CinemazeroNotizie Giugno 2015

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mensile di cultura cinematografica 1,00 2015 numero 6 anno XXXV Il coraggio di rischiare Malgrado le aspetttive nessuno premio agli italiani sulla Croisette Vive la Varda Palma d’Oro alla carriera alla regista e fotografa francese Cine-artisti alla biennale Enwezor Greenaway, Marker, Straub, Mauri, Goebbels A colpi di note, musica e cinema per le scuole Il progetto festeggia la nuova edizione con un bilancio dell’attività Italia - Francia: sistemi a confronto Un riflessione sulla capacità di fare sistema nel settore cinema Venzone come set di Hollywood e Cinecittà In mostra fotografie, manifesti e locandine originali Cinemadivino, i grandi film si gustano in cantina Grandi film e grandi vini s’incontrano in cantina Domani accadrà Ovvero se non si va non si vede Giugno 15 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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mensile di cultura cinematografica 2015, numero 6 anno XXXV

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Vive la VardaPalma d’Oro alla carriera alla regista e fotografa francese

Cine-artisti alla biennale EnwezorGreenaway, Marker, Straub, Mauri, Goebbels

A colpi di note, musica e cinema per le scuoleIl progetto festeggia la nuova edizione con un bilancio dell’attività

Italia - Francia: sistemi a confrontoUn riflessione sulla capacità di fare sistema nel settore cinema

Venzone come set di Hollywood e CinecittàIn mostra fotografie, manifesti e locandine originali

Cinemadivino, i grandi film si gustano in cantinaGrandi film e grandi vini s’incontrano in cantina

Domani accadràOvvero se non si va non si vede

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Ci mancava solo questa! I nostri tre grandi inviati sulla CostaAzzurra - Sorrentino, Garrone e Moretti - ritornano a mani vuote!I cattivissimi Coen hanno preferito premiare i francesi con laPalma d'Oro e altri due premi agli attori, e il cinema che guardaal domani, al futuro. L'aver snobbato le elucubrazioni esistenzia-li di Sorrentino, il fantasy horror di Garrone e il cinema classicodi Moretti ha dato il destro alla stampa italiana (anche qualifica-ta) di avviare il lamento funebre, il miserere, il piagnisteo e il vit-timismo lagnoso contro lo straniero complottista. Nonostante al Majestic, mega hotel da 39.000 euro a notte per lasuite imperiale, avessimo uno stand galattico, con fontana escreen wall da paura non abbiamo saputo valorizzare il nostrocinema, non abbiamo saputo fare lobbying, non abbiamo sapu-to fare sistema, non abbiamo saputo esaltare i nostri talenti fuoricasa. Come se i Coen, con il loro peso specifico, i premi li asse-gnassero su pressioni o sotto dettatura! Si fatica ad ammettere che a Cannes c'erano nel concorso titoli

più meritevoli dei nostri, più di ricerca, di innovazione e che i 10minuti di applausi alla proiezione ufficiale fatta di inviti a un pub-blico compiacente non sono il segnale giusto per valutare labontà di un film e la capacità di portare a casa un premio! In que-sto non luogo macina eventi che è Cannes, gridare al capolavo-ro solo per questo significa dare un resoconto distorto dellarealtà. Sul Corriere della Sera la giurata spagnola Rossy DePalma ha detto chiaramente che i tre film italiani non erano maistati considerati per il palmarès. La considerazione più tenera èstata fatta dalla giuria sul film Mia madre di Nanni Moretti, defi-nito “una storia che poteva essere girata dieci anni fa”, ovverodatata, mentre “l’orientamento era premiare un cinema che ci hacolpito per novità di linguaggio e per la messa in scena”. In que-sto senso vanno i film premiati come The Lobster di YorgosLanthimos, Il figlio di Saul di Laszlo Nemes e Chronic di MichelFranco, tutti titoli che cercano nuove espressioni e nuove stradeper il cinema compreso Deephan di Jacques Audiard incoronatocon la Palma d'Oro. Un film asciutto, forte, risolto, coraggiosocome è nello stile di questo autore. I film entrati a vario titolo nelpalmarès, aprono finestre sul cinema che verrà, scrutano ilnuovo e cercano di portare il cinema su nuovi territori. Quantoalla Palma data a Audiard, il suo Dheepan era semplicemente ilfilm migliore, il più risolto, il più compatto. Premiarli è stato quin-di un atto di coraggio, altro che giuria venduta ai francesi.Dovremmo quindi in Italia pensare a produrre film migliori, adosare di più, a lanciare nuovi talenti come Minervini costretto alavorare all'estero. Ad avere un occhio meno ombelicale è piùinternazionale. Certo i francesi rischiano su film meno conven-zionali e più innovativi dei nostri e raccolgono i frutti. Noi forsedovremmo avere meno stand galattici al Majestic e più sensibi-lità nei confronti del cinema di ricerca. Questa sarebbe già unabuona soluzione. Sulla distribuzione poi del nostro cinema neparliamo diffusamente nelle pagine che seguono.

In copertina Paolo Fresu, autoredelle musiche di Vinodentro di F. V.Orgnani, entrambi ospiti per l’inau-gurazione del progettoCinemadivino.

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaGiugno 2015, n. 6anno XXXV

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiManuela MoranaElisabetta PierettoSegretaria di redazioneMarianita SantarossaDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603Cassa: 0434-520527e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Sincromia - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla:

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Malgrado le aspettative nessun premio per il cinema italiano sulla Croisette

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daAgnès Varda è stata insignita

all’appena concluso festival diCannes della Palma d’Oro alla car-riera. La regista francese è solo laquarta a ricevere il massimo onoredel festival, dopo Woody Allen,Clint Eastwood e BernardoBertolucci. Il premio è stato asse-gnato con - fra le altre - le seguenti motivazioni: “Una figura emblematica, artista diversa daqualsiasi altro, Agnès Varda è un modello per le giovani generazioni: il suo lavoro e la suavita sono intrisi di spirito di libertà , dell'arte di saper superare i confini, di una feroce deter-minazione, che non conosce ostacoli. In poche parole, la Varda ci sembra una regista ingrado di realizzare davvero tutto quello che vuole"Agnès Varda fa cinema da quasi sessant'anni e lo ha fatto SEMPRE alla sua maniera. Nelsuo cinema non ci sono né urla né proclami ma una metodica ed eccentrica manomissionedelle convenzioni e delle classificazioni di genere. Nei suoi film la tradizionale prospettivaofferta allo spettatore (un rassicurante punto di vista sul personaggio, una distanza daglieventi narrati che permette di identificarvisi, una lineare costruzione della trama...) vienedisattesa, modificata e ridefinita con coerente ed inesausta ricerca espressiva. Il suo cine-ma, sfuggente a qualsiasi classificazione, è stato ignorato dal sistema produttivo e distribu-tivo perché incompatibile con le omologanti esigenze del mercato.La sua libertà compositiva trova una precisa formulazione nella teoria della cinécriture: unprocedimento di lavoro, che coinvolge tutte le fasi di realizzazione del film. Cinécriture,secondo Agnès Varda, «significa che il film si scrive dal momento in cui si trovano i posti,le persone, le idee giuste, fino a montaggio finito. Lo stile del film non dipende dalla sce-neggiatura. La cinécriture è un commento e una sceneggiatura che si scrivono senza inter-ruzione per tutta la durata delle riprese. [...] Il gioco consiste nell'inventare una forma che ègià il film».Il cinema di Agnès Varda ha spesso avuto la donna, il mondo visto da una donna, al centrodelle sue rappresentazioni e delle sue riflessioni. La sua originalità sta nell'aver sempre pro-posto punti di vista dichiaratamente personali, autoriali e non ideologici. Ciò accade fin da Cléo de 5 à 7, del 1962, nel quale la protagonista si muove sapendo diessere guardata. Il desiderio dello sguardo altrui è un elemento necessario per renderlasicura, per acquisire solidità ma ... qualcosa accade e pian piano ruota il senso del suosguardo. Cléo si ritrova a vedere, a scrutare nei volti, nei gesti... per capire, per capirsi. Se Cléo è il primo dei personaggi femminili di Agnès Varda che rovesciano le convenzioni,

che dal “dovere” passano al “volere”,Monà, la protagonista di Sans toit ni loi,del 1985, abbandona radicalmente ilmondo della definizione, del lavoro, dellerelazioni e vaga incontrando altre personeche tentano di darle un contenitore e uncontenuto. La sua estraneità la porta in unmondo desolato, sempre più lontanodalla possibilità di incontrare gli altri. Qui,AgnèsVarda riduce ogni senso di reden-zione, ogni meccanismo di immedesima-zione, lasciandoci soli a dare un posto alleimmagini-vicende. Tra Cléo e Monà ci sono tante altre: Émi-

lie e Thérèse, Pomme e Suzanne, Jane B., ancora un'altra Émilie ... Agnès Varda stessa einnumerevoli donne che prendono immagine, che prendono voce. Molte riflessioni sullo stato dei rapporti sociali e sulle relazioni tra donne e uomini, daglianni '60 ad oggi; molte domande e risposte possibili le troviamo nei lavori di Agnès Varda.Di quanti altri autori cinematografici possiamo oggi dire la stessa cosa? Per questo il suocinema ed il suo punto di vista ci sembrano sempre più necessari e attuali: Agnès Varda ha86 anni, e li porta benissimo!

Vive la Varda

Palma d’Oro alla carriera alla regista e fotografa francese. E’ la prima donna a riceverla

Un’immagine della cineasta francese dietro la macchina da presa

Monà, protagonista di Sans toit ni loi

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Talora scarsa, talora abbondante, la presenzadi cineasti internazionali più o meno noti alleBiennali veneziane non fa quasi più notizia.Così come alla Mostra del Lido non fa più noti-zia quando avviene che un pittore o uno scul-tore proiettino un loro parto cinematografico.Peter Greenaway, che si merita il foyer d'hon-neur al padiglione italiano della Biennale 2015,ricordiamo d'averlo scoperto proprio al Lido,nel 1982, grazie al suo straordinario I misteridel giardino di Compton House. Nel corso deidecenni il poliedrico autore plurimediale haplasmato mirabili installazioni in mezzomondo, e in particolare sulla Laguna, daPalazzo Fortuny all'Isola di San Giorgio.Magari a causa della carenza luminosa, o deivideo "low definition", il suo frettoloso spotto-ne concepito per celebrare millenni di Ars Italica dubitiamo che verrà annoverato tra i suoimassimi capolavori. Accanto a quell'atrio sepolcrale, Paolo Gioli propone alcune sue"decomposizioni fotografiche". Ricordiamo che il giramondo artista veneto fin dagli anni '70s'era affermato come il più indipendente esponente del cosiddetto "cinema indipendenteitaliano", liberandosi genialmente della macchina da presa di cui profetizzava la decrepitu-dine. Rarovideo ha pubblicato recentemente un imperdibile cofanetto contenente 14 pelli-cole gioliane create tra il 1972 e il 2002. Jean-Marie Straub espone sì nell'ambito delPadiglione Italia, ma al suo esterno, ai limiti dell'Arsenale cioè, ove s'è fatto costruire unmini-cinema tutto per sé. Vi proietta estratti dei propri film girati nel nostro Paese. Nel vede-re quasi sempre - coerentemente con i propri ben noti principi - 00 spettatori in sala, Straubchissà come se la gode... L'immaginifico Chris Marker non so se avrebbe accettato, in vita,di venire espropriato d'uno spazio personale ad hoc. Infatti, due sue opere vengono "appe-se" a distanza, in mezzo ai labirinti con/fusionari del "Padiglione Centrale" ai Giardini. Il cura-tore della Biennale Okwul Enwezor l'ha battezzata All the World's Futures (in inglese senzatraduzione, ignoranti!), per farci intendere che tutto il peggio è ancora di là da venire. Vediad esempio "Das Kapital Oratorio", declamato no-stop (in inglese senza traduzione, igno-ranti!) da anonimi attori nell'arena interna. Passeggiando per i padiglioni nazionali ai Giardini (sprangato quello russo, per invasioni incorso), sprazzi folgoranti di settima arte li ritroviamo qua e là. Nell'affascinante pagoda giap-ponese Chiharu Shiota fa penzolare migliaia di minuscole chiavi da budelli sanguinolenti(omaggio a Tinto Brass?). Nell'astronave coreana, Moon Kyungwon e Jeon Joonho proiet-

tano sequenze da una specie di Odisseanello spazio staticamente asettica. Chissà se il compianto Fabio Mauri - l'i-conoclasta ludico e engagé che, nel 1975a Bologna, proiettò il Vangelo pasolinia-no sopra la camicia del consenzientePasolini - avrebbe accettato d'essere "re-interpretato", nonché esposto tramiteframmenti piuttosto sconnessi, daEnwezor al fine di sostenere delle tesitardo-terzomondiste? Comunque rimaneun bel pugno nello stomaco il suo bef-fardo complesso I numeri malefici (1978- http://www.fabiomauri.com/it/installa-zioni/i-numeri-malefici.html). Tra l'altro,

tramite la gigantografia del ministro Joseph Goebbels che visita a Berlino nel 1937 lamostra di "arte degenerata" (vedi foto sopra), Mauri evoca coscientemente la visita che lostesso Goebbels - padre dell'industria del cinema nazista, tra gli altri "meriti" - ha fatto inpompa magna alla Biennale, e alla Mostra del Cinema, nel 1942.

Cine-artisti alla Biennale Enwezor

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Greenaway, Marker, Straub, Mauri, Goebbels

In alto il padiglione coreano, sotto quello giapponese

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Il progetto speciale “A colpi di note” ha visto la nascita nel 2006, da un’idea di Maria LuisaSogaro, docente di musica alla secondaria di primo grado dell'istituto comprensivo “CentroStorico” di Pordenone, nonché appassionata di cinema e, da sempre, affezionata sosteni-trice de Le Giornate del Cinema Muto. Il suo progetto trova subito il sostegno diCinemazero, della sua Mediateca (con partner progettuale FriulAdria Crédit Agricole) e deLa Cineteca del Friuli che da nove anni ne curano insieme la realizzazione. L’intenzione chedà vita al progetto è quella di avvicinare i giovani al cinema delle origini, facendoli diventa-re protagonisti con la realizzazione di accompagnamenti musicali originali. Nell'ambito diun percorso di studio che dura tutto l'anno scolastico, i ragazzi coinvolti acquisiscono cono-scenze sul cinema e sul linguaggio cinematografico, imparano ad analizzare le sequenze delfilm, le immagini e a riconoscere i legami tra le stesse e la musica che le accompagna.Successivamente viene scelto un film, tra i tesori della comicità del cinema muto, e conl'aiuto e la direzione dell'insegnante di musica, i ragazzi si cimentano nella elaborazioen diuna colonna sonora originale. In questi nove anni sono state proposte le rimusicazioni dalvivo di Buster Keaton, Charlie Chaplin, della coppia Laurel & Hardy, delle comiche “OurGangs” (conosciute in Italia come “Le simpatiche canaglie”) e di altri nomi importanti. Lafelice conclusione del progetto vede l'esibizione delle orchestre di ragazzi sul palco interna-zionale del Teatro Verdi, a ottobre, in occasione de Le Giornate del Cinema Muto, qualeevento speciale della manifestazione. All'iniziale coinvolgimento del solo istituto “CentroStorico” è seguita quindi negli anni la partecipazione di altre scuole: sono così subentrate,nelle varie edizioni, la secondaria di Sacile, la primaria “Collodi” di Pordenone, la seconda-ria “da Vinci” di Cordenons. Quest’anno, il team composto da "Centro Storico" e "da Vinci"ha accolto i ragazzi della secondaria "Pasolini" dell'istituto comprensivo Rorai Cappuccini. Ifilm sono tutti cortometraggi di animazione e sono: Koko Back Tracks e Cartoon Factory conprotagonista Koko Il Clown di Max Fleischer per la scuola secondaria del "Centro Storico"diretta da Maria Luisa Sogaro; Alice In The Wooly West (1926) e Alice Baloon's Race (1926)della serie Alice Comedies di Walt Disney per la “Pasolini” diretta da Patrizia Avon; “AllWet” e “Great Guns" entrambi del 1927 con protagonista Oswald the lucky rabbit di WaltDisney della secondaria “da Vinci” diretta dalla prof.ssa Emanuela Gobbo. La prima esibi-zione delle orchestre di fronte al pubblico è avvenuta il 22 maggio scorso pressol'Auditorium del Centro Culturale “A. Moro” di Cordenons nel corso di una bella serata cheha visto la partecipazione e il sostegno di Lions Club Pordenone Naonis, che ha voluto adot-tare con entusiasmo il progetto. In questa occasione si è inoltre esibito l'artista e musicistaLuca Grizzo dando vita a una straordinaria lezione sull'uso delle percussioni nella rimusica-zione dal vivo di film e a uncoinvolgente spettacolo .

Il progetto festeggia la nuova edizione con un bilancio dell’importante attività svolta

A colpi di note, nuova tappa per ilprogetto per le scuole!

Foto di gruppo per i giovanissimi musicisti protagonisti del progetto A colpi di note (foto di Elisa Caldana)

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“Continuiamo così, facciamoci del male!” Non c’è davvero battuta migliore della celebrefrase di Michele Apicella in Bianca (1984) per descrivere la situazione attuale della distribu-zione del cinema (italiano e non solo) nel nostro Paese. E non è un caso che a pronunciarlasia proprio uno dei personaggi inventati da Nanni Moretti, autore tra i prescelti – insieme aMatteo Garrone e Paolo Sorrentino – per rappresentare l’Italia al Festival di Cannes. Lariflessione che segue però, ed è bene precisarlo fin da subito, non ha nulla a che vedere conl’assenza di premi sulla Croisette che, come ha ricordato proprio Sorrentino sulle pagine delCorriere della Sera, non è necessariamente un termometro affidabile dello stato di salute diuna cinematografia, o perlomeno non l’unico.Il problema vero è un altro, al di là delle singole eccellenze – e i tre cineasti rientrano sicu-ramente nella categoria – manca la capacità del cinema di casa nostra di fare sistema, sia alivello generale che particolare.In senso ampio manca un sistema Paese che, a differenza ad esempio della Francia, credanel cinema ed investa in maniera stabile e costante su un comparto che potrebbe essere uneccezionale strumento di valorizzazione del territorio e un volano economico di proporzioninotevoli. A dimostrarlo ci sono da anni gli eccellenti risultati raggiunti dalle FilmCommission regionali (tra cui spicca proprio quella del FVG) e, più recentemente, l’ottimoriscontro che ha portato l’accoglimento di una proposta caldeggiata da anni dal settorecome la stabilizzazione del tax credit, ovvero il sistema attraverso il quale un’azienda priva-ta che investe in un film può recuperare una quota dell’investimento sotto forma di bonusfiscale. Scendendo ad un livello più specifico, del quale abbiamo esperienza diretta nella nostraduplice veste di esercenti come Cinemazero e distributori cinematografici – cofondatoridella TuckerFilm insieme al C.E.C. di Udine – la mancanza di un sistema organico è un pro-blema che riguarda da vicino il meccanismo di promozione, diffusione e circuitazione deifilm nelle sale cinematografiche, in altre parole: di distribuzione. E Cannes diventa in que-sto senso una situazione paradigmatica. Era facilmente previdibile, ed è effettivamenteaccaduto, che i tre film italiani in concorso a Cannes avessero un ampio riscontro in termi-ni di visibilità e in termini mediatici. Riscontro che andava adeguatamente sfruttata per pro-muoverli in maniera coordinata, evitando di “bruciarli” in così poco tempo, uno sull’altro.

Complice la positiva esperienza deLa grande bellezza nel 2013 (chefu di fatto il primo film a uscire insala in contemporanea al passag-gio al festival, ma era l’unico ita-liano) quest’anno due dei tre filmitaliani sono stati distribuiti incoincidenza con il passaggio inconcorso sulla Croisette: Il raccon-to dei racconti il 14 maggio eYouth – La giovinezza il 20 mag-gio, a meno di una settimana didistanza. Facile immaginare le conseguen-ze. Sovrapposizione della comuni-cazione, suddivisione (anzichémoltiplicazione) degli spazi per lapromozione ed enormi difficoltànella gestione per gli esercenti, in

particolare coloro che lavorano in strutture con sale di capienza molto diversa tra loro, stret-ti da contratti con sale bloccate e impossibilitati, di fatto, a sfruttare adeguatamente i diver-si titoli se non addirittura, a dover scegliere tra l’uno o l’altro. Un disagio che, inevitabil-mente, si traduce in un disservizio agli spettatori che, dopo settimane di scarsità di film diqualità dalle sale, si sono trovati con due proposte rivolte grossomodo allo stesso target, nelgiro di pochi giorni. In un paese i cui cittadini vanno mediamente al cinema due volte all’an-no abbiamo chiesto al pubblico di farlo per due volte nel giro di un paio di settimane - dopo-dichè i due film spariranno dagli schermi – e per di più nel periodo maggio/giugno, tradi-

Al di là di vincitori e vinti, da Cannes una riflessione sulla capacità di fare sistemaM

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Italia - Francia,sistemi a confronto

La serata inaugurale dell’68 edizione del Festival di Cannes

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zionalmente mesi poco cinematografici rispetto a quelli invernali. Qualcuno potrebbe pen-sare che si sia trattato di una situazione inevitabile ma non è così. Altre scelte erano possi-bili, sfruttando – come ha fatto Nanni Moretti – la possibilità di uscire prima del passaggioin concorso a Cannes (Mia madre è in sala dal 16 aprile) oppure, più semplicemente, posti-cipando la distribuzione di uno dei due titoli italiani all’autunno. Ma quale far slittare? È unadomanda la cui risposta è assolutamente irrilevante, quello che sarebbe stato importanteera evitare questa insensata sovrapposizione. Sarebbe stato un segnale, nemmeno tantopiccolo, che per il nostro cinema poteva valere più di un premio. Premi che invece continua a raccogliere il cinema francese (da ultimo l’ottimo, quanto inat-teso, exploit sulla Croisette) che da sempre rappresenta un modello di “sistema”. Proviamoallora ad analizzarne, brevemente, alcune caratteristiche. Ci concentreremo in particolare sutre aspetti: l’attenzione al pubblico giovane, le azioni di salvaguardia delle sale cinemato-grafiche e l’organizzazione dell’intervento economico statale.Partiamo dall’attenzione ai più giovani. Due i dati che saltano subito all’occhio: in Francia lamateria denominata “educazioneall’immagine e formazione del pubbli-co” è parte integrante del sistema del-l’istruzione, sin dalla scuola primaria,mentre in Italia, un analogo insegna-mento esiste solo nell’ultimo bienniodei licei ad indirizzo artistico. Inoltre inostri cugini d’Oltralpe sono secondi –dopo la Germania – nella classificaeuropea della produzione di film perbambini (86 lo scorso anno), mentrenoi siamo tra gli ultimi (solo 19 i titolidistribuiti nel 2014). Si tratta di due ele-menti importanti, collegati tra loro, chetraducono in azioni concrete quella cheè una delle linee guida del nuovo pro-gramma europeo di finanziamento, loyoung audience development ovverole azioni sistematiche per favorire ilrinnovamento del pubblico. Ad essi siaggiunga il fatto che, sempre in Francia, dopo una lunga contrattazione con la distribuzioneè stata promossa una politica di prezzo bloccato a 4 euro a biglietto per gli under 14.Soluzione che è stata inizialmente criticata dalle majors ma che, tuttavia, è stata dalle stes-se rivalutata in base agli effettivi vantaggi garantiti a lungo termine. Altro aspetto determinante nella creazione di un sistema è la difesa dei suoi “protagonisti”,ovvero nel nostro caso, delle sale cinematografiche. Un problema, quella della salvaguar-dia delle sale, in particolare di quelle di qualità ubicate nei centri urbani, reso più dramma-tico dalla digitalizzazione (che ha richiesto agli esercenti ingenti investimenti strutturaliobbligando chi non era in grado di sostenerli a chiudere i battenti) e tornato all’attenzionedelle cronache nazionali grazie al caso del Cinema America di Roma, il cinema “occupato”(e di fatto salvato) da un gruppo di ragazzi della capitale. Ed ecco un altro aspetto su cuiriflettere. Quello che in Italia è rimasto un caso isolato di disobbedienza civile in Francia siè tradotto, qualche anno fa, in una ferma e compatta reazione degli esercenti – che si oppo-neva alla chiusura di numerose sale del centro di Parigi – che ha permesso negli anni di otte-nere dalle istituzioni le risorse necessarie al recupero dei vecchi cinema e all’apertura dinuovi, l’opposizione alla trasformazione dei cinema chiusi in altre attività commerciali, e fis-sando, nei casi di trasformazione di destinazione d’uso, un tetto massimo al canone d’affit-to che non superi un rialzo del 10%. In altre parole soluzioni strutturali. Infine una considerazione sul meccanismo di gestione dell’intervento pubblico a sostegnodella filiera produttiva. Un aspetto solo all’apparenza tecnico ma che in realtà funziona inmodo abbastanza semplice. Sul biglietto del cinema è applicato un “prelievo di scopo”ovvero una quota dell’introito derivante dallo sbigliettamento viene vincolata ad esserereinvestita a sostegno della filiera produttiva. Con diverse modalità e criteri, tutti i settoricoinvolti nello sfruttamento del prodotto cinematografico, benificiano di questa iniezione dirisorse, che vale circa 65 milioni di euro l’anno. Un meccanismo rodato che permette disostenere sia la programmazione di qualità, che la modernizzazione tecnologica delle strut-ture. In Italia esiste un sistema analago (la tassa di soggiorno) ma non nel settore culturale.Ciascuno di questi singoli aspetti, apparentemente scollegati tra loro, rappresenta in realtàun tassello di un unico, grande sistema. Ed è proprio sull’analisi di un modello che si è dimostrato efficiente ed efficace che sidovrebbe aprire un confronto nei prossimi mesi, quando dovrebbe arrivare ad una svolta ladiscussione sulla nuova legge cinema.

Una delle tante manifestazioni di solidarietà al cinema America “occupato”

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Il Friuli fu scoperto dal cinema in occasione della prima guerra mondiale, che aveva tra-sformato questa terra in campo di battaglia, grandiosa zona di operazioni e immensa retro-via. In quegli anni fu girata infatti un'ingente quantità di materiale documentario nelle zonedel fronte. Quarant'anni dopo, quando il cinema di fiction approda finalmente in Friuli, il “debutto”avviene alla grande con due grosse produzioni che hanno come soggetto quella guerra: ilkolossal hollywoodiano Addio alle armi (A Farewell to Arms, 1957) e La grande guerra(1959) di Mario Monicelli. Il primo film non è però girato nei luoghi descritti da Hemingwaynel suo romanzo, ma come location principale viene scelta la storica cittadina di Venzone,che per il suo caratteristico aspetto antico (le mura medioevali, la piazza, le tipiche vie stret-te) e la sua posizione ai piedi delle montagne era in grado di evocare con immediatezza alpubblico internazionale l’ambiente della prima guerra mondiale in Italia. Quando iniziano le riprese, nel mese di aprile del 1957, Venzone diventa una specie di suc-cursale di Hollywood, con la presenza di una numerosa troupe guidata da David O. Selznick,produttore di film di grande successo commerciale come il celeberrimo Via col vento, lapresenza di famosi divi americani (Rock Hudson e Jennifer Jones, moglie del produttore) eitaliani (Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Franco Interlenghi) che richiama quotidianamentefolle di curiosi nelle vie e nella piazza occupata da circa duemila comparse (tra cui molti exalpini). In particolare, la piazza del Municipio di Venzone diventa non solo il quartier generale dellatroupe, ma anche una vera e propria star del film. Due anni dopo il produttore Dino DeLaurentiis decide di girare a Venzone La grande guerra (1959), diretto da Mario Monicelli einterpretato da Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Silvana Mangano, in cui toni da comme-dia si intrecciano a momenti di realismo, sottolineato anche dalla fotografia in bianco e nerodi Giuseppe Rotunno.

Al di là del piano cinematografico, va evidenziato l’eccezionale valore documentario dellesequenze di La grande guerra e di Addio alle armi girate a Venzone, perché costituisconouna preziosa testimonianza di storiche architetture che sarebbero state distrutte dal terre-moto del 1976.

In mostra fotografie, manifesti e locandine originali dalle collezioni della Cineteca del Friuli C

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Venzone come setdi Hollywood e Cinecittà

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Film di grande successodi pubblico e di critica,nonché vincitore delLeone d’Oro al Festivaldi Venezia, La grandeguerra di Monicellipochi anni dopo faràsentire la sua influenzasu un altro film italianoambientato durante laprima guerra mondialee diretto da PasqualeFesta Campanile cheriporta sullo schermopersonaggi abili nell’ar-te di arrangiarsi, oppor-tunisti e pusillanimi, iquali però, in extremis,si dimostrano capaci digesti di coraggio, diven-tando “eroi per caso”. Si tratta del film Laragazza e il generale (1967), prodotto da Carlo Ponti, che viene girato quasi completamen-te in esterni in Friuli Venezia Giulia nell’estate del 1966. È essenzialmente un film d'attori,senza masse o spettacolari scene di combattimento, quasi un “road movie”, nel senso chele avventure e peripezie dei tre protagonisti (Rod Steiger, Virna Lisi e Umberto Orsini) dannomodo di percorreresullo schermo l’interoterritorio regionale:dalle montagne carni-che ai fiumi della Bassafriulana. Queste tre produzioni,realizzate in un arco ditempo relativamentebreve, contribuisconoin maniera determinan-te a far conoscere lepotenzialità del Friulicome set ideale per filmbellici, un filone che siaffermerà come tipico ecaratterizzante nel qua-dro delle successiverealizzazioni cinemato-grafiche nel territoriofriulano. I paesaggi, learchitetture, gli ambien-ti utilizzati in questi trefilm, scenari che confe-riscono a tali pellicoleuna grande forza visiva ed emotiva, contribuiscono dunque a costruire un'immagine cine-matografica del Friuli che viene ampiamente veicolata a livello nazionale ed internazionale.

LA MOSTRA

120 tra fotografie, manifesti e locandine originali dalle collezioni della Cineteca delFriuli documentano nella mostra La Grande Guerra nel cinema - Venzone come setdi Hollywood e Cinecittà, la straordinaria stagione in cui Venzone fu set privilegia-to di Addio alle armi, La grande guerra e La ragazza e il generale. Curata da Carlo Gaberscek e realizzata nell’ambito del progetto europeo Pot Miru/ Via di Pace, la mostra si inaugura il 6 giugno (ore 18) a Venzone, Palazzo OrgnaniMartina, dove resterà aperta fino al 23 agosto. Orari: da martedì a venerdì, 15-19;sabato e domenica, 9-13 e 15-19). Info: www.cinetecadelfriuli.org, tel. 0432 980458

Alberto Sordi e Mario Monicelli sul set

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Arriva finalmente anche in Friuli Venezia Giulia la rassegna cinematografica Cinemadivino,la manifestazione che fa incontrare il grande cinema e i grandi vini in alcune delle locationpiù suggestive della nostra Regione. Ma andiamo con ordine. Cinemadivino – i grandi film si gustano in cantina è un percorso enogastronomico/visiona-rio nato dieci anni or sono in Romagna sulla base di un’idea tanto semplice quanto effica-ce: proporre la visione di un film tra i filari o nei cortili delle aziende vitivinicole, degustan-do i vini dell’azienda e i prodotti gastronomici del luogo. L’obiettivo è quello di portareappassionati in cantina per fargli conoscere il lavoro dei produttori colloquiando con loroattraverso i loro racconti, la loro storia e la loro passione, il tutto assaggiando i prodotti delloro lavoro, per diffondere sempre di più la cultura del bere bene e allo stesso tempo avvi-cinare gli appassionati di cinema al vino di qualità e alla conoscenza del territorio. Cinema, vino e paesaggio sono dunque gli elementi base di una ricetta vincente che haormai raggiunto moltissime regioni italiane e che oggi coinvolge più di 150 aziende rag-giungendo più di 12.000 spettatori e che da quest’anno, grazie alla collaborazione traCinemazero - che curerà la parte artistica - e Discovereat arriva anche in FVG: quella di que-st’anno è dunque l’edizione “zero”, ricca di grandi aspettative. Ad inaugurarla sarà un evento davvero eccezionale, in programma giovedì 18 giugno pres-so la Casa Forte Nussi-Deciani di Manzano, dove verrà presentata una serata tipo dellamanifestazione. L’appuntamento è fissato alle 19.30 quando, ad accogliere il pubblicosaranno gli stessi produttori della cantine partner del progetto per la prima degustazioneufficiale accompagnata da un assaggio di prodotti tipici del territorio. Si proseguirà quindi,accompagnati dai padroni di casa, con visita alla casa e alla tenuta circostante per rientrarepoi, al calar del sole, nell’aia dove l’attenzione verrà calamitata dal grande schermo sulquale verrà proiettato il film Vinodentro di Ferdinando Vicentini Orgnani che sarà presenteper introdurre il film insieme ad un altro ospite d’eccezione, il musicista Paolo Fresu che hacurato le musiche originali del film e che potrebbe regalare un piccolo fuori programma alpubblico presente.Con questo schema, degustazione seguita da visita in cantina quindi dalla proiezione, la ras-segna si svilupperà poi nel mese di luglio nel corso del quale, ogni giovedì, a partire dal 2luglio, diverse cantine del territorio ospiteranno altrettanti eventi per un vero e proprio per-corso enogastronomico e culturale nel quale ciascuna tappa sarà unica: in ogni cantinacambieranno infatti i protagonisti, i vini degustati, i film e ovviamente lo straordinario pae-saggio che farà da cornice a queste suggestive serate, tutte da scoprire. Caratteristichecostanti il piacere di stare insieme e soprattutto scoperta del territorio, di alcune sue eccel-lenze enogastronomiche, a partire dal vino, e di quelle persone che con impegno e dedizio-ne tengono alto il nome dell’enologia locale, e non solo.Il programma completosarà diffuso nelle prossi-me settimane, ma l’offertasarà studiata in modo taleda accontentare tutti i tipidi palati, anche quelli piùraffinati, sia dal punto divista enogastronomicoche cinematografico. Suquest’ultimo aspetto inparticolare tutti i titoli pro-posti saranno accomunatida un fil rouge che uniscecinema e cibo, dando spa-zio alle più divertenti com-medie della stagione maanche a film innovativi, alcuni dei quali inediti in Italia. Per essere sempre aggiornati laprima cosa da fare è cliccare “Mi piace” sulla pagina facebook Cinemadivino Friuli VeneziaGiulia e poi venirci a trovare direttamente. Vi aspettiamo già il 18 giugno, quando con uncalice di buon vino in mano, sotto un cielo stellato e con i vigneti a fare da sfondo saremolieti di farvi scoprire Cinemadivino 2015.

Il grande cinema e i grandi vini s’incontrano in cantinaM

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Cinemadivinoi grandi film si gustano in cantina

Cinema, vino e paesaggio: gli elementi base del progetto Cinemadivino

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IN\VISIBLE CITIES - FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA MULTIMEDIALITÀGorizia - dal 3 al 7 Giugno 2015In\Visiblecities, cinque giorni di workshop, instal-lazioni, live performance e spettacoli per indagaree agire sulla città attraverso le arti digitali e i lin-guaggi della multimedialità e dell’interattività. IlFestival coinvolge artisti di tutta Europa per esplo-rare i legami fra città visibili e invisibili attraversoil linguaggio delle arti digitali e della multimedia-lità. Se da un lato l’arte è in grado di agire direttamente sugli spazi fisici, rendendoli ele-menti attivi, significativi, capaci di raccontare storie e comunicare emozioni, dall’altro lenuove tecnologie offrono innumerevoli possibilità per esplorare ciò che della città nonappare visibile ad occhio nudo: la sua storia, le vicende, i rapporti sociali ed economici,ma anche le possibilità di immaginare e progettare il futuro. La prima edizione diIn\Visiblecities dedica alcune sezioni alla riflessione su Le città e la guerra, l’impatto suglispazi urbani e le persone che li vivono; la storia e le molteplici memorie conservate nellecittà, lungo le strade, nei palazzi, ma anche all’interno degli spazi domestici. Un tema cheverrà esplorato e raccontato attraverso installazioni, opere e in particolare spettacoli divideo-mapping proiettati su edifici storici, nel centro della città. Info: invisiblecities.eu

AVANGUARDIA RUSSA: APPROFONDIMENTI VIDEOVilla Manin, Passariano (Ud) - i sabati e le domeniche di giugno, ore 17.00

In occasione della mostra Avanguardia Russa, Villa Manin pro-pone due interessantissimi cicli di proiezioni: la rassegnaDocumentari d'arte che propone inediti opere filmati dedicatiai protagonisti delle avanguardie russe degli anni Venti e al“greco pazzo” George Costakis definito da Bruce Chatwin “ilpiù grande collezionista privato dell’Unione Sovietica” e larassegna Il cine-occhio delle avanguardie russe, una vastapanoramica sulle tendenze più innovative della "settima arte"dagli anni della rivoluzione fino all’inizio dell’era stalinista.Una schiera di giovani cineasti (tra gli altri Kaufman, Vertov edEizenstejn) insieme ai grandi artisti e letterati dell’epoca, esal-ta le conquiste del “nuovo corso” e sperimenta tecniche e lin-guaggi di assoluta avanguardia. Info: www.villamanin.it

CONCERTO PER I 40 ANNI DELL'AIEDPordenone, Teatro Giuseppe Verdi - 13 Giugno 2015 ore 20.45Per celebrare i primi 40 anni di attività a Pordenone, l’AIED ha deciso di offrire un con-certo originale di alto profilo: nella prima parte verrà eseguita musica classica e nellaseconda parte musica jazz. Due diverse tipologie musicali eseguite nello stesso concertorispettando le diversità. Il programma prevede la partecipazione di due quartetti; unofemminile - quattro soliste di livello internazionale insieme per l’occasione - e unomaschile. Una proposta che coniuga l’alto profilo musicale con un messaggio socio-cul-turale teso a dimostrare che, volendo, si può garantire la parità di genere anche nellamusica. Info e prenotazioni: tel. 0434 366114 Aied

PREMIO ERNEST HEMINGWAY LIGNANO SABBIADOROLignano Sabbiadoro, Kursaal - 20 giugno 2015Il premio, ormai arrivato alla XXXI edizione ricorda il legame che che le terre di mare traVenezia e Trieste hanno avuto nel tempo con questo scrittore, stregato da questi territo-ri e ospite per molti anni di famiglie aristocratiche della zona tra l’isola di Torcello e lalaguna di Caorle fu proprio qui che scrisse Di la dal fiume e tra gli alberi.Il premio si articola in quattro sezioni, che ricordano in modo molto semplice il pensieroe il modo di scrivere del autore americano. Cosi troviamo il premio alla Letteratura per chi ha inteso la scrittura in modo semplice esincero, il premio Reportage assegnato allo scrittore o giornalista che è riuscito ad apri-re prespettive su nuove aree del mondo lasciando parlare i fatti e la verità, il premioAvventura e pensiero a chi interpreta in modo originale le contraddizioni del presente eil premio Fotografia assegnato a un fotografo autore di un fotolibro avente come tema ilpaesaggio. Info: www.premiohemingway.it

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UN FILM CALEIDOSCOPICO PER RACCONTARE L’EISENSTEIN UOMO E ARTISTA

EiSEnStEin in MESSiCoDi PEt ER GREEnAwAy All’apice della sua cariera artistica il regista russo eisenstein decide di girareun film in sud america, piu precisamente in messico, e decide cosi di recarsipresso la citta di Guanajuato nonostante le pressanti richieste del suo rientroin patria. Aiutato dall’assistente Palomino Canedo il regista viene trascinatoper le strade e i fantastici paesaggi della città scoprendo nuovi aspetti del suocarattere e della sua sessualità.Il film è un omaggio da parte del regista nei confronti del protagonista, con ilquale condivide la stessa professione e per il quale nutre molta stima, e si faportavoce della maturazione stessa di Greenway. Maturazione che vienerichiamata nello stesso film da Eisenstein il quale scopre la sua latente omo-sessualità nei confronti della qualche si è sempre finto sordo e cieco cosi comelo è il suonatore di campane della cittadina nel qualse si trova, che può per-mettersi di suonare le campane da in cima al campanile visto il suo handicap.Quest’ultimo personaggio, indossando i panni degli antichi nativi introduceanche il tema della Morte, altra figura con la quale il regista sovietico viene acontatto. Un soggiorno di 10 giorni lontano da casa per girare centinaia di minuti di pel-licola la quale non vedrà mai la vita, ma 10 giorni che portandolo a scoprire unnuovo sé e gli cambieranno la vita per sempre

IL FILM VINCITORE DEL PREMIO DEL PUBBLICO ALL’ULTIMO FESTIVAL DI BERLINO

È ARRiVAtA MiA FiGl iA Di AnnA Muy l AERt Val fa la governante presso un’agiata famiglia di sao paulo in maniera attentae premurosa, questo dopo aver affidato la figlia 13 anni prima a dei suoi paren-ti nel nord del Brasile e avendo dedicato tutto il suo amore materno al figliodei suoi datori di lavoro fina da quando era in fasce.Per la figlia Jessica però è arrivato il momento di iscriversi all’università ed ècosi costretta a recarsi nella città dove lavora la madre, la quale chiedendo ilpermesso di accogliere la figlia nella casa padronale riceverà una rispostapositiva che stravolgerà i rapporti, i ruoli e gli equilibri creatisi negli ultimi 13all’interno della famiglia.Val sarà cosi costretta a rivedere il suo atteggiamento da donna di servizio cheha sempre tenuto, per affidare parte della sua lealtà alla figlia della quale nonè riuscita ad occuparsi. Dalla regia di Anna Muylaert un film che fa riflettere in modo divertente suitemi della fiducia, della famiglia e del rapporto tra madre e figlia.

ORSO D’ORO PER IL FILM DEL REGISTA IRANIANO CONDANNATO DAL REGIME

tAXi - tEHERAnDi JAFAR PAnAHi Vincitore dell’Orso d’Oro al festival di Berlino, il film è interamente ambienta-to in un Taxi per le strade di Teheran, l’autista è il regista stesso che attraver-so la videocamera del suo cellulare riprende le storie dei suoi passeggeri diqualsiasi età sesso ed estrazione sociale.Si passa dal simpatico episodio delle donne che salgono sulla vettura con unaboccia contenente un pesce rosso alla drammatica deposizione del testamen-to di un uomo in fin di vita che vuole essere trasportato in ospedale assistitodalla moglie a suo seguito, dalla giovane studentessa che deve svolgere uncompito scolastico affidatogli dalla maestra fino agli uomini che esprimono illoro pensiero in favore della pena di morte.Grazie all’incredibile interpretazione degli attori che si fingono passeggeri,tutte le persone che salgono sul taxi sembrano essere veramente ignari citta-dini della città di Tehran inconsapevoli di essere ripresi, questo metodo diripresa permette cosi al regista di trasmetterci le assurde contraddizioni pre-senti all’interno della capitale iraniana.Il film stesso è una contraddizione o meglio una protesta contro il proibizioni-smo nei confronti del regista sul quale pende la condanna a 20 anni di divietodi girare film, rilasciare interviste e scrivere sceneggiature pena la condanna a6 anni di carcere. In occasione della premiazione berlinese il direttore della kermesse DieterKosslick ha voluto sottolineare il significato politico del premio dichiarando:“Panahi lo abbiamo atteso quando doveva essere giurato, anche stavolta nonha potuto essere qui ma c'è sua nipote".

Un film di Peter Greenaway.Con Elmer Bäck, Luis Alberti,Maya Zapata, Rasmus Slätis,Olanda, 2015. Durata 110 min

Un film di Anna Muylaert.Con Regina Case, MichelJoelsas, Camila Márdila.Brasile, 2015. Durata 114 min.

Un film di Jafar Panahi. ConJafar Panahi. Iran, 2015.Durata 82 min.

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IL RISCATTO DI UN EX CONTRACTOR

l E REGol E DEl CAoSDi Al An RiCkMAn Kate Winslet interpreta la bellissima giardiniera Sabine de Barra, una donna inlizza per l’incarico di progetta uno dei giardini dell’enorme villa di versaillesper conto di Luigi XIV. Scelta dall’artista di corte Andrè le Notre la donna siritrova cosi immersa nel nobilissimo ambiente di corte, ambiente nel qale sitrovo a dover affrontare la lotta con l’altro sesso non che quella con la nobiltà,classe sociale della quale non fa parte.Sabine si trova presto coinvolta in maniera professionale e sentimentale conAndrè che abbandonato ormai da tempo nell’attività di giardiniere alla mogliesposterà le sue attenzioni sulla nuova giardiniera.La regia di Alan Rickman nel suo secondo film del quale è anche interprete èda considerarsi teatrale e si fa carico di descrivere la sfida sociale di una sem-plice giardiniera alla corte del Re Sole, in un susseguirsi di apparenti contrad-dizioni.

BUSTAMANTE RACCONTA LE CONTRADDIZIONI DEL MONDO CONTEMPORANEO

Vul CAno – iXCAnul Di JAyRo BuSt AMAnt E Maria è una ragazza di origine maya, ha 17 anni e lavora in una piantagione dicaffe, vive in campagna e sogna di andarsene dal suo paese se non fosse chei genitori le hanno organizzato un matrimonio combinato. Sarà proprio il suosposo Pepe a darle la possibilità di fuggire dal sud America promettendole l’e-spatrio una volta che si fosse consumato il matrimonio, ma come nella peg-giore delle ipotesi, Pepe mette incinta Maria lasciando il paese senza di lei.Nonostante l’aborto procuratole dalla madre il bambino non perde la vitacostringendola a vivere una maternità non desiderata e infelice.Il regista, autoctono delle zone guatemalteche dove viene ambientato il filmriesce a portare la narrazione ad un livello diverso rispetto a quello documen-taristico che potrebbe risultare dalla visione dei costumi tipici, delle tradizionie dei paesaggi vulcanici, pur trasmettendo il rapporto ancestrale che lega que-sti popoli alla terra e li divide dalla civiltà per via delle loro barriere linguisti-che.Girato in gran parte nelle aree vulcaniche del Guatemala dove avvengonoincontri e riti, la pellicola affronta le contraddizioni del mondo contemporaneo,mostrando non solo le tradizioni di un popolo ma proponendosi anche comestrumento di denuncia nei confronti dei terribili traffici illeciti che avvengonoin questo angolo di mondo.

LA VERA STORIA DEL GIORNALISTA PREMIO PULITZER WEBB CONTRO I TRAFFICANTI

l A REGol A DEl GioCoDi MiCHAEl CuESt A Tratto da una storia vera il film tratta le indagini di un navigato giornalistainterpretato da Jeremy Renner che trasferitosi da poco con la famiglia inCalifornia riceve un biglietto da parte della moglie di un trafficante di drogacon una trascrizione del gran giurì che rivela esserci un collegamento tra i ser-vizi segreti americani e i più grandi produttori di cocaina del sud America.Inizia così una grandissima ricerca di informazioni da parte di del giornalistache recatosi in Nicaragua per contattare un narcotrafficante che si trova ingalera ottiene informazione chiave per le sue indagini. Gary scopre così che ilcollegamento tra i narcos e la CIA serve a finanziare i controrivoluzionari nica-raguensi in patria, e sostenuto dalla direttrice del giornale pubblica una seriedi articoli che riscontrano un incredibile interesse in tutto il paese, suscitandonaturalmente polemiche e scandalo. Ma il giornalista diventa ben presto bersaglio non solo dei giornalisti invidiosiche cercheranno in tutti i modi i screditare e smentire il suo lavoro, ma in par-ticolare dei narcotrafficanti che minacceranno la sua famiglia seguendoneogni suo spostamento, tutto questo con il solo sostegno della moglie in unacospirazione sempre più fitta e imprevedibile.Di Michael Cuesta se ne parlò molto nel 2001, al suo debutto dietro la macchi-na da presa, quando diresse, cosceneggiò e produsse il film indipendenteL.I.E., con Paul Dano e Brian Cox, acclamato al Sundance Film Festival e vinci-tore agli Independent Spirit Awards e, successivamente, quando lavorò pertelevisione, dirigendo alcuni episodi di serie tv come “Six Feet Under”,“Dexter”. Questo thriller, ispirato ad una storia vera con protagonista il duevolte candidato all’Oscar Renner, segna il suo ritorno al grande schermo.

(Tit. Or.: A Little Chaos) Unfilm di Alan Rickmanl. ConKate Winslet, MatthiasSchoenaerts, Alan Rickman.GB, 2014. Durata 112 min.

(Tit. Or.: Tale of Tales) Unfilm di Jayro Bustamante.Con María Mercedes Croy,María Telón, Marvin Coroy.Francia, 2015. Durata 100min.

Un film di Michael Cuesta.Con Harvey Keitel, RachelWeisz, Paul Dano. Italia, 2015.Durata 118 min.

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UN PADRE ALLA RICONQUISTA DLELA MOGLIE E DELLE SUE FIGLIE

tEnERAMEntE Fol l EDi MAyA FoRBES Jim Massachusetts, 1978. Cameron Stuart è un padre affettuoso e un maritoinnamorato. Purtroppo però è anche maniaco depressivo, non riesce a tenersistretto un lavoro ed ha appena avuto un esaurimento nervoso. La moglieMaggie, per il bene delle figlie Amelia e Faith, allontana Cameron da casa, mail poco lavoro che riesce a trovare con il suo titolo di studi non permette a leie alle bambine di vivere sopra la soglia di povertà. Cam, dal canto suo, riceveun sussidio minimo dalla nonna, la quale gestisce con grande parsimonia(leggi: avarizia) i fondi (multimiliardari) della famiglia Stuart.Per migliorare le proprie chance di ottenere un lavoro remunerativo e quelledi Amelia e Faith di ricevere un'istruzione adeguata, Maggie si iscrive alMaster of Business Administration della Columbia University e viene accetta-ta. Peccato che la Columbia sia a New York, e la donna deve decidere se tra-piantare la sua intera famiglia o assumersi un rischio molto alto: quello dilasciare le bambine con il padre in Massachusetts. Di comune accordo, i geni-tori decidono per la seconda soluzione. Riuscirà Cameron a gestire la situazio-ne?Maya Forbes, erede della dinastia editoriale e affermata sceneggiatrice televi-siva (sulla base del proprio talento), esordisce (a 45 anni) sul grande schermocon il lungometraggio Infinitely Polar Bear (il titolo fa riferimento all'equivocodella piccola Faith circa il disturbo "polare" del padre). La storia del film è quel-la di Maya e di sua sorella China, allevate per un lungo periodo dal padre,Cameron Forbes, affetto da disturbo bipolare, mentre la madre studiava perottenere l'Mba alla Columbia. Forbes narra dunque la sua storia con molteconcessioni all'entertainment, dovute probabilmente sia al desiderio di rende-re commercialmente appetibile un lungometraggio che affronta lo spinosoargomento della malattia mentale, sia ad una forma di protettività nei con-fronti del padre, ora deceduto.Ma al cuore del racconto c'è un pathos autenti-co e una salvifica ironica con i quali è impossibile non entrare in sintonia, e alcentro quattro attori irresistibili, a cominciare da Mark Ruffalo nei panni diCam. L'attore presta il suo carisma personale ad un personaggio complesso econtradditorio che passa da gesti di infinito amore a momenti di intensa vio-lenza verbale e imperdonabili mancanze di responsabilità genitoriale. Accantoa lui, Zoe Saldana è efficace nei panni della madre divisa fra bisogni e senti-menti e le due piccole non-attrici (la più grande è la figlia della regista) sononaturali e spontanee. È attraverso lo sguardo di Amelia (ovvero quello dellaregista da piccola) che Forbes narra la storia di un uomo meraviglioso e imba-razzante, geniale e ingestibile, con la tenerezza che solo una figlia innamoratadel padre sa elargire a piene mani. [www.mymovies.it]

DIANE KEATON E MORGAN FREEMAN PER LA PRIMA VOLTA INSIEME

RutH & Al EX - l 'AMoRE CERCA CASADi RiCHARD l onCRAinE In quarant’anni di matrimonio una coppia colleziona tanti ricordi. Per Ruth(Diane Keaton) e Alex Carver (Morgan Freeman) quei ricordi si riflettono nelloro appartamento di Brooklyn. Quello che una volta era solo un bilocalemalandato in un quartiere periferico, rappresenta oggi non solo la loro amatacasa, ma anche una piccola fortuna.Sebbene Ruth, insegnante ormai in pensione, e Alex, che fa il pittore, lo ado-rino, l’appartamento si trova all’ultimo piano di un edificio senza ascensore;sanno che devono essere pratici e considerare le effettive necessità della loroetà. Per questa ragione hanno deciso di permettere alla nipote di Ruth, Lily(Cynthia Nixon), una frenetica agente immobiliare, di mettere in vendita lacasa e organizzare delle visite da parte di potenziali acquirenti, ma l’improvvi-sa minaccia di un attentato terroristico e la malattia del loro amato cagnolinoDorothy li convincerà a guardare alla vita in modo diverso.I premi Oscar Diane Keaton e Morgan Freeman per la prima volta insieme sulgrande schermo, in un film che racconta come l’amore possa guidarci attra-verso le sfide della vita.“Quando ho saputo che ci sarebbe stato Morgan Freeman, la prospettiva èdiventata ancora più irresistibile, e dopo l’adesione di Diane Keaton, è diven-tato un progetto inarrestabile” – ha dichiarato Richard Loncraine, già vincito-re dell’Orso d’Argento per la Miglior Regia al Festival di Berlino 1996 perRiccardo III che in questa occasione, grazie anche alla collaborazione dello sce-neggiatore Charlie Peters un film divertente, delicatamente costruito e altempo stesso commovente. [www.direttanews.it]

(Tit. Or.: Infinitely Polar Bear)Un film di Maya Forbes. ConZoe Saldana, Mark Ruffalo,Keir Dullea. USA, 2014.Durata 88 min.

(Tit. Or.: 5 Flights Up) Un filmdi Richard Loncraine. ConMorgan Freeman, DianeKeaton, Carrie Preston. USA,2014. Durata 94 min.

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