cinemazeronotizie ottobre 2011

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mensile di cultura cinematografica E 1,00 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi Cose dell’altro mondo Sognando un possibile remake Grande cinema con una...semplice storia A simple life, il nuovo film della Tucker, sarà nelle sale italiane a marzo 2012 Un’emozione lunga trent’anni Dall’1 all’8 ottobre al via la trentesima edizione delle Giornate Saper guardare e ascoltare il cinema Le attività per le scuole in occasione de “Le Giornate del Cinema muto” Grande Cinema Italia: i tesori di cinemazero in mostra A PARCO2 gli scatti cinematografici del periodo d’oro del cinema d’autore italiano La vita e la morte secondo Terrence Malick La recensione vincitrice del concorso Scrivere di Cinema, sezione triennio Spagnoli al 59° Festival di San Sebastián Il mondo dei Festival: resoconto dal Donostìa Zinemaldia Domani accadrà ...ovvero se non si va non si vede The Circus © Roy Export S.A.S.

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittenteprevio pagamento resi

Cose dell’altro mondoSognando un possibile remake

Grande cinema con una...semplice storiaA simple life, il nuovo film della Tucker, sarà nelle sale italiane a marzo 2012

Un’emozione lunga trent’anniDall’1 all’8 ottobre al via la trentesima edizione delle Giornate

Saper guardare e ascoltare il cinemaLe attività per le scuole in occasione de “Le Giornate del Cinema muto”

Grande Cinema Italia: i tesori di cinemazero in mostraA PARCO2 gli scatti cinematografici del periodo d’oro del cinema d’autore italiano

La vita e la morte secondo Terrence MalickLa recensione vincitrice del concorso Scrivere di Cinema, sezione triennio

Spagnoli al 59° Festival di San SebastiánIl mondo dei Festival: resoconto dal Donostìa Zinemaldia

Domani accadrà...ovvero se non si va non si vede

The Circus © Roy Export S.A.S.

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In copertina:

foto di scena daThe Circus © Roy Export S.A.S.

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaOttobre 2011, n. 09anno XXXI

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Sabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroSegretaria di redazione Sabrina Delle FaveCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnImpaginazioneTommaso LessioComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Grafiche Risma - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla

Unione Italiana Stampa Periodica

Sognando un possibile remake

Cose dell’altro mondo...

Il cinema italiano in questa ultima ha affrontato anche il filo-ne di genere come la fantascienza con L'ultimo terrestre diGianni Pacinotti oppure la favola con Cose dell’altro mondodi Francesco Patierno, con Diego Abatantuono, ValerioMastandrea, Valentina Lodovini e Ramiro Besa. Un’apologo, quest’ultimo, che immagina la sparizioneimprovvisa, nel profondo Nordest, di tutti gli immigrati conle relative conseguenze. Un’opera poetica, che favorisce una riflessione e riconside-razione di tutto il quadro esistente, e siccome il cinema per-mette di scandagliare territori nuovi, ogni tanto è beneanche lasciarsi andare alla fantasia, liberare le energie edimmaginare una specie di remake del film di Patierno. Non siamo scrittori e nemmeno sceneggiatori ma sarebbeintressante conoscere, da chi svolge questi mestieri, cosapotrebbe succedere in Italia se la classe politica nel suoinsieme sparisse. Dopo gli immigrati ecco la volta dellacosidetta casta sparire improvvisamente.Immaginiamo i telegiornali brancolare nel buio senza più ledichiarazioni dei vari esponenti dei poli, dei responsabili edegli irresponsabili, senza più quell’effluvio di conformismolinguistico, quell’offesa lanciata come invettiva politica; lamacchina del fango che con i suoi schizzi in ogni direzionedi colpo è pronta alla rottamazione. Anche i giornali, dopo un primo momento di smarrimentodovuto alla mancanza di rilascio di inutili interviste nell’at-mosfera, comincerebbero, forse, ad occuparsi dei problemiveri. I privilegi della classe politica, mancando l’utilizzatorefinale, dovrebbero automaticamente sparire, compreso ilcosto di 3 euro e 34 centesimi per un piatto di lamelle di spi-gola con radicchio e mandorle.La sparizione della casta porterebbe anche una profondacrisi occupazionale nel comparto “escort”? Già alla fine delXVmo secolo Roma era diventata, per alcuni decenni, unodei centri più importanti del Rinascimento italiano. Papicome Alessandro VI Borgia, Giulio II, Leone X riunivanonella capitale artisti come Michelangelo, Raffaello ed altriancora. Un censimento del 1490 - voluto da papa InnocenzoVIII - evidenziò in non meno di 6.800 le escort (ruffiane eprotette escluse) su una popolazione di 60.000 persone. Un buon 10% della popolazione, nella capitale del cristiane-simo, era dedita al meretricio. Ma i dati reali, affermanoalcuni, erano ben superiori a quelli del censimento!A questo punto i nostri sceneggiatori avrebbero abbondan-te materiale, oltre a un precedente, a cui fare riferimento,sperando però fortemente nel loro sguardo ottimista. Inquanto a volte niente cambia, ma qualcosa peggiora!Il cinema dunque come funzione archetipa e approdo fina-le, come sguardo avido di visioni su un possibile futuro,come cocktail sapido di aspettative e istanze oltre che solle-citazione di visioni attivate da una solida e abbondante stra-tificazione sensoriale plurima di questi ultimi venti annidella nostra storia. Forse si riuscirebbe anche a tornare algrande cinema civile degli anni ‘70 superando quel Bersani,nell’imitazione di Crozza, dall’opposizione grida: «Ueèragassi, siam mica qua a pettinar le bambole!».

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Grande cinema conuna...semplice storia

A simple life, il nuovo film della Tucker, sarà nelle sale italiane a marzo 2012

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Un critico lo aveva scongiurato con queste parole: «se non vince al Festival di Venezia,il mondo è un posto ingiusto». Ma la “giustizia” ha fatto il suo corso e la Giuria pre-sieduta da Darren Aronofsky ha deciso all’unanimità di premiare con la Coppa Volpi la63enne Deanie Yip, un talento pressoché sconosciuto agli europei - ma ricco di storiaa Hong Kong - capace di incarnare uno di quei ritratti di donna destinati a lasciare unsegno. Diretto da Ann Hui, maestra indiscussa della New Wave Hongkonghese anniSettanta e Ottanta - già premiata con l’Orso d’Argento a Berlino per Summer Snow unodei suoi di potenti spaccati di quotidianità come raramente visti sul grande schermo -A Simple Life è un film sulla gratitudine e sul senso di rispetto, sentimenti dei quali,sempre più spesso, si perde memoria. Ispirato alla storia vera del produttore RogerLee e narrato con straordinaria misura emotiva, A Simple Life è una commedia “cre-puscolare” sull’amore filiale tra una donna anziana (Yip) e un giovane uomo (la starAndy Lau) senza legami di parentela. E’ un potente “colpo al cuore” che ha brillato,commosso e divertito, nella sezione ufficiale dei film in Concorso alla 68. MostraInternazionale d’Arte Cinematografica di Venezia firmata da Marco Müller. Ma A SimpleLife è anche e soprattutto la storia di una singolare, unica, esclusiva amicizia tra un pro-duttore cinematografico sulla quarantina e la sua “storica” domestica di famiglia, rac-contata con un pudore estremo. La sensibilità anche documentaristica della regista diHong Kong è qui strumento per il racconto di realtà mai facilmente edulcorate e, allostesso tempo, ci permette di aprire gli occhi sulle varie tappe della vita facendoci ricor-dare l’importanza del senso di riconoscenza verso le persone che in queste tappe cisono state vicine (spesso senza chiedere nulla in cambio). Con l’atteggiamento misu-rato e minimale che le appartiene, Ann Hui concentra lo sguardo sul sempre piùprofondo e delicato rapporto tra i due protagonisti che si trasforma in complicità e par-tecipazione l’uno verso l’altra. Splendidi i duetti tra i due che sembrano letteralmenterubati alla vita quotidiana e hanno il sapore della vita vera, intima, antica. Testimone attiva di 60 anni di gioie e dolori della famiglia Leung, e Roger (Andy Lau),unico rampollo rimasto a Hong Kong, tra l’anziana signora e il giovane in carriera nonsembra esserci alcuna separazione gerarchica (senza abbandonare le differenze di clas-se e di cultura che permangono) il loro vivere quotidiano ha il ritmo delle cose sem-plici, di gesti atavici, come la preparazione di un pasto o una breve conversazione.Finché un infarto, all’improvviso, non costringe la donna a fare una scelta: ritirarsi inuna casa di riposo e cominciare una nuova stagionedella vita. Roger accetta la sua scelta ma non l’ab-bandona, anzi si prende cura di lei. E mentre scoprecome la tristezza di quel luogo di ricovero possa tra-sformarsi in un sentimento di solidarietà e fratellan-za umane dove trovano spazio risate e ironia, lafiamma di lei, caposaldo emotivo di un’intera fami-glia, riprende vigore, si rafforza, anziché spegnersinell’oblio di chi sta per avvicinarsi alla fine. E’ cosìche la generosità della donna “seminata” nella sualunga vita nell’ombra, diventa il dono speciale di lui,mai così ricco, forse, di gratitudine e felicità.Attraverso espressioni minime, quasi percettibili,sguardi e ammiccamenti furtivi che sostituiscono leparole, lo sguardo della regista accarezza i corpi deidue protagonisti e racconta le loro generosità, il lorobisogno di essere sinceri. È un cinema silenziosoquello di Ann Hui, forse l’unico capace di affrontaregli spettri della fine, con un passo così leggero e alcontempo forte come un colpo al cuore. A Simple Life è il nuovo titolo del listino 2011-2012della casa di distribuzione friulana che fa capo alCentro Espressioni Cinematografiche di Udine e aCinemazero di Pordenone e uscirà sugli schermi ditutta Italia a partire da marzo 2012.

Ann Hui, figura chiave della New WaveHongkonghese, ha diretto più di 20 lungome-traggi prima di realizzare A Simple Life e havinto numerosi premi, tra cui l’Orso d’Argentoa Berlino con Summer Snow. Ricca di ammi-ratori in tutto al mondo che ne hanno amatoi TV Works degli anni ‘70 (visti in Occidente alFar East Film Festival di Udine nel 2009) e lostraordinario The Way We Are (2008), AnnHui fa di ogni film un dichiarato atto diamore nei confronti di Hong Kong e della suagente. Il Far East Film Festival sul suo cine-ma ha pubblicato il volume: titolo Hong KongStories: i lavori televisivi di Ann Hui a curadi Tim Youngs (edizioni Centro EspressioniCinematografiche).

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Trent'anni di Giornate del cinema muto, centocinquant'anni di unità d'Italia... unbel confronto. Se per celebrare il secondo anniversario si vedranno a Pordenone(1-8 ottobre) molti film muti italiani ritrovati, per celebrare il primo si è scelta unachiave di sentieri che si biforcano (come per la storia e l'arte italiana, dopotutto).Ovvero film di punta, capolavori che, anzichè far monumento di sè (come a lungoequivocava la storiografia), si rigenerano nella foresta del cinema e ci possono tor-nare, dopo molti decenni, più belli di prima.È lo spirito della rassegna sui presunti canoni, ma è anche il modo di (ri)vedere icapolavori sovietici della FEKS tra cui due film musicati da Šostakovič, i tesori delWest ritrovati, e altro ancora, fino a scoprire “vite anteriori” di cineasti famosi: ilmaestro della Warner americana, Michael Curtiz, per la prima volta conoscibile inmodo consistente per la sua attività nella natia Ungheria, quando ancora si chia-mava Mihály Kertész; oppure Alfred Hitchcock come collaboratore artistico agliesordi del collega britannico Graham Cutts.Di questa collaborazione si vedrà The White Shadow scritto dal ventitreenneHitchcock: 33 minuti ritrovati dal New Zealand Film Archive, evento degno di unmaestro tuttora segreto del cinema, atteso con suspense totale da tutti i pellegri-ni che raggiungeranno le Giornate.Ben si legheranno le visioni dei film di Curtiz: non perché i due registi siano affinima perché entrambi partono da una volontà di forme che prendono il sopravven-to su ogni possibile umanità del cinema. Ma poi, appunto, le vie si dividono:Hitchcock giungerà a un'affascinantissima disumanizzazione; Curtiz fingerà unequilibrio classicamente hollywoodiano, ma questi suoi film ungheresi ne sono,pur in generi diversi, il fondamento più puro, opere in cui le cupezze pre-noir sicalano in leggerezze di vicende, a costituire un essenziale tassello di quell'inven-zione di forme che, tra commediografi-sceneggiatori, operatori-visionari e registigeniali (Cukor più di tutti) l'Ungheria impresse al cinema mondiale senza nemme-no troppo esigerne i diritti.E qui si vola in Unione Sovietica, dove le Giornate hanno l'idea di accompagnarei capolavori FEKS di Kozincev e Trauberg, genialmente formalizzati e, in NuovaBabilonia, in un dialogo-competizione con l'invenzione musicale di Šostakovič,con una rassegna di film georgiani che splendidamente prosegue (col primo Šen-gelaja e Lev Puš) la personale Kalatozov dell'anno scorso, soffermandosi su quel-la cinematografia nazionale che dentro il pianeta sovietico maggiormente credet-te alle forme visionarie.Il programma di quest'anno è disseminato anche di cinema d'animazione, ovverodel cinema che nasce dalle forme stesse: i Laugh-O-grams di Disney e una rasse-gna di animazione giapponese che farà scoprire le origini di affermazioni moltopiù recenti.E anche il canone sarà il più sbrigliato possibile, mai paludato, com'è nell'ispira-zione della rassegna. Due film tedeschi già ipostatizzati a esemplificativi dei codi-ci storiografici dello Straßenfilm weimariano e del Kammerspiel, ovvero Asphaltdi Joe May e Die Hintertreppe di Jessner e Leni (scritto dal grande Carl Mayer), siriveleranno deformazioni di impronte realistiche degne di Zola. Forme pure anchein un classico (poco noto da tempo) dell'avanguardia britannica migrata inSvizzera, l'esemplare anche nel titolo Borderline di Kenneth Macpherson. E poi ilgrande inventore svedese di forme Sjöström, che oltre che con un nuovo fram-mento ritrovato con Greta Garbo (The Divine Woman) e col ritorno di un capola-voro marcante la storia delle Giornate, The Wind con Lillian Gish, è presente alfestival anche in questa rassegna con Klostret i Sendomir. Un altro maestro delleforme dalla Francia: Maurice L'Herbier col suo mitizzato El Dorado, autore un po'trascurato in questi anni ma riproposto qui dalle Giornate con uno dei suoi classi-ci muti, in perfetta sintonia con la riscoperta a tutto campo che ne fa recentemen-te Paul Vecchiali per la produzione sonora.Di fronte a tanti deliri di forme nel racconto cinematografico muto si può esserecerti che l'”umano” e “sentimentale” Chaplin (di cui si vedranno anche EasyStreet e The Adventurer) non sarà da meno, e il suo The Circus brillerà come una

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delle più imperiture ricreazioni dello spettacolo totale, già riassumente LolaMontès, 8 ½ e Tashlin-Lewis.E sicuramente il contesto del festival metterà nella più giusta luce il più dimenti-cato dei classici sovietici, quel Friderik Ermler di cui vedremo Oblomok imperii.Un programma insomma che attraversa e cortocircuita paesi, decenni e ideologie:l'ennesimo tassello della riscoperta di Hans Steinhoff farà vedere come questocineasta adottato dal nazismo (di cui si proietterà un film riferibile al suo genialeHitlerjunge Queux) fu in verità non meno “degenerato” nelle forme dei film di Maye Mayer espulsi dalla storia della Germania nazista.La foresta tropicale da cui si dirama il programma del festival contiene sia l'etno-grafia “autoctona” del franco-brasiliano Carlos Adriano che i film di viaggi polariche le riscoperte del West per avventurarsi nel Voyage dans la Lune di Mélièsproiettato in una copia restaurata con la pazienza di un viaggio di Verne per ren-derne i colori più meravigliosi che mai. Ma ogni fotogramma di quelli proiettati,come esemplificano quelli raccolti e salvati ad uno ad uno da Davide Turconi eriproposti nel suo Progetto, sarà un territorio in cui viaggiare.E, tra collezione Corrick, rassegna Thanhouser, Jonathan Dennis Lecture, PremiJean Mitry, Pordenone Masterclasses e Collegium, e tanto altro, si vivrà aPordenone nell'Italia migliore: l'hanno capito bene gli allievi della scuola primaria“Carlo Collodi” (scrittore iconico per eccellenza dell'Italia unita) e della ScuolaMedia Centro Storico di Pordenone scegliendo di musicare per A colpi di note unDisney con Oswald e il Keaton più fantastico di The Electric House. Le Giornate,che presentano con fierezza i commenti dei più inventivi musicisti di cinema (daCarl Davis a Günter Buchwald a Maud Nelissen ai molti pianisti che seguirannocon passione dal vivo i film), vedono nel rapporto creativo col cinema muto unagrande scuola, non solo musicale, delle più giovani generazioni.I molti film italiani del programma saranno i giusti “panorami” di questo paesag-gio cinematografico universale, con anche un rivolo di film italoamericani. E conuna summa di film rari e ritrovati riconducibili all'universo supremo delle dive ita-liane: tre Francesca Bertini (La serpe di Roberto Roberti, Maddalena Ferat di FeboMari, Il veleno delle parole di Negroni) e due Pina Menichelli (La moglie di Claudiodi Gero Zambuto supervisionato da Pastrone e tratto da Dumas fils, Una tragediaal cinematografo di Guazzoni), più un film con Amleto Novelli e Enna Saredo, unocon Gigetta Morano, uno con Raffaele Viviani, e Cenere di Mari con la divina Duse.In questa rassegna centrata sugli anni '10 farà da splendido punto d'arrivo uno deicapolavori più misconosciuti e rigenerantisi del cinema italiano, La grazia ispira-to a Grazia Deledda (come Cenere) e diretto dalgrande commediografo-sceneggiatore Aldo DeBenedetti, unica sua regia conservata (poco primarealizzò un film ahimè perduto su Anita Garibaldi),calata nella rinascita del cinema italiano tra mutoe sonoro: in una coproduzione italo-franco-tede-sca realizzata dalla ADIA (una delle più genialicase italiane in cui confluirono le creatività diGenina, Camerini, Roberti e molti altri tra cui DeBenedetti), ambientata in una Sardegna reinven-tata eppur vera, messa in rapporto con le puntedel cinema europeo, con protagonista un grandefuturo regista (Giorgio Bianchi) insieme alla geni-niana Camen Boni e a una Ruth Weyher che rias-sume Greta Garbo e Brigitte Helm, La grazia sioffrirà al pubblico internazionale delle Giornatecome la quintessenza di un paese oscuro e lumi-noso insieme (Di notte s'intitolava la novella dacui è tratto il film), dove fantastiche valanghe dineve prolungano i viaggi riportandoci a casa.Benvenuti a Pordenone, Italia, pianeta cinema.

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Si tratta di una vera e propria pulizia dello sguardo, dell'orecchio e della mente.Una forma di rieducazione “sensoriale” che inizia dai bambini e dai ragazzi,nuovi spettatori del futuro: è la magia del cinema muto, una guida per impararea guardare ed “ascoltare” il cinema.In questa direzione vengono pensati i matinée “muti” rivolti agli studenti dellescuole di ogni ordine e grado. Fiore all'occhiello di questo progetto di riavvici-namento al magico mondo del muto è rappresentato dal progetto A colpi di note,una delle iniziative più impegnative e ambiziose delle attività didattiche sul lin-guaggio audiovisivo della Mediateca Pordenone di Cinemazero. Colonna portan-te del progetto l’orchestra della Scuola Media Centro Storico di Pordenone coor-dinata dalla Prof.ssa Maria Luisa Sogaro, che si cimenterà nella rimusicazione diThe Electric House (1922) con protagonista il poliedrico Buster Keaton e per laprima volta si esibiranno i giovanissimi musicisti della scuola primaria CarloCollodi di Pordenone guidati dal musicista Romano Todesco, dando voce ad unpiccolo capolavoro d’animazione Oh Teacher!! (1927) di Walt Disney.L’esibizione delle scuole che si terrà al Teatro Verdi domenica 2 ottobre 2011 sichiuderà con… una sorpresa “corale” organizzata dai ragazzi della Scuola MediaCentro Storico coordinati dalla Prof.ssa Patrizia Avon.Ci saranno poi tre matinée rivolti alle scuole con protagonisti gioielli del mutorimusicati dal vivo dai pianisti delle Giornate del Cinema Muto.Martedì 4 ottobre, ore 9.10, Aula Magna Cinemazero, consigliato per le scuole diogni ordine e grado, A rotta di collo: Le grandi comiche di Buster Keaton.Quattro comiche per raccontare dal 1917 al 1922 l’evoluzione di un genere, dellaneonata settima arte, ma soprattutto dell’attore simbolo del festival e di un’epo-ca: Buster Keaton. Rinunciò fin da subito alla parola, facendo affidamento esclu-sivamente sulle sue straordinarie capacità mimiche e acrobatiche, e diede vita aduna figura silenziosa, quasi sospesa in una dimensione onirica, eternamente inconflitto con il mondo. Icona dell’uomo che non sorride mai, impassibile anchedi fronte alle avversità, negli anni a venire, nei quali anche Chaplin seppur amalincuore dovette piegarsi alle esigenze del sonoro, fu d’esempio per genera-zioni di comici.Mercoledì 5 ottobre ore 11.10, Aula Magna Cinemazero, consigliato per le scuo-le di ogni ordine e grado, Le origini del cinema d’animazione americano 1900-1921: una carrellata di animazioni delle origini relative alla produzione america-na, dal 1900 al 1921 che illustrano i primi passi del genere che pochi anni dopoconobbe la punta massima di notorietà grazie a Walt Disney. Una miscela di dise-gni animati, silhouette in movimento e pupazzi in stop motion.Giovedì 6 ottobre ore 9.10, Aula Magna Cinemazero, consigliato per le seconda-rie di secondo grado, La passione di Giovanna d’Arco (1928). Processo e mortesul rogo di Jeanne d'Arc (1412-31), giovane contadina lorenese, concentrati in un

sola giornata (14 febbraio 1431): la Pulzellad'Orléans raccontata come vittima e martire,donna che soffre, opponendo intelligenza,umiltà e la sua solitudine ai giudici di Rouen.Uno dei capolavori del muto, e un vertice nellacarriera del danese Dreyer che si serve del primopiano per risolvere l'arduo problema del filmstorico: col primo piano compensa il tempo conlo spazio e riporta al presente lontani fatti stori-ci: il volto umano come specchio dell'anima edel suo destino. Fondato sulla plasticità dell'in-quadratura e sui valori ritmici del montaggio, èin un certo senso il capolavoro dell'espressioni-smo e, forse, l'unico film espressionista noncontaminato da elementi letterari e teatrali.L’ingresso per le proiezioni libero, è necessariaprenotazione chiamando 0434.520945.

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Saper guardaree ascoltare il cinema

Le attività per le scuole in occasione de “Le Giornate del Cinema muto”

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A Pordenone c'è un tesoro. Un tesoro vero, nel senso comune del termine, con le decli-nazioni “affettive” del caso: un capitale da salvaguardare, da custodire gelosamente,perché di valore...e come nel caso delle “cose” della cultura di quel valore raro e dacondividere, patrimonio di tutti. E' l'archivio fotografico di Cinemazero, costruito neltempo, nei trent'anni e più di storia dell'associazione. Decine di migliaia di negativi,svariate migliaia di stampe fotografiche, fra cui diversi vintage (d'epoca) e molti positi-vi curati dai fotografi che le hanno scattate. Queste immagini, che contengono scattifamosissimi e, soprattutto, assoluti inediti, raccontano diversi decenni del cinema ita-liano. Raccontano e hanno raccontato, perché da questo patrimonio sono state trattemostre che negli anni hanno incantato il pubblico di moltissimi prestigiosi musei e gal-lerie, in Europa, Sud America, Oceania... Questo “tesoro” ha rischiato di essere dan-neggiato in modo irreparabile, con la rottura di un tubo che ha sversato litri e litri d'ac-qua nel magazzino dove i fondi sono custoditi (circostanza resa grottesca dal fatto chela tubazione era stata da poco inaugurata, con grande pubblicità, per l'installazione diuna nuovissima caldaia a condesazione super-ecologica!). Il personale di Cinemazeroe della Mediateca ha svolto un lavoro immane lottando contro il tempo: gran parte del-l'archivio è stato tratto in salvo, pur constatando gli innumerevoli danni subiti e lanecessità di locali adeguati e condizioni di conservazioni idonee e definitive. Così, comeuna fenice che risorge dalle sue ceneri, Cinemazero, nell'occasione del trentennale deLe giornate del Cinema muto, con il prezioso supporto e patrocinio del Comune diPordenone è nell'occasione particolarmente orgoglioso di poter presentare una mostrafotografica che mette in luce – è proprio il caso di dirlo – i capolavori del suo archivio.Grande Cinema Italia: 1960-1975, Fellini, Pasolini e gli altri una percorso che mette a"nudo" alcuni dei grandi capolavori della settima arte girati nel periodo d'oro del nostrocinema: Fellini con La dolce Vita e 8 e 1/2, Pasolini con Accattone e Salò, ma anche DeSica, Ferreri, Leone, Visconti... Un percorso fatto di volti, quelli dei grandissimi, delleicone eterne e assolute, che tutto il mondo ha amato e ci ha invidiato: Mastroianni,Loren, Mangano, Gassman, Cardinale, Sordi e molti, moltissimi altri. Scatti rubati suiset, fotografie dei grandi della foto scena– questa la chiave di molte delle collezionidi Cinemazero - (Gideon Bachmann,Pierluigi, Tazio Secchiaroli, AngeloPennoni, Deborah Beer, MarioTursi...) raccontano un quindicennio ecce-zionale del nostro cinema, che esiste nellanostra memoria e che merita di essereripercorso, per rivivere i sogni di quell'e-poca, i miti, i divi e le divine, ma anche esoprattuto per comprendere i contrastiche hanno caratterizzato quegli anni: ilduro e abbacinante realismo di Accattone(di cui quest'anno si celebra il cinquante-nario), la realtà congelata e terribile diSalò si scontrano in mostra con le atmo-sfere oniriche Felliniane, con le atmosfererutilanti dei grandi set romani degli anni'60, con le algide e ammantate di graziaimmagini di Visconti.... Fermarsi su alcu-ne delle fotografie in mostra è sostare suun frammento densissimo della nostrastoria, rivivere quello che siamo stati eche abbiamo sognato, non solo pensandoai nostri registi acclamati ericonosciuti internazionalmente, mavivendo l'esperienza che ogni immaginesia la sintesi del paese che siamo stati oche avremmo voluto essere.

Grande Cinema Italia: i tesori di Cinemazero in mostra

A PARCO 2 gli scatti fotografici del periodo d'oro del cinema d'autore italiano

GRANDE CINEMA ITALIA1960-1975 Fellini, Pasolini e gli altri

Foto dall'archivio CinemazeroPARCO 2 - Spazi espositivi di via Bertossi - Pordenone

Dall' 1 al 30 ottobre Inaugurazione: sabato 1 ottobre, 19.00

INGRESSO LIBERO

Un'iniziativa diCinemazero

Con il patrocinio e il sostegno del

Comune di Pordenone

in collaborazione conLe Giornate del

Cinema Muto

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“Dov’eri tu quando io ponevo le fondamenta del mondo?”, chiede DioOnnipotente a Giobbe. Malick apre la sua opera con questa citazione biblica,profonda e sconvolgente, e pone noi spettatori, noi uomini, di fronte ad un inter-rogativo diretto da parte del Cielo. Con L’albero della vita il regista interroga a suavolta il Cielo, tanto sereno e luminoso quanto silenzioso ed indifferente; lo inter-roga sul valore dell’esistenza dell’uomo ed usa come punto di domanda il sim-bolo dell’albero: “Gli alberi sono lo sforzo infinito della Terra per parlare al Cieloin ascolto.”, scrisse il poeta indiano Tagore. Il film è una ricerca, è l’iter di un’ani-ma nella memoria: Jack, il protagonista, ci viene presentato come un uomomalinconico fra inquadrature vertiginose di grattacieli cristallini. I suoi ricordi cinarrano la sua storia: il maggiore di tre fratelli, Jack cresce in una modesta fami-glia del Midwest, tra la grazia ingenua della madre e l’autorità energica del padre;diventa un giovane inquieto ed oscuro. La sua vita è lacerata dalla perdita preco-ce di uno dei due fratelli, morto a diciannove anni. Tale evento costituisce il cen-tro della riflessione del film: “Questa la sorte dell’umane genti?”, “Arcano ètutto,/fuor che il nostro dolor.” Dove sei dunque tu, Dio, mentre la sofferenzapenetra l’umanità? Dov’eri tu quando un giovane moriva? Riflettendo sul significato del dolore e della morte, Malick ci propone una formi-dabile esperienza visiva e sonora, un viaggio che nei suoi caratteri di infinità evisionarietà ricorda 2001: Odissea nello spazio di Kubrick: sui toni acuti ed inten-si del Lacrimosa di Preisner i nostri occhi ondeggiano attoniti tra le profonditàinfinite dell’universo e l’infinita piccolezza del corpo umano, tra la potenza vio-lenta della natura e la fragilità estrema di un feto all’interno del ventre materno;

il nostro cuore si turba nell’accostare lavertigine cosmica con la meravigliadella nascita della vita. L’uomo, che Sant’Agostino, riferendosia Dio, descrive come “aliqua portiocreaturae tuae […] circumferens morta-litatem suam”, piccola porzione dellacreatura divina che si porta dietro lapropria mortalità, qui s’interroga lucida-mente sul proprio ruolo nel cosmo, con-cettualizza il sentimento del dolore,serba la durata del tempo nella memo-ria. Jack, ormai adulto e membro di unarealtà impersonale e scientifica, cercaangosciosamente di condensare il ricor-do del fratello morto: errando “solo etpensoso” per “i più deserti campi”della propria anima giunge ad un varco,supera questa porta senza pareti e sivede bambino, vede la madre, giovane,carezzata dal vento. Ascende ad una spiaggia, lambita dalleacque dell’eternità, dove può finalmen-te toccare il fratello. Tutta l’umanitàcammina su questa spiaggia con lacoralità delle anime del Paradiso diDante. Da una ricerca, nonché meta,spirituale e metafisica Jack prende cosìcoscienza della bellezza dell’esistenza escorge Dio nella dolcezza immensadella grazia materna, nella sacralitàdella voce della natura, nella fiamma diuna candela accesa dal proprio amoreper il fratello.

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La recensione vincitrice del concorso Scrivere di cinema, sezione triennio

La vita e la mortesecondo Terrence Malick

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Spagnoli al 59° Festival di San Sebastián

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Il mondo dei Festival: resoconto dal Donostìa Zinemaldia

No, non è la Rai. È TVE, la tv statale iberica, che negli ultimi 12 mesi ha trasmesso 274 filmnazionali, di cui 157 in prima serata; ovvero il 91,3% dei film proposti dalle reti nazionali dellaPenisola. TVE ha finanziato o coprodotto nello stesso periodo 41 lungometraggi e una cin-quantina di prodotti audiovisivi.TVE è inoltre il massimo sponsor del Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián, eovunque espone il proprio visibilissimo slogan: "Somos cine". Si potrebbe interpretarlo siacome "Siamo il cinema", sia "Siamo diventati noi tutto quanto il cinema". Anche Canal+,Antena 3 e Telecinco beninteso sostengono il cinema spagnolo ma senza l'invadenza un po'ossessiva di TVE. La quale non porta solo divi e divette televisive a sfilare sul tappeto rosso diSan Sebastián; vi organizza anche soirée con anteprime di serie televisive autoctone. Alla 59aedizione il veterano festival basco si vede improvvisamente ringiovanito grazie a "El Rebor",nominato direttore della manifestazione. Appassionatissimo creatore e conduttore da oltre trelustri della Semana de Cine Fantástico y de Terror, l'amico José Luis Rebordinos aveva lascia-to a malincuore quel suo dirompente sabba novembrino (non a caso dedicando nel 2010 unarassegna e un volume mirabili a Aleister Crowley y el cine fantástico: La bestia y la pantalla).Non è impresa facile manovrare la manifestazione più ufficiale e gloriosa del cinema spagno-lo, franchista, post-franchista, e ben presto ahinoi (elezioni incombenti) revanscio-franchista.Si devono accontentare anzitutto i governanti locali e dimostrare che il cinema basco non èinferiore a nessuno. Ecco perché in concorso - e pure premiato con la Concha de Plata - Lospasos dobles del regista catalano Isaki Lacuesta, interpretato dal celeberrimo pittore bascoMiquel Barceló: una vagolante avventura nel deserto africano sulle tracce d'un artista france-se che aveva istoriato una caverna. Sperimental-esotico, forse più adatto a Zabaltegi, la sezio-ne riservata ai nuovi talenti internazionali; ove il duo Lacuesta-Barceló offriva El cuaderno debarro, centrato sulle performance artistico-coreografiche del pittore. Altro basco in concorso,Enrique Urbizu, con No habrá paz par los malvados. Un noir tesissimo che sembra scritto daJames Ellroy, ambientato in una Madrid torbida e pullulante di terroristi islamici. Un poliziottodepravato e alcolizzato commette una carneficina e poi, senza esserne cosciente, si trova a darla caccia ad alcuni pericolosissimi dinamitardi. Finale devastante, il protagonista s'immola,però (come mai avverrebbe in un film hollywoodiano) le bombe restano innescate e pronte afare strage di innocenti. Terzo film spagnolo in concorso La voz dormida di Benito Zambrano.Onesto adattamento del romanzo di Dulce Chacon su due sorelle nel cupo 1940, anno deltrionfo del Generalissimo; una in carcere perché "rossa", l'altra fuori a far la spola tra partigia-ni e militari. Come ha scritto il temibile critico Carlos Boyero su El País, non bastano le buoneintenzioni, il mostrare cioé le nefandezze del passato che minacciano di ripiombare tra noi, afare un buon film. Oltretutto interpretato da attrici ipertruccate e chirurgicamente rifatte comeva di moda oggi, le quali ridicolmente fingono di soffrire stenti e torture terribili. Come allaMostra veneziana succede sempre, da generazioni, anche a San Sebastián non è nel concor-so ufficiale, quanto nuotando nel mare magnum delle pellicole spagnole inserite nelle abbon-danti sezioni "minori", che si può pescare il meglio della stagione. Ad esempio Arrugas diIgnacio Ferreras, film d'animazione neorealista ispirato alla bestselling graphic novel di PacoRoca. La vita grama e senza speranza d'un vecchio sofferente di Alzheimer in una truce resi-denza per anziani. Malgrado il tema si sghignazza continuamente. Piccolo capolavoro Madrid,1987 di David Trueba, noto sceneggiatore, regista e giornalista. Un celebre letterato e giorna-lista incontra una studentessa sua fan in un placido caffé e la invita a passare un paio d'oretteliete nello studio d'un amico pittore. Per circostanze che non rivelerò, i due personaggi riman-gono chiusi, completamente nudi, dentro un bagno microscopico e non riescono più ad uscir-ne. «La vita è il sabotaggio perfetto dei sogni»: una delle battute che l'immaginifico scrittore,incarnato dal geniale attore José Sacristán, spara a raffica; affiancato da una muy sexy MaríaValverde (nata nel 1987!), non meno brava nel ruolo della seduttrice sedotta sedata. Comecavolo andrà a finire? Solo Billy Wilder può saperlo. Nell'huis trés clos di Madrid, 1987, annu-siamo, tocchiamo, sogniamo, speranze e illusioni di quell'epoca di trapasso alla democraziache sembra ormai lontanissima. Da segnalare che per ciascuna delle tre retrospettive SanSebastián, secondo la propria ottima tradizione, ha pubblicato altrettante monografie bilingui,in castigliano e inglese: Jacques Demy (alla presenza di Agnés Varda, Matthieu Demy,Catherine Deneuve ecc), American Way of Death (noir, thriller, gangster 1990-2011), DigitalShadows: Last Generation Chinese Film. E la splendida mostra Fellini, allestita dalla Cinetecadi Bologna, brillava nella sede restaurata del Museo San Telmo. Nel 2016 questo vasto chio-stro sarà una delle sedi delle manifestazioni previste per San Sebastián Capitale CulturaleEuropea. Sempre che esistano ancora... Europa... &... Cultura... & capitali...

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LA STRAORDINARIA INVENZIONE DEL CINEMA LUCA NOVELLI RACCONTA I LUMIÈRE

“Buongiorno a tutti. Sono Auguste Lumière, e questo è Louis Jean, il miofratellino. Il nostro cognome, “Lumière”, in francese vuol dire luce. Credo cisia la luce nel nostro destino.”Senza dubbio la luce ha un’importanza fondamentale nella vita dei fratelliLumière: dalle fotografie alle ombre cinesi, passando attraverso le lanternemagiche con cui sono cresciuti fino ad arrivare alla costruzione di prototipidi macchine da presa, inaugurando la nascita della settima arte. Luca Novelli racconta la storia del cinema narrata in prima persona da dueprotagonisti d’eccezione: i fratelli Auguste e Louis Lumière. Un divertentelibro nato per i ragazzi ma che saprà conquistare anche i "grandi". Un viaggio fantastico guidati dai protagonisti di questa meravigliosa “mac-china dei sogni”: da Louis Daguerre a Thomas Edison, per arrivare al cine-ma muto, agli albori del doppiaggio, ai primissimi effetti speciali, fino alcinema digitale e tridimensionale dei giorni nostri.

Divertenti e colorati disegni, un ricco corredo iconogra-fico e un testo di semplice lettura accompagnano il let-tore di tutte le età mettendo in evidenza che il cinema,fin dalla sua nascita, fu il risultato di un lavoro di grup-po: i Lumière inviavano in giro per il mondo degli ope-ratori con cinepresa a riprendere fatti e persone che poisi rivedevano sul grande schermo. Il volume, edito da Editoriale Scienza, è completato daun "Dizionarietto per apprendisti cineasti", dai "Consiglidisinteressati di due maestri del cinema" per aspiranticineasti in erba e dal DVD della puntata di "Lampi digenio", programma per bambini di Rai Educational.

PREMIO DAVID GIOVANI edizione 2011/2012Premio di critica cinematografica per studenti

Sei un appassionato di cinema?Con il Premio David Giovani potrai vestire i panni di un cri-tico cinematografico e dire la tua sul cinema italiano!

Ogni iscritto potra vedere gratuitamente nelle Sale diCinemazero 20 film italiani di prossima uscita sui quali

scrivere fino ad un massimo di 3 recensioni, che ver-ranno selezionate dall’Agiscuola di Roma. I primi 3classificati potranno partecipare all’assegnazionedel Leoncino d’oro alla Mostra del cinema diVenezia edizione 2012 oppure ad un Campus

Cinema Scuola Giovani a Roma tra novembre edicembre 2012.

Il concorso e aperto a tutti gli studenti iscritti negli Istitutidella Provincia di Pordenone che abbiano compiuto il diciot-tesimo anno di eta o che lo compi- ranno entro agosto 2012.A tutti i partecipanti che assisteranno ad almeno due

terzi delle proiezioni, verra rilasciato un attestato di parte-cipazione utilizzabile come credito formativo.

Le iscrizioni sono aperte!

Per maggiori informazioni: t 0434 520945 - mail [email protected] Pordenone di Cinemazero

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LE GIORNATE A SACILE CON IL CIRCO DI CHAPLIN Sacile, Teatro Zancanaro, domenica 9 ottobre 2011, ore 17.00Nel 2001 le Giornate del Cinema Muto festeggiarono aSacile il loro ventennale. Era già la terza edizione che sisvolgeva nel Giardino della Serenissima e ce ne sarebberostate altre cinque prima che il termine dei lavori di ricostru-zione del Verdi consentisse il rientro a Pordenone. II legamemai interrotto con la città che così a lungo ha ospitato ilfestival si rinnova e si rinforza quest’anno, in occasione deltrentennale. Le Giornate del Cinema Muto in collaborazione con la Città di Sacile eil locale Rotary Club, domenica 9 ottobre alle ore 17 presentano al Teatro ZancanaroThe Circus (1928) di Charles Chaplin, capolavoro della storia del cinema e una dellepunte di diamante delle Giornate 2011, che gli hanno dedicato anche il manifesto.Come al Verdi di Pordenone, The Circus è proposto allo Zancanaro con la partituracomposta da Chaplin nel 1968 (quarant'anni dopo l'uscita del film) ed eseguita dalvivo dall'Orchestra San Marco di Pordenone diretta dal maestro Günter Buchwald.I titoli di testa saranno accompagnati dalla canzone registrata "Swing Little Girl"cantata dallo stesso Chaplin.Il Vagabondo più famoso del cinema qui è ingaggiato come clown da un circo viag-giante ma il problema è che riesce divertente solo quando non intende esserlo. Siinnamora della bistrattata figlia (Merna Kennedy) del brutale proprietario del circoma trova un imbattibile rivale nell’affascinante equilibrista… Con The CircusChaplin vinse uno speciale “Academy Award” (non si chiamava ancora Oscar) allaprima edizione del premio tenutasi nel 1929, per “la sua versatilità e genialità nelloscrivere, recitare, dirigere e produrre”. Ancora oggi il riconoscimento appare meri-tato. Il film contiene alcune fra le più belle invenzioni comiche chapliniane, in sotti-le equilibrio con una vena sentimentale sempre tenuta rigorosamente sotto con-trollo. Info: www.giornatedelcinemamuto.it

GRADO IN GIALLOGrado, fino a domenica 2 ottobre 2011Nato come occasione di incontro e confronto fra studenti, scrittori e appassionatidel genere, il Festival Grado Giallo si è ampliato di anno in anno, estendendosi acinema e teatro, con attenzione alla cronaca e all'attualità, coinvolgendo esperti divari settori, da scrittori e critici letterari, a giornalisti fino a poliziotti e magistrati.Non solo, il tema del giallo è stato declinato in ogni possibile contesto per farneoccasione di spettacolo, gioco e intrattenimento. Vengono così proposti laboratorie animazione per bambini e ragazzi, aperitivi in giallo, le appassionanti cene condelitto, fino a concorsi per aspiranti giallisti o per stimolare la creatività di nego-zianti, gestori e ristoratori di tutta l'isola. Info: [email protected]

XXVI FESTIVAL DEL CINEMA LATINO AMERICANO Trieste, dal 22 al 30 ottobre 2011Il Festival del Cinema Latino Americano, organizzato dall’APCLAI (Associazione perla Promozione della Cultura Latinoamericana in Italia), dal 1990 ha fatto di Trieste lapropria casa. Fin dalla sua nascita, nel 1985, si configura come l’evento cinemato-grafico più completo sul continente in Europa. Sin dalla nascita, presidente delFestival è Fernando Birri (regista italo-argentino formatosi al Centro Sperimentaledi Roma, Leone d'Oro a Venezia nel 1961 e fondatore della Prima Scuola di Cinemain America Latina). www.cinelatinotrieste.org

FESTA DEL CINEMA DI ROMARoma, dal 27 ottobre al 4 novembre 2011In programma dal 27 ottobre al 4 novembre 2011 la kermesse cinematografica capi-tolina avrà una giuria capitanata niente di meno che dal premio Oscar EnnioMorricone, affiancato dall’étoile della danza Roberto Bolle. Sarà l’anteprima mondiale di The Lady di Luc Besson ad aprire l’ex Festa delCinema. La pellicola, che sarà presentata Fuori Concorso, racconta la straordinariaavventura umana e politica di Aung San Suu Kyi (interpretata da Michelle Yeoh), lapacifista birmana da decenni attiva contro la dittatura nel suo paese e per la difesadei diritti umani. Aung San Suu Kyi è stata costretta agli arresti domiciliari quasiininterrottamente dal 1989 al 2007 e separata a forza dal marito e dai figli residentiin Inghilterra. Nel 1991 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Info: www.romacinemafest.it

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UN VIAGGIO NELLA PSICHE FIRMATO DAVID CRONENBERG

A DANGEROUS METHOD DI DAVID CRONENBERG Zurigo 1904. Carl Gustav Jung ha ventinove anni, è sposato,in attesa di una figlia e affascinato dalle teorie di SigmundFreud. Nell'ospedale Burgholzli in cui esercita la professionedi psichiatra viene portata una giovane paziente, SabinaSpielrein. Jung decide di applicare le teorie freudiane sul casodi questa diciottenne che si scoprirà aver vissuto un'infanziain cui le violenze subite dal padre hanno condizionato la visio-ne della sessualità. Nel frattempo Freud, che vede in Jung ilsuo potenziale successore, gli manda come paziente lo psi-chiatra Otto Gross, tossicodipendente e dichiaratamente amo-rale. Saranno i suoi provocatori argomenti contro la monoga-mia a far cadere le ultime barriere e a convincere Jung ad ini-ziare una relazione intima con Sabina. Non è difficile capire quanto questa sceneggiatura (che risalealla metà degli anni Novanta) e soprattutto questa storia conprotagonisti che hanno rivoluzionato le scienze umane abbia-no suscitato l'interesse di David Croneberg attento, comesempre, a vicende in cui siano centrali la complessità dell'es-sere umano e il coacervo di sentimenti e pulsioni che ne pro-muovono l'agire. Cronenberg assume una prospettiva chemostra l'evolvere della relazione Jung/Spielerein ma entrandoin profondità anche nel rapporto maestro/discepolo che si vacostruendo tra Freud e Jung. Una giovane donna urlanteriempie lo schermo e una carrozza nelle prime inquadraturedel film. Quel grido progressivamente si placherà ma resteràsempre sottotraccia, pronto a riemergere.

UN CUPO NOIR CHE HA ENTUSIASMATO CRITICA E PUBBLICO A CANNES

DRIVE DI NICOLAS WINDING REFN Driver (non ha un nome) ha più di un lavoro. È un espertomeccanico in una piccola officina. Fa lo stuntmen per ripreseautomobilistiche e accompagna rapinatori sul luogo del delit-to garantendo loro una fuga a tempo di record. Ora Driveravrebbe anche una nuova opportunità: correre in circuiti pro-fessionistici. Ma le cose vanno diversamente. Driver conoscee si innamora di Irene, una vicina di casa, e diventa amico disuo figlio Benicio. Irene però è sposata e quando il marito,Standard, esce dal carcere la situazione precipita. PerchéStandard ha dei debiti con dei criminali i quali minacciano lasua famiglia. Driver decide allora di fargli da autista per ilcolpo che dovrebbe sistemare la situazione. Le cose però nonvanno come previsto...

LE SORTI DELL’UMANITÀ SECONDO LARS VON TRIER

MELANCHOLIA DI LARS VON TRIER Justine arriva con il neomarito alla festa delle nozze che ilcognato e la sorella Claire le hanno organizzato con un ritma-to protocollo. Justine sorride molto ma dentro di sé prova undisagio profondo che la spingerà ad allontanarsi in più occa-sioni dai festeggiamenti provocando lo sconcerto di molti,marito compreso. Non si tratta però solo di un malessere esi-stenziale privato. Una grave minaccia incombe sulla Terra: ilpianeta Melancholia si sta avvicinando e, benché il mondoscientifico inviti all'ottimismo, il rischio di collisione e didistruzione totale del globo terrestre è più che mai realistico.Tempo dopo, con Melancholia sempre più vicino, sarà Clairea invitare a casa sua la sorella. Dopo il harakiri a tutto scher-mo di Antichrist Lars Von Trier decide di rinunciare ai colpibassi nei confronti dello spettatore offrendogli, in versioneapocalittica, la sua visione delle sorti dell'umanità su questaTerra. Lo fa con un prologo wagneriano (“Tristano e Isotta”) dialta e simbolica qualità estetica a cui fa seguire una biparti-

regia di David CronenbergCon Michael Fassbender,Keira Knightley, ViggoMortensen, Vincent Cassel -Gran Bretagna, Germania,Canada 2011.

regia di Nicolas Winding RefnCon Ryan Gosling, BryanCranston, Carey Mulligan,Albert Brooks, Oscar Isaac -USA 2011

regia di Lars Von TrierCon Kirsten Dunst, CharlotteGainsbourg, KieferSutherland, CharlotteRampling, AlexanderSkarsgård - Danimarca,Svezia, Francia, Germania2011

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zione che vede protagoniste le due sorelle (prima Justine epoi Claire). Due sorelle, due donne che il ‘misogino' per defi-nizione del cinema europeo prende questa volta, in particola-re Justine, come rappresentanti di se stesso.

UN’INTENSA E APPASSIONATA RIFLESSIONE SULLA CHIESA

IL VILLAGGIO DI CARTONEDI ERMANNO OLMIUna chiesa. Un parroco. Un'impresa di traslochi. La chiesanon serve più e viene svuotata di tutti gli arredi sacri, ivi com-preso il grande crocifisso sopra l'altare. Restano solo le pan-che in uno spazio vuoto. Il vecchio prete sembra non sapersirassegnare a questa sorte mentre il sacrestano ne prende atto.Ma, di lì a poco, un folto gruppo di clandestini in cerca di rifu-gio entra nella chiesa e, con panche e cartoni, vi installa unpiccolo villaggio. Il sacerdote vede la sua chiesa riprenderevita ma dall'esterno gli uomini della Legge si fanno minaccio-si. Olmi porta sullo schermo l'apparente inutilità della Chiesa.Il suo svuotamento è visto come ineluttabile dal sacrestanopronto a tradire. Ma è proprio da questa spoliazione che ilsenso di ecclesia può tornare ad acquisire il significato delleorigini. A offrirglielo saranno quelli che vengono consideratigli invasori e che agli occhi del mondo stanno occupando unluogo che fu sacro ed ora non può più offrire asilo. Sarannoperò loro a ridare un valore al fonte battesimale pronto a rac-cogliere la pioggia che scende dal tetto e, soprattutto, a con-sentire al vecchio parroco di trovare un senso al Mistero. QuelMistero sul quale si è trovato a dubitare non ora, nel momen-to del depauperamento, ma quando la sua chiesa era affolla-ta. Quel Mistero che fa sì che Dio si manifesti attraverso gliocchi di uomini e donne i cui sguardi, quando si incrociano,possono mutarne i destini.

IL MICROCOSMO DEI BAMBINI NARRATO CON TENEREZZA E ACUME

TOMBOY DI CÈLINE SCIAMMALaure, dieci anni, insieme ai genitori e alla sorella Jeanne sitrasferisce durante le vacanze estive. La mamma è incinta delterzo figlio (un maschio) e il padre è impegnato al lavoro. Labambina approfitta della distrazione degli adulti per prendereuna decisione: nel nuovo ambiente si farà credere unmaschio. E' come Michael che farà le prime amicizie e, in par-ticolare, attirerà l'attenzione di Lisa che finirà con l'innamo-rarsi del nuovo arrivato con il quale scambierà qualche bacioe momenti mano nella mano. Fino a quando potrà durare que-sta situazione? Céline Sciamma torna ad affrontare, dopoWater Lilies, le tematiche della scoperta della sessualità spo-stando però l'attenzione dalla fase adolescenziale a quellapreadolescenziale. Trova in Zoé Héran l'interprete adatta perrappresentare, con la giusta dose di innocenza mista a unbisogno di esplorare, il cammino estivo di Laure. Sciammaosserva il microcosmo dei bambini con tenerezza e acume masenza facili semplificazioni. Maschi e femmine in formazionenon sono quegli esseri asessuati che gli adulti vorrebbero chefossero. Natura e società impongono le loro leggi e, in parti-colare la società, i loro modelli con cui confrontarsi e scon-trarsi. Perché spesso sono più legati a stereotipi che a veribisogni.

L’ULTIMO FILM DI SORRENTINO CON UNO SEAN PENN “CULT”

THIS MUST BE THE PLACEDI PAOLO SORRENTINO Cheyenne è stato una rockstar nel passato. All'età di 50 annisi veste e si trucca come quando saliva sul palcoscenico e viveagiatamente, grazie alle royalties, con la moglie Jane aDublino. La morte del padre, con il quale non aveva più alcunrapporto, lo spinge a tornare a New York. Scopre così che l'uo-mo aveva un'ossessione: vendicarsi per un'umiliazione subita

regia di E. Olmi Con Michael Lonsdale,Rutger Hauer, AlessandroHaber, Massimo DeFrancovich, El Hadji IbrahimaFaye - Italia 2011

regia di Cèline SciammaCon Zoé Heman, MalonnRaffin, Jeanne Disson,Sophie Cattani, MathieuDemy - Francia 2011

regia di Paolo SorrentinoCon Sean Penn, TomArchdeacon, Toni Servillo,Frances McDormand, RobertDe Niro - Italia, Francia,Irlanda 2011

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Un film di Asghar Farhadi.Con Sareh Bayat, SarinaFarhadi, Peyman Moadi,Babak Karimi, Ali-AsgharShahbazi.continua»Titolo originale JodaeiyeNader az Simin. Drammatico,- Iran 2011.

“IN RICORDO DI MARIO MONICELLI”

TOTÒ E CAROLINAregia di Mario Monicelli - 1955 - dur. 80 minuti

VENERDÌ 28 OTTOBRE 2011 - ORE 21.00Saletta Incontri San Francesco Piazza della Motta, Pordenone

con il patrocinio del Comune di Pordenone INGRESSO LIBERO

FANS CLUBPORDENONE

TOTÒ

in campo di concentramento. Cheyenne decide di proseguirela ricerca dal punto in cui il genitore è stato costretto adabbandonarla e inizia un viaggio attraverso gli Stati Uniti.Cheyenne si trascina dietro un bagaglio di situazioni irrisolte.Prima fra tutte la dinamica dei rapporti con la figura paterna.È un Edward Manidiforbice dei nostri giorni Cheyenne/JohnSmith. Un essere umano che il padre ha creato e, al contem-po, limitato trasmettendogli inconsciamente un'ossessioneche il figlio scoprirà solo dopo la sua morte. Sean Penn èstraordinario nel disegnare, ancorandolo alla realtà, un perso-naggio che potrebbe ad ogni inquadratura dissolversi nelgrottesco o nella caricatura. Quest'uomo che fa di tutto peressere riconosciuto e, al contempo, nega pervicacemente contutti la propria identità ha la complessità di quelle figure chesi imprimono con forza nell'immaginario cinematografico. Unpersonaggio che, anche se lo nega, compie un lungo viaggioper ri/trovare un posto dentro di sé.

IL FILM IRANIANO VINCITORE DELL’ORSO D’ORO A BERLINO

UNA SEPARAZIONEDI ASGHAR FARHADI Nader e sua moglie Simin stanno per divorziare. Hanno otte-nuto il permesso di espatrio per loro e la loro figlia undicennema Nader non vuole partire. Suo padre è affetto dal morbo diAlzheimer e lui ritiene di dover restare ad aiutarlo. La moglie,se vuole, può andarsene. Simin lascia la casa e va a vivere coni suoi genitori mentre la figlia resta col padre. È necessarioassumere qualcuno che si occupi dell'uomo mentre Nader è allavoro e l'incarico viene dato a una donna che ha una figlia dicinque anni e ed è incinta. La donna lavora all'insaputa delmarito ma un giorno in cui si è assentata senza permessolasciando l'anziano legato al letto, un alterco con Nader la facadere per le scale e perde il bambino.Asghar Faradhi conferma con questo film le doti di narratoregià manifestate con About Elly. Non è facile fare cinema oggiin Iran soprattutto se ci si è espressi in favore di Yafar Panahicondannato per attività contrarie al regime. Ma Faradhi sa,come i veri autori, aggirare lo sguardo rapace della censuraproponendoci una storia che innesca una serie di domandesotto l'apparente facciata di un conflitto familiare. Il registanon ci offre facili risposte (finale compreso) ma i problemi chepone sono di non poco conto per la società iraniana ma nonsolo. (le recensioni dei film sono tratte dal sito www.mymovies.it)

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MERCOLEDÌ 19 OTTOBRE, ORE 9.00, AULA MAGNA CINEMAZERO

TEZA un film di Hailè Gerima. 140 min. - Etiopia, Germania, Francia 2008INGRESSO GRATUITO - PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA TELEFONANDO ALLO 0434.520945 (Mediateca)

Etiopia, 1990. Anberber è tornato al suo villaggio senza una gamba e con la testa affollata daifantasmi. Lasciata l'Etiopia imperiale di Haile Selassie e rientrato in quella socialista di Haile MariamMenghistu, il suo sogno più grande è quello di ritrovare l'abbraccio materno e di prendersi curadel suo popolo, afflitto dalle carestie e vessato da secoli di regimi dispotici.

Proiezione organizzata in collaborazione con Banca FriulAdria-Crédit Agricole inoccasione della mostra allestita a Palazzo Cossetti (Pn) che si concluderà venerdì 21ottobre E sopra vi era dipinto l’Antico di giorni, un’affascinante ed inedita sequenzadi quaranta “icone portatili” etiopiche che portano il visitatore ad immergersi nel-l’immaginario religioso di un popolo e ad entrare in contatto con la profonda spiri-tualità del cristianesimo delle origini.

IL PRIMO “SOCIAL MOVIE” DELLA STORIA

LIFE IN A DAYdocumentario, 2010 - girato dagli utenti di youtube, montato da Kevin Macdonald, prodotto da Tony Scott

Giovedì 13 ottobre - SalaGrande ore 20.45Un anno fa l'appello di Ridley Scott e Kevin McDonald: popolo della rete unitevi e fil-mate un giorno della vostra vita, per la precisione, il 24 luglio 2010. Ne è nato un documentario di 90 minuti costruito con i video girati nella sola gior-nata dello scorso 24 luglio dagli utenti di youtube. La terra, 24 ore, 6 miliardi di pro-spettive, un esperimento unico di social film-making, come dichiarato dagli stessiautori. Agli utenti di youtube è stato chiesto di inviare filmati che rispondessero atre domande: cosa amate? Cosa vi spaventa? E cosa c'è nelle vostre tasche? Sono stati richiesti filmati di buona qualità ma non necessariamente dal forteimpatto emotivo piuttosto momenti quotidiani, le piccole storie di ogni giorno.

FIRST ORBIT di Christopher Riley, doc.Giovedì 27 ottobre - SalaPasolini ore 21.00

12 aprile 1961. Una data storica, per l'umanità, per la scienza,per gli sviluppi della guerra fredda. Jurij Alekseevic Gagarin decol-la verso lo spazio sconosciuto, in un viaggio di 108 minuti, che, nel-l'occasione del cinquantenario dell'impresa è stato ricreato in un film,First Orbit, per la regia di Christopher Riley, con la direzione della foto-grafia dell’italiano Paolo Nespoli. Oggi, 50 anni dopo, è ancora emozionantesentire la voce del cosmonauta sovietico montata sulle immagini di repertorio del decollo e, ancor più su quel-le che ricostruiscono il suo “sguardo sul mondo”...

50°Un film “visionario” per il 50°

del primo volo nello spazio

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Foto di Pierluigi Praturlon