CinemazeroNotizie giugno 2016

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mensile di cultura cinematografica 1,00 2016 numero 6 anno XXXVI I, Daniel Blake, proletario sulla Croisette Palma d’Oro 2016 al britannico Ken Loach R...estate in città! Come da tradizione Cinemazero sarà protagonista dell’estate in città Marilyn Monroe, novant’anni di mito Un mostra per celebrarla al Cinecity di Lignano Sabbiadoro Wild, weird, West! Il misterioso, selvaggio West in Mediateca grazie allo Young Club [Celebrazione senza titolo sul cinema] I film che non vorresti vedere in alcun altro posto che non sia un cinema Brilla il cinema in Friuli Venezia Giulia Le Giornate della Luce a Spilimbergo dall’11 al 19 giugno C’era una volta la caméra Daniele Nannuzzi alle Giornate della Luce di Spilimbergo Dieci anni di “A colpi di note” “One of the treasure of Le Giornate del Cinema Muto” D. Robinson Giugno 16 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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mensile di cultura cinematografica 2016 numero 6 anno XXXVI

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I, Daniel Blake, proletario sulla CroisettePalma d’Oro 2016 al britannico Ken Loach

R...estate in città!Come da tradizione Cinemazero sarà protagonista dell’estate in città

Marilyn Monroe, novant’anni di mitoUn mostra per celebrarla al Cinecity di Lignano Sabbiadoro

Wild, weird, West!Il misterioso, selvaggio West in Mediateca grazie allo Young Club

[Celebrazione senza titolo sul cinema]I film che non vorresti vedere in alcun altro posto che non sia un cinema

Brilla il cinema in Friuli Venezia GiuliaLe Giornate della Luce a Spilimbergo dall’11 al 19 giugno

C’era una volta la caméraDaniele Nannuzzi alle Giornate della Luce di Spilimbergo

Dieci anni di “A colpi di note”“One of the treasure of Le Giornate del Cinema Muto” D. Robinson

Giugno 16

spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

«Un altro mondo è possibile e necessario» ha esclamato KenLoach nel ritirare la Palma d’Oro del 69mo Festival di Cannes peril suo ultimo capolavoro I, Daniel Blake, seconda Palma conqui-stata nella sua lunga carriera, questa volta per mano della giuriapresieduta dal regista australiano George Miller e composta dal-l'italiana Valeria Golino, dal regista francese Arnaud Desplechin,dall'attrice statunitense Kirsten Dunst, dall'attore MadsMikkelsen, dal regista ungherese László Nemes, dal'attrice fran-cese Vanessa Paradis, dalla produttrice iraniana KatayoonShahabi e dall'attore canadese Donald Sutherland.Il Festival del red carpet, degli abiti da sera, dello smoking a tuttele ore ha premiato il grido contro l'attuale sistema liberale del“rosso Ken”. Il maestro anarcocomunista a 79 anni infila la suaseconda Palma d’Oro (nel 2006 aveva vinto per Il vento che acca-rezza l’erba, oltre ad essere stato premiato altre sei volte) e tornaa raggiungere le sue vette più alte, seguendo il percorso di undisoccupato costretto a chiedere assistenza sociale in quell'infer-no burocratico creato dalle istituzioni stesse. Una storia chepassa dal dramma all’horror sociale che terrorizza per quantopossa essere vera. Una vicenda profondamente proletaria, dun-que, pregna del rigore e della coerenza con cui Ken Loach filmail dramma di Daniel Blake, al quale restituisce, anche nel titolo,una sua definita visibilità, e di tutti quelli che si perdono nei labi-rinti folli e inestricabili della burocrazia statale che anziché pren-derli in cura li scaricano, portandoli allo sfinimento con regole eformalità senza senso. Nel denunciare tutto questo Ken Loachprende bene la mira e colpisce forte il governo britannico e i suoimuri invalicabili fatti di scartoffie da riempire per ricevere il sus-

sidio statale. Questa grande ragnatela del sistema sanitario bri-tannico non riconosce la pensione di invalidità dopo un infarto eDaniel Blake non ha difese davanti ai colpi dello Stato. Un per-corso di dolore e sofferenza da cui difficilmente si torna indietro.Ken Loach nel raccontare senza tesi precostituite questa storiadal sapore kafkiano attua un’azione binaria: da una parte agiscesull’impianto drammaturgico per raccontare il mondo dei nuovipoveri e la solidarietà e comprensione tra esseri umani, mirandocosì al cuore dello spettatore. Dall’altra accende il sacro fuocodella collera e dell'ira alimetata dalla frustrazione che le autoritàe i suoi solerti funzionari somministrano a Daniel Blake. E diBlake, purtroppo, è pieno il Regno Unito. Per vedere in Italia I,Daniel Blake di Ken Loach dovremo aspettare l’autunno, quandosarà distribuito da Cinema di Valerio De Paolis, storico distribu-tore di Loach.

In copertina Marilyn Monroe, chequest’anno avrebbe compiuto 90anni e Cinemazero celebrerà con unamostra a Lignano Sabbiadoro.

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaGiugno 2016, n. 6anno XXXVI

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiManuela MoranaElisabetta PierettoSegretaria di redazioneElena d’IncaDirezione, redazione, amministrazioneVia Mazzini, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603Cassa: 0434-520527e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Sincromia - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla:

Unione Italiana Stampa Periodica

Palma d’Oro 2016 a Cannes al britannico Ken Loach

I, Daniel Blakeun proletario sulla Croisette

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rea CrozzoliEditoriale

“Il cinema non va in vacanza”. Conquesto slogan da oltre trent’anniCinemazero è protagonista dell’offertaculturale della città grazie ad un riccocalendario di eventi – dall’arena diPiazza Calderari a Visioni Sonore, pas-sando per FMK e gli appuntamenti diCinemadivino – tutti giocati attorno allamagia del grande schermo. Quest’annoad aprire ufficialmente la stagione esti-va sarà l’evento inaugurale diCinemadivino in programma giovedì23 giugno (dalle 19:30) presso il RelaisLa Collina della cantina Zorzettig cheospiterà la proiezione del film The Duelof Wine di Nicolas Carreras, che vedeprotagonista il celeberrimo CharlieArturaola, considerato tra i 10 somme-lier più famosi al mondo. La serata san-cirà l’avvio ufficiale della manifestazio-ne nata per portare il cinema in alcunidei luoghi più belli e suggestivi del ter-ritorio, alla scoperta delle eccellenzeenogastronomiche della nostra terra e dei film “a tema” che Cinemazero ha selezionato perl’occasione nei più importanti festival internazionali. In Piazzetta Calderari, verrà ricreata la consueta “arena sotto le stelle” che ospiterà imigliori titoli della stagione appena trascorsa e una ricca proposta di anteprime ed eventispeciali che si rivolgeranno in particolare alle famiglie ed al pubblico dei più giovani, ani-mando le calde serate estive. Circondato dalle ormai tradizionali palme, l’area dietro alMunicipio si trasformerà così in uno spazio vitale, nel cuore di Pordenone, il cui ruolo nonsarà solo quello culturale ma anche sociale, creando un’occasione di incontro per quanti tra-scorrono l’estate in città. Ai nastri di partenza anche Visioni Sonore il cui programma prende forma in questi giornie già si annunciano alcuni appuntamenti da non perdere. Come da tradizione (quest'annoricorre il decennale della manifestazione!), arriveranno “sotto la bella stella” dell'estate por-denonese i più originali connubi di immagini e musica. Jazz in FVG volume 4: VisioniSonore (la scelta del nome era davvero obbligata), sarà una serata speciale proprio per cele-brare il decimo anniversario di Visioni Sonore. Agli spettatori verrà consegnato con ilbiglietto in omaggio il quarto volume della collana discografica Jazz in FVG (edita daArtesuono) che contiene materiale in gran parte inedito delle diverse sonorizzazioni di pel-licole realizzate in questi anni. Nel Cd estratti dalle colonne sonore di Seven Chances e ThePlayhouse della Zerorchestra, di Atto di dolore di Massimo De Mattia, di Non son tornati diClaudio Cojaniz e di Ornithology di Enrico Terragnoli. Nel corso della serata sonorizzazionidal vivo con la partecipazione di Zerorchestra, Massimo De Mattia, Claudio Cojaniz e altri.Una festa, una serata di film e musica, ma anche una produzione che dura e resta nel tempo,e che grazie al cd potrà vivere anche nelle fredde serate d'inverno, con nostalgia per il climaparticolare di Visioni sonore. Lee Morgan: il cinefumetto è invece un video originale realiz-zato dal disegnatore Giulio De Vita su sceneggiatura del noto critico di musica jazz e cura-tore di eventi Flavio Massarutto. Il filmato verrà sonorizzato dal vivo, con le note del BrunoCesselli 5et che accompagneranno il protagonista del progetto, il noto trombettista LeeMorgan, la cui vita sarà raccontata in una serie di episodi, fino alla morte cruenta: Morganinfatti morì per mano della moglie, ucciso da un colpo di pistola al termine di un concerto.Ma non c'è estate senza FMK: la vetrina per i giovani filmmakers di tutto il mondo da que-st'anno di trasferisce in piazzetta Calderari, dove potrà raggiungere e accogliere un pubbli-co ancora più ampio, rispetto alla storica sede al chiostro. Inoltre, da quest'anno verrà intro-dotta una sezione che mette alla prova anche i selezionatori, scelti per formare un team chemetta al servizio del cortometraggio le competenze di professionisti di diversi ambiti ed età.

R...estatein Città!

Come da tradizione Cinemazero sarà protagonista dell’Estate in Città con molte proposte

Il cinem

a non va in vacanza

«Non essere gelosa se vedi il tuo ex con un'altra. La mammainsegna che devi dare i giocattoli usati ai meno fortunati...». Èquesta una delle tante frasi attribuite a Marilyn Monroe, ma èanche una delle più probabili in quanto racchiude quel tanto digenerosa ingenuità che caratterizzò tutta la sua vita e, inoltre,cita una figura, la mamma, che conobbe di sfuggita e la cuiassenza segnò il resto della sua vita. Avrebbe oggi novant’an-ni, se l’insaziabile ricerca d’amore non l’avesse portata via asoli trentasei di anni. Nacque il 1° giugno del 1926 al CountryHospital di Los Angeles dove venne registrata dalla signoraGladis Pearl Monroe, la mamma, come Norma JeanMortensenn ovvero col cognome del compagno di quelmomento, un norvegese, e solo qualche anno dopo chiese dicambiarlo in Baker, ossia il cognome del marito scomparso.Più probabilmente, però, il padre sembra essere un certoStanley Gifford che nel settembre del 1925 ebbe una breve maintensa relazione con Gladis Pearl Monroe. Siamo ancora in pieno Roaring Twenties (i rug-genti anni venti) con l'esplosione del jazz e Francis Scott Fitzgerald che dava alle stampe Ilgrande Gatsby per descrivere indelebilmente quell'epoca. Il cinema, nel 1926, sta vivendouno dei suoi momenti di massima popolarità con Buster Keaton in testa al box office conThe General, mentre Douglas Fairbanks furoreggiava ne Il pirata nero e la coppia JohnGilbert e Greta Garbo amoreggiava languidamente ne La carne e il diavolo di ClarenceBrown, mentre la fragile Lillian Gish era protagonista dello scabroso La lettera scarlatta diVictor Sjöström. Ma il 1926 fu soprattutto l’anno della prematura morte di Rodolfo Valentinoe dell’uscita del suo ultimo film Il figlio dello sceicco. In questo magico mondo della cellu-loide si muoveva anche la mamma della futura Marilyn: guardarobiera, stiratrice, sarta,addetta al montaggio. Un duro lavoro aggravato dalla grande crisi del 1929 e dalla succes-siva depressione che segnò tutti gli Anni Trenta e che non le permisero di seguire la cresci-ta della figlia. Furono undici, in totale, le famiglie che passarono davanti agli occhi di NormaJean Baker mentre la madre dava sempre più segni di squilibrio fra ricoveri, dimissioni, enuovi ricoveri. Un’infanzia triste, difficile per la piccola futura Marilyn, segnata da profondidolori per lei, bambina tanto sensibile da aver, in seguito, paura di balbettare quando dove-va parlare in pubblico. «Al momento della mia apparizione, preferivo abbagliare i presenticon i miei abiti cuciti letteralmente addosso che lasciavano tutti col fiato sospeso.» dichiaròin una intervista «Riuscivo a respirare, stretta com’ero, solo grazie alle profonde scollature.Ricorrevo poi all’arma migliore delle persone che balbettano: cantavo.» La giovane NormaJean Baker, prima come modella per svariati fotografi, poi come generica e comparsa, riu-scì un po’ alla volta ad entrare nel mondo del cinema e firmò il suo primo contratto il 24 ago-sto del 1946 ma dovette aspettare il 1953 e Gli uomini preferiscono le bionde di Howard

Hawks con Jane Russell per entrare definitivamentenell’immaginario pop del XX secolo. Nel film MarilynMonroe oltre a recitare, canta e balla insieme a JaneRussell celebri brani come Bye Bye Baby e DiamondsAre a Girl's Best Friend. Di lei la Russell dirà: «È unaragazza molto timida, molto dolce e molto più intelli-gente di quanto la gente possa credere». Questa sensi-bilità sarà per Marilyn Monroe un’arma a doppiotaglio: strumento indispensabile per avvicinarsi ai per-sonaggi da interpretare sullo schermo ma fonte di feri-te insanabili nello spirito, di fronte alle crudeltà delmondo. La sua prorompente bellezza, l’incontenibilesensualità, unita al velo di malinconia dello sguardofaranno di lei, nel decennio successivo, la diva più foto-grafata, più desiderata, più osannata di tutta la storiadel cinema e nel contempo una donna sola e infelice,che non riusciva ad avere una storia d'amore duratura,che soffriva perchè si sentiva, ed era, sottovalutata.

Marilyn Monroenovant’anni di mito

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rea Crozzoli Marilyn M

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Una grande mostra rende omaggio ai 90 anni del Mito al Cinecity di Lignano Sabbiadoro

Il destino di Marilyn Monroe, sia cinematografico che nella vita, fuquello di non essere mai stata veramente amata, ma di essere consi-derata solo una bomba sexy, una preda, seppur magnifica, come reci-tava il titolo di un suo film. Produttori e registi le assegnano sempreruoli che riflettevano, in qualche modo, il suo vissuto. Marilyn era con-siderata un corpo che si muoveva dentro un tripudio di artifici, studia-ti nei minimi dettagli, per apparire eccessivo, quasi al confine del buongusto, debordante e iperfemminile tanto da diventare, già in vita, iconadel mondo omosessuale. Il corpo di Marilyn ha creato un vero e pro-prio corto circuito davanti alla macchina da presa o davanti all’obietti-vo del fotografo, esplodendo in un trionfo di sensualità e catturandol'America puritana di allora. Gli anni cinquanta sono quelli della guer-ra fredda, del maccartismo ed è in quest’atmosfera che esplode ilcorpo caldo di Marilyn, della bionda svampita il cui marchio le verràcucito addosso come una seconda pelle. Lei che, lontana dai riflettori,era fragile, smarrita, percorsa dai tormenti più profondi, la cui amarasolitudine era riversata nelle sue poesie, a sottolineare la coscienteconsapevolezza di donna profondamente malinconica. Marilyn non èuna protagonista di quell’epoca, Marilyn è quell’epoca e ne è la suarappresentazione ideale, è l’essenza stessa degli anni 50, del desiderioe del non detto, del corteggiamento e degli amori infiniti. Marilyn è,insomma, il sogno e il segno di una realtà incontaminata, ricca di desi-deri; icona e mito cantato dai poeti dell’underground americano sog-giogati dalla sua fragilità, dal suo erotismo. Andy Warhol l’ha eletta amusa della pop art, facendone una delle figure più significative dellacultura popolare americana. Con la sua vitalità, il suo candore, la siaingenuità, Marilyn ha reso la sessualità un fatto senza peccato, da con-sumarsi alla luce del sole, un eros senza problemi, semplice e natura-le, quasi un elemento stesso dell’esistenza. Anche Pier Paolo Pasolini,con accorati versi poetici, colse le mille sfacettature dei suoi sentimentie nel 1963 per il film La rabbia scrisse questi versi “Del mondo anticoe del mondo futuro / era rimasta solo la bellezza, e tu, / povera sorelli-na minore, / quella bellezza l’avevi addosso umilmente, / te la sei por-tata dietro come un sorriso obbediente. / L’obbedienza richiede troppelacrime inghiottite, / il darsi agli altri, troppi allegri sguardi. / Così ti seiportata via la tua bellezza ...“. Per i novant’anni di Marilyn MonroeCinemazero e il Comune di Lignano, presso lo spazio espositivo delcinema Cinecity renderranno omaggio all’intramontabile mito con unagrande mostra di cartoline, gadget e poster aperta dal 17 giugno al 18settembre (Info: facebook/cinecitylignano - tel 345/5912233 da lun aven 17-20, sab e dom 10-22)

Sequel. Remake. Reboot. Sul fronte hollywoodiano tuttivogliono in qualche modo proporre sul grande schermo igrandi film del passato, seppur (scusate il gioco di parole)con “qualche dollaro in più” e con strumenti più accessibi-li. Questo può significare una mancanza di idee innovative,oppure la volontà degli autori contemporanei di omaggiarei colossi del cinema che, purtroppo, sono entrati nel dimen-ticatoio del grande pubblico. Tra i generi maggiormente riprodotti sul grande schermo,spicca in particolare il western, che negli ultimi anni ha vistomoltissime rivisitazioni sia da parte di registi emergenti, siada quelli che di cinema se ne intendono. Da Il Grinta dei fra-telli Coen, al personaggio di Django e agli Odiosi Otto diTarantino, negli ultimi 5 anni i paesaggi del Grand Canyone i saloon delle città ottocentesche americane stanno tor-nando a essere protagoniste. Basti pensare che prossima-mente si tornerà a vedere in sala il ritorno dei Magnifici 7, oalle storie di vendetta e di giustizia come nei film Jane Gota Gun o in In a Valley of Violence. È evidente, dunque, cheil pubblico vuole tornare a vivere le esperienze del selvag-gio West, dove criminali e cowboy, con la pistola attaccata alla fondina in pelle, non ci pensavanodue volte prima di premere il grilletto l’uno contro l’altro. Anche la Mediateca non vuole essere dameno, con la rassegna “Wild, Weird, West”, nata dall’idea dei ragazzi del Cinemazero Young Club.Negli ultimi due anni il gruppo si è contraddistinto grazie a una serie di attività che hanno in comu-ne la passione per la settima arte, dalla maratona cinematografica “Una notte di ordinaria follia”a progetti strettamente legati al campo multimediale, come le collaborazioni quest’anno a “Le vocidell’Inchiesta”, con servizi, interviste e riprese per tutta la durata del festival. Anche quest’anno lo Young Club vuole sorprendere il pubblico di Cinemazero con una rassegnache raggiunge il livello di follia dell’anno scorso. Pallottole, duelli, pistole, fuorilegge e, dulcis infundo, cowboy robot. Nei tre appuntamenti, in programma dal 7 giugno ogni martedì alle 21 nellasede della Mediateca di Palazzo Badini, verranno proposti tre film tutti da scoprire che hannosegnato il genere per originalità, dal classico spaghetti western a pellicole che hanno saputo spe-rimentare diversi linguaggi in un unico prodotto di qualità, unendo stili differenti e creando un’o-pera assolutamente rivoluzionaria. Uno di questi sarà scelto direttamente dal pubblico durante ilterzo appuntamento, denominato non a caso Roulette Russa, per via dell’imprevedibilità del filmselezionato, mentre la serata conclusiva di “Wild, Weird, West” sarà ricca di sorprese per chi amaimmergersi nel clima rovente del tempo, con esperienze ludiche che vanno dal torneo di carteBang! a quello più dinamico con il Laser Tag, dove verranno messi in palio numerosi premi, daifilm, libri agli ingressi al cinema. Tutto questo in collaborazione con il club InnerCircle e l’A.S.D.Barbari Softair Team. Un appuntamento da non perdere per gli appassionati del selvaggio West,e non solo.

Dopo la maratona dello scorso anno ritorna l’appuntamento curato dallo Young Club

Il misterioso, selvaggioWest in Mediateca

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I film che non vorresti vedere in alcun altro posto che non sia un cinema

Olaf Möller Il cinem

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aPerchè solo un film? – come se non ci fossero miriadi di ragioni per andare al cinema! E nonè uno degli elementi chiave del cinema il senso di unione, di comunità? Agli esseri umaninon piace stare da soli, e nemmeno ai film – loro amano averci attorno, allo stesso modo incui apprezzano la compagnia di altri film. Quindi, sceglierò due film, entrambi del 2014,anche per insistere sul fatto che il cinema è qualcosa di contemporaneo, attuale. Prima un corto: Spectrum Reverse Spectrum di Margaret Honda, che è stato girato esclusi-vamente esponendo una pellicola 70mm alla luce colorata, col risultato di puro cinema, deltipo più sensuale ed emozionante. Se proiettato come si deve, Spectrum Reverse Spectrumdiventa una presenza materiale come poco altro si è visto al cinema. Per dieci minuti lo spet-tro cromatico si dipana lentamente in una direzione, poi per dieci minuti nell'altra. La pelli-cola in 70 mm dona all'esperienza un particolare peso e magnificenza – il cinema va in fiam-me; nessun suono, solamente silenzio – ad eccezione dei respiri, i mormorii o il colpetto ditosse che viene dal pubblico.E poi, un film molto breve su un soggetto molto vasto: il monumento al montaggioSocialism (Sosialismi) di Peter von Bagh – un saggio beffardamente melancolico ma fon-damentalmente pieno di speranze sul più grande sogno nonchè fonte dei più oscuri incubidel ventesimo secolo. Conformemente alle buone prassi in uso per i film socialisti,Socialism è stato composto (prevalentemente) appropriandosi di filmati del passato, alcuni

dei quali potrebbero essere utilizzati anche in futuro. Socialism si apre con una delle primeimmagini in movimento della storia del cinema, L'uscita dalle officine Lumière a Lione (LaSortie de l'Usine Lumière à Lyon, 1895), realizzato appena un quarto di secolo (più o meno)dopo la Comune di Parigi; finisce ai giorni nostri, quando le icone di una speranza per unmondo più giusto e gentile si sono trasformate in comodità del mercato, mercanzie, osten-tazione di opinioni al posto di uno stemma di condanna – solo una quarto di secolo (più omeno) dopo che il comunismo di stato è collassato in tutta l'Europa orientale sulla scia dellacaduta del Muro di Berlino. In termini pratici, queste coordinate storiche non sono altro che teste di ponte, poichè il filmè tutto fatto da digressioni, aneddoti, aforismi, osservazioni, righe cancellate o dettagli eli-minati di un'immagine o una canzone – un onestissimo gioco di associazione, sessantacin-que minuti di gioco della campana con l'eternità. Von Bagh, forse il più sinceroBenjaminiano del cinema moderno, ci mostra come il socialismo e il cinema – tutto il cine-ma, che sia documentario o fiction – siano una cosa sola, e quanto la vita sia un non sen-tirsi mai soli, ma bensì parte di una grande anima, e di quanto quindi cinema e socialismosaranno sempre lì, presenti, come lo sa Tom Joad. SpectrumReverse Spectrum ci invita a vedere, Socialism a credere (dinuovo). Cosa si potrebbe chiedere di più? Alcuni potrebberorispondere l'amore, ma esso è fatto in parti eguali dal vederee dal credere, giusto? [traduzione a cura di Valentina Lanza]

Olaf MOLLER instancabile divoratore di pellicole, critico cine-matografico fra i più prolifici e scrittore, le sue colonne suCinema Scope e Film Comment ne hanno alimentato la famain tutto il mondo. Collabora con molti festival internazionaliper i quali cura rassegne e retrospettive.

[Celebrazione senza titolosul cinema]

Senza scomodare il maestro riminese Federico Fellini che soleva dire: «Il film si scrive conla luce», ci piace ricordare il maestro “friulano” Pier Paolo Pasolini il quale, all’inizio dellasua carriera cinematografica, si accorse che: «... In fondo fare il cinema è una questione disole...». Giustamente, quindi, Gloria De Antoni, dopo l’edizione “zero” de Le Giornate dellaLuce, festival nato a Spilimbergo da una sua intuizione, per celebrare gli Autori dellaFotografia, ritorna anche questo giugno 2016 con la prima edizione ufficiale. Lo scorso annoLe Giornate della Luce hanno avuto ospiti come il direttore della fotografia Dante Spinotti,Chiara Caselli, Rocco Papaleo e Isabella Ragonese. La direttrice del festival, regista, condut-trice e autrice televisiva, Gloria De Antoni, udinese di nascita, vive tra Roma e Spilimbergoe nel corso della sua variegata carriera ha anche realizzato diversi film documentari. Per l’e-dizione 2016 de Le Giornate della Luce Gloria De Antoni ha preparato un ricco programmadi avvenimenti fra cui una mostra fotografica di Pupi Avati, in collaborazione con AntonioMaraldi, del Backstage Film Festival di Cesena e una grande mostra “Pino Settanni” grazieanche alla collaborazione fondamentale dell’Istituto Luce Cinecittà.Pino Settannti, scomparso nel 2010, è stato uno dei migliori fotografi italiani degli ultimitrent'anni. Nato a Taranto nel 1949, Settani era immigrato a Roma nel 1973 e tra i più beiritratti fotografici che portano la sua firma troviamo quelli di due protagonisti della "dolcevita" come Federico Fellini e Marcello Mastroianni. L’anedottica narra che Settanni andò aprendere Fellini in taxi a via Margutta e da lì si trasferirono nel suo studio in via Ripetta.Settanni aveva raccomandato a Fellini di indossare qualcosa di nero, e quello se n'eradimenticato. In seguito al telefono Fellini disse che aveva sbagliato fotografo, Settanni glirispondeva che aveva sbagliato colore dell'abito. Allora Fellini indossò un maglione nero esi presentò nuovamente a Settanni che gli aveva preparato alcune matite colorate e dei foglibianchi. Fellini, dopo aver disegnato un po’, cominciò a lanciare matite e fogli in aria allamaniera di un giocoliere. Nello stesso studio di via Ripetta passarono nel corso degli anni,Moravia, Baj, Wertmuller, Benigni, Troisi, Morricone, Leone, Manzù, Bolognini e tanti altri.Le Giornate della Luce, accanto ai film in concorso giudicati da una prestigiosa giuria com-posta da Pupi Avati, giurato (sicuri finora, Luca Zingaretti, Nicoletta Romeo, Oreste DeFornari e Antonio Maraldi, proporranno anche, tra gli altri eventi, un omaggio adAlessandro D’Eva. In occasione dei 100 anni dalla nascita, non mancherà un doverosoomaggio a David Maria Turoldo con la proiezione del film Gli ultimi di Vito Pandolfi alla pre-

senza di Daniele Nannuzzi, figlio dell’autoredella fotografia del film Armando Nannuzzi.Saranno poi ospiti di Spilimbergo durante ilfestival gli allievi delle scuole di cinema de:DAMS di Gorizia, Università Ca’ Foscari diVenezia, Centro Sperimentale diCinematografia di Roma, Milano CivicaScuola di Cinema ZeLIG Scuola diDocumentario, Televisione e Nuovi Media diBolzano e l’Accademia di Teatro, Radio, Film eTelevisione AGRFT (Università di Lubiana).Evento speciale, poi, con i responabili delfestival polacco Camerimage, cui farà seguitola proiezione dei film vincitori del festival stes-so, nel 2015, rispettivamente del GoldenTadpole e del Bronze Tadpole. Molti anche gliincontri che costellano Le Giornate della Luce,da: Ieri e Oggi-Fotografare il Friuli VeneziaGiulia con relazioni di Daniele Nannuzzi,Alessandro Pesci e Italo Petriccione; a: Il rap-porto tra il regista e l'autore della fotografianel reportage-documentario con relatori come

Noemi Calzolari, Francesco Conversano, Alberto Fasulo e Biagio Ingenito con la collabora-zione dell'ordine giornalisti del Friuli VG. Non mancherà nemmeno una Masterclass conlezioni di Avati, Fasulo, Alessandro Pesci, Debora Vrizzi e Krzysztof Zanussi; oltre ad altriincontri in via di definizione nel momento in cui scriviamo.

Brilla il cinemain Friuli Venezia Giulia

Spilimbergo, 11-19 giugno 2016Elen

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Daniele Nannuzzi alle Giornate della Luce di Spilimbergo

Lorenzo Cod

elli Il Museo AIC a Cinecittà“Cinecittà è un ricordo stupendo per me, è

tutta la mia vita. Entrato a Cinecittà ho inco-miciato a vedere e a imparare tutto. Nesono passati tanti di anni e devo dire cheCinecittà per me è sempre lo stabilimentomigliore del mondo. Qui mi sono sempretrovato più a mio agio". Così dichiara, sulsito cinecittastudios.it, Daniele Nannuzzi. L'attuale presidente dell'AIC, la prestigiosaAssociazione Italiana Autori della FotografiaCinematografica, è un illustre figlio d'arte.Suo padre Armando Nannuzzi (1925-2001)ha concepito luci strabilianti per capolavoridel nostro cinema postbellico, diretti damaestri quali Luigi Comencini, LuchinoVisconti, Vittorio De Sica, Alberto Lattuada,Antonio Pietrangeli, Luigi Zampa. Due scintillanti restauri recenti hanno meritatamenterilanciato la sua fama: Il brigante di Renato Castellani, girato in Calabria nel 1961, e Gli ulti-mi degli esordienti Davide Turoldo e Vito Pandolfi, girato in Friuli nel 1963. Daniele Nannuzzisarà presente alle Giornate della Luce di Spilimbergo per parlare sia dell'opera del padre,con il quale ha collaborato a lungo, che della propria carriera in qualità di richiestissimoautore della CINEMATOGRAFIA (guai chiamarli "direttori della fotografia", Dio VittorioStoraro vi fulmina!). C'interessa qui sottolineare una divorante passione nannuzziana. Per l'AIC ha raccolto assie-me ai suoi colleghi, nel corso di decenni, una straordinaria serie di apparecchi di ripresa,antichi e moderni. Li ha salvati, poi ricostruiti, ripuliti e rimessi in grado di funzionare. E infi-ne ha trovato loro una dimora, al terzo piano d'una palazzina un po' nascosta, sul fiancodestro dei teatri di posa di Cinecittà. Sulla soglia del Museo Storico delle Macchine da Presa,1900-1980 (http://www.aicine.it/museo.html), la scritta: "Catturare e trasformare emozioni inenergia che, convogliata da un fascio di luce nel buio di una sala cinematografica, unisceprodigiosamente la pellicola allo schermo, su cui si crea quell'illusione che da più di centoanni ci fa ancora sognare. QUESTA È L'ARTE DELLA CINEMATOGRAFIA(*). DanieleNannuzzi". Da una cinepresa Debrie Parvo 1908 con cavalletto in legno (foto in alto), alla leg-gendaria Pathé 1913, alla Caméréclair Radio 1932, alla Technicolor 3 Strip 1935, unica in

Europa e perfettamente conservata, come quandovenne usata per Ben Hur, fino all'imponente, quasiumana, Super Parvo, con cui vennero girati, aCinecittà e in esterni, La corona di ferro (1941) diBlasetti, Ossessione (1943) di Visconti, Ladri di biciclet-te (1948) di De Sica, Le amiche (1955) di Antonioni, Lenotti di Cabiria (1957) di Fellini e tanti altri classici, ita-liani e stranieri. Daniele, trascinante guida, ci fa annu-sare le interiora e i muscoli cervicali di tutti questi mira-colosi congegni. Facendoci quasi scordare i ristrettissi-mi spazi, stile ufficio di Fantozzi, in cui simili tesorisono costretti a convivere, uno addossato all'altro. Inaltri musei internazionali del cinema, da Los Angeles aParigi, i curatori darebbero un occhio pur di acquisireuna collezione del genere, e poi la esporrebbero sudiversi piani strutturati da Renzo Piano. A fine 2016,annuncia il ministro della cultura, una parte degli stu-

dios di Cinecittà si trasformerà in museo/laboratorio permanente, incluso un innovativogabinetto di restauro analogico. Auguriamoci quindi che gli innumerevoli apparecchi amo-revolmente custoditi da Nannuzzi trovino una sede, e un utilizzo, degni del loro valore sto-rico inestimabile.(*) L'arte della cinematografia s'intitola il volumone Skirà al quale ha collaborato Nannuzzi, assieme aStoraro, Luciano Tovoli, Bob Fisher, Lorenzo Codelli: http://www.skira.net/books/l-arte-della-cinematografia.

C'era una volta la caméra

Si celebra quest'anno il decennale di A colpi di note, il progetto ideato e promosso daCinemazero con Le Giornate del Cinema Muto, il più importante festival internazionale dedi-cato al cinema delle origini. In questi dieci anni di attività, tante sono state le personalità ele scuole che hanno concorso ad animare uno dei progetti di punta della didattica firmataCinemazero, a riprova del successo di un format laboratoriale che favorisce lo studio dellateoria e della pratica musicale in relazione alle opere cinematografiche del muto. L'obiettivo,condiviso tanto da studenti e insegnanti quanto dai migliaia di spettatori che in dieci annidi A colpi di note hanno affollato le esibizioni pubbliche, è unico: fare del cinema muto un'e-sperienza attiva mettendolo al centro di una pratica educativa. Il progetto didattico si articola in due fasi durante l'intero anno scolastico. La prima, di stu-dio teorico del linguaggio audiovisivo e musicale da parte degli studenti, a cura dei forma-tori di Cinemazero, la seconda, di costruzione ed esecuzione di una partitura originale chepossa accompagnare musicalmente la visione di un film muto, coordinata dalle insegnantidi musica degli istituti coinvolti. La decima edizione di A colpi di note vedrà esibirsi due orchestre: quella composta daglistudenti dell'istituto comprensivo Rorai Cappuccini, diretti dalla professoressa PatriziaAvon, e quella animata dagli studenti dell'Istituto Centro Storico di Pordenone, guidata dallaprofessoressa Maria Luisa Sogaro, già fondatrice del progetto insieme a Cinemazero. Laprima assoluta è in programma in SalaGrande, lunedì 6 giugno alle 21.00, grazie alla colla-borazione con Lions Club Naonis Pordenone. La seconda e ultima esibizione si svolgeràinvece a ottobre, come di consueto nell'ambito de Le Giornate del cinema muto, sul palco-scenico internazionale del Teatro Verdi. Il protagonista dei film musicati quest'anno daglistudenti è Buster Keaton, che proprio nel 2016 si vede omaggiato nel cinquantennale dellasua morte. Joseph Frank Keaton, questo era il suo vero nome, è stato un artista assai pro-lifico, interprete, come pochi altri, di una comicità che era mimica, fisica e addirittura acro-batica. Stralunato e a volte triste, il suo volto è scolpito nella memoria di ogni cinefilo chesi rispetti. Di Buster Keaton l'orchestra dell'istituto Rorai Cappuccini ha scelto di musicareNeighbors (Vicini, 1920). La trama è la seguente: un ragazzo e una ragazza, vicini di casa siamano di un amore puro e sincero, ma le loro famiglie, come nel migliore dei drammi, si

odiano. Non avrannovita facile i due gio-vani, che si vedonoostacolati nel lorointento di sposarsianche dalle pubbli-che autorità. Ce lafaranno a convolarea nozze? The Ballonatic(1923), anche noto inItalia come Il mattonel pallone, è inveceil film scelto dall'or-chestra dell'IstitutoCentro Storico.Ricchissimo di gag eperipezie acrobati-che, il film si svolge

in un luna park. Qui un ragazzo, tra un giro di giostra e l'altro, strizza l'occhio a qualche fan-ciulla. La vera svolta arriva quando sale per un giro sulla mongolfiera. Qui ne succederan-no di tutti i colori e incontrerà la fanciulla che (forse) si innamorerà di lui, in un susseguirsidi trovate comiche che strapperanno un sorriso anche al più indifferente degli spettatori..“A colpi di note is one of the treasures of Le Giornate del cinema muto” aveva dichiaratoDavid Robinson, direttore emerito del festival, negli anni in cui il progetto prendeva formae iniziava a conquistare pubblico e riconoscimenti di valore. Dopo dieci anni di attività, que-sto tesoro brilla più che mai e noi, insieme a insegnanti, studenti e a tutte le loro famigliene siamo sempre più convinti. [foto di Elisa Caldana]

Dieci anni diA colpi di note

“A colpi di note is one of the treasures of Le Giornate del Cinema Muto” D. RobinsonMan

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ANIMAZIONI ITALIANE - CORTOMETRAGGI D’AUTORETrieste - fino al 12 giugno 2016Si presenta a Trieste, nella cornice della sala Veruda a PalazzoCostanzi, una mostra dedicata all’animazione italiana che fa unaricognizione a volo d'uccello sulla produzione contemporanea dicortometraggi d'animazione in Italia. Per questo si è scelta una sud-divisione che mira a rendere espliciti i centri di riferimento, che nonsono solo geografici, ma anche culturali e le conseguenti ricerchetecniche che si sviluppano per una specie di affinità linguistica da parte degli autori. La carat-teristica tutta italiana di avere delle specificità che la diversificano e la rendono così interes-sante e unica per il suo policentrismo appunto territoriale, viene rimarcata in un percorso dovesi può scorrere quanto sta avvenendo in questo settore, così particolare, qual è il cinema d'a-nimazione d'autore. La selezione degli autori si collega alla recente uscita del 4°Dvd“Animazioni”, a cura di Paola Bristot e Andrea Martignoni, il quarto di una serie di Dvd anto-logiche iniziata nel 2010 che ha cercato di raccogliere i migliori cortometraggi d’animazionerealizzati in Italia, in rapporto anche ad una sempre crescente attenzione e crescita di questogenere di film a livello internazionale. Info: www.vivacomix.net

BIOGRAFILM FESTIVAL Bologna - dal 10 al 20 giugno 2016Biografilm Festival è il primo evento internazionale interamente dedicato ai racconti di vita,che anche quest’anno propone un programma ricco di grandi anteprime cinematografiche, traopere di grandi maestri e film ancora tutti da scoprire. Su 10 film del Concorso Internazionale,tre saranno presentati in anteprima mondiale: il malesiano Hoka Hey, l’italiano Il fiume hasempre ragione di Silvio Soldini e un terzo film che per motivi di sicurezza sarà annunciatosolo a ridosso dell’inizio del Festival. Anche nella sezione Biografilm Italia anteprime attesissi-me come Ninna nanna in prigione, Il filo dell’acqua e Goodbye Darling, I’m Off to Fight (filmtutto italiano che è già stato capace di entusiasmare il pubblico americano all’anteprima mon-diale al festival di Newport Beach). Info: www.biografilm.it

PREMIO HEMINGWAY - XXXII EDIZIONELignano Sabbiadoro - dal 21 al 26 giugno 2016Si rinnova da lunedì 21 a sabato 26 giugno 2015 l’appuntamento con il Premio Hemingway,giunto quest’anno alla 32^ edizione, come sempre promossa dal Comune di Lignano, con ilsostegno dell’Assessorato alla Attività Produttive della Regione Friuli Venezia Giulia, attraver-so la collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge.it. Il Premio è un prestigioso eventoletterario ma è anche l’occasione per scoprire o ritrovare il scenografico approdo di uno degliscrittori più noti e amati di sempre. Lignano e la sua laguna furono il buen retiro di Hemingwayin periodi diversi della sua vita: una scelta non casuale. L’autore de ‘Il vecchio e il mare’ amavaprofondamente Venezia e proprio “via laguna” nacque il suo speciale rapporto con la piccolapenisola friulana, tra Venezia e Trieste, che lo scrittore amava definire come ‘La Florida d’Italia’. In segno di ringraziamento, Lignano ha dedicato ad Ernest Hemingway il suo parco pubblicoe istituito il premio che vanta un albo d’oro di altissimo profilo. Info: www.premiohemingway.it

IL CINEMA RITROVATOBologna - dal 25 giugno al 2 luglio 2016Lumière! L’invenzione del cinematografo: questoil titolo della mostra dedicata agli inventori delcinema, Auguste e Louis Lumière, che verrà inau-gurata il 24 giugno (per rimanere poi aperta finoa gennaio 2017), alla presenza Thierry Fremaux,direttore dell’Institut Lumière di Lione, che hacreato l’esposizione. La mostra dedicata ai fratelli

Lumière è l’evento speciale per festeggiare i 30 anni del festival Il Cinema Ritrovato, pro-mosso dalla Cineteca di Bologna dal 25 giugno al 2 luglio. Una eccezionale raccolta di mate-riali originali, strumento per i primi pionieristici esperimenti dei fratelli Lumière si intrecceràalla scenografia di proiezioni che porteranno alla scoperta della nascita del cinema. Per l’oc-casione, la Cineteca di Bologna pubblicherà un cofanetto con i film dei fratelli Lumière restau-rati dal laboratorio della Cineteca, L’Immagine Ritrovata. Info: festival.ilcinemaritrovato.it

Dom

ani accadrà

ovvero

se non si va no

n si vede

UN EMOZIONANTE RITRATTO DI FAMIGLIA CHE È ANCHE RIFLESSIONE SULLE RELAZIONI

SEGRETI DI FAMIGLIADI jOACHIM TRIERUn padre e due figli, il maggiore Jonah e l'adolescente Conrad, sono costrettia fare i conti con la morte per incidente stradale della madre, Isabelle Reed,apprezzata fotografa di guerra. Il lutto riverbera in modo diverso in ognuno diloro, coincidendo con un momento di difficoltà e di svolta, di cui è allo stessotempo causa e conseguenza. Le circostanze della morte di Isabelle condizio-nano i sentimenti e i pensieri dei tre uomini, così come le scelte da lei fatte invita hanno condizionato fino all'ultimo l'esistenza e i legami della famiglia. Il primo film in lingua inglese del norvegese Joachim Trier, e il terzo della suapromettente carriera, sa chiaramente dove andare a posizionarsi: nel melo-dramma negato, nevrotico e trattenuto, dove i movimenti della psiche -le acce-lerazioni, le ossessioni, le deviazioni, le epifanie- fanno più rumore dellebombe. Non a caso, tutto ciò che riguarda il lavoro di Isabelle, che riguarda laguerra, e che ha occupato il primo posto nella sua vita, non è veramenteoggetto di indagine: Trier non si occupa né della natura degli scatti fotograficiné del disagio della donna, liquidandolo con le informazioni più note e crona-chistiche sull'argomento (dipendenza dall'adrenalina, perdita del senso dellecose, schizofrenia perpetua tra il presente e l'altrove). Tutto credibile, certo, maniente di personale. Ciò che interessa al regista sono invece le ricadute di quel disagio e di queldestino su chi è sopravvissuto. Per raccontarle, Trier ricorre ad una forma piut-tosto affascinante, che scivola fluidamente da un personaggio all'altro, da uncapitolo all'altro, quasi da un film all'altro, come la macchina da presa scivolatra le diverse stanze della casa di famiglia, e avanti e indietro nel tempo, trarealtà e costruzione, e tra diversi punti di vista (anche se quello di Conrad risul-ta privilegiato, perché è lui a trasformare l'enigma in letteratura). Louder than bombs è un film corale nel quale “ci sono poi schegge di memo-ria, episodi solo immaginati, sogni. Ma niente è confuso, anzi: Trier non sismentisce rispetto ai lavori precedenti. Non vuole forzare nulla. Prova a faredelle associazioni emozionali, facendo sì che il film scorra come un flusso inin-terrotto dove però ogni sequenza è riconoscibile. Il suo ultimo film è un tenta-tivo di ridare allo spettatore le emozioni intime dei personaggi, impossibili daspiegare in altro modo se non con i puri elementi cinematografici (montaggioinnanzitutto, ma anche la musica)(...) non è mica un film sull'elaborazione dellutto e sul vuoto improvviso lasciato da una madre/moglie, è anche un film incui ci si pone delle domande sulle relazioni famigliari (figlio/genitore, fratel-lo/fratello, moglie/marito) e non” [www.cineblog.it]

I CONFLITTI DEL MEDIO ORIENTE IN UNA COMMEDIA SPONTANEA E RICCA DI

LA CASA DELLE ESTATI LOnTAnEDI SHIREL AMITAy Israele 1995. Darel (Yael Abecassis), Cali (Geraldine Nakache) e Asia (JudithChemla), sono sorelle emigrate dalla loro terra, si ritrovano nella casa dei lorodefunti genitori, per venderne la proprietà. Vite umane che si intrecciano conla storia. Il 1995 è l’anno del processo di pace in terra di Israele e tre sorelle,come una parabola “cecoviana”, condividono speranze, ricordi, vecchi ranco-ri e divertenti schermaglie entro un microcosmo in cui affondano le loro radi-ci come la loro terra natale. Amitai, anch’essa emigrata in Francia, intende rico-struire un evento storico importante attraverso il legame e il punto di vista diDarel, Cali, Asia che, come la regista, hanno dovuto sradicare la loro vita, in uncontinuo conflitto fra le proprie origini e ciò che sono diventate.A testimoniare questo senso di doppia identità, il film si anima, con un toccofantasioso delle “presenze”, il “mondo invisibile”, che ha abitato le mura. Ifantasmi (nella eccezione positiva) dei genitori, una coppia di simpatici bron-toloni, che interferiscono e vivacizzano come una ventata di positività queigiorni di attesa, mentre una terza e misteriosa “entità” diviene il simbolo diquella pace così vicina. Una prospettiva che si vanifica il 4 novembre con l’as-sassinio di Rabin e la violenta interruzione di quella svolta tanto sperata.La casa delle estati lontane è un film semplice e spontaneo, leggero, ma cari-co di implicazioni umane. Una pellicola in cui Amitai, nonostante la Storia,intende far passare un messaggio di speranza. Buona l’interpretazione del trioAbecassis, Nakache, Chemla, irresistibile Pippo Delbono attore imprestato dalteatro, nel ruolo del padre, uno spettro bisbetico e bonario. Rendez-vous à Atlitè un film simbolico, è questa la chiave per affrontare la visione della pellicola.Amitai descrive un microcosmo forse un po’ troppo chiuso, una scelta indub-biamente voluta nel parallelismo fra la terra divisa e ceduta e la “casa” coabi-tata fra tre sorelle e lasciata al miglior offerente. Questa “segregazione” tra-scina lo spettatore in una sorta di isolamento quasi voluto, un “fortino di spe-ranza” sospeso nel tempo, che rende un po’ più difficile e meno visibile quel-lo che c’è “fuori”.

(Tit. Or.: Louder than bombs)Un film di Joachim Trier. ConIsabelle Huppert, GabrielByrne, Jesse Eisenberg.Norvegia, 2015. Durata 105’

(Tit. Or.: Rendez-vous à Atlit)Un film di Shirel Amitay.Con Géraldine Nakache, YaëlAbecassis, Judith Chemla.Israele, 2015. Durata 91 min.

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ZERORCHESTRA, CINETECA DEL FRIULI E CINEMAZERO PRESENTANO

NOTE DAL FRONTE MUSICA, PAROLE E IMMAGINI DELLA GRANDE GUERRA

GEMONA DEL FRIULI | 15 GIUGNOLIGNANO SABBIADORO | 27 GIUGNO

CASARSA DELL A DELIZIA | 30 GIUGNO

Concerto-spettacolo sulla Grande Guerra vissuta e raccontata dai suoi protagoni-sti, uomini dalle differenti divise schiacciati nelle trincee del fronte italo-austriaco,dalle montagne dell’Adamello alle trincee carsiche, dall’Alto Isonzo al fiume Piave.Un montaggio inedito di film “dal vero” girati sui vari fronti dagli operatori deidiversi eserciti, oggi prezioso patrimonio della Cineteca del Friuli.

Musiche originali composte da Angelo Comisso e Francesco Bearzatti e cantipopolari della guerra eseguiti e arrangiati dalla Zerorchestra.Le parole tratte dai diari e dalle lettere dei soldati al fronte restituiscono le paure,le speranze, le disillusioni di quella tragica esperienza umana.

PER INFORMAZIONI: 0434-520404 | WWW.CINEMAZERO.IT