IL TIRO A VOLO 283

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Il Magazine della Federazione Italiana Tiro a Volo

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È boom di numeri (positivi) al Fiocchi Day 2014. Domenica scorsa - al Concaverde, a Valle Aniene e a Marsala - si è celebrata infatti la triplice finale del circuito che ha visto scendere in lizza complessivamente 838 tiratori (347 a Lonato, 334 a Lunghezza e 157 in Sicilia). Che il Fiocchi Day abbia conservato nei suoi venti anni di vita la capacità di richiamare in pedana un folto stuolo di tiratori, è ormai un dato di fatto. “Nella giornata di maggio in cui sono stati coinvolti cinquanta impianti italiani - commenta il Direttore Commerciale dell’azienda Marzio Maccacaro - abbiamo fatto registrare 4.229 presenze con un incremento complessivo rispetto all’anno passato del 5%: un dato che in tempi di generale contenimento delle spese da parte degli appassionati deve essere interpretato come un vero trionfo.” Nelle tre sedi è stata battaglia serrata e i vincitori l’hanno spuntata profon-dendo tutto il loro talento: a Lonato si è imposto un volitivo Andrea Miotto, mentre a Marsala ha svettato su tutti Mario Pizzolato. Ma la vittoria che fa più notizia è certamente quella ottenuta dal coach della nazionale di Double Trap Mirco Cenci (ritratto nella foto in alto con gli altri vincitori delle varie categorie all’appuntamento romano) sulle pedane di Valle Aniene, e non a caso proprio intorno a quel suggestivo evento orbita anche la co-pertina di questo numero. Ma gli ideatori del Fiocchi Day non sono paghi del successo qualitativo e quantitativo dell’edizione 2014 della manifestazione. “C’è ancora molto da fare - precisa Marzio Maccacaro - perché Fiocchi Day vuol trasformarsi dal prossimo anno in un evento a tappe di profilo europeo. Intendiamo individuare sedi per la fase di qualificazione in numerose nazioni europee. In quelle sedi sarà possibile acquisire i bonus per partecipare alle finali italiane. Sono certo che ne potrà scaturire un evento agonistico assolutamente inedito che, contribuendo peraltro a rilanciare il made in Italy all’estero, trasmetterà grande entusiasmo e vitalità a tutto il comparto della Fossa Olimpica continentale.”

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Numero 28318 g iugno 2014

DirettoreLuciano Rossi

Direttore ResponsabileLuigi Agnelli

Direzione e RedazioneFederazione Italiana Tiro a VoloViale Tiziano 7400196 RomaTel. 06 45235200Fax 06 [email protected]

CoordinatoreRedazionaleMassimiliano [email protected] : @ILTIROAVOLO

Grafica& MultimediaAndrea Tei

Tutti i diritti riservatiVietata la riproduzione anche parziale se non autorizzata.

Aut. del Tribunale di Roma n.111 del 17 marzo 1994

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ElicheRodenghiTiro a Volo Lazio

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SPONSOR FEDERALI

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pag 4 GRAZINI EMOSCARIELLO SIGLANOI GOAL

pag 8 FISIOLOGIADELL’ESERCIZIONELL’ETàEVOLUTIVA

FIOCCHI DAY: è BOOM!

In copertinaUna domenica in pedana. La definizione prescelta come strillo vuole essere intenzionalmente generica anche se, per contrasto, riferita ad un episodio specifico: la copertina di questo numero è infatti una gioiosa istantanea scattata durante la premiazione all’impianto di Valle Aniene la scorsa domenica 15 giugno. È così emblematica quell’immagine, commenterà qualcuno, per descrivere una domenica-tipo di moltissimi appassionati delle pedane? Rispondiamo volentieri di sì: in una riunione di Fossa Olimpica impreziosita da due “firme” importanti del mondo industriale italiano (Fiocchi e Perazzi), in mezzo alle centinaia di tiratori che hanno gareggiato sfidando l’inconsueto maltempo, tra nomi noti e meno noti si sono segnalati proprio il Direttore Tecnico della nazionale di Double Trap Mirco Cenci e il Presidente della Società ospitante Simone Gissi. Un modo simpaticamente convincente per ribadire che il tiro a volo non finisce mai di stupire, perché in nome della passione per la pedana ruoli e mansioni particolari si fondono piacevolmente con il genuino gusto di gareggiare.

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GRAZINI E MOSCARIELLOSIGLANO I GOALA Umbriaverde, nel Campionato italiano delle Forze Armate e dei Corpi dello Stato, il latino della Forestale e il campano delle Fiamme Oro conquistano lo scudetto tricolore nella massima divisione rispettivamente nella Fossa Olimpica e nello Skeet

TIRAVOLISTI IN DIVISA

Considerata la concomitanza temporale con l’avvio del Mondiale brasiliano, l’allusione calcistica non pote-va mancare per descrivere il responso del Campiona-to italiano delle Forze Armate e dei Corpi dello Stato che si è svolto a Umbriaverde mercoledì 11 e giovedì 12 giugno. Come è noto, molti degli atleti che vestono abitualmente la maglia azzurra sono anche le colonne portanti delle formazioni in divisa: per questo la sfida di Massa Martana si è trasformata in un test molto importante dal punto di vista tecnico e agonistico e ha assicurato motivi di spettacolarità degni di una grande competizione internazionale. Nella massima categoria della Fossa Olimpica si è assistito ad esempio ad una sfida dagli alti contenuti fino dalle fasi di qualificazione. Valerio Grazini è approdato al traguardo delle cinque serie con un potente 124/125 che ha staccato di una lunghezza Giulio Fioravanti e Simone Lorenzo Prospe-ri. Nella scia dei due tiratori delle Fiamme Oro e del portacolori del Corpo Forestale si sono inseriti Ermi-nio Frasca con 120 e Massimo Croce e Alberto Barto-li con 119 che hanno in tal modo conquistato il diritto di disputare la semifinale. Ma nel round successivo circoscritto ai migliori sei, Valerio Grazini ha ribadito la sua precisa volontà di non concedere spazio agli av-versari. Il viterbese ha infatti confezionato un perfetto 15/15 e si è assicurato senza mezzi termini il primo posto nel golden match. Decisamente più complicata

si è rivelata la distribuzione degli altri posti disponibili, perché a quota 14/15 - in corsa dunque per lo stesso golden match - si sono attestati sia Erminio Frasca che Giulio Fioravanti e con 11/15 hanno concluso il round delle semifinali sia Massimo Croce che Simone Lorenzo Prosperi, a loro volta candidati per uno dei posti della finale per il bronzo. Per 5 a 4 nel barrage è stato Fioravanti ad assicurarsi il diritto di sfidare Gra-zini nella finale più importante e Frasca si è trovato ad affrontare Massimo Croce che nel parallelo duello per designare i due atleti della finale per il bronzo aveva superato per 6 a 5 Simone Lorenzo Prosperi. Un vero e proprio scontro all’ultimo piattello è ri-sultato il confronto per il terzo gradino del podio tra Frasca e Croce, perché dopo alterne vicende (un pas-so falso dell’atleta delle Fiamme Oro al primo lancio, poi qualche altro passaggio a vuoto di entrambi) i due contendenti si sono trovati appaiati a quota 10 ed è stato Frasca a spuntarla con il 2 a 1 dei rigori. Maesto-sa indubbiamente la prova di Valerio Grazini che nella finale principale ha polverizzato i quindici bersagli e ha costretto all’argento i dodici centri di Fioravanti. Un po’ diversa la storia nello Skeet. Alla boa delle cinque serie, nella qualifica congiunta Eccellenza e Prima cate-goria, era infatti Marco Sablone ad aver fatto segnare il miglior parziale: il romano tracciava la strada con 120 centri davanti al 119 di Sandro Bellini, al 117 di Angelo

Nel Trap Valerio Grazini si è laureato campione italiano di Eccellenza al confronto riservato alle Forze Armate e ai Corpi

dello Stato davanti a Giulio Fioravanti e Erminio Frasca

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Angelo Moscariello ha vinto il titolo della qualifica congiunta Eccellenza e Prima di Skeet precedendo Marco Sablone e Sandro Bellini

Simone D’Ambrosio ha vinto il titolo tricolore degli Juniores di Fossa Olimpica precedendo Alessio Franquillo e Emanuele Buccolieri

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Moscariello e al 110 di Fulvio Vitarelli. In semifinale il capitolino delle Fiamme Oro confezionava un solido 15/16, ma facevano altrettanto Moscariello e Bellini. Vitarelli, con 13/16, era automaticamente spedito alla finale per il bronzo. Nella sfida a tre per il golden match si escludeva dalla corsa quasi subito il Vigile del Fuoco toscano e il confronto per il titolo tricolore era dunque demandato al duello tra Sablone e Mosca-riello. Sandro Bellini non perdeva smalto nella finale per il bronzo e faceva suo il gradino più basso del po-dio svettando nel derby toscano con Vitarelli per 14 a 13. Moscariello, da parte sua, non partiva alla grande nel golden match, ma sapeva attendere gli errori del suo avversario senza perdere ulteriori metri. Così, al traguardo dei sedici bersagli, Sablone e Moscariello erano ancora a pari a quota 13 e nello shoot-off era il campano a proporsi con più freschezza aggiudican-dosi la vittoria per 4 a 2. Brillante incursione nel Trap dell’universalista più forte del mondo del comparto under 20. Simone D’Ambrosio si è infatti imposses-sato del titolo degli Juniores con un ribaltamento di fronte abilmente realizzato nel rush finale. Alla boa delle cinque serie era Alessio Franquillo a dominare il campo con un superbo 122/125. In semifinale il ra-

gazzo di Trevi teneva abilmente il passo totalizzando 13/15 come Simone D’Ambrosio, Davide Alegrucci e Emanuele Buccolieri. Lo shoot-off a quattro spediva alla finale di bronzo Buccolieri e Allegrucci e promuo-veva Franquillo e D’Ambrosio al golden match. Dopo che Buccolieri si era assicurato il bronzo per 14 a 11, era la volta dei due big della giornata e in questo caso era Simone D’Ambrosio a far valere la sua esperienza internazionale, ma soprattutto ad avvantaggiarsi del cono d’ombra in cui si infilava il giovane umbro nel secondo segmento della finale. Conclusione: 13 a 9 per D’Ambrosio e titolo meritatissimo per l’atleta campano delle Fiamme Oro. Anche tra le ragazze la sfida di Umbriaverde si risolveva con un vistoso ca-povolgimento di fronte. Ai 75 piattelli era Maria Lucia Palmitessa a condurre con un solido 68 e un conside-revole vantaggio su tutte le avversarie. In semifinale la ragazza pugliese si aggiudicava il golden match con il minimo scarto nei confronti di Fiammetta Rossi, ma in finale era proprio la ragazza umbra dei Carabinieri a conquistare la vittoria. La medaglia di bronzo anda-va alla piemontese Elisa Forno che regolava Giorgia Peponi. Bella corsa al successo di Valerio Palmucci tra gli under 20 dello Skeet. Palmucci agguantava la fi-

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Nella sfida a squadre di Fossa Olimpica l’Aeronautica ha preceduto i Vigili del Fuoco e i Carabinieri

Domenico Lufrano premia le Juniores del Trap tra le quali si è imposta Fiammetta Rossi davanti a Maria Lucia Palmitesa e Elisa Forno

Valerio Palmucci ha vinto tra gli Juniores dello Skeet davanti a Vincenzo Grizi e Antonio Morandini

nale con un centro in meno di Vincenzo Grizi, ma in finale era brillantemente primo per 14 a 13. Al terzo posto si insediava Antonio Morandini. Nel confronto a squadre l’Aeronautica di Massimo Croce, Agostino Paciotti, Luigi Onorati, Salvatore Semeraro, Francesco

Gai e Leonardo La Torre ha svettato con 685 bersagli utili complessivi davanti ai Vigili del Fuoco (670) e ai Carabinieri (669). Tra i Prima categoria di Fossa Olim-pica è stato Antonio Di Giovanni a conquistare bril-lantemente il titolo con un potente recupero concre-

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Valerio Grazini, premiato per il miglior risultato tecnico assoluto della gara di Umbriaverde, posa con il presidente della Fitav Luciano

Rossi, con gli ufficiali Pieri e Eusebi, con Domenico Lufrano e il Delegato regionale Fitav dell’Umbria Cicioni

Si approssima l’appuntamento mondiale bolognese di settembre per l’Elica e, proprio in vista della scadenza iridata, sulle pedane italiane si disputano gare che richiamano un folto pubblico. è il caso del Grand Master Fiocchi programmato sulle pedane di Ghedi. Hanno partecipato in centoquaranta a questa sfida organizzata sulle prestigiose pedane del Franco Bornaghi dall’azienda di Lecco in collaborazione con Paolo Foroni, Gianguido Tarabini e Andrea Martignoni. Aldo Camiciola si è imposto nella qualifica Seniores, mentre Alessandro Divizia è stato il più brillante degli under 20. Con Carmen Foroni (nella foto) al vertice della graduatoria in rosa, al Grand Master Fiocchi di Elica di Ghedi la vittoria tra i Veterani è andata a Giovanni Rodenghi, mentre quella tra i Superveterani ha arriso a Emilio Scaravelli.

ELICA: è FEBBRE MONDIALE

tizzatosi nello splendido 25/25 della finale: dopo aver agganciato a quota 138 sia Luigi Onorati che Renzo Pizzinato, Di Giovanni l’ha spuntata in un veloce spa-reggio costringendo gli avversari ai rimanenti posti del podio in quell’ordine. Con 138/150 Giovanni Parisi ha vinto lo scudetto di Seconda davanti al 137 di Carlo Casu e al 136 di Francesco Gai. Costantino Proietti si è assicurato il titolo di Terza totalizzando 129 centri su 150 e regolando per 1 a 0 in shoot-off Fabio Buz-zi che era stato autore di una brillante rimonta nel round finale. Paolo Cont è stato ottimo terzo con 128. Tra il Personale in congedo ha vinto Marcello De

Colle che ha collezionato 142 centri e poi ha supera-to per 1 a 0 Agostino Paciotti (terzo è stato Alberto Liberotti con 134). Nella classifica del Personale civile Roberto Castrichini ha vinto con 142/150 davanti a Francesco Sales (134) e Giuliano Proietti (116). Nella graduatoria di Seconda categoria di Skeet Vito Barison si è laureato campione italiano con 123/150 davanti al 116 di Michele Di Tommaso e al 113 di Ennio Salzil-lo. In Terza ha vinto Carlo Di Censi con 123/150 su Franco Lissandron (116) e Mirko Scatteia (106). Tra il Personale civile successo di Eros Marcellini (142/150) su Umberto Frontoni (139).

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FISIOLOGIA DELL’ESERCIZIONELL’ETà EVOLUTIVA

IN CORPORE SANO

La preparazione sportiva giovanile si attua sottoponendo l’organismo del giovane, la sua personalità e la sua po-tenzialità motoria ad una grande quantità di stimoli che hanno lo scopo di ottenere :

• lo sviluppo delle qualità fisiche• lo sviluppo di una grande quantità di movimenti par-

tendo dagli “schemi motori di base” • lo sviluppo delle funzioni fisiologiche

È evidente che il problema di una corretta impostazione dei carichi di lavoro è basata sulla conoscenza - la più profonda possibile - delle nozioni di Teoria e Metodolo-gia dell’Allenamento riguardanti lo sviluppo delle qualità fisiche nel bambino e delle attitudini dello stesso verso l’uno o l’altro sport. Appare, infatti, indispensabile tenere presente che si tratta di soggetti verso i quali sbagliare, anche se forse in questo caso non vuol dire causare dan-ni alla salute, certamente significa pregiudicare le possi-bilità future di estrinsecazione delle potenziali capacità. Deve essere chiaro da quanto sopra esposto che non può esservi sovrapposizione di compiti tra allenatore e medico sportivo. Anzi, è necessario che tra i due vi sia una stretta collaborazione che permetta all’uno di tener presente le esigenze dell’uomo-atleta nella pianificazio-ne di appropriate metodologie d’allenamento, e all’altro di poter usufruire di una base scientifica sulla quale im-postare un piano di lavoro razionale. è a questo scopo quindi che appare oltremodo utile che il tecnico possieda delle nozioni, magari elementari, di anatomia e fisiologia affinché egli possa rendersi conto della estrema com-plessità del meccanismo che gli è stato affidato e possa acquisire pienamente ciò che di nuovo la ricerca pone quotidianamente a disposizione degli operatori. Fatte queste premesse è d’uopo ritornare all’oggetto di nostra competenza e cioè la fisiologia del lavoro muscolare. Il particolare aspetto che la fisiologia dell’esercizio assume nei giovani in età evolutiva verrà fatto precedere da una trattazione di carattere generale dell’argomento, in con-siderazione del fatto che i parametri con cui vengono valutate le capacità fisiche del bambino sono gli stessi che vengono presi in esame nella valutazione dell’adulto. L’uomo è considerato alla stessa stregua di una macchina in grado di trasformare energia allo scopo di muovere le cose o se stesso. Questa capacità è devoluta all’apparato muscolare coadiuvato da alcuni sistemi di supporto che sono rappresentati da :

• Sistema nervoso centrale che coordina e regola l’at-tività muscolare inviando opportuni treni d’ impulsi ai vari gruppi muscolari;

• Apparato cardiocircolatorio (cuore, vasi, sangue) che fornisce al muscolo l’ossigeno e le sostanze energeti-che necessarie alla produzione del lavoro e lo depura dalle scorie metaboliche;

• Apparato respiratorio che assolve il compito di arric-chire di ossigeno il sangue venoso refluo dai muscoli.

Il muscolo scheletricoL’uomo è dotato di tre tipi di muscoli: lisci, striati e car-diaco. Il muscolo liscio è adibito al controllo della tonicità delle pareti dei visceri e la sua attività è sotto il controllo

Di Fabio Partigiani

del sistema nervoso autonomo o involontario. Il musco-lo cardiaco ha le caratteristiche istologiche del muscolo scheletrico ma si comporta funzionalmente come un mu-scolo liscio. Il muscolo striato è quello deputato, sotto il controllo della volontà, a promuovere il movimento dei segmenti scheletrici. Anatomicamente il muscolo striato è costituito nel suo insieme da un ventre carnoso e da due estremità tendinee. In realtà i muscoli possono assumere le forme più svariate, ma, a scopo didattico, verrà preso in considerazione il muscolo di aspetto classicamente fu-siforme. La parte contrattile del muscolo è costituita da centinaia di migliaia di fibre muscolari (il loro numero può variare da muscolo a muscolo). Le fibre muscolari, a loro volta, sono composte da un numero notevole di miofi-brille disposte a fascio. Le miofibrille che compongono una fibra muscolare sono anch’esse in numero estrema-mente variabile che va da centinaia a centinaia di migliaia. Ogni miofibrilla ha un aspetto cilindriforme e sulla sua superficie è possibile notare la classica striatura che dà appunto il nome di “muscolo striato” al muscolo schele-trico volontario. La striatura, che è data da un alternarsi di zone chiare e scure, è visibile non solamente sulla mio-fibrilla ma anche sull’intera fibra muscolare. Le miofibrille a loro volta sono costi-tuite da due tipi di fila-menti : leggeri e pesanti. I filamenti leggeri sono formati dall’insieme di tre proteine (Actina, Tropomiosina e Tropo-nina), mentre i filamenti pesanti sono formati da una sola proteina (Mio-sina). Nella miofibrilla è possibile identificare una struttura che si ri-pete costantemente per tutta la sua lunghezza. Questa struttura, che è la più piccola unità funzionale del musco-lo, si chiama sarcomero, ed è compreso tra due linee Z.

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Contrazione muscolareLa capacità del muscolo di muovere le cose e se stesso, e quindi di compiere lavoro mec-canico esterno, dipende dalle sue possibilità di accorciarsi. Si è visto come il sarcomero rappresenti l’unità funzionale del muscolo e cioè la più pic-cola struttura del muscolo in grado di compiere la funzione essenziale dell’organo in toto. Da quanto esposto si deduce che è a livello del sarcomero che avviene la contrazione e che una serie di accorciamenti che si verificano in un gruppo di sarcomeri posti l’uno dietro l’altro porta all’accorciamento di tutto il muscolo. All’ interno del sarcomero la contrazione avviene quando, in seguito ad uno stimolo nervoso, l’actina e la miosina sono in grado di interagire tra di loro, unendosi a formare un nuovo comples-so che si chiama Actomiosina. L’unione tra le due proteine fa sì che una parte della miosina (la testa) si sposti automati-camente verso il centro del sarcomero trascinando il fila-mento di actina. Ne risulta un avvicendamento della periferia del sarcomero (linea Z) al cen-tro dello stesso e cioè, in ulti-

ma analisi, un accorciamento del sarcomero.

Biochimica della contrazione muscolareLa contrazione dell’intero muscolo è il risultato dell’accorcia-mento di ciascuna delle sue numerosissime unità elementari: i sarcomeri, appunto. Come è già stato descritto, ciò avviene perché particolari legami si vengono a creare tra due proteine specifiche, l’actina e la miosina. Affinché possa avvenire il feno-meno della contrazione e del rilasciamento il muscolo neces-sità di energia. L’unica energia utilizzabile dagli esseri viventi è quella che si esprime sotto forma chimica e, specificamente, quella racchiusa nei legami della molecola dell’ acido adeno-sintrifosforico (ATP), secondo la seguente reazione:

ATP ADP + P + energia

L’energia liberata dalla scissione dell’ATP permette che si realiz-zino solo poche contrazioni: perché l’attività muscolare continui nel tempo è necessario che ogni molecola di ADP formatasi, percorrendo il cammino inverso, riacquisti il suo originale livello energetico (ritorni molecola di ATP) per essere nuovamente di-sponibile. Ciò può verificarsi attraverso diverse vie metaboliche:

1. Scissione di un altro composto energetico, la fosfocre-atina (PC ).

PC + ADP ATP + Cr ( creatina )

Questa reazione ha molta importanza in quanto ha il compito preciso di mantenere integro il quantitativo di ATP necessario per le eventuali successive contrazioni. Questa reazione avviene in assenza di ossigeno per cui prende il nome di reazione anaerobica. Esiste un’altra importantissima reazione anaerobica, che comporta la trasformazione del glicogeno in acido piruvico secondo la seguente formula :

2. glicogeno + 2 ADP 2 ac. Piruvico + 2 ATP

L’acido piruvico formatosi viene momentaneamente tra-sformato in acido lattico che si accumula a livello muscola-re per poi passare nel sangue. Le capacità di lavoro sono fortemente depresse quando questa metabolica, raggiun-ta una certa concentrazione critica, rende impossibile la continuazione dello sforzo muscolare. Da questo momen-to è obbligatoria la presenza dell’ossigeno per trasformare questa sostanza divenuta nociva. Abbiamo visto che le due reazioni considerate decorrono in modo anaerobico e cioè senza consumo diretto di ossigeno. La prima verrà chiamata “anaerobica alattacida “ (senza formazione di acido lattico), mentre la seconda “anaerobica lattacida“ (con formazione di acido lattico). Le reazioni definite di tipo aerobico, per le quali quindi è necessario l’intervento dell’ossigeno, servono a provvedere al fabbisogno energetico del muscolo attraver-so la combustione aerobica dei glicidi e dei lipidi. In primo luogo si realizza l’ossidazione di una parte dell’acido lattico prodotto, che ritorna ad acido piruvico per poi sintetizzarsi a sua volta in glicogeno; un secondo fondamentale intervento di tipo aerobico riguarda l’ossidazione degli acidi grassi che attraverso una serie di interreazioni (ciclo di Krebs) vengono degradati ad anidride carbonica e acqua con liberazione di ossigeno molecolare. Da quanto esposto risulta evidente che la scissione dell’ATP (che avviene in condizioni anaerobiche) consente che vengano attuate le prime contrazioni muscolari e che, sempre in via anaerobica, avvenga la scissione del glico-geno; ma il mantenimento dell’attività muscolare può però verificarsi solamente grazie a cicli ossidativi successivi che, necessariamente, dovranno svolgersi con apporto di ossige-no e quindi in via aerobica. Il lavoro prodotto dal muscolo in modo anaerobico possiede caratteristiche di grande intensità e velocità. Il lavoro che invece deve dipendere dall’apporto di ossigeno da parte del sangue può durare a lungo, ma la sua intensità nell’unità di tempo è di gran lunga inferiore. In altri termini un atleta che gareggi sui 100 metri farà in 10 secondi molto più lavoro (e quindi fatica) di quanto non ne faccia, sempre in 10 secondi, un maratoneta impegnato sui 42 chilometri. Le attività sportive, secondo la classificazione del professor Dal Monte, si dividono in sei gruppi. Il tiro a volo appartiene alla attività di destrezza:

• attività nelle quali l’importanza dell’impegno muscolare è secon-dario rispetto all’abilità tecnica a compiere il gesto specifico.

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