CinemazeroNotizie Aprile 2016

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mensile di cultura cinematografica 1,00 2016 numero 4 anno XXXVI La quantità della qualità: quanto “pesa” la cultura? La cultura sfida la crisi mostrando i suoi numeri Tihana: è nata una stella L’attrice protagonista di Sole Alto della Tucker Film Perchè così seri? Ridere fa bene. Va bene. E io rido ancora più forte Un bacio è per tutti Il film di Cotroneo recensito da uno dei vincitore di Scrivere di Cinema Le Voci dell’Inchiesta 2016: cinema del reale Un ricco programma per 5 giorni di proiezioni, incontri ed omaggi Le Voci dell’Inchiesta 2016: l’inaugurazine Ospiti e contributi inediti per ricordare i 40 anni dal terremoto Le Voci dell’Inchiesta 2016: photo/shops Negozi e pareti diventano gallerie virtuali per i reporter d’inchiesta Il Far East Film Festival diventa “maggiorenne” Il festival dedicato al cinema dell’Oriente festeggia la 18ma edizione Aprile 16 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Mensile di cultura cinematografica numero 4 anno XXXVI

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    La quantit della qualit: quanto pesa la cultura?La cultura sfida la crisi mostrando i suoi numeri

    Tihana: nata una stellaLattrice protagonista di Sole Alto della Tucker Film

    Perch cos seri?Ridere fa bene. Va bene. E io rido ancora pi forte

    Un bacio per tuttiIl film di Cotroneo recensito da uno dei vincitore di Scrivere di Cinema

    Le Voci dellInchiesta 2016: cinema del realeUn ricco programma per 5 giorni di proiezioni, incontri ed omaggi

    Le Voci dellInchiesta 2016: linaugurazineOspiti e contributi inediti per ricordare i 40 anni dal terremoto

    Le Voci dellInchiesta 2016: photo/shopsNegozi e pareti diventano gallerie virtuali per i reporter dinchiesta

    Il Far East Film Festival diventa maggiorenneIl festival dedicato al cinema dellOriente festeggia la 18ma edizione

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    i!spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicit inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

  • Allaeroporto di Berlino si trova in venditauna bibita la cui etichetta ci avvisa che ilcontenuto ci dar pi immunit diBerlusconi. Il tutto senza un velo di ironia.Questo ci racconta, pi di qualsiasi altra

    cosa, quanto lEuropa sia ancora incredula sul fatto che per molti,troppi anni abbiamo votato un personaggio del genere, antici-pando di 20 anni quanto stanno vivendo ora gli Stati Uniti conDonald Trump. Ma essere in Europa non solo servito a renderepalese il nostro imbarazzo di fronte limproponibile comporta-mento dei politici italiani di allora. Essere in Europa servito, eserve tuttora, a svecchiare il nostro sistema con leggi pi moder-ne ed efficaci. Serve a farci guardare, e a copiare, i nostri partnernei settori nevralgici come quello delle imprese culturali (chevanno dalle industrie creative alle performing arts, dalle attivitlegate al patrimonio storico artistico alle produzioni di beni e ser-vizi nel settore creativo) dove in pochi anni siamo passati da conla cultura non si mangia a dedicare incontri e convegni perapprofondire la realt delle imprese nel mondo culturale. Il loro monitorare costantemente leconomia, fa delle banche unosservatorio privilegiato e competente e se da quelle stanze par-tono iniziative come il convegno, con tanto di pubblicazione, suRapporto 2015 - Io sono cultura, lItalia della qualit e della bel-lezza sfida la crisi, significa che il comparto cultura ha i numeriper essere seriamente preso in considerazione, come da anniavviene in tutto il resto dellEuropa. E i numeri parlano di quasi230 miliardi prodotti in Italia dallintera filiera culturale con circa450.000 imprese che danno lavoro a quasi un milione e mezzo dipersone pari a circa il 6% degli interi occupati in Italia. Il nordestha il 23% degli occupati nel settore cultura (contro il 32% del nor-dovest) e la regione Friuli Venezia Giulia ha il 2,4% degli occupa-ti superando il Trentino Alto Adige. Delle 450.000 imprese cultu-rali l1,9% sono targate FVG contro, ad esempio, il 2,4% dellaCalabria o l8,6% del Veneto. Lo sguardo europeo ha coinvolto, enon poteva essere altrimenti, anche la politica, che stata in qual-che modo obbligata a seguire le direttive europee, ad aggiornar-si per rendere le proprie azioni sembre piu scevre da pressioniclientelari, favoritismi o peggio ancora nepotismi.Per rendere il tutto valutabile con parametri il pi oggettivi possi-bile la legge regionale sulla cultura ha introdotto i bandi di ispi-razione europea. Ora quindi, limitata per quanto possibile lareadiscrezionale sullassegnazione dei fondi, i contributi vengonoassegnati su una progettualit triennale e con parametri quantifi-cabili e verificabili annualmente da una commissione cinema.Questo permette alle imprese culturali una programmazione api ampio respiro (triennale) e una rappresentazione dellattivitculturale attraverso parametri quantomeno oggettivi nelle inten-zioni. Sar stata la crisi, che ci ha fatto raschiare il fondo e valo-rizzare tutte le risorse; sar stata lEuropa, che ci costringe adessere meno clientelari e pi moderni, resta il fatto che lenta-mente ma in maniera costante e senza arretramenti la cultura hasegnato al suo attivo cifre importanti, che lhanno posta allatten-zione dei soggetti istituzionali ed economici in maniera nuova,scientifica, con dati alla mano e non pi solo voli pindarici o ste-rile chiacchiericcio sulle radici della grande bellezza della peni-sola. Non dimentichiamo, peraltro, che il cinema negli Usa, dopolindustria delle armi, resta il secondo comparto per fatturato.

    In copertina il manifesto della nonaedizione del festival Le VocidellInchiesta in programma aCinemazero dal 13 al 17 aprile.

    cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaAprile 2016, n. 4anno XXXVI

    Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiManuela MoranaElisabetta PierettoSegretaria di redazioneElena dIncaDirezione, redazione, amministrazioneVia Mazzini, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603Cassa: 0434-520527e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Sincromia - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico iscritto alla:

    Unione Italiana Stampa Periodica

    La cultura sfida la crisi tra numeri e desiderio di oggettivit

    La quantit della qualit:quanto pesa la cultura?

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  • Da giovane promessa della scena croata a luminosa Shooting Star dell'ultima Berlinale:ecco Tihana Lazovi, 25 anni appena compiuti, nuovo talento del cinema (Padre vostro), delteatro e anche sofisticata front girl di una jazz band. Una vera forza della natura (citandola stampa internazionale) che sta finalmente per incantare anche il pubblico italiano! Uscir infatti nei migliori cinema il prossimo 28 aprile, sotto il segno della Tucker Film, lat-tesissimo Sole alto di Dalibor Matani (anteprime stampa a Milano, il 17 marzo, e a Roma,il 23 marzo). Una produzione che, in perfetta sintonia con il respiro della trama, vede coo-perare la Croazia, la Slovenia e la Serbia, restituendo pienamente il percorso di ricostruzio-ne culturale in atto nell'ex Jugoslavia.Premiato a Cannes, dalla giuria della sezione Un certain regard, Sole alto racconta lamorefra un giovane croato e una giovane serba. Un amore che Matani moltiplica per tre voltenellarco di tre decenni consecutivi: stessi attori (Tihana affiancata dal bravo GoranMarkovi) ma coppie diverse. I paesaggi sono utilizzati come orizzonti emotivi, prima anco-ra che geografici, e gli stessi attori come simbolo di ciclicit. I due ragazzi, invece, no: i dueragazzi non possono essere glistessi, perch i loro ventannisono cristallizzati dentro una gio-vinezza, innocente e fragile, checi parla (anzi: che ci deve parlare)di ieri, di oggi e, soprattutto, didomani.A 20 anni esatti dallAccordo diDayton, che nel 1995 pose finealla guerra dei Balcani, la friula-na Tucker Film scommette dun-que su uno straordinario innoalla vita e su una straordinariagiovane attrice, Tihana, di cuisentiremo parlare sicuramentemolto a lungo! Nata a Zara nel1990, si formata come attriceallAccademia dArte Drammatica di Zagabria. Al cinema labbiamo vista in Padre vostro diVinko Brean (2013) e in Hush... di Lukas Nola (2013), ruolo per cui ha vinto il Breza Award(categoria Miglior esordiente) al 60 Festival di Pola. Con la compagnia EXIT delKerempuh Theatre di Zagabria ha recitato nel musical Restless Legs (diretto da SaaAnoi) e in Acting Hamlet in the Village of Mrdusa Donja (diretto da Vinko Brean). Dalibor Matani invece nato a Zagabria nel 1975 e, sempre a Zagabria, si diplomato inregia allAccademia dArte Drammatica. Nel 2000 ha scritto e diretto il suo primo lungome-traggio, The Cashier Wants to go to the Seaside, cui sono seguiti, fra gli altri, Fine DeadGirls (2002), 100 Minutes of Glory (2005), Kino Lika (2008), Mother of Asphalt (2010) e ilrecente Handymen (2013). Uno dei suoi maggiori successi il corto Party, presentato aCannes nel 2009 e vincitore di 18 premi in vari festival nazionali e internazionali.Come regista racconta Matani sono sempre stato attratto dallonnipresente odio inte-retnico che percorre i Balcani e da ogni fronte di guerra generato dalla politica o dalla reli-gione. Con il mio film ho provato a raccontare tre differenti storie damore tra un ragazzocroato e una ragazza serba, ambientandole in tre differenti decenni: il 1991, il 2001, il 2011.Le azioni si svolgono tutte negli stessi luoghi, negli stessi villaggi illuminati dal sole, e i dueinnamorati hanno sempre poco pi di ventanni. Non sono lunico a pensare che il nostrogiovane secolo stia coltivando una preoccupante ostilit verso laltro e gli esempi, pur-troppo, non mancano: islamofobia, neonazismo, razzismo verso gli immigrati. E ancora:Analizzare questo scenario cupissimo attraverso una prospettiva sentimentale era, a mioparere, il modo pi efficace per renderne chiari i contrasti. Per sottolineare che, oggi comeieri, laccettazione lopposto dellintolleranza. Per sottolineare che, oggi come ieri, la spe-ranza e il perdono sono lopposto dellodio. Il mio obiettivo, appunto, era quello di descri-vere lorribile collisione tra il mondo pacifico dei due ragazzi, un mondo illuminato dal solecome i villaggi da cui provengono, e le peggiori azioni umane, quelle che affondano le pro-prie radici malate in un passato lontano.

    Tihana: nata una stella

    Lattrice sar al cinema dal 28 aprile con Sole alto della Tucker Film

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  • Parliamo di cose buffe. Non horiguardato Tempi Moderni diCharlie Chaplin (1936) per forsemezza decade, finch non l'horivisto al Gartenbaukino di Vienna il 1 Novembre del 2013. stato proiettato in 35 mm gidi per se cosa meravigliosa ma il motivo per cui mi venuto in mente quando penso aifilm che vorrei vedere solo al cinema stata la reazione del pubblico. Stavamo guardandoun film vecchio di quasi 80 anni, e alle dieci di un venerd mattina c'era gente di tutte le etche rideva sguaiatamente. Ragazzini che vedevano il film per la prima volta, cinefili incallitiche lo guardavano per l'ennesima: tutti messi assieme da questo intramontabile clownsciocco e baffuto, che combina pasticci e dispetti un incontro dopo l'altro fra i burocrati delmondo del lavoro e le avversit sociali.Tempi Moderni fa ridere ancora oggi grazie al suo empatico quadro dello sfruttamento: divertente e di rilievo proprio a causa della triste constatazione del fatto che per fin troppepersone mandare la macchina del profitto a farsi benedire sarebbe una prospettiva accatti-vante, ma proibita. In altre parole, non solo il capitalismo esiste ancora, ma ora anche unesperto stratega nel perpetrare l'idea che non esista alcuna alternativa economica ad esso.La polizia meravigliosamente bardata, nel frattempo, reprime chiunque le vada contro.Chaplin prende a calci nel sedere dei poliziotti. In un'epoca di occupazione e altri movimentianti-capitalistici, il semplice gesto che conta.Ho una teoria sulle cose buffe. Ogni qualvolta una prestigiosa pubblicazione intervista i cri-tici sui pi grandi di tutti i tempi , il canone di riferimento che ne risulta piuttosto rigido esevero. La precisione tecnica e l'innovazione formale sono solo requisiti apparenti. Non decisamente un requisito una parvenza di presa di posizione politica. Pi siamo, meglio ,cos potrebbero dire i sondaggisti. Pi siamo, pi siamo esausti, o meglio: niente sintetizzameglio la solidariet fra i clan sotto attacco di un numero sempre crescente di critici cine-matografici di un mucchio di film autoreferenziali e pesanti, fatti da filmmakers che sonoperlopi bianchi, per la maggioranza maschi, piccolo borghesi e solitamente morti.Le cose stanno cambiando. Lo fanno sempre. Per il bene di questa argomentazione, osser-viamo ad esempio che c' uno spazio molto limitato per la commedia nei canoni cinemato-grafici riconosciuti... perch? Perch la risata un'emozione troppo gioiosa, troppo anima-ta. troppo poco prevedibile, troppo spontanea, troppo visibile e fin troppo udibile. trop-po nuda, in una sola parola, o troppo rivelatoria per dirla in altro modo e non c' dubbionel suggerire che i creatori dei canoni cinematografici siano invece un branco di individuidisastrosamente permalosi che si prendono fin troppo sul serio. Per queste persone, la risa-ta un mezzo troppo violento per dimenticare per un p le proprie ansie, un traumaticopromemoria del fatto che si seduti fra altre persone. L'opzione pi gradevole e preferibilesarebbe di sostenere quelle opere [filmiche] risultato di una risposta interiore, una rispo-sta apparentemente pi intellettuale.Non sono d'accordo sul fatto che le commedie siano meno intellettuali dei film drammati-ci. Ma quando si tratta di prendere i film sul serio, un tipo di risposta emozionale tende adessere favorita rispetto ad un'altra. Con l'opera Poetica, Aristotele ha stabilito i parametri diriferimento secondo i quali di l in poi ogni tragedia sarebbe stata giudicata. Comunque,forme drammatiche di risata sono state analizzate e si sono sprecate speculazioni e disac-cordi fin dai tempi in cui la guida alle commedie di Aristotele and perduta. A livello critico,la risata si basa su fondamenta traballanti: come il termine film di genere, anche i miglio-ri esempi di commedia arrivano a noi con un'aura vagamente peggiorativa. Cambiarequel modo di vederla non un punto molto in alto nella nostra personale lista delle prioritsulle avanguardie culturali. Lo sviluppo dell'Arte Occidentale e della critica dell'ArteOccidentale stato un lungo cambiamento interiore. La risata un'emozione veloce, un'e-mozione d'evasione. Noi ridiamo in mezzo al tran tran quotidiano. E per coloro che optanoper uno stile di vita fatto d'incertezza economica e discutibile ambizione ad esempio, inostri amati critici cinematografici divertirsi durante il tran tran non cosa ammissibile.Non affatto una coincidenza che la maggior parte dei piaceri proibiti siano commedie, ofilm cult la cui qualit tecnica cos bassa da risultare non intenzionalmente comico. Nonpenso che queste cose siano consciamente supportate. Ma l'auto-conservazione sembraessere un risultato inevitabile per chiunque si guadagni da vivere con qualcosa di tanto

    I film che non vorresti vedere in alcun altro posto che non sia un cinema

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    Una scena di Tempi moderni di Charlie Chaplin (1936)

  • deteriorabile quanto lo un'opinione. A volte come se noi critici ci facessimo in quattroper vendicare la nostra posizione culturale, per provare a tutti che ci che facciamo unaseria e nobile causa. Come risultato di questa crociata, la risata ammissibile in questo clubd'elite solo passando dalla porta di servizio e dopo il confessionale, grazie. Ma ogni clubha margine di manovra. La commedia sempre stata accolta alla meglio, forse, con cappae spada. Ho visto il capolavoro di Tod Browning The Unknown (1927) alla CinematecaPortoghese di Lisbona il 27 aprile 2013. forse la sala cinematografica pi buia dove hoavuto la possibilit di godermi un'opera, e il film muto stato proiettato senza colonnasonora. Come ho scritto all'epoca, il silenzio amplificava la richiesta di attenzione da partedel film cos come l'elemento sociale e fisico del cinema in s: ogni brontolio di stomaco,ogni aggiustamento di posizione sul posto, ogni piccola vibrazione o movimento bucava l'o-scurit, fornendo una colonna sonora naturale allo scorrimento dell'immagine. in questospazio, penso, oscurato ma inqualche modo nudo, che unapersona diventa pericolosa-mente consapevole del fattoche lui/lei condiziona ed condizionato dall'ambientecircostante. Avendo visto ilfilm in precedenza, sono arri-vato ad anticipare e ri-apprez-zare quell'ultima scena, quan-do la star Lon Chaney realizzache un'operazione di radicalecambiamento del corpo stata compiuta invano, poi-ch l'oggetto del suo deside-rio (Joan Crawford) si fidan-zata con un altro uomo.L'orrore di Chaney indescri-bile: combattuto fra il fingere gioia per il suo amore e seppellire la disastrosa verit nelprofondo, dietro la sua scavata espressione facciale. Nella sequenza della reazione chesegue, la risata di Chaney diventa sempre pi delirante ogni qualvolta la ripresa torna su dilui, e le mie risate fragorose pervadevano la sala, traendo energia e influenzando quelledegli intimi sconosciuti attorno a me.Il silenzio spesso imbarazzante. La risata raramente lo . Quest'ultima sembra infatti esse-re un logico meccanismo di difesa nei confronti del primo. Il pio silenzio imposto all'inter-no della sala cinematografica dalla gente, sperando in tal modo di elevare il suo status cul-turale a quello di un museo o di una galleria d'arte, in verit funereo. Chi stiamo cercan-do di prendere in giro? Ecco a voi la pi democratica di tutte le arti, quella che raccoglietante persone assieme in un unico luogo, la sola con il pi alto potenziale politico, se vipiace, e tutto ci che riusciamo a fare soffocare quel potenziale con chiacchere sullapurezza e la seriet, con asociali ritirate negli angoli pi reconditi dell'oscurit. Hey salve,le scrivo per chiedere se ci sia la possibilit di ricevere uno screener online...E ancora, chi voglio prendere in giro io? Sono uno dei pi feroci militanti frequentatori dicinema che io conosca, anti-chiacchere, anti-agitazione, anti-tutto. Sono uno di quelli che zit-tisce e punta il dito, che rimprovera e fa versi di disapprovazione. Sono quello che ha assi-stito al Nightfall (2011) di James Benning il 3 marzo 2012 totalmente immobile e pietrifica-to dai suoi brutali impercettibili cambiamenti di luce in una foresta della Sierra Nevada, edello stesso regista ho visto BNSF (2013) il 5 aprile 2014 compiendo un conscio sforzo di farcombaciare l'immobilit del film col mio non cambiare postura per tutte le tre ore della suadurata. (Come breve digressione vi dir che la disciplina del corpo e della mente richiestada queste opere cinematografiche rende questi di Benning e altri film di paesaggio dei must

    solo per la sala.) Ma per tutte le esitazioni alle quali noicinefili ci esponiamo ad accuse di prenderci troppo sulserio accuse che non possiamo controbattere senzasembrare che ci prendiamo troppo sul serio per tutta l'e-sasperazione che proviamo a ricordarcelo e ad esseredistratti da altri esseri umani al cinema, per tutta la pigno-leria e per tutte le lagnanze... Ridere va bene. Fa bene.Benvengano le risate. E io rido ancora pi forte sempre.

    Michael PATTISON uno scrittore e un critico cinemato-grafico freelance di Gateshead, Inghilterra. I suoi scrittisono stati pubblicati da testate quali Sight & Sound, LittleWhite Lies, Fandor e molte altre.

    I protagonisti di The Unknown di Tod Browning (1927)

  • Com che qualcosa che vorremmo ricordare a tutti i costi si trasforma improvvisamente, come unincidente, in qualcosa che desideriamo disperatamente dimenticare? Qual il momento in cui unepisodio che ci prepariamo a trasmettere agli altri per la sua bellezza diventa quello che vorrem-mo rimuovere, cancellare in un colpo, pur sapendo di essere costretti a riviverlo giorno dopo gior-no? La forza di un trauma, dirompente in ogni periodo della vita, lo certamente di pi nellado-lescenza, controversa fase dellesistenza che Un bacio, seconda prova da regista di Ivan Cotroneoper il cinema e tratto liberamente dal suo omonimo romanzo, racconta in profondit e senza filtri.Dando voce a tutti quegli smottamenti esistenziali apparentemente piccoli ma destinati, nessunopu prevederlo, ad avere conseguenze decisive. Di traumi Lorenzo, Blu e Antonio sono pieni: immersi a pieni polmoni nella precariet della loroadolescenza i protagonisti del film si tengono le loro problematicit ben vicine, appiccicate comeetichette che volenti o nolenti sono costretti a portarsi dietro. Lorenzo, estroso e geniale, sempresopra le righe, considerato il frocio della scuola, il liceo che si ritrova a frequentare a seguitoun complicato percorso di vita, sempre in bilico a livello di dinamiche familiari. Per Blu letichettadice troia, cos come le scritte rosse a caratteri cubitali che ogni giorno la accompagnano a scuo-la lungo la strada: solitaria, ribelle e molto sensuale, Blu deve scontare le conseguenze di un epi-sodio sconveniente, dai tratti poco chiari, che ha completamente minato la sua reputazione.Antonio porta sulle spalle il peso di un grave lutto che ne ha acuito la riservatezza e la scontrosit:solo il talento nel basket gli fa guadagnare il rispetto dei compagni senza tuttavia sottrarlo alla

    nomea di scemo della scuola. Tre vite che avanzano indipendenti fino a quando siincontrano dando vita a un nuovo inizio. Si chiama amici-zia e niente si era rivelato pi salutare per attutire i dram-mi che ognuno dei protagonisti teneva nascosti per s:insieme parlano, giocano, evadono e maturano difeseagli attacchi dei compagni di liceo consapevoli che quelloche dicono gli altri nove volte su dieci sono stronzate.Si fanno pi forti. E anche Blu, gi appesantita da un cini-smo adulto che la aiuta ad affrontare la solitudine, rac-

    conta nelle lettere che immagina di scrivere alla sua s quarantenne che lamicizia lunica cosada salvare di quando si hanno sedici anni. Una presa di coscienza che il film incarna silenziosa-mente nei suoi colori, alternando i toni caldi di quando i protagonisti stanno insieme o momenta-neamente al riparo nella loro stanza alle luci fredde dei corridoi della scuola dove spesso si con-sumano i drammi. Un bacio non si risparmia niente: ladolescenza viene presa e smontata, mostra-ta in ognuna delle configurazioni, belle e spaventose allo stesso tempo, che pu assumere. C larincorsa allaccettazione sociale che costringe i ragazzi a un duello sfinente: o rispetti la norma opreparati allemarginazione. C la carenza di affetto, la ricerca di un rifugio solo per s e lamorenon corrisposto. C lincomprensione dei grandi: i pi illuminati disposti al dialogo e al perdono,gli altri propensi, almeno inconsapevolmente, a legittimare il bullismo. Eppure agli adulti non estraneo lo spaesamento di quellet in cui tutto in divenire e contemporaneamente definitivo:dopo aver rimproverato i figli si chiedono se devono fare un passo indietro e irrompere nella lorostanza aspirando alla riappacificazione, certi che quando da adolescenti si facevano le canne i geni-tori mica portavano loro la tisana in camera. Oltrech essere un film riuscito, una storia dove ten-sione drammatica e leggerezza si equilibrano dando una perfetta chiave di lettura delle polarit chemuovono ladolescenza, resta la sensazione che Un bacio sia anche un film utile. Per gli adulti, chepossono ritrovare qualcosa di se stessi e fare uno sforzo in pi per capire i figli adolescenti riflet-tendo, sicuramente pi a fondo di quanto consentano le cronache giornalistiche quotidiane, suitemi caldi di quellet. Ma soprattutto per i ragazzi stessi: in ogni inquadratura, ogni battuta, ognisguardo che passa da una porta socchiusa si capisce che il film stato fatto per loro e a loro vuoleparlare. Dimostrazione ne anche che il film adotta il tono e il lessico, stravagante se non esage-rato, che eppure tutti sappiamo essere prerogativa dei giovanissimi. Il risultato un livello di ade-renza alla realt sorprendente, tale che tutti, adulti o adolescenti, non possiamo non riconoscerequalcosa di noi nelle fragilit che affliggono i personaggi. Restiamo spaventati da come a volte puessere crudele la vita, ma anche consapevoli che, come ammette Blu, a volte non te ne accorgiperch sei ubriaco o contento o perch finalmente fai qualcosa che non avevi mai fatto.

    [Gianluca Giraudo fa parte della redazione di Scrivere di cinema Premio Alberto Farassino; persapere tutto del concorso e partecipare: www.scriveredicinema.mymovies.it]

    Il nuovo film di Ivan Cotroneo recensito da uno dei vincitori di Scrivere di Cinema

    Un bacio per tutti

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  • Aprire uno sguardo sulla pi stretta attualit da sempre il centro de Le Voci dellInchiesta,che torna con la sua nona edizione a Pordenone dopo un anno di pausa obbligata, peraver utilizzato le risorse che Cinemazero solitamente dedica al festival al progetto dellanuova Mediateca a Palazzo Badini, in pieno centro citt.Il programma di quest'anno vede nel cinema del reale il cardine di tutte le proposte. Ildocumentario contemporaneo ci sembra sempre pi essere il genere cinematografico mag-giormente vivo, interessante e denso di contenuti: mai come ora anche per la disponibi-lit di strumenti di ripresa leggeri, a costo contenuto e di qualit eccellente il reale irrom-pe con forza inusitata sugli schermi. Realt mai viste, quelle che vengono raccontate: per-ch alla qualit, alla forza, all'originalit della produzione, non corrisponde spesso in Italiaun'adeguata distribuzione. ...In questo annodi pausa, molti ci hanno spronato, sostenu-to, chiesto con partecipazione vera di tor-nare, perch film di questo tipo si dice -passano solo a Le voci dell'inchiesta.Speriamo il programma sia all'altezza dellalunga attesa: con fatica e passione abbiamocostruito 5 giorni d'incontri e omaggi ai pro-tagonisti del cinema e del giornalismo, sele-zionando documentari italiani e internazio-nali pluripremiati fra i pi importanti festivaldel mondo (IDFA, Sheffield Doc/Fest,Gtheborg, Toronto, Tribeca, New YorkDoc...). Molti dei film appariranno in anteprimaassoluta per lItalia, e anche se i registinon sono conosciuti ai pi ci sembrano trale cose pi belle viste negli ultimi tempi. Laricognizione sui festival internazionali ci hapermesso di individuare temi universal-mente condivisi. Se il fenomeno migratoriosenza precedenti che sta investendolEuropa chiede di essere compreso, conaltrettanta urgenza ci si deve interrogare suinuovi tipi di famiglia che di fatto esistono.Alcuni importanti anniversari hanno trovatoposto nel programma: dal quarantennaledel terremoto che sconvolse la regione nel1976, al trentennale del disastro diChernobyl. E poi lomaggio a LilianaCavani, che proprio col documentario hamosso i primi passi nel cinema, senzadimenticare lo spazio per sorridere e indivi-duare buone pratiche, in particolare legateall'ambiente, da portare a casa insieme albagaglio dinformazione che il festival dasempre vuole portare al suo pubblico.Tornano le foto d'inchiesta, con reporterd'eccezione, ospitati in speciali gallerie vir-tuali.Dopo un anno di silenzio, siamo orgo-gliosi di non aver mollato la presa, convintiche di questo festival ci sia bisogno, offren-dolo con modestia al nostro pubblicocome un occasione per riflettere (con sfu-mature articolate dal riso al pianto) su quelche ci circonda, per esercitare, in un'epocatroppo sbrigativa, la memoria dell'oggi.

    Le Voci dellInchiesta:realt mai viste

    Spazio al cinema del reale per una cinque giorni di proiezioni, incontri e omaggi

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  • Inaugurazione del festival dedicata al 40mo anniversario del terremoto

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    esta Se la peculiare caratteristica di attraversare la pi stretta attualit connota anche questa

    nona edizione de Le voci dellInchiesta - in programma a Pordenone tra mercoled 13 edomenica 17 aprile con proiezioni di documentari selezionati nei migliori festival interna-zionali, presentati spesso in prima italiana lapertura del festival di Cinemazero sar dedi-cata al ricordo del terribile evento che ha profondamente segnato la storia recente del Friuli.Il 40.mo anniversario del terremoto che nel maggio del 1976 distrusse interi paesi del Friuli,sar al centro della serata di mercoled 13 aprile: una catastrofe senza precedenti che pro-voc quasi mille morti, oltre 100 mila sfollati, coinvolse 600 mila abitanti (il 60% della popo-lazione), provoc la distruzione completa di 45 comuni e il grave danneggiamenti di 52 cen-tri. In prima linea nel raccontare le devastazioni, i danni, i soccorsi, ma anche la tenaciadimostrata dai friulani nellopera di ricostruzione, una serie di agguerriti inviati della Rai, tracui Gianni Min, Paolo Frajese, Bruno Vespa. E proprio la voce di Min e del suo collega RaiEdek Osser accompagneranno, tra gli altri, una serata piena di contributi video con la proie-zione di immagini sinora inedite.Le Voci dellInchiesta vuole ricordare il ruolo fondamentale delle televisioni e della stampa,locale e nazionale, durante i mesi dell'emergenza e nei lunghi anni della ricostruzione.Insieme allo straordinario impegno del Messaggero Veneto - che con Il Gazzettino, IlGiornale e il Corriere della Sera si distinsero per lapporto puntuale e appassionato - deter-minante fu anche l'attenzione della RAI, nazionale e regionale, che si concretizz in tante tra-smissioni giornalistiche e di approfondimento (i telegiornali, TG2 Dossier, Tam Tam).Linteresse su quanto accadeva nell'area terremotata ha contribuito ad arricchire il dibattitoattorno a quella ricostruzione che, anni dopo, sarebbe stata guardata dal resto della nazio-ne come "modello Friuli", un riconoscimento alla tenacia e alla speranza dei friulani che neigiorni del disastro e nei dieci anni successivi non croll mai. Il terremoto del Friuli unesempio davvero unico per la straordinaria opera collettiva di ricostruzione: i paesi, i centristorici, le case, e le fabbriche furono ricostruiti esattamente dov'erano. Dall'esempio delFriuli nacque la moderna "Protezione Civile".A coordinare la serata il caporedattore della redazione programmi della Sede Rai del FriuliVenezia Giulia Cristiano Degano. Ospite anche il direttore della Sede Rai regionale GuidoCorso, che ricever dal Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia FrancoIacop un riconoscimento ufficiale, che testimonianza dellenorme lavoro portato avantidalla RAI nei mesi della tragedia. Il terremoto in Friuli fu anche uno straordinario esempio di solidariet giunta da ogni partedel mondo, e proprio di questo sostegno e di questa fratellanza internazionale racconta iltoccante documentario del regista Massimo Garlatti-Costa Quando la terra chiama, presen-tato in prima assoluta alla presenza dellautore. Il documentario prodotto dalla Raja Filmsper lEnte Friuli nel Mondo racconta il dramma del terremoto del 1976 dalla prospettiva deifriulani che lo vissero dalle loro terre di emigrazione: Australia, Canada, Francia, Svizzera,Argentina e da altre localit italiane. Dai primi giorni dopo il terremoto, lEnte Friuli nelMondo ha agito come ponte tra i friulani lontani e la loro patria di origine. Il documentarioracconta le innumerevoli iniziative pro Friuli da parte dei suoi figli lontani, come le raccoltefondi - valutabili in svariati miliardi di lire - le azioni di lobby politica presso i governi stra-nieri e le missioni per aiutare i propri fratel-li in Friuli, che hanno permesso la costru-zione di numerosissimi manufatti ancoraoggi visibili: asili, scuole, case di riposo edinteri villaggi per i senza tetto.Il lavoro pre-senta materiale inedito trasferito diretta-mente dalle pellicole originali in 16mm e35mm ed anche materiale fotografico egiornalistico dellepoca. Realizzato in varieversioni linguistiche, il documentario sardistribuito dallEnte Friuli nel Mondo pressotutti i Fogolrs e lis Fameis Furlanis affinchil contributo dato in quella drammaticaoccasione possa essere raccontato e piena-mente compreso nella sua straordinariet.

    Le Voci dellInchiestagli occhi, la terra, il cuore

  • Novit di questa edizione lesposizione in alcuni negozichiusi del centro di 5 reportage fotografici. Le VocidellInchiesta ha dunque invitato Georgios Makkas con lasua famosa inchiesta sulle serrande abbassate dalla crisiad Atene; Fabrizio Giraldi e la sua delicatissima ricogni-zione sui transessuali in regione; Francesco Malavolta,fotografo per Frontex nelle acque solcate dai barconi affollati di migranti; Pierpaolo Mittica,pluripremiato fotografo friulano, con il suo fondamentale reportage, frutto di ricerche dioltre dieci anni, sui siti dei principali disastri nucleari; Mario Boccia, con i suoi notissimi scat-ti, che hanno raccontato con un sano equilibrio fra forza e delicatezza - la guerra in ExJugoslavia.The Archeology of Now di Georgios MakkasDa alcuni anni Makkas sta curando il progetto The Archaeology of Now (LArcheologia diadesso), per documentare i cambiamenti in corso nelle citt greche negli ultimi anni. Il pro-getto pubblicato su Instagram e raccoglie le fotografie di negozi di Atene, Salonicco eGiannina, che sono in difficolt o che hanno chiuso a causa della recessione degli ultimianni, insieme ai cambiamenti urbanistici e socio-culturali delle citt. Tutti gli scatti sono statirealizzati con un iPhone. L'economia della Grecia ha avuto una contrazione del 25% negliultimi cinque anni e questo pi visibile nelle citt, dove decine di migliaia di negozi a con-duzione familiare sono stati costretti a chiudere i battenti. L'artista spiega: Atene sta cambiando rapidamente, il centro sta subendo molti mutamen-ti; per questo ho deciso di fotografare tutti quei negozi che non ci saranno pi tra due o treanni. Molti di questi negozi rappresentano, credo, il sogno di molti greci dopo la Secondaguerra mondiale: avere unattivit di famiglia. Ma un sogno che sta scomparendo. Questebotteghe fanno parte dei miei ricordi dinfanzia ed molto triste vederle scomparire.Io sono di Fabrizio GiraldiLItalia insieme allUngheria il paese nellUnione in cui i transgender sono pi discrimina-ti. Lo rileva un nuovo rapporto sui risultati di un sondaggio condotto in tutta la UE, Esseretrans nellUnione europea, unanalisi comparativa pubblicato dallAgenzia europea per idiritti fondamentali. Il percorso di transizione condotto in Italia lungo e molto faticoso.Ambiguit fisiche e documenti discordi rendono i pi banali momenti di vita un problema.Andare al lavoro, relazionarsi con la famiglia o presentare i documenti. Hai la barba ma tichiami Lara, Cristina o Veronica, un trucco leggero capello lungo e tacco, ma ti chiamiEnrico o Antonio. Il progetto a dittico raccoglie ritratti di persone che hanno deciso di rac-contarsi per aiutare chi oggi come loro un tempo ha problemi a relazionarsi con il corpo incui vive. Ad ognuno chiedo di portare una foto di loro prima della transizione. Molte le fotobuttate, ne restano poche, a volte per caso.Dal Frontex di Francesco MalavoltaDalla sua pluriennale esperienza sulle frontiere e di conseguenza sul flusso migratorio deipopoli, in particolare su quello proveniente dal mare, nasce questa selezione di foto. Dal2011 documenta, per conto dell'Agenzia dell'Unione Europea Frontex, quel che accadelungo i confini marittimi e terrestri del Continente.Souvenir from Jugoslavija di Mario BocciaMario Boccia ha fotografato a Sarajevo dal dicembre 1992 al marzo 1996. La maggior partedelle sue foto sono state pubblicate su prestigiosi giornali, svariate riviste, libri, protagoni-ste di mostre in Italia e all'estero. Come un fotoreporter freelance ha coperto tutti gli even-ti storici salienti relativi al crollo dell'ex Jugoslavia, dalla crisi slovena (1991) a quellamacedone ( 2001).La trilogia del nucleare, Mayak, Chernobyl, Fukushima, di Pierpaolo MitticaQuello di Mayak, 1957, uno dei pi grandi disastri ecologici creati dalluomo, ma ne sap-piamo pochissimo. Il 26 aprile del 1986 esplose la centrale nucleare di Chernobyl.Lemissione di radioattivita duro per dieci giorni e quasi tutta lEuropa ne fu investita.Uno dei pi violenti terremoti di sempre, nel marzo 2011, seguito da uno tsunami deva-stante, colpisce il Giappone e limpianto nucleare di Fukushima Daiichi, che rilascia nellariae nelloceano massicce quantit di materiale radioattivo. Storie troppo vicine, che vengono dimenticate troppo in fretta: le foto di Mittica le tengonoin vita.

    Le Voci dellInchiestaphoto / shops

    Negozi sfitti e muri bianchi della citt diventano gallerie virtuali per i reporter dinchiesta

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    GLI SPAZI ESPOSITIVI

    Spazi Ex Carson - CorsoGiuseppe Garibaldi, 47

    Spazi Ex Gaud Piazza XX Settembre, 28

    BiancaparetebiancaPiazza Cavour, sopra

    il Caff Nuovo

  • Cosa c' dall'altra parte? Questa domanda nutrelanimo umano da millenni e non importa se "l'al-tra parte" sia fisica o metaforica, una porta chiusao una distanza geografica: importa soltanto lacuriosit. L'istinto della scoperta, dell'indagine.L'istinto dello sguardo. Ne sa qualcosa il Far EastFilm Festival di Udine, che dal 1999 esplora "un'al-tra parte" chiamata Asia, e ne sa qualcosa il grafi-co Roberto Rosolin, che ha cristallizzato quell'e-splorazione in un'immagine. Il nuovo poster delFEFF, dunque, tratteggia una risposta possibileattraverso un doppio movimento degli occhi: inostri, che al termine del viaggio impattano nelprofilo di una ragazza dai tratti orientali, icona delfuturo prossimo o (perch no?) del passato remo-to, e i suoi, che a propria volta guardano lontano,cercando "un'altra parte" da esplorare.L'Occidente, forse? Lasciando aperta linterpretazione, Rosolin ha ope-rato con la tecnica del light painting (i fasci di lucederivano dalluso di led e sono stati proiettati diret-tamente sul viso della modella, senza lausilio disoftware) e ha messo a punto un ritratto luminoso dove lhi-tech contiene elementi di tradi-zione e dove lestetica sci-fi contiene elementi onirici. Tra sogno e realt, dunque, il Far EastFilm Festival si appresta a diventare maggiorenne: dal 22 al 30 aprile, infatti, vedr accen-dere i riflettori internazionali sulla sua diciottesima edizione! I 60 titoli del programma attin-geranno, come sempre, alle migliori produzioni dell'ultima stagione (blockbuster, cultmovie, outsider su cui scommettere, ma anche oasi dautore da tutta l'Asia). Il calendario del #FEFF18 questo lhashtag ufficiale sar ancora una volta impreziosito daun fittissima rete di eventi collaterali, disseminati nel centro di Udine, e, ovviamente, nonmancheranno il FEFF Campus, la scuola di giornalismo per giovani talenti europei e asiati-ci, e il workshop internazionale Ties That Bind, che ormai da anni mette in connessione pro-duttori occidentali e orientali.Tra le novit della diciottesima edizione, spicca sicuramente Focus Asia, lappuntamento dibusiness che si svolger al Cinema Visionario di Udine il 27, il 28 e il 29 aprile e vedr il FEFFcollaborare con MIA Mercato Internazionale dellAudiovisivo di Roma (assieme al FondoAudiovisivo del Friuli Venezia Giulia e alla DG Cinema MIBACT). Un primo passo per ilrafforzamento delle relazioni tra Europa e Asia, sotto il segno del cinema di genere, per offri-re ai buyer europei una panoramica sulle produzioni asiatiche recenti ad aprile durante ilFEFF. Nel corso dei suoi 18 anni di attivit, il FEFF servito a far conoscere i mercati asiati-ci e a far capire le regole che li governano, i meccanismi produttivi che li caratterizzano, met-tendo in luce le potenzialit per il pubblico europeo e creando cos le basi per un successi-vo percorso bilaterale: una corrispondenza reciproca con al centro laudiovisivo targatoEuropa. Basi che ora Focus Asia pu concretamente sviluppare guardando allOriente, gran-de protagonista internazionale del prodotto di genere, in una prospettiva di business amedio e lungo termine.Per quanto riguarda la line-up, il FEFF ha gi anticipato uno dei titoli pi forti: lattesissimoThree Stories of Love di Hashiguchi Ryosuke. Uscito in patria lo scorso novembre per laShochiku Broadcasting, il film appare subito una lucidissima (e meravigliosa) indagine sen-timentale costruita con un meccanismo narrativo quasi altmaniano. Sullasfalto ruvido dellestrade metropolitane, sotto i ponti e nelle periferie urbane, tre personaggi in cerca damo-re sono impegnati in una lotta quotidiana constante. Dal mosaico di America oggi, dunque, al mosaico di tre storie che raccontano implacabil-mente la passione nelle sue declinazioni pi universali e dolorose (un uomo distrutto dal-lassassinio della moglie, un avvocato gay che ama non riamato, una casalinga trascuratadal marito). Tre storie che si sfiorano e una tessitura geometrica che rivela tutta labilit diHashiguchi Ryosuke, classe 1962, collezionista di premi e di talenti.

    Dal 22 al 30 aprile, a Udine, la diciottesima edizione del FEFF

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    Il Far East Film diventa maggiorenne

  • 8 E 1/2, IL VIAGGIO DI FELLINILisbona Cinema So Jorge e Cinema UCI - El Corte Ingls, dal 30 marzo al 07 aprile100 fotografie su pi di tremila scatti realizzati da Gideon Bachmann sul set del capolavoro diFellini 8 e 1/2 e custoditi da Cinemazero, saranno esposte a Lisbona e in Portogallo, regalandoal pubblico lusitano l'imprevedibile sensazione di conoscere ancora qualcosa di nuovo del per-corso del regista italiano pi amato in tutto il mondo. Una chance non convenzionale per riper-correre la genesi di un film come 8 1/2, diventato un classico del grande schermo gi a pochianni dalla sua uscita in sala. Le splendide immagini di Bachmann ci rimandano in maniera niti-da l'atmosfera da caravanserraglio che regnava sul set, l'andirivieni di visite, il superattivismodel regista demiurgo, oltre ai corpi e ai luoghi che sono poi diventati 'felliniani' per antono-masia. Una miscela che solo il grande regista riusciva, alchimisticamente, a rendere perfetta. Un iniziativa organizzata da Festa do cinema italiano, Cinemazero e Associazione Il Sorpassoin collaborazione con lInstituto Italiano di cultura di Lisbona.

    RESTAURI E FRAMMENTI. WELLES INCOMPIUTO E RITROVATORoma, Centro Sperimentale di Cinematografia - 21 aprile 2016Gioved 21 aprile al CSC la Sala Trevi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma sarteatro di un confronto sulle pi attuali e urgenti istanze per chi si occupa di restauro cinema-tografico oggi, illustrato dalle preziose immagini del capolavoro perduto di Orson Welles TheMerchant of Venice e dal caso che rappresenta. Sar possibile calarsi concretamente nellariflessione che una simile sfida racchiude, vedendo prima la versione senza interventi direstauro e di ricostruzione, a cui seguir la proiezione della versione restaurata a cura diCinemazero e Filmmuseum Wien e presentata da Luca Giuliani e Riccardo Costantini.

    TAGLIA CORTI 2016Trieste, Teatro Miela - gioved 7 aprile 2016 giunto alla settima edizione Tagli Corti, il festival di cortometraggi e videoclip musicali under35 organizzato da RadioInCorso.it, la web radio dellUniversit di Trieste. Nato con lobiettivodi incentivare musica e cinema, dando spazio e occasioni di confronto a giovani talenti emer-genti, la manifestazione ospita anche questanno registi provenienti da tutta Italia e tuttaEuropa. La serata finale, concepita come un vero e proprio show si terr il 7 aprile a partiredalle ore 20.15, nella cornice del teatro Miela di Trieste. Durante la serata verranno proiettatee premiate le 20 opere finaliste delle tre categorie in concorso: Cortometraggi Professionali,Cortometraggi Esordienti e Videoclip Musicali. Info: www.radioincorso.it

    PREMIO INTERNAZIONALE PER LA SCENEGGIATURA MATTADOR Scadenza bando venerd 15 aprile 2016Il Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador dedicato a Matteo Caenazzo, giova-ne triestino studente di cinema allUniversit Ca Foscari di Venezia, scomparso prematura-mente il 28 giugno 2009, mentre stava studiando con lobiettivo di intraprendere la profes-sione di sceneggiatore.Il Concorso, rivolto a giovani sceneggiatori italiani e stranieri dai 16 ai 30 anni, si propone difar emergere e valorizzare nuovi talenti che scelgono di avvicinarsi alla scrittura cinemato-grafica, offrendo loro la possibilit di sviluppare i loro progetti lavorando a contatto con tutorprofessionisti. Dalla scorsa edizione il Concorso prevede una nuova sezione dedicata all'illu-strare storie per il cinema: Premio MATTADOR alla migliore sceneggiatura per lungometrag-gio, Premio MATTADOR al miglior soggetto, Premio CORTO86 alla migliore sceneggiaturaper cortometraggio e Premio DOLLY Illustrare storie per il cinema alla migliore storia rac-contata per immagini. Info: www.premiomattador.it

    TRENTO FILM FESTIVALTrento, dal 28 aprile all8 maggio 2016Il Trento Film Festival una manifestazione dedicata alla montagna, allesplorazione e allav-ventura, con unattenzione particolare al rapporto tra luomo e la natura, alle storie e alle cul-ture dei paesaggi alpini ed estremi. Tantissimi i film iscritti questanno, con opere provenien-ti da tutto il mondo confermando come la rassegna rappresenti per il settore un importantepunto di riferimento internazionale. Come di consueto, oltre alle proiezioni non mancheran-no incontri alpinistici, mostre, spettacoli, la rassegna internazionale delleditoria di montagnaMontagnaLibri, il Parco dei mestieri per le famiglie e i ragazzi. Unattenzione particolaresar dedicata allambiente e ai cambiamenti climatici, in partiacolare dopo la Conferenzainternazionale sui cambiamenti climatici di Parigi. Info: www.trentofestival.it

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  • IL FILM TRATTO DALLA VERA STORIA DEL PRIMO CLOWN NERO DELLA SCENA FRANCESE.

    MISteR CHOCOLAtDI ROSCHDy zeMDal circo ai palcoscenici teatrali, dall'anonimato alla fama, ecco a voi l'incredi-bile storia del clown Chocolat, il primo artista nero della scena francese. Il duounico che egli forma con il collega, nonch grande amico, Footit incontra ungrande successo popolare nella Parigi della Belle poque. Ma poi il successotravolgente, i soldi facili, il gioco d'azzardo e la discriminazione usurano defi-nitivamente la loro amicizia e rischiano di stroncare la carriera di Chocolat.Dopo lo straordinario successo di Quasi Amici, Omar Sy torna al cinema conlincredibile interpretazione del primo artista nero della storia francese. Pi di8 milioni di spettatori in Francia, per un film che ha conquistato pubblico e cri-tica. Il lungometraggio diretto da Roschdy Zem un incredibile biopic cheripercorre la storia di questo straordinario artista. Una storia diretta con eccellente professionalit, un biopic ben inserito in uncontesto storico molto preciso, che si avvale dell'ottima e consolidata pre-stanza fisica e mimica dell'irresistibile Omar Sy, una vera star francese e nonsolo. Ma James Thirre il vero portento: l'uomo vero del circo che si prestaanima e corpo a rendere un personaggio comico ma anche molto malinconi-co e solo, che rappresenta ala perfezione lo stereotipo pi poetico e stimolan-te della figura del pagliaccio. Uno dei molti nipoti di Chales Chaplin, Thirre nato da una famiglia circense e pertanto gioca in casa un ruolo che lo vedetuttavia anche intenso attore drammatico. Non sono certo un contorno mavalidi ulteriori attributi del film, molti altri attori noti o notissimi del cinemad'oltralpe: la stupenda Clotilde Hesme (definita con spregio "la femme aunegre") , Olivier Gourmet (titolare del circo pi prestigioso di Parigi), Nomilvovsky e Frdric Pierrot, coppia circense da cui tutto ebbe origine, Alice deLancquesaing nel ruolo della giovane amante di Chocolat. [www.filmtv.it]

    LA COPPIA AND-SERVILLO ALLE PRESE CON UN INTRIGANTE THRILLER POLITICO

    Le CONFeSSIONIDI RObeRt O AND Un cast di grande richiamo internazionale per Le confessioni, il nuovo film diRoberto And. Le riprese, iniziate il 26 maggio in Francia, sono proseguite poiin Germania e Italia per una complessa coproduzione italo francese Bibi Film -Barbary Film con Rai Cinema.Il film incentrato sul ruolo del potere, quello vero, quello al di sopra di tutto,visto attraverso gli occhi di un monaco interpretato da Toni Servillo (che conRoberto And aveva gi lavorato in Viva la libert).Siamo in Germania, in un albergo di lusso dove sta per riunirsi un G8 dei mini-stri dell'economia pronto ad adottare una manovra segreta che avr conse-guenze molto pesanti per alcuni paesi. Con gli uomini di governo, ci sonoanche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roch, e tre ospi-ti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star e un monaco italia-no, Roberto Salus. Accade per un fatto tragico e inatteso e la riunione deveessere sospesa. In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingag-giano una sfida sempre pi serrata intorno al segreto. I ministri sospettanoinfatti che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a saperedella terribile manovra che stanno per varare, e lo sollecitano in tutti i modi adire quello che sa. Ma le cose non vanno cos lisce: mentre il monaco - unuomo paradossale e spiazzante, per molti aspetti inafferrabile - si fa custodeinamovibile del segreto della confessione, gli uomini di potere, assaliti darimorsi e incertezze, iniziano a vacillare... .

    DELICATO E IRONICO ADATTAMENTO DELL'OMONIMO ROMANZO DI DAVID FOENKINOS

    LeS SOuVeNIRSDI j eAN-PAuL ROuVe Romain ha 23 anni e lavora di notte in un albergo. Fantastica una carrieracome scrittore e il grande amore. Il padre sulla via del pensionamento.L'adorata nonna, piena di vitalit, condotta dai figli in una casa di riposo, deci-de di scappare. Romain si mette sulle sue tracce. Un viaggio nei ricordi per questa commedia dolce-amara, assai brillante, chetorna sui temi cari al regista: il tempo che passa, la possibilit di far marciaindietro, per riprendersi il destino e ritrovare il senso profondo della vita.Piccolo, stranamente caloroso, il discorso approntato in Les Souvenirs non sicomplica affatto la vita e cerca di andare dritto al sodo, ma daltra parte lin-tenzione non pare per niente quella di riempire questa vicenda di episodi.Colpisce perci il placido andamento, attraverso cui viene filtrata una storia incui solitudine ed il suo contrario affiorano quali componenti principali d unacommedia sul senso della vita.

    (Tit. Or.: Chocolat) Un film diRoschdy Zem. Con Omar Sy,James Thierree, ClotildeHesme. Francia, 2015. Durata110 min.

    Un film di Roberto And.Con Toni Servillo, ConnieNielsen, PierfrancescoFavino. Italia, 2016. Durata100 min.

    Un film di Jean-Paul Rouve.Con Michel Blanc, AnnieCordy, Mathieu Spinosi.Francia, 2014. Durata 96 min.

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    LA SCUOLA AL CINEMA - APRILE 2016Le proiezioni si svolgono a Pordenone presso Cinemazero, in Piazza Maestri del Lavoro.

    Il costo del biglietto di 3,00 a studente (ingresso libero per gli insegnanti). Per informazioni e prenotazioni, mail [email protected], tel. 0434520945 (mar-ven dalle 15.00 alle 18.00)

    CINEMA E LETTERATURA. STRUTTURE NARRATIVE A CONFRONTO | Palazzo Badini, gioved 21 e 28 aprile ore 15.00Un corso in due lezioni destinato a insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado per indagare le caratte-ristiche della narrazione breve nella letteratura e nel cinema e per imparare a svolgere in aula la comparazione tra libro efilm. Le lezioni frontali si svolgeranno in Sala Ellero (I piano di Palazzo Badini) e saranno condotte dal prof. Sabatino Landi.Le lezioni saranno arricchite dalla visione di sequenze cinematografiche. Per iscrizioni, scrivere a [email protected]

    Gioved 7 aprile ore 9.00 | Alla presenza del regista Ivan CotroneoEvento realizzato col patrocinio del Garante FVG per i diritti dell'infanzia edell'adolescenza, dott.ssa Fabia Mellina BaresUN BACIO di Ivan Cotroneo. Con Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani,Leonardo Pazzagli, Simonetta Solder. Italia 2016, 101'"Un bacio" ha come protagonisti tre ragazzi sedicenni, Lorenzo, Blu e Antonio,che hanno molte cose in comune: frequentano la stessa classe nello stessoliceo in una piccola citt del nord est, hanno ciascuno una famiglia che li ama,e tutti e tre, anche se per motivi differenti, finiscono col venire isolati dagli altricoetanei. "Un bacio" un film sull'adolescenza, sulle prime volte, sulla ricer-

    ca della felicit. Ma anche sul bullismo e sull'omofobia. Sui modelli e sugli schemi che ci impediscono, e cheimpediscono soprattutto ai ragazzi, di essere felici, di trovare la strada della loro singola, particolare, perso-nale felicit. | Il film destinato a studenti delle scuole superiori di primo e secondo grado. Per maggiori infor-mazioni, scrivere a [email protected]

    Gioved 14 aprile ore 10.30 Alla presenza di Don Pierluigi Di Piazza TEACHING IGNORANCE di Tamara Erde.Documentario. Francia 2015, 51'Il documentario racconta stralci di vita di insegnanti palestinesi e israeliani e imetodi educativi utilizzati nel trasmettere la storia del proprio paese, i valorireligiosi e politici. Emergono contraddizioni, ma non solo. Lidea nasce dalle-sperienza dellautrice, che racconta di come durante gli anni della scuola nonsi fosse mai posta delle domande su come le venisse insegnata la storia nazio-nale o su come venisse diversamente raccontata in una classe palestinese. La

    videocamera riprende le dinamiche pedagogiche e dialettiche delle lezioni di storia e conduce lo spettatore,e gli stessi docenti intervistati, a una riflessione complessa sul valore della storia nel plasmare le identit deigiovani e il loro posto nel mondo (in questo caso un mondo di conflitto quotidiano). Da questo documenta-rio emerge uno sguardo profondo sugli effetti che il conflitto israelo-palestinese avr sulla prossima genera-zione di individui. L'opera della giovane filmmaker Tamara Erde si propone di sollevare il dibattito e la rifles-sione sul tema del pluralismo religioso e della convivenza di religioni diverse.Dopo la proiezione, Pierluigi Di Piazza dialogher con gli studenti.

    Venerd 15 aprile ore 10.30 Alla presenza dei registi Stefano Collizzolli e Michele Aiello FUORICLASSE - LA SCUOLA POSSIBILE di S. Collizzolli e M. Aiello. Doc., Italia 2016, 70' Una piccola scuola elementare in mattoni rossi, in una borgata in mattonirossi: Montecucco, Roma. Inizia la primavera. In quarta A nasce FrecciaAzzurra, una radio bambina. Viaggiando fuori dalla classe sulle onde radio, igiovani autori radiofonici si incontrano con loro coetanei di tutta Italia edascoltano i loro racconti. E si raccontano di una scuola fantastica. In un paese

    fra i boschi dellAppennino toscano, una terza ed una quarta inseguono lupi per sentieri nebbiosi: questani-male irriducibilmente selvatico mette pi paura o fascino? Le asine nella Rho dellExpo sono pi rassicuran-ti; ma, se sono ospiti nel cortile della scuola, possono riservare sorprese Anche nel rione Ascarelli di Napolii corridoi scolastici ospitano un animale: un immenso e strepitoso cavallo rosso di cartapesta, Marco Cavallo.Il viaggio prosegue a sud, a Craco Peschiera, nella campagna materana, la terra dei calanchi, i bambini dellaPadre Pio indagano sulla storia del proprio paese abbandonato a causa di una frana che segna tutte legenerazioni. Infine a Padova, nella scuola Arcobaleno, ci si appropria dellAntigone di Sofocle, per ri-rac-contarla in piazza, ad adulti stupiti. Attraverso gli affascinanti racconti di questi laboratori, i bambini dellaradio scoprono il nostro paese e noi scopriamo quanto pu essere creativo andare a scuola, dentro e fuoriclasse, se la scuola agita in modo aperto, curioso, orizzontale. Scopriamo che la scuola fantastica unascuola possibile. E scopriamo, attraverso la dignit e lo stupore del pensiero infantile com vivere nella peri-feria lombarda, o nella campagna della Basilicata: com ora lItalia, dal punto di vista dei bambini. Dopo la proiezione, i registi dialogheranno con gli studenti