IL TIRO A VOLO 254

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Il Magazine della Federazione Italiana Tiro a Volo

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Dopo la prima parte del corso per Istruttori, te-nutasi presso il Centro Coni dell’Acqua Acetosa di Roma - la cui seconda parte, quella specifica, si terrà a Todi dal 2 al 7 dicembre - è il turno del corso per nuovi allievi istruttori organizzato dalla Tosca-na. Durante il primo weekend, a Tirrenia, (la foto in questa pagina ritrae appunto gli aspiranti istruttori) sono stati affrontati i problemi relativi all’allenamen-to, all’insegnamento e all’apprendimento, trasmessi dai docenti del Coni. Il prossimo fine settimana è previsto l’incontro con i DT della Fossa Olimpica: Lamberto Castellani ed Antonello Iezzi, che si oc-cuperanno di aspetti di tecnica e didattica. I discenti, circa una trentina, di diverse generazioni, verranno a conoscenza di cosa deve sapere e saper fare un tecnico di primo livello. E’ iniziato per alcuni di loro un percorso che li porterà presto ad avere a che fare con giovani talenti. Dopo aver sostenuto gli esami, previsti per l’inizio di gennaio a Tirrenia, gli

aspiranti tecnici dovranno cumulare crediti per l’at-tività sportiva iniziando a dedicarsi ai giovani e ac-compagnandoli alle varie gare del circuito nazionale. Mario Nencioni, delegato regionale della Fitav per la Toscana, coadiuvato da Massimo Antonini, presiden-te della Commissione Tecnica, hanno messo in cam-po passione e capacità organizzativa non indifferenti, coinvolgendo anche altre regioni nel progetto. Tra i partecipanti, volti significativi della storia del tiro a volo uniti nel raggiungimento di un unico scopo: donare al mondo del tiro a volo quella continuità indispensabile a costruire successi futuri nel solco di una grande tradizione. Al riguardo, anche in Ve-neto sta per partire un altro corso, a testimonianza e conferma di questo interesse crescente che do-vrebbe garantire quella continuità cui abbiamo già accennato.

Alberto Di Santolo

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Numero 25413 novembre 2013

DirettoreLuciano Rossi

Direttore ResponsabileLuigi Agnelli

Direzione e RedazioneFederazione Italiana Tiro a VoloViale Tiziano 7400196 RomaTel. 06 45235200Fax 06 [email protected]

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Aut. del Tribunale di Roma n.111 del 17 marzo 1994

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In copertinaI protagonisti della copertina di questo numero sono i vincitori del Campionato delle regioni di Fossa Olimpica: con il Delega-to regionale Daniele Ghelfi e il selezionatore Santo Falanga esultano per una stagione di grandi successi Claudio Armiraglio, Carlo Zavattaro, Mario Romano, Fabio Maiolini, Graziano Borlini e Marco Vaccari.

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pag 4 LABORATORIOLOMBARDIA

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ASSEMBLEA

Di nuovo sui banchi di scuola

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LaboratorioLombardia

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Scorrendo l’albo d’oro del Campionato delle Regioni di Fossa Olimpica degli ultimi dieci anni, la Lombardia è quasi sempre sul podio. E in questa stagione - come peraltro già nel 2006 – quella presenza ha coinciso con la vittoria del titolo. Le formazioni cambiano, ma il selezionatore e responsabile del team, ovvero l’ar-tefice delle imprese di questo team, appunto da un decennio è sempre lo stesso: Santo Falanga. Per un allenatore leggendario come Helenio Herrera in anni ormai molto lontani si coniò l’appellativo di mago. Qual è allora il segreto del mago Falanga? “Non credo che esista un segreto per ottene-re buoni risultati, tranne quello di lavorare se-riamente. In questi dieci anni ho sperimentato diverse metodologie per individuare i compo-nenti delle squadre. Sostanzialmente ho sem-pre considerato il comportamento del tiratore nell’arco dell’anno. Ho monitorato il rendimento completo del soggetto nelle gare importanti e

in quelle meno importanti, quantomeno dall’ini-zio dell’anno fino al mese di settembre. Quin-di, in sostanza, ho privilegiato essenzialmente la continuità del tiratore. Certo, poi ho sempre dato un valore particolare ad alcune gare: ad esempio la finale del Campionato italiano in cui devi mettere un po’ di cuore, perché altrimen-ti, senza cuore, nel tiro non arrivi da nessuna parte.”Ma il mago Falanga in passato ha adottato anche altri sistemi per individuare la formazione da met-tere in campo al Campionato delle Regioni?“Certamente. Qualche volta abbiamo provato a fare delle selezioni che però non hanno pagato molto. Mettere in campo un gruppo di tiratori e valutarli, nell’arco di una sola giornata sulla base di tre o quattro serie, qualche volta non ha dato la giusta misura del valore di ognuno. Anche se è vero che l’anno scorso, con questa modalità di

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È la regione che ha vinto il Campionato delle Regioni di Fossa Olimpica, ma ha anche primeggiato nell’analogo confronto a livello di Settore giovanile: uno sguardo generale ai tanti comparti di un’area di successo

Il Delegato regionale della Lombardia Daniele Ghelfi e il coach Santo Falanga con la squadra che ha vinto il Campionato delle Regioni di Fossa Olimpica

Galleriafotografica

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selezione, abbiamo ottenuto un secondo posto ad un piattello dalla prima classificata: che è un risultato che non possiamo certo definire mal-vagio. Quest’anno invece sono tornato appunto a designare i sei tiratori in base al loro rendi-mento complessivo, evitando di fare più di una candidatura per ogni categoria. Certo, qualche situazione imprevista è avvenuta, come avviene sempre quando si passa dalla teoria alla realtà pratica della competizione. Ad esempio, il no-stro Seconda categoria, Carlo Zavattaro, che ha sparato praticamente tutto l’anno da Eccellenza, in gara al Campionato delle regioni ha avuto un momento di calo rispetto alle sue medie con-suete. Lo stesso Mario Romano, il nostro Junior, ha avuto un passaggio a vuoto a metà gara. È partito con un ottimo 23 di prima serie, poi nel-la seconda serie sono emersi alcuni problemi, ma li abbiamo subito affrontati insieme e Ma-rio ha avuto una reazione eccezionale a questi problemi, perché ha messo insieme due 24 che sono stati determinanti per vincere la gara.”Una situazione, quella evocata dal coach Santo Fa-langa, sulla quale concordano anche i diretti inte-ressati. “Sì, - conferma Zavattaro, imprenditore tessera-to a Mesero - ho sparato benissimo quest’an-no, anche se a settembre effettivamente forse sono arrivato un po’ scarico. Curioso che in-vece abbia sempre sparato molto bene a set-tembre nelle stagioni in cui non avevo impegni di squadra. Tuttavia giudico bellissimo essere stato in squadra e vivere l’emozione di quel-la quarta serie dei famosi soli nove zeri che ci ha dato la vittoria. Del resto, nella mia carriera tiravolistica ho già fatto molte gare come com-ponente delle squadre della mia società e sono sempre stato in grado di offrire un rendimen-to costante. Quest’anno, poi, mi sono dedicato molto al tiro. Anzi, ho prevalentemente fatto due cose: lavorato e sparato. Da imprenditore con la responsabilità di due aziende meccaniche, una in Italia e una all’estero, devo naturalmente viaggiare molto e questo richiede un impegno notevolissimo che alle volte va a scapito della propria passione sportiva. Malgrado l’impegno, però, sono riuscito a completare il mosaico senza trascurare il lavoro e neppure l’hobby: il tiro a volo, appunto.”Anche Mario Romano riconosce la grande forza del gruppo a proposito della grande impresa che ha permesso alla squadra della Lombardia di aggiu-dicarsi il Campionato delle Regioni al confronto di Acquasparta.“La seconda serie è stata drammatica, - dice il ventenne studente di Economia – sono lette-ralmente crollato e ho fatto un 18. E con quel punteggio ho rischiato di pregiudicare anche il risultato di tutta la squadra. In questi casi devi

capire che il tuo risultato non vale soltanto per te, ma soprattutto per la formazione in cui militi, A quel punto Santo Falanga mi ha preso da una parte e mi ha detto: una gara a squadre è lunga e non bisogna mai mollare. Credo che quella sia stata la molla che ha risolto il problema!” “Può suonare strano ai profani, - precisa Santo Falanga - ma non certo per chi svolge il ruolo di selezionatore, eppure su duemilaottocento-cinquanta tesserati nella regione non è facilis-simo individuare sei elementi, appartenenti alle categorie richieste dal regolamento, che siano nella condizione ottimale in quella precisa com-petizione. Io credo che una vittoria come quella che abbiamo conseguito quest’anno al Campio-nato delle Regioni sia un risultato che dipende da molti fattori. Non è soltanto merito di colui che è preposto a selezionare il team, ma è anche merito del team quando quel team sa davvero ascoltare i consigli. Io mi reputo fortunato per-ché nelle squadre che ho selezionato in questi anni ho sempre trovato persone che sapevano ascoltare.” Ma in un’area con un altissimo numero di tesserati, essere selezionati per la formazione che andrà a rappresentare quell’area al Campionato delle Re-gioni è un traguardo molto ambito dai tiratori?“Certamente, - conferma Falanga - essere sele-zionati per la squadra che rappresenta la regio-ne è un traguardo ambitissimo: i tiratori lottano per poter arrivare a questo traguardo. E c’è un altro aspetto che va evidenziato. Oggi la stagio-ne agonistica è molto estesa e quindi ci sono moltissimi appuntamenti agonistici che forni-scono elementi per selezionare una squadra: hai una panoramica del tiratore molto ampia. Però, a mio avviso, non è uno sport di qualità. È piuttosto lo sport di quantità del cosiddetto “sparatore”: di colui che la domenica dice: devo fare queste tre gare oppure queste altre quat-tro gare. Qualità si creerebbe in un altro modo. Naturalmente non sto dicendo che non ci sia qualità nei tiratori dell’attuale panorama agoni-stico. Ce n’è molta, anzi. Dico che quei tiratori, per emergere, sono costretti ad interpretare un tiro di quantità prima ancora che un tiro di qualità.”Ma il tiro a volo sa ancora senza dubbio emoziona-re. Un brivido di emozione ha percorso la schiena ad esempio di alcuni elementi del team di Falanga al momento della convocazione. Dichiara Graziano Borlini, Prima categoria in cor-sia di sorpasso verso l’Eccellenza, tesserato a Cieli Aperti: “Io sono rimasto letteralmente sconvol-to quando ho ricevuto la telefonata di Santo che mi chiedeva se ero disponibile a far parte di questa squadra. Ritenevo che ci fossero dei Prima categoria che avevano sparato meglio di me. Poi avevo mille dubbi, perché non sapevo

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neppure se avrei potuto avere i giorni di ferie nella fabbrica tessile in cui lavoro per poter par-tecipare alla gara.” “Io invece, - dice il Terza categoria frattanto pro-mosso in Seconda Fabio Maiolini - l’ho saputo di-rettamente da Santo un giorno che mi ha incon-trato al Concaverde. Da sei anni non sparavo più al piattello. Ho ripreso proprio quest’anno dopo un’interruzione dettata dal lavoro. E sono tornato a sparare quasi scherzando. Non mi ero mai mosso dal Concaverde per il tiro, quindi l’esperienza del Campionato delle regioni è sta-te straordinaria. E il 24 all’ultima serie, almeno per me vale come un 26!”Nella squadra della Lombardia ci sono però anche due veri e propri simboli del tiravolismo regionale: l’Eccellenza Claudio Armiraglio e il Veterano di mille battaglie Marco Vaccari.“Io: simbolo della squadra? - Precisa ridendo il mi-lanese Vaccari tesserato a Uboldo - Forse perché sono il più vecchio. A parte gli scherzi, io credo che la nostra vittoria sia proprio il prodotto del lavoro di gruppo e vorrei segnalare il grande contributo che hanno dato il nostro Junior e il nostro Terza categoria. È la seconda vittoria del-la squadra della Lombardia, ma è anche la mia seconda vittoria perché ero in squadra anche nel 2006. Ma oggi mi sento di dire che con noi hanno vinto tutti i tiratori della Lombardia!” “Io ho avuto un infortunio sul lavoro a luglio – dichiara capitan Claudio Armiraglio, tesserato a Mesero - e quindi ho dovuto recuperare in vi-sta del Campionato delle regioni. Devo ringra-ziare Santo Falanga che mi ha convocato per la terza volta in squadra nonostante appunto quell’infortunio che ha richiesto un lungo pe-riodo di riabilitazione. Santo ha creduto in me per l’esperienza che avevo e io sono convinto di aver dato il mio contributo. Essere Eccellenza da tanti anni, io lo sono dal ’96, ti porta natural-mente ad avere esperienza e cerchi di trasmet-tere questa esperienza agli altri. Cerchi di met-terla a disposizione degli altri componenti della squadra, dando sicurezza, tranquillità, serenità. Dove è possibile, cerchi di dare l’esempio.” Squadra che vince, non si cambia. È un assunto che ogni coach sposa di solito senza riserve. Ma in questa formula del Campionato delle Regioni va tutto bene, oppure il “mago” Falanga introdurrebbe delle correzioni? “La composizione delle squadre in questo modo mi trova complessivamente d’accordo: a suo tempo abbiamo addirittura fatto una vera e propria lotta per ottenere lo Junior obbliga-torio nella squadra. Non concordo però con il criterio di sostituzione del tiratore. A mio avvi-so la sostituzione del tiratore di una categoria con un altro di categoria inferiore va fatta se nella regione non ci sono tiratori di quella ca-

tegoria. Se ad esempio una regione non dispo-ne di un Eccellenza, naturalmente deve inserire in squadra un tiratore di categoria inferiore. Se però la regione dispone anche soltanto di pochi Eccellenza, deve inserire in squadra uno di quel-li. Non mi sembra corretto scegliere il tiratore di categoria inferiore soltanto perché ti rendi conto che quelli della divisione più alta stanno sparando male. Lo spirito di questa competizio-ne prevede che ogni categoria di quella regione sia rappresentata e su questo vorrei che ci fosse un po’ più di rigore.”Lombardia, tuttavia, non è soltanto sinonimo di Fos-sa Olimpica. Sono molte, infatti, le discipline pra-ticate con intensità nella regione e sono dunque molti i nomi che danno lustro a quell’area. È il caso della Fossa Universale che ha visto due tessera-te lombarde, Bianca Revello e Sabrina Panzeri, ai vertici delle classifiche di molte gare internazionali. Ma Bianca e Sabrina percorrono trasversalmente l’attività tiravolistica, compiendo un’attività assolu-tamente eclettica. “Pratico un po’ tutte le discipline del tiro a volo: ho conquistato il secondo posto individuale al Mondiale di Fossa Universale, ma ho fatto il quarto posto anche all’Olimpica nel Campionato italiano, quindi ho sperimentato la nuove tipolo-gia di gara delle finali. L’Olimpica è la specialità che trovi dappertutto, ma per me l’Universale è il grande amore. Nell’attuale sistema delle finali il problema non è sparare un colpo solo, quanto piuttosto adattarsi all’avvicendamento continuo in pedana. Per questo non vedo assolutamen-te un risvolto positivo nell’adozione delle finali nell’Universale.” Sul fatto che molte trasformazioni proposte per l’Universale si corra il rischio di snaturare letteral-mente la disciplina concorda anche Bianca Revello.“I numeri proposti da Palinkas per giustificare le trasformazioni sono molto diversi dai nu-meri che ci hanno riportato i responsabili fe-derali delle singole nazioni. L’Universale è una disciplina in crescita. Recentemente ho tenuto i collegamenti con i responsabili internaziona-li e ho ravvisato una forte perplessità in tutti, perché le trasformazioni mirano a trasformare l’Universale in un doppione del Compak, snatu-rando quella che è da sempre la “mamma” del tiro a volo. Proporre ai tiratori di questo com-parto trasformazioni radicali, anziché sviluppare la disciplina, potrebbe avere l’effetto devastan-te di ucciderla letteralmente. E non vedo po-sitivamente neppure l’introduzione delle finali. L’unica proposta realistica sarebbe fare una fi-nale per l’overall alla fine della gara, a risultati e titoli acquisiti. Sui duecento piattelli è uscito già chi è più forte. L’overall potrebbe creare un titolo assoluto che determina autenticamente il migliore della gara.”

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Qual è la situazione della Lombardia a livello di tesseramento?“Quest’anno – dice il Delegato regionale della Lombardia - abbiamo rag-giunto la cifra considerevole di 2.931 tesserati rispetto ai 2.830 dell’anno scorso. Il risultato ripaga senz’altro i grandi sforzi delle società nell’ope-ra di promozione del tiro. Tra le società, quella che ha avuto il maggiore incremento di tesserati è il Concaverde. Il vantaggio della Lombardia è quello di avere società come il Concaverde, ma anche come Uboldo o Cieli Aperti, che fanno promozione anche verso l’estero e non solo a livello nazionale. Vengono organizzate ad esempio gare appetibili per gli stranieri in tutti i grandi impianti della regione: gli svizzeri affollano spes-so Uboldo e Fagnano, e l’Europa del nord e dell’est è ormai il bacino naturale dei frequentatori stranieri di Cieli Aperti e del Concaverde.”Daniele Ghelfi svolge il ruolo di massimo dirigente regionale da venti anni. Come è cambiato il modo di gestire una struttura regionale in tutto questo tempo?

“Sono il massimo dirigente regionale dal 1992 e posso dire che in questi venti anni ne ho visti di tutti colori. Dal Presidente regionale di una volta, che era di fatto soltanto una figura simbolica, sia-mo passati al Presidente regionale, che disponeva di un Comitato, a cui veniva chiesto di organizzare molte gare, per poi passare al funzionario delegato con responsabilità di gestire dei fondi. Adesso, nei fatti, a mio avviso abbiamo fatto un passo indietro con la nomina di un delegato regionale che deve seguire tutta l’attività della regione. La mia fortuna è quella di avere un pool efficiente di dele-gati provinciali che agevolano il mio lavoro dal punto di vista organizzativo sia per le competizioni che, ad esempio, per la gestione dei direttori di tiro.”E sul fronte della tutela ambientale?“Il Comitato regionale ha iniziato a premere nel ’96 per la raccolta del piombo e per la mitigazione dei rumori. Oggi il 75 % dei campi sono dotati di terrapieno per la raccolta e accessori per la miti-gazione. Passi importanti sono stati compiuti anche con la Regione Lombardia perché i campi di tiro fossero considerati in modo corretto. Già nel ’98 siamo riusciti a concordare con gli organismi di controllo un percorso che non danneggiasse l’impianto costringendolo alla chiusura prima del com-pletamento dei rilevamenti. Probabilmente per la nostra lungimiranza, ma anche per la disponibilità dei nostri dirigenti che hanno capito l’importanza del rispetto della tutela ambientale, significativi problemi con gli organi di controllo non ne abbiamo mai avuti.”Può ancora crescere il tiro a volo in una regione come la Lombardia?“Espandere il numero delle società? È molto difficile. Io ho vissuto sulla mia pelle la chiusura del campo di tiro in cui ho iniziato l’attività e mi sto prodigando da tempo per aprirne un altro nella stessa area. Sono cinque anni che mi adopero con la Provincia di Lodi, con i Comuni di quella Pro-vincia e con i proprietari terrieri, ma, pur essendoci i fondi, non si riesce ad aprire un impianto. O si è troppo vicini a corsi d’acqua, o si è troppo vicini a caseggiati o si è in prossimità di Parchi na-turali. La Lombardia è divenuta letteralmente dominio di parchi e questo non favorisce lo sviluppo quantitativo degli impianti.”

Uno sguardo dal ponte di comando, Daniele Ghelfi

È decisamente un gruppo di giovani di qualità anche quello coordinato dal Presidente del Settore giovanile regionale Marco Micheli. Tant’è che la Lombardia, nello scorso giugno, ha vinto anche il Campionato delle Regioni del comparto under 20 grazie alle prove di Leonardo Superti, Stefano Poli, Gianluca Coati, Gabriele Bandera, Filippo Fanali e Federico De Micheli. “Quando ero ragazzo e ho iniziato a sparare, - dichiara Marco Micheli - i giovani tiratori erano tutti figli d’arte: oggi il panorama invece è molto diverso. Le vittorie interna-zionali importanti, come ad esempio quelle di Jessica Rossi, hanno trasformato profondamente la situazione. E anche nel caso della squadra che ho condotto alla vittoria al Campionato delle Regioni del Settore giovanile, molti di quei ragazzi provengono da esperienze sportive diverse e non hanno ereditato il tiro dalla famiglia.” È il caso di Gabriele Bandera, diciottenne studente del Liceo Scienze Umane di Montichiari, che quattro anni fa si è affacciato al tiro a volo grazie all’open day sulle pedane del Concaverde e da allora è uno dei più pro-mettenti talenti del team di Marco Micheli. Ma in questo vivace gruppo di giovani lombardi sono al top anche Gianluca Coati, che in un paio d’anni ha già inanellato ottimi risultati, e Federico De Micheli che, dopo i primi piattelli al Compak Sporting all’impianto di Mattarona, ha avuto una sorta di illuminazione allo stand marchi-giano di Castelfidardo in un giorno d’estate e oggi è considerato un vero stakanovista della pedana.

GIOVANI RAMPANTI DI LOMBARDIA

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