Cinemazeronotizie giugno 2014

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mensile di cultura cinematografica E 1,00 2014 numero 06 anno XXXIV Cinema italiano up and down Fra premi e voglia di rinnovamento Incompresa... e giovani registi a Cannes Dal 5 giugno in sala il terzo film di Asia Argento Il pubblico giovane visto dall’Europa A Ljubljana un convegno sul rinnovamento dell’audience FMK Il giro del mondo in 1.156 corti Chiuso il bando di un’edizione ricca di novità Thermae Romae, irresistibile peplum giapponese Direttamente dal FEFF 16 l’ultima commedia targata TuckerFilm Al via i lavori per la Quarta Sala Iniziati i lavori propedeutici alla creazione di una nuova sala Scrivere di Cinema per la scuola Inaugura il premio del territorio dedicato ai giovani della Regione Claudio G. Fava: l’immagine del cinema Il ricordo di un giornalista che ha fatto la storia della televisione Giugno 14 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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mensile di cultura cinematografica 2014 numero 06 anno XXXIV

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Cinema italiano up and downFra premi e voglia di rinnovamento

Incompresa... e giovani registi a CannesDal 5 giugno in sala il terzo film di Asia Argento

Il pubblico giovane visto dall’EuropaA Ljubljana un convegno sul rinnovamento dell’audience

FMK Il giro del mondo in 1.156 cortiChiuso il bando di un’edizione ricca di novità

Thermae Romae, irresistibile peplum giapponeseDirettamente dal FEFF 16 l’ultima commedia targata TuckerFilm

Al via i lavori per la Quarta SalaIniziati i lavori propedeutici alla creazione di una nuova sala

Scrivere di Cinema per la scuola Inaugura il premio del territorio dedicato ai giovani della Regione

Claudio G. Fava: l’immagine del cinemaIl ricordo di un giornalista che ha fatto la storia della televisione

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Con il Gran Premio conquistato al 67mo Festival del Cinema diCannes da Alice Rohrwacher con Le meraviglie si è aperto undibattito sullo stato di salute del cinema italiano. Da una partequelli che sostengono che il cinema italiano gode di ottima salu-te e raccoglie premi in ogni dove. Oltre al già citato Gran Premiodi Cannes alla Rohrwacher abbiamo avuto l’Oscar per il migliorfilm straniero a Paolo Sorrentino per La grande bellezza, ilMarc’Aurelio d’Oro al Festival di Roma per TIR di Alberto Fasulo(primo italiano dopo otto edizioni a vincere il festival) e il Leoned’Oro a Venezia Gianfranco Rosi per il film Sacro Gra. Una serie di riconoscimenti che rischiano però di farci tracurarela complessivamente deludente stagione cinematografica italia-na. Salvo rarissime eccezioni i film italiani usciti negli ultimi tempisono risultati, tutto sommato, modesti e molto al di sotto delleaspettative. Questo anche per i soliti mali che affliggono il nostrocinema: dalla ripetitività delle formule alla mancanza di organicicontatti con altre produzioni europee, dalla scarsissima attitudinea rischiare unita all’incapacità di affronare nuovi linguaggi. Cosìgli stimoli più creativi e innovativi si perdono. Un esempio pertutti il film I ponti di Sarajevo, un film corale in occasione deicento anni della prima guerra mondiale partita proprio daSarajevo. Ebbene i due episodi più classici, lineari, senza poesia,senza ricerca di nuovi linguaggi o formule espressive, sono pro-prio quelli girati dagli italiani Leonardo Di Costanzo e VincenzoMarra. Nessun stimolo, anche proveniente dalla realtà circostan-te viene colto. I casi succitati dei film premiati sono, quindi, casiisolati legati alla caparbietà del singolo autore o alla sua capacitàdi relazione con altre situazioni produttive all’estero.Manca totalmente una industria culturale che faccia sistema, unmovimento unitario. Tutto si brucia in fretta, senza lasciare laminima traccia, senza avviare circoli virtuosi di nuove praticheproduttive. Come ci eravamo quasi dimenticati del premio Oscara Paolo Sorrentino, ci dimenticheremo presto anche del Gran Prixa Alice Rohrwacher così come ci siamo dimenticati che alFilmFestSpiele di Berlino a febbraio non avevamo nessun film inconcorso. Cosa succederà alla prossima Mostra del Cinema diVenezia? Alberto Barbera, direttore della manifestazione, ha que-st’anno una grande messe di film sui quali attingere per la sezio-ne del concorso, con già due titoli assicurati The Cut di FatihAkin e Three Hearts di Benoit Jacquot. E il cinema francese ha giàpronto per il Lido svariati altri film come Une nouvelle amie diFrançois Ozon, Eden di Mia Hansen-Love, Vie sauvage di CedricKhan, La rancon de la gloire di Xavier Beauvois, Retour a Ithaquedi Laurent Cantet. Per non parlare degli Stati Uniti, i quali metto-no a disposizione per Venezia pellicole come A Most Violent Yeardi J.C. Chandor, Gone Girl di David Fincher con Ben Affleck,Birdman di Alejandro Gonzales Inarritu, Manglehorn di DavidGordon con Al Pacino, Big Eyes di Tim Burton, Knight of Cups diTerence Malick con Christian Bale, Natalie Portman e CateBlanchett. L'Italia, al momento, ha solo un titolo da mettere sulpiatto: Il giovane favoloso di Mario Martone, biopic sul poeta diRecanati Giacomo Leopardi. C’è da sperare che il nuovo ministrodei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini trovi soluzio-ne, alla serie di nodi strutturali irrisolti, che permettano allepotenzialità dei talenti di esprimersi facendo finalmente decollareun sistema cinema e favorendo anche un giusto, doveroso masoprattutto necessario ricambio generazionale definitivo.

In copertina: Asia Argento regista di

Incompresa presentato nella sezione

Un certain regard del Festival di

Cannes 2014.

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaGiugno 2014, n. 06anno XXXIV

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoSegretaria di redazioneMarianita SantarossaDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603Cassa: 0434-520527e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Grafiche Risma - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla:

Unione Italiana Stampa Periodica

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Fra premi e voglia di rinnovamento

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Chi le chiede se si tratti di un film autobiografico o addirittura “terapeutico” ottiene un solorisultato, quello di farla arrabbiare. Al più è consentito parlarne in termini di opera “perso-nale” perché è questo l’unico aggettivo che Asia Argento sembra prendere in considerazio-ne per definire il suo film Incompresa presentato all’ultimo Festival di Cannes nella sezioneUn certain regard.Dopo aver dato l’annuncio dell’abbandono definitivo della recitazione («richiede troppoego, spiritualmente mi fa male») la trentottenne figlia del re del brivido Dario Argento haportato sulla Croisette il suo terzo film da regista che s’ispira al classico di Luigi ComenciniIncompreso del 1967.Aria, la piccola protagonista, una giovanissima e bravissima Giulia Salerno di cui sentiremosicuramente parlare in futuro, chiede semplicemente di essere accettata per quello che è:una bambina di nove anni con un disperato bisogno d’affetto e di attenzione. Un desiderioche dovrebbe trovare naturale soddisfazione nell’ambiente familiare e che invece restaperennemente frustrato per colpa di un padre, Gabriel Garko, attore di serie B, narcisista,frustrato, scaramantico fino a rasentare la follia e di una madre, Charlotte Gainsbourg per-fetta nel ruolo, che si dà facilmente a qualsiasi uomo, cambiando personalità a seconda delmaschio di turno. Due archetipi compiuti di genitori assenti ed egocentrici a tal punto danon vedere altro che loro stessi. Le loro attenzioni sono tutte incentrare sulla propria vita esulle altre figlie avute da precedenti matrimoni ma non su Aria che vaga per Roma, e per lasua vita, abbandonata a sé stessa: piccola, invisibile, incompresa.Un film sinusoidale, forse imperfetto ma comunque coerente nel cercare di rendere il ritrat-to del mondo degli adulti visto con gli occhi di una bambina, con i suoi bisogni e le sueambizioni, le sue paure e la voglia di scoprire la vita. Un film che non teme di osare nel ten-tativo di tradurre sullo schermo tutta l'ingenuità e la prospettiva che può avere la sua pro-tagonista. Se i toni sono a tratti esasperati, qualche volta caricaturistici, e se non sempre laregista riesce a bilanciarli senza cadere in eccessi involontari, è perché alla piccola Aria lecose appaiono così. Perché gli occhi di un bambino non sono quelli di un adulto; i suoi biso-gni gli stessi, ma amplificati e famelici. È forse questo uno degli aspetti più interessanti, epiù riusciti del film, ed è anche ciò che accomuna Incompresa ad altri film applauditi alFestival Cannes. È il caso dell’altro volto femminile dell’Italia sulla Croisette, quell’AliceRohrwacher, classe 1981, che conGelsomina e la sua famiglia in Le mera-viglie ha conquistato il Gran Prix. TantoAria appare fragile e innocente, quantoGelsomina, il motore immobile di Lemeraviglie, pur essendo poco più di unabambina, è decisa, severa e responsabi-le. È lei, invece del padre, che mandaavanti la famiglia. È lei che rappresentala garanzia dell’unità e della sopravvi-venza di quel mondo artificiale che leruota intorno, ed è lei che con il suocomportamento e le sue scelte può diventare l’elemento di rottura destinato a provocarnel’implosione. Adolescente nell’età ma spesso infantile nei comportamenti è anche Steve, ilquindicenne prigioniero della sindrome da deficit di attenzione e iperattività che lo porta adaver comportamenti istintivi e violenti in Mommy firmato dal talentuoso canadese XavierDolan che di anni ne ha appena compiuti venticinque. Tre giovani registi che scelgono gli occhi di altrettanto giovani (o giovanissimi) protagoni-sti per restituirci il loro sguardo sul mondo. Tre esempi, peraltro molto differenti tra loro. Èpresto per dire se si tratti di una tendenza estemporanea o duratura ma l’impressione è chesi tratti di un’esigenza artistica di leggere la realtà con occhi e strumenti nuovi. Occhi all’ap-parenza innocenti, ma in realtà in grado di giudicare ciò che li circonda in maniera più obiet-tiva e netta. Perché non devono giustificarsi e non devono fare i conti con i compromessi disituazioni e relazioni (la famiglia, il lavoro, ecc.) tipiche dell’età adulta. Nuovi occhi pernuove forme del racconto, e se è forse vero che molto del raccontabile è già stato raccon-tato è altrettanto vero che esistono infiniti modi per raccontarlo. E quanto visto sinora al67mo Festival di Cannes ci fa pensare che ci sia ancora molto da scoprire.

Incompresa... e gli occhi dei giovani registi a Cannes

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Dal 5 giugno in sala il film di Asia Argento presentato a Cannes

Il Kinodvor (principale centro culturale e cinema d'essai di Ljubljana) ha organizzato lo scor-so 7/8 maggio il convegno Film Education in Cinemas - International Conference onApproaches to Young Audiences, realizzato con il sostegno di Slovenian Film Centre eCreative Europe Desk Slovenia nell'ambito delle celebrazioni dell' “Anno del cinema” diLjubljana. Il convegno è stato pensato come una “piattaforma aperta” con la quale concen-trare l'attenzione del pubblico e degli operatori sul ruolo delle sale, intese in senso ampiocome vivaci centri artistici, culturali e sociali. L'obiettivo è stato quello di analizzare e discu-tere il ruolo del cinema (pensandolo come “sala”) nello sviluppo dei programmi di educa-zione cinematografici e in particolare per lo sviluppo di proposte accattivanti per il pubbli-co giovane.Si è cercato di rispondere a domande pratiche e pressanti che sorgono nel lavoro di ognigiorno di molti operatori culturali europei: 1) Come creare curiosità negli adolescenti versoil cinema nel loro tempo libero, già che lo snobbano? 2) Come affrontare l'ingente uso deinuovi media da parte dei più giovani e includerli nei programmi di educazione cinemato-grafica? Questi programmi dovrebbero adattarsi alle nuove modalità di visualizzazione e sesì, come? 3) In che modo si deve collaborare con le istituzioni scolastiche? Il cinema èsoprattutto uno spazio per l'esperienza di qualità dei film: l'educazione alla settima arte deveavvenire in istituzioni educative o in sale con programmi specifici? 4) Come possiamo edu-care al film lavorando insieme ai bambini e ai ragazzi? Di che cosa dovremmo parlare: il con-tenuto del film, le emozioni, i mezzi di espressione... Vale la pena concentrarsi molto sullaspecificità del linguaggio cinematografico o è meglio sviluppare il piacere della visione sof-fermandosi soprattuto sulle emozioni che il cinema sa dare? Oppure, ancora, puntare allosviluppo della sensibilità/capacità di filmare, per essere validi produttori di contenuti? Moltigli ospiti da tutta Europa che hanno cercato di rispondere a queste domande...Nel suo contributo, il professor Ian Christie (UK), storico del cinema, curatore ed ex vice-pre-sidente di Europa Cinemas, ha sottolineato come l'educazione al cinema moderno possaessere divisa in due macro campi: i programmi nelle scuole e i programmi scolastici neicinema. Un esempio del primo la francese Ecole et cinéma, del secondo il belga Ecran gran-de noir sur tableau. Il dilemma fondamentale oggi è proprio questo: che tipo di programmadeve avere la precedenza? Cos'è più importante, l'esperienza del grande schermo al cinemao il tempo (ore curricolari) che la scuola mette a disposizione per l'educazione al film in clas-se? I paesi europei hanno tradizioni diverse, ma secondo entrambi i modelli è fondamenta-le soprattuto che si parli di film (cosa che in Italia si fa molto di rado, n.d.t.). In più, se sivuole attirare un pubblico giovane, bisogna avere l'offerta giusta, far sì che il luogo primadi tutto sia fisicamente attrattivo: il cinema può essere una delle tappe fra scuola e casa, masolo se risponde ai gusti dei giovani. Il numero di spettatori nel primo pomeriggio dei gior-ni feriali è piuttosto basso, ed esistono buone pratiche che dimostrano come si possa far

convergere i giovani verso il cinema in quellafascia (due esempi su tutti: il MovieZone olan-dese o il Watershed a Bristol). In genere si trattadi sale che hanno anche una vivace attività on-line, di cui buona parte è di dialogo con il pub-blico.Céline Ravenel (FR), direttore artistico dellaCinéjeune e Presidente della EuropeanChildren's Film Association, ritiene, in base allasua esperienza di festival specifici per giovani,che gli adolescenti abbiano bisogno di essereattratti tramite workshops e altre attività che rac-contino e testimonino, accrescano, la magia delcinema. Altrettanto, Cecilia Grubb (SW), produt-

trice del BUFF Film Festival, sostiene che sia cruciale un approccio creativo, che metta allaprova i ragazzi, e che abbia una prospettiva di “intersezione” fra i vari stimoli: il pubblicodei giovani mostra un grande interesse a dialogare con ospiti ed esperti, come anche a rea-lizzare prodotti autonomi.Gert Hermans (BE) lavora per Jekino, una società che distribuisce film di qualità per bam-bini. I più piccoli, dai 4 ai 6 anni, rappresentano un pubblico particolare, caratterizzato dalla

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Un convegno sul ruolo della sala cinematografica e l'importanza dell'educazione al film

capacità di leggere motivi che si ripetono nellastoria, apprendendo dalla ripetizione; nonché divivere con confusione il passaggio tra realtà efantasia, non sempre cogliendo la logica di ciòche vedono sullo schermo o senza capacità didare giudizi di verità. Mentre i bambini più gran-di sono più attenti alla struttura della storia,quelli in età prescolare reagiscono agli stimolibrevi. Questo è il motivo per cui abbiamo biso-gno di scegliere per loro film senza dialoghi econ tempi di narrazione più lenti e in cui i per-sonaggi siano amichevoli, riconoscibili, empatici. Per la generazione oltre i 13 anni il suoparere è netto: "Sappiamo tutti che, per vari motivi, è quasi impossibile far sì che gli adole-scenti si chiudano all'interno di un cinema per vedere i nostri film volontariamente. Gli ado-lescenti hanno le loro preferenze, non accetteranno un film che potrebbe sembrare infanti-le o un titolo che gli viene imposto; hanno i propri canali attraverso cui un film può esserepromosso e conosciuto, canali che non possiamo controllare o ai quali spesso non abbia-mo accesso. Quando si tratta di film “teen”, il cinema diventa una zona “vietata agli adul-ti”. È molto più facile dunque che siano gli insegnanti a far avvicinare gli adolescenti al film,a scuola. Nel fare questo, però, devono selezionare con attenzione i film, pensando non aipropri interessi/passioni ma a quelli dei ragazzi”.Martina Pestaj (SLO), autrice, sceneggiatrice e produttrice per programmi televisivi perbambini all'interno del Children's and Youth Programme della RTV Slovenia, sottolineacome sia possibile condurre una discussione sui film con bambini di diverse fasce di età,anche molto piccoli. Particolarmente importante è guardare i film in sala, perché questocontribuisce a una completa esperienza educativa cinematografica, che può essere affron-tata in termini di “puzzle”, in cui si intersecano l'educazione al linguaggio filmico, la storiae l'esperienza personale. I bambini sono infatti in grado di assumere e coordinare diverseprospettive sociali e di collegare ciò che vedono sullo schermo con una grande quantità difatti che non sono rappresentati direttamente nella finzione.Riccardo Costantini (IT), coordinatore di Cinemazero ed esperto di didattica dell'audiovisi-vo, ha ricordato come rivolgersi al pubblico giovane porti necessariamente a riflettere sul-l'utilizzo dei media digitali, coi quali si può e si deve cercare di far produrre contenuti mul-

timediali. Il problema dei nuovi media è che laqualità è difficile da controllare, la vita dei sup-porti e dei prodotti è più corta, e gli standardcambiano rapidamente. Inoltre, richiedono par-tecipazione e attenzione (social) costante.L'utilizzo dei nuovi media, nel proporli al pubbli-co giovane, deve essere caratterizzato da conte-nuti brevi e di pronta assimilazione, improntatialla partecipazione e competizione diretta e deveessere realizzabile a basso budget. Discutendocon Kathy Loizou (UK), direttore e fondatore diThe Children Media Conference (l'evento piùimportante per i professionisti che si occupanodi “media e bambini” nel Regno Unito), si è sof-

fermato su come l'uso dei nuovi media sia essenzialmente determinato dall'interattività,dove l'utilizzo effettivo può andare in diverse direzioni secondo i desideri e le priorità degliutenti. I nuovi media stanno facendo il loro graduale ingresso a scuola, anche se alcuni inse-gnanti li evitano o li demonizzano, proprio a causa della loro natura interattiva, che ovvia-mente rappresenta una sfida per gli approcci educativi classici. È proprio per questo che gliinsegnanti hanno bisogno di materiali pedagogici che spieghino come utilizzare i nuovimedia, materiali di difficile realizzazione proprio perché da una parte i mutamenti culturalisono in atto, e, dall'altra perchè è il pubblico giovane ad avere migliore padronanza deglistrumenti rispetto agli adulti, chiamati invece a “normare” il sistema senza averne capacitàpratica. Petra Slatinšek (SLO), curatrice dei programmi per giovani del Kinodvor, ha sinte-tizzato gli esiti del convegno individuando alcune parole/concetti chiave nel campo dell'i-struzione al film: il dialogo, la ricerca, l'inclusione (di adolescenti, adulti, bambini in dina-miche d'interazione), termini che portano tutti alla creatività, elemento spesso bandito dalsistema educativo classico, che vuole un'istruzione frontale, formale, anche in relazioneall'educazione al cinema, che è invece caratterizzato da magia, fascino e divertimento, Sitratta insomma di sviluppare un percorso di approfondimento e di esplorazione congiunta,che includa il pubblico giovane come soggetto attivo, senza paura di includere anche i nuovimedia. Questa riflessione metodologica sembra valere oggi non solo per l'educazione alcinema, ma anche per la formazione culturale e artistica in generale.

FMK International Short Film Festival – il festival diCinemazero dedicato al cortometraggio, che quest’anno siterrà dal 15 al 19 luglio a Pordenone e che giunge alla sua 11ma edizione – si presenta subi-to con la sua veste rinnovata che, stando ai 1156 corti ricevuti intasando la cassetta dellelettere e varie piattaforme online scelte fra le più popolari del settore, ha già ottenuto il plau-so dei filmmakers di più di mezzo mondo. Realizzato anche quest’anno grazie al supportodi Banca FriulAdria Crédit Agricole in collaborazione con Pordenone Estate in città delComune di Pordenone, FMK vede in questa edizione l’aspetto internazionale del concorsodecisamente ampliato. Le opere che si sfideranno provengono da America Latina (total-mente rappresentata), ma anche da diversi Paesi africani, Repubbliche ex sovietiche,Europa e Stati Uniti, per un totale di 60 Paesi equamente distribuiti nei 5 continenti, per pre-sentare un appuntamento che, oltre alla sfida cinematografica, propone un vero e propriospaccato sul mondo. Ma una risposta che raddoppia la mole di partecipanti in un solo annoforse si spiega anche con la curiosità che le novità annunciate hanno creato permettendo difare quel salto di qualità che colloca FMK tra i festival internazionali nel vero senso dellaparola. Che FMK avesse affinato gusto e artigli lo si poteva capire anche dal fatto che il corto vin-citore della scorsa edizione – “More Than Two Hours” di Ali Asgari (Iran) – dopo essersiguadagnato la nomination alla Palma d'Oro per il miglior cortometraggio al Festival diCannes del 2013, è stato selezionato anche per il Sundance Film Festival, la più prestigiosavetrina del cinema indipendente mondiale. L'esecuzione di Enrico Iannaccone invece, cortoselezionato in tempi non sospetti per l'edizione di FMK dell'anno scorso, ha fatto strada vin-cendo il David di Donatello come miglior cortometraggio. Ma iniziamo a svelare le carte: come anticipato è stata abbandonata la cadenza settimana-le, concentrando gli appuntamenti dal 15 fino al 19 luglio, quando sarà possibile vedere –fuori concorso – una selezione dei corti passati nei principali festival del mondo, per mostra-re il meglio in circolazione e porre un termine di confronto e paragone per quelli che si sfi-deranno nella competizione. Inedito sarà anche lo sviluppo quotidiano, che impegnerà pub-blico e partecipanti tutto il giorno, con laboratori, workshop, incontri e Visioni OFF sin dalmattino, per un’invasione di tutto il chiostro di San Francesco a Pordenone, tradizionalelocation del festival. Le sezioni protagoniste sono come da tradizione tre: corto-cortissimoe cortometraggio, animazione, e horror – valutate ognuna da una giuria pensata per rap-presentare diversi aspetti della filiera cinematografica – a cui si aggiunge un premio tra-sversale rinnovato, dedicato all'ambiente e promosso con ARPA LaREA FVG, giudicato daun’apposita giuria e finalizzato alla produzione di un lavoro ad hoc. Novità assoluta per que-sta edizione di FMK, possibile grazie alla straordinaria collaborazione dell'AssociazioneMakin'GO, è il grande ritorno dell’appuntamento amato da tutti i filmmakers della regione

e non solo, la maratona 6x60, che mancavaall’appello da diversi anni. Squadre di film-makers invaderanno la città per riuscire arealizzare in 60 ore un corto di 6 minuti e sfi-darsi per vincere il premio dedicato. Cifra caratteristica che si è voluto enfatizza-re infatti è quella di vetrina per addetti ailavori e appassionati della brevitas cinema-tografica, introducendo un’importante com-ponente di “fare”, oltre che “guardare”. A tal fine si è anche creata una rete di acco-glienza rivolta agli interessati fuori provin-cia, con agevolazioni, convenzioni e sconti-

stica per chi vorrà calarsi in questa full immersion. Ogni giornata sarà dedicata a un tema,che porterà il pubblico a godere di una panoramica completa su questo mondo, comple-tando le sezioni in concorso con un programma molto speciale dedicato alla video arte, ecostellato da dj set e concerti e mostre, che faranno del chiostro quattrocentesco un luogodi aggiornamento, di confronto, di giudizio e, soprattutto, di crescita a più livelli. Se voletesapere i nomi che andranno a comporre questo nutrito calendario potete seguire la paginaFacebook (a sua volta nuova di zecca!) in cui nelle prossime settimane verranno segnalatiospiti e partecipanti: www.facebook.com/FMKfestival.

FMK il giro del mondo in 1156 corti!

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Chiuso il bando per un’edizione che inizia già a mostrarsi tutta da non perdere

Il più famoso peplum fantasy giapponese ha un bel po’ di molecole italiane che gli colora-no il DNA! Stiamo parlando dell’irresistibile Thermae Romae, ovviamente, che il 26 giugnoapproderà nelle nostre migliori sale grazie alla Tucker Film, ma stiamo anche parlando diThermae Romae II, l’attesissimo sequel, che lo scorso 3 maggio ha chiuso in prima mon-diale il FEFF 16! Proprio il grande festi-val udinese, due anni fa, aveva presen-tato il cult di Takeuchi Hideki (sempre inprima mondiale), scatenando l’entusia-smo del popolo fareastiano e anchedella critica.Tratto dal manga della fumettistaYamazaki Mari, conosciutissimo anchein Italia e pubblicato dalla Star Comics,Thermae Romae narra le gesta diLucius Modestus (il divo nipponico AbeHiroshi, assolutamente perfetto per ilruolo): un aitante architetto dell’AnticaRoma che si ritrova catapultato nelGiappone contemporaneo! Come scrive Emanuele Sacchi, «Sulgancio narrativo del confronto traRoma e Giappone, con il contrasto dielementi in comune e differenze stri-denti, si giocano le sorti di un mix dicomicità melbrooksiana e nonsensestrettamente nipponico, con surplus dibabele linguistica. Umorismo giappo-nese al 100% e, nel contempo, univer-sale. Proprio come il linguaggio dellarisata dovrebbe sempre essere (esovente non è)». Gli fa eco Maggie Lee, su Variety: «Tutte le strade portano a... una vascada bagno! Ecco Thermae Romae, spassoso viaggio nel tempo dove un architetto romanodel 128 DC salva l’Impero sfruttando le future tecnologie nipponiche! L’adattamento delmanga gioca benissimo con gli anacronismi, fra antica Roma e Giappone contemporaneo,e intrattiene gli spettatori sul filo di un irresistibile umorismo e di un crepitante stile farse-sco». Il film, girato a Cinecittà e nei dintorni della Capitale, pullula di comparse italiane e,qui e là, fa ricorso all’uso del Latino (qualche prof impugnerà la penna rossa) e ad arie d’o-pera (Takeuchi Hideki adora gorgheggiare Verdi e Puccini al karaoke!). La sceneggiatura accumula gag su gag, sfruttando con invidiabile creatività l’artificio delviaggio nel tempo, e i miracoli digitali fanno il resto, assieme ai vari set romani e all’accu-ratezza dell’intera operazione. La stessa accuratezza, la stessa grandezza visiva, con cuiTakeuchi Hideki ha impaginato Thermae Romae II, riconfermando il cast e il meccanismonarrativo: set monumentali, oltre 5000 comparse, location mozzafiato (il film è stato girato

tra la Bulgaria e il Giappone). Cosa capiterà, dunque, a LuciusModestus? Dopo aver progettato le sontuose terme diAdriano, fulcro del capitolo numero 1, il baldo architettodovrà misurarsi con un altro ingaggio: progettare un bagnotermale dentro il Colosseo, per dare sollievo ai gladiatoriacciaccati e feriti…Nato nel 1966, Takeuchi Hideki ha iniziato a lavorare per FujiTelevision e, nel 1996, ha diretto la prima delle sue serie peril canale televisivo. Nel 1998 ha vinto il premio come migliorregista ai Television Drama Academy Awards per Just aLittle More, God e, successivamente, lo ha conquistato altretre volte. Il debuttato nei lungometraggi risale invece al 2009,con la commedia musicale in due parti Nodame Cantabile,seguita poi da Thermae Romae: la via che dal Giappone lo hacondotto fino al FEFF di Udine e, ora, nei cinema italiani.

L’adattamento del popolare manga giapponese in arrivo direttamente dal FEFF 16

Thermae Romae: l’irresistibilepeplum fantasy targato TuckerFilm

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È iniziata da pochi giorni la prima tranche di lavori di riqualificazione della SalaGrande, l’i-nizio dell’iter che porterà, presumibilmente entro la fine del 2015, alla realizzazione dellaquarta sala dell’Aula Magna Centro Studi. Dal 29 maggio, per un periodo di circa tre mesi,questa sala rimarrà dunque chiusa al pubblico – mentre le altre due (Pasolini e Totò) prose-guiranno regolarmente la loro attività – per permettere una serie di operazioni di adegua-mento dell’impiantistica e di rifacimento dei controsoffitti e delle coperture interne chedovrebbero assicurare una migliore efficienza energetica dell’intero stabile coerente alletematiche ambientali che in vari modi anche Cinemazero promuove. Accanto ad essi nonmancheranno degli interventi sulle attrezzature finalizzati ad aumentare ulteriormente laqualità ed il comfort della visione per il pubblico, come l’ingrandimento dello schermo e lasostituzione delle poltrone della platea. Nel loro insieme queste opere di ammodernamento sono funzionali alle modifiche struttu-rali richieste dalla corposa operazione di realizzazione di un’altra sala che avrà luogo il pros-simo anno. Si tratta di lavori complessi e particolarmente onerosi, resi possibili grazie all’in-tervento del Comune e della Regione FVG, che rappresentano il primo passo di un percor-so che vede anche Cinemazero impegnato dal punto di vista economico e che proseguiràancora per i prossimi due anni nell’obiettivo di poter finalmente creare quel nuovo spazioche permetterebbe di ampliare ulteriormente l’offerta culturale per la Città. Una struttura che attrae ogni anno oltre 110mila persone (tale è il dato dei biglietti staccatilo scorso anno) è infatti ormai prossima al punto di saturazione e molto spesso, stante lacrescente dinamicità delle proprie attività, si trova in difficoltà dal punto di vista logistico. Ilprogetto di riorganizzazione degli spazi si presenta quindi oggi come un passaggio impren-scindibile per ottimizzare la possibilità per il pubblico di usufruire di una così ricca offerta. A regime non vi saranno delle variazioni sostanziali nel numero complessivo di posti, mauna loro redistribuzione. L’attuale SalaGrande verrà completamente ridisegnata, platea egalleria saranno unite attraverso la creazione di un’unica gradonata in pendenza cheaumenterà la visibilità per il pubblico. Quest’operazione dovrebbe ridurre l’attuale capienzadi circa cinquanta posti. Nello spazio sottostante alla nuova gradinata – quello che attual-

mente ospita lo spaziomostre – troverà spazio laquarta sala destinata adospitare un numero di postisimili a quello delle salePasolini e Totò. Sarà unasaletta particolarmentecurata ed accogliente, dota-ta anch’essa delle piùmoderne tecnologie diproiezione digitale. Diversi i vantaggi di questonuovo assetto, che dovreb-be vedere la luce con la finedel prossimo anno. Per

quanto riguarda la proposta cinematografica durante la normale attività annuale una nuovasala permetterà di aumentare notevolmente il numero di film ed eventi proiettabili, sfrut-tando in maniera ancora più efficace i vantaggi offerti della tecnologia digitale e prose-guendo verso una multiprogrammazione differenziata negli orari e nelle proposte a secon-da dell’interesse delle diverse fasce di pubblico. Nel caso di incontri con gli autori o di filmdi particolare interesse sarà comunque possibile garantire a tutti la possibilità di assisterviattraverso un collegamento in streaming – peraltro già sperimentato in occasione dell’an-teprima di TIR di Alberto Fasulo – garantendo un collegamento in diretta con la SalaGrande. Questo sforzo richiederà ovviamente dei costi molto significativi, che Cinemazero affronteràper continuare ad essere all’altezza del ruolo di punto di riferimento nel panorama cultura-le cittadino ma ciascuno, se lo desidera, può dare il suo contributo al progetto. È sufficien-te indicare Cinemazero come associazione beneficiaria del 5 per mille, firmando nel primoriquadro della dichiarazione dei redditi: Sostegno delle organizzazioni non lucrative di uti-lità sociale e inserire il codice fiscale di Cinemazero n. 80011520931.

Al via i lavori di adeguamento propedeutici alla realizzazione, nel 2015, di una nuova sala

Al via i lavori per la realizzazione della Quarta Sala

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Inaugura il Premio del Territorio dedicato ai soli giovani della Regione

La scuola per Scrivere di Cinema,Scrivere di Cinema per la scuola

È in piena attività la giuria pordenonese del Premio del Territorio, novità assoluta della dodi-cesima edizione del concorso Scrivere di cinema - Premio Alberto Farassino, iniziativa pro-mossa da Cinemazero, Fondazione pordenonelegge, Sindacato Nazionale CriticiCinematografici Italiani e MYmovies.it in collaborazione con Alice nella Città e col supportodi FriulAdria Crédit Agricole. Con uno sguardo alla giuria nazionale del premio, compostaquest'anno da Mauro Gervasini, Nicola Lagioia, Adriano De Grandis e diretta da ViolaFarassino, e una strizzatina d'occhio alle grandi giurie dei premi letterari tout-court, la giu-ria composta esclusivamente da insegnanti è fomrata da Pierpaola Busetto e Sara Fabretto(Liceo Scientifico Statale “M. Grigoletti” di Pordenone), Alessandra Magoni (ITC “O.Mattiussi” di Pordenone) e Fiorenza Poletto (Isis “G. Marchesini” di Sacile). Alle quattro,offertesi volontarie, spetterà il compito di leggere e valutare tutte le recensionisui film dell'attuale stagione cinematografica scritte dagli studenti della regione che saran-no inviate al sito MYmovies.it entro il 15 giugno. L'autore della migliore sarà proclamatovincitore nel corso della cerimonia ufficiale di Scrivere di cinema, in programma a settem-bre durante pordenonelegge.it (17-21 settembre). Il premio in palio, reso possibile dal soste-gno di FriulAdria Crédit Agricole, è davvero speciale: la CinemazeroOroCARD che consentel'ingresso gratis nelle sale di Cinemazero per un anno intero. Ma torniamo al quartetto di insegnanti, novelle testimonial della prima edizione del Premio

del Territorio. Il loro contributo alla causaprevede infatti anche la promozione del con-corso Scrivere di cinema nelle proprie scuo-le con un'iniziativa didattica utile ed efficace:ossia offrire ai propri studenti un'ora di lezio-ne sulla scrittura per il cinema. A salire in cattedra e a svelare ai ragazzi truc-chi e segreti della recensione ci ha pensatoSabatino Landi, una guida d'eccezione e unveterano della didattica del cinema diCinemazero. La risposta di studenti e insegnanti è stataentusiastica: molti ragazzi, infatti, avendoscoperto di possedere un'abilità di scritturainedita, hanno già inviato la loro recensioneper concorrere al premio finale! Si ricorda che il concorso Scrivere di cinema– Premio Alberto Farassino prevede duesezioni di gara, Young Adult (15-19 anni) eUnder 25 (20-25 anni). Tanti e importantisono i premi tra cui ipad, abbonamenti per lavisione di film in streaming, buoni spesa perl'acquisto di libri, e un workshop redazionaleal Festival Internazionale del Film di Roma,organizzato in collaborazione con Alice nellaCittà, la sezione autonoma e parallela delFestival Internazionale del Film di Roma dasempre rivolta ai ragazzi. Un'occasione unica per sperimentare con-cretamente l'esperienza del critico cinemato-grafico seguendo uno dei maggiori festivaldi cinema, attraverso la visione dei film ingara, l'incontro coi protagonisti del cinema edell'industria cinematografica e i consigli dicritici professionisti.Il termine ultimo per partecipare al concorsoè il 15 giugno 2014. Per scaricare il bando escorprire come partecipare è possibile visita-re il sito: http://scriveredicinema.mymovies.it

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G. F

ava Io non mi ricordo quasi niente, Oreste invece si ricorda

quasi tutto. Con lui in quanto colleghi di cinema e diGenova si conoscevano da sempre e Claudio G. ne avevauna certa considerazione, me all'inizio invece mi guardavacon incuriosita diffidenza. Non so se siamo mai diventativeramente amici. Per me Fava era un mito per via del minutaggio con cuiconcludeva ogni volta le presentazioni dei film della notteche mi ha liberato di tante veglie al videoregistratore inattesa dell'inizio.Sono passati quasi vent'anni. Dovevamo cominciare unprogramma che si chiamava Perdenti, che era una specie dicommissariato. Lui era appena andato in pensione e Oresteaveva avuto l'idea di fargli fare il giudice. Alla vigilia del debutto, io che non lo conoscevoho telefonato a casa sua per presentarmi. Mi ha risposto sua moglie, la signora Elena e ame che timidamente domandavo di parlare col dottor Fava mi disse, cara signora mi trovaappena seduta che mi sto godendo un bel wisky: l'ho appena caricato sul treno che non nepotevo più. Infatti era grande, era brillante ma non era tanto leggero. Chiacchierava inces-santemente con tutti divagando sui suoi temi preferiti, soprattutto storici e non si riusciva afermarlo. Mi ricordo di quando siamo andati insieme a Cannes che Oreste non c'era: non miha mollato un secondo, specialmente sul pullman, dove non potevo sottrarmi. Lì ho capitoche parlava in marsigliese col tassista marsigliese e in nizzardo col cameriere di Nizza e sistupivano quando confessava di essere italiano. Durante le registrazioni si rivelò poi molto disciplinato. Si interessava poco alle storie degliospiti, certi più insoliti li guardava come marziani, ma molto alle loro provenienze, alla lin-gua, ai dialetti, agli accenti specie quelli slavi e a loro domandava chiarimenti su quella oquell'altra pronuncia serba o slovacca. Di me lo incuriosiva soprattutto il fatto che fossi friu-lana e ogni tanto se ne usciva con qualche parola o frase, ma precise e compiute. Mi salu-tava con “ce mut”? Gli piacevano i giochi di parole e alcuni erano davvero tremendi. Eramonarchico ma contemporaneamente liberale e socialdemocratico. Alla fine di ogni punta-ta doveva dare un suo giudizio di assoluzione o di condanna e il suo era spesso del tuttoastratto: chissà a cosa pensava tutto il tempo. Mi ricordo che gli piacevano le canzoni francesi e infatti è stato tutto contento quando hopensato di affidargli il finale col registratore e una canzone di Brel o Brassens. Oreste avreb-be preferito che concludesse con un discorso di De Gaulle, che era il suo idolo, ma si dimo-strò un po' noioso. Le canzoni invece se le godeva moltissimo, quasi sognante. Anche luiera stato giovane, forse. Una volta alla fine abbiamo ballato un valzer insieme ma non miricordo la canzone. Oreste dice che era solo un lento...

Claudio G. Fava,l’immagine del cinema

Il ricordo di un giornalista che ha fatto la storia della televisione

Claudio G. Fava (1929 - 2014) - Giornalista professionista, nel 1970 entrò in Rai dovedivenne responsabile alla programmazione di film per Raiuno. Nel 1981 passò a Raidueincaricato della scelta e della programmazione non solo di film editi o inediti ma anchedi telefilm singoli e seriali, TVFilm, soap-operas e sceneggiati d’acquisto. Ha scelto e pro-grammato migliaia di titoli (per l’opera svolta a favore della diffusione del cinema fran-cese alla TV italiana, spesso composto da opere inedite in Italia, il governo francese lo hanominato “Officier des Arts et des Lettres”). Ha inventato, organizzato e spesso presen-tato in video moltissimi cicli di film compresa quella di tarda serata, “Cinema di notte”,poi imitata da tutti i network. Ha pubblicato migliaia di articoli su “Corriere Mercantile”,“Il Messaggero”, “Il Mattino”, “Il Secolo XIX”, “Bianco e nero”, “La rivista del cinema-tografo”, "Studi Cattolici", "Sorrisi e canzoni", eccetera. Ha pubblicato diversi libri, rac-colte di elzeviri e di saggi cinematografici monografici. Ha partecipato a sei programmitelevisivi, per Raitre, di Gloria De Antoni e Oreste De Fornari (“Perdenti”, “Infedeli”, “Laprincipessa sul pisello”, "Pacem in terris", per due edizioni, "La fonte meravigliosa").Studiò legge ed è stato genoano dall’anteguerra. Da quasi mezzo secolo, Claudio G. Favaera per milioni di italiani l'immagine stessa del cinema, reso popolare dalle leggendariepresentazioni di film in tv. La sua ultima apparizione pubblica è stata alla conferenzastampa per la presentazione dell'edizione del numero 100 della rivista FilmDoc.

TRAME DI CINEMA - DANILO DONATI E LA SARTORIA FARANI Villa Manin (Passariano di Codroipo)- MOSTRA PROROGATA fino al 27 luglio 2014

Ogni sabato e domenica alle ore 17.00 Cinemazero offre ai proprifrequentatori, previo acquisto dello speciale biglietto ridotto a lororiservato, l'esclusiva opportunità di partecipare gratuitamente adelle visite guidate della mostra ospitante la straordinaria collezio-ne di costumi disegnati da Danilo Donati, nel corso della sua car-riera di scenografo e costumista, e realizzati dalla storica SartoriaFarani, oggi diretta dal friulano Luigi Piccolo. Un’occasione unica per scoprire (o riscoprire) attraverso gli splen-didi abiti di scena disegnati da Donati e le parole di un esperto isegreti e le curiosità di alcuni dei film che hanno fatto la storia delcinema. Prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente

inviando una mail a: [email protected]. Ritrovo presso la cassa all'ingresso dellaMostra cinque minuti prima dell'orario di inizio della visita. Numero minimo 10 parteci-panti, massimo 25. Info: Cinemazero, tel. 0434_520404

MAREMETRAGGIOTrieste, dal 28 giugno al 5 luglio 2014Un’invasione di corti da record per la XVma edizione di Maremetraggio: negli uffici delfestival sono arrivati per partecipare al concorso ben 1212 cortometraggi, provenienti daogni angolo del globo. Sono giunti perfino da Hong Kong, dall’Etiopia, dagli Emirati Arabie dal Ruanda. Anche quest’anno saranno tanti i premi in palio, il più ambito resta il pre-

mio al miglior corto di 10 mila euro, ma ci sarà ancheil prestigioso premio “Studio Universal”, grazie al rin-novo della partnership tra Maremetraggio e StudioUniversal (Mediaset Premium sul Dtt), che consistenell’acquisizione dei diritti Pay per la trasmissione tele-visiva al miglior corto italiano selezionato da una giu-ria del canale. E poi il premio al miglior corto d’anima-zione, il premio al miglior montaggio italiano assegna-to dall’Amc (Associazione Montatori Cinematografici) e

molti altri. Il protagonista della “Prospettiva 2014” sarà Lorenzo Richelmy brillante e gio-vane attore italiano. Info: www.maremetraggio.com

INCIPIT.3. PERCORSI PASOLINIANI DI PRIMAVERACasarsa della Deliza, 27 giugno 2014Ultimo appuntamento di Incipit, i percorsi ormai tradizionali di primavera con cui il CentroStudi Pasolini inaugura il proprio anno di attività e offre ai suoi visitatori affezionati occa-sioni di avvicinamento leggero, ma non banalizzato, alla figura pasoliniana.Per questa terza edizione si è trattato di una collana di sette iniziative, che hanno trovatola propria coerenza intorno al puntello di tre motivi portanti: l’accoglienza alle espressio-ni filmiche e fotografiche, anche recenti, che continuano a documentare visivamente l’o-perato dell’artista; l’attenzione alle geografie e alle case che, a Casarsa e a Roma, sonostate residenze del poeta; le presenze femminili che, come nel caso di Cecilia Mangini o inquello, lancinante, di Maria Callas, sono state al fiancodell’amico cineasta, suggestionandone l’ispirazione. L’ultimo appuntamento intitolato Pasolini. Visioni didonne è un intreccio plurilinguistico per perlustrare i rap-porti tra Pasolini e le donne che si sono incrociate alla suaesistenza, ricevendone confidenza, rispetto, corrispon-denza intellettuale, amicizia, fino ai confini inviolati del-l’amore e della pura passione. Si terrà venerdì 27 giugnodalle ore 17.00 con la videoproiezione di Italo Moscati(alla presenza dell’autore) Non solo voce. Trent’anni dallamorte di Maria Callas a seguire reading con lettura nonstop di una selezione di lettere di Pasolini a corrispon-denti femminili e per concludere alle ore 21.30 perfor-mance per voce, sax, butoh e panchina “Ti scrivo dallenuvole …”. Callas/Pasolini un amore in poesia e musicadi Antonella Tandi, Ilaria Mancino, Guglielmo Pagnozzi,Yuri Dini (testi di Pier Paolo Pasolini e Maria Callas). Info: www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it

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DARK COMEDY AD AMBIENTAZIONE NORDICA CON UN CAST ECCELLENTE

IN ORDINE DI SPARIZIONE DI HANS PETTER MOLAND. Norvegia, inverno. Nils, che è stato appena nominato 'uomo dell'anno' daiconcittadini del piccolo villaggio in cui vive, è colui che si occupa di rendereaccessibile la strada a bordo di un imponente spazzaneve. Quando suo figliomuore e la pratica viene archiviata perché trovato vittima di una overdose,l'uomo non accetta questa versione. Ha ragione perché si è trattato di unassassinio ordinato dal 'Conte', un giovane e sadico boss che controlla partedel traffico della droga in perenne contrasto con la banda dei Serbi. Nils deci-de di arrivare a lui ma per ottenere questo risultato molti dovranno morire.Il titolo internazionale del film offre con precisione la scansione temporale del-l'azione. Vedremo infatti sullo schermo il nome di chi muore in stretto 'ordinedi sparizione'. Questa scelta ci mostra esplicitamente la chiave di lettura di unfilm che rivela delle paternità importanti (Kitano e Tarantino su tutti) e non hapudore di dichiararle. Questi debiti vengono però in qualche misura sublimati dall'ambientazione edalla coppia Stellan Skarsgård-Bruno Ganz che da sola basterebbe a giustifi-care l'apprezzamento per il film. A loro va aggiunto Päl Sverre Hagen che dise-gna un cattivo da fumetto iperrealistico che il cinema americano non può cheinvidiare. L'ambientazione è appunto uno dei punti di forza di questa darkcomedy costellata di cadaveri. Il biancore delle distese innevate la fa da padro-ne e contrasta con il design della lussuosa abitazione del criminale indigeno econ l' "antichità" dell'arredo dello spazio occupato dal padrino serbo.Sappiamo bene come in ambito letterario negli ultimi anni i 'gialli' scandinavi(a partire dal fortunato e bi-cinematografico Uomini che odiano le donne)abbiano raccontato quella società meglio di qualsiasi saggio sociologico. HansPetter Moland non ha questa pretesa ma alcune riflessioni sul welfare e sulperché in Norvegia si raccolgano in strada gli escrementi dei cani, oltre chedivertire propongono la mai troppo ripetuta necessità di ricordare che stereo-tipi e punti di vista altrui sono sempre difficili da sradicare. Qualche voltaanche da comprendere.

IL PROTAGONISTA DI “GIù AL NORD” AL CENTRO DI UN’ESILARANTE COMMEDIA

TUTTA COLPA DEL VULCANO DI ALEXANDRE COFFRENel 2010 l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull crea scompiglio neicieli d’Europa, causando la sospensione del traffico aereo per diverso tempo.Alain e Valerie devono quindi trovare un altro modo per raggiungere la figliain Grecia, che si sposerà da lì a tre giorni. I due però sono divorziati, ma soprat-tutto, si odiano da morire. Non sarà quindi per nulla un viaggio facile quellodegli ex coniugi, che si troveranno ad affrontare incredibili disavventure mache sopra ogni cosa saranno costretti ad una vicinanza forzata dopo esserestati vent’anni lontani.Un volto noto quello di Dany Boon (Alain), conosciuto per “Giù al Nord”, ilgrande successo di cui è stato regista e protagonista, che torna in una com-media esilarante, diretta questa volta da Alexandre Coffre. Una commedia cheè un road movie a tutti gli effetti, visto che il viaggio è il tema fondamentaledel film. Un viaggio lungo l’Europa intrapreso da una coppia di divorziatiormai da vent’anni che è costretta, a causa di forze maggiori, a riunirsi. Neipanni della moglie Valerie Bonneton, che forma con Boon una coppia esila-rante e sorprendentemente affiatata dal primo all’ultimo secondo.L’eruzione del vulcano islandese consente a Coffre di mettere in scena uno deitemi a lui più cari: il rapporto tra coniugi separati. La pellicola fin dall’inizio nonsi presenta assolutamente come romantica, ma anzi sottolinea l’ilarità e l’esa-gerazione che un uomo e donna divorziati possono suscitare: dopo essersiamati tanto arrivano ad odiarsi profondamente, tanto quasi da uccidersi etanto da dare vita a situazioni quasi paradossali.Il regista non si sbilancia mai: non c’è un marito cattivo e una moglie buona oviceversa: entrambi incarnano alternativamente il “cattivo” o il “buono” dellasituazione. In questo modo lo spettatore ha più libertà di identificarsi con l’unoo l’altro, di scegliere da che parte stare.Degna di nota è l’interpretazione dei protagonisti: Boon ha una mimica faccia-le strabiliante e ricca di sfumature, mentre la Bonneton ha un modo nel dire lebattute, anche le più perfide (e sono tante!) del tutto naturale e spontaneo, chenon riesce a renderla antipatica agli occhi dello spettatore, nonostante il suomodo di rivolgersi al marito sia quasi sempre diabolico.. Non c’è spazio per le romanticherie o i lieti fine da favola: ci sono solo due per-

(Tit. Or. Kraftidioten) Un filmdi Hans Petter Moland. ConStellan Skarsgård, BrunoGanz, Pål Sverre Hagen.Norvegio 2014. Durata: 111 min.

Un film di Alexandre Coffre.Con Valérie Bonneton, DanyBoon, Denis Menochet. -Francia, 2013.

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sone che un tempo si sono molto amate ma che dopo sono arrivate a mala-pena a sopportarsi, anzi a odiarsi. Due persone che si conoscono perfettamente e che per questo sanno cosa dapiù fastidio l’uno all’altra, sanno quali sono i “dispetti” che possono far salta-re i nervi. Due persone che a causa dell’eruzione di un vulcano sono costrettea stare di nuovo vicine, ma che in questo modo imparano a conoscersi dinuovo… ovviamente passando per una guerra senza esclusione di colpi!

IL FILM CHE HA RAPPRESENTATO L’ITALIA A CANNES NELLA SEZIONE UN CERTAIN REGARD

INCOMPRESADI ASIA ARGENTOAsia Argento ha dichiarato che, a dispetto di quello che si poteva pensare,Incompresa non è un film "terapeutico". E guardandolo si capisce bene il moti-vo: perché quello che poteva essere un'autobiografia dura, forse persino unpo' visivamente ripugnante e antipatica, si rivela essere invece molto piú dolcee intima, pur senza rinunciare alla giusta "crudeltà". Asia Argento ci racconta un coming-of-age che non dev'essere molto lontanodal suo percorso personale, anche se la regista dichiara che quella che vedia-mo rappresentata non è certo la sua famiglia. Non lo è perché nel film il padre,Guido (Gabriel Garko), non è un regista come Dario, ma un attore fortunatis-simo e celebre, mentre la madre Yvonne (Charlotte Gainsbourg, pettinatacome la Nicolodi) non è un'attrice ma una musicista. La relazione fra i due stafinendo. Volano le accuse ("a recitare sei un cane!", "ti sei scopata pure inani!"), e la tensione e le urla sono all'ordine del giorno in casa.La giovane protagonista, strattonata nel conflitto tra suo padre e sua madre,viene respinta e allontanata, rimbalzata da una casa all'altra. Attraversa la cittàcon una sacca a strisce e un gatto nero, sfiorando l’abisso e la tragedia, cono-scendo il mondo della notte e imparando a cavarsela da sola. Persino la suamigliore amica inizia a frequentare una nuova amichetta, mentre il ragazzinoche le piace non se la fila per nulla. È quindi vero che quella di Incompresa non è esattamente la storia di Asia:però il nome della protagonista è un'evidente variazione non di certo messa acaso, e nel film si possono riscontare episodi noti della famiglia dell'attrice eregista. Ad esempio si noti la scena in cui la polizia irrompe nelle case diYvonne e Guido e ci trovano della droga. Successe la stessa cosa nel 1985 adArgento e alla Nicolodi, quando Asia stava vivendo proprio a casa della "matri-gna". E poi: il cognome che Aria ha preso dal padre è Bernadotte, che altro nonè che lo pseudonimo utilizzato da Dario Argento per firmare un paio di episo-di della serie La porta sul buio. Si vede che Asia ci mette tutto il cuore nel raccontare le disavventure della pic-cola Aria, e anche se non sono esattamente tutti momenti di vita vissuta siavvicinano ad un minimo comune denominatore di esperienze che mi sem-brano tipici della vita di un bambino ordinario medio (italiano).Ma la sensibilità di Asia va al di là del "periodo storico", e in mezzo a un filmqualche volta troppo episodico qualche scena francamente "grottesca" (perusare un eufemismo), riesce a regalare allo spettatore qualche bel varlume diispirata e toccante verità. Quella stessa verità che c'è nell'interpretazione vita-le di Giulia Salerno. La aiutano le citazioni e alcune perle al limite del geniale(Garko che si vede in tv in Senso 45, ad esempio, mentre Yvonne ribadisce ilconcetto: "che cane"), ed una confezione internazionale che ha fatto piacere ilfilm a Cannes molto di piú ai critici stranieri che agli italiani.

UN MAGNIFICO RITRATTO DI UNA COPPIA MATURA IN VACANZA

LE WEEK-ENDDI ROGER MICHELLNick e Meg sono due docenti inglesi sessantenni, sposati da trent'anni. Si sonorecati a Parigi, il luogo romantico dove avvenne la loro luna di miele, per tra-scorrere un week end. Sono intenzionati a godere pienamente dei piccoli pia-ceri di una città che gli anglosassoni considerano diversa e sorprendente. Inrealtà vorrebbero cercare di ritrovare un'intesa e di rivitalizzare il loro matri-monio, ormai ridotto a una convivenza punteggiata da episodi di insofferenza,dopo che i figli, ormai adulti, si sono resi indipendenti. All'inizio del film arri-vano in un modesto alberghetto di Montmartre. Meg lo rifiuta e trascina il rilut-tante Nick in un hotel prestigioso dove ottengono una suite. Poi iniziano unafelice peregrinazione, girovagando tra bistrot e mercatini e concedendosi risto-ranti di ottimo livello. Una sera il conto della cena risulta astronomico e rie-scono a defilarsi rocambolescamente senza pagarlo. Nel frattempo si scam-biano impressioni e sensazioni. Nick annuncia anche il prossimo pensiona-mento forzoso, costretto dal rettore della facoltà, dopo essersi reso colpevole

Un film di Asia Argento. ConGiulia Salerno, CharlotteGainsbourg, Gabriel Garko.Italia, 2014. Durata 103 min.

Un film di Roger Michell. ConJim Broadbent, LindsayDuncan, Jeff Goldblum. USA,2013. Durata 93 min.

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di una risposta non politically correct nei confronti di una studentessa negra.La vicenda scorre tra tentativi di nuovo corteggiamento da parte di Nick, scher-maglie dovute a incomprensioni caratteriali e sprazzi di passionalità oltre il tra-dizionale understatement britannico. Poi incontrano il cinquantenne Tom, unvecchio amico yankee di Nick, economista alla moda stabilitosi a Parigi conuna nuova moglie molto più giovane. Si recano ad un party nell'appartamen-to di Tom. Nel corso della serata sono rievocati i loro trascorsi di impegno poli-tico radical, vengono allo scoperto vecchie ruggini e ferite e le ragioni dellaloro infelicità, ma emerge anche un sentimento d'amore controverso e, nono-stante tutti, ancora vitale.Michell, già regista di film gradevoli, con reinterpretazione intelligente di notistereotipi, quali Notting Hill (1999), The mother (2003) e Hyde Park on Hudson(2012), ha articolato la narrazione costruendo un sapiente incastro di temi esuggestioni, punteggiato da uno humour fine e, a tratti, genuinamente esila-rante. Le week-End è un film ben lontano dalle innumerevoli fiacche comme-diole dedicate a britannici e yankee in vacanza a Parigi e, soprattutto, evita ilclassico happy end. Articola le situazioni con delicatezza e risulta convincente,perché i suoi protagonisti, interpretati con evidente empatia da tre magnificiattori, sono ben riconoscibili, ma non scontati. Un grande merito va alla sce-neggiatura di Hanif Kureishi che sviluppa un ardito equilibrio, modulando tonida commedia brillante e incisive analisi dei caratteri dei personaggi.

DA UN MANGA CULT GIAPPONESE UNA COMMEDIA DIVERTENTE E MAI VOLGARE

THERMAE ROMAE DI HIDEKI TAKEUCHIL’architetto Lucius Modestus, perfezionista e perennemente insoddisfatto sullivello raggiunto dai bagni termali dell'epoca di Adriano, finisce in un singola-re varco spazio-temporale che lo conduce nel Giappone contemporaneo; igna-ro su dove si trovi e su chi siano i bizzarri personaggi che incontra, il disorien-tato Modestus nel giro di breve tempo carpirà i segreti di una civiltà tecnolo-gicamente più avanzata, sfruttandoli per divenire l'architetto più celebre diRoma.Classico esempio di soggetto tanto stimolante e originale quanto irto di poten-ziali difficoltà, tratto dal manga di Yamazaki Mari, Thermae Romae è la dimo-strazione di come una commedia di registro medio quando non basso possaancora divertire e coinvolgere senza ricorrere a un eccesso di trivialità nésuscitare vergogna nello spettatore più smaliziato. Le gag inanellate daTakeuchi Hideki sono tutt'altro che originali, ma scorrono naturalmente nelflusso inarrestabile di un film che non si sofferma mai in didascalismi inutili oin pause che alterino il ritmo della narrazione; non sarebbe concepibile unasimile quantità di sbalzi temporali, potenzialmente a scapito della scorrevolez-za e della comprensibilità dell'intreccio, se non si rivelasse vincente la scelta diTakeuchi di ignorare ogni verosimiglianza e necessità di un nesso plausibiletra le sequenze. Sul gancio narrativo del confronto tra Roma e Giappone, conil contrasto di elementi in comune e differenze stridenti, si giocano le sorti diun mix di comicità melbrooksiana e nonsense strettamente nipponico, consurplus di babele linguistica, incrementata dal latino estremamente macche-ronico parlato da Modestus nelle sequenze "giapponesi". Notevole la vis comi-ca di Abe Hiroshi, sufficientemente meticcio per risultare credibile come anti-co romano, il protagonista di un esempio raro e memorabile di comicità nip-ponica al 100% e nel contempo universale, proprio come il linguaggio dellarisata dovrebbe sempre essere (e sovente non è).Entusiasta la critica. Come scrive Emanuele Sacchi, «Sul gancio narrativo delconfronto tra Roma e Giappone, con il contrasto di elementi in comune e dif-ferenze stridenti, si giocano le sorti di un mix di comicità melbrooksiana e non-sense strettamente nipponico, con surplus di babele linguistica. Umorismogiapponese al 100% e, nel contempo, universale.». Gli fa eco Maggie Lee, suVariety: «hermae Romae, spassoso viaggio nel tempo dove un architettoromano del 128 DC salva l’Impero (...) L’adattamento del manga gioca benis-simo con gli anacronismi, fra antica Roma e Giappone contemporaneo, eintrattiene gli spettatori sul filo di un irresistibile umorismo e di un crepitantestile farsesco». Nato nel 1966, Takeuchi Hideki ha iniziato a lavorare per Fuji Television e, nel1996, ha diretto la prima delle sue serie per il canale televisivo. Nel 1998 havinto il premio come miglior regista ai Television Drama Academy Awards perJust a Little More, God e, successivamente, lo ha conquistato altre tre volte. Ildebuttato nei lungometraggi risale invece al 2009, con la commedia musicalein due parti Nodame Cantabile, seguita poi da Thermae Romae.

Un film di Hideki Takeuchi.Con Hiroshi Abe, MasachikaIchimura, Kazuki Kitamura.Giappone 2012. Durata 108 min

Pranzo annuale del TotòFansClubDOMENICA 15 GIUGNO 2013 ORE 13.00Agriturismo Al Casale di Codroipo | Località Casali Loreto, 3 Prenotazioni entro mercoledì 11 giugno allo 0432.909.600 (prezzo fisso 25€)

A COLPI DI NOTE THE IMMIGRANT (1917)

di Charlie Chaplin Istituto Comprensivo “Pordenone Centro”scuola secondaria di primo grado “Centro storico”con la direzione dellaProf.ssa Maria Luisa Sogaro

THE BOAT (1921)

di Buster Keaton, Eddie ClineIstituto Comprensivo “A. Manzi”scuola secondaria di primo grado “L. da Vinci” con la direzione dellaProf.ssa Emanuela Gobbo

Scuola secondariadi primo grado

CENTRO STORICOPORDENONE

Scuola secondariadi primo grado

L. DA VINCICORDENONS

INFOMediateca Pordenone di CinemazeroTel 0434 520945

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MARTEDÌ10 GIUGNO 2014Centro Culturale A. MoroCordenons

ORE 11:00 RISERVATO ALLE SCUOLE

ORE 21:00 OFFERTA LIBERA