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mensile di cultura cinematografica E 1,00 2013 numero 04 anno XXXIII Damiano Damiani, pittore, scrittore e regista è scomparso il 7 marzo 2013 il versatile maestro friulano Scrivere di cinema - Premio Alberto Farassino si rinnova Un workshop redazionale al festival di Roma come primo premio Tante sorprese e novità per la terza Fiera dedicata ai bambini Dal 12 al 14 aprile 2013 B come Bimbo Raccontare il cinema con uno sguardo personale Conclusa a fine marzo a Cesena la nona edizione del Backstage Film festival Un Far East carico di 60 titoli e grandi anteprime Dal 19 al 27 aprile 2013 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine e al Visionario Sguardi sul cinema italiano Una nuova collana di libri sul cinema Voci Doc Il documentario investigativo protagonista della VII ed. de Le voci dell’inchiesta Domani accadrà Ovvero se non si va non si vede Aprile 13 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Damiano Damiani, pittore, scrittore e registaè scomparso il 7 marzo 2013 il versatile maestro friulano

Scrivere di cinema - Premio Alberto Farassino si rinnovaUn workshop redazionale al festival di Roma come primo premio

Tante sorprese e novità per la terza Fiera dedicata ai bambiniDal 12 al 14 aprile 2013 B come Bimbo

Raccontare il cinema con uno sguardo personaleConclusa a fine marzo a Cesena la nona edizione del Backstage Film festival

Un Far East carico di 60 titoli e grandi anteprimeDal 19 al 27 aprile 2013 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine e al Visionario

Sguardi sul cinema italianoUna nuova collana di libri sul cinema

Voci DocIl documentario investigativo protagonista della VII ed. de Le voci dell’inchiesta

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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In copertina: Luigi Lo Cascioregista e interprete diLa città ideale

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaAprile 2013, n. 04anno XXXIII

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoSegretaria di redazioneMarianita SantarossaDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Grafiche Risma - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla

Unione Italiana Stampa Periodica

Era il 23 luglio del 1922 quando a Pasiano di Pordenone nacqueDamiano Damiani che, negli anni Trenta, dal Friuli si trasferì a Milanodove frequentò l’Accademia di Brera e dove entrò in contatto coninsegnanti pittori come Carrà, Funi, Messina e molti altri ancora.Nell’immediato dopoguerra, per il Piccolo Teatro di Milano diretto daStrelher e Grassi, realizzò una delle prime locandine. Disegnò anchedelle strisce di fumetti per la storica rivista L’Asso di Picche di HugoPratt. Negli anni Cinquanta lavorò per la Bolero film-Mondadori aduna serie di fotoromanzi per approdare infine al cinema: «La cosa piùimportante era fornire alle masse sempre più vasti strumenti di lettu-ra, per contribuire così alla loro emancipazione» dichiarò trasferen-dosi a Roma, dove divenne sceneggiatore. Come regista esordì coldocumentario La banda d'Affori cui seguì, sempre nel 1954, Le gio-stre. Passionale, curioso, con il gusto per la polemica, a trentotto annipassò al lungometraggio di finzione realizzando nel 1960 Il rossetto,protagonista Pietro Germi nel ruolo del commissario e Il sicario, unnoir sul marcio di certa borghesia italiana senza scrupoli. Damiani,dall’imprinting friulano poco propenso ai compromessi e ben saldosui propri principi etici, fin dall’inizio sposò un cinema nel segno dellapassione civile, che piacque ai critici e al botteghino. Damiani sapevacon maestria passare con estrema agilità da un genere all'altro,ricreando nei suoi lavori il respiro delle grandi narrazioni hollywoo-diane. Dopo La rimpatriata, del 1963, una delle sue regie più signifi-cative, con protagonista un indimenticabile Walter Chiari, lo stessoanno diresse La noia, ispirato all'omonimo romanzo di AlbertoMoravia. È del 1966 Quién sabe? capolavoro del western all’italiana,mentre nel 1968, complice la voglia di confrontarsi con opere espres-sione di un forte impegno civile, Damiani realizzò Il giorno della civet-ta, dal romanzo di Leonardo Sciascia, un film intensamente dramma-tico, uno spaccato sociale tra politica, mafia e omertà. In anticipo sumolti, Damiano Damiani intercettò allora la voglia di pulizia e la cre-scente indignazione dell'opinione pubblica, unita a una certa sfiduciaverso il potere. Firmò in tv anche la prima serie de La Piovra, il filmtelevisivo cult con il commissario Cattani di Michele Placido: ancoraoggi tra le più belle produzioni di ogni tempo della Rai. Ma la cosa piùsorprendente, era che Damiano Damiani non smise mai la sua pro-duzione di quadri, la pittura che inizia negli anni dell’Accademia diBrera a Milano e finisce nel 2005. Nell’ottobre del 2004 Cinemazero gli ha dedicato, assieme alla retro-spettiva dei suoi film e al bel volume di Alberto Pezzotta RegiaDamiano Damiani, una interessante mostra dei suoi quadri (foto inalto: particolare de L’attesa, 2000, cm 100x73) proprio a Pasiano diPordenone, il suo paese natale che aveva portato sempre nel cuore.Intelligente e anticonformista, una vita nel segno della coerenza, della

passione civile, così sipuò sintetizzare la sto-ria di Damiani, friulanopoliedrico e versatile,scrittore, pittore e ov-viamente regista. Damiano Damiani ci halasciato il 7 marzo diquest’anno, all'età di 90anni, a causa di un'in-sufficienza respiratoria. A noi resta caro il ricor-do di averlo conosciuto.

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Un workshop redazionale al Festival del Cinema di Roma come primo premio

Siate critici! Non è un modo di dire, o un invito a essere esigenti, magari in primo luogo conse stessi. Per una volta va preso alla lettera. Siate critici cinematografici. Scegliete un filmtra quelli usciti nelle sale italiane nel periodo compreso tra l'1 agosto 2012 e il prossimo 31luglio, oppure tra quelli proposti dalla piattaforma MYMOVIESLIVE! e recensitelo.Sbizzarritevi, usate i vostri strumenti del sapere, mettetevi in gioco. La critica serve, perchènon solo la visione, parafrasando Fassbinder, libera la testa, a volte anche l'elaborazione,la scrittura dei concetti, la creazione di un discorso che crei una interazione diretta con illettore/spettatore. Dialogo. Il bando dell'undicesima edizione di Scrivere di Cinema – Premio Alberto Farassino, il con-corso nazionale di critica cinematografica rivolto a tutti i giovani dai 15 ai 25 anni e pro-mosso da pordenonelegge.it, Cinemazero, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici eMYmovies.it, introduce importanti novità. Forte dell’esperienza maturata nelle edizioni precedenti, Scrivere di Cinema si pone semprepiù come osservatorio privilegiato delle passioni cinematografiche dei giovani e palestracritica vera, in cui i più meritevoli potranno sperimentare concretamente il lavoro in unaredazione come giornalista critico. Infatti, grazie alla nuova partnership con Alice nella Città– la sezione autonoma e parallela – i primi cinque classificati della sezione Under 25 vince-ranno un workshop redazionale. Per tutta la durata della kermesse, sotto la guida di un gior-nalista professionista, faranno parte di una redazione che avrà il compito di redigere il dailydel Festival, seguendo le proiezioni, gli incontri con l’autore, “toccando con mano” il signi-ficato di scrivere sui film e su un’importante manifestazione cinematografica internaziona-le, secondo i tempi del giornalismo vero.Altra importante novità è legata alle sezioni di gara, in cui la fascia giovane per partecipareè stata uniformata a quella degli altri festival e concorsi nazionali. Potranno partecipare aScrivere di Cinema tutti i giovani residenti in Italia tra i 15 e i 25 anni, divisi in Young-Adult(tra i 15 e i 19 anni, coincidente con gli studenti delle Scuole Secondarie di II grado) e gliUnder 25 (tra i 20 e i 25 anni). Mentre gli Young-Adult dovranno presentare una recensione di un film della presente sta-gione cinematografica, gli Under 25 dovranno elaborare, oltre alla recensione, un breve arti-colo editoriale su una traccia fornita dal bando di gara.Ci sarà tempo fino al 15 luglio per partecipare; successivamente la giuria presieduta daViola Farassino e formata dai critici Mauro Gervasini (MYmovies.it, Film TV) e Dario Zonta(L’Unità, Hollywood Party-Radio3) selezionerà i finalisti che verranno premiati nel corso dipordenonelegge.it - Festa del libro con gli autori, che si terrà a Pordenone dal 18 al 22 set-tembre prossimi. Per scaricare il bando e partecipare: http://scriveredicinema.mymovies.it

Scrivere di cinema Premio Alberto Farassino si rinnova

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Sulla scia del grande successo dell’edizione 2012 di B come Bimbo, con Giovanni Muciacciae Lupo Lucio protagonisti, che ha raggiunto il numero record di 18.000 presenze superandodel 50% quelli dello scorso anno, alla Fiera di Pordenone è partita la macchina organizzati-va della terza edizione della Fiera dei Bambini e delle Famiglie, in programma dal 12 al 14aprile 2013.B come Bimbo è un format innovativo, a metà tra fiera e festival, che abbina spazi espositi-vi e un ricchissimo programma di laboratori didattici e creativi, incontri informativi, giochie grandi eventi. 5 i padiglioni coinvolti dagli spazi espositivi che presentano proposte com-merciali per il mondo dell’infanzia a 360°: abbigliamento, gioco, alimentazione, educational,arredamento, vacanze e tempo libero.Una fiera a misura di bambino ma che offre, quest’anno in particolare, anche numerose ini-ziative dedicate agli adulti: è stato ideato per loro lo spazio Workshop Mamma & Papà alpadiglione 5 dove sono in programma incontri tematici con esperti pronti a dare consiglisull’educazione, la salute, le scelte scolastiche dei piccoli.Il vero cuore di B come Bimbo sarà il Bosco degli eventi un’arena allestita al padiglione 5che sarà animata da tantissime iniziative organizzate in collaborazione con pordenoneleg-ge.it e che ospiterà personaggi molto noti al grande pubblico.All’interno della Fiera sarà presente anche la Mediateca Pordenone di Cinemazero con i suoilaboratori di didattica dell’audiovisivo rivolti alle scuole e alle famiglie presenti.L’audiovisivo è un medium di comunicazione con e tra le generazioni e la sua alfabetizza-zione fin da piccoli è una necessità imposta dai sistemi di comunicazione attuali.L’immagine, in tutte le sue forme e declinazioni, è un sistema testuale che come tale costrui-sce un senso sintattico e semantico, del quale siamo tutti, più o meno consapevolmente, tra-duttori-traditori affascinati. Le proposte di quest'anno mirano non soltanto a coinvolgere i bambini in attività ludichefinalizzate all'alfabetizzazione del linguaggio audiovisivo, ma anche a sensibilizzarli su duetemi molto importanti quanto attuali: l'ambiente e l'intercultura. Da anni la MediatecaPordenone di Cinemazero pone particolare attenzione alle questioni ambientali legate allasostenibilità, grazie anche alla convenzione con Arpa/LaRea Friuli Venezia Giulia. Quest’approccio mescolato alle tematiche della sostenibilità ha portato alla progettazione diuna serie di iniziative laboratoriali che coinvolgeranno i bambini e i gruppi classe presenti.Queste attività, accompagnate da un mix di materiale audiovisivo (per lo più animazioni),avranno l’obiettivo di affrontare con i bambini alcuni temi legati alla sostenibilità ambien-tale come lo spreco, il riciclaggio e il consumo consapevole. L'ambiente diventerà nei labo-ratori non soltanto protagonista, ma anche metafora per parlare di intercultura. Nei tre gior-ni di Fiera andremo a costruire un Bosco “speciale” con il laboratorio Il mondo in un boscoe con il laboratorio Scenografia fa rima con fantasia, inviteremo i bambini ad utilizzaremateriale di recupero e riciclo per costruire dei fondali sul quale poi si muoveranno anima-li e creature fantastiche grazie alla tecnica della Stop-Motion.Si lavorerà anche con i nuovi media, con la fotografia e le web-cam per dare vita agli ogget-ti inanimati (parte del materiale sarà di recupero per affrontare anche il tema della sosteni-

bilità attraverso l’attività ludica) con latecnica della Stop-Motion.Avrà un ruolo dominante il loro coinvol-gimento in prima persona. I bambinilavoreranno utilizzando strumenti a lorocongeniali come il disegno e il giocodando vita a rappresentazioni che li fac-ciano riflettere anche sul concetto di iden-tità culturale, proponendo attività legate atradizioni popolari altre. Laboratori didat-tici e creativi, lunapark, la spiaggia, i gon-fiabili, la scuola guida baby, la fattoriadidattica, sono solo alcune delle tanteproposte di B come Bimbo 2013.Per info e prenotazioni: www.bcomebimbo.com

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Tante sorprese e novità per laterza Fiera dedicata ai bambini

Dal 12 al 14 Aprile 2013 B come Bimbo

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«Visto che già con le fotografie vi occupate del lavoro del set, perchénon lo fate anche con i video?» La domanda arrivò una sera dell’au-tunno del 2004 da Davide Cocchi, venuto al san Biagio a presentare ilsuo Ogni volta che te ne vai. Quell’interrogativo lasciò un segno efunzionò da pungolo per mettere a punto il progetto del BackstageFilm Festival che vide la luce il 30 marzo del 2005 alla presenza di unmaestro come Mario Monicelli che, accompagnato da Gloria DeAntoni, presenziò alla proiezione de I sentieri della gloria. In viaggiocon Mario Monicelli sui luoghi della Grande guerra. Fu un iniziobagnato dal successo, anche per la presenza le sere successive diSandra Ceccarelli per Sandra. Ritratto confidenziale di Giuseppe

Piccioni (sezione extra) e di Maurizio Ponzi arrivato per l’anteprima del suo A luci spen-te (inserito nel capitolo “cinema nel cinema”). Nell’impostare il cartellone ci si mosse sullatraccia di CliCiak il concorso nazionale per fotografi di scena che ogni anno viene affianca-to da un omaggio ad un grande maestro del passato. Quindi spazio ai backstage dei filmdella stagione, giudicati dal pubblico (premio del pubblico) e da una giuria tecnica (dellaprima facevano parte l’attrice Marina Massironi, il critico Paolo Mereghetti e il registaRolando Stefanelli). Per dovere di cronaca, il premio della giuria andò al backstage di Paterfamilias firmato da Claudio Conti e quello del pubblico al backstage di Io non ho paura diret-to da Giuseppe Bianco. Il presente dunque (che comprendeva anche la sezione “extra”, peri materiali più diversi) ma anche il passato con l’”Omaggio” ad un maestro (Pasolini in quel-l’anno) e la “retrospettiva” (vecchi backstage e servizi sui set di cinegiornali del Luce e dellaSettimana Incom)... Il tutto mosso dalla convinzione che con l’avvento del digitale e lo svi-luppo del dvd il backstage potesse assumere una propria autonomia artistica, tale da meri-tare un’apposita manifestazione. Ad occuparsi del programma oltre a chi scrive era ed ètutt’ora Angela Gorini, preziosa collaboratrice di altre iniziative del Centro Cinema Città diCesena. Quella scansione rimase pressoché intatta anche per le edizioni successive chevidero sfilare ospiti di prestigio (solo per ricordare qualche nome: Alessandro D’Alatri,Gianfranco Mingozzi, Roberto Andò, Donatella Finocchiatoro, Sabrina Impacciatore, SilvioOrlando, Anna Bonaiuto, Valentina Lodovini, Michela Cescon, Antonello Grimaldi) e segna-lare lavori e nomi di filmaker poi affermatisi (tra gli altri Susanna Nicchiarelli, NicolaDeorsola, Pippo Mezzapesa, Paola Sangiovanni, Alessandra Gori). Col passare degli anni edelle edizioni il panorama veniva a mutarsi, anche in maniera veloce. Quando il festivalcesenate avviava i suoi primi passi c’erano in Italia altre iniziative similari, in particolare ilDietro le quinte Film Festival a Roma (con le prime edizioni sotto l’egida della Fandango) euna sezione competitiva del Napoli Film Festival. Iniziative che nel giro di breve tempo sonoscomparse. Il motivo probabilmente va ricercato nella crescita degli spazi dell’offerta dibackstage, una crescita dovuta soprat-tutto all’aumentato numero di canalitelevisivi tematici, abituati a consuma-re materiali che le produzioni concedo-no a scopo promozionale. Questoaspetto ha influito anche sulla compo-sizione della nicchia (perché di questosi tratta) di pubblico interessato a que-ste produzioni: chi le cerca sa dovevederle o trovarle, per chi è solo curio-so è sempre più complicato trovarenovità o materiali già non consumati.Difficile fare pronostici sul destino diun piccolo festival come quello cesena-te. Sicuramente non è mutato il moti-vo sostanziale che lo fece nascere:ricercare e segnalare opere e autoricapaci di raccontare il cinema con unosguardo personale, al di là della com-mittenza.

Raccontare il cinemacon uno sguardo personale

Conclusa a fine marzo a Cesena la nona edizione del Backstage Film Festival

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Nella sezione “Gli anniversari del grande cinema italiano” a 50 anni da 8 1/2 di Federico Fellini è stato proiettato il lavoro di Mario Sesti “L’ultima sequenza” (2004) realizzato con materiali dall’archivio di Cinemazero.

(foto Gideon Banchmann - © Cinemazero)

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Catalogo ricchissimo anche per la quindicesima edizione del Far EastFilm Festival, attesissima a Udine dal 19 al 27 aprile con i suoi 60 titoli, a cominciareda una doppietta di anteprime europee che certo non deluderà le aspettative degli spetta-tori: Girls for Keeps di Fukagawa Yoshihiro, originale comedy nipponica, e Ip Man - TheFinal Fight di Herman Yau, nuovo e appassionante capi-tolo della saga dedicata all'icona del kung fu.Girls For Keeps descrive senza filtri il Giappone con-temporaneo e gli standard imposti alle donne di oggi.Una storia di lacrime e di sorrisi, di vittorie e di sconfit-te, di sessismo e di libertà. Una storia di piccole (gran-di) scelte, di piccole (grandi) ambizioni, di piccole (gran-di) donne. Quattro amiche, quattro diverse way of life euna metropoli che non fa sconti. Quattro diversi tem-peramenti e un unico desidero di realizzazione (perso-nale o professionale, non importa). Trent’anni. L’etàdecisiva, nella cultura nipponica, per compiere passidecisivi. Per stabilire, con esattezza, il proprio ruolo e ilproprio posto sul pianeta.Ip Man - The Final Fight descrive invece l’ultima partedella vita di mister Ip (sommo maestro del Wing Chun!)ma anche la vita della comunità hongkonghese (lettaattraverso i decenni, dal 1949 al 1972), e alterna prezio-se coreografie action a dolci palpiti crepuscolari, com-battimenti pubblici a dolori privati, configurandosicome un film dentro il kung fu e non semplicemente sulkung fu. Nei panni dell’indimenticabile mentore diBruce Lee, una vecchia conoscenza del pubblico udine-se: il superdivo Anthony Wong (spalleggiato, ricordia-mo, “dall’Asian Joe Pesci” Eric Tsang). Proprio come IpMan, scomparso nel 1972, ha gloriosamente attraver-sato la storia delle arti marziali, così Anthony ha glorio-samente attraversato (e continuerà ad attraversare) lastoria del cinema hongkonghese.Sempre sul fronte delle anteprime europee, il Far EastFilm Festival 15 offrirà al suo pubblico anche un auten-tico poker d’assi: quattro titoli che spaziano dalla bel-lezza malinconica di A Story of Yonosuke, firmato dalregista giapponese Okita Shuichi (lo stesso diWoodsman and the Rain), al perfetto stile SherlockHolmes di The Bullet Vanishes, la detective story cine-se ambientata alla fine dell’Ottocento (cast all starsdove scintillano Lau Ching-wan e la conturbanteNicholas Tse), fino all’action hongkonghese Cold Wardei due registi Longman Leung e Sunny Luk e Lost inThailand dell’attore/regista Xu Zheng che in Cina conti-nentale ha stabilito il record assoluto di incassi nellastoria del cinema cinese (il film sarà presentato in colla-borazione con CinemAsia Film Festival di Amsterdam).Tra gli eventi da segnalare, oltre alla proiezione - inanteprima euroepa - del kolossal The Guillotines diAndrew Lau e dell’horror The Complex (grandissimoritorno di Hideo Nakata, papà di The Ring e DarkWater!), la consegna del Gelso d’oro alla carriera algigante coreano Kim Dong-ho, l’affettuoso ricordo delregista filippino Mario O’Hara e la pubblicazione delvolume dedicato al regista cinese King Hu, con intervi-ste e materiali inediti.

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5Dal 19 al 27 aprile 2013 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine e al Visionario

Un Far East carico di60 titoli e grandi anteprime

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Rubbettino è una coraggiosa casa editrice calabrese chemerita tutta la nostra attenzione perché, pur essendopiccola, pensa in grande e, senza inibizioni periferiche,aspira a una posizione centrale. La sua collana cinema sìè fatta apprezzare dapprima per libri monografici dedi-cati a film tratti da celebri testi letterari: Il processo diKafka portato sullo schermo da Orson Welles, Cuore ditenebra che divenne Apocalypse Now di Coppola, Lamite di Dostoevskij trasfigurata da Bresson in Così bella così dolce, serie cui si aggiungeràun volume di prossima uscita su Morte a Venezia, trasposizione viscontiana della celebrenovella di Thomas Mann.In parallelo a questa serie imperniata sul dialogo tra cinema e letteratura, si sono affacciatii volumi dedicati al cinema italiano, su aspetti particolari della sua storia. Un paio di esem-pi. Strane storie. Il cinema e i misteri d'Italia, a cura di Christian Uva, prende in esame queifilm del nostro cinema di impegno civile che esplorano i momenti più oscuri e irrisolti dellastoria nazionale, dai casi Mattei, Moro, Ambrosoli, al delitto Pasolini, dal lungo romanzodelle stragi impunite (Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Ustica, ecc.) fino al G8 diGenova. A questo volume è seguito quello di Andrea Minuz, Viaggio al termine dell'Italia.Fellini politico, in cui l'opera del grande maestro viene ripercorsa alla luce di una prospetti-va inusuale come quella politica che, a prima vista, parrebbe estranea alla sua poetica.Invece no. Zanzotto, illustre collaboratore di Fellini, disse in più occasioni che nell'immagi-nario fantastico del regista la realtà politica e ideologica italiana non era affatto trascurata,solo trasfigurata. Una recentissima conferma viene dalla presenza di Fellini nel film fanta-politico di Roberto Andò, Viva la libertà, evocata in un frammento di repertorio nel quale ilregista si batte come un leone contro le interruzioni pubblicitarie dei film massicciamenteintrodotte dalle tv di Berlusconi. Il volume più recente della serie “cinema focus” è istantanee sul cinema italiano. I due cura-tori, Franco Montini e Vito Zagarrio, propongono al lettore un giro d’orizzonte sullo statodelle cose nel nostro cinemain questo primo scorcio disecolo registrando i muta-menti intervenuti a partiredal 2000. Data certo conven-zionale e simbolica ma, non-dimeno, è vero che con l’in-gresso nel nuovo secolo,magari senza eclatanze, pianpiano molte cose sono cam-biate. Quali esse siano, ce loindicano le sezioni in cui èarticolato il volume: gliassetti produttivi con le lorofigure emergenti, i film digenere e quelli d’autore, iloro registi e i nuovi volti diinterpreti (particolarmente ricca la schiera maschile), i romanzieri-sceneggiatori grazie aiquali si attua, sul piano della scrittura, un rinnovato scambio di risorse con la letteraturacontemporanea, fino alle nuove competenze professionali legate all’avvento del digitale.A tale fenomeno di svolta è legata anche la sorprendente rinascita del documentario che,in contrasto con la reclusione autoreferenziale del postmoderno, segnala il bisogno di toc-care terra, ritrovando il contatto perduto con la realtà in un rinnovato rapporto col mondo.Il ritorno a nuova vita del documentario ha concorso ad abbattere le frontiere generando un“cinema del reale” felicemente ibridato con la finzione. Benché debba continuare la batta-glia per il riconoscimento della sua piena dignità e valore - tale da consentirgli un giorno diessere regolarmente inserito nei programmi di sala - il documentario si è già rivelato il ter-reno oggi più fertile di reinvenzione del linguaggio cinematografico, luogo di una nuovasperimentazione delle sue possibilità espressive.

Sguardi sul cinema italiano

Una nuova collana di libri sul cinema

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Il documentario investigativo protagonista della VII ed. de Le voci dell'inchiesta

«I documentari sono il nuovo giornalismo d’inchiesta». Così replicava Michael Moore - exgiornalista passato dietro la cinepresa - all'attrice Susan Sarandon che lo intervistava sulfuturo del documentario al Tribeca Film Festival 2012 in un incontro intitolato "Why We NeedDocumentaries" (Perchè abbiamo bisogno dei documentari). «Oggi c'è un problema con imezzi di informazione - argomentava il premio Oscar -, con il giornalismo che si concentrapoco su ciò che accade. Si fa poco lavoro d'indagine e alla fine i documentari hanno colma-to il divario, fanno ciò che non fanno i giornali. I documentari hanno rimpiazzato il giornali-smo investigativo».In linea con le considerazioni di uno dei massimi rappresentanti del film-inchiesta interna-zionale - cui va il merito di aver dato nuova legittimazione al documentario, riabilitandolo algrande schermo e imponendolo come prodotto appetibile per il mercato - Le voci dell'in-chiesta, manifestazione devota al giornalismo televisivo "in presa diretta" ma anche attentaa tutto ciò che si muove sulle "strade del documentario" (alle quali riserva, da sempre, un'ap-posita sezione) - spalanca le porte della sua VII edizione al grande "cinema della realtà",attraverso un'ampia e variegata proposta di reportage e documentari d'inchiesta di rilievointernazionale. Una ventina di titoli, provenienti da altrettanti paesi del mondo, selezionatitra le migliori realizzazioni dell'ultima stagione e sottotitolati per l'occasione. Salute, Ambiente, Legalità sono i temi che caratterizzano i matinée (pensati per le scuole maaperti anche al pubblico) promossi, come di consueto, in collaborazione con ArpaFVG/LaRea e Coop Consumatori Nordest/Progetto "Legality Coop". Cafeteria Man, "l'uomodella mensa", raccontato dallo statunitense Richard Chisolm, è un carismatico cuoco di NewOrleans, responsabile del servizio mensa per tutte le scuole di Baltimora (83.000 studenti!),che con il sostegno di genitori, insegnanti e agricoltori della zona si è fatto artefice di un'in-novativa campagna sperimentale per una nuova cultura del cibo: la proposta di una dietascolastica ragionata e “verde”, non fondata su piatti gia pronti, ma su cibi di provenienza

certificata, carne fresca e prodotti a chilometro zero. Aldrammatico problema dei danni provocati dal riscalda-mento globale è invece dedicato Chasing Ice del fotografodi National Geographic James Balog, che spostandosi fre-neticamente tra Islanda, Groenlandia, Bolivia, Alaska, leAlpi e il Parco Naturale Los Glaciares nella Patagoniaargentina ha documentato in migliaia di scatti fotografici eriprese in time-lapse («evidenze visive del cambiamentoclimatico») il progressivo, inesorabile scioglimento deigiacciai. A tre diverse facce del turismo è dedicata un'altra piccolasezione del festival. The Venice Syndrome, dell'austriacoAndreas Pichler, punta lo sguardo su una Venezia vittimadella sua bellezza, straziata dal marketing e dal businessdel turismo di massa e di classe: 58.000 abitanti stabili con-tro 60.000 visitatori giornalieri (per un totale di venti milio-ni di presenze nel solo 2012). Invasi, 365 giorni all'anno, daun esercito di turisti senza requie, la parte rassegnata deiveneziani affida al microfono del regista un accorato e sde-gnato appello contro il crescente degrado della città lagu-nare, che sta trasformando il luogo dove sono nati e vor-rebbero continuare a vivere dignitosamente in un vero eproprio "incubo a occhi aperti". Da un luogo dal quale forsenon resta che fuggire a due mete agognate, ma non pro-prio alla portata di tutte le tasche: lo Spazio e le montagnesvizzere, che raggiungiamo, in compagnia di Christian Frei,in due distinti film. Space Tourists ci racconta la realizza-zione di un sogno cullato dalla protagonista per un'interavita: la benestante Anousheh Ansari, iraniana emigrata adiciotto anni negli Stati Uniti, è la prima donna turista delloSpazio. Con immagini spettacolari ripercorriamo le diversefasi della sua esperienza, dai primi addestramenti ai giorni

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trascorsi alla Stazione Spaziale Internazionale; ma scopriamo anche, attraverso l'attività delgiovane fotoreporter della Magnum Jonas Bendiksen, il fenomeno della pioggia di rottamidei razzi spaziali che, lanciati dal Cosmodromo di Baikonur (come quello che ha portato inorbita Anousheh), piombano dal cielo sulle campagne e i villaggi del Kazakhstan e la curio-sa torma di collezionisti di relitti che vi gironzola intorno. Non meno curiose appaiono le rin-corse su prati fioriti e il rotolarsi lungo pendii innevati nel cuore delle Alpi svizzere delle stardel cinema indiano più popolare: sono gli attori-cantanti-ballerini dei cosiddetti "masalamovie", qualcosa a metà tra la sceneggiata napoletana e il drammone hollywoodiano anni'40 e '50, prodotti dall'industria di Bollywood, che negli ultimi tempi pare prediligere loca-tions più “esotiche”: come la Svizzera, appunto, che negli ultimi anni ha registrato un incre-dibile aumento di turisti (325.000 solo l’anno scorso) provenienti dal continente indiano. Èquesto l'universo descritto dal pluripremiato regista svizzero in Bollywood im Alpenrausch:un'occasione per riflettere - nel centenario della nascita dell'industria cinematografica india-na - sul fenomeno in crescita del cineturismo (o turismo indotto dal cinema). Ai rischi del giornalismo militante, alle libertà di stampa e di espressione vilipese e calpe-state, è dedicata la sezione "Voci negate". Attraverso l'esibizione degli "amabili resti" dellesue Five Broken Cameras, i palestinesi Emad Burnat e Guy Davidi ci raccontano l'attività poli-tica del bracciante palestinese Emad, protagonista della storia della resistenza del suo vil-laggio sotto l’oppressione israeliana. Emad, che vive vicino a Ramallah, in Cisgiordania, hadocumentato con le sue videocamere (che gli sono state ripetutamente distrutte da colpi diarma da fuoco o sotto le suole di anfibi militari) tutti i fatti più drammatici e violenti di cui èstato testimone, affrontando di persona ogni difficoltà e opposizione, comprese le protestedella moglie, timorosa di rappresaglie. Nella stessa sezione troviamo anche l'intenso Camp14. Total Control Zone di Marc Wiese, documentarista tedesco esperto in zone di guerra, cheriporta la drammatica e toccante testimonianza di Shin Dong-Hyuk, figlio di due prigionieripolitici nord-coreani, e per questo trovatosi costretto a vive-re la sua infanzia e adolescenza in un campo di lavoro delregime. Chi ha la sfortuna di nascere a Camp 14 ci rimaneper sempre, seguendo una "dieta quotidiana" a base di filispinati, violenza e torture. È quanto è successo a Shin, il cuicalvario è iniziato con un'esecuzione pubblica, quella dellamadre e del fratello, alla quale è stato costretto ad assiste-re, seduto in prima fila a fianco del padre. Ci aiutano a com-piere questo "percorso nell'indicibile", questo inquietante"viaggio all'inferno", le visualizzazioni in animazione dell'i-raniano Alireza Darvish che, alternate alle immagini docu-mentarie, sollecitano la nostra immaginazione con la com-plicità di una ricercata colonna sonora. In Forbidden Voicesla giornalista e cineasta svizzera Barbara Miller sposta lanostra attenzione sull’impatto di Internet sulla libertà diinformazione, rendendo omaggio a tre coraggiose donneblogger provenienti da Iran, Cuba e Cina, tre Paesi non acaso presenti nella lista dei “Nemici di Internet” stilata daReporters sans frontières. Dall'importanza dei social network come strumenti perorganizzare la protesta civile, far circolare le informazioni,combattere la propaganda dei regimi dittatoriali e vanifica-re i limiti imposti dalla censura a Internet come potenzialenuovo Moloch che vuole fagocitare il sapere universale perrestituirlo all'umanità come e quando vuole: è l'impressio-ne che deriva dall'inquietante progetto - degno di un H. G.Wells - di cui ci dà conto Ben Lewis nel suo Google and theWorld Brain, in anteprima nazionale al festival, in una sezio-ne dedicata ai New Media. Quella che ci viene raccontatadal documentarista ex BBC è la storia di Google Books, cer-tamente il piano più ambizioso mai tentato su Internet:quello di scansionare tutti i libri del mondo (grazie ad un

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accordo con importantissime biblioteche universitarie) per creare non solo una gigantescabiblioteca universale digitale, ma una più alta forma di intelligenza, un “cervello delmondo” che contenga tutta la conoscenza del pianeta e sia accessibile a tutta l’umanità.Completano la sezione We are Legion. The Story of the Hacktivists di Brian Knappenberger,sul movimento globale di hacker e attivisti famoso per il rifiuto di ogni gerarchia, per le lottein nome della libertà d’espressione e gli attacchi ai siti web di grandi gruppi comeScientology, PayPal, Sony; e Just a Girl, You Know? di Eef Hilgers, sulla quotidianità dellatredicenne Maria, autentica "nativa digitale", che affida al video sharing ogni condivisionee rapporto interpersonale con la fitta rete delle sue "amicizie virtuali". La ragazza - si chiedeil film - sta perdendosi nel mondo digitale o troverà un giorno la sua voce?The Iran Job dell'americano Till Schauder e China Heavyweight del cinese Yung Chang sonoi titoli più significativi della sezione che il festival dedica allo sport. Più che film sportivi insenso stretto, sono, il primo, la storia di Kevin, cestista americano dotato di sufficiente talen-to sportivo e un’incrollabile fiducia nella vita da accettare un ingaggio nell'A.S. Shiraz egareggiare nella Super League iraniana; un film che attraverso le imprese sportive ci parladi libertà politica, minacce di guerra, diritti delle donne e pregiudizi duri a morire ma capa-ci di sciogliersi nel calore dell’incontro. Il secondo, incentrato sull'attività di un allenatore diboxe che recluta ragazzi poveri dai paesi rurali della Cina centrale e li trasforma in campio-ni del pugilato, una metafora sulle scelte che i giovani della Nuova Cina, una volta formati-si, saranno chiamati ad operare. In sintesi: lottare per se stessi o per il bene collettivo? Completano il programma delle "Voci" tre film che hanno al centro, a diverso titolo, tre"grandi" città. In Donauspital l'austriaco Nikolaus Geyrhalter ci fornisce il “ritratto” di unodei più grandi ospedali d’Europa: il nuovo Sozialmedizinisches Zentrum Ost di Vienna, pun-tando l'obiettivo della cinepresa sulla routine giornaliera dell'istituto e insinuandosi nellediverse zone dell'edificio per descrivere, con precisione e punte d'umorismo, una serie diprocessi operativi normalmente invisibili a pazienti e visitatori. A Detroit, città post-indu-striale e alla sua lenta agonia (un 11 settembre al rallentatore), è dedicato il ¿Requiem forDetroit? del fuoriclasse del cinema inglese Julien Temple (Le ragazze della terra sono facili).Già quarta città più grande d’America, con un'economia fondata sull’industria automobili-stica (Ford, Chrysler e GM) e il suo innovativo sistema di periferie, autostrade e centri com-

merciali, Detroit è stata l’incarnazione delsogno americano. Oggi è diventata l’emble-ma del capitalismo in crisi e ci si presentacome una di quelle città distopiche cui ci haabituato il genere catastrofico, con soprusi ecriminalità diffusi ovunque, complessi indu-striali in disuso brutalizzati dalla rabbia gio-vanile, le piante che crescono spontaneesull'asfalto e lungo i marciapiedi di stradefantasma e sulle terrazze di case, uffici ealberghi abbandonati. Ma forse - sembravolerci dire Temple - non è persa ogni spe-ranza... E infine Napoli e la sua musica. Ilfilm di Jonathan Demme (Il silenzio degliinnocenti) dedicato alla Enzo AvitabileMusic Life è un duplice tributo: alla vario-pinta cultura partenopea e al musicista epolistrumentista napoletano, estremamen-te rappresentativo della vitalità artisticadella sua città. Che le note della sua musica si levino apieno volume insieme alle mille "Voci" dellasettima edizione del festival!Scaramanticamente parlando, potrebbeanche essere un modo per scongiurare,qualora ce ne fosse bisogno, una possibile"crisi del settimo anno".

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SETTIMA EDIZIONE

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PULCE NON C'È - GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'AUTISMOPordenone, Cinemazero - 2 aprile 2013, ore 20.45In occasione della Giornata Internazionale dell'Autismo, Cinemazero e la FondazioneBambini e Autismo propongo la proiezione dello splendido film Pulce non c'è diGiuseppe Bonito con Pippo Delbono e Piera Degli Esposti. Il film, liberamente tratto dal-l'omonimo romanzo di Gaia Rayneri, racconta la storia di Pulce che ha nove anni, dueocchioni accesi e ascolta il tango: non parla perché è autistica, ma questo non significache non abbia niente da dire. Un giorno come tanti, viene portata via dalla sua famigliasenza troppe spiegazioni. Attraverso lo sguardo divagante e trasognato della sorellaGiovanna entriamo nella quotidianità di una famiglia anormale, con il suo lessico pensa-to per chi può solo parlare per immagini, il suo caos pieno di emergenza e amore. E senzaretorica e senza patetismi esploriamo lo scontro tra mondo adulto e infanzia, tra malat-tia e normalità, tra rigidità delle istituzioni e legami affettivi. Ingresso a 3,00 euro.Info: www.cinemazero.it

FAR EAST FILM FESTIVAL 15 Udine, dal 19 al 27 aprile 2013 Il Far East Film Festival punterà lo sguardo sul presente e sulfuturo del cinema asiatico, con 60 titoli che attingono allemigliori produzioni degli ultimi mesi e un omaggio all’alfieremondiale della cultura coreana: Kim Dong-ho. Dopo i premialla carriera al maestro della risata Michael Hui e a un registaormai leggendario come Johnnie To, il festival ha deciso diassegnare il Gelso d’Oro 2013 al più grande ambasciatore arti-stico della Corea del Sud. Regista, attore e storico direttore delFestival di Busan, Kim ha diffuso in tutto il mondo il verbo crea-tivo della sua terra, quando ancora era sconosciuto agli occhioccidentali. Info: http://www.fareastfilm.com

ACTION #10 Pordenone, Cinemazero – marzo e aprile 2013 Il Coro Anni Dieci è nato nel 2011 sotto la direzione artistica di Davide Toffolo dalLaboratorio urbano di nuova musica popolare negli anni dieci. Nei mesi di marzo e apri-le torna a Cinemazero, dopo la performance per FilmMakers al Chiostro nell'estate 2012a Piancavallo, per invadere, questa volta virtualmente, la platea del cinema grazie a unprogetto di videoinstallazioni sviluppato all'interno della rassegna Nord Est: Cantieri diArte Pubblica curata dal Comune di Pordenone e dal Comune di Belluno. Info: www.can-tieriartepubblica.it

CLICIAK - 16MA EDIZIONE Centro Cinema Città di Cesena, fino al 21 aprile 2013il Centro Cinema Città di Cesena presenta la 16ª edizione di Cliciak, concorso nazionaleper fotografi di scena che nell’arco di 15 anni ha portato alla ribalta il nome di eccellentifotografi che hanno saputo rinnovare un’importante tradizione figurativa del cinema ita-liano. La fase conclusiva del concorso coincide con la mostra allestita a Cesena da saba-to 23 marzo al 21 aprile che raccoglie le migliori foto partecipanti a questa 16ª edizione,compresi gli scatti vincitori: fra gli altri, quelli sui set del La migliore offerta di GiuseppeTornatore, E’ stato il figlio di Daniele Ciprì, Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini.Dopo Cesena, come gli anni passati la mostra di CliCiak in estate volerà a Roma, alla Casadel Cinema di Villa Borghese, dove sarà allestita dal 10 giugno al 12 luglio. È corredata,come di consueto, da un catalogo a cura di Antonio Maraldi e Angela Gorini. Info:www.comune.cesena.fc.it/sanbiagiocesena

TRENTO FILM FESTIVAL Trento e Bolzano, dal 25 aprile all'8 maggio 2013La 61a edizione del Trento Film Festival cade in un 2013 ricco di ricorrenze importanti perla storia dell'alpinismo ed è su queste ricorrenze che saranno giocate anche le serateevento dedicate al grande alpinismo. I 60 anni dalla prima conquista dell'Everest, 50 dallaprima grande impresa degli alpinisti americani, 40 dalla prima salita tutta italiana e i 150anni dalla fondazione del Club Alpino Italiano. E poi un ospite d'eccezione, per la primavolta al Trento Film Festival, l'alpinista britannico Mick Fowler, mentre Maurizio Nichettiripercorrerà le tappe significative di 150 anni di storia del CAI. E ancora l'omaggio alleDolomiti e ai grandi alpinisti che oggi come ieri sono stati stregati dalle grandi pareti chesi accendono al tramonto di rosso fuoco, il secondo forum degli alpinisti a CastelFirmiano, per discutere con Reinhold Messner sul futuro dell'alpinismo professionisticoe su alcuni aspetti sociali ad esso legati. Info: wwwtrentofestival.it

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COME IL MAESTRO DELLA SUSPENSE HA REALIZZATO PSYCO

HITCHCOCK DI SACHA GERVASI Da qualche anno a questa parte, uno dei trend dell'industria cinematografica èil film biografico. Quello diretto da Sacha Gervasi fotografa il maestro dellasuspense, interpretato da Anthony Hopkins, durante la realizzazione del filmche lo consacra definitivamente come campione del brivido: Psyco. Il biopicmostra il dietro le quinte del film che rese celebre Anthony Perkins e provocòl'arrivo di strane lettere all'attrice protagonista Janet Leigh, con tanto di telefo-nate e registrazioni ossessive riguardanti il suo personaggio, Marion Crane.Basato sul libro “Come Hitchcock ha realizzato Psyco”, questo film è un docu-mento prezioso che svela gli aneddoti delle fasi di lavorazione del capolavoro,dalle discussioni sulla sceneggiatura al lancio pubblicitario, il maniacale per-fezionismo del cineasta e il suo rapporto con il cast, il team, la moglie AlmaReville. A dirigerlo è Sacha Gervasi, il regista del documentario di successoAnvil! The Story of Anvil, che, in una maniera vagamente analoga, posava losguardo sul dietro le quinte della band metal canadese.Tutto sembra indicare che Hitchcock sarà un biopic "verità", hollywoodianonella scelta di un cast all star, ma più interessato al lato umano e creativo (echissà un tantino bizzarro) del più grande genio del cinema da brivido.

RYAN GOSLING E BRADLEY COOPER NEL NUOVO FILM DI DEREK CIANFRANCE

COME UN TUONO DI DEREK CIANFRANCE Il talento di Derek Cianfrance, alla boa del terzo film, è un talento evidente,tanto nell'uso della macchina da presa quanto, e soprattutto, nell'abilità narra-tiva. Mentre noi scopriamo lui, anche lui sembra scoprire se stesso, misuran-dosi in toni e registri diversi. Con Blue Valentine aveva raccontato meglio dichiunque altro, recentemente, la straordinaria forza sentimentale del quotidia-no, la potenza di tuono di ciò che torna, mediato e deformato dal filtro delricordo, dell'amore quando l'amore non vince più sul resto. Con Come untuono allarga il campo e opta per una narrazione forte, che abbraccia più per-sonaggi e più generazioni. Quasi il primo fosse un racconto, perfetto e insu-perato, e il secondo un romanzo, la cui mole e la cui impalcatura narrativa, rigi-da e calcolata, finiscono per schiacciare a tratti emozione e freschezza. C'è infatti un determinismo buono - drammaturgicamente parlando -, che èquello che pone i personaggi di fronte a delle scelte che hanno sempre a chevedere con la replica o il rifiuto dell'eredità paterna, e porta il film in territorimolto interessanti; ma c'è anche un determinismo più rigido, secondo cui leferite non possono rimarginarsi ma solo tornare a sanguinare, che concorreefficacemente alla dimensione del pathos ma ruba al film apertura e verità.Sono scelte narrative fatte con la scure, non con mano leggera, nelle quali sipuò includere anche l'idea rigorosamente speculare che un uomo corrottogeneri un figlio dal cuore puro e un uomo che ha fatto della propria vita unalotta alla corruzione, un figlio solo e oscuramente arrabbiato con se stesso ecol mondo. Si soffre dunque la mancanza della potente delicatezza di BlueValentine, ma si resta ammirati dalla circolarità e dalla coerenza con la qualeCianfrance e i suoi cosceneggiatori hanno inscenato questa persecuzione deldestino ai danni di quattro esseri umani, tanto che la miglior metafora del filmè nel suo inizio: in quel "globo della morte" dentro il quale nessuno è agile esicuro quanto Luke, ma che è pur sempre una gabbia, come quella dell'estra-zione sociale, come e soprattutto quella del carattere.

UNA COMMEDIA CON RIFERIMENTI ALTI E POP, APPARENTEMENTE ALMODOVARIANA

IL VOLTO DI UN'ALTRA DI PAPPI CORSICATODopo Il seme della discordia, Pappi Corsicato realizza una commedia neraugualmente allegorica, piena di riferimenti alti e pop e solo apparentementealmodovariana. Perché diversamente dal regista spagnolo, che con La pelleche abito cambiava letteralmente faccia al suo cinema, evidentemente in tran-sizione, Corsicato cerca la verità di un volto sotto la vernice del divertissement.Combinando di nuovo il basso con l'alto dentro un luogo geografico indefini-to, Il volto di un'altra mette in scena il narcisismo dell'apparizione, che abba-glia i protagonisti e lo spettatore in ansia da prestazione. Più accessibile, alme-no a una prima lettura, Il volto di un'altra non rinuncia all'iperrealismo, allecromie accese, all'esuberanza surreale, mescolando i codici di genere e denun-ciando i falsi prestigi dell'io. La Bella di Laura Chiatti è il modello (in)arrivabilea cui aspirano i mortali, convenuti al suo capezzale per farsi (ri)prendere la vita

di Sacha Gervasi. ConAnthony Hopkins, HelenMirren, Scarlett Johansson,James D'Arcy, Jessica Biel.Or.: USA 2013. Dur.: 98’

(Titolo originale The PlaceBeyond the Pines) di DerekCianfrance. Con BradleyCooper, Ryan Gosling, EvaMendes, Rose Byrne, BenMendelsohn. Or.: USA 2012.Dur.: 140’

di Pappi Corsicato. Con LauraChiatti, Alessandro Preziosi,Lino Guanciale, Iaia Forte,Angela Goodwin. Commedia,Or.: Italia 2011. Dur.: 84’

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e dissiparla nel godimento più ottuso. L'autore napoletano ci parla ancora dibuchi neri dell'anima, formulando un'idea di cinema fatto anche per citazionievidenti, profonde, svelate e svelanti il meccanismo cinematografico e finzio-nale, attraverso il medico delle assicurazioni convocato (proprio) per verifica-re la 'realtà' dei fatti. Il volto di un'altra prova a scorticare l'involucro narcisi-stico, dicendo l'inganno e rendendolo trasparente col bianco e nero della salaoperatoria, con la prepotenza plastica e cromatica di Douglas Sirk, con un'illu-minazione innaturale da melodramma, con un (h)orrore 'travestito', incapacedi fare paura ma capace di produrre spettacolarità.

UN FILM CHE RICONFERMA LA FIGURA MATERNA AL CENTRO DI UNA POETICA

TUTTO PARLA DI TEDI ALINA MARAZZITutto parla di lei nel cinema di Alina Marazzi, della mamma, quella mai cono-sciuta e per questo ricomposta nelle immagini (Un'ora sola ti vorrei), quellanascosta dietro ogni ragazza liberata ieri dalla rivoluzione sessuale (Vogliamoanche le rose), quella travolta oggi dalle imminenti responsabilità materne edai 'cattivi pensieri'(Tutto parla di te). Dentro una finzione che lambisce il docu-mentario e trova nell'animazione realizzata in stop motion il suo momento piùalto per dire con pudore l'indicibile, Tutto parla di te riconferma la figuramaterna al centro di una poetica che deriva il suo lirismo dagli home movies(i filmini di famiglia). Una poetica che nella terza prova della regista milaneseevidenzia il corpo materno, meglio il grembo materno come dispositivo cine-matografico in cui si incarna, svela e materializza la vita e la luce. Una 'caver-na' mitica e sacra dove il feto sogna il sogno della madre in attesa di accede-re nel mondo reale, in cui non sempre si realizza tra mamma e bambino unasintonia emotiva. Il nuovo e partecipe lavoro di Alina Marazzi affronta allora iltema della maternità come luogo di mistero e di contraddizioni, combinandola finzione con interviste, foto d'epoca, filmati di repertorio, Super8 casalinghi.Tutto parla di te porta alla luce un disagio, dando voce a tutte quelle mammeche si sentono inadeguate al loro futuro ruolo e che nel silenzio, e in assenzadi un interlocutore, nutrono un senso di colpa e di vergogna profonde. Legando le immagini alle parole, Tutto parla di te, accoglie, ascolta, sostiene elibera la protagonista di Elena Radonicich, restituendole l'autostima minata eun'immagine di sé come donna e come madre. La depressione in gravidanzae post-partum colpisce solo in Italia il sedici per cento delle neomamme, chediventano la colonna verbale del film, strette e dolenti fra ciò che sentono diessere e ciò che il loro ambiente esige da loro. La protagonista del segmentofinzionale sfuma dentro quelle testimonianze che provano tra le lacrime acomunicare qualcosa di loro e del loro senso a chi, dall'altra parte dello scher-mo, le guarda sperimentando quel dolore nascosto che contrasta con la natu-ra lieta di una nascita. Film di finzione, Tutto parla di te è più incisivo nei rita-gli documentari, raggiungendo compimento e compiutezza nel frammentoanimato disposto dentro una ibseniana 'casa di bambola', in cui si consumal'orrore e la paranoia di una donna (lasciata) sola. Il film di Alina Marazzi è fron-tale e risoluto nel documentare la sofferenza e la fatica che accompagnano ildivenire madre, esperienza che troppo spesso viene rappresentata in modoartificioso e roseo, negando i rischi e rendendoli inimmaginabili. In questomodo le inadeguatezze vengono vissute in modo colpevole e inaccettabiledalla neomamma fino a impedirle di sviluppare una coscienza di sé come indi-viduo autonomo, di far emergere le proprie emozioni e i propri bisogni, chie-dendo a voce alta l'aiuto.

L'ESORDIO ALLA REGIA IMPORTANTE E MATURO DI LO CASCIO

LA CITTÀ IDEALEDI LUIGI LO CASCIOSi respira l'aria di impegno civile del cinema di Francesco Rosi e l'indignazio-ne e la tensione morale di Leonardo Sciascia nell'opera prima di Luigi LoCascio, attore autore che, alla maniera del personaggio che lo ha reso celebre(il Peppino Impastato di Marco Tullio Giordana), sogna di cambiare il mondo edi renderlo meno ingiusto e più pulito. Per questa ragione scrive e interpretaMichele Grassadonia, un uomo che crede nel valore dell'impegno civico enella solidarietà sociale. Sempre dimesso, sempre gentile e alla ricerca dellaparola bella e appropriata, il protagonista viene precipitato in un incubo giudi-ziario che gli aliena amici e cittadini. Emarginato e diffamato, scoprirà a suespese che la città ideale nasconde mostri dall'aspetto normale. Con uno stile secco e asciutto, Lo Cascio svolge un tema robusto, denuncian-do l'incoscienza civile, le derive giudiziarie, i contratti sociali fondati sulla con-nivenza, l'indifferenza e la mancanza di pudore. La città ideale, con singolareforza simbolica, mette in schermo il trauma di chi si sente e si vuole 'diverso'rispetto alla cultura diffusa e condivisa da tutti. Lo Cascio individua quel trau-ma, lo mette a fuoco e poi lo indaga incarnando il suo personaggio, accompa-gnandolo con lo sguardo dentro la macchina della giustizia e dell'umana(in)comprensione. Posseduto dal proprio demone, l'ecologista Grassadonia

di Alina Marazzi. ConCharlotte Rampling, ElenaRadonicich, Valerio Binasco,Maria Grazia Mandruzzato.Or.: Italia 2012. Durata 83’

di Luigi Lo Cascio. Con LuigiLo Cascio, Roberto Herlitzka,Massimo Foschi, Luigi MariaBurruano, Alfonso Santagata.Or.: Italia 2012. Dur.: 105’

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coltiva sogni, speranze e illusioni che si spengono, proprio come accadeva neI cento passi, sul volto di Luigi Maria Burruano, là padre piegato alla legge delpiù forte, qui (il)legale al servizio della Legge. La città ideale è un debuttoimportante e maturo che nel dilagare di tanta bruttezza prende le parti dellabellezza.

LA CORRUTTIBILITÀ DELLA MATERIA CONTRO L'INALTERABILITÀ DI UN SOGNO

NOI NON SIAMO COME JAMES BONDDI MARIO BALSAMOMario Balsamo, documentarista, e Guido Gabrielli, editore, sono amici dasempre e da sempre sono in viaggio sognando di essere come James Bondma consapevoli di non essere proprio come James Bond. Trent'anni di vita edi vacanze spese insieme rincorrendo goffi e un po' sgualciti il mito dell'agen-te 007, che veste lo smoking con eleganza senza pari, affrontando sfrontato ea suo agio l'avventura. E a quella disinvolta naturalezza hanno sempre punta-to Mario e Guido, accorgendosi molto presto dell'inarrivabilità di James Bond.Poi il mondo ha fatto i suoi giri, Mario e Guido hanno girato col mondo, infi-lando una brutta avventura e una 'rottura biografica', a cui hanno 'riparato'realizzando un documentario pensato molti anni prima sullo scambio traschermo e spettatore. L'idea della loro inadeguatezza alle cose del mondo dicontro a quel gestuario della disinvoltura incarnato da Sean Connery diventaun documentario e viene aggiornato alla malattia, che in forme diverse li hacolpiti producendo una frattura nelle rispettive trame esistenziali. Determinatia risignificare quell'esperienza traumatica, Balsamo e Gabrielli avviano, dentrouno smoking a noleggio e una Mini d'epoca, un road movie che dalla spiaggiadi Sabaudia muove verso la Scozia di Sean Connery, che vorrebbero interro-gare intorno all'immortalità. Ma se James Bond non è cambiato di una virgo-la, mito inossidabile e forte dei suoi stessi difetti, è Sir Connery a non sentirsitroppo bene, declinando l'intervista e confessando in una telefonata, l'ennesi-ma 'composta' da Mario Balsamo, di doversi sottoporre a controlli medici. Non basta una Walther PPK a difendersi dalla malattia che arriva improvvisa-mente, interrompendo la normalità della nostra vita, ordinaria o straordinariache sia... Atto narrativo e terapeutico insieme, l'auto-rappresentazione cine-matografica è la mediazione attraverso cui Marco e Guido comprendono(meglio) se stessi e la ragione del loro agire, nel mondo e negli anni. Nel rimet-tere insieme i frammenti del loro sé i registi rileggono e riportano alle giusteproporzioni le cose della vita, compresa la vita mitico-reale dell'attore scozze-se, 'graffiato' dalla confessione di Daniela Bianchi, Bond girl in 007 - DallaRussia con amore. A sopravvivere a Connery è la costruzione immaginaria disé, un agente senza paura che si fa beffa del nemico sempre mitomane e diuna morte sempre rimandata. Sulle note di Monty Norman, riarrangiate daGuido nell'Umbria del jazz, Noi non siamo come James Bond ricostruisce den-tro una tenda lo spazio di un vissuto, dove l'uomo ordinario della vita e quel-lo straordinario del cinema condividono lo stesso orizzonte di senso, lo stessovenir meno, lo stesso incredibile tramonto.

RIFLETTENDO SULLA 'DIPENDENZA’ UN FILM SULLA FIGURA PATERNA

RAZZABASTARDADI ALESSANDRO GASSMANScritto, diretto e interpretato da Alessandro Gassman, Razzabastarda si orga-nizza intorno alla presenza reale, nel bene e nel male, della figura paterna,riflettendo sulla 'dipendenza' e sull'idea dell'avvenire come possibilità. Ispirataalla piece teatrale "Cuba and his Teddy Bear", l'opera prima di Gassman sisvolge dentro un bianco e nero sparato, da cui esce soltanto attraverso nuvo-le di fumo, che ricadono in un interno rosso e magico, promettendo una reden-zione impossibile. In bilico tra film di genere, esplorazione linguistica e temietnici, Razzabastarda prende di petto una materia bollente fatta di pulsioni vio-lente, riscatti sociali e condanne filiali, inserendola dentro un set immaginificoe iperrealista, un mondo di fasci di luce e implosioni di colori. Il conflitto lumi-nistico, in cui Nicu si allena alla feroce competitività del mondo degli adulti èil contrasto tematico e narrativo del film (padre-figlio, locali-immigrati, spac-ciatore-cliente): una bildung, una storia di formazione in cui è la realtà stessa,con la sua fatale ferocia, a imporre a un adolescente di crescere senza diven-tare mai veramente grande. Una favola arcaica e feroce, uscita fuori dalleviscere ed estranea ai riti della modernità: il padre ruvido ma bonario, la pro-stituta fragile e seducente, il cattivo ottuso e prepotente. Figure incapaci epulp. Razzabastarda è una denuncia urlata a squarciagola in un accento rume-no, una favola nera in cui emerge il giovane protagonista di Giovanni Anzaldo.

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di Alessandro Gassman. ConAlessandro Gassman,Giovanni Anzaldo. Or.: Italia2013 Durata 95’

di Mario Balsamo. Con GuidoGabrielli, Mario Balsamo Or.:Italia 2012. Dur.: 73’

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FANS CLUBPORDENONE

TOTÒ

TOTÒ FUORILEGGE (?)

Noi duri regia di C. Mastrocinque - 1960 - dur. 102’

Venerdì 26 aprile 2013 - ore 19.30Saletta Incontri San Francesco - Piazza della Motta, PNcon il patrocinio del Comune di Pordenone - INGRESSO LIBERO

Dopo il film i totofili si incontreranno per una pizza alla Pizzeria Peperino di Viale Martelli a Pordenone

La sc u o La aL c in emasPec iaLe “Le Vo c i DeLL’in c HiesTa”

c aFeTeRia mandi Richard c hisolm durata 64 minuti, documentario 2012Mercoledì 10 aprile 2013, ore 09.00 Cinemazero (Pordenone) - Sala GrandeProiezione e incontro in collaborazone con c oop n ordest (Progetto Legality c oop) e arpa/LaRea Friuli Venezia Giulia.intervengono Dott. Filippo o ngaro e la Dott.ssa Roberta s itulin

mo Re THan Ho n eYdi markus imhoof durata 91 minuti, documentario 2012Venerdì 12 aprile 2013, ore 09.00 Cinemazero (Pordenone) - Sala GrandeProiezione e incontro in collaborazione con arpa/LaRea Friuli Venezia Giulia

c Hasin G ic e di Jeff o rlowski durata 75 minuti, documentario 2012Venerdì 12 aprile 2013, ore 11.00 Cinemazero (Pordenone) - Sala GrandeProiezione e incontro in collaborazione con arpa/LaRea Friuli Venezia Giulia

ingresso libero.Per info e prenotazioni: 0434.520945 (mediateca)

in memo Ria DeL 25 aPRiLe

c aRn ia 1944. u n ’esTaTe Di LiBeRTa’di marco Rossitti durata 48 minuti, documentarioMercoledì 24 aprile 2013, ore 10.30 Cinemazero (Pordenone) - Sala Grandeincontro con il regista marco Rossitti.in collaborazione con l’associazione arcipelago e anpi sezione di Pordenone

ingresso liberoPrenotazione obbligatoria telefonando allo 0434.520945 (mediateca)

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