiamo rivolto sollecitazioni e critich esolo a chi comandava : e spesso sono statigli stracci a volare !

Oggi l 'acquisizione del termine di poli -zia « civile » è un dato che ha una sua effi-cacia non solo di carattere lessicale, m aanche di carattere oggettivo. La « civiliz-zazione », quindi, quella giusta, è qualch ecosa di più e di meglio: significa mod onuovo, più organico, più professionale ,dopo un quadriennio di ritardi, di mano-vre, e talvolta di retromarce, per colmar esul piano strutturale, ma anche morale e doperativo, la lacune gravi che hanno res opiù difficili, anche se più meritevoli d iconsiderazione e di elogio, le condizionicon cui le forze dell'ordine, e tra esse l apubblica sicurezza, sono state chiamat equotidianamente ad affrontare i sempr epiù difficili problemi connessi alla lott adura contro la criminalità e il terrorismo.

La civilizzazione, quindi, ha la funzio-ne di consentire agli appartenenti alla pub-blica sicurezza la creazione di particolar iorganismi interni di carattere sindacale edassociativo, perché essi si autosostengan oda un certo punto di vista e siano in gra-do di restituire se stessi alla società pe rreintegrare, attraverso questo apporto d icredito reciproco, un contesto nel qual etalvolta questa situazione, questa condizio-ne umana, queste persone dalla obbligato -

ria faccia feroce, non sono state titolar idi quella confidenza, starei per dire d iquel con f idere, tra cittadino e forze di po-lizia, che è la base di rapporti che in altripaesi, come l'Inghilterra o la Francia –dove peraltro la polizia è dura – son odiffusi . È necessario perciò che anche no ici muoviamo in quella direzione . E ciò atutela dell'ordine democratico .

L 'ordine democratico è qualche cos adi più dell'ordine pubblico, l'ordine demo-cratico è il tutto rispetto ad una parte el'ordine pubblico si colloca come una real-tà importante, ma più ridotta, rispetto all ageneralità dei problemi che attengono allatutela dell'ordine democratico . L'ordine de-mocratico, quindi, non è l'ordine delle stra-de, ma è l'ordine delle istituzioni e, inesse, l'ordine delle coscienze, l'ordine deicomportamenti . Per questo mi è dispiaciu-to di non veder colta da un uomo attentocome l'onorevole Franchi una differenzache per noi ha questo significato .

FRANCHI, Relatore di minoranza . I lconcetto di ordine democratico l'ha intro-dotto il partito comunista !

BIONDI. Io non ho mai detto ch equalcuno ha sempre ragione e che un aparte ha sempre torto. Credo di essereabbastanza intransigente nei giudizi ch edo sulla politica e sull'opportunismo, co-me ho detto poco fa . . . (Commenti del de-putato Franchi) . . . e sull'abilità con la qua -le il partito comunista, come molti aspi-ranti, si avvicina ai problemi, se ne im-padronisce e li gestisce, talvolta nella « zo-na Cesarini », imparando le lezioni dell astoria molto tardi, quando esse acquisi-scono, talvolta, il significato della mer acronaca. Quindi, non ho preoccupazione dicaptare la benevolenza o la malevolenz adi chi abbia detto una cosa od un'altrain tempi diversi . Se il partito comunistaavesse una volta detto una cosa giusta,ne prenderei atto, all'insegna della gioiacelestiale, che esiste anche nel Vangelo ,quando un peccatore pentito si presenta ,sicché gli angeli si mettono a suonar el 'arpa ! Comunque, queste sono cose ch ehanno una loro importanza . Io non sfug-

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girei a questa specie di braccio di ferr otra noi e i comunisti affermando che, dat oche i comunisti spesso hanno torto, tuttele volte che dicono qualcosa dobbiamocredere che abbiano sempre torto. Questosarebbe un errore, perché l'avversario –si tratta di un avversario politico, non d iun nemico – va conosciuto nei pregi enei difetti, talvolta anche nelle capacitàmanovriere, senza da ciò trarre element iper disconoscere taluni dati del rapportopolitico che possono essere anche positi-vi. Diversamente, si commetterebbe l'erro -re di utilizzare nel combattimento anch etattiche sbagliate, come avviene a quegl iavvocati che non leggono le comparse av-versarie e non apprezzano, quando ci sono ,argomenti del collega che per avventura ,nell'esporre una cosa, suggerisca in lineacritica o anche in linea propositiva dat iche possono servire per risolvere il pro-blema.

Quindi, da questo punto di vista, s ipone il problema della prospettiva di que-sti due dati, che sono stati già eviden-ziati dal collega Costa, come elementi d iprevalenza rispetto a qualche critica chefaremo. Sono dati che, secondo me, rap-presentano qualcosa di positivo, in quant onoi liberali siamo per una polizia rinno-vata come amministrazione, come strut-ture e, in tale ambito, come uomini ch eappartengono a questa amministrazionee a queste strutture. Siamo per una po-lizia rinnovata, tale da garantire la tu-tela degli interessi generali della collet-tività, dell'ordine legale e delle istituzio-ni . Solo così può stabilirsi un rapportodi fiducia tra cittadino e poliziotto, la so-lidarietà con l 'acquisizione di prese d iposizione coraggiose che talvolta vengo-no da uomini diversi, ma che purtropposi manifestano più spesso in occasionedi funerali che non quando la vita, nell asua lotta, nella sua conflittualità e nell asua quotidianità, sollecita manifestazionidi maggiore consenso ed affidamento . Inquesto rapporto mi pare si debba collo -care lo spirito con il quale dobbiamo af-frontare questa riforma . Anche questo èun dato della riforma. Se partecipiamo a duna riforma con spirito riduttivo, con

spirito critico, con spirito impostato i nmodo negativo, io credo che non colla-boriamo, dopo aver aspettato tanto tem-po, a far decollare il nuovo istituto i ntermini anche di sollecitazione non solo– starei per dire – intellettuale e politica ,ma anche emotiva, perché occorre in que-ste cose credere e dare un apporto valido .

Quindi, dobbiamo in quest'ottica rea-lizzare strumenti opportuni di maggior eprofessionalità: doveroso riconoscimentodi diritti economici, associativi e sinda-cali, come risultato sostanziale e non ap-parente della riforma; necessaria collega-mento operativo all'interno dell'ammini-strazione stessa, sia a livello centrale si aa livello periferico . Il ministro dell'inter-no non deve, come qualcuno teme, dive-nire il ministro di polizia, ma, come dicel'articolo 1, il responsabile della tutela edella sicurezza pubblica, con tutte le con-nesse responsabilità ; e così il prefetto nel-l'amministrazione periferica non deve es-sere un prefetto di polizia, un burocrat etelecomandato dell'amministrazione civil edell ' interno, ma deve essere un organoperiferico di Stato, necessariamente e re-sponsabilmente coinvolto in prima perso-na anche nelle questioni attinenti alla tu -tela dell'ordine e della sicurezza pubbli-ca, che è funzione tipica ed esclusiva del-lo stato di diritto .

Quindi, l 'assunzione unitaria delle re-sponsabilità connesse all'esercizo di que-sta funzione è da noi considerata positi-vamente . Ci sono alcuni pericoli, certo ;ma è meglio che ci sia una responsabilit àpolitica, un coordinamento, un titolare d iresponsabilità a livello nazionale e Iocal epiuttosto che, come è avvenuto in passa-to, siano gli stracci a volare, e le sceltesiano fatte in termini episodici, le respon-sabilità non siano concentrate e coordinat ee da esse non si traggano le conseguenzepolitiche e funzionali .

Pertanto, a mio modo di vedere, la po-lizia civile smilitarizzata non costituirà u narretramento o una sorta di difesa mino -rata di fronte alla criminalità ed al terro-rismo, come paventa il relatore di mino-ranza; anzi, allo status civile dei poliziottisi accompagneranno una specificità di ca-

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ratteri, un'adeguata disciplina, una struttu-ra associativa, sindacale e politica autono-ma al proprio interno e quindi non stru-mentalizzabile dall 'esterno, non etero-gui-dabile, corrispondente, cioè, alle peculiari-tà dei compiti che la legge le assegna .

Sotto questo profilo, al di là di ci òche è previsto, occorrerà vedere quello ch eil dibattito esprimerà . Ovviamente noi li-berali saremo intransigenti nel riconosci -mento di questi limiti che non sono ri-duttivi, bensì limiti che caratterizzano laqualità e la peculiarità di un rapporto edi un servizio e la necessità che esso sia,nel quadro della costituzionalità, tale daesprimere e garantire l 'indipendenza, l'au-tonomia e quindi il credito che la citta-dinanza deve dare a chi, rappresentandol aintera e nei singoli comportamenti, nondeve essere affetto dalla legittima suspi-cione di essere soggetto a possibili devia-zioni, soggetto passivo, e talvolta attivo, d isollecitazioni che non appartengono al ser-vizio ed obbediscano ad una politica d isindacalizzazione che non abbia al propri ointerno e in presenza esclusiva di sogget-ti che della polizia facciano parte, una or-ganica garanzia . Non quindi posizioni dicarattere riduttivo, di carattere corporati-vo, ma posizione diversificata rispetto a isindacati . Non ci deve essere il sindacatoesterno alla polizia, o collegato alla stess ain termini di affiliazione e nei termini pre-visti dall 'articolo 84 del testo della Com-missione. Ritengo che si debba richiedere ,in questa fase, questa situazione, accen-tuandone le caratteristiche e rendendoletali da non soffrire possibilità di devia-zione che creino separazione tra l'espres-sione formale della legge e i comporta -menti sostanziali e quindi un travisament odei fatti che la legge esprime. Da tutto ciònon nasce un rapporto di sfiducia o didiffidenza ma, proprio per garantire fidu-cia ed indipendenza, le limitazioni all 'eser-cizio sindacale e politico - limitazioni di -rettamente derivanti dal nuovo stato civi-le della polizia - costituiscono una realt àed una necessità che noi riconosciamo co-me valida .

L'autonomia sindacale, e da essa il di-vieto di rapporto di adesione e di affi-

liazione con le associazioni sindacali, s iaffianca al divieto di iscrizione a partit ipolitici. In Commissione avevamo accetta-to che il problema venisse accantonato i nattesa che la proposta di legge Mammì,giacente presso la Commissione affari co-stituzionali, esaurisse il suo iter, in quantopensavamo l 'attuazione della previsione or-ganica dell'articolo 98 della Costituzio-ne servisse per una globalità di interess ie di situazioni in termini non discrimina -tori, che cioè riguardassero solo alcunisoggetti e non altri . Dobbiamo però dir eche, essendo venuto meno uno degli ele-menti della condizione sospensiva, noichiederemo che il divieto di iscrizione apartiti politici, ispirato al criterio di mag-giore garanzia e funzionalità verso la pub-blica opinione, sia mantenuto . Si tratta,in altre parole, di rafforzare questo rap-porto fiduciario .

La polizia, insieme ai carabinieri e dalla Guardia di finanza nella lotta controil terrorismo ha guadagnato la solidarietàda parte dei cittadini. Non è quindi perdiffidenza che noi prendiamo queste posi-zioni, che non sono limitative, bensì quali-ficative della peculiarità di un rapporto .

Perché sia combattuta e vinta la bat-taglia che si conduce ogni giorno control'eversione ed il terrorismo, la fiducia ela solidarietà devono dilatarsi e costituirearmi invincibili contro i nemici dello Sta-to. Il cittadino-poliziotto, con il suo nuo-vo status civile, deve perciò collocarsi nelcontesto sociale, rompendo quella barrie-ra di diffidenze e, talvolta, di ostilità che ,specie in passato, ha reso più difficile e dingrato il duro lavoro svolto nell'interessee a tutela della collettività . Nessuna poli-ticizzazione surrettizia del sindacato di po-lizia sarebbe perciò ammissibile e, se sin-golarmente proposta, verrebbe dai liberal idenunciata e combattuta in sede di appro-vazione ,dei singoli articoli di questo pro -getto di riforma.

È in questo quadro che si colloca per-ciò, al di fuori di ogni ambiguità, la pre-clusione dell'esercizio del diritto di scioper oe di altre forme sostitutive di protesta ;si deve dare concretezza al rilievo di co-

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stituzionalità avanzato dalla Commissioneaffari costituzionali della Camera, per ren-dere evidente che non si tratta tanto diuna limitazione all 'esercizio del diritto disciopero previsto dall 'articolo 40 della Co-stituzione, quanto della non applicabilit àdi tale articolo per ,la specificità dell efunzioni attribuite ai componenti la poli -zia di Stato e la specialità dell'ordinamen-to di un Corpo armato che, ancorché civi-le, si identifica con una struttura istitu-zionale dello Stato. Quindi nessuno scio-pero, né diretto, né per interposto sinda-cato, né per conto terzi, né per collega-menti che terzi abbiano, tali da consenti -re una manovra e quindi una deviazione .

Su temi quali quello del coordinamen-to, difficile ,e non ancora ben configurat otra le varie polizie, su quello dell 'eccessodelle deleghe legislative, spesso non ade-guate rispetto alle prescrizioni della Co-stituzione, sulla possibilità di disparità d itrattamento sotto il profilo giurisdiziona-le a parità di compiti e di circostanze diimpiego, specialmente per i reparti arma -ti, sulle già emergenti ragioni di insoddi-sfazione e di attrito all 'interno della pub-blica sicurezza con il personale civile deI-l'interno, non eliminate da mille confu-sioni di compiti e di attribuzioni ai po-teri dello Stato, con possibili commistion ied anche possibili elusioni di responsabi-lità, sarà il dibattito sui singoli articoli adire una parola definitiva e, auspicabil-mente, chiara . Dipenderà dalle soluzion iche il Parlamento adotterà se potremo di -re di aver affrontato e risolto responsa-bilmente, dopo tanto tempo, la riformadella polizia .

Desidero, per concludere, dire ancor ache la logica conseguenza della riformain questione è, perciò, anche la riorganiz-zazione del personale . Sotto questo profi-lo, il testo proposto può destare qualch eperplessità ; quindi la Commissione affar icostituzionali, nell'esprimere il parere (d icui la Commissione di merito non ha po-tuto ovviamente tener conto), ha formula-to importanti e fondate obiezioni, cui laAssemblea, a differenza di ciò che è av-venuto per la Commissione di merito, do-vrà prestare la più attenta considerazione .

Si tratta perciò di soddisfare una du-plice esigenza : da un lato, essendo la nuo-va polizia di Stato un Corpo armato, m acon ordinamento civile, occorre coordina -re il più possibile l'assetto normativo efunzionale dei suoi appartenenti con quel -lo proprio dei dipendenti civili delle altreamministrazioni dello Stato, come ha ri-cordato poco fa il collega Bassanini ; dal-l'altro lato, essendo la nuova polizia d iStato coordinata con Corpi armati di poli -zia e, in particolare, con l'Arma dei cara-binieri, occorre estendere automaticamentegli effetti economici della normativa ch erecepisce la contrattazione collettiva degl iappartenenti alla polizia di Stato agli ap-partenenti a Corpi militari che esercitan ofunzioni corrispondenti .

Altre considerazioni riguardano la for-mulazione del testo . Dalla sua lettura ri-sulta notevole il numero delle deleghe le ..gislative che devono essere esercitate en-tro un crto periodo di tempo. È stato giàrilevato, anche dalla Commissione affar icostituzionali, che, a parte la congruità ditale periodo, messa in dubbio da quell aCommissione, è chiaro che gran parte del -la riforma, e precisamente quella organiz-zativa, da cui in definitiva dipenderà l'ef-fetto operativo, è di fatto rinviata ne ltempo. È quindi da presumere che, inconseguenza di questi ritardi, sia pure do-vuti alla legge, potrebbero aggiungersi nuo-ve difficoltà a quelle già esistenti e quin-di, in un certo senso, potrebbe essere ri-tardato da questo effetto il cammino del -la riforma: non si verificherebbe quellarapidità di esecuzione e di adempimentodella riforma grazie alla quale potrebb emanifestarsi con piena efficacia una veralotta all'eversione, che come tale richied etempi brevi . Si sono, infatti, volute sta-bilire in maniera assai dettagliata cos eche potevano essere lasciate alla potestàregolamentare ; ma credo che il collegaBozzi si soffermerà domani su questa ma-teria più diffusamente e in modo piùqualificato di me .

Onorevole sottosegretario e cari soprav-vissuti colleghi, io ho finito . Ho svolto i lmio lavoro nelle peggiori condizioni possi-bili - fisiche, non morali -, ma credo di

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avere responsabilmente dato un apportoalmeno quantitativamente coerente con l aimportanza del tema che ci sta di front ee che vede il Parlamento interessato – spe-riamo nei prossimi giorni in termini an-che quantitativamente più rilevanti –, i nun momento grave e difficile della nostr avita nazionale (Applausi) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l oonorevole Marte Ferrari . Ne ha facoltà .

FERRARI MARTE . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, onorevole ministro ,onorevoli relatori che dall'inizio del pome-riggio seguite il dibattito, nell'esaminare i ltesto del disegno di legge n . 895, così co-me è stato approvato dalla Commission einterni, ritengo che occorra tenere present itre parametri . Il primo è relativo al grad odi rispondenza esistente tra la normativ apredisposta e le aspettative della catego-ria; il secondo riguarda, invece, la funzio-nalità del nuovo ordinamento rispetto all aratio che sta alla base della riforma d ipolizia, che è quella di creare maggioreprofessionalità e quindi maggiore efficien-za; il terzo punto di riferimento, infine ,attiene alla verifica del grado di coeren-za tra gli impegni che noi tutti, com eParlamento e come partiti politici, abbia-mo assunto nei confronti dei lavorator idella polizia ed i provvedimenti che ci ac-cingiamo a varare .

Debbo rilevare che da nessuno di que-sti tre punti di riferimento, che ho pres oa base della mia analisi, scaturisce un arisposta di segno positivo . Questo giudi-zio è condiviso anche dagli interessati . Ne icontatti, abbastanza numerosi, che ho avu-to con i lavoratori della polizia, ho potu-to constatare che, se su questo o que lpunto della riforma esiste qualche diver-genza, su un punto esiste l'unanimità : nelritenere, cioè, sbagliata, totalmente sba-gliata, la normativa relativa all'ordinamen-to del personale . La responsabilità prin-cipale di questa carenza viene fatta risali -re, in primo luogo, ai prefetti, che avreb-bero continuato ad agire come organi tec-nici e che hanno collaborato con il Go-

verno nel predisporre l 'articolato : unatradizione di segno negativo, come giànel passato, a detta sempre dei lavoratoriinteressati, che si è caratterizzata per l asua completa incapacità di risolvere i pro «blemi del personale civile e militare dell apubblica sicurezza .

Non so se questa affermazione, ripetu-tamente fatta, in tempi ed in luoghi diver-si, dai lavoratori della polizia di ogni qua-lifica e grado, risponda a verità . Quello chemi interessa, invece, è sottolineare la de-licatezza dell 'argomento che stiamo trat-tando, perché tutte le riforme cammina-no sulle gambe degli uomini che devon oattuarle, realizzarle e renderle operativ enella società ; e, se questi uomini son odelusi nelle loro aspettative, si sentonofrustrati da collocazioni non rispondent ialle loro professionalità, sentono svilire l apropria funzione, allora le riforme (e quel -la che stiamo trattando è una delle piùdelicate, in quanto attiene al settore dell atutela dell'ordine pubblico, della salvaguar-dia delle nostre istituzioni democratiche edella sicurezza dei cittadini) sono destina -te, anche se hanno un impianto costituzio-nale corretto ed una cornice operativa fun-zionante, ad avere un avvio lungo, diffi-cile e deludente .

Non posso non sottolineare, a tale pro-posito, che la delicatezza e la complessitàdella materia è tale da non essere supera -bile senza il concorso dei diretti interessa -ti : essi soli, in quanto conoscono la pro-pria posizione e quella dei loro colleghi ,possono portare quel contributo che è in -dispensabile per districare alcuni nodi par-ticolarmente aggrovigliati e di cui la con-troparte ignora spesso perfino l 'esistenza .

Quando poi questo contributo è forni-to tramite il sindacato, soprattutto se sia-mo in presenza di un sindacato che ha fat-te proprie le tematiche delle federazion iunitarie CGIL-CISL-UIL, allora esso nonsolo è prezioso per far comprendere leaspettative dei lavoratori, ma è tale d afarsi carico sia delle esigenze di tutte l ecategorie interessate, sia di quelle più ge-nerali del paese . Anche per questo noi, co-me gruppo socialista, avevamo considerat ocon particolare favore la notizia che il mi-

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nistro dell 'interno si era impegnato, nelcorso di un incontro congiunto avuto co nla segreteria nazionale della federazion eCGIL-CISL-UIL e con l'esecutivo nazional edel sindacato unitario lavoratori polizia ,a procedere ad una serie di incontri tecni-ci tra una delegazione dello stesso esecu-tivo ed una delegazione ministeriale perapprofondire i vari aspetti della riforma,e in primo luogo quelli relativi all 'ordina-mento del personale .

Ebbene, non possiamo non rilevare conrammarico come la montagna abbia par-torito un topolino . In quasi due mesi sisono svolti solo due incontri tecnici, ne lcorso dei quali il sindacato di polizia hamosso i propri rilievi, rispetto ai quali s iè riscontrata nella controparte una diffe-renziazione tra chi era il portavoce delministro e chi invece rappresentava so-prattutto gli interessi dei vertici dell'am-ministrazione civile dell 'interno. A parte,poi, questo elemento, alquanto problema-tico, di valutazione, non c'è stato, sebben epiù volte sollecitato, né un terzo incontro ,né una risposta politica, che avrebbe rap-presentato un elemento charificatore an-che ai fini del presente dibattito .

Il primo filo lungo il quale vogliamofar correre il nostro ragionamento è rap-presentato dal concetto di smilitarizzazio-ne, che il disegno di legge in esame co-glie in pieno nella sua parte generale . Èlapalissiano affermare che, se una perso-na non è più militare, è civile, anche sein modo un po' particolare, in quanto ar-mata, soggetta ad una particolare (fors etroppo) disciplina e incaricata di svolgerefunzioni estremamente delicate . Se, allo-ra, un dipendente dello Stato è civile, l asua collocazione non può essere che tr ai dipendenti civili dello Stato, come d 'al-tra parte è sempre stato ed ancora oggi èper i funzionari di pubblica sicurezza eper gli appartenenti al Corpo della polizi afemminile, con una specificità che tengaconto della particolare funzione che svol-ge, ma non con una sua totale estraneità .

Ebbene, l'ordinamento del personale ch estiamo esaminando non ha alcun riferi-mento né con il disegno di legge n . 678 ,presentato 1 '8 ottobre 1979 ed avente per

oggetto la legge-quadro sul pubblico im-piego, né con il disegno di legge n . 813 ,trasmesso dal Presidente della Camera al-la Presidenza del Senato il 17 marzo 1980ed avente per oggetto il nuovo assetto re-tributivo e funzionale del personale civil ee militare dello Stato. Questo rilievo èstato avanzato anche dalla Commission eaffari costituzionali della Camera, in sed edi parere, ed è un punto che occorre te -nere nella massima considerazione, perevitare che il personale di polizia vengachiuso in un ghetto che è totalment eestraneo sia alla realtà del pubblico impie-go civile che a quella del settore milita-re. Da ciò discende che occorre ridise-gnare totalmente l'impianto istituzionaledell 'ordinamento del personale per render -lo coniugabile con i princìpi generali pre-visti sia dal disegno di legge n. 678 siadal disegno di legge n . 813 .

Un altro risultato che il personale s iattende dalla riforma è quello della cer-tezza sulla sua collocazione, sulla sua nuo-va funzione. Tale certezza è intimamenteconnessa all'attribuzione di una nuova qua-lifica, dalla quale discendano diritti e do-veri. Ebbene, la normativa in esame noncoglie affatto questo obiettivo: essa insintesi afferma che quello stesso personal eche viene smilitarizzato continua ad ave -re il grado di guardia, guardia scelta ,appuntato, brigadiere e così via. La legge ,infatti, rinvia l'attribuzione delle nuov equalifiche civili ad un provvedimento de-legato, da emanarsi entro dodici mesi .Sarà questo un anno di tensione, perch éla collocazione di ogni singolo lavoratoredella polizia in questo o in quel ruolo ,in questa o in quella qualifica, sarà su-bordinata all'entità delle dotazioni organi -che dei singoli ruoli e delle singole quali -fiche, anch'essa rinviata ad una norma de -legata. Una volta emanate tali norme de-legate, gli attuali marescialli, sempre se-condo le norme previste dal disegno d ilegge in esame, dovranno impegnarsi neidelicati compiti di istituto, ma soprattut-to nello studio, per tentare di accedere aduna delle qualifiche previste per i ruol idegli ispettori . Emanata la norma delegataed emanato il bando di concorso, infatti,

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dovranno sottoporsi a colloqui i marescial-li di prima classe scelti con incarico spe-ciale. Esaurito questo primo concorso (esoltanto allora, perché dall'esito dello stes-so sarà possibile sapere quanti posti dell aqualifica finale o della penultima qualificadi ispettore saranno disponibili), potrà es-sere bandito il concorso riservato ai ma-rescialli di prima classe. Esaurito anchequesto concorso, si dovrà procedere adun nuovo concorso, riservato ai mare -scialli di seconda e di terza classe, sem-pre che il concorso precedente abbia la -sciato posti disponibili in una delle qua-lifiche previste per il ruolo degli ispettori .

Questa breve carrellata delle normecontenute nel punto 6 dell 'articolo 37, inparticolare ai punti f, g, h, i, ed y, rap-presenta, quindi, un chiaro esempio d icome vengano garantite ai lavoratori del -la pubblica sicurezza serenità e certezz asulla propria collocazione nel nuovo ordi-namento giuridico .

Potremmo pure divertirci – se non cifosse da rimanere scandalizzati da tant aleggerezza – a considerare cosa accade opuò accadere al personale che va in pen-sione prima di poter effettuare un con -corso (ha diritto o no di parteciparvi ?) ,oppure si effettuano gli scritti e va i npensione prima di poter sostenere gl iorali, e così via .

Vi sono, tra l'altro, norme demagogi-che e truffaldine come quelle 'relative agliappuntati (articolo 37, punto 6, lettere b)e c), ai quali è stata fatta balenare l asoluzione di uno dei loro più sofferti pro-blemi, quella degli appuntati idonei algrado di vicebrigadiere ma non promoss iper mancanza di posti, che dovrebbero es-sere inquadrati nelle qualifiche iniziali de lruolo dei sovraintendenti « riservando pe run quinquennio un 'aliquota non superiorealla metà dei posti che si rendono vacant iannualmente », senza offrire una garanzi asia in ordine alla consistenza della rela-tiva dotazione organica e senza preoccu-parsi di aggiungere accanto ad un « no nsuperiore » un simmetrico « comunque no ninferiore » .

Altra piacevolezza è rappresentata dal -l'istituzione di ruoli ad esaurimento, nei

quali potranno essere inquadrati « conser-vando il proprio stato giuridico », a « ri-chiesta », il personale avente il grado d imaresciallo, i tenenti colonnelli (con esclu-sione di quelli che abbiano frequentatol'accademia), i colonnelli, i maggiori ge-nerali, i tenenti generali ed i tenenti co-lonnelli appartenenti al ruolo unico se -parato e limitato.

Cosa rappresenterà, in un 'organizzazio-ne divenuta civile, questo personale checonserva il proprio stato giuridico mili-tare ? Quale personale comanda, chi sa -ranno i loro superiori, con quale animoopereranno in un'amministrazione che, pe ril suo status civile, è divenuta a loro estra-nea e dalla quale verranno considerat iresiduati che attendono solo il pensiona -mento ?

È mancata, anche in questa occasione ,la volontà di predisporre una normativ agratificante ed incentivante, che esaltassee non avvilisse, attraverso l'incertezza el'indeterminatezza, la professionalità pos-seduta dagli attuali operatori della polizia .Più ci si addentra nell 'articolato relativoall'ordinamento del personale, più sembradi trovarci di fronte ad una volontà chia-ramente e scientemente punitiva nei con -fronti dei lavoratori della polizia, una vo-lontà che li vuole lasciare in un ghettoseparato da qualsiasi altro lavoratore delpubblico impiego; una volontà che vuolecreare confusione ed incertezza tra il per-sonale del settore; una volontà che f aintravvedere soluzioni per poi poterle su-bito verificare; una volontà che vuole osembra volere spappolare, in una miriadedi risentimenti, di frustrazioni e di posi-zioni giuridiche divergenti, la volontà ri-formatrice attualmente presente tra i la-voratori della pubblica sicurezza .

Registriamo un analogo intento puni-tivo nelle collocazioni previste per i ruol idi agente, assistente, sovraintendente . Tuttiquesti ruoli, che comprenderanno almenoil 95 per cento degli operatori che espli-cano funzioni di polizia, vengono collocat iin un'area « esecutiva », come afferma i ldisposto di cui all'articolo 37, punto 2,lettere a), b) e c) .

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Questa è un'area professionale che ne -gli altri settori del pubblico impiego in-globa personale che va dalla qualifica d icommesso capo a quella di archivista edattilografo superiore . Se consideriamo ilgrado di autonomia, anche operativa, con-nessa con le delicate funzioni di agenteo di ufficiale di polizia giudiziaria attri-buita a questi lavoratori ed il grado d ielevata professionalità che queste qualifi-che richiedono, non possiamo ritenere ca-suale questa collocazione, ma dobbiamoritenerla invece legata ad una precisa filo-sofia che dovrebbe condizionare l'operatodella « polizia di Stato » .

Collocare questi lavoratori nell'area ese-cutiva significa considerare adeguati gl iattuali criteri di arruolamento, addestra-mento e collocazione professionale ; signifi-ca giudicare valido l 'attuale modello evoler cambiare tutto per non cambiarenulla ; significa voler lasciare la stragrand emaggioranza del personale in uno stato d iimpreparazione per poter privilegiare unalogica di direzione gerarchica rispetto a duna di direzione funzionale, ribadend oquindi, nonostante quello che dovrebbe es-sere lo spirito informatore della riforma ,la validità teorica di una direzione auto-ritaria del personale, rispetto ad una di-rezione basata sull'autorevolezza .

Questo tipo di professionalità del la-voratore della polizia - scelto dalla suaamministrazione - contribuisce, inoltre, asvuotare di validità pratica il rapporto d idipendenza funzionale che deve esisteretra questi operatori e la magistratura, ac-centuando invece, anche nel settore dellapolizia giudiziaria, il vincolo gerarchic ointerno dell'amministrazione.

Queste sono le chiavi politiche di let-tura che noi attribuiamo alla collocazion eprofessionale scelta dal Ministero dell ' in-terno per il 95 per cento del personal eche esplica funzioni di polizia . Questo nostroconvincimento è rafforzato dalla forte di-varicazione esistente tra le soluzioni pro -poste, quelle a suo tempo approvate dallaCommissione affari costituzionali del Se -nato nel luglio dello scorso anno in sed edi esame del decreto-legge n . 163, tra gl iimpegni presi dal Governo dell 'epoca e

la posizione attualmente sostenuta dalministro dell 'interno. Infatti, il problemadella collocazione professionale dei lavo-ratori della polizia non è nuovo : è unproblema già discusso, e su di esso s itrovarono d'accordo tutti i partiti, tutt ii componenti della Commissione affari co-stituzionali del Senato, l'onorevole An-dreotti - allora Presidente del Consiglio -e lo stesso ministro dell'interno, onorevo-le Rognoni .

Tutti riconobbero assurda la colloca-zione in un'area esecutiva degli attual isottufficiali ; collocazione che oggettivamen-te spingeva verso il basso la professiona-lità dei lavoratori appartenenti alla quali-fica di guardia, guardia scelta ed appun-tato. Tutti i sottufficiali vennero situat inell 'area di « concetto » attraverso la lorocollocazione nel sesto livello (segretari ,segretari principali e segretari capo) .

Essendo scaduti i termini per la con-versione in legge del decreto-legge n . 163 ,il Presidente del Consiglio dell 'epoca, ono-revole Andreotti, si impegnò a ripresen-tare il provvedimento accogliendo gli e-mendamenti che erano stati suggeriti . In-vece, nel disegno di legge n . 737-ter ditale impegno non rimase traccia.

In Commissione il problema venne elu-so dalle assicurazioni del Governo, che ga-rantì che con la riforma della pubblicasicurezza si sarebbe provveduto a mante -nere gli impegni assunti al Senato. Del -l 'interesse della Commissione affari costi-tuzionali della Camera è rimasta tracci anel secondo comma dell'articolo 136 deldisegno di legge n . 737-ter (n . 813 al Se-nato), che recita: « Per quanto attiene al -le forze di polizia, le norme del present etitolo si applicano transitoriamente sinoa quando non sarà diversamente provve-duto in materia » . Questa, onorevoli colle-ghi, è un'affermazione lapalissiana : tuttele norme approvate dal Parlamento s iapplicano fino a quando il Parlament onon decide in maniera diversa . Ma, setale norma è lapalissiana in termini giu-ridici, rappresenta invece, politicamente ,un impegno ben preciso, che tutti no iabbiamo assunto non solo verso i lavo-ratori della pubblica sicurezza, ma verso

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i lavoratori di tutte le forze di polizia ;lavoratori rispetto ai quali esprimiam osempre solidarietà e plauso, ma dei qual inon dovremmo dimenticarci quando s itratta di rispettare gli impegni assunti .

Migliore attenzione il Ministero dell 'in-terno non ha riservato per le carriere di-rettive e dirigenziali della pubblica sicu-rezza, né tanto meno nei confronti delleappartenenti al Corpo di polizia femmi-nile. L'unica cura è stata posta nei con-fronti del prefetto : questi diventa, i nrealtà, il vero dirigente della polizia d iStato. Per questo gli è dovuta l'indennit àdi istituto, che solo per lui, tra tutti ilavoratori dell 'amministrazione civile del -l'interno, è pensionabile. Tale norma rap-presenta l 'unico immediato e certo bene-ficio economico previsto dal provvedimen-to di riforma .

L'unificazione tra i ruoli dirigenziali edirettivi, sia civili sia militari, viene ef-fettuata senza alcun accorgimento che ten-ga conto della diversa filosofia che è all abase delle rispettive dotazioni organiche ,senza tener presenti le diverse e compo-site storie che sono alle spalle delle du ediverse categorie . L'unica salvaguardia, peralcuni, è rappresentata dall'originale in-venzione dei ruoli ad esaurimento .

Anche qui ravvisiamo la volontà d ispappolare la testa della pubblica sicurez-za in una miriade di posizioni giuridichee di interessi diversi e divergenti, co nl'unico risultato di favorire l'azione deiprefetti, che, tramite questo provvedimen-to, intendono assumere la direzione dellapolizia . Quale logica, se non quella pre-fettizia, è alla base del primo comma del -l'articolo 68 della riforma, in cui si affer-ma che gli appartenenti all'amministrazio-ne della pubblica sicurezza sono tenuti adeseguire gli ordini impartiti dal superio-le . . . funzionale, il quale, proprio in quantosuperiore e funzionale, dovrebbe impartiredirettive e non ordini ?

Quale logica, se non quella prefettizia ,è alla base del disposto dell 'articolo 37 ,dove viene operata una divisione, appa-rentemente innocua, tra l'espletamento d ifunzioni dirigenziali e direttive di caratte-re istituzionale, e funzioni dirigenziali e

direttive di carattere amministrativo ? Taledivisione, se correlata all'articolo 5, attri-buisce alla carriera prefettizia la direzion ecentrale dell 'amministrazione del persona-le e la direzione centrale dei servizi logi-stici, strumenti che garantiscono il con-trollo, la gestione ed il comando sull'inte-ra polizia di Stato .

Quale logica, se non quella prefettizia ,è alla base dell'articolo 40 che, in contra-sto con tutte le precedenti indicazioni, nonistituisce un ruolo della polizia di Stat oper il personale che esplica esclusivamen-te mansioni inerenti ai servizi amministra-tivi, contabili e patrimoniali, ma assegn ainvece tale funzione al personale dell 'am-ministrazione civile dell'interno ?

Signor Presidente, onorevoli colleghi ,nell'avviarmi alla conclusione del mio in-tervento, non posso non richiamare la vo-stra attenzione su un'altra norma, il cuicarattere è politicamente assurdo e dichiara ispirazione antisindacale . Mi riferi-sco all'ultimo comma dell 'articolo 40, cherecita: « Saranno dettate norme che, ne lpieno rispetto delle libertà sindacali san-cite dalla Costituzione, consentano di evi -tare turbative alla continuità dei serviz icui sono preposti o addetti i dipendent idell'amministrazione civile dell ' interno » .Con questa norma, per la prima volta nel -la storia della nostra Repubblica, si vo-gliono limitare, attraverso una legge d idelega, diritti sindacali ed il diritto disciopero . I deputati del gruppo socialistanon possono che votare per l'abrogazion edi questa parte dell'articolo 40 .

Onorevoli colleghi, ritengo di aver suf-ficientemente esposto i motivi per i qual ii deputati del gruppo socialista ritengonoche le norme relative all'ordinamento de lpersonale non rispondano né alle aspet-tative della categoria, né ad esigenze difunzionalità, né ad una logica di coeren-za rispetto agli impegni ufficialmente as-sunti nei confronti dei lavoratori delle for-ze di polizia .

Per questi motivi ci riserviamo di pre-sentare emendamenti che modifichino pro-fondamente il contenuto del capo terzo de lprovvedimento, per offrire ai lavoratoridella polizia certezza sulla loro nuova col-

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locazione, mediante una normativa che siaarmonicamente inserita nel settore del pub-blico impiego e tale da valorizzare la loroprofessionalità e per fornire in positivouna risposta alle loro aspettative .

Nei nostri emendamenti faremo nostroil parere espresso dalla Commissione af-fari costituzionali, laddove raccomanda d iprevedere « un meccanismo che consent ala perequazione complessiva del trattamen-to economico » – ed aggiungo, ove occor-ra, giuridico – « a favore dei dipendent imilitari che esercitano funzioni corrispon-denti » .

Riteniamo equo infine, rispetto agli im-pegni a suo tempo assunti presso la Com-missione affari costituzionali del Senato ,che, per la parte relativa all'ordinament odel personale, la decorrenza giuridica del-la riforma sia fissata al l° gennaio 1978 (lastessa data stabilita dal decreto-legge n . 83) .

PRESIDENTE . Il seguito della discus-sione è rinviato alla seduta di domani .

Assegnazione di proposte di legg ea Commissioni in sede referente .

PRESIDENTE. A norma del primo com-ma dell'articolo 72 del regolamento, comu-nico che le seguenti proposte di legge so-no deferite alle sottoindicate Commission ipermanenti in sede referente :

XI Commissione (Agricoltura) :

LOBIANCO ed altri : « Norme sulla di-stillazione agevolata dei vini da tavola diproduzione nazionale » (1644) (con il pa-rere della III, della V, della VI, della XI Ie della XIII Commissione) ;

XII Commissione (Industria) :

ALIVERTI ed altri: « Norme per l 'esten-sione e il rifinanziamento della legge 2 8novembre 1965, n . 1329, recante provvedi -menti per l'acquisto di nuove macchineutensili » (1646) (con il parere della IV,della V, della VI, della X e della XI Com-missione) ;

XIII Commissione (Lavoro) :

STEGAGNINI ed altri : « Norme per lapensionabilità dell'indennità percepita da isanitari che lavorano a tempo pieno »(1637) (con parere della I, della V, del-la VI e della XIV Commissione) ;

ZANONE ed altri : « Norme per l'adegua-mento del contributo fisso personale ob-bligatorio dovuto dagli iscritti alle cass enazionali di previdenza ed assistenza deidottori commercialisti, dei ragionieri e deiperiti commerciali » (1661) (con il pareredella V, della VI e della XII Commis •sione) .

Annunzio di interrogazionie di una interpellanza .

PRESIDENTE. Sono state presentatealla Presidenza interrogazioni e una inter-pellanza. Sono pubblicate in allegato airesoconti della seduta odierna .

Ordine del giornodella seduta di domani .

PRESIDENTE. Comunico l'ordine delgiorno della seduta di domani :

Mercoledì 18 giugno 1980, alle 15,30 :

1. — Dichiarazione di urgenza di pro-getti di legge (ex articolo 69 del regola-mento) .

2. — Seguito della discussione dei pro-getti di legge :

Nuovo ordinamento dell 'Amministra-zione della Pubblica sicurezza (895) ;

PANNELLA ed altri : Istituzione delCorpo unitario di pubblica sicurezza(CUOPS) per la tutela della legalità repub-blicana (109) ;

BALZAMO ed altri: Riordinamento dell 'istituto della pubblica sicurezza. Istitu-zione del servizio civile denominato « Cor-po di polizia della Repubblica italiana »(145) ;

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BELLUSCIO ed altri: Riforma dellapubblica sicurezza (148) ;

MAMMÌ ed altri : Istituzione del cor-po di polizia della Repubblica italiana ecoordinamento delle attività di ordine esicurezza pubblica (157) ;

FRANCHI ed altri : Istituzione del Cor-po di polizia. Riordinamento del serviziodi pubblica sicurezza . Organi rappresenta-tivi del personale. Istituzione del ruolocivile del personale del Corpo di polizi a(343) ;

DI GIULIO ed altri : Istituzione delCorpo civile di polizia della Repubblicaitaliana (559) ;

MILANI ed altri : Riforma della poli -zia (590) ;

BIONDI ed altri : Istituzione del Cor-po di polizia della Repubblica italiana enuove norme relative alla riorganizzazionedella polizia ed allo status ed ai dirittidei suoi appartenenti (729) ;

BOFFARDI INES : Modifiche ed integra -zioni alla legge 7 dicembre 1959, n . 1083,istitutiva del Corpo di polizia femminile(795) ;

— Relatori : Mammì, per la maggioran-za; Franchi, di minoranza .

3. — Seguito della discussione dellemozioni, delle interpellanze e delle inter-rogazioni concernenti la situazione in Af-ghanistan e il caso Sakharov.

4. — Seguito della discussione dellaproposta di legge :

ANIASI ed altri : Riforma dell'edito-ria (377) ;

— Relatore : Mastella .

5. — Discussione dei disegni di legge :

S. 601 . — Misure per la lotta allacriminalità terroristica e organizzata (Ap-provato dal Senato) (1267) ;

— Relatore : Casini ;(Relazione orale) .

Sanatoria delle erogazioni per prov-vedimenti urgenti per le società inquadra -te nell 'Ente autonomo di gestione per ilcinema (862) ;

— Relatore : Sinesio ;(Relazione orale) .

Proroga dei termini per la emana-zione di norme integrative e correttiv ee dei testi unici previsti dall'articolo 1 7della legge 9 ottobre 1971, n . 825, e suc-cessive modificazioni (1076) ;

— Relatore : Citterio .

6. — Discussione della proposta di leg-ge (ai sensi dell'articolo 81, comma 4, de lregolamento) :

PANNELLA ed altri : Istituzione di unaCommissione parlamentare di inchiest asulle vicende che hanno determinato l astrage avvenuta a Roma il 12 maggio 1977 ,nella quale è rimasta uccisa Giorgian aMasi e sono stati gravemente feriti nume-rosi cittadini e sulle responsabilità dell epubbliche autorità in relazione agli stess ifatti (104) ;

— Relatore : Zolla .

La seduta termina alle 20,40 .

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIO DEI RESOCONT I

Avv. DARIO CASSANELLO

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

Dott. MANLIO ROSSI

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1980

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZAANNUNZIATE

INTERROGAZION EA RISPOSTA IN COMMISSION E

ACCAME. — Al Ministro della difesa .— Per conoscere – in relazione ai conte-nuti dell'articolo 17 della legge 11 luglio1978, n . 382, che recita in particolare :« . . .per comportamento o azioni eversivenei confronti delle istituzioni democrati-che », individuando così la sola casistic aspecifica ed oggettiva ai fini della compi-lazione di schede informative – se sia a lcorrente che la regolamentazione e l aprassi ancora vigenti sull'argomento sian osostanzialmente immutate rispetto a quel -le già attuate nella fase precedente all 'ap-provazione della legge citata .

Per conoscere in particolare se non ri-tenga indispensabile l'emanazione di nor-me che affrontino la materia nel detta-glio, eliminando la possibilità di interven-ti di parte o comunque discrezionali i nun campo così delicato .

(5-01113 )

INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

COSTAMAGNA . — Ai Ministri degli af-fari esteri, dell'interno, del lavoro e pre-videnza sociale, della sanità, dei lavoripubblici, dei trasporti e al Ministro pe rla ricerca scientifica e tecnologica. — Perconoscere quale sia esattamente la situa-zione (in ordine al grado di pericolosità )della galleria, da poco aperta nell'intern odello stesso traforo autostradale del Fré-jus (tra Modane Vallone di Sant 'Antonioe Bardonecchia), di recente terminato, gal-leria che dovrebbe essere ubicata in per-pendicolare alla metà dello sviluppo dell ostesso traforo .

Collegato con questa galleria esistentenell'interno del traforo autostradale, do-

vrebbe esistere un locale riservato per lacamera dei protoni a disposizione de lCERN (Centro europeo per la ricerca nu-cleare) di Ginevra per studiare la fissazio-ne dei protoni stessi imprigionati in unrecinto ed originati da scariche di ragg icosmici, provenienti dallo spazio terrestre .

L'interrogante chiede di conoscere seil Governo si sia previamente premuratoche vengano assunte tutte le cautele af-finché non abbiano a verificarsi scoppi edeflagrazioni, di cui non si conoscono ogg iné la potenza, né la portata, durante i ltraffico automobilistico . Non è affatto suffi-ciente che lo spessore montagnoso e roc-cioso sovrastante la camera dei protonisia di circa millesettecento metri : puòdarsi che nell'interno degli strati mon-tagnosi esistano fenditure o lesioni roc-ciose non note ai geologi, per cui diffe-renze di temperatura e di areazione pro-dotte dal transito dei veicoli nell ' internodel traforo del Fréjus potrebbero rappre-sentare una componente di scoppio, conconseguenze imprevedibili ed indescrivibili .

Atteso, poi, che l'entrata in servizi odel traforo autostradale del Fréjus è pre-vista per il prossimo 8 luglio per le au-tomobili da turismo e per il 4 agost osuccessivo per gli autocarri pesanti TI R(poids-lourds), l'interrogante chiede di co-noscere se non si ritenga opportuno ri-tardare fino al 31 ottobre prossimo la cir-colazione degli autocarri pesanti TIR daBardonecchia ad Oulx e viceversa, pe rdare in questo modo tempo all'ANAS e dalle amministrazioni interessate di siste-mare più razionalmente il relativo tratt odi strada, al fine di evitare intasament ia catena della circolazione e traffico .

(4-03747)

COSTAMAGNA . — Al Ministro dei la-vori pubblici . — Per sapere se intenda in-vitare l'ANAS (Azienda nazionale autonom adelle strade) a provvedere prontamente asfrondare mediante la cosiddetta potatur ain verde od estiva i tigli radicati lateral-mente alla strada statale n. 20 del Coll edi Tenda nei tratti compresi tra Carma-gnola e Racconigi (tra le progressive chi-

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Camera dei Deputat i

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lometro 21 e chilometro 29) e tra Racco-nigi e Cavallermaggiore (tra 1e progressivechilometro 31 circa e chilometro 37) .

In questi tratti di strada non si ri-scontra opera alcuna di cantoniere : ilmanto erboso delle scarpate laterali è cosìfitto che ha ristretto il sedime stradale,come pure la ramaglia dei tigli radicat ilateralmente è così disordinatamente rigo-gliosa e cadente sulla strada da impedireagli automobilisti una giusta visuale dellastrada. La circolazione automobilistica di-venta in questi tratti pericolosa .

(4-03748)

COSTAMAGNA. — Al Ministro dellapubblica istruzione . — Per conoscere :

1) il motivo della nota protocoll on. 1880 A/1 (Direzione generale istruzioneuniversitaria – Div. III), con la quale vie-ne stabilito che le norme contenute del -l'articolo 1, terzo comma, della legge n . 38del 1980 non possono essere applicate alpersonale non docente dell 'università deglistudi di Cassino;

2) se non ritenga in contrasto con ta-le interpretazione i commi ottavo e non odello stesso articolo 1 della legge n . 3 8del 1980, relativi all'applicazione dei be-nefici indicati nel penultimo comma del -l 'articolo 16 della legge n . 808 del 1977 ,estensibili anche al personale nominato oimmesso in ruolo successivamente al 2 3novembre 1977, nonché al personale cheabbia prestato servizio presso universit àed istituti superiori liberi successivament estatizzati . In particolare, la norma prevedeil riconoscimento e la valutazione dei ser-vizi già prestati dal personale interessat opresso tali istituzioni prima della statiz-zazione delle stesse . Infatti, dopo il 23 no-vembre 1977 solo l'Istituto universitari opareggiato di magistero di Cassino è statostatizzato ed è pertanto assurdo che soloil suo personale non docente non sia sta-to ammesso a godere dei benefici sopraindicati ;

3) se non ritenga di dovere definiretale disparità di trattamento, ammettendoanche il personale non docente dell'ex-Istituto universitario pareggiato di magi-

I stero di Gassino a godere dei benefici in-dicati nel penultimo comma dell 'articolo16 della legge n . 808 del 1977 . (4-03749)

COSTAMAGNA. — Al Ministro dellapubblica istruzione . — Per sapere per qua-le motivo non sono state ancora imparti-te adeguate disposizioni alle università eagli istituti universitari di istruzione perl 'applicazione della decisione del Consigliodi Stato (adunanza plenaria) n. 14 del 6maggio 1980, in base alla quale è sancitoil principio del diritto dei professori uni-versitari incaricati interni a percepirenella misura dei due terzi – con due ann idi arretrati, secondo la sentenza predet-ta – l 'assegno speciale previsto dall'arti-colo 12, quarto comma, del decreto-leggel° ottobre 1973, n. 580 .

(4-03750)

COSTAMAGNA. — Ai Ministri dell ' in-terno e della difesa. — Per conoscere –avendo l'Italia accettato, come membr odella NATO, l 'installazione di missili nu-cleari sul nostro territorio – se, nell'am-bito dell'organizzazione di difesa civile ,siano stati predisposti o s ' intendano pre-disporre rifugi atomici e mezzi di soc-corso in caso di attacco atomico. (4-03751 )

COSTAMAGNA. — Al Ministro dell 'in-dustria, del commercio e dell 'artigianato .— Per sapere se sia o conoscenza dell agrave deficienza funzionale, pressoch é« cronica », di molte camere di commer-cio costrette a servirsi di segretari gene-rali « a mezzo servizio » nell'espletament odei propri compiti, allorquando è tuttoravalida la graduatoria del concorso a 1 6posti di dirigente superiore per i servizidelle camere di commercio bandito condecreto ministeriale 13 settembre 1976 neicui primi posti degli « idonei » figuranoelementi validi, dato l'alto punteggio con -seguito in tale concorso per titoli . Attual-mente il primo degli esclusi ha riportat o42,14 punti, nettamente superiori ai punti36,75 del vincitore del precedente concor-so a ben 31 posti per la stessa carriera

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bandito con decreto ministeriale 20 luglio1973 e ai punti 41,85 del tredicesimo vincito-re di analogo precedente concorso a 20 post iindetto con decreto ministeriale 24 ago-sto 1971, il che lascia presupporre la pre-parazione di molti « idonei » dell'ultim oconcorso sopra citato, che potrebbero oc-cupare le sedi vacanti soltanto se vi fossela volontà politica di non perpetuare unasituazione che si continua a voler igno-rare, quando sarebbe semplice, oltre ch emeno dispendioso, risolvere il problemacon la sollecita approvazione di una dell edue proposte di legge presentate alla Ca-mera e recanti i nn . 454 e 1363 .

Per sapere, inoltre, quali sono esatta -mente i motivi per cui non si vuole sa-nare la situazione sopra descritta conl'inserimento degli idonei nelle sedi va-canti delle camere di commercio, crean-do con il comando « a scavalco » aggrav ifinanziari per i già dissestati bilanci dellecamere di commercio e rendendo un pes-simo servizio sia agli enti camerali co nsegretario generale effettivo che a quelliche hanno lo stesso « a scavalco » .

Per sapere quali provvedimenti il Mi-nistro intende prendere in proposito, con-siderando che l'attuale ennesimo concor-so a 16 posti bandito con decreto mini-steriale 3 luglio 1979 si espleterà non pri-ma del 1982, quando nel frattempo circail 50 per cento delle camere di commer-cio sarà di nuovo senza segretario gene-rale.

Per sapere, infine :

1) quante e quali camere di com-mercio sono oggi rette « a scavalco » ;

2) il costo globale annuo per tali co-mandi ;

3) quante e quali camere hanno ibilanci deficitari ;

4) quanti segretari generali ed inquali sedi raggiungeranno l'età pensiona-bile negli anni 1980-81-82 ;

5) entro quanto tempo sarà espleta-to il concorso a 16 posti bandito con de-creto ministeriale 3 luglio 1979. (4-03752)

PAllAGLIA E TREMAGLIA . — Al Pre-sidente del Consiglio dei ministri e ai Mi-nistri del commercio con l'estero, degli af-fari esteri, di grazia e giustizia, dell 'inter-no e delle finanze . — Per conoscere - pre-messo che è stata resa pubblica copia del-l 'accredito che i cantieri navali « Breda »del gruppo a partecipazione statale EFIM ,fanno pervenire alla società di intermedia-zione REST-ITAL, come prima rata prov-vigionale per la fornitura di navi italianeall'URSS (bonifico n . 1453 del 15 giugno1977 di 107.379 .860 prima rata fornituraURSS ns lettera 5366 14 giugno 1977) -se è esatto che al momento dell'affare« Breda », di cui agli estremi citati, I aREST-ITAL era una società del PCI e s eè altresì esatto che tutte le aziende diStato, dall'EFIM all ' ITALSTAT, prima chela REST-ITAL fosse posta in liquidazionedal PCI, avevano con questa società unvincolo di rappresentanza in esclusiva, eper essa con il geometra Enzio Gemma ,per cui alla REST-ITAL veniva riconosciu-ta una provvigione, variante dal 2 percento al 6 per cento, su tutte le commes-se conseguite in URSS dalle aziende a par-tecipazione statale .

(4-03753)

FRANCHI E TREMAGLIA . — Al Mini-stro del tesoro. — Per conoscere i motiviper i quali la pensione di riversibilit àn . 2813147 e 1917623 dalla madre Giuliett aGiuntini vedova Mazzoni alla figlia Maz-zoni Vera (Pisa), orfana di guerra, non si astata ancora evasa .

(4-03754)

ACCAME . — Al Presidente del Consi-glio dei ministri . — Per conoscere se èal corrente della grave situazione in cu iversano i grandi invalidi di guerra ciech iche sono assegnati alla categoria A-bisanziché alla categoria A .

Tale situazione infatti mette in grav idifficoltà i ciechi perché non consente lor otra l 'altro di poter usufruire della rever-sibilità per la moglie, delle cure climati-che, della quattordicesima mensilità .

Per conoscere quali azioni intenda pren-dere per sanare questa grave situazione .

(4-03755)

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— 14984 —

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ACCAME . — Al Ministro della difesa.— Per conoscere – in relazione ad alcunedelle occasioni di contenzioso che si sonoverificate tra singoli militari ed ammini-strazione in concomitanza con le recent ielezioni degli organi della rappresentanz amilitare – se non ritenga opportuno con-vocare presso di sè, per un diretto scam-bio di informazioni utile anche per lacompilazione del regolamento interno del -le rappresentanze e per le modifiche d aapportare all'attuale regolamento nellaprevista revisione biennale, tutti o part edei militari che si sono trovati, per l epiù diverse cause, nelle condizioni sopracitate .

(4-03756 )

ACCAME. — Al Ministro della difesa .— Per conoscere se è al corrente dell asituazione anacronistica che si verifica i nalcune sedi dove esistono circoli delle for-ze armate gestite da una determinata for-za armata. Infatti vi sono città sede d iunità delle diverse forze o corpi armat idello Stato e quindi del relativo perso-nale in servizio e in quiescenza dove l efunzioni definibili e regolamentate con l adizione « territoriale e di presidio » sonosvolte da una singola forza armata, co ndiscriminazioni nei riguardi delle altre .

Per conoscere in particolare se non ri-tiene opportuno :

a) che nelle città in cui non hannosede circoli e/o stabilimenti ricreativi mi-litari di presidio, cioè interforze, assuma-no tali funzioni quelle istallazioni esistent iche il Ministero della difesa e i comandi

di presidio interessati decideranno utiliz-zando i più adatti per ubicazione e ricet-tività ;

b) che la gestione di impianti adibit ia benessere come circoli, stabilimenti esoggiorni stagionali aventi carattere terri-toriale (con nessuna pratica implicazion eoperativa) venga accentrata presso il Se-gretariato generale della difesa onde laloro utilizzazione sia possibile senza di-stinzione tra forza e corpi armati, e ci òper mettere in atto concretamente lo spi-rito interforze .

Per conoscere infine se è al correnteche di alcuni circoli di forza armata so-no soci numerosissimi civili mentre esi-stono non lievi impedimenti affinché ven-gano frequentati da militari in quiescenzanon provenienti dalla forza armata che ge-stisce il circolo. Infatti il militare collo-cato in quiescenza (e perciò in un mo-mento delicato sotto il profilo morale edeconomico), ancorché sia stato socio delcircolo, decade dalla sua posizione e pu òessere associato ex novo soltanto se siassoggetta al trattamento praticato ai ci -vili e come tale è sottoposto al pagamen-to di una quota sociale di alcune centi-naia di migliaia di lire contro le pochedecine chieste al pari grado che ha pre-stato servizio nella forza armata che ge-stisce il circolo e contro la quota pari-menti modesta richiesta a quel socio ilquale, magari affermato professionista, hafatto l'ufficiale di complemento nella for-za armata che gestisce il circolo, sia pu-re per un brevissimo periodo della su avita .

(4-03757)

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA ORAL E

CIAMPAGLIA . — Al Ministro per gl iinterventi straordinari nel Mezzogiorno enelle zone depresse del centro-nord . — Perconoscere la ragione per la quale la Cas-sa per il Mezzogiorno non ha ancora prov-veduto all'appalto delle dighe del Locane ,del Metramo e di Campolattaro, in rappor-to all'estrema urgenza di avviare lavoridella massima importanza per lo svilupp oeconomico e sociale della Puglia, della Ca-labria e della Campania .

In particolare, per sapere se è stat apresa in esame la possibilità - una voltaconfrontati i prezzi delle offerte con quel -li aggiornati dalla Cassa - di una tratta-tiva privata ai sensi dell 'articolo 5, lette-ra a), della legge n . 584, con le impres eche hanno offerto i prezzi più convenienti .

Ciò anche in riferimento al parere chesarebbe stato espresso dall'Avvocatura ge-nerale dello Stato, appositamente interpel-lata, la quale ha riconosciuto conform ealla legge anche l'esperimento di una trat-tativa privata, confermando che tale deci-sione potrebbe essere adottata ove se neravvisi la convenienza per l 'amministra-zione .

Per conoscere inoltre se la Cassa peril Mezzogiorno abbia effettuato una rigoro-sa comparazione tra le possibili scelte d iaffidamento e se abbia stimato i maggior icosti conseguenti ai tempi più lunghi d iun nuovo procedimento di gara .

L ' interrogante chiede infine di conosce-re quale giudizio il Ministro abbia espres-so o intenda esprimere sulle possibili for-me alternative di appalto delle opere e s eabbia fornito specifiche direttive in ma-teria .

(3-02019)

TEODORI, AGLIETTA MARIA ADELAI -DE E CICCIOMESSERE . — Ai Ministri digrazia e giustizia e della sanità . — Perconoscere - premesso che la stampa hadato notizia il 15 giugno 1980 dell'arrestodella dottoressa Sandra Tretola di Firenze

incriminata di « spaccio di sostanze stupe -facenti, prescrizione abusiva di stupefacen-ti ad uso non terapeutico, falso in scrit-tura privata, favoreggiamento personale,violazione dell'articolo 43 della legge suglistupefacenti », nonché dell ' incriminazion econ mandato di cattura di nove tossico -mani per « concorso in spaccio e deten-zione di sostanze stupefacenti » -

quali disposizioni il Ministro dell asanità ha dato alle regioni per la ricetta-zione della morfina e del metadone inpresenza di una sempre maggiore richiestada parte dei tossicodipendenti ;

in base a quale interpretazione dell alegge n . 685 del 1975 si può giudicare laprescrizione di morfina a tossicodipendent icome « non terapeutica », trattandosi ne lcaso delle tossicodipendenze sempre di te-rapie disegnate ad personam ;

se non risulti ai Ministeri interessat iche proprio nella regione toscana è stataavviata una positiva sperimentazione di ri-cettazione da parte di medici volontar iiscritti in uno speciale albo controllato da iCIM e dai CMAS facenti capo all'autoritàregionale : ricettazione nell 'ambito dellaquale ha agito la dottoressa Tretola ;

se non si giudichi di carattere ves-satorio l'incriminazione della dottoressaTretola e dei nove tossicodipendenti, a par-tire dalla considerazione che le ricettazionieffettuate dalla stessa in grande quantit àsono la conseguenza dell ' inadeguatezza del -le pubbliche strutture e rispondono ad unservizio necessario per combattere il mer-cato illegale e per alleviare le drammati-che condizioni dei tossicomani ;

se non si ritenga opportuno, da par-te dei due Ministeri interessati, nel rispet-to dell 'autonomia della magistratura, inter-venire immediatamente, rendendo note tut-te le situazioni oggi esistenti in Italia, incui singoli o gruppi di medici effettuan oricettazioni terapeutiche anche di lungadurata per far fronte alle richieste dei tos-sicodipendenti e sottrarli così al ricatto e dalla schiavitù del mercato nero ;

quali interventi immediati di caratte-re amministrativo e legislativo si ritieneopportuno prendere per fronteggiare ade-guatamente la situazione dei tossicodipen-

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— 14986 —

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VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1980

denti e la concreta inadeguatezza delle nor-me in termini di terapia previste dall alegge n. 685 del 1975 .

(3-02020)

BOFFARDI INES E CATTANEI . — AlMinistro della pubblica istruzione . — Persapere - di fronte alla grave situazion ecreatasi nel paese a causa del blocco de-gli scrutini ed esami proclamato dall oSNALS a seguito delle giuste rivendica-zioni avanzate - se il Governo intende as-sumere iniziative non lesive della digni-tà e della libertà della scuola, per quan-to riguarda il maturato economico e gl ialtri punti sottolineati dalla vertenza i ncorso del personale della scuola, affron-tando il problema senza ledere il giustodiritto di sciopero di tale personale e devitando di adottare provvedimenti trau-matici ed autoritari contrari alla libert àdel personale suddetto al fine di con-sentire il regolare svolgimento di scruti-ni ed esami .

(3-02021 )

MILANI. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri e al Ministro del tesoro .— Per conoscere - premesso che i con-tenuti del decreto-legge 7 maggio 1980 ,n. 167, (provvedimenti per l 'editoria) sonolargamente difformi da quelli previsti dal-la proposta di legge approvata dalla Com-missione interni della Camera dei depu-tati in sede referente

1) se risponde a verità che la « com-missione tecnica » ex lege 172 richiamatain vigore dal decreto-legge in questione hagià proceduto alla definizione delle provvi-denze per i giornali quotidiani per il pe-riodo giugno 1978-giugno 1979 e per uncosto di 50 miliardi di lire ;

2) se corrisponde al vero che quest aspartizione è stata realizzata in tutta fret-ta, senza adeguati controlli di accertamen-to sulla reale diffusione delle singole te -state giornalistiche e che in base a « in -formazioni » del tutto inattendibili e no naccertabili, il gruppo Rizzoli è destinata -rio della somma di lire 9 .492 .231 .000, igiornali di partito della somma di circ aquattro miliardi e i giornali in coopera-tiva di sole lire 1 .012 .896 .000 ;

3) se uguale decisione verrà presa laprossima settimana dalla stessa « commis-sione tecnica » per la somma di circa 30miliardi per la stampa periodica .

L'interrogante chiede quindi di cono-scere se il Presidente del Consiglio e i lMinistro del tesoro ritengono sia accet-tabile questo metodo di rendere immedia-tamente « operativo » un decreto-legge ch escadrà il 14 luglio prossimo, che non haancora iniziato il suo iter parlamentare eche tutto lascia prevedere non sarà con-vertito in legge entro la data di scadenza ,e inoltre, chiede di sapere se non riten-gano opportuno differire le decisioni ri-chiamate all'indomani della conversion edel decreto almeno in uno dei due ramidel Parlamento .

(3-02022)

PROIETTI . — Ai Ministri dell'indu-stria, commercio e artigianato, del bilan-cio e programmazione economica, del te -soro, del lavoro e previdenza sociale edelle partecipazioni statali . — Per sapere- premesso:

che oltre 4000 lavoratori del gruppoSNIA-Viscosa sono da molti mesi in cas-sa integrazione speciale e che per alcuni ,come ad esempio i 1200 dello stabilimen-to di Rieti, il periodo di erogazione èscaduto il 24 maggio scorso ;

che per i lavoratori di Rieti si ri-schia di non potere protrarre la cass aintegrazione oltre il mese di agosto, com eebbe a dire il sottosegretario al lavoronell'incontro avuto presso la Presidenzadel Consiglio, se nel frattempo non inter-verrà l'approvazione da parte del CIPI diun piano di riconversione e/o ristruttura-zione di quello stabilimento ;

che la cassa integrazione speciale fuerogata, a suo tempo, a seguito di un ac-cordo intervenuto, con la mediazione de lMinistero dell'industria, tra il grupp oSNIA e le organizzazioni sindacali, accor-do con il quale la SNIA assumeva impe-gno a presentare al CIPI un piano, inconformità delle leggi nn . 787 e 675 e nelquale sarebbe stata compresa la ripres aproduttiva di alcuni stabilimenti in diffi-

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— 14987 —

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VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1980

coltà tra i quali quelli di Rieti . Napoli eVilla Cidro –

se è stato approntato ed emanato ose si ha intenzione di emanare il decret odi proroga della cassa integrazione pe rquei lavoratori per i quali è scaduto, i l24 maggio scorso, il precedente periodo dierogazione ;

quali iniziative sono state assunte ointenda assumere il Governo per far s ìche il gruppo SNIA si renda disponibil ea modificare, entro tempi necessariament ebrevi, il piano presentato al CIPI per l 'ap-provazione, rendendolo più aderente agl iaccordi stipulati con i sindacati . (3-02023 )

SERVELLO. — Ai Ministri del com-mercio con l'estero e dell'industria, com-mercio e artigianato . — Per conoscere sesiano in atto provvedimenti per salvaguar-dare l'industria nazionale del giocattol oprima che la crisi che minaccia gli im-prenditori e i 50 mila lavoratori del set-tore ridimensioni drasticamente un patri-monio di impianti e di creatività il cu ivalore commerciale è dato dal saldo atti-vo nella bilancia dei pagamenti .

Considerato che la concorrenza, soprat-tutto dei paesi del sud-est asiatico ch esi avvalgono del basso costo della mano-dopera, ha già colpito duramente il setto-re, che ha subito quest'anno un calo del

30-40 per cento delle ordinazioni dai mer-cati esteri, e che ugualmente il mercat ointerno è strozzato per l ' invasione di gio-cattoli provenienti da Hong Kong, Taiwan ,Singapore, riproducenti personaggi propa-gandati dalla stessa televisione italiana,con la conseguenza che le aziende produt-trici, nel loro complesso, hanno già postoil 25-30 per cento delle maestranze incassa integrazione, l ' interrogante chiede a iMinistri del commercio con l 'estero e del-l ' industria se non ritengano necessario in-tervenire con urgenza per esaminare congli stessi rappresentanti dell'industria de lgiocattolo le opportune misure da adotta-re per rimediare alle difficoltà presentiche, se non corrette, porterebbero a grav iconseguenze anche d 'ordine sociale .

(3-02024)

CARADONNA. — Al Ministro dell ' in-terno. — Per conoscere – in relazione a igravi rilievi esposti in una precedente in-terrogazione – se il Governo intenda so-spendere le elezioni in corso per le ca-riche dell'Ente nazionale per la protezioneanimali .

L'interrogante fa presente che tali ele-zioni si svolgono con una serie di abusida parte del commissario dottor Croc eche ha eliminato senza motivazioni circ ail sessanta per cento della rappresentanzareale dei soci .

(3-02025)

*

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— 14988 —

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INTERPELLANZ A

Il sottoscritto chiede di interpellare i lGoverno, per sapere :

se risponde a verità che l'Istitut omobiliare italiano avrebbe imposto al M inistero dell'industria, commercio ed arti-gianato un termine di 45 giorni (spiranteil 20 giugno 1980) per emanare direttiv ein ordine alla gestione ad esaurimentodelle operazioni effettuate ai sensi dell alegge 18 dicembre 1961, n . 1470, e suc-cessive modifiche ed integrazioni ;

se il Governo non ritiene quanto me-no abnorme l'intimazione di un termineultimativo alla pubblica amministrazion eda parte di un Istituto che in materi asvolge funzioni delegate, a testimonianz adi una posizione di inerzia e di colpos aindifferenza assunta dal Ministero dell'in-dustria, commercio e artigianato in ordi-ne alla gestione di fondi pubblici ed all asopravvivenza di oltre 700 modeste ini-ziative industriali ;

se risponde a verità che il Consigliodi Stato non avrebbe risposto - dopo cir-ca un anno - alla richiesta di un parereformulata dal Ministero dell 'industria ,commercio ed artigianato in ordine alriordino delle competenze decisionali e setale richiesta era comunque necessaria onon scontava piuttosto le solite finalit àdilatorie ;

quale sia il pensiero del Governo sulfatto che il mancato ripristino di un or -

gano deliberante comporterà, a breve sca-denza, il fallimento di centinaia di picco-le e medie imprese industriali, attesa inparticolare l 'impossibilità di disporre d ieventuali consolidamenti debitori ed i ngenerale di ogni beneficio previsto dallavigente normativa: ciò in quanto centi-naia di piccole aziende in cronica cris i« beneficiate » da finanziamenti sulla leg-ge n . 1470 non possono ottenere (malgra-do diritti contrattualmente sanciti) quelloche non viene normalmente negato dallaprassi bancaria a favore di ogni altra im-presa debitrice .

L 'interpellante chiede di sapere se ilGoverno ncn ritenga di intervenire co nurgenza in considerazione del fatto che1'IMI avrebbe formalmente rappresentat oa tutte le aziende mutuatarie sulla bas edella legge n . 1470 (circa un migliaio) lasituazione esistente, sottolineando l'inerziadella pubblica amministrazione (alla qual esarebbero state inoltrate centinaia di pro-teste) e prefigurando a carico di circa unterzo di esse l'avvio di procedure falli-mentari ove permanga in cronico stato d iindifferenza da parte del Ministero cre-ditore. Il Ministero dell'industria, commer-cio e artigianato avrebbe infatti « dimenti-cato » presso l'IMI - e da alcuni anni -circa 1 .500 milioni di lire di denaro deicontribuenti destinato al soccorso di pic-cole aziende in crisi, riconoscendo al pre-detto Istituto il « folle » tasso del 2,50 pe rcento, fatto, questo che suscita gravi per-plessità anche sotto il profilo penale .

(2-00499)

« COSTAMAGNA » .

Stampa effettuata negli Stabiliment iTipografici Carlo Colombo S . p. A .in Roma, via Uffici del Vicario, 15