cinemazeronotizie dicembre 2012

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mensile di cultura cinematografica E 1,00 2012 numero 11 anno XXXII CinemazeroCard, ovvero dalla parte della cultura Un futuro ricco di novità, cambiamenti e, nonostante tutto, investimenti! Ken Loach apre il futuro ai giovani A Cinemazero il nuovo film di uno dei registi più graffianti del cinema mondiale Piccolo Festival dell’Animazione Molteplici proposte per scoprire un universo in grande fermento Taccuini romani Resoconto dal Festival del Cinema di Roma del neo-direttore Marco Muller Musica da brividi Un cineconcerto affascinante con il meglio dei film noir di tutti i tempi Gli ultimi: il restauro digitale della versione inedita Esce con un doppio dvd il film di Vito Pandolfi e padre David Maria Turoldo La trilogia dell’amore È uscito il primo cofanetto della Tucker Film Grande cinema per le piccole sale CircuitoCinema: il progetto che porta il cinema d’essai in tutto il territorio Domani accadrà Ovvero se non si va non si vede Dicembre 12 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo paga- mento resi

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CinemazeroCard, ovvero dalla parte della culturaUn futuro ricco di novità, cambiamenti e, nonostante tutto, investimenti!

Ken Loach apre il futuro ai giovaniA Cinemazero il nuovo film di uno dei registi più graffianti del cinema mondiale

Piccolo Festival dell’AnimazioneMolteplici proposte per scoprire un universo in grande fermento

Taccuini romaniResoconto dal Festival del Cinema di Roma del neo-direttore Marco Muller

Musica da brividiUn cineconcerto affascinante con il meglio dei film noir di tutti i tempi

Gli ultimi: il restauro digitale della versione ineditaEsce con un doppio dvd il film di Vito Pandolfi e padre David Maria Turoldo

La trilogia dell’amoreÈ uscito il primo cofanetto della Tucker Film

Grande cinema per le piccole saleCircuitoCinema: il progetto che porta il cinema d’essai in tutto il territorio

Domani accadràOvvero se non si va non si vede D

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo paga-mento resi

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In copertina: Una fotografia di Elio Cioldal set del filmGli ultimi di Vito Pandolfi

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaDicembre 2012, n. 11anno XXXII

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Sabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Grafiche Risma - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla

Unione Italiana Stampa Periodica

CinemazeroCard, ovverodalla parte della cultura

Quale futuro? Un futuro ricco di cambiamenti, di novità, di inve-stimenti, per rimanere al passo con i tempi che mutano conti-nuamente il nostro modo di fruire della cultura. Una culura chesi confronta con le leggi di mercato, con l’economia, una culturache mette in circolo nuove idee e un nuovo modo di fruizione.Il 2013 sarà l’anno del passaggio definitivo al digitale con tuttoquello che ne consegue; nuove professionalità, nuove tecnologiee nuovi contenuti che invaderanno gli schermi di Cinemazero.In una società che consuma cultura sempre più velocementediventa imprescindibile per Pordenone, che ha nell’Aula Magnadel Centro Studi il suo unico presidio cinematografico, la possi-bilità di avere un quarto schermo, una quarta sala che possa pro-porre quei film che, per mancanza di spazi, non riescono ora adarrivare al pubblico. Molte richieste, che quotidianamente ci arri-vano da parte degli amanti di cinema, non trovano ora soddisfa-zione. Da qui la necessità per Pordenone di dotarsi di un quartoschermo che renda la proposta di cinema più esaustiva e in lineacon i cambiamenti di mercato e con le proposte che già esistonoin altre città. Un investimento e uno sforzo economico, quellodella quarta sala e del digitale, che vede Cinemzero impegnato afondo con tutte le sue energie, per non privare un capoluogo diprovincia come Pordenone, di uno spazio culturale frequentatoda oltre centomila persone all’anno. Ed è a questo vasto e affe-zionato pubblico che Cinemazero si rivolge per chiedere aiuto esostegno in nome di quella cultura che ogni giorno ci aiuta acapire il mondo che ci circonda. Non uno sterile “fasìn de bessôi” ma un gioco di squadra dove,accanto all’intervento e al sostegno pubblico, anche i privati, conin testa Cinemazero, fanno la loro parte. A questo proposito met-teremo a punto iniziative di autofinanziamento e di sostegnocoinvolgendo, oltre agli enti locali, il nostro affezionato pubblico.Sarà come sempre grazie a loro che continueremo a proporre ini-ziative culturali di respiro e contemporaneamente aggiornaretutto il sistema ai tempi che cambiano. L’invito è quindi, in primis, a sottoscrivere la CinemazeroCard(durata un anno dalla sottiscrizione) numerosi come nel passatoe facendo in più un’azione di promozione per nuoveCinemazeroCard. Diceva Martin Luther King «Può darsi che nonsiate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diven-terete se non fate nulla per cambiarla». In un momento di profon-da crisi come quello attuale diventa, quindi, imprescindibilesostenere la cultura, che è la prima ad essere penalizzata nelsostegno pubblico. Fare qualcosa per cambiare diventa, quindi,un dovere civico; schierarsi dalla parte della cultura un dovereetico; alimentare uno spirito critico e libero da schemi o ideolo-gie preconcette un dovere morale. Adeguare l’Aula Magna Centro Studi ai nuovi scenari significamantenere in vita uno strumento fondamentale per la costruzio-ne e il mantenimento di un’identità culturale che passa, anche,attraverso il cinema d’essai. Invitiamo infine coloro che ne hannola possibilità a sottoscrivere la CinemazeroFriendCard che dadiritto all'ingresso gratuito a tutte le proiezioni ed iniziative pro-mosse da Cinemazero nel corso dei dodici mesi di validità. UnaCinemazeroFriendCard quindi che, oltre ad essere un concreto etangibile sostegno, non solo morale, alla nostra attività, è ancheuna maniera per appoggiare sostanzialmente un percorso e unprogetto culturale.

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eUn futuro ricco di novita, cambiamenti e, nonostante tutto, investimenti!

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Ci sono autori che più di altri sanno leggere il tempo in cui vivono e che con i loro film neaccompagnano il destino. Tra questi, pochi, c’è un maestro che si chiama Ken Loach, unautore che riesce a coniugare un cinema divertente da vedere con temi fondamentali dadiscutere. Qui a Cannes, Loach ha portato in concorso The angels' share scritto come sem-pre da Paul Laverty. Un film che guarda ai giovani di oggi, alla loro fatica di crearsi un futu-ro, all’ambiente in cui sono costretti a vivere. Non sono i giovani dell’alta borghesia o già legati a poteri che garantiscono futuri precon-fezionati e infiocchettati, quelli che interessano a Loach e a Laverty, ma quelli che vengonoda famiglie che provano a mantenersi o non ne hanno più la possibilità, chiusi dalle regoledi un mondo che ha regalato alla finanza la possibilità di distruggere il lavoro e un minimodi benessere. Sono giovani che nascono con un disagio sociale o se lo trovano dinanziappena provano a volare da soli. Il regista ci porta a Glasgow, nella periferia, e ci fa incon-trare il giovane Robbie, la sua ragazza è incinta, lui è senza lavoro e la famiglia di lei lo vuolelontano dalla figlia e dal bambino che nasce. Per farglielo capire gli mette contro un grup-po di violenti giovinastri, per difendersi viene arrestato e condannato a una marea di ore daprestare come servizi sociali e pubblici. È la sua fortuna, qui incontra un gruppo di ragazzicome lui, ma soprattutto un educatore che crede nella loro riabilitazione e che gli accom-pagna a conoscere un po’ il mondo. Si ritrovano così in Scozia a scoprire le varie distilleriedi whisky, Ronnie si mostra molto attento e con buone qualità di assaggiatore e conoscito-re, comincia così a studiare sui testi, a capire che differenza c’è tra un blended e unLagavulin o un Ardbeg o un Caol Ila e tra questo e gli altri grandi torbati, scopre che Theangels share non è solo quella parte che si deve agli angeli, nella tradizione, ma anche partedel distillato che “sparisce” con l’evaporazione. Capisce e spiega agli amici che il whiskypuò diventare anche un affare, così quando la Balblair, una delle più vecchie e importantidistillerie scozzesi, era stata fondata nel 1790 da JohnRoss, mette in vendita all’asta un barile di una vec-chissima annata, con gli amici parte alla volta diEdderton, nelle Northern Highlands, per tentare dirubare il prezioso whisky. Il piano è quello di scam-biare il prezioso prodotto con uno simile che Ronnie,con sapienza e furbizia è riuscito a miscelare. Il pianoriesce a metà, dopo l’asta, mentre stanno travasandoarriva il proprietario con un conosciuto esperto chegli offre la stessa idea di Ronnie, ha un suo cliente acui vendere il pregiato prodotto. Il proprietario sottogli occhi Ronnie rifiuta. Così sarà lui ad offrire all’e-sperto un po’ di quel nettare, guadagnandoci, unlavoro, nel mondo dei distillati, e i soldi per compra-re un van e portare la sua ragazza e il bambino, lassùin Scozia, a provare a costruire un futuro. Loach invita i giovani a provarci, a studiare, a impe-gnarsi, a essere curiosi, a liberarsi dai vincoli dei ter-ritori e costruirsi dove si può la vita, lo fa con un filmche convince e viene acclamato da un pubblico cheha bisogno di trovare nel cinema una speranza. Bravitutti gli attori, come sempre, a cominciare dal giova-ne Paul Brannigan, Robbie, un volto normale, vero,non un belloccio hollywoodiano, ma un ragazzo cheincontri per strada, in periferia, disoccupato condignità e voglia di lavorare non per un surplus, ma dabuon proletario per quello che serve per vivere, e nonda meno gli è John Henshaw che ben rappresentaquel mondo di chi lavora nel sociale, amando il pros-simo più di un comandamento qualsiasi. Ken Loachfa vivere i suoi personaggi come in un documentariosugli esseri umani e tutti i suoi attori sanno esserlobene, ricordandoci come si fa.

Ken Loach apre il futuro ai giovani

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A Cinemazero il nuovo film di uno dei registi più graffianti del cinema mondiale

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eMolteplici proposte per scoprire un universo in grande fermento

E’ certo che l’animazione sta vivendo un momento di grande fermento creativo: lodimostrano la ricchezza di proposte da parte di autori appartenenti a diverse gener-azioni che arricchiscono i programmi dei numerosi Festival Internazionali.Cerchiamo di respirare anche nella nostra Regione l’aria elettrizzata che circola inquesto settore di ricerca del cinema con il Piccolo Festival dell’Animazione. Per ampliare e rendere possibile la realizzazione di questa manifestazione abbiamoampliato la rete di circuito dei film, da Pordenone (Cinemazero, Vivacomix), a Udine(CEC), a Trieste (TriesteContemporanea&Cappella Underground), in un tour cheporterà gli appassionati nei centri di punta della nostra Regione. Il collegamentodiretto con Animateka Film Festival di Lubiana ci offre il privilegio di una ribaltadavvero internazionale. Si parte da Pordenone (Cinemazero) il 21 dicembre conproiezioni dedicate ai bambini e ragazzi delle scuole, ma aperti anche ad un pubbli-co più vasto sensibile alla grande qualità di film comunque di sicuro interesse. Tra ifilm in programma segnaliamo il bellissimo Kali, o pequeno vampiro (tr.Int. Kali, theLittle Vampire), film dell’autrice portoghese Regina Pessoa, che ha ricevutonumerosi e meritati riconoscimenti. L’itinerario prosegue a Trieste dove il 22 dicem-bre alle 18.30, alla galleria Tommaseo, sede di TriesteContemporanea si presenteràuna selezione di animazioni italiane, 4 delle quali in concorso ad Animateka: Djumadi Michele Bernardi, Le Fobie del Guard Rail di Marco Capellacci, Silenziosa-Mentedi Alessia Travaglino e Topo Glassato al Cioccolato di Donato Sansone. Il 27 e il 28 dicembre, alle 20.30, si entrerà nel vivo del Festival con le rassegne primaa Pordenone (Cinemazero) e poi a Udine (Visionario), dove ci si concentrerà sulle‘visioni animate’ dei cortometraggi internazionali. Uno degli autori fissi del Piccolo

Festival, giunto, lo ricordiamo, alla 5aedizione, è il grande maestro svizzero,Georges Schwitzgebel, con Cheminfaisant (tr. Int. Along the Way), manon mancano le proposte di autorigiovanissimi, pure molto interessanti,come Suur maja (tr. Int. Big House)l’estone Kristjan Holm. Un occhio diriguardo è puntato verso le pro-duzioni del cimena dell’Est Europa,sempre originali per soggetto esoluzioni tecniche. Citiamo il bellissi-mo Kronika Oldricha S. (tr.Int.Chronicle of Oldrich S.) di RudolfSmid, della Repubblica Ceca o il filmdalle evidenti ascendenze illustrativeWe may meet, we may not, della gio-vane lituana Skirma Jakaite, appenadiplomatasi all'Accademia di belleArti di Vilnius. A Udine, vista la propensione per ilcinema dell'estremo oriente, apriamoil programma con il film dei cinesi XuAn, Xi Chen, Grain Coupon. Nel com-porre la lista dei cortometraggi d'ani-mazione si è cercato di dare unpanorama se pure sintetico, maabbastanza denso di sperimentazionie diversi orientamenti estetici. Lagiuria del Festival è popolare e tutti glispettatori potranno votare il film piùgradito che metteremo a confrontocon il film decretato dalla giuria popo-lare e di esperti di Lubiana.

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Lungo i marciapiedi umidi di una metropoli notturna, uggiosa e incanaglita, passionale edisperata, una giungla di spazi ristretti difficile da attraversare, perché piena di insidie e peri-coli in ogni suo angolo sempre buio, si muovono coppie diaboliche, dark lady, ubriaconi,scommettitori, mariti brutali, giovani folli e assassini per sete di conquista, tutti mossi daviolenza, insicurezza, inquietudine e angoscia, ma anche da paura, terrore del passato, conun destino che si compie per inevitabilità o per fatalità del caso. A questi personaggi sioppongono detective privati, giornalisti, scrittori che, narrando spesso in prima persona levicende, cercano di combattere queste insane perversioni restandone, a loro volta, invi-schiati. Per il protagonista non c'è scampo o riparo dalla morte; non esistono eroi, se nonin figure trascurabili, non c'è lieto fine, se non quello disegnato da interrogativi minacciosi,perché questo è il “Jazz Noir” del Paolo Corsini Sextet! Il gruppo si è cimentato nella reinterpretazione delle affascinanti colonne sonore di sei filmtra i più famosi, riallacciando lo storico legame tra il genere noir e il jazz, rivisitando la musi-ca uscita dalle penne di Duke Ellington per Anatomia di un omicidio, Miles Davis perAscensore per il patibolo, Henry Mancini per L'infernale Quinlan, Shorty Rogers per Dollariche scottano, John Lewis per Strategia di una rapina e Elmer Bernstein per L'uomo dalbraccio d'oro. Mentre sullo schermo compaiono alcune sequenze tratte dai film, i musicistidel sestetto si servono della musica non solo per accompagnare le immagini ma per affian-carsi a loro per proporre al pubblico unvero e proprio concerto. Un concerto "rac-contato" dalle immagini che diventano unelemento aggiuntivo del gruppo, dialoga-no con loro, ascoltano e attendono che isuoni si esauriscano per far sentire la lorovoce originale.La formazione è costituita da Anna MariaDalla Valle ai flauti, superba musicista ecompositrice veneziana dotata di unacoscenza musicale a tutto campo, dallostilema classico al jazz fino alle più attualiespressioni contemporanee.Mirko Cisilino alla tromba e FilippoOrefice al sax tenore, due giovani musici-sti dal linguaggio energico e sapiente.Caparbi e poliedrici sono due musicistirichiestissimi in tutto il friuli e trivenetocome egregi solisti e come stupefacentefront line. Al contrabbasso AlessandroTurchet, squisito, lirico, sanguigno edassoluto virtuoso dello strumento.Attualmente uno dei più ricercati contrab-bassisti del nord-est e non solo, dotato diinstancabile dedizione nell' espressione diun idea sempre artisticamente fresca egenuina. Alla batteria Andrea Pivetta,garanzia di grande swing ed energia. Ilsuo suono reca con se tutta la tradizione ela conoscenza dei grandi maestri delritmo della musica afroamericana.Batterista a tutto campo anche nel blues,R&B e rock-pop, milita in innumerevolisituazioni in tutto il nord-est. Leader delgruppo, e curatore di trascrizioni ed arran-giamenti dei brani originali, il brillantepianista Paolo Corsini, apprezzatissimosolista e sideman, esponente della nuovagenerazione jazzistica ed elettroacustica.

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Nel suo freddo e nei suoi colori, novembre ha per la prima volta interamente ospitato ilFestival del Cinema di Roma. Un festival con un nuovo direttore artistico già conosciutoper il suo contributo alle ultime otto edizioni della mostra del cinema di Venezia. ConMarco Müller il pubblico ha a disposizione 8 sale e l'Auditorium Parco della Musica èrimasto il centro della manifestazione.La scelta per lo spettatore si è dunque ampliata, oltre 60 i lungometraggi proiettati. Lacifra tonda però non ne sottintende un miglioramento nella qualità media dei film, anzi,la Sezione Ufficiale Concorso non ha soddisfatto le aspettative, presentando un livellocomunemente basso dove solo poche opere, quasi senza la minima competitività, pote-vano eccedere. La giuria internazionale però, forse già covava da tempo un desiderio diinnovarsi, svecchiando gli stereotipi e abbandonando qualsiasi tipo d'influenza del pub-blico. Non aver mantenuto l'eleganza nel giudizio vicina a quella delle giurie precedenti erischiando nel favorire i dichiarati outsider è stata forse la pecca più imbarazzante.L'intento di non dare nulla per scontato all'interno di una selezione che offriva poco erachiaro, ma tralasciare così tante opere meritevoli è stato uno sbaglio. I francesi Main Dans La Main di Valèrie Donzelli e Un Enfant De Toi di Jacques Doillonscritti, diretti e realizzati magnificamente lasciano il festival a bocca asciutta quando sicu-ramente concorrevano rispettivamente per la miglior regia il primo, il secondo per lamiglior interpretazione maschile (Samuel Benchetrit) e femminile (Lou Doillon).Paradossalmente il film della Donzelli ha vinto il premio per il miglior interprete maschi-le mentre quello di Doillon quello alla miglior attrice emergente. La seconda prova daregista di Roman Coppola A Glimpse Inside The Mind Of Charles Swan III segue quell'u-morismo velato di malinconia tipico dei film di Noah Baumbach e Wes Anderson.Un'ottima colonna sonora per un ottimo film che speriamo approdi presto nel nostro

paese. The Motel Life invece, una selvaggia ecommovente storia di fratellanzaambientata nei motel del paese più indi-vidualista del pianeta, oltre ad un rico-noscimento alla sceneggiatura trattadall'omonimo libro di Willy Vlautin, haottenuto il democratico ed incontestabi-le premio del pubblico. Secondo qualcu-no però, avrebbe meritato qualcosa inpiù. Nonostante ciò, il regista JeffNichols, in questa settima edizionenominato presidente della giuria, dàmerito e luce all'opera che forse piùaccomuna le sue tendenze artistiche. Ipaesaggi naturali e la provincia america-na protagonista di Shotgun Stories e delcapolavoro Take Shelter li troviamo fareda sfondo anche nel film di Larry Clark.Un riconoscimento Clark lo avrebbe sìmeritato per la maturità raggiunta nellatecnica e sopratutto nella scrittura dei dia-loghi, vista la sua filmografia passata.Rendere vincitore il suo film, Marfa Girl, èeccessivo e non può quindi essere tra ivanti di questa edizione se non per il fattodi averlo selezionato e mostrato in ante-prima. Nella sezione Fuori Concorso inve-ce, si sono distinti ottimi titoli stranieri:Populaire di Régis Roinsard e Mental diP.J. Hogan tra i più applauditi.Uno sguardo alternativo sulla settima arte

Resoconto dal Festival del Cinema di Roma del neo-direttore Marco Muller

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lo ha offerto la sezione CinemaXXI, una grande novità di questo festival, presieduta dalvisionario scozzese Douglas Gordon. Obiettivo di essa è mostrare nuove correnti, nuovevisioni e sperimentazioni degli artisti odierni. CinemaXXI ha infatti raccolto cortometrag-gi, mediometraggi e lungometraggi che si ribellano al solito intreccio narrativo e allastruttura di ciò che consideriamo “film”. Capaci di spaziare in svariati generi, toccando ildocumentario e vicini al nonsense, molti dei lavori mostrati tentano di accentuare comel'arte del cinema possa essere la somma di tante altre.Fra tutte le fantasie proiettate Tar è forse quella che è rimasta impressa a più persone. Unavera e propria esperienza, anche se limitata appena a 72 minuti. Progetto che nasce daJames Franco, Tar fa rivivere le poesie di C.K. Williams attraverso gli occhi di undici regi-sti emergenti. Un’opera che si distingue per la sensibilità con la quale attinge al valorepoetico della vita ma che appare forse troppo influenzata dalla poetica visiva di TerrenceMalick e che non è sempre capace di trasformare il tutto in un complesso organico diimmagini in grado di rivelare un vero e proprio, profondo, significato. La vera rivelazione del festival è stata ancora una volta la sezione autonoma e parallelaAlice Nella Città, che quest'anno, sotto la direzione di Gianluca Giannelli, ottenuto unospazio dedicato e una sala proiezioni propria, ha riunito il meglio delle giovani giurie deglianni precedenti ed ha presentato una curatissima selezione di opere provenienti da ogniparte del mondo. Un grande lavoro per accomunare tutti i film sotto tematiche come ildisagio adolescenziale, il rapporto col mondo adulto, la sessualità e la nuova generazio-ne nascente. Mentre i protagonisti dei lungometraggi sono tutti under 20, il numerosopubblico che ha partecipato alle proiezioni (oltre 18.000 presenze) spaziava in qualsiasietà. La maggior parte dei film sono opere prime o seconde di registi giovani intenti a rap-presentare i propri coetanei o persone ancora più giovani. Essi raffigurando una generazione anestetizzata dalla tecnologia e dall'inquietante mondodel web, incapace di comunicare e non piùrepressa dalla classe adulta come untempo ma repressa dai media e dalla lorospettacolarizzazione del sesso e dellaguerra. Altre opere invece, si concentranonel raccontare l'infanzia e gli avvenimenti,anche se apparentemente banali, che pos-sono condizionare l'intera esistenza.Innocents di Chen-hsi Wong è una dolcestoria d'amore tra due bambini in fuga dalsevero sistema scolastico. Il brasiliano My Sweet Orange Tree diMarcos Bernstein, film vincitore dellasezione, è una curiosa storia d'amicizia traun ragazzino in cerca di una figura pater-na più affettuosa e un anziano che gli inse-gnerà come riportare su carta i suoi sogni.Strings del diciottenne Rob Savage è pro-babilmente l'opera più controversa, fortedi un altissimo livello tecnico e di unafotografia fluorescente e sbiadita quanto isentimenti dei personaggi; una regia cheforza i primissimi piani e i dettagli suoggetti e luoghi dove i giovani trascorro-no l'estate prima dell'inizio dell'univer-sità. Alice nella Città è stata capace di riuniretitoli indipendenti in una programmazio-ne accattivante e di ottimo gusto, essa sidimostra dunque la vera stella lucente diquesto traballante festival capitolino.

Larry Clark

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Per chi ama il cinema Gli ultimi rappresenta un momento particolare e per certi versi inregione anche fondativo. Il primo film girato da professionisti interamente in Friuli, scrittoda Turoldo, una voce che assieme ad altre risuona ancora oggi viva e trasparente, il timbrodi un’epoca di forti tensioni ma di grandi slanci come testimonia l’avventura di questo filmanomalo e anticipatore. Una meteora nella storia del cinema italiano, esibita nelle rassegneall’estero, l’ultima bella occasione al Filmmuseum di Vienna, ma di rado presentata in Italia.Un film che da subito risulta intempestivo ma che rimane sempre come “una freccia pun-tata verso il futuro” come nota Andrea Zanzotto in un commento televisivo di trenta anni fa,ora integralmente recuperato fra gli extra del doppio dvd realizzato a seguito del restauroconservativo.Le ragioni della natura singolare del film sono molteplici a iniziare dalla figura del suo auto-re, David Maria Turoldo. Ideatore del primo cineforum a Milano, Firenze e Udine, animato-re di una stagione sperimentale del dopoguerra che sul fronte cattolico anticipava i risultatidel Concilio Vaticano II e su quello laico diffondeva i valori e le esperienze nate dalla resi-stenza in un orizzonte che oltrepassava gli steccati ideologici delle cortine di ferro dell’epo-ca e configurava un’etica reale e civile. Queste aperture portano all’incontro fra Turoldo, un frate Servo di Maria, e Vito Pandolfi,regista e critico teatrale, testimone degli esperimenti etnografici di Vittorio De Seta, intel-lettuale brillante che ricopre incarichi importanti nella sfera del partito comunista.Turoldo e Pandolfi si addossano per intera la responsabilità sociale e spirituale del momen-to e con lo stesso animo del neorealismo estinto una dozzina di anni prima, ambientanointeramente dal vero con attori presi dai campi un film sui contadini nel Friuli degli anni ’30,mentre intorno al set, in Italia, sta crescendo il boom economico. Intempestivo diceZanzotto. Ma proprio per questo, di una intempestività felice, aggiunge. E’ un film che spiaz-za tutti, i cattolici come i laici, pure i comunisti, ma non gli spiriti liberi fra cui MarioQuargnolo autore di una illuminata recensione sul Gazzettino. Questa è già consultabile sulsito della Cineteca del Friuli e dal 6 dicembre, serata inaugurale della versione digitale delfilm al Visionario di Udine (a seguire anche a Pordenone), sarà accompagnata da molti altrimateriali inediti e documenti autografi nel nuovo sito interamente dedicato al film.Il film nel 1963 viene distribuito dalla Globe Films la stessa che in quegli anni faceva cono-scere in Italia Bergman, Dreyer e soprattutto Tarkovskij al suo esordio con L’infanzia di Ivan(un altro bambino protagonista) con cui pochi mesi prima aveva vinto ex-aequo il Leoned’oro alla Mostra del Cinema di Venezia. La stessa Mostra che rifiuta in competizione il filmdi Turoldo, motivo per cui Pandolfi appronta una nuova versione prima della distribuzionein sala. Il nuovo doppio dvd presenta anche la versione integrale mai vista prima ed entram-bi i film sono sottotitolati in inglese e spagnolo. L’apparato dei contributi speciali del cofa-netto dvd include i materiali di produzione, i tagli, il finale alternativo, il trailer, i provini agliattori, i documenti televisivi dell’epoca, inclusa l’intervista di Turoldo alla TV canadese eun’altra appena realizzata a Elio Ciol fotografo sul set, le testimonianze di Siro Angeli e Riedo

Puppo. Un ringraziamento particolareva proprio a Elio Ciol, la cui collabora-zione al progetto si è rivelata molto pre-ziosa e al quale è dedicata una mostra,assieme a Stefano - il figlio, presso glispazi della sede del Consiglio Regionalea Trieste.L’insieme dei materiali (2 dischi con110’ minuti di contributi extra e unbooklet) raccolti nel dvd restituisce unospaccato esauriente del film ma anchedel cinema e della società italiana del-l’epoca. E’ frutto del lavoro di ricerca edi conservazione che da 15 anni le treassociazioni conducono con impegno eche in occasione dei 50 anni del filmtrova finalmente spazio per essere con-sultato.

Esce con un doppio dvd il film di Vito Pandolfi e padre David Maria Turoldo

Gli ultimi: il restauro digitale della versione inedita

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È uscito il primo cofanetto della Tucker Film

Per quanto si possa essere presuntuosi, pensarci bravi e intelligenti, è soprattutto il caso cheha fatto si che nel giro di 3 anni, come Tucker Film, abbiamo distribuito tre film così impor-tanti come Departures, Poetry e A Simple Life. Neanche a volerlo, tre parti dell'Asia estre-ma, Giappone, Corea del Sud e Cina, la Cina di Hong Kong. Tre paesi che spesso confon-diamo, spesso e stupidamente perché mai ci permetteremo di far lo stesso con Spagna,Polonia ed Inghilterra. Ma l'Asia è ancora per noi un universo indistinto che si perde negliocchi piccoli e in mondi esotici.Vederli insieme ora in un cofanetto è però un enorme motivo di orgoglio. Quando timida-mente ci siamo avvicinati alla distribuzione, ovunque venivamo sconsigliati: “ah filmdall'Asia, ma siete pazzi, non interessano a nessuno”. Eppure il grande cinema non ha con-fini, ed il pubblico è forse un po' stufo di pensare che esista solo l'Occidente. Di là, al di là,ci stanno 3 miliardi di persone, e vivono la vita, come noi, nascono, amano, muoiono. La tri-logia dell'amore è il titolo con cui abbiamo voluto tracciare un filo rosso tra i tre film: unamore semplice, talvolta quasi banale, ma con una forza dirompente, gioiosa, allegra (si,allegra) fino all'ultimo secondo.Sono tre film da tenere in casa, da mostrare agli amici, da riguardare ogni tanto. Con quelpo' di fierezza che lega questa terra a quei mondi lontani, perché se questi tre film sono par-titi dalla Tucker Film, e cioè da Cinemazero e dal Centro Espressioni Cinematografiche, nonè solo perché qui si fa il Far East Film, ma perché qui c'èancora qualcosa sotto il cinismo dei poteri, c'è ancorauna vita più vera dei dibattiti televisivi, degli egoismirivendicati, della ricchezza come unico valore ricercato.C'è ancora terra sotto i piedi.Departures, enorme successo in Giappone, operaimportante di un regista prolifico, Yôjirô Takita, vincitoredell'Oscar come miglior film straniero. Storia di un vio-loncellista che apprende un nuovo lavoro: come curare icorpi, come prepararli all'al di là. Come il mestiere di unartigiano, fatto di movimenti, attenzione, passione, edemozioni.Poetry, la ricerca della poesia, quando il mondo che ticirconda sembra ucciderla. Una donna versol'Alzheimer, un nipote diseducato, la poesia nelle coseprima che nei versi. Capolavoro di Lee Chang-dong, pro-babilmente uno dei 5 più grandi registi viventi, già mini-stro della cultura in Corea del Sud (annotazione scrittasolo per provocare un paragone).A Simple Life, 'gentileza gera gentileza', la dedizione diuna tata, la dedizione di una vita per l'unico figlio rima-sto di una ricca famiglia di Hong Kong, viene ricambiatosul finire dei suoi giorni dal suo figlio adottivo. Servo epadrone che diventano padrone e servo (anche quicome paragone con questo paese dove il concetto diservire è immediatamente sentito come negativo). DiAnn Hui, una donna che fa cinema da quarant'anni,guardando sempre gli altri, guardando sempre dentro lavita. Non c'è mai niente di definitivo nell'arte e nella cul-tura, ma questo cofanetto racchiude tante cose: tre capo-lavori, il sogno di 'promuovere il cinema', il lavoro didue associazioni quasi quarantenni, un mondo, nono-stante la tecnologia, lontano, lontanissimo.Il primo ciclo della Tucker Film si chiude qui, con questocofanetto. Il secondo parlerà del nostro paese, con treopere di tre registi nostri, due friulani, un veneto. Anchequi, più per caso che per ricerca, tre film che vivonosotto la nostra pelle. Ma questa è una storia ancora dascrivere.

La trilogia dell’amore

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Voleva essere presente a tutte le proiezioni, ma quando gli è stato detto che erano addirittu-ra 14, articolate su due settimane e sparse su ben 9 Comuni ha dovuto alzare bandiera bian-ca. Nonostante l’incredibile carica di entusiasmo anche Giuseppe Piccioni, ultimo regista inordine di tempo ad accettare l’invito ad accompagnare il proprio film all’interno diCircuitoCinema, ha dovuto affrontare una difficile scelta. Tutti lo volevano per presentare ilriuscitissimo Il rosso e il blu (che ha ampiamente superato le 700 presenze in sala) e alla fineil simpaticissimo autore romano ha optato per Codroipo, dove è stato protagonista di un’in-teressante e partecipato incontro col pubblico. Questo è solo uno dei piccoli e simpatici aneddoti accaduti nei sette anni di vita del progettoche ha messo in rete i cinema monosala del FVG e che continua a lavorare per rivitalizzare laprogrammazione delle sale di comunità portandovi i migliori film del panorama nazionale edinternazionale. Lo fa cercando di organizzare incontri con gli autori, dibattiti e momenti diaggregazione intorno a dei luoghi – i piccoli cinema – che rappresentano ormai dei veri e pro-pri presidi culturali del territorio. Un’idea nata come una sfida e che oggi costituisce una soli-da realtà che può vantare un crescente riscontro in termini di pubblico. Un percorso che, gra-zie al sostegno della Regione e della Banca di Cividale, può continuare nonostante le diffi-coltà economiche, arricchendosi ad ogni edizione di importanti novità. Come CortoCircuito, un percorso parallelo che vuole dare spazio alle produzioni cinemato-grafiche locali di qualità presentate direttamente al pubblico dai loro protagonisti.Un’occasione unica per conoscere autori, registi ed attori che hanno fatto del FVG la“Regione più cinematografica d’Italia” e che ha recentemente visto anche il coinvolgimentodel Fondo regionale per l’Audiovisivo che contribuisce ad arricchirne la programmazione gra-zie all’inserimento di alcune serate dell’iniziativa Riflessi sul Fondo, la rassegna cinemato-grafica pensata per dare visibilità alle produzioni sostenute e finanziate durante i suoi 5 annidi attività. Un segnale di vitalità importante per il Circuito, che ha saputo mantenersi coeren-te anche dal punto di vista della qualità, come testimonia la programmazione scelta per que-sta edizione che ha portato in sala i film di maggior successo ai festival di settore, con unaparticolare attenzione al cinema italiano. Dopo la commovente storia di Monsieur Lazhar del regista francese Philippe Falardeau, l’at-tesissimo La bella addormentata di Marco Bellocchio e il gran premio della Giuria a CannesReality di Matteo Garrone arriveranno a breve titoli del calibro di Amour, con cui Haneke haconquistato la sua seconda Palma d’Oro (dopo Il nastro bianco nel 2009) e Io e te del mae-stro Bernardo Bertolucci. Scelte impegnative ma perfettamente in linea con il ruolo che CircuitoCinema vuole ritagliarsinel panorama culturale locale. Se le piccole sale vogliono sopravvivere, oltre a sapere farerete, devono anche sapersi distinguere per il valore della loro offerta. In un contesto genera-le dove la fruizione delle immagini, specie quelle televisive, ha abituato gli spettatori ad unlinguaggio visivo semplice ed elementare che li rende incapaci di amare proposte appena un

po’ più complesse, insolitee curiose, il Circuito vuoldiventare un’occasioneper riscoprire il cinemad’autore ed imparare adapprezzarlo.Per questo CircuitoCinemasta cercando di ampliare isuoi rapporti con gli istitutiscolastici nell’ottica dicreare percorsi di forma-zione per il pubblico piùgiovane e sta progressiva-mente inserendo, all’inter-no dei suoi appuntamenti,dei momenti di presenta-zione e dibattito a marginedelle proiezioni con espertiqualificati.

CircuitoCinema: il progetto che porta il cinema d’essai in tutto il territorio

Grande cinema per le piccole sale

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SACILE. IL VOLO DEL JAZZ 2012Sacile - Teatro Zancanaro, 1, 7 e 9 dicembre 2012Un’avventura musicale emozionante sulle ali del grande jazzguidati da alcuni dei più celebri talenti del panorama interna-zionale: sarà questa l’ottava edizione di Sacile. Il Volo delJazz. La manifestazione, nata dall’entusiasmo e dalla passio-ne del Circolo culturale Controtempo, cresce ad ogni nuovastagione e si conferma una rassegna prestigiosa, capace diaccendere i riflettori sulla Città del Livenza attraverso un car-

tellone di concerti di altissima qualità. Prova ne sia il grande successo dell’anteprima del 23 ottobre al Teatro ComunaleGiuseppe Verdi di Pordenone con il leggendario Herbie Hancock che ha stregato laplatea, per la prima volta in Piano Solo in Europa. Attesi a dicembre a Sacile, i PepperLegacy con il sassofonista Gaspare Pasini (1 dicembre) e il compositore norvegeseHelge Sunde insieme alla Norske Store Orkester (7 dicembre). La serata conclusivade “Il Volo del Jazz” (9 dicembre) sarà affidata alla Flight Big Band, formazione di gio-vani promesse musicali del nostro territorio, alla quale si affiancherà per l’occasioneil noto sassofonista Francesco Bearzatti. Info: www.controtempo.org

IO CREDO PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI MARGHERITA HACK E PIERLUIGI DI PIAZZAPordenone - Cinemazero, giovedì 13 dicembre 2012 - ore 20.45Ne libro Io credo di Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza (nuovadimensione edi-tore) una scienziata atea che ha appena compiuto novant'anni e un prete di fron-tiera sempre pronto a lottare dalla parte dei più deboli si interrogano sui valorifondamentali del nostro vivere quotidiano: il senso della fede oggi, l'etica, il pro-gresso, il futuro dei giovani, le forme dell'amore, la vita e la morte, l'impegno civi-le e la politica, le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la giustizia. A dialoga-re con Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza ci sarà la giornalista Rai MarinellaChirico. Info: www.ediciclo.it

CONCERTO SINFONICO - ORCHESTRA SAN MARCO OMAGGIO ALL’AZIENDA OSPEDALIERA S.MARIA DEGLI ANGELI DI PORDENONEPordenone - Teatro Giuseppe Verdi, mercoledì 19 dicembre - ore 21.00Sacile - Teatro Zancanaro, giovedì 20 dicembre - ore 21.00La Società Musicale Orchestra e Coro San Marco - rappresentante e testimonedelle tradizioni e della cultura di questo territorio – omaggia l’Azienda OspedalieraSanta Maria degli Angeli di Pordenone con la grande musica con cui da qua-rant’anni ha arricchito l’offerta culturale della regione: dopo il concerto tenutosi alDuomo di Pordenone il 26 novembre, altri due importanti concerti che testimo-niano solidarietà e riconoscenza verso chi offre ai cittadini il meglio delle propriecompetenze. L’Orchestra sarà diretta da Francesco Belli e si avvarrà della parteci-pazione di Gianni Fassetta alla fisarmonica. Info: www.ocsm.pn.it

TRIESTE SCIENCE+FICTIONTrieste - Sala Tripcovich, dal 5 al 9 dicembre 2012 Trieste Science+Fiction – Festival Internazionale della Fantascienza, si svolgerà aTrieste dal 5 al 9 dicembre nella nuova location della centralissima SalaTripcovich, con un ampio cartellone di anteprime nazionali delle migliori produ-zioni science fiction, fantasy e horror. Tra i titoli in concorso nella selezione uffi-ciale: il monster movie Grabbers di Jon Wright; la zombie comedy londineseCockneys vs. Zombies di Matthias Hoene; il folgorante esordio alla regia diBrandon Cronenberg Antiviral. Fuori concorso, il film a episodi Doomsday Bookdei coreani Kim Jee-woon e Yim Pil-sung, il post-apocalittico The Divide del fran-cese Xavier Gens, Holy Motors del regista cult LoesCarax, il terzo capitolo della saga spagnola [Rec]³Génesis di Paco Plaza e lo psicotronico John Diesat the End di Don Coscarelli. Tra gli eventi speciali,La decima vittima (1965) di Elio Petri nel nuovissi-mo restauro digitale. Inoltre, una tavola rotondaper il 60esimo anniversario della rivista Urania e unpanel dedicato a Philip K. Dick e il cinema.Info: www.sciencefictionfestival.org

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UNA ESILARANTE COMMEDIA SULLA CONVIVENZA NELLA TERZA ETÀ

E SE VIVESSIMO TUTTI INSIEME? DI STÉPHANE ROBELINDurante la festa del suo settantacinquesimo compleanno, Claude racconta agliamici di una vita - Jeannie (Jane Fonda), Albert, Annie (Geraldine Chaplin) eJean - che il figlio ha intenzione di portarlo in una casa di riposo e che l'ideanon lo alletta di certo, intenzionato com'è a godersi la vita e la libertà finoall'ultimo dei suoi giorni. Poiché dopo un banale incidente anche la figlia dellasmemorata Jeannie, malata gravemente da tempo, sembra manifestare lostesso proposito, i cinque anziani uniscono le loro forze e decidono di andarea vivere tutti insieme, dando vita a una piccola comune a cui si aggrega ancheDirk, un giovane studente tedesco di etnologia che sta preparando una tesi dilaurea sull'invecchiamento. Il giovane regista Stéphane Robelin riunisce uncast di prestigio intorno ad un argomento delicato: l'invecchiamento, con tuttele conseguenze che può avere sulla vita dei diretti interessati. Già dal titolo,arrivato in maniera casuale durante la lavorazione, si evince il concetto utopi-co che sta alla base del progetto: nonostante i settant'anni passati, gli arzillivecchietti protagonisti sono così pieni di vita da avere uno spirito giovane cheli spinge verso la convivenza da comune sessantottina. Per Robelin, si trattadel secondo lungometraggio girato per il cinema - ha esordito nel 2004 conReal Movie, un piccolo film incentrato su un giovane studente di cinema alleprese con un progetto nato per compiacere il pubblico, per poi lavorare in tele-visione - e il primo con un gruppo di attori dalla fama internazionale.La scrittura di E se vivessimo tutti insieme? nasce dall'esigenza di raccontareuno spaccato della società troppo spesso ignorato dal cinema per la difficoltàdi confrontarsi con un tema complesso come la vecchiaia. Considerata al cine-ma quasi sempre un tabù o trattata in maniera drammatica, la vecchiaia imma-ginata da Robelin ha invece una doppia chiave di lettura: se da un lato la sto-ria nasconde episodi venati di tristezza che raccontano di solitudine, perdita dimemoria, mancanza di autosufficienza e lutto, dall'altro punta su personaggiche con il loro spiccato umorismo rendono l'atmosfera gioviale e pervasa daottimismo. (filmtv.it)

IL NUOVO FILM DEL GENIALE E VISIONARIO WES ANDERSON

MOONRISE KINGDOM DI WES ANDERSON Estate 1965. Su un'isola del New England vive la dodicenne Suzy, preadole-scente incompresa dai genitori. Sulla stessa isola si trova in campeggio scoutil coetaneo Sam, orfano affidato a una famiglia che lo considera troppo 'diffi-cile' per continuare ad occuparsene. I due si sono conosciuti casualmente, sisono innamorati e hanno deciso di fuggire insieme seguendo un antico sen-tiero tracciato dai nativi nei boschi. Gli adulti, ivi compreso lo sceriffo Sharp, simettono alla loro ricerca anche perché è in arrivo una devastante tempesta.È indispensabile prestare attenzione all'ouverture di Moonrise Kingdom e nonabbandonare la sala prima della fine dei titoli di coda per comprendere il sensoprofondo del film di Anderson che, altrimenti, rischia di essere letto superfi-cialmente come un'ulteriore esibizione di genialità narrativa infarcita di gag edi trovate visive senza però che si vada oltre. Non è così. Chi era bambino nellaprima metà degli Anni Sessanta ha molto probabilmente nella propria raccol-ta di vinili la suite didattica "Young Person's Guide to the Orchestra" diBenjamin Britten in cui si presentavano i diversi strumenti che compongonol'orchestra basandosi su un tema di Purcell in cui l'ensemble si riuniva per ese-guire una fuga. Una fuga è esattamente ciò che mettono in atto Suzy e Sam.Una fuga che serve apparentemente a scomporre ma in realtà ha come metala ricomposizione dei frammenti di due vite che rischiano la dissoluzione. Allafine del film Anderson gioca con questo fil rouge sonoro di nuovo 'scompo-nendo': questa volta tocca alla musica di Desplat, autore del soundtrack origi-nale del film. Ci ricorda così, al contempo, che fare cinema (stanno scorrendoi titoli di coda non dimentichiamolo) è 'orchestrare' varie e quasi innumerevo-li professionalità ma riesce anche a fare di più. Sottolinea che il suo cinema piùrecente è orientato a cercare le radici del comportamento adulto in accadi-menti che hanno marcato gli anni giovanili. Così era per i fratelli de Il treno peril Darjeeling, così è stato per Fantastic Mr. Fox (un ritorno alle proprie originicon il portare sullo schermo il primo libro che Anderson ricorda di aver letto),così accade ora. Suzy e Sam sono non dei disadattati ma dei 'disadatti' a unmondo adulto che si sta spegnendo nell'indifferenza (la famiglia della ragazzi-na) o sopravvive grazie a regole applicate puntigliosamente che pretendono diimbrigliare l'avventura (il campo scout per Sam). Nel prologo, dalla casa dibambola in cui vive con i genitori e i fratelli, Suzy osserva il mondo grazie alla

(Titolo originale Et si OnVivait Tous Ensemble?) diStéphane Robelin. Con GuyBedos, Daniel Brühl,Geraldine Chaplin, ClaudeRich, Jane Fonda. Or.:Francia, Germania 2011 Dur.:96'

di Wes Anderson. Con BruceWillis, Edward Norton, BillMurray, Frances McDormand,Tilda Swinton. Or.: USA 2012 Dur.: 84'

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distanza del suo binocolo ma, per un istante, guarda in macchina interrogan-doci.Siamo ancora capaci di emozionarci per un bacio? Sappiamo capire fino a chepunto un essere umano in formazione abbia bisogno del nostro aiuto pertogliersi il costume nero da corvo (e viene in mente "Blackbird", masterpiecedei Beatles) e quanto invece possa e debba affrontare il piacere dell'avventu-ra della vita con quel tanto di libertà che gli permetta di dipingere un mondonuovo? Sono quesiti che ogni tanto gli adulti dovrebbero porsi. Anderson fabene a riproporceli. (MYmovies.it)

JACKSON NELLA TERRA DI MEZZO PER RACCONTARE LA STORIA DI BILBO

LO HOBBIT-UN VIAGGIO INASPETTATODI PETER JACKSONLa storia racconta il viaggio del protagonista Bilbo Baggins, coinvolto in un'e-pica ricerca per reclamare il Regno Nanico di Erebor governato dal terribiledrago Smaug. Avvicinato dal mago Gandalf il Grigio, Bilbo si ritrova al segui-to di tredici nani capeggiati dal leggendario guerriero Thorin Oakenshield. Ilviaggio li conduce per terre piene di pericoli e avventure, abitate da Goblin eOrchi e implacabili Wargs. La loro meta principale è raggiungere l'Est e le arideMontagne Nebbiose, ma prima dovranno sottrarsi ai tunnel dei Goblin, doveBilbo incontra una creatura che gli cambierà la vita per sempre... Gollum. Qui,da solo con Gollum, sulle rive del lago seminterrato, l'ignaro Bilbo Bagginsnon solo si scoprirà così ingenuo e coraggioso al punto da sorprendere persi-no se stesso, ma riuscirà a impossessarsi del "prezioso" anello di Gollum chepossiede qualità inaspettate ed utili... un semplice anello d'oro, legato alle sortidella Terra di Mezzo in modo così stretto che Bilbo non può neanche immagi-nare. (MYmovies.it)

UNA GUSTOSA COMMEDIA CHE UNISCE, CON EQUILIBRIO, DRAMMA E SORRISO

LA PARTE DEGLI ANGELIDI KEN LOACHKen Loach torna a riflettere sulla commedia umana, arte nella quale è indiscu-tibilmente maestro. Sceglie lo scenario della Glasgow che ama e ci offre ilritratto di uomini segnati dalla vita privilegiando tra tutti quello del giovaneRobbie. È a quelli che questo nostro mondo libero etichetta come irrecupera-bili che, ancora una volta rivolge la sua attenzione. Perché Loach è convintoche la possibilità di un riscatto sociale vada più che mai offerta in questi nostritempi in cui il Dio Mercato reclama ingenti e quotidiani sacrifici umani.Con il fido sceneggiatore Paul Laverty utilizza come leva narrativa il momentoche, per ogni essere umano degno di questo nome, è costituito dalla nascitadi un figlio. Decidere di averlo nonostante tutto significa, oggi, sperare appa-rentemente contro ogni speranza. È quello che fanno Robbie e la sua compa-gna Leonie contro il padre e i familiari di lei. In una società che conta più sullaricaduta del delinquente (per poterlo allontanare a lungo dalla comunità) chesul suo redimersi la giovane coppia trova però ancora delle significative soli-darietà. Perché il socialismo di Loach è di stampo umanitario e crede che siaancora possibile quella pietas che i latini sapevano definire sgombrandola daogni retorica commiserevole. Ecco allora che il 'dannoso' alcol, nelle specie dipregiatissimo whisky, finisce con il divenire strumento di riscatto in una storiache unisce con grande equilibrio dramma e sorriso e che (a differenza del pre-zioso liquido) va gustata appieno, senza moderazione. (MYmovies.it)

COMMEDIA ROMANTICA AMBIENTATA DENTRO UNA FAVOLOSA SORRENTO

ALL YOU NEED IS LOVEDI SUSANNE BIERIda ha avuto un cancro al seno e, nonostante la chemioterapia sia terminata,le sue paure non sono finite. Alla vigilia del matrimonio di sua figlia Astrid inItalia, scopre che il marito, che credeva un sostegno sicuro e incrollabile, l'hasostituita con una collega senza troppo cervello. Come se non bastasse, la suaauto si avventa in aeroporto contro l'auto del padre dello sposo, ammaccan-dola brutalmente e scatenando la sua ira. Ma Philip è un uomo che ha repres-so la rabbia troppo a lungo e Ida è la donna che sta per cambiarlo per sempre."Non tutto il male viene per nuocere" sarebbe una tag-line azzeccata per chivolesse sintetizzare al massimo Love is all you need, film che s'inscrive nelgenere "sentimentale" ma nel quale la commedia abbonda.Chi ama Susanne Bier, per il rapporto diretto, paritario e senza maschere, chedonne e uomini instaurano nei suoi film, tanto nei momenti drammatici quan-to in quelli più leggeri, e per il rifiuto del romanticismo facile se non del roman-ticismo tout court, troverà tutto ciò, piuttosto incredibilmente, anche in questoracconto ambientato dentro una favolosa di Sorrento, sotto le note di "That's

(Titolo originale The Hobbit:An Unexpected Journey) diPeter Jackson. Con MartinFreeman, Richard Armitage,Stephen Fry. Or.: USA, NuovaZelanda 2012 Dur.: 164’

(Titolo originale The Angels'Share) di Ken LoachCon Roger Allam, JohnHenshaw, William Ruane,Daniel Portman, DavidGoodall. Or.: Gran Bretagna2012 Dur.: 106’

di Susanne Bier. Con PierceBrosnan, Kim Bodnia, PaprikaSteen, Trine Dyrholm,Sebastian Jessen. Or.:Danimarca, Svezia, Italia,Francia, Germania 2012. Dur.:101’

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amore". Perché è evidente che dentro la cornice della fiaba hollywoodiana, perdi più nella declinazione della vacanza da sogno, non sono pochi gli elementidi "disturbo" inseriti da sceneggiatore e regista con un sorrisetto di complicità.E tuttavia, chi invece si accosta al cinema della Bier con un leggero timore,memore di quasi tutto ciò che è venuto dopo Non desiderare la donna d'altri,troverà ugualmente pesanti conferme. Perché anche in questa lettura mai cini-ca ma spesso amarognola del romanzo rosa, che ruba le gratificazioni ai ven-tenni per restituirle a personaggi di un'età ben più avanzata, la tentazione distrappare al pubblico la lacrima, pungendolo là dove la debolezza è al limitedel ricatto emotivo, è qualcosa a cui la Bier non resiste ed evidentemente lapenna acuminata di Anders Thomas Jensen questa volta non può più di tanto.La presenza di Pierce Brosnan, poi, se da un lato supporta il gioco interno alfilm contribuendo a lungo ad alimentare l'impressione di essere di fronte aduna fotocopia di Mamma Mia (ed è un giochino sterile per non dire fastidioso),dall'altro, nonostante dia riprova della sua statura attoriale, indebolisce in uncolpo solo tutto quello che di autentico c'è nel film, sotto i colori di plastica ele metafore degli innesti tra arance e limoni. La Ida di Trine Dyrholm, infatti, è un personaggio che poteva essere davveronuovo nel contesto di genere in cui è calato, però Brosnan è un principe trop-po azzurro perché la credibilità del tutto non ne risenta irrimediabilmente.(MYmovies.it) i

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FANS CLUBPORDENONE

TOTÒ

PER IL CICLO LE PARODIE 2

I DUE ORFANELLI regia di Mario Mattoli - 1947 - dur. 90’

Venerdì 28 dicembre 2012 - ore 19.30Saletta Incontri San Francesco - Piazza della Motta, PNcon il patrocinio del Comune di Pordenone INGRESSO LIBERO

IL MORANDINI 2013: SORRENTINO IN COPERTINA

E WIM WENDERS A CINQUE STELLE

This Must Be the Place, ultimo film del regista PaoloSorrentino, il suo primo “americano”, diventato successograzie anche al personaggio a cui ha dato vita un truccatis-simo Sean Penn. Quest’icona è diventata la copertina delMorandini 2013 – dizionario dei film di Laura, Luisa eMorando Morandini. Come da tradizione la prima pagina delvolume edito da Zanichelli porta sempre il film italiano che gliautori hanno più apprezzato nell’ultima stagione cinemato-grafica. E questo di Sorrentino è “un bellissimo film italiano.Perché è un caso raro di film italiano che ha per protagonistauna “star” americana. Ma il vero “vincitore” del Morandini

2013 è Pina di Wim Wenders che si è aggiudicato cinque stelle da parte degli autori. Il docu-mentario sulla coreografa/danzatrice Pina Bausch entra nell’Olimpo dei “cinque stelle” delMorandini. Un premio che solo 83 film hanno avuto la possibilità di ottenere su 25mila pellicolecomprese nell’opera. Parliamo di film usciti sul mercato italiano dal 1902 all’estate 2012, unaselezione di cortometraggi e una di serie televisive. I film “new entry” sono circa 450. Tra loro idocumentari sono 70, in gran parte di produzione italiana; 12 i film muti; 67 i film “vecchi”, cioèanteriori al 2010; una decina i film in 3D (quasi sempre in 3D + 2D); una ventina i film di anima-zione, nazionali e stranieri.Un bel 4 (stelle) l’hanno ricevuto invece Martin Scorsese con il suo omaggio al cinema HugoCabret e l’ultimo lavoro di Ermanno Olmi Il Villaggio di cartone. (Solo) 3,5 stelle per il pluripre-miato The Artist di Michel Hazanavicius “Più che muto, è un film non parlato. In termini narrativiè un melodramma sentimentale con risvolti comici e un'emozionante sequenza di sogno”.L’edizione su carta del Morandini 2013 fornisce la trama di circa 20.000 film; le edizioni online ein DVD-Rom forniscono la trama di tutti i 25.000 film. Nel DVD-Rom più di 7000 schede sono cor-redate da un’immagine di scena o dalla riproduzione della locandina. Di ogni film, oltre al titoloitaliano, il dizionario dà: titolo originale, Paese di produzione, anno d’uscita, regista, principaliinterpreti, una sintesi della trama, una concisa analisi critica, durata, suggerimenti sull’oppor-tunità di visione per i ragazzi, indicazione grafica sul giudizio della critica (da 1 a 5 stellette) e,unico nel suo genere, sul successo di pubblico (da 1 a 5 pallini). Diversi poi i “rifacimenti”, le cor-rezioni e le aggiunte. A chi ne domanda il motivo, gli autori rispondono: ognuno di noi cambia conil passare degli anni; oltre al contesto storico, sociale, politico, in cui vivono, anche i critici dicinema cambiano. In meglio o in peggio? Soltanto chi ci legge e ci segue può dare un giudizio.

Il Morandini 2013 - Dizionario dei film Volume con licenza annuale online individuale a privati, pagine 2048, € 30,00Volume, DVD-ROM per Windows e Mac e licenza annuale online individuale a privati pagine 2048, € 37,60DVD-ROM per Windows e Mac installabile su disco rigido e licenza annuale online individuale a privati, € 17,00Licenza annuale online individuale a privati, € 12,00.

Dopo il film i totofili si incontreranno per una pizza alla Pizzeria Peperino di Viale Martelli a Pordenone

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