625. SEDUTA ANTIMERIDIANA DI MERCOLEDI' 9 FEBBRAIO...

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Atti Parlamentari — 57883 — Camera dei Deputat i VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 9 FEBBRAIO 198 3 RESOCONTO STENOGRAFIC O 625 . SEDUTA ANTIMERIDIANA DI MERCOLEDI' 9 FEBBRAIO 198 3 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE OSCAR LUIGI SCÀLFAR O INDI DEL VICEPRESIDENTE LEONILDE IOTT I INDIC E PAG . PAG . Missione 5788 5 Assegnazione di un disegno di legge a Commissione in sede legislativa . 5788 5 Disegni di legge: (Proposta di assegnazione a Commis - sione in sede legislativa) 5791 5 (Proposta di trasferimento dalla sed e referente alla sede legislativa) . . 5791 6 (Trasferimento dalla sede referent e alla sede legislativa) 5788 6 Disegno di legge (Seguito della discus- sione) : Conversione in legge, con modifica - zioni, del decreto-legge 30 dicembr e 1982, n . 953, recante misure in ma - teria tributaria (3837) . PRESIDENTE . . 57886, 57888, 57892, 57897 , 57905, 57915 DE COSMO VINCENZO (DC), Relatore pe r la maggioranza 57892, 5789 5 FORTE FRANCESCO, Ministro delle fi - nanze . . . . 57901, 57902, 57904, 57905 , 57907, 5790 8 MICELI VITO (MSI-DN) 5788 8 SANTAGATI ORAZIO (MSI-DN), Relator e di minoranza . . . . 57897, 57899, 57901 , 57902, 57903, 5790 4 TESSARI ALESSANDRO (PR) 5788 6 Proposte di legge : (Annunzio) 5788 5 (Assegnazione a Commissione in sed e referente) 5788 5 (Proposta di assegnazione a Commis - sione in sede legislativa) 5791 5 (Trasferimento dalla sede referent e alla sede legislativa) 57916

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 9 FEBBRAIO 1983

RESOCONTO STENOGRAFICO

625.

SEDUTA ANTIMERIDIANA DI MERCOLEDI' 9 FEBBRAIO 198 3PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE OSCAR LUIGI SCÀLFAR O

INDI

DEL VICEPRESIDENTE LEONILDE IOTT I

INDICE

PAG .

PAG .

Missione 5788 5

Assegnazione di un disegno di legge aCommissione in sede legislativa . 5788 5

Disegni di legge:(Proposta di assegnazione a Commis-

sione in sede legislativa) 5791 5(Proposta di trasferimento dalla sed e

referente alla sede legislativa) . . 5791 6(Trasferimento dalla sede referent e

alla sede legislativa) 57886

Disegno di legge (Seguito della discus-sione) :

Conversione in legge, con modifica -zioni, del decreto-legge 30 dicembre1982, n . 953, recante misure in ma -teria tributaria (3837) .

PRESIDENTE . . 57886, 57888, 57892, 57897 ,57905, 57915

DE COSMO VINCENZO (DC), Relatore perla maggioranza 57892, 5789 5

FORTE FRANCESCO, Ministro delle fi -nanze . . . . 57901, 57902, 57904, 57905 ,

57907, 5790 8MICELI VITO (MSI-DN) 57888SANTAGATI ORAZIO (MSI-DN), Relatore

di minoranza . . . . 57897, 57899, 57901 ,57902, 57903, 57904

TESSARI ALESSANDRO (PR) 57886

Proposte di legge :(Annunzio) 5788 5(Assegnazione a Commissione in sede

referente) 5788 5(Proposta di assegnazione a Commis-

sione in sede legislativa) 5791 5(Trasferimento dalla sede referente

alla sede legislativa) 57916

PAGINA BIANCA

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La seduta comincia alle 10,30 .

ALFONSO GIANNI, Segretario, legge ilprocesso verbale della seduta 'di ieri .

(È approvato) .

Missione.

PRESIDENTE. Comunico che, a normadell'articolo 46, secondo comma, del re-golamento, il deputato Goria è in mis-sione per incarico del suo ufficio .

Annunzio di proposte di legge .

PRESIDENTE . In data 8 febbraio 1983sono state presentate alla Presidenza l eseguenti proposte di legge dai deputati :

FIANDROTTI : «Norme in materia di vivi -sezione» (3924) ;

CERIONI ed altri : «Ulteriori provvedi -menti per il completamento dei piani d iricostruzione della regione Marche »(3925) .

Saranno stampate e distribuite .

Assegnazione di proposte di leggea Commissioni in sede referente .

PRESIDENTE . A norma del primocomma dell'articolo 72 del regolamento ,comunico che i seguenti progetti di legge

sono deferiti alle sottoindicate Commis-sioni permanenti in sede referente :

VIII Commissione (Istruzione):

DEL DONNO : «Norme per la organizza-zione e la programmazione della scuolaelementare» (3859) (con parere della I edella V Commissione);

XIV Commissione (Sanità) :

CRISTOFORI ed altri: «Norme concer-nenti i titolari di incarico o di supplenzeappartenenti alle unità sanitarie locali »(3870) (con parere della I e della V Com-missione) .

Assegnazione di un disegno di legg ea Commissione in sede legislativa .

PRESIDENTE. Ricordo di aver pro-posto in una precedente seduta, a normadel primo comma dell'articolo 92 del re-golamento, che il seguente disegno d ilegge sia deferito alla XIII Commissionepermanente (Lavoro), in sede legislativa :

S. 2147. — «Ulteriori interventi in fa-vore dei lavoratori dipendenti da aziend eoperanti nelle aree del Mezzogiorno incrisi occupazionale» (approvato dalla XICommissione del Senato) (3918) (con pa-rere della V e della XII Commissione) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cos ìstabilito .

(Così rimane stabilito).

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Trasferimento di progetti di legg edalla sede referente alla sede legislativa .

PRESIDENTE. Ricordo di avere comu -nicato in una precedente seduta che, anorma del sesto comma dell'articolo 92del regolamento, la VI Commissione per-manente (Finanze e tesoro) ha deliberatodi chiedere il trasferimento in sede legi-slativa dei seguenti progetti di legge, adessa attualmente assegnati in sede refe-rente:

S . 389 — 1427 — 1635 . — «Rivaluta-zione monetaria dei beni e del capital edelle imprese, esclusione delle piccole im -prese dall'imposta locale sui redditi, non -ché disposizioni concernenti le banch epopolari e le società per azioni e a favor edelle cooperative» (testo unificato, appro-vato dal Senato, di un disegno di legge edelle proposte di legge di iniziativa dei se -natori MALAGODI e FASSINO ; VISENTINI )

(3212) ; ZANONE ed altri: «Rivalutazione de icespiti attivi dei bilanci delle imprese »(696) (la Commissione ha procedutoall'esame abbinato) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cosìstabilito .

(Così rimane stabilito) .

Seguito della discussione del disegno dilegge: Conversione in legge, con modi-ficazioni, del decreto-legge 30 di-cembre 1982, n. 953, recante misure i nmateria tributaria (3837) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorn oreca il seguito della discussione del di -segno di legge: Conversione in legge, co nmodificazioni, del decreto-legge 30 di-cembre 1982, n. 953, recante misure inmateria tributaria .

È iscritto a parlare l'onorevole Tessari .Ne ha facoltà .

ALESSANDRO TESSARI . Signor Presi-dente, colleghi deputati, signor rappre-sentante del Governo, già altri colleghiintervenuti prima di me nel dibattitohanno rilevato la difficoltà di esaminare

con una qualche sensatezza un provvedi -mento che, in pratica, non ha una identit àprecisa .

Quando abbiamo esaminato, ai sens idell'articolo 96-bis del regolamento l asussistenza dei requisiti costituzionali perl'emanazione dei decreti della cosiddetta«stangata» del Governo, già rilevammo l adifficoltà per il Parlamento di offrire a lGoverno una controproposta in materi adi strategia economica quando gli stru-menti sono non solo di natura così fram-mentaria, eterogenea, improvvisata e i lpiù delle volte pasticciata, ma rappres-sentano addirittura lo smembrament odella strategia che doveva essere conte-nuta all 'interno dello strumento dell alegge finanziaria, che sembra ora essers idissolto .

Ricordo che, quando nell'ottobrescorso il Governo chiese al Parlamentouna rapida approvazione della legge fi-nanziaria, la Presidenza inventò l'espe-diente del contingentamento dei tempi ,senza il quale sembrava che non sa-remmo riusciti ad approvare la legge fi-nanziaria, garanzia della sopravvivenz adel nostro sistema economico .

Da allora sono accaduti molti eventi ,sono caduti governi, sono andati via mini -stri, ne sono tornati altri ; di quella ma-novra non abbiamo più traccia . Tutta lasostanza della legge finanziaria si èsmembrata e disarticolata in un rivolo d idecreti che rappresentano per noi la pra-tica impossibilità di controposte politiche .

Anche i colleghi comunisti intervenut iieri nel dibattito con Bernardini hann orilevato non solo la difficoltà di opporrecritiche a questo decreto, ma anche d iconoscere fino in fondo il decreto stesso ,che continua ad essere modificato in iti-nere .

Il ricorso del Governo al decreto-legge ètanto poco legittimato che il decreto, pe riniziativa del Governo stesso e per le al -terne vicende che attraversano i partit idella maggioranza, continua a subire mo -difiche. E questa non è la sorte solo d iquesto decreto, ma anche di quasi tutti gl ialtri della manovra economica del Go-verno .

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Quindi, caro relatore, questo strument oserve solo per racimolare qualche mi-gliaio di miliardi attraverso un minim orecupero dell'evasione, dell'erosione dell abase imponibile, un aumento sostanzios odi vecchie imposte e l'istituzione di nuov eimposte .

Ecco, già il fatto che la manovra siacosì articolata ci pone in difficoltà, per-ché non siamo in grado di contropro-porre al Governo una strategia unitaria .Quando discutemmo il decreto che au-mentava alcune aliquote IVA dicemmoche era importante che il Parlamento co-noscesse l'intera manovra tributaria ,chiedemmo cioè di conoscere qual er al'intendimento del Governo in relazione a lprelievo IVA, come il meccanismo impo-sitivo indiretto si confrontava e si colle-gava con quello dell'imposizione diretta .E ciò anché perché da anni la sinistralamenta il fatto che in un paese civiledovrebbe essere diverso il rapporto tr aimposizione diretta ed indiretta, che s idovrebbero colpire non tanto i redditi d alavoro, quanto le grandi proprietà mobi-liari e immobiliari, senza ricorrere ogn ivolta all'aumento dell'imposizione su ge-neri di larghissimo consumo per farfronte alle necessità dell'erario .

Ogni volta che facciamo questi rilievi c itroviamo a constatare la scarsa volont àdel Governo e dell'amministrazione finan -ziaria di venire a capo della massiccia esistematica evasione, ormai consolidatada una legislazione frammentaria, ch econsente ogni scappatoia fiscale .

Anche il fatto che, per quanto riguardala manovra contenuta in questo solo de-creto, su 4 .300 miliardi si prevedano solo180 miliardi di recupero dell'evasione, c ifa capire quanto poco il ministro Forteabbia interesse a introdurre una svoltanella strategia di sistematica collusionefra gli ambienti dell 'amministrazione fi-nanziaria e il mondo dell'evasione .Quindi, sottosegretario Moro, noi non re-gistriamo con eleganza, come hanno fattoi colleghi comunisti, il nostro disappuntoe la nostra difficoltà di offrire un contri-buto alla strategia attuata dal Governo .Noi, quando leggiamo che con un provve-

dimento come questo si riesce a recupe-rare soltanto 180 miliardi, ci doman-diamo: perché vogliamo continuare a re-galare altre migliaia di miliardi a chi pe ranni non ha pagato le tasse? C 'è un inte-resse diretto che coinvolge i ministri dell efinanze con il mondo dell'evasione?

Poniamo queste domande perché no nabbiamo altra possibilità se non quella d isupporre che ci sia un concorso in u ndisegno criminoso ai danni dell'ammini-strazione pubblica. Non possiamo accet-tare che si aumentino le tasse sui gener idi largo consumo o sui prodotti dell 'altafedeltà per far fronte ai bisogni dell'era -rio. Tutto ciò è ridicolo e insensato, per -ché si realizzano prelievi minimi a front edi quelle che sembrano essere le grand iesigenze dell'amministrazione finanzia -ria. Confrontiamoci invece con le grand icifre, con le grandi strategie .

Per questo ci sembra veramente incre-dibile che — con un altro decreto-legg eche esamineremo tra pochi giorni, quellorelativo al taglio della spesa pubblica — sipreveda addirittura uno slittamento neltempo del contributo, che avevamo ap-provato non più tardi di due mesi fa (na-turalmente con un altro decreto-legge) ,per dotare l'amministrazione finanziariadi tutte le strutture necessarie ad una effi -cace lotta contro l'evasione. Noi nonsiamo mai stati teneri verso il Governo ,ma in quella occasione dicemmo che, se500 miliardi erano ben finalizzati (no npotevamo certo dire ben spesi), eran oproprio quelli destinati a potenziare l'am -ministrazione finanziaria e a metterla i ncondizioni di setacciare adeguatamente i lmondo della grande evasione . Il Governoperò non ha saputo far di meglio che fa rslittare questa spesa, perché se c'è un fin eche persegue non è certo quello di aver euna amministrazione finanziaria capacedi combattere l'evasione : ancora unavolta, l'unica ipotesi consentita è che visia una collusione sistematica tra ammi-nistrazione finanziaria e mondo dell'eva-sione .

Che dire di più? Condire queste elemen-tari considerazioni con «aria fritta»? No iesamineremo i singoli articoli del decreto

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ed anche gli emendamenti che sono stat iapportati in Commissione . So che vi è unacerta disponibilità del relatore e del Go-verno ad accogliere un segnale che ab-biamo lanciato, con una certa enfasi, aproposito dell'articolo i e della curios aesenzione che tutti i partiti si sono con-cessi per gli immobili di proprietà di ent ipubblici e locati gratuitamente ad asso-ciazioni, amici, parenti, simpatizzanti ecosì via. In questo modo, chiaramente s ivorrebbe stabilire un doppio regime tra icittadini che vengono penalizzati dal de-creto con un amento della imposta rela-tiva al reddito catastale e quelli invec eche, non solo non subirebbero aumenti ,ma addirittura otterrebbero dal decretoun alleggerimento dell'imposta .

Come ho detto, so che la maggioranza ,il Governo e il relatore si sono dimostrat isensibili a rivedere questo sconcio, chenon è certo l'unico contenuto nel decreto ,ma che è sicuramente il più scandalos oproprio perché potrebbe essere realizzat oanche con la complicità del partito comu -nista, che evidentemente è nelle condi-zioni di potersi avvalere molto di quellanorma. Del resto, sono moltissimi gli im-mobili di proprietà di grandi partiti, equelli dati gratuitamente in uso a vari eassociazioni, naturalmente sempre fa-centi capo ai partiti stessi . In questo casovi sarebbe un doppio meccanismo d iesenzione: concessione gratuita della sedee risparmio del proprietario che finisc eper pagare meno tasse sull'immobile . Siprenderebbe un piccione con due fave ,avvalendosi di un piccolo espediente, ch enoi consideriamo ignobile e scandaloso .

Tutto il resto della manovra ci lasci aperplessi, anche se abbiamo già avut omodo di dire che di tutti i decreti dellastangata questo non è il peggiore. Aspet-tiamo al varco il Governo con il decret orelativo ai tagli alla spesa pubblica, quell oche sfila dalle tasche dei supplenti dell ascuola qualche decina di biglietti da mill edi indennità integrativa; quello che sot-trae lo stipendio del mese estivo sempreai supplenti, cioè agli insegnanti più pre-cari; quello che elimina l'insegnante diappoggio per le classi con bambini handi -

cappati ; quello che elimina il «tetto» de i30 alunni per classe, riportandoci a tempilontani che, quanto all'organizzazion edella scuola, ritenevamo superati .

In occasione dell'esame di questo de-creto e di quelli sui ticket sanitari e su ltaglio previdenziale, noi daremo battagliacon emendamenti più numerosi di quantonon faremo in occasione di questo ora a lnostro esame, che è un decreto pastic-ciato, che dimostra la mancanza di vo-lontà di perseguire quello che dovrebb eessere un preciso obiettivo del Governo .Occorre uno sforzo coordinato per atti -vare una strategia fiscale credibile, senzaspezzettare in molti provvedimenti legi-slativi gli strumenti, gli obiettivi e le ali -quote, offrendo quindi al Parlamento, adieci anni dalla riforma tributaria, u nnuovo strumento organico di nuova ri-forma tributaria .

Aspettiamo questo momento per uncredibile confronto ; tutto ciò che verràfatto al di fuori di questa strategia, c ipare episodico ed occasionale e in ultimaistanza si risolve in una perdita d itempo .

Non ho più che da annunziare il nostrodisappunto per questa reiterata, pervi-cace volontà del Governo di produrre avalanga decreti insensati, che non forni-scono alcuna risposta credibile alla crisi enemmeno alle esigenze, alle necessit àdell'erario: sono decreti che, in buona so-stanza, non aiuteranno l'erario a superar ele difficoltà in cui versa .

PRESIDENTE . È iscritto a parlarel'onorevole Miceli . Ne ha facoltà .

VITO MICELI. Signor Presidente, onore -voli colleghi, signor rappresentante delGoverno, oggi è profonda e diffusa l apreoccupazione per la crisi che turba l avita politica ed economica della nostranazione: tensioni politiche interne, turba -menti di piazza, incerte e pericolose ini-ziative nelle direzioni economiche, po-trebbero portare improvvisamente ad u ngrave, calamitoso collasso: graverebbe ,infatti, su di noi un'oscura e sempre pi ùdeterminante minaccia dall'interno e

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dall'esterno tesa a sconvolgere la nostravita sociale, economica e politica !

Se ne rendono conto anche i nostri al-leati (come gli Stati Uniti) che conside-rano l'Italia per la sua posizione strate-gica uno dei più importanti gangli delladifesa occidentale, la cui efficacia do-vrebbe derivare appunto dalla sicurezz ainterna, economica e politica, e dalla vo-lontà nazionale di fronteggiare lo stato d icrisi . In quest'atmosfera, ci troviamo adover esaminare le misure in materia tri-butaria che si presumono sanatorie e ch evanno ponderate, prima che diventinolegge, per i pericoli che potrebbero deter -minare. Il Governo si presenta alla Ca-mera con un «pacchetto» di misure desti -nate a far entrare nelle casse dello Statoquelle migliaia di miliardi ritenute neces -sarie per bloccare la progressione del di-savanzo del bilancio nazionale : ma tra-spare da talune dichiarazioni degli stess ielaboratori delle proposte presentate l aconvinzione che si tratti in concreto d iun'affrettata impostazione di provvedi -menti, operata sotto la spinta dell'estrem aurgenza che caratterizza le attuali esi-genze economiche . Sicché fermo rimaneil problema di fondo e, quindi, ferma ri-mane la necessità di procedere ad una pi ùmeditata soluzione. Del resto sappiamotutti che la situazione va affrontata co nl 'intendimento di realizzare un definitiv oed effettivo risanamento; ad esempio ,senza alcun risparmio di sacrifici pe rcerte corporazioni privilegiate e senza ap -plicare il metodo meno rischioso per gl iinteressi della maggioranza . Quello checolpisce indiscriminatamente tutti i citta-dini piuttosto che individuare le sacche d isperpero e di privilegio . Non occorre es-sere economisti per capire che per farquadrare un bilancio si può agire aumen-tando le entrate o diminuendo le uscite ,oppure adottando contemporaneamentele due misure . La scelta della soluzioneimplica, però, un'accurata analisi delleprevedibili conseguenze di ogni mossa . S ipossono sì incrementare le entrate, au-mentando la pressione fiscale, ma quest apolitica è in contrasto con i principi mo-rali quando viene applicata, come intende

fare il Governo, senza aver raggiunto i nprecedenza il risultato di far pagare i ldovuto a tutti .

La lotta all'evasione fiscale è la compo-nente fondamentale di qualsiasi manovr atendente all'aumento delle entrate fiscali .Questa lotta deve essere sviluppata condecisione, prima di ricorrere a misure d iaumento del carico delle imposte, cio èprima di gravare indiscriminatament etutti i cittadini di maggiori imposte . Ciòfino ad oggi non è stato fatto ; è mancatala precisa volontà di pervenire a risultat iconcreti ed è mancata quindi l 'attuazionedi provvedimenti efficaci in funzione d iun definitivo ripristino della situazione .

La Guardia di finanza e l 'amministra-zione finanziaria costituiscono lo stru-mento operativo di questo delicato set-tore, ma non si è provveduto nel tempo alpotenziamento di questi organismi d ifronte alle sempre crescenti e nuove esi-genze. Per di più il personale, costretto adoperare in condizioni difficilissime, ch erispecchiano anche l 'esercizio dell'inge-renza e del condizionamento da parte d iagguerriti centri di potere, non fruisce d iadeguate garanzie . Questi aspetti devonoessere attentamente considerati ; bisognapervenire ad un potenziamento qualita-tivo sia della Guardia di finanza si adell'amministrazione finanziaria . Tale po -tenziamento dovrà essere commisuratoalle sfide che si profilano all'interno dellanostra società, comprese quelle dell amafia e di altri analoghi fenomeni come ,ad esempio, la camorra . Questi fenomen iincidono profondamente sullo sviluppodella nostra economia, gravando propri osugli elementi di base del bilancio .

Torniamo ora al problema di fondo . Alriguardo dobbiamo rilevare in particolar eche l'aumento delle entrate, operato me-diante l ' incremento del gettito delle impo -ste, non deve determinare la crisi irrever-sibile di settori economici di essenzial erilevanza come, ad esempio, quell odell 'edilizia che un fiscalismo esasperatosoffoca ormai da tanti anni, e quell odell 'elettronica i cui prodotti davvero nonpossono essere considerati di lusso o vo-luttuari . Questo è un provvedimento che

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viene adottato in un momento in cu iqueste industrie eseguono grandi sforz iper inserirsi in una efficace cooperazion eeuropea, di fronte alla concorrenz adell'Estremo oriente .

E non si possono ignorare, pur nellacitazione di qualche esempio, i rifless inegativi sull 'agricoltura. Né l'aumentodelle entrate, operato mediante l'incre-mento del gettito delle imposte, deve de -terminare il blocco dell'iniziativa privat ae dell 'esistenza della piccola propriet àprivata. Purtroppo questi aspetti negativi ,tra numerosi altri facilmente rilevabili ,caratterizzano il pacchetto delle misurepresentate dal Governo .

Prima ho voluto ricordare che il bi-lancio si fa quadrare anche con la dimi-nuzione delle uscite; aggiungo che ci òcomporta, in sostanza, anche l'attuazion edi un complesso di provvedimenti ch etendano a privilegiare le spese produttive ,in termini economici e sociali, e ad elimi -nare gli sprechi e le spese improduttive .In questo campo il Governo non ha an-cora impostato un preciso programma,ma vi sono taluni segni che dimostranogravi carenze nel discernimento delle esi -genze; vi sono anche segni che indicano ilprevalere della demagogia a danno de isuperiori interessi della nazione .

Si continua ad agevolare lo spreco ne lsettore degli enti locali e nell'ambito degl istessi organismi dello Stato, con il finan-ziamento di attività improduttive e d icomplesse ma inutili strutture . Lo sprecoriguarda anche talune ben note manife-stazioni definite culturali, l'indiscrimi-nato uso di mezzi di trasporto forniti gra-tuitamente dall'amministrazione dell oStato, l'elargizione di contributi ad enti ead associazioni private le cui finalità no ncollimano con quelle dello Stato. Unaelencazione completa di questi sprechi ri -chiederebbe molte ore .

In sostanza, gli sprechi continuano ,mentre vengono penalizzati i cittadini pe rquanto riguarda le prestazioni dell'assi-stenza sanitaria e della previdenza in ge-nerale. Bisogna intervenire con decisione ,accantonando la demagogia ; bisogna ope-rare tutte le limitazioni che si rendono

necessarie anche su quelle spese che pro -curano una facile popolarità proprio acoloro che le dispensano, procedend osulla base di precise e ben valutate prio-rità . Altrimenti si persisterà — adesempio — nella inconcepibile decisionedi sacrificare le esigenze di sicurezza e d idifesa, assolutamente prioritarie e prima -rie, rispetto a tutte le altre esigenze dellavita di ogni popolo .

Il problema delle forze armate merit aun cenno anche in questa occasione, per -ché l 'esecutivo non tralascia di tenerlepresenti per ridurne le spese in occasion edelle numerose sanatorie di bilancio . Datanti anni, ormai, il bilancio della difesanon rispecchia le reali esigenze delleforze armate: le assegnazioni sono statesempre di entità assolutamente insuffi-ciente, sicché le carenze si sono sommat enel tempo, fino ad incidere in misura de-terminante sulla efficienza del nostr ostrumento militare ed oggi, in effetti, l eforze armate non sono in grado di com-piere la missione di sicurezza che ad ess eviene assegnata proprio dalla stessa poli -tica. Tutto ciò è certamente in contrast oanche con la volontà che l'Italia va mani -festando in campo internazionale, vo-lontà di condividere le responsabilit àdella sicurezza internazionale sia incampo politico, sia in campo militare . Èun problema che deve essere considerat onel quadro dei rapporti tra gli sprechi e l espese produttive; e la sicurezza della di-fesa riguarda certamente una spesa pro-duttiva, a meno che non si voglia accet-tare il rischio di una prospettiva che pu òportare tragiche conseguenze per il po-polo italiano .

In merito ai singoli articoli recati da ldecreto-legge in esame, mi soffermerò s udue punti significativi — ad integrazion edi quanto già espresso — che illuminan ol'intero contesto del provvedimento. Ilprimo punto si riferisce all'articolo 3, pre-cisamente alla integrazione dell'articolo25 del decreto del Presidente della Repub-blica 29 settembre 1973, n . 600. Questaintegrazione, indicata come articolo 25-

bis, che introduce una ritenuta d'accontosulle provvigioni lorde, può dare luogo ad

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eccezioni di illegittimità costituzionale, i nquanto la ritenuta d 'acconto del 10 percento stabilita per le provvigioni relativ eai rapporti indicati da tale articolo, non èinvece prevista per gli altri settori econo-mici egualmente suscettibili di produrr ereddito di impresa. Si attua così una di-scriminazione tra le varie imprese intac-cando il principio di uguaglianza sancit odalla Commissione .

Il secondo punto che desidero richia-mare è quello relativo alle sanzioni, cio èl'articolo 15 del provvedimento . È neces-sario rivedere questi elementi adottandocriteri razionali ed equilibrati . Le sanzionipreviste sono sproporzionate: ad esempio ,nel caso di una evasione di imposta supe-riore a 10 milioni, si vuole applicare lapena della reclusione fino a tre anni . Èuna sproporzione che non trova corri-spondenza in alcun altro caso . Bisognatener conto della difficoltà di applicazion edelle norme, norme che sono ermetiche e ,in certi casi, non precise e disperse in tant idiversi testi di legge . Manca per altro ilcoordinamento tra le varie leggi (basticonsiderare gli elementi che oggi esami-niamo) e bisogna tener conto degli error iche sono sempre possibili, nonché dellabrevità dei termini previsti per la presen-tazione delle dichiarazioni agli uffici tec-nici . Sono difficoltà che incidono non sol osul comportamento dei contribuenti, m aanche sull'azione degli stessi controllor idegli organismi finanziari e, natural -mente, anche sull 'azione della magistra -tura. Ben venga la sanzione detentivaanche per le violazioni fiscali, ma il primorequisito della serietà ed efficacia dell astessa ricercato, ovviamente, nella propor -zione. Altrimenti essa è soltanto manifesta -zione di demagogia e potrà essere disap-plicata per la sua stessa incompatibilit àcon il contesto normativo. I fondamental iprincipi della civiltà giuridica di un popol onon vanno dimenticati, neppure nei mo-menti eccezionalmente gravi e nelle leggieccezionali, come indubbiamente è ecce-zionale il provvedimento che oggi stiam oesaminando .

Ho voluto ricordare alcuni punti d iquesto articolo 15 non perché abbiano

particolare rilevanza nel contesto de lprovvedimento ma perché dimostrano l asuperficialità di talune delle norme ch eesaminiamo. Va detto chiaramente, inconclusione, che non è attraverso sistem icattedratici, più che razionali, finalizzat iesclusivamente a nuovi introiti anziché a dun effettivo risanamento, che il Govern opuò migliorare una situazione che è stat acompromessa da tanti anni di pessim aamministrazione e di disinvolte provvi-denze .

Disavanzo di cassa mantenuto entro i ltetto prestabilito, continui controll idell'evoluzione delle entrate e delle spese ,contenimento della spesa pubblica, ridu-zione della evasione e della erosione, co-stituiscono le mete normali di qualsias iprogrammazione fiscale . Ma non bastal'enunciazione di queste esigenze, occor-rendo anche l'apprestamento di normespecifiche, nel rispetto delle capacità con -tributive della collettività, dei suoi bisogn ie dei suoi fondamentali diritti ad unadegna assistenza ed esistenza .

Le finalità espresse nella relazione a ldisegno di legge di conversione in esam esi vorrebbero raggiungere con un sol omezzo, l'aumento delle contribuzioni edella imposizione fiscale . Ma in tale mod osi producono essenzialmente due effetti :uno è quello della incompatibilità tra l adeterminazione di più alti tributi (tribut iper tutti i beni, i redditi, le attività, i com -merci e i consumi) e le attuali condizionidei contribuenti, dopo i recenti pesant iinterventi operati nello stesso settore tri-butario. L'altro effetto, connesso all'ina-sprimento della pressione fiscale, è il si -curo verificarsi di una ulteriore lievita-zione dei prezzi e, quindi, una nuov aspinta all'inflazione .

Il problema principale, come ho già ri-cordato, è invece quello di ridurre la gi-gantesca spesa pubblica e di colpire igrossi evasori fiscali, di reperire i capital inecessari alla ripresa favorendo nellostesso tempo, l'occupazione, gli investi -menti e lo sviluppo delle iniziative in tutt ii settori . I provvedimenti che vengonoproposti, invece, rispecchiano soltanto l apreoccupazione di soddisfare immediata-

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mente talune esigenze contabili ritenut iinderogabili .

Noi concordiamo con le finalità del Go -verno, quando esse coincidono con gli in -teressi del popolo italiano . Ma non pos-siamo esprimere il nostro plauso ad unprovvedimento che contribuisce al conso -lidamento dei programmi governativi ch enon aderisce alle effettive esigenze dell anostra comunità nazionale e che, in par-ticolare, non tutela i fondamentali diritt idei cittadini .

La frattura tra Governo e cittadini èsempre all'origine di crisi irreversibili . Lanostra opposizione invece tende ad obiet -tivi costruttivi, alla ricerca di soluzion iidonee al superamento dell'attuale grav ecrisi . Non roviniamo lo spirito di inizia-tiva di questa nostra nazione, le capacit àproduttive del popolo, la sua tradizional eprobità e capacità di risparmio, le suequalità imprenditoriali e mercantili ; nonspegniamo le brillanti ambizioni profes-sionali! (Applausi a' destra — Congratula-zioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlar el'onorevole Fiandrotti ; poiché non è pre-sente, si intende che vi abbia rinunciato .

Non essendovi altri iscritti a parlare ,dichiaro chiusa la discussione sulle lineegenerali .

Ha facoltà di replicare il relatore per lamaggioranza, onorevole de Cosmo .

VINCENZO DE COSMO, Relatore per lamaggioranza . Signor Presidente, onore-voli colleghi, onorevole rappresentant edel Governo, nell'articolo 1 del testo de ldecreto-legge al nostro esame, integrat ocon le modifiche approvate dalla Com-missione, è stabilito, come è noto, che a ifini della determinazione dell'IRPEF ,dell 'IRPEG e del l 'ILOR per l ' anno 1982, iredditi dei fabbricati si determinano mol-tiplicando i redditi iscritti nel nuovo ca-tasto edilizio urbano per nuovi coeffi-cienti di aggiornamento elencati successi -vamente secondo gruppi di immobili di -stinti in tre tipi di destinazione . Ciò alloscopo di renderli più adeguati al mutat ovalore monetario rispetto ai precedenti

coefficienti, oltre che per il maggiorflusso di entrate per la finanza pubblica ,conseguente a tale aggiornamento, par iad 800 miliardi di lire .

A questa parte del provvedimento a lnostro esame sono state mosse, nel cors odella discussione generale, specie d aparte dei colleghi del Movimento social eitaliano-destra nazionale, varie critiche, esono stati presentati numerosi emenda -menti. Certamente, anche il relatore ,nella relazione che ha svolto in Commis-sione (lo confermo, onorevoli Valensise eBaghino), pur reputando valida ed oppor -tuna tale disposizione ai fini del recuper odella base imponibile, considerata orma iinadeguata in termini monetari, ha sotto-lineato che essa pesa un po' troppa su lreddito delle famiglie che utilizzano i lfabbricato come abitazione propria ;tant'è che lo stesso relatore ha presentat oin Commissione un suo emendamento perla riduzione dei nuovi coefficienti di riva -lutazione previsti per le abitazioni di tip ocivile, economico, popolare, ultrapopo-lare e rurale e per l'ulteriore aumento diquelli relativi alle abitazioni di tipo signo -rile ed alle abitazioni in villa . Ma lo stess orelatore ritirò tale emendamento in coe-renza con quanto da lui sostenuto a pro-posito dell'eccessiva mole di emenda -menti, presentati anche da molti colleghidella maggioranza (così come ieri ser aanche dal collega Bernardini), ed anch eper le ragioni attinenti al gettito, cui si ègià fatto cenno .

Circa detti coefficienti di rivalutazione ,desidero sottolineare, onorevoli colleghi ,come altre osservazioni siano emerseanche nel corso dei lavori del Comitatodei nove, con riferimento, ad esempio,alla revisione dei coefficienti proposti pe rle biblioteche, pinacoteche, musei e gal-lerie non aventi sede presso castelli e pa-lazzi artistici o storici, così come per itanto discussi fabbricati concessi in us ogratuito (e destinati allo svolgimento d iattività collegate ai loro fini istituzionali )ad associazioni politiche, sindacali, assi-stenziali, eccetera .

La Commissione, anche in considera-zione del fatto che tali classificazioni ri-

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salgono ad un vecchissimo decreto mini-steriale che, pertanto, può meglio esser einterpretato da una circolare ministe-riale, ha deciso di presentare un ordin edel giorno con il quale si impegna il Go-verno ad una revisione più razionale d ialcuni coefficienti . In tal senso si èespresso ieri lo stesso Governo, durante ilavori del comitato dei nove .

Naturalmente, anche in relazione a tal einiziativa, il Comitato dei nove, nella me -desima riunione di ieri, ha deciso di pre-sentare un emendamento soppressiv odell'ultimo comma del testo dell'articol ocome modificato dalla Commissione, re-lativo ai fabbricati dati in uso gratuito pe rl'attività di partiti, sindacati, e così via ,prima ricordato. Con ciò, oltre alle preci-sazioni già fatte, credo di aver dato, anome della Commissione, una rispost aall'onorevole Bonino, indipendentemente ,colleghi radicali, dalla minaccia della bat -taglia ostruzionistica annunciata su talequestione, tant'è che ho evitato di darecomunicazione ufficiale di ciò, nel cors odella discussione svoltasi ieri nella quale ,regolarmente, e differentemente d aquanto promesso dalla stessa collega, ideputati del gruppo radicale hanno svolt oi loro interventi ostruzionistici, specie i lcollega Cicciomessere, unitamente ai col -leghi del Movimento sociale italiano-de-stra nazionale . Dico questo, onorevoli col -leghi, per confermare la linea di disponi-bilità al confronto dimostrata, anche, esoprattutto, nell'esame di questo provve-dimento, dalla maggioranza, oltre che da lGoverno. Questo, onorevole Bernardini ,ha manifestato, nel corso dell'esame delprovvedimento in Commissione, ampiadisponibilità ad un confronto costruttivo,quale quello svoltosi con le opposizioni ,specie con quella comunista, più present ee più attiva, oltre che meno ostruzioni-stica, in Commissione, ma anche co nquella radicale, come ho ricordato o rora .

Onorevole Servello, a lei — che, anchee soprattutto nella mia veste di relatore ,non ho voluto interrompere ieri notte,ascoltando doverosamente il suo inter-vento, come quello di tutti gli altri col-

leghi intervenuti — non posso non ri-spondere senza, però, trascurare i mie iconvinti legami con il partito cui m ionoro di appartenere, specie in omaggi oai valori di libertà che in esso vengonocontinuamente e concretamente richia-mati. Alla luce di quanto prima dimo-strato, è falsa, pretestuosa ed ormai vec-chia la sua accusa rivolta alla democraziacristiana di realizzare un «compromessostorico», non dichiarato ma concordatocon il partito comunista, su tutti i provve-dimenti, come su questo . Non posso nonrispondere che tale accusa od osserva-zione, per la verità forse l'unica osserva-zione che è riuscito o ha voluto fare su lprovvedimento, mira a confermare i lruolo di una opposizione, quella del Movi -mento sociale italiano, che non ha altroscopo che quello di erigere un muro a duna alternativa : l'alternativa della demo-crazia, l'alternativa che la democrazia cri -stiana e tutti i partiti democratici rappre -sentati in Parlamento danno a se stess ianche — e soprattutto — attraverso i lconfronto, fatto sì anche di opposizioni ,ma costruttive e non ostruzionistiche . Sic -ché la facile e comoda critica — quest adavvero di stampo •elettoralistico, onore -vole Servello — secondo la quale i nquesta manovra economica del Governosi possono individuare soltanto tasse ,mentre nulla è previsto per il risana -mento del bilancio dello Stato, il rilanci odell'economia, l'occupazione e la finedell'assistenzialismo, va respinta . Deve in -vece osservarsi che la manovra econo-mica del Governo non può essere conside -rata soltanto, nel contesto di questo prov -vedimento, come prevalentemente legataal problema delle entrate dello Stato, es-sendo anche collegata e finalizzata in re -lazione ai consumi sociali o a risultati ,come quello della revisione delle aliquot eIRPEF e dei provvedimenti consequen-ziali all'applicazione del recente accord osul costo del lavoro, cui si è fatto fronte ,per le relative minori entrate da esso deri -vanti, con una quota parte delle maggiorientrate derivanti dall'adozione di questoprovvedimento in materia tributaria .

La manovra economica del Governo va

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vista cioè in relazione all'insieme de iprovvedimenti economici e non solo aquello tributario, avulso dagli altri . Inmolti di questi provvedimenti è certa -mente presente la linea del rigore assunt adalla democrazia cristiana e finalizzata ,sì, onorevole Del Donno, all'economia pe rl'uomo, ma senza che si pretenda di no napplicate tasse o altri carichi fiscali, ono-revoli Rubinacci e Baghino !

Certo, il relatore ha detto e conferm ache le linee direttrici del provvedimentotributario tendono al rigore fiscale, conuna certa attenuazione, in materia di al-cuni fenomeni di evasione ed un giustoadeguamento di alcune imposte e tasse ,affinché esse siano mantenute in lineacon il processo inflattivo e con il costo de iservizi resi dalla pubblica amministra-zione. Linea di rigore, allora, ma finaliz-zata all'attenuazione della crisi econo-mica e non fine a se stessa, come spesso èstato osservato nel corso del dibattito .Colgo l 'occasione per ringraziare partico-larmente il collega Garzia, e con lui i col -leghi del Comitato dei nove, l'onorevol eGottardo e il presidente Azzaro, i collegh idella Commissione finanze appartenent ial mio gruppo, il collega Fiandrotti equanti, anche dell'opposizione, hanno la-vorato con noi su un provvedimento cer-tamente impopolare, come sono tutt iquelli fiscali, per ricercare una rielabora-zione che credo abbia consentito, grazi eanche alla ampia disponibilità del Go-verno, e per esso del ministro delle fi-nanze onorevole Forte e del sottosegre-tario onorevole Moro, di migliorare i ltesto originario del decreto, e ricordo cheil collega Garzia ha avuto il coraggio d iaffermare che la manovra del Governo ,che rappresenta il raschiamento final edel barile, comporta un ulteriore sacri-ficio per la comunità . Onorevoli colleghi ,non c ' è ripresa e non c 'è rigore; non vipossono essere investimenti produttivi esociali se non intervengono una attenua-zione dei consumi e, particolarmente ,tagli alla spesa pubblica . Non si può pre-tendere, per dirla con un famoso econo-mista svedese, il Frisch, che le nostr edonne portino scarpe snelle ed eleganti

all'esterno e larghe e comode all'in-terno!

Ma tornando ad alcuni articoli del de-creto-legge che sono stati oggetto di par-ticolare attenzione nel dibattito fin quisviluppatosi, va ribadito, con riferiment oall'articolo 3, riformulato dalla Commis-sione, al quale si sono riferiti alcuni col -leghi, particolarmente gli onorevoli An-toni e Miceli, che per la ritenuta di ac-conto del 10 per cento sulle provvigion irelative ai rapporti di commissione, agen-zia, mediazione e rappresentanza, pu rnon essendo mancati i rilievi critici anch eda parte del relatore (in particolare, ta-lune perplessità concernevano l'esatta in-dividuazione della figura del percipientee il rischio di accumulo del credito d iimposta), sono però stati attenuati, tra -mite alcuni accorgimenti, taluni effett idelle nuove ritenute che avrebbero potut oripercuotersi sugli operatori interessat i(in particolare, è stato evitato il richia-mato accumulo di credito di imposta) .

Sull 'articolo 6, desidero osservare, ri-spondendo anche al collega Antoni, con-trario al regime di forfettizzazione IVA ,che ci si muove proprio nella direzione dalui auspicata, tant'è che è stato soppress ol'articolo 31 del decreto del Presidentedella Repubblica relativo all'IVA, con cu iera stata introdotta la forfettizzazione pe rle imprese minime ed i professionisti convolume di affari non superiore ai 6 mi-lioni annui. La soppressione della citat adisposizione è da mettere in relazione conla lotta al fenomeno dell'evasione fiscal e(cui ho già fatto riferimento, accennand oagli obiettivi del decreto), poiché molt icontribuenti con volume di affari supe-riore al predetto limite si nascondevan oin tale fascia .

Va poi sottolineato che il Governo h apresentato un emendamento di soppres-sione dell'ultimo comma di tale articolo ,relativo al regime speciale per i produt-tori agricoli, ai fini della detrazione IVA .Tale soppressione va collegata al decret oadottato dal ministro delle finanze, d iconcerto con il ministro dell'agricoltura ,con cui si stabiliscono, per gruppi di pro -dotti, le percentuali di compensazione di

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cui all'articolo 34 del decreto del Presi -dente della Repubblica n . 633 del 1972 .Ma va anche aggiunto, per onestà e coe-renza di critica, che dalla soppressione d itale comma deriveranno minori entrat eper 100 miliardi .

Il nuovo testo dell'articolo 7, riformu-lato dalla Commissione, al quale si è rife -rito principalmente l'onorevole Santagati ,riporta modifiche tendenti ad introdurre ,in luogo dell'aumento dell'imposta sosti-tutiva, un aumento di alcune aliquot edell'imposta di registro, oltre a modifich erelative a più attenuate percentuali di au -mento dell'imposta sostitutiva; ciò alloscopo di venire incontro, onorevole Ba-ghino, ad alcune preoccupazioni emers ein relazione al rincaro del costo del de-naro per i finanziamenti industriali .

Con il nuovo testo dell'articolo 8, comeho già detto nella mia relazione — e ri-spondo così all'onorevole Mennitti —,sono state accorpate le numerose aliquot edell'imposta sulle assicurazioni oggi esi-stenti (ben 14), con il risultato di dare u nassetto più razionale a questo settore non -ché di consentire un maggior gettito .

L 'articolo 9, nel nuovo testo della Com -missione, al quale ha rivolto rilievi critic iil relatore di minoranza, onorevole Santa -gati, differenzia, come ho già spiegat onella relazione, le aliquote delle tasse spe -ciali sui contratti di borsa su titoli e va -lori, oltre ad aggiornarle in quanto immu -tate dal 1964, nell'intento di privilegiar econ aliquote più ridotte i contratti che s ieseguono in borsa e penalizzare con ali -quote più alte quelli stipulati fuor iborsa .

Più che condividere alcune preoccupa-zioni mosse dall'onorevole Santagati ,circa la particolare attenzione per i lnuovo meccanismo da congegnare esenza nascondere, onorevole Santagati, l edifficoltà di applicazione agli operatori d iborsa che tale modifica ritengo compor-terà, con costi non trascurabili per l anuova impostazione del lavoro, desideroosservare che la conseguente modificaalla vigente disciplina di tassazione de ifissati bollati sarebbe da inquadrarsi i nun progetto di revisione della legisla-

zione, che concerne le borse valori e ch erisale al 1913 .

Nel frattempo il relatore auspica l'ef-fettuazione, signor sottosegretario, dicontrolli più frequenti e severi da part edella amministrazione finanziaria circal'esatta applicazione delle nuove tariffeonde eliminare eventuali zone di evasionefiscale .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT E

MARIA ELETTA MARTIN I

VINCENZO DE COSMO, Relatore per lamaggioranza. All'onorevole Corleone che ,riferendosi all'aumento della soprattass aannua prevista per il diesel all'articolo 10 ,ha criticato l'esenzione da tale aument oper le autovetture con potenza fiscalefino a 15 cavalli vapore in quanto — a suodire — sembrerebbe fatta su misura pe rtutelare la vettura «127» FIAT, desideroprecisare che deve essere perseguita lapolitica delle fasce inferiori, sicché il cas oFIAT da lei sollevato è solo una casuali-tà.

E veniamo, infine, al tanto discusso ar-ticolo 13 sulla istituzione di una nuovaimposta erariale di consumo, che colpisc eessenzialmente il settore dell'elettronica ,cui si è fatto riferimento in quasi tutti gl iinterventi, compresi quelli dei collegh iCatalano, Sospiri, Alessandro Tessari .

Alla atipicità di tale imposta, che sem-brerebbe contraria ai principi della ri-forma tributaria, e ad alcune perplessit àemerse anche all'interno della maggio-ranza, ha fatto chiaro riferimento l'ono-revole Garzia, al cui intervento mi rifac-cio, associandomi specialmente alle su econsiderazioni che sottolineano il carat-tere «sperimentale» di tale nuova impo-sta .

A proposito invece delle diverse critich emosse dai colleghi intervenuti in difes adel settore dell 'elettronica, desidero pre-cisare che se, in sostanza è vero che talesettore è stato prima incentivato e poi col -pito, è vero d ' altra parte che la quota d iprodotti del settore della elettronica og-getto della tassazione è molto limitata e

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che il maggior colpo è inferto al semipro -fessionale . Oltre a ciò, va poi detto che i lreale peso dell'aliquota, stante il metod odi calcolo della base imponibile, è dimolto inferiore al nominale 16 pe rcento .

La Commissione, comunque, modifi-cando anche la tabella contenente l'elen-cazione dei prodotti ad essa assoggettati ,ha indicato una più attenuata forma d iapplicazione della medesima imposta ri-spetto all'originario testo del decreto.

Signor Presidente, onorevoli colleghi ,credo di aver risposto, o comunque fattoriferimento, in questa mia replica, all eosservazioni contenute negli interventidei colleghi intervenuti nella discussion esulle linee generali .

Un discorso a parte merita il nuovotesto dell'articolo 4, modificato dal Go-verno a seguito — come è noto — de lrecente accordo sul costo del lavoro. Neparlo per ultimo e con riferimento all erecenti ulteriori modifiche apportate dalGoverno nel corso della riunione di ieridel Comitato dei nove nonché a quant oosservato dai colleghi intervenuti al ri-guardo, in particolare il collega Bernar-dini, perché la Commissione, nel cors odell'esame del decreto, aveva accantonatol'articolo 4 in seguito all'accordo tra Go-verno e parti sociali intervenuto dop ol 'emanazione del decreto medesimo edall'esame del nuovo testo conseguente-mente proposto dal Governo, modificat onel corso dell'ultima riunione del Comi-tato dei nove .

Le modifiche apportate dal Governo a ltesto originario del suo emendamento in-teramente sostitutivo dell'articolo 4, cuiho già fatto cenno nella relazione, esami -nate dal Comitato dei nove, si riferiscono ,onorevoli colleghi, a tre elementi sempr ein relazione al recente accordo tra il Go-verno e le parti sociali sul costo del la-voro. Il primo riguarda l'istituzione, omeglio l'individuazione, di un nuovo sca-glione di reddito, e precisamente da oltre24 fino a 30 milioni, con la corrispon-dente aliquota del 35 per cento, che mo-dula meglio la curva . Il secondo riguard al'elevazione a lire 2 milioni 750 mila del

limite di reddito del coniuge a carico, pe rl'applicazione delle detrazioni di impost aconsentite. Il terzo elemento è nell'esten-sione sempre per un anno, dell'indicizza-zione, entro il «tetto» del 10 per cento agl iscaglioni di reddito .

L'applicazione pratica delle aliquotepreviste nella prima formulazion edell'emendamento manifestava costante-mente, sia per redditi di lavoro dipen-'dene, sia per redditi di lavoro autonomo,un andamento non lineare della curvaIRPEF, dando luogo ad una «gibbosità» atutto danno dell 'erario, che non trovavagiustificazione rispetto all'incidenza fi-scale sui redditi allocati nelle fasce infe-riori e superiori .

Lo spezzettamento dello scaglione daoltre 24 a 38 milioni, in due scaglioni ,quello da oltre 24 a 30 milioni e quello daoltre 30 a 38 milioni, con l 'introduzione d iun'aliquota nuova del 35 per cento che s iinserisce tra le precedenti del 27 e del 36(quest'ultima portata al 37 per cento), al-leggerisce il peso della «gibbosità», realiz -zando una perequazione accettabile ne iconfronti delle altre fasce di reddito .

Il nuovo limite di reddito del coniuge acarico per l'applicazione delle detrazion idi imposta soddisfa un'esigenza partico-larmente sentita, anche ai fini di una, si apur modesta, considerazione del redditofamiliare . Certo, l 'operazione meritava d iessere completata con il riconosciment odi una riduzione adeguata (si era pro -posto 2 milioni e 400 mila) del redditoimponibile, al posto di una detrazioned'imposta di 240 mila, riconoscendo cos ìuna forma di salario del coniuge ed usu-fruendo di una attenuazione della pro-gressività d 'imposta .

Il ministro, con argomentazioni peraltro di tutto rispetto, non ha mostrata d ipoter accogliere questa seconda proposta ,fermandosi all'elevazione del limite a lire2 milioni 750 mila, al posto delle previst e1 milione 350 mila .

È importante però che l'argomento si astato ritenuto degno di una attenta rifles-sione e meditazione da parte delle forz epolitiche del Governo; perciò possiamoapprezzare lo sforzo compiuto, anche se

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ci attendiamo che successive iniziativ ediano una soluzione più coerente e pi ùcorretta al problema .

A seguito dell 'accordo sul costo del la-voro, infine, il Governo si era impegnato arivedere la curva IRPEF ed impedire i lfiscal drag per il prossimo anno . Da qu inon solo la nuova tabella delle aliquote,ma anche l'introduzione della indicizza-zione, nella misura massima del 10 percento, per le detrazioni e — questa è laparte nuova — per gli stessi scaglioni d ireddito.

Già il collega Garzia ha anticipato l aperplessità che può nascere da questa in-dicizzazione. Deve essere riconosciutoche l'emendamento del Governo restring equesta iniziativa ad un periodo ben deter -minato, e deve essere quindi fuori discus -sione che si tratta di una iniziativa straor -dinaria, come straordinarie, onorevolicolleghi, sono riconosciute molte dell emisure contenute nel decreto-legge .

La maggioranza, signor Presidente ,presenterà un ordine del giorno con i lquale si conferma la volontà di non pro -cedere a forme dirette o indirette di indi -cizzazione degli imponibili e delle ali -quote dell'IRPEF e di qualsiasi altra im-posta. Prendendo atto che la norma cheautorizza il ministro delle finanze ad in-tervenire con decreto nel settore delle de -trazioni d'imposta è relativa solament eall 'anno 1984, a seguito del pacchetto re -lativo al costo del lavoro, l'ordine de lgiorno impegna il Governo a formulare i nsede di disegno di legge finanziaria leproposte che ritiene adeguate al mutatovalore reale dei redditi prodotti dai sog-getti d ' imposta .

Signor Presidente, onorevoli colleghi, lemisure adottate dal nuovo Governo con idecreti-legge emanati a fine d'anno no nsono che l 'apertura di un doloroso contoche costituisce il prezzo della salvezza eche dovrà pesare su tutti . Quanto piùpresto esso sarà pagato, tanto prima po-trà essere risanatore. Non è più il tempodei piccoli sacrifici . L'esperienza di questianni dovrebbe averci insegnato che i mo -desti interventi (il rincaro di 100 lire de lprezzo della benzina, l'una tantum su

questo o su quello) sono «pannicelli caldi »i cui effetti — scriveva giorni fa Aldo San -dulli — si esauriscono nello spazio d'unmattino: essi non servono a rimettere i nsesto l'economia della nazione, ma solo aconcedere qualche mese di respiro ad u nGoverno che traballi . Perciò non sono ingrado di chiudere il conto una volta persempre.

È indispensabile, dunque, che coloroche subiscono i duri sacrifici, che oravengono imposti, si rendano conto delcarattere salutare di essi . Ciascuno deveinoltre comprendere che la propria accet -tazione è condizione ed esempio per l'ac -cettazione dei sacrifici che, secondo giu-stizia, anche gli altri dovranno soppor-tare, senza sottrarsi a propria volta all'im -perativo che li concerne .

Siamo tutti in una sola barca, scriv eancora Sandulli : ognuno dovrà concor-rere volenterosamente e onestamente all osforzo necessario per riparare definitiva -mente le falle e riprendere serenamentela rotta . Potranno anche esservi errori, edovrà essere compiuto ogni sforzo perevitarli e correggerli . Quando occorre sal -varsi, non è tempo però, onorevoli colle-ghi, di aprire processi al passato e di far esoverchie recriminazioni sul presente . Oc-corre sapere accettare la severità che s iimpone. A noi, qui ed oggi, spetta di coo-perare con buona volontà, senza rifiuti ,furberie, elusioni e senza doppi gioch i(Applausi - Congratulazioni) .

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicareil relatore di minoranza, onorevole Santa -gati .

ORAZIO SANTAGATI, Relatore di mino-ranza. Signor Presidente, debbo sottoli-neare che io ero impegnato in Commis-sione, contemporaneamente ai lavor idell'Assemblea e non potevo essere pre-sente, perché non ho il dono dell 'ubiquità :sono Santagati, non sant 'Antonio.

Ciò premesso, devo dire che il relatoreper la maggioranza ha difeso, come er anei suoi compiti e nei suoi intenti, la line adel Governo, e ha dovuto naturalmentemuoversi attraverso intricati meandri per

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cercare di dimostrare, almeno agli addett iai lavori — perché credo che per la stra-grande maggioranza degli italiani questodecreto sia peggiore dell'araba fenice — ,che il provvedimento ha una sua giustifi-cazione .

A me sembra che la manovra condottadal Governo attraverso questo decreto si asproporzionata, rispetto ai risultati, per isacrifici che invece il provvedimentochiede agli italiani . Si tratta di una ma-novra che dovrebbe dare all'erario un get -tito di poco più di quattromila miliardi .Orbene, se teniamo conto che, per rag-giungere questo obiettivo, il Governo s imuove nell 'ottica di una pressione ulte-riore a norme tributarie, che già di per s éavevano raggiunto il limite massimo d itolleranza e di sopportazione, si intraved ecome la manovra finisca per provocare i lcriticabilissimo risultato di accentuar esempre più la pressione fiscale nei con -fronti di quei contribuenti che già astento riuscivano ad adempiere al lor odovere ed il modesto risultato di un get-tito di appena quattro o cinquemila mi-liardi, che non serve neppure a coprire l ametà del disavanzo preventivato qualch emese fa e poi smentito da questo Go-verno.

Di fronte ad un disavanzo di circa 7 1mila miliardi — mi fermo alle dichiara-zioni di questi giorni, perché nulla m iimpedisce di pensare che fra qualchemese potremo apprendere che i 71 milamiliardi sono diventati 80 mila — m ichiedo se il gioco valga la candela, cioè sesia giusto gravare ancora su una serie d itributi già respinti al limite massimo dell atollerabilità .

La manovra del Governo segue, se-condo noi, una linea non lineare ; mi s iperdoni il bisticcio . Ma, a prescinderedalla linea, desidero ora soffermarmi su icontenuti di questo provvedimento, cheindubbiamente non è stato adottato sott oil segno della necessità e dell'urgenza,come previsto dall 'articolo 77 della Costi -tuzione, ma sotto quello della fretta edella improvvisazione .

Delle due l'una, signor Presidente : o ilprovvedimento era ben congegnato dal

punto di vista dei contenuti, e allora i lGoverno avrebbe dovuto difenderlo fin oalle estreme conseguenze; oppure il prov -vedimento era congegnato in manier amolto sommaria e provvisoria, ed allor aha fatto male il Governo ad adottarlosotto forma di decreto-legge e megli oavrebbe fatto a procedere per la via nor-male del disegno di legge .

Ormai, in Italia, la previsione costitu-zionale è stata capovolta : il decreto-leggeè divenuto la regola ed il disegno di legg eordinaria l'eccezione, ma questo capovol -gimento ha provocato conseguenze note-voli nel campo legislativo. Le leggi, in -fatti, debbono essere applicate, hanno pe rdestinatari i cittadini nella loro generalitàe soprattutto debbono essere interpretat edai magistrati e da tutti gli altri operator idel diritto, dagli avvocati ai consulenti ,dai commercialisti ai fiscalisti .

Poniamoci un attimo nei panni di chi s ideve preoccupare di applicare questalegge. Abbiamo un decreto-legge che ,come vuole la Costituzione, è entrato im-mediatamente in vigore, provocand oquindi effetti che, a mio giudizio, in talun icasi sono stati addirittura dirompenti . Indeterminati settori dell'economia italianasi è avuta — e ne parleremo più a fond oquando affronteremo i singoli aspetti de lprovvedimento — una caduta vertical edella produzione e delle vendite .

Perché mai il Governo si è subito preoc -cupato di portare i soldi a casa, come oggisi dice? Posso anche capire che questo si ail compito istituzionale del ministro dellefinanze; non dico il compito preminente ,perché un ministro delle finanze che s ipreoccupi solo di portare i soldi a casacosì indiscriminatamente non credo ch epassi alla storia per un ministro delle fi-nanze oculato. Comunque, non mi vogliosoffermare sul ministro delle finanze, m aintendo riferirmi al Governo nella sua col -legialità. Non a caso ieri è venuto inquest'aula il Presidente del Consiglio, se-natore Fanfani, a difendere l'operato di u nministro, l'onorevole De Michelis, che nonaveva certo soddisfatto il Parlamento .

Bisognava che il Governo nella sua col-legialità non ricorresse a queste «docce

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scozzesi» . Anche perché lei, ministr oForte, ricorderà che pochi mesi or sono i lParlamento approvò una legge di so-stegno all'industria elettronica, stan-ziando 200 miliardi per il rilancio diquesta branca dell'economia nazionale ,che aveva bisogno di essere aiutata. E chesenso ha, aver concesso quello stanzia -mento all'industria elettronica, quand ooggi la si penalizza in questo modo ?

Posso capire che il Governo stabilisc adelle priorità e decida che una cert abranca economica non debba essere ri-lanciata, ma abbandonata a se stessa ; mal'elettronica prima la si tira su, poi la s imanda giù . Sembrerebbe di assistere alloslogan di un caffè propagandato da Nin oManfredi: ma non mi pare che in Parla -mento si possano avallare questi compor-tamenti . Anche perché in quello slogan s iarriva a conclusioni diverse, perché s idice che quel caffè «più lo mandi giù, pi ùti tira su» ; mentre qui il Governo spro-fonda sempre di più questo settore e no nlo risolleva minimamente .

Quindi, anche sotto questo profilo nonsi può accettare la manovra che il Go-verno ha condotto — lo ripeto — attra-verso l'aumento di una serie di impost eche avevano già limiti invalicabili .

Qual è la proposta alternativa cheavanza il Movimento sociale italiano ( enon per fini di speculazione elettorali-stica, onorevole de Cosmo, perché, sem-mai, chi deve in questa materia stare at-tento è il Governo, dal momento che l'im-popolarità che discende da provvediment idi questo genere ricade sulle sue spalle) ?È comprensibile, infatti, che il Govern olotti disperatamente per non cadere e pe rnon arrivare ad elezioni anticipate, per -ché in quel caso non occorrerebbe nessu nnostro discorso, ma basterebbe lo scon-tento ingenerato da questo provvedi-mento e dagli altri collaterali a creare un adiffusa atmosfera antigovernativa, di cu isi gioverebbero tutte le opposizioni .

ANTONIO MACALUSO . Il ministro non èd'accordo : fa cenni di diniego!

ORAZIO SANTAGATI, Relatore di mino-

ranza . Il ministro ha la sua opinione, etutte le opinioni sono rispettabili : ci man-cherebbe altro !

Si è posto il Governo l ' interrogativo sequesto provvedimento non sia uno de itanti che sono stati emanati da molti ann ia questa parte, e in conseguenza dei qual isi è sempre detto che avrebbe contenut ol'ultima «stangata», mentre poi tutto sa-rebbe ritornato a livelli normali? I nquesto caso, invece, onorevole de Cosmo ,abbiamo davvero raschiato il fondo de lbarile, perché si gioca sui decimali, sull epercentuali minime, sui piccoli gettiti .Non sto qui a rifare l'elenco dei gettiti ch esi pensa deriveranno da ogni voce, ma icolleghi ricorderanno (perché questoelenco l'ha già fatto nella relazione) ch esono tutte cifre inferiori al miliardo e ch el'importo globale derivante da tutt oquesto provvedimento si aggira attorno a i4.500 miliardi .

Ma dico allora: per reperire 4500 mi-liardi era proprio necessario adottare u nprovvedimento come questo, oltre tutt ocosì contorto, confuso e di difficile appli-cazione? Non era invece possibile attuareuna manovra non fiscale, tendente all ariduzione delle spese improduttive e a sti-molare e incentivare la produzione? S isarebbe in questo modo avuto produzion edi maggiore ricchezza e quindi un gettit ofiscale maggiore . È inutile mettersi con l alesina a tentare di raschiare le ultime in-crostazioni di disponibilità fiscale, con ri-sultati che non bastano, non servono aniente. Era meglio attuare una concret amanovra che avesse orizzonti più vast idella sopravvivenza mensile o trimestral edi un Governo, perché in questo modo s isarebbero portate nelle casse dello Stat odecine di migliaia di miliardi . Con unaben congegnata manovra di riduzionedelle spese e di stimolo alla produzione, s isarebbe potuti arrivare non dico al pa-reggio del bilancio (è un sogno che diffi-cilmente riuscirà a realizzare questa po-vera Repubblica!) ma almeno ad una ten-denza alla riduzione di un deficit ormaicronico e sempre crescente .

Il provvedimento in esame non assolv ea questo compito essenziale, non è un

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provvedimento di ampio respiro, è u nprovvedimento di fiscalismo accentuato epoco oculato. E su questi fondamentaliaspetti negativi del decreto che noi ab-biamo intenzione di condurre non unabattaglia ostruzionistica, onorevole de Co-smo, ma una battaglia di contenuti e ap-profondita: non vedo la ragione per l aquale questo non debba essere consentitoad una opposizione che ha dimostrato(avendo lo stesso Governo tenuto conto d ialcune osservazioni) di non essere unaopposizione parolaia, ma densa di conte-nuti e di sostanza .

Passiamo ora ad un'analisi del provve-dimento. Una prima osservazione vogliorivolgere al ministro delle finanze a pro-posito della estensione degli argoment iaffrontati. L'onorevole Fanfani avevamolto predicato contro l'inflazione di de-creti, ma ora anche lui si è dovuto ade-guare ai difetti dei suoi predecessori . Pa-zienza! Però il senatore Fanfani è troppofine cultore della Costituzione (non a cas oè stato fino a qualche mese fa Presidentedel Senato; e tutti i senatori sono concord inel giudicare che conoscesse a menadit otutta la tematica costituzionale e regola-mentare) per non rendersi conto che aquesto provvedimento si è visto aggiun-gere materie estranee anche a tutte quell e— pur estremamente eterogenee — origi-nariamente trattate . L ' onorevole d eCosmo potrebbe replicare argomentand oche, visto che i contenuti erano già tant oeterogenei, un argomento in più o uno i nmeno non cambiano nulla . Io non vogliofare l 'avvocato difensore dell ' onorevol ede Cosmo (che non ha nessun bisogno d iavvocati, essendo da solo bravissimo ne ldifendere se stesso, la maggioranza e i lGoverno), ma dico che è vero che la ma-teria era già eterogenea, ma per lo men oera inclusa in una serie di iniziative chemiravano soltanto all'accrescimento de lgettito. V'era almeno questo filo condut-tore, mentre qui incontriamo disposizion iche non vi hanno nulla a che vedere evoglio citarne una, senza tediare il pu rraccolto uditorio : ab uno disce omnes . Miriferisco alla proroga della validità dell acosiddetta commissione dei trenta per la

riforma tributaria; l'argomento nulla ha aspartire col disegno di legge di conver-sione. Non ripeto che sono contrario ne lmerito, ma dal punto di vista del conte-nuto, la materia è affatto diversa e davrebbe meritato ben altra sorte .

Quanto alle varie modifiche recat enell'abbastanza tormentato iter in Assem-blea ed in Commissione, prenderei l emosse dal parere delle Commissioni insede consultiva (non mi richiamerò al pa-rere della Commissione di merito, aven-dolo già fatto abbondantemente in sede d irelazione di minoranza) . La Commission ebilancio esprime un telegrafico parere fa-vorevole. Sono due parole e, se si fossetrattato di una sentenza, sarebbe stataimpugnabile in Cassazione per assolut odifetto di motivazione : senza la motiva-zione, il parere è inesistente! Conosc omolto bene il presidente di quella Com-missione, l'onorevole La Loggia, e ritengoche quello sia stato un parere di pudore :se si fosse entrati nella motivazione, n esarebbero emerse tante e tali di quelle cri -tiche, che — poiché parliamo di sentenze— si sarebbe potuti giungere alle cosid-dette sentenze suicide in cui perfetta è l acontraddizione fra la motivazione ed i ldispositivo ; segue l'appello, per il merito ,il ricorso in Cassazione, per violazione dilegge e soprattutto con riferimento all amotivazione in se stessa, e si vince l acausa per contraddittorietà di motiva-zione, non per difetto .

Gli altri pareri si potrebbero assimilarealla contraddizione di motivazione : si dàparere favorevole, ma con osservazioniche contraddicono tale parere ; comin-ciamo (non vado in ordine di importanza )dalla Commissione lavori pubblici . Ono-revole relatore (le auguro di diventaresottosegretario ed anche ministro: nellamaggioranza, si può anche arrivare all aPresidenza del Consiglio), tale Commis-sione esprime parere favorevole, a patt oche si valuti l'opportunità di esoneraredal pagamento della tassa di circolazion ei veicoli in possesso dei concessionari ,qualora sia stata rilasciata loro la procuraa vendere, eccetera . E un parere moltolimitativo, che accoglie una delle nostre

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istanze subordinate; la nostra istanzaprincipale era la soppressione di quest oarticolo 17, infausto anche per il suo nu-mero. Dal punto di vista dei contenuti, s enon si può sopprimere l 'intero articolo ,abbiamo presentato una subordinatapresso la Commissione finanze e tesor osin dai primi giorni, nel senso di tenerconto almeno dei concessionari ; ne sa-rebbe altrimenti derivato un guazzabu-glio ed in questo senso si orienta il testocon le ultime modifiche .

La Commissione agricoltura condi-ziona il suo parere alla soppression edell'ultimo comma dell'articolo 6 del de-creto-legge relativo alla riduzione al 1 3per cento della forfettizzazione dell'IVA ,«per la cessione dei prodotti zootecnici ,potendosi ottenere gli stessi risultati consoluzioni diverse» . Questa è una implicit arampogna rivolta al Ministero delle fi-nanze che, quando ha preparato questoemendamento, non si è accorto che po-teva dare una soluzione migliore alle esi-genze della zootecnia italiana . In questoparere sono espresse poi delle osserva-zioni in merito al comma aggiuntiv odell'articolo 34 e, addirittura, si dà l'im-beccata per la sostituzione di questo arti -colo, formulandone uno nuovo : questa èun'altra lezione che viene data dal Go-verno. Ripeto, questi sono tutti pareri for-mulati all'unanimità o a maggioranza ,quindi, onorevole de Cosmo, la nostra op-posizione non è preconcetta o faziosa, èun'opposizione che trova il suoi difensoridi fiducia negli stessi documenti dell eCommissioni parlamentari .

FRANCESCO FORTE, Ministro delle fi-nanze . Può stare sicuro che, in fatto diagricoltura, la nostra tesi è identica aquella della Commissione bilancio: infatt iabbiamo presentato un emendamento i nquesto senso !

ORAz10 SANTAGATI . Invece si vede ch ela Commissione agricoltura, che è la pi ùcompetente a trattare problemi conness iall'agricoltura, ha un ' opinione un po' di -versa da quella della Commissione bilan-cio . Non c'è niente di male in ciò, in

quanto ognuno coltiva meglio il propri oorticello ; lei è più bravo nell'orto fiscale, icomponenti della Commissione agricol-tura sono più bravi nell'orto agricolo: miconsenta almeno questa difesa di tal eCommissione .

Non ho parlato del parere formulatodalla Commissione affari costituzionali ,in quanto ne ho fatto cenno in occasionedell'illustrazione della pregiudiziale di co -stituzionalità presentata dal gruppo delMSI-destra nazionale . Per quanto ri-guarda invece la Commissione industria ,qui siamo oltre la tirata di orecchie ,siamo alla sculacciata energica; si dà in-fatti il parere favorevole a patto, però ,che: «il periodo di imposta 1982, all'arti-colo 2, sia sostituito con il periodo di im-posta 1983» . Onorevole de Cosmo, lei ch eè un valente studioso dell'argomento, m idarà atto che uno dei primi emendament ida me presentati in Commissione miravaa far slittare l'operatività del provvedi -mento dal 1 0 gennaio 1982 al periodo diimposta 1983 . Il parere della Commis-sione industria così continua : «a pattosempre che l 'articolo 3 sia soppresso e ,subordinatamente, l'aliquota sia dimi-nuita». Anche queste sono richieste conte -nute nel pacchetto dei nostri emenda -menti. Dico questo non per polemizzarecon il relatore per la maggioranza, che èpersona molto seria e precisa, ma perribadire che la nostra opposizione non èdi facciata, bensì è un'opposizione di con -tenuto e di sostanza .

Veniamo ora all'articolo 7 del provvedi -mento, quello di cui mi sono molto occu-pato: ebbene, la Commissione industriane chiede la soppressione senza formu-lare alcuna subordinata . Quindi, si chied eciò che io stesso chiedo, ed in questo son oconfortato dal parere di un'autorevol eCommissione . Si chiede inoltre che : «l 'ap-plicazione del primo comma dell'articolo8 sia differita di un mese, che si provved aa ridurre il numero delle aliquote a caric odei premi di assicurazione, accorpandol iin un massimo di tre o di quattro sca-glioni». Anche questa è una istanza il cu icontenuto ho trasfuso in una serie d iemendamenti . Certo, ho chiesto vere e

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proprie soppressioni, ma poi, in subordi-nata — non per nulla faccio l'avvocato equando nelle aule giudiziarie arrivo all aconclusione, oltre alla richiesta princi-pale mi devo sforzare di avanzare anch ele subordinate — mi sono limitato a chie-dere ciò che è contenuto nel parere dell aCommissione industria .

Non dico, dulcis ivi fundo, ma amarus infundo, onorevole sottosegretario, il pa-rere della Commissione industria si con-clude con queste parole : «a patto che gl iarticoli 13, 14, 15 e 16 siano soppressi» .Cioè, tutta la tematica del 16 per cento :cioè la famosa e famigerata paleo-neo-imposta di consumo che prima c 'era, poiè stata soppressa con la riforma tributa -ria, ed ora si vuole reintrodurre . Quindi ,la chiameremo in questo modo! Tutto ciòsignifica che c'è una maggioranza — chesi cela dietro il parere della Commission e— che vuole la soppressione del famos o16 per cento dell ' imposta di consumo. Diconseguenza, nell'ultimo periodo, si af-ferma la necessità che «l'ultima tabella, d icui all'articolo 16, sia rivista per ridurre i lventaglio dei beni colpiti» . In parte questoè stato fatto, ma nulla esclude che s ipossa ulteriormente realizzare in materi aun perfezionamento .

Ho voluto citare questo parere per di -mostrare che questo provvedimento, senon fosse stato modificato il testo adot-tato dal Governo, sarebbe stato una font edi numerose ingiustizie . Ma le ingiustizienon finoscono certo con questi migliora -menti, compresi quelli apportati dall aCommissione finanze e tesoro . Bisognaanche dare atto al ministro Forte dell asua disponibilità a perfezionare il provve-dimento : ma dov'è il difetto, signor mini-stro? E qui viene fuori il corporativism odel suo Ministero! Lei ha detto di esseredisponibile ad accettare emendament ipurché il gettito fiscale complessivo nonfosse diminuito .

FRANCESCO FORTE. Ministro delle fi-nanze. Ho detto: «purché non diminuisc atroppo» !

ORAZIO SANTAGATI . Quindi, sotto

questo profilo lei è stato molto oculato ,naturalmente dal suo punto di vista .

Quindi, a che serve che globalmente si astato tolto qualche centinaio di milioni ?Queste somme sono sempre sottostimate ,per cui poi si dirà che vi sono state en-trate maggiori di quelle previste . Inquesto caso lei non c'entra, poiché l astima fu effettuata dal suo predecessore,ma tra Bari e Torino c 'è una grande di -stanza, non solo geografica . Quindi, i lprecedente ministro delle finanze, es-sendo del sud, sottostimava, mentre lei ,che è del nord, è portato a sovrasti -mare .

Dunque, il gettito fiscale è stato tantosuperiore al previsto che, quasi quasi, po-tremmo respingere questo provvedi -mento. Se tiriamo le somme, tra quelloche si pensava di introitare tra il 1982 edil 1983 e quello che si pensa di introitarecon questo decreto-legge, i quattromilamiliardi sono reperibili benissimo, per cu ilei sarebbe passato alla storia come u nministro apprezzabile dal punto di vistafiscale, e gli italiani si sarebbero rispar-miati di stringere ancora la cinghia .

Passiamo ora ad alcuni argomenti es-senziali, infatti, poiché non posso effet-tuare una analisi generale, debbo proce-dere ad una analisi differenziata .

In primo luogo, per quanto riguarda l esingole norme, debbo dire che con l'arti-colo 1 si è tentato (tentativo poi rientrato )di dimezzare l'imponibile dei fabbricatidati ai partiti politici, alle associazion ipolitiche, sindacali e di categoria . Farequesto nel momento in cui si costringon ogli italiani a pagare sulla base di coeffi-cienti rivalutati anche del 300 per cento,sarebbe stata una cosa fuori luogo . Hoapprezzato la sua sensibilità, signor mini-stro, ma se lei non ne avesse dimostrata ,noi avremmo continuato in questa pole-mica. Quindi, questo scoglio è stato supe-rato felicemente .

Per quanto riguarda un altro argo -mento, che penso vada meglio rimeditato ,quello relativo alle ritenute sulle provvi-gioni inerenti a rapporti di commissione,agenzia, di mediazione, rappresentanze d icommercio e di procacciamento, lei avrà

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ricevuto molte più segnalazioni di quantenon ne abbia ricevute io . Lei sa che idestinatari, non solo per spirito di corpo ,perché si sentono colpiti, ma con argo -menti che meritano per lo meno un ap-profondimento nel quadro degli emenda -menti che abbiamo presentato, non pos-sono essere tassati due volte . Bisogna tro-vare una maniera almeno decente, grazi ealla quale il loro lavoro non subisca un'ul -teriore umiliazione sotto il profilo fiscale .Anche in questo caso c'è un lunghissim otesto, un'elaborazione che mette in diffi-coltà gli interpreti, coloro che debbon oapplicare la legge, coloro i quali debbon orispettare la legge . Questo è il difetto cheho sottolineato all'inizio della mia replica :non si possono adottare provvedimenti emodificarli di colpo in questo modo, percui un cittadino deve avere a disposizioneun consulente, non soltanto per i period i«caldi» della denuncia dei redditi o pe raltre incombenze di legge.

Vi è poi tutto il problema relativo all'ar -ticolo 6, su cui non mi soffermo . Però ,anche in questo caso, non si può prender euna legge fondamentale come quell asull'IVA e di colpo sottoporla ad una seri edi «docce scozzesi», di modifiche, di sosti -tuzioni, di aggiunte, di soppressioni . È unesercizio che si condensa in un emenda -mento chilometrico che va da pagina 5fino a pagina 7 del nuovo testo emendato :sono tre colonne circa di testo per u nemendamento che, a sua volta, si sovrap-pone ad altri emendamenti .

Per quanto riguarda l 'articolo 7, noi nechiediamo la soppressione e siamo, com eabbiamo visto, in buona compagnia, co nun parere di una Commissione della Ca-mera. C'è tutto un congegno (del quale èinutile che torni ancora a dolermi) cheinasprisce le aliquote, che modifica legg irecentissime (per esempio la recent e«legge Formica» sulle case e la «legge Ni -colazzi»). Ma come si può varare unalegge e poi cambiarla dopo tre mesi? L agente che si orienta in un certo modo,raggiunto il tempo utile per capire unalegge (perché le leggi ormai sono diven-tate enigmi, ci vuole la palestra di Edip oad essere allenati nel l ' enigmistica), subito

dopo arriva un'altra legge che cambi atutto. Si può andare avanti così, signorministro? Mi sembra molto difficile .

Sull'articolo 8, riguardante il problemadelle assicurazioni, abbiamo già parlat oin senso generale e ci soffermeremo i nseguito . Anche in questo caso si tratta d itre o quattro pagine che vengono modifi-cate con la massima propensione alla ri-duzione del carico fiscale, pur lasciandougualmente scontenti i destinatari . C' ètutto il problema delle Borse, di cui ab-biamo già discusso e che riporteremo i nauge nel momento in cui avremo modo d ioccuparci degli emendamenti relativi .L ' unica cosa intelligente di questo prov-vedimento è la soppressione dell'articol o12 sull ' INVIM, per riportarla alla legg esulla finanza locale pendente al Senato . Eveniamo ai famosi articoli 13, 14, 15 e 1 6sui quali farò un discorso molto esplicito .Non è con queste modifiche che si cambi ala sostanza del tributo che ha provocat ogià un calo pauroso delle vendite . Non lecito neanche i giornali perché credo ch elei abbia un ufficio stampa tanto diligent eche almeno la parte relativa al suo dica-stero le venga segnalata. Certo è che co nquesto prov v edimento lei passa per unkiller dell'elettronica, perché lei ne h aprovocato la morte, o ha creato le condi-zioni perché l'elattronica muoia . E quest onon mi piace, anche perché lei non ha l afaccia del killer, signor ministro, è unafigura così simpatica e così aperta ch enon le posso assegnare questo compito .Quindi, spero che finalmente a questo set -tore si guardi sul serio . Lei si è affezio-nato ad un'imposta, l'imposta di con-sumo, che però è stata soppressa dall ariforma tributaria . Quindi, non possiamocontinuamente riesumare le cose già d atempo soppresse .

GIUSEPPE RUBINACCI . Si chiama im-posta di consumo: in realtà, è un'impostadi fabbricazione!

ORAzIO SANTAGATI, Relatore di mino-ranza . Certo, la natura di questa impost aè ibrida. Bisognerebbe stabilire come ma isi chiami imposta di consumo e, poi, sia

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un ' imposta di fabbricazione o di confine .Lei che è un professore, dovrebbe dar euna definizione scientifica della natur adel tributo .

Una volta, quando era ministro dell efinanze Tanassi che, poverino, non persua colpa, si intendeva poco di finanze ,disse di avere inventato un tributo nuovo ,ed io chiamai quel tributo la «tanatassa» .Non vorrei chiamare questa la «tassa -Forte», perché forte è, a prescindere da lsuo riverito cognome .

Andando al contenuto, noi chiediamo l asoppressione di questo 16 per cento . Poispiegheremo meglio il dettaglio quandoillustreremo l'emendamento . Comunque ,bisogna sopprimere il tributo ; il restosono «pannicelli caldi», che non servono aniente. Al massimo, si potrebbe tentare d iaumentare l'aliquota dell'IVA . Chi parladel 25, chi parla del 30, ma non so se gliinconvenienti non sarebbero peggiori deirimedi che con questa modifica si vorreb -bero conseguire .

Per quanto riguarda l 'articolo 17, lefaccio notare soltanto un fatto, signor mi-nistro. Io non sono molto contento che latassa di circolazione venga trasformata inimposta sul possesso del veicolo . Anchequesto è un discorso sulla natura del tri-buto . Io direi che ci vorrebbero almenouna consolidata dottrina ed una pre-gressa giurisprudenza per arrivare aquesto tipo di nuovi tributi . L'unica cosache mi permetto di far notare è che c'è u nfatto curioso, che dipende dal modo i ncui i cittadini si devono comportare di-nanzi ai decreti-legge .

Poc'anzi, ad esempio, parlavamo dei te -levisori, dei video giochi, cioè del famos oarticolo 13. Lì c 'era una norma tassativa ec'era la data del 31 gennaio. Ora tutto èstato cambiato, ma se qualche ingenu ocrede alla validità immediata dei decreti -legge (che, come sappiamo, operano exnunc, entrando in vigore immediata -mente ed i loro effetti, quindi, risalgon oex tunc), quel cittadino si è trovato in unacondizione di disparità . Il cittadino furbo ,il cittadino che sa ormai come i decreti -legge abbiano il significato delle «gride»manzoniane, aspetta che arrivi la modi -

fica o la soppressione della norma mentreil cittadino ingenuo si sottopone subit oall'onere previsto. Lei dirà che nessunol 'ha fatto: ma allora questo significa chequesto Governo non è molto creduto !

FRANCESCO FORTE, Ministro delle fi -nanze . Abbiamo diramato apposite istru-zioni !

ORAZIO SANTAGATI, Relatore di mino-ranza . Sì, ma lei mi insegna che la circo -lare non può sovrapporsi alla legge . Soche in quest'Italia accomodaticcia èl 'unica cosa che si possa fare . Io non lasto criticando, ma lei vede quali salti legi -slativi bisogna fare.

Lo stesso vale per la faccenda dell etarghe degli autoveicoli, signor ministro .Quei cittadini che si sono precipitati arestituire le targhe o a pagare entro il 3 1gennaio la tassa di circolazione sono de ifessi, perché è stato introdotto un cert oemendamento ed ora aspettiamo un su odecreto ministeriale che ripristini i nuov itermini e dia un po' di fiato a questi tar-tassati contribuenti .

Mi avvio alla conclusione, per sottoli-neare l'ultimo aspetto, che è il più deli-cato di tutto il provvedimento. Mi rife-risco all'articolo 4, rispetto al quale desi-dero rivolgere una censura formale eduna critica sostanziale. Per quanto ri-guarda il primo profilo, voglio dire che d iquesto articolo 4 siamo venuti a cono-scenza formalmente quando il provvedi -mento era già in discussione in Assem-blea, per cui non è stato possibile eserci-tare in Commissione quel potere, che i lregolamento della Camera conferisce a lsingolo parlamentare, di presentar epropri emendamenti o subemendamentiall'emendamento del Governo .

Ma lasciamo l'aspetto formale ed occu-piamoci dell 'aspetto sostanziale . In unamateria tanto complessa e delicata, si in-serisce un altro discorso, quelle del fiscal-drag . In proposito, giacciono in Parla -mento da anni proposte di legge, presen-tate anche dal mio gruppo, che tendono amettere ordine nella materia . Ma anchein questo caso, la tirannia del tempo non

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mi consente di scendere in dettaglio ; per -ciò dico soltanto che questo articolo 4 èun'ipotesi di lavoro ed è stato inserito inmodo piuttosto anomalo in un contestocome questo .

In proposito sarebbe stato meglio pre-sentare un progetto di legge ad hoc, op-pure, volendo inserire la materia nel de-creto-legge, studiare un diverso criteri oper l'accorpamento delle aliquote . Non èdetto infatti che il criterio suggerito dalministro sia il migliore, tanto è vero chein un primo momento egli ha parlato di 8

aliquote, ripiegando poi su 9. Non sap-piamo se sia migliore il primo o il se-condo congegno; comunque, secondo noi ,è migliore quello previsto da un emenda -mento il quale, con molto buon senso, èstato concepito dal mio gruppo .

Ieri il ministro, però, dopo che gli er astato informalmente illustrato, mi h adetto di non poterlo accettare, non vo-lendo prendere in considerazione l'esen-zione dall'imponibile e preferendo la de -trazione d 'imposta . Se questo è un cri-terio più rispettoso della riforma tributa -ria, sarebbe allora giusto sopprimer eanche la famosa imposta del 16 per cento .Comunque, non è su questo che intendosoffermarmi .

Desidero, signor ministro, esporle u nconcetto generale, rinviando l'esame deidettagli tecnici alla discussione degli arti -coli . Poiché lei ci ha promesso delle simu -lazioni da far eseguire al computer, chepotrebbero illuminarci (io sono soltant oun semplice artigiano del fisco e nonposso fare quelle ricerche computerizzateche ella è in grado di far fare al suo Mini -stero), vorrei invitarla a considerare che icontribuenti italiani sono molti . Perciòquella che potrebbe essere una aliquotaaccettabile in linea astratta, potrebbe po idiventare insopportabile in linea con -creta, soprattutto nel mezzogiorno d 'Ita-lia, soprattutto nella mia isola, la Sicilia ,di cui, anche per doveri inerenti al man -dato parlamentare, mi debbo occupare .

Stiamo attenti, dunque: le prime fascedi questa aliquota dovrebbero essere sta-bilite in modo molto oculato e gli sca-glioni dovrebbero prevedere una fascia di

esenzione. Studiamo il modo di ottenerel'esenzione se per via diretta sull'imponi-bile o per via indiretta attraverso la detra -zione d'imposta, comunque stabiliam oche una fascia di reddito che si aggira su i5-6 milioni deve essere totalmenteesente .

Concludo, signor ministro, auguran-domi che questo provvedimento non ven -ga approvato, che lei ci annunci altr imodi di reperire gettiti (che esistonoe che i suoi computer stanno abbondante -mente censendo) . Se lei volesse passar ealla storia come il primo ministro dell efinanze che ha avuto il coraggio di nonimporre nuovi tributi ai cittadini italiani ,sarebbe un benemerito sia del fisco (per -ché l'euforia procurerebbe certament emaggiori gettiti), sia, sicuramente, dellanazione italiana. E siccome noi ci bat-tiamo per la tutela degli interessi dell anazione italiana, ove il nostro auspici onon si realizzasse, restando lei sulle su efrontiere fiscali, faremo tutto il nostr odovere affinché questo provvediment onon sia approvato, ovvero, qualora lofosse, sia migliorato il più possibile (Ap-plausi a destra) .

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicarel 'onorevole ministro delle finanze .

FRANCESCO FORTE, Ministro delle fi-nanze . Signor Presidente, onorevoli colle -ghi, la discussione che si è svolta i nquest 'aula e che ho seguito solo in parte ,essendo impegnato al Senato nella discus-sione sul decreto-legge, recante la stessadata, concernente la finanza locale, misembra sia stata una discussione di livell omolto elevato e certamente molto utile ,che mi consentirà di replicare in untempo relativamente breve, mettendomaggiormente a fuoco problemi e dubbiche possono sorgere in ordine a questiprovvedimenti .

Innanzitutto, però, desidero sgombrar eil campo da una questione — se così pu òessere definita — di metodo e da una cri -tica che è stata rivolta al ministro dell efinanze e, dunque, al Governo, in partico-

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lare, con una certa violenza verbale, dauna determinata parte politica, che nonso bene se sia nettamente all'opposizione ,od orientata verso l'astensione . La critic aè rivolta al comportamento del Governo ,che ha accettato un notevole numero d iemendamenti a seguito del dibattito che s iè svolto nel Comitato ristretto, in Com-missione e in Assemblea, in relazione all emodifiche strutturali dell'imposta perso-nale sul reddito che abbiamo inserito co nun emendamento .

In realtà, il Governo ha accettato o fattopropri suggerimenti non già per debo-lezza o per costituzionale incapacità, maperché ritiene, con umiltà superiore aquella dei suoi censori, che sia sempr epossibile migliorare, in base alla dialet-tica, al dialogo, come insegnava ,Socrate(lo cito poiché l'onorevole collega che m iha preceduto poco fa è un cultore delpetísiero antico), soprattutto quando dia -logo e dialettica sono frutto di ragione .Nessuno di noi, credo, possiede la verità ,e tantomeno quella immagine della perfe -zione che non è ancora la perfezione eche Platone stesso, da filosofo idealista ,riteneva fosse il massimo che si potess erealizzare nel mondo delle prassi .

Di fronte alla complessità dei problemi ,abbiamo usufruito perciò di un'utile di-scussione ed abbiamo accettato di modifi -ca ,e il testo, accogliendo suggeriment idella maggioranza e, in alcuni casi ,dell'opposizione. Mi domando che sensoavrebbe la discussione parlamentare, l adialettica democratica, i vari passaggi cheessa prevede, ove non se ne traessero con -seguenze di questa natura e ciascuno ri-manesse, ogni volta, rigido sulle proprieposizioni .

Ho voluto dare una indicazione di me-todo e fare una dichiarazione — se mi èconsentito — di umiltà, necessaria pe rchiunque affronti problemi così com-plessi e difficili per loro natura, ed in par -ticolare in Italia, oggi, e comunque in un asocietà altamente articolata, come son oquelle in cui viviamo in questa epoca,anche per dichiarare che il Governo par-tecipa a questo dibattito non già con l'at-teggiamento del sergente di ferro che dice

sempre e comunque di no, ma con l'inten -zione di ascoltare e capire .

Il secondo rilievo metodologico, ri-guarda l'oratore che poco fa ha cortese -mente argomentato i motivi, anche radi -cali, della sua opposizione al decreto eall'assieme delle decisioni che gli sotto -stanno e di cui esso è una delle espres-sioni . Egli ha affermato che il Governo esoprattutto il ministro delle finanze, i nrelazione ai problemi del gettito, avrebb edetto «modificate pure, purché ci si ga-rantisca lo stesso gettito» . Questo non èdel tutto, ma largamente, esatto .

Non è del tutto esatto nel senso che no iabbiamo dichiarato di avere una piccol adisponibilità, che abbiamo quantificato i ncirca 200 miliardi di lire (il termin e«circa» è doveroso, perché credo nessunodi noi abbia la possibilità di valutare per-dite di gettito e incrementi di entrate co nprecisione millimetrica), in relazione all adinamica di altre entrate che, come giu-stamente si è fatto rilevare, sussistono ,ma che — vorrei far notare, se mi è con -sentito dirlo, ancor più giustamente —non sono entrate a regime : i gettiti de lcondono, infatti, si avranno quest'anno ,con un residuo nell'anno venturo, m anulla di più . In una linea di prudenz afinanziaria, quindi, dobbiamo conside-rare questi maggiori introiti destinati acopertura di spese di carattere straordi-nario o di minori entrate di natura tem-poranea . Faccio un esempio . Abbiamo co-perto con i maggiori gettiti del condon ol'assegnazione alla finanza locale, con l ostralcio da questo decreto, dell'accelera-zione straordinaria dell ' INVIM alla ca-denza quinquennale : un fattore di carat-tere straordinario, quindi, che viene co-perto, per quanto riguarda la finanza sta -tale, con un'entrata di carattere straordi-nario . Ma non possiamo procederesempre in tale modo, perché in alcuni deicasi cui ci si trova di fronte (soppression eintegrale di tributi o modifiche radicali d iprovvedimenti), si viene ad incidere s ufattori di carattere permanente . Pertanto ,nei vari ordini di grandezza, secondo l'im -postazione complessiva della manovra, omeglio dell'assieme delle decisioni e delle

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operazioni in atto, abbiamo pensato ch esia possibile sopportare, da parte del pub -blico erario, una riduzione di 200 miliard irispetto alle previsioni .

Vorrei anche sottolineare che sussi-stono elementi di tensione per quanto ri-guarda i gettiti tributari di quest'anno edegli anni futuri, in relazione alle misur eche tra breve dovranno essere discusse daquesta Camera, nelle Commissioni in sed elegislativa, nell'ambito del provvediment osulla rivalutazione patrimoniale per leimprese, in relazione all'inflazione, chenell'ultima parte contiene l'abolizion edel l 'ILOR, per vasti settori di imprese mi -nori (il cui contenuto non è per altr ochiaro) e di categorie oggi tassate, per unminor gettito stimabile su base annua i n900 miliardi di lire . Questo, unitamente amodifiche di detrazioni a regime per unminor gettito stimabile in 400 miliardi d ilire su base annua. Si può dire che, da u npunto di vista formale, non sussiste alcu nproblema di copertura, perché è noto ch ei tributi in questione si pagano con lo sfa -samento temporale di un anno, e ciò s iripercuote dunque sul 1984 : ma, siccom enon intendiamo utilizzare come raccolt oanche la parte di grano che deve esseredestinata alle semine, non vogliamo cio èfare in modo che nel futuro manchin oproventi tributari adeguati, riteniamo checi si debba preoccupare della copertur aanche in questo campo . Ciò, del resto ,risponde anche ad una preoccupazion eche è implicita nei messaggi che proven-gono da una fonte altissima, cioè dal Pre -sidente della Repubblica, in tema di co-pertura di oneri pluriennali .

La nostra preoccupazione sul vincolo d iun gettito determinato appare quindi do-verosa: sarebbe sbagliato dal nostr opunto di vista, che riteniamo di dover fer -mamente difendere, seguire una linea pi ùcedevole e più accattivante . Non vogliopassare alla storia come un ministro dell efinanze che non si cura dei gettiti, perch éciò significherebbe passare alla storia —posto che di storia si tratti — o meglioalla cronaca come un direttore di marke-ting di un'impresa che non si cura dei fat-turati o delle quote di mercato . Natural -

mente ci sono varie considerazioni da te -nere presenti sia in un 'impresa che in unGoverno .

GIUSEPPE RUBINACCI . Si ha proprioquesta sensazione, ministro !

FRANCESCO FORTE, Ministro delle f i -iianze . Tuttavia esistono varie dialettich ein un Governo e nelle attività di un'im-presa, così come esistono varie funzioni .Una funzione fondamentale è, appunto ,quella di mantenere i livelli di entrata a llivello adeguato a coprire le spese pubbli -che.

Noi abbiamo più volte indicato suggeri-menti in tema di riduzione di spese pub-bliche . Va anche sottolineato che alcun iprovvedimenti adottati dal Governo di -pendono da sollecitazioni da noi avan-zate; così come va ricordato che il nostr oMinistero ha ridotto la propria spesa pe rinvestimenti dichiarando che si può por-tare avanti lo stesso programma con var isistemi di economie; sollecitando tuttavi aper una cifra inferiore aumenti di spes aper il personale . Infatti, se possiamo im-maginare che gli edifici doganali posson oessere affittati anziché costruiti, non pos -siamo immaginare che si possa affittare ,come oggi di fatto accade, l'attività d icontrollo doganale, per mancanza di per-sonale, a terzi, incorrendo in gravissim iinconvenienti .

Vorrei sottolineare che in effetti proba-bilmente avremmo potuto prevedere un amanovra meno aspra in presenza di stru-menti di accertamento più efficaci, i nparticolare nel settore delle dogane . Aquesto riguardo ci pare importante ,anche in relazione a problemi futuri dicopertura che si porranno, che il Parla -mento si faccia carico di questo gravos oproblema delle dogane e del suo perso-nale, che naturalmente si intreccia con i lcontenuto di questo decreto in relazion eai problemi di riscossione che si presen-tano .

VARESE ANTONI. Il controllo doganal eè affidato a terzi?

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FRANCESCO FORTE, Ministro delle fi -nanze. Sì, in alcuni casi esiste un con-trollo che viene esercitato mediante lestesse imprese o gli spedizionieri, in ca-renza di personale delle dogane . Si sup-pone che ci sia una sorveglianza generale ;ma, data la complessità delle operazioni ,si rimedia in questo modo . Evidente -mente tutto ciò è molto delicato, perchépoi la carenza è di entità multipla rispett oa quello che appare, in quanto esistonodei servizi fissi. Infatti, spesso in un uf-ficio doganale vi è una persona con l'in-carico di ricevere telefonate e un finan-ziere posto a guardia . Pertanto, alla ca-renza drammatica di personale, aggra-vata dallo sciopero in corso, che ci fa per -dere un centinaio di miliardi al giorno ,secondo nostre valutazioni, si dovrà prov-vedere . A questo riguardo sottoporremoal più presto al Consiglio dei ministri ,dopo averlo concordato con il Minister odella funzione pubblica, un provvedi -mento studiato in relazione all'ecceziona -lità del fenomeno, sottolineando che, aparte gli aspetti fiscali, vi sono quelli de lcontrollo del traffico della droga e di altr ielementi di criminalità economica che, a desempio, si collegano con il contrabband odi tabacchi e di altri prodotti medianteTIR o vagoni ferroviari .

Passando all'esame più specifico dell eosservazioni che sono state fatte, ci si ainnanzitutto consentito, poiché giusta -mente questo argomento è stato posto inquesta sede, rispondere a quelle osserva-zioni, sollevate nelle Commissioni parla-mentari, che sono state riprese nella di-scussione. Devo dire che, per quanto ri-guarda l'osservazione proveniente dall aCommissione bilancio, cioè che in agricol -tura si sarebbe potuto adottare una mi-sura diversa da quella che è stata intro-dotta nel decreto-legge, l'abbiamo rece-pita con molto piacere, perché corri -sponde alla nostra impostazione : quella d icreare non già una «scalettatura» tra l'ali -quota forfetizzata dall'IVA per l'agricol-tura, in determinati settori, e l'aliquot adetraibile, sempre a forfait, ma invece diridurre l'aliquota forfetizzata stessa ,mantenendola uguale a valle ed a monte .

Questo perché il sistema comunitario è d iquesta natura, e perché l'Italia si trova i nuna controversia con la Comunità econo-mica europea a proposito dell'eccessiv aaltezza dell'aliquota forfettizzata . Così di-sponeva dunque il nostro testo originario ,che però, su sollecitazione di esponent idel mondo agricolo, è stato modificatonel modo che appare nel decreto-legge ,cioè con la «scalettatura» .

Io parlo della questione tecnica, nondella questione delle aliquote. Ho dettoprima che noi non pretendiamo di esser eesperti di tutto: ci è parso di capire ch edovessero esistere delle ragioni, che ri-guardano non già l'agricoltura in sé, ma i lfatto che tramite questi congegni si pu òfar rientrare nel settore agricolo un asorta di commercio, magari di carattereinternazionale, che finisce per danneg-giare l'agricoltura; ovvero una sorta dicommercio improprio . Ci è sembratodunque che questa forma di pagamentoavesse natura di controllo, cosa che peraltro non ci convinceva, perché, da unpunto di vista tecnico, ci sembrava mac-chinoso mandare miriadi di contribuent ia pagare il 2 per cento, quando invece s ipuò ridurre il forfait ed ottenere lo stessoeffetto riducendo l'aliquota che poi le im -prese dovranno detrarre . Avevamo ac-colto questa impostazione, ripeto, perch ésuggerita da tecnici del mondo agricolo ,con le motivazioni che ho indicato . Sonopoi stati avanzati dei rilievi, ed allorasiamo stati molto lieti di tornare alla no-stra impostazione, che riteniamo si aquella corretta da un punto di vista fi-scale, anche per non addossare al tribut ocompiti che esso non ha.

Bisogna dire, d'altra parte, che le cate-gorie agricole chiedevano che l'aliquot afosse mantenuta al 14 per cento, e no nridotta al 13, secondo la nostra imposta-zione . Entro subito nel merito perché l'ar -gomento si collega direttamente all'obie-zione sollevata dalla Commissione bilan-cio. Abbiamo ritenuto — dopo una ma -tura e, se mi si passa il termine, tormen-tosa riflessione — di aderire a questa sol -lecitazione, che fa perdere 50 miliardi d igettito, anche se bisogna dire che, a no-

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stro parere, non è una buona linea; e cipermettiamo di dirlo a coloro che difen-dono gli interessi dell'agricoltura . Si è so -stenuta la tesi che la CEE protesta co-munque, perché anche l'aliquota del 1 3per cento è superiore a ciò che la Comu-nità europea ritiene giustificato. Maquesta tesi non è poi così forte, perché laCEE protesta ancora di più per un 'ali-quota del 14 per cento, anche se, ovvia -mente, l'aver ridotto dal 15 al 14 è unpiccolo segno di buona volontà. Se tut-tavia avessimo potuto ridurre al 13 ,avremmo avuto più forza per difender emeglio questo provvedimento, per ri-durre le pressioni finalizzate alla sua mo -difica. In altri termini, la tensione rest apraticamente invariata . Ci siamo compor-tati in questo modo perché si dice, e giu-stamente, che l'agricoltura italiana su-bisce la sleale concorrenza dovuta aimontanti compensativi . Mi permetto per òdi osservare che questa sorta di rendita ,che viene concessa con un tributo ch enon viene versato dall ' agricoltore, maviene trattenuto per controbilanciare imontanti compensativi, si traduce in u nsistema per controbilanciare una sovven-zione anomala che gli altri danno. Non s idovrebbero assegnare alle imposte com-piti di questa natura: bisognerebbe agirecon maggiore fermezza nel settore de imontanti compensativi . Forse qualcunonon lo fa, perché si potrebbe obiettare,per esempio, che l'Italia usufruisce d icontributi per l 'olivicoltura concess ianche per le olive che rimangono appes ealle piante, e forse per olive che neppur eesistono, o che l 'Italia usufruisce di sov-venzioni della Comunità europea nel set-tore del pomodoro, le quali non hanno l adestinazione finale voluta . Esiste, quindi ,un contenzioso CEE .

Comunque, dal punto di vista delle os-servazioni della Commissione bilancio, c isembra che abbiamo risposto nel metodoe, per quanto riguarda gli interessi de lmondo agricolo, anche nel merito, pu rcon i pro e i contro che qui esistevano .

La Commissione industria ha elevat onumerose obiezioni, che in un certo sens osi possono definire settoriali. Ci sia con-

sentito però dire che forse la Commis-sione industria, guardando gli aspetti pro -duttivi dell'industria, avrebbe dovuto farele considerazioni — lo diciamo in modosommesso, senza pretesa di polemizzar e— che sono state fatte dal relatore deCosmo, cioè che i provvedimenti vannovisti nel loro complesso .

Bisogna rendersi conto che questi prov-vedimenti servono a finanziare in parteuna massiccia fiscalizzazione degli onerisociali ; in parte una riduzione della pro-gressività della imposta personale sul red -dito che, per quanto riguarda il lavorodipendente, non solo sterilizza gli effett idell ' inflazione, ma crea uno spazio ag-giuntivo che è servito molto per poterraggiungere un accordo tra imprenditor ie lavoratori in relazione al costo del la-voro.

Questa manovra è servita a finanziareuna erogazione per assegni familiari ch erappresenta un grandissimo progressosul terreno della socialità e anche da lpunto di vista della concezione struttural edegli assegni familiari, in relazione a lprincipio di darli a chi realmente ha bi-sogno sotto il profilo dei carichi di fami-glia e anche del parametro del reddito : ilche costa all 'erario, secondo nostre valu-tazioni, un migliaio di miliardi su bas esemestrale e due mila miliardi su bas eannua.

E evidente pertanto che la manovra tri-butaria ha avuto il fine redistributivo, pe-requativo e di sostegno all 'industria cheho indicato, e questo ha consentito sia u naccordo sul costo del lavoro che giov aall ' industria, sia un disinnesto dell ' infla-zione che giova a tutta l'economia ita-liana, e non solo all 'industria. Bisognaallora guardare le cose dal punto di vistacomplessivo .

Comunque, per quanto riguarda l eobiezioni della Commissione industria ,non è che esse non siano state valutate ne lconfronto e nel dialogo che ci ha portatoad accogliere alcune modifiche, del restosollecitate in sede di Commissione daivari parlamentari . Per quanto riguard al'imposta trattenuta, riguardante i var isoggetti economici del mondo dell ' inter-

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mediazione, è ben noto che, soprattutt otramite il contributo tecnico di altissim olivello che è venuto dal dibattito nellaCommissione, abbiamo adottato vast eesclusioni, sia nel settore delle assicura-zioni sia in altri campi molto importanti ,come ad esempio quello delle agenzie diviaggio e turistiche e quello dell'interme-diazione ortofrutticola . Abbiamo adottatosostanziale attenuazioni della trattenuta ,stabilendo una «scalettatura» in relazion eal numero di addetti, migliorando così i ltesto del provvedimento ; di cui vogliamosottolineare l'importanza, perché esso in-troduce una trattenuta sui redditi divers ida quello di lavoro dipendente o di lavor oautonomo o di interessi, e quindi anchenel settore di redditi che hanno una na-tura di impresa, oppure di redditi che,secondo provvedimenti all'esame dellaCamera e che molti caldeggiano, sonoperò da considerarsi redditi di lavoro au-tonomo .

Qui si devono fare due osservazioni a ifacili critici di questa trattenuta dal punt odi vista del principio. Innanzitutto bi-sogna decidersi : se i rappresentanti d icommercio ritengono di dover essere la-voratori autonomi, come questi da temp osostengono e come viene sancito nel test odel disegno di legge che viene discuss oalla Camera, riguardante la rivalutazion epatrimoniale delle imprese, e come il Go -verno stesso ritiene, allora questi soggett ivanno considerati nell'ambito di ciò che i llavoro autonomo comporta, ossia unatrattenuta alla fonte . Non si può preten-dere di presentarsi come lavoratori auto -nomi ai fini del non pagamento dell'ILO Re come impresa ai fini del non pagament odella trattenuta sui redditi di lavoro auto -nomo. Ciò mi sembra abbastanza con-traddittorio; pertanto credo vada rilevat ocome la critica rivolta sia inconferente(Interruzione del deputato Rubinacci) .Esiste un disegno di legge, che sarà di-scusso tra una settimana, con il qualequesti redditi vengono passati al lavoroautonomo. Su altre parti del provvedi-mento abbiamo delle riserve mentre, perquanto riguarda questa parte, siamo per-fettamente convinti che essa sia ragione-

vole e fondata in relazione ad un innega-bile problema di classificazione. Vi sonocerto dei casi di confine, ma in quest ocaso ci sembra che siamo aI di qua e no nal di là del confine .

La seconda osservazione è che, anchequando si trattasse — e per alcuni d iquesti soggetti si può dire che così sia —di piccoli imprenditori o imprese minori enon di lavoratori autonomi, l'argomentoche la trattenuta si deve fare solo su red-diti netti e lordi non è conferente perchénel campo del lavoro autonomo la tratte-nuta si fa sui redditi lordi, per i quali visono poi detrazioni per spese di produ-zione e tutto il ragionamento consiste ne lfare una trattenuta bassa, del 10 pe rcento, che è minore — va sottolineato —dell'aliquota iniziale delle imposte, che èdel 18 per cento .

Il fine della trattenuta qual è? Nonquello di anticipare un gettito, ma quell odi effettuare il controllo anche di unaparte di economia che in qualche modo ,dal punto di vista fiscale, è sommersa eche a volte è sommersa proprio dal puntodi vista economico . Parliamo ad esempio ,di una miriade di subagenti e di altr esituazioni del genere .

Inoltre, riteniamo che questo tipo d ioperazioni moralizzi il settore . Stabilendoquesti obblighi di trattenuta, infatti, s idetermina la regolarizzazione di molteposizioni giuridiche, oggi anomale ecause di concorrenza sleale . La nostraimpostazione, quindi, non è finalizzat asolo ad un aumento, ma ha anche aspett idi carattere strutturale. Comunque, ri-peto, l'obiezione della Commissione indu-stria è stata recepita accogliendosi la pro -posta subordinata relativa alla mitiga-zione .

Per quanto riguarda la tesi proposta inCommissione industria di far slittar el'abolizione delle spese non documenta -bili nella misura forfettaria del 3 percento per i soggetti a contabilità semplifi -cata, dal 1982 al 1983, dobbiamo innanzi -tutto rilevare che la natura di questa de -trazione non riguarda l'opzione del con-tribuente fra spese non documentate e dadocumentarsi, ma il fatto che un contri-

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buente possa o meno usufruire di unadetrazione per spese che non è possibil edocumentare .

Non è esatta, quindi, l'affermazione se-condo cui in questo caso siamo di fronte auna norma che agisce retroattivament eperché il contribuente se avesse saputo ,avrebbe raccolto la documentazione . L aratio di questa detrazione, infatti, non èquella di concedere la possibilità di un aopzione, cosa che nel nostro sistema no nè ammissibile poiché da un regime di con -tabilità semplificata porterebbe al regim edei forfait, che è cosa ben diversa, bensìquella di concedere qualcosa di simile all edetrazioni per il lavoro dipendente perspese non documentabili o che non è pos -sibile detrarre . Allora il punto è di sapere ,poiché l'opzione può essere esercitata ri-spetto a questa dichiarazione dei redditi ,se il contribuente debba o meno valutar eil fatto che in un regime ha la possibilit àdi utilizzare questo sistema, mentrenell'altro regime non ha questa possibili-tà .

Va anche osservato comunque, per ri-muovere ogni dubbio, che assieme aquesto onere è stato dato un grosso bene-ficio, che noi avevamo già in mente d iinserire nel decreto-legge, ma che per ra-gioni di correttezza parlamentare ab-biamo preferito discutere in Commis-sione . Si tratta dell 'aumento del tetto ri-guardante il regime di contabilità sempli -ficata, tetto che è stato quasi raddop-piato .

Esisteva nella cosiddetta «legge Vicen-tini-bis», la legge sulla rivalutazione patri -moniale delle imprese, una disposizioneche aumentava questo tetto a 600 milioni .Tuttavia, volevamo far emergere nella di -scussione cifre più alte, alle quali ci siamodichiarati disponibili . E ciò per una rifles -sione che vorremmo riesporre qui. Non s itratta di sapere se quella dimensione d ivolume d 'affari ha un significato più omeno preciso per il concetto di contabi-lità semplificata come tale, ma di riflet-tere se, per un'impresa di quella dimen-sione, con una struttura di 10 addetti piùil titolare, con fatturato di 80 milioni peraddetto se è una impresa normale, o, con

fatturato di circa 15 milioni per addettose è un'impresa peculiare, assumere uncontabile sia un onere ; un contabile nonper tenere la contabilità semplificata, ch eè quella dell'IVA e che ci si può far gestir econ servizi esterni, ma l'altra contabili-tà .

Ci è sembrato che sia importante preve-dere uno sgravio di questo onere . Nellostesso tempo, però, ora il contribuentetrova condizioni diverse : non ha dirittoalla detrazione, ma ha diritto ad un cor-ridoio ben più ampio .

Voglio sottolineare che tutto si tiene i nquesto provvedimento . Infatti, proviam oa renderci conto che senso logico avrebb eavuto mantenere il 3 per cento raddop-piando il tetto; ciò avrebbe determinatoun' enorme perdita di gettito, per altro d icarattere automatico . Comunque, a no isembrano illogiche detrazioni di naturapercentuale; vorremmo invece detrazioni ,possibilmente di imposta anziché di im-ponibile, che comunque siano «scalettate »e decrescenti, così come metodologica-mente compare nell'articolo 16 del di -segno di legge sulla rivalutazione patri-moniale delle imprese .

Infatti, l ' impossibilità di documentarele spese decresce con la dimensionedell'impresa e delle spese medesime. Evero che comprando 10 matite dal carto-laio all'angolo non possiamo documen-tare la spesa fino a quando non avrà ilregistratore di cassa, ma è anche vero chese consideriamo che una grande impresanon compra le matite dal cartolaio, madal grossista, la questione cambia .Quindi, la non documentazione deve es-sere qualcosa che non solo è fissa, ma chedecresce con la dimensione dell'impresa ;tant'è vero che nel regime di contabilitàsemplificata essa non sussiste .

Anche per tale ragione noi abbiamo ri-tenuto che per il 1983 questa norma do-vesse essere soppressa in via transitoria ;mentre, sempre nel 1983, si dà il van-taggio dell 'innalzamento del tetto del re-gime di contabilità semplificata . Quindi,anche sotto questo profilo il rilievo dellaCommissione industria è stato accolto, si apure in una concezione più vasta .

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Per quanto riguarda la soppression edell'imposta di consumo o, in subordine ,la sua attenuazione, e per quanto ri-guarda il concetto del tributo nella mi-sura del 16 per cento, di cui si è discuss osia in Commissione industria sia qui ,vorrei fare due osservazioni . Innanzi -tutto, che questo tributo è diverso dall eimposte comunali di consumo, perché s iapplica sulla fase della fabbricazione de iprodotti all'atto della loro cessione al cir-cuito commerciale, ossia all ' atto dellaloro cessione al consumo; il che significache ciò avviene su una fase di molto ante -riore a quella in cui agiva l ' imposta comu -nale di consumo, che per sua natura ,quindi, intralciava il commercio . Quel tri -buto è stato soppresso in quanto conside-rato odioso in base al concetto, giàesposto più volte da Einaudi all'inizio d iquesto secolo, del protezionismo munici-pale; era una sorta di dazio di confine ,anche quando non era prelevata più da ldazio, e comportava comunque una ge-stione complessa perché era impostato s uuna base finale o semifinale molto frasta-gliata .

Questo tributo è, invece, all'origine, o a lconfine o sul produttore ; ha pochissim isoggetti e non turba il circuito commer-ciale. È dunque un tributo diverso, perce-pito sulla fase della fabbricazione, manon tributo di fabbricazione come tale . S ichiama propriamente «tributo sul con-sumo» poiché il suo presupposto è l'im-missione al consumo finale, nel circuitocommerciale interno . A causa di questadenominazione, il tributo viene anch enelle interpretazioni differenziat odall'imposta di fabbricazione, in conside-razione anche dei vari regimi — in pro-spettiva — di bene schiavo di imposta :nell'imposta di fabbricazione vi sono re-gimi per l 'esportazione o la riesporta-zione diversi da quelli che pensiamo d idover attuare in questo sistema, secondoil quale solo l'immissione nel consumo, enon già la fabbricazione, determina il sor -gere dell'imponibilità. Anche se il presup-posto imponibile, in quanto sia base im-ponibile e non già presupposto del tri-buto, è la fabbricazione, la base imponi -

bile è appunto la fabbricazione, ma il pre -supposto del tributo è la fabbricazione el'immissione nella vendita interna .

Pertanto, tutte le operazioni di com-mercio internazionale — dall ' internosull'estero, dall'estero via intern osull'estero — sono concettualmente fuorida questo tributo, così come fuori sono l eimmissioni nell'attività produttiva, tanto èvero che abbiamo indicato spesso col ter-mine «semiprofessionale» questa nozion edi esclusione di ciò che diventa strumen-tale alla produzione, anche se ovviament ei confini non sono chiari . Non è quind iirrilevante usare la denominazione «diconsumo» o «sul consumo», se si preferi-sce .

Questo chiarimento serve anche a ca-pire perché il tributo — come è statochiarito negli emendamenti — non sicommisura, per il produttore italiano ,come base imponibile al valore di vendit aal momento della cessione al circuitocommerciale, ma al valore di fabbrica-zione in relazione alla cessione al circuit ocommerciale, con detrazione quindi d itutte le spese commerciali che son oestranee alla fabbricazione e che, in rela -zione alla normativa adottata per le gia-cenze, abbiamo già anticipato di ritener edebbano essere attorno al 40 per cento .Per le giacenze commerciali si è in paral -lelo stabilito, nel regime transitorio, ch eesse siano tassabili in quanto vendute ,proprio sulla base del concetto dell'im-missione — in questo caso da parte de lcommerciante — nel circuito finale .

Circa la dimensione del tributo, va an-cora una volta sottolineato che il tributonon mira soltanto a creare un nuovoonere, in quanto ha altri due scopi fonda -mentali . Il primo è quello di consentirc iun migliore accorpamento delle aliquoteIVA, essendo nostra intenzione perdere l ealiquote superiori e sostituire a quel li -vello questa «scalettatura» di aliquot e(che è fastidiosa anche per gli operator ieconomici, oltre che per il fisco) appunt ocon una forma di tassazione di quest anatura, trattandosi spesso di beni che inpratica in Italia non vengono prodotti ,come ad esempio le perle o le pelli da

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pelliccia, e trattandosi di beni per i quali èmolto facile, in riferimento alla quantità ,rilevarne il valore . Oppure ricorrere allaimposta di registro, come nel caso di au-tomobili al di sopra di una certa cilin-drata, aeromobili e così via .

Bisogna capire che questo tributo s iraccorda al concetto che la aliquota de l20 per cento su questi prodotti, per l ' IVA ,dovrebbe essere abrogata : è chiaro chel 'abrogazione di una aliquota IVA del 20per cento implica il passaggio di du epunti in meno quando l 'accorpamentosarà fatto e vi è, come è noto, disponibilitàdel mondo sindacale, a non considerar enella scala mobile l 'accorpamento dell ealiquote IVA, come si evince dal test odell'accordo siglato presso i minister idelle finanze e del lavoro, proprio in rela -zione al fatto che questo accorpamentoserve per sorreggere i gettiti in relazion ealla complessiva manovra dell'IRPEF edegli assegni familiari .

Il tributo — è la seconda osservazioneimportante — mira ad ottenere un censi -mento ed una lotta al contrabbando, chein questo campo è fortissimo: secondo lenostre valutazioni, più della metà del pro -dotto è di contrabbando in vari modi, tra-mite il confine (contrabbando totale), otramite evasioni e non pagament odell 'imposta (contrabbando parziale) ,sino alla vendita al di fuori del circuitocommerciale, frequentissima per molti diquesti prodotti mediante i più disparatiespedienti . L'inserzione di questa impost aed il sigillo consentono quel controllo fi-sico che, mediante l'IVA, non si può eser -citare; si creano le premesse per l 'ado-zione della dogana meccanizzata per i lcontrollo dei flussi di questi prodotti e danche per il controllo degli esercizi com-merciali dove, secondo la Guardia di fi-nanza, esistono spesso molti prodotti d icontrabbando nel senso lato prima indi-cato, mentre secondo l'analisi IVA sa-rebbe estremamente complesso indivi-duarli; sarà semplice ora che vi è quest otributo con il connesso sigillo, che dev eessere applicato .

Diventa di facilità immediata anche u ncensimento della produzione italiana

(visto che essa risulta dal tributo) d iquanto proviene dall'estero e dell'am-montare del consumo, in termini abba-stanza ravvicinati . Vorremmo che risul-tasse chiaro come uno dei fini fondamen-tali di questo tributo è quello di moraliz-zare un settore concedendo un benefici omolto consistente ai nostri produttori .Con la massima delicatezza e con il mas-simo garbo dico che alcuni dei nostri pro -duttori sono semiproduttori, in quant outilizzano prodotti esteri cui magari ag-giungono un puro design od elementi d ifinitura, ciò che nel settore tessile s ichiama converter; quello tessile è il set-tore che con la sua produzione producemaggior valore aggiunto, mentre il con-verter di un prodotto ad alto contenutotecnologico è molto simile a quello delsettore aeronautico (il converter di chiprende l'intero prodotto e procede all averniciatura delle ali, ad esempio, all'in-stallazione dei seggiolini, eccetera) .

Esistono zone di confine, ovviamente ,nella produzione italiana, in cui il tributopesa sull 'estero ed in alcuni casi su pro -dotti che non sempre al confine sono va-lutati esattamente ed in alcuni casi sfug-gono. Ad esempio, ci domandiamo com emai in paesi come la Germania orientale ela Cecoslovacchia sia fiorente l ' industrianel settore dei televisori, dei prodotti a dalta fedeltà, mentre non si individuaquale sia il loro mercato finale dal mo-mento che da noi giungono i prodott idella Germania occidentale e del Giap-pone. Il quesito presenta un certo inte-resse; ribadisco che il tributo ha anchequeste finalità .

Per questi, motivi, qualitativamente, ri-teniamo che questo tributo sia necessari oe non solo per la necessità di copertura diquesto insieme di provvedimenti, maanche in relazione alle considerazioni d ifondo che ho illustrate .

Sul problema della trasformazion edell ' imposta sulla circolazione in impostasul possesso, chiarisco due concetti molt obrevemente . Riusciamo così, innanzitutto ,a controllare l 'evasione di un tributo ch eè assai notevole in modo automatico ; ri-puliamo il settore da alcune anomalie (ab-

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biamo ovviamente esonerato le macchin eda collezione perché non circolano) ; co-munque, il concetto di imposta sul pos-sesso ci sembra più giusto, in base al prin -cipio del beneficio che è alla base d iquesto tributo, poiché il possesso di u nveicolo atto a circolare implica il poten-ziale uso delle strade anche nei periodi d ipunta. Siccome le strade si devono co-struire, mantenere e controllare in base a iproblemi della punta, questo tributo è —secondo le migliori teorie — molto piùidoneo di un tributo sulla circolazione .Secondo alcuni teorici — ci sono nume -rosi saggi nella letteratura scientifica s uquesto argomento —, il tributo dovrebb eaddirittura avere aliquote maggiorate ne iperiodi di punta . Ovviamente questa èuna tematica che riguarda le città, e chein parte viene risolta in certi ordinamentimediante parcheggi a cifre differenziate .Comunque il concetto del possesso ri-sponde meglio al principio del benefi-cio .

La seconda osservazione è quell adell'importanza dell'evasione e dell afrode in questo campo, in particolare nelsettore delle auto diesel, dove ci troviam oin presenza di un 40 per cento di mancat ipagamenti . Segnalo questo perché nel set -tore del diesel è difficile immaginare ch esi tenga il veicolo per non circolare o chesi abbia un vecchio veicolo, perché i nquesto caso saremmo in presenza di unavettura da collezione; se c'è l'evasione de l40 per cento, vuol dire che molti circo-lano senza il bollo e che in molti luoghi onon lo si controlla oppure si è compia-centi. Questo è un solo esempio che fac-cio, tra i tanti, per dimostrare che il fin edi questi provvedimenti non è quello d iprendere dei soldi a casaccio, bensì èquello di raccogliere dei mezzi, medianteil sistema tributario, di eliminare dell elacune e di apportare migliorament istrutturali al sistema. Noi abbiamo valu-tato che, tra la finanza locale e quell adello Stato, nella nostra manovra il recu-pero dell'erosione è intorno ai 3 mila mi-liardi; il recupero rispetto al fenomen odell'evasione intorno ai mille miliardi ; latassazione sui consumi voluttuari intorno

ai 320 miliardi ; le tassazioni immobiliari osui guadagni speculativi come quelli deri-vanti da operazioni di borsa — non uso i ltermine speculativo in senso demoniz-zante; mi rifaccio ad un pensiero per i lquale la speculazione ha una sua impor -tante funzione economica, per altro ci ònon implica che non si debbano pagare irelativi tributi, anche se non pensiam operò a tributi straordinari bensì a normal itributi di bollo — intorno ai 1500 mi-liardi. Da questi dati sommari si com-prende come siamo di fronte, secondo l anostra idea, ad un'azione di caratter estrutturale, così come strutturale èl'azione che abbiamo compiuto ne lcampo della curva delle aliquote e dell edetrazioni . Tale curva è stata costruit acon meno scaglioni; essa procedeva a zig -zag, con andamenti troppo ripidi in al -cune sue parti . Ora la curva è più com-patta e più dolce, il che vuoi dire ch eresiste meglio nel tempo in relazione agl ieffetti dell ' inflazione . Nell'accorpamentodelle aliquote esisteva una anomalia, i nrelazione ai redditi compresi tra i 25 e i 30milioni, che abbiamo provveduto a cor-reggere sulla base di osservazioni ch esono state formulate da alcuni grupp iparlamentari . Questo ha comportato un aperdita di circa 60 miliardi, perdita ch eriteniamo però giustificata in quanto, acausa del l ' accorpamento delle aliquote, v iera un settore nel quale la nuova aliquot amarginale era superiore a quella vecchia ,anche se l 'aliquota media era del due percento inferiore . Abbiamo quindi cercatodi attenuare un po' la nostra tendenza a lperfezionismo, consistente nel minimiz-zare le aliquote, al fine di ottenere u nandamento più logico in una zona critic aper il futuro, in quanto in questa fascia s i'situeranno i redditi di molti contribuenti .Il regime delle detrazioni decrescenti ri-sponde al principio di riconoscere talun espese che il lavoratore dipendente sop-porta, quando non si trova, all'intern odella progressione nell'ambito del rap-porto di lavoro, in una situazione per cu itali spese sono a carico dell'impresa . Puòtrattarsi di spese di trasporto, di aggior-namento culturale o di altre spese con-

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nesse al fatto che la mobilità del lavora-tore ai più alti gradi è facilitata, sia intermini di orari che di circostanze dell avita, rispetto a quella propria di chi s itrova a grandi più bassi .

Questa detrazione decrescente di impo-ste, e non di imponibili, è in relazione allaconcezione generale della riforma tribu-taria . In materia abbiamo accolto u nemendamento che prevede l'elevazion edella quota per la moglie ed i figli a caric oa 2 .800 .000 lire ; questo non si ritiene unabbuono, ma piuttosto un modo per pere-quare maggiormente le famiglie, da lpunto di vista del mondo femminile . In-fatti, una donna che lavora part time, chefruisce di un reddito modesto (come son o2.800.000 lire annue) si sarebbe trovata —senza questa elevazione della quota —nella situazione di dover decidere di no nsvolgere più questo lavoro, che non sa-rebbe stato più conveniente dal punto d ivista economico, o, addirittura, di svol-gere un lavoro a tempo pieno. C 'è unasorta di «effetto serra», per cui una partedelle donne, che sarebbe desiderosa d ilavorare per offrire un contributo finan-ziario all'economia della famiglia, si trov acostretta per ragioni di ordine fiscale a duna situazione diversa .

Anche questo è un tema ampiament edibattuto a livello internazionale ; noi ab-biamo ritenuto di accogliere l'emenda -mento volto in questa direzione perché c isembra che abbia proprio un tale signifi-cato .

Con questi esempi credo di aver dimo-strato che stiamo cercando di accoglieretaluni emendamenti e non di fare le cos ea casaccio o concessioni a strappi : in so -stanza cerchiamo di migliorare i testi .

L'ultima questione riguarda l'indicizza-zione prevista per il 1984 . Come corretta -mente ha spiegato l'onorevole relator eper la maggioranza, non si tratta di un avera e propria indicizzazione poiché essanon riguarda la curva delle aliquote, m asolo le detrazioni ; e le riguarda nel limit edel 10 per cento, cosa che noi riteniam oabbastanza ovvia. È un modo di preve-dere per l'anno prossimo, sin d'ora, un aconsistente correzione degli effetti del

dragaggio fiscale ; riteniamo così di ave rfatto un lavoro che non sarà vanificato ,pur in un periodo in cui l'inflazione i nItalia non sarà stata ancora domata .

Così ci sembra di aver semplificato enon complicato le cose . Inoltre l'operati-vità della norma è circoscritta ad un ann oe prevede un meccanismo automatico co nesclusione di qualsiasi ambito per la di-screzionalità tecnica, come invece erastato previsto precedentemente in altr iprovvedimenti . Nel confermare che il Go-verno ascolterà con la massima atten-zione il dibattito che si augura costruttiv oe non svolto con intenti dilatori, inten-diamo riaffermare che il dialogo con i lParlamento è per noi importantissimo eintendiamo rispettare al massimo la vo-lontà, ferma restando la responsabilit àpropria dell'esecutivo in materia di poli-tica tributaria, sia per quanto riguarda itributi, sia per quanto riguarda la gran-dissima attesa, giustificata, che è ripost anella correzione del sistema dell'IRPEF ,in relazione alle distorsioni che l'infla-zione ha determinato (Applausi — Con-gratulazioni) .

PRESIDENTE . Rinvio alla seduta po-meridiana il seguito del dibattito, che ri-prenderà dopo la votazione della risolu-zione Bianco Gerardo, Labriola, Reggian ie Bozzi, sulla cui approvazione il Govern oha posto la questione di fiducia .

Proposta di assegnazione di un progett odi legge a Commissione in sede legisla-tiva .

PRESIDENTE . A norma del prim ocomma dell'articolo 92 del regolamento ,propongo alla Camera l'assegnazione insede legislativa del seguente progetto d ilegge':

alla VI Commissione (Finanze e te-soro) :

S. 1966 . — SARTI ed altri: «Norme per l acessione da parte dell'amministrazion edei monopoli di Stato al comune di Bo-logna dell'immobile denominato ex Mani-

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fattura tabacchi, ubicato a Bologna, non -ché al comune di Bari di un immobil eubicato in detto comune» (già approvatodalla VI Commissione della Camera e mo-dificato dal Senato) (3049-B) (con pareredella II e della V Commissione) .

La suddetta proposta di assegnazionesarà posta all'ordine del giorno dell aprossima seduta .

prescritte condizioni, il trasferimento i nsede legislativa :

«Ulteriori interventi nelle zone colpit edalla catastrofe del Vajont» (3610) .

La suddetta proposta di trasferiment osarà posta all'ordine del giorno dell aprossima seduta .

La seduta termina alle 13,30.

Proposta di trasferimento di un disegn odi legge dalla sede referente alla sedelegislativa .

PRESIDENTE . A norma del sest ocomma dell'articolo 92 del regolamento ,propongo alla Camera l'assegnazione i nsede legislativa del seguente disegno d ilegge per il quale la V Commissione per-manente (Bilancio), cui era stato asse-gnato, in sede referente, ha chiesto, con le

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