Scintilla, ottobre 2010

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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Proletari di tutti i paesi, unitevi! organo di espressione di Piattaforma Comunista organo di espressione di Piattaforma Comunista Supplemento a Teoria & Teoria & Prassi Prassi Ottobre 2010 FRONTE UNICO DI LOTTA PER RESPINGERE L'OFFENSIVA CAPITALISTA Siamo sottoposti al più brutale attacco degli ultimi decenni. I padroni e il loro governo approfittano della crisi per licenziare in massa, cancellare il CCNL, il diritto di sciopero e lo Statuto dei lavoratori. Con il ricatto occupazionale vogliono abbassare i salari e imporre una flessibilità da schiavi in fabbrica. Per loro vale una sola regola: quella del “libero mercato” capitalista. D'accordo con Berlusconi mirano a indebolire e isolare le forze operaie organizzate - come la FIOM - che sono un ostacolo di fronte all’intenzione di metterci ancor più in concorrenza. In ciò possono contare sull'appoggio dei sindacati di comodo. Il loro scopo va ben oltre la crisi attuale: puntano a stabilire nuovi rapporti di forza per assicurare nei prossimi anni il massimo profitto per i monopoli come la Fiat, che saranno alle prese con una feroce concorrenza. Sul piano politico ciò si traduce in reazione a tutto campo, piani di austerità e ulteriore trasferimento di ricchezza dal lavoro al capitale, secondo i diktat dell'UE e del FMI. Nelle fabbriche monta la collera, che prima o poi esploderà. La classe operaia dimostra il rifiuto di questo piano con il NO agli accordi-truffa, con gli scioperi, le manifestazioni, come quella del 16 ottobre che deve vedere uniti in piazza gli operai, i disoccupati, gli studenti, tutte le resistenze al massacro sociale. Altro che nuovi “patti sociali” con Confindustria! L'attacco va respinto col fronte unico di lotta dal basso, basato sulla difesa intransigente dei nostri interessi politici ed economici, per il lavoro, il salario, i diritti! E’ urgente la più ampia ed intensa mobilitazione dell’intero proletariato! Diamo continuità alla battaglia intrapresa, senza attendismi! Con la lotta dura ed unitaria, compresa l'occupazione delle fabbriche, dobbiamo far si che la crisi non sia pagata dai lavoratori, ma venga scaricata sulla testa di chi l'ha causata e ora ne beneficia: i capitalisti, i ricchi, i parassiti. Sì allo sciopero generale per licenziare il governo Berlusconi e battere Confindustria! Per una politica di rottura con questo sistema E’ evidente che andiamo verso un conflitto di classe aperto, in cui le politiche riformiste e la “concertazione” non potranno avere il precedente spazio. La profondità della crisi capitalista, i danni sociali, ambientali, il peso della corruzione, le guerre che provoca, rendono necessaria ed urgente una politica di rottura con questo sistema agonizzante, per affermare le esigenze vitali della classe operaia e delle masse popolari. Ma chi può farla? Forse i socialdemocratici che pensano solo a tornare sulle poltrone parlamentari? Forse i sostenitori di bottegai e ceti privilegiati? Forse i comici al carro di Montezemolo? La verità e che in Italia non esistono partiti che rappresentano gli interessi fondamentali del proletariato, così come non esistono soluzioni parlamentari per l'avvento di un governo che infranga il dominio dei monopoli. Gran parte di deputati e senatori è legata in mille modi con l’oligarchia finanziaria ed appoggia apertamente l'offensiva padronale, assieme ai vertici sindacali collaborazionisti, ai pennivendoli, ai preti. L'unica forza che può far uscire il paese dal declino economico-sociale, dal caos politico, dall'oscurantismo, dall'immoralità dilagante, dalla devastazione ecologica in cui lo ha gettato la borghesia, è la classe operaia, esprimendo una linea politica rivoluzionaria. E’ dunque indispensabile che il proletariato ricostruisca il proprio partito indipendente e rivoluzionario, il partito comunista, che abbia per obiettivo l'instaurazione di un governo operaio e popolare, per farla finita con lo sfruttamento e costruire un nuovo e superiore ordinamento sociale, fondata sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione. Senza questo partito non si potrà compiere il salto di qualità che la situazione impone. Perciò chiamiamo i migliori elementi del proletariato a porsi di fronte a questo compito, stringendo solidi legami con i marxisti-leninisti. In Ecuador, nelle ultime settimane, si è sviluppata un'intensa lotta dei settori popolari, principalmente del movimento sindacale, dei popoli e delle nazionalità indigene, dei contadini, degli insegnati e degli studenti, delle comunità che si oppongono alle multinazionali. Le mobilitazioni hanno avuto come obiettivo la difesa dei diritti sindacali e dei lavoratori, la stabilità dell'impiego, l'autonomía universitaria, attaccate dal governo Correa e dall’Assemblea Nazionale Legislativa, che hanno ..... Scintilla Ecuador Chi cospira contro la democrazia? - segue in ultima Il 16 ottobre tutti in piazza con gli operai metalmeccanici

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Scintilla, organo di Piattaforma Comunista

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!Proletari di tutti i paesi, unitevi!

organo di espressione di Piattaforma Comunistaorgano di espressione di Piattaforma Comunista

Supplemento aTeoria &Teoria &

PrassiPrassi

Ottobre 2010

FRONTE UNICO DI LOTTA PER RESPINGERE L'OFFENSIVA CAPITALISTASiamo sottoposti al più brutaleattacco degli ultimi decenni. Ipadroni e il loro governoapprofittano della crisi perlicenziare in massa, cancellareil CCNL, il diritto di sciopero elo Statuto dei lavoratori. Con il ricatto occupazionalevogliono abbassare i salari eimporre una flessibilità daschiavi in fabbrica. Per lorovale una sola regola: quella del“libero mercato” capitalista. D'accordo con Berlusconimirano a indebolire e isolare leforze operaie organizzate -come la FIOM - che sono unostacolo di fronteall’intenzione di metterci ancorpiù in concorrenza. In ciòpossono contare sull'appoggiodei sindacati di comodo.Il loro scopo va ben oltre lacrisi attuale: puntano a stabilire

nuovi rapporti di forza perassicurare nei prossimi anni ilmassimo profitto per imonopoli come la Fiat, chesaranno alle prese con unaferoce concorrenza. Sul piano politico ciò si traducein reazione a tutto campo,piani di austerità e ulterioretrasferimento di ricchezza dallavoro al capitale, secondo idiktat dell'UE e del FMI.Nelle fabbriche monta lacollera, che prima o poiesploderà. La classe operaia dimostra ilrifiuto di questo piano con ilNO agli accordi-truffa, con gliscioperi, le manifestazioni,come quella del 16 ottobre chedeve vedere uniti in piazza glioperai, i disoccupati, glistudenti, tutte le resistenze almassacro sociale.

Altro che nuovi “patti sociali”con Confindustria! L'attacco varespinto col fronte unico dilotta dal basso, basato sulladifesa intransigente dei nostriinteressi politici ed economici,per il lavoro, il salario, i diritti! E’ urgente la più ampia edintensa mobilitazionedell’intero proletariato! Diamo continuità alla battagliaintrapresa, senza attendismi! Con la lotta dura ed unitaria,compresa l'occupazione dellefabbriche, dobbiamo far si chela crisi non sia pagata dailavoratori, ma venga scaricatasulla testa di chi l'ha causata eora ne beneficia: i capitalisti, iricchi, i parassiti. Sì allo sciopero generale perlicenziare il governoBerlusconi e battereConfindustria!

Per una politica dirottura con questo

sistemaE’ evidente che andiamo verso un conflitto diclasse aperto, in cui le politiche riformiste ela “concertazione” non potranno avere ilprecedente spazio. La profondità della crisicapitalista, i danni sociali, ambientali, ilpeso della corruzione, le guerre che provoca,rendono necessaria ed urgente una politicadi rottura con questo sistema agonizzante,per affermare le esigenze vitali della classeoperaia e delle masse popolari. Ma chi può farla? Forse i socialdemocraticiche pensano solo a tornare sulle poltroneparlamentari? Forse i sostenitori dibottegai e ceti privilegiati? Forse i comici alcarro di Montezemolo?La verità e che in Italia non esistono partitiche rappresentano gli interessi fondamentalidel proletariato, così come non esistonosoluzioni parlamentari per l'avvento di ungoverno che infranga il dominio deimonopoli. Gran parte di deputati e senatori è legata inmille modi con l’oligarchia finanziaria edappoggia apertamente l'offensiva padronale,assieme ai vertici sindacalicollaborazionisti, ai pennivendoli, ai preti.L'unica forza che può far uscire il paese daldeclino economico-sociale, dal caospolitico, dall'oscurantismo, dall'immoralitàdilagante, dalla devastazione ecologica incui lo ha gettato la borghesia, è la classeoperaia, esprimendo una linea politicarivoluzionaria.E’ dunque indispensabile che il proletariatoricostruisca il proprio partito indipendente erivoluzionario, il partito comunista, cheabbia per obiettivo l'instaurazione di ungoverno operaio e popolare, per farla finitacon lo sfruttamento e costruire un nuovo esuperiore ordinamento sociale, fondata sullaproprietà collettiva dei mezzi di produzione.Senza questo partito non si potrà compiere ilsalto di qualità che la situazione impone.Perciò chiamiamo i migliori elementi delproletariato a porsi di fronte a questocompito, stringendo solidi legami con imarxisti-leninisti.

In Ecuador, nelle ultimesettimane, si è sviluppataun'intensa lotta dei settoripopolari, principalmente delmovimento sindacale, deipopoli e delle nazionalitàindigene, dei contadini, degliinsegnati e degli studenti, dellecomunità che si oppongono allemultinazionali. Le mobilitazioni hanno avutocome obiettivo la difesa deidiritti sindacali e dei lavoratori,la stabilità dell'impiego,l'autonomía universitaria,attaccate dal governo Correa edall’Assemblea NazionaleLegislativa, che hanno .....

Scintilla

EcuadorChi cospira

contro lademocrazia?

- segue in ultima

Il 16 ottobre tutti in piazza con gli operai metalmeccanici

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La FIAT è il battistrada della reazione politica

Far saltare il piano MarchionneFar saltare il piano MarchionneNo alla chiusura degli stabilimenti No alla chiusura degli stabilimenti

Riportare in fabbrica i licenziati politiciRiportare in fabbrica i licenziati politiciPer aumentare lo sfruttamento e massimizzare i profitti la FIAT“deroga” su tutto, demolisce il CCNL e i diritti conquistati dagli operai.Confindustria e Federmeccanica la seguono, in sintonia col governoBerlusconi che punta a un regime che assicuri piena libertà e altresovvenzioni di Stato al grande capitale. I sindacalisti collaborazionistiassecondano il disegno. Ma stanno trovando pane per i loro denti!

Il NO operaio al referendum di Pomigliano, lefermate e i cortei svolti nelle fabbriche delgruppo Fiat e dell’indotto, la riuscita degliscioperi contro i licenziamenti di delegati elavoratori combattivi, per l’aumento del salario,dimostrano che la classe operaia non piega latesta. Rispondiamo alla chiusura degli stabilimenti, alpeggioramento delle condizioni di lavoro, allarepressione, mobilitando tutte le nostre energiecontro la famiglia sfruttarice Agnelli e i suoirappresentanti politici e sindacali.

La lotta degli operai dei cantieri navali e delle altre aziende in cui i padroni licenziano

La misura è colma: lotta di classe fino in fondo!La misura è colma: lotta di classe fino in fondo!La crisi capitalistica è ben lontanadall'essere finita, come affermaogni giorno il filibustiereBerlusconi. Essa continua aprodurre i suoi effetti devastantisull'occupazione, sui salari e sullavita dei lavoratori.I posti di lavoro persi dal 2008 adoggi sono circa 700 mila. La CIG èdilagata. Alcune grandi impresestanno mettendo in atto una vera epropria «strage sociale». Telecom prevede che in tre annitaglierà 3.900 posti di lavoro. Enine taglia 400 nella Raffineria diGela. All’Agile (ex Eutelia) 1.450lavoratori sono a rischio. Alitalia,salvata dalla bancarotta con unprestito di 300 milioni di euro, cioècon i soldi dei contribuenti italiani(e non dimentichiamo che quelliche pagano le tasse fino all'ultimocentesimo sono proprio gli operai e

i lavoratori dipendenti) stastudiando un piano per tagliare,entro il dicembre di quest'anno, da1.200 a 1.400 posti di lavoro. A fine anno, i senza lavoropotrebbero arrivarecomplessivamente a 2 milioni e200 mila. E saranno soprattuttogiovani: in Italia il tasso didisoccupazione giovanile èarrivato al 26,8 % (un giovane suquattro è disoccupato).Ma il caso più grave, esploso inquesti ultimi giorni, è quello dellaFincantieri, il numero uno almondo nella produzione di navi dacrociera, il cui piano industrialeprevede lo smantellamento diintere unità produttive (Riva,Castellamare di Stabia) e il forteridimensionamento di altristabilimenti, come quello di SestriPonente e Palermo, con la perdita

complessiva dell'enorme cifra di2.500 posti di lavoro.Gli operai hanno reagitoimmediatamente. Scioperi eoccupazioni hanno visto comeprotagonisti migliaia di lavoratori.Gli operai di Castellamare sonosaliti su una gru, inalberando unostriscione con la scritta: «Ilcantiere non si tocca: lodifenderemo con la lotta». La manifestazione del 1 ottobre èstata combattiva e unitaria: ilavoratori non sono lasciatidividere da un governo che non harisposte da dare al di fuori deibattaglioni di polizia schierati nellepiazze. E' uno dei tanti sintomi che lamisura è ormai colma, e che loscontro di classe si appresta adiventare sempre più duro econsapevole.

La classe operaia capisce ognigiorno di più che deve ridiventareprotagonista a tutti i livelli dellalotta economica e politica.Esprimiamo la nostra solidarietàmilitante agli operai dellacantieristica e assieme a lorogridiamo: nessun cantiere deveessere chiuso, nessun posto dilavoro deve essere perso!Impediamo materialmente i tagli!Con gli scioperi, le occupazioni etutti i mezzi disponibili i lavoratoriesprimeranno la loro volontà dinon cedere ai ricatti e ai soprusi.Queste esperienze farannomaturare nella classe operaia laconsapevolezza che essa deveormai recuperare interamente lapropria autonomia politicaricostruendo il proprio partito diclasse, il partito comunista, perconquistare il socialismo.

Si susseguono nelle fabbriche gliscioperi contro gli sciaguratiaccordi separati che i sindacati dicomodo continuano a firmare con ipadroni. A fianco di queste forme di lottaaltre vanno sviluppandosi. A Torino il segretario della CISLBonanni è stato duramentecontestato durante un dibattito allafesta del PD. I manifestanti lohanno accolto a suon fischi, urla eslogan quali “Marchionnecomanda e Bonanni obbedisce”.Bonanni, andato a illustrare lemeraviglie del sindacalismo“responsabile e partecipe” (cioècollaborazionista), e la necessità diun “nuovo patto sociale” con chiaggredisce a testa bassa ilavoratori, ha fatto i conti senzal’oste e, alla fine, ha dovutoabbandonare il palco.Non è un caso che la duracontestazione è avvenuta il giornodopo che i padroni avevanodisdetto il contratto nazionale dilavoro dei metalmeccanici.Un'operazione forcaiola cuiBonanni (non da solo) ha preparatoil terreno.Nemmeno è un caso che aTreviglio (BG) e a Livorno glioperai della FIOM abbianoduramente protestato contro iburocrati della CISL, chiamandolicol loro nome: “venduti e servi del

padrone”, tanto per essere chiari.Ma cosa significano questeproteste? Significano che manmano che i capitalisti e i lorovassalli intensificano l'offensivavolta a scaricare sulle spalle deilavoratori il peso della crisicapitalistica, cresce la volontà diribellarsi a questo stato di cose, dimettere alle corde i responsabilidegli accordi separati e dellederoghe al contratto.Non basteranno certo gli unanimiattestati di solidarietà aicollaborazionisti, né le altrettantounanimi condanne dei manifestantiper normalizzare la situazione,poichè il vero atto eversivo è lacancellazione del CCNL da partedi Federmeccanica!Le proteste operaie sono giuste. Sei camerieri di Marcegagliacontinuranno con le intese separate,contro la maggioranza deilavoratori, una nuova “PiazzaStatuto” è inevitabile. Non dobbiamo dimenticare chel’attacco riguarda tutti i lavoratori.L’obiettivo principale è dunquequello di ampliare, unificare eradicalizzare la lotta, accumulandole forze che porranno fine aiprivilegi e al potere dei parassiti.Combattere gli effetti della crisideve significare sempre piùorganizzarsi e lottare per abolire ilsistema che le produce.

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Nel nostro sito internetwww.piattaformacomunista.comabbiamo realizzato una sezione di“formazione” contenente una seriedi scritti di Marx, Engels, Lenin eStalin, col proposito di contribuireallo studio individuale e collettivodei compagni. Non insisteremo mai tropposull’importanza della preparazioneideologica, della teoria come guidaper l’azione. La frase di Lenin “senza teoriarivoluzionaria non vi può esseremovimento rivoluzionario” èabbastanza chiara.La nostra è una teoria scientifica.Se non ce ne appropriamo nonriusciremo ad interpretarecorrettamente i processi e ifenomeni politici e sociali, a darerisposte ai problemi che sipongono, ad orientare in modocorretto la classe operaia e le massepopolari; nemmeno potremo lottarecon successo per la trasformazionerivoluzionaria della società.L’attitudine verso lo studio dicemolto dell’attitudine verso larivoluzione proletaria. Il verorivoluzionario deve trovare iltempo per il lavoro teorico, chedeve diventare per lui un’abitudinecostantemente legata alla praticasociale. Ai compagni che voglionoaffrontare questi testi rivolgiamoun’avvertenza: leggere e studiarenon sono la stessa cosa. Per studiareoccorre infatti leggere e rileggere

con attenzione, approfondire lariflessione critica su quello cheapprendiamo, formulare domande,cercare risposte e giungere ad unabuona sintesi. Ma se passeranno mesi senzapianificare lo studio in manieraordinata, senza dargli continuità,senza autocontrollo, senza che siprenda nota dei risultati, non sipotrà ancora dire che si stastudiando la teoria marxista-leninista e non si avranno risultatipositivi. Infine una raccomandazione:quando si studia un’opera teorica opolitica è necessario tenere inconsiderazione il contesto nel qualeè stata prodotta, comprendendo lecause che ne hanno motivato lascrittura e i problemi che l’autoreintendeva risolvere. Questo significa che dobbiamosaper distinguere le tesi che hannoun valore generale e quelle chehanno un valore nella situazionespecifica, le questioni di principio equelle che non lo sono. Allo studio, alla lotta compagni,prepariamoci incessantementeperchè il futuro ci appartiene!

Teoria & Prassi, n. 21 è on-line!è on-line!

scarica la rivista dal sitowww.piattaformacomunista.comwww.piattaformacomunista.com

Il noto giornalista di «Repubblica» Massimo Giannini ha dedicato uneditoriale alla defenestrazione di Alessandro Profumo dall'Unicredit, laprima banca italiana.«In Italia - egli scrive - nelle grandi casseforti dell'economia e dellafinanza, spesso blindate tra partecipazioni incestuose e relazionipericolose, politici arrembanti e azionisti deferenti si alleano per farfuori i manager disobbedienti». Secondo lui, invece, in altri paesi «nonè così», tutto funziona secondo le più sane regole del «libero mercato,dove ognuno fa il suo mestiere: la politica detta le regole del sistema,i manager gestiscono le società creando valore per gli azionisti, e i sociincassano gli utili e i dividendi».Eh no, Sig. Giannini! In Italia come in tutti i paesi capitalistici gliazionisti e i soci incassano gli utili e i dividendi (cioè si ripartisconoquote di profitto), ma chi crea valore e plusvalore sono gli operaiindustriali, ed è quel plusvalore che - trasformato in profitto - entranelle tasche dei proprietari di azioni, cioè di quote del capitalecomplessivo sociale, qualunque sia il settore dell'economia nel quale iloro capitali sono stati investiti, comprese le banche.Ma questo è marxismo! - dirà qualcuno. L'obsoleto e «ottocentesco»marxismo, che dovremmo riporre nel cassetto dei ricordi di famiglia.Eppure, è l'unica teoria scientifica che ci spiega realmente che cosa siail capitalismo, e come esso funzioni.Quanto ai manager, essi fanno il loro mestiere al servizio del capitale.Anche nelle loro altissime «retribuzioni» (quando sono in servizio) enelle loro «liquidazioni» (quando vengono cacciati via) sono occultatequote di profitto, benché ciò non appaia alla superficie. Secondo icalcoli effettuati dai suoi avvocati, al Sig. Profumo spetterà una mega-liquidazione di 40 milioni di euro (mentre un operaio medio non sacome tirare avanti col suo salario di 1.200 euro al mese).Dimenticavamo: secondo la finzione del diritto borghese, gli operai difabbrica, gli impiegati di banca, e i loro manager sono tutti…lavoratori dipendenti! «Un mondo capovolto», chiamava Marx la società in cui viviamo.Solo un evento storico potrà mutarlo da cima a fondo: la rivoluzionesociale del proletariato.

Il valore, il profitto Il valore, il profitto e il Sig. Profumoe il Sig. Profumo

Da nove anni continua lasporca guerra inAfghanistan, inziata da Bushe proseguita da Obama. Il numero dei caduti,soprattutto civili, crescecontinuamente. Ma cresceanche la resistenza contro glioccupanti imperialisti. Dopo ogni attacco subitodalle forze occupanti italianein Afghanistan si sprecanolacrime di coccodrillo e

discorsi retorici sulla“missione di pace”. Ma larealtà è ormai sotto gli occhidi tutti: i soldati italiani sonolì per condurre azionibelliche assieme alle forzeUSA e NATO.Il governo Berlusconi e leforze politiche che hannovoluto l’invio delle truppe eil finanziamento dellamissione a spese deilavoratori (51 milioni di € al

mese) sono complici di unasporca guerra imperialistache la maggioranza delpopolo italiano non vuole. Rivendichiamo il ritiro ditutte le truppe dio c c u p a z i o n edall’Afghanistan e dagli altripaesi. Si taglino le spesemilitari invece di salari,pensioni e servizi sociali! Fuori l’Italia dalla NATO!

ScintillaScintillaOrgano di espressione di Piattaforma Comunista

Supplemento al n. 21 di Teoria & Prassi. Reg. Trib. CT n. 14/2003. Dir. resp. E. Massimino.

Edizione digitale chiusa il 6.10.2010

Per contatti, contributi, etc. scrivere a:[email protected]@yahoo.it

SOTTOSCRIVI PER LA STAMPA COMUNISTA!

Versamenti su Postepay4023 6005 8700 9392intestata a Aldo Serafini

Non pagheremo la vostra crisi e le vostre guerre!

Via dall’Afghanistan, via Berlusconi!

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Sciopero generale in Spagna,manifestazioni in Italia, in Grecia,in Francia, e manifestazionesindacale internazionale aBruxelles; il 29 settembre èun'importante giornata dimobilitazione della classe operaiae dei lavoratori per rifiutarsi dipagare la crisi, per rifiutare i pianidi austerità che i governi liberisti esocial-liberisti, la commissioneeuropea ed il FMI voglionoimporrci. Hanno cominciato dallaGrecia e sono stati i lavoratori ed ilpopolo di questo paese che si sonoalzati per primi dicendo "no!",sostenuti dai lavoratori e dai popolidegli altri paesi d'Europa chehanno espresso la loro solidarietà. Dovunque, lo scopo è la riduzionedelle spese sociali, è operare unnuovo trasferimento di ricchezzadi eccezionale ampiezza dalLavoro verso il Capitale, pergarantire i profitti delle banche edei monopoli più potenti.Centinaia di miliardi di denaropubblico sono stati regalati allebanche ed alle grandi imprese, pergarantire i dividendi degliazionisti. Undici milioni dimiliardari nel mondo siarricchiscono sempre più, mentreun miliardo di essere umani vivenella povertà estrema. Il grande padronato licenzia inmassa, mettendo i lavoratori in

concorrenza fra loro a livelloeuropeo ed internazionale. Utilizzail ricatto occupazionale perabbassare i salari e imporre laflessibilità, per generalizzare illavoro a tempo parziale, in cui ledonne sono le prime vittime. I governi privatizzano esmantellano i sistemi di protezionesociale conquistati dalle lotte deilavoratori, particolarmente ilsistema delle pensioni, per offrirenuovi mercati alle banche, alleassicurazioni, ai monopoli privati.Battendosi contro leprivatizzazioni, per il salario, per illavoro, i lavoratori dei servizipubblici della salute,dell'educazione, ecc., si battonoanche per gli utenti degli stratipopolari. Per portare avanti questo attaccofrontale, padronato e governicercano di dividerci, sviluppandolo sciovinismo ed il razzismo,come si può vedere in Francia conla ripugnante campagna contro irom e gli immigrati. Voglionocriminalizzare la protesta socialerafforzando il controllo e larepressione delle «classipericolose»: i giovani, gli abitantidei quartieri popolari, tutti coloroche resistono alla politica diregressione sociale. E' insieme che i lavoratori devonobattersi, per difendere i loro diritti

e per l'uguaglianza dei diritti,anche per quelli dei lavoratori"sans-papiers" che sono parteintegrante dalla classe operaia. La concorrenza inasprita per ilcontrollo dei mercati e dellematerie prime si traduce in conflittie guerre. La sporca guerra checonducono le potenze imperialisteed il loro braccio armato, la NATO,contro il popolo dell'Afghanistan,ha come sfondo il controllo deifuturi gasdotti e dei mineralicontenuti nel suo sottosuolo. E' perquesto che diciamo "nonpagheremo la vostra crisi, nonpagheremo le vostre guerre".

Sviluppare la solidarietà, ilsostegno alle lotte ed alleresistenze, da paese a paeseIn tutti i paesi, le resistenze operaiee popolari si sviluppano perfermare gli attacchi del capitale eper respingere la sua politica dimessa in concorrenza. Lasolidarietà di classe è la nostraarma, affinché i lavoratori di ognipaese abbiano il sostegno dei lorofratelli di classe, per dare dei colpi,insieme. La profondità della crisi delsistema capitalista, i danni sociali,ambientali, i conflitti e le guerreche provoca, rendono necessarioed urgente imporre una politica dirottura con questo sistema, una

politica di unità e di lotta,radunando tutte le vittime diquesto sistema. In quanto partiti ed organizzazionidella classe operaia, affermiamo lanostra convinzione che l'unicavera, duratura ed effettiva via diuscita dalla crisi del sistemacapitalista-imperialista, passa per ilsuo rovesciamento el'instaurazione del socialismo. Viva la lotta della classe operaia,della gioventù e dei popoli perrifiutarsi di pagare la crisi delcapitalismo! No all'austerità! È l'oligarchia che deve pagare lasua crisi! Viva la solidarietàinternazionale!

Organizzazione per la costruzionedi un partito comunista deglioperai di GermaniaPartito Comunista degli Operai diDanimarca - APKPartito Comunista di Spagna(Marxista-Leninista)- PCE(ML.Gioventù Comunista di Spagna(Marxista-Leninista)- JCE(ML) Piattaforma dei Cittadini per laRepubblicaPartito Comunista degli Operai diFrancia - PCOFOrganizzazione per laricostruzione del PartitoComunista di Grecia (1918-1955)Piattaforma Comunista (d’Italia)

... approvato leggi di stamponeoliberista, antidemocratiche eantipopolari, portando avantipolitiche autoritarie e repressiveper smantellare diritti e conquistedei lavoratori e dei popoli, senzaindebolire il potere dell'oligarchia.In settembre l'Assemblea hainoltre approvato misure checastigano i lavoratori pubblici. In questa situazione un settoredelle truppe ha reclamato i propridiritti e si è ribellata, senza peròpronunciarsi per il rovesciamentodel governo. Correa invece diascoltare le richieste ha provocatolo scontro, che si è concluso conun sanguinoso blitz dell’esercito. Il movimento dei lavoratori e deipopoli indigeni ha chiesto chel'Assemblea Nazionale ritirasse iprovvedimenti arbitrari, rigettandola prepotenza e l'autoritarismo di

Correa. Invece il governo e i suoialleati hanno cercato di metterequesto movimemto sullo stessopiano delle manovredell’imperialismo e della reazione. Nessuna strumentalizzazione delleforze reazionarie e fasciste puòessere utilizzata per mettere indubbio il carattere rivoluzionario eprogressista del movimento dilotta della classe operaia e dellemasse indigene in Ecuador, chepiù volte ha mostrato la suaindipendenza politica e di classe difronte alla borghesia e si è oppostofrontalmente alle forze

oligarchiche e ai tentativi di golpe.La verità è che Correa nel 2007 siera presentato con grandipromesse di cambiamento, ma benpresto è passato a sostenere misureneoliberiste, ha virato a destra e siè messo al servizio dei padroni edell'imperialismo, specie quellonordamericano. Ora deforma laverità e cerca di frenarel’opposizione operaia e popolareinventandosi la teoria dellacospirazione contro la democraziae il tentativo di golpe di destra conla “partecipazione della sinistra”.Il fatto che USA e UE abbianosubito appoggiato lo stato diemergenza deciso da Correadovrebbe far pensare i paladinidella “rivoluzione cittadina”. Il solo modo di difendere eampliare la democrazia è quello diportare avanti la lotta per unEcuador nuovo e socialista. Viva il PCMLE!

segue dalla prima

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Marxisti-Leninisti

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