Il Lucano Magazine Numero giugno 2013

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Poste Italiane Spa Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB PZ Foto Andrea Mattiacci copertina:copertina.qxd 07/06/2013 16:21 Pagina 1

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Vecchie maschere e facce nuove Cose turche

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lucanoi magazine

S O M M A R I O

D O L C E E S A L A T O

6

2118 anni ed è sempre

più...Trend Expo

Agostino Gerardi

e Terrania si sono

ispirati all’Acquasala

per il tour 2013

Viggianello,

prima edizione

del borsino

del Turismo e Tempo

Libero

Matera, il sogno

svanisce ai rigori 68 La Storia in un piatto

34 Il Pollino in fiera

38 Premio Alex Baroni a Mattia Valentino

40 Matera, Paradiso d’estate al Parco La Palomba

41 Lucania Endurance 2013

44 In mare in moto

46 Agostino Gerardi e Terrania

musica genuina come l'Acquasala

48 La poliedrica creatività di Anna Terlimbacco

50 Young Corbett III un pugile lucano in America

52 Tonino La Rocca tributo al regista dei Turchi

54 Melfi ritrova una piscina più moderna e funzionale

56 A Montemurro nasce il Punto AVIS

“Giulia Rotundo”

57 Sostenibilita sociale, ambientale

e finanziaria dello sviluppo

58 Stabilimento idroterapico. Ultima Parte

R E P O R T A G E

L O O K A N I A

66 Racconto di Teana. Prima Parte

B L O G O S F E R A

64 Blogosfera

E P I S T E M E

32 Esperienze essenziali

V I G N E T T A N D O

9 "Passato il santo..."

T R A L E R I G H E

66 Storia di Omega

67 Novecento Rom

M U S I C A N D O

62 Cecilia e Al Verde, tra i luoghi dove si fa musica

E U R E K A

75

46

34

I N - F O R M A

70 Ritornare alla terra

21 La nuova edizione del Trend Expo

28 Da Marcuse a Latouche

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E D I T O R I A L E8

Antonello LOMBARI

C'è un segnale importante che proviene dalle urne diBasilicata. Il 26 maggio scorso si è votato per il rinnovo diundici consigli comunali lucani. In nove casi sono stati eletti

sindaci del Pd o riconducibili ad esso. Su tutte le considerazioniprevale un dato comune ai seggi di tutt'Italia: l'astensionismo ècresciuto in maniera esponenziale. L'altro elemento atteso, perverificare la portata e la tenuta del fenomeno "Grillo" in Basilicata,ha fatto registrare un calo molto sensibile di consensi al movimen-to cinque stelle. L'analisi porta, inevitabilmente, a valutare che, aldi là del clamore suscitato da "rimborsopoli" alla RegioneBasilicata, gli elettori che si sono recati a votare hanno dato fidu-cia al partito-regione. Ora è acclarato che questa consultazioneelettorale non è da mettere in relazione con le politiche.L'amministrazione della cosa pubblica, in ambito locale, lascia ampimargini a convergenze, a volte anche atipiche, e favorisce, spes-so, la creazione di liste civiche trasversali.Insomma, per un Pd che si conferma c'è un'esigenza di rinnova-mento, avvertita all'interno del partito-regione, che passa per iconsigli comunali, prima che per i circoli. L'avvento di Epifani allasegreteria nazionale e l'ascesa del potentino Roberto Speranza aivertici istituzionali del Paese costituiscono una garanzia di continui-tà. Gli elettori lucani avranno, ora, lo spazio di un'estate per matura-re le proprie scelte preparandosi al voto del 17 e 18 novembre, peril rinnovo del Consiglio regionale. Cinque mesi non rappresentanoun tempo molto lungo, specie se si considerano le imminenti diva-gazioni balneari. Il sentimento diffuso che si percepisce, a pelle, èuna grande necessità di vedere all'opera facce nuove. L'anelito di"pulizia" e di cambiamento radicale, di stile "grillino", che ha ispi-rato larga parte del dissenso lucano alle recenti politiche, è attesoalla prova del nove con le regionali di ottobre. Un dissenso giàmetabolizzato che potrebbe indirizzarsi su due binari differenti. Dauna parte premiando, ancora una volta, l'intransigenza del movi-mento cinque stelle e, dall'altra, recuperando una dimensione piùrealista e locale che premia una coraggiosa, quanto necessaria,scelta di volti nuovi, tra gli amministratori del Pd. In tutti i casi cisarà, comunque, da fare i conti con il partito che sta riscuotendopiù consensi di tutti: l'astensione.In fondo il disco sul piatto è sempre lo stesso. Torna alla mente ciòche gorgheggiava, come invasato, Vasco Rossi: "C'è chi dice no".Che non è necessariamente da intendersi come negazione di qual-cosa o di un principio. Potrebbe voler dire no al cambiamento radi-cale, oppure no alla minestra, magari riscaldata, di sempre.

C'È CHIDICE NO

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VViiggnneettttaannddoo

"Passato il santo..."

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I L L U C A N O

Antonello LOMBARI [email protected]

Foto: Andrea MATTIACCI, Giovanni LANCELLOTTI, Canio VERTONE

Angelo Rocco GUGLIELMI, MARTEMIX.COM

Arti Grafiche Boccia s.p.a. Via Tiberio Claudio Felice, 7Fuorni - Salerno

Tribunale di Potenza N° 312 del 02/09/2003

6 Giugno 2013

Lucana Editoriale s.r.l.Via Gallitello, 89 PotenzaTel. Fax 0971.476423 -Cell. 337.901200E-mail: [email protected]

Questo giornale è associato Uspi Unione stampa periodici italiani

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Antonio CROGLIA, Michele POTENZA, Federico PELLEGRINO

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Vito ARCASENSA [email protected]

Hanno collaborato in questo numero

Angelo BENCIVENGA, Adriana CRISCI, Arsenio D’AMATO,Vincenzo MATASSINI, Carla MESSINA, Antonio PETRINO,Donato SABINA

da Potenza:Antonello LOMBARI, Vito ARCASENSA 0971.476423

Angelomauro CALZA, Carlo jr. CALZA, Federica CAPASSO, Elisa CASALETTO, Paolo CILLIS, Antonio CORBO, Leonardo CLAPS, Marianna Gianna FERRENTI, Giovanni GALLO, Silvana LAGROTTA, Salvatore LUCENTE,Antonello MANGO, Anna MOLLICA, Giulio RUGGIERI, Michele RUOTI, Albina SODO, Margherita E. TORRIO

Editing e correzione bozze: Margherita E. TORRIO

dal Materano:Giovanni MARTEMUCCI 0835.333321

[email protected]

Vignette di Luca NOMAGA

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N E W S 13

È questo il titolo del convegno tenutosi a Rionero in Vulture, pressoil Palazzo Giustino Fortunato. L'incontro del 28 maggio scorso, volu-to dal GAL Sviluppo Vulture Alto Bradano in collaborazione conOfficina Rambaldi Srl, è stata la giornata conclusiva di un ciclo diquattro meeting tematici. Il primo ha avuto luogo a Banzi, alla salaconferenze del Museo di Città "Divina Bantia" e ha avuto come focusil Turismo; il secondo, a Venosa l’11 maggio nella sala conferenze delCastello, ha approfondito il tema Food & Wine e Produzioni artigia-nali tipiche; il terzo, con il tema del Territorio, si è svolto ad Acerenzanella Sala Consiliare; infine il quarto, sull’Impresa, è stato organizza-to a Potenza. Oggi l’intera visione d’insieme è più importante dellasettorializzazione e i vari incontri, benché specialistici, sono statipensati e strutturati in un’ottica di sistema.La consapevolezza è quella di creare un prodotto territoriale identi-ficabile e coerente, nelle sue attività e offerte specifiche, a una logi-ca strategica comune fondata su una forte governance locale e unacomunicazione interna ed esterna. A tal fine, durante le giornate, siè cercato di favorire la connessione, la collaborazione tra impreselocali e il contatto con partner regionali che operano sul territorio diriferimento, capaci di supportare le imprese in attività specifiche,come la promo - commercializzazione, la ricerca di finanziamenti, laformazione in tutti i servizi avanzati di cui l’impresa necessita.Rivestendo un ruolo di intermediario tra il territorio e la RegioneBasilicata, il compito del GAL è quello di proporsi come incubatorecapace di costituire luoghi di aggregazione tra chi ha le idee e glioperatori, tra giovani e professionalità, un facilitatore di condizioni econtesti per convogliare risorse umane su un comune obiettivo.Investire nella produzione tipica locale, eno-gastronomica o artigina-le, è una strategica opportunità per il territorio del GAL Vulture Alto

Bradano. Il presidente, Francesco Perillo, ha sottolineato che biso-gna ideare una massa critica delle risorse, al fine di creare un’imma-gine territoriale. "L’ambiente - conclude Perillo - il meraviglioso pae-saggio e l’enorme potenziale umano presente nella nostra areadevono essere un tutt'uno. Ambiente significa qualità della vita,eccellenza delle produzioni agroalimentari, possibilità di fruire diambiti eccellenti e quindi turismo. Riteniamo, e questo sarà il nostrosforzo nei prossimi giorni, che sia importante riportare il tutto sottoun’unica visione, creare una forte immagine, creare le condizioni dicondivisione e costruzione di rete".

al.so.

Nuove strategie di sviluppo per il territorio

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lucanoil magazine

N E W S14

Antonio Caramìa, Bruno Di Maio, GiulioGiordano, Massimo Lanciotti, GiuseppeMallìa, Francesco Palma, Raffaele Ricci,Claudio Sacchi, Rocco Santacroce, RoccoSmaldone, Giacomo Sonaglia, GianniStrino sono i nomi degli artisti che hannoin questa mostra reso omaggio alladonna, alle sue virtù, alle sue doti. Dodiciuomini, alcuni lucani altri no, maestri dellapittura figurativa contemporanea, la cuiarte ha saputo sagomare fisici femminilitutti diversi nell’aspetto e nel significato.“La Virtù e il Desiderio” è il titolo di questa

mostra curata da Grazia Pastore espostapresso la Biblioteca Nazionale di Potenza.Sono dipinti di grande suggestione, capa-ci di restituire la bellezza, la passionalità,la dolcezza della donna, attraverso visi ecorpi che hanno preso forma da oli o acri-lici su tele, lino grezzo e perfino su intona-co. Tecniche e supporti dai quali è emersal’eleganza di figure a volte eteree a volteconcrete, ciascuna a proprio modo espres-sione dell’indole di ciascuna donna, diver-se ma sempre affascinanti. Nei grandiquadri sono rappresentate, infatti, donne

sensuali e romantiche, accattivanti ematerne, reali o di fantasia, moderne od’altri tempi, immerse in colori decisi chene hanno denotato la forza caratteriale, ladeterminatezza celate spesso dentro unafigura apparentemente fragile. La mostra che è stata organizzata con ilsostegno dell’International Inner WheelClub di Potenza, ha suscitato grande inte-resse ed una buona affluenza di pubblico.E’ restata aperta fino allo scorso 15 giu-gno.

an.mo.

Nella nostra storia unitaria ci sono ambiti che ancora non sonostati esplorati. Uno di questi è la scuola a cui solo di recente alcu-ni storici stanno rivolgendo la loro attenzione. Tra loro c’è MichelaD’Alessio, docente dell’Università della Basilicata che lo scorso 16maggio a Potenza, presso il Dipartimento di Scienze Umane, hatenuto una lezione seminariale dal titolo Istituzioni e culture sco-lastiche nell’Italia meridionale presentata dal Dottorato di Ricercain “Storia dell’Europa mediterranea dall’antichità all’età contem-poranea” in collaborazione con la Deputazione di Storia Patria.Un seminario che testimonia il ritrovato interesse storico per lascuola fino ad oggi trascurato. Eppure è stato grazie alla scuolache si è giunti all’istruzione diffusa con la quale si è andato incon-tro all’era moderna a grandi prassi, e che si è potuto costruire l’i-dentità nazionale all’indomani dell’Unità d’Italia. La professores-sa ha pubblicato di recente Vita tra i banchi nell’Italia meridiona-le, uno studio che benché riferito al Molise tra gli anni ‘800-‘900,restituisce uno spaccato di società scolastica che non dovevaessere dissimile rispetto al resto delle zone del Sud. Quindi dellaLucania che, oltre ad aver potuto contare su grandi nomi comeAliani, Ciccotti, Grippo, Fortunato, Scotellaro, deve all’impegno ditanti maestri, insegnanti, presidi, funzionari del provveditorato,amministratori locali, lo sviluppo e la diffusione dell’istituzionescolastica nel suo territorio, geograficamente impervio ed econo-micamente indietro. La D’Alessio durante il seminario, introdottoda Antonio Lerra docente della stessa università, ha ripercorsol’evoluzione del sistema scolastico dal periodo post-unitario aquello fascista e repubblicano ponendo l’accento sui metodi d’in-dagine utilissimi a far comprendere in che modo e in che misuratale sviluppo sia avvenuto. Muovendosi su due binari, quello poli-tico-istituzionale (orientamenti politici, indirizzi ideologici, ruolodei Ministri) e quello del “fare scuola” (protagonisti, metodi,spazi, tempi, strumenti e materie), e soffermandosi sulla situa-zione locale che man mano si rivela grazie a dati, fino ad oggi

ignorati, assurti a vere fonti documentaristiche. Che possiamoritrovare negli archivi comunali, ecclesiastici, dei provveditorati edegli istituti su fogli probabilmente malandati e poco decifrabili,con i quali risalire a inchieste ministeriali, relazioni degli ispetto-ri, libri di testo, andamento dell’editoria, materie studiate, gior-nali, registri di classe, giochi, quaderni e copertine. L’analisi diquesti scritti inediti permette una più veritiera ricostruzione dellastoria della scuola. Storia di fatti ed emozioni come quelle gene-rate dai propri ricordi o di quelli degli insegnanti che narrano lavita professionale e sociale vissuta con gli studenti dentro e fuoril’aula scolastica. Essi documentano un piccolo mondo in cui spes-so le gioie e i dolori di uno erano quelle di tutti, come emblema-ticamente riproducono le vecchie foto di classe dove era possibi-le distinguere, dall’abbigliamento di studenti e docenti, l’agiatez-za o la durezza dei tempi.

an.mo.

Potenza: “La Virtù e il Desiderio”,una mostra rende omaggio alla donna

All’Università della Basilicata un seminario sulla storia della scuola

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Si è tenuto a fine maggio all’Hotel San Domenico di Matera, il semi-nario tecnico intitolato “Housing sociale - Dal sostegno abitativoall’inclusione sociale lavorativa”, evento organizzato dal ConsorzioLa Città Essenziale, Comune di Matera, Provincia di Matera,Confcooperative Basilicata, e Gal Bradanica. Di fronte ad una vastaplatea i relatori hanno affrontato tematiche di grande rilievo met-tendo in rilievo la portata trasversale rispetto ad azioni di interven-to che vanno ad interessare l’intero comparto del sociale.L’incontro, che ha inteso essere un’occasione per evidenziarebuone pratiche fra cooperative sociali, cooperative edilizie, urba -nistica, istituzioni locali, ha visto la partecipazione di soggetti che avario titolo operano all’interno del contesto di interesse, riuscendoa rimettere al centro della discussione un tema che di sicuro dovràrisultare centrale nell’agenda politica delle Istituzioni. Lo ha sotto-lineato anche il Viceministro Filippo Bubbico che ha parlato di“tema necessario in un dibattito che voglia mettere al centro i valo-ri alla base della pacifica convivenza nella comunità”. Il sindaco diMatera, Salvatore Adduce ha evidenziato che occorre mettere incampo “una politica attenta alle esigenze della comunità, che alcontempo sappia i fari i conti con le esigenze di buona amministra-

zione”. L’impegno profuso nel tempo, per la costruzione di alloggiin cooperativa, è stato messo in evidenza da Rocco Fiorino dellaConfcooperative, che ha parlato della necessità di avviare unanuova stagione sensibile a simili politiche. Una disamina di quantocompiuto, anche guardando alle esperienze più avanzate di altriPaesi, è tornata nelle parole di Michele Plati, Federsolidarietà, cheha proposto una serie di interventi possibili, che potrebbero giova-re anche al panorama cittadino.

gi.ma.

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Matera, all’Hotel SanDomenico si è parlato di Housing sociale

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N E W S16

Si è tenuta a Grado (Gorizia)ai primi di maggio la finale delConcorso Maître (junior) del-l’anno. Quarantotto le scuolealberghiere coinvolte per ilprimo campionato italianodegli Istituti Alberghierid’Italia. I concorrenti di questa sfida“Flambè” sono i migliori stu-denti dei diversi istituti alber-ghieri che si sono qualificatiper partecipare alla gara inprogramma presso il presti-gioso Grand Hotel Astoria diGrado. Ogni Istituto ha gareggiatocon squadre formate da duestudenti, dei quali uno prepa-rava il piatto alla lampada,l’altro abbinava il vino, descri-vendo i prodotti tipici dellezone di provenienza.

Tema del concorso: la pasta.Dopo la performance delle 48scuole, solo in 12 si sono qua-lificate per la finale, tra cuil’IPSAR di Marconia (Pisticci )presieduto dal Dirigente sco-latico Francesco Di Tursi.Nella finale l’IPSAR diMarconia si è aggiudicato il 3°posto con il piatto”Frizzuli alraffermo di pane” abbinato alvino Igt Sulco delle CantineCrocco di Montalbano Jonico.Gli alunni impegnati sono statiLeo Lateana e ManuelFaraco, seguiti dai docentiGiuseppe Gallitelli e AntonioZaza.Il premio conquistato consistein una splendida lampadaprofessionale e in una borsadi studio in denaro.

gi.ma.

Grado, terzo posto per l’Ipsar di Marconia alla finale Maitre dell’anno

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Provate a digitare su un qualunquemotore di ricerca di Internet “Micheleda Potenza”: i suggerimenti che vi

appariranno sullo schermo riguardanovideo con in sottofondo le sue canzoni, efile audio Mp3. Notizie sul personaggiozero.Michele da Potenza, che tanti fans aveva davivo, e tantissimi anche da quando non èpiù tra noi, sembra non essere degno diuna qualsivoglia biografia nonostante il suoinno a San Gerardo sia entrato da anni nellatradizione popolare potentina insieme contutte le sue altre composizioni in vernacolo.Nemmeno Wikipedia, che pure ospita ormaianche chi ha solo pensato o immaginato difare qualcosa che gli facesse meritare diessere tramandato ai posteri per il suo tra-mite, ha ancora ricevuto notizie biografichesul cantautore lucano. Questo spiega anche perché non possoriportare in questo scritto la sua data dimorte, il suo vero cognome, il resocontodella sua attività, notizie su di lui come per-sona e come artista. Niente. Sono riuscito solo a sapere che “pare che”sia stato vigile urbano in quel di Napoli.“Pare che”, manco se ne è tanto sicuri.Allora mi sento di lanciare un appello a chilo ha conosciuto, a chi – suo familiare,amico, fan – conosce di lui non solo le can-zoni, ma anche parte della sua vita vissuta:cerchiamo, cercate di non disperdere quelpiccolo patrimonio di conoscenze del perso-naggio, mettete nero su bianco, scrivete,

socializzate, fate sì che Michele da Potenzaresti nella memoria anche dei potentini delfuturo grazie a quello che riuscirete a fareper lui ora, nel presente.Io che non sono di Potenza, ma ci vivoormai da più di trent’anni, sento di rivolge-re questo appello in nome della salvaguar-dia e della preservazione di tutto quantocontribuisce ad alimentare e consolidare ilmondo della tradizione popolare, e Micheleda Potenza non può non esserne conside-rato un pezzo importante: recente, maimportante. Sarebbe cosa costruttiva raccogliere questoappello con la consapevolezza che, nellacontinuità del discorso di recupero di iden-

tità storiche e culturali semidimenticate o avolte ancora sconosciute, presentate allacittà anche in occasione dell’ultima Paratadei Turchi, servirebbe a scrivere altre pagi-ne, temporalmente collocate in tempi piùrecenti, della storia popolare di Potenza.Sarà così che la “Tarantella r’ Lauria” e “Lubracciale” avranno maggiore senso quandoverranno cantate e interpretate da chi diMichele da Potenza ha già da tempo fattoun idolo della tradizione popolare della cittàcapoluogo. E non vedo l’ora di andare suInternet, digitare “Michele da Potenza” etrovare almeno qualche rigo in cui possaleggere quando è nato, cosa ha fatto equando è morto.

I L C O R S I V O

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Angelomauro CALZA

Il Bruscolinonell’occhio

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lucanoil magazine

R E P O R T A G E21

Un flusso di studenti e giovani incerca di occupazione ha passeggia-to tra gli oltre 70 stand del Trend

Expo al Campus potentino di MacchiaRomana.La manifestazione, giunta alla 18.esimaedizione con lo slogan Diventa ciò chesei, ha posto al centro di seminari, con-vegni di studio e animazioni serali la per-sona e il suo protagonismo.Un percorso articolato tra le realtà pro-duttive, formative e militari presenti sulterritorio regionale e nazionale.

18 anni ed è semprepiù...TrendExpo

Servizi a cura di: Albina SODO,

Anna MOLLICA

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lucanoil magazine

R E P O R T A G E22

Il Trend Expo, il Salonedell’Orientamento, della Formazione,del Lavoro e della Cultura compie que-

st’anno 18 anni. Ha raggiunto, per cosìdire, la maggiore età la manifestazione chesi pone come obiettivo quello di agevolarelo sviluppo del territorio, il lavoro fornendocanali di conoscenza tra i possibili modi coni quali creare delle opportunità d’impiego.Un punto fermo di un’iniziativa che ha, findal suo esordio, guardato lontano, al futu-

ro immaginando un cammino di crescitadove a percorrerlo fossero stati tanti sog-getti, soprattutto i giovani. Da quando cioèsi chiamava “Progetto Basilicata Università& Lavoro” facendo già da subito capire chequel percorso andava realizzato nel territo-rio lucano insieme al centro del Sapere pereccellenza: l’Università. Connubio che atutt’oggi continua con l’Università degliStudi della Basilicata la quale mette adisposizione i suoi spazi presso il campus diMacchia Romana di Potenza permettendoai diversi soggetti, pubblici e privati, dicomunicare con chiunque sia a loro inte-ressato. Nell’ampia superficie del campus,infatti, istituzioni civili e militari, imprese,associazioni, università italiane, tra lo scor-so 15 e 18 maggio, hanno allestito i lorostand, oltre 70, dai quali hanno interagitocon 2 mila studenti universitari e degli isti-tuti superiori accorsi da ogni angolo dellaregione, dalle vicine Puglia e Campania. E

dove hanno dato vita allo scambio di infor-mazioni utili ad indirizzare le scelte dei gio-vani a seconda delle proprie vocazioni.Vocazioni, appunto. L’edizione di quest’an-no del Trend Expo è stata intitolata“Diventa ciò che sei”. Uno slogan che chia-ma in causa il protagonismo dei giovani, leconoscenze acquisite durante gli studi, laloro professionalità e le loro indoli conside-rate valore aggiunto dalle quali poter muo-vere le idee innovative capaci di intercetta-re nuovi spazi d’azione, le nuove tendenzedella società azionando, in tal modo, unosviluppo diverso. Sviluppo, oggi agevolatodalle tante opportunità offerte dallemoderne tecnologie, che tenga conto delvalore del lavoro, del rispetto della personae delle risorse del pianeta. Sono concettitutti concretizzabili dai quali deve passare ilcambiamento indispensabile per far ripren-dere quota ad un sistema economico oggipurtroppo in crisi.

Territori e talential Trend Expo

Anna MOLLICA

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Trend Expo 2013, in collaborazione con la CooperativaEducational Service e l’Università degli Studi della Basilicata,ha offerto molti spunti di riflessione volti a sostenere la voca-

zione dei giovani. Un progetto di responsabilità civile e generazio-nale incentrato su chi, sostiene l’ideatore Enrico Sodano, ogni gior-no vuole diventare protagonista del proprio futuro.

Qual è il contesto in cui opera Trend Expo?La crisi economica, politica e sociale rilancia oggi il bisogno di ordi-ne, certezze e sogni. E questo accompagna la crisi dei decisorisempre più lontani dalla gente, dai giovani. Trend Expo quest’an-no ha lavorato in modo asfissiante con il Consiglio degli Studenti,con le Associazioni Universitarie, con i docenti e il personale tecni-co-amministrativo dell’Ateneo per presentarsi maturo, maggioren-ne, un riferimento consolidato per chi vuole conoscere il mercatodel lavoro.

I momenti centrali della 18.esima edizione? Il programma è stato articolato in azioni informative, divulgativepensate per dare al format un’identità precisa, in linea con i lin-guaggi delle nuove generazioni. Trend Expo vuole far incontrare leeccellenze e le normalità della nostra terra, il tessuto socio-econo-mico della Basilicata e gli espositori non lucani. Senza dimenticareche opportunità non significa trovare necessariamente un posto dilavoro ma, al contrario, capire il lavoro e comprendere come rial-zarsi da una sconfitta trasformandola in esperienza positiva eproattiva.

Se le dicessi Trend Expo a cosa penserebbe?Le parole chiave approfondite con gli espositori e con chi ha pro-mosso la manifestazione sono: apprendistato, ammortizzatorisociali, collocamento pubblico e privato, dignità del lavoro, sicurez-za, discriminazioni, disoccupazione, disuguaglianze, esodati, for-mazione, fuga dei cervelli, immigrazione, incidenti sul lavoro,imprenditori, lavori usuranti, lavoro a progetto, autonomo e dipen-dente, lavoro nero o minorile, morti bianche, neet, occupazione,outplacement, produttività, previdenza, quote rosa, salario, sinda-cati, start-up, somministrazione, tecnologia e innovazione, welfare.Termini strettamente collegati in grado di condizionare il mercatodel lavoro e, quindi, il divenire di un ragazzo.

Come è composto il mercato del lavoro?La riforma Treu e la Legge Biagi hanno modificato il concetto diintermediazione e ampliato la platea degli operatori. Ciascuno deisoggetti autorizzati ha la sua specializzazione e tende ad agire nonin maniera isolata ma come uno dei nodi con regole e modalitàdefinite. Ciò determina una maggiore sinergia tra scuole, universi-tà, comuni, camere di commercio, patronati, consulenti del lavoro,ordini professionali. L’impegno è quello di pensare ai giovani, alloro presente e continuare a crescere insieme. Trend Expo è unviaggio nella propria vocazione, alla ricerca del sentire, del poteraffermare con dignità: sono diventato ciò che sono!

al.so.

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Diventa ciò che sei

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R E P O R T A G E24

Una vetrina per comunicare all’esternole proposte formative e i progettidell’Università degli Studi della

Basilicata a 30 anni dalla sua istituzione.Parlare alle nuove generazioni vuol direaiutare i giovani a capire il lavoro intesonon solo come offerta; vuol dire cogliere ilmodo attraverso cui prepararsi, formarsi edare spazio alle proprie attitudini. Unappuntamento consolidato che per essereattuale deve ascoltare, raccogliere e pro-porre. Il modo migliore per fare orienta-mento: sono queste le premesse comunitra Trend Expo e Unibas.

Per il Magnifico Rettore, MauroFiorentino, Trend Expo è patrimonio ditutti, un luogo di confronto, relazione edibattito. “L'Università cresce sia a Potenzasia a Matera e si consolida sul piano didat-tico nei settori strategici. – dichiara ilRettore - Con i suoi 9 mila studenti ha rag-giunto la dimensione massima per il medioperiodo. Le matricole rappresentano uninvestimento sul futuro e sul potenziale dicrescita della regione. Pensando ai nostristudenti e laureati, doverose risultano le

attività di placement, di tirocinio post lau-rea. Un Ateneo, perciò, consapevole del-l’importanza di intrecciare rapporti forti trachi forma e chi assume, della necessità diindividuare strategie valide per rendere piùfluido il passaggio dallo studio al lavoro”.

“Le attività quotidiane dell’Unibas – affer-ma il direttore del Centro di AteneoOrientamento Studenti, SalvatoreMasi – si intensificano nei quattro giornidel Trend Expo attraverso convegni di stu-dio, seminari, lezioni aperte”. Ma in chemodo avvicinare l’Università al territorio?“Bisogna fornire risposte concrete – spiegail prof. Masi – oggi Potenza è una città vivi-bile per gli studenti grazie a un semplicegesto, la partenza degli autobus diretta-mente all’interno del Campus. Inoltre, lanuova Casa dello Studente decongestionail caro-fitti. Occorre, però, incrementare lacollaborazione tra scuola e impresa. Legrandi aziende vogliono e chiedono ilmeglio, mentre i piccoli e l’artigianato giàleggono i curricula degli studenti lucani”.

Da gennaio scorso le Associazioni

Studentesche Sui Generis, GBU, Caming,Meteobas, Alternative Motion,Identitariamente, CUS hanno partecipatoattivamente alla stesura del programma diTrend Expo 2013. Il presidente delConsiglio degli Studenti dell’Unibas,Michele Ravella, ha ricordato come “Ilprotagonismo degli universitari ha apporta-to idee fresche al Salonedell’Orientamento, della Formazione, delLavoro e della Cultura. Una manifestazioneche ha aperto l'Università alla città diPotenza anche la sera con il contest musi-cale Musica senza Etichetta. Un ponte trascuola e lavoro per capire non soltantocosa vogliamo essere nella vita ma quelloche già siamo”.

L’auspicio di tutti è che le esigue risorsefinanziarie siano indirizzate al mercato dellavoro. Speranza e responsabilità devonodiventare le parole d’ordine in modo che igiovani possano contribuire alla costruzio-ne del proprio futuro. È necessario, perciò,passare dalla politica del dire alla politicadel fare.

al.so.

L’Unibastra didattica e lavoro

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In Italia la diffusione e la lettura ragio-nata dei quotidiani nelle scuole preve-de un’ora di lezione settimanale. Gli

editori che partecipano all’iniziativa forni-scono la materia prima, cioè i quotidiani.Lo scopo finale consiste nell’accrescere ilnumero di persone informate e capaci, nelfuturo, di partecipare attivamente alla vitaeconomica, sociale e politica del Paese.Allo stesso tempo il Ministerodell’Istruzione, dell’Università e dellaRicerca, dal prossimo anno scolastico, siappresta a dotare le scuole statali di kittecnologici composti da lavagne interatti-ve multimediali con proiettore integrato epersonal computer.Le innovazioni tecnologiche, dunque,fanno il loro ingresso nell’istruzione italia-na. Un processo di profonda trasformazio-ne. Se ne è discusso al Trend Expo conGianluca Sampagnaro, responsabile edu-cation per Apple, e Alberto Pian, inse-gnante e formatore a distanza di docentisulle tecniche on-line.Subito una constatazione. Quando siintroducono smartphone e tablet abilitatialla connessione continua non è più pos-sibile fare lezione nel modo tradizionale. Ildocente non prepara la sua lezione acasa, mentre gli alunni dispongono di unmezzo trasportabile ovunque e persona-lizzabile con le proprie applicazioni. “Èridicolo vietare questi strumenti nellescuole perché fanno parte del nostromodo di vivere, – sostiene Pian – la scuo-la non è un indottrinamento ma il luogo in

cuisi alimenta ilragionamento”.Illuminante un video mostratosulla didattica propositiva. Una classe hastudiato la Rivoluzione Americana, con isuggerimenti del professore sulle fonti daconsultare. La discussione si traduce insintesi e approfondimenti ulteriori. Iragazzi, suddivisi in gruppi, studiano in unambiente ampio, in biblioteca. L’app daloro utilizzata in questa fase è minimale,permette di prendere appunti al fine diconcentrarsi sui contenuti e non sullaforma. Ma da chi è condotta la lezione?Dagli stessi scolari. Definire le fonti, pren-dere annotazioni, impaginare e condivide-re il sapere con la classe sono le principa-li competenze richieste agli allievi digitali.Dal proprio punto di vista, gli insegnantistimolano all’apprendimento critico e al

meto-do multicanale.Nasce, quindi, un tipo discuola attiva. Tutti posseggono lo stessoquaderno, le medesime indicazioni, ma adifferenza dei libri cartacei, tutto è modi-ficabile, aggiornabile. Il discente recuperainformazioni, foto e video dal web rag-giungendo livelli di astrazione e approfon-dimento elevati che si concretizzano nellavisualizzazione delle mappe concettuali.Gli studenti così si autoproducono testi edispense grazie agli e-book. E si abituanodall’importanza della successione logico-strutturale all’efficacia della rappresenta-zione grafica.

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La scuoladigitale

Albina SODO

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R E P O R T A G E26

CarabinieriInformazioni alla cittadinanza sulle attivitàsvolte, dimostrazioni dal grande impattovisivo come quella dell’Unità Cinofila, indi-cazioni agli studenti sui Concorsi riassu-mono la partecipazione dei Carabinieri alTrend Expo. Ma quali gli step? Per la car-riera da Carabiniere è prevista la sommi-nistrazione di un questionario con 100domande a risposta multipla, a cui siaccede dopo 4 anni nell’Esercito. IlConcorso da Ispettore è suddiviso in 2prove scritte, cultura generale e storiadell’Arma. Oltre al programma di studiodel quinto superiore, agli esami fisici e allevisite mediche. Per il ruolo di Ufficiale, inAccademia, si aggiunge una terza provascritta di matematica. Un consiglio ai gio-vani? Iniziate con umiltà dall’impiego piùsemplice e non dalle cariche dirigenziali.

al.so.

Guardia di Finanza“È molto importante partecipare –dichiara il Comandante RegionaleGuardia di Finanza Gen. B. Valerio Zago- come negli anni passati al Trend Expo,un evento promozionale rilevante sulterritorio. Un messaggio alle nuovegenerazioni? Il segreto è sviluppare unacapacità autonoma di analisi e coscien-za, una buona versatilità d’impiego euna grande tenacia nel perseguire conforza le proprie idee e i propri progettidi vita. Occorre assicurare a tutti i citta-dini il più vivo, efficiente ed efficacecontributo a tutela delle libertà econo-miche e concorrere ad affermare, inogni contesto, i principi di giustizia elegalità. Valori che si tradurranno in fattiper quanti vorranno, in futuro, indossa-re l’uniforme delle Fiamme Gialle”.

al.so.Vigili del FuocoIl loro stand al Trend Expo rappresentauno dei poli magnetici, un attrattore perquanti vogliono avvicinarsi alla profes-sione. I Vigili del Fuoco hanno espostole iniziative istituzionali del corpo, le pra-tiche di soccorso urgente, le tematichedella prevenzione incendi negli ambien-ti di lavoro, e non solo. All’esterno delCampus di Macchia Romana a Potenzaricordiamo la rilevazione della catenaBETA, a cura del Corpo Nazionale, sullaricaduta radioattiva in Italia, e l’allesti-mento di una stazione campale. In chemodo si supera la crisi? Con la specializ-zazione nel proprio settore di riferimen-to e l’acquisizione di competenze neidiversi livelli applicativi.

al.so.

Le Province lucane al servizio del territorioIn una società in crisi le province lucane scendono in campo per fornire attraversoi loro uffici le risposte da tempo acclamate per affrontare una situazione di allar-mante disagio occupazionale. La loro presenza al Trend Expo è un modo per met-tere in luce azioni e progetti utili ad un territorio che vuole crescere attraverso unabuona formazione e buone pratiche di sostenibilità. Una sfida che la Provincia diPotenza ha accolto in pieno con il programma “Abitare Basilicata 2020” che duran-te il Trend Expo è stato presentato nelle micro-conferenze intitolate “In ½ ora nondi più” insieme all’Apof-Il. Si è trattato di momenti istruttivi nei quali l’ente provin-ciale di Potenza ha esposto i progetti attuati, in corso di attuazione e quelli program-mati che riguardano prevalentemente gli studenti, gli adulti di domani a cui conse-gnare il futuro. A loro sono infatti rivolti i “200 mini erasmus”, “l’Albo delleEccellenze” (che sostiene le competizioni scolastiche internazionali), “Ragazziall’Opera” e “Corti di Memoria” due percorsi formativi di natura storico-culturale utili,rispettivamente, ad acquisire competenze in ambito musicale e teatrale da poterspendere un domani, e conoscenze su un passato non sempre bello dal quale impa-rare per poter progettare un futuro migliore. E poi il “freewifiprovinciapotenza” checonsente l’accesso gratuito ad internet presso piazze, biblioteche, scuole, centri perl’impiego, sedi Apof-Il. Quest’ultima rilanciata grazie a nuovi programmi di forma-zione agli utenti il cui numero nel 2012 è stato di 10.000 unità.

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Servizio disabilità dell’UnibasUna società che guarda lontano non può e non deve escludere nessuno.Deve essere inclusiva, permettere a chiunque di farne parte affinché cia-scuno possa mettere a frutto le sue potenzialità. In questo tipo di socie-tà, dunque, la diversità è valore che va coltivato e messo a servizio ditutti. E’ su questi nobili principi che è nato “UNIco obiettivo BASta bar-riere” un progetto con il quale l’Università della Basilicata favorisce l’in-serimento degli studenti diversamente abili mediante una serie di azionipromosse dal Comitato per l’Integrazione degli Studenti Disabili, ilC.I.S.D. Il Trend Expo lo ha voluto coinvolgere fornendogli un appositostand con il quale ha potuto rendere noti al pubblico le attività portateavanti che comprendono: il supporto allo studio individuale attraversoazioni di tutoraggio svolti da studenti senior; la personalizzazione del per-corso formativo; l’ausilio alla didattica per mezzo di strumenti specificiquali desktop e software dedicati, sintetizzatori vocali, integratori visivi,lavagne interattive, tutti presenti nell’aula multimediale “Il giardino dellasperanza”. Sono servizi che tendono a sostenere il percorso di studiodegli studenti con difficoltà a cui si aggiungono quelli di svago anche loroutilissimi per la formazione e l’inclusione. Presso l’ateneo vengono infat-ti organizzate e gestite attività culturali e ricreative oltre a quelle sporti-ve, quest’ultime in collaborazione con il Centro Universitario Sportivo(C.U.S.). Nell’università vige in pratica una vera e propria struttura dedi-cata in cui studenti, docenti, amministrativi collaborano attivamente perconsentire anche a chi è disabile la migliore formazione accademica.Esiste inoltre un apposito sito web dove poter ottenere maggiori infor-mazioni ed è: www2.unibas.it/diversamente abili

an.mo.

Ordini Professionali Il mondo in cerca di prospettive lavorative dei buoni indirizzi pos-sono arrivare dagli Ordini Professionali presenti anch’essi al TrendExpo a disposizione di chiunque volesse delucidazioni in meritoalle professioni che essi disciplinano. Vi erano l’Ordine deiFarmacisti di Potenza e Matera, l’Ordine dei Geologi di Basilicata,l’Ordine dei Tecnologi Alimentari di Basilicata e Calabria, l’Ordinedegli Ingegneri della Provincia di Potenza, l’Ordine dei DottoriCommercialisti e degli Esperti Contabili di Potenza. Presenzeimportanti di esperti che hanno spiegato, tramite conferenze, illoro ruolo nella società e il valore delle rispettive conoscenze in unmondo in continua evoluzione. Conoscenze e competenze cheanche l’Università della Basilicata contribuisce a conseguire concorsi di laurea attivati già da tempo e ben collaudati comeIngegneria, Geologia, Tecnologie Alimentari, e quelli più recenticome Farmacia ed Economia.

an.mo.

TotalTotal opera con le sue Filiali in 130 Paesi e lamobilità geografica rappresenta un pilastronella politica delle risorse umane. Ma quale ilprocesso di reclutamento della compagniaenergetica? La selezione avviene tramite laricerca delle posizioni aperte sul sitohttp://www.it.total.com/ o attraverso l’inseri-mento nel database delle candidature sponta-nee su www.careers.total.com I profili mag-giormente richiesti sono: periti elettrotecnici,chimici, meccanici, minerari; ingegneri ener-getici, meccanici, chimici, elettronici sia perl’esplorazione sia per la produzione.Un’azienda in espansione necessita di figure disupporto, perciò, in alcuni periodi sono valuta-ti laureati in economia, legge e comunicazio-ne. Quali i punti di forza per gli aspiranti Total?Costituiscono un valore aggiunto l’interesseper l’internazionalizzazione e l’innovazione.

al.so.

Shell InventaGIOVANI BasilicataÈ fondamentale per Shell osservare il fermento creati-vo dei potenziali imprenditori. Le loro idee necessitanodi essere captate, comprese, quindi sostenute, metten-do a disposizione strumenti formativi concreti e colla-borando con tutte le forze in campo. Per un business, una start-up fondamentale è la diffe-renziazione. InventaGIOVANI intercetta le intuizioni deigiovani lucani attraverso una formazione mirata e gra-tuita. L'obiettivo del Programma è fornire le basi e isupporti su cui progettare e costruire la propria attivi-tà imprenditoriale, partendo da: inclinazioni e profes-sionalità, conoscenza e legame con il territorio in cuivivono. Oggi nessuno può fare impresa in isolamento,occorre enfatizzare la necessità di essere sempre con-nessi attraverso internet, social network e anticipare ibisogni, i trend richiesti dal mercato.

al.so.

Foto Andrea Mattiacci

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R E P O R T A G E28

Una delle più importanti risorse econo-miche in Italia è quella della industriadella pubblicità, per quanto la crisi ne

abbia tagliato gli introiti in questo primosemestre e negli ultimi sette anni il merca-to pubblicitario in Italia abbia perso il 30%del suo valore che corre dai 10 ai 7 miliar-di. “Univer” spendeva in Italia 90 milionil’anno ed oggi investe nel nostro paese“appena” 65 milioni: ci si rende conto diavere a che fare con numeri di notevolegrandezza. RAI, Mediaset e La7, tendono avere “larghe intese” per garantirsi la piatta-forma italiana per l’accesso da Internet aipalinsesti di tutti e per garantirsi una veradefinizione. Varrebbe la pena chiedersiquanto incida realmente la pubblicità suiconsumi o se le “pance ridenti” incidano sulconsumo di yogurt; quale relazione ci siatra il meccanismo della offerta-vendita di unprodotto e la pubblicità che lo promuove;se, infine, il gioco del sistema pubblicitarionon faccia parte di quel sistema economicofittizio che si ingrossa o si sgonfia sulla sciadi notizie altrettanto vere o false che siano.Imperi finanziari e di potere sono cresciutisulla pubblicità come insegna Mediaset e,da parte sua, Grillo che mostra di volerseguire la stessa rotta. Ne aveva intuito laportata Herbert Marcuse in L’uomo a unadimensione, Einaudi, Nuovo Politecnico,1967, che negli anni Settanta ne evidenziòl’influenza sulla costruzione di “bisogni” e“consumi” indotti in una società industrialerepressiva di cui il capitalismo ed il “sociali-smo reale” sovietico, erano entrambiespressioni. Rifacendosi a Freud, secondo ilquale il nascere stesso della civiltà coincidecon la sostituzione del principio del “piace-re” con quello di “realtà” e, inesorabilmen-

te con la repressione dei propri istinti,Marcuse, aveva riconosciuto ciò non comefrutto di un processo insito nella naturastessa ma di una organizzazione irrazionaledella forma di convivenza fra gli uomini edella distorta divisione di beni. L’incubodella catastrofe atomica e gli sforzi tesi aprevenirla, affermava Marcuse, avevamesso in ombra le responsabilità dellasocietà industriale nel determinarne lecause potenziali. Sfruttando i mezzi dicomunicazione di massa, parte integrantedi una solida struttura costruita a difesa, siestendeva il dominio dell’uomo sulla natu-ra, sino a far passare gli interessi particola-ri come fossero quelli di “tutti gli uominiragionevoli”, i bisogni politici della societàcome bisogni ed aspirazioni individuali, inrealtà fortemente “indotti”. La Tecnologia,molto più del Terrore, conteneva i rischi diun mutamento sociale, verso istituzionidiverse, in modo “totalitario”, determinandooccupazioni, abilità, atteggiamenti, deside-ri, bisogni e aspirazioni individuali. Laprova, affermava Marcuse, era lì, davantiallo spettatore medio di normali programmitelevisivi e radiofonici, solo che avesse con-centrato l’attenzione, per appena due gior-ni, per un’ora intera, sui programmi e sulleinserzioni pubblicitarie facendo zapping.Sarebbe apparsa la differenza tra bisogniveri e bisogni falsi negli individui, ottene-brati da controlli sociali così pienamenteassimilati, sino alla alienazione ed al rischiodi sentirsi “non allineato”, un disturbo allaorganizzazione ed ai bisogni delle grandisocietà imposti attraverso pressioni suigoverni, alleanze militari, accordi monetari,assistenza tecnica e piani di sviluppo, omo-logazione tra colletti bianchi e tute, mondo

degli affari e sindacati, invasione del priva-to da parte di una “compatta” opinionepubblica e comunicazione di massa. Lecose sono andate avanti al di là dell’ “incu-bo” descritto da Marcuse. L’oggi è caratte-rizzato da una tecnologia che occupa sem-pre maggiormente le funzioni lavorative; lamaggiore competitività occupazionale favo-risce una “divergenza” tra crescita e occu-pazione, soprattutto in riferimento a “beniscambiabili”. La crisi reale nel settore dellaoccupazione è aggravata dalla inflazione e

Margherita E. TORRIO

DA MARCUSE ASE VAL MEGLIO LA CRESCITA O

NOTE A MARGINE

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svalutazione in quanto cittadini e famiglie,ridimensionato il loro reddito, limitano iconsumi. La finanza non segue l’economiareale e le forze speculative ingenti, spingo-no sino all’azzardo. La stagnazione in cuisiamo precipitati porta a chiudere scuole,ospedali, a limitare ulteriormente i servizi.Ritorna, se pure in una nuova impostazionee definizione, il tema freudiano della “felici-tà”. La scuola di pensiero che ruota intornoallo studioso Latouche, cui si collega anchel’economista Leonardo Becchetti, ospite, tra

l’altro, ad un recente convegno tenuto pres-so la sala delle conferenze “Lacava” delMuseo Provinciale di Potenza, articola lariflessione sul quesito se sia esauriente l’at-tuale impostazione dell’economia contem-poranea che misura l’ottimizzazione dellasituazione economica di un paese sullabase del PIL. E’ ancora possibile invertire larotta per costruire una “buona economia” oquesto è solo utopia? Quanto potrebbeessere importante per un territorio oggi incrisi economica, del nord o del sud, come la

Basilicata, ritornare a localizzare produzio-ne e consumo, ribaltando i termini della“valutazione”, giocando sulla classificazionedelle condizioni di vita delle persone, sestiano bene, in quali condizioni vivano, o suuna diversa visione dell’urbanesimo e del-l’urbanistica. Rattristano i risultati di un son-daggio attuato fra studenti dell’UNIBASdalla “Libera Università delle Donne” diBasilicata che evidenzia una forte insoddi-sfazione acuita dalla previsione che gli studie le competenze acquisite saranno frustra-te e che sia reale solo la necessità di allon-tanarsi dalla regione per cercare lavoro.Valutando questi dati come indicatori delbenessere sociale si coglierebbe la condi-zione di grande disagio che è un indiceimportante della condizione di un territoriosia rispetto alle condizioni ambientali, cheantropologiche. Questo comporta ancheche ugualmente importante è misurare lapossibilità che emergano classi dirigentiadeguate, la positività delle dinamiche rela-zionali, il rapporto etica/politica. Se la oikos-nomos non è capace di leggere in questadirezione, la proposta di Serge Latouche(per esempio in La scommessa della decre-scita, Feltrinelli, 2012) è di studiare nuovestrade come quella della “decrescita” intesanon come “termine simmetrico di crescita”ma “termine esplosivo” grazie al quale siavvii un processo che possa interrompere“la catena dei drogati del produttivismo”,della logica dell’ impatto sull’ambiente, con-trassegnato dall’esaurimento delle risorse edai limiti della crescita sino all’entropia. Sono stimoli e spunti di riflessione aperti enon tautologici con cui, comunque, dovran-no misurarsi gli sviluppi e le dinamiche eco-nomiche in atto.

E A LATOUCHEA O LA DECRESCITA

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Leonardo CLAPS

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L'esperienza è una dimensione essen-ziale per la crescita e lo sviluppo del-l'essere umano. Una persona può

essere intelligente, sensibile e dotata quan-to si vuole ma se non fa esperienza dellavita non può dirsi una persona concreta.Certo, l'esperienza da sola non basta.All'esperienza dev'essere sempre accom-pagnata la giusta, adeguata, congruariflessione. Ogni esperienza necessita del-l'appropriata codifica. Non serve moltoandare al cinema se si è distratti e non sipossiede la necessaria pazienza di coglierel'intera trama del film nella sua interezza.Allo stesso modo, non serve molto andareal circo se non si è capaci di apprezzare ilgrande lavoro di preparazione e allena-mento delle persone che lo compongono.Anche osservare un paesaggio richiede lagiusta disposizione d'animo, sensibilità,intelligenza. Chi poi fa esperienze negative,quali quelle di una perdita significativa, undivorzio, una malattia grave ha bisognomaggiore di riflettere adeguatamente suquelle negatività, necessita di un'intelligen-za particolare, di un'interpretazione più

delicata e profonda. Inoltre, anche le espe-rienze intense, quelle per gioia ed entusia-smo, come ad esempio una grossa vincita,un importante riconoscimento, un grandeamore, hanno bisogno della giusta consi-derazione, della congrua meditazione, se sivuol evitare l'imprevedibile rischio di unrovescio inaspettato. Dunque, ogni fetta di vita vissuta, ogniesperienza richiede ed implica l'adeguataintelligenza. Chi attribuisce molta impor-tanza alla sola esperienza commette l'erro-re banale dell'unilateralità, come pure chiattribuisce troppa importanza alla soladimensione intellettuale. Eppure, nel fondoemerge quasi spontanea una domanda:quali esperienze fanno le persone? Fannotutte le stesse esperienze? È probabile checi siano esperienze più importanti di altre? Ad esempio, chi non ha mai fatto l'espe-rienza dell'amore romantico non è in gradodi capire e comprendere veramente uninnamorato. Allo stesso modo, chi non hamai fatto l'esperienza di una perdita signi-ficativa non può comprendere veramentechi è afflitto dalla morte di un caro. Chi non

conosce per sua diretta partecipazione lapovertà non può capire davvero chi è privodi risorse economiche. Comunque, perquanto riguarda lo sviluppo della persona-lità si può dire che alcune esperienze parti-colari sono davvero indispensabili.Ovviamente a queste particolari esperienzedev'essere sempre affiancata la giusta edadeguata interpretazione, altrimenti sirischia una sproporzione. Per ricapitolare: l'esperienza necessitasempre di un'adeguata interpretazione.Alcune esperienze richiedono spiegazioni einterpretazioni particolari. Nello sviluppodella personalità alcune esperienze sonodecisive. È chiaro ora che il mancato adeguamentofra esperienza e interpretazione produceuna sproporzione dannosa. Fra le esperienze particolari ed utili per losviluppo della personalità possiamo elenca-re: l'empatia, cioè il sentire su di sé cosaprova un'altra persona ed agire di conse-guenza; la solitudine, cioè l’essere in gradodi trovare uno spazio per la propria intimi-tà così da riflettere senza distrazioni e con-

ESPERIENZE

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fusioni; l'amore, cioè il sentimento di beneche si prova per un altra persona, al di làdell'egoismo; la gelosia, cioè il rendersiconto di quanto è importante la persona dicui si è gelosi; il coraggio, cioè la forza diaffrontare situazioni paurose o rischiose; laperseverazione, cioè la forza di mantenerea lungo l'impegno e la concentrazione.Queste esperienze sono davvero particola-ri perché senza di esse la persona non sisviluppa, anzi rischia di rimanere in unostato di passività, quasi di ristagno, di atro-fia. Ovviamente, alcune di queste espe-rienze richiedono allenamento, esercizio,dedizione. Una persona volubile ed inco-stante non riuscirà a farle nella misura giu-sta. Tenendo in mente queste esperienze parti-colari si può capire perché certe personesono più mature di altre. La nostra perso-nalità si sviluppa solo con le giuste condi-zioni, e a volte queste condizioni non sirealizzano. È troppo comodo approfittare dicerte apparenti agevolazioni, troppo como-do trovare scuse, incolpare gli altri o l'am-biente in cui si vive, sentirsi al di sopra

delle proprie responsabilità. Ma questecomodità si pagano a caro prezzo, il prez-zo di un'esistenza superficiale, vuota,apparente. La vera crescita dell'essereumano è invece sempre impegno, atten-zione, dinamismo. In questo senso specifi-co, certe esperienze non si possono trala-sciare. Sono le esperienze che ci fanno cre-scere con dignità, che ci conducono all'au-tentico orgoglio, allo sviluppo concreto. Alcune persone non hanno fatto certeesperienze decisive. Anche se hanno un'e-tà avanzata è come se fossero ancora aduno stadio infantile. Rinunciare a questeesperienze è facile perché sono esperienzeche comportano sempre impegno ed intel-ligenza. Chi non vuole né impegnarsi néusare il cervello alla fine si ritrova senzarisorse interiori significative. L'esistenzaautentica richiede alcune esperienze parti-colari e il rifiuto di impegnarsi in tal sensoconduce ad una vita priva di senso, perchénon si è vissuto la vita secondo le esigenzeche la vita stessa impone. L'orgoglio autentico, che si fonda sempresu significative vittorie personali, è segno

sicuro di una sana e concreta autostima. Equesto orgoglio deriva sempre dall'averaffrontato in modo intelligente alcuneesperienze specifiche. Senza queste espe-rienze l'unico orgoglio che rimane, se rima-ne, è un orgoglio di presunzione. Ma que-sta presunzione altro non è che uno scial-bo segno di vigliaccheria. Chi si pone al disopra dell'esperienza in questo modo cosìsuperbo non può far altro che ridurre dra-sticamente tutte le sue possibilità di scelta.È fuori dalla sostanza concreta della vitaperché ha rinunciato alla vera vita, e lavera vita è sempre esperienza in prima per-sona, è affrontare di persona alcune espe-rienze essenziali. Ma, a ben vedere, il vero problema qui nondovrebbe essere affatto difficile. Infatti sitratta solo di affrontare esperienze essen-ziali, basilari, in un certo senso normali.Non si richiedono grandi sforzi, grandisacrifici, grandi impegni. In realtà le espe-rienze essenziali sono alla portata di ogniessere umano, non sono molto difficili.L'unico vero problema è che non dovrebbe-ro essere evitate.

E ESSENZIALI

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Si è svolta a Viggianello, nel cuore delParco Nazionale del Pollino, la primaedizione della fiera del Turismo e

Tempo Libero. L'evento, voluto fortementedall'Ente Parco, sostenuto economicamentedal Comune di Viggianello, dalla RegioneBasilicata e da GAL La Cittadella del Sapere,e con il supporto dell'A.P.T. di Basilicata, ènato per dare nuova linfa al settore turisti-co, che, dopo il panico generato dall'eventosismico del 26 ottobre 2012, ha fatto regi-strare un preoccupante calo di presenze.I lavori sono iniziati con una conferenzastampa di presentazione, venerdì 17 mag-gio, nella sede dell'Ente Parco, in occasionedella quale sono stati illustrati obiettivi econtenuti della fiera. Il fulcro della tre gior-ni è stato però il workshop del 18, quandocirca 80 operatori turistici hanno presentatoi loro servizi a tour operator e agenzie diviaggio, per quella che è stata un'occasionedi incontro tra domanda e offerta turistica.Nella stessa giornata si è tenuto un interes-sante forum tematico su “come promuove-re il prodotto turistico Pollino”. Oltre agliinterventi dei qualificati relatori, nutriti epropositivi sono stati i suggerimenti dei gior-nalisti di settore. Ha moderato AldaD'Eusanio che ha fatto anche da madrina etestimonial d'eccezione. Hanno impreziositol'evento gli stand espositivi delle attivitàpraticabili sul Pollino e dell'artigianato e deiprodotti tipici.Il 19, spazio alla conoscenza del Parco convisite outdoor per tour operator, agenzie diviaggio e giornalisti che hanno così potutoscoprire dal vivo e toccare con mano le bel-lezze del Parco.La tre giorni ha messo in luce le enormipotenzialità del prodotto Pollino e ha fattointendere che l'offerta turistica deve neces-sariamente riorganizzarsi e strutturarsi in

maniera unitaria e che la base da cui parti-re è il lavoro sinergico tra operatori e istitu-zioni. Ecco il pensiero di alcuni protagonisti delforum al termine dei lavori.

DOMENICO PAPPATERRA(presidente Parco Nazionale del Pollino)

Il Parco, dopo gli eventi del sisma diottobre, ha creduto fortemente nellaTTLP come momento di rilancio perl'intero Pollino.Non solo ci abbiamo creduto ma lo abbiamoassecondato sotto ogni profilo, perché è evi-

Il Pollino in fieraservizio a cura diGiovanni GALLOe Antonello MANGO

Grande successo per la prima edizione dedel Turismo e Tempo Libero

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dente che noi abbiamo lavorato molto persuperare quella sorta di psicodramma che siera creato all'indomani del 26 ottobre.Eravamo stati investiti da una psicosi collet-tiva come se nel Pollino fosse tutto negati-vo. Allora abbiamo dovuto mettere incampo una serie di iniziative come il“Viaggio della conoscenza”, nel mese dimarzo, il lavoro sulle eccellenze del parco, laCarta Europea delTurismo Sostenibile e in ultimo la TTLP diViggianello. Tutti grandi eventi che rappre-sentano punti di forza per fidelizzare nuova-mente il flusso turistico tradizionale delleregioni di prossimità: Puglia, Campania eSicilia. Sono sforzi importanti che credoabbiano colto nel segno.

Calabria e Basilicata assieme per que-sto evento. La fiera rappresenta ancheun modo per unire un territorio chedeve necessariamente fare rete perfarcela?I due territori devono assolutamente stareinsieme. Il merito della mia presidenza del

passato quinquennio è stato proprio quellodi aver dato un'immagine esclusiva di unparco nazionale a tutto campo: non c'era néil parco lucano né quello calabrese. La stes-sa cosa hanno fatto oggi, per questa fiera,gli operatori turistici, che hanno dato unsegnale straordinario. È infatti la prima voltache non li vedo sponsorizzare ciascuno lapropria specificità ma fare un grande giocodi squadra unitario, che è quello che serveal Pollino.

Prima accennava alla Carta Europeadel Turismo Sostenibile, ci spiegameglio di cosa si tratta?É una certificazione di Europarc Federation,rilasciata dopo un percorso molto rigido,attestante che le istituzioni pubbliche e isoggetti privati si muovono nella direzionedi preservare il territorio. Questo strumentoci dà l'opportunità di fare turismo nel rispet-to del principio dello sviluppo sostenibile, ilche significa salvaguardare quello che oggiabbiamo come patrimonio naturale, cultura-le e sociale e offrirlo anche alle future gene-

La TTLP in cifre• 600 mq di esposizione.• 20 tra tour operator e agenzie di viag-gio italiane e straniere.• 20 stand espositivi con tutte le attivitàoutdoor che si svolgono nel Parco (rafting,acquatrekking, parchi avventura, sci club,ecc.), artigianato e prodotti tipici.• 80 le adesioni degli operatori turisticidel Pollino che hanno venduto pacchettituristici alle agenzie presenti.• 15 giornalisti accreditati, tra cuiCorriere della Sera, Dove Viaggi, StyleMagazine, La Rivista del Trekking, AliceMagazine, La Nuova, La Gazzetta, UnoMattina, Il Lucano Magazine, TrmTv, Canale9, Tele Norba, ecc.• 5 giornalisti esteri, tra cui David Backerdel Financial Times.• Alda D'eusanio, giornalista e conduttri-ce, nella doppia veste di moderatrice alforum e testimonial della TTLP.• Laura Forgia, valletta de programma televisivo “L'Eredità”, condotto da Carlo Conti,come special guest.

Fra gli altri, hanno relazionato al forum:• Vincenzo Corraro, sindaco di Viggianello;• Mariano Schiavone, dirigente A.P.T. Basilicata; • Domenico Pappaterra, presidente Ente Parco Nazionale del Pollino;• Marcello Pittella, vicepresidente Regione Basilicata;• Tommaso Paolini, professore di Economia del turismo Università degli Studidell'Aquila;• Paride Leporace, direttore “Lucana Film Commission”;• Agostino Agostinelli, vicepresidente Federparchi;• Italo Clementi, editore La Rivista del Trekking;• Enrico Caracciolo, scrittore• Nicola Timpone, GAL “La Cittadella del Sapere”.

Spunti interessanti sono venuti, durante il forum, da giornalisti ed esperti di settore.

ane del borsino

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razioni, cui non possiamo lasciare in ereditàun ambiente compromesso.

Possiamo annunciare già da ora chedopo questo risultato il Parco si impe-gnerà nuovamente per l'edizione 2014della TTLP?Certamente sì. Abbiamo visto alla TTLP lapresenza di tanti operatori, agenzie turisti-che, il mondo della stampa specializzata.L'obiettivo che ci eravamo prefissi è statorealizzato. Poi, certo, possiamo e dobbiamomigliorare. La manifestazione va irrobustitanella sua offerta complessiva, ma credo chepossa diventare una grande vetrina e unagrande opportunità. Quest'anno abbiamoavuto poco tempo ma se, come auspichia-mo tutti, diventerà un appuntamento fissoper gli anni futuri, non potremo non coinvol-gere il Ministero dell'Ambiente, laFederparchi Nazionale e tutti quei soggettiche possono aiutarci a farla diventare unacosa ben più grande di quella che è stataquesta prima edizione.

MARIANO SCHIAVONE(dirigente A.P.T.)

“Turismo e Tempo Libero Pollino”, è lastrada giusta per puntare sullo svilup-po turistico dell'area?Sicuramente questa è la strada giusta,anche se non l'unica. Il Pollino è natura,arte, cultura, tutti elementi che coniugatipossono offrire un'azione forte sul turismo.

Da esperto e informato interprete delsettore, ci dà qualche numero relativoal turismo sulla Basilicata in generalee sul Pollino in particolare?Siamo tra le regioni italiane che hanno man-tenuto il dato dell'anno precedente, non-ostante i noti fattori negativi, come la sfavo-revole congiuntura economica, la crisi gene-rale che investe tutti i settori e che, ovvia-mente, interessa anche il turismo. In qual-che modo il fatto di non aver perso ci con-forta.

Tra i poli attrattivi della Basilicata ilPollino recita una parte importante.Cosa si è fatto e cosa si deve fare affin-ché la Basilicata si presenti con unaproposta turistica integrata e unitariache valorizzi, oltre al Pollino, anchealtri distretti?Le azioni che sono state messe in campodall'A.P.T. sono tante. Alcune hanno già tro-vato attuazione e altre la troveranno nell'im-mediato. Per fare un esempio, cito la politi-ca dei grandi attrattori presenti in Basilicata,elementi che consentono di costruire unavera motivazione al viaggio verso la nostraterra. Tutto questo però si deve reggereall'interno di un sistema turistico generaleper poi inquadrarsi in un sistema turistico dicarattere locale.

La crisi economica imperversa e mina

anche questo settore. Quanto crede leia una rapida ripresa e cosa farà L'APTper favorirla?É difficile fare delle stime su quelle che pos-sono essere le proiezioni positive quando cisono in ballo degli elementi di crisi, cheovviamente non investono solo il turismoma anche altri settori. Quello che posso direè che, tendenzialmente, i dati del settoreturistico crescono. Questo ci tranquillizza eci spinge ad attivare azioni più importanti epiù rappresentative per la nostra regione.

VINCENZO CORRARO(sindaco di Viggianello)

Sindaco, operatori, Tour operator, isti-tuzioni, stampa specializzata, tutti quia Viggianello per la TTLP. È motivod'orgoglio per la sua comunità?Lo deve essere, perché credo che sia unprogetto sperimentale mai fatto prima.Questo è un momento importante che ci havisto capofila di un'esperienza significativavenuta fuori dopo i fatti del sisma. Abbiamocreato un coordinamento dei comuni delParco per ovviare a tutto quello che ha com-portato il calo di presenze a seguito dei fattidel 26 ottobre scorso. È un motivo di orgo-glio per la mia amministrazione, per questacomunità, il fatto di aver raccolto le forze, leenergie e le risorse per mettere assiemequesto allestimento. Vogliamo raccontarenuovamente il Pollino e Viggianello perdimostrare che il nostro territorio è vivo e lenostre strutture ricettive sono solide e che lacultura dell'accoglienza è profonda e non siè mai arrestata.

Abbiamo capito che la TTLP è un'idea

che parte da lontano, con una grandemacchina organizzativa dietro e lacaparbietà di chi crede nella propriaterra.È un'iniziativa che nasce a seguito dellefamose politiche che partono dal basso, chesono state attuate anche in questo proget-to. È scattata la solidarietà fra gli operatoriche hanno chiamato a raccolta le ammini-strazioni e hanno voluto che si facesse siste-ma attorno al comparto turistico per tenta-re di uscire da un momento particolarmen-te difficile. Credo che la TTLP sia un'espe-rienza positiva perché è riuscita ad unire lapolitica al territorio.

In cosa devono migliorare questi luo-ghi per avere ancora più appeal?Io credo che basti poco. Noi non abbiamobisogno di grandi progetti o di tentare per-corsi stralunati di sviluppo, ma abbiamonecessità di valorizzare quello che abbiamo,partendo dalle nostre risorse primarie, comel'acqua, i boschi, le montagne, i pianori,dalla bellezza del paesaggio e dai nostri bor-ghi. Quindi promuovere politiche indirizzatealla valorizzazione di questi luoghi che anco-ra rimangono intatti e non sono stati stra-volti dalla mano dell'uomo, ripopolarli emettere in luce tutto quello che c'è di belloin essi. La tipologia di turismo che vogliamointercettare ha bisogno di questo prodotto,ora si tratta di trovare il modo di pubbliciz-zarlo.

Visto il successo ottenuto, riproporràla TTLP anche nel 2014?Mi auguro di sì. L'esperienza di questi duegiorni ci dice, e ce lo dicono soprattutto gliesperti del settore che seguono questa tipo-

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logia di eventi in altre parti d'Italia, chequello realizzato è stato un evento positivo.Questo ci rende fiduciosi. Naturalmente perfar sì che ciò avvenga è necessaria, ancheper la prossima edizione, la compartecipa-zione di tutti gli enti che quest'anno hannocreduto in questa iniziativa. Partendo daqueste basi credo che la TTLP si possa ripe-tere.

MARCELLO PITTELLA(vicepresidente Regione Basilicata)

“Turismo e Tempo Libero Pollino” èuna fiera che nasce con il precisointento di far conoscere questi territo-ri, come una vetrina che favorisce l'in-contro tra domanda e offerta. È unbuon punto di partenza?Io credo di sì, questo borsino del turismo vasalutato con grande positività. L'Ente Parcodel Pollino, i comuni, le regioni Basilicata eCalabria possono, su questo patrimonio cul-turale e naturale, costruire assieme unasorta di sistema turistico locale, in grado diimporsi oltre il perimetro nazionale. E’ pos-

sibile fare ciò partendo proprio da un conte-nitore come quello della TTLP, che va ascrit-to a merito dell'azione che le amministrazio-ni locali e gli operatori hanno voluto mette-re in campo.

La regione Basilicata fa enormi sforziper il settore turistico. È soddisfattofinora delle ricadute considerando lerisorse investite?Abbiamo investito milioni di euro nei varisettori del turismo negli ultimi anni. Gli ulti-mi tre in particolare hanno fatto segnare untrend molto positivo. Ma anche quest'anno inumeri e le ricadute sono stati buoni.Abbiamo infatti registrato una tenutasostanziale della Basilicata, nonostante daun punto di vista socioeconomico stiamoattraversando un periodo terribile.Continueremo ad investire sperando dipoter fare lievitare il Pil e la capacità di cre-scita di questo territorio.

É fantascienza pensare a un collega-mento viario più veloce tra Maratea eil Pollino in modo da poter puntare sulbinomio mare-montagna come puntodi forza dell'offerta turistica?Non è fantascienza, penso però che gliinterventi realistici che noi possiamo faresiano sostanzialmente due. Il primo è ilcompletamento della famosa bretella SS585-Fondo Valle del Noce, finanziato intera-mente dalla Regione Basilicata. La gara èstata espletata e adesso attendiamo la sigladell'accordo programmatico dei prossimi 5anni tra ANAS, Governo nazionale e Regioneper dare il via ai lavori. Il secondo intervento da realizzare è rappre-sentato dal miglioramento della ProvincialeSP4, che conduce verso l'entroterra e portaal Parco del Pollino. Noi, come Regione,abbiamo destinato alle Province 40 milionidi euro dei fondi FAS (Fondo AreeSottoutilizzate) per l'adeguamento, la sicu-rezza e l'ammodernamento di varie arterie.Se noi riusciamo a razionalizzare e finalizza-re queste risorse, penso che avremo fattoun pezzettino in più per avvicinare il marealla montagna e per far diventare questobinomio valore aggiunto per il turismo.

La Basilicata continuerà ad essere una“bella scoperta”?Penso che la Basilicata possa ancora esserescoperta per tanti aspetti. La verità è chenoi dovremmo essere un po' più ottimisti,ammiratori e cultori della nostra terra. Ènecessario però aumentare il tasso diresponsabilità e di capacità di ognuno diincidere nelle scelte di programma e anchenella riscoperta dei grandi valori che abbia-mo. Credo che, al di là del ruolo, tutti assie-me dobbiamo costruire un brand per lanostra regione, che non è solo turistico, maè anche economico, sociale, politico e cultu-rale. Un brand che può essere in Italia e inEuropa un valore distintivo delle nostrepeculiarità.

Alda D'Esusanio

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Folla all'ingresso, traffico bloccato, tea-tro già pieno, un giornalino illustrativocome locanda distribuito all'ingresso e

tante emozioni a mille nel backstage per lepresenze illustri in sala, in giuria e sulpalco.E' la finalissima del prestigioso FestivalDell'Adriatico Premio Alex Baroni al TeatroConcordia di San Benedetto del Tronto(stessa location scelta da Fiorello in occa-sione del suo ultimo e fortunato show suRai 1) ed è davvero entusiasmante.Diversi e di rilievo i personaggi in giuria, tracui il noto scopritore, musicista e arrangia-tore del compianto Alex Baroni, il maestroAndrea Zuppini, attuale collaboratore tra ipiù grandi nomi del panorama artistico ita-liano.Il Presidente dell’A.F.I., dott. LeopoldoLombardi, si è più volte complimentato conil Patron della manifestazione EnzoSpinozzi per l'ottimale management.Il duo acustico dei Jalisse e Gatto Panceri,ospiti della importante kermesse canora,hanno proposto una performance intensaed emozionante fino a tarda ora, con il vivocontributo dell'importante livello tecnicodei concorrenti finalisti giunti da una sele-zione nazionale di circa 650 iscritti.L'intera finale sarà trasmessa in due punta-te in prima serata, a metà giugno, tramiteil circuito televisivo “Fox Production &Music” del responsabile nostro conterraneoNicola Mauro Marino ed andrà in onda sucirca 85 emittenti televisive tra locali,nazionali italiane ed Europee finoall'Europa dell'est, in America Latina ed inaltri Paesi del mondo (elenco completo suwww.foxproduction.it).Ma veniamo al Nostro, Mattia VALENTINO.Da anni frequenta il ConservatorioGesualdo Da Venosa di Potenza ed è

prossimo al diploma in clarinetto nonché alsecondo anno del corso di pianoforte jazz.Membro dell'Ansamble Clarinet in questigiorni in tour in Basilicata, l'orchestra difiati è diretta anche dal suo docente di cla-rinetto del Conservatorio stesso, il m°Garzione.Mattia ha ricevuto l' Eccellenza Artistica delPremio Nazionale Alex Baroni 2013 FestivalNazionale Dell'Adriatico.Quale grande soddisfazione per un 18enne

Premio Alex Baroni aEccellenza artistica 2013 a San Ben

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che ha appena conseguito il diploma diautore e compositore alla Hope MusicSchool di Roma (prestigiosa scuola di altaformazione professionale che riveste unaimportanza internazionale) e che ama esi-birsi anche come DJ con la Beat Box.E' il caso di dire che lo scorso anno è statotra i finalisti dell'ambito Premio Lunezia2012 salendo sul palco con Arisa, NicolòFabi, Giovanardi, Masini , Avitabile, Block,Casale, Giorgia, Enzo e Paolo Jannaci,

Erica Mou, Nair, i Nomadi ed altri ancora.Il suo brano, presentato al Lunezia, per ilquale è stato premiato al Premio AlexBaroni 2013, si intitola Giovani cuori ed èstato trasmesso nel corso del programma“Suoni D'Estate” su Rai Radio 1 accompa-gnato da interviste in diretta della nota esobria speaker radiofonica ElisabettaGrande. Importante il compiacimento ditantissime fan tra i teen ager che con smsin radio a tutto spiano hanno testimoniato

un gran seguito.Mattia aspira a comporre ed arrangiaremusica oltrechè a cantare; è per questoche cerca di darci dentro tra i due corsistrumentali all'Alta Formazione Artistica eMusicale del Conservatorio e l'IstitutoD'Arte di Potenza.Vorrebbe trasferirsi a Roma per accederealla Università degli Studi di Tor Vergataper conseguire la laurea in “Ingegneria delsuono” e, quindi, raggiungere il massimolivello tecnico avanzato per la registrazio-ne e la post-produzione di fonti sonore pervari utilizzi in campo artistico e tecnico.E' prossimo al completamento del quin-quennio all'Istituto Statale D'Arte diPotenza, attuale Liceo Artistico Musicaleper questo specifico motivo artistico ecerca di dare il massimo anche se non èsemplice frequentare contemporaneamen-te tre corsi di formazione di cui due acca-demici.In una fase di grandi sforzi caratterizzatida estenuanti impegni tra studi, serate,prove continue e concerti, l'EccellenzaArtistica di Mattia giunge a proposito, aconferma che, prima o poi, il sacrificio pagao quantomeno dovrebbe pagare, visto chequesto è un mondo un po' bizzarro e nonsempre premia i meriti.In questo caso però il riconoscimento è pergrandi meriti, ed è stato offerto ad un gio-vanissimo artista di Potenza, che sogna ilsuo futuro con un lavoro che sia anche lasua passione: la musica.Un antico detto dice che chi lavora con lemani è un operaio; chi lavora con le manie col cervello è un professionista; chi lavo-ra con le mani, col cervello e con il cuore èun artista.Lasciamo che questo giovane lucano conti-nui a sperare e sognare.

ni a Mattia Valentino Benedetto del Tronto

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Resterà aperta per tutta l’estate alParco Scultura “La Palomba” diMatera la mostra dell’artista Antonio

Paradiso dal titolo PENSIERI Ritratti dellamente che è anche un libro curato daParadiso ed editato da Fondazione Mudimae P.S.P. presentato a fine maggio nella cittàdei Sassi.Il libro e la mostra sono intimamente colle-gati perché ad essere esposti nel Parcodella Palomba sono proprio delle “sculturedella mente” ovvero, pensieri, frasi libera-mente pensate da scultori, pittori, musici-

sti, filosofi, poeti, critici, galleristi, collezio-nisti, astronomi. Al libro hanno dato il con-tributo con 69 aforismi, raccolti e selezio-nati da Paradiso, altrettanti personaggi trai quali spiccano nomi come l’astrofisicaMargherita Hack, il critico Philippe Daverio,il filosofo Mario Perniola, lo scultore Ugo LaPietra, il poeta Arturo Schwarz, oltre natu-ralmente allo stesso Antonio Paradiso. Paradiso indaga questi “autoritratti dellamente”, proposti da persone provenientidai settori più disparati, per capire se ènata prima la scultura, la mente o l’inven-zione, con la convinzione che in questolavoro fatto da tante menti si ottenga unrisultato “moltiplicato”, dato dallo spessoredi sapere che ognuno di noi porta dietro dise. “Freud analizzava la mente, l’inconscio, isogni l’utopia dell’essere –sostieneParadiso- mentre gli autoritratti, come scul-ture, sono un auto essere che esclude ilrapporto maestro e modello, dottore e

paziente. Nasce così il ritratto antropologi-co, l’inquietudine contemporanea: la novi-tà è che l’autoritratto della mente si ottie-ne senza usare la pietra, il bronzo, i colori,la foto, arrivando a risultati moltiplicatirispetto ai vecchi sistemi di produzione arti-stica. Alla presentazione della mostra hapreso parte anche il presidente di Matera2019 Paolo Verri che ha annunciato di volercoinvolgere maggiormente il parcoScultura nelle prossime iniziative per lacandidatura di Matera a Capitale europeadella cultura per il 2019.All’evento di inaugurazione della mostra edi presentazione del libro hanno presoparte il filosofo Mario Perniola insieme allostorico dell’arte, saggista e poeta ArturoSchwarz. Nel corso della serata sono statepresentate anche diverse performance arti-stiche tra disegni, installazioni e concertitenuti da Bruno Sinno, Dario Carmentano,Milena Orlandi, Loredana Paolicelli e daAntonio Paradiso.

Matera, Paradiso d’estateal Parco La Palomba

Giovanni MARTEMUCCI

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Una regione, la Basilicata, un itinerariodi mille chilometri, e 12 ore per per-correrli. Alla scoperta dei luoghi più

incantevoli della nostra regione. Si chiama“Lucania endurance 2013” l’evento orga-nizzato da Bari Moto Vessia e dal GruppoEnduristi Baresi al quale hanno preso partedecine di motociclisti pugliesi e lucani. Lalunga uscita motociclistica ha avuto luogodomenica 26 maggio e ha toccato le prin-cipali strade della Basilicata. La partenzadella carovana di bikers è stata puntuale,domenica mattina, alle ore 8 dopo la cola-zione dal Caffè Schiuma di Matera che èstato anche il punto di rientro avvenutointorno alle ore 21. L’evento motociclisticopiù atteso dell’anno tra Puglia e Basilicata èstato un riding aperto ai possessori di qual-siasi tipo di moto. Un giro non competitivoper apprezzare le bellezze e i panoramidella nostra regione cavalcando la propriadue ruote per 12 ore di seguito e mille chi-lometri. Il percorso è stato suddiviso in 6tappe e ha prediletto le strade interne,quelle panoramiche o i percorsi ricchi dicurve, pur non mancando veloci puntatesulle statali lucane. La prima tappa daMatera a Muro lucano (204 km); la secon-da da Muro Lucano a Lagonegro (142 km);la terza da Lagonegro a Senise passandoper Maratea (162 km); la quarta da Senisead Anzi dopo aver toccato la costa ionicatra Nova Siri e Policoro (204 km); la quintada Anzi a Pisticci via Stigliano (207 km);l’ultima tappa da Pisticci a Matera è stata lapiù breve (43 km) e la più veloce visto chesi percorreva la Statale 407 Basentana.“Erano in maggioranza percorsi montani –afferma l’organizzatore Tommaso Vessia-con molte curve a caratterizzare tutta lagiornata. Dato il gran numero di chilometrida percorrere in dodici ore abbiamo previ-

sto solo soste brevi per fare carburante eper rifocillarsi al volo, a discrezione di ognipartecipante. Il punto cardine dell'eventoera fare un’esperienza di ‘endurance’ cioèmettere a dura prova uomini e mezzi conun percorso impegnativo. E’ stato un modoinconsueto offerto ai bikers per scoprire laBasilicata e per misurare le proprie capaci-tà di guida e di resistenza in 12 ore giran-do le strade di una sola regione.Ovviamente abbiamo colto l'occasione, perquanto possibile, per scoprire i posti spe-ciali della Basilicata”. Dopo le iscrizionipresso la reception di Matera allestitadavanti al Caffè Schiuma, ai partecipanti inpartenza è stato annotato il chilometrag-gio, ed all'arrivo si è verificato che avevanopercorso i mille chilometri entro le dodiciore dalla partenza. Qualche dato di crona-ca: Fabrizio de Latoulière ha percorso 1053km in 13 ore, Tommaso Vessia ne ha per-

corsi 940 sempre in 13 ore. A Matera, alleotto, sono arrivati Gianfranco, Cox,Dentamaro, Cabum, Gorenzalo, Fidel eMarcello Anglana percorrendo all'incirca800 km. I ritirati ufficialmente sono statiSavino Leone, Raffaele Stea, Luigi AndreaFlorio, gli ufficiosi i ragazzi di Conversano eper “auto eliminazione” Bruno Chirizzi vitti-ma di un incidente, per fortuna senza con-seguenze per il pilota. “Devo ammettere –conclude l’organizzatore, Tommaso Vessia-che è stata un'esperienza d'avvero dura,ma togliendo le ore perse dopo la caduta diBruno e la pioggia che ci ha accompagna-to per un'ora e mezza circa, posso dire cheè fattibile. Quindi aspettatevi un'edizione2014. Ad ogni modo grazie a tutti coloroche, un po' per gioco e un po' per spirito diabnegazione, hanno partecipato e contri-buito a questo evento fuori dal comune”.

gi.ma.

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LucaniaEndurance2013In moto per le stradedella Basilicata

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LUCANOLUCANOio sonoI AM LUCANO JE SUIS LUCANO ICH BIN LUCANO SOY LUCANO Я ЛУКИ 我盧肯

I nser to a cura de

Viaggio alla scoperta delle radici lucane

Dal Venezuela con amore

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Prossima Apertura

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ai nostri lettori

I nostri contatti:

Sempre più protagonisti

Se il lettore è il nostro principale interlocutore, è giusto che abbia diritto ad un rapporto diretto con la rivista.Da sempre sono proprio i lettori a fornirci spuntisu questioni e tematiche della vita sociale e politica della nostra regione.L’invito che vi rinnoviamo è di collaborare con la redazione segnalandoci notizie, curiosità,avvenimenti che vi hanno particolarmente colpito o, ancora, disagi e disservizi nei quali vi imbattete nel vostro quotidiano.

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Tel. 0971.476423

I L V I A G G I O

Venezuelani in Basilicata,sui sentieri degli avi alla scoperta delle radici lucane

I L C I R C O L O

Amici dellaLucania

L’associazione di Asti presental’ottava edizione

del RadunoLucano

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I L P E R S O N A G G I O

6Anita Aloisio

I luoghi dell’anima,nel film della regista

originaria di Muro Lucano

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Con l'avvento del nuovo anno AnitaAloisio, regista di Montreal ma di ori-gine lucana (nonno di Muro Lucano

e nonna salernitana, entrambi di originicontadine, lavorano ancora a MuroLucano) è tornata in Basilicata per realiz-zare il suo quarto film.Se il primo, Straniera come donna, eraun’esplorazione della donna lucana emi-grata a Montreal, di taglio antropologico,ora si analizza il rapporto con il cibo(punto di partenza per analizzare anchealtro), per promuovere, seppur indiretta-mente, il paesaggio lucano.Si tratta di un progetto mai realizzatoprima perché, trattando di cucina, culturaed emigrazione (tematiche che appassio-nano tutti), è rivolto ad un vasto pubblicoe non ad un pubblico di settore. La casadi produzione è Baltalya Productions, dicui la regista è la fondatrice. Ma il proget-to è cofinanziato con la regione, con l'ag-giunta di finanziamenti di enti pubblici eprivati canadesi. Domani si parte con venti ore di riprese aMatera (piazze, ristoranti, locali in ecc.). Ilprogetto è ancora in fase di produzione.

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Anita AloisioI luoghi dell’anima, nel quartociak della regista canadeseoriginaria di Muro Lucano

Giulio RUGGIERI

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Si parte da un libro, correlato ad un docu-mentario sul web della durata di circaun'ora. Il film darà massima visibilità allaLucania, immettendola direttamente nelmercato europeo e nord americano. Saràtradotto in inglese e francese. La troupe ètutta lucana, a dimostrazione che si stafacendo di tutto per promuovere la regio-ne. Il film permetterà di far conosceremeglio la Lucania all'estero, attraverso lericette culinarie ma non solo.Il suo lavoro è una ricerca approfonditasulle ricette lucane. Approfondisce il temadell'emigrazione, per far comprendere l'e-sperienza non solo dell'emigrante ma deifigli degli emigranti in modo particolare.Ora siamo al quarto film, collegato allibro, e ad un documentario web che sistanno realizzando di pari passo.“Basilicata secrets” è il titolo provvisoriodel blog, che sarà forse anche il titolo delfilm.Si realizzeranno nove giorni di riprese inLucania. Le zone prese in esame sono: ilmaterano (Policoro, Montescaglioso, ilcentro storico di Bernalda),Valsinni,Castelmezzano e Maratea.

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Per diverso tempo, la regista ha dovutolavorare a distanza. Lei era a Montreal ecollaborava con professionisti del cinema(fotografi, cameramen, un direttore difotografie, un microfonista ed un coordi-natore di progetto), con cui sono statiscelti i luoghi, le ricette culinarie e le tra-dizioni da prendere in esame, che si stan-no modernizzando con i tempi.Come nei film precedenti, gli interessidella regista sono sempre rivolti a descri-vere quelle situazioni di spaesamento, didifficoltà, ma anche di arricchimento cul-turale, che si verificano quando ci si spo-sta in luoghi lontani dalla propria terrad’origine.

A che età ha cominciato ad interes-sarsi di cinema?A 25 anni, dopo essermi laureata incomunicazione. Sin da subito, ho avverti-to l'esigenza di far luce su certe proble-matiche del mio paese. Anche se il mioprimo film, Straniera come donna, è natoper caso ed è un'importante analisi sulladonna, perché fa un paragone tra la vitadelle donne che sono andate fuori dallapropria terra per via dell'emigrazione deigenitori e quelle che invece sono rimastein Lucania. Voleva semplicemente dimo-strare, in fondo, che chi emigra si trovasempre con un punto in più, perché puòpensare e vedere le cose in una prospet-

tiva diversa, più ampia se vogliamo. Quelfilm ha avuto un discreto successo, in par-ticolare modo presso gli enti universitaridi Montreal ed è stato tradotto in inglese,italiano e francese.

Cosa ti ha spinto a fare cinema?Non c'è stato un evento in particolare chemi ha indotto a fare cinema. Diciamo cheè una cosa innata. Come tutte le formed'arte, il cinema consente anche di mette-re in luce il proprio modo di vedere larealtà, ma anche preoccupazioni e inte-ressi. È un modo di poter esprimere mestessa, esternando la mia percezione delmondo, e mi permette di farlo rivolgendo-mi ad un vasto pubblico. Ma non è affat-to semplice fare cinema, in quanto ci sonomolte difficoltà, soprattutto di budget,oltre che nel trovare persone competenti,che sappiano valorizzare questo lavoro, intermini di vero e proprio patrimonio cultu-rale, per far conoscere una parte dellacultura italiana in giro per il mondo. Il mioobbiettivo, in tutti i film realizzati, è statoanche quello di elaborare l'esperienza del-l'emigrazione vista, però, con gli occhi dichi non è un emigrante a tutti gli effetti.Non a caso, sono nata a Montreal. Ma loscopo è anche quello di fare cultura e difar scoprire il lato nascosto di una realtàche ancora non si conosce molto bene.

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Quali sono le sue maggiori fonti d'i-spirazione?Le fonti sono la vita vissuta delle personesemplici, che si trovano, il più delle volte,a dover affrontare situazioni di disagio odi scarsa integrazione sociale. Per il mioterzo film invece Les enfants des enfantsde la loi 101, realizzato in Québec, è stataproprio una legge ad ispirarmi. La legge101 parla dell'impatto delle legislazionilinguistiche del Québec su una generazio-ne costituita non solo da figli di emigrantima di tutta la comunità del Québec. Unain particolare, la legge n.101, che obbligaogni bambino a frequentare la scuola del-l'obbligo in lingua francese, solo perché isuoi genitori non hanno fatto la scuolaelementare in inglese. Anch'io sono statasottoposta a questa legge. Questo, ovvia-mente, per me è stato un grosso vincolo.

Come si sono svolte le prime ripresea Matera?Non si sono verificati problemi tecnici, manemmeno di coordinamento. Proprio perquesto risulta fondamentale doversi cir-condare di persone competenti che cre-dano davvero nel lavoro che fanno. Nonconta molto il singolo individuo, ma è lasquadra che vince. Il film si realizza conl'aiuto di tutti. Se il fonico non fa bene ilsuo lavoro, si verificano grossi problemiper il suono, ad esempio. È la specializza-zione di ognuno che permette di metterein piedi l'intero progetto. Basta un ele-mento che non vada, a far saltare l'interolavoro. Infatti, prima di venire fin qui, hodovuto prodigarmi per trovare tutte lefigure professionali utili per la realizzazio-ne del mio operato...

Secondo te, quali sono i punti di con-tatto e le maggiori divergenze tra ilucani e gli abitanti di Montreal?Non esistono differenze sostanziali, tolto ilfatto che ho riscontrato un forte attacca-mento alla propria terra da parte dei luca-ni, caratteristica che forse un po' manca anoi canadesi. Ciò che noto, è che proprionelle relazioni umane siamo più carenti edè lì che dovremmo lavorare di più.Saremo forse più progrediti sul piano tec-nologico, ma manca quel senso di familia-rità che qui in Lucania invece si viene acreare.

Dove ti trovi più a tuo agio, inLucania o nella tua città natale?Mi trovo molto a mio agio in Italia. Civengo con piacere. Oltre ad essere il pre-testo per venire a trovare i miei nonni. AMontreal ho costruito la mia vita. È lì cheho affrontato gli studi. Certo, non c'è dub-bio che il Canada offre molte più possibi-lità, soprattutto se parliamo di lavoro, mail lavoro non è tutto. Non saprei farti unparagone ad essere sincera.

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Da lunedì 6 maggio, un gruppo di gio-vani venezuelani, di un'età compre-sa tra i 18 e i 25 anni, è arrivato per

la prima volta in Basilicata. Si tratta dinipoti e pronipoti di famiglie che si sonoradicate da tempo in Venezuela. Maratea èstata la loro prima tappa. Lì, hanno avutomodo di partecipare alla processione diSan Biagio. Ciò che più li ha incuriositi èstato il forte attaccamento alle radici cri-stiane, la loro vocazione, come dimostra ilsacrificio cui si sottopongono per arrivarefino alla statua del Cristo. Altra cosa chehanno riscontrato, è una forte familiaritàche le persone del luogo, hanno tra loro. Ilgruppo di giovani è rimasto sorpreso dacome i cittadini lucani, partendo da zero,siano riusciti a realizzare cose importanticome fabbriche di calzature, pasta e caffè.Ora, al gruppo di Venezuela, resta da visi-tare le grotte di Maratea, di fare un girolungo la costa e fare un salto a Sapri, Praiae Maratea. Poi si riparte, per alcuni giorni,per Pescopagano. Altri invece, ripartirannoper Castelgrande, altri ancora perMaratea, per visitare i familiari. Fino al 22del mese rimarranno nella nostra terra. Igiovani venezuelani, accompagnati dalpresidente della Federazione delle associa-

Nipotini venezuelani Percorrendo i sentieri degli avi alla scoperta delle radici lucane

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zioni dei lucani in Venezuela, BiagioIgnacchiti, con un simpatico intercalare tralo spagnolo e l'italiano, hanno espresso illoro totale apprezzamento per le bellezzepaesaggistiche, artistiche e culturali dellaloro terra d'origine ed in particolare perMaratea che ha offerto loro uno spettaco-lo molto suggestivo con le sue montagnesul mare ed i suoi riti religiosi in onore diSan Biagio. Altrettanto successo ha riscos-so Matera, con il suo centro storico e l'ac-coglienza ricevuta dai suoi cittadini.Biagio Ignacchini è stupito del fatto che igiovani lucani, alcuni dei quali appartenen-ti alla banda musicale di Maratea, quandosono andati a Caracas per partecipare allafesta di San Biagio, non fossero a cono-scenza del fatto che anche lì, il 3 febbraio,si svolge la stessa processione. Ha poi sot-tolineato che a Caracas c'è un poliambula-torio finanziato dalla Basilicata, che offrevisite gratuite tre volte all’anno, ai lucanibisognosi che si trovano lì. Questo perchélì la situazione sanitaria è piuttosto disagia-ta. Altra cosa che ha voluto sottolineare, èl'esistenza del centro italiano venezuelano,costituito da italiani per un raduno di tuttii cittadini italiani del Crub (centro italianovenezuelano), costruito su 21 ettari di ter-

reno, con piscina e campi da calcio.Composta da più di 4000 soci italiani, inau-gura a settembre la federazione lucanacon uno studio cardiologico con apparec-chiature dell’ultima generazione presenti aCaracas.Lo scopo di quest'interscambio culturale èquello di far riscoprire le radici di quattrogenerazioni. Coloro che partirono pensaro-no di scappare in alcuni paesi lucani,acquistavano biglietti molto costosi per l’e-poca. Per questo usavano organizzare lecollette. Quando arrivavano al porto di Napoli, cheveniva usato come punto di approdo,spesso si era convinti di arrivare inAmerica, ma capitava di trovarsi altrove.Molto di loro venivano utilizzati come ope-rai, per costruire strade e si abbassavanoa fare i lavori più umili. Molti di loro si pen-tirono di essere partiti, per via degli enor-mi sacrifici che hanno dovuto affrontare.Ma non avevano soldi per tornare indie-tro, si dovettero adeguare, imparando cosìdiverse lingue. Quando si mettevano inviaggio, tramandavano il culto per lo stes-so santo, facendo le collette per realizzarela statua e portarla direttamente nellanuova terra. A volte importavano anche i

preti dalla Basilicata fin lì. Questo sempreper via del forte attaccamento alle tradizio-ni.Ma la seconda generazione, in particolarmodo, ha fatto carriera. Molti di loro, infat-ti, sono diventati imprenditori.Lo scopo di questo interscambio culturaleè quello di risvegliare la memoria dei gio-vani, per far comprendere loro che l’emi-grazione è stata il frutto di sacrifici e soffe-renze da parte dei suoi avi. In quest’atmo-sfera si amplificano nel giovane la voglia divisitare i luoghi dei loro vicini lucani.La commissione dei lucani all’estero ha ilcompito di mantenere i rapporti e rafforza-re le capacità di legame dei giovani vene-zuelani alle loro origini, per diventare unveicolo di promozione turistica dellaLucania all’estero.Attraverso i presidenti delle federazioni,l’obbiettivo è di coinvolgere gli istituti sco-lastici esteri, affinché si possa svilupparmeglio la tematica dell’emigrazione, arric-chendola di foto inedite, per le famiglie dichi sta fuori e dentro la realtà lucana.Materiale inedito che possa essere scam-biato tra gli studenti lucani in Basilicata edi figli di lucani all’estero.

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Si svolgerà il 22 e 23 giu-gno prossimi, presso il"Palafreezer" di Asti, l'ot-

tavo raduno lucano a curadell'associazione "Amici dellaLucania di Asti e provincia". Ilpatrocinio della kermesse cul-turale, musicale, artistica, fol-cloristica ed enogastronomicaè della Provincia e Città di Astie della Regione Basilicata.L'ingresso sarà completamen-te gratuito e senza obbligo diconsumazione. Ad anticiparci itemi di quest'anno è la con-duttrice delle due serate,Simonetta Mirabelli, ex di“Domenica In” che si occupadell'organizzazione artistica,folcloristica ed enogastrono-mica dell'evento. Domenica23 giugno è prevista la pre-senza della "SocietàPromotrice delle Belle Arti diAsti", della quale fanno partepittori astigiani e non cheesporranno le loro opere. Nell'angolo della cultura verràpresentato il romanzo storicoLa donna di rugiada con lapresenza dell'autoreGianrocco Guerriero diGenzano di Lucania. Saràpossibile anche degustare, siaa pranzo che a cena, le deli-ziose specialità dellaBasilicata, con i menù deglichef lucani.

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Amici della LucaniaL’associazione di Asti e provinciapresenta la prossima kermesse giunta all’ottava edizione

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Il programma del raduno lucano edizione 2013Il raduno lucano inizierà sabato 22 giugno, con l'apertura di Simonetta Mirabelli. Alleore 18, è previsto un aperitivo musicale di folclore con l'accoglienza di maschere luca-ne. Seguiranno, a far da sottofondo alla cena, esibizioni di musica folcloristica e con-temporanea. Verrà, poi, presentato il direttivo "Amici della Lucania" di Asti. Sarà, quin-di, la volta di cantanti professionisti e semi-professionisti che allieteranno la serata concanzoni italiane e dialettali. Di scena la madrina d'onore del raduno, la bellissimaDenise Miro, detentrice di fasce nazionali dei prestigiosi concorsi Miss Italia, MissUniverso e vincitrice assoluta del concorso internazionale di Miss Star of the Year. Unacoppia di maestri di Torino, ma nativi della Basilicata, eseguirà un coinvolgente e sen-suale "passo a due argentino". La seconda parte della serata sarà allietata da ospiticanori e, al termine, da Asti, si esibirà Valentine. Il noto dj Miky chiuderà la prima gior-nata del raduno, intrattenendo i presenti con ballo liscio, tango, latino, balli di grup-po, disco-music anni '60, '70, '80.La seconda giornata si aprirà nella mattinata di domenica 23 giugno. Dalle ore 11 efino alle 22, i pittori della "Società promotrice delle belle arti di Asti" esporranno le loroopere: arte creativa e pittura, laboratorio artistico con "la Bottega del pittore".Alle 14,30 è prevista la presentazione del romanzo storico "La donna di rugiada" diGianrocco Guerriero di Genzano di Lucania. A seguire, "Ballando con le stelle" l'esibi-zione dei campioni italiani ed internazionali di ballo liscio piemontese e di danze carai-biche in uno spettacolo d'intrattenimento che coinvolgerà anche i presenti. Subitodopo, il dj Angelo offrirà l'opportunità a tutti, da 0 a 99 anni, di esibirsi in un superKaraoke. Verrà, di nuovo, presentato il direttivo dell'associazione "Amici della Lucania"di Asti. Le danze, poi, riprenderanno con il dj Miky che proporrà varie opportunità diballo: liscio, tango, latino, di gruppo, disco-music, anni '60, '70, '80'. Al termine, musi-ca dal vivo con il gruppo astigiano "J&B Tribute Band" che esegue solo cover di JonBon Jovi. La chiusura è riservata al dj Miky che farà ballare, nuovamente tutti, fino aisaluti finali. E' annunciata, compatibilmente con gli impegni professionali, anche lapresenza del noto presentatore Wlady.

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È QUANDO TI SENTI PICCOLO CHE SAI DI ESSERE DIVENTATO GRANDE.

A volte gli uomini riescono a creare qualcosa più grande di loro. Qualcosa che prima non c’era. È questo che noi intendiamo per innovazioneed è in questo che noi crediamo.Una visione che ci ha fatto investire nel cambiamento tecnologico sempre e solo con l’obiettivo di migliorare il valore di ogni nostra singolaproduzione.È questo pensiero che ci ha fatto acquistare per primi in Italia impianti come la rotativa Heidelberg M600 B24. O che oggi, per primi in Europa,ci ha fatto introdurre 2 rotative da 32 pagine Roto-Offset Komori, 64 pagine-versione duplex, così da poter soddisfare ancora più puntualmenteogni necessità di stampa di bassa, media e alta tiratura. Se crediamo nell’importanza dell’innovazione, infatti, è perché pensiamo che non ci siano piccole cose di poca importanza.L’etichetta di una lattina di pomodori pelati, quella di un cibo per gatti o quella di un’acqua minerale, un catalogo o un quotidiano, un magazineo un volantone con le offerte della settimana del supermercato, tutto va pensato in grande. È come conseguenza di questa visione che i nostri prodotti sono arrivati in 10 paesi nel mondo, che il livello di fidelizzazione dei nostri clientiè al 90% o che il nostro fatturato si è triplicato. Perché la grandezza è qualcosa che si crea guardando verso l’alto. Mai dall’alto in basso.

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L’itinerario inizia da Rivello, uno splendi-do paesino situato su tre colli nellaValle del Noce, all’interno del Parco

Nazionale dell’appennino lucano. Il centro fu originariamente abitato da unacomunità basiliana e, per la sua strategicaposizione geografica, fu per molto tempoconteso fra Longobardi e Bizantini. Nel periodo di dominio normanno, Rivellofu sotto il controllo di Lauria e nel 1268prese attivamente parte alla rivolta ghibelli-na. Lasciato il paese, percorriamo un brevetratto della SS 585 in direzione Sapri, pren-dendo l’incrocio per Sapri, immettendoci

sulla SP 104 ex strada statale. Da questo momento l’itinerario ci conducesu un suggestivo tratto in discesa, su di unastrada completamente asfaltata e pocotrafficata lungo divertenti tornanti attraver-so le montagne circostanti che di tanto intanto lasciano intravedere la costa tirrenicae lo splendido golfo di Policastro. Dopo circa 16 km di piacevoli tornanti giun-giamo a Sapri ( 11 metri s.l.m. ). Sapri, a confine con la Basilicata, è una cit-tadina a vocazione prevalentemente turisti-ca, è uno dei centri turistici più rinomati efrequentati del Cilento. Il prestigio e la notorietà internazionale si

sono avuti grazie alla poesia di LuigiMercantini che volle raccontare in versi latragica spedizione di Carlo Pisacane, sbar-cato con i suoi uomini nel 1857, nella famo-sa “Spigolatrice di Sapri” . Ogni anno la tra-gica spedizione viene ricordata nel mese diagosto con una rievocazione storica. Poco oltre Sapri inizia la meravigliosa costatirrenica della Basilicata compresa in untratto di circa 30 km tra Punta dei Crivi,poco più a nord di Acquafredda, e laSpiaggia “d'a Gnola”, a sud della Secca diCastrocucco. L’intera SS18 è un susseguirsi di piccoleinsenature, promontori, isolotti, una miria-

In Mare in Moto

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Tipologia: MototurismoDistanza: 50 km

de di spiaggette e grotte circondate da unpaesaggio incontaminato. Il fondale roccio-so molto profondo a pochi metri dalla costaè il luogo ideale per immersioni subacquee.E poi Maratea, caratteristico borgo medie-vale, ideale per fare shopping, assistere allenumerose iniziative culturali di livello inter-nazionale quali mostre d'arte, concerti dimusica classica e jazz e manifestazioni fol-cloristiche. L’itineario si conclude in localitàCastrocucco, una bellissima spiaggia constabilimenti balneari, campeggi e pinete cir-costanti.

v.a.

Scarica gratuitamente il file GPS del percorso su www.innbasilicata.it

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L’acqua sale è un piatto semplice dellatradizione contadina lucana. Pochigenuini ingredienti compongono questo

cibo gustoso e nutriente. Non a caso“Agostino Gerardi e Terrania” si sono ispira-ti a questa pietanza nel pianificare il tour2013 del gruppo: “Acquasala” è infatti ilnome scelto per meglio rappresentare lospirito di questi ambasciatori del folcloremusicale lucano, moderni menestrellisospesi tra passato e presente capaci dirievocare i suoni e le atmosfere di una volta,ma che hanno anche saputo fondere earricchire con sonorità attuali adattandosi aitemi e ai tempi moderni.

Il gruppo, sempre fedele ai principi che nehanno ispirato la nascita, è attualmentecomposto da: Agostino Gerardi, anima,voce e fisarmonica, Donato Gerardi, diretto-re artistico, tamburello e voce, Marcello DeCarolis e Marco Tirone chitarre battenti,Luca Fabrizio mandola, Viviana Fatigantevoce, Gianluca Sanza basso, e dalla mascot-te del Gruppo, Michele Galasso con le sueincursioni con la fisarmonica. Da un anno, poi, vanta l’ingresso alle per-cussioni di Mariano Caiano, artista campanoche ha prestato la sua collaborazione sia instudio che dal vivo a numerosi personaggidi fama nazionale e mondiale. Ha suonato

con: Tony Esposito, Alan Sorrenti, GianniBella, Cafè Latino, Kingston Club, PoliOpposti, 99 Posse, Daniele Sepe, Articolo31, Bande Rumorose.Attualmente, insieme a Gianni Conte e a

Barbara Buonaiuto, è voce solistadell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore.Un apporto di qualità artistica e tematicache non ha fatto che elevare il livello di unacompagine già amata dal pubblico che oggine può apprezzare anche la capacità e lavoglia di aprirsi e migliorarsi senza mai sna-turarsi.La quarta tappa del Tour 2013 è stata inse-rita all’interno dell’evento clou delle quattro

Simona BRANCATI

Agostino Gerardi e Terraniamusica genuina come l'Acquasala

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giornate programmate per celebrare ilSanto Patrono del capoluogo: il pranzo del29 maggio tenutosi in Largo Pignatari, orga-nizzato dall’associazione culturale “Portatoridel Santo”. I concerti sono allegri e coinvolgenti, laspontaneità e la sincerità sono palpabili edè per questo che il pubblico di tutte le età inogni piazza, non può fare a meno di scate-narsi, di lasciarsi trascinare dalla musica, oanche solo di cantare e tenere il tempo conle mani. Un paio d’ore per gettarsi alle spal-le una giornata storta o faticosa, per ritrova-re un po’ di serenità e di spensieratezzariassaporando o riscoprendo l’enorme valo-

re della semplicità.Agostino Gerardi e Terrania sono degliamanti appassionati della Basilicata, cultoriin musica del suo fascino. Assistere e parte-cipare ad una loro performance vuol direritrovare le proprie radici e seguire questiassidui corteggiatori mentre esaltano lagrandezza della nostra piccola regione conle sue difficoltà e i suoi contrasti, ma anchela caparbietà e le risorse dei suoi abitanti.Merito anche di collaborazioni con ragazzi ingamba e motivati. Le esibizioni, infatti, sono dei veri e proprispettacoli targati lucania grazie alla proiezio-ne delle fotografie di Michele Sensini e alla

grafica e alle scenografie curate da DarioBecce.Gli scatti rappresentano luoghi suggestivi eprodotti tipici della regione. Alcune date, infine, saranno aperte dal can-tautore potentino emergente GiovanniCastelli. Questi contributi, oltre ad impreziosire i con-certi facendo da sfondo ai musicisti sulpalco, rappresentano un esempio virtuosodi connubio e sinergia tra differenti sensibi-lità e forme espressive e artistiche. Sonospecchio di un progetto di aggregazione tracorregionali uniti dalla stessa grande passio-ne per la propria terra.

Le prossime date del tour:23 Giugno Rione Lucania (Potenza)28 Giugno Poggio tre galli (Potenza)30 Giugno C/da Pian Di Zucchero (Potenza)14 Luglio Avigliano (Ristorante da "Tuccio") Festa della birra;27 Luglio San Severino Lucano (Potenza - Pollino)28 Luglio Badia Sant'Angelo (Potenza)11 Agosto Laurenzana (Potenza)13 Agosto Galdo Lauria (Potenza)15 Agosto Picerno (Potenza)16 Agosto Cancellara (Potenza)

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Cantare, scrivere, ballare disegnare,tanti modi per viaggiare, attraversareil presente, ripensare al passato e

immaginare il futuro. Navigare tra sogno erealtà tra i ritmi del jazz, i colori del tango,e le linee della melodia italiana. Sono lesonorità espresse dalla variegata capacitàcreativa di Anna Terlimbacco. La poliedricaartista lucana, di formazione romana, manata e residente a Miglionico è con lamente e il cuore pronta a varcare Alpi eoceani proprio come le anime migranti.Pronta a comunicare e comunicarsi, a met-tersi continuamente in gioco e in discussio-ne per dare il meglio nelle sue performan-ce artistiche ma anche pronta a costruiregrazie ad un confronto proficuo con gli altri,siano essi maestri o pubblico. Sempre allavoro tra fogli bianchi, pentagrammi,penne, tastiera, tavolozze di parole e coloriper dar vita ad un nuovo libro, un nuovospettacolo e chissà cosa di altro. Dire, rac-contare, riportare, trasformare un sogno inrealtà con impegno, sudore, seguendo iprincipi della correttezza, del rispetto, dellacoerenza. Sono queste alcune delle caratte-ristiche che Anna Terlimbacco esprime nel-l’arte e nella vita, con la grazia di chi amasognare per cambiare.Dai primi passi con la musica alle primenote del tango, dalla laurea in comunicazio-ne a quella in arrangiamento. Poi è arrivatoil primo libro, Nel diario di Elamef (2010),seguito da La ragazza di Teverò (2011) epoi dalla Principessa dalle scarpe di carta(2012). Un bisogno, la scrittura, un’esigen-za e un modo per raccontare e raccontarsimondi nuovi, mai banali. I personaggi siaffacciano alla penna e piano piano si pre-sentano da soli per illustrare uno scorcio di

vita, un'esperienza, riportare delle riflessio-ni. Sempre al lavoro e incapace di sceglieretra canto, disegno, scrittura, tango, accom-pagnati dal piacere di colorare e creareanche in cucina. “Le mie passioni – affermaAnna- sono come dei figli: le porto avantitutte allo stesso modo e con la stessa curaed attenzione per farle crescere e migliora-re, per vivere e farle vivere attraverso lemie espressioni artistiche o le parole deimiei romanzi”.Dai primi concerti agli spettacoli più grandie importanti come quello tenutosi il 2dicembre 2012 alla Casa Cava di Matera nelsasso Barisano. E’ un talento trasversalequello di Anna Terlimbacco: “La passioneper il tango –sostiene- è nata da quando hocominciato a suonarlo con il mio gruppo; inrealtà lo guardavo da sempre, sì lo guarda-vo come ballo e musica. Il tango per me èarte di vivere, è un pensiero, è storia, èmusica. E’ una musica da vivere e recitare,è intenso e profondo come l'oceano e cisprofondo dentro non appena comincia laprima nota di un pezzo di tango. Ma ognimusica racconta qualcosa di diverso, mirapisce e mi porta con sé, e mi lasciacomunque presente tra gli altri. E’ amore,passione, sensualità, è una emozione gran-de. E’ il corpo che parla, che racconta chedescrive e disegna”.Anna in musica ha dalla sua un repertorioche spazia dalla bossa agli standard deljazz, alle liriche del tango, alle canzoni deigrandi autori e delle grandi interpreti italia-ne, in modo particolare. “La passione per la musica – continua- miha regalato la soddisfazione di cantare inorchestra, in coro e di essere anche la vocesolista di alcune formazioni. Insomma, un

La poliedricacreatività di AnnaTerlimbaccoI tanti modi d’interpretarel’arte dell’artista di Miglionico

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La biografia raccontata di Anna “Pare che fosse un arrivo previsto per il marzo del1980, invece.....Beh, forse già troppo curiosa delmondo che cominciavo a percepire all'interno delgrembo materno, una camera protetta, ma non inso-norizzata, né insensibile agli stimoli esterni, decisi dianticipare di qualche giorno, solo qualche giorno pernon giocare un tiro troppo sinistro ai miei genitori.Raccolsi le mie cose e il 25 Febbraio 1980 approdai inun ospedale e poi nel mio piccolo paese lucano...face-va molto freddo, ma poi mi son abituata....Non pote-vo far tacere quella stessa curiosità che mi aveva spin-to ad anticipare l'arrivo; così, sebbene fossi una bimbatranquilla non mi limitavo nell'esperire il mondo, vogliodire, appena mi è stato possibile ho messo su le primerealizzazioni culinarie, mi son fatta affascinare dalla musica, beh, la danza che se poiha lasciato il passo al liscio, e non è male devo dire, e poi è arrivato anche il tango,una meraviglia tra le meraviglie. E' che di pari passo c'era la vita da portare avanti epoi la scuola, dove me la cavavo anche bene, per fortuna e purtroppo...e sì, perchècosì non riuscivo mai a mettere da parte la scuola o le arti.Tutto ha avuto sempre la stessa attenzione. Così, prima il liceo scientifico, poi l'uni-versità e la possibilità di dedicarmi alla voce, visto che ero partita con lo studio delpianoforte. Insomma piano piano è arrivata la laurea in Scienze della Comunicazione,vecchio ordinamento: indirizzo Comunicazione di Massa, con una tesi, sperimentale,con la Cattedra di Storia della Radio e della Televisione. Poi altri studi musicali,semi-nari, approfondimenti sull'insegnamento dell'educazione Musicale, e la laurea inDiscipline Musicali, con un occhio particolare rivolto all'arrangiamento.

po di difficoltà, e qualche soddisfazione, maquesto rende dinamica la vita, o meglio lavita è così e sono convinta che bisogna stu-diare, sudare e lavorare molto per provaread offrire sempre il meglio e cercare di inte-ragire, con se stessi e con gli altri in manie-ra umile e corretta, oltre che costruttiva. Epoi? E poi magari un disco, mi piacerebbe.Come mi piacerebbe scrivere un altro libro.E mi auguro arrivino degli spettacoli cheportino in scena le mie passioni e cheseguano ai vari concerti fatti finora”.Curiosa e discreta, mai invadente nella vitacome sul palco, Anna Terlimbacco non ama

l'arroganza e questa sua sfumatura caratte-riale emerge anche nel dialogo che l’artistariesce a intrecciare in maniera naturale congli altri protagonisti della scena e con il suopubblico. “Sono convinta – sottolinea Anna-che la dolcezza sia la chiave del successonelle relazioni di qualunque tipo. Certo, dol-cezza intesa come stile, abito mentale, ingrado di esprimere con delicatezza il desi-derio di essere sul palco e scambiare emo-zioni con il pubblico, contatto vitale cheogni artista ricerca. Non una voglia di appa-rire, dunque, ma la voglia di mostrareanche le proprie capacità artistiche senza

isolarsi dagli altri. Anzi cercando il dialogocon il pubblico, come stimolo per perfezio-narsi”. Come artista impegnata su più fron-ti, Anna è sicura che lo studio continuo e laforza di volontà sono fondamentali in ognisettore per riuscire ad emergere e questosenza mai sgomitare o cercare scorciatoie.“Un sogno –conclude- va sognato, ma poibisogna aprire gli occhi e ingegnarsi perdargli corpo e anima, così come la fantasiava miscelata con la realtà nella giusta doseproprio come si fa in cucina”. Se lo chef èAnna Terlimbacco, il risultato è garantito.

gi.ma.

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Forse non tutti sanno che c’è ancheuna storia di grandi protagonisti dellosport dimenticati o addirittura di cui si

ignora l’esistenza.Una famiglia lucana tempo addietro lasciòla terra natìa per cercare fortuna inAmerica, la meta che per molti rappresen-tava il sogno, il futuro per un’esistenzamigliore.Un’avventura onorevole e di prestigio perun pugile di origini rioneresi che ebbe for-tuna e soddisfazioni e che, in questo arti-colo, vogliamo ricordare con piacere perrimembrare le sue origini e per sottolinea-re i traguardi raggiunti, con esemplarespirito di sacrificio e abnegazione.Si tratta di Raffaele Giordano, in arteYoung Corbett III, pugile di origine italia-na, nato a Rionero in Vulture il 27 maggio1905 e morto ad Auberry il 15 luglio 1993all’età di quasi 88 anni.Da segnalare nel suo palmares di succes-si il titolo conquistato di campione delmondo dei pesi welter nel 1933 e dei pesimedi nel 1938. È stato riconosciuto fra i più grandi pugilidi ogni tempo.Nato nella cittadina del Vulture, da VitoGiordano e Gelsomina Capobianco, emi-grò con la famiglia negli Stati Uniti, quan-do era ancora un neonato.La famiglia si stabilì a Pittsburgh e inseguito a Fresno (California) nel 1909.Raffaele iniziò a lavorare come venditoreambulante di giornali e, nel frattempo,

maturò la passione per il pugilato.Era noto tra gli amici come "RalphGiordano" ma cambiò ben presto il suopseudonimo in "Young Corbett III".Pugile mancino, coriaceo, di grande com-battività, iniziò a boxare all'età di 14 annie incontrò molti campioni della sua epoca.Debuttò il 28 settembre 1919, vincendocontro Paul "Young McGovern" Vautier.

Disputò quattro incontri con Young JackJohnson, vincendone tre e pareggiandoneuno.Sconfisse altri importanti pugili come JackZivic, Sgt. Sammy Baker e CeferinoGarcia.Il 22 febbraio 1933, vinse il campionatomondiale dei pesi welter battendo JackieFields dopo 10 round, ma venne sconfittoil 29 maggio dello stesso anno da JimmyMcLarnin per knockout.Successivamente, passò alla categoriapesi medi, vincendo competizioni controcampioni come Gus Lesnevich, MickeyWalker e Billy Conn. Il 22 febbraio 1938 fuconsacrato campione del mondo dei pesimedi dopo aver battuto Fred Apostoli, dalquale verrà poi sconfitto in una rivincita il18 novembre dello stesso anno.Disputò la sua ultima gara agonistica il 20agosto 1940, vincendo contro Richard"Sheik" Rangel.Parallelamente alla carriera di pugile, fuanche istruttore di educazione fisica per laCalifornia Highway Patrol, la polizia stra-dale dello stato della California.Nel tempo libero, si dedicava alla coltiva-zione di uva.Dopo la sua morte, a Fresno gli vennededicata una statua in bronzo.Nel 2004, fu introdotto nella InternationalBoxing Hall of Fame. Suo cugino AlManfredo fu anche un boxer mentre suopronipote Matt Giordano è un giocatore difootball americano.

Antonio PETRINO

Ricordo del passato di un pugilelucano di successo in America

YOUNG CORBETT III

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E’ opportuno dare il giusto spazio com-memorativo al personaggio umile eschivo (artista-regista): Tonino La

Rocca, morto di recente all’eta’ di 94 anni aOlevano Romano, per tributare anche acoloro che lavorano in silenzio, ma con pro-ficuità, il giusto riconoscimento che spettaad ogni operatore che con abnegazione dail proprio personale contributo allo sviluppogenerale di una comunità quale quellapotentina a cui appartengono con integralededizione.Da un manoscritto inedito a carattere auto-biografico il La Rocca così rievoca i momen-ti salienti della sua vita.“Ora piango, si, piango non per l'emozioned'aver portato a termine spettacoli giovanili,organizzati nelle sale di grandi teatri, salescolastiche, parrocchiali e dopolavoristiche.Piango per tutti coloro che hanno avuto ilcoraggio di incoraggiarmi e collaborare conme in queste pazze imprese.Piango, piango e piango ancora per sincro-nizzare le mie lacrime di gioia con la bontà,competenza e l'entusiasmo del gentilissimopubblico che mi ha sempre stimato edapplaudito.”“Questi miei lavoretti artistici sono scaturitida una innata passione per il teatro che miha affascinato fin da ragazzo: costruivo tea-trini, marionette con pezzi di cartone elegno e ritagliavo personaggi dal Corrieredei Piccoli che facevo esibire in un improvvi-sato palcoscenico ricavato in una scatola diProton (ndr: allora ricostituente per bambi-ni) e che, sistematicamente, portavo ascuola facendo divertire, quando la maestrasi assentava, tutti gli alunni che mi circonda-vano sorridenti e contenti.La scuola, per me passava in secondo ordi-

ne, anzi a dire la verità, non mi interessavaaffatto. Ero svogliato, distratto e filonista diprima categoria, pensavo solo a fare l’atto-re in erba. Con l’ausilio di casse vecchieriuscii a costruire un vero e proprio palco-scenico in una stanza di casa adibita adeposito; molti amici ricorderanno certa-mente questo episodio.”Durante il servizio militare fu scritturato inqualità di attore comico dalla compagnia diprosa del dopolavoro di Aviano (Udine)riscuotendo numerosi successi.Successivamente ebbe occasione, con rela-tivo permesso del suo comandante, di esi-birsi, in qualità di macchiettista, nel Teatro“Solvay” di Monfalcone presentando unasua parodia su “Ohi Marì '“ ottenendo unbrillantissimo successo.Nel 1957, dunque, proprio negli anni in cuiradicalmente muta la struttura sociale edurbanistica della città, la festa perde la suaragione d'essere come manifestazionepopolare, organizzata dalle contrade e daicomitati spontanei, e diventa quello che èoggi. Dal 1957 ha curato la regia della“Processione dei Turchi”, pubblicatadall’Ente Provinciale Turismo di Potenza intre lingue su un apposito opuscolo grafica-mente curato dal compianto artista Aldo LaCapra e pubblicato in Italia e all’estero.Per un omaggio “all’unica festa popolareesistente nella mia città” ha realizza-to in tre anni di lavoro la“Processione dei Turchi” in minia-tura composta da 400 personag-gi nei vari ruoli in scala 1/25.Dopo questo lavoro di ricer-che e rievocazioni storiche-arti-stiche, in data 13 settembre2001, il circolo culturale SilvioSpaventa Filippi nella sala con-vegni della Parrocchia BeatoBonaventura da Potenza, ha presentatocon notevole successo il suo libroProcessione dei Turchi - Tradizioni eleggenda, pp. 83, 2001 EditricErmes(casa editrice leader nel panoramadella promozione di ambiti cultu-rali cari alla sensibilità lucana emeridionale).Il giorno 29 e 30 agosto

2003 Tonino La Rocca presenta “ai miei con-cittadini” come osava definirli una sua pub-blicazione: Potenza - Antologia Musicaleuna raccolta di canzoni che appartengonoalle vecchie generazioni potentine le quali,generosamente, le lasciano in eredità allefuture generazioni col compito di divulgarlee di cantarle armoniosamente.Dal 9 gennaio 1973, data dell'inaugurazio-ne, prese in gestione il Cine - Teatro "Gloria"di Potenza; dopo averlo rimesso a nuovocon sacrifici personali, si adoperò a dareospitalità ad alcune compagnie locali dinotevoli pregi artistici.Contemporaneamente istituì il "CentroDiffusione Artistico Culturale" che prevede-va l'assegnazione delle "MaschereD'argento" a tutti coloro che si distingueva-no nell'arte teatrale. Le prime "MaschereD'argento" furono assegnate al compiantobravo attore romano Checco Durante percreare un precedente di massimo rilievo alpremio stesso. Fu ideatore e realizzatore delprimo e secondo carnevale potentino orga-nizzato dal “Circolo Amici dell’Arte” da luifondato; ideatore e realizzatore di un“Gruppo Folkloristico” in seno alla“Compagnia Teatrale F. Stabile” dal titolo“Armonia folkloristica della Lucania” che

ottenne successo sia incampo nazionale e

televisivo che incampo regio-nale.

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Antonio CORBO

Tonino La Rocca

Tributo allo storico regista dei Turchi

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La città federiciana si riappropria final-mente di uno degli archetipi identitaridella sua cultura sportiva. La piscina

comunale era rimasta chiusa, per oltre treanni a causa dei lavori di ristrutturazione,che hanno consentito la messa in sicurez-za della struttura; ora è fruibile con docu-menti edilizi che ne garantiscono l’agibilità. Ed ora la piscina comunale di Melfi è dinuovo una realtà concreta e pulsante. Èstata inaugurata, a fine aprile, con un

design nuovo, senza però eccessivi stravol-gimenti, per un ammontare dei costi diristrutturazione pari a 309 mila euro e conun’attenzione minuziosa ai dettagli.Nel mese di maggio è tornato ad essere illuogo cruciale del ritrovo di una comunitàche potrà nuovamente immergersi in unapratica sportiva, molto apprezzata non solodai melfitani ma anche dagli abitanti deicomuni limitrofi. La sua temporanea chiu-sura, dal 2008 ad oggi, è stata una man-canza molto avvertita.È risaputo che il nuoto è un’attività moltoapprezzata, le cui proprietà terapeutichesono attestate scientificamente. E’ forte-mente consigliata dagli specialisti in etàadolescenziale, con le opportune prescri-zioni, per rafforzare la corporatura ossea,per irrobustire la gabbia toracica, e, soprat-tutto, per correggere alcune importanti

Dopo i lavori di ristrutturazione

è di nuovo agibile

la struttura comunale

Melfi, ritrova una pispiù moderna e funzio

Marianna GiannaFERRENTI

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alterazioni della colonna vertebrale, comela scoliosi che, in età adulta, potrebberodiventare insanabili e le cui conseguenzepotrebbero essere prevenute, durante l’etàdella crescita, con una sana e controllataattività fisica. Ecco perché la piscina comunale di Melfi èvissuta come patrimonio condiviso, ed èanche un’occasione di divertimento, unluogo di incontro.Infatti, il taglio del nastro è stato accoltocon grande entusiasmo dai melfitani cheerano, lì, presenti, vigili e numerosi, attor-niando la presenza istituzionale rappresen-tata dal sindaco Livio Valvano e dall’interaamministrazione comunale. In quell’occasione la presenza come testi-monial d’eccezione del pluridecorato cam-pione mondiale di nuoto, Emilio Frisenda,detentore di record nello stile farfalla e del-

fino, ha segnato l’inizio di un’attività fervi-da.La partecipazione dell’Assessore allo Sport,Rosa Masi, e del responsabile della coope-rativa “Pegaso”, Maurizio Viggiani, ha datoautorevolezza all’inaugurazione; si sonoprodigati affinché la piscina comunalefosse di nuovo fruibile e, a pieno titolo, fun-zionante.Ha partecipato alla cerimonia anche l’inte-ro consiglio comunale “junior”, un nutritogruppo di ragazzi di Melfi che, da pochimesi, ha dato vita ad un proprio statuto.Questi ragazzi hanno deciso di prendere inmano le sorti della comunità, autogesten-dosi, interloquendo con l’amministrazionee sottoponendo proposte concrete al vagliodel consiglio comunale “senior”. Ancheloro, che iniziano a muovere i primi passinella politica, intesa nel senso più nobile

del termine, hanno accolto la riaperturadella piscina comunale con grande senso diappartenenza.Una consapevolezza responsabilizzante,quella di farsi carico, nel loro microcosmo,delle difficoltà quotidiane, contribuendo,per quanto sia nelle loro potenzialità, almiglioramento dei servizi, per rendere lacittà di Melfi un luogo migliore, ancor piùvivibile. Infatti si preannuncia un calendario pre-estivo, ricco di corsi di nuoto e tante novi-tà che uniscono salubrità e divertimento.La piscina comunale rappresenta l’emble-ma del nuoto come attività agonistica. Siprevedono nei prossimi mesi corsi per gliapprendisti, per soddisfare un po’ tutte lenecessità, con attività trasversali che coin-volgeranno famiglie intere (adulti, bambini,ragazzi) senza differenze generazionali.

Oltre al nuoto anche danza, zumba fitness e danzaTante le attività che si svolgeranno nei mesi di giugno e luglio presso la neo-inaugura-ta piscina comunale. Si segnala, oltre ai tradizionali corsi di nuoto e nuoto libero, unappuntamento settimanale ad ingresso libero. Per i mesi di giugno e luglio, infatti, cisaranno a disposizione per gli appassionati di nuoto che vogliano unire il divertimentoall’attività fisica, un evento fortemente voluto dall’assessorato allo Sport per avvicinarele persone ad un’attività fisica senza dubbio salutare e, in taluni casi, perfino di vitaleimportanza per il benessere psicofisico. Ogni domenica la piscina comunale sarà aper-ta a lezioni di Acqua Zumba, con la presenza dell’istruttore di nuoto Sergio Greco, cherenderà le lezioni di Zumba Fitness ancor più interessanti con l’aggiunta di alcunecoreografie particolari che permetteranno a quanti vi parteciperanno di volteggiare tragli stili del nuoto classico e quelli della danza (hip-hop, salsa, merenghe), ed inoltre eun giorno a settimana si svolgeranno lezioni libere di Acqua Gym. E allora, finalmente,che l’estate abbia inizio!

piscinazionale

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Un pulmino colorato con a bordo perso-ne gioiose è in corsa su un percorsoche si spera sia lungo e sempre più

affollato. Su di esso campeggia la scrittaAVIS ed in alto “trasporto donatori”. Questosingolare mezzo accoglie tutti coloro chevogliono donare parte di sé stessi: il san-gue. L’allegro pulmino è raffigurato nellalocandina accanto ad un’altra sempre colo-rata che ritrae il delizioso volto e il bel sorri-so di una giovane ragazza montemurreseche da ottobre 2012, a causa di un inciden-te stradale, non c’è più. Si chiamava GiuliaRotundo ed aveva 23 anni. Entrambi i mani-festi sono affissi sulla porta d’ingresso di unnuovo punto AVIS regionale, inaugurato loscorso 5 maggio in piazza “Giacinto Albini”di Montemurro. Ha il suo nome. Si è volutointitolare a lei, ad una ragazza nota per ilsuo altruismo che l’aveva portata a diventa-re da tre anni donatrice di sangue. Ad unagiovane educata e riservata la cui scompar-sa ha commosso l’intero paese che si è for-temente stretto intorno ai familiari, sconvol-

ti per un’assenza troppo prematura, chehanno trovato la forza di reagire propriograzie alla generosità della figlia che li hacondotti verso la proposta di allestire anchea Montemurro un luogo dove poter attuarematerialmente la solidarietà. Questo deside-rio, immediatamente, ha mosso tante per-sone ed associazioni locali le quali hanno, intempo di record, realizzato il loro sogno.“Chi dona il sangue fa battere molti cuori” èla frase che sorridente sembra pronunciarenella locandina la stessa Giulia, da lassùsicuramente fiera di una realtà che conside-rava, a giusto titolo, bella ed importante.Gioisce al pari dei 40 compaesani che,quaggiù, già sono donatori in altre sedi,degli 80 attualmente iscritti all’AVISMontemurro e dei tanti che lo diventeranno.Tale iniziativa fa ben sperare considerandola passata tradizione montemurrese incampo di donazione di sangue. Già nel1971, infatti, il paese si contraddistinguevanel territorio lucano per essere tra i primi adaver aperto un centro AVIS. Il primo adessere tesserato era l’attuale sindaco Mariodi Sanzo il quale, durante l’affollato incontropubblico successivo all’inaugurazione, hamostrato la tessera n°1 con l’orgoglio e lacommozione di avere proprio lui l’onore diinaugurare, dopo un’interruzione di tantianni, la nuova sezione. Lo stesso sentimen-to poi è stato espresso dal presidente AVISMontemurro, Donatello Genovese, che hainvitato tutti a sostenere la neonata realtà;

quindi dalla presidente provinciale AVIS diPotenza, Enza Lo Riggio, la quale ha ringra-ziato ed elogiato i tanti giovani che si sonoimpegnati per la realizzazione del progettosorto nel giro di 2 mesi e mezzo, e daEmanuele Landro membro del ComitatoEsecutivo AVIS Basilicata che ha illustrato lagrande attività messa in piedidall’Associazione Donatori Sangue regionalediventata da 4-5 anni autosufficiente e cen-tro di riferimento per i bisogni nazionali. Nel2012 sono state raccolte 5.000 sacche. Unsuccesso a cui si vuole aggiungere un altro:l’autosufficienza anche di plasma. Landro haspiegato quanto sia fondamentale la dona-zione per le cure e la prevenzione dellemalattie. Un malato di leucemia ha bisognodi 40 donatori di sangue e di 10 di piastrine.Ha ricordato, inoltre, che donare permette ilcontrollo gratuito del proprio stato di salute. L’associazione montemurrese e i suoi 16membri del direttivo, hanno intrapreso que-sto percorso con la ferma convinzione diconsolidarlo attraverso iniziative partecipateda cittadini, associazioni, enti pubblici esanitari. E questo per permettere a quel pul-mino colorato di “correre” spedito verso larealizzazione di tanti progetti solidali, tantemete fatte di altruismo e generosità, sorret-ti dal sorriso beneaugurante di Giulia.Chiunque sia interessato può chiamare alnumero 345/3529202 o inviare una e-maila: [email protected] .

an.mo.

A Montemurronasce il Punto AVIS“Giulia Rotundo”

Anna MOLLICA

Foto di Fabio Calvino

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“Misura tutto il PIL tranne quelloche rende la vita degna di essereveramente vissuta”. Queste paro-

le le pronunciò Robert Kennedy pochi mesiprima della sua morte avvenuta nel 1968. Ilsuo concetto era un’aperta critica al meto-do di misurazione della ricchezza di unPaese, il PIL e alle sue tante lacune. IlProdotto Interno Lordo infatti non dice setutta la popolazione si avvantaggia di quel-la ricchezza e in che misura. Non rileva ledisuguaglianze. E’ iniziato con questoassunto l’incontro organizzato dal Gruppo di“Iniziativa Territoriale della Basilicata” cheriunisce i soci di Banca Popolare Etica, chelo scorso 8 maggio, nel Museo ArcheologicoProvinciale di Potenza, ha portato esperti inambito creditizio e formativo a parlare di“Sostenibilità sociale, ambientale e finanzia-ria dello sviluppo”, a spiegare le ragioni chestanno alla base della crisi economica attua-le e ad informare sui modi con i quali è pos-sibile uscirne. Tra i relatori c’era LeonardoBecchetti, Ordinario di Economia Politicaall’Università Tor Vergata di Roma ePresidente del Comitato Etico di BancaPopolare Etica, che ha esposto la sua rela-

zione partendo da cosa ha generato la crisispiegandone effetti e possibili soluzioni.Una concatenazione di eventi originata dalvenir meno della differenza tra le banchecommerciali e quelle finanziarie, le primepreposte al credito alle imprese, le secondealle transazioni finanziarie. Una fusione cheha via via dirottato i capitali dal mondo pro-duttivo a quello speculativo colpendo leimprese che hanno dovuto ridurre significa-tivamente i loro investimenti. Crollo di pro-duzione, dunque, di occupazione e di tuttal’economia reale che priva della sua linfavitale è sprofondata in un processo involuti-vo con conseguente perdita di ricchezza.Fino al collasso del 2007. Il prof. Becchetti,nel tracciare l’allarmante quadro generale,ha riferito che i segnali di ripresa comunqueci sono ma riguardano il centro-nordEuropa che sta crescendo del 5-6% all’an-no. Ma non il sud Europa dove persiste lastagnazione che, in Italia è aggravata da unaltro tipo di crisi: di speranza. I cittadini ita-liani, infatti, hanno perso la fiducia in undomani migliore. Sono convinti che il Paesedifficilmente ce la farà e, nel frattempo, noninvestono più e nemmeno generano. Dalla

speranza, dunque, si deve ripartire, haricordato Becchetti che spinge affinché siindividuino i fini a cui ambire. “Vogliamomassimizzare il volume delle transazionifinanziarie o creare valore reale nella socie-tà e mettere la finanza a servizio dell’econo-mia reale?” domanda. E continua: “E’ aseconda delle risposte che decidiamo ilnostro futuro”. Un futuro che, se vogliamonon più in preda alla crisi, dobbiamo pro-grammare con investimenti nuovi e lungimi-ranti che incidano fortemente a livello strut-turale. Che facciano ripartire l’industria, lepiccole e medie aziende, i servizi offrendoprodotti di qualità, irripetibili e poco deloca-lizzabili proprio come lo sono il nostro madein Italy, le nostre bellezze artistico-culturalie paesaggistiche. Patrimoni unici che se uti-lizzati bene e con rispetto apportano lavoro,ricchezza e benessere per tutti. Benessere,appunto. A questo si deve aspirare perchépiù che al PIL è alla crescita del BES che sideve guardare, cioè al Benessere Equo eSostenibile, indicatore che fa della crescitasocio-ambientale il motore dello sviluppovero che abbatte i disequilibri. Questo èrealizzabile a condizione che tutti partecipi-no al cambiamento. Le banche che devonotornare ad erogare un credito ponderato adaziende virtuose e finanziare buoni proget-ti. Lo Stato che deve stabilire incentivi edagevolazioni alle imprese che operano nellaproduzione locale ed ecologica. Gli enti pub-blici e i cittadini che devono orientarsi versol’acquisto di questo tipo di beni. Con questasana alleanza si può invertire la rotta. Sta anoi decidere come spendere i nostri soldiavendo la consapevolezza, ha conclusoBecchetti, che 1 euro investito nel microcredito rende all’economia reale 18 euro. Lacrisi, dunque, si può superare. Questi temivanno però comunicati, resi popolari attra-verso libri, convegni, social network perchéin alcuni posti italiani sono già delle realtà e,soprattutto, perché riescono a mantenereviva la speranza.

an.mo.

“SOSTENIBILITA SOCIALE, AMBIENTALE E FINANZIARIA DELLO SVILUPPO”Un modo partecipato e diverso per uscire dalla crisi economica

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Nella riunione del 18 luglio 1902 nelConsiglio Comunale si scontrano levarie posizioni dei Consiglieri, che

pensano di risollevare le condizioni dellacassa comunale facendo pagare l’acqua alDott. Orazio Gavioli1, pur riconoscendo chelo Stabilimento Idroterapico svolge unaimportante azione sociale e che le tariffe deiprezzi per le cure già sono stati ridotti.Di qui il tira a molla sulla quantità di acquada fornire, sulla sua totale o parziale gratui-tà, sul tempo di erogazione dell’acqua esulle condizioni che si possono avere per leclassi meno abbienti, con la giustificazioneche il Comune, per l’approvazione del bilan-cio, doveva dare conto alla RealeCommissione per il Credito Comunale cheimpediva di assumere nuovi impegni dispesa (già a quei tempi).In uno scenario che vede i movimenti socia-listi, orientati verso quella parte, c’è unaminoranza in Consiglio Comunale; ilSindaco è il Dott. Nicola Vaccaro, al qualeora, dopo quasi cento cinquant’anni, èstata intitolata una strada che, guarda caso,passa sotto la proprietà dei Gavioli.Il Sindaco propone che, per non pregiudica-re gli interessi del Dott. Orazio Gavioli, sipossa concedere l’acqua per il suoStabilimento Idroterapico a norma delRegolamento per la distribuzione dell’acquaai privati, col pagamento cioè di L. 0,60 amc. e con l’apposizione del contatore,disponendosi che la pratica per la conces-sione gratuita sia valutata dal ConsiglioComunale per le sue determinazioni defini-tive. I Consiglieri Michele D’Errico e GerardoFornario, invece, sono per la concessione

gratuita dell’acqua, perché lritengono chequesta sia la condizione indispensabile permantenere in vita l’unico StabilimentoBalneare esistente a Potenza.Non riuscendo a trovare una soluzione, ilConsiglio Comunale decide di concederegratuitamente l’acqua per i restanti mesi del1902, riservandosi di assumere la decisionedefinitiva una volta che venga accertato ilconsumo dell’acqua durante la stagioneestiva in corso, rilevata in base al contatoreinstallato gratuitamente in precedenza.Nella successiva riunione del 17 dicembre1902, tenuto conto che per lo StabilimentoIdroterapico il contatore ha registrato, per ilperiodo dal 10 giugno al 10 ottobre, un con-sumo di 756 mc. di acqua, che l’acquaviene ceduta a tutti i privati al prezzo di L.0,60 a mc., che con 1 mc. di acqua si pos-sono fare 5 bagni e che il prezzo medio diogni bagno è 1 Lira, il Consiglio Comunaledecide che, allo scopo di non privare la cit-tadinanza di uno Stabilimento Balneare, eda titolo di incoraggiamento, i menzionati756 mc. di acqua siano pagati in ragione diCent. 0,40 a mc., per un importo totale diLire 302,40.E tutto ciò perché se ci deve essere un gua-dagno da parte del Dottor Orazio Gavioli, alConsiglio sembra sia giusto che corrispondauna qualche somma anche al Comune.Durante la stagione balneare del successivoanno 1903 il consumo dell’acqua vienesegnalato in leggero calo a 447 mc. ma ilDott. Orazio Gavioli deve accettare l’obbligodi sospendere l’esercizio senza diritto arivalsa di danni ed interessi, ove mai indetto periodo sia per la magra, sia per leesercitazioni militari, l’Amministrazione cre-derà opportuno di toglierla. Nella successiva riunione Consiliare del 20giugno 1904 viene presa in esame l’istan-za dell’ 8 maggio 1904 con la quale il Dott.Orazio Gavioli chiede di ottenere l’esonerodel pagamento impostogli per diritti d’usod’acqua fornita dal Comune negli anni del1902 e 1903 e, subordinatamente, alpagamento del solo canone relativo al1902 ed applicandosi per il 1903 una tarif-fa ancora ridotta.E ciò perché la Commissione Reale per il

Credito Comunale e Provinciale, nella deci-sione del 10 ottobre 1903, aveva subordi-nato tale gratuità alla condizione che esi-stesse un reparto di bagni gratuiti per ipoveri; in mancanza di questa condizioneche il Dottor Orazio Gavioli fosse assogget-tato al pagamento di una tassa di favore,anche tenendo conto che, pur non essendostato sollecitato, il Dottor Orazio Gavioliaveva tenuto uno speciale reparto gratuito,aveva fatto delle grandi agevolazioni aibagnanti e dato altresì bagni gratuiti aipoveri, alle orfanelle delle Gerolomine e adaltri enti caritatevoli.Ma alcuni Consiglieri fanno notare che, senon si vuole agire in contrasto con la deci-sione stessa del Contratto e dei precedentiinvocati, il Consiglio non può ora abbando-nare la richiesta del pagamento per gli anni1902 e 1903, essendo già stato compilatoil ruolo di pagamento per gli stessi anni,quando nello Stabilimento non era statorichiesto il reparto gratuito, ma si può pren-dere in considerazione solo la decisionedella Commissione Reale per l’anno 1904.Su proposta del Consigliere Avv. VincenzoVillamena il Consiglio delibera la concessio-ne gratuita di 946 mc. all’anno di acquaal Dottor Orazio Gavioli per il suoStabilimento Idrografico, condizionando, acominciare dal corrente anno: a) il prelievodi soli 10 mc. di acqua al giorno; b) l’usomedesimo per la durata di 3 anni; c) l’ob-bligo di fornire ai poveri della Città n. 400bagni gratuiti all’anno; d) di non usare l’ac-qua durante la venuta e permanenza dellatruppa per i tiri di combattimento e mano-vra ed in caso di siccità o forza maggiore,con un preavviso di 24 ore; e) senza averdiritto a pretendere alcun compenso o rico-noscimento di danni.Nel successivo contratto che il Dott. OrazioGavioli sottoscrive a sue spese deve ancheaccettare le ulteriori clausole: a) nel casoche si dovesse verificare un consumo mag-giore di 946 mc. d’ acqua, la maggiorequantità d’acqua consumata dovrà esserepagata giusta la tariffa industriale di L. 0,60a mq. fissata dal Regolamento Municipale;b) i 400 bagni gratuiti all’anno, a doccia o invasca o di altra specie a seconda le prescri-

Ultima Parte: 1902-1915

Vincenzo MATASSINI

STABILIMENTO ID

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zioni mediche, devono essere forniti aipoveri della Città che esibiscano un certifica-to rilasciato dal Sindaco a prova della loropovertà; c) il numero dei bagni gratuiti nonpotrà essere maggiore di 8 al giorno; d) sesi verifichi che in un certo periodo dellaStagione Balneare non vi siano richieste dibagni gratuiti, i bagni non potranno accu-mularsi nel restante periodo se non nel limi-te di 8 bagni per ciascun giornoIl 31 luglio 1904 è previsto il rinnovo di 8consiglieri Comunali ed uno di loro è il Dott.Orazio Gavioli che, nella lista dei PartitiPopolari, viene eletto con 493 voti e che ungiornale dell’epoca, “O Rusecatore”, cosìtratteggia: “chirurgo abile, dall’occhio lin-ceo; socialista da tempi remoti, ma sociali-sta vero, senza strombazzature, sì che pochilo sanno tale; segni particolari: misantropiaapparente”, mentre un altro gionale “LaGioventù Lucana” così lo tratteggia: “Lapoetica capigliatura e l’ispida barba rossa diun arcigno tecnico-botanico.Il 5 giugno 1907 il Dott. Orazio Gavioli rin-nova la sua richiesta per ottenere la conces-sione gratuita dell’acqua alle stesse condi-zioni della delibera del 20 giugno 1904 e perun altro triennio, ma il Consiglio Comunalelo concede solo per il 1907; ad una nuovarichiesta del seguente anno, nella riunione

Consiliare del 2 maggio 1908 vengonoriconfermate tutte le precedenti condizioniper i successive anni 1908 e 1909. Nei seguenti anni 1910, 1911 e 1912 laconcessione viene sempre rinnovata per unsolo anno e dopo una nuova richiesta daparte del Dott. Orazio Gavioli del 17 mag-gio 1913 il Consiglio Comunale deliberaancora la concessione dell’acqua per un soloanno, precisando che vengano rispettatetutte le clausole del Contratto sottoscritto esoprattutto il pagamento di 50 centesimi amc. per l’acqua eccedente i 946 mc. gratui-ti. Nuova richiesta in data 23 maggio 1914 delDott. Orazio Gavioli per ottenere il rinnovodella concessione gratuita dell’acqua.Questa volta il Consiglio Comunale, Sindacoil socialista Dott. Michele Ricciuti, propone laconcessione gratuita dell’acqua per un cin-que anni, a partire da quello in corso e allestesse condizioni dei precedenti anni.Qui è necessario cercare capire questa posi-zione oscillante del Consiglio Comunale. Lachiave è da ricercare nella politica locale.Negli anni 1910 e 1911 il Comune era amaggioranza “governativa” ed il Sindaco erail Dott. Nicola Vaccaro, mentre la minoranzasocialista era rappresentata dall’Avv.Raffaello Pignatari. Il 20 febbraio 1912 cade l’AmministrazioneVaccaro e dal 20 febbraio al 10 agosto del1912, data delle nuove elezioni, c’è il RegioCommissario Prefettizio Rag. Luigi De Bonis.La nuova maggioranza socialista è guidatadall’Ing. Giovanni Janora che si dimette il 6ottobre 1913, adducendo motivi di lavoroma molto probabilmente per divergenzeinterne, e a lui succede il Dott. MicheleRicciuti che decade a luglio del 1914. Lenuove elezioni dell’ 11 luglio 1914, riconfer-mano una maggioranza “governativa” enuovo Sindaco è il Dott. DomenicantonioPadula.Ora nella riunione Consiliare del 23 giugno1914 il Sindaco Dott. Michele Ricciuti ina-spettatamente propone per lo StabilimentoIdroterapico la concessione gratuita dell’ac-qua per un quinquennio, alle stesse condi-zioni delle precedenti concessioni, ma nonfa in tempo a ratificare la delibera perché

cade l’Amministrazione.A luglio nella prima riunione della nuovaAmministrazione Comunale il Sindaco ilDott. Domenicantonio Padula, su invito dellaPrefettura, riprende la proposta socialista efa ratificare la precedente delibera del 23giugno 1914 contenente il rinnovo dellaconcessione dell’acqua per cinque anni alloStabilimento Idroterapico del Dott. OrazioGavioli, probabilmente anche a significareun tentativo di riappacificazione fra le cor-renti politiche.Dopo tale data non compaiono più atti deli-berativi che trattino dello StabilimentoIdroterapico, segno che i tempi stanno cam-biando e che, ormai, è più proficuo pratica-re l’assistenza medica aprendo una propriaclinica privata; è superata la sola praticadella cura con le acque, per tutti gli intralciburocratici a cui il padre Federico ed il figlioOrazio Gavioli sono andati incontro. Ma un’altra causa da non trascurare varicercata nei tempi incerti che portano allaprima Guerra Mondiale ed al successivoavvento del Fascismo. Ed in fine una nota sul Dottor Orazio Gavioli:fin da giovane aveva avuto una passioneper la botanica che lo aveva portato a cono-scere in maniera approfondita la flora e lepiante della Basilicata. Le sue ricerche sonocontenute nei due volumi “Studi Botanici”,ristampati nel 1995 dal Consiglio Regionaledi Basilicata.Quando il Dottor Orazio Gavioli portava acasa ceste piene di erbe e le riversava sulsuo tavolo di lavoro per studiarle, la nipoteAngela Gavioli (che ringrazio per la consul-tazione dei documenti di famiglia) ricordache le domestiche erano solite dire: “DonOrazio è giù a cuoglie cicuorie e mo’ li pulez-za, è andato a cogliere cicorie e adesso lepulisce”.L’erbario del Dottor Orazio Gavioli è statodonato al Museo di Storia Naturaledell’Università di Firenze.

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NOTE

1 - Gavioli Aurelio Orazio (Potenza,21.03.1871 - 25.12.1944), Medico Chirurgoevalente Botanico

Dott. Orazio Gavioli

O IDROTERAPICO

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La Basilicata è una terra preziosa,sempre più realtà mirano a valoriz-zarne la cultura, la tradizione. Cosa

differenzia la nostra cara e amata regionedalle altre? È davvero il caso di pensarcimeritevoli delle stesse attenzioni che ven-gono rivolte ad altre realtà? Naturalmentesi parla di musica, il paragone con il restod’Italia è scomodo ma va fatto. Ovunquesi assiste a un’evoluzione della musicache rimanendo ben piantata su radici soli-de può permettersi di volgere lo sguardoun po’ più in là dell’orizzonte, un orizzon-te fatto di manifestazioni importanti, diluoghi in cui fare musica vera, di genteche dedica la sua vita alla musica. InBasilicata invece c’è una sorta di freno su

cui agiscono sicura-mente fattori come lo spopolamento, dif-ficoltà economiche o la propensione auscire fuori dalla regione per cercarenuove “piazze”.Il problema sta nel fatto che in altre zoneè “sempre” presenta un’alternativa giova-ne alla classica festa di piazza, ma soprat-tutto tale alternativa rimane a disposizio-ne 365 giorni all’anno.Se noi lucani amanti della musica in esta-te siamo felici di aspettare il “Vulcanica”di Rionero o il “Pollino Music Fest”, oancora il “Metaponto Beach” e l’estremo“Agglutination” che ci hanno permesso diassistere a concerti memorabili, è altret-tanto vero che nel periodo invernale dob-

biamo accontentarci di sporadici concertifrutto del coraggio dei singoli organizza-tori e non della consapevolezza che sidebba andare oltre determinate barriere.In questo contesto andrebbero ulterior-mente valorizzate e prese ad esempio ini-ziative che non conoscono stagioni chetimidamente stanno tastando il terreno.È il caso di realtà come il “Cecilia” di Titoche si sta dimostrando una sempre piùvalida occasione di accrescimento cultu-rale con eventi degni di circuiti nazionali eproposte che spaziano nell’arco dell’inte-ro anno solare.Non dimentichiamo che la musica si faanche e soprattutto nei locali, in queiposti che in un modo o nell’altro sono

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Carlo CALZA Jr.

Cecilia e Al Verde,tra i luoghi dove si famusica tutto l’anno

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caratterizzati da un minimo di spiritoimprenditoriale, conciliare una offerta cul-turalmente valida e il mero guadagno nonè sempre cosa facile, ma “La PiazzaDell’800” (ex arci ‘800) sta rilanciando laproposta live con una rassegna curata daFabio Settembrino, membro della bandpotentina “Effetti Collaterali”, in cui di gio-vedì in giovedì possiamo assistere alleesibizioni di artisti come Antonio NicolaBruno (Bellitamburi), Ethn ‘n’ Roll, AnnaMancini.Spostandoci in provincia di Matera anco-ra, potremmo parlare del circolo “AlVerde“ (Bernalda) che propone semprevalidissimi live e dj set, e addirittura siprodiga a favore della produzione di

dischi e di ep di artisti a loro vicini,Esquelito in primis.Certo in un posto in cui non è facile averemusica live a portata di mano è importan-te educare il pubblico; per i locali, le asso-ciazioni e gli organizzatori è ancora piùimportante resistere per creare un circui-to che è già da qualche anno in fase dicrescita grazie anche alle sempre piùnumerose band locali che proprio in que-sti posti e in queste occasioni riescono afarsi le ossa per poi magari aprirsi dei var-chi a livello nazionale.Bisogna crederci e bisogna fare, le poten-zialità ci sono, la voglia pure; diamocisotto sconfiggendo chi questa voglia avolte ce la fa passare.

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Vuoi promuovere il tuo disco o la tuademo? invialo a “Il Lucano Magazine”Via del Gallitello, 89 85100 Potenzalo ascolteremo e pubblicheremo unarecensione nella rubrica“RETROCENSIONI” a cura di CarloCalza Jr.

Alessandra Casaletto

Veryshortshorts Live

al Verde

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Metablog potrebbe definirsi un blogche parli di altri blog, ma anche disocial network e più in generale di

nuove tecnologie e di internet. La Rete cheriflette sé stessa, in buona sostanza.Tra i blog lucani di questo genere, più lettiin assoluto, troviamo, accanto al già recen-sito Vincos (con i TAG: tecnologia, socialmedia, ugc, pr2.0, community marketing),anche altri blog come: Il Bloggatore,Estragon, Clarita etc.Dall’analisi tecnica e dettagliata della blo-gosfera condotta da Vincos, con tanto digrafici e specifici termini tecnici (“metricadei link”, “archi direzionali”, “in\outdegree”), si passa alla mission de IlBloggatore: “un aggregatore di feed on

line, sia Rss che Atom, rivolto a tutti i blog-ger che editano notizie oppure a navigato-ri che cercano informazioni”.In parole più semplici questo blog\portaleè un grande raccoglitore di notizie, prove-nienti da migliaia di blog, sul mondo infor-matico e tecnologico in generale. Si vadalle informazioni utili per gli appassionatidi Linux, Windows, Mac, Sicurezza, Grafica,Ubuntu, Software, Social Network… finoalle recensioni degli ultimi cellulari, a curio-sità, trucchi ed analisi tecniche.Per presentarsi in forma più snella e facil-mente consultabile, il Bloggatore non forni-sce al lettore le notizie complete, bensìdelle anteprime di notizie, dalle quali però,se l’argomento è d’interesse, è possibilegiungere al blog dove è postata la notiziacompleta, tramite il collegamento “leggi ilseguito”.Tra i fondatori de il Bloggatore c’è RobertoTravagliante, blogger ed appassionato diinformatica, che ha un proprio blog perso-nale ed ha scritto, come altri lucani, alcunilibri settoriali: ad esempio WordPress dallaA alla W (La guida completa per creare il

tuo blog o il tuo sito web con WordPress,ottenendo il massimo!).La blogosfera lucana risulta essere alloramolto vivace, grazie anche alla presenza eall’attività di personale specializzato (gior-nalisti o tecnici del settore).Estragon ad esempio, è il Blog di GiovanniCalia, che si definisce “discepolo di unmanipolo di storici blogger della scuolatorinese”. Questo blog è attivo dal 2003 edaffronta temi legati allo sviluppo tecnologi-co, ai media sociali, al Digital Divide e alrapporto tra il mezzogiorno e i nuovi mediacome veicolo di sviluppo economico.Utilizza termini tecnici anche Clara (Rita)Longo, materana, consulente di web mar-keting, nel proprio blog: www.clarita.it.Un blog che, in realtà, si occupa di conte-nuti ‘generalisti’, parlando “della mia città,della mia regione, dei miei interessi chespaziano dalla moda al cinema, alla televi-sione al mondo della pubblicità, delmeteo…” etc. Da menzionare infine altri blog ‘settoriali’ etecnologici come Catepol 2.0, Catepol 3.0,www.melaxcoder.com e www.bloggian.it.

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Donato SABINA

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Pianeta Albatros, 2020. Un gruppo diesploratori extraterrestri decidono diinviare sulla Terra un androide,

appositamente programmato per studiareabitudini e comportamenti degli esseriumani. Scopo della missione è quello divedere se esistono le condizioni per unapossibile colonizzazione in caso di sovraf-follamento sul proprio pianeta. Omegaatterra a New York e, nel giro di un mese,deve imparare a conoscere la mente degliumani, relazionarsi con essi e riferire leimpressioni a Cefeo, il suo referente conil quale resta in contatto per tutto iltempo della missione. Inizia così Storia diOmega (Il Segno Edizioni) scritto dalpotentino Giulio Ruggeri, dottore inLettere e Filosofia, che in questo roman-zo riporta tutta la passione per una scrit-tura maturata già in età adolescenziale econ la quale veicola i suoi pensieri sullasocietà di oggi. Riflessioni che Ruggeri nellibro affida ad Omega che, creato con lesembianze umane, riesce bene a mime-tizzarsi tra i terresti e ad avvicinarli. Ma leprime sensazioni non sono buone.L’umanoide nota con amarezza un diffusomalcontento ed apatia. Ovunque vedeindividualismi esasperati e persone privedi allegria. Deluso da questo sconfortan-te contesto chiede di essere allontanatoda lì. Ma anziché rientrare ad Albatros,accetta la proposta di continuare la suaesplorazione in un altro luogo e in un’al-tra epoca, sempre sulla Terra però.Un’alternativa che i suoi superiori hannoideato forse per riuscire a capire il perchédi tale deriva emozionale negli esseriumani e la loro perdita di valori. Omegadunque si ritrova proiettato in una

Firenze del 1970. Da subito prova unabella sensazione circondato da tante bel-lezze artistiche che presto inizia ad esplo-rare sotto le mentite spoglie del turistaOsvaldo Di Lauro. Qui, tra centro e peri-feria, tra vicoli, porticati, chiese e localiporta avanti la sua missione che lo con-duce ad incontrare persone sempre diver-se con le quali allaccia dialoghi ed ancherelazioni più o meno stabili. Con un nuovoe positivo slancio si addentra e si integranella società fiorentina fatta di un’umani-tà ritrovata dove uomini e donne costrui-scono la loro storia giorno dopo giorno trapiccole/ grandi gioie e dolori. Qui, a diffe-renza del futuro, Omega nota con piace-re che esiste ancora una generosità, unaltruismo che vive sotto l’apparente caosdi una città in corsa ed in preda ai suoiinteressi. Li sperimenta egli stesso aven-do trovato persone disposte non solo a

parlargli ma a dargli ospitalità, affetto edanche un lavoro. Ad aiutarlo insomma afargli conquistare la sua indipendenza e adonargli amore come farà Francesca. Nel tenero racconto di Giulio Ruggeri, l’u-manoide rappresenta l’entità terza checerca di mettere a posto le cose in unmondo in disordine, privo di valori, tradu-cendo la sua missione esplorativa in unaeducativa. Attraverso il personaggio spa-ziale, l’autore affronta i temi della solitu-dine, dell’egoismo, del disequilibrio socia-le ed economico facendo capire quantotutto ciò sia deleterio per il nostro futuro.E propone una rivoluzione culturale chedeve opporre a tutto ciò il dialogo, lafede, l’etica, la speranza, l’accettazionedella diversità che non è pericolosa maforiera di ricchezza interiore e di pace trai popoli.

an.mo.

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T R A L E R I G H E66

STORIA DI OMEGAIL ROMANZODI GIULIO RUGGERI

“Chissà se in futuro ci basterà usare la parola, per poter comunicare i nostri sentimenti!”

Giulio Ruggeri

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Un ponte immaginario lega le sponte di uno stesso fiume. E’il lungo fiume della storia che scorre lambendo vite di per-sone diverse solo nella cultura ma non nella capacità di

provare sentimenti. Questo libro vuole costruire davvero quelponte. Vuole ravvicinare popoli nella ferma convinzione che solola conoscenza può condurre al rispetto reciproco, alla civile edamichevole convivenza. Presentato lo scorso 4 maggio a Potenzadalla sezione lucana del Centro Studi Erasmo da Rotterdam,Novecento rom, scritto da Sergio Pretto ed edito da Carta Canta,è il romanzo dell’alleanza tra la società occidentale e quella del-l’antico popolo errante che centinaia di anni fa, come tradizionevuole, lasciò l’India per approdare nei vigneti selvatici dellaRomania. E’ un’opera popolare che narra la storia dei rom attra-verso quattro generazioni di una stessa famiglia abitanti in uncampo rumeno. Da qui parte un racconto che dalle vicende per-sonali dei suoi protagonisti si allarga a quelle storico-politichelocali come la dittatura di Ceauşescu, ed internazionali comequella devastante istituita anni addietro da Hitler. Sono gli even-ti generatori di una catena di drammi che ha legato e poi strito-lato milioni di persone tra cui i rom, decimati, al pari degli altri,dalla pazzia delirante del sedicente popolo ariano. Sergio Pretto,romano, per anni giornalista economico della Rai, con questasua prima esperienza letteraria ha voluto offrire la società rom atutti. Una società che ha conosciuto da vicino avendo vissuto persei mesi con loro in un campo della Romania, spinto dall’interes-se, per i più deboli, ereditato da Pier Paolo Pasolini, suo “mae-stro di strada e di cultura” che ha conosciuto da adolescentequando giocava a pallone nel suo quartiere romano. Un incon-tro, che ha segnato la vita del giovane scrittore permettendogliuna brillante carriera, che però, con il passare degli anni, lo hariportato con la mente all’aria polverosa di quel campetto di cal-cio, dove la vita quotidiana, lontano dagli ambienti borghesi, èvita vera. All’autenticità del semplice e dell’umile che lo ha spin-to ad accostarsi ai rom da navigato giornalista che vuole raccon-tare il loro mondo. Quel mondo lo ha assorbito, lo ha spogliatodei pregiudizi, lo ha arricchito interiormente grazie ai racconti ealle gesta di uomini dalla forte umanità e generosità che nem-meno i grandi drammi sono riusciti a piegare. “Noi siamo figli ditroppi temporali per perderci. Quello che arriverà imbriglierà lanostra comprensione, ma non i nostri cuori”, si legge nel roman-zo che ha sostituito il reportage giornalistico originariamente

concepito. Pretto ha cambiato idea pensando che fosse più utileaffidare quel racconto, benché liberamente ispirato, a chi quellevicende le ha vissute affinché al lettore fosse restituita la veraportata di emozioni, tribolazioni, gioie, amori di un popolo riccodi valori che lo sguardo superficiale degli Occidentali ancora nonpercepisce. Un racconto che dagli anni ’30 del Novecento arrivaai giorni nostri e che vuole rendere manifesta l’anima della cul-tura millenaria rom tenacemente attaccata a se stessa, che nonvuole identificarsi con nessun’altra e che ogni giorno media conuna modernità di cui non riesce o non vuole fare a meno. Unacultura che, guidata da una sentita fede e dalle “tante voci dellaterra”, sa esprimersi con le sagge parole di dolci poesie, e con imagici e toccanti suoni di violini e fisarmoniche.

an.mo.

La dea […] si manifestò con il volto rigatodalle lacrime e concesse il proprio aiuto. A un suo soffio, il vento spinse migliaia di cavalli verso quel popolo decimato, e il futuro portò in dono le carte della profezia. I rom si allontanarono dalla valle insanguinata e non si fermarono più.La fuga divenne un esodo perpetuo:diventarono domatori di destrieri efigli del vento.

Sergio Pretto

NOVECENTOROM IL ROMANZODI SERGIO PRETTO

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68 D O L C E & S A L A T O

LA STORIA IN UN PIATTO

La forza di una narrazione si esplicitae confonde con le linee guida di unevento portato via dal tempo; tutto si

consuma in un pensiero, in uno sguardo,in bocconi di memoria rapidamente con-sumati dalla foga della fame, non semprepronta ad esaurirsi con un pasto, maspesso compagna di giorni estremi detta-ti dalla tassativa presenza della forza edell’energia. Spesso di un ricordo restanoresidui di cibo entrati prepotentementenella memoria. Quante volte associamoad un evento, sia bello che brutto, un

sapore tipico, un piatto; questo solo per-ché, magari quel giorno, stavamo man-giando quella cosa. Al di là della tradizio-ne ognuno di noi ha i suoi piatti tipici nelsenso che questi dettano il tempo o ilritmo della vita. Spesso è conosciutocome il piatto preferito o come il piattoche porta “Iella”, perché ci lasciamo coin-volgere e sconvolgere dal sapore.Ci sono eventi nella vita di ognuno di noiche vengono segnati inesorabilmente dauna forte simbologia che spesso si con-cretizza in qualcosa di materiale. Ecco, ad

Carla MESSINA

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esempio, che, anche storicamente, alcunieventi possono essere associati e quindimemorizzati attraverso aneddoti.Famoso quello secondo cui la ReginaMaria Antonietta poco prima dellaRivoluzione Francese 1789, alle rimo-stranze del suo entourage lamentava lamancanza di cibo per il popolo, avrebbeesordito con: “Dategli dei Croissant”. Lostesso sommo poeta Orazio non perdevaoccasione per mangiare un buon piatto diLagana e Ceci. Per passare ai personaggidella fantasia, chi non ricorda Poldo e isuoi panini, vero ed unico esempio pernoi Italiani del famoso hamburger; infattise lo conosciamo è grazie a lui e a quelleinsormontabili montagne di panini chedivorava voracemente. Tutto nella memo-ria nasce, oltre che dal ricordo dallavisualizzazione di immagini immagazzina-te in posti remoti della nostra mente, daodori che improvvisamente si fanno vivicome da rumori o odori particolari che ciriportano con la mente a determinatimomenti della nostra vita.La vita, il ricordo, le immagini, il passato,sia comune che personale, passa per iltramite della percezione sensoriale che inparticolari momenti è anche più amplifi-cata del normale, tanto da renderci vul-nerabili ed estremamente recettivi aglistimoli sia interiori che esterni. Con lamemoria arrivo a sfiorare i racconti deimiei nonni e l’amore per la tradizione cheessi hanno saputo inculcarmi; con l’im-maginario riesco a vedere cose normal-mente invisibili, così come riesco a porta-re alla mente pensieri di una semplicità“estetica” che restano stampati nellamente ed anche nel cuore come fonteinesauribile di alimentazione. E’ quasicome avere un alveare a portata di manodove è fondamentale prima prendereconfidenza con le api; una volta avvenu-to ciò, resta una fonte inesauribile di dol-cezza a cui attingere nel rispetto totaledella Api padrone di casa.Nonna Consiglia l’ho conosciuta poco,donna di ferro sempre ben vestita contacchi e tailleur, mai un capello fuoriposto, e con la borsetta al braccio, madredi ben 18 figli viventi in realtà 21, e condue parti gemellari. Quando penso a leinon posso non pensare alla pasta e fagio-li quasi simbolo emblematico di una fami-glia cresciuta a pasta con i legumi. Ognicosa ci riporta al passato mediante dellevisioni. Ed ecco arrivare, come costumevuole, immagini non vissute ma indottedai racconti degli anziani. A tal propositoil tempo la fa da complice. Non posso nonimmaginare la tipicità di alcuni eventicome matrimoni, feste religiose o campe-stri che vedevano protagonisti i prodottitipici dei luoghi ma anche la celebrazionedelle stagioni, per la quale si eleggeva are o regina un alimento in particolare. Nelperiodo estivo, quasi in netta controten-denza rispetto al gusto, una delle voci

preponderanti del panorama alimentare èil peperoncino fresco. E’ difficile che ci sioccupi di lui in maniera solitaria in quan-to va sempre ad accompagnare altri ali-menti normalmente più importanti, eppu-re, a ben analizzare, questo, ha un gustoparticolare e diverso a seconda della zonadi provenienza, della forma, e della pian-ta di appartenenza. Ne troviamo di ognitipo; dovrebbe essere assaggiato da soloe in purezza prima di utilizzarlo in qualsia-si altro modo. Questa pratica tuttavia algiorno d’oggi è stata letteralmenteabbandonata tanto che ogni cosa che sifa lo vede quasi come un alimento secon-dario. E’ cosa sbagliata in quanto spessoè proprio questo a determinare la buonariuscita di un piatto. In alcuni paesi esteri si usano fare dellezuppe con il piccante ma questa è unapratica che a noi non appartiene. E’ piùfacile trovarli ripieni o fritti a secondadella regione. Un esempio su tutti il pepe-roncino Calabrese. Tuttavia in Basilicata a

seconda della forma, ne facciamo un usodiverso, ad esempio quelli piccoli e roton-di detti “Pupacchielli” vengono fatti ripie-ni con tonno, olive nere e capperi anchese la versione classica li vede protagonisticon alici, capperi ed olive; oppure i pepe-roncini piccoli e stretti vengono fattiasciugare al sole ed una volta secchi ven-gono fritti e poi messi sott’olio, da consu-mare in qualsiasi modo, con la pasta, conla carne, con il pesce o anche semplice-mente con un po’ di pane. Molteplici letipologie e soprattutto la fantasia perconsumarlo, se ne fa un largo uso, infat-ti, rispetto alle altre regioni. In molti paesi vi è l’uso di chiamarlo “OlioSanto” proprio in virtù delle sue estremenote piccanti. Un piatto tipico della tradi-zione lo vede protagonista con il panecotto, piatto tipico della tradizione conta-dina e più comunemente della tradizionepopolare Lucana, uno di quei piatti realiz-zati con poco e che nasceva proprio dallanecessità di dare gusto al poco…..!!!

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La ricetta...Pane Cotto

Ingredienti Pane Casereccio di panella, olio extra ver-gine d’oliva, sale qb., peperoncino fresco, prezzemolo,acqua, cipolla.

Procedimento Prima di tutto realizzate un trito dicipolla, prezzemolo, peperoncino fresco, sale qb., prose-guite incorporando a questo trito abbondante olio extravergine d’oliva; nel mentre in una pentola medio altaversate dell’acqua, non molta, e mettetela sul fuoco.Incorporate in questo il trito precedentemente fatto easpettate che venga a bollire; nel mentre tagliate il panein maniera grossolana in pezzi grandi e quando l’acquasarà giunta a bollore incorporate il pane per pochi minu-ti, giusto il tempo che si amalgami con il resto del con-dimento e che assorba l’acqua. Servitelo ben caldo inpiatti fondi ed accompagnatelo con un buon vino rosso.Questo piatto tipico delle zone lucane, si vedeva spessoprotagonista della tavola come piatto povero; infatti eraun modo estremamente singolare per dare gusto al“niente”. Generalmente veniva usato il pane molto duroproprio perché non ci si poteva permettere di buttar vianulla. E’ un piatto molto amato oggi soprattutto dallegenerazioni più anziane, ma tuttavia patrimonio comu-ne anche per le nuove generazioni che ne stanno sco-prendo le qualità, il gusto e la pienezza grazie a diverseoperazioni di recupero che vengono fatte storicamente.Lo si usava anche per accompagnare altri alimenti. Maquella è un’altra storia e soprattutto sono altri piatti…Buon Appetito!

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I N - F O R M A70

Ci vorrebbe una nuova ecologia chenon sia frutto di ideologie divise tra diloro o di schieramenti, ma che appli-

chi l'etica comune. Quell'etica che la stessanatura, per mezzo dei suoi ritmi ci insegna.La nuova ecologia dovrebbe insegnare l'ar-te di prendersi cura della terra, comenostro bene primario, e non di combatterele forze di schieramenti o ideologie contra-rie alle nostre. Dovrebbe innanzitutto alle-vare le coscienze e portarle ad un livello piùelevato. Far comprendere che la creaturaterra è stata inquinata, sfruttata, bistratta-ta, offesa nella sua profonda dignità datutti noi. Ritornare alla terra significa ini-ziare a ritrovare il nostro contatto con essa,come senso di appartenenza, poiché dallaterra nasce il cibo che ci nutre, di cui noisiamo la risultante. Tornare alla coltivazio-ne della terra significa dare un futuromigliore alle generazioni, cibo più sano,non solo, ma migliorare le energie e senzasprecarle. Quando si pensa ai cambiamen-ti si progettano grandi cose, ma per realiz-zare grandi cose bisogna partire dalle pic-cole cose. Quanti bambini oggi conoscono,se non virtualmente, un bosco? Quanti siprendono cura del giardino sotto casa oconsiderano questo atto una perdita ditempo? In un mondo globalizzato ritornarealla terra sembra un'impresa futuristica. Ilmondo ci sembra piccolo e le distanze, gra-zie ai mezzi di comunicazione e a quelli ditrasporto, si sono molto accorciate. Il pro-blema è che si sono allungate quelle deirapporti umani. Abbiamo accorciato ledistanze geografiche, ma abbiamo distan-ziato, ancora di più,quelle dei rapporti tra lepersone. I luoghi della terra non sono piùsconosciuti, i mondi sconosciuti sono quel-li personali ed interpersonali, le dinamicherelazionali, il reciproco conoscersi e rispet-tarsi. Ancora una volta assistiamo all'emi-grazione dalla Basilicata sud verso il nord e

il nord non è più solo il nord della nostranazione, l'Italia. Le nostre frustrazioni, lenostre agitazioni cercano luoghi di soddi-sfacimento e di pace altrove. Eppure quan-do i turisti vengono nella Lucania, rimango-no colpiti dal silenzio, dal lento scorrere deltempo, dalla finezza dell'aria e dalla fre-schezza dell'acqua ed hanno quindi la pos-sibilità di trovarsi in una dimensione diquiete, ritrovando così, in un certo qualmodo, la quiete anche dentro di loro.Ancora oggi molti di noi si chiedono comemai una delle regioni più ricche, comepatrimonio naturale, dell'Italia, produca ilreddito più basso e costringa i suoi figli adandare via. Eppure leggiamo su internetche " La Basilicata, in cambio delle conces-sioni per lo sfruttamento del petrolio,

importante materia prima (una produzionestimata in 104.000 barili al giorno per ven-t’anni, pari al 10% del fabbisogno naziona-le), otterrà rilevanti benefici economici edoccupazionali, oltre all’impegno da partedello Stato di effettuare interventi infra-strutturali per accelerare lo sviluppo socio-economico della zona....". E ancora " Altrarisorsa scarsamente valorizzata è rappre-sentata dal patrimonio ambientale, sianaturalistico sia storico-culturale".Possiamo dire che il nostro patrimonio sto-rico e culturale non ha nulla da invidiare adaltre regioni; ed allora perché non riuscia-mo a decollare? In luoghi, quali per esem-pio Matera, dove le risorse sono state uti-lizzare in maniera da agevolare il benecomune, si respira un'aria diversa: di aper-tura e di multiculturalità. Nei luoghi dovec'è chiusura mentale ne deriva un degradomentale, poiché la creatività è bloccata dalogiche non sempre comprensibili a tutti.E ancora : " L'agricoltura in Basilicatacostituisce il settore predominante

RITORNARE Adi Adriana CRISCI

"Un giorno la paura bussòalla porta, il coraggio si alzòe andò ad aprire e vide chenon c'era nessuno".

Martin Luther King

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della vita economica e sociale della regio-ne, quasi al pari del turismo. La regioneBasilicata, infatti, per caratteristicheambientali e climatiche si presenta favore-vole ad un metodo di produzione agricolodi tipo estensivo...con particolari attenzioniallo sviluppo di un' agricoltura interna bio-logica........ L' assenza di una efficiente retedi distribuzione commerciale e di promo-zione ha di fatto ostacolato la creazione dinuove filiere produttive, relegando in ruolimarginali le stesse colture di qualità".Ricollegandomi all'articolo di Aprile, scrissiche avrei parlato di Vandana Shiva. Cosac'entra questa donna indiana, laureata infisica, attivista ambientalista che ha rice-vuto il Il Right Livelihood Award, che è trai principali leader dell' International Forum

on Globalization e che si è occupata anchedi biodiversità, biotecnologie, bioetica, conla Basilicata? Siamo anche noi italiani e unadelle fonti principali della nostra economialocale è l'agricoltura. La Shiva rivolgendosiai giovani italiani ha detto: " La terra sostie-ne la nostra vita sulla Terra, e la Terra nondiscrimina tra giovani e vecchi, ricchi epoveri, per lei tutti i figli sono uguali. Noisiamo legati alla Terra dal momento cheognuno riceve una giusta, equa e sosteni-bile parte di risorse: la biodiversità e i semi,il cibo che i semi ci procurano, la terra sucui possono crescere i cibi, l’acqua chescorre nei nostri fiumi e anche l’aria dell’at-mosfera che respiriamo...”.Penso che in questo momento di crisi, dicrisi economica, la terra sia l’unico luogo incui possiamo ritornare per ricostruire unanuova economia; e ogni governo alle gene-razioni future dovrebbe dire: “Non abbia-mo molto altro da darvi: abbiamo perso lacapacità di darvi lavoro, sicurezza sociale egarantirvi un decente tenore di vita. Ma laterra ha ancora questa capacità, noi conse-gniamo le terre pubbliche agli agricoltoridel futuro: provvedete a voi stessi”. Questoè un obbligo, visto il fallimento dei governi,nell’attuale sistema economico, nel pren-dersi cura dei bisogni della gente; la terrapuò prendere cura dei nostri bisogni, lacomunità può prendersi cura dei nostribisogni. E se vogliamo avere un’economiaviva, e dobbiamo averla, e se vogliamoavere una viva democrazia, la terra deveessere al centro di questo rinnovamento:dalla morte e distruzione alla vita. Metterela terra nelle mani delle generazioni futureè il primo passo; se non lo faranno,seguendo la strada giusta, invito i giovani aoccupare la terra così come stanno occu-pando le piazze; voi dovete fare un dono alfuturo dell’umanità.” Pare che in Grecia igiovani abbiano già occupato delle terrenon coltivate, mettendo in piedi dellecomuni agricole. In Italia il decreto Cresciprevede la vendita di terre pubbliche. Leassociazioni degli agricoltori dovrebberospingere anche i governi locali, a dare leterre in locazione, a prezzi modici, a quel-la parte di giovani che, grazie alla loro lun-gimiranza hanno compreso che la ricchez-za futura proverrà dagli alimenti della

terra, poiché senza cibo nè gli uomini e nègli animali possono vivere. Molti movimen-ti ed attività economiche, lo stiamo veden-do, sono destinate a finire; con molta pro-babilità, dovremo ripartire da ciò cheabbiamo a portata di mano, dalla risorseche fanno parte dei luoghi nei quali siamonati. Sono una persona cosmopolita, mapenso che ognuno di noi debba tributare erendere onore, innanzitutto al proprioluogo di nascita, migliorandolo. Ho incon-trato uomini che hanno trasformato i luo-ghi aridi e marginali, in cui sono nati, inposti conosciuti in tutto il mondo. Questepersone hanno davvero onorato la loropatria. Se vogliamo che le future genera-zioni siano illuminate ed altruiste, allorabisognerà insegnare loro il rispetto per laterra e per la Terra. Noi possiamo soprav-vivere come specie solo se viviamo inaccordo alle leggi della biosfera. La biosfe-ra può soddisfare i bisogni di tutti se l'eco-nomia globale rispetta i limiti imposti dallasostenibilità e dalla giustizia. come ci haricordato Gandhi: " La Terra ha abbastanzaper i bisogni di tutti, ma non per l'avidità dialcune persone" V. ShivaPer quanto strano potrà sembrarvi, abbia-mo avuto la fortuna di nascere in unaregione povera di denaro, ma piena dirisorse naturali. La qualità della vita non simisura da quanti soldi abbiamo, ma dallacapacità di portare fuori le nostre qualitàper creare le giuste convivenze. Queste,quando sono rivolte a solidificare un sensoculturale di appartenenza equanime pertutti, creano le giuste sinergie per apprez-zare la qualità della vita locale e migliorar-la. Nella vita è giusto fare delle esperienzeche ci aprono a nuove visioni etniche eculturali, ma non bisogna mai dimenticarele proprie origini. Un luogo appartiene atutti coloro che ci vivono e tutti, in manie-ra non discriminativa ed elusiva, hanno ildiritto di esprimere le loro idee e di appor-tare il loro contributo. Troppe volte cilasciamo prendere dalla paura del fallimen-to o di vivere, rimanendo in Basilicata, unavita senza troppi stimoli. Ebbene dovrem-mo tutti , chi più e chi meno, iniziare avedere le soluzioni positive che questaregione offre e non limitandoci a vederequelle negative.

ALLA TERRA

"Occupata la terra così comeoccupate le piazze!"

Vandana Shiva

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C’era Thunderstruck, degli AC/DC, spa-rato a palla. Avevo i finestrini apertied ero sulla cima della discesa che io

chiamo “spettacolo”, perché da lì si vededavvero il mondo. L’aria era calda, peressere aprile, il sole splendeva, nonostantetutto, l’erba era verde e le strade assolate.C’era tutto e non c’era nulla e, per unmomento, mi sono sentito completamenteaffrancato.Mi sentivo come svincolato da impegni. Ioche, sportivamente, catalogavo gli anni inbianchi o neri, quel giorno ero confuso,eccitato, teso. All’indomani avrei fatto unlungo viaggio: per la prima volta, in vitamia, mi sarei recato a Torino per una parti-ta della Juve. Una gara di ChampionsLeague. Il ritorno dei quarti di finale controil glorioso Bayern München, che all’andataaveva vinto per due a zero. Era la mia gran-de occasione immateriale in un anno spor-tivo ancora da definire. Il mio taccuino,come una sorta di videocamera, annotavaogni dettaglio e con una Moleskine si puòanche registrare, con calma, dopo e non inpresa diretta. Scrivo perché non so parlare.Se una cosa mi piace, devo scriverla. Chese devo parlare, invece, scordo tutto.The day after. Partenza da Salerno: ore 8 e57, binario 6. Eravamo in tre in rappresen-tanza dello JC Vallo di Diano. Io, Squitieri ePaperino. Nel Club eravamo trecento, nétroppo giovani, né tanto forti… Avremmoviaggiato su Italo, ad alta velocità. Ci guar-davamo attorno e c’era tanta gente cheavrebbe fatto il nostro stesso cammino. Sivedeva da lontano e, per quanto l’abbiglia-

mento di ognuno fosse “discreto”, c’erasempre, per ciascuno, un dettaglio: unasciarpa, uno stemma o un cappellino a tra-dire la fede calcistica. C’era pure chi si avvi-cinava e, deliberatamente, chiedeva:“andate a Torino? A vedere la Juve? Avetei biglietti?”. Tipo un ragazzo di Castelcivita,provincia di Salerno, che, essendo solo, siaggregò, per un po’, a noi. A pochi metri didistanza c’era un gruppetto più numeroso,ma, a detta di “Castelcivita” soltanto uno

era in partenza: quello con la sciarpa delBorussia Dortmund. Il capannello erachiassoso. Era tutto un trionfo di frecciate eil partente era il bersaglio.Gli amici gli dicevano: “Sei un coglione adandare a Torino con quella sciarpa. Ti faraisfottere da tutti”.E lui: “Ok”.Loro: “Nessuno capirà”.Lui: “Ok”.Loro: “…e poi che ci vai a fare. Quelli della

Arsenio D’AMATO

Le vicende e gli eventi raccontatiin questa storia sono di pura fan-tasia ed i riferimenti a personaggie realmente esistiti, o fatti vera-mente accaduti, hanno esclusivafunzione narrativa.

“QUELLA DEL CDI AMORE ETERCHI È TIFOSO DPER TUTTA LA VAMANTE E PARTLA SQUADRA D

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lucanoil magazine

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Juve sono undici mercenari che non sannonemmeno giocare”.Lui: “E voi siete peggio dei crucchi bastar-di, figli dei figli dei terroni di merda deivostri nonni…”.Quelli lo facevano apposta, s’intuiva, perfarlo sclerare. Era serio, ma aveva gli occhiche ridevano. Potevano dirgli di tutto, losapevano, ma non dovevano, evidente-mente, toccargli la Juve. Seguivo quel sipa-rietto con la curiosità con cui si osserva la

gente alla stazione oppure le persone, almare, sotto l’ombrellone più vicino.Il treno, intanto, arrivò puntualissimo.Appena a bordo prendemmo posto nellacarrozza 7 del 9926 di ITALO AV, come daprenotazione. Via. Subito a velocità folle,tra case vecchie e sporche e reti arruggini-te, sulle ossa dei quartieri. Nella lunga gal-leria il treno spingeva il vento, lui stesso neera spinto e passava immerso in un boatonel cemento. Avevo accolto la partenzacome una panacea. La tensione c’era, ma,di colpo, era tutto differente. Di ore nemancavano tante, ma avvicinarci, anchefisicamente, all'evento era un buon palliati-vo. Anche se poi, di fatto, lo schema è sem-pre quello. Si chiacchierava del più e delmeno e si rideva molto, si parlava della par-tita che ci accingevamo a vedere e, ovvia-mente, si sparavano pronostici. Alle nove emezza eravamo a Napoli. La carrozza siriempì di gente. Altri juventini.Socializzando si parlò di provenienza. Ilcommento che più mi stupì fu quello di unojuventino di Napoli che mi chiese comemai, essendo io del Vallo di Diano, tifavoJuve. “…e per chi avrei dovuto tifare? -risposi - “…piuttosto voi di Napoli dovrestechiarirci come mai tifate per la Juventus!”.“Ammetto che il dialetto napoletano stridecol tifo per la juve, ma scegliere vuol direanche rinunciare - ribattè quello al suo fian-co, dopo un lieve imbarazzante silenzio – e,anche se pare brutto, noi abbiamo rinun-ciato al campanile in nome di una fede”.Touché. Italo volava e il suo passaggio sembrava

l'agguato di un predatore. Filava a 300all’ora e, dieci minuti prima delle undici,eravamo a Roma. Qualcuno scese e qual-cun altro salì. Altri juventini in gitaChampions e, in effetti, anche sentire unromano, col suo accento, parlare da tifosobianconero strideva parecchio. Mi alzai perandare alla toilette e m’imbattei nel ragaz-zo con la sciarpa giallo-nera del Borussia.Più che una sciarpa era un foulard e, davicino, pareva pure di seta. Adoro le coseparticolari e amo le persone con gli occhiche ridono. Non potevo non chiedere lumi.Si presentò con garbo: “vengo da Teana,provincia di Potenza, dove vivono i mieinonni, ma sono di Dortmund, dove i mieiemigrarono trent’anni fa. Dopo la partitame ne torno in Germania. Sono tifosissimodella Juve, ma indosso questa sciarpa per-ché odio il Bayern”. Viaggiava in prima clas-se, ma lo invitai nella carrozza numero 7:pur essendo smart era piena zeppa dijuventini del Sud. Scoprimmo assieme, par-lando con altri due passeggeri, che anche ilresto del treno era bianconero. Il Sud cheinvadeva Torino. Parlammo di calcio e diterritorio, lavoro e immigrazione. Gli parlaidei Club Juventus DOC, del magazine “IlLucano”, per il quale curo una rubrica tito-lata “In LOOKania”, che gli piacque molto,poi ci salutammo. Non conoscevo Teana,ma mi sarei documentato. Non ricordavo ilsuo nome, ma fissai nella mente Gustav. Iltreno che passava sembrava spaccare l'o-rizzonte. Alle 12 e 17 eravamo a Firenze.Qui una nota che è un po’ una chicca per-ché salirono dei calabresi juventini.

(LUCIANO DE CRESCENZO, I PENSIERI DI BELLAVISTA, 2005)

EL CALCIO È L'UNICA FORMA ETERNO CHE ESISTE AL MONDO.O DI UNA SQUADRA LO RESTERA’LA VITA. POTRÀ CAMBIARE MOGLIE,

PARTITO POLITICO, MA MAI RA DEL CUORE.” Prima Parte

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74 L O O K A N I A

Calabria bene, però, quella dei rolex e deijeans Jacob Cohen, quella dei dottori e dot-torandi. Gente che parlava dello JuventusStadium come se parlasse della villa comu-nale del paese. Habitué da tribuna V.I.P.che, carte napoletane alla mano, tramuta-rono il vagone in un circolo di tressette.Una volta ripartiti, destinazione Bologna, lecongetture si moltiplicarono. Ognunoaveva una sua speranzosa teoria. Si comin-ciava, ad esempio, con un napoletanorazionale: "magari riusciamo a fargli un golsubito, anzi in ogni caso, un gol lo facciamoe poi ci scateniamo alla ricerca del 2-0" -per poi proseguire con un calabrese inso-lente - "Non passiamo il turno ma li faccia-mo dannare" - e poi il romano pessimista -"E se segnano di nuovo subito?" - quindi ilcolpo da maestro del crucco di Teana - "0-0 fino a 10 minuti dalla fine, poi segniamodue gol e il caso è chiuso.". Non mi sovve-niva il nome, ma mi piaceva quello cheaveva detto e gli affibbiai Magister Thomas.Una ridda di sogni, teorie, speranze cheperò testimoniava, molto bene, come ilpensiero della giornata fosse, per tutti,indirizzato esclusivamente alla partita. ABologna fu toccata e fuga. Arrivo alle 13:02e partenza alle 13:05. Tre minuti.Sufficienti a un ragazzo di Lagonegro,sceso a fumarsi una sigaretta, per restareappiedato a pochi metri da piazzaMaggiore. Che stupido, ma ci immedesi-mammo e forse fu per gioco o forse persolidarietà che una “delegazione vagonale”,capeggiata da un calabro-fiorentino allertòil capotreno. Non è dato sapere se ci fu unlieto fine, ma pare che il malcapitato fossestato autorizzato, tramite polizia ferroviariae funzionari di Italo, a prendere il trenosuccessivo. “In Germania non sarebbeaccaduto” sentenziò Teana. “Da noi se sba-gli ti fotti, ti arrangi da solo e il caso è chiu-so.”. Hans Grüeb o come diavolo si chiama-va lui aveva ragione, ma meglio da noi:“Eccheccazzo”!Un’ora dopo eravamo a Milano Rogoredo,

fermi davanti ai palazzi di Sky. “E qui chedevo venire a tirargliela in fronte la chiavet-ta…” – disse, in dialetto, un ragazzo di SalaConsilina suscitando l’ilarità generale.Metzger, alias Teana, non commentò, marise e non lo fece solo con gli occhi. Arrivammo puntuali a Torino alle 15:10.Prima di scendere alla stazione di PortaSusa ci salutammo tutti e, appena scesi, ilmio malevolo: “juvendìni r’ù Sud, juvendìnire mmèrda” fu salutato con una corteseondata di fischi. Lot da Dortmund, col suo“collare” giallo nero, aveva già guadagnatola cima delle scale quando, medio e pollicein bocca, fischiai così forte da farlo girare.Ci guardammo e sorridemmo consapevoliche non ci saremmo, probabilmente, piùvisti. Appena fuori dalla stazione, ioSquitieri e Paperino, ci recammo a piediall’albergo, passando attraverso orde ditedeschi esausti parcheggiati sui marcia-piedi. Ci guardavamo attorno: tutta quellagente era lì per il nostro stesso motivo. Sivedeva da lontano che erano crucchi e, perquanto l’abbigliamento di ognuno richia-masse al Bayern Munchen, per quantoindossassero maglie del club e sciarperosse, c’era sempre, per ciascuno, il panta-lone o le calze, la giacca o le scarpe di uncolore improbabile e non attinente a tradi-re la loro provenienza. Più daltonici cheteutonici insomma e per niente “discreti”,non cromaticamente, almeno…Alloggiavamo in Corso Valdocco e, posati ibagagli, prendemmo il 72 per recarci allostadio. Sul pullman parlammo fitto con unosteward dello stadio che si recava al lavo-ro: era di Brindisi e con lui c’erano deiragazzi leccesi. Anche loro ci credevano. Larimonta era l’obiettivo di tutti. Avevo unatensione così elevata, per la partita dellaJuve, da avere quel blocco allo stomacotipico dei grandi eventi. La razionalità nonavrebbe potuto lasciare spazio ai sogni, mail cuore… A quello non si comanda e avevafinito per spingere anche la ragione aimmaginare, costantemente, quanto sareb-

be stato bello, unico e speciale ribaltare ipronostici, eliminare il Bayern e fare unamega festa dentro lo stadio. Poi magari idue aspetti si fondevano. Arrivati alloJuventus Stadium ci recammo alla bigliet-teria per ritirare i nostri tagliandi. Restaiaffascinato dai Drughi che arrivavano apiedi, fintamente distratti, con incedereleggiadro e marziale, vestiti di nero e indif-ferenti al contorno. Al cancello della curvaqualcuno aveva attaccato lo striscione delloJuventus Club Gianluigi Buffon diBaragiano (PZ). C’era una fila lunghissima.Reincontrammo “Castelcivita”, i calabresi epoi Ludwig Schaliedecker da Teana con lasua sciarpa giallo nera; sogghignava, manon aveva il classico sorriso di circostanzastampato sul volto, non sfoderava un sorri-so a 180 gradi, ma, beato lui, esprimevagioia e contentezza solo con lo sguardo.Disse che aveva appena oltrepassato unacolonna di tedeschi scortati dalla polizia.“Ho alzato la sciarpa del Borussia - affermò– minchia quanti fischi!”. Li avevamo senti-ti i fischi, ma non sapevamo chi fischiassee perché. A differenza delle partite ordina-rie la tensione stava giocando brutti scher-zi non solo a noi novizi, ma anche a tutti glialtri tifosi. Noi, per tagliare la testa al toro,c’eravamo fermati a mangiare un paninoprima di entrare, che è sempre un buonmodo per non pensare troppo. C’eranodavvero tanti tedeschi che, con le loro bellemaglie rosse, mostravano ampiamente dinon gradire la birra danese servita insiemeal loro panino. Il loro tasso alcolico, moltoal di sopra della norma, strappava qualchesorriso. La maggior parte di loro sapevanodire, in italiano, solo "Bella Italia","Buonasera" e "Vaffanculo". Scrutavo laPolizia: tutti i caschi azzurri, gli scudi, ledivise, e vicino loro, i crucchi, così tranquil-li. Mi chiedevo se la polizia ci fosse perpaura di quello che potevano fare i tedeschio di quello che potevano subire dagli italia-ni.

O.S.T. Thunderstruck - AC/DC

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Lucano

LucanoAnno VII numero 6

ASD MATERA CALCIO

GRAZIE LO STESSO

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sommariosommario

63 Vela, Anlù brinda al

secondo Megale Hellas

68 Matera, il sogno

svanisce ai rigori

64 Intervista

al prof. Rocco Galasso

La Basilicata del palloneresta alla finestra. Al ter-mine della stagione appe-

na archiviata i verdetti delcampo hanno decretato solopoche certezze. Intanto èsempre il Melfi a detenere lacorona di reginetta delle squa-dre lucane. La società giallo-verde è giunta a maturare ildiritto alla disputa del suoundicesimo campionato tra iprofessionisti. Questo impor-tante traguardo è giunto altermine di una stagione altale-nante con uno scatto finaleche ha fugato definitivamentedubbi e timori. Come ognianno, però, archiviato il calciogiocato, inizia un'altra partitaben più importante. Il presi-dente melfitano GiuseppeMaglione è la bandiera delMelfi e si può dire che, ormai,i due nomi siano speculari.L'ennesimo disimpegno delpresidente, quando il palloneè stato riposto momentanea-mente in cantina, fa sobbalza-re i tifosi e i simpatizzanti dellafrizzante compagine lucana.La palla è già passata al sinda-co Valvano che con lo sponsore lo stesso presidente stannoavviando una ricognizione persensibilizzare l'ambiente erecuperare adesioni e risorseper affrontare con le giustegaranzie il prossimo campio-nato.

Un passo più indietro, in serieD, è il Francavilla di Franco eAntonio Cupparo a ritrovarsi inambasce e non certo per ilrisultato sportivo conseguitosul campo. Anche nel ridentecentro in riva al Sinni, la pro-prietà ha deciso di lasciare adaltri un'eredità pesante ed unpassato glorioso acquisito conenormi sacrifici. C'è, comun-que, grande apprensione perle sorti del club rossoblù, ingrado di mantenere la catego-ria, stabilmente, da diversianni. La curiosità degli sporti-vi lucani si sposta sul RealMetapontino. In attesa diconoscere i programmi socie-tari e gli obiettivi per la prossi-ma stagione, si possono giàintuire le aspettative e il pro-posito di voler ben figurare delpresidente degli jonici. Oraincominciano le dolenti note. Idue club dei due capoluoghi diprovincia lucani, restano alpalo. Nel caso del Matera,uscito malconcio dalla sessio-ne di spareggi per guadagna-

SCOPPIADI CALCIO

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Lucano

re un ripescaggio ai play-off,c'è ancora qualche lumicino disperanza in un improbabileripescaggio. Per il Potenza èmeglio, invece, stendere unvelo pietoso. Il Città diPotenza è ufficialmente retro-cesso in Eccellenza lucana,mentre il Rossoblù Potenza,giunto terzo nella massimacategoria regionale è costret-to a riprovare il salto, parten-do dal campionato dilettanti.Insomma, è molto difficileche, una o entrambe, possa-no essere ripescate.Oggettivamente è improbabi-le. Al di là di questo aspetto,però, il vero problema è cheintorno alle due squadre delcapoluogo, nel presente, siregistra un diffuso disinteres-se dell'ambiente. E' come se,a dispetto della tradizione, ilcalcio non interessi più nessu-no a Potenza. Da oggi, dun-que, è ufficialmente iniziato ilchiacchiericcio da bar sport econ esso le relative scommes-se.

E’ stata Anlù l’imbarcazione vincitrice dellaseconda edizione del Campionato Invernaledi vela del Mar Ionio “Trofeo Megale Hellas”

svoltosi al Porto degli argonauti di Marina diPisticci. La manifestazione velica cominciata adottobre 2012, si è conclusa domenica 26 maggio.Il Campionato Invernale di vela del Mar Ionio, havisto la collaborazione tra il Circolo Vela Argonautiinsieme alla Federazione Italiana Vela e ad altri trecircoli che si affacciano sullo Ionio: il CircoloNautico Lucano ASD, il Circolo VelambientePolicoro, il Circolo Nautico Sibari. La vittoria diAnlù, un Dufour 45 dell’armatore AntonioAmmendola, timonata dallo skipper GerryCapozza, arriva dopo una stagione che l’ha vistacostantemente nelle prime posizioni in quasi tuttele gare disputate. Nel corso della cerimonia con-clusiva del Campionato invernale oltre al “Trofeo

Megale Hellas” sono stati assegnati anche quattropremi speciali, che hanno ricevuto in dono uninsolito e prezioso prodotto made-in Basilicatacioè gli occhiali da vela prodotti artigianalmentedall’Occhialeria Artigiana di Tito. I premi specialiassegnati sono: premio “Smart” all’equipaggio diStropolo, un Elan 333 dell’armatore MichelePaulangelo, capitanato da Rocco Sisto, apparte-nente al circolo Basilicata Vela; premio specialeper il “Miglior team” ad Ola II, il Sun Odyssey 439di Laura Massa; premio “Distanza” a Baguette, unGrand Soleil 48 dell’armatore AlessandroVenturoli; ed infine premio “Eleganza” a Nemeaun Dufour 44 dell’armatore Domenico Palazzo.Altri premiati durante la cerimonia sono stati iprimi delle tre classi che hanno ricevuto gli esclu-sivi borsoni realizzati con tessuto di vele daMasquemas. Tra tutti i partecipanti alle regate ilmain sponsor North Sails ha assegnato con estra-zione a sorte 3 buoni da 500 euro cadauno, men-tre la Regione Basilicata ha regalato a tutti i con-correnti una serie di volumi. Il Campionato inver-nale di vela dello Jonio ha visto gareggiare tra glioltre 30 equipaggi iscritti anche una imbarcazioneintitolata a “Matera capitale europea della Cultura2019”, un Cycldes 50.5 del Circolo Velico Lucano,che ha ricevuto una menzione speciale da partedegli organizzatori.

Anlù, brinda al secondoTrofeo Megale Hellas

Giovanni MARTEMUCCI

IARE CIO

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Lucano

Ancora una volta il futuro del calciopotentino passerà tra le sue mani.Stiamo parlando del Prof. Rocco

Galasso, nominato “responsabile unico”del Città Di Potenza dopo le dimissioni delpresidente Gioia. Una lunga odissea quel-la del calcio potentino che pare non esse-re ancora terminata. Comando delle ope-razioni affidate ad un personaggio che hasempre dimostrato di tenere a cuore lesorti del leone rampante, cercandone intutti i modi di accrescerne immagine e pre-stigio. Galasso, dopo aver traghettato ilPotenza Sport Club (sotto la presidenza diGiuseppe Postiglione) verso l'iscrizione alcampionato di Eccellenza ben tre stagionifa, tenterà la stessa operazione con il CittàDi Potenza sperando in un ripescaggio inserie D che eviti una ricaduta nell'infernodei campionati regionali. La sua avventurain rossoblù iniziò nell'estate 2006 quandoentrò a far parte della dirigenza del

Potenza Sport Club come ResponsabileMarketing e Comunicazione, dando vita anumerose iniziative nel sociale e ricevendotra l'altro moltissimi apprezzamenti anchedalle società ospiti al Viviani. DopodichèGalasso ha assunto anche le cariche diVice Presidente e Direttore Generale,segnale tangibile del suo attaccamentoalla causa rossoblù. Il ritorno, quest'anno,sotto la presidenza Capobianco, dopo dueanni trascorsi nel salernitano, prima con laSalernitana, poi con l'Ebolitana. Nel frat-tempo il Prof ci concede un'intervista trapassato, presente e futuro che ci auguria-mo possa essere roseo per la Potenza cal-cistica e a tinte rossoblù per lui..

E' entrato a far parte di questa giova-ne società da fine Settembre, tornan-do a fare calcio a Potenza dopo glianni della gestione Postiglione. Cosal'ha spinta ad accettare un incarico inuna società dilettantistica che neces-sitava di una figura di esperienza ? Larifarebbe?Sono entrato a far parte del Città Potenzaproprio quando avevo appena promesso ame stesso di non occuparmi più del calcio… nella mia città nelle e nuove realtà cal-cistiche che non avevano relazione alcunacon il mio passato in rossoblu. Prima diaccettare la proposta fattami direttamentedel Presidente Capobianco ho esitatoabbastanza ed ho cercato di sincerarmi

che cose avviatenel periodo pre-cedente al mioarrivo avesserouna certa affi-dabilità gestio-nale. Mi parverassicurante ilquadro e lostato generaledella societàa cui sembra-va che man-cassero solo irisultati spor-tivi. Ciò chenon intuii dasubito è che losfaldamento era giàin atto e che avrebbetravolto in un vorticedi lì a poco l’interastabilità della società… Via lo sponsorprincipale, via il tec-nico e con lui a ruotail ds e i giocatori adessi fidelizzati. Fino adicembre non è statofacile estirpare anco-ra qualche “malapianta” a cui vannoascritte molte respon-sabilità per il palese

Intervista al prof. Rocco Galasso

Storia e futurodi una passioneall’ennesimaPotenza...

Federico PELLEGRINO

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atteggiamento teso a destabilizzare labase societaria.Se rifarei l’esperienza? Col senno del poi sipuò rispondere in modo scontato. Da unlato non la rifarei per non rivivere alcunetensioni e situazioni che poco si addiconoalla mia persona e al mio modo di intende-re il calcio. Dall’altro la rifarei consideran-do le tante belle persone che, da dicem-bre, ho avuto modo di conoscere edapprezzare, soprattutto per il rapporto chesi è creato con con tecnici e collaboratori esoprattutto con i nostri giovani atleti.

Seppur con mille problemati-che di carattere socie-

tario, lei è riusci-to a coinvolge-re Gioia dopoil “polverone”di Dicembre,concluden-do comun-que la sta-gione inserie D.Q u a l is o n ostati, as u oavviso,g l ierroric o m -messid a l l ap r o -

p r i e t àad inizio

stagione ?Gli errori sono statidettati dall’ingenuitànel credere che tantiimpegni espressi soloa parole potesseroc o n c r e t i z z a r s i .Sponsorizzazioni econtratti pubblicitarigestiti con estremasuperficialità daresponsabili di set-tore e privi di ogniponderatezza ,qualche dichiara-zione che haalienato le sim-patie delle isti-tuzioni e di

qualche potenziale soste-nitore. Sicuramente nelPotenza della “prima ora”l’ha fatta da padrone l’ine-sperienza. A questo si

aggiunge la presunzione di persone che avario titolo hanno pensato di gestire unasocietà sportiva come un torneo da “orato-rio”.L’intervento di Gioia è stato provvidenzialeperché arrivato nel momento davvero cru-ciale per il Potenza, tanto da permetterenon solo il completamento della stagione,ma anche di trascorrere gli ultimi mesi inun clima di assoluta serenità rendendopossibile quella parte della stagione che cipiace definire “dignitosa” per l’atteggia-mento, in campo e fuori dal campo, messoin atto della nostra compagine societaria.

Dopo un anno di esperienza ad Ebolitra i professionisti, come ha ritrovatoPotenza?Mi ha impressionato e mi impressiona tut-t’ora questo clima surreale di svuotamen-to, di disinteresse che toglie la parola.Sembra che non si sia mai fatto calcio, cheimprovvisamente, per effetto di qualchesortilegio, sia venuta meno improvvisa-mente la memoria del nostro glorioso pas-sato, pur nelle vicende altalenanti di perio-di favorevoli e sfavorevoli.

Per far tornare grande il Potenza dicosa c'è bisogno ?Non lo so davvero. La pazienza, sicura-mente. Un cambio generazionale dei vec-chi tristi uomini che sono spoetizzanti. Delcambio ai vertici del mondo della nostragrigia imprenditoria. Di uomini nuovi algoverno della città. Forse di questo, primache di tante altre cose.

Facendo un tuffo nel passato, tantis-sime sono state le iniziative da leipromosse con l'Area Comunicazionee Marketing del Potenza Sport Club;qual è stata quella alla quale è piùlegato?

Sicuramente a quelle nel sociale. Pensoall’Associazione dei ragazzi down, ai giova-ni dell’AIAS o alle iniziative di solidarietànatalizia nel reparto di Pediatriadell’Ospedale San Carlo … o, ancora, agliaiuti “concreti” offerti per la realizzazionedel tetto di una scuola nel Togo, sponsoriz-zata da Postiglione grazie alla destinazionedi alcuni incassi fatti al Viviani

Il suo ricordo più bello in assolutolegato al Potenza e quello più brut-to..?Ero negli spogliatoi del Santa Colomba il17 giugno del 2007. Non potrei mai dimen-ticare quegli attimi o la folla che circonda-va il nostro pullman, al rientro a Potenza,quella sera. Momenti brutti ce ne sonostati più di qualcuno … Il pomeriggio dellafamosa partita con la Salernitana, furonole mie prime dimissioni in rossoblu: intuiiche quella giornata avrebbe segnato pro-fondamente la vita futura della società perla cattiva gestione delle passioni e dellaragionevolezza di alcuni attori. Poi le lacri-me di Lolaico e Nolè il giorno della retro-cessione sul campo, proprio contro quelBenevento che ci aveva dato la gioia, dueanni prima, di riconquistare la C1. Infinel’estate del 2010 quando eravamo alladisperata ricerca di aiuti per iscrivere inLega Pro la società, senza riuscirci.

Ha un “sogno” particolare o un pro-getto da realizzare per il futuro ?Chi non ce l’ha? So che è troppo scontato,ma se è un sogno nessuno mi vieta di pen-sare al Potenza nuovamente in Serie B. Iprogetti sono però più belli dei sogni per-ché ci consentono di realizzarli, con durolavoro e la determinazione. Al momentone ho più di uno. Per scaramanzia preferi-sco attendere ancora un poco prima dirivelarli…

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Il professor Galasso con il dg della Juventus Marotta

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Esce sconfitto ai rigori il Matera nell’in-contro con la Casertana per i playoffdella serie D. Dopo lo 0-0 al termine

dei tempi regolamentari finisce il sogno deibiancazzurri, che vedono sfumare la semi-finale nella lotteria dei rigori. Dunqueun’altra vittoria di rigore per la Casertananel quarto turno dei playoff con il contor-no della delusione per gli oltre seimilaspettatori materani accorsi allo stadio "XXISettembre" di Matera. L’inizio della gara èdi marca lucano, con il Matera che è molto

più intraprendente della Casertana e vapiù volte vicina al gol con Cruciani edOlivera, vere e proprie spine nel fianco perla difesa dei falchetti casertani. I solitiAlvino e Varsi provano a rispondere colposu colpo alla squadra lucana, ma la difesadi casa è spesso brava a scacciare ognipericolo. Cruciani su punizione va vicino alvantaggio ma Longobardi dice no.All’attaccante lucano risponde Chiavazzocon una conclusione da fuori aria, maniente da fare. Occasione ghiotta per il

Matera: Ferrenti riceve una palla filtrantemolto invitante, ma davanti a Longobardisciupa clamorosamente. Mister Maiuriinserisce Esposito e Bonanno ma nulla dafare, la gara termina, a reti bianche (0-0).Si va dunque ai calci di rigore e la storiavincente si ripete: il Matera ne segna 3 su5, mentre la Casertana è ancora una voltaquasi perfetta e con le realizzazioni diToscano, D’Alterio, Ancione e il tiro finale diPasquale Esposito (indolore il tiro sbaglia-to da Gennaro Esposito) si prende di

Play-off serie D

Matera, il sognosvanisce ai rigori

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nuovo il paradiso. La squadra del presiden-te Lombardi passa il turno. Eroe del “XXISettembre” è stato Pasquale Esposito. Ildifensore partenopeo ha siglato il rigoredecisivo che ha regalato la semifinale allaCasertana. Come ha fatto a mantenere lacalma? Ecco la risposta: “Semplice, nonfarsi intimorire dalla porta. Non conside-rarla piccola anche perché non lo è. Difronte c’era un portiere esperto comeBifulco, fortunatamente però è andatacome speravo”. Dopo Cosenza, dunque,un’altra grande come il Matera cade daldischetto: “E’ la risposta – continuaEsposito- a chi diceva che il nostro era ungirone facile. E invece essere arrivati insie-me alla Turris in semifinale fa capire lareale forza di entrambe. Abbiamo battutosecondo me la migliore squadra della serieD che poteva contare su giocatori di altrecategorie”. Una qualificazione che ha ricu-cito definitivamente il rapporto con i tifosi:“Da parte nostra abbiamo sempre dato ilmassimo – continua il difensore – e già aCosenza c’era stato l’abbraccio con tutti icasertani presenti. Siamo arrivati fin qui eovviamente c’è voglia di arrivare lassù inalto dando poi alla società l’opportunità didecidere il proprio futuro. Abbiamo conti-nuato a dimostrare di avere carattere, pos-sono criticarci in ogni modo, però dovran-no riconoscere la nostra voglia di lottaredomenica dopo domenica”. Per il Materasfuma la possibilità di salire nella futuraterza serie, a meno di novità estive (eca-tombe di aventi diritto all’iscrizione). Tantaamarezza dunque ha accompagnato l'usci-ta di scena dai play off del Matera.Amarezza espressa anche dal suo condot-tiero, dalla sua guida tecnica mister

Marcello Chiricallo: "Penso che se c'erauna squadra che doveva andare avantiquesta era il Matera. E' normale che siadeluso, abbiamo giocato solo noi mentre laCasertana non ha tirato una volta in porta.Il nostro demerito è sicuramente il nonaver sfruttato le tante occasioni costruite.

Mi aspettavo tanto dalla Casertana invecemi ha deluso, non ha giocato. In ogni casoringrazio i ragazzi per il lavoro fatto, hannofatto davvero qualcosa di incredibile.Futuro? Mi piacerebbe molto restare aMatera ma decide Columella".

gi.ma.

foto www.sassilive.it e Sandro Veglia

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