Scintilla, marzo 2012

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Marzo 2012 1 euro Scintilla Atene, Piazza Syntagma, 12 febbraio. Circa centomila lavoratori greci manifestano contro il governo reazionario e corrotto di Papademos, servo dell'oligarchia finanziaria e succube della UE, della BCE, del Fondo Monetario Internazionale (la «troika» odiata dal popolo greco). In mezzo alle cariche della polizia in tenuta antisommossa, in un'atmosfera resa irrespirabile dal continuo lancio di lacrimogeni da parte degli agenti, a cui la gente grida «maiali, assassini» per i pestaggi a cui si abbandonano in modo indiscriminato, un manifestante ha espresso con queste parole il sentimento unanime dei lavoratori che stavano mettendo sotto assedio il Parlamento: «Io non posso starmene a casa a vedere la tv, ho troppa rabbia dentro, voglio stare qui, voglio che il governo capisca che deve andare a casa e che i greci non lo vogliono più, così come non vogliamo l'Europa. Noi vogliamo ricominciare da soli. E ce la faremo». Coraggio, passione, ed estrema chiarezza di idee nelle parole di quel manifestante. Valgono anche per l'Italia, per noi rivoluzionari e comunisti italiani. I nostri nemici di classe lanciano ogni giorno la loro parola d'ordine «Non c'è alternativa» per cercare di addormentare la volontà di lotta degli sfruttati e degli oppressi del nostro paese. E' compito di noi comunisti, di tutti i comunisti, spiegare e dimostrare che c'è un'alternativa, che si può vivere, lavorare e produrre fuori dalla moneta unica europea, fuori dalla Unione Europea imperialista. Un governo di Fronte unico o di Fronte popolare rivoluzionario - che noi propugniamo - può realizzare questo obbiettivo, se sostenuto dalla volontà rivoluzionaria della parte più avanzata del proletariato e delle masse lavoratrici. E aprire così la strada a un'avanzata verso il socialismo. Impariamo dalla Grecia! Lottiamo per rompere le catene delle istituzioni che ci inchiodano alla volontà del capitalismo monopolistico e dell'oligarchia finanziaria! Potremo, allora, anche in Italia, «ricominciare» sulla base dell’abolizione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di una vera libertà e indipendenza nazionale. «E ce la faremo». Licenziamolo Licenziamolo per giusta per giusta causa! causa! Il governo Il governo Monti non è Monti non è un tabù un tabù

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Marzo 2012

1 euro

ScintillaAtene, Piazza Syntagma, 12 febbraio.Circa centomila lavoratori grecimanifestano contro il governo reazionarioe corrotto di Papademos, servodell'oligarchia finanziaria e succube dellaUE, della BCE, del Fondo MonetarioInternazionale (la «troika» odiata dalpopolo greco).In mezzo alle cariche della polizia in tenutaantisommossa, in un'atmosfera resairrespirabile dal continuo lancio dilacrimogeni da parte degli agenti, a cui lagente grida «maiali, assassini» per ipestaggi a cui si abbandonano in modoindiscriminato, un manifestante haespresso con queste parole il sentimentounanime dei lavoratori che stavanomettendo sotto assedio il Parlamento:«Io non posso starmene a casa a vedere latv, ho troppa rabbia dentro, voglio starequi, voglio che il governo capisca che deveandare a casa e che i greci non lo voglionopiù, così come non vogliamo l'Europa. Noivogliamo ricominciare da soli. E ce lafaremo».Coraggio, passione, ed estrema chiarezzadi idee nelle parole di quel manifestante.Valgono anche per l'Italia, per noirivoluzionari e comunisti italiani. I nostri nemici di classe lanciano ognigiorno la loro parola d'ordine «Non c'èalternativa» per cercare di addormentare lavolontà di lotta degli sfruttati e deglioppressi del nostro paese.E' compito di noi comunisti, di tutti icomunisti, spiegare e dimostrare che c'èun'alternativa, che si può vivere, lavorare eprodurre fuori dalla moneta unica europea,fuori dalla Unione Europea imperialista.Un governo di Fronte unico o di Frontepopolare rivoluzionario - che noipropugniamo - può realizzare questoobbiettivo, se sostenuto dalla volontàrivoluzionaria della parte più avanzata delproletariato e delle masse lavoratrici. E aprire così la strada a un'avanzata versoil socialismo.Impariamo dalla Grecia! Lottiamo perrompere le catene delle istituzioni che ciinchiodano alla volontà del capitalismomonopolistico e dell'oligarchia finanziaria!Potremo, allora, anche in Italia,«ricominciare» sulla base dell’abolizionedello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, diuna vera libertà e indipendenza nazionale.«E ce la faremo».

LicenziamoloLicenziamoloper giustaper giusta

causa!causa!

Il governoIl governoMonti non èMonti non è

un tabù un tabù

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Il processo Eternit, il “piùimportante nel mondo e nellastoria in materia di sicurezzadel lavoro”, si è concluso conuna condanna a 16 anni dicarcere per i proprietaridell’impresa, il miliardariosvizzero Schmidheiny e ilbarone belga De Cartier. Durante il processo è statodimostrato che i proprietaridella multinazionale eranoconsapevoli della pericolositàdell’amianto, ma continuaronoa produrlo per ricavarne lautiprofitti, omettendo di far usareagli operai le adeguateprotezioni. Una strage pianificata e copertaper lunghi anni da una vastarete di complicità politiche eistituzionali.Noi comunisti riconosciamol’importanza del processo e delverdetto e condividiamo laparziale soddisfazione deiparenti delle vittime, degliammalati, delle associazioni,che ora devono essere risarciti.Il processo non si sarebbe maisvolto senza la mobilitazione, ledenunce, le battaglie condotteper anni in primo luogo daglioperai che hanno rifiutato le

elemosine offerte dai criminaliproprietari degli stabilimenti. Si tratta di una sentenzaimportante, che aiuta ilprosieguo della lotta per lasalute e la sicurezza sui posti dilavoro, ma che non deve farcidimenticare la questioneessenziale: la tragediadell’Eternit, con migliaia difamiglie proletarie massacratedalla logica del profitto a tutti icosti, dimostra che ilcapitalismo è un sistemamorente e criminale, che nonesita a sacrificare la vita e lasalute dei lavoratori e dellepopolazioni, a devastare lanatura. Non saranno i giudici arisolvere il problema dellasicurezza e della salute deglioperai. Sarà la classe operaiastessa a farlo, organizzandosi elottando per abbattere ilcapitalismo.Non sarà la democraziaborghese ad impedire ai padronidi nuocere e di sfruttare. Per ottenere una vera giustizia,per la tutela dei lavoratori, civuole la dittatura delproletariato. Questo è il nodo dasciogliere.

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La violenza contro le donne èuna delle forme e deimeccanismi dello sfruttamentocapitalista. Si manifesta negli ambitipubblici e nella famiglia. Siesprime sotto forma di violenzaeconomica, sociale, politica,psicologica e sessuale. Sisostenta nelle differenti formedi oppressione ediscriminazione sopportatecome lavoratrici (salario,inquadramenti, licenziamentietc.) e nel doppio carico dilavoro effetto del processostorico e sociale didominazione, imposta daquando la società si divise inclassi. Le donne delle classi sfruttate eoppresse hanno tutte le ragioniper trasformarsi in una forzavitale per il trionfo dellarivoluzione ed il socialismo inItalia e nel mondo.La realtà di questo processo nonè mai stata facile: nellamentalità tradizionale il partitoe il sindacato erano cose peruomini. Il peso delle abitudini,

delle religioni e delle normevigenti nella società generavaun ambiente sfavorevoleaffinché le donne potesseropartecipare alla lotta politicarivoluzionaria. Con l’azionedelle donne comuniste eprogressiste però molte cosesono cambiate.Le donne oggi lascianoun’impronta indelebile nelmovimento operaio e comunistacon le loro proposte, la loroazione, il loro pensiero, la lorocapacità di organizzatrici. La necessità di aggregare ledonne nel movimentorivoluzionario, di motivare laloro partecipazione politica perl'emancipazione di tuttal'umanità è oggi più acuta chemai.La trasformazione sociale potràessere conquistata solo con lapartecipazione attiva delledonne alla lotta contro ildominio capitalista. per unanuova società senzasfruttamento e oppressione digenere. L’8 marzo è una tappadi questo processo!

Lotta e unità contro il fascismo aziendale!In Fiat si sta annullando unsecolo di conquiste deilavoratori con l’avallo delgoverno “tecnico”, lacomplicità dei sindacalistizerbino e lo scandaloso silenziodi tutti i sedicenti partitidemocratici.Il despota Marchionne hacancellato tutti i contratti e leRSU, estromesso i sindacati chesi oppongono alle intesa-truffa.Le agibilità sindacali sonosoppresse, niente più

assemblee, bacheche, salasindacale, permessi. grazieall’applicazione dell’art. 8 dellaFinanziaria di Berlusconi,mantenuto da Monti. Ritmi massacranti, pauseabolite. Fioccano multe per imotivi più assurdi. Si nega aglioperai il diritto di votare sugliaccordi che li riguardano.A Pomigliano, laboratorio delnuovo fascismo aziendale, sonostati richiamati 1750 operai.Nessuno di loro è iscritto alla

Fiom, il sindacato piùrappresentativo. Marchionnepunisce così chi ha detto No! aisuoi piani. L’olio di ricino oggisi chiama umiliazione,disoccupazione e miseria per glioperai e le loro famiglie. E’ peggio degli anni ’50 delloscorso secolo. Si liquida lacontrattazione, si distruggel’idea di sindacato generale econfederale, si impone ilcorporativismo. Per Fiat i rappresentanti deglioperai devono essere i capi, iquadri, gli sbirri del monopoliocapitalista.In fabbrica deve esistere solol’arbitrio, il ricatto el’unilateralismo padronale. La famiglia Agnelli approfittadella crisi per imporre unsistema di soprusi volto ad

intensificare lo sfruttamentodella classe operaia, a privarladella sua organizzazioneindipendente.In queste condizioni, nonostantei ricatti, i settori più risoluti ecombattivi della classe operaiaresistono, non si piegano.L’intera borghesia cerca diisolarli. Non dobbiamopermetterlo! La battaglia dellaFiat è una battaglia generale diclasse. La questione è politica e sichiama fronte unico deiproletari che vogliono lottarecontro un sistema che ci vuoleannientare, indipendentementedalle diverse opinioni politiche. Dalla nostra unità ecombattività dipende la capacitàdi sconfiggere i piani reazionaridel grande capitale.

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8 marzo, una data per l’emancipazione delle donne oppresse

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Siamo a un passaggio cruciale.L’aggressione compiuta aidanni degli operai FIAT mira afare carta straccia del CCNL edei diritti, a cancellare lapresenza in fabbrica delsindacalismo conflittuale. Essatrova il sostegno di ampi settoridi industriali, dei gruppidirigenti borghesi e dei verticisindacali collaborazionisti chesi sforzano di gettare suilavoratori tutte le conseguenzedella crisi e perciò voglionoestendere il “modello Fiat”. Il governo “tecnico” fa suoquesto disegno politicoreazionario e dopo la manovrasulle pensioni e leliberalizzazioni si appresta adandare avanti come un carroarmato sulle modifiche all’art.18 e sulla CIGS, per continuare,con l’aiuto del PD, l’opera diBerlusconi.Marchionne e Monti sono duefacce della stessa politica. Illoro obiettivo comune sta nelfar uscire i capitalisti dalla crisia spese degli operai, estorcendomaggiore plusvalore,liquidandone i diritti,facilitando i licenziamenti nelcontesto della recessioneeconomica, impedendo la loroorganizzazione indipendente.In questa situazione, si sviluppae si radicalizza anche in Italia lalotta di classe. Lo scioperogenerale del 9 marzoproclamato dalla FIOM ne è unpassaggio importante edimostra che gli operai sonoalla testa del movimento diresistenza all’offensivacapitalista.Per difendere le conquiste e idiritti acquisiti in decenni dilotta, per risalire la china, ènecessario che le sezioni piùcombattive della classe operaiaabbiano l’appoggio attivo dellamaggioranza dei lavoratorisfruttati che subiscono unsistematico peggioramentodelle condizioni di lavoro e divita.Dobbiamo dunque fare dellagiornata di lotta del 9 marzoun’espressione concreta delfronte unico di lotta imperniatosulla difesa intransigente deinostri interessi, control’oligarchia finanziaria e le sueistituzioni (BCE, FMI, UE),

contro il suo governo “tecnico”antioperaio e antidemocratico.E’ necessario promuovere edorganizzare la partecipazionecombattiva e unitaria delle altrecategorie e dei territorisottoposti al medesimo attacco,delle RSU, dei disoccupati,degli studenti, di tutte le realtàsindacali, sociali, politiche diclasse che si rifiutano di pagarela crisi e i debiti della borghesia.

All’offensiva capitalistadobbiamo rispondere conl’unità d’azione dal basso. In talsenso è fondamentale rafforzareil sindacato comeorganizzazione di classe,

democratica e di lotta, ma ancheeleggere in assemblea comitatiunitari di sciopero, diagitazione, etc., per raccoglierevaste masse operaie supiattaforme di lotta a carattereeconomico e politico.Le nostre sacrosanterivendicazioni (blocco deilicenziamenti, contratto eaumenti salariali, nessunamodifica all’art. 18, abolizionedel precariato, etc.) potrannoessere ottenute se l’interoproletariato scenderà in lotta,con una vasta, dura e prolungatamobilitazione per respingerel’aggressione padronale e idiktat dell’UE, facendo saltare itavoli delle controriforme e ilgoverno che le pretende.Attorno alla classe operaia devecoagularsi il più ampio bloccodi settori e strati popolari, chesubiscono l’offensiva delgrande capitale e si scontranocon i piani governativi.Lavoriamo dunque per l’unitàpolitica del movimentosindacale e popolare, per lapreparazione unitaria e lageneralizzazione dello scioperodel 9 marzo, per una grandemanifestazione, che apra unnuovo ciclo di lotte, volto arealizzare migliori rapporti diforza per la classe operaia.

Critichiamo e denunciamo chi -a partire dai vertici CGIL checoprono le spalle a Monti e alPD - non vuole estendere losciopero del 9 marzo e divide ilmovimento operaio e sindacale.I comunisti chiamano allamobilitazione unitaria edenergica del proletariato.In Italia, come in tutto il mondo,è ora di realizzare il fronte unicoper sconfiggere i padroni elicenziare i governi controllatidalle banche, i regimi corrotti eantidemocratici al servizio deimonopoli capitalisti.Per cambiare la situazione.abbiamo bisogno di unità e dilegare indissolubilmente la lottapolitica alla lotta economica inun unica lotta di classe delproletariato. Per questo, mentre difendiamocon tutti i mezzi le nostreconquiste e rivendicazionidiciamo che la situazionediverrà più grave sino a che nonriusciremo a raccogliere le forzeper rispondere all’attacco eaprire con la lotta politica unavia di uscita rivoluzionaria dallacrisi di un sistema morente.Operai, un nuovo e diversomodello di sviluppo, saràposssibile solo seppellendo ilcapitalismo e socializzando imezzi di produzione!

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No a qualsiasi modificadell’art. 18!Nessuno scambio, bastacedimenti!Difendiamo con la lottal’occupazione, il CCNL, idiritti in fabbrica!Assunzione dei precari!Cancellare l’art. 8!Reintrodurre le pensionidi anzianità!Via il governo delcapitale finanziario!Partecipiamo in massaallo sciopero e allamanifestazione a Roma!

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Il recente viaggio di Montinegli Stati Uniti vainterpretato soprattutto allaluce degli interessi globalid e l l ’ i m p e r i a l i s m ocapeggiato da Obama: 1) Riposizionare l’Italiacome pedina essenziale perinfluire a proprio vantaggionegli affari europei,incanalando le sue risorseeconomiche, politiche emilitari a sostegno della“leadership” statunitense.2) Appoggiare l’autoritariadirezione politico-economica del governoMonti – il tecnocrate dellaTrilateral e di Goldman

Sachs insediato daNapolitano (il “comunista”preferito da Kissinger) - perscongiurare il collassofinanziario italiano e dunquequello dell’euro che, a causadei legami economiciesistenti, determinerebbe ilprolungarsi della recessionenegli USA epregiudicherebbe larielezione di Obama.3) Far leva in questa fase sulfattore “crescita economica”per contrastare la politicadella Merkel, basatasull’austerità; in tal modo siindebolisce l’egemoniatedesca nell’UE.

4) Favorire una politica ditassi bassi e di immissionedi liquidità nel sistema daparte della BCE di Draghi;ciò comportal’apprezzamento dell’euro edifficoltà per l’exporttedesco, a tutto vantaggiodell’economia USA.5) Incoraggiare unapartecipazione attiva eaccresciuta alla politica diguerra portata avantidall’imperialismo USA, siain Afghanistan e in Libia, sianelle aggressioni che sistanno preparando (Siria eIran) nelle quali l’Italia avràun ruolo cruciale in quantoretrovia, arsenale e basegeostrategica fondamentaleper la NATO. Lo schieramento italiano afianco degli USA, asupporto dei loro obiettivistrategici, serve a mantenerel’UE imperialista debole eincapace di contrastare lemosse del Pentagono.Questi obiettivi, fra lorocomplementari , spieganol’enfasi posta sulle relazionibilaterali e l’interesse diObama alla funzioneassegnata ad un ”tecnico”,

che può muoversi senzacondizionamenti elettorali. Da parte sua, Monti premierha cercato di convincereSoros e gli altri vandali diWall Street ad acquistareTitoli di stato italiani, benremunerati grazie ai sacrificidei lavoratori. Ha inoltre incassatol’appoggio di Washingtonper accelerare nell’offensivaantioperaia (art. 18) e nellecontroriforme sul modelloneoliberista americano, dicui Marchionne, a.d dellaFiat-Chrysler, è ilbattistrada.L’atlantismo di Monti e ilsuo allineamento ai disegniUSA vanno contro gliinteressi della classe operaiae delle masse lavoratrici. Perciò deve esseresviluppata la più ampia edecisa opposizione controquesta politica reazionaria eguerrafondaia.Ai comunisti il compito dicostituire la parte piùavanzata e risoluta delfronte di lotta, capace dirappresentare gli interessicomplessivi e l’avvenire delproletariato.

Il Professore a ripetizione da Obama

Napolitano e il “dogma della sovranità nazionale”Se in Italia c’è un fervente ecoerente sostenitore del“superamento del dogma e dellimite delle sovranitànazionali”, ebbene costui è “ReGiorgio” Napolitano (vedi lalettera a Reset del dicembrescorso). Questo apparente paradosso -il Capo dello Stato che siesprime contro uno deglielementi costitutivi dello Stato- trova una precisa spiegazione. Tali idee e posizioni politichesono il riflesso del fatto che imonopoli capitalistici,dominanti nei paesiimperialisti, soffrono sempredi più gli istituti giuridici e ipoteri che limitano ocondizionano la loro attività.Per competere con i loro rivalihanno bisogno di un mercatoglobale, di fonti e materieprime su scala mondiale, di unasfera mondiale in cui investire iloro capitali senza esseredisturbati e limitati da“anacronistici vincoli”.

Grazie al loro predominio ealla loro influenza negli affaripolitico-istituzionali, gliinteressi monopolistici sitrovano oggi nella condizionedi poter pienamente utilizzarenon solo il loro tradizionale“comitato di affari” (ilgoverno), ma anche quelle altecariche dello Stato borgheseche appoggiano la loroesigenza di infrangere i residuiostacoli formali (la sovranità eil suo aspetto esterno,l’indipendenza nazionale), diagire con piena ed assolutalibertà all’interno, di aggredireimpunemente altri paesi innome delle “limitazioni disovranità necessarie” decisedagli USA, dalla NATO odall’ONU.I fautori del governosopranazionale (sia essoeuropeo o mondiale) comeNapolitano non fanno altro chesventolare il vessillo postonelle loro mani dai monopoli edalle potenze imperialiste in

cerca della supremaziamondiale. E’ in conformità aialle loro direttive che gliideologi e i rappresentantidell’imperialismo si sforzanodi screditare l’idea dellasovranità, dell’indipendenza edella libertà nazionale, didenigrare il comunismo,camuffando sotto la mascheradi idee pseudoprogressiste gliinteressi del capitalefinanziario.Questo hanno ben capito ehanno voluto denunciare, tragli altri, i lavoratori sardi chehanno contestato la visita diNapolitano.Assieme alle proteste va fattacrescere la consapevolezza chec’è un solo modo per uscire daquesta situazione: dovrà esserela rivoluzione proletaria aspezzare la dipendenzaeconomica e politica che lega ilnostro paese ai monopolifinanziari. Solo così si farà perla prima volta dell’Italia unostato realmente libero e

indipendente, si favorirà ilprogresso economico e sociale,tecnologico, delle scienze edella cultura, eliminando ogniingerenza esterna negli affariinterni. Una volta liquidato ilregime di sfruttamento,seppellita l’oppressionenazionale e neocoloniale, saràpossibile una pacifica eamichevole cooperazione tra ipopoli e nuove forme di unionetra repubbliche socialiste.

Sabato 31 marzo,MIlano:“Occupiamo Piazza Affari”.Manifestazione pernon pagare ildebito dellaborghesia e contro la follia del pareggio dibilancio nellaCostituzione.Vogliamo decidere!

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E’ giunta in redazione una“Lettera aperta ai compagni ealle compagne della SinistraComunista Italiana”, inviata daun compagno operaio, chepropone l’unità ad una serie dipartiti e organizzazioni didiverse tendenze per costruire“un unico e grande PCdI (m-l)”. Rispondiamo perché, sia pure inmaniera ingenua e con unasuperficiale conoscenza delmovimento comunista del nostropaese, la lettera esprimeun’esigenza reale e uno statod’animo diffuso fra tanti onesticompagni proletari. Le ragioni che spingono perl’unità dei comunisti sonoevidenti. La crisi mondiale delcapitalismo, l’offensivareazionaria della borghesiacontro la classe operaia e ipopoli oppressi,l’intensificazione della lotta diclasse in numerosi paesi -rendono l’unità una necessità,più che un’opzione.Ma quali concezioni esistono alriguardo, come ci si puòarrivare? A ben vedere esistono due puntidi vista sull'unità e sul modo perraggiungerla.Il primo è quello di prendere inconsiderazione determinati“partiti”, organizzazioni esingoli compagni per il semplicefatto che si dichiaranocomunisti. Come dice l’autoredella lettera aperta: “a cosa serveavere tante bandiere diverse, sela nostra radice (la falce e ilmartello) è sempre la stessa?”. Si tratta di un opinione che si

arresta alla forma (ancheKrusciov e Togliattisventolavano la bandiera rossa),senza guardare all’effettivasostanza teorica, programmaticae politica dei partiti e delleorganizzazioni, al loro effettivocarattere di classe, al contenutodel loro lavoro, al loroatteggiamento verso ilrevisionismo ed il riformismo,all’influenza che subicono daparte della borghesia e dellapiccolo-borghese.Chi adotta questa concezionemette in primo pianol'unificazione purchessia dideterminati “partiti”,organizzazioni e singolicompagni che si definisconocomunisti. Pertanto,inevitabilmente l'unitàideologica, l'unità delleconcezioni sulla organizzazionee la linea politica del Partito,sulla sua strategia e tattica, finiràin secondo piano. Un esempio di questaconcezione è contenuto proprionella “lettera aperta” quando siafferma che il Partito deveessere costruito “al di la dellestrategie di attacco, edall'impronta maoista, leninista,hoxhaista”. Chi sostiene, sia pure in buonafede, questa posizione tipicadell’eclettismo, devenecessariamente far passaresotto silenzio i disaccordi, icontrasti, le diverse posizioniideo-politiche, le questioni piùspinose, senza ricercarne lecause e la loro origine di classe,senza valutarne la portata e le

inevitabili conseguenze. L' essenziale di tale punto divista è trovarsi tutti “attorno adun tavolo, mettere da parteognuno le proprie bandiere” perfare in quattro e quattr’otto ilPartito. Ma come sbrogliare la matassase queste forze non sono d'accordo sulla linea generale o suqualsiasi altra questione diprincipio, su problemi cruciali(quali le caratteristiche delPartito, la sua ideologia, la suaorganizzazione, la strategia, ilprogramma)? La risposta è scontata: bisognascendere a patti, accettando tesie posizioni revisioniste incambio di qualche scampolo dim a r x i s m o - l e n i n i s m o ,realizzando una sommatoria dilinee e visioni opposte suproblemi cruciali.Seguendo tale logica“negoziale” si seppelliscono icontrasti di fondo, sicompongono i conflitti, sineutralizzano le tendenzeavverse e si realizzanoaccozzaglie discordi. Il metodo dialettico el'esperienza ci hanno resiabbastanza accorti per evitaresimili precipitosi ed immaturiparti che provocano solodelusioni e danni ulteriori,finendo per allontanare, più cheavvicinare, il Partito. Quale unità strategica e tattica vipuò infatti essere fra i marxisti-leninisti e vecchie e nuove forzedeviate dall’influenzadell’opportunismo, chepredicano terze e superioritappe, strategie “universali”,clandestinità a prescindere,analisi della crisi campate peraria? Quale unità con chi pratica

il settarismo nel movimentooperaio e rifiuta il lavoro nelleorganizzazioni di massa? E conchi ieri difendeva ilrevisionismo sovietico e oggiappoggia il “socialismo” in salsacinese o coreana? E con chi vedeal posto delle rivolte popolarisolo manovre ed infiltrati, conchi fa del cretinismo elettoraleoppure dell’astensionismo diprincipio la propria ragiond’essere? Qui non si tratta di mettere daparte “il proprio inutileorgoglio”, si tratta invece didiverse concezioni e posizioniesistenti nel movimentocomunista ed operaio, si trattadella lotta contro le deviazionirevisioniste che portano allasconfitta il proletariato.Sia ben chiaro: qui non stiamoparlando dell’unità di azionedegli operai di diverse tendenze,dell’unità tattica sulle questionidella lotta anticapitalista,antifascista, antimperialista, chesosteniamo con forza epratichiamo. Parliamo dell’unitàstrategica dei comunisti, che ècosa ben differente e si puòraggiungere solo nella chiarezzae nella fermezza sui principi. Senza di essi si può forse averel’illusione ottica dell’unità, main realtà si ostacolal'avvicinamento, l'aggregazione,la fusione teorica e pratica dellediverse realtà in un’unicaorganizzazione comunista. A fianco di questa concezionesemplicistica e schematicadell'unità dei comunisti, neesiste un’altra, quella leninista.Secondo tale concezionenumerose cause, profonde eoggettive, producono

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Punti di vista sull’unità dei comunisti

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costantemente nel movimentocomunista ed operaio mutamentiche creano le basi dell’unità,generano la sua piattaformaideologica ed organizzativa,talvolta nonostante e controdeterminati “partiti”,organizzazioni e singolicompagni, ed anche senza chequesti ne siano pienamenteconsapevoli.Queste condizioni oggettive sirafforzano nelle condizioni dellacrisi profonda del sistemacapitalista, che determinamutamenti nel carattere delmovimento operaio, nella suacomposizione, nel tipo deglielementi di avanguardia cheemergono dalle sue lotte, neicompiti politici ed ideologici deicomunisti. Adottando questo punto di vistane deriva che l'unificazione nonsi effettua necessariamente edobbligatoriamente condeterminate organizzazioni,gruppi e singoli compagni, maindipendentemente da essi. Nonsi sviluppa ponendo sullo stessopiano determinate tendenze edeterminati organismi che nonsono affatto uguali avendocaratteristiche differenti,contenuti politici ed ideologicidiversi. L’organizzazione politica delproletariato non si forma in unanotte sola, facendo un collage di"requisiti" e di realtànominalmente simili; non è unsistema di gruppi tenuti assiemedal collante dell'eclettismo. Al contrario, si costruisceselezionando o assoggettandopoliticamente “partiti”,organizzazioni, singolicompagni che non si rendonoconto (o non vogliono rendersiconto) delle esigenze poste dallalotta di classe; provocandomutamenti, spostamenti,schieramenti all' interno delle

vecchie tendenze e frazioni,gruppi e sottogruppi;promuovendo e facendopartecipare al lavoro comuneelementi proletari che nonappartengano all'ambito diquesta o quella organizzazione;sostenendo l'unione con igiovani rivoluzionari, con gliintellettuali che rompono con l'ideologia borghese e accettanodi militare in manieradisciplinata.Da questo punto di vista ilprocesso di unificazione deicomunisti e di formazione delPartito è inseparabile dai suoifondamenti ideologici, politici,programmatici ed organizzativi,dalle indispensabili condizioni ediscriminanti (vedi lacostituzione del PCd’I nel1921).Esso è dunque strettamenteconnesso alla lotta contro ledeviazioni, le degenerazioni, ledeformazioni del marxismo-leninismo, come il maoismo, iltrotskismo e altre correnti chesono manifestazioni dell'influenza borghese e piccolo-borghese sul proletariato. Senza dubbio più siapprofondisce la crisi, più siacutizza la necessità di definirele distanza teorica e pratica conla socialdemocrazia, ilriformismo, il revisionismo, cheda parte loro aumentanol’aggressività verso le posizionimarxiste-leniniste. Ma per capire ciò occorre

anzitutto conoscere il marxismo-leninismo, apprendere i suoiconcetti e categorie scientifiche,senza confonderlo con posizioniad esso estranee. Se si accetta dunque il secondopunto di vista, se si tiene inconto il pericolo di determinateconcezioni, posizioni politiche estrategiche non leniniste, deldanno irreparabile cherappresentano per il proletariatole deviazioni revisioniste epiccolo-borghesi, ebbene l'unificazione potrà venire piùlentamente, con difficoltàsupplementari, con esitazioni econ ricadute, ma non potrà cheprogredire in quanto poggeràsempre su solide basi, essendoforgiata sui saldi principi delmarxismo-leninismo ed e l l ' i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario, corroborata dallateoria e dalla prassi comune,esercitando la critica el’autocritica in modo aperto,franco e leale. L'unità viene allora aconfigurarsi come l'obiettivo el'oggetto di una lotta accanita fral' ideologia proletaria e tutte lealtre tendenze, e non come ilfrutto dell’eclettismo e delconciliatorismo. Ciò non significa arroccarsi adifesa delle debolezze esistenti orimandare la questione dellapreparazione del Partito allecalende greche. Pensiamo infattiche alcune realtà e singolicompagni che accettano iprincipi essenziali delmarxismo-leninismo e sonopoliticamente più omogeneidebbano da subito superare leartificiose divisioni, lavorareuniti sul piano teorico-pratico,dando vita ad un’organizzazionepreparatoria del Partito. Se ciò ancora non avviene èperché c’è chi nicchia e chi hascelto di rimanere in finestra. Concludendo. E’ estremamente

importante comprendere ledifferenze tra i due opposti puntidi vista sull' unità dei comunisti,in quanto essi a volte siintrecciano e si confondononella disperata ricerca di unasoluzione alla “questionepartito” nel nostro paese. Nella situazione odierna nonbisogna lasciarsi prendere dallastanchezza, dalla delusione odall’incazzatura, come fal’autore della lettera aperta.Siamo in grave ritardo rispettola situazione perché scontiamodecenni di egemonia riformista esocialdemocratica, perché inItalia esisteva il più grandepartito revisionistadell’Occidente. Ciò è la causaprincipale dell’attualeframmentazione. Proprio perquesto va capito che il partitonon si fa per rabbia o per amore.Si fa su basi solide, rompendocompletamente conl’opportunismo, accumulandoforze, seguendo un piano. Dobbiamo dunque mantenere latesta fredda e nervi saldi, avendofiducia nella classe operaia enella sua riorganizzazione sunuove basi, che procede neiconflitti di classe di questoperiodo storico. Al suo interno l’esigenza storicadel Partito si porrà in modo piùacuto, trovando soluzioneattraverso la fusione dei migliorielementi del proletariato con imarxisti-leninisti. Il rafforzamento di PiattaformaComunista è parte integrante,sostanziale e imprescindibile diquesto processo, essendofunzionale al suo sviluppo, alsuo indirizzo, alla suaqualificazione.

6 Scintilla

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Supplemento a Teoria & Prassi Reg. Trib. CT n. 14/2003 Dir. resp. E. Massimino

Redaz: Via di Casal Bruciato 15, RomaChiuso il 26.2.2012 Stamp. in prop.

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intestata a Aldo Serafini

marzo 2012

continua da pag. 5

Page 7: Scintilla, marzo 2012

Venerdì 10 febbraio, il Consigliodei Ministri ha approvato unanuova riforma del lavoro in unfrangente di recessione

economica e con 5.300.000disoccupati.Questa riforma è"eccessivamente aggressiva" (DeGuindos dixit) per i lavoratori.Facilita e rende ancor menocostoso, di fatto quasi gratis, illicenziamento; ciò causeràmaggiore distruzione di posti dilavoro, più disoccupazione eapprofondimento della crisi. Masoprattutto è un attacco direttocontro la linea di difesadell'organizzazione deilavoratori, contro i sindacati el'idea stessa di sindacalismo, pergarantire che gli accordi diimpresa prevalgano sugli accordidi categoria; si cancellal'ultrattività, si permette alpadrone di stracciare gli accordi edi eliminare l'esigenzad e l l ' a u t o r i z z a z i o n eamministrativa per la cassaintegrazione, concedendo allaConfindustria tutte le prerogativenelle relazioni sindacali.Una volta di più si dimostra chidetiene il potere in questo paese:

l'oligarchia imprenditoriale efinanziaria che si serve delleistituzioni e delle risorse delregime per imporre la suavolontà all'immensamaggioranza della società, contragiche conseguenze sociali. Unregime infettato dalla politicafaziosa e dalla corruzione,sempre più screditato agli occhidelle masse popolari, incapace dimantenere le più elementariforme democratiche e con alcunestrutture ereditate del franchismoche premiano corrotti e ladri epuniscono chi osa discutere delfranchismo e chi lo haperpetuato. È urgente mettere in moto unprocesso di mobilitazione, nelquale tutte le organizzazioni disinistra e le più vaste massepopolari devono esserecoinvolte, per fare fronte allecontinue aggressioni che stiamosubendo, preparare e fortificarele classi lavoratrici edaccumulare forze per futurebattaglie.

La mobilitazione e la lotta deisettori popolari, con la classeoperaia in testa, è una necessitàimperiosa, fino ad abbatterequesta casta di speculatori,parassiti e corrotti ed il suoregime che ci asfissia e mette ingioco la nostra stessa esistenza,per un nuovo quadro politicodove poter affrontare i principaliproblemi che angosciano lanostra società. Questo èl'obiettivo che deve incoraggiarele forze sociali, sindacali epolitiche progressiste e di sinistraa lavorare unite, con generosità,se vogliamo migliorare lecondizioni lavorative deilavoratori e le condizioni di vitadel nostro popolo. La lottapolitica deve passare in primopiano. Abbasso l'oligarchia finanziaria ela sua monarchia! Per la Repubblica democraticapopolare e federale!

Madrid, 11 febbraio 2012 Segreteria del CC del PCE (m-l)

Scintilla 7

La lotta dei comunisti inTunisia prosegue nelle nuovecondizioni createsi dopol’abbattimento del regimefascista di Ben Alì. Il governo provvisorio direttodai liberal-islamisti non haavviato a soluzione nessunodei gravi problemi che soffronole masse popolari. Gli affari delle multinazionalie delle potenze imperialistevengona garantiti, simoltiplicano le aggressioniagli oppositori.Riprendono però anche gliscioperi e le dimostrazioni. Ilprocesso rivoluzionario non èesaurito.Il programma d’urgenza delPartito Comunista degli operaidi Tunisia, è volto arivendicare misure immediatenella situazione attuale.Lo pubblichiamo,riaffermando la nostrasolidarietà col partito fratelloe il popolo tunisino cheproseguono la lotta per unavera democrazia.-------------------------------------

1. Adozione di un salariominimo unico per l'industria e

per l'agricoltura, di 400 dinari.2. Assegnazione di un sussidiomensile di disoccupazione pariai due terzi del salariominimo; cure mediche etrasporti gratuiti per idisoccupati.3. Congelamento - per unminimo di due anni consecutivi- dei prezzi dei prodotti diprima necessità (cereali ederivati, ortaggi, latte,medicinali), e dei prezzidell'acqua, dell'energiaelettrica, del gas e dellecomunicazioni. 4. Intervento diretto dello Statoper investimenti in progetti diassunzione a tempoindeterminato, soprattutto nelleregioni arretrate dove esiste ilpiù alto tasso didisoccupazione.5. Aumento a 100 dinari delleborse di studio per gli studentiuniversitari e lorogeneralizzazione; accesso aglialloggi universitari - per unminimo di tre anni - deglistudenti provenienti daambienti popolari.6. Revisione del Codice delLavoro e protezione dei

lavoratori contro ilicenziamenti abusivi, le formedi lavoro precario e laviolazione dei loro dirittiprofessionali e sociali.7. Protezione delle libertàindividuali e pubbliche da ogniviolazione statale o di gruppo,in attesa dell'approvazione diuna Costituzione chegarantisca e tuteli questelibertà. 8. Congelamento per tre annidel rimborso del debito estero edei suoi interessi, al fine dialleggerire il carico delbilancio dello Stato efinanziare gli investimentipubblici. 9. Introduzione di un'impostastraordinaria sui grandipatrimoni, recupero delle

imposte evase dalle imprese edalle società, e limitazionedelle importazioni di beni dilusso.10. Accelerare l'introduzione diuna giustizia di transizione, alfine di perseguire gli assassinidei martiri, gli autori di reatieconomici e i responsabilidella violazione dei dirittidell'uomo sotto il vecchioregime. Provvedere senzaindugio ai feriti dellarivoluzione. 11. Garanzia dell'indipendenzanazionale nei confronti delleingerenze straniere di ogniprovenienza, diretta o indiretta(Qatar), negli affari interni delpopolo tunisino e della suarivoluzione.

ConferenzaInternazionale

d i Part i t i eOrgan izzaz ion i

Marxis t i-Leninist iwww.c ipoml.org

Sul nostro sito web sono pubblicati i

documenti approvatidal XVII plenum

marzo 2012

Il programma d’urgenza del PCOT

I l P a r t i t o C o m u n i s t a d i S p a g n a ( m a r x i s t a - l e n i n i s t a ) s u l l a c o n t r o r i f o r m a d e l l a v o r o d e l g o v e r n o R a j o y

Page 8: Scintilla, marzo 2012

Lunedì 23 gennaio 2012, iministri degli esteri dei paesidell'UE imperialista hannodeciso a Bruxelles di estenderele sanzioni economichesull'Iran, ponendo sanzioni sullaBanca Centrale d'Iran econgelando i beni delle personeiraniane in Europa. Al fine diinfliggere un danno pesanteall'economia iraniana hannodeciso anche un embargosull'esportazione del petrolioiraniano in Europa. Imporre blocchi economici eprovocare la fame in Iran sonoatti illegali sul pianointernazionale e crimini control’umanità. Gli imperialistivogliono imporre le lorointenzioni malvage,depredatrici e dominatricisull'Iran e il cosiddetto “asse delmale” creando un altro Iraq eduna seconda Striscia di Gaza.Castigando l’Iran, i paesiimperialisti vogliono dare unalezione ai paesi non alleati ed aquelli che non si sottopongonoai loro diktat. Nel passato, gli imperialistihanno cercato di giustificare iloro crimini approvandodecisioni illegali nel Consigliodi Sicurezza dell'ONU. Oraimpongono sanzioni control'Iran senza alcunaautorizzazione dell’ONU. Lesanzioni economiche sono uncomplotto di una banda disaccheggiatori internazionalicontro uno stato membrodell’ONU e sono contro lastessa carta delle Nazioni Unite.Le sanzioni di Stati Uniti e UEnon hanno alcuna base legalesull'arena internazionale. GliStati Uniti impongono ai paesidel mondo le decisioni presenel loro Congresso e fingonoche sono state prese dallacomunità internazionale.L'azione illegale e aggressivacontro l’Iran mostra la naturaegemonica e dispoticadell'imperialismo USA. Il ministro degli esteri dellaRussia, S. Lawrow, haaffermato che “le azioniunilaterali sono inutili”, haaggiunto che non c'era nessunaragione di adottare decisionioltre a quella collettiva delConsiglio di Sicurezzadell'ONU. Il ministro degliesteri del governo razzistadell'Israele, D. Ajalon, hainvece affermato in un'intervistache “queste sanzionieconomiche hanno ridotto la

minaccia di guerra”. Uscendodella riunione che ha presodecisioni guerrafondaie eminacciose contro l’Iran, laSig.ra C. Ashton, responsabiledelle relazioni internazionalidell’UE, ed il ministro degliesteri della Svezia, Sig. C.Bidlt, hanno affermato che labase del loro lavoro consistevanel fare appello alla diplomaziae ai negoziati! Le potenze imperialistechiaramente mentono quandodicono di riconoscere il dirittolegale e indisputabile dell'Irandi arricchire l’uranio. Il fatto èche hanno il monopolio dellaproduzione dell’energianucleare. Il riconoscimento deldiritto dell'Iran di produrreenergia nucleare significarompere il monopolioimperialista. In una guerrapsicologica ed ingannevole, lemaggiori potenze mettono inguardia il mondo sulla bombanucleare dell’Iran, ma nonhanno svelato alcun documentoper mostrare l'esistenza diquesta bomba. Spudoratamente,il ministro degli esteri tedesco,G. Weserwelle, ha affermato“non possiamo accettare chel’Iran sviluppi armi nucleari” eche “questo non è solamente unproblema di sicurezza per laregione, ma disgregherà lasicurezza mondiale” Wow! Lanon-esistenza della bombanucleare iraniana disgrega lasicurezza del globo intero, peròsvariate migliaia di testateesplosive, note o segrete, nellemani dei guerrafondaiamericani, britannici, francesied israeliani non sonopericolose per la sicurezzamondiale! Ci sonoevidentemente bombe atomichebuone e cattive! Gli argomenti forniti dairappresentanti delle potenzeimperialiste sono crudeli,minacciosi e disgustosi. La storia delle sanzionieconomiche dimostra che lapovera gente dei paesi sui qualile sanzioni sono imposte soffrela maggior parte delle stesse. InIran, l'inflazione sta crescendorapidamente, si sente la scarsitàdi medicinali e attrezzaturemediche, sono colpitiparticolarmente i pazienti conproblemi di cuore, perché lesocietà che producono leattrezzature sono sottoposti allesanzioni degli USA e nonpossono esportare i loro

prodotti in Iran. Ma queste nonsono preoccupazioni per lepotenze imperialiste. Non èimportante per il PresidenteObama ed i suoi alleati iranianise milioni di persone sonomacellate nella guerra. Inoltre,le sanzioni economiche sull'Irandanno il pretesto alle autoritàdella Repubblica Islamica peraumentare la repressione delleforze antimperialiste edemocratiche in Iran. Le potenze imperialiste pensanoche se le loro sanzionieconomiche provocherannoun’estesa carestia in Iran, ilpopolo si solleverà ed installeràun regime fantoccio filo-Occidentale. Questo è un errore di calcoloperché la storia dell'Iran mostrache il popolo iraniano hasempre rifiutato lasottomissione a qualsiasi forzaalleate alle potenze imperialistestraniere. Le masse iraniane nonhanno altro sentimento che ildisprezzo e l’odio verso itraditori, le spie e coloro cheeseguono operazioni terroristein Iran. In realtà le azioni imperialistecontro l'Iran non sono volte aeliminare la bomba nucleareiraniana. Tale bomba non esiste. L’Iran ha una posizione geo-politica chiave nella regione delMedio Oriente ed è al centro dicomplesse contraddizionimondiali. Controllare l’Iran significacontrollare una regionestrategica con enormi risorseenergetiche che gli USAvogliono depredare per decenni.Lo Stretto di Hormuz è unavalvola per l’esportazione delpetrolio ai quattro angoli delglobo. Gli imperialisti USAdesiderano avere il controllo suquesta valvola del petrolio. Lapresenza delle forze degli USAnella regione è un pericolo perla sicurezza del mondo eparticolarmente una minacciaalla sicurezza del MedioOriente. La propaganda sulla bombaatomica iraniana, la bomba chenon esiste, è la giustificazioneper l’aggressione all'Iran e perla dominazione della regione; lacapitolazione della Repubblicaislamica di fronte alle pretesedegli imperialisti non cambieràla propensione degli imperialistia perseguire i loro obiettivi didominio. Il Partito del Lavoro d'Iran

(Toufan) ritiene che le sanzionieconomiche in atto contro l’Iransono rivolte contro le masse esono disumane. Ritiene gliimperialisti, particolarmente gliUSA, responsabili dellasofferenza e della miseria chequeste sanzioni causeranno. Lesanzioni economiche control’Iran sono illegali,guerrafondaie edingiustificabili. Il nostro Partitocondanna fortemente lesanzioni imperialiste, l’embargoe le minacce contro le masseiraniane. Crediamo chechiunque sia progressista eamante dell’umanità, ogniiraniano patriottico deveprendere posizione contro lesanzioni e le minacceguerrafondaie imperialista-sioniste, deve segnare una lineaper separare i nemici dalpopolo. Il regime della RepubblicaIslamica dell'Iran è un regimecapitalista reazionario e di tipomafioso. Il regime dell'Iran haperso tutta la sua legittimità, e lamaggioranza delle masseoppresse delle masse iraniane èdisgustata dal regime. Ilcompito di rovesciare questoregime criminale spetta allemasse iraniane. Il cambio diregime per mezzodell’invasione delle forzeimperialiste ha il solo scopo dicolonizzare il paese esaccheggiare le sue risorse. Lepotenze imperialiste non hannomai sostenuto e mai sosterrannoin qualsiasi parte del mondo leforze democratiche e amantidella libertà. I loro discorsisulla libertà e i diritti umani nonsono altro che cortine fumogeneper le loro azioni criminali, el'Iraq, la Libia, la Jugoslavia,l'Afghanistan, etc. testimonianociò. L'ipocrisia è scritta sulleloro fronti.

Gennaio 2012Partito del Lavoro d’Iran(Toufan)

Scintilla8

Dichiaraz ione del Part i to del Lavorod’Iran sul le sanzioni cr iminal i ,d isumane, guerrafondaie ed i l legal i

marzo 2012