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Atti Parlamentari 23187 — Camera dei Deputat i III LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 LUGLIO 196 1 CDLXXX . SEDUTA DI LUNEDÌ 17 LUGLIO 196 1 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TARGETT I INDI DEL VICEPRESIDENTE BUCCIARELLI DUCC I INDICE PAG . Congedi 2318 7 Disegno di legge (Trasmissione dal Senato) 2318 7 2321 0 Disegno di legge (Seguito della discus- sione) : Stato di previsione della spesa del Mi - nistero di grazia e giustiza per l'eser - cizio finanziario dal 10 luglio 1961 al 30 giugno 1962 (2766) 2318 8 PRESIDENTE 23188, 2319 4 FRACASSI 2318 8 AMADEI LEONETTO 2319 1 GONELLA, Ministro di grazia e giustizia 2319 2 23193, 23194, 23195, 23196, 23197, 2319 8 23208, 23209, 23211, 23213, 23214, 2321 5 23216, 23219, 23222, 23226, 2323 0 PELLEGRINO 2319 8 PREZIOSI OLINDO 2321 0 MANCO 2321 8 BARDANZELLU 2322 6 Proposta di legge (Annunzio) 2318 7 Interrogazioni (Annunzio) 2323 1 Risposte scritte ad interrogazioni (An- nunzio) 2318 8 La seduta comincia alle 16,30 . MANCO, Segretario f . f ., legge il process o verbale della seduta di giovedì 13 luglio 1961 . approvato) . Congedi . PRESIDENTE . Hanno chiesto congedo i deputati Bisantis e Merlin Angelina . (I congedi sono concessi) . Trasmissione dal Senato . PRESIDENTE . Il Senato ha trasmesso i seguenti disegni di legge : Indennità speciale di seconda lingua a i magistrati, ai dipendenti civili dello Stato , compresi quelli delle amministrazioni con or- dinamento autonomo, e,d agli appartenenti all e forze armate ed ai corpi organizzati militar - mente in servizio nella provincia di Bolzan o o presso uffici sedenti in Trento e aventi com- petenza regionale » (Già approvato dalla l Commissione della Camera e modificato d a quella l Commissione) (1940-1709-B) ; « Pagamento in modo virtuale della tass a di bollo sui documenti di trasporto relativ i alla navigazione marittima e ai trasporti ae- rei » (Appr o ovato da quella V Comimissione ) (3210) ; « Fissazione di un nuovo termine in ma- teria fiscale » (Approvato da quella V Coml- missione) (3211) . Saranno stampati, distribuiti e trasmessi : il primo alla Commissione che già lo h a avuto in esame, nella stessa sede, con il pa- rere della V Commissione ; gli altri alle Com- missioni competenti, con riserva di stabi- lirne la sede . Annunzio di una proposta di legge . PRESIDENTE . Informo che è stata presen- tata la seguente proposta di legge : CORTESE GIUSEPPE ed altri : « Estension e delle disposizioni di cui al decreto legislativ o 7 maggio 1948, n . 545, ai congiunti dei titolari

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Atti Parlamentari

— 23187 —

Camera dei Deputat i

III LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 LUGLIO 196 1

CDLXXX .

SEDUTA DI LUNEDÌ 17 LUGLIO 196 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TARGETTI

INDI

DEL VICEPRESIDENTE BUCCIARELLI DUCCI

INDICEPAG .

Congedi 2318 7

Disegno di legge (Trasmissione dal Senato) 2318 72321 0

Disegno di legge (Seguito della discus-sione) :

Stato di previsione della spesa del Mi -nistero di grazia e giustiza per l'eser -cizio finanziario dal 10 luglio 1961 al30 giugno 1962 (2766) 2318 8

PRESIDENTE 23188, 2319 4FRACASSI 2318 8AMADEI LEONETTO 2319 1GONELLA, Ministro di grazia e giustizia 2319 2

23193, 23194, 23195, 23196, 23197, 2319 823208, 23209, 23211, 23213, 23214, 2321 5

23216, 23219, 23222, 23226, 2323 0PELLEGRINO 2319 8PREZIOSI OLINDO 2321 0MANCO 2321 8BARDANZELLU 2322 6

Proposta di legge (Annunzio) 2318 7

Interrogazioni (Annunzio) 2323 1

Risposte scritte ad interrogazioni (An-nunzio) 2318 8

La seduta comincia alle 16,30 .

MANCO, Segretario f . f ., legge il processoverbale della seduta di giovedì 13 luglio 1961 .

(È approvato) .

Congedi .

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo ideputati Bisantis e Merlin Angelina .

(I congedi sono concessi) .

Trasmissione dal Senato .

PRESIDENTE . Il Senato ha trasmesso iseguenti disegni di legge :

Indennità speciale di seconda lingua a imagistrati, ai dipendenti civili dello Stato ,compresi quelli delle amministrazioni con or-dinamento autonomo, e,d agli appartenenti alleforze armate ed ai corpi organizzati militar -mente in servizio nella provincia di Bolzan oo presso uffici sedenti in Trento e aventi com-petenza regionale » (Già approvato dalla lCommissione della Camera e modificato daquella l Commissione) (1940-1709-B) ;

« Pagamento in modo virtuale della tassadi bollo sui documenti di trasporto relativ ialla navigazione marittima e ai trasporti ae-rei » (Approovato da quella V Comimissione )(3210) ;

« Fissazione di un nuovo termine in ma-teria fiscale » (Approvato da quella V Coml-missione) (3211) .

Saranno stampati, distribuiti e trasmessi :il primo alla Commissione che già lo h aavuto in esame, nella stessa sede, con il pa-rere della V Commissione; gli altri alle Com-missioni competenti, con riserva di stabi-lirne la sede.

Annunzio di una proposta di legge .

PRESIDENTE. Informo che è stata presen-tata la seguente proposta di legge :

CORTESE GIUSEPPE ed altri : « Estension edelle disposizioni di cui al decreto legislativo7 maggio 1948, n. 545, ai congiunti dei titolari

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputali

III LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 LUGLIO 1961

di farmacie caduti nell'adempimento del pro-prio dovere » (3212) .

Sarà stampata, distribuita e, avendo i pro -ponenti rinunciato allo svolgimento, trasmess aalla Commissione competente, con riserva d istabilirne la sede .

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni .

PRESIDENTE. Sono pervenute dai compe-tenti ministeri risposte scritte ad interroga-zioni . Saranno pubblicate in allegato al reso -conto stenografico della seduta odierna .

Seguito della discussione del bilanci odel Ministero di grazia e giustizia (2766) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno recail seguito della discussione del bilancio de lMinistero di grazia e giustizia .

È iscritto a parlare l'onorevole Fracassi . Neha facoltà .

FRACASSI . Signor Presidente, onorevol icolleghi, signor ministro, desidero anzituttoassociarmi in questa sede alle calde espres-sioni di gratitudine e di sodisfazione con cu iil relatore onorevole Amatucci ritenne dove-roso nella IV Commissione, cui appartengo ,salutare l'opera e la fatica del guardasigilli ,fattivamente protese ad affrontare e a risol-vere gli annosi e complessi problemi che tut-tora travagliano l 'amministrazione della giu-stizia in Italia. Un saluto anche al nostro expresidente della Commissione giustizia, at-tualmente valoroso collaboratore del ministro ,onorevole Dominedò .

Gli sforzi del ministro Gonella non pos-sono non trovare, dentro e fuori del Parla-mento, l'apprezzamento solidale da parte d ichiunque abbia sinceramente a cuore la di-gnità morale della funzione giudiziaria, l'ef-ficienza della giustizia, il suo funzionamentoorganico attraverso il continuo perfeziona-mento di strutture e di mezzi in cui il di -ritto, ars boni et aequi, si attui certo e chia-ro per tutti, spedito e pronto in relazione allavita e alla moderna società fondata su bas idemocratiche e civili . Auguro pertanto a iguardasigilli, compreso di queste esigenze efinalità, che il suo nobile sforzo trovi pre-sto il suo completo coronamento attraversola leale collaborazione e l'onesto apporto ditutti . Il suo piano organico di rinnovament odella giustizia, già ampiamente esposto a con-clusione del dibattito sul bilancio 1960, in -quadra saggiamente lati ed aspetti del pro-blema, vivi nel sentimento e nell'opinione del

mondo del diritto, senza per altro trascurar ei dettagli e i particolari nei quali anche viv ee si svolge la giustizia in rapporto di comple-tamento e di interdipendenza .

Sono personalmente del suo stesso avvisoin merito alla riforma del codice penale ealla riforma del codice di procedura civile .Condivido altresì le valide ragioni che postu-lano l'urgente riordinamento penitenziario ela risoluzione del problema dell'edilizia giu-diziaria .

Durante i lavori della Commissione fuianche convinto sostenitore dell'istituzione d iuna quarta sezione speciale della Corte de iconti per i giudizi in materia di pensioni d iguerra .

Ma, prescindendo da questi superioriaspetti del rinnovamento della giustizia, s ucui i colleghi qualificatamente preparati ( emi piace ricordare gli interventi degli onore -voli Giuseppe Gonella e Degli Occhi ; dopo dime altri valorosi colleghi parleranno, com egli onorevoli Bettiol e Amadei) non manche -ranno di dare nel dibattito il loro contributodi alta preparazione e di vasta dottrina . Io in -tendo richiamare l'attenzione del Parlamentoe del Governo su un problema di cui l'unoe l'altro, in passato, già ebbero a occuparsi ,lasciandolo peraltro a tutt'oggi insoluto . È i lproblema della sistemazione degli amanuensie dattilografi assunti negli uffici giudiziari anorma dell'articolo 99 dell'ordinamento de lpersonale delle cancellerie e segreterie giudi -ziare del 1924 . È il problema di una fra lepiù umili categorie della vita burocratica, l acui opera dal Governo stesso fu riconosciutaindispensabile all'amministrazione e all'eser-cizio della giustizia e le cui richieste quindi ,sul piano morale, economico e tecnico, do-vrebbero trovare una maggiore sensibilità ecomprensione da parte nostra . Governo eParlamento più volte si erano impegnati arisolverlo, ma solo con la legge 27 dicembr e1951, n. 1444, fu istituito il ruolo dei dattilo-gra giudiziari, con una organizzazione ap-pena di 500 unità . In esecuzione di quell alegge fu bandito il primo concorso con i lquale, non potendovi neppure partecipare l amaggior parte dei dattilografi in servizio, s iebbe la sistemazione di non più di 250 unità .il Governo, nonostante il formale impegno as-sunto, fu successivamente distratto da . altr iproblemi più gravi e urgenti, sicché quell odei dattilografi, accantonato, fu appassiona-tamente ripreso dall'onorevole Cervone co nla proposta di legge n . 2858, trasformata po inella legge 26 febbraio 1958, n . 58. Ma nep-pure questa riusciva a risolvere completa-

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Camera dei Deputati

III LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 LUGLIO 1961

mente il problema il quale, essenzialmenteumano e sociale, doveva essere affrontato i nconformità delle leggi di Stato e attravers oprovvedimenti specifici atti a dare una con-grua sistemazione di tutta la categoria . Ve-diamo infatti che i concorsi finora espletati ,se hanno pur dato una sodisfacente sistema-zione alla maggioranza, non sono stati certa -mente in grado di sodisfare alle legittime aspi -razioni di tutta la categoria, tanto benemeritaper quanto umile . Si sono avuti conseguente -mente non pochi e non ingiustificati malcon-tenti, perché non sono mancati casi di lavo-ratori della medesima categoria, i quali, aparità di condizioni e requisiti soggettivi ,hanno subito un trattamento discriminatori oper l'errata interpretazione e valutazione dell econdizioni e dei requisiti stessi .

Sono molte le lagnanze che si raccolgon osindacalmente al riguardo, e tutte giuste, an-che per ben altre ragioni e considerazioni . 11_:indiscutibile e di tutta evidenza che l'orga-nico attuale si appalesa assolutamente insuf-ficiente al fabbisogno, anche minimo, degl iuffici giudiziari, sia perché ben 500 preturerestano addirittura sfornite di almeno un dat-tilografo, sia perché le moltiplicate esigenzedei singoli uffici non potranno mai essere so-disfatte dal personale attualmente in servizio .

Avemmo già occasione di sottolineare lanecessità che il numero dei posti complessiv ivenga mantenuto almeno nel limite delle 2500unità oggi occupate di fatto . Ad evitare peròdifficoltà di ordine finanziario, l'aumento, pe ril momento, potrebbe essere contenuto nel li -mite della metà della cifra .

Le 2500 unità che oggi prestano servizionegli uffici giudiziari a stento riescono a sop-perire alle necessità più urgenti ed inderoga-bili : è una realtà da tutti constatata . Ove per -tanto queste unità dovessero comunque essereridotte, la prima ripercussione negativa s iavrebbe nel servizio che gli uffici medesim idisimpegnano e che è dovere dello Stato snel-lire e rendere più spedito, per una più effi-ciente e dinamica amministrazione della giu-stizia .

Ribadisco, onorevole ministro, questi con-cetti per dimostrare come il problema deidattilografi non sia, a parte il resto, pro-blema isolato e come pertanto debba essereconsiderato anche sotto il profilo dell'utilitàcollettiva, prima ancora che sotto quell oumano, pure delicato e importantissimo .

Se avremo contemperato l'una e l'altr aesigenza, ne trarranno vantaggio certamentetutta la collettività prima e i dattilografi egli amanuensi giudiziari dopo .

Questo provvedimento, comunque, no nsarà sicuramente estraneo al piano organicodi rinnovamento della giustizia .

Non sarò io a fabbricare castelli in aria ea considerare i problemi avulsi dal sistem anell'ambito del quale solamente possono es-sere ragionevolmente affrontati . Sento perprimo il dovere di adottare la massima rigi-dità di spesa in rapporto all'economia nazio-nale; ma questo principio di saggia ammini-strazione deve essere contemperato con le ef-fettive esigenze umane di chi onestamentepresta il suo lavoro ed anzi è costretto a farlosenza alcuna prospettiva per iT futuro dellapropria famiglia, vivendo alla giornata conla spada di Damocle della provvisorietà d ioccupazione, che affievolisce la stessa applica-zione al lavoro, distraendo inevitabilmente d aesso .

Pertanto quello che oggi si chiede è unasufficiente modifica al vigente ordinamento el'emanazione di nuove norme per un più giu-sto riconoscimento dei meriti e dei bisogni ,così da dare alla categoria dei dattilografi edamanuensi quella tranquillità morale ed eco-nomica che è indispensabile per poter com-piere con serenità il proprio dovere, senz al'assillo costante delle quotidiane preoccupa-zioni economiche le quali, per chi desider avivere onestamente e dignitosamente, signi-ficano diuturne riunzie che si ripercuoton osulla propria. famiglia .

La categoria ha viva fiducia che la favo-revole predisposizione mostrata dal Govern oe dall'onorevole ministro guardasigilli nonsarà frustrata dallo spauracchio, per al-tro solo fantomatico, rappresentato dall'ag-gravio di oneri finanziari derivanti dall'ap-provazione di nuove norme e di nuovi rico-noscimenti e dall'estensione di vitali benefic ieconomici .

Non è fuori luogo sotto questo rispetto sot-tolineare anche la circostanza che la cate-goria dei dattilografi e degli amanuensi giu-diziari, con un diuturno gravoso lavoro, fa af-fluire annualmente all'erario centinaia di mi-lioni, dai quali non solo si attingono i fondiper gli stipendi, ma si realizzano considere-voli margini di lucro per lo Stato .

Da quello che poi in concreto si richiede ,onorevole ministro, non viene sempre e di-rettamente ad implicare un aggravio di spesa ,tanto che io lo definisco soprattutto alla stre-gua per lo più di un'onesta prova di social esolidarietà, di cui non avremmo il diritto d iparlare con tanta libertà se poi non ci sentis-simo di applicarla e sancirla, con la nostraazione; solidarietà sociale che, mentre attua

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Camera dei Deputati

III LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 LUGLIO 1981

il più elementare principio di giustizia di-stributiva sacito dall'articolo 3 della Costitu-zione, deve rendere operante capillarmente ,senza zone d'ombra, quella legge dell'equit àe della morale che ispira tutte le altre leggi ,per la quale soltanto, nell'ambito della so-cietà democratica, ogni uomo è persona, tito- -lare di doveri, ma anche di diritti .

Quello che innanzitutto si chiede per gl iamanuensi dattilografi è la creazione di un aloro carriera esecutiva ed il loro inquadra -mento in detta carriera .

Presso ogni altra amministrazione dell oStato esiste una carriera esecutiva e non s icapisce la ragione per cui quella giudiziariane debba essere ancora priva .

Si è voluto fare ricorso a riguardo all'in-congruente motivo della «confusione negli uf-fici » cui la carriera medesima porterebbe .Ci si permetta, da parte nostra, osservare ch enessuna confusione può derivare da una pre-cisa e chiara veste giuridica, da cui invec ei servizi giudiziari possono trovare notevol ibenefici, al punto che gli stessi magistrati efunzionari giudiziari lo riconoscono e sosten-gono

L'attuale personale di dattilografia si trovain condizione di essere inquadrato nellapredetta carriera a mente dell'articolo 181 de ltesto unico 10 gennaio 1957, n . 3. Si tratta dipersonale munito di titolo di studio neces-sario, ricco di una notevole esperienza ac-quisita nei vari servizi giudiziari, avendo dato ,per decenni, positiva prova di capacità e d iattitudine a svolgere le mansioni proprie dell acarriera medesima .

La carriera esecutiva, ritenuta da tutte lealtre amministrazioni dello Stato indispen-sabile per un buon andamento, si imponecome urgente ed improrogabile anche ne lsettore giudiziario .

Essa, limitatamete ai dattilografi, po-trebbe seguire stadi già suggeriti da propost esindacali e in convegni : inizio come datti-lografo di secondo grado ; dattilografo di pri-mo grado; archivista ; primo archivista; ar-chivista capo .

Ogni preoccupazione circa la confusionedegli uffici viene dunque meno perché i lpersonale di dattilografia non intende, un avolta ottenuto l'inquadramento, invadere ne lfuturo il ruolo dei cancellieri e segretari ; de-sidera restare nella carriera esecutiva, no nperò nell ' umiliante condizione attuale secon-do cui un dattilografo, nel corso di un inter oarco di carriera (40 anni), debba continuar ea svolgere la medesima gravosa ed estenuant efunzione .

Si invoca inoltre la loro partecipazione aiproventi di cancelleria. Estendendo al perso-nale dattilografo ed amanuense i detti bene-fici, esso, che è costretto a vivere con uno de ipiù bassi redditi fissi, potrà arrotondarl osenza danneggiare nessuno ; e si eviterebb eun'ingiustificata discriminazione rispetto all ealtre categorie della stessa amministrazion eche da tempo ne beneficiano .

La partecipazione ai proventi di cancel-leria venne istituita a causa del progressivoaumento del costo della vita e la sua mancat aestensione al personale suddetto viene aperpetuare una palese ingiustizia e una pa-tente discriminazione, con conseguente avvi-limento degli esclusi .

Per quanto riguarda l'aumento dell'orga-nico del personale, ho già detto l'indispensa-bile . Qui voglio aggiungere che il suo mante-nimento alla 2 .500-3.000 unità, in corrispon-denza degli effettivi prestatori di lavoro, no nè solamente sentito dalla 'categoria, ma anchedai cancellieri e dai magistrati, i quali con-statano quotidianamente gli sforzi che il per-sonale di dattilografia specialmente è costrett oa compiere per tentare di far fronte alle cre-scenti necessità di servizi o

Richiamo poi, in particolare, l 'attenzionedel Governo e del Parlamento sulla necessit àdell'istituzione di una cassa mutua e di pre-videnza, esigenza questa particolarmente sen-tita dalla categoria, la quale oggi, di front ealle imponderabili e ricorrenti esigenze dell avita familiare, solo attraverso il laborioso iterburocratico dell' « Enpas » può ottenere de imodestissimi prestiti . Il trattamento mutua-listico e previdenziale potrebbe benissimo es-sere assimilato a quello oggi vigente per icancellieri e segretari giudiziari .

Noi siamo consci della complessità dellenostre proposte e richieste, ma siamo anchefiduciosi che questo non costituirà una re -mora, o, peggio, un motivo per l 'accantona -mento delle medesime . Si tratta di compier eun atto di giustizia verso coloro che, pre-stando la loro non superflua opera per l'am-ministrazione della giustizia positiva, confi-dano nella sensibilità e solidarietà delloStato, quella solidarietà che, per tramite no-stro, si attua nella vita del popolo .

quindi nostro comune dovere aiutarelealmente coloro che, come í dattilografi e gl iamanuensi giudiziari, desiderano solo viverein schietta onestà e dignità, necessari per sen-tirsi non soltanto formalmente inseriti nellavita dello Stato, ma come parte attiva e ri-spettata nei suoi legittimi diritti e interessi .Si tratta di circa- tre mila lavoratori_ ma il

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numero non conta, perché la giustizia e i ldiritto esistono autonomamente a prescinder edalla quantità cui possono riferirsi nella lor oattuazione positiva; a prescindere anche dalmodo con cui certe rivendicazioni possono es-sere fatte valere dagli interessati .

Recentemente ho avuto l'onore di assister eal primo congresso nazionale della categoria ,e quanto mi sono accinto ad esporre ed a ri-chiedere è stato, in quella sede, ampiamentedibattuto con senso di alta responsabilità, d ichiarezza e coscienza rispetto agli effettivi bi-sogni. Questi modesti lavoratori hanno ora fi-ducia nello Stato democratico .

Anche io, confidando nella sensibilità par-ticolare del ministro guardasigilli che si far àinterprete presso il Governo di queste istanze ,ho fiducia che le attese della categoria nonandranno deluse .

Recentemente è stato fatto qualche cos adi concreto e, giustamente, a favore dei can -cellieri : proprio in questo periodo di ferie ,io prego il ministro guardasigilli di farequalche cosa anche per i dattilografi e gl iamanuensi . (Applausi al centro) .

PRESIDENTE .

iscritto a parlare l'ono-revole Amadei . Ne ha facoltà .

AMADEJ LEONETTO . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, signor ministro, è' destinodel nostro bilancio, quello che riguarda l aamministrazione della giustizia, di essere di-scusso nelle giornate più melanconiche esquallide della nostra vita parlamentare .Così è successo l'anno scorso, così è accadutodue anni fa ; auguriamoci che questo non ab-bia a ripetersi per l'esercizio venturo . L'unicoelemento positivo per l'oratore che intervien eè il fatto di discutere questo bilancio di front ead un ministro guardasigilli della capacità edella levatura dell'onorevole Gonella, che all edoti di preparazione e di studio che Io distin-guono sa aggiungere l 'apprezzabile distin-zione dell'uso di una particolare cortesia . Av-versario politico dunque di tutto rispetto, cos ìcome è a dirsi dell'onorevole sottosegretario d iStato e del valoroso Presidente della Commis-sione . E, infine, non posso non aggiungereuna parola di elogio che dovrebbe essere avver-vertita più a fondo come proveniente da u ndeciso avversario politico all'onorevole Ama-tucci per la sua pregevole relazione .

Anche quest'anno avrei potuto, come h oavuto più volte l'onore di fare in occasion edella discussione dei passati bilanci, trattareampiamente il bilancio, cogliendone gli aspettipiù salienti e fondamentali ; quest'anno, inve-ce, accentrerò il mio intervento su un paio d iargomenti che ritengo meritevoli di seria con-

siderazione . La relazione in verità meriterebb edi più perché, essendo molto ampia, invogli aal dibattito; ma mi sono ripromesso una disci-plina oratoria alla quale intendo attenermi eper potere essere ascoltato con maggiore at-tenzione e per non appesantire la discussione .

Gli argomenti che tratterò, onorevoli col-leghi, sono : la specializzazione del giudic epenale e l'altro, a- mio avviso assai rilevante ,che riguarda la modifica indispensabile e durgente da apportare alla legge che ha isti-tuito il Consiglio superiore della magistra -

tura , Perché, così come è stata organata quell alegge, il Consiglio superiore della magistra -tura non funziona come dovrebbe ed i prim ia dolersene sono gli stessi suoi componenti ,magistrati o laici che siano . Di questa inso-disfazione reco modestissima eco in quest aaula, certo come sono di rivolgermi a uomi-ni di alta competenza che di questo problemafaranno attenta materia di esame .

Sono moltissimi anni che io insisto sul -la specializzazione del giudice penale e m i

permetto di insistere ulteriormente, per-ché, a mio giudizio, è una questione di pri-maria importanza sulla quale il ministro deve

porre tutta la sua riflessione . Oggi, nella vitamoderna, si va consolidando la specializza-zione in tutti i settori dell'attività umana., tal -ché senza specializzazione il progresso civilenon potrebbe perfezionarsi ed affinarsi ; ed èper ciò che noi ci auguriamo che anche ne lmondo del diritto e quindi della amministra-zione della, giustizia vi si pervenga .

Il progresso scientifico che poderosamenteavanza fa sì che le molte discipline giuridiche ,ivi compresa quella penale, abbiano creatodegli agganci con altri rami del diritto, ra-mificazioni e addentellati che continuamenteogni giorni si pongono e si cosolidano, fa-cendo sì che il diritto penale vada ad inva-dere ormai il terreno che fino ad oggi era ri-tenuto di competenza quasi esclusiva di altr i

rami del diritto .Lo studio e la applicazione del diritto pe-

nale hanno necessità delle, conoscenza appro-fondita del diritto amministrativo, costituzio-nale, internazionale, finanziario, ecclesiastico ,civile e commerciale, ma questi chiamerei gl iagganci naturali della disciplina penalistica .Vi sono addentellati con altre materie che purnon avendo, secondo alcuni studiosi, raggiun-to dignità ed autonomia scientifica, sono nondi-meno complementari e spesso integratrici peruna retta conoscenza ed applicazione del dat onormativo penale . Mi riferisco particolar-mente alle materie che appaiono necessari eper lo studio della dogmatica penalistica, come

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

III LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 LUGLIO 1961

la filosofia e la storia del diritto penale, il di -ritto penale comparato, la conoscenza del reat oe del reo mediante la antropologia criminale ,endocrinologia criminale, psicologia crimi-nale, psichiatria forense, -nonché la sociolo-gia criminale, la medicina legale, la scienzapenitenziaria .

Noi purtroppo rileviamo nella pratica f o-rense che il magistrato, anche dotato della mi-gliore buona volontà, di spiccata intelligenza ,ha scarsa conoscenza di queste materie . Nonle conosce a fondo perché non le ha studiat eall'università ; non dopo perché il magistrat onon ha tempo né mezzi per potersi dedicarecon impegno allo studio di dette materie com-plementari ; anche se la loro conoscenza è d ienorme importanza per il giudice pepale . Daqui la superficialità e l'empirismo con i qual ivediamo trattate le questioni più delicate, congrave mortificazione dei difensori, dei magi-strati e soprattutto della giustizia .

AMATUCCI, Relatore . Perfino la medi-cina legale è facoltativa !

AMADEI LEONETTO. Vogliamo rime-diare a questo stato di cose ?

DOMINEDO', Sottosegretario di Stato perla giustizia . Nel nuovo piano forense la me-dicina legale è obbligatoria .

AMADEI LEONETTO . una buona cosa ,ma, oltre alla medicina legale, alla quale miriferisco per l'interruzione cortese del rela-tore, vi sono tutte le altre materie cui ho ac-cennato che debbono far parte del bagagliodi erudizione del giudice .

Subito dopo l'esame di uditore, il gio-vane magistrato dovrebbe frequentare corsi d ispecializzazione, con lezioni di criminologia ,per avere un insieme di cognizioni fondamen-tali . Successivamente gli dovrebbero esser eimpartite lezioni sul fenomeno criminoso nell avita sociale, sul reato e sul delinquente, conparticolare rilievo alla medicina legale ed all esue numerose ramificazioni quali la trauma-tologia, tossicologia, ginecologia, antropologi ae psichiatria . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Nella nuova legge sulle promozioni fra i var iesami è previsto per la prima volta quello d imedicina legale .

AMADEI LEONETTO. Ma, oltre alla me-dicina legale, come ho detto, vi sono tutte l ealtre materie che ho elencato e che debbon ofar parte del corredo giuridico del magistrato ,se vuole essere un erudito e quindi giustoapplicatore della legge. I corsi di specializza-zione, il cui inizio dovrebbe avvenire subit odopo l'esame per l'acquisizione della qualific adi uditore giudiziario, potrebbero essere me-

glio completati dópo il periodo di uditorato eperfezionati quando il giovane magistrato di-venta giudice a tutti gli effetti .

Penso che ove disponessimo in questo mo-do, gioveremmo alla dignità della giustizia ,alla serietà della giustizia, ed al cittadino, i lquale ha il diritto di essere giudicato pe rquello che è veramente, con tutte le sue tare ,le sue manchevolezze, le sue possibili aber-razioni di carattere psicologico, di caratterepatologico, quale è insomma nella realtà am-bientale e sociale in cui ha commesso il cri-mine, di modo che attraverso il vaglio dellapersonalità del colpevole sia rafforzata nell amaniera più efficace la difesa sociale contro i ldelitto. Ma l'argomento più importante cheritengo di trattare in questa discussione è l aquestione riguardante il Consiglio superior edella magistratura . Durante lo statuto al-bertino la distinzione fra i tre poteri era di -ventata una distinzione esclusivamente teo ..rica e concettuale in quanto tra i poteri in cuisi articola la vita dello Stato mancava quellogiudiziario. Successivamente, con il fascismo ,l'unico potere che mantenne piena ed inte-gra la sua validità fu quello esecutivo . Anziil potere esecutivo considerò l'ordine giudi-ziario come qualcosa di suo, qualcosa chegli appartenesse e — come, del resto, accadenei regimi dittatoriali — anche il potere le-gislativo esistette più di nome che di fatto .

Quello che volle l'Assemblea Costituente f ula radicale trasformazione della situazione vi-gente nel 1946, volle cioè che la 'magistraturadiventasse un potere .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .La Costituzione parla di « ordine » e non d i« potere » .

AMADEI LEONETTO . La Costituente voll eche la magistratura diventasse un potere, ono-revole ministro e mi dispiace contraddirla .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .La Costituzione non volle introdurre questotermine .

AMADEI LEONETTO. vero che nellaCostituzione non si parla di potere per la ma-gistratura, ma tale termine non si adoperanemmeno per l'esecutivo né per il legislativo :sta di fatto che la qualificazione di « ordinegiudiziario », così come dice la lettera dellaCostituzione, in realtà significa « potere giu-diziario » .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Ma nella Costituzione non si parla di ordinelegislativo e di ordine esecutivo.

AMADEI LEONETTO . Non li chiama,però, neanche poteri, come non chiama po-tere quello giudiziario .

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Se mi consente, onorevole ministro, la Co-stituente volle che la magistratura assumessela qualifica di potere, anche se questo ter-mine non è stato introdotto nella Costitu-zione. Per assicurare alla magistratura questopotere, la dotò di un organo di autogovernoche le consentisse di fronteggiare da pari apari il potere esecutivo, di essere la realizza-trice della volontà popolare espressa attra-verso le leggi votate dal Parlamento, che l econsentisse inoltre di avere gli occhi beneaperti sulla attività legislativa, attraverso l apossibilità, tramite la Corte costituzionale, d iun esame delle leggi votate dal Parlamento .

Alla magistratura, creata potere, fu dat oun organo costituzionale che la dirigesse e I arappresentasse, affrancandola dalla direzion ee dalla rappresentanza del potere esecutivo .Con questa strutturazione nuova si volle dar ealla magistratura l'indipendenza esterna ne tconfronti degli altri poteri dello Stato, indi -pendenza esterna che giova per acquisire l'in-dipendenza interna, perché, se non esiste l'in-dipendenza esterna, non può esistere quellainterna e se non esiste è l ' indipendenza da -gli altri poteri dello Stato, se cioè la Magi-stratura non è essa stessa potere, non è li-bera, perché, attraverso il meccanismo dellacarriera, il potere esecutivo ha sempre la pos-sibilità di influire sul singolo giudice, sull aindipendenza interna del corpo giudiziario .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Semmai è il potere legislativo che interviene ,come abbiamo visto in occasione di una re-cente legge .

AMADEI LEONETTO . Perché il legisla-tivo e non l'esecutivo ? Ella ritiene forse ch eil potere esecutivo sia sempre stato indennedall'interferire negli affari del potere giudi-ziario ?

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Certo che è il legislativo che interferisce !il legislativo che propone di assorbire gli ido -nei tra i vincitori di un concorso, come èavvenuto di recente . Questa è una interfe-renza, non quella del potere esecutivo .

.AMADEI LEONETTO . Ella deve darmi

atto, onorevole ministro, che il mio grupp oè stato contrario al provvedimento a cui f ariferimento.

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Non dico questo in polemica con lei .

AMADEI LEONETTO . Ad ogni modo, di-ciamo che vi può essere interferenza e del po-tere esecutivo e del potere legislativo e nel -l'uno o nell'altro caso è chiaro che si attentaalla libertà della magistratura .

Ed è proprio per evitare questa depreca -bile possibilità che la Costituzione ha intes ocreare il potere giudiziario autonomo ed indi -pendente da ogni altro potere . Si è detto damolti, adoperando un sofisma — e purtroppoi sofismi talvolta appaiono più sostanzial idelle ragioni — che se una cosa è il governodella magistratura, altra e ben diversa ca-ratteristica presenta l'esercizio sovrano dell afunzione giurisdizionale per cui, se pure tal egoverno si trova nelle mani del potere ese-cutivo, mai potrebbe venir meno la garanzi anella giurisdizione, perché il giudice è fort edella sublime capacità di elevarsi al di sopradelle persone, delle vicende in contrasto, de i

suoi stessi interessi individuali .Queste affermazioni retoriche sono pro-

nunciate e fanno impressione, ma la realtà ,al di fuori delle astrazioni e distinzioni teo-riche, ha dimostrato che si possiede il go-verno della magistratura o prima o dopo in -fluisce mediante la carriera sull'esercizio dellafunzione giurisdizionale che sarà sovrana findove e fin quando apparirà comodo al so-vrano della magistratura .

Ora, le norme della Costituzione al titolo I Vdagli articoli 101 a 110 conferiscono final-mente una impronta notevole e originale alnostro ordinamento costituzionale . E dirò cheanche i critici più severi della Costituzion enon hanno mosso critiche a queste norme, l acui compilazione si attendeva da tempo dallamagistratura e dai cittadini . Dall'articolo 101 :« La giustizia è amministrata in nome del po-polo . I giudici sono soggetti soltanto alla leg-ge », fino all'articolo 110 ci troviamo dinanz iad un complesso di norme che imprimono u ncarattere di dignità e di elevatezza alla ma-gistratura e la costituiscono in potere . Insistosu quest'ultimo concetto e cercherò di darn edimostrazione .

Chi parlà ha avuto l'onore di far partedella Costituente, e ricorda che sia nel co-mitato dei 75 che in Assemblea si discuss ea lungo perché alcuni volevano che la magi-stratura assumesse la qualifica di potere, men-tre altri preferivano quella di ordine . Si ar-rivò ad una soluzione di compromesso ch eritengo sia stata indovinata : si stabilì infatt iche la magistratura fosse, sì, un ordine, m aautonomo ed indipendente da ogni altro po-tere. E poiché nessuno può essere indipen-dente da un altro se non è egli stesso un po-tere, con quella dizione si affermò che l amagistratura è un ordine autonomo e che èun potere fra gli altri .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Gli altri poteri non si chiamano ordini però .

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AMADEI LEONETTO . Ma non si chia-mano nemmeno poteri nella Costituzione. I lConsiglio superiore dela magistratura, comeorgano rappresentativo del potere giudiziario ,è indubbiamente un organo costituzionale .

Alcuni studiosi hanno cercato di negarequesta qualità, assumendo che organo costi-tuzionale è soltanto quell'organo che può eser-citare una funzione di indirizzo politico . Peròquesta tesi, sia pure brillantemente soste-nuta, non ha avuto fortuna, tanto che su d iessa non si è insistito, anche per la ragion emolto semplice che, ove negassimo la qualific adi organo costituzionale al Consiglio superior edella magistratura per il fatto che esso è priv odi funzione di indirizzo politico, la stessa qua-lifica non dovrebbe assumere la Corte costitu-zionale, la quale certamente non esercita sif-f atta funzione .

Il Consiglio superiore della magistratura èorgano costituzionale per il carattere della es-senzialità all'esistenza stessa dello Stato, i nquanto rappresenta il potere giudiziario ch edello Stato moderno è un presupposto giuridic ofondamentale ; perché ha, la dote della indi-spensabilità dell'esercizio della funzione ; per-ché rappresenta e regola un ordine costituzio-nale con criteri che immediatamente lo fannopartecipe della sovranità statale . Affermava ne l1947 il nostro Presidente, onorevole Leone --si dice che non si dovrebbero mai citare i pre-sidenti delle assemblee e chiedo scusa se l ofaccio

PRESIDENTE . Se i presidenti si citano i nbene, ritengo sia possibile farlo .

AMADEI LEONETTO . . . .affermava, dun-que, allora l 'onorevole Leone che il Consigli osuperiore della magistratura ha lo scopo d isganciare il potere giudiziario dagli altri or-gani dello Stato e nello stesso tempo di i mpe-dire che si crei una casta chiusa della magi-stratura. Che cosa fecero, allora, i costituent iper evitare che si raggiungesse un obiettiv oe non l'altro ? Affidarono, come era success oin altri Stati moderni, la presidenza del Con-siglio superiore della magistratura al Presi -dente della Repubblica ; chiamarono a farneparte di diritto il primo presidente della Cas-sazione e il procuratore generale della stess aCassazione, fecero sì che 14 membri provenis-sero dal corpo giudiziario attraverso una ele-zione diretta da parte di tutti i giudici ordi-nari delle diverse categorie e questi 14 magi-strati eletti venivano prelevati quanto a 6 dall aCorte di cassazione, 4 dalle corti di appello ,4 dalle magistrature dei tribunali ; mentre 7dovevano essere i componenti il Consiglio su-periore eletti dal Parlamento. Con ciò si volle

impedire che la magistratura si chiudesse i nuna casta chiusa e la presidenza del President edella Repubblica, supremo armonizzatore de ipoteri dello Stato, aveva il fine precipuo e squi -sito di far sì che questo organo non rappresen-tasse qualche cosa di avulso dagli altri poter idello Stato in quanto il Presidente della Re -pubblica rappresenta l'unità dei tre poteri ;così che la composizione del Consiglio su-periore della magistratura,, quale fu volutadai costituenti, con la partecipazione dei com-ponenti laici, aveva appunto il fine spe-cifico di impedire che la magistratura si rin-serrasse in una casta chiusa. Del resto po-tremmo fare un discorso molto lungo sull asulla eventualità della formazione di una ca-sta chiusa della magistratura e sui pericoli de-rivanti dal fatto che la magistratura potrebberendersi indipendente in una forma tale d atrovarsi in contrasto con gli altri poteri dell oStato . Noi di questa parte abbiamo fiduci anella magistratura : coloro che muovono que-ste critiche forse non hanno la nostra stess afiducia . Noi pensiamo che solo se indipendentepuò la magistratura essere all'altezza delcompito che le è affidato, che è uno dei . com-piti più suggestivi e concreti per la regola-mentazione democratica della vita dello Stato .

Per essere degna della nobiltà che la Costi-tuzione le assegna e la funzione le conferisce ,la magistratura deve non solo essere libera eindipendente, ma disporre di leggi giuste edi una organizzazione interna quanto mai de-mocratica che la sollevi dal tormento dellacarriera e delle promozioni . Ma riprenderemoquesto discorso al momento più opportuno .

Con l'articolo 105 della Costituzione ven-gono assegnati al Consiglio superiore dell amagistratura compiti che con lo statuto al-bertino appartenevano al Consiglio dei mi-nistri e al ministro della giustizia .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Sono quattro compiti precisi . Sono elencati .La legge istitutiva del Consiglio superior edella magistratura ha attribuito compiti ch evanno oltre quell'articolo. Le cito, per esem-pio', i pareri sui disegni di legge,- sui prov-vedimenti legislativi . Siamo andati oltre iquattro compiti .

AMADEI LEONETTO . Quando verrò a di-scutere la legge istitutiva del Consiglio supe-riore della magistratura vedrà, onorevole mi-nistro, che, se in qualche parte la legge pu òavere esteso alcuni compiti, ne ha soffocatole prerogative più essenziali, tanto che oggi i lConsiglio superiore della magistratura è u norgano asfittico, rachitico, perché non pos-siede iniziativa, che solo appartiene al mi-

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nistro, ed è costretto all'accordo con il mi-nistro .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .La legge è stata approvata senza alcun vot ocontrario .

AMADEI LEONETTO . Mi permetterò d idimostrare il contrario, onorevole ministro ,perché anch'io feci parte di quel comitato ri-stretto che elaborò i compiti da assegnare a lConsiglio superiore della magistratura ,

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Quello che conta è la votazione finale .

AMADEI LEONETTO. Forse quanto diss ia suo tempo le sarà sfuggito dalla memoria ,perché io non sono né professore universi-tario né uomo dotato di robusta dottrina .Però avanzai allora delle riserve che ripeteròoggi in questa sede .

Afferma l'articolo 105 della Costituzione :Spettano al Consiglio superiore della magi-

stratura, secondo le norme dell'ordinament ogiudiziario, le assunzioni, le assegnazioni edi trasferimenti, le promozioni e i provvedi -menti disciplinari nei riguardi dei magi -strati » . Quindi tutta la materia più impor -tante e consistente per la vita della magistra -tura è affidata al Consiglio superiore .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Amministrativa, però .

AMADEI LEONETTO. A ribadire la por-tata di detto articolo la Costituzione ha volutoprecisare quali siano i compiti che restano a lministro della giustizia con la nuova orga-nizzazione autonoma data al potere giudizia-rio. E non sono compiti di scarso rilievo ,onorevole ministro . Ella non se ne deve adon-tare. Si capisce che con lo statuto albertino ,il ministro della giustizia . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Sono stato io a - dare la spinta all'approva-zione della legge . Era da dieci anni che lalegge sul Consiglio superiore della magistra -tura dormiva .

AMADEI LEONETTO . vero, ma è al-trettanto chiaro che l'attribuzione delle fa-coltà concesse al ministro dall'articolo 11 0della Costituzione . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Sono chiare .

AMADEI LEONETTO . Ma sono state este-se . Al ministro competono le attività ausi-liarie, che non sono di poco conto, ma no nlo riguarda tutto ciò che attiene alla magi-stratura ed al suo stato giuridico ed econo-mico, giacché essa non adempie ad un ser-vizio, ma esplica una funzione che non esitoa definire come la più delicata e fondamental edella vita. dello Stato .

La Costituzione ha inteso stabilire una nett aseparazione fra il ministro e l'ordine giudi-ziario, tanto che ha escluso il ministro da lConsiglio superiore della magistratura e havoluto che ciascuno, nell'ambito della propriacompetenza, avesse la possibilità di esercitareil proprio potere per il raggiungimento dei

fini istituzionalmente assegnati .

Con la legge istitutiva del Consiglio su-periore della magistratura — 24 marzo 1958 - -si è contrastato e distorto lo spirito della Co-stituzione, se n'è travisata la lettera e si sonoaddirittura smarriti alcuni elementari prin-cipi giuridici . Guardiamo, ad esempio, l'ar-ticolo 7 . Premesso che non sia in quell'ar-ticolo la prova macroscopica di una vio-lazione gravissima dei concetti generali del -l'ordinamento giuridico, osserviamo che men -tre ogni organo collegiale di amministrazion eattiva come i consigli di amministrazione de -gli istituti di assistenza e beneficenza, i con-sigli comunali e provinciali, ecc ., ha la fa-colta, di organizzare all'interno i propri ser-vizi senza l'intervento preventivo di organi

estranei e ciò in base ai concetti di autonomi a

e responsabilità, per il Consiglio superior edella magistratura, anche per l'organizza-zione interna, occorre il preventivo benestare

del ministro : altrimenti non si organizz a

nulla !

Ma vi è un articolo molto più fondamen-tale : l'articolo 11, con il quale si nega quanto

i costituenti vollero : spogliare il ministro d iogni ingerenza nella magistratura . Con quel -l'articolo il- potere esecutivo rientra sfacciata-mente, brutalmente in un settore da cui l a

Costituzione lo aveva allontanato. Senza la

richiesta del ministro il Consiglio superior enon può muoversi ed agire, attraverso la ri-chiesta gli si toglie l'autonomia e quindi l a

natura di organo costituzionale .Il ministro . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .responsabile del funzionamento .

AMADEI LEONETTO . Parléremo anchedi questa responsabilità . Voleva questo la Co-stituzione ? Ma la richiesta, in senso tecnico -giuridico, così almeno mi è stato insegnato ,non è altro che la dichiarazione mossa da u norgano ad altro organo perché quest'ultim oemetta un provvedimento che è di sua com-

petenza . Ma, con la richiesta di cui all'arti-colo 11, questa nozione è travisata, perché s i

pone addirittura una condizione, in quantosenza di essa il Consiglio non può provvedere .Così essendo, è assurdo parlare di autonomi ae indipendenza per l'organo di autogoverno

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della magistratura che non può agire se no nv'è la richiesta del ministro della giustizia .

Non solo sono offese la Costituzione e l alogica giuridica, ma anche una logica sem-plice e piana . Infatti il Consiglio superioredeve compiere obbligatoriamente determinateattribuzioni per le quali è investito di respon-sabilità esclusiva . Ma per agire deve interve-nire, altro organo, il ministro, che non assumealcuna responsabilità perché estraneo alle de -liberazioni . Il ministro ha pertanto potere pa-ralizzatore, senza assunzione di responsabilità .

Se grave dunque è la richiesta, più graveancora la proposta di concerto . Con questa s iferisce la stessa determinazione della volontàdel Consiglio . Non si tratta più di sola inizia-tiva, ma di sostanziale e forzata cooperazionealla decisione, resa più aspra dall'accordo d imerito del ministro.

Ci domandiamo a cosa si riduca la esclu-sività del Consiglio se i suoi provvedimenti so -no condizionati alla volontà di quel potere ese-cutivo dal quale la Costituzione voleva liberareil magistrato . E se il Consiglio superiore no nsi concerta col ministro, che avviene ?

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Non è vincolante e fa diversamente . Si concertae poi fa .

AMADEI LEONETTO . Ne prendo atto, ono-revole ministro, perché questa è questione di-battuta in dottrina . Alcuni autori pensano ch edebba essere così come lei ha detto, propri oper dare un senso alla cosa, stante l'incbn-gruenza dell'articolo 11 . Però, nella prassi ,questo non è mai avvenuto fino ad oggi, cos ìcome non è accaduto che il Consiglio supe-riore abbia potuto deliberare nonostante lamancata richiesta del ministro .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .~Io detto che non è vincolato al concerto . Puòchiedere un altro concerto successivo .

AMADEI LEONETTO . E se il secondo con -certo fa . . . le stecche ?

GONELLA,. Ministro di grazia e giustizia .Che sia chiaro ! Non vorrei che avesse intesoche io abbia detto qualcosa di diverso. Questaè l'esperienza di questi due o tre anni .

AMADEI LEONETTO . Ma se l'accordo nonsi raggiunge, che cosa può fare il Consiglio su-periore della magistratura ?

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .E la responsabilità del funzionamento, che èdel ministro, dove la mette ? È responsabiledavanti al Parlamento !

AMADEI LEONETTO . Ella non è respon-sabile del funzionamento del Consiglio supe-riore . Non si ponga questi problemi, non son oproblemi suoi . Non le fa carico la responsabi -

lità delle azioni del Consiglio superiore, per-ché l'ordine giudiziario è autonomo ed indi -pendente da ogni altro potere ed il ministro ,poiché non partecipa all'atto definitivo de lConsiglio superiore che è libero di dare ai suo iprovvedimenti il contenuto che ritiene piùidoneo, non assume responsabilità alcuna d ifronte al Parlamento.

Ella è responsabile politicamente pe rquanto opera nell'ambito delle sue attribu-zioni singole o collegiali quale membro di unGoverno, ma non dell'operato di un orga-no costituzionale che delibera autonoma-mente .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Sono responsabile del « concerto » davanti a lParlamento.

AMADEI LEONETTO . Come ella non è po-liticamente responsabile della decisione giu-risdizionale di un qualsiasi magistrato, cosìnon può rispondere politicamente di quelloche non le compete ,

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Si tratta di attività amministrativa, non giu-risdizionale . Neanche il Consiglio superiore ècompetente in materia giurisdizionale . Ellastessa ha detto che la funzione amministra-tiva appartiene al Ministero .

AMADEI LEONETTO. Le funzioni ammi-nistrative sono quel complesso di funzioni

che fanno capo ad organi i quali struttural-mente dipendono dal potere esecutivo il qual edi questi organi si avvale per il raggiungi-mento dei fini che gli sono propri . Per questeragioni non esiste una dipendenza strumen-tale, funzionale del Consiglio superiore dellamagistratura nei confronti del Ministero dell a

giustizia . Il Consiglio superiore della magistra-tura è un organo costituzionale che sta al ver-tice di un potere dello Stato ; ed ella, signorministro, "non può esercitare su di esso inge-renze di sorta, come è scritto a tutte letter enella Costituzione . Ed è per questa ragioneche ella politicamente non risponde dinanzial Parlamento di quello che fa il Consigliosuperiore della magistratura . Noi la solleci-tiamo soltanto, signor ministro, ad osservarela Costituzione ed a far sì che la legge si amodificata affinché veramente risponda aquello che vollero i costituenti .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .ll Consiglio superiore è stato istituito co nlegge ordinaria .

AMADEI LEONETTO . Si è costituito unorgano che deve essere autonomo e andared'accordo con il ministro ; deve rappresen-tare un potere ed essere senza potere ; devedeliberare, ma non sa su che cosa deliberare,

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perché la richiesta parte dal ministro dell agiustizia; è presieduto dal Presidente dellaRepubblica, ma deve sottostare al ministrodella giustizia .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Di fatto è presieduto dal vicepresidente .

AMADEI LEONETTO . È un organo d icontrapposizione al ministro, ma deve inchi-nolrsi alla volontà di questi . Soltanto un aspiccata abilità dialettica come quella del mi-nistro della giustizia può tentare di capovol-gere una situazione tanto perfettamente de-lineata.

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Molto gentile !

AMADEI LEONETTO . Quello che sto di-cendo in quest'aula semideserta non avr àmolta eco . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia ,Quello che sta dicendo è scritto in un inte-ressantissimo articolo dell'Avanti ! sull'argo-mento, articolo che avrà avuto certo una va -sta eco.

AMADEI LEONETTO . Sono convinto cheella, signor ministro, pensi sostanzialmentecome me, se è, come credo, uomo democra-tivo e voglioso che la democrazia diventi cori-fortante realtà nel nostro paese .

Vorrei ora permettermi di sottolineare al-tri aspetti negativi della legge istitutiva de lConsiglio superiore della magistratura . Miriferisco alla norma del secondo comma del -l'articolo 17 della legge che consente il ri-corso al Consiglio di Stato contro i provve-dimenti del Capo dello Stato di esecuzionedelle deliberazioni del Consiglio superiore .Secondo l 'articolo 103 della Costituzione « I lConsiglio di Stato e gli altri organi di giu-stizia amministrativa hanno giurisdizione pe rla tutela nei confronti della pubblica ammi-nistrazione degli interessi legittimi e, in par-ticolari materie indicate dalla legge, anchede diritti soggettivi » .

È da notare che nel concetto di pubblic aamministrazione si comprende l'insieme degl iorgani che sono in rapporto strumentale co nil potere esecutivo per il concreto svolgimentodelle attività del medesimo .

Il Consiglio superiore della magistraturanon si trova in tale rapporto di necessità fun-zionale col potere esecutivo così da essernestrumento e mezzo, non solo ma, come ho gi àdetto più volte, ha natura costituzionale, co nla conseguenza che le sue deliberazioni, s epure hanno il contenuto di atti amministra-tivi, non sono tali in senso soggettivo, anch ese assunti in un decreto presidenziale, in

quanto il decreto emana dal Capo dello Statosiccome Presidente del Consiglio e non qual eorgano partecipe al sommo del potere ese-cutivo. Dispone ancora il terzo comma del -

l'articolo 17 della legge istitutiva che « con-tro i provvedimenti in materia disciplinare ,è ammesso ricorso alle sezioni unite dell aCorte di cassazione » . In questa disposizioneè manifesta la sfiducia che si dimostra ne iconfronti del Consiglio superiore che pur eè nato per assicurare sul serio e non a pa-role l'autogoverno della magistratura . L'arti-colo 105 della Costituzione affida al Consigliosuperiore, e solo a questo, la intera materi adei provvedimenti disciplinari ; e contro i prov-vedimenti disciplinari deliberati da una se-zione del Consiglio la logica giuridica vor-rebbe l'introduzione del ricorso al tutto, val ea dire all'intero collegio in seduta plenaria ;così del resto come è regolato dalla Corte dei

conti che, a sezioni riunite, pronuncia in for-ma contenziosa e definitivamente su tutti ireclami compresi quelli della magistraturadella Corte . Se pertanto è stata stabilita l acompetenza esclusiva e definitiva della Cortedei conti nella materia disciplinare relativaal proprio personale, a noi sembra che amaggior ragione questa competenza esclusiv asia da riscontrarsi al Consiglio superiore dellamagistratura, la cui posizione costituzionale ècertamente più impegnativa di quella dell aCorte dei corti .

Essendo in gioco l'indipendenza della ma-gistratura, noi socialisti guardiamo con par-ticolare premura alla funzionalità del Consi-glio superiore, così come agli altri problem iche concernono l'attività giudiziaria ; ecco per -ché siamo sovente intervenuti con nostre pro -poste di legge dirette a rimuovere molti in -convenienti, o per dare un'organizzazion eparticolare alle cosiddette promozioni ed undemocratico ordinamento allo stato giuridico

dei magistrati . Sono due problemi, quelli del -l'indipendenza interna ed esterna della ma-gistratura, fra loro strettamente collegati eche riflettono due condizioni per la assolut aindipendenza della funzione giudiziaria, benefondamentale da tutelare .

Che questa indipendenza sia effettiva ab-biamo ragione di dubitarne, anche perch érecenti sentenze hanno turbato il nostro spi-rito e, ci auguriamo, anche la sua coscienzadi uomo democratico, signor ministro . Miriferisco in modo particolare alla sentenz aemessa a Palermo dopo i dolorosi fatti de lluglio scorso . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Questa affermazione rappresenta veramente

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un'interferenza indebita e un attentato all'in-dipendenza della funzione giudiziari a

AMADEI LEONETTO . Quella sentenza di -mostra che i giudici non sono indipendenti ,perché mi rifiuto di pensare che un giudicelibero nella sua coscienza possa definire gl iscioperanti « plebaglia analfabeta priva d ieducazione civica e religiosa, strumento d ifunzionari sovietici » . È possibile che un ma-gistrato libero si esprima in questi termini ?

Il problema dell ' indipendenza della ma-gistratura fu del resto vivamente sentito dall aCommissione che elaborò le norme relativ eal funzionamento del Consiglio superior edella magistratura, Commissione presiedutadall'onorevole Tosato, ai cui lavori partecip òil ministro Gonella, e della quale io stesso fu icomponente, anche se per ragioni di salut enon potei assistere a tutte le sedute . Restanoperò a verbale appunti e critiche, alcuni de iquali mi pare trovassero concordi sia il mi-nistro che il presidente della Commissione ,il quale ebbe così ad esprimersi : « Il comi-tato ha ritenuto che il ministro non debbapartecipare, in generale, nemmeno sotto l aforma di proposta, all'esercizio dei poteri pro-pri del Consiglio superiore . Il ministro potràe dovrà chiedere che il Consiglio superior eprovveda ogni qualvolta si presenti, per esem-pio, una vacanza, la necessità di un con -corso, ecc . Potrà far pervenire al Consigliosuperiore le sue osservazioni sulle relazioni eproposte che le Commissioni referenti farannoal Consiglio stesso, ma questo provvederà sol -tanto su proposta delle sue commissioni in -terne » .

Questo era il concetto del presidente de lnostro comitato, onorevole Tosato, approvat odalla nostra Commissione .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Era una fase anteriore, quella del comitatoristretto .

AMADEI LEONETTO. Sì, perché attra-verso le Assemblee la legge è diventata quell ache è e non ci trova consenzienti .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .La legge non ha avuto alcun voto contrario .

AMADEI LEONETTO . Mi piace di averecondotto con lei, onorevole ministro, questasimpatica polemica; ciò dimostra che, comun-que, quello che ho avuto l 'onore di dire no nè passato indifferente .

Ritengo di aver commesso pochi errori ,di essermi trovato piuttosto nel vero ; ritengoche anche lei, onorevole ministro, sia d'ac-cordo che un ideale da consolidare è che l agiustizia possieda potere, libera da ogni op-pressione . Quell'ideale già appare nella Bib -

bia come antica preghiera : libertà della giu-stizia . Oggi la giustizia non è più prigionier adella forza Sono occorsi secoli di lunghi etormentati travagli . Ma le leggi, anche le pi ùgiuste, non garantiscono la giustizia, se que-sta non è indipendente negli organi che l'am-ministrano, se cioè, non è in grado di assicu-rare ai cittadini il proprio potere . Facciam oin modo questo potere esista : solo allora saràvero il motto : iustitia fundamentum regn ied il ,nostro paese sarà civile e democratico .(Vivi applausi - Congratulazioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Pellegrino . Ne ha faColtà .

PELLEGRINO . L'impegno di attuazionedella Costituzione è assolutamente primario » ,queste sono le parole che ella, onorevole mi-nistro, ha pronunciato in questa aula a con-clusione del dibattito della giustizia lo scors oanno .

Sono parole che noi approviamo piena-mente, anzi entusiasticamente. Ma sentiamo ,con la generalità del popolo italiano, che essenon rispondono all'azione di Governo . Non èstato certo il pane quotidiano dei governi de-mocratico cristiani, comunque sorretti, e no nè il pane quotidiano dell'attuale Governo dell aconvergenza parallela e divergente .

Del resto, lo stesso onorevole ministro hasentito, nella sua sensibilità giuridica e po-litica, questa carenza e, presentando questo di -scorso nella rivista di Studi penitenziari (fa-scicolo novembre-dicembre 1960) ha volut onientemeno richiamarsi al Ruini per dire cheè facile fare una Costituzione, ma è difficil emetterla in movimento e farla funzionare .

Ora, mi pare che questo richiamo sia tri-ste e significativo . Del Ruini i democratici ita-liani hanno un pessimo ricordo . Infatti il suonome è legato alla ormai famigerata legge«truffa» .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Non si dimentichi che ha svolto un'opera im-portante in sede di Costituente .

PELLEGRINO . Però ha concluso con quel-l'atto che ricordavo, quando, come Presidentedel Senato, fece passare la legge « truffa » ne lmodo che certamente è noto a tutti .

Ora, l'affermazione che è difficile far fun-zionare la Costituzione fa il paio con quell adi un altro ministro di questo Governo, se-condo cui la Costituzione è una trappola .Sappiamo pur cogliere, nelle due espressioni ,la notevole differenza formale, ma la sostanz apolitica, la volontà politica che esprimono anoi sembra sia la stessa. La Costituzione èdifficile ad essere applicata, non si può appli-

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care . Vogliamo sperare che non possa signi-ficare che non si debba attuare .

Credo che la gravità di queste posizion inon sfugga a nessuno . Quando, alcuni gior-ni fa, incontrandoci con un professore ameri-cano di sociologia che sta conducendo nel no-stro paese un'indagine politica per fine di stu-dio, gli abbiamo ricordato la brutale espres-sione dell'onorevole Scelba sulla Costituzione ,abbiamo potuto cogliere sul suo viso i segn idi una meravigliata incredulità .

Non andrò a presentare un quadro, ch esarebbe vasto e ricco, di inadempienze e d iviolazioni costituzionali sotto ogni profilo ,perché già da altri colleghi di questo settore ,discutendosi il bilancio del Ministero dell'in-terno, è stato fatto ; perché il tempo a miadisposizione è limitato, perché mi sono pre-fisso soprattutto di occuparmi fondamental-mente di due questioni che si collegano, ap-punto, a quell ' impegno di attuazione dell aCostituzione di cui prima parlavo, cioè l'eli-minazione dal codice della. navigazione d iquelle norme penali che sono in contrastocon i precetti costituzionali, e l'osservanza ,il rispetto delle norme costituzionali che re-golanTi la vita della regione siciliana, per que lche riguarda la regione stessa e nei suoi rap-porti con i poteri centrali dello Stato .

Già ella stessa, onorevole ministro, nell anota che ho ricordato, ha affermato che dall'or-dinamento giuridico devono essere eliminatetutte le norme in contrasto cori il precetto co-stituzionale . Vedremo se queste parole espri-mono una concreta volontà di rinnovamentodel nostro ordine giuridico, secondo lo spi-rito della Costituzione repubblicana, anche d aquello che alla fine di questo dibattito, il mi-nistro guardasigilli avrà la cortesia di dirc iin proposito . Noi in questo campo molto c iattendiamo da lei, onorevole Gonella, per -ché molte sono le sue responsabilità, nel sens odelle sue attribuzioni, delle sue funzioni, de isuoi poteri .

Già, molti anni fa, un collega della nostr aparte, riferendosi, a questo proposito, all atrattatistica tradizionale, ricordava che il mi-nistro guardasigilli in un Gabinetto ha com-piti particolari e preminenti : sarebbe il con-sigliere giuridico del Governo . Allora è statoricordato il pensiero di Orlando, il qualescrisse : « Il ministro guardasigilli ha il com-pito di vigilare l'esercizio della giustizia i ntutti i suoi gradi ; di curare la custodia e l'ap-plicazione delle leggi, sollecitando, ov'è uopo ,a tale effetto, gli uffici del pubblico mini-stero ; di sorvegliare le istituzioni che codici

e leggi disciplinano, anche nell'interesse de isingoli cittadini » .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Allora non esisteva il Consiglio superiore .

PELLEGRINO . un tema, questo delConsiglio superiore, di cui l'onorevole Ama -dei si è occupato or ora in maniera così am-pia ed approfondita, riscuotendo, oltre che i lmio modesto consenso, anche quello moltoautorevole del signor ministro (almeno cos ìmi è parso capire) dal momento che, alla finedell'intervento dell'onorevole Amadei, ha vo-luto congratularsi con lo stesso. Questo è unsegno della sua approvazione .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Era per l'importanza del tema .

PELLEGRINO . Che cosa è la Costituzion ese non un corpo dì norme, alcune precettive ,altre programmatiche, che hanno .le une ef-fetto abrogativo delle disposizioni esistenti ne lvecchio ordinamento e contrastanti con esse ;e le altre effetto interpretativo e spingon overso l'evoluzione della legislazione ? Al suo ri-spetto, alla sua applicazione, deve attendereanzitutto il ministro guardasigilli, che ha icompiti che abbiamo ricordato e, perciò, i l,dovere legislativo di farsi iniziatore e favo-reggiatore — come diceva il collega — di tutt ele leggi che mirano all'attuazione della Costi-tuzione .

Ora, io mi domando se rispondano al rin-novato clima democratico e sociale del paese ,all'osservanza dei diritti primari del citta-dino, come la Costituzione le prescrive, quell enorme penali del codice, della navigazione invigore che fa del marittimo non un liber olavoratore, ma un militare .

Se infatti il lavoratore marittimo si allon-tana dalla nave e non si presenta a bordo èperseguito come un disertore, niente menocome può capitare ad un militare che non s ipresenti in caserma o da questa si allontan isenza giustificato motivo . Credo che non pos-siamo dimenticare la diversa, sostanziale po-sizione giuridica del cittadino lavoratore ma-rittimo e del cittadino militare, per cui l ostesso fatto, commesso da entrambi, non pu òavere sul piano giuridico la stessa rilevanz ae pari conseguenze penali . Il marittimo è unlavoratore che viene ingaggiato, con un con -tratto, il contratto di arruolamento, che nel -l 'essenza, nella sostanza, non si differenzia daogni altro contratto di lavoro . Diversa è l asituazione del militare che ha le stellette edeterminati obblighi come quello di presen-tarsi in caserma e se non lo fa viene denun-ciato per diserzione . . .

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DOMINEDO' , Sottosegretario di Stato perla giustizia . Ma non è nemmeno un lavora-tore comune .

PELLEGRINO . Tuttavia, nel corso del mi cintervento io mi permetterò di dimostrare, at-traverso cose che ella ha scritto, come i llavoratore marittimo sia un lavoratore co-me gli altri, come un lavoratore delle fab-briche o della campagna, come un lavorator edi un'azienda di trasporti . Ho già detto cheil lavoratore marittimo viene ingaggiato conun contratto, che nella sostanza non si di -stanzia da ogni altro contratto di lavoro . Nonv'è dubbio, infatti, che quando si vuole in -quadrare, sistemare nel nostro ordinamentogiuridico il rapporto che nasce dal contratt odi arruolamento tra lavoratore ed impren-ditore, non si può che farlo rientrare nel qua-dro dei rapporti che la dottrina chiama « com-mutativi », che si sostanziano nello scambiodella prestazione del lavoratore e della pre-stazione dell'imprenditore, se pure il lavora-tore nel processo produttivo è elemento prin-cipale, determinante, insostituibile, e nell'im-presa non è un elemento come tutti gli altri .Non mi pare di avere trovato per altro iell adottrina un orientamento diverso, sulla na-tura dei rapporti di lavoro nell'esercizio del -l'impresa di navigazione che non sia conside-rata fondamentalmente privata . Ella stesso ,onorevole sottosegretario di Stato, ha soste-nuto che « il fondamento dell'esercizio devedirsi privatistico, trattandosi di una form adella libera iniziativa, espressione della vo-lontà privata per quanto toccante anche l'in-teresse del pubblico » . Ed ha aggiunto che« poiché l'attività nautica è legata al concett od'impresa che è istituto a carattere privati-stico, altrettanto non può non dirsi per ogn isottostante forma di impresa, quivi inclus aquella nautica » . Inoltre : « i beni dell'aziend anautica restano sottoposti a forme di dominiodi diritto privato » . Più avanti : « i rapport igiuridici che variamente si intrecciano intornoalla nave ed all'aeromobile dànno essenzial-mente luogo a negozi di diritto privato » . Edinfine : « l'esigenza della sicurezza nella na-vigazione costituisce, in sé e per sé, uno degl iinteressi più alti nell'ambito di ogni attivit àeconomica organizzata . Ma ciò non basta pe rcollocare lo stesso esercizio nautico sul pian odei fini pubblici . . . perché il momento della na-vigazione non cessa di appartenere alle ' atti-vità assunte dal singolo per il raggiungiment odi una finalità patrimoniale di ordine parti-colaristico . A simiglianza di quanto avvienenelle altre forme di circolazione umana, tutteinvolgenti problemi di sicurezza, il fenomeno

della circolazione, in sé e per sé, rientra nell asfera privatistica, nel mentre l'esigenza dell asicurezza attiene alla sfera pubblicistica. Edella, onorevole Dominedò; così conclude :« Discende da ciò che anche l'organizzazionedel lavoro a bordo, non costituendo se nonmomento caratteristico dell'esercizio nautico ,deve essere considerata come attività priva-tistica. E ciò, nonostante le norme pubblici-stiche rivolte a tutelare direttamente l'inte-resse generale (sicurezza), legato all'iniziativ aparticolare (navigazione) concorrano qui co ntale intensità da differenziare l'organizzazionedel lavoro nautico rispetto a quella di diritt ocomune » .

Ora, noi siamo piuttosto d'accordo con que-sta impostazione dottrinaria, se pure alita i nessa, invisibile ma greve, uno spirito che tend ead affermare la sovranità dell'interesse im-prenditoriale .

DOMINEDO', Sottosegretario di Stato perla giustizia . No, non è quello lo spirito . Di -fatti subentra l'interesse collettivo della sicu-rezza .

PELLEGRINO . Prendo atto di questa su adichiarazione, onorevole sottosegretario . Tut-tavia, a noi è sembrato che in quelle parol equesto spirito ci fosse .

A proposito di questo concetto che ho vo-luto integralmente citare, voglio sottolinear ecome allo stesso attuale Sottosegretario d iStato per la giustizia questo concorso di nor-me pubblicistiche che tendono alla salva -

. guardia dell'ordine giuridico-sociale con l'in-teresse privato, non è apparso prevalentenemmeno nel momento della navigazione ecomunque non tale da differenziare sostan-zialmente, fino a cambiarne la natura, la or-ganizzazione del lavoro nautico da quella d idiritto comune .

Ora io dico : va bene. La sicurezza dell anavigazione involge un interesse pubblico .Perciò, mentre la nave naviga non sono am-messe deroghe alla disciplina di bordo, perchéattraversiamo il momento più delicato del-l'esercizio dell'impresa, cioè proprio il mo-mento in cui l'assenza, l'insubordinazionepossono mettere in pericolo la nave stessa, l epersone, le cose che sono su di essa . Questoè il momento in cui l'interesse publico-so-ciale sovrasta ogni altro interesse e necessa-riamente deve essere considerata penalmenteogni condotta che turbi l'ordine giuridico -sociale . Ma oltre questo momento, di là d aesso, rientriamo nel campo dei rapporti pri-vati che involgóno interessi privati . Ed al-lora niente diserzione, niente insurbordina-zione, niente ammutinamento .

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Ma io anche qui potrei andare oltre e dirvi :è vero che la navigazione fa sorgere un pro-blema di pubblico interesse quale quello dell asicurezza per cui si assume che l'elemento pub -blicistico qui soverchia quello privatistico e dogni comportamento che turbi o rompa l'equi-librio giuridico-sociale deve essere consideratopenalmente . Ma non è pure vero che, peresempio, la circolazione di un filobus involg eproblemi di sicurezza e quindi di interess epubblico generale che sono regolati da appo-site norme pubblicistiche ? Per altro il per -sonale viaggiante sul filobus è tenuto alla sal-vaguardia dell'automezzo, della sicurezza de iviaggiatori e dei pedoni, per cui è obbligatoa determinate norme di condotta . Ora, io midomando se voi, onorevoli colleghi, vi sentist edi codificare una norma con sanzione penaleper cu se un autista o un bigliettaio non si pre-sentano sul filobus o l'abbandonano anche du-rante la circolazione, commettono reato di di-serzione o di ammutinamento se si tratta d imolti, e debba instaurarsi un procediment openale con tutte le conseguenze a noi note .Non lo fareste certamente . E non lo farestesoprattutto perché la vostra coscienza giuri -dica e morale vi avvertirebbe che, nel caso, v itrovereste a dare anima e corpo di legge adun'eresia giuridica . Tutti sapete come sonoregolati i rapporti giuridici ed economici trai lavoratori ed i titolari dell'impresa di auto -trasporti, che pur non sfugge a quell'elementodella sicurezza della circolazione che involg epubblici interessi . Non vi è dubbio inoltre ch eil lavoro si lega anche in questo tipo di impres aal suo esercizio. Ma anche se non fosse orto -dosso e nell'ambito dell'ordinamento positiv oquello che abbiamo detto e da cui, per noi ,discende già il dovere legislativo di eliminar esenza richiamarsi alla Costituzione, ai temp inuovi della nostra convivenza civile, le stor-ture esistenti nel quadro giuridico attuale, i ovoglio ricordare a me stesso che in questasede noi non siamo gli interpreti del diritto ,ma i creatori del diritto, i legislatori, colorocui incombe la responsabilità di adeguare i ldiritto agli ideali, alle esigenze del nostro po-polo quali si manifestano in un momentodella sua storia .

Perché allora tanto rigore ancora oggiverso i lavoratori del mare ? Perché privarl idei diritti di libertà di cui godono gli altr ilavoratori delle fabbriche, della terra, degl iautotrasporti, seppure alle volte a prezzo cos ìduro, a prezzo del sangue ? Perché di frontead un contratto di arruolamento che pone inessere rapporti di natura privatistica pe rl'esercizio di un'impresa le cui finalità sono

particolaristiche, private, di lucro, e tutto ci òconclamato a tutte lettere in dottrina, è pos-sibile che la violazione delle norme di quest ocontratto possano ancor oggi essere coperteda sanzioni penali, facendo sussurgere a fat-tispecie penale tali eventuali violazioni ? All aviolazione di un contratto che involge inte-ressi privati può conseguire e deve conse-guire, secondo il nostro ordinamento giuri edico, solo una sanzione civile . Ancor più ini-que ci appaiono le disposizioni penali del co-

dice della navigazione sulla diserzione e l adisubbidienza singola o collettiva, quando sipensi che questi reati, che discendono dallaviolazione del contratto di arruolamento, mi-rano a colpire il lavoratore. In questa parte delcodice della navigazione non troviamo alcunasanzione penale che colpisca l'armatore ch evioli il contratto di arruolamento a cui pureè legato nella stessa misura ed intensità de llavoratore .

La coscienza morale e giuridica di ogni de-mocratico non può non sentire la grave discri-minazione, immorale e antigiuridica, operatatra imprenditore e lavoratori, per cui se viol ail contratto il datore di lavoro, questi puòessere colpito dia una sanzione civile, pagar ee tutto finisce lì, mentre se la violazione è com-messa dal lavoratore, allora lo si manda i ngalera, lo si fa diventare delinquente, pregiu-dicato. Si macchia il suo certificato penale

nel quale si scrive la parola : disertore. Sioffusca il suo patrimonio morale, si pregiu-dicano i suoi interessi morali e materiali, col iconseguenze deleterie per l'avvenire della su afamiglia e dei suoi figli .

È qui che salta evidente agli occhi di tutt iil carattere spregiudicatamente e spudorata -mente cassistico di queste norme, la loro enti -democraticità ed anticostituzionalità, per cu idue cittadini che stipulano un contratto no nvengono a trovarsi sullo stesso piano giuridic odi tutela al momento in cui uno dei due no n

stia ai patti . Credo che nessuno vorrà solle-vare l'argomento farisaico della volontariet à

e libertà iniziale, insorgente cioè al moment odella stipula, perché sappiamo di quale equanta libertà può godere il bisognoso, i ldisoccupato .

DOMINEDO', Sottosegretario di Stato perla giustizia . L'imprenditore non ha interessealla diserzione o all'ammutinamento . Egli ècolpito da altre sanzioni .

PELLEGRINO . Quando l'imprenditore vio-la le norme del contratto di arruolamento nonviene perseguito a norma del diritto penale ,ma viene punito con una sanzione civile .

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DOMINEDO', Sottosegretario di Stato perla giustizia . No, vi sono anche per lui dellesanzioni penali e glielo dimostrerò .

PELLEGRINO. Quando abbiamo sollevat oin sede di Commissione giustizia della Ca-mera il problema della abrogazione di al -cune norme penali del codice della naviga-zione, il rappresentante del Governo, inter -rompendoci, ebbe a dire : « Confronti ch ecosa detta il codice della marina mercantil ein fatto di norme per la sicurezza della vit ain mare D . Il riferimento è al codice del 1877 .Non contestiamo che quel codice fosse tant oduro quanto l'attuale nei confronti dei ma-rittimi, ma osserviamo che non esistono l eragioni oggettive, storiche, sociali che tengan oin vita disposizioni che siano nate per esi-genze imposte dagli interessi degli armator ie da situazioni sociali esistenti quasi un se -colo fa . Giova ricordare che la codificazion eitaliana della materia, come del resto tutta l alegislazione europea che ci riguarda, trae ori-gine dall ' ordinanza francese del Colbert de l1681 . I muri maestri di quell'ordinanza, im-prontati ad un rigorismo medioevale in fatt odi disciplina di bordo, sono diventati i murimaestri di tutta la legislazione marittima eu-ropea, compresa quella italiana . Ma il legisla-tore francese era stato in quei tempi spintoa creare sulle navi un equipaggio militariz-zato e soggetto a sanzioni rigorosissime in casodi infrazioni disciplinari, dalla necessità d iinvogliare la nascente borghesia ad investirei suoi capitali della costruzione di navi perdare sangue alla flottiglia francese, divenutaanemica nel corso delle guerre contro l'In-ghilterra .

Come si vede, un interesse di classe de iborghesi ad avere sulle navi schiavi e nonuomini con libertà e dignità . Ma siamo ne l1681 ! E quando nel nostro paese si è comin-ciata a creare l'ossatura di un codice dellamarina mercantile, ci si è ispirati all'ordi-nanza del Colbert . Perciò nel 1900 il ministr odella marina mercantile, onorevole Bruno, af-fermava : « Le nostre leggi marinare furon oispirate tutte all'utilità degli armatori a idanni dei marittimi » . È di quell'epoca nelnostro paese la lotta degli interessati per mi-gliorare le proprie condizioni a bordo. La ri-vendicazione del rispetto della dignità e dell alibertà umana a bordo trova eco negli stu-diosi italiani . Si forma una ponderosa pub-blicistica che punta ',ulla riforma del codic edella marina mercantile . Ricordo che sullarivista di diritto internazionale La nostra legi-slazione marittima, nel 1900, il Bruno, occu-pandosi dell'abbandono della nave da parte

dei marittimi e della disobbedienza, affer-mava che non possono essere considerati reati ,aggiungendo : « Qui non si tratta di moment isupremi della navigazione, quando il capi-tano deve aspettarsi obbedienza cieca ed as-soluta da parte di tutti i suoi dipendenti D .

Esperti e valorosi alti funzionari dell ostesso Ministero della marina mercantile, aquell'epoca, levano la loro indignata ed ac-corata protesta, chiedendo la revisione dell enorme penali del codice . Uno di questi, Giu-lio Ingianni, sulla Rivista penale del 1907scriveva : « Di fronte e. tutte queste sanzion ipenali, che naturalmente sono altrettante re-strizioni, noi ci domandiamo : ma non è pos-sibile accordare, almeno entro un certo li-mite, all 'uomo di mare quelle libertà che nes-suno più contesta al libero operaio ? » . E piùtardi a lui faceva eco il relatore alla commis-sione reale per la riforma del codice dell amarina mercantile, il Mosca, il quale propo-neva che ogni rottura del contratto di arruo-lamento fosse repressa con sanzioni civili .Stabiliva ben limitati confini alla diserzionee scriveva : « Non ogni rifiuto di ubbidire haper conseguenza assoluta ed indefettibile i ldanno od il pericolo sociale . Questa conse-guenza, ad esempio, esula quando il mari-naio, anche in navigazione, si rifiuti di ripa -rare una tenda o di eseguire il lavaggio incoperta, o quando, arrivata la nave in portoe posta al sicuro, l'equipaggio si rifiuti d isferire le vele o di ammainare i pennoni » .11 Mosca aggiungeva : « E quando infine i lmovimento collettivo assume il vero aspett odello sciopero, dì fronte alla legge penale no nv'è ragione alcuna di ripudiare quei princip iche regolano gli scioperi degli operai di ter-raferma e di escludere la sola gente di mar eda quel trattamento che tanti benefici frutt iha prodotto alle altre classi lavoratrici, senzaostacolare per nulla il progressivo incrementodella nostra vita industriale » .

Dopo la prima guerra mondiale, si irrobu-stiscono le correnti di pensiero che chiedon oun trattamento umano, che rispetti la perso-nalità dei lavoratori del mare . Ci troviamodi fronte alla migliore e prevalente dottrin aorientata in questo modo, sospinta ed inco-raggiata da un vasto movimento sorto nell enazioni marinare È un argomento questo ch etrova posto ed attenta considerazione nell econferenze internazionali dell 'epoca che si oc-cupano della materia. Vanno ricordate quell adi Genova del 1920, dove la questione f usollevata dai delegati norvegesi e quella de l1926 di Ginevra . I legislatori di divers a paes isi mettono all'opera perché la legislazione ma-

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rittima si disancori da una impostazione ri-gida, poliziesca, arretrata, medioevale, libe-rando il lavoratore del mare dai pesanti ceppidi norme penali anacronistiche . Incomincial'America con la legge del 1915 e la seguon odopo la prima guerra mondiale la Svezia ,la Danimarca, la Norvegia, la Finlandia, l aFrancia, il Belgio, tutti Stati marinari checonsiderano l'abbandono della nave sostan-zialmente come infrazione disciplinare, senz aelevarlo a dignità di reato .

Nel nostro paese gli studiosi non disar-mano. Ricorderò il Berlingieri, il quale suDiritto nuzrittinzo nel 1930 scriveva : « La fun-zione punitiva deve mitigare il proprio rigoreo cessare se vengono a mancare talune esi-genze derivate dal proposito di garantire l asicurezza della navigazione » e continuava :« Tornando al reato di diserzione, non è ch inon veda che, per la trasformazione della ma-rina mercantile prodotta principalmente dall apropulsione meccanica delle navi e per l aistantanea rapidità della trasmissione dellenotizie, dovuta alle portentose applicazion idella elettricità, la diserzione, anche se per-petrata all'estero, non costituisce oggi piùquel pericolo di cui poteva essere cagione ne itempi andati, in cui gli scarsi e lenti mezzidi comunicazione rendevano molto difficoltosoe qualche volta impossibile sostituire i mari-nai disertori » .

Ma, onorevole ministro, nonostante que-sto orientamento della prevalente dottrina ,pervenuti alla riforma del codice della marinamercantile, alla elaborazione e codificazion edell'attuale codice della navigazione, il legi-slatore del 1942 non ritenne di modificarne ledisposizioni penali con l'eliminazione di moltedi esse. Credo che nessuno possa meravigliars idi ciò se si ricordano i tempi politici in cu iil codice è stato varato . Ci trovavamo in pre-senza di un regime totalitario, autoritario, po-liziesco : non poteva certamente essere il fa-scismo a far circolare per questo corpo giu-ridico aria pregna dì ossigeno democratico eliberale. Anzi, la riforma del codice fu con-cepita e attuata nel preciso intento di trasfon-dere in esso concezioni ed idealità che eran oproprie del regime fascista . Infatti nella suarelazione al re, l'allora ministro guardasigilli ,Grandi, scriveva : « L'ordinamento corpora-tivo penetra e vivifica tutti gli istituti : la pro-duzione normativa degli organi corporativi èinserita automaticamente nel codice » .

DOMINEDO', Sottosegretario di Stato perla giustizia . D ' accordo, ma ella sa che la nor-mazione corporativa, se si escludono l'arti-colo 1 e l'articolo 110 sulle compagnie por-

tuali, non ha alcun posto nel codice ; si trat-tava solo di parole .

PELLEGRINO. Questo non è esatto . Aparte il fatto che sono molte le norme del co-dice della navigazione che si richiamano di -rettamente all'ordinamento corporativo, no nvi è dubbio che lo spirito del codice da cu idiscendono praticamente quelle norme è ap-punto lo spirito a cui prima facevo cenno .

Il ministro guardasigilli Grandi, con latronfia prosa degli uomini del ventennio ,aveva prima anche affermato che la nuov acodificazione della materia si era imposta« come logica conseguenza della trasforma-zione dello Stato » . Ed oggi, appunto perchélo Stato è stato trasformato dalla volontà de lpopolo italiano da autoritario a democraticoed il nostro ordinamento costituzionale ha ca-povolto i termini della concezione dei rap-porti sociali, dei diritti del cittadino, dell avita statale, s'impone l'adeguamento almenodi alcune norme penali, di questo codice a lnuovo ordine giuridico democratico .

Vediamo quali sono in concreto questenorme che a nostro avviso devono subire i lcolpo di piccone, immediatamente . Sono al -cune di quelle di cui al capo II ed al capo11I del titolo secondo della parte terza delcodice, intestata alle disposizioni penali e di-sciplinari .

Il capo 11 ha per titolo : « Dei delitti con-tro la polizia di bordo », ed il primo articoloin cui ci imbattiamo è il 1091 intestato all adiserzione. L'articolo recita così : « Il com-ponente dell'equipaggio, che non si reca abordo della nave o dell'aeromobile ovver ol'abbandona è punito, se dal fatto deriva no-tevole difficoltà nel servizio della navigazione ,con la reclusione fino ad un anno . Se dal fattoderiva un grave turbamento in un servizi opubblico o di pubblica necessità, la pena èdella reclusione da 1 a 2 anni . Se dal fattoderiva pericolo per la vita o per l'incolumit àdelle persone, ovvero per la sicurezza dell anave, dell'aeromobile o dei relativi carichi ,la pena è della reclusione da 1 a 3 anni » .

Infine : « Le disposizioni del presente arti-colo non si applicano se il fatto è previstocome più grave reato da altra disposizion edi legge » .

Dunque, onorevoli colleghi, in questo ar-ticolo viene considerata la condotta del sin-golo membro dell'equipaggio che abbandon ala nave o non si reca a bordo di essa . Nel casoche da questo fatto derivi « notevole difficoltànel servizio della navigazione », ovvero « graveturbamento in un servizio pubblico Q di pub-blica necessità », se, cioè, si verificano que-

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ste condizioni, versiamo nell'ipotesi delit-tuosa della diserzione che viene punita conpene più severe nel secondo caso .

Ora, noi riteniamo che giammai l'allonta-namento o l'assenza di un membro — e sot-tolineo « un membro » — dell'equipaggio pu òarrecare i danni proclamati in questa dispo-sizione , E comunque ci troveremo di frontead una « difficoltà » e ad un « turbamentoche gli odierni mezzi tecnici a disposizion edel comandante della nave consentono di eli -minare immediatamente al loro affacciarsi .Credo che nessuno possa pensare seriament eche un abbandono della nave o un'assenza d aessa rappresentino fatti che insorgano istan-tanei, improvvisi nel corso di una operazionetecnica, di una manovra, in modo tale d aparalizzare la vita della nave ed arrecare pe-ricolo alla sua sicurezza, alla vita delle per-sone. Però, onorevole sottosegretario, in que-sto caso ci troveremmo nella ipotesi in cui a lsecondo capoverso dell'articolo in esame, chenoi riteniamo debba restare seppure mitigatonelle pene. Invece la prima parte ed il prim ocapoverso dell'articolo 1091 debbono essereeliminati per tutte le considerazioni che hoavuto l'onore di esporre dinanzi alla Camerae sottolineando che già lo stesso legislatore fa-scista non poté fare a meno di ricordare, nell asuccitata relazione, che « un indirizzo, chepuò dirsi prevalente, contrasta la punibilit àdella diserzione per due considerevoli motivi :perché in tal modo si viene a sottoporre asanzione penale una mera violazione contrat-tuale e perché i recenti e progressivi perfe-zionamenti della navigazione annullano oriducono notevolmente il pregiudizio deri-vante dalla diserzione » .

Mi pare anche di aver compreso che i lPresidente di questa nostra Assemblea (ri-tengo di poter citare il Presidente dell'Assem-blea a fin di bene, come osservava poco fa i lnostro Presidente onorevole Targetti), l'ono-revole Leone, occupandosi della riforma de ldiritto penale del codice della navigazione ,nel 1941, su « Studi per la codificazione de ldiritto della navigazione », riconosceva lagravità dell'argomento avanzato dalla preva-lente dottrina, contraria alla configurazion edel reato di diserzione, perché in tal mod osi viene ad applicare (diceva l'onorevoleLeone) « una sanzione penale ad una mer aviolazione contrattuale » .

DOMINEDO ' , Sottosegretario di Stato perla giustizia . Sempre in bene, ella sa che f ului

relatore delle norme vigenti .PELLEGRINO . Lo so benissimo . Sono an-

dato a reggere quella relazione. Però non

vi è dubbio che l'onorevole Leone ha prim aespresso, nello studio che ho ricordato, quest iconcetti, che in un secondo momento ha rite-nuto di dover attenuare nella relazione chericordava ora l'onorevole sottosegretario . Ilnostro Presidente, in quello studio, dava l asua adesione ad una configurabilità del reat odi diserzione limitata al fatto che mettesse i npericolo la sicurezza della nave, la vita dell epersone, escludendo ogni altra ipotesi, ricor-dando che ciò « risponde all'aspirazione dell aprevalente dottrina, all'orientamento di im-portanti legislazioni straniere ed all'in.sistente voto della gente di mare », come eglitestualmente ebbe ad esprimersi . Nonostantetutto, però, il legislatore fascista dell'epoca ri-teneva di mantenere la configurazione de lreato di diserzione sostanzialmente immutata ,per evidenti ragioni di malinteso prestigi ostatale e per tutelare - gli interessi degli ar-matori che non avrebbero mai dovuto temereuna violazione contrattuale da parte dei la-voratori, tenuti al rispetto dalle rigorose san-zioni penali .

La eliminazione delle circostanze aggra-vanti, tutte previste dall'articolo 1092, è con-seguenziale, così come non ha ragione d'es-sere l'articolo 1093 che contempla la causa d inon punibilità .

L'articolo 1094 si riferisce all'inosservanz adi ordine da parte di componente dell'equi-paggio,

Ora, bisogna distinguere ordine da ordine .Non ogni inosservanza di ordine del supe-riore deve costituire reato. Tutti gli ordiniche si riferiscono a servizi di pulizia, verni-ciatura, riparazioni, eccetera, debbono esser econsiderati come ordini la cui inosservanzanon deve portare alla configurabilità del reatodi disubbidienza . Solo quegli ordini che ri-guardano servizi tecnici • attinenti alla sicu-rezza . della nave, alla vita delle persone oordini inerenti alla salvezza della nave o a lsoccorso di essa e di persone in pericolo deb-bono essere tutelati penalmente .

Perciò il nostro pensiero è che anche que-sto articolo deve essere riformato, eliminandola prima parte, il primo capoverso e parte de lsecondo capoverso, facendo salva l'ultim aparte del secondo capoverso e l'ultima part edell'articolo, mitigando le pene .

La riforma dell'articolo 1103, sulle peneaccessorie, che è l'ultimo articolo del cap oin esame, si impone conseguenzialmente .

Passiamo ora brevemente all'esame delcapo III, sempre della parte terza del codice ,sui delitti contro le autorità di bordo e controle autorità consolari . Noi riteniamo che l'arti-

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colo 1104, che riguarda l'offesa in danno de ]comandante, di un ufficiale o sottufficiale odi un graduato, debba essere abrogato perch ébasta la norma penale di diritto comune atutelare l'onore ed il prestigio di un supe-riore .

L'avere inserito nel diritto speciale que-sta norma è valso semplicemente a sottoli-neare l'atmosfera di estremo rigore che s ivolle fosse creata a bordo e a dare ai rapport ifra l'equipaggio ed i superiori un tono di du-rezza che non consentisse alcuna impronta d icordiale rispetto, quale ci pare debba es-sere la caratteristica di questi rapporti in clim ademocratico . A parte il fatto, poi, che potrebb ebastare il rifiuto da parte di un membro del -l'equipaggio ad eseguire un ordine, che foss emagari accompagnato da una vivace, seppurecorretta, protesta, per trascinare dinanzi a dun tribunale il lavoratore imputato di du ereati : disubbidienza ed oltraggio. Signori, bi-sogna fare entrare lo spirito nuovo della Co-stituzione repubblicana nel codice della navi-gazione I

E pervengo a quel residuato giuridico d iantiche ed inique concezioni che guardavanoal marittimo come ad un militare e dinanzi acui il legislatore repubblicano non può avereun attimo di esitazione per la sua eliminazione .Dico dell'articolo .1105, riguardante l'ammuti-namento. Questo reato poteva configurarsi sol oin tempi in cui non si concepiva l'uso dell osciopero per la soluzione di una controversia d ilavoro, cioè solo in tempi fascisti . Ora io vogli ochiedere : fino a che punto questa disposizionepuò sopravvivere ancora ? legittimo che ilavoratori del mare, entrando in conflitto eco-nomico con il proprio datore di lavoro, l'ar-matore, ricorrano allo sciopero ; su questa le-gittimità costituzionale non si dovrebbe discu-tere. Lo sciopero è un diritto costituzional-mente tutelato, Eppure, io ricordo le appassio-nate diatribe intervenute in quest'aula nel 1959discutendosi il bilancio della marina mercan-tile, proprio mentre era in corso una lotta -- dura quanto eroica — dei marittimi, ch eerano stati costretti allo sciopero dall'intran-sigenza degli armatori . Alcuni colleghi, assaivalorosi, ricorrendo a preziosismi giuridici ,osarono affermare ,che lo sciopero dei marit-timi era illegittimo e che essi erano passibil idi giudizio penale per il reato di ammutina -mento .

Gli armatori hanno reclamato a gran voc edenunzie e condanne in nome di questo ar-ticolo, il quale, come è evidente, sta a prote-zione di ben precisi interessi . La magistra-tura ha avuto modo di pronunziarsi al ri -

guardo, ritenendo che l'equipaggio della navegiunta in porto possa esercitare il diritto d isciopero senza perpetrare il reato di ammuti-namento. Ricordo proprio la sentenza del tri-bunale di Genova del 30 giugno 1956 . Il giu-dice penale, nella sua funzione interpreta- -trice della legge, ha voluto ascoltare e fis-sare nella giurisprudenza le nuove istanze ,i nuovi bisogni della nostra comunità na-zionale . « L'anelito di rinnovamento e diadattamento della giurisprudenza ai nuov itempi costituisce il tormento e l'orgoglio delgiudice italiano », ha detto il procuratoregenerale della Cassazione Cigolini, inaugu-rando l'anno giudiziario in corso. E conlui siamo pienamente d'accordo. Ma, ono-revoli colleghi, l'anelito di rinnovamento edi adattamento dell'ordinamento giuridic oitaliano alla Costituzione è preciso dovere eresponsabilità nostra, dei legislatori repub-blicani . Il reato di ammutinamento, stru-mento di vile persecuzione contro i lavoratoridel mare, deve scomparire dal codice dell anavigazione perché costituzionalmente illegit-timo ! E badate, onorevoli colleghi, che il giu-dice istruttore di Trieste, con ordinanza de l16 febbraio 1961, nel procedimento penal econtro gli equipaggi in sciopero delle moto-navi Piave, Vittoria, Europa, Sistiana e Vul-cania, ha ritenuto « più che fondata » la ri-chiesta del pubblico ministero di rimetteregli atti alla Corte costituzionale in attesa de lsuo giudizio di legittimità costituzionale omeno dello sciopero dei dipendenti da im-prese di servizi pubblici o di pubblica ne-cessità e si è comportato in conseguenza .

Voglio sottolineare che la richiesta è par-tita dal pubblico ministero . Ora, di fronte aquesta posizione dell'interprete della legge ,l'inerzia del legislatore sarebbe ancora pi ùgrave. A convincervi della strumentazione pa-dronale di queste norme credo basteranno l eparole del legislatore fascista che, nella suarelazione, scrisse che « le disposizioni penal idi cui ci occupiamo si vollero tenendo contoperaltro della particolare fisionomia dei rap-porti regolati e delle specifiche finalità per-seguite dal codice della navigazione » : doveè chiaro che l'interesse armatoriale è premi-nente; dove è chiaro che si vollero regolar ei rapporti datore di lavoro-lavoratore, con as-soluto rispetto di quelli del datore di lavoro .

Si volle perciò determinare nella nave u nclima di durezza militaresca nei confronti d ilavoratori, che non lasciasse adito alla benchéminima possibilità di sacrificio dell'interessedei padroni, mettendo a loro disposizionestrumenti giuridici adeguati alla tutela di

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questi interessi, fino ad arrivare a consideraredelitto e non contravvenzione, come nel di -ritto penale comune, l'ubriachezza dei mem-bri dell'equipaggio sulla nave

Queste questioni noi le abbiamo sollevat ein Commissione e devo ringraziare il rela-tore onorevole Amatucci, tanto valorosoquanto cortesemente attento alla nostra di-scussione, che ad esse ha voluto dedicare op-portuno e riguardoso esame . Mi consenta peròl ' onorevole Amatucci di dire che mi ha sor-preso la sua posizione sul mantenimento delledisposizioni che noi critichiamo, giustifican-dola con un argomento che appunto ci inducesemmai a spazzare via queste norme e cio èche l'ambiente marittimo si deve considerarealla stessa stregua dell'ambiente militare : seil cittadino soggetto agli obblighi di leva nonsi presenta (dice l'onorevole Amatucci) è u ndisertore ; così per il marittimo : se non sipresenta alla caserma, . . . scusate, alla nave ,è un disertore .

Mi pare di aver modestamente dimostratoche ci troviamo di fronte a due cittadini ch esi trovano in posizioni giuridiche diverse . Miattendo dalla dottrina e dall'esperienza del re -latore una risposta che sodisfi a quelle istanzedi progresso giuridico che devono seguire aquelle sociali . Qui non si tratta soltanto, com el'onorevole Amatucci ha avuto l'amabilità d iaffermare nella relazione, « di aggiornare ,migliorare, mitigare alcune sanzioni, ch e(sono parole sue) in verità, sono eccessive inrelazione alle violazioni o infrazioni com-messe . Qui si tratta, secondo me, anche didemolire istituti arcaici che ripugnano all asensibilità giuridica e morale della genera-lità degli italiani . Si tratta di far entrare i nquesta parte del codice lo spirito della nostraCostituzione. Mi pare del resto che lo stess oonorevole Amatucci si era espresso in Com-missione in questo senso, quando ebbe a daffermare : « Si sente la necessità di riveder ele disposizioni di carattere penale o di diritt oprivato che contrastano con la Costituzione econ il rinnovato spirito democratico » . Matutto questo importa uno studio molto ac-curato, diceva il relatore . Siamo d'accordo .Ed aggiungeva : « Noi siamo lietissimi se al -cune disposizioni si possono aggiornare e ade-guare non solo all'evoluzione giuridica che s iè verificata, ma anche alle esigenze demo-cratiche del paese » . E voglio ricordare anchele parole dell'onorevole Dominedò : « In pi ùpunti questo codice può essere meritevole d iquegli adeguamenti che la vita, erodendo ildiritto, rende necessari, particolarmente inun tempo di profondo rinnovamento sociale

qual è il nostro » . evidente però, onorevol eministro e onorevole sottosegretario, che l'ir-rompere di questo rinnovamento sociale nonpuò trovarci fermi nell'attività legislativa ,ancorati a istituti del passato che costituiscon oostacoli al progresso civile e sociale dellanazione .

La volontà espressa in Commissione, checi auguriamo di udire ribadita in quest'aula ,di rinnovare, rimuovendo e migliorando, l edisposizioni penali del codice della naviga-zione ha suscitato speranze, ha rinnovato l afiducia nell'opera nostra negli ambienti in-teressati . Voglio augurarmi che le conclusionidi questo dibattito possano rafforzare questesperanze e questa fiducia .

Ma ho detto, onorevole ministro, che avre isollevato un'altra questione, e cioè l'attua-zione dello statuto della regione siciliana .Mi pare doveroso farlo in un momento d igrave travaglio politico che l'autonomia dellanostra isola attraversa, proprio in quant onon ha goduto in tutti questi anni del rispettodei suoi diritti costituzionali . Mi limiterò adaccennare ai problemi principali, nella spe-ranza di potermi più a lungo soffermare susu tutta la materia in altra occasione . Ma di-scutendosi il bilancio della giustizia non pos-siamo ignorare che, oltre alle inadempienzecostituzionali del potere centrale nei confront idell'isola in materia economico-finanziaria, incui ha preminente posizione l'attuazione del -l'articolo 38 dello statuto sul fondo di solida-rietà nazionale, attendono di essere applicat ealtre norme, come l'articolo 21 sulla partecipà-zione del presidente della regione alle sedut edel Consiglio dei ministri quando si discuton omaterie che interessano la regione . Questanorma costituzionale da alcuni anni a questaparte è caduta in desuetudine : è un modocome un altro per colpire un precetto costi-tuzionale .

Che dire poi del problema dell'Alta Cor-te per la Sicilia che dopo cinque anni dall'ini-zio dell 'attività della Corte costituzionale ri-mane aperto ? Non si costituisce il plenumndell'organo con la nomina dei membri man -canti e non si coordinano le norme dello Sta-tuto siciliano sull'Alta Corte con quelle dellaCorte costituzionale .

Non voglio ricordare in questo momentole prese di posizione, gli ordini del giorno ,le iniziative legislative unitarie che a questoproposito vi sono stati ; tutto è caduto nelnulla. dunque evidente la volontà poli-tica del Governo di non cedere e di metters isotto i piedi importanti norme' costituzionali ,la cui mancata applicazione, quando non si

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tratta addirittura di violazioni, turba unagrande regione italiana offesa nei suoi diritti ,creando amarezze, delusioni, incomprensioni ,esacerbazioni .

Non è possibile che il guardasigilli nonabbia nulla da dire su queste cose, date l esue responsabilità giuridiche e politiche nelgabinetto . A conclusione di questo dibattito ,onorevole Gonella, desideriamo che ci si dicachiaramente quali sono gli intendimenti de lGoverno sull'applicazione dell'articolo 23 dell ostatuto, che prevede la creazione in Siciliadegli organi giurisdizionali centrali, tra cuila sezione regionale del Tribunale superior edelle acque pubbliche e l'istituzione in Pa-lermo di una sezione penale e di una civil edella Corte di cassazione. Devo ricordare, aquesto proposito, che esistono presso il Par-lamento apposite proposte di legge di inizia-tiva dell'assemblea regionale siciliana e d imembri di questa Camera . Però non si riescea farle avanzare di una spanna, quanto menoper le incertezze del Governo e della sua mag-gioranza ; voglio parlare solo di incertezze ,ricordando anche che a noi siciliani è parsodi capire, onorevole ministro, che ella sa-rebbe favorevole alla istituzione della Cas-sazione in Sicilia, stando almeno a quant oella scrisse in una lettera indirizzata ad u nsettimanale di Palermo, Il Diritto, sulla que-stione . Se sono rose, vogliamo che fioriscanoin questa discussione, almeno come afferma-zione di una volontà politica in cui i sicilian ipossano trovare un buon segno per l'avve-nire, per il rispetto della loro carta statu-taria .

Crediamo inoltre, onorevole ministr oguardasigilli, che non debbano tardare lenorme di attuazione dell'articolo 31 in mate -ria di polizia e di ordine pubblico . Potremmoaffermare che qui ci troviamo di fronte anorme costituzionali precettive, con formula-zione chiara, definitiva che non abbisogne-rebbero davvero dio alcun'altra norma per es-sere attuate . Tuttavia da alcuni si ritiene chela complessità delle questioni che sorgonodalla necessità di coordinare le attribuzion idegli organi dello Stato e di quelli della re-gione imponga l'emanazione di alcune norm edi attuazione, che però non debbono, non pos-sono tardare a venire .

Queste rivendicazioni, cui solo accenno ,trovano i siciliani uniti, attestati tutti sull astessa trincea a difendere lo strumento pol itico più importante che è nelle loro mani pe ril progresso civile della loro terra . Anche sei nemici dell'autonomia siciliana sono moltie potenti, di là e di qua dallo stretto, sul

rispetto dello statuto (così come è stato di -mostrato recentemente per l'articolo 8, anch ese ancora su di esso il discorso continua), isiciliani hanno la forza , di far camminare ie di vincere gli ostili .

Io oso credere, signor ministro, che sel'articolo 31 dello statuto siciliano non foss euna norma in letargo, probabilmente le forz edi polizia che operarono così funestament enei giorni del giugno e del luglio dell'annoscorso a Licata, a Palermo, a Catania e ne iprimi mesi di quest'anno ad Augusta, Mar -sala ed altrove, avrebbero avuto un ben di -verso comportamento, sotto la direzione e l aresponsabilità del presidente della regione .

L'autorità politica locale ha maggiore co-noscenza della realtà umana, maggior com-prensione della situazione sociale che fa esplo-dere, alle volte, masse umane troppo a lungotenute compresse dalla miseria e dalla dispe-razione ; perciò, necessariamente, l'autoritàpolitica locale è più responsabile di un fredd ose pur alto burocrate del potere centrale, chein una provincia dovrebbe tutelare l'ordin epubblico di cui ha una concezione arretrata ,arcaica, fascista .

Invero, onorevole ministro, credo che sull alegittimità del movimento popolare italianoe siciliano del luglio scorso non vi sia al-cun dubbio. « Nessun osservatore obiettivopuò negare che le manifestazioni che nel lugliosi sono verificate in Italia riflettevano lo stat od 'animo di preoccupazione per la temuta in-voluzione politica » . Queste parole sono stat epronunciate dall'onorevole Fanfani presen-tando l'attuale Gabinetto al Parlamento i l2 agosto 1960. Il Presidente del Consiglio haaggiunto che i cittadini «hanno reagito a que-sto timore come hanno potuto, come hannosaputo » . Ebbene, su questi cittadini che sce-sero in piazza perché videro in pericolo l eloro libertà democratiche, a Palermo, a Ca-tania, si è sparato. Vi sono stati feriti emorti . Ancora più grave che alla violenzadi Stato, si è aggiunta poi la vendetta legale ,sono stati denunciati, processati, condannati .

Non posso tacere tutta la nostra perples-sità, meraviglia, amarezza per le sentenze ,dure, durissime che sono state pronunciat econtro i lavoratori di Palermo e di Cataniada quei giudici .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Se vuole anche la Corte di cassazione in Si-cilia, vuoi dire che ha stima della magistra -tura .

PELLEGRINO . Senz'altro. Intendo sol-tanto riferirmi ad alcuni elementi della ma-gistratura e ad alcuni ristretti ambienti della

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magistratura siciliana perché generalmente imagistrati, in Sicilia come in tutto il nostr opaese, adempiono con grande valore la lorofunzione .

Dicevo che sono sentenze che denuncian oin coloro che le hanno emesse una menta-lità ed una educazione giuridica fuori del no-stro tempo. Sono sentenze che hanno sor-preso gli stessi ambienti della magistratur aper l'incapacità dei magistrati giudicanti acollocarsi sul terreno della serena valutazionedei fatti e delle circostanze che venivano a lloro esame .

Ancora più profondo è stato il turbament odi tutti i siciliani democratici di fronte all eposizioni politiche faziose, antidemocratich eche dalla sentenza palermitana per i fatti del-1'8 luglio emergono e all 'argomentazione giu-ridica anticostituzionale che vi serpeggia .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Non vi sono sentenze democratiche o antide-mocratiche, sono sentenze che applicano l alegge al fatto .

PELLEGRINO . Non ho, evidentemente, l asua dottrina, onorevole ministro ! Sono u npratico del diritto, per di più giovane ; ma ri-tengo con grande convincimento che, senz'al-tro, vi siano sentenze democratiche ed anti-democratiche : sono democratiche le sentenzeche tengono conto del nuovo sistema di le-galità che oggi esiste nel nostro paese ; sonoantidemocratiche quelle che si richiamano a dun sistema legale che è del tutto sorpassato .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Il riferimento è sempre al diritto .

AMATUCCI, Relatore . Le sentenze son ogiuste o ingiuste, non democratiche o anti-democratiche .

PELLEGRINO . Però non vi è dubbio chenelle sentenze si possano trovare motivi digiudizio politico, come del resto è stato quiricordato settimane fa dal Presidente dellaCamera, onorevole Leone, quando proprioquesta sentenza di Palermo è stata ricordatada un nostro collega discutendosi il « pianoverde » .

Ora, sul piano strettamente giuridico iodico che le sentenze sono giuste o ingiuste ,eque od inique ; sul piano di una valutazionepolitica torno ad affermare che vi sono sen-tenze antidemocratiche e sentenze democra-tiche . Fra poco leggerò qualche brano dellasentenza di Palermo e ritengo, senza peccared'orgoglio, che probabilmente gli onorevol icolleghi saranno d 'accordo con me nel giu-dizio che ho espresso, e cioè che ci troviamodi fronte ad una sentenza ingiusta ed antide-mocratica . Voglio leggere anzi subito alcuni

passi di questa sentenza perché da questi ri-ferimenti precisi penso che verrà ad essereconfermato il mio giudizio . Degli organizza-tori dello sciopero si dice che essi avevano di -mostrato « capacità e freddezza la cui azione ,lungi dall'esaurirsi entro confini territorial-mente ristretti, si orienta e si armonizza sudirettive che si sviluppano congiuntamente ,anche fuori dei confini della nostra peni -sola » . Come si vede, ci troviamo nel pien odella ridicola e provocatoria argomentazionedell'ordine venuto da Mosca .

Più avanti si afferma che « lo scioper oproclamato dalla C .G .I .L. fu uno sciopero d icarattere esclusivamente politico e come talenon protetto dalla norma dell'articolo 40 dell aCostituzione e pertanto penalmente punibil ea norma dell'articolo 503 del codice penale » .Ritengo che anch'ella, onorevole ministro, si ad'accordo con me nel dire che quest'afferma-zione dei giudici palermitani è senz'altro an-tidemocratica .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Esistono o no gli scioperi politici ?

PELLEGRINO . Riconoscendo la sua dot-trina e la sua esperienza (ella ha anche par-tecipato ai lavori preparatori della Carta co-stituzionale) vorrei che citasse una sola norm adella Costituzione in cui sia detto che losciopero politico nel nostro paese è vietato.

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Il magistrato lo ha qualificato così .

PELLEGRINO. Il magistrato si 'è limitat oa fare questa affermazione, senza per altr osentire il dovere di dimostrarla .

Sono andato a rileggere, e ne ho fatt oanche argomento di studio, i lavori prepa-ratori della Costituente sull'articolo 40 e no nho trovato che vi sia una discriminazione trasciopero economico e sciopero politico, frasciopero di lavoratori privati e sciopero d ilavoratori dipendenti da imprese pubbliche .In conclusione : a chi ha lottato, ha avuto isuoi morti, le ferite nelle sue carni, com ebeffa aggiunta al danno, è stata irrogata un apena per complessivi 62 anni di carcere; chiha sparato ed ucciso, chi ha ferito, rimaneimpunito . A questo proposito vorrei ricordareche il gruppo parlamentare comunista l apregò di farci conoscere se, a norma dell'ar-ticolo 16 del codice di procedura penale, l efossero pervenute richieste di autorizzazion ea procedere contro coloro che, nel corso de imovimenti dell'anno scorso, avevano sparato ,ferito, ucciso degli scioperanti . Purtroppo ,non abbiamo avuto una risposta .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Siccome la richiesta perviene ora dai banchi

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del Parlamento, e non da una lettera privata ,le assicuro che le risponderò .

PELLEGRINO . Non ritengo che la letteradi un gruppo parlamentare sia una letteraprivata . Comunque, la ringrazio per la suapromessa .

Quella sentenza ha avuto il plauso de lprocuratore generale della corte di appell odi Palermo Mercadante, il quale, inaugu-rando l'anno giudiziario, l'11 gennaio di que-st'anno, ha pronunziato, sui fatti del luglio aPalermo, parole incredibili . Egli ha detto :« Indicendo uno sciopero di protesta per fatt iluttuosi altrove avvenuti, si organizzò, i nquesta città, un'azione selvaggia quanto inci-vile di vandalismo . . . merce l'opera di nume-rosi criminali reclutati per l'occasione » .

Non pensa, onorevole ministro, che que-ste parole siano gravi, anzi gravissime ?

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Non posso giudicare le sentenze . Vi sono gliorgani di revisione .

PELLEGRINO . Queste sono le parole cheha pronunziato nel suo discorso il procura-tore generale della corte di appello di Paler-mo, dottor Mercadante . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Neppure questo posso giudicare .

PELLEGRINO . Ci dica, allora, il procu-ratore generale della corte di appello di Pa-lermo : come mai i dirigenti della C .G.I .L. d iquella città, che a suo giudizio si macchia-rono di tanto delitto ed infamia, non furon odenunciati e processati ?

Dunque, il giudizio è garantito e non cer-tamente responsabile . Ma il procuratore ge-nerale aveva bisogno di esprimere questo giu-dizio sui fatti, infondato e fantasioso, pe rdire, come ha detto, che il collegio giudicant eè stato moderato .

Era una direttiva che il capo di quell acorte dava alla magistratura dipendente perl'avvenire, perché altri processi si dovevanocelebrare nell'isola contro scioperanti . E, in-fatti, il processo contro il segretario della ca-mera del lavoro di Palermo, dottor Orlando ,si è concluso con una sentenza iniqua. A Ca-tania, un mese fa, gli scioperanti del luglio1960 furono condannati a complessivi 23 an-ni di carcere. Il processo si è svolto in u nclima di intimidazione . Presenti in aula co-stantemente i poliziotti della squadra politic aed il procuratore della Repubblica . La requi-sitoria orale del pubblico ministero, rappre-sentato dal sostituto procuratore della Repub-blica dottor Gibaudo, ha ricalcato concetti edespresso giudizi che sembrano inverosimili .

« I lavoratori erano — ecco le sue testual iparole — una folla di scalmanati con gl iistinti atavici dell'uomo preistorico che vo-levano giocare alla rivoluzione » . Ed ancora :« La polizia fu costretta ad intervenire perimpedire che i piani della rivolta contro i l

potere costituito fossero attuati . Quando lafolla è in tumulto, — dice il dottor Gibaudo ,— e non ha la coscienza di quel che fa, è pe-ricolosissima ed incute timore . In quei mo-menti, neppure i poliziotti possono avere inervi di acciaio ; le armi sparano da sole » .Come si vede, si legittimano le sparatorie con-tro i lavoratori . In queste parole è facile co-

gliere un misto di insensato e di ridicolo chelascia stupefatti. In Sicilia ci troviamo d ifronte, per fortuna, a limitati ambienti dellamagistratura, che non si accorgono che ogginel nostro paese abbiano un diverso sistemadi legalità, che è quello che promana dall aCostituzione repubblicana, e che dànno l ' im-pressione di essere rimasti ancorati al vecchi osistema . Voglio dire, con colui che ha ono-rato la nazione, l'insigne giurista ed illustr epolitico Piero Calamandrei, « che non bast ache i magistrati conoscano a perfezione l eleggi come sono scritte, sarebbe necessarioche altrettanto conoscessero la società in cu iqueste leggi devono essere applicate . Il tradi-zionale aforisma iura novit curia, non haun valore pratico se non si accompagna aquest'altro : mores non t curia .

E, poiché, onorevole Gonella, gli episod icui ho accennato sono circoscritti, sì, nell'am-bito della magistratura, ma tuttavia persi -stenti, io debbo dire che ci troviamo di frontead un indirizzo politico di Governo che fasorgere ad ogni movimento popolare, una sci anera di denunzie, di condanne che mirano adaffermare principi anticostituzionali di auto-ritarismo e denunciano la involuzione poli-tica del Governo Fanfani, a dispetto di quell edichiarazioni programmatiche che ho ricor-dato e che furono portate sulle labbra del-l'attuale Presidente del Consiglio dal ventofresco democratico del luglio che spazzò l acalura afosa elerico-fascista .

Inadempienze e violazioni costituzional icaratterizzano l'attuale vita del paese .

Ci siamo intrattenuti su due fondamental iquestioni nel quadro di questo importante egrave problema perché riteniamo, onorevoleministro guardasigilli, che anche le sue re-sponsabilità giuridiche e politiche nel sen odel Ministero, non possano sottrarsi al giu-dizio del Parlamento. Il nostro voto a questobilancio sarà un no, senza però volerci sot-

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trarre al nostro dovere, al nostro impegn odi dare la nostra opera per il progresso giu-ridico e civile del paese . (Applausi a sinistra— Congratulazioni) .

Trasmissione dal Senato .

PRESIDENTE . Il Senato ha trasmesso i lseguente disegno di legge, già approvato dall eCommissioni riunite V (Bilancio) e XII (In-dustria) della Camera e modificato da quell aIX Commissione :

« Concessione di un contributo annuo d ilire 85.000 .000, per tre anni a partire dall'eser -cizio finanziario 1959-60, a favore dell'Ente" Mostra d'oltremare e del lavoro italiano nelmondo " in Napoli » (2326-B) .

Sarà stampato, distribuito e trasmesso all eCommissioni che già lo hanno avuto in esame,nella stessa sede .

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Olindo Preziosi . Ne ha facoltà .

PREZIOSI OLINDO . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, nel prendere la parol asullo stato di previsione della spesa del Mi-nistero di grazia e giustizia, anch'io non poss osottrarmi ad una malinconica ed amara con-statazione, che cioè l'amministrazione dell agiustizia nella considerazione del . Governonon ha il posto che le spetta, pur essendo l agiustizia la suprema manifestazione di unpopolo civile e democratico .

Anche quest'anno dobbiamo ripetere chela giustizia viene trascurata mentre ha biso-gno di mezzi adeguati . La spesa che vienestanziata nel bilancio, e che per altro no npossiamo modificare in senso positivo, è ve-ramente insufficiente per risolvere i gravi pro-blemi della giustizia, soprattutto quando d atempo si riconosce che la giustizia attravers auna crisi che può essere risolta soltanto ap-prestando i mezzi necessari per renderla men olenta .

Ma il problema indubbiamente qui si al -larga e si proietta in modo multiforme in var iaspetti e non possiamo certo limitarci a desprimere il nostro rammarico per questa de-ficienza di mezzi ; dobbiamo invece esami-nare il problema dell'amministrazione dell agustizia in tutti i suoi aspetti, in quanto è u nproblema non soltanto di mezzi, ma anche d iuomini e di leggi .

Leggendo la pregevolissima relazione del -l'onorevole Amatucci, così profonda e diffusa ,che nulla ha trascurato, non si può non re -stare veramente perplessi di fronte all'aumen-to della criminalità che egli ha dovuto indi -care e che si è manifestata soprattutto peri reati più gravi, che determinano il più gran-de allarme sociale, per i reati di omicidio edi rapina, oltre che per le truffe, per i furti ,per l'emissione di assegni a vuoto, per i delitticolposi, ecc .

Vorrei particolarmente richiamare l'atten-zione della Camera su questo indice di au-mento della criminalità, mentre qualche ann ofa noi prendevamo atto quasi con una certasodisfazione del fatto che la criminalità, s enon diminuiva statisticamente, certo si man -teneva piuttosto statica nelle sue manifesta-zioni, anche le più gravi. Oggi, invece, quest aconstatazione deve far riflettere, perché bi-sogna frenare la corsa alla criminalità ed esco-gitare i mezzi idonei perché la difesa dell asocietà sia salda e perché la libertà, l'inco-lumità e i beni delle persone siano protetti .

Onorevoli colleghi, avrete anche voi ap-preso dai giornali di stamane la notizia d iun efferato delitto avvenuto vicino a Roma ,una strage, commessa, si dice, da un folle ,ma con modalità tali che hanno profonda-mente scosso l'opinione pubblica di fronte nonsi sa se alla paura o alla inerzia di chi dovev aintervenire per evitare il peggio . Se questointervento non si è avuto e se due vite uman esono state sacrificate dalla furia omicida, dob-biamo riconoscere che le forze di polizia nonhanno più quella passione, quell'entusiasmo ,quella dedizione al sacrificio necessari pe rla repressione dei reati comuni, paralizzateda norme sul fermo delle persone e sulle in-dagini, mentre queste forze di polizia, ch esono sempre al servizio dello Stato e del po-polo, devono riavere il loro prestigio e il' lorodecoro, devono avere, insomma, quei poteriche possano loro permettere la scoperta ed imoventi dei delitti .

L'onorevole Amatucci ha detto nella su arelazione che una quantità enorme (1'80 percento circa solo nel distretto di Milano) d ireati contro il patrimonio (specialmente furti )resta impunita . la conseguenza di quel ri-lassamento, di quell'abbandono delle facoltàindispensabili per scoprire il reato, per indi-viduare il responsabile, per consegnarlo all agiustizia; perché, se le forze d polizia, nellascoperta del reato e dell'autore di esso, ecce-dono nello zelo necessario, si interviene su-bito demagogicamente per dire che le libert àdei cittadini (in questo caso dei colpevoli) sono

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compromesse e le forze di polizia sono sog - sione che sono necessarie per la soluzione d igette a richiami, a rimproveri e forse a qual - questi

problemi .

I suoi

tentativi purtroppocosa di peggio . non sono secondati, perché, se i disegni di

Bisogna affrontare questa realtà con spi-rito di responsabilità e di obiettività, per l adifesa della società. Se, invece, vogliamo an-cora cullarci nei palliativi o nei mezzucci chefanno ancora meno sentire l'autorità e il pre-stigio dello Stato e di chi lo rappresenta ,l'aumento della criminalità è destinato a daccrescersi .

Ma, come vi dicevo, il problema dell agiustizia è un problema di leggi ; ed io vorròrichiamare l'attenzione della Camera su un aparte soltanto del vasto programma di rifor-me annunciato dall'onorevole ministro, e pre-cisamente sul settore della giustizia penale ,la quale deve essere la più rapida e la pi ùefficiente, in modo che il cittadino possa con-servare la fiducia nello Stato e nelle sue leggi .E quando le leggi che si devono applicare,quelle già in atto, sono così disordinate eframmentarie, leggi che si sono sovrappostefacendo perdere a quelle originarie l'aspett oorganico, indispensabile, unitario, ne deriv auna selva intricata di norme non soltant oframmentarie e disorganiche, ma anche con-traddittorie, per cui il giudice si trova i nuna situazione di grave disagio nell'interpre-tare la legge e, prima di interpretarla, nell aricerca di essa. Onde io approvo senz'altr oquanto è stato esposto dall'onorevole Ama-tucci nella sua relazione, che si rende urgent ela rielaborazione di tutte le leggi che presen-tano sanzioni penali, che bisogna creare itesti unici e bisogna rivederli, perché ognun odi noi sa che cosa rappresenta, attraverso l emodifiche varie e frammentarie, la legge co-munale e provinciale, che cosa rappresent ala legge della finanza locale e, quella che ciinteressa in modo più particolare, la legge d ipubblica sicurezza, che è stata scardinata davarie sentenze della Corte costituzionale . Oc-corre, innanzitutto, che vi sia una norm achiara, uniforme, bene elaborata sotto il pro-filo tecnico legislativo, che assicuri la cer-tezza del diritto .

Ma l'orizzonte si allarga . Questo è unprimo passo che si impone e la urgenza d iesso è di una evidenza palmare, perché l'ono-revole guardasigilli annunzia di avere pre-sentato un disegno di legge di modifiche alcodice penale .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Da oltre un anno .

PREZIOSI OLINDO . Ella ha dimostrato diavere non soltanto senso di responsabilità edi comprensione, ma l'abnegazione e la pas -

legge restano giacenti, la colpa può ben es-sere ricercata, ma non certo nella Commis-sione di giustizia, i cui atti consacrano un la-voro diuturno (e lo stesso credo si possa diredella corrispondente Commissione del Senato) .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .La Commissione ha operato moltissimo . Quelloche provoca un ritardo è i1 sistema dei rego-lamenti parlamentari .

PREZIOSI OLINDO . Il merito della Com-missione deve essere da noi riconosciuto, ein modo particolare quello del suo presidente ,onorevole Cassiani, il quale con la sua bennota competenza e nobiltà di animo riesce adincoraggiare tutti noi a lavorare .

E la Commissione giustizia ha operato .Onorevole ministro, il difetto non è nel si-stema o nel regolamento : è nella volontà .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Le riforme dei codici si sono fatte con deleghein altri tempi. Attualmente non so se si accet-terebbe una delega .

PREZIOSI OLINDO . L'altro giorno l'ono-revole Degli Occhi si lamentava per il fattoche una sua proposta di legge in ordine al -l'estensione del beneficio della sospension edella pena, pur essendo stata approvata dall aCamera, non diventi legge perché non h aancora ottenuto l'approvazione del Senato .

A questo punto vorrei ricordare ancheuna mia proposta di legge che si riferisc eall'articolo 582 del codice penale, propostache ella ha riprodotto nelle modifiche, nelsenso di rendere perseguibile su querela diparte il reato di lesioni lievi, con guarigion enon superiore a 10 giorni, quando il fatt osi sia verificato fra parenti . Anche questaproposta di legge è già stata approvata dallaCamera, mi sembra da due anni o più, ed èancora davanti al Senato, giacente nel sepol-cro. Questa proposta di legge avrebbe gi àdovuto diventare legge, dal momento che ell astesso, ripeto, l'ha recepita nel suo disegno d ilegge; ma, intanto, perché la norma divent ioperante, bisognerà aspettare l'approvazion edelle modifiche da lei proposte al codice pe-nale ; e non sappiamo quanto tempo ci vorrà .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Tutto questo è conseguenza del bicamerali-smo, quindi del sistema .

PREZIOSI OLINDO . In ordine alle mo-difiche al codice penale, nell'insieme non s ipuò disapprovare quanto ella ha compiuto,anche se altre parti della Camera non sonod'accordo e sostengono che il codice penal e

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dovrebbe essere rinnovato in toto . Ma un co-dice è il prodotto di maturità, di esperienze ,di elaborazione, e per poterlo cambiare indub-biamente occorrono profondi e radicali movi-menti sociali e politici . Del resto, noi abbiamouna tradizione giuridica che non è nata nean-che nel ventennio, ma è precedente ad esso ,una tradizione giuridica che in parte è stataanche inserita nel codice penale del 1930 eche ora viene ripresa nelle modifiche che ella ,onorevole ministro, ha proposto .

Non intendo soffermarmi su nessuna delleparticolari forme delittuose : le tratteremoquando verranno in discussione ; ora desiderosoltanto richiamare l'attenzione della Camerasú alcuni punti essenziali, su alcuni istitut iche sono fondamentali : quello della penae quello delle misure di sicurezza . Perchése il delitto è una manifestazione, un prodotto ,un fatto sociale, se il delitto deve essere pu-nito, noi tuttavia apprezziamo lo sforzo vera -mente umano che ella, onorevole guardasi-gilli, ha compiuto nel predisporre l'altro di -segno di legge che si riferisce all'ordinamentopenitenziario, per poter applicare una norm adella Costituzione che intende umanizzare l apena interpretandola come un mezzo di re-denzione . Approviamo questi principi ; peròcontro coloro che vorrebbero l'abolizione dell apena massima prevista dal nostro codice emantenuta nelle sue modifiche al codice pe-nale, noi diciamo che l'ergastolo non può es-sere bandito dalla nostra legislazione penale .Voi tutti ben sapete come questo castigo su -premo penale venga inflitto per i reati piùgravi che commuovono e turbano profonda -mente la pubblica opinione e che sono l'espres -sione della ferocia, del cinismo, della perver-sità fino agli estremi limiti . E quando io sent odire che questa pena deve essere abolita enon si accetta il temperamento umano dell aliberazione condizionale, ritengo che in talmodo, con una blandizie eccessiva, si arri-verebbe al capovolgimento e alla distruzionedei valori sociali e morali ai quali si dev eispirare una norma di diritto penale ; mentrenoi riconosciamo la validità giuridica ed uma-na inserita del suo disegno di legge per l aliberazione condizionale dei condannati all'er-gastolo, pur rilevando che in altri Stati s iconserva ancora la pena di morte . Ed anchenell'Unione Sovietica, così cara ai nostri col -leghi di sinistra, è stata ripristinata recente-mente la pena di morte . Da quella parte (In -dica la sinistra) si chiede invece l'abolizionedell'ergastolo

DOMINEDO', Sottosegretario di Stato perla giustizia . Non è stata mai soppressa nel-

l'Unione Sovietica la pena di morte . Sospesa ,è stata poi ripristinata. Per certi reati è ri-masta sempre .

PREZIOSI OLINDO . La pena di morte ,che vige in altri Stati civili, è stata giusta-mente bandita da noi, di fronte alla possibi-lità, sia pure in percentuale minima, di unerrore giudiziario irreparabile .

Ma fermiamoci alla liberazione condizio-nale, che applica una norma della Costitu-zione .

Onorevole ministro, quando ella parla dicura di anime, perché così vengono conside-rati i detenuti, così viene interpretato il car-cere (un ospedale di anime), in quanto la penanon deve essere più considerata come unavendetta della società o come repressione ocastigo, ma come mezzo per redimere, purnon condividendo in pieno questa imposta-zione, ritengo che si imporrà una differen-ziazione fra i detenuti . Ed in rapporto allaliberazione condizionale non si potrà appli-care un'unica unità di misura, perché variala situazione rispetto alla età, alle condizionifisiche e al grado di rieducazione dei singol idetenuti . Per poter operare la redenzione, ènecessario accertare se quel detenuto si possacurare ed in qual modo, se possa far part edi un gruppo simile alle sue condizioni, per -ché certamente vi saranno almeno vari grupp iche vanno curati in modo diverso . E i mezzi ?Umana, umanissima, questa legge (se verrà)che si ispira ad una tradizione luminosa dell ascuola positiva italiana . Ma, per poterla ap-plicare, occorrono mezzi adeguati . Non dob-biamo, però, dimenticare la ferocia dei cri-mini e la tragedia delle vittime e, soprat-tutto, non dobbiamo dimenticare che gli as-sassini, una volta restituiti alla società, sa-ranno guardati sempre come un pericolo econ allarme.

Ella, onorevole ministro, ha escogitato tutt ii mezzi perché la riabilitazione possa elimi-nare queste conseguenze, assicurando, non soloall'interno, ma anche all'esterno del carcere ,gli strumenti che dovrebbero servire alla rie-ducazione post-carceraria . Problema vastissi-mo, ma occorrono i mezzi . Ottimo propositoquello per cui del condannato per un gravis-simo delitto, curato e istruito nel carcere me-diante un lavoro retribuito, una volta rien-trato in seno alla società, ci si debba preoccu-pare di dargli un posto di lavoro . Ma comesi fa a non ricordare gli altri, che nulla hannocommesso, che sono umili ed onesti cittadini ,povera gente che va all'affannosa ricerca d iun posto di lavoro, e che sono abbandonat ia se stessi e per i quali non vi è la cura di

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questi centri di educazione che sono nel car-cere o degli istituti di assistenza post-carce-raria ? Non creiamo queste disparità e spere-quazioni sociali che sarebbero un'offesa mag-giore del delitto, grave o gravissimo, che h apercosso la società !

Su questa preferenza e longanimità nonintendo infierire : facciamo queste leggi, m anon dimentichiamo gli altri, quelli che no nsi sono resi colpevoli di alcun torto, quell iche non hanno commesso alcun reato !

Comunque, le idee sono nobili ed io augur oall'onorevole guardasigilli, per la deferenza— se permette — cordiale ed ammirata che h oper lui, che i suoi sforzi siano coronati d asuccesso .

Il delitto, anche se allarma nelle sue ma-nifestazioni attuali, non è tanto dovuto — l odobbiamo dire francamente — alla miseriao ai motivi di un malinteso onore in questao in quella regione, ma è dovuto alla deca-denza del costuma e della morale nel nostropaese . Questa è la vera causa del delitto . Dovesono i valori morali, ideali, umani che ce-mentavano le famiglie, che guidavano sullaretta via i fanciulli e i giovani con l'esempio ?Questi fanciulli, che erano tali alla fine dellaguerra nel 1945 o 1946, ora sono adulti e soncresciuti in questo particolare periodo, avvi-liti nelle loro anime, senza la guida delle fa-miglie, accecati da passioni insane e dallacupidigia del denaro, deviati e turbati profon-damente dalla stampa, dagli spettacoli cine-matografici e televisivi, dai manifesti . Ecco lecause della crescente delinquenza ! In quest ocampo non basta lo sforzo del ministro . Tutt icoloro che sono veramente amanti della sanitàe della educazione del nostro popolo e voglion oalmeno ridurre questi gravi delitti, devonocompiere uno sforzo affinché i valori moral iabbiano di nuovo il loro altare e affinché s iritorni al costume tradizionale del nostro po-polo. Solo così si potrà percorrere una tappaluminosa sulla via della bonifica sociale .

Per bene operare non basta la repressione ,anche se ad essa venga conferito il caratter evoluto dalla Costituzione, ma occorre anch ela prevenzione. E qui richiamo l'attenzionedel ministro sulle misure di sicurezza, nonsolo su quelle esecutive, ma anche su quell eamministrative, che devono essere affidate pur eal giudice di sorveglianza . Il giudice di sor-veglianza deve avere un ruolo di primari aimportanza nell'applicazione delle norme sul -l'internamento e sulla libertà vigilata . Egl ideve seguire l'internato, deve seguire il vigi-lato speciale e a un certo momento deve, s eil caso lo richieda, revocare la misura di sicu-

rezza o attuare altre misure per rendere piùefficace la cura sociale di colui che ne ha bi-sogno. Il giudice di sorveglianza deve esser eal centro del sistema punitivo e perciò essodeve essere un magistrato specializzato. E quimi ricollego a quanto ha scritto l'onorevol eAmatucci nella sua relazione sui tribunali pe rminorenni e sui giudici tutelari . Se ci ispire-remo ai criteri sopra esposti, non tarderem oa raccogliere buoni frutti .

Non voglio soffermarmi oltre sulla giu-stizia punitiva; tratteremo altri suoi aspettinella sede opportuna . Qui voglio ora sotto -porre alla sensibilità e alla saggezza del mi-nistro la necessità di snellire la procedur apenale, mentre concordo pienamente su quantoegli ha fatto per lo snellimento della proce-dura civile . Per il giudizio penale, però, i lproblema diventa più complesso .

Ritenevo, signor ministro, che ella presen-tasse anche un disegno di legge per la riform adel codice di procedura penale .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Convengo in pieno sull'opportunità di quest ariforma . Il problema, tuttavia, è estremament ecomplesso .

PREZIOSI OLINDO . Il fatto è che l'attual esistema non consente il rapido e regolare cors odella giustizia . Vi sono processi che duran oanni ed anni ! Il procuratore generale dell aCorte di cassazione, in occasione del discors otenuto per l'inaugurazione dell'anno giudizia-rio in corso, indicava con senso di sodisfa-zione che i ricorsi pendenti al 31 dicembr e1960 erano ridotti a 28 .900. Indubbiamentesono stati realizzati progressi, ove si pensiche fino a poco tempo fa i ricorsi erano 45mila (nel frattempo è intervenuta l'amnistia) ,ma si tratta pur sempre di quasi 30 mila ri-corsi pendenti .

Ancora più grave è la situazione delle cort idi appello e dei tribunali . Il problema è dun-que grave ed occorre affrontarlo rapidamentee con il massimo senso di responsabilità .

La questione di fondo è quella dello svolgi -mento dell'istruttoria, sommaria e formale ,tema su cui intendo richiamare l'attenzion edella Camera . L'istruttoria sommaria e for-male si adatta ancora oggi a vecchi clichés ,che risalgono, però, al tempo in cui l'istrut-toria rappresentava soltanto un'inchiesta ra-pida e preliminare, diretta a stabilire un cri-terio di probabilità o meno di responsabilità ;il pubblico ministero ne raccoglieva gli ele-menti e poi seguiva il dibattimento .

Successivamente tale processo ha subit oprofonde modifiche per una serie di riformeculminate in quella del 1930, allorché si è

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consolidata la trasformazione che già si eraoperata nel sistema. Mentre, però, in baseal codice del 1930 il pubblico ministero è con-siderato una parte, come l'imputato e la partecivile, di fatto il pubblico ministero vienea trovarsi in posizione di superiorità per averegià raccolto le prove, letto gli atti istruttori ,sentito i testimoni ; e, quel che è più grave ,nell'istruttoria

sommaria non è

applicataneppure la « novella » del 1955, con le suc -cessive modificazioni per il deposito degli att igenerici, perché durante l'istruttoria somma -ria (con la quale si istruisce il maggior nu-mero di processi) di competenza del tribu-nale o del pretore, la difesa è completamenteannullata e non può prendere neppure visionedi atti importanti, che non vengono depositati .

In tal modo, il dibattimento orale rappre-senta un doppione perché l'istruttoria, som-maria o formale, ha già raccolto tutti gli ele-menti e il dibattito è soltanto una finzione .Infatti, se qualche testimone (interrogato du-rante l'istruttoria sommaria non dal giudice ,ma dal pubblico ministero, che pure è consi-derato una parte !) tentasse, nel pubblico di -battimento, forse per essere più aderente all arealtà, di modificare la precedente deposi-zione, potrebbe essere sospettato di falso, in-criminato ed arrestato ! Ancora peggio, poi ,se ciò si riferisse all'istruzione formale .

Ecco che cosa rappresenta la nostra istrut-toria penale nella duplice manifestazione som-maria e formale . Se il dibattimento deve svol-gersi con il controllo e con la partecipazion edel difensore, a che cosa serve l'istruttoria for-male ? Soltanto a rendere più lento il process oe a ritardare il corso della giustizia, con pre-giudizio dei diritti della difesa . Vi sia l'istru-zione sommaria, ma soltanto nella forma util ee tradizionale, che poi è stata sopraffatta esconvolta nello stesso suo carattere origina-rio di una deliberazione, di una inchiesta pre-liminare per stabilire se si debba andare agiudizio o meno .

Non desidero parlare di un altro argo -mento che potrebbe apparire come rivoluzio-nario per quanto concerne le funzioni e lequalità del pubblico ministero : il pubblicoministero, se è considerato una parte, dovrebb eessere un avvocato dello Stato come nei giu-dizi che interessano lo Stato. Ma il problem aè così vasto, complesso e profondo, che in que-sto momento bisogna almeno stabilire un pia -no di lavoro per poterlo attuare, senza farevoli spaziali, anche se attualmente vi è lasuggestione delle conquiste cosmiche .

La procedura penale deve essere oggett odi una rapida revisione anche per restituire

al pubblico ministero le sue funzioni tradizio-nali, allorché questo istituto venne introdottonel nostro sistema processuale penale ; e ciòper fermarmi soltanto all'ospetto più rile-vante ed urgente . Ma, per quanto riguarda lalentezza, bisogna intanto preoccuparsi di dar eagli uffici giudiziari, soprattutto a quelli rap-presentati dal giudice istruttore e dal pubblic oministero, i mezzi adeguati per le loro inda-gini . Voi sapete, onorevoli colleghi, quant odanno si produce allorché un giudice istrut-tore non abbia i mezzi per potersi recare rapi-damente sul luogo dove è avvenuto un delitt oefferato, al fine di compiere le prime gene-riche indagini e di assumere quelle prov enella forma più rapida, che non possano es-sere deformate dalle forze contrastanti, ch esono subito pronte ad ingrandire o a defor-mare la verità .

Oggi il giudice istruttore è senza mezzi .Per la deficienza di essi si arriva perfino al -l'impunità dei delitti . Credo che tutti i col -leghi sappiano che Lionello Egidi non fu ri-tenuto colpevole nel primo giudizio perch émancavano 50 mila lire per poter evacuare i lpozzo nel quale, secondo l'accusa, egli avrebb e

lanciato il coltello . Un altro episodio : vicinoa Genova fu ucciso un agente, si conoscev al'autore del delitto che però era fuggito i nSvizzera : ebbene, l'Interpol non aveva i mezz iper poter inviare sia pure un appuntato dipolizia al fine di raccogliere le prove ed, ac-ciuffare il responsabile .

Ecco le gravi conseguenze alle quali s iarriva. Così, quando noi affermiamo che imezzi sono indispensabili, non si può nonaccogliere questa nostra esortazione, che ri-sponde alle esigenze del servizio ed a quell edel magistero punitivo, senza parlare di ciòche si riferisce alla giustizia civile, della qualenon mi occupo di proposito, per non appe-santire questo mio intervento . Ma si devon oaffrontare questi problemi ; bisogna assicurar eal giudice, sia esso istruttore civile o penale ,quei mezzi meccanici che non si limitano all amacchina da scrivere : mi riferisco alla steno-grafia e ai registratori che sono già usati i nqualche tribunale . A questo riguardo ricor-derò di essermi recato, per una causa penale ,presso il tribunale di Verbania e di aver con-statato che vi era in funzione un registratore .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Nelle norme processuali non è sancito l'us odel registratore se non come mezzo sussidiario .

PREZIOSI. Forse è di proprietà del can-celliere, che se ne serve per effettuare u ncontrollo .

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L 'onorevole Amatucci, nella sua relazione ,ha parlato del disagio nella lettura di cert iatti e sentenze, difficilmente decifrabili pe rpoco leggibile calligrafia .

Vorrei ora soffermarmi sul problema del -l'edilizia giudiziaria . Il problema è già stat oaffrontato, ma non ancora risolto ; anzi, pos-siamo dire che in questo campo si è appenacominciato .

L'onorevole ministro, con una sua inter-ruzione nel corso della seduta di sabato, ri-cordava che a disposizione dell'edilizia giu-diziaria vi sono alcuni miliardi . Quello del-l'edilizia giudiziaria e l'altro dell'edilizia car-ceraria sono due problemi affini, ma, se do-vessimo fare una gradualità, dovremmo do -tare, innanzi tutto, gli organi preposti all'am-ministrazione della giustizia di una sede de-corosa, consona all'altissima funzione cheessi disimpegnano.

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Come prima tranche, vi sono 10 miliardi perl'edilizia giudiziaria e 12 per quella peniten-ziaria .

PREZIOSI OLINDO . Vi sono anche le som-me stanziate a titolo di contributo ai comuni :vi è la legge del 1957, oltre quella successivadel 1959. Però, io vorrei avanzare una pro -posta. Non si può risolvere questi proble-mi con interventi suscettibili di apparireframmentari, determinati dalla pressione d iquesta o di quella forza politica, di questa odi quella esigenza . Sarebbe più che neces-sario formulare un piano organico di lavor oin tutto questo settore, con la necessaria gra-dualità . Infatti, se bisogna risolvere il pro-blema del tribunale e delle carceri di Avel-lino (del quale ha parlato l'onorevole Ama-tucci nella sua relazione, trovandomi piena-mente consenziente), vi sono altre città chehanno gli stessi bisogni .

Non vorrei occuparmi delle carceri manda -mentali, che l ' onorevole Breganze in Commis-sione definì topaie, prive dei servizi igienici . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Non vi sono nemmeno i detenuti .

PREZIOSI OLINDO . L'onorevole Breganzeaffermava che nelle 750 carceri mandamental ipossono essere associati circa duemila dete-nuti. Comunque, se non ospitano detenuti ,tanto vale sopprimerle .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Protesterebbe il custode !

PREZIOSI OLINDO . Vi sono altri proble-mi connessi .

Ma, in ordine ai contributi che il mini-stero deve stanziare per la manutenzione de -gli edifici finanziari, perché non si appronta

un piano organico ? Tutte le amministrazion idello Stato provvedono alla diretta costru-zione dei propri uffici ; e perché proprio l'am-ministrazione della giustizia, che è la suprem amanifestazione di un popolo civile, non prov-vede direttamente alla costruzione dei suoiuffici giudiziari ? Sarebbe necessario creareun ufficio tecnico distaccato presso il Mini-stero dei lavori pubblici, con il compito diraccogliere tutti gli elementi sulla situazion edeficitaria esistente, per poi elaborare un or-ganico piano. Oggi, come si è provveduto a for-mulare tanti piani come il « piano verde » ,quello per la scuola, quello per le ferrovie ,quello per la rinascita della Sardegna, ecce-tera, così si potrebbe elaborare un piano dicostruzioni per l'amministrazione della giu-stizia !

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Presso il Ministero esiste questo ufficio.

PREZIOSI OLINDO . È evidente che do-vrà trattarsi di un piano graduato, dato ch enon si può risolvere tutto di un colpo . Qual-cuno ha parlato di 50-60 miliardi occorrentiper la sistemazione edilizia dell'amministra-zione della giustizia .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Per l'edilizia carceraria occorrono 60 mi-liardi . Con questi fondi si potranno rico-struire tutti gli stabilimenti carcerari . Abbia-mo cominciato con i primi 12 miliardi che ,tra l'altro, non sono stati tutti spesi ancora .

PREZIOSI OLINDO . Tuttavia, noi questoprogramma non lo 'conosciamo per sapere i nqual modo vengano risolti i gravi problem iche riguardano l'edilizia dell'amministrazionegiudiziaria .

Comunque, prendo atto della sua dichia-razione ed esprimo l'augurio che presto poss aessere attuato tale programma e, soprattutto ,che si tracci il cammino che si deve percor-rere per raggiungere al più presto il traguardo .

Ora, il piano non può investire soltantol'edilizia giudiziaria e carceraria, ma dev eriguardare anche gli altri settori dell'ammini-strazione della giustizia. Mi riferisco al pro-blema degli uomini .

Ed è su questo che io richiamo la parti-colare attenzione dell'onorevole ministro e delGoverno, perché gli uomini sono non solo imagistrati, ma anche i funzionari, i cancel-lieri, i segretari, gli amanuensi, che non pos-sono essere dimenticati . Se si aumenta l 'or-ganico dei magistrati, indubbiamente biso-gna aumentare anche l'organico degli ausi-liari e provvedere pure — per evidenti esi-genze di equità — al miglioramento del trat-

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tarnento economico dei cancellieri, dei segre-tari, degli amanuensi .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Stiamo pensandoci in questi giorni .

PREZIOSI OLINDO . Nel suo complesso ,è tutta la famiglia giudiziaria che va soste-nuta. Questi funzionari sono dei preziosi col -laboratori del giudice e non possono esseremessi in una situazione d 'inferiorità, quas iche il Governo non tenga nel giusto apprez-zamento il loro spirito di sacrificio, la lor oabnegazione, la loro dedizione al servizio .

Per quanto riguarda l 'aumento dell'orga-nico dei magistrati, osservo che questo indub-biamente servirà a risolvere uno degli aspett ipiù importanti della crisi della giustizia, per -ché è nota la deficienza di magistrati . Mal'aumento dell'organico non risolve da sol oquesto aspetto del problema. Esso importeràaltre responsabilità. L 'onorevole ministro haavuto la delega dal Parlamento per distribuir ei nuovi magistrati secondo le loro attitudinie secondo le esigenze dei vari uffici, perché oc -corre una distribuzione quantitativa e quali-tativa, tenendo presenti le loro capacità .

Questo è un compito molto importante esi accompagna alla soluzione di esso anchequello ormai annoso della revisione delle cir-coscrizioni giudiziarie . È stata proposta lasoppressioni di moltissime preture, ma si èancora prorogata la delega per attuare la re -visione. Ma perché si perde tanto tempo, per -ché non si utilizzano quei magistrati, perch énon si realizzano economie ? '

Occorre poi che il magistrato affini le suecognizioni, perché con le trasformazioni so-ciali e col progresso il magistrato deve esser epreparato per essere in grado di interpretar eed applicare le leggi .

Onorevole ministro, ella è stato promotor edell'istituzione dell'accademia . Mi permettodi segnalarle che, secondo l 'articolo 157 dellalegge-delega, è prevista una scuola superior edella pubblica amministrazione .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Per gli statali, non per i magistrati, i qual isono sganciati dai pubblici dipendenti .

PREZIOSI OLINDO. Ad ogni modo, pe ranalogia, si potrebbe anche istituire . Con corsisuperiori, con conferenze, con colloqui e con-versazioni, si potrebbe veramente ottenerequello che noi perseguiamo, perché noi guar-diamo ai giovani magistrati . Si dice che igiovani non sentano attrazione verso l'ammi-nistrazione della giustizia, a giudicare dagl iultimi concorsi che non avrebbero avuto molt iconcorrenti e nei quali tutti i posti messi aconcorso non sarebbero stati coperti . Non dob-

biamo avere alcuna prevenzione di questogenere verso i giovani, ai quali dobbiamoguardare con simpatia e con incoraggiamento .

Bisogna essere molto guardinghi quand osi destinano i giovani magistrati nelle primeloro mansioni giudiziarie . Non bisogna man -darli allo sbaraglio in preture dove devon ooperare da soli, senza alcuna guida, non s isa in quante materie, ma si deve dar loro l apossibilità di acquistare col tempo l'espe-rienza necessaria per poter giudicare .

Un altro problema che dovrà essere risoltoè quello che riguarda la riforma delle corti diassise. Infatti, sia i sostenitori della giuriapopolare, sia quelli della corte criminale, cio ècon magistrati togati, sono tutti d'accordo ne lriconoscere il fallimento dello scabinato, il fal-limento cioè delle finalità che il legislatore s iproponeva . Basterebbe leggere quanto è scritt onella relazione del ministro Rocco al codic edel 1930, allorché si istituì lo scabinato per-ché si sperava di realizzare un incontro tramagistrati (giudici tecnici) ed uomini espertianche dei sentimenti popolari .

Tutti coloro che frequentano le aule d icorte d'assise e gli ambienti giudiziari cono-scono a fondo queste cose . Vi è un president eche domina, un giudice a latere che non rie-sce, anche se lo tenta, ad avere un pensierodiverso da quello del presidente e dei giudic ipopolari inesperti, obbedienti, ossequienti al -l'idea del presidente, il quale in sostanza rap-presenta il giudice unico in questi processiche, si dice, per la loro gravità, necessitereb-bero invece della partecipazione di più per-sone al giudizio .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Ella svela i segreti delle camere di consiglio .

PREZIOSI OLINDO. No, è una cosa ch esanno tutti . Se potesse prevalere contro lavolontà del presidente e del giudice a latereil pensiero dei giudici popolari, il president eo il giudice, che sono i soli capaci di redigerela sentenza, perché gli altri non hanno cono-scenza del diritto, dovrebbero elaborare un asentenza suicida, oppure dovrebbero andareincontro ad un tormento e ad un travaglioper il fatto di dover redigere una motiva-zione di diritto contraria al loro giudizio .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT E

BUCCIARELLI DUCC I

PREZIOSI OLINDO . Tutti riconosconoquesto stato di cose e non solo per gli scan-dali che provocarono le giurie popolari prim adel 1930, ma anche perché non è per nullavero, come affermano i sostenitori delle

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darnera dei Deputat i

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giurie popolari, che la istituzione delle cort icriminali (corti d'assise composte da magi -strati, da 3 a 5 per il primo giudizio e d a5 a 7 per il secondo) sia contraria alla Costi-tuzione, più precisamente all'articolo 102 . In-fatti tale articolo stabilisce' che la funzion egiudiziaria deve essere esercitata dai magi-strati e che il legislatore determina i casi ele forme della partecipazione diretta del po-polo all 'amministrazione della giustizia .

un fatto incontestabile che i magistrat isono l'espressione del ceto medio.

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Specie del Mezzogiorno .

PREZIOSI OLINDO . Questi magistrati nonprovengono da ceti privilegiati, ma son ol'espressione del popolo, e, non è vero cheessi ignorano i sentimenti e le passioni degl iambienti sociali nei quali il delitto si ve-rifica ed esplode la criminalità .

A coloro che sostengono la pretesa incom-patibilità delle corti criminali con la Costi-tuzione devo dire che nel progetto della no-stra Costituzione vi era l'articolo 96 che sta-biliva tassativamente che il popolo dovevapartecipare al giudizio in corte d'assise . Que-sto articolo non fu approvato e si adottò l asoluzione (articolo 102) di commettere al legi-slatore la facoltà di stabilire in quali casi econ quali forme il popolo debba parteciparea questo giudizio . Ma gli inconvenienti con -seguenti sono enormi, perché non si può cer-tamente sostenere che i giudici popolari sianoestranei ad influenze, il che, invece, puòescludersi per i giudici togati . L' « onorata so-cietà » ed altri gruppi di influenze possonofarsi sentire presso i primi ma non presso isecondi, i quali oppongono ad ogni sugge-stione la saldezza del loro intelletto, del lorocostume, della loro preparazione .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Ella è dunque per l'abolizione completa .

PREZIOSI OLINDO. I difetti dello scabi-nato sono conosciuti da tutti . Di fronte allaimpossibilità di ripristinare la giuria popo-lare, di fronte alle esigenze di questi giudiz iparticolarmente gravi, bisogna avere il corag-gio di riformare la corte di assise e di istituir euna sezione speciale presso il tribunale e pres-so la corte di appello . Se la giuria è l'espres-sione della sovranità popolare e se il verdettodi appello può modificare il giudizio di prim ogrado, non si può concepire una sovranit àpopolare di prima istanza ed un'altra di ap-pello ! Bisogna allora pensare a dare ai giu-dici della corte di assise quella serietà, auto-rità e responsabilità che sono giusta prero-gativa di uomini indipendenti, preparati e

probi, liberi da ogni influenza politica e so-ciale, di amicizia e di parte . Ciascuno di noideve sentire la necessità di procedere all ostudio e quindi alla sollecita modifica dell'at-tuale ordinamento della corte di assise perdare a quei giudici il prestigio e la responsa-bilità che sono indispensabili .

Sarei tentato di fare altre osservazioni ,ma me ne astengo perché non voglio abusar eulteriormente della cortese attenzione degl ionorevoli colleghi .

Vorrei concludere con il dire che la cris idell'amministrazione della giustizia, di cu iparliamo da tanto tempo . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .da secoli che se ne parla .PREZIOSI OLINDO . . . . si deve avviare de-

cisamente a soluzione . Bisogna apprestare, ocol metodo che io mi sono permesso di indi-care o con altri, ma che siano organici, si-curi, efficienti, bisogna apprestare, non sol -tanto sul terreno legislativo ma anche sulterreno degli uffici giudiziari e dell'ammini-strazione della giustizia, tutto ciò che è indi-spensabile, perché la lentezza del giudiziocrea la sfiducia nel popolo . Bisogna avvici-nare la giustizia al popolo, bisogna interpre-tare le esigenze, i motivi morali, i motivi so-ciali anche nell'epoca che attraversiamo, na-turalmente con tutti gli adattamenti indispen-sabili . E bisogna avvicinare la giustizia alpopolo attraverso gli interpreti più adatti, piùcapaci, più indipendenti, e questi interpret isono precisamente i magistrati . Io mi auguroche i magistrati riconoscano quanto il Parla-mento fa per essi, ed il Parlamento si ado-prerà per risolvere anche il problema ch epiù travaglia questa categoria e la divide : ilsistema delle promozioni . Nel contrasto trale varie tesi il Parlamento sceglierà la vi agiusta . Ma i magistrati dal canto loro apprez-zino il senso di responsabilità e di obiettivit àdel Parlamento .

I magistrati hanno conquistato l'autonomiacon il Consiglio superiore della magistratura .Ma coloro che sostengono l'avulsione com-pleta della magistratura dal cosiddetto poter eesecutivo ricordino che il ministro della giu-stizia è in sostanza colui che organizza ed hala responsabilità dei servizi e delle funzionigiudiziarie ; che egli rappresenta quel colle-gamento indispensabile per il coordinamentodei poteri . La nostra Costituzione non conosc epoteri staccati, indipendenti o avulsi l'un odall'altro. Anche se riconosce questa auto-nomia o questa indipendenza di poteri, i po-teri stessi tuttavia vuole coordinati tra loro ,ed il coordinamento con il Consiglio supe-

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riore della magistratura si attua precisamenteattraverso il potere di iniziativa concesso alministro .

AMADEI LEONETTO . E che bisogna abo-lire .

PREZIOSI OLINDO. Ho saputo che ell aha fatto un vibrato intervento, naturalmentein senso opposto . Ecco perché ho voluto espri-mere la mia opinione al riguardo . Infatti i lConsiglio superiore della magistratura è u norgano privo di responsabilità e di controllodi fronte al Parlamento. Prima responsabiledi fronte al Parlamento era il ministro : ilParlamento poteva esprimere la propria opi-nione e dichiarare la responsabilità del mini-stro per atti illegittimi . Ora abbiamo inveceun organo privo di responsabilità, e resta soloun piccolo legame attraverso l'iniziativa de lministro. Onorevole Amadei, ho parlato an-che con tanti magistrati che prima erano gl iapostoli, gli alfieri ad oltranza della isti-tuzione del Consiglio superiore della magi-stratura : ora essi sono di tutt'altro avviso ; enoi abbiamo il dovere di dirlo .

AMADEI LEONETTO . Hanno ragione .PREZIOSI OLINDO . Sono pentiti e sareb-

bero lieti se si potesse tornare allo statu quoante . Non esacerbiamo questa situazione . At-traverso quella norma correttiva si è stabi-lito un certo coordinamento e legame : difen-diamolo, rafforziamolo . Questo non significadiminuizione del prestigio, dell'indipendenz ae dell'autorità del Consiglio superiore dellamagistratura. Ciò mi dettano la mia espe-rienza e la mia coscienza .

Ed io mi auguro che non solo il Consigli osuperiore della magistratura, ma tutti i ma-gistrati sappiano quello che il Parlamento h afatto e farà per elevare sempre di più la di-gnità ed il prestigio della giustizia, perché no isiamo gelosi, come essi, dell'indipendenza ,della saggezza e della probità della magistra-tura italiana, giacché da essa dipende se l agiustizia italiana possa rappresentare ancor auna fiaccola che illumini le coscienze e ch eassicuri al popolo italiano, nella libertà e nell ademocrazia, l'ordinato progresso sociale e ci-vile . (Applausi a destra - Congratulazioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Manco. Ne ha facoltà .

MANCO . Signor Presidente, onorevoli col -leghi, signor ministro, mi pare debba essereconsiderato come un motivo di felicità quest oelogio che da tutti i banchi di qualunqu egruppo politico è pervenuto al ministro Go-nella, all'onorevole sottosegretario e all'ono-revole relatore per l'impostazione tecnica e

la stesura della relazione al bilancio dell agiustizia .

Io penso che tutto questo rappresenti l amaniera più obiettiva di elogiare il capo de ldicastero della giustizia, anche se motivi po-litici e tecnici (perché sono motivi politic iche informano anche la tecnica del bilancio )giustificano e discriminano il voto contrari oche il mio gruppo politico dà a questo bilanci ocon profondo rammarico .

Noi abbiamo chiesto a noi stessi com eavremmo dovuto fare ad un certo moment oper dire sì all'onorevole Gonella e no al mi-nistro Gonella del Governo Fanfani, del Go-verno democristiano, che instaura e stabilisc ele direttive politiche che permeano anche i lbilancio della giustizia .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Il Governo è solidale, evidentemente .

MANCO. Ma ella è solidale con il Govern oe questo stabilisce posizioni di gruppi i quali ,se volessero accettare la solidarietà del Go-verno verso di lei, ministro Gonella, votereb-bero a favore ; ma, se accettano, come de-vono accettare, la solidarietà sua con il Go-verno, non possono che votare contro . Que-sto perché, sul piano tecnico, sul piano dell aelaborazione di un programma, di un bilan-cio, anche se è quello della giustizia, che datutti è stato detto un bilancio sul quale poiruotano un po' tutte le altre attività dell oStato, non potremmo che essere d'accordo .

Come non si può non essere d'accordoquando si aumentano i fondi per determinat eattività ? Come non si può non essere d'ac-cordo quando ci si preoccupa dei problem idegli istituti penitenziari, o dell'edilizia car-ceraria, o dell'edilizia dei tribunali, dei nuovipalazzi di giustizia ? Come si può non esser ed 'accordo quando si aprono iniziative che ri-guardano il funzionamento tecnico della giu-stizia ?

Ma nel bilancio della giustizia vi è anch ealtro : vi sono colorazioni politiche, esclusi-vamente politiche, che non possiamo accet-tare .

Mi rifarò inizialmente, in questo mio breveintervento, alla relazione pregevole dell 'ono-revole Amatucci, apprezzabile sotto tutti ipunti di vista, ma che — consenta l'onorevol eAmatucci che lo dica con massima lealtà —mi pare costituisca più una relazione dì oppo-sizione che un relazione di maggioranza, per -ché quando l'onorevole Amatucci, rendendos iinterprete del compiacimento di tutta la Ca-rnera nei confronti dell'iniziativa e dell'atti-vità del ministro, ad un certo momento fauna elencazione voluminosissima di tutte le

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deficienze e le lacune dell'amministrazionedella giustizia, praticamente diventa inter-prete dell'opposizione più che della maggio-ranza .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Anche la maggioranza ha uno spirito critico.

MANCO . Però, se voi siete più critici del -l 'opposizione, non capisco più quale maggio-ranza siate . Dicevo, quando l'onorevole Ama-tucci fa una elencazione enorme delle lacunee delle deficienze e vi dice quello che non èstato fatto, quello che si sarebbe dovuto faree che si dovrà fare e non con piani decennali ,ma secolari addirittura ; e qùando l'onorevoleAmatucci dice, come ella stesso dice, onore-vole ministro, che vi sono un'infinità di prov-vedimenti che le Commissioni hanno in part epreso in esame, ma che non sono stati ancor aapprovati e che dormono il sonno dei giusti ,ci dobbiamo chiedere come possiamo votarea favore di un bilancio che accanto ad unaspetto tecnico ne presenta anche uno squisi-tamente politico . (È giungo subito allepreoccupazioni nostre di natura politica etecnica su questo bilancio) . Come si fa a vo-tare quando c'è tutta una coloritura e tutt auna serie di premesse che stabiliscono unaerrata direzione di marcia anche in quest obilancio ?

Ho ascoltato tutti gli interventi dei col-ghi dell'estrema destra (ora mi ascolto i ostesso) ed ho udito testé l'onorevole Pelle-grino che ha mosso una censura discutend o— direi — in sede di appello in Parlament ouna sentenza del tribunale di Messina ; e nonposso non esprimere una grave preoccupa-zione, che non è soltanto del mio gruppo poli-tico, ma è condivisa anche da larghi strati dell asocietà italiana . Questi discorsi vi sono statigià fatti da più parti. Pochi minuti fa l'ono-revole Preziosi faceva veramente una disser-tazione profonda e preoccupata su quelle ch esono le cause di questo dissesto morale, de lquale ci dà atto il relatore ponendo in evi-denza le causali di carattere morale e sociale ,ed anche le possibilità terapeutiche di quest odisfacimento morale, ma non stabilendo intermini precisi, sintetici e urgenti quali prov-vedimenti sarebbero da assumere poi nei con -fronti d'un avvenire della giustizia che debb atener conto di queste condizioni sociali chepurtroppo esistono nel nostro Stato .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Però ho interrotto l'oratore quando giudicav ain quel modo l 'attività giurisdizionale, perchéera mio dovere interromperlo .

MANCO. Ha fatto benissimo ad interrom-pere ed io profitto della sua precedente interru-

zione per ribadire questo concetto . L'interru-zione è sua, è l'interruzione del ministro, mala situazione non muta. Ella ha interrottoegregiamente esprimendo una sua idea, un su oconvincimento, ma i fatti continuano ad anda-re come vanno e la situazione è quella che è .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Anche Zanardelli parlava di crisi permanentedella giustizia .

MANCO. Qui non è crisi di giustizia. Iole sto prospettando un problema che indiret-tamente e conseguentemente si riferisce all acrisi di tutto il funzionamento sociale, crisidei valori sociali e morali in Italia .

Affronto subito i problemi che a me sem-brano più urgenti e mi vengono alla menteanche in rapporto all'ultimo episodio av-venuto a Rocca di Papa e di cui il collegaPreziosi ha parlato . Ho presentato un'inter-rogazione in proposito .

Io mi chiedevo stamane, apprendendo daigiornali questa vicenda folle, drammatica edelittuosa che ha funestato la popolazione diRocca di Papa (e ponevo a me stesso l'inter-rogativo, come tecnico — sia pur superficial e— del diritto e come uomo 'di una certaesperienza), io mi chiedevo se questo episo-dio si fosse potuto evitare o, almeno, se se nefosse potuto ridurre le conseguenze così tra-giche, qualora la polizia fosse intervenut afacendo uso dei mezzi legali previsti dall alegge . Io penso di sì . Ho cercato però di dareuna risposta a questo quesito che ho posto ame stesso . una risposta che scaturisce dall asituazione psicologica e morale che si è ve-nuta a creare nel nostro Stato .

Cosa accade oggi alle forze di polizia ?Dopo che da alcuni banchi del Parlament osi è detto (senza interruzioni) che le forzedi polizia sono criminali, sono rappresentateda delinquenti, in quanto si ritiene che l'eser-cizio di un dovere debba costituire di per séun delitto e una violazione di norme, è chiaroche la polizia e i carabinieri non si muovononé si muoveranno più, perché hanno pauradi muoversi .

Si è sentito chiedere in Parlamento di eli -minare addirittura l'articolo 16 del codice d iprocedura penale . Così, quando un rapina-tore afferrato da un poliziotto farà uso dell earmi e il poliziotto sparerà per difendere s estesso, oltre che la legge, noi vedremo questopoliziotto sotto processo .

AMADEI LEONETTO . Ma no iMANCO . Posso citare dei casi al ministro ,

che per me fino a questo momento è il capodel dicastero della giustizia, nonostante v isia il Consiglio superiore della magistratura .

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Che sta accadendo nella coscienza dei tutoridella legge ? Si tratta qui di un problem apolitico e morale . Ella, onorevole ministro,non può che attuare la politica di questo Go-verno attraverso una strumentazione che di-venta tanto più difficile se rapportata alla su acoscienza, alla sua intelligenza di giurista ealla sua concezione morale della società . I lsuo sforzo è veramente faticoso e quind itanto più apprezzabile . Oggi la polizia è di-sarmata e va gradualmente abituandosi a unadiversa concezione del proprio intervento .Guardate i fatti di Sarnico ! Chi non avrebb eespresso il proprio cordoglio per i morti diSarnico e il proprio rammarico per quell oche è accaduto ? Ma si può pensare che in unacittadina del nord, dove sono avvenuti que-sti contrasti sociali, a un certo momento l apolizia sia stata condannata e punita nella suafunzione al punto da essere consegnata nell ecaserme perché il compito di mantenere l'or -dine pubblico fosse affidato ai vigili urbani ?

svuotare la funzione della polizia affidarecompiti così importanti a forze, come i vigil iurbani, che sono strettamente legate a un'am-ministrazione comunale di parte e che sonocomunisti o missini o socialisti o democri-stiani a seconda del colore dell'amministra-zione comunale !

A mano a mano che si procede, questo svuo-tamento si estende dal settore dell'intervent opolitico all'azione ordinaria della polizia . Oggile forze dell'ordine non intervengono, o in-tervengono con minore fermezza, contro espo-nenti politici e sindacali, temendo forse l einterpellanze parlamentari, il chiasso che sipuò fare attorno a questo o a quell ' episodio ,gli interventi più o meno pietistici di cert aparte dell 'opinione pubblica. Domani la po-lizia non interverrà più nei confronti del ra-pinatore, del ladro, dell'omicida perché negl iagenti dell'ordine è stato instillato un certoanimus che fa sì che i loro interventi tendanoad essere sempre meno fermi .

Vi è poi il pericolo che questa mentalit àsi estenda anche alla magistratura, come al-cuni recenti episodi fanno temere .

Questo svuotamento delle forze dell'ordinerientra nei programmi politici del Governo ?Lo si considera determinato dall'evoluzionenaturale dei tempi ?

Mi domandavo, poco fa, perché non si ab-bia il coraggio di riformare la Costituzion etogliendo l'immunità ai parlamentari ; un'im-munità di cui non gode invece, ad esempio ,un commissario di pubblica sicurezza ch einterviene nei confronti di un cittadino re-sponsabile di un reato . Non si vede perché

i parlamentari debbano continuare a goderedell'immunità anche quando non sono nel -l'esercizio delle loro funzioni .

AMADEI LEONETTO . L'immunità vienmeno quando -vi è flagranza .

MANCO. Trascorse 24 ore, però, il parla-mentare può uscire di prigione . Ora pare ame che l'immunità dovrebbe essere riservataai soli casi in cui il parlamentare svolge un aazione politica, magari anche quando parte-cipa ad un'agitazione politica ; ma se egli sirende responsabile di oltraggio non si vedeperché non possa essere arrestato, come ogn ialtro cittadino. Adesso, invece, tocca all'ol-traggiato commissario di pubblica sicurezz achiedere scusa per . . . avere offeso il parla-mentare !

Il commissario di pubblica sicurezza chearresta un ladro e fa eventualmente uso dell earmi o di mezzi di repressione un po' ener-gici, magari per respingere un'aggressione de ldelinquente, può andare sotto processo . suf-ficiente che si raccolga qualche testimonianz ae che si sporga querela nei confronti di quelfunzionario perché si instauri un procedimentopenale . (Proteste del deputato Amadei Leo -netto) . Che così stiano le cose lo conferma l aquotidiana esperienza di quanti esercitanola professione forense .

Per incriminare una persona, ripeto, bastauna querela fondata su testimonianze più omeno superficiali o partigiane . Proprio pochigiorni fa la Giunta per le autorizzazioni aprocedere ha sospeso un'autorizzazione ne iconfronti di alcuni parlamentari comunisti (edha fatto bene) perché non era ancora perve-nuta la risposta del ministro della giustizi asu una richiesta di autorizzazione a proce-dere nei confronti di alcuni vicecommissar ied agenti della pubblica sicurezza . La Giuntaha ritenuto, giustamente, di dover valutar ecomparativamente i fatti prima di pronun-ziarsi : è troppo facile ad un deputato procu-rarsi alcune compiacenti testimonianze diamici di partito e sulla base di esse instau-rare un procedimento penale .

Esprimiamo questi timori non già per ra-gioni politiche, ma perché temiamo che il co-dice penale ordinario finisca col rimanereinoperante, come sta avvenendo con sempremaggiore frequenza .

Sintomatico, al riguardo, è l'episodio d iRocca di Papa . Perché la polizia non ha spa-rato ? Si pensi che sul luogo del delitto v ierano parecchi vigili urbani e una trentin adi carabinieri sotto l'alloggio del pazzo, i qual iassistevano inermi perché, probabilmente, il

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capitano aveva loro impartito l'ordine di nonfare mai uso delle armi ! Fino a quando ?Fino a quando non venga preso per la golaun capitano dei carabinieri e non gli vengamessa la testa sotto l'acqua, come è accadut oa Genova ? Fino a quando un maresciallo d ipubblica sicurezza, come è , accaduto a Bo-logna, non venga fucilato per primo dal de-linquente il quale, solo in un secondo mo-mento, viene ucciso dall'agente ?

Cosa vogliamo fare ? Il relatore non haparlato dell'eventuale abolizione dell'articol o16 del codice di procedura penale, richiesta erivendicata da alcuni settori ; né abbiamo uditoil pensiero preciso del ministro e del Go-verno a tal riguardo .

Questa situazione preoccupa perché si as-siste, quasi sconcertati, ad una specie di gra-dualità in questa forma di nuova psicologi ache sta investendo alcuni settori della vitapolitica ed amministrativa dello Stato .

Magistrati . Credo poco alla totale indipen-denza del magistrato, perché esso è un uomoe, come tutti gli uomini, è suscettibile di que imotivi che legano, per ragioni affettive, ideali ,di simpatia, ogni uomo a determinate posi-zioni sociali o ad altre. Abbiamo dibattut opochi giorni fa un grosso processo, quello de ifatti di Sandonaci, della rivoluzione del vino .Non discuto la sentenza, per carità,. ho stilat oi motivi di appello a quella sentenza chie-dendo l 'assoluzione e ne dibatterò in corted'appello. Vorrei però discutere un atteggia -mento privato di un magistrato, il sostitut oprocuratore della Repubblica, pubblico mini-stero al processo, che si è permesso di con -cedere interviste al Paese, all'Espresso, al -l'Unità .

Avrei voluto che fosse presente l'onore-vole Pellegrino, il quale rivendicava il diritt odi obiettività carente in Sicilia ed elargiva i lcrucifige contro quei magistrati che avevan opronunciato una sentenza . Le sentenze sonosacre . Quali che siano state le cause ideali ,psicologiche, spirituali che hanno determinat oun giudizio del magistrato, fino a prova con-traria la sentenza è sacra .

Quindi censuro il magistrato in una atti-vità che non appartiene alla sua funzione dipubblico ministero : nel momento in cui egl iconsegna un'intervista ad un giornalista, aqualunque partito appartenga, il magistrat ofinisce con l'essere tale e da cittadino esprim eil suo pensiero che è tanto più valido e tant opiù suggestivo in quanto scaturisce non dall amente libera del cittadino ma dalla mentedel magistrato .

Ebbene, in quella intervista egli ha detto :signori imputati io non ho colpa; quella è l alegge, la legge fascista. Di ciò si discute nonin interviste con i giornalisti, ma in convegni ,dove si parla dell'evoluzione della dottrina ,della necessità della riforma dei codici ; quell esono le sedi naturali dove il magistrato puòdire tutto quel che crede. Come magistrato ,però, egli deve servire la legge attraverso l asua interpretazione : non può consentirsi l'us odi censurare la legge nei confronti di giorna-listi che appartengono soprattutto ad un de-terminato settore politico, i quali hanno sban-dierato nei loro giornali questa evoluzion edella legge penale attraverso l'intervista delgiudice. Così, domani, coloro che scenderannoin piazza si riterranno in diritto di fare quelloche hanno fatto già altri e di tornare a farlosoprattutto perché avranno la sanzione pre-ventiva del magistrato . Diranno : mi ha dett oanche un pubblico ministero che moralmenteho ragione .

Non, è preoccupante tutto questo ? Questaè la difesa dello Stato ? Ecco perché dicoche ella, onorevole ministro, ha la nostra fi-ducia : si vedono i timbri politici in questarelazione, le coloriture politiche in questa re-lazione permeata di pietà evangelica. Finoad un certo punto è una bellissima paginaevangelica la relazione Amatucci ; l'apprez-ziamo molto, ma io non ho alcuna intenzionedi recitare il rosario o di accendere delle can-dele : voglio vederne il succo pratico e con-creto nell'esecuzione di provvedimenti che fac-ciano salvo il diritto del cittadino, anchequello dello Stato, nei confronti delle sovver-sioni, delle aberrazioni politiche e comuniche ogni giorno aumentano in quest'Italiasfasciata, nella quale non vi è più alcun arivendicazione o alcun valore morale. Ed hopaura di tutto questo .

Né credo che il Consiglio superiore dell amagistratura abbia risolto il problema del -l'autonomia del magistrato . Si dice che unavolta i magistrati dipendevano dall'esecutivo .Io ricordo che nel 1940-41 in un tribunal epugliese fu celebrata una causa contro alcun igerarchi fascisti che avevano commesso al-cuni reati annonari . Eravamo in piena epoc adei federali . Il tribunale li assolse con for-mula dubitativa . Interpellato perché avesseassolto con formula dubitativa e non con for-mula piena (così come fu poi deciso in ap-pello) il presidente rispose : perché erano ge-rarchi fascisti, ed io li ho assolti con formul adubitativa perché non si dicesse che fosser ostati assolti con formula piena. Questo nelperiodo della dittatura .

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Oggi vi sono magistrati che partecipan oalle sedute dei consigli comunali, che abbrac-ciano i sindaci eletti, sui cui tavoli vi son ocredenziali governative, ai quali giungono let-tere molto autorevoli, sui quali pesano de -terminate influenze . E poi si dice che il Con-siglio superiore della magistratura avrebbe ri-solto il problema dell'autonomia dei magi-strati ! Io non parlo dal punto di vista dot-trinario, ma da quello pratico . Non sono en-tusiasta del Consiglio superiore della magi-stratura .

Vorrei porre una domanda all 'onorevoleAmadei . Il ministro della giustizia è il capodel dicastero, è la persona responsabile, ne iconfronti del Parlamento, del funzionamentodella giustizia, di tutte le attività che si ri-feriscono all'amministrazione della giustizia ,quindi anche dell'attività dei magistrati, nondal punto di vista funzionale, ma da quell oamministrativo. Vi è il Consiglio superioredella magistratura che decide in determinat isettori . Vi è il famoso « concerto », per alcunedecisioni, tra Consiglio superiore e ministro .Io chiedo all ' onorevole Amadei : quando que-sto accordo non si raggiunge, che cosa suc-cede ? Quando questo accordo non si rag-giunge perché il ministro chiede qualche cos ache il Consiglio superiore non può accettare ,o viceversa, per alcune decisioni è il Consigli osuperiore che decide con votazione plenaria .Supponiamo che il ministro della giustizi aabbia torto : che figura ci fa nei confrontidel Parlamento, del suo dicastero, di quell erivendicazioni e di quelle richieste, che dalpunto di vista obiettivo ha ritenuto valide ,altrimenti non le avrebbe proposte ? Ma val eanche il contrario, con questa differenza : cheil Consiglio superiore della magistratura, seaccoglie una proposta del ministro, smentisceun'attività ed un'iniziativa di alcuni compo-nenti del consiglio stesso. Ma, quando il Con-siglio superiore della magistratura smentisceil ministro, si crea chiaramente una fratturafra il Consiglio superiore ed il potere esecu-tivo . Non può essere altrimenti . A questopunto, io non so quali possano essere glielementi di rettifica da apportare al migliorefunzionamento del Consiglio superiore dell amagistratura in questo « concerto » con il mi-nistro di grazia e giustizia . Il Consiglio è unorgano costituzionale incontrollabile ; quandoil ministro di grazia e giustizia fa qualch ecosa che noi riteniamo debba essere oggett odi una nostra interpellanza, noi lo possiam ofare . Quando, il Consiglio superiore sbagliache cosa succede ? Che poteri abbiamo no iparlamentari ? Il Consiglio superiore emette

provvedimenti, non sentenze . Non so bene s ealcuni provvedimenti siano suscettivi di cen-sura o di impugnazione presso il Consigli odi Stato . . .

AMADEI LEONETTO. Lo sono.MANCO . Ma, vi sono provvedimenti che

non sono impugnabili . Ad esempio, se un ma-gistrato ritiene di aver diritto ad una pro -mozione, un magistrato ritiene di aver di-ritto ad un trasferimento ed il Consigliosuperiore agisce o provvede in maniera dif-forme alla proposta, alla richiesta del mini-stero, che cosa accade ?

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Le richieste del ministero non riguardano ma ile persone, ma le sedi . Inoltre, tutto avvienedi concerto e con l'approvazione del Consigliosuperiore .

MANCO. E se il ministro fa una propost ache non viene accolta dal Consiglio, che cos aaccade ?

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Si fa un altro concerto .

MANCO. E se non si trova un accordo ?GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .

Se ne fa ancora un altro .MANCO. Io ritengo che ad un dato mo-

mento, per arrivare ad un accordo o debba ce-dere il Consiglio o debba cedere il ministro .Se ella cede, onorevole ministro, il Consigli osuperiore decide e càpita quello che ho dettoprima, e se le parti rimangono sulle propri eposizioni . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Tutto avviene per concerto né l'inconvenient eda lei paventato si è mai presentato .

MANCO. Il fatto è che questo può capi -tare e può crearsi questa frattura di funzion ifra ministro di grazia e giustizia e Consiglio .Togliamo, allora, il ministro . . .

AMADEI LEONETTO . Ma c'è la Costitu-zione che prescrive i compiti del ministrodi grazia e giustizia, quello che deve faree quello che non può fare .

MANCO. Nella Costituzione sono sancit itanti principi, ma ciò non esclude che si possadiscuterli anche se la Costituzione rappre-senti il melius nei confronti del passato . . .

AMADEI LEONETTO . Allora, modifichia-mo la Costituzione .

MANCO. La realtà è che quando noi desi-deriamo rivendicare un diritto per un mi-gliore funzionamento della giustizia, ci si diceche il ministero non è competente e che i lConsiglio superiore è competente soltanto s eesistono determinate premesse . Questo càpitaed io lo dico a voi che credete più di noi nelfunzionamento del Parlamento . Questo càpita

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ai parlamentari che si dànno da fare per ar-monizzare alcune attività e dimostrano d iavere a cuore il migliore funzionamento dellagiustizia ; ebbene, questi parlamentari si tro-vano dinanzi ad un sipario che è verament einsuperabile . Io non sono, comunque, entu-siasta del Consiglio superiore, con il qual esussiste il funzionamento di questo sistema .Nella relazione dell'onorevole Amatucci si po-ne la base di nuovi elementi che potrebberocostituire in parte la riforma del sistema pe-nale, del sistema civile e penitenziario .

Ora, mi pare anzi che la relazione facci aperno soprattutto su elementi di ordine mo-rale, sociale e spirituale ed è su questi, a mi oavviso, che la relazione dell'onorevole Ama-tucci si è maggiormente soffermata .

Ecco perché all'inizio io le manifestavo l emie preoccupazioni di ordine politico e sociale .Oggi tale posizione la si assume da tutte le par-ti in maniera così universale, che anch'io da u ncerto momento, stretto d'assedio dalla gene-ralità dei consensi, non posso esprimere unconcetto talmente difforme, altrimenti commet-terei una singolare infrazione alla volontà d itutti, a proposito della pena .

Il concetto della pena orienta un divers oordinamento carcerario, orienta la norma de lcodice penale, la condanna, toglie l'ergastolo ,toglierà la pena a 25 o 30 anni di carcere ; i lconcetto della pena orienta le misure di sicu-rezza, sospinge a considerare il condannato co-me persona che debba essere recuperata, chedeve studiare, lavorare, rifarsi un'esistenza ,ritornare alla vita . Il concetto di pena divent acosì una pagina evangelica che ci sospinge a ldi fuori della realtà .

Onorevole ministro, consenta che a questopunto io le esprima modestamente il mio pen-siero. Chi oserebbe smentire il principio cheil condannato deve essere recuperato ? Cheil condannato deve lavorare ? Che finalmentedeve riacquistare la sua vita ? Chi oserebbesmentire il principio di una riforma carce-raria 1à dove veramente i diritti dell'uom ovengono soppressi ? Ma che cosa ha a che far equesto modo di impostare i problemi con i lconcetto di pena ? Che cosa significa recupe-rare un criminale alla società ? Convincerl oche ha peccato, riportarlo nel solco della mo-ralità, nella convivenza sociale guarito .

Che cosa vuol dire riportarlo al lavoroattraverso un processo di rieducazione ? Checosa ha a che fare questo con la pena"? M anon vi è nella natura, nella gravità dell apena, nella espiazione della pena conseguent ealla sanzione, non l'espiazione della colpa ,come dice l'onorevole Amatucci, ma un distin-

guo tra il bene e il male, tra quello che si devefare e quello che non si deve fare ? Quandoritenete di alleggerire la sanzione penale, dirieducare, di reinserire il condannato nellasocietà, implicitamente ammettete che costuiin carcere non fa che espiare una colpa sull abase di una sanzione, che la sanzione è stat aun avvertimento, che quello che ha fatto ècattivo e che quello che non ha fatto è bene .Non vi è anche in questo individuo colpitodalla sanzione la necessità di una guarigion eattraverso la sanzione ? E la sanzione dovrebbeaprire l'intelligenza, il cervello, che voi vo-lete deprimere, perché pare che tutto appar-tenga allo spirito e nulla al cervello .

Che cosa afferma l'onorevole Amatucci ?Afferma che la pena non deve essere unaespiazione della colpa .

AMATUCCI, Relatore. Non deve essere soloespiazione di colpa .

MANCO . Nella seconda parte della sua re-lazione ella modifica il concetto . Infatti nellasua relazione, veramente pregevole, quandomia relazione sostengo che la pena deve es-sere una espiazione della colpa . E che deveessere ? Perché un colpevole va in carcere ?Per vedere la televisione o il cinema ? Pe respiare la colpa ! Espiata la colpa, si tenteràdi riguadagnarlo alla società . La pena deveessere espiata anche per distinguere il colpe-vole da chi la colpa non ha commesso .

AMATUCCI, Relatore . A pagina 17 dellamia relazione sostengo « che la pena deve es-sere concepita non come espiazione di un acolpa, ma deve mirare alla riabilitazion edel condannato » Faccio inoltre delle riservesulla efficacia delle sanzioni penali eccessiva-mente rigorose .

MANCO. Il principio non muta, onorevol eAmatucci . Quando ella afferma che la penanon deve essere solo espiazione di una colpa ,non riesco a comprendere in effetti che cos aquesta pena debba essere, come debba esser econcepita . Quando il responsabile di un de-litto va in carcere non espia una colpa ? S eè così, come si attua il suo recupero alla so-cietà ?

AMATUCCI, Relatore . Io sostengo la ne-cessità di umanizzare la pena .

MANCO. Questo è un altro discorso . L'urna-nizzazione della pena non ha niente a ch evedere con l'espiazione della colpa . Sono duemomenti diversi .

AMATUCCI, Relatore . Chi commette un acolpa deve espiare, ma attraverso l'umaniz-zazione della pena si cerca di attuare il su orecupero .

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MANCO . Ma quando si va in carcere, s iva per espiare la colpa, non per umanizzarela pena. La pena è umanizzata dal giudiceattraverso l 'applicazione della legge o da co-loro che devono applicare la legge nelle car-ceri . Questa della umanizzazione della pen aè una teoria etica, secondo la quale il delin-quente dovrebbe costituire lo strumento in-volontario del tirocinio sulla umanizzazion edella pena. Io ho paura di questi discorsi, h opaura di questa eccessiva pietà verso i dete-nuti .

AMATUCCI, Relatore . Vuole forse « lo ster-minio degli sciagurati », come dice il Monti ?

MANCO . Tra il concetto che ho espress oe quello dello sterminio vi è la stessa diffe-renza ehe esiste tra l'Italia e l'Unione Sovie-tica . Ella non ha il diritto di interpretare asuo piacimento le mie opinioni e di attri-buirmi cose che non mi sono mai sognat odi dire . Forse ella vuole che tutti i detenut iassurgano ai posti di comando della futurasocietà italiana ? Lasciamo lo sterminio agl isterminatori, che devono essere puniti .

Il mio gruppo ha presentato una propost adi legge, che reca la firma mia e del collegaonorevole Giuseppe Gonella, sull'assicurazioneobbligatoria nei confronti dei detenuti ch elavorano, al fine di metterli sullo stess opiano degli altri lavoratori . Ciò non significaperò che dobbiamo porre sugli altari il dete-nuto o che addirittura vogliamo farlo diven-tare capo della società . E questo mentre c idimentichiamo completamente di coloro cheoperano in difesa della legge, della polizia ,che vive con uno stipendio di fame . Sonocittadini come tutti gli altri, non hanno be-nemerenza alcuna, non possono scioperareperché è vietato il diritto di sciopero ; nonpossono prendersi una casa rispettabile per-ché non ne hanno le possibilità . Permetteteche parli così : finalmente una qualche vocedeve pur levarsi a favore di questi agent idell'ordine che sono più disgraziati degli altr ie che quando sono costretti per legittima di-fesa a picchiare qualcuno o a fare qualcos ache rappresenti una violazione vengono pu-niti, in virtù di un orientamento sociale ch eparte dai banchi della sinistra e affonda le sueradici nella volontà continua di sovvertire l'or-dine giuridico dello Stato . Sentiamo conti-nuamente dalla sinistra spendere parole indifesa di chi compie disordini e delitti ;nessuno spende una parola per gli agenti dicustodia, per la polizia, per coloro i qual inei momenti più difficili sono tenuti alla sal-vaguardia dell'ordine pubblico . Prendiamocila responsabilita di questa situazione che pro-

gressivamente peggiora . È purtroppo veroquello che dicevo all'inizio, la interruzion edell ' onorevole Amatucci ha rafforzato il mi oconvincimento.

vero che l'onorevole Gonella ha la no-stra piena fiducia come giurista, come filo-sofo, come ministro, come tecnico, com euomo attivo; che l'onorevole Amatucci ha l anostra piena fiducia come avvocato, comegiurista, come uomo attivo e come uomo cheassume le sue iniziative, che sono in difes adella tecnica e della giustizia. Ma nella rela-zione al bilancio della giustizia si sente i lpeso di un determinato orientamento politic oal quale noi speriamo si possa far fronteperché la situazione non precipiti definitiva -mente .

Voi avete condannato il periodo passatoper i fatti, non certo per le idee, perché sesi fosse trattato di idee, se non vi fosser ostati quei fatti, oggi la situazione politica po-trebbe essere diversa . Consentite dunque cheio giudichi in base ai fatti . Voi avete inau-gurato un sistema nuovo, fondato su questoconcetto di pietà generale che fa salvi i diritt idell'uomo . Ma i fatti quali sono ? Legget ela relazione del procuratore generale dell aCorte di cassazione, leggete le statistiche cri-minali : la delinquenza aumenta, aumentan oi delitti di qualunque genere (tanto checon grande rilievo viene riportata nella re-lazione una piccola flessione registrata in u ngenere di delitti, mi pare negli assegni a vuoto ,nel 1959-60) . Il che significa che il vostro siste-ma non è valido, che questa pietà (non sap-piamo fino a qual punto avvertita sincera -mente nell'animo di tutti, non sappiamo fin oa qual punto non rientrante invece in un cert ospirito di demagogia o in motivi di ordin epolitico) non ha prodotto gli effetti che la na-zione desiderava .

Se parliamo della delinquenza minorile ,possiamo trovarci concordi nel trovarne lecause nella collettività, nei maestri, nei ge-nitori ; ma quello che emerge è la necessitàdi educare i giovani così da prevenire il de-litto e anche dopo che il delitto sia avvenuto .

Ho presentato una proposta di legge,che mi pare abbia la sua importanza, contr ola omosessualità. Perché io non accetto i lprincipio che la omosessualità costituisca unportato della follia . Se si tratti di follia devegiudicarlo il magistrato . Il magistrato giudicasulla base del caso . Anche chi uccide pu òessere un folle . Se si accerta che è folle, i lmagistrato ne tiene conto .

Diverso è giudicare un reato indipenden-temente da quello che può essere il convin-

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cimento sul caso del magistrato . Perché nonpunire queste dissociazioni di ordine moral edi certa gioventù, per cui i padri di fami-glia oggi sono più preoccupati quando hann oun figlio maschio che non una figlia fem-mina ? Seguivo ieri alla televisione una com-media di Peppino De Filippo, in cui si par-lava di una banda di giovani la quale avev aafferrato quel pover'uomo di De Filippo ch esì era recato da loro come commissario pe rredimere uno di questi ragazzi . Risultato :De Filippo finiva in galera perché si era spac-ciato a fin di bene per commissario, mentr ecommissario non era, ed i giovani tornavan onelle grazie della polizia perché avevano con-tribuito a fare arrestare il falso commissario .

Riflettete bene su questi problemi, an-date in giro di notte, rendetevi conto di quell oche accade a Roma e in altre città d'Italia ;si tratta di giovanetti di 16, 17, 18 anni : an-che per questi si deve invocare la pietà, i lmedico ? No, ci vuole la saggezza della legge ,se occorre, il rigore della legge, perché l alegge è anche esempio, avvertimento perch éaltri non incappino in fatti che sono di un agravità estrema, che investono la moralit àdella nazione, della società, che riguardan oi nostri figli, i nostri nipoti, le generazion iche verranno : sono fatti che, sotto l'usberg odi questa falsa pietà, costituiscono la pre-messa per il franamento totale dei valori dell anostra nazione . Questi sono argomenti scot-tanti . Non sono i nazionalisti che parlano de ivalori della patria : sono uomini di sensocomune che si preoccupano, come voi v ipreoccupate, di questa progressione, di que-sta cosiddetta evoluzione, per cui fra 50 ann iforse non vi sarà più differenza tra ì sessi ;

sono uomini che si preoccupano delle futur egenerazioni, dei capi di domani, di com eessi andranno a finire . E lo sconcertante èquesto, onorevoli colleghi : che un discorso

del genere viene fatto dall'onorevole relatoreal bilancio della giustizia ponendo l'accentosu questi fatti, su queste leggi che dormono ,in vista di quella che domani potrà essere l adistruzione morale del popolo italiano .

CASSIANI, Presidente della Commissione .Una cosa che non capisco è come ella poss aravvisare una contraddizione nella relazion eAmatucci tra il concetto della pena intes acome remunerazione che il colpevole paga all asocietà e la funzione rieducativa della pen astessa .

Ella è talmente pratico ed esperto in di -ritto penale — so infatti che ella svolge un aintensa attività professionale — che non può

non accettare l'osservazione che le faccio inquesto momento .

MANCO . La ringrazio per questa interru-zione, perché essa potrebbe essere chiarifica-trice nei confronti di un atteggiamento ch eio non avevo visto : cioè se il relatore ono-revole Amatucci dice che è esatto quell oche ho detto io, vuoi dire che è da quest aparte per una visione determinata della giu-stizia in rapporto ad una visione generale d idifesa del paese .

A questo punto devo chiedere al relatoreperché, ad esempio, non abbia parlato del -l'articolo 16 del codice di procedura penale .Quale sarà il suo atteggiamento nei confrontidella sinistra, dei comunisti ?

AMATUCCI, Relatore . Risponderò anchesull'articolo 16 . Non potevo parlarne perché ,come ella sa, su questo articolo vi sono al -cune proposte di iniziativa parlamentare .

MANCO. La ascolterò con molta atten-zione al momento opportuno .

Quando leggo la relazione, onorevoli col -leghi, trovo indicate anche quali saranno l eriforme al codice penale : so che da alcunisettori vi - è una proposta di legge tendent ead abolire l'articolo 16 del codice di proce-dura penale .

AMADEI LEONETTO . Lo avevamo giàabolito all.a. Camera .

AMATUCCI, Relatore . Ho parlato del co-dice penale . Non ho detto una parola sul co-dice di procedura penale .

MANCO . Onorevole relatore, questi son ofatti essenziali nella vita dello Stato italian o

AMATUCCI, Relatore . Le risponderò .MANCO . Qui non si tratta di trovare que-

sta o quella dizione, ma di vedere se lo Statoitaliano debba o non debba difendersi ; sitratta di vedere se un capitano dei carabi-nieri, che comanda una carica nei confront idi alcuni manifestanti politici che non vo-gliono un congresso, debba o non debba an-dare sotto processo se non previa autorizza-zione del ministro .

Questo è un settore, e da questo settorene discendono altri e quindi altri element idi giudizio e di critica, cioè l'elemento dell amorale della nazione, l'elemento dei minori ,l'accentuazione dei delitti .

Voi dite : noi usiamo questo sistema cheè di umanizzazione (e fate bene), di pietà edi recupero . Ma quali frutti ha dato questosistema ? Ha dato frutti positivi o negativi ?

una domanda che vi pongo . A giudicaredalle statistiche e dalla relazione, sono fruttinegativi, perché i giovani a compiere delittinon sono più in cento, ma in mille, perché

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III LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 LUGLIO 1961

la stampa, il cinema, la televisione, tutt oquello che volete, hanno influito negativa -mente né voi agite di converso in altri set -tori per frenare queste suggestioni, quest eforme di propaganda e di pubblicità . Eccoperché ella, onorevole Gonella, che è mini-stro di questo Governo (lo dicevò all'onore-vole Preziosi : come si fa a votare contro i lministro Gonella ?), finisce con l'eseguire in-volontariamente o volontariamente questa po-litica di questo Governo . . .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Sono solidale .

MANCO . . . .che non può assolutament eavere da parte nostra un voto favorevole .

Passo all'ultimo argomento . Questo bilan-cio della giustizia impegna sempre le ore not-turne .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Fa bene un po' di raccoglimento !

MANCO. Forse queste sono le discussionipiù producenti, in quanto questi colloquichiariscono le idee di tutti e soprattutto lemie .

Dunque, edilizia carceraria, edilizia de itribunali .

Nella relazione dell'onorevole Amatucci v iè un riferimento al suo tribunale, quello d iAvellino . È legittimo. Ed è altrettanto legittimoche io parli del mio, per il quale, onorevol eministro, mi risulta che furono stanziati ifondi e che i fondi stessi sono scomparsi .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Non è possibile .

MANCO . Sì, furono stanziati i fondi e po ipare, per ragioni dipendenti dal comune ,per carenza di attività, per gli organismi d iamministrazione, per termini che forse sa -ranno scaduti, che questi fondi non esistanopiù. Immaginate la preoccupazione per que-sta battaglia giunta a fallimento .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Ed ella si rassegna ?

MANCO . E che cosa posso fare di più chedirlo a lei ?

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Bisogna svegliare il comune .

MANCO . Vede, onorevole ministro, io nonsono d'accordo sul Consiglio superiore dell amagistratura, perché mi pare che anche da lpunto di vista pratico sia inefficiente . Voi di -rete : non c 'entra il Consiglio superiore dellamagistratura con il tribunale . Ma i tribunal ivogliono i giudici e i giudici devono saperead un certo momento che il loro capo è anchequello che decide per i tribunali e per le sedi .

esatto quello che diceva poco fa l'onore-

vole Preziosi : che alcuni magistrati eran ofelicissimi della istituzione del Consiglio su-periore della magistratura, ma oggi sono de-lusi .

Un'ultima considerazione circa gli av-vocati . Io sono figlio di avvocato, che hafatto l'avvocato per cinquanta anni ; e se miamadre non avesse avuto me, non avrebbepotuto vivere, perché dopo cinquant'anni spes iper la toga, per le battaglie nelle aule giudi-ziarie, non si ha niente La ragione preminent eche mi spinge a parlare di questo problema ,che è egregiamente trattato nella relazio-ne Amatucci, è quello della cassa. Que-sta è la legge più importante — lo dico inmaniera egoistica, di classe (usiamo anch enoi questo termine questa volta) — dell'or -dine . Direi che è molto più importante, oggi ,la cassa, che non la legge sull'ordinamentoprofessionale degli avvocati . Quindi non sipuò consentire assolutamente che questa leggenon venga modificata e che non si prendan oprovvedimenti urgenti .

Mi pare così che il discorso di questogruppo dell'opposizione abbia raggiunto l asua conclusione . Purtroppo votiamo conto . Ele dico purtroppo », onorevole ministro, conl'animo veramente rammaricato, per la cor-dialità che distingue la sua persona e quelladell'onorevole sottosegretario, per i motivi d icomprensione che anche sul piano particolar enostro abbiamo ricevuto da voi . Ma fino aquando anche la giustizia si articola in quest obilancio generale dello Stato, rappresentatoda questo Governo, con queste spinte, conqueste convergenze, con queste tendenze, conquesti motivi pratici di attuazione politica esociale, purtroppo, onorevole ministro, nonpotremo votare a favore, come non votiam oa favore di questo bilancio . Per quel che pu òservirle, raccolga, onorevole ministro, quest osenso personale del mio rammarico e del mi odispiacere, convinto che, se le situazioni do-vessero chiarirsi nel senso da noi voluto, i lnostro voto sarebbe forse il voto più appas-sionato, più sincero e più leale nei confront isuoi, onorevole ministro, e d 'un Governo cheeventualmente dovesse cambiare indirizzo nel -la direzione politica della nazione italiana .(Applausi a destra) .

PRESIDENTE. E iscritto a parlare l'ono-revole Bardanzellu . Ne ha facoltà .

BARDANZELLU . Signor Presidente, ono-revoli colleghi, onorevole ministro, onorevol esottosegretario, ho molto apprezzato l'irruenz acalorosa e simpatica del collega Manco. Ioporterò la discussione su di un tono più pa-cato .

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III LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 LUGLIO 1A6 1

Ho letto con crescente interesse la rela-zione del collega onorevole Amatucci . Egli haaffrontato con coraggio e saggezza —problemi che non sono soltanto pertinenti a lfunzionamento della giustizia in Italia, masono i problemi essenziali della vita del nostrotempo : ha impostato il suo studio con parti -colare riferimento- alla morale, che è la basedel diritto ed ha il suo fondamento nell'uma-nità. Vengono così richiamati — e giusta -mente — i principi eterni in cui noi crediam oe che difendiamo come ragione suprema de lnostro vivere e del nostro operare, control 'aggressione di teorie disgregatrici e distrut-tive che dilaniano, con la fede, l'anima .

E di ieri l'alto ammonimento del Ponte-fice che individuava « l'aspetto più sinistra -mente tipico dell'epoca moderna nell'assurdotentativo di voler ricomporre un ordine tem-porale solido e fecondo prescindendo da Di oe di voler celebrare la grandezza dell'uomodisseccando la fonte da cui quella grandezz ascaturisce e reprimendo il suo anelito vers oDio » .

È proprio in questa spirituale luce che no iconsideriamo la giustizia come centro dell avita morale che agisce nell'ordinamento etic odel mondo.

Nella scia di questi principi vengono sot-toposti alla Carriera i cinque punti fissati da lguardasigilli per il rinnovamento della giusti -zia : riforma dei codici, nuovo ordinamentogiudiziario, rinnovamento edilizio, nuovo or-dinamento penitenziario, nuovi ordinament iprofessionali . ; un'impresa formidabile d icui attendiamo con fiducia l'attuazione .

La riforma dei codici e, in particolar modo ,quella del codice penale, è opera che non do-vrebbe ormai consentire remore per assecon-dare quel movimento di ascesa del pensier oe delle coscienze che, superando la concezion ematerialistica della vita, riporti ovunque i nonore le imbattibili forze dello spirito : l'amo-re, la fede, il sacrificio .

Anche le forze politiche sono l'effetto diforze morali; e se queste vengono insidiate edevastate, anche la nostra civiltà, che è cri-stiana e latina, minaccia di impallidire e diprecipitare .

Uno dei punti di riforma che meglio ap-prezzo è la liberazione condizionale per icondannati all'ergastolo e trovo logico il ri-lievo fatto dal relatore quando afferma chedetta pena è in contrasto con lo spirito dell aCostituzione .

Il principio della riabilitazione del reo ,che la Costituzione sancisce, esclude infatti

la irrogazione di una pena perpetua . A ciòsiamo arrivati attraverso travagli secolari, co-nce conquista di umana civiltà . In ogni tempoe presso tutti i popoli i reati sono e devon oessere puniti ; ma nell'evolversi del diritto enella formazione cristiana delle coscienze ,dalla pena-veridetta e dalla pena-taglione (ta-lis osto) alla pena considerata fine a se stess acome retribuzione per il peccato commesso ,si è passati alla concezione della pena utili-taria (punitur ne peccetur)) e infine alla pen acome medicina, di cui riscontriamo un lon-tano accenno nella divinatrice filosofia di Pla-tone, e che in San Tommaso trova la su asplendida affermazione . La scuola del dirittonaturale considera la pena come emenda, fin eprimario questo che ha come fine, secondari ol'espiazione e la sicurezza sociale . Sotto l'in-fluenza dell'illuminismo si attribuisce all apena anche un carattere pedagogico (e n esono campioni, in Italia, Tommaso Natale eCesare Beccarìa) e infine, con Ferri e Garo-falo, viene conferita alla pena la finalità dell adifesa sociale .

Non intendo (me ne mancherebbe la ca-pacità) addentrarmi in disquisizioni filosofi -che e giuridiche, ma mi preme di dar rilievoalle assennate osservazioni dell'onorevole re -latore, essendo anch'io convinto che bisogn amirare, pure nell'interesse della società, al -l'espiazione della pena, sì, ma anche alla ria-bilitazione del reo, il quale non deve esser emai privato della sua inalienabile dignitàumana. La più grande rivoluzione del mondosi avverò quando, con la predicazione d iCristo, l'uomo ebbe coscienza di possedereun'anima. Nella luce del divino insegnamentola Costituzione vigente tende aI recupero spi-rituale del reo e alla riabilitazione del con -dannato . Aderisco perciò alla proposta dellaliberazione condizionale per i condannat iquando abbiano dato prova, con ogni debit agaranzia, di sicuro ravvedimento . il mi-raggio di luce e la speranza che nello squal-lore del carcere e nel dòlore dell'espiazion edarà ad essi la forza e il modo perché l'anim anon si spenga .

atto sereno di giustizia l'affermare i lprincipio della riparazione degli errori giu-diziari e provvedere al ragguaglio tra penedetentive e pene pecuniarie . Ciascuno di que-sti argomenti, come tutti quelli toccati dall arelazione, meriterebbe una trattazione a parte ;ma ne toccherò, anche per brevità di tempo ,solo alcuni, tributando in complesso plauso eadesione al relatore per il suo studio, soffus oa un tempo di rigore giuridico e di caloreumano .

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Non posso non rilevare il cenno fatto nell arelazione sull'andamento della criminalità i nSardegna. Purtroppo, non soltanto in Sarde-gna, ma in tutta Italia nel 1960 la criminalit àha segnato un aumento quantitativo e quali-tativo. il triste riflesso dei tempi aridi i ncui viviamo, è il risultato di una diminuitasensibilità morale, di una decadenza di idealie di costumi nella dominante solidarietà dimateriali egoismi che a qualunque costo cer-cano la loro sodisfazione .

Per la Sardegna l 'onorevole Amatucci s iriporta alla relazione del procuratore gene-rale di Cagliari, dottor Thermes, il quale haposto in evidenza che « le più gravi formedelinquenziali sono conseguenza non tantodella miseria di quelle popolazioni quanto de lmal concepito senso dell'onore nonché dell atendenza alla vendetta e alla sete di ric-chezza » . Il dottor Thermes propone come ri-medio drastico il ristabilimento del confinodi polizia, ritenuto il mezzo più valido perspezzare la rete dei favoreggiatori . Sono ri-masto impressionato dalla serietà dei suo iragionamenti, ma non riesco ancora a vincerele mie perplessità sull'efficacia di tali prov-vedimenti . Richiamo su di essi la particolareattenzione del ministro, che ha i poteri e imezzi per rendersi conto della realtà dell asituazione e per provvedere in merito, nel -l ' interesse della collettività .

Il procuratore generale di Cagliari, dop oavere segnalato il ritardo nel disbrigo dellecause, determinato da un'infelice distribuzio-ne degli uffici, insiste nella richiesta di ade-guati mezzi di repressione contro l'aumentodella criminalità. Può esser doloroso, ma èpur necessario che la richiesta venga accolta ,onorevole ministro, nel superiore interessedella società . Però, come in altri casi, anchein questo osservo che non bisogna soltantocontare i delitti, ma risalire alle cause. Unadelle preminenti di esse fu indicata in unsuo discorso, dall'onorevole Fanfani quand oera ministro dell'interno . Così, testualmente ,egli si esprimeva : « stata segnata un'orm aincancellabile in questa storia di Sardegna ,fatta finora di trascuraggini e di dimenti-canze . Il residuo passivo dei secoli e dei mil-lenni passati è enorme » . E, accennando a lpiano di rinascita, aggiungeva : « Incominci aora a intravvedersi l'alba della resurrezione D .

Speriamo che sia un'alba senza nubi e senz atemporali .

Intanto bisogna tener conto della situazionein cui si trovano certe zone e certi ambienti ,per esempio quello dei pastori che in massim aparte vivono nomadi a guardia dei loro greggi

sperduti nella solitudine delle terre e degl iorizzonti, senza una casa, senza un focolare ,senza aiuti né conforti ; e non è meraviglia sein essi si annebbia e svanisce talvolta il sensodella famiglia e il senso dello Stato .

Il problema non è soltanto di ordine eco-nomico. È problema morale, di educazione,di rieducazione e di mentalità . Quando ilpiano di rinascita recherà nelle desolate zon ei segni di una nuova vita, con strade di pene -trazione agraria, con costruzione di case ru-rali accanto alle scuole e alle chiese e il pa-store randagio, tolto alle selve e all'addiaccio ,potrà conoscere il tepore dei domestici affett ie potrà attaccarsi alla terra, coltivandola, equando, con l'istruzione e con l'educazion escolastica, avrà acquistato una formazionementale più aperta, più progredita, più cald adi umanità operante e di solidarietà sociale ,io credo che la delinquenza diminuirà o scom-parirà. Ne abbiamo avuto un esempio nell aGallura, onorevole ministro, ove da temp oil pastore si è creato, con gli stazzi, una pro-prietà propria, dando vita a sani nuclei fa-miliari e a redditizie coltivazioni che hannofugato la delinquenza .

Nella scuola e con l'esempio bisogna pla-smare l'animo dei giovani, smorzandone icattivi istinti e le superstiti deviazioni e ri-svegliando le primigenie virtù di questo po-polo umile e fiero ad un tempo, che in ogn ioccasione ha dato prova di pazienza, di co-raggio, di fedeltà e di sacrificio .

A proposito di delinquenza minorile il dot-tor Thermes saggiamente ha proposto - di sot-trarre i minori alla perniciosa influenza degliadulti e alle pericolose suggestioni dell'am-biente, con l'istituzione di nuove scuole, spe-cie di quelle a carattere materno e collegiale .

Alla criminalità minorile l'onorevole Ama-tucci dedica un capitolo a parte, invocandouna riforma della legislazione e della giusti -zia minorile e lanciando un accorato S .O.S.che in verità mi sgomenta : « Tutto da rifare ,tutto da rivedere » — egli grida . È un pro-blema immane di educazione e di rieduca-zione che su tutti incombe, perché nella per-sonalità dei fanciulli sbandati e sviati si ri-verberano fatalmente le inconfessate colpe so-ciali . Il fanciullo ha bisogno soprattutto ditenerezza e di affetto quando gli viene men ol'onda calda dell'amore materno . Già EnricoFerri, parlando dell'infanzia abbandonata, l adivideva in tre categorie : quella material-mente abbandonata (ed erano gli orfani ed itrovatelli}, quella moralmente abbandonata ,perché spinta da genitori indegni al vagabon-daggio ed alla mendicità, e quella necessaria-

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mente abbandonata durante il tempo in cu ii genitori sono al lavoro .

Chi mai provvederà a tutti questi pauros iproblemi, si chiedeva Enrico Ferri ? Qualcos acerto si è fatto da allora ad oggi, ma occorron osempre, a non finire, mezzi, educazione ,scuole . Però, perché una scuola sia tale bi-sogna, sì, che vi sia l'alunno che impari, m abisogna prima di tutto che vi sia un educa-tore che insegni . La scuola vale solo e si com-pie nello spirito di chi insegna. Non bastal'istruzione, occorre l'educazione, occorre so-stituire alla scuola realistica una scuola idea-listica. Aggiungere alla fredda scienza, un'ali-to di poesia . B un'antitesi che si profila anchein Italia : la stessa antitesi che esiste fra l aconcezione materiale della vita e la conce-zione spirituale, che noi auspichiamo .

Questa opera educatrice, secondo l'espres-sione di Carnelutti (che il relatore riporta) ,« deve essere un atto di amore » . Mi sovvieneil ricordo di don Bosco . Chiese egli al mini-stro Urbano Rattazzi di . poter condurre in li-bertà, a Stupinigi, in gita 300 giovani della« Generale », che allora era un vero e propri ocarcere. Il ministro acconsentì con riluttanza ,ma tutto andò bene . I giovani seguirono donBosco, lietamente e tutti tornarono, a sera ,al loro posto . Il ministro chiese meravigliato :Perché lo Stato non esercita su questi ragazz il'ascendente che ha lei ? A don Bosco fu fa-cile la risposta : lo Stato non sa che coman-dare e punire e noi invece parliamo al cuoredei giovani con la parola dell'amore e la pà-rola di Dio .

Il procuratore generale di Cagliari ha le-vato l'allarme, come pure il relatore, per lequotidiane stragi che si compiono sulla strad aa causa degli incidenti automobilistici . L'al-larme è di tutti, a cominciare dal procuratoregenerale della Cassazione che ha denunciatonel 1960 un aumento dell'1,5 per cento degl iomicidi colposi e del 7,3 per cento delle le-sioni colpose . Le cause vengono genericamenteadditate nell'insufficienza della rete stradal ee nell'indisciplina degli utenti della strada .Il problema è troppo grave perché non s idebba affrontarlo in modo radicale . In Italiaaccade un incidente automobilistico ogni 5minuti e siamo al primo posto in Europa pe rmortalità da veicoli a motore . In un anno 8mila morti ! Un giornalista attento osservaval'altro giorno che 8 mila morti rappresentava-no un tempo una battaglia perduta . Esatto . Maio dico che una battaglia è perduta solo quan-do la si crede perduta . Noi abbiamo le stradeche sono quelle che sono né possiamo pe rvirtù magica matuarle, mentre ogni giorno la

circolazione dei veicoli paurosamente cresce .Ma i primi a saperlo devono essere gli auto-mobilisti i quali invece, appena schiaccianol'acceleratore, credono di essere i padroni as-soluti della strada .

La colpa non è soltanto della strada . Altr ielementi vi concorrono e primo fra essi i lfattore umano. Il dottor Thermes, con l'au-torità che gli proviene dalla sua carica edalla sua esperienza, dichiara che la caus aprevalente nella determinazione degli inci-denti stradali è la eccessiva velocità . Ne sonoconvinto anch'io . Nella passata legislatura pre-sentai alla Camera una proposta di legge pe rla limitazione della velocità sulle strade ordi-narie (escluse le autostrade, ove ciascuno sce-glie liberamente il suo destino, anche se i ltraguardo ultimo è talvolta il cimitero) .

La proposta non fu portata in aula, ma fuparzialmente accolta nel nuovo codice, ch eha prescritto la limitazione a 50 chilometr iorari nei centri urbani . Su strada, è rimastoil principio dell'assoluta indeterminatezza de llimite di velocità, rimettendo al criterio de lconducente di regolare la velocità stessa i nmodo che non costituisca pericolo . Fu quindistabilito che, in definitiva, nello stato di fatt ogiuridicamente esistente, l'eccesso di velocitàviene preso in considerazione solo in caso diavvenuto sinistro, e cioè quando è troppo tardi .

Vi è chi sostiene che l 'eccesso di velocit ànon sia la causa più importante degli inci-denti, ma nessuno può negare che anche s el'incidente è originato da altra causa, l'ec-cesso di velocità lo aggrava, provocando unmaggiore disastro .

A me pare che il legislatore abbia il com-pito di tutelare e preservare, fino ai limitidel possibile, quel bene prezioso che è la vitaumana e debba rivedere la situazione unifi-candosi, con legge speciale, alle legislazion iin atto presso i diversi Stati esteri .

La nostra sorte è oggi affidata al criteri oe alla capacità dei conducenti . Ma sono essisempre sani, saggi, capaci ? Come potrem omai difenderci dai pazzi, dai criminali dellastrada, dagli spavaldi, dagli scaltri che, sa-pendosi immuni da pena, si sentono svinco-lati da ogni norma e lanciano a razzo le lorovetture ? Anche ad essi il codice attribuisce ,per presunzione, una sensibilità ed una ca-pacità che non hanno. E non vi è nulla dipeggio, asserisce Bacone, che di ritenere sagg igli scaltri ! I saggi non hanno bisogno di nor-me per regolarsi, ma non esiste alcun prin-cipio morale e giuridico che legittimi la tra-cotanza o l'incoscienza del guidatore che, lan-

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ciando ad alta velocità la sua macchina, se -mina la morte sulle strade .

Mi soffermerò ora brevemente sul riordi-namento degli uffici giudiziari e sull'ordina-mento professionale .

Per quanto riguarda il primo argomento ,mi permetto di richiamare l'attenzione de lministro su una proposta di legge da me pre-sentata il 7 aprile scorso, per l'istituzion ein Sassari della corte di appello . Non intendoripetere qui gli argomenti svolti nella rela-zione che accompagna la proposta, anche per -ché l'onorevole guardasigilli, con quella pre-mura che gli è propria, si è reso conto dell asituazione nella recente visita di cui egli h aonorato Sassari e la Sardegna .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Della sua proposta abbiamo parlato in tribu-nale con i magistrati .

BARDANZELLU. Lo so e gliene sono grato .Percorrendola in lugo e in largo avrà po-

tuto constatare quale ampiezza abbiano le di-stanze nell'isola, quali le difficoltà dei per-corsi, specie di quelli periferici e si sarà res oconto, spero, della necessità di avvicinare l apopolazione isolana del nord alla giustiziad'appello, la cui istituzione in Sassari costi-tuisce, oltre che un'esigenza morale, un ele-mento di sociale evoluzione .

A questo proposito mi permetto di ricor-dare, per quanto concerne l'edilizia giudi-ziaria, la necessità di rimuovere dal centrodi Sassari, ove attualmente si trova comeenorme triste ingombro, lo stabilimento car-cerario .

GONELLA, Ministro di grazia e giustizia .Purtroppo, è stata costruita una nuova al ada poco tempo . Del resto, è aggregato al pa-lazzo di giustizia .

BARDANZELLU. Eppure rimane propri ocome un'ombra sulla città .

Per ultimo, mi si consenta una parola sul-l'avvocatura .

Ho portato la toga per oltre 40 anni eduna cosa ho imparato : a credere nella giusti-zia . Di essa sono elementi indispensabilii magistrati e gli avvocati . Sugli uni esugli altri, come su insostituibili colonne ,poggia la giustizia, che, per essere giusta ,pretende cooperatori probi e leali . Non esitoa dire che, al pari dei magistrati, tali sonoanche gli avvocati . La loro funzione si elevaspesso a missione per l'opera di ausilio mo-rale, oltre che di assistenza tecnica e profes-sionale, che compiono verso quanti, disgra-ziati, afflitti o delusi, rei od innocenti, ad ess isi rivolgono per appoggio, per lumi, per con-forto, per difesa . Sono essi i cosiddetti ope-

ratori del diritto, ma sono anche fattori spi-rituali operanti della società e dello Stato .Compiono una funzione di pubblico interesse .E chi la professione ha vissuto e patito perlunghi anni, sa quale somma di energie equale forza morale conviene che li sorregga ,oltre che nello studio dei sacri testi e delletormentate carte, nell'ansia di ricerca per i ltrionfo della verità . A Norimberga, nel Rat-haus, la sala imperiale della vecchia Diet agermanica è ornata di affreschi ispirati al -l'amor di patria ed alla giustizia di Roma . Inuna grande parete, illustrata da superbi di-segni del Diirer appare la giustizia, splendida-mente assisa sul soglio e da lontano muoveverso di essa la verità . Ma come è difficile i lcammino ! Nelle figurazioni dell'artista fannoostacolo alla visione del vero, l'ignoranza edil tempo, l'odio, l'invidia, l'interesse e l'ava-rizia, la maldicenza, la sofferenza e la frode .

La verità è il valore in cui la vita si affer-ma e per la sua ricerca, la giustizia è august ae la difesa è sacra. È disgraziato chi manc aal suo compito, ma, per fortuna anche tr agli avvocati gli episodi individuali da san-zionare sono sporadici e non intaccano la di-gnità della classe che, in ogni tempo, in unclima di abnegazione ed anche di poesia, s iè battuta per la giustizia, in tutte le lotte che ,col violento gioco delle cause si sono svolt eattorno all'idea della libertà .

Hanno diritto perciò, parimenti ai magi-strati, al rispetto di tutti . Dove si scredita l'av-vocatura anche la dignità del giudice riman ecolpita . Ed è vero che, come i buoni magi -strati fanno i buoni avvocati, così è pur ver oche i buoni avvocati fanno i buoni magistrati .

L'avvocato continuerà ad assolvere sem-pre la sua funzione con dignità e con onore ,che sono il viatico indispensabile per chi com-batte e per chi lavora, per chi crede nel beneche crea e nella giustizia che conforta . E per -tanto se la difesa è sacra, come tutti i popol ipropugnano, non può il difensore essere som-merso. Così insegnò a noi, a Torino, l'avvo-cato Enrico Caviglia. giusto, pertanto, ch ela professione forense costituisca, anche pergli avvocati meno fortunati, per gli anzian ie per i malfermi di salute, una garanzia d isicurezza che, salvando la dignità della toga ,provveda alle effettive e indispensabili esi-genze della vita . S'impone quindi la modific adella legge sulla cassa di previdenza, comeprospettata dal relatore, l'istituzione dell acassa malattie .

Nei lontani anni della mia giovinezza aTorino iniziai il mio arringo penale nell ostudio di un avvocato, grande per sentimento,

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per generosità e per dottrina, e che morì po-vero. Nel giorno triste dei suoi funerali lostuolo dei colleghi, dei conoscenti e dei clienti ,sinceramente afflitti per la perdita di un mae-stro, di un amico e di un benefattore, ebber ola crudele sorpresa di trovare nell'abitazionedel povero morto l'esattore che sequestrava imobili a garanzia di tasse non potute pagare .

Passò in tutti un brivido indicibile di do-lore, per la constatazione di una impensat aagghiacciante realtà che rivelò la tragedi adel grande avvocato, splendido nella dovizi adel suo ingegno, contro lo squallore della suaeroica indigenza. Sono episodi che non do-vranno più ripetersi per nessuno che appar-tenga a un ordine, come l 'onorevole Amatucciricorda, « tanto nobile quanto la virtù, tant onecessario quanto la giustizia » (Applausi adestra — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . Non essendovi più iscritt ia parlare, dichiaro chiusa la discussione ge-nerale, rinviando ad altra seduta le replich edel relatore e del Governo.

Annunzio di interrogazioni .

PRESIDENTE . Si dia lettura delle inter-rogazioni pervenute alla Presidenza .

MANCO, Segretario, /./ . , legge :

Interrogazioni a risposta orale .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare i mi-nistri dell'interno e di grazia e giustizia, pe rconoscere quali siano stati i criteri di opportu-nità in rapporto ai doveri funzionali, ch ehanno determinato il ben noto comportamentodei funzionari e degli agenti dell'ordine du-rante la drammatica e delittuosa vicenda d iRocca di Papa .

« Per conoscere, infine, se non ritenganoche i due omicidi commessi dal Serafini avreb-bero potuto essere evitati, se i rappresentant idell'ordine in conformità ad espresse normedel Codice penale vigente, avessero agito di-versamente, senza subire la preoccupazione ,che oggi si va sempre più diffondendo, finoa diventare vera e propria psicosi, di fare usodelle armi, anche nei momenti nei quali son oin giuoco le vite umane ed i diritti più ele-mentari dei cittadini .(4105)

« MANCO » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare ilministro del lavoro e della previdenza sociale ,per sapere se il trattamento fatto ai lavorator iitaliani emigrati nel Belgio e nella repubblica

federale tedesca corrisponda alle condizion istabilite nei contratti di lavoro stipulati per i ltramite degli uffici provinciali .

(4106)

« PINNA, BERLINGUER, CONCAS » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lministro della sanità, per sapere quali sian oí risultati della lotta contro il tracoma in Sar-degna e come si proponga di intervenire per -ché la progettata costruzione d'una Coloni apermanente antitracomatosa nell'isola sia sol -lecitamente realizzata .

(4107)

« PINNA, BERLINGUER, CONCAS » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lministro presidente del Comitato dei ministr iper il Mezzogiorno, per sapere quali provve-dimenti urgenti intenda adottare perché il gra-vissimo problema idrico della città di Iglesia s(Cagliari) sia effettivamente e integralmenterisolto .

(4108)

« PINNA, BERLINGUER, CONCAS » .

« Il sottoscritto chiede d 'interrogare i mi-nistri degli affari esteri e dell'interno, per co-noscere quali passi intendano fare presso ilgoverno della repubblica federale tedesca inrelazione alla complicità evidente di organiz-zazioni pangermaniste e naziste esistenti i nGermania occidentale nella ispirazione, nell apreparazione e nella esecuzione degli atten-tati terroristici nell'Alto Adige ed in altr eparti del territorio italiano, complicità com-provata dall'accertamento che gli ordigni egli esplosivi impiegati dai terroristi sono difabbricazione e di provenienza tedesco-occi-dentale : secondo le notizie di stampa, dall aperizia dell'ordigno inesploso sistemato a ipiedi del pilone 117 della linea del Sempione ,è stato accertato trattarsi di un doppio con-gegno a orologeria azionato elettricamente, a lquale erano collegati 32 tubi di gelatina d a150 grammi e 2 sacchetti di gelatina al pla-stico da 700 grammi, di fabbricazione tedesco -occidentale per cui risulta legittima la sup-posizione che anche gli ordigni che hannofatto saltare i piloni 115 e 116 fossero dell amedesima provenienza, come pure di fabbri-cazione prevalentemente tedesco-occidentale èl'ingente quantitativo di materiale esplosiv oad alto potenziale e i numerosi congegni adorologeria scoperti nella vasta operazione con -dotta dai carabinieri nella conca di Merano ,in Val Venosta e in Val Passiria ; e per cono-scere se siano in possesso di informazioni sul -le attività di tali organizzazioni` rivolte verso

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l'Italia, tra le quali anche l'atto dimostrativoanti-italiano compiuto recentemente verso i lnostro consolato di Monaco .

(4109)

« POLANO

Interrogazioni a risposta scritta .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri ed il mi-nistro del tesoro, per conoscere se non riten-gano opportuno intervenire con provvediment id'urgenza per migliorare le attuali condizionidei grandi invalidi di guerra (ciechi di guer-ra), aumentando di almeno lire 25 .000 mensil ila loro indennità di accompagnamento .

Tale provvedimento a favore dei ciechidi guerra si rende necessario per consentir ea questa valorosa categoria di far fronte areali e indispensabili spese supplementari(per trasporti fuori residenza per sé e per gl iaccompagnatori, alloggio e spese varie peraccompagnatori in caso di viaggi, ecc .), oltreche per permettere alla categoria di sodi -sfare le esigenze di carattere culturale ; infatti ,ogni invalido cieco ha bisogno attualmente d iricorrere a lettori diligenti che suppliscan oalla sua mancanza di vista, in quanto chi no nha il conforto di poter osservare con i propr iorgani visivi la natura e il mondo che lo cir-conda sente maggiormente il bisogno di rifu-giarsi nella lettura che sarà amena o cultural ea seconda degli studi compiuti .

Il provvedimento consentirebbe, quindi ,un tenore di vita più decoroso e dignitoso avalorosi soldati, che hanno dato il meglio d ise stessi per la propria patria .

(19151)

« SPADAllI » .

Il sottoscritto chiede d'interrogare il mi-nistro dei lavori pubblici, per conoscere i mo-tivi per i quali 1'I .N.C .I .S . non ha ancora prov-veduto a porre a riscatto gli appartament iI .N .C .I .S. siti in via Sebino – piazza dei Navi-gatori ed altre zone in Roma – dando cos ìl'impressione che proprio nella capitale unistituto dipendente dallo Stato, qual è 1'I .N .C .I .S ., non adempie con sollecitudine e tem-pestività gli obblighi che con legge lo Stat oha predisposto per gli aventi diritto .

« L'interrogante fa presente che è neces-sario e doveroso eliminare lo stato di disagi oe preoccupazione che si è venuto diffondend otra gli assegnatari degli appartamenti I .N.C .I .S ., i quali, fra l'altro, appartengono all abenemerita categoria dei funzionari e degl iimpiegati statali, che da anni sono in ansiosaaspettativa della possibilità di riscattare l aloro casa di abitazione e che, per motivi giusti

e sensati, si vedono costretti ad agitare i lor oproblemi, denunciando il palese ed ingiust ocomportamento dell'I .N.C.I .S. nei loro riguar-di all'opinione pubblica ed al paese .

{19152)

« SPADAllI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i mi-nistri delle finanze e dell'industria e com-mercio, per conoscere i motivi che li hann oindotti a revocare, a far tempo dal 30 giugno1961, le autorizzazioni ad espletare concors ied operazioni a premi per la sola categori adegli industriali del caffè e dei suoi surrogati .

« Tale revoca ha prodotto viva agitazione siatra gli appartenenti alla numerosa categoriadei piccoli e medi industriali del caffè, sia frai produttori degli oggetti-regalo . Entrambe lecategorie, infatti, sono in gravi difficoltà pe rla improvvisa cessazione della loro attivitàbasata su un sistema difficilmente trasforma -bile con rapidità, e pertanto si vedono obbli-gate a sospendere le lavorazioni e le venditecon immediati riflessi negativi anche sull aoccupazione dei lavoratori addetti .

Gli interroganti chiedono, in particolare ,di conoscere quale articolo della legge 15 lu-glio 1950, n . 585, sia stato applicato per addi-venire alla revoca generale delle autorizza-zioni per il solo caffé e,'nel caso che esso fossel'articolo 54, chiedono che se ne specifichin ole peculiari ragioni .

(19153)

« BUTTÈ, GITTI, ZUGNO » .

Il sottoscritto chiede d'interrogare il mi-nistro delle partecipazioni statali, per cono-scere se risponda a verità la notizia second ola quale l'Azienda metanodotti padani avreb-be deciso lo smantellamento del metanodott oad est di Adria .

In caso affermativo, l'interrogante de-sidera, altresì, conoscere se siano state atten-tamente studiate le conseguenze che derive-rebbero .da un tale progetto per l'economi adella zona; e ciò in quanto l'esistenza del me-tanodotto è elemento di primaria importanzaper favorire quella industrializzazione del bas-so Polesine, che dovrebbe elevare il livelloeconomico, ancora molto basso, di quella zona .

(19154)

« MALAGODI » .

« 11 sottoscritto chiede d'interrogare il mi-nistro della difesa, per conoscere i motivi cheritardano la concessione della pensione al -l'aviere scelto Carloni Francesco di Cesare ,nato ad Assisi il 2 marzo 1938 ed ivi domici-

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

III LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 17 LUGLIO 1961

liato in località San Pietro Campagna n . 189 ,per lesioni subite e riconosciutegli come dipen -denti da causa di servizio .

(19155)

« CRUCIANI » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare il mi-nistro del tesoro, per conoscere i motivi ch eritardano la liquidazione al signor ColombiUmberto di San Terenziano di Gualdo Cat-taneo (Perugia) della pensione di guerra con-cessagli a seguito del l 'accoglimento del ricors oda parte della Corte deì conti .

(19156)

« CRUCIANI » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare il Pre-sidente del Consiglio dei ministri e i ministr idei lavori pubblici e dei trasporti, per saper e– riferendosi alle voci di soppressione dell aferrovia Ora-Predazzo – se fu preventivament eesaminato un progetto di ammodernament odella ferrovia stessa, che corrisponde alla esi-genza dei trasporti in zone montane e de-presse ; e per sapere, in via subordinata, se i lPresidente del Consiglio dei ministri non ri-tenga necessario di coordinare il lavoro deiMinisteri dei trasporti e dei lavori pubblici ,in modo che la eventuale soppressione di li-nee ferroviarie sia preceduta da migliora -mento delle vie di accesso (nel caso particolareallargamento della strada statale di Val d iFiemme e correzione di curve) .

(19157)

« PICCOLI » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare i mi-nistri della difesa e delle finanze, per cono-scere se non ritengano opportuno adottare inecessari provvedimenti affinché vengano sde-manializzati i locali, in appresso elencati, giàadibiti a caserme militari in Cuneo ma d atempo non più utilizzati : caserma Carlo Ema-nuele III ; caserma Leutrum ; caserma CesareBattisti ; caserma Tornaforte ; locali genio mi-litare .

« La sdemanializzazione viene richiesta nel -l'interesse economico ed urbanistico dellacittà, che potrebbe adeguatamente sfruttar ele aree attualmente occupate dalle suddett ecaserme.(19158 )

« Il sottoscritto chiede di interrogare il mi-nistro della difesa, per sapere se la sua am-ministrazione sia disposta a consentire l aeventuale cessione al comune di Cuneo dell ecaserme Carlo Emanuele III, Leutrum, Ce-sare Battisti, Tornaforte e dei locali del geniomilitare, le une e gli altri quasi completa-

mente inutilizzati a fini militari e invece d igrande utilità per la sistemazione urbanisticaed edilizia della città .

(19159)

« GIOLITTI » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il mi-nistro degli affari esteri, per sapere se sia . aconoscenza della gravissima situazione in cuisi trovano molti italiani, residenti in Libia ,estromessi dai loro uffici e sostituiti con indi -geni senza ricevere liquidazione alcuna, co-stretti a svendere i propri beni agli indigen ie a non poter trasferire in patria, se non a" mercato nero ", le loro disponibilità finan-ziarie .

« L'interrogante chiede di sapere come i lministro intenda ovviare a questa doloros asituazione e quali provvedimenti prendere i nvia amministrativa e quali sottoporre al Par -lamento per permettere ai profughi di inse-rirsi senza indugio nell 'attività produttivadel paese, migliorando le disposizioni vigenti .

(19160)

« RUSSO SALVATORE » .

Il sottoscritto chiede di interrogare il mi-nistro delle finanze, per conoscere i motiv iche hanno dato luogo alla sospensione nel -l'applicazione della circolare della Divisionelotterie del 9 luglio 1960, n. 38169, e relativacessazione dei concorsi ed operazioni a premiabbinati alla vendita del caffè e dei suoi sur-rogati .

« L'interrogante rappresenta come le diffi-coltà e le opportunità di cui si fa cenno nellacircolare suddetta rimangano di tutta attua-lità e chiede di conoscere le ragioni per l equali, dopo aver fatto un passo avanti nelprocesso di limitazione delle vendite conpremio, se ne faccia altro indietro con evi -dente carenza di direttiva politica .

(19161)

«BADINI CONFALONIERI » .

« Il sottoscritto chiede d 'interrogare i mi-nistri dell'interno e della sanità, per cono-scere se non intendano intervenire con asso-luta urgenza, al fine di adottare i provvedi -menti necessari, perché sia assicurato all apopolazione di Ostia Lido in Roma l'affluss oregolare dell'acqua, mancante ogni stagioneestiva con gravissimo disagio dei numeros iabitanti stabili e dei villeggianti .

(19162)

« Bozzi » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il mi-nistro dell'agricoltura e delle foreste, per co-noscere se sia informato dei gravi danni su-biti dalle colture dell'agro di Locorotondo i lgiorno 8 luglio 1961 .

« BADINI CONFALONIERI » .

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Camera dei Deputat

III LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 LUGLIO 1961

« L'interrogante è informato che la piog-gia alluvionale, il vento e la grandine hann oparticolarmente colpito i vigneti delle con -trade Sant'Elia, Pellegrini, Caracciolo, Cin-quenoci, ecc .

« L'interrogante chiede se non ritenga op-portuno di dover applicare senza indugio leprovvidenze di cui alla legge 21 luglio 1960 ,n. 739, per le zone agrarie danneggiate dacalamità naturali .(19163)

« DE CAPUA » .

PRESIDENTE . Le interrogazioni ora lett esaranno iscritte all'ordine del giorno e svolt eal loro turno, trasmettendosi ai ministri com-petenti quelle per le quali si chiede la rispo-sta scritta .

La seduta termina alle 21,40 .

Ordine del giorno per le sedute di domani .

Alle ore 10,30 e 16,30 :

1.— Svolgimento della proposta di legge :

DE LAURO MATERA ANNA e Russo SALVA-IORE : Norme integrative dell'articolo 4 dell alegge 6 dicembre 1960, n . 1607 (3077) .

2. — Seguito della discussione del disegnodi legge :

Provvedimenti straordinari a favore delcomune di Napoli (1669) ;

e delle proposte di legge :

CAPRARA ed altri : Provvedimenti per i l

comune di Napoli (Urgenza) (1207) ;LAURO ACHILLE ed altri : Provvedimenti

straordinari per lo sviluppo economico e so-

ciale della città di Napoli (Urgenza) (1384) ;— Relatori : Rubinacci, per la maggio-

ranza; Roberti ; Caprara ; Avolio, di mino-ranza .

3. — Seguito della discussione del disegnodi legge :

Disposizioni modificative ed integrativ edelle leggi 30 luglio 1959, n . 623, e 16 settem-bre 1960, n . 1016 (2887) ;

e della proposta di legge .

RAFFAELLI ed altri : Inclusione della se-zione speciale per il credito alla cooperazione

presso la Banca nazionale del lavoro tra gl iIstituti di cui all'articolo 1 della legge 16 set-tembre 1960, n. 1016 (2535) ;

— Relatori : Dosi, per la maggioranza;Failla, di minoranza .

4. — Seguito della discussione dei disegn idi legge :

Stato di previsione della spesa del Mini-stero dei lavori pubblici per l'esercizio finan-ziario dal 1° luglio 1961 al 30 giugno 1962(2770 e 2770-bis) — Relatori : Lombardi Gio-vanni, per la maggioranza; Busetto e De Pa-squale, di minoranza;

Stato di previsione della spesa del Mi-nistero di grazia e giustizia per l'esercizio fi-nanziario dal 1° luglio 1961 al 30 giugno 1962(2766) — Relatore: Amatucci .

5. — Discussione del disegno di legge :

Disposizioni per favorire l'acquisizion edi aree fabbricabili per l'edilizia popolar e(547) — Relatore: Ripamonti ;

del disegno di legge:

Istituzione di una imposta sulle aree fab-bricabili e modificazioni al testo unico per l afinanza locale, approvato con regio decret o14 settembre 1931, n . 1175 (589) ;

e delle proposte di legge :

CURTI AURELIO ed altri : Modificazion i

al testo unico delle leggi sulla finanza local e

14 settembre 1931, n . 1175, per l'applicazion e

dei contributi di miglioria; alla legge 17 ago-

sto 1942, n . 1150, per i piani regolatori parti-colareggiati e nuove norme per gli indennizz i

ai proprietari soggetti ad esproprio per l'at-tuazione dei piani medesimi (98) ;

NATOLI ed altri : Istituzione di una im-posta annua sulle aree fabbricabili al fine d ifavorire la costituzione di patrimoni comunal i

e il finanziamento dell'edilizia popolare (212) ;

TERRAGNI : Istituzione di una imposta co-

munale sulle aree per il finanziamento di la-vori pubblici (429) ;

PIERACCINI ed altri : Istituzione di un aimposta sulle aree fabbricabili (1516) ;

— Relatore : Zugno.

6. — Votazione per la nomina di :

un membro effettivo in rappresentanz adella Camera all'Assemblea consultiva delConsiglio di Europa ;

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Camera dei Deputati

III LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 LUGLIO 196 1

sei membri supplenti in rappresentanz adella Camera all'Assemblea consultiva delConsiglio di Europa .

7. — Discussione dei disegni di legge :

Norme per la disciplina dei contributi edelle prestazioni concernenti l'Ente nazionaledi previdenza e di assistenza per gli impie-gati dell'agricoltura (E .N.P.A.I .A .) (Appro-vato dal Senato) (2909) — Relatore : BianchiFortunato ;

Assunzione a carico dello Stato di oner iderivanti dalle gestioni di ammasso e di di-stribuzione del grano di produzione nazionaledelle campagne 1954-55, 1955-56, 1956-57 e1957-58, nonché dalla gestione di due milion idi quintali di risone accantonati per cont odello Stato nella campagna 1954-55 (Appro-vato dal Senato) (632) — Relatore: Vicentini ;

Nuova autorizzazione di spesa per l aconcessione di sussidi statali per l'esecuzionedi opere di miglioramento fondiario (1222) —Relatore: Franzo;

Modifiche all'ordinamento del Consigliodi giustizia amministrativa per la Regione si-ciliana (253) — Relatore : Lucifredi .

8. — Discussione delle proposte di legge :

Senatore MENGHI : Modifiche alla legge15 febbraio 1949, n . 33, per agevolazioni tri-butarie a favore di cooperative agricole e dedilizie (Approvata dalla V Commissione per -marcente del Senato) (1926) — Relatore : Pa-trini :

TROMBETTA e ALPINO : Valore della merc eesportata ai fini del calcolo dell'imposta sullaentrata da restituire ai sensi della legge 31 lu-glio 1954, n . 570 (979) — Relatore : Vicentini ;

PENAllATO ed altri : Istituzione di uncongedo non retribuito a scopo culturale (237 )— Relatore : Buttè ;

CERRETI ALFONSO ed altri : Adeguamentodella carriera dei provveditori agli studi aquella degli ispettori centrali (1054) — Rela-tore: Bertè ;

SERVELLO ed altri : Corruzione nell'eser-cizio della professione sportiva (178) — Rela-tore : Pennacchini ;

Tozzi CONDIVI : Modifica dell'articolo 8del testo unico delle leggi per la composi-zione ed elezione dei Consigli comunali e del -l'articolo 7 della legge 8 marzo 1951, n . 122 ,per la elezione dei Consigli provinciali, con-cernenti la durata in carica dei Consigli stessi(52) — Relatore: Bisantis .

9. — Seguito della discussione della pro -posta di legge :

IozzELLI : Modifica alla legge 8 marz o1951, n . 122, recante norme per la elezionedei Consigli provinciali (1274) — Relatore:Bisantis .

IL DIRETTORE DELL'UFFICIO DEI RESOCONTI

Dott . VITTORIO FALZONE

TIPOGRAFIA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI