JABADABADOO - dicembre 2009

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Mensile gratuito di attualità, informazione e curiosità - Anno V - Dicembre 2009 n. 6 - N 45 Iniziativa realizzata con il contributo della Regione del Veneto - Assessorato alle Politiche sociali, Volontariato e No Profit

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Jabadabadoo è un periodico della città di Vittorio Veneto che si occupa di cultura giovanile e di iniziative, azioni, ed eventi che la riguardano.

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Mensile gratuito di attualità, informazione e curiosità - Anno V - Dicembre 2009 n. 6 - N 45

Iniziativa realizzata con il contributo della Regione del Veneto - Assessorato alle Politiche sociali, Volontariato e No Profit

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DI PIERO DELLA GIUSTINA

QUESTO MESE ABBIAMO INTERVISTATO LA BELLISSIMA E GIOVANISSIMA VALENTINA PECCOLO, VITTORIESE, CLASSE 1991, TORNATA DA POCO DA SALSOMAGGIORE DOVE HA PARTECIPATO AL CONCORSO DI MISS ITALIA 2009.

Valentina Peccolo

Mi piacciono i ragazzi mori, il colore blu e

Freddie Krueger!

Raccontaci la tua scalata nel mondo delle sfilate. A quali altri concorsi avevi partecipato prima di Miss Italia?La moda mi ha sempre affascinata, ma fino all’anno scorso l’avevo sempre vis-suta solo dall’esterno. Ho poi scoperto il concorso “Bella di Marca” al quale mio fratello Simone mi ha iscritta a mia insa-puta. Ho partecipato alle varie selezioni e alla fine ho ottenuto un ottimo risultato ar-rivando seconda.Tutto questo mi è servito per capire che sfilare mi piaceva e mi appassionava, quindi appena ho saputo delle selezioni di Miss Italia è bastato poco per convincermi ad iscrivermi.Poi? Come è proseguita l’avventura?Ho passato le selezioni provinciali e regio-nali e, in modo del tutto inaspettato, il 24 agosto sono partita per Salsomaggiore per le pre-finali. Solo 38 ragazze avrebbero avuto accesso alle finali, quindi ho cercato di dare il meglio nei provini di ballo canto e recitazione e dopo tre giorni ho scoper-to di essere passata! Ero contentissima ed entusiasta, ma il percorso si stava facendo davvero duro: ogni mattina sveglia alle 7, trucco, prove di ballo, canto, recitazione e portamento, registrazione di video clip e servizi fotografici ecc. Di tutto e di più!C’erano delle regole particolari che do-vevi rispettare durante i giorni del con-corso, come qualche dieta particolare?No assolutamente, non ci vietavano nul-la. Vedevo altre ragazze rinunciare a cibi come la pasta per un frutto o un’insalata, ma comunque sempre e solo di loro spon-tanea volontà. Personalmente non sono cose che fanno parte del mio stile di vita.Molti tuoi sostenitori, sul fanclub di Facebook, sostengono che la giuria sia stata ingiusta in molte valutazioni. Se-condo te? Purtroppo posso dire che tutto il mio grup-po è stato penalizzato dagli orari di uscita,

dalle acconciature e dagli abiti assegnati nelle serate in tv. Succede inoltre che i giu-rati si facciano influenzare dal vestito o dal parere del vicino. Insomma è successo che non votassero sempre le migliori, ma non vuole essere una giustificazione: in questo campo non è sempre semplice giudicare!La domanda di rito... hai qualche idea per il futuro? Vorresti continuare in questo campo o hai altri progetti?Nulla di definito: per ora penso a termi-nare l’ultimo anno di ragioneria e poi uni-versità. Spero nel frattempo di riuscire a realizzarmi ancora nella mia passione: la moda.

ABOUT YOU...Misure? ...Film preferito? Nightmare.Canzone preferita? Non ne ho una un particolare.Cantante Preferito? Max Pezzali.Colore preferito? Blu.Fragole o ciliege? Fragola.Pasta o pizza? Pasta.Se fossi un animale? Leone.Biondo o moro? Moro.Bello o interessante? Interessante.

ABOUT MISS ITALIA...Milly Carlucci da vicino è...? Una persona piacevole.Ed Enzo Merigliani? L’icona di Miss Italia.La ragazza più bella a Miss Italia? Claudia Loy (Miss Cinema).Quella più antipatica? Alessia Delli Veneri.Tutte si lavano? Sì.Dietro le quinte che si fa? Se ne sentono di tutti i colori, specialmente sui giudici e sugli atteg-giamenti delle altre ragazze.Lì, ci ha provato qualcuno con te? Assoluta-mente no; c’erano solo i bodyguard.Hai speso dei soldi per partecipare? Sì, però volentieri.Lo rifaresti? Sì. A & A

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DI PIERO DELLA GIUSTINA

QUESTO MESE ABBIAMO INTERVISTATO LA BELLISSIMA E GIOVANISSIMA VALENTINA PECCOLO, VITTORIESE, CLASSE 1991, TORNATA DA POCO DA SALSOMAGGIORE DOVE HA PARTECIPATO AL CONCORSO DI MISS ITALIA 2009.

Valentina Peccolo

Mi piacciono i ragazzi mori, il colore blu e

Freddie Krueger!

Raccontaci la tua scalata nel mondo delle sfilate. A quali altri concorsi avevi partecipato prima di Miss Italia?La moda mi ha sempre affascinata, ma fino all’anno scorso l’avevo sempre vis-suta solo dall’esterno. Ho poi scoperto il concorso “Bella di Marca” al quale mio fratello Simone mi ha iscritta a mia insa-puta. Ho partecipato alle varie selezioni e alla fine ho ottenuto un ottimo risultato ar-rivando seconda.Tutto questo mi è servito per capire che sfilare mi piaceva e mi appassionava, quindi appena ho saputo delle selezioni di Miss Italia è bastato poco per convincermi ad iscrivermi.Poi? Come è proseguita l’avventura?Ho passato le selezioni provinciali e regio-nali e, in modo del tutto inaspettato, il 24 agosto sono partita per Salsomaggiore per le pre-finali. Solo 38 ragazze avrebbero avuto accesso alle finali, quindi ho cercato di dare il meglio nei provini di ballo canto e recitazione e dopo tre giorni ho scoper-to di essere passata! Ero contentissima ed entusiasta, ma il percorso si stava facendo davvero duro: ogni mattina sveglia alle 7, trucco, prove di ballo, canto, recitazione e portamento, registrazione di video clip e servizi fotografici ecc. Di tutto e di più!C’erano delle regole particolari che do-vevi rispettare durante i giorni del con-corso, come qualche dieta particolare?No assolutamente, non ci vietavano nul-la. Vedevo altre ragazze rinunciare a cibi come la pasta per un frutto o un’insalata, ma comunque sempre e solo di loro spon-tanea volontà. Personalmente non sono cose che fanno parte del mio stile di vita.Molti tuoi sostenitori, sul fanclub di Facebook, sostengono che la giuria sia stata ingiusta in molte valutazioni. Se-condo te? Purtroppo posso dire che tutto il mio grup-po è stato penalizzato dagli orari di uscita,

dalle acconciature e dagli abiti assegnati nelle serate in tv. Succede inoltre che i giu-rati si facciano influenzare dal vestito o dal parere del vicino. Insomma è successo che non votassero sempre le migliori, ma non vuole essere una giustificazione: in questo campo non è sempre semplice giudicare!La domanda di rito... hai qualche idea per il futuro? Vorresti continuare in questo campo o hai altri progetti?Nulla di definito: per ora penso a termi-nare l’ultimo anno di ragioneria e poi uni-versità. Spero nel frattempo di riuscire a realizzarmi ancora nella mia passione: la moda.

ABOUT YOU...Misure? ...Film preferito? Nightmare.Canzone preferita? Non ne ho una un particolare.Cantante Preferito? Max Pezzali.Colore preferito? Blu.Fragole o ciliege? Fragola.Pasta o pizza? Pasta.Se fossi un animale? Leone.Biondo o moro? Moro.Bello o interessante? Interessante.

ABOUT MISS ITALIA...Milly Carlucci da vicino è...? Una persona piacevole.Ed Enzo Merigliani? L’icona di Miss Italia.La ragazza più bella a Miss Italia? Claudia Loy (Miss Cinema).Quella più antipatica? Alessia Delli Veneri.Tutte si lavano? Sì.Dietro le quinte che si fa? Se ne sentono di tutti i colori, specialmente sui giudici e sugli atteg-giamenti delle altre ragazze.Lì, ci ha provato qualcuno con te? Assoluta-mente no; c’erano solo i bodyguard.Hai speso dei soldi per partecipare? Sì, però volentieri.Lo rifaresti? Sì. A & A

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In pochi anni è passato dall’essere consi-gliere comunale, poi assessore e presidente della provincia di Treviso; Vicepresidente in Regione ed infine Ministro. Quali sono i segreti di una così rapida ascesa?Non esiste un segreto, esiste piuttosto un pat-to di lealtà con la mia gente, che viene prima di tutto. Ho iniziato la mia esperienza politica poco più che ventenne, come consigliere co-munale. Considero un privilegio aver iniziato a fare politica sul mio territorio. Mi ha inse-gnato che il primo valore sono i cittadini e che l’arroganza in politica non paga. L’affetto dei miei elettori mi ha sostenuto nelle battaglie più difficili, mi ha dato la forza di battere i pugni quando serviva e di rischiare tutto me stesso. È grazie a loro se sono arrivato a occupare que-sto posto a Roma. Che ruolo riveste la comunicazione nel suo lavoro?La comunicazione è lo strumento più imme-diato per far conoscere alla gente le iniziati-

ve politiche che stiamo portando avanti e per verificare se effettivamente stiamo rispettando le promesse. Credo sia arrivato il momento d’inaugurare la stagione della trasparenza, in cui possiamo dare tutte le informazioni ai cit-tadini, che possono così giudicare liberamente il nostro operato. Per questo la comunicazione è un aspetto fondamentale del mio lavoro. Quale strumento preferisce per parlare alla gente? Meglio la televisione o la rete?Preferisco incontrare i miei cittadini diretta-mente, perché per offrire risposte adeguate bisogna conoscere i problemi in presa diretta. È per questo che da quando sono al governo, ho scelto di visitare le aziende di persona, gi-rando dal Nord al Sud del Paese. Ma siccome è impossibile incontrare tutti, i mezzi di comu-nicazione sono un grande supporto. La televi-sione e la radio permettono di entrare in tutte le case, i quotidiani di approfondire le notizie e magari di discuterne con gli amici, la rete invece è lo strumento privilegiato per incon-

DI NICOLÒ DAL BO E ANDREA CONDOTTA

POTETE TROVARE

L’INTERVISTA COMPLETA

AL MINISTRO ZAIA SUL SITO:

www.fuoridipenna.it

Intervista Al Ministro

dell’Agricoltura

Luca Zaia

trare i giovani. Per seguire quello che faccio oltre al sito del ministero e alla nostra rivista telematica di agricoltura, c’è a disposizione anche il mio sito, che offre la possibilità a tutti di rivolgermi domande e proposte. Gran parte del suo lavoro si svolge a Roma oppure in sedi internazionali. Ciò l’ha al-lontanata dal territorio dal quale è iniziata la sua vita politica oppure è riuscito ugual-mente a mantenere i contatti? Se sì, come ci si riesce? Non posso dimenticare la mia appartenenza. Se sono diventato ministro lo devo ai miei elettori trevigiani e veneti, che hanno creduto in me. Sono convinto che questo mio nuovo incarico politico sia un modo per portare avan-ti le battaglie del nostro territorio, che sono quelle poi di tutto il nostro Paese. Per questo ho scelto di mantenere un legame forte con i miei elettori, un luogo dove mi possono sem-pre reperire. Un luogo che avesse anche una forte valenza simbolica: la prestigiosa scuola enologica di Conegliano, che è stata anche la mia scuola, è un modo per valorizzare le risor-se e le strutture d’eccellenza che ha la Mar-ca. E nello stesso tempo anche un segnale per incoraggiare i giovani a tornare ai campi, ma

con la preparazione e la consapevolezza di chi intraprende una professione dignitosissima, al pari di qualsiasi altra. In Regione sta nascendo un progetto che mira a mettere in contatto i giovani e le istituzioni politiche attraverso un forum partecipato direttamente dai ragazzi. Cosa ne pensa di quest’apertura da parte della politica nei confronti dei più giovani? Può essere un utile incoraggiamento?La politica deve ricominciare dai giovani. La Lega ha capito che costituiscono una grande propulsore se vogliamo attuare un serio rin-novamento. Gran parte del nostro elettorato è composta da giovani: significa che riusciamo finalmente a parlare un linguaggio più vicino a loro, che incarniamo un’idea politica ben distante da quella astratta, portata avanti per anni, nelle stanze chiuse dei Palazzi. Le no-stre idee sono nuove, e infatti i nostri militanti e i nostri esponenti sono sempre più giovani. Abbiamo dimostrato che c’è un modo di fare politica accessibile a tutti e che tutti possono fare politica, a partire dalla loro esperienza quotidiana. Anche i giovani se ne sono accorti e a ogni tornata elettorale usciamo sempre più forti.

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In pochi anni è passato dall’essere consi-gliere comunale, poi assessore e presidente della provincia di Treviso; Vicepresidente in Regione ed infine Ministro. Quali sono i segreti di una così rapida ascesa?Non esiste un segreto, esiste piuttosto un pat-to di lealtà con la mia gente, che viene prima di tutto. Ho iniziato la mia esperienza politica poco più che ventenne, come consigliere co-munale. Considero un privilegio aver iniziato a fare politica sul mio territorio. Mi ha inse-gnato che il primo valore sono i cittadini e che l’arroganza in politica non paga. L’affetto dei miei elettori mi ha sostenuto nelle battaglie più difficili, mi ha dato la forza di battere i pugni quando serviva e di rischiare tutto me stesso. È grazie a loro se sono arrivato a occupare que-sto posto a Roma. Che ruolo riveste la comunicazione nel suo lavoro?La comunicazione è lo strumento più imme-diato per far conoscere alla gente le iniziati-

ve politiche che stiamo portando avanti e per verificare se effettivamente stiamo rispettando le promesse. Credo sia arrivato il momento d’inaugurare la stagione della trasparenza, in cui possiamo dare tutte le informazioni ai cit-tadini, che possono così giudicare liberamente il nostro operato. Per questo la comunicazione è un aspetto fondamentale del mio lavoro. Quale strumento preferisce per parlare alla gente? Meglio la televisione o la rete?Preferisco incontrare i miei cittadini diretta-mente, perché per offrire risposte adeguate bisogna conoscere i problemi in presa diretta. È per questo che da quando sono al governo, ho scelto di visitare le aziende di persona, gi-rando dal Nord al Sud del Paese. Ma siccome è impossibile incontrare tutti, i mezzi di comu-nicazione sono un grande supporto. La televi-sione e la radio permettono di entrare in tutte le case, i quotidiani di approfondire le notizie e magari di discuterne con gli amici, la rete invece è lo strumento privilegiato per incon-

DI NICOLÒ DAL BO E ANDREA CONDOTTA

POTETE TROVARE

L’INTERVISTA COMPLETA

AL MINISTRO ZAIA SUL SITO:

www.fuoridipenna.it

Intervista Al Ministro

dell’Agricoltura

Luca Zaia

trare i giovani. Per seguire quello che faccio oltre al sito del ministero e alla nostra rivista telematica di agricoltura, c’è a disposizione anche il mio sito, che offre la possibilità a tutti di rivolgermi domande e proposte. Gran parte del suo lavoro si svolge a Roma oppure in sedi internazionali. Ciò l’ha al-lontanata dal territorio dal quale è iniziata la sua vita politica oppure è riuscito ugual-mente a mantenere i contatti? Se sì, come ci si riesce? Non posso dimenticare la mia appartenenza. Se sono diventato ministro lo devo ai miei elettori trevigiani e veneti, che hanno creduto in me. Sono convinto che questo mio nuovo incarico politico sia un modo per portare avan-ti le battaglie del nostro territorio, che sono quelle poi di tutto il nostro Paese. Per questo ho scelto di mantenere un legame forte con i miei elettori, un luogo dove mi possono sem-pre reperire. Un luogo che avesse anche una forte valenza simbolica: la prestigiosa scuola enologica di Conegliano, che è stata anche la mia scuola, è un modo per valorizzare le risor-se e le strutture d’eccellenza che ha la Mar-ca. E nello stesso tempo anche un segnale per incoraggiare i giovani a tornare ai campi, ma

con la preparazione e la consapevolezza di chi intraprende una professione dignitosissima, al pari di qualsiasi altra. In Regione sta nascendo un progetto che mira a mettere in contatto i giovani e le istituzioni politiche attraverso un forum partecipato direttamente dai ragazzi. Cosa ne pensa di quest’apertura da parte della politica nei confronti dei più giovani? Può essere un utile incoraggiamento?La politica deve ricominciare dai giovani. La Lega ha capito che costituiscono una grande propulsore se vogliamo attuare un serio rin-novamento. Gran parte del nostro elettorato è composta da giovani: significa che riusciamo finalmente a parlare un linguaggio più vicino a loro, che incarniamo un’idea politica ben distante da quella astratta, portata avanti per anni, nelle stanze chiuse dei Palazzi. Le no-stre idee sono nuove, e infatti i nostri militanti e i nostri esponenti sono sempre più giovani. Abbiamo dimostrato che c’è un modo di fare politica accessibile a tutti e che tutti possono fare politica, a partire dalla loro esperienza quotidiana. Anche i giovani se ne sono accorti e a ogni tornata elettorale usciamo sempre più forti.

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Da donna, è giusto sentirsi offese dal-le intercettazioni, dalle battute più o meno di cattivo gusto del premier; ma forse non ci sente più insultate da donne come la D’Addario o la Letizia,

che presumibilmente passando nei letti giusti, credono di poter ottenere il quarto d’ora di celebrità o una com-parsata in tv?Sono riprovevoli sia quegli gli uomini che ci considerano oggetti, sia quelle donne simili a quelle da lei citate che ci fanno passare TUTTE come facili e disposte a qualsiasi cosa per un posti-cino in un siparietto televisivo.La donna ha raggiunto l’agognata pa-rità? O spesso sembriamo troppo sicu-re e aggressive tanto da impaurire gli uomini?La strada per la parità è ancora lunga, e l’uomo oltretutto si è sempre sentito minacciato dalla forza di noi donne.Come vede le trentenni di oggi, dal punto di vista della libertà sessuale?Non sono le trentenni a preoccuparmi, dal punto di vista della libertà sessua-le, ma le sedicenni e le quarantenni. Le prime perché hanno una libertà ecces-siva e dei mezzi come internet perico-losi e ambigui, e le seconde che come madri delle sedicenni sopracitate sono profondamente insicure e sbalestrate dalle loro stesse figlie.

PER UN SICILIANO, INCONTRARE UN CORREGIONALE FUORI DALLA PROPRIA TERRA D’ORIGINE È SEMPRE UNA SENSAZIONE STRANA, UNA SORTA DI RIMPATRIATA TRA PERSONE TOTALMENTE TRA LORO SCONOSCIUTE, CHE PERÒ RIESCONO A COMPRENDERSI CON UNA SEMPLICE “TALIATA”: UNO SCAMBIO DI SGUARDI CHE VALE, ALMENO DA NOI IN SICILIA, PIÙ DI MILLE PAROLE.E COSÌ È STATO INCONTRANDO GIUSEPPE AYALA. ALL’INTERNO DEL FESTIVAL COMODAMENTE,

DURANE IL DIALOGO DAL TITOLO “QUALE LIMITE TRA DIRITTO E FAVORE?”, CHE SI È SUBITO TRASFORMATO IN UNA AMABILE CONVERSAZIONE TRA VECCHI AMICI CHE NON SI VEDEVANO DA TEMPO: OLTRE AD AYALA, ATTUALMENTE CONSIGLIERE DELLA CORTE D’APPELLO DELL’AQUILA, ERANO PRESENTI ANCHE ENNIO FORTUNA PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA E ANTONIO FOIADELLI, PROCURATORE DEL TRIBUNALE DI TREVISO. TUTTI E TRE SI SONO RIUNITI ATTORNO A UN TAVOLINO A SPIEGARE I MECCANISMI SUBDOLI E OSCENI DI QUEL CANCRO CHIAMATO MAFIA.

“PORCI CON LE ALI” È STATO UN LIBRO SCANDALO DEL 1976, CHE INTRECCIAVA LE PRIME ESPERIENZE SESSUALI DI DUE ADOLESCENTI CON I TUMULTI POLITICI E SOCIALI DEGLI ANNI DI PIOMBO. TI ASPETTI CHE L’AUTRICE SIA QUINDI, SEBBENE SIANO PASSATI TRENT’ANNI, UNA DONNA GIOVIALE E IRONICA, COSÌ COME TRASPARE ANCHE DAL SUO BLOG, E NON SICURAMENTE UNA DONNA INFREDDOLITA NEL CORPO E NELL’UMORE, E CON IL DESIDERIO CHE LE SI LEGGE IN FACCIA DI ANDARSENE IN ALBERGO DI GRAN FRETTA.

L’OCCASIONE DELL’INTERVISTA, ALL’INTERNO DEL FESTIVAL COMODAMENTE A PIAZZA MINUCCI, È IL READING DE “LA DONNA GIGANTE”, IL RACCONTO DI UN GIORNO NELLA VITA DI UNA DONNA. LO STESSO GIORNO, LA STESSA DONNA: A TRENT’ANNI, A QUARANTA, A CINQUANTA.

DI GIOSÌ GARRODI GIOSÌ GARRO

Giuseppe AyalaLidia Ravera

Giudice Ayala, la Sicilia può essere considerata cartina tor-nasole della situazione della legalità in Italia?Sì, lo dico anche nel mio libro. Basti pensare a Leonardo Scia-scia quando parlava della Sicilia come metafora della condizione dell’uomo, e la stessa cosa vale per il rapporto con la legalità. Lo scrittore di Racalmuto diceva, ad esempio, che il potere è un “co-stume nazionale” da cui sarebbe stato difficile, se non impossibile, separarsi.Sicilia, terra di frontiera. Com’è adesso questa terra al limite?Non trovo assolutamente che la Sicilia sia una terra di frontiera. Anzi, è al centro dell’Europa.C’è chi ha sostenuto che lei, in quanto unico sopravvissuto del pool antimafia, composto da Falcone e Borsellino, abbia ormai pagato il torto di essere vivo. Vuole sapere come si vive al li-mite della “sopravvivenza”? E’ una domanda molto intima a cui però voglio ugualmente rispon-dere: ho cercato di sfuggire a

quella che è la sindrome del re-duce, evitando di pensare troppo al fatto che i miei amici e colleghi siano morti, e io invece continuo ad andare al lavoro ogni giorno. É stato difficile metabolizzare il dolore, ma ce l’ho fatta.Come si può riuscire a fare qualcosa contro la mafia oggi-giorno, da semplici cittadini?Riuscire a sfuggire a questo re-taggio storico, a questo rapporto di sudditanza, soprattutto per noi siciliani, non è poi così impossi-

bile. L’imprenditore palermitano Conticello ,che si è ribellato alla mafia non pagando il pizzo, e che stasera è venuto a dare la sua te-stimonianza di uomo e cittadino onesto, è già una dimostrazione di come ci si possa ribellare.

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Da donna, è giusto sentirsi offese dal-le intercettazioni, dalle battute più o meno di cattivo gusto del premier; ma forse non ci sente più insultate da donne come la D’Addario o la Letizia,

che presumibilmente passando nei letti giusti, credono di poter ottenere il quarto d’ora di celebrità o una com-parsata in tv?Sono riprovevoli sia quegli gli uomini che ci considerano oggetti, sia quelle donne simili a quelle da lei citate che ci fanno passare TUTTE come facili e disposte a qualsiasi cosa per un posti-cino in un siparietto televisivo.La donna ha raggiunto l’agognata pa-rità? O spesso sembriamo troppo sicu-re e aggressive tanto da impaurire gli uomini?La strada per la parità è ancora lunga, e l’uomo oltretutto si è sempre sentito minacciato dalla forza di noi donne.Come vede le trentenni di oggi, dal punto di vista della libertà sessuale?Non sono le trentenni a preoccuparmi, dal punto di vista della libertà sessua-le, ma le sedicenni e le quarantenni. Le prime perché hanno una libertà ecces-siva e dei mezzi come internet perico-losi e ambigui, e le seconde che come madri delle sedicenni sopracitate sono profondamente insicure e sbalestrate dalle loro stesse figlie.

PER UN SICILIANO, INCONTRARE UN CORREGIONALE FUORI DALLA PROPRIA TERRA D’ORIGINE È SEMPRE UNA SENSAZIONE STRANA, UNA SORTA DI RIMPATRIATA TRA PERSONE TOTALMENTE TRA LORO SCONOSCIUTE, CHE PERÒ RIESCONO A COMPRENDERSI CON UNA SEMPLICE “TALIATA”: UNO SCAMBIO DI SGUARDI CHE VALE, ALMENO DA NOI IN SICILIA, PIÙ DI MILLE PAROLE.E COSÌ È STATO INCONTRANDO GIUSEPPE AYALA. ALL’INTERNO DEL FESTIVAL COMODAMENTE,

DURANE IL DIALOGO DAL TITOLO “QUALE LIMITE TRA DIRITTO E FAVORE?”, CHE SI È SUBITO TRASFORMATO IN UNA AMABILE CONVERSAZIONE TRA VECCHI AMICI CHE NON SI VEDEVANO DA TEMPO: OLTRE AD AYALA, ATTUALMENTE CONSIGLIERE DELLA CORTE D’APPELLO DELL’AQUILA, ERANO PRESENTI ANCHE ENNIO FORTUNA PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA E ANTONIO FOIADELLI, PROCURATORE DEL TRIBUNALE DI TREVISO. TUTTI E TRE SI SONO RIUNITI ATTORNO A UN TAVOLINO A SPIEGARE I MECCANISMI SUBDOLI E OSCENI DI QUEL CANCRO CHIAMATO MAFIA.

“PORCI CON LE ALI” È STATO UN LIBRO SCANDALO DEL 1976, CHE INTRECCIAVA LE PRIME ESPERIENZE SESSUALI DI DUE ADOLESCENTI CON I TUMULTI POLITICI E SOCIALI DEGLI ANNI DI PIOMBO. TI ASPETTI CHE L’AUTRICE SIA QUINDI, SEBBENE SIANO PASSATI TRENT’ANNI, UNA DONNA GIOVIALE E IRONICA, COSÌ COME TRASPARE ANCHE DAL SUO BLOG, E NON SICURAMENTE UNA DONNA INFREDDOLITA NEL CORPO E NELL’UMORE, E CON IL DESIDERIO CHE LE SI LEGGE IN FACCIA DI ANDARSENE IN ALBERGO DI GRAN FRETTA.

L’OCCASIONE DELL’INTERVISTA, ALL’INTERNO DEL FESTIVAL COMODAMENTE A PIAZZA MINUCCI, È IL READING DE “LA DONNA GIGANTE”, IL RACCONTO DI UN GIORNO NELLA VITA DI UNA DONNA. LO STESSO GIORNO, LA STESSA DONNA: A TRENT’ANNI, A QUARANTA, A CINQUANTA.

DI GIOSÌ GARRODI GIOSÌ GARRO

Giuseppe AyalaLidia Ravera

Giudice Ayala, la Sicilia può essere considerata cartina tor-nasole della situazione della legalità in Italia?Sì, lo dico anche nel mio libro. Basti pensare a Leonardo Scia-scia quando parlava della Sicilia come metafora della condizione dell’uomo, e la stessa cosa vale per il rapporto con la legalità. Lo scrittore di Racalmuto diceva, ad esempio, che il potere è un “co-stume nazionale” da cui sarebbe stato difficile, se non impossibile, separarsi.Sicilia, terra di frontiera. Com’è adesso questa terra al limite?Non trovo assolutamente che la Sicilia sia una terra di frontiera. Anzi, è al centro dell’Europa.C’è chi ha sostenuto che lei, in quanto unico sopravvissuto del pool antimafia, composto da Falcone e Borsellino, abbia ormai pagato il torto di essere vivo. Vuole sapere come si vive al li-mite della “sopravvivenza”? E’ una domanda molto intima a cui però voglio ugualmente rispon-dere: ho cercato di sfuggire a

quella che è la sindrome del re-duce, evitando di pensare troppo al fatto che i miei amici e colleghi siano morti, e io invece continuo ad andare al lavoro ogni giorno. É stato difficile metabolizzare il dolore, ma ce l’ho fatta.Come si può riuscire a fare qualcosa contro la mafia oggi-giorno, da semplici cittadini?Riuscire a sfuggire a questo re-taggio storico, a questo rapporto di sudditanza, soprattutto per noi siciliani, non è poi così impossi-

bile. L’imprenditore palermitano Conticello ,che si è ribellato alla mafia non pagando il pizzo, e che stasera è venuto a dare la sua te-stimonianza di uomo e cittadino onesto, è già una dimostrazione di come ci si possa ribellare.

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Al termine del dialogo organizzato da Comodamente ed intitolato “La matematica non è una scienza esat-ta”, abbiamo incontrato Furio Honsell, noto ospite della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, ma soprattutto matematico e Sindaco di Udine, per porgli alcune domande sul tema “comunicare la scienza”, cui ha risposto con molta disponibilità e simpatia.Qual è il limite di tecnicismo che non si deve ol-trepassare per comunicare i risultati della ricer-ca scientifica a un pubblico di non addetti? “Per prima cosa bisogna comunicare bene il problema e per fare questo non occorre molto tecnicismo. E’ pos-sibile, infatti, comunicare con molto rigore in che modo un determinato problema è stato sostituito da un nuo-vo problema, perché sappiamo che tutto è transitorio e provvisorio nella scienza. Di conseguenza immaginare che essa dia delle risposte definitive ed assolute è già un di per sé un errore. Come sindaco, per contrastare l’inquinamento atmosferico legato alle polveri sottili, mi è stato utile fare un ragionamento scientifico e fare della divulgazione scientifica per educare i cittadini e creare una pulsione verso una nuova consapevolezza. Sui problemi relativi ai grandi temi della sperimentazio-ne medica e dell’assistenza medica del fine vita ci tro-viamo invece nella difficoltà di spiegare che cosa c’è e che cosa possiamo fare. Io sono stato il sindaco che ha accolto Eluana Englaro ed ho sofferto quando tanti ten-tavano di pontificare attraverso argomentazioni scien-tifiche. Quello era un fatto etico e non scientifico, dove certamente la scienza poteva essere utilizzata, ma non si poteva rimettere alla scienza l’ultima parola”.In che modo la comunicazione dei risultati della

ricerca scientifica può aiutare nello stanziamen-to di nuovi fondi per la ricerca?I politici devono finanziare la ricerca perché i paesi che ci investono di più sono poi quelli che hanno la maggiore capacità di adattamento all’evoluzione eco-nomica. Se i politici non se ne rendono conto è molto difficile convincerli. Non a caso la ricerca in medicina è quasi sempre finanziata, perché vedere un bambino o un parente che soffre suscita emozioni nella perce-zione di tutti. Un altro esempio simile è il risparmio energetico, un argomento alla portata di tutti. Quanto però sono disposti gli industriali a investire in ricerca di nuovi materiali locali? Per incentivarli è necessario utilizzare esempi dal passato, similitudini, cercando di trovare analogie e non promettendo mai risultati troppo immediati”. Come comportarsi quando diversi scienziati dan-no interpretazioni contrapposte dei risultati di una stessa ricerca? E come comunicarlo?“Noi non possiamo dire per certo che le cose andranno nel modo che stimiamo. La scienza è complessa. Una delle cose più pericolose è dare l’impressione che esi-sta una verità definiva ed assoluta, perché la scienza insegna che ciò non è possibile. Ne è un esempio la discussione sui cambiamenti climatici: ci sono scien-ziati che affermano che questo processo esiste e scien-ziati che lo negano. L’atteggiamento prudenziale di dire “bisogna ridurre l’impatto ambientale, i gas serra o la deforestazione” è più corretto sia nel non essere trop-po invasivo, sia nel non dire che quella è la soluzione migliore. Nella scienza, anche se “esatta”, sì e no sono sbagliati; “Forse sì” e “forse no” sono più corretti.

Il Rotaract è un’associazione di ragazzi e ragazze presente in tutto il mondo, promossa dal Rotary International e dedicata a ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Lo scopo del Rotaract è offrire ai giovani l’opportunità di elevare le conoscenze e le capacità che contribuiranno al loro sviluppo personale, di coltivare e sviluppare la leadership personale, di affrontare le esigenze materiali e sociali delle loro comunità e di promuovere migliori relazioni tra i popoli del mondo attraverso l’amicizia e il volon-tariato.

A Vittorio si riunisce sin dal 1977, il 1° e 3° venerdì di ogni messe presso l’Hotel Ter-me di Vittorio Veneto il Club “Conegliano-Vittorio Veneto”. Il sodalizio è molto attivo anche nella raccolta fondi per iniziative di beneficienza (ad esempio, è giunto alla 26^ edizione il tradizionale concerto di Natale, i cui fondi sono interamente devoluti alla Fondazione “Piccolo Rifugio”) e nel sostegno a progetti di solidarietà, sia in ambito locale, che nazionale e internazionale.

Ogni anno i giovani soci del Club Conegliano-VittorioVeneto, così come quelli degli altri Clubs Rotaract, si impegnano in nuovi servizi alla comunità, denominati “service”. “Per quest’anno sociale − ci spiega Marco Caliandro, presidente del Rotaract Club Co-negliano − Vittorio Veneto (nella foto) - abbiamo progettato un nuovo service avente la finalità, da un lato, di porre l’accento sulle politiche giovanili locali, dall’altro di dare la giusta visibilità al club, ai suoi principi e agli ideali che caratterizzano il Rotaract. A partire dal mese di dicembre 2009 raccoglieremo notizie, informazioni e quant’altro sulle attività dei vari comuni, enti e associazioni nel campo delle politiche giovanili e dei progetti per giovani. I dati raccolti verranno vagliati da una apposita commissione interna del Club che, sulla base di un regolamento che predisporremo, esprimerà una valutazione di innovazione, originalità, efficacia, finalizzata alla consegna di un pre-mio al comune, ente o associazione che più si è distinto in questo particolare ambito. Il premio sarà consegnato nel corso di un’apposita cerimonia pubblica che si terrà, orientativamente, nel mese di maggio 2010”.

DI LISA PIZZOL

L’importanza della comunicazione scientifica

Quanto valgono i giovani? Per il Rotaract, molto.

DI ANDREA CONDOTTAINTERVISTA A FURIO HONSELL: IL SINDACO DI UDINE, NONCHÉ DOCENTE UNIVERSITARIO E OSPITE DI FABIO FAZIO A “CHE TEMPO CHE FA”, CI INSEGNA IL VALORE DELLA COMUNICAZIONE IN AMBITO SCIENTIFICO.

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Page 9: JABADABADOO - dicembre 2009

Al termine del dialogo organizzato da Comodamente ed intitolato “La matematica non è una scienza esat-ta”, abbiamo incontrato Furio Honsell, noto ospite della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, ma soprattutto matematico e Sindaco di Udine, per porgli alcune domande sul tema “comunicare la scienza”, cui ha risposto con molta disponibilità e simpatia.Qual è il limite di tecnicismo che non si deve ol-trepassare per comunicare i risultati della ricer-ca scientifica a un pubblico di non addetti? “Per prima cosa bisogna comunicare bene il problema e per fare questo non occorre molto tecnicismo. E’ pos-sibile, infatti, comunicare con molto rigore in che modo un determinato problema è stato sostituito da un nuo-vo problema, perché sappiamo che tutto è transitorio e provvisorio nella scienza. Di conseguenza immaginare che essa dia delle risposte definitive ed assolute è già un di per sé un errore. Come sindaco, per contrastare l’inquinamento atmosferico legato alle polveri sottili, mi è stato utile fare un ragionamento scientifico e fare della divulgazione scientifica per educare i cittadini e creare una pulsione verso una nuova consapevolezza. Sui problemi relativi ai grandi temi della sperimentazio-ne medica e dell’assistenza medica del fine vita ci tro-viamo invece nella difficoltà di spiegare che cosa c’è e che cosa possiamo fare. Io sono stato il sindaco che ha accolto Eluana Englaro ed ho sofferto quando tanti ten-tavano di pontificare attraverso argomentazioni scien-tifiche. Quello era un fatto etico e non scientifico, dove certamente la scienza poteva essere utilizzata, ma non si poteva rimettere alla scienza l’ultima parola”.In che modo la comunicazione dei risultati della

ricerca scientifica può aiutare nello stanziamen-to di nuovi fondi per la ricerca?I politici devono finanziare la ricerca perché i paesi che ci investono di più sono poi quelli che hanno la maggiore capacità di adattamento all’evoluzione eco-nomica. Se i politici non se ne rendono conto è molto difficile convincerli. Non a caso la ricerca in medicina è quasi sempre finanziata, perché vedere un bambino o un parente che soffre suscita emozioni nella perce-zione di tutti. Un altro esempio simile è il risparmio energetico, un argomento alla portata di tutti. Quanto però sono disposti gli industriali a investire in ricerca di nuovi materiali locali? Per incentivarli è necessario utilizzare esempi dal passato, similitudini, cercando di trovare analogie e non promettendo mai risultati troppo immediati”. Come comportarsi quando diversi scienziati dan-no interpretazioni contrapposte dei risultati di una stessa ricerca? E come comunicarlo?“Noi non possiamo dire per certo che le cose andranno nel modo che stimiamo. La scienza è complessa. Una delle cose più pericolose è dare l’impressione che esi-sta una verità definiva ed assoluta, perché la scienza insegna che ciò non è possibile. Ne è un esempio la discussione sui cambiamenti climatici: ci sono scien-ziati che affermano che questo processo esiste e scien-ziati che lo negano. L’atteggiamento prudenziale di dire “bisogna ridurre l’impatto ambientale, i gas serra o la deforestazione” è più corretto sia nel non essere trop-po invasivo, sia nel non dire che quella è la soluzione migliore. Nella scienza, anche se “esatta”, sì e no sono sbagliati; “Forse sì” e “forse no” sono più corretti.

Il Rotaract è un’associazione di ragazzi e ragazze presente in tutto il mondo, promossa dal Rotary International e dedicata a ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Lo scopo del Rotaract è offrire ai giovani l’opportunità di elevare le conoscenze e le capacità che contribuiranno al loro sviluppo personale, di coltivare e sviluppare la leadership personale, di affrontare le esigenze materiali e sociali delle loro comunità e di promuovere migliori relazioni tra i popoli del mondo attraverso l’amicizia e il volon-tariato.

A Vittorio si riunisce sin dal 1977, il 1° e 3° venerdì di ogni messe presso l’Hotel Ter-me di Vittorio Veneto il Club “Conegliano-Vittorio Veneto”. Il sodalizio è molto attivo anche nella raccolta fondi per iniziative di beneficienza (ad esempio, è giunto alla 26^ edizione il tradizionale concerto di Natale, i cui fondi sono interamente devoluti alla Fondazione “Piccolo Rifugio”) e nel sostegno a progetti di solidarietà, sia in ambito locale, che nazionale e internazionale.

Ogni anno i giovani soci del Club Conegliano-VittorioVeneto, così come quelli degli altri Clubs Rotaract, si impegnano in nuovi servizi alla comunità, denominati “service”. “Per quest’anno sociale − ci spiega Marco Caliandro, presidente del Rotaract Club Co-negliano − Vittorio Veneto (nella foto) - abbiamo progettato un nuovo service avente la finalità, da un lato, di porre l’accento sulle politiche giovanili locali, dall’altro di dare la giusta visibilità al club, ai suoi principi e agli ideali che caratterizzano il Rotaract. A partire dal mese di dicembre 2009 raccoglieremo notizie, informazioni e quant’altro sulle attività dei vari comuni, enti e associazioni nel campo delle politiche giovanili e dei progetti per giovani. I dati raccolti verranno vagliati da una apposita commissione interna del Club che, sulla base di un regolamento che predisporremo, esprimerà una valutazione di innovazione, originalità, efficacia, finalizzata alla consegna di un pre-mio al comune, ente o associazione che più si è distinto in questo particolare ambito. Il premio sarà consegnato nel corso di un’apposita cerimonia pubblica che si terrà, orientativamente, nel mese di maggio 2010”.

DI LISA PIZZOL

L’importanza della comunicazione scientifica

Quanto valgono i giovani? Per il Rotaract, molto.

DI ANDREA CONDOTTAINTERVISTA A FURIO HONSELL: IL SINDACO DI UDINE, NONCHÉ DOCENTE UNIVERSITARIO E OSPITE DI FABIO FAZIO A “CHE TEMPO CHE FA”, CI INSEGNA IL VALORE DELLA COMUNICAZIONE IN AMBITO SCIENTIFICO.

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Il Da Ponte ha chiuso il si-pario e chissà quando torne-rà a riaprirlo. Gli appassio-nati hanno cercato invano il programma di una stagione teatrale 2009-2010, chi di norma non è interessato non se ne sarà nemmeno accorto, ma a quanto pare quest’an-no sedersi sulle poltroncine rosse del teatro di piazza Minucci per ascoltare un concerto, vedere un balletto o gustarsi uno spettacolo di prosa non sarà possibile. Il motivo è fondamental-mente economico: la crisi imperversa e la cultura è fra le prime a caderne vit-tima. Senza dubbio i costi di un teatro sono molto alti e la Fondazione Cassamar-ca, che tramite la società strumentale Teatri Spa ha in gestione il Da Ponte e al-tri teatri di Treviso e Pieve di Soligo, aveva da tempo annunciato la necessità di misure restrittive. Peccato

che sia toccato proprio al nostro teatro. Ma i ragazzi cosa ne pensano? La mag-gior parte di loro non ne era a conoscenza e ha reagito con stupore alla notizia, domandando quale fosse il motivo di tale decisione, e dimostrando rammarico in proposito. A detta di tutti è un gran peccato, per qualcuno proprio una vergogna, e i motivi sono molti. Alcuni sottolineano l’ingente inve-stimento di denaro che dopo così poco tempo (il teatro è stato inaugurato dopo i la-vori di ristrutturazione nel giugno 2002) sembra but-tato al vento, ma per di più reagiscono con amarezza per la perdita di uno stimo-lo culturale, di un luogo in cui poter apprezzare un’in-negabile forma d’arte, non-ché di una fonte di prestigio per una città come Vittorio Veneto che all’arte e alla

cultura ama legare il suo nome. Solitamente si pensa che il target giovanile e il teatro siano due mondi che si incrociano a fatica ma, o per iniziative proposte dalle scuole, o semplicemente per piacere personale, anche i ragazzi hanno varcato le im-ponenti porte vetrate del Da Ponte e applaudito chi sali-va sul suo palco e dunque non possono che mostrarsi dispiaciuti nell’apprende-re che questa opportunità quest’anno non ci sarà. Non resta che sperare in di provvedimenti da parte del Comune (quanto prima), che non solo riportino il Da Ponte in attività ma magari al lustro che aveva decenni addietro. Nel frattempo vi avviso che è iniziata la sta-gione negli altri teatri trevi-giani, trovare lo spettacolo più adatto ai vostri gusti non sarà di certo difficile.

Italcementi ieri e domaniDI LUCKY DALENA

Questo evento fu fondamentale per Vittorio Veneto, in quanto segnò l’inizio dell’industrializzazione. In pochissimi anni, infatti,

quella che inizialmente sembrava una piccola promessa di sviluppo per il territorio, divenne una delle imprese più grandi in Italia: produceva

in quantità quadrelli per pavimenti e tubi idraulici, oltre a contribuire, con la produzione di calce, ad importanti opere pubbliche e private.

Nei primi anni Ottanta dell’800 gli stabilimenti Italcementi divennero due (quello di Serravalle e quello più noto di S.Andrea) e diedero un notevole vantaggio alla società rispetto alle concorrenti più piccole che vennero surclassate da quest’ultima. Il progresso, però, fa il suo corso, e ben presto la centrale di Serravalle divenne obsoleta rispetto a quel-la ‘di Sant’Andrea’, tanto che alla fine degli anni Venti fu chiuso lo stabilimento per non essere più riaperto. Almeno fino a Comodamente 2009. Ma chi non ha avuto occasione di vedere la centrale riaperta, non si preoccupi: come assicura l’architetto Antoniazzi del Comune di Vittorio Veneto, anche se non ci sono progetti pronti, è molto probabile che la zona verrà riqualificata in futuro.

Ora, non vorrei tenere una lezione di storia, però vorrei fornirvi qualche informazione sui trascorsi di questo luogo che probabil-mente nemmeno i nostri nonni conoscono, come ho avuto modo di capire ascoltando i commenti dei più anziani durante Como-damente. Nata nel 1858, la centrale fu costruita a Serravalle perché lungo il Meschio c’era una grande quantità di carbonato di calcio di ottima qualità; inoltre, dato che il com-mittente era la Società Concessionaria delle Ferrovie del Lombardo Veneto e dell’Italia Centrale, il luogo per lo stabilimento fu scelto il più vicino possibile alla li-nea ferroviaria Trieste-Venezia, in costruzione in quegli anni.

SE VI CHIEDESSI QUAL È LA COSA CHE PIÙ VI HA COLPITO DI COMODAMENTE SONO CERTA CHE PIÙ DI QUALCUNO CITEREBBE L’APERTURA, DOPO BEN OTTANT’ANNI, DEL COLOSSO ITALCEMENTI CHE DURANTE IL FESTIVAL CI HA MOSTRATO PER LA PRIMA VOLTA LE SUE LUCI NEL BUIO DELLE SERATE DI SERRAVALLE.

Chiuso il Teatro Da PonteQuali le reazioni dei giovani?

DI CLAUDIA BACCICHET

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Il Da Ponte ha chiuso il si-pario e chissà quando torne-rà a riaprirlo. Gli appassio-nati hanno cercato invano il programma di una stagione teatrale 2009-2010, chi di norma non è interessato non se ne sarà nemmeno accorto, ma a quanto pare quest’an-no sedersi sulle poltroncine rosse del teatro di piazza Minucci per ascoltare un concerto, vedere un balletto o gustarsi uno spettacolo di prosa non sarà possibile. Il motivo è fondamental-mente economico: la crisi imperversa e la cultura è fra le prime a caderne vit-tima. Senza dubbio i costi di un teatro sono molto alti e la Fondazione Cassamar-ca, che tramite la società strumentale Teatri Spa ha in gestione il Da Ponte e al-tri teatri di Treviso e Pieve di Soligo, aveva da tempo annunciato la necessità di misure restrittive. Peccato

che sia toccato proprio al nostro teatro. Ma i ragazzi cosa ne pensano? La mag-gior parte di loro non ne era a conoscenza e ha reagito con stupore alla notizia, domandando quale fosse il motivo di tale decisione, e dimostrando rammarico in proposito. A detta di tutti è un gran peccato, per qualcuno proprio una vergogna, e i motivi sono molti. Alcuni sottolineano l’ingente inve-stimento di denaro che dopo così poco tempo (il teatro è stato inaugurato dopo i la-vori di ristrutturazione nel giugno 2002) sembra but-tato al vento, ma per di più reagiscono con amarezza per la perdita di uno stimo-lo culturale, di un luogo in cui poter apprezzare un’in-negabile forma d’arte, non-ché di una fonte di prestigio per una città come Vittorio Veneto che all’arte e alla

cultura ama legare il suo nome. Solitamente si pensa che il target giovanile e il teatro siano due mondi che si incrociano a fatica ma, o per iniziative proposte dalle scuole, o semplicemente per piacere personale, anche i ragazzi hanno varcato le im-ponenti porte vetrate del Da Ponte e applaudito chi sali-va sul suo palco e dunque non possono che mostrarsi dispiaciuti nell’apprende-re che questa opportunità quest’anno non ci sarà. Non resta che sperare in di provvedimenti da parte del Comune (quanto prima), che non solo riportino il Da Ponte in attività ma magari al lustro che aveva decenni addietro. Nel frattempo vi avviso che è iniziata la sta-gione negli altri teatri trevi-giani, trovare lo spettacolo più adatto ai vostri gusti non sarà di certo difficile.

Italcementi ieri e domaniDI LUCKY DALENA

Questo evento fu fondamentale per Vittorio Veneto, in quanto segnò l’inizio dell’industrializzazione. In pochissimi anni, infatti,

quella che inizialmente sembrava una piccola promessa di sviluppo per il territorio, divenne una delle imprese più grandi in Italia: produceva

in quantità quadrelli per pavimenti e tubi idraulici, oltre a contribuire, con la produzione di calce, ad importanti opere pubbliche e private.

Nei primi anni Ottanta dell’800 gli stabilimenti Italcementi divennero due (quello di Serravalle e quello più noto di S.Andrea) e diedero un notevole vantaggio alla società rispetto alle concorrenti più piccole che vennero surclassate da quest’ultima. Il progresso, però, fa il suo corso, e ben presto la centrale di Serravalle divenne obsoleta rispetto a quel-la ‘di Sant’Andrea’, tanto che alla fine degli anni Venti fu chiuso lo stabilimento per non essere più riaperto. Almeno fino a Comodamente 2009. Ma chi non ha avuto occasione di vedere la centrale riaperta, non si preoccupi: come assicura l’architetto Antoniazzi del Comune di Vittorio Veneto, anche se non ci sono progetti pronti, è molto probabile che la zona verrà riqualificata in futuro.

Ora, non vorrei tenere una lezione di storia, però vorrei fornirvi qualche informazione sui trascorsi di questo luogo che probabil-mente nemmeno i nostri nonni conoscono, come ho avuto modo di capire ascoltando i commenti dei più anziani durante Como-damente. Nata nel 1858, la centrale fu costruita a Serravalle perché lungo il Meschio c’era una grande quantità di carbonato di calcio di ottima qualità; inoltre, dato che il com-mittente era la Società Concessionaria delle Ferrovie del Lombardo Veneto e dell’Italia Centrale, il luogo per lo stabilimento fu scelto il più vicino possibile alla li-nea ferroviaria Trieste-Venezia, in costruzione in quegli anni.

SE VI CHIEDESSI QUAL È LA COSA CHE PIÙ VI HA COLPITO DI COMODAMENTE SONO CERTA CHE PIÙ DI QUALCUNO CITEREBBE L’APERTURA, DOPO BEN OTTANT’ANNI, DEL COLOSSO ITALCEMENTI CHE DURANTE IL FESTIVAL CI HA MOSTRATO PER LA PRIMA VOLTA LE SUE LUCI NEL BUIO DELLE SERATE DI SERRAVALLE.

Chiuso il Teatro Da PonteQuali le reazioni dei giovani?

DI CLAUDIA BACCICHET

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Esso vuole rinnovare l’idea originale legandola con un apparato complesso di strumenti informativi e comunicativi gestiti da giovani del vittoriese, i quali avranno il compito di sensibilizzare il territorio ed in particolare il target giovanile. Il settore ideale individuato per dare concretezza a tale collaborazione è quello dell’audiovisivo. Gli attori della compagnia Stravaganti, supportati da un buon numero di ragazzi, saranno impegnati nella realizzazione di un video, di un breve documentario e di incontri legati al tema del disagio psichico. Le premesse per una buona riuscita ci sono tutte e c’è da sperare che i successi ottenuti in passato continuino con Volontariarte creando le basi per lunghe e produttive collaborazioni tra giovani e associazioni di volontariato. Tale iniziativa non sarebbe possibile se non vi fosse il sostegno fondamentale dell’ Assessorato alle politiche sociali del Comune di Vittorio Veneto, dell’ULSS n.7, di Insieme si Può, Officine per lo Spettacolo, La Tenda TV ed ovviamente Jabadabadoo.

Se vuoi partecipare o saperne di più scrivi a [email protected].

Le parrocchie di Sant’Andrea, Santi Pietro e Paolo, Cattadrale, Meschio e Carpesica hanno dato il via a questa prima edizione arrivando in seminario alle 9.30 circa. Dopo una breve accoglienza sono state formate subito le squadre e si è dato il via alla mattinata di giochi. Mentre i bambini delle elementari erano occupati a girovagare fra i vari stand di giochi a tema pensati per loro, i ragazzini delle medie si sfidavano in tornei sportivi. Il pranzo è stato animato dalla musica dei Tachipirinha e nel pomeriggio dalle premiazioni dei vincitori. Oltre al sorriso dei bambini, la giornata è stata pensata per promuovere la collaborazione tra varie parrocchie, nonché dei rispettivi animatori, e visti i risultati ci auguriamo di poter riproporre presto un evento simile.

Se volete vedere le foto, le potrete trovare su: www.latendatv.it.

DI ANDREA CONDOTTA

DI MICHELE D’ALIESSI

Volontariarte

Tutti per uno!

GIÀ DA ALCUNI ANNI, L’ASSOCIAZIONE PSICHE2000 STA CONDUCENDO CON OTTIMI RISULTATI UN’INIZIATIVA TEATRALE CHE COINVOLGE GLI UTENTI DEI CENTRI DI SALUTE MENTALE, OPERATORI E VOLONTARI. PER DARE SEGUITO A QUESTO IMPEGNO E NEL CONTEMPO COINVOLGERE ATTIVAMENTE ANCHE I GIOVANI LOCALI, È NATO IL PROGETTO VOLONTARIARTE.

LO SCORSO 2 SETTEMBRE PIÙ DI 500 BAMBINI E ANIMATORI DI CINQUE GREST PARROCCHIALI DEL VITTORIESE SI SONO INCONTRATI PER UNA GIORNATA DI RITROVO: “TUTTI X UNO”.

INTERVISTA AGLI ANIMATORI DEL GREST

A chi è venuta l’idea di “Tutti X Uno”?L’idea di un incontro-festa dei Grest è nata nella commissione foraniale di pastorale giovanile ed è stata poi raccolta dagli animatori-responsabili dei grest delle parrocchie. Si è creata un’equipe che, a partire da giugno, ha cominciato a pen-sare ed organizzare concretamente l’evento. Qual è lo scopo di questa iniziativa?Favorire la conoscenza e lo scambio tra le par-rocchie; promuovere un lavoro comune a livello di pastorale giovanile a Vittorio Veneto; dare visibilità alle iniziative dei grest parrocchiali; promuovere per i ragazzi dei grest una giornata diversa, originale, divertente, da ricordare e of-frire anche ai giovani animatori dei grest (ragazzi delle superiori) un’occasione per aprirsi ad altre realtà parrocchiali e assieme ad altri animatori, sull’onda anche del corso foraniale per anima-tori grest svoltosi nel mese di maggio.Lo avete raggiunto?Non sono scopi che si raggiungono una volta per tutte: “TuttiXuno” ha sicuramente rappresentato un momento in cui si è lavorato su questi obiettivi ed è stata la dimostrazione che, volendo, le potenzialità in questa direzione sono molte. Adesso il lavoro continua su altri fronti e con altre modalità.Ci sono stati dei problemi nell’organizzare la giornata?Problemi particolari nell’organizzazione della giornata non ce ne sono stati: l’equipe organiz-zativa ha lavorato molto e soprattutto con gran-de passione e generosità. Questo ha permesso di affrontare la sfida di organizzare un evento così importante ed imponente (vedi i numeri), e di portarlo a termine con successo e con gran-de soddisfazione.Avete coinvolto tutti i Grest?Abbiamo invitato tutte le parrocchie che avevano il grest in corso, quelle che hanno aderito all’iniziativa sono state cinque su sei: come dicevo, c’è da lavorare ancora per coinvolgere sempre più persone, impegnandosi ad elaborare proposte valide che possano raccogliere l’interesse di tutti, senza pretendere che tutti facciano tutto sempre.Obiettivi per il prossimo anno...La commissione continua a trovarsi e a lavorare. Un primo obiettivo è sicuramente quello di prendere maggiore coscienza di che cosa vuol dire fare pastorale giovanile nelle nostre parrocchie e, di conseguenza, quali possono essere le attività che vanno pensate, programmate e realizzate sia a livello parrocchiale che a livello cittadino. È importante anche ricordare che sono diversi gli ambiti di intervento: animazione, formazione, spiritualità, gruppi giovani, grest…

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Esso vuole rinnovare l’idea originale legandola con un apparato complesso di strumenti informativi e comunicativi gestiti da giovani del vittoriese, i quali avranno il compito di sensibilizzare il territorio ed in particolare il target giovanile. Il settore ideale individuato per dare concretezza a tale collaborazione è quello dell’audiovisivo. Gli attori della compagnia Stravaganti, supportati da un buon numero di ragazzi, saranno impegnati nella realizzazione di un video, di un breve documentario e di incontri legati al tema del disagio psichico. Le premesse per una buona riuscita ci sono tutte e c’è da sperare che i successi ottenuti in passato continuino con Volontariarte creando le basi per lunghe e produttive collaborazioni tra giovani e associazioni di volontariato. Tale iniziativa non sarebbe possibile se non vi fosse il sostegno fondamentale dell’ Assessorato alle politiche sociali del Comune di Vittorio Veneto, dell’ULSS n.7, di Insieme si Può, Officine per lo Spettacolo, La Tenda TV ed ovviamente Jabadabadoo.

Se vuoi partecipare o saperne di più scrivi a [email protected].

Le parrocchie di Sant’Andrea, Santi Pietro e Paolo, Cattadrale, Meschio e Carpesica hanno dato il via a questa prima edizione arrivando in seminario alle 9.30 circa. Dopo una breve accoglienza sono state formate subito le squadre e si è dato il via alla mattinata di giochi. Mentre i bambini delle elementari erano occupati a girovagare fra i vari stand di giochi a tema pensati per loro, i ragazzini delle medie si sfidavano in tornei sportivi. Il pranzo è stato animato dalla musica dei Tachipirinha e nel pomeriggio dalle premiazioni dei vincitori. Oltre al sorriso dei bambini, la giornata è stata pensata per promuovere la collaborazione tra varie parrocchie, nonché dei rispettivi animatori, e visti i risultati ci auguriamo di poter riproporre presto un evento simile.

Se volete vedere le foto, le potrete trovare su: www.latendatv.it.

DI ANDREA CONDOTTA

DI MICHELE D’ALIESSI

Volontariarte

Tutti per uno!

GIÀ DA ALCUNI ANNI, L’ASSOCIAZIONE PSICHE2000 STA CONDUCENDO CON OTTIMI RISULTATI UN’INIZIATIVA TEATRALE CHE COINVOLGE GLI UTENTI DEI CENTRI DI SALUTE MENTALE, OPERATORI E VOLONTARI. PER DARE SEGUITO A QUESTO IMPEGNO E NEL CONTEMPO COINVOLGERE ATTIVAMENTE ANCHE I GIOVANI LOCALI, È NATO IL PROGETTO VOLONTARIARTE.

LO SCORSO 2 SETTEMBRE PIÙ DI 500 BAMBINI E ANIMATORI DI CINQUE GREST PARROCCHIALI DEL VITTORIESE SI SONO INCONTRATI PER UNA GIORNATA DI RITROVO: “TUTTI X UNO”.

INTERVISTA AGLI ANIMATORI DEL GREST

A chi è venuta l’idea di “Tutti X Uno”?L’idea di un incontro-festa dei Grest è nata nella commissione foraniale di pastorale giovanile ed è stata poi raccolta dagli animatori-responsabili dei grest delle parrocchie. Si è creata un’equipe che, a partire da giugno, ha cominciato a pen-sare ed organizzare concretamente l’evento. Qual è lo scopo di questa iniziativa?Favorire la conoscenza e lo scambio tra le par-rocchie; promuovere un lavoro comune a livello di pastorale giovanile a Vittorio Veneto; dare visibilità alle iniziative dei grest parrocchiali; promuovere per i ragazzi dei grest una giornata diversa, originale, divertente, da ricordare e of-frire anche ai giovani animatori dei grest (ragazzi delle superiori) un’occasione per aprirsi ad altre realtà parrocchiali e assieme ad altri animatori, sull’onda anche del corso foraniale per anima-tori grest svoltosi nel mese di maggio.Lo avete raggiunto?Non sono scopi che si raggiungono una volta per tutte: “TuttiXuno” ha sicuramente rappresentato un momento in cui si è lavorato su questi obiettivi ed è stata la dimostrazione che, volendo, le potenzialità in questa direzione sono molte. Adesso il lavoro continua su altri fronti e con altre modalità.Ci sono stati dei problemi nell’organizzare la giornata?Problemi particolari nell’organizzazione della giornata non ce ne sono stati: l’equipe organiz-zativa ha lavorato molto e soprattutto con gran-de passione e generosità. Questo ha permesso di affrontare la sfida di organizzare un evento così importante ed imponente (vedi i numeri), e di portarlo a termine con successo e con gran-de soddisfazione.Avete coinvolto tutti i Grest?Abbiamo invitato tutte le parrocchie che avevano il grest in corso, quelle che hanno aderito all’iniziativa sono state cinque su sei: come dicevo, c’è da lavorare ancora per coinvolgere sempre più persone, impegnandosi ad elaborare proposte valide che possano raccogliere l’interesse di tutti, senza pretendere che tutti facciano tutto sempre.Obiettivi per il prossimo anno...La commissione continua a trovarsi e a lavorare. Un primo obiettivo è sicuramente quello di prendere maggiore coscienza di che cosa vuol dire fare pastorale giovanile nelle nostre parrocchie e, di conseguenza, quali possono essere le attività che vanno pensate, programmate e realizzate sia a livello parrocchiale che a livello cittadino. È importante anche ricordare che sono diversi gli ambiti di intervento: animazione, formazione, spiritualità, gruppi giovani, grest…

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Precari sull’orlo di una crisi di nervi

Non fatevi però infinocchiare come una giornalista del Fat-to Quotidiano, scambiando il Letenox per qualcosa di rea-le. Infatti quella del sedativo memoriale è la grande trovata di viral marketing promossa da Current TV per pubbliciz-zare Frammenti il suo Alter-nate Real Game. Vediamo più da vicino di cosa si tratta: Frammenti è prima di tutto un telefilm trasmesso settima-nalmente al canale 130 di Sky (per chi si fosse perso i primi episodi, i filmati sono disponi-bili su www.frammenti.tv). La storia si sviluppa in provincia di Treviso ed è incentrata sul-la figura di Lorenzo Soare, un giornalista trevigiano, che in-daga sui misteri del Letenox. Questo medicinale è un se-dativo memoriale capace di eliminare i ricordi traumatici: sembra però che lo psicofar-maco abbia effetti collaterali

gravi e possa essere usato per condizionare le menti di chi ne fa uso.

É così che, accusato di omi-cidio e sotto l’effetto del Le-tenox (non è chiaro se volon-tariamente assunto), Soare è costretto a fuggire e, aiutato da un misterioso amico, si rifugia a Quarto D’Altino. Il resto, però, lo lascio scoprire a voi! Ma parliamo brevemente del “gioco”: in ogni puntata, il protagonista apre un pacco in cui sono raccolti degli indizi, che ci aiutano a ricostruire la

storia da risolvere entro l’epi-sodio successivo. Nel sito internet troviamo lo spazio per postare le soluzioni e una bacheca in cui scambiarsi consigli e collaborare con gli altri giocatori.Giocare è semplice, basta iscriversi dando un indirizzo e-mail oppure un numero di cellulare. Subito Jj, la per-sona incaricata di tenere in contatto i giocatori e il pro-tagonista, si farà sentire. Io mi sono iscritto e devo dire di trovare il gioco molto diver-tente. La vicenda è alquanto verosimile e per molti versi si fatica a distinguere la verità dall’invenzione ludica, forse anche perché la fiction è am-bientata per gran parte nella provincia di Treviso, in luoghi a noi spesso noti. É un espe-rienza coinvolgente, consiglio a tutti di iscriversi prima che il gioco finisca.

I nuovi episodi ogni giovedì sera dalle 22.00 su CurrentTV.http://current.comGli episodi precedenti su www.frammenti.tv .Info sul Letenoxwww.letenox.comwww.marlowkurtzlabs.com

DI GIOSÌ GARROHANNO UN’ETÀ COMPRESA TRA I 25 E I 35 ANNI, UNA LAUREA E SPESSO, MOLTO SPESSO, LASCIANO

LA LORO TERRA D’ORIGINE PER INSEGNARE E RIUSCIRE A PERCEPIRE GLI AGOGNATI 1200 EURO,

CHE DEVONO BASTARE PER LE BOLLETTE E L’AFFITTO.

Frammenti da dimenticare?

É questo il profilo del docente precario medio, categoria particolarmente destabilizzata negli ultimi tempi dai tagli previsti dalla manovra fi-nanziaria: 70 mila cattedre in meno, nell’arco di 3 anni. Tutto ciò per una scuola più efficiente, chiosa il ministro Gelmini.E allora andiamo a conoscerli da vicino questi precari, che nel nome di una maggiore funzio-nalità del sistema scolastico e di un necessario ma non indolore risanamento dei conti pubblici, potrebbero restare a spasso o comunque vede-re allontanarsi irrimediabilmente il fatidico mo-mento dell’immissione in ruolo.Marco, 31 anni, una laurea in Scienze Motorie e la consapevolezza di aver fatto scelte difficili. Non solo quella di aver lasciato la sua Avellino, per trasferirsi in Veneto e insegnare come do-cente di sostegno, ma anche quella di sposarsi e crearsi una bellissima famiglia. Arrotonda lo stipendio lavorando anche come istruttore di mini-basket e atletica leggera. “So di aver fatto una scelta controcorrente, ma il fatto di non essere ancora di ruolo non mi ha im-pedito di sposarmi e avere anche una splendida bimba. Sono sacrifici, lo so, ma tutto quello che faccio è per lei e per mia moglie che al momento oltretutto, non lavora”.C’è anche chi una famiglia se l’è creata, ma non può averla accanto: ogni sera sono telefonate strazianti per Anna, 34 anni, insegnante di in-glese, che darebbe qualsiasi cosa pur di aver accanto suo figlio. Nei suoi sogni di bimbo di 4 anni, lui vorrebbe far scomparire tutte le inse-gnanti del suo paese in provincia di Salerno, così

da poter far tornare a casa la sua mamma che adesso deve vivere a Conegliano.Anna ha preferito che il bimbo rimanesse col papà, impiegato comunale giù in Campania, dove può contare anche sull’aiuto fondamentale dei nonni: ogni giorno però è durissima, e così quasi ogni fine settimana prende un treno dal Veneto, per poi tornare la domenica notte con una corriera. “La vita da precario è difficile, ma so che è l’unica strada per poter dare un giorno una sicurezza economica, a me e alla mia fami-glia”.“La Gelmini, oltre al lavoro ci ha levato anche i sogni e spesso la forza per realizzarli”, è quello che sostiene Speranza, 28 anni, insegnante di scuola primaria, che per poter mantenere non solo se stessa ma anche la madre che perce-pisce una pensione minima, giù in Sicilia, fa un doppio lavoro: istruttrice in una palestra.“Cerco di “accaparrarmi” tutto quello che la scuola offre come lavoro extra: corsi per stra-nieri, progetti… mi sono impegnata ad aiutare mensilmente mia madre, almeno con 500 euro, so che sono molti, lei ha fatto tanto per me, ed è giusto che adesso sia io a ricambiarla. Spesso mi sento stanca e demotivata, sto studiando an-che per l’abilitazione, ma il momento in cui potrò avere un contratto a tempo indeterminato mi sembra lontanissimo, e con quello la possibilità di ritornare nella mia terra”. Noi invece la sproniamo a vedere un futuro mi-gliore nonostante tutto, perché il segreto è lì, semplicemente in lei, semplicemente nel suo nome: speranza.

Il nuovo prodotto di Current Tv, tra fiction e realtà

UN FARMACO CHE CANCELLA I TRAUMI? SE NE PARLAVA DA ANNI, SEMBRAVA IMPOSSIBILE, MA PARE CHE ORMAI LA SCIENZA CI SIA ARRIVATA VERAMENTE. MA VE LO DICO SUBITO, NON SONO CERTAMENTE QUI PER TIRARE FUORI LA CORPOSA QUESTIONE MORALE SULLA CANCELLAZIONE DEI RICORDI NEGATIVI. EBBENE OGGI VOGLIO PARLARVI DI UN TELEFILM, O MEGLIO, DI UN GIOCO.

DI NICOLÒ DAL BO

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Precari sull’orlo di una crisi di nervi

Non fatevi però infinocchiare come una giornalista del Fat-to Quotidiano, scambiando il Letenox per qualcosa di rea-le. Infatti quella del sedativo memoriale è la grande trovata di viral marketing promossa da Current TV per pubbliciz-zare Frammenti il suo Alter-nate Real Game. Vediamo più da vicino di cosa si tratta: Frammenti è prima di tutto un telefilm trasmesso settima-nalmente al canale 130 di Sky (per chi si fosse perso i primi episodi, i filmati sono disponi-bili su www.frammenti.tv). La storia si sviluppa in provincia di Treviso ed è incentrata sul-la figura di Lorenzo Soare, un giornalista trevigiano, che in-daga sui misteri del Letenox. Questo medicinale è un se-dativo memoriale capace di eliminare i ricordi traumatici: sembra però che lo psicofar-maco abbia effetti collaterali

gravi e possa essere usato per condizionare le menti di chi ne fa uso.

É così che, accusato di omi-cidio e sotto l’effetto del Le-tenox (non è chiaro se volon-tariamente assunto), Soare è costretto a fuggire e, aiutato da un misterioso amico, si rifugia a Quarto D’Altino. Il resto, però, lo lascio scoprire a voi! Ma parliamo brevemente del “gioco”: in ogni puntata, il protagonista apre un pacco in cui sono raccolti degli indizi, che ci aiutano a ricostruire la

storia da risolvere entro l’epi-sodio successivo. Nel sito internet troviamo lo spazio per postare le soluzioni e una bacheca in cui scambiarsi consigli e collaborare con gli altri giocatori.Giocare è semplice, basta iscriversi dando un indirizzo e-mail oppure un numero di cellulare. Subito Jj, la per-sona incaricata di tenere in contatto i giocatori e il pro-tagonista, si farà sentire. Io mi sono iscritto e devo dire di trovare il gioco molto diver-tente. La vicenda è alquanto verosimile e per molti versi si fatica a distinguere la verità dall’invenzione ludica, forse anche perché la fiction è am-bientata per gran parte nella provincia di Treviso, in luoghi a noi spesso noti. É un espe-rienza coinvolgente, consiglio a tutti di iscriversi prima che il gioco finisca.

I nuovi episodi ogni giovedì sera dalle 22.00 su CurrentTV.http://current.comGli episodi precedenti su www.frammenti.tv .Info sul Letenoxwww.letenox.comwww.marlowkurtzlabs.com

DI GIOSÌ GARROHANNO UN’ETÀ COMPRESA TRA I 25 E I 35 ANNI, UNA LAUREA E SPESSO, MOLTO SPESSO, LASCIANO

LA LORO TERRA D’ORIGINE PER INSEGNARE E RIUSCIRE A PERCEPIRE GLI AGOGNATI 1200 EURO,

CHE DEVONO BASTARE PER LE BOLLETTE E L’AFFITTO.

Frammenti da dimenticare?

É questo il profilo del docente precario medio, categoria particolarmente destabilizzata negli ultimi tempi dai tagli previsti dalla manovra fi-nanziaria: 70 mila cattedre in meno, nell’arco di 3 anni. Tutto ciò per una scuola più efficiente, chiosa il ministro Gelmini.E allora andiamo a conoscerli da vicino questi precari, che nel nome di una maggiore funzio-nalità del sistema scolastico e di un necessario ma non indolore risanamento dei conti pubblici, potrebbero restare a spasso o comunque vede-re allontanarsi irrimediabilmente il fatidico mo-mento dell’immissione in ruolo.Marco, 31 anni, una laurea in Scienze Motorie e la consapevolezza di aver fatto scelte difficili. Non solo quella di aver lasciato la sua Avellino, per trasferirsi in Veneto e insegnare come do-cente di sostegno, ma anche quella di sposarsi e crearsi una bellissima famiglia. Arrotonda lo stipendio lavorando anche come istruttore di mini-basket e atletica leggera. “So di aver fatto una scelta controcorrente, ma il fatto di non essere ancora di ruolo non mi ha im-pedito di sposarmi e avere anche una splendida bimba. Sono sacrifici, lo so, ma tutto quello che faccio è per lei e per mia moglie che al momento oltretutto, non lavora”.C’è anche chi una famiglia se l’è creata, ma non può averla accanto: ogni sera sono telefonate strazianti per Anna, 34 anni, insegnante di in-glese, che darebbe qualsiasi cosa pur di aver accanto suo figlio. Nei suoi sogni di bimbo di 4 anni, lui vorrebbe far scomparire tutte le inse-gnanti del suo paese in provincia di Salerno, così

da poter far tornare a casa la sua mamma che adesso deve vivere a Conegliano.Anna ha preferito che il bimbo rimanesse col papà, impiegato comunale giù in Campania, dove può contare anche sull’aiuto fondamentale dei nonni: ogni giorno però è durissima, e così quasi ogni fine settimana prende un treno dal Veneto, per poi tornare la domenica notte con una corriera. “La vita da precario è difficile, ma so che è l’unica strada per poter dare un giorno una sicurezza economica, a me e alla mia fami-glia”.“La Gelmini, oltre al lavoro ci ha levato anche i sogni e spesso la forza per realizzarli”, è quello che sostiene Speranza, 28 anni, insegnante di scuola primaria, che per poter mantenere non solo se stessa ma anche la madre che perce-pisce una pensione minima, giù in Sicilia, fa un doppio lavoro: istruttrice in una palestra.“Cerco di “accaparrarmi” tutto quello che la scuola offre come lavoro extra: corsi per stra-nieri, progetti… mi sono impegnata ad aiutare mensilmente mia madre, almeno con 500 euro, so che sono molti, lei ha fatto tanto per me, ed è giusto che adesso sia io a ricambiarla. Spesso mi sento stanca e demotivata, sto studiando an-che per l’abilitazione, ma il momento in cui potrò avere un contratto a tempo indeterminato mi sembra lontanissimo, e con quello la possibilità di ritornare nella mia terra”. Noi invece la sproniamo a vedere un futuro mi-gliore nonostante tutto, perché il segreto è lì, semplicemente in lei, semplicemente nel suo nome: speranza.

Il nuovo prodotto di Current Tv, tra fiction e realtà

UN FARMACO CHE CANCELLA I TRAUMI? SE NE PARLAVA DA ANNI, SEMBRAVA IMPOSSIBILE, MA PARE CHE ORMAI LA SCIENZA CI SIA ARRIVATA VERAMENTE. MA VE LO DICO SUBITO, NON SONO CERTAMENTE QUI PER TIRARE FUORI LA CORPOSA QUESTIONE MORALE SULLA CANCELLAZIONE DEI RICORDI NEGATIVI. EBBENE OGGI VOGLIO PARLARVI DI UN TELEFILM, O MEGLIO, DI UN GIOCO.

DI NICOLÒ DAL BO

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CELEBRATION Madonna Nuovo disco per Madonna: si tratta di una rac-colta intitolata “Celebration”, un doppio com-pact disc che ripercorre le tappe della carriera di Lady Ciccone, dal primo disco all’ultimo, con esclusione (a sorpresa) di “Evita”. Sorprende, nella scelta dei brani, trentasei brani della rac-colta, la preferenza per titoli anche minori del re-pertorio dell’indiscussa regina della musica pop dance, motivo in più di curiosità per i suoi nu-merosissimi e fedeli appassionati. Il greatest hits (che avrebbe dovuto intitolarsi “Iconography”, idea poi accantonata) ripercorre quasi trent’an-ni della fortunata carriera di Madonna, e chiude definitivamente, dopo un ventennio, il rapporto con l’etichetta Warner Bros., quasi a voler es-sere un punto fermo nella storia della cantante, una sorta di momento in cui fare il bilancio del passato, prima di proiettarsi in nuove esperienze future. Non sono stato mai un particolare esti-matore del talento di Madonna, che sicuramente balla meglio di come canta, ma i numeri danno ragione a questa smaliziata showgirl, che a oltre cinquant’anni non ne vuole sapere di concedersi un po’ di riposo. Talvolta è stata (impropriamente) definita una rockstar, ma proprio questa raccolta dimostra che in ogni titolo di rock non c’è proprio traccia. Semmai l’accostamento che si può fare tra Madonna e il rock può starci nell’immagine (pseudo)trasgressiva che questo controverso personaggio ha voluto darsi, risultando talvolta patetica. E, dal punto di vista compositivo, molte delle sue canzoni appaiono oggi decisamente datate. L’inedito singolo “Celebrate” poco ag-giunge a quanto già conoscevamo di Madon-na, e c’è da dire che la scelta su questo brano

è caduta scartando una canzone (“Revolver”) inizialmente prevista per il lancio della raccolta, poi ritenuta inadeguata dalla stessa cantante. Insomma, un ritorno interlocutorio per Madonna, un lavoro con luci e (tante) ombre. Al di là del prevedibile successo commerciale, un’occasio-ne per riflettere sull’effettivo valore artistico di questa stella dello show biz.

MANIFESTO ABUSIVO Samuele Bersani Torna Samuele Bersani, personaggio atipico della canzone italiana, artista a tutto tondo per il quale l’etichetta di cantautore è decisamente riduttiva. Grande interprete, ironico osservatore della realtà che musicalmente traduce spesso in composizioni quasi surreali, Samuele Bersani impone ancora una volta una personalità e una sensibilità decisamente non comuni Ha incomin-ciato la sua carriera nel 1991, collaborando con Lucio Dalla in un suo tour: non è un caso che proprio il musicista bolognese (per il quale anni fa Bersani scrisse il testo della fortunata “Can-zone”) sia tra i prestigiosi collaboratori anche di questo nuovo album. Dal successo di “Chicco e Spillo” (1992) al nuovo lavoro, Samuele Bersani ha percorso un cammino ricco di soddisfazioni artistiche: dalle centocinquantamila copie ven-dute di “Freak” (1995) alla vittoria del Premio Po-mezia ‘98 grazie al testo di “Giudizi Universali”, dal quinto posto al Festival di Sanremo edizione 2000 alle collaborazioni con Mina, Ornella Vanoni e Fiorella Mannoia, solo per citare i tratti salienti di una carriera invidiabile. Senza dimenticare gli omaggi ai grandi Lucio Battisti e Fabrizio De An-drè, due evidenti riferimenti di Bersani, e le par-tecipazioni a grandi manifestazioni come “Artisti Uniti per l’Abruzzo”. In questo nuovo disco tro-viamo anche il remake di “Ferragosto”, scritta

con Sergio Cammariere, il contributo di Pacifico, e una schiera di collaboratori competenti che consentono un risultato eccellente, al di sopra della media dell’attuale livello canzonettistico nazionale. La sottile ironia dell’arguto composi-tore si evidenzia in testi semplici ma mai banali, permeati di un’ispirazione particolarmente inti-mistica. Un gradito ritorno, un’opera di qualità.

NOVELLE IN RE E RE MINORE Antonino Di CaraAntonino Di Cara è un musicista decisamen-te particolare, un cantautore che predilige le atmosfere acustiche per raccontare storie af-fascinanti. Stilisticamente gli otto titoli dell’al-bum richiamano i maestri Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola, influenze che Antonino Di Cara sviluppa attraverso una sensibilità molto personale, proponendo un’originale interpre-tazione di schemi musicali rispettosi di una tradizione folk che rappresenta il filo condut-tore dell’intero lavoro. Colpisce la ricercatezza delle soluzioni armoniche, e l’attenta elabo-razione degli schemi melodici. Coadiuvato da validi e competenti musicisti (tra i quali Enrico De Luca degli Hope Leaves e Gerardo Pozzi), Antonino Di Cara realizza un album che rivela un’indiscutibile maturità artistica, che scorre agevolmente senza cali di tensione. Difficile indicare un titolo migliore degli altri, il livello compositivo dell’album è di tutto rispetto, e i preziosi arrangiamenti rendono ancora più gra-devole l’ascolto delle canzoni, strutturalmente semplici ma mai banali. Si distingue sicuramen-te “La Contadina Dell’Aldilà”, ma anche brani come “Tonio Il Brigante” (che ricorda il miglior Francesco De Gregori) e “Guerriera E Regina” risultano particolarmente significativi per defi-

nire le matrici stilistiche di questo personaggio. La fisarmonica di Michel Zanette arricchisce le sonorità essenziali di brani che risultano sin dal primo ascolto accattivanti e coinvolgenti, gra-zie anche alle pregevoli parti vocali che valoriz-zano al massimo le liriche di ogni titolo. Non è facile rinnovare un certo stile legato alle tradi-zioni musicali passate, ma Antonino Di Cara ci riesce alla grande, offrendo un lavoro indiscuti-bilmente interessante, rivolto a un pubblico non necessariamente specialistico, rinnovando la popolarità di un genere musicale intramontabi-le. Assolutamente da sentire.

Nino, che cara ragazza.Intervista a Nino di Cara, vincitore dell’ultimo “Ritmi Globali Europei”

Chi è Nino di Cara? Nino Di Cara è tante persone in una, è uno che ascolta, che assorbe qualunque cosa, che ride e comprende.Dove vivi? Vivo nella provincia di Treviso e conti-nuerò a viverci...è il mio prato fiorito.Che genere fai? Mah, cantautoriale con molte in-fluenze folk e popolari. Ti piace il metal? Mi piaceva a 14 anni.E il punk? Mi piaceva a 16 di anni.Musicista preferito. Cantanti:Mia Martini e preferito Gary Cherone. Musicista: Pat Metheny. Gruppo: Pink Floyd.Il tuo pezzo migliore. È come chiedere a una madre qual è il suo figlio migliore. Diciamo che a molti pia-ce “Il Cieco del Villaggio”.Di cosa parla? Del disagio sociale dovuto alla disabi-lità fisica e di come rendere questa disuguaglianza un motivo di aggregazione per la comunità.Il pezzo che ti vergogni di aver scritto. Una volta mi hanno costretto a scrive un brano su un tema predefi-nito, ma a metà stesura ho abbandonato.Un autore locale che stimi. Naturalmente Alberto Cantone, che ha partecipato anche al mio album.Ciò che ti ha dato più fastidio questa settimana. Non aver trovato un po’ di tempo per andare a com-prare un regalo.Possiamo masterizzare il tuo cd? Costa talmente poco che conviene acquistarlo, ma se volete masteriz-zarlo andate tranquilli, basta che non lo fate sapere a me e a alla finanza.Qualcuno ha detto che assomigli a Lucio Dalla, perché? Perché un giorno hanno avuto la malsana idea di farmi delle foto in cui gli assomiglio... per tut-to il resto siamo completamente estranei e disgiunti.

BY MANUEL GENTILEJabamuzik!

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CELEBRATION Madonna Nuovo disco per Madonna: si tratta di una rac-colta intitolata “Celebration”, un doppio com-pact disc che ripercorre le tappe della carriera di Lady Ciccone, dal primo disco all’ultimo, con esclusione (a sorpresa) di “Evita”. Sorprende, nella scelta dei brani, trentasei brani della rac-colta, la preferenza per titoli anche minori del re-pertorio dell’indiscussa regina della musica pop dance, motivo in più di curiosità per i suoi nu-merosissimi e fedeli appassionati. Il greatest hits (che avrebbe dovuto intitolarsi “Iconography”, idea poi accantonata) ripercorre quasi trent’an-ni della fortunata carriera di Madonna, e chiude definitivamente, dopo un ventennio, il rapporto con l’etichetta Warner Bros., quasi a voler es-sere un punto fermo nella storia della cantante, una sorta di momento in cui fare il bilancio del passato, prima di proiettarsi in nuove esperienze future. Non sono stato mai un particolare esti-matore del talento di Madonna, che sicuramente balla meglio di come canta, ma i numeri danno ragione a questa smaliziata showgirl, che a oltre cinquant’anni non ne vuole sapere di concedersi un po’ di riposo. Talvolta è stata (impropriamente) definita una rockstar, ma proprio questa raccolta dimostra che in ogni titolo di rock non c’è proprio traccia. Semmai l’accostamento che si può fare tra Madonna e il rock può starci nell’immagine (pseudo)trasgressiva che questo controverso personaggio ha voluto darsi, risultando talvolta patetica. E, dal punto di vista compositivo, molte delle sue canzoni appaiono oggi decisamente datate. L’inedito singolo “Celebrate” poco ag-giunge a quanto già conoscevamo di Madon-na, e c’è da dire che la scelta su questo brano

è caduta scartando una canzone (“Revolver”) inizialmente prevista per il lancio della raccolta, poi ritenuta inadeguata dalla stessa cantante. Insomma, un ritorno interlocutorio per Madonna, un lavoro con luci e (tante) ombre. Al di là del prevedibile successo commerciale, un’occasio-ne per riflettere sull’effettivo valore artistico di questa stella dello show biz.

MANIFESTO ABUSIVO Samuele Bersani Torna Samuele Bersani, personaggio atipico della canzone italiana, artista a tutto tondo per il quale l’etichetta di cantautore è decisamente riduttiva. Grande interprete, ironico osservatore della realtà che musicalmente traduce spesso in composizioni quasi surreali, Samuele Bersani impone ancora una volta una personalità e una sensibilità decisamente non comuni Ha incomin-ciato la sua carriera nel 1991, collaborando con Lucio Dalla in un suo tour: non è un caso che proprio il musicista bolognese (per il quale anni fa Bersani scrisse il testo della fortunata “Can-zone”) sia tra i prestigiosi collaboratori anche di questo nuovo album. Dal successo di “Chicco e Spillo” (1992) al nuovo lavoro, Samuele Bersani ha percorso un cammino ricco di soddisfazioni artistiche: dalle centocinquantamila copie ven-dute di “Freak” (1995) alla vittoria del Premio Po-mezia ‘98 grazie al testo di “Giudizi Universali”, dal quinto posto al Festival di Sanremo edizione 2000 alle collaborazioni con Mina, Ornella Vanoni e Fiorella Mannoia, solo per citare i tratti salienti di una carriera invidiabile. Senza dimenticare gli omaggi ai grandi Lucio Battisti e Fabrizio De An-drè, due evidenti riferimenti di Bersani, e le par-tecipazioni a grandi manifestazioni come “Artisti Uniti per l’Abruzzo”. In questo nuovo disco tro-viamo anche il remake di “Ferragosto”, scritta

con Sergio Cammariere, il contributo di Pacifico, e una schiera di collaboratori competenti che consentono un risultato eccellente, al di sopra della media dell’attuale livello canzonettistico nazionale. La sottile ironia dell’arguto composi-tore si evidenzia in testi semplici ma mai banali, permeati di un’ispirazione particolarmente inti-mistica. Un gradito ritorno, un’opera di qualità.

NOVELLE IN RE E RE MINORE Antonino Di CaraAntonino Di Cara è un musicista decisamen-te particolare, un cantautore che predilige le atmosfere acustiche per raccontare storie af-fascinanti. Stilisticamente gli otto titoli dell’al-bum richiamano i maestri Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola, influenze che Antonino Di Cara sviluppa attraverso una sensibilità molto personale, proponendo un’originale interpre-tazione di schemi musicali rispettosi di una tradizione folk che rappresenta il filo condut-tore dell’intero lavoro. Colpisce la ricercatezza delle soluzioni armoniche, e l’attenta elabo-razione degli schemi melodici. Coadiuvato da validi e competenti musicisti (tra i quali Enrico De Luca degli Hope Leaves e Gerardo Pozzi), Antonino Di Cara realizza un album che rivela un’indiscutibile maturità artistica, che scorre agevolmente senza cali di tensione. Difficile indicare un titolo migliore degli altri, il livello compositivo dell’album è di tutto rispetto, e i preziosi arrangiamenti rendono ancora più gra-devole l’ascolto delle canzoni, strutturalmente semplici ma mai banali. Si distingue sicuramen-te “La Contadina Dell’Aldilà”, ma anche brani come “Tonio Il Brigante” (che ricorda il miglior Francesco De Gregori) e “Guerriera E Regina” risultano particolarmente significativi per defi-

nire le matrici stilistiche di questo personaggio. La fisarmonica di Michel Zanette arricchisce le sonorità essenziali di brani che risultano sin dal primo ascolto accattivanti e coinvolgenti, gra-zie anche alle pregevoli parti vocali che valoriz-zano al massimo le liriche di ogni titolo. Non è facile rinnovare un certo stile legato alle tradi-zioni musicali passate, ma Antonino Di Cara ci riesce alla grande, offrendo un lavoro indiscuti-bilmente interessante, rivolto a un pubblico non necessariamente specialistico, rinnovando la popolarità di un genere musicale intramontabi-le. Assolutamente da sentire.

Nino, che cara ragazza.Intervista a Nino di Cara, vincitore dell’ultimo “Ritmi Globali Europei”

Chi è Nino di Cara? Nino Di Cara è tante persone in una, è uno che ascolta, che assorbe qualunque cosa, che ride e comprende.Dove vivi? Vivo nella provincia di Treviso e conti-nuerò a viverci...è il mio prato fiorito.Che genere fai? Mah, cantautoriale con molte in-fluenze folk e popolari. Ti piace il metal? Mi piaceva a 14 anni.E il punk? Mi piaceva a 16 di anni.Musicista preferito. Cantanti:Mia Martini e preferito Gary Cherone. Musicista: Pat Metheny. Gruppo: Pink Floyd.Il tuo pezzo migliore. È come chiedere a una madre qual è il suo figlio migliore. Diciamo che a molti pia-ce “Il Cieco del Villaggio”.Di cosa parla? Del disagio sociale dovuto alla disabi-lità fisica e di come rendere questa disuguaglianza un motivo di aggregazione per la comunità.Il pezzo che ti vergogni di aver scritto. Una volta mi hanno costretto a scrive un brano su un tema predefi-nito, ma a metà stesura ho abbandonato.Un autore locale che stimi. Naturalmente Alberto Cantone, che ha partecipato anche al mio album.Ciò che ti ha dato più fastidio questa settimana. Non aver trovato un po’ di tempo per andare a com-prare un regalo.Possiamo masterizzare il tuo cd? Costa talmente poco che conviene acquistarlo, ma se volete masteriz-zarlo andate tranquilli, basta che non lo fate sapere a me e a alla finanza.Qualcuno ha detto che assomigli a Lucio Dalla, perché? Perché un giorno hanno avuto la malsana idea di farmi delle foto in cui gli assomiglio... per tut-to il resto siamo completamente estranei e disgiunti.

BY MANUEL GENTILEJabamuzik!

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Concerti di Natale e altri appuntamenti

Sabato12 dicembreScuola Primaria “F. Crispi” dalle 10.30 alle 13“Incontrandoci: festa di Natale” – Coro degli alunni “DO RE MI”, laboratori natalizi e giochi.

Domenica 13 dicembreChiesa di S. Giuseppe a Costa – 16.00 Concerto di Natale con la Corale Femminile Vittoriese

Giovedì 17 dicembreScuola Primaria “A. Manzoni” – 18.00Concerto e Mercatino – Concerto di Natale con il coro dei bambini della scuola.

Venerdì 18 dicembreCattedrale di Ceneda – 20.00Concerto di Natale con il Coro della Scuola Pri-maria “Ugo Costella” diretto da Elvis Fanton.

Chiesa dei Ss Pietro e Paolo – 20.30“Canta con noi il Natale” con il Coro degli Alpini Col di Lana e il coro Tatanzambe dei Missionari della Consolata. Organizzato dal coro giovani.

Sabato 19 dicembre Scuola primaria “Nazario Sauro” dalle 11.00 alle 12.20: Coro sotto l’albero – Varietà di canti, dan-ze, filastrocche.

Scuola primaria “Emilio Zanette” Via Franceschi – 11.15E’ già Natale – Canti natalizi a cura del Coro “Piccole voci” della Scuola “Emilio Zanette”

Palazzetto dello Sport – P.zza A. Moro – 18.00Strenna di Natale – Canti, brani strumentali e danze della tradizione natalizia a cura degli alunni della Scuola media “L. Da Ponte”. Coordi-namento: Prof. Edi Campodall’orto.

Scuola Primaria “U. Foscolo” – 10.05 alle 12.25Laboratori natalizi – La magia del Natale trasfor-ma i bambini in insegnanti e gli adulti in piccoli alunni.

Domenica 20 dicembre Auditorium Seminario Vescovile – 14.00Festa degli Anziani. Città di Vittorio Veneto – As-sessorato alle Politiche Sociali – 0438.569305/06

Chiesa di S. Daniele a Carpesica – 16.00 Aspettando Natale - 23° Concerto di Natale con il Coro San Daniele, il Coro della Consolata di Vittorio Veneto e musiche natalizie eseguite da musicisti vari.

(in via di definzione il luogo di esecuzione) – 17.30Concerto di Natale con la partecipazione del Coro Ana di Vittorio VenetoCoro ANA con il patrocinio della Città di Vittorio Veneto – Assessorato alla Cultura

Lunedì 21 dicembre Duomo di Serravalle – 18.00 “Abbattiamo i muri” – Musiche e canti a ca-rattere natalizio, alternati da letture, riflessioni e immagini legate all’integrazione e alla libertà dei popoli, in occasione del 20° anniversario dell’abbattimento del muro di Berlino. A cura di alunni e docenti della Scuola secondaria di I grado “Umberto Cosmo”.

Chiesa di S.Michele – Salsa - 20.45 Natale d’inCanto – Rassegna corale a favore dell’A.I.L. con il il Coro Gospel “Sonoria”, il coro femminile “Le Voci in festa” , il Coro polifonico “I Templari” e il Coro “Col di Lana “Sabato 23 gennaioAula Magna Sc. Media “L. Da Ponte” – 20.30Concerto - Spettacolo – Sulla linea narrativa di un narratore del Teatro Orazero si presentano al pubblico i canti del Coro Col di Lana con in-terventi dei bambini della scuola primaria Ugo Foscolo.

Mercoledì 6 gennaioChiesa dei Ss Pietro e Paolo – 14.30 Concerto dell’Epifania con il corpo bandistico di Cappella Maggiore. Brani tradizionali del reper-torio natalizio.

Andar per presepi…

Chiesa di S. Floriano e Chiesa di Fadalto Alto.I presepi della Val Lapisina – Visite la mattina dei giorni festivi di dicembre e gennaio

Chiesa di S. Giustinapresso la canonica - dal 25 dicembre al 28 feb-braio – tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00.

Chiesa di S. Lorenzodal 24 dicembre al 31 gennaio

Costa – Chiesa di S. Silvestrodalla metà di dicembre al 20 gennaio – durante l’orario delle funzioni

Missionari della ConsolataViale Rizzera, 243. Orari di visita: dal 20 dicem-bre al 10 gennaio dalle 14.30 alle 18.30.

Ceneda – Chiesa Cattedraledal 25 dicembre al 25 gennaio

Serravalle – P.zza Flaminio dal 15 dicembre al 6 gennaio

Chiesa dei Ss. Pietro e Paolodal 24 dicembre al 16 gennaio – durante gli ora-ri di apertura della Chiesa

Carpesica – Chiesa parrocchialedal 24 dicembre al 10 gennaio

Cozzuolo – Chiesa parrocchialedal 24 dicembre al 10 gennaio

Chiesa di S. Pancrazio – Formenigadal 24 dicembre al 10 gennaio

“Panevin”

Martedì 5 gennaio

ore 17.00 Via Malanotti a Cenedaore 19.30 SS. Pietro e Paolo piazzale davanti alla chiesa ore 20.00 Nove - Piana degli Alpini ore 20.00 Forcal prato accanto al Circolo ore 20.00 Costa piazzale Chiesa di S. Giuseppe ore 20.00 Cozzuolo – Piazza Cozzuolo ore 20.30 S. Giacomo di Veglia Via Cal de Livera, vicino alle Posteore 21.00 Longhere

Mercoledì 6 gennaio

ore 20.00 Carpesica Via della Chiesa (di fronte ex Asi-lo)

Il calendario dei principali even-ti in programma per le Feste, a cura dell’Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto, in collaborazione con associazioni, parrocchie e scuole di Vittorio Veneto - tel. 0438.569310 – fax 0438.53966 – e-mail: [email protected]. Le iniziative riportate sono quelle pervenute all’Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto fino al 20 novembre 2009.

NATALE e dintornicose da fare, da vedere, da ascoltare

Iscritto al numero 14 del Registro Stampa del Tribunale di Treviso il 14.05.2005 Periodico Patrocinato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Vittorio Veneto Direttore responsabile: Fulvio Fioretti Editore: Karpesika Redazione: via della Chiesa, 6 - 31029 Vittorio Veneto TV Collaboratori: Silvia Albrizio, Claudia Baccichet, Paolo Casagrande, Andrea Condotta, Manuela Cusimano, Federico Campo dall’Orto, Eugenia Dal Bo, Nicolò Dal Bo, Anna Lucky Dalena, Angela De Biasi, Francesca Della Giustina, Piero Della Giustina, Alberto Ferri, Diego Fioretti, Giosì Garro, Manuel Gentile, Margherita Leo, Lorenzo Liguoro, Andrea Maroelli, Nicla Martorel, Chiara Perin, Lisa Pizzol, Barbara Stella, Valentina Torre, Staff Criciuma, Viviradio Progetto grafico: Alberto Ceschin.

[email protected] - www.jabadabadoo.it

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Concerti di Natale e altri appuntamenti

Sabato12 dicembreScuola Primaria “F. Crispi” dalle 10.30 alle 13“Incontrandoci: festa di Natale” – Coro degli alunni “DO RE MI”, laboratori natalizi e giochi.

Domenica 13 dicembreChiesa di S. Giuseppe a Costa – 16.00 Concerto di Natale con la Corale Femminile Vittoriese

Giovedì 17 dicembreScuola Primaria “A. Manzoni” – 18.00Concerto e Mercatino – Concerto di Natale con il coro dei bambini della scuola.

Venerdì 18 dicembreCattedrale di Ceneda – 20.00Concerto di Natale con il Coro della Scuola Pri-maria “Ugo Costella” diretto da Elvis Fanton.

Chiesa dei Ss Pietro e Paolo – 20.30“Canta con noi il Natale” con il Coro degli Alpini Col di Lana e il coro Tatanzambe dei Missionari della Consolata. Organizzato dal coro giovani.

Sabato 19 dicembre Scuola primaria “Nazario Sauro” dalle 11.00 alle 12.20: Coro sotto l’albero – Varietà di canti, dan-ze, filastrocche.

Scuola primaria “Emilio Zanette” Via Franceschi – 11.15E’ già Natale – Canti natalizi a cura del Coro “Piccole voci” della Scuola “Emilio Zanette”

Palazzetto dello Sport – P.zza A. Moro – 18.00Strenna di Natale – Canti, brani strumentali e danze della tradizione natalizia a cura degli alunni della Scuola media “L. Da Ponte”. Coordi-namento: Prof. Edi Campodall’orto.

Scuola Primaria “U. Foscolo” – 10.05 alle 12.25Laboratori natalizi – La magia del Natale trasfor-ma i bambini in insegnanti e gli adulti in piccoli alunni.

Domenica 20 dicembre Auditorium Seminario Vescovile – 14.00Festa degli Anziani. Città di Vittorio Veneto – As-sessorato alle Politiche Sociali – 0438.569305/06

Chiesa di S. Daniele a Carpesica – 16.00 Aspettando Natale - 23° Concerto di Natale con il Coro San Daniele, il Coro della Consolata di Vittorio Veneto e musiche natalizie eseguite da musicisti vari.

(in via di definzione il luogo di esecuzione) – 17.30Concerto di Natale con la partecipazione del Coro Ana di Vittorio VenetoCoro ANA con il patrocinio della Città di Vittorio Veneto – Assessorato alla Cultura

Lunedì 21 dicembre Duomo di Serravalle – 18.00 “Abbattiamo i muri” – Musiche e canti a ca-rattere natalizio, alternati da letture, riflessioni e immagini legate all’integrazione e alla libertà dei popoli, in occasione del 20° anniversario dell’abbattimento del muro di Berlino. A cura di alunni e docenti della Scuola secondaria di I grado “Umberto Cosmo”.

Chiesa di S.Michele – Salsa - 20.45 Natale d’inCanto – Rassegna corale a favore dell’A.I.L. con il il Coro Gospel “Sonoria”, il coro femminile “Le Voci in festa” , il Coro polifonico “I Templari” e il Coro “Col di Lana “Sabato 23 gennaioAula Magna Sc. Media “L. Da Ponte” – 20.30Concerto - Spettacolo – Sulla linea narrativa di un narratore del Teatro Orazero si presentano al pubblico i canti del Coro Col di Lana con in-terventi dei bambini della scuola primaria Ugo Foscolo.

Mercoledì 6 gennaioChiesa dei Ss Pietro e Paolo – 14.30 Concerto dell’Epifania con il corpo bandistico di Cappella Maggiore. Brani tradizionali del reper-torio natalizio.

Andar per presepi…

Chiesa di S. Floriano e Chiesa di Fadalto Alto.I presepi della Val Lapisina – Visite la mattina dei giorni festivi di dicembre e gennaio

Chiesa di S. Giustinapresso la canonica - dal 25 dicembre al 28 feb-braio – tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00.

Chiesa di S. Lorenzodal 24 dicembre al 31 gennaio

Costa – Chiesa di S. Silvestrodalla metà di dicembre al 20 gennaio – durante l’orario delle funzioni

Missionari della ConsolataViale Rizzera, 243. Orari di visita: dal 20 dicem-bre al 10 gennaio dalle 14.30 alle 18.30.

Ceneda – Chiesa Cattedraledal 25 dicembre al 25 gennaio

Serravalle – P.zza Flaminio dal 15 dicembre al 6 gennaio

Chiesa dei Ss. Pietro e Paolodal 24 dicembre al 16 gennaio – durante gli ora-ri di apertura della Chiesa

Carpesica – Chiesa parrocchialedal 24 dicembre al 10 gennaio

Cozzuolo – Chiesa parrocchialedal 24 dicembre al 10 gennaio

Chiesa di S. Pancrazio – Formenigadal 24 dicembre al 10 gennaio

“Panevin”

Martedì 5 gennaio

ore 17.00 Via Malanotti a Cenedaore 19.30 SS. Pietro e Paolo piazzale davanti alla chiesa ore 20.00 Nove - Piana degli Alpini ore 20.00 Forcal prato accanto al Circolo ore 20.00 Costa piazzale Chiesa di S. Giuseppe ore 20.00 Cozzuolo – Piazza Cozzuolo ore 20.30 S. Giacomo di Veglia Via Cal de Livera, vicino alle Posteore 21.00 Longhere

Mercoledì 6 gennaio

ore 20.00 Carpesica Via della Chiesa (di fronte ex Asi-lo)

Il calendario dei principali even-ti in programma per le Feste, a cura dell’Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto, in collaborazione con associazioni, parrocchie e scuole di Vittorio Veneto - tel. 0438.569310 – fax 0438.53966 – e-mail: [email protected]. Le iniziative riportate sono quelle pervenute all’Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto fino al 20 novembre 2009.

NATALE e dintornicose da fare, da vedere, da ascoltare

Iscritto al numero 14 del Registro Stampa del Tribunale di Treviso il 14.05.2005 Periodico Patrocinato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Vittorio Veneto Direttore responsabile: Fulvio Fioretti Editore: Karpesika Redazione: via della Chiesa, 6 - 31029 Vittorio Veneto TV Collaboratori: Silvia Albrizio, Claudia Baccichet, Paolo Casagrande, Andrea Condotta, Manuela Cusimano, Federico Campo dall’Orto, Eugenia Dal Bo, Nicolò Dal Bo, Anna Lucky Dalena, Angela De Biasi, Francesca Della Giustina, Piero Della Giustina, Alberto Ferri, Diego Fioretti, Giosì Garro, Manuel Gentile, Margherita Leo, Lorenzo Liguoro, Andrea Maroelli, Nicla Martorel, Chiara Perin, Lisa Pizzol, Barbara Stella, Valentina Torre, Staff Criciuma, Viviradio Progetto grafico: Alberto Ceschin.

[email protected] - www.jabadabadoo.it

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Page 20: JABADABADOO - dicembre 2009

Sono nato a Vittorio Veneto il 22 settembre 1974 e vivo a Colmaggiore.Mi sono sempre piaciute le maschere: riesco-no a concentrare, nello spazio di un volto, una potente energia comunicativa e sembrano davvero contenere un’anima. Sono legate alla ritualità dell’uomo fin dall’antichità e non sono mai oggetti puramente decorativi.L’idea dell’oggetto tangibile che diventa conte-nitore e porta in un’altra dimensione mi ha sem-pre affascinato, ed è lo stimolo che mi ha spinto nel 2002 a iniziare a creare le mie maschere. Generalmente sono realizzate partendo da un blocco di argilla modellato con le sembianze volute, su cui viene eseguito un calco che sarà poi riempito di volta in volta con diversi mate-riali.I materiali che uso sono vari, dalle resine al ce-mento, alle fibre vegetali e quant’altro si presti all’idea del momento e alla sperimentazione, così per le finiture e il colore che non sono mai uguali in due maschere.Nelle mie opere generalmente mi piace dare un senso di fusione tra l’uomo e la maschera stessa, così da unificarli in una singola identità, a metà tra il mondo reale e quello immaginario. Non tralascio comunque di addentrarmi in vari stili e metodi di costruzione.Ogni maschera deve essere pensata in maniera esclusiva e avere vita propria: la linearità stili-stica nel caso della maschera (mie comprese) rappresenta secondo me più un limite che un vantaggio, se si pensa alla maschera come en-tità a sé stante non collegata al suo costrut-tore.

Dal mio punto di vista lascio quindi che la ma-schera parli da sé senza dilungarmi in lunghe spiegazioni, che spesso servono solo a dare enfasi al pezzo che si vuole mostrare.

Colore preferito? Rosso. Quale musica ascolti? Mi piace qualsiasi genere, se fatto bene. Ti piace leggere? Sì. Qual è la tua maschera preferita? La n. 7; modellata da me e da una bambina di 4 anni. Cosa pensi della festa di Halloween? In una parola: americanata. Però i bambini si divertono un sacco, quindi posso sopportarla. A carnevale ti vesti in maschera? No! Hai 35 anni ma te ne danno molti di meno, come mai? Forse me lo dicono solo perché sono ricco e bellissimo. Sei fidanzato? Sì. Perché? Per amore. Un artista di fama internazionale che stimi. Patricia Piccinini. Un artista locale che stimi. PG Slis. Anche se sei sulla copertina di Jaba, sei cosciente che venderai le tue maschere tanto quanto prima? Fino a questo momento non mi ero nemmeno posto il problema.

JABADABAD’ARTE: WALTER CASAGRANDE