Sport Club Magazine Novembre 2011

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novembre 2011 Valentina Vezzali per la sesta volta Campione del Mondo FIORETTO ROSA SEMPRE VERDE FIORETTO ROSA SEMPRE VERDE foto di Augusto Bizzi

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Valentina Vezzali per la sesta volta Campione del MondoFIORETTO ROSA SEMPRE VERDEFIORETTO ROSA SEMPRE VERDE

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sommario

www.sportclubmagazine.it

Sport Club srlvia Morlupo, 51 00191 Romatel. 06 97600342fax 06 [email protected]

Direttore editoriale Luigi Capasso

Sport ClubAnno VIII - n. 75 - Novembre 2011Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004

Direttore responsabile Luigi Capasso [email protected]

Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, AlessandroCochi, Paolo Del Bene, Pino Capua, SabrinaRondonelli, Roberto Serdoz, Fabio Ingargiola

Hanno collaborato a questo numeroLorenzo Arduini, Matteo Cirelli, GianmatteoColla, Marco Trozzi, Alessandro Morucci,Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, AndreaCecinelli, Luigia Latteri, Roberto Cundari,Valentina Altavilla, Andrea Cimbrico, Giorgio Cimbrico

Golf Simone Selli

Rugby Andrea Cimbrico

Progetto grafico e ImpaginazioneAdversign [email protected] Onorario Giuseppe Capelli

Pubblicità Adversign s.r.l.Davide CampanellaVia Morlupo, 51 - 00191 Romatel. 06 97600342cell. 335 [email protected]

Redazione Napoli Sportform - Napolitel. 081 19562785 - fax 081 [email protected]

Stampa Valerio Scambelluri Comunicazione

Finito di stampare nel mese di ottobre 2011

Salvo accordi scritti o contratti di cessione dicopyright, la collaborazione a questo periodi-co è da considerarsi del tutto gratuita e nonretribuita. In nessun caso si garantisce larestituzione dei materiali giunti in redazione.

È vietata la riproduzione anche parziale ditesti, grafica, immagini e spazi pubblicitarirealizzati dalla Adversign srl

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sommario

Sport Club novembre 2011

editorialeL’esempio

dei grandi sportivi

Svanito il sognodi Kobe Bryant

Scherma, famigliae sociale

L’addioa SIC

La forza del cambiamentoPattinare

per crescere

FOCUS

BASKET

Emirates e lo sport:un binomio vincente

COVER

PESISTICA

SPONSORING

PATTINAGGIO

MOTORI

OLIMPIADI

SPORT&TURISMO

CLUB STYLEFITNESS

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4 6148

18 2430

8886

5872 80La Polonia

in canoa

Donneolimpiche

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editoriale

ieci chilometri di emozione, entusia-smo e passione tra Betlemme e Ge-rusalemme, intramezzati da un qua-drangolare di calcio a 5 di fronte almuro del Check Point: questo è sta-ta la seconda edizione dei JPII Ga-mes 2011, i giochi sportivi organiz-zati in Terra Santa e dedicati alla me-moria di Giovanni Paolo II.I partecipanti, tra cui palestinesi,israeliani, americani, italiani ed an-che haitiani hanno corso per la co-siddetta “Corsa della Pace”, che vuo-le essere un ponte di pace fra i po-poli e intende promuovere, attraver-so lo sport, quei valori che sono ne-cessari alla costruzione del Bene Co-mune. La pace, infatti, come dicevail Beato Giovanni Paolo II, nasce dav-vero da un cuore nuovo.Al Check Point che segna la divisio-ni tra il territorio palestinese e quel-lo israeliano un gruppo di ex calcia-tori azzurri, tra cui Angelo Peruzzi, Da-miano Tommasi, Gigi Di Biagio e Fa-bio Pecchia ha anche disputato unemozionante quadrangolare di calcioa 5 contro un team coordinato dallaLega Pro e altre due squadre di Israe-liani e Palestinesi. Voglio prenderespunto da questa manifestazioneper sottolineare l’importanza chepuò avere lo sport per combatterele divisioni e le contrapposizioni trapopoli ed etnie, purtroppo diffusein molte parti del nostro pianeta.

L’esempio più eclatante di questoruolo dello spor t è stata sicura-mente la Nazionale sudafricana dirugby ai tempi della presidenza diNelson Mandela, che contribuì adavvicinare la comunità bianca equella nera dopo anni di apartheid.Ma anche la partita tra USA ed Iranai Mondiali di calcio del 98 in Fran-cia rilassò un clima molto teso trai due Paesi.Quando si pratica sport si diventatutti uguali, svanisce ogni differen-za legata a razza, religione, reddi-

to o ceto sociale, proprio per que-sto si tratta di uno strumento idea-le per avvicinare persone, popoli ePaesi in conflitto tra loro.La corsa dedicata a Papa GiovanniPaolo II magari non riuscirà da solaa risolvere il quarantennale conflit-to israelo palestinese, ma è sicura-mente un modo per conoscersi, par-lare e, soprattutto, capirsi. E sappia-mo tutti che la comunicazione, il con-tatto ed anche il gioco sono il modomigliore per risolvere ogni conflitto,piccolo o grande che sia.

Lo sport per la pacedi Luigi Capasso

La seconda edizione dei giochi sportivi organizzati in Terra Santa sono unesempio del ruolo di avvicinamento tra i popoli che può ricoprire lo sport

DFoto D. La Monaca

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Da Di Bartolomei a Simoncelli, da Pesciarelli a Navazio, come vivere l’avventuradello sport in maniera leale ed autentica

di Alessandro CochiDelegato alle politiche sportive

di Roma Capitale

i sono momenti che passano at-traverso il ricordo di uomini chehanno lasciato una traccia indele-bile di se stessi. Uno di essi è cer-tamente Agostino Di Bartolomei,la cui tragica fine mi colpì moltoproprio perché il capitano giallo-rosso di tante stagioni incarnavatutti quei valori positivi che vor-remmo riscontrare in ogni sporti-vo. Agostino oggi rivive nel film"11 metri" di Francesco Del Gros-so, presentato al Festival del Ci-nema di Roma. Un viaggio nellasua carriera con la testimonian-za di tutti coloro che hanno avutomodo di apprezzarne le doti mo-rali oltre a quelle che esprimevasul campo di gioco. E’ stato belloripercorrere il suo percorso calci-stico, dai primi calci nell’Oratoriodi San Filippo Neri alla Garbatel-la, fino alla sua ultima partita conla maglia della Salernitana. Tantii momenti toccanti all’interno del-la narrazione. Conti, Pruzzo, Ne-la, Tancredi, Righetti, Chierico,suoi storici compagni di squadra,ne hanno in maniera commossaricordato la figura, insieme allamoglie Marisa ed al figlio Luca.Emozioni di una carriera che lo havisto vincere lo scudetto del 1983,senza tralasciare anche la grande

delusione per la finale di CoppaCampioni 1984. In tutto questoemerge l’uomo che vuole costitui-re un esempio di sobrietà ed equi-librio per i giovani ma anche pertutti noi.Un personaggio che ha lasciato

qualcosa nel nostro cuore di spor-tivi, così come lo ha lasciato Mar-co Simoncelli. Ragazzo solare,amato da tutti, perché, come DiBartolomei, aveva saputo conser-vare la propria umiltà, esprimen-dola certo in maniera diversa madi certo scevra dagli atteggiamen-ti divistici di cui si ammantano cer-

ti campioni o presunti tali. Ed unsegno importante lo hanno lascia-to anche Andrea Pesciarelli e Ni-cola Navazio, due amici, due gior-nalisti romani che se ne sono an-dati all’improvviso nei giorni scor-si, troppo presto vista la loro gio-vane età. Ora, magari osservati da un Agosti-no Di Bartolomei divertito, sarannoinsieme lassù a giocare il loro per-sonalissimo derby. Andrea (laziale)contro Nicola (romanista), appressoa quel pallone che amavano tanto,su un ideale campo da calcio. CiaoRagazzi e che vinca il migliore.

focus

L’esempio dei grandi sportivi

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dell’Avv. Sabrina RondinelliSpecializzata in diritto dello sport Dottore di ricercaFac. Giurisprudenza “La Sapienza” [email protected]

diritto e rovescio

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Si sta verificando un’altra ingiustizia della responsabilità oggettiva

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ome sapete il Piacenza è stato pro-tagonista quest’estate del Proces-so alle Scommesse, per le vicendenote che hanno riguardato il calcia-tore Gervasoni.Il Piacenza è stato sanzionato conla penalizzazione di 4 punti in clas-sifica da scontare nel campionato2011-2012 e l’ammenda di 50.000euro. Veniamo ai fatti di causa. Ilrapporto Gervasoni-Piacenza si èsviluppato in un arco di tempo mol-to ristretto dal 19 Gennaio al 19Marzo 2011, data della famosa ga-ra Atalanta-Piacenza. Durante taleperiodo, la squadra ha ottenuto unaserie di risultati positivi.Tale favorevole inserimento del Ger-vasoni non poteva lasciare intravve-dere alcun ipotetico coinvolgimentodel calciatore in quelli che sono i fat-ti illeciti oggetto del presente proce-dimento. Il Piacenza ha appreso diun possibile coinvolgimento del Ger-vasoni solo quando gli organi di stam-pa hanno dato notizia dell’indaginedella Procura di Cremona. Appresala notizia il Piacenza si è premurataimmediatamente di non far giocareil calciatore, neppure in una situazio-ne di estrema necessità. Il Piacenza pertanto prima dalla Com-missione Disciplinare e poi dalla Cor-te di Giustizia è stata penalizzata con

4 punti da scontare nella stagione2011/2012.La beffa di questa storia è da ve-dere con la sanzione che ha avutol’Ascoli Calcio. L’Ascoli è stato san-zionato con la penalizzazione di 6punti, da scontare anch’essa nel-la 2011.2012. Nell’ipotesi inveceche all’Ascoli fosse stata commina-ta una penalizzazione di 6 punti dascontare nel campionato2010.2011 e al Piacenza una pe-nalizzazione di 4 punti da scontarenel 2011.2012, ciò avrebbe com-portato la retrocessione dell’Ascoliin Lega Pro e il ripescaggio del Pia-cenza in Serie B. Sia la Commissio-ne che la Corte non hanno però con-diviso il ragionamento difensivo.

Da tale decisione discende che il Pia-cenza è stato punito due volte: unaper non avere retrocesso l’Ascoli inLega Pro e goduto del relativo ripe-scaggio in serie B; la seconda per es-sere stata punita anche nel campio-nato 2011.2012. Ancora una voltami ritrovo a difendere un club per re-sponsabilità oggettiva, una normache andrebbe rivista. Imputare ogget-tivamente alla società di calcio unfatto illecito per la stessa incontrol-labile, significa trascendere i limitidel criterio, trasformandolo in un as-surdo ed inammissibile automati-smo. Ora vedremo avendo da pocodepositato il ricorso al TNAS, cosa sideciderà per questa, a mio avviso,brutta pagina del nostro calcio.

Il Caso Piacenza Calcio

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basket[ ]

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di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli

Svanito il sogno Kobe Bryant

l termine adoperato è “serrata”, cor-rispettivo italiano di “Lock out”, ov-vero: la bottega è chiusa. Dalla mez-zanotte del primo Luglio 2011 l’Nbachiude i battenti e spegne gli stadi.L’anno precedente l’Nba chiuse il bi-lancio con un passivo di 300 milio-ni di dollari, e allora David Stern, ilcommissioner della Lega, si è resoconto che si doveva cambiare il ven-to. Di conseguenza si è cercato diraggiungere un accordo fino alle ul-timissime ore dall’inizio della stagio-ne, ma naturalmente il divario tra lepretese dei proprietari e le contro-proposte dell’associazione giocato-ri era troppo ampio. Ma d’altro can-to il tifoso di basket non vede solonero, perché l’esercito di giocatoriche milita negli USA ora non ha la-voro, e da tutto il mondo è iniziatala corsa all’oro. Ovvero avere i cam-pionissimi Nba fino a quando negliStati Uniti non si raggiunge un ac-cordo. Ovviamente anche l’Europasi è iscritta alla pesca miracolosa,ma di soldi non ce n’è così tanti, eallora si è verificato un fenomeno in-teressante, secondo cui la gran par-te degli europei sta tornando nelleloro terre madri. Forse in Italia si èverificato il caso più clamoroso e in-teressante di “ritorno a casa”, stoparlando di Kobe Bryant. Come è no-to Kobe ha passato la sua adole-

scenza in Italia e aveva dichiaratoche gli sarebbe piaciuto finire la car-riera qui da noi. Oggi la sua carriera non è assoluta-mente finita, ma diverse squadre ita-liane hanno visto il sogno Bryant far-si più concreto. La squadra che hacercato di prenderlo è stata la Vir-tus Bologna. Il presidente ClaudioSabatini sarebbe riuscito ad ottene-re un breve contratto con il campio-ne il quale avrebbe giocato qui danoi per un mese. Però a quanto pa-re, questo ingaggio avrebbe dovutosmuovere tutta la Lega basket ita-liana. Il calendario di quel breve me-

se avrebbe dovuto prevedere tuttepartite “importanti” per Bologna perpermettere agli sponsor di ripagar-le l’immenso sforzo commerciale.Ma sappiamo che il sogno Bryantoggi è svanito a causa del parere ne-gativo di alcuni club associati allaLega Basket riguardo il palinsestoprevisto delle 10 partite. Forse gli accordi presi da Sabatinierano un po’ troppo egoistici. Il pro-blema principale (come al solito) èmonetario, ma forse un pizzico di or-ganizzazione collettiva in più ci avreb-be permesso di toglierci qualche bel-la soddisfazione.

A causa del mancato accordo sul calendario della Vir tus Bologna è saltatol’arrivo in Italia dell’asso NBA

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di Andrea Ceccarelli Psicologo dello sport, Psicoterapeuta, Gruppoanalista

L’ansia da “prestazione” nello sport : come gestirla?

'ansia è uno stato psichico, preva-lentemente cosciente, caratterizza-ta da una sensazione di paura, piùo meno intensa e duratura.L'ansia sembra avere varie compo-nenti di cui una cognitiva, una so-matica, una emotiva e una compor-tamentale. La componente cogniti-va comporta aspettative di un peri-colo diffuso e incerto. Esternamen-te i segni somatici possono inclu-dere pallore della pelle, sudore etremore. Dal punto di vista compor-tamentale, si possono presentarecomportamenti diretti alla fuga o al-l'evitare la fonte dell'ansia. Nello sportivo l’ansia da prestazio-ne rappresenta una delle situazionipiù facilmente riscontrabili e limitan-ti. Essa porta l’atleta a deconcen-trarsi e non rendere al massimo del-le proprie aspettative e qualità.Avere ansia di fronte a una compe-tizione estremamente importante èassolutamente normale. Ciò che ri-sulta alquanto anomalo, ma che ac-cade, è avere delle sensazioni diquesto tipo durante un match ama-toriale tra amici. I sintomi che maggiormente influen-zano la prestazione sono quelli le-gati al sistema nervoso centrale:difficoltà di concentrazione, pauradi sbagliare, demoralizzazione in se-guito ad un errore, mancanza di di-

vertimento. Ma come possiamo ge-stirla? Ci sono due strategie fonda-mentali: la prima riguarda la “pre-venzione”, la seconda la “gestio-ne”.Per quanto concerne la prevenzio-ne, si denota nei soggetti che ma-nifestano un’eccessiva sovrastimadell’importanza dell’evento sporti-vo in relazione alla propria vita. Laverità è che nel momento in cui sipratica uno sport a livello non pro-fessionistico, l’obiettivo principaledeve essere sempre il divertimen-to. Ciò non significa che debba ve-nir meno l’impegno, ma semplice-mente il concetto di “risultato” de-ve essere subordinato a quello di“feedback positivo” nei confronti diciò che si sta praticando. Per quan-

to riguarda la gestione della compo-nente ansiosa, esistono alcuni ac-corgimenti,come dormire bene lanotte precedente alla gara. Inoltre l’aspetto più importante è lagestione nervosa dell’ansia stessa.Questa prende il sopravvento nelmomento in cui si cerca di eliminar-la, in quanto registrata come sen-sazione negativa. Riuscire a farci“piacere” l’ansia, imparare a viver-la ci permetterà di spezzare il circo-lo vizioso di cui essa si nutre avida-mente. Farci piacere la paura e lesensazioni che prima interpretava-mo come negative è indubbiamen-te il metodo migliore per affrontarel’ansia da prestazione, del restostiamo andando a divertirci con losport che più ci allieta.

Piccoli accorgimenti per limitare una sensazione diffusa tra gli sportivi

psicologia

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cultura sportiva[ ]

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Il codice etico nel rugby

n questi ultimi anni il gio-co del Rugby viene spes-so richiamato comeesempio positivo di FairPlay. La crescita e l’inte-resse verso questa di-sciplina ha permesso adun movimento di am-

pliarsi e di diventare un riferimen-to impor tante nel territorio. Unacrescita che comporta anche del-le importanti responsabilità versochi decide di affidare i propri figlio verso chi decide di indossare unamaglia da rugby. Ed è per questoche le società di Rugby ed il Comi-tato Regionale del Lazio, di frontealla crescita esponenziale dei tes-serati, hanno intrapreso un cam-mino di sensibilizzazione sullosport con la palla ovale rivolto atutta la sua galassia sportiva.Obiettivo è rendere partecipi tuttii tesserati e i simpatizzanti del pro-cesso educativo e formativo cheun atleta, un tecnico o un sempli-ce amico intraprende quando arri-va per la prima volta in un campocon le “H”. La condivisione da par-te di tutti, giocatori, allenatori, di-rigenti, familiari e tifosi, di un co-dice, ispirato al Codice Europeo dietica sportiva, all'interno di tuttele società può servire per dissua-dere quei giocatori che vogliano in-terpretare una par tita come una“battaglia personale” contro gli av-

versari e a mantenere un atteggia-mento corretto dentro e fuori dalcampo.

Codice Etico degli Educatori e deiTecnici- Essere responsabili in prima per-sona per il comportamento tenutodai singoli Atleti prima durante e do-po le sedute di allenamento e gliincontri di gioco.- Insegnare che le regole di giococostituiscono un impegno che tuttii giocatori in campo si impegnanoa sottoscrivere e ad osservare an-che mediante il rispetto di qualsia-si decisione arbitrale.- Sostenere nella sconfitta e infon-dere umiltà nella vittoria: l’avversa-rio, così come l’arbitro, sono inso-stituibili nel gioco del rugby.- Fare del fair play una pietra milia-re di qualsiasi rapporto, non tolle-rando falli di gioco violenti, linguag-gio scorretto, ed incentivare tuttociò che è proprio dei valori e dellacultura del nostro sport.

Codice Etico dei Dirigenti- Testimoniare il massimo rispettonei confronti dell’avversario e del-le scelte arbitrali sostenendo sem-pre il buon gioco.- Conoscere le regole del rugby edi regolamenti federali.- Essere d’esempio sempre, sen-za tollerare eccessi e pretenden-

do un ottimo comportamento siafuori che dentro il campo.

Codice etico dei Genitori e degliSpettatori- Ricordare che il rugby è un giococui è possibile giocare grazie alla pre-senza dell’avversario e dell’arbitro.- Ricordare che chi tifa sostiene ilbuon rugby giocato, dalla propria

come dalla squadra avversaria, ediretto sul campo dall’arbitro.- Essere d’esempio fuori dal cam-po, sostenendo sia nella vittoriache nella sconfitta.- Non entrare mai nel campo di gio-co durante gli incontri.- Condannare l’uso della violenzafisica tanto quanto della violenzaverbale.

di Giuliano D’AmbrosioDirettore Sportivo U.S. Primavera Rugby

Consigliere Lazio Federazione Italiana Rugby

Il Comitato Regionale FIR e le società del Lazio hanno deciso di condividereun codice di comportamento rivolto a giocatori, allenatori, dirigenti e genitori

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o conosciuto MarcoSimoncelli nel2009 quando sbar-cò nel Mondiale Su-perbike. Aveva sol-tanto 22 anni, unpupo in confronto a

Max Biaggi e Carlos Checa, alla so-glia dei 40. Doveva disputare unagara soltanto, quella di Monza, invi-tato dall’Aprilia, azienda che appar-tiene allo stesso gruppo della suaGilera 250 con la quale l’anno pri-ma aveva vinto il titolo mondiale.L’invito era da considerare come unriconoscimento di stima e fiduciaper quanto aveva dimostrato nellastagione precedente e quanto avreb-be potuto dimostrare ancora in fu-turo. Passare da un campionato al-l’altro, dal Motomondiale alla Super-bike e viceversa, specie se per unsolo Gran Premio, è un’esperienzache pochi hanno la possibilità di vi-vere e molti vorrebbero fare. Il Sicl’ha vissuta con tutto se stesso.Simoncelli non passava certo inos-servato. Non solo per lo stile di gui-da irruento, non solo per la visto-sa capigliatura modello reggae, ma

soprattutto per il suo smisurato ta-lento. Era considerato a ragione il“futuro Valentino Rossi”. Un pas-saggio di consegne che purtropponon c’è mai stato. In MotoGp infat-ti non era ancora riuscito a corre-re per un team ufficiale, ma soltan-to con il team privato Gresini.Le sue gare erano una lotta comequella di Davide contro Golia. Peremergere Marco ci doveva mette-re del suo. A volte ci riusciva altreno, anche per colpa della fisicità.Quando sbagliava però aveva l’u-miltà di ammettere l’errore e chie-dere scusa. Quest’anno era salitotre volte sul podio. Erano tutti in at-tesa della sua prima vittoria nellaclasse regina.Anche fuori dalla pista Simoncel-li era particolare. Più estroversodell’amico fraterno Valentino, piùsemplice di un bambino, più spon-taneo, meno smaliziato, ancheper via dell’età. Più tenero. Spes-so sparava una battuta e poi di-ceva subito: “beh, questa è unagran cagata…!”.Non impiegai molto a capire il Sic,ma non per una mia particolare ca-

di Paolo CecinelliCaporedattore centrale

La7 Sport

motori[ ]

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L’addio a SICLe persone speciali sono quelle semplici e fortunatamente non è la popolarità a renderle tali

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pacità quanto per la sua autenti-ca schiettezza. Una persona sen-za protezioni. Un vero ciclone coin-volgente di energia positiva e sim-patia ma soprattutto un ragazzo chesi sapeva trasformare al box, coni meccanici, il suo team e in sellaalla sua moto, in un uomo. Un gran-de professionista.Un bambino cresciuto in fretta gra-zie alla sua abilità di andare sullemoto. Alto, strampalato e scoordi-nato nel giocare a pallone come unpilota non dovrebbe mai essere.

Marco era così. Una persona nor-malissima che aveva realizzato ilsuo grande sogno: correre in moto.Farsi pagare per fare una cosa cheavrebbe fatto anche gratis. Conti-nuava a ripeterlo senza farsi proble-mi. Senza vergogna. La sua primadichiarazione che rilasciò a Monzaalla vigilia del suo debutto in Sbkfu tra l’ironico e la strafottenza. “quimi fanno il c… , mi sa che arrivo ul-timo. Sono proprio curioso di vede-re”. In gara 1 si ritirò poi in gara 2salì sul podio e fu un trionfo.

Le persone speciali sono quellesemplici e for tunatamente non èla popolarità a renderle tali. Lepersone speciali si riconosconoda tante piccole cose di cui a vol-te non ci accorgiamo neanche,tanto sono semplici. Semplice non significa banale, an-zi. Il rischio di voler identificaremeglio questo concetto è di sci-volare proprio nei luoghi comuni,nella ovvietà.Per questo motivo mi fermo quima prima vi racconto il mio ricor-

do di Marco Simoncelli in quel diMonza 2011. Si, proprio quest’an-no, quando è tornato senza cor-rere (il suo contratto con la Hon-da non lo prevedeva) e si è diver-tito ancora di più a girare masche-rato nel paddock, proprio comeun suo tifoso, con il suo casco intesta, insieme al suo amico Mau-ro Sanchini.Tutti fermavano Sanchini per chie-dergli autografi e foto, senza sa-pere che proprio lì vicino c’era Mar-co Simoncelli.

[ ]motori

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on Nick ci salutiamo all’aero-porto di Christchurch, è più omeno l’ora di pranzo di lunedì3 ottobre. Lui resta in NuovaZelanda, a lavorare per la tvneozelandese sino alla finaleche vedrà il trionfo degli All

Blacks; noi siamo attesi dal 777 della Emiratesche, via Dubai, ci riporterà in Italia.E’ un momento un po’ così, come tutti quelli incui non sai se e quando ti rivedrai e devi conge-darti da una persona con cui, nel bene e nel ma-le, hai condiviso gli ultimi quattro anni di vita pro-fessionale e di avventura umana.Scappa qualche lacrima da tutte le parti, ed unpo’ è la tensione di questi mesi passati insieme– da Villabassa a Cesena, da Edinburgo a Nel-son, da Auckland a Dunedin – che finalmente siscioglie, un po’ è la consapevolezza che il nostropercorso comune si ferma qui, al bivio tra i gatenazionali e quelli internazionali del ChristchurchInternational Airport.Ricordi belli e ricordi brutti, uno sopra l’altro: ilprimo giorno di Nick in Federazione, i primi di no-vembre del 2007. Le cene nelle sue prime sereromane a Ponte Milvio, e poi tutti i giorni passa-ti alla Borghesiana, in aereo, sul campo, nelleconferenze stampa.Restano, soprattutto, i ricordi dei momenti esal-tanti che hanno segnato la sua gestione: il suc-cesso interno sulla Scozia nel 2008 al Flami-nio, prima volta in cui le telecamere sorprese-ro l’omone sudafricano asciugarsi una lacrima,orgoglioso dei suoi Azzurri dopo il drop di An-drea Marcato nel finale; il 12-13 allo scadere –ancora Marcato decisivo dalla piazzola – con-tro i Pumas a Cordoba ed il terribile viaggio di

ritorno in pullman sino a Buenos Aires per lamancata partenza del volo che doveva portar-ci nella capital federal; ed ancora il terribile2008/2009 delle quattordici sconfitte di fila,del tour in Australia e Nuova Zelanda che san-cì la nascita del vero gruppo-Mallett.Il 2010 ed il 2011, più vicini e decisamentepiù veloci: ancora la Scozia battuta a Roma,un tour in Sudafrica segnato da alti e bassi, ilnovembre agrodolce con la sconfitta di Vero-na con i Pumas e la vittoria alla baionetta con-tro Fiji a Modena mentre si entrava nell’annodella Rugby World Cup.Gli ultimi mesi, quelli che ci hanno portato al-la Rugby World Cup neozelandese, inevitabil-mente sono stati i più intensi: la vittoria sullaFrancia, il 12 marzo al Flaminio, rimane il mo-mento che tutti, atleti e membri dello staff,porteremo con noi.Così come l’avventura mondiale dall’altra partedel mondo, un raduno quasi ininterrotto da lugliosino ai primi di ottobre, sino alla serata di Dune-din in cui l’Irlanda ha spento ogni ambizione ita-liana di passaggio ai quarti di finale.Sarebbe stato bello salutarsi una settimana do-po a Wellington, dopo i quarti di finale: è andatadiversamente ma, alla fine, lo sport è bello an-che per questo.Cosa lascia Nick Mallett al rugby italiano lo diràil tempo. A chi ha avuto il piacere e l’onore di la-vorare con lui resta il ricordo di un uomo non sem-pre molto diplomatico, ruvido ai limiti della buo-na creanza, che nonostante tutto ha saputo con-quistarsi il rispetto e più di ogni altra cosa l’af-fetto di tutti coloro che gli sono stati vicini neisuoi quattro anni italiani.Arrivederci, Mr. Mallett

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All’aeroporto di Christchurch il saluto tral’allenatore sudafricano, la squadra e lo staffdella Federazione Italiana Rugbydi Andrea Cimbrico - Media Manager Nazionale Italiana Rugby

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Il saluto a NICK MALLETT

rugby

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Nick Mallett allaguida degli azzurridal novembre 2007• Edizioni del 6 Nazioni giocate: 4

• Risultati nel 6 Nazioni: 1 whitewash (5 sconfitte su 5 partite),3 cucchiai di legno (ultimo posto in classifica, ma con almeno 1 vittoria)

• Vittorie nel 6 Nazioni: 2 con la Scozia (2008 e 2010), 1 con laFrancia (2011)

• Trofei conquistati: 1 Trofeo Giuseppe Garibaldi (2011)

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Intervista a tutto campo alla campionessa di fioretto Valentina Vezzali che ha parlato dell’ultima vittoria di Catania, dell’amore per il figlio Pietro, fino ad arrivareall’importante impegno sociale.di Lorenzo Arduini_foto Augusto Bizzi

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SCHERMA, FAMIGLIA E SOCIALE

cover

18

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ella scherma è ancora una vol-ta il momento di Valentina Vez-zali, la trentasettenne jesinache, in occasione dei campio-nati del Mondo svoltisi a Cata-nia dall’8 al 16 ottobre scorsi,ha conquistato per la sesta vol-

ta la medaglia d’oro nel fioretto femminile.Dopo aver vinto 15-3 il primo assalto contro labritannica Troiano, 15-5 il turno dei 32 controla coreana Jung e 15-8 contro la Golubitsky, Va-lentina Vezzali ha affrontato l'assalto valido co-me quarto di finale contro la francese Maitre-jean. Mancavano solo 38 secondi alla fine delmatch e “Nostra Signora del Fioretto” era sot-to 11-7. In pochi credevano ad una rimonta, an-zi forse nessuno. “Ammetto che non ci crede-vo nemmeno io”, dirà subito dopo aver compiu-to l'impresa di mettere a segno la quinta stoc-cata consecutiva, valida per il definitivo 12-11che arriva al minuto supplementare. Da lì in poiè tornata la Vezzali, pluricampionessa olimpi-ca, che tutti conoscono. Supera 15-10 in semi-finale la statunitense Kiefer, più giovane di leidi ben 20 anni ed affronta Elisa Di Francisca infinale, dando la sensazione di non voler lascia-re nulla al caso. Meticolosa, attenta e precisa, Valentina Vezza-li ha superato la concittadina e campionessadel Mondo 2010, oltre che campionessa d'Eu-ropa 2011, col punteggio di 14-7. Ora l’obiettivo è naturalmente conquistare lamedaglia d’oro alle Olimpiadi della prossimaestate, medaglia da aggiungere al suo già ric-chissimo palmares olimpico: palmares che con-ta 3 ori ed un argento individuali e due ori edun bronzo a squadre.Valentina non è però solamente scherma e me-daglie, è anche una ragazza legatissima allapropria famiglia, in particolare al figlio Pietro,e impegnata in diverse attività sociali.Dimostrazione delle sue attività extra sportiveè stata la partecipazione all’inaugurazione del-l’ultimo anno scolastico al Quirinale il settem-bre scorso. Non è stata la prima volta per Va-lentina, ma l’emozione è stata comunque for-tissima. “Il Presidente della Repubblica GiorgioNapolitano, con le sue parole semplici ma di-rette e chiare, ha parlato ai ragazzi delle diffi-coltà che affronta il Paese in questo momen-to”, ha scritto Valentina nel suo blog. “Ma hasottolineato anche il valore dei 150 anni del-l’Unità che ancora festeggiamo e, soprattutto,che la ricchezza più grande di questo Paese so-no loro, i giovani”.In questa intervista a tutto campo Valentina Vez-zali ha parlato di tutti questi argomenti, dall’a-more per il figlio all’ipotesi di essere la porta-

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bandiera azzurra alla cerimonia di apertura diLondra 2012.

Valentina, com’è nata la passione per la scher-ma?“Quando ero molto piccola, mio padre un gior-no mi accompagnò in palestra a prendere miasorella che faceva scherma, il maestro Triccolimi chiese se volevo provare ed io accettai. Daquel momento fu tanto l'amore per questo sportche non riuscii più a staccarmene”.

La medaglia d'oro di Catania: te l’aspettavi?“Ogni gara è un obiettivo che mi devo e voglioprefiggere, dire che era prevedibile sarebbe sba-gliato. Posso solamente dire che ho lavoratotantissimo perché accadesse e che, sia nellegare che nei mesi precedenti, ho messo tuttame stessa e mi sono concentrata per centrarequesto grandissimo traguardo che è il sesto ti-tolo mondiale”.

Quali sono le tue aspettative per Londra 2012?“Sono scaramantica preferisco non parlarne.Dico solo che ce la metterò tutta”.

L'ipotesi di essere portabandiera a Londra: co-me vivresti un'onorificenza del genere?“Ne sarei onorata, è un’opportunità che capitaa pochi, fortunati atleti durante la carriera ago-nistica. Ma la decisione spetta al CONI e a nes-sun altro”.

Valentina fuori dal campo: come coniughi l'im-pegno sportivo con i doveri ed i piaceri di unamamma?“Essere mamma non è un dovere ma un piace-re per me, amo mio figlio Pietro alla follia e inogni momento libero adoro stare con lui. Spes-

Il palmares olimpico

• Pechino 2008: oro individuale, bronzo a squadre • Atene 2004: oro individuale • Sidney 2000: oro individuale, oro a squadre • Atlanta 1996: argento individuale, oro a squadre

La prima vittoria assoluta a livello nazionale

• Manifestazione: Trofeo FUMI • Dove: Orvieto• Quando: 24 aprile 1983• Categoria: Prime Lame• Età di Valentina: 9 anni

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so riesco a portarlo anche alle gare, quando ladistanza lo permette. Coniugare questi due im-pegni non è assolutamente una fatica per meperché sia la scherma che la famiglia sono lamia passione, la mia vita”.

Che tipo di forza e motivazione può arrivaredalla propria famiglia?“Dalla famiglia arriva l'amore ed il sostegno,nei tempi difficili come nelle grandi soddisfazio-ni. Senza di loro non sarei quella che sono og-gi”.

L'impegno sociale: di quali attività ti occupi?“Da sempre condivido molti progetti sociali chemi vengono proposti: sono Testimonial AISM,associazione che raccoglie fondi per combat-tere la sclerosi multipla, una malattia che col-pisce in particolare le donne. Sostengo poi l'a-dozione a distanza con COOPI, visto che sonoconvinta che ogni bambino debba essere pro-

tetto, soprattutto quelli più indifesi. Infine col-laboro da anni con la FAO”.

Qual è secondo te l'importanza di affiancareil nome di atleti importanti a determinate te-matiche sociali per portarle maggiormente al-l'attenzione del grande pubblico?“Chi ha un “nome” o comunque una notorietàha, secondo il mio punto di vista, anche un do-vere morale e sociale di utilizzare questa noto-rietà come veicolo per tematiche importanti,che portano sostegno a persone meno fortu-nate. Mi sento veramente onorata ad esserecoinvolta in questi progetti e ad avere l'oppor-tunità, che sfortunatamente non tutti oggi han-no, di aiutare concretamente il prossimo”.

Valentina e la televisione: le tue esperienzesul piccolo schermo.“Partecipare a programmi televisivi è stata unabella distrazione, ma lo sport è la mia vita e

spero che, in modi diversi, continui ad esserloper tanti anni ancora”.

Hai avuto anche un'esperienza come indossa-trice, un tuo commento.“E’ stata un’esperienza divertente, l'importan-te è non prendersi troppo sul serio”.

Per concludere parlaci del tuo rapporto conle Fiamme Oro.“Il mio rapporto con le Fiamme Oro, e con laPolizia di Stato in genere, è veramente fanta-stico, mi sostengono ed affiancano da sem-pre. Se in questi sport cosiddetti “minori” nonci fossero le forze armate a supportare gli at-leti sarebbe impossibile raggiungere determi-nati risultati. E' anche grazie a loro, alla lorocompetenza e lungimiranza che nello sport ita-liano si raggiungono determinati traguardi”.

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Hanno passato i trent’anni, hanno vinto molto e continuano a tenere altoil nome dello sport italiano. A Londra non vogliono solo partecipare, maanche conquistare delle medaglie, possibilmente d’oro.di Lorenzo Arduini

DONNEOLIMPICHE

Josefa Idem

[ ]olimpiadi

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da diverso tempo che suimass media si parla delle im-prese delle atlete azzurre nel-lo sport, imprese che stannotenendo alto il nome del no-stro Paese in molte discipli-ne. Ragazze come Valentina

Vezzali, Josefa Idem, Alessandra Sensini, Eleo-nora Lo Bianco e Antonietta Di Martino conti-nuano a fare incetta di medaglie nonostanteabbiamo tutte passato i trent’anni: anche que-st’ultimo è un fattore da tenere in forte con-siderazione, fattore che denota forse una mag-giore resistenza fisica ed una maggiore capa-cità di concentrarsi e di sopportare lo stressdelle atlete donne rispetto agli uomini.Nel momento in cui scriviamo l’ultima impre-sa al femminile in ordine di tempo è stata quel-la dell’eterna Valentina Vezzali nel fioretto che,ai mondiali di Catania di scherma, ha piega-to la compagna di nazionale nonché concitta-

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Èolimpiadi[ ]

Antonietta Di Martino_foto Colombo/Fidal

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dina Di Francisca aggiungendo nuovi recordalla sua già incredibile carriera.Urlo, gioia, passerella sotto le tribune ed applau-si hanno delineato il quadro di un'impresa: mainessun atleta, infatti, aveva vinto prima di oggi6 Campionati del Mondo di scherma. “Non mi nascondo: oggi volevo vincere e hovinto - ha detto a fine gara Valentina Vezzali -. Ho ritrovato me stessa, quella grinta e quel-la concentrazione che oggi mi hanno permes-so di salire sul podio. La serenità interiore èil vero segreto. Quando stai bene con te stes-sa è come se tutto il Mondo contribuisse altuo benessere. Quando invece c'è qualcosache non ti fa stare bene con te, allora va tut-to male”. Un’altra donna “eterna” è la canoista 47en-ne, in forza all’Aniene, Josefa Idem, che aiMondiali di Szeged, in Ungheria, ha conqui-stato il pass per la sua ottava Olimpiade do-po aver chiuso al settimo posto la finale delK1 500. Si tratta di un record assoluto nello

sport femminile, traguardo che le consente dieguagliare il primato italiano dei fratelli Pieroe Raimondo D'Inzeo.Un traguardo, il pass olimpico, che è solo unprimo passo: ''Il bello viene ora - ha detto laIdem - sono felicissima.Chi mi conosce lo sa: a Londra non sarà unavacanza, vado per vincere. Quelli dopo Pechi-no sono stati tre anni impegnativi e pesanti,ora mi aspetta un altro anno impegnativo, magioioso: la passione e la consapevolezza diessere un pezzo di storia dello sport mi daràuna carica incredibile''.Josefa Idem è nata il 23 settembre 1964 aGoch, in Germania, dove ha iniziato la sua car-riera sportiva, ma dal 1990 vive e gareggia alivello internazionale per l'Italia, essendo spo-sata con Guglielmo Guerrini, il suo allenatore.I due vivono a Santerno, frazione di Ravenna,con i figli Janek (16 anni) e Jonas, di 8 anni.Passiamo alla vela, sport nel quale “troneg-gia” la 41enne Alessandra Sensini, anche lei

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olimpiadi[ ]

LE ATLETE OVER 30 SULLA CRESTA DELL’ONDA

Valentina Vezzali, Scherma,nata il 14 febbraio 1974

Josefa Idem, Canoa, nata il 23settembre 1964

Alessandra Sensini, Vela, natail 26 gennaio 1970

Antonietta Di Martino,Atletica, nata il primo giugno1978

Eleonora Lo Bianco, Pallavolo,nata il 22 dicembre 1979

Valentina Vezzali_foto Augusto BizziEleonora Lo Bianco

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in forza all’Aniene, della quale abbiamo par-lato diverse volte su queste pagine. La veli-sta, classe RSX, ha conquistato lo scorso mag-gio sul Lago di Garda il pass per la sua sestaOlimpiade con due regate di anticipo."E' andata molto bene e con due regate di an-ticipo sono riuscita a chiudere la fase di se-lezione", ha commentato la Sensini, "L'avver-sario più duro sono stata io stessa perché so-no entrata in questa fase di selezione con unostato emotivo non bello ed ho dovuto lavora-re molto su me stessa per ritrovare la sereni-tà: per questo sono molto soddisfatta. Più nefai di Olimpiadi è più senti la responsabilitàGià aver ottenuto di partecipare alla mia se-sta olimpiade è una bella sfida vinta".Per quanto riguarda l’atletica può suonare stra-no sentire nominare Antonietta Di Mar tino,classe 1978, come speranza azzurra alle Olim-piadi 2012 di Londra ma la realtà ci dice que-sto. L’altra stella di questo sport era AndrewHowe ma, visto l’infortunio, sarebbe un mira-colo vederlo protagonista Oltre Manica il pros-simo anno.Antonietta di Martino, che già a Pechino vole-va smettere, rappresenta uno dei pochi nomiitaliani che può giocarsi una medaglia. Allespalle della fortissima croata Blanka Vlasic edella russa Anna Chicherova c’è proprio lei chenel salto in alto si può giocare un bronzo o,perché no, tentare addirittura qualcosa di più.

Questo podio rappresenta quanto si è visto aiMondiali di atletica di Daegu, che ci hanno re-galato una bellissima soddisfazione: sono “ba-stati” i 2 metri all’atleta di Cava De’Tirreni perportarsi a casa la medaglia di bronzo e persperare ancora che qualcosa di buono si pos-sa fare anche a Londra.Non solo sport singoli, le donne over 30 so-no protagoniste anche negli sport di squadra:basti pensare alla palleggiatrice della Nazio-nale e della Foppapedretti Bergamo EleonoraLo Bianco che, con la Nazionale femminileazzurra, si è tolta diverse soddisfazioni: elet-ta miglior palleggiatrice in diverse competizio-ni a livello Europeo negli ultimi 5 anni, la LoBianco nel 2008 è diventata la pallavolistacon più presenze nella nazionale italiana su-perando Simona Rinieri. Nel 2010 ha vinto ilbronzo al World Grand Prix ed il 31 ottobre del-lo stesso ha raggiunto le 475 presenze in ma-glia azzurra diventando la pallavolista con piùpresenze in nazionale, sia al maschile che alfemminile. Nei giorni in cui scriviamo si sta parlando del-l’atleta che porterà la bandiera tricolore allaCerimonia di aper tura di Londra 2012, unodei più grandi onori raggiungibili da un atleta.Dopo il rifiuto di Federica Pellegrini, con rela-tiva polemica con il Presidente del CONI Pe-trucci, è molto probabile che a portare la ban-diera sarà una delle atlete che abbiamo cita-

to in questo articolo, ennesima dimostrazio-ne del ruolo che si sta ritagliando lo sport alfemminile in Italia e le atlete già lievementeavanti con gli anni.Loro non fanno mistero di sperarci. “Se do-vesse mai accadere, sì, sarei pronta. Sareb-be un’emozione fortissima. Mi ricordo le ce-rimonie olimpiche di apertura a cui ho parte-cipato nelle quali mi sono emozionata già so-lo a entrare e sfilare per l’ Italia”, ha dichia-rato proprio Eleonora Lo Bianco. “Mi stupisceogni giorno di più che ci sia tanta gente chevoglia “darmi” la bandiera, che voglia darmiun compito così importante, che mi fa tantoonore”.Valentina Vezzali lo aveva già detto nel 2008a Pechino, sul podio per il terzo oro olimpicoindividuale nel fioretto. “Se non me lo fannofare neppure nel 2012… spero che il Coni midia questo privilegio altrimenti non smetteròdi provarci”.Perché dovrebbe essere un’atleta a rappre-sentare la nostra squadra a Londra è prestodetto: gli ultimi 3 sono stati uomini, ed è quin-di giusto un cambio, mentre l’altro motivo, for-se il principale, è perché se lo meritano. Alle scorse Olimpiadi le atlete in questione han-no dato un grandissimo contributo al medaglie-re, sovvertendo la tradizione che voleva unasquadra azzurra maschile farsi carico della con-quista delle medaglie ed una squadra “rosa”un pochino inferiore come apporto.Oggi però lo sport femminile è però cresciutomoltissimo e non si può negare che gli atletipiù rappresentativi per quanto riguarda le Olim-piadi siano donne che continuano, anche conil passare degli anni, a dare lustro allo sportdel nostro Paese.

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[ ]olimpiadi

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Alessandra Sensini

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Roma ricorda i 100 anni dello sport Fiam-me Gialle Lo scorso 15 ottobre, presso il giardinoantistante Ponte Milvio, il Sindaco di Ro-ma Capitale, l’On. Gianni Alemanno, hainaugurato il cippo commemorativo concui l’Amministrazione Comunale ha volu-to celebrare lo storico anniversario dei100 anni di impegno della Guardia di Fi-nanza nello sport. Erano presenti alla ce-rimonia il Dott. Gianni Giacomini, Presi-dente del XX Municipio di Roma, l’On. Ales-sandro Cochi, Delegato allo Sport di Ro-ma Capitale, il Gen.B. Domenico Campio-ne, Comandante del Centro Sportivo del-la Guardia di Finanza, il Dott. Umber toBroccoli, Sovraintendente ai Beni Cultura-

li del Comune di Roma, il Dott. RenatoMontabone, Segretario Generale Fidal, ilGen. Gianni Gola, da poco nominato Am-basciatore di Roma 2020, oltre ai Presi-denti Regionali di Federazioni Sportive erappresentanti di altri gruppi sportivi Mi-litari. Presente pure una folta rappresen-tanza di atleti delle Fiamme Gialle capita-nata dal Campione olimpico e mondialeIvano Brugnetti. Dall’incisione del cippo,nella quale si legge “In questo luogo le-gato alla conquista del Trofeo Scudo Nel-li di marcia primo successo sportivo del-le Fiamme Gialle si celebrano i cento an-ni dell’attività agonistica della Guardia diFinanza protagonista dello sport italianoe testimone dei suoi valori più alti”, si

evince il riconoscimento che il Comune diRoma ha voluto attribuire al ruolo svoltodalle Fiamme Gialle nello sviluppo dellosport da oltre un secolo.

Grand Prix di marcia con Ivano Brugnet-ti che lascia l’agonismoNel pomeriggio di sabato 15 ottobre, al Fo-ro Italico di Roma, si è disputato il “TrofeoEnergest” - 6^ prova del Grand Prix di mar-cia, manifestazione peraltro organizzatadalle Fiamme Gialle nell’ambito delle ini-ziative per ricordare i cento anni di impe-gno nello sport della Guardia di Finanza.L’evento ha coinvolto circa cento giovanimarciatori delle categorie esordienti, ragaz-zi e cadetti maschili e femminili, che han-

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Il 15 ottobre scorso a Roma l’Amministrazione Comunale ha reso omaggio ai 100 anni della Guardia di Finanza nello sport. Nel pomeriggio l’addioall’agonismo di Ivano Brugnetti, Campione olimpico nella marcia

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di Claudio Tranquilli

FIAMME GIALLE, UN OTTOBRE INTENSO

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no marciato per aggiudicarsi il “Trofeo Ful-vio Villa”. Successivamente, invece, un nu-trito gruppo di marciatori italiani ed inter-nazionali si sono contesi il “Trofeo Ener-gest” nelle prove di 10 km maschili e fem-minili. A vincere le due prove assolute so-no stati Giorgio Rubino (Fiamme Gialle),che negli uomini ha prevalso di pochissi-mo sull’olimpionico di Pechino Alex Schwa-zer (Carabinieri), e Rossella Giordano, chesi è imposta nettamente fra le donne. Lagiornata è stata caratterizzata anche dal-l’addio all’agonismo del Campione olimpi-co e mondiale Ivano Brugnetti il quale, sen-za schierarsi sulla linea di partenza, ha sim-bolicamente concluso la sua carriera. A sa-lutare il Campione gialloverde erano pre-senti alcuni protagonisti della marcia ita-liana come Maurizio Damilano, GiovanniPerricelli, Michele Didoni, Sandro Bellucci,Antonio La Torre e Vittorio Visini, nonchédue dei più grandi interpreti della marciainternazionale come lo spagnolo Jesus An-gel Garcia (6° nella gara assoluta) e il po-lacco Robert Korzeniowsky. Ed è stato pro-prio lo straordinario marciatore polacco (4ori olimpici nel suo palmares) a chiuderela giornata dedicata alla marcia col giro d’o-nore insieme ad Ivano Brugnetti.

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ollevare i pesi è una delle atti-vità più antiche praticate dal-l’essere umano, sia per finali-tà funzionali alla vita quotidia-na, ma anche per scopi ludicie sportivi.Oggi come tutti sanno il solle-

vamento pesi è una disciplina olimpica e la suaattività nel nostro Paese è portata avanti dalla

Federazione Italiana Pesistica (FIPE). Questadenominazione è molto recente dato che finoal giugno 2011 il nome ufficiale era Federazio-ne Italiana Pesistica e Cultura Fisica (FIPCF).Il cambio di denominazione è stato causato dauna serie di motivi, innanzitutto per una formadi semplificazione ed abbreviazione del nome,ma soprattutto per segnalare il nuovo corso in-trapreso dalla Federazione. Nuovo corso che ri-

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LA FORZA DELCAMBIAMENTOdi Lorenzo Arduini

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pesistica[ ]

La Federazione Italiana Pesistica ha presentato il suonuovo corso, incentrato su educazione e formazione

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guarda prima di tutto l’ingresso nel campo del-l’educazione e della formazione, oltre che nellosport paralimpico con il riconoscimento del CIP.Oggi quindi la Federazione vuole essere mo-derna, in linea con i tempi, ma nel segno del-la tradizione per uno degli sport più classici.Oltre all’attività prettamente sportiva incentra-ta sulla Pesistica Olimpica e sulle disciplinedel Fitness agonistico la FIPE svolge un’inten-sa e continua attività di formazione dei quadriTecnici, stipulando importanti rapporti di col-laborazione con Società specializzate nella di-dattica e nella formazione per lo sport e conle principali Università italiane di Scienze Mo-torie, e sta aumentando la propria attività gio-vanile, grazie anche all’ingresso nelle scuole.Le nuove attività della FIPE sono state presen-tate lo scorso 12 ottobre al Salone d’Onore delCONI in una conferenza stampa chiamata, nona caso, “La Forza del Cambiamento”.Sono intervenuti il padrone di casa, il Presi-dente del CONI Giovanni Petrucci, ed il Mini-stro della Gioventù Giorgia Meloni, oltre al Pre-sidente della FIPE Antonio Urso.Sia Petrucci che la Meloni hanno elogiato i nuo-vi propositi della Federazione. “Questa Fede-

razione ha avuto un grande sviluppo in questiultimi anni, non solo dal punto di vista dei ri-sultati sportivi. Innanzitutto il Presidente Ursoha avuto brillanti risultati nella guerra al do-ping, in secondo luogo sta por tando avantiun’attività rivolta ai giovani che dovrebbe es-sere presa ad esempio da molte altre Federa-zioni, infine è da sottolineare l’importante la-voro nella formazione dei tecnici”.La presenza del Ministro Meloni dimostra la rin-novata attenzione nei confronti dei giovani, inuno sport che è erroneamente considerato damolti dannoso per ragazzi in età evolutiva. “Illavoro della pesistica è straordinario, bisognaveicolare una corretta informazione sul contri-buto che può dare in tema di corretta alimen-tazione e salute sana, iniziando dalle scuole”.Il Presidente Urso, entrando nei dettagli delnuovo corso federale, ha ripreso questi argo-menti: “Abbiamo creato un nuovo staff tecni-co che ci consente di essere ottimisti per il fu-turo, grazie agli ottimi risultati ottenuti nelle ul-time manifestazioni internazionali giovanili. Di-mostrazione di questo è il lavoro iniziato con ilProgetto College, che si è ora evoluto nel Col-legiale Permanente sito all’Acquacetosa qui a

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La Rivista Federale

La FIPE, in collaborazione con la casaeditrice Calzetti & Mariucci ha avviato unimportante progetto editoriale diinformazione e divulgazione della culturasportiva attinente l’allenamento della forzae lo stile di vita sano ed attivo.La nuova rivista, denominata “Strength andConditioning – Per una scienza delmovimento dell’uomo”, uscirà da febbraio2012 con cadenza quadrimestrale, saràinviata gratuitamente ai circa 5milaassociati FIPE e potrà essere acquistata inabbonamento postale; sarà divulgata nellepalestre, nei maggiori centri medici efisioterapici, tra gli Insegnanti diEducazione Fisica, gli Istruttori Sportivi, idocenti e gli iscritti delle Facoltà di ScienzeMotorie; ospiterà articoli tecnici di altolivello e studi scientifici sulle nuovemetodologie di allenamento della forzarealizzati dai più importanti ricercatori edesperti del settore sportivo, sia italiani chestranieri, e affronterà importanti tematichequali la riabilitazione, l’alimentazione, lapsicologia sportiva, la lotta al doping el’educazione etico-sportiva dellapopolazione in giovane fascia di età.

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Roma, un progetto che ha regalato medagliee record alla nostra Federazione. Inoltre, gra-zie alla collaborazione con il MIUR, parteci-piamo ai Giochi Sportivi Studenteschi con iragazzi delle medie ai quali diamo insegna-menti non solo tecnici ma anche culturali.Dobbiamo smentire certi preconcetti legati al-l’attività con i sovraccarichi dei giovani”.

Il Collegiale Permanente, oltre ad essere uncentro di preparazione, è anche un laborato-rio di ricerca ed analisi: con strumentazionitecnologiche all’avanguardia i tecnici federa-li, con il suppor to dell’Istituto di Scienza eMedicina dello Sport del CONI, rilevano datied elaborano ipotesi di studio direttamentecorrelate con la metodologia dell’allenamen-to, proprio per fornire nuovi punti di vista enuove metodiche utili sia per la Pesistica Olim-pica che per tutte le altre discipline sportiveche allenano la forza.Educazione e formazione si era detto in aper-tura. Il presidente Urso si è soffermato a lun-go sulla formazione data ai cinquemila tec-nici qualificati con la Federazione. “Oltre a for-mare una professionalità i nostri corsi guar-dano anche all’attività sociale che deve por-tare avanti un buon tecnico, che deve esse-re in grado di dare informazioni importanti sot-to questo aspetto”.

La formazione dei tecnici punta anche a do-tare la FIPE di conoscenze che possano es-sere utili anche alle altre Federazioni di disci-pline che prevedono l’uso della forza. “Voglia-mo diventare una Federazione di servizio perle altre che abbiano bisogno delle nostre co-noscenze per svolgere la propria attività, met-tendo a disposizione tecnici preparati per ogninecessità ed evenienza. Abbiamo già avviatocollaborazioni con le Federazioni di Badmin-ton, Canoa e Canottaggio”.In questa ottica nel 2009 è partita la colla-borazione con la National Strength and Con-

“Oltre a formare unaprofessionalità i nostri corsiguardano anche all’attivitàsociale che deve portare avantiun buon tecnico, che deveessere in grado di dareinformazioni importanti sottoquesto aspetto”

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ditioning Association (NSCA), associazioneamericana leader nella ricerca scientifica ap-plicata allo sport. L’agenzia mondiale dettale linee guida dell’allenamento della forza eda essa è nata NSCA ITALIA, unico ente sulterritorio nazionale autorizzato ad organizza-re gli esami per il rilascio delle CertificazioniInternazionali NSCA di “Specialista nell’Alle-namento e Condizionamento della Forza”(CSCS) e di “Personal Trainer Qualificato”(CPT), considerate attualmente le più presti-giose ed importanti nel panorama spor tivomondiale. Nel 2011 sono stati certificati i primi Tecni-ci Italiani, ma il percorso formativo di questa“élite di istruttori dello sport” non si esauri-sce con la certifica, prevede un aggiornamen-to continuo mediante l’acquisizione di “credi-ti formativi” che permetta loro di accrescereulteriormente le proprie competenze e man-tenere nel tempo lo status di Tecnico NSCA.

[ ]pesistica

“Vogliamo diventare unaFederazione di servizio per lealtre che abbiano bisogno dellenostre conoscenze per svolgerela propria attività, mettendo adisposizione tecnici preparatiper ogni necessità edevenienza. Abbiamo giàavviato collaborazioni con leFederazioni di Badminton,Canoa e Canottaggio”

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TIRO CON L’ARCO

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organizzazione ed inclusione

[ ]tiro con l’arco

di Lorenzo Arduini

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irare frecce con un arco è un’at-tività che l’essere umano portaavanti fin dalla Preistoria e si èsviluppata in molte civiltà in mo-do autonomo. Le finalità eranodifferenti a seconda del periodostorico e della popolazione: si lan-

ciavano frecce per cacciare, per combattere ilnemico e, perché no, anche per giocare e perallenarsi ad usare l’arco in vista delle necessi-tà della vita quotidiana.Oggi il tiro con l’arco è uno sport olimpico confederazioni, tesserati e manifestazioni naziona-li ed internazionali, giovanili e non. La Federa-zione Italiana Tiro con l’Arco, come tutte le al-tre Federazioni delle discipline sportive olimpi-che, in questo momento è concentrata in vistadi Londra 2012, preparando gli atleti qualifica-ti per fare in modo di ottenere buone prestazio-ni e, possibilmente, qualche medaglia.Non solo sport di vertice, però, la Fitarco è con-centrata anche su altri fronti, come l’organizza-zione di eventi nazionali ed internazionali, e lapratica di soggetti diversamente abili come i nonvedenti.Abbiamo parato di tutto questo con Mario Scar-zella, Presidente della Fitarco, che abbiamo in-tervistato per Sport Club.

Presidente, come giudica la situazione dellapratica del tiro con l’arco in Italia alla vigiliadelle Olimpiadi 2012?

“A mio parere la situazione non è idilliaca, macomunque buona, innanzitutto per il numero inaumento dei tesserati e per i risultati positiviche i nostri atleti stanno ottenendo nelle mani-festazioni internazionali. Mi ritengo abbastanzasoddisfatto, principalmente perché abbiamo giàconquistato sei carte per Londra 2012, il mas-simo a cui potevamo aspirare”.

E dal lato organizzativo, degli eventi organiz-zati in Italia dalla Federazione?

“Da questo punto di vista devo fare i più sentiticomplimenti allo staff federale, sia per gli even-ti nazionali che per quelli internazionali. Quest’an-no abbiamo organizzato i Campionati del MondoTarga a Torino, prova valida per qualificarsi a Lon-dra, le cui finali si sono disputate nella splendi-da cornice di Piazza Castello. Ultimamente a Ro-ma si sono svolti i Campionati Italiani, sempre diTarga, che si sono disputati nell’impianto di TorPagnotta e allo Stadio dei Marmi, la cui organiz-zazione è stata ineccepibile”.

T

Intervista al Presidente della Fitarco Mario Scarzella,che ha sottolineato l’impegno nell’organizzazione di

eventi e nel coinvolgimento dei diversamente abili

tiro con l’arco[ ]

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Da cosa nasce la passione per questo sport?

“In linea di principio nasce grazie ai giochi chesi fanno da bambini, tanti di noi infatti, nellapropria infanzia, hanno provato a costruirsiun proprio arco con le frecce. Poi, negli ulti-mi anni i risultati ottenuti alle Olimpiadi han-no sicuramente contribuito ad avvicinare lepersone a questo sport. Uno dei principali punti di forza è il fatto cheil tiro con l’arco si può praticare ad otto co-me ad ottanta anni, ci sono molte categoriesuddivise a seconda dell’età, che prevedonoarchi di dimensione e peso differenti”.

Può comportare rischi e pericoli tirare conl’arco?“No, negli ultimi dieci anni sulla linea di tiro,in occasione di competizioni ed allenamenti, ècapitato solo un piccolo incidente due anni fa,senza conseguenze. Per il resto gli unici rischi,se così si possono chiamare, sono inciampa-re in un cordino o cadere da una sedia”.

Dal 30 settembre al 2 ottobre scorsi si so-no svolti a Roma i 50esimi Campionati Ita-liani Targa, nell’ambito delle celebrazioni per150 anni dell’Unità d’Italia, dei quali ha giàaccennato. Come sono andati?“E’ stato un vero mega campionato, in tre gior-ni di gare hanno tirato oltre 700 atleti, al Pa-la Fitarco di Tor Pagnotta ed allo Stadio deiMarmi. Il livello agonistico sale sempre di piùe, in particolare, mi ha dato soddisfazione lavittoria di atleti molto giovani nella categoriaAssoluti, che fa ben sperare per la crescita ditutto il settore giovanile”.

A suo giudizio i Campionati hanno dato un con-tributo anche in termini di promozione, sia deltiro con l’arco sia degli impianti nei quali sisono svolte le gare?“Innanzitutto l’evento ha fatto conoscere l’im-pianto di Tor Pagnotta a tutti gli arcieri italiani.In secondo luogo ha dato un piccolo contribu-to anche alla corsa di Roma per aggiudicarsile Olimpiadi del 2020, vista la presenza di al-cuni membri del CIO”

Per quanto riguarda le prestazioni alla Preo-limpica di Londra, si ritiene soddisfatto?“Devo dire che il nostro viaggio a Londra ave-va soprattutto lo scopo di provare il campo digara per prevenire eventuali problemi e diffi-coltà che si potrebbero presentare alle Olim-piadi. I nostri ragazzi non hanno preparato neiminimi dettagli questo appuntamento a causadegli impegni precedenti, ma comunque nonhanno sfigurato. Stiamo seguendo le tempisti-che necessarie, sia per quanto riguarda i gio-vani che per i campioni”.

La Fitarco sta investendo anche per promuo-vere la pratica tra i non vedenti. E’ un’inizia-tiva che sta avendo successo?“A livello nazionale sta avendo una certa dif-fusione, agli ultimi Campionati Indoor hannopartecipato trenta atleti non vedenti soltantoper esibizione, per mostrare come si fa. Tuttoquesto grazie al protocollo firmato con il CIP.A livello internazionale si registra un buon nu-mero di partecipanti, ma una scarsa parteci-pazione agli eventi a causa dell’assenza di unprotocollo tra la Federazione Internazionale ela Federazione Mondiale Non Vedenti”.

Come fa un non vedente a tirare?“Questi splendidi ragazzi vengono accompa-gnati sulla linea di tiro, ma poi fanno tutto dasoli. Hanno a disposizione un basamento nelquale mettere i piedi, poi una struttura doveappoggiare l’arco che prevede una piccola astaorizzontale attraverso la quale direzionare l’ar-co con la mano, il cosiddetto mirino tattile”.

Per concludere, quali iniziative state intra-prendendo per coinvolgere maggiormente ipiù giovani?“Con i ragazzini seguiamo due grandi strade:una è quella della scuola, dove siamo entratie partecipiamo ai Giochi Sportivi Studenteschi.L’altra è quella delle società: ogni anno orga-nizziamo il Trofeo Pinocchio, che vede la par-tecipazione di oltre cinquemila ragazzini dai no-ve ai quattordici anni. Alle finali partecipanododici piccoli atleti per ogni regione”.

Le discipline del tiro con l’arco

• Tiro alla Targa all’aperto (ArcoOlimpico, Arco Compound)

• Tiro alla Targa al chiuso (Indoor)(Arco Olimpico, Arco Compound,Arco Nudo)

• Tiro di Campagna (Arco Olimpico,Arco Compound, Arco Nudo)

• 3D (Arco Compound, Arco Nudo,Longbow, Arco Istintivo)

• Ski Archery (Arco Ricurvo e sci di fondo)

tiro con l’arco[ ]

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n campo i migliori esponenti del Challen-ge Tour che hanno dato vita a uno spet-tacolo di ottimo livello tecnico, sollecita-ti anche dalla corsa verso la conquistadi una delle venti ‘carte’, riservate ai pri-mi nell’ordine di merito, che permetto-no l’accesso all’European Tour 2012.

Ha vinto l’inglese Sam Little, al terzo titolo sta-gionale e al quinto in carriera, che con i 25.600euro guadagnati, sui 160,000 in palio, si è ga-rantito un anno nel circuito superiore. Il 36en-ne londinese ha superato alla quarta buca dispareggio il 32enne svedese Pelle Edberg, alquale ha tolto la soddisfazione della prima vit-toria in carriera.La manifestazione non ha avuto solo un risvol-to sportivo, ma è rientrata nei programmi diRoma Capitale, che considera il golf un otti-mo volano per il rilancio del turismo. Per que-sto ha da tempo messo in atto una politica dipromozione del golf nel rispetto del principiodi accessibilità dello sport.All’inizio della frazione finale era al comando ilcomasco Gregory Molteni, che però ha cedutonelle buche di rientro ed è sceso al 13° posto.Bilancio positivo per i tre italiani in corsa peruna delle ‘carte’. Andrea Pavan e Federico Co-lombo hanno concluso al settimo posto e han-no fatto passi avanti nella money list (rispetti-vamente 7° e 9°), così come Alessandro Tadi-ni che con la 23ª piazza è rimasto nelle posi-zioni che contano nella corsa verso la granderibalta (17°). “Sono un po’ dispiaciuto - ha det-to Pavan - perché non mi sono espresso al me-glio nel gioco lungo e con il putter, tuttavia chiu-dere nelle prime dieci posizioni è un risultatodi cui essere felici. Il pubblico presente non miha trasmesso tensione, al contrario è stato pia-cevole sentire il tifo per me”.La gara, come detto, era inserita nel Pilsner Ur-quell Pro Tour, il circuito delle gare nazionali al-lestite dal Comitato organizzatore Tornei deiProfessionisti.Il percorso dell’Olgiata Golf Club ha subito pri-ma del torneo un restyling ad opera dell’archi-tetto Jim Fazio con adeguamenti che hanno ri-guardato la lunghezza, il riposizionamento dibunkers, tees e ostacoli d’acqua e rivisitazio-ni del patrimonio arboreo.

L’Olgiata Golf Club ha riproposto la terza edizione diRoma Golf Open, uno degli ultimi eventi stagionali del

Pilsner Uquell Pro Tour, gestito dal ComitatoOrganizzatore Tornei dei professionisti della

Federazione Italiana GolfI

golf[ ]

IL GRANDE GOLF INTERNAZIONALEÈ TORNATO NELLA CAPITALE

Sam Little

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golftuttincircolo

PARCO DI ROMA

Range Rover Golf ChallengeTour 2011Sui green di Roma nord si è dis-putata la terza edizione del RangeRover Golf Challenge tour 2011.Questo circuito nel 2010 ha im-pressionato tutti i partecipanti pernumeri e qualità di sevizi.Tra i vari circoli si sono infatti sfi-dati più di 3000 giocatori in sedi-ci tappe italiane con finale ad Abu

Dhabi. La tappa al Parco di Romaè stata caratterizzata da numero-si e bellissimi gadjet e premi dibuca. Ma ora passiamo ai vincitori:1° Categoria Netto è stato FabioPaolozzi2° Categoria Netto se lo è aggiu-dicato Enrico Minoli3° Categoria Netto invece per Ar-turo FrixaGiacomo Dussoni si è imposto in-fine per la 1° Categoria Lordo

news dai circoli di golf a cura di Andrea Cecinelli

Responsabile comunicazione del Golf Forense

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COUNTRY CLUB CASTELGANDOLFO

Prestigiosa Pro-Am Europea in memoria di Mario Pinzi

Grazie all’impegno di Fabrizio Pratoe Riccardo Tirotti anche quest’annosi disputerà la 2° edizione della Eu-ropean Pro-Am - Memorial Mario Pin-zi che si giocherà nei giorni 13, 14e 15 novembre prossimo su campidi Castelgandolfo e Le Querce.Dopo il successo dello scorso annoRiccardo e Fabrizio hanno cercatofortemente di migliorare la invitatio-nal, elevando ancor più il già alto li-vello tecnico, invitando giocatori diindiscusso livello. Così quest’anno,alla folta schiera di Pro provenientidal Senior Tour e capitanati dal mi-tico Costantino Rocca, anche que-st’anno testimonial dell’evento, han-no dato la loro adesione alla garaMarco Crespi (vincitore della primaedizione), Gregory Molteni, reducedalla bellissima prova al Roma GolfOpen dello scorso ottobre, Alessan-dro Tadini, che dal prossimo annovedremo giocare nel maggiore toureuropeo, e il sempre più sorpren-dente Lorenzo Gagli che in questomomento sta facendo cose egregienell’European Tour.Ad un livello di partecipanti Pro co-sì alto, ha corrisposto anche fra gli

amateur una adesione di personag-gi illustri che daranno prestigio al-l’evento: Salvatore Ferragamo, MuchMair, Paolo De Chiesa, Massimo Ca-puti, Giacomo Crosa e Cristian Pa-nucci sono solo alcuni dei nomi chehanno accettato l’invito rivolto dal-l’organizzazione.L’evento anche per la seconda edi-zione gode della “benedizione “della European Tour, che nella per-sona del Presidente Georges O’Grady ha rinnovato la prestigiosasponsorizzazione.Anche quest’anno Title Sponsordell’evento sarà la Fiorucci SpA,che per interessamento di CeciliaFiorucci, grande appassionata digolf, non ha voluto mancare all’ap-puntamento con il suo determinan-te apporto.Fra gli sponsor anche la prestigiosaAzienda Biondi Santi produttrice diuno dei più prestigiosi Brunelli d’I-talia che, per interessamento diAlessandra Biondi Santi, ha volutoessere presente all’evento, la SwanTour di Georges Adly Zaky, grandeappassionato di golf e promotore diun omonimo circuito con finale inEgitto, Ford Italia, Bernardin Group.L’evento si avvale anche del con-tributo della Provincia di Roma edel sostegno della Federazione Ita-liana Golf Lazio grazie all’interes-samento del suo Presidente Car-lo Scatena

Programma Domenica 13/10 SKIN GAME ESIBIZIONE

ore 10,00 presso il CountryClub Castelgandolfo con i Pro del Senior Tour.

Lunedì 14/10 1° giornata di Pro Am al Golf Le Querce ore 10,00 con partenza Shot Gun Cena di Gala al Castello della Castelluccia

Martedì 15/10 2° giornata di Pro Am al Country Club Castelgandolfo ore 10,00 con partenza Shot Gun Cerimonia di premiazione e buffet

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persone in listadi attesa, 280iscritti alla gara,

un tempo quasi primaverile, le tele-camere di Rai Sport, di Rai 1 e delTg3 Regione. Sullo sfondo lo splen-dido scenario dell'Olgiata Golf Club.Questi tutti gli ingredienti che hannofatto da contorno alla tappa di chiu-sura del Mercedes Benz Roma GolfForense Più 2011, circuito più ama-to dai golfisti romani, ideato ed or-ganizzato dall’Avv. Nicola Colavita.Nella tappa finale – a cui hanno pre-so parte anche il giornalista sporti-vo del Tg5 Giacomo Crosa e l'ex cal-ciatore di Udinese, Bologna e LazioLorenzo Marronaro – successo nel-la 1° Categoria Netto della coppiaformata da Paolo Morgera e ChiaraMantegazza. La 2° Categoria Nettoha visto vincitori la coppia formatada Edoardo Pandolfi e Pierluigi Ven-neri. Tra le signore, nella CategoriaLadies, meritata vittoria della coppiaformata da Virginia Votano e MariaBeatrice Andreucci. Alessandro Lic-ci e Chiara Bandini si sono invece

imposti come 1° coppia Lordo. Verae propria standing ovation per la cop-pia formata da Riccardo Martino eMarco Morriale, che hanno trionfa-to nella classifica generale della GolfForense Top 2011. Sempre tantissi-me le personalità intervenute al cir-colo del Presidente Dott. Andrea Pi-schiutta, come sempre splendido pa-drone di casa: nell’area ospitalità al-lestita dagli arredi di Cappiello De-sign, erano presenti il Presidente del-la F.I.G. Lazio Dott. Carlo Scatena, ilConsigliere Nazionale Forense Avv.Paolo Berruti, il Presidente dell'Or-dine degli Avvocati di Roma Avv. An-tonio Conte, il conduttore del Tg1Dott. Attilio Romita, il Caporedatto-re di La7 Sport Paolo Cecinelli, ilProf. Mario Zama, la nota matrimo-nialista Avv. Adriana Boscagli, l’Avv.Maria Tersigni, premio eleganza delGolf Forense, e il Notaio AntonelloOliva, ex calciatore del Napoli di Si-vori alla fine degli anni ’60.

L’appuntamento con il Golf Forenseè per il prossimo anno.

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di Andrea Cecinelli_ foto di Silvia Apice, Michela Alessia Marcato eYulyia Galycheva

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golf forense

MERCEDES BENZ ROMA GOLF FORENSEPIU’ 2011GAME OVER

Riccardo Martino e Marco Morriale, coppia vincitrice della Golf Forense Top 2011

La pittrice Tatiana Sourmatch mentre consegna il quadro del Golf Forense all'Avv. Nicola Colavita

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Giacomo CrosaLa penna golf realizzata da Vallecchi,in esclusiva per il Golf Forense

Il corner di vini di Casale del Giglio, fornitore ufficiale del Golf ForenseLe ragazze del Golf Forense prima della premiazione

golf forsense[

Grazia Maria Biccari nel corner diGruppo24Ore

L'Avv Nicola Colavita a colloquio con ilPresidente della Fig Lazio Dott. Carlo Scatena

Il Presidente della Fig Lazio Dott. CarloScatena

Alessandro Piselli ed Enrico Russo, nuovi partner del Golf Forense con Winner Srl

La responsabile del Golf ForenseFrancesca Mercantini

L'Avv. Maria Tersigni, premio eleganza del Golf Forense 2011 I giornalisti Roberta Sciubba e AttilioRomita con il Maestro Ilario Piscioneri

Il Notaio Antonello Oliva - ex calciatore del Napoli alla fine degli anni '60 - premiato dalGolf Forense.

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a cura di Lorenzo Arduini

’anno sportivo si av-via alla conclusionema è ancora intensal’attività dei Circolistorici romani.Dal prossimo 26 no-vembre si svolgerà

presso il prestigioso Tennis ClubParioli la seconda edizione del Tor-neo di Calcio a 8 “Stanleybet Cup”,riservato ai Circoli associati al Clubdei Circoli Sportivi Storici (oltre aipadroni di casa, Circolo CanottieriAniene, Circolo Canottieri Lazio, Cir-colo Canottieri Roma, Circolo Ca-nottieri Tirrenia Todaro, EUR Spor-ting Club, Circolo Tennis EUR, Rea-le Circolo Canottieri Tevere Remo).Il Torneo terminerà il 3 marzo 2012e costituirà, per le formazioni com-poste esclusivamente dai soci deiCircoli, non solo un’occasione disport, ma anche di simpatico e gio-viale incontro tra i soci, amici e pa-renti che seguiranno le varie fasidel Torneo con la consueta parte-cipazione e calore.

Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici

ClubdeiCircoliSportiviStorici

TUTTINCIRCOLnews dai circoli sportivi storicinews dai circoli sportivi storici

[ ]Romatuttincircolo

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LCalciotto, simpatia ed amicizia

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CIRCOLO CANOTTIERIANIENE

IL TP52 ANIENE 1ªCLASSE VINCE LA VELEZIANA DEL CENTENARIO

In occasione del centenario de La Com-pagnia della Vela di Venezia l'equipag-gio del Tp52 Aniene 1ª Classe vince laVeleziana, regata spettacolare tra leacque e la splendida cornice della la-guna di Venezia. "Sono emozionato edorgoglioso di avere vinto questa rega-ta a nome di tutti soci del Circolo Ca-nottieri Aniene 1892 - sono le paroledi Roberto Emanuele de Felice, Skip-per di Aniene 1ª Classe - l'arrivo a Piaz-za San Marco davanti a migliaia di tu-risti con la bandiera dell'Aniene chegarriva sullo strallo di prua è qualco-sa di inspiegabile, devo fare i compli-menti ai ragazzi che a bordo hanno ma-novrato alla grande. Un applauso an-che ai soci a bordo, Giorgio Lora, Ales-sandro Gucci e Giorgio Gucci."

SALVATORE CIMMINO E LA SUA "IMPRESANEOZELANDESE"

Il nostro Salvatore Cimmino, nuotato-re diversamente abile di 47 anni, hacompiuto una nuova impresa: in Nuo-va Zelanda ha attraversato a nuoto lostretto di Cook percorrendo la distan-za di 30 chilometri in otto ore, tra leinsidie e la bassissima temperaturadell'acqua del mare aperto. Salvatoreci ha abituati alle sue sfide: questo tra-guardo è l'ennesima dimostrazione del-

la sua caparbietà e la conferma dellaconcretezza del suo messaggio sul su-peramento di ogni barriera, messag-gio che grazie a lui è arrivato ora an-che nell'altra parte dell'emisfero.

LO TUTTINCIRnews dai circoli sportivi storicinews dai circoli sportivi storici

ClubdeiCircoliSportiviStorici

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CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO

GHERARDI E DELLAPORTA ANCORA CAMPIONI NEL TENNIS

Fabrizio Gherardi e Daniele DellaPorta si sono laureati per la quin-ta volta consecutiva Campioni Re-gionali di Doppio Over 35.Hanno vinto il Master finale delCircuito Città di Roma che si è dis-putato nel mese di ottobre pres-so il circolo sportivo Eur Tevere. Molto combattuta la semifinale

contro la giovane coppia compo-sta da Giuliano Righi (classifica2.8) ed il compagno Giuseppe Zel-li (classifica 2.7), andata a Fabri-zio Gherardi e Daniele Della Por-ta con il punteggio di 6/4 6/4. Più facile è stata la finale controla coppia sorpresa del Master2011 composta da Giudice e Ra-gnini, sconfitti con il punteggio di6/2 7/5. A Fabrizio e Daniele vanno i com-plimenti e l’ammirazione di tuttoil Consiglio Direttivo del CircoloCanottieri Lazio, con in testa ilPresidente Alfonso Rossi, per que-sto quinto titolo conquistato coni colori del sodalizio biancocele-ste sul petto.

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CT EUR

BARAZZUTTI PER IL SECONDO ANNO ALLA GUIDA DELLA SCUOLA TENNIS

Ho accettato con grande piacerequando mi è stata offerta l’oppor-tunità di gestire e dirigere la scuo-la tennis del Circolo Tennis Eur. E’ in questo club che sono cre-sciuto, dove mi sono realizzato co-me giocatore professionista di ten-nis, dove ho conosciuto mia mo-glie e dove sono cresciute le miefiglie. Dunque non potete imma-

ginare la sorpresa e la gioia quan-do il presidente Grimaldi mi hachiesto di occuparmi della scuo-la tennis. Un impegno di granderesponsabilità e con un’ereditàdavvero di grande peso e spesso-re. Infatti per quarant’anni e for-se di più la scuola tennis è statadiretta da uno dei più bravi e ca-paci maestri d’Italia, Peppe Poz-zi, pilastro e bandiera di questocircolo. Lo scorso anno è iniziataquesta mia nuova avventura, conPeppe sempre assolutamente pre-sente in questo nuovo progetto.Di una scuola tennis che por tiavanti prima di tutto un discorsotecnico attraverso un percorso di-dattico personalizzato e una me-todologia di allenamento di alto li-vello, frutto della mia esperienza

come allenatore e capitano di Cop-pa Davis e di Fed Cup. Tutto que-sto nella ricerca di creare un vi-vaio di giovani di sette, otto annie attraverso gli anni portarli a gio-care ad alto livello accompagnan-doli nella loro crescita formativatecnica, fisica e caratteriale. Que-sto è l’impegno e l’obiettivo della

scuola del Tennis Eur: insegnarea giocare bene a tennis a tutti isuoi allievi e, perché no, creareun’agonistica dal proprio vivaioper costruire dei buoni giocatorie, con un po’ di fortuna, scoprirei campioni di domani. Un impegnonon facile ovviamente, ma il Ten-nis Eur da sempre con il suo nu-cleo sociale è stato vicino al ten-nis agonistico, stando ai primi po-sti in Italia per i risultati agonisti-ci. Il tennis per i soci, la scuolatennis per i giovani, ma sempreun circolo serbatoio di tennisti trai migliori d’Italia. E questo sarà ilmio impegno, doveroso nei con-fronti del Tennis Eur che ha datotanto al tennis e che come in pas-sato vuole continuare a dare.Corrado Barazzutti

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TUTTINCIRCOLnews dai circoli sportivi storicinews dai circoli sportivi storici

[ ]Romatuttincircolo

CIR

CO

L OT E

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E . U . R .

CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO

RAPID RACE MEMORIALTILLI: LA CANOA A PONTE MILVIOCon lo splendido sfondo di PonteMilvio si è corsa, la Rapid RaceMemorial Tilli, organizzata dalC.C.Tirrenia Todaro, che ha coin-volto oltre agli atleti del sodaliziouna nutrita schiera di canoisti pro-venienti da tutta Italia.Nella due giorni di gare si sonopotute vedere scendere canoe dadiscesa, C1, C2 e, per la primavolta a Roma, canoe da slalomscendere su un vero percorso rea-lizzato quasi sotto gli archi del mo-numentale ponte.Complici due bellissime giornatedi sole e la novità della manife-stazione, si è avuto un notevole

afflusso di pubblico, segno cheeventi di questo genere possonofar avvicinare i cittadini alla sco-per ta di un Tevere protagonistaanche nello sport.

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LO TUTTINCIRnews dai circoli sportivi storicinews dai circoli sportivi storici

Romatuttincircolo[ ] Club

deiCircoliSportiviStorici

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TENNIS CLUB PARIOLI

UNDER 12 ED OVER 40CAMPIONI D’ITALIA DITENNIS

Il Tennis Club Parioli è campioned'Italia, con uno straordinario suc-cesso la squadra under 12 maschi-le conquista il tricolore nella fasefinale nazionale che si è svolta dal30 settembre al 2 ottobre sui cam-pi del CT Correggio di Reggio Emi-lia. Protagonisti di questo succes-so sono stati i piccoli atleti AndreaBessire, Michele Fenoaltea, Flavio

Lombardo e Filippo Toscano inter-preti di un progetto iniziato nel2005 voluto fortemente dal Con-siglio Direttivo. Un progetto che haportato ad una selezione fatta an-che attraverso i figli dei soci delclub e che rappresenta la veraespressione del vivaio del Club.Al via otto squadre che si sono da-te "battaglia, sui campi del CT Cor-reggio di Reggio Emilia, oltre al Pa-rioli in campo sono scesi il Circo-lo Città di Udine, il TC Finale Ligu-re, il TC Chiari, l'SC Moie, il TCPrato, il CT Ercole e CT Polimeniche hanno conquistato il diritto apartecipare alla fase finale dopoun percorso iniziato nel maggioscorso. Ricordiamo che il TC Parioli ha vin-to il titolo regionale e si è qualifi-

cato alla fase successiva del ta-bellone di macroarea centro sudvinto ad inizio settembre sui cam-pi del CT Lanciano. Buon tennis e tanto agonismo so-no stati i fattori determinanti diquesto ultimo week end di tenniscon tanti piccoli atleti in campoche fanno ben sperare per il ten-nis nazionale: il Parioli, nella par-te bassa del tabellone, nei quartidi finale ha battuto per 2 a 1 il TCChiari, il semifinale il TC Finale Li-gure per 2 a 0 ed in finale i mar-chigiani dell'SC Moie per 2 a 1Altro straordinario successo per icolori bianco verdi del TC Pariolinella fase finale nazionale delcampionato italiano a squadre ditennis: protagonisti questa voltagli evergreen over 40 che nel week

end, sui campi del CT Galatina,hanno conquistato il tricolore conUgo Biagianti, Giorgio Donato eStefano Pescosolido.Le squadre impegnate nelle fasifinali dei campionati a squadre ditennis sono state quattro nel weekend, infatti dopo i successi del-l'under 12 maschile e dell'over 40con la conquista dei due scudet-ti, sono scese l'under 14 maschi-le e l'over 45. Si ferma nei quarti di finale l'av-ventura dei ragazzi under 14 GianMarco Moroni e Federico Bene-detti, vicecampione nazionale in-vece la formazione over 45, bat-tuta in finale con Edoardo Mazza,Marco Mencaglia e Massimo Ri-bechi, protagonisti di uno straor-dinario cammino.

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TUTTINCIRCOLnews dai circoli sportivi news dai circoli sportivi

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DUE PONTI SPORTING CLUB

INTITOLATO AD ANDREAPESCIARELLI LO STADIODEL CALCIOTTO

Giovedì 20 ottobre, al Due PontiSporting Club, si è svolta la ceri-monia di intitolazione dello stadiodel calciotto ad Andrea Pesciarel-li, grande amico di Emanuele e Pie-tro Tornaboni, proprio nel giornodel suo compleanno.Presenti la madre, la moglie Elisa-betta e i figli, Elena e Jacopo, chehanno consegnato la coppa allasquadra vincitrice del quadrango-lare, la Nazionale Attori che, dopoaver battuto il TG1, ha vinto la fi-nale contro gli Amici di Andrea delDue Ponti, che, invece, avevanoeliminato il TG5. Nella NazionaleAttori del Presidente Lozzi eranopresenti Giorgio Pasotti, Emanue-le Propizio, Danilo Brugia, Milo Co-retti, Edoardo Velo, Alessio Di Cle-mente, Marcelo Fuentes, StefanoMasciolini, Edoardo Siravo, Mar-co Cassini. Molto emozionante la cerimoniadi intitolazione dello stadio: Ema-nuele e Pietro Tornaboni hannoscoperto la targa e, dopo un bre-ve ma toccante ricordo dell’amicoAndrea, hanno lasciato la parolaal saluto della madre, dei figli edella moglie. La collega ValentinaBisti del TG1 ha letto una bellis-sima poesia scritta dal socio Car-lo Priolo.Quindi, è iniziata la festa sportivache ha unito tutti gli amici di “Pe-scia”, quelli con cui Andrea dispu-tava la partita del giovedì: gli ami-ci del TG1 Fabrizio Ferragni, Pao-lo Di Giannantonio, Raffaele Ge-nah, , Stefano Orsini, StefanoZiantoni, Massimo De Strobel,Marco Betello, Alessio Zucchini,

Federico Vespa e poi Guido DelTurco, Lorenzo Montersoli, FabioTricoli, Sebastiano Somma, Edoar-do Guarnera, Pino Capua, MarinoCollacciani, Toni Santagata, Mar-co Nardo. Grande amico di Ema-nuele e Pietro Tornaboni, il simpa-tico Andrea era ben voluto e cono-sciuto da tantissimi soci del cir-

colo perché la sua simpatia e ilsuo buon umore era contagiosa eil suo arrivo non passava inosser-vato, pronto sempre a scambiareuna simpatica battuta con tutti.Tra i tantissimi amici intervenuti,presenti anche le colleghe Carlot-ta Mannu, Alessandra Di Tomma-so, Simona Rolandi.

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FUTBOLCLUBL’ATTESA È FINITA: RIPARTE LA FUTBOLLEAGUE 2011-2012

Manca poco e sarà di nuovo grande cal-cio al Futbolclub: a fine mese ricomin-cia la Futbol League, il torneo di calciot-to più importante del circolo. Sarà di14 il numero delle squadre, e quello sucui c’è da scommettere è che il tassotecnico in campo sarà ancora maggio-re rispetto alla passata edizione. I pre-sidenti stanno, infatti, cercando, in que-sto periodo, di accaparrarsi i migliori ta-lenti ancora in circolazione. Tutti, natu-ralmente, a caccia dello schiacciasas-si Parnasi, autentico dominatore dellastagione passata con Futbol League eFutbol Cup in bacheca, che per il 2011-2012 farà guidare la sua squadra dal“principe” Giuseppe Giannini, e, non

c’era da dubitarne, confermerà misterCancellieri in panchina (a caccia del bisdopo il “triplete” dello scorso anno: Fut-bol League, Futbol Cup e Caravella Tri-colore).Alle spalle della favoritissima scaldanoi motori, per un campionato da prota-gonisti, anche Giovannetti, che torna ingioco più carico che mai e Impara, an-che lui in cerca di una rivincita dopo losmacco subito la passata stagione (pri-mo in campionato ma eliminato da Pel-licelli in semifinale ai Play Off). Occhioanche a due possibili outsider: Rime-dio, il più attivo in questo periodo perrinforzare la squadra, per lo più compo-sta da mister della scuola calcio, e An-gelucci, che per tornare al successo haunito la forza di ben tre presidenti.Per quanto riguarda le regole il calen-dario non presenta alcuna novità: Re-gular Season prima e Play Off al termi-ne della stessa, mentre la Futbol Cupsarà alternata proprio alle gare dei playoff. A cambiare, però, sarà la formuladi gioco: non più valutazioni dei gioca-tori ma, come nel passato, somma del-le età in campo. Gli otto giocatori di ognisquadra dovranno raggiungere una quo-ta pari o superiore a 280 anni, mentreper quanto riguarda le stelle, è ammes-so solo un tesserato, e non superiorealla Promozione per il calcio a 11 o al-la C1 per il calcio a 5. Allacciate le cin-ture, lo spettacolo sta per cominciare.Gianmatteo Colla

LO TUTTINCIRnews dai circoli sportivi news dai circoli sportivi

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Detto: DiegoCognome: DenaroDetto: Dan HarrowRuolo: CentrocampistaPiede Preferito: DestroPezzo Forte: La finta da fermoSquadra del Cuore: AS Roma

Il socio del mese Nome: Diego Denaro

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TUTTINCIRCnews dai circoli sportivi news dai circoli sportivi

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SALARIA SPORT VILLAGE

1° MEMORIAL PAOLO COSTOLI: UN TUFFO NEL PASSATO

Il Salaria Sport Village organizza edospita il primo Trofeo di Nuoto Ma-ster intitolato a Paolo Costoli.Il 20 Novembre nella vasca olimpio-nica dell’impianto di via San Gag-gio gareggeranno atleti provenientida tutta Italia, tesserati FIN master,con la voglia di incamerare punti uti-li per la classifica ufficiale e so-prattutto di lasciare il segno nellaprima edizione del Trofeo.Paolo Costoli era nato a Firenze il

12 Giugno del 1910; morì a Bremail 18 gennaio del 1966 nel disastroaereo che costò la vita alla naziona-le Italiana di nuoto e ai suoi accom-pagnatori; è stato considerato il piùforte nuotatore Italiano a cavallo del-le due guerre mondiali. Insieme a lui, quel giorno, viag-giavano verso la Germania per unmeeting internazionale anche Ser-gio De Gregorio, Luciana Massen-zi, Bruno Bianchi, Dino Rora,Amedeo Chimisso, Carmen Lon-go; Daniela Samuele.Il 20 Novembre al Salaria, oltre aipremi intitolati non solo a Costolima anche a De Gregorio ed a Lucia-na Massenzi, sarà allestita unaesposizione di fotografie d'epoca re-lative all'allenatore e agli atleti ro-mani caduti nel disastro di Brema. La giornata di gare inizierà alle 8,30e terminerà nel tardo pomeriggio;oltre a curiosare tra le fotografieesposte, gli atleti potranno sotto-porsi a massaggi della durata di15/20 minuti e ad applicazioni ditecarterapia. Servizi fotografici dis-creti con stampa immediata solosu richiesta degli interessati.

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Il Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport ha presentato i propri progetti peril 2011 – 2012 all’Università Europea di Roma, nuovo partner MECS

clubstyleetica sportiva

ercoledì 12 Ottobre 2011,presso l’Aula Master del-l’Università Europea di Ro-ma, il Movimento per l’E-tica e la Cultura nelloSport, presieduto da Gian-

ni Rivera, ha presentato alla stampa e ai suoipartner le attività per il 2011-2012. Il MECS,per il suo terzo anno di attività nel mondo del-lo sport, rivolte sempre all’espansione della cul-tura sportiva, dell’etica e della buona educazio-ne allo sport, ha in serbo novità, nuovi progetti

e idee per permettere al movimento di crescere.Dopo il Grande evento “Sir Alex Ferguson Incon-tra Roma”, che ha portato grande risonanza, l’As-sociazione Etica per eccellenza ha deciso di ri-partire dai suoi progetti ormai consolidati: la Gior-nata della Cultura Sportiva, la Festa NazionaleM

di Marta Centra

Un altro annonel segno del MECS

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dell’Etica nello Sport, EtiCamp ed i nuovi proget-ti Porta il Nonno al Camp e Segnaletica rivolto ailicei della Provincia di Roma. Ci sono quindi nuo-ve prospettive e nuovi obiettivi che attendono ilMECS ed i nuovi e vecchi partner che continua-no a confermare il loro sostegno all’associazio-ne. La conferenza, che si è tenuta per il primoanno all’Università Europea di Roma, è stata ri-volta a presentare le attività future del Movimen-to. Padre Paolo Scarafoni, L.C. Rettore Universi-tà Europea di Roma, ha introdotto l’incontro, mo-strandosi soddisfatto per questo “nuovo corsoinsieme al MECS, speriamo di poter continuarequesta collaborazione per il futuro”.Luca Pancalli, Presidente Comitato Paralimpico,ha evidenziato il ruolo dello sport quale “stru-mento per recuperare le capacità dei giovani edessere promotore, portatore e rieducatore dellasocietà, attraverso i valori che offre l’etica” . Pa-role riprese dal Presidente del MECS Gianni Ri-vera che intende “risvegliare i valori dell’Etica nel-lo Sport per costruire un mondo più vivibile”. Presente alla conferenza anche Paolo Piccinelli,

Assessore allo Sport di Chianciano Terme, Co-mune nel quale da due anni il Movimento orga-nizza il soggiorno estivo per bambini Eticamp.L’Assessore, evidenziando il valore della fami-glia, ha espresso il proprio sostegno al nuovoprogetto del MECS denominato “Porta il Nonnoal Camp”, quale “elemento di connessione perle famiglie, affinché gli anziani possano non sen-tirsi estraniati dalla società”.Anche quest’anno il Movimento, per portare avan-ti i propri progetti, ha ricevuto il pieno sostegnodell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, in par-ticolare del Coordinatore per l’Educazione FisicaAntonino Mancuso, che ha dichiarato: “con que-sti progetti si dà l’opportunità ai giovani studen-ti di avere un approccio di qualità con lo sport ei suoi valori”. Nicola Dambra, CSR & Sustainbi-lity Alitalia, ha concluso l’incontro soffermando-si sul valore della responsabilità sociale, sia perle persone che per le imprese, affermando che“comportarsi in maniera etica è bene per la no-stra persona. E’ necessario assumersi la respon-sabilità dei propri comportamenti”.

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[ ]etica sportivaclubstyle

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52[ ]il canottaggio

Uno sport che appassiona sin da piccoli:

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di Michele Petracci

Lo sport del remo sipuò praticare sin dapiccoli, senza pericolie con innumerevolivantaggi per lacrescita, sia fisica chepsicologica e sociale

ffacciarsi da un ponte e vede-re decine e decine di imbarca-zioni solcare le acque di un fiu-me millenario fa sempre uncerto effetto. E' quello che suc-cede a Roma in un giorno qua-lunque se ci si affaccia su uno

dei monumentali ponti del centro e si guarda ver-so il basso; uno spettacolo unico. Imbarcazionidi ogni tipo che si apprestano a risalire la corren-te del fiume a colpi di remate e altrettante checon incessante andare si lasciano trasportaredalla corrente. Sono barche da canottaggio com-poste da uno o più rematori e da persone di ognietà. I più giovani svolgono normale allenamentoper prepararsi alle gare di inizio stagione, i piùanziani invece si ritrovano sul Tevere per passa-re una giornata insieme all'insegna della naturae dello sport sano. Le problematiche che si affrontano con i primiche si affacciano sulle sponde del Tevere, inparticolare genitori che accompagnano i pro-pri figli per le prime volte ad allenarsi, sono le-gate al fatto che il fiume sia stato da sempreconsiderato pericoloso per la corrente forte,ma soprattutto sporco e portatore di migliaiadi malattie. In parte è vero, ma nella maggio-ranza dei casi si tratta di leggende metropoli-tane che si superano nel momento in cui simette piede su uno dei numerosi galleggianti

tiberini. Vedere animali acquatici di ogni tipo ealberi e piante anche molto rare dà l'idea ditrovarsi in qualche parco piuttosto che al cen-tro di una grande città. Le acque tranquille per-mettono la navigabilità a barche anche moltoinstabili. Pur sembrando uno sport pericolosoe pieno di insidie, il canottaggio è praticato damoltissimi bambini che iniziano anche moltopiccoli, dopo aver convinto i genitori che nonsi va a fare sport in una grande discarica.La prima categoria prevista nel canottaggio so-no gli Allievi che solitamente va dai 10 ai 13 an-ni, seguita poi dalla categoria Cadetti, per ado-lescenti di 14 anni. Subito dopo ci sono Ragaz-zi e Junior dai 15 ai 18 anni, per poi proseguirenelle categorie Senior e Master di ogni età.Nei più giovani il canottaggio è inteso sola-mente a livello ludico, si insegna loro a starein equilibrio sulle barche e a provare l'emozio-ne di uno sport acquatico all'aria aperta. Losport, dunque, inteso come gioco dà una mag-giore spinta psicologica ai bambini che quin-di vorranno sicuramente tornare all'allenamen-to successivo. Le prime sedute si svolgononella “vascavoga”, un galleggiante attraccatoa terra che simula il movimento del canottag-gio in tutta sicurezza. Dopo di che si inizia aduscire sulle barche scuola; solitamente canoi-ni e yole composte da quattro o otto vogatoriin cui a bordo è presente un istruttore che in-

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[ ]canottaggioclubstyle

A

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segna come comportarsi su un fiume. Gli al-lenamenti veri e propri non iniziano fino allacategoria Cadetti, quando in maniera gradua-le si insegna ad andare sulle barche di tipoolimpico, molto instabili, ma estremamenteveloci e quindi divertenti. Il canottaggio è uno sport particolare, completoda più punti di vista. A livello fisologico si attiva-no quasi tutte le fasce muscolari. Nelle due fasidi passata e ripresa vengono sollecitati tutti i mu-scoli delle gambe e delle braccia, conseguente-mente tutta la fascia addominale e lombare. Civuole poi una grande attività mentale per muo-vere nel momento giusto tutti gli arti del corpo enello stesso tempo governare un mezzo tecnico,

in questo caso la barca, con scalmi e remi. Lacoordinazione è importantissima e aiuta i più pic-coli, in particolare quelli non ne hanno molta, an-che nella vita di tutti i giorni al di fuori dello sport.Se poi ci si trova a remare in barche multiple ildiscorso si complica perché alla coordinazionepersonale e del mezzo ci vuole anche la coordi-nazione per andare a tempo con i propri compa-gni di barca. Tutto questo aiuta sicuramente unacrescita sotto molti profili del bambino che si av-vicina a questo magnifico sport.Il movimento del remo poi, ciclico, ripetitivo esenza scatti o cambi di direzione improvvisi,aiuta l'organismo a svilupparsi nella manieragiusta evitando traumi di qualunque genere.

La postura che si è obbligati a tenere nel ca-nottaggio aiuta a rinforzare tutti i muscoli del-la schiena evitando o aiutando problemi comelordosi, scogliosi o scifosi. Uno sport sano egenuino dunque, che vale la pena provare al-meno una volta nella vita. L'emozione sarà co-sì intensa da voler assolutamente riprovareuna seconda volta e poi una terza e cosi via.Proprio per le sue difficoltà il canottaggio at-trae una moltitudine di persone che voglionomettersi alla prova; un numero in aumento dibambini trovano nel remare un'attività asso-lutamente divertente e fuori dalla norma, cheli fa sentire unici senza dover compiere impre-se stratosferiche.

[ ]clubstylecanottaggio

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Focus sulla protesid’anca: procedure,

benefici e indicazioniper gli sportivi reduci

da infortunio. Il pareredel Prof. Attilio

Santucci: “Vannoevitati gli sport di

corsa e contatto”

’artroprotesi d’ancao protesi totale d’an-ca, è un’articolazio-ne artificiale realizza-ta in leghe metalli-che, materiali plasti-ci e/o ceramici, che

va a sostituire l’anca usurata, ri-ducendo il dolore e ripristinandola funzione articolare.In virtù delle innovazioni tecnolo-giche introdotte nella pratica clini-ca, l’intervento di protesi d’anca

è divenuto nel tempo meno inva-sivo, fino ad assumere, nelle ma-ni di un chirurgo esperto, i contor-ni di un’operazione di routine.La sua efficacia si traduce in un mi-glioramento della vita quotidiana edi relazione; in alcuni casi, anchein un ritorno alla pratica sportiva.A tal riguardo, bisogna precisareche, sebbene per il paziente redu-ce da intervento non ci siamo par-ticolari limitazioni, è consigliabileevitare gli sport di corsa e di con-

tatto (calcio, basket, volley, sci al-pino ecc.).

Prof. Santucci, che cos’è la pro-tesi d’anca?“Come già premesso, si tratta diun’articolazione artificiale che so-stituisce quella anatomica, altera-ta irreversibilmente da vari proces-si patologici. L’anca o articolazione coxo – femo-rale, è costituita da due elementi (alivello scheletrico): la testa femora-

Ldi Paolo Brandimarte

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Sport e protesi d’anca

Il Prof. Attilio SantucciMedico ChirurgoSpecializzato in Ortopedia eTraumatologiaSpecialista in Protesi d'anca

[ ]clubstylesalute[ ]

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le e l’acetabolo, ricoperti dai rispet-tivi strati di cartilagine articolare.Nel momento in cui l’anca risultacompromessa, con perdita dellafunzione articolare e dolore anchea riposo, si rende necessario la so-stituzione delle superfici articolaricon componenti protesiche”

Quando è indicato l’intervento?“Come per gli interventi chirurgiciin generale, l’artroprotesi è indica-ta nel momento in cui i vari tratta-menti conservativi (terapia medi-ca, infiltrazioni articolari con acidoialuronico e cortisonici, fisiochine-siterapia e riposo), applicati nei mo-di e nei tempi giusti, non hannoconseguito un risultato soddisfa-cente per il paziente”.

Quali sono i potenziali rischi lega-ti all’intervento?“Ai rischi generici connessi alle pro-cedure chirurgiche in genere (emor-ragia, trombo – embolie, ematomapost – chirurgico, infezione, soffe-renza della cicatrice chirurgica conpossibile deiscenza, infezione, ane-mia), esistono rischi specifici tracui frattura periprotesica femora-le, paralisi nervose, instabilità del-

l’impianto con sub – lussazione olussazione, dismetria degli arti in-feriori e rottura delle componentiprotesiche”.

È possibile praticare sport con unaprotesi d’anca?“Molti sportivi, superato il traumadell’operazione e recuperata la buo-na funzione dell’anca, desideranoriprendere l’attività sportiva prati-cata in precedenza. Per un porta-tore di protesi d’anca, la corsa èpossibile ma rischiosa ai fini dellasopravvivenza dell’impianto. Per-tanto, è opportuno selezionare iltipo di attività sportiva”.

Quali gli sport consigliati?“Gli spor t consigliati sono golf,ginnastica e ciclismo, a differen-za della corsa e degli sport di con-tatto (calcio, basket, volley, sci al-pino, ndr) che andrebbero evitatia fronte dell’alto rischio di trau-ma e danni a carico dell’impian-to protesico”.

IL MEDICO RISPONDE

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[ ]saluteclubstyle

Esami strumentali: prima e dopo l'intervento di protesi d'anca

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di Lorenzo Arduini

[ ]clubstylepattinaggio

Pattinareper crescere

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l pattinaggio a rotelle è sicuramente unadisciplina sportiva nel vero senso dellaparola, con una federazione appositache organizza gare e campionati ed unnumero di tesserati che pratica questosport in maniera continuativa, cimen-tandosi nelle diverse specialità, che spa-

ziano dalla corsa all’artistico.La F.I.H.P, Federazione Italiana Hockey e Patti-naggio, è da sempre una della federazioni checontribuisce maggiormente al medagliere com-plessivo del Coni, in particolare con il pattinag-gio artistico. Pur non essendo mai approdatatra le discipline olimpiche, nelle 54 edizioni di

Campionati del Mondo svoltisi ad oggi gli atle-ti italiani hanno raccolto un bottino di 198 me-daglie d’oro tra tutte le diverse specialità, piaz-zandosi davanti a due superpotenze dello sportcome gli Stati Uniti e la Germania.A parte la pratica agonistica il pattinaggio a ro-telle può contare in Italia su centinaia di mi-gliaia di praticanti amatoriali grazie soprattut-to alla ricchezza della sua proposta ed alla ca-pacità di soddisfare le richieste di un'utenzamolto eterogenea per età, estrazione sociale,localizzazione geografica.E’ proprio di questa base di praticanti moltosolida, grazie soprattutto al coinvolgimento di

[ ]pattinaggioclubstyle

IIl pattinaggio a rotelle si stadiffondendo in Italia, anche

grazie alla pratica dei bambini, che consente uno sviluppo

armonico basato sucoordinazione ed equilibrio

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tantissimi bambini in età scolare e pre scola-re, che vogliamo parlare in questo articolo.Il pattinaggio, infatti, ancor prima di uno sportè un’occasione straordinaria per stimolarenei più piccoli le capacità di coordinamentoe di equilibrio, il tutto insegnato in un conte-sto ludico.Si è parlato molto di queste tematiche in occa-sione della conferenza stampa di presentazio-ne dell’edizione 2011 di International RollerCup, kermesse internazionale di pattinaggio ar-tistico in programma domenica 4 dicembre alPala Panini di Modena.”Il pattinaggio a rotelle si può praticare in qual-siasi luogo, è una sorta di evoluzione della scar-pa. Il pattinaggio artistico poi è come vedereun ginnastica fare le forme con le ruote e staacquisendo una discreta visibilità mediatica,dato che è uno sport che piace”, ha dichiara-to Sabatino Aracu, Presidente della Federazio-ne Mondiale di sport a rotelle e della Federa-zione Italiana Hockey e Pattinaggio. “I bambi-ni poi possono usare i pattini in tante situazio-

Il progetto della Junior Sacca Modena

Da oltre 20 anni la società di pattinaggio Junior Sacca Modena è impegnata inun progetto di educazione motoria rivolto alle scuole dell’infanzia, in particolareai bambini di 4 e 5 anni. Scopo del progetto è far acquisire ai bambini,attraverso semplici esercizi individuali e di gruppo, una maggiore consapevolezzadei movimenti e controllo del proprio corpo sfruttando la particolare fase dicrescita e sviluppo dell’età. Il pattinaggio a rotelle stimola nei bambini lecapacità di coordinamento ed equilibrio che già si stanno formando, calandoli inun contesto di gioco e quasi fantastico. Nel corso di ogni incontro, della duratadi circa un’ora, i bambini vengono guidati in un viaggio, con una storia che fa dafilo conduttore ai diversi esercizi. Durante le lezioni vengono impiegati ostacoli eattrezzi per costruire semplici percorsi, ma anche momenti di pattinaggio liberocon musica: la musica infatti non solo è un elemento fondamentale, ma inquesto caso aiuta i bambini a sviluppare anche il senso del ritmo, e a divertirsiimpegnandosi nei compiti affidati.Ogni anno il progetto ideato dalla Junior Sacca Modena impegna oltre 30 classi,per un totale di circa 1000 bambini.

[ ]clubstylepattinaggio

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pallanuoto[ ]

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ni diverse, in casa, per strada, in cortile o neiparchi, acquisendo così equilibrio e destrezza.In sintesi pattinare consente ai più piccoli diacquisire la necessaria formazione motoria: sipuò fare un grande lavoro con le scuole ele-mentari e con gli asili, investendo così sullascienza del movimento”.600 bambini delle società di pattinaggio siesibiranno a Modena tra una gara e l’altra,allietando così il pubblico tra una gara e l’al-tra. “Il pattinaggio ha una straordinaria va-lenza educativa”, ha dichiarato il SenatoreCarlo Giovanardi, intervenuto alla conferen-za. “Si impara infatti a convivere con sé stes-si, grazie ad allenamento e sacrificio: è unosport infatti che insegna innanzitutto ad ave-re una relazione con il proprio corpo, in se-condo luogo poi insegna a costruire le rela-zioni sociali. Educare i più giovani attraversoil pattinaggio può avere senza dubbio un’im-portante valenza di crescita”.A Modena 22 anni fa ha preso il via un proget-to con le scuole materne che coinvolse il pri-

mo anno una sola classe di bambini: oggi il pro-getto ha preso definitivamente il via, coinvol-gendo ogni anno oltre 1000 bambini tra i quat-tro ed i cinque anni. “Questo grazie alle socie-tà basate sul volontariato, che lavorano con ge-nerosità e qualità professionale”. Queste le pa-role di Mariangela Bastico, parlamentare che,come Giovanardi, è tra i promotori di Interna-tional Roller Cup. “Per portare avanti progettidi questo genere è fondamentale poi la colla-borazione delle scuole, con le loro competen-ze e la loro notevole forza di volontà. Il patti-naggio sviluppa il bambino in modo organico ecompleto, consentendogli poi di stare all’inter-no di una squadra. Questo è un progetto chein futuro può coinvolgere anche le scuole ele-mentari ed essere esportato tranquillamenteanche in altre città, le famiglie hanno sempredato feedback estremamente positivi”.Senza dubbio poi manifestazioni internaziona-li del calibro di International Roller Cup non pos-sono che essere d’aiuto alla diffusione sem-pre più capillare del pattinaggio, artistico e non.

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[ ]pattinaggioclubstyle

L’edizione 2011di InternationalRoller CupL’appuntamento con InternationalRoller Cup è per domenica 4 dicem-bre al PalaPanini di Modena a partiredalle 16.30, per ammirare dal vivo i16 atleti provenienti da 6 diversipaesi e 4 continenti, tutti campioniassoluti delle rotelle.Quattro squadre, ognuna compostada tre elementi: una coppia, un sin-golo femminile e un singolo maschi-le. La competizione si articola in tremanche nelle quali ogni membrogareggia singolarmente, più unaquarta, conclusiva, in cui la squadrasi esibisce insieme.

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Stefano D’Ottavio, Responsabile Nazionale dell’Area Tecnica del Settore Giovanile eScolastico della FIGC e Professore Universitario a Tor Vergata, è convinto che, attraversola ricerca e la tecnologia, si possano migliorare le prestazioni fisiche degli atleti, inparticolare negli sport di squadra

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di Lorenzo Arduini

[ ]clubstyleallenamento

La ricercaal servizio della preparazione atletica

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ggi nel mondo dello sport sidà sempre maggiore importan-za alla preparazione fisica de-gli atleti, siano essi professio-nisti o dilettanti, adulti o bam-bini. Dimostrazione di tuttoquesto è l’ingresso dello sport

in generale, e della preparazione atletica in par-ticolare, nelle facoltà di molti Atenei italiani, neicorsi di Scienze Motorie, ma non solo.Grazie anche alla disponibilità di nuove tecnolo-gie per la misurazione della prestazione degli at-leti, oggi si sta studiando il modo per migliora-re le performance fisiche di chi pratica sport.Con un occhio di riguardo anche all’aspetto psi-cologico ed emozionale degli atleti, in modo par-ticolare dei più giovani.Abbiamo parlato di tutto questo con il Prof. Ste-fano D’Ottavio, uno dei massimi esperti in que-ste tematiche (vedi box), iniziando dal MasterUniversitario “Teoria e metodologia della prepa-razione fisica del calcio”, organizzato dal Corsodi Laurea in Scienze Motorie di Tor Vergata, cheD’Ottavio coordina (www.mastercalciotorverga-ta.com).

Qual è l’importanza di formare all’interno del-le Università dei professionisti esperti nella pre-parazione fisica degli atleti, in particolare deicalciatori?“Gli obiettivi di questa tipologia di corsi sono ditrasmettere informazioni di carattere scientifi-

co, ma anche di carattere applicativo, in mododa migliorare le competenze di questa figura pro-fessionale, ormai fondamentale sia nei profes-sionisti ma anche nel mondo dilettantistico. Il master di Tor Vergata prevede circa 400 oredi corso fra cui stages presso società profes-sionistiche, presso il Centro Tecnico di Cover-ciano e presso aziende che producono attrez-zature sportive e strumenti di misurazione. Sitratta quindi non solo di un’esperienza cultu-rale, ma anche di far conoscere il mondo dellavoro da vicino per comprendere meglio talicaratteristiche”.

Che ruolo ricopre oggi la ricerca nel mondo del-lo sport?“La ricerca scientifica e le tecnologie usatestanno avendo ormai da anni connotati impor-tanti. La prestazione sportiva può infatti es-sere maggiormente migliorata se si utilizza-no test di valutazione e controlli basati su pro-tocolli di ricerca validati scientificamente. I ri-sultati rappresentano in pratica una sorta diterzo occhio all’allenatore. In sport come l’at-letica o il nuoto, per esempio, è semplice mi-surare la prestazione atletica, mentre neglisport di squadra il discorso cambia comple-tamente. Questo sia per la variabilità dei ge-sti atletici, sia per gli elementi dovuti all’am-biente di gioco, difficilmente quantificabili. Og-gi, però, grazie alle nuove strumentazioni dis-ponibili, si può vedere lo sforzo del giocatore

[ ]allenamentoclubstyle

Stefano D’Ottavio Professore Associato presso il corsoin Scienze Motorie dell’Università diTor Vergata, ricopre il ruolo diCoordinatore Scientifico dell’AreaTecnico Sportiva. In passato è statoPreparatore atletico della nazionale dicalcio Under 23 vincitrice ai Giochi delMediterraneo 1997, Under 21Campione d’Europa, Nazionaleolimpica a Sidney 2000, dell’Inter edel Livorno in serie A e della Ternanain Lega Pro. Oltre al calcio è stato ilpreparatore atletico della Virtus Romabasket in serie A dove attualmentecoordina i preparatori atletici dellasocietà. Nella FIGC è responsabiledell’area tecnica del Settore Giovanilee Scolastico ed è componente diCommissioni Tecniche presso ilSettore tecnico di Coverciano. Hascritto numerosi testi e centinaia diarticoli sull’insegnamento e sullapreparazione nel calcio ed ha ideato esperimentato attrezzi didattici e per ilcontrollo della prestazione fisica.

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nelle diverse fasi di gioco e, di conseguenza,si possono migliorare e calibrare meglio le ti-pologie di allenamento”.

In questo ambito quindi l’Italia sta colmandoil gap con gli altri Paesi.“In luoghi come gli Stati Uniti, i paesi dell’Eu-ropa dell’est e la Scandinavia la ricerca scien-tifica applicata allo sport esiste da molto tem-po, è proprio su questo che quelle realtà han-no fondato i successi sportivi. Esiste una dif-ferenza anche a livello culturale: in Danimarca,ad esempio, tutti gli atleti sono disponibili aprestarsi alla ricerca, da noi meno, però le co-se stanno migliorando”.

Fino a che livello si può arrivare nel migliora-mento delle performance atletiche?“Naturalmente esistono dei limiti biologici ol-tre i quali non si può andare, ma questi limi-ti non sono ancora stati raggiunti, come dimo-

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pallanuoto[ ]stra il miglioramento continuo dei record nei100 metri. Le prestazioni possono essere mi-gliorate attraverso la preparazione, l’alimen-tazione e, non ultimo, l’aspetto mentale. Lamente può influire sulle per formance sia su-gli sport individuali e soprattutto negli sportdi squadra, dove la coesione del gruppo puòfare la differenza”.

Qual è l’importanza di una corretta prepara-zione fisica nei giovani, in particolare nei bam-bini?“Nei bambini è presente un forte impulso amuoversi, di conseguenza l’accento deve es-sere posto sulla coordinazione, essenzialeper l’apprendimento dei fondamentali tecni-ci. La coordinazione, che permette all’atletadi rendere al massimo, ha la sua fase sensi-bile di massimo apprendimento tra i sei ed idodici anni. In questa fase evolutiva, quindi,bisogna stimolarla, attraverso una formazio-

ne polisportiva del bambino. Grazie ad essasi possono poi praticare diversi sport in ma-niera sana e corretta. Nei bambini quindi èpiù importante lavorare sulla coordinazione esugli aspetti cognitivi, rispetto alla componen-te prettamente fisica. Bisogna sempre tene-re a mente, poi, che i bambini si devono di-ver tire ed il gioco deve essere lo sfondo ditutta l’attività motoria”.

Il Settore Tecnico e quello Giovanile della Fe-dercalcio stanno prendendo iniziative in que-sto senso?“Roberto Baggio e Gianni Rivera, i rispettivi Pre-sidenti, oltre ad Arrigo Sacchi stanno cercan-do di trovare una strada sul piano del metodoper riconoscere meglio i giovani talenti. Stan-no lavorando ad un progetto di carattere nazio-nale per rivedere il percorso di carriera di ungiovane di qualità. Nel calcio italiano arrivanostranieri molto giovani che hanno la possibili-

tà di giocare da subito ad alti livelli, cosa piùdifficile per i giovani italiani: l’obiettivo è inver-tire questa tendenza”.

Queste iniziative riguardano anche il calciofemminile?“La Federcalcio ha l’obiettivo di coinvolgeremaggiormente le ragazze nel gioco del pallone.Il Settore Giovanile e Scolastico sta portandoavanti in questo senso progetti con la scuolaa tutti i livelli cercando di imitare il modello te-desco, dove il numero delle ragazze tesserateè quasi uguale a quello dei ragazzi”.

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di Marco Trozzi

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Il Mondo arabodisinteressato al calcio nostranoIn questi ultimi anni stiamo assistendo ad un investimento massiccio dimagnati arabi nel calcio, in grado di stravolgere gli equilibri tra i grandiclub europei e quelli italiani

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l calcio del ventunesimo secolo è un si-stema economico che risponde a leggidi mercato alle quali le società non pos-sono sottrarsi, se vogliono rimanere alpasso con i tempi.È in questa ottica che, a più riprese, si

è denunciato come quella nazionale sia un’orga-nizzazione che non può essere paragonata a quel-la del resto d’Europa. È ormai noto, infatti, ilpreoccupante ritardo nella capacità di gestionedello sport più diffuso a livello nazionale intesocome risorsa finanziaria, come parte dell’econo-

mia del Paese che, dopo anni gloriosi, è in unacondizione subalterna rispetto al resto del Vec-chio Continente. Probabilmente è questo il mo-tivo per cui è totale, almeno al momento, il dis-interesse dei magnati del mondo arabo, veri epropri “Paperoni” dell’era moderna. In un’epocain cui molti sono gli investimenti di capitali stra-nieri nel mondo del calcio, l’Italia resta a guar-dare le nuove realtà salire progressivamente sulpalcoscenico continentale o le grandi di Spagnae Inghilterra scavare un solco sempre più nettotra loro e le altre.

Se analizzate attentamente, sono diverse le cau-se di questo disinteresse nei confronti del no-stro calcio: il merchandising che ancora latita, lamancanza di stadi di proprietà, un sistema fisca-le più severo rispetto ad altri Paesi, la burocra-zia statale che spesso rallenta le iniziative im-prenditoriali dei privati, la gestione degli introitiprovenienti dai diritti tv, gli scandali del calcioscommesse e, naturalmente, la mancata parte-cipazione o semplicemente l’assenza di risulta-ti eccellenti nelle manifestazioni continentali chegarantiscano importanti entrate.

I

[ ]sponsoringclubstyle

La classifica dei risultati economici dei club europei

1 Real Madrid

2 FC Barcelona

3 Manchester United

4 Bayern Monaco

5 Arsenal

6 Chelsea

7 AC Milan

8 Liverpool

9 Internazionale

10 Juventus

11 Manchester City

12 Tottenham Hotspur

13 Amburgo SV

14 Olympique Lione

15 Olympique Marsiglia

16 Schalke 04

17 Atlético de Madrid

18 AS Roma

19 Vfb Stoccarda

20 Aston Villa

Fonte: Deloitte Football Money

League 2011

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Una “radiografia” del mondo calcistico euro-peo è la “Football Money League 2011”, un’a-nalisi dei risultati economici relativi ai club, for-nita dalla Deloitte. Lo studio condotto dalla so-cietà inglese, che prende in considerazione idati relativi alla stagione 2009/2010, è un’in-dagine sullo stato di salute, in termini econo-mici naturalmente, delle più importanti socie-tà. La Football Money League 2011 evidenziacome i ricavi dei primi venti club hanno supe-rato per la prima volta i quattro miliardi di eu-ro (4,3 per la precisione) dimostrando la capa-cità del settore di resistere alle turbolenze eco-nomiche internazionali, facendo registrare per-fino una crescita dell’8% rispetto all’anno pre-cedente, cosa inusuale in questo periodo dicontrazione economica mondiale.Le prime due posizioni sono occupate, rispet-tivamente, da Real Madrid e Barcellona, men-tre la prima formazione italiana è il Milan, alsettimo posto. A farla da padrona è l’Inghilterra con ben set-te squadre su venti e proprio questo dato è ladimostrazione più eloquente di come il calciod’oltremanica sia un esempio da seguire, esat-tamente come non è un caso che il Manche-ster City dello sceicco Mansour – assoluto pro-tagonista delle ultime due sessioni estive dimercato - sia la società con la più importanteescalation passando dal ventesimo all’undice-simo posto.La classifica è stilata in base a tre fonti di ri-cavi: il botteghino, i diritti tv e le attività com-merciali; l’aspetto interessante è che, mentrein Europa i valori si equivalgono (per esempioil Real ha percentuali rispettivamente del 30,36 e 34%), quelli dei club Italiani sono total-mente sbilanciati verso gli introiti dei diritti tv(il Milan ha 13, 60 e 27%). Se si considera poi che in Italia la ripartizionedi tali diritti è una questione molto spinosa sul-la quale i club battagliano da anni proprio per-ché rappresentano la maggior fonte di guada-gno, è facilmente intuibile come l’essere terri-torio di conflitto sia sinonimo di cattiva orga-nizzazione e conseguente mal gestione di unpatrimonio che dovrebbe favorire tutte le par-tecipanti al campionato nazionale. Fino a quando non si raggiungerà un equilibriotra le fonti di ricavi, gestendo al meglio le ri-sorse e potenzialità a disposizione, le squadredi calcio italiane saranno penalizzate e tende-ranno a non essere appetibili per investitoristranieri che, oltre a soddisfare la loro bramo-sia di vittorie, considerano il calcio un impor-tante business.

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Esiste una vasta scelta di film nei quali la scherma ha un ruolo centrale, sia quella antica,con i suoi codici e rituali, che quella contemporanea, con allenamenti e gare agonistiche

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clubstyle[ ]cinema

a quasi totalità dei film nei qua-li la scherma ha un ruolo da pro-tagonista ha come comune de-nominatore l’azione. Questo si-curamente a causa della natu-ra di questo sport, che è di com-battimento, ma è pervaso da

uno spirito di reputazione ed onore, gene-rato dai significati che avevano nel passa-to le sfide a duello.Per il resto esistono film sulla schermamolto diversi l’uno dall’altro, sia come ge-nere che come ambientazione: alcuni so-

no ambientati ai giorni nostri e la scher-ma è rappresentata dal punto di vista squi-sitamente sportivo, con palestre, allena-tori, allievi e manifestazioni agonistiche.Molti altri sono ambientati nel passato,più o meno recente, e vi è rappresentatala cosiddetta scherma antica, con i suoicodici di comportamento basati sul rispet-to e sull’onore.Come dicevamo anche il genere dei film sul-la scherma è molto variabile, alcuni sonoinseriti in contesti politici e sociali realmen-te verificatisi, in un clima di intrighi e gio-

chi di potere. In molti anche la psicologiadei personaggi ha un ruolo centrale, con ri-svolti anche drammatrici per risolvere con-flitti a livello di personalità e carisma. In al-tri ancora, infine, prevale la comicità e lacommedia, sono film più “leggeri” e pen-sati per tutta la famiglia; qui i duelli preve-dono un buono, una sorta di super eroe,che combatte i cattivi, per difendere la pro-pria comunità e, spesso, anche la donnaamata. In questo articolo abbiamo selezio-nato tre film in cui compaiono le caratteri-stiche menzionate sopra.

Ldi Lorenzo Arduini

sul grande schermoSpada e fioretto

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Nell'epoca odierna, fatta di crisi e instabilità, anche gli eroi sembranoavvicinarsi sempre più agli uomini di tutti i giorni, per scontrarsi quindicon il quotidiano. Il tono utilizzato è di conseguenza quello dellacommedia, dell'ironia, alternata all'azione, caratteristica proprietaria dieroi e supereroi. The Legend of Zorro non sfugge a questa meccanica,narrando di Alejandro De La Vega e famiglia, sempre in bilico fra ilsalvare la patria e l'amore filiale. Zorro non può però dimenticare lasua natura e quando la California, che sta per diventare il 31° statodell'unione (siamo nel 1850), viene minacciata da un complotto dipossidenti terrieri, dovrà intervenire rischiando di perdere l'amore dellamoglie Helena. L'ironia impazza, così come l'abbondanza di stereotipinei personaggi di contorno.

Nella Spagna del 1868, il maestro Jaime Astarloainsegna l’antica arte della scherma. Vive come unasceta, isolato dal mondo, uomo d’onore in un’epoca diintrighi politici priva di profondi ideali.Quando una donna giovane e misteriosa, Adela deOtero, chiede di essere accettata come sua allieva e diimparare un colpo di cui pochissimi spadacciniconoscono l’esistenza, Jaime deciderà di allenarla pursospettando che dietro questa richiesta si nasconda unintento segreto, forse pericoloso. In una Madrid vivace,dove le emergenti forze repubblicane premono sulvacillante trono di Isabella II, si dispiega una vicendache rispecchia l’eterno conflitto fra la saggezza dellatradizione e le seducenti promesse del futuro.

Dopo 25 anni di prigione scontati per aver ucciso il suo maestro in unaccesso di collera, un ex campione di scherma accetta di lavorarecome uomo di fatica nella scuola d'armi diretta dal figlio dell'ucciso.Questi è autoritario e rigido: vorrebbe diventare il miglior maestro discherma di tutti i tempi. L'altro scopre di essere un eccellenteallenatore: lo scontro fra i due è ormai inevitabile. Murray Abraham eEric Roberts sono punte di diamante di un cast efficace per questodramma psicologico di discreta fattura.

LA LEGGENDA DI ZORRO (2005, TITOLOORIGINALE THE LEGEND OF ZORRO)

IL MAESTRO DI SCHERMA(1992, TITOLO ORIGINALE “EL MAESTRO DE ESGRIMA”)

SFIDA D’ONORE (1991, TITOLO ORIGINALE BY THE SWORD)

[ ]cinemaclubstyle

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Page 74: Sport Club Magazine Novembre 2011

[ ]

nvestire nello sport, una scelta di cam-po ben precisa e sempre in crescendo,voluta in primis da Sua Altezza, lo Sceic-co Ahmed bin Saeed Al-Maktoum, Pre-sidente del Gruppo a livello mondiale,che ha identificato nello sport uno stru-mento vitale all'interno delle strategie

di marketing del vettore aereo.Emirates, una delle più importanti compagnie ae-ree al mondo, anche nel 2011 punta a consoli-dare le proprie quote di mercato ed a mantene-re un trend di crescita, che da più di 20 anni la

vede chiudere i propri esercizi con utili a due ci-fre .Tante le novità nel breve periodo, a comin-ciare dal lancio del super tecnologico Airbus380, che inaugurerà il suo primo volo da Ro-ma il prossimo 1 dicembre.Ma scopriamone di più con il Dott. MassimoMassini, Direttore Generale di Emirates Italia,che abbiamo incontrato per Sport Club.

Presente dal 1992 nel nostro paese, la com-pagnia di Dubai ha fatto passi da gigante, di-ventando uno dei vettori aerei più utilizzati da-

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di Marco Oddino

Emirates e lo Sport...Un binomio vincente

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Massimo Massini, Direttore Generale di Emirates Italia

Page 75: Sport Club Magazine Novembre 2011

gli italiani. Quali sono le attuali strategie dimarketing ed i programmi nel medio termine?

”Emirates è prima di tutto una compagnia cheeroga qualità a 360 gradi nel proprio servizio:puntualità, affidabilità, flotta tecnologicamenteavanzata ed in continua crescita, un network glo-bale in espansione che raggiunge i 6 continenti,un hub di riferimento a Dubai, il Terminal 3, cheper comfort e soluzioni avanguardistiche e' pro-babilmente il migliore aeroporto degli ultimi an-ni e naturalmente un servizio a bordo impecca-

bile in tutte le classi: gli italiani ci scelgono per-ché garantiamo al nostro paese la connettivitàcon il mondo con 5 partenze giornaliere dall'Ita-lia (2 voli da Roma, 2 da Milano e 1 da Venezia).In continua evoluzione, la nostra compagnia pro-pone tariffe competitive che agevolano ulterior-mente la scelta di qualità nel volare con noi. Intermini di strategie portiamo avanti contatti di-retti con la nostra utenza reale e potenziale af-fiancando il nostro nome a realtà del mondo del-lo sport (principalmente) che hanno grande se-guito di tifosi e grande visibilità mediatica. In Ita-

lia, ad esempio, siamo sponsor di maglia del Mi-lan, la squadra più titolata al mondo ma anchequella che vanta un numero incredibile di fan intutti i continenti”.

Attualmente Emirates opera dagli Aeroportidi Roma, Milano e Venezia. Con quale frequen-za volate dai 3 hub e se c'è in programma dirafforzare l'operativo anche su altre città?

”Voliamo 2 volte al giorno da Roma, 2 da Mila-no Malpensa e una da Venezia con grande sod-

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Una compagnia che ha scelto da sempre le sponsorizzazionisportive come leva difidelizzazione, per attirare su di sé l’attenzione e comunicare i propri valori:spirito di squadra, competitività,emozioni, voglia di vincere.

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disfazione. Abbiamo risultati molto buoni dall'I-talia e siamo posizionati strategicamente su trescali che ci permettono di offrire il nostro ser-vizio ad una vasta utenza italiana. Emirates èda sempre attenta alle opportunità del merca-to e studia sempre soluzioni per lo sviluppo cheal momento concentriamo sui tre aeroporti do-ve probabilmente cresceremo ancora”.

Le sponsorizzazioni sportive come leva per fi-delizzare i propri clienti, quali sono le motiva-zioni di questo scelta strategica?”Lo sport unisce ed appassiona, lo sport è pro-motore di valori sani nei quali la nostra com-pagnia si riconosce; comunicare attraverso losport significa colpire un'utenza vasta e varie-gata dal momento che la passione sportiva ac-comuna tutti indistintamente. Crediamo forte-mente che la veicolazione del nostro marchioattraverso le molte discipline scelte sia vincen-te e ci permetta di ottenere una grande ricono-scibilità e visibilità, oltre naturalmente ad ac-crescere le nostre vendite sui mercati”.

In Italia Emirates ha scelto di legarsi al Milan,

uno dei club più importanti al mondo: oltre agliobiettivi di branding, quali sono i traguardi com-merciali su cui verte questo abbinamento?

”Come dicevo sopra, a fianco degli obiettivi dibranding e visibilità, miriamo naturalmente adincrementare le vendite ed a renderci "compa-gnia preferita"dai fan del Milan”.

Il primo dicembre inaugura da Roma il volo deltanto atteso e tecnologico Airbus380, ci puòraccontare qualcosa di più su questo aereo dicui si sente tanto parlare?”Dal primo dicembre la nostra ammiraglia in-serirà in flotta l'avveniristico A380, con parten-ze regolari da Roma. L'Airbus A 380 è l'aereopiù avanzato al mondo ed ha una capacità im-portante che raggiunge nella configurazioneEmirates i 489 posti su tre classi (14 di FirstClass, 76 di Business e 399 di Economy).L'aereo è dotato di tutti i comfort ma Emiratesha voluto configurarlo in maniera unica per i no-stri passeggeri: a bordo infatti ci sono 2 Sho-wer Spa,dedicate ai passeggeri di First Class,ed una social lounge dedicata ai passeggeri di

First e Business Class. La classe economicacon i sedili ergonomici, un servizio attento eduna cucina di qualità, è sicuramente un altrofiore all'occhiello della nostra compagnia chesul nuovissimo A380 si esprime al massimo.Pertutti I nostri passeggeri è disponibile ice, il no-stro premiato sistema di intrattenimento a bor-do che con oltre 1200 canali di cinema, TV, mu-sica e giochi garantisce a tutti i passeggeri mo-menti di spettacolo senza eguali nei cieli. Nondimentichiamoci che per consumi e motorizza-zioni questo aereo emette bassi livelli di Co2aggiudicandosi anche l'appellativo di Environe-ment Friendly Aircraft, tema molto importanteper Emirates”.

Emirates è una delle linee aeree che "vizia ecoccola" maggiormente i propri clienti, po-trebbe svelarci qualche "chicca" e se ci sononel medio termine delle novità?”Ce ne sono molte: in un momento di riduzio-ne costi generale Emirates non rinuncia a trat-tare i propri passeggeri con quel gusto e quel-l'attenzione che hanno fatto del nostro marchiouna garanzia di qualita'. A bordo dei nostri vo-

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Page 77: Sport Club Magazine Novembre 2011

li, in qualsiasi classe si decida di viaggiare sirimane estremamente soddisfatti dalla sceltae varietà dei pasti ad esempio: e' naturale chechi vola nelle nostre lussuose Suite Private diFirst Class riceverà un trattamento ineguaglia-bile, personalizzato e on demand (il cliente diFirst class decide ad esempio quando cenare).Chi sceglie la nostra Business sa di poter con-tare su un prodotto di avanguardia e su un ser-vizio ideale per chi deve impiegare il tempo delvolo per gli a affari ma anche per il relax. Lanostra Economy è pensata per rendere il viag-gio quanto più comodo e veloce possibile an-che grazie al sistema di intrattenimento di bor-do di cui parlavo sopra. I bambini sono ospitigraditi a bordo di Emirates basti pensare chesiamo stati i primi a introdurre le cuffie a di-mensione bimbo garantendo loro divertimentoe relax agli adulti vicini”.

Ormai sono tanti i programmi di fidelizzazionesul mercato rivolti ai frequent flyer, potrebberaccontarci quali sono i principali servizi rivol-ti ai soci del vostro pluri premiato Skywards?”Skywards prevede tre categorie di appartenen-za: Gold, Silver e Blue. E' un programma avan-zato e customer oriented che premia con at-tenzione chi sceglie il nostro servizio. Con i pun-ti accumulati si può godere di up grading,viag-gio e moltissimi altri benefit previsti nel pro-gramma”.

Quando si parla di business & first class, nonsi può non citare Emirates, ed allora ci fac-cia sognare, quali sono i plus, anche "onboard", per chi ama viaggiare al top?

”Credo che la Suite Privata di First Class rag-giunga un livello di eccellenza ineguagliabile:uno spazio ampio e assolutamente discreto do-ve il cliente può creare un ambiente proprio ebeneficiare di un relax ed attenzioni senza pa-ri. Sul nostro A380 disponiamo di una vera epropria spa di bordo con doccia per permette-re ai nostri preziosi passeggeri l'opportunità dirinfrescarsi integralmente durante il viaggio edarrivare a destinazione più rilassati che alla par-tenza. Più che da descriverla la First Class èun'emozione da vivere. Anche la nostra Bu-sienss Class e' stata concepita secondo i mas-simi standard nella categoria garantendo alpasseggero il top del comfort e la possibilita'di lavorare o rilassarsi grazie anche al servizioimpeccabile del nostro personale multi linguee multi premiato”.

Bene, ora non ci rimane che fare rotta su Du-bai e provare questa esperienza unica!

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clubstyle[ ]motori

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di David Di Castro

La rivista mensile CAR ha provato la coupé di casa Audi

AUDI S5

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elvaggia, non certo come unaR8 o una RS5, ma comunquelo è. Sono volato in Andalu-sia, nei pressi di Jerez de laFrontera, dove a far da con-torno al mio test drive con lanuovissima Audi S5, c’erano

allevamenti di toros bravos e lunghissime lin-gue d’asfalto, sulle quali far sfogare il nuovoV6 turbo 3.0 TFSI da 333 cavalli, accoppiato

al cambio S tronic a 7 rapporti, che ha sosti-tuito il precedente V8 4.2 da 354 cavalli. Lamia è una coupé dalla linea filante, aerodina-mica al massimo, con dettagli estetici che larendono davvero affascinante. Anche alcuniparticolari dell’abitacolo sono stati rinnovati: ilvolante multifunzione in pelle con la scritta S5,i quadranti del quadro strumenti sono grigi, lelancette bianche con mozzi in look alluminio.All’accensione, il monitor MMI visualizza una

[ ]motoriclubstyle

S

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Superba in accelerazione, divertente in progressione.La nuova S5 si presenta come una protagonistaassoluta del suo segmento

Page 80: Sport Club Magazine Novembre 2011

particolare schermata di saluto. E poi ancora,battitacco con la scritta S5, sedili sportivi edun’illuminazione notturna interna davvero fanta-stica. Il rombo del V6 è feroce quanto quello delV8, ma più delicato e meno invadente all’inter-no dell’abitacolo. Ho messo immediatamenteda parte la modalità automatica del cambio Stronic, preferendo gestire tutta la potenza daipiccoli, ma ben posizionati, paddle dietro il vo-lante: di fronte a me, tre chilometri di asfalto li-scio, ma lateralmente poco spazio a disposizio-ne per qualsivoglia cambio di direzione, oltre aduna marea di dossi da scavalcare, al di là deiquali la visuale opposta era praticamente nulla.Recito una piccola preghiera e mando giù tuttoil pedale dell’acceleratore. La sensazione di ve-locità è istantanea, non guardo il tachimetro masono certo di aver polverizzato lo 0-100 nei 4,9secondi previsti dalla Casa tedesca. Metto drit-to il muso e guardo a quanto sto andando, 180km/h, quando improvvisamente mi si para difronte una A5 nuova di zecca. In pieno stile pi-sta, schiaccio con forza il pedale del freno,mettendo in preventivo una scodata terrifican-te: nulla di più sbagliato! La S5 è stabile e nonsi muove di un centimetro dalla traiettoria di-segnata attraverso il bellissimo volante in pel-le. Il collega a bordo della A5, mi guarda in ca-gnesco, deve essersi preso un bello spaven-to. Riprendo la mia marcia e seguendo le indi-cazioni di Google maps, istallato nel sistemaMMI e on line tramite una scheda telefonicaUMTS, mi immetto sull’autostrada in direzio-

ne Cadice. L’incredibile coppia da 440 Nm ègià disponibile a 2.900 giri. Bastano pochi chi-lometri per rendermi immediatamente contodelle potenzialità enormi della S5. La apprez-zi in modo particolare in fase di sorpasso conil settaggio in Dynamic, ma anche quando cam-mini a velocità di crociera più “umane”, in mo-dalità comfort. La mia prova potrebbe finirequi, ma non ho nessuna voglia di scendere,quindi, lascio l’autostrada e mi dirigo verso al-cune sfiziosissime strade di campagna. Attor-no a me, vedo campi e mandrie di tori d’alle-vamento e moltissime turbine eoliche. Pratica-mente sulla strada ci sono solo io. Atmosferae situazione perfetta per scatenare il V6 turbodella S5. Parto a razzo e mi impongo di nontoccare il freno: infilo le curve come fosserorettilinei e quello che mi impressiona è la pre-cisione e la semplicità con cui questo avviene.Arrivo ben oltre i duecento, ma il confort a bor-do non ne risente, l’impianto stereo si lasciaascoltare con piacere e la guida del navigato-re è precisa e ben udibile. Non riesco ad arri-vare al limite, lo spazio a disposizione non èmai sufficiente per lanciarla, così decido cheè ora di testarne l’agilità. Arrivo in un centrourbano in cui il limite di 50 km/h non mi per-mette mai di infilare la quarta marcia, ma laguidabilità non ne risente. Scendendo dalla S5,mi rendo conto di aver avuto tra le mani un’au-to non certo rivoluzionaria, ma che sicuramen-te si presenta al cospetto della concorrenzacon diverse frecce alla propria faretra.

AUDI S5

Scheda tecnicaPrezzo 62.500 Euro

Motore benzina V6 2.995 cc, 333 cv a 5.500 giri/min, 440 Nm a 2.900-5.300 giri/min

Trasmissione S tronic a 7 rapporti, trazione integrale

Prestazioni 0-100 km/h in 4,9 secondi, 250 km/h, 12,3 km/l, 190 g/km di CO2

Peso 1.675 kg

]motori[clubstyle

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a Polonia non è solo fatta di gran-di città e monumenti, ma, al con-trario, offre molte opportunità diavventurarsi in bei viaggi piace-voli ed a contatto con la natura,nei quali praticare anche sport.E’ quello che si può fare parte-cipando allo Splyw Kajakowy, ov-

vero la traversata in canoa lungo i fiumi ed ilaghi della Polonia, escursione della duratadi 10 giorni.Le traversate sono organizzate solitamentein diverse regioni, in questo caso abbiamoscelto l’estremo Nord – Est della provincia diSuwalki, mentre il fiume da percorrere è il

Czama Hancza. Il nome czama (“nero” in po-lacco) deriva dal colore del fondale del fiu-me, particolarmente scuro a causa della fol-ta vegetazione.La partenza è stata fissata a Stary Folwark,sulla riva Nord del lago Wigr y, all’ingressodell’omonimo Parco Nazionale. Il posto è im-merso nel verde, c’è un bel campeggio orga-nizzato, è il luogo ideale per fare conoscen-za con il resto del gruppo, formato, nella stra-grande maggioranza dei casi, esclusivamen-te da polacchi. Il giorno dopo è prevista la con-segna delle canoe: sono delle biposto e, siaa poppa sia a prua, c’è spazio per gli zaini, latende ed il cucinino da campo.

Il viaggio è organizzato in questo modo: ognigiorno si parte da un punto A, dove si carica-no tutti i propri averi dentro la canoa, gli zai-ni vengono messi in grossi sacchi di plasti-ca in modo da proteggerli dall’acqua, si at-traversa il fiume secondo un percorso defini-to, si naviga cercando di tenere a vista l’im-barcazione davanti e si arriva al punto B pre-stabilito e mostrato dalla guida dove si mon-terà la tenda e si pernotterà. La mattina suc-cessiva si smonta il campo e si riparte comeil giorno precedente.Dato che queste escursioni sono organizza-te durante l’estate, lungo il percorso non oc-corre sbrigarsi, le giornate sono lunghissime

Si chiama Splyw Kajakowy, la traversata in canoa lungo i fiumi ed i laghi della Polonia:si può scegliere tra diversi itinerari.

Ldi Marta Centra

in canoaLa Polonia

clubstyle[ ]sport&turismo

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e ci si può prendere tutto il tempo per goder-si il paesaggio e scattare qualche foto.Il primo giorno lo si dedica innanzitutto allavisita di un monastero caledoniano che spic-ca sulla riva opposta del fiume, raggiunto fa-cilmente in canoa: da lì si può godere ancormeglio lo spettacolo paesaggistico che offreil lago Wigry ed i suoi dintorni. Questo saràperò l’unico momento in cui si visiterà qual-cosa di architettonico.Per passare dal lago al fiume Czama Hanczaoccorre passare con l’imbarcazione all’internodi un grosso tubo lungo una decina di metri.Il primo giorno si attraversa il fiume lungo un’e-stesa pianura, dove non si vedono altro che pian-te pluviali e qualche negozietto per turisti.Ma sono gli altri giorni quelli più interessan-ti, ovvero quando si entra nella foresta. Il fiu-me scorre tranquillo immerso nel verde e sinaviga con facilità, i meandri sono facilmen-te navigabili, spesso si incontrano delle sim-patiche papere. L’unico pericolo è dato daicigni, animali bellissimi ma estremamenteaggressivi che tengono alla lontana i visita-tori sgraditi andando contro l’imbarcazione,motivo per cui bisogna attraversare sempreaccanto la riva opposta per non disturbarli.

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In media al giorno si percorrono una dozzinadi km, tranne un giorno dove sono in program-ma ben 26 km di percorso: qui si attraversaun tratto alquanto impegnativo, i meandri so-no molto stretti e a volte la corrente è moltofor te, motivo per cui occorre un minimo diesperienza per evitare di ribaltare l’imbarca-zione. In alcuni casi si possono incontraredelle vecchiette sulle rive del fiume che ven-dono conserve o dolci fatti in casa a base diformaggio o frutti di bosco. Sono tutti prodot-ti buonissimi e fatti da persone del luogo, ol-tre ad essere alquanto economici.Gli ultimi giorni si abbandona il Czama Hanc-za per entrare nel Canale di Augustow percor-rendo diversi km di percorso rettilineo per poiraggiungere i grandi laghi nei dintorni di Au-gustow come il Lago Studzieniczne, il Lago

Biale ed il Lago Necko, separati da chiuse.Per passare da un lago ad un altro occorreaspettare l’apertura di un grosso portone inlegno, si entra all’interno con le imbarcazio-ni, si chiude il portone e dal secondo comin-cia ad entrare od uscire acqua in modo daraggiungere lo stesso livello e riprendere latraversata.I campeggi solo sporadicamente sono attrez-zati ma sono adiacenti a minuscoli paesinidove si trova sempre un negozietto per com-prare da mangiare e da bere.Il fattore più interessante di un viaggio comequesto è sicuramente la pace e l’armonia conla natura: acqua, terra, fuoco, aria, è possi-bile godere di tutti gli elementi, senza dimen-ticare l’intensa attività sportiva con avventu-ra alquanto impegnativa.

[ ]

GIORNATA TIPO:

• ore 7:00 - 8:00: sveglia, colazione,

smontaggio bivacco;

• ore 9:00 partenza

• ore 12:00 - 13:00: pranzo al sacco

• ore 13:00 - 14:00: ripartenza

• ore 17:00 - 18:00: fine discesa

albergo

COSA E’ INDISPENSABILE PORTARE:

• scarpe adatte alle camminate in acqua

(es. sandali);

• un copricapo;

• sacchi impermeabili per bagagli;

• Creme o spray contro le zanzare;

• equipaggiamento turistico: piccola

tenda, materassino, sacco a pelo,

torcia, attrezzatura indispensabile per

una mini-cucina da campo . E’ possibile

noleggiare alcune cose sul posto, ad

eccezione del sacco a pelo;

• soldi in contanti: lungo il percorso non

ci sono bancomat.

• approvvigionamento alimentare

giornaliero . Ogni giorno, insieme ad un

interprete, si farà lo shopping quotidiano

per quanto è necessario al viaggio

(circa 15/20 euro al giorno per persona)

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[ ]clubstylesport&turismo

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uesto è l’obiettivo di tutti i gio-catori. Semplice e comprensibi-le il concetto, quasi sempre mol-to lontano e irraggiungibile.Pro-viamo a semplificare in mododefinitivo la rotazione di un cor-po, facendo attenzione princi-palmente al lavoro di spalle e

fianchi. Le spalle, potremmo dire anche la schie-na, in un corretto back swing ruotano di 90 gra-di e hanno il compito di caricare la molla (il cor-po) in funzione del lancio. Può essere vista co-me una rincorsa, la preparazione di un tiro in cuil’allungamento delle grandi fasce muscolari usa-te come elastici accumulano una enorme quan-tità di energia pronta da rilasciare sulla pallina.La colonna permette alle spalle questo movimen-

to di rincorsa, restando perno stabile della rota-zione. I fianchi assecondano le spalle, ruotandonella stessa direzione di 45 gradi.Va chiarito che non è obbligatorio ruotare 90 gra-di per ottenere ottime distanze come non è tas-sativo ruotare 45 gradi con i fianchi. Nelle per-sone anziane ed in quelle con scarsa mobilità in-fatti, consiglio sempre di aumentare la rotazio-ne dei fianchi in modo da aiutare e agevolare larotazione della schiena magari solo troppo rigi-da e disabituata. A questo punto l’elastico è te-so e pronto al lancio.Ogni giocatore di qualsiasilivello, giunto all’apice del back swing si trova nelmomento più critico, detto; inversione. In pocheparole è il momento di stallo percepito, in cui tut-to quello che andava in su alla ricerca di caricaed energia, torna giù, con un movimento lento

progressivo potente e necessariamente organiz-zato nell’ordine inverso alla salita. Le braccia sitrovano all’apice del back swing di fronte al cor-po nel settore delle spalle. Lasciate ora scende-re dolcemente le braccia fino ad allinearsi al set-tore dei fianchi che ruotando verso il bersaglio,vi porteranno attraverso un impatto potente inuna posizione di finish completo ed equilibrato.Praticando con la giusta attenzione, avvertiretecol tempo la sensazione di una rotazione specu-lare destra sinistra, resa ancor più potente daltrasferimento del peso connesso ad essa.In realtà è tutto molto simile al lancio di una pal-la da bowling, di una valigia nel porta bagagli edi mille altre movimenti quotidiani, ma si sa, quan-do c’è la pallina li davanti è tutta un’altra cosa… Buona pratica….

QRuotare correttamente il proprio corpo come una molla, creare una grande quantità di energiain modo che lo swing sia potente e ripetitivo come quello di un pro

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di Simone Selli

I numeri di una rotazione perfettaCarica di torsione, 90 e 45

clubstyle[ ]golf

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AUTOSTEMAC Tivoli (RM) - Via Tiburtina km 25,5 - Tel. 0774.326126 www.autostemac.itAUTOCELON Frosinone - Via dei Monti Lepini km 1.300 - Tel. 0775.1880310 • Cassino (FR) - Via Casilina Nord, 85 - Tel. 0776.21646 www.autocelon.it

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Page 88: Sport Club Magazine Novembre 2011

di Fabio Ingargiola Personal Trainer

[email protected]

'obesità è una vera epropria patologia, do-vuta a vari fattori: ge-netici, ambientali e so-ciali. E’ una “malattiadel benessere”, per-chè raramente si trat-

ta di obesità secondarie, cioè dovu-te ad altre patologie. L’eccesiva ali-mentazione già dai primi due annidi vita, oltre a causare un aumentodi volume delle cellule adipose, de-termina anche un aumento del loronumero. Al termine della pubertà siviene a determinare il numero di adi-pociti dell'età adulta, quantità cherimane invariata per il resto dellavita. È quindi l'adolescenza il perio-do critico in cui si stabilisce il poten-ziale di obesità di un individuo. Que-sto significa in pratica che un bam-bino obeso probabilimente diven-terà un adulto obeso. Intervenire du-rante questa fascia di età è dun-que fondamentale perché dà garan-zia di risultati migliori e duraturi. Ilbambino obeso tende ad autoesclu-dersi dalle normali attività di gioco,motivo di un ulteriore aumento di

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clubstyle

L’Obesità

fitness

Per combattere l’aumento di peso dei bambini è fondamentale la prevenzione, inprimis attraverso una sana attività sportiva

Linfantile

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peso. Si instaura, così, un circolo vi-zioso di inattività, che porta a un au-mento dell'obesità dalla quale con-segue una riduzione delle capacitàmotorie.Il Ministero della Sanità Italiano de-finisce obeso un bambino il cui pe-so supera del 20% quello ideale, ein sovrappeso se lo supera del 10-20%. L'obesità è solo in parte unproblema ereditario: non più del35% dei bambini ed adolescenti insovrappeso ha un genitore (o en-trambi ) obesi o in sovrappeso.I fattori ambientali, invece, sono de-terminanti. L'esempio della famigliaè fondamentale: non si può parlaredi educazione alimentare se i geni-tori non iniziano per primi a seguireuna dieta equilibrata. La prima rego-la per evitare il possibile rischio diobesità è PREVENIRE.Se il bambino tende ad aumenta-re di peso, occorre intervenire su-bito. L'esercizio fisico diventaquindi di fondamentale importan-za in quanto, oltre a farlo dimagri-re, lo rende più attivo, contribuen-do a inver tire le proporzioni tra

massa magra (tessuto muscola-re) e massa grassa (tessuto adi-poso). Per evitare l'aumento di pe-so occorrono perlomeno 75min diattività fisica moderata e costan-te o 35 minuti di attività intensaal giorno. E' quindi sufficente unapasseggiata in bici o una legge-ra camminata ogni giorno: in que-sto modo il bambino utilizza igrassi come energetico, con con-seguente dimagrimento. Se prati-ca uno sport deve farlo 3-4 voltea settimana. Alcuni consigli prati-ci sono: abituare il bambino a trepasti regolari, una colazione so-stanziosa, un pranzo ed una cenanon eccessivi. Fare uno spuntinoa metà mattina ed una merendaal pomeriggio. Questo eviterà chepassi troppo tempo tra un pastoe l'altro e lo abituerà a non man-giare fuori orario. Non premiare ilbambino con troppi snack, spe-cialmente se ricchi di zuccheri odi calorie. Non insistere quandoil bambino è sazio o non ha mol-ta fame; potrebbe mangiare soloper far piacere ai genitori o per

non essere sgridato; c'è il rischiodi generare in lui un rapporto dis-torto con il cibo. Abituare il bam-bino a giocare all'aperto e all'at-tività fisica regolare, rispettandola sua sensibiltà e gusto, dando-gli dunque la possibilita di sceglie-re lo sport/attività che più gli pia-ce. Rispettare i ritmi del sonnoper evitare l'instaurarsi di abitu-dini scorrette (sindrome dell'ali-mentazione notturna).Se i chili di troppo sono già eviden-ti è necessario adottare ulteriori mi-sure. Il pediatra e il dietologo sonole figure più indicate per un interven-to mirato, ma sono i genitori ad ave-re il ruolo più importante: sono loroi primi a dover dare il buon esem-pio sdradicando comportamenti ali-mentari e abitudini scorrette conso-lidate nel tempo. Meglio cercare dicoinvolgere il bambino e non insi-stere con i divieti, cercando di noncolpevolizzarlo se qualche volta ce-de alle tentazioni: altrimenti si ri-schia che il peso diventi per lui unossessione.

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