15 Giorni - Numero 9 - 6 Febbraio 2014

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NON CI FERMIAMO PER AMMODERNARE LA STRADA PIAN D’ASSINO DA MOCAIANA A MONTECORONA PRONTI 74 MILIONI SUI 380 STANZIATI IN TOTALE DAL GOVERNO LETTA PER LE OPERE PUBBLICHE SUL TERRITORIO NAZIONALE. MA RESTA IL NODO DEL COMPLETAMENTO DELLA VECCHIA CONTESSA quindicinale d’informazione Giovedì 6 Febbraio 2014 Anno II Numero 9 GUBBIO Gubbio - Via dell’Arboreto Gualdo Tadino - Via V. Veneto presso

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Torna l'appuntamento con 15 Giorni, in uscita col terzo numero del 2014 giovedì 6 febbraio (e disponibile presso oltre 450 locali pubblici del comprensorio eugubino). In questo numero copertina dedicata alla viabilità e alle prospettiva della statale 219 Pian d'Assino, che a breve potrebbe veder partire un nuovo lotto di lavori lungo la direttrice Mocaiana-Montecorona. A seguire un'intervista ai nuovi segretari di Pd (Claudio Ruspi) e PSI (Francesco Pierotti), le mosse dei partiti in vista delle elezioni, la nuova vita musicale de Le idi di Maggio (ex The Skaouts), l'exploit dei giovani ballerini Gianluca Ghirelli e Vanessa Martelli, secondi nei campionati italiani e prossimi a partecipare ai campionati del mondo, e molte altre curiosità. 15 Giorni lo trovi in distribuzione in tutti i locali pubblici, bar, edicole, nelle scuole e nelle attività del Comune di Gubbio

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NON CI FERMIAMOPER AMMODERNARE LA STRADA PIAN D’ASSINO DA MOCAIANA A

MONTECORONA PRONTI 74 MILIONI SUI 380 STANZIATI IN TOTALE DAL GOVERNO LETTA PER LE OPERE PUBBLICHE SUL TERRITORIO NAZIONALE.

MA RESTA IL NODO DEL COMPLETAMENTO DELLA VECCHIA CONTESSA

quindicinale d’informazione

Giovedì 6 Febbraio 2014 Anno II Numero 9

GUBBIOGubbio - Via dell’ArboretoGualdo Tadino - Via V. Veneto

presso

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Marchio Gubbio non è un logo, è un’idea virtuale da trasmet-tere al mondo. Come dire New York, Pechino, Las Vegas, o la vicina Assisi, noi non abbiamo in testa un logo, ma quello che queste città rappresentano. Marchio Gubbio deve essere questo, deve essere sinonimo di: arte, cultura, storia, tradi-zioni, qualità di vita, prodotti tipici e sani, non perché ce li dobbiamo inventare, ma per-ché Gubbio è già questo. Dicia-mo basta al logorio della città per incapacità e interessi per-sonali a scapito dei cittadini.Basta con persone che nei progetti prima pensano ai compensi poi alle opere. Ci ri-troviamo, infatti, con le stesse incompiute, inutili, abban-donate a se stesse, o con un risparmio sulla qualità tale, che il giorno dopo, già bisogna spendere per mettere delle pezze. Gubbio ha in se la forza di ri-sorgere per quelle che sono le sue attitudini naturali. Il MoVimento 5 Stelle vuole un cambiamento netto che deve partire dalle buone idee, dal lavoro, dall’entusiasmo, dalla condivisione e partecipazione dei cittadini e poi dai soldi da investire. Il concetto è lo stesso ma il senso è completamente diverso, perché a volte ci sono progetti che costano poco, ma a una certa politica non inte-ressano perché non portatori di profitto.“Marchio Gubbio” è un progetto del MoVimento 5 stelle, che vuole insieme ai cittadini trovare delle soluzioni principal-mente per dare sviluppo e lavoro, riportando il turismo nel-la nostra città e riportando l’agricoltura a produrre prodotti d’eccellenza. Crediamo che in questa sinergia ci sia sviluppo e lavoro, mettendo in una filiera unica aziende agricole e turi-stiche, dove il prodotto attira il turista che diventa cliente del prodotto stesso, da degustare in ristoranti con cucina tipica del luogo. Vogliamo un’amministrazione che con eventi, ma-nifestazioni, iniziative comuni, in periodi di affluenza turisti-ca, aiuti aziende agricole, artigiane ed altri, a sfruttare strut-ture spesso inutilizzate. Che dia la possibilità di portare i loro prodotti vicino ai consumatori, riqualificando la città a questa esigenza e proiettando questa immagine al mondo intero.Di simboli e loghi da usare come spunto o da apporre sui prodotti ne abbiamo quanti ne vogliamo: Ceri, tavole eugubi-ne, palazzo dei consoli, Sant’Ubaldo, città medievale, la Gola

del Bottaccione, San Francesco e il Lupo, Teatro Romano, la ceramica di Mastro Giorgio. Abbiamo cosi tanto che riesce pure difficile scegliere. È per questo che Gubbio deve essere marchio di se stesso, Gubbio è tutto questo, una città meravi-gliosa. Per questo dobbiamo salvaguardare i nostri terreni da qualsiasi inquinante, produrre prodotti tipici di qualità eccel-lente recuperando e sfruttando l’esperienza di persone che hanno costruito le nostre tradizioni, incentivando l’agricolto-re a custodire la natura e il territorio.L’occasione è più che mai propizia se cerchiamo di sfruttare appieno gli imminenti fondi per l’agricoltura della comuni-tà europea. Fin da subito il MoVimento lavorerà sul proget-to “orti 5 stelle”, ossia terreni da mettere a disposizione di scuole, volontari, pensionati, dove i prodotti, in parte, an-dranno a sostegno di persone in difficoltà, mense scolastiche ed enti benefici. Prodotti sani e di alta qualità.

MoVimento 5 Stelle Gubbio Gruppo Sviluppo Turismo e Agricoltura

MarchioGubbio, questa è

la risposta

SPAZIO AUTOGESTITO

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MANCANO 16 CHILOMETRI PER L’INNESTO DA MOCAIANA CON LA E-45: I LOTTI SONO

TRE, UNO VERRÀ FINANZIATO E PER GLI ALTRI DUE SERVE RIDURRE I COSTI SUPERANDO IL COMPLICATO PIANO REDATTO AI TEMPI

DI ORFEO GORACCI E LUCIO PANFILI. NUOVA MOBILITAZIONE PER LA CONTESSA

Sedici chilometri da Mocaiana a Montecorona: questo resta, ed è tanto, per ammodernare del tutto la strada Pian d’Assino a ovest, fino al collegamento con la E-45. Il progetto così con-cepito vale l’investimento faraonico di 234 milioni di euro per poter procedere con i tre lotti previsti. Impossibile trovarli tutti. Intanto, la buona notizia è che sono pronti 74 milioni per attivare il cantiere di uno dei lotti. Tale somma, che que-sta settimana dovrebbe avere il via libera in istruttoria, copre per intero il secondo tratto da Mocaiana al bivio per Pietra-lunga. Resterebbero fuori il percorso dal bivio di Pietralunga a Camporeggiano, il più ostico e oneroso (110mila euro), e quello da Camporeggiano a Montecorona (50mila). Per ora è aperto, dal 7 ottobre scorso, il tratto dal bivio Contessa a Mo-caiana, di 5,9 chilometri a due corsie, costato 22,5 milioni.I 74 milioni stanno per essere ufficializzati dal Cipe (Comi-tato interministeriale per la programmazione economica) su un pacchetto di opere pubbliche che prevede un investimen-to complessivo di 380 milioni, così come deciso dal Governo Letta per ridare un pò di fiato alla derelitta economia nazio-

nale. È la scossa che cerca questo governo per rilanciare le attività infrastrutturali e gli appalti.I finanziamenti per la viabilità del territorio eugubino vedo-no l’impegno in prima linea di Rocco Girlanda, sottosegre-tario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che fa leva sul contratto di programma dell’Anas dove è previsto l’inter-vento per completare il collegamento. Ora bisogna aspettare la discussione e l’approvazione in sede Cipe, così da rendere disponibili i soldi. Non dovrebbero esserci brutte sorprese, anche perchè l’iter della riforma elettorale ha fatto cadere le voci di rimpasto nel Governo Letta di cui si è parlato con insi-stenza per parecchi.Il piano di Girlanda prevede di procedere con il tratto da Mocaiana fino al bivio di Pietralunga, investendo subito 74 milioni che vanno considerati come ossigeno purissimo per l’economia locale, e al contempo di rivedere nel frattempo il progetto per il restante tracciato dal bivio di Pietralunga a Montecorona. Quello predisposto da anni, infatti, prevede dei costi troppo alti per scelte molto dispendiose volute a suo tempo dall’asse Orfeo Goracci-Lucio Panfili che hanno spinto per puntare su una serie di infrastrutture e cavalcavia. Il sottosegretario Girlanda prospetta un progetto molto più agile ed economico che con circa 70 milioni, invece di 160, potrebbe far ultimare l’intero tratto.

di MASSIMO BOCCUCCI

VIABILITÀ, UN ALTROTRATTO E UN NUOVOPROGETTO

COPERTINA

LA RAMPA Il nuovo svincolo di Mocaiana, inagurato ad ottobre

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IL NUOVO SEGRETARIO DEL PD VOLTA PAGINA. E FISSA LE PROSSIME TAPPE: PROGRAMMA, CONFRONTO NEL CENTROSINISTRA (PARTENDO DAL PSI), CANDIDATURE. “NO ALLE COALIZIONI AMPIE, SERVE STABILITÀ. LA CITTÀ HA BISOGNO DI NORMALITÀ, SVILUPPO, SEMPLIFICAZIONE”

Il Pd è ripartito con Claudio Ruspi, 52 anni, eletto segretario dall’unio-ne comunale dopo una lunga batta-glia.

Mai elezione di un segretario è stata più attesa e sofferta: alla fine lei può dire perché?“A differenza dei precedenti, questo congresso è stato regolato dal livello nazionale prevedendo diverse tap-pe fino allle primarie dell’8 dicem-bre. E’ stato necessario un periodo per formare una maggioranza inter-na capace di darsi un segretario per unire il più possibile”.

Guida un partito costituito da tre correnti: riuscirete a marciare divisi proponendovi di arrivare uniti?“La maggioranza delle correnti con-gressuali ha intrapreso già un percorso di unità. L’obiettivo condiviso è preparare una proposta per il governo della città. Prevarrano il senso di responsabilità e l’interesse per Gub-bio”.

Cosa è successo in realtà in questa lunga corsa, cominciata ai primi di novembre, per la scelta del nuovo segretario?“Il congresso è servito in generale per ridefinire il progetto politico e tutti gli organismi dirigenti fortemente rinnovati. Tutto è stato fatto alla luce del sole. Anche a Gubbio è stato tenuto conto di ciò, oltre al fatto che sono state impegnate tutte le risorse migliori”.

Cosa risponde a chi la rimprovera di essere troppo legato al biennio di Guerrini sindaco finito con il commissaria-mento?“La genesi di quel percorso ha coinvolto nell’analisi l’intero Pd che all’unanimità ha condiviso la difficoltà a continuare quell’esperienza amministrativa. Alcuni poi evidentemente hanno cambiato”.

Da dove intende partire: il candidato a sindaco, il pro-gramma, le alleanze?“Partiremo dagli eugubini, nel senso che abbiamo già iniziato a organizzare incontri importanti su diverse tematiche, at-traverso le quali raccoglieremo le indicazioni. Il nostro pun-to fermo sarà il programma. L’individuazione del candidato

a sindaco e della coalizione è un obiettivo urgente ma successivo”.

Possiamo dire che un primo can-didato, Filippo Mario Stirati, il Pd già ce l’ha?“Il Pd ha un regolamento preciso. A oggi nessuno ha avviato questo percorso e non sono state presenta-te candidature ufficiali. Stirati, è un iscritto che ha raccolto delle solleci-tazioni da liste civiche esterne e per certi versi antagoniste al Pd. Questo percorso non rispettoso dell’etica del partito”.

L’identikit di un candidato sinda-co ideale ce l’ha?“Credo che la città abbia bisogno di una figura solida, molto concreta, moralmente integra, in grado di di-fendere e spendere la città a tutti i

livelli con capacità di gestione e autorevolezza”.

Il Psi al momento sembra l’unico alleato sicuro: che coali-zione cercherete di costruire?“Intendo avviare una fase di consultazione partendo dalle forze che hanno appoggiato la precedente amministrazione, iniziando proprio dal Psi. La prossima coalizione non dovrà essere troppo ampia, al fine di garantire governabilità e sta-bilità”.

Di cosa ha bisogno la città principalmente in questo mo-mento storico?“Di tornare a essere normale, di avere interlocutori a ogni li-vello, di amministratori capaci di intercettare ogni possibile occasione di crescita e sviluppo, che facciano in modo che la città non si divida su ogni argomento. E c’è bisogno di sempli-ficazione amministrativa”.

Non teme che il Pd si ritrovi un fronte di oppositori tra grillini, sinistra radicale, centrodestra disposti a tutto pur di ricacciarvi all’opposizione?“Gubbio ha già vissuto una fase molto negativa su questo punto. Dieci anni di accordo tra la sinistra radicale e il cen-trodestra non hanno portato alcun vantaggio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Gli eugubini sapranno fare tesoro del passato”.

di MASSIMO BOCCUCCI

RUSPI APRE LA PARTITA: “SERVE UN SINDACO

SERIO, ONESTO E CAPACE”

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POLITICA

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Caccia al candidato sindaco, in lizza saranno almeno sei

VERSO LE ELEZIONI Le manovre in vista delle amministrative di fine maggio

PARTE LA CORSA A PALAZZO PRETORIO. PD E PSI, SICURI ALLEATI, FARANNO LE PRIMARIE DI COALIZIONE PER DESIGNARE LA GUIDA. SI VA VERSO IL DERBY A SINISTRA: ACCORDO TRA IL CIRCOLO LENIN, IDV E SEL, MA C’È L’INCOGNITA DEL PRC DI PERUGIA. ARRIVA LA NUOVA LISTA CIVICA BENE COMUNE CON GAGLIARDI. I GRILLINI SPINGONO RUGHI. GUBBIO PARTECIPA PENSA AL DOPO-STIRATI. IL CENTRODESTRA PUNTA A CONVINCERE L’INGEGNER BALDINELLI

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Marco Cardile

Rodolfo Rughi

Pio Baldinelli

Palazzo Pretorio è la mèta. Aspettiamoci un esercito di candidati e almeno sei aspiranti sindaco. Forse set-te. Di sicuro ci sarà il centrosinistra che al momento può dirsi costituito dall’asse Pd-Psi: viene dato per scontato che la scelta del candidato a sindaco avver-rà con le primarie di coalizione, come successe nel 2011 con Diego Guerrini (prevalse su Maria Cristina Ercoli, poi defenestrata dalla giunta e travolta dalla bufera giudiziaria, e Ubaldo Casoli). In campo per adesso c’è Filippo Mario Stirati, sostenuto dalla cor-rente Gubbio Rinasce di Mario Bruto Gaggioli San-tini con l’appoggio esterno della lista civica Scelgo Gubbio (bisognerà vedere se entrerà in coalizione e con quale modalità). Le correnti Pecci-Di Bene-detto e Smacchi, dopo l’intesa sul segretario Ruspi, cercano una figura condivisa. È circolato il nome del cardiologo Marco Cardile, consigliere comunale nel biennio Guerrini come primo degli eletti nel Pd. Si cerca soprattutto nella società civile: potrebbe es-sere un nome a sorpresa svincolato dall’apparato di partito.DERBY A SINISTRA Si va verso un nuovo derby a si-nistra: il Pd contro Rifondazione Comunista, a essere precisi contro il Circolo Lenin anche perchè i vertici perugini del Prc hanno sempre preso le distanze dai fedelissimi di Orfeo Goracci (non a caso l’ex sinda-co ha costituito in Regione il personalissimo mono-gruppo Comunista Umbro) che però hanno in pugno il circolo. Cosa farà lo stato maggiore regionale di Rifondazione? Il Circolo Lenin va per la sua strada: ha un tavolo permamente con l’Idv dell’ex assessore e consigliere comunale Graziano Cappannelli e con Sel. I vendoliani hanno un dibattito aperto tra cui

vuole ripartire dal centrosinistra col Pd e chi invece - come l’ex consigliere regionale Pavilio Lupini che si è riavvicinato a Goracci - preferisce il progetto di sinistra alternativa. Se faranno la troika, corrono per la candidatura a sindaco il vicepresidente della Pro-vincia Aviano Rossi (Idv), il consigliere provinciale Luca Baldelli (Prc), il vendoliano Lupini.GRILLO E NEW ENTRY I grillini sperano nell’onda lunga nazionale e hanno già individuato come lea-der Rodolfo Rughi, già attivissimo con una serie di incontri e iniziative. Hanno voltato pagina Gubbio Partecipa, Gubbio nel Cuore, Svolta Comune: le tre liste civiche hanno lasciato Stirati al proprio destino e cercano un nuovo leader che possa sfidare tutti in campo aperto. È arrivata anche un’altra lista civica, appena ufficializzata: si chiama Bene Comune e ruo-ta attorno all’avvocato Francesco Gagliardi.BALDINELLI D’ATTESA Il centrodestra non dà se-gni di vita. Si è solo appreso che Angelo Baldinelli ha fondato e presiede il Circolo Forza Silvio: ora potreb-be assumere il coordinamento di Forza Italia al po-sto di Ernesta Cambiotti. Per la corsa a sindaco resta il nome di Pio Francesco Baldinelli: ha preso tempo l’ingegnere che contrastò Ubaldo Corazzi nell’epico duello del 1997.SETTIMO NOME Pd-Psi, Circolo Lenin & C., Mo-vimento 5 Stelle, Gubbio Partecipa & C., lista civica Bene Comune, Centrodestra: ecco al momento i sei soggetti (o coalizioni) in campo. Sulla scena c’è an-che una settima realtà: il Movimento Civico Demo-cratico, una lista civica che si è attivata da tempo e di cui sono attese le prossime mosse.

M.Boc.

SPAZIO AUTOGESTITO

Negli ultimi tempi la città di Gubbio ha assistito alla nascita di diversi centri commerciali/direzionali ed è notizia di pochi giorni fa la realizzazione di altri, di cui uno viene definito “il primo vero centro commerciale” con 10.000 metri quadrati di negozi. Indubbia-mente ci saranno vantaggi per coloro che ne cureranno la realizzazione, ma altrettanti saranno gli svantaggi assicurati alle attività esistenti sia nel centro storico che nelle frazioni, peraltro già gravemente indebolite dalla crisi economica. Non solo ma per l’ennesima volta si perde l’occasione di realizzare quelle infrastrutture di cui la città ha veramente bisogno come ad esempio un palazzetto dello sport e impianti sportivi, sale cinematografiche “moderne”, strutture ricettive a basso costo, spazi idonei per eventi, supporto e valo-rizzazione delle risorse locali, e volendo anche sperimentare soluzioni alternative, si potrebbe pensare alla realizzazione di un centro commerciale diffuso distribuito nel centro storico. Soluzioni queste che al pari di un centro commerciale offrirebbero opportunità occupazionali migliorerebbero la qualità della vita dei residenti e di coloro che decidono di visitare la nostra città e rivitalizzerebbero un centro storico ormai abbandonato. Ancora un volta sembra che nelle scelte dell’amministrazione comunale gli interessi economici a breve termine prevalgano su quelli collettivi. È ora che tutto questo cambi, che la politica riscopra la sua dimensione di “servizio” alla comunità e che lo sguardo si allontani dal “qui e subito” e riesca ad immaginare una nuova Gubbio come la vorremmo tra 5 anni.

La nostra proposta sui centri commerciali

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POLITICA

IL GIOVANE NEO SEGRETARIO SI PRESENTA E AZZERA TUTTO. “NON SI PUÒ RESTARE FERMI”,

DICE. E SUL PASSATO: “BASTA CON LA SPARTIZIONE DELLE POLTRONE”. MESSAGGIO

AL PD: “NON DEVE GIOCARE ALL’ASSO PIGLIATUTTO, PRIMA VIENE LA CITTÀ”

Cosa spinge un giovane di 35 anni a fare il segretario di un partito tradizionale in un momento in cui la politica è parti-colarmente impopolare? Francesco Pierotti, eletto dal diret-tivo alla guida del Psi, allarga le spalle...“La politica è impopolare - risponde -, perché manca. Mi spie-go, la politica, quella vera, non c’è. È assente. O meglio, è fatta di club esclusivi chiusi su se stessi. Non dà più indirizzi, e so-prattutto speranze”.

Quale strada prenderà il Psi eugubino dopo il biennio Guerrini tormentato e controverso?“Noi siamo stati nella maggioranza Guerrini e abbiamo le no-stre responsabilità. La scelta di tutta la nuova segreteria è per questo nel segno della discontinuità. Il Psi, come tutte le forze politiche, deve in questo momento più che mai saper ascolta-re e favorire il confronto, spezzando i falsi fronti ideologici”.

Il centrosinistra del 2011 non esiste più: da dove pensa che debba ripartire?“Primo, si devono valutare le identità, effettuare una since-ra analisi del popolo del centrosinistra e delle esigenze che esprime. Secondo, si deve ripartire dagli errori compiuti per non ripeterli”.

Ha già un’idea sulla nuova coalizione di centrosinistra che dovrà formarsi?“Guardo oltre. Se compattare il centrosinistra significa torna-re alle solite logiche di orticello, personalmente non mi inte-ressa. Poi se ne discuterà nelle sedi opportune”.

Il Pd ha avuto un lungo dibattito e travaglio interno prima di eleggere Claudio Ruspi segretario: temete che sarà così anche sulla loro proposta per la candidatura a sindaco?“Spero che anche il Pd capisca che, prima della salvaguardia del partito, viene la città. Perdere qualche posizione, senza voler giocare all’asso pigliatutto, a volte, può essere segno di forza e di maturità, e non di debolezza”.

Anche all’interno del Psi ci sono state fibrillazioni con l’as-semblea che ha battagliato sulle regole e le modalità di elezione del nuovo segretario: oggi lei si sente di rappre-sentare l’unità del partito?“Dove c’è fermento e vivacità, il confronto crea fibrillazioni. A ogni modo, le operazioni sono avvenute sulla base di regole condivise e approvate. La linea politica tracciata è basata sul-le linee politiche approvate dal Psi anche a livello nazionale”.

Al vostro congresso c’è stato Alessandro Bonci candidato segretario in assemblea, ma si è poi messa ai voti l’ele-zione di un direttivo di 15 membri che avrebbe solo suc-cessivamente eletto il segretario (cioè lei): può darci una lettura di questa procedura?“È una prassi consolidata, ma che comunque è stata decisa nella normale articolazione democratica degli organi del par-tito”.

Di cosa ha bisogno la città in questo momento storico?“Ritrovare il confronto serio e la chiarezza dei ruoli. Ognuno al suo posto, tutti verso l’obiettivo Gubbio. Uscire dalle logi-che da deserto dei tartari, senza restare fermi ad aspettare un nemico che non esiste, mentre il mondo viaggia a velocità tripla. Ricostruire il tessuto economico e sociale”.

I socialisti vengono additati di essere una ‘stampella’ del Pd per accaparrarsi qualche incarico: come risponde?“Ho già spiegato cosa si deve fare”.

Cosa non dovrà ripetersi del passato recente e più lontano?“La spartizione di poltrone e poltroncine, nella più classica delle maniere. Spazio alle competenze, indipendentemente da preclusioni ideologiche e una chiara visione politica che detti le linee di sviluppo della città, cercando la condivisione e il confronto continuo con i cittadini”.

di MASSIMO BOCCUCCI

PIEROTTI SPINGE IL PSI A “RICOSTRUIRE IL TESSUTO”

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SCUOLA Bagno di folla per “Macio” MelandriLa prima è andata. E pure bene, pensando al fatto che oltre 450 studen-ti delle scuole eugubine hanno preso d’assalto la Sala Europa del Park Hotel ai Cappuccini per l’incontro organizzato lo scorso 24 gennaio in occasione del lancio ufficiale del Liceo Sportivo, l’indirizzo che verrà at-tivato presso il Polo Liceale Mazzatinti a partire da settembre. Presente il campione di motociclismo Marco Melandri, il team principal Aprilia Romano Albesiano e quello di Iodaracing Giampiero Sacchi. A breve sono previste nuove iniziative legate sempre al mondo dello sport.

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Il modo migliore per dire addio alla propria “adolescenza” musicale? Semplice: cambiare nome e lanciarsi nello scon-finato panorama delle sette note. Quello del business, quello del successo, quello che ti porta dal suonare nei piccoli locali della tua città a platee (si spera) quanto più grandi e sconfi-nate. Ma anche e soprattutto quello che ti permette di sentire la tua voce alla radio o il tuo video alla tv. Nell’era più social di sempre emergere nello sconfinato universo musicale non è certo impresa semplice, ma 11 ragazzi eugubini hanno deciso di scommettere su se stessi. Cambiando il nome, non le radici. E tantomeno abitudini.Noti a tutti dal 2005 come The Skaouts, tra poco più di un mese il seguito di appassionati e semplici curiosi dovrà im-parare a riconoscerli come Le idi di Maggio. “Non è stato un cambiamento semplice, anzi, a dire il vero è stato un vero e proprio travaglio”, ammette Alessandro Scalamonti. Voce e guida (non ce ne vogliano gli altri) di un gruppo di amici che ha fatto della musica un modo d’essere, oltre che una ragione di vita. E da adesso, pure una prospettiva professionale. “Dopo 8 anni insieme abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa di nuovo, di diverso, di più autentico e personale. Il percorso fatto come The Skaouts ci ha portati a confrontarci con un mondo differente rispetto a quello che potremmo definire “locale”. Ab-biamo suonato in lungo e in largo per l’Italia, ma a un certo punto abbiamo capito di voler fare un salto di qualità. E tutto ciò comporta delle rinunce, dei sacrifici, ma anche tante nuove energie”.

Così nel marzo del 2013 vi ritrovate in studio a registrare il primo album. È da lì che facciamo partire il nuovo capitolo della vostra avventura musicale?“Proprio così. Quello è stato il punto “di rottura” col passato.

Una cosa voluta fortemente (l’album), alla quale pensavamo da tempo. E quel che è più importante, un’esperienza unica e irripetibile. Siamo stati diverse volte a Modena, lavorando fian-co a fianco con un fonico di fama internazionale come Claudio Morselli. E ciò ci ha permesso di instaurare pure collaborazio-ni con artisti di grande rilievo, tra cui l’ex cantante dei Modena City Ramblers Cisco e il gruppo torinese degli Statuto”.

Da dove nasce però l’esigenza di cambiar nome?“The Skaouts suonava bene, in fondo tutti ci conoscono con questo nome, ma in questo nuovo capitolo da “adulti” nella musica rischiava di essere troppo restrittivo. A un appassio-nato che per la prima volta sente parlare di noi con un nome simile verrebbe da pensare che facciamo Ska, genere che ef-fettivamente ha contraddistinto soprattutto i primi anni della nostra carriera ma che, pur restando uno dei nostri preferiti, oggi rappresenta solo una minima parte nei nostri lavori. Nel disco ci sarà di tutto: swing, reggae, rock, blues e molto altro ancora. Siamo musicisti aperti a qualsiasi sperimentazione e “confinarci” in un unico contesto avrebbe poco senso”.

Come si è arrivati a Le idi di Maggio?“Eh (sorride…). Vi dico solo che abbiamo impiegato mesi pri-ma di individuare una soluzione che potesse andar bene a tutti. Siamo in 11, e mettere d’accordo 11 teste non è mica sempli-ce… ad ogni modo, maggio per noi rappresenta un periodo par-ticolare. Come eugubini, innanzitutto, perché è il mese “predi-letto”. Ma maggio è anche un mese legato al lavoro, e col tema del sociale abbiamo avuto sempre una certa familiarità. E poi non dimentico nemmeno che l’8 maggio 2005 abbiamo fatto il nostro primo live all’Oratorio Don Bosco. Insomma, giocando un po’ con la storia, e ricordando le idi di marzo che furono fa-

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MUSICA

STESSE FACCE, NUOVO NOMEARRIVANO LE IDI DI MAGGIO

DOPO 9 ANNI I THE SKAOUTS VANNO IN SOFFITTA LASCIANDO IL POSTO A LE IDI DI MAGGIO,NUOVO NOME PENSATO PROPRIO IN OCCASIONE DELL’USCITA DEL PRIMO ALBUM DI INEDITI,INTITOLATO MOKAJENA. IL CANTANTE ALESSANDRO SCALAMONTI RACCONTA LE SENSAZIONI

DEL GRUPPO: “È IL SALTO DALL’ADOLESCENZA ALL’ETÀ ADULTA. MA È SOPRATTUTTO UN SALTO NEL BUIO. SIAMO QUELLI DI SEMPRE, SOLO CHE ORA SUONEREMO I NOSTRI PEZZI”

di ROBERTO BARBACCI

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tali a Giulio Cesare, alla fine abbiamo trovato un compromesso che ci consente di restare legati alle nostre origini locali, ma di aprirci anche al mondo esterno”.

Il primo album si chiamerà Mokajena: da cosa trae ispira-zione il nome e più in generale il disco?“Mokajena per qualche tempo è stato il nome “sub judice” del gruppo. È una sorta di ibrido: un animale con la testa a forma di moka (quella del caffè) nel corpo di una iena. Rappresenta un qualcosa che si muove, che sta cambiando. Agli eugubini fa ve-nire in mente qualcos’altro (appunto la frazione di Mocaiana, col nome pronunciato in dialetto), per questo alla fine c’abbia-mo ribattezzato il disco e non il nome del gruppo. I brani hanno un sound diverso tra loro, spaziando davvero tra più generi. Il primo singolo estratto è Pane e coniglio, di cui abbiamo già girato il video e che uscirà alla fine di marzo. Il secondo è Pla-stica, realizzato in collaborazione con Cisco”.

Disco a parte, cosa cambia nel passaggio tra The Skaouts a Le idi di Maggio?“Come qualche membro ha fatto giustamente notare, è finita per noi l’età dell’adolescenza e sta per cominciare quella adul-ta. Finora ai concerti suonavamo quasi esclusivamente cover, ora sarà l’esatto opposto. Ci siamo fatti conoscere suonando le canzoni degli altri, ora vogliamo che la gente impari a cono-scerci ed apprezzare attraverso le nostre composizioni. Siamo cresciuti, anzi, siamo diventati grandi, ma non per questo per-deremo l’umiltà e lo spirito di servizio che ci hanno contraddi-stinto fino ad oggi”.

Quale messaggio rivolgere, allora, a chi è in attesa di ascol-tare il vostro primo album?“Per noi è un salto nel buio, ma crediamo fortemente che que-sta sia la cosa giusta da fare. Resteremo sempre legati alle no-stre radici e anzi vi dico già che al prossimo Baracca Party, in attesa di sapere se e quando si farà, torneremo sul palco come abbiamo fatto in tutti questi anni, suonando le canzoni di sem-pre ma aggiungendone anche qualcuna nuova delle nostre. Per quella serata, insomma, faremo sempre e ben volentieri un’ec-cezione. Il resto sarà tutta una grande avventura, ancor più bel-la perché del tutto nuova. La musica c’ha regalato emozioni in-credibili, serate indimenticabili con amici conosciuti ovunque e personaggi che hanno segnato la nostra storia. Voglio spen-dere un nome e ricordarne uno in particolare, senza far torto a nessuno: Antonio Farneti, il grande “Cioceri”, che spesso ci seguiva nei concerti. L’ultima volta venne con noi alla festa di ingegneria (giugno 2012), poche settimane prima di lasciarci, quando suonammo davanti a 5.000 persone. Attese un’ora in camerino in un frastuono incredibile, poi salì sul palco e in quei due o tre minuti conquistò il pubblico con la sua straordina-ria simpatia. Fu un trionfo e quella serata è rimasta scolpita nei nostri cuori. Ma ne avrei mille di aneddoti da raccontare, solo che ci vorrebbe un libro per farlo. E chissà, magari tra 10 anni ce ne vorranno due. Solo che a quel punto parleremo della nostra storia, delle nostre canzoni, dei nostri dischi. E non c’è soddisfazione più grande per un musicista”.

La storia dei The Skaouts comincia nel 2005. Come si evince dal nome, è il genere Ska ad accomunare tanti ragazzi, uniti dall’amore per la musica. Nel corso degli anni il gruppo trova la sua consacrazione non solo nell’ambiente eugubino, ma anche fuori. Numerosi i musicisti che si sono alternati nel tempo, questa l’attuale conformazione, pronta a immergersi nel nuovo

progetto de Le idi di Maggio: Alessandro Scalamonti (voce), Gabriele Bei Clementi (chitarra), Amedeo Am-brosini (chitarra), Andrea Sebastiani (basso), Andrea Benedetti (batteria), Lorenzo Cannelli (tastiere, piano, tromba), Matteo Ciancaleoni (tromba), Giorgio Rossi (trombone), Flavio Pannacci (trombone), Davide Va-gnarelli (sax), Leonardo Radicchi (sax).

IL GRUPPO Undici musicisti, un’unica grande passione per le sette note

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Quando lascerai San Pietrobur-go porterai con te il ricordo di una città nata dal sogno di un uomo che vide palazzi, chiese, monumenti e parchi e viali af-follati, là dove gli altri avevano visto soltanto ghiaccio, paludi e solitudine. E porterai dentro di te, ancora più forte, la con-vinzione che i sogni si possono realizzare, se lo vogliamo.

Quello che nella vita di ognuno accade di doloroso o di triste, non è sempre causa nostra, ma di qualcosa di imponderabile ed implacabile, a cui diamo solitamente il nome di Destino. Quello che accade di bello, che va ad arricchire il tesoro dei nostri ricordi, è quasi sempre frutto della nostra volontà e delle nostre decisioni. Così si può decidere di restare o di par-tire, di diventare ricchi e potenti o soltanto di essere felici: dipende da noi.Ho sempre pensato che le note biografiche, per quanto am-pie e articolate, raccontino poco o niente di un individuo, li-mitandosi ad elencare date e fatti che danno un’idea molto asettica e riduttiva di quella persona. Non riescono, infatti, a trasmettere a chi legge cosa pensasse quell’individuo, in cosa credesse, quali fossero la volontà, il sogno o il desiderio che lo spingessero ad agire come ha poi agito.Non saprei dire cosa sia stato della tua infanzia e della prima parte della tua adolescenza. Di te posso parlare con una certa cognizione di causa a partire da quando ci siamo incontrati per la prima volta, nel 2002 (il mese dovrebbe essere stato settembre, il giorno non lo ricordo). Già da allora, pur nella tua tranquillità e nella tua pacatezza, coltivavi la grande pas-sione che, in quel momento, era al centro dei tuoi interessi: la musica. E, come ogni cosa che hai fatto nel seguito della tua vita, non lo facevi da dilettante ma frequentando corsi re-golari del Conservatorio, per poter vivere a fondo quella tua passione, arricchendola con studi sistematici e completi.A scuola avvenne poi il tuo incontro con il teatro, a cui dedica-sti passione e tempo, sottratto ai divertimenti e ai passatempi della tua età; anche in questo campo i risultati furono senz’al-tro apprezzabili e le soddisfazioni particolarmente ricche.Sempre a scuola hai incontrato il cinema - confesso di aver-ne in parte la responsabilità - e, non contento di possederne i presupposti teorici, hai voluto spendere una parte del tuo tempo per diventare proiezionista, imparando sul campo le tecniche di questo mestiere.Queste esperienze sarebbero già di per sé sufficienti a rende-re ricca e vissuta un’esistenza ancora così breve e, per contra-sto, mi portano a riflettere su certi tristi spettacoli quotidiani a cui mi capita di assistere, quelli delle vite di certi giovani che si trascinano nella noia e nel grigiore di giorni tutti uguali,

nell’attesa che accada qualcosa. Ma, come ho già detto, accade quasi sempre quello che vogliamo che accada.Non giudico, e non ho mai giudicato, i miei allievi o ex allievi come studenti ma, piuttosto, come ragazzi e ragazze stanno imparando a diventare uomini e donne. Di te posso dire che hai voluto fare, e stai facendo, della tua vita un impegno alla continua ricerca di te stesso. So che da qualche parte e in qualche modo ti troverai.Ma per restare fedele al compito che mi sono assunto, devo parlare anche del seguito dei tuoi studi dopo il diploma. La scelta di una facoltà completamente diversa dall’indirizzo fre-quentato alle superiori non è stata una sorpresa, ma un’ulte-riore prova di questo desiderio di conoscere e di conoscersi. E alla fine hai trovato quello in cui identificarti, lo studio delle lingue e questa tua passione per il russo, che ti ha portato a vivere un’altra straordinaria esperienza.Intanto - mi chiedo sempre come riesci a farcela! - ti sei dedicato al ballo acrobatico, come sempre da professio-nista impegnato, prenden-doti le tue belle soddisfazio-ni anche in questo campo; persino a San Pietroburgo ti sei fatto valere. Non vorrei, inoltre, tralasciare la sep-pur breve parentesi come venditore presso una ditta produttrice di colle; anche in questo caso, un lavoro condotto con serietà e pro-fessionalità.Infine, la tua attività “principale”, la tua famiglia e il grande supporto all’azienda, alla quale hai sempre dedicato passione e tempo prezioso. Viene da chiedersi di quante ore sia com-posta la tua giornata!I pregi? Una notevole capacità di adattamento, in qualunque ambiente e a qualunque clima; una grande forza comunicati-va, che ti porta a fare facilmente amicizie dappertutto; il sa-persi spendere per gli altri di continuo, senza ripensamenti; una forte curiosità intellettuale, unita sempre alla volontà di andare fino in fondo a qualunque strada; un grande desiderio di conoscere, ma soprattutto di vivere.I difetti? Forse ne avrai qualcuno, un po’ come tutti del resto, ma si sa, la perfezione non è di questo mondo.E a questo punto mi fermo, sperando di essere stato sufficien-temente esauriente e di avere svolto adeguatamente questo compito che mi sono assunto ben volentieri. Posso solo ag-giungere un consiglio: non abbandonare mai i tuoi sogni, dai vita ai tuoi desideri. Bentornato, Francesco!

Prof. Sergio Tardetti

La posta dei lettori all’indirizzo [email protected]

Dalla Russia con furoreLETTERE IN REDAZIONE

Federico Ernesto Lucci, oggi ottantanovenne, una vita spesa tra la famiglia, la storica profumeria Limonero in via della Repubblica e un grande impegno nell’associazionismo e nel folclore cittadino, e Rita Cacciabovi sono la testimonianza dell’elisir di lunghe nozze. Hanno superato la straordinaria soglia dei 65 anni di matrimonio. Un lungo cammino condiviso insieme che è stato scandito dall’affetto di figli, nipoti, familiari e amici. I coniugi Lucci hanno voluto condividere questo traguardo con il vescovo emerito Pietro Bottaccioli, al quale sono particolarmente legati.

A casa Lucci l’elisir di lunghe nozzeL’ANNIVERSARIO Federico Ernesto e la signora Rita sono uniti da ben 65 anni

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Prof. Girlanda, a dire il vero è lei pronto ad offendere, non io. Ha scritto: “Quando i generali tradiscono, tocca ai soldati por-tare avanti la battaglia” alludendo al Vescovo. Quando chiama Mancuso “pseudo teologo”, uno che dimostra “di non essere alla ricerca della Verità, ma semplicemente alla ricerca della commercializzazione del suo prodotto”, è un’altra offesa a chi, per giunta, non può rispondere per difendersi. Don Angelo, il sacerdote che dovrebbe essere osannato per aver negli anni 70, con infinita fatica e sofferenza, messo su una comunità di disabili (una delle prime in Italia, visitata da studiosi pro-venienti da ogni regione d’Italia), un vero samaritano, viene trattato come un intollerante. È troppo! Nell’ultimo numero di 15 Giorni Padre Basilio, l’eremi-ta volante, mostra tutti i suoi limiti, in particolare sul piano scientifico. Un esempio: quando cita il biochimico Michael J. Behe che, in un convegno, affermò una verità scientifica: “Vi è un’enorme mole di prove paleontologiche a favore dell’idea di una discendenza comune: tutti gli organismi discendono da un unico antenato”. Ma lui, Padre Basilio, non ha capito. Il biologo voleva dire che tutti gli organismi (vegetali, animali esistenti sul pianeta, uomo compreso) provengono da un uni-co antenato, unicellulare. Il biologo nel dire “organismo” non faceva alcun riferimento all’uomo. Ora, se vogliamo rimanere nell’ambito cristiano, la verità è stata pronunciata da Teilhard de Chardin, antropologo e teo-logo di primissimo piano. Gli uomini fossili sono discesi da un

antenato comune alle scimmie. Vivevano, come comunità, al limite tra la foresta e la savana. Uno di loro è sceso dagli alberi e ha incominciato a colpire una pietra con un’altra per scheg-giarla, e procurarsi così la prima arma di difesa o di offesa (Australophitecus, in Africa), gli altri lo imitarono. Dopo molti secoli un’altra comunità inventò il fuoco (Pithecanthropus, in Asia)… infine, l’uomo del Paleolitico (Homo Sapiens), che sco-prì l’agricoltura, fondò città ecc… come la nostra Iguvium. Quindi, di quale Paradiso Terreste, di quale Adamo ed Eva, di quale peccato originale i due teologi locali stanno parlando? Nessuna “caduta” dell’uomo dal Paradiso Terrestre, ma “asce-sa” dell’uomo da tre milioni di anni fa ad oggi, durante i quali l’evoluzione biologica si intrecciò sempre più con l’evoluzione culturale. Le prime pitture rupestri (grotte di Lauscaux) o le prime statuette votive femminili, dette “veneri” (venere di Vil-lendorf - Museo di Vienna) risalgono a 40.000 anni fa! Erano nati coloro che tramandarono o scrissero la Genesi biblica? Prof. Girlanda e Padre Basilio, tenetevi le vostre idee, io mi tengo le mie. Pari siamo. Termino con una sola domanda: ora i bambini non vengono battezzati il giorno dopo la nascita, come un secolo fa, ma a distanza di 6-8 mesi; se per disgrazia un bambino muore pri-ma del Battesimo, e quindi con addosso il ‘peccato originale’, dove va: in Paradiso o al Limbo? Attendo una risposta, anche formulata con poche parole. Dopodiché non voglio più ritor-nare su tali argomenti. Adolfo Barbi

L’ascesa dell’uomo da 3 milioni di anni

Professor Barbi, ho la sensazione che, continuando a rimestare la questione sollevata dal Gibbo, lei continui a “tirare acqua al mio mulino”. In effetti, nel suo ulteriore intervento in materia, conferma perfettamente che per i membri del Gibbo, di cui è prestigiosa espressione - tanto che Don Angelo si è affidato a lei per la risposta al sottoscritto - è normale affermare che non esiste il peccato originale. La questione è tutta qui. Giustamente dichiara di tenersi le sue idee, concedendo bonaria-mente che il sottoscritto possa tenersi le sue. Ci mancherebbe altro. Qui non si tratta di “cambiare idea”, ma semplicemente di stabilire quali idee siano compatibili con la fede cattolica e quali no. Per stabilirlo non occorre che il generale si svegli, ma basta un normalissimo catechismo. Mi permetto, in punta di piedi, di farle notare che nel suo ultimo affondo mi attribuisce una frase su Vito Mancuso (“Non alla ricerca della Verità ma alla ricerca della commercializzazione del suo prodotto”) che in realtà appartiene a Padre Basilio. Per carità, nulla di grave, solo un po’ di confusione diffusa in tutto il suo argomentare. Per esempio quando confonde il giusto apprezzamento per l’opera caritativa svolta da Don Angelo, con il diritto dovere di criticare le sue idee quando si discostano dalla fede cattolica. Mica crederà che la carità operata da un uomo gli dia poi il diritto di poter impunemente sostenere una tesi contraria alla Verità rivelata? Se Madre Teresa avesse detto che Gesù Cristo non è risorto avrebbe detto un’eresia, nonostante il bene fatto nella sua opera di assistenza agli ultimi. Non scada quindi sul personale, né per lodare né per biasimare. Faccia uno sforzo e resti sul piano degli argomenti. Per rispondere infine alla sua domanda sui bambini morti senza battesimo, la rimando al n. 1261 del Catechismo della Chiesa Cattolica. Se dovesse avere troppa difficoltà a reperire il testo presso Il Gibbo, non esiti a contattarmi. Luigi Girlanda

La Verità Rivelata è il nodo

Giancarlo Barbacci [email protected] / [email protected]

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LA RISPOSTA

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Sant’Ubaldo non è la Protezione Civile

“Voi pensate all’acqua e al fuoco, che io penso al terremoto”. È la frase che ogni eugubino, con immarcescibile certezza, attribuisce a Sant’Ubaldo e cita puntualmente nei momenti di grande paura e logoramento psico-logico causati dal terremoto. Parole che anche durante il lungo sciame sismico di questi ultimi mesi sono tornate ad affiorare nei pensieri, nel-la bocca e nel cuore di tanti eugubini. È necessario però fare un po’ di chia-rezza, non solo perché la frase in questione non è mai stata pronunciata dal Patrono di Gubbio (nessun biografo del Santo ne parla), ma anche perché nasconde alcune inesattezze teolo-giche che finiscono per renderla alquanto ambigua e pericolo-sa. Cerchiamo di vedere perché. In primo luogo, la frase rivela una sorta di “menefreghismo” (ci si perdoni l’espressione) del Santo nei confronti di calamità devastanti quanto il terremo-to. Che patrono sarebbe mai un personaggio che in situazioni drammatiche come quelle delle alluvioni o degli incendi non sapesse fare altro che dire un glaciale “pensateci voi”? Nella biografia di Sant’Ubaldo rimane esemplare l’atteggiamento di amore e aiuto che egli ebbe durante il drammatico incendio del 1125, che devastò molte case della città. Come pensare che ora, dal Cielo dove si trova, il Patrono non protegga la sua Gubbio dal fuoco? Esiste inoltre un’altra versione della frase in questione che risulta ancora più fuorviante. A volte infatti si dice che Sant’Ubaldo avrebbe detto: “Dall’acqua e dal fuoco vi scampi Iddio, che dal terremoto vi scampo io”. Qui siamo ad-dirittura al blasfemo. Dire che il nostro Patrono avrebbe detto una frase del genere significa non tenere minimamente conto

della prospettiva catto-lica (e Sant’Ubaldo era un vescovo cattolico!) sulla mediazione dei Santi. I nostri protetto-ri invocano Dio, con la loro potente preghiera di intercessione, per-ché conceda grazie, protezioni, miracoli e benedizioni. Niente di più sbagliato che cre-dere che al terremoto ci pensa Sant’Ubaldo da solo! Ed arriviamo qui a un punto che vie-

ne spesso rimosso con imbarazzo anche da tanti sacerdoti di oggi. La protezione e la mediazione dei santi non è qualcosa di automatico o magico. Proprio perché ottengono da Dio ogni grazia, la loro intercessione è proporzionata al nostro impegno di conversione e aiutata dal nostro doveroso cambiamento di vita. Sant’Ubaldo ci aiuta e ci protegge (e non solo dal terremo-to, ma da ogni calamità e in ogni nostro bisogno), ma a questa sacrosanta confidenza nell’amore del patrono, deve corrispon-dere una sempre maggiore conversione. Anche perché, come sempre ha insegnato la fede cattolica di cui Sant’Ubaldo è mae-stro (“maestro della fede” cantiamo nell’inno a lui dedicato), le calamità naturali sono anche conseguenza dei nostri peccati. Nella liturgia antica, dove la sana prospettiva cattolica non era annacquata, si pregava dicendo: “Signore, per celeste grazia rassoda la terra che, a motivo dei nostri peccati, abbiamo visto sussultare, affinché i cuori degli uomini comprendano che tali flagelli vengono dal tuo sdegno e cessano per la tua misericor-dia”. Parole decisamente scomode, ma profondamente cattoli-che. Sant’Ubaldo, da maestro della fede, le condivide in pieno. I cattolici di oggi?

LA ROCCA

a cura di LUIGI GIRLANDA

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Quando arriva la vecchiaia la speranza di tutti è di vivere quei giorni, nonostante gli acciacchi, con serenità e tranquillità. E la Casa di Riposo Mosca a Gubbio, nata nel 1889 grazie a una donazione della Mar-chesa Vittoria Mosca-Toschi, ha questo preciso compito: aiutare gli anziani a sta-re bene e in tranquillità in questo periodo della vita.Questa struttura all’avanguardia conta una novantina di ospiti suddivisi in vari reparti, a seconda della loro condizione. In ogni reparto ricevono le migliori cure gra-zie a un ottimo staff di medici e infermieri, con la messa mat-tutina del cappellano Don Angelo Fanucci, accompagnato dalle suore, che si occupa anche della spiritualità degli ospiti. Troviamo anche servizi di fisioterapia con tre fisioterapisti e una cucina interna. Oltre a questo ogni giorno c’è l’animazio-ne, coordinata dall’animatrice Paola Urbani che ha il compi-to di mantenere e stimolare le capacità residue degli anziani, poiché le patologie di cui sono affetti possono deteriorare se i soggetti non sono stimolati in maniera costante favorendone anche l’integrazione e le relazioni con il contesto territoriale, evitando così il rischio di confinare gli anziani all’interno del-la struttura. D’estate non a caso vengono programmate gite al

mare o in montagna con pranzo incluso, mentre d’inverno vengono istituite una pesca di beneficenza e una mostra-merca-to con cartelloni e creazioni fatte proprio degli anziani. Tutto questo per aumentare la qualità della loro vita all’interno della struttura e stimolando le risorse cogniti-ve e le loro capacità tecnico manuali.Mensilmente poi ci si raduna nella sala teatro, utilizzata anche per la messa mat-

tutina, e si festeggiano insieme a parenti e volontari i com-pleanni degli anziani nati in quel mese. Si balla e si canta con gruppi musicali (a gennaio presenti Palmiro Naticchi e Ric-cardo Lucci) per rendere allegri e felici gli anziani.La casa di riposo inoltre è uno dei luoghi indirizzati al servi-zio civile, attuato dal 2005 in questo settore. A breve parti-rà la selezione delle quattro persone che saranno scelte per esso, tra tutte quelle che hanno fatto domanda. Le persone scelte saranno preparate adeguatamente al proprio compito, con un compenso di 430 euro mensili. Verranno scelte solo le persone che si mostreranno veramente motivate che oltre ad attuare il progetto del servizio civile siano in grado di de-dicare il loro tempo e le loro energie ai “nonni” della casa di riposo.

I 90 OSPITI PRESENTI PRESSO LA CASA DI RIPOSO EUGUBINA VENGONO ASSISTITI OGNI GIORNO DA UNO STAFF QUALIFICATO E PIENO DI INIZIATIVA. A BREVE LE NUOVE NOMINE DEL SERVIZIO CIVILE

LA STORIA

IN FESTA I compleanni di gennaio

di EMANUELE GRILLI

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ASTENOTROFIO MOSCA,UN CLIMA DI SERENITÀ

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Nessun dubbio che Terence Hill meriti la cittadinanza onoraria. Il popolare attore ha contribuito alla bella immagine di Gubbio nelle 8 serie, dal 1998 col primo ciack, della fiction Don Matteo campio-ne d’ascolti di Rai Uno con 7-8 milioni di telespettatori a serata. Tempi e modi, però, fanno riflet-

tere e alimentano discussioni. La decisione del commissario straordinario Maria Luisa D’Alessandro è chiaramente una rea-zione al violento schiaffone che la città ha ricevuto perdendo la produzione tv trasferita a Spoleto, in un vero complotto ordito ai danni di Gubbio con la complicità di politici umbri influenti e della Regione. La Giunta Guerrini ha “dormito”, in tempi in cui la politica locale era impegnata (un po’ come oggi) a battagliare più che ad amministrare. Il Comune spoletino ne ha approfittato e, non potendo mantenere gli impegni economici assunti con la Lux Vide, ha trovato il soccorso provvidenziale della Regione, finora sempre distante dall’operazione tanto da non aver mai messo un quattrino quando la serie veniva girata a Gubbio. Con-ferire una cittadinanza onoraria come reazione a una vicenda

bruttissima non è il massimo: sa tanto di mossa tardiva e quasi riparatrice di qualcosa, snobilitando il senso del riconoscimento al di là della posizione favorevole dell’affollato tavolo delle parti sociali (16 sigle tra sindacati e associazioni di categoria diventato una sorta di consiglio comunale autoproclamato) convocato dal commissario per condividere la decisione.ZEFFIRELLI I consiglieri comunali del biennio Guerrini hanno fatto notare come fosse già prevista la cittadinanza onoraria a Terence Hill e che stava in un pacchetto di candidati. Si era de-ciso di varare un regolamento che indicasse dei criteri, dopo la proposta di Luigi Girlanda (Pdl) presentata il 30 novembre 2011 per assegnare il riconoscimento al famoso regista Franco Zeffi-relli (91 anni il prossimo 12 febbraio) che a Gubbio ha ambien-tato due suoi capolavori: Romeo e Giulietta (1968, vincitore di due premi Oscar e tre Golden Globe) e Fratello Sole Sorella Luna (1971, soggetto e sceneggiatura di Lina Wertmuller, Suso Cec-chi D’Amico e lo stesso Zeffi-relli). Terence Hill merita la cit-tadinanza onoraria: ancor più la merita il regista fiorentino che l’immagine di Gubbio ha esportato in tutto il mondo.

La merita Terence Hill, ancor più ZeffirelliRESTA INSPIEGABILMENTE NEL CASSETTO L’ATTRIBUZIONE DELL’ONOREFICENZA AL FAMOSO REGISTA FIORENTINO CHE HA ESPORTATO L’IMMAGINE DI GUBBIO IN TUTTO IL MONDO

SCENA Romeo e Giuletta

CITTADINANZA ONORARIA Quella attribuita all’attore è la reazione all’addio di Don Matteo

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Danza, che passione. Già, ma quando di mezzo ci vanno i valzer, un bel liscio, una polka o un suadente tango, tutto ha un altro sapore. Una passione, un modo d’essere, qualcosa che sin da piccoli ha rapito Gianluca Ghirelli e Vanessa Martelli. Coppia fissa sul-la pista, vincente sin dalla tenera età, ma capace di competere ad alti livelli anche nel mondo dei più grandi. C’è ancora tempo prima di affrontare i mostri sacri della disciplina, ma intan-to le soddisfazioni per loro continua-no a fioccare. Il secondo posto ottenuto nei campionati italiani della federazione danza sportivi, tenutisi a Rimini il 24-25 gennaio, ha confermato le loro qualità e gli ha aperto le porte anche della rassegna iridata. Spiega il ma-estro Claudio Proietti: “Gianluca e Vanessa hanno fatto un gran lavoro e onestamente la giuria con loro è stata un po’ severa, poi-ché alla fine il distacco in termini di punteggio dalla coppia vinci-trice è stato davvero minimo. Ma per tutta la nostra scuola Asso

di Cuori la partecipazione agli assoluti è stata da ricordare: oltre al secondo posto ottenuto nella categoria Junior Standard 14-15 anni da Gianluca e Vanessa abbiamo raggiunto la finale con un’altra coppia e pure la semifina-le con un’altra. È un periodo positivo e sicuramente il 2014 è cominciato nel migliore dei modi”. La coppia eu-gubina, insomma, s’è confermata ad altissimi livelli dopo i successi degli anni passati, ma adesso è attesa dalla rassegna iridata in programma a Riga,

in Lettonia, nel prossimo dicembre. Un risultato che ripaga tanti sacrifici e che consentirà alla città di Gubbio di farsi conoscere anche nel gotha della danza

sportiva mondiale. Gianluca e Vanessa continueranno la prepa-razione in vista del mondiale partecipando a numerosi appunta-menti sia in ambito regionale che su scala nazionale. Auspicando che il meglio in questo 2014 partito già sotto i migliori auspici debba ancora arrivare. Magari proprio a dicembre…

GIANLUCA E VANESSA,PROFUMO DI MONDIALEI DUE GIOVANI BALLERINI DELLA SCUOLA ASSO DI CUORI SI SONO LAUREATI VICE-CAMPIONI ITALIANI NEI CAMPIONATI ASSOLUTI DI RIMINI DISPUTATI A FINE GENNAIO. IL PIAZZAMENTO

GLI È VALSO LA QUALIFICAZIONE PER I MONDIALI DI CATEGORIA, IN PROGRAMMA IN LETTONIA

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DANZA

IN POSA Gianluca (il secondo da sinistra) e Vanessa (la seconda da destra) assieme agli altri componenti della scuola Asso di Cuori che hanno preso parte agli assoluti. Al centro il maestro Claudio Proietti

di ROBERTO BARBACCI

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Centralino Comunale 075.92371Centralino Osp. Branca 075.9270801Pronto Soccorso 075.9270744Emergenza Sanitaria 118Numero Verde Farmacie 800.829058Guardia Medica 075.9239468Sez. Croce Rossa 075.9273500Gubbio Soccorso 075.9277779Carabinieri 075.9235700Vigili del Fuoco 075.9273722Vigili Urbani 075.9273770Cimitero Civico 075.9237690IAT 075.9220693Servizio Taxi 075.9273800Guardia Forestale 075.9272585Guardia di Finanza 075.9273789Centrale ENEL 800.900.800Canile 075.9274963ACI Soccorso Stradale 075.9274162Curia Vescovile 075.9273980

NUMERI UTILI

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Coordinamento Infopress srlDirettore Commerciale: Giancarlo BarbacciTel. 339.5744413 Mail [email protected]

Direttore Editoriale Massimo BoccucciDirettore Responsabile Roberto BarbacciCollaboratori: Luigi Girlanda, Emanuele GrilliChiuso in redazione: Martedì 4 Febbraio 2014Aut. Tribunale di Perugia n. 21 dell’11 ottobre 2013

www.15giorni.it

COMUNALEPiazza 40 Martiri 10075.9272243CECCARELLIPiazza Giordano Bruno 2075.9221158LUCONIVia Perugina 151/B075.9273783PIEROTTIVia Campo di Marte 46075.920581CARDINALILoc. Casamorcia075.9255131MONACELLIFrazione Padule075.9229123BRANCAVia Ponte Rosso075.9256122TOMARELLILoc. Scritto075.920134

FARMACIE

Il prossimo numero sarà in distribuzione da

GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2014

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15Il professor Ubaldo Orlandi, che ha appena chiuso la sua esperienza da presidente du-rata 15 anni per passare il te-stimone a Marcello Cerbella, ha diffuso in questi giorni la pubblicazione I vincitori cono-sciuti del Palio della Balestra. Si tratta di un completamento dell’ultimo volume La Società dei Balestrieri di Gubbio dal 1999 al 2013, vista dal Pre-sidente, edito nel novembre scorso. Questa vera e propria appendice, con alcune foto a corredo, ricostruisce altre date e protagonisti del Palio con Sansepolcro. La docu-mentazione raccolta mette un punto fermo e importante

Balestra, i vincitori del Palio

LA PUBBLICAZIONECI MANCHERANNO

BRUNO GIRLANDA,PRESIDE GALANTUOMO

Se n’è andato in punta di piedi un preside galantuomo. Un vero signo-re, ricordato da tutti per la straor-dinaria mitezza, qualità personale e cultura. Bruno Girlanda è stato molto più di un professore di mate-matica, molto più di un preside. Ci ha lasciato ottantunenne il 31 gen-naio scorso circondato dall’affetto

della moglie Lea Minelli, dei figli Annamaria, Rocco e Luigi nostro prezioso collaboratore, nipoti e pronipoti, familiari e amici che hanno voluto salutarlo l’indomani pomeriggio nella chiesa di Sant’Agostino. Ha insegnato e poi guidato l’Istituto Tecnico Commerciale Matteo Gattapone e l’Isti-tuto Tecnico Industriale, lasciando nelle generazioni che l’hanno conosciuto un senso di ammirazione e assoluto apprezzamento. Ci mancherà. Alla famiglia Girlanda il cor-doglio della nostra redazione.

su uno spaccato di storia e di attività del sodalizio, le cui radici secolari costituiscono un patrimonio culturale e folcloristico.

LUIGI VIOLA, C’È SOLO UN PRESIDENTELuigi Viola ha fatto la storia della città. Il suo attivismo, il suo amore totale per Gubbio, l’ha visto in prima linea in campo sociale e amministrativo come consigliere comunale, nella tradizione ceriola (guida infati-cabile della Famiglia dei Sangiorgiari), nell’artigianato che era la sua vita professionale (alla tappezzeria in corso Garibaldi ha dato un’impronta speciale), nello sport. Gigino, per gli amici, è stato sempre pronto a mettere la propria passione e disponibilità al servizio della comunità. Ci ha lasciato ottantunenne il 31 gennaio scorso, e il 2 febbraio ha ricevuto l’ultimo saluto nella chiesa di Sant’Agostino con l’affetto della moglie Margherita, dei figli Enrico e Giampiero, di familiari e amici. Gigino Viola aveva carattere, passio-nalità, senso di responsabilità: tutte qualità che l’hanno portato a essere amato e rispettato. Alla famiglia Viola le condoglianze della nostra redazione.

Una giornata all’insegna del divertimento e dello stare in for-ma. Sabato prossimo al Centro Commerciale I Tigli il fitness la farà da padrone, con un programma ricco di sorprese: dalle 16,30 alle 20 si esibiranno numerose associazioni locali, dal

Karate Club Gubbio alla Zumba, proposta dall’insegnante Lucia Mangoni dell’Aerobic Studios, dagli istruttori della Pale-stra La Vinci alle esibizioni della danza del ventre a cura della scuola marchigiana Mirra. Un appuntamento imperdibile!

L’APPUNTAMENTO Sabato 8 Febbraio al Centro Commerciale I Tigli è tempo di fitness

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