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mensile di cultura cinematografica E 1,00 2013 numero 05 anno XXXIII Cinema[duepunto]zero Sta per irrompere l’era digitale Noi non siamo come James Bond Intervista a Mario Balsamo ospite l’8 maggio a Cinemazero Curdi tra noi Il 21 e il 28 maggio a Pordenone la terza edizione del Festival di Cinema Curdo Vittorio ovvero Tiziano A Roma due grandi mostre per due massimi artisti Aspettando la 66ma Palma d’Oro Dal 15 al 26 maggio il Festival di Cannes Le spietate confessioni di anime travagliate Il 9 maggio esce Confessions, capolavoro nipponico distribuito dalla Tucker Film Hong Sang-soo, tra sorriso e malinconia In arrivo a Cinemazero un omaggio al maestro sud coreano Domani accadrà Ovvero se non si va non si vede Maggio 13 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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mensile di cultura cinematografica numero 05 anno XXXIII

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Noi non siamo come James BondIntervista a Mario Balsamo ospite l’8 maggio a Cinemazero

Curdi tra noiIl 21 e il 28 maggio a Pordenone la terza edizione del Festival di Cinema Curdo

Vittorio ovvero TizianoA Roma due grandi mostre per due massimi artisti

Aspettando la 66ma Palma d’OroDal 15 al 26 maggio il Festival di Cannes

Le spietate confessioni di anime travagliateIl 9 maggio esce Confessions, capolavoro nipponico distribuito dalla Tucker Film

Hong Sang-soo, tra sorriso e malinconiaIn arrivo a Cinemazero un omaggio al maestro sud coreano

Domani accadràOvvero se non si va non si vede

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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In copertina: Foto di scena del film Confessionsdi Nakashima Tetsuya

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaMaggio 2013, n. 05anno XXXIII

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoSegretaria di redazioneMarianita SantarossaDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Grafiche Risma - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla

Unione Italiana Stampa Periodica

Era il 15 luglio del 1799 quando un ignoto soldato napoleonico, agliordini del capitano Pierre-François Bouchard, trovò a Rashid, nel deltadel Nilo, la Stele di Rosetta, una lastra di basalto di 760 kg. Giaceva frala sabbia da quasi duemila anni e permise, con le sue iscrizioni in trediverse grafie, di decodificare finalmente il geroglifico. Chissà cosa tro-veranno fra duemila anni, nella sabbia del delta del Po, gli alieni chesbarcheranno sulla terra. Forse un floppy disk o hard disk o byte spar-si, tutti inesorabilmente illeggibili. Gli alieni si saranno così persi Romacittà aperta e Pulp Fiction, 2001 Odissea nello spazio e Quarto potere,in quanto opere trasferite su supporti effimeri, di rapidissima obsole-scenza e di brevissima durata. Molti registi, oggi, hanno abbandonatoil digitale per tornare a girare i film su pellicola in quanto non è ancorachiaro come conservare l’originale, la matrice del film, visti i continuicambiamenti nei formati digitali. La paura è che fra dieci anni un for-mato digitale di oggi sia illeggibile e aggiornare ogni volta tutto l’ar-chivio nelle Cineteche, con i nuovi standard, sarebbe troppo oneroso.L’unico supporto duraturo rimane, ancora oggi, la vecchia e cara pelli-cola. Ormai è prossimo, però, anche per Cinemazero lo start-up deldigitale nelle cabine di proiezione per non rimanere fuori dal mercato;un mercato che combatte la sua battaglia a colpi di 2K o 4K, di harddisk e via discorrendo. Una piccola/grande rivoluzione sia dal punto divista operativo, sia dal punto di vista contenutistico dove tutto sembrapossibile: dallo streaming di film in anteprima mondiale, ai grandiavvenimenti in diretta come le olimpiadi o i concerti live. La corsarischia di essere sempre più veloce e globale. Come il mare di infor-mazioni sui vari social network, un flusso continuo e inarrestabile dinotizie senza alcuna distinzione fra il vero e il falso. Ecco perchè diven-ta importante, ora, guidare il processo e non farsi fagocitare dalle sire-ne delle nuove tecnologie. Già si spendono fiumi di inchiostro per stig-matizzare il negativo influsso della televisione nell’impoverimentogenerale del possesso della lingua italiana, accentuato poi dai telefoni-ni e dagli sms. “Un popolo di illetterati, che non sa di esserlo” ha scrit-to qualcuno, aggiungendo che “l’illetterato contemporaneo galleggianella totale incoscienza felicemente confortato da buoni redditi”.L’analfabetismo di ritorno minaccia di inghiottire le leve più giovani,quelle a cui è affidato il futuro; leve che spesso non avvertono la neces-sità dello studio in questo supportati dalle nuove tecnologie. Nellagenerazione dei giovani “youtuber” tutto viene consumato in fretta ein pillole, dal Gangnam all’Harlem Shake fino ai capolavori del cinemadi cui vedono solo qualche scena. Sembrerebbe il trionfo del bignami-pensiero, ma recenti sondaggi segnalano fortunatamente un’inversio-ne di tendenza e ci dicono, che tra i giovanissimi, il 60% legge avida-mente i libri cartacei, a dispetto dei tecnologici ebook. Lettura che ha,fra le altre, il taumaturgico potere di migliorare l’autonomia dei ragaz-zi e le loro relazioni con i genitori. Se la cultura, quindi, è alla base dellademocrazia, se “una società non è la somma di individualità, ma unacomunità che si riconosce in un insieme di valori condivisi”,Cinemazero dovrà affrontare l’era digitale, con estrema cautela, sop-pesando le varie prospettive, evitando le facili soluzioni che si fondonosulle diverse “applicazioni” come panacea per risolvere istantanea-mente e in maniera definitiva tutti i problemi. La possibilità di pro-grammare nuovi contenuti dovrà essere attentamente vagliata. Nonatteggiamenti antistorici o preclusioni aprioristiche, ma nemmenosommarie aperture col rischio di facili e pericolose fughe in avanti.Come presidio culturale da oltre trenta anni, nella continuità della lineadi stimolo, approfondimento, informazione e formazione Cinemazerodovrà gestire il nuovo come arricchimento e non impoverimento.

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«Un gioiello di rara poesia, una prova di grande coraggio, un insegnamento su come affron-tare il passaggio di una grande avversità». Con queste parole Carlo Verdone ha voluto pre-stare il suo volto per la promozione di Noi non siamo come James Bond, l’ultimo docu-mentario - ma qui in realtà ogni definizione sta decisamente stretta – di Mario Balsamo eGuido Gabrielli che il prossimo 8 maggio sarà proiettato a Cinemazero alla presenza delregista. Distribuito da Hasenso, in collaborazione con Lo Scrittoio, il film racconta dell'ami-cizia e della vita di due “ragazzi 50enni” in smoking, che decidono di andare a caccia delloro eroe di gioventù, James Bond, al secolo Sean Connery, per carpirne il segreto dell’im-mortalità. Il viaggio, le confidenze, i sogni e le paure di due amici che hanno condivisomolto, anche l'esperienza di una malattia, si concretizzano in un racconto intimo eppure uni-versale, condito da profonda leggerezza e autoironia, ritmato dal motore della loro MiniMinor vintage.

Mario e Guido, amici da sempre, uniti da un destino comune. Come nasce l'idea di raccon-tare la tua, anzi la vostra, storia?È l'unica cosa che so fare, raccontare storie. Ho cominciato con il raccontarla a me stesso,l'esperienza del mio tumore. All'inizio ho cercato di trovargli un nome. Il primo era sbaglia-to: disco volante. No. Un cancro maligno non viene da un altro pianeta. E’ roba interna. Glifacevo delle domande, per aiutarmi a narrare la sua/mia storia, ma mi rispondeva poco.Così ho pensato di girarle a Guido, che è il mio amico più vicino, forse il fratello maggioreche non ho mai avuto. Perché Guido un tumore l’aveva già avuto, nel ’95. Lui mi ha detto:ok, partiamo per questo nuovo viaggio insieme. E così abbiamo intrapreso un percorso inti-mo e geografico al tempo stesso. Per salti e frammenti: gli stessi che una malattia impor-tante produce in noi.

Un road movie denso di domande sulla vita, sul senso dell'amicizia ma anche ricco dimomenti in cui si ride... perché la malattia si può scegliere di affrontarla anche con il sorrisoÈ quello che ha sottolineato anche Paolo Sorrentino, quando insieme agli altri giurati, l'hapremiato con il Premio Speciale della Giuria a Torino: un'ironia che manca in molte altreopere, che qui invece c'è e fa la differenza. L'ironia è uno degli strumenti per maneggiare lavita e portarla in una danza che ci permette di non perdere mai (o quasi mai!) il passo.Ironizzare è un'antica arte che fa affrontare quello che ci sta davanti ad armi pari, col tonogiusto e la vitalità che non dobbiamo perdere..

James Bond e il suo mito rappresentano l’immortalità, in un certo senso l’obiettivo dellaricerca che ognuno di noi compie dentro di sé per affrontare le difficoltà della vita e non sen-tirsi soli e fragili. Qual è la tua ricetta per “l'immortalità”?Magari ne avessi una! Per ora mi basterebbe avere una ricetta per la mortalità! Cioè pervivere al meglio questa vita qui, prima che finisca! C'è un antico adagio orientale che dice:camminare con la morte al proprio fianco significa vivere ogni momento come se fosse l'ul-timo, e quindi con piena intensità. Grande saggezza, ma certo difficile da mettere in pratica:non nascondo che camminare sempre con la Signora in nero vicino, senza neanche pren-dermi un caffè da solo, un po' mi spaventa!

Dieci anni dietro la macchina da presa, quasi sempre scegliendo la strada del documenta-rio, perché? Perchè il “linguaggio documentario” che quisi miscela con una forte, ma sempre dichia-rata e reale 'mise en scene', mi sembra il piùadatto a me, alla mia filosofia, ma anche, daquello che vedo in giro, molto spesso il piùinnovativo, il più originale, che ha la forza dimischiare i linguaggi e sperimentare. E que-sto significa il bello dell'imprevedibilità: valo-re aggiunto, senza dubbio, al cinema. Ritengoche l'imprevedibilità sia una delle caratteristi-che che accomunano la vita e i film più riusci-ti, e attualmente questo connubio riesce pre-valentemente nel cinema del reale.

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Intervista a Mario Balsamo, ospite l’8 maggio a Cinemazero

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Il popolo curdo ha da poco festeggiato il Nawroz, cioè il suo capodanno. Un capodanno,quello del 2013, particolarmente significativo, visto che finalmente è stata segnata la finedello snervante conflitto fra PKK e Stato turco. La Storia dei Curdi presenta una grandecomplessità, soprattutto perché la loro patria si estende in territori di altre nazioni (Iran,Iraq, Siria, Turchia ed in alcune terre dell’ex Unione Sovietica, nonché fra Armenia edAzerbaijan). Si tratta, dunque di una patria sentita, percepita, un ricordo storico sebbeneuna volta ben delineato, ma oggi fantasma. Difficile quindi parlare di una storia lineare edi uno sviluppo conseguente. Per porre l’accento su questa non facile questione, che peral-tro ha portato ad anni di lotta contro la Turchia specialmente, l’Associazione pordenonese“via Montereale”, strutturata da un decennio per promuovere la sensibilizzazione alle cul-ture lontane, ha organizzato quattro anni fa la prima conferenza sul tema chiamando aPordenone Mirella Galletti, docente di Storia dei paesi islamici presso l’Università diNapoli, l’Orientale, e membro dell’Istituto Curdo di Parigi fin dalla costituzione nel 1983,nonché autrice di numerosi saggi ed esperta in curdologia. Da quel primo incontro è sca-turita la volontà di proseguire con la realizzazione di un festival del cinema curdo (intitola-to fino ad oggi Curdi tra noi) che quest’anno vede la sua terza edizione. Un’occasione per conoscere e comprendere sempre meglio la condizione e le aspirazionidi un popolo che, come per molti altri nel globo, lotta da anni per la sua indipendenza, ocomunque per ottenere quantomeno una seppur minima autonomia presso le nazioni incui i suoi cittadini vivono.I film ed i documentari proiettati a Pordenone in questi anni, con la collaborazione diCinemazero e dell’associazione curda Europa Levante di Roma, hanno fatto luce su vicen-de storiche ed umane di primaria importanza per cercare nuove strade per la convivenza.Era un argomento, questo, particolarmente sentito da Mirella Galletti che nel frattempo èvenuta a mancare improvvisamente, lasciando orfano il festival pordenonese della suaspeciale madrina. Così in questa terza edizione che da quest’anno sarà dedicato a lei, l’as-sociazione “via Montereale” ha deciso di istituire un premio per una tesi di laurea e perun documentario sul Kurdistan, un premio biennale ed alternativo nelle due sezioni. A pre-sentare il progetto ci sarà quest’anno la nipote Serena Galletti, mentre per la serata inau-gurale l’ospite d’onore sarà Antonio Spanò, uno dei registi (unitamente a Pietro Gualandied ai fratelli Edoardo e Francesco Piccolo)del documentario intitolato Our Sky, our Land

girato nel 2010. La pellicola documenta edenuncia gli orrori dell’operazione “Anfal”svoltasi nel 1988 in Iraq, sotto il regime diSaddam Hussein e del conseguente genoci-dio dei curdi.Il festival si terrà nelle serate del 21 e 28 mag-gio prossimi (il 28 ci sarà la proiezione delfilm Press di Sedat Ylmaz, un racconto dicome la libertà di stampa diventa reato, storiadei giornalisti della testata Ozgur Gundem diDiyarbakir, nata del 1992 ed oggi ancora fun-zionante), con un evento a latere ormai con-solidato e atteso dai frequentatori della rasse-gna, e cioè una cena curda presso il ristoran-te di PNBOX di Torre di Pordenone nella sera-ta di venerdì 23 maggio. Un’ulteriore occasio-ne per parlare della cultura curda attraverso isapori della sua cucina che, in fin dei conti, èla prima espressione culturale dell’uomo. Il festival di Pordenone è secondo solo all’a-nalogo festival promosso dall’associazionecurda di Roma Europa Levante che si svolgeormai da diversi anni in gennaio. Il festivalpordenonese è sostenuto dal Comune diPordenone e dalla Regione Friuli VeneziaGiulia.

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Curdi tra noiIl 21 e il 28 maggio a Pordenone la terza edizione del Festival di Cinema Curdo

CURDI TRA NOIFestival del cinema Curdo

21 maggio 2013, ore 20.45 - Cinemazero

Incontro con Antonio Spanò regista

con Pietro Gualandi, Edoardo e Francesco Piccolo

di Our Sky, our Land (2010) documentario (52’)

23 maggio 2013, ore 20.00 - PNBOX, Torre di Pn

Kurdistan tra sapori e cultura - Cena Curda

Serata dedicata a Mirella Galletti

Letture di Carla Manzonprenotazioni tel. 0434 551 781

28 maggio 2013, ore 21.00 - Cinemazero

Incontro con Serena Gallettie proiezione dei filmPress (2012) di Sedat Ylmaz (100’)

Quando la libertà di stampa diventa reato

Utopia di Sait Ferat Okcuoglu film di animazione (9’)

Le proiezioni si terranno pressoSalaTotò - Cinemazero, A. M. Centro Studi - Pordenone

ENTRATA LIBERA

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Con una breve passeggiata primaverile dal Lungotevere fino al “colle” per anto-nomasia, si possono ammirare in un sol giorno uno dei massimi artisti del XXsecolo e un suo omologo del XVI secolo. All’Ara Pacis la mostra Tutti De Sica pro-pone la leggendaria figura di Vittorio De Sica, mentre alle Scuderie del Quirinalela mostra Tiziano propone la leggendaria opera di Tiziano Vecellio. Lassù in alto, trentanove dipinti di piccole, medie, grandi dimensioni, provenien-ti da musei e collezioni di tutto il mondo, restaurati sontuosamente, talora fino asembrare “più belli dell’originale”, esposti in sale e saloni ariosi. Quaggiù, in sotterranei un po’ angusti, seicento fotografie, trecento lettere edocumenti, costumi, oggetti, manifesti, registrazioni sonore e cinematografiche,provenienti da archivi pubblici e collezioni private. Per la prima volta, eccezional-mente, le due famiglie amate dal “bigamo” De Sica hanno collaborato assieme.Su googlesearch, per Tiziano Vecellio trovate 700.000 link, per Vittorio De Sica2.000.000. La maestria del pittore veneto nelle rappresentazioni sia sacre che pro-fane o erotiche tuttora abbaglia. La poliedrica maestria del cineasta di Sora è per-cepibile attraverso 12 tappe. Gli esordi del gracile attore a 16 anni al cinema, e poco più tardi in teatro, sonovisibili nei ritagli amorosamente raccolti dal padre Umberto. Il grande successonei primi anni Trenta ottenuto grazie alla surreale rivista teatrale di Mario MattoliZa Bum (primo “Za” della parabola desichiana!). L’esordio discografico con lacanzone “Parlami d’amore Mariù”, leit motif del capolavoro di Mario Camerini Gliuomini, che mascalzoni… (1933). Dei trenta film interpretati prima d’esordire alla regia nel 1940, assai ben docu-mentato il lancio pubblicitario di stile hollywoo-diano per Il signor Max (1937), diretto dal sorri-dente Camerini. Le prime regie durante il perio-do bellico: una serie di foto di De Sica sul set deI bambini ci guardano catturano la sua ricerca diverità recitativa. I quattro capolavori neorealistidiretti nel dopoguerra, acclamatissimi in tutto ilmondo e avversati dal pudibondo sottosegreta-rio Giulio Andreotti, del quale la mostra offreesempi epistolari. Una sezione esalta Caffè & Latte, ovvero De Sicae Za (Zavattini), il suo sceneggiatore impareg-giabile, un connubio creativo unico. De Sica &Sophia Loren, un altro connubio creativo dilunga durata e fortissima risonanza. Senza scor-dare la maschera popolarissima di De Sica atto-re: “Tra gli anni Venti e il 1974, è il mattatore di157 film. Per avere un paragone, appare sulloschermo più spesso di Totò (che si ferma a 107)e di Alberto Sordi (che arriva a 151). Tutte le sueinterpretazioni sono sempre accompagnate dagarbo, misura, eleganza”, scrive il curatore GianLuca Farinelli. Eccoci all’ultima, non meno mirabile fase delpercorso desichiano: “La produzione senileappare ancora di stupefacente energia, ottenutacon mezzi sempre più volutamente limitati:quasi che al pittore bastassero tre colori – ilbianco, il nero e il rosso – per raggrumare tuttala luce del mondo”, scrive Giovanni C. F. Villa,curatore della mostra su Tiziano. Il viaggio, Ilgiardino dei Finzi Contini, Una breve vacanzasono avvolti da tonalità crepuscolari, mediterra-nee, argentee…

Vittorio ovvero TizianoA Roma due grandi mostre per due massimi artisti

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«E.T. phone home!» sembra abbia detto al telefono Steven Spielberg chiamandoThierry Frémaux, direttore del Festival, che da alcuni anni lo corteggiava per offrirgli lapoltrona di presidente della giuria. Per la 66ma edizione Spielberg ha finalmente accet-tato, succedendo così, nel non facile ruolo, a Nanni Moretti. Ospite spesso di Cannes con i suoi film (Sugarland Express, Color Purple), Spielbergha avuto la consacrazione a “mostro sacro del cinema contemporaneo” nel 1982 sullaCroisette con E.T. presentato in anteprima mondiale e diventato uno dei film di mag-gior successo nella storia del cinema, con l’extraterreste, realizzato da Carlo Rambaldi,che ha cambiato definitivamente il corso del cinema. A 31 annni da quel straordinarioevento (fu anche la mia prima volta a Cannes, ma questo è un altro discorso),Spielberg è ora chiamato a presiedere la giuria che dovrà assegnare la 66ma Palmad’Oro fra una rosa di titoli che raggruppa il meglio della produzione mondiale delmomento. A parte il film di apertura diretto da Baz Luhrmann The Great Gatsby (Il grande Gatsby)con l’infornata di star, per la gioia del red carpet, come Leonardo DiCaprio, TobeyMaguire e Joel Edgerton in versione 3D che donerà al film "la profondità di uno spet-tacolo teatrale"; e il film di chiusura di Jérôme Salle Zulu, un thriller girato interamen-te in Africa del Sud e adattato dal romanzo di Caryl Ferey dove due poliziotti, OrlandoBloom e Forest Whitaker, condurranno una inchiesta adrenalinica tra noir e politica, ilconcorso ufficiale per la Palma vede un unico italiano in gara: Paolo Sorrentino con Lagrande bellezza. Fino all’ultimo è rimasto in predicato Daniele Luchetti e la sua Storiamitologica della mia famiglia con Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, ma i produt-tori del film hanno comunicato che la pellicola non è ancora pronta, aggiungendo: «Èun film speciale, emozionante e sorprendente, in parte anche autobiografico; nonvogliamo fare fretta a Daniele e rispettiamo la cura che dedica a questo film così appas-sionante». Sarebbe stata la quinta partecipazione al Festival per Luchetti, dopo quelledel 1988 con Domani accadrà, del 1991 con Il portaborse, del 2007 con Mio fratello èfiglio unico e del 2010 con La nostra vita, che valse a Elio Germano la Palma d’Orocome Miglior attore. Quindi Paolo Sorrentino sarà l'unico italiano in gara e sarà, anche

per lui, la quinta volta dopo La partita lenta, This Must Bethe Place, L’amico di famiglia e Il Divo. La grande bel-

lezza narra, in una Roma indolente, barocca, stra-cafona, con donne di plastica e uomini da poco, le

vicende del 65enne Jep Gambardella (ToniServillo), approdato nella capitale a ventisei anni(proprio come Federico Fellini) con tutta la famee la curiosità della provincia, ora, ex scrittore disuccesso il cui talento si è “prosciugato” daanni, si è riciclato come giornalista, tra cultura,gossip e mondanità. Quasi una versione aggior-nata del Marcello de La dolce vita in una Roma,però, da Satyricon, volgare e nobile allo stessotempo. Un altro pezzetto di cinema italiano lo ritroviamonella sezione Un Certain Regard dove la nostraValeria Golino porta la sua opera prima Miele conJasmine Trinca e Carlo Cecchi. Tratto da un libro

di Mauro Covacich dove si "affronta con coraggioil difficile tema dell'eutanasia" o meglio si “entra ed

esce con libertà inedita dal tema della morte, anzi dellavita. Perché chissà qual è, dov'è e soprattutto se c'è il con-

fine”. Un libro, Vi perdono (Einaudi/StileLibero), che ha sedot-to Valeria Golino con la sua arguzia, con il suo essere cinematografico e

allarmante. «Ho spremuto dal libro tutto quello che mi piaceva - ha dichiarato la Golino- e gli ho lasciato l'aria tra il perentorio e il provocatorio che è la sua forza, ma non miappartiene. Io volevo potermi permettere di non prendere sempre posizione. È questo

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il difficile, restare nelle nuances di un problema etico a cui non sappiamo dare rispo-sta, che ci mette in crisi, in cui anche la spregiudicatezza del pensiero a volte si ferma,e rientrano nostro malgrado la cultura, i pregiudizi. Volevo una specie di sospensioneverso l'umano, non contro la politica.». In Un Certain Regard la Golino sarà in compa-gnia di Sofia Coppola che presenta The bling ring con Emma “Hermione” Watson, el’attore “spiderman” James Franco, in veste di regista, con As I Lay Dying adattamen-to cinematografico del classico di William Faulkner. Altra scheggia di cinema italianonella sezione Semaine de la Critique dove per la 52ma edizione della Semaine dovreb-be entrare il film Salvo, opera prima del duo siciliano Fabio Grassadonia e AntonioPiazza. Storia di un killer della mafia che, dopo aver ucciso un suo rivale, anch’eglimafioso, si imbatte nella sorella cieca del morto che riacquista improvvisamente lavista. Tornando al concorso troviamo un’emigrata italiana di lusso come Valeria Bruni-Tedeschi, sorella di Carlà, con Un château en Italie, un film targato Francia, con prota-gonisti il suo ex fidanzato Louis Garrell e il nostro Filippo Timi. Francese anche il filmdel maestro Roman Polanski La vénus à la fourrure, un saggio sul masochismo conEmmanuelle Seigner e Mathieu Almaric. Altra presenza costante del cinema francesesulla Croisette sono: Francois Ozon con la storia di un’adolescente che si prostituiscein Jeune et Jolie; Arnaud des Pallieres con la vendetta di un mercante raccontata inMichael Kohlhaas e Arnaud Desplechin alle prese con i problemi psichiatrici di un pel-lerossa in Jimmy P. con Almaric e Benicio del Toro. In coproduzione con la Francia datenere nella massima considerazione il regista iraniano Asghar Farhadi, già Oscar eOrso d’Oro per Una separazione, che sarà in concorso con Le passé, storia d’amore aParigi fra un’iraniana e un nordafricano. Ritorna poi, dopo Drive, il regista daneseNicholas Winding Refn con il nuovo film franco-danese Only God forgives protagoni-sta il suo attore feticcio Ryan Gosling alla prese con la thai-boxe. Sotto la bandiera Usa sfilerà il meglio del cinema indipendente: da Behind theCandelabra di Steven Soderbergh con Matt Damon e Michael Douglas, a Nebraska diAlexander Payne, da The immigrant di James Gray con Marion Cotillard, JoaquimPhoenix e Jeremy Renner a Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen, biopic sul musicistafolk Dave van Ronk. Tra i 1.858 film che Thierry Fremaux ha preso in considerazione per scegliere i 19 inconcorso, da segnalare infine la presenza dell’olandese Alex Van Warmerdam conBorgman. Al suo ottavo film, Van Warmerdam arriva per la prima volta in concorsosulla Croisette con una storia oscura incentrata su Camiel Borgman, personaggio cheprovoca una serie di eventi inquietanti in una piccola comunità. «Il film contiene diver-si omicidi ed elementi di orrore puro.» ha dichiarato il regista olandese e c’è da cre-derci visti i suoi lavori precedenti che costringono spesso lo spettatore a guardare lamalvagità dei personaggi, e nel contempo, a rivedere la propria in un geniale gioco dispecchi sempre tenuto ai confini del politicamente corretto. Nel 2009, alla Mostra delCinema di Venezia - Giornate degli Autori, dov’ero giurato, gli assegnammo, unani-memente, il Label Europa Cinemas per la sua caustica black comedy The Last Days ofEmma Blank, storia di unarivolta contro una donnache tiranneggiava i pro-prio cari. Per ragioni dispazio ci limitiamo quisolo alla punta dell’im-menso iceberg cinema-tografico che scorreràsugli schermi di Cannes,un festival che riservasempre tante sorprese,conferme e anche,come ogni anno, qual-che piccola o grandedelusione.

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ilmIl 9 maggio esce Confessions, capolavoro nipponico distribuito dalla Tucker Film

Abbiamo conosciuto Nakashima Tetsuya quando il bellissimo Kamikaze Girls (cheperò non era la sua opera prima) è stato proiettato al Far East Film Festival 2005.Narrava dell'imprevista amicizia fra due ragazze giapponesi diversissime: Ichigo è unmaschiaccio motociclista, Momoko una seguace estrema di quella moda fancy, tuttapizzi, merletti, cuffiette, in cui le giovanissime esprimono l'ideale giapponese delkawaii (carino). In seguito nel notevole Memories of Matsuko (Far East Film 2007) dopo l'assassinio diuna barbona ex prostituta si ricompongono retrospettivamente i tasselli della sua vita.La fine rivela che a ucciderla senza motivo è stato un branco di ragazzini annoiati. Dopo Paco to maho no ehon, una sorta di fiaba nera, è arrivato lo sconvolgenteConfessions. Anch'esso presentato al Far East Film (2011), esce ora nelle sale italiane,distribuito dalla sempre meritoria Tucker Film. È un film molto più cupo, anche visi-vamente, rispetto allo stile flamboyant cui ci ha abituati il regista giapponese, ma nonè difficile vedervi i tratti tipici di Nakashima: sul piano narrativo, una tendenza a par-tire da un punto avanzato per “ricostruire” all'indietro la storia; sul piano del conte-nuto, una visione angosciata della gioventù giapponese e sull'assenza della famiglia(“Addio, inutile padre”, pensa Momoko quando crede di morire all'inizio di KamikazeGirls).In Confessions la noia spinge due ragazzi del liceo alla crudeltà senza scopo, a ucci-dere una bambina, figlia della loro insegnante. Adolescenti che hanno perso le basimorali minime in una civiltà in caduta libera perché ha spinto il garantismo fino all'au-todistruzione: tanto, pensano i due (citando un caso realmente accaduto), i minori nonsono legalmente responsabili. Così la madre della bambina assassinata si fa giustizia da sola. In una sequenza a ini-zio film, potente e claustrofobica, che inizia in tono quasi di comedy ma assume subi-to un'intollerabile drammaticità, ella confessa in un lungo monologo il suo drammaalla classe indifferente - e approfitta di un'iniziativa di eduzione alimentare, l'offerta dilatte agli allievi, per convincere i due assassini di avere contaminato il loro latte colvirus dell'AIDS. Scandito in capitoli intitolati “La confessione di...”, il film racconta il processo di auto-distruzione dei due colpevoli terrorizzati, passando da un punto di vista all'altro come

un Rashomon morale. Dico morale perché quila costruzione a tasselli non serve tanto a defi-nire l'accaduto quanto l'universo morale deivari personaggi: la madre di uno dei due chedifende ciecamente il figlio, una fidanzatapiena di illusioni romantiche, i due assassinistessi, per i quali si possono evocare i dueestremi concomitanti del comportamentonazista: il superomismo nella ferocia delprimo, la “banalità del male” nell'acquiescen-za del secondo. Confessions è una impietosa riflessione sulmale e la reazione, un impietoso esame dellacolpa, un Delitto e castigo senza sbocchi.Forse si avverte in alcuni passaggi una certatendenza alla costruzione dimostrativa; manon più, diciamo, che ne Il diavolo probabil-mente... di Bresson. Nakashima ha il coraggio di porre il tema dellagiustizia, di veder compiere la vendetta -anche se essa lascerà un sapore di cenere.Così Confessions non è solo un grande filmma uno dei pochi esempi di cinema etico degliultimi tempi.

* già pubblicato parzialmente su Paper Street (www.paperstreet.it), 2011

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Arriva finalmente sugli schermi italiani In Another Country grazie alla Tucker Film che distri-buirà nelle sale l'opera del grande maestro coreano Hong Sang-soo. La prima distribuita inItalia. Applaudito a Cannes, e interpretato dalla sempre splendida Isabelle Huppert InAnother Country è un divertito esercizio di stile e divertente variazione sul terreno della com-media sentimentale; anzi, le variazioni, per essere precisi, sono tre. Tante quante le storie cheuna giovane sceneggiatrice di corti ricama addosso ad Anne, la protagonista, moltiplicandoil suo personaggio e la sua vita. Tre diverse Anne, tre diverse vite, tre diversi nuclei tematici(la solitudine, abbandonare, essere abbandonata) attorno a cui ruotano discorsi, figure esituazioni che si ricombinano come in una partitura musicale. L'altro paese del titolo è la cittàmarittima di Mohang, dove la francese Huppert deve misurarsi con orizzonti (geografici, lin-guistici e, ovviamente, umani) che non le appartengono, ma è, soprattutto, la metafora di undestino, i tre destini di Anne, che prendono forma (con grazia e umorismo) nell'ordinariaquotidianità descritta da Sang-soo. Cinema nel cinema, occhi europei che si specchiano dentro occhi orientali, oggetti che ritor-nano segnando l'impossibile continuità narrativa dei tre racconti: In Another Country è uncontinuo scambio di simmetrie, garbato e compiaciuto, che riporta volutamente alla miglio-re grammatica espressiva d'Oltralpe (pensiamo a Resnais, per esempio, o a Rohmer) e cheinvita a riflettere sugli altri paesi che ognuno porta in sé.La cifra principale dei lavori di Hong Sang-soo, del resto, è proprio quel senso di giocositàche si traduce in un'indagine penetrante della società contemporanea, con immagini (appa-rentemente) prive di ogni calcolo intellettuale. Una giocosità che investe tutta la forma delsuo cinema, dalle scelte delle inquadrature al costante variare dei punti di vista, fino alla sot-tile ambiguità fra ironia e tristezza, fra sorriso e malinconia. Cogliendo questa preziosa occasione il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine eCinemazero di Pordenone (ovvero i genitori della Tucker Film) hanno anche predisposto unomaggio al maestro sud coreano con tre film tutti inediti in Italia. Sarà l'occasione per sco-prire un maestro adorato dalla critica e dai maggiori festival internazionali in un percorsodove Hong Sang-soo, film dopo film, ci obbliga a trovar la differenza, come in un gioco d'e-nigmistica e a riconoscerla nella sfumatura di colore. Dal bianco e nero con la neve di TheDay He Arrives, a Oki' Movie, da Ha Ha Ha fino al mare e al cielo grigioazzurro di In AnotherCountry. Il cinema di Hong Sang-soo sembra procedere per incidenti, sembra sempreappoggiato al caso, alla fortuita combinazione degli accadimenti, delle suggestioni, delle sto-rie. L'immagine si stringe e si allarga, gli zoom sono da mal di testa, i movimenti di macchi-na degli schiaffi. È il rifiuto del montaggio, se non quando strettamente necessario. Non c'ènulla da ricostruire o ricomporre. Non c'è mai un dialogo in campo-controcampo, forse per-ché non c'è mai vero conflitto. Semplicemente incomprensione e solitudine. Forse il cinemaè davvero sospeso in un limbo confuso, in questo quieto morire, in un'assurda indistinzionetra veglia e sonno, tra realtà e proiezione. Hong Sang-soo, nato nel 1960, ha studiato cinema alla Chung-Ang University, al CaliforniaInstitute of Arts di Los Angeles e al Chicago Institute of Arts. Dopo il suo ritorno in Corea halavorato per la Seoul Broadcasting Station. Nel 1996 realizza a basso costo il suo primo lun-gometraggio, The Day a Pig Fell Into the Well, che ottiene uno straordinario successo di cri-tica, vincendo il gran premio al Vancouver International Film Festival e al Rotterdam FilmFestival, e che gli vale il premio come miglior regista esordiente all'Asia-Pacific InternationalFilm Festival, mentre Ha Ha Ha ha vinto il Prix Un Certain Regard alCannes Film Festival 2010. Affascinato dall’indagare la natura umanae le sue debolezze utilizzando la lente sentimentale, esibisce il propriointento fin dall’inizio mettendo in scena amore e tradimenti.L'omaggio a Hong Sang-Soo oltre a In Another Country, comprendeOki's Movie, un meta-film con riflessioni rohmeriane su complicaterelazioni amorose ovvero le vicende, presenti e passate, di un gio-vane cineasta, del suo anziano professore di cinema e di Ok-hui(Oki), bella ragazza contesa tra i due. Su un magico incontro tra unpoeta, un critico e una donna affascinante è centrato invece Ha HaHa, mentre The Days He Arrives racconta poeticamente di un cine-ma in cui la linearità temporale si smarrisce. Un'occasione imper-dibile per conoscere uno dei maestri del cinema asiatico.

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Hong Sang-soo, tra sorriso e malinconia

In arrivo a Cinemazero un omaggio al maestro sud coreano

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INCONTRI DI PRIMAVERASerate Culturali del CAI di Pordenone in collaborazione con Cinemazero

Club Alpino Italiano sezione di Pordenone presenta Incontri di primavera, ciclo proposto in

collaborazione con Cinemazero che si propone di riunire gli appassionati della montagna e del

grande cinema con film, documentari ad hoc e dibattiti . L'ingresso alle serate è libero.

Lunedì 6 maggio, ore 20.45, Aula Magna di Cinemazero; in collab. con Trento Film Festival

LINEA 4000 (40') di Giuliano Torghele Sulle orme di Patrick Berhault, Franco Nicolini insegue da molto tempo il sogno di concatenare tutte le 82 vette che superano i

quattromila sulle Alpi. Insieme a Diego Giovannini, Nicolini riesce nell'impresa in 60 giorni muovendosi a piedi, sugli sci o in bici-

cletta. Scopriamo così una nuova spinta dell'alpinismo sulle Alpi.

A seguireKUKUCZKA (90') di Jerzi Porebski

Jerzy Kukuczka è stato il secondo uomo al mondo ad aver conquistato le vette dei 14 Ottomila. Fu uno dei più grandi alpinisti del

mondo e un accanito sostenitore delle salite in stile alpino in Himalaya, senza l’uso di ossigeno e disdegnando le imponenti e goffe

spedizioni che erano tipiche di quegli anni in Himalaya.

Lunedì 20 maggio, ore 20.45, Aula Magna di Cinemazero; in collab. con Cineteca del CAI

CON LE SPALLE NEL VUOTO – VITA DI MARY VARALE (30') di Sabrina Bonaiti

In un’Italia oppressa dal fascismo e dal conformismo sociale, in un periodo in cui l’ideale di donna coincideva con quello di sposa

e di madre prolifica, Mary Varale scala dal 1924 al 1935 ben 217 cime, in cordata o in solitaria, quasi tutte in prima femminile.

A seguireLA VIA ETERNA (30') di Giorgio Gregorio con Nives Meroi e Marco Albino Ferrari

L’alpinista tarvisiana Nives Meroi, tra le poche donne al mondo ad aver scalato il K2 e molti degli ottomila himalayani, guida il

giornalista Marco Albino Ferrari alla scoperta della Cengia degli Dei, un itinerario alpinistico che, con un susseguirsi quasi ininter-

rotto di cenge e balconi, aggira ad un’altezza quasi costante, tutto il gruppo dello Jôf Fuart.

MIELE di Valeria GolinoIncontro con i protagonisti del film a Cinemazero il 9 maggio 2013Cinemazero e Centro Espressioni Cinematografiche continuano a portare in regione i nomi diprimo piano del cinema italiano e il 9 maggio – alle 19.30 Udine e alle 20.45 a Cinemazero –  rilan-ciano con Valeria Golino, per la prima volta nella veste di regista, Jasmine Trinca, attrice prot-gonista e Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri, produttori di Miele il film tratto da libro diMauro Covacich Vi perdono. Dopo aver incontrato Golino e Covacich a pordenonelegge all’interno del progetto Autori/sce-neggiatori – nato dalla sinergia tra Cinemazero e pordenonelegge.it, che ogni anno mette aconfronto lo sceneggiatore di un film e l'autore del libro da cui è tratto – il pubblico potrà vede-re il risultato di questa trasposizione cinematografica, raccontata dalle voci dei protagonisti.«Spero sia per voi una storia bella da vedere e da sentire, come lo èstato per me» ha dichiarato la regista, che in questo passaggio die-tro la macchina da presa ha portato una ventata d’aria fresca nelcinema italiano, di cui sarà rappresentante (accanto a La grande bel-lezza di Paolo Sorrentino) al prossimo festival di Cannes, nella sezio-ne Un Certain Regard. Il (questa volta) produttore Riccardo Scamarcio ha sottolineatocome Miele sia stato un film voluto intensamente, definendolo“una storia necessaria”, che attraverso la protagonista Irene(Jasmine Trinca) torna ad indagare il difficile tema dell’eutanasia.Parlando di bellezza, d’amore, di amicizia, di dolore la Golino silascia alle spalle le questioni legislative per porsi delle domandeuniversali e condividerle con gli spettatori: «Non è detto che debbaavere una risposta, ogni storia personale può averne una diversa,ma il film vuole proprio porre questi interrogativi. Pensarci, rifletterci e parlarne». Di certo, questa occasione renderà il compito più facile al pubblico di Cinemazero.

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VICINO/LONTANOUdine, dal 9 al 12 maggio 2013In alcuni luoghi aperti e in diversi edifici storici di Udine, personalità pubbliche, studiosi,scrittori, giornalisti e artisti di prestigio internazionale partecipano a incontri, dibattiti,conversazioni, conferenze, lezioni, letture, mostre, spettacoli, concerti e proiezioni, peranalizzare in pubblico – da punti di vista e con approcci disciplinari diversi – i processi ditrasformazione in corso nel mondo globalizzato, in campo economico, sociale, culturalee geopolitico, allo scopo di indagarne le ragioni, i meccanismi, i significati, le prospetti-ve. In questa edizione i riflettori saranno puntati sulla crisi economica internazionale,sulla situazione dell’Italia, sulle prospettive dell’Europa nello scenario globale e sullanuova era digitale, con un approfondimento sull’evoluzione del web come forma delconoscere nel nostro tempo. Il primo a salire sul palcoscenico dopo la cerimonia di inau-gurazione sarà il fondatore della Sociologia del quotidiano, Michel Maffesoli, docente diScienze Umane alla Sorbona di Parigi, per la lectio magistralis “Homo eroticus”, ispira-to al saggio omonimo, pubblicato in Francia nel 2012 ma ancora inedito in Italia.Info: www.vicinolontano.it

ÈSTORIA 2013 - BANDITI Gorizia, dal 24 al 26 maggio 2013 Di forte evocazione, l'argomento scelto per èStoria 2013. Un tema - Banditi - che saràpossibile affrontare, grazie al rovesciamento della nozione elementare di bandito, avve-nuto per opera dello storico Fernand Braudel alla fine degli anni Quaranta del Novecento,nel saggio intitolato Miseria e banditismo che sottrae il fenomeno della criminalità allasemplice avventura dell'uomo contro l'uomo e lo inserisce in un contesto di contrappo-sizione del più debole rispetto al più forte, di rivincita di classe contro i soprusi. In qualsiasi epoca Robin Hood rappresenta un paradigma. In un momento storico con-trassegnato dalla forte crisi economica in atto, la scelta di "Banditi" significa rimettere indiscussione tale impostazione culturale e indagare il confine oggi esistente tra legalità eillegalità, giustizia e devianza, potere e opposizione a esso. Info: www.estoria.it

SEXTO VINTAGE Sesto al Reghena, dal 17 al 19 maggio 2013Sexto Vintage è una manifestazione, che si snoda lungo le vie del centro storico di Sestoal Reghena e che vuole ricalcare l'atmosfera dei primi anni della nascita del Rock 'n' Roll,con un mix di suoni, animazioni e spettacoli che hanno reso un vero e proprio mito glianni di Jerry Lee Lewis, Sonny West, Carl Mann e di molti altri che hanno fatto la storiadel R'N'R. Il paese sarà per tre giorni “invaso” da un mercatino vintage di abbigliamen-to ed oggettistica anni '50 (vestiti, accessori, borse, spille, vinili, collezionismo), autoamericane, mostre a tema, stage di ballo anni '50. La sera si alterneranno sul palco gran-di nomi che ripercorreranno la musica Rock 'n' roll. Info: www.prosesto.org

LA PRIMAVERA MUSICALE - ORCHESTRA E CORO SAN MARCOSesto al Reghena, domenica 12 maggio - Sacile, sabato 18 maggio 2013Costituitasi nel 1969 con lo scopo di accompagnare il coro San Marco, l’Orchestra SanMarco opera inizialmente sul territorio regionale allargando ben presto l’attività al piùvasto repertorio sinfonico e facendosi conoscere in molte città italiane ed estere doveriscuote ottimi riconoscimenti di pubblico e di critica. La primavera musicale 2013dell’Orchestra e Coro San Marco propone nel mese di maggio due concerti: domenica 12maggio a Sesto al Reghena presso il Palazzo Burovich alle ore 11.15 il Concerto delle roseeseguito dai fiati dell’Orchestra; sabato 18 maggio alle 21.00 presso il teatro Zancanarodi Sacile il Concerto Sinfonico dell’Orchestra San Marco diretta da Franz Anton Krager econ Domenico Lazzaroni al trombone. Per entrambi i concerti l’ingresso è libero. Info: www.ocsm.pn.it

CORSO DI AGGIORNAMENTO AVI SUL DIRITTO D’AUTORERoma- Sala Zavattini, 27 e 28 maggio 2013L’Associazione videoteche mediateche italiane e l’Archivio audiovisivo del movimentooperaio e democratico organizzano un Corso di formazione e aggiornamento rivolto aiprofessionisti che operano nelle biblioteche, negli archivi, nelle mediateche e cineteche,sia pubbliche che private, nei musei, nelle scuole e università, nonché a tutti gli operato-ri culturali. Il corso affronterà il tema del diritto d'autore e gli audiovisivi nell'evoluzioneall'interno della normativa italiana per delineare gli aspetti normativi e gestionali legatiall'attività bibliotecaria, mediatecaria e cinetecaria, nonché museale e didattica nellescuole. Pre-Iscrizione obbligatoria. Info: [email protected]

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ANDATA E RITORNO PER L'ITALIA

STA PER PIOVERE DI HAIDER RASHIDSaid, un giovane sicuro e ambizioso, nato e cresciuto in Italia da genitori alge-rini, studia e lavora come panettiere part-time. A seguito del suicidio del diret-tore della fabbrica in cui lavora suo padre Hamid, la famiglia si trova di frontealla lacerante realtà di non poter rinnovare il permesso di soggiorno, come fada trent'anni, e riceve un decreto di espulsione. L'Italia, il paese che Said hasempre considerato suo, appare ora come un muro di gomma che lo spinge a"tornare a casa", in Algeria, luogo che lui non ha neanche mai visitato. Nel ten-tativo di trovare una soluzione, Said si appella agli avvocati, ai sindacati e allastampa, cercando di portare attenzione su un problema concreto e sempre piùpresente nella società italiana; questo percorso lo porterà attraverso i meandridi una burocrazia legislativa retrograda e alla riconsiderazione della sua iden-tità, riflettendo su un dilemma profondo: rimanere in Italia clandestinamente opartire per l'Algeria con la sua famiglia, aiutandola a ricostruirsi una vita nelpaese che ha lasciato trent'anni fa?

IL NUOVO DRAMMA FAMILIARE DIRETTO DA CHAN-WOOK PARK

STOKER DI CHAN-WOOK PARKDopo la morte del padre in un incidente d'auto, nella vita della giovane Indiairrompe improvvisamente lo zio Charlie, di cui la ragazza ignorava l'esistenza.L'uomo si trasferisce nella casa divisa dalla giovane solitaria con la madreemotivamente instabile. Ben presto, India comincia a sospettare che quest'uo-mo misterioso e affascinante abbia dei secondi fini, ma al contempo si sentesempre più attratta da lui. Il regista del film culto Oldboy torna con un inquie-tante thriller psicologico, contrassegnato da atmosfere angoscianti, una stranaserie di inspiegabili delitti e il risveglio sessuale di un'adolescente.

UN'ULTERIORE CHIAVE DI LETTURA A UN PERIODO STORICO TORMENTATO

ANIME NELLA NEBBIADI SERGEI LOZNITSAUnione Sovietica. Bielorussia 1942. La regione è sotto il controllo dei tedeschie la resistenza partigiana cerca di reagire. Un treno viene fatto deragliare nonlontano dal villaggio in cui vive Sushenya, che lavora al controllo dei binari.Lui e i compagni, che aveva cercato di dissuadere da un atto le cui conse-guenze avrebbero potuto ricadere sulla popolazione, vengono arrestati.Sushenya è il solo a salvarsi dall'impiccagione. Nell'ambito dei resistenti sidiffonde rapidamente la voce di un tradimento da parte del giovane. Qualealtra ragione ci potrebbe essere per il fatto che sia stato risparmiato? I compa-gni Burov e Voitik vengono mandati a prelevarlo dinanzi a moglie e figlio. Lasua sorte sembra segnata ma uno dei due viene ferito in modo grave e la situa-zione sembra essere in attesa di una svolta. C'era una volta il cinemadell'URSS che cantava incessantemente le glorie della resistenza all'invasorenazista. Pochi osavano narrare episodi che, anche solo minimamente, potes-sero intaccare l'immagine voluta dalla retorica di regime. Ci potevano provaresolo i pochi autori pronti a subire l'emarginazione come Andrei Tarkovskij checon L'infanzia di Ivan cantò fuori dal coro denunciando l'irrazionalità di ogniguerra. Oggi il mercato della CSI sembra solo apparentemente più libero men-tre è la censura di mercato a dominare il territorio. Quindi, ora come allora,sono necessarie delle voci libere per poter portare sullo schermo la guerrasenza profondersi in sparatorie ma anzi evitandole ogni volta che ciò è possi-bile. Il compito se lo è assunto Sergei Loznitsa che ha adattato un libro diVasily Bykov traducendolo in un film che supera la durata delle due ore ma cheviene portato sullo schermo con soli 72 tagli di montaggio.

L’INQUIETANTE CAPOLAVORO DI NAKASHIMA DISTRIBUITO DALLA TUCKER FILM

CONFESSIONSDI TETSUYA NAKASHIMAConscia dell'inutilità di procedere attraverso i canali legali, l'insegnanteMoriguchi medita un proprio personale piano per vendicare la morte dellafiglia, uccisa dalla violenza insensata di due suoi alunni. Tetsuya Nakashima èun tipo ambizioso, uno a cui è bastata la chiassosa genialata di Kamikaze Girlsper autoconvincersi di poter riscrivere le regole del cinema così come lo inten-diamo. Un talento imbarazzante (in senso positivo) quello di Nakashima, cheritorna su quel che è assurto a topos del cinema nipponico contemporaneo,ovvero il malessere esistenziale - con conseguente sfogo violento - di una gio-

Un film di Haider Rashid. ConLorenzo Baglioni, MohamedHanifi, Francesco Grifoni,Giulia Rupi, Amir Ati, durata110 min’

Un film di Un film di Chan-wook Park. Con MiaWasikowska, MatthewGoode, Nicole Kidman, JackiWeaver, Alden Ehrenreich,durata 100 min

Un film di Sergei Loznitsa.Con Vladimir Svirskiy,Vladislav Abashin, VladIvanov, Yulia Peresild,Nadezhda Markina, durata127 min.

Un film di TetsuyaNakashima. Con TakakoMatsu, Yukito Nishii, KaoruFujiwara, Masaki Okada,Yoshino Kimura. Titolo origi-nale Kokuhaku. Durata 106min.

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ventù lacerata tra angst, mancanza di moralità e di freni inibitori, con le con-seguenze immaginabili (e meno immaginabili) del caso. Tema su cui ThisWorld of Ours e Sono Shion con Noriko's Dinner Table avevano detto tutto oquasi; ma il punto non è sul fatto di insistere sul topos, scelta del tutto legitti-ma. Ciò che rende il film di Nakashima fortemente soggetto all'inclinazione ealla sensibilità individuale è la sua scelta marcata in termini di linguaggio,costantemente sopra le righe ed enfatizzato, così da rendere solenne ognimomento clou di una sceneggiatura ricca di climax e spunti importanti.Nomination all'Oscar come Miglior Film in Lingua Straniera.

LA RICOSTRUZIONE DELLA CADUTA DEL REGIME DI PINOCHET IN CILE

NO - I GIORNI DELL'ARCOBALENODI PABLO LARRAIN1988. Il dittatore cileno Augusto Pinochet è costretto a cedere alle pressioniinternazionali e a sottoporre a referendum popolare il proprio incarico diPresidente (ottenuto grazie al colpo di stato contro il governo democratica-mente eletto e guidato da Salvador Allende). I cileni debbono decidere se affi-dargli o meno altri 8 anni di potere. Per la prima volta da anni anche i partiti diopposizione hanno accesso quotidiano al mezzo televisivo in uno spazio delladurata di 15 minuti. Pur nella convinzione di avere scarse probabilità di suc-cesso il fronte del NO si mobilita e affida la campagna a un giovane pubblici-tario anticonformista: René Saavedra.Pablo Larrain, che il pubblico italiano conosce per i suoi precedenti TonyManero e Post Mortem, affronta in modo diretto una delle svolte nodali dellastoria cilena recente. L'aggettivo è quanto mai appropriato perché la sceltaradicale di utilizzare una telecamera dell'epoca offre al film una dimensione deltutto insolita. Il passaggio dal materiale di repertorio (dichiarazioni di Pinochete cerimonie che lo vedono presente così come interventi dei rappresentantidell'opposizione dell'epoca) alla ricostruzione cinematografica diviene cosìinavvertibile. Il pubblico in sala si trova nella situazione di chi sta compiendouna full immersion nel passato. Tutto ciò all'interno di una ricostruzione chemostra, attraverso il personaggio di Saavedra, come la repressione fosse stataforte e come il regime fosse convinto che fosse sufficiente accusare qualsiasiavversario di 'comunismo' per poter vincere. (...) E' in questo ambito che il per-sonaggio impersonato con grande understatement da Gael Garcia Bernal sitrova a muoversi consapevole, inoltre, della difficoltà di contribuire alla riusci-ta di un fondamentale cambiamento del proprio Paese partendo dalle propriebasi di eccellente imbonitore.

LA RIVALITÀ NON MUORE MAI

MI RIFACCIO VIVODI SERGIO RUBINIL'esilarante storia dell'imprenditore Biagio Bianchetti, proprietario della BBmagazzini e della sua eterna rivalità, cominciata sui banchi di scuola, con il for-tunato e affascinante Ottone Di Valerio. Dopo una serie di disgraziati eventi, perseguitato dalla iella e ormai a un passodalla rovina, Biagio compie l'ultimo ed estremo gesto. Eppure una VolontàSuprema gli offre una seconda opportunità che lui decide di afferrare unica-mente per vendicarsi e distruggere il suo antagonista nella vita e negli affari. Nelle disavventure tragicomiche che Biagio, tornato sulla terra sotto mentitespoglie, si troverà ad affrontare, sua moglie e la stessa moglie di Ottone saran-no le complici ignare che riveleranno a Biagio la vera personalità di Ottone,non così vincente e scaltra come ama far apparire all'esterno. Sarà l'interven-to di due eminenze grigie, il guru di Ottone, l'uomo a cui si ispira in ogni suascelta, tale Dennis Rufino e la sua sensuale psicologa ad offrire a Biagio l'op-portunità di ribaltare la situazione. Il finale a sorpresa farà emergere una sem-plice verità che nessuno dei personaggi aveva mai preso prima in considera-zione: per vincere bisognerà aiutarsi a vicenda.

TONI SERVILLO ANCORA AL SERVIZIO DI SORRENTINO

LA GRANDE BELLEZZADI PAOLO SORRENTINOIdeato e scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello, il film èambientato e interamente girato a Roma. La città si offre indifferente e sedu-cente agli occhi meravigliati dei turisti. E' estate e la città splende di una bel-lezza inafferrabile e definitiva. Jep Gambardella ha sessantacinque anni e lasua persona sprigiona un fascino che il tempo non ha potuto scalfire. È ungiornalista affermato che si muove tra cultura alta e mondanità in una Romache non smette di essere un santuario di meraviglia e grandezza. Assiste ognigiorno, gli occhi perennemente annacquati di gin tonic, alla sfilata di un'uma-

Un film di Pablo Larrain. ConGael García Bernal, AlfredoCastro, Antonia Zegers, LuisGnecco, Marcial Tagle, durata110 min.

Un film di Paolo Sorrentino.Con Toni Servillo, CarloVerdone, Carlo Buccirosso,Sabrina Ferilli, PamelaVilloresi.

Un film di Sergio Rubini. ConPasquale Petrolo, NeriMarcorè, Margherita Buy,Valentina Cervi, EmilioSolfrizzi, durata 105 min.

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nità vacua e disfatta, potente e deprimente, fatta di dame dell'alta società, par-venu, politici, criminali d'alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti pre-lati, artisti e intellettuali veri o presunti, tutti a tesser trame di rapporti inconsi-stenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, nelleville sterminate, tra le terrazze più belle della città. Ci sono dentro tutti.Un'atonia morale da far venire le vertigini. E lì dietro, Roma, in estate.Bellissima e indifferente. Come una diva morta.

UN FILM PER UN REGISTA SEMPRE PIÙ 'DA FESTIVAL'

IN ANOTHER COUNTRYDI HONG SANG-SOOUna madre e la figlia adolescente raggiungono la città marittima di Mohangper sfuggire ai creditori. Qui la ragazza inganna il tempo scrivendo la sceneg-giatura di tre cortometraggi che hanno come protagoniste tre donne francesidi nome Anne. Ognuna di loro incontrerà gli stessi personaggi ma la primasarà una regista di successo, la seconda una donna sposata che ha una rela-zione con un coreano e la terza una divorziata lasciata dal marito che l'halasciata per una coreana.

UN CINEMA IN CUI LA LINEARITÀ TEMPORALE SI SMARRISCE

THE DAY HE ARRIVESDI HONG SANG-SOOSeongjun va a trovare un amico a Seoul. Dato che costui non risponde alle suetelefonate si mette a girare per il quartiere e incontra un'attrice che conosce-va. Dopo poco se ne va per bere vino di riso con il quale finisce per ubriacar-si. Cercherà di raggiungere l'abitazione della sua ex fidanzata. Lo vediamo poiin un altro giorno reincontrare l'attrice, raggiungere un bar in cui la proprieta-ria assomiglia straordinariamente alla sua ex. Per lei suonerà il piano. La ritro-verà in un'altra giornata in cui, ubriaco, la bacerà.Si potrebbe continuare ancora nella descrizione di queste azioni quotidianeperché il cinema del regista coreano Hong Sansoo è di esse che si nutre col-locandole però in una dimensione in cui la linea di dispiegamento degli even-ti non segue mai un succedersi cronologico ma piuttosto un alternarsi di situa-zioni in cui allo spettatore non è consentito di attribuire un 'prima' e un 'dopo'.Ci troviamo così dinanzi a flussi narrativi in cui l'elemento surreale mescola l'o-nirico con il reale, offrendo alla casualità degli eventi lo spazio per dispiegarela sua presenza. Ad Hong Sansoo va dato atto di credere con grande rigore aquesta modalità di narrazione che riesce indubbiamente ad offrire un fortesenso di smarrimento esistenziale.

L’INCONTRO TRA UN POETA, UN CRITICO E UNA DONNA AFFASCINANTE

HA HA HADI HONG SANG-SOOIl regista Moon-kyeong Jo, che di recente ha deciso di emigrare in Canada,intraprende un viaggio verso il piccolo paese in riva al mare di Tongyeong,nella Corea del Sud. Lì incontra una conoscenza Jong-sik Bang che è un criti-co cinematografico. Il regista e il critico cinematografico si siedono e si metto-no a bere e a parlare il loro passato. Inoltre incontrano Seong-wook Yang, cheè un poeta dilettante e una guida culturale in Tongyeong e una giovane donnaaffascinante (interpretata da Kim Min-sun).

RIFLESSIONI ROHMERIANE SU COMPLICATE RELAZIONI AMOROSE

OKI'S MOVIEDI HONG SANG-SOOOki è una studentessa di cinema, contesa tra il coetaneo Jingu e il professorSong. I quattro capitoli in cui è suddiviso il film sono altrettanti punti di vistadifferenti su diversi momenti del passare di Oki dall’uno all’altro. Vediamoprima il cortometraggio autobiografico che ha girato Jingu, poi un capitolo sul“vero” Jingu, uno su Song… e infine “Il film di Oki”, il cortometraggio che leiha girato, e che risolve in un colpo solo tutte le varie “duplicità maschili” cheil film ha tessuto insieme architettando una struttura narrativa allo stessotempo infernale e cristallina. Grazie alla consueta, strabiliante lucidità della suascrittura, Hong suggerisce che “la donna è il futuro dell’uomo” (come recitauno dei suoi film precedenti) perché solo lei è in grado di spingere fino alleestreme conseguenze i narcisisti sdoppiamenti maschili. Hong Sang-soo con-tinua a riproporre caparbiamente, con variazioni sempre nuove di film in film,il modulo narrativo che l’ha reso famoso: racconti quietamente caustici, roh-merian-bunueliani, sulle impasse tra i sessi, cagionate soprattutto dal narcisi-smo e dall’immaturità delle figure maschili.

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Un film di Hong Sang-soo.Con So-ri Moon, Sang-kyungKim, Jun-sang Yu, Ye Ji-Won,Kim Kang-woo, durata 115min.

Un film di Hong Sang-soo.Con Jung Yu-mi, Sun-kyunLee, Moon Sung-keun, durata80 min.

Un film di Hong Sang-soo.Con Sang Jung Kim, Jun-sang Yu. Azione, durata 79min. - Corea del sud 2011

Un film di Hong Sang-soo.Con Isabelle Huppert, KwonHye Hyo, So-ri Moon, JungYu-mi, Moon Sung-keun,durata 88 min

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Page 15: cinemazeronotizie maggio 2013

FANS CLUBPORDENONE

TOTÒ

TOTÒ FUORILEGGE (?)

I tartassati regia di Steno - 1959 - dur. 105’

Venerdì 31 maggio 2013 - ore 19.30Saletta Incontri San Francesco - Piazza della Motta, PNcon il patrocinio del Comune di Pordenone - INGRESSO LIBERO

Dopo il film i totofili si incontreranno per una pizza alla Pizzeria Peperino di Viale Martelli a Pordenone

LA SCUOLA AL CINEMAprenotazione obbligatoria (tel. 0434_520945 Mediateca)

LUNEDÌ 13 MAGGIO

ORE 11.00

Cinemazero, Pordenone

MERCOLEDÌ 22 MAGGIO

ORE 11.00

Cinemazero, Pordenone

LA BICICLETTA VERDEUn film di Haifaa Al-Mansour. Con Reem Abdullah, Waad Mohammed,

Abdullrahman Algohani, Ahd Kame, Sultan Al Assaf. Titolo or. Wadjda. Durata 100 min. - Arabia Saudita, Germania 2012.

Arabia Saudita, in una scuola rigorosamente solo femminile Wadjda lotta pernon soffocare i propri desideri di libertà. In particolare uno di questi riguarda l'ac-

quisto di una bicicletta verde, con la quale potrà essere alla pari del bambino con cuigioca dopo la scuola. La sua famiglia non può permettersela e di certo non vuole che si

faccia vedere su un oggetto tradizionalmente riservato agli uomini, così Wadjda comincia acercare i soldi per conto proprio rendendosi conto ben presto che quasi tutti i metodi perfarlo le sono proibiti. L'unica è partecipare ad una gara di Corano della scuola (lei che non

eccelle nelle materie religiose), il cui primo premio è in denaro. Per i temi trattati e il modo di parlare della condizione della donna il film è stato patrocinato

da Amnesty Italia. (Ingresso per studente Euro 4,00)

IL FIGLIO DELL'ALTRAUn film di Lorraine Lévy. Con Emmanuelle Devos,

Pascal Elbé, Jules Sitruk, Mehdi Dehbi, Areen Omari. Titolo originale Le Fils de l'Autre. Durata 105 min. - Francia 2012.

Joseph Silberg è un ragazzo israeliano che vive spensierato i suoi pochi anni e ilsuo sogno di scrivere canzoni. Figlio di un'ufficiale e di una dottoressa che lo amano

incondizionatamente, scopre durante la visita militare che il suo gruppo sanguigno nonè compatibile con quello dei genitori. Scambiato diciotto anni prima con Yacine Al Bezaaz,

palestinese dei territori occupati della Cisgiordania, Joseph è sconvolto e confuso. La rivela-zione getta nel caos le rispettive famiglie che provano a incontrarsi e accorciare le distanze

culturali. Ma le 'questioni politiche' hanno la meglio sul buon senso e sui padri, che finisconoper rinfacciarsi in salotto il doloredei rispettivi popoli. Diretto da Lorraine Lévy, francese di

origine ebraica, Il figlio dell'altra è un film di soglie e di confini, che riflette sulla stratificazionecomplessa dei rancori accumulati dalla Storia. (Ingresso per studente Euro 4,00)

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