JABADABADOO - ottobre 2010

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JABADABADOO Mensile gratuito di attualità, informazione e curiosità - Anno VI - Ottobre 2010 n.7 - N 52

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Jabadabadoo è un periodico della città di Vittorio Veneto che si occupa di cultura giovanile e di iniziative, azioni, ed eventi che la riguardano.

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Fondi L. 266/91- CSV TrevisoRealizzato con il contributo di:

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Che non si venga a dire che nel nostro territorio non si pensa ai giovani. Non solo offrendo loro luoghi d’aggregazione pensati per il divertimento, e diversi dai soliti locali notturni. Ma anche con iniziative, manifestazioni ad hoc, eventi. Solo per citarne alcuni, presenti in questo numero: il Vittorio Veneto Film Festival, il progetto The Band Records, il nuovo Skate Park. Però è sempre facile giudicare la propria città come un dormitorio, perché così ci si autoassolve dal compito di fare qualcosa per cambiare la situazione; perché tanto “a nessuno interessa”. Sbagliato. Guardatevi davvero attorno: sono tanti a cui interessa, tra i vostri coetanei e tra i più grandi. Solo lo dimostrano dandosi da fare, senza troppo clamore, senza alzare polemicamente la voce, che in questo son buoni tutti. La ”discrezione del fare” non è una qualità particolarmente apprezzata, al giorno d’oggi. Per una volta, vogliamo accendere i riflettori anche su quelli che si impegnano nell’ombra. Buona lettura.

Silvia Albrizio

“Obitorio” tua sorella.

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Il volontariatoche nonsi vede

Quando parliamo di vo-lontariato le prime im-magini che ci vengono in mente (e Google Immagi-ni sembra essere d’accor-do) sono dei ragazzi come noi, che abbracciano sor-ridenti qualcuno. E quel qualcuno solitamente è un bimbo del Terzo Mondo, un ragazzo disabile, un an-ziano o un cane. Ma avete mai pensato che un’attività di volontariato possa es-sere rivolta anche a qual-cuno che non sembra aver bisogno del nostro aiuto? Persone che soffocano il loro grido di aiuto nell’al-cool, nella droga, nel cibo. Ma non dovete credere che questo sia un problema dei personaggi appartenenti a realtà molto distanti dalla nostra, raccontati in film come Trainspotting: è un

problema reale, vicino a noi,

tra gli amici o i conoscenti

che s’incontrano ogni giorno.

Solo che non si vede, perché

il loro è un problema che se

ne sta nascosto, per poi mo-

strarsi solo quando è troppo

tardi e, forse per la vergogna,

forse perché «in una città

non troppo grande tutti si

conoscono e le voci girano

in fretta», la loro silenziosa

richiesta d’aiuto viene sot-

terrata, e un’altra giovane

vita potrebbe spezzarsi per la

troppa paura di esporsi.

Ecco quindi perché Jabada-

badoo ha deciso di parlare

di tutto questo, dando voce

alle associazioni locali che si

occupano di questi problemi,

per aiutarvi a capire meglio

quali sono davvero i danni

che le dipendenze causano ai

giovani come noi.

DI LUCKY DALENA

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È notizia recente che spesso già alle medie inferiori i ra-gazzini comincino a far uso di droghe e alcool: lo dicono recenti sondaggi sia nazio-nali che esteri, lo dicono i giornali con titoli allarmi-stici, lo dicono in televisione persino nei rotocalchi. È ovvio quindi che il ruolo della scuola risulti di prima-ria importanza: le si chiede un’adeguata attuazione di interventi e campagne in-formative e di prevenzione mirate alla sensibilizzazione sui rischi del consumo certe sostanze.La realtà del nostro territorio e in particolar modo quel-la presso il Liceo Classico e

Scientifico “M.Flaminio” di Vittorio Veneto ci offre uno scenario positivo, di inter-venti di educazione alla salu-te mirati ed oculati a tutte le classi dell’Istituto.In collaborazione con la LILT nelle classi prime è stato af-frontato il tema del tabagismo attraverso una seria informa-zione sui rischi del fumo at-tivo e passivo, mentre nelle seconde gli interventi propo-sti dall’ostetrica e dalla psico-loga si sono orientati al tema dell’educazione all’affettività e alla sessualità. Le classi ter-ze si sono viste impegnate con interventi mirati al tema delle dipendenze mentre le classi quarte, in collaborazione con

AVIS-ADMO ed il Centro Trasfusionale di Vittorio Ve-neto, hanno trattato riguar-do la donazione di sangue e del midollo. Infine le classi quinte, grazie agli interventi del Centro di Rianimazione dell’Ospedale di Conegliano, si è discusso del delicato tema della donazione degli organi.L’obiettivo generale di questi progetti educativi è di sup-portare i giovani e le famiglie per la crescita di una cultura della prevenzione delle dipen-denze come parte integrante degli interventi di educazione e promozione della salute, fa-vorendo una riflessione e una corretta conoscenza sul tema delle dipendenze.

La Scuola come prevenzioneDI CHIARA PERIN

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DIPENDE!Nasce circa due anni fa dall’idea di alcuni familiari che in occasione di un percorso di gruppo hanno sentito la necessità di mettere a disposizione la propria esperienza per attivare percorsi idonei ad aiutare altre famiglie nella medesima situazione. Di fatto si è poi costituita come associazione nel dicembre 2009. Il nome evoca la dipendenza, nel loro caso quella da stupefacenti, ma il punto esclamativo lascia in-tendere la voglia di precisare che al suo interno possono essere raccolti tanti punti di vista, tan-te verità, nessuna assoluta ma tutte ugualmen-te importanti, da rielaborare non nell’ottica di un relativismo inconcludente ma di una piena comprensione. Obbiettivo principale: combat-tere il pregiudizio e promuovere l’integrazione di chi ha vissuto in prima persona, o comunque da molto vicino, la tossicodipendenza.Come? Sostenendo il ruolo fondamentale della famiglia in questo e indirizzandola nei percorsi di sostegno sociale, pubblico e privato, in base alle sue necessità, al suo vissuto, alla sua per-sonalità, nella convinzione che uno standard uguale per tutti non sia efficace.

Con queste intenzioni sono partecipi ai piani di zona sia nell’area dipendenze che famiglia, al laboratorio politiche famigliari di Treviso, e collaborano con l’AFR, con l’associazione Piccola comunità e Comunità giovanile. Inoltre si impegnano nel campo della sensibilizzazio-ne proponendo incontri formativi con esperti dell’argomento nell’ambito sociale, giuridico e medico, quali il personale qualificato del Sert dell’ULSS7, aperti a tutti coloro che fossero interessati a saperne un po’ di più. Insomma il loro impegno è tanto, così come la voglia di farsi conoscere per arrivare in maniera più ca-pillare lì dove ci fosse bisogno, magari riuscen-do a creare una buona rete di collaborazione con figure chiave quali l’insegnante, il medico, le associazioni sportive, che potrebbero essere un prezioso aiuto nel segnalare le persone in difficoltà. Per chiunque volesse contattarli ec-cone i riferimenti.

Sede Incontri: Area Fenderl Vittorio VenetoOrario Incontri: il 1° e il 3° mercoledì di ogni mese dalle 20.30 alle 22.30Email: [email protected] Sito Web: www.dipende.orgTel: 331 1690528 (attivo dal lun al ven)

Dipendenze: chi le affronta da vicinoPer saperne di più

A CURA DI CLAUDIA BACCICHET

QUANDO SI PARLA DI DIPENDENZE TROPPO SPESSO SI È INCLINI A PENSARE ALL’INDIVIDUO CHE NE È VITTIMA, MENTRE POCA ATTENZIONE È RISERVATA ALLA RETE DI PERSONE CHE LAVORANO PER RISOLVERLE. PER QUESTO MOTIVO CI È SEMBRATO OPPORTUNO DARE ALMENO UN PICCOLO SPAZIO ALLA REALTÀ DELL’ASSOCIAZIONISMO CHE OPERA IN QUESTO SETTORE. LA LORO RISPOSTA DI FRONTE ALL’EMARGINAZIONE E ALL’ISOLAMENTO CHE COLPISCONO CHI SOFFRE DI QUESTI PROBLEMI SONO INIZIATIVE CHE COINVOLGONO NON SOLO IL SINGOLO, MA ANCHE LA FAMIGLIA E ATTRAVERSO DI ESSA IL TESSUTO SOCIALE, ELEMENTI FONDAMENTALI NEL PROCESSO DI RECUPERO DELLA PERSONA DIPENDENTE. QUI DI SEGUITO “ACAT SINISTRA PIAVE” E “DIPENDE!” CHE SI OCCUPANO RISPETTIVAMENTE DI ALCOLISMO E TOSSICODIPENDENZA.

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ACAT Sin. PiaveÈ l’Associazione dei Club degli Alcolisti in Trattamento a livello locale, corrispondente al territorio dell’ ULSS n° 7. I primi club sono sorti nel 1985 e l’associazione si è formata il 10 maggio 1990 con lo scopo di essere al ser-vizio dei club e dei suoi membri, famiglie e servitori-insegnanti (al momento comprende circa 270 famiglie). Per poter costituire un club sono sufficienti due famiglie nelle quali vi sia-no problemi alcolcorrelati e un operatore inte-ressato e disponibile, il trattamento ha carattere sistemico e richiede l’ingresso dell’alcolista e dei familiari, per quanto molte volte essi non ne comprendano immediatamente le ragioni. Il numero massimo per club è 12 famiglie, ol-tre è necessario che il club si divida altrimenti non sarebbe possibile la partecipazione attiva di tutti all’interno di ogni incontro. Una vol-ta nato questo viene incluso nell’ACAT che opera per favorire lo sviluppo dei programmi e la cooperazione con i servizi pubblici, e per questo si impegna estendendo la sua attività dai club alle comunità locali. Compito dell’ Asso-ciazione è anche stimolare e incentivare l’ag-giornamento di tutti i membri per migliorare la

qualità dell’intero sistema. Nel 2003 si è creato un centro d’ascolto fatto di volontari che fos-sero in grado di saper rispondere alle richieste di informazioni ed aiuto sempre più numerose. A seguito di un’esigenza esposta dalle fami-glie sono stati istituiti dei corsi di formazione strutturati in tre moduli rivolti rispettivamente ai nuovi entrati, a chi partecipa a un CAT da tempo e a chi, pur non avendo problemi con l’alcol, è interessato all’argomento. Infine l’As-sociazione sinistra Piave, in collaborazione con gli Istituti di 1° e 2° grado, svolge una costante opera di sensibilizzazione sul tema dell’alcoli-smo direttamente rivolta agli studenti. È quindi evidente come il club degli alcolisti in tratta-mento sia una realtà viva, dinamica e integrata nella società, non gruppo chiuso rivolto al pro-prio interno ma nodo fondamentale nella rete multidimensionale di protezione e promozione della salute nel territorio in cui opera.

Sede: Piazzale San Martino, 2 ConeglianoTel: 0438 410449 Email: [email protected] Sito Web:http://digilander.libero.it/acatsinistrapiave/

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La dipendenza vista da dentroDI SILVIA ALBRIZIO

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La questione è delicata.Abbiamo avuto qualche titubanza prima di decidere di intervistare chi in comunità

per curare una dipendenza c’è davvero, oggi, in questo momento. Per quanto di tossicodipendenza e alcolismo se ne parli di continuo

sui mass media e non, i protagonisti effettivi non vengono mai interpellati, se non citando sterili dati statistici.

Forse li si considera ancora obnubilati dalle sostanze che assumono per poter pensare di instaurare con loro una vera e propria forma di comunicazione.

Se così fosse, il lavoro dei medici, degli operatori, dei volontari del settore che con loro ci parlano di continuo sarebbe totalmente inutile. E la riabilitazione vana.

Ma le risposte forniteci da un gruppo di pazienti della Piccola Comunità di Conegliano dimostrano in realtà una lucidità disarmante sulla propria condizione.

L’età degli intervistati è varia, il che evidenzia come la dipendenza possa colpire chiunque: non solo ventenni sbandati, ma padri di famiglia,

casalinghe, ultracinquantenni. Allo stesso modo la disoccupazione li accomuna senza distinzione:in tanti ammettono, anche con frasi eloquenti, di aver contribuito

allo sfascio della propria vita professionale a causa dell’impellente bisogno di bere o farsi.

Un bisogno cieco che si scopre dipendenza proprio quando si sentono gli effetti dell’astinenza, non solo fisicamente ma anche tra i pensieri,

che non smettono di accentrarsi attorno al desiderio di procurarsi la roba o di farsi un bicchiere.

Tanto da dimenticare cos’è stato a spingere a ubriacarsi di continuo o a bucarsi senza sosta: problemi familiari, affettivi, la ricerca dello sballo,

di un piacere sempre più grande, semplice curiosità, persino la voglia di sentirsi al sicuro.

Inevitabilmente si cambia: nel fisico e nel comportamento. In tanti hanno scritto di esser diventati falsi, manipolatori,

di aver speso innumerevoli energie per mostrarsi migliori agli occhi degli altri. Che poi gli altri sono gli amici, i genitori, i colleghi di lavoro:

tra loro c’è chi aiuta, chi fa finta di nulla, chi si dilegua, chi addirittura contribuisce alla dipendenza.

Poi, a poco a poco, si insinua la speranza di stare meglio, senza aiuti illusori e temporanei.

Di smettere di dipendere, di essere vulnerabili e soli. Spesso un amico o un genitore si dimostra convincente,

ma di solito è una scelta che si decide in autonomia:è in questo momento che ci si rivolge alla Comunità.

Il resto è un percorso difficile e doloroso,ma affrontato con l’idea di giungere a un finale diverso.

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Quanto contano i media nel “promuovere” gli eccessi e le dipendenze?Negli ultimi anni parecchio. I media propongono modelli apparentemente vincenti di vip che usano sostanze e lo am-mettono pubblicamente senza problemi. Attraverso di loro si diffonde la falsa credenza del-le disintossicazioni magiche (rehab di un mese, ecc.) e nes-suna informazione reale sulle difficoltà e sulle conseguenze fisiche, psicologiche, sociale e legali dell’uso di sostanze.

Quali sono le responsabilità del contesto familiare nella nascita di dipendenze?È difficile parlare generica-mente di responsabilità: l’uso e l’abuso di sostanze si diffon-

dono sia in contesti familiari problematici che non; la dipen-denza invece, spesso è corre-lata a fattori psicopatologici predisponenti e/o a situazioni familiari compromesse sul pia-no relazionale (assenza, abban-doni, lutti, separazioni…) o so-cio sanitario (povertà culturale, patologie psichiatriche…). Va comunque precisato che non in tutte le famiglie problemati-che si sviluppano situazione di dipendenza da sostanze è però anche vero che nella maggior parte dei ragazzi con problemi di tossicodipendenza la situa-zione familiare può considerar-si una concausa, mai comunque una causa. Dietro l’uso di sostanze c’è sempre una libera scelta dell’in-dividuo che a volte inconsape-volmente rimane intrappolato in una situazione inizialmente pensata come gestibile.

Che rapporto c’è tra proi-bizionismo e dipendenze? Può essere considerato come una soluzione o va visto come un ulteriore fat-tore alimentante?Le sostanze sono estremamen-te dannose per la persona e la società e costose per il sistema sanitario nazionale, pertanto la legalizzazione rappresentereb-be una follia.

La riflessione sul proibizionismo è complessa e richiederebbe un’analisi approfondita di tutto il sistema che ruota attorno al mondo delle sostanze psicoat-tive, alcool compreso. Più che parlare di proibizionismo forse sarebbe fruttuoso attivare poli-tiche di tolleranza zero.

Esistono dipendenze corre-late? Esiste ed è sempre più frequen-te il poliabuso: un fenomeno in continua crescita anche in Italia e che rappresenta una delle più importanti emergenze sociali e sanitarie e spesso è difficile individuare una o più sostanze come primarie. Alcool, eroina, cocaina e psi-costimolanti vengono spesso abusate dalla stessa persona in pattern d’abuso del tutto particolari in grado di determi-nare quadri clinici complessi e difficili da trattare.

La recidiva è un fallimento del medico o del paziente?Di entrambi… o meglio di tut-to il sistema sociale, sanitario e legale che ruota attorno al paziente tossicodipendente, anche se la tossicodipendenza è definita dall’OMS come una malattia cronica e recidivante.

Due parole con la Coordinatrice di Comunità

Emanuela Andreoni, responsabile del programma terapeutico della Piccola Comunità

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A quattr’occhi con il prof. Luigi Galimberti, Professore di psichiatria delle tossicodipendenze all’università di Pado-va e, tra le molte pubblicazioni, autore del libro “Il bere oscuro”, cerchiamo di comprendere più a fondo che cosa significhi dipendere da una sostanza, quali sono le droghe più diffuse e quelle che creano la maggiore dipendenza.Il concetto di dipendenza è molto semplice: si diviene dipen-denti quando, sospendendo improvvisamente l’uso di una so-stanza, si va incontro a una serie di disturbi, diversi a seconda della sostanza (cocaina, eroina, alcol ecc). Usare delle droghe è sempre un male? Le droghe sono tutte accomunate dalla caratteristica di pro-durre sensazioni piacevoli, differenziate per ogni sostanza. Il provare piacere di per sé non è affatto un male, tipo il bicchie-re di vino a cena con gli amici. Se la stessa sostanza viene as-sunta per riempire un pomeriggio noioso, il piacere che essa produce è un piacere “malato” e quindi pericoloso. Escluso l’alcol e le benzodiazepine prescritte dal medico, non esisto-no droghe che non diano dipendenza ed è sostanzialmente corretto considerare la loro assunzione “un male”.Quale pericolosità hanno sostanze come l’alcol, la Mari-juana o la cocaina per un giovane?A parte l’alcol, che per i motivi sopraddetti può essere usato all’interno di un contesto sociale determinato, le altre sostan-ze, soprattutto se associate all’alcol in una logica da “sballo” hanno un potere devastante, in particolare su cervelli adole-scenziali. Ciò è scientificamente dimostrato sia in animali di laboratorio che in giovani forti consumatori morti in incidenti stradali. Una falsa credenza, oggi definitivamente smontata dagli scienziati, è l’innocuità dei cannabinoidi: una serie ormai incontestabile di lavori scientifici hanno evidenziato l’elevato grado di pericolosità di questa sostanza, in grado di produrre dipendenza come tutte le altre.Se possibile vorrei si soffermasse un poco sull’aumento dell’uso di cocaina tra i giovani.Se meno dell’1% ha provato l’eroina, la cocaina è stata utiliz-zata almeno dal 10-15% della popolazione giovane-adulta. La cocaina ha preso piede –e con ciò è tramontato il suo status symbol- oltre che per il costo decisamente inferiore rispetto al passato, anche per l’errata convinzione che sia una droga

che non produce dipendenza. Ciò è assolutamente falso. Il suo uso è pericolosissimo, e parlo anche per la mia espe-rienza diretta di clinico.Il fenomeno delle Smart Drugs: Come si viene a co-noscenza che un prodotto domestico può essere uti-lizzato come droga?Di solito ciò avviene per caso. Per le smart drug il discorso è un po’ diverso e va collocato in generale in quell’esigenza, molto pe-ricolosa anche se l’effetto di tali sostanze è modesto, nell’aver bisogno, spesso per stare svegli e mostrar-si in forma, di aiutarsi con sostanze eccitanti. Questa tendenza, associata alla pri-vazione di sonno può spa-lancare la strada alla dipen-denza da altre sostanze.

Comprendere le dipendenze DI ANDREA CONDOTTA

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Alzino la mano i fumatori che vogliono smet-tere e hanno collezionato una serie infinita di fallimenti. Quelli che hanno provato cerotti, gomme alla nicotina, forza di volontà e ago-puntura, che a volte sono addirittura riusciti ad abbandonare il tabacco per qualche giorno, magari per un mesetto o due, ma sempre col pensiero fisso della sigaretta in testa, tanto da mollare la presa tanto rapidamente, e ripren-dere il vizio in breve. Io ero una di voi e, come tanti, avevo gettato la spugna. La svolta è arrivata quando mi hanno par-lato di Allen Carr, l’inventore di un metodo semplice ed efficace con alte percentuali di successo anche tra gli incalliti della nicotina. Easyway - questo il nome della nuova “dottri-na” - prometteva l’abbandono del tabagismo in modo soft e soprattutto senza l’intervento

di qualsivoglia farmaco sostitutivo. Superata la diffidenza iniziale, mi sono ritro-vata alla Feltrinelli di Padova ad osservare la copertina ammiccante di sorrisi, pensando che in essa stavo riponendo le mie ultime deboli speranze di riuscire ad abbandonare il vizio. Avevo ventitrè anni, troppe sigarette alle spal-le e i primi inquietanti disturbi del fumatore.Ho iniziato subito e non ho quasi smesso fino all’ultima pagina. Improvvisamente è diven-tato tutto chiaro. Leggendo il libro, potrete smettere anche subito e non ne soffrirete. Per-chè? Semplice, capirete di non averne biso-gno. Le parole di Allen Carr si insinuano nella vostra mente, si concretizzano e preparano la strada al capitolo fatidico “L’ultima sigaret-ta”. E qui avviene la magia. Non voglio svelare i segreti di Easyway a chi non ha letto il libro perché rischierei di ridur-ne l’efficacia. Posso dirvi però che il mio ca-pitolo con il tabacco si è concluso durante una notte d’inverno del 2006, quando ho fumato la mia ultima sigaretta in compagnia delle parole confortanti di quell’eccentrico signore inglese. Di tutta questa storia rimane un post-it: “17 dicembre 2006, ore 1.13, ho fumato la mia ultima sigaretta”. Ce l’ho ancora, attac-cato alla porta del frigorifero, come prova del mio grande successo.

Uragano CarrDI GIULIA DEPENTOR

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Nel corso degli anni la strut-tura si è specializzata e pro-fessionalizzata, arricchendo il suo programma terapeutico con figure multidisciplinari (educatori, psicologi, psico-terapeuti, psichiatri e maestri d’arte).Collabora come mem-bro del Dipartimento del-le Dipendenze dell’ULSS 7 di Pieve di Soligo, ed è iscritta nel Registro Re-

gionale delle Associazioni di Volontariato e ad oggi re-alizza una media di 500 ore di formazione l’anno rivolta a: disoccupati, operatori del settore, emarginati, detenuti, tossicodipendenti, over 45 in difficoltà e nuove povertà.Nel 2010 è stata inoltre avvia-ta l’apertura di una casa fami-glia per persone in una situa-zione di precarietà familiare, esistenziale e lavorativa.

Piccola Comunità ConeglianoVia P. Molmenti, 8 31015 - Conegliano (TV)Amministrazione e direzione:0438 411374Comunità: 0438 32179Fax: 0438 [email protected]

FOTO :La Casa di Fontanelle della Piccola Comunità

L’Associazione Piccola ComunitàComunità terapeutica per le dipendenze

L’ASSOCIAZIONE “PICCOLA COMUNITÀ” È DA PIÙ DI TRENT’ANNI UN PUNTO DI RIFERIMENTO

RICONOSCIUTO PER LE PROBLEMATICHE LEGATE ALLA TOSSICODIPENDENZA. NASCE COME

COMUNITÀ TERAPEUTICA DI STAMPO RELIGIOSO: IL FONDATORE DON LUIGI VIAN, SACERDOTE

SALESIANO, NE HA DELINEATO I PRINCIPI ISPIRANDOSI AL SISTEMA PREVENTIVO DI DON BOSCO.

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PREMIO RODOLFO SONEGO alla miglior sceneggiaturaRespira di Fabrizio Parisi e Francesca Petrucci, Italia

PREMIO RODOLFO SONEGO menzione speciale3 e 27 di Massimo De Angelis, Italiae Senza Sale di Luca Scalet e Livio Vianello, Italia

PREMIO DEL PUBBLICO AL MIGLIOR CORTOMETRAGGIOL’amore non esiste di Massimiliano Camaiti, Italia

PREMIO MIGLIOR CORTOMETRAGGIOExit, An Underground Journey di Mohanad Yaqubi, Palestina

CORTOMETRAGGIO INTERNATIONALE (MENZIONE SPECIALE)Emozioniere di Simon Baumann e Andreas Pfiffner, Svizzera

FICTION INTERNAZIONALE (MENZIONE)Betty B. & the The’s di Felix Stienz, Germania

DOCUMENTARIO INTERNAZIONALE (MENZIONE) The small army of the silver mountain di Jason Boenne, Belgio

ANIMAZIONE INTERNAZIONALE (MENZIONE)Homeland di Juan de Dios Marfil, Spagna

ITALIA (MENZIONE SPECIALE)Ex-aequo: Videogioco, Loop Experiment di Donato Sansone, Italiae Il pomodoro di Alessio Angelico, Italia

ITALIA (MENZIONE)La casa verde di Gianluca Brezza, ItaliaMuto di Blu, ItaliaCaffè capo di Andrea Zaccariello, ItaliaBlue sofa di Fremder Delbono Baresi, Italia

PREMIO REGIONE VENETOA Nord Est di Milo Adami e Luca Scivoletto, Italia

REGIONE VENETO (MENZIONE)Rovine di Alessandro Guaita, Italiae On Water di Delfina Marcello, Italia

LIMNO (MENZIONE SPECIALE)Eather and Goliath di Thea Lucia Mercouffer, U.S.A.

NUOVI SEGNI (MENZIONE SPECIALE) Domenica 6 aprile, ore 11:42 di Flatform, Italia

SUI GENERIS (MENZIONE SPECIALE)Die Schneider Krankheit di Javier Chillon, Spagna

SUI GENERIS (MENZIONE ITALIANA) Ice Scream di Vito Palumbo, Italia

SUI GENERIS (MENZIONE INTERNAZIONALE)La caverne di Christian Garcia, Svizzera

PREMIO UNICEFListen to me! di Elena Rogova, Ungheria

MENZIONE SPECIALE LAGO FILM FEST al miglior cortometraggio da ZOOPPA.COMWorld wide wow di Elena Da Ros, Italia

LA GIURIA 2010Flavia Mastrella e Antonio RezzaDavid Moreno e Raquel PedreiraSilvio Bandinelli e Monica Timperi (aka FRANK SIMON)Antonello Rinaldi (per le sceneggiature)Manlio Piva (per le sceneggiature)

I vincitori della 6̂ Edizione

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Qual è stato il punto di forza dell’edizione 2010? Sicuramente i film: ne abbiamo avuti 144 in concorso, selezionati dagli oltre 1000 arrivati. Poi gli ospiti eccezionali, come Antonio Rezza, e internazionali, come Blue & Joy, Ackroyd & Harvey, e moltissimi altri. E ovviamente l’equi-pe di volontari che rende possibile il festival. Aspetti da migliorare? Sicuramente uno degli aspetti da potenziare è l’accoglienza dei registi e dei visitatori, dare la possibilità di vivere il fe-stival. Qualche nuova idea per il prossimo anno? Quelle che ci hanno stimolato fino ad oggi: la voglia di creare sempre nuove opportunità, di conoscere, vedere e incontrare persone e sto-rie. Così è nato il Lago Film Fest e così si alimenta, fuori da logiche politiche ed economiche. E ora, Lago Film Fest è in letargo? Parallelamente alla manifestazione siamo già al lavoro per i corsi di formazione nelle scuole e creiamo sempre nuove possibilità di collaborazione per proiettare i film dell’archivio del festival, come ad esempio quella con il Siloe Film Festival (festival all’interno di un monastero benedettino di Siloe in Toscana). Purtroppo però non è si-curo che queste iniziative portino alla realizzazione di una settima edizione del Lago Film Fest, quindi al momento non possiamo confermarla. L’importante è non smettere di sognare.

In forse la settima edizione del Lago Film Fest. Parola di Viviana.

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Comodamente quarta edizione

Comodamente è un festival culturale è nato a Vittorio Veneto con la volontà ambiziosa di “dare la sveglia” e nuovi stimoli alla città e aprendosi anche a tutto il Nordest. Per la quarta edizione, intellettuali, scrittori, scienziati, giornalisti, docenti universitari, artisti, imprenditori e politici sono stati invitati a confrontarsi con il pubblico sul tema della Leggerezza. Nei quattro giorni della ma-nifestazione, Vittorio Veneto ha accolto 130 ospiti che hanno animato oltre 100 eventi della città. È stata una festa popolare, partecipata: con migliaia di presenze ha avuto un notevole riscontro sui quotidiani regionali e sui principali media nazionali. Si è fatta cultura e si sono trasmesse esperienze e pensieri in maniera non paludata, al di fuori dei troppi schemi che imprigionano la conoscenza a una visione esclusiva e soporifera. Comodamen-te testimonia infatti “la necessità che un pubblico sempre maggiore ha di confrontarsi con temi importanti, con notizie che non siano la solita e noiosa minestra riscaldata”. Tutto questo è stato reso possibile dalla collaborazione di tutti gli enti locali, dal coinvolgimento delle realtà produttive nazionali e del territorio, nonché dalla partnership con numerose aziende che hanno contribuito direttamente a supportare i costi o a fornire i servizi necessari al festival. Parallelamente è stato fondamentale il lavoro dei volontari che hanno prestato la loro opera per allestire e gestire i luoghi del festival e le mostre. Dal 2010 Comodamente è stato inserito tra i grandi eventi che sostengono la candidatura del Nordest a Capitale Europea della Cultura nel 2019.

Un botta e risposta con Claudio Bertorelli direttore artistico di Comodamente e presidente di Centro Studi Usine

Quale è stato l’ospite più divertente? E il più noioso?Difficile stilare una classifica. Noioso non direi nessuno, al massimo rompiscatole ed incasinato. Tanto per dire, Oliviero Beha ci ha chiamati che stava alloggiando in città nell’albergo sbagliato. E poi Mauro Corona ne ha combinate di tutti i colori in osteria!Il dialogo più seguito?Sicuramente la chiusura con Morgan, che è stato uno dei colpi del festival e ha attirato quasi 2.000 persone in Piazza Minucci. Nessuno poi si aspettava di sentirlo parlare di filosofia e politica. Quest’anno, comunque, il festival è stato frequentatissimo, realmente un successo!Qual è il tema del prossimo anno?Non lo abbiamo ancora deciso, cominciamo a lavorarci da ottobre. E poi non ti nascondo che ci vogliono mesi per scegliere con oculatezza. Il programma è un lavoro estenuante.Dove si svolgerà il Festival nel 2010? Ancora a Vittorio Veneto?Lo speriamo fortemente, ma Vittorio Veneto deve darsi una mossa e capire che Comodamente è divenuto un patrimonio imprescindibile per il proprio futuro; non lo diciamo noi ma tutti i soggetti nazionali che hanno scoperto lo splendore della città attraverso il festival. Non nascondo che poi abbiamo più proposte, sia per trasferirlo altrove che per farne un evento allargato...Oltre ai fondi, qual è il problema più grande per realizzare un evento di tale portata?Garantire continuità al gruppo di persone che lavora e poi spiegare a tutti i decisori che la cultura è un investimento a ritorno immediato. C’è ancora una mentalità troppo chiusa e provinciale. Se non si pensa in grande non si andrà da nessuna parte!

La redazione

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Cosa ti ha colpito di più della recente av-ventura al Festival del Cinema di Venezia? L’esperienza vissuta dai giovani giornalisti del VV-FilmF ha permesso loro di incontrare, parlare, e co-noscere i “divi” del grande schermo e gli esperti del settore cinematografico. Osservare questi 12 ragaz-zi mi ha davvero entusiasmata, anche per l’unicità dell’evento: l’avere dei minori al Lido è stato un evento eccezionale anche per la Mostra stessa che ne vieta l’entrata alle sale. Quando sarà la prossima edizione del Vittorio Film Festival?Il VVFilmF sarà a Vittorio Veneto dal 2 al 5 marzo 2011 e si snoderà tra il Cinema Multisala Verdi e il Teatro Da Ponte, coinvolgendo così tutta la città. Quali sono le novità?l festival vedrà 800 giovani giurati che potranno incontrare molti beniamini del grande schermo, grandi interpreti e protagonisti del settore, apren-do le porte, durante le mattinate, ad pubblico an-che di studenti universitari. Vi sarà poi una giuria di qualità formata da registi, attori, sceneggiatori, produttori musicali e cinematografici, distributori, critici, giornalisti ed esperti del settore. Oltre a ciò, verrà istituito un premio alla carriera ad un grande

nome della cinematografia internazionale; verran-no realizzati un laboratorio di recitazione cinema-tografica sotto la guida dell’attrice Barbara Enrichi, David di Donatello come miglior attrice per il film “Il Ciclone” e un laboratorio di montaggio con un montatore professionista della RAI. Il “cinegiorna-le quotidiano”,, già presente nella scorsa edizione, sarà guidato dal regista - giornalista Giuseppe Di Tommaso di RAIUNO, che ha già firmato la regia del “Cinegiornale della 67° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Continuerà inoltre la col-laborazione con Federico Campodall’Orto e con La Tenda TV ci ha permesso di creare un sodalizio che, inevitabilmente, c’è e ci sarà tra cinema e tele-visione anche durante il festival.

Il festival dentroELISA MARCHESINI, DIRETTORE ARTISTICO DEL VITTORIO FILM FESTIVAL, RACCONTA DELLA RECENTE ESPERIENZA VISSUTA ALL’ULTIMA 67° EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA, ASSIEME A DODICI RAGAZZI IN VESTE DI GIORNALISTI CINEMATOGRAFICI.

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Personalmente e professio-nalmente cosa ti ha dato l’esperienza al Festival del Cinema di Venezia?È stata un’esperienza molto bella ed entusiasmante dal pun-to di vista umano, vissuta in un contesto totalmente diverso da quelli a cui sono abituato. Da subito si sono creati feeling e sintonia con i ragazzi che han-no partecipato al laboratorio, ma anche con lo staff del Vv-FilmF e col regista. I ragazzi in particolare, nonostante la giovane età, mi hanno stupito per la loro motivazione e per la disinvoltura che hanno dimo-strato di fronte alla telecamera. Professionalmente parlando,

è stata un’avventura utile ed interessante. Essendo in stretto contatto con persone del setto-re televisivo, ho avuto la pos-sibilità di scambiare opinioni e di ricevere consigli in merito al lavoro che stavo svolgendo. Si è creata una bella squadra.

Cosa ha fatto di spe-cifico la Tenda TV? La Tenda Tv ha fatto da troupe operativa per il laboratorio del Vittorio Film Festival. Ab-biamo quindi girato tutte le immagini dei cinque cinegior-nali che sono stati realizzati a Venezia e ci siamo poi occu-pati della complessa fase della selezione dei materiali e del

montaggio. Tutti i video sono a disposizione su un apposito canale tematico all’interno del sito www.latendatv.it

Da chi era compo-sto lo staff di lavoro? Lo staff tecnico era composto dal sottoscritto e da Alessio De Nardi, accompagnati costante-mente dal regista Rai Giusep-pe Di Tommaso, che ha curato l’ideazione e la regia dei ser-vizi. Hanno inoltre partecipato attivamente alle riprese Elisa Marchesini e Michele Fantuzzi.

Prossimi progetti in campo? Col VVFilmF si è avviata una collaborazione che ci vedrà la-vorare di nuovo insieme a mar-zo, in occasione della seconda edizione del festival. Riguar-do al cammino della nostra emittente, invece, ci stiamo preparando per affrontare e, si spera, superare un grande scoglio: il passaggio al digitale terrestre, previsto per il prossi-mo dicembre. Nel frattempo, continueranno le normali tra-smissioni e riprenderanno gli appuntamenti settimanali con la rubrica Ss. Pietro e Paolo Informa.

ro al festivalAD ACCOMPAGNARE E TESTIMONIARE LA PRESENZA DEI RAGAZZI DEL VITTORIO FILM FESTIVAL A VENEZIA È STATO FEDERICO CAMPODALL’ORTO, IDEATORE, ORGANIZZATORE, REGISTA, TUTTOFARE DELLA LOCALE EMITTENTE TELEVISIVA TENDATV.

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ORARI DI APERTURALunedì 14 - 18 | Martedì-Mercoledì-Venerdì 09 - 18 | Giovedì 14 - 22 | Sabato 09 - 17

BERGHEILVia del Gelsolino n.27, Vittorio Veneto TV - tel/fax: 0438 520007 - [email protected]

BERGHEIL

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Il nuovo spazio dedicato ai giovani verrà inaugu-rato sabato 17 ottobre nell’ambito della Fiera del-lo Sport. Il taglio ufficiale del nastro sarà segui-to dall’esibizione della Vittoryo Skate Crew, il gruppo di skaters dell’area vittoriese che da tempo si riunisce al Centro Giovani Criciuma e ha con-tribuito attivamente alla progettazione del parco. A seguire “Learning to skate”: gli skaters più esper-ti metteranno le proprie competenze e la propria attrezzatura a disposizione dei ragazzi dai 10 ai 14 anni iscritti alla Fiera per insegnare loro le tecniche e le figure di base dello skateboarding.

Domenica 17 ottobre è il giorno dello skate party, con il primo Vittoryo Skate Contest. Sarà un lungo pomeriggio di musica ed evoluzioni sulle tavole a quattro ruote che avrà inizio dalle 13.30 con l’aper-tura delle iscrizioni alla gara, accompagnate dal dj set di MxL, (Matteo Giovannini e Lorenzo Frare, allievi del Laboratorio Dj di Fregona, organizza-to all’interno del progetto giovani intercomunale

“Citta Cantiere”). A seguire, le esibizioni di Nick-sees e Money Makers, tra i più interessanti rapper emergenti della scena locale. Poi scatterà il contest con cui gli skaters provenienti da tutta la provincia si contenderanno i premi offerti da CMYK (noto marchio dello street style) e da Bergheil (il nuovo negozio a Vittorio Veneto intermente dedicato al mondo dello skate), accompagnati dal sound indie-rock di dj ½ adro. Dopo le premiazioni la festa non finisce...e sarà ancora “free skate” con il concerto punk-rock dei vittoriesi Skylonger e dei Rooks.La manifestazione è organizzata dal Progetto Gio-vani del Comune di Vittorio Veneto in collabora-zione con Bianconiglio e Victoria Sport&City e l’intero week-end sarà seguito dalle telecamere della Tenda TV.

Per tutte le info ed iscrizioni al contest: Centro Giovani Criciuma – Tel. 0438.59910 [email protected] www.centrogiovanicriciuma.it

SKATE WEEKEND

16-17 ottobre – Inaugurazione Skate

Park

DUE GIORNI DEDICATI A SPORT, MUSICA, ESIBIZIONI E DIVERTIMENTO. LI PROPONGONO IL PRO-GETTO GIOVANI DEL COMUNE DI VITTORIO VENETO PER FESTEGGIARE L’ARRIVO DEL NUOVO SKATE PARK COMUNALE DI VIA DE NADAI (NELL’AREA ESTERNA DEL VICTORIA SPORT&CITY).

A CURA DEL CENTRO GIOVANI INTERCOMUNALE “CITTÀ DI CRICIUMA”

Comunale di Vittorio Veneto

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È stato presentato domenica 5 settembre, con un concerto al Bianconiglio, il Cd registra-to e prodotto nello studio di registrazione “The Band Re-cords”. Realizzato nell’ambito del Progetto Giovani Interco-munale “Città Cantiere – Area 8” e gestito dal gruppo infor-male TheBand.it in collabora-zione con il Comune di Vittorio Veneto, lo studio di registra-zione ha ospitato negli ultimi mesi diversi gruppi musicali del territorio che hanno avuto l’opportunità di usufruire dello spazio, della strumentazione e del supporto tecnico neces-sari per registrare la propria musica.Alcuni dei brani inediti regi-strati sono stati inclusi nella compilation che, da ottobre, sarà in distribuzione gratuita presso il Centro Giovani Criciu-ma di Vittorio Veneto e nei ne-gozi di musica partner dell’ini-ziativa (Inferno Rock, Posocco Hi-Fi, Max Video Megastore e Libreria Musicale Amadeus a Vittorio Veneto; Strumenti Mu-

sicali Berti a Conegliano).“Questo Cd - commenta l’Assessore alle Politiche Giovanili Antonella Caldart - rappresenta una tappa signi-ficativa del percorso avviato da qualche anno dal Progetto Giovani della Città di Vittorio Veneto per valorizzare il gran-de fermento musicale che anima il nostro territorio. Sale prova, corsi di formazione artistico-musicali, concerti e manifestazioni sono tutti tas-selli di un ampio mosaico, ai quali si è aggiunto di recente anche lo studio di registrazio-ne “The Band Records”, un progetto voluto e pensato per consentire ai gruppi musicali emergenti, che non hanno la possibilità di rivolgersi a ser-vizi professionali, di avere uno strumento per promuovere la propria musica”.

Secondo i giovani del gruppo TheBand.it: “L’esperienza che ha portato alla realizzazione di questo Cd è stata positiva. Naturalmente l’obiettivo non è stato quello di realizzare un prodotto profes-sionale, ma di offrire un’occa-sione di visibilità alle band del vittoriese facendo al tempo stesso formazione”. Prima di utilizzare lo studio i gruppi hanno potuto infatti frequentare un corso di for-mazione con fonici esperti che hanno insegnato loro le basi dell’home recording.

SALE PROVA DEL CENTRO GIOVANI CITTÀ DI CRICIUMA

Riaprono i battenti dopo la pausa estiva le due sale prova del Centro Giovani dedicate ai giovani musicisti locali. Gli in-teressati possono prenotarle secondo i seguenti turni:

Lunedì: 15.45 - 18.15 - 20.45Mercoledì: 15.45 - 18.15 - 20.45Venerdì: 15.45 - 18.15 - 20.45Sabato: 15.45

Ogni sala prova è dotata di batteria, amplificatori chitarra e basso, impianto voce com-posto da due casse + spia, due microfoni, mixer. La tariffa per l’utilizzo delle sale prova è di € 3,00 all’ora per gruppo (quindi € 6,00 a prova) con la possibilità di ottenere sconti nel caso di abbonamenti da 10 o 20 prove.

INFO:Centro Giovani “Città di Criciuma”Tel. 0438 [email protected]

The Band RecordsLa prima compilation “fai da te” dei giovani rockers vittoriesi

Da ottobre in distribuzione gratuita nei negozi partner dell’iniziativa e al Centro Giovani

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L´Associazione Parco Papadopoli è stata costituita da un nutrito gruppo di cittadini con la finalità di valorizzare e tutelare il Parco Papadopoli,

UNA BELLISSIMA E PREZIOSISSIMA AREA VERDE DI 2 ETTARI E MEZZO NEL CUORE DELLA NOSTRA CITTÀ.

L´obiettivo è quello di impegnarsi affinché l´amministrazione comunale non venda questo meraviglioso giardino sottraendolo all´uso pubblico,

anche partecipando al Censimento FAI 2010 I LUOGHI DEL CUOREGrandi nomi del panorama artistico e culturale italiano hanno sposato l´iniziativa:

l´ex Sovrintendente del Veneto Guglielmo Monti, il massimo poeta italiano vivente Andrea Zanzotto,

la firma di punta del Corriere della Sera Gianantonio Stella, il cantautore veneziano Gualtiero Bertelli.

IL PAPADOPOLI È CONSIDERATO IL PIÙ IMPORTANTE PARCO D’AUTORE DELL’INTERA PROVINCIA, UN GIARDINO ROMANTICO REALIZZATO

NELLA SECONDA METÀ DELL’800 DA CAREGARO NEGRIN, che ha trasformato sapientemente una piccola parte della collina

con il suo gusto elegante, arricchendolo di essenze arboree rare e pregiatissime.IN QUESTI MESI PER BEN DUE VOLTE L´ASSOCIAZIONE HA CHIESTO

ALL´AMMINISTRAZIONE COMUNALE L´AUTORIZZAZIONE PER SVOLGERE, NELL´AREA DEL PARCO, UNA FESTA APERTA GRATUITAMENTE A TUTTI,

CON ESIBIZIONI VARIE DI MUSICISTI, SCRITTORI E INTRATTENITORI LOCALI.LA RISPOSTA È STATA NO.

Un no motivato dalla mancata presentazione dello statuto dell´Associazione al Sindaco e dal fatto che, a detta dell´Assessore Flavio De Nardi, l´Amministrazione ha bisogno, per il Parco “di soldi e non di idee”.

La Festa è però stata ugualmente fatta, il 19 settembre, grazie alla gentile disponibilità del proprietario dei “Palasi”,

al “Caregon del Diol”, in un contesto comunque stupendo, alla presenza di centinaia di persone, che nell´arco di tutta la giornata han potuto esprimere il loro amore e attaccamento per il Parco.

Senza voler indugiare in polemiche, è chiaro a tutti il reale motivo che ha spinto l´amministrazione a negare per ben due volte l´autorizzazione alla festa

nonostante lo statuto dell´associazione sia stato fatto pervenire al sindaco.L´AUTORIZZAZIONE È STATA NEGATA, IN REALTÀ, NON ALL´ASSOCIAZIONE,

MA A TUTTI COLORO CHE ALLA FESTA AVREBBERO VOLENTIERI PARTECIPATO; AI 6000 E PIÙ CHE, AD OGGI, HANNO SOTTOSCRITTO LA CARTOLINA CHE INDICA

IL PARCO PAPADOPOLI COME “LUOGO DEL CUORE” DA DIFENDERE E VALORIZZARE; ALLA MUSICA, ALL´ARTE E ALLA LIBERTÀ D´ESPRESSIONE.

Associazione Parco Papadopoli

Dalla parte del Parco Papadopoli

luogo del cuore

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

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Manuel De Francesch è nato nel 1976 a Vitto-rio Veneto e vive e lavora a Puos D’Alpago, nel bellunese. Laureato in Architettura presso il Politecnico di Milano, la sua formazione è passata attraverso il disegno, la pittura per poi approdare alla scultura.Nel 2004 ha vinto il primo premio giuria e il primo premio stampa (riconfermato nel 2006) alla Ex-Tempore di scultura su legno di Belluno; nel 2005 il primo premio al Simposio Internazionale di Scultura su neve "Art in the snow" di Sauze D’oulx (TO) e al XVII Concorso Internazionale di scultura su legno Premio Madonna di Campiglio-Volkswagen. Nel 2008 ha allestito due importanti personali presso la sede UBS SA di Lugano e nel palazzo comunale di Pieve d’Alpago (BL). Intensa l’attività espositiva nel 2009: in marzo ha allestito una personale al Museo della Torre dell’Orologio di Vittorio Veneto; in aprile ha parte-cipato alla collettiva "Orme del Novecento", mostra sul panorama artistico nazionale e internazionale del secondo Dopoguerra presso Casa Mussolini di Pre-dappio (FC); in giugno ha allestito una personale alla galleria Ca’ d’Oro in piazza di Spagna a Roma e in dicembre è stata presentata la sua scultura "Chanson d’Amour - Come vento" presso la Chiesetta di San

Giuseppe di Vittorio Veneto. Attualmente sta parte-cipando alla collettiva itinerante (Miami - Los Ange-les, New York e Chicago) "Omaggio a de Chirico" a cura della Galleria Ca’ D’Oro e della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, sotto l’egida dell’Onu e del Ministero degli Affari Esteri.

In 3 parole, cosa significa esser scultore?Entusiasmante, deprimente... speranzoso.Dicono che per anni ti sei ostinato a fare il pittore e poi hai abbandonato, come mai?Ho scoperto il piacere per la terza dimensione!Quando è cominciata questa passione?La passione per la scultura era insita in me fin da bambino, ma l’ho riscoperta nel 2000 quando, frequentando il Politecnico, trovavo l’architettura troppo distante dall’uomo e poco esaustiva per po-terlo raccontare, senza tener conto poi del piacere per il lavoro manuale e la gioia di poter dare forma reale a un pensiero.Quali materiali scolpisci?Il materiale che prediligo è il legno perché, quasi con spirito demiurgico alla “Frankenstein”, è come ridargli una seconda vita... A volte non è la migliore per quelle povere piante!A cosa ti ispiri per le tue sculture?Alle emozioni e debolezze umane.Le tue ultime sperimentazioni?Lavorare con superfici rivestite di sabbia marina, quasi un ritorno all’infanzia e ai giochi in spiaggia.Chi mette i titoli alle tue opere?Purtroppo mi ostino a darli io.Quanto ci impieghi per completare una tua opera?Dipende dalle dimensioni e dalla complessità del soggetto, ma mediamente dalle due alle quattro settimane.Farsi dare un aiutino da qualcuno, no? Effettivamente non c’avevo mai pensato! Colgo quindi l’occasione del giornalino per pubblicare un’offerta di lavoro... ovviamente si richiede bella presenza femminile!

JABADABAD’ARTE: MANUEL DE FRANCESCH

Iscritto al numero 14 del Registro Stampa del Tribunale di Treviso il 14.05.2005 Periodico Patrocinato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Vittorio Veneto Direttore responsabile: Fulvio Fioretti Editore: Karpesika Redazione: via della Chiesa, 6 - 31029 Vittorio Veneto TV Redazione operativa: via Battisti, 8 - 31029 Vittorio Veneto TV Collaboratori: Silvia Albrizio, Claudia Baccichet, Paolo Casagrande, Andrea Condotta, Federico Campo dall’Orto, Eugenia Dal Bo, Nicolò Dal Bo, Anna Lucky Dalena, Francesca Della Giustina, Piero Della Giustina, Alberto Ferri, Giosì Garro, Manuel Gentile, Margherita Leo, Andrea Maroelli, Chiara Perin, Staff Criciuma. Progetto grafico: Alberto Ceschin.

[email protected] - www.jabadabadoo.it