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Atti Parlamentari — 60007 — Camera dei Deputat i X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA POMERIDIANA DEL 17 MAGGIO 1990 RESOCONTO STENOGRAFIC O 467 . SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDÌ 17 MAGGIO 199 0 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI INDI DEL VICEPRESIDENTE GERARDO BIANC O INDIC E PAG . Missioni 60009 Disegno di legge di conversione : (Autorizzazione di relazione orale) 60009 Proposte di legge : (Annunzio) 6009 8 (Assegnazione a Commissione in sed e referente) 60098 Interrogazioni, una interpellanza e una mozione : (Annunzio) 6009 8 Interpellanza : (Apposizione di una firma) 6009 8 Mozione : (Apposizione di firme) 60098 PAG . Risoluzione: (Annunzio) 60098 Interpellanze sulla situazione dell'or - dine pubblico (Svolgimento): PRESIDENTE . . 60009, 60022, 60023, 60024 , 60045, 60053, 60055, 60059, 60065, 60069 , 60071, 60076, 60080, 60084, 60087, 60090 , 6009 5 ANDÒ SALVATORE (PCI) 6005 9 BASSOLINO ANTONIO (PCI) . . . . 60022, 6008 4 BATTISTUZZI GIAN PAOLO (PLI) . 60022, 60069 BoGI GIoRGIo (PRI) 6009 5 CARIA FILIPPO (PSDI) 60022, 6007 1 DEL PENNINO ANTONIO (PRI) 6002 3 FORLANI ARNALDO (DC) 60076 CAVA ANTONIO . Ministro dell' interno 60024 GUIDETTI SERRA BIANCA (DP) 60080

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Atti Parlamentari

— 60007 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA POMERIDIANA DEL 17 MAGGIO 1990

RESOCONTO STENOGRAFICO

467.

SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDÌ 17 MAGGIO 199 0

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI

INDI

DEL VICEPRESIDENTE GERARDO BIANCO

INDICE

PAG .

Missioni 60009

Disegno di legge di conversione :(Autorizzazione di relazione orale) 60009

Proposte di legge:(Annunzio) 60098(Assegnazione a Commissione in sede

referente) 60098

Interrogazioni, una interpellanza e

una mozione :(Annunzio) 60098

Interpellanza :

(Apposizione di una firma) 60098

Mozione :

(Apposizione di firme) 60098

PAG .

Risoluzione:

(Annunzio) 60098

Interpellanze sulla situazione dell'or-

dine pubblico (Svolgimento):

PRESIDENTE . . 60009, 60022, 60023, 60024 ,60045, 60053, 60055, 60059, 60065, 60069 ,60071, 60076, 60080, 60084, 60087, 60090 ,

60095ANDÒ SALVATORE (PCI) 60059BASSOLINO ANTONIO (PCI) . . . . 60022, 6008 4BATTISTUZZI GIAN PAOLO (PLI) . 60022, 60069BoGI GIoRGIo (PRI) 60095CARIA FILIPPO (PSDI) 60022, 6007 1DEL PENNINO ANTONIO (PRI) 60023FORLANI ARNALDO (DC) 60076CAVA ANTONIO . Ministro dell' interno 60024GUIDETTI SERRA BIANCA (DP) 60080

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PAG .

LANZINGER GIANNI (Verde)

. . . 60022, 60088MELLINI MAURO (FE) .

.

.

. 60065

Rizzo ALDO (Sin . Ind.) 60022, 60090Russo FRANCO (Misto) .

.

.

. 6005 3SERVELLO FRANCESCO (MSI-DN) 60022, 6005 5VASSALLI GIULIANO, Ministro di grazia e

6004 5giustizia

Ordine del giorno della seduta di do-mani 60096

PAG .

Allegato A :Elenco completo delle operazioni d i

maggior rilievo portate a conclu-sione nel triennio 1998-1990 ;elenco nominativo dei latitanti d ispicco, in Italia e all'estero ne ltriennio 1988-1989-1990 (Allegat iall'intervento del ministro Antoni oGava in risposta alle interpellanz esull'ordine pubblico) .

SEDUTA PRECEDENTE N . 466 — ANTIMERIDIANA DI GIOVEDÌ 17 MAGGIO 1990

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La seduta comincia alle 15,30 .

ALDO RIZZO, Segretario, legge il pro-cesso verbale della seduta pomeridiana d iieri .

(È approvato) .

Missioni .

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell'articolo 46, secondo comma del rego-lamento, i deputati Borruso, de Luca, For-nasari, Ghinami, Vincenzo Mancini eEmilio Rubbi sono in missione per inca-rico del loro ufficio .

Autorizzazione di relazione orale.

PRESIDENTE . La II Commissione per-manente (Giustizia) ha deliberato di chie-dere l'autorizzazione a riferire oralmenteall'Assemblea sul seguente disegno dilegge:

S. 2208 . — «Conversione in legge, conmodificazioni, del decreto-legge 26 marzo1990, n. 64, recante interventi urgenti i nmateria di riforma del processo penale »(approvato dal Senato) (4779) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cos ìstabilito .

(Così rimane stabilito) .

Ulteriori comunicazioni all'Assembleasaranno pubblicate in allegato ai resocont idella seduta odierna .

Svolgimento di interpellanz esulla situazione dell'ordine pubblico .

PRESIDENTE. L 'ordine del giorno recalo svolgimento delle seguenti interpel-lanze.

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, persapere — premesso che :

Vincenzo Agrillo, candidato del PSDIper le elezioni comunali di Pomiglianod'Arco, è stato ucciso;

Vincenzo Agrillo è il sesto esponentepolitico locale ad essere ucciso nel Mezzo-giorno dal febbraio 1990 ad oggi ;

durante questa consultazione eletto-rale amministrativa è il terzo candidato adessere ucciso, essendo già stati assassinat iAntonio Buonaiuto a Torre del Greco eVincenzo Reitano a Reggio Calabria — :

quali iniziative il Governo ha intrapres oo intenda intraprendere per instaurare l eregole della convivenza civile e democra-tica nel Mezzogiorno, dove la criminalitàorganizzata controlla territori, traffici ille-citi, imprese finanziarie con il riciclaggi odel denaro sporco, ed è infiltrata Idei gangl idella vita amministrativa e ha legami con

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settori di partito che governano le ammi-nistrazioni locali ;

se non ritenga che la criminalità orga-nizzata e le sue imprese economiche si ali -mentano, oltre che dei traffici illeciti, de ldenaro, degli appalti pubblici e della con-nivenza dei settori politici e amministrativiper le speculazioni, soprattutto edilizie ;

se non ritenga che vada tagliato il le-game affarismo-politica, generatore dicorruzione, oltre che con un'azione di ri-forma dell'amministrazione, anche con in -terventi legislativi che separino politica egestione amministrativa e rendono rigo-rosa la disciplina degli appalti pubblic icosì da evitare che le USL, gli appalti dell eopere edilizie e dei servizi diventino unmercato di scambio tra imprenditoria cri-minale e partiti ;

quali iniziative intenda assumer eanche sul piano dell'ordine pubblico che ,senza inutili criminalizzazioni generaliz-zate e militarizzazione del territorio, ga-rantiscono sicurezza e legalità democra-tiche .

(2-00971)«Russo Franco, Lanzinger, Ru-

telli» ;

(8 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, perconoscere gli intendimenti del Governo i nrelazione alla offensiva della criminalit àcomune e organizzaza che trova le mani-festazioni più acute in Calabria, Campani ae Sicilia ed in altre regioni come la Puglia, epiù drammaticamente antisociali, come isequestri di persona che colpiscono anch eregioni del Nord ;

per conoscere quali siano le valutazion idel Governo in relazione alle condizion igenerali dell'ordine pubblico, fortement edegradato con conseguenze pericolose pe rl'ordine civile in relazione alla generalizza -zione°di una illegalità diffusa che favorisc eo, addirittura, determina fenomeni impo -

nenti di microcriminalità che rimangonolargamente impuniti ;

per conoscere, altresì, se nella valuta-zione delle manifestazioni e dei fenomen idi cui sopra, il Governo consideri con l adovuta attenzione il dilagare di contiguit àinamissibili tra comportamenti illegali deipartiti con responsabilità di potere e crimi -nalità comune, organizzata e non ;

per conoscere, infine, se intenda dareatto della esistenza di una «emergenza cri -minalità» da combattere con misure ade-guate, dirette ed indirette, attraverso l'ur-gente promozione della massima efficienzaoperativa dei corpi di Polizia, Carabinieri eGuardia di Finanza, la altrettanto urgentebonifica delle zone grigie di inquinamentodelle politiche degli enti locali e degli organ icentrali e periferici dello Stato, la concomi-tante e indispensabile soluzione della cris idelle strutture giudiziarie, della quale legravi carenze degli organici dei magistrat icostituiscono solo l'aspetto più clamoroso ,che impongono . anzitutto, provvedimentianche eccezionali per assicurare impiegh iadeguati di personale e di risorse altrettantoadeguate, nel quadro di una puntuale e rigo -rosa applicazione della normativa in vigor ee della eventuale revisione delle disposizion irivelatesi nella pratica pericolosamente per -missive insieme ad ogni altra iniziativa ch econcreti una precisa volontà politica daparte del Governo per il ripristino dell'auto -rità dello Stato e delle condizioni minime d iordinata convivenza civile nell'intera Na-zione, a cominciare dal concomitante ri-scatto sociale ed economico delle regionimeno favorite del Mezzogiorno.

(2-00975)«Servello, Rauti, Lo Porto, Va-

lensise, Pazzaglia, Mennitti ,Maceratini, Trantino, Fran-chi, Parlato, Rallo, Poli Bor-tone, Manna, Abbatangelo ,

,Macaluso, Colucci Gaetano ,Nania» ;

(9 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il

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Ministro dell'interno, per sapere — pre-messo che :

nonostante l'esito positivo di recent idrammatiche vicende che avevano impe-gnato le forze dell'ordine contro la crimi-nalità organizzata, il controllo del terri-torio da parte dello Stato appare precari oin vaste aree del Paese, nelle quali è semprepiù la malavita che impone autorità e re -gole alternative a quelle delle istituzion i(come ha in più occasioni denunciato l ostesso capo della polizia) ;

la diffusione della micro-criminalità haassunto dimensioni elevate in tutti i centr iurbani, nei quali i piccoli furti, gli scippi ,gli scassi stanno uscendo di fatto dal l 'areadegli illeciti effettivamente perseguiti ;

la situazione che ne consegue deter-mina uno stato di insicurezza nei cittadini ,con riferimento alla loro persona e ai lorobeni, e li induce a una crescente sfiduciaverso le istituzioni pubbliche nelle qualinon ravvisano più una difesa adeguata difronte alla piccola e alla grande criminali-tà ;

l'espandersi della criminalità sta enor-memente allorgando la sfera delle attivit àindotte dal crimine nelle quali sempre piùspesso vengono impegnati cittadini inso-spettabili, giovani in cerca di lavoro, emer -ginati, per tal via spinti sempre più versoun organico inserimento nelle bande cri-minali ;

i fenomeni sopra indicati in alcune re-gioni del Paese stanno dando luogo ad un avera e propria criminalità di massa, tenutoconto delle fasce di popolazione diretta -mente o indirettamente coinvolte in im-prese criminali e soprattutto microcrimi-nali ;

le ingenti risorse di cui oggi le organizza-zioni criminali dispongono, grazie anche aiproventi ricavati dal narcotraffico, produ-cono inquinamenti sempre più vasti sull'in-tero sistema del l 'economia legale, e interfe-renze sempre meno controllabili nel sistemadelle commesse pubbliche;

tutto ciò condiziona fortemente la li-

bertà di azione delle istituzioni e dei sog-getti pubblici, sui quali la malavita porta lesue interferenze in modo sempre più mi-naccioso e pressante, come dimostrano idelitti verificatesi con tragiche e impres-sionanti sequenze durante la recente com -pagna elettorale —;

quali sono gli elementi di conoscenza edi valutazione di cui dispone in ordine allanatura e alla consistenza della criminalitàorganizzata, all'incidenza della droga fra ifattori della sua alimentazione, agli inqui-namenti legati ad attività e a lavori di pub -blico interesse;

quali interventi si intenda realizzareper garantire un migliore controllo del ter -ritorio sul piano della quantità degli uo-mini e dei mezzi impiegati, ma anche s uquello delle qualità dell'azione di preven-zione e di repressione dei crimini e de lnecessario coordinamento a tal fine dell eforze impegnate, con particolare riferi-mento al fenomeno dei sequestri prevalen -temente gestiti da poche e ben individuatefamiglie che dovrebbero essere megli ocontrollate attraverso più articolati stru-menti ;

quali indirizzi e misure si ritenganonecessari e quali si intendano realizzareper garantire un migliore funzionament odelle amministrazioni pubbliche e soprat-tutto degli enti locali in quelle aree delPaese ove più, problematico appare il sod -disfacimento di fondamentali diritti, attra -verso l'azione svolta dallo Stato, e più radi -cata l'abitudine a ricorrere a tutele ed au-torità diverse da quelle statuali spesso ap -parse poco efficienti ;

quali particolari tutele si intendan oadottare per garantire una maggiore tra-sparenza all'azione dei pubblici poteri,nelle regioni ove più diffuse e radicat esono le attività economiche riconducibil ialla malavita, e per garantire altresì unamaggiore libertà di decisione dei soggett ipubblici anche attraverso un perfeziona -mento delle forme di pubblicità dell escelte da essi operate ;

come si intendano potenziare le strut-ture e gli organici della magistratura chia-

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mata oggi a fare fronte ad una domanda d igiustizia cresciuta a dismisura nella su aquantità e profondalmente mutata nellasua qualità, nonchè alle prese con i molt iproblemi pratici posti dall'entrata in vi -gore del nuovo codice di procedura pe-nale;

se in conclusione non si ritenga che —al di là delle azioni svolte per fronteggiar ele diverse emergenze — i provvediment iqui sollecitati debbano scaturire da un di -segno coerente e da un impegno quoti -diano e costante contro le attività criminal igrandi e piccole, oggi più che mai ricondu -cibili a livello planetario al grande affaredel narcotraffico; un disegno che, mentr eimpiega in modo più efficace e continua-tivo i tradizionali strumenti di garanzi adell'ordine pubblico, dello Stato è appars ada sempre discontinua e lontana, ancheattraverso un miglioramento della qualit àcomplessiva della azione amministrativa .

(2-00976)«Capria, Amato, Di Donato ,

Andò, Buffoni, Cardetti, Ce -rutti, Mastrantuono» ;

(10 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri ed i lMinistro dell'interno, per conoscere, afronte del dilagare in tanta parte del terri-torio nazionale di forme molteplici di cri-minalità contro la vita e la libertà dell epersone, contro le proprietà e contro l apubblica amministrazione, quali valuta-zioni intendano fornire in ordine alle ri-sposte date alla criminalità stessa, sia at-traverso le leggi speciali antimafia, sia connorme e prassi processuali o probatorie ,quali le varie forme premiali nei confrontidei cosiddetti «pentiti», sia con la recentenormativa di abbrogazione e modifica-zione di taluni articoli del codice penal erelativi ai reati dei pubblici ufficiali controle pubbliche amministrazioni sulla loroefficacia e sui loro effetti .

chiedono di conoscere quali determina-zioni intenda adottare il Governo per assi -

curare sicurezza e legalità nella vita deicittadini, nella vita economica del Paese enelle pubbliche amministrazioni .

(2-00977)«Mellini, Calderisi, d ' Amato

Luigi, Viviani» ;

(10 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i lMinistro dell 'interno, per sapere — pre-messo che :

in alcune aree del Paese e, in partico-lare, in Sicilia, in Calabria e in Campani anegli ultimi tempi la criminalità organiz-zata di stampo mafioso e camorristico haalzato il livello dell 'offesa alla pacific aconvivenza civile, ponendosi perfino incontrapposizione alle istituzioni dell oStato, creando un clima di grave allarmesociale ;

durante la campagna elettorale dellerecenti elezioni regionali e amministrativela criminalità organizzata ha fisicament eeliminato numerosi candidati e, dopo l osvolgimento delle elezioni stesse, un fun-zionario della regione siciliana in servizioall'assessorato agli enti locali, dimo-strando in modo inequivocabile la volontàdi influire sulla vita pubblica amministra-tiva e, quindi, confermando indiretta -mente l'esistenza di legami con persone ecentri di potere politico e decisionale ;

i sequestri di persona a scopo di estor-sione — che non sono più un'esclusiva pre-rogativa delle regioni «classiche», ma sistanno radicando ovunque, come ha evi-denziato la recente vicenda della piccolaTacchella — continuano a suscitare l amassima preoccupazione nella pubblicaopinione e sfiducia nella capacità delloStato di dare risposte efficaci nel camp odella prevenzione e della respressione de icrimini, nonostante alcune positive azion idi polizia . Si ricorda, in proposito, la mani -festazione svoltosi a Roma alla fine dell oscorso mese promossa dai congiunti e daabitanti dei paesi degli ostaggi nelle mani

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del sequestratori, per indurre lo Stato aduscire dalle incertezze e ad operare persconfiggere i sequestri ;

la criminalità organizzata cionvolge i nmisura crescente frange di immigrati clan -destini inseriti nel controllo della prostitu -zione, nel traffico di stupefacenti e nel con -trollo in genere di traffici illeciti . La stragedi Pescopagano, inoltre, ha rivelato l'esi-stenza di una «camorra nera», in competi-zione con quella tradizionale per la con-quista o il mantenimento di fette di mer-cato, che aggiunge omicidi a omicidi, ren-dendo ancora più drammatica la situa-zione nelle aree interessate ;

la criminalità organizzata è già entrataa far parte del tessuto stesso della societ àmediante il suo inserimento nelle attivit àproduttive legali e una sua ulteriore azion ein tale senso renderebbe ancora più pro-blematica la necessaria inversione di ten-denza —;

a) se e quali iniziative sono state prese os'intendono prendere per consentire mag-giore capacità d 'indagine e operativa all eforze dell'ordine, allo scopo di ridare ga-ranzia alle legalità democratiche e sicu-rezza alla pacifica convivenza civile ;

b) se e in quale misura gli organismidello Stato a ciò deputati siano in grado d idare concreta attuazione alla recente legg e19 marzo 1990, n. 55, contenente nuovedisposizioni per la prevenzione della delin -quenza di tipo mafioso e di altre graviforme di manifestazione di pericolosit àsociale ;

c) se e quali provvedimenti legislativi ,oltre a quelli già presentati e all 'esame delParlamento, s'intendano prendere con lamassima urgenza per completare il pro-gramma del Governo relativo alla crimina -lità organizzata.(2-00978)

«Battistuzzi, Serrentino» ;

(10 maggio 1990) .

«Il sottoscritto chiede di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il

Ministro dell ' interno, per sapere — pre-messo che :

in Campania, Calabria e Sicilia, negl iultimi tempi, si è fatta più spregiudicata e daggressiva l'azione della malavita organiz-zata che colpisce, come si è visto nellarecente campagna elettorale, anche settoridella vita associativa quali i partiti politicie la Chiesa ;

ormai ogni livello di guardia della sicu-rezza per la civile convivenza è abbondan-temente superata in queste regioni e l oStato sembra sempre più assente ed inca-pace di ristabilire l'ordine ;

tali fenomeni stanno addirittura espan -dendosi pericolosamente in altre region idel Sud e del Nord — :

quali organiche e decisive iniziative in -tendano assumere per riportare l'ordin epubblico in queste zone dell'Italia e supe-rare il degrado civile raggiunto.

(2-00979)«Caria» ;

(11 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dell ' interno, per conoscere qual isiano le sue valutazioni e gli intendiment idel Governo per tutto ciò che riguarda lasituazione dell'ordine pubblico nel Mezzo -giorno, con particolare riferimento a igravi episodi di criminalità avvenuti inoccasione della recente campagna eletto-rale e alle vicende legate ai sequestri d ipersona.

(2-00980)«Rodotà, Rizzo, Beebe Taran-

telli» ;

(11 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri dell'interno e di grazia e giustizia ,per sapere — premesso che:

nei mesi di aprile e maggio abbiam oassistito ad una serie impressionante d iomicidi che hanno visto coinvolti nume-

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rosi candidati alle elezioni amministra-tive ;

tale situazione si pone nel momento incui le cosche mafiose si accingono a vole rgestire finanziamenti e appalti portand oun attacco al sistema democratico attra-verso l'utilizzazione organica di un sistem adi asservimento a interessi di parte co nl 'impiego sistematico della violenza, edella intimidazione ;

quate situazione è aggravata dallo statoin cui è costretta a lavorare la magistra-tura nelle zone calde, spesso senza mezzi econ organici sotto dimensionati ;

questa situazione non è legata solo allafase elettorale ma è diventata prassi quoti -diana, come dimostra l 'assassinio di Bon-signore, funzionario della regione Sicilia ,ucciso per aver denunciato irregolarità eche aveva subìto per questo un trasferi-mento illegale ;

qualora persistessero le carenze sopradenunciate nell'amministrazione dell agiustizia ai arriverebbe alla paralisi dell'in -tera giustizia — :

se non ritenga che tale situazione siadovuta ad un inefficace operato del Go-verno, che ne debba rispondere di fronte alPaese .

(2-00981)«Guidetti Serra, Arnaboldi, Ci-

priani» ;

(11 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i lMinistro dell'interno, per sapere — pre-messo che :

le ultime settimane sono state caratte-rizzate in Campania, Calabria, Sicilia ePuglia dall'omicidio di candidati alle ele-zioni amministrative ; a Taranto è statoferito il capolista della DC ; agli omicidi sisono aggiunti aggressioni ed intimida-zioni ;

l'ultima vittima, ad oggi, è il dottor Gio -vanni Bonsignore, funzionario della re-

gione Sicilia, notoriamente impegnato perla correttezza amministrativa, e tale omi-cidio conferma gli intrecci tra mafia e poli -tica, diretti tanto a condizionare la spes apubblica quando ad eliminare gli ostacol ialla penetrazione mafiosa ;

la sequenza delle aggressioni conferm ale gravissime responsabilità del Ministerodell'interno, non dimostratosi in grado didefinire una strategia di lotta alla crimina-lità ;

restano nelle mani dei rapitori ben 5cittadini e non limpide circostanze sem-brano aver caratterizzato tanto la libera-zione del giovane Casella quanto quella de lgiovane Celadon;

le responsabilità del Ministero dell'in-terno risultano ancora più gravi in rela-zione :

a) a quanto dichiarato da un Ministr odella Repubblica, l'onorevole De Lorenzo ,al quotidiano La Repubblica del giorno 29aprile: « . . . c'è un collegamento tra elezionie recrudescenza degli omicidi di ammini-strazioni . . . Noi liberali abbiamo ricevutominacce per spingerci a non presentare leliste . . . Ci sono arrivate intimidazioni d aambienti della criminalità e da esponent ipolitici dei partiti di maggioranza»;

b) all'ulteriore incremento del numerodei reati di maggior gravità consumati ne lterritorio nazionale: secondo l'ultima rela-zione presentata al Parlamento sullo stat odell'ordine pubblico gli omicidi volontari equelli tentati aumentano di oltre il 12 percento, le rapine gravi di più del 21 percento, gli attentati dinamitardi di più de l40 per cento e si perpetuano odiosi casi disequestri di persona ;

c) al vistoso arretramento nell'applica-zione delle misure previste dalla legge Ro-gnoni-La Torre e nell'attuazione di incisiveindagini bancarie e patrimoniali, nono-stante l 'ulteriore affinamento della leggemedesima voluto dal Parlamento ;

d) alla sottovalutazione del rapportotra mafia e politica più volte manifestatadal Ministro dell ' interno, nonostante siaormai assodato, anche da documenti pro-

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dotti dalla Commissione Antimafia, che l aforza delle organizzazioni di tipo mafios odipende proprio dai loro rapporti con l apolitica ;

in questa situazione lo Stato non ap-pare garante del fondamentale diritto de icittadini alla sicurezza —:

quali determinazioni intenda assumer eil Governo in relazione a quanto sopradenunciato .

(2-00982)«Occhetto, Zangheri, Tortorella ,

Quercini, Violante, Mac-ciotta, Pacetti, Barbera, Bar-bieri, Ferrara, Forleo, No -velli, Strumendo, Bargone ,Ciconte, Finocchiaro Fi-delbo, Fracchia, Orlandi, Pe-drazzi Cipolla, Recchia, Si-natra, Turco, Vacca, Man-nino Antonino, Umidi Sala ,Ciafardini, Cicerone, Di Pie-tro, Petrocelli, Alinovi, Au-leta, Bellocchio, Calvanese ,D'Ambrosio, Geremicca ,Nappi, Nardone, Ridi, Bre-scia, Schettini, Cannelonga ,Civita, Galante, Gelli, Perinei ,Sannella, Torna, Lavorato ,Samà, Lauricella, Lucenti ,Mangiapane, Monello, Sanfi-lippo, Cherchi, Sanna» ;

(14 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri ed i lMinistro dell'interno, per sapere — pre-messo che :

1'8 febbraio 1990 è stato assassinato inCannitello di Villa San Giovanni (RC) i lvicesindaco Giovanni Trecroci, assessor edemocristiano ai lavori pubblici ;

il 5 marzo 1990 è avvenuto l 'omicidio diPietro Princi esponente socialista di Vill aSan Giovanni (RC) ;

il 27 marzo è stato ucciso in Fiumara d iMuro (RC) il sindaco socialista Modest oCrea;

il 10 aprile è stato ucciso nell'ospedalecivile di Reggio Calabria Vincenzo Reitanoex consigliere comunale democristiano ;

il 12 aprile è avvenuto in Acerra (NA)l'omicidio di Carmine Elmo ex assessoredemocristiano ;

il 21 aprile è stato ucciso a Caraffa (CZ)il candidato democristiano alle ammini-strative Antonio Bubba Bello ;

il 26 aprile a Torre del Greco (NA) èstato assassinato l'avvocato Antonio Bona -iuto ex sindaco democristiano e candidat oad Ercolano ;

il 30 aprile a Casalnuovo (NA) è avve-nuto l'omicidio di Vincenzo Agrillo (PSDI )candidato per le elezioni nel comune d iPomigliano d'Arco ;

il 2 maggio è stato ucciso Antonio Ste-litano a Brancaleone (RC), candidato a lconsiglio comunale di Staiti (RC) della list acivica «Unità Democratica» ;

il 9 maggio a Palermo è stato uccisoGiovanni Bonsignore dirigente dell'asses-sorato enti locali alla regione Sicilia ;

agli omicidi sopra enumerati si aggiun-gono attentati e ferimenti, minacce ed inti-midazioni, ricatti ed estorsioni operati daassociazioni mafiose e camorristiche intutto il territorio nazionale e tendenti, d aun lato, a garantire agli uomini della cri-minalità organizzata una consistente pre-senza nelle istituzioni, specie negli ent ilocali, e, dall'altro, ad assicurare alleazioni delinquenziali protezioni, conni-venze, omertà e consensi ;

la inadeguatezza delle presenza e dellaattività del sistema di difesa dell'ordinepubblico è talmente eclatante che la com-missione antimafia ha ritenuto esister ezone del nostro paese dove non vigono piùle leggi e la costituzione della Repubblica edove il dominio delle organizzazioni delin-quenziali appare quasi incontestato ;

la stessa recente campagna elettorale èstata vissuta nel sud sotto l'incubo dell eintimidazioni mafiose e camorristiche econ la gravissima preoccupazione del rin-

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novarsi di brogli elettorali già avvenuti adopera di oscure connessioni tra camorra epolitica nel collegio di Napoli e Casertanell'anno 1987 così da determinare la ri-chiesta di annullare le operazioni elettoraliin ben 123 sezioni del collegio ;

è stato accertato emblematicament edalla commissione antimafia in Catania:«assolutamente inesistente, pur in un con -testo di illegalità e di criminalità diffusache trae incalcolabili profitti dalle attivitàillecite, l'attività investigativa sulla crimi-nalità economica, sulle infiltrazioni in tutt ii settori commerciali, industriali e finan-ziari, sul controllo dei mercati, sul riciclag -gio»

1) quali a giudizio del Governo siano l ecause di una così evidente debolezza dell oStato di fronte all'egemonia mafiosa e ca-morristica sugli affari, sulla politica e sull asicurezza delle persone in così estese areedel Paese ;

2) quali misure abbia assunto il Go-verno per rovesciare l'attuale stato di cla-morosa collusione tra organizzazioni cri-minali e strutture politiche, specie degl ienti locali delle regioni «a rischio» ;

3) per quali ragioni il Governo no nrende noti i rapporti redatti dall'alto com-missario sulle relazioni tra mafia, camorr aed istituzioni pubbliche ;

4) se visti i risultati del tutto insuffi-cienti ottenuti dalla struttura dell'altocommissario non si ritenga opportuna un asua sostituzione con altri mezzi di lotta all amafia e camorra che nell 'ambito delle ga-ranzie costituzionali, consentano un inter-vento a fondo in materia di criminalit àfinanziaria e criminalità politica ;

5) se non ritenga il Governo di rivolgereai partiti un appello ad una maggiore col-laborazione contro le infiltrazioni e le con-tiguità mafiose e per la riforma del co-stume politico nelle amministrazioni a ri-schio mafioso ;

6) se il Governo non intenda pronun-ciarsi sulla opportunità di adottare regol epiù capaci di impedire brogli elettoral iquali quelli verificatisi nell'anno 1987 e

sulla necessità di ricercare a fondo le re-sponsabilità di detti brogli ;

7) con quali interventi possa essere dat afiducia ed energia alla società civile così

che essa svolga tutta la dovuta «capacità d iresistenza» all ' assedio mafioso e camorri-stico .

(2-00987)

«Lanzinger, Andreis, Bassi Mon-tanari, Cecchetto Coco, Ce-ruti, Cima, Donati, Filippin iRosa, Mattioli, Procacci, Sal-voldi, Scalia» ;

(15 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri ed iMinistri dell'interno e di grazia e giustizia ,per sapere —

considerata la gravità del fenomen odella criminalità organizzata, e di quell amafiosa e camorristica in particolare, cosìcome risulta dalla relazione sull'ordinepubblico presentata dal Ministro dell'in-terno al Parlamento il 31 marzo 1990, non-ché il verificarsi di fenomeni delittuosi nelcorso della campagna elettorale per le ele-zioni amministrative del 6 maggi oscorso;

premesso che la lotta contro la delin-quenza organizzata è stata assunta adobiettivo prioritario, irrinunciabile e cen-trale della strategia del Governo come ri-sulta dalle dichiarazioni programmatich edel Presidente del Consiglio approvate da lParlamento — :

1) lo stato della realizzazione degl iobiettivi di lotta alla criminalità definit idal Governo tenendo conto della necessitàdi un disegno unitario complessivo, sia i nsede preventiva che repressiva e non limi-tato soltanto a fronteggiare le divers eemergenze ;

2) a che punto è quindi l'attuazione de l«pacchetto di norme anticrimine», pro -posto dal Governo al Parlamento, per ac-centuare l'impegno operativo delle forz edell'ordine :

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3) se, e con quali modalità, il Governonella proposizione delle iniziative legisla-tive e nella loro attuazione, abbia tenutoconto dell'evoluzione preoccupante subit adalla criminalità per effetto del trafficodella droga e dei sequestri di persona ;

4) quale impegno è stato profuso dalleforze dell'ordine nella lotta non solo all agrande criminalità, ma anche alla micr ocriminalità, alla criminalità comune e dalla delinquenza minorile ;

5) quali ulteriori iniziative il Governoha assunto o intenda promuovere per raf-forzare il coordinamento tra le forze d ipolizia, rivelatosi sempre più determi-nante per ottenere risultati positivi negl iultimi tempi ;

6) quali sono state le iniziative a livellointernazionale assunte dal Governo, acausa della internazionalizzazione del fe-nomeno della criminalità, che è divenutauna multinazionale della illegalità ;

7) quali risultati abbia dato l ' impiego ,disposto dal Governo, dei servizi di sicu-rezza, nella lotta alla criminalità organiz-zata ;

8) quali conseguenze, sull'increment odella criminalità mafiosa e camorristica,derivano dallo stato della giustizia italiana,denunciato anche dai giudici impegnat inelle aree più critiche del fenomeno, per lacarenza di uomini e di strutture e in unmomento particolarmente delicato che co -incide con l'applicazione del nuovo codic edi procedura penale;

9) se esista un rapporto tra l'incre-mento della criminalità e l'andament odella popolazione carceraria, conseguenteall'applicazione della legislazione sui be-nefici carcerari e della amnistia ;

10) quali iniziative il Governo ha as-sunto o intenda ulteriormente assumer eper garantire sempre la trasparenza degliinvestimenti nel Mezzogiorno e nella ge-stione degli enti locali, liberando questiultimi da una crescente pressione crimi-nale ;

11) quali ulteriori iniziative il Governo

intenda assumere per la lotta al ricli-glaggio del denaro sporco;

12) se, in queste condizioni, i provvedi -menti assunti dal Governo per l 'adegua-mento qualitativo e quantitativo degli or-ganici e per il potenziamento di mezzi estrutture, sia per le forze di polizia che pe rl'organizzazione della giustizia si siano ri-velati sufficienti a fronteggiare la lotta all acriminalità e se invece non sussistano ulte -riori esigenze di ampliamento e di poten-ziamento ;

13) quale tipo di iniziative il Govern ointenda assumere per attuare un maggio rcontrollo del territorio nelle regioni dell aSicilia, della Campania e della Calabria pe rcombattere la criminalità organizzata eper bloccare la diffusione già registrata inaltre regioni vicine ;

14) se, anche alla luce delle proposte i nvia di elaborazione nella Commissioneparlamentare antimafia, il Governo nonritenga di assumere iniziative legislativ eper una maggiore certezza ed effettivit àdella pena, nonché per un puntuale ade-guamento della legge dell'alto Commis-sario antimafia e per opportuni migliora -menti di alcune norme del nuovo codice d iprocedura penale, secondo le indicazion iche emergono dalla prima esperienza ap-plicativa ;

15) se, a giudizio del Governo, non oc -corra ripristinare una forte cultura dellalegalità, che richiede certo una intensa eunitaria corresponsabilità di tutte le forz epolitiche, così come si è verificato durant el'emergenza terroristica, ma che deve in -vestire l'intero apparato dello Stato, edanche tutte le articolazioni civili e sociali ,come condizione essenziale per concor-rere in modo efficace a battere il feno-meno mafioso e camorristico così grave epregiudizievole per l'avvenire del nostroPaese .

(2-00989).«Forlani, Scotti Vincenzo, Gitti ,

Augello, Carrus, Nenna,D'Antonio, Sarti, Balestracci ,Agrusti, Azzolini, Carelli, Ca-

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farelli, Ferrari Bruno, Fiori ,Fumagalli Carulli, Pisicchio,Soddu, Stegagnini, Usellini,Vito, Zuech»;

(15 maggio 1990) .

«I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri ed iMinistri dell'interno e di grazia e giustizia ,per conoscere — premesso che :

nonostante i provvedimenti legislativ ied amministrativi sinora adottati, il feno-meno della criminalità organizzata ha as-sunto dimensioni sempre più vaste e ne ècresciuta la forza offensiva al punto daminare il fondamento stesso dell 'autori-tà;

nel recente periodo di campagna elet-torale se è assistito ad una incredibile re-crudescenza di delitti contro candidati euomini politici ad opera di organizzazion imafiose, a testimonianza di un protervoquanto pericoloso disegno della malavit aorganizzata di inserirsi e condizionare ,con gli strumenti della violenza e della inti -midazione, lo stesso funzionamento dell eistituzioni politiche;

la drammaticità e la complessità dell asituazione determinatasi non possono es-sere fronteggiate con strumenti ordinari ,ma impongono uno spettro di provvedi-menti multidirezionali e incisivi, stretta -mente coordinati e concatenati in u nquadro organico finalizzato al pieno recu-pero del controllo dell'ordine pubblico daparte dello Stato sull'intero territorio na-zionale e su tutti i gangli della vita civile ;

il sistema penale complessivo, i cuiprincipi di garanzia costituiscono una con -quista irrinunciabile di una società civil emoderna, non appare tuttavia in grado d ifronteggiare attività criminali, con carat-teristiche del tutto particolari in continu aespansione e che minano anche le istitu-zioni pubbliche —;

1) quali siano gli elementi in possessodel Governo sulla consistenza e dirama-

zione operativa della criminalità organiz-zata e sulla espansione della delinquenzacomune;

2) quanti detenuti imputati o condan-nati per reati connessi ad attività di stampomafioso o per sequestri di persona risul-tino al Governo essere stati messi in libertàper decorrenza del termini di carcerazionepreventiva o aver beneficiato di permessi odi misure alternative alla prevenzione, e s enon ritenga opportuna una revisione dellenorme sull'ordinamento penitenziario esulla durata dei termini di carcerazionepreventiva, per le persone imputate o con -dannate per reati connessi ad attività d istampo mafioso o per sequestri di per-sone;

3) quali effetti l'entrata in vigore de lnuovo codice di procedura penale abbiaavuto per quanto riguarda la lotta alla cri -minalità organizzata e quali misure il Go-verno intenda adottare per garantire lacapacità delle strutture giudiziarie di af-frontare l'attuale situazione di emer-genza ;

4) se non ritenga indilazionabile predi-sporre con la massima urgenza provvedi -menti, anche legislativi, finalizzati ;

a) alla previsione di nuove più adeguat emisure penali e di sicurezza in riferiment oai reati specifici delle associazioni malavi-tose di stampo mafioso, e di rafforzamentodegli organici delle forze di polizia e dellamagistratura nella lotta a questa forma d icriminalità ;

b) ad assicurare la piena trasparenzadella gestione delle risorse pubbliche tra-sferite agli enti locali, in particolare delleregioni interessate ai fenomeni della cri-minalità organizzata, individuando ed eli -minando quelle procedure che appaion oinidonee a garantire correttezza, tempi emodi di attuazione dell'intervento pub-blico nell'economia e l'efficienza dei ser-vizi pubblici locali ;

5) se non ritenga che debbano essereinnovate le disposizioni relative alla proce-dura di affidamento dei lavori nelle re-gioni particolarmente colpite dalla crimi-

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nalità organizzata, escludendo il ricorsoalla trattativa privata o all'istituto dellaconcessione ;

6) se non ritenga che debbano esserepreviste disposizioni speciali per sottrarr ele decisioni relative alla scelta del con-traente in materia di appalti di opere pub-bliche o di forniture di beni e servizi all eamministrazioni locali su cui maggior-mente si esercitano le pressioni dei poterimafiosi .

(2-00991) .

«Del Pennino, Bogi, Gorgoni» .

(16 maggio 1990) .

L'onorevole Franco Russo ha facoltà diillustrare la sua interpellanza n . 2-00971 .

FRANCO RUSSO. Signor Presidente, ri-tengo estremamente importante la pre-senza di molti esponenti del Governo e dinumerosi colleghi parlamentari in quest aseduta nella quale affrontiamo il pro-blema dell'ordine pubblico .

Come verdi-arcobaleno, durante la cam -pagna elettorale non abbiamo chiesto l edimissioni dell'onorevole Gava, non per -ché non ritenessimo importante questoatto, bensì perché volevamo evitare qual-siasi accusa di strumentalismo che, infatti ,è stata rivolta alla mobilitazione e all acampagna politica svolta dai colleghi delgruppo comunista .

Certo, l'onorevole Gava viene oggi a ri-spondere alle interpellanze sull'ordinepubblico, nel momento in cui ha volutorivendicare durante la campagna eletto-rale l'efficienza della gestione del Mini-stero dell'interno . Probabilmente l'onore-vole Gava si riferiva semplicemente al suc -cesso ottenuto per quanto riguarda i se-questri di persona, del cui esito positivo ,ovviamente, anche noi non possiamo cheessere felici .

Tuttavia, onorevole Gava, onorevoli mi-nistri, il problema dei giorni nostri non èsolo quello relativo al sequestro di per -sona, anche se si tratta di reati particolar -mante ripugnanti per la nostra coscienza e

per quella dell'opinione pubblica . 1l pro-blema dell'ordine pubblico nel Mezzo -giorno è l'intreccio esistente tra crimina-lità organizzata, economia sommersa emalavitosa, nonché affari pubblici gestit idalle forze di Governo .

Voglio subito premettere che non in -tendo dare la croce addosso a nessuno ; nondico che chi gestisce il potere è sicura-mente un criminale, ma affermo semplice -mente che nel meridione il denaro (anch equello finalizzato agli investimenti, ch epassa attraverso gli appalti) è gestito i nsostanza dalle strutture dello Stato . Equeste hanno nome e cognome : la buro-crazia e i partiti politici al Governo .

Questo è il nodo politico che dobbiamoaffrontare e che tutti conosciamo; eppure ,nessuno dei partiti che gestiscono il poteree i fondi pubblici è intervenuto. Dobbiam otristemente fare i conti con i morti ammaz-zati, che nella memoria non appartengonocerto ad alcuna forza politica . Dispiaceche con l'ultimo assassinio sia stato colpitoun funzionario della regione siciliana .Bonsignore, che è stato ucciso a Palermo .Non voglio fare il nome dell 'assessore conil quale egli ha avuto a che fare, per evitarespeculazioni .

Come tutti hanno dovuto riconoscere ecome ha ricordato anche il presidentedella regione siciliana, Nicolosi, Bonsi-gnore era un funzionario integerrimo, chesvolgeva con diligenza e competenza il suolavoro. Egli si occupava di verificare l acorrettezza nella gestione dei fondi pub-blici . L'assassinio di un funzionario com eBonsignore da un punto di vista simbolic o(purtroppo si tratta di un simbolo intriso d isangue) sta a significare che, se vogliam overamente contrastare la criminalità orga -nizzata dobbiamo toccare l'intreccio trapolitica e affari, tra appalti e politica . Oc -corre che lo Stato indirizzi la sua lott averso quanti gestiscono e controllano gl iappalti .

Ci domandiamo allora se servano dav-vero gli alpini inviati in Aspromonte . A mesembra di no. A che cosa può servire lamilitarizzazione del territorio? Forse asconfiggere la microcriminalità, dall aquale comunque i cittadini devono essere

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difesi. In questo modo, però, non si cogli ela radice vera del fenomeno, quella chealimenta in via permanente la criminalitànei territori meridionali .

Oggi stiamo parlando della criminalit àdi Bonsignore per avere conferma diquanto ho affermato. Su tale vicenda v isono state speculazioni, ma di che tipo?Quando la stampa compie il suo dovere (esulla criminalità organizzata ognuno d inoi può documentarsi sulla base di articol iapparsi sui giornali), i giornalisti divul-gano fatti che tutti conoscono e che ess isentono, appunto, il dovere di denunciare.È il caso dei fatti denunciati da un giorna -lista de Il Sole 24 Ore, Liana Milella; senzavoler screditare gli altri giornali, potreiportare in quest'aula in rassegna stampabasata solo sugli articoli apparsi su Il Sole24 Ore. Non si tratta, onorevole Gava, d iquell'«estremista» de l 'Unità o del il mani-festo, oppure di un giornale bene infor-mato come il Corriere della Sera! Si trattainvece di un giornale finanziato dalla Con-findustria, dagli imprenditori italiani .

Basta leggere la rubrica settimanale de -dicata da Il Sole 24 Ore al Mezzogiorno, percapire come e dove si intende colpire .Allora, onorevole Gava, lei non può e nes-suno può sbandierare i successi ottenuti i nun certo campo della criminalità, sfug-gendo ai compiti che dovrebbero esserepropri delle strutture statali nel loro com-plesso, alla necessità di fare pulizianell'epicentro della criminalità, che è co-stituito dalla gestione degli appalti .

Onorevole Gava, onorevoli ministri, èvero che nel Mezzogiorno la mafia si ali -menta attraverso il traffico degli stupefa-centi, i sequestri di persona, il taglieggia-mento, ma dove vanno a finire, poi, tutti isoldi raccolti attraverso tali attività? Possi -bile che occorra ripetere ancora una volt aquanto hanno affermato esperti giornali-sti? quel denaro viene reinvestito e rici-clato soprattutto attraverso gli appaltipubblici !

È su questa gigantesca impresa fondat asulla criminalità e sul l 'attacco malavitosoalle strutture della società civile che no idobbiamo mettere ìe mani . Per questo èstato ucciso Bonsignore. La campagna

elettorale è stata scandita dal sangue ,come più interpellanze hanno ricordato . Acominciare dall'8 febbraio 1990, quando aVilla San Giovanni venne ucciso il vicesin -daco Giovanni Trecroci, fino al 9 maggio,quando purtroppo è stato assassinato Gio -vanni Bonsignore, è tutta una scansione d iepisodi sanguinosi tesi a condizionare e aterrorizzare i partiti e le amministrazion ilocali . Con questo io non voglio dire che ch iè stato ucciso o il partito al quale apparte -nevano gli assassinati sono legati alla cri-minalità organizzata, perché la crimina-lità organizzata può appunto attaccare pe rimpaurire, per costringere alla collusione .A chi è stato ucciso va la nostra memoria eai familiari la nostra solidarietà. Ma checosa dimostrano questi omicidi? Dimo-strano appunto che la criminalità vuolecondizionare la vita dei partiti e delle am-ministrazioni locali .

Le cose sono quindi molto chiare, a mioavviso. Che cosa ha fatto e che cosa vuol efare il Governo? Consentitemi di ricordare ,onorevoli colleghi, che il giorno in cuiveniva assassinato Vincenzo Agrillo, uncandidato socialdemocratico a Pomiglian od'Arco, a Taranto venivano esplosi colpi dipistola contro il capolista democristian o(per fortuna non è stato ucciso) . Ebbene, aTaranto, per uscire dai famosi «triangol idella morte», i partiti hanno fatto fors equalcosa? Al partito socialista, al partito,della democrazia cristiana io chiedo ap-punto come abbiano formato le liste inquella città . Noi sappiamo che a Tarantouna lista capeggiata da un personaggi otelevisivo locale, ex missino, legato a unclan locale, ha scavalcato tutte le altre liste«bruciando» la democrazia cristiana e i lpartito socialista. Eppure, questi due par-titi hanno affidato il cosiddetto ricambio apersone dalla fedina penale macchiata .Sono cose che vanno dette! Allora il fa-moso ricambio non è avvenuto .

Posso dire anche altro . Sappiamo che unex prete che è stato sindaco, GiuseppeGiaccone, ha denunciato i meccanismi at -traverso cui venivano gestiti gli appalti .Quel sindaco «pentito» ha descritto detta-gliatamente come venivano controllate legare d'appalto e come venivano foraggiati

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i partiti di Governo per la concessione ,appunto, degli appalti .

È per questo che noi diciamo che nell'in -treccio mafia-politica non dobbiamo cer-care il terzo livello, il quarto livello, i lpotere occulto, il «grande vecchio». Il«grande vecchio» consiste semplicement ein questo processo politico-sociale chevede legate imprenditoria mafiosa, im-prenditoria malavitosa e meccanismi d ierogazione del denaro pubblico . Voletecombattere la criminalità organizzata? Eb -bene, è quell'intreccio che allora dovet ecolpire. E su questo che il ministro Gavadeve risponderci oggi pomeriggio .

Non si tratta di criminalizzare qual-cuno . Quello che vogliamo denunciare èil comportamento dei partiti che avevan ol'occasione nell'ultima campagna eletto-rale di procedere effettivamente ad uncontrollo ed un ricambio dei propri rap-presentanti istituzionali non solo perdare un esempio, ma anche per comin-ciare ad erigere barriere contro l'im-prenditoria malavitosa .

Faccio ancora una volta domande daoppositore preconcetto? No, le voglio alriguardo citare proprio un articolo de IlSole 24 ore : «Se a Napoli un assessore inve-stito da un precedimento giudiziario che faintravedere» - è Masciari evidentemente —«rapporti con esponenti della camorra nonsente il dovere, al di là del suo naturalediritto a difendersi, di mettersi in qualchemodo da parte e se la classe politica nonglielo chiede, questo non aiuta il fronteanticrimine». Si tratta di una citazione te-stuale che prosegue ancora : «E se a Tau-rianova in Calabria l'ineffabile presidentedella USL 27, Francesco Macrì, è colpitoda un ordine di allontanamento dalla su acittà emesso dalla magistratura, mentre i lsuo partito non lo ha prima privatodell'onore politico, una buona occasioneper dare un segnale positivo rischia d iandare persa».

Queste sono le domande che non si pon -gono non solo i gruppi di opposizione m aper fortuna anche gli organi di stampa. Ese questi ultimi insistono quotidianament esul problema della gestione delle USL e de ldenaro pubblico, mi sembra si tratti di un

altro passo in avanti che trova il Govern ocompletamente insensibile .

L'onorevole Andreotti, Presidente de lConsiglio, con i suoi giudizi ironici e gl iunderstatements (come usa fare, da in-glese) sottovaluta sempre tutto. E no, nonsi può sottovalutare di fronte ad un sin-daco che parla ed espone con molta chia-rezza il meccanismo delle tangenti rispett oall'omicidio Bonsignori ed anche alla rea-zione dei sindacati (che seppure tardiva, v iè stata la battaglia della funzione pubblica -CGIL, con De Santis che si era dichiarat odisponibile a riferire quanto aveva dett oBonsignore il 6 dicembre quando, in unaconferenza stampa, denunciò lo stesso in -treccio). Questa è la domanda politica!Perché poi, onorevole Gava, chi è contrarioad intensificare il controllo sul territorioda parte delle forze dell'ordine in manierada evitare che vi siano insediamenti crimi -nosi che contestano allo Stato il controllosul territorio? Nessuno è contrario !

Chi è contrario al rafforzamento degl iorganici e a tutto quel che c'è stato propo-sto? Finché non si colpisce l'intreccio inquestione, potrete aumentare l'intelli-gence, potrete far scendere in campol'esercito o gli alpini, ma non otterretealcuna vittoria, con danno grave — eviden-temente — per il tessuto democratico .

Termino, Presidente, volendo affermareun ultimo aspetto. Trovo strano, onorevoleScotti, che nell'interpellanza di cui lei ècofirmatario non si dica nulla di quest ointreccio, ma si chieda soltanto che cosa ilGoverno intenda fare per rendere più tra -sparente l'amministrazione . Che cosa in -tendiamo fare noi nella vita delle nostr eorganizzazioni politiche e, soprattutto, inquella dei grandi partiti che controllanol'amministrazione? Questa è la domandache dovevate rivolgervi e alla quale dove -vate rispondere oggi pomeriggio .

Ho letto sull'Avanti! del «forum» al qual ehanno partecipato il ministro Vassalli eGiuliano Amato . Certo, anch'io non miaspetto, onorevole Amato, che lo svilupp osradichi la criminalità : lo so bene! Perònon ci aspettiamo che lo faccia l'ex giudic eSica, perché non vi sono possibilità di con -durre vittoriosamente questa battaglia at-

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traverso la repressione. Tale risultatopotrà essere ottenuto solo sciogliendo —ripeto e concludo — l'intreccio tra poli-tica, affari e criminalità organizzata (Ap-plausi dei deputati dei gruppi di Demo-crazia proletaria e del PCI) .

PRESIDENTE. L'onorevole Servello hafacoltà di illustrare la sua interpellanza n .2-00975 .

FRANCESCO SERVELLO . Rinunzio ad il -lustrarla, signor Presidente, e mi riservo d iintervenire in sede di replica .

PRESIDENTE. Chiedo agli altri onore -voli interpellanti se intendano illustrare l eproprie interpellanze, ovvero se intendanorinunziarvi, riservandosi di intervenire insede di replica .

NICOLA CAPRIA Rinunzio ad illustrare l amia interpellanza n . 2-00976 e mi riservo d iintervenire in sede di replica .

PRESIDENTE. Ne prendo atto. Poichénessuno dei presentatori dell'interpel-lanza Mellini n . 2-00977 è presente, si in -tende che abbiano rinunziato ad illu-strarla.

PAOLO BATTISTUZZI . Signor Presi -dente, rinunzio ad illustrare la mia inter-pellanza n . 2-00978 e mi riservo di interve-nire in sede di replica .

FILIPPO CARIA . Rinunzio ad illustrare l amia interpellanza n . 2-00979 e mi riservo diintervenire in sede di replica .

ALDO RIZZO. Rinunzio ad illustrare l'in-terpellanza Rodotà n . 2-00980, di cui sonocofirmatario, e mi riservo di intervenire insede replica .

LUIGI CIPRIANI . Rinunzio ad illustrar el ' interpellanza Guidetti Serra n . 2-00981,

di cui sono cofirmatario, e mi riservo d iintervenire in sede di replica .

ANTONIO BASSOLINO. Rinunzio ad illu-strare l ' interpellanza Occhetto n . 2-00982,

di cui sono cofirmatario, e mi riservo diintervenire in sede di replica .

PRESIDENTE. Ne prendo atto .L'onorevole Lanzinger ha facoltà di illu-

strare la sua interpellanza n . 2-00987 .

GIANNI LANZINGER. Signori ministri erappresentanti del Governo che siete pre-senti in maniera così numerosa, colleghi,noi crediamo che le domande siano post eper ottenere risposte. Proponiamo quindiuna serie dettagliata di quesiti, come pe-raltro tutti i gruppi hanno fatto, per avererisposte . Chiediamo che si aprano gli «ar-chivi della conoscenza» di questi Minister iperché vogliamo risposte sulle ragioni pro -fonde e certamente non soltanto limitate a lproblema della semplice criminalità .

È un tessuto intero che diventa infettatodalla presenza mafiosa e camorristica . Masoprattutto, per la competenza del Go-verno, per l'autorità e ì'autorevolezza d ichi ci sta ascoltando, chiediamo rispost esu provvedimenti .

Colleghi, noi crediamo che fare politic asignifichi agire per provvedimenti e nonper opinioni! Crediamo altresì che il cri-terio di valutazione della buona o della cat -tiva politica sia il risultato dei provvedi -menti e non certo della bontà delle inten-zioni .

Colleghi, il risultato di tale politica(perchè questo è un risultato) è un bollet-tino di guerra . Intere aree del nostro paesesono occupate e non solo assediate dall acriminalità organizzata ; intere aree delterritorio sono espugnate dalla crimina-lità: lo dice la Commissione antimafia e loscrivono autorevoli rappresentanti dellapubblica amministrazione . Non è un con-tro-Stato ma una presenza nello Stato .Come è possibile non considerare questifatti un risultato: assassinio del l 'assessoredemocristiano di Villa San Giovanni; as-sassinio, dopo poco tempo, di un espo-nente socialista di Villa San Giovanni ; as-sassinio del sindaco socialista di Fiumar adi Muro (Reggio Calabria) ; assassinio di unex consigliere democristiano di Reggio Ca -labria; assassinio di un ex assessore demo -cristiano ad Acerra (Napoli) ; assassinio di

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un candidato democristiano a Caraffa (Co -senza); assassinio di un ex sindaco demo-cristiano a Torre del Greco ; assassinio d iun candidato del partito socialdemocra-tico a Casalnuovo (Napoli) ; assassinio di uncandidato della lista civica a Brancaleone(Reggio Calabria) !

Colleghi, questa non è ordinaria ammi-nistrazione e non richiede semplicement euna risposta di ordinaria amministra-zione. C'è una ragione che è tutta descritt anel versante che collega la politica con l amafia, con la camorra, la politica degl iaffari ma anche la politica delle ammini-strazioni e la politica degli enti locali :questa vitale e nevralgica politica dellademocrazia diretta del popolo nei co-muni !

Attendiamo risposte dal Governo, dallapolitica e naturalmente anche dai partiti ,visto che i colpiti sono all'interno di quest ipartiti . Non abbiamo sentito risposte o no nne abbiamo sentite di convincenti .

Non credo che si possa semplicement efare un riferimento evasivo alla magistra-tura, alle indagini in corso, al bisogno d iconservare il segreto d'ufficio o giudiziale .Non lo credo! Credo piuttosto che oggianche la magistratura sia investita di unlacerante compito che non è il suo ; un com -pito di agire per campagne ed essere coin -volta nel conflitto sociale, che non e il suo eper il quale non ha strumenti .

Ministro Vassalli, il nuovo strument odella riforma del codice di procedura pe-nale non e adatto a questo tipo di campa-gna; non dà risultati . I giudici chiedono dicambiare quello strumento perchè ap-punto non dà risultati in quel settore .

I giudici hanno chiesto un cambia -mento. Che ha fatto l'Alto commissariodelle mille occasioni in cui i rivoli del capi-tale mafioso viene riciclato? Che ha fatto aCatania dove risulta che su centinaia difinanziarie fasulle, non una è stata sotto -posta a controlli ?

Io penso che non abbiamo dolo il com-pito lugubre di contare gli assassinii, m aanche quello, colleghi ministro Gava, dicontare quegli attentati alla democraziache, in occasione delle elezioni, nel mo-mento cruciale della scelta dei rappresen-

tanti popolari vengono continuamente rin-novati .

Abbiamo ricordato che le elezioni in be n123 sezioni del collegio Napoli-Casert avanno cancellate perché i dati sono assolu -tamente inattendibili, falsi o addiritturasono stati soppressi. Quale risposta dà ilministro del l ' interno su questo gravissim oepisodio di malcostume? Forse quella dat aalla Commissione antimafia e cioè che i lGoverno è tenuto soltanto a garantire i lpoliziotto davanti al seggio? Ci pare unarisposta francamente insufficiente eusiamo una definizione moderata .

Signor ministro, lei sa che altri brogli s isono rinnovati, nonostante l'aspettativa ditutti che la riforma delle modalità dell eelezioni potesse porvi argine . Non è vero,non è stato così. Nuovi brogli si sono rin-novati in queste elezioni ; lei lo sa, signorministro Gava, perché ha ricevuto i dossierche anche noi abbiamo in mano. Lei sa chein alcuni seggi del collegio di Napoli anch equesta volta si sono verificati brogli .

Si è trattato di brogli facili, spiegati . Lacamorra è ancora presente e induce a far eindicazioni in codice sulla scheda . È moltofacile. Si può contare il voto alla camorra !Si può contare, c 'è un sistema, è spiegatonel dossier che lei ha ricevuto . Mi riferiscoin particolare ad un episodio che è noto atutti i colleghi di Napoli e di Salerno e dicui ora si discute ovviamente nella imman-cabile sede giudiziaria ; il fatto riguarda leelezioni di Palomonte . Parlo delle ultimeelezioni amministrative, non delle poli-tiche del 1987 .

La democrazia non è mai in pericolo, lademocrazia è difesa dalla gente; ciò che èin pericolo è la credibilità di questo Go-verno, la sua capacità di garantire la demo-crazia, di assicurarla, di rinfrancare lasocietà civile ; questa immagine è profon-damente in crisi ; sono in crisi la terzietà el'imparzialità dell'amministrazione ri-spetto al mondo obliquo degli affari .Questa imparzialità non esiste, quest amancanza di interessi, questo' distacco ,questa fedeltà al bene pubblico non esi-stono in molte aree del nostro territorio .Con ciò non voglio penalizzare il sud ; sa-rebbe ingiusto e non vero ; non è solo lì che

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la politica fa affari con la mafia e vice -versa.

Quale attività investigativa quali mezz idi contrasto, quali successi, quali risultati ?Esistono microfratture dell'ordine demo-cratico che non vengono neppure indivi-duate censite . Penso che il Governo nonsappia neppure quale sia il dato quantita -tivo del la criminalità diffusa nell'ammini-strazione, perché altrimenti non farebbeproposte come quelle che abbiamo sentit oin materia di appalti .

Colleghi voglio terminare augurandom idi ricevere, come gruppo e come rappre-sentante della popolazione, risposta chenon drammatizzino, ma tranquillizzino,rassicurino. Tali risposte devono però es-sere basate su fatti non nuovamente s uappartenenze politiche né su evasive atten -zioni ad altri organi dello Stato .

Vogliamo sapere come si eviteranno ibrogli, come si impedirà alla mafia ed all acamorra di uccidere, come si libererà ilterritorio dalla presenza della criminalit àorganizzata, insomma come il Govern oriuscirà a garantire l 'assolvimento del suocompito, forse minore ma fondamentale ,di assicurare a tutti la tranquillità e la sicu -rezza democratica (Applausi dei deputat idel gruppo verde) .

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatoridell'interpellanza Forlani n . 2-00989 se in-tendano illustrarla .

VINCENZO SCOTTI . Rinucio ad illustrarel ' interpellanza Forlani n. 2-00989, di cuisono cofirmatario, riservandomi di inter -venire in sede di replica .

PRESIDENTE. L'onorevole Del Penninoha facoltà di svolgere la sua interpellanz an. 2-00991 .

ANTONIO DEL PENNINO. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, la condizion edell'ordine pubblico, come ben cogli eognuno di noi, costituisce ormai una dell emaggiori cause di allarme e di insoddisfa-zione per i cittadini del nostro paese .

I dati che abbiamo a disposizione (datiche lo stesso Governo ci ha offerto con la

relazione sull'attività delle forze di poliziae con quella sulla politica informativ adella sicurezza riguardante il secondo se-mestre del 1989) sono eloquenti ; mi limi-terò a ricordare i più significativi .

Vi è un aumento del 12 per cento perquanto riguarda i tentati omicidi e il 65 percento di questo tipo di reati è concentrat oin Campania, Puglia, Calabria e Sicilia . Gl iattentati dinamitardi sono cresciuti del 40

per cento, con un aumento del 100 percento in Sicilia . In quattro regioni (Sicilia ,Calabria Puglia e Campania) si consumaben 1'85 per cento degli attentati dinami-tardi che sono stati denunciati nell'inter opaese, mentre in due sole regioni (la Siciliae la Campania) viene compiuto il 50 pe rcento delle rapine consumate sul territorionazionale . A fronte di questi dati abbiamoun minor numero di persone arrestate(peri al 5 per cento) nel 1989 rispetto al1988.

Sono cifre che documentano una situa-zione ovunque preoccupante, ma che tra-valica ogni soglia di pericolosità in un agran parte del Mezzogiorno d'Italia, dove— occorre purtroppo dirlo — la Pugli arischia di aggiungersi a Campania, Cala-bria e Sicilia come area in condizione diautentica emergenza .

Accanto a fenomeni come quelli ricor-dati, vi è ormai una condizione di allarm esociale che viene vissuta in tutte le città ,grandi e medie, del paese, senza distin-zione fra nord e sud fenomeni di cosid-detta microcriminalità sono così diffusi d apoter essere considerati endemici mentr ealcuni reati sono perseguiti ormai quasisolo casualmente ed episodicamente :penso agli scippi, alle piccole estorsioni, abuona parte dei furti .

Questa situazione, che è stata grave -mente sottovalutata in passato, ed ha por -tato conseguentemente ad una serie discelte politiche di cui si deve oggi ricono-scere l ' imprevidenza, deve considerarsicausa non occasionale di ulteriori pi ùgravi devianze . Infatti, essa ha consentitolo sviluppo di un humus criminogeno d ifatto non perseguito, che è stato terreno dicoltura fertile per lo sviluppo dell 'attivitàdella grande criminalità organizzata:

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penso in particolare alla struttura che haretto tanti anni, virtualmente tollerata ,l'attività di contrabbando delle sigarette inCampania, su cui si è poi inserito il ben pi ùredditizio traffico della droga .

Inoltre, la cosiddetta microcriminalitàha offerto ed offre la manovalanza e la ret edi connivenza che ha coperto i reati pi ùgravi, ad incominciare dai sequestri di per -sona.

Al di là di questo non si possono poi tra-scurare alcuni aspetti riguardanti il saltoqualitativo compiuto dalla criminalità nelnostro paese.

Mi riferisco agli intrecci tra criminalit àorganizzata e politica, alla capacità, i nun'economia aperta e che non può esser ealtro che aperta, di riciclare i provent idelle attività criminali in attività che di persé non sono affatto criminali, alla mobilitàdei capitali, alla capacità di eludere le pi ùstringenti forme di controllo .

Gli arresti avvenuti nelle ultime ore aMilano sono l'ennessima conferma diquesti intrecci e del fatto che ormai leramificazioni economiche della malavit aorganizzata si estendono ben oltre le re-gioni in cui più forte è la concentrazionedegli episodi di criminalità violenta.

Ma vi è di più: si ha l'impressione — el'ha data una campagna elettorale segnatain alcune aree da una serie di delitti com-messi ai danni di candidati — di una cri-minalità organizzata che ormai non si ac-contenta di più di fiancheggiare questo oquell'esponente politico, come entro cert ilimiti è avvenuto in passato, ma, mentr einterviene nel modo più brutale, assassi-nando candidati sgraditi o considerati co-munque alla stregua di avversari da elimi -nare, scende in campo direttamente consuoi candidati, quasi a realizzare il se-condo stadio preconizzato nel colloquiofinale de Il padrino fra Micheal Corleone eTom Hagen .

Del resto non noi ma la già citata rela-zione sulla politica informativa e sulla si-curezza presentata dal Presidente del Con -siglio tre mesi fa afferma che uno degliaspetti più delicati resta quello dei condi-zionamenti e delle possibili collusioni alivello locale con ambienti politici finaliz-

zati all'indebita appropriazione dei fluss idi spesa pubblica. Essa conclude eviden-ziando addirittura obiettive situazioni didifficoltà nel controllo del territorio .

Quale quadro peggiore può essere deli-neato di quello di una pubblica ammini-strazione che riconosce la perdita dellasovranità del territorio, che pure costi-tuisce uno degli elementi essenziali e costi -tutivi dello Stato?

In questa situazione né il Governo né i lParlamento sono stati fermi . Peraltro, larisposta fin qui complessivamente datadallo Stato non può certo considerarsi suf-ficiente ed adeguata alla sfida condottacontro lo stesso e contro l'intera comunitànazionale .

Si è soprattutto trattato di una rispostanon sufficientemente organica, non com-plessiva, che ha mancato, nella misura incui non si è stati oggettivamente in grad odi farlo, di perseguire un approccio conte -stuale .

È questo un terreno, a ben vedere, in cu iil gradualismo non paga né può pagare ,onorevoli colleghi . Non può pagare per -ché, se la risposta dello Stato è parziale egraduale, essa finisce col lasciare aperte ,vie di fuga, spazi disponibili alla crimina-lità organizzata, che per sua natura è i ngenere assai rapida nell 'adeguarsi all enuove edizioni che la legge detta nei suoidiversi ambiti di intervento .

Certo, attendiamo che si dispieghino gl ieffetti positivi delle revisioni della legg eRognoni-La Torre, ma intanto la legge pe rprevenire e combattere efficacemente isequestri è ferma, quella per sgravare igiudici da una parte delle loro attuali attri-buzioni, istituendo il giudice di pace ,stenta ad andare avanti ; risorse tuttorainsufficienti vengono destinate alla giu-stizia ed alla tutela dell'ordine pubblico ;manca ogni garanzia che, una volta arre -stati, anche i criminali più pericolosi no nvengano rimessi in libertà, magari in pre-senza di una condanna di primo grado ,come conferma la notizia di avantieri dellaliberazione del cosiddetto clan dei catanesiavvenuta a Torino per decorrenza dei ter-mini di carcerazione preventiva .

Il coordinamento nelle indagini tra pro-

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cure diverse, pur previsto dal nuovo codicedi procedura penale, stenta a decollare ,mentre un'assurda campagna, cominciat agià ai tempi del terrorismo, impedisce diassicurare tutela adeguata ai cosiddett ipentiti e alle loro famiglie .

Il codice di procedura penale va incon-tro, se non al suo fallimento, a difficoltàapplicative che tutti avevamo previsto, ch ei magistrati hanno più volte denunciato eche pure non si è riusciti, non dico a risol -vere, ma neppure a contenere ragionevol-mente .

Del resto, proprio lei, onorevole mini-stro Vassalli, ha lanciato poche settiman efa un autorevole grido d'allarme . Ci inte-resserebbe molto al riguardo conoscere l evalutazioni complessive del Governo in or -dine agli effetti dell'entrata in vigore de lnuovo codice e i suoi intendimenti in or -dine all'utilizzo della delega di cui tuttor adispone per eventuali necessarie corre-zioni .

Che dire poi delle misure che vorrei defi -nire preventive nella lotta contro la crimi-nalità? In materia di appalti, malgrado l enostre sollecitazioni, non è stata colta l'oc -casione rappresentata dalla legge di ri-forma delle autonomie per introdurre unadiversa normativa che assicurasse mag-giore trasparenza ed oggettività delle pro-cedure per la scelta del contraente daparte degli enti locali .

Intanto le amministrazioni comunalidelle zone a rischio devono fronteggiare ,praticamente inermi, pressioni e minacc ecui non sono in grado oggettivamente d ireggere . E qui c'è da chiedersi se non siaopportuno intervenire coraggiosamente oescludendo in queste aree il ricorso all atrattativa privata e alla concessione — isti -tuto di cui si è troppo abusato e non solonelle aree a rischio negli ultimi tempi —ovvero verificando se non si possano pre-vedere meccanismi nuovi per le decision iin ordine alla scelta dei contraenti privat iche valgano a sottrarre le amministrazion ilocali da pressioni eccessive . Si può pen-sare, ad esempio, a commissiòni di livelloprovinciale presiedute dal prefetto .

Sono soluzioni che certo urtano la no-stra sensibilità autonomistica, ma in pre-

senza di condizioni di reale e assolut aemergenza possono apparire necessarie ,possono diventare necessarie .

Quello che oggi si impone è il paragon etra la situazione precedente nella realtàdelle regioni colpite dalla camorra, dalla'ndrangheta e dalla mafia e quella attuale ;e questa è indubbiamente peggiorata . Èpeggiorata perché con i proventi del traf-fico della droga la criminalità organizzatadispone di risorse finanziarie in grado d iporla in una condizione di forza nei con -fronti dei poteri dello Stato; è peggiorataperché ha trovato nella diffusione dellamicrocriminalità nuovi effettivi da arruo-lare nei suoi eserciti .

La partita secondo noi non è peraltr operduta. Ci sono ampi margini di inter -vento purché se ne abbia la volontà poli-tica, non ci si abbandoni a indulgenze pie -tistiche verso la microcriminalità — a co-minciare da quella rappresentata da citta -dini extracomunitari non si ripetano gl ierrori del passato ma si mobilitino in mod ocoordinato tutte le energie disponibili pe rcontrastare la sfida portata alle istituzionidemocratiche .

Questo è il senso, onorevoli colleghi ,della nostra interpellanza e su questo at-tendiamo la risposta dei ministri .

PRESIDENTE. L'onorevole ministrodell'interno ha facoltà di rispondere alleinterpellanze testé svolte .

ANTONIO CAVA, Ministro dell 'interno. Si -gnor Presidente, onorevoli colleghi, «assi-curare condizioni soddisfacenti della sicu -rezza pubblica in alcune zone del paese ,garantirle e mantenerle nel tempo, costi-tuiscono il primo compito non solo di coluicui è affidata la responsabilità del Mini-stero dell'interno ma del Governo nella suacollegialita, in quanto nessun bene è altret -tanto prezioso per la società civile comequello dell'incolumità delle persone e dellasicurezza dei cittadini .

«Le condizioni della sicurezza pubblic asi presentano, invece, estremamente gravial punto tale che il ministro dell'interno, a lquale se ne addossa la responsabilità, ne ècompletamente sopraffatto .

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«Invero, nei primi quattro mesi d iquest'anno l'andamento dell'ordine e dell asicurezza pubblica ha presentato aspettimeno favorevoli dello stesso period odell'anno precedente . . .

GUIDO ALBORGHETTI. Mentre quellidell'anno precedente erano favorevoli !

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno .Per cortesia, poi il chiarimento verrà : nonvorrei che facesse un'interruzione no npropria.

GUIDO ALBORGHETTI. No, è propria !

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno .«Invero, nei primi quattro mesi d iquest'anno l'andamento dell'ordine e dell asicurezza pubbica ha presentato aspett imeno favorevoli dello stesso periododell'anno precedente, essendosi registratoun aumento notevole di reati quali gli omi -cidi, i ferimenti, le lesioni, le estorsioni, lerapine e i furti .

«A fronte del numero dei reati commess inell'arco di tempo considerato, è stato tut -tavia elevato il numero degli arresti ese-guiti dalle forze dell'ordine e quello delleoperazioni di prevenzione, a dimostra-zione del l ' impulso e dell'impegno spiegat idal Governo nella lotta contro la crimina-lità .

«Per ottenere un miglioramento com-plessivo delle condizioni della sicurezzapubblica, un fattore essenziale, direi anz ila prima forza della quale deve avvalers iun ministro dell ' interno, è quello di unabuona ed efficiente amministrazione lo -cale .

«Ritengo infatti che ad un'amministra-zione locale attiva ed intelligente, un mini -stro dell ' interno possa e debba attingere laforza indispensabile per imprimere unforte impulso nella lotta contro la delin-quenza».

Potrei con queste stesse parole esordir enel rispondere a tutti gli onorevoli inter-pellanti . Sono parole pronunciate, infatti ,oltre 100 anni fa dall'autorevole ministrodell'interno Giuseppe Zanardelli, in occa-

sione di un dibattito svoltosi davanti aquesta stessa Camera il 22 giugno 1878 .

Questo per ricordare — ecco perché di-cevo poco fa che l'interruzione non erapropria

GIULIO MACERATINI. Loro sono 100anni indietro !

MAURO BUBBICO, Sottosegretario d iStato per il tesoro . Meglio 100 che 50 !

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, v iprego di lasciar continuare il ministro .

GUIDO ALBORGHETTI . Non è cambiatoniente !

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno.Onorevole Alborghetti, io non sono né pe ril «sì» né per il «no», quindi mi lasci conti-nuare il mio intervento (Applausi dei depu-tati del gruppo della DC)!

Questo per ricordare, dicevo, che il pro-blema della delinquenza nel nostro paese èdi antica data e che non è sociologia fareriferimento alle radici secolari del feno-meno. Non è sociologia ma consapevo-lezza del suo atavico radicamento in al -cune regioni, anche se la criminalità èdiventata più virulenta e più sanguinari aper l'incidenza innanzitutto del fattorerappresentato dai proventi del trafficodella droga .

Il ministro dell'interno ha forse sotta-ciuto l'aggravarsi del fenomeno, ha sotta-ciuto la virulenza della criminalità e la gra -vità delle situazioni? Tutt 'altro! Soltantochi si occupa occasionalmente di quest iproblemi può esprimere giudizi tanto som -mari quanto superficiali, non avendoascoltato né letto quanto ho avuto occa-sione di denunciare in questi due anninelle diverse sedi parlamentari e di Go-verno. Ho sempre denunciato con forz al'aggravarsi del crimine ed ho sempre inquesti due anni formulato analisi e propo -ste. Sono le stesse analisi e proposte allabase degli impegni programmatici dei Go-verni presieduti dall'onorevole De Mitaprima e dall 'onorevole Andreotti oggi .

Ora il dibattito è opportunamente ap-

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prodato in quest'aula del Parlamento, spo -standosi dalla sede della campagna eletto-rale, nel corso della quale da qualche part esi è voluto quasi far apparire il ministrodell'interno come causa stessa dei feno-meni criminali .

Superato l'uso strumentale della pole-mica, sono certo che, al di là delle posizion iche ciascuna forza politica potrà assumereil confronto avrà come obiettivo il positivorafforzamento della strategia sia opera-tiva che normativa contro ogni forma dicriminalità .

Il Governo non ha sottovalutato la situa -zione, anzi l'ha denunziata, proponend otempestivamente misure idonee a fronteg -giarla. Nè c'è stata sottovalutazione dell avirulenza di questi fenomeni alla vigiliadella campagna elettorale amministrativ apoc'anzi richiamata dagli onorevoli col -leghi che hanno illustrato le loro interpel-lanze .

Non a caso, dinanzi a richieste assurderivolte al ministro dell'interno o all'Alt ocommissario per il coordinamento dell alotta contro la delinquenza mafiosa, dioperare addirittura un controllo sulla for-mazione delle liste dei candidati, avev orichiamato i partiti ad un opera attenta diselezione delle candidature, avvertendoquale pericolo potesse venire da un inqui-namento delle liste da parte della camorra ,della 'ndrangheta e della mafia .

Si è altresì alimentata nel paese un aforte polemica sul rapporto tra mafia epolitica e sul fatto che il ministro dell'in-terno lo avesse sottovalutato . Consentitem idi chiarire questo aspetto . Quando escludoche esista un rapporto tra mafia e politica ,intendo riferirmi alla politica con la «P »maiuscola e ad un rapporto di contiguità edi organicità tra organizzazioni criminali eforze politiche . Ho sempre escluso edescludo qualsiasi rapporto di contiguità edi organicità tra forze politiche e malavitaorganizzata di stampo mafioso .

Nessuno però nega che vi possano esser ee che vi siano singole persone corrotte ocolludenti con le organizzazioni crimi-nose. Ho denunciato io stesso con fer-mezza la strategia delle organizzazioni cri -minali, intesa ad inquinare le liste dei can -

didati in alcune zone del paese . Tuttavia ,gli episodi delittuosi verificatisi nel cors odella recente campagna elettorale hann oaccentuato in seno alle istituzioni e dall'opinione pubblica la questione dell 'or-dine e della sicurezza nel nostro paese .

Di qui il dibattito odierno, che prende l emosse dalle interpellanze all 'ordine delgiorno, con le quali gli onorevoli Russ oFranco, Servello, Capria, Mellini, Batti-stuzzi, Caria, Rodotà, Guidetti Serra, Oc-chetto, Lanzinger, Forlani e Del Penninochiedono di compiere un approfonditoesame dell'azione dei pubblici poteri nell alotta contro la delinquenza comune ed or-ganizzata e delle ulteriori iniziative che siintendono promuovere per accentuare edelevare l'impegno dello Stato in quest adirezione.

A tutti i quesiti fornirò circostanziatarisposta .

Dall'analisi dei dati relativi agli ultimidieci anni emerge che le cause dell'incre-mento della criminalità sono molteplici. Undato statistico sul decennio, anche se com-plessivo, evidenzia che da circa 740 miladelitti nel 1980 si è passati ai 2 milioni e 53

mila delitti nel 1989, con una progressioneco§tante, senza flessioni, negli anni interes-sati, tranne che — lievissima — nel 1981 .

Se poi confrontiamo l'andamento dellacriminalità nel nostro paese con il feno-meno della delinquenza in Europa occi-dentale, sulla base dei dati attualmentedisponibili in relazione all'incidenza perogni 100 mila abitanti, per l 'anno 1988 ci

accorgiamo che l ' Italia si colloca al terz oposto dopo la Germania e la Francia, se-guita dalla Grecia e dalla Spagna . Ma tuttociò non attenua l'entità del fenomeno delladelinquenza e della criminalità organiz-zata nel nostro paese .

Per quanto riguarda il primo quadrime-stre dell'anno in corso, l'andamento degl iindici della criminalità organizzatasembra rilevare una tendenza favorevolerispetto allo stesso periodo dell'anno pre-cedente . Gli omicidi volontari sono stati469, con un incremento di 18 . Di essi, 31 9riguardano quattro regioni meridional i(88 in Calabria, con un incremento del 12,8per cento ; 41 in Puglia, con un incremento

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del 36,6 per cento; 93 in Campania, co nuna diminuzione del l ' 1,1 per cento ; 97 inSicilia con una diminuzione del 27,6 percento) che comunque — come rilevav al 'onorevole Del Pennino — fanno regi-strare un decremento, nel 1990, di circa il 5per cento .

I tentati omicidi pongo in rilievo un anotevole flessione (—26 per cento) essendopari a 429; rispetto ai 580 del 1989 .

I sequestri di persona a scopo di estor-sione sono stati, nel periodo, 3 (PatriziaTacchella, liberata; Rocco Surace e Dome-nico Paola), a fronte dei 5 del 1989 .

Le rapine gravi, in netto decremento ,sono state pari a 4 mila 868 contro le 7 mila116 del 1989 .

Nell'arco temporale considerato la po-polazione carceraria da 31 mila 119 per-sone nel 1980, pur avendo raggiunto ne l1985 41 mila 158 mila, dopo l'amnistia el'indulto del 1986, decresce fino a 31 mila688 detenuti, per giungere ai 30 mila 42 1della fine dello scorso anno .

Dopo l'amnistia e l'indulto del 1986 si èpassati da un milione 403 mila a un milionee 867 mila delitti .

Nello stesso anno fruirono dell'amnistiaoltre 5 mila 949 persone. La popolazionepenitenziaria, che al 31 dicembre 1986 s iridusse a 31 mila 688 detenuti, è risultatadiminuita al 30 aprile 1990, cioè dopo i lrecente provvedimento di amnistia, a 30mila 982 detenuti . Al 30 marzo 1990, primadell'applicazione del provvedimento, i de -tenuti erano 32 mila circa.

Tale dato ci induce a riflettere sul rap-porto che intercorre tra incremento dell acriminalità e decremento della popola-zione carceraria.

Ci rendiamo allora conto che alcune mi -sure, introdotte dalla legislazione in ma-teria di benefici carcerari, pur giuste nell aloro ispirazione che si richiama alla nostraantica civiltà del diritto, hanno finito pe rincidere direttamente sull'andamentodella criminalità .

Con questa osservazione non si vuol enegare che la pena, oltre che come espia-zione, sia anche strumentale all'emendadel reo e al suo reinserimento nella so-cietà .

Il garantismo, che è posto a tutela dellalibertà del cittadino, non va confuso con lanatura e l'applicazione della pena, ad untempo espiativa e sociale, volta al recuperodel reo. Molte volte si confondono questidue termini e si finisce oggettivamente perincidere nei confronti dei cittadini one-sti .

È nel giusto equilibrio di questi du easpetti, entrambi importanti, ma no neguali, che può realizzarsi una politicaavveduta e moderna contro il crimine .

Per tale motivo mi sono fatto promotore ,d'intesa con il ministro di grazia e giusti -zia, di alcune modifiche della legge Goz-zini in ordine ai benefici carcerari da con -cedere a persone responsabili di gravis-simi reati .

È assurdo che si sia potuto verificare checorrei di sequestro di persona abbiano po-tuto godere di benefici, prima ancora dell aliberazione dell'ostaggio .

Per queste ragioni abbiamo accolto co nsoddisfazione la prima modifica della Goz -zini, contenuta nella legge di revisionedella normativa antimafia .

L'articolo 13 della legge n . 55 del 1990subordina, infatti, i benefici previsti dall alegge Gozzini all'esistenza di elementi cheescludono i collegamenti con la crimina-lità organizzata delle persone condannateper reati commessi per finalità di terrori-smo, di eversione dell 'ordinamento costi-tuzionale e di criminalità organizzata .

Sul delicato problema della funzionalit àdella giustizia, comunque, anche in rela-zione alla non punibilità dei minori, ri-sponderà, con la consueta competenza ,l'autorevole collega ministro di grazia egiustizia .

Dobbiamo tutti prendere coscienza chela riforma del processo penale, l'amnistiae i benefici carcerari costituiscono misureche debbono essere compatibili e armoniz -zarsi con le norme legislative già esitenti ein via di definizione per la lotta contro l acriminalità organizzata .

Dobbiamo impegnarci a riconoscerequeste garanzie anche ai cittadini stranieriin regola con le leggi, ora che l'Italia èinteressata da un elevato flusso di immi-grazione, giustamente da regolare per evi-

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tare i gravi episodi razzistici che, comequelli recentemente avvenuti in Francia ,evocano tristi fenomeni del passato .

Se da queste considerazioni sulla crimi -nalità in generale si passa ad esaminare idati relativi alle regioni maggiormente col -pite dalla delinquenza organizzata d istampo mafioso, si ha la conferma ch equesto pernicioso fenomeno criminale èconcentrato prevalentemente in Campa-nia, in Calabria ed in Sicilia ; si è in partediffuso nelle Puglie e rischia di propagars inel basso Lazio .

Per la Campania si passa dai 37 mila 468delitti del 1980 ai 192 mila 954 del 1989 ( +415 per cento), con lievi flessioni inter -medie nel 1985 e nel 1986 e conferma dell acrescita del 1987 .

La Calabria presenta qualche oscilla-zione non significativa e comunque il pas-saggio dai 9 mila 243 delitti del 1980 ai 42mila 176 del 1989 .

Per la Sicilia la crescita è costante, pro-gressiva e sensibile, essendo passata dai 55mila 186 delitti del 1980 ai 172 mila 328 del1989 (+ 212,3 per cento) .

Per le regioni a rischio, il relativo indicenon esprime compiutamente l'andament odella criminalità, che si manifesta in quell eregioni soprattutto nei reati più gravi con -notati da violenza sanguinosa : omicidi ,tentati omici, rapine, attentati dinamitard io incendiari .

Valutando dale dato nelle stesse tipo-logie nazionali, si ha la conferma che i l75,89 per cento degli omicidi, il 61,04 percento dei tentati omicidi, il 65,82 per centodelle rapine gravi ed il 74,70 per centodegli attentati dinamitardi vengono consu -mati in quattro regioni, che rappresentanosoltanto il 29,47 per cento della popola-zione italiana .

Inoltre, se correliamo questi dati con i lrapporto intercorrente tra l'andamentodella disoccupazione nel territorio nazio-nale e quello relativo alle tre regioni meri-dionali, individuiamo la potenziale in-fluenza che la disoccupazione ed il pro -cesso di sviluppo possono avere sul feno-meno della criminalità .

Nel 1980 il tasso medio di disoccupa-zione in Italia era del 7,6 per cento, in

Campania del 12,6, in Calabria del 15,6 edin Sicilia del 10,3 per cento. L'incidenz acomplessiva delle tre regioni era del 38,5per cento.

Nel 1989 l'indice medio italiano è salito acirca il 12 per cento, in Campania è statodel 22,9 per cento, in Calabria del 26,9 percento ed in Sicilia del 23,8 per cento. L'in-cidenza complessiva della disoccupazion eè ascesa in queste regioni ad una percen-tuale allarmante, pari al 73,6 per cento .

Questa situazione desta preoccupazion isoprattutto per il mondo giovanile, ove pi ùfacilmente può svilupparsi la tendenza adattività criminali . Non vorrei però chequalcuno fosse autorizzato a pensare che i lministro dell'interno intenda addurre giu-stificazioni per le difficoltà che le forze d ipolizia incontrano nella loro opera ed i lGoverno nella sua azione. Anche perquesto non possiamo assumerci la respon -sabilità di frenare lo sviluppo del Mezzo -giorno .

Bisogna pure prendere atto che esisteuna distorsione nell'erogazione delle ri-sorse destinate al Mezzogiorno e che nonsempre i meccanismi pubblici prepost ialla loro erogazione hanno corrisposto ecorrispondono alle esigenze di svilupp oeconomico .

Sviluppo ed occupazione restano tuttor ale coordinate fondamentali del problem adel Mezzogiorno, nel senso che la destina-zione di risorse finanziarie al sud non puòessere interpretata come speculare all acrescita della malavita; né sarebbe accetta-bile una politica che condanni le regionimeridionali ad un basso livello di sviluppoper impedire il rischio che le risorse stessevengano accaparrate dalla delinquenza at-traverso il sistema degli appalti .

È necessario che tutti ci impegnamo ,soprattutto gli amministratori locali, a ga-rantire la massima trasparenza per l'im-piego delle risorse, grazie anche agli stru-menti previsti dalla legge antimafia, recen -temente modificata dal Parlamento .

Se non si affronta il problema del dua-lismo economico, sociale e di costume trale regioni più sviluppate del paese ed al -cune regioni del Mezzogiorno d'Italia,nelle quali la criminalità utilizza a suo van-

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taggio le difficoltà dello sviluppo, non s ipuò pensare di risolvere i problemi dellasicurezza pubblica in questa vasta area delpaese soltanto con misure di prevenzione edi repressione da parte delle forze di poli -zia .

È questa una responsabilità che appar-tiene al Governo, alla maggioranza ed alParlamento, come massima espression edella sovranità popolare .

Soffermiamoci ora, come viene ri-chiesto da alcuni onorevoli colleghi, su u naltro settore dell 'attività delinquenziale ,particolarmente odioso ed abietto, comequello dei sequestri di persona .

Per combattere questo delitto cos ìpreoccupante, ho predisposto, insieme alministro di grazia e giustizia, un disegno d ilegge che tende ad introdurre significativeinnovazioni legislative nel nostro ordina -mento . . .

MAURO MELLINI. Per far aumentare isequestri! È così, quel disegno di leggeaumenta i sequestri !

ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno . . . .per rendere più efficace la lotta contro isequestri di persona .

Nel disegno di legge del Governo son opreviste alcune di sposizioni — tra l'altrocontenute anche in altre proposte d'inizia -tiva parlamentare, per cui vi è già un aforte convergenza — volte al blocco de ibeni della persona sequestrata e dei pros-simi congiunti .

Sull'argomento, molti ed acuti suggeri-menti sono pervenuti al Governo dai magi -strati inquirenti, dagli organi preposti allalotta contro la criminalità organizzata edagli stessi familiari dei rapiti, differen-ziati negli aspetti di dettaglio, ma univoc inel richiedere una precisa disposizione dilegge atta a rendere economicamente im-produttivo il sequestro.

La norma, inserendo l'iniziativa del pub -blico ministero nel sistema del nuovo co-dice di procedura penale, prevede ch edetto organo richieda al giudice compe-tente il sequestro di uno o più beni delrapito tutte le volte in cui abbia fondat omotivo di ritenere che questi beni possano

essere utilizzati, anche indirettamente, pe rfar conseguire il riscatto agli autori de lsequestro .

La sanzione penale stabilita a carico de itrasgressori è resa inapplicabile nei con -fronti dei congiunti del rapito fino al se-condo grado, salvaguardando così il di -ritto dei familiari a compiere gli atti rite-nuti necessari per salvare la vita del con-giunto .

Per la prima volta nel nostro ordina -mento è previsto il reato di omessa de-nuncia da parte del cittadino, finora con-templato soltanto per i delitti contro la per -sonalità dello Stato, punibili con l 'erga-stolo, allo scopo di abbattare il muro d iomertà .

MAURO MELLINI . E allora chi la fa ladenuncia? Il portiere?

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno .Onorevole Mellini, ma perché la eccit otanto?

È stata inoltre prevista la possibilità diescludere le persone condannate per ildelitto di sequestro di persona dalla con-cessione dei benefici previsti dalla legisla-zione carceraria, fra i quali la detenzionedomiciliare, quando non sia accertata lacessazione dei collegamenti con il mond odella criminalità organizzata .

Per quanto riguarda le indagini per isequestri di persona, si richiede una parti -colare qualificazione del personale cheviene impiegato di volta in volta, mediantela costituzione di appositi gruppi di lavor oper gestire i singoli episodi . L'orienta-mento degli investigatori di solito è mirat osu particolari gruppi malavitosi e in deter -minate aree geografiche. Dal 1 0 gennaio1969 ad oggi si sono verificati 628 casi disequestri di persona, con una chiara ten-denza espansiva e con periodi di oscilla-zione e punte massime negli anni 1975 (63sequestri), 1977 (75 sequestri), 1979 (59sequestri) e 1982 (50 sequestri) .

Dopo i 75 casi verificatisi nel 1987 si èregistrata, dapprima, una evidente fles-sione, quindi, a partire dal 1985, una recru -descenza dell 'attività criminosa che haraggiunto il suo apice con i 17 delitti con-

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sumati nel 1986 . Negli anni 1987 e 1988 i

sequestri di persona hanno subito un'ulte-riore contrazione, con 14 casi in ciascunodei due anni; nel 1989 se ne sono registrati10 .

L'analisi dei dati relativi all'intero pe-riodo considerato dimostra che le region imaggiormente colpite sono, nell'ordine, laLombardia, la Calabria, la Sardegna, i lLazio, il Piemonte ed il Veneto . Sulla tota-lità dei sequestri, sempre nel medesism oarco temporale, gli ostaggi liberati dallapolizia di Stato o dall'Arma dei carabinier isono stati 84, mentre in 31 casi le personerapite sono riuscite a liberarsi, grazi eanche all'intesa azione di rastrellament ooperata dalla forze dell'ordine nelle are eove erano nascoste le vittime .

In linea generale, sui 628 episodi delit-tuosi consumati, le indagini si sono risoltepositivamente in 468 casi, con il deferi-mento all'autorità giudiziaria di oltre 2mila persone. Sempre nello stesso periodosono state rilasciate 468 persone e in 340

casi risulta avvenuta il pagamento del ri-scatto per una cifra di circa 400 miliardi .Non risultano invece tornate in libertà 7 1

persone, per le quali è stata accertata l amorte in 24 casi, mentre nei restanti 47 nonè stato possibile accertare il decesso .

La flessione del fenomeno dei sequestr idi persona e da attribuire prevalentementeai positivi risultati scaturiti dall'impegn odelle forze dell'ordine, sostenuto dal ri-corso ed aggiornate metodologie e dall'at-tuazione di più efficaci misure di preven-zione. Tuttavia, sono ancora nelle mani de isequestratori 5 ostaggi . Il nostro impegno ,senza sosta, punta alla loro liberazione .

Dinanzi alla Commissione giustizia dell aCamera pendono proposte di inziativa par -lamentare ed il richiamato disegno dilegge del Governo . E auspicabile che il loroesame proceda rapidamente e che si possadisporre in tempi solleciti di una più effi-cace normativa contro i sequestri .

L'impiego, inoltre, dei servizi di infor-mazione e di sicurezza contro questa atti-vità criminosa, come del resto nei con -fronti della delinquenza organizzata, trovala sua ragione d'essere nelle caratteri-stiche oggi assunte dalla criminalità, la

quale sempre più tende a porsi come vio-lenza che minaccia le istituzioni democra-tiche, con forme a volte di aggressione d inatura terroristica o quasi terroristica.

Tornando alla lotta contro i sequestri d ipersona, ricordo che è stato istituito ilnucleo antisequestri, impiegato in mod omirato nella zona più impervia dell'Aspro -monte. A tale proposito, desidero confer-mare la mia adesione alle dichiarazioni delcollega, ministro Martinazzoli, sulle fina-lità dell'impiego degli alpini sull'Aspro-monte. Gli alpini non sostituiscono le forzedi polizia nei compiti assegnati a questeultime, ma la loro presenza costituisce daun lato una forma di vitalizzazione dell azona, dall'altro un obiettivo deterrenteall'utilizzo della stessa per attività crimi-nali .

FILIPPO BERSELLI . Ministro, di Fantaz-zini che cosa ci dice? A che punto sono leindagini per il sequestro di Sandro Fantaz -zini? Ci risponda! Di Bologna non si saassolutamente nulla !

ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno. Miconsenta di non parlarne ora .

FILIPPO BERSELLI. Allora non ha nes-suna notizia?

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno.Non è che non ho nessuna notizia ; ne par-lerò più avanti .

GIANCARLO SALVOLDI. Anche di Napol ici parlerà dopo?

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno. Ab-biate pazienza, le domande sono tante ed ioho il dovere di fornire una risposta che siapuntuale .

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, le vo-stre manifestazioni d 'impazienza di fronteal ministro che sta dando spiegazioni su untema di questa importanza mi paiono dav -vero inopportune.

La prego di continuare, signor mini-stro .

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ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno. Ri-badisco quindi che l'utilizzazione di re -parti di alpini nel massiccio aspromontanonon avrà una funzione di polizia — com-pito escluso, d'altra parte, nella stessa ipo-tesi di ricorso a reparti dell'esercito per i lcontrollo del territorio — ma corrispond esoltanto all'esigenza di assicurare unamaggiore presenza dello Stato nelle zon ein cui la popolazione accoglierebbe positi-vamente tale presenza .

D'altra parte, articolate iniziative di con-trollo del territorio aspromontano son ostate avviate l'anno scorso, con l'impieg odi notevoli risorse delle forze dell'ordine .La stessa costituzione del nucleo antise-questri della polizia di Stato, impegnatotutt'oggi sul fronte operativo e in una cre-scente attività investigativa nel compren-sorio, e la dislocazione di altre component idi polizia hanno realizzato un più fitto reti -colo di servizi preventivi, con compiti d idissuasione e di deterrenza nei confront idel crimine organizzato .

A questo punto consentitemi una rifles -sione di carattere personale .

Sono rimasto profondamente sdegnatodelle supposizioni, delle strumentalizza-zioni e delle falsità che sono state pubbli-cate in questi giorni da un settimanale, inrelazione alla liberazione del giovane Cela -don; liberazione che sarebbe stata trasci-nata dal ministo dell'interno fino alla vi-gilia elettorale per ragioni di parte . Sitratta di una volgare flasificazione, oltre -tutto oltraggiosa nei confronti delle forz edell 'ordine, che si battono con abnega-zione per la sicurezza dei cittadini, sempr enel rispetto della legge . (Applausi dei depu-tati dei gruppi della DC, del PSI, del PRI, de lPSDI e liberale) .

In un primo momento, avevo pensato direagire in sede giudiziaria di fronte ad un aprovocazione che uscita una profonda in-dignazione, al limite del disgusto . (Interru-zione del deputato Provantini) .

Le condizioni di salute del giovane, cosìprovato dalla crudeltà dei sequestratori, ele parole del padre, così riconoscenti egrate, hanno contribuito a farmi superar elo sdegno e a farmi archiviare l 'episodio .

Onorevoli colleghi, consentitemi di ri-

volgere in quest'aula il mio affettuoso sa-luto agli agenti e ai carabinieri dei corp ispeciali del NOCS e del GIS, che hanno ,con determinazione e coraggio, portat oalla liberazione degli ostaggi; un pensierosolidale al giovane vicesovrintendente de lNOCS, non ancora ristabilito dopo il grav eferimento subìto l'estate scorsa per la libe -razione di Dante Belardinelli (Applausi deideputati dei gruppi della DC, del PSI, de lPRI, del PSDI e liberale) .

Un altro problema che non deve essereassolutamente trascurato, per la sua inci -denza sui fenomeni della sicurezza pub-blica, è quello della criminalità comune ,della microcriminalità e della delinquenzaminorile. Si tratta di fenomeni caratteri-stici delle metropoli, che investono tutte legrandi aree urbanizzate dei paesi euro-pei .

Il problema è, in larga parte, legato adue fenomeni . Da un lato è prodotto dallatossicodipendenza, perché la consuma-zione dei reati è dovuta anche alla neces-sità di procurarsi il denaro . Dall 'altro èstrettamente connesso ad una precisa stra -tegia della criminalità che, di fronte all enorme sull 'impunibilità dei minori, s iserve dei minori stessi per compiere i de-litti .

La causa del fenomeno va ricercata,nella maggior parte dei casi, nella povert àe nel disagio sociale dei grandi agglome-rati urbani posti alla periferia estremadelle città, ma anche nella pressione enell'influenza esercitata dagli adulti e tal -volta dai genitori stessi, che si servono de ifigli per i loro traffici criminosi .

Per combattere questa piaga l'azionedelle forze dell'ordine dev'essere accom-pagnata da un'opera attenta e mirata d iprevenzione, proiettata sul terren oumano, educativo e culturale .

GIANCARLO SALVOLDI. Meno specula-zioni e più servizi nelle città! (Proteste —Proteste dei deputati del gruppo della DC).

ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno.L'attività estorsiva rappresenta uno deipoli di maggiore interesse della crimina-lità, in particolare di quella organizzata .

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Utilizzando le fonti statistiche disponi -bili, si ha modo di riscontrare una relativastabilità negli ultimi tre anni nelle estor-sioni che, nel 1988 - e nel decorso anno,hanno subìto una variazione percentual ein aumento rispetto agli anni immediata -mente precedenti .

Si tratta comunque di dati che eviden-ziano una lieve maggiore disponibilità all adenunzia, e non la reale portata del feno-meno, che rimane nell'area dei delitti a«numero oscuro» . Le maggiori incidenzeriguardano le regioni Sicilia, Campania eCalabria, nelle quali operano compagin idelinquenziali di stampo mafioso ed ag-gregati malavitosi . Non indenni da tal efenomeno risultano le aree metropoli -tane.

Il costante aumento degli attentati dina -mitardi va anche considerato nei suo iaspetti di maggiore resistenza delle vittim ealle pretese estorsive .

Ed ora vorrei approfondire gli episodidelittuosi verificatisi nella recente cam-pagna elettorale, che hanno introdotto unnuovo elemento di grave preoccupazione .Le indagini per l 'individuazione dei re-sponsabili, subito avviate dagli organi in-quirenti ed ivestigativi, non hanno ancor aconsentito di far luce sui singoli movent iche li hanno determinati .

In alcuni casi si può ipotizzare, in attes adegli accertamenti della magistratura, chealcuni candidati sono stati colpiti perchénon disponibili a piegarsi ai condiziona -menti della criminalità .

Nel solo mese di aprile sono stati com-piuti sette omicidi di amministratori pub-blici o di candidati alle elezioni ammini-strative del 6 maggio.

Invero, il radicamento della delinquenz anelle regioni meridionali del paese tenta d iesercitare un ruolo di destabilizzazione . Diqui il perverso disegno di realizzare u nvero e proprio controllo politico fin nell afase di selezione dei candidati .

Il tentativo della criminalità organizzat anel Mezzogiorno di colludere con il potereamministrativo non solo delle autonomi elocali, ma anche di alcune strutture peri-feriche dello Stato, è permanente. Inquesta occasione elettorale esso è divenuto

più virulento e si è spinto fino al tentativodi influenzare la stessa formazione delleliste .

Da parte delle forze politiche vi è stat auna maggiore attenzione a questo pro-blema e una barriera di sicurezza e di filtr oè stata innalzata, anche se non è possibil eescludere a priori il verificarsi di qualcheinfiltrazione tra i candidati eletti . .

RAFFAELE VALENSISE. «Qualche» !

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno . De-nunciamoli, perché disponiamo dell anorma approvata in Parlamento !

Qualche infiltrazione, dicevo, che ci im-pegniamo a colpire con forza, facendo uso ,innanzitutto, dei nuovi strumenti dell anormativa antimafia, previsti dall'articolo15 della legge n. 55, in materia di sospen-sione o di decadenza degli amministrator ilocali, nei cui riguardi sia stato promossoprocedimento penale per il reato di asso-ciazione .

FRANCESCO SERVELLO. E Ciccio Maz-zetta?

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno . Maabbiate pazienza, non citatemi proprioCiccio Mazzetta, che io ho due volte so-speso attraverso il prefetto !

FRANCO RUSSO. Ma chi deve promuo-vere il procedimento, il cittadino o il mini-stro? È incredibile !

ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno. Poivedremo la competenza amministrativa !(Commenti del deputato Mellini) .

Scusatemi, stavo dicendo . . .

PRESIDENTE. Onorevole ministro, pro -segua senza preoccuparsi delle interru-zioni. So che lei ha una forte capacità pole -mica, ma non ne abusi, e faccia invecericorso alla sua bonomia, trascurando l einterruzioni .

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno.Nel disegno di legge di riforma delle auto-nomie locali — che so che l'aula affronterà

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all'inizio della prossima settimana — son oinserite norme che definiscono chiara -mente i rapporti tra i poteri della giunta e di poteri del consiglio, per evitare zoned'ombra nelle quali è più probabile l'inse-rimento dei tentacoli malavitosi ; normeche rafforzano i sistemi di controllo al finedi garantire insieme stabilità e trasparenz adell'azione amministrativa .

Un episodio che potrebbe essere ricolle-gato agli atti delittuosi che hanno interes-sato la campagna elettorale (dico «po-trebbe», perché si è verificato subito dopo )è quello dell'omicidio, avvenuto a Palerm oil 9 maggio scorso, di Giovanni Bonsi-gnore, funzionario della regione Sicilia, i nservizio presso l'ufficio ispettivo per gl ienti locali .

Onorevoli colleghi, vi prego di conside-rare che se io dessi, per caso, una informa -zione che poi non risulta veritiera, per ilfatto che non ho ancora avuto tutte l einformazioni sarei richiamato immediata-mente in quest'aula! Gli onorevoli collegh ipossono dare indicazioni anche ipotetiche ,ma il ministro dell'interno, sulla base dellaresponsabilità che ha . . .

MAURO MELLINI. Di Falcone può direche già lo sapeva !

ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno . Se-condo precise informazioni assunte ,emerge una condotta lineare e corrett adella vittima. Sono state poi fatte ricostru -zioni sulle quali, per le sue responsabilità,il ministro dell'interno non è in condizion edi pronunciarsi, anche in attesa delle con -clusioni a cui perverrà la magistraturainquirente, che sta procedendo con parti -colare alacrità .

Onorevoli colleghi, nella lotta alla crimi -nalità il Governo ha avuto un disegno uni -tario che è calato nel suo programma, sullabase del quale ha ottenuto la fiducia de lParlamento . Consentitemi, ancora unavolta, di richiamare questo programma : ilpacchetto anticrimine, definito nell'estat edel 1988, per rendere possibile un mag-giore impegno mediànte adeguati stru-menti .

La strategia varata dal Governo si è

mossa nella direzione di imperniare l alotta contro la criminalità organizzata s utre livelli di intervento, uno di carattereoperativo, uno di carattere amministrativ oed uno di carattere legislativo .

Devo qui sottolineare, con forza, l'alto esignificativo salto di qualità realizzat onella legislazione italiana in materia d ilotta alla criminalità organizzata d istampo mafioso, in materia di lotta al traf -fico della droga e di riciclaggio del denar osporco per combattere la criminalità dei«colletti bianchi», come dimostra la bril-lante operazione di queste ore a Milano e inItalia .

Gli interventi delle forze dell'ordin ehanno bisogno, infatti, dell'indispensabilesupporto di efficaci strumenti operativi eamministrativi, nonché di adeguate e coe-renti disposizioni legislative .

Inoltre, le misure di carattere ammini-strativo, volte a potenziare la presenzadello Stato sul territorio, non possono pre -scindere dalle indicazioni e dalle verifich equotidiane degli apparati impegnati i nprima linea nella lotta alla criminalità or-ganizzata, comune e di stampo mafioso .

La realizzazione effettiva delle misurepredisposte dal Governo poggia per altrosul controllo del territorio e sul coordina-mento di tutte le forze di polizia .

Ho ripetuto più volte, e voglio confer-mare in questa sede, che il controllo delterritorio non può essere un fatto esclusi-vamente di polizia. È un fatto complessivoche riguarda l'efficiente funzionamento d itutte le istituzioni della Repubblica .

La funzionalità dello Stato, nelle artico-lazioni delle sue strutture, nella periferia, ècertamente anche uno strumento di pre-venzione della criminalità .

Il controllo del territorio non è fatto solodi attività operative di polizia, anche sequeste restano essenziali e fondamentali, enon è fatto solo di norme formali, maanche di norme non scritte, che investonoil costume di tutta la comunità nazionale .Una cultura della legalità deve investire l ascuola, la famiglia, l'università, e deve ri-guardare tutti gli organi di informazione ;deve comprendere cioè tutta l'articola-zione della comunicazione nel nostro

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paese. Per cui non è immaginabile l ' ipotesidi un poliziotto quasi per ogni metro qua-drato, anche se la presenza della polizia su lterritorio delle regioni interessate deve es-sere rafforzata sia sul piano quantitativosia, in particolare, su quello qualitativo .

Ma bisogna fare di più! Se, infatti, il pro-blema del controllo del territorio si tra-duce anche nel funzionamento delle istitu -zioni, è chiaro che l'obiettivo che sempr edeve essere perseguito ed assicurato èquello di corrispondere alla tutela dei di -ritti fondamentali dei cittadini .

Se per vedere soddisfatto un propriodiritto o un interesse legittimo si è costrett ia perdersi nei meandri burocratici, e evi-dente che puo incrinarsi il rapporto d ifiducia Stato-cittadini, e minarsi la credi-bilità delle istituzioni, dando spazio al sor -gere dei «protettorati personali malavi-tosi» che si pongono quasi come poterealternativo alle istituzioni .

Il concetto di controllo del territori oviene a congiungersi con il coordinamentofra tutte le forze di polizia, indispensabil ea consentire una lotta efficace contro lacriminalità organizzata .

Dall'entrata in vigore della riforma de l1981 sono stati fatti passi avanti significa-tivi nella collaborazione tra le forze di poli -zia, sia sul piano operativo sia su quell odella pianificazione e della formazione .

Questo obiettivo è stato realizzato nonsolo attraverso le riunioni periodiche de lComitato nazionale dell'ordine e della si-curezza pubblica, ma anche con riunion iristrette, da me promosse in modo con-tinuo tra i responsabili delle forze di poli -zia, dell'Alto commissario e dei servizi d isicurezza, per affinare gli strumenti delcoordinameto .

Il coordinamento si realizza su tre di-versi livelli .

Il livello nazionale è affidato al ministrodell'interno e, operativamente, al direttor egenerale della pubblica sicurezza, co nl 'ausilio del Comitato nazionale dell'or-dine e della sicurezza pubblica . Il livelloprovinciale è affidato ai prefetti, con l'au-silio del Comitato provinciale dell'ordine edella sicurezza pubblica. L'azione de lcoordinamento a livello interprovinciale,

per le aree regionali interessate, trova i lsuo momento operativo nel ruolo dell'Alt ocommissario, al quale è attribuito il poter edi convocare apposite conferenze inter -provinciali, anche allo scopo di accertar e«ogni utile iniziativa» degli organi di po-lizia e delle altre amministrazioni pubbli-che .

Vanno tuttavia rilevate le diverse re-sponsabilità, a seconda che la funzione de lcoordinamento costituisca espressionedell 'attività di prevenzione o repression edei reati . E ovvio, infatti, che nella secondaipotesi la competenza è della magistraturae dev'essere rigorosamente rispettata»perché attinente al corretto equilibrio deipoteri dello Stato .

Nel settore della polizia di prevenzionesi sono realizzati notevoli progress inell'azione di coordinamento, che ha res opossibile il raggiungimento di alcuni degl iobiettivi del legislatore .

Una delle iniziative che assume mag-giore rilievo è il completamento ed il po-tenziamento della rete integrata di teleco-municazioni fra tutte le forze di polizia .

E in via di avanzata elaborazione un arti -colato programma per la realizzazione d iesigenze infrastrutturali comuni .

Meritano poi di essere ricordate la crea-zione della banca dati interforze, l ' istitu-zione e lo sviluppo della attività dell ascuola interforze, l ' impronta data alla ge-stione del Servizio centrale antidroga, l apresenza delle tre forze di polizia negliorganismi internazionali di cooperazione ,come l'Interpol e il gruppo Trevi, nonchél ' impulso dato alla costituzione dei nucleidi polizia giudiziaria interforze.

La scuola interforze rappresent aun'esperienza positiva, alla quale guar-dano anche altri paesi, che hanno comenoi la pluralità delle forze di polizia .

A questo punto, onorevoli colleghi, desi-dero esaminare quello che è stato fatto inquesti ultimi due anni, dal 13 aprile 1988,data in cui ho assunto la responsabilitàattuale, e soprattutto dal successivo mesedi agosto, quando il Governo varò il pac-chetto anticrimine .

Il mio esordio al Ministero dell'interno èstato caratterizzato da un vero battesimo

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del fuoco: dal gravissimo attentato terrori-stico al circolo USO di Napoli, compiuto i l14 aprile 1988, all 'assassinio del com-pianto senatore Ruffilli il 16 aprile succes-sivo, fino alla recrudescenza degli attentatiterroristici in Alto Adige.

Mi è stato chiesto di tracciare un bi-lancio dell'attività svolta . Lo farò rapida-mente, partendo dai risultati conseguit isul versante operativo della lotta alla cri-minalità organizzata, che ha consentito d iraggiungere risultati non trascurabili .

Consentitemi di riassumere le opera-zioni di maggior rilievo portate a conclu-sione nel triennio 1988, 1989, 1990 : l'arre-sto, in varie città d'Italia di 109 addett iall'organizzazione «Cosa nostra» con se-questro di ingenti quantitativi di armi, re-furtiva e documenti; l 'esecuzione, in Sici-lia, di 160 provvedimenti restrittivi a ca-rico delle principali «famiglie» mafioseisolane; l'operazione denominata Iron-To-wer, condotta dal Nucleo centrale anticri-mine della polizia in collaborazione conl'FBI, in Italia e negli USA, con l'arresto d ioltre 60 esponenti mafiosi, dediti tra l'altr oai traffici di droga tra l'Italia e il nordAmerica, appartenenti alle «famiglie»Gambino, Inzerillo e Badalamenti ; le ope-razioni, in Campania, che hanno portat oalla disarticolazione dei clan Iovine, Li-melli, Norcaro, Fabbrocino, Contini, Im-parato, D'Alessandro, Gionta, Mariano eCavalcanti, protagonisti di omicidi, tentat iomicidi, estorsioni e traffici illeciti ; la sco-perta, sempre ad opera del Nucleo cen-trale anticrimine, di un vasto traffico d idroga tra Sicilia, Canada e USA, gestito da lgruppo mafioso Cuntrera-Caruana, e l adenuncia di 38 componenti responsabil ianche del reciclaggio di decine di milion idi dollari ; la disarticolazione, in Puglia ,dell'associazione di tipo mafioso «Nuov asacra corona unita», con deferiment oall'autorità giudiziaria di oltre 200 compo-nenti; l'arresto, il 25 aprile scorso a Napoli,di 7 persone ritenute responsabili dellacosiddetta strage di Ponticelli, avvenuta1'11 novembre 1989 .

Inoltre, un rilevante numero di opera-zioni è stato compiuto per la cattura dilatitanti di spicco, in Italia e all'estero,

rispettivamente nel 1988, nel 1989 e nel1990 .

Chiedo alla Presidenza di voler autoriz-zare la pubblicazione in allegato al Reso-conto stenografico della seduta odiernadell'elenco completo delle operazioni d imaggior rilievo portate a conclusione consuccesso nel triennio 1988-1990, nonchédell'elenco nominativo dei latitanti perico-losi catturati nel triennio considerato .

PRESIDENTE. La Presidenza autorizzala pubblicazione in allegato al Resocontostenografico della seduta odierna dei docu -menti da lei citati signor ministro .

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno. Leattività per la ricerca di persone da cattu-rare, sviluppate dalle forze di polizia i nmodo generale, intenso e coordinato, e d irecente, per i più pericolosi, anche sullabase di una pianificazione ad hoc d'intesacon l'Alto commissario ed i servizi infor-mativi, è stata indubbiamente fruttuosa .

Su una media di circa 20 mila persone d aricercare alla fine del 1987, nella bancadati sono state effettuate, per arresto edaltri motivi, 11 .291 revoche di segnalazioninel 1988 ed oltre 9 mila nel 1989 . Si trattacioè di persone non più da ricercare .

A fine dicembre 1989 le persone da ricer-care per cattura erano 15.772 (la maggiorparte per reati minori) . Al 30 aprile 1990costoro erano 14.084. Nel primo quadri-mestre 1990 i latitanti assicurati alla giu-stizia sono stati 3.018, dei quali 711 in Cam -pania, Calabria e Sicilia : fra questi ultim i52 di estrema pericolosità .

Nel 1988 gli arresti complessivamenteoperati sono stati 99.085; nei primi quattr omesi dell'anno in corso sono stati 13.464.La media mensile, che era di 8.257 nel1988, è passata a 7.801 nel 1989 ed a 3.366,in base ai dati provvisori finora disponibili ,nel primo quadrimestre del 1990 .

Su questo versante, questi dati dimo-strano che le relative cifre, in diminuzione ,sono state influenzate dalla legge n . 330 del1988, concernente «Nuova disciplina deiprovvedimenti restrittivi della libertà per -sonale» che ha soppresso tra l 'altro l'or -dine di cattura del pubblico ministero e il

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mandato di cattura obbligatorio, nonch édalla diversa formulazione delle norm esull'arresto del nuovo codice di procedur apenale, che ha ridimensionato tale istituto ,restringendo notevolmente il campo dell eipotesi nelle quali la polizia giudiziari adeve o può arrestare . .

In sede di coordinamento è stato valu-tato che il numero dei latitanti pericolosi ,criminali, è di circa 200 . Questo esame estato effettuato non per operare a compar -timenti stagni, ma per rendere piu mirata efunzionale tra le forze di polizia la cattur adegli stessi .

Consentitemi di non aggiungere altrosulle modalità operative, perché questo s ipotrebbe tramutare in un vantaggio perchi è latitante .

Tra gli interventi di carattere operativ oun nodo rilevante è rappresentato dall aproposta di applicazione delle misure d iprevenzione di carattere personale avan-zato dalle forze di polizia. In questo settorel'intensa attività svolta dalle forze dell or -dine deve talvolta adeguarsi ai tempi im-posti dalle procedure degli uffici giudi-ziari .

A gennaio del 1990 tali decisioni in so -speso ammontavano a 844 proposte per l airrogazione della sorveglianza specialesemplice, ad 813 proposte con divieto d isoggiorno e a 305 con obbligo di soggiorno.Le tendenze erano più evidenti in Sicilia ein Calabria, dove figuravano da istruireancora rispettivamente 211 e 180 propostedi sorveglianza semplice, 262 e 350 condivieto di soggiorno, nonché 86 con ob-bligo di soggiorno .

Tale situazione acquista un particolaresignificato ove si consideri l'impegno as-solto dalla polizia di Stato con maggioreincisività in province come quella diReggio Calabria, attraverso un apposit ogruppo di lavoro, analogo a quello costi-tuito successivamente a Napoli .

Per sostenere l'attività degli uffici per l emisure di prevenzione in Calabria ed aNapoli, in periodi particolarmente «caldi »per l'andamento della criminalità, è stat odisposto nel giugno del 1989 che il diret-tore del servizio anticrimine della dire-zione centrale della polizia criminale, af-

fiancato da 4 funzionari esperti in materia ,procedesse in Reggio Calabria ad un revi-sione delle proposte formulate all'autorit àgiudiziaria .

Il primo gruppo di lavoro ha esaminato ,dalla fine di giugno dalla fine di agostodello scorso anno, circa 250 posizioni disoggetti potenzialmente pericolosi ed h àformulato 60 proposte motivate .

Dal novembre 1989 al gennaio diquest'anno, analogo gruppo, con funzio-nari e 2 ispettori, ha operato presso la que-stura del capoluogo artenopeo, esami-nando 150 posizioni e predisponendo 56nuove proposte .

L'analisi dei dati — voglio richiamarequesto aspetto perché è relativo ad unaspecifica domanda rivoltami — relativ ialla prevenzione patrimoniale pone in ri-lievo, a partire dal biennio 1983-1984, unadiminuzione dei livelli di contrasto .

A partire dall 'anno 1985 è stato regi -strato un grave processo di depotenzia-mento dell'efficacia della legge Rognoni-La Torre . Per tale motivo, nell 'ottica dell ariqualificazione dell'azione di contrasto edi avanzamento del fronte della tutela ,l'ufficio dell'Alto commissario ha con-corso all'elaborazione della nuova strate-gia, fornendo indicazioni sulle inadegua-tezze è le discrasie rilevate nel corso dell asperimentazione applicativa, poi tradott enegli interventi di riforma di cui alla legg en. 55 del 1990. Ritengo quindi che ne otter -remo certamente una ripresa ed un van-taggio .

Prima di affrontare in modo articolat ola politica di cooperazione internazional enella lotta alla criminalità, bisogna consi-derare i risultati positivi conseguiti nellospecifico delle operazioni antridroga .

A tal fine, dall'inizio del 1988 e fino al 30aprile scorso, cioè in due anni e quattr omesi, sono state compiute 37 mila 400 ope -razioni contro il traffico della droga.

In particolare sono state denunciate pe rtraffico e spaccio 61 mila 725 persone, d icui 48 mila 919 in stato di arresto, scardi-nando una serie numerosa di agguerriteorganizzazioni criminali .

Un settore nel quale si è indirizzata conimpegno l'attività operativa alle forze di

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polizia è costituito dalla cooperazione in-ternazionale, il cui impulso si è reso neces -sario proprio per il carattere transnazio-nale oggi assunto dal crimine.

Poiché la criminalità è divenuta interna -zionale, tale deve essere l'azione di preven -zione e di repressione .

In sede di coordinamento è stato valu-tato che il numero dei latitanti pericolosi ,criminali, è di circa 200. Questo esame estato effettuato non per operare a compar-timenti stagni, ma per rendere piu mirata efunzionale tra le forze di polizia la cattur adegli stessi .

Consentitemi di non aggiungere altrosulle modalità operative, perché questo sipotrebbe tramutare in un vantaggio perchi è latitante .

Tra gli interventi di carattere operativoun nodo rilevante è rappresentato dallaproposta di applicazione delle misure d iprevenzione di carattere personale avan-zato dalle forze di polizia. In questo settorel'intensa attività svolta dalle forze dell'or -dine deve talvolta adeguarsi ai tempi im-posti dalle procedure degli uffici giudi-ziari .

A gennaio del 1990 tali decisioni in so -speso ammontavano a 844 proposte per lairrogazione della sorveglianza specialesemplice, ad 813 proposte con divieto d isoggiorno e a 305 con obbligo di soggiorno.Le tendenze erano più evidenti in Sicilia ein Calabria, dove figuravano da istruireancora rispettivamente 211 e 180 propostedi sorveglianza semplice, 262 e 350 condivieto di soggiorno, nonché 86 con ob-bligo di soggiorno .

Tale situazione acquista un particolar esignificato ove si consideri l ' impegno as-solto dalla polizia di Stato con maggioreincisività in province come quella diReggio Calabria, attraverso un appositogruppo di lavoro, analogo a quello costi-tuito successivamente a Napoli .

Per sostenere l'attività degli uffici per l emisure di prevenzione in Calabria ed aNapoli, in periodi particolarmente «caldi »per l'andamento della criminalità, è statodisposto nel giugno del 1989 che il diret-tore del servizio anticrimine della dire-zione centrale della polizia criminale, af-

fiancato da 4 funzionari esperti in materia ,procedesse in Reggio Calabria ad un revi-sione delle proposte formulate all'autorit àgiudiziaria .

Il primo gruppo di lavoro ha esaminato ,dalla fine di giugno dalla fine di agostodello scorso anno, circa 250 posizioni disoggetti potenzialmente pericolosi ed haformulato 60 proposte motivate .

Dal novembre 1989 al gennaio d iquest 'anno, analogo gruppo, con funzio-nari e 2 ispettori, ha operato presso la que -stura del capoluogo artenopeo, esami-nando 150 posizioni e predisponendo 56

nuove proposte.L'analisi dei dati — voglio richiamare

questo aspetto perché è relativo ad un aspecifica domanda rivoltami — relativ ialla prevenzione patrimoniale pone in ri-lievo, a partire dal biennio 1983-1984, unadiminuzione dei livelli di contrasto .

A partire dall 'anno 1985 è stato regi-strato un grave processo di depotenzia-mento dell'efficacia della legge Rognoni -La Torre. Per tale motivo, nell'ottica dell ariqualificazione dell 'azione di contrasto edi avanzamento del fronte della tutela ,l'ufficio dell'Alto commissario ha con-corso all'elaborazione della nuova strate-gia, fornendo indicazioni sulle inadegua-tezze e le discrasie rilevate nel corso dell asperimentazione applicativa, poi tradott enegli interventi di riforma di cui alla legg en. 55 del 1990 . Ritengo quindi che ne otter -remo certamente una ripresa ed un van-taggio .

Prima di affrontare in modo articolat ola politica di cooperazione internazional enella lotta alla criminalità, bisogna consi-derare i risultati positivi conseguiti nellospecifico delle operazioni antridroga .

A tal fine, dall'inizio del 1988 e fino al 30aprile scorso, cioè in due anni e quattromesi, sono state compiute 37 mila 400 ope-razioni contro il traffico della droga .

In particolare sono state denunciate pertraffico e spaccio 61 mila 725 persone, dicui 48 mila 919 in stato di arresto, scardi-nando una serie numerosa di agguerrit eorganizzazioni criminali .

Un settore nel quale si è indirizzata conimpegno l'attività operativa alle forze di

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polizia è costituito dalla cooperazione in-ternazionale, il cui impulso si è reso neces -sario proprio per il carattere transnazio-nale oggi assunto dal crimine.

Poiché la criminalità è divenuta interna -zionale, tale deve essere l'azione di preven -zione e di repressione .

L ' internazionalità del fenomeno-droga ,sotto l'aspetto criminale, dunque, ha im-posto anche al nostro paese una pressante,continua ittività proiettata verso l'estero ,nella duplice direzione di politica di colla-borazione e di operatività di polizia svoltain stretto colleganento con gli organi delleforze dell'ordine di molte nazioni .

Oltre agli «Accordi» già esistenti, dovut iall ' iniziativa dell'autorevole mio predeces-sore, onorevole Scàlfaro, e successiva -mente vivificati, sono stati firmati quell icon il Venezuela, la Tunisia, la Francia ,Gran Bretagna e da ultimo con l 'UnioneSovietica; sono state organizzate confe-renze multilaterali conclusesi con impor -tanti decisioni di collaborazione interna-zionale, quali quella tra l'Italia, la Spagna egli Stati Uniti per la lotta al traffico d icocaina e gli aiuti i paesi sudamericani, equella relativa al contrasto al traffico dieroina attraverso la «rotta balcanica», cheha visto per la prima volta riuniti a Roma ,in unico consesso, paesi dell'Europa occi-dentale con quelli dell'est europeo, qual iBulgaria, Ungheria e Jugoslavia, oltre aGrecia e Turchia.

In questa direzione il Governo si è spint omolto più avanti, a dimostrazione che nonè stato inattivo ed inerte di fronte al fla-gello della droga .

Non appena, infatti, i mutamenti politic iintervenuti nei paesi dell'est europeo hann olasciato intravvedere la possibilità di un acollaborazione, ho promosso a Roma, il 16 eil 17 marzo scorso, un incontro dei ministridell'interno del «club dei cinque» con mini -stri dell'interno della Bulgaria, della Grecia ,della Jugoslavia e dell'Ungheria. Per dareconcreto seguito alle intese concordate ne lmarzo scorso, è prevista per il 1 ° giugno d iquest'anno una riunione a Sofia degliesperti dei paesi interessati.

Per quanto riguarda, invece, gli inter -venti per fronteggiare la crescente do -

manda ed il consumo della cocaina, si èsvolta il 9 aprile scorso a Londra una con -ferenza promossa dall'Organizzazion edelle Nazioni Unite e dal governo inglese ,cui sono intervenuto per illustrare tutte l einiziative legislative ed amministrative de lGoverno italiano .

Infine, il 23 aprile scorso ho firmato co nil collega sovietico Bakatin un memo-randum d'intesa per la lotta contro la cri-minalità organizzata ed il traffico d idroga, che, secondo denunce fattemi i nquell'incontro dallo stesso ministro, si ma-nifestano anche nell'Unione Sovietica .

Particolarmente accorta ed incisiva èstata l'azione delle forze di polizia per evi -tare che ragioni di protesta del mondo uni -versitario potessero straripare, a seguito d iinfiltrazioni esterne, in turbativa dell'or-dine pubblico .

Altrettanto impegnativa è stata l 'azionedelle forze di polizia per garantire il rego-lare svolgimento dei campionati mondial idi calcio, che dovremo affrontare trapoco .

Un bilancio dell 'attività svolta non puòprescindere dai problemi del terrorismo ,compreso quello altoatesino .

Per quanto riguarda quest 'ultimo pro-blema, nel maggio 1988, a seguito degl iattentati nella provincia di Bolzano, hodeciso, sulla base di chiare indicazioni pro -venienti dagli organismi investigativi e doperativi, di richiamare l'attenzione dell eautorità austriache. Raggiungemmo unaccordo e scambi di visite; tra l'altro fu-rono instaurati contatti diretti tra gli uffic icentrali antiterrorismo delle due polizie egli uffici periferici rispettivamente di In-nsbruck e di Bolzano. Gli incontri di Romadel 24 e 25 ottobre di quell'anno consolida -rono fra i due ministri quella collabora-zione .

A seguito di tali iniziative si ebbe l'ar-resto di alcuni responsabili e l'interruzionedell attività terroristica .

Sul versante dell'eversione di sinistra edi destra, non possiamo dimenticare che i l16 aprile 1988 un commando terroristicoassassinò a Forlì il compianto, amico caris -simo, senatore Roberto Ruffilli, al quale vail mio pensiero riconoscente e grato .

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Le indagini avviate dalla polizia di Statoe dall'arma dei carabinieri hanno consen-tito, nei mesi successivi, di identificare etrarre in arresto gli appartenenti alle Bri-gate Rosse-Partito comunista combat-tente, ritenuti responsabili dell'attentato .

L ' impegno degli organi di polizia in dire -zione dell'eversione ha portato all'arresto,in Italia e all'estero, da parte della polizi adi Stato e dell 'arma dei carabinieri, com-plessivamente di 344 terroristi nel trienni o1988-1990, di cui 197 appartenenti al ter-rorismo di sinistra, 107 a quello di destra a40 ad organizzazione eversive internazio-nali .

Su questo versante, nonostante i suc-cessi conseguiti, non abbiamo mai abbas-sato né abbasseremo la guardia .

È chiaro che tutti gli interventi operativ isono stati resi possibili da programmi ge-nerali di potenziamento e di rafforza -mento, che riguardano non solo l'aspett oquantitativo, ma anche, e soprattutto ,quello qualitativo . In questa direzione, tut-tavia, occorre fare, come ho già detto, ulte -riori sforzi .

In merito al potenziamento, la situa-zione della sicurezza pubblica nelle re-gioni a rischio, oltre all 'andamento gene-rale della criminalità nel resto del paese ,suggerisco due tipi di potenziamento dell eforze di polizia: uno mirato a rendere tutti ipresidi nazionali più robusti e più qualifi-cati, non potendosi accettare il principioche laddove la criminalità è minore, quan -titativamente o qualitativamente, non s idebba adottare una terapia preventiva ef-ficace di protezione della comunità da in-quinamenti ed attacchi ; l'altro finalizzatospecificamente a rapportare l'apparat opreventivo e investigativo nelle aree meri-dionali ai coefficienti di criminalità orga-nizzata e violenta, in tendenza di progres-siva espansione .

Il potenziamento di personale, per le esi -genze delle varie specialità, verrebbe adaggirarsi intorno alle 10 mila unità; si som -merebbe l 'aumento dei mezzi: autovetture,mezzi pesanti, elicotteri, aerei da tra -sporto .

Sono prevedibili conseguentemente ac-quisti di armi, apparecchiature radio-tele-

foniche, computers ed altri strumenti perrendere sempre più efficiente la vigilanz ae l'investigazione, utilizzando le tecnologiepiù avanzate .

L'arma dei carabinieri deve sviluppareun parallelo piano di incremento dei re-parti operativi e investigativi e la guardi adi finanza andrebbe potenziata per poterdedicare una più consistente aliquota agliaccertamenti patrimoniali e bancari, indi-spensabili a rendere la lotta al crimineorganizzato tempestiva, puntuale ed effi-cace .

Nella circostanza non si può sottovalu-tare la necessità che il Corpo degli agenti d icustodia si assuma al più presto l 'oneredella traduzione dei detenuti e del lor opiantonamento nei luoghi esterni d icura.

Per realizzare questo obiettivo, che èinderogabile per aumentare la presenza d iuomini sul territorio, ho predisposto un oschema di disegno di legge per l'avvio di unprogramma di potenziamento degli orga-nici della polizia di Stato, dell'arma de icarabinieri e della guardia di finanzia, giàrimesso alla Presidenza del Consiglio . Ilcompletamento del programma preved el'assunzione di 7 mila unità per la polizia d iStato, di 7 mila 400 per l'arma dei carabi-nieri, per una spesa complessiva di 600miliardi .

Necessariamente legati ai provvedi -menti di aumento degli organici debbonoessere quelli relativi al potenziament odelle infrastrutture, al potenziamento tec-nologico di tutte le forze di polizia, allarealizzazione di alloggi di servizio per i lpersonale di tutte le forze di polizia .

Per le esigenze straordinarie innanzi de -nunciate occorre uno sforzo organizzativoe finanziario ulteriore, così come è statofatto per le esigenze relative alla polizia d ifrontiera e per gli stranieri . L'attuale gra-vissima situazione della sicurezza pub-blica in molte regioni meridionali impon einoltre di prendere nella necessaria consi-derazione un analogo intervento straordi-nario, tenuto conto del l 'assoluta esigenzadi potenziare e rinnovare adeguatament eil modulo operativo di presenza sul terri-torio .

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A tal fine, occorrono un ulteriore speci-fico potenziamento e qualificazione degliorganici di polizia e carabinieri per le par-ticolari esigenze della lotta alla criminalitàorganizzata, tenendo conto della necessit àdi commisurare lo sforzo alla presenzamolto concentrata del fenomeno in alcunearee del paese .

In poche parole, la strategia di una poli -tica della sicurezza deve essere volta, da u nlato, ad aggredire il cancro mafioso conforza e vigore dove è insorto e si è forte -mente radicato e, dall'altro, a garantire lanon estensibilità di questo tipo di delin-quenza ad altre parti del paese .

E utile sottolineare che il fenomeno d istampo mafioso non è da considerarsi unfatto meridionale, bensì un problema ch einveste nella sua complessità tutto il paese.Difatti, non deve essere sottaciuto seppur eil fenomeno della criminalità dei «collett ibianchi» o finanziaria — come ho antici-pato in apertura — che punta al riciclaggiodel denaro sporco attraverso l'investi -mento in attività legali . Il vero talloned'Achille per la lotta a questo tipo di cri-minalità è appunto rappresentato dal rici -claggio del denaro sporco, che costituisceil percorso da scoprire e da interdire pe rcolpire al cuore il sistema criminale .

Anche per la guardia di finanza, chia-mata a concorrere con specifici accerta-menti patrimoniali, è da prevedere un pro-porzionale incremento delle dotazioni . Delpari, occorrono speciali interventi per leesigenze di potenziamento infrastruttu-rale e tecnico-logistiche .

Accanto a misure di carattere ammini-strativo ed operativo, il Governo si è preoc-cupato di predisporre idonei strumenti d icarattere legislativo . Il «pacchetto» anticri-mine comprende, quindi, tre distinti prov-vedimenti : la normativa sui poteri dell'Altocommissario, l ' aggiornamento della legg eantimafia e quello della legge contro i ltraffico della droga.

Per quanto riguarda l'Alto commissari oabbiamo provveduto, a tale esigenza . Sonotuttavia poi insorti problemi che riguar-dano l'utilizzazione delle intercettazionitelefoniche . La magistratura, nell'ambitodella sua autonomia, ha ritenuto di dover

sollevare questo problema, che deve essererisolto tenendo conto che l'interpretazionedell'esecuzione delle leggi è devoluta a lpotere giudiziario . Su tale questione, desi-dero confermare in questa sede il mio pro -fondo rispetto per le posizioni assunt edalla magistratura romana, che ha postocon fermezza un problema che merita unatempestiva soluzione .

Al Governo e al Parlamento resta il deli-cato compito di rispondere a questa do -manda e di chiarire i termini del problema .A tal fine, attendo anche di conoscere l'av-viso della Commissione parlamentare d'in -chiesta sul fenomeno della mafia, il cuipresidente, senatore Chiaromonte, si è im -pegnato a nome di tutta la Commissione, inuna seduta alla quale ho partecipato, a for -mulare una proposta in tempi brevi .

Con la modifica della legge Rognoni-LaTorre, disposte dalla legge n . 55 del 1990, oraentrata in vigore, si è inteso aggiornare lalegislazione in base alla necessità di ade-guare sempre più le modalità di lotta allacriminalità. Basti considerare le norme sullasospensione degli amministratori locali neicui confronti sia stato iniziato procediment oper il reato di associazione a delinquere d istampo mafioso, che rappresentano unforte intervento che investe addirittura ilmandato popolare, nonché le norme sullatrasparenza in materia di aggiudicazionedegli appalti, che qualcuno oggi dimentica ,mentre dovrebbe ricordare che quando l'ab-biamo sostenuta in Parlamento essa ha pro -vocato preoccupazioni, anche se legittime ,in senso opposto .

La nuova legge antimafia, con la quale èstata modificata la legge «Rognoni-L aTorre», rafforza, con più ampio spettro d iinterventi, la prevenzione nel settoredell'accumulazione di patrimoni di illecitaprovenienza e persegue anche i collega-menti della criminalità organizzata con ladroga nella fase del reimpiego del denar oproveniente dal traffico di stupefacenti edai sequestri di persona.

Nella linea di una maggiore severità s icolloca l'ulteriore misura del sequestr ocautelare anticipato, che può essere adot-tato con avvio del normale procediment odi prevenzione per sequestro e confisca .

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Il sequestro anticipato può essere, in -fatti, richiesto nei confronti di indiziati d iappartenenza ad associazioni mafiose odedite al traffico di droga o ai sequestri d ipersona, qualora vi sia il concreto pericol oche i beni di illecita provenienza possan oessere dispersi, sottratti o alienati .

Sempre su questa linea si inscrivono l enorme sull'estensione ai sequestri di per -sona delle misure patrimoniali previst edalla legislazione antimafia e quelle sullatrasparenza dell'attività delle amministra-zioni locali (le abbiamo approvate in questigiorni), sugli appalti di opere pubbliche eservizi nonché sul riciclaggio del denarosporco e sui controlli in materia bancaria efinanziaria .

Il disegno di legge di aggiornamentodella normativa sulle tossicodipendenze èstato approvato dalla Camera solo alcunigiorni fa e deve essere riesaminato da lSenato. Esso contiene norme significativeanche per la lotta al narcotraffico, su cui èstato trovato il consenso unanime dell aCamera .

I principi contenuti nel disegno di legg ein materia di droga sono in piena aderenzaquanto concordato a Vienna nel dicembre1988 e prevedono il conferimento dell aqualifica di illecito penale a varie opera-zioni legate alla produzione, trasporto espaccio della droga, la confisca di docu-menti bancari, finanziari o commerciali ,l'estradizione di trafficanti anche se i lprovvedimento non è stabilito dalla nor-mativa di uno degli Stati interessati .

Un altro settore nel quale il Governo èintervenuto è quello del riciclaggio del de-naro sporco proveniente, appunto, da atti -vità illecite (altra conseguenza delle tra-sformazioni subite dalla criminalità orga-nizzata), per il quale l'ultima legge anti-mafia contiene una espressa prevision edelittuosa .

In tale direzione il Governo ha assunt osignificativi provvedimenti . Nella sedutadel Consiglio dei ministri del 27 aprilescorso è stata approvata un'iniziativa d 'ur-genza che ha introdotto nuove misure perfavorire il movimento dei capital iall'estero. Il decreto e stato adottato in con-formità delle norme in materia di lotta alla

criminalità organizzata, previste dalla re-cente legge antimafia, nel senso di conte -nere il movimento valutario entro l'im-porto di 20 milioni di lire .

Ho da tempo richiesto — e la questione èall'esame in sede interministeriale per isuoi riflessi sulla politica del tesoro e co-munitaria — che per ogni atto redatto da lpubblico ufficiale, come, ad esempio, l acompravendita di beni immobili, sia fis-sato l'obbligo del pagamento con opera-zioni bancarie e vietato quello con il nume -rario. Questa iniziativa viene presentatacome un argine ed un filtro invalicabil eper controllare i facili arricchimenti, gl iinquinamenti del settore immobiliare e,non ultimo, uno strumento diretto al con-trollo dell'evasione fiscale .

La necessità di combattere più efficace -mente il riciclaggio pone in evidenza l'esi-genza di rinsaldare i vincoli che legan ol'Italia agli altri paesi interessati, raffor-zando la cooperazione internazionale i ntutte le direzioni .

Per questo motivo ho insistito per l'ado-zione di misure efficaci in tutte le sed ieuropee ed extraeuropee . L'intervento di -retto sui canali attraverso i quali si opera i lriciclaggio del denaro sporco appar edunque assolutamente essenziale .

Con la legge antimafia il legislatore h aindividuato efficaci strumenti di indagin ibancarie e patrimoniali . La normativa pre -vede, tra laltro, il sequestro e la confisc adei beni delle persone condannate pe rreati di mafia e — nuovo istituto — ilsequestro cautelare per chi sia soltantofondatamente sospettato.

Nella prospettiva di una armonizzazionedelle legislazioni sul reato di reciclaggio ,mediante misure omogenee per il seque-stro e la confisca dei frutti dell'illecito traf -fico e per la trasparenza delle attività ban -carie e di intermediazione finanziaria, si èda tempo mossa la Comunità economicaeuropea, con uno schema di direttiva del23 marzo.

Tra le iniziative legislative che quantoprima saranno sottoposte al Consiglio de iministri, vi è il progetto di legge per latutela dei collaboratori della giustizia e dalcuni correttivi legislativi che ho posto

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allo studio per migliorare il modulo opera -tivo del coordinamento .

Onorevoli colleghi, come si vede, c isiamo mossi e ci muoviamo lungo unalinea, coerente e concreta, che riflette u ndisegno organico, senza limitarci a fron-teggiare soltanto l 'emergenza .

Tutto quello che abbiamo fatto, e tutt oquello che ancora dobbiamo fare, richied euna forte coesione nazionale . Ciascunodeve avvertire la consapevolezza che l alotta contro la criminalità è un problema s ìdel Governo, sì della maggioranza, sì de lParlamento, ma anche di tutti noi : è unproblema delle istituzioni e della societàcivile .

Deve essere chiaro che la criminalitàorganizzata si combatte e si sconfigge conuna risposta istituzionale complessiva, l asola capace di far trionfare la cultura dell alegalità e di impedire l'incrinamento de lrapporto tra Stato e cittadino .

Per parte mia, a nome del Governo, rin-novo in questa sede alle forze dell'ordine i lmassimo apprezzamento per l 'opera quo-tidianamente svolta, anche nel ricordo de i63 appartenenti alle diverse forze di po-lizia deceduti nell'adempimento del lorodovere, nel triennio 1988, 1989 e 1990 .

Un riconoscimento dobbiamo poi rivol-gere al l 'opera di tutti i sindacati di polizia ,che con senso di responsabilità svolgono i lloro compito in condizioni talvolta diffi-cili .

Consentitemi una annotazione conclu-siva . Dobbiamo riflettere, nel rispetto dell eposizioni e delle opinioni di ciascuno, ch equando su temi così delicati si promuo-vono campagne strumentali, spesso si puòfinire, oltre le proprie intenzioni, con i ldeterminare sconcerto e sconforto negliapparati di sicurezza, con il rischio di u ncalo della tensione operativa .

Signor Presidente, onorevoli colleghi ,ho illustrato l'azione coerente svolta da lGoverno e dalle forze di polizia nella lottacontro la criminalità comune ed organiz-zata di stampo mafioso, mai confondend ole responsabilità politiche (che sono mie edel Governo) con quelle di carattere opera -tivo, affidate al direttore generale dell apubblica sicurezza, prefetto Parisi, cui va il

mio apprezzamento e la mia piena solida-rietà per il lavoro compiuto .

Ho parlato dei risultati positivi conse-guiti in questi due anni dalle forze d ipolizia e ad esse va il merito di averli rag-giunti in condizioni che tutti dobbiam oriconoscere di estrema difficoltà .

Hò parlato delle iniziative legislative as-sunte dal Governo per promuovere unasempre più adeguata azione di lotta al cri -mine e sono grato al Parlamento per l 'ap-provazione di alcune leggi, con modifich e(sempre migliorative) cui il Governo si èmanifestato disponibile in sede di dibattitoparlamentare .

Ho parlato dei provvedimenti legislativ iancora all'esame del Parlamento e ne sol-lecito l'approvazione, confermando la di-sponibilità del Governo ad aggiornarequelle proposte migliorative che dovesseroessere formulate .

Ho preannunciato nuove proposte legi-slative che presto sottoporrò, a nome de lGoverno, al l 'attenzione del Parlamento e dho sottolineato le iniziative di caratter eoperativo interne ed internazionali as-sunte e da assumere .

Ora ascolterò gli interventi degli inter-pellanti con molta attenzione e mi im-pegno a discernere le critiche di posizion eda quei suggerimenti e da quelle propost eche, nel merito ed in termini positivi, sa-ranno formulate . Ciò anche nella consape-volezza che chi ha la responsabilità poli-tica dell'ordine e della sicurezza pubblic adeve rifuggire dalla polemica, anche di-nanzi a critiche ingiuste e addebiti impro-pri .

Tutti sanno, infine, che il Governo dovr àrapidamente procedere ad un adegua -mento del programma e che il problemadella lotta alla criminalità sarà uno degl iargomenti principali all ' ordine delgiorno.

Nella sede in cui la maggioranza di Go-verno procederà a questo aggiornamento ,mi auguro di recare, anche sulla base dell erisultanze di questo dibattito, il mio contri -buto e di ricevere ulteriori indicazioni eproposte.

Ciò nella consapevolezza, onorevole Pre-sidente, onorevoli colleghi, che l'ordine e

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la sicurezza pubblica sono un argoment oche investe un bene essenziale della vit adel paese, che non può essere prerogativ adella sola maggioranza, bensì della comu-nità nazionale in tutte le sue espressioni ,anche se è preciso dovere del Governo ,comunque, procedere a scelte e assumers ile proprie responsabilità (Applausi del de-putati dei gruppi della DC, del PSI, del PLI,del PRI e del PSDI — Molte congratula-zioni) .

ToMASO STAITI DI CUDDIA DELL E

CHIUSE. Abbiamo battuto la criminalità !

PRESIDENTE. L'onorevole ministro d igrazia e giustizia ha facoltà di rispon-dere .

GIULIANO VASSALLI, Ministro di grazia egiustizia . Signor Presidente, onorevoli de-putati, alcuni degli strumenti ispettivi ,puntualmente elencati all'inizio della suaampia e completa esposizione dal ministrodell'interno, si rivolgono anche al ministrodi grazia e giustizia . Altri, pur non dirigen-dosi a me, toccano questioni attinenti, oanche attinenti, al mondo della giustizia edella sua organizzazione .

Cercherò di rispondere agli uni e aglialtri nei limiti umanamente possibili, etenendo conto anche del fatto che periodi -camente su queste tematiche ho avuto oc -casione di riferire a questo ramo del Par -lamento, sia in Commissione giustizia si ain Assemblea, con relazioni scritte e danche oralmente .

Agli onorevoli Forlani, Scotti ed ad altr iche mi chiedono di sapere se esista un rap -porto tra l 'aumento della criminalità el'andamento della popolazione carceraria,conseguente all 'applicazione della legisla-zione sui benefici carcerari e dell'amnistia ,mi sembra che implicitamente abbia giàrisposto il ministro Gava, sostanzialment eassentendo, ma senza la possibilità di rife -rimenti che non siano altro che vagament einduttivi, per non dire addirittura intui-tivi .

Non si hanno rilievi precisi, e non se nepossono avere ; il caso certamente ci hafatto imbattere, come nella prima fase delsequestro Celadon, in soggetti che benefi-

ciavano della legge n . 663 dell'ottobre 198 6o che, durante i relativi permessi-premio ,si erano resi responsabili di sequestro d ipersona a scopo di estorsione .

E le cronache segnalano ogni tanto de-litti commessi da soggetti in stato di semi -libertà che, evidentemente, non è possibil econtrollare a sufficienza nelle ore diurneche, secondo la legge, dovrebbero trascor-rere in un onesto lavoro fuori del carcere .Per esattezza, l'articolo 48, che fu intro-dotto sin dal 1975, e non dal 1986, fa rife -rimento ad attività lavorative istruttive ocomunque utili al reinserimento sociale .

Questo mi sembra sia troppo poco peruna indiscriminata condanna di una leggevoluta poco più di tre anni or sono dall'in -tero Parlamento, ma abbastanza per sotto -lineare l'esigenza di apportarvi profondi esignificativi ritocchi . Ne ha parlato lostesso ministro dell'interno sia con riferi-mento all'articolo 13 della cosiddetta leggeantimafia n. 55 approvata nel marzo diquest'anno (che peraltro contempla l aclausola della prova in ordine ai collega-menti con la criminalità organizzata sol -tanto per quanto riguarda i permess ipremio di cui al l 'articolo 30-ter), sia in rela-zione al disegno di legge sui sequestri dipersona (atto Camera n .4637), nel quale lelimitazioni vengono approfondite e destese a tutte le misure alternative alladetenzione. In particolare il comma 2dell'articolo 7 di tale disegno di legge pre-vede che nei confronti dei soggetti impu-tati dei reati di cui al comma 1 i permess ipremio siano concessi da ora in avanti daltribunale di sorveglianza (cioè in base a dun provvedimento collegiale, che appar epiù responsabile di quello assunto dal di -rettore del penitenziario e vistato dal magi-strato di sorveglianza) .

Sembra che il suddetto articolo 13, rela-tivo ai permessi premio, abbia già determi -nato una notevole restrizone nella conces -sione degli stessi da parte dei direttori diistituto . Questo argomento mi offre la pos-sibilità di rispondere all'interpellanza DelPennino n. 2-00991 che, al punto 2), chiedoquali e quante persone risultino aver bene-ficiato di permessi o di mi misure alterna-tive alla detenzione .

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Posso rispondere agli onorevoli interpel -lanti che, per quanto riguarda l'ammis-sione al lavoro all'esterno, nel 1989 n ehanno usufruito 327 soggetti compresi 7evasi. Quanto alla semilibertà, tenendoconto sia di coloro per i quali il benefi-ciario era già in corso nel 1988 sia di quant ine hanno fruito nel 1989, il numero de isoggetti è di ben 6.612 (4.322 nel 1989 e2.290 nel 1988) ; semiliberi evasi nel 1989sono stati 150, pari al 2,27 per cento .

Per quanto concerne l'affidamento i nprova al servizio sociale, i benefici con -cessi nel 1989 sotto stati 3 .697, ai qualivanno aggiunti quelli già in corso nel 1988(1.606), per un totale di 5.303 . Dei soggett iaffidati in prova al servizio sociale 28 s isono resi irreperibili . Con riferimento po iai permessi premio, nel 1989 ne hanno usu -fruito ben 22.303 detenuti e gli evasi,sempre nello stesso anno sono stati 379 ,pari all'1,71 per cento .

Ho qui con me tutti i dati divisi perregione, e li metto a disposizione degli ono -revoli interpellanti e di tutti coloro chesiano interessati a conoscerli .

Sempre con riferimento all'inteerpel-lanza Del Pennino n. 2-00991 vorrei rispon-dere ad una domanda contenuta nella pre -messa. Mi riferisco alla diminuzione dellecarcerazioni pari al 5 per cento nel 198 9rispetto al 1988. Voglio precisare al ri-guardo che tale riduzione percentuale è d aricondursi all'applicazione della legge 5agosto 1988, n . 330, che fu approvata quas iall 'unanimità dal Parlamento. Si tratta ,peraltro, di una legge tale da incidere sol osu reati minori o su soggetti non pericolosi ,cosicché bisognerebbe analizzare quellapercentuale del 5 per cento in relazione a isoggetti dei quali si tratta .

Come ho accennato, l'interpellanza For-lani n. 2-00989 estende il quesito anche agl ieffetti dell'amnistia .

Per quanto riguarda l 'amnistia più re-cente, quella del 1990, devo dire che i lrilievo concernente la relativa diminu-zione della popolazione carceraria (le cifresono già state fornite poc'anzi dal ministrodell'interno) non può non ricondursi, amio avviso, se non ai fatto che l 'ultimaamnistia è priva di esclusioni soggettive ;

cosicché hanno potuto beneficiarne (se-condo quella che era la volontà espress adalla magistratura ed accolta dal Governo )soggetti con precedenti penali che non ave-vano potuto usufruire delle precedent iamnistie, magari per gli stessi reati ,nonché probabilmente anche al fatto ch equesta amnistia contiene un tetto edittaledi quattro anni, più elevato delle amnisti eprecedenti .

Ma l'amnistia del 1986, alla quale si èspecificamente riferito il ministro Gava eche, come egli ha messo in rilievo, deveintendersi anche come amnistia-indulto(in questo senso credo che vada interpre-tata l'ampia formula «amnistia» usatanell'interpellanza Forlani n . 2-00989), cipone nella condizione di rilevare che i neffetti è in genere dall'indulto, e nondall 'amnistia, che deriva un maggior nu-mero di scarcerazioni, anche quando l'in-dulto sia di soli due anni, come quello de l1986, o si accompagni, come quello ed iprecedenti, ad una lunga serie di esclu-sioni oggettive e soggettive.

Senonché, come ben sanno i deputat idella II Commissione, quello dell'indulto èun tema tuttora attuale nel Parlamento ; esia alla Camera che al Senato tutti i gruppi ,pronunciandosi in favore dell'amnistia, sisono dichiarati decisamente a favore di u nindulto ed hanno anzi imputato al mi oministero di averne ritardato l'emana-zione . Anche al riguardo bisognerà forsecercare di mettersi d'accordo per dare alGoverno anche in questa circostanza indi -cazioni valide che gli consentano di met-tersi in linea con le intenzioni reali del Par -lamento. A mio personale avviso, un in-dulto generalizzato di due anni sembre-rebbe giustificato dalla considerazion e(più volte fatta valere poche settimane ad -dietro in Commissione e in aula qui allaCamera, come anche al Senato) che ess osarebbe un atto di sostanziale giustizia, ne lsenso dell 'eguaglianza, nei confronti dipersone che, condannate definitivamenteprima dell'entrata in vigore del nuovo co-dice di procedura penale, non hanno po-tuto usufruire degli istituti del patteggi -mento e soprattutto (poiché l'applicazion edella pena su richiesta dell'imputato ri-

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guarda solo condanne che non superino i nconcreto i due anni) dei giudizio abbre-viato, che permettono ai responsabili de lreato di usufruire della riduzione di unterzo della pena. Quindi qualche conside-razione collegata al contenuto dell ' inter-pellanza dovrà pure essere fatta nella sed epropria .

Tornando un attimo al le osservazionidell'onorevole Del Pennino, debbo rispon-dere anche ad una sua richiesta rivoltam itesté nell ' illustrazione della sua interpel-lanza. Egli mi chiede valutazioni sugli ef-fetti del codice di procedura penale e so-prattutto mi chiede quali sono gli intendi -menti del Governo circa la possibilità di fa ruso dello strumento dell'articolo 7 dell alegge delega del quale il Governo stess opuò usufruire nel triennio dall'entrata i nvigore .

Per le valutazioni, onorevole Del Pen-nino, io non ho esitazione a dirle che ètroppo presto per poterle fare, ancheperché le situazioni sono molto diverse daregione a regione e da distretto a di -stretto.

Quanto agli intendimenti, non si tratta d iintendimenti ma di fatti : il Governo ha giàproposto e ottenuto l'approvazione dellaCommissione dei 40 su ben quattro modi -fiche ai sensi dell 'articolo 7, attribuendopoteri maggiori ai vicepretori onorari percoadiuvare il lavoro reso gravoso dai pub-blici ministeri, prorogando ben due ter-mini per le indagini preliminari (sia quellodelle indagini preliminari di competenzadel pretore sia quello delle indagini preli-minari di competenza del giudice supe-riore), prorogando perfino (io personal -mente avevo parecchie perplessità al ri-guardo, ma ce lo ha chiesto addirittura l aCommissione dei 40) la durata dei poteridel giudice istruttore sui processi in cors opresso il suo ufficio e iniziati sotto la legi-slazione precedente, facendo diventare diun anno per tutti i processi quel termineche viceversa era di un anno soltanto per iprocessi più gravi e più complessi .

Abbiamo anche altri propositi . Ad esem-pio, non esito a dire che stiamo studiandomodifiche relative alla stessa libertà perso-nale dei minori . Per ora le studiamo, ve-

dremo poi cosa dirà il Parlamento attra-verso la Commissione dei 40 . Possiamo stu -diarle perché la legge-delega nel suo arti -colo 3, lettera h), non è in questa materiacosì vincolante da avere automaticamentedeterminato quella ricchezza di prospet-tive — chiamiamole così — liberatorie ch esi traducono nell'articolo 23 del decretopresidenziale n. 448 del settembre 1988

che contiene, appunto, il codice di proce-dura penale in materia minorile .

Si tratta pero di materia delicatissimasulla quale bisognerà sentire anche il pa-rere del Parlamento, sia pure attraverso laCommissione dei 40.

Per tutto il resto, onorevole Del Pennino ,si tratta di norme vincolanti della legge -delega: noi stiamo svolgendo un lavorodelicatissimo per vedere che cosa si puoancora fare nell'ambito dell'articolo 7 . Ri-peto che, per quasi tutto il resto — salvoprovvedimenti secondari che non incidon osul problema della lotta alla criminalità —ci troviamo di fronte allo sbarramento as-soluto della legge-delega che, come lei bensa, e estremamente precisa e vincolante eche scende in specificazioni direi quas ieccezionali, trattandosi di una delega .

Allora non può essere altro che compitodella legislazione ordinaria promuovere l eriforme che si ritengono veramente indi-spensabili e necessarie e che non sian ofrutto di valutazioni precipitose .

A questo punto non so se devo rispon-dere ampiamente — come potrei — agl iinterrogativi circa gli intendimenti del Go-verno sul piano legislativo diverso da que-sto, particolarmente attinente alla proce-dura penale o alla procedura penale mino -rile. Se dovessi farlo, potrei parlare perore, ma dovrei ripetere cose risapute, illu-strare provvedimenti già divenuti in epocarecente leggi dello Stato, come la leggeantimafia, sulla quale giustamente si è sof-fermato il ministro dell'interno . . .

MAURO MELLINI. Quella sui reati controla pubblica amministrazione !

GIULIANO VASSALLI, Ministro di grazia egiustizia . . . . o provvedimenti che sono gi àsottoposti dal Governo al l 'attenzione delle

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Camere e di questo ramo del Parlamento i nparticolare .

Del resto, rispetto alla legislazione gi àvarata — a parte i rilievi dell'onorevole De lPennino sul codice di procedura penale egli altri, ai quali mi sono rifatto prima ,sull'amnistia e sulla legge cosiddetta Goz-zini — colgo soltanto, non contestazioni ,ma l'intonazione sarcastica contenutanell ' interpellanza Mellini n . 2-00977 . . .

MAURO MELLINI. Non è sarcastica, si-gnor ministro! Mi dispiace che abbia colt osolo il sarcasmo!

GIULIANO VASSALLI, Ministro dì grazia egiustizia . Io l 'ho intesa in questo senso . Miperdoni, poi mi correggerà perché tanto lareplica spetta a lei !

MAURO MELLINI . E no !

GIULIANO VASSALLI, Ministro di grazia egiustizia. Io l'ho capita nel senso che le icriticava la legge sui delitti contro la pub-blica amministrazione, dicendo : se credet edi combattere la criminalità in quest omodo . . .

MAURO MELLINI . Ma non è sarcasmo, ètragedia !

GIULIANO VASSALLI, Ministro di grazia egiustizia . Come vuole, la definizione la la -scio senz'altro a lei, però il senso è questo :si tratta di una forte critica nei confronti d iquella legge sui delitti contro la pubblic aamministrazione. È vero?

MAURO MELLINI. Qualcuno comincia adarmene atto !

GIULIANO VASSALLI, Ministro di grazia egiustizia . Va bene, onorevole Mellini, rico-nosco che lei è stato partecipe, attivissim oe solerte come sempre in tutti i lavori dellaCommissione (mi riferisco alla Commis-sione perché quel provvedimento fu decis oin sede legislativa); lei ha preso la sua posi -zione coraggiosa e netta nei confronti di

tutti gli altri gruppi parlamentari e quind il'esercizio del suo diritto è stato alloraampiamente esplicato e considerato daiparlamentari che l'hanno ascoltata. Natu-ralmente tale esercizio continuerà anchenella critica alla legislazione vigente .

Su questo non ho altro da dire, no npotendo che riferirmi a quelle che sonostate le discussioni svoltesi in Commis-sione alla Camera — non so se definirl etali, in considerazione del modo in cui èavvenuta l'approvazione — e poi al dibat-tito svoltosi al Senato, in Commissione epoi in aula dove la legge è stata approvatain quel modo che ha determinato le miecritiche pubbliche, credo responsabili .

Naturalmente, su altri provvedimenti misembra superfluo tornare . Mi riferisco,per esempio, alle importanti misure di po -lizia e di prevenzione contenute nella leggeantidroga. In proposito non possiamo checompiacerci del fatto che questa Camerale abbia recentemente approvate ed auspi -care che il Senato approvi definitivament eil testo varato dalla Camera . Pertanto, mi -sure come l'acquisto simulato di drog apossono considerarsi già acquisite dal Par -lamento, non essendo state modificat edalla Camera .

Riferirò piu avanti in merito ai provve-dimenti in materia di personale e di mezzidella giustizia .

Sono stati poi fatti alcuni cenni (anche s enon nella forma di quesiti a me diretti) allemisure di prevenzione di carattere patri-moniale. Anche su queste ho dei dati, chenaturalmente metto a disposizione . Da ess irisulta una certa crescita di queste misure ,anche se l'andamento non mi sembra ef-fettivamente proporzionato all'entità de lpericolo criminale e ai suoi aspetti speci-fici nel campo finanziario e in quellodell'accumulazione di ricchezze illecita-mente formate .

Limitandomi ai dati del 1988 e del 1989 ,

posso dire che nel 1988 furono richieste 43

misure patrimoniali da parte delle que-sture e 114 da parte dei procuratori dellaRepubblica (per un totale di 157 misure) .La magistratura ne accolse 81 e ne re-spinse 72 (i dati sono divisi per regioni eper distretti) .

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Nel 1989, sono stati emessi 132 provve-dimenti di sequestro, 11 dei quali hannodato poi luogo a successiva confisca . Adessi vanno aggiunti 6 provvedimenti diconferma della confisca .

Questi sono i dati sulle misure di preven -zione di carattere patrimoniale, che nonmi sembrano del tutto conformi alla effet-tiva necessità . L'attività dei questori e de iprocuratori della Repubblica (soprattutt oquella di questi ultimi) non è certo sinda-cabile e tanto meno lo è quella dei tribunal iche si occupano delle misure di preven-zione .

Detto questo, signor Presidente, onore -voli deputati, mi soffermerò brevementesui problemi oggetto di alcune delle inter-pellanze presentate e relativi alle question idel personale . Ovviamente, nel riferire talidati mi occuperò soprattutto di quelle 4regioni dell'Italia del sud delle quali si èripetutamente fatto cenno nelle interpel-lanze .

La situazione delle sedi giudiziarie èstata sempre all'attenzione del Ministero ,che ha provveduto, nei limiti del possibile ,ad un costante rafforzamento degli orga-nici . Anche in questo caso ho degli elenchi(che metto a disposizione) dai quali risul-tano, in maniera dettagliata, i provvedi -menti di aumento apportati alle piant eorganiche degli uffici giudiziari in que-stione, dal 1984 ad oggi .

In particolare, deve essere posto in evi-denza come l'impegno del Governo e delParlamento, al fine di alleviare le precari econdizioni in cui versava l'amministra-zione giudiziaria e soprattutto gli ufficigiudiziari siti in aree geografiche ad alt otasso di criminalità organizzata, è statonotevolissimo negli ultimi mesi . Vale forsela pena di porre in rilievo i seguenti prov-vedimenti (già noti all 'Assemblea), chehanno consentito cospicui aumenti di or-ganici anche in favore degli uffici in que-stione .

Mi riferisco alla legge 3 febbraio 1989, n.32, con la quale il ruolo organico dell amagistratura è stato ampliato di comples-sive 460 unità (329 per il 1989, 105 per il1990 e 26 per il 1991); al decreto-legge 1 5giugno 1989, n. 232, convertito con modi-

ficazioni nella legge 27 luglio 1989, e con i lquale è stato disposto un ulteriore incre-mento di 550 unità, ripartite successiva -mente con decreti presidenziali del luglio edel settembre 1989 .

Per il personale non «magistratuale» (di-ciamo così), sono stati disposti cospicu iaumenti con i seguenti provvedimenti : de -creto-legge n . 10 del 1989, convertito conmodificazioni nella legge n . 104 del 22

marzo 1989, la quale ha aumentato le dota -zioni organiche dei profili professionali d iassistente giudiziario e di dattilografo, ri-spettivamente di 1 .500 e di 2.500 unità ,tutte distribuite con decreti ministerial idel febbraio 1989 ; la legge n . 32 del 1989 ,

che ha previsto l 'aumento delle dotazion iorganiche dei profili professionali di assi -stente giudiziario, dattilografo, condu-cente di automezzi speciali, addetto ai ser -vizi ausiliari e di anticamera rispettiva -mente di 321, 218, 48 e 98 unità, ripartit enel triennio 1989-1991 ; il decreto-legge 1 5giugno 1989, n . 232 convertito, con modi -ficazioni, nella suddetta legge 25 luglio1989, n. 261, che ha aumentato di 800 e 600unità le dotazioni organiche con riferi-mento ai profili professionali di condu-cente di automezzi speciali e di addetto aiservizi ausiliari .

Per quanto riguarda la Calabria, non sipossono dimenticare le disposizioni deldecreto-legge 8 maggio 1989, n. 166, con-vertito nella legge 5 luglio 1989, n. 246:istituzione della corte d'appello di ReggioCalabria; aumento del ruolo organico dell amagistratura di 42 unità e nella stess amisura degli organici della quarta e sest aqualifica funzionale, dattilografi ed assi -stenti giudiziari ; nonché l'assegnazione didette unità agli uffici dei distretti di corted 'appello di Catanzaro e Reggio, second ole tabelle allegate alla legge .

Dal complesso di questi provvedimentisono derivati i seguenti incrementi di orga-nico per gli uffici giudiziari delle regioni i nquestione. Per la Calabria, 102 magistrati ,153 assistenti giudiziari, 220 dattilografi ,64 e 45 unità per le altre categorie menoimportanti . Per la Sicilia, 11 magistrati ,184 assistenti giudiziari, 324 dattilografi e108 conducenti di automezzi speciali . Per

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la Campania, 67 magistrati, 233 assistent igiudiziari, 329 dattilografi . Per la Puglia,89 magistrati, 116 assistenti giudiziari, 18 6dattilografi e 58 conducenti di automezzispeciali .

Vi sono poi le iniziative di potenzia -mento in corso. E stato chiesto al Consigli osuperiore della magistratura il parere inordine all'ampliamento delle piante orga-niche di vari uffici giudiziari, tra i qual isono numerosi quelli delle regioni di cui s itratta, mediante l 'assegnazione di 81 unitàdi magistrati, delle complessive 105 pre-viste in aumento per il 1990 dalla citatalegge 3 febbraio 1989 .

In questo piano di ripartizione abbiam oanche provveduto a determinare le piant eorganiche degli uffici giudiziari di Gela,recentemente istituiti .

Per quel che riguarda il personale nonappartenente alla magistratura, facci opresente che con decreto ministeriale del30 aprile scorso si è provveduto all'amplia -mento delle piante organiche del profil oprofessionale di dattilografo di comples-sive 292 unità, con la ripartizione del con -tingente previsto in aumento per il 199 0dalla legge n . 32 del 1989 con l 'assegna-zione di 242 delle 300 unità previste da ldecreto del Presidente del Consiglio de iministri dell'8 marzo 1988 .

Con altro decreto ministeriale si st aprovvedendo all'ulteriore potenziamentodelle piante organiche con riferimento a lprofilo professionale di assistente giudi-ziario per oltre 700 unità, che pensiamo d iattingere dal contingente di 1593 assistent igiudiziari determinato con il citato decret o8 marzo 1988 . Queste iniziative di poten-ziamento sono naturalmente coordinate inun piano di sollecita copertura degli orga-nici .

In una delle interpellanze si afferma chequesto piano va collegato anche all'entratain vigore del nuovo codice di procedur apenale. Il collegamento vi è certamente ,perché sono tenute in particolare conside -razione le esigenze delle procure della Re -pubblica presso le preture circondariali, i nordine alle quali si sta valutando la possi-bilità di rafforzarne anche le piante orga-niche ed i funzionari di cancelleria, ex

direttivi, collaboratori di cancelleria, exsegretari ed operatori amministrativi, excoadiutori dattilografi giudiziari, attin-gendo le unità necessarie in via ammini-strativa da uffici che possano sopportar euna riduzione dell'attuale dotazione orga-nica di tali categorie .

Nella massima considerazione, inoltre ,si sono e saranno tenute presenti le pro-poste di potenziamento delle preture cir-condariali formulate dall'ispettorato ge-nerale del ministero nelle ispezioni recen-temente effettuate presso tali uffici intutta Italia, con particolare riguardo alleprocure circondariali di Milano, Napoli ,Roma e Torino, per cui si sta provvedend oal completo riscontro di queste proposte d irafforzamento.

L'impegno del Governo e del Parla -mento, tradottosi già nella serie di leggisopraindicate, ha portato anche all'esple-tamento in tempi rapidi delle varie proce-dure che hanno consentito l'immissione inservizio di 1 .000 assistenti giudiziari, 1 .450dattilografi, 475 coadiutori dattilograf igiudiziari, 491 segretari giudiziari, nonché350 attinti alle categorie protette .

Il ricorso, che il legislatore ha voluto pe ril reclutamento di 542 dei 1 .863 assistentigiudiziari e di buona parte dei dattilografialle macchinose procedure sia della mobi -lità (che si è dimostrato un fallimento com-pleto, per la mancanza di consensi tant odegli interessati quanto delle amministra-zioni di provenienza) sia del reclutament oattraverso le liste di collocamento, ha de -terminato un freno all'azione amministra-tiva ed ha rivelato, a nostro sommessoavviso, l'inadeguatezza di tali procedure .

Le legge 25 gennaio 1990, tuttavia, di cu iè stato molto duro ottenere l'approvazion esoprattutto da questo ramo del Parla -mento, quanto ai dattilografi ha consentitodi colmare i vuoti ancora esistenti (le as-sunzioni sono in corso) attingendo alla gra -duatoria dei circa 12 mila idonei del con-corso a 507 posti riservato a quanti ne lpassato avevano prestato servizio tempo-raneo presso gli uffici giudiziari .

Sono stati infine banditi concorsi per235 posti di commesso, 227 di assistentegiudiziario e 752 di autista: concorsi che

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sono in corso di espletamento dal mese diaprile e saranno conclusi nei prossim imesi .

Devo parlare anche degli interventi legi-slativi che il Ministero della giustizia haproposto, non senza prima aggiungere cheabbiamo anche accelerato di fatto, quant oal personale della magistratura, le proce-dure dei concorsi ordinari, riuscendo abandirne due all'anno per uditore giudi-ziario.

Con gli interventi straordinari per la giu -stizia che abbiamo chiesto ai minister icompetenti (tesoro, funzione pubblica equant 'altro), che abbiamo depurato in al -cune parti comportanti oneri finanziar iche non ci sarebbero stati riconosciuti ,abbiamo inteso perseguire varie finalità :dimezzamento dei tempi tecnici occorrent ialla Commissione esaminatrice del con -corso di uditore giudiziario per effettuare ipropri lavori, con previsione di aument odei componenti della stessa, soprattutt onel numero dei professori universitari, chemolte volte mancano e la cui assenza impe -disce dei lavori ; aumento del numero dellesedute; aumento delle indennità spettant iai componenti medesimi (questo è un capi -tolo che riguarda la risposta che aspet-tiamo dal tesoro) ; rideterminazione dei cri -teri in materia di applicazione dei magi -strati al fine di consentirne una miglioremobilità ed adattabilità alle esigenze d imigliore funzionalità degli uffici giudi-ziari, talvolta oggettivamente penalizzat inella loro efficienza da fattori molteplici efisiologici, tra cui malattie, maternità, tra -sferimenti, eccetera (abbiamo creato unmeccanismo per l 'applicazione dell'arti-colo 110 del regio decreto 30 gennaio 194 1che, alla luce del nuovo testo — articolo 8di questo disegno — dovrebbe essere pi ùrapido ed incisivo) ; previsione di normederogative (articoli 11, 12 e 13 del pro -getto) all'attuale blocco delle assunzion ifinalizzate da un lato alla copertura de iposti attualmente vacanti nell'organico de lpersonale amministrativo e dall'altro all apiù rapida determinazione dei fabbisogn iglobali di personale amministrativo, comeprevisto dalla legge 11 luglio 1980, n.312 .

C'è poi la famosa eventualità di porre i nessere un reclutamento straordinario d ipersonale di magistratura. La direzionegenerale ha condotto uno specifico ed at-tentissimo studio, il cui solo compimentoha sollevato proteste e lamentele degli av-versari del reclutamento straordinario.Voglio tuttavia far presente che è pendentepresso il Senato un disegno di legge de isenatori Covi, Cutrera, Fabbri e Iannone ,che ha per oggetto l'assunzione straordi-naria in magistratura di esercenti la pro-fessione forense, progetto che non è an-cora mai stato trattato e al cui testo ilGoverno è pronto, sulla scorta degli studigià svolti, a formulare, nel corso delladiscussione parlamentare gli eventuali op -portuni emendamenti, al fine di creare, seil Senato riterrà di adottarlo, un mecca-nismo di reclutamento straordinario chesia ampio ed equilibrato e che soprattuttoassicuri l 'oculatezza delle selezioni d acompiersi, in considerazione della delica-tezza del ruolo e delle funzioni che dovreb-bero andare a svolgere i soggetti reclu-tati .

Pensiamo quindi che si debba ab initiorestringere la categoria dei partecipanti atale eventuale reclutamento straordinario ,limitandola unicamente a personale prese-lezionato e comunque ricco di esperienzain campo giuridico (avvocati, procuratorilegali, ricercatori universitari in materi egiuridiche) .

Non posso fare a meno di ricordare ,inoltre, un'iniziativa appartenente quest avolta al Governo e non al Parlamento, cioèil disegno di legge, di cui da tempo ab-biamo predisposto lo schema, concernent eprovvedimenti in favore del personale d imagistratura in servizio in uffici giudiziaridi aree particolarmente disagiate. Si trattadi quelle sedi, anche calabresi, per le quali ,pur essendosi ottenuto l'aumento di 42magistrati, non vi sono domande .

Con queste misure intendiamo perse-guire una seria incentivazione alla perma-nenza di magistrati nelle sedi cosiddett edisagiate, che normalmente (anche se no nsempre) coincidono con quelle aventi piùalta concentrazione di processi contro l acriminalità organizzata . Nel disegno di

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legge si prevede la modifica dell'articol o194 del decreto 30 gennaio 1941, n . 12, conaumento a 4 anni del vincolo di perma-nenza del magistrato nella sede giudiziari aprima di poter ottenere i successivi trasfe-rimenti (oggi è previsto un periodo di du eanni per gli uditori giudiziari) ; si preve-dono altresì benefici di carattere giuridicoed economico, finalizzati alla permanenzanelle sedi giudiziarie di queste aree .

Come ho rilevato, poiché le incentiva-zioni sono anche di carattere economico,stiamo attendendo la risposta del Mini-stero del tesoro, che ci auguriamo non tar -derà a giungere.

Abbiamo anche in corso la prevision edell'ipotesi del trasferimento d'ufficio a lfine di coprire posti non richiesti, a front edi corrispondente indennità . Anche in ta lcaso abbiamo quindi bisogno del via delTesoro.

Inoltre abbiamo predisposto un provve-dimento, sul quale attendiamo una ri-sposta del ministro per la funzione pub-blica — è logico che questa misura suscit iperplessità — per consentire il richiamo inservizio per un triennio di magistrati inpensione, al fine di contribuire allo smal-timento del lavoro nei soli uffici a compo-sizione collegiale .

Ciascuna di queste proposte incontradifficoltà in tema di copertura dei relativ ioneri; inoltre non sempre riscuote automa -ticamente il consenso di altri dicasteri di -rettamente interessati, qualche volt apreoccupati per possibili effetti di trasci-namento in altre amministrazioni .

Quanto alle strutture — perché anche d iquesto si parla in alcune interpellanze ,vorrei ricordare che il Governo ha ema-nato il 26 marzo scorso il decreto-legge n .64 per l ' impiego di 145 mila milioni pe rciascuno degli anni 1990, 1991 e 1992, dadestinarsi al sistema informatico e di ela-borazione dati, ai servizi automatizzati ,alla microfilmatura degli atti e soprattuttoalle opere di edilizia giudiziaria (nellaforma della ristrutturazione, dell'amplia-mento, della sopraelevazione e del re-stauro), all'acquisizione di beni immobil ied alla gestione di servizi. Il relativo di-segno di legge di conversione è stato ap-

provato dal Senato il 18 aprile scorso ed èstato varato ieri in sede referente dall acompetente Commissione della Camera ,relatore l'onorevole Vairo . Ringrazio viva -mente la Commissione per la sua approva -zione e mi auguro che l'Assemblea prov-veda in modo definitivo alla conversione i nlegge prima del 25 maggio, data di deca-denza del provvedimento, che rivest egrandissima importanza relativament ealla possibilità di spendere i famosi stan-ziamenti ottenuti anche nel 1990, non la-sciando spazio all'accumulo dei residu ipassivi .

Circa le strutture, occorre ancora ag-giungere qualcosa in relazione a quant oesposto nell'interpellanza Guidetti Serra n .2-00981, nella quale si afferma: «questasituazione è aggravata dallo stato in cui ècostretta a lavorare la magistratura nellezone calde, spesso senza mezzi organic isottodimensionati» . Ebbene, per quanto ri -guarda gli organici sottodimensionati nonposso non essere d'accordo, quando pens oa Palermo, che ha gli organici coperti ma icui magistrati reclamano un aument odell 'organico pari al 50 per cento .

Dire però addirittura che si e senzamezzi è piuttosto generico . Ho tutti i dati ,distretto per distretto . Come risulta da lprospetto riepilogativo delle attrezzatur ee degli impianti di sicurezza, sono stat iforniti dal 1983 in poi alle varie corti d'ap-pello mezzi per Bari 13 miliardi, a Calta-nissetta 5 miliardi, a Campobasso 2 mi-liardi, a Catania 15 miliardi, a Catanzaro ea Reggio Calabria 29 miliardi, a Messina 3miliardi e mezzo, a Napoli 25 miliardi, aPalermo 30 miliardi, a Potenza 7 miliardie a Salerno 5 miliardi; per un totale di 135miliardi . A tale cifra va aggiunto che pe rla dotazione di autovetture si sono spesi46 miliardi .

È qui a disposizione degli onorevoli in-terpellanti e degli altri onorevoli deputat iil riscontro analitico .

Onorevole Presidente, onorevoli colle-ghi, devo dire che si tratta di un complessodi mezzi che non ha precedenti, almenonelle regioni del sud cui fanno riferimentole interpellanze . Certo, tali mezzi non sonosufficienti, ma non sono assolutamente

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comparabili con quelli a disposizione dellagiustizia prima del 1983 .

Assicuro che questi apprestamenti con-tinueranno senza posa, in parte anche inforza del decreto-legge sopraricordato, dicui attendiamo la conversione in legge neiprossimi giorni, con l'urgenza necessaria .Non credo di dover aggiungere altro i nrisposta alle poche domande che trovo sof -fuse nelle interpellanze concernenti la ma -teria della giustizia, sia in quelle rivolt edirettamente al ministro della giustizia si anelle pieghe delle interpellanze rivolte alPresidente del Consiglio e al ministrodell'interno.

Signor Presidente, onorevoli colleghi ,sono questi i dati che mi erano stati ri-chiesti e, salvo errore, credo di aver rispo-sto . Non vi è per me alcuno spazio per dell econclusioni; desidero solo ribadire l'im-pegno del ministero, se è possibile ancorapiù alacre di quello cui ho fatto cenno ; ciònonostante esistono molte difficoltà sia d iordine finanziario sia ordinamentale (Viv iapplausi dei deputati dei gruppi della DC ,del PSI, del PRI, del PSDI e liberale — Con-gratulazioni).

PRESIDENTE. L'onorevole Franc oRusso ha facoltà di dichiarare se sia sod-disfatto per la sua interpellanza n . 2-00971 .

FRANCO RUSSO . Signor Presidente, da idati esposti del ministro Vassalli si evinceche il rapporto tra l 'andamento della cri-minalità e la legislazione che regola l 'ese-cuzione delle pene è nullo, inesistente .Penso che la nostra collettività debba per -mettersi di pagare un prezzo, che è bassis -simo, per conseguire un ulteriore obiettivodi civilizzazione nel modo in cui vengonoeseguite le pene e la quantità delle penestesse .

Quando si parla di semiliberi che non s iripresentano in una percentuale del 2 pe rcento su più di 6 mila persone che frui-scono di questo istituto ; quando si parla d i28 persone su 5 .303 per l'affidamento inprova, quando su 22.203 permessi-premioall 'anno non se ne presentano solo 379,

possiamo dire con soddisfazione che

quanto abbiamo fatto tutti quanti per mi-gliorare il sistema di esecuzione delle pen eviene ripagato da queste cifre bassissime .Se queste cifre rappresentano un costo perla collettività, tuttavia fanno vedere com el 'opera di modernizzazione delle condi-zioni di esecuzione delle pene e della quan -tità delle pene renda tale costo assoluta -mente sostenibile ,

Onorevole Forlani, dovremmo rifletteresul problema dell 'asprezza delle pene ,perché è ormai acquisito da decenni chenon è tanto la durezza delle pene a disto-gliere dal crimine, quanto la certezza dellestesse. Perché in Italia si è dovuto fa rricorso alle riforme, alla cosiddetta ri-forma Gozzini? Perché in Italia le penesono troppo lunghe . È naturale allora cheil legislatore, ipocritamente — e ciò va asuo demerito — invece di avere la forza edil coraggio di ridurle drasticamente, abbi afatto ricorso ad altri mezzi, attravers ol'amministrazione della pena, per dimi-nuire pene che sono sembrate a tutti ecces-sive .

Onorevole Forlani, quando lei pone laquestione dell'allungamento delle pene, iovorrei ricordarle che questo ramo del Par -lamento ha votato a larghissima maggio-ranza per l 'abrogazione dell'ergastolo, in-dicando così una via completamente op-posta a quella da lei auspicata .

Certo, vi è un problema di certezza dellapena, ma tale certezza e anche il diritto discontare la pena in condizioni civili, senzache la pena acquisti il significato di unavendetta . Il fatto che il nuovo codice d iprocedura penale consenta — come ricor-dava il ministro Vassalli — il patteggia -mento e la riduzione di un terzo delle penedimostra che si procede nella direzione d irendere fluida l'esecuzione dei processi esoprattutto di ridurre le pene eccessive . Sevogliamo fare un discorso sulla certezzadella pena, il legislatore può metterv imano, ma allora dovremo fare discorsiragionevoli, facendo in modo che accantoalla certezza della pena siano previste pen eridotte .

Circa l'indulto credo, ministro Vassalli ,che le sue proposte sottolineino dueaspetti; il primo — che condivido — è giun-

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gere finalmente a questo provvedimento ,richiesto tra l'altro da un ordine del giornovotato dal Senato; il secondo è di affron-tare con coraggio, senza atteggiamenti de -magogici, il problema della sua estensioneai detenuti politici, tenendo presente ch elotta armata e il terrorismo sono finiti .

A questo punto mi ricollego all 'esposi-zione fatta dal ministro Gava . Nessunovuole disconoscere i risultati ottenuti dalleforze dell'ordine, anche se, per la lotta a lterrorismo bisogna ammettere che la ma-turazione politica e la risposta della societàcivile hanno contribuito a debellare la lott aarmata; né dobbiamo dimenticare il con -tributo fornito in tale direzione, nelle car-ceri, dallo stesso mondo che aveva scelto l alotta armata. Penso perciò che in occa-sione dell'indulto dovremo discutere pe restenderlo ai detenuti politici .

Onorevole Gava, se io fossi il suo sotto -segretario Spini dovrei dichiararmi nonsoddisfatto delle sue parole . Nella mia in-terpellanza, signor ministro, avevo post ouna questione che era già tata sollevatadall'onorevole Spini nel forum già ricor-dato tenutosi all'Avanti! . Ha detto Spini : «I lproblema vero, che tutti si pongono, è que-sto: come convive la politica con la delin-quenza organizzata in certe aree?». Lei ,onorevole Gava, ha parlato per molt otempo, ma non c'è una parte del suo inter-vento che possa rispondere a questa do -manda precisa. Come convive la politic acon la delinquenza organizzata in cert earee? In quello stesso forum il ministr oVassalli ha affermato : «In Campania laCamorra tende ad avere la sua diretta rap-presentanza, senza più intermediari» . Io aquesto proposito ho chiamato in causa ipartiti e, ovviamente, il responsabile dell apolitica dell'interno nel nostro paese, lei ,onorevole Gava . Vuole che sia il singolocittadino a denunciare? Vuole ridurre l anostra società ad un navonttxòv ? E perchéchiamare i cittadini ad atti coraggio? È leiche deve agire! Onorevole Gava, io non hovoluto indicarla esplicitamente in nessun adichiarazione né nelle interpellanze com eil responsabile di quel che succede nel su dd'Italia, perché sarebbe troppo, giacché le inon è Gesù Cristo che può tutto e, se lo

fosse, probabilmente farebbe del bene aquella società .

Ma lei, ministro, non ha risposto aquesto interrogativo, che è l'unico a cui u nministro dell'interno, un responsabile po-litico, doveva rispondere. Per il resto, ono -revole Gava, lei ha svolto considerazioniutili, però, mi consenta, con tutto il ri-spetto, ci ha detto che l'acqua calda èimportante ; ha detto che c'è la disoccupa-zione giovanile, nonché altri fenomeni dirottura del tessuto civile .

Onorevole Gava, si è mai chiesto — s obene che esiste una Commissione d'in-chiesta — dove siano andati a finire i 6 0mila miliardi per l'Irpinia? Il Minister odell'interno ha mai promosso indagini ,magari attraverso l'intelligence di Sica? Seil ministro dell'interno — dal quale Sic adipende — si presenta con quella rela-zione, nonostante il prefetto Sica sia diven -tato responsabile e coordinatore dell ' anti-mafia da due anni con il compito di svol-gere questo ruolo di intelligence, tutto ciòfa francamente cadere le braccia .

Dov'è l'intelligence? Dove sono l'analisidelle connessioni con i fenomeni sociali ela valutazione degli aggregati politici edistituzionali? Di tutto ciò lei non ha dett onulla. Lei ha affermato che nel sud le isti-tuzioni funzionano perfettamente e, al-zando lo sguardo dalle sue carte, ha dett odi non poter affermare se non cose certe ,tra le quali che Bonsignore era un ottim ofunzionario . Onorevole Gava, la sua è dav -vero una scoperta meravigliosa! La stessacosa è stata detta da Rino Nicolosi, presi -dente della regione sicialiana, ed era sututti i giornali: non è certo necessari oaspettare il risultato delle sue indagini !

L'intelligence di Sica non ci ha dettonulla sui 60 mila miliardi dell'Irpinia ;certo, esiste una Commissione parlamen-tare d'inchiesta, che ha fatto emergere ele-menti alquanto preoccupanti . Che cosa cidice, però, delle opere interrotte e dell alievitazione dei costi delle opere pubblichenel Mezzogiorno? Onorevole Gava, d iquale sviluppo lei è espressione? Non cipuò venire a dire che il Mezzogiorno nonpuò essere sganciato dallo sviluppo: diquale sviluppo si tratta? Forse quello del

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porto di Gioia Tauro, del quale non si s aoggi cosa fare, o quello una centrale a car -bone in Calabria, che le popolazioni no nvogliono perché desiderano uno sviluppodi altro tipo?

Per quanto riguarda l'alta scolarizza-zione del Mezzogiorno, le chiedo quali pro-spettive siano state mai offerte a quest'ul-timo per utilizzare le intelligenze educatein quelle regioni . Mi pare quindi, onore-vole Gava, che da parte sua siano venutesolo mancate risposte ; lei ha critto il fun-zionamento degli organi di polizia, rile-vando che sono stati riportati alcuni suc-cessi . Di ciò sono contento; vorrei tuttaviadire ai colleghi democristiani che si pu òstringere un patto politico in questa so-cietà ma — mi rivolgo in particolare a lei ,onorevole Scotti — occorre chiederlo alleforze che sono espressione della societ àcivile . Esistono energie nel sud che vannomobilitate; sono le stesse che formano og -getto di un duro attacco da parte della cri-minalità organizzata, come è recente -mente successo in Calabria e come accadepurtroppo da anni nelle regioni a ri-schio .

Bisogna quindi stringere un patto con l asocietà civile per battere la criminalità, i lmalaffare, il malgoverno e l'intreccio per -verso tra la stessa criminalità e la poli-tica .

PRESIDENTE . L'onorevole Servello h afacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla sua interpellanza n . 2-00975 .

FRANCESCO SERVELLO. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, onorevole mini-stro, ho ascoltato con attenzione la rela-zione — per la verità alluvionale —dell'onorevole Gava ed ho anche consta-tato con interesse la vasta presenza degl iascoltatori di parte democristiana .

Tuttavia, occorre proprio compiere u natto non di fiducia ma di fede per applau-dire in modo reiterato ed insistito, come h afatto la platea democristiana . Non pronun -cerò né un atto di fiducia né un atto di fede ;ripeto che ci vuole coraggio, perché lo sce -nario che l 'onorevole ministro ha descritt ocon dovizia di argomenti e soprattutto di

cifre non sembra certo appartenere ad unoStato del 1990, cioè alla vigilia del duemila .Tant'è che l 'onorevole ministro è dovutoricorrere ad analisi di carattere sociolo-gico che lo portano indietro nel tempo d iqualche secolo, dimencando che per ca-rità, nessuna nostalgia — vi sono stati ann io decenni nei quali il fenomeno ricordat onon vi era. Dittatura, repressione, prefettoMori, leggi, esistenza di uno Stato : non so ,ma qualcosa doveva pur esserci se feno-meni di criminalità così dirompente, vio-lenta, sanguinaria, come l'ha definital'onorevole ministro, allora non si manife-stavano e oggi invece si sviluppano co nuna forza addirittura allarmante, inquie-tante .

Per tale ragione, onorevole ministro ,non si attenda da me un atto né di fiduci ané di fede .

Quando si affronta in quest 'aula, suigiornali e nei pubblici dibattiti il tema dell acriminalità, il grave problema della delin-quenza diffusa, si ha l'impressione di com -piere quasi un esercizio inutile, rituale ,retorico: si parla, si parla, e intanto si con-tinua a uccidere. Zone sempre più vaste delpaese, regioni intere del Mezzogiornogiorno dopo giorno si inabissano nella cri -minalità . Mentre da noi si discute, conti-nuano i sequestri di persona, le scanda-lose, incivili, inumane efferatezze com-piute nei confronti dei sequestrati .

In piena luce del giorno continuano idelitti di mafia, camorra e ndrangheta, iracket della droga e degli appalti . Ognigiorno viene trasmesso un servizio televi-sivo, si inviano telegrammi di cordoglio ,corone, e si pronunciano discorsi fune-bri .

Da dieci anni, giorno dopo giorno, i nCampania, nella zona partenopea, vien eucciso qualcuno: dieci anni, 1 .756 omicidi ;e la lista si allunga quotidianamente .

Nel 1989 — mi rifaccio, onorevole mini-stro, a un documento ISTAT — gli omicid ihanno avuto in Italia u n 'impennata senzaprecedenti, con un aumento record de l42,4 per cento, raddoppiando nel giro d idue anni . Le rapine a mano armata sonoraddoppiate in un solo anno . I sequestri d ipersona sono cresciuti del 25 per cento; un

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quarto in più, nonostante i NOCS, i NAPS ,le spettacolari mobilitazioni nella Locride ,le zone setacciate in Aspromonte . Che oggipoi si debba arrivare al punto di mobilitar ei pensionati, i reduci di tante guerre, glialpini che qualche giorno fa hanno sfilatonel veronese, è cosa veramente singolare oaddirittura sconcertante .

Mentre si svolgono a Roma manifesta-zioni per la liberazione dei sequestrati, isequestratori rapiscono ancora . Mentre sibatte palmo dopo palmo la Locride, i ban -diti percepiscono impunemente i loro ri-scatti e liberano lì, in piena Locride, CarloCeladon. A proposito di quest'ultimo lei ,onorevole ministro dell'interno, ha rila-sciato dichiarazioni molto dure nei con -fronti di un giornale che ha manifestatopubblicamente dubbi sul modo nel quale l aliberazione è stata annunciata, sulle ra-gioni per le quali qualche esponente dellademocrazia cristiana era stato preavvisat oe anche sulle modalità del pagamento de lriscatto, in merito al quale esistono fort iperplessità e comunque ancora non si èfatta luce.

A fronte di questa situazione cosa ac-cade dall'altra parte, dove dovrebbe es-servi lo Stato?

Il procuratore generale della Corte d icassazione ha affermato che, in pratica,quattro reati su cinque in Italia restan oimpuniti. Esiste un commissariato antima-fia, di cui le cose più importanti che s iricordino sono lotte intestine, vendette tra-sversali, siluramenti, conflitti che coinvol-gono i poteri politici e sponsorizzazioni dipartito .

A livello periferico, laddove dovrebb eesser posto il primo argine (il primo con -fine tra lo Stato e l 'antistato), si intensifi-cano, al contrario, gli intrecci tra istitu-zioni e mafia, tra camorra ed ammini-stratori pubblici, come dimostrano i de-litti che hanno funestato la campagnaelettorale, nel corso della quale, signorministro, non per caso si è parlato diquesti problemi .

Non a caso, il Movimento sociale ita-liano, il 25 aprile scorso, ha voluto coniar euna specie di massima: «Liberiamo l'Italiadalla criminalita organizzata»; mi sembra

che esso non sia solo un fatto di caratterepropagandistico .

«Esiste il terzo livello della criminalità : »— rileva il magistrato Paolo Mancuso —«quello dell'intreccio tra camorra e poli-tica, che consegna molte amministrazionicomunali nelle mani dei clan camorristi .La malavita organizzata» — nota Mancuso— «ha capito che proprio i comuni ,sempre meno organi di servizi e semprepiù organi di spesa, sono uno snodo essen-ziale per accaparrarsi quel fiume di de-naro piovuto su Napoli e dintorni per laricostruzione dopo il terremoto» .

Ora tutto questo si sposta verso il nord ,tant'è che lei ha riferito del recente blitzdella polizia e dei carabinieri in divers esituazioni paramafiose di Milano .

Con questo quadro verrebbe voglia d inon prolungare, anzi di non dar vita ad unennesimo dibattito alla Camera, con ac-cuse che si inabissano nel nulla, con mini -stri che restano impunemente in sella, conresponsabilità mai accertate e con vittimequotidiane .

Comprendiamo perfettamente (siam osolidali con lui) quanto ha fermato ad unsettimanale il padre di Carlo Celadon : «Hodetto chiaramente ad Andreotti che io desi -dero sapere se posso restare in Italia, seancora possibile considerarsi cittadini d iun paese democratico, oppure devo ven-dere tutto, licenziare gli operai e andarevia da questo paese. Voglio a tutti i costi —ha proseguito Candido Celadon — «le fotodi mio figlio scattate subito dopo il rilascio ,perché le devo portare a Roma e metter esotto il muso di Gava e degli altri politici :devono vedere come sono le crocifission isull 'Aspromonte!» .

A proposito di queste dichiarazioni ,debbo a lei una precisazione, signor mini-stro, circa l'interruzione dell'onorevol eBerselli durante la sua risposta.

Egli ha fatto riferimento a il Resto delCarlino di oggi, in cui vi è un'intervista da ltitolo «Mio figlio, rapito di serie B», rila-sciata dalla madre del giovane Fantazzini ,del quale, sequestrato da quattro anni, no nsi ha alcuna notizia . La madre afferma :«Cosa provo? Indignazione. Liberano Ce-sare Casella e lo Stato si mobilita, torna a

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casa la piccola Patrizia ed è un'altra sfilatadi parlamentari, ricompare Carlo Celado ne siamo alle solite: visite, discorsi, dichia-razioni compiaciute . E per le famiglie diquei sequestrati di cui non si sa più nulla ?Nessuna iniziativa! Neppure una parola diconforto, come se contassero solo le gioie !E poi si sentono i politici alla televisioneche parlano degli ostaggi ancora in manoai banditi e fanno i soliti nomi . E mio figlioAlessandro? Non è anche lui una vittima diquesto vergognoso fenomeno nazio-nale?» .

In un altro passo dell'intervista si puòleggere: «Ho scritto a Cossiga, ai ministri ,allo stesso Andreotti durante un convegnoa Rimini : sto ancora aspettando le risposte .Eppure il Presidente, coinvolto dall'eu-foria nazionale per il ritorno a casa diCarlo Celadon, si è subito preoccupato dichiamare il padre del ragazzo per invitarloa votare . Perché non chiama ancheme?» .

Lei sa, probabilmente, che nei giorn iscorsi, su una segnalazione poi risultat anon fondata, sono state avviate ricerchedel corpo in una zona nei pressi di Ce-sena.

Molti anni fa, noi del Movimento socialeeravamo praticamente i soli a denunciarela crescita dilagante della criminalità e achiedere ordine, Stato, garanzia dell alegge. Eravamo ritenuti degli apocalittici ,dei maniaci dell'ordine; il potere minimiz-zava questi fenomeni, li riteneva costi ine -vitabili, e tutto sommato normali per un asocietà complessa .

Le forze di sinistra accusavano di auto-ritarismo, di repressione, di fascismochiunque chiedesse una più ferma posi-zione del l 'ordine pubblico, ritenendo che ildiscorso potesse esaurirsi con deboli di-scrimini sociologici ed umanitari .

Adesso, tutto quel castello di carta e d iretorica è stato travolto dagli eventi e si èsentito perfino un segretario del partit ocomunista impostare la sua campagnaelettorale sul tema dell 'ordine pubblico edella criminalità . Tuttavia, rispetto al pas -sato, la situazione ha registrato un altr odrammatico passo in avanti, non solo pe rla quantità e la gravità dei delitti che si

intensificano con ritmo esponenziale, maanche per un altro fenomeno che vorre isottoporre alla vostra attenzione .

Ieri non mancavano abbondanti infiltra-zioni della mafia e della camorra nel po-tere politico ; non mancavano connivenze ecoperture, ma nel complesso il fenomen odella criminalità era il fenomeno di unanti-Stato a cui non si opponeva uno Stato .Adesso si è compiuto un altro passo i navanti: l 'anti-Stato ha conquistato posta-zioni decisive all'interno dello Stato e avolte si identifica con i luoghi istituzional ie amministrativi .

Onorevole ministro, lei avrà ricevuto uninterrogazione firmata dall ' onorevoleStaiti di Cuddia delle Chiuse in relazion ealle notizie che sono filtrate in parecch iambienti e che hanno sostanzialmenteconfermato che un certo candidato dellaDC alla regione, Aniello Salzano, ex capo-gruppo nel consiglio comunale di Salernoe fratello di un ufficiale dei carabinieri chericopre la carica di capo centro del SISD Edi Salerno, ha svolto la campagna eletto-rale avvalendosi dell'opera e dell'aiuto diuomini del SISDE, che sono stati quind iutilizzati nei più svariati incarichi .

Questo non è che uno dei tanti episodiche si verificano e che durante e dopo l acampagna elettorale sono stati denun-ciati .

Insomma, non vi è una cancrena ch eprospera fuori dello Stato ; vi è una can-crena che avanza nel cuore delle istitu-zioni, dove trova, nella migliore delle ipo-tesi, viltà, paura e incapacità di fronteg-giare l'assalto e, nella peggiore, compli-cità, partecipazione e favoreggiamento.

Si ritiene che almeno 200 comuni de lnostro meridione siano infestati a livell oamministrativo da mafiosi e camorristi .Fino a quale livello politico e istituzionalesi spinge quella infiltrazione? L'onorevoleministro ci ha detto che si tratta di singol icasi in vari partiti, ma tanti singoli casi ,nell'ambito di questo o di quel partito,determinano un fenomeno, rispetto alquale le responsabilità comprendono e co-involgono i partiti medesimi.

Da anni denunciavamo il pericolo diquesta graduale conquista delle istituzioni,

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delle amministrazioni, dello Stato e chie-devamo interventi forti e decisi . Adessoquella tendenza, quella minaccia si è fatt areale, presente e pressante. Si potrebbeanche dire che quel che è avvenuto, i nfondo, era scritto nel codice genetico dell anostra storia, soprattutto dell'ultimo dopo -guerra. Si potrebbe, infatti, fare la storiadella criminalità, ricordando i torbidi in-trecci che si annodarono tra il 1943 e iltriennio successivo al 1945 tra ambientimafiosi e nuove amministrazioni antifa-sciste nel Mezzogiorno. Si potrebbe ricor-dare lo sbarco in Sicilia di centinaia d imafiosi, in testa Lucky Luciano, attraversoun'operazione preparata, pianificata e fi-nanziata con cinismo ; ed altre centinaia d imafiosi uscirono dalle fogne in cui eran ostati ricacciati da uno Stato, da un pre-fetto, da un regime che sapevano combat-tere questi fenomeni, riuscendo ad otte-nere in pochi anni risultati mai ottenut inell'arco di secoli .

Si potrebbe ricordare come furono atti -vati e mobilitati, con la patente di antifa-scismo, molti di questi personaggi .

Analogo discorso potrebbe essere docu-mentato ed esteso anche alla camorra na -poletana, risorta a nuova vita nei traffici enel convulso interregno americano del1945, in quel quadro squallido che CurzioMalaparte descrisse nel suo celebre ro-manzo La pelle . Anche i camorristi otten-nero in quell 'occasione rispettabilità, riac-quisirono una verginità, divennero interlo -cutori e profittatori del nascente regime .

Da quelle origini e da quei padri — sipotrebbe concludere — non potevano ch esortire quei figli e quelle conclusioni . Leg-gendo le quotidiane notizie di delitti, con-statando l'assenza dello Stato e l'orma idecennale, radicata e impunita forza d icosche mafiose e camorristiche, è natural eche il cittadino cessi di reagire ed abbia unmoto di fastidio verso queste discussioni esoprattutto verso le vostre assicurazioni, ivostri ingiustificati e colpevoli ottimismi ,le vostre minimizzazioni .

Tutto sembra inutile. Ci si trova di front ea fenomeni più grandi del cittadino . Da quideriva anche la rassegnazione nel voto, l anecessità di aggrapparsi ai propri interessi

particolari, alimentando il più beceroclientelismo come ultima difesa della per -sona, visto che il paese è allo sfascio. Lagrande delinquenza, la criminalità che uc -cide agisce su uno sfondo fatto di piccolacriminalità, di delinquenza spicciola, ch espesso offre la manovalanza alla prima,come se fosse una grande scuola di reclu-tamento .

Da una parte le tangenti, i taglieggia -menti ai negozianti, ai commercianti, ifurti d 'auto e nelle abitazioni, gli scippi ;dall'altra lo spaccio della droga con tutto i lsuo squallido ed enorme indotto, con i lnuovo esercito di disperati pronti a fare damanovalanza pur di recuperare qualch edose .

Questo è un quadro che non riguardasolo le regioni tirreniche del Mezzogiorno ,ma si estende anche a quelle adriatiche ,passando per la Puglia, ponte con i mercatidella droga del Levante, per estendersi eramificarsi poi verso il nord .

Viviamo, insomma, in una situazione d iemergenza, che si può fronteggiare sol ocon la voglia energica di uno Stato autore -vole e di una società che vuole sottrarsi all adecadenza . Nel primo senso — è evidente— occorrono leggi chiare, forze dell'or -dine dotate di reali facoltà d'azione, magi -strati non inquinati dal potere politico edalla partitocrazia, responsabilizzazione atutti i livelli, a cominciare dai ministri .Sarebbe necessario rivedere globalmentegli appalti, predisporre commissioni di ac -certamento per quelli già assegnati, so -spendendo le procedure che prestano i lfianco ad ombre; bisognerebbe sospen-dere immediatamente dalla loro attività edimetterli, quando è necessario, gli ammi -nistratori su cui gravano ombre mafiose ecamorristiche di vario tipo .

Onorevole ministro, lei ha risposto all amia interruzione su Ciccio Mazzetta di-cendo che non devo parlarne con lei ,perché lei lo ha sospeso. Sta di fatto chedopo anni questo signore continua ad es-sere consigliere comunale di Taurianova ,ad esercitare le funzioni di presidentedella USL e ad essere membro del comitatoprovinciale della democrazia cristiana d iReggio Calabria .

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MAURO MELLINI. Grazie alla nuov alegge sui reati contro la pubblica ammini-strazione!

FRANCESCO SERVELLO. Occorre inoltreincentivare la dissociazione, garantiredavvero l'incolumità di quanti collaboran ocon la giustizia, incoraggiandoli vera -mente. Bisogna rifiutare il lassismo e i lpermissivismo in materia penale con rife-rimento a tutte le attività di stampo ma-fioso .

E necessario d'altra parte anche attivar e— con l'informazione, l'educazione, lapubblica sensibilizzazione fin dentro lescuole, ma soprattutto con l'esempio e coni risultati concreti di un effettivo impegn ostatale ed istituzionale — una vera politicasociale, infrastrutturale ed occupazionale ,un processo di riacquisizione della fiduci adella società in se stessa, nelle sue struttur esociali e comunitarie, contro il degradourbano, civile e morale . Contro la crimina-lità occorrono forza e valori, decisione evalori, trasparenza e valori .

In materia di unità sanitarie locali, che ilministro De Lorenzo ha definito centri d imalaffare, nella nostra interpellanza ab-biamo chiesto quanti siano stati i presi -denti, i dirigenti e i loro congiunti candi-dati nelle ultime elezioni, in quali liste econ quali mezzi propagandistici, per indi-viduare centri di appartenza, assegnazion idi appalti o concessioni e acquisti di pro -dotti effettuati nei mesi precedenti allaconsultazione elettorale . Abbiamo anch echiesto quanti candidati indiziati di favori -tismi od altro siano stati eletti .

Noi del Movimento sociale italiano for-niremo ulteriori contributi in questa mate -ria, avanzeremo proposte e mobiliteremole nostre rappresentanze e potenzialità ne lpaese, specialmente nel sud . Denunce-remo caso per caso le situazioni infami edelittuose, faremo ogni sforzo per susci-tare un'attiva e concreta disponibilità acombattere la criminalità, come sempreabbiamo fatto, spesso in solitudine .

Abbiamo presentato una proposta d ilegge, onorevole ministro, signor Presi-dente della Camera, per l'istituzione di un aCommissione parlamentare d'inchiesta

sulla condizione degli organismi pubblic ilocali e regionali, del sistema creditizio edelle strutture giudiziare in Calabria, co nriferimento ai fenomeni di illegalità dif-fusa e di incremento della criminalità co-mune organizzata . L'onorevole Valensisel'ha presentata a nome di tutto il gruppofin dal 29 luglio 1988. È rimasta insab-biata! Chi vi parla continua ad insister epresso la Conferenza dei capigruppoperché finalmente si dia corso al dibattitoe quindi all'istituzione di questa Commis-sione di inchiesta .

Ma il problema prioritario è soprattutt oquello di spezzare l'inconcludente e co-piosa retorica, il parlarsi addosso sull 'or -dine pubblico, i bollettini ottimistici de ltipo «la situazione è sotto controllo», cer-cando finalmente di agire concretamentenei fatti . E chi non è in grado di farlo, chiha paura, oppure tresca con l'anti-Stato, s imetta da parte, si dimetta! E un discors oche riguarda uomini, partiti e Governo.Ognuno abbia il coraggio delle sue azioni edelle sue inerzie, e ne risponda fino i nfondo. Noi del Movimento sociale italianosaremo qui, con tutte le nostre forze, avigilare perché questo avvenga e a denun -ciare, per conto dell 'Italia che soffre,dell'Italia che subisce, dell'Italia che pagadi persona, l'omertà, le complicità e l eimpotenze di questo regime . (Applausi deideputati del gruppo del MSI-destra nazio-nale — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. L'onorevole Andò ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatto perl'interpellanza Capria n . 2-00976, di cui ècofirmatario .

SALVATORE ANDÒ. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, apprezziamo, nella ri-sposta che ci ha dato il ministro dell'in-terno, lo sforzo di non minimizzare i grav iproblemi che abbiamo di fronte, e soprat-tutto la consapevolezza che da essa emerg eche L'attività del Governo e quella del Par -lamento solo in minima parte finora son oriuscite a fronteggiare fenomeni criminaliche continuano a presentarsi sempre pi ùaggressivi e diffusi nel paese . Non c'è set-tore della vita sociale, della vita econo-

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mica, della vita politica (l'ha ribadito testèanche il ministro dell'interno) che no nsiano esposti al rischio di finire sotto ilcontrollo della malavita .

È vero che sono state previste negli ul-timi tempi pene più severe e strumenti d iinvestigazione più incisivi ; è vero che sonostati avviati processi di ammodernamentodelle strutture a disposizione delle forzedell'ordine che ne hanno migliorato orga-nizzazione e professionalità ; tutto questo èvero, ma è anche vero che nonostante ciòla malavita tende sempre più a consolidar eil proprio potere su attività e su aree de lpaese che si ritenevano tradizionalment esottratte al suo dominio . E tutto questoavviene mentre nelle regioni ove più antic oè il radicamento di mafia e camorra part icrescenti del territorio sembrano orma idel tutto sfuggite al controllo dello Stato .

Abbiamo sempre salutato con entu-siasmo comprensibile, in questi anni, i suc -cessi conseguiti di volta in volta dalle forz edell'ordine. E si è trattato, in particolar enegli ultimi tempi, di successi importanti,perché sono serviti a creare nel paese unatmosfera positiva per la lotta al crimin eorganizzato, soprattuto in quelle region iove esso può contare su un diffuso con -senso sociale .

Abbiamo ritenuto giusto enfatizzarequesti successi per mandare un messaggiod'incoraggiamento alle popolazioni, cheintendono sottrarsi al ricatto della mala -vita, per sovvertire insomma quel teorema,accettato da tanti, di uno Stato necessaria -mente perdente e colluso .

È oltremodo utile dimostrare con i fatt ialla gente che non esistono santuari inac -cessibili per gli uomini della legge, che l amalavita non è invincibile ; dimostrare so-prattutto che il potere dei boss può essereisolato e vinto attraverso una battaglia dif -ficile e lunga che ha però bisogno, soprat-tutto, del consenso della gente .

E non è privo di significato che dopo l adimostrazione di Roma contro i sequestri ,di fronte ad una opinione pubblica nazio-nale eccezionalmente mobilitata, s icompie a Locri un altro sequestro . La cri-minalità organizzata, cioè, è sensibile a iproblemi di atmosfera e reagisce a modo

suo ad ogni mutamento del clima sociale .Creare fiducia verso lo Stato significa, ap-punto, creare le condizioni per rifiutare lacultura dell'omertà, la cultura della vio-lenza.

Tuttavia riteniamo che un'azione di lottacontro il crimine non possa essere affidatasolo all'enfatizzazione di successi, pur s eindiscutibili, anche perché non sempre èfacile leggere con chiarezza la dinamica d ialcuni fatti criminali, non sempre, soprat -tutto, il calo del numero dei morti ammaz-zati, laddove ciò è avvenuto, significa ch ela cultura della legalità si diffonda e defi-nitivamente prevalga in quelle aree .

Non è facile capire cioè se certe paus enella lotta tra le bande criminali sianodovute ad una maggiore presenza dell oStato nel territorio o invece ad una orma iindiscussa e perciò pacifica egemonia de iclan malavitosi, tale da non richiedere più ,appunto, né conflitti né morti .

Abbiamo bisogno, con riferimento atutto ciò, di capire di più, di sapere di più e ,soprattutto, di discutere di più di quest iproblemi nel paese e nelle istituzioni . No-nostante gli sforzi fatti, nonostante i par-ziali successi conseguiti, è un fatto — lo h aricordato anche il ministro del l ' interno —che il cittadino si senta sempre meno si -curo ed abbia sempre meno fiducia nell oStato, negli uomini e negli apparati cheprovvedono alla difesa della sua libertà .

Sappiamo che la lotta che si combattenon è destinata a concludersi presto efacilmente. Tuttavia essa diverrà ancorapiù difficile se si consoliderà agli occhi de lcittadino l'immagine di uno Stato impo-tente ancorché volenteroso, se prevarrà i lconvincimento tra la gente che, conside-rate le difficoltà della giustizia ammini-strata dallo Stato — una giustizia afflitt anon solo da disfunzioni organizzative, m aanche da una crisi culturale e professio-nale profonda — sia inevitabile il ricorsoalle diverse forme di giustizia privata .

Sta accadendo infatti sempre più spessoche un grande numero di cittadini intendadifendere i propri diritti al di fuori dell esedi istituzionali .

Mafia e camorra si sono, certo in quest ianni adeguate alla trasformazione subita

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dal paese, e soprattutto elle trasfor ~a-zioni economiche . Non sono più-rilevas-sime per la criminalità le antiche fonti d iprofitto che erano poche, ben note, gestitespesso in regime monopolistico . Sono di-ventate invece molto rilevanti le nuovefonti, quasi tutte alimentate dalle grand irisorse prodotte dal narcotraffico .

Ebbene, tenuto conto di ciò, è semprepiù necessario orientare l'azione repres-siva verso quelle attività che si collocano aridosso dell'esito finale dell'attività crimi-nosa e, soprattutto, verso quelle attivit àche tendono ad immettere i profitti illecitinei circuiti dell'economia legale .

A poco vale però rendere più incisiv al'attività investigativa in questo campo s epoi settori larghissimi del mondo econo-mico sono costretti a subire taglieggia -menti di ogni tipo, fino all'imposizione d ipartecipazioni nella proprietà del -l'azienda, così come si accettano i normal irischi di impresa .

E un fatto che ormai si tollerano semprepiù passivamente quotidiani episodi di mi -crocriminalità, per i quali non si chiede pi ùl'intervento delle forze dell'ordine . Èormai cioè prevalso o rischia di prevalere i lconvincimento che lo Stato non sappia onon possa farsi carico di questi pro-blemi .

È un fatto che latitanti illustri conti-nuino a dirigere organizzazioni criminal iimponenti per numero di addetti ed atti-vità economiche controllate e che perico-losi criminali, finalmente catturati, conti-nuino poi a guidare dal carcere, tranquil-lamente, la propria organizzazione .

La giurisdizionalizzazione crescente d itutte le misure relative all'esecuzione pe-nale continua a dar luogo a vaste disparitàdi trattamento in questo campo .

Troppe valutazioni discrezionali sonostate in questi anni affidate ai giudici, ch ehanno dovuto tenere conto, in questa ma-teria, della pericolosità del condannato,della sua recuperabilità sociale e sempr emeno, invece, della natura del reato .

Ci auguriamo che le inversioni di ten-denza intervenute in questo campo nellanostra legislazione possano dare domanirisultati più incoraggianti . Ma un dato è

certo: troppi criminali sono ancora in cir-colazione o agli arresti domiciliari perch éle forze dell'ordine possano svolgere u nefficace controllo delle attività illecite chea costoro fanno capo .

Si sta creando insomma nella gente i lconvincimento che lo Stato debba solo far efronte alle più gravi emergenze nella lottaal crimine organizzato, che esso si debbasolo occupare dei sequestri e delle central idi comando del crimine organizzato, d iquelle centrali alle quali fa capo il narco-traffico . Tutto il resto, tutte le altre attivitàcriminali costituirebbero invece offesaalla pacifica convivenza da subire, tenutoconto della debolezza dello Stato e dell aforza dei suoi nemici . Apparirebbero in -somma sempre meno meritevoli dell 'at-tenzione dello Stato, nella considerazion edi tanti, le offese che riguardano il citta-dino solo. Si tratterebbe cioè di rischi aiquali, in alcune aree del paese, il cittadin odeve fare fronte da sé, magari ricorrendo atutele che continuano ad essere assicurateda autorità e da organizzazioni illegali ,ostentatamente alternative a quelle sta-tuali, con il risultato che paradossalmente,per tal via, si consolida proprio quel tipo d iordine a cui provvedono le forze dell 'anti -Stato .

Non siamo mai stati tra coloro che al l ' in-domani di un delitto hanno reclamato pi ùforza pubblica nel territorio, più azion idimostrative da parte dello Stato, più ri-sorse da destinare a quelle regioni delpaese dallo sviluppo insufficiente e d istorto. Siamo convinti che non è solo di pi ùforza pubblica che abbiamo bisogno, né dimassicci e scarsamente oculati trasferi-menti di risorse, che potrebbero inveceavere l'effetto perverso di deprimere l 'in-novazione e la capacità imprenditorial elocale .

Siamo ugualmente convinti che conl'inasprimento delle pene soltanto, con leautorità ed i poteri straordinari, non si pos -sono governare fenomeni che non sono dibreve durata e che esigono una vigilanzapermanente da parte di tutti e presidi dell alegalità stabili ed efficienti nel territorio .

Abbiamo bisogno certo dì coordinaremeglio uomini e mezzi che già ci sono,

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sapendo però tutti — credo — che pe rcoordinare occorre il comando effettivo eche solo l 'autorità politica può riuscire inquesto obiettivo, perché si tratta di coordi -nare corpi dello Stato che hanno tradizion idi separatezza, di mettere ordine laddovesi continuano a registrare pericolose con -fusioni nelle competenze, nonché rivalit àdi corpo tutt'altro che sopite .

Non abbiamo bisogno quindi solo di pi ùforza pubblica da impiegare nel territorio ,ma anzitutto di migliorare la qualità d iquella già impiegata . Ed è necessario so-prattutto organizzare meglio conoscenzeche sono già acquisite o acquisibili d aparte dei poteri pubblici e che dovrebberoessere meglio utilizzate dai corpi operativi ,spesso inutilmente impiegati in una difes astatica del territorio .

Ci preoccupa lo scarso consenso —sempre più scarso — che lo Stato raccoglieintorno alle proprie iniziative anche nelleregioni del paese ove la cultura della lega -lità è stata tradizionalmente diffusa e i lprimato della legge mai messo seriamentein discussione .

Ci preoccupa poi il fatto che nelle re-gioni ove l'insediamento delle organizza-zioni criminali è antico nonostante ch ecresca il numero di coloro — singoli ogruppi sociali — che si schierano dallaparte dello Stato, non emergano segnal iincoraggianti in ordine al formarsi di un asolida cultura della legalità, che possa fa rsentire meno soli i servitori dello Stato epiù isolati i malviventi .

Sappiamo, invece, che questa è la condi -zione essenziale per battere la criminalit àorganizzata e il suo potere, e che tale con -dizione non si realizza soltanto mandandoin massa forze dell'ordine o alpini i nqueste regioni, bensì recuperando un rap -porto accettabile tra il cittadino e l'istitu-zione pubblica ; un rapporto, per inten-derci, quale mai forse vi è stato in quest earee del paese .

Né la polizia, né i carabinieri, né un'atti -vità informativa capillare potranno con -vincere la gente che è meglio stare dall aparte dello Stato, se la presenza dello Stat onon sarà visibile, se chi cerca lo Stato nonlo trova, se insomma appaiono lontane,

astratte le espressioni del potere pubblic oche dovrebbero essere le più visibili sulterritorio: il municipio, il sindaco, l 'asses-sore. Fintantoché non si realizzeranno lecondizioni perché in queste regioni delpaese un diritto sia tale per tutti, a prescin-dere da chi chiede e come chiede, sarà dif-ficile da un lato che lo Stato consegua u nconsenso maggioritario intorno ai propriuomini e alle proprie attività, e dall'altr oche fasce di popolazione, soggette alle au-torità ed alle leggi del mondo criminale, ditale soggezione si sappiano liberare .

Al di fuori di ciò, non si vede su qual ebase dovrebbe fondarsi un'autentica cul-tura dei diritti e quindi una condizione dilegalità democratica consapevolmente vis-suta. Una forte cultura dei diritti ha bi-sogno non solo di istituzioni pubbliche fa -cilmente raggiungibili da parte del citta-dino, non solo di una dignitosa ordinariaamministrazione che consenta il funziona-mento quotidiano di servizi essenziali, madi comportamenti esemplari da parte dell apubblica amministrazione, del magistrato ,del poliziotto. Ha bisogno di un generalerispetto delle regole che anzitutto lo Stat odeve imporre con l'esempio che viene daipropri servitori .

Da questo punto di vista sono ovvia-mente pericolosi, distruttivi di ogni cul-tura della legalità le collusioni, i cediment iche si registrano, quando si registrano, sulversante dei soggetti pubblici . Però sonoanche pericolosi certi rifiuti di rispettare l eregole, propri di chi ritiene che lo stato dinecessità giustifichi tutto, che alla violenzasi debba reagire con la violenza, al soprusocon il sopruso: comportamenti siffatti, so-prattutto in alcune aree del paese, rendonoancora più solida la base di consenso sull aquale la malavita può contare e rendonoimprobabile che un consenso maggiori-tario si possa spostare dalla parte delloStato .

Per far fronte a queste esigenze occorr eintervenire a livello di pubblica ammini-strazione, impegnando non solo i poteri adisposizione del ministro dell'interno ,bensì tutti gli strumenti a disposizione de lGoverno. La presenza dello Stato nel terri -torio va garantita attraverso una migliore

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presenza, certo, degli operatori delle forz edell'ordine, ma anche attraverso un ri-lancio degli altri settori della pubblica am -ministrazione .

Bisogna quindi mettere mano ad u nreale riordino dell'amministrazione peri-ferica dello Stato e di quella degli ent ilocali, per servire meglio i cittadini, maanche per evitare infiltrazioni malavitose ,inquinamenti estesi a livello delle pub-bliche amministrazioni . Le istituzioni lo -cali corrono infatti il rischio non solo diessere pesantemente condizionate i nquesto senso, ma di essere del tutto espu-gnate dalla malavita. La mafia imprendi-trice — è stato ricordato anche qui da tant i— ha crescente bisogno di trovare sbocchi ,canali alla luce del sole per le propri erisorse, che vanno crescendo a dismisura .Nelle regioni d'origine la mafia ha bisognodi un potere territoriale superiore, e no ninferiore, a quello del passato. Solo così èpossibile continuare ad accumulare ric-chezza, riprodurre mano d 'opera crimi-nale, ricreare le condizioni di impunità d ifronte alla persecuzione penale, reinve-stire parte dei profitti in condizioni di sicu -rezza e redditività, godere e celebrare lapropria potenza .

Le risorse pubbliche in alcune realtà delMezzogiorno sono ormai il grande affaredella criminalità organizzata . La mafiaimprenditrice non può non occupars iquindi delle cose della pubblica ammini-strazione; e di esse effettivamente semprepiù si interessa, e non più come fa u npotere subalterno, come sottosistema delpotere politico, ma come potere che trattacon la politica alla pari, forte delle ingent irisorse che rendono sempre più autonom oil suo dominio .

Tuttavia ciò ormai non avviene più attra -verso le alleanze di un tempo, attravers oquel notabilato politico in qualche realtàcontiguo agli interessi della malavita oespressione di essa : la mafia tende ad avereil suo personale politico, con cui si pro-pone di espugnare un pezzo del sistemapolitico . Sì tratta certo solo della periferia,di certa periferia del sistema politico, m apresenze siffatte tenderanno sempre piùad allargarsi .

Si parla ormai da tempo di rimedi pe rmeglio controllare l'azione amministra-tiva, per dare rimedi per meglio control-lare l'azione amministrativa, per dare piùpubblicità alle decisioni pubbliche, per ga -rantire maggiori spazi al cittadino che vo-glia interloquire o contestare le scelte am-ministrative. E tali esigenze appaion oancor più sacrosante oggi, all ' indomani d iuna campagna elettorale che non ha vistosolo il negoziato sotterraneo di tali voti epreferenze .

Mai era avvenuto, infatti, che candidati eliste venissero sponsorizzati in alcune re-altà dalla malavita alla luce del sole ; maiera apparso concreto, come nelle setti -mane scorse, il rischio che i partiti pote-sero diventare — come ha osservato qual-cuno — taxi elettorali facilmente noleggia -bili, perché mai era avvenuto che compe-tizioni elettorali vedessero all 'opera lebande criminali come se si trattasse d iordinari regolamenti di conti. Di fronte atutto ciò abbiamo bisogno di sapere divolta in volta se si tratta di vittime i nqualche modo parti di una trama crimi-nale o di soggetti colpiti proprio perchéresistenti .

Ma se un partito, grande o piccolo chesia — e ciò avviene molto più facilment econ i piccoli partiti —, viene rilevato, espu-gnato, anche nel più piccolo dei comuni ,non si è prodotto soltanto un danno serioall'autonomia della politica in una sper-duta periferia del paese, ma si è prodottoun fatto contagioso destinati ad attaccarealtre realtà. E insomma una porzione im-portante della vita istituzionale pe rsempre perduta alla politica .

Abbiamo bisogno, con riferimento aquesti fenomeni, di sapere meglio inda-gare su movimenti, su attività, su presenzesospette che riguardano il mondo dell apolitica, dell'amministrazione pubblica, d imeglio valutare inspiegabili successi elet-torali, improvvisi spostamenti di consi-stenti fette di elettorato . Si tratta di fattiche devono costituire attento oggetto d iindagine e non invece materia per insce-nare risse politiche . Su questo terreno ,cioè, bisogna fare di più, impegnando gl istessi partiti a sapersi difendere da sé, con-

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sentendo interferenze reciproche per tute-lare interessi che sono comuni a tutti i par-titi .

Si tratta spesso di accertare fatti control -labilissimi perché si verificano alla lucedel sole; si tratta di legittimare forme d ivigilanza incrociata fra i partiti che do-vrebbero consentire a chiunque di menar escandalo per ciò che avviene in un partito oin un consiglio comunale inquinato .

Solo parlando di tutto ciò pubblica-mente si costituiscono efficaci sbarra -menti. Siamo insomma di fronte a pericol idei quali non si può, non si deve prenderecoscienza solo durante una campagna elet -torale, ma che invece dovrebbero pro -durre riflessioni ed iniziative politiche ade-guate, rimedi ed antidoti durevoli, tutt iscaturenti da un controllo sociale fortesull'amministrazione pubblica, sulla vit apolitica .

Controlli sociali ed ispezione politic asono strumenti decisivi per realizzare effi-caci argini contro i pericoli che si son oindicati, a condizione però di saper distin -guere ciò che la lotta politica legittima i nquesta materia e ciò che invece essa do-vrebbe legittimare mai . Non c'è nulla dipiù pericoloso che mettere una bandier apolitica su battaglie per la moralità pub-blica le quali, appartenendo a tutti, do-vrebbero essere aperte alla partecipazion edi tutti e non gestite in esclusiva per trarr evantaggi elettorali contingenti .

Si tratta, in sostanza, di dimostrare u nforte senso dello Stato, sia con riferi-mento alle azioni poste in essere dal Go-verno e dai partiti di governo, sia co nriferimento alle attività svolte dai partit idell'opposizione.

In questa materia non bisogna mai te -mere gli eccessi ispezione politica : bisognasolo temere l'ispezione politica fine a sestessa, non che produce verità, ma spess odistrae, anziché spingere le autorità pub-bliche all'osservanza scrupolosa de ipropri doveri .

Abbiamo denunciato — lo abbiamo fatt oin più occasioni in questi anni — chi h ainteso sovrapporre e confondere le que-stioni di legalità e le questioni della lott apolitica, chi ha inteso gestire le emergenze

criminali a senso unico per portare acquaad una politica o ad una maggioranza, chiha inteso azionare l'attenzione sociale acomando, imponendo ad intermittenza at -tenzioni e disattenzioni .

Di tutto ciò non ci preoccupava e non c ipreoccupa solo il rischio di un imbarbari-mento della lotta politica, ma soprattuttola diserzione possibile di quanti, onesti cit -tadini, in questi anni si sono mobilitati, s isono schierati per porre argini forti controuna criminalità sempre più arrogante enon per incoraggiare partigiane, strumen-tali campagne di opinione dalla chiar aispirazione partitica .

Abbiamo bisogno di rassicurare costoro ,dimostrando che in questo campo la poli-tica è unita ed intende organizzarsi nelmodo più efficace possibile per dare ri-sposte appaganti al fine di garantire un apacifica convivenza collettiva .

L'apertura dimostrata dal ministrodell'interno verso le opinioni, i contribut iche sono venuti da questo dibattito parla-mentare costituisce una condizione poli-tica positiva ed importante, perché in ma -teria di difesa dell'ordine pubblico si rea-lizzi davvero, nel paese e nelle istituzioni ,un ampio fronte comune a difesa dell alegalità democratica .

Le diverse collocazioni, alla maggio-ranza o all'opposizione, non dovrebber ocomportare, di fronte ai fatti qui conside-rati, opinioni tra loro incompatibili, nédivisioni profonde su ciò che bisognafare .

Ci pare che il Governo voglia uniformarela propria azione alle volontà emerse comemaggioritarie da questo dibattito parla-mentare, senza essere reticente su nulla ,né imbarazzato allorché si tratterà di an-dare avanti sulle strade prescelte co ngrande determinazione .

Ci pare che tale scelta, ribadita anche i nquesta occasione dal Governo, non si poss anon condividere, non solo perché ess aesalta la centralità del Parlamento, m aanche perché dimostra in concreto comenella materia di cui ci si occupa nonabbiano ragion d'essere contrasti politiciinsanabili, solo che si guardi in faccia l arealtà e ciascuno si impegni davvero a fare

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il proprio dovere fino in fondo (Applaus idei deputati del gruppo del PSI) .

PRESIDENTE. L'onorevole Mellini hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla sua interpellanza n . 2-00977 .

MAURO MELLINI . Signor ministrodell'interno, non so se la mia rispost adebba essere da lei interpretata e collocat atra le critiche «di posizione» o tra quelleforse meno puntualmente individuabilima da considerarsi costruttive — no ncredo che esista una contrapposizione —cioè tra quelle che sarebbe disposto a rac-cogliere .

Se per critiche «di posizione» intendecritiche suggerite dalla posizione politica edalla necessità di schieramento, le dico chele mie posizioni su certi problemi determi -nano il mio schierarmi politicamente .Sono i miei convincimenti su questi pro-blemi, che ritengo centrali, a qualificarmipoliticamente ed a farmi assumere le posi-zioni politiche che mi tengono su questibanchi .

Signor ministro, non è perché io aspiriad una collocazione diversa da quella rap -presentata dalle critiche «di posizione» chedirò che la sua risposta avrebbe potutoanche essere peggiore . La sua rispostaavrebbe potuto essere peggiore perch ésono state fatte dalla sua parte politica (s itrattava di voci che hanno preceduto e no nseguito) il momento elettorale dichiara-zioni demagogiche e retoriche dalle qual isembra invece che il suo intervento i nquest'aula abbia in qualche modo volutodissociarsi per adottare atteggiamenti piùrazionali.

Ma la mia critica è ugualmente molt oforte ed il mio giudizio negativo non per l aforza o per la grinta del suo intervento, m aperché credo che sia mancata da parte sua— non essendo ella solo su queste posizioni— un'indicazione su un modello di ri-sposta da adottare nei confronti dei feno-meni di criminalità. E faremmo tutti bene— non lo dico per consolarci — a tenerpresente che lo sviluppo della criminalitàorganizzata non è un fenomeno soltant oitaliano .

Lo sviluppo della criminalità organiz-zata forse è una condanna per la societàpostindustriale : si verifica in Giappone,negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Fran-cia. Certo, da noi si innesta in caratteri-stiche antiche e particolari della nostrasocietà, nel sud, nelle vecchie organizza-zioni criminali che peraltro si rinnovano inmodo più celere delle strutture stesse delloStato .

Signor ministro dell'interno, devo dir eche questa mancanza di attenzione effet-tiva e di disponibilità a discutere non carat-terizza soltanto lei ed il Governo, ma anch ela stampa. Manca nella stampa una cul-tura che la porti a discutere dei problemi edelle scelte di fondo da compiere per dareuna risposta a fenomeni da cui dipend egran parte del destino politico e social edella realtà dei nostri tempi, e non soltantoin Italia .

Ebbene, la mia insoddisfazione è deter-minata soprattutto da questo dato di fatto .Signor ministro, nel nostro paese si è ri-sposto ricorrendo all'emergenzialismo .L'emergenzialismo c'è stato e continua adesserci; esso non ha caratterizzato soltantoi governi, le forze politiche, le forze dell amaggioranza e parlamentari, ma è stato u nfenomeno presente nel paese . Tuttora essorappresenta un partito trasversale tra glischieramenti politici . Ma l 'emergenziali-smo, il partito dell'emergenza — lo ripetoancora una volta — ha offerto un modell osconfitto e inconcludente .

Questo è un dato di fatto, signor ministr oe non troverò su quanto è stato detto i nquest 'aula di fronte al ministro di grazia egiustizia o al Presidente del Consiglio, per-ché, se è vero che repetita iuvant, è veroanche che ad un certo punto qualcosa d iquanto viene detto deve essere recepito .Non credo infatti che il ripetere faccia sca -turire una maggiore attenzione o induc aad una maggiore valutazione di quant oviene detto in chi ascolta o dovrebbe ascol-tare!

Il ministro di grazia e giustizia ha par -lato di «sarcasmo», facendo riferimento a lmio richiamo ai problemi della criminalit ànella pubblica amministrazione. In altr iinterventi si è insistito su queste commi-

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stioni tra criminalità organizzata e pub-bliche amministrazioni .

Devo dire che il mio convincimento circai famosi terzi o quarti livelli e circa le com -mistioni è sempre stato sostanzialmentenegativo . Ma c'è qualcosa di diverso e fors edi peggiore: c'è parallelismo fra la crimi-nalità organizzata (quella della lupara) e duna criminalità amministrativa che haforme sempre più simili a quelle mafiose.Invece che una risposta, a questa crimina -lità si sono forniti nuovi strumenti con lariforma della legge sulla pubblica ammini -strazione. La nuova legge entrata in vigore1'11 maggio, signor ministro dell ' interno,ha infatti abolito l'interesse privato in att id'ufficio, il peculato per distrazione ed h aaperto nuovi orizzonti a forme di crimina-lità amministrativa che renderann osempre più simile questo tipo di organiz-zazione alla mafia .

Si parla di risorse destinate al sud, d ilavori pubblici, di appalti che diventan ooggetto di depredazione da parte dell amafia e della criminalità organizzata ; maessi non diventano forse oggetto di depre-dazione anche da parte di un'organizza-zione politico-amministrativa che, essa sì ,è eversiva e rischia di diventare regime ?Certo, si tratta di due soggetti paralleli ,contrapposti e concorrenti e questa fors epuò essere anche la chiave di lettura d isingole vicende di questi ultimi tempi .Sono concorrenti, ma la concorrenza peraltro non esclude momenti di commi-stione, momenti in cui i concorrenti s iaccordano per operare in trust . Probabil-mente si puo parlare di due triangoli chehanno il vertice e parte della base in co-mune .

Il collega Andò diceva che bisogna sta-bilire l'unità della politica contro la crimi-nalità organizzata ; io ritengo che si deb-bano determinare forme nuove di politicae di amministrazione che non siano i lcontraltare mafioso della mafia. Spesso visono paesi del sud nei quali, accanto alboss mafioso, c'è un boss sindaco, ammini -stratore pubblico, uomo politico, che, si sa ,passa per tale e formalmente è tale. In ta lmodo, il cittadino ha difficoltà a scegliere ;e molto spesso il cittadino riconosce mag -

giore pericolosità proprio a quegli ele-menti che dovrebbero rappresentare, epurtroppo rappresentano, lo Stato . E ciònon siverifica perché essi siano in commi -stione con la criminalità organizzata ;molto spesso, del resto sono in concor-renza, in contrapposizione e magari que lsindaco fa parte di qualche comitato anti-mafia o anticamorra . Ma il fatto rilevante èche si tratta in entrambi i casi di sistemi d iprevaricazione, di organizzazione dell aprevaricazione, di creazione del consens opolitico — se così si può chiamare —, fon -dati su forme di sopraffazione, di sfrutta -mento degli appalti, eccetera .

Signor ministro, io ho sempre sostenut o— forse lei lo sa, forse non se ne ricorda oforse ha avuto persino occasione di porciuna attenzione — che misure di preven-zione patrimoniale fanno registrare unadiminuzione nella loro efficacia nonperché vi sia scarso vigore nel l 'applicarle ,ma perché, ad esempio, le misure patrimo-niali che colpiscono il patrimonio immobi-liare fanno sì che non si formino più ipatrimoni immobiliari, ma altro. Moltospesso si assiste ad un'emigrazione delpotere economico della mafia in forme chenon possono essere toccate: lo strozzi-naggio in mezz'Italia, il denaro liquido ch ecorre, eccetera . Non è la palma che «sal everso il nord», ma sale la mafia» che simuove più liberamente, anche perché èspinta dalle misure di prevenzione . Lestesse misure che hanno mandato fisica -mente in giro per l'Italia certi oggetti a dorganizzare la mafia e l'emigrazione meri-dionale in attività criminose, oggi organiz -zano altrove il potere economico diversodella mafia, della camorra, della crimina-lità organizzata di alcune parti Italia .

Signor ministro, nella mia interpellanzanon c'era sarcasmo! Tuttavia, in relazion ea questi aspetti il ministro di grazia e giu-stizia, nella sua ampia replica, non ha for -nito alcuna risposta: si è solo riferito a lsarcasmo. Certo, egli ha parlato del tenta -tivo della mafia di occupare il potere poli-tico; e non vi è dubbio che esista anchequesto fenomeno. La legge antimafia tentadi allontanare la malavita dagli appalti : main nome di che cosa ed in favore di chi essa

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opera? Questo è il punto . Forse a favoredella pubblica amministrazione? Oppure avantaggio di altre mafie? Questo è il dato d ifatto!

Può darsi che vi sia un tentativo di inseri-mento della mafia nel potere politico; ciò èdovuto al fenomeno che ricordavo prima eche è assai grave . Ritengo tuttavia che nonsia quella la chiave per limitare gli effetti d iuna simile situazione ; il mezzo è un altro .Occorre affermare una presenza dello Stat oanche attraverso le amministrazioni locali ,che non sia quella della depretazione e delletangenti (certo, esistono le mazzette, ma esi-stono anche le tangenti!) .

Sul fronte della droga, ad un aumentodella presenza di quest 'ultima si è rispostocon pene più pesanti . Si dice che aumen-tano anche i sequestri di persona ; in realtàessi diminuiscono, anche se diventano piùspettacolari . Mi stupisco — signor mini-stro — che ella non abbia espresso soddi-sfazione per la circostanza che i sequestriabbiano fatto registrare una caduta verti -cale; ciò è forse avvenuto per un difetto dienfasi retorica, del quale non posso chedarle atto . Tuttavia, una legge sui sequestridi persona potrebbe rischiare di produrredeterminate conseguenze sotto il profilodella collaborazione delle famiglie dei se-questrati (non saranno certo le norme rela -tive all'obbligo di denuncia del sequestroad ovviare a questo aspetto) ; grazie a talecollaborazione, potrebbe verificars iun'espansione dei microsequestri, che i nforma meno spettacolare ma altrettant opericolosa per la vita dei cittadini porte -ranno —di nuovo al centro dell'attenzioneil fenomeno della criminalità organiz-zata .

Ho già scritto tutto ciò sull'unico gior-nale che mi ospita, Il Giornale d'Italia, cer-cando di spiegare la mia posizione . Vogliosolo ribadire, signor ministro, che tutto i lparlare che si è fatto di estensione dell epene e di previsione di nuove figure d ireato e di nuove misure di prevenzione inrelazione all 'aumento della criminalit àcontro la pubblica amministrazione h aportato, di fatto, alla depenalizzazione d igravi reati ed alla sostanziale diminuzion edelle pene .

Signor ministro, lei ha risposto ad u nriferimento ad un certo signor Ciccio Maz -zetta, il quale è un cittadino che ha dirittoalla presunzione di innocenza come tutt igli altri. Sul piano politico, il discorso èdiverso; ma io ho visto questo signore che ,davanti alla corte d'appello di Reggio Cala -bria, si fregava le mani perché aveva otte-nuto il rinvio della causa in seguito al fattoche il suo reato era stato depenalizzato .Egli aspettava proprio che entrasse in vi-gore la nuova legge !

Dico ciò a consolazione di quell'amplis-sima maggioranza che conta forze ch eparlano volentieri del signor Ciccio Maz-zetta ma che poi si fanno anche portatric idi riforme che conducono a simili risultati .Non pretendo, signor ministro, in sede d ireplica alla risposta data ad un interpel-lanza, di indicare il modello al quale cred osi debba ricorrere ; ritengo però che oc-corra prendere atto che la pretesa di col -pire le ultime conseguenze dell 'attivitàdella criminalità organizzata, vale a dire l ericchezze — che poi condurrebbe a far ealtrettanto per altre forme di arricchi-mento che si verificano nel nostro paeserappresenti una risposta già sconfitta .

Le misure di prevenzione sono stru-menti sconfitti, cosi come i maxiprocessi ela giustizia dell'emergenza.

Signor ministro, vi è bisogno di umiltà ,di assiduità, di pazienza e di capacità d icolpire quella che non è la piovra, altr aillusione. Vi sono stati magistrati e tuttauna letteratura (magari anche i telefilm)che hanno diffuso l 'idea della piovra, pro-spettando la possibilità di colpire la suatesta e di venire quindi a capo dei fenomenicriminali. La verità è che siamo di fronte aun'idra. siamo di fronte a fenomeni d imicrocriminalità, che non è soltant oquella minorile, non organizzata, ma dif-fusa e endemica in alcune zone .

Interviene poi il dato della criminalitàorganizzata, spesso vissuta dalle popola-zioni come una liberazione, perché, entr ocerti limiti, funziona come elemento d iregolamentazione, di riparo . In un paesenel quale nulla si può avere senza la rac-comandazione, si ricorre a quella del bossmafioso per salvaguardare in qualche mi-

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sura, in qualche modo, vite e proprietà .Egli qualche volta rappresenta (certo, co nl'ombra del dato sanguinario, della feroci adella sua criminalità) una espressione diprevaricazione e di potere meno arro-gante, almeno in apparenza, della crimina-lità amministrativa e politico-amministra-tiva .

Credo che occorra perseguire l'unitàdella politica contro la criminalità, all aquale ha fatto appello il collega Andò . Nonmi riferisco all 'unità della politica cosìcome è intesa, vissuta e recepita in molt ezone d ' Italia, nelle quali, magari, vi èanche uno scontro fra la politica e la cri-minalità organizzata . E necessaria una po -litica con la «p» maiuscola, degna di quest onome, che espella da se stessa metodi ,sistemi di lottizzazioni, di clientele, d iclientelismi . Ma le clientele ed i cliente-lismi non sono essi stessi una forma mu-tuata o comunque parallela, simile allamafia? Ribadisco che occorre espellere l eforme ricordate .

Lo Stato può rappresentare veramente ,nel convincimento, nella vita, nelle spe-ranze dei cittadini, altra cosa, l'altro a lquale il cittadino guardi con fiducia per l atutela dei propri diritti .

Signor ministro dell'interno, consider ile riflessioni sulle ripercussioni di determi -nati provvedimenti, sulle quali insister òsempre, e l'invito a prestare attenzione —se qualche attenzione vi sarà — un'oppo-sizione di posizione .

Certo, si tratta di una posizione politica:da quest 'ultima e non dato del momento ,dalla simpatia o dall'antipatia per un Go-verno o per altro, per una persona o pe run'altra, per un ministro o per l'altro, deri -vano alcune conclusioni su meccanismisui quali ho cercato di riflettere e cerco d ifar riflettere e di intavolare un dialogo, ch ea mio avviso è sempre mancato . Infatti ,non si è mai voluto discutere approfondi-tamente sui dati di fatto che ho richia-mato.

Signor ministro, non si sono mai voluteaccettare alcune considerazioni e la pro -posta di adottare una certa politica, pe rquanto ella sia convinto della sua scelta d iperseverare sulla strada dell'emergenziali -

smo, con il quale poi dovrete fare i cont i(emergenzialismo dei magistrati, concor-renza; si tratta di un discorso diverso cheoggi non è stato toccato) .

Occorre riconoscere che di fatto vi è laquestione di chi farà la faccia più feroc enella politica dell'emergenza . L'emergen-zialismo ha una sua collocazione precisaed espelle le vostre forze politiche e lostesso ministro dell'interno, perché è ri-vendicato, per esempio, dal partito dei giu -dici. Non voglio evocare in questa sede,perché le conosciamo le questioni tra l'Alt ocommissario e questo o quel magistrato .

Non è questa la sede per affrontare tal iproblemi; d'altra parte, non ho mai fatt omistero dei miei convincimenti a tale ri-guardo .

Signor Presidente, credo sia essenzial eriflettere attentamente e dibattere suquesta tematica ; sono convinto di aver ra -gione, signor ministro, perché non rifugg odalla possibilità di esaminare quotidiana -mente le posizioni assunte .

Senza rinnegare i fini che vi siete pro -posti e la strategia stabilita, mi auguro cheil Parlamento e le forze che sostengono ilGoverno non disdegnino un confronto conle varie alternative ai dati di fondo, a lmodello adottato, al fine di individuarevalide risposte .

Senza tale ripensamento, senza un effet-tivo confronto, non sarà possibile effet-tuare una vera e propria scelta politica . Viè il sospetto che a tale proposito ci si rifar àa semplici luoghi comuni imposti dallasituazione delle varie amministrazioni edella magistratura, nonché dalla stampa edalla demagogia.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

GERARDO BIANC O

MAURO MELLINI . Ciò accadr àquand'anche si voglia erigere un argin ealla demagogia per rispondere con un aserie di cifre più o meno aride. In tal caso ,si rischierà di non far ricorso ad un precis omodello: il che può costituire il dato nega-tivo dei problemi in esame.

Per questi motivi, signor Presidente, di-

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chiaro la mia insoddisfazione per le ri-sposte fornite dai rappresentanti del Go-verno.

PRESIDENTE. L'onorevole Battistuzziha facoltà di dichiarare se sia soddisfatt oper la sua interpellanza n . 2-00978 .

GIAN PAOLO BATTISTUZZI . Signor Presi -dente, onorevole ministro dell ' interno, i ldibattito odierno, per quanto simile a tutt ile altre discussioni parlamentari solleci-tate ed in cui si registri una particolaretensione, pone un problema la cui solu-zione è ormai improcrastinabile .

Constatiamo un'allarmante espansion edell 'offensiva criminale nel nostro paese ;in particolare, in numerose aree la crimi-nalità mafiosa e camorristica ha alzato illivello dell'offensiva alla pacifica convi-venza civile: pretende infatti di farsi Statocontrapponendosi alle istituzioni .

Si è diffuso un clima di insicurezza tra icittadini, spettatori e vittine di numeros eviolenze, e di sfiducia nei confronti dell eistituzioni democratiche .

L'exploit elettorale del localismo, i suc-cessi di varie liste e movimenti ed il forteastensionismo degli elettori attestano un acrescente crisi della rappresentanza tradi -zionale ed esprimono viva protesta per l ecarenze e le disfunzioni dello Stato, in par -ticolare della pubblica amministrazione.

E dunque necessario ristabilire le regol edi una convivenza civile, ridare credibilit àalle istituzioni ed efficacia ai diritti garan-titi dalla Costituzione, al fine di recuperarela fiducia dei cittadini nei confronti dell acosa pubblica .

Il dilagare dei fenomeni delinquenziali ètra i problemi più preoccupanti cui oc-corre porre un argine al più presto . Lasituazione dell'ordine pubblico presentainfatti aspetti a dir poco allarmanti ; anzi, s ipuò dire che la grande criminalità organiz -zata e la microdelinquenza (con la qual equotidianamente entrano in contatto mi-gliaia di cittadini, soprattutto nelle grand imetropoli) costituiscono insieme una sort adi seconda società incivile, che mettesempre più a repentaglio il buon anda-mento della convivenza collettiva .

L'attività criminale si manifesta nel traf-fico di stupefacenti, nel riciclaggio di de-naro di illecita provenienza, nelle estor-sioni capillari in tutti i settori produttivi,negli inserimenti fraudolenti, negli appalt ie subappalti di opere pubbliche, nei seque -stri di persona, nel contrabbando o in ma-nifestazioni diffuse di microcriminalità .Ma è soprattutto sul traffico degli stupefa -centi che bisogna agire: la ristrutturazion esubita dalla criminalità, in questa logica, c icostringe infatti a rileggere il fenomenocon nuovi sistemi .

I dati statistici forniti dal ministrodell ' interno circa i reati perpetrati in terri -torio nazionale hanno confermato cifreaggiornate e preoccupanti .

Ma non è tutto. Risulta impressionante i ldivario tra i crimini e i suoi autori ; sonostati individuati i delitti dei soliti ignoti ;impressionanti sono i dati sulla concentra -zione criminale nelle regioni .

La Commissione parlamentare di in-chiesta sul fenomeno della mafia e sull ealtre associazioni criminali similari, nell arelazione annuale approvata il 20 di-cembre 1989, ha espresso un giudizi opreoccupato e preoccupante sulla ten-denza alla crescita della criminalità orga-nizzata. Il 16 marzo 1989 la stessa Commis-sione aveva comunicato ai Presidenti diCamera e Senato la relazione sulle risul-tanze di indagine del gruppo di lavoroincaricato di svolgere accertamenti sullostato della lotta alla mafia nella provinci adi Reggio Calabria .

Si tratta di un documento importante ,contenente un giudizio sulla situazione esi-stente ed alcune proposte. La situazione èstata descritta di una gravità eccezionale :delitti per lo più impuniti, lentezza se nonparalisi della giustizia che avvalla un a«giustizia alternativa», inefficienza dell apubblica amministrazione e dei servizi, 80per cento delle attività economiche dell aprovincia di Reggio Calabria sottomesso a ldominio ed allo sfruttamento della delin-quenza organizzata, la quasi impossibilitàdi vita per le attività economiche ed im-prenditoriali sane, mercato del lavoro in-quinato, intricati rapporti tra delinquenz aorganizzata, amministratori pubblici e po-

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tere politico, delinquenza orga nizzata ch einfluisce sulla politica degli appalti e deisubappalti .

È una relazione che va letta per intero eprofondamente meditata . Rammarica i lfatto che documenti del genere non ven-gano immediatamente utilizzati per le op-portune terapie di risanamento, conside-rato — come detto nella relazione stessa —il quadro di totale inadeguatezza del -l'azione preventiva e repressiva dello Stat oe della relativa inerzia, quando non si tratt idi peggio, di una parte grande della rap-presentanza politica .

Vantiamo giustamente che le nostre isti -tuzioni abbiamo retto l'impatto con il ter-rorismo e vantiamo il merito di aver sa-puto rispondere efficacemente alla mi-naccia terrorista che ha imperversatonegli anni di piombo. È un capitolo forsechiuso ma che richiede attenzione .

Inoltre negli anni '80, sono sorti nuov ifocolai di delinquenza in seno alla comu-nità degli immigrati clandestini, proprioper la difficoltà di trovare un lavoro e d iintegrarsi . Troppo spesso gli immigrat iclandestini sono protagonisti di violenze ,di furti, di borseggi, di traffico di stupefa-centi oppure vengono assoldati dall agrande criminalità organizzata, che cos ìtrova manovalanza a basso costo e facil-mente controllabile .

Nel casertano, per esempio, è stato docu -mentato che frange di immigrati clande-stini si sono via via inseriti dapprima ne lcontrollo della prostituzione, in un se-condo momento nel traffico degli stupefa-centi. La circostanza ha portato inevitabil -mente a scontri con le bande locali per i lcontrollo dei traffici illeciti .

Episodi di violenza e di intimidazion ehanno contrassegnato pesantemente la re -cente campagna elettorale . Un fatto nuovoed inquietante si è verificato alla vigilia de lvoto con l'eliminazione di alcuni candi-dati .

La lotta tra bande, cosche e fazioni è cos ìemersa alla superficie della vita civile, tra -sferendosi dagli scannatoi sommersi a lproscenio della politica .

E ancora, la piaga dei sequestri di per -sona a scopo di estorsione, se pure risulti in

diminuzione dai dati forniti dal ministrodell'interno, continua ad essere un feno-meno particolarmente rilevante in Italiarispetto agli altri paesi europei, concor-rendo a formare il diffuso senso di smar-rimento e di sfiducia che toglie prestigio edautorevolezza allo Stato . L'allarm enell'opinione pubblica è reso assai vivoanche dalla particolare efferatezza che ca-ratterizza questo reato .

Le recenti liberazioni hanno dimostrat oche si stanno svolgendo azioni concret econtro la piaga dei sequestri ; ma di altr iquattro ostaggi rimangono ancora nell emani dei rapitori, e ciò non consente d iabbassare la guardia .

Non è dunque esagerato ritenere che s isia ormai abbondantemente superato ogn ilimite in ordine alla sicurezza per la civil econvivenza. Occorre pertanto porre ri-medio con la massima rapidità a tale situa-zione, mettendo in atto ogni possibile ini-ziativa per contrastare e contenere le di-verse manifestazioni criminali .

A tutt'oggi il Ministro dell'interno ha benoperato, ma non si può affermare chesiano stati raggiunti gli obiettivi indicatinelle dichiarazioni programmatiche. Inqueste era stato preannunciato che la lott acontro la criminalità organizzata, i seque-stri di persona, il narcotraffico e il riciclag -gio, nonché la ricerca dei latitanti, il raf-forzamento e il coordinamento fra le forzedi polizia e la trasparenza nelle gestion ilocali avrebbe costituito gli obiettivi prio-ritari da perseguire .

Il Parlamento ha recentemente varato i ldisegno di legge governativo recant enorme più adeguate contro la mafia, ope-rando un riesame ed un atteggiamentodegli strumenti normativi in vigore perricalibrarne la disciplina in relazione allemutate strategie delle organizzazioni cri-minali . Tale provvedimento dovrebbe inci-dere anche sulla trasparenza della pub-blica amministrazione grazie alla più rigo -rosa disciplina degli appalti e subappalt iche esso contempla .

Il Governo, inoltre, ha svolto un'azion eparticolarmente impegnata sulle connes-sioni internazionali ed ha attivato a livell ocomunitario ed extracomunitario scambi

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informativi ed accordi per contrastarel'azione criminosa in materia di narcotraf-fico.

A fronte di tali iniziative, rimane la valu -tazione sostanzialmente preoccupata sull aefficacia della risposta offerta dai pubblic ipoteri, nonché il dubbio sulla possibilità d idare concreta attuazione alla recente leggecontro la mafia e sulla capacità della stess adi incidere visibilmente, in tempi brevi ,sulle varie manifestazioni di pericolosit àsociale. Ciò, soprattutto in considerazion edel carente coordinamento esistente trarisorse disponibili e forze dell'ordine .

Dal Governo, signor ministro, si attend euna risposta globale, di concerto, come s isuoi dire, tra i Ministeri dell'interno, dellagiustizia, del tesoro, delle finanze e, perquell'humus in cui cresce la criminalità(sotteso alla sua introduzione), anchequello degli affari sociali . Vi è soprattuttola necessità di realizzare interventi ch eincidano sulle radici dei vari fenomeni . Ciòcomporta l'esigenza non solo di misurelegislative ed amministrative opportune, ola correzione e il miglioramento di quell eesistenti, ma anche di un impegno politicoe morale di tipo nuovo, di una volontà seri adi cambiamento e di riforma nel funziona-mento delle istituzioni democratiche enello stesso modo di fare politica .

Bisogna porre termine a questo modo d ioperare, affrontando prioritariamente lacosiddetta questione morale e attuandoquelle riforme istituzionali che conferi-scano in modo efficace funzionalità all amacchina statale, in modo da invertire unatendenza pericolosa (già da tempo in atto)della gente alla sfiducia — soprattutto ne lmeridione — nella capacità dello Statodemocratico di affermare la sua presenz ae di assicurare il rispetto dei diritti dei cit -tadini costituzionalmente garantiti (Ap-plausi dei deputati del gruppo liberale) .

PRESIDENTE. L'onorevole Caria ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatto per lasua interpellanza n . 2-00979 .

FILIPPO CARIA. Signor Presidente, tutt inoi abbiamo chiesto che si svolgessequesto dibattito e siamo perfettamente

consapevoli di attraversare un momentoestremamente delicato della vita del no-stro paese . Ci rendiamo conto che vi è unasituazione di grave emergenza alla qual eoccorre porre rimedio .

Ho ascoltato con grande attenzione edinteresse le risposte fornite dai ministriGava e Vassalli, e ritengo che possanoessere divise in due parti : la prima illustra-tiva delle cose fatte, la seconda espositiv adi ciò che occorre fare per affrontare l 'at-tuale situazione di emergenza. Debbo dareatto sia al ministro Gava sia al ministroVassalli del fatto che il Governo ha com-piuto sforzi notevoli per affrontare un arealtà molto difficile e variegata, e chefinalmente sono alla studio provvediment iche dovrebbero consentirci di affrontarepiù serenamente i problemi esistenti .

Questo tuttavia non mi può esimere dalmuovere alcune osservazioni, o se voletealcune critiche, in ordine ad una situa-zione che indubbiamente è molto grave emolto pesante .

Non credo che vi sia una responsabilitàoggettiva da parte del ministro Gava o delministro Vassalli nella gestione dei settor irispettivamente dell 'ordine pubblico edella giustizia. Sia l'un ministro che l 'altrohanno ereditato una situazione che vien eda molto lontano. Situazioni di particolaregravità, come quella che stiamo vivendo ,non nascono dalla sera alla mattina : sono i lprodotto di un lento processo di deteriora -mento protrattosi probabilmente per al-cuni decenni . Vi sono dunque responsabi -lità oggettive di tutto il Governo e di tutte leforze politiche che hanno dato vita ai Go-verni negli ultimi dieci anni (anche dellaforza politica alla quale appartengo), evi-dentemente in proporzione al peso speci-fico di ciascuna di esse ed agli incarich iministeriali ricoperti . Vi sono responsabi-lità oggettive del Governo soprattutto i nalcuni settori, quello del tesoro e dellefinanze, quello dell'interno, quello dell agiustizia .

E una situazione ereditata, che viene dalontano, che non interessa esclusivamentel'Italia ma che è forse (e in questo sonod'accordo con il collega Mellini) un pro-dotto della società postindustriale che co-

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involge tutte le società più evolute, conalcune manifestazioni di particolare gra-vità che stanno incrinando le condizioni d ivita della nostra società civile .

Per quanto riguarda la situazione ita-liana, è evidente che vi è stato un crescend onegli ultimi dieci anni ; un crescendo (e i nquesto insisto nel dire che vi è una respon -sabilità oggettiva dell'esecutivo) che èstato sottovalutato dalle forze politiche,dai partiti e dal Governo, che non si sonoresi conto che questo fenomeno era con-tinuo e minava le istituzioni della nostravita democratica .

Quando ho annunciato il voto di fiduci adel gruppo socialdemocratico sia al Go-verno De Mita sia al Governo Andreotti, h ofatto alcune osservazioni che ripeteròanche questa sera .

Dieci, quindici anni fa, noi sapevam oche, soprattutto nel sud del paese, la ma-fia, la camorra e la 'ndrangheta da temporendevano indubbiamente difficile viverein alcune zone. Ma erano zone limitate .Nella Sicilia, ad esempio, ad essere interes -sata da sempre dal fenomeno della mafi aera soprattutto la zona di Palermo, m aSiracusa e Catania erano indenni (era l aSicilia «bonacciona», il dialetto chiamat o«babba» per individuare appunto quell aparte dell'isola ben lontana dalla vita ma-fiosa del palermitano) .

Da allora la situazione è cambiata . Nonsolamente, Catania — come si evince dall astessa relazione del ministro dell'interno— è diventata meno vivibile di quanto no nsia Palermo, ma in generale il fenomeno ècresciuto, si è esteso ad alcune regionidell'Italia meridionale, ha coinvolto di re-cente anche la Puglia ed è arrivato all eporte di Roma . La situazione è insommadiventata molto pesante . Le sparatori esono ormai all'ordine del giorno . Il Mat-tino di Napoli poco tempo fa parlava d i«Chicago anni '30» . Si faceva riferiment oalla lotta tra i clan mafiosi di Chicago ch ein tre anni (dopo finì tutto perché la poliziariuscì a ristabilire l 'ordine) contò 500 omi -cidi. Noi, in tempi molto più brevi, ab-biamo superato di gran lunga la Chicagodegli anni '30.

E dove questi fenomeni non si riscon-

trano e sembra che vi sia una relativacalma, la situazione è ben peggiore, perchévuol dire che è calata la pax mafiosa: non viè più lotta tra i vari clan camorristici per l aconquista e per la gestione del territorio ,ma vi è un clan che è riuscito ad imporre l asua legge ed in nome della pax mafiosagoverna tranquillo senza avere contesta-zioni. È il caso della Sicilia, dove non s iverificano affatto alcuni fenomeni mafiosicome i sequestri ; o se volete e anche il casodi alcuni comuni della provincia napole-tana, nei quali la pax mafiosa ha impost oordine e tranquillità, naturalmente solo i nsuperficie . Nella sostanza ciò significa chevi è un clan che comanda e la cui arro-ganza e prepotenza finisce per essere ac-cettata da tutti .

Queste osservazioni non sono mie, ma l eha fatte il questore di Napoli, il quale affer -mava che se alcuni paesi — Torre Annun-ziata, Castellammare di Stabia — vivono inun momento di particolare delicatezza, l averità è che la situazione è più grave dovenon vi sono scontri, come a Nola, perchéciò vuol dire che qualche clan ha assunto i lpredominio assoluto e quindi vi regna lapax mafiosa .

La situazione di recente si è appesantitaperché vi sono stati, in quest'ultima cam-pagna elettorale, una decina di assassinati ,collegati in modo diretto o indiretto a forz epolitiche che si presentavano nelle ele-zioni. Ciò è molto grave perché significache i clan mafiosi, che nel passato hannocercato di condizionare la vita dei singol icomuni, delle amministrazioni locali e de ipartiti, hanno tentato di intimorire gl iesponenti politici del paese, dando addirit -tura vita ad alcune liste elettorali, le qual italvolta hanno retto lo scontro elettorale etalvolta hanno raggiunto posizioni d igrande privilegio .

È una situazione pesante. Per la verità ,devo dare atto al ministro Gava di averl adenunziata prima ancora dell'inizio dellacampagna elettorale . Fu lo stesso Gava adire che le forze politiche ed i partiti dove-vano stare molto attenti ad aver inquinat ele liste elettorali, perché da ciò potevan oderivare conseguenze di particolare gra-vità .

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È chiaro che nel sud siamo tutti espost iad inquinamenti che potrebbero essereparticolarmente gravi, chiaro che vi son oda parte di tutti grosse responsabilità e m iauguro che, consapevoli della situazione d iemergenza che stiamo vivendo, si vogliatutti insieme difendere le istituzioni demo -cratiche, evitando che questo fenomeno c itravolga .

Denunciavo la responsabilità oggettivadel Governo soprattutto in tre settori: l'in-terno, il tesoro e la giustizia . Ritengo dipoter confermare la mia opinione, insi-stendo sulla considerazione che per risol-vere in particolare i problemi del Mezzo -giorno — che è il più affetto dal fenomenomalavitoso — dovremmo affrontarli sottoun duplice aspetto: quello della preven-zione e quello della repressione .

Quando parlo di prevenzione, intendodire che occorre sanare situazioni oggetti-vamente difficili e prevenire fenomen iche, se deteriorati, possono favorire lo svi -luppo della mafia, della camorra e dell a'ndrangheta . Sotto questo aspetto, a miogiudizio, il Governo è totalmente insuffi-ciente. Qualcun altro lo ha rilevato prim adi me.

Nel sud vi sono delle situazioni che di-ventano estremamente pericolose, anchese non credo che la disoccupazione da sol apossa collaborare alla crescita del feno-meno malavitoso. È chiaro però chequando vi è il 26 per cento di disoccupa-zione giovanile, cioè quando un giovane suquattro è disoccupato pressoché cronico, èchiaro che, abbandonato a se stesso, fi-nisce per diventare facile preda di chi l ousa come manovalanza per il crimine.

Direi che lo Stato, nell 'affrontare il pro-blema dello sviluppo del Mezzogiorno haagito in maniera estremamente superfi-ciale ed errata e non si sia reso conto chebisognava dar vita ad una economia san ain grado di garantire occupazione e lavoro .Nel sud vi sono state alcune iniziative, nellezone esposte — Campania e Calabria —che qualche volta ho la sensazione costitui-scano addirittura una provocazione d aparte del Governo e dello Stato nei con-fronti delle popolazioni .

Noi parliamo sempre di Reggio Cala-

bria, che potrebbe essere considerata, inquanto a rischio, più pericolosa della Chi -cago degli anni trenta, soprattutto per i lnumero di omicidi che si susseguonogiorno dopo giorno . Ma nella privincia l epoche iniziative occupazionali che sonostate avviate sono in crisi già da tempo. Peresempio, un'officina dello Stato, l 'Omega,che dovrebbe servire per la riparazion edelle vetture ferroviarie, doveva arrivare a2.400 posti di occupazione, ne aveva fino apochi anni fa 700 ed ora è in cassa integra -zione con 200 occupati . Ciò è grave .

Voglio poi soltanto citare la Silvi di La-mezia Terme o l 'assurdo fenomeno de lcentro siderurgico di Gioia Tauro, che co-stituisce l'unico elemento sul quale son operfettamente d'accordo con quanto hadetto Franco Russo: per questo centrosiderurgico si spendono, da anni, miliardisenza sapere quale sia l 'obiettivo da rag-giungere .

In altre parole, ci troviamo dinanzi adiniziative economiche, occupazionali edindustriali che sono fallite e che denotan osolamente la mancanza di una program-mazione del Governo nei confronti dei pro -blemi reali del sud . Tutto ciò non fa altroche favorire la situazione di estrema incer -tezza che regna nell'Italia meridionale .

Che dire poi dell 'attività di repressione?È un discorso molto più complicato e dif-ficile, perché indubbiamente attiene so-prattutto alla situazione dell'ordine pub-blico. Ci dovrebbe essere un maggior coor-dinamento delle forse di polizia, le qual idovrebbero affrontare con maggiore inci-sività, consapevoli delle difficoltà obiettiv eesistenti, una situazione che si sta deterio -rando sempre di più, giorno dopogiorno .

E questo un fenomeno molto grave, ch enon riguarda solamente l 'Italia meridio-nale, ma coinvolge anche gran parte de lnord del paese. Abbiamo assistito ad unfenomeno tristissimo: una banda di im-prenditori piemontesi, avendo delle diffi-coltà aziendali da affrontare, si è dedicataper anni, al rapimento di bambini al fine ditrarne degli utili per poter vivere una vit adispendiosa. Il che significa che nella so-cietà postindustriale, oltre alle radici dei

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vecchi pastori del sud dell'Aspromont e(tema al quale faceva riferimento il collegaMellini), tornano a svilupparsi certe form edi delinquenza più o meno organizzate ,con la conseguente caduta di alcuni valor imorali, soprattutto in alcune regioni chedovrebbero avere maggiore serenità, tran-quillità e benessere in ragione alle loromigliori condizioni di vita . Eppure si veri-ficano fenomeni del genere, che sono inac -cettabili e fonte di ulteriore preoccupa-zione .

Tra l'altro, il fenomeno della delin-quenza è aggravato da quelli della droga edell ' immigrazione (come ha dett opoc'anzi, e a ragione, a mio avviso, l'ono-revole Battistuzzi) . Noi dovevamo fare unalegge per sanare la situazione di coloro ch egià si trovavano nel nostro paese . Ora dob-biamo evitare che in Italia continuino adarrivare dall'Africa o da altri continent idecine di migliaia di persone diseredate . I lnostro paese, infatti, non è in condizioni d iassorbirle perché mancano le strutture ne -cessarie e il loro inserimento nel mercatodel lavoro non può avvenire gradualmentenel tempo. Si tratta di persone che, prive d iogni assistenza e di ogni forma di con-trollo, finiscono per incrementare quell amanovalanza che viene poi utilizzata da igrandi clan mafiosi. È, questo, un feno-meno assai diffuso in Campania, un feno-meno che ci preoccupa e che dovremo cer-care di affrontare .

Mi soffermerò ora sul rapporto tramafia e politica. Si tratta di uno degl iaspetti più delicati, in merito al quale ci s iattendeva una risposta da parte del Go-verno e in particolare del ministro dell ' in-terno. Ebbene, a mio avviso, tale rispostac'è stata. Il ministro Gava ha giustamentefatto rilevare che, secondo quanto previst oda una legge recentemente approvata, congli amministratori pubblici che sian oanche solamente indiziati di associazionecamorristica o mafiosa possono essere so-spesi . Con l 'applicazione di tale legge saràpossibile dare un notevole contributo all aeliminazione dei legami tra mafia e poli-tica che talvolta esistono e che ci preoccu-pano.

Ma su questo punto vorrei dire qualcosa

di molto preciso e chiaro. Non credo cheesistano rapporti tra mafia e classe poli-tica intesa nel senso più ampio. Esistonoindubbiamente a certi livelli (piuttostobassi) dei condizionamenti, da parte dell amafia, di uomini politici a livello locale, alfine di gestire tramite loro ciò che in loco ètalvolta facilmente gestibile, in condizionidi ridotta vivibilità .

È ovvio che tutte — dico tutte — le forzepolitiche (la battaglia non può essere in-fatti condotta soltanto dal Governo o daalcuni partiti) debbono impegnarsi al mas -simo. Se infatti dovessimo perdere questabattaglia e non dovessimo tener contodelle collusioni che talvolta esistono tr amafia e classe politica, a livelli direi molt oelementari, la situazione potrebbe diven-tare veramente difficile .

C'è poi il problema relativo al settor edella giustizia . In proposito ho ascoltatoquanto ha detto il ministro Vassalli, nei cu iconfronti nutro, e non da ora, deferenterispetto. Ho ascoltato sia l 'analisi sia leproposte fatte dal ministro . E chiaro che ilproblema dell'ordine pubblico e il pro-blema della lotta alla camorra e alla mafiaviaggiano su due linee parallele, che fann ocapo per alcuni aspetti al ministro dell'in-terno e, per altri, al ministro di grazia egiustizia .

Siamo in una situazione di totale sfasciodella giustizia . E inutile cercare di tampo-narla e non è possibile guardare al futurocon maggiore serenità : nel nostro paeseormai la giustizia non esiste più .

Ciò deriva da un complesso di ragioni ,che vanno dalle quarantotto amnistie ch eabbiamo varato dal 1946 ad oggi (l 'ultimasi disse che serviva per porre i magistrati incondizione di lavorare meglio e applicar eil nuovo codice di procedura penale), allalitigiosità, alla paralisi totale e alla scarsafunzionalità del Consiglio superiore dellamagistratura .

Questi problemi, tutti legati tra loro ,hanno dato luogo a due fenomeni di ecce-zionale gravità, che già altri colleghihanno qui richiamato: la giustizia alterna-tiva e l'arbitrato .

Il cittadino è oggi perfettamente consa-pevole che nel nostro paese non esiste più

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né la giustizia penale né quella civile ericorre nella migliore delle ipotesi a formedi arbitrato che si sostituiscono alla giu-stizia della Stato ; ma nella peggiore dell eipotesi ricorre alla giustizia alternativa ,applicata con la violenza, che finisce pe rrisolvere alcuni problemi che la giustizi adello Stato non è più in grado di affron-tare .

Nella zona più delicata della Calabria, a ltribunale di Cosenza, vi è stato uno scio -pero degli avvocati, che protestavano pe rla giustizia alternativa che viene sempr epiù a sostituirsi a quella dello Stato, contutte le gravi implicazioni di ogni genere ,ordine, natura e grado che tale fenomenodetermina .

Vi è poi il problema dell'organico de imagistrati, connesso ad alcuni fenomeniche si verificano quotidianamente nel no-stro paese . Credo sia di ieri o dell 'altro ieriuna sentenza del tribunale di Torino con l aquale sono stati rimessi in libertà una ven-tina di ergastolani per decorrenza dei ter-mini, cioè per incapacità o impossibilit àdella magistratura di celebrare i processi ;tra questi ve ne erano alcuni condannat iall'ergastolo per molti omicidi e rei con -fessi. Di fronte a tutto ciò restano estrema -mente perplessi e preoccupati i cittadini e ,direi, anche le forze dell 'ordine, che spessorischiano la vita per catturare persone chehanno commesso reati di particolare gra-vità e poi vedono tutto risolversi in quest omodo.

L'errore si dice che sia nei maxiprocessie che la causa principale sia la scarsitàdegli organici della magistratura . E proba-bile che molto dipenda dai maxiprocessi,che indubbiamente occorerebbe evitare ; lasituazione dipende anche dalla carenzadegli organici ed io vorrei ricordare che insede di formazione del governo De Mita s iparlò di coprire gli organici avvalendosi diun'antica legge che consentiva di immet-tere nei ruoli avvocati e personalità cheavevano titolo, con un breve colloquio e intempi molto brevi . Vi fu però una reazion emolto decisa da parte della magistratura ,la quale difese i propri interessi corpora-tivi e impedì che il progetto fosse portat oavanti .

Vorrei ricordare che in passato, nel 1920con Mortara e nel 1946 con Togliatti, intempi piuttosto delicati ed in una situa-zione di emergenza, fu utilizzata quell alegge per immettere negli organici dellamagistratura in tempi brevi alcune mi-gliaia di professionisti, provenienti dal l 'or -dine forense e rispondenti a determinat ecaratteristiche; il che consentì allora in -dubbiamente di affrontare e superare unasituazione di emergenza . Se è stato fattocon Mortara nel 1920 e con Togliatti ne l1946 con risultati positivi, non riesco acapire perché, come classe politica, non c iimponiamo oggi di affrontare il problemadella carenza degli organici della magi-stratura con una soluzione di questo ge-nere.

Siamo perfettamente consapevoli che lamagistratura, di fronte ad una soluzionecome questa, si chiude a riccio, perché no nla gradisce . . .

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno . Al-lora non c'era il Consiglio superiore dell amagistratura !

FILIPPO CARIA. Sì, non c 'era il Consigli osuperiore della magistratura. Oggi, invece ,la magistratura ed il Consiglio superioredella magistratura si chiudono a ricci oimpedendoci di iiortare avanti un provve-dimento che forse, tutto sommato, po-trebbe rappresentare un contributo estre-mamente interessante alla soluzione de lproblema .

Nel sud del paese gli organici della magi -stratura sono totalmente scoperti da anni enon si riesce a capire perché non venganocoperti con magistrati responsabili . Ri-cordo che quando abbiamo affrontato i lcaso di Locri, che rappresenta forse i lpunto più delicato della Calabria, dovec'erano due magistrati, un procurator edella Repubblica ed un sostituto, sonostate inviate quattro ragazze di prima no -mina. Di queste quattro, una aspettava u nbambino e così, appena arrivata, si è post ain aspettativa per maternità e i nuovi magi-strati si sono ridotti a tre, in una condi-zione di evidente incapacità ad affrontare

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una situazione delicatissima ed estrema -mente calda .

Questo è un aspetto particolare che do -vremo affrontare e risolvere perché — l oripeto — i problemi di ordine pubblic ohanno una diretta attinenza con quell idella giustizia .

Concludo il mio intervento con una os-servazione alla quale ho accennato in prin -cipio: non credo che si possa da soli affron -tare la gravità della situazione di emer-genza che abbiamo nel paese . Non è unproblema che possa riguardare solamenteil Governo, alcune forze politiche o questoo quel ministero; siamo di fronte ad unasituazione eccezionale che si va diffon-dendo nel paese, che sale dal profond osud, che ha già coinvolto molte zone de lnord e che preannuncia un prossimo fu-turo estremamente complicato .

Qualcuno ha fatto riferimento alla te-nacia che il Parlamento, le istituzioni, leforze politiche, i sindacati, hanno postonella lotta contro le Brigate rosse. Direiperò che il fenomeno che dobbiamo fron-teggiare oggi è ancora più grave: le Brigaterosse non avevano alle spalle un consensopopolare, mentre purtroppo in molte zone ,non solo del sud ma anche del nord, es-sendo in palio una posta di centinaia dimiliardi (il fenomeno, lo ribadisco, è colle-gato alla diffusione della droga), si regi-strano consensi generalizzati, che coinvol -gono decine di migliaia di persone .

Quando ho annunciato il voto favorevol edel mio gruppo al Governo Andreotti h oletto un rapporto dei Carabinieri di Napoliin cui erano elencati uno per uno i clan ederano indicati i nomi e i cognomi dell epersone che ad essi facevano capo. Eb-bene, secondo i carabinieri esclusivament enell'ambito della città e della provincia d iNapoli circa 2 mila persone sono legate aqueste organizzazioni malavitose, che cer-tamente non smetteranno di lottare controlo Stato se non vi sarà da parte nostra unarisposta unitaria, decisa e valida in difes adelle istituzioni, per affrontare una situa-zione di emergenza che ritengo sia all ostato di una gravità assolutamente eccezio -nale (Applausi dei deputati del gruppo dellaDC) .

PRESIDENTE. L'onorevole Forlani hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla sua interpellanza n . 2-00989.

ARNALDO FORLANI. Signore Presidente,onorevoli colleghi, è un peccato che i lmodo di svolgimento del dibattito parla-mentare non abbia avuto, in termini d iinteresse e di partecipazione, una corri-spondenza adeguata all'enfasi e al clamor edella richiesta che era stata avanzata .

E un peccato perché dalle relazioni deiministri dell'interno e della giustizia — aiquali va la piena solidarietà della demo-crazia cristiana, per la competenza e laserietà con le quali svolgono il loro com-pito — emergono dati che richiedono unariflessione severa, poichè in quella che co nuna terminologia inquietante viene defi-nita «l'internazionalizzazione del crimine»è stata posta in evidenza e documentata l aparticolarità italiana .

C 'è un aumento della criminalità, orga-nizzata e non, nei paesi industrializzati, inparallelo con una diffusa distorsione de ivalori fondamentali dell'uomo . Da questopunto di vista, alla crescente pericolosit àdelle grandi organizzazioni criminali s iaggiunge la diffusione della criminalitàcosiddetta comune, la microcriminalità, laprevaricazione dietro l 'angolo di casa, laviolenza sull ' infanzia e sui problemi e suipiù deboli : anch'essa minaccia, ed in mod osempre più diffuso, la vita quotidiana dellepopolazioni .

La cronaca nera di tutti i giorni è lì adindicarci come il malcostume, il decadi -mento dei valori morali, la criminalità ,registrino ovunque una progression egrave, che non esclude, in questa classific adel disonore, e nella sua parte alta, i paesipiù forti ed industrializzati .

Si dichiara spesso che il benessere ècome fisiologicamente accompagnato e se -guito dalla diffusione della criminalità ,dallo spaccio della droga, dalla violenza .Questa approssimazione sociologica no nmi ha mai convinto del tutto e penso piut -tosto che i fenomeni corrosivi della mala-vita e della delinquenza diffusa si accen-tuino con l'appannarsi di punti di riferi-mento sicuri, di valori che soli possono

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fondare, nel rispetto della persona, regoledi una civile convivenza in una comunitàumana .

La risposta alla criminalità va sicura -mente ricercata nel rafforzamento dellepolitiche interne di prevenzione, nell'effi-cienza tecnica dei dispositivi di sicurezza,in un sempre maggiore coordinamento su lpiano internazionale, come giustament eha detto il ministro Gava: e noi gli diamoatto dell ' azione svolta, un 'azione chemolto opportunamente è stata ancora in-tensificata in questo periodo .

Che proprio ora si cerchi di colpire inItalia, da parte dell'opposizione comuni -sta, il responsabile dell'ordine pubblico ,chiedendone le dimissioni — e ciò per d ipiù con motivazioni che sono state co-struite nel corso di una campagna eletto-rale — è poco comprensibile e sottolinea, anostro avviso, pregiudizi e difetto di obiet-tività nel confronto politico .

Al ministro dell'interno, anche perquesto aspetto del problema, confer-miamo naturalmente il nostro sostegno. AlGoverno rivolgiamo l'invito a sviluppar eun lavoro che può produrre risultati deci-sivi solo se condotto con continuità ed i nmodo puntuale e sistematico .

Le speculazioni di partito, i diversivi, ilmovimento non sono, su questo terreno unmodo costruttivo e responsabile per con-frontarsi sul serio su quel che si fa e suquello che si deve fare per combattere l adelinquenza e la criminalità .

La peculiarità italiana si riferisce so-prattutto — come Gava ha ampiamenteillustrato nella sua relazione — ad una cri -minalità organizzata che si è diffusa eramificata in regioni nelle quali c 'è mag-giore disoccupazione e povertà .

La complessità del fenomeno non h amai consentito facili terapie; certo non èperò immaginabile una terapia efficac eche non comporti un' azione organica, in-tensa e continuativa, di sviluppo econo-mico e sociale. L'impegno nazionale per i lMezzogiorno deve dunque essere prose-guito ed anche ridefinito con determina-zione e rinnovata volontà politica .

L'occasione di questo dibattito parla-mentare ci consente di riflettere anche sul

complesso del nostro ordinamento e sullacapacità di rispondere in modo adeguato aminacce nuove e sempre più gravi .

In questo senso dobbiamo porci il pro-blema se il garantismo al quale si ispira i lnostro ordinamento sia o meno degene-rato in pregiudizio ideologico e in rasse-gnazione.

In un convegno sui problemi della sicu-rezza, onorevoli colleghi, organizzato aBari, ho espresso in merito opinioni e sot-tolineato esigenze sulle quali è stato orche-strato un tentativo di speculazione eletto-rale, spregiudicato e grottesco, attribuen-domi una proposta di riforma costituzio-nale che non ho mai avanzato .

E di ieri la notizia che una buona parte d iun feroce clan di assassini è stata scarce-rata per decorrenza dei termini . L'altraparte di questa consorteria mafiosa è delresto già libera per lo stesso motivo . Molt icredo avranno visto alla televisione giorn ifa la testimonianza di un padre sgomentonel sapere che l'assassino del figlio è tor-nato rapidamente, dopo pochi mesi, in cir -colazione .

Ecco, a questo modo di realizzare il ga-rantismo credo si debba reagire . Il Go-verno — ed io riconosco l'opera intelli-gente che ha svolto in tal senso il ministr odi grazia e giustizia — ha iniziato oppor-tunamente a rivedere certe norme sulladisciplina della detenzione . Non immaginocerto di attentare ai princìpi dello Stato d idiritto nei quali ci riconosciamo, ma rite-niamo che siano ormai evidenti le degene-razioni e le ferite che vengono portate a iprincipi di giustizia e di rispetto dei diritt idei doveri della persona iscritti nella no-stra legge fondamentale .

Nella situazione italiana, con tutti i suo iintrecci internazionali, sappiamo bene ch eil problema della criminalità organizzatanon è solo questione di polizia, di organiz-zazione, di dislocazione sul territorio, diprofessionalità e di coordinamento dell eforze dell 'ordine; è certamente anchequesto in notevole misura . Il Governo mipare ne abbia piena consapevolezza e s uquesto punto è necessario, anzi è indispen-sabile l'impegno a potenziare le strutturequalitativamente e quantitativamente ;

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questo impegno è stato riaffermato inquest 'aula nell'esposizione del ministro .

Sono questi gli elementi necessari perun'efficace azione di contrasto nei con -fronti della delinquenza. Non vi è dubbio ,però, che da soli non possono determinar ela sconfitta della criminalità .

L'azione complessiva da condurre non èsoltanto una questione di polizia . Noisiamo grati alle forze dell'ordine che conabnegazione e coraggio svolgono la loromissione e non faremo mai mancare a desse la nostra solidarietà . Riteniamo chesbagli chi vuol misurare l'efficienza e l'ef-ficacia delle nostre forze dell'ordine da ltrend numerico dei reati che vengono com -messi, quasi che il loro incremento possalegittimare una valutazione negativa indi-pendemente da un'analisi dei fattori chefanno germinare ed aumentare la diffu-sione dei reati stessi .

Del resto, risultati positivi non son omancati, specie negli ultimi tempi ; sonostati ricordati quelli conseguiti nella lott acontro il più disumano dei delitti, il seque -stro di persona, l'arresto di pericolosi lati -tanti, noti mafiosi e camorristi .

Le numerose iniziative di ordine opera-tivo e legislativo assunte dal Governo sulfronte di questa difficile lotta, ed illustratein apertura del dibattito, vanno nella dire -zione giusta . Deve essere un nostro im-pegno comune quello di accelerare l'ap-provazione delle iniziative che ancora no nsono state tradotte in legge .

Ma, lo ripeto, bisogna pure che ci po-niamo una domanda e soprattutto che adessa diamo una risposta intellettualment eonesta. I risultati dell'azione di polizia no nsono condizionati anche dai poteri di cui l eforze dell'ordine sono dotate e ancoradalle concrete possibilità che le indaginiabbiano un effettivo riscontro nel pro-cesso di prevenzione e nel processo pe-nale? Non possiamo nasconderci alcun erealtà che sono sotto gli occhi di tutti e ch edi fatto pregiudicano la scoperta dei colpe -voli, la loro condanna e la stessa esecu-zione della pena, creando una condizionesfavorevole per l'azione di poliziotti e d igiudici .

Troppi delinquenti condannati od impu-

tati di reati gravissimi sono in libertà peralcune eccessive larghezze della norma-tiva penitenziaria e processuale penali-stica. Alcune disposizioni di legge palese -mente non hanno dato buona prova . Penegravi subiscono riduzioni eccessiv ementre le cronache registrano inquietant iepisodi di detenuti che approfittano deipermessi e di altri benefici per tornare adelinquere e a dare ordini ai loro affi-liati .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

ALFREDO BIONDI

ARNALDO FORLANI. È venuto meno ilprincipio della certezza della pena, che èstato uno dei capisaldi della cultura pena-listica europea, per cui il vero problem anon è tanto quello di sanzioni più gravi ,quanto di sanzioni certe e non eludibili cheper ciò stesso abbiano un'efficacia deter-rente, oggi indebolita e talvolta smarrit atra le indulgenze di un ordinamento re-pressivo con troppe brecce e contraddi-zioni al suo interno.

Senza parlare della legislazione mino-rile, che ha esasperato la logica della de-carcerizzazione fino al punto da impedir el'arresto e la custodia cautelare di giovaniautori di reati gravissimi come rapine, ten -tativi di omicidio, violenze a donne e bam-bini, scippi e spaccio di stupefacenti .

La questione sicurezza è dunque anch euna questione legislativa, che investe laresponsabilità dell'intero Parlamento . Perquesto il dibattito in corso, e gli altri ch epossono seguire, è di utilità alla condizioneche non finisca per avere come oggett obersagli di comodo da colpire preliminar -mente e strumentalmente .

Se pensiamo alle riforme legislative gi àrealizzate, come la modifica della leggeRognoni-La Torre e la legge contro ladroga e altre in cantiere, non si può dir eche Governo e Parlamento siano rimast iinerti su questo terreno . Occorre tuttaviaun disegno strategico più chiaro ed un adeterminazione maggiore, per realizzare,anche in relazione ad alcuni aspetti nor-mativi del nuovo codice di procedura pe-

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nale, le riforme che sono necessarie perdifendere adeguatamente la società e libe-rare il nostro ordinamento da evidenti de -generazioni .

Ritardi e inerzie in questo caso posson oprodurre alla lunga onde emotive difficil-mente governabili e solidarietà pericolose ,come del resto e accaduto in altri paesi .

Signor Presidente, onorevoli colleghi,dobbiamo essere consapevoli di quanto si avasto e ramificato il male che dobbiamoestirpare e quanto, per conseguenza ,l 'azione di repressione e quella preventiv acomportino un impegno costante ne ltempo .

Da parte nostra non vi può essere alcun ospirito di rassegnazione o di rinuncia; a lcontrario, essere doverosamente realist ied evitare le ricette facili (ricette che deri-vano da analisi altrettanto facili e superfi-ciali) significa proprio affinare continua-mente e intensificare i modi di intervento ,non lasciando nulla di intentat onell 'azione repressiva e preventiva . Signi-fica tendere le energie ed unire le forze ,massimizzare ogni possibilità che contri-buisca a portare al successo il mondo dell alegalità e del diritto, riducendo in condi-zioni di progressiva marginalità quell odella violenza e del crimine .

Sappiamo tutti che nei grandi agglome-rati urbani del mondo e nei paesi indu-striali disordine, illegalità, violenza, crimi-nalità organizzata, microcriminalità, de-linquenza giovanile sono in crescita . E sap-piamo che in tutti i continenti il flagell odella droga ha assunto aspetti quantitativiche fanno assumere a questo fenomen oanche dimensioni finanziarie impressio-nanti .

Questa constatazione, che serve solo peravere un 'idea esatta del male che dob-biamo estirpare, non significa affatto co-prire con i problemi di altri i problemidell'Italia . I nostri problemi, che presen-tano anche caratteri distintivi e specifici,come la concentrazione di crimini e d iorganizzazioni della malavita in alcun earee del paese, non li vogliamo davver osottovalutare . Siamo aperti, il Governodeve essere aperto a qualsiasi contribut ocostruttivo, ad ogni indicazione utile, ad

ogni proposta valida, da qualunque partevengano avanzati, per affrontare in modopiù incisivo queste gravi specificità.

La lotta alla delinquenza non deve es-sere il terreno per pregiudiziali divisionifra le forze politiche ; divisioni che poifatalmente finiscono per trasferirsinell ' opinione pubblica. E indispensabil einvece realizzare il massimo della coe-sione, per vincere questa partita cosi durae impegnativ a

Ricordo bene che il massimo della coe-sione nazionale è stato un fattore potent enella lotta contro il terrorismo ; uno sforzoapprezzabile è stato e viene tuttora com-piuto nella Commissione parlamentare an -timafia, che ha effettuato un lavoro colle-giale di analisi delle realtà locali più arischio e di proposta legislativa, con riferi-mento particolare alla legge sull 'Alto com-missario e ad alcuni aspetti del nuovo co-dice di procedura penale, per rimuoveredifficoltà già emerse in fase di prima at-tuazione .

Certo, sarebbe stato auspicabile che laCommissione non si fosse divisa propri onella relazione annuale . Ma non vi èdubbio che il netodo di lavoro della Com-missione possa costituire un esempio im-portante di confronto serio. Se vi è dunqueun settore in cui la critica dei partiti do-vrebbe essere specifica e costruttiva ,questo è proprio quello che attiene allalotta contro la criminalità .

Può avvenire invece il contrario, onore-voli colleghi, cioè che si approfitti di un avicenda elettorale scabrosa per sviluppareuna campagna di diversione, per costruir ebersagli in modo artificioso, per lasciars iandare sul terreno scivoloso delle stru-mentalizzazioni e delle insinuazioni . Chesenso ha, infatti, chiedersi — come hafatto l'onorevole Occhetto nella relazion eche ha tenuto l'altro ieri al comitato cen-trale del suo partito (riporto esattamente lesue parole) — se «abbiamo forse manife-stato qualche cedimento nei confront idella politica del pentapartito?», per poisubito dopo domandarsi, rivolto ai suoi cri -tici interni: «La denuncia del ministroGava, che abbiamo fatto in campagna elet -torale e che dopodomani porteremo in

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Parlamento, che cos'è se non un iniziativ asociale per la difesa e la rinascita econo-mica, civile, istituzionale della società me-ridionale?».

Strumentalizzare secondo esigenze in-terne di partito problemi, uomini, istitu-zioni e responsabilità che vanno invec evalutati con diverso metro di giudizio in u ndiverso contesto non sarebbe — onorevolicolleghi — un contributo serio ed efficacealla lotta alla criminalità. Tale contributopuò comportare anche — come è piena-mente legittimo — un confronto di opi-nioni e di analisi e quindi una critica ; maesso, proprio per questo, dovrebbe esseretutto l 'opposto di una strumentalizzazionepolitica .

Quale coesione si riuscirà a realizzare,quale denominatore comune, quale con-vergenza auspicabile fra le diverse forz epolitiche si potrà esprimere quando poi i lpartito popolare di maggioranza, la demo-crazia cristiana, viene attaccato con l'armadelle insinuazioni e delle deformazioni edescritta come operante nel Mezzogiorn oin una sorta di simbiosi sistemica ed orga -nica con il mondo della malavita organiz-zata? Ciò avviene proprio quando si colpi-scono amministratori, candidati o diri-genti democratici e, spesso, democratic icristiani !

Siamo in presenza — praticando metod isiffatti — di un'analisi precisa e rigorosa ,che ci consentirà di fare passi avanti nell alotta al crimine oppure, tutto al contrario,siamo di fronte ad un attacco che arriva a dinquinare le più elementari regole del con -fronto democratico, allontanandoci — nelcaso specifico — dall'analisi veritiera ,obiettiva e rigorosa dei fenomeni malavi-tosi, l'unica che consente di operare su lserio in profondità e con efficacia percombatterli e vincerli ?

Concludendo — onorevoli colleghi —voglio esprimere la mia convinzione che i ntal modo non si commette soltanto unerrore gravissimo, ma si rinuncia al con-fronto costruttivo, per ricercare invece l avia dello scontro pregiudiziale . Quest'ul-timo finisce per essere particolarmentedeviante, poiché — tra l'altro — tende adelegittimare in blocco la rappresentanza

democratica più vasta nei comuni, nelleprovince e nelle regioni e ai diversi livell inazionali e dello Stato . Tutto il contrario d iun'azione responsabile, diretta certo a ri-generare i modi della politica e le strutturedei partiti, ma anche a costruire, facendociascuno la sua parte, una forte coesionenazionale, necessaria per isolare e battereil disordine, la delinquenza, per affermaresul serio una nuova cultura della lega-lità .

La lotta al crimine chiede l'efficienz adello Stato, ma pretende anche che ven-gano mobilitate le energie di tutti, nonperché vinca questo o quello, questo piut-tosto che quel partito, ma perché nel l ' inte-resse generale escano sconfitti gli istintiregressivi della violenza e del crimine eprevalgano i valori civili che si esprimon onel rispetto della legge (Vivi applausi deideputati del gruppo della DC — Molte con-gratulazioni) .

PRESIDENTE . L'onorevole Guidett iSerra ha facoltà di dichiarare se sia soddi -sfatta per la sua interpellanza n . 2-00981 .

BIANCA GUIDETTI SERRA. Ministro, i lfenomeno della delinquenza organizzataha radici profonde. E strano che lo stiamoesaminando in maniera del tutto contin-gente, come se si trattasse di un male cheimprovvisamente si è manifestato e cheoccorre reprimere con mezzi più o men oestemporanei .

Ho parlato di radici profonde . Lei, ono-revole ministro dell'interno, ed il ministr oVassalli avete fornito alcuni dati che, se-condo le vostre intenzioni, avrebbero do-vuto dimostrare — e per certi versi l ofanno — il particolare impegno assuntodal Governo di fronte al fenomeno della i llegalità generale, diffusa, che certament eè il male più grave tra quelli che affliggonooggi la nostra società .

Se i dati richiamati avrebbero dovuto odovrebbero provare tale impegno (e ripetoche per certi versi lo fanno), tuttavia èanche vero che essi dimostrano che lasituazione si va deteriorando . Si registra,infatti, un peggioramento che interessa

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tutto l'arco della delinquenza: micro, ma-crodelinquenza, delinquenza autonoma oorganizzata .

Si pone allora facilmente la seguentedomanda: siamo, siete sulla strada giu-sta?

Ho detto «siamo» perché mi rendo cont oche è necessaria una più o meno diretta edintensa collaborazione anche dell 'opposi-zione, magari sul fronte della critica ,dell 'osservazione, dell'obiezione, che ser-vono eventualmente a correggere gli ele-menti sbagliati .

Mi chiedo perché avvenga tutto ciò ecosa si possa fare, signor ministro, pe rrisolvere questi problemi .

Nonostante l'impegno del suo ministeroe delle forze di polizia, i dati che lei h afornito al Parlamento mostrano chiara-mente un deterioramento della situazione ;del resto, non si tratta di semplici statisti -che, ma — lo ribadisco — di un deteriora -mento evidente, soprattutto se conside-riamo i danni umani e materiali che tuttinoi dobbiamo sopportare .

Per questo, desidero ricordarle alcunipiccoli fatti ; ovviamente, sono piccoli ri-spetto ai grandi problemi di cui parliamo .Signor ministro, in realtà quasi nessunodenunzia più i piccoli furti, la cui cogni-zione è posta all'attenzione delle forze dipolizia solo da chi spera di recuperare ipropri documenti perché teme che pos-sano essere utilizzati illecitamente da altri .Nessuno si reca però dalla 'polizia o da icarabinieri nella speranza che questi recu -perino i loro oggetti o arrestino o perqui-siscano qualcuno .

Ho voluto fare tale premessa al mi ointervento, che per altro non sarà molt olungo, perché vorrei dimostrare un feno-meno che neanche lei, signor ministro ,nemmeno i suoi colleghi di Governo pos-sono non giudicare: il cittadino non ha piùfiducia nelle istituzioni; per questo nessunprovvedimento, nessuna struttura potràrisolvere aspetti cosi gravi della patologi asociale a tutti nota .

Un altro «piccolo» esempio che vorre iportare: qualche mese fa, in qualità d imembro della Commissione antimafia, h ovisitato un quartiere di Napoli, Secondi-

gliano. Si è trattato di una visita estrema-mente interessante perché, contraria-mente al solito, è stato possibile incontrarealcune persone che abitano in quella zona .Infatti, mi è stato detto che esse di serageneralmente non escono di casa .

Un abitante di quel quartiere è venuto danoi per lamentarsi : ci ha raccontato cos eterrificanti, anche se attinenti alla micro-criminalità. Ad una certa ora, ad esempio ,gli autobus non rispettano il percorso pre -stabilito perché gli autisti si rifiutano d irecarsi in alcuni quartieri : hanno paura .

La stessa persona ha affermato di viver ein un palazzo in cui abitano 313 famigli e(ricordo con esattezza il numero, perchémi ha colpito) ; ebbene, la sera, tornati acasa, gli abitanti del quartiere si barrican onel loro appartamento, perché vi sono de imalviventi che addirittura sfondano leporte per rubare .

Onorevoli rappresentanti del Governo ,come potete ritenere che questi cittadin ipossano in qualche modo collaborare conlo Stato o abbiano ancora fiducia nelle isti -tuzioni? Com'è possibile avere tale opi-nione se, dinanzi a simili fatti, non si inter -viene?

Signor ministro, sa perfettamente ch eanche per questi motivi sorgono sponta-neamente alcune associazioni, come èstato rilevato da alcuni . colleghi i nquest 'aula, che ritengono di essere ingrado di sistemare le cose . Spesso le per-sone si rivolgono proprio alle organizza-zioni illegali che invece si dovrebberocombattere .

In tal caso, la microcriminalità può darvita alla macrocriminalità: in origine s itratta di reati compiuti in un ambito benpreciso da persone prive di rilevanti ap-poggi . Tuttavia, il tasso di pericolosità puòdivinire ugualmente molto alto .

Signor ministro, ricordo una riunion edello scorso anno della Commissione anti -mafia alla quale era presente anche lei ; intale occasione si discusse di questi pro-blemi. In quella circostanza si fece, tra l'al -tro, riferimento all 'eventuale occupazionedi alcune zone, in particolare dell 'Aspro-monte, in cui si era registrato uno dei molt isequestri che angustiano tutti noi . Si af-

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fermò però che quella regione era occu-pata da altri, non dallo Stato.

Ma come, nel nostro paese — in cui v isono tutte quelle forze che lei ha elencato ,organizzate, armate, con diversi tipi di ser-vizi specializzati — vi è un luogo dove nonsi puo andare?

Oggi, secondo me, proprio in base ai dat iche lei e il ministro Vassalli avete fornito ,vi è qualcosa di più che non una semplicepeggioramento della situazione ; vi è qual -cosa che si avvicina al l 'appropriazione delpotere politico . Prima si trattava di un'oc-cupazione, diciamo così, militare, d iguerra; adesso la tendenza di questa orga -nizzazione delinquenziale e qualcosa dipiù, è proprio diretta all'occupazione delpotere politico .

E non uso termini eccessivi quando misforzo di affrontare, senza prosopopea ,ma con la modestia e la dignità di un depu -tato, questi problemi, che sono gravis-simi .

E allora è inaccettabile, ministro, quell oche lei ha detto e quello che ha sostenuto i lministro Vassalli (che per altro conosco datempo per ragioni professionali) .

Ma davvero pensate che le leggi appro-vate da questo Parlamento, come quellasul regolamento penitenziario o quella su itermini della carcerazione preventiva ,rappresentino delle motivazioni che ali -mentano questi aspetti? Chi le ha appro-vate, queste leggi? Chi le ha pensate, ch ielaborate?

Credo che si debba tener conto di ciò ,perché non è un fenomeno minoranza oche riguarda — come qualcuno ha accen-nato — scalmanati oppositori, che hann otirato fuori il regolamento penitenziario :tutto il Parlamento lo ha approvato . Eallora chiediamoci e chiedetevi quali sian ostati i veri motivi che hanno portato all'ap -provazione di simili leggi, e per quali ra-gioni tali disposizioni dovrebbero esser emodificate, perché intese come element iche determinano o favoriscono l'incre-mento della delinquenza organizzata .

A questo punto vorrei rovesciare lacalza. Io sono un difensore convinto de lregolamento penitenziario, della leggeGuzzini . come viene definita. Chi, come

me, ha fatto l'avvocato per più di qua-rant 'anni sa qual è la differenza fonda-mentale che si è determinata all'interno d iun contesto di illegittimità . D 'altra parte, èla nostra società che crea l'illegittimità perun'infinità di casi che si possono anch eesaminare e che penso tutti conoscano .

Ebbene, è pur vero che all ' interno delcarcere vi sono condannati che possonousufruire di permessi. Alla corte di assisedi Cagliari, pochi mesi fa ho assistito ad unfatto eclatante: di fronte alla sorpresa delpresidente della corte, sorpreso di vederarrivare un ergastolano imputato di un arivolta all'interno del carcere, questi gli h arisposto che con i permessi che aveva adisposizione poteva, di tanto in tanto, an-dare a trovare la propria famiglia .

E noi vogliamo distruggere questi aspett idi una civiltà straordinaria (che per altronon è solo nostra, dal momento che tutti ipaesi civili riconoscono provvedimenticome questo)? Mi chiedo come possiate pen -sare che si debba intervenire su queste cose,sulla base dei dati forniti dal ministro Vas -salli in relazione alle cosiddette evasioni de icarcerati . Non parlo di quelli che segano l esbarre e scavalcano il muro, ma di coloroche, usciti in permesso perché hanno u nlavoro all'esterno o godono di altri benefici,poi non tornano più .

E sapete anche che questi dati ufficial i— che riguardano un numero di casi irri-levante, e comunque inferiore a quell idelle evasioni con il vecchio sistema — nontengono conto del fatto che si consideraevaso colui che non si presenta all'ora sta -bilita, e magari ritorna dopo due o tr egiorni . Se si rifacessero i calcoli, la percen -tuale risulterebbe irrilevante .

Vi sono molti altri aspetti che dovet etenere presenti . E sbagliato impostare unabattaglia suIl 'eliminazione di provvedi -menti di civiltà che onorano il nostro ordi-namento giuridico e la nostra società .

Ho parlato poc'anzi della necessità dirovesciare la calza, ed ora voglio spiegareil motivo di questa mia affermazione .

Sappiamo che esistono determinati be-nefici: oltre al permesso, vi sono anche i llavoro esterno, la semilibertà, l'affida -mento in prova. Dobbiamo allora affron-

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tare i relativi problemi e domandarci com esi sia determinata l'attuale situazione .Perché non si è pensato che, come prevedela legge, le istituzioni locali, le associazion ie lo Stato stesso sarebbero dovuti interve-nire in aiuto delle persone detenute? Siparla di lavoro esterno; ma chi si trova ingalera come fa a trovarlo? Come posson oreagire un uomo e una donna se, purpotendo usufruire di un beneficio d iquesto tipo, viene negato loro qualsias iaiuto?

Ritengo che si debba riflettere su questiaspetti . Prendiamo in considerazione, peresempio, quella parte del nuovo codice diprocedura civile che si riferisce ai minori .Siamo di fronte a grosse difficoltà (che peraltro si riscontrano anche in altri settori) .Le disposizioni relative ai minori sonostate approvate da tutti noi nella convin-zione che il minore, proprio in quanto tale ,non abbia la piena responsabilità delleazioni che compie e debba essere recupe-rato. Si è ritenuto, quindi, che dovess eessere rieducato (o anche soltanto edu-cato) nei casi in cui ciò fosse possibile ; sonostate pertanto ipotizzate strutture dirette aquesto scopo, che per altro non sono staterealizzate . Come ci si può allora doman-dare perché i minori delinquono? Non s ipuò, infatti, dire al minore: «Noi abbiamofatto per te una bella legge, adesso per rie -ducarti arrangiati» . Bisogna fare qualcosadi più !

Pensiamo forse di risolvere i problem iabrogando o modificando le disposizioni ?Bisogna in realtà intervenire sulle cause .Noi continuiamo a discutere sugli effetti d iuna società anomala che determinano de -linquenza, ma non ci domandiamo qual isiano le cause del fenomeno . Perché noncerchiamo di individuarle? Tentiamo d iabrogare una legge che si propone inqualche modo di portare aiuto, e poi c icomportiamo in modo da negare qualsias itipo di sostegno .

Allora che cosa succede? Che a Napoliun bambino di dieci o dodici anni è con-vinto che per il suo avvenire una buon acarriera consista nell'affiliarsi ad una co-sca; e così comincia fin da quel l 'età a com-mettere dei piccoli reati . Questo accade

perché nessuno gli offre di meglio . Vo-gliamo forse negare che nel nostro paese v isiano queste sacche di povertà e di miseria ,anche solo culturale, se non materiale?

Sono questi gli aspetti che a mio avvis onon sono stati tenuti presenti . A me sembrache nelle risposte fornite dai ministri ladelinquenza sia stata presa in considera-zione soprattutto nei suoi effetti, nelle su econseguenze ; che ci si interessi del mal equando esso è ormai ineliminablle, inelu-dibile. Non si considerano le cause de lfenomeno, mentre invece occorre cercar edi indagare su di esse, almeno per quegliaspetti in cui ciò è possibile .

Sono d'accordo che occorrano delle re-gole; il nostro gruppo, infatti, ha votato afavore del provvedimento di modific adella legge Rognoni-La Torre . Riteniamoper altro che il costume e le scelte cultural iin questo campo siano molto seri e gravi .

Perché, per esempio, è stato rinviatol 'esame della riforma della scuola elemen-tare per affrontare invece quello- di altr iprovvedimenti? Questo è un segno cultu-rale. Certo, non è un fatto disastroso,perché quella riforma potrà essere esam inata fra una settimana o fra un mese .Bisogna però ricordare che si tratta di unproblema che dev'essere affrontato daanni. Che cosa c'è di più importante(questo è il mio parere, ma penso che nes -suno di voi sia contrario nella sostanza aquanto sto dicendo) del varo di un'ade-guata riforma della scuola elementare, ch econsenta di educare nel modo migliore ibambini fin dai primi anni?

Questo vale per i servizi, vale per i lsistema carcerario . Voi pensate di chiu-dere gli spiragli che si sono aperti per idetenuti . Ma sapete come si vive ancoraoggi in carcere? Sapete come vivono gl ioperatori carcerari? Potete accettare, a desempio, il fatto che degli operatori sianouccisi nell 'espletamento del proprio la-voro, o che ricevano, com 'è avvenuto inquesti giorni (credo che un ministrodell'interno non possa non essere infor-mato di fatti come questo), lettere minato-rie, affinchè i detenuti possano otteneredeterminati benefici, o pareri, o relazioniparticolarmente positivi? È possibile che

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su tutto ciò non abbiate nulla da dire? Epossibile che, prima di ogni altra cosa, nonsi pensi a migliorare queste situazioni ?Oppure dobbiamo accettare passivament equello che è avvenuto ?

Un collega che si è occupato dei brogl ielettorali di Napoli mi ha detto : «Si èchiuso un occhio ; non parliamone più!».Ma è su questi problemi che bisogna agire ,a mio avviso !

Io credo che nessun parlamentare possadissentire dalla considerazione che èormai indispensabile ricreare la fiduciadel cittadino nelle istituzioni . E necessarioche la gente creda — almeno un poco! —nella cosa pubblica . Occorre abbandonarela straordinarietà dei provvediment iestemporanei, che si susseguono per tap -pare singoli buchi e contemporaneamentene aprono di nuovi . Si deve tornare all'or-dinarietà della buona amministrazione . Eper far questo è necessaria la collabora-zione di tutti .

Questo è l 'obiettivo, la calza rovesciatache io vi propongo . Abbiamo delle leggi ,abbiamo degli istituti, abbiamo dei servizi ;ebbene, applichiamo le leggi, facciam ofunzionare i servizi! Facciamo non cos estraordinarie, ma semplicemente dell abuona amministrazione, della media am-ministrazione! Non pretendiamo di porr ein essere cose particolari, e soprattuttonon fingiamo di risolvere i gravi problem iche abbiamo di fronte inventando provve-dimenti che comportano conseguenze gra-vissime. Penso ad esempio a quelli relativialla carcerazione preventiva. Con la scusache alcuni mafiosi sono stati scarcerati pe rla scadenza dei termini di carcerazion epreventiva si pensa di poter incidere pro-fondamente sulla libertà delle persone .Sarebbe vergognoso se tanti altri cittadini ,che a parità di condizioni avrebbero diritt oappunto ad essere scarcerati, dovesserosubire le conseguenze di provvediment iassolutamente iniqui .

In questo senso io rivolgo al Govern ouna calda preghiera, chiedendogli sol -tanto di meditare su tali aspetti. Forse ladelinquenza organizzata sarebbe molto in-debolita dalla presenza di cittadini fidu-ciosi nelle istituzioni, che cercano di essere

onesti e di amare il loro paese . (Applaus idei deputati dei gruppi di democrazia pro-letaria, del PCI e della sinistra indipen-dente) .

PRESIDENTE. L'onorevole Bassolinoha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper l'interpellanza Occhetto n. 2-00982, dicui è cofirmatario .

ANTONIO BASSOLINO. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, il gruppo comu-nista è profondamente insoddisfatto epreoccupato dell'esposizione fatt adall'onorevole ministro dell ' interno .L'onorevole Gava, infatti, continua ancor aa sminuire, a sdrammatizzare, a non pre-sentare alcuna strategia efficace .

E soprattutto sulla gravità e sulla qualitàdei fenomeni da fronteggiare che il nostrodissenso dal ministro è di fondo e la nostracritica ferma. Ciò che infatti rende speci-fica ed allarmante la situazione italiananon è solo il numero dei delitti, ma il fattoche in molte aree del sud le organizzazion idella camorra e della mafia sono spessouna vera e propria forza di Governo : am-ministrano risorse, compongono le con-troversie, fanno rispettare le proprie re -gole, eseguono le proprie sentenze .

Se non si coglie questa qualità politicadel fenomeno mafia — che è fenomenodiverso da una generica, grande crimina-lità organizzata, che esiste in altri paes ioccidentali — non si fa alcun passo inavanti e ci si limita a considerare l'ordinepubblico come una questione normal-mente grave .

La questione criminale invece è diven-tata — questo a me sembra il punto — un aquestione democratica e politica . Ma lei ,ministro dell ' interno, non coglie questomutamento essenziale, e mostra dunque dinon intendere quanto tutto questo incidanell'animo dei cittadini onesti e nei rap-porti tra Stato e cittadini .

E proprio per queste ragioni invece ch enelle scorse settimane abbiamo lanciato ,anche in campagna elettorale, un vero eproprio allarme democratico . Perchémai una campagna elettorale si erasvolta, in certe parti del paese almeno, in

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un tale clima di violenza e di intimida-zione? .

Io penso che sia molto importante ca-pire bene il perché, e non per ragioniristrette di partito, ma per motivi che at-tengono all 'avvenire del Mezzogiorno edella democrazia italiana; non per ragionistrumentali — lo dico al segretario dell aDC — ma per senso dello Stato .

Perché dunque quel tipo di campagnaelettorale armata, a cui tanta gente ha assi -stito sgomenta? Perché è avvenuto tuttoquesto? Perché erano, in primo luogo, ele-zioni amministrative ed il possibile con-trollo della spesa pubblica, di questogrande ed a volte unico canale di media-zione tra lo Stato ed i cittadini, suscita e daccresce gli appetiti delle cosche mafiose ecamorriste, che sentono e sanno di poteragire impunemente .

Ma la campagna elettorale è stata scan-dita da così impressionanti delitti ed atten-tati anche perché siamo in presenza di un acrescita organica della violenza politico -mafiosa, una violenza che rischia di diven -tare una forma della politica, un modo difar politica in certe aree; perché lì dovenon basta la lotta politica normale giung ela violenza, che si pone così — per para-frasare Clausewitz — come una continua -zione della politica con altri mezzi .

Questa violenza elettorale, infine, è unaspetto particolare di una situazione pi ùgenerale. In zone sempre più vaste, inCampania, in Calabria, in Sicilia — maormai, e da tempo, anche in Puglia — l aviolenza e l ' illegalità sono spesso la norma ,e non più l 'eccezione; e tutto questo siconiuga con la grande criminalità organiz -zata.

L'intreccio tra politica, affari e mafia ètale ed è ormai così esteso che la real edomanda da porsi è chi comandi davvero ,chi comandi, chi .

La verità, io credo, è che siamo di frontea problemi di fondo. In tanta parte delMezzogiorno i partiti politici, quelli di Go-verno in primo luogo, da classici organiz-zatori della democrazia e da strumenti pe rportare le masse dentro lo Stato (è stat ainfatti questa, al di là del clientelismo ,un'enorme funzione storica dei grandi

partiti popolari) si vanno trasformando insoggetti della crisi democratica .

E lo stesso clientelismo, in realtà — l odico in termini oggettivi — non è piùquello di una Ardita, di venti o tren t 'anni fa,e rischia di essere esposto, a volte inevita -bilmente e perfino al di là delle volont àindividuali, alla contiguità con camorra emafia.

È proprio nel Mezzogiorno, dunque, chediventa più drammatica la denuncia el ' analisi di un uomo come Norbert oBobbio sulla crescente mercificazion edella vita, della dignità degli uomini e dell ostesso voto.

Sono dunque evidenti per noi le respon-sabilità soprattutto di un sistema, di tuttoun sistema. Si pone con forza, allora, ilgrande tema di una riconquista di auto-nomia dei partiti politici, di una ricon-quista di ruolo e di una diversa concezion epratica del far politica .

Ma sono poi anche evidenti le responsa-bilità del Governo, di questo Governo nelsuo insieme, e le responsabilità dirette epersonali del ministro dell ' interno.

Il bilancio del Ministero è infatti pesan-temente negativo, come dimostrano i fatti ,i numeri, le cifre e la realtà di ogni giorno ,l'incertezza di tanti cittadini sul bene piùgrande e più sentito da ogni persona, che è ,come ha detto lo stesso onorevole Gava, lasicurezza personale e il diritto a tale sicu-rezza .

Magari con accenti diversi dai nostri ,insoddisfazioni e critiche forti sono stateformulate, nelle scorse settimane, da uo-mini e partiti della stessa maggioranza .L'onorevole Craxi ci aveva invitato a por -tare la questione in Parlamento . Noi l 'ab-biamo fatto, e il confronto in Parlamentodev'essere allora molto ravvicinato e, su untema come questo, occorre sforzarsi dav-vero per andare al di là delle logiche d iappartenenza e di schieramento, delle lo-giche di opposizione, ma anche di maggio -ranza !

Vediamo allora più da vicino, per esem-pio, una questione che è a mio avviso d igrande rilievo. Il ministro dell'interno ,parlando delle differenze tra lotta al terro-rismo e lotta alla mafia, in una intervista al

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quotidiano la Repubblica ha dichiarato:«La lotta alla mafia è più complicata. I lterrorismo era sradicato dai settori ne iquali operava, invece camorra e mafiasono fenomeni che affondano le radic inella storia preunitaria» . Ancora oggi i lministro ha ripetuto un concetto ana-logo .

L'onorevole La Malfa ha polemizzat ofortemente con queste dichiarazioni, os-servando che compito di un ministro èquello di fare, e non di lasciarsi andare avalutazioni, a disquisizioni storiche e so-ciologiche.

Io sono d'accordo, in parte, con l'onore-vole La Malfa : un ministro ha il dovere d ifare, di agire, e non di constatare . Vorreiperò aggiungere che, in realtà, le analis icontano, e a mio avviso il ministro dell'in-terno non fa — oppure fa male — anch eperché le sue analisi sono sbagliate. Oltreche dalla volontà di far politica, il fare el'agire dipendono anche dal l 'esame che s icompie di un fenomeno determinato .

Io quindi sto al tema che pone il ministrodell'interno. Riflettiamo su queste dichia-razioni, su quell'intervista e su ciò cheabbiamo ascoltato oggi a proposito dell eradici della camorra e della mafia nell astoria preunitaria.

Per questo motivo sarebbe più difficil elottare e combattere . Ma al riguardo vorreiosservare : cosa c'entra la storia preunita-ria? Cosa c'entra la vecchia e folcloristic acamorra napoletana dell'ottocento con lacamorra di oggi, che gestisce interi pezzidella ricostruzione dopo il terremoto, ch egestisce appalti ed un intero ciclo del delin-quere, dalle grandi alle piccole attività e dinteri quartieri di Napoli, dove addirittura ,come ha detto il capo della squadra mobil eFederico, sono i boss e non gli agenti i ndivisa la vera autorità? Che cosa c'entra lavecchia mafia rurale siciliana con la mafiadi oggi, che controlla il traffico della drog aed è una grande potenza nazionale e dinternazionale, e che riesce sempre di pi ùa far penetrare l'economia illegale e crimi-nale dentro l'economia legale ed ufficiale ?Che cosa c'entra il vecchio brigantaggi ocalabrese, che fu fenomeno politico e so-ciale, con la 'ndrangheta di oggi, che insan -

guina ogni giorno le strade di Reggio Cala -bria?

Onorevole ministro dell'interno, in re-altà se combattere la camorra e la mafia èpiù difficile che combattere il terrorismo,non è perché esse abbiano le radici nell astoria preunitaria, ma perché tali radic istanno nell'Italia di oggi, stanno in part edentro lo Stato (almeno in pezzi delloStato) e dentro il potere politico di oggi(almeno in una parte di esso) .

Per questo, vorrei osservare, è più diffi-cile questa lotta . Ed è per questo che è piùdifficile, rispetto alla lotta contro il terro-rismo, l'unità politica di tutte le forze de-mocratiche in questa battaglia : è più diffi-cile perché una parte del potere politic odeve combattere contro se stessa .

Se è così, è evidente tutta la portatadell ' impegno • che occorre mettere i ncampo e il livello della mobilitazione che s irichiede alle forze più avvertite e preoccu-pate del futuro della democrazia italiana.Se è così, evidentemente la lotta controcamorra e mafia si combatte contempora-neamente su diversi fronti : e innanzituttosu quello economico e sociale, per sanar ela frattura di un paese sempre più spac-cato in due .

Siamo ormai al punto — come non ve-derlo? — che nascere a Palermo o a Mi-lano, vivere a Reggio Calabria o a Moden aè come nascere e vivere in due nazion idiverse e non in due regioni di un unic opaese. E vero, i giovani italiani, tutti, son olegati da mille fili, leggono gli stessi libri ,ma tra nord e sud le opportunità di vit asono ormai tra loro lontanissime e per ungiovane meridionale è oggi difficile imma-ginarsi un futuro . Questo perché è la qua-lità civile e democratica, e non solo econo-mica, del divario tra nord e sud che siallarga sempre più .

È evidente allora che, senza un piano de llavoro, un programma serio di servizi so-ciali e culturali, misure fondate su criteriuniversalistici e non discrezionali, comepuò essere l'istituzione di un sistema di red -dito minimo garantito, sarà difficile risa-nare il tessuto sociale del sud e riuscire afare quello che io ritengo essenziale e cioèdistinguere tra i capi mafiosi, che sono da

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reprimere molto più di quanto non si facci ae che non sono fantasmi senza volto, mahanno nomi e cognomi conosciuti, ed i tant igiovani di Palermo e di Napoli, magar isenza un lavoro, senza una casa, senza unfuturo, i quali ad un certo punto della lorovita possono anche entrare nel l 'area dellacriminalità, ma ai quali la democrazia ita-liana ha il dovere di tendere una mano e d ioffrire una prospettiva .

Oltre a questo piano, che è essenziale,sono poi decisivi il terreno della battagliaideale e culturale, dei valori di vita daaffermare, e il terreno politico-istituzio-nale in tutti i suoi aspetti . Guardiamo aNapoli: il capo della mobile afferma che lapolizia non può entrare in tanti quartieri ;nel tribunale si sciopera perché i pubblic iministeri non possono svolgere le loro fun -zioni ed infine il comune è allo sbando, all osfascio. Come si può in queste condizioni ,in una delle più grandi città d 'Italia, con-durre la lotta alla camorra ed alla grandecriminalità organizzata?

Nei giorni scorsi — ne parlava poco fa i lsegretario della democrazia cristiana —l'ufficio di presidenza della Commission eantimafia, allargato ai rappresentanti deigruppi, ha deciso giustamente di lavorar esu tre questioni: una verifica della legg esull'Alto commissario, allo scopo di raffor-zare la lotta contro la delinquenza organiz -zata; una verifica della adeguatezza quan-titativa, dei modi di utilizzazione e de lcoordinamento delle forze dell 'ordine; in -fine una verifica dello stato dell'ammini-strazione giudiziaria, in relazione ai proce -dimenti contro la mafia, dopo l 'entrata invigore del nuovo codice .

Come sempre, noi comunisti siam opronti a fare fino in fondo la nostra parte ea dare tutto il nostro contributo positivo .Proprio l'impegno su tali questioni rend eperò politicamente ancora più acuto il pro -blema del ruolo del Governo e soprattuttodel ruolo del ministro dell ' interno; unruolo delicato, il cui bilancio è fortementenegativo .

Il nostro giudizio — e concludo — èdunque chiaro e si motiva per la dimo-strata incapacità ad affrontare un nemicocosì potente come la mafia . Ma infine —

vorrei dirlo con il tono più giusto — pro-prio perché il ruolo è delicato, si pone pe rl'onorevole Gava — noi riteniamo —anche un problema di coscienza e di com -patibilità .

Fino a qualche tempo fa, quando siricordava l'affare Cirillo, l 'onoreole Gavapoteva attribuire ogni problema alle insi-nuazioni dei comunisti, ma ora è l'onore-vole Gava, come si evince dalle sue stessedichiarazioni riportate nella recente sen-tenza del tribunale di Napoli, ad affermar enel corso della sua deposizione di esser estato informato da Granata (ex sindaco d iGiugliano) che lo stesso era stato avvici-nato da esponenti del SISDE, in funzion edi contatti da stabilire ad Ascoli con il dete -nuto Raffaele Cutolo .

Io voglio stare solo a questa dichiarazione ,senza soffermarmi su altre considerazioniche i giudici fanno. E, stando soltanto a que-sto, domando: l'onorevole Gava, allora par-lamentare della Repubblica, oggi ministr odell'interno, sconsigliò questi contatti con ilcapo della camorra napoletana? Ricord òche per Moro si rifiutò giustamente ogn irapporto con i terroristi? Informò qualch emagistrato? Informò il ministro del l ' internodell'epoca? Si può, io credo, legittimament edubitarne .

Questo è già grave, perché la vicend aCirillo segnò in Campania una svolta,come è stato in Calabria con il delitt oLigato; e io sono fermamente convinto ch efino a quando non si farà luce nell'Italiadei tanti misteri, tutto sarà sempre più dif -ficile, e la democrazia italiana sarà espostaa troppe zone d'ombra .

Signor Presidente, colleghi, abbiamo at-teso questo dibattito, abbiamo ascoltatol 'onorevole Gava e — come è chiaro dallecose che ho detto — ne abbiamo trattoconferma ulteriore che è per noi doverosochiedere le sue dimissioni da ministrodell'interno: presenteremo quindi subitoin questo senso una nostra mozione di sfi -ducia (Applausi dei deputati del gruppo de lPCI — Molte congratulazioni) .

PRESIDENTE. L'onorevole Lanzingerha facoltà di dichiarare se sia soddisfatt oper la sua interpellanza n . 2-00987.

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GIANNI LANZINGER . Signor ministro ,credo che chi l'ha ascoltata — e sono molti,qui e fuori di qui, come lei ben sa — l edebba gratitudine per due affermazioni .La prima è la seguente : nel sud, lei hadetto, la criminalità utilizza a suo van-taggio i mezzi per lo sviluppo . La seconda èche lei non esclude che le liste dei candi-dati in questo ultime elezioni amministra-tive fossero inquinate e che questo inqui-namento abbia contagiato gli enti locali .

Devo però dire che la gratitudine s iferma qui, signor ministro; si ferma, cioè,a questa diagnosi, che è priva di terapia e— se mi consente — priva di qualsias irazionale prognosi che ci tranquillizzi chelei non ha fatto soltanto la descrizione d iun evento che ritiene fatale, ma ha invec eespresso la motovazione di un progett oorganico di contrasto alla mafia e allacamorra .

Perché nel mio breve intervento mi vo-glio riferire soltanto a questo femono? Pe runa ragione eclatante . Lei ci ha detto chenell'anno passato sono stati commess ioltre 2 milioni 700 mila reati, molti de iquali immagino, impuniti e per la grandis -sima parte avvenuti nelle zone a controllomafioso e camorristico . È evidente, quindi ,che siamo di fronte non ad un problema d ipolitica criminale, ma ad un problema d iordine pubblico democratico .

Allora, signor ministro, se è vero che imezzi che la mafia utilizza a proprio van-taggio sono pubblici, è anche vero, mi par edi capire, che la mafia non si appropri adirettamente del fiume di denaro che af-fluisce in quelle zone attraverso le rapine ,ma utilizza la cerniera molto bene oliat ache trasferisce, mediante appalti, com-messe, trattative, cioè attraverso unaforma di estorsione politica, il pubblicodenaro alla delinquenza organizzata .

Non credo che si possa parlare di tenta -coli, come lei ha fatto, signor ministro .Questa immagine è plastica, ma poco deci -frabile. Quello che a me pare il punto sucui lei non ha dato chiarimenti è cosa signi -fichi la politica in quelle zone e dove siaandata a finire la prospettiva di riforma d itale politica .

L 'episodio Bonsignore, signor ministro,

non può essere citato, senza fare un af-fronto alla vittima soltanto come esempiodi un buon impiegato che è caduto. Questoepisodio significa che il problema dei con-trolli sulle pubbliche amministrazioni no nè affatto percepito come quello principal eda parte vostra, signor ministro ; e dicendo«vostra», mi rivolgo a lei non soltantocome esponente del Governo, ma com eesponente di un partito che ha in quell azona, assieme ad altri partiti, l'obbligodella moralità .

Chi c'è nelle amministrazioni? Qualisono gli uomini della mafia e della ca-morra nelle amministrazioni? Come av-vengono le nomine nei concorsi ?

Non credo, signor ministro, che si pos-sano fare qui sottili distinzioni tra la poli-tica con la «p» maiuscola e quella con la «p »minuscola; e se dobbiamo farne io sonoper la «p» minuscola sempre, perché lapolitica che conta è quella del concret ointervento negli enti locali .

E si tratta della politica con la «p» minu-scola, della politica a rischio, aperta edassediata, in cui la contiguità è segnalataproprio da appartenenti al suo partito re-sponsabili ed autorevoli .

Contiguità di culture e strategie . Lei hadetto che non è escluso che nelle liste de icandidati vi siano mafiosi e quindi ch ealcuni di questi siano entrati nei consigl icomunali e nelle giunte .

ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno . Legiunte non si sono ancora fatte !

GIANNI LANZINGER. Certo, ma entre-ranno non dubitiamo! Non dubitiamo chela collocazione di questa ipoteca è benriposta in un ambito che arriva a destina-zione, cioè il potere .

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno.D'accordo . . . !

GIANNI LANZINGER. Perché, ministroGava, non ci fa conoscere i rapporti che le iriceve dai prefetti sulle connessioni, collu -sioni e connivenze tra politica, istituzioni emafia? Perché non ci fa sapere quale sia il

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contenuto del rapporto che lei ha ricevut oda Sica su questo argomento ?

Non è credibile che lei non sappia nulla !Mi perdoni questa osservazione: non è cre -dibile che non sappia nulla; non è credibileche possa parlare ancora oggi di «piovra» ,con due milioni e rotti di delitti, in buon aparte mafiosi e camorristici .

Perché non parlare, perché non aprire laconoscenza? Ho sentito la proposta d iAndò di ispezione politica, a partire da ipartiti: siamo d'accordo, questo chie-diamo! Chiediamo che i partiti aprano l astagione della riforma con una stagione d iriforma della moralità . Chiediamo quindiche siano i partiti a costituire il giur id'onore sulle connessioni, collusioni e con -nivenze mafiose. Questo però non è avve-nuto e non avverrà mai, in questo sistema econ l'interpretazione che lei ha dato de lsistema.

Quando, pochi giorni fa, abbiamo svolt oin questa sede un dibattito sul caso Rei-tano, il ministro dell'interno, attraverso u nproprio rappresentante, ha detto che —ahimè! — il caso Reitano è oscuro perch égli addetti a quell'ospedale non collabo-rano e i medici non parlano .

È tutto qui . In sostanza, abbiamo difronte il seguente scenario: ciò che st aprima del delitto politico, economico o d isangue ha una matrice di carattere sociale ,e ne rispondono alcuni ; ciò che avvienedopo ha un epilogo di carattere giudizia-rio, e ne rispondono altri . Signor ministro ,lei risponderà soltanto quando sarà pre-sente all'omicidio . . . !

Quando ci verrà a raccontare perchéquesti dodici candidati alle ultime ammi-nistrative sono stati uccisi? Quando ce l overrà a dire? Quando ci risponderà condati di fatto credibili e non ipotizzando ch ealcuni di questi resistessero all'aggres-sione mafiosa?

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno.Non riesco a capire proprio perché ha l apretesa che il ministro dell 'interno sia ingrado, in pochi giorni, di dare con certezzadelle indicazioni su un fatto così grave! Euna pretesa assurda, anche perch él'azione di repressione, come lei sa (ed èuna distinzione che ho fatto), appartiene

alla magistratura e non al potere esecu-tivo .

GIANNI LANZINGER. La ringrazio diquesta interruzione . Sono assolutament ed'accordo su questa distinzione . Io nonchiedo un'azione di repressione, che spett aalla magistratura, né un 'indagine chespetta al giudice ; chiedo che il Governo cene spieghi la causa, dandoci motivazioniche siano prossime al fenomeno e non cosìremote da risultare incomprensibili .

Perché, signor ministro, lei dice di rite-nere che alcune liste di candidati sianoinquinate dalla mafia? Perché ci dice ciò ?Quali sono queste liste ?

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno.Evidentemente lei non ha ascoltato quell oche ho detto !

GIANNI LANZINGER. No, ho sentitoquello che lei ha detto !

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno. Al-lora non me lo trasformi così semplicisti-camente !

GIANNI LANZINGER. Ho sentito quelloche lei ha detto . Lei ha affermato che non èescluso che liste di candidati siano inqui-nate. . .

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno .«Non è escluso» non significa «è» !

GIANNI LANZINGER. Esattamente . . .

PRESIDENTE. Onorevole Lanzinger ,l'avverto che il tempo a sua disposizione èscaduto .

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno . Èuna cosa diversa. Se non escludo, significache non escludo, ma non significa cheaffermo che è così !

GIANNI LANZINGER. Adesso non pos-siamo nasconderci dietro un artificio reto -rico. Il non escludere che vi sia un inqui-namento vuoi dire ammetterlo o no?

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ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno . Leipuò pensare quello che vuole !

GIANNI LANZINGER. Siamo nel dire pernon dire. Devo interpretare una sua ipotesiche ha una radice sociologica ; altriment inon so se possiamo accettare dal ministr odell'interno una risposta di questa na-tura .

Lei non ha risposto, signor ministro —intenzionalmente, ritengo — a un altropassaggio indispensabile per arrivare po ialla definizione della presenza mafios anello Stato ed è il passaggio che riguarda i lbroglio elettorale. Non è pensabile che sol oattraverso gli omicidi si possa riscontrareuna presenza mafiosa; evidentemente ibrogli elettorali nelle aree a rischio son ouno strumento funzionale alla presenz adella mafia nell'amministrazione. E suquesto il ministro non ha risposto .

Volevo esporre le ragioni della mia in -soddisfazione, che non è frutto di un pre-giudizio — la prego di credermi — ma s itraduce in una richiesta di chiarimenti ch econtinuerà oltre il dibattito, in altre occa-sioni, ad esempio, nella Commissione anti -mafia. Vogliamo capire, ma vogliamo ca-pire attraverso delle definizioni, delle indi -cazioni e dei concetti e non attraverso delleparabole, delle litoti, delle negazioni d icarattere retorico .

Signor ministro, per queste ragioni ri-tengo che la sua risposta di oggi sia insuf -ficiente. Ne attendiamo un'altra, nel mo-mento in cui vorrà darla, e sarà una ri-sposta che inizierà con questo titolo: il rap -porto tra politica, mafia ed istituzioni h auna certezza : prove, fatti e nomi e non sol -tanto definizioni di sospetto !

PRESIDENTE. L'onorevole Rizzo ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatto perl'interpellanza Rodotà n . 2-00980, di cui è

.cofirmatario .

ALDO RIZZO. Signor Presidente, onorevolicolleghi, signor ministro, ho ascoltato conmolta attenzione la sua relazione-fiume edevo dire che sono rimasto frastornato ,sconcertato, perché lei dapprima ha fattouna sorta di bollettino di guerra con morti eferiti . ricordando l'aumento vertiginoso dei

delitti di qualsiasi tipo in tutto il paese, conun aggravamento che si registra non sol-tanto nell 'anno 1989 rispetto al 1988, maanche nel primo quadrimestre del 1990.

Ha precisato inoltre che in più occasionilei ha avuto modo di denunciare la gravit àdella situazione dell'ordine pubblico . Miconsenta di dirle, signor ministro, che dalministro dell'interno più che denunce sidesidererebbero decisioni, atti, comporta-menti, provvedimenti idonei a dare un arisposta efficace alla criminalità .

Nella sua relazione ha poi fatto il pano-rama dei risultati raggiunti — alcun ianche molto significativi — per meritodella magistratura e delle forze di polizia ,che operano spesso in situazioni d iestrema difficoltà e di isolamento . Poi haconcluso ricordando alcune significativeriforme legislative, per alcune delle quali— me lo consenta, signor ministro —credo si debba dire che esse sono il frutt odell'impegno dato dalle forze di opposi-zione .

Ma mi pare, avendola ascoltata, che su lche cosa fare, su quale politica comples-siva portare avanti per fronteggiare il dur oe corposo attacco condotto dalle organiz-zazioni criminali, il suo discorso sia stat ofortemente lacunoso . Mi sembra, cioè, chemalgrado gli allarmanti dati, che pur esono emersi dall ' ultima campagna eletto-rale, il Governo non si renda, o non s ivoglia, rendere conto del livello notevole d iaggressione e di inquinamento che vien erealizzato dalle organizzazioni criminali .

Signor ministro, non bastano le parole ,non bastano i buoni prepositi, come nep-pure basta al limite il varo di leggi, perchépoi queste devono essere applicate. E nellanostra esperienza che alcune significativ eleggi approvate dal Parlamento non hann oavuto una piena attuazione : mi riferisco inparticolare alla legge Rognoni-La Torre.

Allora viene da chiedersi quale fondodobbiamo toccare perché finalmente il Go -verno affronti con doverosa serietà e re-sponsabilità il problema della criminalità edell'ordine pubblico. Dico questo , signorministro, perché lei nella sua lunghissimarealzione ha dimenticato — e vorremmocapire il perché — quanto in più occasioni

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è stato messo in evidenza da autorevol irappresentanti delle istituzioni: la Com-missione parlamentare antimafia, magi -strati, rappresentanti delle forze dell'or -dine. Essi hanno affermato che mafia, ca-morra, 'ndrangheta, hanno il domini oquasi assoluto di vaste aree del nostropaese e che esse sono presenti europea ,come per altro gli ultimi arresti effettuati aMilano stanno ulteriormente a dimostrare .La presenza della mafia della camorra edella 'ndrangheta su tutto il territorio na-zionale è così forte da comprimere — edirei in misura notevole — le nostre libertàindividuali e collettive .

Credo anche che meriti di essere eviden-ziato quanto è stato denunciato dagli stess iorgani, vale a dire che queste organizza-zioni criminali hanno da tempo messo l emani sugli enti locali, anche mediante lororappresentanti diretti, allo scopo di gestir edirettamente gli appalti e le risorse finan-ziarie. È certo che la salvaguardia e l'arro-ganza di mafia, camorra e 'ndranghetahanno raggiunto livelli particolarmenteelevati, come è testimoniato degli ultimifatti di sangue che si sono verificati du-rante la campagna elettorale .

Sono stati assassinati candidati ed espo -nenti politici ; questo dato dimostra chiara -mente che ormai le organizzazioni criminal irappresentano una vera e propria compo-nente del nostro sistema politico che haaddirittura svolto una propria campagnaelettorale a colpi di pistola ed uccidendo . Sequesto è il quadro, credo che occorra chie-dersi quanti candidati o eletti nelle provinci emeridionali abbiamo ceduto al ricatto edall'intimidazione mafiosa o camorristica .Quanti siano i rappresentanti delle cosch eeletti nel meridione . Dobbiamo domandarciquale controllo del voto è stato effettuatodalle organizzazioni criminali, non dimendi -cando che mediante il gioco dei voti di pre-ferenza, le organizzazioni criminali sono i ngrado di imporre il voto con l' intimidazioneo con l'allettamento perché possono poi re -gistrare se esso sia stato dato in concreto .Dobbiamo allora chiederci quale libertà d ivoto si sia avuta nelle regioni meridionali ; èpiù che logico domandarsi — molti colleghilo hanno fatto — quanti brogli elettorali si

siano verificati; con quali criteri sono stat iscelti i responsabili dei seggi elettorali .

Credo che il suo silenzio sul rapport omafia-politica, signor ministro, sia molt ograve; certo, quando parliamo di tale rap-porto esistono responsabilità attribuibil i— onorevole Forlani — alle forze politich eperché è da esse che dipende, ad esempio ,la scelta dei candidati alle elezioni . Lastoria di questo paese ci insegna purtroppoche spesso sono stati inseriti in lista candi -tati affiliati alle organizzazioni mafiose ecamorriste . Quindi, è più che lecito chie-dersi quale tipo di controllo venga eserci-tato al fine di evitare pericolosissim eforme di inquinamento .

Allo stesso modo, esiste una chiara re-sponsabilità delle forze politiche nell ascelta di giunte che sappiano elaborar erisposte serie e concrete contro le organiz-zazioni criminali . E devo segnalare conriferimento al comune di Palermo, che èda attribuire a responsabilità della segre-teria democristiana se è stata azzerat aun'esperienza di giunta alla quale la cittàguarda con molta attenzione e speranza ecredo che il risultato elettorale ne sia un achiara testimonianza .

Esistono però anche responsabilità pro-prie del Governo. Signor ministro, qualicontrolli amministrativi da parte degli or-gani dello Stato sono attuati ed in chemodo essi vengono effettuati in materia ,per esempio, di gestione delle risorse fi-nanziarie? Ho spesso la sensazione chequesti controlli non esistano o che sian omeramente formali e burocratici . Esistonoorgani di controllo di tipo politico, chefanno spesso valutazioni di carattere squi-sitamente politico. . .

ANTONIO GAVA, Ministro dell'interno . Dicosa parla?

ALDO RIZZO. Io chiamo in causa la suaresponsabilità come membro del Go-verno!

ANTONIO GAVA, Ministro dell ' interno.Quali poteri di controllo ha il ministrodell'interno? Lei ha una concezione de lGoverno centrale molto strana .

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ALDO RIZZO. Ma gli organi di controllodello Stato fanno capo alla Presidenza delConsiglio ed al Governo, ministro .

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno.Che significa organi di controllo delloStato?

ALDO RIZZO . Non posso attribuire a le iresponsabilità in merito al funzionamentodella commissione regionale o provincial edi controllo. Ma in riferimeno agli organ idi controllo dello Stato, credo . . . .

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno.Quali sono?

ALDO RIZZO. A cominciare dalla Cortedei conti, la Ragioneria generale . . .

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno . LaCorte dei conti è un organo dipendente dalGoverno?

ALDO RIZZO . Sono organi direttamentedipendenti dal Governo.

ANTONIO GAVA, Ministero dell ' interno .Neanche per sogno !

ALDO RIZZO. Non sono certamente auto-nomi .

ANTONIO GAVA, Ministro dell 'interno.Non è vero .

ALDO RIZZO . Non godono purtropp odella indipendenza di cui gode la magistra -tura. Allora è più che giustificata la mi arichiesta .

Ci chiediamo inoltre — e questo rientr anelle sue responsabilità, ministro — qualetipo di indagini giudiziarie sono svolt equando in determinate località, sia noto chealcuni soggetti fanno parte di organizza-zioni o camorristiche o mafiose .

Ho ascoltato con molta attenzionequanto lei ha sostenuto, che cioè ha avut omodo di apprezzare quanto è contenut onella riforma della legge «Rognoni-L aTorre»: mi riferisco alla norma che prevedela sospensione del sindaco o dell'ammini-stratore che sia inquisito per associazioneper delinquere di stampo mafioso . Si tratt adi una disposizione che abbiamo salutatopositivamente, nella sua stesura finale che è

corretta rispetto alla proposta iniziale delGoverno .

Il problema, signor ministro, però, è ch eanche la norma richiamata presupponeche siano state espletate indagini giudizia-rie, che quindi a monte siano stati effettuat iaccertamenti da parte degli organi di poli-zia. Se ciò non accade, potremmo avereseduto nei banchi di assessore un soggett ocollegato a cosche mafiose o camorristiche.Egli rimarebbe al suo posto perché se no nvi è un'imputazione per associazione pe rdelinquere di stampo mafioso, non potràmai scattare la disposizione prevista in sed edi riforma della legge «Rognoni-L aTorre» .

Signor ministro, dobbiamo allora chie-derci come mai sia possibile che la crimi-nalità arriva dove spesso non riece ad arri -vare lo Stato. La decimazione all'internodelle cosche mafiose purtroppo dà al citta-dino questa chiara dimensione .

Allo stesso modo dobbiamo responsabil-mente chiederci — ed in questa sede lohanno fatto diversi colleghi — perché èstato ucciso un funzionario integerrim odella regione siciliana come Bonsignore .Signor ministro, questo è un delitto poli-tico. E chiaro che Bonsignore non è statoucciso per sue vicende personali o fami-liari, ma perché aveva un alto senso deldovere, non guardava, come si suoi dire, i nfaccia nessuno, tirava dritto, rispettava evoleva che si rispettassero le leggi . Perquesto suo essere funzionario corretto ,dava forte fastidio ed è stato assassinato .

Questo purtroppo è il clima che regi-striamo in alcuni enti locali ; un clima per ilquale un funzionario che voglia fare il su odovere spesso si trova in condizioni di com-pleto isolamento . Anziché essere sostenutonella sua battaglia per la correttezza ammi -nistrativa, spesso viene lasciato solo e di-venta facile bersaglio delle cosche ma-fiose .

La verità è che, guardando complessiva-mente il quadro dell'azione del Governo, ame pare che ancora una volta, signor mini -stro (chissà quante volte avrò già fattoquesto discorso in quest 'aula), purtropponon emerga alcuna strategia . Non vi è al -cuna strategia per fronteggiare il virulento

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attacco proveniente dalle organizzazionicriminali . E spesso si fa ricorso ad inutiliprovvedimenti ad effetto, quale, ad esem-pio, quello che si vuole adottare contro isequestri di persona. Potranno pure esseremandati gli alpini in Aspromonte, ma do-vrebbe essere chiaro a tutti che il giorno incui essi dovessero occupare l 'Aspromonte ,le persone sequestrate non saranno pi ùcustodite in quella zona, ma in altra part ed'Italia. Voglio cioè dire che non è questo i lprovvedimento che può consentire, controla piaga dei sequestri di persona, utili risul -tati .

Personalmente sono d'accordo sulla pro-posta normativa concernente il blocco deibeni. Non dobbiamo dimenticare, però, ch etale blocco può avvenire a sequestro acca-duto, mentre il problema da affrontare èben altro e riguarda il controllo del territo-rio, l'azione di prevenzione .

Mi sia consentito soffermarmi su alcuneosservazioni fatte questa sera dall'onore-vole Forlani, perché mi sembra che egl iabbia chiamato in causa la legge Gozzini e dil nuovo processo penale minorile con rife-rimento alle difficoltà incontrare nella lott acontro la criminalità organizzata.

A tale riguardo, sono dell'avviso che pro-babilmente alcuni meccanismi della leggeGozzini meritino di essere rivisitati e cor-retti ; tuttavia, sarebbe semplicistico annul-lare, cancellare la funzione emendativ adella pena, non solo perché è prevista dall anostra Costituzione, ma anche perché ri-tengo sia interesse della collettività tentar ea tutti i costi di recuperare il reo .

Del resto, sappiamo che purtroppo il car -cere finisce spesso con l'essere una pale-stra per fare acquisire a chi vi entra mag-giore professionalità a delinquere . Il chemotiva, onorevole Forlani, la scelta com-piuta con il nuovo processo penale mino-rile .

Un ragazzo che va in carcere non pu òrimanervi per tutta la vita : dovrà prima opoi tornare in libertà. E interesse comuneche egli non abbia la volontà di tornare aldelitto .

Credo che la scelta compiuta dal Parla -mento sia importante proprio perché ,senza essere abolito, il carcere è stato con-

siderato come l'estrema ratio ; infatti, com emisura cautelare è stato previsto, anche pergravi reati, il collocamento in comunità ,che non immaginiamo certamente come unluogo di vacanza.

Non solo: nella legge varata si è postochiaramente in evidenza che, qualora i lminore dovesse, per ipotesi, violare alcun edelle prescrizioni a lui inflitte, sarà ristrettoin carcere . Ma è importante dare ad u nragazzo la possibilità di poter tornarenell'alveo della legalità, non solo nell'inte-resse del giovane, ma anche di tutta la col -lettività .

Per quanto riguarda, più complessiva -mente, la lotta alla mafia ed alle grandiorganizzazioni criminali, debbo registrare ,signor ministro, che lei ha dato importanzaalle riforme legislative . Ma va anche dettoche quelle già in vigore non sempre sonoutilizzate in tutta la loro potenzialità; ri-cordo, ad esempio, la legge Rognoni-L aTorre: nei primi anni dopo l'approvazioneessa trovò puntuale applicazione e signifi-cativi risultati si ebbero a Napoli, a Pa-lermo, a Milano ed in molte altre zone d'Ita-lia. Oggi quella legge sembra un ricordo delpassato .

Siamo d'accordo sulle modifiche intro-dotte, ma la realtà è che questa legge nontrova più alcuna significativa applicazione ;ci chiediamo quali patrimoni appartenentia mafiosi o camorristi siano stati confiscatiin quest'ultimo periodo .

Per quanto concerne la materia degliappalti e subappalti, il ministro conoscel'impegno che abbiamo profuso per por -tare avanti le riforme introdotte nella leggeRognoni-La Torre ; ma dobbiamo essereconsapevoli che questo settore necessita d iun intervento globale, più complessivo . Adesempio, è opportuno affrontare la riform adelle norme sull'albo nazionale dei costrut -tori ; ci risulta che vi sono imprese in mano asoggetti fortemente indiziati di apparte-nere ad organizzazioni criminali, che con-tinuano ad essere iscritte nell'albo nazio-nale dei costruttori .

Probabilmente dovremmo anche rive-dere tutta la materia degli appalti, perch énon possiamo accettare che vi sianoaziende che si aggiudicano un appalto

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come impresa madre e poi scompaiono,lasciando che l'appalto venga eseguito d apiccole sconosciute imprese (in associa-zione, in partecipazione o in subappalto) ,come è accaduto a Palermo in occasione deiprossimi mondiali . Ricordo in particolare i lcaso della città siciliana perché nel suostadio si è verificata la morte di cinque lavo-ratori .

È necessario effettuare alcuni intervent ianche per quanto riguarda la figur adell'Alto commissario .

Eravamo convinti, quando fu creato tal eorgano, che l'Alto commissario potess eavere una forte valenza positiva, al fine d irealizzare una strategia complessiva degl iinterventi da attuare per combattere la ma -fia, la camorra e le altre forme di crimina-lità organizzata .

La lotta alla mafia non si può combatteresoltanto sul versante giudiziario, con ar-resti o con condanne ; occorre operare a piùlargo spettro non dimenticando che ci son osettori che passano sotto silenzio, nei qual il ' inquinamento mafioso e camorristicostesso è forte . Potrei fare alcuni esempi : i lsettore del mercato all ' ingrosso, della pub-blicità cittadina che manovrano interess inell'ordine di miliardi di lire . Potrei fareriferimento a quanto coinvolge l'utilizza-zione, lo sfruttamento della costa .

Sono settori nei quali si verifica spesso l apresenza di interssi mafiosi e camorristici ;tuttavia, non ci sembra che su di essi si si amai puntata l'attenzione in misura ade-guata.

Signor ministro, credo che dovremm oessere tutti consapevoli che oggi mafia, ca -morra e 'ndrangheta sono poteri formida-bili, perché dispongono di miliardi a mi-gliaia, di armi che usano quando, come edove vogliono . E riescono ad avere fort icomplicità nel tessuto istituzionale .

Allora, non voglio drammatizzare, masono convinto che se non si corre ai ripar icontro la forte escalation di azioni delittuose,in aumento con progressione non aritmetic ama geometrica, se non si porta avanti un avalida strategia complessiva di lotta all amafia, credo che l'inquinamento della vit apolitica ed economica del nostro paese di-venterà probabilmente irreversibile .

Bisogna avviare interventi su tutti icampi, signor ministro ; anche se non ri-guarda la sua competenza, voglio ricor-dare, perché lei ne ha fatto cenno, il datodisoccupazionale . A Palermo, la disoccupa-zione supera il 25 per cento, e laddove c' èdisoccupazione c 'è disperazione, e quindispazio per l'allettamento mafioso.

Dovrebbe essere portata avanti una seriapolitica contro la disoccupazione . Ma regi-striamo che le partecipazioni statali sonoassenti ; abbiamo un cantiere navale cheregredisce e che è in via di smantellamento .Le commesse ferroviarie non arrivano allaKeller o alla Imesi e gli operai sono in grav idifficoltà .

Purtroppo, l'interesse del Governo non èrivolto verso quelle realtà territoriali nell equali è forte la presenza della mafia, dellacamorra e della 'ndrangheta, e nelle qual imaggiormente dovrebbe avvertirsi l 'esi-genza di un intervento che dia forti rispost eanche sul piano economico, sociale ed oc-cupazionale .

Voglio concludere condividendo l 'opi-nione di chi sostiene che, dinanzi alla gra-vità della situazione, vi è l'esigenza di un avasta solidarietà tra le forze politiche de-mocratiche, proprio perché il livello disfida portato avanti dalle organizzazionicriminali è tale da compromettere seria-mente valori fondamentali della democra-zia.

Tuttavia, vi sono responsabilità che nonpossono essere addossate al Parlamento ,perchè sono soltanto del Governo, signorministro. Infatti, il funzionamento dellamacchina amministrativa dello Stato i ntutte le sue articolazioni è di competenzadel Governo e non certo del Parlamento . Èquindi il Governo che deve fare intera -mente la sua parte, con senso di responsa -bilità, recuperando — come ricordaval'onorevole Forlani — a tutti i livelli i valor idi legalità : a livello di comune, di regione, d iprovincia, di organizzazione statale cen-trale e periferica, di organizzazione para -statale, assicurando il massimo nella ge-stione delle risorse finanziarie, operando idoverosi controlli per garantire correttezzaamministrativa .

È necessario portare avanti un forte im-

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pegno per far luce sui tanti gravi delitt icompiuti a Palermo, a Napoli e in tant ealtre località, ancor oggi avvolti nel mi-stero. È necessario una valida azione dipolizia che consenta di individuare, all'in-terno delle strutture politico-istituzionali, icomplici delle organizzazioni criminali, co-loro che sono in collusione con la mafia ,con la camorra, con la 'ndrangheta .

Sarebbe necessario, in definitiva, u nnuovo e diverso impegno del Governo ,idoneo a mettere in moto, a tutti i livelli, leenergie sane dello Stato per restituire fi-ducia ai cittadini . Tale salto di qualità nontraspare dalle sue parole, signor ministro ,nonostante i tanti efferati delitti che son ostati commessi .

Per questi motivi, con profonda ama-rezza e preoccupazione dobbiamo dichia-rarci insoddisfatti della risposta fornita all anostra interpellanza.

PRESIDENTE. L'onorevole Bogi ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatto perl'interpellanza Del Pennino n . 2-00991, dicui è cofirmatario.

GIORGIO BOGI. Signor Presidente, signo rministro, le posso assicurare che, se foss iintervenuto in un momento meno inco-modo, avrei svolto le stesse considerazion iche mi appresto a fare .

Non ho alcuna intenzione di integrare néil giornalismo né la saggistica in ordine a lfenomeno di cui discutiamo, sul quale vi èuna produzione molto ricca che tutti cono -sciamo. Tra l'altro, l'onorevole Del Pennin oha illustrato la nostra interpellanza, per cu iil mio intervento sarà realmente breve e, miauguro, schematico .

Lei, signor ministro, giustamente non hasottaciuto la gravità del problema sul tap -peto, anche se ho riscontrato nel suo di -scorso uno spunto un po ' più ottimistico delmio. Certo, non devono essere sottovalutati irisultati ottenuti dal Governo e dalle forze d ipolizia; si può ben dire che né il Parlamentoné il Governo sono rimasti inattivi rispetto aiproblemi che abbiamo di fronte.

Il dato rilevante consiste nel fatto che iprovvedimenti adottati non hanno modifi-cato le caratteristiche di sconvolgente gra-vità del fenomeno . E questo, a nostro av-

viso, il reale elemento di giudizio . Io, comeho già detto, non devo certo descriverle ,signor ministro, la gravità del problema ,che lei ha senz'altro ben presente; devopero svolgere il seguente ragionamento .

Il fenomeno che abbiamo di fronte con-serva caratteristiche di gravità non accetta -bili . Noi riteniamo che la soluzione dei pro -blemi sia ancora alla nostra portata, e pen-siamo quindi che non si sia fatto abba-stanza. Poche settimane fa, in coincidenz acon l 'acuirsi del comportamento criminal ea seguito di alcuni omicidi commessi du-rante la campagna elettorale, il segretariodel mio partito chiese al Governo di esami -nare in via urgente e straordinaria il feno-meno. Devo dire che rimanemmo piuttostosorpresi del fatto che un autorevolemembro del Governo ci rispose che l 'atti-vità posta fino ad allora in essere andavabene. Ora con piacere (se si può parlare dipiacere in materie come queste) ho sentit oche lei, signor ministro, propone un rie-same del problema in sede di aggiorna -mento ed adeguamento del programma go-vernativo. Questo è proprio la tesi che noiabbiamo sostenuto e sosteniamo .

Riteniamo che rafforzare le azioni che ilGoverno e lo Stato stanno svolgendo signi-fichi tentare di affrontare globalmente econtestualmente gli aspetti del problema .Penso che su questo siamo tutti d'accordo .Credo che aggiungere forza ai provvedi -menti significhi dare una soluzione globale edarla contestualmente . E parlando di solu-zione globale intendo dire che se noi lascias -simo anche soltanto alcuni aspetti scoperti,il fenomento si riprodurrebbe . Ritengo ch euno degli elementi di cui tener conto sia(anche lei lo ha sottolineato) la grande capa -cità, flessibilità e organizzazione del feno-meno ed anche la sofisticata dotazione tec -nica di cui queste persone si servono .

Allora, la mia logica è che il riesame insede di programma di governo ci port ieffettivamente a considerare tutti i var iaspetti del problema, che io non sto ora aripetere perché già la nostra interpellanzali mette sufficentemente in evidenza, eperché l'illustrazione che ne ha fatto l'ono-revole Del Pennino ne ha certo dato un ren -diconto compiuto.

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Secondo noi, ripeto, quella è la sede ap-propriata per vagliare adeguatamente l asituazione. Al di là delle analisi compiute ,delle mille considerazioni che si posson ofare, della valutazione che il problema s ipuò affrontare da moltissimi punti di vist ae in certi casi con prospettive di lungoperiodo che non si possono trasformare(penso alla disoccupazione o alle condizion isociali ed economiche, cui anche lei, signo rministro, ha fatto riferimento) ; al di là ditutto questo, vi sono però una serie di solu -zioni che possono essere adottate adesso .L'importante è che siano soluzioni com-plete e che effettivamente, entro i limiti d itempo possibili, siano eziologicamente ag-gressive (come si direbbe in medicina) per i lproblema di cui parliamo.

Questa è la considerazione che le dovevo .Credo che le forze della maggioranza af-fronteranno il problema da questo punto d ivista si metteranno nella condizione d iaprire un dibattito fattivo e di aumentare l afiducia della gente nello Stato (Applausi daideputati del gruppo della DC - Congratula-zioni) .

PRESIDENTE . È così esaurito lo svolgi -mento delle interpellanze sulla situazionedell'ordine pubblico .

Ordine del giorn odella seduta di domani .

PRESIDENTE . Comunico l 'ordine delgiorno della seduta di domani .

Venerdì 18 maggio 1990, alle 9,30:

Seguito della discussione delle proposte d ilegge:

FIANDROTTI ed altri: Norme penali perreprimere il bracconaggio (61) .

FIANDROTTI ed altri: Norme penali per i lrecepimento della direttiva n . 79/409/CEEsulla conservazone degli uccelli selvatic i(626) .

LODIGIANI : Norme per il recepimentodella direttiva n . 79/409/CEE sulla conser-vazione degli uccelli selvatici (745) .

GROSSO e PROCACCI : Sospensione dell 'atti -vità venatoria per cinque anni su tutto i lterritorio nazionale (1832) .

MARTINAllOLI ed altri: Recepimento delledirettive comunitarie nn . 79/409 e 85/41 1concernenti la conservazione degli uccell iselvatici (3185) .

MARTELLI ed altri: Norme per la conser-vazione e tutela del patrimonio faunistico(3669) .

MINUCCI ed altri: Legge-quadro sulla pro-tezione della fauna selvatica e sulla regola-mentazione della caccia e recepiment odelle direttive CEE nn . 79/409 e 85/411, coni relativi annessi (3721) .

DIGLIO ed altri : Norme per la tutela e valo-rizzazione della fauna selvatica e per l adisciplina dell'attività venatoria (3874) .

ANIASI ed altri: Norme per la gestione delterritorio nazionale ai fini dell 'incrementodella fauna, della tutela dell'ambiente e perla regolamentazione della caccia nell'am-bito delle disposizioni internazionali e co-munitarie (4143) .

SCOTTI VINCENZO ed altri: Norme per l atutela dell'ambiente della fauna selvatica eper la regolamentazione della cacci a(4271) .

PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE :

Protezione della fauna selvatica e regola-mentazione della caccia (4402) .

BASSANINI e TESTA ENRICO : Disposizionitransitorie per la disciplina dell'attività ve-natoria (4467) .

BERSELLI ed altri: Norme per la gestionedel territorio nazionale ai fini della tuteladell'ambiente e per la regolamentazionedella caccia (4577) .

— Relatore: Campagnoli .(Relatore orale) .

La seduta termina alle 22,20

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZI OSTENOGRAFIA DELL 'ASSEMBLEA

DOTT VINCENZO ARIST A

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL EPROF . TEODOSIO ZOTT A

Licenziato per la composizione e la stamp adal Servizio Stenografia dell'Assemble a

alle 23.40 .

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Annunziodi una proposta di legge .

In data odierna è stata presentata all aPresidenza la seguente proposta di leggedai deputati :

RENZULLI ed altri : «Norme per il rilancioe lo sviluppo del termalismo e delle attivit àad esso connesse» (4824) .

Sarà stampata e distribuita .

Assegnazione di una proposta di legg ea Commisssione in sede referente .

A norma del comma 1 dell'articolo 72 delregolamento, la seguente proposta di leggeè deferita alla sottoindicata Commissionepermanente in sede referente:

VII Commissione (Cultura) :

AMATO ed altri: «Celebrazione del 7500anniversario dell'Università degli studi d iSiena» (4492), (con parere della I, della V edella VI Commissione) .

Annunzio di una risoluzione.

È stata presentata alla Presidenza un arisoluzione . È pubblicata in allegato ai re-soconti della seduta odierna .

Annunzio di interrogazioni ,di una interpellanza e di una mozione.

Sono state presentate alla Presidenz ainterrogazioni, una interpellanza e un amozione. Sono pubblicate in allegato airesoconti della seduta odierna .

Apposizione di firm ead una mozione .

La mozione Biondi ed altri n . 1-00373 ,pubblicata nel resoconto sommario del 28febbraio 1990, è stata sottoscritta anchedei deputati Masini, Pacetti, Minotti, Pran-dini, Capecchi, Angelini, Di Pietro, Donaz-zon, Mainardi, Mammone, Mangiapane ,Sinatra, Lavorato, Brescia, Colombini, Fi-lippini Giovanna, Bianchi Beretta, Pelle -gatti, Migliasso .

Apposizione di firmaad una interpellanza .

L'interpellanza Soddu ed altri n . 2-00992, pubblicata nel resoconto sommariodel 16 maggio 1990, è stata sotttoscrittaanche dal deputato Contu .

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Atti Parlamentari

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Allegato A

ELENCO COMPLETO DELLE OPERAZIONI DI MAGGIOR RILIEVO PORTATE A CON -CLUSIONE NEL TRIENNIO 1988-1990; ELENCO NOMINATIVO DEI LATITANTI D I

SPICCO, IN ITALIA E ALL'ESTERO NEL TRIENNIO 1988-1989-1990(Allegati all ' intervento del ministro Antonio Gava in risposta alle interpellanze sull 'or -

dine pubblico) .

Operazioni di maggiore rilievo portate aconclusione nel triennio 1988, 1989 e 1990:la denuncia di 73 esponenti della mafiatrapanese; l'arresto, in varie città d'Italia,di 109 aderenti dell'Organizzazione «Cosanostra», con sequestro di ingenti quantita -tivi di armi, refurtiva e documenti ; l'ar-resto di 66 elementi mafiosi nell'hinter-land di Catania; l'esecuzione, in Sicilia, d i160 provvedimenti restrittivi a carico dell eprincipali «famiglie» mafiose isolane ; ladenucia, tra mafiosi ed amministratoripubblici, di 20 persone coinvolte nella pro -vincia di Messina nella mafia delle Mado-nie; la liberazione, in Calabria, da part edell 'arma, di Francesco Amato, rapito inprovincia di Salerno e di Maria Grazia Bel -castro, sequestrata in provincia di Reggi oCalabria; il perseguimento di 40 gruppi d icamorra, con deferimento all'AutoritàGiudiziaria di oltre 344 adepti, dei cla nBardellino, Nuvoletta, Galasso, Gionta ,Moccia e Magliulo; l'interruzione di 3 ver-tici mafiosi in Calabria e neutralizzazion edi 19 aggregati mafiosi con deferimentoall'Autorità Giudiziaria di 226 esponenti ;l'arresto di decine di componenti dei nu-clei familiari Raso - Albanese e Facchineridi Cittanova (RC), protagonisti di unacruenta faida; l'arresto di ricercati appar-tenenti ai clan Morabito-Palamara e Mol-lica, protagonisti di sanguinosi conflitti ;l'operazione denominata IRON-TOWER ,condotta dal Nucleo Centrale Anticrimin edella Polizia in collaborazione con 1'F .B.I . ,in Italia e negli U .S.A., con l'arresto di ol-tre 60 esponenti mafiosi, dediti, tra l 'altro ,ai traffici di droga tra l'Italia e il NordAmerica, appartenenti alle «famiglie»Cambino, Inzerillo e Badalamenti ; gli ar-resti di decine di appartenenti della fami-glie mafiose di Gela (CL) Iocolano - Ma-donia per numerosi gravi fatti di sangue ; laneutralizzazione, a Palermo, delle cosche

dei fratelli Grado; le operazioni «Etna» aCatania, con l'esecuzione di 86 provvedi -menti restrittivi nei confronti di altrettant imafiosi responsabili di delitti contro lapersona ed in materia di armi ; le opera-zioni della polizia di Stato, in collabora-zione con i paralleli servizi statunitensi ,canadesi e tedeschi, con il deferiment oall'Autorità Giudiziaria di decine di re-sponsabili di traffici di droga e di «ricli-claggio» facenti capo al gruppo mafiosoCuntrera-Caruana; le operazioni, in Cam-pania, che hanno portato alla disarticola-zione dei clan Iovine, Limelli, Norcaro ,Fabbrocino, Contini, Imparato, D'Alessan -dro, Gionta, Mariano e Cavalcanti, prota-gonisti di omicidi, tentati omicidi, estor-sioni e traffici illeciti ; la cattura, in Cala-bria ed in altre località del territorio nazio -nale, di 26 appartenenti ad un organizza-zione mafiosa dedita a sequestri di per-sona, traffici illeciti e ricliclaggio di da-naro sporco; l'arresto a Reggio Calabria di6 responsabili del sequestro estorsivo d iMaria Grazia Belcastro; l 'arrresto di due«riciclatori» del riscatto per il sequestro diCarlo Celadon; l'arresto sempre in Cala-bria, del latitante Giuseppe Strangio, cor-responsabile nei sequestri di Cesare Ca-sella e Carlo de Feo; l 'arresto a Rosano(RC) di circa 40 componenti alla cosc aPesce responsabili di traffico di droga ,rapina ed estorsioni ; il riferimento all'Au-torità Giudiziaria di Gaetano Ciconte e 6 2affiliati di una grossa cosca operante, inprovincia di Catanzaro, con deferiment oall'Autorità Giudiziaria di altri 200 compo -nenti; l'arresto di 11 elementi di spiccodella 'ndrangheta della provincia di Co -senza, tra cui Antonio Sena capo dell 'omo-nimo clan; l'esecuzine a cura del Nucle ocentrale Anticrimine della Polizia di Stato ,di 21 provvedimenti di custodia cautelar eemesso dal tribunale di Palermo nei con-

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fronti di altrettanti pericolosi apparte-nenti alla mafia siciliana ; la scoperta di unvasto traffico di droga tra Sicilia - Canad aed U.S.A. sempre ad opera del Nucleo Cen-trale Anticrimine, gestito dal gruppo ma-fioso Cuntrera - Caruana e denuncia di 38componenti responsabili anche del rici-claggio di decine di milioni di dollari ; ladisarticolazione, in Puglia, dell'associa-zione di tipo mafioso «Nuova Sacra Co-rona Unita» con deferimento all'Autorit àGiudiziaria di oltre 200 componenti ; laliberazione del sequestrato Dante Belardi -nelli ed arresto dei responsabili del rapi -mento; la liberazione del sequestrato Luc aDi Liberto, in provincia di Nuoro, ad oper adell'Arma; la liberazione di AlessandraAlessi, sequestrata in provincia di Novar aed arresto di tre autori, ad opera dell aPolizia di Stato; la liberazione del seque-strato Franco Cugia in provincia di Ca-gliari, da parte dei Carabinieri ; la neutra-lizzazione di centrali criminose, sarde ecalabresi, con responsabilità anche nel se -questro Casella ; l 'esecuzione di 21 provve -dimenti restrittivi nei confronti di perico-losissimi esponenti della cosca calabresedei Gallico, operante nella Locride, re-sponsabile di omicidi, traffico di droga e destorsioni; l'arresto, il 25 aprile scorso aNapoli di 7 persone ritenute responsabil idegli episodi delittuosi avvenuti 1'11 no-vembre 1989 a Ponticelli; la liberazionedella piccola Patrizia Tacchella ed arrest odegli autori con accertamento di responsa -bilità di altri 3 sequestri .

Latitanti pericolosi catturati

Anno 1988

— Alfredo Patitucci, in Germania, pe rassociazione mafiosa ;

— Pasquale Caruana, in Germania, perassociazione mafiosa e traffico di droga ;

— Giovanni Girlando, in Olanda, pe romicidio ed altro;

— Oliviero Tognoli, Svizzera, per asso-ciazione mafiosa e traffico di droga;

— Francesco Urzano, in Brasile, pertraffico di droga ;

— Carmelo Sortini, in Germania, perassociazione mafiosa :

— Bassan Moussa, in Francia, per u ncolossale traffico di auto rubate ;

— Gaetano Corallo, negli U .S.A. per as-sociazione mafiose;

— Tommaso Inzerillo, a Santo Do -mingo, per traffico di droga ed altro ;

— Pietro Tuttolomondo, Cesare Ge-nova, Carmelo Foti, Pietro e Salvatore Bal -samo, Vincenzo Spataro, Sebastian oNardo e Antonio Aparo, per mafia ed altrigravi delitti ;

— Domenico e Pasquale Candello, Gio-vanni Imerti, Carmelo Murina, PasqualeZagari, Gaetano Barillari e Domenico Mae-sano, appartenenti all"ndrangheta e re-sponsabili di gravissimi delitti ;

Anno 1989

— Riccardo Pizzuti, in Francia, per se-questro di persona ed altro ;

— Rosario Spatola, in U.S.A. per traf-fico droga ed altro ;

— Antonio Salzillo in Svizzera, per omi-cidi ed altro ;

— Marco Iovine, in Francia, per omi-cidio ed altro ;

— Enzo Calvitti, in Francia, per associa-zione sovversiva, banda armata, sequestr odi persona a scopo di terrorismo ed al-tro;

— Vito Gullo, in U.S.A., per omicidio ,associazione mafiosa ed altro ;

— Alessandro Pucci, in Inghileterra ,per correità in omicidio, rapine associa-zione sovversiva ed altro ;

— Corrado lacolaro, Pasquale Schia-vone, Nunzio Giuda e Michele Zaza, inFrancia, per associazione mafiosa ed al-tro;

— Andrea Autiero, Salvatore Caianello ,Eduardo Contini, Valentino Gionta, CiroGrimaldi, Vincenzo Magliulo, Angelo Moc-cia, camorristi con imputazione e con -danne per omicidi, tentati omicidi ed altr igravi delitti ;

— Francesco Barbaro, Vincenzo Lom-bardi, Giuseppe Mammoliti, Vincenzo Par -della, Pietro Rosmini, Pasquale Scriva,Salvatore Sainato, Romeo Calvano, tutt iappartenenti all"ndrangheta e ricercat iper gravissimi delitti ;

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— Giuseppe Ercolano, Vincenzo Sorce,Salvatore Prestafilippo, Stefano Zito, An-tonio Madonia, Carlo Castronovo, SaroBartolotta e Agostino Badalamenti, tutt imafiosi, responsabili di omicidi, traffici didroga ed altro .

Anno 1990

— Gaetano Fidanzati, in Argentina, pe rassociazione mafiosa e traffici di droga edaltro ;

— Enrico Gallina, in Svizzera, per traf-fico di droga ;

— Francesco Di Bella, in Germania, perassociazione per delinquere;

— Salvatore Grasso, in Francia, pe romicidio ;

— Vincenzo Ciappa, in Francia, pe romicidio e rapine ;

— Pasquale Valitutti, in U .S.A., perbanda armata ed altro;

— Pasquale Barba, in Germania, pe rsequestro di persona ed altro ;

— Giuseppe Lucchese, killler mafiosoresponsabile di decine di esecuzioni ; Ric-cardo e Gianfranco Modeo pregiudicat iper associazioni di tipo mafioso e delitt icontro la persona;

— Domenico Gallico, responsabile d itentato sequestro di persona ;

— Santino Ortu, responsabile di omi-cidio ed altro ;

— Girolamo Mondino, ricercato per as-sociazione mafiosa e traffico di droga ;

— Costanzo Natale, responsabile di du-plice omicidio ed associazione mafiosa ;

— Francesco De Francisci, responsa-bile di strage, estorsione ed altro ;

— nonché per vari altri gravi reati Gae-tano Trainito, Romano Santo, Domenic oMessina, Pietro Trischitter, Umberto Ar-none, Giovanni Adelfio, Francesco Casto-rina, Giuseppe Brevetti, Pietro La Torre ,Andrea Andreotti, Angelo Visciano ,Marzio Sepe, Domenico Verde, Marco Ma -riano, Michele Esposito, Gennaro Adinolfi ,Raffaele Vastrella, Santo Barreca .

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PAGINA BIANCA

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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE, INTERROGAZIONI ,

INTERPELLANZA E MOZIONE PRESENTATE

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PAGINA BIANCA

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RISOLUZIONE IN COMMISSION E

La VIII Commissione ,

premesso che :

con decreto del ministro dei lavoripubblici in data 2 ottobre 1987 venivaautorizzata la costruzione di una brigliasul torrente Cassingheno, affluente delfiume Trebbia, per derivarne le acque adintegrazione degli usi idropotabili del co-mune di Genova ;

tale derivazione aggraverebbe ulte-riormente la situazione del fiume Treb-bia, già privato in parte, del suo affluente« Brugneto » la cui derivazione è statadecisa in forza del decreto ministerial en . 2338 del 12 gennaio 1962 e del disci-plinare del 31 gennaio 1962 ;

in seguito alle motivate protestedella regione Emilia-Romagna, degli ent ilocali e delle popolazioni piacentine, i lministro dei lavori pubblici determinav ala sospensione del procedimento per l acostruzione della citata opera al fine d ieffettuare le opportune verifiche sul pro-getto e sulle conseguenze sull 'ambientedella valle del Trebbia ;

la Commissione tecnica nominataall'uopo, con decreto del Presidente de lConsiglio dei ministri del 24 febbraio1988, pur non attuando una verifica d ' im-patto. ambientale, si pronunciava per u nridimensionamento del progetto, mentr ela relazione stesa dal tecnico rappresen-tante la regione Emilia-Romagna ponevain evidenza le gravi conseguenze ambien-tali che deriverebbero dalla realizzazionedell 'opera ;

in data 20 marzo 1990 una delega-zione composta dall 'assessore all 'ambientedella regione Emilia-Romagna G. Gavioli ,dal sindaco e dal presidente della provin-cia di Piacenza, da rappresentanti dellacomunità montana, dai deputati della cir-coscrizione, da rappresentanti dell 'asso-ciazione Val Trebbia, si è incontrata con

il capo di gabinetto del ministro dei la-voro pubblici per discutere sul provvedi -mento in corso di definizione che avvie-rebbe i lavori di derivazione del Cassin-gheno del fiume Trebbia per risolvere iproblemi idrici di Genova ;

la regione Emilia-Romagna e leistituzioni piacentine hanno ampiamentedocumentato come la sottrazione di ac-qua dal Cassingheno crea danno ecologicoalla Valle del Trebbia, al Po, di cui i lfiume Trebbia è principale affluente ; alleattività economiche e occupazionali dellavallata e alla vita civile delle popolazioni ;

il citato decreto è stato impugnatoinnanzi al TAR della Liguria ed al Tribu-nale delle acque pubbliche della regioneEmilia-Romagna e dall'amministrazioneprovinciale di Piacenza per ottenere l 'an-nullamento;

la regione e le istituzioni local ipiacentine, nella loro opposizione alla de-rivazione, non hanno mai inteso negare l eesigenze idropotabili del comune di Ge -nova, ma hanno evidenziato la concret aesistenza di soluzioni alternative per sod-disfare tali necessità, con misure razional inegli usi, ricorrendo per quelli industriali ,ad acque di inferiori qualità, alla ridu-zione delle perdite, migliorando la condi-zione degli acquedotti e degli sprech ieventuali ;

in più occasioni è stata rilevata l anecessità di procedere ad una valutazionedi impatto ambientale per avere una co-gnizione esatta di tutte le conseguenzeecologiche ed economico-sociali di unaeventuale sottrazione di acque dal corsodel Cassingheno ;

il ministro dei lavori pubblici nonha mai risposto ai tanti quesiti postidalle istituzioni regionali, piacentine edelle associazioni rappresentative dellepopolazioni in più occasioni ;

con l'approvazione della leggen. 183 del 18 maggio 1989, recantenorme per il riassetto organizzativo efunzionale della difesa del suolo, taleopera deve comunque rientrare tra le

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competenze dell'autorità dei bacino pa-dano, avendo la stessa responsabilit àpiena per ogni atto di pianificazione dell eacque ;

in data 24 febbraio 1990 risultagià stato trasmesso al provveditorato all eopere pubbliche per la Liguria il test odefinitivo del disciplinare che regola l aconcessione di derivazione d'acqua inquestione, da sottoporre alla firma delsindaco di Genova senza che le documen-tazioni inviate da regione e istitu-zioni piacentine siano adeguatamente va-lutate ;

con telegramma in data 16 mag-gio 1990 inviato al Presidente del Consi-glio dei ministri e per conoscenza al mi-nistro dei lavori pubblici, il president edella regione Emilia-Romagna chiede co ndecisione di sospendere il decreto del 2ottobre 1987 ;

impegna il Governo

a soprassedere da ogni iniziativa atta adautorizzare la costruzione della ' briglia

sul torrente Cassingheno, affluente de lfiume Trebbia, in attesa :

1) della sentenza del tribunale supe-riore delle acque investito della contro-versia ;

2) della riunione dell'autorità del ba-cino del Po programmata per i primigiorni di giugno ;

3) di uno studio di valutazione di im-patto ambientale richiesto dal consigli oregionale dell'Emilia-Romagna, dagli ent ilocali e dalle forze sociali e politiche inte-ressate .

(7-00351) « Ferrarini, Montanari Fornari ,Cristoni, Bianchini, Trabac-chi, Bassi Montanari, Galli ,Cerutti, Filippini Rosa, Bo-selli » .

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INTERROGAZION E

A RISPOSTA IN COMMISSION E

CASTAGNOLA, CEROFOLINI e MAN-FREDI . — Ai Ministri delle partecipazion istatali e del lavoro e della previdenza so-ciale. — Per sapere – premesso che :

nella ristrutturazione dello stabili-mento Tubighisa di Cogoleto (Genova) ilavoratori denunciano una nuova ridu-zione di personale di un altro cinque percento, dopo che l 'azienda aveva già ri-dotto la sua forza di lavoro negli ultim iquattro anni di circa il 30 per cento ;

questa volta si vogliono allontanar ele persone con ridotte capacità lavorative

(invalidi spesso diventati tali nella fab-brica stessa) e tutto ciò non sembra cos ìnecessario, rispetto ai conti aziendali, sefosse vero quello che i lavoratori affer-mano, circa la crescita degli utili azien-dali – :

1) se non ritenga di segnalare al -l'IRI, perché possa farlo presente all 'a-zienda, che una linea così drastica creaesasperazioni e non si sa quanto grand icosti di conflittualità;

2) se si intenda o meno tener contoche nell'area genovese negli ultimi anni itagli all'occupazione siderurgica (e nonsolo) hanno assunto dimensioni molto ri-levanti e davvero non c 'è proprio bisognoche altre esasperazioni si aggiungano .

(5-02195)

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

COSTA RAFFAELE . — Al Ministro del-l'università e della ricerca scientifica e tec-nologica . — Per sapere – premesso che :

l 'Arci a Palermo ha organizzato unamostra fotografica dedicata ai murales(dipinti realizzati dagli studenti sui muridelle facoltà) eseguiti nel corso delle re-centi occupazioni universitarie ;

la stessa Arci, come riferito dal quo-tidiano L'Ora, ha definito tali dipint i« elementi culturali di estrema significati-vità » e sostenuto che « battersi per pre-servarli dalla calamità non naturale dellanormalizzazione imbiancatrice è unaforma alta e bella di Protezione civile e danche un modo per dire "grazie !" ai loroautori, per aver riaperto una stagione d isogni, di colori, di speranza, di lotta » –:

quali provvedimenti intenda assu-mere per impedire che testimonianz epseudo-artistiche di gesti illegali riman-gano a deturpare gli ambienti dell'Uni-versità di Palermo ed anche di altri ate-nei italiani .

(4-19728 )

MACERATINI . — Ai Ministri dell ' in-terno e di grazia e giustizia. — Per sapere– premesso che :

a Ladispoli (Roma) le recenti ele-zioni amministrative stanno registrandouna delicata coda polemica a seguito de lritrovamento di moduli prestampati chesarebbero serviti per « pilotare » e con-trollare i voti di lista ed i voti di prefe-renza ;

in particolare, secondo quanto si èappreso, sembra che una organizzazione ,facente capo a tal D'Ascanio – democri-stiano – con l 'ausilio di un computeravrebbe stabilito un piano per indirizzar eil voto dei vari nuclei familiari verso de -terminati candidati e per, successiva -mente. controllare che il voto di prefe -

renza effettivamente espresso corrispon-desse in concreto alle « combinazioni »suggerite agli elettori ;

la circostanza – se vera – costitui-rebbe un grave episodio di violazionedella libertà e segretezza del voto, talecioè da mettere in discussione la regola-rità delle elezioni a Ladispoli e, più i ngenerale, da comportare la esigenza diimmediate iniziative per impedire che sif-fatti sistemi di controllo del voto popo-lare possano nei fatti vanificare gli inde-clinabili princìpi della libertà e della se-gretezza del suffragio del cittadino ;

dei fatti surriportati è stata investital'Arma dei Carabinieri e, presumibil-mente, la Procura della Repubblica di Ci-vitavecchia ;

cosa risulti in proposito al Governo ,se non si ritenga urgente ed indifferibil edisporre approfonditi e rigorosi accerta -menti in materia e quali iniziative i Mi-nistri interrogati, ciascuno nell'ambit odelle proprie competenze, intendano assu-mere per fare immediata chiarezza sul -l ' intera vicenda, per impedire che la li-bertà e la segretezza del voto siano messein discussione e perché, in ogni caso, iresponsabili di queste manipolazioni elet-torali siano chiamati a rispondere aisensi delle vigenti disposizioni di legge .

(4-19729)

POLI BORTONE . — Al Ministro dellapubblica istruzione. — Per conoscere i mo-tivi per i quali il Ministro non ha ancoraredatto la circolare applicativa dell alegge n . 427 del dicembre scorso .(4-19730)

POLI BORTONE . — Al Ministro per ibeni culturali ed ambientali . — Per sa-pere :

se sia a conoscenza della circostanzache la chiesa di S . Agostino in Massafra(Taranto) è stata sconsacrata e tenutachiusa, ed in stato di completo abban-dono (accanto è stato addirittura co-struito un campetto di calcio) pur costi-

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tuendo una interessante testimonianzadell 'architettura e dell 'arte bizantina;

se, anche in presenza del disinte-resse delle autorità locali, non ritenga d idover intervenire per tutelare un 'operadall'altissimo valore culturale ;

infine, se non ritenga di dover cen-sire i beni culturali di Massafra, in consi-derazione del fatto che la zona (partico-larmente interessante per le testimo-nianze di civiltà rupestre) è in stato d icompleto degrado ed abbandono . (4-19731 )

ZOPPI. — Ai Ministri di grazia e giusti-zia e dei lavori pubblici . — Per sapere –premesso che

dopo tanti sforzi delle autorità spez-zine si sono da tempo iniziati i lavori perla costruzione del palazzo di giustizia perdare maggiore funzionalità alla macchinagiudiziaria ;

lo Stato, attraverso proprie leggi ,ebbe ad effettuare un primo stanziamentodi lire 12 miliardi circa ;

i lavori in questione sono andat iavanti in mezzo a molte difficoltà fino a darrivare alla copertura dell'edificio ;

da anni tutto è fermo, senza chel'opinione pubblica sia informata delleragioni con grave danno all ' immaginedello Stato, giudicato sempre più ineffi-ciente ;

altresì, oltre un anno fa l'interro-gante ebbe a presentare ai Ministri inquestione altra interrogazione senza aver enessuna risposta – :

qual è la reale situazione della pra-tica, quali difficoltà esistono per la ri-presa rapida dei lavori, quale la sommastanziata inizialmente e quali altresomme sono state richieste dall 'ammini-strazione comunale di La Spezia, ed in-fine quali giustificazioni sono state dateper la richiesta .

(4-19732)

CIMA e FILIPPINI ROSA . — Ai Mini-stri dell'ambiente e della sanità. — Per sa -pere – premesso che :

nelle prime ore del mattino del 1 6maggio è stata individuata una nube, ne-rastra e di notevole consistenza, fuoriu-scita durante la notte dall 'ACNA di Cen-gio (SV) ;

risulta che la nube fosse compostadi anidride solforosa prodotta da unaemissione incontrollata di acido solforicoverificatasi nel reparto Oleum ;

l 'assenza di vento ha notevolmenterallentato il fenomeno della dispersion ein atmosfera, mantenendo a lungo lanube al di sopra dell 'area in cui si eraprodotta – :

se siano a conoscenza dei fatti d icui in premessa ;

le circostanze, le cause e le even-tuali responsabilità dell ' incidente ;

l'ora in cui si è verificato l'incidentee l'ora in cui 1 'ACNA ha avvisato le auto-rità competenti ;

le eventuali conseguenze immediatee gli eventuali rischi sul piano sanitario .

(4-19733)

TORCHIO e ZANIBONI . — Al Ministrodelle finanze . — Per conoscere – premess oche :

la stampa della provincia di Cre-mona ha evidenziato il grave stato d idisagio di cui si sono resi interpreti iresponsabili del collegio provinciale deiragionieri commercialisti per la mancatadisponibilità in data 15 maggio 1990 de imoduli 740 per la denuncia dei redditi enon per responsabilità delle locali auto-rità governative e dell 'amministrazionedelle finanze ;

non sono state diffuse tempestiva -mente norme inoppugnabili e comprensi-bili relative ai redditi di impresa mentrecrescono l'incertezza, di conseguenza l apossibilità di errore e nuovi limiti all asollecita compilazione delle denuncie na-

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sceranno dalla tardiva approvazione de inuovi modelli di versamento – :

se non ritenga di por fine all'indeco-roso fenomeno di uno Stato che ogn ianno dimostra la sua vulnerabilità i ntema di tempestività, sollecitudine ed effi-cienza costringendo milioni di contri-buenti ad affidarsi alla speranza nellabuona sorte e vaste categorie di professio-nisti a legittimare proteste che, pur fon -date e motivate, vanno a ingrossare il giàcospicuo fiume delle « leghe », dei movi-menti di protesta e dell'astensionismo .

(4-19734 )

RONCHI, TAMINO, RUSSO FRANC Oe RUTELLI. — Ai Ministri dell'ambiente edella sanità. — Per sapere – premess oche :

da notizie stampa si apprende chenella mattina di mercoledì 16 maggi o1990 si è sprigionata una nube tossicadallo stabilimento dell 'Acna di Cengio,riaperto da poco più di un mese ;

l ' incidente che ha provocato la nubetossica si sarebbe verificato in uno de ireparti non ancora riattivati e sarebbestato bloccato solo grazie all'intervent odei tecnici della USL, dei carabinieri edel servizio di sicurezza interno all'a-zienda ;

risulta inoltre che le Unità sanitarielocali hanno ribadito la necessità di vie-tare l'uso irriguo delle acque in tutta l azona fluviale del Bormida –:

se tali fatti riportati corrispondanoal vero ;

quali provvedimenti urgenti inten-dano approntare ed attuare per garantir ela salute dei lavoratori e della popola-zione e il disinquinamento reale di tuttal'area della Valle Bormida, ricordandoche l 'apertura era stata effettuata sol ograzie alle garanzie fornite dall'azienda d imassima sicurezza dell ' impianto . (4-19735)

MANGIAPANE, MANNINO ANTO-NINO, TESTA ENRICO, SALVOLDI ,STRADA, CAPANNA, TIEZZI, CIPRIANI eBARBALACE . — Al Ministro per i ben iculturali ed ambientali . — Per conoscere –premesso che :

l ' isola di Alicudi, una tra le più pic-cole e suggestive dell'arcipelago eolianoper i valori naturali e paesaggistici oltre-ché per la conservazione dell 'architetturatipica e storica degli sparsi insediament iabitativi, dei tratturi e dei sentieri lastri-cati in pietra sta per essere ora deturpat ada interventi sconsiderati dell 'ENEL edella SIP ;

tali interventi consistenti in palifica-zioni metalliche realizzate con tecnichecementificatorie e rompendo e sventrandoantichi sentieri in pietre e muri a seccocostituiscono uno « sfregio » inaccettabil eper la bellezza paesaggistica dell ' isola –:

quali iniziative urgenti intenda atti -vare per indurre il comune di Lipari arivedere i progetti degli impianti di ret eelettrica e telefonica imponendo all'ENELe alla SIP la rimozione dell 'attuale palifi-cazione, il ripristino dello statu quo antedei sentieri in pietra, e la collocazion edelle reti sottotraccia o comunque inmodo tale da non deturpare la suggesti-vità naturale del paesaggio utilizzandoidonee tecniche già sperimentate positiva -mente nell'isola di Panarea .

(4-19736 )

SANGIORGIO, SOAVE, GELLI e MA-SINI . — Al Ministro dell 'università e dellaricerca scientifica e tecnologica . — Per sa-pere – premesso che :

la grave situazione di disagio delleuniversità, come più volte denunciato da-gli studenti e dal mondo accademico, af-fonda le radici nell 'arretratezza dellestrutture, nell'insufficienza degli spazi ,nella non equilibrata distribuzione dellerisorse ;

al Parlamento non sono stati fornit iné dati analitici sulla distribuzione dell erisorse e sul loro utilizzo né indicazion icirca il lavoro della Commissione centrale

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per l'edilizia universitaria previst adall'articolo 33 della legge n . 641 del1967 ;

la Camera si appresta ad esaminarela legge per le procedure di attuazion edel piano triennale di sviluppo dell'Uni-versità

quali sono state le somme stanziate– attraverso leggi ordinarie e speciali –per l'edilizia universitaria dal 1982 adoggi per ciascun ateneo;

quali le somme effettivamente spese ;

quali i residui determinatisi .(4-19737 )

TORCHIO . — Al Ministro delle finanze.— Per conoscere – premesso che :

la differenza di aliquóta IVA in vi -gore (10 per cento percepita dagli alleva -tori per la vendita del bestiame bovino e19 per cento nel passaggio da commer-ciante acquirente a macellatore) deter-mina una situazione di disagio e di diffi-coltà operative a carico del settore com-merciale ;

tale lamentata differenza rende pi ùconveniente ai macellatori l 'approvvigio-namento diretto presso l'allevamento, di -storcendo in tal modo la funzione delmercato e creando i presupposti per i lsorgere di diverse forme di abusivism otali da rendere difficoltoso l'esercizio del -l 'attività commerciale ;

gli allevatori che destinano i capiall'ingrasso acquistati dal mercato sosten-gono un onere di imposta pari al 19 percento contro il quale è prevedibile unrecupero solo del 10 per cento – il chepotrebbe intendersi come una vera e pro-pria tassa sul bestiame ;

una differenza così ampia tra le ali -quote sopra indicate non è riscontrabil ein nessuno dei Paesi comunitari, in talun idei quali anzi risulta di segno diverso,con aliquote di compensazione per l 'agri-coltura più elevate di quelle che vanno acolpire il passaggio successivo ;

l 'allineamento della normativa na-zionale a quella comunitaria è stato ulte-riormente procrastinato ;

l 'utilità di un corretto funziona-mento dei mercati, gioverebbe a tutti isoggetti della catena distributiva ;

considerata la necessità di una disci-plina uniforme in sede comunitaria, a lcui raggiungimento tendono le innova-zioni legislative da introdursi con i lnuovo testo unico sull ' imposta sul valor eaggiunto di recente diffuso in « bozza » ;

considerato che tale normativa tard aad essere applicata per il lungo iter cui èsoggetta –:

se il Governo non intenda operareuno stralcio dal contesto generale, dand oimmediata applicazione ed efficacia allemodifiche previste dal citato nuovo test ounico in materia di innovazioni legisla-tive per gli aspetti che interessano la so-luzione del problema esposto in pre-messa .

(4-19738)

CAPANNA, CIMA e FILIPPINI ROSA .— Al Presidente del Consiglio dei ministri .— Per conoscere – premesso che :

nell 'aprile scorso durante un verticedi gabinetto sulla questione dell 'inquina-mento idrico nell'area della città di Na -poli, il Governo annunciò lo stanziamentodi circa 80 miliardi per il completamentodel pezzo di acquedotto detto « Campani aOccidentale » in attesa di essere ultimat oda ben 20 anni ;

dagli studi eseguiti dai tecnici ri-sulta che il completamento di questoramo dell 'acquedotto avrebbe risolto que-sta grossa emergenza potendo esso im-mettere ben 11 mila litri al secondo equindi permettere di bloccare e bonificar equello del Lufrano ;

ancora si deduce dai dati dei tecniciche quanto stia oggi avvenendo, altro nonsia che il solito scandalo annunciato – :

quali siano i tempi reali e le possi-bilità di intervento più celeri per attuare

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quanto dai Ministri stabilito in quanto gl iinterroganti ravvedono che un ritardo ul-teriore sarebbe un'ulteriore grave negli-genza inspiegabile e che individuerebb ealtre gravi responsabilità in chi governalo Stato ;

se gli interventi di cui si stanno gi àriscontrando i ritardi non siano dovuti a isoliti motivi circa l ' indizione delle gare d iappalto e le diverse competenze degli ent ilocali, dimenticando perciò la salute d iben oltre 3 milioni di cittadini italiani .

(4-19739)

CIMA. — Al Ministro del lavoro e dellaprevidenza sociale . — Per sapere – pre-messo che :

l 'INPS ha inviato a persone dece-dute nel 1987 modelli 201 da cui risult ache nell 'anno 1989 sono state loro corri-sposte somme a titolo di pensione che, inrealtà, non sono state erogate né perce-pite dagli eredi ;

in questi giorni è venuta alla luceuna truffa ai danni dell 'INPS medianteerogazione di pensioni non dovute – :

se si tratti di un clamoroso erroredell 'INPS che, oltre ad attribuire agl ieredi un reddito non percepito, determin aun gonfiamento del passivo con la conta-bilizzazione di somme non erogate, ov-vero se l 'episodio di cui in premessa siaun ulteriore caso di truffa ai danni del -l ' INPS e, nel caso, quali provvediment iintenda disporre per individuarne respon-sabilità e dimensioni, per recuperare l esomme e per impedire il verificarsi d ialtri casi di « resurrezione » a fini pensio-nistici .

(4-19740)

SAVINO . — Ai Ministri degli affariesteri e della pubblica istruzione . — Persapere – premesso che :

lo stato di emergenza decretato adAsmara dall 'ambasciatore italiano i nEtiopia ha comportato in data 19 marzo1990 la sospensione dell'attività didattic anelle scuole statali italiane ivi operanti ;

questa sospensione, reiterata i lgiorno 11 maggio, rischia di tramutars iin una chiusura anticipata dell 'anno sco-lastico ;

questa situazione penalizza forte -mente gli insegnanti supplenti in loco (re-tribuiti ad ore ai sensi della legge n. 604del 1982), i quali verrebbero a perderecirca tre mesi di stipendio e di servizio – :

se non ritengano opportuno che, fr agli interventi da decretare in seguito all aproclamazione dello stato di emergenza ,trovino spazio anche provvedimenti volt ia salvaguardare gli insegnanti che, i nquesta difficile contingenza, hanno con -sentito lo svolgimento delle lezioni, ed i nparticolare :

1) il riconoscimento del servizio ,fino alla data stabilita per il terminedelle lezioni, per i supplenti in serviziosu posti per i quali non è previsto l'inviodi insegnanti di ruolo prima della finedel corrente anno scolastico ;

2) la retribuzione, fino al terminedelle lezioni, stabilito per tutte le scuol eitaliane in territorio metropolitano o al -l'estero, per tutti i supplenti indicati a lpunto 1) .

(4-19741 )

CHELLA . — Ai Ministri dell 'ambiente edella marina mercantile. — Per conoscere– premesso che :

una numerosissima colonia di edo-droni (anatre tuffatrici) si è da oltre unanno insediata presso l ' impianto di stabu-lazione di mitili di La Spezia, uno de ipiù grandi nel suo genere in Italia, d iproprietà di una cooperativa di mitilicul-tori e che occupa 137 addetti ;

tali volatili hanno da tempo iniziatoun intenso prelievo di molluschi provo-cando un danno economico alla coopera-tiva valutato già attorno ai 10 miliardi dilire ;

l'edodrone appartiene alle speci eprotette dalla convenzione di Ginevra edeve essere rispettato dai mitilicultori

quali provvedimenti intendono assu-mere per difendere i legittimi interessi

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dei mitilicultori di La Spezia pur nellagaranzia che i suddetti volatili siano pro -tetti ;

se non ritengono di dover comunqu erisarcire periodicamente la cooperativaper i danni subiti .

(4-19742 )

PAllAGLIA . — Al Presidente del Consi-glio dei ministri ed al Ministro della difesa .— Per conoscere :

se risponde a verità la notizia se-condo la quale è stata programmata laprogressiva chiusura dell'Arsenale dellamarina militare di La Maddalena ; oppureche tale struttura verrà presto dimezzatanelle sue unità lavorative attualmenteconsistenti in circa 500 lavoratori ;

i motivi per i quali, quest 'anno, perla prima volta, non è stato svolto il corsoallievi operai e se tale fatto possa essereposto in relazione con l'intenzione sopraesposta di non sostituire le vecchie mae-stranze che andranno in quiescenza ;

quale sia il parere del Governo sulridimensionamento e sulla chiusura del -l'Arsenale della marina militare di LaMaddalena, eventualità appresa con stu-pore e preoccupazione dalle autorità e d atutta la collettività maddalenina di cuil 'Arsenale della marina militare da sem-pre costituisce se non l'unica, una dell eprincipali risorse, soprattutto per i gio-vani ;

quali iniziative, necessarie ed ur-genti, intendano adottare al fine di tute-lare gli interessi della popolazione di LaMaddalena e garantire la continuità ope-rativa dell 'Arsenale;

infine, se non ritengano opportuno i lriammmodernamento in chiave civil edella struttura, che è per tradizione eposizione strategica fra le più important idel Mediterraneo e potrebbe ripropors icon grossi vantaggi per Stato e privati ,con conseguente aumento dei posti di la-voro, pur mantenendo le possibilità perun eventuale impiego militare . (4-19743)

CAPANNA, CIMA e FILIPPINI ROSA .— Ai Ministri della sanità, del bilancio eprogrammazione economica e dell'ambiente .— Per conoscere – premesso che :

in questi ultimi mesi è ripetuta -mente venuta alla cronaca del « caso Na -poli » anche la questione della potabilit àdell 'acqua, che in questa città esce dairubinetti con la colorazione di marron-cino scuro ;

gli enti locali e i vari ministeri com-petenti continuano a « palleggiarsi » com-petenze e provvedimenti da adottare enel frattempo ai napoletani si è consi-gliato di acquistare e bere solo acqu aminerale ;

i cittadini napoletani continuano apagare le bollette dell 'AMAN nonostantel 'evidente discrepanza tra qualità del ser-vizio erogato (zero) e prezzo da pagare –comprese le tasse agli enti locali – ditasca propria anche per l 'acqua minerale ;

in data odierna sugli stessi organi distampa nazionali e locali, in pagine di-verse, si discute dell ' inquinamento delleacque a Napoli, della loro non potabilitàaccertata e degli aumenti previsti dal Mi-nistro del bilancio e della programma-zione economica per rincari di tariffe etasse: rincari consistenti per l 'acqua pota-bile erogata dalle aziende municipalizzat ee molto consistenti per quella mineral evisto che sarebbe un « bene di consu-mo »

se non sia ormai tempo di prendereseri provvedimenti in merito a questaquestione delicata e spinosa accertandouna volta per tutte le responsabilità eprovvedendo alle opportune risoluzion inon più prorogabili, giacché a Napoli eprovincia vivono oltre tre milioni di per-sone, certamente contribuenti ed elettoridi questo stesso Stato al quale non sem-bra interessare la salute degli stessi e da iquali si continua ad esigere tasse nono -stante quanto sopra descritto;

quali provvedimenti urgenti sonoinoltre previsti per garantire la salute de i« più esposti » : gli studenti per le ore di

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permanenza nelle scuole, i degenti press ogli ospedali, gli utenti degli esercizi pub-blici le cui attrezzature per la mescita d ibibite e caffè sono direttamente collegat eai rubinetti, tutti fattori che oltre ad inci-dere sulla salute incidono anche sull 'eco-nomia della città .

(4-19744)

CORSI . — Al Ministro della sanità . —Per sapere – premesso che :

il riordino della Croce Rossa italian aera previsto dall'articolo 70 della leggen. 833 del 1978, e successivamente daldecreto del Presidente della Repubblic an. 613 del 1980, che richiedeva all astessa CRI di proporre un nuovo statut ofissandone alcuni criteri direttivi ;

la proposta di statuto venne tra-smessa al Ministero della sanità alla finedel 1982 e da tale anno si attende che s icompleti l ' iter amministrativo – :

se non ritenga di prendere le oppor-tune iniziative per superare le eventual idifficoltà che impediscono di rendere effi-cace il proposto Statuto, che appare sem-pre più come lo strumento indispensabil eper sviluppare pienamente le finalitàumanitarie e solidaristiche del volonta-riato di un 'associazione di soccorso d ialte e luminose tradizioni .

(4-19745 )

CORSI . — Al Ministro delle finanze. —Per sapere – premesso che :

in relazione alla questione del trat-tamento tributario ai fini delle impost esul reddito da applicare alla somma, par ia 36 mensilità del trattamento massim odi integrazione salariale che, ai sensi de lcomma 10 dell'articolo 2 del decreto-legge 10 aprile 1989, n . 120, convertito ,con modificazioni, dalla legge 15 maggi o1989, n . 181, è erogata a favore dei lavo-ratori del settore siderurgico che inten-dano intraprendere una attività di lavoroautonomo o associato, il Ministero dellefinanze ha giustamente chiarito trattars idi somma da assoggettare a tassazioneseparata ;

a tale conclusione si è giunti nell aconsiderazione che la somma predetta v aintesa come una indennità spettante a ti-tolo di risarcimento dei danni consistent inella perdita del trattamento di cassa in-tegrazione relativo a più anni di cui al -l 'articolo 16, comma 1, lettera i), del Te -sto Unico dell ' imposta sui redditi equindi da assoggettare a tassazione sepa-rata con l 'aliquota corrispondente allametà del reddito complessivo netto de lbeneficiario nel biennio anteriore all 'annoin cui è sorto il diritto alla percezionedella somma in oggetto – :

se non ritenga di chiarire che tal etrattamento debba riguardare anche iredditi analoghi in altri settori soggetti aristrutturazione diversi dal siderurgico, i ncui siano state erogate indennità straordi-narie (anche se non previste per legge) a lfine di favorire la scelta dei lavoratori d ichiedere il prepensionamento .

(4-19746)

CORSI . — Al Ministro dell 'agricoltura edelle foreste. — Per sapere se sia a cono-scenza del grave disagio degli operatoriagricoli per la difficoltà ad adempiere en-tro il 31 maggio agli obblighi autodichia-rativi previsti dall 'articolo 9 del decreto383 in relazione all 'autodeterminazionedei redditi dei terreni a seguito di varia-zioni di colture non allibrate in catasto ese non ritenga di disporre una prorogadei termini previsti nel decreto stesso a lfine di consentire agli obbligati ed agliuffici che li assistono di poter assolvereai loro doveri avendo a disposizionetempi utili più congrui e ragionevoli .

(4-19747 )

CORSI . — Al Ministro delle finanze . —Per conoscere – premesso che :

sono noti gli errori e le recentissim emodifiche legislative che • hanno provocatoslittamenti nella predisposizione dei mo-delli per la denuncia dei redditi dell epersone fisiche e dei modelli 750 per lesocietà di persone ;

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i cittadini sono di conseguenza innotevole difficoltà nel reperire i modell inecessari e provvedere in tempo alla lorocorretta compilazione, per gli ingorghiche si stanno creando in tutti gli uffic iche assistono i contribuenti determi-nando, in ogni caso, ragionevoli dubb isulla possibilità di una compilazione at-tenta ad evitare ogni possibile errore ;

logica ed equità imporrebbero al -meno una proroga di 15 giorni sulla sca-denza del 31 maggio fissato come terminedi presentazione delle dichiarazioni de iredditi ;

pur non negando le difficoltà per icontribuenti, si obietta che la proroga de -terminerebbe difficoltà insormontabili al -l 'erario per il mancato realizzo delle en-trate nei termini previsti – :

se non ritenga di disporre la pro-roga al 30 giugno 1990 limitatamente aicontribuenti che provvederanno entro i l31 maggio ad effettuare un versamento diimposta pari a quanto già versato in oc-casione della denuncia dei redditi delloscorso anno, provvedendo all 'eventualeconguaglio in occasione della presenta-zione effettiva dei modelli entro la nuov ascadenza . Ciò consentirebbe a milioni dicontribuenti di avere a disposizione u ntempo largamente congruo per la compi-lazione delle loro dichiarazioni, elimine-rebbe buona parte dell 'attuale ingorgoconsentendo anche una più oculata ed at-tenta compilazione per i cittadini che ri-terrebbero di presentare la denuncia de iloro redditi entro il 31 maggio, non sideterminerebbero, infine, le temute ca-dute di entrata per l 'erario che viceversaconseguirebbero ad una semplice ed, i nogni caso, largamente motivata prorogadei termini .

(4-19748)

POLI BORTONE e RALLO . — Al Mini-stro della pubblica istruzione . — Per sa-pere se non ritenga di dover promuoverenelle scuole di ogni ordine e grado, al-l'avvio del nuovo anno scolastico, una se -rie di seminari, convegni, incontri per l ostudio del Risorgimento italiano . Tanto al

fine di creare nella popolazione studente-sca la consapevolezza dell'appartenenz aalla sua Italia, alla cui unificazione con-tribuirono eroicamente le migliori forzeculturali e popolari .

(4-19749)

SCALIA e MATTIOLI . — Ai Ministr idell'ambiente e della sanità . — Per sapere– premesso che nella frazione Foria delcomune di Centola (SA) è in attività unadiscarica comunale per lo scarico di ri-fiuti solidi urbani . La discarica da oltr e15 anni provoca le proteste delle popola-zioni locali e sorge in una zona sottopo-sta a vincolo idrogeologico ai sensi de lregio decreto-legge 30 dicembre 1923 ,n . 3267 del 25 giugno 1954 . Oggi si èappreso che l'amministrazione di Centol aha approvato un progetto per un adegua-mento della discarica in base alla legg en . 441 del 1987 – :

per quale motivo non si è tenutoconto del vincolo idrogeologico ;

se non si ritiene opportuno sanare lazona e spostare la discarica in altroluogo ;

quale è l 'esito dell 'esposto denunciapresentato dal comitato cittadino allaProcura della Repubblica il 7 marzo1990 .

(4-19750)

SCALIA e MATTIOLI . — Ai Ministridell'ambiente e dei lavori pubblici. — Persapere – premesso che :

è in fase di realizzazione un pro -getto per la sistemazione del fiume Chia-scio nel tratto a valle del Ponte d iBranca. Il progetto è stato approvat odalla regione Umbria con deliberan. 1304 del 20 febbraio 1990 ai sensi del -l 'articolo 7 della legge n . 1497 del 1939 . Ilavori prevedono la completa risagoma-tura dell 'alveo del fiume, intervento ch ecauserebbe gravi danni ambientali : alte-razione della struttura della biocenosi ac-quatica, distruzione delle fasce di vegeta-zione ripariale . Inoltre, nel progetto, no nsi fa alcuna menzione della delibera

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n. 1304 del 20 febbraio 1990 con la qual ela regione autorizza l ' intervento ma pre-scrive la conservazione delle piante a dalto fusto lungo le sponde – :

perché non si revochi l 'autorizza-zione alla realizzazione del progetto ;

se si sia provveduto ad una valuta-zione di impatto ambientale ;

quali provvedimenti si intendanoprendere per arrestare immediatamente ilprogetto .

(4-19751 )

FILIPPINI ROSA, CIMA e PROCACCI .— Al Ministro dell'interno. — Per sapere –premesso che :

in merito alle recenti elezioni delconsiglio regionale della Campania, i ri-sultati elettorali ufficialmente comunicat idalla Prefettura competente attribuisconoalla Lista Verde l 'elezione di due consi-glieri, uno dei due dovuto al recupero de iresti sul collegio unico regionale ;

inspiegabilmente, di contro, si hanotizia che in base a nuovi calcoli post iin essere dall 'ufficio elettorale centraledella Corte d 'appello di Napoli la demo-crazia cristiana nel collegio di Napolipasserebbe da 608 .762 voti di lista a609 .485 ed altri voti le sarebbero attri-buiti in altri collegi, determinando cos ìl 'acquisizione di un nuovo seggio a talepartito . Seggio che, in danno del secondoseggio della Lista Verde, andrebbe attri-buito al candidato Rocco Fusco esponent edella Coldiretti ;

una discordanza di tale proporzion etra i dati della Prefettura e quelli dell aCorte di appello non è stata mai riscon-trata nelle precedenti consultazioni eletto-rali, considerando altresì che solo 75 sonostati i voti contestati in sede di scrutinio ;

tali fatti destano gravissima preoc-cupazione sull 'intera trasparenza e regola-rità del procedimento elettorale, in un'a-rea che già precedentemente è stata triste

palcoscenico di brogli in danno del voto edella sovranità popolare – :

1) come si giustifichi una tale diver-sità tra i dati ufficiali della prefettura d iNapoli e quanto sembrerebbe emergeredai riscontri della Corte d 'appello di Na -poli ;

2) stanti le plateali dimostrazioni d igiubilo per l 'avvenuta elezione a cui si èdedicato il candidato Fusco, come siapossibile e attraverso quali canali che i lsuddetto abbia avuto notizie così precisecirca un procedimento di verifica che no nè ancora concluso ;

3) se il Governo non reputi oppor-tuno, visti i precedenti a tutti noti e que-sti nuovi allarmanti segnali, adottare ognidovuta iniziativa affinché il risultato elet-torale campano sia scevro da ogni so-spetto di interventi atti a manometterel 'espressione del corpo elettorale . (4-19752)

RUSSO SPENA. — Al Ministro per gliinterventi straordinari nel Mezzogiorno . —Per sapere :

quali criteri discriminanti siano all abase di due distinti provvedimenti cheriguardano il personale della ItaltradeSpA in liquidazione (Ente di promozion edell 'intervento straordinario del Mezzo-giorno) .

Il 6 dicembre 1989, infatti, a distanz adi circa un anno e mezzo dalla messa i nliquidazione dell'Ente, venivano licenziat i12 dirigenti, giustificando tale provvedi -mento con lo stato di liquidazione dellasocietà . Da notare che il provvedimentoespulsivo fu adottato in piena fase di ne-goziazione sindacale condotta, in manierasoddisfacente, dalle organizzazioni dei la-voratori tutti (compresa quella dei diri-genti) e dal sottosegretario Fiorino, dele-gato del Ministro . Tant'è, che il •29 gen-naio 1990 veniva sottoscritto un proto-collo d 'intesa firmato dal ministro e dall eorganizzazioni sindacali con il quale ve-niva recepito il disposto del IV comm adell 'articolo 10 del decretó del Presidentedella Repubblica 28 febbraio 1987, n . 58 .

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Ravvisando, nel comportamento del li-quidatore, di conseguenza, un atteggia -mento antisindacale, il sindacato dirigent iadiva la magistratura del lavoro in bas eall 'articolo 28 della legge n . 300 del 1970 .

Di contro, in data 26 aprile 1990 i lliquidatore inviava lettere raccomandat ea 52 impiegati, collocandoli a disposi-zione con esonero dalla presenza i nazienda, e con la corresponsione di tutt igli assegni, invocando anche in questocaso lo stato di liquidazione . Non va tra=scurato che, in questa lunga fase tra -scorsa dalla messa in liquidazione, circa60 dipendenti, tra cui un dirigente, sonostati allocati in altri organismi dell 'inter-vento straordinario . Né va sottaciuta ,come si evince dal testo della lettera in-viata dal liquidatore, avvocato StefanoD'Ercole, agli impiegati ,

« Da un controllo effettuato dall'ufficiodel personale, risulta che Ella, alla dat aodierna, ha un residuo di complessivi 2 2giorni tra ferie e/o ex festività non goduterelative al 1989, cui si aggiungono 1 1giorni del corrente anno .

Sulla base della normativa vigente edin relazione allo stato di liquidazionedella società, non esistendo nel Suo cas oalcuna esigenza di servizio, Le comuni -chiamo che Ella è tenuta ad esaurire i lsopraindicato periodo feriale . Pertanto adecorrere da lunedi 30 aprile c .m. fino al14 giugno 1990 La consideriamo in ferie .

Dal giorno successivo a detta data ,non disponendo allo stato la Società diidonei locali nei quali accogliere il perso-nale non addetto alla liquidazione, Ella èesonerato dalla presenza in azienda fino anostra nuova disposizione, anche in rela-zione a Sue eventuali nuove collocazioni .

Resta fermo che nello stesso periodoLe verrà corrisposta la retribuzione spet-tante a norma di legge e di contratto .Dovendo la Società rilasciare l'edificio d ivia Po n. 19, Ella dovrà provvedere, en-tro il 10 maggio 1990 a ritirare tutti isuoi eventuali effetti personali ivi deposi-tati » .

La pessima gestione della fase di li-quidazione non è stata neanche in grado

di programmare una oculata fruizionedelle ferie, indispensabile, invece, in taledelicato periodo .

E facile presunzione comprendere conquale efficacia ed idoneità vengano svolt edal liquidatore funzioni di ben altro ri -lievo economico e sociale che attengon oalla liquidazione stessa ! Tanto più ci al -larma l'uso di pubbliche risorse che s ievidenzia, pare, in lauti compensi erogatiad una folta schiera di collaboratori econsulenti generali, senza considerare checirca 50 impiegati e 7 dirigenti restano inservizio destinati alla fase di liquidazione .

(4-19753)

CIPRIANI e RUSSO SPENA . — Al Pre-sidente del Consiglio dei ministri . — Persapere :

se il signor Aldo Savignago, inqui-sito dalla magistratura per il caso de ipezzi del ,supercannone destinato all'Iraq ,ha lavorato o collaborava o prestavaopera di consulente presso i servizi se -greti italiani ;

se corrispondono a verità le notizi esecondo le quali non solo la culatta de lsupercannone ma anche la stessa boccadi fuoco doveva essere commissionataalla « Fucine di Terni » e che l 'affaresvanì all'ultimo momento ;

se i servizi italiani erano a cono-scenza della visita in Italia di un ufficialeiracheno avvenuta nel settembre del 1989 ,il quale accompagnato da un dipendenteternano della « Fucine di Terni » Si recòprima a Vicenza e poi a Milano per defi-nire alcuni particolari della commessastessa;

quali e quante sono le commesse sti-pulate nel settore bellico dalla ditta belgaATI, del quale Aldo Savignano risulta es-sere il rappresentante legale per l'Italia ,con aziende di proprietà delle partecipa-zioni statali ;

se il Governo non ritenga ormai in-dilazionabile, alla luce di una reiterata e devidente vocazione riarmista e bellicistadel regime di Saddam Hussein oltre che

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dalla necessità di operare una pressioneinternazionale tesa a riscattare le soffe-renze inferte a quel popolo da anni d isanguinosa guerra, annullare in via defi-nitiva il contratto con l'Iraq in merit oalla consegna a quel Paese di 11 modernenavi da guerra .

(4-19754 )

SINATRA. — Al Ministro delle finanze .— Per sapere – premesso che :

con interrogazione parlamentare de l7 novembre 1989 è stato posto all'atten-zione del Ministro delle finanze il pro-blema delle gravi disparità, che conti-nuano a perpetrarsi, scientemente, adanno dei funzionari della ex carriera di-rettiva ;

purtroppo la situazione oggi è an-cora più grave di quella che è stata pun-tualmente richiamata, ove si pensi cheoggi la disparità non si realizza solo ne iconfronti dei dipendenti alla èx carrieradi concetto speciale, ma anche nei con -fronti dei dipendenti che, in virtù dell alegge n . 193 del 1989, sono stati inqua-drati in blocco, automaticamente ed i nsoprannumero, nei profili della IX quali -fica funzionale, intasando in tal modo de-finitivamente i posti in organico nei ruol idirettivi di questa amministrazione ;

pertanto, i funzionari della ex car-riera direttiva del Ministero delle finanzesi vedono superati, giuridicamente ed eco-nomicamente, sia dai colleghi della e xcarriera speciale di concetto sia, addirit-tura, da quelli della carriera di concettoordinaria (ex cassieri delle tasse e delleimposte), questi ultimi transitati nel I Xlivello funzionale senza titolo di studio ,senza concorso e senza svolgimento d imansioni proprie di qualifica ;

ai funzionari in possesso di laurea ,assunti in esito a procedure concorsuali ,specifiche per l 'accesso alla carriera diret-tiva e che svolgono da anni mansioni di-rettive, non resta altro per vedere ricono-sciute in qualche modo, le loro legittim easpettative, attendere che l'amministra-zione bandisca nuovi concorsi per l'ac-

cesso alla IX qualifica funzionale (chissàquando ! )

quali iniziative intenda con imme-diatezza adottare, proprio in virtù di que iprincìpi di giustizia ed equità invocati ,affinché una ulteriore e più grave spere-quazione non si realizzi .

(4-19755 )

POLI BORTONE . — Ai Ministri del la-voro e della previdenza sociale e dell'agri-coltura e delle foreste . — Per sapere se nonritenga di dover procedere alla revisionetotale degli elenchi anagrafici dei lavora-tori dell'agricoltura al fine di depennaredagli stessi quanti non abbiano i requisit inecessari .

(4-19756 )

MANNA e PARLATO. — Ai Ministr idell'interno, di grazia e giustizia, dell'am-biente, dell'agricoltura e foreste e dell'indu-stria, commercio e artigianato. — Per sa-pere :

se e quando abbiano avviato o solle-citato l'avvio delle opportune inchiestenon soltanto tecniche ma anche e soprat-tutto giudiziarie di fronte all'incontesta-bile e sconvolgente fatto che da oltre u nanno fuoriesce acqua inquinata, presumi-bilmente tossica e a temperatura che su -pera perfino i sessanta gradi centigradi ,da tutti i pozzi artesiani che vengonoutilizzati da quei pochi contadini dell ecampagne di Acerra (NA) che la Montefi-bre non ha ancora ucciso per cancro co ni suoi miasmi assassini o non ha ancoratrasformato in robot da usare per l'in-grasso dei tanto misteriosi quanto losch i

affari del suo riverito padrone : quel si-gnor Gardini sui cui traffici di « granoChernobyl » gli interroganti sono semprein attesa degli invocati lumi governativi . . .

Né i paterni della comunità rural eacerrana sono da considerarsi circoscrittial verificarsi del surriscaldamento delleacque dei pozzi . L'irrigazione delle col-ture, infatti, a mezzo di dette acque in-quinate e pressocché bollenti, ha prodott o

e continua a produrre fenomeni di muta-

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zioni genetiche: strane erbe germinanodal terreno fumante, le frutta e gli or-taggi assumono forme anomale, le loroqualità organolettiche appaiono, anche a lpalato, sensibilmente alterate, per cui idanni che i contadini hanno subìto e con-tinuano a subire, nell'indifferenza dell ecosiddette autorità, sono notevoli, nonmeno di quelli che l 'intero comprensorio ,in termini ecologico-ambientali, patisce ,con il rischio che il degrado, avviato dal -l'insediamento del mostro gardiniano, di -venti irreversibile .

Congetturandosi che il fenomeno delleacque ad elevata temperatura potesse es-sere collegato allo sversamento, nellefalde acquifere, delle acque calde pro-dotte dalle industrie della zona, o avan-zandosi l ' ipotesi che potesse imputarsi a dun pur sempre ufficializzato accresci-mento dell 'attività vulcanica del Vesuvio ,si è creata a poco a poco nella comunit àacerrana una comprensibile psicosi del-l'acqua potabile, non meno drammaticadi quella che tiene in balia di sé, a ra-gione, la limitrofa comunità napoletana .Ma proprio mentre l'allarme sociale, nonsoltanto nelle campagne, cresce, l 'Osser-vatorio vesuviano, chiamàto direttamente

in causa (si veda Il Mattino del 6 maggio ,pagina 33, edizione Circondari Nord) h aescluso che il surriscaldamento delle ac-que dei pozzi acerrani sia da attribuireall 'attività del vulcano. Ed ha affermat oche « le anomalie termiche possono esserecorrelate a processi di inquinamento ter-mico delle falde superficiali dovuti ad im-missione di acqua ad alta temperatura i nfalda, attraverso pozzi rovesci o canaliz-zazioni in terreni permeabili » . Sicché ,avendo preso atto di tale affermazione edel crescente allarme sociale, la sezion eacerrana del MSI, attraverso il suo segre-tario, Luigi Serafino, e il capogruppo con-siliare, avvocato Giovanni Bianco, hainoltrato alla Procura della Repubblica d iNapoli un esposto-denuncia con il quale ,« ignorandosi quale azienda, nella lavora-zione dei prodotti, lasci sul terreno unatale massiccia quantità 'di acqua bollenteda raggiungere le falde freatiche e immet-tersi nei pozzi », Si invoca l'intervento ur-gente della magistratura a che si accer-tino le responsabilità penali delle diri-genze di quelle aziende che hanno postoin essere « un atto tanto scellerato quantoinconsulto » .

(4-19757)

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA ORAL E

d 'AMATO LUIGI . — Ai Ministri delladifesa e del tesoro . — Per sapere se equando siano stati informati del coinvol-gimento di un'azienda del gruppo Iri e diun Istituto di credito di diritto pubblic onell'« affare del supercannone » destinat oall ' Iraq ;

e per conoscere se e quali notizi eriservate siano state loro fornite dall eautorità Usa, militari e monetarie, nonch édai servizi di sicurezza circa l 'utilizza-zione, da parte del Governo dell 'Iraq, deicolossali finanziamenti della Bnl diAtlanta per acquisto di armi e di altromateriale bellico ;

e per sapere infine se abbiano noti -zie circa eventuali sviluppi di un 'inchie-sta giudiziaria che, dopo l'esplosion edello scandalo della Bnl di Atlanta edopo le immediate dimissioni dell 'ex pre-sidente dell'Istituto Nesi e dell'ex diret-tore generale Pedde, fu avviata dalla Pro -cura della Repubblica di Roma e sull aquale è poi caduto un silenzio totale .

(3-02429 )

POLI BORTONE. — Ai Ministri del la-voro e della previdenza sociale e di grazia egiustizia. — Per conoscere :

i motivi per i quali ancora nessunarisposta è stata data alla interrogazione5-02020 del 27 febbraio ultimo scors oconcernente diverse irregolarità segnalatepresso la sezione del collocamento diLecce ;

se il Ministro del lavoro e della pre-videnza sociale sia a conoscenza dellastrana prassi adottata, in data successivaalla interrogazione citata, secondo cui, in -vece di procedere alla segnalazione pressol 'ente assumente, i giovani vengono av-viati all 'ente stesso, solo dopo essere pas -

sati al « vaglio » della sezione del colloca -mento di Lecce che esamina libretto etesserino al fine, pare, di emettere dupli-cati di libretti che potrebbero essere giu-dicati « anomali » ;

se sia a conoscenza del fatto che s ioperano modifiche di qualifica su gradua-torie già pubblicate, laddove si sa ben eche i cambiamenti possono avvenire soloall 'atto della corhpilazione annuale dellanuova graduatoria ;

se sia a conoscenza del fatto che a isindacati non è fornita copia alcuna dellagraduatoria pubblicata ;

se non ritenga di dover intervenireper imporre che in bacheca siano espost ele richieste del collocamento e gli avvia -menti ;

infine, se non ritengano di doverprocedere ad un accurato esame dei regi-stri per appurare se siano stati intera -mente « ricostruiti », il che potrebbe giàemergere chiaramente dalla semplice con-statazione di una sola grafia ;

se non intendano, infine, procedereperché sia ristabilita una volta per tutt ela certezza del diritto dei giovani disoccu-pati .

(3-02430)

CARIA, BRUNO ANTONIO eGROSSO. — Al Ministro di grazia e giusti-zia. — Per sapere – premesso che :

la carenza di magistrati è indicat acome una delle cause della cattiva ge-stione della giustizia visto che gli attual iorganici non solo sono incapaci di smal-tire i procedimenti in arretrato, ma nonpossono garantire nemmeno l 'applicazionedel nuovo procedimento penale ;

ciò ha anche motivato la conces-sione dell 'ultima amnistia (preceduta daaltre 47, fra ordinarie e speciali, dall acostituzione della Repubblica ad oggi) edè causa del perverso meccanismo dellascarcerazione per decorrenza dei termini ;

tutto questo, oltre a fermare il nor-male corso della giustizia, alimenta la sfi-

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ducia dei cittadini nei confronti dell oStato, del diritto e delle istituzioni ;

questa sfiducia può degenerare, concomportamenti delittuosi, in forme digiustizia alternativa e nella proliferazion edegli arbitrati ;

in passato, in periodi di grave defi-cienza di organici, si ricorse a recluta -menti straordinari di magistrati (Mortaranegli anni venti e Togliatti durante il su odicastero di grazia e giustizia) ;

tale reclutamento può avvenire conseri criteri selettivi, basati su anzianità etitoli, che garantendo la qualità e la ca-pacità di operare della magistratura evi-tino altresì le lungaggini dei concorsi – :

quanti sono i magistrati distaccatidalle , loro sedi giudiziarie ed impiegati inaltri incarichi ;

quanti furono i giudici immessi conprocedura straordinaria in magistraturadal Guardasigilli Togliatti ;

quali impedimenti, nell 'attuale situa-zione di crisi, vietano che sia adottato u nprovvedimento analogo .

(3-02431 )

BASSI MONTANARI e PROCACCI . —Ai Ministri della sanità e delle finanze . —Per sapere – premesso che :

1) nei giorni scorsi, alla frontieraitalo-austriaca di Tarvisio, è stato bloc-cato dagli ufficiali doganali un camio nproveniente dall'Ungheria che trasportavaoltre 120 tra cani e gatti ;

2) il camion fermato appartiene all aditta Geroli di Reggio Emilia, ed il caricoera destinato alla ditta Giglioli di Ca-vriago (Reggio Emilia) ;

3) gli accertamenti effettuati hannorivelato che non c'erano regolari docu-menti, sia sanitari che commerciali, pe rgli animali domestici trasportati ;

4) esiste la possibilità che gli ani -mali in questione potessero essere cedut ia fini di sperimentazione e vivisezione – :

quali misure intendano adottare per-ché il camion in questione non tenti d ipassare la frontiera italiana in un altrosito doganale ;

se la ditta Geroli e la ditta Gigliol irisultino possedere le autorizzazioni ne-cessarie per commerciare e ospitare ani -mali ;

se le ditte citate risultino fornitric idi animali da sottoporre a sperimenta-zione ;

quali misure intendano adottare pe rfar cessare il commercio clandestino d ianimali ;

quali misure intendano adottare per-ché il numero di animali sottoposti a spe-rimentazione non aumenti tristemente ri-spetto alle autorizzazioni concesse dal Mi-nistero della sanità ;

se i controlli sinora effettuati ab-biano rilevato irregolarità, e con qualefrequenza siano stati effettuati . (3-02432)

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INTERPELLANZ A

I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri dell ' interno e per gli affari so-ciali, per sapere :

se siano a conoscenza del fatto delit-tuoso avvenuto ad Ugolio (Nuoro) il 24aprile 1990 contro zingari stranieri in so -sta con il lancio di bottiglie incendiari everso una baracca dentro la quale eranoriunite una decina di persone tra le qual ialcuni bambini : un gesto che ha provo-cato panico tra « grandi e piccini » pre-senti e che ha rischiato di provocare unatragedia – con danni e vittime tra gl izingari – se non ci fosse stato il pront ointervento di un capo-famiglia Rom ch eha spento l'inizio d 'incendio della ba-racca ; incendio che poteva estendersi an-che a roulottes distanti solo qualche me-tro ;

un atto che potrebbe ripetersi senon si lavora a modificare il clima ditensione che si è determinato tra i circa

trenta nomadi presenti e gli abitantidella zona cominciando a dare più cer-tezza agli zingari con la realizzazione de lprogettato campo sosta nella zona d i« Pratosardo », tra l 'altro già finanziatodalla regione, e con il miglioramento de irapporti tra le due comunità – :

se non s'intenda procedere all'accer-tamento dei fatti, all'individuazione de iresponsabili materiali e conseguentement ecompiere con coerenza gli atti, anche giu-diziari, adeguati alla gravità del fatto ;

se, in presenza della recente legge infavore degli stranieri extracomunitari e d iuna specifica legge regionale in favoredella cultura Rom, non s ' intenda concer-tare tra Governo e regione una campagnad'informazione nelle scuole e in tutte l ecomunità sul valore di dette leggi, sullanecessità della loro completa applicazioneper creare un clima di reciproco rispetto ,di tolleranza e per la costruzione di uncomune senso di giustizia, di ospitalità edi civiltà che è stato sempre un peculiareconnotato di una regione come la Sarde-gna .

(2-00998)

« Colombini, Levi Baldini ,Sanna, Cherchi » .

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MOZIONE

La Camera ,

rilevato il gravissimo stato dell'or -dine pubblico e della sicurezza dei citta-dini, caratterizzato :

a) dall 'aumento dei delitti piùgravi ;

b) dal reiterato compimento di cri-mini particolarmente odiosi come il se-questro di persona ;

c) dall 'omicidio di nove candidatialle elezioni amministrative in comunidel Mezzogiorno ;

d) dalla flessione della capacità dirisposta dello Stato con conseguenteaumento dell'impunità ;

considerato :

che il Ministro dell 'interno, nelsuo intervento del 17 maggio alla Cameraha continuato a sottovalutare gravement eil peso oppressivo delle connessioni tramalaffare e politica sulle libertà civili esul diritto alla sicurezza di tutti i citta-dini ;

che l 'azione di prevenzione e dirisposta al crimine si è fortemente inde-bolita a causa di questa intenzionale sot-tovalutazione nonché a causa del man-cato coordinamento delle forze di polizia ,compito che risale in modo primario allaresponsabilità del Ministro dell'interno ;

che lo stesso Ministro non ha pre-sentato alcun attendibile programma pe rsuperare l'attuale stato di cose e per im-primere una radicale svolta alla politic adella sicurezza dei cittadini ;

che il perdurare dell 'attuale dire-zione politica del Ministero dell'internonon potrebbe che aggravare ulteriorment ela situazione dell'ordine pubblico, congravissimi ulteriori danni per i diritti de icittadini, per la pubblica amministra-

zione, per le attività economiche ed im-prenditoriali ;

che in queste condizioni soltant ouna diversa direzione politica del Mini-stero può favorire un nuovo costruttivorapporto tra cittadini e Stato e una rivi-talizzazione dell 'azione delle forze dell 'or-dine, che pur essendo, nella loro grand emaggioranza, seriamente impegnate, no nriescono a raggiungere i risultati auspica -bili soprattutto per carenze ed incapacit àdella direzione politica ,

chiedele dimissioni del Ministro dell'interno.

(1-00390) « Occhetto, Zangheri, Tortorella ,Bassolino, Quercini, Bassa-nini, Violante, Macciotta ,Bargone, D'Alema, Pacetti ,Taddei, Masini, Grilli, Fer-rara, Pedrazzi Cipolla, Bar-bera, Strumendo, Ciconte ,Finocchiaro Fidelbo, Frac-chia, Orlandi, Recchia, Sina-tra, Turco, Vacca, ManninoAntonino, Umidi Sala, Lavo -rato, Samà, Lucenti, Mangia -pane, Monello, Sanfilippo,Cannelonga, Civita, Galante ,Gelli, Perinei, Sannella ,Torna, Auleta, Bellocchio ,Calvanese, D'Ambrosio, Fran-cese, Geremicca, Nardone ,Ridi, Ciafardini, Cicerone, D iPietro, Mani, Soave, Boselli ,Angelini Giordano, Prandini ,Pallanti, Benevelli, Felissari ,Motetta, Castagnola, Mom-belli, Gasparotto, Ferrandi ,Fagni, Picchetti, Petrocelli ,Brescia, Schettini, Recchia ,Ciocci Lorenzo, Bevilacqua,Solaroli, Colombini, Sanna ,Capecchi, Minozzi, Mainard iFava, Montanari Fornari ,Menzietti,

Binelli,

CostaAlessandro, Trabacchini ,Guerzoni, Visco, Serra, Mon-tecchi » .

(Mozione presentata a norma dell'articolo115, comma 3, del regolamento) .

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