Primopiano - Ottobre 2010

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CRONACA 167: regolamento e trappole pag. 6 LAVORI PUBBLICI Il salotto buono di Piazza Cavour pag. 13 CALCIO Marcia trionfale per la Libertas pag. 42 Periodico di cultura, politica e attualità - www.primopiano.info - Numero 10 - Ottobre 2010 - Anno XV - N. 146 - Sped. in abbonamento postale 70% filiale di Bari Ottobre 2010 2,00 euro Foto Gaetano Loporto Gianluca Rossiello

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periodico di cultura, politica e attualità

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CRONACA167: regolamentoe trappolepag. 6

LAVORI PUBBLICIIl salotto buono di Piazza Cavourpag. 13

CALCIOMarcia trionfale per la Libertaspag. 42

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Foto Gaetano Loporto

Gianluca Rossiello

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di Emilio Garofalo

Gianluca Rossiello tra i primi dieci librai del Bel Paese

La forza dell’indipendenzaProvate ad entrare nella

Libreria del Teatro.Respirate il sano profumo

delle parole narrate. Guar-datevi attorno.

E’ come un viaggio nel tempo e nello spazio. Ciò che lasciate fuori dalla porta, ormai, non vi riguarda più. L’impressione è una specie di solitudine. Ma solo appa-rente.

Sì, perché ci si accorge immediatamente di una pre-senza: quasi nascosto dietro il monitor, alla sua vecchia scrivania, ecco Gianluca Rossiello, il libraio, un uomo di cultura, un letterato nai-ve, una persona squisita. È pronto a darvi il benvenuto in un mondo magico, a riser-

varvi tutta la sua sensibilità, conditio animi di chiunque coltivi interessi artistici.

S’alza dalla sua posta-zione di lavoro e subito vi accompagna nel lungo viag-gio tra le meraviglie del suo mondo: due corridoi stretti, che si uniscono alla punta, dove campeggiano un tavo-lino, pieno di giornali e rivi-ste letterarie, ed un piccolo divano, sul quale ci si può accomodare, per scegliere accuratamente le storie da leggere.

Non si è mai soli, in que-sto piccolo labirinto di emo-zioni.

Lui, il libraio, è lì, rinta-nato nel suo angolo, conscio dell’importanza del momen-to. Ma sollecitato ti racconta biografie, personaggi, scena-ri. Ideali e significati nascosti delle opere.

Dicono che i libri abbiano un’anima. Forse, ne hanno molte di più. Quella di chi scrive. Quella di chi legge. Quelle dei protagonisti. Ed anche quelle di chi, i libri, li vende.

C’è modo e modo di trat-tare questa pregiata mercan-zia. La si può esporre in lun-ghi scaffali, su altrettanto lunghi corridoi, tutti uguali,

asettici, lasciandola marcire sotto sguardi distratti, come spesso accade nelle grandi librerie.

Oppure, puoi riunirla in un piccolo spazio, abbassan-do le luci e creando un’at-mosfera di emozioni pacate. Ed, ancora, puoi lasciarla a disposizione del lettore, per consentirgli di entrare in tempo reale nelle dimensioni narrate. Puoi anche lascia-re che la polvere si adagi in sottilissimi strati sulle co-pertine. Basterà un semplice

palmo di mano, una carezza, un soffio, per mandarla via e riscoprire i libri in tutto il loro splendore.

Questo è ciò che puoi tro-vare alla Libreria del Teatro. Questo è quanto ti può rega-lare, con il suo sorriso mite, Gianluca Rossiello.

E’ per questo che è stato riconosciuto libraio indipen-dente, tra i primi dieci in Ita-lia per la sua preparazione, dalle riviste letterarie na-zionali “L’indice letterario”, “Pulp libri”, “Che libri” e “Bo-okshop”.

Quando aprì i battenti, nell’ottobre 2004, Gianluca forse non poteva immagina-re quale sarebbe stato il suo futuro.

Probabilmente, non pas-sava nemmeno troppo tempo a pensarci su, preso com’era dal vivere uno straordinario presente di sogni e aspettati-ve, tra mille eventi ed altret-tante manifestazioni.

In tempi non sospetti, diede voce all’eroe contem-poraneo Roberto Saviano, quando ancora il filosofo na-poletano era uno scrittore emergente, alle prese con le sue prime uscite editoriali.

Ha sempre prestato at-tenzione, offrendo visibilità e spazi vitali alle nuove real-tà editoriali; gli scrittori del “margine”, quelli non inseri-ti nelle collane della grande distribuzione, presso la Li-breria del Teatro, trovavano spazio accanto alle opere dei grandi. E così, tra un volume di Bukowski e un saggio di Enzo Biagi, potevi imbatterti nelle fatiche letterarie di au-tori come Roberta Tamiso, il filosofo albanese Sefedin Fetiu o la poetessa salenti-na Maria Pia Romano, meno noti, ma non per questo meno importanti.

Di cose, Gianluca, ne ha fatte davvero tante, in questi sei anni.

Ha incontrato personali-tà eccellenti, le grandi firme della letteratura e del gior-nalismo, intellettuali e pen-satori; ha coltivato rapporti con artisti, cantanti, poeti, anche figli della nostra terra, concedendo loro una salvifi-ca libertà di espressione. Ha girato il territorio pugliese in

lungo ed in largo, con il suo fedele stand. Feste di paese, concerti, rassegne culturali. Dai teatri, alle scuole, dalle piazze, ai centri sociali, dai circoli letterari, alle spiagge. E così, ad esempio, giunge cara alla memoria la splendi-da rassegna estiva “Spiagge d’autore”, recente manifesta-zione itinerante curata dalla Libreria del Teatro, che ha permesso ai lettori di incon-trare i grandi scrittori con-temporanei.

Come tutte le personalità di spicco, Gianluca, corag-giosamente, è sopravvissuto al suo mondo, alla sua terra spesso violenta e becera, che gli ha riservato anche qual-che furto e vari atti vandali-ci.Ma lui non ha mai perso la fiducia. La strada che ha cercato e trovato, ha conti-nuato a percorrerla fedel-mente, come quando si vive un amore vissuto fino alla fine. Come il perdono dopo il tradimento. E, naturalmen-te, il riconoscimento è tutto ciò che la vita poteva riser-vargli. E’ così che nasce un re libraio.

Non solo una promozione. In realtà. Di queste soddisfa-zioni si fregiano le persone comuni, che vogliono scalare classifiche, far carriera. No, niente di tutto ciò.

Il libraio indipendente è una persona che vive la stra-da, si carica le sue preziosi-tà e le consiglia, le conosce. Vuole sapere se il libro ven-duto sia stato apprezzato o dimenticato. È felice nel pri-mo caso. Soffre, invece, per le delusioni dei lettori.

E’ un’anima errante, la sua fissa dimora è il mon-do che vede con gli occhi. Si sente a casa ovunque, perché non è mai solo. E anche noi, lettori appassionati, accanto a lui, non siamo mai soli.

Il libraio indipendente è una definizione di uno stile di vita utopico e genuina-mente anarchico. E’ un fau-tore di sogni.

Questa volta, quindi, è a Gianluca che bisogna riser-vare una citazione. A lui, che di citazioni vive e che le pa-role dei grandi diffonde.

Lui, un “minatore di de-sideri”.

Gianluca festeggia il premio ottenuto (Foto M. Robles)

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La forza dell’indipendenza

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Tra gli operatori del setto-re e negli ambienti sindacali, il timore di una chiusura gra-duale degli ultimi reparti ser-peggiava già da tempo. Ma a fine agosto, quando medicina e lungodegenza non hanno ri-aperto dopo la pausa estiva, contrariamente a quanto pre-visto dal piano di emergenza licenziato a luglio, i terribili sospetti si sono trasformati in triste realtà.

Prosegue lenta e inesora-bile, dunque, la strategia di dismissione del nosocomio cittadino, arrivata ormai alle battute finali. Nelle scorse settimane, infatti, la dott.ssa Altomare, dirigente sanitaria del plesso Molfetta-Bitonto-Terlizzi, ha collocato in mobi-lità gli operatori dei due set-tori ospedalieri rimasti chiusi, in attesa di assegnarli ad altre

Titoli di codaIl “film” dell’ospedale si conclude con una drastica riduzione di servizi e posti letto

di Marco Agostinacchio

strutture. Ordini impugnati dal direttore generale dell’Asl, Nicola Pansini, e per ora bloc-cati.

Ma cosa resterà del noso-comio? Il distretto sanitario Bitonto-Palo del Colle lavorerà erogando servizi socio-sanita-ri a regime territoriale, con il mantenimento di soli 18 posti letto, di cui 10 nell’unità de-genza territoriale. Il futuro? Rimane un’incognita. L’ulti-mo capitolo di questa “storia infinita” è stato scritto con la delibera n. 1490 del 30 luglio scorso, a firma del direttore generale dell’Asl Bari Pansini. Nelle 210 pagine che com-pongono il documento, infat-ti, si parla di “riconversione in una struttura assistenzia-le a carattere territoriale, con annessa UDT e con moderni servizi di assistenza in day

service”: neologismo tecnico di non facile interpretazione, che tuttavia lascia ben inten-dere il cambiamento in atto.

“Parlare di day service non è affatto semplice, poi-chè sono necessarie tutta una serie di normative e pro-tocolli per regolare questo tipo di prestazioni, indicando ad esempio quali patologie si possono trattare e quali no -spiega il consigliere sociali-sta Franco Scauro-”. A su-bire la stessa sorte saranno altri sei ospedali della pro-vincia, destinati ad una “ri-conversione” se non addirit-tura alla completa chiusura. Come auspicato dall’ammi-nistrazione, inoltre, il plesso cittadino lavorerà in regime di “distretto” con l’ospedale San Paolo di Bari.

A nulla sembrano servi-

ti, dunque, gli incontri con i vertici della sanità provincia-le fortemente voluti dal pri-mo cittadino Raffaele Valla. E nemmeno le frequenti de-nunce delle associazioni del terzo settore; da ultimo, una lettera indirizzata ai mana-ger dell’Asl Bari, nella qua-le si osserva come “anche le altre strutture sanitarie cittadine, quali il distretto di via Fornelli, il servizio di riabilitazione di via Nenni o il centro di neuropsichiatria infantile di Via Volta, sono ridotte quasi all’impossibi-lità funzionale. La recente adozione dell’atto aziendale da parte dell’Asl, che di fat-to prevede la disattivazione dei posti letto di medicina interna, lungodegenza, day surgery di chirurgia, gine-cologia e ortopedia e day ho-spital di pediatria, impedirà ogni forma di assistenza di prossimità”. Da registrare negli ultimi giorni, infine, un incontro con Pansini e l’ass. regionale Fiore, indetto dal PD, sul progetto di case della salute, che certamente inte-resserà la realtà bitontina.

Nelle ultime settimane, intanto, con apposito emen-damento approvato dal Par-lamento, è stato prorogato di due mesi (dal 15 ottobre al 15 dicembre) il termine ultimo per la sottoscrizione del piano di rientro sanitario da parte degli enti regionali. Un ulteriore periodo segnato dall’assoluta incertezza, sia per gli operatori del settore (costretti sempre più spesso ad intervenire rischiando in prima persona), sia soprat-tutto per l’utenza, alla ricer-ca di strumenti efficaci di as-sistenza.

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RACCOLTA E IMPIANTIComuni virtuosi e comuni

viziosi. Regioni eco e regioni sporcaccione: l’Italia del cas-sonetto è sempre divisa. E non solo tra aree geografiche (nord, centro e sud) e tra regioni ma anche tra province della stessa regione, come, per esempio, in Campania. Ecco la geografia dell’Italia dei rifiuti in base ad alcuni parametri, dai dati gene-rali sulla gestione agli impianti (di compostaggio e di inceneri-mento) a quelli sulla raccolta differenziata. I dati sono quelli dell’ultimo rapporto dell’Istitu-to superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) del 2009 relativi al 2008.

GESTIONE RIFIUTI UR-BANI

Lo smaltimento in discarica rappresenta, a livello naziona-le, circa il 45% dei rifiuti com-plessivamente gestiti nel 2008, mentre nell’insieme le altre ti-pologie di recupero, trattamen-to e smaltimento rappresentano oltre la metà dei rifiuti gestiti (55%). La produzione nazio-nale di rifiuti urbani è di 32,5 milioni di tonnellate.

COMPOSTAGGIO DI RI-FIUTI SELEZIONATI

Al 2008 in Lombardia, con una popolazione di circa 10 mi-lioni di residenti e un passato di emergenza, risultavano 77 im-pianti, di cui attivi 63, per una potenzialità totale autorizzata di 918.917 tonnellate, di cui 756.620 trattate. Sedici gli im-pianti di altrettanti comuni solo nel milanese. In Campania, con una popolazione di circa 6 mi-lioni di abitanti, risultavano 10 impianti di cui 6 attivi.

INCENERITORIAl 2008 in tutt’Italia gli im-

Il Bel Paese? Diviso pure nel cassonettoUna mappa di regioni e comuni virtuosi e non

pianti operativi erano 49 rispet-to ai 47 dell’anno precedente. Quasi il 60% di quelli operativi erano localizzati nel nord Italia. In dettaglio, in Lombardia 13 impianti, in Emilia Romagna 8; in sostanza, 2/3 dei 28 impianti operativi al nord, sono localiz-zati in due sole regioni. Nelle regioni del centro erano opera-tivi, al 2008, 13 impianti, di cui 8 in Toscana, 4 nel Lazio (uno in più, grazie, all’avvio del gas-sificatore di Roma Malagrotta) e 1 nelle Marche. I rimanenti 8 impianti erano localizzati in Molise (2), Puglia (1), Basili-cata (1), Calabria (1), Sicilia (1) e Sardegna (2). Dal 2009 in Campania, avviato l’unico im-pianto di Acerra.

RACCOLTA DIFFEREN-ZIATA

La raccolta differenzia-ta ha raggiunto nel 2009 il 30,6% sulla produzione totale dei rifiuti in Italia (al nord 45,5%, al cen-tro il 22,9%, al sud il 14,7%). Tra le regio-ni, svetta in classifica il Trentino Alto-Adige con il 56,8%, seguito dal Veneto (52,9%). Al centro bene la To-scana con il 33,6%. Al sud la Campania regi-stra un +5,5%, grazie alle province di Avelli-no (36,9%) e Salerno (33,3%), nonostante i risultati delle province di Napoli (14,8%) e Caserta (11,5%).

LA PUGLIA IN CRESCITA

La raccolta diffe-renziata in Puglia nel 2009, si è assestata, in linea con il dato complessivo del sud,

al 14,32%. I primi 9 mesi del 2010 hanno, invece, fatto regi-strare un leggero aumento, pari al 15,25%.

LA SITUAZIONE DI BI-TONTO

Per Bitonto il 2009, primo anno dell’introduzione del siste-ma porta a porta e del potenzia-mento del sistema di raccolta stradale, si è chiuso con un inco-raggiante 16,46%. I primi mesi del 2010 (i dati si riferiscono ai primi 6 mesi dell’anno) hanno fatto registrare il 17,50% di raccolta differenziata.

Totale RSU prodotta nel 2009DIFFERENZIATA: 4.481.640,00 KgINDIFFERENZIATA: 22.473.785,00 KgTOTALE RSU: 27.225.425,00 KgPercentuale raccolta differenziata: 16,461%

I grafici si riferiscono alla situazione della differenziata in città

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di Pasquale Bavaro

Per tanti si riaccende la speranza. Di po-ter contare, nel giro di qualche anno, su una casa di proprietà, così da far fronte a quella precarietà economica oggi tristemente tan-to diffusa. Una speranza che pareva quasi sopita, dopo due anni di sostanziale silenzio e inattività.

Finalmente, però, qualcosa si è mosso, con l’approvazione in consiglio comunale dell’ennesima modifica al regolamento per l’assegnazione dei lotti residenziali della nuova 167. Atto che, alla prova dei fatti, era già stato licenziato dalla vecchia giunta Pice e riformato su impulso dell’ex assesso-re Vito De Santis, e che ora attende di es-sere seguito dalla pubblicazione del bando per concorrere all’attribuzione degli alloggi di edilizia popolare. Ci si augura in tempi rapidi.

Le principali novità, introdotte nel docu-mento, riguardano i criteri di conferimento del punteggio, ai fini della graduatoria finale, l’affidamento ad un consorzio di cooperative di tutte le attività prodromiche alla costru-zione degli edifici (comprese la procedura espropriativa e la progettazione), a spese dei soci, e la suddivisione dell’intero piano in tre comparti, suscettibili di essere avviati in completa autonomia l’uno dall’altro.

Innovazioni che hanno scatenato critiche feroci da parte della minoranza di centro-sinistra, assai perplessa circa la concreta efficacia di tale impianto.

“La criticità maggiore del regolamento modificato -illustra Emanuele Pagone, ex assessore ai lavori pubblici in quota Pd- si individua nel secondo comma dell’artico-lo 7, che consente al soggetto proprietario del 51% dei suoli, nell’ambito della singo-la unità di quartiere, di beneficiare della precedenza assoluta in graduatoria rispetto agli altri concorrenti, a prescindere dal red-dito, dai carichi di famiglia e dall’anzianità di iscrizione alla cooperativa. Una norma assurda, che non solo tradisce in pieno lo

A breve, il bando per i lotti della nuova 167

Regolamento e trappole

A Raffaele Fitto (in foto), ministro degli Af-fari regionali, de-finito “orgoglio del sud e della Puglia” dal vice-sindaco Dome-nico Damascelli, l’ars orandi non ha mai fatto di-fetto.

L’altra sera, poi, ospite d’ono-re della Festa della Libertà, promossa dal Pdl, è stato addirittu-ra spumeggiante,

nonostante le temperature autunnali.Bersaglio prediletto dei suoi strali, il

nemico di sempre: Nichi Vendola, che, alle urne, da tempo pare gli abbia preso le misu-re delle calzature.

Per il politico salentino il governatore pugliese “ha portato allo sfascio i conti, l’agricoltura e la sanità della regione” e “sta solo sfruttando il suo ruolo istituziona-le, come trampolino di lancio per la leader-

I guai del Sud?Colpa di VendolaIl ministro Fitto alla Festa della Libertà punta su rigore e legalità

di Mario Sicolo

ship nazionale”.Poi, dardo acuminato contro la “so-

lita” magistratura politicizzata, “esem-pio lampante della politicizzazione della magistratura, perchè è vergognoso che un pm, che fino a pochi giorni prima la-vorava in tribunale (evidente riferimento a Lorenzo Nicastro dell’Italia dei Valori, che per nove anni ha indagato proprio sul ministro, ndr) si sia potuto candidare alle elezioni regionali”.

Punto dalle domande di Enzo Magistà, direttore di Telenorba, ecco il piano per il Sud, argine allo strapotere leghista: “Mi-rerà a contenere fortissimamente le spe-se ed a sfruttare maggiormente le risorse presenti e che, di volta in volta, arrive-ranno. Un piano basato su alcune priorità fondamentali quali le infrastrutture, la ri-forma del sistema degli incentivi, l’istru-zione e la ricerca, legalità e sicurezza”.

“Ma, prima -precisa l’ex parlamenta-re europeo- entro novembre, concludere-mo il monitoraggio dei problemi storici ed infrastrutturali che attanagliano il Mezzogiorno, per essere sicuri di creare un qualcosa che dia sviluppo al Meridione e per il quale stiamo incontrando tutti gli attori sociali”.

Addetto stampa dell’annoNicola Lavacca ha impreziosito tan-

te testate con la sua firma (tra le al-tre Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Guerin Sportivo, Barisera).

Anche gli uffici stampa lo hanno vi-sto impegnato, persino nel circuito dei Gran Premi d’automobilismo.

Ma la vera costante del suo modo d’interpretare il mestiere è stata (ed è) la profonda umanità.

Due esempi simbolici: la sua vici-nanza a Franco Tafuni e Onofrio Chiri-

callo, pedatori feriti dalla Sla, e la sua proposta di dedicare un premio a Cic-cio e Tore, i piccoli angeli gravinesi.

Così, Lavacca non poteva non di-stinguersi alla tolda dell’ufficio stampa della Fondazione Opera Santi Medici.

Se ne sono accorti a Trento, dove gli hanno assegnato il premio giornali-stico “Addetto stampa dell’anno 2010”, per la sezione no profit e diritti. Il pre-mio, promosso dal Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, gode, tra l’al-tro del patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri.

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spirito dell’edilizia popolare, ma che rischia seriamente di dare il via ad una pericolosa corsa all’asta per l’acquisto dei terreni”.

Altri aspetti di negatività, nell’interpre-tazione dell’opposizione, concernono l’indi-viduazione dell’ente deputato alla vigilanza sulle opere poste in essere dal consorzio, il sistema di ripartizione tra i vari soci dei co-sti di progettazione e l’assenza di un crono-programma, in grado di offrire certezza sui tempi di realizzazione degli alloggi.

“Occorre tra l’altro considerare -ag-

giunge Pagone- che le procedure pubbliche si presentano molto spesso controverse, sia nella fase di assegnazione sia nel momento della gestione delle prestazioni, con ricorsi giudiziari e rallentamenti burocratici, che inevitabilmente fanno lievitare i costi. L’am-ministrazione è consapevole che con siffatto regolamento tutti gli eventuali inconvenienti si riverserebbero direttamente sui soci, già costretti ad anticipare le spese preliminari all’edificazione e chiamati presumibilmente ad ulteriori esborsi, assai elevati? Perché

non prevedere la possibilità di un unico sog-getto economico, magari un general con-tractor, cui affidare l’onere di realizzazione del piano, visti gli ingenti rischi cui sono esposti i soci?”.

I dubbi sul tappeto, dunque, restano tan-ti. Saranno i mesi a venire a dire se quella flebile speranza, riaccesa con l’approvazio-ne definitiva del regolamento, si tradurrà in concreta realtà o se, invece, ancora una volta, sarà destinata a sopirsi tra beghe po-litiche ed inefficienza gestionale.

Significa pressione con le dita e aiuta a comprendere il valore prezioso della vita.

Lo shiatsu, tecnica terapeutica vol-ta ad alleviare disturbi e malattie, è la pratica insegnata nella scuola profes-sionale “Panta Rei” di Santo Spirito, fondata dal maestro Vito Ancona.

Nel corso di 24 incontri, la scuola si propone di sviluppare lo studio del-la disciplina orientale da un punto di vista filosofico teorico e metodologico pratico, in un ricco programma che mira a formare il terapista, quella gui-da che porta ciascuno a riscoprire la propria essenza.

LE PAROLE DEL CORPO

Il maestro di shiatsu Vito Ancona

BRAVE BABY SITTER

L’associazione padovana “Genito-rialità”, con il patrocinio dell’asses-sorato alle politiche giovanili, darà avvio a novembre, presso l’Istituto comprensivo “Modugno-Rutigliano”, al primo corso di qualificazione per aspiranti baby sitter, a cura delle dott.sse Rossella Fanelli e Sara Che-co.

L’iniziativa, prima nel suo gene-re, si articolerà in sei moduli, per un totale di 18 ore, al termine del-le quali sarà rilasciato un attestato delle competenze acquisite.

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di Pasquale Bavaro

Centro commerciale naturale. Si chiama così l’ultima idea per il rilancio del borgo an-tico. E parte dalla volontà di stimolare, attra-verso l’insediamento di attività economiche, la vitalità di un’area particolarmente depressa.

Nelle scorse settimane, questo proget-to ambizioso, elaborato su proposta della ripartizione comunale ai fondi strutturali e degli assessori Nicola Antuofermo e An-tonio Labianca ed approvato dalla giunta nell’aprile scorso, ha ottenuto il via libe-ro definitivo da parte della Regione. Nel-

la graduatoria relativa agli interventi per la valorizzazione della rete commercia-le, infatti, il piano del nostro comune si è piazzato al terzo posto, intercettando così un finanziamento di 100 mila euro, cui si affiancherà una stanziamento di analo-go importo a carico delle casse cittadine.

“Questi fondi -illustra l’assessore An-tuofermo- ci consentiranno di dar vita, nel borgo antico, ad un vero centro commercia-le naturale, come intervento pilota per l’in-tera area metropolitana di Bari. La volontà

Lo shopping? Nel borgo anticoLa regione finanzia il progetto del centro commerciale naturale

Nel corso di un interessante conve-gno presso la sala degli specchi, la se-zione Fidapa ha presentato l’innovativo progetto Giada (Gruppo interdisciplina-re assistenza donne e bambini abusati), finalizzato ad affrontare il drammatico problema delle violenze nell’ambito fa-miliare, in costante crescita secondo le statistiche comunitarie. Maggiori infor-mazioni presso il servizio di psicologia dell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari nonché sul portale www.giadain-fanzia.it.

VIOLENZE SUDONNE E MINORI

L’associazione sportiva dilettantistica, “Insieme nel sole”, (ne sono soci fondato-ri Annamaria Sannicandro - presidente, Angela San-nicandro - vicepresidente, Domenico Mugolo - segre-tario) riconosciuta dal Coni ed inserita nell’albo delle associazioni sportive del Comune, ha dato avvio ai suoi corsi con una solenne presentazione presso il centro sportivo Mancini.

Con sede in via Amedeo, l’associazione pro-pone attività di yoga per tutte le età, ogni marte-dì e giovedì dalle 19,30 alle 21,00 e la domenica dalle 18,00 alle 21,00, per prendere contatto con il proprio corpo, conoscerne le relazioni e le

Mens sanain corpore sano

possibilità di riequilibrio energetico. Yoga indica appunto l’unione tra l’armonia

del respiro e il movimento correttivo, al fine di raggiungere consapevolezza del proprio essere, seguendo un peculiare percorso di vita. Varie le attività declinate con la disciplina orientale of-ferte dall’associazione: l’hatha yoga, il poweryo-ga, esercizi di calistenica, lo shiatsu. L’obiettivo una “mens sana in corpore sano”.

Con una serie di relazioni su politica, scuola, arte e religione nella Bitonto po-stunitaria, a cura di Nicola Pice, F. Paolo Palmieri, Antonietta Speranza e Nicola Piglionica, si è inaugurato il XXIII anno accademico dell’Università dell’Anzia-no, presso l’aula magna della media “C. Sylos”.

Il calendario delle lezioni sarà incen-trato, quest’anno, sui temi del 150° an-niversario dell’Unità d’Italia.

Università dell’Anziano

dell’amministrazione è offrire un impor-tante strumento per il rilancio economico, sociale e culturale della città, attraverso una miscela di esercizi commerciali, atti-vità artigianali, strutture ricettive ed aree mercatali, con la creazione di una zona a traffico limitato in una parte del centro an-tico, grazie a telecamere di monitoraggio”.

Il progetto di riqualificazione avrà come marchio identificativo le immagini del Tra-etta e del Torrione angioino e compren-derà una pluralità di azioni, con percorsi shopping a tema, appuntamenti culturali e carte fedeltà per i consumatori. Il pro-gramma operativo, a tal fine, prevede un concorso pubblico per la creazione del logo del centro commerciale naturale, indivi-duato con cartellonistica ad hoc ed arric-chito da uno specifico portale web, con la possibilità di un’autentica “passeggiata in-terattiva” per i vicoli del quartiere storico.

“L’aspetto più innovativo -osserva Antuofermo- è la previsione di un par-tenariato tra l’amministrazione, il Cat Confesercenti e le più rappresentative associazioni di categoria, cooperative ed enti di volontariato del territorio, al fine di concordare eventi e studiare percor-si di trasformazione urbana sostenibile”.

Negli ultimi giorni, intanto, il comune (che figura nell’elenco dei 9 centri virtuosi in tutta Italia, nell’ambito del piano Urban) ha stipulato con il ministero delle Infra-strutture e dei Trasporti un’apposita conven-zione, tesa ad erogare un finanziamento di 245 mila euro; tale stanziamento consen-tirà di mettere a punto (entro i prossimi sei mesi) uno studio di fattibilità, relativo ad una serie di misure per il coinvolgimen-to di soggetti pubblici e privati nella ge-stione del patrimonio artistico e culturale.

Un’iniziativa che si ricollega stretta-mente al piano integrato di rigenerazione urbana, destinato ad interessare numerose bellezze del centro antico, come la galle-ria d’arte contemporanea, il teatro, piazza Cavour, il museo diocesano, l’ex scuola di disegno, la pinacoteca nazionale, l’ex con-vento di san Domenico e piazza Cattedrale.

Foto R. Schiraldi

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di Mario Sicolo

DOLCEAMARO

E adesso da dove cominciamo? Già, perché dinanzi a quello che doveva

essere uno scandalo epocale e tellurico, che avrebbe fatto tremare le pareti di Palazzo Gentile, non ci viene altro che un vorticare di citazioni luogocomuniste.

Da “Molto rumore per nulla” del grande Bardo William a “Così fan tutti”, versione maschile dell’opera mozartiana, passando per lo splendido e splendidamente meridio-nale “cambiar tutto per non cambiare nulla” di Tomasi di Lampedusa.

Siamo davvero rammaricati per quel che è successo.

La montagna ha partorito il topolino (ci risiamo con i frusti topoi...).

Stiamo ai fatti per non divagare troppo.Un senatore del Partito Democratico, da

sempre accorato dalle vicissitudini nostrane (eccome), Dario Ginefra, scrive al ministro degli Interni, il leghista Roberto Maroni, per chiedere delucidazioni su alcuni fatti che hanno riguardato la nostra città, negli ultimi (bè, diciamo penultimi) tempi.

Ricapitoliamo. Maggio stava arrivando ed insieme a lui i girini. L’occasione era ghiotta, oltre che emozionante. La Corsa Rosa a Bitonto. Il Comune deve rifarsi il belletto. L’anticamera dell’ex stanza da let-

Tanto rumore per nullato della famiglia nobile che fu ha da essere ridipinto. I lavori di tinteggiatura vengono eseguiti, gratis et amore Dei, dalla ditta DueEmme, di De Palo Michele, uomo che pare abbia avuto problemi in passato, ma ormai superati.

È la gratuità che insospettisce il Ginefra di cui sopra. Di più. Il detentore del laticla-vio è bene informato. Sa, per soprammerca-to, che l’intonachista in questione, oltre ad essersi candidato in una lista di centrode-stra due anni e mezzo fa, è vicepresidente di un’associazione non proprio culturale dal nome “Vela Crociata”, il cui presidente e rappresentante legale sembra sia l’attuale assessore comunale allo sport, Franco Ra-gno.

Sorpresa e sgomento.E non finisce qui. C’è pure che l’artista

del pennello, che s’è ridipinto pure la fedina, ha chiesto il permesso all’amministrazione di organizzare una memorabile Festa della Birra, sul finire d’agosto, nel piazzale anti-stante la piscina.

Il municipio accoglie la proposta quasi con entusiasmo, il questore blocca tutto, su segnalazione della polizia locale.

Insomma, ci sono i presupposti per strac-ciarsi le vesti. O, peggio, per fare un’immen-

sa figura di guano. D’un subito gli uomini del governo citta-

dino si stringono a coorte a difesa del Ra-gno.

E basta una tanto concitata quanto con-fusa conferenza stampa per dimostrare che la tonante denuncia del senatore piddino era una bolla di sapone. Più un abbaio che un morso.

Punto per punto, tutto viene smontato.Il De Palo fa l’imprenditore a tutti gli

effetti, oggi. L’assessore non ricopre alcuna carica nel sodalizio crociato. La vernice è stata donata al Palazzo.

Dunque, tutti vissero puliti, ritinteggiati, felici e contenti.

I cittadini assetati draculescamente di sangue, devono rinfoderare canini e speran-ze di rivolta.

Tutto è rimasto inesorabilmente com’era prima.

Ma proprio prima prima, nel senso che gli alberi genealogici politici continueranno a crescere floridi e il modus operandi dei nostri eccelsi rappresentanti resterà ancora poco chiaro.

Complimenti a tutti...

Cinque storiche fontane del borgo antico per ricordarci che l’acqua non è e non dovrà mai essere una merce.

È questa l’esperienza che hanno vissuto i partecipanti ad “Acqua bene comune”. L’ini-ziativa, la prima di una serie

L’acqua non ha padroniOriginale tour tra le fontane del centro storico

di Chiara Colamorea

programmate fino al prossimo maggio da un coordinamento di diciassette associazioni, è stata l’occasione per una passeggia-ta nel centro storico, sotto la guida dell’artista di strada Ca-terina Marzella, che, sulla scia di un racconto di Erri De Luca, è riuscita a vincere con i suoi alti trampoli l’ardua sfida delle stradine, spesso impervie e ac-cidentate.

Dopo il ritrovo in piazza Cattedrale, il corteo si è diretto verso la prima fontana, in piaz-za Cavour, per ammirare i lavori dei vignettisti Anna Schiraldi e Michele Barone; la seconda so-sta, piazza Minerva, ha ospitato un vero tempio dell’acqua, con all’interno una suggestiva mo-stra fotografica di Giuseppe Fio-riello. In seguito, nella piazzetta di S. Maria La Porta, Maria An-tonietta Elia ha declamato al-cuni suoi componimenti, mentre in piazza Caduti del Terrorismo è toccato ad Alessandro Robles illustrare con le sue liriche gli angoli più remoti del mondo.

Il tour si è concluso in piazza Cattedrale, con le allegre note dei “That’s all folk”, ricreando l’atmosfera dell’Irlanda d’altri tempi.

Una piacevole serata, nella quale protagonista indiscussa è stata l’acqua, bene di tutti che ciascuno ha la responsabilità e il dovere di tutelare.

Foto R. Schiraldi

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di Michele Cotugno

Importanti novità sono state annunciate dall’asses-sore ai lavori pubblici Vito Antonio Labianca, per quan-to concerne la fisionomia di corso Vittorio Emanuele II. Prima fra tutte la sostitu-

LaNTeRNe magICheIl volto nuovo di Corso Vittorio Emanuele

zione dell’impianto di illumi-nazione: i lampioni a vapore di sodio, che emanano luce gialla, saranno sostituiti dal-le più ecologiche ed economi-che lanterne a luce bianca, con un notevole risparmio

Oggi, macchine parcheggiate confusamente su tutti i lati, man-to d’asfalto a chiazze ed assenza quasi totale di elementi d’arredo urbano. Domani, pedonalizzazio-ne dell’area, con circolazione li-mitata dei veicoli, pavimentazio-

energetico. “400 w contro i 1000 w dei lampioni” ha spiegato l’assessore, sottoli-neando che l’avvio dei lavo-ri si è reso anche necessario per le richieste dell’aeropor-to che, in più occasioni, ha segnalato disturbi ai piloti in fase di atterraggio.

La sostituzione dei lam-pioni (142 lanterne e 37 pali d’illuminazione, non-ché l’installazione di due pali dinanzi la chiesa di S. Caterina D’Alessandria), che dovrebbe terminare en-tro tre mesi, sarà eseguita dalla ditta “Rosa Blu”, vin-citrice della gara d’appalto.

“È solo il primo passo di un progetto di riqualifi-cazione della centralissima via cittadina -ha dichiarato entusiasta il sindaco Val-la-. Realizzeremo una vera e propria rivoluzione coper-nicana del corso, dando at-tuazione ad un progetto che ho fortemente desiderato sin dal mio insediamento”.

Altra novità riguarda il rifacimento dell’intero man-to stradale con una nuova copertura in pietra, opera che inizierà tuttavia in un momento successivo alla sostituzione degli impian-ti di illuminazione. L’intero progetto di riqualificazione di corso Vittorio Emanue-le costerà 180 mila euro, prezzo inferiore rispetto alla somma iniziale, grazie alla convezione “Consip”, in vi-gore dal 2007, in applica-zione della quale si passò dalle lampade a vapori di mercurio alle lampade a va-pori di sodio.La nuova illuminazione del corso (Foto R. Schiraldi)

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di Pasquale Bavaro

Alla GE.DI. srl il restyling di piazza Cavour

Il salotto buono

ne con basole di pietra calcarea, fioriere e panchine.

Due fotografie che chiarisco-no in maniera emblematica la trasformazione radicale, che sta per interessare la centralissima piazza Cavour.

Un restyling globale per far-ne il salotto buono della città. Il biglietto da visita per le nume-rose comitive di turisti.

Tra qualche settimana, in-fatti, la GE.DI. srl di Altamura, vincitrice della gara d’appalto,

a cui hanno preso parte soltan-to le 55 imprese specializzate indicate dalla Soprintendenza, procederà a cantierizzare la zona, dando così il via ufficia-le ai lavori di rifacimento della piazza, destinati a durare circa un anno.

“Rispetto al progetto ori-ginario -spiega l’assessore ai lavori pubblici Vito Antonio Labianca- sono state introdot-te alcune modifiche, rivolte a rendere il piano più organico:

la sostituzione della ringhiera attorno al fossato con un’altra a maggiore impatto artistico e la pavimentazione dell’area antistante San Gaetano, con il recupero di basole già esistenti. In più, la volontà dell’ammini-strazione è di applicare, in una grossa porzione del borgo anti-co, comprendente piazza Cavour e le arterie che da essa si dira-mano, la zona a traffico limita-to, con dissuasori mobili in tutti gli ingressi e telecamere per la rilevazione delle infrazioni”.

A tal fine, sono allo studio, di concerto con la polizia muni-cipale, soluzioni alternative per la circolazione veicolare e per il parcheggio delle auto all’ester-no della piazza.

Il costo complessivo dei la-vori di rifacimento dell’agorà si aggira intorno ad un milione e 500 mila euro, comprensivo del-la ripavimentazione dell’area,

cui occorre aggiungere circa 400 mila euro per l’installa-zione della Ztl ed il posiziona-mento di un adeguato impianto illuminotecnico, sulla base di uno studio condotto dall’ufficio tecnico.

“Oltre a garantire la presen-za di panchine e fioriere -osser-va Labianca- l’idea è riqualifi-care anche i monumenti che si affacciano su piazza Cavour: il Torrione è ormai completato dal punto di vista strutturale ed è stato affidato all’arch. Sylos Labini l’incarico per la musea-lizzazione, mentre la Soprinten-denza dovrebbe a breve stanzia-re somme per il recupero delle facciate e la ripulitura esterna della chiesa di san Gaetano”.

Ancora un anno di attesa, dunque, e poi anche la nostra città potrà contare su una “car-tolina” finalmente degna della sua storia plurisecolare.

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di Giuseppe Perrulli

Torna l’atteso appuntamento con il Bi-tonto Classic Motors ed è di nuovo un gran-de successo di pubblico, una vera festa di emozioni.

La nona edizione della rassegna, cura-ta dall’associazione “Aste e Bilancieri”, presieduta da Leonardo Greco, ha amplia-to la propria offerta, trasformandosi in un originale evento turistico-culturale ed enogastronomico, grazie anche al supporto dell’assessorato al turismo, che ha patro-cinato l’evento ed ha organizzato un’inte-ressante visita al centro storico, riservata agli ospiti provenienti da tutta la Puglia ma anche da Calabria, Lazio e Veneto.

La kermesse è stata anche, per la prima volta, tappa del Trofeo Marco Polo orga-nizzato dall’Asi (Automotoclub storico ita-liano), rientrando tra le 25 manifestazioni scelte su tutto il territorio nazionale per la promozione turistica, legata alle moto ed alle auto d’epoca.

Da registrare, tra le altre, a conferma del ruolo sempre più prestigioso dell’inizia-

Una passerella per le vecchie signoreIl Bitonto Classic Motors dedica una rassegna alla storica Gilera

tiva, le presenze, oltre che del vicesindaco e assessore Dama-scelli, del consigliere federale Asi, Gian Carlo Carlini, del presidente della commissione Club Asi, il veronese Luciano Olivieri, e di Rosita Orlandi, presidente provinciale Fidas Fpds, l’associazione donato-ri di sangue, a cui sono stati devoluti parte dei proventi raccolti dagli organizzatori ed alla quale Aste e Bilancieri dedicherà una sezione nel proprio ambito associativo.

Nella serata di sabato 9 ottobre, con-dotta da Joe Gelonese, l’atrio di Palazzo Gentile si è trasformato in un auditorium a cielo aperto per il concerto eseguito dal talentuoso gruppo di musicisti della “Dolce Musica”, che ha fatto da colonna sonora al “Gilera story”, una rassegna che ha riper-corso la storia centenaria del famoso mar-chio italiano delle due ruote, organizzata grazie alla sensibilità dei soci di Aste e Bilancieri, pronti a mostrare con orgoglio i

propri ori-ginali veicoli d’epoca.

Il suggestivo scenario è stato arricchito dall’esposizione delle opere dei cartapestai leccesi, che hanno realizzato un simpatico gadget per tutti i partecipanti al Bitonto Classic Motors: un diorama, raffigurante un’officina meccanica di un tempo.

Domenica 10 ottobre, il tour le “Vie della Pugliesità Doc” ha portato auto e conducenti in una scarrozzata tra uliveti, muretti a secco, vigneti e frutteti per gu-stare appieno i profumi ed i sapori tipici della Puglia e del nostro territorio, in par-ticolare.

A destra Luciano Olivieri, G. Carlo Carlini, Domenico Damascelli, Leonardo Greco, Rosita Orlandi, Joe Gelonese

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Egregio direttore, sono dell’opinione che compito precipuo del politico sia quello di avere una progettualità di idee chiare e concrete da realizzare, ricer-cando i dovuti canali atti a finanziare quanto pensato, così da contribuire allo sviluppo del-la città.

L’assessore svolge un ruolo diverso da quello del dirigente, cui spetta il compito di attuare le direttive del politico.

Dico ciò perché, mi duole constatarlo, in questi due anni di amministrazione Valla abbiamo assistito ad un immobilismo senza precedenti, proprio per l’assenza di una chia-ra progettualità e di un’idea di sviluppo della città.

Navighiamo al buio e tutto ciò che sta na-scendo oggi non è altro che il frutto del lavoro di dieci anni dell’amministrazione preceden-te.

Quali sono i progetti che contraddistin-guono la giunta Valla? Quali le idee nuove, le strategie?

Eppure, i giornali riportano dichiarazioni di autorevoli esponenti dell’amministrazione, che continuano ad attribuirsi meriti, a taglia-

Una giunta senza progettore nastri, senza nemmeno riconoscere, con un briciolo di buon senso e umiltà, che gran parte dei progetti conclusi, o in fase di rea-lizzazione, sono stati architettati dalla giunta del prof. Nicola Pice.

Faccio alcuni esempi. Per due anni con-secutivi, 2005 e 2006, siamo riusciti ad ot-tenere 24 mila euro dalla regione Puglia, e ad incrementare questi fondi con ulteriori 65 mila euro per l’acquisto di due pullman, a be-neficio degli alunni residenti nelle periferie. Perché l’ex assessore alla pubblica istruzione della giunta Valla, durante il suo mandato, non ha operato in maniera analoga?

Salvo poi annunciare in pompa magna l’avvio del servizio e senza riconoscere il me-rito dei precedenti amministratori.

Da assessore alla cultura della giunta Pice, sono riuscito ad avvalermi della legge regionale 42/80, ottenendo finanziamen-ti per manifestazioni educative e culturali (come “Eco=Oikos=Casa” o “Sipario@Scuola”) ed introducendo il teatro per i ragazzi, grazie all’iniziativa “La scena dei ragazzi”.

Perché questa amministrazione non fa al-trettanto?

Il mio primo atto ufficiale è stato stilato dopo pochi mesi dal conferimento della dele-ga, nella direzione dell’istituzione del servizio civile; così come di grande importanza si sono rivelati i provvedimenti, ancora oggi in vigore, relativi al settore dei servizi alla persona, tra cui le delibere relative all’applicazione della legge regionale “Sistema integrato d’inter-venti e servizi sociali in Puglia” o l’atto istitu-tivo del “Pronto intervento sociale”.

Successivamente, con la delega al turismo ho incentivato le forme di “ricezione leggera”, con un corso di formazione per l’avvio e la ge-stione di bed & breakfast, nonché con l’atti-vazione di un workshop per guide turistiche, nell’ottica della promozione e valorizzazione della città. E ancora, a partire dal 2006 è sta-ta introdotta, nell’ambito delle manifestazio-ni estive, la Notte Bianca.

Dove sono i risultati, le iniziative del pro-gramma stralcio dell’area vasta “Metropoli-Terra di Bari”, i nuovi progetti degli attuali assessori?

Questo mio intervento non vuole essere affatto un’autocelebrazione o una critica, ma semplicemente uno stimolo, un invito a cer-care opportunità di finanziamenti per creare lavoro e sviluppo, per non perdere ulteriore terreno rispetto a tanti centri limitrofi.

Vito Mascialeconsigliere comunale PD

L’INTeRVeNTO

Ospite d’eccezione al teatro Traetta, Antonio Laudati, procuratore capo della Repubblica di Bari, presenta la sua ultima fatica letteraria, “Mafia pulita”, scritta a quattro mani con Elio Veltri (già autore de “L’odore dei soldi”, libro-inchiesta sull’ori-gine delle fortune di Silvio Berlusconi).

L’incontro, nell’ambito della rassegna “Ottobre piovono libri”, curato dalle re-dazioni di Barisera e Bitontolive, in colla-borazione con la libreria Raffaello e con il patrocinio del comune, si è rivelata una preziosa occasione per fare il punto sullo stato della criminalità e quindi, specular-

Il procuratore capo della Repubblica, Antonio Laudati, fa il punto sull’escalation criminale

La risposta? Legalità organizzatadi Francesco Daucelli

mente, su quello della lega-lità, spaziando dalla scena nazionale alla realtà locale.

Allarmante la diagnosi del pm Laudati, che ha chia-rito la portata provocato-ria dell’espressione “mafia pulita”. “Se si guardano gli ultimi scandali del calcio, dell’università e della sa-nità, è facile constatare, da un lato, l’evoluzione della criminalità, che ha abban-donato lo stereotipo della “coppola e della lupara” e, dall’altro, l’ampia diffusio-ne che il cosiddetto metodo mafioso ha trovato nella vita di tutti i giorni, soprattutto tra la classe dirigente: un sistema che si regge sull’in-timidazione e sull’omertà, facendo leva su una solida concentrazione di poteri economici, politici e me-

diatici a favore di poche élites”.Una mafia “corrotta” e manageriale, che

ha cambiato pelle e che si insinua negli asset-ti economici ed istituzionali, anche legali: la violenza e il “piombo” cedono rapidamente il passo al potere dei soldi, in un’epoca in cui i confini tra potere criminale e potere istitu-zionale sembrano confondersi e sovrapporsi.

Nel corso del dibattito, interessan-te l’excursus storico su origini, modalità e caratteristiche delle più importanti or-ganizzazioni criminali: dalle millenarie mafia e ‘ndrangheta, passando per la più recente camorra (nata un paio di seco-

li fa) sino alla giovane malavita pugliese, con appena 25 anni di storia all’attivo.

“La mafia pugliese -ha spiegato Lauda-ti- ha avuto una genesi variegata: nata da focolai di origini siciliane e calabresi, non è forgiata sulla classica struttura a cupola; ciò che le conferisce grande flessibilità, compe-titività e capacità di interagire con le altre cosche, rendendola molto più pericolosa di altre organizzazioni. D’altro canto, non è ancora riuscita a contaminare la società ci-vile, come in altre zone del meridione, dove, ad esempio, la mafia si è imposta come mo-dello culturale e socio-economico”.Una cir-costanza che genera un cauto ottimismo, ha osservato il procuratore d’origini campane, convinto della possibilità di poter battere la criminalità, nonostante il ritmo della sua espansione nell’area metropolitana barese.

Sequestro di armi e stupefacenti all’ordi-ne del giorno, 49 omicidi nel barese nell’ul-timo anno a fronte degli 8 nel palermitano, dei 14 nel reggino e dei 37 nel napoletano, con soli 3 procuratori operanti a Bari contro i 100 delle principali procure meridionali, sono dati che fotografano l’allarme sociale, per un fenomeno ancora sottovalutato dalle istituzioni e che, fisiologicamente, si sta spo-stando dal centro della metropoli alla peri-feria, con la nostra cittadina, insieme a tante altre, sempre più protagonista in negativo.

“Una legalità organizzata che parta dal basso; la volontà di tutti i cittadini di affian-care le forze dell’ordine e la magistratura, in una lotta senza quartiere, che è innanzitutto culturale e fatta anche di piccoli gesti quoti-diani, come il, semplice rispetto dei semafo-ri”, questa la ricetta proposta dal procura-tore capo per vincere la battaglia in corso.

Antonio Laudati (al centro) intervistato da Mario Sicolo e Pasquale Scivittaro (Foto M. Robles)

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di Mimì Luiso

CONTROCORReNTe

Dice Marco Travaglio che la nostra Costituzione sta molto più avanti di noi italiani: è come uno smoking indossa-to da un maiale. Più o meno lo stesso concetto esprimeva Josè Saramago, quando, per spiegare il fenomeno Ber-lusconi, osava affermare (suscitando la ripicca della Mondatori, che non volle pubblicare il suo “Diario”) che un popo-lo avvezzo a convivere calmo e pasciuto in mezzo a mafia, ‘ndrangheta, camor-ra, P2, ecc, ben poteva vivere senza scossoni e rigurgiti di orgoglio sotto la cappa di un “delinquente” (ovviamente si riferiva a B.).

E non c’è bisogno di richiamarsi ai massimi sistemi per constatare che, a furia di voler per forza generalizzare, si finisce col non essere obiettivi, con l’esagerare. Anch’io penso che le gene-ralizzazioni poco giovino all’assunto, per

cui è più opportuno affidarsi a una sorta di exit poll per avere un quadro fedele in una buona percentuale. Per quanto, a ben guardare, anche le tabelle percen-tuali su uno stesso tema spesso differi-scono di molto (vedansi, ad esempio, le percentuali di Pagnoncelli di Ballarò e quelle delle houses berlusconiane).

Si tratta, in buona sostanza, di consi-derare, di elencare tanti “particularia” spesso apparentemente insignificanti (per lo meno così sciattamente siamo portati a ritenerli), spesso minimi per luoghi e tempi e farci su un bell’esame.

Voglio, peraltro, premettere (a scan-so di equivoci o malsane interpretazio-ni) che non tutte le negatività della no-

stra società sono da attribuire alla discesa in campo di Berlusconi.

Continuando con la metafora della di-scesa in campo, si può dire che il campo stesso era il più adatto ad accogliere e far germogliare l’atterraggio del Cavaliere (vedi sopra Saramago). E così, anche se qualcuno si stupisce nel sapere che gente indagata, condannata, in odore di mafia o di camorra occupi gli scranni del nostro parlamento, o addirittura del governo, gente indagata, condannata o in odore di mafia o di camorra continua imperterrita a sedere nel nostro parlamento o addirit-tura nel governo. Non faccio nomi non per timore di alcunché, ma solo perché tutti li conosciamo e (questo è il guaio) e, sa-crificando la nausea sul piccolo altare dei fatterelli nostri, ce ne freghiamo.

Magari lo lasciamo fare a Saviano (che, poi, chi glielo fa fare visto che vive

sempre con la scorta al suo fianco... que-sto pure lo diciamo).

Ma in realtà, ciò che più preoccupa non è tanto la commissione del male quanto la non consapevolezza di esso. In quest’ot-tica anche un omicidio, la soppressione violenta della vita di un nostro simile, è per lo più vissuto dal suo autore come una sorta d’incidente di percorso, pieno di giustificazioni e da mettere subito nel ba-gaglio di una cinica indifferenza, o di una storia come un’altra senza strascichi di sorta. Penso, per esempio, a quel tizio che, dopo aver mandato con un pugno all’altro mondo una donna, raccoglie le sue cose da terra e se ne va e, dopo aver fornito la sua versione del fatto alla polizia, dice: “beh,

e mo’ posso annàmmene?”. Quando poi la donna colpita muore in ospedale, amici e parenti tutti a vomitare lodi sull’indole del giovane e sulle sue abitudini: “è un bravo figliolo, tanto amante dei gatti, e uno che ama gli animali non può...”. E, tanto per restare alla cronaca di questi ultimi gior-ni, quando finiremo di masturbarci, com-plici tv e stampa in genere, con la mor-bosa ricerca di particolari che più sanno di osceno e conturbante, più ci solleticano fino a un improbabile orgasmo. E non la smetteremo fin quando saremo costretti, pungolati o rassegnati, a divenire tanti “bona animalia post coitum” .

Dai nostri scranni di calcificato perbe-nismo oseremo levare il dito contro, giu-dicare secondo i nostri falsi codici. E par-leremo male delle prostitute, delle escort, dei transessuali, dei ladri e degli assassini. Parlarne male non costa niente, non cozza con la morale comune, ci consente di con-servare addosso la sdrucita palandrana dei benpensanti e degli onesti. Mi viene di fare una specie di paragone con tanti tizi e tizie che incontriamo sui nostri pas-si: vestiti firmati, moda “dernier cri”, por-tamento telemutuato da divo o diva, ma poi, se aprono bocca non dico che parlano un cattivo italiano (questo è il meno, visto che sono in pochi a saperlo fare), ma assi-sti a una sequela di oscenità, di volgarità che, a quanto pare, servono a farli sentire in qualche modo “in”.

E’ uno scadimento etico generalizzato, è un abisso che si fa sempre più orrido e profondo, tanto da non farci più scorgere niente di diverso.

Chi froda il fisco non è un ladro ma un dritto. Chi troneggia tra mille società off-shore o si nasconde, non per vergogna ma per non farsi scoprire, oppure se ne frega visto che nessuno gli bada è da invidiare e possibilmente da imitare. E si finisce col diventare una sorta di cane da entourage, pronto a difendere a denti stretti anche ciò che del padrone è palesemente indi-fendibile. Chi la pensa (e agisce) diversa-mente non è un alieno, ma un nemico, un sabotatore, una attentatore, un violento da combattere con ogni mezzo, facendo ricorso ad ogni stratagemma (leggi dos-sier).

E, mentre l’oppio continua a colare su-gli occhi e sulle menti di tanti, il terreno diventa sempre più paludoso, anzi sempre più humus ideale perché la filosofia degli scellerati attecchisca e prolifichi.

Mah, ogni epoca ha il suo medioe-vo. Che dire? C’è sempre il seme buono in ogni semenzaio e, in fondo, l’Italia è senz’altro bella ma non solo per le sue ca-ratteristiche naturali.

Appare ovvio che il seme non deve ap-parire buono ma esserlo davvero.

I bambini delle elementari “Cassa-no”, “Fornelli” e “Sacro Cuore” sono stati i protagonisti del gioco dell’oca “Giù per terra”, organizzato in piaz-za Moro, nell’ambito del progetto Semin’attivi, a cura dello IAL CISL Puglia e del WWF Conversano. Una mattinata tra divertimento e appren-dimento, durante la quale i ragazzi hanno risposto a quesiti su proble-matiche ambientali, muovendosi su un telo a colori disteso sulla piazza. Hanno presentato l’iniziativa l’asses-sore alla Cultura Elisabetta Tonon, Chiara Civitano per lo IAL CISL Pu-glia, Leonardo Lorusso vicepresidente del WWF Puglia. A premiare le squa-dre vincitrici l’assessore all’Ambiente e allo Sport, Franco Ragno.

IL GRANDE GIOCO DELL’OCA

Ogni epoca ha il suo medioevo

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I fiduciari aziendali pu-gliesi del Touring Club Italiano si danno appun-tamento nella Sala degli specchi a Palazzo Gentile.

I saluti della città ai con-gressisti, al dirigente na-zionale dei fiduciari, Giulio

Gissi, e al responsabile del corpo consolare, Giusep-pe Genchi, giungono da Filippo Rucci, console per Bitonto, dal sindaco Valla e dal vicesindaco e asses-sore al turismo Domenico

Viaggia “slow”, impara “fast”A convegno i fiduciari pugliesi del Tci

Damascelli.L’evento, volto ad illu-

strare le recenti ed origina-li iniziative del Tci, nell’am-bito della nuova campagna di tesseramento (tra l’altro, la quota speciale di soli 39 euro, sino ai primi di ot-

tobre, riservata ai nuovi iscritti) è stata l’ulteriore occasione per promuovere il territorio e il patrimonio artistico della città.

Il gruppo, infatti, dopo l’incontro al Comune, è

di Domenico Pierro

stato accompagnato in vi-sita al centro storico: la galleria nazionale, la cat-tedrale, il museo arche-ologico della fondazione De Palo-Ungaro, palazzo Vulpano-Sylos e il tor-rione angioino, le tappe

più significative ed apprez-zate.

Un turismo attento e col-to; pronto a cogliere anche le sfumature più lievi in un particolare contesto storico, naturalistico o monumen-

tale quello proposto dal Tci: un viaggiare slow, grazie a cui riscoprire, inol-tre, il fascino di tradizioni, cucina, folklore d’ogni an-golo d’Italia.

E proprio in questa di-rezione si colloca il volu-me “Italia unita e diversa”, pubblicato in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia: un originale excursus tra le meraviglie del Bel Paese (compresa la nostra città), con lo scopo di rafforzare l’identità nazionale, senza esclusione alcuna di cul-ture differenti ma, tutto al contrario, nel segno dell’in-tegrazione più vera e pro-ficua.

In alto a destra, il dirigente nazionale dei fiduciari Tci, Giulio Gissi (Foto R. Schiraldi). Sopra, degustazione di prodotti tipici (Foto M. Robles)

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Foto Gaetano Lo Porto

Il movimento studentesco, nato nell’ottobre 2008, per contestare i tagli a scuola e università, imposti dal go-verno Berlusconi, torna a far sentire la sua voce. La sua fragorosa voce.

Almeno 65 i capoluoghi, compresi il nostro, interes-sati dalla manifestazione di protesta.

Il tam tam delle adesioni si è diffuso rapidamente su facebook.

Stavolta, alla regia della manifestazione, c’era l’asso-ciazione nazionale Unione degli studenti e la Rete dei collettivi studenteschi della conoscenza. Una mobilita-zione appoggiata da tutte le sigle di centrosinistra e pro-mossa, come un vero e pro-prio raduno ad intermittenza (un’ora di astensione ogni 15 giorni) dalla Cgil.

A sfilare per le vie di Bari, fino a raggiungere la sede del consiglio regionale, in via Capruzzi, quasi diecimila stu-denti.

Massiccia la presenza de-gli universitari, già da mesi al fianco dei ricercatori, pe-santemente penalizzati dal disegno di legge in discussio-ne alla camera: la cosiddetta “Riforma Gelmini”.

E tanti gli striscioni, ov-viamente né di stima né di apprezzamento per il suo operato, rivolti proprio al mi-nistro dell’istruzione, Mari-stella Gelmini.

Ma sono stati gli studenti degli istituti superiori a costi-tuire la vera ossatura della kermesse. Il centro della ma-nifestazione è stato il totale e fermo dissenso verso la ma-novra economica, approvata a tappe forzate dal governo.

TORNa L’ONDAma e’ UNa maRea

Il movimento studentesco scende in piazza

di Marco Agostinacchio

Molti gli input per frenare la mannaia del governo: a co-minciare da una revisione dei tagli avviati già con la finan-ziaria 2008 sino al reintegro, sul posto di lavoro, dei docen-ti precari, messi alla porta dalla soppressione di 67.000 cattedre. E non solo.

Gli studenti chiedono un piano straordinario per l’edi-lizia scolastica da 12 miliardi di euro, distribuito in dieci anni, e una legge quadro sul diritto allo studio. In ballo ci sono borse di studio, trasporti e comodato d’uso sui libri di testo, con un fondo di finan-ziamento nazionale. Misure necessarie per ridare slancio ed equità agli interventi del-le regioni.In Italia si calcola una media di 22 studenti per classe con picchi di 35, contro una media europea di 18.

Con una spesa per l’istru-zione pari al 4,4 % del Pil (la media europea è al 5,7%) l’Italia è sestultima nella Ue, prima solo rispetto a Spagna, Grecia, Slovacchia, Repubbli-ca Ceca e Romania.

Significativo lo slogan della mobilitazione, che si rifaceva ad una massima di Victor Hugo: “Chi apre una scuola chiude una prigione”.

“Chiediamo -hanno spie-gato gli studenti sfilati per le strade del capoluogo- l’alline-amento alla media europea, nella convinzione che un for-te investimento nella cultura sia l’unico modo per uscire dalla crisi, cominciando dalla riconversione dei fondi stan-ziati per le scuole paritarie a favore dell’istruzione pubbli-ca, e proseguendo col taglio di sprechi istituzionali e di inutili e dannose spese mili-tari”.

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di Francesco Daucelli

La revisione in chiave federalista dell’assetto del-la finanza pubblica sembra ormai alle porte, ma ancora tanti restano i dubbi sulla sua concreta attuazione e sulle conseguenze per le re-gioni del Mezzogiorno.

Sarà davvero un “federa-lismo che unisce”, come l’ha

Risorsa o rischio?Un dibattito su federalismo fiscale e Mezzogiorno

definito il ministro Tremon-ti?

Per rispondere a que-sto e ad altri interrogativi, l’Asso.C.A.L. (Associazione dei consulenti aziendali e del lavoro) ha organizzato al Tra-etta il convegno “Federalismo fiscale, sviluppo economico e mezzogiono”, con il patroci-

nio di Regione, Comune, Or-dini dei dottori commerciali-sti ed esperti contabili e dei consulenti del lavoro di Bari, Upsa-Confartigianato e Con-fesercenti.

Al tavolo dei relatori, i dottori Giuseppe Morea (pre-sidente Asso.C.A.L.), Miche-le Daucelli (commercialista) e Michele Urbano (revisore contabile), i professori An-tonio Uricchio (preside della II facoltà di Giurisprudenza di Bari), Marisa Valleri e Vito Peragine (rispettivamente docente ordinario di Econo-mia applicata e docente di Scienze delle finanze della facoltà di Economia di Bari),

oltre al dott. Francesco Paolo Chimienti (direttore provin-ciale dell’Agenzia delle entra-te di Bari).

Il dibattito ha suggerito una sospensione del giudizio sulla riforma, in attesa che vengano approvati i decre-ti attuativi, in particolare in tema di “costi e fabbisogni standard” (che dovranno re-golare i livelli essenziali dei servizi nel campo della sa-nità, assistenza, istruzione e trasporto pubblico) e di pere-quazione.

Fondamentale sarà non perdere di vista la solidarietà e la coesione sociale.

Foto R. Schiraldi

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Una grande festa per riabbracciarsi dopo 50 anni. Gli alunni della V A del circolo didattico “Fornelli” del 1960 si sono dati appuntamento nella chiesa di Mariotto per suggellare un sincero e fraterno sodalizio, rimasto inalterato da oltre mezzo secolo. Hanno risposto all’appello:Abbatantuono Antonio, Acquafredda Luigi, Antonino Vito, Cannito Francesco Paolo, Cannito Nicola, Centrone Francesco, Cicinnati Attilio, Devanna Girolamo, Donatiello Pasqua-le, Fallacara Emanuele, Ignomeriello Cosimo, Labianca Donato, Leccese Arcangelo, Licinio Agostino, Lovascio Vincenzo, Naglieri Francesco, Noviello Francesco, Noviello Luigi, Noviello Marisa, Palmieri Giuseppe, Papappicco Giuseppe, Pastoressa Arcangelo, Pazienza Michele, Perrini Arcangelo, Pice Francesco, Ricci Giuseppe, Ricci Mario, Robles Vito, Rutigliano Nicola, Sannicandro Emanuele, Sannicandro Michele, Saracino Giuseppe, Schiraldi Vincenzo.

L’odissea del depuratore, in zona 167, sembra volgere a lie-to fine. Nelle ultime settimane, infatti, l’Acquedotto Pugliese, in qualità di gestore dell’impianto, ha messo a punto un ampio in-tervento di adeguamento della struttura, grazie ad un finanzia-mento di circa sette milioni e mezzo di euro. I lavori, in par-ticolare, consentiranno di incre-mentare la quantità di scarichi

MAQUILLAGE PER IL DEPURATORE

trattabili (fino a quasi 80 mila Abitanti Equivalenti), riducendo nel contempo l’impatto ambien-tale e adeguando l’impianto alla normativa in tema di sicurezza. Gli interventi previsti prevedo-no, tra l’altro, la realizzazione di una nuova linea di dissabbiatura e di un edificio di copertura dei pretrattamenti, nonché l’introdu-zione di un sistema specifico di trattamento degli odori.

Grazie alla firma del-la convenzione con la Re-gione, il Gal “Fior d’Olivi” diventa operativo, attra-verso un finanziamento di quasi 300 milioni di euro. Tali risorse consentiran-no nei prossimi anni di creare nuove opportuni-tà di sviluppo nei settori dell’agricoltura, turismo, artigianato tradizionale e

IL GAL SCALDA I MOTORI

sociale, sulla base di una proficua sinergia tra crea-tività e spirito d’iniziativa dei privati e capacità ge-stionali degli enti pubblici. Al gruppo d’azione hanno aderito, soltanto nel nostro comune, ben 127 aziende, pronte ad avviare progetti per lo sviluppo del territo-rio ed il rilancio del siste-ma agricolo.

Insieme dopo mezzo secolo

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“La cucina impudica. Ricette segrete di una donna di mondo rivelate a chi intenda diventar-lo” è il nuovo spettacolo dell’as-sociazione “Fatti d’Arte”, re-alizzato nell’originale location del palazzo della Regia Corte, sede delle “Officine Culturali”, nell’ambito del programma “Ot-tobre piovono libri”.

Una vera e propria cena letteraria, nata dalla rivisita-zione del frizzante testo diario di un’anonima prostituta parigi-na di alto borgo, risalente agli anni Trenta dello scorso secolo. Frenetici incontri con scrittori,

La cucina?meglio “piccante”

La cena letteraria di “Fatti d’Arte”

di Giuseppe Perrulli

pittori e musicisti della Ville Lumière, narrati nel dialogo spumeggiante, a volte malin-conico, delle protagoniste Jane (Mariantonia Capriglione), Ma-rie (Liliana Tangorra) e Annette (Ada Mezzapesa).

Un dialogo vivace alterna-to alle spiegazioni di invitanti ricette di gastronomia, un uni-verso affascinante in cui tutto si fonde in una tavolozza di colori che è la Parigi della Belle Èpo-que.

Un inno al piacere dei sensi, tra racconto e degustazione.

In foto Mariantonia Capriglione, Ada Mezzapesa e Liliana Tangorra

Fantasie sentimen-tali dal sapor medio-rientale e amori sva-niti sono i principali ingredienti dell’ulti-ma fatica editoriale di Rossana Campo, apprezzata scrittrice, già nota ai lettori per opere quali “La sto-ria della Gabri” ed “In principio erano le mutande”.

Ospite del teatro, nell’ambito dell’ini-ziativa “Ottobre pio-vono libri”, ha pre-sentato il romanzo, edito da Feltrinelli, “Lezioni di arabo”, svelandone i detta-gli, le personalità costantemente in bilico nel campo minato dei senti-menti.

Da un lato Betti, col suo passato di tormenti e sogni romantici infranti-si troppo presto, dall’altro Suleiman, depresso e com-plessato professore alge-rino che, nel grigiore della sua vita di periferia, cerca spiragli di redenzione. In-sieme, cercheranno di dar-si affetto prima ed amore poi, scoprendo, in realtà, di essere uniti da un reci-proco bisogno di semplice vicinanza.

Incalzata dall’assessore Tonon, che ha interpretato alcuni dei passi più signifi-cativi del romanzo, la scrit-trice ha spiegato le fonti della propria ispirazione e il senso di una scelta stili-

Cuori alla ricercaRossana Campo ospite di “Ottobre piovono libri”

stica, la sua, esplici-ta e dissacrante.

Parlare del lavoro di Ros-sana Campo, non soltanto scrittrice, ma anche pittrice e sceneggiatrice, significa par-lare di creatività tout court, svincolata dall’etichettatura dei generi o degli stili.

E, non a caso, le sue bel-le pagine alternano i timbri dell’ironia a quelli del dram-ma, passando per la strava-ganza e la trasognata uma-nità dei suoi eroi, con una costante attenzione verso l’universo femminile, spesso talmente contraddittorio da non poter essere compreso fino in fondo.

di Emilio Garofalo

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Per un’intera giornata, sono stati gli indiscussi protagonisti.

Sin dalla mattina tanti esemplari hanno af-follato i viali della villa.

Ogni attenzione era dedicata a loro, i mi-gliori amici dell’uomo.

Erano davvero in tanti, cani di ogni razza e dimensione: dai piccoli e teneri barbonci-ni, ai giganteschi, ma affettuosi, San Ber-nardo.

Dalla mattina alla sera hanno rallegrato l’atmosfera di una calda domenica settem-brina, dapprima gareggiando nella marato-na e poi in serata partecipando alla sfilata,

L’amico fido in passerellaUn concorso premia gli esemplari più “in zampa”

di Michele Cotugno

accompagnati dai rispettivi padroni. In tanti hanno iscritto il loro fedele ami-

co a quattro zampe alla prima giornata del cane, organizzata dall’associazione “Thais”, in memoria di Franco Marrone.

Non potevano mancare i cani delle uni-tà cinofile della polizia di stato, che hanno dato prova del loro infallibile fiuto nel ritro-vamento di sostanze stupefacenti.

Un’attività di estrema importanza, vis-suta dagli animali come un semplice gioco. “Il loro vero obiettivo, infatti, è ricevere in cambio una palla con cui giocare”, come hanno ribadito gli addestratori, smentendo

l’idea secondo cui, affinchè i cani anti-droga riconoscano tali sostanze, sia necessario drogarli.

L’istruttrice Stefania D’Amico ha illu-strato, inoltre, le tecniche per addestrare i fidi compagni.

A fine serata, al termine della sfilata dei cani, la proclamazione dei vincitori, divisi in tante categorie.

Per ognuna di esse, la giuria ha premia-to i primi tre classificati, con un trofeo per il padrone e tanti appetitosi croccantini per l’animale.

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re le orme del “Charlie Chaplin pugliese”, ribel-landosi ai rigidi schemi paterni.

Nel cast i nomi di due talentuosi bitontini: Massimo Papappicco, nelle vesti di “Cape de salzizze” ed il giovane Giovanni Botticella, nei panni di Antonio, il mi-glior amico del protago-nista Piripicchio (Nicola Pignataro).

Studente all’accade-mia d’arte drammatica, Giovanni, appena venti-duenne, ha già rivestito un ruolo nel corto “Mi chiamo Albania” per la regia di Nico Angiuli, ha partecipato al festival “Tiff” e al “Nano film

festival” di Spoleto.

La pelli-cola su Piri-picchio sarà l ’ o r i g i n a -le debutto sul grande s c h e r m o , u n ’ i m p o r -tante occa-sione per chi, come G i ov ann i , ha deciso di dedicare la sua vita al

teatro ed al cinema, per chi ama la fotografia e la re-gia cinematografica.

“È un mondo che può essere compreso solo da chi lo vive in prima persona -dichiara Gio-vanni-. E’ una realtà altra che ti travolge, dandoti la possibiità di vivere diverse vite”.

Un tight consunto con garo-fano all’occhiello, una bombet-ta nera, un paio di baffetti alla Charlot ed un originale bastone di bambù: ecco la figura del comico Piripicchio, amato arti-sta pugliese, ultimo esponente dell’avanspettacolo povero, co-lui che ha fatto delle strade e dei crocicchi il suo palcoscenico ideale.

Michele Genovese, questo il suo vero nome, attore dalla mimica straordinaria, era solito

La strada un’originale ribaltaIl “mito” di Piripicchio in una pellicola di Giuss Potenza

di Rosa Chieco

aggirarsi per le vie dei paesi, allietando la gente con lazzi e frizzi, con battute ar-gute e allusive, dipin-gendo sul volto del suo caro pubblico i vivaci colori del sorriso.

Nostalgici e curiosi potranno rivederlo ben presto sul grande schermo nel film diretto da Vito Giuss Potenza “Piripicchio l’ul-tima mossa”, in cui un giovane liceale, Vincent, decide di segui-

In alto, la mostra al Sedile di Sant’Anna dedicata a Piripicchio, a cura dell’artista Rosa Didonna (Foto R. Schiraldi). A destra, Giovanni Botticella, nel cast del film sul popolare comico bitontino

L’atmo-sfera sere-na e acco-gliente del laborato-rio urbano “Officine Culturali” ha fatto da cor-nice allo spettacolo di narra-zione e pupazzi “Le avven-ture di una gazza ladra”, a cura dell’attrice e burattinaia Valentina Vecchio (in foto). L’associazione culturale “Fat-ti d’arte” ha proposto ai più piccoli un racconto animato, con simpatici oggetti ed un pupazzo, tecnica tipica della tradizione siciliana dei “cun-tastorie”.

Ma ecco che ha inizio lo spettacolo. Il tamburello trilla e trascina il pubblico nella tipica dimensione fia-besca. Una valigia si apre e sembrano venirne fuori mille uccelli colorati, alberi gigan-teschi, tre re un po’ buffi e un po’ malvagi e la collezionista di oggetti brillanti: la nostra gazza ladra.

Un intento nobile, il suo: cercherà di riportare la pace nel meraviglioso bosco. E’ fa-cile notare il fascino che l’uso sapiente della voce della Vec-chio e la sua gestualità friz-zante suscitano nel giovanis-simo pubblico, accompagnato in un mondo sereno e diver-tente nel quale l’immagina-zione è la vera protagonista. Tra i prossimi appuntamenti di “Fatti d’arte”, a novembre il Treatta ospiterà l’interes-sante “Week with William Shakespeare”, settimana de-dicata alle opere del celebre Bardo d’Inghilterra.

DaI BURaTTINI a ShaKeSPeaRe

di Sonia Vacca

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STARBENEdel dott. Pasquale Lovero

Per polifarmacoterapia s’intende l’utilizzo di cin-que o più farmaci nell’arco di 24 ore. La politerapia, sebbene consigliata in al-cune situazioni patologiche, andrebbe tuttavia contra-stata, per via delle possibili interazioni farmacologiche e delle conseguenze impre-vedibili, morte compresa. Questa prassi, abbastan-za frequente, può produrre costi eccessivi ed inutili, ef-fetti collaterali cumulativi, ridotta compliance per far-maci importanti, maggiore morbilità e mortalità. Talo-ra il paziente, a causa delle troppe compresse da ingeri-re, paradossalmente riduce volontariamente la terapia, assumendo farmaci non ne-cessari e saltando i salvavi-ta. Molti di questi pazienti vivono male tale condizione e possono andare incontro a depressione o comunque sperimentare una scadente qualità di vita. Tutti i me-dici dovrebbero pensare a ridurre la politerapia, quelli di famiglia in primis, quali veri coordinatori delle va-rie terapie, di concerto con i farmacisti di fiducia. La politerapia è più diffusa fra gli anziani, che, tra l’altro, sono i soggetti più a rischio

per eventuali reazioni avver-se, anche letali.

Il dato più allarmante è, tuttavia, l’incremento del fe-nomeno della polifarmaco-terapia; ciò sembra legato all’aumento in generale degli ultrasessantacinquenni. In-fatti le classi di farmaci più prescritte in politerapia sono proprio quelle più utilizzate dagli anziani: diuretici, ipo-lipemizzanti, cardiovascola-ri, antibiotici, oppioidi. Nelle donne anche gli estrogeni, l’atorvastatina, la tiroxina, l’idroclorotiazide, il lisinopril.

Anche i farmaci da banco, le vitamine, le erbe, i fitotera-pici, i minerali sono più usati, rispetto al passato, con incre-mento dei rischi e dei costi sociali.

È consigliabile, dunque, sospendere l’assunzione di farmaci superflui e rivolgersi sempre allo stesso farmaci-sta. Per ridurre la politerapia medici, pazienti e farmacisti, dovrebbero operare in siner-gia, al fine di regolamentare le terapie complesse. Ancora, è basilare la farmacovigilanza da parte della suddetta triade, per rivalutare, riesaminare e ridefinire regimi politerapici, in ogni occasione e per ogni paziente.

mOLTI faRmaCI mOLTI gUaI

“La terra dei cachi” è una canzone del ‘96, classificatasi seconda al festival di Sanremo, che testimonia una decisa presa di coscienza da parte del popolo italiano.

Oggi, invece, ci si accorge che l’Italia, con l’attuale classe politica, continuerà a lungo ad e s s e r e schia-va dei p r e -giudi-zi del r e s t o d’Europa e del mon-do, che asso-ciano il nostro paese soltanto a mafia, spaghetti e mandolino.

“È più difficile spezzare un pregiudizio che un atomo”, so-steneva Albert Einstein, ma, come testimoniato (nel corso di una conferenza sulla crisi della giustizia) dall’on. Giuseppe Aya-la (in foto), magistrato e politi-

c o nonché amico fidato dei giu-dici Falcone e Borsellino, “il diffici-le sta nel convincere

qualcuno che un pregiudizio si possa spezzare, perché poi il resto sarà una naturale conse-guenza”.

All’incontro, presso la sala consiliare di Palazzo Gentile, sono intervenuti, tra gli altri, il sen. Giovanni Procacci e Miche-le Calamita, presidente dell’as-

giustizia sì, giustizia noCon Giuseppe Ayala un dibattito sulla riforma del processo

sociazione degli avvocati.Il messaggio lanciato nella

circostanza è chiaro: è la clas-se politica a non volere una reale riforma della giustizia, poiché il rischio è di rafforzare un “contropotere”, quello del-la magistratura.

Si continua a deviare l’at-tenzione dei cittadini dal

vero problema, sofferman-dosi sulla questione della separazione delle car-riere tra pm e giudici. “Nulla di più sbagliato -osserva Ayala- perché si rischia così di conce-dere troppo potere ai pubblici ministeri.

Il primo obiettivo della riforma, invece, dovrebbe

essere concludere un processo prima della scadenza dei termini di prescrizione.

Solo così il sistema giustizia potrà riacquistare la fiducia dei cittadini.

Ben venga, perciò, la propo-sta del processo breve, ma con la dovuta cautela: occorre prima ri-distribuire le forze sul territorio in maniera intelligente, così da raggiungere un discreto grado di efficienza, e soltanto dopo accor-ciare i termini processuali”.

“E’ bello morire per ciò in cui si crede” è l’ultima fatica lette-raria del giudice Ayala, presenta-ta nel corso della serata.

Leggerla potrebbe rendere tutti un po’ più coscienti.

di Davide Serio

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Le idee non mancano. Le buone intenzioni ci son tut-te.

Le prospettive sono inco-raggianti. Ci fosse la certez-za di realizzazione, la socie-tà civile sarebbe entusiasta. Guardandosi attorno, tutta-via, si resta alquanto scon-certati. Perché la cultura, per quanto siamo in tanti a cercarla, è sempre più diffi-cile da trovare.

Il senso del convegno a palazzo di città, dal titolo “Modelli per la gestione del patrimonio culturale di Pu-glia e Basilicata”, incentrato sulla gestione corretta delle risorse artistiche del nostro paese, promosso dalle Offi-cine Culturali e patrocinato dal Ministero per i beni e le attività culturali, comune ed enti territoriali, è proprio questo: far capire quanto sia importante continuare ad investire nella cultura, nonostante, in un territorio oppresso da un disinteresse sempre più incalzante, essa sia considerata anacronisti-ca.

L’iniziativa si è articolata in due giornate, l’una a Bi-tonto e l’altra a Matera, in un proficuo confronto, dunque, tra le due realtà della Puglia e della Basilicata. Intenso ed interessante l’andamento dei lavori tra le varie sessioni, variamente intitolate (“Esem-pi di gestione tra Puglia e Basilicata”, “Altri esempi di

Un convegno sui beni artisticitra Puglia e Basilicata

di Emilio Garofalo

gestioni in Ita-lia” ed in ultimo “Il contributo per le impre-se sociali per la cultura”); di tutto rispetto i relatori inter-venuti, rappre-sentanti politici locali e nazio-nali e uomini di cultura, da Fabrizio Vona, soprintendente per i beni sto-rici artistici ed e tnoantropo-logici della Pu-glia, a Filomena Barbone, diret-trice della gal-leria nazionale, a Nicola Pice, presidente della fondazione De Palo-Ungaro, da Chiara Aviani, coordinatrice di “Lis Aganis” Ecomuseo regionale delle do-lomiti friulane, a Chiara Can-nito, vicepresidente Ulixes, da Anna D’Elia, docente di pedagogia dell’arte all’acca-demia delle Belle arti di Bari, al sen. Giovanni Procacci, per citarne solo alcuni.

I modelli di gestione pro-posti, illustrati nel corso di un lungo dibattito, sono diversi e coinvolgono tutti, dalle più alte istituzioni, alle associazioni private, dal-le imprese, alle università.

Accentramento culturale ed una sorta di “federalismo ar-tistico”, se così si può dire, le alternative, a conferma di quanto la diversità possa essere, talvolta, sinonimo di affinità, se vi è comunione di intenti.

Interessanti inoltre gli spunti offerti dal convegno: una guida politica strumen-to propositivo, un incentivo all’attività di valorizzazione del nostro comune patrimo-nio artistico, così ricco ma, troppo spesso, trascurato.

Emozionante l’epilogo: una serie di coinvolgenti im-magini multimediali create da Francesco Sannicandro, apprezzatissimo artista vi-sivo, narrate dal talentuoso Raffaello Fusaro.

Proteggere l’arte, quella straordinaria attitudine tutta umana di migliorare il mon-do con la forza della creativi-tà, del pensiero e del talento, è l’unico strumento che han-no i nostri sogni per mante-nere viva la loro dignità.

Il manifesto del convegno

“gIaCImeNTI”DA sfRuttARE

mOLTI faRmaCI mOLTI gUaI

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A n t i c o complesso villereccio, lungo l’an-tica “via della Ma-rina”, che univa Bitonto al proprio bor-go marinaro, il casino “Fons Sylos”, databile al XVII seco-lo, sorge nella zona denomi-nata “Vado Francioso”.

Di grandi dimensioni, caratterizzato, com’è facile supporre, da numerosi am-bienti (tra abitazione, servi-zi, depositi, stalle e cucine) e dotato di capiente pescara, era racchiuso tra alte mura con un ampio e caratteristi-

Un bel portale da salvareEra l’ingresso dell’imponente casino “Fons Sylos”

co vano carraio.Quest’ultimo, ope-

ra di Valentino dei Va-lentini, incorniciato da due grandi colonne elegantemente ornate,

presentava sull’architrave, con l’incisione del fondatore Francesco Alfonso Sylos e della data di costruzione, il 1682, un grottesco masche-rone, oggi scomparso.

Il complesso, situato in posizione strategica, con ot-tima visuale su tutto il ter-ritorio circostante, in par-ticolare, su “Torre Tarine”, “Torre di Brencola”, “Torre Rotta la Capa”, “Torricella”, “Torre Santo Spirito”, appar-

di Pasquale Fallacara

teneva, come s’è detto, alla nobile famiglia dei “Sylos”.

Il casato, originario di Burgos in Spagna, si trasferì in Italia nel 1503. Durante la guerra tra Luigi XII di Fran-cia e Ferdinando il Cattolico, per la conquista del reame di Napoli, Diego e Andrea Sylos sbarcarono a Reggio Calabria per combattere nell’esercito del gran capitano Consalvo de Cordova.

Questi, vincitore nella battaglia di Cerignola, otten-ne in premio molte terre, tra cui Bitonto, ove i Sylos stabi-lirono la propria dimora. Nel 1554 furono ammessi con Diego alla piazza della nobil-

tà, il Sedile di Sant’Anna.Nel corso dei secoli, s’im-

parentarono con altrettante nobili famiglie, dando origine ai vari rami dei Sylos-Calò, Sylos-Sersale, Sylos-Labini.

Attualmente il portale d’ingresso, separato dal re-sto del complesso, restau-rato e destinato a “Centro Studi CEE”, versa in pessi-me condizioni, rischiando di sparire a causa dei numerosi atti vandalici.

[email protected]

In alto, il portale del complesso rurale. A sin. il mascherone, un tempo al centro dell’arco

Come una foglia che, accarezza-ta dal soffice respiro del vento, ab-bandona il ramo natio e plana tra le accoglienti braccia del terreno.

Così il dolce ricordo del tuo volto di nonno, adagiatosi nello scrigno dei nostri cuori con la stessa delicatezza che ha colorato tutta la tua esistenza terrena.

Una delicatezza carica di com-prensione e attenzione.

Un’attenzione capace di espri-mersi con gli sguardi penetranti dei tuoi occhi più che con le parole. E’ bello immaginare che quella foglia abbia oggi la forza di nutrire il ter-reno sul quale ha concluso la sua parabola.

Come le nostre vite che sono ali-mentate dai tuoi insegnamenti. Con virtù che profumano di nobiltà.

Con esempi immortali, non intac-

cati dal tempo che si consuma tra le nostre mani.

Con abbracci e carezze che sussurrano melodie d’infinita dol-cezza.

E allora, il ricordo si fa gratitu-dine.

La gratitudine poesia.E la poesia ancora ricordo.In un vortice senza fine, nel

quale amore chiama solo amore.

I tuoi nipoti

Anniversario Bavaro Pasquale2 Ottobre 2000 - 2010

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Un’altra splendida prova delle proprie qualità espressi-ve, Francesco Sannicandro l’ha offerta, quest’estate, in occa-sione della suggestiva “ante-prima della Tosca” di Puccini, in scena nell’atrio del palazzo vescovile, nell’ambito della ras-segna “Bitonto opera festival”.

Lo spettacolo è stato arric-chito dalle creazioni dell’arti-sta, che con maestria è riusci-to a dare plasticità alle note attraverso installazioni sculto-ree, capaci di sottolineare con delicata poesia i vari passag-gi dell’opera: così, dunque la calda luce delle candele, il cui sottile movimento dona rifles-si di flebili bagliori alla croce poco distante, simbolo della

chiesa in cui tutto ini-zia; un grande uccello evoca le fattezze di un antico drago, di un an-tico potere sovrastan-te le umane vicende; un pugnale ed una rosa descrivono To-sca, che per la “fol-le” passione per il suo Mario non esita ad uccidere con vio-lenza e pentimento.

La manifestazione è stata accompagnata dalla splendi-

Nel corso del convegno “La gestione del patrimo-nio culturale di Puglia e Basilicata” si è svolta l’inaugurazione dell’in-stallazione di Francesco Sannicandro, dal titolo Kleos, collocata presso il museo archeologico, con la partecipazione dell’at-tore Raffaello Fusaro.

L’ispirazione è nata dal discorso di Pericle agli ateniesi, al quale l’attore bitontino ha donato la sua limpida voce mentre l’arti-sta plasticità e concretezza visiva. Il volto dello strate-ga pare così emergere dal buio del passato, la luce che lo investe pare pla-smarlo in una nuova for-ma e consistenza, l’ombra sembra conferirgli dina-micità: il solitario Pericle si staglia incontrastato sul mare e sulla storia mentre le sue parole lo avvolgono in un movimento sinuoso.

Il pubblico non può che lasciarsi trascinare dal-la grandezza dell’eroe del passato, contemplando così l’ascensione titanica del kalòs kai agatòs al di sopra e lontano dal popolo piccolo e deforme, in stri-dente contrasto, dunque, con la figura autorevole dell’Ateniese, dagli occhi assorti in pensieri, dal-la mente eccelsa, eppu-re solo, circondato dalle onde del mare solcato da barche.

Kleos è la gloria, una gloria resa dalla storia, qui vivificata e umaniz-zata; essa sceglie chi in-nalzare. Nell’installazione l’artista, Franco Sanni-

gloria a PericleKleos è l’omaggio al grande politico ateniese

di Maria Nicole Terlizzese di Maria Nicole Terlizzese

candro, è la storia che ha scelto e portato in alto Pe-ricle, raccontando la sua vicenda attraverso colori vivi, luci e ombre, in pia-cevoli contrasti; l’originali-tà dell’opera suggerisce ai suoi fruitori la piccolezza dell’uomo comune rispet-to alla grandezza del con-dottiero ateniese, li scuote dal loro torpore e dalla loro alienazione per spingerli verso il potere del pensie-ro e della cultura.

Emanuele Sannicandro

25 settembre 2010 ...il battito di un piccolo campioneè il sospiro di una profonda emozione.Il suo arrivo è qualcosa di speciale: benvenuto dagli zii Antonio, Giuseppe, Pina e Pasquale.Una guida per queste piccole ditaad un respiro che a noi dà vita.

Fiocco Azzurro

L’arte di Francesco Sannicandro“illumina” il dramma di Tosca

La “forma” della musicada esecuzione di arie corali dell’opera e dai brillanti in-terventi del prof. Nicola Pice.

Ricca di delicata poesia è stata la performance di France-sco Sannicandro, nel momento più alto del dramma: un volto di donna che emerge lenta-mente dai suoi pennelli tra le note della divina Maria Callas, e mentre geme per la perdita del suo Mario, l’urlo straziante prende corpo, si manifesta at-traverso un vortice coloristico, plastico, attraverso uno scia-me emozionale che coinvolge “spietatamente” il fruitore. È così che l’arte prende forma e corpo, in una notte stellata dai caldi colori antichi; la musica è una forza ascendente, tocca il suo apice nel delicato movi-mento del colore, che dal buio è catturato dalla luce, trasportato violentemente eppure con lieve delicatezza prende vita. Sotto gli occhi il frutto di un’arte ma-terica e reale, una performance coinvolgente ed emozionale, terminata con una tenera ca-scata di stelle, sul drammatico tema finale di “lucean le stelle”; senza parole cantate, musica palesata dal manto stellato che si distende sul fianco del volto appena affacciatosi dall’opera.

In alto Kleos. A destra,la performan-ce realizzata da Sanni-candro per la prima della Tosca

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La “forma” della musica

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CompleanniLauree

Il 12 settembre 2007,il piccolo Francesco Maria Labianca è ve-

nuto al mondo ed è stato accolto amorevolmente da papà Cesare, mamma Ornella e dal fratellino Claudio.

A distanza di tre anni, Francesco è ancora più bello.

I nonni e gli zii gli rivolgono gli auguri più calorosi.

Il 6 ottobre 2010,il piccolo Domenico Saracino ha festeggia-

to il suo primo compleanno.Gli auguri più gioiosi dagli zii Felice e Antonia

Del Vecchio e i cuginetti Marino e Gianni

Il 23 luglio 2010

Mariano rubini

si è brillantemente laureato in Farmacia presso l’Università degli studi di Bari, discutendo la tesi in Analisi Medicinali I, dal titolo “Nuovi approcci terapeutici, che mirano a migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da fibromialgia”. Relato-re il chiar.mo prof. Giuseppe Fracchiolla. Presso la medesima facoltà di Farmacia, il 17 aprile 2008, Mariano aveva già conseguito la laurea in Informazione Scientifica sul Farmaco, discutendo la tesi in Biochimica dal titolo “Teoria dell’invecchiamento cellulare: ruolo dei radicali liberi”. Relatrice la dott.ssa Simona Todisco.

I genitori, il fratello Silvio e la fidanzata Rosaria augurano al dott. Mariano un radioso futuro professionale.

D’accordo, siamo soltanto alle prime giornate del campionato. I reali valori del-le varie compagini non si sono pienamen-te espressi sul manto verde. Ma diversi elementi suggeriscono che quella da poco iniziata potrà essere una stagione ricca di soddisfazioni per i nostri colori: innanzitut-to, dopo sei giornate del torneo di promo-zione, la Libertas Bitonto non ha ancora conosciuto l’amaro sapore della sconfitta, riportando quattro vittorie e due pareggi,

La Libertas al secondo posto nel campionato di promozione

maRCIa TRIONfaLedi Pasquale Bavaro

con un bottino di 14 punti che valgono ad oggi il secondo posto in classifica, alle spalle dell’Atletico Corato (compagine quest’ulti-ma molto solida, peraltro già affrontata sul proprio terreno dai neroverdi con il risultato finale di 1 a 1, pesantemente influenzato da un arbitraggio a dir poco discutibile).

In secondo luogo, la nostra squadra di-mostra, in ogni uscita, di aver perfettamente assimilato gli schemi di gioco di mister Lo-console, soprattutto per quanto concerne la

Il 26 ottobre

PaSquaLE PaScuLLi

ha brillantemente conseguito la laurea in medicina e chirurgia, discutendo la tesi dal titolo “Nuovi paradigmi nel trattamento della retinopatia diabetica proli-ferente”.

Relatore il chiar.mo prof. Dott. Carlo Sborgia, direttore della clinica oculistica, correlatore il dott. Giovanni Giancipoli.

I genitori, Nicola e Margherita, i nonni, Pasquale e Laura, felicissimi parteci-pano.

Il 4 Ottobre 2010, presso l’Università di Bari anTonio SaLiErno

ha conseguito la laurea in Economia e Commercio con la votazione 110/110 e lode, discutendo la tesi di laurea in Demografia “Dinamiche demografiche e si-stema previdenziale”. Relatore il chiar.mo prof. Angelo Dell’Atti. Ad Antonio, certi della sua bravura e della sua determinazione, auguriamo un brillante futuro pro-fessionale.

La moglie Lory Tatulli e il piccolo Davide I genitori Peppino e Angela Salierno e i suoceri Cosimo e Lena Tatulli.

fase difensiva: la linea a quattro composta da Faccitondo, Scarano, Di Liso e Scaringi, di fronte all’estremo baluardo Vitucci, ri-sulta quasi impenetrabile per gli avversari, avendo subito appena quattro gol nelle par-tite fin qui disputate, confermando una volta di più la regola tradizionale per cui “il mi-glior attacco è la difesa”.

Ma anche l’attacco neroverde non è af-fatto da meno. Un goleador di razza, come Pica, già autore di nove reti, affiancato da due elementi di spiccata fantasia offensiva, quali Modesto e Petoroscia. Un’autentica macchina da gol, capace da ultimo di seppel-lire con un perentorio 5 a 2 la malcapitata Nuova Andria, ribadendo la superiorità dei nostri nelle partite casalinghe (tre incontri, altrettanti trionfi...).

L’entusiasmo dei tifosi cresce a vista d’occhio, come testimoniato dal numero sempre maggiore di supporter pronti a se-guire gli atleti della Libertas anche nelle sfide in trasferta. La speranza è che il sogno autunnale possa compiutamente maturare in primavera, consentendo ai nostri di con-quistare traguardi di indubbio prestigio.

La città, infatti, ha fame di calcio di alto livello. I ragazzi di coach Loconscole sem-brano gli interpreti ideali per soddisfare questa richiesta.

I giocatori della Libertas dopo una rete segnata alla Nuova Andria. Foto tratta dal sito www.bitontocalcio.interfree.it

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Primo pianoBITONTO

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Michele Verriello1993 - 18 Settembre - 2010

Melina Moretti2006 - 20 Ottobre - 2010

Caro babbo e cara mamma,sono passati tanti anni da quandoci avete lasciato, ma noi vi sentiamosempre presenti nelle nostre vite. Ci seguite sempre, giorno dopo giorno,aiutandoci a superare ogni difficoltà.Vi amiamo ora più di prima!

I vostri figli

Anniversario

Il 3 ottobre 2010è venuto a mancare

all’affetto dei suoi cariall’età di 85 anni Carmine Morea

La redazione di “Primo piano” partecipa

al dolore che ha colpito l’amico Enzo del Cafè Hegemonyae le famiglie Morea - Mundo

per la scomparsa dell’amato padre

di Mario Sicolo

Il motociclismo, da sempre, è sinonimo di abilità e velocità.

Quando, poi, le ruote diventano dentate, allora questo sport si trasforma pure in esi-bizione di spericolatezza e coraggio.

Gli impavidi centauri, che hanno portato in alto il nome della città a Martirano Lom-bardo, in provincia di Cosenza, si chiamano

Campioni ma “fuori strada”Gaetano Servidio e Roberto Chirico al trofeo Sud Italia Enduro

Gaetano Servidio e Roberto Chirico. In terra calabra si disputava la quinta ed

ultima tappa del Trofeo Sud Italia Enduro, organizzata dal Moto Club San Mazzeo, che ha visto impegnati i migliori piloti delle re-gioni del centro-sud.

Nella classe A1 ha spazzato via la con-correnza appunto il giovane endurista Ser-vidio, in sella alla sua tonante Ktm 125.

Passione infinita e tignosa tenacia, poi, hanno contraddistinto Chirico, impegnato nelle cinque tappe di Campionato Italiano Major.

È risultato l’unico protagonista pugliese della categoria classe Master3 del trofeo, classificandosi dignitosamente al tredicesi-mo posto.

Aggressività, freschezza, esperienza e sagacia, unite ad un’abnegazione e ad uno spirito di sacrificio più che mirabili, sono le doti messe in mostra dai due eroi del “fuo-ristrada”, che vestono la casacca rossa del team di appartenenza, MC Martina Franca.

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