Spagine al presente 03 ezechiele leandro

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Con Leandro s p a g i n e Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri Con Leandro Lecce, ottobre 2013 - anno I Spagine n°0 - al presente

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Per il Santuario della pazienza di Ezechiele Leandro

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Con Leandro

spagine Periodico

culturaledell’AssociazioneFondo Verri

Un omaggioalla scrittura

infinitadi F.S. Dòdaro

e A.Verri

Con Leandro

Lecce, ottobre 2013 - anno I Spagine n°0 - al presente

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di Mauro Marino

al presente Non è di oggi la"questione Lean-dro", a voler pen-sar male, c'è sem-pre stata, lo ha ac-compagnato da

quando lui, con la sua chioma bian-ca, in bicicletta, attraversava le stra-de del paese carico di ferri raccattatichissà dove per dare anima al fare.

Ezechiele l'eccentrico, il matto, ilcreativo, sempre ispirato, preso, pos-seduto, sempre nel dono.

La scultura, la pittura, la scritturale materie di una catarsi che ha agitol'arte facendo l'artista stesso opera.

Così è stato per tutta la sua vita eciò che resta è certamente santo, an-che se, ai più, le sue cose oggi sem-bran poco e per altri son solo merce,il resto di un'esistenza a cui non darconto.

Un esistenza per noi eroica.* * *

Nel 2000 il Fondo Verri fu coin-volto in un progetto che univa il Li-ceo Artistico di Lecce, per iniziativadell'architetto Sergio Ventura, l'Am-ministrazione Comunale di San Ce-sario, retta da Salvatore Capone e lalocale Scuola Media promotrice conil progetto "Partecipa, progetta e co-struisci".

Al centro dell’iniziativa l'idea chei giovani potessero progettare la vi-vibilità urbana attraverso un approc-

cio trasversale alle discipline di inse-gnamento provando incursioni fuoridai programmi e dalla scuola e ten-tando incontri con la comunità.Quello di chiusura si tenne nel-l’Atrio di palazzo Ducale dall’1 al 4giugno del 2000.

Il più affascinate, (in sua assenza)fu quello con Ezechiele Leandro,con le sue opere e con la sua scrittu-ra.

Un libro a far da tramite: una co-pia autografata dall'artista donata al-l'Accademia di Belle Arti nel 1978 di"Penzieri e cunti".

Con il libro la lettera che Eze-chiele rivolgeva ai giovani (fu messagiù in un italiano corretto, tradendola scrittura di Leandro, per megliorendere l'efficacia comunicativa del-le parole dell'artista) e ancora (tra lecarte ritrovate) una lettera che Tizia-na, una studentessa, rivolgeva all'ar-tista, ponendogli delle domande chesono ancora oggi interrogazioniaperte. La riporto di seguito nella suaintegrità.

* * *"Caro Ezechiele, oggi ho spiato

nel tuo giardino. Muri alti, troppoalti per me, per scavalcare o guar-darlo da lassù, avevo la gonna e sai,non ero sola.

Un segreto poi non si guarda maidall'alto. Se ne perde il mistero. Siaumentano le distanze. Rimane teso-

ro non toccato. Forse tu non lo sai, oforse sì, ma c'è un portone di ferroche vieta l'accesso al Santuario del-la Pazienza.

Ci sono cose che non si possonovedere dal di fuori, bisogna entrarciin quei piccoli mondi, con cuore, peraccogliere battiti che cantano.

C'era una fessura su quella lastradi ferro.

Di là il giardino. Di qua io.Mi sono avvicinata come ci si av-

vicina a qualcosa di preziosamentefragile e segreto, con lo stupore e lacuriosità dei fanciulli. E, con rispet-

Sabato 12 ottobre, alle 20.00al Palazzo Ducale di San Cesario

l'incontro"Ma oramai suntu Leandro”

Il valore dell'artistae la sua comunità

sarà il tema di una serata a curadell'Amministrazione Comunale

realizzata in collaborazionecon "Lu Cafausu"

che vedrà gli interventidi esperti, critici, artisti,giornalisti, intellettuali

e la proiezione di filmatisu e con Ezechiele Leandro

s pagine

La firma di Ezechiele Leandro sulla copia di Penzieri e Cunti donata all’Accademia di Belle Arti di Lecce nel 1978

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to e discrezione, ho preso a sbircia-re.

Ho intravisto, solo intravisto, in-definite immagini.

Statue senza contorno, frammenticreati dalle tue mani. Le tue manistesse erano.

Ti chiedo scusa per la mia pre-sunzione, per aver pensato, anche sesolo per un instante che così - comele vedevo io, nella loro non-defini-zione, nel loro non essere chiuse, fi-nite, impacchettate - quelle figureerano nate nella tua mente, comeidea, come visioni in successione or-dinata nel caos del sentimento, co-me pensiero che viaggia e segna/so-gna terre.

Un libro, può bastare un libro perdire "io lo conosco?".

Ho passeggiato e sostato tra letue pagine senza punti, in una lin-gua non mia, in frasi non mie, in untempo non mio. Con attenzione miasono stata senza punti, ho ascoltatouna lingua sconosciuta, ho ingoiatofrasi di cui ignoravo il sapore e misono portata in ore senza tempo.

In questa nuova dimensione ti hoincontrato.

Lo so, questo non basta per sco-prire l'uomo Leandro, l'artista Le-andro, lo scrittore Leandro. Lean-dro a passeggio per le strade, chebeve caffè, che saluta nell'incontro,e che forse qualche volta ha pianto

Una petizione per ricomporreil Santuario della Pazienza

Lecce, ottobre 2013 - anno I Spagine n°0 - al presente

so, in movimento?Cosa hai pensato, quando l'idea

non era più idea, ma parte di te chesi può toccare da fuori, su cui posa-re una mano, a cui avvicinarsi, concui confrontarsi. Quanto delle paro-le pensate vive in quelle statue?Quanto vicine sono alla tua idea? Eil sangue che danzava nelle tue venelo sentivi simile a quello che scorre-va in loro, finalmente fuori. Quantoè fedele la mano alla tua mente?

Presuntuosa, presuntosa che nonsono altro! Chi sono io, che so di te?

Sei un nome del passato che si in-contra con il mio presente. Ci ho in-ciampato per caso, nome che qual-cuno pronuncia per riempirsi labocca. Sconosciuto nome, mi legaal tuo vissuto, alla tua leggenda delqual ancora ignoro per intero ilsuono.

Cosa conosco io di te? Alcune fo-to. Tanti detti, voci di paese. Costru-zioni per tracciare una figura sfug-gente, libera da ogni schema. Sco-moda a volte. Conosco le tue paro-le?

Che tu questa sera ti riconosca ono perdona l'intrusione. Ti lascio,anzi ti porto con me. Ci incontrere-mo nel tuo mondo di statue!

Ci sono giorni in cui sono statua.Quel giorno ti farò visita.

Tiziana

Devo chiederti ancora scusa...Mi sembra di rubarti le parole...Come te che con pietra informe haicreato, rigenerandola, ridandole vi-ta - così io, - nutrita dai racconti chehanno abitano nei tuoi pensieri enella tua scrittura - ho preso in pre-stito, modificato, distrutto e restitui-to una nuova diversa parola.

Un apostrofo, una sillaba, un ac-cento, un rigo staccato come un ra-mo dal suo albero, l'ho piantato nel-la terra, affianco ai tuoi piedi, e lì,innaffiato da ciò che è in me, da ciòche mi appartiene, da ciò che mi na-sce nell'incontro con voci come latua, è cresciuto. Separato da me oravive su carta appesa in uno spazioallestito in tuo onore.

Ti immagino e ti vedo ridere.Uno spazio per te!

Uno spazio nella memoria! Chela si può far essere presente quandosi vuole e ti potranno far riviverequante volte vorranno, ma la tua vi-ta nel mondo a te presente, com'èstata?

Come sogno che abbraccia real-tà e la descrive attraverso il segno.La parola a volte non basta! L'ideaè cosa ben diversa da ciò che si rea-lizza. Cosa hai pensato quando letue mani si sono fatte strumento delpensiero. Quando il corpo ha datovoce alla mente abitata dal popolodelle tue statue: leggere, senza pe-

Su www.change.orgsi può firmare la petizione:"Alle Istituzionie a chiunque riconoscanel "Santuario della Pazienza"e nell'operadi Ezechiele Leandroun valore culturale e artisticoda salvaguardaree da ricomporre: Chiedo la tuteladel Santuario della Pazienzacome patrimoniocollettivo nazionale"

È importante firmarla!