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RESOCONTO STENOGRAFICO 20. SEDUTA DI MARTEDÌ 21 MAGGIO 2013 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI INDI DEI VICEPRESIDENTI MARINA SERENI E ROBERTO GIACHETTI INDICE RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-51 PAG. Missioni ............................................................ 1 Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013 ..... 1 (Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri) ......................................................... 1 Presidente ..................................................... 1 Letta Enrico, Presidente del Consiglio dei ministri .......................................................... 1 PAG. (Discussione) ..................................................... 7 Presidente ..................................................... 7 Alli Paolo (PdL) ........................................... 17 Buttiglione Rocco (SCpI) ............................ 22 Carinelli Paola (M5S) ................................. 19 Causi Marco (PD) ........................................ 10 Gozi Sandro (PD) ........................................ 12 Grimoldi Paolo (LNA) ................................ 7 Rampelli Fabio (FdI) .................................. 14 Atti Parlamentari I Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A). N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL; Scelta Civica per l’Italia: SCpI; Sinistra Ecologia Libertà: SEL; Lega Nord e Autonomie: LNA; Fratelli d’Italia: FdI; Misto: Misto; Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all’estero: Misto-MAIE; Misto-Centro Democratico: Misto-CD; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

20.

SEDUTA DI MARTEDÌ 21 MAGGIO 2013PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

INDI

DEI VICEPRESIDENTI MARINA SERENI E ROBERTO GIACHETTI

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-51

PAG.

Missioni ............................................................ 1

Comunicazioni del Presidente del Consigliodei ministri in vista della riunione delConsiglio europeo del 22 maggio 2013 ..... 1

(Intervento del Presidente del Consiglio deiministri) ......................................................... 1

Presidente ..................................................... 1

Letta Enrico, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 1

PAG.

(Discussione) ..................................................... 7

Presidente ..................................................... 7

Alli Paolo (PdL) ........................................... 17

Buttiglione Rocco (SCpI) ............................ 22

Carinelli Paola (M5S) ................................. 19

Causi Marco (PD) ........................................ 10

Gozi Sandro (PD) ........................................ 12

Grimoldi Paolo (LNA) ................................ 7

Rampelli Fabio (FdI) .................................. 14

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013

N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti”del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestualiverso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A).

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Il Popolo dellaLibertà - Berlusconi Presidente: PdL; Scelta Civica per l’Italia: SCpI; Sinistra Ecologia Libertà: SEL;Lega Nord e Autonomie: LNA; Fratelli d’Italia: FdI; Misto: Misto; Misto-MAIE-Movimento Associativoitaliani all’estero: Misto-MAIE; Misto-Centro Democratico: Misto-CD; Misto-Minoranze Linguistiche:Misto-Min.Ling.

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PAG.

Romano Francesco Saverio (PdL) ............ 8

Sibilia Carlo (M5S) ..................................... 21

Vallascas Andrea (M5S) ............................. 20

Zan Alessandro (SEL) ................................. 8

(Annunzio di risoluzioni) ................................ 24

Presidente ..................................................... 24

(Replica e parere del Presidente del Consigliodei ministri) .................................................. 24

Presidente ..................................................... 24

Letta Enrico, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 24

Preavviso di votazioni elettroniche .............. 27

Ripresa discussione ......................................... 27

(Dichiarazioni di voto) .................................... 27

Presidente ..................................................... 27

Dellai Lorenzo (SCpI) ................................. 33

Di Lello Marco (Misto) ............................... 27

Fedriga Massimiliano (LNA) ...................... 29

Marcon Giulio (SEL) .................................. 31

Martino Antonio (PdL) ............................... 39

Mosca Alessia Maria (PD) .......................... 37

Palese Rocco (PdL) ..................................... 35

Rampelli Fabio (FdI) .................................. 29

Spessotto Arianna (M5S) ............................ 36

Tabacci Bruno (Misto-CD) ......................... 28

PAG.

(Votazioni) ......................................................... 40

Presidente ..................................................... 40

Su un lutto della deputata Teresa Bellanova . 41

Presidente ..................................................... 41

Sull’ordine dei lavori ...................................... 42

Presidente ..................................................... 42

Allasia Stefano (LNA) ................................. 46

Bratti Alessandro (PD) ............................... 49

Chaouki Khalid (PD) .................................. 44

Cova Paolo (PD) .......................................... 50

De Maria Andrea (PD) ............................... 47

Di Stefano Manlio (M5S) ........................... 42

Di Vita Giulia (M5S) .................................. 47

Fedriga Massimiliano (LNA) ...................... 50

Ferraresi Vittorio (M5S) ............................. 48

Gigli Gian Luigi (SCpI) .............................. 48

Nissoli Fucsia (SCpI) .................................. 42

Senaldi Angelo (PD) .................................... 45

Vazio Franco (PD) ...................................... 42

Zampa Sandra (PD) .................................... 44

Ordine del giorno della seduta di domani . 51

ERRATA CORRIGE ........................................ 51

Votazioni elettroniche (Schema) ...... Votazioni I-IX

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 19 — LUNEDÌ 20 MAGGIO 2013

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTELAURA BOLDRINI

La seduta comincia alle 15,05.

CATERINA PES, Segretario, legge ilprocesso verbale della seduta di ieri.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Alfreider, Dellai, Legnini,Lorenzin, Merlo, Migliore, Gianluca Pini,Sani, Schullian, Simoni e Vito sono inmissione a decorrere dalla seduta odierna.

Pertanto i deputati in missione sonocomplessivamente quarantatré, come ri-sulta dall’elenco depositato presso la Pre-sidenza e che sarà pubblicato nell’allegatoA al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all’Assembleasaranno pubblicate nell’allegato A al reso-conto della seduta odierna.

Comunicazioni del Presidente del Consi-glio dei ministri in vista della riunionedel Consiglio europeo del 22 maggio2013.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recalo svolgimento di Comunicazioni del Pre-sidente del Consiglio dei ministri in vistadella riunione del Consiglio europeo del 22maggio 2013.

Lo schema recante la ripartizione deitempi è pubblicato in calce al resocontostenografico della seduta del 15 maggio2013.

(Intervento del Presidentedel Consiglio dei ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare ilPresidente del Consiglio dei ministri, ono-revole Enrico Letta.

ENRICO LETTA, Presidente del Consi-glio dei ministri. Signora Presidente, ono-revoli colleghi, la sorte dell’Italia e quelladell’Europa sono legate l’una all’altra, ine-vitabilmente legate: l’ho detto in questastessa Aula poco meno di un mese fa,richiedendo la vostra fiducia. Due destiniche si uniscono, due storie che ritrovanosenso e prospettiva solo se unite; ne vadella costruzione del nostro futuro, perquesta generazione e per quelle a venire,ne va del nostro essere comunità, in unmondo in continua e spesso drammaticatrasformazione.

Abbiamo voluto tutti questo dibattitoperché l’Europa lo merita, ma soprattuttosono i popoli europei, gli stessi che oggifronteggiano la più spaventosa crisi eco-nomica e democratica del tempo recente,a meritarlo. Ciò che non meritano, invece,sono i limiti dell’Europa di oggi: le ap-prossimazioni di un dibattito pubblico sul-l’Europa inchiodato a letture parziali, letensioni di uno scontro politico fatto so-vente di posizioni pregiudiziali.

Nessun altro luogo si presta meglio delParlamento della Repubblica, espressionedella sovranità popolare, al compito diffi-

RESOCONTO STENOGRAFICO

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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cilissimo di provare a restituire dignità,verità e calore al racconto sull’Europa deipopoli. È un compito che investe tuttiquanti noi e che abbiamo la responsabilitàdi assolvere fino in fondo, rispettosi cia-scuno dei rispettivi ruoli, ma in funzionesolo e soltanto dell’interesse generale delPaese.

Il confronto tra Governo e Parlamentosulla politica europea, del resto, è unobbligo fissato dalla legge approvata dalleCamere lo scorso anno, grazie, tra l’altro,all’impulso del Ministro Moavero, che nonè qui oggi perché impegnato al Consiglioaffari generali di Bruxelles, proprio nellapreparazione del vertice di domani. Anchenel recente passato, inoltre, il Parlamentosi è rivelato prezioso nella definizionedella posizione italiana in Europa; e sonotestimone diretto di quanto la risoluzioneelaborata dagli onorevoli Baretta, Brunettae Occhiuto in vista del Consiglio europeodel 28 e 29 giugno 2012, ha consentitoall’Esecutivo guidato da Mario Monti al-lora, di presentarsi a quell’appuntamentocosì cruciale forte del sostegno delle Ca-mere. Quella risoluzione rappresenta an-cora oggi un punto di riferimento validis-simo.

Per tutti questi motivi intendo oggiillustrarvi gli obiettivi del Governo per iprossimi appuntamenti europei. Soprat-tutto, però, siamo qui per ascoltare levostre sollecitazioni e indicazioni: è uncammino che dobbiamo compiere insieme.

L’occasione prima è il Consiglio straor-dinario di domani. Fin dal giorno dellafiducia ho voluto avviare una serie dicontatti con i vertici delle istituzioni del-l’Unione e con alcuni dei principali part-ner: Berlino, Parigi, Bruxelles, Madrid,Varsavia, presto anche Londra, ovunque adire che l’Europa, e la politica europea,sono la bussola d’azione di questo Go-verno; ovunque a ripetere che una lar-ghissima parte dei problemi che il nostroPaese ha di fronte, e che spesso legittima-mente hanno angustiato la comunità in-ternazionale, si possono risolvere in modopiù efficace entro una cornice europea.

Le domande italiane hanno moltospesso una risposta, appunto, europea, a

condizione che la stessa Europa sia final-mente in grado di offrire un ambiente cheampli e sostenga la capacità di azionedella politica nazionale e non si traduca inuna gabbia di vincoli, regole e procedureche vogliono salvaguardare la fiducia degliuni verso gli altri ma finiscono spesso perlimitare l’azione di tutti: famiglie, cittadini,piccole e grandi imprese.

In tutti questi incontri ho illustrato lanatura europea ed europeista del Governo,ho chiarito agli interlocutori il nostrofermissimo impegno a rispettare gli impe-gni presi sulla disciplina delle finanzepubbliche, ho ribadito la volontà di otte-nere la chiusura della procedura per idisavanzi eccessivi avviata nei confrontidell’Italia nel 2009. Questa è per noi lapremessa irrinunciabile: ricercare all’in-terno del quadro della finanza pubblicaeuropea, e non al suo esterno né tanto-meno contro di essa, gli spazi per unapolitica economica dedicata fino in fondoalla crescita e alla creazione di nuovi postidi lavoro.

Il decreto-legge approvato venerdìscorso dal Governo sintetizza questa vo-lontà. Abbiamo sospeso il pagamento dellarata di giugno dell’IMU, impegnandoci aduna più ampia riforma della tassazioneche grava sulla casa entro la fine di agostoe ad una generale politica di rilanciodell’edilizia in una logica sempre più am-bientalmente compatibile; abbiamo poi fi-nanziato la cassa integrazione in derogaper circa 1 miliardo di euro, provando arestituire ossigeno a tante, troppe famigliesull’orlo della disperazione; abbiamo datoun segnale di attenzione ai cosiddetti la-voratori precari della pubblica ammini-strazione; abbiamo eliminato, come ave-vamo promesso, e non a titolo personalema una volta per tutte, il doppio stipendiodei Ministri parlamentari, a partire ovvia-mente da quello del Presidente del Con-siglio, il tutto tenendo fermi i saldi e gliobiettivi di bilancio stabiliti nel Docu-mento di economia e finanza.

Mi auguro che anche su questa base laCommissione europea decida il prossimo29 maggio, data importante per l’Italia,quindi, l’abrogazione della procedura di

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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deficit eccessivo per il nostro Paese; sa-rebbe un segnale importantissimo che unanuova rotta è tracciata per l’Italia e perl’Europa, che possiamo ricominciare, piùdeterminati che mai, a fare bene.

Ma perché uscire dalla procedura dideficit eccessivo è una priorità così im-portante per noi ? Prima di tutto perchécambiare obiettivo ad un passo dal tra-guardo significherebbe vanificare i sacri-fici pesantissimi fatti dai cittadini a partiredal 2011 e suscitare nei mercati e nelleistituzioni europee dubbi sull’effettivitàdella nostra azione di risanamento. Ciòporterebbe l’Italia all’ultimo banco, oggettodi biasimo e di alzate di spalle, senzacontare i prevedibili riflessi sul costo delfinanziamento del debito sovrano, un de-bito che grava come un macigno sullanostra economia.

Possiamo permetterci tutto questo ? Iodico di no, non possiamo, e lo dico ancheperché mi riconosco, come tanti di noi, inuna generazione che paga carissimo ilpeso di sperperi e scelte sbagliate, com-piute in buona o in cattiva fede dallegenerazioni che ci hanno preceduti. Credoche nessuno di noi voglia scaricare sullespalle dei suoi figli o dei sui nipoti unazavorra che ne pregiudicherebbe per de-cenni e decenni le scelte di vita e di lavoro,l’opportunità di dare un senso a sé stessie alle proprie potenzialità, l’occasione disentirsi felici e realizzati; sono certo chenessuno di noi lo vuole in quest’Aula e ciòal di là delle divergenze di opinioni e diprovenienza politica che pure ci conno-tano e continueranno a dividerci.

Al contrario, uscire dalla proceduraconsentirà all’Italia di beneficiare di tassidi interesse più bassi sui titoli di Stato e,quindi, di disporre di più risorse perrimettere in moto davvero l’economia e lasocietà italiana; questo aiuterà innanzi-tutto le piccole e medie imprese ad acce-dere ad un mercato del credito spessotroppo asfittico in Italia. In secondo luogo,essere tra i Paesi virtuosi ci permetterà diavvantaggiarci della nuova interpretazionedelle regole del Patto di stabilità e dicrescita, che concede margini di azionemaggiori per aumentare gli investimenti

pubblici produttivi e sul capitale umano,quando sono collegati a riforme strutturalio a misure che aumentano la crescitapotenziale.

Un esempio attualissimo di questa fles-sibilità è l’operazione di pagamento deidebiti scaduti della pubblica amministra-zione, che consentirà di introdurre liqui-dità nell’economia e, dunque, di dar fiatoalle imprese, operazione che vogliamo ac-celerare e alla quale diamo priorità.

Infine, potremo contare sul dividendodi una maggiore credibilità: solo chi ha lecarte in regola può puntare a orientarenella direzione più vicina ai propri inte-ressi e valori le scelte politiche dell’Eu-ropa. L’Italia potrà così disporre di unaduplice forza politica: quella derivantedalla solidità di un’ampia maggioranza inParlamento, a sostegno del Governo, equella che viene dal mantenere in ordinela sua politica di bilancio ed economica.Questa forza politica dobbiamo saperlaraccontare e far pesare.

Ai nostri interlocutori ho voluto met-tere in chiaro che noi non siamo interes-sati alle scorciatoie di un europeismoastratto e di maniera, l’europeismo di chisventola la bandiera dell’Unione, ma poiva avanti per inerzia, tra spinte intergo-vernative, oppure seguendo strade e pro-getti avviati semplicemente da altri. L’Ita-lia ha a cuore l’Europa ed è, per storia etradizione, nel cuore dell’Europa, maquella di oggi, di Europa, non ci basta:vogliamo molto di più e molto di meglio,e per averlo cercheremo di farci primiinterpreti di un europeismo attivo, di pro-posta e di cambiamento, cercheremo disventolare la bandiera di un’Europa checostruisce futuro e che dà risposte con-crete, tangibili e durature.

L’Europa deve investire tanta energianel definire politiche per la crescita e lacreazione di lavoro, quanta ne ha dedicataalla modulazione di un sistema di regoleper mettere sotto controllo i conti pubblicie le politiche economiche dei suoi Statimembri. L’Europa deve far seguire alleparole fatti reali: non possiamo – comenel caso dell’Unione bancaria o del Pattoper la crescita – assumere decisioni a

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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livello europeo, annunciare obiettivi, fis-sare calendari e poi lasciare che passinomesi e mesi senza che si vedano i risultati(Applausi).

L’Europa è in crisi di legittimità, ancheperché è in crisi di efficacia. Abbiamobisogno di un’Europa meno lenta nel re-cepire le innovazioni politiche e nel ten-tare vie nuove rispetto a quelle già battute.Non serve stravolgere i trattati. Noi siamobloccati, mentre altri – penso agli StatiUniti e penso anche al Giappone – intra-prendono per primi strade politiche nonconvenzionali, senza dogmi o ingessatureprocedurali. Ha operato, invece, con pru-denza e capacità d’innovazione la BCE,che ha lanciato strumenti di rifinanzia-mento a lungo termine e poi le operazionimonetarie definitive (le OMT) nei tempi enei modi giusti. Alla BCE si guarda conragione anche oggi nella ricerca di solu-zioni che sostengano il credito alle im-prese, contrastando la frammentazione deimercati finanziari e le strozzature chedistorcono i meccanismi di trasmissionedella politica monetaria.

Queste sono, dunque, le linee direttricidi politica europea che ho iniziato a trac-ciare nel confronto con i nostri partner (lostesso hanno fatto i Ministri che hannoavuto incontri con i loro partner europei)e vengo adesso più specificatamente aitemi del Consiglio europeo di domani.

Come sapete, si tratta di un verticetematico dedicato a due materie crucialiper la competitività e la crescita in Eu-ropa: la politica energetica e la lottaall’evasione fiscale e alla frode internazio-nale.

Il Consiglio europeo tornerà sui temidell’energia due anni dopo la riunione delfebbraio 2011, per valutare i progressinella costruzione di una politica energeticaeuropea e per affrontare, in particolare,quattro punti: il primo è il completamentodel mercato interno dell’energia, dal puntodi vista sia della regolazione sia delleinfrastrutture fisiche e delle interconnes-sioni di rete; in secondo luogo, la promo-zione di investimenti, anche nell’ambitodella definizione di un quadro di riferi-mento per le politiche in materia di cam-

biamento climatico ed energia dopo il2020; in terzo luogo, la diversificazionedelle fonti di approvvigionamento e losfruttamento delle fonti di energia pro-dotte in Europa; in quarto luogo, l’effi-cienza energetica.

Per noi la priorità assoluta in campoenergetico resta lo sviluppo delle fontirinnovabili. Il filo rosso che tocca tutti glialtri temi è il contenimento dei prezzidell’energia oltre che, naturalmente, ilcontributo della politica energetica allacompetitività dell’intera economia euro-pea. È un’evoluzione niente affatto scon-tata che salutiamo con favore. Nell’agendaenergetica europea, infatti, trovano orapiena legittimità espressioni come compe-titività, costi per le famiglie, costi per leimprese, attenzione ai soggetti vulnerabili.È uno sviluppo importante per il nostroPaese, dato che abbiamo ancora un costodell’energia, noi italiani, più alto di quellodegli altri partner europei e dei competi-tori internazionali.

Insisteremo, poi, perché vi siano unapolitica europea di sostegno per gli inve-stimenti infrastrutturali e per il comple-tamento delle interconnessioni e un forteimpegno alle esigenze delle imprese adalta intensità energetica. Chiederemo unapolitica realistica del cambiamento clima-tico dopo il 2020 e un atteggiamentoaperto e non penalizzante per lo sfrutta-mento delle fonti di energia prodotte inEuropa, come lo shale gas. Porremo enfasisulla necessità di progressi sull’efficienzaenergetica, settore in cui l’Italia haun’esperienza ormai innegabile e può gio-care, a questo punto, un ruolo di leader-ship. Sarà, infine, da valutare con gran-dissima attenzione anche la proposta,avanzata di recente nel Libro verde dellaCommissione europea sul quadro dellepolitiche energetiche e climatiche al 2030,di fondere in un unico obiettivo le misureattinenti alla produzione di energia rin-novabile, alla riduzione di emissione di gasserra e all’incremento dell’efficienza ener-getica, attualmente esplicitate nel tripliceobiettivo cosiddetto 20-20-20.

Il Consiglio europeo, poi, discuterà dilotta alla frode e all’evasione fiscale inter-

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nazionale. In questa difficile stagione, incui tutti gli Stati membri chiedono sacri-fici pesanti ai propri cittadini per il risa-namento delle finanze pubbliche, la lottaall’evasione e alla frode fiscale è, anzitutto,imperativo morale, dovere ineludibile,senza dimenticare che si tratta di unelemento essenziale per assicurare l’equitàe la fiducia nell’efficienza del sistemafiscale. L’aspetto centrale della discussioneriguarderà l’affermazione del principiodello scambio automatico di informazionifiscali come standard di trasparenza nellerelazioni tra Stati membri all’interno del-l’Unione e tra l’Unione e i Paesi terzi. Sitratta, insomma, di estendere in questocampo la collaborazione tra autorità fi-scali, includendo tutte le tipologie di red-diti attraverso una revisione della direttivadel 2011 sulla cooperazione amministra-tiva. Questo aspetto si collega al tema dellatassazione dei redditi da risparmio perce-piti da soggetti residenti in altri Statimembri. Il Consiglio europeo dovrà con-ferire alla Commissione il mandato adavviare negoziati con Paesi terzi per raf-forzare gli accordi in materia di coopera-zione fiscale.

Resta ancora sul tavolo, invece, il temadella revisione della direttiva sulla tassa-zione dei redditi da risparmio. Come ènoto è una questione su cui insistonosensibilità diverse in seno all’Unione. Inparticolare, si discute se subordinare omeno i progressi nella legislazione comu-nitaria ai passi avanti fatti nel negoziatosulla revisione degli accordi sulla fiscalitàdel risparmio con altri Paesi terzi europei,come la Svizzera, Andorra, Liechtenstein,Monaco e San Marino. Sono temi sui qualinon vogliamo ulteriori rinvii o timidezze.

Noi vogliamo che il Consiglio decidauna serie di priorità d’azione per il futuronel campo dell’evasione e della frode fi-scale, a partire dall’attuazione del piano diazione della Commissione sulla frode fi-scale, presentato nel dicembre 2012, edelle raccomandazioni agli Stati membrisulle pratiche fiscali aggressive e sullabuona governance fiscale nei confronti deiPaesi terzi. Ancora, il Consiglio dovrà,secondo noi, dare l’impulso politico per

accelerare l’adozione di iniziative datempo in discussione, come il pacchettoantifrode in materia di IVA, che includedue proposte di direttiva relative, rispet-tivamente, all’introduzione di un mecca-nismo di reazione rapida per adottaremisure di contrasto a nuove frodi improv-vise e all’applicazione opzionale del mec-canismo dell’inversione contabile in talunisettori esposti a rischio di frode.

Un nuovo cantiere di lavoro si apriràinfine per quanto riguarda gli aspetti legatialla tassazione nell’economia digitale. IlGoverno sostiene pienamente l’obiettivo dirafforzare gli strumenti di lotta alla frodee all’evasione fiscale internazionale. Il pro-blema ha dimensioni sempre più globali edunque impone risposte coordinate a li-vello internazionale; per questo l’Unionedeve promuovere i principi della traspa-renza fiscale, nonché dimostrare la pro-pria leadership, mettendo in atto misureefficaci di contrasto alla frode e all’eva-sione. Su questi temi non sono ammessetimidezze. Occorre un’azione che non diatregua all’evasione e alla frode e checontrasti in modo determinato il riciclag-gio di denaro all’interno dell’Unione e neirapporti con i Paesi terzi, attraversol’identificazione chiara dei beneficiari ef-fettivi, anche in presenza di società, truste fondazioni. Vogliamo poi che il Consiglioeuropeo mandi un messaggio inequivoca-bile sul riconoscimento dello scambio au-tomatico di informazioni come standard ditrasparenza in materia fiscale a livelloeuropeo, sulla necessità di un’effettiva col-laborazione amministrativa da parte ditutti gli Stati europei e sulla volontà del-l’Unione di promuovere sviluppi a livelloglobale. Se avremo sviluppi in questo am-bito, sarà più efficace la lotta all’evasioneall’interno del nostro Paese, piaga cronicache combatteremo senza tregua e senzacedimenti. Onorevoli colleghi, in conclu-sione, permettetemi di accennare ad alcunidei temi che caratterizzeranno i prossimiappuntamenti europei e che sono al centrodelle risoluzioni depositate dai gruppi par-lamentari. Il Consiglio europeo del 27 e 28giugno, quello quindi successivo a quellodi domani, chiuderà il Semestre europeo

Atti Parlamentari — 5 — Camera dei Deputati

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di coordinamento delle politiche economi-che e parlerà di futuro dell’Unione eco-nomica e monetaria; non può e non devediventare un Consiglio di routine, di rito,di procedura, di completamento di un iterburocratico: una photo opportunity sbia-dita e dai sorrisi stanchi e tirati non servea nessuno, men che meno all’Italia. Serve,al contrario, un risultato pieno e moltoconcreto, la prova che l’Unione europeastavolta fa sul serio e sul serio prende iproblemi reali di milioni di cittadini eu-ropei, a cominciare dal tema dei giovanisenza lavoro. Anche per questo, subitodopo il vertice di domani, scriverò a nomedel Governo italiano al presidente delConsiglio europeo Van Rompuy una letteraper chiedere che il Consiglio europeo digiugno discuta proprio di lotta alla disoc-cupazione giovanile: vogliamo dare il sensodell’urgenza. È un dramma che ha costisociali e politici altissimi e l’Europa nonpuò avere un futuro se non dà speranza achi questo futuro deve costruirlo ed abi-tarlo. Servono misure concrete, facili daspiegare e immediate da verificare, chefacciano la differenza immediatamente,nel breve periodo. Ad esempio, bisognaidentificare gli strumenti per attuare al piùpresto la Youth Guarantee per i giovaninegli Stati membri. Per questo si devepuntare ad una messa in opera il piùpossibile rapida della nuova iniziativa perl’occupazione giovanile e aumentarne infuturo la dotazione finanziaria. Bisognainoltre riconoscere spazi di azione nellefinanze pubbliche nazionali perché gliStati membri possano investire risorseadeguate nelle politiche attive del lavoro,nella riduzione delle tasse sul lavoro enella creazione di nuovi posti per i giovani.Bisogna favorire la mobilità dei giovani inun vero e proprio mercato del lavoroeuropeo. Le decisioni europee sarannocosì la cornice entro cui coordineremo lemisure nazionali contro la disoccupazione,le stesse che il ministro Giovannini stamettendo a punto proprio in questi giorni.Sosterremo, inoltre, l’importanza dell’eco-nomia reale e della competitività dell’in-dustria europea, piccole e medie impresein testa, come fattore essenziale per la

crescita economica e la posizione dell’Eu-ropa nel sistema globale. Sosterremol’obiettivo, lanciato dalla Commissione eu-ropea e dal vicepresidente Tajani, di por-tare il contributo dell’industria manifattu-riera europea al PIL dall’attuale 16 percento al 20 per cento entro il 2020.

Ci batteremo perché siano fatti pro-gressi reali nell’attuazione della road mapverso un’autentica Unione economica emonetaria. Chiederemo progressi e tempicerti per il completamento dell’unionebancaria, che comprenda anche la tuteladei risparmiatori e un meccanismo unicodi risoluzione delle crisi bancarie.

Unità, quindi, nel campo della moneta,delle strutture finanziarie, delle politicheeconomiche volte al lavoro e allo sviluppo.Tutto questo, però, non basta, o quantomeno non basta se non inquadrato nellacornice del grande e storico obiettivo diuna maggiore integrazione politica e diuna vera legittimazione democratica (Ap-plausi dei deputati dei gruppi Partito De-mocratico, Il Popolo della Libertà-Berlu-sconi Presidente, Scelta Civica per l’Italia eSinistra Ecologia Libertà).

Senza gli Stati Uniti d’Europa ogniprogresso, anche il più ambizioso e fati-coso, rischia di essere svuotato di senso.Senza gli Stati Uniti d’Europa il futuro deipopoli europei, oltre che delle istituzionicomunitarie, resta una chimera: difficilis-sima da prevedere, impossibile da raccon-tare, come la nuova idealità del nostrotempo, alle pubbliche opinioni del conti-nente.

Onorevoli deputati, vado a concludere:nei giorni scorsi abbiamo assistito a unrinnovarsi del dibattito sulla dimensionepolitica dell’Unione in vari Stati membri.È il segnale che la politica europea èfinalmente di nuovo in movimento. È ilsegnale che questo è il momento in cuil’Europa ha bisogno dell’Italia e del suogenuino e ambizioso europeismo.

Nei mesi che portano alle prossimeelezioni europee ci giocheremo tutto percambiare direzione e costruire un’Europadiversa da quella che in questi anni hafatto montare tanto euroscetticismo, nonsolo nel nostro Paese. L’Italia deve con-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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tribuire a scrivere questa nuova tramadella storia dell’Unione europea con vi-sione, idee, proposte, capacità di mediaree di tessere alleanze, anche in vista dellaPresidenza italiana del Consiglio del-l’Unione europea nella seconda metà del2014.

Tutto questo potrà avvenire se il Go-verno si impegnerà al massimo, comeabbiamo intenzione di fare con tutte lenostre forze, ma tutto questo diventeràrealtà solo se i cittadini, e quindi il Par-lamento, che li rappresenta, saranno pro-tagonisti, come oggi in quest’Aula può edeve accadere. Grazie (Applausi).

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle comunicazioni del Presi-dente del Consiglio dei ministri.

È iscritto a parlare il deputato PaoloGrimoldi. Ne ha facoltà.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente,ringrazio il Presidente del Consiglio perquesta relazione, sulla quale, in buonaparte, non si può che essere d’accordo eche non si può non condividere. Sottolineoanche che, purtroppo, le cronache deinostri giornali e delle nostre televisionipreferiscono, a volte, parlare di gossip oriportare le intercettazioni telefoniche piùvariopinte, quando, invece, il merito ditante importanti decisioni ormai vienepreso a livello europeo. Ma di questo, alivello mediatico, sui nostri organi distampa si riporta ben poco.

Inizio dalla tematica dell’energia, con-dividendo in pieno l’investimento sulleenergie rinnovabili, su cui noi dobbiamopuntare, ma anche sottolineando che noidobbiamo concludere tutti quei collega-menti internazionali per avere la possibi-lità di avere molteplici fornitori.

E lo dico perché l’investimento energe-tico riguarda soprattutto il nord del Paese,le regioni del Nord, per due ordini dimotivi: il primo è di carattere, ovviamente,meteorologico, se si considera dove fa piùfreddo e dove, guardando il saldo com-

merciale, quello che viene pagato dallefamiglie del Nord per l’energia è, eviden-temente, oneroso; il secondo motivo è chenel nord del Paese sono radicate le nostreaziende, che, quindi, hanno bisogno, peressere concorrenziali, di un’energia più abuon mercato rispetto a quella che, pur-troppo, oggi paghiamo, essendo la realtàd’Europa che più paga l’energia, gravando,così, sulle nostre imprese, e, in un mo-mento di crisi, il saldo commerciale che ilnostro Paese paga per l’energia si fa sen-tire, e parecchio.

È ovvio che bisogna anche cercare disfruttare i nuovi strumenti, tipo lo shalegas, sul quale però noi, come al solito,rischiamo di arrivare lunghi, di arrivareimpreparati. Gli altri Paesi stanno facendoinvestimenti, altri Paesi mediterraneihanno già preparato le piattaforme e irigassificatori. Noi, anche su questo, siamoun po’ indietro, nel poter sfruttare anchenuovi mezzi che si prospettano a disposi-zione per poter cercare di abbassare ilcosto dell’energia.

Vede, però, sulle questioni per le qualilei andrà al Consiglio europeo la Lega lesottolinea una cosa di carattere storico,perché oggi siamo annoverati come unotra i Paesi che fanno fatica, che non sicomportano benissimo nei conti pubblicieuropei. Noi le vogliamo ricordare peròche, fino a qualche giorno prima dell’in-gresso nell’euro, noi avevamo un marcotedesco – e oggi ci vengono a dare lezioni !– che valeva circa 1.300 lire. Loro sonoentrati nell’euro con un valore di cambiodi 998 lire, quindi svalutando di un 30-35per cento. Noi siamo entrati nell’euro a1.936 lire, rivalutando, quindi, circa del 43per cento. Per un Paese manifatturierocome il nostro, e per un Paese manifat-turiero, di manifattura più pesante, maanch’esso manifatturiero, come la Germa-nia, è stata una rivoluzione copernicana.La Germania ha avuto una ripresa eco-nomica basata sull’export di cui ancoraoggi si avvale grazie a questa svalutazionedell’ingresso nell’euro. Le nostre piccole emedie imprese sono andate avanti un po’per inerzia, ma, dopo dieci anni, oggipagano lo scotto di questa pesantissima

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rivalutazione. Ed è da notare che all’in-terno del mercato unico europeo dell’euro,al manifatturiero tedesco l’unica realtà chefaceva – e, io dico, fa ancora – concor-renza è il manifatturiero italiano e, inparticolare, quello padano, che da sempreha tenuto alto il valore delle nostre espor-tazioni. E oggi, se siamo in crisi, è percolpa di questo aspetto e per questoaspetto bisogna cercare di far valere lenostre ragioni, per tornare a poter utiliz-zare un po’ più di risorse sui nostriterritori.

Un’ultima cosa. Lei prima parlava, trai vari punti, del manifatturiero a 360 gradiin Europa. Le facciamo notare una cosa:non è che quando pone questo problema,ad esempio, il Presidente degli Stati Uniti,Obama, quando, ultimo di una lunga serie,ha deciso di mettere i dazi doganali sulfotovoltaico – visto che prima parlavamodi energia, – lui diventa lo stratega e ilfaro nella nebbia della lotta contro la crisiinternazionale, e, quando i dazi doganali lipropone la Lega, noi siamo « medioevali ».Dobbiamo cercare di calibrare bene lecose per capire quelli che sono gli interessicomuni. Visto che lo fanno anche gli StatiUniti, qualche domanda su questo puntome la porrei.

Chiudo sottolineando che noi abbiamopresentato una risoluzione, in accordocomunque con la maggioranza, di puntiassolutamente condivisibili, aggiungendoneperò uno, che penso sia fondamentale eche in termini di discussione di carattereeuropeo in questo Paese non si è maiaffrontato, e cioè che le scelte che vengonoportate a livello europeo siano condivisecon la gente, con il popolo, attraverso lostrumento referendario, cosa che non si èmai fatta, cercando di imporre invece allagente le scelte che venivano prese al livellomassimo europeo, senza mai chiedere lorol’opinione e la consultazione. Quindi nellanostra risoluzione chiediamo di avvalercianche degli strumenti referendari, perchiedere l’opinione del popolo, come inuna democrazia compiuta si dovrebbefare. Grazie (Applausi dei deputati delgruppo Lega Nord e Autonomie).

FRANCESCO SAVERIO ROMANO.Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Miscusi Presidente, ho chiesto copia dellarisoluzione che non è ancora arrivata.Poiché stiamo entrando nel vivo del di-battito e poi queste risoluzioni andrannoanche votate, io chiederei di sospendere ildibattito, dare la possibilità ai colleghi dileggere le risoluzioni e che, congiunta-mente all’intervento del Presidente delConsiglio, poi si apra un dibattito su coseche conosciamo. Non possiamo fare undibattito solo sulle dichiarazioni del Pre-sidente del Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. La ringrazio, ma stannoarrivando le fotocopie. Quindi direi diprocedere.

È iscritto a parlare il deputato Ales-sandro Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN. Signora Presi-dente, signor Presidente del Consiglio, si-gnori del Governo, colleghi deputati, lei,signor Presidente del Consiglio, andrà inEuropa a discutere di temi precisi, tra cuiuno fondamentale che ha citato prima estrategico per il nostro Paese e per lanostra economia, ovvero le politiche ener-getiche.

Voglio partire da un dato. In Europail settore delle energie rinnovabili contaattualmente 1,2 milioni di occupati e,come abbiamo già avuto modo di ricor-dare in quest’Aula, c’è uno stretto col-legamento tra sviluppo delle energie rin-novabili, della green economy, e dell’oc-cupazione. Stiamo parlando di un settore,quello della green economy – megliosarebbe dire della conversione ecologicadell’economia –, come di un settoremolto potente, che potrebbe addiritturaquadruplicare i posti di lavoro in Europaentro il 2020, con particolare beneficio,guardi, al nostro Paese, che oggi costi-tuisce il secondo player in Europa sulleenergie rinnovabili dopo la Germania.

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Eppure ancora non vi è un chiaroindirizzo di politiche volte a raggiungerequest’obiettivo ed è per questo che ab-biamo indicato nella nostra risoluzionealcuni punti precisi, tra cui, primo fratutti, che si promuova subito un’iniziativaeuropea anche nel settore dell’energia percombattere la disoccupazione giovanile.Cogliamo poi con soddisfazione anche ilsuo ribadire l’obbligo di ridurre le emis-sioni di carbonio al 20 per cento (megliosarebbe al 30 per cento), di aumentare del20 per cento le quote di energie rinnova-bili e di aumentare l’efficienza energeticadel 20 per cento, la famosa direttiva « 20-20-20 », che lei citava poc’anzi, su cuil’Italia però non è pienamente adempiente.

Serve spingere per una politica europeache voglia guardare realmente ad unosviluppo sostenibile e che sappia coniugareefficienza e innovazione con la tutela am-bientale. Risparmiare energia significa an-che risparmio economico e, dunque, de-naro che rimarrebbe alle famiglie ed alleimprese senza gravare sulla fiscalità gene-rale.

E dunque, Presidente Letta, lei oggi hadetto che c’è bisogno di un’Europa menolenta nel recepire le innovazioni politichee nel tentarne di nuove rispetto a quellegià battute. In quest’ottica è necessarioanche inserire, però, scelte innovative inmateria di politica ambientale. L’Europameno lenta si può e si deve costruireanche guardando ad obiettivi ambiziosi,che pongano al centro una politica nuovadi innovazione, che faccia della tutelaambientale un punto fermo di scelte po-litiche, punto fermo che deve legarci aPaesi come la Germania – lo abbiamodetto – che ha compiuto scelte strategichesu questo e che è cresciuta in termini diPIL anche investendo sulle energie rinno-vabili, producendo occupazione, risparmioenergetico e maggiore ricchezza. Il PILdella Germania è cresciuto grazie alleenergie rinnovabili.

Su questo va necessariamente rivista lapolitica dei precedenti Governi, che hannomesso in discussione gli incentivi sullerinnovabili, quando questo invece era ilvolano di maggiore crescita che avevamo

nel nostro Paese. Di certo noi non siamofavorevoli alle aziende assistite dalla fisca-lità generale, ma non è accettabile che nonci sia oggi una politica lungimirante diprogrammazione degli incentivi alle rin-novabili dove, a fronte dei cospicui incen-tivi iniziali, si è improvvisamente passatialla chiusura dei rubinetti.

Le energie rinnovabili, vede, non sonosolo il futuro per l’ambiente, per la nostraeconomia e per le future generazioni, masono anche il futuro per la nostra demo-crazia. Le energie rinnovabili sono piùdemocratiche, non solo perché porterannoin futuro all’autosufficienza energetica, maproprio perché affrancano i cittadini dalladipendenza delle fonti fossili, che oggisono concentrate nelle mani di pochi e dipochi poteri forti. Tali energie sono più« democratiche » delle altre energie e dun-que vanno trovate subito risorse per laricerca anche sulle tecnologie dei sistemidi accumulo, sulle smart grid, che inte-grino le diverse energie prodotte senzasprechi. Oggi abbiamo distese di campifotovoltaici che hanno prodotto un con-sumo del suolo agricolo e che produconoenergia, ma questa energia molte volte vadispersa. Dunque, senza i sistemi di ac-cumulo, noi non riusciamo a razionaliz-zare al meglio queste energie che sono,appunto, energie pulite e dunque preziose.

Mi soffermo per concludere sul temadegli Stati Uniti d’Europa.

Costruire gli Stati Uniti d’Europa è untema politico che deve guardare ai citta-dini europei non solo come consumatorima anche come attori – a tutti gli effetti– di una cittadinanza che deve saperguardare al futuro anche coniugando lelibertà e i diritti. Siccome lei ha detto, suipunti sollevati da SEL, Sinistra EcologiaLibertà, si può guardare ad un lavorocomune, questo è più che mai urgente.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALESSANDRO ZAN. Siamo una forzadi opposizione responsabile che guardal’Europa non senza preoccupazioni, ancheper lo sviluppo di movimenti xenofobi ed

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antieuropei. L’Europa deve essere unapossibilità di sviluppo e di crescita soste-nibile.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALESSANDRO ZAN. Di questo siamoconvinti. Concludo, Signor Presidente. Lacrisi, che ha già colpito tanti, troppi cit-tadini europei e che è il frutto avvelenatodelle politiche ultraliberiste, è la stessacrisi che è stata pesantemente aggravatadalle politiche di austerità che oggi fannosempre più rima con la parola povertà(Applausi dei deputati del gruppo SinistraEcologia Libertà e di deputati dei gruppiPartito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, vor-rei ricordare al Presidente Letta e a tuttinoi il parallelismo che c’è stato tra i primipassi del suo Governo e i primi passi delGoverno Monti. Mario Monti entrò incarica il 16 novembre 2011 e il giornosuccessivo iniziò un giro delle capitalieuropee. Lo stesso ha fatto lei 18 mesidopo. In entrambi i casi l’opinione pub-blica nazionale ha seguito, e sta seguendo,con grande attenzione e tensione questemissioni, che di fatto hanno tracciato, 18mesi fa, e tracceranno nelle prossimesettimane, i contenuti e i contorni del-l’agenda di politica economica e sociale delPaese.

Diciotto mesi fa si trattava di far re-cuperare credibilità al Paese, sottoposto adattacchi speculativi, incapace di manteneregli impegni presi dal precedente Governo.Erano pochi i margini per modificarel’impianto delle politiche europee che civeniva proposto. Soltanto dopo il decreto-legge « salva Italia », recuperata credibilitàsul piano della tenuta della finanza pub-blica, si è potuta sviluppare un’iniziativache ha avuto il suo apice nel Consiglioeuropeo di giugno 2012, mentre la Bancacentrale europea apriva consistenti inter-venti monetari di tipo non convenzionale.

Oggi si tratta di fare riacquistare al-l’Italia il ruolo che le spetta come grandePaese fondatore dell’Unione europea cheha fatto i suoi compiti a casa, che hacorrisposto agli impegni di rigore fiscale eche ha molto da dire, e autorevolmente,non solo su se stessa, e cioè su comeriaggiustare il percorso stabilito durante il2011 rispetto alle nuove condizioni chevedono insieme meno instabilità finanzia-ria ma molta più recessione e molta piùdisoccupazione; l’Italia ha da dire anchesull’intero impianto delle strategie e dellepolitiche dell’Unione europea nel suo com-plesso e dell’Eurozona.

Ma prima di entrare nel merito dellequestioni oggi sul tappeto, c’è un insegna-mento politico che dobbiamo apprendereda questo parallelismo tra le vicende di 18mesi fa e le vicende di questi giorni. Nonsi può avere con l’Europa un rapportopolitico « a singhiozzo », ogni tanto ricor-darsi, sulla spinta dell’emergenza, ieri fi-nanziaria, oggi recessiva, che esiste laglobalizzazione, esiste l’Europa e che ilnostro Paese deve fare i conti con uncontesto internazionale totalmente diversoda quello precedente alla caduta del murodi Berlino e deve ridefinire, quindi, unasua strategia a medio e lungo termine; poi,passata l’emergenza, dimenticarsene, tor-nare a una discussione pubblica tuttainterna connotata da provincialismo, dafalse priorità, da tatticismi politici, dallapredominanza dei format dello spettacoloe delle battute; insomma rimettersi a liti-gare come se fossimo in un bar sport checontiene milioni di cittadini, che anche perquesto, per la scarsa qualità della discus-sione pubblica, sono sempre più innervo-siti e arrabbiati, e che procede a colpi dilitigi e di violenze verbali mentre il mondova avanti, la globalizzazione cambia pelle– non sarà senza significato, lo ricordo atutti, che nel 2012 i più alti tassi dicrescita mondiale vengono dai Paesi afri-cani – l’Europa definisce i suoi assetti el’Italia perde treni che non passerannomai più. Salvo poi, risvegliarsi dalla sbor-nia del nostro bar sport nazionale, sco-prire che siamo di nuovo all’emergenza,cercare di recuperare mettendo qualche

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cerotto e mandando un nuovo e rispetta-bile Presidente del Consiglio a trattare suitavoli dell’Unione europea.

In Europa dobbiamo stare ogni giorno,lasciarci alle spalle una relazione semprepiù vissuta con affanno, con senso diemergenza. Anche il carico di attese e diaspettative che si è intensificato in questesettimane, per il lavoro che il Governodovrà fare nelle prossime settimane, ri-schia di essere eccessivo. Il problema nonè sbattere i pugni, è stare ai tavoli, lavo-rare per l’interesse nazionale, non nascon-dere all’opinione pubblica l’entità dei pro-blemi che abbiamo di fronte: questa è lacritica che mi sento di rivolgere a chi hagestito la fase politica precedente al Go-verno Monti, quando il mantra era chel’Italia stava fuori dalla crisi.

Il punto è avere sufficiente credibilitàper far camminare le nostre proposte,stringere intelligenti strategie di alleanza,capire le ragioni degli altri, entrare neglispazi politici che si possono aprire (vedi lerecenti posizioni francesi e tedesche), con-vincere che può esistere un’altra Europa.Con un elemento per oggi e per il futuro,non solo politico ma anche etico: nessunosconto sul piano intellettuale e politiconella critica agli errori europei e nelleproposte di cambiamento delle istituzionicomuni, fino alla prospettiva federale. Manessuna credibilità per chi sceglie la facilee demagogica strada di gettare sulle spalledell’Europa l’origine di tutti nostri pro-blemi, che non sono solo congiunturali oderivanti dall’Unione, ma sono anchestrutturali e derivano dal ritardo con cuila struttura sociale, economica, istituzio-nale e politica dell’Italia si sta adeguandoa quello che è, in termini globali e nonsoltanto europei, ormai un nuovo mondo.

Nessuno sconto, dicevamo, nella critica,prima di tutto culturale, agli errori euro-pei. È stato un errore avere inquadrato ilproblema europeo come un problemaesclusivamente di debito pubblico e, inparticolare, dei Paesi ad alto debito, men-tre sui mercati emergeva, invece, un ri-schio sistemico collegato alla stessa so-pravvivenza della moneta unica. È statoun errore aver pensato che le esportazioni

potessero essere l’unico motore di crescitadi questo continente, sposando un modellosostanzialmente mercantilista, che ponel’Europa in conflitto con le altre aree delmondo e non valorizza le potenzialitàinterne di un mercato unico, che, perdemografia e livelli di sviluppo, è il piùvasto del mondo. È stato un errore nonavere fino in fondo messo in campo tuttigli strumenti che adesso possiamo mettere,se velocizzeremo le decisioni dei verticidell’anno passato relative al funziona-mento delle politiche monetarie.

Le politiche monetarie devono avereeffetti non più asimmetrici, l’unione ban-caria deve marciare il più velocementepossibile, vanno attuati i recenti annuncidella Banca centrale europea rispetto allapossibilità di potenziare i canali di accessodella liquidità bancaria verso le piccole emedie imprese. Il razionamento del cre-dito è nocivo per la nostra società quantola disoccupazione e i due fenomeni –razionamento del credito e disoccupazione– sono ormai fortemente congiunti.

E poi vanno rafforzate le politicheeuropee di contrasto alla disoccupazione,giovanile in particolare, con meccanismi inquesto caso asimmetrici e cioè più incisivi,a vantaggio dei Paesi a più elevato tasso didisoccupazione, sia derogando e permet-tendo a questi Paesi politiche nazionalispecifiche sia rafforzando il ruolo delFondo sociale europeo.

Terzo, vanno chieste politiche espansiveai Paesi eccedentari: ce lo chiedono gliStati Uniti, ce lo chiedono le grandi isti-tuzioni finanziarie internazionali. Guar-date cosa dichiara in una recente intervi-sta la numero due del Tesoro americano,Lael Brainard, dichiara, fra le altre cose,« i Paesi europei che hanno un attivo deiconti con l’estero superiore al 6 per centodel PIL » – la Germania ovviamente –« possono dare un contributo se fannosalire le retribuzioni e favoriscono gliacquisti sui loro mercati interni ».

Attenzione però: le critiche all’attualeimpianto delle politiche europee non de-vono essere confuse con le impostazioniche indulgono a interpretazioni frettolosee superficiali. Non sono convincenti, sono

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anzi controproducenti, quelle di ripiega-mento nazionalistico. Ma non sono con-vincenti neanche le posizioni anti-euro:l’instabilità del cambio, tipica del regimedi cambi flessibili, è uno dei fattori dimaggiore incertezza per l’economia; peruna piccola economia aperta come l’Italiaimplica la sudditanza alla speculazionevalutaria e finanziaria.

Non a caso Keynes era favorevole alregime a cambi fissi e non flessibile pro-mosso a Bretton Woods. Le svalutazionidel cambio hanno effetti transitori, dibreve periodo; generano inflazione dan-nosa per i ceti deboli; comunque vannogestite con attentissime politiche dei red-diti come quelle che effettuammo nel 1993e, se il problema è la competitività e inItalia questo è il problema dopo anni distagnazione della produttività, i redditireali e i consumi sono inevitabilmentedestinati a soffrire. I populismi di variocolore possono pure cavalcare il disagiosociale provocato dalla crisi strutturale manon sono certo in grado di fornire alter-native plausibili. Chi critica oggi la linea dicondotta seguita dall’Italia dopo la crisidel 1992, sostenendo che tutto quello cheè stato fatto negli ultimi vent’anni è sba-gliato, dimentica che il vero cappio al collodel nostro sistema, il debito pubblico, èesploso durante gli anni Ottanta. E sedavvero vogliamo l’Europa federale, unbilancio federale, una politica di investi-menti finanziata con strumenti finanziarieuropei e anche qualche strumento dicondivisione dei rischi connessi ai debitisovrani esistenti non possiamo non dare incambio qualche cessione di sovranità inmerito al coordinamento dei bilanci.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARCO CAUSI. Concludo, signor Pre-sidente, ritengo quindi che nella fase at-tuale è bene dare al Governo un mandatopieno per affrontare una fase di contrat-tazione e di concertazione. Attenzione,però, siamo in mare aperto: l’uscita dallaprocedura di disavanzo eccessivo noncomporta in automatico alcuna premialità.Se avremo margini di flessibilità si tratta

di usarli in modo intelligente per gli in-vestimenti e per l’occupazione e deve darcicertezza in questa battaglia il fatto chequesta battaglia non è contro l’Europa. Èinvece una battaglia per l’Europa, perriavvicinare l’Italia all’Europa e per ridareall’Italia una prospettiva di crescita a me-dio termine (Applausi dei deputati delgruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente,onorevoli colleghi, dopo una grande crisivengono sempre le cose migliori, dicevaJean Monnet. O il peggio in Europa deveancora arrivare o l’Europa è molto cam-biata dai tempi dei suoi padri fondatori. Inentrambi i casi occorre una netta inver-sione di marcia. Dobbiamo impegnarcitutti affinché il percorso che stiamo av-viando sia l’inizio di questa inversione.Questo Consiglio europeo è una tappa diquesto percorso. Tale percorso è iniziatocon la priorità agli Stati uniti d’Europa,indicata da lei, Presidente Letta, nel suodiscorso sulla fiducia, seguito dalle suevisite a Bruxelles, Berlino, Parigi, Madrid,e Varsavia e da quanto lei ci ha detto quioggi. Un percorso – vorrei ricordarlo – dicui possiamo discutere oggi grazie allanuova legge n. 234 del 2012 che noi delPartito Democratico abbiamo proposto al-l’inizio della scorsa legislatura, che è statala nostra priorità europea come partito eche ha profondamente riformato il modoin cui si fa la politica europea dell’Italiasulla base delle esperienze più avanzate epiù democratiche in Europa. Con il co-raggio e la competenza che la contraddi-stinguono poi, domenica scorsa, EmmaBonino ha giustamente rilanciato l’obiet-tivo dell’Europa federale.

Siamo anche noi convinti che sia ur-gente costruire una federazione: non unsuper Stato ma un soggetto dove possiamoveramente ritrovare insieme quella sovra-nità che ormai abbiamo da tempo perduto,rimanendo politicamente divisi nell’epocadell’interdipendenza globale. Penso allapolitica economica, alla ricerca, alla poli-

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tica estera, alla difesa o all’immigrazione.Dobbiamo passare da un’Europa delle re-gole e degli impegni ad una Europa dellepolitiche e delle scelte. E per questo ab-biamo bisogno di un progetto, di un me-todo e di un agenda. L’esperienza europea,infatti, ci ha insegnato che qualsiasi ini-ziativa di successo deve avere questi treingredienti. Fondamentale quindi è darerisposte concrete, come lei giustamente,signor Presidente del Consiglio, oggi haricordato, sulla lotta contro l’evasione fi-scale; completare il mercato unico del-l’energia e soprattutto insistere sul temadella disoccupazione giovanile.

Ma tutte queste risposte necessarie eurgenti vanno inserite in un più ampioprogetto, l’unione politica. Per questo sonomolto importanti le aperture del Presi-dente francese François Hollande. Unionepolitica non è un’utopia, è un progettoconcreto e realizzabile. Realizzabile sì masolo con metodo democratico. In questesettimane dobbiamo subito chiarire conParigi che l’unica via possibile per l’unionepolitica è quella democratica con un ruolocentrale per il Parlamento europeo e peri Parlamenti nazionali.

Non possiamo andare avanti con riu-nioni dietro le quinte tra Capi di Stato edi Governo o tra Ministri dell’economia.Non possiamo più costruire l’Europa allespalle dei cittadini. E, infine, l’agenda. Lanostra prospettiva deve essere quella direalizzare l’unione politica entro il 2016 –prendiamolo in parola il Presidente fran-cese – e di sottoporla – ne sono convinto– al giudizio di tutti i cittadini europei inun referendum su scala europea.

Per questo, già ora, dobbiamo impo-stare le priorità della Presidenza italianadell’Unione europea e indicare tra questel’unione politica, oltre a quella economica.In parallelo, in vista dell’indispensabileriforma istituzionale per la Federazioneeuropea, dobbiamo fare tutto il possibile,sfruttando pienamente il potenziale deitrattati esistenti, a partire, ad esempio,dall’elezione del Presidente della Commis-sione europea alle prossime elezioni del2014.

Né le riforme dei trattati possono ve-nire utilizzate come un alibi per bloccare,rallentare o condizionare alcune iniziativepossibili già oggi. Penso, ad esempio, al-l’atteggiamento dilatorio tedesco sul-l’unione bancaria che è sempre menoaccettabile. Del resto, lo stesso Mario Dra-ghi ci sta dimostrando come, anche conquesto statuto, certo imperfetto, da modi-ficare, da rivedere, la BCE possa faremolto. Può, ad esempio, comprarci tempo,ma il tempo va utilizzato per fare tutte leriforme necessarie, a livello nazionale e alivello soprattutto europeo, per una verademocrazia sovranazionale e per una po-litica economica e sociale comune al ser-vizio dell’occupazione e dello sviluppo so-stenibile.

Signor Presidente, è desolante alloravedere che il Piano per la crescita e perl’occupazione, annunciato con grande en-fasi un anno fa e che doveva essere unprimo riequilibrio del fiscal compact, nonsia ancora effettivamente partito. Dovesono i 120 miliardi di euro promessi ?Promessi da quegli stessi Governi che, inpochissimo tempo, hanno trovato 700 mi-liardi di euro di soldi pubblici per salvarele banche; 700 miliardi, cioè in una set-timana quasi quanto viene destinato, daglistessi Governi, in sette anni, al bilanciodell’Unione europea. È bene poi che ci siafranchezza tra Governi. Ora, in vari gior-nali tedeschi e nordici, in questi giorni, daultimo Der Spiegel, si legge che l’aumentodi capitale previsto per la Banca europeaper gli investimenti, come contributo aquel piano di crescita, andrebbe riservatoai Paesi virtuosi. Traduzione: andrebberiservato ai Paesi nordici. Meglio chiariresubito a chi vanno quei 10 miliardi di eurodi prestiti che, secondo alcune stime, pos-sono mobilitare fino a 150 miliardi dieuro. Anche lei, signor Presidente delConsiglio, lo ha ricordato qui oggi: dob-biamo fare valere gli sforzi enormi, senzaprecedenti, compiuti dagli italiani in questianni per ritrovare stabilità e affidabilità.Quegli sforzi devono ora trovare un ri-scontro a livello europeo. Uscita dallaprocedura per deficit eccessivo, golden ruleper non computare come debito pubblico

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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la spesa per gli investimenti produttivi equella a favore dell’occupazione giovanile,solo per ricordare due priorità. E sul-l’unione economica e bancaria dobbiamoricordare che, a causa dello scioglimentodelle Camere, non abbiamo potuto espri-merci come Parlamento sulle propostedella Commissione europea sul coordina-mento delle politiche economiche degliStati membri e sul nuovo strumento diconvergenza. Dobbiamo ora discuterne se-riamente in vista del Consiglio europeo digiugno, in particolare per quelle nuovecondivisioni di sovranità economica chepossono derivare dagli accordi contrat-tuali. È utile, signor Presidente del Con-siglio, che il Governo ci indichi, prima delvertice di giugno, qual è la posizionedell’Italia su questo punto.

Presidente, onorevoli colleghi, c’è chitra i nostri partner europei ci invita aprocedere a piccoli passi, a non caricaretroppo la barca. E questo ci viene spessodetto in tedesco, in olandese, in finlandesee, fino a poco tempo fa, ci veniva dettoanche in francese. I piccoli passi vannobene se ad ogni passo corrisponde unrisultato concreto, come può ora venireper il mercato unico dell’energia, ma labarca europea spesso è affondata o non èarrivata alla meta perseguita non pertroppa ambizione, ma per troppo pocaambizione. Ad Altiero Spinelli, di fronte alcomitato Dooge, nel 1985, fu risposto, adesempio, di non caricare troppo la barca– si utilizzarono proprio queste parole –con il suo progetto di unione politica.Risultato: dopo quasi trent’anni siamo an-cora in attesa di quella unione politica.

Nei giorni scorsi, l’unione politica pro-posta da Angela Merkel come obiettivolontano è stata indicata da François Hol-lande come da realizzare in due anni.Ecco, in questo spazio, cogliendo questaopportunità in vista della nostra Presi-denza di turno nel 2014, l’Italia può ri-trovare un ruolo strategico, forse decisivo,per l’Europa stessa, come è accaduto piùvolte in passato a Messina o a Milano.

Concludendo, signor Presidente, Hel-mut Schmidt diceva che se qualcuno hadelle visioni dovrebbe andare dal medico.

Oggi, invece, è da folli non averne divisioni e accettare senza fiatare le ricettedei medici di Bruxelles o di Berlino.Quanto è cambiata l’Europa, e quantodeve cambiare ancora: tutto questo di-pende da noi, perché l’Europa è ciò chenoi europei le permetteremo di essere e didiventare (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Signor Presidente,signor Presidente del Consiglio, colleghi de-putati, apprezziamo la novità di un Capodel Governo che viene in Parlamento adesporre le sue posizioni prima di un Consi-glio europeo, anche se sarebbe stato prefe-ribile potersi formare un’opinione in pre-senza della posizione del Governo, magari,leggermente più anticipata rispetto allapossibilità che abbiamo avuto di verificare,come forza d’opposizione, la risoluzionedella maggioranza e, quindi, desumerne icontenuti del suo intervento, dopo averloascoltato in Senato poche ore fa.

Le bozze delle conclusioni del Consiglioeuropeo di domani sono, viceversa, giànote: come si diceva poco fa, il risultato ègià scritto. Quindi, si conferma che l’Eu-ropa ha un vero e proprio deficit didemocrazia, intesa come possibilità deicittadini europei di partecipare alle scelteanche attraverso i Parlamenti, perchétutto, più o meno, è già stabilito.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTEMARINA SERENI (ore 16,14)

FABIO RAMPELLI. Queste conclusionisono conclusioni che riguardano prevalen-temente – poi, in dichiarazione di voto cilasceremo andare a delle considerazionipiù complessive – l’andamento dell’Eu-ropa, le sue criticità, i problemi di rela-zione con gli Stati membri e l’impatto chel’Europa ha avuto, soprattutto negli ultimianni, con i Paesi indebitati e, tra questi,l’Italia. Ma sull’energia e sulle politiche

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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fiscali, che sono il tratto dominante delConsiglio europeo del 22, io penso che siaimportante fare alcune precisazioni.

Voi colleghi, come me, sapete che l’Ita-lia paga il 30 per cento in più di energiarispetto agli altri Stati: è una cifra impor-tantissima che incide in maniera pesantesulla competitività del nostro sistema e,automaticamente, sulla competitività dellenostre imprese. Per un Paese la cui eco-nomia sostanzialmente è un’economia ba-sata sulla trasformazione, io penso che siagià un elemento importante su cui riflet-tere e discutere, a maggior ragione, perchél’Europa si interroga, si interroga propriosu una maggiore organicità dei prezzidell’energia e intende fare degli interventiper arrivare a questi scopi, così come sullequestioni di carattere fiscale.

Allora, alcune domande io vorrei porle,signor Presidente, in questo dibattito, vor-rei porle al Governo, vorrei porle alla suapersona, a cominciare proprio da quelleche riguardano la produzione di energia. Iproblemi, le difficoltà e le carenze delsistema Italia al riguardo, come sappiamo,perché ne abbiamo parlato diverse volte –sappiamo che è una criticità tipica delnostro sistema –, sono chiare.

Noi nel 1987, in forza di un referen-dum, abbiamo di fatto spento le nostrecentrali nucleari e abbiamo azzerato lanostra produzione di energia attraverso lafissione nucleare. Questo ci ha messo si-curamente in una qualche difficoltà manon già per quella scelta ma perché quellascelta non è stata, a mio giudizio, adegua-tamente cavalcata dall’Italia, dalla suaclasse dirigente, dalla politica; è come sefosse rimasta (lo abbiamo potuto consta-tare anche dall’andamento del dibattitoche ha attraversato la destra e la sinistranegli ultimi anni) la voglia di tornareindietro con la lancetta dell’orologio, diriappropriarsi di questa sorta di possibilitàdi reinsediare nuove centrali di produ-zione di energia attraverso la fissionenucleare; invece avremmo potuto e po-tremmo ancora, invece che essere retro-guardia del nucleare di vecchia genera-zione, perché anche la terza generazione èvecchia, dal momento che siamo un Paese

industrializzato, anche d’accordo con l’Eu-ropa – visto che non abbiamo conflitti diinteresse perché non produciamo il 90 percento di energia con il meccanismo dellafissione nucleare, come capita per esempioalla Francia – impossessarci della leader-ship, diventare capofila della ricerca, perarrivare per primi e far arrivare, pezzoimportante della comunità internazionale,per prima al traguardo del nucleare pulito,della fusione nucleare, del nucleare diquarta generazione; se è vero che le nostrecentrali sono dismesse, se è vero, anchenon avendole comunque decontaminate,che non accederemo più probabilmente aquesta tecnologia, è altrettanto vero chenon possiamo precluderci la ricerca suquesta tecnologia e su quello che a questatecnologia è comunque agganciato.

E da questo punto di vista, Presidente,ricordo un collega che in questo casociterò positivamente ma che in secondabattuta citerò negativamente, è stato postoall’attenzione generale, dell’Italia o dal-l’Italia alla comunità internazionale laquestione spinosa del cosiddetto debitoatomico, cioè di quei miliardi di euro chenon esistono nei bilanci degli Stati ma cheandranno comunque spesi per la messa insicurezza di queste centrali; sono miliardidi euro che inciderebbero pesantemente,probabilmente in via definitiva, sugli equi-libri di bilancio che tanto ci vengonorimproverati come sistema Paese Italia.

Quindi una delle questioni, sulle qualici farebbe particolarmente piacere che leiinsieme al suo Governo potesse spenderequalche parola, riguarda proprio questasorta di tesoro in negativo nascosto rap-presentato dai costi della messa in sicu-rezza o della decontaminazione di questecentrali che noi non abbiamo, e in questocaso per noi è una forza, ma che esistonodisseminate in buona parte dell’Europa, diquell’Europa che ci dà lezioni e ci imponedelle politiche rigorosissime e probabil-mente incompatibili con le nostre carat-teristiche socio-economiche.

Così come va da sé, Presidente, lechiedo scusa, che sarebbe magari oppor-tuno che l’Europa, una volta per tutte,invece di essere la somma di egoismi – e

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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nella logica degli egoismi chi è più fortevince sempre –, si facesse carico anche diprogrammare un destino e un futuro, valea dire che è probabile che sia non piùrinviabile la questione della individuazionedi una sorta di piano regolatore generaledell’energia in Europa per evitare chepersino le piccole nazioni, di poche cen-tinaia di migliaia di chilometri quadrati,abbiano casomai lo sghiribizzo di andarsia inventare delle forme fortemente impat-tanti di produzione di energia, come seappunto fossero sole al mondo, come senon fossero inserite in un continente chemagari, se fosse organico come abbiamoletto anche da alcune dichiarazioni, sefosse gestito all’insegna degli Stati unitid’Europa, casomai rispetterebbe, agevole-rebbe, promuoverebbe le specificità in talsenso, vale a dire che l’Italia sarebbeinvogliata e indirizzata a produrre energiaprevalentemente dalle fonti rinnovabili.

E anche qui dobbiamo fare attenzione,perché il meccanismo del « 20-20-20 » –che in linea strettamente teorica noi cisentiamo di condividere, perché chi puòandare contro la tutela dell’ambiente e lasua salvaguardia ? – se non conoscessecompensazioni, e quindi forme di risarci-mento e di equilibrio, cioè se non facessedistinzione, come non sta facendo, traPaesi ricchi e Paesi poveri, tra Paesi for-temente infrastrutturati e Paesi che daquesto punto di vista stanno all’anno zero,tra Paesi dotati di energie potenzialmenterinnovabili, di fonti potenzialmente rinno-vabili e Paesi che invece ne hanno moltemeno... Perché l’attuale norma, quella cheabbiamo condiviso, prevede che tutti iPaesi siano considerati allo stesso modo:per cui i Paesi poveri, per l’appunto,dovranno faticare molto di più per arri-vare a quegli obiettivi che sono stati con-cordati, mentre giocoforza sarà più facileper alcuni dei Paesi europei, in particolarequelli del centro-nord dell’Europa, arri-vare con minore dispendio di energie e dirisorse a quegli stessi obiettivi.

Signor Presidente, sarebbe quindi giu-sto che l’Europa dicesse all’Italia di svi-luppare queste energie. E contemporanea-mente l’Italia, insieme ad altri Paesi eu-

ropei, dovrebbe prendere a cuore anche lariforma di alcuni passaggi che non sonomolto chiari, come quello del « CIP6 »:quella norma fastidiosa che in teoria sot-trae soldi persino ai pensionati sociali,attraverso la tariffa energetica, la bollettadella luce. Questo sforzo, questo sacrificioera e dovrebbe essere orientato al perse-guimento della ricerca sull’energia pulita ele fonti rinnovabili; ma purtroppo così nonè, perché noi ed altri Paesi europei –siamo in cattiva compagnia da questopunto di vista – stanziamo la gran partedei fondi del « CIP6 » per andare a finan-ziare le energie cosiddette assimilate:diamo quindi in buona sostanza quattrinia chi gestisce gli inceneritori, che notoria-mente non sono affatto energie rinnova-bili, piuttosto che le raffinerie degli scartidel petrolio, altrettanto inquinanti.

Anche da questo punto di vista quindidovremmo essere più chiari, signor Presi-dente, e più coraggiosi ! L’Italia ha deigiacimenti importanti ed evidenti, che po-tremmo sfruttare in termini energetici, maa nulla varrebbe questo meccanismo vir-tuoso se non fosse reso organico con lealtre peculiarità, specificità del resto d’Eu-ropa, a proposito delle quali noi do-vremmo esercitare il nostro diritto-doveredi difesa, tutela e promozione degli inte-ressi italiani.

Vado a concludere. Negli ultimi de-cenni – e non per colpa sua, Presidente –il sistema italiano è stato contrassegnatoda questa sorta di pessima tradizione, diavere in media (parlo della Prima Repub-blica) un Governo ogni otto mesi: per cuinei contesti europei non c’era mai nonsolo lo stesso Presidente del Consiglio, maquasi sempre non c’era per due volte diseguito neanche lo stesso Ministro degliesteri. E questo ci ha fortemente danneg-giati, ci ha persino mortificati in talunicasi.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FABIO RAMPELLI. Penso quindi che aquesto Governo – e noi non abbiamodavvero pregiudizi, anche se come sa nonabbiamo votato la fiducia per lei e per il

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Governo che rappresenta – deve spettareil compito di sedersi di nuovo e rinego-ziare alcuni parametri importanti, checiterò in dichiarazione di voto e che sonoun po’ più estesi rispetto a quelli dellepolitiche energetiche o delle politiche fi-scali.

Su questo faccio l’ultima battuta. Nonsi può immaginare un sistema di equitàfiscale che non abbia comunque un tetto,quello che noi abbiamo introdotto anchenel nostro programma, chiedendo chefosse adottato e che fosse inserito nellaCostituzione italiana: un tetto alla pres-sione fiscale. Uno Stato non può pensaredi avere una spesa pubblica illimitata, epoi a piè di lista chiedere il conto aicittadini. Penso quindi che questo tettopotrebbe essere proposto, e sarebbe in talcaso molto più efficace, a tutta l’Europa.

PRESIDENTE. Deve concludere, onore-vole Rampelli.

FABIO RAMPELLI. Le nazioni europee– e concludo – possono permettersi diindividuare questo tetto, in modo tale chele famiglie e le imprese possano megliointerpretare le necessità di una crescita edi uno sviluppo, che sono obiettivi ormaiinderogabili per tutti i popoli europei(Applausi dei deputati del gruppo Fratellid’Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Alli. Ne ha facoltà.

PAOLO ALLI. Signor Presidente, signorPresidente del Consiglio, signori Ministri,onorevoli colleghi, questo nostro dibattitosi muove in coerenza con le linee giàtracciate nella precedente legislatura main un contesto diverso, mutato, segnatodall’esistenza di un Governo politico inItalia e di una situazione europea chemostra i segni di una profonda accelera-zione. Anche le recenti dichiarazioni delPresidente francese, poco fa ricordate,sulla disponibilità a lavorare perun’Unione politica, rappresentano un ele-mento di novità che non va trascurato,specie se consideriamo le tradizioni di

quel Paese, da sempre ostile a qualsiasiipotesi di intervento comunitario in gradodi incidere sulla sovranità di ciascunoStato.

Alla base di questo ripensamento in-dubbiamente è il carattere della crisi chei singoli Paesi stanno vivendo, crisi dallaquale si esce solo se l’Europa riesce a darsiun volto nuovo, più giusto e solidale, conpolitiche che vadano nell’interesse di tuttie non solo di alcuni. All’origine di questonuovo paradigma, ancora tutto da co-struire, è l’esatta percezione dei muta-menti che sono intervenuti nei grandiequilibri mondiali, che impongono unacostante competizione, per fortuna paci-fica – salvo alcune eccezioni – ma co-munque sempre competizione economicae finanziaria. È un nuovo contesto inter-nazionale che richiede perciò una forteunità delle forze politiche nazionali, con-temperando i legittimi interessi di parte innome di un interesse superiore, per farliconvivere in una dimensione che sappiamisurarsi con le contraddizioni del pre-sente.

Il suo Governo, signor Presidente, pro-prio per essere un Governo politico e nontecnico, rappresenta la positiva sintesi diqueste spinte contrastanti, può difendereal meglio gli interessi nazionali, soprat-tutto nel contesto europeo, con una visionecapace di declinarli senza chiusure pre-giudiziali ma facendoli interagire conquelli ancora più vasti dell’Eurozona, nellaricerca delle soluzioni più idonee in gradodi dare alla stessa Eurozona quel respiropolitico che ancora manca e che è all’ori-gine di una crisi non sono italiana.

La nostra insistenza sulla critica allepolitiche di austerità nasce da questi pre-supposti: non difendiamo solo gli interessiitaliani da una politica che sta sfibrando ilnostro Paese, difendiamo al tempo stessogli interessi di tutta l’Eurozona; all’internodi questo grande territorio, quelli dei Paesipiù colpiti, siano essi la Francia, la Spagnao la stessa Olanda, tutti alle prese con gliidentici problemi. Non per questo ab-biamo però rinunciato al rigore; i dati chevengono illustrati nella risoluzione presen-tata mostrano quanti passi avanti l’Italia

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abbia compiuto nei suoi « compiti a casa »,definiamoli così. Nonostante la grave re-cessione che colpisce ormai da troppotempo la società italiana, i nostri contipubblici sono a posto e lo sono – cosa piùimportante – dal punto di vista struttu-rale. È la stessa Commissione europea chelo conferma nelle sue previsioni indicandoper il 2014 un deficit strutturale di bilan-cio pari allo 0,7 per cento del PIL, collo-cando il nostro Paese in quel gruppo disole sei Nazioni che possono vantare ilrispetto del fiscal compact.

Oggi però sappiamo che questo nonbasta più; siamo riusciti a interrompereuna deriva altrimenti distruttiva innanzi-tutto della nostra credibilità, ma nonsiamo riusciti a dare all’Italia e all’Europauna prospettiva di crescita e di sviluppo,all’Italia e all’Europa perché i problemisono intrecciati e richiedono quindi stra-tegie comuni. La stessa Germania, chepure si presenta come il grande campioneeuropeo, sta vivendo momenti di difficoltàche si accentueranno se non si cambierà laprospettiva.

Nella risoluzione presentata, viene trac-ciata la strada che si deve percorrere; losforzo fatto ha come traguardo l’Europa,un’Europa diversa e non l’Italia, proprioperché siamo convinti che le chiavi dellasoluzione del problema siano in quel luogoe non più all’interno dei nostri soli confini,dove peraltro abbiamo fatto anche più delpossibile. Ora bisogna porre la parola finealla caduta del PIL, alla crescita delladisoccupazione, specie giovanile, alle dif-ficoltà di finanziamento che incontrano leimprese italiane, alla morsa fiscale chedeprime i consumi delle famiglie e contraela voglia di investire. Lo dobbiamo farerispettando le regole che sovrintendonoalle relazioni internazionali, cercando finda ora quelle alleanze che sono indispen-sabili per smuovere i più riottosi o coloroche sono fin troppo presi dai loro pro-blemi interni da non riuscire a vedere ilpossibile naufragio dell’intera costruzioneeuropea.

Dobbiamo lottare contro questo rischioesiziale: se si tornasse alle singole monetenazionali non sarebbe solo una catastrofe

dal punto di vista economico-finanziario,ma sarebbe il crollo di una costruzioneche riporterebbe l’Europa indietro neltempo, proprio mentre la geopolitica delmondo vede affermarsi nuove potenze:alcune di queste nello spazio del prossimodecennio avranno un peso economico-finanziario che sarà superiore a quellodegli stessi Stati Uniti. In questo nuovocontesto, piccole economie europee –come sarebbero gli Stati nazionali fuoridall’Unione – non avrebbero alcun peso esarebbero travolte dalla potenza di fuocodei propri concorrenti. Ecco, allora, cheoccorre battersi per un’Europa diversa, apartire dai fondamentali temi da lei illu-strati e che la risoluzione affronta: l’in-cremento alla lotta contro l’evasione fi-scale, la necessità di accelerare il processodi liberalizzazione dei mercati interni e dicostruire un mercato unico dell’energia, lanecessità di rafforzare le politiche per ilrisparmio energetico e le fonti rinnovabili,solo per citare alcuni dei punti più signi-ficativi.

Battersi per un’Europa diversa non èoggi solo lungimiranza, è soprattutto lu-cida consapevolezza dell’assenza di alter-native. Giochiamo una partita difficile chedeve essere vinta senza cedimenti checontribuirebbero al compimento di undestino infelice, di cui non possiamo, nondobbiamo e non vogliamo assumerci laresponsabilità. Oggi abbiamo l’occasione dicompiere un passo importante per recu-perare la straordinaria visione prospetticadei padri fondatori dell’Unione, che im-maginavano un’Europa politica, un’Europadei popoli per arrivare finalmente a quegliStati Uniti d’Europa da lei, Presidente,invocati.

Possiamo compiere questo passo conmolto ritardo, ma ancora in tempo. Perfare questo occorre però che il Governoitaliano ponga un’attenzione sempre mag-giore ai temi europei, al proprio ruolo ealla propria presenza a Bruxelles e aStrasburgo. In passato, se ne è colpevol-mente sottovalutata la portata e noi siamostati spesso relegati al ruolo di comprimarinei processi decisionali delle istituzionieuropee. Prepariamoci anche, quindi, a

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cogliere l’occasione del semestre di presi-denza italiana nel 2014. Lei ha detto chel’Europa ha bisogno dell’europeismo del-l’Italia – e su questa affermazione con-cordiamo –: le chiedo, signor Presidente,di portare in sede europea tutto l’orgogliodi un Paese che l’Unione europea hafondato e sempre sostenuto lealmente,anche quando il prezzo è stato molto alto,senza complessi di inferiorità o timidezzanei confronti di nessuno, men che meno dicoloro che, dopo aver scaricato su di noiil costo dei propri problemi interni in unpassato neanche troppo lontano, oggi pre-tendono di darci lezioni di serietà e re-sponsabilità. Buon lavoro (Applausi deideputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) !

PRESIDENTE. È iscritta a parlare ladeputata Carinelli. Ne ha facoltà.

PAOLA CARINELLI. Signor Presidente,siamo particolarmente lieti di interveniresu un tema, quello dell’integrazione euro-pea, che ci sta molto a cuore e confidiamoche lei, signor Presidente del Consiglio,saprà farsi portavoce nel corso del pros-simo Consiglio europeo, e in tutte le altresedi comunitarie dove rappresenterà ilPaese, delle nostre esigenze e della nostraidea di Unione europea.

È noto che questa Europa non ci piacee, ancor meno, ci piace tutto quello che inItalia viene fatto in nome di un europei-smo che nulla ha a che vedere con lospirito originario con il quale i padrifondatori pensavano all’Europa unita. Laintendevano unita ed arricchita nella di-versità. Avevano in mente l’Europa delleopportunità, della coesione, del benessere,in una parola l’Europa dei cittadini.L’Unione di oggi è invece il prodotto deipoteri forti, degli interessi delle lobby chea Bruxelles trovano i canali privilegiati perveicolare le proprie istanze e realizzare ipropri interessi. L’Europa di oggi è unarealtà molto distante dalla somma deipopoli e di civiltà millenarie, che eral’obiettivo principale del processo di inte-grazione. I cittadini conoscono l’Unioneeuropea solo come sinonimo di banca, di

potere finanziario; la percezione più dif-fusa oggi tra la gente è che non si puòmorire di euro. Gli italiani non conosconole decisioni prese a Bruxelles perché ilmeccanismo decisionale è complesso e, perlo più, estraneo alla rappresentanza poli-tica (Applausi dei deputati del gruppo Mo-Vimento 5 Stelle).

Plaudiamo al fatto che dopo Lisbona ilParlamento europeo ha acquisito pari di-gnità con le altre istituzioni ed è senz’altrorilevante che ad esso sia attribuito unpieno diritto di intervento nelle decisionirelative al bilancio annuale, laddove ledeterminazioni finali sulle spese vincolateerano sempre state prerogativa esclusivadel Consiglio dei ministri.

Ma, non vorremmo che con il passaredel tempo tale nuovo assetto tra poteriistituzionali sia nei fatti stravolto e miriferisco, Presidente Letta, alla nuova ca-tegoria degli atti delegati, che rischiano didiventare delle deleghe in bianco per l’Ese-cutivo comunitario, senza alcuna parteci-pazione del Parlamento e, quindi, deicittadini. Su questo punto, Signor Presi-dente, impegneremo il Governo a vigilare,affinché sia garantito che su alcune im-portanti tematiche la delega ad adottareatti non legislativi di portata generale siastrettamente contenuta nei limiti diquanto stabilito dal Trattato sul funziona-mento dell’Unione europea.

Inoltre, chiederemo l’impegno costantedella XIV Commissione a valutare dueelementi: in primis, a monitorare il ri-spetto del principio di sussidiarietà comegaranzia che l’esercizio delle competenzedell’Unione europea sia il più possibilevicino ai cittadini; in secondo luogo, averificare la compatibilità delle propostelegislative alla normativa comunitaria, alfine di evitare sanzioni dell’Unione euro-pea dato che, come sappiamo, le inadem-pienze dei Governi vengono scaricate, poi,sui cittadini contribuenti, che pagano lemulte derivanti dalle numerose infrazionie sanzioni. Ricordiamo che ad oggi risul-tano aperte a carico dell’Italia 99 proce-dure di infrazione.

Per noi la politica è, innanzitutto, at-tività pratica e riteniamo che oggi più che

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mai sia giunto il momento, anche perl’Unione europea, di dedicarsi ai veri pro-blemi, che sono quelli delle politiche damettere in atto nell’interesse dei cittadini,quali piani concreti contro la disoccupa-zione e misure per la crescita, intesa nonin senso puramente economico, con rife-rimento al PIL, ma come sviluppo e pro-gresso sociale, sostenuto anche da pro-grammi specifici come il reddito minimogarantito, in grado di assicurare il dirittoad un’esistenza libera e dignitosa.

Quello che accade nel nostro Paese èparadossale. La compatibilità comunitariaviene invocata a seconda delle convenienzedi questo o di quel partito. Si fa la TAVperché ce lo chiede l’Europa, ma non si fala legge anticorruzione, che pure ci vienechiesta da Bruxelles dal 1999 (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Noi vogliamo invertire questa tendenzache utilizza la legittimità comunitaria aproprio piacimento. Oggi sentiamo dire,sempre più spesso, che l’Europa è in crisi.Noi pensiamo che sia in crisi l’Europa delmetodo intergovernativo, quella costruitadai Governi senza la partecipazione dellagente, l’Europa dei trattati, mentre rite-niamo che ora più che mai vada rilanciatala Costituzione europea, come strumentoper un’integrazione costruita sulla parte-cipazione democratica, per un’Unione le-gittima fondata sulla comune apparte-nenza ai valori fondamentali del rispettodella dignità umana, della libertà, dellademocrazia, dello Stato di diritto e del-l’uguaglianza (Applausi dei deputati delgruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati delgruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS. Signor Presi-dente, Signor Presidente del Consiglio, si-gnori Ministri, signori deputati, ognigiorno si racconta agli italiani, come unasnervante cantilena, che la crisi che af-fligge il nostro Paese dipende in largaparte dai costi dell’energia e dall’atavicainefficienza strutturale legata a essa. Speroche il Governo, con la maggioranza che lo

sostiene, si voglia dotare di una verastrategia energetica nazionale e che questanon abbia un orizzonte limitato al solobreve termine.

I recenti dati forniti dalla EPIA –European Photovoltaic Industry Associa-tion – illustrano come il fotovoltaico, al-l’interno del mercato elettrico dell’Unioneeuropea, per il secondo anno consecutivosia la prima fonte, in termini di nuovapotenza elettrica installata nel 2012. Nonsolo, ma ci dicono, inoltre, che le centralia gas, dopo aver raggiunto il loro picco diinstallazione nel 2010, hanno dovuto re-gistrare un netto calo riguardo alla nuovapotenza installata negli anni successivi. Undato che deve essere ulteriormente ridi-mensionato, considerando le rilevanti di-smissioni registrate nel 2012.

Considerando che, nel periodo che vadal 2000 al 2012, sono stati implementati166 gigawatt di nuova potenza, tra eolicoe fotovoltaico, contro i 121 gigawatt dellenuove centrali a gas e considerando i saldinegativi delle centrali a carbone, olio com-bustibile e nucleare, possiamo affermareche se questa non è storica rivoluzione,stiamo quantomeno assistendo a una verae propria transizione energetica in atto inEuropa.

È, secondo noi, doveroso che il nostroPaese si doti di nuove politiche, che nonsiano le solite e stantie argomentazioni cheportano alla politica delle trivellazioni allaricerca del gas di scisti, in quanto, nono-stante il grande sviluppo delle energierinnovabili elettriche, nel breve e medioperiodo l’intera Europa, e quindi a mag-gior ragione l’Italia, rimarrà importatricenetta di energia primaria; a questo vaaggiunto che la spesa media per il gas el’energia elettrica sta costantemente au-mentando. Questo aumento è in partedeterminato dall’incremento della do-manda mondiale di risorse fossili, in partedall’obsolescenza delle reti infrastrutturalie in parte dagli incentivi per l’energiaverde. Per ovviare a queste distorsioni,secondo il report della Commissione eu-ropea sull’energia, la strategia che l’Eu-ropa dovrà sostenere per l’energia soste-nibile competitiva e sicura dipende essen-

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zialmente dall’adozione di un deciso ap-proccio fondato sull’efficienza energetica,la creazione di mercati competitivi basatisu infrastrutture intelligenti, la diversifi-cazione dei combustibili e delle rotte diapprovvigionamento, lo sfruttamento difonti energetiche convenzionali, non con-venzionali e l’innovazione.

Siamo in parte d’accordo con questavisione, a patto che vada verso una de-mocratizzazione della produzione e delladistribuzione, ovvero una parcellizzazionedi piccoli e medi impianti i cui proprietarisiano le comunità locali e non le grandimulti utility internazionali. Ma tutto que-sto a nulla servirebbe senza un pianoarticolato di risparmio ed efficienza ener-getica. Il risparmio e l’efficienza energeticariducono la domanda di energia, le im-portazioni estere e soprattutto lo spreco el’inquinamento. Offrono, inoltre, una so-luzione a medio e lungo termine al pro-blema della stagionale carenza di combu-stibili fossili e dei prezzi crescenti del-l’energia. Nonostante il ruolo fondamen-tale che il risparmio e l’efficienzaenergetica svolgono in termini di riduzionedella domanda e di dipendenza dall’estero,signor Presidente e signori membri delGoverno, l’Italia purtroppo è lontana dauna strategia che vada oltre le detrazioniper le ristrutturazioni degli edifici, detra-zioni che non sappiamo neanche se ver-ranno confermate per gli anni a venire.

Occorrono inoltre investimenti perl’implementazione delle reti intelligenti eu-ropee per la trasmissione e la distribu-zione dell’energia elettrica. Queste retidevono rientrare nell’ottica di una strate-gia comune europea ed essere nazionaliz-zate, per non lasciarle in balia del con-trollo di privati che puntano più sul bu-siness che sulle reali esigenze dei cittadini.L’Italia deve investire tramite fondi pub-blici e/o privati in ricerca di base eapplicata, nei sistemi di accumulo, sia ditipo elettrochimico sia di tipo a energiapotenziale, tipico dei bacini idrici. Grazieinfatti ai sistemi di stoccaggio sempre piùefficienti, sarà possibile immagazzinareenergia prodotta quando è più convenienteo quando viene in abbondanza da fonti

rinnovabili, per usarla quando serve. E quimi fermo. Questa è la nostra visione,queste le nostre proposte. Ora sta a voi,onorevoli membri del Governo, dimostraredi aver la lungimiranza, l’immaginazione eil coraggio necessari per pensare non aivostri elettori di oggi, ma alle generazioniche verranno dopo di noi (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Sibilia. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Signor Presidente,Governo, colleghi, il terzo punto di cui siandrà a discutere al Consiglio europeo didomani sarà l’UEM, l’Unione economica emonetaria, che passa per i provvedimentiin materia di fiscalità ai quali lei facevaaccenno. Un argomento importante, di-remmo, importantissimo, peccato che nes-sun cittadino italiano – e siamo pronti ascommettere neanche europeo – sappianiente al riguardo. Allora, proviamo aspiegarlo noi cosa ha in mente sul serio ilConsiglio europeo con l’istituzione del-l’UEM. Gli obiettivi sono tre: spezzare ilnesso tra banche e Stati, promuovere unquadro finanziario integrato, attivare unapolitica di assorbimento degli shock eco-nomici a livello centrale, centralizzando ipoteri di controllo attraverso il MES, Mec-canismo europeo di stabilità. Questo èquanto riportato nel documento di sintesidell’incontro del 5 dicembre 2012.

Ora non polemizziamo sul fatto chequeste siano o meno le priorità dei citta-dini europei, però analizziamo il primopunto: spezzare il nesso tra banche e Stati.Ebbene, signor Letta, mi spiega qual è ilnesso tra banche e Stati oggi ? Mi spiegaqual è questo nesso, se la Banca centraleeuropea è di fatto di proprietà delle ban-che centrali nazionali. Diremmo benissimose le banche centrali nazionali fossero diproprietà dei cittadini, dello Stato, peccatoperò che le banche centrali nazionali sianodi fatto – e ci tengo a precisare, di fatto– banche di proprietà di istituti di creditoprivati (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

L’esempio è la Banca d’Italia, che nonè di proprietà dei cittadini italiani, come il

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nome potrebbe lasciar pensare, bensì è diproprietà di Intesa Sanpaolo, Monte deiPaschi di Siena, Unicredit, AssicurazioniGenerali: tutte Spa e tutte trasparente-mente elencate sul sito della Banca d’Ita-lia, attraverso questo documento. Quindi,è come dire che dei soggetti privati sianoproprietari della nostra moneta e ce laprestino richiedendola indietro con l’inte-resse. Ma se la moneta è dei cittadini, degliStati, allora perché ce la prestano (Ap-plausi dei deputati del gruppo MoVimento5 Stelle) ?

Ha mai sentito parlare di signoraggiobancario, signor Letta ? Ne parlate maialle riunioni del Club Bilderberg, club dicui lei, il suo predecessore Mario Monti,Emma Bonino, guarda caso Ministro degliaffari esteri, e Mario Draghi, guarda casodirettore della Banca centrale europea,fate parte (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle) ? Gli istituti privatistampano moneta cedendola in prestito erichiedendo una restituzione con interesse,per creare questa spirale di stritolamentoche si chiama debito. Il Consiglio europeoè responsabile di un’Europa non fondatasui diritti, non fondata sulla solidarietà trai popoli, ma di un’Europa fondata suldebito; debito come strumento di schiavitùdegli Stati (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle). Dica questo al Pre-sidente Van Rompuy. E poi chi è questoVan Rompuy ? Chi lo ha eletto ? Io so chelei, signor Letta, lo conosce, perché ancheegli, guarda caso, è parte del Club Bilder-berg, ma sappia che i cittadini italiani nonsanno per nulla chi sia e da dove vengaquesto personaggio, non è mai stato elettoin alcuna elezione nazionale e presiede unorganismo che condiziona gran parte dellescelte dei cittadini d’Europa e di tutto ilmondo.

Si ricorda il tormentone « ce lo chiedel’Europa » ? Bene, allora dica a Van Rom-puy che glielo chiede l’Italia (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Dica, da parte nostra, che l’Italia rifiuta ilMeccanismo europeo di stabilità, un mo-stro giuridico e anticostituzionale. Gli dica,da parte nostra, che riteniamo questapolitica di scatole cinesi, austerity, fiscal

compact, Patto di stabilità, non essere lapolitica dell’Italia. Dica, da parte nostra,che l’Italia ha bisogno di visione politica,e non di riforme imposte dall’Europa,come egli stesso auspicava. Dica che, inmerito all’evasione fiscale, ci prenderemosubito gli 80 miliardi evasi dal circuitodelle slot machine. Dica che sigleremoconvenzioni in favore della trasparenzabancaria con i paradisi fiscali di tuttaEuropa, che generano evasione per decinedi miliardi di euro e con i quali siamo statisempre fin troppo tolleranti, se non pro-tettivi. E dica anche, visto che c’è, cheripristineremo il reato di falso in bilancio(Applausi dei deputati del gruppo MoVi-mento 5 Stelle).

Signor Letta, lo sappiamo...

PRESIDENTE. Deputato Sibilia, si ri-volga al Presidente del Consiglio in ma-niera appropriata (Applausi dei deputati deigruppi Partito Democratico, Il Popolo dellaLibertà-Berlusconi Presidente e Scelta Ci-vica per l’Italia).

CARLO SIBILIA. Signor Presidente, ri-tengo che Letta sia un signore. Comunque,lo sappiamo che lei non dirà mai nulla ditutto questo a Van Rompuy, ma non peruna questione di coraggio, perché quello,forse, essendo lì dove è, non le manca, maperché, da oltre 15 anni, l’Italia che avetecostruito voi partiti, PD e PdL, ormaimodello unico, è diventata un servile scen-diletto dei banchieri di tutta Europa (Ap-plausi dei deputati del gruppo MoVimento5 Stelle).

Ma sappia, Presidente Letta, che i cit-tadini italiani qui fuori vorrebbero che leidicesse ciò che abbiamo suggerito noi.Adesso pensi a quello che ha in mente didire lei domani, ne tragga le sue conclu-sioni (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, signor Presidentedel Consiglio, siamo in un momento im-

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portante della nostra storia. La chiusuradella procedura di infrazione, che si an-nuncia e che io spero arrivi nel tempo piùbreve possibile, è una grande vittoria delsuo Governo, ma è una grande vittoriadella nazione italiana, e credo che noidobbiamo rivolgere, con gratitudine, ilpensiero al Presidente Monti e alla mag-gioranza che ha sostenuto il suo Governo,che ha reso possibile questo grande risul-tato, affrontando con coraggio e con de-terminazione ondate di accuse ingiuste,demagogiche, fuori dalla realtà.

Accuse che nascevano da una mentalitàper la quale, quando tu non hai soldi e glialtri non te li danno, la colpa è degli altrie non è tua perché tu hai sperperato quelliche avevi. E mi è sembrato di sentireriecheggiare qualche eco di questa men-talità anche in questa Aula.

Detto questo, lei ha titolo nei prossimigiorni per dire all’Europa che l’Italia hasubito un trattamento complessivamentepeggiore di quello che è stato riservato adaltri Paesi in difficoltà, come oggi la Fran-cia e come la Spagna, che hanno avuto dueanni in più per rimettere in ordine i loroconti. Noi abbiamo dovuto prendere ladecisione drammatica di metterli in ordineun anno prima, nel 2013 e questo non perun errore di valutazione – vorrei dire aqualcuno dei colleghi –, non perché nonsapessimo che questo avrebbe avuto effettirepressivi, ma perché eravamo nel pieno diuna tempesta valutaria che rischiava ditravolgere noi e l’euro e abbiamo dovutoreagire come si fa quando si sta sulla« linea del Piave ». Abbiamo vinto unagrande battaglia per noi e per l’Europa.

Non siamo invidiosi della Francia, cheoggi ha condizioni migliori, ma lei ha titoloper dire che l’Italia ha diritto ad alcunirisarcimenti. Risarcimenti che sono, per laverità, del tutto all’interno della flessibilitàdel Trattato, che non è così rigido comepensano alcuni, che ha margini importantidi flessibilità, soprattutto quando si èusciti dalla procedura di infrazione. Leprocedure di infrazione si chiudono condifficoltà – per questo è bene che ilGoverno, qualche Ministro, si contenga unpo’ nelle esternazioni, per non offrire

pretesti a non chiuderla –, ma si apronoanche con difficoltà. Una volta chiusa laprocedura di infrazione esistono marginiimportanti che di per sé possono essereutilizzati, partendo dal cofinanziamentodei fondi europei, dall’applicazione dellaregola aurea – che ha ricevuto anche unimportante appoggio dall’accordo tra Par-lamento europeo e Consiglio dei ministri–, sui quali l’Italia può procedere anche inproprio ed autonomamente.

Ma poi bisogna tornare a quel Consigliodi giugno del 2012 che lei ha citato. Unavolta un amico tedesco mi ha detto « Noitedeschi apprezziamo chi batte i pugni sultavolo per difendere gli interessi del suoPaese. Disprezziamo chi dice sì troppofacilmente e poi fa no ». Allora, lei batta ipugni sul tavolo, da un lato, e gli dicaanche che questa volta sono loro che nelgiugno 2012 hanno detto sì e poi hannofatto no e non hanno mantenuto gli im-pegni che allora sono stati presi. È tempoche li mantengano ! ((Applausi dei deputatidel gruppo Scelta civica per l’Italia). E qualisono questi impegni ? L’unione bancaria,la mutualizzazione del debito, politicheche mettono assieme il controllo comunedelle finanze pubbliche, ma con una ef-fettiva solidarietà a sostegno dei Paesiaggrediti dalla speculazione, i growth anddevelopment bonds, un debito pubblicocomune per sostenere la crescita e losviluppo, la competitività e la produzionedi posti di lavoro.

Non chieda che le facciano sconti sullaspesa corrente. Non vada a chiedergli dipoter sconfinare, superare i margini perfare spesa corrente in Italia – se ce n’èbisogno, dobbiamo trovarli noi, quei mar-gini lì –, ma vada a parlare di competi-tività, di investimenti, di ricerca, di for-mazione, di sviluppo, di università: suqueste cose – posso garantirglielo – tro-verà orecchie attente e disponibili. E que-sto va inserito in un grande progetto perl’Europa. L’Europa si è fermata nel pe-riodo 1998-2004. Un grande progetto èstato lasciato a metà. Bisogna riprenderlo.E la speculazione ha aggredito l’Italia, cioèl’Europa, proprio perché ha avuto la sen-sazione politica che quel progetto fosse in

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crisi, che quel progetto fosse finito. Biso-gna riprenderlo. È il grande progetto diHelmut Kohl, è il grande progetto diGiovanni Paolo II, è il grande progetto chein quegli anni si è fermato, quando laCostituzione dell’Europa non è stata ap-provata e noi abbiamo cominciato a farepiccoli passi indietro. Di questo progettofanno parte le radici cristiane dell’Europa.Un’Europa senza identità è anche un’Eu-ropa che non ha speranza e che non hafuturo (Applausi dei deputati del gruppoScelta Civica per l’Italia).

PRESIDENTE. Grazie. Non vi sono al-tri iscritti a parlare e pertanto dichiarochiusa la discussione.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono statepresentate le risoluzioni Speranza, Bru-netta, Dellai, Pisicchio, Tabacci e Di Lellon. 6-00007; Giancarlo Giorgetti ed altrin. 6-00008, Migliore ed altri n. 6-00009 eCarinelli ed altri n. 6-00010. I relativi testisono in distribuzione (vedi l’Allegato A –Risoluzioni).

(Replica e parere del Presidentedel Consiglio dei ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare ilPresidente del Consiglio dei ministri cheesprimerà altresì il parere sulle risolu-zione presentate.

ENRICO LETTA, Presidente del Consi-glio dei ministri. Signor Presidente, daeuropeista e federalista convinto, qualesono, io non posso che essere felice deldibattito che si è svolto qui in quest’Aula.È il segno di quanto dicevano prima alcunicolleghi, penso al collega Gozi in partico-lare, cioè il fatto che il nostro Parlamento,grazie alla legge approvata l’anno scorso egrazie al Trattato di Lisbona che dà im-portanza e ruolo ai Parlamenti nazionali eal Parlamento europeo, è in grado oggi diessere il luogo centrale nel quale la so-

vranità del nostro Paese si sviluppa, at-traverso quel meccanismo che ho trovatomolto positivo e che in tutti gli interventisi è ripetuto, il ragionamento « gli dicaquesto, gli dica quest’altro ». Io penso chesia questo il compito di un Parlamento cheincontra un Presidente del Consiglio, chedomani incontrerà gli altri 26 Presidentidel Consiglio dei Paesi europei.

È un concetto che dimostra innanzi-tutto la centralità di quest’Aula e dimostraanche il fatto che negli altri Parlamenti stasuccedendo lo stesso: negli altri Parla-menti dei diversi Paesi membri sta esat-tamente succedendo quello che sta succe-dendo qui, esiste, cioè, la necessità daparte di ognuno di andare ad individuarei temi prioritari della discussione di do-mani, di caratterizzarsi ed essere in gradodi percepire qual è la sensazione chevogliamo che si traduca in realtà.

Allora la discussione che abbiamoavuto è stata una discussione dalla qualetraggo molti punti di riferimento, sicura-mente fondamentali. In campo energeticosono stati molti gli spunti, in particolaresul tema dell’efficienza energetica. Valla-scas ne ha parlato in modo diffuso, di-cendo cose assolutamente, per quanto miriguarda, condivisibili su quel punto, cosìcome Zan prima ha fatto una serie diriferimenti sul tema delle energie rinno-vabili, dell’equilibrio e soprattutto dellanecessità di fare scelte di lungo periodo,scelte che siano stabili, non le scelte che ilnostro Paese fa e cambia ogni sei mesi,perché sono quelle le scelte che rendonoimpossibile per l’Italia di avere una stra-tegia energetica che sia effettivamente ef-ficace.

E ci sono gli altri punti che sono staticitati. Ho colto l’intervento di Grimoldiprima sulla questione, secondo me cen-trale, delle infrastrutture europee da com-pletare. O completiamo il sistema di in-frastrutture di reti europee sulle energieoppure non saremo in grado di cogliere ivantaggi e, siccome noi siamo un Paeseperiferico, abbiamo bisogno delle reti perstare dentro il meccanismo invece cen-trale, cosa che ritengo essere uno dei punti

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fondamentali del Consiglio europeo di do-mani e che sicuramente noi porteremo nelConsiglio di domani.

Così come le riflessioni sul rapporto trale politiche energetiche e la crescita. Ov-viamente tutto questo necessita una rifles-sione sul tema della sovranità, della ces-sione di sovranità. Ne ha parlato MarcoCausi in modo diffuso e ne ha parlato ilcollega Alli in modo altrettanto diffuso.Sono i punti della nostra riflessione sucosa vuol dire trasferimento di sovranità.Trasferire sovranità al livello europeo nonvuol dire perderla, se al livello europeo cisono dei meccanismi decisionali che ciconsentono di decidere tutti insieme. Ilproblema è che su tanti temi, se ce lateniamo al livello nazionale, semplice-mente la sovranità non c’è più, perché nonè a quel livello che si riesce a decidere. Hoavuto modo due-tre ore fa, prima diiniziare questo dibattito, di avere unprimo colloquio telefonico con il Presi-dente della Federazione Russa Putin, im-postando un lavoro comune che ci legaalla Russia per motivi evidenti. La que-stione energetica è una questione che unPaese come il nostro, che non produceenergia, deve porsi come questione vitale,di vitale importanza, ed è una questionerispetto alla quale ritengo fondamentale lalogica delle reti energetiche che venivacitata prima.

Quindi io domani andrò a porre talipunti agli altri colleghi europei e scriveròa Van Rompuy la lettera, che citavo prima,sulla necessità di porre la disoccupazionegiovanile come punto centrale del pros-simo Consiglio europeo e dirò anche, col-lega Sibilia, probabilmente alcune cose chelei stesso ha citato prima, che fanno partedi quello che io penso dell’Europa che varaddrizzata.

Non dirò che dobbiamo rimetterci afare debiti, perché penso che di debiti legenerazioni che sono venute prima dellanostra ne hanno fatti troppi, che fare idebiti non è mai una cosa positiva perchéfinisce per ricadere sui nostri figli e suinostri nipoti e che dobbiamo risolvere iproblemi di oggi con le risorse di oggi, nonusando le risorse di domani, perché è

facile risolvere i problemi di oggi usandole risorse di domani, ma « politica » vuoldire cercare di trovare le soluzioni oggicon le risorse che abbiamo oggi. È questoil vincolo al quale mi sento impegnato equesto vincolo lo sento dentro non perchéme lo chiede l’Europa ma, mi verrebbe dadire, perché me lo chiedono i miei figli,perché lo chiedono i figli di ognuno di noiche guardandoci non ci dovranno ungiorno dire: « la mia difficoltà è figlia delfatto che hai risolto i tuoi problemi con lerisorse che spettavano a me ».

Credo che imparare tutti noi che que-sta regola sia fondamentale oggi, a pre-scindere dall’Europa o dalla non Europa,sia uno dei punti fondamentali del nostrostesso concetto di democrazia e di sovra-nità. Direi che è l’elemento centrale con laparola « responsabilità » (Applausi dei de-putati dei gruppi Partito Democratico eScelta Civica per l’Italia), una delle parolechiave per noi.

Ho trovato molto forte ed ho moltoapprezzato l’intervento di Paola Carinellisulle questioni chiave della democrazia deiParlamenti, perché è un intervento checondivido in pieno. Il Parlamento europeodovrà essere posto – e questo sarà unpunto fondamentale della politica europeadell’Italia – sullo stesso piano del Consi-glio europeo e della Commissione europea.È inaccettabile che ci sia un Parlamentoeuropeo che è messo al terzo gradino dellascala dell’istituzione comunitaria (Applausidei deputati dei gruppi Partito Democraticoe Scelta Civica per l’Italia). Per noi questaè una scelta strategica che ci accomuna:credo che il nostro Parlamento abbia alriguardo un vero punto di incontro e diintesa.

Attenzione, perché qui c’è un problemadi regole, ma c’è anche un problema dicomportamenti. Bisogna nei fatti che tuttoquesto avvenga. Quando è venuto qui aRoma il Presidente del Parlamento euro-peo, Schulz, ha incontrato la PresidenteBoldrini e il Presidente Grasso e abbiamodiscusso a lungo di questi temi. C’è unagrande questione, legata anche al ruolo delnostro Parlamento, della Camera dei de-putati e del Senato, alla farraginosità del

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nostro sistema istituzionale, motivo per ilquale mercoledì della settimana prossima,29 maggio, saremo qui a discutere di unaquestione fondamentale, la questione del-l’inizio di un percorso che deve essererapido, efficace e che coinvolga tutti igruppi parlamentari di riforma della Co-stituzione del nostro Paese, nella partenella quale non funziona.

Lo dico perché un sistema farraginoso,che non è efficace, ha portato a quellacifra che la collega Carinelli citava prima– ha fatto bene a farlo – perché è unadelle cifre della vergogna nazionale ovveroil fatto che noi abbiamo quasi 100 pro-cedure di infrazione con l’Unione europeae che siamo il Paese più multato dei 27Paesi europei. Ciò rappresenta per noi unavergogna nazionale e il fatto che sono 20anni che ci trasciniamo purtroppo questiritardi e che oggi ci troviamo in questadifficoltà, e paghiamo quotidianamente,come giustamente veniva detto, multe suquesti ritardi, perché non riusciamo a stardietro alle regole, e siamo gli unici che nonriescono a farlo in questo modo, è unagrande responsabilità che sento comeCapo del Governo del Paese. L’impegnodeterminato a far scendere questa cifra diinfrazioni, di multe e di sanzioni è unimpegno di tutti, è un impegno in cuisiamo sulla stessa barca, Governo e Par-lamento, perché molte di queste infrazionie sanzioni dipendono da norme che de-vono essere approvate dal Parlamento eche dobbiamo assolutamente riuscire adapprovare.

Quindi torniamo a quel ragionamentosul deficit di democrazia che citava primaanche il collega Rampelli e che è il puntosicuramente fondamentale della nostra di-scussione. Noi andremo domani con l’in-tento di mantenere i nostri impegni e,come ha detto il collega Buttiglione prima,diremo anche agli altri che gli impegni sidevono mantenere. Infatti quello che il 28e 29 giugno dell’anno scorso, su propostadi Monti e di Rajoy, il Consiglio europeoha approvato è rimasto ancora lì, letteramorta. Sono passati dieci mesi. Non èpossibile, questo è il motivo per cui l’Eu-ropa non è credibile per i cittadini !

Tutti abbiamo nella memoria l’imma-gine della conferenza stampa, degli an-nunci e dei giornali di quel Consiglioeuropeo, nel quale tutti quegli annuncivenivano contrabbandati come il futuroche finalmente diventava realtà e oggi,dieci mesi dopo, siamo a constatare chequegli annunci non sono stati concretiz-zati.

Questa è l’Europa che dobbiamo cam-biare e questo è il motivo per il qualel’impegno che voglio tutti insieme met-tiamo – e che noi ci metteremo congrande determinazione – sia di andare aBruxelles a cercare di far sì che attorno aquesti temi si cambi passo. Vorrei chequesto accadesse sapendo gli altri cheanche noi, come gli altri Paesi europei,abbiamo un Presidente del Consiglio cheva a Bruxelles e può dire: « Questo non loposso accettare e non lo posso fare perchéil mio Parlamento mi ha detto che questonon lo posso accettare e non lo possofare » (Applausi).

E questo punto è un punto che unisceprofondamente Governo e Parlamento,perché è la differenza – veniva dettoprima, riprendo ancora e cito ancora lacollega Carinelli – tra l’Europa intergo-vernativa, che non vogliamo, e l’Europadei popoli e l’Europa comunitaria, cheinvece è quella che noi vogliamo e chevogliamo che si costruisca con maggioreforza.

Quindi termino dicendo che rispettoalle risoluzioni che sono state presentate,sulla risoluzione Speranza ed altri 6-00007dò parere favorevole, lo stesso parerefavorevole – perché il testo è molto simile– lo dò alla risoluzione Giancarlo Gior-getti ed altri 6-00008, con un unico puntodi interpretazione: sul punto che venivacitato prima dal collega Grimoldi sul re-ferendum, che mi trova e ci trova d’ac-cordo, nel senso che il passo agli StatiUniti d’Europa non potrà non avvenirecon un momento di partecipazione popo-lare dei popoli europei, ovviamente laconstatazione che devo fare è che ciò deveavvenire dentro le regole della nostra Co-stituzione repubblicana, come è ovvio chedebba essere, ma penso che questo sia

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condiviso dai colleghi che hanno presen-tato questa risoluzione. Devo dire chetante argomentazioni che sono contenutenelle risoluzioni Migliori ed altri 6-00009e Carinelli ed altri 6-00010 sono assolu-tamente condivisibili, così come gli inter-venti che ho ascoltato del collega Zan odegli altri colleghi del gruppo del MoVi-mento 5 Stelle che hanno parlato, tuttavianon mi consentono di dare parere favo-revole, perché nelle due risoluzioni che hocitato c’è il passaggio sulla necessità dirinegoziare trattati che realisticamentenon saremo in grado di rinegoziare: noipossiamo affiancare a quei trattati le po-litiche per la crescita, che sono fondamen-tali, ma realisticamente l’idea che noisiamo in grado oggi di dare un mandato alGoverno perché ci sia una rinegoziazionedi trattati che non saremo in grado dirinegoziare credo che un senso da partemia di realismo e di serietà nei confrontidel Parlamento mi obblighi a dire chequesto purtroppo non è realistico, non èragionevole e non mi consente, quindi, didare parere positivo a quelle due risolu-zioni. Quindi, mi dispiace dover dare pa-rere contrario, perché sono due risoluzioniche invece hanno al loro interno moltealtre constatazioni e molti altri spunti cheio porterò con me a Bruxelles, nel cercaredomani, il 27 e il 28 giugno e – se saremosempre qui, o comunque qualunque Go-verno si sarà – di far sì che il semestre dipresidenza italiana dell’Unione europeadella seconda metà dell’anno prossimo siaquel semestre di presidenza che farà fareall’Europa il salto verso gli Stati Unitid’Europa, che rimangono per me e per ilnostro Governo il sogno e l’ambizioneprincipale. (Applausi dei deputati dei gruppiPartito Democratico, Il Popolo della Liber-tà-Berlusconi Presidente, Sinistra EcologiaLibertà, Scelta Civica per l’Italia e Misto-Centro Democratico).

Preavviso di votazioni elettroniche(ore 17,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso dellaseduta potranno avere luogo votazioni me-

diante procedimento elettronico, decor-rono da questo momento i termini dipreavviso di cinque e venti minuti previstidall’articolo 49, comma 5, del Regola-mento.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il deputato DiLello. Ne ha facoltà.

MARCO DI LELLO. Signor Presidente,onorevoli colleghi, ringrazio davvero ilPresidente del Consiglio per aver voluto undibattito e un voto parlamentare che, dicerto, gli darà più forza. Non è questa lasede per analizzare fino in fondo le causedella crisi economica globale. È invece lasede dove provare a cercare soluzioni.

Negli anni scorsi abbiamo assistito alcommissariamento di Paesi sovrani a di-mostrazione della capacità della specula-zione internazionale di minacciare la de-mocrazia. Come lei ha avuto modo di dire,onorevole Presidente Letta, è ora il mo-mento di accantonare le sbagliate politichedi austerity per incentivare la crescita. È ilmomento di passare dall’Europa dei nu-meri all’Europa delle persone con le loroambizioni, le loro speranze, le loro paure.Persone, onorevole Presidente, non nu-meri. Per farlo occorre consentire allaBCE di intervenire con poteri simili allaFederal Reserve. Occorre cioè una veraEuropa federale, occorre valorizzare con-vintamente la tassazione sulle transazionifinanziarie; occorre una fiscalità europeacomune; occorre anche dotarsi di tutelesindacali comuni, elevando lo standard digaranzia per i lavoratori europei, evitandoforme di concorrenza sleale all’internodell’Unione europea. Occorre condividerescelte di investimento comuni sulla greeneconomy e delle energie rinnovabili. Sonotutti temi che saranno discussi nelle pros-sime ore anche dai leader socialisti eprogressisti a Lipsia e sono molto felice

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della sua scelta di essere presente. Infattiè con loro che dovremo portare avantibattaglie comuni per cambiare l’Europa.Anche per questo i deputati e la deputatasocialista voteranno la risoluzione di mag-gioranza, convinti che serva all’Italiaun’Europa più forte almeno quanto serveall’Europa un’Italia più competitiva. Lofacciamo, pur nel dubbio, e mi dispiaceonorevole Presidente Letta, che lei e il suoMinistro Franceschini, ci considerinoparte di questa maggioranza. Noi lo fac-ciamo ancora una volta per il bene del-l’Italia che in quest’Aula, onorevole Presi-dente, è l’unico faro a darci la direzione(Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il deputato Ta-bacci. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente,l’Italia e l’Europa hanno una storia pro-fondamente intrecciata. È un imperativoper tutto il Parlamento italiano quello direstituire dignità morale, tensione ideale eprospettiva politica all’idea di Europa, enon confondiamo De Gasperi e Spinellicon le fumose divagazioni sul signoraggio.Non c’è dubbio che la dimensione europeaè quella nella quale gran parte dei pro-blemi italiani va inserita e può trovarerisposte. Ci piace considerare che la na-tura europea della storia italiana più re-cente e quelle europeista del suo Governo,onorevole Presidente, si tengano intima-mente.

Ci auguriamo che il 29 maggio si rag-giunga l’obiettivo del superamento dellaprocedura di deficit eccessivo a caricodell’Italia. Uscire dalla procedura vuol direacquisire una condizione di maggiore fles-sibilità nella gestione della finanza pub-blica ma questo non significa tornareindietro, anzi il campo dell’Eurozona di-venterà un perimetro di interesse ancorpiù per quelli che ne sono fuori, a comin-ciare dagli inglesi.

Domani c’è questa riunione del Consi-glio europeo su due temi strategici: politicaenergetica e lotta all’evasione fiscale.Credo sia un’occasione decisiva per il

nostro Paese. Stiamo agganciati all’Eu-ropa. Vale in questo caso il fattore del 25per cento: l’energia in Italia costa almenoil 25 per cento in più dei principalicompetitori europei con una grave distor-sione del comparto rinnovabili inquinatodall’egemonia delle cosiddette assimilate.E poi il sommerso in Italia è il 25 percento dell’economia reale: da esso generagran parte dell’evasione fiscale.

Sono proprio i settori nei quali esserein Europa per noi vuol dire tendere a faremeglio di quello che stiamo facendo oggi.Nell’energia: completamento del mercatoeuropeo dell’energia, promozione di inve-stimenti, diversificazione delle fonti, effi-cienza energetica. Avevo già avuto modo dioccuparmene diffusamente nel corso dellalegislatura 2001-2006. Lotta alla frode eall’evasione fiscale. Una grande occasione:integriamoci nel contrasto con gli altriPaesi europei più virtuosi; mandato allaCommissione per contrastare le enclaveeuropee come Monaco, Liechtenstein, Lus-semburgo, Andorra, San Marino che sonodegli avamposti, degli strumenti interna-zionali dell’evasione fiscale. Definizionedei rapporti con la Svizzera, scambio diinformazioni, lotta integrata senza quar-tiere.

Non è senza significato, gravementeammonitore, che l’Italia e la Grecia sicontendono il primato del sommerso. Ov-viamente, il mio voto è favorevole allarisoluzione che ho concorso a sottoscri-vere. Conclusivamente, senza gli Stati Unitid’Europa non si va molto lontano. Impor-tante l’apertura della Francia di Hollande.Ora che la Gran Bretagna riconosce ilvantaggio economico dello stare in Europa– gli articoli di oggi valutano il peso e ilvalore in oltre 110 miliardi di euro perl’economia inglese dello stare in Europa –è necessario che ci sia un livello, quellodell’area monetaria, di tendenza federale.È una condizione che va interpretata inmodo adeguato, sia politicamente che isti-tuzionalmente. In questo senso, il distaccoche si può determinare tra i popoli euro-pei e le istituzioni europee, a cui lei facevariferimento, può essere colmato attraversola forza di un’iniziativa federale che mi

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auguro nel semestre di Presidenza italianapossa trovare una sua concretizzazione(Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il deputato Ram-pelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Signor Presidente,il termine Europa ha rappresentato peranni un sogno positivo, un termine cheevocava speranza, un obiettivo visionario,confini che sparivano, culture che si in-trecciavano. Ma da quel sogno ci siamosvegliati nel brusco gelo della realtà. Oggil’Europa evoca, in molte nazioni, in moltipopoli, in molti cittadini, visioni più similia un incubo. Cos’è l’Europa per greci,portoghesi, spagnoli e per molti italiani ?L’Europa è diventata negli ultimi annisinonimo di ostinata sordità, di incapacitàdi visione, di crudele lontananza. Eppure,questa strada che abbiamo percorso escelto ha dei conduttori. Qualcuno ha laresponsabilità di averla condivisa o di nonessersi opposto almeno. Noi no, ce loconsenta. Ricorderà le battaglie condotteda Guido Crosetto contro le decisioni diTremonti; ricorderà l’opposizione fattaalle decisioni del Governo Monti. Neglistessi giorni nei quali – non se la prenda– mandava il bigliettino: « Caro Mario,sono a tua disposizione », noi cercavamodi fermare scelte che avrebbero portato ilnostro Paese sull’orlo del baratro.

Lei è stato uno dei maggiori difensoridella sciagurata linea di politica econo-mica intrapresa dall’Europa. Oggi ha cam-biato idea. Bene, meglio tardi che mai, ma,per favore, ci dica qualcosa di vero, diconcreto. Tutti sanno che l’evasione è unmale, tutti dicono di volerla contrastare,ma come ? Esiste un modo serio ? Presi-dente, forse sì, se si vogliono veramentetoccare i santuari inviolabili che costitui-scono lo strumento principale dell’eva-sione e, cioè, le banche. Io non so se leiabbia mai affrontato il tema durante qual-che incontro del famoso e citato clubinternazionale di cui fa parte, ma la in-formo che il denaro per la maggior parte

non raggiunge i paradisi fiscali europei,italiani o mondiali nella valigetta o neglizaini, bensì li raggiunge telematicamenteattraverso i sistemi informatici di banchee finanziarie. Se si vuole veramente colpirela grande evasione da lì occorre iniziare.Ne ha la voglia ? La libertà ?

PRESIDENTE. Deve concludere, onore-vole Rampelli.

FABIO RAMPELLI. Se pensa di averla,inizi con il fare una semplice propostaavanzata da noi qualche tempo fa e con-cludo: ogni Paese europeo si impegni arevocare l’autorizzazione all’esercizio del-l’attività bancaria e finanziaria ad ognisocietà che, direttamente o tramite suecontrollate o partecipate, si sia prestata aspostare anche solo un euro in modoillegale. Il resto, Presidente, sono parole.Ogni altro obiettivo serve solo a nascon-dere la verità. Per questo, Fratelli d’Italiale chiederà la votazione per parti separatee in caso contrario, comunque, si asterrà(Applausi dei deputati del gruppo Fratellid’Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il deputato Fe-driga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. SignorPresidente, per iniziare mi permetta unaconsiderazione: il nostro gruppo in questacircostanza esprime la soddisfazione divedere riconosciute le proprie posizioniche da anni ha rimarcato, sia all’internodelle Aule di Camera e Senato, sia davantiall’opinione pubblica sulle criticità chemanifesta questo tipo di Europa. Qualcheanno fa, quando la Lega Nord parlavadell’Europa dei burocrati, dell’Europa tec-nocratica, ci davano degli antistorici, cidavano di quelli che guardavano al passatoe non vedevano il futuro.

Ad oggi, invece, vedo che molti gruppiparlamentari, fortunatamente, si sono rav-veduti e hanno capito che essere criticiverso l’Europa non vuol dire essere an-tieuropeisti: vuol dire, forse, essere a fa-vore della gente che vive questa Europa e,

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forse, un po’ meno a favore dei grandipoteri, dei poteri forti, dei poteri dellebanche che hanno contraddistinto la po-litica dell’Europa in questi anni (Applausidei deputati del gruppo Lega Nord e Auto-nomie).

Signor Presidente, noi ovviamente con-dividiamo, anche con la nostra risoluzione,che bisogna ed è necessario portare sultavolo europeo due problemi principali:quello della disoccupazione, in particolarmodo quella giovanile, che ormai sfondaquota 38 per cento, e il problema dell’im-presa. Ricordo che nell’ultimo anno diGoverno Monti si sono chiuse 100 milaimprese. Per fare questo, ci sono diversistrumenti che può mettere in moto emettere in campo l’Unione europea. Primofra tutti, rivedere e riformare la Bancacentrale europea. Serve una banca ingrado di garantire, anche tramite, ovvia-mente, le banche sul territorio, l’accesso alcredito per le aziende. Questo è il prin-cipale problema che stanno manifestandole nostre realtà produttive. E senza leaziende che funzionano, senza le aziendecompetitive, senza le aziende che produ-cono, possiamo fare la migliore politica sullavoro, ma i nostri giovani non troverannooccupazione (Applausi dei deputati delgruppo Lega Nord e Autonomie).

Non solo, signor Presidente. Io voglioanche ricordarle la criticità che abbiamodovuto affrontare quando il nostro Paeseha accettato di entrare nell’unione mone-taria senza alcun tipo di condizione.Quando la Lega andava, in quell’occasione,a manifestare i problemi che si sarebberocreati nella società reale, tutti ci davanodei rivoluzionari, tutti ci davano di quelliche non capivano, non capivano qualigrandi prospettive dava l’Europa. Noi, in-vece, vedevamo lontano. Vedevamo lon-tano, ed oggi tutti vedono il presente: noi,se qualcuno ci avesse ascoltato in passato,avremmo, magari, visto anche un po’ versoil futuro.

Ma questa situazione, signor Presi-dente, io le chiedo anche, però, che nonsia da giustificazione per i gravi problemiche vive il nostro Paese a causa di sceltefatte o non fatte proprio dai Governi di

questo Paese. È facile in questo momento,ed è anche giusto in parte, dare respon-sabilità alle scelte fatte da questa Unioneeuropea, che così fatta non ci piace, manon si può prescindere dalle nostre re-sponsabilità; altrimenti, prenderemo lacattiva abitudine, che devo dire in buonaparte, anzi in una parte, del nostro Paeseè diventata consuetudine, di guardaresempre alle colpe esterne e non guardarealle nostre colpe. Dico questo, perché,signor Presidente, il Governo che l’hapreceduta, per esempio, ha fermato unariforma, che si chiama federalismo fiscale,che avrebbe, per esempio, portato ad unacopertura all’incirca di cinque volte ri-spetto a quanto ha fatto lei, proprio qual-che giorno fa, per gli ammortizzatori so-ciali in deroga. Parlo dei costi standardnella sanità: 5 miliardi di risparmi l’anno,bloccati da un Governo, e devo dire ancheda forze politiche, che hanno dato fiduciaa quel Governo e che hanno bloccato unariforma fondamentale per questo Paese.

Sto parlando, Presidente, di guardareanche al nostro interno e non dare lacolpa solamente all’Unione europea, per-ché penso che sia arrivato il momento diaffrontare il problema che una siringa nonpuò costare 0,26 euro in Sicilia e 0,04 euroin Veneto. Sto parlando di questo pro-blema, Presidente, perché non è più ac-cettabile che gli sforzi che state facendo,per esempio, per togliere l’IMU sullaprima casa o, per esempio, quelli chedovrete fare per evitare l’aumento del-l’IVA, siano accompagnati da un forestaleogni mezzo chilometro quadrato nella re-gione Calabria (Applausi dei deputati delgruppo Lega Nord e Autonomie). Dico que-sto e faccio queste premesse, Presidente,perché quando si va a trattare in Europa,e noi siamo favorevoli che lei, ovviamente,vada a trattare in Europa sapendo evolendo anche battere i pugni per difen-dere i diritti del nostro Paese, ma io credoche saremmo poco credibili se continuanoquesti sprechi all’interno del nostro Paese.

E per questo noi, come Lega Nord,voteremo favorevolmente alla nostra riso-luzione, che ha come punto principale unindirizzo che va a favore dell’Europa, ma

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a favore di un’Europa dei popoli e delleregioni, delle regioni europee che devonosaper collaborare dal punto di vista, im-magino, sociale, ma soprattutto econo-mico. Penso, per esempio, alla macrore-gione del Nord, che può confrontarsi conla Carinzia, con il sud della Francia, conuna parte della Slovenia, tessuti economicimolto affini e che sarebbero utili allosviluppo non solamente di quest’area geo-grafica, ma di tutto il continente.

Annuncio anche che verso la risolu-zione presentata dalla maggioranza laLega esprimerà un voto favorevole perchéappunto ricalca, come dicevo in premessa,le posizioni che la Lega ha sempre man-tenuto su molti temi. Mentre ci asterremosulla risoluzione presentata dal MoVi-mento 5 Stelle perché contiene dei puntiche riteniamo positivi, altri, come il red-dito di cittadinanza, che non ci vedonod’accordo, anzi vanno contro la nostraprospettiva e la nostra visione politica. Noicrediamo, e concludo Presidente, che lapolitica sul lavoro debba essere incentrataa dare occupazione alla nostra gente e nona garantire un assistenzialismo (Applausidei deputati del gruppo Lega Nord e Auto-nomie).

Infine, ovviamente giusto perché la di-chiarazione di voto serve a questo, vote-remo contro la risoluzione presentata daSinistra Ecologia Libertà che invece va, sìquella, verso una Europa che non miraallo sviluppo ma mira esclusivamente al-l’assistenzialismo puro.

Chiudo, Presidente. Se lei continuerà, omeglio, se lei dimostrerà di avere in questomomento una posizione che non sia sola-mente di promesse ma anche di fatti versoquello che ha detto nel discorso di inse-diamento ed oggi in quest’ Aula, potràvantare anche la collaborazione della Legasui provvedimenti che porterà avanti, peròquello che le chiediamo è concretezza, lapossibilità di adottare magari pochi prov-vedimenti ma che si possano fare, perchéil libro dei sogni è molto bello da raccon-tare però diventa un’enorme delusionequando non viene realizzato (Applausi deideputati del gruppo Lega Nord e Autono-mie).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il deputato Mar-con. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

GIULIO MARCON. Gentile Presidente,signori del Governo, colleghi deputati,Primo Ministro. Abbiamo apprezzato iltono europeista del suo discorso, abbiamoapprezzato alcune sue aperture relativealle politiche europee e alla necessità diuna accelerazione verso l’unione politica ecrediamo che gli accenti che lei ha messosulla necessità di una accelerazione insenso federalista dell’Europa siano moltoimportanti, riteniamo però che alcunedelle sue considerazioni non siano convin-centi.

Io vorrei partire da una considerazione;la crisi che stiamo attraversando è stataaggravata anche dalle politiche sbagliateseguite dalla Commissione e dalla Unioneeuropea e da molti dei Governi europei. Lepolitiche di austerity, come anche alcunidei colleghi hanno ricordato, hanno au-mentato la disoccupazione, hanno indebo-lito l’economia reale, hanno fatto crescereil debito pubblico in molti Paesi. Il pro-blema non è semplicemente quello dirispettare, come lei ha detto nel suo di-scorso, la disciplina delle finanze pubbli-che ma quello, altrettanto importante, diuna politica che noi abbiamo ritenutosbagliata e che ha sacrificato la crescita, losviluppo ed il lavoro, sull’altare di unavisione subalterna, da una parte i mercatifinanziari e dall’altra l’abbandono di qual-siasi politica pubblica e di uso della spesapubblica in funzione anticiclica.

Non è il debito pubblico la causa dellacrisi, ma è la crisi che ha in gran partecausato l’aumento del debito pubblico e lacrisi non è nata a causa del debito pub-blico ma, nel 2007-2008, per la responsa-bilità dei mercati finanziari privati chenessuno ha regolamentato e ricondottoalle regole minime di buon funziona-mento.

E invece di prendersela con le verecause della crisi – l’assenza di un con-trollo dei mercati finanziari, gli squilibrieconomici e regionali, l’assenza di politi-che anticicliche – in Europa ci siamo

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concentrati sul tema del pareggio o del-l’equilibrio del bilancio pubblico, senzaper questo portare l’Europa fuori dalledifficoltà drammatiche che abbiamo attra-versato e stiamo ancora attraversando.

Il fiscal compact, oltre a produrre con-seguenze sociali gravissime, impediscequalsiasi politica economica pubblica ed èoltretutto irrealizzabile ed ha un impattoprociclico non anticiclico. Ecco perché èper noi non condivisibile quanto espostonell’impianto della risoluzione della mag-gioranza quando si rivendica la giustezzadel fiscal compact e delle altre politicheseguite in questi anni; mentre il dispositivodella risoluzione contiene delle indicazioniche pur se vaghe e generali sono piùragionevoli e condivisibili.

Il suo discorso, Primo Ministro, lascianel vago alcune questioni: ad esempiocome uscire concretamente dal tunneldelle politiche di austerità, che ora aparole tutti sembrano criticare. Anche lamozione della maggioranza critica nellamotivazione, nell’impianto le politiche diausterità. Ma allora perché non superatela vostra ambiguità, affermando nel dispo-sitivo della mozione che queste politichevanno superate ?

Il sostegno alle dichiarazioni di Hol-lande, relativamente alla necessità diun’accelerazione del processo di unionepolitica, è sicuramente condivisibile, e noilo sosteniamo; come anche quello dellanecessità di un salto di qualità in sensofederalista del processo di integrazioneeuropea. Ma quali sono allora le proposteconcrete del nostro Governo, a parte ilsostegno generale ad un impegno in quelladirezione ? Quali sono le proposte concreteche il Governo vuole fare nei prossimimesi per dare sostanza a questo impegno ?

E poi vorrei chiederle: lei ha citato ilDEF che ci ha lasciato il precedente Mi-nistro, il precedente Governo Monti. Gliimpegni del DEF sull’Europa « 2020 » sonomolto modesti, e anche se venissero rea-lizzati ci porterebbero ad essere il fanalinodi coda dei Paesi europei. E allora, quandoparliamo di obiettivi che riguardano lepercentuali di energie rinnovabili, di ridu-zione del tasso di abbandono scolastico, di

occupazione femminile, siamo sempremolto generici e poco vincolanti. Perchéallora i vincoli sono sempre richiesti per ilFiscal compact e per il Patto di stabilità, enon per il lavoro, per le donne e per igiovani ?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTEROBERTO GIACHETTI (ore 17,35).

GIULIO MARCON. Noi vogliamo rivol-gerle alcune domande. Il Governo italianososterrà o meno la proposta della Com-missione europea, che il precedente Mini-stro Grilli aveva in parte criticato, sullatassazione delle transazioni finanziarie,che giustamente non esclude dall’imposi-zione i derivati, i fondi pensione e i titolidi Stato ? Il Governo che lei presiede siimpegna o no a rivedere l’attuale disposi-tivo, previsto dal precedente GovernoMonti, che colpisce solo i derivati sulleazioni, cioè il 2 per cento del totale deiderivati, lasciando intoccato il restante 98per cento di questi prodotti finanziariassai discutibili ?

E ancora: il Governo italiano domanisosterrà le iniziative europee sui paradisifiscali, per introdurre un effettivo scambiodi informazioni e produrre una black listdi imprese beneficiarie di questi santuaridell’evasione fiscale; abbiamo capito che ilGoverno questo lo farà e ne siamo con-tenti. Ma posso chiederle però perché ilGoverno italiano, che è azionista di mag-gioranza di ENI, ENEL e Finmeccanica,permette a queste aziende di avere propriesedi nei paradisi fiscali ? Posso chiederleperché Banca d’Italia permette a IntesaSan Paolo di avere una sede nelle IsoleCayman, che è tra i paradisi fiscali piùimportanti nel mondo ? E visto che siparla di impegno a livello europeo, e diimpegni di politiche contro l’evasione e lafrode, non pensa che l’Italia dovrebbe dareil buon esempio approvando rapidamentela legge anticorruzione ed introducendo ilreato di falso in bilancio ?

Ecco perché – ed è questo un puntoche noi vogliamo sollevare anche relativa-mente a quello di cui si discuterà domani

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nel vertice europeo – crediamo che siaimportante, rispetto all’unione bancaria,riprendere una delle conclusioni che lacommissione incaricata dalla Commissioneeuropea, e presieduta dal Governatoredella Banca centrale finlandese Eri Liika-nen, ha posto, ovvero la separazione trabanche commerciali e banche di investi-mento.

Ecco perché, signor Primo Ministro, sele sue parole e quelle della risoluzionedella maggioranza che sostiene il suo ope-rato sembrano aprire finalmente un bar-lume di ragionevolezza sulla necessità diuniformare l’architettura europea versoun’unione politica, democratica e federa-lista, ancora sono timide a nostro giudizio,troppo timide le parole sulla necessità diun superamento delle politiche di auste-rity.

Anche noi, come lei, apprezziamo –come lei ha detto – il fermo impegno arispettare la disciplina delle finanze pub-bliche. Ma perché questo impegno devevalere solo per i soliti noti, per i pensionatie non anche per i grandi redditieri, per ilwelfare e non per le spese militari, per icomuni che non possono fare le piccoleopere e mai per le grandi opere inutili ecostosissime ?

Naturalmente nel dispositivo della mo-zione della maggioranza ci sono aspettiche non si possono non condividere: l’at-tivazione dei project bond, l’istituzione diun’Agenzia europea pubblica di rating, lanecessità di misure per la crescita, illavoro da fare sull’introduzione degli eu-robond. Ma non si capisce perché alloranon si chieda quello che riteniamo ogginecessario, una condizione fondamentaleper far ripartire l’economia europea: ac-canto a politiche per lo sviluppo e per lacrescita, una rinegoziazione del Fiscalcompact e del Patto di stabilità. Servonopolitiche pubbliche, serve l’uso della spesapubblica in funzione anticiclica; bisognaalimentare la domanda, i consumi e crearelavoro.

È per questo, avviandomi a concludere,che noi sottoponiamo al voto dell’Aula unanostra risoluzione che riteniamo compa-tibile con quella del MoVimento 5 Stelle,

sulla quale esprimiamo un giudizio favo-revole, sperando che si possa produrreuna convergenza anche sul nostro testo.Sul testo della maggioranza noi ne criti-chiamo l’impianto perché presuppone ungiudizio sulle politiche passate che noncondividiamo, mentre siamo disponibili adavere un atteggiamento diverso, anche conun voto di astensione, se si votasse solo ildispositivo come contributo a costruireuna svolta alle politiche europee diverseda quelle dell’austerità, come le abbiamoconosciute. Quindi chiediamo un voto perparti separate.

Vorrei concludere, augurandole buonlavoro per domani e ricordandole che, difronte all’impegno per costruire un’Europademocratica, politica e federalista di pace,il contributo di Sinistra Ecologia Libertànon mancherà; l’Europa della finanza edei mercati l’abbiamo conosciuta e non ciè piaciuta, abbiamo bisogno di un’Europasociale, dei diritti, della solidarietà e perquesta Europa, per l’Europa dei popoli chelei ha richiamato anche nella sua intro-duzione, continueremo a batterci (Applausidei deputati del gruppo Sinistra EcologiaLibertà e di deputati del gruppo MoVimento5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il deputato Del-lai. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Signor Presidente,colleghe e colleghi, il mandato che tra unpo’ la Camera le affiderà, signor Presi-dente del Consiglio, è un mandato pesante,con obiettivi ambiziosi e di alto profilo.Uno su tutti – lo cito perché incrocia lasensibilità di tante famiglie – è quello direndere centrale e trasversale in Europa enelle varie Nazioni l’impegno per il lavorodei giovani, cosa che ha un valore in sé mache ha anche un valore simbolico edemblematico di una società europea chenon si rassegni al declino e torni a scom-mettere sul futuro.

Di questo tema del lavoro dei giovanicome priorità è bene comunque che tuttinoi ci ricordiamo anche fra qualche set-timana, quando dovremo discutere e de-

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cidere in ordine a come usare le non molterisorse pubbliche che si renderanno libere.È dunque fondamentale, a nostro avviso,la convinta convergenza – anche noi por-tiamo il nostro contributo in questo senso– su questi obiettivi europei; del resto, èuna convergenza che va nel segno di unapositiva tradizione del nostro Paese, daultimo, con la risoluzione approvata l’annoscorso ma vorrei anche citare il positivolavoro del Governo Monti, soprattutto delMinistro Moavero Milanesi, al Consiglioeuropeo del marzo di quest’anno, dovesono stati aperti spiragli importanti deiquali già ci siamo occupati come Parla-mento – il pagamento dei debiti delleimprese, investimenti produttivi fuori dalPatto di stabilità – e ciò è avvenuto dopoun duro negoziato durato 13 mesi, resopossibile tra l’altro proprio in base allaritrovata credibilità politica e finanziariadel nostro Paese.

Vi è dunque positiva unità su questaprospettiva europea, anzi noi riteniamoche l’impegno per questa Europa, solidale,unita, aperta e competitiva, sia e possaessere in futuro il filo conduttore di tuttala nostra esperienza di comunità nazionalecosì come è stato un pochino per l’ingressonell’euro. Allora si percepiva il senso delpercorso, anche dei sacrifici. Ora ci oc-corre proprio recuperare il senso e ilsignificato delle cose che ci accadono e chespesso ci inquietano e l’idea di questaEuropa, un’idea di Europa che possa es-sere vissuta come una madre, benchésevera, più che come una zia inacidita,ebbene questa idea può costituire senz’al-tro l’orizzonte intorno al quale ricercaremotivi di speranza e di fiducia.

Siamo dunque convintamente favore-voli alla risoluzione che abbiamo sotto-scritto e abbiamo molto apprezzato la suarelazione, semmai vorremmo aggiungerequalche preoccupata cautela. Non vor-remmo che tra le righe si nascondesse unintreccio tra l’eccesso di aspettativa da unlato e un eccesso di auto-assoluzione na-zionale dall’altro; l’eccesso di aspettativepuò essere trovato un pochino nel dispo-sitivo, un dispositivo importante – lo di-cevo all’inizio –, robusto, che indica im-

pegni precisi, anche nuovi, che indicatappe importanti, non facilmente persegui-bili.

Lei, Presidente del Consiglio, ha fattosicuramente un atto di coraggio, quandoha sollecitato più volte il Parlamento afornire un mandato forte, chiaro, esplicitoe preciso in vista del Consiglio europeo.Sicuramente questo rafforza il Governonel negoziato e, anzi, più ampio sarà ilvoto, più forte sarà il Governo nel nego-ziato. Tuttavia, dobbiamo anche essererealisti: siamo in vista di importanti ele-zioni tedesche, il momento mediamentenon è tra i più felici per quanto riguardale leadership politiche europee e spira inmolti Paesi europei un forte vento nazio-nalista, che non sarà facile sconfiggereportando avanti proprio quelle importantiscelte europeiste che vanno nel senso dellamaggiore integrazione europea sul pianopolitico e sul piano economico.

Dunque, altissima aspettativa e reali-smo: questo noi suggeriamo e sappiamo inogni caso che l’arco temporale di questiimpegni di lunga prospettiva non è unarco temporale breve, con buona pace –mi permetterei di dire – del tintinnar diclessidre, se non di sciabole, di amici e dinemici di questo Governo, che si sentonoanche in questi giorni. L’eccesso di au-toassoluzione si percepisce come rischio,leggendo piuttosto la premessa. Tutto beneciò che viene detto lì – l’abbiamo sotto-scritto e lo votiamo – tuttavia direi: « at-tenzione ». La crisi ha colpito molto di piùnei sistemi nazionali, già disordinati epoco competitivi, dove la produttività pub-blica e privata agisce con le energie e coni talenti della Nazione, come talvolta inostri acquedotti con l’acqua, cioè disper-dendola e impoverendo così tutta la co-munità. L’operazione verità, iniziata nelnovembre 2011, rimane, a nostro giudizio,come un punto di riferimento morale ecivile, prima ancora che politico, e ciò sideve dire non certamente per compiacerei salotti buoni, ma piuttosto proprio difronte agli interessi dei giovani, delle fa-miglie, dei ceti popolari, delle imprese delterritorio, insomma, nei confronti di quelliche non possono trasferire la loro fortuna

Atti Parlamentari — 34 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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in un altro Paese, lontano o vicino, e che,dunque, hanno e avevano anche prima ildiritto di poter sperare in un’Italia com-petitiva, efficiente e dinamica. Ciò chetarpa le ali a questo tipo di Italia possibilenon è l’Europa e non è neanche questaEuropa. Le debolezze strutturali del no-stro Paese, quelle che ci fanno consumarevalore senza produrlo, che mortificano leenergie e i talenti, che sabotano la com-petizione, che fanno il gioco dei più furbie dei più forti, ebbene tutto questo non è– e non è stato – colpa dell’Europa o dellaCancelliera. Per questo motivo...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Del-lai. Colleghi, si sta alzando un brusioabbastanza fastidioso e soprattutto i ca-pannelli. Se fosse possibile...

LORENZO DELLAI. Per questo motivo,Presidente, invitiamo noi stessi e tutti glialtri a non autoassolverci troppo. La giustabattaglia per l’Europa che tutti vogliamo eper la nuova politica europea che tuttichiediamo, non solo non esclude, ma piut-tosto richiede di perseguire con coraggio lastrada delle riforme interne per favorire lacompetitività di un sistema che, altrimenti,è destinato al declino.

Noi, con questo voto convinto, signorPresidente, impegniamo il suo Governo aperseguire l’obiettivo di una nuova politicaeuropea nei termini della risoluzione cheabbiamo sottoscritto ma, nello stessotempo, lo impegniamo anche – anzi il suoGoverno è nato e noi lo sosteniamo fidu-ciosi proprio per questo – a non inter-rompere il difficile, ma ineludibile cam-mino di cambiamento del nostro Paese.Infatti, se è vero che di sola austerità simuore, è parimenti vero che, senza com-petitività e senza innovazione, ormai nonsi campa certo cento anni (Applausi deideputati del gruppo Scelta Civica per l’Ita-lia).

PRESIDENTE. Faccio sempre pre-ghiera ai colleghi, se è possibile, di abbas-sare il tono della voce, in maniera che siapossibile ascoltare gli oratori.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto il deputato Rocco Palese. Ne hafacoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, si-gnor Presidente del Consiglio, onorevolicolleghi, la risoluzione Speranza ed altrin. 6-00007, rappresenta un momento im-portante della discussione che oggi hasvolto quest’Aula del Parlamento. È im-portante per i contenuti che vi sonoespressi con efficacia di argomentazione,ma anche per la carica simbolica cherappresenta questo essere convintamenteinsieme tra le forze maggiori della destra,della sinistra e del centro. Mai, come inquesto caso, il singolo coincide con laforza reale. Infatti, la sostanza della riso-luzione è la richiesta all’Europa di uncambio di passo. Si tratta di uscire dalrigore cieco, da una pervicace chiusura aqualsiasi formula che non sia austerità epoi ancora austerità, per aprire il respiroallo sviluppo e alla crescita. Ora, accadeche mentre negli altri Paesi europei lemaggiori forze sono divise sul punto, conuna minore o maggiore forbice di lonta-nanza ma, comunque, mai concordi, inItalia, invece, c’è un perfetto idem sentire.Questa non è una constatazione che deveportarci al compiacimento o, peggio, allagiustificazione dinanzi a basi scontentedelle alleanze che hanno creato e stannosostenendo questo Governo. Questo idemsentire ha una potenza politica che può edeve avere un peso decisivo in Europa.

Non siamo una potenza marginale.Siamo tra i sei Paesi fondatori dell’Unionee tra essi quello che ora, più marcata-mente di ogni altro, fa sentire il propriocompatto peso sulle linee di politica eco-nomica e di filosofia assistenziale chel’Europa deve adottare se non vuole ve-dersi frantumata dalla crisi e dalle diva-ricazioni interne ai singoli Stati. Siamo unesempio, siamo il contrario dei famosiPIGS, i Paesi considerati rischiosi per ilfuturo dell’Europa. Solo da un consensotra forze maggiori l’Europa sarà in gradodi non lasciarsi soffocare dalle sue buro-crazie, ottusamente ripiegate sulla con-sunta e ripetitiva ricetta dell’austerità.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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Questa posizione non è una novità dell’ul-tima ora. La risoluzione del giugno 2012,votata all’unanimità dalla Camera, avevalo stesso orientamento di contenuti e lastessa forza di adesioni, ma allora forsenon trovò chi investisse questo capitale inEuropa con l’energia necessaria. Oggi, in-vece, questo è possibile. La concordia cheallora si espresse in un voto – ma, forse,era difensiva – oggi è propositiva e votataalla guida della politica economica euro-pea. Non è un piatire sostegni, un accat-tonaggio di benevolenza, ma una presa diposizione forte, sostanziata da argomentie, soprattutto, non mi stanco di ripetere,appoggiata sul fondamento di un idemsentire che fa scuola in Europa e cheanche il Presidente Obama ha lodato nellaconversazione telefonica con il PresidenteLetta.

Signor Presidente del Consiglio, rite-niamo particolarmente significativo un suopassaggio della sua relazione che ci sod-disfa molto. Lei ha affermato: « Dall’Eu-ropa vogliamo molto di più e di meglio »ed è proprio questo il punto, soprattuttoora, a maggior ragione, dopo il grandesforzo di risanamento dei conti pubbliciattuato in Italia negli anni della crisieconomica globale. Noi vogliamo di più emeglio dall’Europa. È ineludibile che ilprossimo Consiglio europeo definisca unastrategia immediata europea sulla lottaalla disoccupazione giovanile, così come èindispensabile attivare, conformementealle opportunità e ai vincoli esplicitamenteindicati nelle conclusioni del Consiglio eu-ropeo del marzo 2013, forme di investi-menti pubblici produttivi, che possonocontribuire veramente a rilanciare l’eco-nomia. È urgente realizzare un processoriformatore, volto ad attribuire alla Bancacentrale europea un ruolo di supportoattivo a favore della crescita.

Di certo, il Consiglio europeo prossimo,occupandosi di evasione fiscale e di poli-tiche energetiche comuni, è solo unaprima tappa di questa missione del Pre-sidente Letta a convertire, per così dire,l’Europa. In giugno vi sarà un appunta-mento ben più importante, ma la linea è

chiara e renderà il nostro Paese un inter-locutore di primissimo piano e vero pro-tagonista del cambiamento.

Questa nostra determinazione sapràtrovare validi alleati e potrà vincere resi-stenze conservatrici di chi si ostina a nonaprire al discorso dello sviluppo e dellarinuncia ad un’austerità cieca e sorda aibisogni dei popoli. È giunto veramente ilmomento di passare agli Stati uniti d’Eu-ropa, è giunto il momento di superareanche i problemi del rigore e di pensarealla crescita, di tornare alla vera defini-zione del Patto di stabilità, che è Patto distabilità e di crescita. Per questo motivo,voteremo con convinzione la risoluzioneed auspichiamo che il lavoro concorde chestanno facendo insieme Governo e partitidi maggioranza continui con questa ener-gia e chiarezza (Applausi dei deputati delgruppo Il Popolo della Libertà-BerlusconiPresidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto la deputata Spes-sotto. Ne ha facoltà, per due minuti.

ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presi-dente, signor Presidente del Consiglio, in-nanzitutto noi prendiamo atto delle suedichiarazioni sull’impossibilità di rinego-ziare i trattati e ci riserviamo di verificarequanto da lei detto. In merito alla nostradichiarazione di voto, voteremo a favoredella risoluzione del gruppo SEL, che perònon ci trova d’accordo sull’utilizzo dellostrumento degli eurobond e dei projectbond, perché per poterli utilizzare deveessere rivisto il Trattato di Lisbona. Quindisu questo punto non ci troviamo d’accordocon la risoluzione proposta dal gruppoSEL, però voteremo a favore.

Voteremo inoltre ovviamente la nostrarisoluzione, perché riteniamo che l’impe-gno del Governo debba concentrarsi mag-giormente sulla promozione di una inte-grazione più vicina ai cittadini, attraversoil rilancio del progetto costituzionale eu-ropeo, affinché si superi la disaffezione deicittadini verso l’Europa, incapace di darerisposte alla crisi economica. È quindiindispensabile che lei, signor Presidente, si

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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faccia portavoce, nell’imminente Consiglioeuropeo e nelle altre sedi dove rappresen-terà il nostro Paese, della necessità: dicontrastare i piani di rigore e di austeritàe concentrarsi sul rilancio dell’occupa-zione, soprattutto giovanile, e sugli stru-menti di sostegno, quale il reddito minimo;di rinegoziare il bilancio comunitario perridurre gli squilibri tra i Paesi contri-buenti. Come è infatti noto, nel 2011l’Italia è stata ancora una volta contri-buente netto.

È necessario poi, signor Presidente, ri-vedere il fiscal compact e il MES, nellalogica di un’unione solidale e non solomonetaria. Occorre poi proporre con de-terminazione l’attuazione del principio ditrasparenza bancaria e quindi lo scambiodi informazioni fiscali con tutti i Paesiterzi, soprattutto quelli ricompresi nei co-siddetti paradisi fiscali. È necessario poifavorire la definizione della legislazionebancaria europea che disponga la totaleseparazione tra banche d’affari e banchecommerciali.

Sul fronte energetico è poi necessario,signor Presidente, attivarsi per promuo-vere i piani di autoproduzione di energialocale da fonti energetiche rinnovabili,dando priorità all’indipendenza alimentaredelle nazioni e verificando l’impatto am-bientale. Infine, signor Presidente, è ne-cessario che lei sostenga il divieto ditrivellazioni a scopo estrattivo, poichécompromettono irreversibilmente l’am-biente e l’economia turistica (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto la deputata Mo-sca. Ne ha facoltà.

ALESSIA MARIA MOSCA. Signor Pre-sidente, Presidente del Consiglio, colleghi,con la risoluzione che insieme ai gruppi dimaggioranza abbiamo presentato, ilgruppo del Partito Democratico esprime ilproprio sostegno convinto all’impostazioneeuropea ed europeista del Governo e nonsi sottrae alla sfida di contribuire attiva-mente alla definizione di tale imposta-zione. La costruzione delle politiche eu-

ropee inizia da qui, da questa Aula, comeprima rappresentanza istituzionale dellademocrazia, come più volte oggi è statorichiamato. In passato i Governi informa-vano il Parlamento in modo occasionale eframmentario ed è stata una delle molterappresentazioni concrete del deficit de-mocratico che il Parlamento italiano hadebitamente superato.

Rimarchiamo e apprezziamo la dispo-nibilità di questo Governo, e sua, Presi-dente, ad attuare questo obbligo, ricono-scendo l’importanza di un indirizzo par-lamentare espresso sulle priorità del-l’azione europea dell’Italia. Ma per noinon è solo una modifica procedurale. Noidel Partito Democratico cogliamo tutta lavalenza di questo passaggio, quello odiernoe quelli che verranno nelle prossime set-timane e apprezziamo il dibattito...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Mo-sca, è veramente quasi impossibile ascol-tare.

ALESSIA MARIA MOSCA. ...e apprez-ziamo il dibattito che oggi, in quest’Aula,abbiamo avuto, un esempio di sana dia-lettica politica. Tutti siamo consapevolidella grave difficoltà che sta vivendo l’Eu-ropa, una crisi non solo economica, maben più profonda: sociale, culturale evaloriale. Una crisi che si traduce in unadiffidenza, se non in un’ostilità, semprepiù marcata nei confronti delle istituzionicomunitarie. Eppure, al tempo stesso, unacrescente parte della popolazione, special-mente tra i giovani, si sente più vicinaall’Europa che alla sua città di origine oall’Italia e vede l’Europa come prospettivae come ancora di salvezza.

Per molti giovani pensarsi a livelloeuropeo, portare liberamente tra Paesidiversi le proprie competenze, non è undisvalore, non è una fuga di cervelli, nonè necessariamente un ripiego, ma unapotenzialità di arricchimento costante. Ilproblema, semmai, è che questa aspira-zione non si traduce in una fiducia nelleistituzioni dell’Unione europea, perché re-stano divari non colmati tra l’esperienza,la vita reale, i bisogni dei cittadini e le

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istituzioni che li rappresentano. Non solo,la maggioranza dei cittadini non conoscechi fa che cosa e l’effettivo potere diciascuna istituzione. Infine, l’Europa nonesprime la sua possibilità di costruire etradurre in modo efficace la sua strategia.Tutto questo finisce per alimentare spintedisgregative, che non sono solo antistori-che e antitetiche alla possibilità di darerisposte efficaci ai problemi, ma che, pa-radossalmente, sono anche contrastanticon l’aspirazione alla globalità di fascesempre più ampie di popolazione europeae italiana.

Ma è proprio nel momento della mag-giore crisi che possiamo cogliere grandiopportunità di miglioramento e crescita, equesto Parlamento può rappresentare, piùche mai, una svolta in questo senso. È unParlamento giovane, fortemente rinnovato,che può dare voce in Europa alla richiestadi partecipazione e di coinvolgimento alleiniziative e alle decisioni che l’Europaintraprende e che hanno un impatto sullavita quotidiana, così come in passato que-sto stesso Parlamento è stato protagonistadi un europeismo coraggioso e non reto-rico, con spirito costruttivo e non distrut-tivo.

Se l’Unione europea continua ad esserepercepita come altro da noi, come oscurae incapace di interpretare le modalità divita individuale e collettiva degli europei,sarà sempre più indicata come « il ne-mico ». Noi riteniamo, invece, che sia il piùgrande alleato, non solo per i vantaggi chepuò portare, ma per il suo essere vicina aibisogni, per il suo sapere prima ascoltaree poi farsi ascoltare. Il problema non è,dunque, l’Europa, come si è detto, maquale Europa. I temi che sono in oggettoalla riunione del Consiglio europeo didomani sono un chiaro esempio: la poli-tica energetica e la lotta all’evasione e allefrodi fiscali sono entrambe questioni chesegnano la nostra vita quotidiana, ed èquesto che mi preme e ci preme sottoli-neare fra tutti i temi contenuti nellarisoluzione che abbiamo presentato.

La politica energetica ha un rilievocentrale nella definizione di una strategiadell’Unione europea per rilanciare la com-

petitività del sistema produttivo europeo,contribuendo a promuovere la crescita el’occupazione. Il Partito Democratico e lamaggioranza tutta che sostiene questo Go-verno ritengono fondamentale sostenere ilcompletamento del mercato interno del-l’energia e delle interconnessioni, per evi-tare che nessuno Stato membro resti iso-lato dalle reti europee di distribuzione delgas e dell’energia elettrica. Si tratta di unaquestione vitale, anche dal punto di vistageostrategico, per l’Europa, che ha nelladipendenza energetica uno dei suoi tallonidi Achille e che solo attraverso una co-munità europea dell’energia può essereridotta. Sosteniamo, per questo, la propo-sta di François Hollande di coordinare glisforzi, in particolare nelle energie rinno-vabili, così come riteniamo che l’Unioneeuropea individui le giuste misure norma-tive e finanziarie per incentivare gli inve-stimenti in un’infrastruttura energeticamoderna, l’approvvigionamento diversifi-cato e l’efficienza energetica. Tutto al finedi rendere i nostri Paesi, e specialmentel’Italia, più competitivi su scala globale e alfine di avere una riduzione dei prezzienergetici. Anche su questo punto è utilesottolineare come i cittadini italiani, neicomportamenti quotidiani, si siano avvici-nati a pratiche e a standard europei moltopiù di quanto si rappresenti. Hanno, in-fatti, dimostrato un’attenzione sempre cre-scente ai temi del risparmio e dell’effi-cientamento energetico, con una consape-volezza, nei consumi, fino a poco tempo faimpensabile. Questo a dimostrazione diquanto l’Europa sia così presente nellenostre vite.

La seconda questione all’ordine delgiorno del Consiglio europeo di domani, lalotta contro l’evasione e la frode fiscale, èun altro chiaro esempio di come il sistemaeuropeo unito possa essere l’unico a darerisposte efficaci ai bisogni di tutti i citta-dini, se è capace di muoversi con concre-tezza e immediatezza.

La creazione di un’autentica unioneeconomica e monetaria nell’ambito deiquattro pilastri dell’integrazione non puòprescindere da un maggiore coordina-mento delle politiche fiscali nazionali, in-

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cluso il settore delle imposte dirette. Que-sto allo scopo di assicurare che il risana-mento delle finanze pubbliche proceda inmodo equo, efficace e favorevole all’occu-pazione, prevenendo o correggendo feno-meni di concorrenza dannosa, soprattuttoin materia di imposizione sulle imprese esulle rendite finanziarie, che potrebberoavere effetti negativi sulla competitivitàcomplessiva dell’economia europea.L’esperienza dimostra, peraltro, che unaconcorrenza fiscale senza regole nell’am-bito di una unione economica e monetariapenalizza maggiormente i fattori menomobili della produzione, primo fra tutti illavoro. In questo contesto, dunque, è prio-ritario definire tutti gli strumenti necessariper la lotta contro l’evasione e la frodefiscale anche in relazione ai Paesi terzi,esaminando le opzioni contenute nel pianod’azione presentato a riguardo dalla Com-missione europea il 6 dicembre 2012.

Voglio concludere con un riferimento aquella che sarà la prospettiva non delConsiglio europeo di domani, ma di quellodi giugno. Il Governo ha fatto bene achiedere di dedicarlo ai temi della disoc-cupazione giovanile. Affrontare la tragediasociale più grande di questi anni non èsolo un dovere dell’oggi, ma anche delfuturo dell’Europa e quindi del futuro ditutti noi, visto che è solo attraverso l’Eu-ropa che possiamo dare risposte a pro-blemi così complessi.

Il Governo ha individuato un percorsofortemente europeo, cambiando lo schemadi approccio al problema, che è andatosolo aggravandosi in questi ultimi anni.L’Italia, più degli altri Paesi, può dettare lalinea del nuovo europeismo, forte dellasua credibilità riconquistata negli ultimimesi, che la porterà auspicabilmente auscire dalla procedura di disavanzo ecces-sivo. Per questo noi abbiamo la respon-sabilità di proporre soluzioni subito attua-bili, a partire da un piano di investimentiin materia occupazionale, e di esigere daipartner europei decisioni non differibilinel tempo.

I giovani europei, pur nell’enorme dif-ficoltà rispetto alle generazioni dei loropadri, si trovano in condizioni economiche

e sociali migliori dei coetanei dei Paesicosiddetti emergenti. Tuttavia hanno menofiducia e speranza nel futuro. Dobbiamo,allora, mettere in circolo energie e com-petenze. Bisogna offrire occasioni vere dicrescita a tutti i giovani. Bisogna farcrescere una generazione sempre più eu-ropea, sulle cui gambe si costruisce l’Eu-ropa veramente unita. I tanti giovani chesi percepiscono europei devono poter ve-dere soddisfatta questa aspirazione attra-verso la moltiplicazione di occasioni loroofferte, a partire dal rafforzamento e dalrilancio di tutti i programmi di mobilità escambio, non solo degli studenti, ma anchedei lavoratori, degli apprendisti e dei gio-vani imprenditori.

Altiero Spinelli era un giovane europeoquando sognava gli Stati Uniti d’Europa.Noi possiamo e dobbiamo dare ai tantiAltiero Spinelli di oggi tutti gli strumentinecessari per ritornare a sognare il futurocon speranza e per tradurre quel sogno inrealtà (Applausi dei deputati dei gruppiPartito Democratico, Scelta Civica per l’Ita-lia e Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. La ringrazio. Vorrei rin-graziare e salutare gli alunni e i docentidell’Istituto comprensivo Cerisano, in pro-vincia di Cosenza, che stanno assistendo ainostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto, a titolo personale, l’onorevoleAntonio Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO. Signor Presi-dente, onorevole Presidente del Consiglio,tengo anzitutto a rinnovarle la mia altaconsiderazione e gli auguri di buon lavoro.Vorrei tanto che lei, nel parlare con i suoicolleghi domani, ricordasse che non solol’Italia, ma tutti i Paesi dell’eurozona sitrovano oggi a dover fare i conti con untrilemma. Possono avere soltanto due delleseguenti tre cose: una crescita economicae occupazione in aumento, il pareggio delbilancio, e gli attuali livelli di spesa pub-blica.

Noi ci stiamo avviando rapidamente albilancio: abbiamo una spesa pubblica chesupera largamente il 55 per cento del PIL,

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non solo non abbiamo crescita economica,ma siamo in depressione, la disoccupa-zione ha raggiunto valori intollerabili e c’èun’epidemia fra le imprese, specie piccole.

Come si esce da questo ? Si esce te-nendo presente che il Trattato di Maastri-cht attribuisce la responsabilità della po-litica monetaria alla Banca centrale euro-pea ma, facendo divieto alla Banca cen-trale europea di monetizzare il debitodegli Stati membri, sostenendo che lapolitica di bilancio e tributaria è respon-sabilità nazionale, non europea. E deveessere così, se la Germania avesse com-preso questo fatto, riflettendo per un se-condo sul fatto che negli Stati Unitid’America i cinquanta Stati usano tutti lastessa moneta, il dollaro, ma non seguonoaffatto le stesse politiche di bilancio. IlTexas è in rapida crescita e ha le finanzein ordine e sui titoli di debito statale pagaun bassissimo tasso di interesse. La Cali-fornia ha altissimi livelli di spesa pubblica,il bilancio in dissesto ed il tasso di inte-resse sui titoli è molto alto. A nessunoverrebbe in mente di pensare che i texanidebbano pagare i debiti dei californiani,che la Fed debba monetizzare il debito deicaliforniani o che il Governo federaledebba intervenire per aiutare la California.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO MARTINO. Gli errori eco-nomici – e concludo, Presidente – hannofatto più vittime, non intenzionali, diquante ne abbiano fatte gli assassini prez-zolati (Applausi di deputati del gruppo IlPopolo della Libertà-Berlusconi Presi-dente).

PRESIDENTE. Sono così esaurite ledichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Avverto che è stata chiesta la votazione

nominale mediante procedimento elettro-nico.

Ora, colleghi, un po’ di attenzione,perché abbiamo una procedura di votoparticolare.

Avverto, infatti, che il gruppo di Sini-stra, Ecologia Libertà ha chiesto la vota-zione per parti separate della risoluzioneSperanza, Brunetta Dellai, Pisicchio, Ta-bacci e Di Lello n. 6-00007, nel senso divotare distintamente la premessa dal di-spositivo.

Indìco, quindi, la votazione nominale,mediante procedimento elettronico, sullarisoluzione Speranza, Brunetta, Dellai, Pi-sicchio, Tabacci e Di Lello n. 6-00007,limitatamente alla premessa, accettata dalGoverno.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Sannicandro, Cassano, Peluffo, Cova,Marazziti, Verini, Rotondi, Vargiu... Mipare che l’onorevole Marazziti abbia deiproblemi... Misuraca... onorevole Misu-raca, non deve togliere la tessera... stiamocambiando la tessera agli onorevoli Misu-raca e Marazziti... l’onorevole Marazziticredo che possa votare... bene, anchel’onorevole Marazziti ha risolto. Ci sonoaltri ?

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione: la

Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ....................... 550Votanti ............................... 543Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 272

Hanno votato sì ........ 387Hanno votato no .... 156).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sulla risoluzioneSperanza, Brunetta, Dellai, Pisicchio, Ta-bacci e Di Lello n. 6-00007, limitatamenteal dispositivo, accettata dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Cassano, Ascani, Lavagno, Fratoianni,Duranti, Paolucci, Palma, e anche Baretta(succede anche ai sottosegretari). Latro-

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nico, Rotondi, Frusone... onorevole Ro-tondi, aspettiamo, non si preoccupi. Epi-fani... Rotondi ha risolto... Malisani... an-cora abbiamo dei problemi con l’onorevolePalma... Malisani ancora... Palma ancora...Abbiamo ancora dei problemi con l’ono-revole Palma... controlliamo il dispositivoall’onorevole Palma... purtroppo succede.Siamo fermi al dispositivo dell’onorevolePalma... bene, ha votato l’onorevole Palma.

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione: la

Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 547Votanti ............................... 507Astenuti .............................. 40Maggioranza ..................... 254

Hanno votato sì ........ 401Hanno votato no .... 106).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sulla risoluzioneGiancarlo Giorgetti ed altri n. 6-00008,per la parte non assorbita, accettata dalGoverno con le precisazioni rese dal Pre-sidente del Consiglio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Rotondi, Colonnese, Malisani, Malpezzi,Polidori, Epifani... Hanno votato tutti ?Amodio...

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 541Votanti ............................ 534Astenuti .......................... 7Maggioranza .................. 268

Hanno votato sì ..... 399Hanno votato no .... 135.

(La Camera approva – Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sulla risoluzioneMigliore ed altri n. 6-00009, in quanto nonassorbita dalle precedenti votazioni, nonaccettata dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colonnese, Di Lello, Tancredi, Latro-nico, Frusone, Vargiu, Cassano... Hannovotato tutti ?

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 549Votanti ............................ 543Astenuti .......................... 6Maggioranza .................. 272

Hanno votato sì ..... 141Hanno votato no .... 402.

(La Camera respinge – Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sulla risoluzioneCarinelli ed altri n. 6-00010, in quantonon assorbita dalle precedenti votazioni,non accettata dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Sannicandro, Cassano, Frusone, Mal-vezzi, Vargiu, Lotti, Latronico...

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 551Votanti ............................ 544Astenuti .......................... 7Maggioranza .................. 273

Hanno votato sì ..... 140Hanno votato no ... 404

(La Camera respinge – Vedi votazioni).

Su un lutto della deputataTeresa Bellanova.

PRESIDENTE. Comunico che la collegaTeresa Bellanova è stata colpita da ungrave lutto: la perdita del padre.

Alla collega la Presidenza della Cameraha già fatto pervenire le espressioni dellapiù sentita partecipazione al suo dolore,che desidera ora rinnovare anche a nomedell’Assemblea.

Atti Parlamentari — 41 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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Sull’ordine dei lavori (ore 18,20).

FUCSIA NISSOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FUCSIA NISSOLI. Signor Presidente,con la particolare sensibilità che derivadalla mia elezione in rappresentanza degliitaliani nel Nord e Centro America, inter-vengo semplicemente per chiedere a nomedell’amicizia...

PRESIDENTE. Le chiedo scusa. Gentil-mente, coloro che stanno uscendo possonofarlo in silenzio e facendo in modo che noipossiamo ascoltare quanto ha da dircil’onorevole Nissoli.

FUCSIA NISSOLI. Intervengo semplice-mente per chiedere, a nome dell’amiciziache ci lega con il popolo americano, oltreai tanti italiani che vivono negli Stati Uniti,di osservare un minuto di silenzio per levittime della tragedia avvenuta questanotte a sud di Oklahoma City negli StatiUniti (Applausi). Ricordo che tra le vittimedel tornado ci sono molti bambini rimastiintrappolati nella loro scuola (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio e credo chela risposta dell’Aula sia la migliore ade-sione di tutti noi alle sue parole.

MANLIO DI STEFANO. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scusionorevole Di Stefano, continuo a pregare,per favore, tutti i quali non intendonoascoltare di uscire in silenzio dall’Aula.Grazie.

MANLIO DI STEFANO. Signor Presi-dente, mi dispiace che non c’è più ilMinistro. Sono sicuro comunque che riu-sciremo a fargli recapitare il messaggio.

PRESIDENTE. È presente il sottosegre-tario per i rapporti con il Parlamento,Amici.

MANLIO DI STEFANO. Perfetto, nonl’avevo vista, grazie. Il 5 giugno verràinaugurata la Coppa UEFA di calcio under21 in Israele. Ora il 5 giugno è una dataparticolare perché è la data in cui Israeleattaccò e occupò la Cisgiordania, Gaza, lealture del Golan e parte del Sinai. Quindirappresenta una giornata di conquista perIsraele e probabilmente l’inizio della sof-ferenza per molte altre popolazioni. Gliisraeliani in questo momento stanno pra-ticando discriminazione e violenza anchein ambito sportivo perché si stanno di-struggendo stadi, stanno facendo ostruzio-nismo agli eventi che prendono in consi-derazione il lato palestinese.

Noi crediamo che neppure lo sportpossa esimersi dal rispetto dei dirittiumani e che un evento così importante alivello mondiale debba chiaramente esseresotto l’occhio della riflessione collettivaanche da questo punto di vista. Quindi, mirivolgo al Ministro Idem, il nostro Ministrodello sport, chiedendo che il 5 giugno nonrimanga in silenzio ma esprima la nostrasolidarietà al popolo palestinese che nonpuò godere della libertà di questi eventicome tutti gli altri popoli liberi (Applausidei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stellee Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevoleDi Stefano. Ovviamente il sottosegretarioqui presente ha ascoltato le sue parole.

FRANCO VAZIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO. Onorevole signor Pre-sidente, onorevoli colleghi, in questi anni,in questi mesi abbiamo assistito a fatti cheinterpellano il Paese e, quindi, questoParlamento, sul ruolo che le istituzionidebbono avere in relazione a fatti e si-tuazioni che si verificano all’estero e cheriguardano la libertà personale, la cele-brazione di un giusto processo, l’incolu-mità e il regime di custodia carceraria deinostri connazionali. In riferimento a ciò èlecito domandarsi con quale autorevo-lezza, con quale determinazione e soprat-

Atti Parlamentari — 42 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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tutto con quale efficacia il nostro Paese eil nostro Governo devono porsi nei con-fronti dei Paesi e dei Governi ove talisituazioni si verifichino ed ancora, nonsecondariamente, quale vicinanza e qualeaiuto le istituzioni devono manifestare edimostrare nei fatti a questi cittadini e alleloro famiglie. Quest’Aula si è occupatadella triste e complicata vicenda dei marò,un quasi naufragio diplomatico, una storianella quale, nella migliore delle ipotesi, ilnostro Paese non ha certamente dimo-strato tutta la sua autorevolezza.

È notizia di questi giorni della morte diun altro giovane, Claudio Faraldi, nelcarcere di Grasse, lo stesso istituto di penadove nel 2010 morì in circostanze ancoratutte da chiarire un altro nostro giovaneconnazionale, Daniele Franceschi.

Molti sono i casi ricchi di solitudine edi disperazione così come la storia terri-bile su cui mi soffermerò di due nostrigiovani connazionali, Elisabetta Boncom-pagni e Tomaso Bruno, che nelle more delprocesso da oltre tre anni sono rinchiusinelle carceri indiane: due cittadini italianiche lottano per dimostrare la loro inno-cenza, perché accusati della morte del loroamico e compagno di viaggio. Era il 4febbraio 2010 quando Elisabetta e Tomasorinvengono il loro amico, Francesco Mon-tis, in uno stato di grave difficoltà respi-ratoria e allertano subito lo staff dell’al-bergo dove alloggiano. Poi la corsa al-l’ospedale e purtroppo la morte di Fran-cesco. I due giovani chiedono aiutoall’ambasciata italiana a New Delhi. Lapolizia prima li invita a non lasciarel’albergo e poi, dopo averli accusati diomicidio, li rinchiude in carcere dovetuttora si trovano.

Vengono celebrati due gradi di giudizioche si concludono entrambi con una sen-tenza di condanna per omicidio alla penadell’ergastolo. Ora resta solo l’ultimogrado di giudizio, il prossimo 3 settembre.Processi dove i poveri familiari di Montisgridano l’innocenza di Elisabetta e To-maso, evidenziando il noto pregresso statodi malattia del proprio figlio. Osservatoriinternazionali confermano che, come so-stenuto dai legali dei due giovani, le sen-

tenze sono assolutamente errate, utiliz-zano prove bizzarre, e forzate, si fondanosu una perizia post mortem totalmentefantasiosa fatta da un medico oculista.

Un perito che, smentito dai consulentidi parte, non sa dare spiegazioni alle sueconclusioni e, cioè, da dove ricavi la de-duzione che il Montis sia morto per asfis-sia da strangolamento e non per causenaturali. Un processo con garanzie pro-cessuali di fatto inesistenti, celebrato senzatraduzione, in parte in lingua hindi e inparte in lingua inglese.

Oltre tre anni di carcere dove i duegiovani detenuti italiani sono sostanzial-mente isolati, non possono telefonare, nonpossono interloquire via Internet e pos-sono solo ricevere visite assolutamentesporadiche. Uno Stato italiano e un’am-basciata che, nella passata legislatura, sug-geriscono gli avvocati difensori e che, sol-lecitati e interrogati da più parti, rispon-dono in maniera poco significativa. Non èsufficiente e non è decoroso per il nostroPaese, non è all’altezza della sofferenza,della solitudine e della disperazione diquei giovani e delle loro famiglie. Può ilnostro Paese accettare che i nostri citta-dini vengano così rozzamente processati ?Può il nostro Paese tollerare che i diritti didifesa e di garanzia siano stati e sianotuttora così umiliati ? Può il nostro Paeselasciare questi poveri ragazzi e le lorofamiglie al loro destino, limitandosi adassumere posizioni di principio tanto de-boli quanto effimere ? A queste famiglie,ad oggi, per la difesa di Elisabetta eTomaso, sono stati richiesti dagli avvocati390 mila euro, a fronte di un sostegnoofferto che appare davvero come unagoccia nel mare.

PRESIDENTE. Onorevole Vazio, deveconcludere.

FRANCO VAZIO. Io ho presentato aiMinistri degli esteri e di giustizia un’in-terrogazione e chiedo a questa Camera deideputati un importante sostegno. Non per-diamo tempo, dimostriamo con i fatti chei cittadini italiani ovunque siano non sonosoli. Affermiamo con risolutezza che l’Ita-lia non lascia mai soli i propri figli.

Atti Parlamentari — 43 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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PRESIDENTE. Onorevole Vazio, io nonho interrotto neanche lei come è successoieri, però lei stesso ha ricordato che hapresentato un’interrogazione. Tendenzial-mente questi sono argomenti che meritanodi più, sollecitando il Governo attraversogli atti formali, piuttosto che con inter-venti sull’ordine dei lavori che non sonopropriamente sull’ordine dei lavori.

SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente,colleghe e colleghi, ho voluto portare inquest’Aula la voce di un’importante orga-nizzazione non governativa, Save the Chi-ldren, che, in queste ore e in questi giorni,sta portando in sedici città italiane ungrido d’allarme per la condizione dell’in-fanzia e dell’adolescenza, cioè dei nostripiù giovani cittadini. È una campagna cheSave the Children conduce dopo avereraccolto dati che ci dicono che il nostroPaese è davvero, in tema di investimentisui più giovani cittadini e, quindi, sulproprio futuro, il fanalino di coda inEuropa. Dopo di noi ci sono soltanto laBulgaria e la Grecia per risorse e qualitàdegli interventi. In particolare, voglio de-nunciare in quest’Aula tre dei grandi pro-blemi che Save the Children mette sotto inostri occhi, purtroppo noti e noti datroppo tempo: la dispersione scolastica, ilmancato investimento sulla scuola, ma,soprattutto, la povertà. È circa il 30 percento dei bambini italiani a vivere in unacondizione di povertà e, quindi, credodavvero che sia venuto il momento diripensare e ripensare, soprattutto, a comeaffrontiamo questa gravissima crisi. Dav-vero non è possibile che venga pagata daipiù giovani, dai piccoli, dai ragazzini, dainostri giovanissimi fratelli, nipoti o figli.

E, quindi, mi fa piacere che sia quipresente il Governo perché credo davveroche tra i provvedimenti che il Governo siaccinge a prendere sarebbe ora di vedereun piano straordinario per l’infanzia el’adolescenza italiane che intervenga al-meno sul tema della povertà minorile e, al

tempo stesso, rivolgo un appello alla Pre-sidenza della Camera, alla Presidente dellaCamera, che so sensibile a questo tema deidiritti delle persone, perché anche la Bi-camerale sull’infanzia venga presto isti-tuita e cominci a lavorare, possibilmentedandosi anche una riforma significativadel proprio modo di funzionare perché siapiù efficace e più produttivo.

Il dossier di Save the Children è statoinviato a tutti i parlamentari e oggi è sutantissimi giornali italiani: credo davveroche valga la pena di essere conosciuto,discusso e fatto oggetto di uno studio daparte del Governo. Sarebbe davvero unsegnale buono per il Paese ripartire dalnostro futuro (Applausi dei deputati deigruppi Partito Democratico e Sinistra Eco-logia Libertà).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevoleZampa. Ovviamente, per la parte in cui siè rivolta alla Presidenza della Camera,trasferirò al Presidente Boldrini le sueparole.

KHALID CHAOUKI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

KHALID CHAOUKI. Signor Presidente,vorrei intervenire in merito ad una segna-lazione che ci è stata fatta dall’Associa-zione per gli studi giuridici sull’immigra-zione (Asgi) che si occupa di immigrazionee di minori in particolare, rispetto anchealla manifestazione che tuttora è qui fuoridalla Camera, con oltre 300 minori diorigine del Bangladesh.

Siamo di fronte ad un tentativo daparte dell’amministrazione comunale diRoma guidata da Gianni Alemanno, inquesta compagna elettorale, ad un’opera-zione da lui guidata per cercare, in qual-che modo, di far sì che il tema dei minorinon accompagnati diventi oggetto di per-quisizione rispetto a questi centri, soprat-tutto, con riferimento al caso che riguardatre minori di origine del Bangladesh cheattualmente si trovano nel CIE di PonteGaleria.

Atti Parlamentari — 44 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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In particolare, rispetto a questi tregiovanissimi, chiediamo fin da subito alMinistro dell’interno di riferire, e io hodepositato un’interrogazione al riguardo.Si tratta di tre minori, che sono stati giàprecedentemente portati al Celio per l’ac-certamento dell’età, in seguito ad unavisita piuttosto invasiva, che sono statiprelevati dal centro di accoglienza di SanMichele. Ricordiamo che i minori chevengono affidati a questi centri hanno giàfatto due visite mediche per l’accerta-mento della loro età, mentre questa am-ministrazione sta chiedendo un’ulteriorevisita, ad estrazione, settimana per setti-mana, per pretendere, in qualche modo, ilcontrollo dell’età di questi minori, nontenendo conto che l’onere di una ammi-nistrazione, intanto, è la tutela di questiragazzi.

E allora, rispetto alla storia di questitre giovanissimi, di cui due si ritrovanoadesso al CIE di Ponte Galeria, c’è statauna pressione da parte delle associazioni:tutt’oggi, abbiamo delle situazioni di sa-lute, anche a livello psicologico, davverocarenti. Chiediamo al Ministro dell’internodi farci sapere con quali criteri oggiun’amministrazione comunale può di fattoandare contro a quello che è il dirittointernazionale che, di fatto, riconosce latutela del minore come priorità; e, soprat-tutto, chiediamo, in questo contesto inparticolare, di non far sì che il temadell’immigrazione, dei minori e dei rifu-giati in particolare diventi oggetto di stru-mentalizzazione da parte di una partepolitica in questo Paese – come abbiamoassistito anche in questi giorni –, che tentadi confondere tra il problema, che puòesserci, della criminalità, di chi non ri-spetta le leggi, e la stragrande maggioranzadelle persone di origine straniera che la-vorano in questo Paese, pagano i contri-buti e sono parte integrante del nostrotessuto sociale, economico e culturale.

Allora, in particolar modo, se si vuolefare della propaganda, della demagogia,questo non deve riguardare i minori inparticolare e i rifugiati. Questo davvero cipreoccupa molto. Ci preoccupa molto an-che la confusione che volutamente si sta

facendo tra un tema, che è quello dellacittadinanza, dello ius soli – su cui pos-siamo confrontarci in quest’Aula rispettoalle regole e trovare, magari, una solu-zione condivisa – e quella che, invece, è lacaccia al lupo, generalizzando, creandoconfusione, senza voler ammettere unavolta per tutte che l’Italia, volenti o no-lenti, è ormai un Paese multiculturale. Suquesta propaganda, però, io mi aspettereiuna parola chiara da parte di tutto ilParlamento rispetto a quella che è lacondizione di questi centri, dove ci sonotanti minori che dovrebbero in qualchemodo essere tutelati dalla civiltà del nostroPaese e non diventare, invece, un caso datutelare solo da una parte politica, inveceche da un’altra (Applausi dei deputati deigruppi Partito Democratico, MoVimento 5Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevoleChaouki. Io interpreto queste sue parolecome un sollecito per la risposta all’atto disindacato ispettivo: è qui, peraltro, corte-semente presente il Governo attraverso ilsottosegretario Amici, che ha ascoltato lesue parole. Ovviamente anche a lei, comeho fatto con i nostri colleghi, ricordosempre che lo strumento del sindacatoispettivo è sicuramente il modo miglioreper ottenere risposte dal Governo.

ANGELO SENALDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO SENALDI. Signor Presidente,vorrei portare a conoscenza dell’Aula e delGoverno una situazione su cui, insieme aicolleghi Bonafè, Cani e Benamati, ho pre-sentato anche un’interrogazione, che ri-guarda una crisi aziendale, in particolarequella dell’azienda varesina Husqvarna,noto marchio di produzione di motociclisoprattutto nel settore fuoristrada ed en-duro, che ha subito, dopo anni di difficoltàeconomiche e di un riassetto aziendale chel’ha riportata ad una profittabilità, unpassaggio di proprietà che si sta rivelandoassolutamente mortale.

Atti Parlamentari — 45 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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L’Husqvarna, che è una azienda d’ori-gine svedese, che nel 1987 è stata acquisitadalla società Cagiva che ha anche rivita-lizzato il marchio MV Agusta e che quindirappresenta, come dire, un fatto storicoper la meccanica italiana, produce moto digrande qualità grazie anche all’esperienzadei propri lavoratori, dei propri addetti,all’interno dello stabilimento di Cassinettadi Biandronno in provincia di Varese.Husqvarna è stata acquisita qualche annofa dalla BMW e un paio di mesi fa haavuto un altro passaggio proprietario ed èstata acquisita dalla società austriaca diPierer che è anche proprietaria del mar-chio KTM, un marchio direttamente con-corrente che produce nello stesso mercatodella azienda varesina. Abbiamo saputo dapochi giorni che la nuova proprietà au-striaca ha deciso di chiudere lo stabili-mento di Cassinetta di Biandronno e dispostare la produzione presso gli stabili-menti austriaci della casa madre, quindisfruttando esclusivamente il marchio e lereti commerciali presenti sia in Europache negli Stati Uniti. Questa scelta porteràalla richiesta di cassa integrazione per 212operai su 240 presenti nello stabilimentoitaliano, e alla richiesta quindi di sovven-zione, di sostegno da parte dello Statoitaliano.

Chiediamo che il ministero, che avrà unincontro proprio domani con i rappresen-tanti della proprietà ed i rappresentantidei lavoratori, possa intervenire su questasituazione, evitando la chiusura, evitandoquesto trasferimento e questo saccheggiodirei industriale che, a volte, avviene sulnostro territorio e che dobbiamo contra-stare in tutte le maniere per salvaguardarequelle che sono le nostre eccellenze pro-duttive.

Io credo infatti che questo sia un segnodi scarsa partnership tra aziende e Paesiche sono nello stesso mercato, nello stessomercato comune europeo. Io credo che ilGoverno possa intervenire su questo,dando una parola di speranza anche a 212lavoratori (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente,il mio intervento mira a portare all’atten-zione dell’Aula e al Governo gli eventi chesono successi ieri sera in Val di Susa,Bussoleno, dove due senatori della Repub-blica, Lepri ed Esposito, sono stati asse-diati dal movimento « No Tav », impe-dendo un regolare dibattito democratico.Poi la cronaca ci ha portato in evidenzache è avvenuto assolutamente con il buonesito e la buona forza e il buon lavorodelle Forze dell’ordine la piena riuscitadell’evento e, diciamo così, la messa insicurezza degli esponenti del PD piemon-tese.

Ancor di più, esprimo la mia solida-rietà, al collega senatore Esposito, del PD,per questioni scritte su Facebook contro dilui dove inneggiavano ad atti violenti, rin-graziando che le Brigate Rosse non eranopiù esistenti in questo Paese perché avreb-bero sicuramente attaccato lui e la suafamiglia. Io chiedo al Governo che vengafatta luce su questi eventi, che venganofermati gli atti di violenza che, in questeultime settimane, purtroppo dal movi-mento « No Tav » si stanno verificandocontinuamente in modo sempre più vio-lento. La preoccupazione per noi è semprealta, facendo sempre molta attenzione,sempre evitando di calpestare e di toccaregli interessi dei valsusini.

Abbiamo intenzione, come abbiamosempre fatto noi della Lega, di portareall’attenzione della cronaca le istanze deivalsusini che hanno interesse e voglia dirilanciare il proprio territorio; a quelli ilnostro appello, la nostra volontà di lavo-rare e di continuare a lavorare costante-mente, però in questo momento c’è da farchiarezza e far uscire allo scoperto iviolenti che continuano a perpetrare attidelinquenziali contro chi vuole esclusiva-mente portare in evidenza, in una situa-zione o nell’altra, in modo democratico leinfrastrutture in Piemonte.

GIULIA DI VITA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Atti Parlamentari — 46 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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GIULIA DI VITA. Signor Presidente, ilmio intervento è un po’ in risposta alcollega Chaouki. Siamo abituati a portareall’attenzione dell’Aula molto spesso avve-nimenti tragici; invece oggi vorrei appro-fittarne per segnalare un piccolo eventopositivo che è accaduto nel nostro Paesema che non ha avuto grande risalto,nemmeno a livello mediatico.

Qualche giorno fa a Palermo un citta-dino ghanese ha salvato un commerciantedal suo estorsore, in particolare, comeriporta la notizia apparsa su un blog diinformazione, il malvivente aveva sfilato aun commerciante le chiavi del furgone,minacciando di non restituirle se primanon avesse ottenuto tutti i soldi che gliaveva chiesto. Dopo un po’ la situazione èdegenerata e l’estorsore è fuggito; a inse-guirlo però non c’era solo il commerciantepalermitano ma anche un extracomunita-rio che aveva sentito tutto e voleva ren-dersi utile. Incurante del suo status diimmigrato senza permesso di soggiorno, ilghanese ha bloccato l’uomo in fuga ed haanche aspettato l’arrivo della Polizia econsegnato orgoglioso il malvivente.

Notizie come questa dovrebbero ripor-tarci ad una dimensione di maggiore unità,condivisione e integrazione, sia a livello dicomunità che di comunità multiculturale emultirazziale. Abbiamo ritenuto ancorapiù doveroso raccontare questo episodioqui in Aula, all’attenzione dei colleghi,anche perché la settimana scorsa è statagiustamente segnalata la questione citandoil tragico episodio avvenuto a Milano,riguardo il ghanese Kabobo che ha mas-sacrato a morte tre vittime, alle cui fami-glie rinnoviamo la nostra vicinanza.

Abbiamo ritenuto importante infatticontrapporre ad avvenimenti quanto maideprecabili e dolorosi episodi positivi, inmodo da contribuire a rendere giustizia acomportamenti virtuosi che, pur nel silen-zio e nell’ombra, accadono nel nostroPaese perché accadono ed è anche nostrodovere valorizzarli, stimolare, prendere amodello e creare le condizioni affinchépossano diventare la norma.

A tal proposito, infatti, invitiamo ilParlamento tutto ad affrontare la que-

stione dell’integrazione sociale e del mi-glioramento della normativa sull’immigra-zione con questo tipo di approccio, inchiave positiva, pur mantenendo grandeattenzione su ogni tipo e possibilità diabusi e irregolarità, ma con l’obiettivo dipromuovere il progresso sociale e cultu-rale, senza esacerbare umori e tensioniche rischiano di sfociare in atti di razzi-smo e odio sociale, strumenti ultimi di chinon ha la capacità o la volontà di reagireadeguatamente (Applausi dei deputati delgruppo MoVimento 5 Stelle).

ANDREA DE MARIA. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA. Signor Presi-dente, colleghi, è di oggi una notizia che ri-tengo molto grave: la procura generale diStoccarda ha deciso l’archiviazione dell’in-chiesta sulla strage di Sant’Anna di Staz-zema, dove – ricordo – persero la vita 560cittadini italiani innocenti, massacrati dalleSS naziste. I familiari delle vittime hannogiustamente manifestato tutto il loro sdegnoper questa azione della procura generale diStoccarda e credo che prima di tutto da que-st’Aula, dall’Aula del Parlamento italiano,debba venire tutta la solidarietà ai familiaridelle vittime dell’eccidio di Sant’Anna diStazzema per quello che è accaduto. Credoanche che nei prossimi giorni dovremo valu-tare le iniziative, lo faremo certamente an-che come gruppo del Partito Democraticocon un’interrogazione, per sostenerel’azione che quei familiari stanno conti-nuando a mettere in atto, sapendo bene chele conseguenze giudiziarie per persone or-mai molto avanti negli anni saranno nei fattiirrilevanti, ma sapendo anche che battersiper una verità giudiziaria, anche in Germa-nia, su questa strage di civili compiuta dainazisti è il miglior modo per rendere omag-gio alle vittime e anche per far sì che fatticome questi non possano più ripetersi;quindi tutta la solidarietà e il nostro sostegnoai familiari delle vittime di Sant’Anna diStazzema e l’impegno ad assumere su questoulteriori iniziative (Applausi dei deputati delgruppo Partito Democratico).

Atti Parlamentari — 47 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente,alcuni giorni fa, in quest’Aula, rispon-dendo a caldo ad alcune dichiarazioni resedall’onorevole Fedriga riguardo alla vi-cenda, tragica che aveva visto una strage ditre poveri innocenti a Milano per manodell’immigrato illegale Kabobo, mi eropermesso di dire che, a mio avviso, sitrattava, più che di un caso di illegalità edi immigrazione, di un problema di ordi-naria follia, di un caso clinico, appunto.Queste mie parole hanno suscitato unvespaio, a livello di comunicati stampa, digiornali, di editoriali stessi, di dibattititelevisivi e hanno anche visto auguri diuna simile morte per quanto riguarda imiei figli da parte di qualche persona, benintenzionata.

Intervengo oggi per un motivo moltosemplice, ossia perché, successivamente alnostro intervento in quest’Aula, la procuradi Milano ha chiesto la perizia psichiatricasu Kabobo, dicendo tra l’altro – e citotestualmente, per l’onorevole Fedriga –« dalla documentazione medica trasmessadalla casa circondariale di Milano e dalledichiarazioni rese dall’indagato nell’inter-rogatorio, emergono segni inequivocabilidi una situazione di infermità mentale ».Ecco, io avevo, nel mio intervento, cercatosemplicemente di anteporre le ragionidella clinica e della cura a quelle dell’ideo-logia e della stessa giustizia.

Vorrei ora che oggi, se possibile, l’ono-revole Fedriga ammettesse che probabil-mente avevo ragione e che la sua eraun’operazione di strumentalizzazione po-litica su un tragico caso (Applausi deideputati dei gruppi Scelta Civica per l’Italia,Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

VITTORIO FERRARESI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Signor Presi-dente, colleghi deputati, nelle giornate didomenica e di lunedì ho partecipate alleimportanti commemorazioni in ricordodel terremoto che ha duramente colpitol’Emilia il 20 ed il 29 maggio 2012. Sonostate due giornate intense piene di fortiemozioni. Oggi, però, mi sento in dovere diricordare personalmente questa tragediain Aula, da cittadino proveniente dallezone terremotate. Vorrei che veramentefosse ricordato in quest’Aula lo straordi-nario impegno che la Protezione civile, ivigili del fuoco, le forze dell’ordine, ivolontari delle associazioni, i dipendentidelle pubbliche amministrazioni e i sindacihanno dato per questa causa e, a loro, vatutta la nostra riconoscenza.

Purtroppo, però, ora non posso esi-mermi dal ricordare le sfumature rispettoa tante parole di autocelebrazione chesono state spese. Voglio ricordare i pro-blemi ancora aperti, l’insicurezza sul fu-turo di chi ha perso la casa, il lavoro e lasua impresa. Innanzitutto, colgo questaoccasione per ringraziare personalmente ilpassato Governo Monti per il trattamentoche voleva riservare a noi, terremotati di« serie b »: la ricostruzione come un lussoche l’Italia non si poteva più permettere,un’ottica miope di chi pretende e basta,senza minimamente pensare che l’EmiliaRomagna è uno dei motori principali chetrainano questo Paese e che lo spegni-mento di questo motore non avrebbe com-portato un danno solo per gli emiliani, maper l’Italia intera.

Non siamo a chiedere la luna, vogliamosolo una parte di ciò che abbiamo sempredato: la normalità di un aiuto indispen-sabile, che è nel dovere di uno Stato.

Come va un « grazie » anche al Presi-dente della Repubblica, Giorgio Napoli-tano, che, in occasione del discorso di fineanno, si è solo dimenticato il terremotoche, nella primavera dello stesso anno,aveva colpito l’Emilia, e di questo noi nonci dimenticheremo.

Ancora pochissimi contributi sono ar-rivati: cittadini e imprenditori sono co-

Atti Parlamentari — 48 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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stretti, se ne hanno, ad anticipare laricostruzione, la ripartenza. Il contributonon è un diritto acquisito, si chiede chevenga riconosciuto un indennizzo certo: lebanche erogano solo a seguito di garanziepersonali e di fideiussioni, togliendo al piùil coraggio di rischiare. Ma la ricostru-zione non è un rischio, è un diritto e tuttosi è fermato, rallentato, affossato in unaburocrazia che favorisce chi ha i mezzi ele possibilità, chi ha risorse da anticipareall’Italia e chi ricicla il denaro sporco. Ilnuovo Governo si deve assumere la re-sponsabilità di far ripartire l’Emilia confatti concreti...

PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi,scusi se la interrompo. Come lei ha pre-messo, questo argomento è stato ampia-mente trattato nella giornata di ieri...

VITTORIO FERRARESI. Vorrei soloricordare una cosa che non è stata ricor-data...

PRESIDENTE. Se lei mi consente diterminare... come lei può immaginare, nonpossiamo, ogni giorno, riaprire un dibat-tito – finisco di parlare io e poi le do laparola – e trattare il medesimo argomentodi seduta in seduta.

Quindi, ieri c’è stata un’occasione, allafine dei lavori, sull’ordine dei lavori, in cuisi è discusso di questo. Io le sto dando laparola, in qualche modo forzando il Re-golamento. La prego di concludere, però.

VITTORIO FERRARESI. Signor Presi-dente, penso che sia una cosa totalmentedifferente dalla mera commemorazioneche è stata fatta ieri. Io sto parlando ditutt’altri problemi e concluderò con tuttialtri problemi. Quindi, mi sembra che siauna cosa abbastanza differente.

Concludendo, visto che mi ha interrottosu una cosa abbastanza importante e sal-tando una parte, mi appresto a ricordare,infine ma non per ultimo, tutte le vittimedel terremoto. Ma, non lo voglio fare comesemplice commemorazione. Mi chiedodove sia lo Stato che commemora. Vogliopoi dire, con vergogna per chi rappresenta

le istituzioni, che l’INAIL ha valutato lavita di un giovane operaio di 35 anni,morto nel crollo della Ceramica Sant’Ago-stino, in provincia di Ferrara, la miseracifra di 1.900 euro, giustificata da un’ini-qua norma che dice che ai familiari dellepersone morte sul lavoro non spetta nes-suna somma di denaro se il parente de-ceduto non contribuisce al sostegno dellafamiglia. Ma c’è un padre, una famigliache reclama giustizia e questa famiglianon mangia con le commemorazioni (Ap-plausi dei deputati del gruppo MoVimento5 Stelle).

PRESIDENTE. Ovviamente, non honessuna intenzione di polemizzare con lei,ma è del tutto evidente – e di questoavviso anche i capigruppo – che dopol’ennesima occasione, nella quale ci tro-viamo a fare i dibattiti fuori dal contestodell’ordine dei lavori, io non potrò chetrasferire al Presidente in sede di Confe-renza dei presidenti di gruppo l’esigenza ditrovare una forma di regolamentazione,perché è del tutto evidente che non èquesta l’occasione nella quale per qualun-que ragione si chiede la parola e si parlaper cinque minuti su tutto. L’ordine deilavori ha una sua configurazione precisaanche all’interno dei lavori dell’Aula, an-che una volta che sono terminate le vo-tazioni.

Comunque, la ringrazio.

ALESSANDRO BRATTI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. La prego,onorevole Bratti, di essere rapido.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presi-dente, dopo la sua precisazione mi rimanepoco da dire. Ieri ero presente insiemeall’onorevole Ferraresi, al collega Ferra-resi, alla commemorazione che abbiamofatto in Castello, organizzata dalla provin-cia di Ferrara, e non mi sembra che cifossero dei toni propriamente celebrativi,

Atti Parlamentari — 49 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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perché è evidente che tante problematichesono rimaste sul tappeto in quelle zone. Sene è parlato in maniera diffusa e si èsemplicemente riconosciuto al sistema isti-tuzionale emiliano-romagnolo una grandecapacità di affrontare una terribile trage-dia come quella del terremoto. È stata unacapacità che è stata riconosciuta da tutti ipresenti in quella situazione e, quindi, datutte le istituzioni in maniera assoluta-mente trasversale e dai sindaci – lo ripeto– di diverso colore politico. Si è ricono-sciuta la grande forza che ha avuto quellaregione e la sua popolazione, di reagire auna grandissima tragedia.

Sappiamo anche che c’è un provvedi-mento molto importante in discussione alSenato che noi riteniamo sia fondamentaleper completare quelle attenzioni, quegliaiuti, quegli accorgimenti che a livellogovernativo sono stati presi in considera-zione anche dal precedente Governo, chearriverà in quest’Aula e che ci consentiràdi dibattere specificatamente sulle singolequestioni per cercare di essere sempre piùvicini alla situazione, diciamo, ancora diprecarietà presente nel territorio emiliano-romagnolo.

Volevo solo precisare questo, perché difronte a queste grandi tragedie non è chesi celebra, si fa il punto della situazione,si riconosce il merito di tutti coloro chehanno lavorato in maniera indistinta, simettono in evidenza le cose che nonhanno funzionato e si chiede agli entipreposti e alle istituzioni preposte comefare in modo che queste istituzioni fun-zionino nel migliore modo possibile per lepopolazioni disagiate.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo diparlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. SignorPresidente, intervengo per rispondere aquanto affermato dall’onorevole Gigli per-ché il mio intervento, che ho avuto mododi fare in quest’Aula, è semplicemente perchiedere una cosa, che mi sorprende che

non sia condivisa da tutto il Parlamentoall’unanimità: maggiore sicurezza per inostri cittadini.

Abbiamo rimarcato il fatto che rite-niamo assolutamente ingiusto che unapersona clandestina, oltretutto che avevacommesso dei reati, sia stata lasciata li-bera di circolare sul nostro territoriodopo, ovviamente, tutto quanto è accaduto.

Se l’onorevole Gigli poi ha fatto unintervento – il suo in replica al mio e nonil mio al suo – e i cittadini hanno valutato– anche io condivido in alcuni casi – conaffermazioni estremamente forti da cuibisogna dissociarsi, però se hanno volutosottolineare l’intervento dell’onorevole Gi-gli quale in un certo senso giustificativoverso i fatti accaduti a Milano, personal-mente io ribadisco che sono lontanissimo,e orgogliosamente lontanissimo, dalle po-sizioni dell’onorevole Gigli. E sono altret-tanto lontano dalle posizioni dell’onore-vole Gigli quando su 24 Mattino, unafamosa trasmissione di Radio 24, definisceKabobo l’amico ghanese. Orgogliosamentesono distante da queste posizioni e ovvia-mente non ho alcuna intenzione di scu-sarmi al riguardo.

PRESIDENTE. Io invece mi scuso conl’onorevole Cova, che ho saltato e cheaveva chiesto di parlare sull’ordine deilavori prima dell’onorevole Federica.Prego, onorevole Cova, ne ha facoltà.

PAOLO COVA. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, intervengo sul tema delmaltempo, in particolare per le continueprecipitazioni che stanno avvenendo inregione Lombardia e che stanno creandogravi e seri problemi per l’agricolturalombarda, in particolare perché è da mesiche non si riescono a fare i lavori nellecampagne, non si riesce addirittura adarare in questi giorni. Questo sta creandodei problemi a tutte quante le coltivazionidall’ortofrutta alla florovivaistica, alle fo-raggere, il mais il riso, per cui questasituazione sta creando dei gravi e seriproblemi. In proposito abbiamo presentatooggi un’interrogazione al Ministro proprioper chiedere se non sia il caso di pensare

Atti Parlamentari — 50 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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a uno stato di calamità naturale, proprioperché la regione Lombardia comunquerappresenta la prima regione agricolad’Italia.

Ordine del giornodella seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l’ordine delgiorno della seduta di domani.

Mercoledì 22 maggio 2013, alle 15:

Svolgimento di interrogazioni a rispostaimmediata.

La seduta termina alle 19.

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della sedutadel 14 maggio 2013:

a pagina 74, seconda colonna, dopola venticinquesima riga, inserire: (Il depu-tato Basso ha segnalato che non è riuscitoad esprimere voto contrario);

a pagina 75, prima colonna, le parole(Il deputato Basso ha segnalato che non èriuscito ad esprimere voto contrario). siintendono soppresse.

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. VALENTINO FRANCONI

Licenziato per la stampa alle 21,15.

Atti Parlamentari — 51 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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PAGINA BIANCA

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VOTAZIONI QUALIFICATE

EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5)

VotazioneO G G E T T O

RisultatoEsito

Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss

1 Nom. Risoluzione n. 6-00007 p.I 550 543 7 272 387 156 25 Appr.

2 Nom. Risoluzione n. 6-00007 p.II 547 507 40 254 401 106 25 Appr.

3 Nom. Risoluzione n. 6-00008 541 534 7 268 399 135 25 Appr.

4 Nom. Risoluzione n. 6-00009 549 543 6 272 141 402 25 Resp.

5 Nom. Risoluzione n. 6-00010 551 544 7 273 140 404 25 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). -V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato inmissione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui e mancatoil numero legale. - X = Non in carica.

Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contienefino a 13 votazioni. Agli elenchi e premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l’og-getto, il risultato e l’esito di ogni singola votazione.

Atti Parlamentari — Votazioni I — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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DEPUTATI 1 2 3 4 5

ABRIGNANI F F F C C

ADORNATO F F F C C

AGOSTINELLI C C C F F

AGOSTINI LUCIANO

AGOSTINI ROBERTA F F F C C

AIELLO C A C F F

AIRAUDO C A C F F

ALBANELLA F F F C C

ALBERTI C C C F F

ALFANO ANGELINO M M M M M

ALFANO GIOACCHINO F F F C C

ALFREIDER F F F C C

ALLASIA C F F C C

ALLI F F F C C

AMATO F F F C C

AMENDOLA F F F C C

AMICI F F F C C

AMODDIO F F F C C

ANGELUCCI

ANTEZZA F F F C C

ANZALDI F F F C C

ARCHI F F F C C

ARGENTIN F F F C C

ARLOTTI F F F C C

ARTINI C C C F F

ASCANI F F F C C

ATTAGUILE F F F C C

BALDASSARRE C C C F F

BALDELLI F F F C C

BALDUZZI F F F C C

BARBANTI C C C F F

BARETTA F F F C C

BARGERO F F F C C

BARONI C C C F F

BARUFFI F F F C C

BASILIO C C C F F

BASSO F F F C C

BATTAGLIA F F F C C

BATTELLI C C C F F

BAZOLI F F F C C

DEPUTATI 1 2 3 4 5

BECHIS C C C F F

BELLANOVA

BENAMATI F F F C C

BENEDETTI C C C F F

BENI F F F C C

BERGAMINI M M M M M

BERLINGHIERI F F F C C

BERNARDO F F F C C

BERNINI MASSIMILIANO C C C F F

BERNINI PAOLO C C C F F

BERRETTA M M M M M

BERSANI

BIANCHI DORINA F F F C C

BIANCHI MARIASTELLA F F C C

BIANCHI NICOLA C C C F F

BIANCOFIORE

BIANCONI F F F C C

BIASOTTI F F F C C

BIFFONI F F F C C

BINDI F F F C

BINETTI F F F C C

BINI F F F C C

BIONDELLI F F F C C

BLAZINA F F F C C

BOBBA F F F C C

BOCCADUTRI C A C F

BOCCI M M M M M

BOCCIA

BOCCUZZI

BOLOGNESI F F F C C

BOMBASSEI

BONACCORSI F F F C C

BONAFE’ F F F C C

BONAFEDE C C C F F

BONAVITACOLA F F F C C

BONIFAZI F F F C C

BONOMO F F F C C

BORDO FRANCO C A C F F

BORDO MICHELE F F F C C

BORGHESE

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5

Atti Parlamentari — Votazioni II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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DEPUTATI 1 2 3 4 5

BORGHESI C F F C C

BORGHI F F F C C

BORLETTI DELL’ACQUA BU

BOSCHI F F F C C

BOSCO F F F C C

BOSSA F F F C C

BOSSI

BRAGA F F F C C

BRAGANTINI MATTEO C F F C C

BRAGANTINI PAOLA F F F C C

BRAMBILLA

BRANDOLIN F F F C C

BRATTI F F F C C

BRAY M M M M M

BRESCIA C C C F F

BRESSA F F F C C

BRUGNEROTTO C C C F F

BRUNETTA F F F C C

BRUNO F F F C C

BRUNO BOSSIO F F F C C

BUENO C F F C C

BUONANNO C F F C C

BURTONE F F F C C

BUSIN C F F C C

BUSINAROLO C C C F F

BUSTO C C C F F

BUTTIGLIONE F F F C C

CALABRIA F F F C C

CALABRO’ F F F C C

CAMPANA F F F C C

CANCELLERI C C C F F

CANI F F F C C

CAON C F F C C

CAPARINI C F F C C

CAPELLI F F F F F

CAPEZZONE F F F C C

CAPODICASA F F F C C

CAPONE F F F C C

CAPOZZOLO F F F C C

CAPUA F F F C C

DEPUTATI 1 2 3 4 5

CARBONE

CARDINALE F F F C C

CARELLA

CARFAGNA

CARIELLO C C C F F

CARINELLI C C C F F

CARNEVALI F F F C C

CAROCCI F F F C C

CARRA F F F C C

CARRESCIA F F F C C

CARROZZA M M M M M

CARUSO F F F C C

CASATI F F F C C

CASELLATO F F F C C

CASERO M M M M M

CASO C C C F F

CASSANO F F F C C

CASTELLI C C C F F

CASTIELLO

CASTIGLIONE

CASTRICONE F F F C C

CATALANO C C C F F

CATANIA F F F C C

CATANOSO GENOESE F F F C C

CAUSI F F F C C

CAUSIN F F F C C

CECCONI C C C F F

CENNI F F F C C

CENSORE F F F C C

CENTEMERO F F F C C

CERA F F F C C

CESA

CESARO ANTIMO F F F C C

CESARO LUIGI

CHAOUKI F F F C C

CHIARELLI F F F C C

CHIMIENTI C C C F F

CICCHITTO F F F C C

CICU F F F C C

CIMBRO F F F C C

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5

Atti Parlamentari — Votazioni III — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

Page 58: SEDUTADIMARTEDÌ21MAGGIO2013documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0020/steno… · della riunione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013. Lo schema recante la ripartizione

DEPUTATI 1 2 3 4 5

CIMMINO F F F C C

CIPRINI C C C F F

CIRIELLI A A A A A

CIVATI F F F C C

COCCIA F F F C C

COLANINNO F F F C C

COLLETTI C C C F F

COLONNESE C C F F

COMINARDI C C C F F

COMINELLI F F F C C

COPPOLA F F F C C

CORDA C C C F F

CORSARO

COSCIA F F F C C

COSTA F F F C C

COSTANTINO C A C F F

COVA F F F C C

COVELLO F F F C C

COZZOLINO

CRIMI’ F F F C C

CRIMI F F F C C

CRIPPA C C C F F

CRIVELLARI F F F C C

CULOTTA F F F C C

CUPERLO F F F C C

CURRO’ C C C F F

DADONE C C C F F

DAGA C C C F F

D’AGOSTINO F F F C C

D’ALESSANDRO F F F C C

D’ALIA M M M M M

DALLAI F F F C C

DALL’OSSO C C C F F

DAL MORO F F F C C

D’AMBROSIO C C C F F

DAMBRUOSO M M M M M

DAMIANO F F F C C

D’ARIENZO F F F C C

D’ATTORRE F F F C C

DA VILLA C C C F F

DEPUTATI 1 2 3 4 5

DECARO F F F C C

DE GIROLAMO M M M M M

DEL BASSO DE CARO F F F C C

DEL GROSSO C C C F F

DELLAI F F F C C

DELL’ARINGA M M M M M

DELLA VALLE C C C F F

DELL’ORCO C C C F F

DE LORENZIS C C C F F

DE MARIA F F F C C

DE MENECH F F F C C

DE MICHELI F F F C C

DE MITA F F F C C

DE ROSA C C C F F

DI BATTISTA C C C F F

DI BENEDETTO C C C F F

DIENI C C C F F

DI GIOIA F F F C C

DI LELLO F F F C C

DI MAIO LUIGI C C C F F

DI MAIO MARCO F F F C C

D’INCA’ C C C F F

D’INCECCO F F F C C

DI SALVO C A C F F

DISTASO F F F C C

DI STEFANO FABRIZIO F F F C C

DI STEFANO MANLIO C C C F F

DI VITA C C C F F

DONATI F F F C C

D’OTTAVIO F F F C C

DURANTI C A C F F

D’UVA C C C F F

EPIFANI F F F C C

ERMINI F F F C C

FABBRI F F F C C

FAENZI F F F C C

FAMIGLIETTI F F C C

FANTINATI C C C F F

FANUCCI F F F C C

FARAONE F F F C C

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5

Atti Parlamentari — Votazioni IV — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

Page 59: SEDUTADIMARTEDÌ21MAGGIO2013documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0020/steno… · della riunione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013. Lo schema recante la ripartizione

DEPUTATI 1 2 3 4 5

FARINA DANIELE C A C F F

FARINA GIANNI F F F C C

FASSINA F F F C C

FAUTTILLI F F F C C

FAVA CLAUDIO C A C F F

FAVA GIOVANNI

FEDI

FEDRIGA C F F C C

FERRANTI F F F C C

FERRARA

FERRARESI C C C F F

FERRARI F F F C C

FERRO F F F C C

FIANO F F F C C

FICO C C C F F

FIORIO F F F C C

FIORONI F F F C C

FITTO F F F C C

FOLINO F F F C C

FONTANA CINZIA MARIA F F F C C

FONTANA GREGORIO M M M M M

FONTANELLI M M M M M

FORMISANO M M M M M

FOSSATI F F F C C

FRACCARO C C C F F

FRAGOMELI F F F C C

FRANCESCHINI F F F C C

FRATOIANNI C A C F F

FREGOLENT F F F C C

FRUSONE C C C F F

FUCCI F F F C C

FURNARI C C C F F

GADDA F F F C C

GAGNARLI C C F F

GALAN F F F C C

GALATI F F F C C

GALGANO F F C C

GALLI CARLO F F F C C

GALLI GIAMPAOLO F F F C C

GALLINELLA C C C F F

DEPUTATI 1 2 3 4 5

GALLO LUIGI C C C F F

GALLO RICCARDO F F F C C

GALPERTI

GANDOLFI F F F C C

GARAVINI F F F C C

GARNERO SANTANCHE’

GAROFALO

GAROFANI F F F C C

GASBARRA F F F C C

GASPARINI

GEBHARD F F F C C

GELLI F F F C C

GELMINI F F F C C

GENOVESE

GENTILONI SILVERI F F F C C

GHIZZONI F F F C C

GIACHETTI T T T T T

GIACOBBE F F F C C

GIACOMELLI F F F C C

GIACOMONI C

GIAMMANCO F F F C C

GIGLI F F F C C

GINATO F F F C C

GINEFRA F F F C C

GINOBLE F F F C C

GIORDANO GIANCARLO

GIORDANO SILVIA C C C F F

GIORGETTI ALBERTO M M M M M

GIORGETTI GIANCARLO C F F C C

GIORGIS F F F C C

GITTI F F F C C

GIULIANI F C C

GIULIETTI F F F C C

GNECCHI F F F C C

GOZI F F F C C

GRANDE C C C F F

GRASSI F F F C C

GRECO F F F C C

GREGORI F F F C C

GRIBAUDO F F F C C

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5

Atti Parlamentari — Votazioni V — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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DEPUTATI 1 2 3 4 5

GRILLO C C C F F

GRIMOLDI C F F C C

GUERINI GIUSEPPE F F F C C

GUERINI LORENZO F F F C C

GUERRA F F F C C

GULLO F F F C C

GUTGELD F F F C C

IACONO F F F C C

IANNUZZI CRISTIAN C C C F F

IANNUZZI TINO F F F C C

IMPEGNO F F F C C

INCERTI F F F C C

INVERNIZZI C F F C C

IORI F F F C C

KRONBICHLER C A C F F

KYENGE M M M M M

L’ABBATE C C C F F

LABRIOLA C C C F F

LACQUANITI C A C F F

LAFFRANCO F F F C C

LAFORGIA F F F C C

LAINATI F F F C C

LA MARCA F F F C C

LA RUSSA

LATRONICO F F F C C

LATTUCA F F F C C

LAURICELLA F F F C C

LAVAGNO C A C F F

LEGNINI M M M M M

LENZI F F F C C

LEONE

LEONORI F F C C

LETTA F F F C C

LEVA F F F C C

LIBRANDI F F F C C

LIUZZI C C C F F

LOCATELLI F F F C C

LODOLINI F F F C C

LOMBARDI C C C F F

LO MONTE F F F F F

DEPUTATI 1 2 3 4 5

LONGO

LOREFICE C C C F F

LORENZIN M M M M M

LOSACCO F F F C C

LOTTI F F F C C

LUPI M M M M M

LUPO C C C F F

MADIA F F F C C

MAESTRI F F F C C

MAGORNO F F F C C

MAIETTA A A A A A

MALISANI F F F C C

MALPEZZI F F F C C

MANCIULLI F F F C C

MANFREDI F F F C C

MANNINO

MANTERO C C C F F

MANZI F F F C C

MARANTELLI F F F C C

MARAZZITI F F F C C

MARCHETTI F F F C C

MARCHI F F F C C

MARCOLIN C F F C C

MARCON C A C F F

MARGUERETTAZ F F F C C

MARIANI F F F C C

MARIANO

MAROTTA F F F C C

MARROCU F F F C C

MARRONI

MARTELLA F F F C C

MARTELLI F F F C C

MARTI F F F C C

MARTINELLI

MARTINO ANTONIO F F F C C

MARTINO PIERDOMENICO F F F C C

MARZANA C C C F F

MARZANO F F F C C

MATARRELLI C A C F F

MATARRESE F F F C C

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5

Atti Parlamentari — Votazioni VI — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

Page 61: SEDUTADIMARTEDÌ21MAGGIO2013documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0020/steno… · della riunione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013. Lo schema recante la ripartizione

DEPUTATI 1 2 3 4 5

MATTIELLO F F F C C

MAURI F F F C C

MAZZIOTTI DI CELSO F F F C C

MAZZOLI F F F C C

MELILLA C A C F F

MELILLI F F F C C

MELONI GIORGIA A A A A A

MELONI MARCO F F F C C

MERLO F F F C C

META M M M M M

MICCOLI F F F C C

MICILLO C C C F F

MIGLIORE C A C F F

MILANATO F F F C C

MINARDO

MIOTTO F F F C C

MISIANI F F F C C

MISURACA F F F C C

MOGHERINI F F F C C

MOGNATO F F F C C

MOLEA F F F C C

MOLTENI C F F C C

MONACO F F F C C

MONCHIERO

MONGIELLO F F F C C

MONTRONI F F F C C

MORANI F F F C C

MORASSUT F F F C C

MORETTI F F F C C

MORETTO F F F C C

MOSCA F F F C C

MOSCATT F F F C C

MOTTOLA F F F C C

MUCCI C C C F F

MURA

MURER F F F C C

NACCARATO F F F C C

NARDELLA F F F C C

NARDI C A C F F

NARDUOLO F F F C C

DEPUTATI 1 2 3 4 5

NASTRI A A A A A

NESCI C C C F F

NESI F F F C C

NICCHI C A C F F

NICOLETTI F F F C C

NISSOLI F F F C C

NUTI C C C F F

OLIARO F F F C C

OLIVERIO F F F C C

ORFINI F F F C C

ORLANDO M M M M M

OTTOBRE F F F C C

PAGANI F F F C C

PAGANO F F F C C

PAGLIA

PALAZZOTTO C A C F F

PALESE F F F C C

PALMA F F F C C

PALMIERI F F F C C

PALMIZIO F F F C C

PANNARALE C A C F F

PAOLUCCI F F F C C

PARENTELA C C C F F

PARIS F F F C C

PARISI F F F C C

PARRINI F F F C C

PASTORELLI F F F C C

PASTORINO F F F C C

PATRIARCA F F F C C

PELILLO F F F C C

PELLEGRINO C A C F F

PELUFFO F F F C C

PES F F F C C

PESCO C C C F F

PETITTI F F F C C

PETRAROLI C C C F F

PETRENGA F F F C C

PETRINI F F F C C

PIAZZONI C A C F F

PICCHI F F F C C

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5

Atti Parlamentari — Votazioni VII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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DEPUTATI 1 2 3 4 5

PICCIONE F F F C C

PICCOLI NARDELLI F F C C

PICCOLO GIORGIO F F F C C

PICCOLO SALVATORE F F F C C

PICCONE F F F C C

PICIERNO

PIEPOLI F F F C C

PILI

PILOZZI C A C F F

PINI GIANLUCA C F F C C

PINI GIUDITTA F F F C C

PINNA C C C F F

PIRAS C A C F F

PISANO C C C F F

PISICCHIO F F F C C

PISO F F F C C

PISTELLI

PIZZOLANTE F F F C C

PLACIDO C A C F F

PLANGGER

POLIDORI F F F C C

POLLASTRINI F F F C C

POLVERINI F F F C C

PORTA F F F C C

PORTAS

PRATAVIERA C F F C C

PRESTIGIACOMO F F F C C

PREZIOSI F F F C C

PRODANI C C C F F

QUARANTA C A C F F

QUARTAPELLE PROCOPIO F F F C C

QUINTARELLI

RABINO F F F C C

RACITI F F F C C

RAGOSTA C A C F F

RAMPELLI A A A A A

RAMPI F F F C C

RAVETTO F F F C C

REALACCI F F F C C

RIBAUDO F F F C C

DEPUTATI 1 2 3 4 5

RICCIATTI C A C F F

RICHETTI F F F C C

RIGONI F F F C C

RIZZETTO C C C F F

RIZZO C C C F F

ROCCELLA

ROCCHI F F F C C

ROMANO ANDREA F F F C C

ROMANO FRANCESCO SAVE. F F F C C

ROMANO PAOLO NICOLO’ C C C F F

ROMELE F F F C C

RONDINI C F F C C

ROSATO F F F C C

ROSSI F F F C C

ROSSOMANDO F F F C C

ROSTAN F F F C C

ROSTELLATO C C C F F

ROTONDI F F F C C

ROTTA F F F C C

RUBINATO F F F C C

RUGHETTI F F F C C

RUOCCO C C F F

RUSSO F F F C C

SALTAMARTINI F F F C C

SAMMARCO F F F C C

SANGA F F F C C

SANI F F F C C

SANNA FRANCESCO F F F C C

SANNA GIOVANNA F F F C C

SANNICANDRO C A C F F

SANTELLI M M M M M

SANTERINI F F F C C

SARRO F F F C C

SARTI C C C F F

SAVINO ELVIRA F F F C C

SAVINO SANDRA F F F C C

SBERNA F F F C C

SBROLLINI F F F C C

SCAGLIUSI C C C F F

SCALFAROTTO F F F C C

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5

Atti Parlamentari — Votazioni VIII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

Page 63: SEDUTADIMARTEDÌ21MAGGIO2013documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0020/steno… · della riunione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013. Lo schema recante la ripartizione

DEPUTATI 1 2 3 4 5

SCANU

SCHIRO’ PLANETA F F F C C

SCHULLIAN M M M M M

SCOPELLITI F F F C C

SCOTTO C A C F F

SCUVERA F F F C C

SEGONI C C C F F

SENALDI F F F C C

SERENI F F F C C

SIBILIA C C C F F

SIMONI F F F C C

SISTO F F F C C

SORIAL C C C F F

SOTTANELLI F F F C C

SPADONI C C C F F

SPERANZA M M M M M

SPESSOTTO C C C F F

SQUERI F F F C C

STUMPO F F F C C

TABACCI F F A C C

TACCONI

TAGLIALATELA A A A

TANCREDI F F F C C

TARANTO F F F C C

TARICCO F F F C C

TARTAGLIONE F F C C

TENTORI F F F C C

TERROSI F F F C C

TERZONI C C C F F

TIDEI F F F C C

TINAGLI F F F C C

TOFALO C C C F F

TONINELLI C C C F F

TOTARO A A A A A

TRIPIEDI C C C F F

DEPUTATI 1 2 3 4 5

TULLO F F F C C

TURCO C C C F F

VACCA C C C F F

VACCARO F F F C C

VALENTE SIMONE C C C F F

VALENTE VALERIA F F F C C

VALENTINI F F F C C

VALIANTE F F F C C

VALLASCAS C C C F F

VARGIU F F F C C

VAZIO F F F C C

VECCHIO F F F C C

VELLA F F F C C

VELO F F F C C

VENITTELLI F F F C C

VENTRICELLI F F F C C

VERINI F F F C C

VEZZALI M M M M M

VIGNALI F F F C C

VIGNAROLI C C C F F

VILLAROSA C C C F F

VILLECCO CALIPARI F F F C C

VITELLI F F F C C

VITO F F F C C

ZACCAGNINI C C C F F

ZAMPA F F C C C

ZAN C A F F

ZANETTI F F F C C

ZANIN F F F C C

ZAPPULLA

ZARATTI C A C F F

ZARDINI F F C C

ZOGGIA F F F C C

ZOLEZZI C C F F

ELENCO N. 1 DI 1 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5

Atti Parlamentari — Votazioni IX — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 21 MAGGIO 2013 — N. 20

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