Scintilla, febbraio 2013

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com N. 37, Febbraio 2013 1 euro Scintilla Togliere consenso all’asse monopoli-liberisti-riformisti La caratteristica principale della campagna elettorale in corso è la sua estraneità alle drammatiche condizioni, ai problemi e alle ragioni di milioni di operai, lavoratori, disoccupati, pensionati. Mentre tutti i principali schieramenti eludono la questione dell’origine e delle conseguenze della crisi economica e si dichiarano pronti a continuare nelle politiche di sostegno al criminale capitalismo (vedi MPS), si susseguono gli attacchi al movimento operaio e sindacale. Monti ha puntato il dito contro Cgil e Fiom per aver impedito al governo dei banchieri di andare più avanti con le controriforme. Il premier uscente ha chiesto a Bersani di "silenziare un po' la parte conservatrice del suo movimento". In altre parole, di offrire maggiori garanzie politiche per la formazione del prossimo governo, che dovrà essere ancor più insensibile alle istanze e alle rivendicazioni provenienti dal movimento operaio e sindacale. Le “meravigliate” dichiarazioni del duo Bersani-Vendola e il balbettio della Camusso (che fa da sponda al Pd) fanno capire che dopo i cedimenti su pensioni, art. 18 e ammortizzatori sociali, i capitalisti troveranno terreno fertile per proseguire nella politica di liquidazione delle conquiste operaie e dei licenziamenti. Si preparano nuovi attacchi. Non a caso Confindustria propone una “terapia d’urto” a base di flessibilità, detassazione dei padroni e rapina di fondi statali. In questa offensiva si è inserito Grillo, un liberista neanche troppo camuffato, che ha sostenuto che bisogna “eliminare i sindacati”, i quali “sono ormai cosa dell'Ottocento, SEGUE A PAG. 2 In un modo o nell’altro difendono l’incivile sistema capitalista. Boicottiamoli! Pag. 5 Il significato attuale della fondazione del PCdI Pag. 6 “Con Stalin”, a marzo il convegno nazionale per il 60° Pag. 7-8 No all’intervento imperialista in Mali

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

N. 37, Febbraio 2013

1 euro

ScintillaTogliere consenso all’asse

monopoli-liberisti-riformistiLa caratteristica principale dellacampagna elettorale in corso è lasua estraneità alle drammatichecondizioni, ai problemi e alleragioni di milioni di operai,lavoratori, disoccupati,pensionati.Mentre tutti i principalischieramenti eludono la questionedell’origine e delle conseguenzedella crisi economica e sidichiarano pronti a continuarenelle politiche di sostegno alcriminale capitalismo (vediMPS), si susseguono gli attacchial movimento operaio e sindacale.Monti ha puntato il dito controCgil e Fiom per aver impedito algoverno dei banchieri di andarepiù avanti con le controriforme.Il premier uscente ha chiesto aBersani di "silenziare un po' laparte conservatrice del suomovimento". In altre parole, dioffrire maggiori garanzie politicheper la formazione del prossimogoverno, che dovrà essere ancorpiù insensibile alle istanze e allerivendicazioni provenienti dalmovimento operaio e sindacale.Le “meravigliate” dichiarazionidel duo Bersani-Vendola e ilbalbettio della Camusso (che fa dasponda al Pd) fanno capire chedopo i cedimenti su pensioni, art.18 e ammortizzatori sociali, icapitalisti troveranno terrenofertile per proseguire nella politicadi liquidazione delle conquisteoperaie e dei licenziamenti. Si preparano nuovi attacchi. Nona caso Confindustria propone una“terapia d’urto” a base diflessibilità, detassazione deipadroni e rapina di fondi statali. In questa offensiva si è inseritoGrillo, un liberista neanche troppocamuffato, che ha sostenuto chebisogna “eliminare i sindacati”, iquali “sono ormai cosadell'Ottocento, SEGUE A PAG. 2

In un modo o nell’altro difendono l’incivile sistemacapitalista. Boicottiamoli!

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Il significatoattuale dellafondazione del PCdI

Pag. 6

“Con Stalin”, a marzoil convegnonazionale per il 60°

Pag. 7-8

Noall’interventoimperialistain Mali

2 febbraio 2013

Delegittimare i candidati della borghesiaE’ in corso una farsa elettoralesenza precedenti. Cinque poliborghesi e piccolo-borghesi sicontendono gli scranniparlamentari svolgendo unapropaganda lontana anni lucedai problemi reali della classeoperaia e delle masse popolari.Le loro promesse siconcretizzeranno in altrebastonate sulla testa deglisfruttati e ulteriori regali aicapitalisti.Ne sono una riprova i discorsia favore della salvezza dellacontroriforma Fornero, la piùimportante conquistaneoliberista del governo Montie il silenzio di tomba sullapartecipazione italiana nellemissioni neoloniali in Africa. Qualsiasi sarà il risultato delleelezioni, sappiamo già che ilprossimo governo proseguirànella politica di austerità e diguerra, con la benedizione diConfindustria, dei banchieri,di Ratzinger e degli USA. Perciò il nostro obiettivo èquello di far nascere il piùdebole possibile, con menoconsenso e legittimitàpopolare possibile il nuovocomitato di affari

dell’oligarchia finanziaria chedovremo affrontare nellefabbriche e nelle piazze.Dobbiamo negare il votoall’asse monopoli-liberisti-riformisti, che haspadroneggiato per lunghianni, prima con Prodi, poi conBerlusconi e infine con Monti. Un asse che è di nuovo prontoa manifestarsi in una nuovagrande coalizione antioperaiae che perciò va indebolito esconfitto anche nelle urne,facendo in modo che raccolgail minor numero di votipossibile fra la classe operaiae le masse popolari.Dalle schede annullate,dall’astensione popolareattiva, dal voto di protestaespresso a diversi livelli dicoscienza, dal voto aicomunisti laddove presenti,esca la ribellione operaia epopolare contro un sistemaaffamatore, oppressore eprofondamente ingiusto! Ogni voto non dato ai poliborghesi è un voto utile controla politica di austerità e laconcertazione antioperaia, ladittatura dell’oligarchiafinanziaria e l’UE dei

monopoli, lapolitica di guerradella NATO, larepressione. Allo stessotempo è unadecisa propostadi cambiamentorivoluzionario eduna tattica peraprire spazi alleprossime lotte.La nostraposizione non faparte del nonvoto apolitico,

ma è il suo esatto contrario.E’ un’effettiva scelta politica,parte integrante della lotta edella protesta di classe contro iborghesi e i venduti di sempre. E’ un’arma per esprimere ildissenso verso un barbarosistema economico e sociale,un ceto politico di corrotti e dimangiapane a tradimento,incapaci di rispondere alleesigenze reali delle masselavoratrici, dei giovani.Sia chiaro, noi comunisti nonsiamo astensionisti perprincipio, così come noncadiamo nel cretinismoparlamentare. Nei mesi scorsi abbiamoproposto la costruzione di listeelettorali di fronte popolare,sulla base di alcuni punti diprogramma anticapitalista. Purtroppo le forzeopportuniste hanno boicottatoquesta prospettiva e sonosalite su un carrozzonelegalitario, capeggiato da un“uomo dello Stato”, pronto acollaborare con i social-liberisti del PD, per cercare disalvare qualche poltrona.Le ragioni della costruzione diun fronte popolarerivoluzionario restano però inpiedi e nei prossimi mesi si

riproporrano con ancora piùforza, in connessione allosviluppo dell’opposizione diclasse e sociale al nuovoesecutivo borghese che porteràavanti la politica disaccheggio sociale.Il problema cruciale saràoffrire prospettivarivoluzionaria alle lotte.Nel contesto di una crisi che siaggrava e si approfondisce,l’altarnativa che sempre più vaaffermata è quella di unGoverno operaio e degli altrilavoratori sfruttati, che sorgadal movimento di lotta dellemasse e sia sostenuto dai loroorganismi. Un governo che esprima ladirezione politica delproletariato in alleanza con lemasse lavoratrici della città edella campagna, che soddisfile loro rivendicazioni politicheed economiche e prendamisure risolute contro laborghesia, socializzando imezzi di produzione e discambio. Che sia deciso ad uscire dallacrisi uscendo dal capitalismo emarciando verso il socialismo.Questa deve diventare laparola d’ordine delproletariato rivoluzionario!

non hanno più ragione di esistereperché il lavoratore devediventare compartecipedell'azienda, come fanno negliStati Uniti”. Che oppositore!Questa cinica offensiva politica haun preciso bersaglio: la classeoperaia, le sue sezioni piùcombattive, che resistonoall’offensiva capitalista. La ricetta della borghesia peruscire dalla sua crisi è quella diaccrescere lo sfruttamento deiproletari, di aumentare la“competitività” delle aziende,schiacciando la capacità di

resistenza e di lotta dei lavoratori.Per raggiungere questo obiettivooccorrono alcune condizioni fracui una maggiore concorrenza alribasso fra proletari, rendendolitutti più soli, precari e ricattabili. Di qui l’attacco al sindacato, inquanto organizzazione deilavoratori per resisterecollettivamente agli attacchi delcapitale, alla messa inconcorrenza, e per migliorare leproprie condizioni. Nello sviluppare la giusta criticaai vertici e alla burocraziasindacale, dobbiamo denunciare e

contrastare tutto ciò che accentuale divisioni e le contrapposizionifra i lavoratori e l’indebolimentodelle loro organizzazioni dimassa. Ma non basta.Sappiamo bene che sul terrenoelettorale non si potrà organizzarenessuna difesa delle nostrecondizioni. Nei programmi deivari poli borghesi non vi è alcunasoluzione ai problemi operai.La risposta potrà venire solo dalfronte unico di lotta delproletariato, imperniato suun’organizzazione di classeseparata e contrapposta a quella

degli sfruttatori, che metta incampo tutta la sua forza perrespingere l’attacco borghese epreparare la controffensiva.La classe operaia deve portare lalotta sul terreno politico. Lacondizione per farlo sta nellarottura netta, aperta e definitivadei suoi elementi migliori neiconfronti dei revisionisti, deiriformisti e delle correntiborghesei e piccolo borghesi.Nessuna collaborazione conl’opportunismo e con chi gli coprele spalle, ma unione sui principidel marxismo-leninismo!

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Riceviamo e pubblichiamo ampistralci del documentoapprovato all’unanimità daoltre 1500 operai dell’Ilva diTaranto riuniti in assemblea.Sosteniamo le giusterivendicazioni operaie!

I lavoratori Ilva, riunitisi inassemblea permanenteautoconvocata da ieri17.01.2013 presso la sala delconsiglio di fabbrica, dopoampia e democraticadiscussione, hanno decisoall’unanimità quanto segue:1-l’azienda deve essereespropriata e nazionalizzataimmediatamente;2-tramite la nazionalizzazioneadoperarsi per il fermo e ilrispristino degli impiantimaggiormente inquinanti;3- garantire i posti di lavoro atutti i dipendenti Ilva e a quellidell’indotto.Il D.L. 207 del 3 dicembre2012, impegna il Governo e loStato a farsi carico delleresponsabilità e delle garanzie

in caso di inadempienze oviolazioni della legge stessa.I lavoratori Ilva, preso atto chela proprietà attuale nonmanifesta alcuna volontà persalvaguardare la salutepubblica, quella dei lavoratori eil salario degli stessi, tantochiarito anche dalledichiarazioni del Direttore, Ing.A. Buffo -“ se non produciamonon possiamo pagare glistipendi; se non dissequestranoil prodotto finito, nongarantiamo il prossimostipendio” - rammentano,qualora fosse necessario, chel’azienda non ha mai smesso diprodurre, neanche quando ilsequestro degli impiantiprevedeva la non facoltà d’uso,pertanto, ritengo non piùcredibile l’interlocutore......I lavoratori Ilva, pertanto,invitano Governo, Stato e tuttele Istituzioni pubbliche, adattivarsi con solerzia perscrivere una legge speciale perTaranto e per i lavoratori, ancheper consentire a questi ultimi di

uscire dalla fabbrica in anticipoe godersi la pensione. Tanto, in considerazione degliacclarati numeri sulle mortalità,le malattie derivanti daavvelenamento industriale nelterritorio e delle conseguentiridotte aspettative di vita. I lavoratori Ilva, ritengonoormai improrogabile unmassiccio investimentopubblico in favore della ricerca,della prevenzione e della curamedica a causa di una realeemergenza sanitaria in cui versala popolazione e, pertanto,auspicano la realizzazione distrutture sanitarieall’avanguardia ed efficienti......I lavoratori concludonoavvertendo che non si faranno

ricattare, ammorbidire eturlupinare da nessuno, nondemorderanno e resisterannosino alla fine, manifestando leloro istanze pacificamente esenza ricorre ad azioni chepossano creare disagio allapopolazione già penalizzatapesantemente per altre ragioni.I LAVORATORI ILVA INSCIOPERO AD OLTRANZA EPRESIDIO PERMANENTE.

Ilva: gli operai esigono l’esproprio, il risanamento e il lavoro per tutti

febbraio 2013

Cosa dobbiamo attenderci nel 2013Che cosa possono attendersi, nel2013, gli operai, i lavoratori, idisoccupati, i cassintegrati, iprecari, i pensionati al minimo ocon pensioni da fame, i giovanialla ricerca di un lavoro, lapiccola borghesia lavoratrice?Una sola cosa possonoattendersi: un ulterioreimpoverimento generale.E' questa la realtà italiana,attestata dall'Istat e dagli ufficistudi della CGIL, dellaConfindustria, dellaConfcommercio, delleassociazioni dei consumatori.Tutti gli indicatori economicisono negativi. Alla fine del 2012,i disoccupati erano 2 milioni e900 mila. Secondo le previsioni,alla fine del 2013 essiraggiungeranno la cifra di 3milioni, mentre, in pari tempo, lacontroriforma Fornero delmercato del lavoro, con losgretolamento dell'art. 18, hareso ancora più rigido l'accessoall'occupazione.Non c'è crescita economica. Nonci sono investimenti significativi.I consumi interni sono stagnanti.Le piccole imprese chiudono a

migliaia in tutte le regionid'Italia, proletarizzando una partecrescente del «popolo dellepartite IVA» che vede dileguarsile sue illusioni piccolo-borghesidi «ascesa sociale».La maggioranza dei lavoratorinon è più in grado di sostenere lapropria famiglia (vedi il recenterapporto Eurispes). E i prezzi crescono. Nell’annoda poco iniziato, milioni dilavoratori e di pensionativedranno contrarsi ancora di piùil loro potere d'acquisto. Già nel 2012 l'inflazione harappresentato di fatto, in terminidi aumento del costo della vita,una supertassa superiore persinoall'Imu: per una famiglia di 3persone, una stangata pari a oltre1000 euro. Nel 2013 una famiglia di 3persone dovrà spendere - peracquistare i prodotti di assolutanecessità - 591 euro, una famigliadi 4 persone 651 euro. Sono cifreinsostenibili per chi vive solo delproprio lavoro.Per effetto dei tagli miliardariimposti dalla spending review, laspesa erogata dallo Stato per il

servizio sanitario nazionale saràfrenata, mentre la spesa per gliinteressi sul debito salirà di 2punti percentuali. La pressione fiscale, già oggiinsopportabile per le famiglie deilavoratori e dei pensionati, saliràancora nei prossimi tre anni,passando dal 46,6% del 2011 al48,9% del 2015.«Così non si può più andareavanti!»: è questa la convinzioneche si è ormai fatta stradanell'animo di una massacrescente di sfruttati. E' un'idea giusta, ma è ancoraaccompagnata dall'illusione chel'alternarsi al potere di nuovigoverni formati dai vari partitidella borghesia (moderati o«riformisti» che siano) possaveramente cambiare questa realtàdi sfruttamento e diimmiserimento che distruggeogni speranza di un futuro degnodell'uomo.Esperienze sempre più durefaranno capire a chi lavora esoffre che, per «andare avanti»,bisogna farla finita non conquesto o quel governo, ma conun sistema, con un intero modo

di vivere e di produrre, il modo diproduzione capitalistico.Noi comunisti lo diciamo dasempre. E siamo tutt’altro chemorti politicamente (come vuolfar credere la borghesiadominante e come ripetono, alsuo seguito, i vari rinnegati delcomunismo), ma pronti aimpegnarci a fondo nellemobilitazioni di massa che sisvilupperanno nel 2013. Vi sono nel mondo migliaia emigliaia di comunisti che lottanoper un nuovo modo di vivere e diprodurre, per il socialismo: unasocietà con un'economia regolatae pianificata nell'interesse di tuttii lavoratori, senza più crisi esenza più sfruttamento. Per giungervi è necessaria, anchein Italia, una rivoluzione con laquale il proletariato conquisti ilpotere politico, strappandolodalle mani dei capitalisti e deibanchieri, dalle mani di tutta laborghesia sfruttatrice e dei suoirappresentanti politici edistituzionali. Il Partito comunista è la guida ela garanzia di vittoria di questarivoluzione.

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I giovani, vittime sacrificali della crisidevono organizzarsi per la rivoluzione sociale

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Le ultime statistiche sulladisoccupazione dicono che igiovani senza lavoro sono 641mila. Il tasso di disoccupazionegiovanile è così arrivato al37,1%. Solo nell'ultimo anno ladisoccupazione giovanile èaumentata di oltre 5 punti.Questi giovani vanno adingrossare l’esercito deidisoccupati, in crescita costante. L'enorme disoccupazionegiovanile fa sì che alcunieconomisti chiamino l’attualegenerazione la "generazionepersa". I politicanti borghesi danno lacolpa di ciò ai giovaniaffermando che non sono benpreparati, che sono pigri o“choosy” e per tale motivi nonottengono impiego. Si tratta di una menzogna, perchéper il capitalismo è essenzialel'esistenza di un grande esercitodi riserva per ridurre il valoredella forza-lavoro.Il fatto che un’intera generazionevenga definita “persa” è di per séun atto d'accusa contro il modo diproduzione vigente. In queste condizioni la gioventùnon smette di lottare. Negli ultimianni si sono svolte migliaia dimanifestazioni in decine e decinedi paesi contro la politica volta alsacrificio dei lavoratori e dellagioventù, diretta a salvare ibanchieri ed i monopoli. Tutte queste mobilitazionirafforzano l'enorme potenzialerivoluzionario della gioventù.Dal canto suo la borghesia,proprio perché è impossibilitata arisolvere i problemi dei giovani e

ben sapendo quale potenzialehanno, non lesina sforzi persoggiogarli ideologicamente,politicamente e con altri mezzi,dalla droga alla repressione. E’ dunque necessario far crescereil livello di organizzazione e dicoscienza dei giovani. Nella situazione attuale èindispensabile gettare lefondamenta di un'organizzazionepolitica che aggreghi i giovanicomunisti, che sia radicata nellaclasse per condurre il lavoro fra ilproletariato giovanile e glistudenti, partecipare attivamentealle mobilitazioni operaie epopolari, così come al processodi formazione del Partito, da cuinon può essere separata. Uno dei compiti più urgenti edimportanti delle gioventù èproprio quello di liberarsi dellaconcezione di dover svolgere unruolo politico in assolutaindipendenza, conseguenza delperiodo di assoluta “autonomia”del movimento giovanile. Serve un'unione militante dellagioventù rivoluzionaria,realmente democratica ecentralizzata, che faccia proprioil marxismo-leninismo el’internazionalismo proletario,rompendo fino in fondo colrevisionismo e l’opportunismo;che avanzi sul terreno delle lottecome in quello della formazioneideologica; che sia aperta a tutti igiovani che vogliano lottarecontro l'imperialismo e per unanuova società in cui sia abolito losfruttamento dell’essere umano.E’ una questione posta e darisolvere al più presto!

Il futurismo fascista di Marinetti come rilancio aziendaleVenerdì 11 Gennaio nella dittaCEAR di Carugate (MI) ilavoratori (impiegati ed operai)hanno lavorato solo fino alle ore15. Non una decisione dimagnanimità del padrone, mauna decisione dirigenziale cheha aperto i portoni dell’aziendae lasciato andare i lavoratoricon un caldo invito degli stessidi ripresentarsi alle 17,30 per uncocktail di festeggiamento per ilnuovo capannone ed i nuoviuffici acquistati. Nulla di strano,anche se i lavoratori, semprecaldamente invitati dalladirigenza aziendale a rimanerealla festa facendo da lustro ai

vari clienti della società,sfoggiando tutemetalmeccaniche nuove dizecca con tanto di logo in bellaevidenza sia avanti che dietro,hanno dovuto sistemarsi in bellamostra al fianco di alcuni lavorieseguiti in officina e, ad uncomando del padrone,perfettamente ammaestrati,dovevano mostrare con solerziai quadri elettrici e le cabine ivipresenti. A coronamento dellaserata gli invitati sono statiportati a fare un giro permostrare la nuova realtàaziendale: ovunque erano statimontati quadri futuristi di

Marinetti e soci: all’ingresso ein ogni corridoio ed ufficio contanto di spiegazione, tra le qualine spiccava una che secorrettamente interpretata sicommenta da sola: “…come neimigliori quadri futuristi, dove leforme si staccano dalle regolepittoriche e dalla realtà e, con leloro spigolosità, puntare almovimento, anche nella nostraazienda vogliamo creare unambiente dove l’individuo (illavoratore, ndr) possa lavorare a360°, sentirsi appagato da unlavoro non statico ed in assenzadi regole che grazie allaspigolosità delle forme assicuri

una continua crescitadell’azienda”. Chiaro ilconcetto? I “festeggiamenti”per le dirigenze sono andateavanti fino alle ore 19,30, fino aquando i quotati ospiti hannolasciato il luogo della festa pertornare dentro le loro lussuoseautomobili. Sarà finita per ilavoratori direte voi? Nienteaffatto perché, sempre con leloro belle e nuove tute blu, ilavoratori hanno dovuto ripulirela sala congressi e l’officinaintera dalle briciole cadute daipadroni presenti aifesteggiamenti.Milano, lettera firmata

Piena solidarietà alla lottadegli operai della Ginori!LA GINORI E' DEILAVORATORI

Dopo stillicidio di notizie sullaGinori, la cessazione di attivitàper fallimento chiude il cerchiosu una vertenza che scarica suilavoratori quanto di più torbidosi possa nascondere dietro gliavvenimenti che vedono alcentro un'azienda con ottimecredenziali qualitative epotenzialità produttive a livellointernazionale .E' l'ennesima storia di unarinomata industria italianastritolata da un impastoaffaristico-speculativo, tipicodel profilo predatorio delcapitalismo internazionale.L'occupazione della fabbrica,quindi, diventa un'occasioneimportante di lotta e di

riflessione sulla situazionecreatasi all'interno del sitoproduttivo di Sesto.La vertenza Ginori, infatti, èparadigmatica della situazioneattuale: distruzione del tessutoproduttivo - impoverimento deilavoratori-scardinamento deldiritto del lavoro- tre momentiintimamente legati che sisostengono a vicenda.Sostenere i lavoratori dellaGinori è una necessità per tutti ilavoratori fiorentini. L'unitànella lotta tra lavoratori, cosìcome tra lavoratori e studenti,non solo rafforza i lavoratoristessi ma traccia la strada versouna possibile alternativa capacedi battere le attuali politicheantipopolari.

(Dal comunicato CUB)

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Il 21 gennaio 2013 ricorre il 92°anniversario della fondazionedel Partito comunista d’Italia -Sezione della III Internazionalecomunista. Questo storico avvenimentosegna uno spartiacque nellevicende del movimentocomunista ed operaio del nostropaese, indicando come necessitàirrinunciabile l’esistenza di unpartito politico indipendente erivoluzionario perl’organizzazione el’unificazione del proletariato edei suoi alleati al fine diconquistare il potere politico ededificare lo Stato operaio.Il 21 gennaio ci ricorda quale èil compito principale di ognicomunista, di ogni operaioavanzato, di ogni giovanerivoluzionario: romperenettamente, apertamente edefinitivamente conl’opportunismo e ilrevisionismo, farla finita conl’attesismo, unirsi sulla base delmarxismo-leninismo performare il reparto diavanguardia organizzato ecosciente del proletariato. UnPartito capace di dirigere lalotta della classe operaia e dellemasse popolari verso laconquista rivoluzionaria delpotere e l’edificazione delsocialismo, prima tappa dellasocietà comunista.La necessità della costruzionedel Partito non deriva dallasmania di qualche intellettuale..Al contrario: di fronte alla crisimondiale del capitalismo ed allesue disastrose conseguenze, alfallimento dellasocialdemocrazia e delriformismo, essa rappresentauna esigenza sempre piùpressante.

Purtroppo oggi, in unasituazione caratterizzatadall’offensiva reazionaria dellaborghesia contro il proletariatoe i popoli oppressi, dalleaggressioni militari con le qualil’imperialismo cerca diperpetuare il proprio dominio, ilproletariato del nostro paeseancora non dispone di un veroPartito comunista che nerappresenti gli interessi presentie futuri. Perciò le lotte diresistenza operaie e popolariche si susseguono rimangonoprive di una prospettiva politicarivoluzionaria. Quella del Partito è dunque unaquestione posta all’ordine delgiorno dalla stessa drammaticasituazione in cui versa ilmovimento di classe. Il processo della suacostruzione è complicato,soprattutto a causa dei detritidel revisionismo e dellaconfusione ideologica. Però,mai come oggi, rispetto aidecenni passati, le condizionioggettive per la sua costruzionesono favorevoli.La portata dei problemi –economici, politici, sociali,ambientali – spinge perl’unificazione delle forzecomuniste. Potenti fattorimateriali favoriscono l’unità percooperare all’organizzazione ealla combattività delproletariato, alla sua presa dicoscienza.Il modo più giusto di celebrarel’anniversario del 21 gennaio èdunque attualizzarlo, ossiaportare avanti la lotta per lacostruzione del Partitosull’unica base valida: i principimarxisti-leninisti ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario. L’unità dei comunisti per ilPartito e la ricerca di terreni diiniziativa unitaria vanno oggiperseguiti concretamente, contenacia e determinazione, sullabase di questi principi. L’appello ai gruppi ed ai singolicompagni marxisti-leninisti cheabbiamo lanciato nei mesiscorsi è la risposta allaframmentazione ed alladispersione, all’arroccamentosu posizioni settarie edogmatiche, ad una concezionedella politica ridotta a semplicetestimonianza. Abbiamo avanzato questa

proposta a partireda alcuni puntifermi cher i t e n i a m ofondamentali edirrinunciabili pertutti i comunisti eda partire da unaconvinzione: senelle condizionistoriche del 1921 ilPartito si è formatoper scissione dairiformisti, oggipuò e deveformarsi attraversola fusione dellerealtà sane edattive che sitrovano sul terrenodel marxismo-leninismo e degli elementimigliori del proletariato.Su tali basi, ribadiamo che icomunisti possono e devonocompiere ogni sforzo peravviare la loro unità organica,costruendo un quadro stabile diconsultazione, di scambio diesperienze, di confronto edelaborazione teorica eprogrammatica, avviandocontestualmente l’attivitàpolitica pratica in comune percostruire l’embrione di unpartito rivoluzionario basato sulmovimento operaio.Anche l’appello per lacelebrazione unitaria del 60°anniversario della morte delcompagno Stalin, che ci vedefra i promotori, è un esempio dicollaborazione fra forzecomuniste che, al di làdell’occasione contingente, ciauguriamo possa alimentarequesto processo. Perciò ci rivolgiamo di nuovo aisinceri comunisti, agli operaicombattivi, ai giovanirivoluzionari per sviluppare ildibattito e la lotta ideologica epolitica attiva nei confronti deigruppi e delle tendenzeopportuniste e revisioniste, percollegarci più strettamente conle masse sfruttate ed oppresse eassumerne la direzione politica.Solo così potremo avanzare nelprocesso unitario passandodall’unità d’azione a quellapolitica, dall’unità ideologica aquella organizzativa,avvicinando il momento dellafondazione del Partitocomunista del proletariatod’Italia.

Ricordare la fondazione del PCdI significa lottare per ridare alla classe operaia il suo Partito

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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febbraio 2013

“Dovere dei comunisti, inquesto generale venir menodelle coscienze, delle fedi,della volontà, in questoimperversare di bassezze, diviltà, di disfattismi è quello distringersi fortemente in gruppi,di affiatarsi, di tenersi prontialle parole d'ordine cheverranno lanciate. I comunistisinceri e disinteressati, sullabase delle tesi approvate dal IICongresso della IIIInternazionale, sulla base dellaleale disciplina alla supremaautorità del movimentooperaio mondiale, devonosvolgere il lavoro necessarioperché, nel più breve tempopossibile, sia costituita lafrazione comunista del Partitosocialista italiano, che, per ilbuon nome del proletariatoitaliano, deve, nel Congresso diFirenze, diventare, di nome e difatto, Partito comunistaitaliano, sezione della IIIInternazionale comunista“.A. Gramsci, 9 ottobre 1920

Il prossimo 5 marzo sicompiranno 60 anni dalla mortedel compagno Giuseppe Stalin. Inquesta occasione noi comunistiintendiamo ricordare degnamenteil suo pensiero e la sua opera.Vogliamo farlo rilanciando emettendo in risalto il lorosignificato di classe erivoluzionario, l’attualitàdell’incessante lotta contro ilcapitalismo e l’imperialismo, peril socialismo e il comunismo cheil compagno Stalin ha svolto.Non una celebrazione retorica ostoriografica, dunque, ma unmomento e un aspetto del lavoroda sviluppare, in modocombattivo e unitario, nellasituazione concreta, per dare unarisposta ideologica e politicaall’offensiva della classedominante e rilanciare le ragionidella rivoluzione sociale delproletariato, per costruire unasocietà senza sfruttamentodell’uomo sull’uomo, senza crisidi sovrapproduzione,disoccupazione cronica,impoverimento materiale eculturale, crescente oppressionedelle masse, parassitismo,

reazione sfrenata, guerre dirapina.Facciamo perciò appello perun’iniziativa unitaria in occasionedel 60°anniversario, da realizzarein un’ottica di confronto aperto eserrato sulle questioni che laprofonda crisi capitalistica ponedi nuovo all’ordine del giornodella lotta di classe degli sfruttati:la questione della trasformazionesociale, del benessere deilavoratori, della pianificazione,della libertà e dell’uguaglianza,della democrazia per lastragrande maggioranza dellapopolazione.Riteniamo inopportuno esbagliato, specie nelle condizioniattuali di continue aggressionireazionarie della borghesia,realizzare su questa scadenzainiziative separate o contrappostedelle forze che si richiamano almovimento comunista edoperaio. Di fronte alla caneaantistalinista, cioè anticomunista,che la borghesia e gli opportunistiportano avanti, dobbiamo epossiamo dare una risposta decisae coesa, facendo pesare lapresenza dei comunisti nellasituazione italiana.La base politica e ideologicacomune di questa manifestazioneunitaria non può che consisterenel riconoscimento della dittaturadel proletariato, che il compagnoStalin ha edificato, consolidato edifeso, seguendo gliinsegnamenti di Marx, Engels eLenin.Di conseguenza, nel giudiziopositivo sul suo pensiero, sullasua opera, sul ruolo che hagiocato in Unione Sovietica e nelmovimento comunistainternazionale.Ciò comporta l’affermazionedella natura rivoluzionaria della

conquista del potere politico daparte del proletariato, e nella fasedi costruzione della societàsocialista, l’indispensabilesostituzione della proprietàprivata dei mezzi di produzionecon la proprietà sociale e laliquidazione di ogni sfruttamentodell’uomo sull’uomo,l’organizzazione coscientedell’economia secondo un piano,al fine di soddisfare le crescentiesigenze materiali e culturalidell’intera società; così comecomporta la condanna delrovesciamento della dittatura delproletariato e della conseguenterestaurazione del capitalismo, adopera dei revisionisti al potere inURSS.Come ai tempi di Marx, Engels,Lenin e Stalin anche oggi la lottaal revisionismo e ai revisionistidella dottrina comunista,responsabili della sconfitta delsocialismo realizzato nelventesimo secolo e attualmente incombutta con la sinistra borghese,clericale e capitalistica, èindispensabile per abbattere ilsistema capitalistico, costruire ilsocialismo ed edificare la societàcomunista.Riteniamo che su questa basenulla può giustificare iniziativeseparate o contrapposte.Un’iniziativa nazionale unica inoccasione del 60° anniversariodella scomparsa del grandedirigente bolscevico, non soloporrebbe la figura e l'opera diStalin come lo spartiacque piùreciso, il bastione che si erge fra icomunisti e tutti i nostri nemici,ma corrisponderebbe alleaspirazioni di tanti compagni elavoratori. Essa avrebbe inoltreun’importanza in termini di

dibattito e cooperazione tra forzeche lavorano per la ripresa delmovimento comunista edoperaio.Chiamiamo perciò tutti i partiti, leorganizzazioni e i singolicompagni comunisti, gli operaiavanzati, i giovani rivoluzionari,gli antifascisti, gli anticapitalisti, iprogressisti, tutti coloro chelottano per la libertà el’indipendenza, la democrazia e ilsocialismo, ad aderire a questoappello per realizzareunitariamente nella prima decadedi marzo 2013, in località dastabilire, il convegno nazionale“L’attualità di Stalin 60 annidopo”.Partito Comunista ItalianoMarxista-Leninista Piattaforma Comunista

Per adesioni: [email protected]@yahoo.it

Hanno già aderito: GAMaDi,Redazione “Guardare Avanti”,Associazione Stalin, CSP-Partito Comunista, Centroculturale e casa editrice “LaCittà del Sole”, Scintilla Onlus,Circolo Culturale Proletario diGenova, Scintilla Rossa forumm-l e molti altri compagni

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Verso il Convegno nazionale per celebrare il 60° anniversario della morte del compagno Stalin

febbraio 2013

Si è svolta con successo lariunione delle forze promotricie aderenti all’appello - chepubblichiamo di nuovo - per lacelebrazione unitaria del 60°anniversario della morte delcompagno Stalin.E’ stato formato un comitatopreparatorio. Il Convegno sisvolgerà a marzo. A breve verrà realizzato ediffuso il manifesto nazionale.Invitiamo tutti i comunisti, irivoluzionari, gli antifascistiad aderire e partecipare!

2 febbraio 19432 febbraio 2013

Sono passati 70 anni dallavittoria di Stalingrado, puntodi svolta nella grandeguerra combattuta dall’Urssdi Lenin e di Stalin contro ilblocco nazi-fascista. Non dimentichiamo lebattaglie del passato pervincere quelle del futuro!

No all'intervento militarefrancese in Mali!No alla "Sacra unione" inappoggio a questa guerra!

Il governo francese ha deciso diintervenire con le sue truppe inMali. Dopo la Costa di Avorio ela Libia, è l’ora del Mali. Si trattadi una decisione che impegna laFrancia in una guerra all’internodi una sua antica colonia. Questa è stata l'unica opzionepresa in considerazione dopo cheil nord del Mali è caduto nellemani di gruppi armati islamisti. Fin da subito François Hollandesi è mobilitato per ottenere chel'ONU desse via libera ad unintervento militareinternazionale, per il quale loStato Maggiore e la diplomaziafrancese hanno organizzatomodalità concrete. Personaggi come Ouattara,messo in sella in Costa di Avoriomediante un intervento militarenel quale la Francia ha svolto ilruolo principale; Compaoré, allatesta del Burkina, che non ha maismesso di servire gli interessidell'imperialismo francese nellaregione, qualunque sia ilgoverno in carica a Parigi; e YayiBoni, l'autocrata beninese,servono da paravento "africano"a questo intervento militare. Chi può credere che laCEDEAO sia in condizioni di

formare una forza militareindipendente dell'esercitofrancese? Quello che è chiaro è chel'insieme dell’apparato militarefrancese dispiegato in Africa èstato mobilitato per questaoperazione. La giustificazione dell'interventomilitare francese è la lotta controi gruppi armati islamisti checontrollano parte del territoriomaliense, che minaccianol'integrità del Mali e impongonoil terrore nelle zone checontrollano. Ma la loro presenzae la facilità con la quali si sonodiffusi evidenziano i profondiproblemi sociali, economici epolitici che i differenti regimiche sono stati al potere in Malinon hanno risolto bensìaggravato con la loro gestionedel paese. Una soluzionemilitare, ed a maggior ragione unintervento militare straniero, nonrisolverà nessuno di queiproblemi, ma provocherà tutto ilcontrario. Alcune forze maliensi hannodenunciato fin dall'inizio questasituazione e rifiutato unintervento militare straniero; sisono pronunciate sul problemadell'integrità territoriale del Maliaffinché ciò sia di competenzadell'esercito maliense. Ma nonsono state ascoltate. L'operazione militare ècomplicata, avrà bisogno di

tempo e mobilitazione di grandimezzi. Le vittime sono,innanzitutto, le popolazioni civiliprese tra due fuochi. Ilrafforzamento del piano"vigipirate" fa parte dellastrategia della tensione e delcondizionamento per convincerela popolazione del nostro paeseche può essere vittima diattentati i cui autori sarebberolegati, in un modo o nell’altro, aigruppi islamisti che agiscono inMali. Questo piano fa parte dellavolontà del governo di creare unclima di unità nazionale nelmomento in cui si sviluppaun'aggressiva politica diausterità che colpisce gli stratipopolari. Al fondo di questa manovra c’èil controllo di una zona ricca dimaterie prime strategiche,concretamente l'uranio chesfrutta la multinazionale“Areva” nel vicino Niger, e che

si trova anche il sottosuolomaliense. Per tutte questi ragioni, e perchéla guerra in Costa di Avorio, inAfghanistan e in Libia hannodimostrato ampiamente che ilpretesto della lotta contro ilterrorismo e per la difesa dellademocrazia, non è altro che unacolossale menzogna,manifestiamo la nostra totaleopposizione all'interventomilitare della Francia in Mali. Ribadiamo la necessità di farlafinita con la politica conosciutacome “francafrique", che è unapolitica di dominazioneeconomica, di ingerenza politicae militare. Affermiamo che è ilpopolo maliense, le sue forzedemocratiche e patriottiche, chedevono trovare la via per unasoluzione politica della crisi delloro paese. Parigi, 12 gennaio 2012 Partito Comunista degliOperai di Francia (PCOF)

La posizione dei comunisti francesi sulla guerra in Mali

febbraio 2013

E’ in corso il processo ai militantipopolari ecuatorianiingiustamente arrestati nel marzoscorso e accusati di “attiterroristici”. Si tratta del caso del “10 diLuluncoto”, un caso emblematicodi criminalizzazione dellaprotesta e della lotta sociale inAmerica latina.Se il cambio dei giudici è statoun’ulteriore dimostrazionedell’ingerenza governativa voltaad ottenere una condanna“purchessia”, le accuse ai diecigiovani sono un vero e propriomontaggio in ossequio allapolitica autoritaria e prepotente diRafael Correa.

Le prove sono ridicole: magliettecon l’immagine di Che Guevara,canzoni rivoluzionarie e scritti disolidarietà con i minatori in lotta!L’azione di solidarietà si proponedi denunciare pubblicamentequesto processo farsa ed esigeredallo Stato ecuatorianol’adempimento del suo obbligo diproteggere e garantire i diritticostituzionali, di dovuto processoe i diritti umani. Attualmente in Ecuador vi sonocirca 200 attivisti sociali, uominie donne, indigeni, contadini,studenti, lavoratori, che sonosotto processo o hanno indaginiaperte. I loro delitti sono esercitare il

diritto alla resistenza, alla liberassociazione, criticare la politicaeconomica, lavorativa eambientale portata avanti dalgoverno populista.E’dunque necessario esprimere il

netto rifiuto della politicarepressiva portata avanti daCorrea contro i militanti popolarie denunciare il grave deficitdemocratico che il processo ai“10 di Luluncoto” ha messo inluce. Manifestiamo solidarietà edesigiamo la libertà per tutti iprigionieri comunisti e dellasinistra rivoluzionaria, di tutticoloro che in Ecuador e nelmondo, sono perseguitati,repressi e incarcerati a causa dellaloro partecipazione alla lotta diclasse e che mantengono intatta laloro fiducia nella vittoria dellacausa del proletariato e dei popolioppressi.

Manovre contro i “10 di Luluncoto”

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febbraio 2013

Continua la mobilitazionepopolare contro l’installazioneillegale, presso la Sughereta diNiscemi, nella base della marinamilitare USA, delle tre antenneparaboliche del diametro di 20metri che si integreranno alsistema militare statunitensenoto come MUOS. Si tratta di un sistema dicomunicazioni satellitare, conquattro basi a terra, una dellequali a Niscemi, che va adintegrare le forze navali, aeree eterrestri statunitensi inmovimento in qualsiasi parte delmondo. Dunque un arma strategicaoffensiva di nuovo tipo, sotto ilcontrollo esclusivo degli USA,capace di condurre azioni dirilevazione, controllo, guida didroni, coordinamento di truppe aterra, aggressioni imperialiste.Non va inoltre sottaciuta lapericolosità per l’ambiente e per

l’uomo, sia della base, sia dellefortissime emissionielettromagnetiche.Finora a nulla sono valsi ilsequestro della base ordinatodalla magistratura, subitocancellato dalle “istanzesuperiori”, e le dichiarazione delgovernatore Crocetta. Il ministro dell’InternoCancellieri ha dichiaratospudoratamente che il sito è di“importanza strategica per ladifesa militare della nazione edei nostri alleati”. Questa dichiarazione è a untempo una menzogna colossale,perchè si tratta di un sito adesclusivo servizio delle forzaarmate USA, al di fuori diqualsiasi legge e controlloitaliano; è una violazione dellaCostituzione, perché si tratta diun’arma offensiva; è una paleseintimidazione contro lapopolazione che si oppone al

MUOS in nome del diritto allapace e alla sicurezza.Ma il movimento di protesta nonsi arrende e va avanti adoltranza, con sempre maggiorepartecipazione e determinazione,bloccando camion e gru,nonostante le intimidazioni, lecalunnie e la crecenterepressione. La popolazione locale è stancadei soliti scaricarabarile e deigiochi elettorali, ed esige daiGoverni nazionale e regionale ilblocco dei lavori di costruzione

dell’impianto militare. La classe operaia e le massepopolari rifiutano di vedere ilproprio paese trasformato in unapiattaforma di guerra nelMediterraneo, in Africa e nelmondo. Bisogna rivendicare la sovranitàpopolare e sviluppare unabattaglia più ampia per dire: noal MUOS, fuori le basi militariUSA dall’Italia, fuori l’Italiadalla NATO!Il 30 marzo manifestazionenazionale a Niscemi.

Dal 10 gennaio è in corso nelMali un intervento militareneocoloniale della Francianella sua veste di «gendarmedell'Africa», sotto la coperturadella vergognosa risoluzione2085 approvata il 12 ottobre2012 dal Consiglio diSicurezza delle Nazioni Unite,che ha legittimato questaaggressione facendo ancorauna volta dell'ONU unostrumento dell'imperialismo. Il presidente dellaCommisione Europea Barrosoha espresso il suo sostegnoall'operazione, così comehanno fatto l'Inghilterra e laGermania.

In Italia il dimissionariogoverno Monti, in caricasoltanto per l'ordinariaamministrazione, ha decisoanch'esso di dare il suoappoggio all'aggressionefrancese, in aperta violazionedell'art. 11 della nostraCostituzione. Ma incostituzionale è l'attostesso con cui il governo hadeciso di intervenire: farpartecipare l'Italia ad unaguerra è «ordinariaamministrazione»? Si tratta diun fatto senza precedenti.L'Italia fornirà alle forze

armate francesi in azione nelMali un cosiddetto «supportologistico», cioè metterà adisposizione basi aeree sulterritorio italiano, droni, aereiC-130 per il trasferimento diuomini, mezzi e materiali, e«addestratori militari». Il pretesto di questa nuovaguerra? Come al solito, la«lotta contro il terrorismo»,per «la difesa dellademocrazia». Una menzogna che non puònascondere il caratteren e o c o l o n i a l i s t adell'intervento, il quale - comequelli già avvenuti nella Costad'Avorio e in Libia - mira atutelare gli interessi economicie strategici dell'imperialismointernazionale, in primo luogodi quello francese, perl'accesso alle risorseenergetiche di cui è ricco l'eximpero africano (gas, petrolio,uranio, metalli preziosi…). Hollande, che nasconde dietrouna cortina fumogena“antiterrorista” i veri scopi diquesta guerra, ha deciso diimpegnare nel Mali alcunecentinaia di militari francesi,mezzi blindati, aerei e droni.Da settimane l'aviazionefrancese sta martellando con i

caccia Rafale la partesettentrionale del paese. Nelleoperazioni sono impegnate,oltre alle forze specialifrancesi, agenti dei servizi diintelligence occidentali esoldati di alcuni paesi africanigovernati da fantoccidell’imperialismo. Sonoentrate in azione anche unitàdella Legione Straniera.«La battaglia sarà lunga», hadetto il ministro della Difesafrancese Le Drian. E Hollande ha dichiarato chela guerra potrà durare «anchepiù di quattro mesi».L'internazionalizzazione dellaguerra destabilizzerà l'interaregione. Migliaia di personestanno fuggendo daibombardamenti e dai luoghi dicombattimento. Già 15000rifugiati e 230 000 profughisono la conseguenza degliscontri armati.L’intervento imperialista nonrisolverà gli immensi problemieconomici, politici e socialiche hanno gettato nellamiseria i popoli di quelleregioni, ma li peggiorerà. Suquesto terreno agiscono igruppi jihadisti (finanziatidalle monarchie reazionariedel Golfo) che hanno potuto

installarsi nel Nord del paese,e minacciano altre regioniafricane, solo a causadell'immensa miseria generatadal sistema capitalista e dallasua politica neocolonialista, dicui sono complici i regimilocali corrotti.Piattaforma Comunistachiama alla mobilitazionecontro l’interventoimperialista in Mali eappoggia fermamente irivoluzionari e le forzedemocratiche e patriottichemaliane che si oppongono adogni intervento straniero neiloro territori e che lottano perun Mali unito, democratico elaico, in marcia verso ilsocialismo. I problemi del Mali debbonoessere risolti solo dal popolomaliano nel pieno eserciziodella sua sovranità e senzaingerenze straniere.No al trasferimento di uomini,mezzi e «addestratori militari»italiani nel Mali e in Africa!No alla concessione di basiaeree sul territorio italiano perattacchi contro il mali e altreregioni africane!Lotta rivoluzionaria, in italia enel mondo, control'imperialismo!

No all'intervento militare imperialista nel Mali!No alla partecipazione italiana alla guerra neocoloniale!

Estendere la mobilitazione contro il MUOS e le basi USA

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