IL TIRO A VOLO 246

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Il Magazine della Federazione Italiana Tiro a Volo

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Vale un Perù. È una locuzione antica - attualmente an-che un po’ caduta in disuso, a dire il vero - che nasce ai tempi in cui la nazione che oggi ospita il Campiona-to del Mondo delle discipline olimpiche era una ter-ra lontana dalla quale attingere ricchezze senza tanti scrupoli. Ci permettiamo di estrapolare totalmente la frase dal suo contesto storico e vogliamo anche esimerci intenzionalmente da ogni riferimento alle coloriture che la frase nel tempo ha assunto, per il semplice fatto che questa non sarebbe la sede adat-ta per un argomento del genere. Utilizziamo dunque l’espressione nel modo più “leggero”: perché essa descrive efficacemente ciò che rappresenta l’appun-tamento iridato di Lima che ha preso agonisticamente il via proprio nel momento in cui licenziamo questo

numero della rivista. L’immagine di copertina e quel-la che correda queste note è relativa alla visita che il Presidente della Fitav Luciano Rossi ha compiuto all’Ambasciata italiana a Lima. L’ambasciatore Gugliel-mo Ardizzone si è detto profondamente onorato di ricevere dei connazionali che si adoperano con gran-de energia per tenere alto il vessillo italiano. Adesso la parola passa alle pedane per l’appuntamento agonisti-camente più importante dopo le Olimpiadi di Londra del 2012. In palio titoli che ancora non attribuiscono il viatico per Rio, ma che hanno idealmente e sporti-vamente un grandissimo peso. Insomma, come sanno bene gli azzurri in gara: valgono un Perù.

La Redazione

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Vale un Perù

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Numero 24618 settembre 2013

DirettoreLuciano Rossi

Direttore ResponsabileLuigi Agnelli

Direzione e RedazioneFederazione Italiana Tiro a VoloViale Tiziano 7400196 RomaTel. 06 45235200Fax 06 [email protected]

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In copertina

Momento ufficiale alla sede diplomatica italiana a Lima per l’Ambasciatore Guglielmo Ardizzone e il Presidente Luciano Rossi, nell’occasione accompagnato dalla signora Laura e dal Consigliere federale Fiorenzo De Rosa.

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Oggi è già domaniSP

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Un’annata importante quella appena trascorsa. Il 2013, anno post-olimpico, dopo le vertigini determinate dai successi dei nostri azzurri, ha imposto una profonda riflessione con la conferma della necessità di impostare programmi a medio e lungo termine. Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha valutato fondamentale come obiettivo, a causa dell’alta età media dei nazionali azzurri di tutte le discipline, di valorizzare i settori giovanili ma la Fitav questa operazione la conduce a sempre. E con entusiasmo. Si tratta di un percorso intrapreso ormai da molti anni dal Presidente Luciano Rossi - e sposato dal Consiglio Federale - che ha evidenziato una sicura lungimiranza. Sarebbe troppo facile per me, adesso, citare nomi e numeri dei risultati raggiunti dai nostri giovani, ma io invece vorrei soffermarmi su alcune vittorie ottenute: di quelle che non trovi scritte da nessuna parte perché in realtà sono “notizie non notizie”. Lo staff, composto da Antonello Iezzi, Bruno Rossetti e Francesco Belluco, coordinati da chi scrive, ha operato in perfetta sintonia, con responsabilità individuali perfettamente calibrate, con compiti precisi e circoscritti, ma in piena sinergia. L’azione è stata prodotta durante le gare, nazionali e particolarmente internazionali, dove l’affiatamento tra i membri del gruppo ha permesso di raggiungere risultati a volte insperati. Un’ulteriore conferma

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Il Coordinatore del Settore Giovanile Alberto Di Santolo riceve l’applauso del pubblico presente alla cerimonia di premiazione del Campionato italiano dei Montecatini

Alberto Di Santolo

Intervista aAlberto

DI SANTOLO

Obiettivi e strategie del Settore Giovanile della Fitav: un progetto al servizio dei giovani

Testo di Alberto Di Santolo

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si è realizzata durante i tradizionali raduni: quello invernale e quello estivo. I giovani hanno risposto positivamente con impegno, entusiasmo e correttezza comportamentale: tutti requisiti indispensabili per il raggiungimento di risultati ambiziosi. L’indirizzo generale è venuto da incontri, avvenuti ad inizio anno ed anche successivamente, tra i tre Direttori Tecnici delle specialità olimpiche: Albano Pera, Andrea Benelli e Mirco Cenci, con lo staff del Settore Giovanile al completo sotto la regia del Vicepresidente Paolo Fiori e del Consigliere Federale Luciano Innocenti, tornato ad occuparsi del Settore Giovanile dopo la scomparsa di Italo Mastrangelo. Un lavoro di squadra eccellente, quello svolto a questo gruppo, con la pianificazione degli obiettivi principali e le strategie per raggiungerli. Una piena condivisione anche sui tempi in cui dovranno essere realizzati poiché appena terminata un’Olimpiade, in realtà si comincia già a pensare a quella successiva. L’ulteriore elemento positivo è stato il frequente confronto con gli addetti ai lavori: Commissioni regionali e tecnici, sempre presenti e collaborativi, pronti a suggerire e consigliare ed attenti anche ai dettagli. La loro entusiastica azione ha prodotto e continua a produrre risultati anche se l’impegno non è omogeneo su tutto il territorio nazionale dove, in alcuni casi, si notano anche importanti ritardi. In questa azione un plauso va inoltre rivolto alla maggior parte dei Delegati regionali, in prima fila nella riorganizzazione di un’attività che richiede sempre maggior impegno. In direzione delle nostre Associazioni sportive ancora molto deve essere fatto, ma è indispensabile una risposta più convinta e decisa verso i giovani che in alcuni casi risulta quasi assente.

Il futuro è già cominciato, ma affinché diventi una realtà permanente e stabile ci vuole il concorso di tutti. Un nuovo passo avanti è stato compiuto con la stabilizzazione dello SNaQ, il piano di formazione dei quadri tecnici, andato a regime e che sta producendo attenzione ed interesse verso una sempre maggiore conoscenza delle problematiche legate alla tecnica, alla didattica, alla metodologia dell’allenamento e dell’insegnamento, alla preparazione fisica ed alimentare. Non si vuole vivere più su banali stereotipi, ma si vuole andare avanti per mettere a disposizione dei giovani le conoscenze più aggiornate. In questa direzione vanno le richieste della Toscana, del Lazio e del Veneto di organizzare, sotto la supervisione centrale, i corsi di primo livello mentre a Roma e Todi, tra ottobre e dicembre, avrà luogo un corso nazionale per istruttori. Un altro passaggio culturale importante è rappresentato dalla realizzazione del binomio tiratore-atleta, di non facile soluzione ma che sta dando buoni risultati ed in prospettiva futura sicuramente migliorerà ancora. Tra i giovani c’è una maggiore consapevolezza, anche attraverso insegnamenti mirati, che lo stress agonistico può essere meglio affrontato attraverso una preparazione fisica costante. Anche qui il Coni, attraverso la creazione del progetto talento, esteso a tutte le Federazioni sportive nazionali, vuole perseguire questo importante obiettivo. Fabio Partigiani, Preparatore atletico, sia delle squadre nazionali che del Settore Giovanile, sta per iniziare un ciclo di raduni regionali di preparazione fisica per iniziare la cosiddetta preparazione invernale. Insomma, il 2013 non si è ancora concluso che il 2014 è già alle porte. Oggi è davvero già domani.

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Il Vicepresidente della Fitav Paolo Fiori Il Consigliere Federale Luciano Innocenti

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È risultata sufficiente una telefonata fra il Delegato regionale Fitav dell’Emilia Romagna Demetrio Pillon e il Presidente regionale del Comitato italiano paralimpico Giovanni Scotti per dare il via a un progetto che non deve essere fine a se stesso, ma che dovrà essere ripetuto tante altre volte. Provenienti dal Centro Protesi di Budrio, in provincia di Bologna, un pullman con a bordo un ventina di giovani amputati a seguito di incidenti stradali e sul lavoro sono arrivati a Crevalcore, paese natale della campionessa olimpica Jessica Rossi, e si sono recati al locale impianto di tiro a volo. La motivazione di questa visita all’impianto di tiro a volo di Crevalcore era quella di trascorrere un pomeriggio diverso per conoscere questo sport, il tiro a volo appunto, di cui molti di questi giovani avevano sentito parlare e che avevano visto qualche volta in televisione. Sono stati accolti dal Presidente dell’Associazione Rudy Bregoli e da due esperti

Direttori di tiro: Gennaro Bianco, direttore di tiro nazionale e grande esperto di balistica, e Elio Resca particolarmente esperto di sicurezza e maneggio delle armi. Dopo una approfondita spiegazione sulle norme di sicurezza e sull’utilizzo del fucile, i presenti si sono recati in pedana per cimentarsi nel tiro al piattello: tanta emozione e anche qualche piattello rotto. Non risultati da Olimpiade per il momento, certo, ma un grande risultato è stato proprio il pomeriggio che questi giovani hanno potuto trascorrere. Il Delegato regionale Fitav dell’Emilia – Romagna ha donato ai presenti una spilla con il simbolo della nostra Federazione a ricordo dell’evento e ha ringraziato i Direttori di tiro che, felici della giornata, si sono già prenotati per ripetere questa esperienza alla prossima uscita. Un ringraziamento particolare va naturalmente a Giovanni Scotti che è stato entusiasticamente promotore di questa bella iniziativa.

Giovani amputati in pedanaQUI EMILIA ROMAGNA

A Crevalcore un gruppo di giovani amputati per incidenti stradali e sul lavoro ha sperimentato il tiro a volo: una bella iniziativa realizzata grazie alla sinergia tra Fitav e Cip

A cura del Comitato regionale Fitav dell’Emilia Romagna

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È Renzo Mazzetti il dominatore dell’agosto di Fossa Olimpica all’Associazione Tiro a Volo Bologna di Casalecchio di Reno. Mazzetti ha infatti svettato tra i centoquindici tiratori che hanno preso parte al circuito di otto gare organizzato nell’arco del’intero mese di agosto presso il celebre impianto bolognese. Nella foto Mazzetti riceve il premio dal massimo dirigente del sodalizio emiliano Alberto Olivieri.

Mazzetti domina a Casalecchio

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Metodologiadell’allenamento:il mondo nuovo

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Professor Partigiani, in che cosa consistono le nuove meto-dologie di allenamento che si adottano nell’ambito della Nazionale azzurra di tiro a volo?Secondo le nuove tendenze della teoria e della me-todologia dell’allenamento, ho introdotto una diversi-ficazione nella programmazione dell’allenamento dei tiratori. Non parliamo soltanto dei tiratori della squa-dra nazionale, ma parliamo ad esempio anche del com-parto degli Juniores presso i quali la nuova metodolo-gia è stata ampiamente introdotta e favorevolmente accolta. Il tiratore ormai fa un numero di competizioni molto elevato rispetto a quanto accadeva anche sol-tanto quindici anni fa. In sostanza occorre rivoluziona-re alcuni concetti, che pure hanno conservato la loro attualità per lungo tempo, per permettere al tiratore di essere in forma più di una volta nell’arco della sta-gione. Perché appunto ci sono numerosi atleti e atlete che partecipano a molte competizioni internazionali distribuite in un arco ampio di tempo. Oggi sappia-mo che un tiratore di vertice partecipa mediamente ogni anno ad almeno due prove di Coppa del Mondo, quando addirittura non a tre, al Campionato d’Europa, al Campionato del Mondo e alla Finale di Coppa del Mondo. La vecchia teoria di allenamento ci diceva che quel tiratore di vertice poteva raggiungere il migliore stato di forma per un paio di gare possibilmente ravvi-cinate. Adesso dobbiamo invece lavorare per essere in forma, quantomeno in forma relativamente omogenea, in quattro/cinque occasioni diverse. Ho detto vecchia, ma la definizione deve essere intesa soltanto in senso, per così dire, storico, perché non si tratta di teorie e metodologie totalmente desuete. Il problema è che se prima appunto avevamo bisogno di un picco di forma, adesso ne occorrono almeno quattro.

E per raggiungere quei picchi, che cosa, dunque, è neces-sario fare?Possiamo sintetizzare questa situazione con il termi-ne: periodizzazione a blocchi. Prendiamo una capacità motoria una ad una (nel tiro a volo le capacità motorie sono le capacità coordinative e condizionali, ma quelle che ci interessano maggiormente sono proprio quelle

Il Preparatore atletico delle squadre nazionali Fabio Partigiani parla delle nuove modalità di preparazione fisico-atletica: un aspetto prioritario non soltanto per gli atleti di vertice, ma anche per tutti i praticanti di ogni livello

Intervista aFabio PARTIGIANI

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condizionali: la forza, la resistenza, la rapidità e la mobilità articolare). In un mesociclo, ovvero sei/otto settimane, consideriamo una sola di quelle capacità motorie e la-voriamo su quella. Nel mesociclo successivo lavoriamo su un’altra capacità motoria e così via. Nel periodo in-vernale le capacità motorie vengono sviluppate in toto: da novembre a febbraio diamo infatti a queste capacità il maggiore sviluppo possibile. Il tiratore in questo pe-riodo spara poco: in termini percentuali il rapporto tra le energie e il tempo dedicati alla preparazione fisica e le energie e il tempo dedicati invece all’attività di peda-na stanno in un rapporto ottanta/venti. Quando inizia la stagione agonistica naturalmente questo rapporto si ribalta e diventa venti/ottanta. È fuori discussione che da marzo ad ottobre – che sono mediamente ormai da anni i limiti estremi dell’attività agonistica di vertice – il tiratore deve dedicarsi all’allenamento in pedana, ma quel venti per cento di tempo e di energie dedicate alla preparazione fisica indicano che quel tiratore non può assolutamente permettersi di abbandonare del tutto questo aspetto del suo allenamento. Quello che il tira-tore ha sviluppato durante il periodo preparatorio deve essere mantenuto: per questo introduciamo questa me-todologia dei mesocicli che permettono di intervenire singolarmente sulle capacità motorie. E permettono ol-tretutto di dedicarsi più o meno intensamente ad una delle capacità se il tiratore è maggiormente deficitario in quella determinata capacità. Se il tiratore, per esem-pio, ha un deficit di resistenza, possiamo estendere il mesociclo dedicato alla resistenza per dare ad essa maggior sviluppo.

Ma la preparazione fisica deve essere eseguita anche du-rante l’evento agonistico? Certamente. Un altro aspetto che è stato ormai defini-tivamente superato è quello che prescriveva di bloccare totalmente l’attività fisica quantomeno nella settimana che precede la competizione importante. Le nuove me-todologie dicono invece che l’allenamento deve con-tinuare anche durante il periodo competitivo e addi-rittura durante la competizione stessa. D’altronde, si è

visto chiaramente in questo ultimo quindicennio che la continuità della preparazione fisica anche a ridosso della competizione e appunto addirittura durante la stessa permettono di conseguire risultati migliori.

Abbiamo parlato di tiratori di vertice, ma la stessa moda-lità di preparazione può essere applicata anche a quegli appassionati che conducono un’attività agonistica di profilo dilettantistico?Fino ad ora abbiamo configurato queste situazioni per un tiratore di vertice, ma occorre dire che lo stesso tipo di programmazione si adatta sena dubbio a qua-lunque praticante che svolga un tipo di attività ago-nistica intensa e prolungata: ovvero spalmata su di una stagione di cinque/sei mesi. Certamente, per un preparatore atletico è più facile stilare un program-ma di preparazione per un tiratore della Nazionale che di fatto è un professionista. Io so per certo che un tiratore della Nazionale si allena sicuramente sei giorni alla settimana e so pertanto che si può calenda-rizzare in maniera accurata la sua preparazione. Su di un punto non possiamo però permetterci di deroga-re: qualunque tiratore, di qualunque livello agonistico, deve contemplare la preparazione fisica in parallelo all’allenamento di pedana. Innanzitutto perché una preparazione fisica corretta attribuisce al tiratore lo stato giusto non soltanto per conseguire un risultato di qualità, ma anche e soprattutto per saper affrontare lo “zero”: per poterlo fronteggiare e per poter reagire positivamente a quello. In sostanza: si può certamente fare un 25 anche senza dedicarsi alla preparazione fisi-ca, ma si tratterà di un exploit senza una base solida. Se vogliamo fare un’attività agonistica seria, qualunque sia il nostro livello, non possiamo prescindere dalla prepa-razione fisica. Naturalmente il praticante che non sia un professionista non potrà fare allenamento e pre-parazione sei giorni su sette, ma sarà sufficiente che rispetti una scaletta secondo la quale, almeno in due o tre giorni alla settimana, svolga quel genere di attività per trovarsi perfettamente allineato con le condizioni che dicevamo.

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