RESOCONTO STENOGRAFICO -...

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Atti Parlamentari 19531 — Camera dei Deputat i X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 198 8 RESOCONTO STENOGRAFIC O 179 . SEDUTA DI MERCOI,EDÌ 28 SETTEMBRE 198 8 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MICHELE ZOLL A IND I DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTT I E DEL VICEPRESIDENTE GERARDO BIANC O INDIC E PAG . PAG . Disegni di legge di conversione : (Cancellazione dall'ordine del giorn o per decadenza del relativo decreto - legge) 1953 3 Proposte di legge : (Annunzio) 19533, 1957 5 (Approvazione in Commissione) . . . 1960 1 (Assegnazione a Commissione in sed e referente) 1957 4 (Trasmissione dal Senato) 1957 5 Interrogazioni e interpellanze : (Annunzio) 19601 Commissione parlamentare per il con- trollo sugli interventi nel Mezzo- giorno: (Trasmissione di una relazione) . . . 1953 3 Proposta di modificazione del regola - mento (Seguito della discussione) : Proposta di modificazione dell'arti- colo 49 (doc . II, n . 16) . PRESIDENTE . . 19534, 19539, 19545, 19546 , 19551, 19554, 19559, 19564, 19569, 19570 , 19576, 19580, 19584, 19589, 19596, 19600 BIANCO GERARDO (DC) 1955 9 CARDETTI GIORGIO (PSI) 19539, 1954 5 CARIA FILIPPO (PSDI) 1955 1 FILIPPINI ROSA (Verde) 1957 0 Lo PORTO GUIDO (MSI-DN) 1954 6

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Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

RESOCONTO STENOGRAFICO

179 .

SEDUTA DI MERCOI,EDÌ 28 SETTEMBRE 198 8

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MICHELE ZOLL A

IND I

DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTTI

E DEL VICEPRESIDENTE GERARDO BIANCO

INDICE

PAG . PAG .

Disegni di legge di conversione :(Cancellazione dall'ordine del giorn o

per decadenza del relativo decreto -legge) 1953 3

Proposte di legge:(Annunzio) 19533, 1957 5(Approvazione in Commissione) . . . 1960 1(Assegnazione a Commissione in sede

referente) 1957 4(Trasmissione dal Senato) 19575

Interrogazioni e interpellanze :(Annunzio) 19601

Commissione parlamentare per il con-trollo sugli interventi nel Mezzo-giorno:

(Trasmissione di una relazione) . . . 19533

Proposta di modificazione del regola-mento (Seguito della discussione) :

Proposta di modificazione dell'arti-colo 49 (doc . II, n . 16) .

PRESIDENTE

. . 19534, 19539, 19545, 19546 ,19551, 19554, 19559, 19564, 19569, 19570,19576, 19580, 19584, 19589, 19596, 19600

BIANCO GERARDO (DC) 19559CARDETTI GIORGIO (PSI) 19539, 19545CARIA FILIPPO (PSDI) 1955 1FILIPPINI ROSA (Verde) 19570Lo PORTO GUIDO (MSI-DN) 19546

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PAG .

MATTIOLI GIANNI FRANCESCO (Verde) . 19580MELLINI MAURO (FE) 19576, 19580PELLEGATTA GIOVANNI (MSI-DN) . . . . 19584RODOTÀ STEFANO (Sin. Ind.) 19564 ,

19569, 19570Russo FRANCO (DP) 19534, 19539TEODORI MASSIMO (FE) 19554TORTORELLA ALDO (PCI) 19589

PAG .

ZANIBONI ANTONINO (DC) . . . . 19596, 19600ZEVI BRUNO (FE) 19600

Ordine del giorno della seduta di do-mani 1960 1

Trasformazione di un documento d isindacato ispettivo 19602

SEDUTA PRECEDENTE N . 178 — DI MARTEDÌ 27 SETTEMBRE 1988

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La seduta comincia alle 9,30.

MAURO DUTTO, Segretario, legge il pro-cesso verbale della seduta del 23 settembre1988 .

(È approvato) .

Annunzio di proposte di legge .

PRESIDENTE. In data 27 settembr e1988 sono state presentate alla Presidenzale seguenti proposte di legge dai depu-tati :

VIZZINI : «Nuove norme per la repres-sione dell'esercizio abusivo delle profes-sioni di medico chirurgo e di odontoiatria »(3181) ;

IOSSA ed altri : «Estensione della facoltàdi riscatto di cuì all'articolo 7 della legge 1 5febbraio 1958, n. 46, al personale docentein servizio nelle scuole statali di ogni or -dine e grado in virtù di un diploma di uncorso di studi decennale o di arpa diato-nica, conseguito presso i conservatori d imusica statali» (3182) .

Saranno stampate e distribuite .

Cancellazione dall'ordine del giorno diun disegno di legge di conversione pe rdecadenza del relativo decreto-legge .

PRESIDENTE. Comunico che, essend otrascorsi i termini di cui all'articolo 77

della Costituzione per la conversione inlegge del decreto-legge 28 luglio 1988, n.299, il relativo disegno di legge è stato can-cellato dall 'ordine del giorno:

«Conversione in legge del decreto-legg e28 luglio 1988, n. 299, recante misure ur-genti e straordinarie per gli interventi in-frastrutturali e turistici nelle aree che sa -ranno interessate dai mondiali di calcio del1990 e le manifestazioni connesse alla ri-correnza del V centenario della scopert adell'America `Colombo '92'» (3080) .

Trasmissione di una relazione dalla Com-missione parlamentare per il con-strollo sugli interventi nel Mezzo-giorno.

PRESIDENTE. Il Presidente della Com-missione parlamentare per, l'esercizio deipoteri di controllo sulla programmazion ee sull'attuazione degli interventi ordinari estraordinari nel Mezzogiorno, con letter ain data 7 luglio 1988, ha trasmesso, ai sens idell'articolo 143, comma 1, del regola-mento, la relazione della Commission estessa sull'attuazione della legge 1° marzo1986, n. 64, recante «Disciplina organicadell'intervento straordinario nel Mezzo -giorno», approvata nella seduta del 7 lu-glio 1988 (doc. XVI-bis, n. 1) .

Questo documento è stampato e distri-buito .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

Seguito della: discussione della propostadi modificazione del regolamento: Pro-posta di modificazione dell'articolo 49(doc. II, n. 16) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno recail seguito della discussione della propostadi modificazione dell 'articolo 49 del rego-lamento.

Ricordo che nella seduta di ieri è iniziatala discussione sulle linee generali con l'in -tervento del relatore Ciaffi .

Il primo iscritto a parlare è l 'onorevoleFranco Russo. Ne ha facoltà .

FRANCO RUSSO . Presidente, la discus-sione sul voto segreto in Parlamento, chegià da ieri ci ha impegnato sulle questionipregiudiziali di costituzionalità e sulle que -stioni sospensive, ha messo chiaramente inluce che il problema non riguarda sempli-cemente il nostro regolamento, ma attien ea rapporti fondamentali nella vita istitu-zionale ed investe innanzitutto il tipo dirappresentanza che vogliamo e dobbiam orealizzare all'interno della nostra società ,anche in rapporto alla forma di governo .

Si tratta quindi di questioni che non s iesauriscono in un semplice ritocco regola -mentare, ma rappresentano un punto d ifondamentale importanza . Il tema però èmal dislocato nel dibattito, dal moment oche esso precede decisioni di riforma ch edovrebbero non solo accompagnare mapreparare la revisione delle tecniche d ivotazione all'interno del Parlamento .

Signor Presidente, non affronterò tutti ipunti e gli argomenti che in questi anni e inquesti mesi hanno accompagnato la pole-mica sul voto segreto. Ormai risuonan onelle nostre orecchie le citazioni di Ald oMoro e la discussione in sede di Assemble acostituente; così come è moneta corrente i ldiscorso che sorregge la controriforma de lmetodo di votazione all'interno delle no-stre Assemblee (i richiami alla trasparenzae la polemica sull'assemblearismo e la con -sociazione) .

Io penso, signor Presidente, che l'obiet-tivo di fondo della riforma del sistema d ivotazione ; che vuole esaltare il voto palese

rispetto a quello segreto, tocchi la que-stone fondamentale dello status del Go-verno in Parlamento . È quanto hanno inmente i colleghi del gruppo socialista ecoloro che seguono le indicazioni di que lgruppo .

Ebbene, come si può pensare di modifi-care il rapporto tra Governo e Parlamentoed esaltare il ruolo del Governo in Parla -mento, senza accompagnare questa ri-forma in misure collaterali, che dianomaggiori e più penetranti strumenti all eopposizioni per portare avanti le loro pro -poste di legge e la loro attività di controll osull 'esecutivo, e che salvaguardino l ' indi-pendenza e l'autonomia dei deputati? S obene, signor Presidente — del resto è stat orilevato in ques t 'aula anche nella seduta d iieri — che il discorso della rappresentanz aè stato elaborato nel corso di secoli . Essoha avuto esaltazione durante la Rivolu-zione francese, quando venne formulata eportata al suo massimo splendore intellet -tuale la nozione secondo la quale il man-dato non si configurava come un rapportotra elettori ed eletto, perché quest'ultim oera chiamato a rappresentare la nazione .Tale principio ha trovato poi riscontr onella nostra Carta costituzionale dopo ave rsubito nel corso dell"800 diverse interpre-tazioni. Ma alla sua base vi è sempre stat ala posizione del Sieyès, secondo il quale i lpopolo non può parlare e agire che tramitei suoi rappresentanti, e dunque la nazionenon può che avere una voce : quella delpotere legislativo. Da qui deriva il prin-cipio che i deputati, come è affermat oappunto dall 'articolo 67 della Costitu-zione, rappresentano la volontà della na-zione .

Voglio rilevarlo perché noi di demo-crazia proletaria abbiamo una tradizioneculturale e ideologica differente. Rite-niamo, infatti, che il concetto di nazion esia sempre stato inteso come strument oper sbarrare il passo alla volontà popolare .Come del resto sappiamo, la volontà dell anazione non è altro che una finzione giuri -dica: essa è diretta a rendere indipendenteil parlamentare dai suoi elettori . Appellan-dosi a questa tradizione, che non condivi-diamo, un teorico liberaldemocratico,

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come il Sartori, recentemente ha dovutoesaltare tale finzione per offrire un appi-glio ai valori di indipendenza ed auto-nomia della rappresentanza .

Questa tradizione è stata poi recepit anella nostra Carta costituzionale e difesada esponenti di spicco dell 'area liberalde-mocratica, perché offre appunto l'appi-glio per costruire i principi di indipen-denza e di autonomia del parlamentare ,soprattutto nei confronti di quelli che sonoi moderni sovrani (o, per riprendere un aespressione che Bettino Craxi ha usat onella prefazione a Il principe di Machia-velli, nei confronti dei «nuovi principi »della nazione contemporanea) .

Signor Presidente, vi è dunque un prim opunto sul quale deve essere fatta chia-rezza. Noi siamo senz'altro d'accordo sullapubblicità dei lavori e delle decisioni par-lamentari, nonché sul principio della re-sponsabilità degli eletti. Ma, a questopunto, non posso non chiedere all 'onore-vole Cardetti : responsabilità verso chi? Inproposito non ho ancora sentito una pa-rola chiara da parte dei colleghi socialisti .Verso chi dovrebbe essere responsabil el 'eletto, il rappresentante? Si dice : verso icittadini, cioè gli elettori . L ' onorevole Car-detti abbia allora la compiacenza di dirmicon quali strumenti i cittadini possono farsentire la loro voce, qual è lo strument osanzionatorio del comportamento del par -lamentare che ha disatteso gli impegn iassunti di fronte agli elettori . L'onorevol eCardetti dovrebbe allora intervenire su lsistema elettorale, e sul sistema dei partiti :in altri termini, egli dovrebbe mettere i ndiscussione il monopolio dell'organizza-zione elettorale detenuto dai partiti, per -ché se non si opera in questo senso si fa, amio avviso, soltanto demagogia pura . Cheil problema sia questo è dimostrato anchedal fatto che noi di democrazia proletaria ,che puntiamo allo sviluppo della demo-crazia italiana attraverso forme semprepiù partecipate di controllo dal basso, nonpossiamo non pensare ad una serie di mi -sure che intacchino il monopolio della rap -presentanza detenuto dai partiti .

Non è che io mi rivolgo ai colleghi socia -listi perché pensi che essi siano «l'anima

nera» della democrazia italiana . So beneche hanno un retroterra di tradizioni libe-raldemocratiche, che molte delle loro bat-taglie per superare la consociazione e l 'as-semblearismo toccano patologie della vitaistituzionale italiana che bisogna elimi-nare. Ma proprio per questo penso che icolleghi socialisti debbano chiarament eindicare, nell'ambito della revisione deimeccanismi del voto segreto che essi so-stengono, gli strumenti nuovi che verreb-bero messi a disposizione del singolo par -lamentare e delle opposizioni per bilan-ciare lo strapotere di cui godrà il Govern onel momento in cui sarà abolito il vot osegreto; e debbano chiarire la loro posi-zione nei confronti della nuova forma d igoverno che si viene così a delineare, per -ché modificando il rapporto Parlamento -Governo, a me sembra si modifichi anchela forma di governo voluta dai costi-tuenti .

Penso, signor Presidente, onorevoli col -leghi, che il punto nodale dell'intero dibat -tito sia l 'analisi — condotta senza infingi-menti — della nostra vita istituzionale edel ruolo che in essa hanno assunto i par-titi . E davvero non scopro niente di nuovoperché l'analisi della partitocrazia, delfunzionamento effettivo delle istituzioni, èin corso da decenni; ora essa deve esseresviluppata a fondo perché è cresciuta l adegenerazione del sistema nel sensodell'edificazione di una «partitocrazia in-tegrale» (è sempre il Sartori che, nel suoElementi di politica, recentemente pubbli-cato, usa questa espressione), nel senso ch ela rappresentanza non si organizza più co nmeccanismi neutrali, cioè con meccanismiche mettono ciascun cittadino ed ogni or-ganismo politico su un piede di parità. Larappresentanza è ormai di estrazione par-titico-burocratica .

Questa, d'altronde, è l'esperienza di tutt ii partiti, (anche del mio, non voglio cert ochiamarmi fuori) . L 'onorevole Cardetti sabene qual è il cursus honorum dei parla-mentari socialisti . E bisognerebbe chie-dere all 'onorevole Rosa Filippini comeemergano le rappresentanze degli stess iverdi, che non costituiscono un partito mauna forma organizzativa abbastanza «di-

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versa», stavo per dire spuria . Ora, anche seè vero che i candidati verdi sono stati indi -viduati attraverso decisioni d'assemblea ,tutti sappiamo — e non me ne voglia l 'ono-revole Rosa Filippini — che dalle assem-blee dei verdi emergono i cosiddetti «leaderinformali». Voglio dire che, anche se iverdi non seguono sistemi antichi di sele-zione della classe dirigente, utilizzano co-munque forme non ancora completa-mente democratiche .

Dovendo fare i conti con la «partito-crazia integrale», l'abolizione del voto se-greto porterà ad «inveramento» quello ch eè stato definito lo «Stato dei partiti» .Sap-piamo invece che nella nostra Costituzioneil partito rimane in penombra : esso è unostrumento che concorre a formare la vo-lontà nazionale, ma non ha una funzion epubblicistica, non viene delineato dai co-stituenti come parte dell'apparato sta -tale.

In un sistema caratterizzato da mecca-nismi elettorali e da un forte controll oesercitato da partiti sui loro eletti in Parla -mento, penso dunque che l'abolizione de lvoto segreto sarà l'ultimo passo perché ipartiti diventino organi con carattere pub -blicistico e la Camera sia ridotta a svolger efunzioni di mera registrazione. In talmodo, inoltre — e per questo, signor Pre-sidente, mi riferivo prima al mutamentodella forma di governo nel nostro sistema— l'obiettivo sarà raggiunto attravers omeccanismi spuri, cioè non finalizzat iall'introduzione del sistema di Gabinettoall'interno delle nostre istituzioni .

Questo risultato, signor Presidente, saràraggiunto, per andare incontro a quell eche sono state definite le esigenze di stabi -lità e di governabilità del nostro sistema,ma con operazioni che solo formalmenterimangono nell'ambito del nostro ordina -mento costituzionale .

Onorevoli colleghi, quando si modific asostanzialmente il ruolo del Governo all'in -terno del Parlamento, attraverso stru-menti che consentono al Governo stesso d iprimeggiare all'interno delle Assembleeelettive, si va al di là della forma di govern oprevista dalla nostra Carta costituzio-nale!

Non a caso, nella relazione dell'onore-vole Cardetti, allegata alle proposte di mo -difica del regolamento, e nei richiami fatt iall'articolo 94 della Costituzione si dice ch eesiste una serie di provvedimenti cui i lGoverno lega il suo rapporto di fiducia conil Parlamento, il quale non solo è obbligat oad esaminarli, ma anche ad approvarli .Non si chiede quindi soltanto una corsi apreferenziale per quei provvedimenti legi-slativi ai quali il Governo attribuisce essen -ziale importanza, sul piano del rapporto d ifiducia con le Camere, ma addirittura sipretende la certezza della loro approva-zione !

È questo il significato del voto palese .Ma in questo modo si teorizza un rapport otra Parlamento, maggioranza e Governo ,tipico di un sistema di Gabinetto, prefigu-rando una leadership del Premier. Nonavremo un Presidente del Consiglio, ma uncapo del Governo e un capo della maggio-ranza, caratteristici di un sistema di Gabi -netto, come, ad esempio, quello inglese .

Ma come si è raggiunto questo risultato?Modificando forse il sistema elettorale?Introducendo un bipartitismo all'intern odel nostro sistema costituzionale, o mecca -nismi che consentano un confronto tramaggioranza e opposizione? No, si è scelt auna via spuria, perché non si vuole andar ead un confronto chiaro sulle linee di ri-forma del nostro sistema istituzionale .

Questo è lo scopo che ci si prefigge, e nonè vero che su questo punto l'onorevoleCraxi e l'onorevole De Mita siano susponde molto lontane . Penso che una sem-plice riflessione sulle vicende politiche de lnostro paese possa suffragare quanto vad odicendo .

Dal 1948 in poi si è sviluppata in Italiaun'esperienza di grande rilievo . La demo-crazia cristiana deteneva la maggioranzaassoluta in questo ramo del Parlamento e duna maggioranza pressoché assoluta inSenato. Leader di quella maggioranza er aDe Gasperi che, come capo del Governo epotendo appunto contare su una maggio-ranza così ampia, esercitava una leader-ship indiscussa anche nella democrazi acristiana. Eravamo quindi in presenza diun percorso che, partendo dal Governo, si

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riverberava sul partito attraverso la mag-gioranza parlamentare .

Il percorso della vicenda politic adell'onorevole De Mita è ben diverso daquello compiuto dall'onorevole De Ga-speri. De Mita sostiene — lo ha recente-mente teorizzato nel corso di convegni dicorrente — di essere stato mandato alGoverno come segretario della democrazi acristiana, di essere quindi alla testa di unacoalizione in quanto segretario di un par-tito, per cui solo la detenzione di tal edoppio incarico gli consente di esercitareun ruolo di leadership .

In questo modo la maggioranza parla-mentare viene costituita attraverso accord idi partito, mentre con De Gasperi si seguivaun itinerario opposto. Si tratta di un'ulte-riore forma di espressione della partito-crazia integrale di cui parlavo : occorreprima conquistare la maggioranza all 'in-terno del proprio partito, onorevole Car-detti, e quindi assumerne il controllo, perpoter poi giungere al controllo di Palazz oChigi . Si vuole in sostanza configurare unaforma di accesso alla leadership istituzionaleattraverso meccanismi partitici .

Questa vicenda è vissuta da ciascuno dinoi all'interno del proprio partito, ma ècerto portata alle estreme conseguenze neipartiti della maggioranza : la leadership na-zionale, l 'individuazione del Premier, è defi -nita da accordi tra i partiti di maggio-ranza .

È un sistema che assomma in sé i difett ipresenti nel sistema di Gabinetto ed in quelloparlamentare. Il primo, come è noto confi-gura una primazìa del Governo in Parla -mento, che non deriva da un confronto elet -torale; il secondo è invece gravato di tutti ivizi di assemblearismo e consociativismoche conosciamo . Ebbene, si tratta di elimi-nare questi difetti, non di sommarli! Perquesto ritengo che il fenomeno della parti-tocrazia integrale, che coinvolge i gangli pi ùvitali del nostro sistema, vada spezzato .

In ordine a tale questione vorrei sentir euna parola dei colleghi socialisti, perchébasta rimuovere la facile polemica sull'as-semblearismo ed il consociazionismo ; sullaquale peraltro i colleghi socialisti ci trove-ranno sempre al loro fianco, non solo per -

ché consideriamo patologico quel tipo d ìfunzionamento delle istituzioni, ma anch eperché riteniamo che esso abbia favorito nelnostro paese rendite di posizione .

È vero, onorevole Cardetti, che non vi èsolo la rendita di posizione derivante dalpotere di coalizione del partito socialista, m aanche quella di coloro che hanno ammini-strato senza doverne dare troppo cont oall'opposizione, che assai spesso è pervenutaad accordi con la maggioranza .

Anche nella scelta politica di giunger ead uno scontro nella sinistra, perchéquesta non venga egemonizzata per virtùtaumaturgiche, i colleghi socialisti ci tro-veranno al loro fianco. Devono però dircise sono favorevoli a modificazioni istitu-zionali che intacchino profondamente ilsistema partitocratico, perché altrimentitutte le modificazioni che apporterem orafforzeranno di fatto il potere che i partitiesercitano .

A me pare, colleghi, che quanto scrittoda Maranini sulla partitocrazia rimang aassolutamente valido . Dobbiamo allor amisurarci con proposte che tendano a dintaccare il meccanismo descritto . Sap-piamo che la formazione della volontà po-litica non avviene più attraverso un pro-cesso pubblicistico e collegiale, quant opiuttosto attraverso un processo privati-stico e contrattuale .

Bisogna allora chiarire in quest 'aula sel 'estensione del voto palese andrà ne lsenso di rafforzare l ' elemento pubblici-stico e collegiale, oppure se la Camera de ideputati e il Senato della Repubblica sa-ranno chiamati semplicemente a ratificareaccordi raggiunti nell'ambito delle coali-zioni governative . Per evitare la consocia-zione e l'assemblearismo, voi esalterete i lmomento decisionale interno alle segre-terie dei partiti. L'estensione del voto pa-lese, infatti, toglierà l 'ultimo diaframmache esiste tra le istituzioni e i partiti .

PRESIDENZA DEL PRESIDENT E

LEONILDE IOTTI

FRANCO RUSSO . Un' altra scelta da com-piere è la seguente : i partiti devono o non

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devono ritrarsi dalle istituzioni? Su questoaspetto molti hanno detto e scritto che ipartiti hanno -una presa soffocante sulleistituzioni e che quindi devono compierecome si dice, un passo indietro, nei con -fronti della vita istituzionale . Ma come equando devono compierlo? Qui non è indiscussione solo la spartizione delle pol-trone, ma si tratta di incidere su mecca-nismi importanti. I colleghi della maggio-ranza, ed in particolare i colleghi socialisti ,sono disposti a mettere mano al sistemaelettorale, nel senso di intaccare il mono-polio della rappresentanza che i partit idetengono nel nostro sistema istituzionale .E possibile, cioè, consentire una condi-zione di partenza egualitaria fra tutti i sog -getti concorrenti, oppure nel nostro paes edovremo sempre registrare per i partiti u ncerto vantaggio nelle competizioni eletto-rali?

Sappiamo tutti che nelle competizion ielettorali maggior potere è attribuito a ch igià è presente in Parlamento, a chi ha giàun simbolo depositato; che alcuni privi-legi, insomma, sono attribuiti al sistemadei partiti, così come esso si configura .

Dobbiamo allora studiare delle propostemolto semplici, di riforma del sistema elet -torale, che consentano di porre su un pied edi parità tutti i soggetti concorrenti nell eelezioni politiche favorendo continua -mente la composizione e la scomposizion edei gruppi politici .

Si dirà che così si rischia di compier epassi indietro rispetto alla grande spe-rienza dei partiti di massa . Io sostengo, a lcontrario, che bisogna compiere pass iavanti, perché i partiti di massa, da stru-menti di selezione di nuova classe diri-gente — e si tratta di una selezione ch eaffondava le proprie radici in un camp opiù vasto di quello consentito dalle forma -zioni di notabili —, oggi sono diventat istrumenti di integrazione. È per questoche i partiti di massa, lungi dall'esser estrumenti di mediazione e di composizionedi interessi, si sono ormai semplicementetrasformati — per usare un'espressioneche ormai da molti anni è in voga — i npartiti «pigliatutto».

L'importante quindi non è portare in

Parlamento e poi, più in là, nell'esecutivosettori sociali esclusi dalla rappresentanzapolitica e dal circuito decisionale, utiliz-zandoli come semplici strumenti per con-quistare consenso; è necessario, piuttosto ,andare oltre l'esperienza dei partiti d imassa ed esaltare tutte le forme di demo-crazia «spontanea» (non ho paura di usarequesta parola) che si sono avute in Italia . Equesta la grande sfida della democrazia ,onorevole Cardetti !

Se effettivamente verranno recepite l eindicazioni referendarie, che anche voiavete raccolto quando si è trattato di af-frontare questioni significative, comequelle del nucleare e della giustizia ; se sivorrà intaccare quella forma di potereburocratico incontrollato che è rappresen-tato dalla partitocrazia ; se si compirannoquesti passi il gruppo di democrazia pro-letaria sarà con voi . Ma non possiamoessere con voi, anzi ci troviamo schierati s uposizioni contrapposte alle vostre, quandoconstatiamo che le opzioni del partito so-cialista in materia istituzionale, che i nquesto momento si incontrano con quell edi De Mita, sono dirette a trasformare i lsistema parlamentare in un sistema di Ga-binetto, ed a servirsi del sistema istituzio-nale italiano, senza apportarvi alcuna mo-difica formale, per costruire di fatto u ntipo di rapporto Governo-Parlamento ana -logo a quello inglese .

Ritengo che sarebbe molto più corretto ,allora, presentare una proposta organica ecomplessiva che introduca il sistema mag -gioritario e preveda, come potere bilan-ciante, l'elezione diretta del Presidentedella Repubblica . In questo modo, però ,sarà chiaro che il compito fondamental edel Parlamento non sarà quello di control -lare e sviluppare un rapporto dialettic ocon il Governo, ma quello di registrare l evolontà del Governo stesso . Inoltre, gli elet -tri, quando saranno chiamati a votare, no nsi troveranno ad eleggere un Parlamento«proiettivo», che cioè rispecchi opinioni e dinteressi differenziati, ma saranno chia-mati ad eleggere il Governo. Non c'è null adi male in questo, ma bisogna avere i lcoraggio di dirlo! È necessario chiarire ,cioè, che si marcia verso un regime del

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Primo ministro e che per raggiungerlo s ipensa di modificare i rapporti tra Parla-mento e Governo, ed il sistema eletto-rale .

Ritengo che, in tal modo, gli elementi didiscussione risulterebbero più chiari e noipotremmo dire ai cittadini italiani che ilvero difetto della democrazia italiana st ain una carenza e una insufficienza di go-vernabilità e nella debolezza dell 'esecu-tivo . L 'analisi che noi del gruppo di demo-crazia proletaria facciamo, e per fortunanon solo noi, è invece di tipo opposto . Noiriteniamo che vi sia una insufficienza d ipartecipazione, di controllo e di traspa-renza e che l'esecutivo debba rimaneretale, cioè esecutivo di una maggioranza .

Onorevole Cardetti, noi del gruppo didemocrazia proletaria siamo talmente lon -tani dai principi consociativi che insiem econ i deputati dei gruppi verde e federa -lista europeo abbiamo presentato una pro -posta organica di riforma del regolament oil cui principio fondamentale è la division edei temi tra maggioranza ed opposizione .Noi riconosciamo, infatti, il diritto del Go-verno (cui corrisponde un dovere per i lParlamento) di vedere discusse e (se ne hala forza, in termini di maggioranza) appro -vate le sue iniziative legislative ; ma la mag -gioranza a sua volta deve riconoscere ch el 'opposizione non è quella di «Sua Maestà »e che, dal momento che ci si trova in u nParlamento «proiettivo» l 'opposizionedeve avere la possibilità di portare avant ile proprie proposte di legge ed il Parla -mento ha il dovere di discuterle . Diversa -mente, instaura un sistema che spingeverso la consociazione .

PRESIDENTE. Onorevole Russo, l 'av-verto che il tempo a sua disposizione è sca -duto .

FRANCO RUSSO. Signor Presidente, l echiedo ancora un minuto per concludere i lmio intervento .

Come può, infatti, l 'opposizione fare inmodo che le proprie proposte siano di-scusse in Parlamento, se non attraversoaccordi con la maggioranza ?

Dal momento che si parla molto di con -

trollo dell'opinione pubblica, vorrei dir eche riconosco che questo è un problemaimportante .

I colleghi del gruppo socialista sosten-gono che se non si adotterà il voto palese ,l 'opinione pubblica non potrà effettuar ealcun controllo. Signor Presidente, sap-piamo che non ci troviamo più nell'800 ,allorquando l'opinione pubblica era for-mata da una élite molto ristretta, la qualeaveva la possibilità di incidere sui pro-blemi. L'opinione pubblica non rappre-senta un dato neutrale : essa è talmentecostruita (le analisi le conosciamo tutt iquanti) da essere soggetta (lo afferma no nun estremista e democratico radicalequale io voglio essere, ma addirittura ilBundesverfassungsgericht, cioè la Corte co-stituzione tedesca) ad una sorta di autode-terminazione informativa . Vi è forsequesto diritto e questa autodetermina-zione nei sistemi democratici occidentalied in particolare del nostro? A me no npare.

Signor Presidente, penso che il voto se -greto potrà essere riformato allorquandometteremo mano contestualmente a tuttoil sistema istituzionale italiano e quandopotremo confrontarci sui modelli istituzio -nali, non adottando, per vie anomale ed u npo' nascoste, meccanismi istituzionali ch etravolgerebbero, a mio avviso, il sistem adelineato dalla Costituzione .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Cardetti . Ne ha facoltà .

GIORGIO CARDETTI . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, mi sembra che si sti agiungendo al momento della verità . In-fatti, tra qualche giorno (ora più, or ameno: dipenderà anche dalla consistenz adelle annunciate azioni ostruzionistiche ,di cui, per la verità, non si comprende l oscopo), verificheremo se anche in quest aaula prevarrà quel principio della traspa-renza delle decisioni parlamentari che d aogni tipo di sondaggio svolto appare conchiarezza prevalere tra le aspirazioni dell apubblica opinione. Vedremo se verràmeno questa che, nel panorama delle de-mocrazie non solo europee ma mondiali, è

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una eccezione tutta italiana, in quant o(come è stato più volte ricordato) in quas itutti i parlamenti le decisioni sono adottatemediante voto palese, mentre a quello se -greto si fa ricorso solo in casi estrema -mente limitati .

Nell'ampio dibattito che si è svolto suquesto argomento sono stati ricordati al-cuni precedenti storici . Ieri il relatore h arammentato la discussione sviluppatasi i nordine alla caduta della destra storica, cioèse essa sia stata sconfitta da un voto se-greto o da un voto palese . Ci sembra, però ,che a tale riguardo affermazioni impor-tanti siano state fatte dal segretario delnostro partito, onorevole Craxi, nel di-scorso pronunciato a fine gennaio all 'as-semblea dei gruppi parlamentari sociali-sti, allorquando, nell'ambito di un ex-cursus storico, rammentò (riferendosi inparticolare all'epoca risorgimentale e almomento delle nascenti repubbliche nell ezone liberate sull'onda della rivoluzionedemocratica) come il voto segreto e quell opalese abbiano sempre rappresentato unospartiacque tra le forze del progresso de-mocratico (favorevoli al voto palese com emassima espressione della sovranità popo -lare) e le forze conservatrici (favorevol iinvece al voto segreto) .

Sono state anche ricordate, per venire atempi più vicini, le opinioni espresse inmateria di voto da Luigi Sturzo, e soprat-tutto l'intervento di Aldo Moro all'Assem-blea costituente contro l'inserimento ne ltesto costituzionale del principio del vot osegreto. Aldo Moro affermò allora : «Miripugna che si faccia richiamo nient emeno che nel testo costituzionale a questosistema particolare di votazione, del qual esi possono dire due cose : da un lato tendead incoraggiare i deputati meno vigoros inell'affermazione delle loro idee edall'altro tende sottrarre i deputati all anecessaria assunzione di responsabilità d ifronte al corpo elettorale, per quant ohanno sostenuto o deciso nell'esercizio de lloro mandato» .

All Costituente si votò un emendamento ,che venne approvato a maggioranza, chesoppresse l 'espressione «voto segreto »dalla Carta costituzionale . Da ciò deriva

l'assurdità — peraltro già ampiamente ri-cordata — delle eccezioni di incostituzio-nalità sulle quali siamo stati chiamati avotare ieri, dal momento che proprio l'As-semblea costituente si espresse in mod oesplicito con un voto contro l'inserimentodel voto segreto nella Costituzione .

Per venire a tempi assai più recenti, a igiorni nostri, ricordo ancora come si sianosusseguite in modo ravvicinato nel temp ole tappe della battaglia dei socialisti perl'affermazione del principio del voto pa-lese e, quindi, per la sostanziale abolizionedel voto segreto . Già al congresso di Pa-lermo nel 1981 tale esigenza venne affer-mata nelle risoluzioni finali, e venne ripe -tuta in ogni successivo appuntamento ,dalla conferenza programmatica di Ri-mini ai successivi congressi di Verona eancora di Rimini .

Tale esigenza è stata sottolineata da unaserie di iniziative sempre più incalzant iche hanno fatto sì che questo argomento ,che solo qualche anno or sono, quand oveniva esposto, era accolto quasi con di -leggio o considerato di scarso momento, s isia invece affermato come tema impor-tante — sia pure nella contrapposizioneche ancora oggi si registra —, abbia pro-gressivamente raccolto il consenso dell amaggioranza ed abbia persino, in qualchemisura, visto venir meno — nonostante leresistenze che ancora vengono avanzate —un'opposizione di principio, in particolareda parte del partito comunista . Su tutto ciòcomunque tornerò più avanti .

Voglio ora ricordare che il problema de lvoto palese, inteso come sistema ordinari odi votazione, si inserisce a pieno titolo ne lcapitolo delle riforme istituzionali . Si èspesso erroneamente sostenuto che i pro-blemi regolamentari — e quindi anchequello relativo al sistema di voto — rappre-sentavano questioni minori, la cui tratta-zione doveva perciò essere prosposta aquella delle riforme istituzionali : facendocosì confusione sul fatto che queste ultim edispongono evidentemente di strument idiversi per la loro attuazione. Vi sono in-fatti riforme da realizzare mediante modi -fiche di legge costituzionali, altre che ri-chiedono lo strumento della legge, altre

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ancora che necessitano di modifiche rego-lamentari : tutte, comunque, incidono sulsistema. Credo sia difficile negare che i lproblema del voto segreto o palese o, piùcomplessivamente, quello della configura-zione del nostro regolamento, incida pro-fondamente sul ruolo e sulla funzione delGoverno in Parlamento .

Sono state mosse e vengono ancoraavanzate (ciò è avvenuto anche in quest asede non più tardi di ieri, quando son ostate proposte questioni sospensive) al -cune obiezioni, relative ad una neces-saria contestualità nell'affrontare tal einsieme di problemi . Ma la contestualit àesiste: in seguito ad un dibattito tenutos iin quest'aula e contemporaneamente a lSenato sono stati individuati i temi cen-trali dai quali partire nel cammino delleriforme istituzionali . Si è parlato di «avvi iparalleli», anche se poi vi sono temp inecessariamente diversi in base ai qual isi rende possibile arrivare prima all'ap-provazione di una o di un'altra ri-forma .

Voglio ricordare in questa sede ch eun'importante riforma, quella relativa allaPresidenza del Consiglio, è già stata appro -vata da entrambi i rami del Parlamento e dè ormai operante . Ricordo ancora che èstata approvata, sia pure non con general esoddisfazione, ed in base ad un quorumche non esclude la possibilità di rimetterlain discussione, la nuova disciplina dellagiustizia politica. Non è forse questa un ariforma istituzionale? La riforma delle au-tonomie locali in tempi rapidissimi è stataaffrontata e definita dalla Commissioneaffari costituzionali della Camera ; benpresto il provvedimento verrà esaminatodall 'Assemblea e, successivamente, saràinviato al Senato dove, nel frattempo, si st aavviando il discorso relativo alla modific adel bicameralismo perfetto. E stato, altre -sì, approvato il provvedimento che pre-vede una nuova struttura della legge finan -ziaria . Affermare, pertanto, che si vuoletrattare solo il tema del voto segreto m isembra una grossa forzatura, di fronte aquesto massiccio, imponente, compless oavvio di iniziative su questioni di caratter eistituzionale .

Per quanto riguarda, poi, la richiestache almeno si discuta sul regolamento ne lsuo insieme, devo rilevare che si è giunti adindividuare il tema del voto segreto spint ianche dal fatto che l'esame della leggefinanziaria è alle porte e credo che un po 'tutti vogliano evitare quel gioco al mas -sacro verificatosi in occasione dell'ultim alegge finanziaria, durante il Governo Go-ria. Forse se nella sede a ciò deputata, nell aGiunta per il regolamento, si fosse cercatoin primo luogo di affrontare nella loro glo-balità i problemi regolamentari e non in -vece — come mi è stato riferito — di cercardi evitare di affrontare il problema de lvoto palese o segreto, si sarebbe potut arealizzare una maggiore contestualità .D'altronde, la proposta di modifica de lregolamento presentata dal gruppo socia -lista, della quale ho l 'onore di essere prim ofirmatario, ha carattere organico, non s ilimita, cioè, a porre il problema del vot opalese o segreto . Abbiamo in effetti indivi-duato nella riforma dell'organizzazion edelle procedure parlamentari il punt od'attacco di quella più ampia manovr ariformatrice che deve porre le struttur eistituzionali del nostro paese al passo con iproblemi che emergono dalla società ita-liana.

Credo che non si possa negare comedall'attuale configurazione dei regola -menti parlamentari (ciò vale in modo piùaccentuato per il regolamento della Ca-mera) e dalla prassi che si è consolidata ,siano derivate conseguenze che hanno si-curamente modificato la posizione del Go-verno in Parlamento. A questa situazione,come abbiamo detto nella relazione cheaccompagna la nostra proposta di modi -fica del regolamento, ha decisamente con -tribuito la riforma del regolamento del1971 .

Riteniamo, pertanto, che l'insieme diqueste norme debba essere modificato, i nmodo tale da non precludere lo svolgi -mento del fondamentale compito che com -pete al Governo della Repubblica, quello d ideterminare l'indirizzo politico ritenut opiù corrispondente all'interesse generale,concretizzando gli impegni legislativi indi-viduati nel programma, sulla base del

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quale il Parlamento conferisce la fiducia a lGoverno.

Vi sono dunque altri problemi da affron-tare (relativi ai tempi certi, quindi allecorsie preferenziali e alla reale program-mazione dei lavori), ma ne esiste anche esoprattutto uno che, oltre che funzionale epolitico, è anche morale : quello di abolire ocomunque fortemente circoscrivere il votosegreto, preservando, di conseguenza, l edecisioni legislative dall'influenza occulta ,che spesso si verifica grazie a questo stru -mento, di particolarismi, di interessi setto -riali, di pressioni di lobbies . Riteniamo chesia giunto il momento di avviare un agrande glasnost, una grande trasparenzaanche nelle aule del Parlamento italiano .

Nel documento programmatico dellamaggioranza (e questo ci ha fatto piacereperché sono stati accolti argomenti che datempo noi socialisti sostenevamo) si in -dica, appunto, l'esigenza di una revision edei regolamenti parlamentari fondatasulla congiunta e coessenziale afferma-zione del diritto-dovere della maggioranzadi attuare il programma e del diritto -dovere dell'opposizione di esercitare l eproprie funzioni di rappresentanza e d icontrollo. Non si tratta, quindi, di un atteg -giamento unilaterale, che si pone dalpunto di vista della maggioranza, ma d iuna visione più complessiva per un divers orapportarsi nel Parlamento, e quindi ne lpaese, della maggioranza e dell 'opposi-zione, per far sì che ciascuno possa presen -tarsi all'elettorato con la responsabilit àchiara e netta delle sue azioni .

L 'onorevole Franco Russo ha più volt echiamato in causa, tramite la mia persona,il partito socialista, chiedendosi nei con -fronti di chi debba farsi valere la respon-sabilità del deputato . Certamente nei con -fronti del corpo elettorale . Tuttavia, anch ese esiste sicuramente una responsabilit àdel singolo parlamentare, vi è, più com-plessivamente, quella delle forze politiche ,poiché ciascun parlamentare si presenta a lcorpo elettorale accettando il programmadel partito nelle cui liste è inserita la su acandidatura .

Ad un preciso accordo della maggio-ranza, poi trasf uso nel programma di Go -

verno, il Parlamento ha accordato la pro-pria fiducia; appare pertanto piuttosto sin -golare che qualcuno affermi di non capir eil motivo per il quale il Governo si interessidi problemi di natura regolamentare .

Per quanto attiene, in particolare, ai si-stemi di votazione, l'accordo di maggio-ranza prevede che i casi di votazione se-greta debbano essere riservati alle delibe-razioni concernenti persone o attinenti adiritti di libertà costituzionalmente garan-titi, richiamandosi al titolo primo, part eprima, della Costituzione .

Da tale base è nato il testo proposto da lgruppo socialista . Nella nuova formula-zione che la Giunta per il regolamento, amaggioranza, ha approvato e che verràpertanto sottoposta (salvo modifiche) a lconsenso di questa Assemblea, si affermainnanzitutto che «le votazioni hanno luog oa scrutinio palese» (affermando in talmodo il principio della prevalenza d iquesto sistema di votazione) e che «sonoeffettuate a scrutinio segreto le votazion iriguardanti persone o attinenti a diritti d ilibertà costituzionalmente garantiti, di cu ialla parte prima, titolo primo, della Costi-tuzione» .

La seconda parte di tale formulazione(che contiene una eccezione per i diritti dilibertà tutelati dalla Costituzione) contienequindi un riferimento preciso e nett oall'accordo di maggioranza .

Desidero ribadire con chiarezza chel'iniziale intenzione socialista (che si incar -nava nel testo predisposto in origine, po iaggiornato alla luce dei nuovi accordi) no ncontemplava tale eccezione . Si affermavasoltanto che il voto dovesse essere palese ,tranne i casi relativi a persone ; si stabilivain tal modo un principio di ordine gene-rale, ma non certo — e vorrei che i colleghiintendessero il vero significato di questanorma — per prevaricare qualcuno o pe rdar luogo a quello che sembra essere ungioco di contrattazioni, in cui la gammadelle eccezioni va estendendosi . Noi cichiediamo, proprio in materie importantiquali sono quelle concernenti le libertàpersonali o i problemi della famiglia ri-spetto alle quali è stata sostenuta la possi -bilità di ulteriori eccezioni (poi accolte,

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perché quando si comincia ad operare co nun certo spirito non si può più ragionar econ il bilancino), quando cioè si dibatte diquestioni che investono la coscienza d iogni parlamentare, ebbene, in tali circo -stanze, quale esigenza impone che il parla-mentare, per esprimere la propria obie-zione di coscienza, debba trincerarsi dietr oil voto segreto? Perché egli deve avere tal egaranzia e non può invece dire chiara-mente in aula che, su un tema di granderilevanza etica, dissente dalle posizioni delproprio gruppo, e che non può quindivotare conformemente alle indicazioni ri-cevute?

Io credo che proprio se riusciremo adevitare di agevolare le coscienze che sitranquillizzano soltanto nell ' ombra e nelsegreto dell'urna potremo esaltare la fun-zione parlamentare . E dico questo noncerto perché intendiamo porre nuova -mente in discussione un testo che, anzi ,siamo stati proprio noi a presentare inquella formulazione e che, sulla base d iulteriori accordi, verrà ulteriormente am-pliato per ciò che attiene alle possibili ecce-zione al voto palese . Vorrei soltanto rap-presentare con chiarezza il pensiero socia-lista al riguardo: l'espressione libera e tra-sparente delle proprie opinioni non dev eessere considerata come una sorta di sof-focamento, rispetto al quale ogni ecce-zione che si riesce a strappare deve inten-dersi come un 'ulteriore conquista di de-mocrazia .

D'altronde, vi sono anche precedenti au -torevoli in materia, nonostante il voto se -greto: per esempio, su un argomento cos ìcomplesso come quello del l 'aborto, vi sonostati parlamentari laici che hanno manife -statto apertamente in aula la loro divers aopinione. Situazioni analoghe si sono veri -ficate su argomenti riguardanti la politicaestera: ebbene, non mi risulta che in quest icasi vi siano state espulsioni, ostracismi omancati inserimenti nelle liste elettorali !

Non possiamo non ricordare — comehanno fatto altri colleghi — che esiste l'ar -ticolo 67 della Costituzione, per il quale«ogni membro del Parlamento rappre-senta la nazione ed esercita le sue funzionisenza vincolo di mandato». Tralasciamo

l ' interpretazione del concetto di nazione, èindubbio che quanto affermato in questoarticolo attribuisce comunque al parla-mentare il diritto di esprimersi senza vin -coli, nei confronti del collegio elettoral eche lo ha eletto come nei confronti di unpartito. È chiaro che vi sono comunqu ealtre forme di vincolo. Non dimenti-chiamo, che l'articolo 49 della Costituzion erecita: «Tutti i cittadini hanno diritto d iassociarsi liberamente in partiti per con -correre con metodo democratico a deter-minare la politica nazionale». I partiti ,cioè, nel sistema italiano hanno rilevanzacostituzionale e sono individuati come lostrumento che funge da tramite per con -correre, appunto, alla vita politica .

Quando si obietta da molte parti — ed èl 'obiezione più ricorrente e in qualche mi-sura anche quella più comprensibile —che con l'abolizione o la forte riduzione delvoto segreto verrebbe meno ogni auto-nomia del singolo parlamentare rispett oalle decisioni dei vertici di partito, si d àprevalenza ad un aspetto importante, che èquello della tutela del singolo, rispetto adun'altra rilevante esigenza, che è quell adella sovranità popolare, e quindi dell achiarezza delle decisioni, di fronte all 'elet-torato.

Esiste certo un problema dell 'auto-nomia del singolo parlamentare, che v avisto peró alla luce di entrambe le disposi -zioni costituzionali ricordate o, se vo-gliamo, del loro combinato disposto, per-ché laddove l'articolo 49 parla di metod odemocratico, intende far riferimento aquel sistema che si articola nel gioco deipartiti ed anche in quello all 'interno degl istessi .

Ebbene, mi rivolgo amichevolmente a icompagni comunisti, che oggi insistonomaggiormente sulla difesa dei diritti de iparlamentari nei confronti dello strapo-tere dei partiti . Il partito comunista non èforse sempre stato -- e io credo lo siaancora in larga parte — il partito che pi ùdi altri ha teorizzato e praticato l'assolutasubordinazione di ciascun suo rappresen -tante nelle istituzioni alle decisioni degl iorgani di partito? Non voglio rifarmi allaconcezione leninista del partito che, in

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qualche misura, gioca ancora il suo ruolo ;ma certo, se vi è un partito che è rigida-mente disciplinato, questo è il partito co-munista .

E allora, quando si difendono questi di-ritti all'obiezione, li si difendono a favor edi chi? Dei parlamentari degli altri partiti ,dei parlamentari della maggioranza che ,prendendo posizioni diverse da quell eespresse dai loro partiti, aggiungon oqualche decina di voti a quelli compatti edisciplinati del gruppo comunista ; consen-tendo così di ribaltare le maggioranze s uun singolo argomento .

Perché, allora, se si è effettivament econvinti che in qualche misura l 'auto-nomia del singolo parlamentare non siasufficientemente garantita e rischi di es-sere comunque ridotta con l'estensione de lvoto segreto, non si prendono iniziative sualtri piani? Per esempio, per attuare i nmodo più compiuto l 'articolo 49 della Co-stituzione, si potrebbe prevedere unaqualche forma di pubblicità degli statutidei partiti, che garantisca forme di demo-crazia interna . Esistono comunque pro-blemi complessi che investono i singoli . I lfatto che un soggetto scelga di aderire a dun partito, accettandone le regole intern eed i programmi, non significa che nonpossa esservi un momento di dissenso ; maesistono modi palesi per fare apparir equeste divergenze. Anzitutto, si può noncondividere una scelta, ma accettarla per -ché si accettano le regole: è il cosiddettovoto per disciplina di partito o di gruppo ,che non mi sembra una coartazione, se s ifanno prevalere le opinioni espresse ed i lloro contenuto, se le si vuol far conoscere,rispetto al risultato meccanico di voti ch einvestono per lo più materie, magari no -bili, ma che comportano quasi sempre ri-sultati «di bottega» .

Come dicevo poc'anzi, su materie chetoccano la coscienza ciascuno ha però i ldiritto-dovere — nella valutazione operatanel proprio foro interno circa la preva-lenza delle esigenze di unità e di disciplinadel gruppo o di quelle della propria co-scienza — di decidere se assumere palese -mente e chiaramente una posizione di -versa. Non vi è alcuna coartazione .

Bisogna invece vedere se in realtà s ivoglia difendere (non mi risulta infatti ch evi siano stati casi importanti in cui con l oscrutinio segreto sono state travolte fonda -mentali leggi di principio) la facoltà, attra -verso il segreto dell 'urna, di favorire gl iinteressi settoriali . In questo caso, allora ,non è l'opposizione ad aver vinto, ma cas omai quelle frange della maggioranza che ,perseguendo interessi particolari, incon-trano l'appoggio precostituito di tutta l'op -posizione in blocco, per cui, sommando ailoro pochi voti quelli degli altri, riescono aperseguire un determinato obiettivo .

E questo tipo di pratica consociativa dibasso livello che si vuole difendere, onore-vole Russo? Voi siete contro la consocia-zione: ma che cos'è questo se non pratic aconsociativa?

Oppure assistiamo a giochi di partito :ogni volta che il Governo Goria è stato «im -pallinato» sulla legge finanziaria si trat-tava sempre di dissensi sul merito dei sin-goli articoli, o non piuttosto di messaggi o ,per usare un termine mafioso, di avverti -menti? Questo è tanto vero che, nel mo-mento in cui Goria ha annunciato che dav ale dimissioni, i franchi tiratori sono spa-riti .

È questo il tipo di iniziativa del parla-mentare che vogliamo difendere per no ncoartarlo e per non far prevalere la logic apartitica? Ma questa che cos 'è, se nonlogica partitica? E logica correntizia, è lo-gica di bassa politica !

Mi rivolgo allora anzitutto al gruppocomunista che in realtà non tutela — con -sentitemi di dirlo — un diritto astratto de lparlamentare, bensì ha difeso e difende ,con maggiore o minore convinzione (a mioparere con sempre minore convinzione ;ma sono lieto che in tal senso vi sia stat auna evoluzione!), la possibilità che i nquesti anni e con questo sistema ha avutodi creare di volta in volta difficoltà a lGoverno. Abbiamo così assistito al pro -trarsi della logica consociativa, che certoha sempre garantito il Governo ad alcuni,ma ha anche dato ai comunisti possibilitàdi veto, o comunque di potere, grazie a lcasuale sommarsi di voti su singoli pro-blemi .

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È questa la politica del nuovo corsocomunista, che, attraverso le parole de lsegretario Occhetto, dice «no» alle pra-tiche consociative? È questa la politicadell 'alternativa? La si persegue forse at-traverso la difesa di un residuo storic oqual è il voto segreto? È questa la politic adella sinistra europea? Pensiamo piut-tosto alla Svezia, dove la sinistra ha vint onuovamente le elezioni, ma ha gover-nato, e continuerà a farlo, con un mar-gine di uno o due voti! Voi pensate vera -mente che se un domani, in Italia, vi sar àun Governo di alternativa, questo avràmaggioranze oceaniche? Non pensate in -vece che, se anche l'Italia vuole essere u npaese europeo con una democraziadell'alternanza, è necessario far sì ch eciascuno palesi le proprie opinioni?

Non crediamo piuttosto che, se si intro-duce il voto palese si innescherà un mec-canismo che farà esplodere se esistono, l econtraddizioni all 'interno della maggio-ranza? Se l'opposizione farà fino in fond oil suo gioco, se non vi saranno dubbi che ivoti possano essersi mescolati, sarà chiar ochi avrà la responsabilità delle decisioni .Non è questo il vero gioco democratico?

Abbiamo comunque accolto con favorela decisione comunista di non andare, i nquesto confronto, ad un muro contr omuro; nessuno vuole fare una politica de lgenere. Riteniamo peraltro che, anche senon esiste alcun tabù, nel senso che il test opresentato non è intoccabile, quello cheper noi è intoccabile è il principio, cioèl 'esigenza, se non di abolire, comunque d irovesciare il principio in materia di vota-zioni. La regola deve diventare il voto pa-lese, anche se vengono previste singol edeterminate eccezioni, che però devonoessere limitate. Se infatti si estende inmodo confuso, caotico e senza limiti l'are adelle eccezioni, in realtà si arriva esatta -mente al risultato opposto : nonostante leaffermazioni che il voto palese costituiscela regola, sarebbe superiore il numero de icasi in cui prevale il voto segreto, e no nviceversa .

Di conseguenza, pur se questo esula dalnostro modo di pensare, abbiamo accoltofin dall ' inizio, nel presentare il testo, la

proposta di estendere l'eccezione ai diritt idi libertà personale .

PRESIDENTE. Onorevole Cardetti, le ri-cordo che il tempo a sua disposizione st aper scadere .

GIORGIO CARDETTI. Mi avvio alla con-clusione rapidamente, signor Presidente .

Dicevo che per questo abbiamo accolto(e in tal senso verrà presentato un nuovotesto da parte della maggioranza) l 'esten-sione dell'eccezione al diritto di famiglia, ealla materia del rispetto della person aumana nel trattamento sanitario . Rite-niamo però, ripeto, che vi siano dei limiti .Qualcuno ha parlato anche di estenderel'eccezione alle leggi elettorali . Sempre piùspesso, e non soltanto da parte di politic i(penso che tutti abbiano letto un articolo d iMontanelli in questo senso), si collega i lproblema della riforma elettorale a quellodel voto segreto, facendo peraltro affer-mazioni che sono prive di significato. Nonha senso, infatti, dire che il sistema unino -minale garantisce l 'autonomia del parla-mentare. Basta pensare che il sistema uni -nominale attualmente è previsto per il Se-nato, ma le scelte vengono fatte diretta -mente dai partiti, senza nemmeno que lfiltro discutibile, ma che pur sempre esi-ste, che è il voto di preferenza .

Una simile affermazione non si puòdunque riferire alla realtà italiana, ma variferita a realtà diverse : a quella statuni-tense, per esempio, nella quale però esist eun bipartitismo ed esistono le elezioni pri -marie. E questo l'obiettivo verso il quale c isi deve indirizzare? Non lo so, può dars iche lo sia; ma allora occorre lavorare gra-dualmente verso quella direzione . Non ècerto con strane innovazioni in materiaelettorale, utilizzando il vosto segreto, ch esi può pensare di arrivare alla chiarezza ealla trasparenza nel Parlamento .

Concludo, anche se ovviamente i nquesta materia vi sarebbe molto altro daaggiungere; ma altri lo faranno, non pre-tendo di dire tutto io. Concludo dicendoche, se questo principio della prevalenzadel voto palese passerà, e passerà nellachiarezza, senza pasticci, sicuramente

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sarà una vittoria dell ' iniziativa socialista ,sarà una vittoria della maggioranza, masarà — io credo — anche una vittoriadell 'opposizione, se questa intende real-mente porsi come alternativa . Sarà, infine ,una vittoria del sistema parlamentare edella democrazia italiana (Applausi dei de-putati del gruppo del PSI) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l 'ono-revole Lo Porto . Ne ha facoltà.

GUIDO LO PORTO. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, la grande valenza poli-tica di questo dibattito, malgrado l'argo -mento abbia un altrettanto elevato conte-nuto tecnico, è dimostrata innanzitutt odall'impegno con il quale il Parlamento loaffronta, ma soprattutto dalla grande cu-riosità dell'opinione pubblica riguardo a desso; una grande valenza politica, per laquale si è giunti persino a scomodare illu-stri personaggi della storia italiana, si èscavato nella tradizione e nella storia delnostro Parlamento, si è sorretta con unminimo di dignità culturale una materi ache viceversa sarebbe apparsa per quellache effettivamente è : una manovra di sal-vaguardia della maggioranza di Governo,una manovra — secondo noi — di esauto-ramento della dignità e della libertà de lParlamento .

A tale valenza politica occorre associar epoi il grande significato innovativo ch eavrebbe l 'introduzione di questa riformanel nostro ordinamento regolamentare ,anche sotto il profilo costituzionale, com eieri sera sottolineava l 'onorevole Pazza-glia, e come invece qualcuno anche i nquesto momento negava .

Si tratta di un grande rilievo di caratter ecostituzionale, perché la Costituzione, senella lettera certamente non prevede lavotazione a scrutinio segreto, così comeavveniva nella precedente Carta costitu-zionale (lo Statuto albertino), tuttavia nell aproposizione di un rinvio ai regolament iparlamentari indica indubbiamente unacomplementarietà precisa tra la letter adella Carta e dello spirito del costituente ,che nel momento in cui rinviava ai regola-menti indubbiamente intendeva fissare un

principio: il regolamento, così come sa-rebbe stato concepito in materia di vota-zioni, avrebbe indubbiamente obbedit oallo spirito della Carta costituzionale .

Il regolamento della Camera dei depu-tati, complementare a questa recita lette -rale della Carta costituzionale, prevede i lvoto segreto; e noi ci accingiamo a modifi -carlo senza tenere sufficientemente cont osia della valenza politica di cui parlavoall'inizio, sia di questa ispirazione indub-biamente presente nella nostra Costitu-zione .

Vi è infatti un divieto di mandato impe-rativo sancito dall'articolo 67, il quale pre -vede che ogni membro del Parlament orappresenta la Nazione», quindi non il par -tito. Il deputato rappresenta una volontàglobale, non la parte, non l 'elettore, mainteressi politici generali e nazionali di tal evastità da liberarlo dal vincolo del man-dato elettorale strettamente concepito, pe raffidarlo alla libera decisione di una pote -stà legislativa avente effetti sul l 'intera so -cietà nazionale .

Il divieto di mandato imperativo, comeprevisto dalla Costituzione italiana, dev eessere collocato, bene o male, nel contest odi un'analisi delle condizioni nelle qual ioggi esso, così come delineato dall 'articolo67 della Costituzione, può essere eserci-tato .

Vero è, come dicono gli apologetidell'abolizione del voto segreto, che l'Itali aè uno dei pochi paesi a regime democra-tico che presenti ancora nel proprio ordi-namento questa «barbara reliquia» —come è stato definito — del voto segreto .Ed è vero che Parlamenti democratici be npiù avanzati del nostro hanno deciso di eli -minarne la presenza .

Tuttavia questa comparazione non puòessere neppure definita tecnico-giuridica ,perché è solamente pretestuosa e provoca-toria. Non è infatti tra due regolamentiparlamentari, tra due Parlamenti demo-cratici che si può elaborare una compara-zione, ma è tra due sistemi politici omoge -nei. Ed invece, della democrazia italianatutto si può dire, tranne che sia compara -bile alle grandi democrazie occidentali ,come quella americana o quella inglese .

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

È vero che 57 regimi parlamentari son oprivi della votazione a scrutinio segreto, eche solamente 25 hanno adottato, sia pureparzialmente, tale sistema ; ma è altret-tanto vero che la democrazia italiana, com -parata ad altre che vengono prese comeesempio di civiltà politica, è ben diversa eben indietro .

Da qui, allora, l'opportunità di un riferi-mento allo spirito costituzionale (al di làdell'esito del voto, nella seduta di ieri, sullepregiudiziali di costituzionalità) di un collega -mento con le intenzioni dei costituenti che ,certamente divisi sulla materia, l'affronta-rono in un intenso ed elevato dibattito, in cui ifronti, fatalmente, si divisero ma nel corso delquale, tuttavia, si raggiunse una intesa ed un adecisione: che la modalità di votazione foss eaffidata alla volontà ed alla libertà politica delParlamento. Nacquero così il regolament oparlamentare del 1971 e l'istituto del votosegreto così come lo abbiamo conosciuto ecome — ahimè — ci si accinge a rifor-marlo .

L'autore della proposta di modifica alnostro esame ha definito poc'anzi, azzar-date e temerarie e pregiudiziali di costitu-zionalità presentate dalle opposizioni sutale proposta . La Costituzione non preved e— ha affermato l'onorevole Cardetti — ilvoto segreto, ad eccezione di poche circo -stanze tassativamente prescritte dall aCarta costituzionale . Ma noi, infatti, non ciaccingiamo a riformare la Costituzionebensì un regolamento al quale fa espress orinvio l 'articolo 72 della Carta costituzio-nale .

In questo delirio, in questa tumultuosarichiesta di una riforma che avesse la di-gnità di riforma istituzionale, che rispon-desse alle attese di un'opinione pubblic aestremamente interessata al processo d iriforma, vi è stata una vera e propria invo-cazione da parte della maggioranza ; masoprattutto di un partito che all'intern odella stessa si è, più di tutti, contraddi-stinto nella ricerca e nell'affermazione d iquesta sola ed isolata riforma del vot osegreto. In questo delirio, dicevo, di ri-cerca di una maggioranza per l'abolizon edel voto segreto sono state esercitate l epressioni più feroci, si è attuato il terro -

rismo psicologico più intollerabile: si èpersino ventilato il rischio che qualora i lParlamento, liberamente, democratica -mente e — vorrei aggiungere — dignitosa -mente promuovesse uno sforzo unitario d iaggiustamento delle regole che si voglion oimporre e che meritano una modifica ; qua-lora cioè il Parlamento recuperasse il pro-prio orgoglio e la propria dignità, si ri-schierebbe lo scioglimento delle Camere ,perché la maggioranza si dissolverebbe, esi andrebbe così incontro ad elezioni anti-cipate! (Applausi dei deputati del Grupp odel MSI-destra nazionale) .

Signor Presidente, non so cosa accadrànelle cosiddette società politiche super svi -luppate del futuro: probabilmente ciò ch eaccade già adesso in una società definit adai sociologi postindustriale . Io non so se icolpi di Stato — ad esempio — si potrannomai più fare nelle società cosiddette po-stindustriali con le squadre di azione e co ni carri armati . Probabilmente essi ver-ranno effettuati con colpi di mano, sottoforma di riforma o persino di modifichedei regolamenti . Un'epoca di tolleranza, disopportazione e di dialogo (sia pure fintoed ipocrita) richiede il non ricorso ai mezziviolenti ; alcune volte, però la violenza psi-cologica è ben più dura di quella fisica .Questo terrorismo psicologico è stato eser-citato per incidere sulla libera volontà deideputati . Esso grava ancora sull'esercizioconcreto della nostra solenne funzione d iformazione di una volontà politica tes aalla costruzione di un nuovo progetto, no nsolo attraverso la minaccia, il ricatto diuna punizione da infliggere a questo Par-lamento qualora dovesse sbagliare (è l aminaccia di scioglimento) ; ma persino co nuna intollerabile anticipazione delle deci-sioni che l'onorevole Craxi si accinge achiedere al Parlamento. Infatti, tale è ildelirio e tale la volontà del partito socia -lista di pervenire all'eliminazione dell'isti-tuto del voto segreto, che l'onorevole Crax ine ha persino anticipato gli effetti . E pre-sente davanti ai nostri occhi la proposta diimporre ai deputati della maggioranza i lvoto palese persino quando il regolament oprescrive il voto segreto, come avviene perle sue modifiche . Altro che vigoria del

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 198 8

deputato che liberamente esprime la pro-pria volontà! Altro che trasparenza dell avolontà politica del Parlamento! Altro ch edignità dei deputati! Qui siamo ai colpi d imano: il voto segreto eliminato persinoprima che il regolamento venga modifi-cato !

A tale proposito, signor Presidente, lavorrei implorare di dare una risposta, pu rminima, a questi attentati alle Carte ch edevono regolare e reggere i nostri lavori ela nostra funzione. Non è più possibileaccettare che prerogative e funzioni ti -piche del Parlamento, gli interna corporisdelle Camere, vengano gestiti in anticip orispetto al dibattito parlamentare, primaattraverso una discutibilissima letteradell 'onorevole De Mita che imponeva un acerto ordine del giorno, poi con una riu-nione del pentapartito che decideva le re-gole da seguire, oggi con l ' imposizionedell 'onorevole Craxi che chiede a tutti ideputati della maggioranza un voto diastensione che, come tutti sappiamo, èvoto palese . A questo punto, francamente ,occorre un minimo di ribellione ; bisognaalzare la voce affinché il Parlamento recu-peri la propria dignità, la volontà di esserequello che l'articolo 72 della Costituzion egli impone di essere .

Le posizioni dei partiti sono state co-munque indirettamente individuate. Lamaggioranza di Governo al momento dellapropria costituzione vantava, fra i tantiobiettivi del programma, quello delle ri-forme istituzionali . Al di là di quanto rea-lizzato in materia di riforma della Presi-denza del Consiglio, che è progetto appar-tenente a ben altre maggioranza e ad altripresidenti del Consiglio ; al di là della ri-forma della legge finanziaria, che è frutt odi un processo di maturazione che appar-tiene — questa voltà sì — all'intera volontàdel Parlamento; al di là di tutto questo, lasola riforma istituzionale presentata daquesto Governo è quella dell'eliminazion edel voto segreto .

Lei sa, signor Presidente, che la Giunt aper il regolamento ha avuto la sensibilità d inon limitarsi ad affrontare la singola que-stione, ma si è soffermato sull 'argomentonella sua globalità ; lei ha diretto magistral -

mente il dibattito e i lavori della Giunta ,tesi al raggiungimento di un proposito ri-formatore generale . Credo, però, cheanche lei abbia dovuto arrendersi allaforza delle pressioni allorquando, all'im-provviso, siamo stati costretti a decidere d ivotare soltanto due commi del l 'articolo 49;allorquando, all'improvviso, ci siamo do-vuti arrendere al colpo di maggioranza . Lovogliamo chiamare così, oppure colpo dimano o colpo di Stato quale rischia dav-vero di divenire questo strano processo d imodifica delle regole del gioco che snaturadal di dentro l'istituzione parlamentare ?Chiamiamolo come vogliamo. Il fatto è ch ead un certo momento ci siamo trovati d ifronte ad una decisione della maggio-ranza, sia pure assunto di stretta misura,così come ha dimostrato il voto nell aGiunta per il regolamento e il voto di ier isera in aula.

Se la sensibilità politica di questa mag-gioranza, se la sensibilità politica di alcunisuoi personaggi, chi più chi meno, non ètale da suggerire loro una presa di distanz ada questo delirante desiderio di modifi-care il voto segreto, siano le forze parla-mentari ad insorgere il Presidente in testa ,come noi ci auguriamo, ed a prendere ledistanze da questa volontà di prevarica-zione .

La storia del voto segreto l'ha ricordataieri, nel suo intervento, il relatore, onore-vole Ciaffi, essa è stata ripresa da qualch ecollega all'inizio del dibattito di quest amattina. Io non desidero assolutament epolemizzare sui precedenti storici del votosegreto; potrei usare, per sostenere la mi atesi, gli argomenti che il relatore, onore-vole Ciaffi, porta a sostegno dell'aboli-zione del voto segreto. Egli ha citato per-sino Mussolini a favore della tesi abolizio-nista, ed ha ricordato l'avvenuta elimina-zione del 1938 del voto segreto, in con-trasto con la sua presenza nello statutoalbertino .

Se l 'onorevole Ciaffi crede che l'attualesia una condizione associabile e collega-bile, sia pure per pochissimi istanti e perpochissimi millimetri, alla situazione poli -tica del 1938, si accomodi pure: io non loseguirò su questa strada .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

La storia del voto segreto è stata fatta enon c'è chi non veda come sia estrema -mente importante ed interessante —quanto meno curioso — che nel corso dell astoria politico-parlamentare italiana, rela-tivamente al problema del voto segreto, s isia assistito ad un obiettivo ribaltamento d iposizioni .

A fronte di una situazione che cultural-mente e politicamente è tutta ascrivibil ealla cultura ed alla politica liberal-demo-cratica, fautrice del voto segreto (tutelanofinché tale cultura ha avuto — credo sin oad ora — capacità di incidere nelle deci-sioni politiche), e di una sinistra, più omeno marxista, che viceversa si è semprebattuta a favore del voto palese, oggi siam oin presenza di una grande novità storica .

Noi dobbiamo capire le ragioni pro-fonde di questo ribaltamento, perché essedimostrino come sia cambiata la natur adella democrazia italiana, come sia cam-biato il costume, come cambi la culturapolitica nel nostro paese . Non può esseresoltanto un gioco del destino o del caso se ,all'improvviso, forze di opposizione di ten-denze politiche •e culturali opposte, comela nostra e quella comunista, si trovanooggi sinceramente unite nella difesadell'istituto del voto segreto .

Molte sono le ragioni che hanno resopossibile tale evento, ma io mi limiterò adire che, al di là della salvaguardia, dellatutela e della garanzia del manteniment odel cosiddetto gioco consociativo i nquest'aula ; al di là della politica del piccolocabotaggio o della volontà di essere a dogni costo parte determinante delle deci-sioni legislative, nelle forze politiche diopposizione, compreso il partito comuni -sta, c'è una preoccupazione di ordine cul-turale e politico, a prescindere dal mo-mento che attraversa la nostra Repub-blica .

Non so se i costituenti, prevedendo qual esarebbe stato lo sviluppo dell'istituto re-pubblicano in Italia o come si sarebb eridotta la nostra democrazia parlamen-tare, non avrebbero a suo tempo introdott ol'obbligatorietà tassativa del voto se -greto .

Bisogna dire onestamente e lealmente

tra di noi che una cosa è un dibattito che s isvolge oggi, alle soglie del 2000, dopo 40anni di storia vissuta sotto l'egida dell estrutture del l 'attuale Carta costituzionale ,e altra cosa sono il dibattito e le decision iassunte oltre 40 anni fa, quando le condi-zioni storiche, politiche e culturali, inItalia e nel mondo, erano radicalment ediverse da quelle odierne .

Ebbene, al cospetto di una democraziaitaliana così putrefatta dal gioco partito-cratico, che registra il più alto tasso d idistanza tra potere legale e potere reale,della quale i politologi più attenti predi-cano la necessità di una riforma e che tutt iormai riconosciamo suscettibile di cam-biamenti e modifiche, all'improvviso si ri-tiene di dover privare i vili, i codardi,coloro che preferiscono la non traspa-renza, gli uomini non vigorosi, i cosiddett ifranchi tiratori, del diritto di essere tali .

Vi sono tante ragioni a favore o contro ifranchi tiratori. Certo non sarò io a farn el'apologia, ripugnandomi persino il con-cetto di franco tiratore, ma resta il fattoche bisogna distinguere tra franchi tirator iin danno della maggioranza, franchi tira -tori in vantaggio delle lobbies e franchitiratori che a volte operano in vantaggiodella maggioranza . Il fenomeno è com-plesso e va analizzato sia nel contesto com -plessivo delle istituzioni politiche italian e(per intenderci : problema della partitocra -zia), sia nel contesto delle pressioni estern eche possono determinarsi (le cosiddett elobbies, contro le quali tuonano democri-stiani, socialisti, repubblicani, socialdemo -cratici e liberali, perché essi sono contro l elobbies, liberi da esse e vogliono affermar enel libero Parlamento italiano la propri alibertà di decisione!) .

La lobbies sarebbero dunque rappresen-pate in Italia soltanto dai franchi tiratori !La democrazia cristiana, il partito sociali -sta, il partito repubblicano, insomma ilpentapartito, così libero dal condiziona-mento delle lobbies, si fa assistere in quest aspietata campagna per l'abolizione delvoto segreto da quasi tutta la stampa ita-liana, che dalle lobbies è altrettanto libera :una stampa libera dai petrolieri (il pover ocavalier Monti chi sa cosa pensa del voto

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

segreto: tutti i giornali della sua caten asono impegnatissimi contro di esso!), al difuori della lobby automobilistica (chissàcosa pensa l'avvocato Agnelli : il suo gior-nale è scatenato contro il voto segreto! Ecosì il Corriere della Sera e la Repubblica) .Tutti questi giornali, che stanno portandoavanti il progetto della maggioranza esono, almeno sotto tale profilo, filogover-nativi, sarebbero tutti liberi dalle lobbies!Governo, maggioranza e giornali, tutti li-beri dalle lobbies !

Gli unici deputati che rimangono asser-viti alle lobbies e di cui bisogna liberarsisono, dunque, i franchi tiratori : questo èl'argomento che ho sentito esporre inquest'aula dalla voce dell'onorevole Car-detti; questo è quanto si legge su tutta lastampa ad opera di coloro che rappresen-tano l 'opinione dei rispettivi partiti di Go-verno.

Si tratta di un discorso che — dobbiam oammeterlo fra di noi — è stupido, scor-retto e assolutamente falso! Non è che i lfranco tiratore esiste perché difende qu identro le lobbies attraverso il nascondigliodel voto segreto: esse hanno in questa sedeben altri difensori! Il franco tiratore esisteperché — come ha scritto Indro Monta-nelli, anche se è poi arrivato a conclusioniopposte — i partiti politici sono oramaitiranni senza volto che tagliano le gambe achi non obbedisce .

Questo dipende certo dalla scarsezza didecoro e dignità professionale o personal edi chi subisce simili discipline di partito ;questo si può verificare perché il pas-saggio fra partito e Parlamento non è be ndisciplinato dalle leggi ; questo può acca-dere quando il carattere di un uomo non èall'altezza della funzione che egli svolge ,ma tutto ciò non giustifica il fatto che si siaandati a scomodare la memoria dell'ono-revole Moro, il quale, nell'ambito di que lfamoso dibattito in cui si arrivò alla costru -zione di una certa dottrina sulle votazion iparlamentari, sostenne che il voto segretonon era degno degli uomini vigorosi, per-ché costoro hanno la forza di insorgere e d iesprimere liberamente la loro opinione .

Se quarant 'anni fa tale argomento po-teva essere in qualche modo comprensi-

bile, richiamato oggi starebbe a significar eche l'uomo vigoroso, almeno per quant oattiene ai partiti di maggioranza, è soltant oun suicida .

Se allora non vogliamo ingannarci o fa rfinta di credere alle bugie, il fenomeno de ifranchi tiratori e l'esigenza della traspa-renza li dobbiamo cercare con ben altr isistemi: con la riforma dei partiti, ma so-prattutto con la riforma della legge eletto-rale, in modo da permettere agli uominivigorosi e leali, ma soprattutto alle ide evigorose e leali, un'affermazione in ter-mini di consenso elettorale .

Si è disturbata la stabilità dell'esecutivo ,che sarebbe minacciata dalle imboscate .Ma la stabilità dell'esecutivo la si ricerca i nben altri settori e con ben altre misure d iriforma regolamentare, come l'instaura-zione di una democrazia diretta, la previ-sione di una sfiducia costruttiva, le alle-anze politiche sottoposte a suffragio elet-torale. La stabilità dell'esecutivo, sbandie -rata come una forma di ricatto e di condi-zionamento del deputato dissenziente, èinvece soltanto, in tal modo, un colpo d imano antidemocratico ed antiparlamen-tare.

Va infine ricercato il punto di equilibri ofra la funzione dei partiti e la funzione de lParlamento . È ormai evidente, infatti, ch econ l'abolizione sostanziale del voto se -greto rischiamo di introdurre un mecca-nismo che rende molto squilibrato il rap-porto fra partiti e Parlamento, con la con-seguenza fatale che dove già, nella demo-crazia italiana, la funzione dei partiti èeccessiva, si assisterà ad un rafforzament odi quest'ultima e danno non tanto dellasocietà civile, come tuttora e tuttavia ac-cade, quanto dell'istituzione parlamen-tare, che perderebbe certamente un ele-mento di libertà, di indipendenza e di auto -nomia.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, c irendiamo conto della complessità dell amateria e non vogliamo, come pretende lamaggioranza o qualcuno dei suoi più qua -lificati esponenti, predicare la dottrina de lmuro contro muro . È materia degna dianalisi generale, sulla quale persino il Go -verno ha chiesto il contributo di tutte le

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forze parlamentari : a fornire tale contri-buto ci dichiariamo disponibili, ma è i lmodo che ci offende.

Evitiamo allora (e questo è un compit odella Presidenza e dei gruppi parlamen-tari, connesso alla funzione che ci affida l aCarta costituzionale), che vengano affer-mati tutti i diritti della maggioranza, nes-suno escluso, e che all'opposizione vengariservato soltanto il diritto di dire «no» (Ap-plausi dei deputati del gruppo del MSI-destra nazionale — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Caria. Ne ha facoltà .

FILIPPO CARIA. Signor Presidente, al mo -mento della costituzione del Governo DeMita i partiti della maggioranza nel con-cordare il programma stabilirono, tra l'al-tro, l'obiettivo di porre in essere riformeregolamentari dirette a rivedere le normeconcernenti le votazioni a scrutinio se-greto .

E così iniziato un dibattito molto com-plesso, sviluppato con notevoli capacit àdialettiche soprattutto dalle opposizioni .Si è richiamata la destra storica e lo Sta-tuto albertino, si è fatto riferimento ai par-lamenti degli altri paesi europei e a quell idi altri paesi democratici, e si è fatto anchequalche malizioso riferimento ai paesidell 'Est, senza rendersi conto che allo statola verità è una sola . Come ricordava il col -lega intervenuto prima di me, sono passatiquaranta anni dall'approvazione della Co-stituzione repubblicana, siamo giunti all esoglie del 2000, e ci troviamo di fronte a duna società estremamente complessa e a dun mondo profondamente cambiato . Sonoquindi cambiate in modo notevole le no-stre necessità di intervento legislativo co nvotazioni che si susseguono l'una dietr ol'altra . Di conseguenza è in discussione lapossibilità e la capacità del Governo d igovernare il paese .

Perché siamo giunti alla conclusione d irivedere le norme attinenti al voto segreto ?Perché indubbiamente vi è la necessità d iassicurare il funzionamento delle istitu-zioni e soprattutto vi è la necessità assolut adi garantire la governabilità del Parla -

mento e di permettere al Governo di eser-citare le sue funzioni .

Il collega Lo Porto, che è intervenutoprima di me, diceva che la grande stampa(Il Corriere della sera, il Giornale di Agnelli ,quelli della catena Monti) sostiene a spad atratta l'abolizione o la revisione del votosegreto. Vi sarà anche una ragione per cuila grande stampa, nessuno escluso, so-stiene l'assoluta necessità di rivedere i lvoto segreto .

Ritengo che questa opinione debba es-sere letta sotto un aspetto particolare : lastampa in questo caso non fa altro ch eesprimere una esigenza della società civileche protesta perché non capisce e no napprezza alcuni episodi avvenuti alla Ca-mera e che hanno messo in crisi i governi ,molto spesso senza alcuna giustificazion ereale. Si sono verificate imboscate, vota-zioni segrete in cui il Governo è stato mess oin minoranza spesso ad opera degli stess igruppi che avrebbero invece avuto il do -vere di sostenerlo .

Abbiamo il compito, tra l'altro, di risol-vere alcune incomprensibili contraddi-zioni, tra le quali vi è la questione dell adoppia votazione su un medesimo provve -dimento, una prima volta in modo palese epoi a scrutinio segreto, quando veng aposta la questione di fiducia . Ci si trovaspesso a votare con voto palese la fiducia a lGoverno e a bocciare subito dopo il pro-getto di legge .

Questi episodi sono profondamente in-comprensibili per la società civile che fi-nisce con avere molte riserve sulla capa-cità funzionale e sull'assetto democratic odel Parlamento e, più in generale, delleistituzioni .

Vorrei ricordare le imboscate che sonostate fatte ai Governi Craxi e Goria ; vorreiricordare anche la vicenda assurda dell alegge finanziaria per il 1988 che a seguitodi una serie di votazioni a scrutinio se-greto, lievitò di oltre 7 mila miliardi ri-spetto alle previsioni iniziali, ponendoc iproblemi pressoché insolubili, come ve -diamo in questi giorni : i ministri si trovanodi fronte a difficoltà notevolissime nel ten -tare di correggere il deficit per l'ann oprossimo e non riescono a trovare un ac-

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cordo. Il voto segreto, soprattutto rispettoalla legge finanziaria, non solo rende ingo-vernabile la legge finanziaria stessa mamette in condizioni di enorme difficoltà i lGoverno, qualsiasi governo, si tratti de lGoverno De Mita, Craxi o Goria .

Tutto ciò significa che ogni governo s itrova nell ' impossbilità pratica di gover-nare, non ha alcuna certezza di far appro-vare dalla sua maggioranza, che spesso èmolto ampia, i provvedimenti che sonofrutto di lunghe meditazioni, di studi ap-profonditi e di svariati accorgimenti. In-somma, ci sono enormi difficoltà nell agovernabilità del paese, che dobbiamo farrisalire ad alcuni fatti ben precisi . Spessosi tratta di regolamenti di conti all'internodella stessa maggioranza . La democraziacredo sia fatta per parlar chiaro, ancheperché se queste cose non le diciamo no iinevitabilmente le dicono gli altri . Vi sonoregolamenti di conti, notti dei lunghi col-telli, vendette di grandi e di piccole cor-renti, contrapposizioni di personaggi ch eapprofittano del voto segreto per porre i nessere ritorsioni di ordine politico. Vi sonopoi (a prescindere da ciò che pensa il col -lega Lo Porto) le lobbies che esercitano l aloro funzione, presenti non solo nel Parla-mento italiano o in alcuni parlamenti euro-pei. Se prendessimo ad esempio in esame i lCongresso americano, vedremmo che i lruolo delle lobbies è certamente più avan-zato, più esasperante, più pressante, pi ùduro di quello esercitato da noi . Esse natu-ralmente operano pressioni, difendono leloro aspettative, le loro esigenze sia incommissione sia in aula, cercando di tro-vare i punti deboli, facendo leva (mi spiac eper il collega Lo Porto) sulle minoranzequali che siano, nonché sugli uomini dellamaggioranza che si dichiarano disponibil ia sostenere determinate tesi che posson oessere portate avanti solamente con il votosegreto e non con quello palese .

Ritengo che abbiamo il diritto di chie-dere lealtà al deputato il quale ha il dover edi essere fedele ai voti ricevuti, al partit oche rappresenta, ai programmi ch equest'ultimo intende realizzare . Il depu-tato inoltre ha il dovere, allorquando in -tende esprimere opinioni diverse da quelle

del suo partito, di dichiarare apertamentela propria posizione . La settimana scorsal'onorevole Firpo ha espresso con chia-rezza, su un argomento estremamente de -licato, la propria opinione, cosa che hafatto anche il collega Biondi . Molte volte inquest'aula vi sono stati colleghi i quali, co ngrande senso di lealtà, di dignità e d irispetto per se stessi e per le proprie idee ,hanno dichiarato apertamente la propriaopinione. Credo che si debba giungere aquesto: il deputato dissenziente dovrebb eavere il coraggio di rispettare le proprieidee, dando nel contempo una spiegazioneagli elettori in ordine al suo comporta -mento. Egli dovrebbe esprimere le proprieopinioni con chiarezza e lealtà senza ap-profittare del voto segreto .

Il nostro sistema istituzionale si basa su ipartiti che presentano liste e redigono pro -grammi. Gli uomini si inseriscono in tal iliste, accettandone i programmi, affron-tano il giudizio delgi elettori e una volt aeletti danno vita ad un governo, quale chesia. I leaders dei partiti concordano tra loroil programma che sarà portato avant idall'esecutivo, contando sui deputati eletti .Per esempio la democrazia cristiana, nelmomento in cui stipula un patto di governocon altre forze politiche, dovrebbe esser ecerta di avere il completo sostegno di tutti isuoi deputati, nonché di quelli dei partit iche appoggiano il Governo. Se così nonfosse si giungerebbe alla discrasia totale, siprenderebbe atto che nessun governo pu òcontare sui deputati della maggioranza edavere un minimo di garanzia . È proprioquanto è accaduto sovente in passato .

È chiaro che questa logica urta contro l avolontà delle opposizioni le quali, conl'abolizione del voto segreto, vedono porr ein discussione una certa democrazia con-sociativa che spesso ha permesso di gestirein quest 'aula determinati provvedimentiin un raccordo quasi sempre aperto tr amaggioranza e opposizione . E evidenteche nel momento in cui si riduce l'applica-bilità del voto segreto e si sancisce comenorma quello palese, il sistema della demo -crazia consociativa finisce con l'essere su -perato. Tutto ciò va a vantaggio della chia -rezza e della lealtà nella contrapposizione

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tra forze politiche e, soprattutto, del ruolodella maggioranza e della minoranza . Sicapirà con estrema chiarezza qual è lamaggioranza e che cosa vuole, nonchéquali sono le minoranze e dove voglionoarrivare. Secondo me da tale chiarezza neguadagnerà la funzionalità del Parla -mento e delle istituzioni .

D'altra parte, forse è bene ricordare chenoi non siamo per l 'abolizione del votosegreto. Riteniamo di poter capovolgere i lconcetto nel senso che pensiamo che s idebba affermare che il voto palese è l anorma; tuttavia, siccome non siamo foll iné nutriamo un assoluto disprezzo per i lruolo che i deputati debbono svolgere ne iconfronti del paese, ci rendiamo perfetta-mente conto che vi sono alcune materiesulle quali è opportuno mantenere il vot osegreto. Perciò riteniamo che debbano ri-manere sotto la tutela del voto segreto lematerie che attengono ai rapporti civili e detico-sociali, di cui ai titoli I e II della Costi-tuzione, e precisamente quelle relative a idiritti di libertà (gli articoli da 13 a 22 e da24 a 27) nonché i diritti della famiglia (ar-ticoli 29, 30, 31 e 32, secondo comma) .

Si tratta di materie relativamente allequali non sarebbe giustificabile l'elimina-zione del voto segreto, che quindi deveessere mantenuto, e che attengonoall'etica, al costume, alle libertà civili .

Sono perfettamente consapevole de lfatto che la riduzione dell'applicabilità de lvoto segreto ci costringe a riflettere su lruolo dei partiti e sul peso notevole che ess iesercitano sulla società civile . Premessoche la nostra comunità si articola in base a lruolo ed alla funzione dei partiti, dallaquale non possiamo prescindere, in quest omomento vi è la necessità di prendere attoche esiste un distacco tra la società civil eed i partiti stessi, per una serie di ragion iche non è questo il momento di analiz-zare .

Ho ricevuto — come credo molti altr iquesta mattina — un documento dell'ono -revole Bianco e dell'onorevole Biondi ch eho molto apprezzato, poiché si tratta d ideputati di altissimo livello morale e d igrande autorità politica e personale . Con -divido le loro preoccupazioni perché obiet -

tivamente, quando si è in minoranza neipartiti, spesso è difficile poter sopravvi-vere . Tuttavia questo è un altro problem ache riguarda il ruolo dei partiti nella so-cietà civile .

Ci rendiamo conto che esiste il distacc odi cui parlavo e lo constatiamo in molt eoccasioni, soprattutto in prossimità delleelezioni : vi è il proliferare di liste civiche oche difendono interessi corporativi e setto -riali . Tutto ciò rappresenta l'espression edel malessere della società nei confront idei partiti politici, che finora non ha tro-vato sbocco — in fondo vi sono tre oquattro deputati che rappresentano gli in -teressi di settore — ma che, se persist el'attuale situazione di crisi, potrebbe rap-presentare domani un elemento destabiliz -zante per le nostre istituzioni .

Ma non è questo il problema ; la que-stione che interessa noi democratic iespressione delle forze di maggioranza èun'altra: dobbiamo assicurare la possibi-lità per l'esecutivo di governare il paese ela funzionalità della Camera dei deputati edi tutte le istituzioni, anche se restan oaperti molti problemi che dovremo affron-tare in altra sede .

Sono perfettamente consapevole chenon basta ridurre l'applicabilità del vot osegreto per risolvere tutti i problemi. Af-frontare la questione della limitazione delvoto segreto significa dare inizio alla seri edi riforme regolamentari ed istituzionali .Secondo me qualcosa è stato fatto nelrecente passato ; siamo riusciti ad appro-vare la legge di riforma della Presidenzadel Consiglio, nonchè la nuova disciplin arelativa alla legge finanziaria . Credo cheabbiamo dato un buon contributo all'avvi odel processo di riforma istituzionale .

Mi riferisco in particolare alla riformadella legge finanziaria, la quale peraltronon può diventare operante se non riceve ilsupporto della riforma del voto segreto,allo scopo di consentire di votare palese -mente le norme della legge stessa . Tuttivoi, come me, ricordate l'esperienza allu-cinante dell'esame parlamentare dellalegge finanziaria : un mese o due passati i nquest'aula affrontando una serie infinitadi votazioni, spesso a scrutinio segreto, che

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portano conseguenze assurde che nonhanno niente a che fare con la democraziae le istituzioni del nostro paese . E stataun'esperienza allucinante, che ci ha la -sciati traumatizzati di fronte all'approva-zione di provvedimenti che hanno per-messo l'anno scorso, tra l'altro, una «lievi -tazione» della spesa di 7 mila miliardi .Tutto ciò lascia interdetto il paese sull afunzionalità delle nostre istituzioni : i citta-dini non capiscono come la Camera deideputati e il Senato della Repubblica deb-bano restare bloccati per mesi, con un suc-cedersi continuo di votazioni, arrivand ospesso a conclusioni che niente hanno i ncomune con i programmi di Governo, congli accordi intervenuti in seno alla maggio -ranza .

Credo pertanto che dovremo affrontar egli altri problemi che abbiamo di fronte .La proposta dell'onorevole Cardetti, ch eapprezzo molto, affronta con capacità, se-renità e serietà le questioni sul tappeto .Una volta superato, come spero, l'aspett oparticolare della limitazione del voto se -greto, dovremo prendere in considera-zione gli altri problemi . Si dovrà procederea una riforma che rafforzi la posizione de lGoverno in Parlamento, all'abrogazionedelle norme previste negli articoli 116 e 87 ,comma quinto, del regolamento, per ri-dare all'istituto della fiducia l'originari afisionomia disegnata dall'articolo 94 dellaCostituzione . Occorre realizzare le cosid-dette corsie preferenziali per i disegni dilegge di iniziativa governativa . Deve cam-biare il ruolo delle Commissioni che de-vono svolgere prevalentemente un'attivit àredigente. Occorre contingentare i temp idi intervento in Assemblea di tutti i depu -tati. Non è vero che discorsi lunghissimi ,spesso pronunciati in un ' aula pressochèdeserta per la totale assenza dei colleghi ,servano a rendere più comprensibili l eidee di chi parla e a rappresentare megliole posizioni dei singoli partiti . Se in ma-teria di contingentamento dei tempi si po-tesse arrivare nella Conferenza dei capi-gruppo, in sede di predisposizione del ca-lendario, a prevedere in maniera espress aquali siano le possibilità di contingentare itempi degli interventi sui singoli provvedi -

menti legislativi, stabilendo anche gli spaziche spettano ai singoli partiti, credo chedaremmo un notevole contributo per l areale, migliore funzionalità del Parla -mento .

In questo modo, a mio giudizio, par-tendo dal voto segreto, e considerando chesostanzialmente sono stati compiuti duepassi avanti con la riforma della Presi-denza del Consiglio e della legge finanzia -ria, potremo svolgere un buon lavoro, pe rrendere più efficiente il Parlamento e ga-rantire la governabilità del paese, rispon-dendo in questo modo alle aspettative dellasocietà civile, che attende una rispostachiara dalle forze democratiche che deb-bono operare nell'interesse della demo-crazia e della Repubblica .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l 'ono-revole Teodori . Ne ha facoltà .

MASSIMO TEODORI . Signor Presidente ,colleghi, scorrendo stamattina i giornal iabbiamo letto quanto sostiene una penn aimportante, quello che chiamerei ungrande défroqué, e che, come i grandi dé-froqués, ha l'abitudine di parlare chiaro .Nel corsivo di prima pagina del maggior equotidiano italiano, intitolato «Il marchin-gegno di Bestino», egli afferma: «Per loro»— i socialisti — «la battaglia del vot osegreto ha un senso soltanto se conduce auna vera svolta, che altri temono, nel fun -zionamento del sistema istituzionale : laquestione non è più la possibilità di fareuna legge finanziaria decente, bensì l asvolta nel rapporto tra esecutivo e Parla -mento, un incremento della capacità deci -sionale e della forza contrattuale dei par-titi rispetto al partito trasversale della con -sociazione strisciante».

Sono parole chiare, che rivelano — s epure ce ne fosse stato bisogno — la veranatura dello scontro in atto, della partit ache si sta giocando alla Camera.

Giuliano Ferrara parla della necessità d iaumentare la forza contrattuale dei par-titi . È proprio questo un punto essenzial edella partita che apparentemente si st agiocando sul voto segreto o palese, ma chein realtà nasconde purtroppo un altro og-

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getto. Si cerca infatti di valutare due di-verse tematiche: da un lato vi è un pro-blema posto con forza dai socialisti, con-cernente l'interrogativo se debba esistereuna maggioranza . istituzionale (ossia unterreno istituzionale in cui lo schiera-mento dì maggioranza sia diverso d aquello che sostiene politicamente l 'esecu-tivo), dall'altro vi è la primazia (nell'am-bito di un rapporto informato dal gioco de imuscoli) dei socialisti e del loro leader suglialleati democristiani .

Purtroppo — dicevo — la partita si st agiocando su questo diverso terreno, ed èsolo apparentemente sostanziale e con-nessa al tema del voto segreto o palese .Dietro questa facciata vi è dell'altro : que lgioco di immagini che molto spesso, or -mai, sostituisce il gioco reale. Si tende a farvedere i muscoli e a confrontarli, quasi s itrattasse di una gara di body building e nondi una partita utile per conseguire un de -terminato obiettivo o per raggiungere u ncerto record (visto che siamo in tempo d iOlimpiadi) . Ma qualche volta, come sap-piamo, le gare di body building vengonoeffettuate anche ricorrendo al doping, cioèalla droga. E questo. è un dibattito sostan -zialmente drogato !

I maggiori contendenti, in questa par-tita, sono (o meglio sarebbero) non già sod -disfatti — lo dicono le cronache — per i lraggiungimento di un obiettivo (quindi ,sostanzialmente, per il mutare delle regol edel gioco, che pure meritano di esseremodificate), ma lo sono sia che vincano si ache perdano, poiché mettono in bella evi-denza i propri muscoli e rappresentano l aforza, secondo l'immagine che voglionodare al paese, ostentata nei confronti degl ialtri contendenti .

Vediamo allora quali sono le argomen-tazioni di fondo e le tematiche principal ievocate a questo riguardo .

Si afferma che il voto segreto equivar-rebbe all'ingovernabilità del Parlamento .Debbo francamente dirvi, signor Presi -dente, colleghi, che quella dell'ingoverna-bilità del Parlamento è una storia lunga epretestuosa, che ricorda in parte quant ospesso si è sentito dire negli ultimi diecianni all'interno del Parlamento, da

quando cioè vi è stato l'ingresso dei radi -cali . Molte volte è stato sostenuto che ilmancato funzionamento del Parlamentoitaliano è dipeso (per dieci anni, anche s epoi si è scoperta la nuova storia del vot osegreto) niente meno che dall'ostruzio-nismo dei radicali . Il dato continuo che dal1979 allo scorso anno ha connotato i lavor ilegati alle riforme regolamentari per i lmigliore funzionamento del Parlamento èda ravvisare nel «tremendo» ostruzio-nismo radicale ; sicché, dal 1971 al 1987 ,sono state apportate al regolamento dellaCamera circa 70 modifiche, che non hann ocambiato assolutamente nulla .

In realtà, il cattivo funzionamento delParlamento (l'incapacità di decidere rapi-damente, efficacemente e con traspa-renza) non dipendeva dal nostro ostruzio-nismo, che aveva comunque introdotto unelemento dirompente in quest'aula : un me-todo di opposizione diverso dalla praticaconsociativa, che ha rotto un certo modusvivendi instaurato a partire dalla second ametà degli anni '70 (probabilmente dal1976) nel Parlamento .

Se cerchiamo di valutare compiuta -mente i problemi, ci accorgiamo che i nrealtà l'incapacità decisionale del Parla-mento era e rimane legata alla concezion etrattativistica continua: il Parlamento in-teso non come il luogo di espressione diuna maggioranza e di una minoranza chesi confrontano, che vincono e perdono, m acome il luogo di una tavola continua, diuna trattativa continua, in cui tutti i com-ponenti, o la maggior parte di essi, e leforze politiche intervengono per la sparti-zione delle risorse pubbliche .

A me pare che invocare la questione delvoto segreto come una questione di ingo-vernabilità del Parlamento sia, ancora un avolta, un fatto pretestuoso ; sappiamobene, infatti, che esiste una questione fon-damentale di ingovernabilità o di incapa-cità decisionale, ma essa è relativa al modoin cui si attuano le leggi di spesa e si desti -nano le risorse pubbliche . Tutto ciò, nell amaggior parte dei casi, non avviene attra-verso il voto segreto e i suoi trabocchetti ,ma attraverso un metodo di lavoro che s isvolge all'interno delle Commissioni, dei

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Comitati (prima e durante l'esame dellafinanziaria e comunque delle leggi di pub-blica spesa) nei quali la trattativa per l aspartizione delle risorse pubbliche conti-nua, portando — come è accaduto inquesti anni e come il collega Visco pu òinsegnare meglio di altri — allo spaven-toso deficit pubblico di un milione di mi-liardi .

Ma se andate ad esaminare le cause diquesta enorme questione centrale dellanostra vita pubblica, vi accorgerete cheesse non risiedono, se non marginalmente ,nel voto segreto, bensì in quella pratica ,che non sto qui a ricordare (e che tant evolte abbiamo richiamato) che si esprimesoprattutto nelle Commissioni, nei Comi-tati e nella forza contrattuale dei partiti .

E proprio quella forza contrattuale de ipartiti, al di fuori delle istituzioni e al d ifuori degli itinerari istituzionali, oggi, conla voce della verità, il dé f roqué GiulianoFerrara ci spiega che si vuole aumentare inquesto Parlamento .

E allora non si parli di ingovernabilit àdel Parlamento per invocare l'abolizionedel voto segreto . Non si parli neppure di unaltro argomento che viene invocato, appa-rentemente a ragione, cioè che il Parla -mento italiano è l'unico nel mondo, e so-prattutto nei paesi a democrazia liberale ,in cui vige il voto segreto; che negli altr iParlamenti non si ricorre quasi mai all oscrutinio segreto, ma sempre al voto pa-lese .

Certo, questo è assolutamente vero . I lParlamento italiano è una assoluta ecce-zione nel panorama delle democrazie libe-rali e dei sistemi di votazione dei Parla -menti; però, non possiamo dimenticarci ,colleghi, che l'eccezione del parlament oitaliano non riguarda il carattere della vo-tazione — segreta o palese — ma il funzio-namento del sistema politico italiano . Ilnostro è l'unico paese nel quale, da qua-rant'anni, lo stesso partito è al centro dellecoalizioni di Governo ; è l'unico paese nelquale non vige, e non è mai stata praticata ,l'alternanza e l'alternativa ; è l'unico paes enel quale il campo di espansione e il poteredei partiti sono tali che (proprio nei giorn iscorsi si è tenuto un convegno nell'auletta

dei gruppi sulla trasformazione dei partiti )il «novello principe» è il partito e lo è inmisura che lo avvicina, in un certo modo,soltanto ai paesi totalitari dell'Est europeo .E noi dobbiamo tener conto di questa spe-cificità italiana, di cui il voto segreto èparte integrante, perché altrimenti isole -remo una questione che, in sé e per sé, puòessere giusta . E giustisimo il voto palese . Inlinea teorica sono assolutamente d 'ac-cordo al riguardo, ma ritengo che non pos -siamo isolare la specificità del parlamentoitaliano dalla storia dei partiti, da quell oche essi rappresentano e significano, non -ché dal ruolo che si vuole far loro sempredi più giocare nell'ambito della Costitu-zione materiale vigente nel nostro paese .

Si tratta, allora, di un problema serio, d iricercare un dialogo. E un dialogo sullaquestione del voto segreto o palese dev eessere impostato mantenendo in piedi tutt igli elementi di questo complesso sistema .Occorre cioé valutare che cosa oggi la rap-presentanza, istituto fondamentale dell ademocrazia italiana, significhi . Allora, ilvoto palese che cos'è e che cosa è giust oche sia? Il voto palese ha sempre volut osignificare il rendere pubblico il compor-tamento del rappresentato a chi ha confe-rito il mandato della rappresentanza .

Siamo di fronte quindi ad un problem ache intercorre tra rappresentante e rap-presentato, ed il voto palese è il giust ocanale attraverso il quale si realizza unrapporto tra colui che lo ha eletto, il qualevuole sapere e giudicare. Il fondamentodella ragione del voto palese consiste nell anatura della rappresentanza . E qual è oggi ,in Italia, la natura della rappresentanza ?oggi in Italia, non si rende conto agli elet-tori, bensì ai partiti : questo è lo stravolgi-mento esistente nella natura della nostrarappresentanza !

Negli interventi dei colleghi che mihanno preceduto, ho sentito una enfatizza-zione del ruolo che la costituzione mate-riale ha assegnato ai partiti nel nostropaese. Ciò significa che non si possono pi ùinvocare le ragioni, teoricamente giuste ,del voto palese in una Assemblea rappre-sentativa, giacché i caratteri della rappre-sentanza sono diversi ed il voto palese non

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serve a rinsaldare il rapporto tra elettore erappresentante, dovendo quest'ultim orendere conto del suo operato soltanto a lsuo partito, che diventa quindi il dominusstesso del suo comportamento. Ne con-segue che nella teoria della rappresen-tanza, del Parlamento e del voto paleseoccorre tenere in considerazione element idiversi .

Il nostro è l'unico paese nel quale il par-tito detiene il monopolio dell ' inseriment oin lista del candidato, e dove la chiave delsuccesso del rappresentante non sta nell emani dei cittadini, bensì in quelle dei par-titi . Mi riferisco alla proposizione dell acandidatura, al modo in cui si affronta l acampagna elettorale, all'esposizione delcandidato: tutto ciò dipende dalle direttivedella macchina dei partiti .

Occorre dire quindi che il rapporto ècambiato, e non possiamo ignorarlo nelmomento in cui vogliamo affrontare l aquestione del voto palese o segreto seria-mente, e non attraverso luoghi comuni opur giuste impostazioni teoriche (che perònon fanno i conti con la realtà cosiddettamateriale, con la realtà di fatto e di potere ,nonché con lo stravolgimento del sistem ademocratico della rappresentanza nel no-stro paese) .

Allora, colleghi, quando noi difendiamoil voto segreto (con tutte le limitazioni d icui parleremo), non lo facciamo in nome d iuna libertà di coscienza del deputato .Questa è una impostazione a mio avvis ovecchia, che non ha senso, in quanto lalibertà di coscienza può essere difesamolto più apertamente . Noi affermiamoche oggi non si può affrontare questariforma che tende a sostituire il voto se -greto con il voto palese se contemporanea -mente e contestualmente non la si inse-risce in un quadro più generale di riformeregolamentari, elettorali e politiche . È ne-cessaria una riforma politica che muti l aquestione della rappresentanza, i mod idella rappresentanza, i sistemi elettorali, icomportamenti e gli statuti dei gruppi par -lamentari e dei partiti .

Se si vanno a leggere i regolamenti de igruppi parlamentari (noi lo abbiamo fattonei giorni scorsi e abbiamo anche reso

pubblica la nostra iniziativa), viene certa -mente da ridere . Ed è strano che nessuno ,nel corso di questo dibattito sul voto se -greto e sul voto palese, abbia avvertito l'esi -genza di leggere quello che dicono i rego-lamenti dei gruppi parlamentari rispettoal comportamento del singolo deputato .Certo, per il singolo deputato il fatto d inascondersi dietro al voto segreto peresprimere la propria libertà di coscienza èsolo un sottoprodotto della stessa libertà d icoscienza, non è la strada principale daseguire; ma in questa situazione quel com -portamento diventa l'ultima barriera, l'ul-tima linea di resistenza, l'ultima Maginotrispetto al potere dei partiti, rispetto aquella che molte volte, con una bruttaparola, abbiamo definito partitocrazia .

Qui non è in gioco tanto il funziona -mento del Parlamento, non è in gioco tant ola questione della rappresentanza, che ,come abbiamo visto, si pone nel nostr opaese in maniera assolutamente diversa ,originale ed unica rispetto agli altri sistemioccidentali ; il problema che si pone i nquesto caso è piuttosto se noi dobbiam orafforzare, attraverso questo ulteriorepasso (fatto isolatamente ed indipendente -mente da tutte le altre questioni) il potereassoluto dei partiti sul rappresentante(perché di questo si tratta) o se invece dob -biamo trovare le strade per avvicinarcieffettivamente alle altre democrazie, agl ialtri paesi, agli altri sistemi di rappresen-tanza cui facciamo riferimento quandodiciamo che quello italiano è un casounico. Ma se dobbiamo avvicinarci ai mo-delli classici di democrazia anche attra-verso l'adozione del voto palese generaliz-zato per quanto possibile, dobbiamo avvi-cinarci contestualmente agli altri sistemianche in tutti gli altri aspetti, all'intern odei quali la questione del voto palese siinserisce, vale a dire il potere dei partiti, ilrapporto tra i partiti e le elezioni, il sistem aelettorale e via di seguito .

Noi riteniamo che oggi il sistema eletto-rale capace di rompere più radicalmentecon il potere assoluto dei partiti e con l aspirale perversa della partitocrazia, chedistrugge gli stessi partiti, sia proprio il pi ùlontano da quello che la tradizione e la

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storia ci hanno consegnato, e cioè il si-stema a collegio uninominale. In quel casoavrebbe veramente un senso parlare d ivoto palese generalizzato, dal moment oche, in quel particolare rapporto con l arappresentanza, sarebbe possibile affi-dare il giudizio aperto del comportament odel singolo parlamentare proprio a chi gl iha conferito il mandato della rappresen-tanza, e cioè al cittadino .

Comunque, anche senza arrivare alpunto estremo del collegio uninominale, ècerto che il problema del sistema eletto-rale, dell'accesso alla candidatura e dell apossibilità di successo in un determinatosistema elettorale, è strettamente legato a lvoto palese . Che succede infatti altrimenti?Succede quello che sappiamo benissimo !Vorrei che qualcuno si dedicasse, nell'esa-minare la storia del Parlamento repubbli-cano, all'analisi degli atteggiamenti no nconformisti che in tutti i gruppi sono stat itenuti da questo o quel deputato. E proba-bilmente (non voglio in questa sede fare inomi che mi vengono alla memoria, m acredo che se ne potrebbe fare un elenco) sitratterebbe di una storia dolorosa, antide -mocratica, illiberale, autoritaria della no-stra democrazia repubblicana; probabil-mente, avremmo la storia di tanti deputat ie senatori i quali palesemente hanno te-nuto (magari in maniera episodica) com-portamenti dissenzienti dai propri gruppie partiti e per questo sono stati abbattut idalla mannaia autoritaria, necessaria -mente autoritaria, del partito . Bisogne-rebbe farla questa storia per vedere quant eteste sono cadute e quanti episodi autori -tari si sono verificati !

Voto palese, voto segreto : non accet-tiamo il dibattito teorico . Noi radical isiamo stati — credo — tra i primi a solle-vare in quest'aula il problema, ben com-prendendone la centralità nel nostro si-stema, non solo e non tanto in rapporto a lfenomeno della consociazione, ma anch edel funzionamento consociativo del nostr oParlamento e, soprattutto, della lievita-zione della spesa pubblica, che costituisceil problema fondamentale della stessa de-mocrazia italiana .

Nella scorsa legislatura presentammo

una proposta di modificazione del regola-mento, che portava la prima firma di Spa-daccia, ma a cui aderirono anche Bozzi ,Labriola, Reggiani — raccoglieva quindiun vasto schieramento di forze politiche —di cui mi piace ricordare una motivazioneevidenziata nella relazione : «La ragione èevidente: occorre dare trasparenza ai com -portamenti politici e, mentre può essereragionevole salvaguardare la riservatezz ao anche la libertà di coscienza dei parla-mentari attraverso il voto segreto, quand osi tratti di voti su persone o quando si tratt idi altre scelte normative, pare ai propo-nenti che in materia finanziaria i regola -menti debbano favorire il massimo di re-sponsabilità».

Fummo noi a proporre il problema aquesto Parlamento e lo facemmo identifi-cando nelle leggi di spesa il punto centrale ;il contenuto quella proposta di modifica-zione del regolamento rappresenta l'og-getto del principale emendamento che no iabbiamo presentato oggi . Noi formula-vamo le nostre proposte nell'ambito di unaprospettiva riformistica che riguardavanon solo i regolamenti parlamentari, maanche aspetti di politica generale, attra-verso la modifica del sistema elettorale ;veniva quindi aggredita integralmente esostanzialmente da più lati la question edella rappresentanza e quella (che non èsoltanto del funzionamento e della ingo-vernabilità del Parlamento) del ruolo, de lpotere e dell'espansione dei partiti, checostituisce — essa sì davvero — il casounico italiano, il caso centrale che allon-tana l'Italia mille miglia da tutti i modellidelle altre democrazie liberali dell'occi-dente, e non solo da quelli anglosassoni .

Colleghi deputati, credo che il Parla -mento non debba prestarsi ad un fals odibattito sul voto segreto o palese, perchédietro ad esso vi è soltanto il desiderio d imostrare i muscoli nei rapporti di forza tr ai partiti della maggioranza e, più in gene-rale, tra i partiti della maggioranza ed ilmaggiore partito di opposizione, il partitocomunista .

Se vogliamo veramente affrontare l aquestione del voto segreto o voto palese ,con tutto quello che comporta, dobbiamo

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comprendere innanzitutto che si tratta d iun problema la cui parte centrale attienealle norme di spesa: lì si verifica il feno-meno distorto del grande funzionament oconsociativo del nosttro paese, lì si esercital'intervento trasversale dei partiti . In se-condo luogo, dobbiamo renderci conto ch enon è possibile, comunque, affrontare laquestione della scelta tra voto segreto evoto palese se prima non si mette a fuoco l aquestione, non già della libertà di co-scienza del singolo deputato, ma del rap-porto di potere tra il deputato ed il gruppoe tra il deputato ed il partito, con tutt oquello che ciò comporta .

Non accettiamo di essere qui, in questigiorni, a fare una rappresentazione i cu iesiti, comunque si concluda, vengono mi-surati in una esibizione di muscoli d ifronte al paese. Ma non accettiamo soprat -tutto, signor Presidente — richiamo la suaattenzione ma anche quella di tutti i col -leghi — che si stia qui a discutere sotto un aminaccia che non so in che misura rientr inei limiti e nelle norme costituzionali . Miriferisco a quella minaccia che è stata piùvolte ripetuta in autorevoli sedi politiche eche ancora oggi, la voce della verità (i ldefroqué Giuliano Ferrara) ripete : La se-greta paura dei deputati, bocciando il vot oalla luce del sole, di ritrovarsi nel buio d iuna crisi senza sbocchi facili, esposta atutti i venti, anche alla tempesta elettorale ,alla minaccia cioè dello scioglimento de lParlamento . Questo non può essere accet -tato né dal Parlamento né dai singoli par-lamentari . Questa minaccia, del resto, èesattamente il tipo di ricatto che viene nor-malmente ed usualmente esercitato sui de -putati che vogliono esprimere aperta -mente la loro opinione nei confronti delgruppo e del partito .

Rifiutiamo questo modo di procedere ediciamo che le Camere — non so in ch emisura i loro Presidenti — debbono dire ,una parola chiara rispetto a tale questione ,che colpisce non già questo o quel gruppo ,questa o quella opposizione, bensì l ' istitu -zione in quanto tale . E importante che l adiscussione sul voto segreto e sul voto pa -lese venga riportata nel suo ambito ed a isuoi obiettivi naturali, affinché non diventi

un mero dibattito di facciata che serva acoprire altre manovre, in questo casotutt'altro che chiare (Applausi dei deputat idei gruppi federalista euoropeo, verde edella sinistra indipendente — Congratula-zioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Bianco. Ne ha facoltà .

GERARDO BIANCO. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, condivido l'invito, con -tenuto nella relazione svolta ieri ser adall'onorevole Ciaffi, ad evitare contrap-posizioni manichee. Il suo è un invito alragionamento ed i ragionamenti esclu-dono, ovviamente, facili condanne o asso-luzioni .

Sul problema del voto segreto o del vot opalese si potrebbero evocare grandi prin-cipi, le grandi «ombre» del pensiero poli-tico, ma forse ciò porterebbe ad una con-trapposizione sterile, ciascuno rimanend osulle proprie posizioni . Un ragionamentopiù pacato, ed utile per trovare la via equi -librata al fine di dare soluzione alla pro -posta di modifica regolamentare in esame ,è probabilmente quello di comprender ealla luce di quali princìpi ed ispirazion ideve essere esaminata tale proposta tesa atrasformare le norme e le regole di convi-venza comune di questa Assemblea .

Il voto segreto non gode di buona fama elo abbiamo visto di recente sui giornali . Sisostiene anche che se la questione dovess eessere sottoposta a referendum popolar e(per altro piuttosto impossibile) la maggio -ranza dell'opinione pubblica si esprime-rebbe a favore del voto palese . Dunque, i lvoto segreto non gode buona fama perl 'uso e l 'abuso che di esso è stato fatto . Delresto, onorevole Teodori, qualche pecca-tuccio ce l'ha anche il suo gruppo in ma-teria di uso e di abuso del voto segreto !

Il voto segreto è incolpato dell'instabilit àdei governi, è caricato, talvolta anche i nmodo mistificante, di una serie di respon-sabilità, quale l'accusa che dietro di esso s inascondano le lobbies, interessi inconfes-sabili, collusioni . Si è persino caricato i lvoto segreto di responsabilità verso il co-siddetto consociazionismo, ma i socialisti

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dimenticano che forme di consociazio-nismo sono nate da ben altre ragioni stori-che, da prese di posizione del loro partitoin un certo periodo, sulla governabilità delpaese. Comunque, il voto segreto ha indub-biamente determinato conseguenze chehanno intaccato altri valori, altri momenticostituzionalmente da garantire, comesono quelli di cui all'articolo 94 della Costi -tuzione .

È celebre — ovviamente in senso nega-tivo — il «caso Cossiga» con il voto pales edi fiducia e poi quello contrario attraversolo scrutinio segreto: penso che sia diven-tato un richiamo classico della letteratur acostituzionalista . C'è poi la vicenda trist edel Governo Goria ; la mancanza di respon -sabilità, la viltà di chi colpiva con l'ideaforse di rovesciare quell'esecutivo . Sonotutti aspetti negativi che hanno reso mal-famato il voto segreto, ne hanno lenta -mente e progressivamente annullato il va -lore di garanzia, facendo emergere, so-prattutto, proprio l ' aspetto negativo .

Se, però, si guarda dentro la questionedel voto segreto, se si considera approfon -ditamente il tema, credo che non si possanon cogliere non solo l'aspetto di tutel adella libertà individuale (che è stat osempre conclamato dai costituzionalisti ,da una corrente, da un filone di pensiero) ,ma anche un dato che considero fonda -mentale nei rapporti fra i gruppi politici ,fra i partiti in Parlamento, e che attravers ala nostra storia repubblicana . Senza an-dare lontano nel tempo, senza richiamarc i— come dicevo prima — a grandi principi ,senza sbandierare l'intrepidezza del carat -tere contro la viltà del voto segreto, oppur ela libertà del voto segreto contro la parti-tocrazia, credo che forse una linea di scrit -tura per il nostro regolamento la po-tremmo trovare nelle vicende della nostr astoria repubblicana e negli atteggiament iche via via i partiti hanno assunto in quest oquarantennio .

Onorevoli colleghi, non c'è partito chenon abbia cambiato posizioni su quest oargomento. L'hanno cambiata i comunist idalla Consulta alla Costituente; l'hannocambiata i democratici cristiani; l'ha cam -biata soprattutto il partito socialista . An -

drebbe infatti ricordato che il voto segreto ,ad esempio su parti di leggi, è stato intro-dotto per volontà di tale partito, espressa aproposito di un noto emendamento : quellosull'indissolubilità del matrimonio, pre-sentato alla Costituente. Fu chiesto, com'ènoto, dall'onorevole Grilli il voto segreto s uun caso di coscienza . Per questo mi è sem-brata piuttosto singolare la distinzione ,direi il grande spartiacque, che ha volutofissare l'onorevole Cardetti quando hadetto che i rinnovatori sono per il votopalese ed i conservatori per il voto segreto .Vorrei domandare se i colleghi socialist ierano ieri conservatori e se pure lo eranoquando, insieme ai repubblicani (diventat ioggi difensori accaniti del voto palese toutcourt), impedirono al senatore Zoli di in-trodurre il voto palese. Infatti, come tutt isappiamo, al Senato il voto segreto finì perprevalere attraverso l'approvazione ascrutinio segreto, e con uno scarto di poch ivoti, di un emendamento presentato con-giuntamente dai comunisti, dai socialisti edai repubblicani, essendo i democristian iin maggioranza ed avendo chiesto l'iscri-zione del voto palese come procedura pre -dominante nel regolamento .

Io, da questa storia repubblicana rica-verei un orientamento di fondo che — amio avviso — potrebbe essere consideratauna costante e, se mi si passa il termine ,persino una «legge», per scrivere le regol edel gioco: quando i gruppi politici sono inmaggioranza finiscono per diventare di-fensori e fautori del voto palese, quando igruppi politici — è accaduto anche allademocrazia cristiana — sono in mino-ranza o temono di diventarlo, divengon osostenitori del voto segreto . Queste sono l eoscillazioni che si registrano nelle cro-nache parlamentari e nella storia di questolungo e travagliato periodo .

Proprio da questi dati e da questi ele-menti (la democrazia cristiana, ad esem-pio, diventò sostenitrice del voto pales edopo il 18 aprile, come ricordano gli stu-diosi della materia), se vogliamo ispirarci aregole imparziali e se vogliamo seguir equel principio aureo, per dirla con Rawls ,del «velo di ignoranza», del non chieders i«a chi giova» appunto, dobbiamo convin-

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cerci della necessità di scrivere norme ch esiano utili sia quando si è in maggioranza ,sia quando si è in minoranza .

Questa scelta, tenendo conto anche dell ealternanze nelle posizioni dei partiti, nell eforze politiche presenti in Parlamento ,tende a riservare un ampio spazio al vot osegreto, soprattutto su principi che riguar -dano la costruzione delle istituzioni, l alibertà personale, le leggi elettorali e i ngenere i problemi che attengono quell asfera che non intacca il principio sancit odall'articolo 94 della Costituzione: che nonmina direttamente un altro bene da tute -lare quale quello della stabilità dei Governie della loro capacità di essere coerente -mente in grado di attuare i propri orienta-menti, i propri indirizzi quando questisono stati approvati dalle Camere con votopalese .

Questo aspetto fondamentale della scrit -tura delle norme, che devono ispirarsi a lprincipio della neutralità e della imparzia-lità, dovrebbe essere una regola di cui l aGiunta per il regolamento dovrebbe tenerconto. Scrivere regole che pregiudizial-mente possono giovare all 'una o all 'altraparte, che possono diventare una sorta d i«diritto della maggioranza» a scrivere re -gole in proprio favore, non è principi oaccettabile e non può essere da noi presocome momento ispiratore .

Correggere le storture parlamentaristi-che, l'uso improprio e scorretto del votosegreto, può essere un obiettivo che laCamera concordemente intende raggiun-gere, ma sempre riservandosi moment ifondamentali di scelta, anche perché pu òdeterminarsi (lo affermava Benedett oCroce in una umanissima considerazione )quell'apertura di conflitto interiore tra do -vere di appartenenza e lealtà verso il pro-prio partito e coscienza personale che pu òtrovare soluzione soltanto nel foro interno .Era l'appello che i socialisti fecero nell aCostituente e che richiamavo prima .

Non intendo fare avventate teorizza-zioni di carattere generale ma penso ch esarebbe pessimo metodo ispirarci al prin-cipio hobbesiano del iustum quia iussum .

Non intendo, dietro formalistiche consi-derazioni, negare il diritto della maggio -

ranza ad indicare norme e regole per ilParlamento, perché queste incidono in-dubbiamente — lo si è visto — sulla form adi Governo (ciò è accaduto, come dimo-strano i richiami che ho in precedenza for-mulato) . C 'è però una sfera riguardante ilvoto segreto che è di più vasta portata ,investe rapporti dialettici ed è connessa (èstato detto in quest'aula) a vicende sto-riche ed istituzionali del nostro paese chenon possono essere dimenticate .

Ecco perché ritengo di dover dire co nestrema franchezza — anche per acco-gliere l'invito alla ragionevolezza, alle ar-gomentazioni, e non alle condanne, rivoltoieri dal relatore — che dobbiamo deciderein un clima di grande serenità . Non sonoaccettabili spade di Damocle! Non è accet -tabile che si possa decidere, soprattuttodovendo scrivere norme concernenti lanostra vita, secondo un'ispirazione mi-rante a rafforzare l 'esecutivo nel rapportocon il Parlamento senza che nel contemp o— questo è il punto — si faccia attenzion ea non indebolire il Parlamento nei con -fronti dell 'esecutivo .

Un esecutivo forte è indubbiamente uninterlocutore importante, che rafforza nelsistema istituzionale anche il Parlamento ,ma non possiamo accettare che le regol evengano scritte sotto condizionamento . Hogrande considerazione e stima dell 'onore-vole Giorgio La Malfa, ma certe minaccenon credo giovino alle serene conclusion icui dobbiamo giungere!

Dico questo anche perché una cosa tiral 'altra: noi sosteniamo questo Governo co ngrande convinzione, riteniamo che assi-curi un equilibrio positivo e giovevole alpaese e che debba proseguire nella suaopera, ma non è pensabile, perché le cosepotrebbero domani aggravarsi, che le deci-sioni possano essere prese sempre con ilrischio che vi siano equilibri soggetti arompersi .

Per questa ragione mi è sembrata preoc-cupante, onorevoli colleghi, un'afferma-zione che in un certo senso la dice lunga s uuna ispirazione che può animare qualcuno(non tutti) nel partito socialista . AntonioLandolfi, ad esempio, scrivendo sul votosegreto, assegna a questo istituto non una

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funzione di garanzia per tutti, sia che ci s itrovi dalla parte della maggioranza sia checi si trovi da quella dell'opposizione (se-condo la regola di imparzialità che prim arichiamavo), ma quasi una funzione digaranzia delle maggioranze politiche: oggidell'attuale, domani — è questa una speciedi sirena, di appello al partito comunist a— dell'alternativa. Leggo il passo, perché èilluminante: «Come potrebbe eventual-mente governare — dice Landolfi — un amaggioranza alternativa, democratica, disinistra che fosse, con margine di forz eparlamentari fatalmente limitato, sotto-posta alla spada di Damocle dello scrutiniosegreto?» . Mi pare che in questa afferma-zione sia contenuto il ribaltamento de lprincipio di neutralità . Non possiamo es-sere d'accordo! Possiamo essere d'accordosul fatto (lo abbiamo detto, scritto, presen -tando anche, insieme all'onorevole Biondi ,un emendamento in materia) che il Go-verno riacquisti alcune sue prerogative ,che non venga intaccata dalle norme rego-lamentari la forma di governo .

Stranamente non si è parlato o si è par-lato poco del famoso, famigerato doppiovoto consentito dall'articolo 116 del rego-lamento della Camera, che poi è la veracausa dell'abnormità costituzionale deter -minatasi per l 'espressione di un voto pa-lese al momento della fiducia e di un votodi implicita sfiducia conferito a scrutiniosegreto .

Possiamo muoverci in riferimento aquesta materia per dare risposte ed indi-rizzi corretti a questo problema, ma visono aspetti che vanno salvaguardati. Eb-bene, si dice che ciò possa avvenire con laforza delle proprie convinzioni, il corag-gio, il carattere, la capacità di agire a testaalta. Si tratta di evocazioni che abbiamospesso sentito .

Personalmente appartengo ad un filon espirituale e culturale che ha un qualch epessimismo sulla natura degli uomini;sono cristiano, cattolico, e quindi pensoche la storia e i regolamenti non devonoessere scritti sul carattere eroico degli uo-mini ma sulla media, che è fatta di norma -lità e anche di mediocrità, di debolezze .

Certo, mi inchino davanti al grande am-

monimento — andrebbe interpretato, pe rla verità — di Moro, di Sturzo, potremm oaggiungere di Gronchi e dello stesso Zoli ,che parlavano della funzione educativ adella franchezza, della chiarezza dell eposizioni . Tutto ciò però non mi convinc efino in fondo, perché invocare il coraggi osignifica volere ignorare i complicati fe-nomeni della vita politica, i timori, l edebolezze. Ricordo, per inciso, che pro-prio di recente è uscita una testimo-nianza drammatica e angosciante di unfilosofo del nostro secolo sul coraggi odegli intellettuali e degli uomini politici :si tratta di Lòwith, che ha scritto sull avita che egli ha trascorso in Germania e i nItalia durante la triste vicenda delle legg irazziali .

Onorevoli colleghi, forse potrò apparirepersino troppo enfatico, perché richiam ovicende certo più drammatiche di quell aattuale, che pure è di grande importanza ,ma devo dire che esporsi alla violenza ,esplicita ed implicita, che può determi-narsi spinge piuttosto verso l'adegua -mento, il lasciar vivere, il lasciar perdere ; i lrifiuto, quindi, diventa estremamente dif-ficile .

Ieri sera l'onorevole Ciaffi rammentaval'episodio del voto sugli «aventiniani» ericordava che a scrutinio segreto una de-cina di persone dissero «no», mentre ascrutinio palese il voto fu unanime : i co-raggiosi scomparvero . Questa è la realtà .Ma c'è una vicenda più anttica, che voglioricordare non solo per preziosismo : ca-pisco che la correzione ha i suoi limiti, ma icasi della storia spesso si rispecchiano i nvicende accadute millenni prima .

C'è un passo del grande storico ateniese ,Tucidide, sulla espressione di un voto pa-lese che ritengo quanto mai illuminante . I lmomento era certo molto più drammaticodi quello attuale, poiché si trattava di deci -dere su una spedizione di guerra, che se-gnò poi il destino della repubblica ate-niese: noi qui non stiamo a decidere dinessun destino, per fortuna, ma la logic adelle paure e dei timori che allora prevals eera la stessa. Lo stratega Nicia era con-trario alla spedizione, ma non aveva i lcoraggio di opporvisi: presentò soltanto le

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difficoltà che si frapponevano all 'esercitoateniese. Così il commento dello storico :«Sicché, per l'eccessivo ardore dei più, seanche qualcuno non era d 'accordo, purestava tranquillo, temendo di essere giudi-cato pieno di mali umori verso la città i ncaso che avesse dato voto contrario» . Ladecisione fu presa all'unanimità e Ateneandò — come dicono gli storici successiv i— verso il disastro.

È la storia di un voto palese gravido difuneste conseguenze; non siamo — lo ri-peto — fortunatamente a quel punto, m al'estremizzazione che ho fatto servir àforse ad evidenziare un nucleo di verità .Ecco perché una eliminazione tout courtdel voto segreto costuirebbe solo apparen-temente un recupero di efficienza : allalunga, a mio avviso, il risultato sarebb eeffimero .

Per altro — e il discorso diventerebbepiù generale : non posso qui svilupparlo — ,non si tiene conto del fatto che, garantita laprerogativa costituzionale della coerenz adi indirizzo e di programma, c 'è uno spazionella dialettica Parlamento-Governo ch enon può essere sottovalutato, che ha rett oin questi quarant 'anni e che non ha nient ea che fare con il consociazionismo, che ioho sempre avversato . È uno spazio la cuitraccia si rinviene nella nostra Costitu-zione e perfino nei regolamenti in base a iquali dobbiamo approvare queste norme,per altro poco conosciute, se poi si incorr ein errori marchiani come quello com-messo dal Corriere della sera .

Ebbene, c'è uno spazio di cooperazione ,di rapporto, di fondazione di legittimità, direaltà che, come dicevo, devono essereuguali per tutti in qualsiasi momento, siache uno si trovi in una posizione di mag-gioranza sia che si trovi in minoranza, eche sono il vero segreto di maggioranza si ache si trovi in minoranza, e che sono il ver osegreto per eliminare le anomie e le insta-bilità presenti nel sistema .

Molti colleghi sostenitori tout court delvoto palese hanno affermato che bisogne-rebbe dare adeguate garanzie nell ' ambitodei gruppi parlamentari e dei partiti, e ch esarebbe necessario scrivere delle norme a lriguardo; per la verità, lo dico con molta

franchezza, io mi sentirei già tutelato se lenorme attuali, quelle esistenti, venisserorispettate . Come ha scritto Duverger (non èquindi un male soltanto italiano), la realt àè che le norme non vengono rispettate :all'interno di tutti i partiti ci sono ormai deirapporti di fatto; quello che conta sono irapporti di forza ed è sempre minore lospazio per i singoli individui . Vi è il grand erischio di veder travolte le singole posi-zioni, verso le quali poi si manifestal ' ironia e il discredito, e che lentamente siallontanino e vengano emarginati coloroche si trovano su determinate posizioni —ecco il sistema dei partiti — in modo moltopiù sottile, con la cancellazione delle posi -zioni diverse .

Onorevole Presidente, vi è un altroaspetto che vorrei rapidamente trattare .Nel redigere le nuove norme regolamen-tari è necessario preoccuparsi anche de lsistema più in generale. Non ci si è infatt iinterrogati a sufficienza sul modo in cu iqueste norme incidono sul complesso si-stema esistente. Vi sono degli studi al ri-guardo; la Camera ha fornito degli interes -santi documenti scientifici sulla materia ,elaborati dal Servizio studi (bisogna darn eatto all'amministrazione) ma non cred oche tutti gli aspetti siano stati valutat iattentamente . Vi è un effetto derivantedall'inserimento del voto segreto sul com-plesso sistema istituzionale che non è stat oattentamente valutato.

Onorevole Ciaffi, devo far presente unapreoccupazione: ho avuto modo di essered'accordo con lei ma devo esprimere il miodissenso sul punto in cui lei sostiene,all ' inizio della sua relazione, che le societ àpost-industriali spinte verso la personaliz -zazione vengono meglio governate dall apreminenza del voto palese e dall 'assun-zione di responsabilità diretta da parte de isingoli parlamentari in modo chiaro edevidente. Penso che nelle società contem-poranee, e in questo sono confortato dall aletteratura, vi sia una tendenza pericolosasulla quale il Parlamento deve riflettere : sitratta della tendenza alla creazione disuper élites, alla formazione di uomini che ,controllando altri poteri, prendono la loroforza da grandi concentrazioni di potere,

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danno origine ad una sorta di super élite, disuper vertice .

Di recente è uscito uno studio non sull arealtà italiana, ma sulla realtà francese ,ad opera di tre politologi che parlanodella questione delle super élites, ed è ilcorrispettivo di quanto, ad esempio, unostorico italiano, studioso dell 'America,ha scritto sulla realtà dell'America diReagan dove si verifica lo stesso feno-meno . Il Parlamento, cioè, deve stare at-tento, se vogliamo restare nell'ambito deldisegno costituzionale, a non spingereverso la formazione di forme organizza-tive che esaltano solo gli aspetti carisma -tici, creando quindi regole di bilancia-mento. Dobbiamo stare attenti perché viè nelle società industriali contemporaneeuna tendenza di questo genere, diretta aspingere verso forme plebiscitarie . Echiaro che la caduta delle ideologie, l'in-debolimento dei partiti, la sempre mi-nore capacità dei partiti di porsi comeintermediari rispetto alla scoietà, la pre-valenza dei mezzi di informazione, l acombinazione di questi poteri, spingon overso queste realtà . Pertanto è necessa-rio, nel momento in cui prendiamo un adecisione su tale questione, mantener eforte ed alto il ruolo del parlamento .

Onorevoli colleghi, avrei altre cose d adire ma prendo atto del fatto che il tempoa mia disposizione è scaduto e vogli orispettare fino in fondo le regole . Nelconcludere il mio intervento vorrei dir eche, nel momento in cui voteremo, do-vremo porci in coscienza l'obiettivo d irafforzare le istituzioni, di riequilibrar emeglio il sistema, di trovare soluzion ieque e giuste per i rapporti tra Parla -mento ed esecutivo . E con ciò esprimer eun voto indubbiamente convinto e se-reno. Ma quello che non ci si può chie-dere, quello che personalmente non m isentirei di accettare sono soluzioni ch eindeboliscano il ruolo del Parlamento. I lmio convincimento è che difendendo i lParlamento difendiamo la democrazia .(Vivi applausi — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Rodotà . Ne ha facoltà .

STEFANO RODOTÀ. Signor Presidente ,questo dibattito correva il rischio di esserepuramente ripetitivo di una discussioneche si svolge da molti anni intorno ad untema così difficile come quello del vot osegreto. Ma il modo in cui il dibattito si st asvolgendo, dimostra che il rischio dell aripetitività è stato almeno in parte evitato edunque si ha una conferma, per chi crede aqueste cose, dell'importanza dei dibattit iparlamentari .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

MICHELE ZOLLA

STEFANO RODOTÀ. Certo, molti argo-menti sono stati introdotti nel presentedibattito con una stupefacente leggerezzae dunque credo sia necessaria una rifles-sione un po' più attenta . Non voglio dir eche si dovrebbe compiere un'opera di pu -lizia intellettuale e politica, ma certoqualche chiarimento va dato. Vi è una con-trapposizione, a mio giudizio assai di ma -niera, tra voto segreto e voto palese, quas iche si trattasse di un fatto di fede e non d iqualcosa legato al concreto funziona -mento di un sistema politico, sicchè cert irichiami storici e comparativi, fatti con lasuperficialità di chi attinge a repertori ,non avrebbero dovuto avere ingresso i nquest 'aula. Situazioni storiche diverse,paesi con tradizioni e costumi parlamen-tari assai lontani dai nostri possono esser einvocati come esempi in sede comparati-stica solo se si sottolineano con adeguataattenzione le differenze, per farne oggettonon di facili tentativi di persuasione, ma d iargomentati punti in una discussione cos ìimportante .

La verità è che il clima che ci circondanon è quello di una discussione e di unconfronto serio. Dico senza mezzi termin iche il clima che alcuni cercano di creare èdi intimidazione, come ha poc 'anzi ricor-dato il collega Teodori . Voglio soffer-marmi su tale questione all'inizio del mi ointervento perché il fatto che da varie part i(anche in modo sorprendente, su bocch eche non avrebbero dovuto pronunciar ecerte parole) si attribuisca a questo dibat-

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tito ed alla sua conclusione la virtù di sal-vare o meno la legislatura, mi pare vera-mente inaudito. Si esercita una pressionesui parlamentari che conferma tutte lepreoccupazioni di coloro i quali oggi av-vertono l ' importanza del problema dei di -ritti dei parlamentari e della dignità delParlamento .

Il nostro Parlamento dovrebbe dunqueessere sciolto se le proposte della maggio-ranza sul voto segreto saranno respinte ?Non voglio ricordare che un 'eventuale de-cisione è di stretta competenza del Presi -dente della Repubblica, unico titolare de lpotere di scioglimento delle Camere . Dicosolo che affermazioni di questo generefanno intravedere non una crisi politica ,ma istituzionale, in quanto il Parlament overrebbe sciolto a causa della mancat amodifica di una norma che lo regola. Cosìfacendo, a giudicare da queste afferma-zioni, il Parlamento perderebbe la pie-nezza del potere di decidere il suo modo d iessere e ciò sarebbe la causa del suo scio-glimento! Sottolineo la gravità di tuttoquesto discorso e non mi nascondo l'obiet -tivo: la pressione sui singoli parlamentari ;sicchè ha ben ragione l'onorevole Biancoquando invoca non i diritti della mediocri -tà, ma della normalità .

Sono preoccupato quando in un dibat-tito la parola «coraggio» viene usata troppevolte, perché quando c'è bisogno di co-raggio vuoi dire che esiste una situazion epatologica. Noi vogliamo che il Parla -mento non sia costretto a vivere di pato-logia ma abbia la capacità di una sua nor -male gestione. Questo è il punto essen-ziale.

Sono meravigliato del fatto che un com-mentatore fine come Leopoldo Elia riper-correndo la storia repubblicana ed i prece -denti, per così dire, dei voti di coscienzaricordi oggi, come esempio, ciò che feceTogliatti per Concetto Marchesi o ciò chefece De Gasperi, perché questo è un argo -mento che, per usare un'espressione unpo' colloquiale, porta l 'acqua all 'altro mu-lino. In quella circostanza non si trattav adi diritti dei parlamentari ma di conces-sioni dei leaders. Lo dice Elia: Marchesipoté votare in un certo modo — che sia

vera o meno questa interpretazione è u naltro affare — perché Togliatti glielo con-cesse, mentre nella DC questa libertà d ivoto era una concessione del leader

dell'epoca .Noi vorremmo invece che la vita parla-

mentare scorresse sui binari della norma -lità, della regolarità, della correttezz anell'esercizio dei diritti dei singoli e nondelle concessioni del principe o del leader

del momento .Questo è un tema che, ripeto, non è

oggetto di proclamazione di fede, ma d iriflessione seria sul modo in cui lavoraquesto Parlamento: questo è non un quell odi un altro periodo storico, o quello di u naltro paese, per mantenere la sincroni anella comparazione. Un'operazione di pu-lizia richiede che di alcune cose si parl iseriamente. Si è molto enfatizzata la di-storsione che nel nostro sistema sarebbestata introdotta dal voto segreto, e ciò i ndue direzioni: la spesa pubblica, qualeaspetto, diciamo, tecnico di gestione, e l aconsociazione politica, quale aspetto pi ùstrettamente legato al funzionamento delsistema politico ed ai rapporti tra i par-titi .

Bene, io parlo con assoluta tranquillità ,perché fin dalla VIII legislatura il nostr ogruppo credo si sia distinto per l'atten-zione prestata ai problemi della spesa pub -blica, per la preferenza per le votazionipalesi sul «tetto» della legge finanziaria evia dicendo. Ma in questo dibattito m iaspetto risposte alle argomentate e precis edimostrazioni venute su questo punto, peresempio, dai colleghi Visco e Bassanini . I lcollega Visco ha documentato non vogliodire la nessuna, ma la ridottissima in-fluenza del voto segreto per ciò che ri-guarda le distorsioni della spesa pub-blica .

L'onorevole Bassanini ha ricordato ch ealtri, e non l 'eliminazione del voto segreto ,sono gli strumenti necessari per una rigo-rosa gestione finanziaria . Se coloro i qualihanno tuonato e tuonano contro il vot osegreto avessero impiegato un briciolo delloro tempo per sostenere le nostre pro -poste sull 'ufficio del bilancio, dispor-remmo oggi di uno strumento di controllo

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sulle scorrerie dell 'impresa pubblica inquesta materia, ben più efficace del votopalese in aula .

Noi aspettiamo tali risposte da quest odibattito, perché non si può continuare aproclamare impunemente una serie disciocchezze. Non si può citare qualchecaso circoscritto . Pensiamo, piuttosto, all enegoziazioni che avvengono in Commis-sione, alla fine delle quali vi sono votipalesi .

Mi auguro che dopo l'abrogazione delvoto segreto in determinate materie fiori-scano i comportamenti trasparenti, scom-paiano le lobbies e non vi siano più patteg -giamenti nella ripartizione delle spese . Mase guardo ad esempio il decreto-legge su imondiali di calcio, almeno nella sua primaversione, devo rilevare che il Parlament onon vi aveva messo bocca . Vi è stata unaindecente ripartizione di risorse . Tutto ciòè avvenuto fuori delle sedi nelle quali i lveleno del voto segreto è stato inoculat onelle istituzioni !

Stiamo, quindi, un poco più attenti . Daquesto dibattito, ripeto, mi aspetto da qual -cuno risposte su tali precise questioni .

'Per quanto riguarda il problema dell aconsociazione (leggiamo infatti che scom-pariranno le consociazioni, nel senso d iaccordi tra maggioranza e opposizione sumaterie specifiche), chi non è ignorante —sottolineo questo termine — dovrebbe sa -pere che da almeno quindici anni studios idi scienza politica, non di ultima fila, s isono preoccupati di indagare i rapporti,appunto, tra maggioranza e opposizione eanche le collusioni sul terreno legislativo .L ' influenza del voto segreto in questa ma-teria è stata giustamente (perché di evi-denza empirica ve ne era poca o nulla)messa ai margini. Le ragioni sono altre .Parlo con grande franchezza anche de ilimiti dell 'opposizione, in particolare d iquella comunista .

Il peso esercitato dall 'opposizione co-munista, non attraverso il voto segreto, m aattraverso le centomila vie che il lavoroparlamentare e i regolamenti parlamen-tari consentono, il modo in cui tale oppo-sizione ha consociato, al di là dell'epoc adella solidarietà nazionale e ben prima,

nelle Commissioni, assumendo influenzasu una fascia della legislazione, è legatoanche alla patologia del sistema politic oitaliano, all'esclusione di un partitodall 'accesso al Governo, compensata o cer -cata sul terreno della legislazione. Non èpensabile — parlo oggettivamente — ch euna forza esclusa rinunci poi a far valerein qualche modo il suo peso e la sua con-sistenza sociale, prima ancora che politica ,sul terreno della legislazione. Tutto questo— che, ripeto, è stato documentato d aindagini ben note a chi si occupa di taliquestioni; non sono soltanto argomenti po-lemici — è avvenuto più in Commissione ea voto palese che non in Assemblea .

Le strade da percorrere, quindi, sonodiverse. Anche rispetto a questa sorta dipalingenesi che si avrebbe in tutto, ne llavoro parlamentare e nei comportament idei partiti, con la scomparsa del voto se -greto si impone, se non altro, un minimo d icautela: perché altre — ripeto — sono leprocedure e le ragioni .

La verità — e lo ricordava prima giu-stamente Teodori — è che qui si sta com-piendo un'operazione politico-istituzio-nale che va ben al di là della questione de lvoto segreto. Vi è il problema di coraz-zare maggioranze politicamente deboli ,il problema di rese di conti tra partiti ch efanno parte della coalizione, il tentativodi alterare il ruolo e il significato dell'op-posizione politica. Questo è un punto su lquale occorre riflettere . Tutto ciò atten-zione non è indolore; passa attraverso unmutamento radicale del ruolo del Parla -mento.

Tornerò su tale argomento tra un mo-mento. Voglio adesso dire una sola parola— non credo proprio che se ne debbanospendere troppe — sul punto relativo a lcoraggio dei parlamentari . Ho già rilevatoche mi sembra assai persuasivo quantodetto in proposito da Bianco e il sospettoche ingenera l'uso ripetuto del termin ecoraggio. Ho letto anche e questo è unodegli argomenti principe — che i cittadin ihanno diritto di sapere, di controllare, ch ei parlamentari debbano essere responsa-bili che in un sistema nel quale le comuni -cazioni di massa hanno un ruolo privile-

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giato non può esservi per essi una zona diprivacy esclusiva una zona d'ombra ch eimpedisca la visibilità dei loro comporta-menti .

Allo studio dei temi della trasparenza edella riservatezza io mi dedico da un pò ditempo, e so che quello della trasparenz apone immediatamente anche il problem adella riservatezza .

Noi non pensiamo che il primo terminedebba rappresentare l'unica regola nel si-stema; non lo pensano neppure i propo-nenti, tanto che escludono dai casi di vota -zione a scrutinio segreto palese una seriedi aree. Se la trasparenza fosse un ben eassoluto, perché mai dovrebbero essereesclusi i voti sulle persone? Non è forse pi ùimpegnativo, di fronte all'elettorato, farsapere, se il Parlamento ha eletto ad unacerta carica una persona indegna, chi havotato per essa? Sicuramente a me interes-serebbe assai di più tale informazione ch enon conoscere il voto espresso su un emen -damento presentato a qualche articolodella legge finanziaria, perché può esser emolto più indicativa di collusioni e pres-sioni di un voto espresso in circostanz efrancamente secondarie .

L'argomento della trasparenza e dellariservatezza nelle sedi parlamentari as-sume dunque tutto un altro significato ,che tratterò tra un momento .

Il primo elemento che vorrei ricordare èche proprio la società dell'informazion eha reso straordinariamente trasparenti icomportamenti di chi, anche per poco s itrova su una ribalta pubblica . Possiamoveramente raccontare la favola degli elet-tori che ignorano comportamenti, attitu-dini, propensioni e legami dei loro rappre-sentanti? Oggi vi è un fiume di elementi adisposizione del l 'elettore per esprimere ungiudizio su ciascuno dei 630 membri dellaCamera; non vi è soltanto la massa impo-nente di strumenti adottati nelle sedi par-lamentari (dagli interventi in aula ed inCommissione alle interrogazioni ed inter-pellanze), che sono straordinariamenteeloquenti, ma anche le dichiarazioni reseall'esterno, le presenze in centomila occa-sioni, che si sono moltiplicate per tutti iparlamentari . Ebbene, di fronte a questa

realtà della società dell'informazione, pos-siamo veramente affermare che, oggi, indefinitiva, al momento della resa dei cont ielettorale, per il solo fatto che esiste il vot osegreto, l'elettore è privo di elementi digiudizio? Francamente mi sembra insoste -nibile !

Occorre riflettere anche sulle vicendecirca le quali si è votato — badate — ascrutinio segreto : vi sono dichiarazioni cherendono assolutamente visibile anche ilcomportamento di singoli deputati .

Occorre individuare aree all 'internodelle quali il rapporto parlamentare-par-tito richiede comunque qualche cautela . Inmerito alla sussistenza di precise ragioniistituzionali, è stato in questa sede evocat oil rapporto tra l 'articolo 49 (che ha datocittadinanza ai partiti nel nostro sistem aistituzionale) e l 'articolo 67 della Costitu-zione (che ha mantenuto la logica liberaledel divieto del mandato imperativo) .

In proposito, non desidero fare un di -scorso impegnativo, relativo alla difficoltàdi far ingranare, per così dire, questi dueelementi . Ma sicuramente, nel momento i ncui tutti, almeno a parole, ci ingegniamoper realizzare quella che definiamo comeriforma della politica (ossia la ricerca d imezzi che possano nel contempo salva-guardare la funzione dei partiti politici ,che riteniamo essenziale per un sistem ademocratico, e ridurne la degenerazione ,anch'essa innegabile) e dunque cerchiamogli adeguati strumenti istituzionali, rinve-niamo proprio nella Costituzione uno deicorrettivi essenziali: il ruolo dei partit ideve essere riconosciuto e mantenuto, manon può reprimere un altro valore costitu-zionalmente rilevante, incarnato dal di -vieto dal mandato imperativo .

Per questo, oggi, libertà e responsabilit àdel parlamentare, come si usa dire, sonoconcetti asimmetrici, perché mentre la li-bertà del parlamentare deve essere mante-nuta fino in fondo, la responsabilità in-contra il limite che il controllo non possatradursi in una forma di imperatività delmandato.

Ecco il punto essenziale di fronte a lquale ci troviamo . Ed ecco perché non pos -siamo, se siamo coerenti e sinceri, entrare

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Camera dei Deputat i

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in contraddizione con noi stessi, privan-doci in maniera radicale di uno strument olimitativo della degenerazione partitica .

Non c'è dubbio, e lo sappiamo tutti, ch ecrescerebbe, fino a diverntare totale, ilcontrollo dei partiti sui gruppi parlamen-tari e sui singoli parlamentari . Dobbiamoessere sinceri : in un sistema come il nostro ,qualunque sia l'obiettivo proclamato ,questo sarebbe il risultato certo di unadecisione che dovesse radicalmente elimi-nare il voto segreto in Parlamento .

È questa, quindi, la ragione per la qual esi avrebbe una svolta nei rapporti tra Go-verno e Parlamento e, dunque, tra partitiche compongono la maggioranza di go-verno e Parlamento . Ci sarebbe un muta-mento profondo degli equilibri costituzio-nali se dovesse essere seguita, fino i nfondo, la logica che ha ispirato parte al-meno delle proposte in materia di votosegreto .

E, in realtà, ormai una serie di riformeistituzionali vengono non più intese com econtributo all ' ammodernamento —come si usa dire — delle istituzioni, masemplicemente come aggiustamento de irapporti tra partiti, registrando una re-altà spesso fortemente distorta e produt-trice, a sua volta, di altre distorsioni (n eindicherò immediatamente una sul ter-reno della trasparenza e della responsa-bilità) che vengono introdotte e canoniz-zate: la più preoccupante è che cadrebb eogni possibilità di libero controllo parla-mentare su alcune sedi di negoziazion eocculta, nelle quali si fanno valere le lob-bies .

Tante volte si è fatto riferimento all alegge finanziaria, ma non si è ricordato ,per esempio, che durante l'ultima discus-sione della legge finanziaria alcune normeche erano fotografie di beneficiari (edunque erano l'effetto di un 'azione di lob-bies svolta in precedenza in sede non par -lamentare) furono respinte a scrutinio se -greto, proprio perché il giogo delle lobbiesfu rivelato e, a quel punto, fu possibile a iparlamentari che, ne avevano l'intenzione ,cancellare quelle norme. La negoziazioneocculta, o comunque incontrollabile, rice-verebbe un ulteriore incentivo dall'ado -

zione indiscriminata di misure contro lavotazione a scrutinio segreto .

Vorrei ora soffermarmi su altro aspetto .Francamente ritengo vi sia una contraddi -zione nella proposta presentata dalla mag -gioranza: infatti si afferma contemporane -amente la necessità di ridurre l'area delvoto segreto, di rispondere — come si dic ein apertura della relazione della Giunta —ai bisogni di una società qual é l'attuale, epoi si individua un'area di diritti su cui s iriconosca la necessità di mantenere il vot osegreto, che è assolutamente inadeguata .Ci si limita infatti a far riferimento al cata -logo dei diritti già legati alla persona . Ma èun catalogo di diritti ottocenteschi! È ri-spettabilissimo, intoccabile, ma qualcosa èpur cambiato ed è stato aggiunto! Siam oormai per usare la terminologia del mond odell 'elettronica, ai diritti di terza genera-zione. La Costituzione italiana, in questosenso, è stata in qualche misura conside-rata un modello. Ricordo — ed ampi test ilo dimostrano — lo scetticismo dei primicommentatori in merito all'articolo 9, rela-tivo al paesaggio, che è stato addiritturaoggetto di ironie, oppure all'articolo 32,concernente la salute . Tali articoli (chesono lasciati rigorosamente fuori dall'are asoggetta a tutela, anche se abbiamo assi-stito ad una piccola apertura dell'onore-vole Caria nei confronti dell'articolo 32) ,hanno rappresentato invece gli strumentigrazie ai quali un 'accorta dottrina ed unagiurisprudenza coraggiosa (qui l'aggettivova adoperato) hanno edificato quel tantodi tutela dell'ambiente di cui oggi dispo-niamo.

Questi strumenti hanno consentitoinoltre un ampliamento . Questa è la logica ,e devo ricordarlo : si fa infatti riferiment oai diritti della persona, ma la giurispru-denza della Corte di cassazione, e poi lasentenza della Corte costituzionale di dueanni fa, hanno elaborato il diritto allasalute come diritto fondamentale dellapersona, non limitabile da parte della legi -slazione ordinaria .

Ho fatto un solo esempio, ma devo dir eche francamente una impostazione del ge -nere di quella cui ci troviamo di fronte ,non è culturalmente accettabile, in quanto

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contraddice la premessa del l 'ammoderna-mento. Questo Parlamento — sarannoforse i due secoli di rivoluzione frances eche hanno condizionato in qualche misur ai proponenti! — viene ricacciato indietro aquel catalogo dei diritti !

Francamente, ripeto, non possiamo ac-cettare una simile impostazione . Avrei tro-vato molto più coerente una radicale ri-chiesta di abolizione del voto segreto . Mase ci collochiamo su un certo terreno, rico -noscendo che il voto segreto deve esser emantenuto per una determinata area, al-lora, per carità, cerchiamo di essere abba -stanza coerenti con le premesse e con lavolontà di ammodernamento del si-stema !

Passando ad un'ultima considerazione ,si afferma che il parlamentare, che co-munque verrebbe spogliato di un attributoimproprio, manterrebbe integra tutta unaserie di altre possibilità, prerogative e fun -zioni. Attenzione! Credo che in proposit ooccorra guardare al di là di questa vi-cenda, utilizzandola anche come rifles-sione sulla realtà e sul futuro del Parla -mento .

La funzione di indirizzo è stata pratica-mente cancellata, e non solo in materiestoricamente controverse, come la politic aestera. Anche lo strumento della mozioneviene considerato ormai dal Governo com eun qualcosa che può essere tranquilla-mente messo in un cassetto . Nell 'ultimoperiodo abbiamo tanto discusso del casoMoro e del caso Cirillo : ho riletto le mo-zioni di maggioranza approvate dalla Ca-mera, e ho constatato che il Governo le h aconsiderate atti non meritevoli di alcu nseguito . Pochi mesi fa abbiamo approvatouna mozione sull'AIDS, che impegnava i lGoverno a non effettuare schedature cen-trali degli ammalati : eppure queste sche-dature continuano ad essere fatte tranquil -lamente! Siamo di fronte ad una cadutaverticale del potere di indirizzo ; per nonparlare poi del potere di controllo . Leinterrogazioni e le interpellanze sono in -fatti oggetto di manipolazione continua : i lGoverno decide se rispondere o meno, op -pure risponde come gli pare . Risulta insostanza decaduta tutta una serie di stru -

menti fondamentali del lavoro parlamen-tare.

La riflessione che deve essere fatta è laseguente: quale Parlamento colleghi ?Certo, se prendiamo in considerazione gl ialtri paesi, coloro i quali si dilettano i ncomparazioni possono ben dire che noinon stiamo peggio degli altri, o siamo ineccellente compagnia. Basti pensare che,con riferimento alla madre dei parla -menti, cioè alla Camera dei comuni in- .glese, un giornale che sappiamo quanto si acauto, ma non disattento, qual é l'Econo-mist, qualche settimana fa scriveva: «Ilparlamento non è un vero organo legisla-tivo, è una piccola parte di un processolegislativo dominato da ministri e buro-crati, e ora dalla signora Thatcher . I par-lamentari si danno importanza perchéhanno perduto di importanza reale, e sem-brano così occupati perché non hannoniente da fare». Questa è la descrizione de lmodello dei parlamenti! Non voglio, pe rcarità di patria (di patria altrui!), parlar edel Parlamento francese, dove i voti ven-gono espressi addirittura per delega .

PRESIDENTE. Onorevole Rodotà, i ltempo !

STEFANO RODOTÀ. Concludo, signorPresidente .

Dicevo che nel Parlamento francese ivoti vengono addirittura espressi per de -lega, dando luogo ad uno spettacolo che faridere le scolaresche sedute in tribunaquando i deputati corrono di qua e di là pe rvotare per i loro colleghi assenti (e non s itratta di un abuso, perché in Franciaquesto è ammesso, a differenza di quant oaccade invece in Italia) .

Dobbiamo accettare una simile derivaper il nostro Parlamento? Questo è il temaal nostro esame, al di là della conclusion edel dibattito sul voto segreto . Ecco perchéè importante che una riflessione al ri-guardo sia finalmente fatta da tutti noi .Questo problema ce lo dobbiamo porre . Edecco perché la questione della contestua-lità non era pretestuosa. Noi temiamo, in -fatti (lo dico con molta franchezza), che i nnome dell'efficienza il Parlamento diventi

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Camera dei Deputati

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un organo di ratifica. L'abbiamo dettotante volte.

Si dice che cancellando il voto segret onon vi sarà più l'abuso dei voti di fiducia .Ma è ovvio che se si voterà in modo pales eil ricorso alla questione di fiducia, cheserve proprio ad impedire al dissenzientedi esprimersi, non sarà più necessario ; enon perché si sarà recuperata funzionalitàparlamentare, ma semplicemente perch ési sarà accettata una certa logica.

PRESIDENTE. Onorevole Rodotà, laprego di concludere .

STEFANO RODOTÀ. Ho finito, signor Pre-sidente .

Quando noi parliamo di contestualità ,chiediamo in sostanza di non rinchiuder ein un dibattito fortemente distorcentecome quello sul voto segreto il grand etema del destino del Parlamento, che non èsoltanto un problema di maggioranza-op-posizione . Hanno ragione quelli che hann osottolineato questa ovvietà. Io trovosempre inaccettabile l 'argomento in baseal quale l'opposizione deve riflettere sulfatto che, una volta diventata maggio-ranza, avrà bisogno del voto palese . Mache razza di ragionamento è questo? No ncapisco perché si continua a misurare suinteressi di breve periodo quelle che do-vrebbero essere invece dinamiche istitu-zionali !

Io ho una preoccupazione . . .

PRESIDENTE . Onorevole Rodotà ,l'ascolto volentieri, ma la prego di conclu-dere, visto che il tempo a sua disposizione ègià scaduto .

STEFANO RODOTÀ. Lo so, signor Presi -dente; concludo sul serio .

La mia preoccupazione riguarda la de -pressione della funzione di controllo . Nonsi tratta di un problema che riguarda sol -tanto l'opposizione, che sicuramente ve-drebbe ridotto il suo ruolo importante inun momento in cui i problemi dell'opposi-zione sociale si sono così sfilacciati ; ver-rebbe piuttosto ad essere ridotto comples -sivamente un ruolo-chiave del Parla -

mento. Se guardiamo infatti a quello che èoggi il Parlamento più vivo, e cioè il Parla -mento degli Stati Uniti, constatiamo i nquale misura il ruolo di controllo, effetti-vamente esercitato, sia poi ciò che con -sente a tutte le altre funzioni parlamentar idi mantenere vitalità, al di là delle moda-lità di voto. (Applausi dei deputati de igruppi della sinistra indipendente, del PCI,federalista europeo e verde — Congratula-zioni) .

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'ono -revole Rosa Filippini . Ne ha facoltà .

RosA FILIPPINI . Signor Presidente, i lrelatore Ciaffi ci ha sollecitato ieri sera adare luogo ad un confronto sereno, incen -trando la discussione sul merito della que-stione all'ordine del giorno. È un invito ch erisulta un po' difficile seguire, e non per -ché le opposizioni stiano cercando motiv ipretestuosi, ma piuttosto perché questoinvito è in palese contraddizione con imetodi, con le strategie e con le procedureche sono state seguite per arrivare a porrequesto tema all'ordine del giorno . Si è trat -tato di metodi, strategie e procedure tutt edettate da motivi politici e di schiera -mento, per di più interni alla maggio-ranza.

In condizioni di questo tipo, svolgere undibattito di merito è davvero molto diffi-cile .

Voglio richiamare le strategie, le proce-dure e gli schieramenti . La decisione pres ain sede di accordo di Governo sulla modi -fica dei regolamenti delle Camere costi-tuisce intanto il primo vizio di imposta-zione. Vi sono poi tutte le forzature ope-rate in Parlamento, in ogni sede, per arri-vare subito e unicamente a questo punto diriforma. E ancora, va esaminata l'attivitàdelle Giunte per il regolamento. Abbiam orilevato in più sedi, e soprattutto all ' in-terno della Giunta stessa, l'inaccettabilitàdelle procedure con cui essa affrontavauna riforma così importante . Mi riferisco ,innanzitutto, alla rappresentatività deigruppi parlamentari all'interno di tale or-gano: come si può ritenere di affrontar euna riforma globale in una sede in cui non

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Camera dei Deputati

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sono rappresentate tutte le forze politiche ,ed anzi ne rimangono escluse addirittur aquattro? Si tratta, per altro, di forze poli-tiche ben connotate, che hanno avanzatoproprie proposte ed intendono sostenerle ,ma che non avranno la possibilità di sotto-porre i propri emendamenti nella loro ste-sura testuale in aula, proprio perché ogniemendamento sarà riformulato comeprincipio e riproposto a cura della stessaGiunta .

Più ancora che quello della rappresenta -tività, appare veramente assurdo il pro-blema che attiene alle procedure seguit edalla Giunta nell'elaborare il testo di ri-forma. Si vuole arrivare al voto paleseattraverso l'elaborazione segreta all'in-terno di una Giunta segreta . Non vi è statainfatti alcuna elaborazione, e quanto è ve-nuto fuori è, nell 'esatta testualità, l'ac-cordo preso all'atto della formazione de lGoverno . A che cosa sia servita l'elabora-zione svolta dalla Giunta in questi mesi èveramente difficile capire, soprattuttoperché all'interno di quell 'organo si è inrealtà semplicemente consumata l'imma-gine rispecchiata degli accordi che veni -vano presi in sedi diverse, fuori dalle isti-tuzioni .

Addirittura, in queste ultime settimaneabbiamo sentito alcuni membri dell aGiunta per il regolamento lamentarsi de lfatto che venissero riportate ai giornalist iversioni e interpretazioni del dibattit osvoltosi . Costoro dichiaravano di ritenerenecessaria la segretezza dei lavori dell aGiunta. Adesso, con posizioni mascherate ,con un confronto non sempre esplicito, s ipretende che si discuta sul merito dell equestioni .

Ho parlato di strategie, di metodi e di pro-cedure, ma a questo punto siamo addiritturadi fronte ad una tattica estremamente con-traddittoria con la pretesa di confrontars isul merito . Il partito socialista ha avanzatoai partiti di maggioranza una proposta, difronte al manifestarsi di una serie di con-traddizioni esplicite (mi riferisco, in partico-lare, al bellissimo intervento di questa mat-tina dell'onorevole Bianco) o implicit e(come quelle che si desumono dai risultat idelle votazioni di ieri) .

Come dicevo, il partito socialista chiededi adottare una tattica, quella di astenersisugli emendamenti, al fine di evitare qual -siasi modificazione della proposta Car-detti .

Si potrebbe argomentare che tentare dianticipare con un artificio di tipo politic ol'esito di una votazione non può, evidente -mente, portare ad un approfondimentosereno. Si vuole andare alla soppression edel voto segreto, e tanto per cominciare, s ievita qualsiasi modificazione del testo ,«cancellando» i franchi tiratori, ovvero idissidenti, all'interno delle proprie file !

Oltre a questa tattica, siamo giunti addi -rittura alla minaccia — che consideroanch'io insultante nei confronti del Parla -mento — di mandare tutti a casa se v isaranno delle disobbedienze . Ma allora èfalsa qualsiasi pretesa di difendere prin-cìpi di trasparenza o di altro tipo, o voler eun dibattito nobile per scegliere tra la sal-vaguardia della libertà di coscienza e l'esi-genza opposta di trasparenza e di respon-sabilità nei confronti degli elettori . Non èvero, non si tratta di un confronto esplicitoin questi termini . Si sta dibattendo altro e ,come ha detto giustamente l'onorevoleTeodori, si tratta di un dibattito «dro-gato» .

Il dibattito vero è un altro, ed è quell osulla necessità di forzare la mano e diridurre le prerogative di questo Parla-mento .

Se vi fosse davvero l'esigenza di assicu-rare la trasparenza si sarebbe forse rispet-tato l'atteggiamento tenuto dalle opposi-zioni in tutta questa vicenda . Ricordo chenessuna delle opposizioni ha mai assunt oun atteggiamento di chiusura : certamentenon il gruppo comunista, ma nemmeno igruppi più piccoli, che pure contrastanomaggiormente la proposta in esame . Ri-peto: non vi è mai stato un atteggiamentodi chiusura, perché da parte di tutte l eforze politiche vi è stata la volontà di arri-vare a modifiche di questo regolamentopurché esse fossero poste nel quadro d iuna proposta globale di modifica e no ncostituissero un'ennesima toppa. Era, que -sta, la famosa questione della contestuali -tà. Quando se ne parlava vi era proprio

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Camera dei Deputati

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l'esigenza di arrivare a proposte misurat ee bilanciate, tali da consentire il manteni-mento dell'equilibrio fra diritti dei singoli ,diritti dei gruppi e diritti del Parlamento,nonché il rafforzamento dell'esecutivo . Èstata scelta, invece, una strada diversa :quella di isolare le questioni . Si è così par-lato della riforma della disciplina de itempi, della revisione del procedimentolegislativo, di un riesame della proceduradi votazione delle questioni di fiducia . Mamagari fosse stata almeno scelta questaipotesi riduttiva! Magari fossimo arrivati aformulazioni globali per ciascuno di quest isettori! Così non è stato. All'interno di cia -scuno di questi settori, infatti, si è scelto d iisolare un solo piccolo problema specific oche, come avevamo previsto già durante i ldibattito sulle riforme istituzionali, eraesattamente l'unico punto che stava acuore a questo Governo . Ne consegue chenell'ambito del progetto di riforma dell adisciplina dei tempi si è scelto di affron-tare unicamente la proposta di contingen -tamento dei tempi ; per quanto riguarda l aquestione relativa alla revisione dei proce -dimenti legislativi ci troveremo qui a di-scutere unicamente sulla corsia preferen-ziale dei decreti-legge ; e oggi per le que-stioni di fiducia ci troviamo qui a discuteresoltanto della riforma della procedura d ivotazione a scrutinio segreto .

Quel che si richiede, dunque, sono sol -tanto misure contro i diritti dei deputat isenza alcuna proposta globale, senza pos -sibilità di bilanciamenti .

A questo punto viene alla mente di molt iun paradosso, per altro assai evidente . Ci s ipuò chiedere a che cosa servano oltre 600deputati . Nel giro di un secolo la tecnica h acompiuto progressi enormi, per cui pic-cole tessere computerizzate, al posto de ideputati, rappresenterebbero un sistem apiù comodo, pulito ed assolutament emeno dispendioso (le tessere troverebber oposto in una cassetta di dimensioni no nsuperiori a quelle di un libro) rispetto aquest'aula enorme, a questo enorme pa-lazzo, con uffici altrettanto enormi e costo -sissimi, con una gran quantità di cart asprecata ogni giorno . Un pacchetto di tes-serine, di cui ogni partito possa rivendi -

care un certo numero, sarebbe un sistem apiù semplice, meno costoso e sicuramentepiù decisionista ed efficiente .

Se invece ci sobbarchiamo al fastidio d iavere delle schede umane, delle personeche pensano e che si pretende debban oessere coraggiose, ciò comporta dei co-sti .

Si è parlato molto di trasparenza, ma s itace sul fatto che il sistema di lavoro dell aCamera (con la sua contrapposizione trasedute di Commissione e di Assemblea econ un ordine dei lavori, determinato d aun sistema politico complesso, che assomi-glia più a una raffica di mitraglia che nonad una predisposizione per un esame ordi -nato) impedisce ai deputati di conoscere lequestioni sulle quali si trovano a delibe-rare. I deputati — diciamolo con chiarezza— sono ridotti per lo più ad impiegati ; ne lmigliore dei casi hanno una specializza-zione settoriale: ogni giorno vanno in Com -missione a «timbrare il cartellino» . Questi ,in realtà, sono i deputati migliori, quell iche danno un più proficuo contributo . Pa-gano, però, questa loro specializzazionecon una assoluta ignoranza su tutte le que-stioni dibattute in altre Commissioni enella stessa aula .

Tutto ciò non è dovuto soltanto al si-stema dei lavori, ma anche al fatto cheall'interno dei partiti (e penso a tutti i par -titi, perché si tratta di un sistema com-plesso e integrato che provoca ovunquecerte situazioni, anche in ambiti forte -mente alternativi, quali potrebbero esser equelli delle liste verdi) non è mai stata pre-miata l'esplicitazione dei contrasti, la con-trapposizione; non è stato mai premiat odunque lo scambio libero di idee e d ivalori . In questa cultura politica la regola èl'opportunismo, che consente ai singoli d iavanzare, di arrivare, ad esempio, a quest iscranni, di accodarsi senza parlare alleposizioni maggioritarie . E una vita insiemecomoda e scomoda . Nei partiti non fa car-riera colui che tenta di far prevalere leproprie idee in contrasto con altri, ma ch ista zitto e buono nella sua sede e si mette afare il burocrate occupando una sedia ;oppure fa carriera chi, conducendo unavita davvero poco comoda, si assicura pac-

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chetti di tessere o clientele ; chi riesce apenetrare in una cordata di potere o a fars isostenere ad una lobby economica .

Da questi personaggi si pretende il co-raggio? Se la dote migliore per riuscire adinserirsi in questo tipo di vita politica èl 'obbedienza, come si può chiedere il co-raggio di opporsi manifestamente? D'altr aparte, proprio nel momento in cui ab-biamo assistito ad opposizioni manifest ealle linee di partito, la risposta politica èstata: attenti, perché altrimenti vi man-diamo tutti a casa. In altri termini, d ifronte all'aprirsi di contraddizioni, a presedi posizione come quelle dell'onorevoleBiondi e dell 'onorevole Bianco, è statodetto che, se questo Parlamento oserà di-sobbedire, dovremo porci il problemadello scioglimento delle Camere . Altro checoraggio! Voi volete dei kamikaze, cioèchiedete alle persone di essere disposte afarsi tagliare le gambe, a privarsi dell apossibilità di proporsi e di contrapporsi .

Dicendo questo, non intendo certo fareun elogio dei franchi tiratori . Ma, se inquesta situazione non si tiene conto di talielementi, se non si formula alcuna pro-posta validamente correttiva di cert espesse sedimentazioni, anche di natur aculturale, non si può pensare che il ri-medio contingente del l 'abolizione del votosegreto possa ottenere qualche risultato ,se non quello di asservire ancora di piùun'intera classe politica .

Un altro importante elemento da consi-derare è che viene riconosciuta la neces-sità di tutelare la libertà di coscienza, si apure entro determinati limiti, tant'è che s ipropone di mantenere lo scrutinio segretoper i temi di cui alla parte I, titolo I, dell aCostituzione.

A questo riguardo ha ragione Cardetti ;mi domando infatti che bisogno ci sia, nelmomento in cui si stabilisce la regola delvoto palese, dì tutelare proprio quei prin-cipi che consentono ad un deputato, nelmomento in cui invoca profonde ragioni d icoscienza, di opporsi o di dissentire dallalinea del poprio partito . Al contrario, misembra che venga ignorata tutta una seri edi questioni, peraltro esemplificate moltobene dall 'onorevole Bianco nel corso del

suo intervento (l'esempio di Tucìdide, con-cernente l'entrata in guerra degli ateniesi ,non è poi così lontano) .

Sappiamo tutti che all ' interno di ogn ipartito, così come all'interno della demo-crazia cristiana, i provvedimenti di spesasugli armamenti sono oggetto di una ver acrisi di coscienza. Ad esempio, ci son odeputati i quali, pur riconoscendo per loroconvinzione la necessità di un Ministerodella difesa, vorrebbero orientare le lor odecisioni in un'ottica meno militarista epiù rispondente a princìpi di non violenz ae di diversa difesa della patria, ed invec enon possono farlo, perché la contraddi-zione esplicita, con il Governo che sosten -gono, non è tollerata .

A questo proposito gli esempi sono sott ogli occhi di tutti . Ogni giorno ci sono depu -tati che per difendere gli interessi del col-legio in cui sono stati eletti, e trovandosi i nopposizione al proprio gruppo, sono co-stretti ad abbandonare l'aula al momentodel voto, oppure «a darsi malati» o ancor aa votare in senso contrario nel caso in cu iviene offerta loro la possibilità di votare ascrutinio segreto.

Si tratta di una situazione di grave crisima che certamente non sarà risolta se nonsi prenderanno in considerazione le causeche la determinano .

In realtà, ci troviamo di fronte ad unfatto molto esplicito ; è in gioco la necessitàper la maggioranza di tenere sotto con-trollo i propri deputati . In una situazionedi questo genere non si può chiedere all eopposizioni di dare una mano e non com-prendiamo per quale motivo l'onorevol eCardetti questa mattina dicesse : «Voi vo-lete tutelare la libertà di coscienza de ideputati della maggioranza e non dei vo-stri». Rivolgendosi al partito comunist adiceva che si tratta di un partito moltocompatto, che dovrebbe mettere in discus -sione la propria vita interna, e non la tutel adei diritti dei deputati .

È vero certamente che vogliamo tutelarela libertà di coscienza dei deputati dell amaggioranza; credo che sia pieno dirittodell'opposizione tentare di tutelare la li-bertà di coscienza dei deputati della mag-gioranza, così come in molti casi è pieno

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Camera dei Deputat i

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diritto della maggioranza tentare di tute -lare la libertà di coscienza dei deputat idella opposizione .

Non si può chiedere alle opposizioni d iappoggiare un'operazione purament econtingente e non ispirata da alcun prin-cipio vero e profondo (Applausi dei depu-tati del gruppo verde)

PRESIDENTE. Il seguito della discus-sione è rinviato alla ripresa pomeridianadella seduta .

Assegnazione di proposte di leggea Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. A norma del comma idell'articolo 72 del regolamento, comu-nico che le seguenti proposte di legge sonodeferite alle sottoindicate Commissionipermanenti in sede referente :

II Commissione (Giustizia) :

TRANTINO ed altri: «Delega al President edella Repubblica per la concessione di in-dulto per le pene accessorie temporanee »(1477) (con parere della I Commissione) ;

BALESTRACCI e ANGELINI PIERO : «Modifi -cazioni alle circoscrizioni territoriali degl iuffici giudiziari del tribunale di La Speziae del tribunale di Massa» (1486) (con pareredella V Commissione);

IV Commissione (Difesa) :

FIORI e TEALDI : «Norme per la conces-sione di un assegno vitalizio a favore d italune categorie di ufficiali e sottufficial icombattenti della guerra di liberazione »(1449) (con parere della I, della V e della XICommissione);

ALBERINI: «Interpretazione autenticadell'articolo 1-bis, terzo comma del de-creto-legge 23 dicembre 1978, n . 814, con-vertito, con modificazioni, dalla legge 1 9

febbraio 1979, n. 52, concernente il tratta-mento pensionistico e l ' indennità di buo-nuscita per gli ufficiali che sono cessati da lservizio permanente a domanda, ai sens idel settimo comma dell'articolo 7 della

legge 10 dicembre 1973, n . 804» (1465) (conparere della I, della V e della XI Commis-sione) ;

VI Commissione (Finanze) :

CAMBER : «Proroga del termine di cui aldecreto-legge 30 dicembre 1986, n. 923,

convertito, con modificazioni, dalla legge25 febbraio 1987, n. 50, concernente ilregime agevolativo per la zona franca diGorizia ed estensione dello stesso al terri-torio della provincia di Trieste» (1472) (conparere della V e della X Commissione) ;

RUBINACCI ed altri: «Disposizioni relativeall'imposta sul reddito delle persone fisi-che, a quella sul reddito delle persone giu -ridiche ed all'imposta locale sui redditi ,nonché modificazioni di alcune aliquot esulle ritenute alla fonte» (1487) (con pareredella I e della V Commissione) ;

VII Commissione (Cultura) :

BARZANTI ed altri: «Istituzione della so-printendenza archeologica per il territoriodell 'Etruria centrale» (1469) (con pareredella I e della V Commissione);

VELTRONI ed altri: «Istituzione e funzio-namento della Commissione nazionale perle comunicazioni» (2754) (con parere dellaI, della II, della V, della IX e della XI Com-missione);

IX Commissione (Trasporti) :

BASSANINI ed altri : «Abolizione dei pe-daggi autostradali e rafforzamento dei ser-vizi di vigilanza e di assistenza agli auto-mobilisti sulle autostrade» (1435) (con pa-rere della V, della VI e della XI Commis-sione) ;

X Commissione (Attività produttive) :

RIGHI ed altri : «Disciplina delle attività d ilavanderia, pulitura a secco, tintoria ,smacchiatoria, stireria ed affini» (1427)

(con parere della I, della II, della VIII e dellaXII Commissione);

BATTISTUZZI e SERRENTINO : «Tutela delmobile d'arte» (1453) (con parere della I,della II, della V e della VII Commissione) ;

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Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

BORGHINI ed altri: «Legge-quadro in ma -teria fieristica» (2963) (con parere della I,della Il, della III, della V e della VI Commis-sione) ;

XI Commissione (Lavoro) :

FIANDROTTI ed altri: «Modificazioni allalegge 20 ottobre 1982, n . 773, sulla riformadella Cassa nazionale di previdenza ed as -sistenza a favore dei geometri» (1429) (conparere della I, della Il, della V e della VICommissione);

FIORI e TEALDI: «Estensione della mag-giorazione degli assegni familiari previst adall'articolo 5 del decreto-legge 29 gennaio1983, n. 17, convertito, con modificazioni ,dalla legge 25 marzo 1983, n . 79, per i figlidi qualunque età invalidi non autosuffi-cienti» (1446) (con parere della V e della XIICommissione) ;

FIORI e TEALDI : «Estensione della presta-zione economico-previdenziale prevista i ncaso di morte a favore dei dipendenti dienti di diritto pubblico di cui alla legge 28

luglio 1939, n. 1436, a tutti i dipendentipubblici» (1447) (con parere della 1, della I Ve della V Commissione);

CARIA ed altri: «Norme per la elimina-zione del precariato nelle scuole» (1463)

(con parere della V e della VII Commis-sione) ;

FIORI : «Norme per il riconoscimento giu -ridico ed economico del lavoro domestic oe per la valorizzazione dell'istituto fami-liare» (1488) (con parere della I, della V edella VII Commissione) ;

CARIA ed altri : «Provvidenze a favore de ibeneficiari del diploma d'onore attestantela qualifica di combattente per la libert àd 'Italia nel periodo 1943-45, di cui allalegge 16 marzo 1983, n. 75» (1495) (conparere della I e della V Commissione) ;

PAllAGLIA ed altri : «Agevolazioni nell eprove di concorso per alcune categorie diinvalidi» (2535) (con parere della I, della V edella XII Commissione);

XII Commissione (Affari sociali) :

RIGHI ed altri: «Disciplina dell'arte sani -taria ausiliaria di odontotecnico» (1417)

(con parere della I, della Il, della V, della VIIe della XI Commissione);

CARIA ed altri : «Disciplina dell'attività diinformazione scientifica ed istituzione diun albo nazionale degli informatori scien-tifici» (2532) (con parere della I, della V edella XI, nonché della Il Commissione, exarticolo 73, comma 1-bis, del regola -mento);

XIII Commissione (Agricoltura) :

DIGLIo ed altri: «Ordinamento dei con-sorzi agrari e della Federazione italian adei consorzi agrari» (1485) (con pareredella Il, della VI, della X e della XI Commis-sione) .

Sospendo la seduta fino alle 16 .

La seduta, sospesa alle 13,25 ,è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT E

GERARDO BIANCO

Annunzio di una proposta di legge .

PRESIDENTE. In data odierna è stat apresentata alla Presidenza la seguente pro-posta di legge dal deputato:

MATTEOLI : «Istituzione dell 'Ente auto-nomo Apuano con assorbimento dell'Ent ezona industriale Apuana» (3184) .

Sarà stampata e distribuita .

Trasmissione dal Senato .

PRESIDENTE. In data odierna il Presi-dente del Senato ha trasmesso alla Presi-denza la seguente proposta di legge :

S. 1081. — Senatori COVELLO ed altri :«Norme sul ritardo nella prestazione del

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Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

servizio militare di leva per gli studentiuniversitari» (approvata da quella IV Com-missione permanente) (3183) .

Sarà stampata e distribuita .

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Mellini . Ne ha facoltà .

MAURO MELLINI . Signor Presidente, af-frontiamo un tema molto delicato, un ariforma del regolamento che divide la Ca-mera. Credo che per trovare un 'occasionein cui la divisione su una questione regola -mentare sia stata così grave ed ampia oc-corra riandare a fasi drammatiche dell avita del nostro paese.

Ritengo quindi che qualche attenzionesu quanto la storia ci insegna dovrebbe pu ressere prestata da parte di coloro che sisono assunti questa grave responsabilità .E parlo di grave responsabilità innanzi -tutto perché stiamo procedendo ad un amodifica del regolamento della Camer asecondo un metodo e con procedure di cu inon voglio ricordare l'origine e l'occa-sione, ma che possono pretendere di otte-nere una giustificazione solo nell'ipotesi enel presupposto che si tratti di modifich erispondenti meramente ad esigenze d iadattamento, di integrazione e di migliora -mento tecnico di alcune norme; il ruoloattribuito alla Giunta per il regolament oespropria infatti il singolo deputat odell'essenziale funzione di emenda -mento .

Procediamo senza avere il diritto di pre-sentare emendamenti e domani potremmotrovarci a votare su modifiche del regola -mento della Camera che non solo il gruppofederalista europeo (che è oltretuttoescluso dalla Giunta per il regolamento ,pur avendo grandemente contribuito a ldibattito istituzionale e sui diritti civili ne lnostro paese, rivestendo in questi ultim ianni un ruolo insopprimibile in materia :;noi non siamo «nessuno», eppure siam oesclusi dalla Giunta per il regolamento!),

ma forze ben più grandi della nostra no nhanno il diritto di emendare . Il gruppocomunista, ad esempio, non ha il diritto d iproporre propri emendamenti, perché l aprocedura vigente prevede il filtro dellaGiunta, la quale può desumere princìp iemendativi dalle proposte avanzate, sotto -ponendoli al l 'Assemblea per una sorta divoto consuntivo, per poi accoglierli o re -spingerli attraverso un'ulteriore funzion edi filtro, dal cui esito dipende per l'Assem -blea la possibilità finale di decidere .

Bastano queste considerazioni per affer -mare che ci troviamo in presenza di unmetodo che trova giustificazione solo se s iimmagina che le modifiche del regola -mento hanno il carattere di un aggiusta -mento tecnico, mentre per un nuovo rego -lamento della Camera altre devono esser ele procedure, soprattutto per proposte d imodificazioni che hanno rilevanza in or -dine allo stesso ruolo del deputato .

Qui non si tratta di un aggiustamentotecnico, ma, come sostengono i proponent ie molti altri autorevoli colleghi, di un ariforma istituzionale rispetto alla quale l eforze politiche non hanno la possibilità disottoporre all'Assemblea i loro emenda -menti .

Queste sole argomentazioni dimostran oche ci troviamo in una situazione anor-male e che procediamo con un metod oanomalo; a tutto ciò deve aggiungersil'altra anormalità costituita dal fatto chein tal modo si proceda in sostanza pe rimposizione del Governo. A Palazzo Chigi ,diceva ieri il collega Rutelli, si fanno l eriunioni: meglio che a Tunisi, ma co-munque a Palazzo Chigi !

Bisogna riandare al primo Senato ita-liano, al Senato subalpino, per trovare unregolamento presentato dal Governo e ac -cettato dall'Assemblea! Ma in quel periodonon esisteva la minima tradizione parla-mentare! Oggi ritorniamo a Pelloux, allafine del secolo scorso, ad un periodo nelquale il Governo, con la chiusura delle ses-sioni e con i colpi di maggioranza sullequestioni concernenti il regolamento, fa-ceva valere le sue ragioni, ad uno dei mo-menti più tristi della nostra storia parla-mentare .

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Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

E la nostra memoria torna anche allechiusure e alle proroghe delle sessioni per idecreti di re Umberto, strumenti di con-trapposizione tra Governo e Parlamento .

Ritengo che tutte le forze politiche e tuttii deputati abbiano il dovere di insorgere difronte alla minaccia, che suona misere-vole, miserabile e falsa (sono sicuro infatt iche si tratta di una millanteria, ma son oproprio le millanterie che offendono di pi ùil Parlamento), secondo cui qualcuno d avia del Corso o da Palazzo Chigi, da Tunisio da Roma, ci manda a casa se non modi-fichiamo questo regolamento, che non ègradito a chi in Parlamento viene soltantoper votare il calendario dei lavori dell'As-semblea o le questioni pregiudiziali pre-sentate sulle proposte di modificazione alregolamento della Camera .

E allora grave e drammatica la situa-zione nella quale siamo chiamati a delibe-rare, e lo è non certo per una nostra enfa-tizzazione, ma per atteggiamenti dei qual inon possiamo non cogliere il significato . Èdunque difficile ricondurre il dibattito atoni sereni, anche da parte di chi ritien eche quella sulle regole del gioco o è un adiscussione serena oppure rischia di di-ventare una delle peggiori mine che pos-sono essere poste sotto le istituzioni demo -cratiche.

E inutile andare a guardare lontano !Altri colleghi, come Rodotà oggi e d'Amat oe Rutelli ieri, hanno svolto le necessarieconsiderazioni a proposito di questa im-provvisa passione per gli studi comparati -vistici delle istituzioni parlamentari, sort atra i rappresentanti della maggioranza .

Piuttosto che guardare al passato, ri-tengo necessario osservare il presente; in-vece di guardare lontano, credo sia piùopportuno prendere in considerazione vi-cende vicine, valutare il nostro recentepassato, che pure ha un suo significato .

Il Parlamento, in particolare quello su-balpino da cui quello repubblicano derivasulla base — piaccia o non piaccia — d iuna certa continuità (quella dello Stat ounitario e poi della Repubblica), fin dal su oprimo apparire vide il voto segreto inserit onello Statuto albertino, inteso come ga-ranzia del parlamentare e del Parlamento.

A fronte di che cosa si poneva tale garan-zia? Si trattava di una Costituzione oc-troyée, graziosamente concessa da un so-vrano che tuttavia ritenne necessario darela garanzia del voto segreto a parlamentariallora certamente esposti . Se a quei tempi,all'epoca statutaria, si doveva garantire d aqualcosa i parlamentari, credo si debb apensare essenzialmente ai prefetti e,prima di essi, agli intendenti regi che cre-avano i deputati . Salvemini lanciò í suo istrali contro i prefetti, e quindi controquesto stato di soggezione del parlamen-tare rispetto al prefetto, ma Salvemini, chenon era pazzo, non pensò mai che si po-tesse risolvere tale problema sopprimend ouna garanzia che era stata immaginatadallo stesso ordinamento che aveva creatoed esaltato i prefetti, contrapponendoli a iparlamentari, anzi ponendoli come «faci -tori» di parlamentari. Non si era quind isoppressa la garanzia del voto segretoprima di eliminare la dipendenza eletto-rale rappresentata dai prefetti .

Nella Costituente non si è introdottacome norma costituzionale una disposi-zione che prevedesse l 'obbligo del votosegreto . . .

Quando gli ascoltatori sono pochi, sicerca di far ricorso alla loro qualità, signorPresidente !

La nostra Costituzione è una Costitu-zione di norme (lo abbiamo sempre affer-mato battendoci contro quelli che dice -vano contenesse solo principi direttivi), m aè anche la Costituzione delle speranze . Traqueste vi era anche quella di una real eindipendenza dei deputati . I prefetti nonhanno più nella realtà di oggi la funzionedi «facitori» dei deputati, di controllori de iloro comportamenti, di portatori nel col-legio dei giudizi espressi sul loro compor-tamento parlamentare, come accadeva al -lora.

Ci sono però altre forme di dipendenzadalle quali il deputato deve essere ancoragarantito. L'affermazione secondo cui vo-gliamo perseguire un altro obiettivo, e cio ènon vogliamo che un deputato sia garan-tito attraverso la segretezza del voto maattraverso la sicurezza del suo comporta -mento, potrebbe anche essere condivisi-

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Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

bile in relazione ai nostri desideri, ma èfolle e schizofrenica in relazione ai nostr icomportamenti e ai metodi per realizzar etale obiettivo .

Signor Presidente, lei ora sta presie-dendo l ' Assemblea, per cui non è di buo ngusto evocare le sue opinioni. Credo peròche non potrei fare riferimento a posizionirilevanti che si sono espresse in quest 'aulasenza ricordare un passo del suo inter-vento di oggi che mi ha profondamentecolpito per gli elevati valori cultural iespressi. Non si è trattato di un 'apologiadella mancanza di coraggio (ci manche-rebbe altro!), ma di un grande sens oumano e realistico del dovere di non farconto sul coraggio come condizione otti-male che si possa richiedere e pretender eper far funzionare istituzioni, atteggia -menti di singoli o di assemblee .

Al rispetto per chi non è nato eroe e perchi ha il diritto di non dover vivere eroica -mente momenti della sua vita, pubblica oprivata che sia, si aggiunge la considera-zione che non sono coloro che mettono adura prova il coraggio o che si accingono ametterlo a dura prova attraverso i lorocomportamenti che possono fare l'elogi odel coraggio, per stabilire che non c 'èbisogno di garantire di non averlo .

Non voglio essere truculento nei para-goni, ma queste erano proprio le teorie de itorturatori! I giuristi medievali, sostenitor idella tortura, tenevano a precisare chequesta non era insostenibile; se poi qual-cuno moriva essi dicevano che il diavolo l oaveva strozzato per impedire che dicesse l averità. Questa teoria medico-legale pur -troppo è ancora corrente sotto altre formemolto più scientifiche (senza con ciò vole revocare altri riferimenti sull'esistenza de ldiavolo) .

Se questa è la situazione, non possiam odire che rinvieremo il tutto a dopo la rea-lizzazione delle altre condizioni che rende -ranno inutile la garanzzia del voto se -greto .

Oggi, rispondendo ad una opinione es-spressa anche da me, è stato detto che iregolamenti dei gruppi parlamentari do-vrebbero essere rivisti per escludere le san -zioni nei confronti di coloro che votano in

un certo modo. Signor Presidente, è statoaffermato: fossero solo i regolamenti par-lamentari! Magari si applicassero! Accon -tentiamoci dei regolamenti parlamentari ,anche se Elia dice che dobbiamo aspet-tarli. In ogni caso. la difesa delle garanzieequivale forse a fare il primo passo pernon averne bisogno? È questo il concetto ?E l 'esaltazione certo principale della no nviolenza, ma non credo che sia in quest ocampo che dobbiamo parlare della no nviolenza e della difesa come reazione allanon violenza ; dobbiamo parlare di altro, equesto altro ancora non è arrivato .

Dobbiamo allora capire quale è il signi-ficato della nostra battaglia in questo mo -mento, qui ed ora, contro l 'abolizione de lvoto segreto. Abbiamo anche indicato al-cuni aspetti relativamente ai quali il vot osegreto potrebbe utilmente essere conside -rato in alcuni suoi meccanismi, certo per ònell'ambito del complesso di quelle modi -fiche regolamentari, signor Presidente ,che dovrebbero assicurarci un altro fun-zionamento della vita parlamentare .

Che cosa dobbiamo dire invece, ora equi, di fronte a questa pretesa? Perchéquesta anticipazione? La realtà è che assi -stiamo — come dicevo prima — non sol oad una modificazione, ad uno stravolgi -mento di meccanismi necessari per unariforma regolamentare che non sia d imero aggiustamento, ma anche e soprat-tutto ad uno stravolgimento del significat oe della portata politica di una discussionesulla modifica dei regolamenti parlamen-tari .

In realtà il Governo viene a chiedere unallargamento della sua maggioranza a dis-senzienti esistenti o potenziali, per dare u nsignificato ed una portata diversi a quelvoto politico che al Governo è stato dato almomento del conferimento della fiducia .Al Governo è stata conferita la fiducia d aparte di gruppi parlamentari che hann oun loro regolamento, una loro logica emeccanismi propri, i quali hanno garan-tito determinati atteggiamenti da parte deiloro componenti nel contesto di disciplin edi partito e di possibili verifiche di questeultime. Il Governo, mediante la modific aregolamentare, vuole condurre in porto

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Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 198 8

un'operazione politica, vuole — come di-ceva oggi il collega Teodori — fare unbraccio di ferro all'interno della stess amaggioranza parlamentare che lo so-stiene, per mettere le varie forze politich ein condizione di effettuare un confrontocon i propri componenti presenti neigruppi parlamentari, che le rappresen-tano; per imporre un diverso tipo di rap-porto con lo stesso Governo.

Per tale motivo l 'aspetto formale d iquesta pretesa, di questa imposizione, d iquesta richiesta di sedi di discussioni dellemodifiche regolamentari assume una por -tata che non è solo formale, ma sostan-ziale, rappresentando un travisament ogravissimo dello stesso significato politic odella discussione che svolgiamo (o che do -vremmo svolgere) . In realtà la sensazione èche stiamo- discutendo di altro, e che deiregolamenti si parli altrove .

Tuttavia, signor Presidente, se dovess iscendere nei particolari e compiere unesame del testo che ci è stato sottoposto ,dovrei invocare l'autorità di un pessimo, d iuno dei peggiori parlamentari che abbian oseduto in quest'aula, tanto che non ha ma ifatto il deputato . Mi riferisco a GabrieleD 'Annunzio, il quale, per una volta, s iespresse con una formula che va ricor-data. A proposito di un ordine del giornodisse : «questo ordine del giorno abbisogne -rebbe del l 'emendamento di un maestro discuola» .

Signor Presidente, quando si scrivon ocose come quelle che si trovano nel testo i nesame ed anche nella rielaborazione ch egraziosamente i partiti della maggioranzaci hanno offerto, o si intende commetter evilipendio delle istituzioni parlamentari osi è già commesso vilipendio della sintassi ,della grammatica e del lessico . Quando s iafferma che «in caso di dubbio sul l 'oggettodella deliberazione» (ciò significa che i lParlamento italiano delibera senza saperesu cosa decida, perché non si sa su cosa s idelibera) sia pure in relazione al titolo Idella Costituzione (quello inerente ai fa-mosi diritti di libertà) «decide il Presidentedella Camera», significa che ciò avvienenon già perché sorge un dubbio, ma per -ché il dubbio è l'oggetto stesso della

norma; e non potrebbe essere diversa -mente. La realtà è che si riconosce che no nvi è un criterio: si afferma un poterediscrezionale . Non sono violate le altrenorme della Costituzione di cui abbiamoparlato o avremmo potuto parlare ancorapiù a lungo ieri, ma si contraddice il prin -cipio stesso del regolamento. Regolamentosignifica regola, mentre in materie comequeste, che si riconoscono fondamentali, s ilascia un margine di discrezionalità .

Cosa significa, infatti, discutere dei prin -cìpi di libertà? Quando avviene ciò ?Quando una determinata legge si confi-gura come attuazione di un certo articolo ?È rarissimo. Quando si varano leggi neces -sarie per realizzare tali principi? Sonomoltissime (si tratta poi di vedere qualieffettivamente li realizzino) . Nel momentoin cui i principi sono violati dovrebbe inter -venire una maggiore garanzia .

Di fronte a questa situazione, si dice ch eil Presidente della Camera, udita se de lcaso, la Giunta per il regolamento decide .Ma la Giunta per il regolamento deve es-sere ascoltata di fronte a un caso dubbio ,non quando il caso dubbio è una condi-zione normale, è previsto . La Giunta per i lregolamento, pertanto, assume una fun-zione diversa, rispetto a quella di espri-mere pareri su problemi che si presentin onell 'attuazione di un regolamento che con-tiene in se stesso determinate norme. Larealtà è che ci si trova di fronte a un rego -laménto che non è se stesso, e si ipotizzauna funzione abnorme del Presidente dellaCamera. Allo stesso modo è abnorme l afunzione della Giunta per il regolamentoin questo incredibile procedimento espro-priativo del diritto dei parlamentari disvolgere la loro funzione . Ci troviamo difronte a una riforma di questa portata ,espropriati del diritto di emendamento ,con una funzione attribuita al President edella Camera, che è posto in una posizion edelicatissima in quanto lo si fa portatore ,elaboratore, sia pure assieme alla Giunt aper il regolamento suo organo di consu-lenza, del testo di una proposta da sotto-porre al voto del Parlamento, che in talmodo diventa un voto di fiducia nei con -fronti del Presidente della Camera .

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Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

Si tratta di questioni gravi, che ancor piùlo sono in relazione al contenuto abnorme ,assurdo della norma ohe qui viene propo-sta .

Diciamolo francamente: si fa un incredi-bile guazzabuglio, non degno di un anorma regolamentare, quando non si s aquale sia l'oggetto della deliberazione «i nrelazione ai diritti . . .» . E lasciamo perdereil lessico, la grammatica, il significato !

Signor Presidente credo che dobbiam ofare una considerazione fondamentale . Ilvoto segreto, dunque — ce lo hanno dettoin tutte le salse —, è espressione della man-canza di coraggio, favorisce la doppiezza ,gli agguati, l'irresponsabilità, non con-sente un corretto e sano rapporto fra glieletti e gli elettori . Ma allora, signori dellaGiunta per il regolamento, signori dellamaggioranza, signori del Governo di Rom ao di Tunisi, voi ci proponete graziosamentela libertà di coscienza per i diritti di libertà ,ci proponete di votare a scrutinio segretolà dove maggiore dovrebbe essere il sensodi responsabilità ; ci date questo strumentoperverso da adoperare nelle votazioni con -cernenti i diritti di libertà. Ma che significatutto ciò?

Se il voto segreto è uno strumento pereffettuare agguati, se è uno strumento d iperversioni parlamentari, dovrebbe esserevietato proprio in questi casi e consentitoinvece allorché si debba votare in altrematerie.

In realtà, basta tale considerazione,basta questa graziosa concessione fatta a lParlamento italiano per affermare ch esono in malafede . . .

PRESIDENTE . Onorevole Mellini, l'av-verto che il tempo a sua disposizione è gi àscaduto.

MAURO MELLINI . Sono in malafede —dicevo — coloro che ci raccontano quest ecose. Essi sanno perfettamente che è unasolenne falsità quanto sostengono circa i lsignificato e la portata del voto segreto ,altrimenti non ci avrebbero fatto quest oregalo: ci avrebbero forse proposto esatta -mente il contrario di quanto ci hanno of-ferto .

Concludo, signor Presidente, manife-stando il mio sdegno di fronte a certe pro-cedure, ad alcuni contenuti, a determinateproposte e ad un certo svilimento prospet-tato al Parlamento italiano (Applausi de ideputati dei gruppi federalista europeo everde) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l 'ono-revole Mattioli . Ne ha facoltà .

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . Per il mo -vimento ambientalista le posizioni e gl iobiettivi istituzionali prefissati sono tal -mente connessi a questioni di caratter emorale che potremmo tranquillamente as -sentarci da questo dibattito, perché sa-rebbe stupefacente che chi solleva pro-blemi di grande rilevanza etica poi avess ebisogno di non assumerne la piena respon -sabilità .

Potremmo assentarci, ripeto, da quest odibattito se non fossimo anche cittadin iattenti al funzionamento delle istituzioni edunque non cogliessimo nella vicenda ch esi gioca in questi giorni una — moderiam oi termini, cerchiamo parole non retoriche— drastica riduzione della libertà del Par -lamento.

Io interverrò brevemente ; del resto imiei colleghi hanno già trattato molti tem ied interverranno ancora sugli aspetti dimerito in un 'aula in cui, più che in altreoccasioni, mi colpisce l 'assenza degli inter -locutori principali di coloro che voglion oimporre al Parlamento proprio quanto di -cevo poc'anzi e che non hanno gusto, inte-resse e desiderio di ascoltare le ragion idegli altri e di farne elemento di sintesi piùavanzate .

Per questo potrei dire che il mio inter -vento è fatto per salvare la coscienza, dat ala sua evidente inutilità . Posso affermare :dixi et servavi animam meam, e non miaspetto di più da quest'aula deserta e ci ònon tanto perché mancano molti colleghi ,ma perché sono assenti proprio gli interlo -cutori diretti (i Cardetti, i Craxi, i De Mita, iMartinazzoli) che non avvertono l'obblig odi ascoltare le ragioni degli altri .

È inoltre incredibile che le forze chespingono per l 'accelerazione di questo

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Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

voto non sentano e non colgano la delu-sione evidente nel paese, in cui, non dicodecine di milioni, non dico neanche alcunimilioni di italiani, ma certamente qualch ecentinaio di migliaia di italiani era attent oal dibattito sulle riforme istituzionali . E ciòsi evince anche da certi toni trionfalistic idel Presidente del Consiglio, che avevan osuscitato, per la sua credibilità, entusiasm inei colleghi comunisti .

Ritengo che qualche centinaia di mi-gliaia di italiani si aspettassero da quest asessione, così solennemente aperta daiPresidenti dei due rami del Parlamento ,qualcosa che andasse veramente nella di-rezione di una iniezione di vitalità al rap-porto tra la società politica e la societ àcivile, al funzionamento delle istituzioni .

Dico questo perché mi sembra moltodeludente la vicenda cui abbiamo assistitonei mesi precedenti l'estate e cui, in modoforse ancor più grottesco, assistiamo inquesti giorni . Se vi era un punto che leriforme istituzionali dovevano affrontare— e che è costantemente presente nell amente del cittadino comune, nella mentedi tutti — quello era la questione del fun-zionamento dei partiti . Su di essa ci sisarebbe attesi intelligenza, passione ,sforzo di rinnovamento .

In altre occasioni io stesso ho cercato d irichiamare in quest'aula la situazionedella realtà, dell'evoluzione dei partit inella società democratica del nostro paese.Vediamo qual è oggi la realtà: vi è fors euna corrispondenza biunivoca tra i partiti ,i loro corpi elettorali e le ideologie profes-sate? O non è piuttosto difficilenell'enorme complessità della società ita-liana (come di tutte le società avanzate) ,riscontrare una significativa differenzatra i corpi elettorali delle diverse grand iforze politiche e le ideologie che esse espri -mono, anche se attorno a queste ideologie ,nelle scadenze elettorali, si divide la so-cietà italiana, con percentuali di votoanche elevatissime ?

Ma se guardiamo con nettezza, con ri-gore di giudizio i partiti nella società ita-liana, saremmo — io credo — portati araggiungere le stesse conclusioni e cio èche i grandi partiti sono aggregati di com -

posizioni sociali, spesso con interessi tr aloro contrapposti, che non trovano più, ne idiversi aspetti che oggi assume la dina -mica della società politica, corrette form edi espressione. I partiti si trovano ad incar-nare oggi, né più né meno, i patti di potereche vengono sottoscritti dalle diverse com -ponenti dell'aggregazione sociale e ch eportano poi di fatto all'immobilismo de ipartiti stessi .

Quanti esempi si possono fare! Qualepolitica della casa, per esempio, possonofare partiti all'interno dei quali sono pre-senti gli interessi degli inquilini sfrattati ,della piccola proprietà, della grande spe-culazione edilizia? Quanti esempi po-tremmo ancora portare di una complessit àsociale che si è tradotta nelle aggregazion idei partiti, che hanno mantenuto unoscontro ideologico che ormai non traduceuno scontro di interessi materiali (com esanamente ci si esprimerebbe in una dia-lettica politica che non fosse fatta di ipo-crisie e di fariseimo), pur di conservarecondizioni di potere! Potere per altro limi-tato, perché poi, nel grande gioco degl iinteressi materiali, si traducono le sceltenecessariamente altrove .

E le conseguenze del lavoro parlamen-tare sono evidenti, come conseguente è i lrapporto tra eletti e corpo elettorale : unrapporto pesantemente mediato dal filtrodegli apparati burocratici di partito,sempre più chiusi alle istanze della realtàsociale.

Era dunque questo il nodo delle riform eistituzionali che doveva essere affrontato,al di là di tutto il chiacchiericcio al qual eabbiamo assistito per mesi e mesi i nquest'aula . Se i grandi partiti non hanno laforza e la sapienza di fornire risposte aquesto problema, evitino almeno la bruttacommedia di parlare di riforme istituzio-nali solo per celebrare una riduzione dellalibertà del Parlamento .

Il resto è sotto gli occhi di tutti . Usandouna immagine divertente, stamattina l acollega Rosa Filippini vi dava, colleghi, unconsiglio. Si riferiva al fatto che l'avanzat atecnologica mette a disposizione de igrandi partiti sistemi di funzionament omolto più efficaci e rapidi. Se quest'aula

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non deve essere altro che la copia di u nconsiglio di amministrazione, in cui si vot ain base al pacchetto azionario, o, peggioancora, un'assemblea di condomini, dovesi vota in base ai millesimi controllati ,allora che bisogno c'è di essa? E che bi-sogno c'è (credo appaia chiaro a chiunqueha il senso del ridicolo) di passare tante orequi a parlare, nella speranza tutt'al più chequalcuno vada a leggere i resoconti steno-grafici? È una vera e propria pantomim adi Parlamento, e in questo caso, sì, do-vrebbe esservi la voglia di trovare corret-tivi !

Devo dire che vi è stata grande delusion ein chi, come noi, era venuto in questo Par -lamento per portare elementi di conte-nuto: ma a chi li esponiamo, se l'interlocu -tore non esiste e se poi, comunque — com ericordava Rosa Filippini stamattina —nella esasperata specializzazione dei depu -tati, si voterà sempre sulla base di una esa-gerata delega, per cui sulle diverse materi eil voto sarà espresso secondo le indicazionidei partiti?

Noi abbiamo sperimentato che se s ivuole far passare una proposta con u ndeterminato contenuto, essa deve primaessere accettata dal paese. Sul nucleareabbiamo vinto, e non grazie all 'attenzionedei deputati, che erano più o meno glistessi che qualche anno prima avevan ovotato a maggioranza gli identici pro -grammi energetici nazionali . Eravatesempre voi, colleghi! Si sono dati ordin idiversi in merito al voto sul nucleare, sol oquando i partiti hanno avuto paura di ci òche avevamo mosso nel paese, di quel mi-lione di persone corse a votare per il refe-rendum. Solo allora, perché si è avut opaura della gente, del paese, le segreterie, enon il singolo deputato, hanno cambiat oopinione: per. la paura di perdere voti sonostati impartiti ordini diversi! Ma che squal -lore, colleghi! Che state a fare in quest'aulase oltretutto, colleghi della maggioranza ,accetterete che tale situazione venga an-cora di più istituzionalizzata in base ad unalogica contorta, com'è dimostrato dallaproposta Cardetti ?

Qualche giorno fa il ministro Cirino Po-micino, parlando al congresso degli amici

della terra di Napoli, si stupiva e diceva :«voi verdi avete un ambito specifico, l asalute e l'ambiente ; perché allora suglialtri temi siete sempre con le opposi-zioni?». Devo osservare anzitutto che è u npo' difficile separare la salute e l'ambient edalle altre tematiche, facendone una «co-setta» per belle anime o per il ministrodell'ambiente, senza coglierne la centrali-tà, della quale negli ultimi mesi sono stateriempite le prime pagine dei giornali quasiogni giorno .

Non so se sia colpa nostra il fatto diessere continuamente relegati alla opposi -zione, ma penso non ci rimanga altrascelta, se veramenne la maggioranza, s upunti che sono qualificanti non per gli inte -ressi di qualche lobby, ma per gli interessicomplessivi del paese, si avvia a compiereuna scelta attenta e precisa volta alla con -servazione e al mantenimento di interessiparticolari, che, guardando in prospettiva ,diventeranno sempre più odiosi e contrap-posti rispetto alla salvaguardia di quell idella collettività .

Si propone l'abolizione del voto segretosenza cogliere la vicenda degenerativa de ipartiti ; si vorrebbero arginare gli aspett iesplosivi esistenti all'interno della maggio -ranza (come è stato già ampiamente ricor-dato) con l'approvazione di norme com equelle che stiamo discutendo, senza ren-dersi conto (e mi rivolgo ai pochi collegh iche mi ascoltano) di quello che è ingioco .

Si vuole tenere in piedi una maggio-ranza, ma le maggioranze passano (al -meno così si spera in una corretta demo-crazia), mentre le democrazia ed i parla -menti dovrebbero restare, con i loro valor istorici, con i valori che vengono da lon-tano, come è appunto il caso del vot osegreto, che trova le sue radici nella cul-tura dell'Europa democratica, una culturache una generazione di politici, più botte -gaia che illuminata (lasciatemelo dire) ,oggi tranquillamente accetta di calpestar ee di dimenticare .

Si dice che verranno adottate forme disalvaguardia per i dissenzienti all'intern odei partiti . Ma guardateli questri vostripartiti! Quanto contano nel vostro partito,

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colleghi socialisti, le anime belle, criticheed illuminate? Quanto conta Norbert oBobbio rispetto a generazioni e genera-zioni di faccendieri? Quanto contano (e m irivolgo anche a voi, colleghi democri-stiani) le anime illuminate rispetto al mec -canismo di burocrati che selezionano, se-zione dopo sezione, le carriere nei vostripartiti?

E mi stupisco (vorrei che il relatoreCiaffi mi ascoltasse) che si accetti di ab-bandonare una tradizione difficile dei cat-tolici democratici, come il senso dell oStato, una tradizione che non era delmondo cattolico, ma che fu appunto i lfrutto di una dura battaglia del movimentocattolico democratico e dell'azione di nomiillustri; una dura battaglia che negli anniscorsi aveva trovato proprio in De Mit auno degli esponenti principali, quandoall'interno del mondo cattolico, in unoscontro fra gli aspetti di cultura rurale dauna parte e quelli di cultura religiosadall'altra, fu in modo illuminato rivendi-cato ai cattolici anche un ruolo nella cre-scita della cultura democratica . Ebbene,dove è andata a finire questa cultura de-mocratica, se è bastato un accordo di go-verno volto a far sì che il segretario dellademocrazia cristiana potesse essere più alungo Presidente del Consiglio, per met-tere sotto i piedi questo grande valore (i lsenso dello Stato) frutto di decenni dì bat-taglie all ' interno del movimento catto-lico?

Che pagina brutta per gli Scoppola! Chepagina brutta per il movimento dei catto-lici democratici, che pure ha scritto pagineimportanti nella storia del nostro paese!

Nel merito, per quanto riguarda il vot osegreto, si dice che verranno salvaguardat ii grandi principi e che si vuole il votopalese per i provvedimenti relativi all aspesa. Ma chi può essere, colleghi, cosìastratto e lontano dalla realtà da pensar eche nei provvedimenti di spesa non si in-trecci il senso dei grandi valori? Dobbiamoforse essere noi a ricordare come nell eleggi finanziarie si siano fatte battagli edurissime sulle spese militari, su diritt iquali, per esempio, i minimi di pensione osu tutte le questioni verdi? Dove si sono

giocati questi elementi se non in sede dilegge finanziaria, di provvedimenti dispesa?

C'è di più: voglio dire che questo di-scorso mi sembra molto ipocrita. Perché?Colleghi della maggioranza, ricordiamo igiorni della legge finanziaria (io mi rife-risco a quella dell'ultimo anno, voi neavrete vissute tante di più) : è vero o non èvero che tutte le pressioni delle lobbies chepassarono sotto le voci «terremoto dell'Ir-pinia», «terremoto del Belice», furono vo-tate a scrutinio palese in sede di Commis -sione bilancio e poi in Assemblea? Daquando in qua nella nostra esperienza l elobbies contro le quali oggi tuonate, le lob-bies degli affari, hanno avuto bisogno de lvoto segreto per affermarsi .

La maggioranza fu compattissima ne ldistribuire quattrini a destra e a manca ,per far salvo qualsiasi collegio elettorale equalsiasi clientela . Non ricordo proprioche ci sia stato bisogno di voti segreti .

Andiamo, invece, a vedere quando il vot osegreto scattò da parte dei gruppi dellamaggioranza: ciò avvenne su questioni d icarattere politico che, certo, rimanevan oimplicite ; ma sotto non vi era forse il pro -blema del mantenimento o meno del Go-verno Goria, il problema dell'avvicinarsi omeno del segretario, poi Presidente delConsiglio, a quel ruolo, i giochi che all'in -terno dei partiti di maggioranza non eran ocompiuti e che con il voto dei franchi tira -tori si volevano accelerare? Non è quella ,forse, dinamica politica, cui non sapetegarantire, all'interno dei vostri partiti, ca -nali democratici in modo che essa abbi alinee chiare e trasparenti? Perché vorresteimpedire che quelle dinamiche politich eabbiano spazio, almeno in una situazionedi voto?

Mi pare dunque che chi si riempie l abocca dicendo che sarà fatta salva la poli -tica dei grandi diritti, di alcuni titoli dell aCostituzione, e che il voto segreto riguar-derà soltanto le leggi di spesa, non vogliacogliere, con disattenzione o con grandeipocrisia, che questo è il nodo dello scontropolitico, delle possibili trasformazion iall'interno della struttura politica e demo -cratica del paese, aggredendo il problema

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del funzionamento dei partiti. Invece sicerca di uscire da questa grande proble-matica scegliendo la via più facile, quell aun po' vergognosa che qui si è deciso dipercorrere .

Del resto, che di questo si tratti emergeanche dal testo che ci avete distribuito (ag-giornatissimo) degli emendamenti presen-tati dalla maggioranza, in cui al punto tertraspare che nelle leggi di spesa qualcosin adi politico puó essere contenuto, nel sensodella politica dei grandi diritti garantiti dall aCostituzione. Con un italiano un po' bislaccoe difficilmente comprensibile si afferma chein quei casi le cose si separeranno e che sisalvaguarderà il voto segreto per i titoligarantiti dalla Costituzione, lasciando il votopalese in materia di spesa. Chi ha scrittoquesto testo fa sul serio oppure vuol pren-dere in giro questo Parlamento? Si pensaveramente che si possa scindere il voto s uuna determinata materia quale che sial'esempio che si fa? In ogni caso la part erelativa alla spesa verrebbe ad essere auto-rizzata o non, a seconda del voto che la mag-gioranza vorrà esprimere, mentre quellaconcernente i princìpi collegati al provvedi -mento subirebbe tutt'altro destino a seguitodel voto a scrutinio segreto . Il che mi sem-bra, colleghi della maggioranza, singolare edel tutto incredibile .

In conclusione, può anche darsi che i lnostro gruppo, carico di valori ideali, si trov inella difesa del voto a scrutinio segreto incompagnia dei «brutti» compagni che loscorso anno, nel corso dell'esame della legg efinanziaria, non hanno rappresentato il me -glio di questo Parlamento ; tant'è che per i lloro leader noi aspettiamo che si raccolganodal più grande partito di opposizione l efirme necessarie per decretarne la sfiducia.Siamo forse insieme ad alcune cattive com -pagnie ma ve ne sono altre di cui siamoorgogliosi e che si sono espresse, inquest'aula e fuori di qui, attraverso le formeche l 'asfittica società civile, legata alla so-cietà politica, oggi permette, considerat oche i giornali sono difficilmente aperti a ci òche si scontra con i poteri che giocano i colp idella loro maggioranza .

Debbo dire che l'anno scorso — e quest ol'avrei stigmatizzato con scandalo appena

eletto in questo Parlamento, mentre oggi l orilevo con bonarietà perché non penso d iavere di fronte dei forsennati affossatori didemocrazia — siamo stati continuament eperplessi nel vedere come, signor Presi -dente, regolamenti e leggi venissero spessostracciati a colpi di maggioranza .

Qualche giorno or sono il Governo (ma lamaggioranza lo ha protetto in tutte le Com -missioni di merito) ha presentato un di -segno di legge per l'utilizzazione del sito d iMontalto di Castro (e concernente ent ipubblici) privo addirittura della copertur afinanziaria nonostante che lo prescrivess el'articolo 27 della legge finanziaria . Matant 'è, a colpi di maggioranza si può far equalsiasi cosa .

Lo ripeto, l'anno scorso, come parla-mentare appena eletto sarei rimasto pi ùscandalizzato di un fatto del genere d iquanto possa esserlo ora . Temo che vi siamalafede da parte di molti, e non possonon ritenere che malafede e disprezzo de lParlamento vi siano nelle somme dirigenz edelle segreterie dei partiti che voglianoquesta aggressione alla libertà dei parla-mentari, ma penso anche che vi sia molt adisattenzione e disinformazione. Però insituazioni del genere — che possono defi-nirsi sub specie aeternitatis — anche ladisattenzione è una colpa, e chi spesso s iriempie la bocca di valori morali credo ch eun giorno dovrebbe innanzitutto chieder ealla sua coscienza se abbia salvaguardatofino in fondo la legittimità degli impegn iassunti in questo Parlamento.

Lasciatemi ricordare ciò che qualch egiovane ha conquistato nei giorni dell aResistenza, in modo che essa non sia quell acosa di cui vi riempite la bocca il 25 aprile eil 10 maggio e della quale con grande sciat-teria e libertà fate scempio, quando qui s itratta di essere coerenti con coloro che aquel «sogno» dedicarono la loro vita (Ap-plausi dei deputati dei gruppi verde e fede-ralista europeo) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Pellegatta . Ne ha facoltà .

GIOVANNI PELLEGATTA . Signor Presi -dente, colleghi, penso che vi siano due

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grandi assenti in questo dibattito, la cuiimportanza è testimoniata anche dal ri-lievo con cui ne riferisce la stampa, in-sieme al "caso Sicilia ", al "caso Napoli" edal "caso Ben Johnson": a questa enfatizza-zione non fa infatti riscontro la presenzadei colleghi e della stampa medesima .

Come dicevamo anche i colleghi che mihanno preceduto, forse noi oggi facciam oun utile processo al voto segreto; però iparlamentari che dovrebbero ascoltare idiversi interventi (da qualunque parte pro-vengano, così come noi abbiamo ascoltat ocon attenzione l'intervento del relatoreCiaffi e quello dell 'onorevole Cardetti, ri-scontrandovi contraddizioni che magarigiocavano a nostro vantaggio) non fannoaltro che entrare per un momento, guar-dare il calendario e andarsene per tornaresolo al momento delle votazioni . E questo ègrave .

E la stampa, signor Presidente? Quellastampa che ha ricevuto un richiamo dall aPresidente Iotti, quando un giornalista de lTG2 ha disquisito a modo suo sulle lobbies ?Previo intervento del nostro presidente digruppo, onorevole Pazzaglia, la President eIotti ha pubblicamente deplorato l'inter-vento del giornalista sul modo in cui ideputati avrebbero interpretato il voto se -greto o gli interessi delle lobbies .

Detto questo, signor Presidente, potreianche rinunciare a parlare, ma non desi-dero fare la figura di tanti altri . Intervengoaffinché rimanga agli atti quanto noi di-ciamo secondo coscienza ed affinché i no-stri figli ed i nostri nipoti sappiano doman iche ci siamo impegnati in una battagliatanto importante .

Entrando nel merito, dico subito che, amio avviso, il problema del voto segretotrova origine in due fattori : il primo èquello della caduta del Governo chiamat o«Cossiga-bis» e del primo Governo Spado-lini rispettivamente nel 1980 e nel 1982 ; i lsecondo è quello dei franchi tiratori . I duefattori vanno comunque distinti, ed il mi ointervento terrà conto di questo dato .

Penso che, in premessa, sia doveroso uncenno storico: il voto segreto, colleghi, ri-sale all '8 maggio 1948 . Il primo regola -mento del Parlamento subalpino recita :

«Le votazioni si fanno per alzata e seduta ,per divisione o per squittinio segreto» (al-lora, infatti, si chiamava squittinio e sol osuccessivamente si è usata la parola scru -tinio). Continua il vecchio regolamento:«Quest'ultimo mezzo sarà sempre impie-gato per la votazione del complesso di un alegge e per ciò che concerne il personale» .Il 28 giugno del 1891 i deputati Tittoni ,Barzilai ed Antonelli presentarono unaproposta per sopprimerlo. La Commis-sione del regolamento, investita della que-stione, respinse la proposta con due moti -vazioni : in primo luogo, perché contra-stava con lo Statuto ed in secondo luog operché il voto segreto veniva consideratocome una garanzia dell'indipendenza de isingoli rappresentanti nei confronti dell einfluenze esterne. Siamo, signor Presi -dente, nel 1891 : niente è cambiato ogg irispetto a tale data .

Arriviamo, dunque, all'Assemblea costi-tuente. La II Commissione, il 20 dicembredel 1946, per la redazione dell'articolo 2 1propone che: «Le votazioni si fanno peralzata e seduta, per divisione, per scrutini osegreto e per appello nominale» ; per que lche riguarda l'articolo 30, che : «I disegni ele proposte di legge sono votati articolo pe rarticolo. Il voto finale ha luogo per scru-tinio segreto» .

Arriviamo al 17 febbraio del 1971 . Pre-siedeva l'onorevole Pertini . Viene presen-tato un emendamento a firma — notat ebene — Andreotti, Rognoni, Reale Giu-seppe e Di Giannantonio . L 'emendament ocosì recita : «Se il progetto di legge consist ein un solo articolo, il Governo può porre laquestione di fiducia in relazione all'arti-colo medesimo, salva restando la vota-zione finale del progetto a scrutinio se -greto». L'emendamento Andreotti risult aapprovato .

Discutendo del regolamento, ancoral'onorevole Andreotti il 13 novembre 198 1così si esprimeva: «Egregi signori, bisogn arispettare il diritto del Governo a chieder ela fiducia ed il diritto dell'Assemblea d ivotare a scrutinio segreto» .

Vorrei ora soffermarmi su un argo-mento che non molti colleghi hanno toc-cato, cioè le riforme istituzionali e regola-

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mentari. In tema di riforme istituzionali eregolamentari il presidente del gruppo delMSI - destra nazionale, Pazzaglia, nel cu ipensiero si riconosce il gruppo del Movi-mento sociale italiano-destra nazionale ,così si esprime: «Dovendo proceder eall'esame delle riforme parlamentari cisembra assurdo che si debba iniziaredall 'alto. L 'abbiamo detto più volte, lo ri-petiamo anche in questa occasione . Rite-niamo che l'ordine logico di esame delleriforme concernenti il Parlamento sia i lseguente: in primo luogo quelle relativealla composizione e alla funzione delle dueCamere, poi quelle concernenti il rapport otra partito e Parlamento, infine quelle atti -nenti alle riforme regolamentari, com-presa l'eventuale modifica dello scrutiniosegreto» .

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

LEONILDE IOTTI

GIOVANNI PELLEGATTA . «Non si sa nep-pure come verranno modificate le compe-tenze e le attività del Senato e della Ca-mera, non si sa se, ad esempio, si ritoc-cherà la durata dell'uno o dell'altro, se ipoteri legislativi resteranno dell'uno o d ientrambi, se uno avrà prevalentement efunzioni di controllo rispetto all 'altro. Nonsi sa, in breve, niente di quanto dovràessere deciso in materia con la riforma epur tuttavia si vogliono modificare i rego-lamenti» .

Signor Presidente, ella è entrata in aulain questo momento ed io sto proprio perfare una citazione che la riguarda . Mi rife -risco alle modifiche regolamentari e istitu -zionali, che vanno affrontate contempora-neamente . «Occorre muoversi con grand eequilibrio così si espresse il PresidenteIotti — affrontando contemporanea -mente, ripeto contemporaneamente, i du easpetti di riforma : quello istituzionale equello regolamentare . La pregiudizialitàdi un aspetto sull'altro porterebbe, a mi oparere, inevitabilmente a bloccare qual-siasi processo di riforma» .

Mai pensiero è stato più equilibrato ecentrato di questo, signor Presidente ; pen -

siero nel quale si riconosce il nostro capo-gruppo, onorevole Pazzaglia .

Signor Presidente, colleghi, ho volut ofare qualche richiamo ad inverventi di col -leghi e di storici, anche se non della miaparte politica, proprio perché desidero cherimanga una traccia della nostra posi-zione .

Mi permetta di citarla ancora una volta ,signor Presidente : «Di fronte alla distor-sione (cito dal Corriere della sera del 9 feb-braio 1986) che conosciamo della funzionedei partiti politici mantenere, anche se conuna più articolata disciplina, il voto se -greto significa garantire l'autonomia delParlamento, impedire che altre sedi di de-cisione politica si sostituiscano di fatto all eAssemblee parlamentari» .

Il Vicepresidente della Camera, onore-vole Bianco, di cui riconosco la coerenz a(che ora posso citare con più serenità eminor soggezione di quanto non avrei po-tuto fare fino a qualche minuto fa allorchédirigeva i lavori della notra Assemblea), i nun articolo apparso su la Repubblica nel1986 diceva: «Questa lotta contro il votosegreto è il tentativo di ridurre il Parla-mento ad un soviet» .

Sempre l'onorevole Bianco, in un arti -colo apparso sul Corriere della sera nelluglio 1988, così si esprimeva : «Le deci-sioni sull'abolizione del voto segreto no npossono derivare da accordi tra forze poli -tiche. E in gioco la libertà dì valutazione d iciascun deputato» .

Ancora, l'onorevole Bianco su il Mondosostiene: «Io comincio a dichiarare palese -mente che non sono d'accordo ; anzi, sononettamente contrario. Vada per le leggi dispesa, vada per eliminare il voto segretodopo quello di fiducia, che rappresentaun'assurdità, ma dopo di questo basta .Pensare di votare a scrutinio palese ma-terie come le riforme politiche ed elettoral iè assurdo. Sarebbe il trionfo della partito-crazia».

Questa mattina, cari collega Bianco (col -lega in quanto in questo momento sied iaccanto ai nostri banchi), hai dato a tutt inoi una lezione di cultura, di democrazia ,di diritto in ordine alle riforme costituzio-nali e regolamentari ; e lo hai fatto con un

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atto di coraggio, perché tutti sanno che i ltuo pensiero è in . questo momento in dis-senso rispetto a quello del segretario deltuo partito, De Mita .

Un'altra citazione riguarda EgidioSterpa, che ha affermato: «Finché il si-stema dei partiti mantiene un controllocosì forte e condizionante del Parlamento,il voto segreto è l 'unico modo per garantir ela libertà e l'indipendenza dei singoli par-lamentari» .

Cito inoltre un nostro ex collega, UgoSpagnoli, assurto all'alto incarico di giu-dice della Corte costituzionale . Ha dettoSpagnoli il 19 ottobre del 1982: «Dobbiamostare attenti ad evitare che si possa deter -minare uno stravolgimento nei rapport itra Governo e Parlamento». Spagnoli, usòla parola «stravolgimento», ricorrendo a dun termine dal significato assai grave .

L 'onorevole Gitti, democristiano, ha so-stenuto: «Con il voto segreto si tratta d igarantire la libertà di coscienza del singoloparlamentare» .

«Il gruppo liberale è favorevole al man-tenimento dello scrutinio segreto» : parolepronunciate dal rimpianto onorevoleBozzi il 15 dicembre 1980 .

Potrei continuare, signora Presidente ,citando colleghi che sono in aula, ma vo-glio ricordare quanto un deputato repub-blicano, l'onorevole Firpo, ha dichiarato i l28 giugno del 1987 a La Stampa: «Con i lvoto palese generalizzato deputati e sena-tori possono venire sostituiti di automi acomando, da robot obbedienti agli impuls ielettronici della segreteria . Alla base de lvoto palese obbligatorio sta una conce-zione spregiativa e senile del singolo par -lamentare, che nel rapporto con le segre-terie deve essere tenuto in condizione su-balterna e priva di ogni autonomia» .

Questo era il pénsiero dell'onorevoleFirpo, ma purtroppo abbiamo sentito a lTG 1 di ieri, al Giornale radio di questamattina e letto a caratteri cubitali su IlMessaggero di oggi: «Parla Giorgio L aMalfa, leader del PRI: se De Mita cade, ele -zioni» .

L'onorevole Giorgio La Malfa guida u npartito che trova nell 'elettorato un ri-scontro pari al 4 o al 5 per cento e si per -

mette di dire che, se il voto segreto no nverrà abolito, ci saranno le elezioni, si per -mette di fare del terrorismo psicologico ,del terrorismo politico! Si immagina, lei ,signora Presidente, immaginate voi, colle-ghi, se io o il presidente del nostro gruppoPazzaglia o il segretario del MSI-destranazionale, Fini, dovessimo dire : «Se questoParlamento elimina il voto segreto, fac-ciamo la rivoluzione, facciamo la marci asu Roma»! Prima di tutto i giornalisti pre-tenderebbero una visita medica per accer-tare se siamo nelle piene facoltà mentali !Non mi risulta però che sia stata fatta un avisita medica all'onorevole Giorgio LaMalfa per quelle sue dichiarazioni !

Spesso i colleghi cattolici, ma soprat-tutto quelli della democrazia cristiana(anch'io sono cattolico, anche se poco pra -ticante) — che tante volte approfittano d iquesto «cristiana» — citano, quanto fa aloro comodo, i gesuiti (ma quando quest idicono qualcosa che non fa comodo, alloranon contano più niente) . Ebbene, su civiltàCattolica padre Gabriele Rosa scrive su lvoto segreto: «Non conviene abolirlo, m asarebbe opportuno limitarne l'uso ed i nparticolare non ammetterlo quando si vo-tino leggi di spesa, per impedire così che s ifavoriscano lobbies e gruppi di pressione .Il voto segreto — precisa ancora padreRosa — è l'unica tutela della libertà de ldeputato di fronte al proprio partito ; eli -minarlo — avverte il gesuita — servirebbesolo a rafforzare la partitocrazia e darebbealle segreterie dei partiti il pieno dominiosui propri parlamentari . Un simile provve -dimento sarebbe un'arma a doppio taglio :potrebbe cioè impedire alcuni abusi, matoglierebbe ai parlamentari quel giustomargine di libertà di fronte al proprio par -tito e ai suoi capi di cui ogni eletto dev egodere».

ALFREDO PAllAGLIA. Questo vale soloper Palermo .

GIOVANNI PELLEGATTA. Signora Presi -dente, penso che queste valutazioni sianoimportanti, ma va tenuto presente ch esull'argomento vi sono pareri discord inell'ambito dello stesso partito di maggio-

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ranza relativa: quello, ad esempio ,dell'onorevole Granelli, ma soprattuttoquello di Sandro Fontana, di Forze nuove .Fontana precisa che «la regolamentazion edel voto segreto deve riguardare le leggi d ispesa e non la materia elettorale e i diritt icivili, e va discussa contestualmente allealtre riforme istituzionali» .

Ricordo inoltre che nella scorsa legisla-tura fu respinto un ordine del giorno d inon passaggio all'esame degli articoli dell aproposta di legge istitutiva di una Commis -sione di inchiesta parlamentare sui «fond ineri» dell'IRI, e che quello fu un successodel Parlamento .

In proposito Silvano Tosi scrive : «Si ègiustamente bocciato, con il tipo giusto divotazione, quando la materia implica casidi coscienza, una poco vereconda manovr adi maggioranza per impedire di far luce s uun bruttissimo caso di malgoverno. Conl'abolizione del voto segreto a tali invere-conde manovre di maggioranza si lasce-rebbe campo aperto» .

Il prestigioso giornalista Indro Monta-nelli recentemente ha dovuto risponderealle molte domande che gli avevano rivoltoi lettori de il Giornale sul voto segreto . Il 22settembre scorso egli ha precisato quantosegue: «Anche l 'abolizione ha le sue con-troindicazioni: prima tra tutte quella ditogliere al parlamento l'unica arma che gl iresta per sottrarsi agli ukase del partito edagire, come dicono i medici, secondo co-scienza e scienza» . Poco più avanti, nell ostesso articolo, Montanelli sostiene : «Inteoria, si capisce, egli» — parla del depu-tato, naturalmente — «potrebbe farloanche il voto palese, ma solo in teoria, per -ché un parlamentare che alzandosi sul su oscranno dicesse 'su questo punto dissent odal mio partito per queste e queste altr eragioni, e perciò voto contro di esso ' nonsarebbe più un parlamentare, sarebbe u neroe. I parlamentari sono quasi tutti de iprofessionisti della politica, dipendono da lpartito che li immette nelle liste elettorali ene regola le precedenze. Il ribelle potrebberibellarsi per una sola legislatura : in quellasuccessiva, il suo nome verrebbe depen-nato dalla rosa dei candidati e dalla car-riera». E più avanti ancora: «Ma anche con

questa riserva, bisogna riconoscere che i lvoto segreto rappresenta l'unica sua ga-ranzia di indipendenza. Se la si abolisce ,possiamo abolire il Parlamento. A chescopo chiamarlo a discutere una misuragià decisa dai partiti della maggioranza, sei loro rappresentanti non possono permet -tersi di contestarla, altrimenti ci rimetton oil posto?» .

All'inizio ho parlato del problema che i lvoto segreto ha posto con la caduta deiGoverno Cossiga-bis e Spadolini ; ora in-vece desidero, visto che ne ho il tempo ,fare una piccola disquisizione sui cosid-detti franchi tiratori .

In proposito reputo importante l'opi-nione espressa dall'ex Presidente dell aCorte costituzionale. Paolo Rossi, uomo dielevato impegno politico e morale, il quale ,a proposito del voto segreto, ha dichiarato :«Vorrei esprimere brevemente un 'opi-nione: il voto segreto, se i parlamentari sene servissero fuori di ogni scopo personaleper manifestare onestamente un giudizio dicoscienza la cui pubblica espressione po-trebbe esporli a qualche rischio, è ancor adifendibile e può costituire, in casi limite ,una garanzia di libertà contro la tiranniadei partiti o la minaccia della piazza . Il maleè che i fanchi tiratori quasi sempre si ser-vono del segreto soltanto per rovesciate ilGoverno e afferrare, dopo la crisi, un por-tafoglio ministeriale o sottoministeriale . I lsistema proporzionale, con l'inevitabile ri-cerca delle preferenze, porta la lotta all'in -terno dei partiti e fa dei compagni di lista iveri avversari . Ed ha poi aggiunto : «Peracquistare un certo prestigio nel propriocollegio e raccogliere gli indispensabili vot ipreferenziali, occorre che il deputato siaalmeno sottosegretario, e il deputato dellamaggioranza rimasto fuori dal Gabinettofreme dalla voglia di mettere a terra i lGoverno per diventare o tornare ad esser eministro o sottoministro» .

Dal canto suo, la giornalista BarbaraPazzeri ha affermato in un breve trafiletto :«Perciò ogni discussione su questo tema s iarticola su due poli, che sono le due facc econtrapposte del segreto, opponendo se-greto-strumento di indipendenza e se-greto-irresponsabilità» .

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Signor Presidente, colleghi, è quindi ne-cessario fare una disquisizione sull'indi-pendenza e sull'irresponsabilità . Pensoche per i deputati dei partiti che son oall'opposizione, ed anche per noi delgruppo del MSI-destra nazionale non vi siamai la possibilità né la voglia di diventaresottosegretari o ministri ; possiamo allor asenz'altro attribuire ad altri questa re-sponsabilità, la voglia di diventare sottose -gretari o ministri, il desiderio di impalli-nare a scrutinio segreto un Governo perprendere quel posto . Questo è un fattograve, anzi gravissimo !

Non bisogna quindi combattere il vot osegreto, è necessario combattere i franchitiratori, e ci sono i sistemi per farlo . Hoascoltato diversi colleghi, nel corso diquesto dibattito, che proponevano di rifor-mare il regolamento andando per gradi . Ilgruppo del MSI-destra nazionale ha pre-sentato due emendamenti : uno di essi pre-vede che vi siano votazioni a scrutinio pa-lese quando queste riguardano articoli diun progetto di legge o emendamenti ch ecomportino modifiche alle entrate e all espese, l'altro tende ad evitare lo scrutini osegreto sulla legge finanziaria .

Si sarebbe potuto benissimo, dunque ,arrivare ad un confronto e ad una rego-lamentazione del voto segreto per gradi :molte volte, senza dubbio abbiamo vist oin Assemblea l'uso e l'abuso che si fa de lvoto segreto. Prima di togliere al depu-tato una libertà di questo genere, per òbisogna pensarci non una, ma tre volte .

Voglio ricordare un particolare impor -tante, che non deve essere sottovalutato : i lvoto segreto si è espresso prima perschede, poi mediante palline bianche enere e infine attraverso il sistema elettro-nico. Parlando con un deputato dell'As-semblea siciliana facevo presente che sol oda quando vi è la votazione mediante pro-cedimento elettronico il voto segreto è pro -tetto ed è veramente tale . Infatti, quando s ivotava per schede, i capigruppo potevan oagevolmente controllare il modo in cui i lparlamentare votava. Dalla scheda si èpassati al sistema delle palline bianche enere, e quel deputato dell'Assemblea sici-liana mi diceva che si era arrivati al punto

che coloro che volevano incidere sulla vo-tazione addirittura toglievano dalle man idei parlamentari le palline e poi, per no navere sorprese, mettevano nell'urna anch ele palline degli altri . Era nata così nell'As-semblea siciliana la battuta sui parlamen -tari «con le palline» e quelli «senza pal-line» !

Si è così arrivati finalmente al sistem aelettronico, che è l'unico che garantisc everamente la segretezza dello scrutinio se-greto .

Concludendo, vorrei ricordare che EldaPucci, che è stata per un certo periodo sin -daco di Palermo, quando si insediò ebbe a daffermare di fronte al consiglio comunale ,che le opposizioni sono importanti quantola maggioranza .

I deputati dell'opposizione, e in partico-lare noi, deputati del gruppo del MSI-destra nazionale, svolgiamo questo ruol ofino in fondo lo svolgiamo con passione econ dedizione .

Vorrei terminare il mio intervento co nun'ultima citazione . Nella cassetta dellaposta ogni deputato ha ricevuto ieri ungiornaletto intitolato Antenne nuove; nericeviamo tanti, forse troppi di questi gior -nali! In questo giornale appare il seguent etrafiletto: «Voto palese : tutti a casa? Dav-vero i singoli deputati concederanno an-cora più libertà alle segreterie dei partit iperdendo definitivamente la propria?» .Orbene, siccome questa frase è anonima,la faccio mia e termino il mio interventorileggendola e augurandomi che tutti ideputati ne facciano tesoro : «Voto palese :tutti a casa? Davvero i singoli deputati con -cederanno ancora più libertà alle segre-terie dei partiti perdendo definitivamentela propria?» . Ai colleghi la risposta! (Ap-plausi dei deputati del gruppo del Movi-mento sociale italiano-destra nazionale) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Tortorella . Ne ha facoltà .

ALDO TORTORELLA. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, il tema oggi in discus-sione è in realtà quello della funzion estessa del Parlamento, come altri collegh ihanno affermato nel corso del dibattito, e

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dei parlamentari in una società come l anostra.

E per noi fuori discussione che siamo d ifronte, particolarmente in Italia ma no nsolo in Italia, al bisogno di profondi muta -menti del sistema politico, istituzionale edello Stato per dare fiducia, vitalità ed effi -cienza alle istituzioni democratiche ed all oStato stesso, nonché per rendere effettivele promesse della democrazia: tale è lanostra impostazione. Ma non riusciamo acondividere l'ottimismo del relatore dimaggioranza secondo il quale quella modi-fica regolamentare qui proposta in ordin eall'uso del voto segreto ci consentirebbefinalmente (come egli ha detto) di entrarein una fase adulta della nostra democra-zia. E certo da apprezzare il meditato esevero spirito autocritico dell'onorevol erelatore il quale, aprendoci la strada aduna nuova fase adulta, vuol farci capireche in questi ultimi quarant'anni le mag-gioranze che hanno ininterrottamente gui -dato il nostro paese ci hanno mantenuto i nuna fase infantile e bambina della nostr ademocrazia (Applausi dei deputati de igruppi del PCI e della sinistra indipen-dente) . Una fase bambina ma non inno-cente, se è vero che ci viene oggi offertoquel nuovo testo prezioso dell 'articolo 49che è destinato, facendoci adulti, a libe-rarci in un colpo solo di tutte quelle brut-ture di cui si sono macchiati quei colleghidella maggioranza i quali vengono tacciatidei più orribili mancamenti morali : incap-pucciati, vili, traditori e giuda .

Non toccherebbe a noi difendere l'onor edei colleghi della maggioranza . Noi prefe-riamo le battaglie a viso aperto ed a visoaperto abbiamo combattuto tutta la vita .Tuttavia, se il relatore di maggioranza ce l oconsente, credo che sia sempre preferibil echi, sia pure nel segreto dell'urna, ha vo-luto risparmiare sui petrolieri per dare a ipensionati, piuttosto che chi, sia pure allaluce del sole, aveva voluto risparmiare su ipensionati per dare ai petrolieri! (Applaus idei deputati dei gruppi del PCI e della sini-stra indipendente) . Tra l'altro vi è unabuona dose di ingenerosità di partito e d imaggioranza in questo torrente di accus econtro coloro che hanno votato in dissenso

all ' interno della maggioranza e che ven-gono chiamati «franchi tiratori», nome pe-raltro nobilissimo se ricordiamo la Resi-stenza. Vi è quindi ingenerosità poiché èvero quello che si sostiene da molti e cio èche il voto segreto è stato spesso di grand eutilità per la maggioranza, aiutando i nparticolar modo la democrazia cristiana astemperare alcuni dei suoi contrasti in -terni, ad avvicendare il personale diri-gente, a rendere meno aspro il conflittosociale e lo scontro con una opposizion econtro la quale si sono erette le barrieredella dscriminazione pregiudiziale .

E sorta proprio da queste considerazion isull'utilità del voto segreto, per la maggio-ranza stessa e per la democrazia cristiana ,la critica rivolta a noi innanzitutto da auto -revoli rappresentanti del partito socialist a— che non vedo in aula ma ai quali invieròcopia del mio intervento, se vorranno leg-gerlo — secondo la quale l'opposizion ecomunista all 'abolizione del voto segretoavrebbe come esito quello di coprire i van -taggi che la democrazia cristiana ha otte-nuto, al misero fine di salvaguardarequella che viene definita la pratica conso-ciativa, cioè il povero potere dell'opposi-zione di usare il voto segreto come stru-mento di pressione, o peggio di mercanteg -giamento, sicché questa nostra posizion esarebbe il segno di un'attitudine non giàall'alternativa, ma al vecchio modo di in -tendere i rapporti sia in quest'aula sia ne lpaese .

Noi potremmo essere lieti e festosi eaccogliere pienamente questa critica, seessa corrispondesse minimamente alla ve -rità della nostra posizione . Ma così non èperché — come sanno gli onorevoli col -leghi qui presenti ed anche quelli assenti ,benché al di fuori delle aule del Parla -mento lo si sappia un p o' meno — la nostraposizione reale è del tutto diversa .

Già nella scorsa legislatura il nostrogruppo lavorò per la revisione del regola -mento e, in tale ambito, delle modalità divotazione, ed assumemmo noi l'iniziativadi proporre apertamente, come partito ecome gruppi parlamentari, quelle che anoi sembravano le necessarie riforme de lsistema politico, delle istituzioni e dello

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Stato. Tra di esse noi abbiamo indicateanche le riforme dei regolamenti delle Ca-mere e delle modalità di votazione, ri-forme che abbiamo proposto nei due ram idel Parlamento .

Come è stato giustamente sottolineatodal segretario del nostro partito e dal pre-sidente del nostro gruppo parlamentare, èpretestuoso presentare il confronto chequi si svolge come se esso avvenisse tra chivuole solo il voto palese e chi vuole solo ilvoto segreto. I vertici stessi della maggio-ranza, tra i quali pure c 'erano quelli chevolevano solo il voto palese, sono staticostretti a riconoscere dapprima che s ideve trattare di regolamentazione e non diabolizione, poi hanno dovuto cercare diampliare almeno in una certa misura illoro accordo iniziale .

La nostra parte politica (ma anche altreforze di opposizione) ha avanzato propost econcrete, come sono appunto quelle conte -nute nei nostri emendamenti : proposte cheprevedono forme di regolamentazione di-verse ma non meno serie e severe, dimo-strando la più ampia delle disponibilit àanche per ciò che riguarda le questionidella spesa. È un brutto modo di fare pole -mica quello che viene usato verso di noinella deformazione sistematica delle no-stre posizioni, che tra l'altro rileva debo-lezza culturale e morale. Ma io non honiente da aggiungere in proposito a quantoha rigorosamente dimostrato ieri per i lnostro gruppo il compagno onorevole Mi-nucci nel suo intervento, ricordando tutt ele intese che sono state stracciate e il fatt oche si arriva ad una discussione così tesa— forse non in quest 'aula ma nella presen -tazione di essa da parte della stampa —non perché l 'opposizione comunista abbiaopposto non si sa quale rifiuto, ma unica-mente perché si è voluto e si vuole, da part edei vertici della maggioranza, una forza -tura che non ha alcuna giustificazionenelle discussioni della legge finanziaria odel bilancio, temi questi che avrebber opotuto meglio essere affrontati secondo l eproposte già concordate .

Uno dei motivi di questa forzatura èstato dichiarato — dobbiamo ricordarl o— dall'autorevole editorialista di uno dei

quotidiani della FIAT il quale, qualchegiorno fa, ha ricordato piuttosto brutal-mente all'onorevole De Mita che se nellatrascorsa legislatura toccò all'onorevol eCraxi di provare le sue capacità di dare un alezione ai comunisti, ora deve toccare a lui .Noi non possiamo che rallegrarci che l 'at-teggiamento verso il nostro partito e i no-stri gruppi parlamentari venga sceltocome pietra di paragone per saggiare lafedeltà dei governi agli interessi che quelgiornale fervidamente serve !

Ma noi vorremmo permetterci di ricor-dare che ha un ben triste suono — dati iprecedenti ricordati anche dal relatore —sentire invocare nuovamente i principi d iuna crociata contro i comunisti italianiproprio in una materia come questa. Altr i— ecco l 'esempio che ha indicato la me -moria storica fatta dal relatore — hannopercorso questa stessa strada portand oalla rovina il paese . Nessuno — lo diciamocon tutta pacatezza — si deve illudere d ipoter cancellare la nostra firma, quella d iUmberto Terracini, dalla Costituzione ita-liana, poiché essa ha significato tante lotte ,tanti sacrifici ed anche tanto sangu esparso prima e dopo la Costituzione peraffermare e difendere le libertà democra-tiche, fino alla lotta contro il terrorismo ela criminalità organizzata (Applausi de ideputati dei gruppi del PCI e della sinistraindipendente) . Vorrei che altri potesser oavere gli stessi titoli che abbiamo noi nelladifesa delle libertà democratiche .

Non si tratta, così dicendo, dì sollevaree sostenere le ragioni, per quanto buone ,di un partito o dell'opposizione . Questaricerca dello scontro insensato e a tutti icosti deriva da motivi che vanno ben al d ilà della difesa di un partito o dell'oppo-sizione e che sono seriamente rischios inon per una parte sola. Se si trattasseunicamente del desiderio di una afferma-zione di prestigio per l 'uno o per l'altrosegretario di partito o gruppo dirigente ,saremmo di fronte in definitiva soltantoad un problema irrilevante e meschino ,anche se tale da testimoniare un atteggia-mento non certo così nobile come ci s iattenderebbe da chi manifesta il desi-derio di far propria l 'idea, che certa-

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mente è anche nostra, dell'ispirazioneetica della politica .

Ma il rifiuto di ogni discussione con l 'op-posizione, il rifiuto delle intese, il rinne-gare la parola data davanti ai President idelle Camere — non dimentichiamolo — eprima ancora il rinnegare gli impegni as-sunti dal Presidente del Consiglio i nquest'aula e in quella del Senato, corri-spondono in realtà al rifiuto di un con-fronto reale sui motivi reali delle difficolt àdi funzionamento del Parlamento e più i ngenerale sul modo di affrontare il pro -cesso di logoramento delle istituzioni de-mocratiche .

La criminalizzazione del voto segreto h acorrisposto e corrisponde a una conce-zione di cui non voglio discutere la since-rità, ma che ha come sicuro risultatoquello di occultare il problema che il no-stro Parlamento — e non solo il nostroParlamento — ha di fronte . Lo ripeto an-cora una volta: non si tratta di difender eacriticamente l'istituto del voto segreto,ma mi pare giusta l 'osservazione che f ufatta, cioè che neppure se questo vot osegreto fosse stato il demonio potremmoincolparlo di tutti i guasti che sono staticreati in questi quarant'anni nella società enello Stato, come ebbe a dire anche i nquest 'aula il nostro compagno Natta .

Quando affrontiamo il tema del rinvigo-rimento e del rinnovamento delle istitu-zioni, la questione che si pone, in partico-lare qui in Italia, ma che non è sconosciutaagli altri parlamenti, quali che siano i mod idel voto, è il sistemutico svuotamento dell eistituzioni — ecco il problema — rispettoai loro compiti e ai loro doveri .

Non so se il ministro chiamato a occu-parsi di così alta questione, come è quelladelle materie istituzionali, senta di aver euna funzione più risolutiva qui, com emembro del Governo stesso, di quanto egl iavesse come presidente della nostra mag-giore banca di credito .

Tutti i colleghi sanno meglio di m equanta parte del nostro lavoro si riferisca amaterie che dovrebbero essere riservatealle regioni oppure si svolga su temi ch enon dovrebbero essere affidati alla legisla -zione e sono talvolta di scarsa o di nessuna

importanza, mentre altrove, fuori e lon-tano di qui, si effettuano le scelte decisive ,come quelle dell'orientamento degli inve-stimenti, che coinvolgono, poi, non solo laspesa pubblica e la funzione dello Stato ,ma l'avvenire stesso della nazione e dell egenerazioni future .

E certo che vi è stata una invadenza inde-bita dei partiti, innanzitutto di quelli a lgoverno da sempre, nelle funzioni delloStato. Ma non si dice il vero se si nascond eche funzioni delicate e vitali dello Stato, l epiù delicate e più vitali, vengono orma iusurpate da poteri privati incontrollati ,quando non addirittura illegali .

Per questo nelle nostre proposte istitu-zionali abbiamo cercato di porre il temadel ripensamento e del rifacimento delnostro sistema politico, del ruolo delle isti -tuzioni e dunque anche dei regolamentiparlamentari e dei metodi di votazione, i nquella connessione che nessuno pose indubbio, salvo restando il fatto che si deci-desse prontamente sulle questioni urgent ie innanzitutto su quella della legge finan-ziaria. Noi stessi osservammo che l'ordinelogico non è necessariamente l'ordine cro -nologico; ma ora stiamo giungendo al pa-radosso e all'assurdo. Siamo chiamati adiscutere e decidere sulle modalità di vot onon solo senza sapere verso quale sistem abicamerale andiamo, ma anche senza sa-pere se e come modificheremo altre part idel nostro regolamento, come almeno ac-cade al Senato della Repubblica .

Non si tratta di ritardare o di negare unbel nulla né di portare assalti dell'opposi-zione alla maggioranza, come dice quelgiornale che ho citato in precedenza . Sitratta di affermare una concezione nuovae moderna del parlamento; di snellire econcedere i compiti legislativi ; di daretempi certi, come abbiamo proposto, amaggioranza e a opposizione; di estenderel'informazione e il potere di controllo delParlamento e dei parlamentari .

Non solo noi abbiamo elaborato questeposizioni, e fino a ieri non solo noi pensa-vamo che questa fosse una piattaformadavvero innovatrice rispetto alla qualeanche la questione del voto avrebbe potut oessere radicalmente ripensata.

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Il tema è però così delicato che, come èstato ricordato dall'onorevole Minucci ,l'onorevole De Mita ha dovuto prometter emodifiche allo statuto del proprio partit oper rassicurare in qualche modo i parla-mentari del proprio gruppo .

La questione è rilevante, ma non si pos -sono certo limitare le garanzie per i parla-mentari agli statuti o alle revisioni di queiregolamenti dei gruppi che pure sono stat igiustamente chiamati in causa nel dibat-tito .

Quella che viene definita l'anomalia delvoto segreto si accompagna in Italia adaltre anomalie, come il sistema delle pre-ferenze, per esempio, che è anch'esso ecce-zione assoluta in tutti i parlamenti e in tutt ii modi di votazione dei sistemi occiden-tali .

La storia dell ' istituto del voto segret onon può essere avulsa dalla storia del Par-lamento e del paese . E soprattutto non s ipuò cambiare a casaccio una regola senzaripensare almeno le norme che ad essasono strettamente connesse . Questo è ilmetodo introdotto per vincere il duello ,secondo il motto famoso «fermati che tiinfilzo»; ma non è un modo democratico d irisolvere i problemi regolamentari .

Certo, oggi esistono condizioni diverseda quelle che suggerirono al gruppo socia -lista alla Costituente (e penso che i colleghisocialisti ne siano consapevoli) di farsi pro -motore per primo della prima votazione ascrutinio segreto proprio su una materi adelicata e di coscienza (si trattava infattidell 'indissolubilità del matrimonio) ,donde derivò la prassi che portò al voto ascrutinio segreto su tutti gli aspetti pi ùardui della Costituzione, fino al voto fi-nale .

Vi è ora — lo ripeto — una diversa real-tà; ma i compagni socialisti mi consenti-ranno di dire che io non credo assoluta-mente che quegli altri compagni socialisti(quelli della Costituente, a cominciare d aPietro Nenni), nel proporre le votazionisegrete alla Costituente, fossero meno at-taccati di quanto lo siamo tutti noiall'eroica e sfortunata lezione della Repub -blica romana di un secolo prima, di cu itanto si parla nella pubblicistica ufficiale

del partito socialista di adesso. Essi, que icompagni socialisti, tenevano conto diquel che vi era stato di mezzo tra la repub -blica romana e la nuova Costituente, non -ché dei rischi e dei problemi intorno a lprincipio delicatissimo (che tornerà, in ef-fetti, ad essere affermato nella Costitu-zione) che definisce il parlamentare com erappresentante della nazione senza vin -colo di mandato . Capisco che si tratta d iuna eredità della grande rivoluzione (parl odella rivoluzione francese, naturalmente) ,sulla quale pure si levano oggi i più fierisospetti da certe parti politiche; sono peròsicuro che tali sospetti non dovrebber osussistere tra le forze democratiche e pro-gressiste .

Occorre certo conciliare libertà di co-scienza, assenza di vincolo di mandato epossibilità di controllo sull'opera del par -lamentare . Ma proprio perché il problem aè delicatissimo noi abbiamo posto, per ci òche riguarda la regolamentazione del votosegreto, il tema della giusta misura, cosìcome è stato affermato .

Oggi non esistono più pesanti condizio-namenti presenti nel dopoguerra, al tempoad esempio dell'Assemblea costituente ; mave ne sono altri, non meno gravi, che no npossono certo essere riassunti, onorevolerelatore, con l'espressione «controllo de-mocratico», da lei usata . Per aversi un con-trollo democraticamente regolare, do-vrebbe essere equamente distribuito tra icittadini il potere di informare e di esser einformati, nonché quello di ottenere giu-stizia. Ma qui non è garantito neppure i ldiritto alla sicurezza della vita !

Consentitemi di ricordare in quest asede, a testimonianza della terribile condi -zione di tanta parte del paese, dove i piùelementari diritti non sono garantiti, gl iorribili assassini che nuovamente hannoinsanguinato (e insanguinano) la Sicilia, apartire da quello del giudice Saetta e de lsuo povero figlio .

Certo, in questa sede tutti hann oespresso cordoglio e solidarietà ; ma iochiedo a me stesso se veramente il tema pi ùurgente che abbiamo dinanzi sia quellolegato all'articolo 49 del regolamento dell aCamera, che ci tiene qui immobilizzati, o

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non siano piuttosto altri e più drammatic iproblemi, a partire da quello della difes astessa delle condizioni minime di legalitàdemocratica nelle zone poste sotto il do-minio della criminalità organizzata! (Ap-plausi dei deputati dei gruppi del PCI e dellasinistra indipendente) . Ma se è vero, comemi sembra evidente, che i condizionament isono così pesanti, non dovrebbe esserevista come polemica verso nessuno la di -fesa che abbiamo intrapreso della possibi -lità delle votazioni a scrutinio segreto s umaterie concernenti l' insieme dei diritt idei cittadini, e non soltanto una parte d iessi .

Si dice che vi è un accordo di governo d arispettare; lo si ricorda ai colleghi dellamaggioranza. Ma ora i colleghi membridel Governo dovrebbe sedere fra di noi (i nverità, non siedono da nessuna parte, néfra di noi né ai banchi che sono loro riser-vati), come è loro dovere e come è nell alogica . E se lo stesso Governo ha convenut ofuori di qui, ma rimanendo nel suo ambito ,che era utile apportare talune modifichealla primitiva proposta dell ' intesa di Go-verno, non si capisce perché si debba ne-gare al Parlamento nel suo insieme, e i nparticolare ai colleghi della maggioranza,di compiere un'autonoma riflessione e diapportare, se lo credono, ulteriori modifi-cazioni .

La questione va molto oltre i dirittidell 'opposizione, che pure sono una cosaessenziale non per l'opposizione, ma pertutta la democrazia .

Si è discusso dei diritti del parlamentare ,e grave è la campagna che tende a presen-tarli quasi come quelli di una corpora-zione. Vi può essere certamente anche tradi noi un limite corporativo, o la penetra-zione di interessi particolaristici, anche s enon vedo immuni da rischi di questo ge-nere i parlamenti di altri paesi, pur carat-terizzati da modalità di voto diverse . Ma iltema del diritto del parlamentare alla li-bera espressione del voto segreto — cometutti sappiamo — percorre l ' insieme dell aletteratura sulla rappresentanza come un aquestione determinante per le libertà nondei parlamentari, ma di tutti i cittadini . Sel 'operazione che qui viene proposta si tra -

sfoi merà, come tende a trasformarsi, nongià in un ampliamento del controllo demo -cratico, ma in un ampliamento del con-trollo burocratico e del controllo di chi h ail maggiore potere nella società — quell oeconomico e quello della stampa — noiavremo portato un grave colpo non ai par-lamentari ma al Parlamento stesso, cioèalle libertà e ai diritti di tutti i cittadiniitaliani .

Trovare la giusta misura è perciò altempo stesso difficile e importante, e pe rquesto noi proponiamo di distinguere i nmateria di voto tra tutte le questioni ri-guardanti i diritti dei cittadini (come essidevono essere intesi in una società mo-derna e come sono intesi nella nostra Costi -tuzione), le riforme istituzionali, le modi-fiche costituzionali, le leggi elettorali e ciòche attiene più propriamente al bilancio eai diversi tipi di spesa (perché vi sono tipidi spesa che alterano o possono alerarecerti equilibri complessi, ed altri che no nlo fanno) .

Il nostro scopo è quello di evitare chevengano messe in pericolo l 'autonomia e l alibertà dei parlamentari, sia pure solocome riflesso soggettivo di timore ; perchése questa libertà viene messa in pericolo, èla libertà di tutti che riceve un colpo .

Se si voleva confermare questa inten-zione non si poteva far meglio, (o peggio! )di quello che si è fatto con quelle minac-ciose vociferazioni di cui si è reso protago -nista questa mattina anche l'onorevole LaMalfa e che, come è stato detto, non sol orecano offesa al Presidente della Repub-blica, ma confermano quella impropria eincostituzionale confusione tra funzion edell'esecutivo e funzione del legislativoche si nega di voler compiere .

Ci rivolgeremo al Presidente della Re -pubblica perché contro questo pericolo s iprenda posizione . È ben ovvio che il Go-verno è emanazione delle Camere, edunque interessato al modo del loro fun-zionamento; ma proprio in quanto il Go-verno è espressione di una maggioranza,non è il padrone di questa maggioranza enon è il padrone dei suoi singoli membri ,particolarmente nelle materie che appar-tengono alla esclusiva responsabilità del

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Parlamento . Parlare di scioglimento delleCamere in relazione ad una materia che èstrettamente di competenza del Parla -mento è una follia istituzionale e costitu-zionale. Senza una distinzione esatt a(quella distinzione che deve esservi tr afunzione dell'esecutivo e funzione del legi -slativo) il Parlamento si trasformerebbe i nuna pura cassa di risonanza del l 'esecutivoe la maggioranza di una assemblea di an-nuitori, chiamati soltanto a mettere lospolverino sulle decisioni dell'esecutivo .

Ma questo clima di rifiuto del dibattito epersino di manovre intimidatorie volte adimpedire ogni ragionevole intesa su unamateria così complessa e delicata reca insé un'altra concezione assolutamente re-gressiva (altro che modernità). Si trattadella concezione secondo la quale la mag -gioranza politica deve valere anche comemaggioranza sulle questioni istituzionali, ecioè sulle regole che noi ci siamo dati incomune per lo svolgimento dell'attivitàpolitica, e più oltre per la civile convi-venza.

Anche qui non sono in gioco gli interessi ,per quanto legittimi, di un partito odell'opposizione . Se il concorso alla defini -zione delle regole comuni avviene igno-rando pezzi interi della società e della rap -presentanza politica, allora si determi-nano tensioni e lacerazioni che possonocausare i danni più serie più gravi per ilpaese .

Non abbiamo nulla da correggere nell aconvinzione che abbiamo espresso, e cio èche un Parlamento più forte e più liberorichiede certo una più netta distinzione d iruoli tra maggioranza ed opposizione, perla quale abbiamo lavorato e continuerem oa lavorare, anche in materia regolamen-tare. Ma proprio la più netta distinzione d iruoli tra maggioranza ed opposizione ri-chiede una piena garanzia per l 'una e perl'altra, e richiede altresì che a tali part irimanga la capacità di trovare una intesasul terreno della definizione delle regolecomuni .

Non abbiamo nulla da smentire neppuresulla esigenza di una rottura di continuit àanche per ciò che riguarda gli elementi ch esono stati chiamati di consociazione, e che

pure non vanno vilipesi, poiché sono statitalora necessari e utili al paese. Non ab-biamo nulla da smentire, perché que ivaghi elementi consociativi erano l 'altrafaccia della convenzione per escluder epregiudizialmente il nostro partito, la no-stra forza politica organizzata, dai compit idi governo, e perché una nuova stagionepolitica è in ogni modo iniziata per effettodei mutamenti stessi della società e dellesue profonde trasformazioni, che chie-dono una nuova pratica politica .

Dobbiamo per altro affermare con tutt ala fermezza che il superamento di quelliche sono stati chiamati gli elementi conso-ciativi non ha niente a che vedere con l arottura di ogni dialogo con le minoranze .Questa diventa una pura e semplice logic adi sopraffazione, e come tale va definita ecombattuta: e noi la combattiamo! Ess adeve essere combattuta perché vi è qui unrischio non per noi, ma per tutti, compres ainnanzitutto la maggioranza . Il rischio nonè solo quello di rinnovare nel modo peg-giore e senza alcun appiglio, neppure il piùpretestuoso e banale, la convenzione perescludere chi ha impedito il metodo demo-cratico dell'alternativa ; il rischio peggioreè quello di gettare la premessa per tenderea mutare le regole istituzionali e costituzio -nali a colpi di maggioranza : questo è i lpunto! Un tale metodo è certo possibile, macostituisce l'opposto degli interessi dellademocrazia e della nazione .

Anche negli emendamenti da noi presen -tati ci siamo sforzati di seguire fino infondo la logica del dialogo e della reci-proca comprensione . Credo che sbaglie-rebbe gravemente chi pensasse che se-guiamo questa strada per qualche formadi timorosa esitazione . E vero esattamenteil contrario! Non vi può essere maggior eprova di serenità e di forza di quella checonsiste nel l 'evitare ciò che è una trappolanon per noi, ma per le istituzioni democra -tiche e per il paese: mi riferisco al fatto d iscendere anche noi sul terreno dell oscontro per lo scontro .

Noi esortiamo, ed esorteremo anchefuori di quest 'aula, i colleghi della maggio-ranza a far prevalere in se stessi la forzadel dialogo rispetto alla facile tentazione di

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proseguire sulla sciagurata strada dellarottura che è stata intrapresa . Se così nonsarà, non saremo colpiti noi, ma il nostr oParlamento; saranno colpiti in primoluogo i colleghi di tutti i gruppi della mag-gioranza, perché è contro di loro — ed ess ilo sanno — che è innanzitutto condott ol'attacco principale .

Noi continueremo a batterci per un Par -lamento nuovo, più forte e più libero, per -ché pensiamo che un Governo serio e fort epossa nascere solo da un Parlamento pie-namente investito delle sue funzioni . Ma i lrinnovamento del Parlamento non si puòottenere con l'umiliazione dei parlamen-tari. Tra le forze politiche presenti in Par -lamento esistono motivi profondi di divi-sione. Essi rappresentano il sale stessodella dialettica democratica, ma sarebbegrave per tutti se non sapessimo salva -guardare insieme la dignità del Parla-mento, primo e fondamentale baluardodella democrazia (Vivi, prolungati ap-plausi dei deputati dei gruppi del PCI, dellasinistra indipendente e verde — Congratu-lazioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l 'ono-revole Zaniboni. Ne ha facoltà .

ANTONINO ZANIBONI . Signor Presi-dente, colleghi, ascoltando i discorsi e icommenti relativi a queste giornate, si hatalvolta l'impressione che del tema dellaregolamentazione del voto nei lavori par-lamentari si parli per la prima volta e quasioccasionalmente tra di noi .

In effetti ha fatto bene l'onorevole rela-tore a inserire le sue argomentazion inell'ambito di un discorso più vasto e com -plesso, e direi completo. Sarebbe oppor-tuno, in realtà, ricordare sotto quali segnisia nata l'attuale legislatura e, ancorprima, quali toni abbiano caratterizzato lacampagna elettorale per le elezioni politi -che. In quelle occasioni il tema delle ri-forme istituzionali assunse un carattere dicentralità assai vistoso .

In effetti, la consapevolezza dell'instabi-lità perdurante e cronica (come qualcun oha detto) è stata avvertita fortemente, se èvero come è vero che anche i leaders del

partito comunista, sorprendendo qual-cuno, si fecero carico del fatto che quellodella governabilità non è solo un problemadella maggioranza, ma è un problema delsistema politico complessivamente inteso .È opportuno, infatti, ricordare anche inquesta occasione che l'instabilità del no-stro sistema politico non è un fenomenorecente. I quarant 'anni di vita democraticadel nostro paese si possono quasi con pre-cisione suddividere in due segmenti di 20

anni ciascuno: dal 1948 al 1968 e dal 1968

ai nostri giorni . Ebbene, il tema dell'insta-bilità ha caratterizzato pienamente gli ul-timi 20 anni, ed è significativo (senza ch equesto sia l'unico sintomo e l'unico motiv odi riflessione) il fatto che dal 1968 ad oggimolte volte le Camere sono state sciolt eanticipatamente .

E chiaro quindi che, dopo le tante paroledette in materia e dopo i molti convegnitenuti nel passato, tutte le forze politiche ,ognuna per la sua parte, abbiano ritenutoopportuno affrontare questa tematica co nmaggiore concretezza .

Per quanto riguarda la nostra parte ,devo sottolineare che nel gennaio scorso i lgruppo democristiano ha tenuto un semi -nario di studio avente ad oggetto concreta-mente ed essenzialmente le iniziative che s iriteneva possibile intraprendere fin da su-bito nel Parlamento senza cadere nel ri-schio, nel difetto e nel vizio di immaginar eo di disegnare la riforma perfetta. Inquella sede noi abbiamo posto alcuni puntiprecisi . Non è vero che noi discutiamo sol-tanto del voto segreto o del voto palese .Abbiamo infatti posto in prima fila l ariforma del Parlamento, la riforma dell aPresidenza del Consiglio, la riforma delleautonomie locali, la riforma dei regola -menti delle Camere, la riforma della legg efinanziaria. E infine abbiamo anche par-lato della questione di fiducia, sia com eessa è prevista nell'ordinamento, sia com esi è venuta realizzando invece nella prassiconcreta .

Dobbiamo anche sottolineare (mi par eche qualcuno l'abbia ricordato, ma altri lohanno dimenticato) che il dibattito d iquesti giorni è figlio di tante cose, masoprattutto della discussione parlamen-

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tare che si è appositamente svolta ne lmaggio scorso e che doveva fare da pre-ludio alla stagione concreta delle realizza-zioni. E la Presidenza della Camera, ono-revole Iotti, proprio il 19 maggio scorso, i nchiusura del dibattito, sollecitava alla con -cretezza delle realizzazioni, impegnandola Camera sul versante della riforma delleautonomie locali e di una prospettiva deli -neata di riforma dei regolamenti .

Mi sento quindi in dovere di confutarel'affermazione che noi vogliamo parlar esoltanto del voto segreto o del voto pa-lese.

Abbiamo discusso anche di altri pro-blemi; i risultati forse non sono stati stre-pitosi, ma la Presidenza del Consiglio haavuto la sua riforma, e così anche la leggefinanziaria. Trovo anzi strano che i nquesto dibattito e nelle colonne di qualchegiornale (mi riferisco all'articolo dell'ono-revole Zangheri su la Repubblica diqualche giorno fa) si meni vanto di questedue conquiste, quasi fossero esclusivo ri-sultato dello sforzo e dell'impegno del par -tito comunista (a volte la maggioranza èaccusata di tutte le colpe, a volte vienequasi ritenuta un optional in questo Parla -mento!). Inoltre, la riforma delle auto-nomie locali è stata affrontata concreta -mente e si è giunti alla redazione di u ntesto che è ora all'esame della I Commis-sione (Affari costituzionali) della Camera.E potremmo continuare con le citazioni .

Si afferma che la democrazia cristian aavrebbe subito una specie di diktat sullaquestione che stiamo discutendo . Devodire con molta serenità che non siamo arri-vati in modo spensierato, né superficiale aquesto appuntamento . Ci rendiamo contoche il passaggio è forte, soprattutto all aluce di una più che secolare tradizione ch eha consolidato la prassi del voto segretonei nostri Parlamenti .

Sappiamo che vi sono inquietudini ,anche sincere, preoccupazioni che talvolt anon condivido ma che non posso relegarenell'ambito delle macchinazioni maliziose .Noi poniamo con grande fermezza il pro-blema del l 'ampliamento dell'area del votopalese, ma con il garbo che si conviene all eriforme e ai fatti legislativi ai quali attri -

buiamo una portata rilevante, non dico d isvolta, ma certamente di rilievo storico .

Si tratta di una scelta, quindi, che fac-ciamo con consapevolezza e decisione .Non possiamo del resto tacere che anch echi ha parlato con toni più accesi e com-battivi a favore del voto palese ha volutocitare il Moro ed il Mortati della Costi-tuente ed il senatore Luigi Sturzo per ac-centuare i fondamenti morali, politici, d imodernità democratica dell'estensione ,appunto, dell'area del voto palese .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT E

GERARDO BIANCO

ANTONINO ZANIBONI. Il gruppo della D Cripropone quella intuizione che nel pas-sato ha avuto modo di soccombere per l aresistenza di una secolare, pressoché inin-terrotta tradizione parlamentare; ma lofacciamo in modo non preclusivo o pre-concetto, bensì aperto al confronto parla-mentare, alle disponibilità più serene, rico -noscendo nel patto di Governo e nella pre-sente proposta della maggioranza unpunto di riferimento che, se dovrà esser esviluppato, dovrà tenere ferma la sintoni adei partiti e dei gruppi parlamentari chesostengono il Governo.

Del resto, la proposta della maggio-ranza, estendendo l 'eccezione al voto pa-lese anche alle materie indicate nel se-condo titolo della Costituzione (articoli 29,

30, 31 e 32), si è fatta carico di alcunepreoccupazioni ed indicazioni . Varco an-gusto, hanno detto le opposizioni, ma chepur sempre indica, io aggiungo, una con-creta disponibilità .

Interessa ora soffermarsi su alcun eobiezioni di fondo al voto palese nei rego-lamenti parlamentari . Esse vanno discuss econ rispetto, perché in molti casi, ripeto ,sono motivate da reale e sincera inquietu -dine. Lo hanno fatto anche alcuni colleghidel gruppo della DC .

L'obiezione di fondo, molto antica delresto, parte dal timore che nel voto pales esi consumi una ferita sostanziale alla li-bertà e alla indipendenza del parlamen-tare. È vero, in realtà, che fonti autorevoli

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del lontano passato, pur decisamente fa-vorevoli al voto palese, ammettevano che«il voto segreto assicura meglio l'indipen-denza del votante» ; ma aggiungevano che«questo beneficio viene pagato a moltocaro prezzo, sottraendo il votante al sin-dacato pubblico . E poi, se assicura l'indi-pendenza, agevola, d'altra parte — cosìcontinua la citazione — la slealtà, l'incoe-renza, la simulazione e la corruzione» .Parole forti, certamente, ma che trove-ranno eco rilevante in voci significativ edi cultura cattolica, già fortemente impe-gnate in seno alla Costituente, le qualigiudicavano assurda la disciplina parla-mentare del voto a scrutinio segreto, in-taccandola con obiezioni sostanziali :dubbia compatibilità con il principio d isovranità; mancata assunzione di re-sponsabilità di fronte all'opinione pub-blica e carenza di indicazioni per il Pre-sidente della Repubblica ; minacciasempre incombente sulla stabilità e sullacoerenza dell'azione di Governo in form ee modi che contrastano con le finalitàdell ' articolo 94 della Costituzione .

Così Leopoldo Elia scriveva qualcheanno fa ed ancora stamane : «Che debbaessere questa la regola si trae anche dallaformulazione dell'articolo 68 della Costi-tuzione che esenta da ogni responsabilità iparlamentari, oltre che per le opinion iespresse, per i voti dati e, dunque, cono-sciuti» .

L'ho detto prima: non siamo distratti néinsensibili nei confronti delle preoccupa-zioni sincere, ma non possiamo assecon-dare l 'enfasi e la retorica che fa di ognierba un fascio sui rischi futuri di una inva -denza eccessiva dei partiti e dei gruppinelle coscienze e nelle riserve più intim edei singoli parlamentari . Lo dico innanzi -tutto perché già nella realtà attuale si du-nuncia spesso, e a ragione, una presenzadei partiti esorbitante rispetto al ruolo pre -visto dalla Costituzione . Non vorrei che,demonizzando le conseguenze future de lvoto palese, ci si convincesse che il sistemaattuale è il paradiso .

In secondo luogo, è giusto ricordar eanche alcune esperienze contraddittoriedel passato relative a casi di coscienza. La

democrazia cristiana fu tollerante con iparlamentari che dissentirono sul Patt oatlantico e severa con gli onorevoli Mellon ie Bartesaghi in materia di UEO. D'altrocanto, Concetto Marchesi ottenne da To-gliatti il consenso a non partecipare al vot osull 'articolo 5, diventato poi articolo 7 neltesto definitivo della Costituzione.

Ma torniamo a noi . L 'onorevole Melliniha letto ieri in aula un articolo del regola-mento di un gruppo parlamentare, rela-tivo ai vincoli posti al deputato . Sono pro-blemi reali e sostanziali, ma, fermandom ial regolamento del mio gruppo, si pu òriconoscere che già quello attuale è molt oliberale; non abbiamo, quindi, le preoccu-pazioni eccessive ed esorbitanti che col -leghi di altri gruppi, il cui regolamento èforse meno liberale, avanzano con tant ainsistenza in quest'aula. E giusto tuttaviafar conoscere all'aula, in questo dibattito ,che proprio ieri sera (sarà contento l 'ono-revole Minucci) l 'assemblea del gruppodella DC ha voluto accentuare il rilievo delruolo del deputato e delle sue prerogative ,deliberando formalmente, alla presenzadel segretario politico del partito, che i lregolamento interno venga ulteriormentemodificato con la previsione del divieto disanzioni nel caso di votazioni palesi dif-formi dalle indicazioni del gruppo su que-stioni che rappresentino evidenti casi dicoscienza personale o che non siano pre-viste dal programma elettorale della de-mocrazia cristiana .

Credo e concordo, a questo punto, co nl'onorevole Tortorella e con l 'onorevoleCiaffi dal quale l'onorevole Tortorella pu rdissentiva — che non si tratti soltanto di u nproblema di norme bensì, e soprattutto, diun processo che anche l'estensione delvoto palese contribuirà a mettere in motosu una via, certamente dura ma sugge-stiva, di più tangibile limpidezza nel con-fronto politico-parlamentare . Si adegue-ranno certamente statuti e regolamenti dipartiti e di gruppi, ma soprattutto netrarrà giovamento la politica, la sua capa -cità di rappresentare le grandi questioni ,al di là dei nascondimenti .

Sono fermamente convinto che la re-sponsabilità sia più importante della disci-

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plina, anzi che la disciplina sia responsa-bilità. Colleghi, è autorevole un Parla -mento che venga messo in ginocchio, ripe -tutamente, da volontà non dichiarate, d atransazioni clandestine che affievoliscon oagli occhi dell 'opinione pubblica la limpi-dezza e la riconoscibilità delle grandi cor-renti ideali e politiche? O non sarà piut-tosto una maggiore limpidezza e traspa-renza a dare prestigio e rilievo al nostr oruolo, alle nostre proposte, anche alle no-stre perpelssità ed ai nostri dissensi? Chevalore avrebbe, del resto, un dissenso, u ncaso di coscienza che non fosse spiegat opubblicamente? Che utilità per il con-fronto politico e con l 'opinione pubblica?Anche il dissenso acquista dignità e valore ,se visibile e spiegato .

È suggestiva l 'espressione del colleg aGerardo Bianco il quale, nel suo bel l ' inter-vento, richiama «il diritto a non avere co-raggio». Ma converrà con me che non ènecessario che noi parlamentari si sia deglieroi; è sufficiente essere uomini . L'amicoGerardo, del resto, sta dimostrando ch enon solo è possibile ma anche moltoumano dissentire . Lui lo ha fatto e noi l oabbiamo apprezzato ed ascoltato .

Poteva avere un senso il voto segret oquando, nel secolo scorso, con un corpoelettorale concentrato e limitatissimo, i lpotere esterno era più forte della rappre-sentanza parlamentare e forti e circo -scritti, spesso coincidenti, erano corp oelettorale ed interessi . Poteva avere unaqualche ragione la segretezza del votoanche quando, dopo il 1945, l'ideologia erapiù forte della politica e della sua natural ee positiva predisposizione mediativa . Oggi,però, ci troviamo in una fase del tutt odiversa . Gli interessi, i gruppi, le espres-sioni sociali e culturali sono assolutament ediversificati e ramificati, la rappresen-tanza parlamentare è chiamata ad atten-zioni e riferimenti più vasti, certament emeno esposta al rischio di un vincol oesclusivo. D'altro canto, la rigidità ideolo-gica si è spezzata, si è affievolita; il pro-cesso di laicizzazione ha fatto brecci aanche nelle culture più gelose ed orgo-gliose delle proprie diversità . Anche l 'auto-nomia del parlamentare, quindi, ha nel

nostro tempo garanzie e fondamenti piùcerti .

Resta da vedere — e questo è il punto piùimporante — se la politica abbia ancoravalore o se invece non sia tramontata, dop olo smantellamento dei sistemi ideologici ; oancora, se non sia davvero reale il rishcioche, dopo una sostanziale «glaciazioneideologica» in cui la politica era tutto inassoluto, oggi la politica diventi in assolut oniente. C'è, ed è forte, il rischio della per-dita del valore e dei fondamenti stanzialidella politica nei nostri gesti e nelle nostr escelte: dai comuni fino al Parlamento . Nonparlo della superba identità, dico piuttostodel valore e delle scelte politiche caratte-rizzanti che devono o dovrebbero stareprima, anzi a fondamento dell'esercizi odel potere. Se però il punto fermo ed irri-nunciabile fosse — come talvolta è — ilpotere, il regno dell'indifferenza politic asarebbe garantito, con la conseguenz adell'imbarbarimento del confronto tra leparti, che si collocherebbe al di fuori di u ntrasparente legame fra consenso eletto-rale, programmi, alleanze e potere.

I vincoli politici non sono una schiavitù ,sono la forma più vera di una efficacedemocrazia moderna . Di questa moderni-tà, onorevole Tortorella, noi parliamo nonda democratici cristiani singolarmente co-involti e solitariamente coinvolti come par-tito; questo problema, infatti riguard acomplessivamente le forze politiche diquesto Parlamento.

Nessuno si illude che il voto pales ecome regola risolva il problema dell amaggiore età del nostro sistema politico eistituzionale. Si. inserisce, piuttosto, ne lcomplesso processo di una democrazi ache si consolida con strumenti adeguati emoderni .

Voglio sottolienarlo: il voto palese — amio avviso — non semplificherà né la vitadella maggioranza né quella dell'opposi-zione. I gruppi parlamentari non sono néreggimenti né battaglioni . Ci saranno, dicerto, difficoltà nuove anche per la stabi-lità e la governabilità . Ma è vero pure cheun confronto più sincero tra maggioranzaed opposizione darà un elemento inpiù. . .

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GIANCARLO PAJETTA. Ma cosa c ' entra?Sinceri dovete esserlo tra voi !

PRESIDENTE . Onorevole Pajetta, con-senta all'oratore di parlare !

ANTONINO ZANIBONI . . . . alla nostra de-mocrazia ; aiuterà ad accantonare le parol edell'alternatività e a costruire i fatti dell'al -ternanza .

Certo, vanno preparati ben altri stru-menti per garantire efficacia e lienaritànel rapporto tra consenso elettorale e po-tere tra programmi, alleanze e scelte suc-cessive alla raccolta del consenso . Ma noivediamo la scelta di oggi anche in questaprospettiva .

Il voto segreto avrà molte volte consen-tito alla maggioranza di consumare clan-destinamente alcune piccole faccende,ed anche faccende piccole ; avrà consen-tito altrettante volte all'opposizione unaqualche soddisfazione . Ma sempre unasoddisfazione effimera, mai sistema-tica .

L'opposizione, in particolare, non pu òilludersi di riporre nella cultura dell'emen -damento o del subemendamento la suanaturale aspirazione all'alternativa . Innessuna parte del mondo è stata questa lastrada dell'alternanza ; figuriamoci in unpaese come il nostro che l'alternativa nonl'ha mai conosciuta, se non nel 1922 e nel1943 . Ma oggi stiamo parlando di un altrotempo e di un'altra storia .

È interesse comune, della maggioranzae dell'opposizione, che dai riti del sube-mendamento e della piccola imboscata s ipassi decisamente al confronto vero e altosui grandi temi, sulle grandi questioni . Èinteresse comune che il Parlamento di -venti sempre meno il centro della negozia -zione è sempre più un centro grande d iindirizzo e di controllo .

Ribadisco: non riteniamo, signor Presi -dente, che la scelta del voto palese sia "il "gesto; è solamente "un" gesto tra i molt iche abbiamo fatto e che dovremo fare . Manoi oggi questo gesto lo vogliamo e lo dob -biamo fare (Applausi dei deputati delgruppo della DC — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Zevi . Ne ha facoltà .

BRUNO ZEVI . Signor Presidente, onore -voli colleghi, il mio discorso sarà brevis-simo. Non ripeterò gli argomenti addott idai deputati del gruppo federalista eu-ropeo nelle sedute di ieri pomeriggio e d ioggi. Questi interventi hanno espresso conestrema chiarezza e incisività i motivi chespingono i radicali a votare contro la scia -gurata presa di posizione della maggio-ranza .

Quanto a me, affronterò l'argomento delvoto segreto divagando; divagando inun'ottica più angolata e, se volete, settaria ,sotto un taglio specificamente cultural eintellettuale ed artistico .

Prendo le mosse da un articolo appars osul Corriere della Sera 1'11 settembrescorso, a firma di Silvio Bertoldi . Credoche non sarà sfuggito a molti di voi .

Sovrattitolo : «Politica e impegno» . Titlo :«I grandi nomi divengono piccoli in Parla -mento». L 'autore si chiede quale contri-buto abbiano dato e diano all'attività poli -tica legislativa alcuni intellettuali ed alcun igrandi nomi della cultura e delle arti . Sidomanda se siano destinati a lasciar eun'impronta nella storia del Parlament oitaliano e risponde : «Non si direbbe! Peranni Renato Guttuso è stato uno dei sena -tori del partito comunista, ma nessun opotrebbe in buona fede sostenere che egl iabbia segnato in quell'illustre consess ouna traccia profonda . Né Leonardo Scia-scia, né Eugenio Scalfari, né Massimo Cac -ciar,, né Alberto Asor Rosa, né Albert oArbasino, tutti passati attraverso espe-rienze parlamentari, hanno inciso più d ilui . E forse proprio la constatazione di un ainsormontabile inutilità politica li ha in -dotti a tornare alle opere che li hanno res icelebri; forse con una punta di delu-sione» .

L 'autore incalza : «oggi siedono in Parla -mento personaggi del calibro di Strehler ,di Natalia Ginzburg, di Paolo Volponi, d iBruno Zevi, di Gaetano Arfé, di Giuli oCarlo Argan, di Luigi Firpo, per citare acaso alcuni degli intellettuali più noti . Nonpare che siano diventati dei leaders, che

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siano emersi in aula o nelle Commissioni enemmeno nell'ambito degli stessi partit iche li hanno fatti eleggere. E ciò nono -stante ognuno di loro sia in grado, perintelligenza e cultura, di dar lustro a qual-siasi attività della società civile» .

E veniamo al punto cruciale, che si river -bera poi sulla questione del voto segreto . S ipongono, cioè, questi interrogativi : come s ispiega il grigiore in cui si dissolvono quest iintellettuali? Anche per essi vale la delu-sione di fronte all ' impossibilità di realiz-zarsi nel tessuto politco o partitico in cui sisono trovati a cimentarsi? O si tratta di unacostituzionale refrettarietà degli intellet-tuali alla politica? O dell'uso cinico che diessi fanno i partiti? «Sono serviti ad atti-rare voti, adesso non servono più, non siimpiccino di cose di cui non capiscononulla!» . Stiano quieti tra i peones! Curiosa-mente, l'anonimato della celebrità! Resta i lfatto che alla prova pratica nessun intellet-tuale, tranne Spadolini o Galasso o Su-sanna Agnelli, si è mostrato in politicaalmeno pari alla propria fama extraparla-mentare. Ed alcuni ne hanno tratto la con-clusione più rassegnata: il ritiro !

Onorevoli colleghi, il bilancio fin qu idescritto riguarda la situazione attuale:quella che, con lo strumento del voto se -greto, salvaguarda la libertà del deputato ,ed in particolare dell'intellettuale e dell'ar-tista deputato, dal diktat, dall'appiatti-mento, dallo schiacciamento, dal ricatt odei partiti . Malgrado questa situazione s icrea disaffezione, disamore, sens odel l ' inutilità . Immaginate quanto e come i lquadro peggiorerà nella situazione che l amaggioranza vuole determinare, e cio ènella pratica abolizione del voto segreto !

E chiudo. Ho parlato di intellettuali, matutti voi, in qualche risvolto del vostr oanimo e spesso in qualche attività segreta ,siete intellettuali ed artisti. Mi rivolgoquindi ai deputati della maggioranza af-finché facciano prevalere i loro istinti ini-biti, intellettuali ed artistici, e pertant orecepiscano un appello alla libertà di co-scienza, senza la quale non si è intellettual iné artisti, ma in definitiva neppure politic iautentici (Applausi dei deputati del gruppofederalista europeo) .

PRESIDENTE. Il seguito della discus-sione è rinviato alla seduta di domani .

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella riu-nione di oggi della IV Commissione per-manente (Difesa), in sede legislativa, èstata approvata la seguente proposta dilegge :

Senatori GIACCHÉ ed altri : Norme per lasemplificazione e per il controllo delle pro-cedure previste per gli approvvigiona-menti centrali della difesa (approvata dalSenato) (2871), con l'assorbimento dell aproposta di legge : ALBERINI ed altri : Normeper la semplificazione e per il controllodelle procedure previste per gli approvvi-gionamenti centrali della difesa (1720), chepertanto sarà cancellata dall'ordine delgiorno .

Annunzio di interrogazion ie di interpellanze .

PRESIDENTE. Sono state presentatealla Presidenza interrogazioni e interpel-lanze. Sono pubblicate in allegato ai reso-conti della seduta odierna .

Ordine del giornodella seduta di domani .

PRESIDENTE. Comunico l'ordine delgiorno della seduta di domani .

Giovedì 29 settembre 1988, alle 9,30 .

Seguito della discussione della propost adi modificazione del regolamento :

Proposta di modificazione dell'articol o49 (doc. II, n. 16) .

— Relatore : Ciaffi .

La seduta termina alle 18,30.

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Trasformazione di un documentodi sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trac f o rmato: interrogazione con risposta scrittaQuercini n . 4-08583 del 27 settembre 1988

in interrogazione con risposta in Commis-sione n . 5-00931 (ex articolo 134, secondocomma, del regolamento) .

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIODEI RESOCONTI

DOTT . CESARE BRUNELL I

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL EPROF . TEODOSIO ZOTT A

Licenziato per la composizione e la stamp adal Servizio Resoconti alle' 20,20 .

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Atti Parlamentari

— 19603 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZEANNUNZIATE

INTERROGAZION I

A RISPOSTA IN COMMISSION E

CAPRILI . — Al Ministro del turismo espettacolo. — Per sapere – premesso ch e

dal novembre 1987 risulta scaduto i lmandato del presidente dell'ENIT (EnteNazionale Italiano del Turismo) ;

1 '8 settembre 1988 è stata presentataed accolta da parte del consiglio di am-ministrazione dell'ENIT la terna di nomi-nativi all 'interno della quale dovrà esserescelto il nuovo presidente – :

per quali motivi questa scelta no nsia stata ancora compiuta aumentandocosì lo stato di difficoltà operativa del-l'Ente nazionale italiano del turismo.

(5-00926)

DE CAROLIS . — Al Ministro dell' in-terno. — Per sapere – premesso che

la Corte dei conti ha rilevato il cre-scente deficit della Azienda municipaliz-zata centrale del latte di Napoli ;

il comune di Napoli è già oberatoda impegni finanziari già superiori all amassa' degli investimenti destinati per i lcorretto funzionamento dei servizi comu-nali ;

che la situazione rischia ulterior-mente di appesantirsi con prevedibili ne-gative conseguenze per gli utenti – :

se si intenda affidare la gestione all aSpA Lattesud Matese, un 'azienda presentenel settore del latte e tecnologicament eall'avanguardia, quale in data 15 settem-bre 1988 ha fatto specifica richiesta a lsindaco di Napoli .

(5-00927)

MANGIAPANE, VIOLANTE, FINOC-CHIARÒ FIDELBO, MANNINO ANTO-NINO, LAURICELLA, MONELLO, LU-CENTI E SANFILIPPO . — Al Ministro del-

l'interno. — Per sapere – premesso ch e

la zona di Barcellona della provinci adi Messina ancora una volta è stata inve-stita della criminalità mafiosa con l'ese-cuzione feroce di due giovani avvenutanella notte del 27 settembre 1988 nell acontrada di Acquaficara ;

tale ulteriore fatto di sangue segnal auna recrudiscenza del fenomeno mafiosoche già negli anni scorsi aveva provocat odecine di vittime assassinate e una diffu-sione capillare di estorsioni nei confrontidi imprenditori, commercianti ed arti-giani ;

questa grave situazione, assimilabilead altre realtà della Sicilia e della Cala-bria con accentuata presenza di organiz-zazioni mafiose, è stata sottolineata a lMinistro lo scorso anno dagli interrogant iche chiedevano provvedimenti straordi-nari

quali misure di rafforzamento degl iorgani locali di polizia siano state adot-tate e si intendano adottare per fronteg-giare e sconfiggere la mafia ramificatasinella zona di Barcellona prima che siconsolidi a più alti livelli di pericolosità ;

se non ritiene opportuno sollecitareun'attenzione specifica dell'alto commis-sario per la lotta contro la mafia nell adetta area di Barcellona P .G .

(5-00928)

CASTAGNOLA, FORLEO E MONTES-SORO . — Al Ministro del turismo e spetta -

colo. — Per sapere –

avendo appreso che il Teatro comu-nale di Genova sta per essere « commis-sariato » a causa della mancata entratain funzione del nuovo consiglio di ammi-nistrazione, essendo il 27 febbraio 1987scaduto il precedente e risultando impos-sibile la prorogatio perché è venuto men oil numero legale ;

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Atti Parlamentari

- 19604 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

rilevato che risulterebbe, allo stat odelle conoscenze, che il nuovo consigliodi amministrazione abbia già visto la de-signazione del totale dei membri nel nu-mero della precedente composizione, com-presi i due rappresentanti dei musicisti ,così come stabilito dall 'articolo 13 dell alegge 800 del 14 agosto 1967 ;

considerato che il blocco del decretoministeriale pare dipendere dalla man-cata nomina dei rappresentanti dei musi -cisti ad opera del ministro del lavoro, acausa di un contenzioso insorto, in sed eamministrativa, sulla legittimità dellaloro designazione – :

se non ritenga di dover provvedereimmediatamente alla nomina del consi-glio evitando il commissariamento e chie-dendo subito al ministro del lavoro i duenomi già designati ed impegnandosi fi nd 'ora ad operare, appena risolto il con-tenzioso, in conformità alle decisionidella giustizia amministrativa . (5-00929)

BORDON, GASPAROTTO, FACHINSCHIAVI E PASCOLAT . — Al Ministro digrazia e giustizia. — Per sapere – pre-messo che

Sandro Moncini, imprenditore trie-stino, è stato accusato e condannato negl iStati Uniti per avere violato il child pro-tection act;

oltre una trentina di esponenti delmondo politico, imprenditoriale e istitu-zionale locale hanno prodotto, per quant oè dato a sapere con risultato determi-nante, testimonianza difensiva scritta ;

ciò ha sollevato l 'indignazione diparte rilevante dell'opinione pubblic atriestina regionale e nazionale ;

oltre a ovvi rilievi di natura etico-morale si sono posti inquietanti interro-gativi, ripresi da tutta la stampa nazio-nale e che hanno trovato vasta eco nell ostesso Consiglio regionale del Friuli-Vene -

zia Giulia, sull'esistenza di lobbies più omeno occulte che attraverserebbero e use-rebbero le stesse istituzioni pubbliche;

ciò ha grandemente turbato la co-scienza civica di ogni cittadino democra-tico rischiando se non saranno chiarit itutti i risvolti di questo episodio, di com-promettere la credibilità delle stesse isti-tuzioni democratiche – :

se non ritenga di dover fare pienaluce, per quanto di sua competenza, sul-l ' intera vicenda, richiedendo ai compe-tenti organi degli Stati Uniti di acquisiretutta la documentazione relativa al cas oin questione conformemente alle intes einternazionali in atto .

(5-00930)

QUERCINI, MACCIOTTA, CHERCHI ,ANGIUS, DIAZ E SANNA. — Al Ministrodelle partecipazioni statali. — Per sapere –premesso

1) che si sono moltiplicate nell'ul-timo periodo iniziative di aziende del si-stema delle partecipazioni statali in con-traddizione :

a) con gli impegni assunti con l eistituzioni democratiche e con le forze so-ciali locali per lo sviluppo in Sardegnadella presenza pubblica ;

b) con precisi obblighi derivantida leggi o altre vincolanti prescrizioniparlamentari ;

c) con l 'interesse stesso delleaziende che, nel quadro di un equilibrat osviluppo della base produttiva nazionale ,non possono prescindere dalla valorizza-zione degli impianti sardi che rappresen-tano parte rilevante, ed in taluni cas ilargamente maggioritaria, dell'intero ap-parato produttivo nei settori della chi-mica e della metallurgia dei non ferrosi ;

2) in particolare che :

A) l'ENI, che detiene la quota piùrilevante della presenza pubblica in Sar-degna, continua a rifiutare un confronto

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Atti Parlamentari

— 19605 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

positivo con la regione sarda non solo su itemi strategici della sua presenza indu-striale ma anche su quelli nei quali èindiscutibile il ruolo regionale come i lturismo e . la reindustrializzazione ed i nparticolare :

a) la capogruppo nel settore turi-stico (Semi) mentre continua una politic adi liquidazione dei terreni e di altre per-tinenze delle dismesse concessioni mine-rarie (e rifiuta su questo terreno una trat-tativa complessiva con la Giunta Regio-nale e con gli Enti Locali interessati a duna valorizzazione non speculativa di tal irisorse) annuncia un incomprensibile affi-damento in gestione di importanti inse-diamenti turistici ad una società la cu iprincipale referenza sembra essere il col -legamento con il gruppo del MovimentoPopolare ;

b) la Carbosulcis cui con legg edello Stato sono state assegnate, per valo-rizzare l 'unica risorsa carbonifera nazio-nale, risorse pari a quelle richieste dal -l 'ENI e calcolate con parametri assai fa-vorevoli di prezzi delle materie prime ,inflazione, redditività, rendimento dei gia-cimenti, ha minacciato la chiusura de icantieri in assenza di nuovi stanziament ipubblici richiesti con motivazioni già re -spinti motivatamente dal Parlamento i noccasione della discussione della finanzia -ria per il 1988 ;

c) si è intensificato lo smantella -mento dell 'attività mineraria metalliferasenza che alcuna iniziativa alternativavenga proposta, totalmente disattendend ola direttiva parlamentare in ordine a lreinvestimento degli oltre 600 miliardi d iproventi fiscali derivati dallo scorporodelle miniere dalla società caposettoredella metallurgia ;

d) non è stato definito il piano perla metallurgia dello zinco e del piombo epermane in conseguenza uno stato di no-tevole precarietà degli stabilimenti di S .Gavino e Portovesme ;

e) l 'ENICHEM annuncia alcuni in-terventi negli stabilimenti di Portotorres ,Cagliari e Ottana ma, nel quadro degli

accordi con Montedison, non prevede nel-

l'area sarda interventi strategici adeguati

a fornire certezze di lungo periodo a sta-bilimenti che, dopo un lungo e doloros oprocesso di ristrutturazione, rappresen-tano una parte rilevante della produzionenazionale ed anzi fa filtrare informazioni

secondo le quali, anche in relazione adaltri interventi programmati, si rischie-rebbe nel medio periodo una progressiv asmobilitazione dell 'esistente ;

B) nel settore dell 'alluminio sonostate assunte iniziative di riorganizza-zione contrastanti con precise delibera-zioni del CIPI ; i programmi presentati

dall 'EFIM non contengono alcuna inizia-tiva per la trasformazione del metalloprimario ;

C) l 'IRI insiste in una politica nonadeguata alle esigenze della Sardegna ne lcampo dei servizi essenziali con motiva-

zioni che paiono ignorare:

a) come la garanzia di adeguat i

servizi di trasporto aereo e marittimo i nconcessione rappresenti per l 'isola unvero e proprio adempimento costituzio-nale tale da richiedere quindi un inter -vento di ulteriore sviluppo rispetto all einiziative che hanno consentito nell'ul-timo quinquennio il superamento dell egravi, precedenti disfunzioni ;

b) come i servizi gestiti, sempre i nconcessione, dalla SIP rappresentino un a

delle precondizioni di uno sviluppo mo-derno e quindi del riequílibrio tra il Sud

e il Nord del paese ;

3) infine che tali iniziative son otanto più gravi in quanto assunte all avigilia di importanti verifiche in sedeparlamentare (esame dei programmi degl iEnti a norma della legge 675/1977) e re-gionale (Conferenza delle Partecipazion iStatali a norma della legge 268/1974) – :

la sua valutazione sulle iniziative i n

premessa ;

se non ritenga di dover disporre l asospensione di tutti quegli atti che costi-tuiscono pregiudizio ad un corretto con-

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Atti Parlamentari

— 19606 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

fronto in sede di Conferenza regional edelle partecipazioni statali ed in qual edata si svolgerà la medesima ;

infine, se sia in grado di garantir eche sono state promosse le procedure per

la definizione degli investimenti dellepartecipazioni statali legati all'accordo d iprogramma per la Sardegna centrale cheil Governo si era impegnato a definireentro il 30 marzo 1988 ed entro qualedata esso sarà definito .

(5-00931)

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— 19607 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITTA

LAVORATO . VIOLANTE, SCHETTINI ,CICONTE E SAMÀ. — Al Presidente delConsiglio dei ministri e al Ministro dell'in-terno. — Per sapere – premesso che

. un nuovo sequestro di persona èstato compiuto in provincia di Reggio Ca-labria . A Cinquefrondi la signora MariaBelcastro è stata prelevata dalla sua abi-tazione e sequestrata da banditi armati ;

il fatto che a Cinquefrondi, un paes ea pochi chilometri dall'Aspromonte, si ri-petano ancora una volta azioni criminal idi questa natura è un nuovo grave e cla-moroso esempio della completa inconsi-stenza delle misure predisposte dal Go-verno per colpire la criminalità mafiosa etroncare la piaga dei sequestri di per -sona ;

i fatti criminosi che si susseguonosenza interruzioni sono la dimostrazion eche le grandi esercitazioni e le parat esull 'Aspromonte costituiscono solo propa-ganda e fumo negli occhi dell'opinion epubblica nazionale sempre più allarmat aper quanto accade in Calabria – :

se non ritengano, a questo punto ein presenza di questi risultati, necessarioed urgente predisporre una diversa e pi ùefficace strategia di attacco alle oraniz-zazioni criminali mafiose, fondata' sull acostituzione di nuclei di magistrati e poli -zia giudiziaria altamente specializzati acondurre azioni mirate a colpire la mafi ae le sue collusioni e protezioni . (4-08613 )

PROCACCI . — Al Ministro della pub-blica istruzione. — Per sapere – premes-so che

la rivista scolastica Tuttoscuola su ln. 260/61 . del P-15 settembre 1988 nell'ar-ticolo « ra di religione, di nuovo pole-mica » a firma di P .V. riporta la seguente

frase a proposito della sentenza del Con-siglio di Stato n . 1006/88 : « dispone chein caso di mancanza dell'ora alternativalo studente frequenti quella cattolica enon rimanga fuori dall'aula » ;

detta rivista che arriva a molti cap id'istituto con abbonamento ministeriale èda questi stessi considerata molto atten-dibile nelle notizie riportate;

molti capi d'istituto sulla base dell afalsa informazione diffusa dalla citata ri-vista potrebbero essere indotti a commet-tere atti illegittimi e discriminanti ne iconfronti degli alunni ;

considerato che la informazione for-nita arbitrariamente dalla citata rivistacausa violazione dei diritti connessi all alibertà di coscienza degli alunni – :

se il ministro competente non ri-tenga opportuno emanare una circolarechiarificatrice che ribadisca il diritto de-gli alunni alla libertà di non avvalersidell'insegnamento della religione cattolicasancita dall'articolo 9 del Nuovo Concor-dato .

(4-08614)

PROCACCI . — Al Ministro della pub-blica istruzione. — Per sapere – premessoche

la circolare ministeriale 284 del' 181987 dispone che gli alunni che non _s iavvalgono dell'insegnamento della reli-gione cattolica possono: « chiedere di op-tare per la semplice presenza nei local iscolastici » ;

in molti istituti superiori soni) stat iapposti avvisi nei quali si prescrive comeobbligatoria per l'allievo la frequenza del -l'ora di religione cattolica o la scelta .del -l'attività alternativa – :

quali provvedimenti il ministro com.,petente intenda prendere per salvaguar-dare la liberà di coscienza prevista , dal-l'articolo 9 del Nuovo Concorrdato (legge121/85), nonché dall 'articolo 19 della Co-stit&zione, libertà ` che verrebbe forte -mente violata da una opzionalità -tfbbligà-toria .

(4-08615)

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Atti Parlamentari

— 19608 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

LATTERI . — Al Ministro della sanità .— Per sapere – a seguito della tragicavicenda accaduta a Porto Cereso dove u nmedico, che prestava servizio presso l alocale guardia medica, è stato assassinat oda uno sconosciuto – :

se sono state, nel passato, date di-rettive dal Ministero . della sanità per l 'or-ganizzazione del servizio dei medici d iguardia medica specie durante le ore not-turne ;

se in quest 'ultimo tragico episodi oerano garantite al medico misure atte asalvaguardare l ' incolumità personale nel-l'esercizio delle sue funzioni ;

quali iniziative si intendono adot-tare, a breve scadenza, per evitare il ripe -tersi di tali frequenti episodi di violenz aa danno di medici di guardia che espli-cano la loro attività al servizio dei citta-dini .

(4-08616)

LOI. — Al Presidente del Consiglio de iministri e al Ministro delle partecipazion istatali . — Per sapere – premesso che

la Carbosulcis, incaricata della riat-tivazione del bacino carbonifero del Sul-cis e destinataria delle risorse finanziarieassegnate con legge dello Stato sulla basedelle richieste ENI, ha richiesto nuovi fi-nanziamenti senza i quali procederebbealla chiusura dei cantieri minerari ;

sussistono forti perplessità – nonsolo per la richiesta – ma anche per l agestione complessiva, fin qui operata, del« progetto carbone » da parte della pre-detta società Carbosulcis » ;

vivo è il malessere sociale nell azona del Sulcis per gli annunciati provve-dimenti dell'azienda che ridimensionereb-bero gli attuali livelli occupativi e com-prometterebbero definitivamente quelliprevisti dall'intero piano d'intervento delsettore – :

I) se • il Governo intende riferire alParlamento sullo stato di attuazione del« progetto carbone » ;

2) quale valutazione il Governo dàdella gestione tecnico-economica del -l'azienda;

3) se non ritenga il Governo di do-ver avviare un'indagine sull 'utilizzo dell erisorse finanziarie fino ad oggi erogate .

(4-08617 )

RONZANI. — Al Ministro della pub-blica istruzione. — Per sapere – premess oche

1) la decisione di non autorizzareuna sesta prima classe presso l 'istitutogeometri « Vaglio Rubens » di Biella i nprovincia di Vercelli ha provocato e st aprovocando notevoli disagi e forti prote-ste ;

2) nel corso di una assemblea digenitori si sono invitate le autorità com-petenti a rivedere tale decisione ;

3) analoga presa di posizione è stat aassunta dalle organizzazioni sindacali d icategoria che giudicano tale decisionefrutto di una interpretazione e applica-zione restrittiva delle norme contenutenella circolare ministeriale n . 55 del 27febbraio 1988 ;

4) l'intera questione è adesso all'e-same del ministro competente – .

se intende autorizzare in tempi bre-vissimi l'istituzi«ne di una sesta primaclasse presso tale istituto .

(4-08618)

CAMBER . — Al Ministro della marinamercantile . — Per sapere – premesso che

I consta all'interrogante che il Consi-glio dei ministri ha approvato in questigiorni lo chema di disegno di legge pre-sentato dal ministro della marina mer-cantile, recante « disposizioni in materi adi sistemi portuali, di classificazione de iporti, nonché di orientamenti portuali edi lavoro portuale » ;

consta all'interrogante che nel citat oprovvedimento il porto di Trieste non ab-bia un'autonoma classificazione: talché lapeculiare funzione del porto di - Trieste,

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— 19609 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

funzione transitaria estero per estero, nonsoltanto non viene valorizzata ma vienegravemente penalizzata ;

da anni la città di Trieste continuaa richiedere al Governo la valorizzazionedel porto di Trieste: richiesta formulat ain maniera pressoché unanime da tutte l ecomponenti politiche della città – :

quali motivi hanno portato alla de-cisione di non riconoscere al porto d iTrieste (nell'ambito del cennato provvedi -mento) l'autonoma classificazione qual edi contro riconosciuta ad altri porti cheoperano in condizioni geografiche ed eco-nomiche forse meno interessanti per l 'eco-nomia nazionale ;

se è intenzione del Governo di valo-rizzare (e in quali ambiti, e in quali tem-pi) la peculiare funzione nazionale ed in-ternazionale del porto di Trieste . (4-08619)

CAMBER. — Al Ministro di grazia egiustizia . — Per sapere – premesso che

risulta essere stata dispo§ta la sop-pressione di un posto di magistratopresso la pretura di Trieste, nonché l asoppressione di un posto di sostituto pro-curatore presso la Procura di Trieste ;

recenti ispezioni ministeriali hannoevidenziato come il funzionamento degl iuffici giudiziari di Trieste è già, allostato, gravemente compromesso dallagrave carenza di organico ;

la riduzione dell'organico quale cen-nata risulta quindi gravemente pregiudi-zievole per il funzionamento di uffici giu-diziari già verificati siccome carenti – :

a) quali provvedimenti possano es-sere tempestivamente adottati per rime-diare la

rcennata nuova situazione ;

b) quali provvedimenti, più in gene-rale, possano adottarsi in tempi compati-bilmente brevi per rimediare congrua-mente la gravissima situazione di crisi incui versano gli Uffici giudiziari di Trieste .

(4-08620)

CAMBER . — Ai Ministri dell 'ambiente edegli affari esteri . — Per sapere – pre-messo che

vaste regioni dell'Italia del nord ,della Germania, dell'Austria, della Jugo-slavia, dell'Ungheria hanno fondato 1 0anni fa la « Comunità Alpe-Adria » peraffrontare insieme le problematiche co-muni a tali regioni ;

recentemente, in una riunione de ipresidenti delle citate regioni, s'è decis odi predisporre un intervento unificato pe rla « tutela dell'Adriatico » ;

nella medesima riunione la Jugosla-via ha relazionato sullo stato delle ricer-che intraprese nel fondale sottomarino ju-goslavo: ricerche ' che hanno portato all acostruzione di ben 88 pozzi sottomarin inell'Adriatico centrosettentrionale – :

se e quali specifiche misure di sicu-rezza vengono adottate dalla Jugoslaviain relazione al funzionamento dei citat i88 pozzi sottomarini : con specifico riferi-mento all'enorme inquinamento che ver-rebbe prodotto da un cattivo funziona-mento di tali strutture;

su quali reciproche basi di serietà esicurezza fonda l'impegno della Comunit àAlpe-Adria a « tutela dell'Adriatico » ecome tale impegno si raccordi con l'impe-gno del Governo italiano a tutela dell'A-driatico e con l'impegno jugoslavo di ri-cerca di petrolio e metano nell'Adriatico .

(4-08621)

CAMBER . — Ai Ministri dell'ambiente edell'industria, commercio e artigianato. —Per sapere – premesso che

la Monteshell ha acquisito, da qual -che tempo in Trieste, la raffineria ex-Aquila ;

recentemente, nell'ambito degli im-pianti cennati, è stata costruita una di -scarica ove è stato costituito un depositoa cielo aperto di fondi residui - di beneinatrattata al piombo IML (tetrametile) eTEL . (tetraetile), residui di lavorazioni

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— 19610 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

precedenti dovute allo svuotamento com-pleto dei serbatoi ;

la costruzione di tale nuova disca-rica non consta abbia ottenuto le necessa-rie autorizzazioni ;

lo smistamento dei cennati residu iavveniva, sino a poco tempo fa, in u ninceneritore sito in La Spezia : e le opera-zioni di smistamento ed incenerimentoerano compiute col rigore necessario – :

se il Governo è a conoscenza delfatto, di per sé grave, ma inscusabil etrattandosi di un'azienda quale la Monte-shelf che per importanza e dimension idovrebbe essere in condizione di rist-tare con tutto il necessario rigore la ivi -gente normativa e le più elementarinorme anti-inquinamento ;

se e quali provvedimenti s'intendonoassumere a riguardo .

(4-08622 )

BRUZZANI, TADDEI, MASINI, CAPEC -CHI, PALLANTI, MINOZZI E GABBUG-GIANI . — Al Ministro della pubblica istru-zione. — Per sapere – premesso che

in frazione Massarella, comune d iFucecchio, è stato soppresso il primo ci-clo della scuola elementare ;

tale decisione prefigura la chiusuradi tutto il plesso scolastico citato ;

la frazione di Massarella ha una' propria identità (parrocchia, . ufficio po-stale, ecc .) ed una popolazione di circa1 .000 abitanti con 30-40 bambini in etàdi scuola elementare ;

la distanza tra la scuola di Massa-rella e quella della località limitrofaTorre, dove gli alunni dovrebbero andare ,è di circa chilometri 2,5 ; ma occorre te -nere conto che la popolazione della pre-detta frazione risiede in case - sparse ,molte di esse collocate dentro boschi edai margini del Padule di Fucecchio e, per -tanto, a distanza molto maggiore a quellaindicata ;

in località Torre non esiste la- strut-tura scolastica adeguata;

nell 'assumere provvedimenti' di sop-pressione di scuòle si impone il rispetto

dell 'articolo 12, 2° comma, della legge 24settembre 1971, n . 820;

il consiglio comunale di Fucecchi oha assunto apposita deliberazione di ri-fiuto del trasferimento della popolazionescolastica interessata ;

l'intera collettività di Massarella èdecisamente contraria alla chiusura dell ascuola, come dimostrano le petizioni sot-toscritte da centinaia di firme, e s iastiene dal mandare i bambini all ascuola statale sostituendola con iniziativecomunitarie –:

se non ritenga opportuno sospender eper l'anno scolastico in corso il provvedi -mento del provveditore agli studi 'di Fi-renze, al fine di consentire un tiesamepiù approfondito della situazione e di ri-portare serenità alla popolazione dell afrazione di Massarella .

(4-08623 )

TRANTINO . — Al Ministro di grazia e

giustizia . — Per sapere se è a conoscenz ache l'ufficiale giudiziario della pretura diTrecastagni (Catania) è stato di recentetrasferito a sua domanda presso l'Uffici oUnico delle Corte d'appello di Catania eil posto resosi vacante nella indicata pre-tura non è stato messo a concorso pe rpoter così consentire domande di trasferi-mento ad eventuali aspiranti, anzi è statooccupato con trasferimento d'ufficio daun ufficiale giudiziario vincitore dell'ul-timo concorso che attualmente presta ser-vizio per il periodo di tirocinio press ol'Ufficio Unico della Corte d'appello d iCatania;

si interroga per sapere quali provve-dimenti intende adottare per ovviare al -l'anomala situazione venutasi a crearecon il trasferimento d'ufficio nel post ovacante della pretura di Trecastagni, maipubblicato nell'apposito Bollettino Uffi-ciale, (considerato che i tirocinanti uffi-ciali giudiziari dell'ultimo concorso ,esaurito il periodo di tirocinio, sono de-stinati alle sedi di pretura vacanti), alfine di porre 'rimedio ad una illegittimasituazione oltre il limite del tollerabile .

(4-08624)

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Atti Parlamentari

— 19611 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

BERSELLI . — Al Ministro del lavoro eprevidenza sociale. — Per sapere – pre-messo che

gli avvocati, iscritti all'Albo specialee in servizio presso l 'avvocatura dell ' I-NAIL di Bologna, si trovano in una gravesituazione che procura loro inevitabili di-sagi e discredito professionale nonostantel'impegno da essi profuso;

tale situazione dipende :

dall'insufficiente numero di legal iaddetti (5 su 15 previsti in organico) ;

dalla insensibilità dimostrata dalladirigenza amministrativa dell'ente nell apredisposizione di strumenti atti alla or-ganizzazione di un efficiente ufficio legal e(personale adeguato numericamente equalitativamente preparato : quello dispo-nibile viene continuamente distolto echiamato a compiti amministrativi ; e ap-parecchiature ; telefoni con linea diretta ,terminale di Cassazione ecc .) – .

quali iniziative urgenti intendaporre in essere al fine di organizzare unefficiente ufficio legale presso l 'INAIL diBologna .

(4-08625 )

POLIDORI, FAGNI, SANNELLA E

BARZANTI . — Al Ministro del lavoro eprevidenza sociale. — Per sapere – pre-messo che

è ormai presente nel giudizio de lsindacato CGIL-CISL-UIL che i contratt idi formazione e lavoro, introdotti nellalegislazione italiana nell 'anno 85-86 comestrumenti di risposta ai problemi occupa-zionali delle giovani generazioni e com econtributo ad alleggerire il costo del la-voro da parte delle aziende, si è rilevatouno strumento da modificare . Ma ciò nonè mai stato e non poteva essere concepit ocome coercitivo nelle mani del patronatopubblico o privato sui lavoratori che d iquesta legislazione fruivano ;

ebbene così è stato fatto valere inmodo plateale e grave nei confronti didue giovani assunti (300 compléssivi) ne-gli ultimi 2 anni dalla « Società Magona

d'Italia », azionista di maggioranza l'exPresidente della Confindustria Lucchini ,ai quali non si è voluto rinnovare il con -tratto, senza nessuna motivazione se no nquella non dichiarata ma di fatto usata ,in modo particolare nei confronti di unodi essi reo soltanto di essere intervenut oad un dibattito pubblico alla presenza disindacalisti e deputati comunisti ed averfatto presente i limiti che questi contratt ipresentano ai lavoratori che ne fruiscono ;

il s fatto è stato ritenuto grave da isindacati, suscitando lo sciopero nell afabbrica indetto dalla FIOM-CGIL, presedi posizione di 5 consigli comunali dell azona Piombino-Val di Cornia, petizion ipopolari, prese di posizioni di lavorator idi altre fabbriche e di enti pubblici – :

alla luce di quanto esposto se no nritiene di intervenire e di far presente a idirigenti di questa azienda, che i con-tratti di formazione e lavoro non possonoessere utilizzati per colpire la dignità e l alibertà di opinione di un cittadino di que-sto paese, al quale la Costituzione af-ferma questo diritto, e chiama le istitu-zioni a difenderlo in ogni suo esercizio.

(4-08626)

CASTAGNETTI GUGLIELMO. — AlMinistro dei trasporti. — Per sapere – pre-messo che

più volte nelle diverse sedi rappre-sentanti politici e delegati degli utent iavevano segnalato l'arretratezza e l ascarsa efficienza del servizio offerto dallaSNFT linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo ;

per ovviare a questo grave disservi-zio che pesa negativamente sull'economiadi quella parte della provincia di Bresciae segnatamente della Valle Camonica s iera più volte sollecitato il passaggio i nmano pubblica della gestione di detta so-cietà ;

cnn procedura discutibile da part edei responsabili regionali e provinciali delsettore ci si era yinvece orientati ad un'as-sunzione della concessione da parte delleferrovie Nord Milano che si caratteriz-

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Atti Parlamentari

— 19612 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

zava tuttavia più per la continuità con lapassata gestione che non per l 'auspicatorinnovamento ;

di tutto questo continuano a fare l espese gli utenti della ferrovia ulterior-mente penalizzati con Io spostamento d'o-rario del rapido della sera Brescia-Edoloe con l'aumento dei tempi di percorrenzanonostante il rinnovo dei binari attuatodi recente – :

quali indicazioni intende dare allasocietà concessionaria a garanzia dell'ef-fettivo miglioramento del servizio sempr epromesso e mai realizzato .

(4-08627)

CICERONE, CIAFARDINI, DI PIETROE ORLANDI. — Al Ministro del lavoro eprevidenza sociale. — Per sapere – pre-messo che

il 26 settembre scorso, intorno all amezzanotte, alla VIFAN dell 'Aquila ,azienda che produce materie plastichesorta per iniziativa dell 'INSUD, l 'operaioGiustino Zugaro di 25 anni è stato vit-tima di un gravissimo incidente sul la-voro ;

l'assemblea dei dipendenti e il sin-dacato, con un comunicato emesso ieri ,hanno denunciato l'estrema pericolosit àdel lavoro in questa fabbrica, dove av-viene un incidente ogni due-tre giorni ,dove siamo già al quarto infortunio gravenegli ultimi tempi, dove per puro casosono stati evitati altri incidenti cheavrebbero assunto proporzioni drammati-che, tanto che la VIFAM è ai primi post iin Abruzzo per gli infortuni sul lavoro;

lo stesso sindacato ha denunciatol'assenza nella fabbrica di un servizio dipronto soccorso e di infermeria – :

quali accertamenti sono stati fatti equali misure sono state adottate nel pas-sato dagli organi preposti alla sicurezzadel lavoro (in particolare Ispettorato de llavoro, INAIL e unità sanitaria locale) inrelazione ai numerosi incidenti avvenut ialla VIFAN;

se non intenda promuovere una ap-profondita inchiesta circa le cause e l eresponsabilità degli inci1enti in quest afabbrica al fine di riportare a normalitàuna situazione di continuo pericolo per ilavoratori .

(4-08628)

ORSENIGO . — Al Ministro delle fi-

nanze. — Per sapere alla luce del decretodel ministro dell'industria del 4 agosto1988, n. 375 concernente un testo unic odelle norme di esecuzione della legge 1 1giugno 1971, n . 426 sulla disciplina delcommercio, che ha proceduto all'unifica-zione della tabella IX concernente gli ar-ticoli di vestiario confezionati con la ta-bella XI concernente le calzature e gliarticoli di pelle e di cuoio previsti dalprecedente decreto 30 agosto 1972, se in-tende procedere ad assolvere all'impegnoassunto in Parlamento di assumere inizia-tive per abbassare l'aliquota IVA dell ecalzature prevista attualmente nella mi-sura del 18 per cento .

L'innovazione apportata al decreto de lministro Battaglia considera sostanzial-mente le calzature genere di largo e ge-nerale consumo alla stessa stregua degl iarticoli di abbigliamento e pertanto s'im-pone per ragioni di equità, lo stesso trat-tamento fiscale ai fini dell ' IVA. (4-08629)

MACERATINI . — Al Ministro dellapubblica istruzione. — Per sapere – pre-messo che

da molte città della provincia di La-tina arrivano con quotidiana frequenzanotizie di carenze e disservizi in nume-rose strutture , scolastiche tra le quali c ilimiteremo a citare soltanto quelle di cu ila stampa non solo locale si è di recenteoccupata; così, ad esempio :

a Gaeta all'istituto per il commerciola situazione è già drammatica con circa130_ alunni e appena otto aule a disposi-zione (peraltro anguste e inadatte) di cu isoltanto sei destinate ad ospitare leclassi; all'istituto Fermi la crisi di aule estrutture ha reso necessaria . l'effettuazione'di doppi turni ;

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Atti Parlamentari

— 19613 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

a Priverno si lamentano situazionidi estremo disagio un po ' ovunque masoprattutto alla media Cervi di via Matte-otti e all'istituto d'arte nel complesso at-tiguo alla media (per la prima sono statigià previsti doppi turni per circa duemesi a causa di interminabili lavori d iristrutturazione dell'impianto antincendioe adeguamento di quello elettrico all enorme CEI) ;

a Terracina: è in forse la distribu-zione dei pasti per le materne poiché no nè stata inspiegabilmente ancora rinnovat ala convenzione con la ditta che ha curatofino ad oggi il servizio mense ;

ad Aprilia : ad alcuni studenti iscritt ialla classe quarta del « Mattei » è stat oaddirittura imposto l 'obbligo della fre-quenza presso la sede centrale di Latin a(e ciò senza nemmeno una lettera di pre-avviso) ;

a Giura-nello: le scuole medie ver-sano in stato di deprecabile abbandon o(precarietà delle strutture, carenze igieni -che e totale mancanza di adeguate mi-sure di sicurezza) ;

a San Felice Circeo al Leonardo daVinci gli studenti al primo giorno hannotrovato una sgradita sorpresa : aule privedi banchi ! ;

tutte queste lamentele provenient ida ogni parte della provincia rendonomaggiormente colpevoli le varie ammini-strazioni locali che si sono fatte coglier edi sorpresa, come ogni anno, per la riso-luzione dei ricorrenti problemi scolastici ,del resto assai facilmente prevedibili at-tesa la loro ricorrenza – :

quali iniziative il Governo intenda.urgentemente assumere per varare un de-"initivo e serio programma di ristruttura-'ione e di migliore organizzazione delle;tratture scolastiche già esistenti dand oiel contempo il via alla costruzione discuole adeguate e sufficientemente attrez-:ate a soddisfare la domanda di una in -era provincia .

(4-08630)

MACERATINI . — Al Ministro dell'am-biente . — Per sapere – premesso che

nelle vicinanze della sorgente ferru-ginosa dell 'Acqua Rossa a Viterbo è statainaspettatamente aperta una strada la cuicostruzione è costata l'abbattimento dimolti alberi di alto fusto (anche querc esecolari) ;

tale scempio ecologico è stato com-piuto nonostante ci fosse una appositalegge (431/1985) che lo vietasse severa-mente – :

quali iniziative intenda urgente-mente assumere perché il danno nonvenga portato a più gravi conseguenze eperché la magistratura svolga accurat eindagini riguardo agli illeciti e alle re-sponsabilità eventualmente configurabili .

(4-08631 )

MACERATINI . — Al Ministro dell'am-

biente . — Per sapere – premesso che

come già ampiamente denunciato i nuna precedente interrogazione la situa-zione del parco dei monti Simbruini no naccenna a migliorare e anzi il continuo einspiegabile disinteresse delle varie auto-rità preposte alla sua tutela e salvaguar-dia fa sì che ormai il parco risulti ridottoad un enorme incontrollato mondezzaio ;

nonostante le continue promesse, so-prattutto da parte della Regione, il de-grado di uno dei più importanti parchinaturali del Lazio (40 mila ettari di terri-torio) continua inarrestabile ;

addirittura il sindaco di Ienne (FR)ha autorizzato una gara di motocross nelterritorio del suo comune in una zonache dovrebbe essere rigorosamente pro-tetta per i suoi delicati equilibri naturali-stici così come a Filettino il sindaco hapermesso la scorsa estate il libero cam-peggio che, come è noto, è vietato neiparchi – :

quali iniziative intenda urgente -mente assumere per fare piena luce su

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Atti Parlamentari

— 19614 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

queste vicende e per avviare altresì unserio programma per la tutela e la salva-guardia del citato parco naturale .

(4-08632)

MACERATINI . — Al Ministro dell ' in-terno. — Per sapere – premesso che

il lungo marciapiede che costeggiasul lato sinistro via Garigliano a Cassinogiace nel più completo degrado, abbando-nato dalle colpevoli autorità locali ;

lo stesso marciapiede, tutto bucheed irregolarità, costituisce un pericol ocontinuo per coloro che si trovano a pas-sare ;

tali buche non sono altro che i lfrutto dei soliti interminabili lavori ini-ziati e mai portati a termine – :

quali, iniziative ritenga di poter ur-gentemente assumere affinché si provvedain breve tempo a risolvere questi inspie-gabili problemi legati senza ombra d idubbio alla inefficienza delle autorità co-munali .

(4-08633 )

MACERATINI . — Al Ministro della sa-nità. — Per sapere – premesso che

all 'ospedale di Priverno (LT) per po-ter effettuare una qualsiasi analisi clinical'utente è costretto ad interminabili cod ee ad ore di estenuante attesa con intuibil idisagi di ogni genere ;

il menzionato laboratorio ospeda-liero non riesce in nessuna maniera adare adeguata copertura alla enorme do -manda della zona (confluiscono al ReginaElena di Priverno non solo i prelievi de idegenti interni ma anche quelli effettuat idal personale paramedico presso i centr idi Sonnino, Prossedi, Maenza e Rocca-seccà dei Volsci )

quali iniziative il Governo intendaurgentemente assumere – anche in vi asostitutiva – per restituire un minimo diordine, efficienza e funzionalità a quest oindispensabile servizio dell'ospedale diPriverno.

(4-08634)

PARLATO E MANNA. — Ai Ministri

dell'interno, per il coordinamento della pro-tezione civile, dell'ambiente, della sanità eper gli interventi straordinari nel Mezzo -giorno. — Per conoscere:

i motivi che ostacolano il completa -mento della sistemazione idraulica de lvallone « Valle dell'inferno », nel sottoba-cino del fiume Torano in Piedimonte Ma -tese ;

quali interventi si intendano ope-rare, ogni ministero secondo le propriecompetenze, per porre fine alla inadem-pienza riguardante i lavori da portare datempo a termine da parte della Comunit àMontana del Matese e della ex Cassa peril Mezzogiorno, tanto più che detta ina-dempienza costituisce un pericolo per l aincolumità delle persone in caso di pien adel fiume Torano e consente la fuoriu-scita a cielo aperto di materiali prove-nienti dagli scarichi abusivi dei comunidi Castello Matese e San Gregorio Ma -tese, con i conseguenti danni per l'am-biente e per la salute .

(4-08635)

PARLATO E MANNA . — Al Ministrodelle partecipazioni statali . — Per cono-scere – avuto riguardo ai contenuti dell ainterrogazione 30 luglio 1987 n . 4-00690ed alla risposta del 5 dicembre 1987 rela-tivamente alla possibilità di realizzazion edi una rete idroviaria del Volturno e de iRegi Lagni – a qual punto si trovi i lprogetto della società Idrovie(IRI) che nel dicembre dello scorso anno ,dopo essere stato aggiornato più volte ,era ancora all'esame del competente as-sessorato ai trasporti della regione Cam-pania ;

se sia dato conoscere dati precisi siapure sintetici, in ordine ai contenuti deiprogrammi e dei progetti, di estremo in-teresse per lo sviluppo economico e so-ciale come per la tutela delle aree co-stiere ed interne .

(4-08636)

PARLATO . — Al Presidente del Consi-glio dei ministri e ai Ministri delle finanze,

di grazia e giustizia e per il coordinamento

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Atti Parlamentari

- 19615 —

Camera dei Deputat i

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delle iniziative per la ricerca scientifica etecnologica. — Per conoscere – premessoquanto a precedente interrogazione con-cernente l ' incarico attribuito dal Consiglionazionale delle ricerche all 'architetto Ca-pobianco e che le deliberazioni adottat edagli organi direttivi del predetto entefino all 'anno 1984 venivano esposte a lpubblico insieme al resoconto sommari odella discussione e le relazioni dei serviz inonché avuto riguardo a quanto testual-mente dichiarato dal dirigente del servi -zio affari legali del CNR con nota 2944 8del 28 novembre 1984 (recepita dall agiunta amministrativa con deliberazionen . 1109 .16) : « ciò evidentemente fermo re-stando le eventuali responsabilità di ch iha impegnato l'Ente . . . » con ovvio rife-rimento alla lettera di incarico predispo-sta dal dottor Grimaldi e firmata dall 'al-lora presidente Quagliariello e che dun-que . appare pacifico che il presidente i ncarica (Rossi Bernardi) e l 'allora direttoregenerale (Moretti) non potevano no navere avuto integrale cognizione della let-tera suddetta e del falso in essa conte-nuto

se e quali provvedimenti ammini-strativi e giudiziari siano stati adottat inei confronti del presidente Rossi Ber-nardi ed in caso che nessuna inziativa si astata assunta o si ritenga di assumere daparte del ministro vigilante, quali nesiano le precise ragioni, anche perché i lfondamento dei sospetti viene avvalorat oogni giorno di più dal pesante silenzi ocaduto sulla delicata questione . (4-08637)

PARLATO E MANNA. — Ai Ministri

dell'industria, commercio e artigianato, pe ri beni culturali e ambientali e del turismo edello spettacolo . — Per sapere – premessoche la società FIDIGEST, con sede legalein Roma, ha acquistato per 247 milioni,all 'asta, il diritto allo sfruttamento dell efonti dell 'acqua Calena famosa sin dal -l 'antichità per le singolari caratteristich einebrianti, e quanto resta dello stabili -

mento in abbandono da oltre dieci anni ,nel comune di Francolise (Caserta )

quali notizie sono in possesso de iministeri interessati riguardo ai pro-grammi della società di cui in premessa ,al numero di assunzioni previste ed allequalifiche richieste ;

in che misura vi sarà partecipazionepubblica o finanziamento delle spese d iinvestimento da affrontare e quali con-trolli saranno esercitati perché il tutt orappresenti davvero una boccata d'ossi-geno per l 'economia della zona e non un amanovra speculativa, come spesso è avve-nuto e avviene nel Mezzogiorno d'Italia .

(4-08638)

PARLATO E MANNA . — Ai Ministridell'interno, del tesoro, degli affari esteri edi grazia e giustizia. — Per conoscere –premesso che la « libera e democraticarepubblica popolare » del comune di S .Giorgio a Cremano, con atto deliberativodella G .M. n. 3 .51988 ebbe a deliberareuno « scambio culturale con la Corea de lNord » e cioè a dire un costoso viaggio d ipiacere per una nutrita e divertita suadelegazione in Estremo Oriente, facen-done poi oggetto di un ulteriore atto deli-berativo di riesame, quello del consigli ocomunale dell ' 11 giugno 1988 n . 91, in-viato alla sezione provinciale del CO .-RE .CO . il 18 giugno 1988 con scadenza1'8 .7 .1988 ;

il segretario della sezione del MSI diS . Giorgio a Cremano, Ing. MaurizioBruno, il consigliere comunale del MSIGuido Salerno, e gran parte della cittadi-nanza hanno deplorato il singolare viag-gio dell 'allegra comitiva, del tutto insen-sibile alla gravità dei problemi storici e demergenti nella « libera repubblica demo-cratica » di S . Giorgio a Cremano mentreil suddetto consigliere comunale in data 6luglio 1988 dirigeva un esposto al Procu-ratore generale della Repubblica di Na-poli, al presidente della sezione provin-ciale del CO.RE.CO . ed alla Corte dei

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Atti Parlamentari

— 19616 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

conti, allo scopo di veder revocato l'attodeliberativo incriminato' in vista :

a) della mancanza di relazioni diplo-matiche con un paese non riconosciut odallo Stato italiano e che ha minacciatoattentati terroristici le Olimpiadi di Seul ;

b) di una composizione della « spe-dizione » costituita invece che in basealla delibera in modo difforme dallastessa delibera ;

c) della carenza assoluta di un capi-tolo spesa nel bilancio 1988 idoneo all alegittimità degli esborsi (non potendos icertamente far riferimento al capitolo5006 « anticipo all 'economo », dovendosiin tal caso ipotizzare che attraverso l'uti-lizzo di tale capitale ogni e qualunquespesa sia possibile e legittima) – :

quali relazioni diplomatiche intrat-tenga l 'Italia con la Corea del Nord e senon ve ne siano, per quali motivi ritenut ivalidi dal Governo nazionale ma nondalla « autonoma repubblica » di S . Gior-gio a Cremano, pur militando tutti oquasi gli esponenti di questa negli stess ipartiti della maggioranza nazionale ;

da chi è stata costituita, ed a qualetitolo, la delegazione ;

quali precisi e concreti scambi cul-turali (ed anche commerciali come si as-sume) siano stati effettuati e con qual ieffetti sull 'interscambio italiano con l 'e-stero e sulle relazioni ed integrazioni cul-turali italiane ;

quali accertamenti abbia svolto econ quale esito e quali iniziative abbi aassunto, alla ricezione dell'esposto delconsigliere Salerno, la Procura della Re-pubblica di Napoli, la sezione provincialedel CO .RE.CO. e la Corte dei conti ;

se i bilanci del comune prevedesseroe comunque evidenziassero risultati attiv ie nessun indebitamento, sì che la inizia-tiva turistica in parola – almeno sott otale profilo – non sia censurabile mapossa, sul piano contabile, essere qualifi-cata come un « premio », anche se disin-volto, allo indefesso lavoro dei compo-

nenti la delegazione dell'iridata ammini-strazione comunale che va dal bianco a lrosa, dal rosso al giallo fino ai color i« primaverili », anche se la somma oc-corsa avrebbe potuto essere spesa inmodo molto più oculato essendoci – ben -vero – a S . Giorgio ancora qualche pic-colo problema da risolvere .

(4-08639)

PARLATO E MANNA . — Al Ministro

dell'interno. — Per sapere – premesso ch e

più volte il consigliere comunale de lMSI-DN di Castelvolturno (Caserta), Vin-cenzo De Simone, ha chiesto – senza otte-nere risposta – a quale titolo il comuneospitasse, da alcuni anni, in propri locali ,un esercizio commerciale privato, inte-stato alla signora Maria Morrone, benefi-ciaria anche dell 'energia elettrica a titol ogratuito ;

in seguito, dovendosi procedere aduna ristrutturazione della casa comunale ,la titolare dell 'esercizio in questione erastata invitata, dal sindaco, a lasciare li-beri i locali, già dal mese di luglio ul-timo scorso, senza che, tuttavia, si proce-desse allo sgombero, come è invece avve-nuto per l 'esercizio commerciale della ve-dova Rosa Papararo da un locale privatoe non già di proprietà pubblica ;

i motivi dell'eccessiva tolleranza evi-denziatasi nel primo caso, come dell'e -strema solerzia nel secondo, sono a tut-t 'oggi sconosciuti – :

quali passi si intendano muovere ne iconfronti del prefetto di Caserta perch évigili con maggiore decisione sui frequen-tissimi comportamenti arbitrari e discri-minatori del sindaco e della giunta comu-nale di Castelvolturno .

(4-08640)

PARLATO E MANNA . — Ai Ministri

per il coordinamento delle iniziative per l a

ricerca scientifica e tecnologica, del tesoro,delle finanze e per gli interventi straordinar i

nel Mezzogiorno. — Per conoscere:

quanto abbia speso complessiva-mente il Consiglio nazionale delle ricer-

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Atti Parlamentari

— 19617 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

che per la partecipazione alla Fiera d iMilano durante la gestione Rossi-Bernard i(anni 1985, 1986, 1987, 1988), disaggre-gando e specificando le seguenti voci :missioni del personale, di componenti diorgani direttivi (Consiglio di Presidenza) edi organismi consultivi vari ; allestimentodello stand ; convegni e manifestazioni si-milari ; pubblicazione di inserti su riviste ,ecc . ;

altresì se corrisponde al vero (circo -stanza che ha creato vivo stupore tra ifunzionari e direttori degli organi di ri-cerca presenti) che la sorella del presi -dente Rossi Bernardi abbia allestito unconvegno del C .N.R. svoltosi durante laFiera Campionaria dell 'anno 1986 e se s ivoglia accertare, tramite indagini di poli -zia tributaria chi abbia realmente orga-nizzato tale convegno e se in qualch emodo vi siano stati o meno pagamenti afavore di un familiare del presidente del -l'ente che detto convegno aveva pro-mosso ;

infine, quante centinaia di milioniabbia speso complessivamente e partita -mente il C.N.R. per partecipare alla re-cente Fiera del Levante considerato ch elo stesso Rossi Bernardi ha insistente -mente invitato tutti i dirigenti dell'Ente apartecipare a tale manifestazione, anch ese non vi era alcuna attinenza con i com-piti . cufficio espletati e ciò allo scop oniente/ affatto occulto di presentare allaclasse politica convenuta per l'occasionel'immagine di un ente osannante nei suoivertici dirigenziali alla gestione del Ross iBernardi, il quale ha necessità del mas-simo consenso anche interno dato chespera ed attende la riconferma dell'inca-rico, e come giudichi il Governo la pro-messa di creare decine di organi di ri-cerca nelle regioni meridionali senza al-cun piano- di seria programmazione tantoè vero – per fare un solo esempio – cheaccanto all 'Istituto di Geologia Marin acon sede in Bologna (città notoriamentesul mare !) sarà creato un doppione (convita ovviamente grama perché soltant obandiera senza esercito della presenza de lC.N.R. nel sud e niente altro) con sede in

Campania, mentre la regione Basilicataavrà addirittura ben sei organi di ricerca ,anche se da otto anni attende invano l aistituzione dell 'unico organo previsto dal -l 'ordinamento dei servizi, cioè l 'Istitutodelle argille con sede in Potenza . (4-08641 )

PARLATO E MANNA. — Ai Ministridell'interno, per i beni culturali ed ambien-tali e per il coordinamento della protezionecivile. — Per conoscere – premesso che

tra gli edifici censiti nell'ambitodelle 121 ville vesuviane del settecento ,esiste quello della caserma di cavalleriaborbonica « Mascabruno » in Portici ;

su parte di tale edificio sono stat isvolti evidenti interventi di restauro sta-tico e – forse – conservativo, pur rima-nendo i vastissimi ambienti totalment einutilizzati ;

su altra parte del fabbricato, inspie-gabilmente, non è stato portato a termin ealcun tipo di intervento ed essa è occu-pata da famiglie di terremotati del no-vembre 1980 e del febbraio 1981 in con-dizioni statiche, funzionali ed igienichemolto, molto precarie per non dire subu-mane, vivendo tali famiglie un corrente ecrescente pericolo derivante dall'incertastatica del fabbricato e dalla paurosa ca-renza sanitaria dei servizi ;

il l u ottobre del 1981, il gruppo con-siliare del MSI al comune di Portici, « oc-cupava per protesta » la sede del comunedi Portici insieme . a nuclei di terremotat ie di senzatetto, chiedendo che venisser oripresi i lavori edilizi nel detto edificioche non erano mai' stati ultimati pur es-sendo disponibili 400 milioni di lire da lcomune ed altri 300 stanziati dal com-missariato straordinario di governo e ch ei terremotati non fossero sgombrati da ldetto edificio reso agibile ed abitabile, si nquando non ricevessero una civile e defi-nitiva sistemazione abitativa;

il 3 ottobre 1981, a seguito dell adetta azione, l'amministrazione comunaledi Portici, in presenza dei consiglieri de lMSI e di una delegazione degli occupanti

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Atti Parlamentari

— 19618 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

la caserma « Mascabruno », assunse for-male impegno, debitamente verbalizzato ,che nelle more della sistemazione abita-tiva definitiva alla quale sarebbe statodato corso, venissero svolti interventi d imanutenzione ordinaria e straordinari ache consentissero alle 22 famiglie terre-motate – oltre 100 persone – di sopravvi-vere nell 'emergenza determinatasi pe rtutti i nuclei ;

per quanto incredibile possa appa-rire, ad otto anni dal sisma, invece, l asituazione della precarietà abitativa de inuclei in parola non solo non è stataeliminata ma si è ovviamente aggravataoltre misura, come constatato personal -mente dall 'interrogante che si è recato i nloco per valutare la situazione, accompa-gnato dal segretario della sezione MSI d iPortici Ciro Nocerino e dal consigliere co-munale avvocato Michele Bruno ;

particolare preoccupazione destanoinfatti molte delle sistemazioni abitativ etra le quali quella del nucleo familiare d iPietro Mazza, la cui « abitazione » pernon definirla « tana » a causa del pericol odi crollo delle facciate ha le finestre com-pletamente tompagnate ad eccezione dialcune feritoie, quasi « bocche di lupo », eche è dunque priva di aria e luce da ottoanni e la « abitazione » per non definirla« spelonca » di Amalia d'Angelo e dell asua famiglia ha tale umidità che le paretitrasudano acqua e muffa in una variegatacolorazione verde ed in una intollerabilerarefazione dell'aria – poca – che vi s i« respira » (caso già sottoposto al sindacodi Portici dal consigliere Michele Bruno edall 'interrogante al prefetto di Napoli ,purtroppo senza esito alcuno sinora) ;

il comune di Portici ha assunto ulte-riore impegno in ordine ad un reinsedia-mento abitativo definitivo di tutti i nuclei 'familiari ma ammesso e non concesso ch esi provveda a dare seguito a tale impegn o(la cui credibilità è obiettivamente scarsaatteso che dal sisma sono già decorsi in -vano otto anni) ciò richiederà almeno al-tri due anni durante i quali è assurdodetenere ancora le cento e più anime nel

fatiscente fabbricato settecentesco in que-stione – :

perché gli interventi sulla caserma« Mascabruno » abbiano riguardato sol ouna parte del fabbricato e non tutto ilcomplesso;

quale destinazione si intende dareagli ambienti restaurati e perché in effett iessa non abbia avuto effettivo inizio ;

per quali motivi non siano stat isvolti dopo otto anni dal sisma gli inter -venti edilizi necessari ad un graduale re-cupero della parte abitata del complessoconsentendo la più sicura, anche se no npiena, agibilità ed abitabilità, nelle moredella sistemazione abitativa definitiva al-trove ;

perché, almeno per i casi più gravi ,non siano stati disposti ed effettuati que iminimi interventi volti al recupero dalpiù vistoso degrado dei tuguri, tane, spe-lonche, presenti nel fabbricato, per perve-nire ad un livello di abitabilità più accet-tabile e meno incivile ;

perché il sindaco di Portici ed i lprefetto di Napoli, proprio in relazione aquesti casi-limite nell'ambito del più ge-nerale degrado, non abbiano dato seguit oalla istanza dei diretti interessati nonchédei menzionati quadri elettivi del MSI;

cosa si intenda disporre in tempibrevissimi per dar corso ad interventi direcupero ambientale, di agibilità e di abi-tabilità del fabbricato in parola (ivi com-prese le cause ulteriori di pericolo deri-vanti da impalcature e strutture inspiega-bilmente lasciate in loco senza che gliinterventi di urgenza fossero mai comple-tati) ;

in quali tempi e località si darà ini-zio ai lavori e verranno completati e con-segnati agli occupanti della caserma« Mascabruno » gli immobili da destinarea loro' abitazione definitiva e, se rispondeal vero che la destinazione della parte delcomplesso « Mascabruno » della quale quici si occupa sia ad « uffici », di quali« uffici » Si tratti e perché dopo la soffe-renza almeno decennale che gli occupanti

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Atti Parlamentari

— 19619 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

avranno subito « subabitandosi » sia dascartare l'ipotesi di un'assegnazione del -l ' immobile ad essi, dopo il completo re-stauro, a meno di superiori ed obiettiv eesigenze di utilizzazione culturale ed am-bientale di alto profilo (che non è quell adi « uffici », generici e sospetti) . (4-08642 )

PARLATO E MANNA. — Ai Ministridell'ambiente, dell'interno, di grazia e giu-stizia, della sanità e per il coordinamentodella protezione civile.-- Per sapere – pre-messo ché

il MSI ha più volte sollevato il casodella discarica autorizzata in localitàPonte nel comune di Sessa Aurunca (CE) ,gestita dalla società Buonamano, la cu iazione altamente inquinante diventa ogn igiorno più preoccupante ;

in particolare capogruppo de lMSI-destra nazionale al consiglio provin-ciale di Caserta, Achille Maria Vellucci ,ha presentato varie interrogazioni, inviat eanche alla pretura di Sessa Aurunca, co nle quali ha provocato per due volte, ne l1986 e nel 1987, il sequestro della disca-rica;

da notizie certamente non prive d ifondamento nella discarica verrebber osmaltiti anche rifiuti tossici di aziendedel nord ;

a conferma di quanto sopra il pro-prietario della discarica ha avanzato condisinvoltura alle competenti autorità ri-chiesta di autorizzazione per lo smalti -mento di rifiuti tossici – :

quali provvedimenti si intendonoadottare, ogni ministero secondo le pro-prie competenze, per evitare che nella -di -scarica Buonamano di Sessa Auruncacontinui lo smaltimento di rifiuti tossici equali per impedire che l'opera inquinant eabbia addirittura l'avallo di una discuti -bile autorizzazione ;

quali accertamenti sono stati svolt idalla magistratura e quali controlli equando da parte delle forze dell'ordine ,del prefetto e di altre competenti autorità

a seguito delle numerose segnalazioni trale quali quelle delle associazioni ambien-taliste « Azione Ecologica » e « FareVerde » .

(4-08643)

PARLATO E MANNA. — Al Ministro

dell'interno . — Per sapere – premesso ch e

in data 24 febbraio 1987 il presi -dente della Commissione finanza e pro-grammazione, bilancio, patrimonio e de-manio del comune di Castelvolturno (CE) ,a ciò sollecitato più volte dal consiglieredel MSI Vincenzo De Simone, ha inviatoal sindaco la seguente lettera : « Dalle ri-sultanze della seduta del 28 gennaio 1987è scaturito che si dia mandato all'UfficioTecnico di procedere al ricaccio di tutti ibeni patrimoniali disponibili ed indispo-nibili del comune ed inventariarli . Per-tanto vogliate invitare l 'Ufficio in que-stione all 'ottemperanza di tale mandato ,dandomi a lavoro avvenuto le risultanz eda sottoporre all'attenzione della commis-sione che io presiedo . » ;

a tutt 'oggi (dopo un anno e mezzo)il sindaco non ha ancora provveduto arispondere alla richiesta della suddettacommissione ed in particolare del MSI – :

quali interventi si intendano ope-rare, nei confronti del Sindaco di Castel-volturno e del prefetto di Caserta, perch ési abbia una mappa precisa del patrimo-nio del comune di Castelvolturno, anch eper poter accertare l'esistenza o meno d ieventuali usi impropri o di carattere spe-culativo dei suddetti beni .

(4-08644)

PARLATO E MANNA — Ai Ministri

dell ' interno e di grazia e giustizia . — Persapere :

se risponde a verità la notizia, rife-rita anche in una interrogazione del con-sigliere comunale del MSI Vincenzo DeSimone, secondo la quale alcuni impie-gati del comune di Castelvolturno (CE)assunti con la legge 363 e quindi comepersonàle di « estrema fiducia », ma forsesolo in termini clientelari, sarebbero stati

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Atti Parlamentari

— 19620 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 198 8

trasferiti da un ufficio all 'altro perché ac-cusati di aver contraffatto dei mandati d ipagamento, intascando illegittimament edel denaro ;

nel caso la suddetta notizia foss evera, quali provvedimenti si intendonoadottare per quanto di competenza daparte del ministro dell ' interno; quali in-terventi sono stati operati dal prefetto d iCaserta ;

quali accertamenti sono stati svolt idalla magistratura eventualmente inve-stita del caso e quali saranno attivatiqualora gli amministratori comunali aves-sero occultato precise responsabilità, vuo iper connivenza con il fatto criminoso ,vuoi per motivi politico-clientelari .

(4-08645 )

TASSI. — Al Presidente del Consigliodei ministri e ai Ministri dell'interno, de ilavori pubblici, dei trasporti, del turismo espettacolo e di grazia e giustizia . — Persapere se abbia ancora valore la rispostaalla interrogazione parlamentare dell ' in-terrogante n. 4-01522 relativa al cosid-detto e ormai famigerato progetto Fanta-syland che si vorrebbe realizzare, daparte di gruppi di speculatori, nell 'areadel Basso Garda, interessando diretta -mente e indirettamente • i territori di Lo -nato, Desenzano, Lonato e Sirmione so-prattutto .

Si chiede di conoscere cosa sia cam-biato nella valutazione dell 'impatto am-bientale già sancito dalla commission eprovinciale delle bellezze naturali di Bre-scia del 29 settembre 1987 tanto che sipossa dire e far pubblicare dai fautori de lprogetto che « Fantasyland si farà » .

Per sapere se sia noto al Governo e a iministri interrogati per ogni loro specific acompetenza, che il famigerato progett odovrebbe sorgere a circa due chilometridal casello autostradale per Sirmione, i lche comporterebbe l'aggravamento de igià notevolissimi intasamenti nel trafficostradale autostradale particolarmentegravi in quelle zone . Per sapere se s itenga altresì, conto che nel 1990 ci sa-

ranno i campionati mondiali di calci ocon notevole appesantimento del traffico ,in quella zona anche per tale ragione, i nrelazione alla ricettività alberghiera parti-colarmente valida e importante nell azona .

Per sapere se sia noto al Governo e a iministri interessati che in zona esiste gi àGardaland (di cui Fantasyland, vorrebberipetere i « fasti ») che già da anni com-porta una notevole intensificazione de ltraffico, con conseguenti code di auto-veicoli lunghe chilometri soprattutto ne igiorni festivi . Per sapere quale valuta-zione dia il Governo anche in relazionealla vicinanza geografica dei due « parch igiochi giganti » .

Si chiede altresì di sapere se la « We-stland » di Brescia abbia chiesto sovven-zioni al credito sportivo o ad altri enti obanche a qualsiasi titolo per « tassi age-volati » ed eventualmente con quali moti-vazioni .

Per sapere che esito abbiano avuto gl iinterventi, anche in sede giudiziaria, d iItalia Nostra e dei Gruppi di ricerca eco-logica. Per sapere, comunque, se siano i natto inchieste amministrative, indagini d ipolizia giudiziaria o tributaria, istruttorieo inchieste o procedimenti giudiziari .

(4-08646 )

TASSI . — Al Presidente del Consigliodei ministri e ai Ministri del lavoro e previ-denza sociale, dell'interno, delle' finanze, d i

grazia e giustizia e dell'industria, commer-cio e artigianato. — Per sapere se sia notoal Governo che la RDB NORD SpA cor-rente in Pontenure (Piacenza) da temp ocon operai e soprattutto impiegati anchein ufficio tecnico, in cassa integrazion especiale, abbia mantenuto tale stato, ad -dirittura stia avviando la procedura per i llicenziamento collettivo, per « riduzion edi personale » ma affidi progetti e stud iad altri e, anzi, proprio in questi ultim ianni abbia notevolmente espanso la ri-chiesta di collaborazione esterna, speci eper quanto riguarda studi e progettazion iche -da sempre erano stati di competenz adell'ufficio tecnico interno .

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Atti Parlamentari

- 19621 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

Per sapere se questo non sia un mod osubdolo e gravissimo per aggirare l enorme vigenti in materia e violare ,quindi, gli obblighi anche assunti in sededi richiesta di cassa integrazione speci edi gestione speciale .

Per sapere se in merito siano in attoinchieste amministrative, indagini di poli -zia tributaria o giudiziaria, istuttorie oprocedimenti penali .

(4-08647 )

BRESCIA . — Al Ministro per i ben iculturali e ambientali. — Per sapere – pre-messo che

anche quest 'anno si sono registrat iforti incrementi di visite nei musei enelle varie strutture monumentali ed arti-stiche, presso le quali sono stati impe-gnati i lavoratori trimestrali ;

la crescita di interesse verso Ieopere d 'arte deriva, senza alcun dubbio,dalla migliore e maggiore fruibilità de ibeni culturali, compreso l'apertura pome-ridiana dei musei, nonché dal qualificatoservizio assicurato quest 'anno e quell iprecedenti del personale precario il cuirapporto di lavoro scade il 30 settembreprossimo ;

nei giorni scorsi si sono avute mani-festazioni sindacali per richiedere al Mi-nistro il ripetto degli impegni assunt icirca la predisposizione di proposte legi-slative tendenti ad assicurare l'inquadra -mento dei lavoratori trimestrali già occu-pati nei Beni artistico-storico-archeolo-gico-monumental i

quali iniziative ha assunto o intendaassumere nell'ambito delle possibilità gi àpreviste nella Finanziaria '88 e di quelleda prevedere nell'89, per risolvere positi-vamente questo problema, potenziando equalificando, altresì, il complesso delle ri-sorse artistico-culturali delle quali è tant oricco il nostro Paese .

(4-08648)

SERVELLO, POLI BORTONE, MAZ-ZONE, RALLO, PARLATO E MATTEOLI .— Al Ministro del turismo e spettacolo . -

Per conoscere l'avviso del Governo sull acrisi che si perpetua al Teatro San Carlodi Napoli e che è riesplosa, nei giorn iscorsi, con le reiterate dimissioni del So-vrintendente Renzo Giacchieri ; per saperese questo caso non sia l'effetto dei metod idi lottizzazione partitica attuati nelle de-signazioni dei « vertici » dei Teatri Lirici ;per sapere se il dimissionario sovrinten-dente non sia stato al centro di una scon-certante vicenda qualche tempo fa, qual eresponsabile dell'Arena di Verona ; per co-noscere le oscure ragioni che sono all abase della inamovibilità di certi perso-naggi come lo Giacchieri, il quale, all ostato, pur lasciando Napoli, mantiene l agestione del Teatro pucciniano di Torredel Lago.

(4-08649)

LODIGIANI . — Al Ministro di grazia egiustizia . — Per sapere – premesso checon decreto del Presidente della Repub-blica n. 61 del 14 gennaio 1988 il Go-verno ha disposto la soppressione dellepiante organiche di alcuni uffici di sorve-glianza ;

rilevato che in data 9 settembre1988 con un nuovo decreto, che all'inter-rogante risulta essere in attesa di regi-strazione alla Corte dei conti, è stata di -sposta la revoca di tutte o quasi tutte l esoppressioni di organici previsti dal de-creto sopra citato, ad eccezione di quellaprevista per il tribunale di Lodi ;

considerato che tale diversa deci-sione appare obiettivamente non condivi -sibile, non solo per una doverosa conside-

1razione dell 'attuale carico giudiziario deltribunale di Lodi, ma anche in considera-zione della prossima probabile istituzion edella provincia di Lodi, e dell ' imminenteapertura della nuova sede del tribunal edi Lodi da anni messa in cantiere e soste-nuta con molti oneri dello Stato e de lcomune di Lodi anche per dotare lanuova provincia di più idonee strutturepubbliche – :

se il ministro della giustizia non in-tenda assumere iniziative per completaree modificare gli atti sopra citati ripristi-

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Atti Parlamentari

— 19622 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

nando la dotazione degli organici oggi i nvigore al tribunale di Lodi .

(4-08650)

FORLEO E TRABACCHI . — Al Mini-stro di grazia e giustizia. — Per conoscere– premesso che sono state dichiarateazioni prolungate di sciopero nel settoredei sanitari operanti nei centri clinici pe-nitenziari – :

quali motivi abbiano impedito l arealizzazione di un accordo tra gli opera -tori . del settore e i vertici ministeriali ,che peraltro avevano riconosciuto la legit-timità delle richieste, atte a migliorare leprestazioni sanitarie in un settore partico-larmente esposto come quello penitenzia-rio ; fornendo in più precise assicurazioniin ordine alle predette richieste . (4-08651 )

RUSSO FRANCO, RONCHI E TA-MINO. — Al Ministro della difesa . — Perconoscere — premesso che

da notizia di agenzia, in data 2 7settembre, si è appreso che sono stateimpartite direttive allo Stato Maggioredella Marina affinché le unità del 1 8gruppo navale, in missione nell'area de lGolfo Persico, adottino nei confronti deltraffico mercantile di bandiera forme d iprotezione indiretta in sostituzione dell ascorta diretta sinora attuata ;

tali disposizioni, ben lungi dal costi-tuire dimostrazione di fiducia nella vo-lontà di pace degli ex belligeranti, ri fschiano di dare un'immagine ostinata -mente « interventista » delle nostre ForzeArmate, soprattutto alla luce dei consi-stenti ritiri di unità navali dal Golfo Per-sico effettuati, o in procinto di esserlo, daparte delle nazioni occidentali ora pre-senti ;

già da tempo, grazie all'interventodell'O.N .U., il conflitto nell'area è cessatoe si sono avviate trattative tra Iran eIraq per la risoluzione pacifica del con-flitto ;

la ragione della presenza di unitàdella marina militare italiana nella area

del Golfo Persico era direttamente e stret-tamente legata alle eventuali minacce ar-mate a cui avrebbero potuto essere sotto -poste navi mercantili battenti bandieraitaliana, minacce che con il cessare de lconflitto sono venute a cadere – :

se non ritenga che siano maturate l econdizioni politiche e militari per un ri-tiro immediato di tutte le unità della ma-rina militare italiana presenti nell 'areadel Golfo Persico ;

se, in alternativa, non ritenga ch evada stabilito al più presto un calendari oper un ritiro graduale delle unità del 1 8gruppo navale, 'rendendo nel contemp opubblico tale calendario, come ulterior esegnale della volontà di pace e disten-sione della nostra nazione .

(4-08652)

RIDI . — Ai Ministri dell' interno e deitrasporti. — Per sapere – premesso ch e

in merito all'applicazione della legg e27 dicembre 1985 n . 816, il comparti-mento di Napoli delle FF .SS ., operandouna lettura unilaterale dei commi 2° e 3 °dell'articolo 4 della citata legge, non ri-spetta correttamente il disposto di questoarticolo per i consiglieri membri dellaGiunta;

la logica interpretativa usata daquesto Compartimento, infatti, non con -sente agli assessori in carica di usufruir edi permessi retribuiti oltre le 24 ore men-sili per la partecipazione alle riunioni in-dette dal comune medesimo – :

se non ritengano di dover interve-nire affinché ai consiglieri membri dellaGiunta sia correttamente applicatoquanto è stabilito dalla circolare n . 2/84del 24 marzo 1986 del ministro dell'in-terno e quanto è sancito nel parereespresso dal Consiglio di Stato, Sez . I, del4 luglio 1986 n . 1194 ;

se le procedure dettate dal Compar-timento dfi Napoli – reparto movimentoimpianti di Napoli Centrale – risultiríógenerate dalla singolare interpretazion edell 'articolo 4 della su accennata legge ad

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Atti Parlamentari

— 19623 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

opera di qualche dirigente locale, oppuredettate da una interpretazione costanteda parte delle FF.SS . per tutti i propr idipendenti che rivestano cariche elettive .

(4-08653)

SODDU . —Al Ministro della pubblica istr a-zione. — Per sapere :

a) se risponde a verità che la gra-duatoria di incarichi e supplenze (066 )della provincia di Roma (Italiano e Sto -ria) per gli Istituti di secondo grado, èstata bloccata perché non furono tempe-stivamente denunciate tutte le cattedredisponibili e se i docenti, all'uopo convo-cati per il giorno 27 settembre, dopo vi-gorose proteste, hanno ottenuto che l'as-segnazione venisse rinviata al giorno 29,in modo che tutte le cattedre esistent ifossero rese, come per legge, disponibili ;

b) se si paventi che analoga situa-zione possa verificarsi anche nell 'assegna-zione delle cattedre attinenti alla scuol amedia, con grave pregiudizio dei dirittidei docenti ;

c) se il ministro non intenda espe-rire adeguate indagini onde evitare chequesta situazione generi ricorsi ammini-strativi e denunce penali .

(4-08654)

TASSI. — Al Presidente del Consigliodei ministri e ai ministri dell'interno, de ltesoro, delle finanze, di grazia e giustizia edei lavori pubblici . — Per sapere comemai verso le ore 22 del 22 settembre1988 nell'abitato di Sirmione sfrecciavanovetture « civili » della polizia di Stato, i nscorta a qualche « personaggio » forse i lministro dell 'interno Gava, che dovevaraggiungere il luogo di incontro di cor-rente DC « Azione popolare » che appuntoa Sirmione teneva una riunione .

Per sapere quanto costano le scorte esoprattutto perché, nel caso in cui quantosopra sia confermato, vengono utilizzatedai ministri e sottosegretari anche perraggiungere luoghi di convegno delle cor-renti di partito .

Per sapere come mai tali trasferiment iche tanto costano al contribuente deb-bano sempre avvenire a velocità pazza ,perché certamente dette vetture a « tu -tela » del personaggio e di quella su cuiil personaggio era trasferito sfrecciavanoa oltre 100 Km/h nell'abitato di Sirmion elocalità Colombara ove vige il limite di50 Km/h.

Per sapere se siano questi i modi d ìcontribuire al « taglio della spesa » ecome debbano comportarsi i carabinieridel luogo che erano di pattuglia sul postoper controllare che i cittadini nonsuperassero i fatidici limiti di velocitàche comportano sanzioni di oltre lire200 .000 per chi li supera del 10 pe rcento .

Per sapere chi fosse la donna che er atrasportata sulla Giulietta targata VR chefaceva parte del « corteo » .

Per sapere come mai alle ore 22 e 27'si sia ripetuta la scena ancora con vet-ture a sirene spiegate, disturbando, così ,anche il riposo delle persone, per saperese non sia ora di finirla con questi spet-tacoli degni solo di paesi Sudamericani odell'Europa dell'Est o dell'URSS ; almenonei paesi del centro Africa per « rispar-miare » (vedi Nigeria) i ministri e perso-naggi importanti vengono caricati cumu-lativamente su un pullman e scortati (co nuna sola scorta !) .

Se sia vero che, tra l'altro, qualcunodella « scorta » arrivato nel centro abitatodi Sirmione alla vista dei capannelli d igente raccolta dalla curiosità per le suin-dicate carovane, abbia affrontato i citta-dini con la pistola in pugno .

(4-08655)

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Atti Parlamentari

— 19624 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

INTERROGAZION IA RISPOSTA ORAL E

TADDEI. — Ai Ministri della pubblicaistruzione e dell'interno . — Per sapere –premesso che

la sezione sindacale CGIL del Prov-veditorato agli studi di Pisa ha denun-ciato pubblicamente sulla stampa citta-dina (Il Tirreno 25 settembre 1988) che,in occasione della manifestazione studen-tesca con sit-in davanti al Provveditoratosvoltasi a Pisa giovedì 22 settembre conregolare autorizzazione della questura perchiedere l ' istituzione di alcune classi de-gli istituti di istruzione superiore citta-dini che erano state ingiustamente ne-gate, un funzionario del Ministero degl iinterni, « munito di macchina fotograficae teleobiettivo, nascosto dietro una fine-stra di una stanza dell 'ufficio scuola, hafotografato, per lungo tempo, gli student idelle scuole superiori pisane » ;

questa attività non aveva niente ache fare col normale servizio di ordin epubblico alla manifestazione, che ve-niva assicurato dalla presenza della poli-zia – :

in base a quali disposizioni, e im-partite da chi, il fatto sia avvenuto ;

se il provveditore agli studi di Pis afosse a conoscenza del fatto e vi avess econsentito, e in tal caso qual è il giudizi odel ministro della pubblica istruzione su lsuo comportamento ;

se si ritenga che le « schedatúre »siano una risposta congrua alle richiest edi continuità didattica, di qualificazion edella scuola e di rifiuto dei tagli indiscri-minati contro la qualità della scuola pub-blica che gli studenti pisani han -no espresso in forma democrativa e civil enelle manifestazione del 22 settembre .

(3-01124)

DUTTO. — Al Ministro del lavoro eprevidenza sociale e dell'interno. — Per sa-pere – premesso ch e

lo sciopero in atto da più giorni allaCentrale del Latte di Roma tende a sov-vertire i ruoli istituzionali propri del co-mune e della commissione amministra-trice dell'azienda essendo rivolto controla determinazione legittima della stess acommissione, adottata in osservanza agl iindirizzi e dati all'azienda dal consigli ocomunale al fine di risanare la gestione erafforzare la capacità competitiva senz aledere né la stabilità né il contenuto de lrapporto di lavoro dei lavoratori ;

tale sciopero ingiustificato e prolun-gato in più giorni ha avuto il solo effett odi non fare arrivare alla vendita il pro-dotto dell'azienda municipalizzata e d ipermettere l'espansione delle venditedelle aziende private che hanno total-mente sopperito alle esigenze della citta-dinanza ;

l 'azione di sciopero si rivolge controuna riforma che tende a rimuovere laposizione di monopolio dell'attuale con -cessionario della distribuzione e a garan-tire alla centrale il recupero del mercatoe la riduzione dei suoi costi ;

se non si ravvisi l 'opportunità di unconfronto con i sindacati per confermarele garanzie della tutela dell'interesse de ilavoratori dell 'Azienda e insieme per ga-rantire il rispetto del ruolo istituzionaledel comune e degli organi amministrativ icui spetta il difficile compito di assicu-rare un servizio pubblico nel modo pi ùfunzionale ed economico per la colletti-vità ;

se sono stati esperiti tutti gli inter-venti dovuti per assicurare ai lavorator inon aderenti allo sciopero la libertà d ilavorare e per evitare da parte degli scio-peranti attività illecite di blocco dell'a-zienda con danni economici per la per-dita del prodotto immagazzinato e conconseguenze gravi, sotto il profilo igie-nico-sanitario, per lo smaltimento de lprodotto deteriorato ;

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Atti Parlamentari

- 19625 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

se non ritenga opportuno che il co-mune esprima una conferma chiara dell adecisione di riforma della Centrale, se-condo una delibera già adottata affinch éessa possa essere finalmente applicata .

(3-01125)

MELLINI, CALDERISI, RUTELLI, VE-SCE E AGLIETTA . — Al Ministro di graziae giustizia . — Per conoscere quali richie-ste di provvedimenti disciplinari sianostate avanzate dall'epoca della loro desti -nazione alla sede della Procura di Locri ,nei confronti dei sostituti Carlo Macrì e dEzio Arcadi, quale sia l'esito di tali ini-ziative o lo stato dei relativi procedi -menti .

In particolare gli interroganti inten-dono conoscere gli esiti disciplinari rela-tivi ai seguenti fatti :

1) quanto rilevato dall'ispettore mi-nisteriale dottor Ravello, in ordine allacircostanza dell'arresto, ordinato dal dot-tor Macrì, dell 'ingegner Sergio Lupis edella moglie di questi professoressa Mari aLupis Amendolia, in singolare coincidenzadella proposizione nei confronti del dottorMacrì di una querela per diffamazione d aparte dell 'avvocato Giuseppe Lupis, ri-spettivamente fratello e cognato degli ar-restati, arresto ordinato in mancanza d iqualsiasi elemento atto a giustificare an-che solo l ' inizio di una azione penale ,come ha stabilito il Tribunale della Li-bertà di Reggio Calabria, dopo di che i ldottor Macrì espresse pesanti apprezza -menti sulla persona del giudice istruttoredi Locri dottor Jelasi che aveva revocat ol 'ordine di cattura di cui sopra, fatti per iquali secondo il parere dell'ispettore (1 4novembre 1983) il ministro dell 'epocaproponeva azione disciplinare nonché l asospensione dalle funzioni del dottor Ma-crì ;

2) quanto rilevato dall ' ispettore mi-nisteriale dottor Nardi in ordine al com-portamento tenuto dai dottori Arcadi eMacrì prima della morte avvenuta nellacaserma dei carabinieri di Ardore d iFrancesco Sergi e nell ' istruttoria succes -

siva a tale evento (mancato trasferimentoin carcere, intempestivo ordine di ese-guire l 'autopsia senza l'intervento de irappresentanti dei familiari, mancato se-questro del materasso in cui era statotrovato il cadavere nudo del Sergi nell acucina della caserma dei carabinieri ,scomparsa delle fotografie scattate insede di ispezione dei luoghi e del cadave-re) fatti per i quali in data 10 ottobre1987 il ministro aveva chiesto l'inizio del -l'azione disciplinare e per il quale, se-condo la risposta data alla Camera edaltra interrogazione la Procura generaleavrebbe chiesto l'archiviazione, mentrepoi, da notizie di stampa, sarebbe stat oinvece deciso dal CSM l ' inizio del proce-dimento discipinare ;

3) quanto oggetto delle note del Pro-curatore generale di Catanzaro 13 e 1 6maggio 1988 con le quali si segnalav ache il dottor Arcadi aveva interferito nel -l'attività del Tribunale e del Procuratoredella Repubblica di Locri, inviando adessi una lettera di censura dell 'attivitàistruttoria dibattimentale per l'omicidi ocolposo di Francesco Sergi con diffida anon compiere determinati accertamenti esi segnalava inoltre l'ingiustificata asten-sione di detto dottor ,Arcadi dall'udienzadel 3 maggio 1988 fatti per i quali i lministro chiedeva l 'estensione dell 'azionedisciplinare di cui al punto secondo ;

4) al fatto che è stato accertato cheil dottor Macrì intervenne presso la dot-toressa Gaeta, che sostituiva il giudic eistruttore di Locri in ferie, per sollecitarela scarcerazione di sei imputati in u ngrave processo di mafia (faida Monticel-la) ;

5) al fatto che è stata sporta denun-zia da parte della dottoressa Silvia Mo-nego nei confronti del dottor Macrì accu-sandolo di avere, con voluti errori nell aformulazione dei capi di imputazione ne iconfronti dei dirigenti della USL di Si-derno, favorito gli stessi allo scopo d iottenerne protezione per la moglie, dipen-dente della USL stessa, consentendole, fr al'altro, di avere un numero di assistitisuperiore a 500 residenti anche in altri

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— 19626 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

comuni, nonché di esercitare varie atti-vità incompatibili con l'attività di funzio-nario della USL ;

6) al fatto che pende presso la pro -cura di Locri procedimento penale controuno zio materno del- Macrì, avvocato Col-lorridi, esattore di Locri e Siderno, impu-tato di peculato ed altro, nonché contr ola moglie e gli amministratori della US Ldi Siderno;

7) ad altri numerosi episodi oggettodi procedimenti penali in varie sedi ;

8) al fatto che la moglie del dottorMacrì, medico, riceve incarichi per peri -zie dal Tribunale e dalla Procura di Locrie dallo stesso dottor Macrì .

Gli interroganti chiedono di conoscerese siano stati oggetto di accertamento l emillanterie che i due suddetti magistrati ,ed in particolare il dottor Macrì, fareb-bero circolare in Locri e dintorni, in or -dine a pretese protezioni da essi godute

da parte di varie personalità individuateo individuabili di determinati partiti ocorrenti, protezioni che li renderebber o« intoccabili » e se tali millanterie, overealmente accertate, siano state oggett odi provvedimento disciplinare o penale ;

chiedono inoltre di conoscere qual ivalutazioni intenda esprimere il ministrocirca il ruolo assunto e fatto assumeredai due suddetti magistrati in singolarecoincidenza con momenti delicati di pro-cedimenti che li riguardano con le accus eda essi dispensate di debolezze e cedi-menti nella lotta contro la mafia ;

chiedono infine di conoscere se ri-sulti al ministro che talune dichiarazionidei suddetti sostituti in ordine alla « smo-bilitazione » delle forze dell'ordine nellaregione aspromontana hanno suscitatosdegnate reazioni di un alto ufficiale del -l'arma dei carabinieri che le ha espressein un discorso alla presenza anche dellastampa .

(3-01126)

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Atti Parlamentari

— 19627 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

INTERPELLANZ E

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri e i lMinistro della pubblica istruzione, per sa-pere – premesso che la recente sentenz adel Consiglio di Stato sull'ora di religion ecattolica lede l'Intesa con la Tavola Val-dese e quindi si pone in contrasto conuna legge dello Stato (legge 11 agosto1984, n . 449) che prevede la non curricu-larità dell'ora di religione; rende curricu-lare l'ora di religione, rafforzando l'im-pronta confessionale della scuola ; lede lalibertà di coscienza ; ha provocato disagio ,difficoltà negli stessi ambiti scolastici ; haprovocato disagi e proteste delle altreconfessioni religiose – :

1) se non ritengano, a un anno dall aistituzione dell'ora di religione cattolicanella scuola pubblica, di dover portare a lParlamento elementi di bilancio comples-sivo e dei costi sostenuti ;

2) se non ritengano, dopo l'interpre-tazione del Consiglio di Stato sopradettasull'ora di religione e quella alternativa ,di dover riconsiderare tutta la normativaesistente in, materia, anche attraverso u ndibattito in Parlamento che riesamin il'intera questione al fine di garantire i lpieno rispetto dei principi costituzionali .

(2-00385)

« Arnaboldi, Russo Franco » .

I sottoscritti chiedono di interpellare ilGoverno, per sapere – premesso che l epopolazioni vesuviane servite dall'acque-dotto Fonte Sarno sono sottoposte da ol-tre quattro mesi ad un regime di eroga-zione ridotta niente affatto imputabil esoltanto alla siccità estiva (tant'è veroche in condizioni analoghe le restrizion iimposte negli anni passati non sono maistate tanto insopportabili per durata econsistenza, e, d'altra parte, qualche setti-mana fa è tornata la pioggia ma ai rubi-

netti non è passato affatto il singhioz-zo . . .), ma è la conseguenza dell'inadegua-tezza e dell'avanzato stato di putrefazionedi gran parte delle condotte e dell epompe di collegamento che, predispost eai punti di confluenza, non sono in grad odi garantire la propulsione, in termini d imetri cubi al secondo, di cui l'acqua habisogno per poter irrorare l ' intera rete eraggiungere tutta l 'utenza ;

e visto e considerato che nel tuttoraperdurante frangente, caratterizzato daturni giornalieri alternati, i disagi conti-nuano, specie negli ospedali, la situazion eigienico-sanitaria va degradando in ma-niera preoccupante temendosi insorgenzeo recrudescenze di malattie infettive, sic-ché la minaccia di una replica dei trist imomenti di suspense innescati all'iniziodell 'estate dalla disperata pppolazione d iTorre del Greco non è affatto sventata ,tanto più che, come detto, il ritorno dell epiogge ha reso giustizia all ' incriminatasiccità e la calma sarà pure la virtù de iforti, certamente non può essere la virt ùdi contribuenti troppo a lungo sottopost iad un regime di forniture idriche con i lcontagocce e obbligati ad approvvigiona -menti di fortuna e a spese straordinari eper damigiane, taniche, bidoni, autobott ie trasporti – :

quali misure abbia o vorrà predi-sporre al fine di sollecitare il ripristino d iuna normalità che è stata tanto a lungoinvocata che, comunque, sarà sempre tar-diva e risolverà il problema del presente ,non quello del futuro ;

quali accertamenti abbia o vorrà di-sporre al fine di risalire alle vere caus edel regime emergenziale tuttora vigente :regime di cui – stando alle voci circolant icon insistenza e giunte puntualmente inPrefettura agli inizi dello scorso mese diluglio – sarebbero responsabili (altro chela siccità !) gran parte di quei politici edi quei tecnici che sono preposti, sì, allaprogrammazione, alla progettazione, all acostruzione e alla manutenzione dell'ac-quedotto nonché al controllo delle suestrutture alla fonte e alle reti di distribu-zione, ma sono, allattò pratico, individui

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Atti Parlamentari

— 19628 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

di comprovata incapacità e di sperimen-tata malafede ;

se, data la portata dell'avvenimento(coinvolgente tuttora più di un milione dicittadini !), abbia già ravvisato la neces-sità – o ritenga di doverla ravvisare adaccertamenti esperiti e completati – d iassumere ogni iniziativa affinché sia av-viata un'inchiesta giudiziaria diretta a ve-rificare se i comportamenti dei prepost ialla gestione dell'acquedotto in questionesiano stati e siano tuttora ineccepibili openalmente perseguibili ;

se, comunque, non sia necessarioprovvedere legislativamente ad indenniz-zare presidi ospedalieri, macelli, alberghi ,industrie di trasformazione e aziendeagricole dei danni irreparabili che hann osubito e tuttora sono costretti a subireper effetto di restrizioni troppo superfi-cialmente imputate all 'avarizia del cielo .

(2-00386)

« Manna, Parlato » .

I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i lMinistro della pubblica istruzione, per co-noscere –

premesso che :

l) la qualificazione dell'insegna-mento della religione cattolica nellescuole pubbliche come « materia ordina-ria », già contenuta nella II, nella III enella IV bozza di revisione del concordat olateranense, è stata omessa – in seguit oanche al contrario indirizzo in proposit oespresso dal Parlamento nei dibattiti de l1976 e del 1978 – dal testo finale dell'ar-ticolo 9 del nuovo concordato, ratificat ocon la legge 25 marzo 1985, n . 121, e chein detta norma risulta anzi esplicitamenteenunciato, in conformità alla costante ereiterata volontà del Parlamento, il du-plice principio del « diritto » di liberascelta circa il precitato insegnamento edel divieto di qualsivoglia discrimina-zione per effetto della scelta stessa, inragione del carattere prettamente confes-sionale dell ' insegnamento medesimo ;

2) stante l ' indicato contenuto dell anuova disciplina pattizia, il Presidente de lConsiglio dell 'epoca espressamente indic ònella « garanzia della piena libertà nell'e-sercizio del diritto di scelta, senza ledereprincipi costituzionali di uguaglianza e dilibertà religiosa, » e nel « traguardo dell afacoltatività », « raggiunto con l'ultim abozza del 1984 » – come l 'onorevole Crax isolennemente dichiarò nei dibattiti parla-mentari del 25-27 gennaio 1984 e del 20

marzo 1985 – « la risultante di una trat-tativa sofferta, piena di contrasti e d isvolte » ;

3) l 'articolo 9 della legge 11 ago-sto 1984, n . 449, recante « Norme per laregolamentazione dei rapporti tra loStato e le chiese rappresentate dalla Ta-vola valdese », formalmente statuisce che« l'ordinamento scolastico provvede a chel ' insegnamento religioso°ed ogni eventualepratica religiosa, nelle classi in cui son opresenti alunni che hanno dichiarato dinon avvalersene, non abbiano luogo inoccasione dell'insegnamento di altre ma-terie, né secondo orari che abbiano per idetti alunni effetti comunque discrimi-nanti » ;

premesso altresì che con recent esentenza, n . 1006/88, il Consiglio di Stato ,riformando precedenti decisioni del TARdel Lazio, ha ritenuto l'insegnamentodella religione cattolica nelle scuole pub-bliche, a norma della ricordata disciplinaconcordataria del 1984, « materia curricu-lare », con il conseguente obbligo per l 'or-dinamento scolasticp di fornire agl ialunni che non se ne avvalgano « un'al-ternativa che abbia' il massimo possibiledi equivalenza, sotto il profilo didattico eformativo, dell ' insegnamento della reli-gione cattolica » e, per gli alunni in que-stione, di frequentare tale insegnamentoalternativo ;

considerato infine il persistere, an-che __durante il decorso anno scolastico1987-88, di una inammissibile situazionedi disagio, di tensioni, di illegalità diffusee di gravi ed obiettive discriminazioni tragli alunni, a carico in particolare dei no navvalentisi, determitnata dalla nuova di-

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Atti Parlamentari

— 19629 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

sciplina concordataria -dell'insegnamentodella religione cattolica e delle relativ enorme di attuazione; situazione che è de-stinata ad aggravarsi a causa della ricor-data pronuncia del Consiglio di Stato, cu inon ha fatto seguito alcuna direttiva mi-nisteriale, scaricando così sulle autoritàscolastiche e sul corpo docente l'onere d iadeguarsi al mutato indirizzo della giuri-sprudenza amministrativa, specie perquanto concerne la natura e le caratteri-stiche dell ' insegnamento cosiddetto alter -nativo, l'obbligo della sua frequenza el ' illegittimità delle già previste attività d i« studio individuale »

a) se non ritengano doveroso riferir econ urgenza ed esaurientemente al Parla -mento sui problemi e sulle difficolt àemerse, come sulle soluzioni offerte, pe rquanto riguarda sia il trascorso anno sco-lastico 1987-88, sia il nuovo appena ini-ziato, offrendo adeguati ed attendibili ele-menti per un bilancio, ormai indifferibile ,sull'insieme della nuova disciplina con-cordataria dell'insegnamento della reli-gione cattolica nelle scuole pubbliche ;

b) se ritengano, al pari della ricor-data pronuncia del Consiglio di Stato ,« puramente nominalistica » la distinzionetra materie obbligatorie, opzionali e fa-coltative, ovvero se non ritengano neces-sario addivenire quanto prima alla rego-lamentazione per legge, eventualmente af-fiancando un disegno di legge del Go-verno alle proposte d'iniziativa parlamen-tare già presentate, di un'area di materi eed attività facoltative – tra cui ricom-prendere l 'insegnamento della religionecattolica – liberamente scelte dagl ialunni, senza obbligo di frequenza se nonper gli alunni che le abbiano scelte, d acollocarsi pertanto in orario aggiuntivoall 'orario delle lezioni delle materie co-muni ed obbligatorie per tutti ;

c) se intendano riferire con urgenzaal Parlamento, in conformità al voto diquest'ultimo e agli impegni ribaditi dalGoverno anche nel corso del dibattito all aCamera del 10 ottobre 1987, sullo stat odelle trattative con la CEI per l'annun-ciata rinegoziazione dell'intesa a suo

tempo sottoscritta e sulle eventuali previ-ste o prevedibili conclusioni del negoziat ostesso, precisando se e in quali termin isiano state poste da parte italiana le que-stioni relative alle clausole dell'intesacontrastanti con i diritti costituzionali d ilibertà di coscienza, di autodetermina-zione in materia religiosa e di ugua-glianza tra i cittadini senza distinzione d ireligione, nonché con i più elementari cri-teri di correttezza pedagogica e di buo nfunzionamento dell'organizzazione scola-stica; e comunque se intendano riferiresulle misure che dovranno essere imme-diatamente adottate, per l'anno scolasticoappena iniziato, al fine di garantire l alibertà di coscienza e la pari dignità ditutti gli alunni ed un clima più sereno epiù rispettoso nelle scuole pubbliche d iogni ordine e grado ;

d) in quali forme e secondo qual imodalità intendano garantire la rigorosaapplicazione del sopra ricordato articol o9 della legge n . 449 del 1984, che è leggeordinaria dello Stato, dotata pertanto de lmedesimo valore formale delle norme diderivazione concordataria, facendo sì ch el'ordinamento scolastico provveda in con-formità alla lettera e allo spirito dell enorme adottate dalla Repubblica sullabase dell 'intesa sottoscritta con la Tavolavaldese ;

e) se non ritengano che l ' interpreta-zione del Consiglio di Stato vanifichi i lprincipio della facoltatività dell ' insegna-mento della religione cattolica nell escuole pubbliche, considerato dalla cosid-detta « maggioranza concordataria » –com'è testimoniato dai molteplici dibat-titi parlamentari sull 'argomento – un tra -guardo irrinunciabile della revisione de lconcordato del 1929 ed una delle novitàpiù significative e . qualificanti dell 'ac-cordo del 1984, fino a determinare, ne ifatti, come dimostra l 'esperienza de lprimo biennio di applicazione dell anuova disciplina, una situazione più illi-berale e discriminatoria dell'anteriore 're-gime dell'esonero ;

f) se, qualora reputino conforme all alettera e allo spirito del nuovo concordato

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Atti Parlamentari

— 19630 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA -- DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 28 SETTEMBRE 1988

l'interpretazione datane dal Consiglio d iStato, ritengano compatibile la normaconcordataria e le disposizioni di attua-zione – così interpretate – con i princìpie le norme della Costituzione in tema d ilibertà religiosa e di coscienza, di diritt odei cittadini all'autodeterminazione i nmateria religiosa, di pari dignità dei sog-getti individuali e collettivi davanti all alegge senza distinzione di religione, diimparzialità dello Stato e della pubblic aamministrazione e di laicità della scuol apubblica ;

g) se non ritengano che le norme diderivazione concordataria possano avereefficacia nel nostro ordinamento soltant oin quanto compatibili con il dettato costi-tuzionale, sicché ove si verifichi, come nelcaso in esame, una situazione di obiettiv ocontrasto tra norma di derivazione con-cordataria e guarentigie costituzionali lanorma concordataria debba essere inter-pretata alla luce della Costituzione, com efonte normativa ad essa subordinata, edapplicata entro i limiti della compatibi-lità costituzionale, ovvero non possa tro-vare applicazione nell 'ordinamento delloStato ;

h) se, alla luce delle considerazion iche precedono, non ritengano necessariosottoporre alla Santa Sede l'opportunità d iuna revisione consensuale della nuova di-sciplina concordataria dell'insegnamentodella religione cattolica nelle scuole pub-bliche, ponendo così fine allo stato di di-sagio, di illegalità e di tensione prodottonella scuola pubblica dalle nuove norme ,con irreparabile pregiudizio per- la delica-tissima funzione pedagogica e formativapropria del sistema scolastico ;

i) se, più in generale, non ritenganoche il paese sia, maturo per il supera -mento dello stesso regime concordatarionella regolamentazione dei rapporti lotroverebbero nelle libertà costituzional-mente garantite e nel diritto comune l apiù libera e la più appropriata regola-mentazione per una società ormai all esoglie del 2000 . .

(2-00387) « Guerzoni, Rodotà, BernoccoGarzanti, Balbo, Bassanini ,Becchi, Beebe Tarantelli ,Levi Baldini, La Valle, Ma-sina, Paoli, Tiezzi, Pintor ,Cederna, Diaz, Bertone, Vi-sco, Gramaglia, De Julio » .

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