TB Magazine Giugno 2009

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Tutto Brindisi - Anno 14 numero 9

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Non restate a guardare

Ci turiamo il naso?O mandiamo un segnale?Diciamocela tutta: destra e sinistra ce la mettono tutta per non generano grande entusiasmo. E da entrambe le parti si vedono molte schifezze. Evitabili

«Giusto per informazione volevo comunicarvi che il tanto osannato “fu-turo sindaco di tutti” nonostante abbia premesso all’inizio della sua campagna elettorale che non ha niente in comune con l’ex sindaco Antonino... continua a far convegni accostando la sua figura a quella dell’ex sindaco plurindagato. Basta pensare agli sms mandati da un candidato al consiglio comunale con i quali invitava i cittadini a partecipare ad un incontro il 29 aprile con il candidato sindaco Brigante e l’ex sindaco Antoni-no. Tutto ciò davvero ridicolo».

Michele Puca

Questa è una delle tante email che ci sono giunte in redazione questo mese. E la pubblichiamo

perché il signor Puca, a differenza di tanti altri cittadini cagasotto (forse timorosi di perdere incarichi e promesse di lavoro, ma per nulla preoccupati di aver perso da tempo la propria dignità) ha firmato la sua lettera. Brigante darà la sua risposta al lettore nell’intervista che troverete alle pagine successive. Io prendo spunto dalle dichiarazioni di Puca per tentare di stimolare la mente dei nostri lettori a pochi giorni dalle elezioni che decrete-ranno i nomi dei prossimi amministratori cittadini.Premesso che mi sarebbe piaciuto ascol-tare tutti questi brindisini anti-Antonino quando Antonino prendeva più del 70%

dei voti in città, non credo che il giudizio sui candidati odierni vada dato sulla base della frequentazione con l’ex sindaco. Antonino ha ammesso di aver sbagliato. Ha pagato e continuerà a pagare per le sue colpe. Ma credo che sia ingiusto far passare Antonino come l’unico demonio di questa città. Io distribuirei le colpe tra tutti gli assessori e i consiglieri di quella stagione politica (che ha visto Antonino governare con la destra e la sinistra), perché se lui sbagliava, chi gli stava accanto non poteva non vedere o non sapere, o non doveva far finta di nulla. E queste persone che stavano intorno all’allora sindaco, caro lettore, lo sa dove sono oggi? Candidati un po’ ovunque. Anche nella lista del Popolo della Libertà ce ne sono diversi. Sono gli stessi che all’epoca chiedevano incarichi ad Antonino, e che negli ultimi cinque anni hanno chiesto poltrone a Mennitti. Per loro non c’è alcuna differenza tra Antonino e Mennitti, tra destra e sinistra. Quello che più importa a questi signori è (mi si consenta la finezza) il proprio culo: qualche incarico, lo stipendio, un lavo-retto, magari anche di tre mesi. Dunque, gentile amico, sarebbe il caso di non guardare solo ad Antonino, ma anche alla sua corte, che continua a sopravvi-vere di vita propria. Le faccio notare inoltre che nel PDL sono candidati anche due o tre tizi che durante la legislatura avevano lasciato

Forza Italia, erano divenuti indipendenti, poi sono tornati all’ovile una volta otte-nute le prebende richieste. E oggi sono di nuovo lì, perché i loro 300-400 voti sono importanti per non perdere il comando della città. È questo il cambiamento che lei si aspettava? E cosa mi dice di quell’altro consigliere che non potendosi ricandidare in quanto indagato, prima si è fatto da parte, e poi ha deciso di candi-dare la moglie? È questo il cambiamento del centrodestra? Caro Puca, cari lettori, non so voi, ma io in questa campagna elettorale non vedo forze politiche in grado di entusiasmare. Temo che molti cittadini la pensino allo stesso modo. E voteranno, come me, solo per la persona, non per un progetto politico.Non vedo il cambiamento nè a destra, nè a sinistra. Vedo solo tanta gente a caccia di un posto di lavoro, di qualche consu-lenza, dell’occasione propizia per siste-marsi. Vedo un grande papocchio, molte schifezze e tanti volti che fanno venire la nausea. Questo non vuol dire che non ci siano candidati seri e preparati, sia da una parte che dall’altra, ma le loro com-petenze e i loro volti vengono sopraffatti dalla tanta melma che ci ha inondati.Tanti brindisini alla fine decideranno di seguire il detto di Montanelli: turiamoci il naso e votiamo il meno peggio. Io però mi sono un po’ rotto le scatole di questo andazzo.

EDITORIALE

di Fabio Mollica

TuttoBrindisi

Numero 9 - Giugno 2009

Autorizzazione Tribunale di Brindisi: n. 4 del 13/10/1996

Distribuzione gratuita nei principali luoghi di lavoro

e di ritrovo dall’1 di ogni mese

Direttore Responsabile: FABIO MOLLICA

Grafica: SALVATORE ANTONACI

Webmaster: ANTONIO TEDESCO

Stampa: Tipografia MARTANO Lecce

Redazione/PubblicitàProlungamento Viale Arno, sn

72100 BrindisiTel/Fax 0831 550246

[email protected]@tbmagazine.it

Hanno scritto su questo numero: Iole La Rosa

Francesca AlparoneMario Lioce

Stefania Fontana

Cercateci anche su Facebook. Sono presenti:

FABIO MOLLICADARIO BRESOLIN

MARIO LIOCE GIOVANNI ANTELMI

IOLE LA ROSAGRUPPO AMICI DI TB

GRUPPO FAN DI DARIO BRESOLINSTEFANIA FONTANA

FRANCESCA ALPARONE

www.tbmagazine.it

Su Facebook

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A colloquio con Juliana e Karen, della International School of Brindisi, al rione Sant’Elia

Nella scuola per stranieri

Una cemtro internazionale in periferia

La QSI International School of Brindisi, è una scuola internazionale, situata nel quartiere Sant’Elia. Se si potesse avere un’immagine della

scuola dall’alto, apparirebbe come una struttura colorata con ampio spazio esterno, incastonata tra grandi palazzi. Avete presente il binario 9 e ¾ del famoso romanzo Herry Potter?! Bhè, il cancello della scuola rappresenta, proprio come quello del binario 9 e ¾, il passaggio verso un altro mondo; da lì, infatti, partiva il treno rosso, “Hogwarts Express”, con cui il protagonista e i suoi piccoli amici, si recavano alla scuola di magia di Hogwarts. E così a chi attraversa quel cancello, soprattutto in questo periodo in cui il sole e il caldo la fanno da padrone, potrà capitare di imbattersi nelle attività sportive e ludiche, organizzate dalla scuola, per gli alunni, all’esterno della struttura, e di essere accolto da risate e da un vociare in un’altra lingua, l’inglese; la scuola ospita, infatti, bambini e ragazzi pro-venienti da varie parti del mondo (anche brindisini), che

CITTÁ

hanno come comune denominatore la lingua inglese; in realtà anche l’organizzazione della scuola, la distribu-zione delle classi, gli usi e costumi, non hanno nulla a che spartire con il nostro mondo scolastico. Uno spaccato di mondo, insomma, battente bandiera internazionale, si è insediato nel cuore di un quartiere, quello di Sant’Elia, che sta anche’esso mutando volto. Se si ha la possibilità di trascorrere più tempo con gli abitanti della scuola, che stanziano lì fino alle prime ore del pomeriggio, si scoprono tante cose e c’è sempre da imparare, ma una cosa interessante che mi è accaduto di sapere ve la dirò attraverso la voce delle protagoniste. Juliana Maffeo ame-ricana, nata da genitori italiani del sud, emigrati in Ame-rica: “Vivo a Brindisi da un anno e devo dire che stando qui, vedendo il modo di vivere e di fare dei brindisini, ho compreso meglio i miei genitori, il loro modo di vedere le cose, di preoccuparsi di me, di essere superstiziosi; e a mio padre come al mio padrone di casa piace molto dire

ECONOMIA

La Grande Crisi, dopo le elezioni

Sarebbero già diverse centinaia le richieste di cassa integra-

zione presentate da numerose medie e grandi aziende del territorio, e pronte ad essere accolte subito dopo le elezioni. Da notizie ufficiose, a TB risulta che la crisi riguarderebbe soprattutto il settore energetico, dove la recessione ed il conseguente calo della produzione nazionale, sta causando anche il tracollo delle

richieste di erogazione di energia elettrica. Ufficialmente alcuni impianti saranno chiusi per manutenzione, in realtà i lavoratori finiranno a casa perché non c’è nulla da produrre. Su questo tema i sindacati si stanno già mobilitando e annunciano battaglia. Subito dopo le elezioni però, perché fino al voto tutto è fermo, per non creare imbarazzo e tensioni politiche. Intanto, su un altro tema economico

che sta molto a cuore alle aziende brindisine si è mossa nei giorni scorsi la Cna, che ha denunciato l’aggiudi-cazione ad un’azienda barese di un appalto (per la pubblica illuminazione alla Commenda) con un ribasso che ha superato il 42% dell’importo a base d’asta di 1 milione 292mila euro. «Con questi ribassi», ha dichiarato il presidente provinciale della Cna, Cosimo Convertino, «non solo non c’è

margine di guadagno, ma si rischia di non coprire nemmeno i costi delle materie prime. E purtroppo casi di questo genere si sono verifi-cati non solo al Comune di Brindisi, ma anche all’Autorità portuale e al Conrsorzio Asi». Dopo i controlli che seguono l’aggiudicazione tempora-nea, l’Amministrrazione comunale ha confermato l’affidamento dei lavori alla ditta barese.

cosa è meglio fare, dare consigli”. Lati positivi e negativi di vivere a Brindisi? “Per me un grosso limite è costituito dalla lingua, mi piace molto dialogare con le persone, sono molto relazionale e comunicativa e non posso esserlo come vorrei con le persone del luogo: anche per questo sto studiando l’italiano. Quello che mi piace di Brindisi è la vicinanza al mare, all’acqua e il fatto che, come in molte parti d’Italia, ci sono monumenti e chiese che parlano della storia del paese anche di tantissimi anni fa. È bella questa voglia di conservare la memoria del passato, in America non è così. Come cosa negativa, devo dire che, le meraviglie di Brin-disi le devi scoprire da solo, non sono pubblicizzate come fanno, invece, le altre città d’Italia.Karen Pecora, anche lei americana, di origini lucane, racconta: “Quando sono arrivata a Brindisi, tutti gli uomini che vedevo mi ricordavano mio padre, nel modo di fare, nel modo di vestire, anche nel colore dei capelli. Qui gli uomini anziani hanno un colore di capelli bianco, ma un bianco particolare. Da quando sono a Brindisi, ho riscoperto me stessa; ho riscoperto le mie radici e ne sono molto orgogliosa. Ho cominciato a capire meglio mio padre e il suo modo di leggere la realtà e le cose. Penso che Brindisi sia una città molto bella, con molte cose da scoprire”.Una cosa che non ti è piaciuta o che vorresti cambiasse?“Essendo un’insegnante, credo nella potenza dei giovani e nelle loro possibilità, così insegnerei ai ragazzi di qui a vivere di più il loro ambiente, operando fattivamente per migliorarlo; così, ad esempio, sarebbe utile organizzare delle gite sulle spiagge per pulirle dalle immondizie che spesso deturpano lo splendido panorama”.

Francesca Alparone

Fotografie di Viviana Rampino

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In vendita il suo libro di poesie, “Gocce nel deserto”

ILARIA SOLAZZO

Brindisini del Mese

“Gocce nel deserto”, il primo libro di poesie e riflessioni scritto dalla pugliese Ilaria Solazzo è in vendita a Brindisi presso “Cartolinea S.N.C.” situata a Piazza Sapri 5 in zona Santa Chiara, al costo di 10 euro. Ilaria è una persona sensibile, che non ha paura di mostrare agli altri le proprie insi-curezze ed i propri disagi. Alcuni critici hanno riconosciuto nel suo modo di scrivere una vena particolare, densa e piena di significati. Uno scrivere “antico”, fatto di valori, memoria , consapevolezza elaborato in chiave moderna, adatta ai giovani perché ne interpreta i sentimenti e probabil-mente le speranze. Le poesie ideate dalla Solazzo esprimono amore, pas-sione, rabbia, delusione e speranza. Con i suoi versi fa emozionare i lettori portando in superficie angosce, ricordi e delusioni represse riempiendole di solidale conforto. Nei suoi scritti esprime coraggio, ambizione e voglia di addentrarsi nei meandri del cuore. È presente in qualità di poetessa con il suo curriculum letterario e la sua produzione poetica nell’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei 2009 realizzata dalla Aletti Editore.

PERSONE

A 27 anni, il brindisino ha debuttato al cinema nel film di Pupi Avati “Gli amici del bar Margherita”.Stefania Fontana lo ha intervistato

PIERPAOLOZIZZI

Il 2 aprile scorso è uscita nelle sale la commedia di Pupi Avati “Gli amici del bar Marghe-rita”, che vede il debutto per un giovane brindisino, il ventisettenne Pierpaolo Zizzi, nel ruolo di Taddeo. Bologna è il teatro delle vicende, la guerra è ormai finita e si avverte un disincanto che sembra affogare nel cinismo le nuovi generazioni degli anni Cinquanta. In questo contesto, il Bar Margherita raduna una serie di frequentatori assidui sopra le righe che per il giovane Taddeo rappresentano eroi da imitare e dai quali cercare di farsi accet-tare entrando nella loro vita, e nel loro locale, in punta di piedi. Tra questi l’impacciato Bep (Neri Marcorè), l’aspirante cantante Gian (Fabio De Luigi), il ‘linfomane’ Manuelo (Luigi Lo Cascio), il truffaldino Sarti (Gianni Ippoliti) e il loro capo, il carismatico Al (Diego Abatantuono). Le donne (Laura Chiatti, Katia Ricciarelli) restano sempre un passo in là, rassicuranti o ingannatrici.Quando e come è iniziata la tua formazione artistica?Molto presto, nel teatro della parrocchia dei Salesiani di Brindisi. Eravamo un gruppo di bambini che recitavano in una commedia musicale sulla vita di Don Bosco. Interpretavo Don Bosco da piccolo e oltre a recitare si cantava dal vivo.Quanto è stata determinante l’esperienza maturata presso “Teatro Città”?È stato un grande laboratorio sia dal punto di vista prettamente didattico, che dal punto di vista umano. Un’esperienza che mi ha fatto maturare e che ha aumentato la mia passione per la commedia musicale.Dove abiti ora e di che cosa ti occupi?Attualmente vivo a Bologna e mi occupo di pubblicità. Sono responsabile dell’ufficio mar-keting di un’agenzia pubblicitaria.Come sei arrivato al cinema?Non ho cercato il cinema, è stato lui a trovarmi. Credevo che certe cose capitassero solo nelle fiabe e non nella vita. Ho ricevuto una e-mail della mia ex compagnia di teatro, in cui si parlava di un provino. Non era specificato nulla sul film, sul regista. Conteneva solo una descrizione fisica che sembrava essere la mia. Mi sono lanciato.Come è cambiata la tua vita?La mia vita è diventata duplice! Mi sento il protagonista di un fumetto: ci sono giorni in cui indosso la cravatta e “sforno” torte in excel e giorni in cui invece, rispondo alle inter-viste, o parlo e frequento gente che solitamente si vede solo nei periodici di attualità e spettacolo.Come è stato recitare da protagonista al fianco di attori di un certo livello?Una grande esperienza. Mi hanno dato molto dal punto di vista artistico e dal punto di vista umano. Mi hanno trattato come un professionista. I miei timori sono svaniti dopo pochi giorni. L’emozione invece, è sempre la stessa.Cosa racconti del tuo incontro con Pupi Avati?Un grande maestro. Mi è stato accanto, mi ha insegnato molto. Continuo a pensare che questo non sia stato il mio primo film, ma una grande scuola. Accanto ai fratelli Avati ho fatto un grande salto. Ho imparato i modi e le tecniche della recitazione cinematografica (completamente di versa da quella del teatro).Che cosa ha significato per te questa esperienza?Mi ha insegnato che non bisogna mai abbandonare i propri sogni. Prima del film non credevo potesse accadere, ma non per questo mi sono arreso alla vita quotidiana, a quello che mi aspetta ogni giorno. Le passioni ci rendono vivi, bisogna coltivarle, trovare il tempo per noi stessi. Dopo aver recitato nel teatro dei salesiani, non ho mai smesso di farlo, ho sempre trovato il tempo per la mia passione.Come è stata l’accoglienza nella tua città?I miei amici sono molto contenti di ciò che mi è accaduto, e sono stati i primi, assieme alla mia famiglia, a credere in me.Tutti aspettavamo una presentazione, Perché secondo te non è stato presentato il tuo film a Brindisi?Non sono al corrente delle motivazioni. Sicuramente ci saranno stati dei buoni motivi, ma questo non cambia il mio stato d’animo di brindisino un po’ deluso dalla sua stessa terra.Cosa consigli a tutti quei giovani brindisini che come te cercano di intraprendere questa carriera?Di crederci e perseverare, ma di restare sempre consapevoli dei propri limiti. In nessun mestiere ci si può inventare dal nulla. Lo studio resta sempre il grande punto di partenza.

Stefania Fontana

Per il fotoreporter brindisino una mostra a Los Angeles, con i suoi scatti sul terremoto in Abruzzo

PIER PAOLO CITO

Non è la prima volta che parliamo di Pier Paolo Cito sul nostro magazine. A gennaio abbiamo dedicato la nostra copertina al fotoreporter brindisino che lavora per la Associated Press ed è spesso impegnato a fotografare eventi di grande importanza planetaria. Se oggi riparliamo di lui è perché la sua carriera si sta per arricchire di un’altra “medaglia d’oro”: un museo di Los Angeles ha contattato Cito dopo aver visto le sue foto pubblicate da Los Angeles Time, dal New York Time e dal Washington Post. Erano gli stessi scatti che erano stati pubblicati sui giornali italiani, e ritraevano il dramma del terremoto in Abruzzo. Evidentemente quegli scatti son piaciuti così tanto da far venire l’idea di organizzare una mostra. E così sarà: a luglio, o forse agosto, il museo ospiterà questa mostra, che poi girerà la California.A dire il vero, l’idea di una mostra sul terremoto in Abruzzo Cito l’aveva già avuta: «Nelle scorse settimane l’avevo proposta a Brindisi, ed avevo ricevuto un’acco-glienza mite. Ero in attesa di una risposta, poi è arrivata questa email da Los Angeles. E così la mostra si farà, ma prima negli Stati Uniti, poi chissà». Dopo il terremoto, Cito è volato in Medio Oriente per seguire la visita del Papa in Giordania, Israele e Pale-stina. «Amo il mio lavoro perché mi fa provare sensazioni incredibili. In un lasso di tempo brevissimo sono passato dal dolore dei sopravvissuti di L’Aquila, alle emozioni altrettanto forti che ti può dare il fotografare un Papa che percorre le stradine dell’In-tifida, oppure lascia un biglietto nel Muro del pianto». Emozioni forti, appunto. «La più forte, indimenticabile, che mi farà venire sempre i brividi ogni volta che la ricor-derò, è la scena dei sopravvissuti che chiamano a voce alta i nomi dei loro parenti rimasti sotto le macerie. Solo chi ha vissuto certi momenti può capire cosa si prova in quegli attimi». Abbiamo chiesto a Pier Paolo Cito di poter pubblicare alcuni suoi scatti realizzati in Abruzzo e in Terra Santa, e lui ci ha inviato con piacere una serie di foto. Ne abbiamo scelte quattro, che troverete nelle pagine finali di questo numero del giornale, alla rubrica TuttoBrindisi Fotografia.

Informazione elettorale. Committente responsabile: il candidato

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Persone comuni con storie straordinarie. Oppure persone stra-ordinarie con storie

comuni. Scegliete voi. Noi, questo mese, e la scelta temporale non è un caso, abbiamo voluto dedicare la copertina di TB ai brindisini che si sono fatti strada, o tentano di farla, senza l’aiuto della politica. Persone che amano il loro lavoro. Che hanno seguito la loro passione e i loro sogni. E cercano di fare del loro meglio, ogni giorno, per soddisfare i propri clienti, per elaborare un nuovo piatto, per sbrigare una pratica amministrativa, per aiutare chi ne ha bisogno, per

dare qualcosa in più agli altri e a se stessi.Sono storie di gente semplice e umile. Noi ne abbiamo raccolte 7, ma siamo certi che in città, di gente come questa ce n’è davvero tanta, e ci piacerebbe darle molto più spazio. Ecco perché da questo numero, con Iole La Rosa (alle pagine seguenti), vi proponiamo una nuova rubrica, “Buone notizie”, che cercherà di raccontare storie che quasi mai finiscono sui giornali, e pure meriterebbero la prima pagina.Il ristorante delle meraviglie.Del ristorante di Fabio Vulpitta e Lucia Schina abbiamo già parlato lo scorso

mese. Una cena da Hara, in via Gior-dano Bruno 23, è molto più della clas-sica “mangiata”. È una esperienza dei sensi, un viaggio nella cultura gastro-nomica più alta, quella che ama speri-mentare e osa abbinamenti azzardati, senza mai diventare fantascienza. Fabio e Lucia hanno realizzato il sogno di avere un ristorante tutto loro. Fabio sta tentando di realizzarne un altro, di sogno, la stella Michelin. Noi siamo sicuri che molto presto le guide nazionali si accorgeranno di Hara. E che anche chi non ha ancora scoperto questo locale, quando un giorno ci andrà, rimarrà a bocca aperta. Soprat-tutto se avrà il piacere di scambiare

quattro chiacchiere con Fabio, che quando inizia a parlare del suo lavoro, di come si sfiletta il pesce per fare il sushi, di come è diventato chef, diventa un fiume in piena e ti fa capire quanto ami quello che è diventata e sarà la sua professione.La fiaba di Fatina LuciaLa favola di Lucia De Matteis è partita da un piccolo locale al rione Cap-puccini. Fu lì che nacque Artistica-mente, che è sempre stato tante cose insieme: un aiuto per le mamme che lavorano e non hanno a chi lasciare i propri figli, un laboratorio artistico, un posto per festeggiare compleanni dei piccoli. Lucia è stata la prima a lan-

BRINDISINIPersone comuni con storie speciali. O se preferite persone speciali con storie comuni. Gente che si è inventata un lavoro senza chiedere nulla alla politica. Giovani e meno giovani che hanno creduto in un sogno o hanno seguito una passione. Oppure stanno realizzando un sogno lontano da casa.

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STORIA DI COPERTINA

ciare questo tipo di attività a Brindisi. E come sempre accade, i primi sono sempre i più imitati. Oggi di aziende come la sua ne esistono tante. Ma Lucia, grazie alla collaborazione del marito, Luigi, e del suo staff, continua ad essere la più amata. Anche perché è stata la prima ad uscire dal guscio, cioè a portare la sua attività nelle strade e nelle piazze, organizzando spettacoli ed eventi che continuano a fare la felicità dei bambini. E dei loro genitori.Camera CaffèQuest’anno il caffè-libreria Camera a Sud festeggia i suoi primi 10 anni. A novembre del 1999 infatti, i fratelli

Stefano e Dario Liguori, Stefano Qui-tadamo e Cosimo Alfarano (che poi scelse altre strade e oggi gestisce un altro apprezzato locale, il Sussuma-niello) investirono 180 milioni di lire per dare vita ad un concept di locale che a Brindisi ancora non esisteva. «Dario e Cosimo», racconta Stefano, «si recarono a Roma e Napoli per vedere le prime librerie-caffè che erano state aperte in Italia. Al loro ritorno decidemmo di rischiare, tra l’altro senza neanche usufruire dei fondi Urban o di altri aiuti». Oggi Camera a Sud è un posto piacevole per leggere o acquistare un libro, fare colazione, mangiare qualcosa

di leggero durante la pausa pranzo, partecipare alla presentazione di un nuovo volume con l’autore in sala. E da questa estate, finalmente, l’op-portunità di poter mettere i tavolini in strada, visto che il Comune ha con-cesso l’autorizzazione a chiuderla al traffico. Cosa ha funzionato? «L’idea di proporre qualcosa di nuovo, e l’essere stati testardi a proporre l’inusuale abbinamento tra libri e caffè».Il gigante scrittoreQualcosa l’aveva già scritta e pub-blicata, in passato, ma era sulla sua passione, il basket, e quindi nessuno si era accorto che lui, Stefano La Monica, amico di tutti quelli che

a Brindisi amano il basket, voleva scrivere un libro vero. Come quello che presentiamo nella rubrica Libri di questo mese. Stefano aveva scritto una storia, e poi provato a farla leg-gere a qualcuno, nella speranza di vederla pubblicata. Ha ricevuto scarsa attenzione e qualche promessa non mantenuta. Poi una persona si è accorta di lui e lo ha preso in consi-derazione come autore. Peccato che quel qualcuno non era un brindisino, Ma come si suol dire, “nemo profeta in patria”, quindi Stefano non fa ecce-zione. Oggi, malgrado si ostina a voler calcare i campi di basket pur essendo in avanzata età di pensionamento, è

STRAORDINARI

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uno scrittore. Se diventerà uno scrit-tore di successo, ora, dipenderà solo da lui.I clown in corsiaDal 2007 sono famosi come i clown del Perrino: con i loro giochi e travestimenti portano un sorriso ai bimbi ricoverati nell’Unità di Pediatria dell’ospedale brindisino. Sono i componenti della cooperativa Naukleros, società amministrata da Cristiana Zongoli. Sia di mattina che di pomeriggio, due clown tengono compagnia ai piccoli e alle loro mamme, coinvolgendoli in attività ludiche e creative, al fine di farli “evadere”, almeno con la mente, dal reparto in cui sono costretti a stare. I finti-medici Pallino e Stellina passano nelle stanze prima dei medici veri, con un carrello pieno di stetoscopi, occhiali e siringhe finte, per convin-cerli a non avere paura dei prelievi. È grazie a questi ragazzi, e ai dirigenti del reparto e del Perrino che hanno creduto in loro, che l’unità di Pediatria ha cambiato volto: il reparto infatti è stato tinteggiato, sono stati acqui-stati giocattoli e mobili, ed è stato installato un impianto di filodiffusione

per la musica. Nel mese di aprile la Naukleros è stata impegnata anche in Abruzzo, per portare un sorriso anche in zone dove ce n’era tremendamente bisogno. Per informazioni: www.naukleros.com, http://ridichetipassa.naukleros.com.Sulle orme del padreSuo padre Aldo era il direttore del

Credito Italiano. Lei, Claudia Mor-gese, è diventata direttore della filiale Unicredit della Commenda qualche mese fa, e potete immaginare la soddisfazione. Il suo era un sogno dal primo giorno che è entrata in banca, e forse lo è diventato ancor più quando, qualche anno fa, il padre è venuto a mancare. Dopo tanti anni di “gavetta” ed esperienza negli uffici titoli e i primi

meritati scatti di carriera, due anni fa venne nominata direttrice della filiale di Mesagne, e a fine 2008 è arrivato il trasferimento a Brindisi. Ama il suo lavoro e lo fa con passione, anche se spesso la costringe a stare lontana dalla famiglia. Dedizione e passione. In fondo, sono sempre questi gli ingredienti fondamentali per avere

successo.I bambini di Madre GiovannaMadre Giovanna Trisolini non vive a Brindisi da più di un anno, ma ci torna, ogni tanto. Ha scelto di aiutare i bambini di Kintelè, rione del Kongo Brazzaville, dove la guerra ha portato morte e rovina e dove i superstiti pro-venienti anche dagli Stati vicini come il Ruanda, vivono nel più assoluto abbandono e nella miseria. Madre Maria e le Suore Oblate di Sant’Anto-nio da Padova stanno tentando di dare alla popolazione locale una scuola, per liberarla dall’ignoranza. Per una scuola con quattro aule servono 100mila euro. Chi vuole contribuire a far realizzare questo sogno, può versare un’offerta sul conto corrente postale numero 10349728 intestato a “Istituto Suore Oblate di S. Antonio di Padova pro missioni”. Versando 25 euro mensili sullo stesso conto, invece, potrete adottare un bambino a distanza, assicurandogli vitto, allog-gio, medicine e istruzione. Insomma, una esistenza dignitosa. L’ufficio mis-sionario è in via S. Giusto 6, al Casale ([email protected]).

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SPECIALE ELEZIONI

14 TB DICEMBRE 2008

Informazione elettorale. Committente responsabile: Comitato Salvatore Brigante Sindaco

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SALVATOREBRIGANTED R&

DOMANDE&RISPOSTE

Riqualificazione delle periferie, incentivi alle imprese, atti concreti per la costa, no al nucleare e meno consumo di carbone. Sono le promesse del candidato del PD, che attacca Mennitti: «Non ha concluso nulla ed ha disgregato perfino la sua coalizione». In quanto alla cultura: «Il sindaco pensa al teatro, mentre altri 8000 giovani hanno lasciato la città, e 35 ragazzi su 100 non arrivano al diploma. Ma lui le sa queste cose?»

Dottor Brigante, un lettore, il signor Michele Puca, la critica perché incontra Antonino.Mi spiace tornare su argomenti sui quali mi sono già espresso. Ma lo faccio di nuovo, nella speranza che tutti possano comprendere come la penso. Ebbene, io condanno il comportamento di Antonino perché ha tradito l’idea di speranza in un futuro di città, perché il suo comportamento non ha rispettato le linee dell’etica e delle responsa-bilità. Però rivendico tutto ciò che di buono e importante è stato fatto in città da quella Amministrazione, in cui ero vicesindaco. Mennitti ha goduto dei nostri progetti, e se in questi anni ha potuto aprire qual-cosa, è stato solo grazie al nostro lavoro. Tutto ciò che lui dice di aver fatto è opera del centrosinistra. Per il resto, poiché siamo in Italia e non in stati dittatoriali, Antonino è libero di partecipare a tutte le riunioni politiche che vuole. Sarei lieto di sapere dal signor Puca, che mi parla di Antonino, cosa pensa

di Berlusconi, che si è approvato delle leggi per non andare sotto processo? Antonino ha pagato col carcere, Berlusconi no. Cosa pensa di questo il vostro lettore, e tutti quelli che continuano a parlarmi di Antonino? E cosa pensa di certi eventi che si stanno verificando a Brindisi?Del tipo?Nei giorni scorsi la fondazione del Teatro Verdi ha concesso il foyer all’Associazione Amici del Teatro (di cui fanno parte dipendenti della Fondazione) per un evento di prosa, che mi è sembrato tanto una autocelebrazione. Il teatro Verdi è un bene pubblico a disposizione di tutti, non un luogo per incontri culturali in campagna elettorale, magari organizzati per quelle stesse persone che non pagano il biglietto della stagione teatrale...Ma il Teatro, come sa, sta molto a cuore a questa Amministrazione.Infatti. Pensano al teatro, e non si accorgono che l’elusione scolastica nella nostra città ha raggiunto il

35%: 35 ragazzi brindisini su 100 non finiscono le scuole medie inferiori o non si diplomano. Ovvio che poi il numero dei disoccupati aumenta. Mennitti ed il centrode-stra non hanno mai pensato ad una politica del welfare per correggere questo trend nei quartieri perife-rici. E poi mi parlano di Cultura. Ma lo sanno che in questi 5 anni altri 8000 giovani sono andati via da Brindisi? Cosa ha fatto Mennitti per affrontare questo problema?Ci sarà qualcosa di buono che questo sindaco ha fatto!Certo: ha inaugurato il teatro che aveva già inaugurato la precedente Amministrazione. Lui lo ha riaperto dopo aver ottemperato alle pre-scrizioni dei vigili del fuoco.Che sensazione si è fatto girando la città e incontrando gli elettori?Che la gente vuole cambiare. Si è stancata di un sindaco e di una amministrazione che non hanno mai avuto contatti umani e politici

con i cittadini. Nessun dialogo tra eletto ed elettori. Alla Minnuta i cittadini mi hanno detto che del problema della sopraelevata al Comune non hanno mai voluto discutere. Qualcuno progetta un cavalcavia che affianca le fine-stre della gente, e loro neanche vogliono discutere. Ma si rende conto? E così è stato per tanti altri problemi cittadini.Crede che la sinistra si possa riu-nire al ballottaggio?È la mia speranza, ma credo che diventerà una certezza: che al bal-lottaggio tutte le vere forze rifor-miste, cattoliche e socialiste trove-ranno un momento di sintesi per recuperare cinque anni di assenza dell’Amministrazione cittadina, sia dal punto di vista del programma che delle opere realizzate. Cosa pensa degli assessori De Maria e Di Donna che si sono can-didati a sindaco?Dimostrano che Mennitti ha fallito come amministratore e come poli-tico, perché ha frantumato la sua stessa alleanza. Il centrosinistra deve essere la forza alternativa.Su cosa punterà da sindaco?Riqualificazione urbana e sociale delle perifierie; incentivi alle imprese per creare nuova occu-pazione; riqualificazione della costa, con atti concreti che possano risolvere situazioni come quella di Acque Chiare. Infine, investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili: no al nucleare e riduzione del 30% dell’utilizzo di carbone.

“Riavviamo Brindisi”

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RAFFAELEDE MARIA

SPECIALE ELEZIONI

D R&DOMANDE&RISPOSTE

L’assessore uscente alle Attività Produttive si candida a sindaco e lancia strali contro Mennitti: «Una iattura per la città. Non farò apparentamenti con lui». E rivela: «Per la Cultura ed il Teatro hanno speso due milioni di euro. Mentre la promozione turistica la volevano fare con 10.000 euro all’anno!»

«Avere come sindaco Mennitti per altri cinque anni, per questa città sarebbe una vera e propria iattura». Raffaele De Maria, assessore uscente della giunta Mennitti, non gioca a nascondino: «Apparentamenti con lui? Mai e poi mai. Io sono convinto che andrò al ballottaggio, ma se questo non dovesse accadere, ci guarderemo intorno a 360 gradi. Con tutti. Ma non con lui».E perché tutto questo astio?Le rispondo con le stesse parole che sentirà proclamare da tutti i brindisini, eccezion fatta per quelli che ragionano solo ed esclusivamente sulla base delle logiche di appartenenza a partiti o clan: «in cinque anni Mennitti non ha fatto nulla», e ai suoi assessori ha permesso di fare poco o niente.Perché allora non si è dimesso prima dal suo incarico in giunta?Perché la legge ti impone di scegliere tra l’incarico di consigliere e quello di assessore, dunque se mi fossi dimesso sarei scomparso dalla scena politica, a tutto vantaggio di Mennitti. Ho preferito restare e battermi affinché qualcosa cambiasse.Cos’era che non le andava?

La prima cosa inammissibile è che, se parli tanto di Città d’Acqua e di turismo, allora devi destinare un certo budget a determinati assessorati. E questo lo dico non perché volevo a tutti i costi gestire dei budget, ma perché altrimenti nessun assessore può fare delle scelte. E invece il sindaco pensava che la promozione turistica si potesse fare mettendo in bilancio per l’assessorato al Turismo soltanto 10.000 euro, con i quali fai a malapena una fiera, se ti va bene.E perché non ha chiesto di più?Pensa che non l’abbia fatto? Ma lo sa che riuscire a parlare con lui era già un miracolo. Quanto ai soldi, invece, nulla da fare. Piuttosto, sa quanto abbiamo speso per la cultura e la stagione teatrale?Ci sono consiglieri che vorrebbero saperlo da tempo ma nessuno risponde. Mi dica.Due milioni di euro! Mi sembra una follia. Sa quante cose si potrebbero fare, e quanta gente si potrebbe aiutare con due milioni di euro?Tanta. Però ci sono stati gli sponsor.E allora perché non fare

un’operazione più trasparente mettendo a disposizione questi fondi e queste sponsorizzazioni anche per altre cose? E invece no, tutto sul teatro e su Palazzo Nervegna. Perché lì la visibilità andava solo a Mennitti.Se dovesse essere eletto come si comproterebbe?In maniera completamente diversa. Innanzitutto non negherei mai un incontro ai cittadini. Lei sa e lo può testimoniare che la porta del mio assessorato è rimasta sempre aperta: chiunque mi ha cercato ha trovato ascolto ed ospitalità. Io non ho mai respinto nessuno e mai lo farò. Il sindaco deve parlare con la sua città, non rinchiudersi nei Palazzi dorati.E poi?E poi, proprio perché ascolto la gente per la strada, mi occuperei dei veri problemi di questa città: il commercio al collasso, i corsi deserti, le periferie dimenticate. Se fate un giro in alcune zone di Sant’Elia, o al Paradiso, o a Bozzano, troverete zone che sembrano dimenticate dall’Amministrazione. Per non parlare del parco del Cesare Braico, dove è diventato un

Informazione elettorale. Committente responsabile: Giuseppe Corsa

pericolo perfino fare una passeggiata, per come è mal ridotto.Lanci un appello ai lettori di TB.Tutti loro sanno che sono un uomo semplice, ma tutto ciò che prometto o dico poi lo faccio. Questa città non ha bisogno di grandi progetti e di paroloni che poi rimangono solo sui libri delle favole. Brindisi ed i brindisini chiedono e pretendono cose concrete. Piccole ma realizzabili: la cura dei parchi e delle strade, aiuti alle piccole e medie imprese, iniziative per convincere i giovani che è possibile avere un futuro nella loro città. Io questo ho sempre cercato di fare e questo continuerò a fare. Non a parole, ma con i fatti.

“Ora cambiamo rotta”

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RAFFAELEDE MARIA

“Non parlo di grandi progetti,

ma delle cose che vuole la gente:

parchi, strade, servizi”

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INTERVISTA

D R&DOMANDE&RISPOSTE

“L’INDUSTRIA METANIERA NON HA MAI REGISTRATO MORTI O INCIDENTI GRAVI”

Signor Caliandro, lei non è un can-didato dell’Italia dei valori di Brin-disi alle elezioni amministrative.È vero, non sono candidato né al consiglio comunale né al consiglio provinciale, perché nel nostro par-tito abbiamo stabilito una netta distinzione tra chi si candida al consiglio comunale e chi poi potrà svolgere l’attività di gestione della cosa pubblica. Io sono un tecnico che mette a disposizione della città la propria esperienza di vita e di lavoro soprattutto nel settore eco-nomico al fine di ottenere risultati concreti nell’attività amministra-tiva.Che risultato vi aspettate?Devo fare una premessa: il nostro progetto è partito oltre un anno fa. In questo periodo abbiamo con-tattato e convinto tante persone al nostro progetto. Poi almeno 40 di queste persone hanno lavo-rato ed elaborato un progetto che abbiamo intitolato “buongiorno brindisi” in cui abbiamo inserito i risultati delle nostre discussioni e proposte fino a coprire quasi tutti i settori della vita della nostra città, dello stato attuale e di quelle che possono essere a nostro avviso, le possibili azioni necessarie per migliorare la vivibilità.Abbiamo quindi cercato di coin-volgere i cosiddetti Grillini di

Informazione elettorale. Committente responsabile: Antonio Giunta

ANTONIO GIUNTACandidato Sindaco

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COSIMOCALIANDRO“Le nostre proposte”Parla il responsabile Economia dell’Italia dei Valori. E spiega su quali progetti insisterà il suo partito, che si presenta al voto accanto alla lista dei Grillini. Quanto all’esito del voto, si sbilancia e dice: «Per il nostro candidato sindaco Antonio Giunta cI aspettiamo un risultato eclatante»

brindisi, un movimento legato alla figura di Beppe Grillo, e anche loro hanno voluto guardare il nostro progetto, hanno presentato le loro richieste di implementa-zione del programma, ne abbiamo discusso ampiamente ed alla fine il risultato è - a nostro avviso - un bel programma elettorale,che abbiamo depositato in tribunale, anzi invitiamo i cittadini di Brindisi a leggere questo programma e a scriverci: accettiamo ovviamente anche le loro critiche, sul sito Ita-liadeivaloribrindisi.it. Abbiamo previsto anche - in caso di vittoria - una rendicontazione semestrale per far sapere a tutti quali pro-grammi si stanno attuando e in che modoRitorno alla sua domanda: ci aspet-tiamo dei risultati eclatanti da queste elezioni, finanche pensiamo di andare al ballottaggio come premio per il lavoro svolto e per il contenuto della nostra azione.Con quali azioni comincerete la vostra attività amministrativa?Nel programma abbiamo previsto azioni concrete in tutti i settori.Personalmente mi interesso delle attività produttive e quindi di eco-nomia. Tutti i settori sono impor-tanti e collegati, ma l’economia è la base della vita e della crescita della comunità. Abbiamo pensato ad incontri pubblici con le diverse categorie per conoscere dalla loro voce i problemi e le soluzioni che

loro stessi propongono. Dopodichè si passerà alle decisioni. Una cosa va chiarita subito: noi pensiamo ad una amministrazione molto dina-mica che prende continuamente decisioni, anzi siamo del parere che non bisogna rincorrere grossi progetti ma tanti progetti piccoli ed attuabili subito. Sarà nostra cura non perdere alcuna occasione che ci propone la Comunità europea ed attivarci comunque per recuperare almeno in parte alcune occasioni di fondi europei che sono stati trascurati o abbandonati, che magari si pos-sono riprendere all’ultimo minuto.Noi pensiamo a un risveglio della città in tutti i settori e questo si può fare coinvolgendo tutti gli attori del mercato, comprese le autorità quali la Camera di commercio, l’Autorità del porto, i sindacati, la

Confindustria, eccetera. Insomma una volta tanto si chiederà di lavo-rare nella stessa direzione al di là dell’appartenenza politica, così si potrà vedere chi ci tiene e chi non ci tiene a far crescere questa comunità.Noi siamo del parere che biso-gna aspettare sì investimenti dall’esterno, però bisogna solle-citare in tutti i modi ed anche pro-muovere lo sviluppo delle aziende locali: questa è la soluzione duratura di tutti i problemi, non quindi grandi aziende ma piccole e medie aziende locali, in modo che si possa cominciare a produrre qualcosa anche a Brindisi, penso a fabbriche di liquori, prodotti per la casa, detersivi, carta igie-nica, penso a nuovi pescherecci con personale brindisino a bordo, penso - perché no - ad una banca locale con impiegati brindisini, penso ad una scuola di teatro con attori e commedianti brindisini. Ma anche a produzioni software, atti-vità di e-commerce, cioè sia attività tradizionali sia attività legate allo sviluppo tecnologico.Sì, ma come fare tutto questo?Per cominciare si potrebbero uti-lizzare come leva i fondi che si potranno ottenere dalla rinegozia-zione delle convenzioni; qualcuno magari penserà di utilizzarli per abbellire la città, noi vorremmo prima di tutto utilizzarli come volano di sviluppo di attività. Per

esempio si potrebbe mettere una parte di questi fondi a garanzia di tanti prestiti per creare nuove attività, oppure a cooperative che effettivamente vanno ad investire sul territorio in strutture e mezzi, e forse solo in questo modo si potrà sopperire alla cronica mancanza di imprenditori brindisini che non vogliono o non possono investire capitali propri nelle attività econo-miche.Quanto tempo serve per svilup-pare questo progetto?Io penso che un anno di lavoro può essere determinante per cambiare il volto della città. Ci vuole tanta buona volontà.E gli altri settori?Io mi occupo di questo settore,ovviamente abbiamo pre-visto interventi anche negli altri settori, proprio perché pensiamo che la città debba vivere questa primavera delle iniziative concrete. Penso al settore dei servizi sociali, al settore delle infrastrutture, al porto, all’aeroporto, al turismo, ma anche alle attività tradizionali quali agricoltura, pesca, commercio, artigianato, agli anziani, ai bam-bini, alle donne, ai meno fortunati. Insomma abbiamo previsto inter-venti in tutti i settori, vorremmo soltanto avere il piacere di essere “nominati” e messi alla prova.

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MASSIMOCIULLO

SPECIALE ELEZIONI

D R&DOMANDE&RISPOSTE

L’assessore all’Urbanistica della giunta Mennitti traccia il bilancio di cinque anni di lavoro: i Piani particolareggiati, l’impegno per Acque Chiare, il Piano regolatore per gli impianti eolici, le nuove norme in materia di caratterizzazioni... E punta sul voto di opinione, criticando certi candidati “che non sanno neanche perché si trovano in lista”

«Oggi la città ha bisogno di amministratori e di politici tecnicamente competenti, che conoscano la differenza tra una delibera e una determina. Anche il ruolo di consigliere comunale dovrebbe fare un salto di qualità. Purtroppo non tutti finora hanno capito che anche quel ruolo è importante per la città. Invece in giro vedo ancora molta gente che nemmeno sa perché vuole essere eletta».Massimo Ciullo è un quarantenne, ma parla ormai da politico navigato. È uno dei pochi giovani brindisini a poter vantare già una certa esperienza (e passione) politica ed amministrativa. Ed è un tipo che non le manda certo a dire. È stato l’unico assessore che ha osato criticare l’operato del sindaco, e che ha criticato la magistratura sul caso Acque Chiare, proponendo una soluzione “amministrativa” al problema dell’insediamento urbanistico.Uscite coraggiose.«Ma per amministrare ci vuole coraggio! Solo così si può superare la stagnazione di un Ammninistrazione che si ritrova a manovrare nei meandri

di una burocrazia vecchia e incancrenita».Qualche mese fa TB la segnalò come uno dei personaggi politici “nuovi” su cui puntare per toglierci dai piedi un po’ di salme e di vecchiume, e non ci riferiamo solo all’età anagrafica.«La cosa mi fece un gran piacere. Ma “nuovo” non è solo chi si presenta per la prima volta agli elettori. Vuol dire che hai una mentalità diversa, che sei attivo, che vuoi e sei in grado di risolvere i problemi cittadini. Ecco, la nuova classe politica locale dovrebbe spogliarsi dell’apparato, lavorare e dare risultati. Questa sarebbe la vera grande novità».Risolvere il problema Acque Chiare, per esempio.«Infatti. Io ritengo che quel problema possa essere affrontato in sede amministrativa, con l’indirizzo dell’Amministrazione a salvaguardare il complesso edilizio. Io mi sono assunto l’impegno personale a rappresentare dinanzi alla Regione la ferma volontà del Comune di salvare e rilanciare il villaggio, ed in via alternativa

pensare ad una variante urbanistica, pur di non vederlo finire in degrado. Tutto ciò non è incompatibile con le sanzioni penali e amministrative di chi ha commesso eventuali illeciti, il cui accertamento ovviamente spetta alla magistratura».Perché si è candidato al Comune e alla Provincia?«Me lo ha chiesto Saccomanno, e la cosa mi ha onorato. In questo modo il senatore mi ha riconosciuto un ruolo significativo nel centrodestra brindisino».Nostalgia di An?«Nessuna. Credo che il Popolo della Libertà sia il primo vero grande partito popolare italiano, perché a differenza della Dc, nasce e si organizza dopo che ci siamo lasciati alle spalle le divisioni del dopoguerra. Il PDL non nasce da ideologie o da fatti storici ormai superati, come dimostra il cambiamento di rotta che c’è stato sul 25 aprile».Che risultati porta agli elettori dopo 5 anni da assessore all’Urbanistica?«Il mio assessorato è stato quello che ha avuto il maggior numero di delibere approvate

Informazione elettorale. Committente responsabile: il candidato

“Votatemi per quello che ho fatto”

all’unanimità in Consiglio comunale, e questo qualcosa vorrà pur dire. Abbiamo approvato diversi Piani particolareggiati. Siamo stati il primo Comune capoluogo in Puglia a dotarsi del Piano regolatore per gli impianti eolici. Dell’impegno per Acque Chiare abbiamo già parlato. Mi piace ricordare la mia prima delibera, quella per la riqualificazione di viale Regina Margherita. E anche il cambio di rotta sulle caratterizzazioni, che sbloccherà numerosi investimenti e farà risparmiare soldi e tempo alle imprese locali. Senza dimenticare quanto è stato fatto sui casi Alisette e Aliotto».Che campagna elettorale sta facendo?«Guardi, chiedo ovviamente il voto agli amici, ma spero soprattutto nel voto di opinione, perché penso di aver operato bene, nell’interesse generale, mai per quello di singole cordate.

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MASSIMOCIULLO

“La città ha bisogno”

di amministratori e politici

tecnicamente competenti”

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GIAN PAOLO ZENI

SPECIALE ELEZIONI

D R&DOMANDE&RISPOSTE

Il presidente dell’Ordine dei Commercialisti si candida con “i Popolari per Brindisi”, e illustra le idee-forza per costruire una città “solidale ed inclusiva”: un interessante elenco di proposte. Tutte realizzabili

Gian Paolo Zeni, sposato e padre di due figlie, esercita la professione di dottore commercialista ed è Presidente dell’Ordine, riconfermato nel 2007. È docente di ragioneria applicata nel Corso di Laurea in Economia Aziendale di Brindisi ed è stato Presidente Nazionale degli ex-allievi di Don Bosco e recentemente direttore della Scuola di Formazione all’impegno socio-politico della Diocesi di Brindisi-Ostuni.Qual’è stata la motivazione che l’ha ispirata a candidarsi con la lista Popolari per Brindisi?Il desiderio di attualizzare la tradizione e le intuizioni del popolarismo di Sturzo e De Gasperi. Popolarismo significa essere vicini ai problemi concreti delle persone e vivere la politica come dimensione alta della carità, come servizio all’edificazione del bene comune.Sturzo auspicava l’impegno della società civile nelle autonomie locali, De Gasperi esaltava il ruolo delle coalizioni nel rispetto delle identità ideali e culturali dei partiti e movimenti politici.Con l’avvento del federalismo fiscale e con il decentramento delle funzioni amministrative agli Enti locali, nonché con la crescita delle responsabilità degli amministratori, diventa quanto mai necessaria la presenza di persone serie e competenti nei Consigli Comunali, Provinciali e Regionali.Chiesa e politica oggi hanno diversi motivi di attrito.

Lo scivolamento della politica e della società verso forme di imbarbarimento e di esclusione sociale rende ineludibile un dialogo fecondo tra laici e cattolici sulla base dei principi comuni (solidarietà, eguaglianza, sussidiarietà, partecipazione) contenuti nella prima parte della Costituzione e del compendio della Dottrina Sociale della Chiesa.Parliamo di programmi.Non possiamo non constatare con amarezza sia l’allargamento dell’area della povertà e, quindi, l’aumento del divario tra famiglie abbienti e meno abbienti, sia l’esodo inarrestabile di tanti nostri giovani che abbandonano il territorio in cerca di fortuna altrove.Le “idee forza” dei Popolari mirano a restituire dinamismo allo sviluppo sociale ed economico del territorio, purtroppo connotato da un immobilismo incompatibile con la grave disoccupazione esistente.E quali sono queste idee-forza?Per quanto riguarda l’Industria: vanno consolidate le filiere produttive nel settore aeronautico e recuperate le aree dell’ex Petrolchimico, previa bonifica dei siti inquinati, mediante l’utilizzo dei Fondi F.A.S. (per le aree svantaggiate) se il Governo non continuerà a scipparle al Mezzogiorno per altre destinazioni. Deve inoltre essere creata una filiera produttiva legata alle fonti rinnovabili (costruzione dei supporti metallici di sostegno dei pannelli fotovoltaici; costruzione in

loco degli inverter e dei sistemi di controllo degli impianti).Si possono realizzare impianti di stoccaggio delle biomasse liquide provenienti dal Sud-Est Asiatico.E sul tema Energia cosa proponete?La ridefinizione delle convenzioni con i gruppi produttori di energia, la trasformazione a metano della centrale di Brindisi Nord; la captazione della CO2 emessa dalla Centrale di Brindisi Sud mediante la coltivazione in vasche di alghe monocellulari ed il loro riutilizzo per la produzione di biodisel.Avete idee interessanti anche sulle infrastrutture?Per quanto riguarda il Porto, va recuperata la sua polifunzionalità, utilizzando le risorse già stanziate per il potenziamento delle infrastrutture portuali (realizzazione di cinque nuovi accosti a Sant’Apollinare per il traffico turistico, realizzazione di un terminal containers a Costa Morena Est).Per l’Aeroporto, invece, pensiamo al rilancio dell’aeromerci mediante accordo con un operatore Cargo di livello internazionale; all’attrazione dei nuovi vettori aerei e alla realizzazione di uno o più alberghi presso l’aerostazione per soste rapide e meetings. Ma non dimentichiamo le nostre radici...Cioé?L’Agricoltura. Pensiamo alla realizzazione di un centro di stoccaggio per l’ortofrutta nell’ex macello del Paradiso e di un

Informazione elettorale. Committente responsabile: il candidato

farmer market nell’ex mercato rionale di Tuturano.Quanto all’Urbanistica, invece?Puntiamo alla definizione del piano della costa per consentire interventi turistico-alberghieri;E poi prevediamo il rilancio dell’edilizia mediante interventi di trasformazione urbana delle case di proprietà pubblica (Comune, Iacp, ecc.) nel quartiere Commenda, in collaborazione con i privati;E non transigeremo sulla verifica delle condizioni strutturali di tutte le scuole.In lista avete molti giovani, immagino che una parte importante del vostro programma sia a loro dedicato.Esatto. Pensiamo all’attivazione di un fondo di garanzia per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e di lavoro autonomo in affiancamento alle misure già previste dal D.lgs. 185/2000;Alla realizzazione di spazi di socialità mediante l’utilizzo di immobili di proprietà comunale (come i capannoni ex SACA).Per ciò che attiene la Cultura e l’Università, invece, lavoreremo per il consolidamento dei corsi di laurea esistenti; per la localizzazione a Brindisi delle facoltà di farmacia e di agraria;la creazione del servizio mensa ed intensificazione del servizio di trasporto pubblico; per l’utilizzo dei fondi stanziati con la misura POR 5.1 per ristrutturare l’ex cinema Di Giulio da destinare a

“Noi parliamo di progetti”

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GIAN PAOLO ZENI

Teatro popolare.Lei è sempre stato impegnato nel sociale. Ha nuove proposte per il settore?Certo. La reintroduzione di forme di sostegno economico alle famiglie meno abbienti; la realizzazione di una struttura per il “dopo di noi” riservata ai diversamente abili; la creazione di centri di quartiere per anziani.Una lista di progetti e proposte infinita. Siete forse gli unici a parlare di progetti in campagna elettorale.E il bello è che la lista non è finita: ci sono anche la realizzazione di un parcheggio a raso in via Del Mare, previa dismissione dei binari della ex stazione marittima, e in via Dalmazia; la realizzazione di un parcheggio sotterraneo presso la stazione centrale. La realizzazione di un parco presso la ex caserma Ederle di via Madonna della Neve. E la concessione ai privati dei suoli di proprietà comunale aventi destinazioni specifiche per la realizzazione di impianti sportivi, in cambio della attribuzione al Comune di fasce orarie di utilizzo gratuito delle strutture da riservare ai meno abbienti e agli anziani.

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COSIMOPAGLIARA

SPECIALE ELEZIONI

D R&DOMANDE&RISPOSTE

L’ex presidente del CdA della Multiservizi si candida al Consiglio comunale nella lista del PDL. L’uomo che ha risanato la società partecipata ora spera nel rinnovamento dell’assemblea consigliare

Cosimo Pagliara, per tutti Mimmo, fa l’avvocato da 25 anni. Dal novembre 2004 al dicembre 2007 ha retto le sorti della Multiservizi, la più importante società partecipata del Comune. L’ha presa che era allo sfascio, e l’ha lasciata in ottime condizioni.«Ricordo che arrivai quando altri, tra cui anche Emanuele Castrignanò, persona di grande competenza sindacale e imprenditoriale, avevano rifiutato l’incarico».Certo non era una poltrona ambita, anche perché lo stipendio era da “operaio”, altro che poltrone d’oro.Il problema più grosso era che tutti davano per scontato il fatto di dover licenziare. C’erano 800-900 milioni di euro di disavanzo, e tutti parlavano di 76 esuberi. Settantasei persone da mandare a casa e altrettante famiglie sul lastrico.E invece?Invece provammo a seguire altre strade, a tentare di farcela senza il trauma dei licenziamenti. Razionalizzamo alcune spese. Ma lei sa che i vari mezzi della società erano intestati a diverse assicurazioni? facemmo l’accordo con un unico broker, risparmiammo un bel po’ di soldi e facilitammo il lavoro degli amministrativi. E questo è solo un esempio.Quindi nessun operaio a casa?

In tre anni ci sono stati solo 6 licenziamenti, peraltro ritenuti giusti dai giudici chiamati ad esprimersi sui ricorsi che ci furono. Grazie a nuovi lavori in affidamento e altre scelte imprenditoriali riuscimmo a salvare l’azienda.Cosa le ha insegnato quell’esperienza?Che un buon amministratore dovrebbe ascoltare sempre tutte le istanze, prima di prendere decisioni che possono incidere sulla sorte e sulla vita delle persone.Pensa di poter essere in grado di divetare un buon politico?Distinguerei tra politica e amministrazione. Le faccio due esempi. Fitto fu un buon amministratore: approvò un ottimo piano di ristrutturazione della Sanità pugliese, ma non seppe spiegarlo ai cittadini. CosìVendola, da ottimo politico qual è, riuscì a batterlo con una buona strategia elettorale. Vede, non si può negare alla gente il diritto di sognare. E Vendola lo fece, anche se poi come amministratore ha lasciato a desiderare.L’ideale sarebbe riuscire a coniugare la buona politica con la buona amministrazione, anche se mi rendo conto che a parole è molto più facile che nei fatti.E cosa pensa dell’amministrazione Mennitti?Che ha fatto delle cose buone

ma non le ha comunicate bene. E che è stata prigioniera di un Consiglio in cui hanno predominato gli interessi personali del solito gruppo di consiglieri che non se ne frega nulla dell’interesse della città.Un problema ormai vecchio.Proprio perché è vecchio andrebbe affrontato di petto. Vede, i brindisini devono sapere che la battaglia non è tra gli 8 candidati sindaci. La battaglia più importante questa volta è far entrare in Consiglio persone serie. Non parlo solo di onestà, ma anche di competenza. Dovremmo aspirare ad avere un Consiglio in cui la gran parte degli eletti sia “normalmente onesta” ed anche “normalmente competente”, che non stia lì solo perché non ha un lavoro, ma perché vogliono dare il loro contributo, non prenderselo.Di cosa si vorrebbe occupare in caso di elezione?Penso che a 49 anni si sia già vecchi e si debba lasciare spazio a gente con più energie e stimoli. Ecco, sarei disposto a dare il mio contributo a personaggi emergenti. Sogno che anche da noi ci possano essere casi come quello di Blair e Obama.Troppo fiducioso.Guardi, io credo che nessuno è Santo o Eroe, ma per definizione io credo nel concetto di “disponibilità al servizio”. E

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“Votate persone competenti”

durante la Pasqua, impegnato con la mia associazione ad aiutare la gente abruzzese e a distribuire uova di Pasqua ai bambini delle famiglie sfollate, ho visto che c’è tanta gente disponibile ad impegnarsi. Tante formichine al lavoro per il prossimo. Se non lo facessimo solo in tempi di emergenza. Se capissimo che questa città ha bisogno di serietà, di far funzionare le cose, allora tutot andrebbe meglio.Belle parole, e i progetti?Per esempio la defiscalizzazione per le aziende che decidono di investire nella nostra zona industriale, che oggi è sempre più deserta. E poi un grande piano di rilancio per il commercio: i commercianti brindisini sono stati abbandonati, nessuno si è calato nei loro panni. Molti negozi hanno chiuso, tanti posti di lavoro sono stati persi. Bisogna intervenire subito. Terzo esempio: a che serve un grande teatro se poi chiudono tutti i cinema e se non abbiamo spazi per le compagnie e le band giovanili locali?Mi sembrano tre buoni punti di partenza.Non servono progetti utopici per cambiare questa città. Serve solo rimboccarsi le maniche. Ognuno per le sue competenze e per scopi ben precisi. Mettiamo da parte i piccoli interessi personali e avremo una città migliore.

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COSIMOPAGLIARA

“Mettiamo da parte

i piccoli interessi personali e

avremo una città migliore”

“Se non noi, chi?

Se non qui, dove?

Se non ora, quando?”

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GIOVANNI BRIGANTE

SPECIALE ELEZIONI

D R&DOMANDE&RISPOSTE

Imprenditore, ex presidente della Camera di Commercio, è il capolista e l’ideatore della lista Sviluppo e La-voro, che sostiene i candidati del PD, Salvatore Brigante e Massimo Ferrarese. Ecco perché si è mobilitato

Giovanni Brigante ha deciso di essere della partita comunque. Nonostante la sconfitta alle primarie del PD, ad opera del cugino Salvatore, ha comunque voluto dare il suo apporto, sia al candidato sindaco che al candidato alla presidenza della Provincia, Massimo Ferrarese, per dare ancor più forza ai due candidati del centrosinistra, ma anche per mettere in campo la sua esperienza e una lista di cui va molto orgoglioso.«È una lista di persone per bene, che svolgono mestieri importanti. Si chiama Sviluppo e Lavoro, e non poteva essere diversamente».Tra i quaranta che hanno deciso di candidarsi con lui al Comune ci sono Maria Camassa (commercialista), Giancarlo Cucinelli (panificatore), Cosimo Dell’Anna (imprenditore), Rino Fontò (commerciante), Filippo Ippati e Adriano Guadalupi (agenti marittimi), Giovanni Di Giulio (bancario), Nicola Narcisi (consulente aziendale), Vincenzo Romanelli

(professore), Ida Taurisano (giocatrice di pallavolo). Undici le candidate in lista, più del 25%.Anche a questo tenevo molto: le donne in politica devono contare di più. Perché sono portatrici di valori e competenze che in questo settore mancano.A cosa puntate?A un cambio di rotta totale rispetto al passato e al presente. Vogliamo lo sviluppo del territorio, e questo sviluppo, a prescindere dalle appartenenze, dovrà rispettare l’ambiente e fare perno sulle nostre infrastrutture più importanti, il porto e l’aeroporto, che ancora oggi, pur con gli importanti passi avanti che sono stati fatti, non sono sfruttati al massimo delle loro potenzialità. Di lavoro da fare ce n’è tanto.Metterà al servizio del Comune la sua esperienza di imprenditore e di presidente della Camera di commercio.Naturalmente. Vede, c’è troppa gente che finora si

è fatta eleggere, e spera di essere eletta, per trovare un lavoro. Io e tutti gli altri candidati della mia lista vogliamo invertire questa tendenza. Un lavoro ce lo abbiamo. Le competenze pure. E le mettiamo a disposizione della città. per migliorarla. Quanto a me, la mia storia di imprenditore è nota. Così come quanto ho fatto per le aziende locali da presidente dell’ente camerale, un incarico che ho avuto l’onore di ricoprire. Ma metto a disposizione anche la mia esperienza nel sociale, il mio impegno nei quartieri periferici. Anche quella è stata una scuola di vita importante.Perché i brindisini dovrebbero votare per il centrosinistra?Perché questa amministrazione in cinque anni non ha fatto nulla. Non ha chiuso il capitolo convenzioni. Non ha elaborato una proposta, almeno una!, per stimolare la nascita di nuove piccole aziende locali. Mennitti lascia una città in ginocchio. Non ha prestato attenzione alla gente che soffre. Ha preferito

Informazione elettorale. Committente responsabile: il candidato

“Una lista per cambiare”

occuparsi solo di cultura.La cultura è importante.Certo che è importante. Importantissima. Ma un sindaco ed una giunta devono occuparsi di tutti i problemi dei cittadini. Non solo di una elite. E invece questa amministrazione di centrodestra ha completamente abbandonato i quartieri periferici, pensando solo al teatro e alle mostre di Palazzo Nervegna. Senza mettere da parte certi atteggiamenti...Quali?Quelli di alcuni consiglieri che non appena non vengono accontentati, cambiano partito e creano problemi alla maggioranza. Ed infatti poi ognuno di questi ha ottenuto qualcosa. Ed oggi sono di nuovo candidati nel centrodestra, come se nulla fosse. Io sono abituato a fare ciò che prometto. E mi creda, farò di tutto perché certa gente la smetta di sfruttare un posto in consiglio comunale per tutelare solo ed esclusivamente il proprio interesse personale.

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IL SOGNO POSSIBILEIntervista a Mauro D’Attis, assessore uscente alla Programmazione economica, candidato nel PDL, che spiega cosa ha fatto e cosa resta da fare. Con un occhio particolare allo sport (un nuovo stadio) e allo sviluppo del porto.

Mauro D’Attis rappresenta la politica dal volto nuovo, quella che ha più

confidenza con il futuro della città e che oggi cerca di farsi spazio tra mille ostacoli. Portualità e cittadella dello sport. Sono due tra i progetti più ambiziosi che l’attuale Amministrazione ha pubblicamente affermato di voler realizzare e che solleticano i sogni di Mauro D’Attis. Ognuna di queste grandi opere inciderebbe fortemente sulla qualità di Brindisi. Garantirebbe un sostegno necessario alla marineria con un ampliamento e una generale riqualificazione del porto. La cittadella dello sport rappresenterebbe invece un’opportunità che alla città si presenta da troppo tempo ma che è rimasta un sogno quasi irrealizzabile.“Abbiamo entrambi i progetti che sottolineano una volontà precisa. Quella di specificare lo sviluppo immaginato per la città attraverso il porto e lo sport. E’ quasi un anagramma ma, ciò che ci interessa, è che sia una priorità cui bisogna dedicare impegno e soprattutto volontà. Il lavoro di questa Amministrazione porta necessariamente alla riconciliazione di Brindisi con il mare e a gettare le fondamenta per vedere realizzata finalmente una moderna cittadella dello sport. E’ un sogno ma anche la consapevolezza di dover dare risposte che non si facciano attendere”.Ci vuoi svelare meglio questo sogno?“Anzitutto il sogno è legato a un progetto. Quindi non è solo un desiderio, che in campagna elettorale sarebbe bene tenersi per sé. Da assessore alle Politiche Comunitarie ho seguito il disegno di rigenerazione della città e le possibili destinazioni dei fondi europei a favore delle grandi opere strategiche. Tra queste c’è la realizzazione di un campus sportivo, in tutto 40 ettari, concepito secondo le più moderne architetture sportive, una combinazione unica di sport, tempo libero e svaghi, divertimento e commercio. Il progettgo prevede la costruzione di uno stadio da diecimila posti e un palazzetto da cinquemila posti, più altri impianti satelliti che saranno messi a disposizione delle federazioni sportive. E’ allo studio un master plan che ci auguriamo possa sciogliere in tempi brevi tutti i nodi urbanistici relativi”.

Uno stadio, insomma, su misura per il promesso exploit del calcio dei fratelli Barretta?“Francesco e Giuseppe Barretta stanno dando il massimo impegno. Loro sono quelli giusti per fare il salto di categoria. E’ ovvio che in prospettiva c’è bisogno prima di tutto dello stadio nuovo. E’ impensabile che la rigenerazione della città che abbiamo immaginato, possa fare a meno di una concreta politica per lo sport. Che significa più educazione e pratica da parte dei ragazzi e soprattutto un’impiantistica adeguata. Lo stadio Fanuzzi, che comunque presto sarà messo a nuovo insieme al precampo e al campo sportivo del Paradiso, ha due criticità

ormai: non si può ampliare né ristrutturare per via dei vincoli rigidissimi dettati dalla vicinanza all’aeroporto e, inoltre, si ritrova oggi ‘incastrato’ in un quartiere residenziale che non garantisce la dovuta accessibilità. Dunque, quella di portare altrove lo stadio, più che una scelta di rinnovamento, rappresenta una necessità. In più, il progetto della famiglia Barretta merita senz’altro una ‘casa’ più dignitosa e accogliente”.I sogni son desideri e qualche volta diventano realtà…“Importa poco quali siano i miei personali desideri. Ciò che conta è l’indirizzo di un’Amministrazione. Occorre però continuità. Per questo mi auguro che il

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governo di Mennitti possa completare un percorso. Sono passati cinque anni nei quali la città si è riscoperta tale e, in più, adesso sa bene da che parte guardare e incamminarsi. I progetti, quindi la possibilità di vederli compiuti e consegnati ai Brindisini, sono sempre più a ridosso dei sogni: vogliamo costruire una città capace di sognare, di pensare in modo positivo e di muoversi con uno slancio nuovo. Non ascoltiamo chi continua a dirci ‘lascia perdere’ o ‘tanto non cambia nulla…’, molto dipende dal piccolo oltre che da un’Amministrazione in generale efficiente. Non sarei qui se non avessi ancora voglia di sognare. Ma ai sogni bisogna aggiungere anche la competenza del fare, e anche per questo mi ritengo pronto”.L’altra parte del sogno è il porto…“E come potrebbe non esserlo. Brindisi è il suo porto, da secoli, e la sua rinascita non può che partire dal mare. Il mare è diventato essenza ed emblema di un progetto, di una riscoperta. Il porto non è soltanto una bella fotografia, deve essere attrezzato come opportunità di sviluppo. Il declino deve invertirsi e indicare un senso nuovo. “Città d’Acqua” trasforma la città da luogo di transito a punto d’arrivo offrendo più piazze e attracchi, attrae il traffico crocieristico spingendo la nautica da diporto con i suoi servizi e la sua cantieristica. Anche in questo caso il sogno è diventato un progetto. E non abbiamo trascurato nulla pur partendo da una città alla deriva. Il porto di Brindisi è già in cammino verso un futuro innovativo, occorre realizzarlo e corredarlo di ogni servizio. Come anche di opere rivoluzionarie che solo più in là diventeranno cantierabili: penso al ponte che unirà le due sponde del porto interno. E’ il disegno di una città europea di cui scopriremo i tratti nei prossimi cinque anni. Sognando si va lontano. Ma il sogno ha ancora tante facce…”.

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«UNA SCELTA CONTRO L’ANTIPOLITICA»Per ridare fiducia ai cittadini servirebbe una epurazione, dice Cosimo De Michele, che si ricandida al Consiglio comunale con il PDL: «Dovremmo eliminare la casta di nani e ballerine, e tutti quelli che cambiano 100 partiti, perché usano la politica come strumento di interesse personale»

Cosimo De Michele si ricanda in Consiglio comunale con il PDL.Sono un giovane che vuole affrontare e continuare questa sfida con impegno ed entusiasmo! Porto in dote, per così dire, oltre 100 interventi in Consiglio comunale in 5 anni; nonché quelli in seno alle commissioni comunali. Nel complesso, un passionale dinamismo politico quasi sempre finalizzato a risolvere quelle che erano (e ahimè purtroppo sono ancora oggi) le problematiche della Città di Brindisi!Cinque anni difficili, anche se al governo.Quando, quasi cinque anni fa, sono stato chiamato a rivestire la carica di Consigliere Comu-nale, avevo presente la grave, drammatica e forse irreversi-bile crisi politica e morale esi-stente in città. Ciò nonostante, con convinto spirito di servizio e passione politica, ho ritenuto giusto esercitare immediata-mente l’incarico, nella convin-zione che fosse urgente sbloc-care una grave situazione di stallo organizzativo e operare da subito col massimo impe-gno per recuperare il tempo perduto, rilanciare l’iniziativa politica nella Città di Brindisi. Sono stati anni molto difficili, durante i quali ho percepito come la politica e l’ammini-strazione rappresentano un impegno con sé stessi e con gli altri. Un impegno ricco di stimoli che va affrontato con coerenza, professionalità, tra-sparenza, entusiasmo, rispetto, volontà e spirito di servizio.Lei è uno dei pochi giovani finiti in Consiglio.«Già, purtroppo è così. E il declino economico ed isti-

tuzionale del nostro Paese rischia di colpire drammaticamente le nuove generazioni nei prossimi decenni: è quindi assoluto interesse dei giovani quello di attivarsi per invertire la rotta, anche partendo dalle amministrative,

in quanto il Comune è la prima isti-tuzione con cui il giovane cittadino si misura e la prima che può meglio recepire le sue esigenze ed iniziative».Su quali problemi pensa di impegnarsi?

Voglio continuare il mio impegno su varie tematiche che riguardano il nostro territorio: la sicurezza, la viabilità, le infrastrutture, l’ambiente, il sociale, tutte politiche importanti per rendere Brindisi più bella, più

vivibile e più sicura. Questo sarà possibile attraverso un controllo più accurato degli spazi pubblici comunali, una riqualificazione strutturale, programmi specializzati e finalizzati per la famiglia, attraverso un potenziamento delle strutture ricreative e sportive presenti nella Città. Lei si è dato molto da fare in favore dello sport locale.È risaputa la mia passione per lo Sport, soprattutto per quella Pallavolo che mi ha visto crescere dall’età di 6 anni come atleta prima e come dirigente dopo. Proprio per questo ho portato avanti le mie ideologie politiche, anche nell’Assise comunale, per promuovere e incentivare lo Sport, inteso in senso lato, quale elemento di crescita della società civile, presupposto indispensabile per una sana convivenza sociale.Come si può ridare ai cittadini fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti locali?Innanzitutto attraverso una “epurazione”, una eliminazione dalla scena politica di chi oggi rappresenta l’anti-politica, la casta dei nani ballerini, di coloro che cambiano 100 partiti, di coloro che fanno della politica uno strumento di interesse personale.

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«Metto al servizio del territorio la mia esperienza trentennale nel mondo dell’economia, per superare la crisi che la città sta vivendo, e far consolidare tutti i comparti economici presenti in città, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini». Il programma di Vincenzo Gallone, candidato sindaco sostenuto da Udc e Brindisi Socialista, è racchiuso tutto in questa frase, ed in quella che segue: «Dobbiamo finalmente godere di tutto ciò che Dio ha donato a questa città, e che pochi uomini le hanno tolto». Avendo lavorato nel settore industriale, Gallone punta molto sui temi dell’econo-mia e dello sviluppo. Attacca sulle caratterizzazioni, «che bloccano gli investimenti. A Priolo, Ravenna e Porto Marghera, città con zone e insediamenti industriali simili ai nostri, la perimetrazione delle aree inquinate, soggette a caratterizzazione prima di ogni investimento, è stata molto meno invasiva e limitata». Gallone punta sul monito-raggio ambientale e sull’istituzione di un centro ricerche, «tutte cose che erano già previste nella prima convenzione tra Enel ed Enti locali, ma che nessuno si è mai

all’amministrazione uscente: «A questa città non serve il principe che si chiude nel suo castello. La cultura è esperienza di vita, quindi deve favorire tutto ciò che viene dalla gente, non solo una casta pri-vilegiata. Bisogna costruire incubatori per nuove imprese, sostenere le associazioni, favorire le compagnie locali e la stampa locale. In questo modo si genera cultura, ma si crea anche lavoro e si fanno emer-gere personaggi nuovi. E invece l’ammi-nistrazione di centrodestra, che tanto ha parlato di Area Vasta, non ha un progetto serio per i prossimi dieci anni». Gallone non è pessimista, anzi: «Propio l’emergenza ambientale può essere un volano di sviluppo per il futuro. E la stessa crisi economica internazionale sta cam-biando i traffici marittimi: dalle grandi navi porta-container si sta tornando alle navi ro-ro e agli scambi “regionali”, quindi il porto di Brindisi può rientrare in gioco in maniera importante».Quanto alla scelta in caso di ballottaggio, la strada è chiara: «Non mi è piaciuta l’arroganza della classe politica che ha governato questa città, dunque starei dall’altra parte».

GALLONE AL RUSH FINALEIl candidato dell’Udc e della lista Brindisi Socialista punta tutto sull’economia, critica Mennitti e la sua giunta e spiega quale sarà la strada del rilancio. Anche in tema di cultura

SPECIALE ELEZIONI

preoccupato di mettere in atto». E dice: «A Brindisi c’è spazio per nuovi impianti ecocompatibili, per esempio quelli di produzione dell’idrogeno». E aggiunge: «Se non si sbloccano il Piano regolatore urbano ed il Piano della costa, altro che Città d’Acqua: tutti i progetti resteranno carta bianca. Io penso ad un turismo

d’alto livello, quello dei villaggi e dei grandi alberghi. Un turismo d’elite, non di massa. In grado di portare denaro e posti di lavoro. Solo così si potrà fermare l’emorraggia di giovani, che finora è costata alla città la fuga di 10mila menti preziose».Una battuta sull’argomento più caro

Gigi Rizzi, imprenditore del settore turi-stico, si candida con la lista dei Popolari, a sostegno del candidato sindaco Salva-tore Brigante. Perché questa scelta?Perché a furia di sentir parlare di giovani sono arrivato a 40 anni e vedo ancora le stesse persone fare le stesse cose e non cambiare mai nulla in questa città.Lei da qualche anno è attivo in Confindu-stria...Dal 2000 ho deciso di impegnarmi attiva-mente in Confindustria perché per me gli imprenditori hanno il dovere di attivare collaborazioni fra le loro imprese e le istituzioni , da soli non si va da nessuna parte, soprattutto nella promozione del turismo.Le aziende sane crescono solo dove è sano il territorio. Come Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori mi sono

GIRI RIZZI (POPOLARI):BASTA ATTENDERE!«A forza di sentire parlare di giovani, siamo diventati 40enni. E la città è gestita dalle solite facce che non hanno mai fatto nulla»

occupato principalmente della diffusione all’interno delle scuole della cultura d’impresa: parole come legalità, lavoro, meritocrazia, impegno, rappresentano la speranza dei nostri ragazzi e noi abbiamo il dovere di ricordarlo sempre.E del turismo cosa ci dice?C’è chi parla da anni di turismo senza aver realizzato mai nulla, c’è chi nel turismo ha investito tutto se stesso. Io so che per essere competitivi dobbiamo essere sempre preparati ed aggiornati, dobbiamo avere trasporti efficienti e città dove i turisti si sentano sicuri insieme ai cittadini. Tutte le azioni di Confindustria che da Presidente della Sezione Turismo ho condiviso con Massimo Ferrarese sono state finalizzate alla collaborazione con le scuole, al coordinamento con Questura e Prefettura, alle battaglie contro una cattiva

gestione di Alitalia e Trenitalia ed allo stimolo continuo alla nostra classe politica spesso assente.Queste azioni rappresentano la mia esperienza politica, certa-mente condotta al di fuori del sistema dei partiti, ma basata su azioni concrete realizzate diretta-mente sul territorio. Trovo ricco di idee e concretezza il programma del candidato sindaco Brigante, che sottoscrivo in pieno facendolo mio. In particolare ho molto apprezzato la volontà di costituire garanzie per i prestiti ai giovani che vogliono fare impresa o commercio e l’attenzione posta sulla necessità di realizzare nuove strutture sportive.

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D RDOMANDE&RISPOSTE

L’agente marittimo, titolare della Poseidone, spiega il suo impegno nella lista Sviluppo e Lavoro. Una decisione votata a tutelare gli interessi delle aziende di una fetta importante dell’economia locale

Adriano Guadalupi è un imprenditore che non ama apparire. Da decenni è impegnato nel porto di Brindisi, con la sua agenzia marittima, la Poseidone. Questa volta ha deciso di metterci la faccia e di impegnarsi in prima persona, senza più delegare a quanti in passato hanno deluso le aspettative e non hanno mai fatto nulla per l’economia locale e per lo sviluppo dei traffici marittimi e portuali.Una scelta programmata?No, non avevo programmato nulla. Sono stato invitato a far parte della lista civica ‘Svi-luppo & Lavoro’ , presentata da Giovanni Brigante, imprendi-tore prima di tutto e Presidente uscente della Camera di Com-mercio di Brindisi. Sono stato lusingato dell’invito, ci ho pen-sato su, e ho deciso di accettare la proposta.Come mai?Guardi, ho ricordato le varie passerelle di tanti personaggi, da quarant’anni a questa parte, che si sono affacciati in Porto solo nei momenti delle elezioni

amministrative ma anche e sopratutto politiche. Dopo tanti discorsi fatti sul porto, del tipo: «Il porto ha sempre inciso sull’economia, sulla cultura e sulla stessa identità di Brin-disi»; dopo tanti proclami sulla centralità del Porto; sul futuro della nostra Città che riviene sopratutto dallo sviluppo del Porto; sul nostro Porto unica piattaforma logistica del Medi-terraneo; sul porto di Brindisi come porta d’Oriente; e dopo aver pensato alle assemblee, ai dibattiti, agli incontri, alle tavole rotonde, alle proposte e agli articoli giornalistici e a tanto altro ancora, alla fine di tutto, il grosso impegno profuso e le parole spese non hanno portato il risultato equivalente che tutti speravamo, anzi, il risultato è stato inversamente proporzionale!Pensa che qualcosa possa cambiare?Guardi, è pur vero che nes-suno ha la bacchetta magica, ma è anche vero che, solo per fare un piccolo esempio, a Bari politici e amministrazioni locali

hanno fatto cerchio in un solo giorno per attrezzare quanto necessario a favore del traffico passeggeri in transito prima e quello croceristico poi. Traffico passeggeri in transito che era nato e sviluppatosi a Brindisi nel nostro Porto.E non è l’unica cosa che abbiamo perso...Per non parlare del fallimento del servizio containers della ex BTI. Siamo ancora traumatizzati. Quindi vuole andare in Consi-glio per rappresentare gli inte-ressi di un settore economico?Esatto. Vorrei rappresentare l’intera utenza del porto, che annovera al suo interno, tra tutte le sue categorie impe-gnate, una forza lavoro di circa 800/900 unità e che con le proprie famiglie raggiunge oltre un migliaio e mezzo di persone che dal Porto e con il Porto vivono. Pensi che som-mando il capitale investito di ogni singola azienda si ha un soggetto che poi altro non è che un anello facente parte della catena produttiva della ‘Citta Brindisi’, con un capitale

Informazione elettorale. Committente responsabile: il candidato

di svariati e svariati milioni di euro, che non è certamente inferiore a nessun altro com-parto imprenditoriale presente sul territorio. È un settore che merita di essere rappresentato. Non solo in Consiglio...E dove allora?È ora che l’Amministrazione Comunale di una Città come Brindisi, che mira a uno svi-luppo serio di tutte le attività marittime e marinare, si doti di uno strumento, la Commissione Permanente per le Attività Marittime, che possa program-mare una adeguata politica a sostegno delle Istituzioni pre-poste.Come sta affrontando questa nuova esperienza?Col massimo impegno, con serietà e serenità. E spero che, qualora non arrivassi alla meta prefissata, ci sia domani un altro collega, un altro operatore che nella prossima competi-zione, a prescindere dalla collo-cazione politica, possa rappre-sentare gli interessi di questa importante fetta di economia brindisina.

“Nell’interesse del Porto”&

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“Gli interessi delle aziende

e dei lavoratori portuali hanno bisogno

di essere rappresentati in Consiglio”

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SCUOLA

IN CLASSE È INTERVALLO.INFOÈ un periodico gratuito di informazione studentesca, ideato da Nobilita. Si parte in 12 istituti locali, ma si sta già pensando anche a Lecce e Taranto

È in distribuzione presso le

scuole aderenti “intervallo.

info”, il nuovo periodico

di informazione studentesca gratu-

ito, dedicato ai ragazzi degli istituti

superiori di tutto il Salento. Il numero

di maggio di “intervallo.info” è distri-

buito presso le 12 scuole di Brindisi

e provincia che hanno aderito per lo

start up e raggiungerà i circa 9.000

studenti presenti. Da ottobre “inter-

vallo.info” sbarcherà anche aLecce e successivamente a Taranto. Un prodotto innovativo per contenuti, per formato, ma soprattutto perchè sono i ragazzi a raccontarsi attraverso il ma-

gazine. Intervallo.info è un progetto nato per fornire ai giovani un media che permetta loro di confrontarsi sulle news del mondo studentesco e attiva-re al tempo stesso una rete di contatto tra gli istituti scolastici.Proprio per questo a ogni uscita del magazine la redazione di “intervallo.info” mette a disposizione degli istituti aderenti al progetto una rubrica nella quale pubblicare gli articoli dei propri studenti.Nel primo numero: L’intervista a Marco dei Cesaroni, Report sulle Università dai nostri diplomati, Rugby e Ginna-stica: i primi della classe, Le scuole si raccontano...parola agli studen-ti. “intervallo.info” è un’iniziativa

editoriale, ideata e curata da Nobilita, società brindisina di marketing e me-dia planning che prosegue con questa iniziativa il percorso intrapreso con “Mostrada – vivere le mostre scopren-do la città”.L’obiettivo principe è lo sviluppo di progetti che presentino innovative concezioni della comunicazione, promuovendo la cultura, offrendo spazi e formule nuove, con eleganza, semplicità e soprattutto con strumenti fruibili da tutti. “L’augurio e l’auspicio dello staff - si legge nell’editoriale del direttore responsabile di“intervallo.info” Mino Pica - è quello di dare libera espressione ai giovani studenti per farsi spazio e farsi cono-

scere”.

Per saperne di più visita www.inter-

vallo.info, scrivi a redazione@inter-

vallo.info o contatta lo 0831.52.41.32.

“intervallo.info” è anche su facebook.

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L’impegno profuso in tanti anni affinché un piccolo sogno si realizzasse non poteva che

avere una simile conclusione: l’inizio di qualcosa di nuovo. Il Premio Impren-ditore è stato una realtà inserita in un macro-spazio da legittimare, tanto da ricevere esso stesso un Premio! Un rico-noscimento a chi crede nel momento in cui alza la mano per profferir parola = pensiero, giacché è il dinamismo che sottende all’esser uomo, il mettersi in discussione, dire anche quando altri tacciono, osare ed innovare anche quando la maggior parte degli altri sono comodamente arroccati dietro le tradi-zionali e confortevoli politiche paterna-listiche, con il rischio di vedersi scorrere davanti la vita e non averla vissuta. Ecco perché mi piace l’idea di aver fatto parte di un team che ha riconosciuto ai grandi manager di Puglia il Premio lodevole al fare, che ho semplicemente chiamato così anche nell’Almanacco di cui sono autrice-madre orgogliosa. Il Premio Imprenditore, con le sue esten-sioni dal primissimo Premio Imprendi-

tore Brindisino, poi Salentino, e, ultima creatura, Pugliese, è un riconoscimento alle capacità di gestione aziendale secondo politiche strategiche che pun-tano ogni giorno a cogliere un mercato sempre più vasto e che, pertanto, offre lavoro ad una fascia sempre più estesa di popolazione, che può così evitare di preparare la solita valigia per volare verso un altrove tinto di arcano. La valenza dei riconoscimenti attribuiti anno dopo anno dal team dell’Asso-ciazione Il Gabbiano è altresì la chiave del successo degli stessi organizzatori. Una chiave lubrificata e trasformata

in maniera metaforica ogni volta, per offrire un quadro ed una storia sempre diversi, sempre come segnale non di superficiale ottimismo, ma attento osservatorio per scoprire le competenze di un territorio dove sovente sono i paroloni cupi a schiacciare realtà posi-tive e concrete. Ed è questa un’altra storia, un piccolo richiamo per premiare anche chi ogni volta ha rischiato perché ci ha creduto. Parlo del cavalier Angelo Ruggiero, cerimoniere delle iniziative, di Amedeo Nani, sempre solerte a rendersi utile perché tutto procedesse come da copione. E degli altri soci,

e ovviamente del presidente Cosimo Corsa. Con i premi conferiti, sono ogni volta stati premiati anche loro. E quanti hanno sostenuto a vario titolo le inizia-tive.Ciò che distingue la natura dell’uomo è la memoria e la capacità di annusare anche oltre lo sguardo, oltre la coltre. Ebbene, questo è stato secondo me - ma forse sono un po’ di parte! - una delle più grandi e commoventi vitto-rie del team: aver istituito nel 2005 il Premio 112, ovvero un riconoscimento in nome della legalità. Il Premio 112 è nato per dare voce a coloro i quali la spada la sguainano sul serio, e lottano senza tregua, vincendo talora anche la stanchezza. O l’indifferenza.Anche questo è riportato tra le pagine dell’Almanacco che celebra quest’anno i dieci anni di attività del Team. Un sogno che è diventato realtà tra le pagine del Diario di una Storia Brindi-sina…

Carmen De Stasio

CULTURA

ECCO L’ALMANACCO DEL “PREMIO IMPRENDITORE”Presentato nei giorni scorsi il volume che celebra i 10 anni del prestigioso riconoscimento che valorizza quanti sul nostro territorio creano lavoro e si battono per la legalità. Ne parla l’autrice, Carmen Distasio

Carmen De Stasio e Angelo Ruggiero

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Il Circolo ippico Mitrano festeggia i 25 anni di attività e lo fa in grande, con l’aumento dei consensi per

l’iniziativa “Il cavallo nella scuola”, giunto alla sua quarta edizione, rivolto a tutti gli alunni delle scuole primarie locali. Una iniziativa voluta dal presidente del

circolo, Francesco Ragione, proprio per diffondere la cultura dell’andare a cavallo tra le giovani generazioni. Perché l’ippica è amore per l’ambiente, per la salute, ma anche per gli animali. Soprattutto i più giovani riescono ad instaurare con il cavallo un rapporto davvero speciale,

che va ben oltre la classica passeggiata in campagna. Alla festa del 25° anniversa-rio, che si è svolta lo scorso 23 maggio a palazzo Granafei-Nervegna, hanno parte-cipato numerose autorità locali ed i rap-presentanti dei carabinieri a cavallo, che potrebbero riprendere una bella consue-

tudine, quella di far girare lungo i corsi principali del capoluogo, almeno nei fine settimana, una pattuglia a cavallo. Durante la celebrazione dell’anniversario, sono stati premiati gli alunni vincitori del premio grafico letterario “Un cavallo per amico”.

CULTURA

IL CAVALLO NELLA SCUOLALA FAVOLA SI AVVERAIl Circolo Ippico Mitrano festeggia i suoi primi 25 anni, e premia gli studenti delle scuole primarie

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Non sapevo che Stefano scri-vesse. Almeno non sapevo che scrivesse libri. Lo conosco da

quando eravamo entrambi ragazzini e ci scontravamo sui campi di basket. Lui ha conservato la faccia da eterno ragazzone. E lo invidio perché continua a giocare. Scoprirlo scrittore è stata una gran bella sorpresa, e lo sarà per tutti quelli (e sono tantissimi) che lo conoscono, magari superficialmente così come lo conoscevo io. Il libro che mi ha regalato, con una dedica di due parole che valgono tanto, l’ho letto in cinque ore, “tutto d’un fiato”, come si suol dire. E mi è piaciuto molto. Perché la storia è bella, autobiografica, ironica, divertente e struggente allo stesso tempo. Leggetelo anche voi, questo libro, e scoprirete il volto nascosto di una ragazzo, forse anche un vostro amico, che sognava di pubblicare un libro. Aveva chiesto di farlo a due direttori di giornali locali e ad un ex direttore (pro-vate a scoprire di chi si tratta, leggendo la storia) ma nessuno di loro l’aveva preso in considerazione più di tanto. Per pro-testa il protagonista del libro sale su un cornicione e minaccia di buttarsi. E inizia il via vai di parenti, amici, fidanzata ed ex fidanzata. Il finale è molto bello, ma ovviamente non ve lo sveliamo. Nella vita reale alla fine Stefano il suo libro l’ha pubblicato. Con una casa edi-

trice romana, la Altrerighe, che ha cre-duto in lui. Come al solito noi brindisini non riu-sciamo a capire quanto vale chi ci sta accanto. O non sappiamo apprezzarlo. Spero che i tanti, troppi Stefano La Monica che vivono a Brindisi e che si vedono chiudere quotidianamente le porte in faccia continuino a lottare come ha fatto Stefano.Quello che segue è il primo capitolo del libro. Finito di leggerlo, andate in libreria!

Fabio Mollica

“Non farlo! Non adesso…”Mi voltai per guardarla e sgranai gli occhi come a voler implorare spiegazioni. Suo-nava strana quella frase, almeno le ultime due parole perché le prime potevano anche essere plausibili. Chiedermi di tor-nare sui miei passi era una pretesa troppo grande, così le bastava confondermi, dirmi una cosa qualsiasi per guadagnare tempo. Un compromesso, quella frase era soltanto un compromesso: non ti voglio impedire di farlo, ma lasciami parlare ancora un po’, non farlo adesso.Questo mi stava dicendo in realtà. Questo traspariva chiaramente dai suoi occhi. Infatti, più che scovarlo tra le sue parole, l’avevo intuito nell’acquosa confusione delle sue iridi verdi.

Aveva pronunciato soltanto quattro parole che non potevano contenere chissà quali pensieri o grandi idee in grado di cam-biare le mie.Eppure mi toccò, dentro.E mi chiusi in una solitudine, breve e pri-vata, segnalata da occhi opachi e persi nel vuoto che hanno davanti, perplesso per ancora due secondi: volevo capire quelle ultime due parole. Chissà se erano state dette a caso, o se lucidamente implora-vano una pausa, un attimo in più per par-lare, giusto per ottenere un posticipo del mio gesto. E sarebbe stata una conquista sulla mia mente che, secondo lei, stava dando gravi segni di squilibrio. Ma forse vacillava di più la sua…O forse parole assolutamente casuali, rigurgitate da una bocca più che pensate e dette da una mente, quasi scappate via come agnelli dal recinto; figlie della confusione che l’aveva attanagliata e della sorpresa per vedere me in quel posto e se stessa nei panni di chi interviene per porre rimedio. Come il poliziotto dei film che parla col rapitore asserragliato in banca per evitare che qualcuno muoia. Un uomo addestrato per il suo lavoro.Io avevo rapito soltanto me stesso e, in piedi sul cornicione, credevo fermamente di non aver bisogno di aiuto, specie da una donna che in modi diversi amavo da sempre, una donna coinvolta con tutto il

suo cuore e che non poteva sapere quale fosse la procedura idonea per salvare un aspirante suicida, una donna che mi parlava con calma, nonostante il cuore impazzito e la mente sgomenta per essere lì a vivere quei momenti. Confusa dai ruoli di quella rappresentazione a tanti metri da terra, sospettava di essere lei quella in trappola, lei l’ostaggio, una nave in balia di me che ero il vento. E forse anche tra-volta dall’inconfessabile gioia di sentirsi la persona più adatta ad accorrere. Una gioia amara, che non può far sorridere, e che in ogni caso prosciuga anche la mente più brillante e prolifica di parole.Mi ero già arrabbiato per tutti quelli che dalle finestre, dalla strada lì sotto, con le mani giunte davanti al naso a mo’ di megafono, mi avevano supplicato: “Non farlo!”.Ma quando parlò lei, che sensazione strana…E potevo davvero perdere il controllo se mi fossi sforzato troppo di capire quale fosse il senso di quelle altre due parole: “Non adesso…” quella sospensione del fiato che fa pensare ad un segreto che mi sarei perso se avessi saltato. Comunque trasalii sui tre puntini che lei regalò al vento, e lo feci con un movimento tanto goffo e incerto che misi un piede in fallo e smarrii il perfetto equilibrio per un paio di secondi. Era venuta a salvarmi – come

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NONADESSOIn esclusiva per i lettori di TB, il primo capitolo del bel libro di Stefano Lamonica, in vendita presso la libreria Camera a Sud

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tutti, del resto – e invece potevano essere proprio le sue parole a provocare il pata-trac.E lei ci sarebbe rimasta davvero male. Un soldino di dolore in più rispetto a quanto avrebbe sofferto se qui sopra ci fosse stato qualcun altro, e non lei, nell’attimo del tuffo.Ma avevo già deciso che le avrei rispar-miato quest’appendice di sofferenza: “Se proprio deve essere, salterò quando qui sopra ci sarà la persona che amo di meno tra quelle che sono accorse” dissi sotto-voce, o lo pensai soltanto.

Arrivarono in tanti. Un tam-tam sui cellulari, sms e telefonate. Ma non potevano salire tutti in

processione per parlare con me. In strada c’era così tanta gente che, tra un po’, sarebbero arrivati i camioncini degli hot dog. Ed io vedevo bene quelle centinaia di nasi all’insù, ma le sagome che ricono-scevo con certezza erano davvero poche. Per metà erano sconosciuti, passanti, gente lì per caso che “cazzo, questa non me la perdo!”. E tra loro, anche qualche avido ricercatore di emozioni che avrebbe provato un brivido lungo la schiena nel vedermi saltare, magari assaporando l’in-turgidirsi di un capezzolo e non avrebbe girato la testa dall’altra parte nel momento dell’impatto.Ma non erano loro a darmi fastidio, non potevo avercela con quelli che neanche conoscevo. Ero molto più stressato da tutti gli altri, amici e parenti. Quelli che erano accorsi a perdifiato e avevano dato vita a squallidi teatrini di urla e pianti. Stavo lì sopra è vero, ma non mi sembrava un buon motivo per mettere su certe sceneg-giate.E i poliziotti fecero una gran fatica nell’operare una selezione tra quelli che effettivamente avevano il diritto di venire a parlare con me. Fu anche un gran casino decidere l’ordine in cui sarebbero dovuti salire. I miei genitori per primi, mi sem-brava plausibile. Al loro fallimento seguì il litigio tra mia sorella e mio fratello: “Io sono la sorella maggiore, è compito mio farlo scendere da lì!”“Ha diviso la stanza con me per anni e nessuno lo conosce meglio. Tocca a me parlarci!”Un cognato rimase male quando gli dissi in malo modo di andare via e di dire a quell’amico mio di salire per un saluto. A quest’ultimo gli si strinse il buco del culo quando sentì la parola saluto. Immagino che temette potesse trattarsi dell’ultimo. A quel mio fratello acquisito avrei voluto concedere l’onore di venire su per primo, ma questa cosa avrebbe avuto un sacco di controindicazioni: i miei genitori ci sareb-bero rimasti davvero male, e il loro già immenso dolore si sarebbe moltiplicato. Idem per i miei fratelli.Ma anche il mio amico avrebbe rischiato grosso a salire per primo. E se mi fossi buttato non appena lo avessi visto troppo vicino a me? I miei non gliel’avrebbero

perdonata. Era una responsabilità troppo grande.Finita la processione di parenti più stretti, si prenotarono gli amici subordinati, i parenti del secondo cerchio, i colleghi, eccetera, eccetera… Ma a molti di loro fui io stesso ad impedire di salire, e gli agenti avevano sbarrato la strada ad altri perché mica potevano far provare proprio tutti tutti. Sembrava la fila che c’è alla Posta il giorno delle pensioni. Per fortuna, molti altri non avevano trovato il coraggio di venire a parlare con me. Qualcuno era pure scappato, per rifugiarsi a casa sua.E adesso c’era lei.Avrebbe provato cento volte il loro dolore se davvero avessi trovato il coraggio di saltare. E sarebbe morta con me, se quel mio trasalimento per quella frase strana mi avesse fatto girare di scatto – il piede in fallo, come ho detto – e fossi caduto giù.Avevo già rischiato di consegnarmi al vuoto quando un altro amico, il padrone della casa dai cornicioni larghi, mi aveva detto: “Ma perché proprio a casa mia? La devo vendere... Scusa se te lo dico, ma è un periodo che sto incasinato con i soldi!”Ero scoppiato a ridere, tenendomi la pancia con le mani e il busto venne in avanti di parecchi centimetri tanto che vidi bene tutta la strada lì sotto e tutti quei curiosi sempre con il naso in su. Gli dissi: “OK, ti lascerò quel poco che mi è rimasto sul conto corrente.”“Allora, scenderai?”“Perché dovrei farlo?”“Come faccio ad avere i soldi se non lo scrivi sul testamento?”“Già, non ci avevo pensato.”“Scendi, allora. Andiamo da un notaio e poi ti riaccompagno qui.” E mi porse la mano.“Stupido…” e lo vidi fare un altro passo verso di me.

Vi è capitato mai di cercare di afferrare una mosca con il palmo? Avvicinarsi a lei con un

movimento lento e inesorabile, quasi impercettibile, poi i muscoli fanno scattare le dita come una tagliola ma la mosca, 99 volte su 100, se n’è volata via già da un pezzo quando riapri la mano. Lui stava facendo pressappoco così. Tra poco avrebbe cercato di afferrare il mio polso per tirarmi indietro, verso la salvezza. Ed io, la mosca, avrei dovuto sottrarmi con un balzo in avanti. Peccato che però in avanti ci fosse solo il vuoto e che io, a differenza della mosca, non avessi le ali. Non che mi facesse paura il vuoto, del resto mi trovavo su quel cornicione proprio per quel motivo. Solo che volevo essere io a decidere il se e il quando.Il momento giusto per assaporare quei cinque secondi in cui mi sarei librato in volo al di là del cornicione come un falco,

o quelli (molti di più e molto più lenti) in cui mi sarei ritirato da vigliacco al di qua. Ero solo io a doverlo decidere. Cosi gli dissi: “Non ti avvicinare!”“Stai calmo.”“Sono calmissimo! Ma tu non ti avvicinare. Anzi, vattene!”“Ti prego, non mi mandare via.”“Ti capisco, sai? Sarebbe bellissimo vin-cere alla lotteria. Immagina se

fossi proprio tu quello che mi afferra e mi fa tornare dentro. Ti batteresti una mano sul petto dicendo che sei stato tu quello che ci è riuscito, quello che mi ha salvato. Pensa che sballo.”“Cosa cazzo stai dicendo?”“Non gridare! E non fare un altro passo.”“Se no che fai? Ti butti?”“Tutt’altro. Vengo lì e ti gonfio di botte, oppure ti scaravento di sotto prima di me. In entrambi i casi poi

torno quassù a continuare quello che sto facendo.”“E cos’è che stai facendo, esattamente?”“È difficile da dire.”“Non sarà invece, che sei soltanto con-fuso?”“Io invece credo di non essere mai stato tanto lucido come adesso. E poi, come puoi dire che io adesso sia confuso? Sto dicendo frasi strane? Sto facendo il pazzo?”“Beh…”“Beh, cosa?”“Non mi sembri proprio normale.”“Cosa sto facendo di strano?”“Davvero me lo chiedi? Sei su un corni-cione e minacci di buttarti!”“Non puoi dire che sono confuso solo perché mi vedi qui sopra.”“Ti assicuro che da qui si capisce molto bene che le rotelle ti si sono incasinate.”“Mi sono rotto i coglioni! Mi hai stufato con queste stronzate! Te ne vuoi andare?”“Mezz’ora fa eravamo a casa mia e sta-vamo mangiando in allegria. Sei stato pro-prio tu a chiedere cos’altro si poteva fare, stavi persino scegliendo un film da vedere. Invece il programma che avevi in testa era quello di provare a suicidarti. Sei salito su quel cornicione e ora mi stai coprendo di parolacce. Come pensi che potrò vivere io se salti proprio adesso?”“Mi spezzi il cuore!” e gli sghignazzai in faccia.“Non ci pensi ai tuoi?”“Eccoli, laggiù! Li vedi? Sono lì sotto si stanno domandando cosa ci stiamo dicendo da cinque minuti. Sono venuti fin quassù a provare a farmi cambiare idea, e come a tutti gli altri anche a loro ho detto di non insistere troppo. A te ho già concesso molto tempo. Perciò te lo chiedo come un favore personale: te ne puoi andare? Voglio stare da solo.”“Torna giù, ti prego. Giuro che non ti tocco. Ecco, guarda, mi metto qui seduto in un angolo. Non ti chiedo di rientrare

in casa, basta che scendi da lì. Possiamo continuare a parlare, no? Se mi vedi fare un movimento strano ti alzi e torni su quel cornicione. Ma adesso torna giù!”“Non ho voglia di parlare, soprattutto con te.”“Cosa ti ho fatto?”“Tu non c’entri nulla, anche se…”“Anche se? Cosa?”“Ti avevo chiesto una cosa qualche giorno fa…”“Che cosa?”“Vedi? Non te la ricordi nemmeno!”“Non capisco. Aiutami.”“Che palle!”“Ma, cazzo, facevi meglio a non dirmi nulla! Sarebbe stato meglio di questi indo-vinelli.”“Davvero non ti ricordi?”“Pensi che lo stia facendo apposta? Dare una spintarella ad un aspirante suicida non è in cima alla lista delle cose che vorrei fare…”“Non c’è nulla che tu possa dire per farmi saltare. E viceversa.”“Allora fallo! Vaffanculo! Buttati! Ma spie-gami di cosa stavi parlando prima: cos’è che non ricordo?”“Io ti avevo chiesto di fare una cosa per me. Ti avevo pregato di regalarmi un po’ del tuo tempo. Ti sarebbero bastati quin-dici minuti, la sera prima di addormentarti. In un mese ce l’avresti fatta.”“Lo sai che è un periodo incasinato. Non riesco a fare nemmeno metà delle cose che dovrei. Corri di qua, scappa di là, tele-fona a quello, incontra quell’altro…”“Queste sono le cose che fai durante il giorno, io ti avevo chiesto quindici misera-bili minuti delle tue notti.”“Scusami. Ti giuro che da stasera mi ci metto.”“E pensi che basti a farmi scendere da qui?”“Non lo so. Forse è solo un modo di scu-sarmi per averti deluso. Non l’ho fatto apposta. Non sapevo quanto fosse impor-tante per te.”“Fammi un favore.”“Qualsiasi cosa.”“Chi è la persona a cui tieni di più al mondo?”“Cosa?”“È una domanda semplice…”“L’ho capita la domanda! Non capisco che c’entra.”“Rispondimi!”“A chi tengo di più al mondo?”, bisbigliò. “Sicuramente alle mie nipotine!”“Bene, ne ero certo. Allora giurami sulla vita delle tue nipotine che farai quello che sto per chiederti!”“Lo giuro.”“Vai a casa, prendi tutti i fogli che ti ho dato e poi dalli a lei.”“Lo farò. Hai la mia parola d’onore.”“Me ne sbatto della tua parola d’onore! Giuralo sulle loro vite!”“Ti giuro sulla vita delle mie nipotine che lo farò!”“Adesso togliti dalle palle.”

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TEMPO LIBERO

CORRERE... CHE PASSIONEOrmai sono centinaia i brindisini che nel tempo libero amano girovagare per la città: per star meglio,

ammirare il territorio, oppure soltanto stare insieme all’aria aperta. Ecco cosa ci hanno raccontato alcuni di loro

La bella notizia di questo mese riguarda un nutrito numero di cittadini brindisini. Mi riferi-

sco alla passione per le attività definite “corsa”, “jogging” o “footing” e che, da qualche anno, contano migliaia di appassionati saltuari o fedelissimi nella nostra città.Userò indifferentemente l’una o l’al-tra definizione in quanto riferite, in maniera generica, all’attività fisica svolta, indipendentemente dalla velo-cità, dal livello di preparazione spor-tiva e dalla finalità dell’allenamento. L’esercizio sportivo della corsa rappre-senta la cultura del benessere e della salute, che non fa distinzioni ideologi-che, di pensiero e di posizioni econo-miche. Al contrario, ha la straordinaria capacità di far condividere emozioni e di aggregare. La corsa, infatti, unisce all’insegna della salute con gesti istin-tivi, senza che siano richieste attrezza-ture speciali o particolarmente costose ma, semplicemente, aria aperta ed un paio di scarpe da ginnastica.Correre è ormai una passione che, partendo dai veterani, da sempre affa-scinati dalla disciplina, si è andata via via estendendo a tutte le fasce d’età, senza distinzione tra uomini e donne, giovanissimi e meno giovani.Francesco Cassiano, splendido e simpatico veterano di 77 anni: ”Ho cominciato perché ero obeso e dovevo dimagrire… non ho più smesso! Corro tanto e provo sempre una sensazione di totale benessere. Ho partecipato a diverse competizioni ed il mio prossimo traguardo è partecipare alla maratona di Roma. Mi alleno per

vivere la mia ennesima esperienza”.Paolo Zongolo, 37 anni, uno dei pochi italiani ad aver partecipato alla gara di corsa più dura al mondo (la Spar-tathlon: 246 km che separano Atene da Sparta, senza nessuna sosta e correndo per 35 ore consecutive senza dormire …): “Per me correre significa libertà, solitudine ed immergermi nei paesaggi e nei pensieri per un tempo che può variare dalle 3 alle 20 ore. Siamo un gruppo che varia dalle 3 alle 8 persone, tutti i giorni partiamo dal Cesare Braico alle 13.30, corriamo non per raggiungere dei risultati sportivi (anche se molti di noi sono cam-pioni italiani di specialità, da ultimo Francesco Abitino) ma per il gusto di percorrere ed ammirare la natura e tutto quello che ci circonda e, perché no, sognare di perdersi in quei luoghi.

Proprio per questo non seguiamo percorsi prestabiliti, cercando, ogni giorno, nuovi paesaggi da ammirare - spesso e volentieri il mare - ognuno con un suo passo, ma tutti uniti nella stessa passione…” Dalle prime ore del mattino fino all’im-brunire si possono distinguere maglie colorate, cappellini, gambe che si muovono a passi differenti e percor-rono chilometri di sudore, di fatica ma anche di gioia e d’allegria. Angela Micaletti, 37 anni: “Corro la mattina molto presto e ritrovo il pia-cere di ascoltare i suoni della natura che durante il giorno ho difficoltà a percepire. Fare una carezza ad un cane che cerca affetto, sentire il cinguettio di un uccello, mi riempie il cuore di gioia, di felicità. Mi sento carica d’energia positiva che mi

accompagna per tutta la giornata”.Luca Schettino, 35 anni, invece, ci dice: “Corro quando ho tempo, cerco di conciliare sport e lavoro. Al termine del mio percorso, dopo una sana doccia, avverto una sensazione di benessere, mi sento carico e pronto per continuare la mia giornata”. “La sensazione che provo è di libertà assoluta, sensazioni ed emozioni uniche e talmente intense che spesso mi ritrovo ad asciugare delle lacrime che, diversamente, non uscirebbero dai miei occhi. Tutto ciò, come d’in-canto, si spegne al raggiungimento del traguardo”.Durante la pratica moderata di sport di resistenza quali: il footing, il jogging, la bicicletta o lo step, si attiva la pro-duzione di una molecola complessa che, in seguito, genera la produzione di due importanti tipi di neurome-diatori: l’acetilcolina e le endorfine. Queste ultime sono le molecole che producono le sensazioni di analgesia e il senso di benessere, proprietà che hanno spesso portato a definirle “gli ormoni della felicità”. L’esercizio controllato dei suindicati sport rap-presenta una naturale tecnica per il risveglio della capacità naturale del nostro cervello di secernere sostanze antidepressive, per aiutare a control-lare lo stress negativo.

Gli approcci al jogging sono i più diversi, le motivazioni si differenziano da soggetto

a soggetto. Fabio Attanasi, 38 anni: “Ho cominciato perché vivevo un momento difficile della mia vita, un

BUONENOTIZIE

di Iole La [email protected]

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periodo di grande stress, ed ho trovato nella corsa un valido rimedio, sano e naturale, per riuscire ad affrontare il mio momentaneo disagio… quando corro riesco a lasciarmi dietro i pensieri e liberare la mente…”Patrizia, 53 anni, corre dall’età di 10 anni: “Mi piace farlo in compagnia, anche perché mi sento più sicura…”. Stefania Morrone, 41 anni, invece, ha cominciato “per caso, con un’amica, adesso non ne posso fare a meno”. Sandra, 24 anni: “Ho iniziato con fatica un paio d’anni fa. Avevo la necessità di perdere chili di troppo ed ho cominciato a correre. I chili continuano ad andare via ed ho imparato a riconoscere i bisogni ed i ritmi del mio corpo. Da quando corro, mangio in modo più sano e non ho l’eccessivo appetito di una volta”.Correndo, infatti, si regolarizzano le funzioni dell’ap-parato digerente, provocando l’aumento dell’appe-tito ma senza dar luogo ad eccessi: una sana attività sportiva tende ad equilibrare il centro celebrale della fame, stimolando la richiesta di una “miglior” qualità di cibo a discapito di una sua maggior quan-tità”.

Il grande ed importante obiettivo che acco-muna il popolo della corsa, è il desiderio di sentirsi bene, vivere meglio, migliorare il pro-

prio stato di salute fisica e psichica ed aumentare i livelli d’efficienza fisica.Marina Cito, 35 anni, lo conferma: “Per me è una dipendenza… avverto la necessità fisica e mentale di correre. Appena posso, calzo le mie scarpe e parto, indifferentemente se da sola o in compagnia…” C’è chi corre in comitiva, come le nostre amiche in foto, per trascorrere qualche ora di relax, svolgendo una sana attività sportiva. C’è chi invece il gruppo lo sceglie al fine di trovare lo sprone per far meglio, superare i propri limiti e migliorare le prestazioni.

C’è chi corre in solitudine, con un i-pod alle orec-chie, riuscendo così ad isolarsi dal mondo, a trovare

il proprio equilibrio e recuperare le energie neces-sarie ad affrontare il quotidiano.C’è chi corre con il fidanzato, chi con la moglie, rita-gliando del tempo per stare insieme e condividere le medesime sensazioni; c’è anche chi corre in compa-gnia del proprio cane e chi, invece, con il figlio, che segue il percorso del papà o della mamma peda-lando su una piccola bicicletta…

Tutti, indipendentemente dalla tipologia di corsa, dal tempo e dalla compagnia, appena fatto il primo passo, entrano in

una dimensione quasi magica: c’è chi s’immerge nei propri pensieri, chi sorride e racconta di sé, chi sfida se stesso e la propria forza fisica, tentando di migliorare i tempi di percorrenza o le distanze. C’è chi piange, chi s’immerge nella natura, chi vive momenti di vitalità e d’energia positiva, chi pro-gramma la propria giornata, chi gode del silenzio. C’è chi svuota la mente, riuscendo a comunicare esclusivamente con il proprio corpo, chi urla can-zoni stonate… magari sotto un acquazzone con la pioggia che scende dai capelli giù fino alle scarpe, chi prende decisioni e fa scelte importanti per la propria vita…La meraviglia che sorprende chi corre è quella di ritrovarsi a far parte di una grande famiglia: ci si saluta, si scambiano sorrisi, piccoli cenni con il capo o con le mani, si notano le assenze lungo il percorso, ci si ritrova a correre insieme, a ripararsi dalla pioggia sotto un ponte scambiando simpatiche impressioni e sensazioni… tante anime, tanti volti sconosciuti uniti dalla medesima passione. È così che i minuti e le ore dedicati alla corsa divengono parte integrante, fondamentale ed irrinunciabile della vita dei volti sudati, accaldati, arrossati, stan-chi… ma tanto entusiasti e ricchi d’energia.Ditemi voi se questa non è magia!

Marina Cito. Nella foto

sopra: Paolo Zongolo

(secondo a sinistra) con

un gruppo di amici-runner.

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Voci di popolo lettere, email, fax, sms

PARLANO I LETTORI

Eleggiamo i nuovi datori di lavoroQuesta campagna elettorale appena iniziata, ha già fornito tanto di cui parlare e sparlare, ecco perché ho deciso di non tacere più e approfittare dello spazio che TB concede per dire la mia. Solo un’opi-nione in mezzo a migliaia. Un’opinione ispirata dall’editoriale del direttore del mese scorso con il quale si invitava, anche in maniera fin troppo palese, a scrivere sulla scheda elettorale “questo votatevelo voi”.La provocazione ha scatenato nel mio cervello, ancora autonomo nel decidere e pensare, una serie di impulsi, non di natura violenta e mi è tornata in mente un’altra provocazione, questa volta del rompiscatole in persona di Beppe Grillo. Grillo qualche tempo fa, parlando della situazione nazionale, propose un contratto a termine, a progetto, per gli eletti al Parlamento. Una sorta di contratto con gli italiani: io cittadino col potere del voto, ti offro la mia fiducia, leggi un posto di lavoro anche abbastanza remunerato, e tu, mio dipendente porti a termine quello che è il progetto per il quale io ti ho assunto. Se alla scadenza del contratto hai reso, ti riconfermo, altrimenti a casuccia tua. L’idea è geniale e non era neanche tanto difficile arrivarci. Ovviamente chi consen-tirebbe una cosa del genere? Nessuno. La situazione è di comodo per molti. Ma io voglio immaginare che Brindisi sia per una volta pioniera. La pulizia sarebbe velocissima: basterebbe scorrere le liste dei candidati e verificare con fatti e non parole, ciò che ognuno, degli eletti uscenti, ha fatto e se questo era quello che aveva promesso in campagna elettorale. Prima parziale scrematura con una caduta rovinosa di numerose teste. E non credo di affermare il falso quando dico che le pro-messe elettorali sono state quasi, se non del tutto disattese, come avviene ormai per una strana consuetudine.Il passo successivo sarebbe quello di invi-tare gli aspiranti, a mettere nero su bianco le loro proposte, anzi, visto che sono io

quel che riguarda la struttura delle lezioni, nè per la differenza di trat-tamento riservato agli studenti per il numero di esami. Voglio ricordarvi che essendo a Brindisi presenti dei corsi di laurea e non delle facoltà, per legge devono essere in tutto e per tutto simili al corso principale (stesso numero degli appelli uguale, numero di lezioni uguale, identico “peso” dei vari esami e così via). Colgo l’occasione ancora una volta per farvi i complimenti per la rivista davvero ben fatta.

[email protected]

Sui manifestiVi scrivo per segnalare un gruppo su facebook che parla del tema (e della molta disinformazione che vi ruota intorno) della donazione d’organi. Il gruppo è questo: http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=44415106670&ref=ts

È stato fondato dalla madre di un bimbo affetto da una patologia all’uretra ed in attesa di un trapianto. La sua vita da paziente è racchiusa in poche parole: 10 ore di dialisi ogni notte.In buona sostanza il gruppo si propone di sensibilizzare la gente attorno al tema, denunciare la scandalosa disapplicazione del principio del silenzio-assenso conte-nuto nella legge del 1999, e fare arrivare delle precise proposte in merito sino alle più alte sfere decisionali.Ne ha parlato anche il Messaggero. Poichè il gruppo ha raggiunto quasi i 20.000 iscritti e punta a creare un vasto movi-mento di opinione e sensibilizzazione, mi chiedevo se fosse possibile parlarne su TB.Io, che sono stato gentilmente nominato tra gli incaricati del gruppo da questa mamma-coraggio, posso fornirvi tutto il materiale ed i chiarimenti dei quali even-tualmente dovesse esserci bisogno. So che non avete problemi a trattare qualsiasi tema, anche il più “scomodo” e mi sem-brava doveroso farvelo presente.

Dario Taveri

Visti e sentiti

”Questa, signor presidente, sembra una bettola di infima categoria, perché ci sono delle bettole anche in condizioni decenti”

Gino Gianfreda, durante uno degli ultimi, inutili Consigli comunali,

riferito al Consiglio comunale

”Io vado al ballottaggio”Frase promunciata

da tutti i candidati sindaci. Purtroppo in maniera convinta.

”Vinciamo al primo turno”Frase pronunciata dai membri

degli staff dei candidati presidenti alla Provincia

Michele Saccomanno e Massimo Ferrarese.

Purtroppo in maniera convinta.

Concordate? O la pensate in maniera diversa? Cosa pensate di TB e dei nostri articoli. Ditelo su www.tbmagazine.it o per email a [email protected]

cittadino il datore di lavoro, ti indico io il progetto da portare a termine. Io credo che questa sarebbe la strada da persegui-re per un vero rinnovamento della classe dirigente, via i vecchi volponi che si pre-sentano con la solita faccia tosta, sempre più sorridente, cambiando semplicemen-te colore politico e senza mai aver mosso un dito in consiglio. Spazio ai giovani volenterosi, ma non per questo esenti da questa nuova pratica di assunzione, spa-zio e voce finalmente ai cittadini stanchi di subire inermi senza poter contare nulla. Non vedo alternative, non leggo nelle parole e negli occhi dei mille e passa candidati, sincerità e voglia di fare per gli altri e non per se stesso. Un’accusa un po’ troppo pesante? Beh, questo è quello che vedo io. E se a qualcuno queste parole non piacciono o sembrano un’offesa, beh, allora ha ragione il direttore: questo votatevelo voi!

Tiziana Piliego

A proposito di UniversitàColgo la possibilità che mi viene data dalla vostra testata giornalistica (...complimenti) di poter colloquiare interagendo con voi tramite internet per apportare alcune pre-cisazioni ai dati che sono stati pubblicati su TB. I corsi di laurea presenti a Brindisi dell’Università di Bari raccolgono com-plessivamente 1.000 studenti di cui quasi la metà di Brindisi e provincia. I dati sud-divisi per corso di laurea sono: Economia Aziendale 180 iscritti con un +50% rispetto all’anno precedente; Informatica 97, pra-ticamente stabile rispetto sempre all’anno scorso (erano 93); Progettazione e gestio-ne delle attività culturali (corso di laurea di Lettere) per questo che è il suo primo anno di attività ha registrato 76 iscritti; le specialistiche di Economia hanno rispet-tivamente Amministrazione e consulenza aziendale 38 iscritti ed Economia e ma-nagement delle organizzazioni marittime e della logistica 8 iscritti (e questa è stata una vera sorpresa perchè ci si aspettava un gran numero di studenti interessati alle

attività portuali e alla logistica). Forse a Br, come in altra parte del giornale viene detto giustamente, non si crede più tanto allo sviluppo del porto e dell’aeroporto e perciò i ragazzi, che in questo sono molto intuitivi, non hanno gradito specializzarsi sul nulla. Quanto fino ad ora riportato è solo una mera precisazione che non cam-bia di molto il senso dell’articolo anche se è vero che i dati percentuali fanno ben sperare. A tal proposito vorrei ricordarvi che gli studenti che sono iscritti all’UniBa sono tutte persone che si sono venute ad iscrivere a Brindisi e non trasbordate da Lecce a Mesagne con un decreto rettorale. Per meglio spiegarmi, e a Mesagne è ac-caduto che per volontà politica e non per scelta, gli studenti che avevano deciso di frequentare un corso universitario a Lecce si sono trovati trasferiti in una sede distac-cata: è come se domani il rettore di Bari decretasse che la facoltà di Giurisprudenza venisse trasferita a Brindisi: avremmo così di colpo 4-5000 studenti iscritti a Brindisi. Per quanto riguarda quello che afferma nell’articolo Carmine Abruzzi, studente di informatica, non risponde a verità nè per

In alto la più bella vignetta del mese: Altan sull’Espresso

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TUTTOBRINDISI FOTOGRAFIA

Aprile 2009: Terremoto in Abruzzo

di Pier Paolo Cito

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TUTTOBRINDISI FOTOGRAFIA

Maggio 2009: il Papa in Terra Santa

di Pier Paolo Cito

Questa rubrica (ideata da Massimo Guastella) è aperta al contributo di fotografi professionisti e appassionati di fotografia. Pubblichiamo volti, paesaggi, eventi, scene di vita cittadina. Alla fine dell’anno organizzeremo una mostra fotografica: gli scatti saranno venduti ed il ricavato sarà devoluto in beneficenza ad associazioni di volontariato brin-disine. Se volete partecipare, inviate le vostre foto all’indirizzo e-mail: [email protected].

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OPINIONI

Turista per casa di Mario Lioce

L’insostenibile leggerezza degli slogan elettoraliLa loro debolezza è sintomo di un vuoto programmatico o rappresenta l’incapacità di comunicare efficacemente?

La tornata elettorale che ci attende sta provocando in città

il classico fenomeno dei capannelli. Non c’è strada, bar o panchina che non veda gruppi di persone intenti a discutere animatamente. Ognuno professa con veemenza la sua collocazione politica e la scelta del proprio candidato, non mancando di sottolineare l’inutilità, se non la stupidità, della posizione avversa dell’interlocutore. Esprimendo quella “carnalità” tipica e spesso fastidiosa di noi meridionali, la manifestazione di ogni concetto è accompagnata da ripetuti e cadenzati “tocchi” sul braccio o sulla spalla dell’antagonista politico che in quel momento ascolta. C’è chi, incamminandosi “amichevolmente”, preferisce blandire il proprio uditore prendendolo sottobraccio. Ho sempre considerato quel gesto come la peggior forma di coercizione, che spesso ha il significato di “ora non mi scappi” e rappresenta quella forma di radicato bizantinismo presente nel nostro dna. Non mi meraviglierei se la psicologia moderna incominciasse a considerare le elezioni locali come un’efficace tecnica psicoterapeutica contro ogni forma depressiva. Passiamo tutto l’anno tra mancanza d’interesse e carenza impulsiva ma quando arrivano le elezioni il nostro stato umorale volge all’euforia: conoscenti che nemmeno ricordavamo di conoscere ci fermano per strada ricordandoci

affettuosamente la loro casuale quanto disinteressata candidatura in questa o in quella coalizione; la nostra cassetta postale, che per lungo tempo ha inesorabilmente visto alternarsi ragnatele e bollette, si riempie di volti sorridenti che ci gratificano rivolgendosi a noi per nome, chiedendo il nostro autorevole aiuto. Finalmente ritroviamo insieme alla primavera la nostra dimensione sociale e civile. Cercando con difficoltà di recuperare un po’ di serietà, mi ritrovo a scorrere nella mente tutte le questioni che la gente, incontrandomi per strada, mi ha chiesto di affrontare in questo articolo: “la prego, parli dell’assurdo rapporto percentuale tra l’incredibile numero di candidati e la popolazione”; “ma lei lo sa che molti candidati non hanno nessuna passione politica e

approfondire un altro aspetto di questa campagna politica cittadina. Per farlo prendo a prestito - parafrasandole a mia convenienza - le parole che nel “Giulio Cesare” Shakespeare fa pronunciare a Bruto nel commemorare l’amico appena trucidato dai cospiratori: “Amici, brindisini, concittadini, prestatemi orecchio. Io vengo a seppellire la comunicazione, non a lodarla. I cattivi slogan degli uomini politici sopravvivono loro, la coerenza è spesso sotterrata con le loro ossa…”.

Da uomo di comunicazione è indicibile il

turbamento che mi hanno procurato gli slogan “studiati” da molti dei candidati impegnati nelle diverse prove elettorali. Per comprendere il fenomeno

spregiudicato uso dei media hanno creato un’illusoria vicinanza tra candidato ed elettore. Ed ecco il proliferare della “comunicazione fai da te”. Ci tengo a sottolineare che, in una comunicazione etica, lo slogan di un politico dovrebbe sempre rappresentare una forma di efficace sintesi, in grado di trasmettere all’osservatore un’immagine, un’idea di sé e del proprio pensiero, tale da renderlo partecipe dell’insieme dei valori che risiedono dietro quell’espressione. La fame di innovazione che la nostra città esprime nella febbrile attesa di una figura in grado di farle rialzare la testa, quale soddisfazione può trarre dal messaggio “Il sindaco di tutti”? Questa pacatezza da tranquillo sobborgo emiliano non trova corrispondenza in una città fondamentalmente arrabbiata.

concetto di futuro preferirebbero un presente semplice ma concretamente operoso. Non amo lo stereotipo di una politica lontana dalla gente, ma se gli slogan dovessero essere espressione dei programmi, allora avremmo di che preoccuparci.

Per ultimo vorrei citare un simbolo che personalmente

mi ha rattristato. L’espressione “questione meridionale” venne usata per la prima volta nel 1873 da un deputato del Parlamento italiano, che così intese definire la disastrosa situazione economica che si era venuta a creare nel Mezzogiorno d’Italia a seguito dell’unificazione italiana. A ridosso della festa della Repubblica è avvilente accorgersi come nel 2009 il quadro dei problemi del meridione sia sostanzialmente immutato. Mantengo tuttavia la piena certezza che Brindisi abbia le potenzialità per trovare una sua collocazione anche in una prospettiva sovranazionale, ma la nascita di una formazione politica che radicalizza la propria caratterizzazione nel simbolo “Io Sud”, mi fa constatare quanto la prospettiva di un approccio ad una dimensione europea sia lontana. L’avvicinamento ad una Europa moderna non è un’operazione geografica ma concettuale, dove il localismo assume una connotazione anacronistica.

“Se gli slogan scelti dai candidati

dovessero essere espressione dei loro programmi

allora avremmo davvero di che preoccuparci”

si presentano unicamente per trovare un lavoro?”; “denunci il decadimento civile di questa città, è immorale che con i manifesti abbiano osato imbrattare anche i muri del cimitero”. Ringrazio tutti coloro che hanno voluto farmi partecipe del loro malessere, ritenendo, a torto o a ragione, che la mia sia una tribuna privilegiata dalla quale poter arringare le folle. Tuttavia vorrei

occorre considerare che la crisi dei partiti e l’incongruenza di talune alleanze, hanno reso queste elezioni a basso contenuto ideologico. Non interponendosi la struttura partitica tra candidato ed elettore, è il primo a dover cercare di propria iniziativa il voto del secondo. Questa forma di personalizzazione politica, la diffusione di logiche di tipo maggioritario e lo

Occorre essere miopi per non accorgersi che oltre alla rabbia, i sentimenti di cui da tempo Brindisi si nutre sono fatti di smarrimento per il presente e timore del futuro; e provoca sconcerto constatare che alla più profonda incertezza si oppongano non una ma ben due certezze: “Brindisi c’è” e “Ora sappiamo chi siamo”. Sono certo che molti brindisini, alla costruzione di un inflazionato

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