Il Lucano Magazine Numero luglio-agosto 2014

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Poste Italiane Spa Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB PZ Foto Andrea Mattiacci

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Dario comunque vada sei nella storia

Transcript of Il Lucano Magazine Numero luglio-agosto 2014

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D O L C E E S A L A T O

14Dario De Luca

Il neosindaco

di Potenza

Intervista

all’assessore

Raffaele Liberali

70 Bouquet di erbette aromatiche

26 La rivincita del pane con le patate

30 Paesaggi Lucani Un viaggio nei luoghi dell’anima

32 Lavoradio Per chi cerca un lavoro

e per chi se lo vuole inventare

36 Lasciati guidare da My Basilicata

38 “Protocollo S” approda sul web

40 Cozzo del Pellegrino nel Parco del Pollino

42 Il Caleidoscopio Mondo Di Federico II

46 La Madonna del Carmine di Avigliano

48 Nordic Walking Days nel Pollino

50 Estate melfitana con il concerto dei 99 Posse

52 Abiti dal “Sabor latino”

54 Ukulele Revolver il disco di Danilo Vignola

56 La poesia di Antonio Mancusi

58 Caizzo Emilio - Seconda Parte

60 Artisti speciali nella mostra “Cambio di Prospettiva”

61 Maratea ospita Arcobalonia 2014

62 La via lucana del benessere

64 Tre finestre sull’Europa a Potenza

R E P O R T A G E

L O O K A N I A

70 Racconto di Lavello - Prima Parte

E P I S T E M E

24 Il potere della cultura

V I G N E T T A N D O

9 Mare Nostrum

T R A L E R I G H E

66 Poesie

67 Il reale e il possibile

68 Bellezza e responsabilità I fondamenti

della politica

E U R E K A

30

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14 Dario De Luca: «Uniti per il bene di Potenza»

16 Se calura estiva e dissenso giocano brutti scherzi

18 Conversazione con l’assessore Raffaele Liberali

20 Il lavoro oltre la crisi

Personaggi

e squadre

vincenti

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Paesaggi Lucani

Un viaggio nei luoghi

dell’anima

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EDITORIALE

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Vito ARCASENSA

Un’esperienza unica. Per un giorno, la redazione de “Il LucanoMagazine” ha ospitato la troupe - dalla regia alla fotografia,dalle luci ai costumi - de La Grande Seduzione. Il film, prodot-

to dalla Cattleya e diretto da Massimo Gaudioso, dopo oltre cinquan-ta giorni di riprese alle pendici delle Dolomiti, è approdato per laregistrazione di alcune scene, nel capoluogo lucano.La storia è il remake di un film canadese in cui gli abitanti disoccu-pati di Pietramezzana escogitano fatti e misfatti per sedurre il medi-co milanese Gianluca Terragni, interpretato da Fabio Volo. Attraversodi lui, infatti, potranno avere la certezza di far aprire una fabbrica nelloro paese.Dunque una seduzione, nelle parole del regista napoletano MassimoGaudioso (già sceneggiatore delle fortunate pellicole Gomorra eBenvenuti al Sud), candida e ingenua. A lui abbiamo chiesto di rac-contarci la sua idea di Basilicata.Una terra di cinema che, oltre la meravigliosa Città dei Sassi, com-prende location affascinanti. Tutte da scoprire. Una terra in cui, perquest’occasione, hanno girato attori affermati come Fabio Volo,Silvio Orlando, Carlo Buccirosso e Nando Paone. Una terra che haaccolto con partecipazione e discrezione il lavoro di gruppo dellaproduzione. Una terra talmente bella da poter sembrare finta.In attesa di rivivere e ammirare La Grande Seduzione sul grandeschermo non posso non ricordare, con emozione e soddisfazione, imomenti, caotici ma ordinati, durante i quali un intero set cinema-tografico ha girato tra le mie stanze!Il numero estivo de “Il Lucano Magazine” dedica attenzione, a par-tire dalla copertina, al nuovo Sindaco di Potenza, Dario De Luca. Conincredulità e un sostegno trasversale dell’elettorato l’Ingegnerepotentino, al ballottaggio dell’8 giugno scorso, ha più che raddop-piato i voti del primo turno (da 7.132 a 16.293) e aumentato le per-centuali di tre volte e mezzo (da 16,79% al 58,54%) rispetto al can-didato del centrosinistra Luigi Petrone. Durante la presentazionedella Giunta, il primo cittadino ha fatto appello alle istituzioni regio-nali «Bisogna capire quali sono le risorse minime di cui Potenza habisogno per risolvere le problematiche emergenziali, – ha dichiarato– per far fronte agli impegni del passato e iniziare un’opera seria dirisanamento».Spazio e approfondimento, inoltre, alla trentesima edizione delConcorso “Fedeltà al Lavoro e Progresso Economico”, organizzatodalla Camera di Commercio potentina. Sessanta realtà produttivesono state premiate per la propria attività costante nel tempo. Equest’anno ricorre il 50° anno di iscrizione alla CCIAA di Potenzadella Società ARCASENSA AGOSTINO s.a.s, fondata da mio padre. Buona lettura.

SEDOTTIDAL SET

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Mare Nostrum

Vito ARCASENSA [email protected]

Foto: Andrea MATTIACCI, Angelo Rocco GUGLIELMI, MARTEMIX.COM

Arti Grafiche Boccia s.p.a. Via Tiberio Claudio Felice, 7Fuorni - Salerno

Tribunale di Potenza N° 312 del 02/09/2003

7 Luglio 2014

Lucana Editoriale s.r.l.Via Gallitello, 89 PotenzaTel. Fax 0971.476423 -Cell. 337.901200E-mail: [email protected]

Questo giornale è associato Uspi Unione stampa periodici italiani

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Albina SODO [email protected]

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Agostino ARCASENSA

Hanno collaborato in questo numero

Angelo BENCIVENGA, Ettore BOVE, Simona BRANCATI, Antonio CORBO, Antonio CROGLIA, Arsenio D’AMATO, MariannaGianna FERRENTI, Giovanni GALLO, Barbara GUGLIELMI,Vincenzo MATASSINI, Carla MESSINA, Maria Carmela PADULA,Emanuele PESARINI, Giuseppe Antonio RINALDI,Mariassunta TELESCA, Danilo VIGNOLA, Piero VIOTTO

da Potenza:Albina SODO, Vito ARCASENSA 0971.476423

Leonardo CLAPS, Anna MOLLICA, Margherita E. TORRIO

Editing e correzione bozze: Margherita E. TORRIO

dal Materano:Giovanni MARTEMUCCI 0835.333321

[email protected]

Vignette di SOLINGA

IL

LU

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NO

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Incredulità. È questa la sensazione cheha accompagnato il neosindaco diPotenza, Dario De Luca, negli attimi

successivi ai risultati del ballottaggiodell’8 giugno scorso. Nel ritorno alle urne,infatti, l’ingegnere potentino ha più cheraddoppiato i voti del primo turno (da7.132 a 16.293) e aumentato le sue per-centuali di tre volte e mezzo (da 16,79%al 58,54%) rispetto al candidato del cen-trosinistra Luigi Petrone. Un elettoratoche in modo trasversale lo ha sostenuto.«Avverto un forte senso di responsabilitàperché ora dobbiamo realizzare quelloche promettiamo di fare. – dichiara ilSindaco – La Regione Basilicata deve aiu-tare i settantamila abitanti di Potenza conun progetto forte, onesto, credibile perridare alla città la normalità che merita».Oltre la delicata analisi di bilancio delcapoluogo lucano alla base dei suoi prov-vedimenti, la visione urbana che caratte-rizza il primo cittadino è incentrata sulrecupero di intenti tra Potenza e Unibas:«Vorrei realizzare una città universitaria.Un’Università che da 32 anni è percepitacome un corpo estraneo. L’Università èuna risorsa, è portatrice di cultura, di eco-nomia. Bisogna che la città si avvalgadell’Università per crescere e l’Universitàsi avvalga della città per far vivere almeglio i suoi studenti». Come? Attraversol’istituzione di uno sportello informativoper gli studenti, in modo che possano

REPORTAGE

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Dario De «Uniti per il

di Potenza»

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svolgere gran parte delle loro praticheamministrative. Senza dimenticare lariduzione dei tributi comunali per i pro-prietari degli immobili vuoti del centrostorico che decidano di locarli agli studen-ti fuori sede.Il Sindaco assicura di non aver ricevutopressioni e condizionamenti né da Fratellid'Italia né dai Popolari per l'Italia. Ma ipartiti sono ancora importanti per i

potentini? «Sono importanti per la demo-crazia. – prosegue De Luca – Avvertiamotutti un’esigenza di rinnovamento. Introppi casi i partiti sono diventati comita-ti d’affari. I cittadini non ne possono piùdi avere politici affaristi. I cittadini hannobisogno di politici che si occupino dei cit-tadini». Dopo la proclamazione dei consiglierieletti e le prime questioni relative alla

composizione della Giunta Comunaleribadisce: «Voglio portare Potenza versouna prospettiva di sviluppo e di crescita.Dobbiamo lavorare uniti per il bene dellacittà. Ora - ha aggiunto - la campagnaelettorale è finita e il mio approccio saràcollaborativo con tutti. La situazione delComune è critica, sappiamo di partire conscarse risorse, perciò, dobbiamo faresquadra e recuperare dignità».

La Giunta De Luca

Rosanna Argento Attività produttive, marketing, edilizia e turismoLeonardo Cuoco Programmazione e agenda urbanaGerardo Bellettieri Vicesindaco, mobilità e trasportiMargherita De Francesco Cultura, istruzione ed edilizia scolasticaMaria Martoccia Bilancio e finanze, fiscalità locale e patrimonioPasquale Pepe Ambiente, parchi, energia e sanzioni amministrativeAnnalisa Percoco Politiche comunitarie, università e ricerca, politiche comunitarieGiovanni Salvia Comunicazione e informazioneNicola Stigliano Servizi sociali e alle politiche socialiRestano in capo al Sindaco riqualificazione urbana, Protezione civile, Bucaletto, Sport e politiche gio-vanili, affari legali

Lucabene

Il ConsiglioComunale di PotenzaSindaco di PotenzaDARIO DE LUCA

Fratelli D’Italia Gerardo BellettieriAlessandro GalellaLista Civica per la Città Antonio VigilanteLiberiamo La Città Mario Guarente Realtà Italia Rocco SummaPopolari per l’Italia Franco Morlino Movimento 5 Stelle Savino GiannizzariForza Italia Michele CannizzaroFrancesco FanelliPotenza Condivisa Roberto FaloticoVincenzo LofranoAntonio PesariniFelice ScaranoScelta Civica per l’Italia Francesco FloreSocialisti Uniti PSI Rocco PergolaPopolari Uniti Sergio PotenzaSocialisti e Democratici Donatella CutroDonato PaceCentro Democratico Pietro CampagnaFernando PicernoInsieme Si Cambia Bianca AndrettaGianluca MeccarielloDonato NolèAlessandra SagaresePDGiampaolo CarrettaCarmen CeliGiampiero IudicielloNicola LovalloGerardo NardielloLuigi PetroneLucia SileoVincenzo Telesca

Potenza ha il suo nuovo sindaco. Sitratta di un sindaco, la cui candidatu-ra è stata sostenuta da AN/Fratelli

d’Italia, dai Popolari e associazioni giovani-li di vario impegno, che aveva ottenuto il16% in prima tornata a fronte del 47%ottenuto da Petrone. Ed invece contraria-mente ad ogni attesa ha vinto De Luca conuna rimonta enorme sull’avversario, alme-no rispetto all’affluenza alle urne ed allapercentuale piuttosto bassa di votanti. E’questo il fenomeno che ha maggiormentesuscitato la più grossa meraviglia mentreancora si studiavano i flussi dei voti.Le parole d’ordine di questa ultima elezio-ne di primavera sono state più che gli slo-gan quelle delle “elaborazioni” o “rielabora-zioni” pre e post elettorali. La prima è son-daggi. Le previsioni fatte in base ai sondag-gi, risultano basati su tipi diversi di indagi-ne, quello che si basa sul voto solido efedele, quello che si fonda sul voto comple-mentare (mercato politico che deve fare iconti con un marketing propositivo attra-verso cui differenziarsi ed elettori che ten-gono presente anche altri partiti), infinequello che si basa su un bacino dichiaratodi simpatia. Gli errori di metodo comporta-

no ed hanno comportato errori nei sondag-gi. Ne abbiamo fatto esperienza nelle elet-torali europee. Vale la pena di tener conto dei passaggi. Inquella fase i sondaggi vedevano in favoreGrillo o alla pari con Renzi. Quelle previsio-ni si rivelarono un bluff che comunque haorientato tanta parte dell’elettorato.Rispolverando la frase famosa di Montanellipersonalità varie avevano invitato ad anda-re comunque a votare per fermare l’ondapopulista e antieuropea. Ché, non dobbia-mo dimenticarlo, a maggio eravamo chia-mati a votare per l’Europa, più ancora cheper le amministrative e quel primo votoaveva trascinato e determinato il secondo.Era inoltre un voto con preferenze che per-metteva di esprimersi in modo articolato edalle coalizioni più importanti europeiste dirilanciare anche sulla fondatezza del pro-getto, pur con la necessaria promessa dirimodulazione dell’ Europa per far matura-re una politica più preoccupata delle condi-zioni economiche dei cittadini.La seconda parola, confermata definitiva-mente da quelle elezioni, è flusso di voto.C’è ormai in Italia un flusso di voti, molto“fluido”, meno fedele a quella che viene

definita, per analogia con i super mercati,la marca/partito; si decide davanti allacabina. Il mercato elettorale assomiglia semprepiù al mercato di beni e servizi, ed è carat-terizzato da una grande “fluidità”; è ciò chedetermina ed ha determinato nel ballottag-gio delle amministrative una realtà non

REPORTAGE

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Margherita E. TORRIO

SE CALURA ESTE DISSENSOBRUTTI SCHE

NOTE A MARGINE

esattamente corrispondente a quella chepensavamo di aver registrato alle europee.Certo non è possibile fare un raffronto alivello nazionale e men che meno interna-zionale. Proprio perché tutto è fluido, simuove, è in divenire, in ascolto. E’ l’insie-me che diviene messaggio, protesta, con-siglio, sovvertimento; quello stesso modo

fluido non lascia intendere che se ne possafare una base su cui costruire solidità népatrimoni definitivamente acquisiti per ilfuturo.Non che mi piaccia. Prendo atto. Perchévorrei sperare che dietro quel fluido ci sia ilsegno di qualcosa che possa indirizzareverso un modo nuovo di intendere la poli-

tica (a fronte, tra l’altro, delle inchieste chestanno investendo l’intero paese), in unsistema di rinnovato senso delle dinamichedi relazioni, strutturazioni o ristrutturazionidelle proposte. Invece per la preoccupazio-ne di correre dietro a quel voto fluido, leformazioni politiche tentano di adeguarsicogliendo e cercando di appercepire gliumori del momento; strisciando per carpi-re il favore di quel voto che matura a ridos-so della tenda della cabina elettorale. Peròquesto toglie alle formazioni politiche defi-nitivamente il ruolo di guida, di proposito-re, di scuola di pensiero, di luogo di con-fronto, di condivisione, quindi, di scelta,promozione, azione. Non solo ma sottrae labenché minima possibilità di ricondurre alvoto quell’unico, solido e meno frastagliato“partito” che è quello degli astensionisti,l’unico in continua crescita, di voto in voto,perché quelli sono forti ormai di un disim-pegno che è mezzo per opporsi alla debo-lezza, ai pressappochismi del messaggioelettorale, della confusione a livello riformi-stico- propositivo, rifiutando il compromes-so e la pochezza che il mercato offre.Se pure il PD vince in molte città, ne perdealcune che potrebbero aver dimostrato -dicono i commentatori vicini a Renzi - unaesigenza di rinnovamento che i ceti diri-genti locali, vecchi e naturalmente rotta-mandi, non avrebbero garantito; quellimeno vicini a Renzi, invece, hanno avutomodo di notare che il voto amministrativoè troppo legato alle situazioni locali, ai suoiproblemi specifici, alle più banali esigenzedi approvazione o riprovazione delle prece-denti amministrazioni. Potenza. InBasilicata, la lunga stagione di dominio delDS/Margherita/ PD, del partito-regione, harappresentato una fase di stanca che haavuto nel capoluogo il suo simbolo piùesasperato. La città, tradizionalmentepreda, sin dalla sua nascita come cittàcapoluogo, della imprenditoria prefettizia ecementificia, ha subito in questi ultimi anniuna presa da parte delle attività imprendi-torial-costruttive che ha lasciato un segnoprofondo; tra l’altro con un dispendio difondi, di energie, di cantieri per opere,molte delle quali lasciate ancora incomple-te, a fronte di una continua emigrazionegiovanile, di un impoverimento che certa-mente ha nociuto all’immagine dei suoiamministratori. Se questo è stato la causadel prevalere del candidato non previsto, ola cultura cattolica della città, o la non con-divisione delle riforme istituzionali che siimpongono a livello nazionale, o qualcheoperazione agita come cavallo di Troia o,viceversa e banalmente, la calura estiva,sarà ulteriormente oggetto di studio e dianalisi. Prendere atto del fatto in sé puòessere comunque di stimolo per iniziativeche promuovano un rinnovamento ed unaricerca di nuova vitalità nella città e nellapolitica che vi si esprime.

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IVA GIOCANO RZI

La conversazione con il prof. RaffaeleLiberali, assessore del Dipartimento perle politiche di sviluppo formazione lavo-

ro cultura e sport, verte su ciò che è statoavviato e sulla prospettiva di una serie diprogetti a più lungo termine. Particolareattenzione va al ruolo di ENEA ,e-geos,AGROBIOS, CNR, così come alla prospettivache questi centri di eccellenza si apranoall’Europa ed ai grandi centri di ricerca euro-pei.

Fra i temi all’ordine del giorno per ilsuo assessorato c’è la questionepetrolio che suscita, ormai da tempo,un articolato movimento di protesta. C’è un fronte di opposizione al petrolio. Inoccasione, in particolare, dell’arrivo delministro Guidi, che ha incontrato ed haascoltato tutti sulla problematica relativa alpetrolio, hanno fatto sentire le loro ragioni.Storicamente c’era stato un tavolo tecnicocon i due consorzi, poi fermato per varimotivi. Si era deciso, quindi, con la ministrache sarebbe venuta qui per un confronto.Bisogna confrontarsi essendo inevitabileutilizzare il petrolio, per il fabbisogno ener-getico, oltre alle rinnovabili che da sole nonbastano. Anche la Croazia sta facendo lastessa cosa. La ministra ha detto chiara-mente che a monte c’è tutta la questionesalute, la questione ambiente, e quindiquella della sua preservazione. Ma bisognasfruttare le ricchezze e ripartire con un tavo-lo tecnico per capire anche come questeattività possano avere una ricaduta sul ter-ritorio più forte, in termini di infrastrutture,lavoro, politica e sviluppo industriale. Sifaceva garante, a livello di Stato, dell’auto-nomia della regione, per definire le priorità.Quella era sembrata una riunione positiva,svolta in un contesto aperto, amichevole,anzi disteso costruttivo concreto, assoluta-mente non in politichese.

Sino ad ora non c’è stata occupazionee un grande utilizzo delle risorseumane lucane. Leggendo le statistiche sembra così mabisogna andare al di là delle cifre e percen-tuali, oltre gli impieghi diretti. Gli accordidevono portare lavoro diretto ma anchelavoro indiretto. Non basta avere le royaltyma anche intervenire sul patto di stabilità

per spenderle; bisogna sviluppare lavoroanche a livello indiretto, attraverso la chimi-ca verde, la tecnologia ambientale. I temidevono essere affrontati in modo giusto. Poic’è il problema del bonus carburante che èda ridiscutere non perché non sia stato asuo tempo buono ma perché i tempi oggisono diversi, a livello regionale, nazionaleed internazionale, in termini di emergenze.

Quindi sul territorio lucano, dobbiamoinsistere sulle possibilità di sviluppodella ricerca. Con quali possibilità diinterazione tra ricerca e petrolio? Il Petrolio può essere il modo per stimolarela ricerca e la evoluzione. Ci sono centri diricerca a livello internazionale e mondiale.CNR, ricerca ambientale, e-GEOS, ENEA,Agrobios che sono a livello mondiale. Qual èla conoscenza che ha il territorio di tuttociò? Scarsissima. E quale ricaduta?Scarsissima. La politica di sviluppo indu-striale deve orientarsi ad essere politicasostenibile, dal punto di vista ambientaleed anche economico, sviluppando tecnolo-gia. Possiamo portare tutta la nostra tecno-logia come la parte laser e sensoristica inEuropa per portare spinoff, creare nuoviprodotti e portare anche fondi europei peressere competitivi.

Far conoscere. Attraverso quali canali? Il cittadino medio vede ciò solo per la rica-duta che se ne può avere sul territorio. Seabbiamo insieme le scorie e la sensibilitàambientale, cui non si è mai risposto cor-rettamente, un territorio alluvionale moltodelicato, per il cui recupero ci sono costimolto elevati, perché non trasformare que-sta serie di negatività in opportunità? E faredel nostro territorio una esperienza pilota?Controllo del territorio dallo spazio, peresempio, portando la Basilicata ad essereterritorio pilota. Sto lavorando, certo contempi più lunghi, ci vuole un momento piùlungo, anche perché c’è un lavoro dietro, vacostruito uno staff che possa portare avantie far crescere queste iniziative. Mi piacetutto questo. Il cuore oltre l’ostacolo.

Siamo a cinque mesi dal varo dellagiunta. Troppo presto per fare deibilanci? Su che cosa in particolare ilsuo assessorato si è impegnato?

Ci stiamo muovendo su vari fronti con risul-tati che stanno arrivando. Le mie deleghesono sviluppo, quindi attività produttive,formazione, lavoro, ricerca. La prima emer-genza è ridurre le emorragie di posti dilavoro, con un impegno quotidiano, con ilavoratori, le organizzazioni sindacali, i dato-ri di lavoro. Ho dovuto subito affrontare la

REPORTAGE

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CONVERSAZIONE CON L’ASS

RAFFAELE LIBENOTE A MARGINE

questione degli ammortizzatori in deroga.Per la prima volta la Regione ha pagato gliammortizzatori sociali, anticipando lo stato.Era estremamente complicato fare questaoperazione, bisognava aspettare di chiude-re il bilancio 2013 e in un mese e mezzo,pur conoscendo i tempi della burocrazia,seguire tutti i passaggi, fare un progetto,

passare dalla Commissione europea, dalMinistero a Roma, infine dall’INPS. Questoper dare una risposta ai lavoratori.

Sulla formazione? Sulla formazione, chiusa la vecchia si pre-para la nuova, malgrado i ritardi, dopo lafase della giunta regionale in affari correnti,poi del voto e del varo della nuova giunta.Stiamo lavorando sul 2014-20, con i fondiFESR e il Fondo Sociale europeo. Ho lavora-to per la revisione della legge 33/2003 sullaformazione che dovrò condividere con leparti sociali. A giugno dovremmo partireper il potenziamento del diritto allo studio;garantiremmo poi una legge organica cheva dall’ accesso allo studio, ai convitti, alleborse di studio, ai trasporti, sino al mondodella disabilità. Abbiamo sentito le associa-zioni degli studenti.

Sulla ricerca? Stiamo facendo l’acccordo quadro con isti-tuti di metrologia, innanzitutto l’IRRIM, per-ché tutto deve essere certificato. Verrannoad aprire qui centri di ricerca, i maggioriattori AGROBIOS, CNR, ENEA, e-Geossaranno presenti e parteciperanno ad untavolo di lavoro. La ricaduta, al di là delleleggi sui consorzi di sviluppo industriale,essendo a completamento le riforme deiconsorzi con ddl regionale, vanno nella pro-spettiva dello sviluppo industriale. Abbiamocercato di vedere quali sono gli assi di svi-luppo, la chimica verde, l’ automotive, l’energia alternativa, lo sviluppo e l’efficienta-mento energetico, i settori industriali, tuttociò che è l’agro in senso lato comprenden-do anche le acque; sino all’industria delmobile,industria culturale e turismo. Stiamocompletando le iniziative di reindustrializza-zione e attrazione di investimenti. Ci stiamomuovendo in questo senso, su due fronti,quello dell’ emergenza lavoro e disoccupa-zione; e quello della formazione, superandola logica della formazione per la formazione,passando a una formazione per il lavoro,ancorata alle professionalità necessarie ealla cittadinanza attiva, a cominciare dallaformazione nelle scuole, università etc.

Alcuni giovani si chiedono se ci siapossibilità di rimettere in moto i fondiresidui del progetto “Un ponte perl’occupazione”. Certo, però bisogna vedere come rimetterliin moto. Sin qui abbiamo visto formazioneper la formazione. Bisogna pensare, invece,a fare politiche attive, con le incentivazionialle imprese, in un sistema integrato.Questa è una regione che è stata moltovicina alla pubblica amministrazione. Oggiquesto non può più esistere; quando si dis-sociano domanda e offerta non si giunge

alla soluzione anche perché il lavoro nonc’è, non essendosi riavviate le imprese;bisogna incrociare politiche attive e passive;bisogna anche riformare nella logica diandare verso la creazione di agenzie dilavoro che mettano insieme politiche passi-ve e attive, come sta avvenendo inLombardia dove hanno attivato come dotedei vaucher ai giovani con cui pagano leagenzie per ogni giovane formato chevenga impiegato.

Un problema molto grave è determi-nato dal fatto che molti giovani, perstudio o già laureati, emigrano.

Su questo tema il problema non è che vada-no fuori i giovani ma che non siamo capacidi attirare giovani da fuori. Se un lucano vafuori, fa esperienze, la cosa è altamentepositiva; ma mi interessa che ci sia qui, incambio, un lombardo che spenda e facciaPIL. Non abbiamo, invece, una politica disviluppo; questa regione non è come laLombardia che ha un PIL maggioredell’Austria. Premesso che l’Università deveavere un contesto sociale, dobbiamo ricor-dare che noi formiamo p.e. tot numero diingegneri, per i quali non è garantito ladomanda. D’altra parte non si può pensaredi mettere il numero chiuso. Bisognaaggiungere che gli studenti hanno voluto ilTFA in loco anche per cultura e per evitarespese ulteriori, pur non essendoci un corsodi laurea in quella materia. Lo capisco, ma èdifficile che si possa fare tutto quiall’Università.

Il problema è però che, con i nostrigiovani, si ha anche un grosso trasfe-rimento di risorse economiche chemandiamo fuori e non torneranno. Certo però ricordo che addirittura negliIstituti europei di ricerca più importanti siinviano fuori gli studenti perché il metista-ge, l’incrocio di culture differenti, non haniente di uguale.

Noi lucani abbiamo mostrato di essereeuropeisti ma siamo preoccupati delrischio che si facciano le macroregioni.Cosa mi dice di questo progetto? Vorrei lanciare un Erasmus e un progettoche dia la possibilità che gli studenti possa-no studiare una disciplina in lingua. Sullemacroregioni è molto difficile rispondere.Comunque, non dobbiamo confondere iltermine regione, amministrativamente par-lando, la macroregione in senso ammini-strativo e quella che, invece, preveda lapossibilità di maggiore competitività, con-cordanza su scelte politiche fra più regioni,convergenza di obiettivi.

ma.to.

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ESSORE

RALI

Premio tra i più antichi e attesi. È giun-to alla trentesima edizione il Concorso“Fedeltà al Lavoro e Progresso

Economico”, organizzato dalla Camera diCommercio di Potenza. Un riconoscimentoin favore di imprese e lavoratori che sisono distinti nel proprio settore, contri-buendo in modo concreto al sostegno eallo sviluppo dell’economia regionale. Apremiare le sessanta realtà lucane PietroCampagna, il Viceministro dell’InternoFilippo Bubbico, il Vicepresidente delConsiglio Regionale, Paolo Galante, ilDirigente Generale della Presidenza dellaGiunta, Vito Marsico, oltre ai padroni dicasa, Pasquale Lamorte, Presidente dellaCCIAA potentina, e Patrick Suglia,Segretario Generale. Ma cosa significa questa menzione? «La

Camera di Commercio segnala coloro iquali, dipendenti e imprenditori, si sonoimpegnati per un’attività costante neltempo con grande merito riconosciuto. –afferma Lamorte – In un momento difficiledi crisi economica acuta che si prolunganel tempo, credo che la medicina piùopportuna sia infondere fiducia».Il leitmotiv della cerimonia è confermatodal Viceministro lucano: «Le difficoltà sonoevidenti. Questa occasione è utile per ren-dere omaggio a chi si è distinto dando ilmassimo di se. – espone Bubbico – Ed èuna possibilità per discutere. Dobbiamoagire. Perché la fase di recessione possaconcludersi servono politiche e interventipubblici capaci di alimentare la ripresa, diprodurre e generare nuovi investimenti percreare lavoro».

REPORTAGE

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Il lavoro oltre la crisiLa Camera di Commercio di Potenza premia sessanta tra imprenditori e lavoratori fedeli

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Vito Arcasensa: Gli imprenditori? Eroi dei tempi moderni

Ho provato una strana sensazione quando il Presidente della Camera diCommercio mi ha consegnato la pergamena per la cerimonia relativa alla sezio-ne “Progresso Economico” assegnata all’azienda di famiglia fondata cinquantaanni fa da mio padre.Proprio quest’anno ricorre il 50° anno di iscrizione alla CCIAA di Potenza della

Società ARCASENSA AGOSTINOs.a.s., operante nel settore dellecostruzioni pubbliche e private, non-ché nella produzione di calcestruzzi,lavorazione ferro per c.a. e, ultima-mente, nell’ambito turistico alber-ghiero.In realtà, mio padre già nel 1959,senza un centesimo di capitale macon tenacia e una grande voglia direalizzarsi, aveva dato origine a unaDitta individuale dedita alla realizza-zione di case coloniche per i conta-dini che all’epoca usufruirono di con-sistenti contributi statali grazie allariforma fondiaria.Avrei voluto far ritirare il Premio ai 4Agostino Arcasensa, nipoti del fon-datore scomparso prematuramentenel 1995, ma non è stato possibileperché non tutti erano presenti,

per ragioni di studio.Il motivo è di genera-re nella terza genera-zione degli Arcasensaun ulteriore impulsonel continuare a impe-gnarsi nell’azienda fon-data dal nonno perpoter ritirare, un giorno,un riconoscimento simile,casomai nel centesimoanno di attività. In ognicaso, spero che almenouna parte dei dieci compo-nenti della terza generazio-ne degli Arcasensa possaproseguire l’attività impren-ditoriale. Spero, inoltre, diriuscire a trasmettere loroquella grande passione, quellospirito di sacrificio e di lealtà

che mio padre ha tramandato in modocosì insistente a me e ai miei fratelli.Nel corso della cerimonia, tra i relatori che si sono succeduti, qualcuno ci hadefiniti eroi. Se si analizza il significato del termine “eroe” nell’era moderna sipuò sostenere che gli imprenditori di oggi hanno un coraggio straordinario egeneroso perché continuano, in qualsiasi settore, la propria impresa nonostan-te l’attuale situazione congiunturale.Sono, inoltre, consapevoli di dover sacrificare se stessi al solo scopo di proteg-gere le aziende e il lavoro di quanti sarebbero destinati a finire in mezzo a unastrada dopo decenni di ininterrotta attività, spesso, nella stessa ditta.Gli imprenditori, che non hanno solo la brama del guadagno, se riescono aincoraggiare le capacità di ogni singolo collaboratore potranno continuare asopravvivere e sperare in un futuro migliore.Occorre ricordare ai nostri amministratori politici che, da sempre, l’economiasenza imprenditori privati è destinata a un collasso lento ma sicuro. Invece, purtroppo, si rinvia lo sblocco dei pagamenti dei crediti alle imprese daparte delle Amministrazioni Pubbliche, queste ultime prese nella difinizionedegli organigrammi delle poltrone ancora da assegnare.

REPORTAGE

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N. COGNOME E NOME ANZIANITA' (in anni)

1 TANCREDI CARMELA 392 GIORDANO DONATO 383 GRUOSSO SALVATORE 384 LOGUERCIO MICHELE 36

5 COLANGELO GIUSEPPE DONATO ANTONIO 36

6 BISACCIA ROCCO 367 ONOFRIO MARIA ROSARIA 368 SALVIA ANNA 369 TROIANO PASQUALE 3510 VIGNOLA GERARDO 3411 STIGLIANI ANNA LUCIA 3412 DI BITONTO GIUSEPPE 3413 CATALANI MICHELE 3414 PIETRAFESA VITO 3315 MIGLIONICO ANTONIO 3316 BRIENZA LUCIANO POMPEO 3117 CASSINO PAOLO 3118 D'ANDREA GIUSEPPE 3019 SABIA LUIGI 2920 DE BARTOLOMEO CANIO 2821 SUMMA GIAMBATTISTA 2722 LAMORTE PASQUALE 2723 TANCREDI ROCCO 2724 RAMUNNO DONATO GIUSEPPE 2725 BECCE NICOLA 2726 PIETRAPERTOSA DANIELE 2627 MANCAZZO MARIA 2528 GRUOSSO MARIANGELA 2029 VERTONE ANGELA MARIA 2030 CIMINELLI GIUSEPPE 20

N. COGNOME E NOME ANZIANITA' (in anni)

1 CATAPANO SALVATORE 51

2 ARCASENSA AGOSTINO SAS 49

3 SOCIETA' TIPOGRAFICA EDITRICE SUD-SOCIETA' ARESPONSABILITA' LIMITATA S.T.E.S. - S.R.L. 48

4 POMARICO GIOVANNI E AVELLA BRUNO 46

5 LO BUONO MACCHINE AGRICOLE S.A.S. DI LO BUONO PASQUALE & C. 43

6 ASSOCIAZIONE AGRARIA AZIENDE CAFRA SOCIETA' AGICOLA SEMPLICE 42

7 VETRERIA ARTIGIANA DI D'ANDREA CANIO 42

8 FILITTI FRANCESCO 40

9 LOISI ARCANGELA MARIA 37

10 PAOLINO GERARDO 36

11 DE MARE S.R.L. 36

12 RICAMBI SUD S.R.L. 36

13 CIANI ROCCO 35

14 CIVIELLO NICOLA 35

15 GIANNINI PAQUALE 34

16 MENCHISE NICOLA MARIA 34

17 GREGORIO DONATO 30

18 ORTHO-BAS DI ALOISIO ANTONIO 30

19 PONZO MARIA 30

20 CASTEL PELLE DI SPADOLA ASSUNTA 29

21 REMOLLINO & LORUSSO S.N.C. DI REMOLLINO FRANCESCO ELORUSSO ANTONIO 29

22 FORNO DELLE SORELLE PALESE S.N.C. 28

23 PONPONIO ROBERTO 28

24 AGRICOM DI ALBINI FRANCESCO E C. 27

25 RUOTI MICHELE 26

26 MODRONE ANTONIO E C. S.N.C. 26

27 MA.BI.FARM. DI BITORSOLI FRANCESCO 26

28 LIOI SAVERIO 23

29 GRUPPO SUD S.AS. DI SABIA RAG. LUCIANO & C. 16

PREMIO PROGRESSO ECONOMICO 2014

PREMIO FEDELTA' LAVORO 2014

N. COGNOME E NOME ANZIANITA' (in anni)

1 GALOTTA CANIO 50

PREMIO ALESSANDRO GERALDI 2014

EPISTEME

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Leonardo CLAPS

Secondo le recenti ricerche sul mutuorapporto fra cervello e cultura risultache la cultura ha un decisiva influenza

sul cervello umano. I risultati delle ricerchedi un nuovo campo di indagine, denomina-to Neuroscienza Culturale, costituisconouna prova del fatto che il cervello umanonon è costretto dalla biologia in modo rigi-do e immutabile, ma è fortemente modella-to dalle esperienze culturali. Si può addirit-tura sostenere che la cultura può essereradicata nelle strutture neuronali. Questarelazione non è unidirezionale. Dagli studiemerge che il cervello può predisporre aduna certa influenza culturale, e la culturaincide in modo significativo sulla strutturabiologica del cervello. Ovviamente, se la cultura ha quest'impor-tante potenziale bisogna però distinguerefra i diversi significati e sensi di essa. Certo,la cultura è un insieme condiviso di idee,credenze, valori e pratiche che un certogruppo sociale ha scelto di adottare, inmodo più o meno consapevole, anche se,

come si sa dagli studi di AntropologiaCulturale, gli uomini non tendono a riflette-re sulla propria cultura, dandola per sconta-ta. In questo senso, si può parlare di cultu-ra valida, o di culture valide? Non si rischiaforse il pericolo dell'etnocentrismo? E sefosse possibile, secondo quali criteri possia-mo stabilire la validità di una cultura? Se lacultura incide seriamente sul cervello alloraè davvero importante riuscire a comprende-re in che senso una cultura può essere rite-nuta valida. In linea generale si può direche una cultura è valida se è adattiva, seserve per affrontare e risolvere i problemidella vita e della sopravvivenza. In partico-lare, in senso psicologico ed antropologico,una cultura è valida se consente lo sviluppodi importanti funzioni e capacità psichiche.In relazione alle neuroscienze è valida seconsente lo sviluppo del cervello. Insomma,una cultura valida davvero deve presentarealmeno due caratteristiche positive: favorirelo sviluppo e consentire l'adattamento. Gli esempi più volte presentati dei proverbi

in questa rubrica sono semplici e si posso-no affrontare senza richiedere eccessiviimpegni di studio. Ovviamente, del grandemondo culturale i proverbi costituisconosolo una piccola dimensione, non pernumero, perché in tutto il mondo se ne pos-sono contare a decine di migliaia, masoprattutto per la loro semplicità. Cometutti sanno, i proverbi sono brevi detti, pic-cole frasi, a volte anche solo di tre o quat-tro parole. Grazie a questa loro tipica carat-teristica si possono ricordare con molta faci-lità. Per quanto riguarda la loro interpreta-zione questa caratteristica di brevità puòtrarre in inganno e addirittura può dareadito ad interpretazioni sbagliare e fuor-vianti. Facciamo un esempio: La brutt' s'marit', la bell' rest' zit' (la brutta sisposa, la bella rimane zitella). A prima vista,come tanti proverbi, può sembrare con-trointuito, bizzarro, quasi un non senso. Seuna è brutta quali probabilità ha di sposar-si? Di solito ciò che è brutto alle personenon piace. Questo lo si sa per esperienza.

Il potere della culturaIl potere della cultura

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Invece una donna bella normalmenteattraente e ha molte occasioni di matrimo-nio. Ora, chiediamoci con tutta serietà: puòun proverbio essere così sciocco? Può anda-re così tanto contro l'esperienza comune?Quale valore culturale può racchiudere unastramberia del genere? Dobbiamo qui ricordare la tesi interpretati-va generale secondo la quale i proverbi ciinvitano a riflettere, ad esercitare il pensie-ro critico, a tirar fuori i significati nascosti,impliciti. Dopo un'attenta riflessione avremoquesto: la brutta sa bene che non ha moltepossibilità di matrimonio, lo sa per espe-rienza diretta, anzi sa pure che potrebbeessere sempre a rischio di maschi approfit-tatori con intenzioni tutt'altro che serie.Quindi si vede limitata, con poche speranze,costretta forse a decisioni estreme. La bellainvece sa per sua esperienza che ha e puòavere molti corteggiatori. Questo per lei èun dato di fatto, le accade veramente unacosa del genere, lo vede tutti i giorni. Maallora, se ha tutte queste opportunità, per-

ché il proverbio dice che rimane zitella? Laspiegazione è più che evidente: perché illu-dendosi per le molteplici possibilità rimaneimpigliata in un mondo di inutili fantasie,quindi non si decide perché nella sua vanitàpensa di sposarsi quando e chi vuole. Ma iltempo passa, le varie opportunità continua-no a confonderla e alla fine, quando gli annisono trascorsi, rischia che nessuno più lavoglia. Invece, la brutta è costretta a deci-dersi al più presto, quindi costretta dalla sualimitazione individua un uomo più o menobravo, più o meno serio e fa il passo finalee così vive e si realizza. Ecco il valore cultu-rale racchiuso nel proverbio: eccessive pos-sibilità comportano il rischio di sprecare lavita in vuote illusioni. Un valore culturale, se è davvero tale, nonpuò deludere. E i proverbi, in quanto pro-dotti culturali seri non deludono quasi mai.Solo, bisogna avere la pazienza di conside-rarli con pensiero critico e attenzione soste-nuta. In questo senso si deve ricordare chela cultura, quand'è davvero tale, richiede e

merita una considerazione particolare, e ciinvita così ad una meditazione profonda. Ilproverbio poco fa esaminato è ora chiaro eci ha trasmesso una piccola lezione di vita.Ma si può estendere il suo significato? Forsenasconde qualcos'altro? Vediamo. Se siintendono “brutta” e “bella” come metafo-re, allusioni, allora possiamo dire: chi siritiene “bello” in senso metaforico, pensan-do di essere onesto, giusto, intelligente,bravo rischia lo stesso esito della donna fisi-camente bella. Si illude di essere già a postocon la coscienza e quindi non si dà da fare.Infatti una persona del genere può facil-mente essere incline a pensare che se è giàonesto, intelligente, bravo perché maidovrebbe impegnarsi per dimostrare diessere ciò che presume? Qui la “bellezza” insenso metaforico non è altro che supponen-za e presunzione. Insomma, i prodotti culturali garantisconosempre lo sviluppo e l'adattabilità, ma acondizione che si abbia la pazienza di inten-derli e rispettarli in profondità.

La “Lucania”, aspra e suggestiva,decantata da Mario Trufelli, non senzavene nostalgiche, nell’omonima poe-

sia, rimane, nel pensiero del giornalista tri-caricese, la terra dove il “pane ha il saporedel grano”. In questa semplice, e per certiaspetti ovvia, affermazione poetica vi sonoalmeno tre questioni che, inevitabilmente,emergono quando si discute di pane. Laprima riguarda l’origine del prodotto. Direpane, senza nessuna specificazione, signi-fica, almeno nel contesto storico e geogra-fico mediterraneo, riferirsi al prodotto daforno, di colore bianco, ottenuto esclusiva-mente dalla lievitazione naturale dell’impa-sto di semola di grano. Come tale, essosimboleggia, senza distinzioni di religione edi razza, la vita stessa dell’uomo, la storiadell’umanità. Il pane, infatti, nella preghie-ra dei cristiani rimanda al corpo di Cristo,mentre nel mondo terreno identifica ilpotere, di vita e di morte, esercitato sullemasse popolari da chi ha il dominio dell’of-ferta. Non bisogna dimenticare che nelpassato, spesso caratterizzato da raccoltiscarsi e carestie prolungate, il controllo

EUREKA

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Ettore BOVE

Campo di patatenella montagnapotentina

LA RIVINCON LE P

NELLE ARE

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della produzione di pane è stato esercita-to, con balzelli assurdi, finanche sull’usodei forni. La storia, anche recente(Primavera araba), porta, però, a nondimenticare che l’aumento del prezzo delpane è stato all’origine di rivolte popolarisanguinose. La seconda questione rimanda ai tempimagri, durante i quali la produzione digrano è stata insufficiente a soddisfare ladomanda di pane. In queste situazioni, lacarenza di grano è stata compensata consfarinati di altri cereali. Quando, però, losquilibrio tra domanda e offerta di pane èapparso non risolvibile, la povera gente èstata costretta a ricorrere ad altri sostitutiche hanno interessato castagne (pane deiboschi), legumi, ghiande, radici e, forse,addirittura segatura. Naturalmente, conquesti ingredienti più che di pane occorreparlare di veri e propri intrugli di colorescuro. La possibilità di “tagliare” la farina digrano con dei surrogati migliora con la sco-perta dell’America poiché sulla scena euro-pea compaiono granoturco e, molto tempodopo, patata. Vecchio forno

CITA DEL PANEPATATE

E INTERNE LUCANE

La terza questione della riflessione poeticadi Trufelli rimanda al mondo d’oggi, nelquale la globalizzazione dei mercati ha let-teralmente inondato i grandi negozi, senon le panetterie, di pagnotte precotte esurgelate, anche proveniente dall’estero,imbottite di grassi e di additivi, nel tentati-vo di standardizzarne la produzione e diridurne i costi; prodotti che non hannonulla da spartire con il detto popolare“buono come il pane”. Anzi, tra i consuma-tori interessati a conoscere quantomenol’origine del cibo, si consolida l’opinioneche le procedure di panificazione, spessotruffaldine, basate sulla contrazione deitempi di lievitazione, e le agguerrite cam-pagne pubblicitarie in favore di discutibilisurrogati del pane, falsamente dietetici,siano responsabili dell’emergere crescentedi intolleranze alimentari e allergie.In questo sintetico quadro panificatorioglobale, va’ collocata anche l’atavica mise-ria contadina lucana. Qui, in terra diBasilicata, la modalità di approvvigiona-mento del pane si è sviluppata essenzial-mente seguendo due modelli. Il primo èstato quello del territorio arido collinareche si spinge con continuità fin dentro levaste aree cerealicole pugliesi. In questanuda realtà territoriale, la produzione dicereali, con in testa il grano duro, si è man-tenuta sempre al di sopra dei consumi. Agiugno, gruppi di contadini delle zoneinterne montane partivano, percorrendosentieri impervi, per fermarsi, dopo ungiorno di cammino, nelle grandi tenute amietere grano. Alla fine della mietituraritornavano nelle povere case con dellegrosse pagnotte (panedde) che facevanola felicità dei famigliari affamati. Diverse

persone anziane dell’Alta Val d’Agri ricorda-no quei momenti per sottolineare il gustodolce che, a causa dell’aggiunta di favemacinate alla farina di grano, aveva il paneproveniente da lontano, e la cronica penu-ria di grano. A partire dalla Montagna diAvigliano, lungo tutta la catena appennini-ca, fino al Pollino, era una lotta quotidianaper procurarsi pane. La fame spingeva icontadini a coltivare grano anche in luoghiimpossibili, spesso assediando superficipascolive e boschive. La sopravvivenzadelle persone rimaneva legata alla bontàdei raccolti dei cereali che solo nelle anna-te favorevoli arrivava a sfiorare otto quin-tali per ettaro. Di conseguenza, i contadinierano costretti a rimediare alla cronicacarenza di pane miscelando farine diverse.Nei periodi più neri, però, si arrivava adapprezzare anche il duro pane di maisnostrano e l’immangiabile ammasso rossa-stro ricavato dal sorgo (pane di meliga). Al di sopra di queste granaglie, non pro-priamente panificabili, si collocava il “panecon le patate” anche se esso rappresenta-va, nel regime alimentare dei ceti rurali,comunque un malgradito ripiego al tantoagognato pane bianco. La solanacea, tut-tavia, nonostante sia arrivata, dall’America,nell’area mediterranea alla fine del ‘500,rimase, come il pomodoro, per quasi duesecoli una curiosità botanica da osservarenei giardini reali. In realtà, il tubero, princi-pale fonte di sussistenza di gran parte dellepopolazioni precolombiane, è, quando nonè proprio inviso, a lungo ignorato poiché,come rileva lo storico dell’alimentazioneFlandrin, ritenuto “cibo da maiali”. Ancoraoggi, ovviamente non senza umorismo,quando si accenna a piatti a base di pata-

te, le persone anziane della montagnalucana non si trattengono nel rimarcare,sorridendo, che il tubero fa bene ai porci;altrove (Tito), si dice che faccia “abbotta-re” (ingrassare) i piedi. Quando alla finedel ‘700, grazie al francese Parmentier, ladiffidenza degli europei verso la pianta diorigine andina si attenua, la patata trovaspazio, come materia prima o ingrediente,anche nella produzione di pane.Alla diffusione della coltura sudamericanasulle terre montane lucane, contribuiscesicuramente il raffinato cuoco, di formazio-ne napoletana, Vincenzo Corrado che alcu-ni prima di pubblicare il “Trattato dellePatate per uso di cibo”, nel 1798, avevavisitato, annotando le curiosità alimentarilocali, diversi Paesi appenninici dellaBasilicata. In effetti, le prime notizie sullapresenza della coltivazione della patata suimonti lucani risalgono ai tempi di Corradoanche se i dati sulle superfici occupate arri-veranno oltre un secolo dopo. I dati delCatasto Agrario del 1929, infatti, indicanoche nel periodo fascista la patata è diffusasu tutte le zone più elevate dell’Appenninolucano.Nei ricordi delle persone anziane si ritrova-no le fasi della preparazione del pane conle patate che, sebbene ritenuto un alimen-to per miserabili, rappresentava momentidi socialità e di aggregazione del vicinato.La panificazione domestica, di pertinenzaesclusivamente femminile, iniziava conl’acquisizione del lievito madre (crisci) che,ritenuto tipico “bene comune”, passava dauna famiglia all’altra. In questo modo, lapasta rifermentata si rigenerava continua-mente senza andare a male. Il grano eramacinato nei tanti mulini ad acqua lascian-

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Patate prontel’impasto

done parte come compenso al mugnaio.Gli anziani sostengono che con l’entrata infunzione dei mulini elettrici, la qualità dellafarina sia calata, poiché messa a confron-to con quella ottenuta nei mulini con lamacina in pietra appare “bruciata”. Laquota di patate, preventivamente cotte esbucciate, utilizzata per ogni infornatavariava a seconda della disponibilità dellafarina di grano. A San Severino Lucano,dove la capacità dei forni arrivava a conte-nere fino a 30 kg di pane, le patate rappre-sentavano un quarto dell’impasto. Nellecampagne di Marsico Nuovo (Pergola),l’impasto tipico era costituito da 10-12 kgdi farina e uno di patate. A Laurenzana,come pure nella zona del Marmo, la com-binazione ottimale stabiliva che il preziosotubero americano fosse presente nellamisura del 10%. A Paterno, l’infornataclassica prevedeva 3 kg di patate e 15 kgdi farina. Nelle numerose frazioni diAvigliano, l’apporto delle patate all’impastoarrivava a superare addirittura il 30%.Il rituale della preparazione, che seguivaregole consuetudinarie consolidate, preve-deva la lavorazione a mano dell’impasto,costituito da lievito, farina, patate calde,acqua e sale, in un grosso contenitore dilegno (fazzatora) e la formazione di panidal peso variabile da uno a cinque kg. Altermine della lavorazione, le pagnottevenivano avvolte in panni puliti e sistema-te in un luogo caldo sotto delle coperte, ilcui numero variava con la temperatura, elasciate a lievitare per alcune ore. Il fuoconel forno era assicurato da legna seccaraccolta nei boschi nel periodo estivo. APaterno venivano utilizzati prevalentemen-te rami secchi di faggio (frascedde) pre-senti in abbondanza nelle terre comunali.Per pulire il forno dalla cenere si utilizzavaun lungo ramo stretto alla sommità da unmazzo di spighe di segale o, più raramen-te, di sorgo, conosciuto, a seconda dellezone, come “mùnnul (Paterno), mùoccul”(Pergola), o da un panno, chiamato “scùo-pulo” (San Severino Lucano).Per saggiare la temperatura del forno, unasorta di cupola costituita da pesanti matto-ni refrattari si impiegavano delle sottilifocacce (pizze), dette “pitte” a SanSeverino Lucano, e, come a Paterno, deipiccoli panini chiamati “sccanatiedd”. Lefocacce, che mettevano in agitazione ibambini, spesso si coprivano, prima diinfornarle, con ingredienti che andavanodalle fette di pomodori non pelati (pizzacon le scaglie), ai peperoni piccanti, allasalsa di pomodoro, al formaggio grattugia-to, alle “frittole” di maiale. Prima di ada-giarlo sul fondo rovente del forno, utiliz-zando un’elaborata pala di legno, sul panesi tracciava una croce o, come a SanSeverino Lucano, tre tagli laterali, probabil-mente come segno di benedizione Permantenere costante e alta la temperatura,l’apertura del forno veniva chiusa con unapposito coperchio di ferro. Di tanto in

tanto, il coperchio era rimosso per control-larne il processo di cottura, avendo peròcura, come tutt’ora avviene a Pergola, difarsi il segno della croce. Dopo esserestato sfornato, il pane, che si conservavasoffice e fragrante per almeno una setti-mana, si baciava e si “faceva assaggiare”alle persone bisognose del vicinato e alledonne in attesa. Ad ogni modo, il grossodell’infornata rimaneva, per giorni, se nonsettimane, al centro dell’attenzione dellafamiglia da solo (pane e pane) o accompa-gnato a verdure tradizionali (cipolla), sal-sicce coperte di sugna, estratte con le ditadal vasetto o dalla vescica, e fette di lardo.Di questo sofferto rituale rimane ben poco,se non vecchi forni, semplici utensili ericordi che conservano i riflessi di antichepaure legate alla mancanza di pane. Daqualche anno, tuttavia, sono nate iniziati-ve, spontanee, che si pongono l’obiettivodi dare dignità al “pane con le patate”, il“pane dei cafoni”. Un po’ ovunque nellezone montane della Basilicata si riparanovecchi forni, si puliscono arnesi e, soprat-tutto, si trasmette a giovani ragazze l’arte,perché di questo si tratta, di “fare il panecon le patate”. Esiste, tra l’altro, un merca-to, sebbene di nicchia, in cui si manifestala disponibilità a pagare una pagnotta di 4kg di questo “pane inferiore” ben 10 euro.Ultimamente alcune panelle, prodotte aLaurenzana, hanno varcato i confini nazio-nali spuntando prezzi di un certo interesse.Merita di essere sottolineato che quandoritornano famigliari emigrati e in occasionedi eventi importanti si usa fare un’inforna-ta del particolare pane. C’è anche da direche sotto il profilo eminentemente econo-mico esiste la convenienza a produrrepane con l’aggiunta di patate all’impastodi farina. Occorre tener presente che perottenere 20 kg di questa tipologia di pane,collocabile sul mercato a non meno di 2,5euro a chilogrammo, si sostengono, trapatate (3 kg) e farina (15 kg), meno di 15euro. E’ del tutto evidente che se allematerie prime si aggiungono le speseenergetiche, il giudizio sull’attività di pani-ficare patate e grano non cambia affatto.Di conseguenza, la tradizionale sfornata di20 kg di pane con patate, dal valore dimercato di almeno 50 euro, è in grado diben remunerare il lavoro richiesto. Al fine di consolidare questo interessantelivello di margine lordo del pane con pata-te occorre, però, arricchire la filiera, dicerto a km zero, quantomeno di contenutisalutistici, dando particolare visibilità a unprocesso produttivo che per come si arti-cola è da ritenersi, nell’accezione più largadel termine, senz’altro sostenibile. Di con-seguenza, non sarebbe male informare ilmercato, magari iniziando dalle mensescolastiche, che il povero pane con patatedelle zone interne lucane costituisce un ali-mento tradizionale rispettoso non solo del-l’ambiente ma anche dei diritti del consu-matore moderno.

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Utensili storici per la panificazione

Pane appena sfornate

Sguardi e visioni, creatività e raccontiattraverso parole, fotografie, fumettie video per scrivere il racconto col-

lettivo della Basilicata. È questa la finalitàdi Paesaggi Lucani, un progetto di VisioniUrbane che avrà il suo culmine con laSummer School della Scuola del Viaggio a

Matera dal 3 al 10 agosto prossimi. Unostorytelling destinato a chi vive la nostraregione e a chi la attraversa di passaggio,capace di generare reti e relazioni, emo-zioni e condivisioni in una regione ancorada scoprire. Con Stefania Clementeabbiamo parlato di questa modalità inno-vativa di marketing territoriale e dellenarrazioni dei viaggiatori.

Presentaci Paesaggi Lucani. Da chi eperché nasce l’iniziativa? Paesaggi Lucani nasce da Diotima srl, IlVagabondo, Scuola del Viaggio, SimbdeaLab e Formapi con un’idea ben precisa:raccontare la Basilicata grazie a unmodello innovativo di marketing territo-riale, armonico e partecipato, 2.0, basatosulla narrazione dei luoghi da parte di chici vive, ci ha vissuto o ci è semplicemen-te passato. Insomma, un viaggio oltre i

cinque sensi, fatto di scritture, immagini,narrazioni creative, nuove tecnologie perraccontare la Lucania. Stiamo organizzan-do seminari, laboratori e workshop sulcampo dedicati a operatori turistici, stu-denti, artisti, cittadini interessati a narra-re in modo originale e professionale ilproprio territorio.

Cosa è emerso finora? È emerso che i lucani hanno voglia di rac-contare la loro terra con le loro emozioni.Ricevo quotidianamente mail di giovani,di studenti fuori sede che hanno saputodel progetto e chiedono come far parte diquesto grande racconto collettivo.

In che modo si può raccontare unluogo attraverso i nuovi media? Cambiano i mezzi ma non cambia lasostanza. I nuovi media sono un suppor-

Paesaggi LucaniUn viaggio nei luoghi dell’anima

EUREKA

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Albina SODO

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to, un modo per avere visibilità immedia-ta ma quello che si racconta non è cam-biato e le sensazioni si rinnovano.

Una definizione di storytelling? Piccoli incontri emozionali che generanostorie d’amore. Non sarà una definizionepiena di tecnicismi ma una storia cos’è senon una catena di emozioni?

Oggi il viaggio è emozionale edesperienziale? Non potrebbe essere altrimenti. Le desti-nazioni turistiche che sanno trasmettereemozioni sono quelle che lasciano ilsegno nei visitatori. Mi piace dire che labellezza ci salverà!

Come valuti il turismo in Basilicata?Da “La Basilicata non esiste” siamo a“Basilicata, bella scoperta”, mi sembra già

un ottimo passo in avanti. Matera sta cre-scendo molto e i dati lo confermano,.Manca una vera rete tra gli operatori,momenti di crescita e confronto per darevita a fenomeni virtuosi che sono neces-sari per una destinazione turistica cosìgiovane.

Quanto è importante la coabitazionetra abitanti e turisti? Fondamentale. Gli uni sono complemen-tari agli altri. In uno studio che ho con-dotto recentemente mi sono occupataproprio di questo e oggi, collaborandocon Borghi Autentici d’Italia, vedo sempredi più che l’ospitalità non è solo degli ope-ratori turistici ma di ogni cittadino felice diavere turisti e poterli accogliere. Questoperò è naturale, il rischio è sempre ilfenomeno Venezia o Riviera Romagnola.In Basilicata vorrei un turismo lento, non

invasivo ma pervasivo che porti benesse-re economico e crescita sociale.

Quando si parla di turismo si pensaal pubblico. Come vedi il ruolo delleimprese e dei privati? I privati devono fare la loro parte, il pub-blico da cabina di regia. Credo sia finito iltempo di aspettare che le istituzioni sianobraccio e mente. I singoli operatori hannoormai occasione di confrontarsi, suppor-tarsi, creare sinergie. D’altronde bastaguardare le realtà italiane che produconoeccellenze come Trentino, Puglia,Toscana. Lì c’è un mix di pubblico e priva-to e i risultati sono ben evidenti.

Paesaggi Lucani sostiene Matera2019? Paesaggi Lucani nasce da Visioni Urbane,un bando della Regione Basilicata. Ilsostegno alla candidatura è praticamenteconnaturato. Chissà che il nostro raccon-to collettivo non sia un punto di forza!

La Scuola del Viaggio nella città deiSassi, dacci delle anticipazioni.Non vediamo l’ora. Abbiamo avuto unassaggio con un laboratorio di scritturacreativa, I luoghi dell’anima, condotto daGuido Bosticco e siamo andati in over-booking. Abbiamo lanciato la prima fasedi un racconto collettivo 5x5x5 - I tuoiPaesaggi Lucani, un’anteprima dellaSummer School che si terrà a Matera dal3 al 10 agosto. Come descrivertela? Tidico solo che ho partecipato all’edizione2012 della Scuola del Viaggio che quel-l’anno si è svolta proprio a Matera. Dopoquella settimana ho deciso di tornare avivere in Basilicata, dopo dieci anni in giroper l’Italia.

Info su: www.paesaggilucani.it

Lavoradio non è soltanto una rubricaradiofonica ma una sfida culturale, unnuovo modo di raccontare il lavoro.

Con l’ideatore, Vito Verrastro, abbiamoripercorso le competenze professionali piùrichieste, dalla creatività alla reputazione,dall’ascolto alla resilienza; tratteggiatol’importanza del diventare imprenditori dise stessi e curiosato tra i suoi prossimi pro-getti.

Vito presentaci Lavoradio.Nell’estate del 2012, di fronte all'ennesimotg catastrofico, mentre spiegavo ai mieifigli che quella era solo una parte dellaverità, ho pensato di spegnere la tv e ditornare a fare radio. Volevo rimettermi ingioco, ripartendo dalla Basilicata e dalSud, dove abbiamo bisogno di far postoalla proattività e all'imprenditività. Da quil’idea, condivisa dalla collega Angela DiMaggio, di immaginare un format radiofo-nico che guardasse al lavoro “che c’è o chesi può... inventare”. Volevamo raccontare iprotagonisti di un’Italia che non si arrende,

che le persone possono fare la differenza.Tutto ruota intorno al concetto di opportu-nità: oltre alle storie di impresa distribuia-mo “pillole” motivazionali, news, informa-zioni in ambito europeo. Attualmente tra-smettiamo su quattro radio che copronoparte del Sud fino alla provincia diMessina, e abbiamo una nutrita commu-nity su Facebook e Twitter.

La storia e il personaggio che ricordiparticolarmente?Le cose che restano sono quelle legate agliesordi, alle prime puntate. A tenere a bat-tesimo Lavoradio fu, tra gli altri, GuidoMartinetti, cofondatore delle gelaterieGrom. Un impero multinazionale che fattu-ra diversi milioni di euro, nato dal coraggiodi due amici e da un investimento di60.000 euro. Poi arrivò l’informatico che siè reinventato cake designer, l’universitariache ha ideato un servizio di baby taxi ecentinaia di altri casi straordinari. La galle-ria è ampia, si può scoprire su sound-cloud.com/lavoradio.

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LavoradioPer chi cerca un lavoro e per chi se lo vuole

Come cambierà il mercato del lavo-ro? Linkedin ha pubblicato di recente un'inda-gine secondo cui le 5 professioni che sonoaumentate negli ultimi 5 anni, 5 anni fanon esistevano e fra 5 anni, probabilmen-te, non esisteranno più o si evolveranno.Due esempi pratici: se oggi i profili legatial web sono vincenti, perché non andare aconoscerli su skillprofiles.eu, per poi fre-quentare un percorso ad hoc? E invece, sesi ha una formazione da personal trainer eil mercato mi dice che la zumba fitness èuno dei nuovi trend, perché non specializ-zarsi su questa moda e portarla nel propriocontesto locale? Letto così, il mercato dellavoro ci farà scoprire tanti vuoti chepotranno diventare opportunità, per pre-pararsi a un domani in cui lo stipendio lodovremo probabilmente “assemblare”,lavorando su più fronti.

I settori che riservano maggioriopportunità? La specializzazione è richiesta dappertutto,anche nei profili più bassi. Gli ingegnericontinuano a essere i professionisti piùrichiesti. C’è poi un grande fermento intutto quello che è Ict: dagli sviluppatoriinformatici agli esperti della reputazioneonline; dai social media manager ai crea-tori di contenuti. Continuano a generareposti di lavoro la green economy, i servizialla persona, le attività legate all’elimina-zione del digital divide. Perché oggi tuttivogliono essere smart, dai bimbi aglianziani. Cosa significa? I ragazzi devonoimparare a riconoscere i propri talenti, acurare la propria immagine (personalbranding), a comunicare in pubblico e inmaniera efficace. E, ovviamente, a parlarel’inglese un po' come se fosse l’italiano,perché le possibilità di trovare lavoro

aumenteranno in maniera esponenziale.

Quanto è diffuso tra i giovani il "fareimpresa"?I dati statistici rivelano che al Sud e inBasilicata aumentano le imprese giovanili(quelle guidate da under 35 o con unamaggioranza di soci sotto i 35 anni) equelle femminili. Leggendo tra le righe, siscopre che molte sono generate da sceltedi ripiego, dovute alla mancanza di lavorodipendente, e quindi il rischio di fallimentodiventa alto. Fare impresa è una “missio-ne”: bisogna far fronte a ostacoli burocra-tici, sgomitare per farsi largo, sapere chela tassazione è alta, che gli orari di lavorosono lunghissimi e che si dovrà lavoraretanto prima di raccogliere risultati. Tuttoquesto è ancora più vero se parliamo distartup (imprese ad alto tasso di innova-zione). Tuttavia, il peggiore errore che sipossa fare è restare fermi. Provarci, con lagiusta convinzione, è sinonimo di impren-ditività.

Parliamo di innovazione per le impre-se. A che punto siamo in Basilicata? Molti strumenti nati negli ultimi anni inregione tendono a sostenere l’innovazio-ne. Basilicata Innovazione e SviluppoBasilicata contribuiscono a diffondere que-sto verbo, così come il sistema camerale,quello universitario, quello dei centri diricerca. L’asse del pubblico mi sembra siaorientato a sostenere i processi innovativie sul fronte privato l’accelerazione è dav-vero forte. Purtroppo, però, scontiamo untessuto imprenditivo di piccole e microimprese in cui il nanismo, la sottocapitaliz-zazione sono degli handicap, in un merca-to globale in cui si salva solo chi innova echi esporta.

Lavoradio si rivolge ai ragazzi nell'u-

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inventare

so consapevole della rete e dei social.Il tuo consiglio per gestirli al meglio? Ogni canale ha un suo target, una suagrammatica, e va utilizzato sapendo a cosaserve. Troppe volte una frase scritta consuperficialità o un’immagine sbagliata opostata “per gioco” potrà precludere uncolloquio o una selezione. Il consiglio è diutilizzarli con un comportamento positivo elineare. L'orizzontalità della rete è unaimmensa opportunità; se si vorrà imprime-re una svolta occorrerà anticipare questiprocessi dai banchi di scuola.

Grazie a Lavoradio il Digital Festivalha fatto tappa al sud: una bella espe-rienza? Quando ho incrociato Stefano Saladino,imprenditore bergamasco e ideatore delDigital Festival, mi sono chiesto perché l'e-vento dovesse essere confinato al Nord.Del resto, di lavoro e digitale qui abbiamoun estremo bisogno. Gli ho chiesto, perciò,di sperimentare un format al Sud ed ènato un incontro realizzato all'Hub di Bari,in cui abbiamo parlato ad un centinaio digiovani di personal branding, storytelling,social network, alternando lezioni e rea-ding musicali sul tema del lavoro, per crea-re impatto emozionale. Stefania Clemente,consulente turistica, ha poi sperimentatouna Storytelling Night” e un social eating(altri eventi collocati nel solco del DigitalFestival) a Matera, con ottimi risultati.

Verso quali progetti si sta indirizzan-do Lavoradio?Quando abbiamo creato il magazine,abbiamo pensato alla sua missione socialee non a qualcosa che generasse business.Ora vorremmo iscrivere questo percorso

virtuoso nell'alveo dell'innovazione sociale,creando le condizioni perché un gruppo digiovani lucani dalle diverse competenze(giornalisti, grafici, tecnici audio, esperti disocial network) possa creare progetti edeventi legati al tema del lavoro che c'è oche si può inventare. La formula diLavoradio ha creato un prodotto “live”:Jobbing Fest, che la Regione Basilicata hascelto come Giornata 2013 del FondoSociale Europeo e che è arrivato in finaleal prestigioso Sodalitas Social Award (ilpremio italiano per la responsabilità socia-le di impresa) come uno dei cinque pro-getti più importanti per indirizzare i ragaz-zi all'autoimpresa. Al Jobbing Fest abbia-mo incontrato 500 ragazzi delle scuolesuperiori, presentando casi di successo

locali e ospitando attori, rappresentantiistituzionali. Ognuno ha condiviso unpezzo di sé e della propria esperienza:abbiamo utilizzato video, musica, tecnolo-gia, e abbiamo approfondito temi sul cur-riculum, sui social network, sulle nuoveprofessioni del web in appositi workshop.Il magazine, nelle nostre intenzioni, dovràvarcare i confini del Centro e del NordItalia, posizionandosi su altre emittentiradiofoniche per allargare il bacino diascolto e creare un circuito nazionale.Siamo appena partiti e non abbiamo alcu-na voglia di porre dei limiti agli orizzonti daesplorare.

Per info: www.lavoradio.ital.so.

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Lasciati guidare da My Basilicata

La nuova applicazione “My Basilicata”consente di scoprire le bellezze lucane.Dall’idea di una giovane impresa luca-

na, la “Gieffe Services” di Gerardo MariaFucci, sviluppatore della app, è nata unaguida turistica mobile per quanti voglianovisitare la nostra regione. Come ci spiegaFucci: “L’iniziativa nasce per dare la possi-bilità di far conoscere la Basilicata ai lucanie ai turisti utilizzando il proprio smartpho-ne. L’app fa parte di una rete nazionale diguide turistiche per dispositivi mobili, conun pubblico di oltre 200.000 utenti i qualipossono condividere, in tempo reale, leinformazioni pubblicate in altri territoriquali, Roma, Venezia, Palermo, Treviso,Praga, Lisbona”.

“My Basilicata” rientra in un progetto ambi-zioso che vede impegnata la “GieffeServices” nella realizzazione di app ancheper il Cilento, la Puglia e la Calabria, e hacome obiettivo quello di raggiungere unpubblico locale di 3 milioni di persone eoltre un milione di turisti provenienti datutto il mondo. Il tutto attraverso azioni dipromozione territoriale, partecipazione afiere, eventi nazionali ed internazionali,road show, installazioni pubblicitarie per-manenti in luoghi di particolare affluenza einteresse, azione di co-marketing. Secondouna ricerca dell'Osservatore MobileInternet Content Apps del Politecnico diMilano, 22 milioni di italiani navigano sulWeb e il mobile internet è aumentato del

53%. “Questa applicazione -spiega Fucci - non vuole innessun modo sostituire laclassica azione di promozio-ne del territorio, ma affian-carla utilizzando l’immediatez-za dello strumento. Dobbiamopensare che oggi Il 41% degliitaliani è dotato di smartphone,sempre accesi e a portata dimano; l'84% cerca informazionisui prodotti e sui servizi, quindi loutilizza come importante punto diaccesso; il 92% invece cerca infor-mazioni già localizzate. Il mercatodelle app per dispositivi mobili è inforte espansione quindi bisogna stareal passo con i tempi.” Non si può immaginare un mondosenza app. In 15 giorni l’app è statascaricata oltre 500 volte. Un buon risul-tato se si considera che non è stata atti-vata, al momento, nessuna forma di pub-

blicità. Completamente gratuita, l'appli-cazione, compatibile con i principa-li sistemi operativi per smartphonee tablet (Apple, Android e altricompatibili con tecnologiaHTMLS5) sarà, a breve, disponi-bile anche in tedesco e inglese.Per tutti i modelli di smartphone,non basati su piattaforma Appleo Android, l’app è accessibileattraverso il browser del propriosmartphone o sul web all’indi-rizzo www.mybasilicata.it “My Basilicata” propone solu-zioni per l'accoglienza, loshopping, i trasporti, le offer-te, lo sport, i servizi, gli even-ti, le news e il meteo. Inoltre,permette di utilizzare l'appli-cazione in modalità offline.L'utente potrà consultare icontenuti e vedere le attività

in base alla propria posizionegrazie alla mappa off line. Un’app dallanavigabilità semplice e intuitiva. Tutte leattività, suddivise per categoria, sono ordi-nate per rilevanza e vicinanza all'utente.Dalle categorie è possibile visionare leschede e la relativa posizione sulla mappa.Mediante il sistema Amerigo, agli inserzio-nisti è offerta la possibilità di personalizza-re i contenuti e la grafica, mentre gli uten-ti possono prenotare camere d’albergo,tavoli ai ristornati, visite guidate, degusta-zioni in cantina, ingressi a musei e acqui-stare biglietti per eventi attraverso l’app.

Per info www.mybasilicata.it

https://itunes.apple.com/it/app/myb a s i l i c a t a - g u i d a - d e l l a -basilicata/id852305945?mt=8

https://play.google.com/store/apps/details?id=com.wami.mybasilicata

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C’è voluto un intero anno per comple-tare il progetto, dall’ideazione, allaricerca del cast e dei set fino al mon-

taggio definitivo con gli effetti e le musi-che, ma alla fine “Protocollo S” ha visto laluce. Il termine della lavorazione e l’anteprimadella prima delle quattro puntate sonostati presentati al pubblico, agli enti e allastampa nel corso di una serata, lo scorso11 giugno nella Cappella dei Celestini aPotenza. Sono intervenuti ParideLeporace, direttore della “Lucana FilmCommission”, che ha da subito compreso ilvalore e la portata del progetto cinemato-grafico e Ugo Maria Tassinari, responsabi-le dell’Azienda ospedaliera San Carlo.L’ospedale cittadino, insieme al Comune diPotenza e all’Acquedotto lucano, oltre adalcuni privati e attività commerciali, hannofornito i principali set per le riprese.

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Simona BRANCATI

“Protocollo S”approda sul webFinalmente on-line il seriale creato per larete, cento per cento made in Basilicata

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Ospite a sorpresa nel corso della presenta-zione, il neoeletto Sindaco della città DarioDe Luca, al suo primo giorno ufficiale. Ilprimo cittadino ha assistito all’intera pre-sentazione ed è rimasto affascinato dall’in-traprendenza del gruppo di giovani coin-volti e dalla qualità del lavoro finito. Hagarantito l’attenzione e il supporto alla cul-tura nel corso della sua avventura allaguida del capoluogo.La serie thriller/fantasy creata per la retescritta e diretta dal regista Felice Vino, hapotuto contare sulla partecipazione e l’im-pegno di una trentina di professionistilucani, che credendo in un progetto coralesviluppato esclusivamente sul territorio,hanno deciso di lavorare gratuitamentealla sua realizzazione. Fare rete e dimostrare le proprie capacitàsono state le parole d’ordine che hannoaccompagnato il lavoro sin dalle prime bat-tute.Tra i componenti del cast, l'aiuto registaStefano Pastore che ha lavorato anche sulset de La Grande bellezza e l'attore prota-gonista Mauro Conte, che, sta attualmen-te avendo grande successo con film"Fratelli minori" di Carmen Giardina. La web serie racconta la storia di Marco,un uomo affetto da un male incurabile chetenta in extremis una cura sperimentale;da quel momento la sua vita cambia.Contemporaneamente, l'azienda che sioccupa della gestione delle acque cittadinedeve affrontare una misteriosa minaccia.

Ecco il cast: GiovanniAndriuoli, Camillo Ciorciaro, Mauro Conte,Mimmo Conte, Luciana Nella, SimonaPace, Beppe Viggiano, Marco Lichinchi(comparsa speciale).Dal 12 di giugno la prima puntata diProtocollo S è on-line sul canale youtubeed ha avuto in un mese oltre 2.000 visua-lizzazioni. Numerosi nelle prime settimane, i compli-menti al regista e a tutto il cast tecnico eartistico ricevuti da semplici spettatori eaddetti ai lavori. La prima grande soddisfazione è arrivata apochi giorni dalla pubblicazione della pun-tata: il seriale è stato infatti selezionato perpartecipare alla seconda edizione di CampiFlegrei Web Fest che si terrà in Ottobre.Chi ha apprezzato la prima puntata ed ècurioso di seguire gli sviluppi della vicendae l’evoluzione dei personaggi, potrà vede-re la seconda entro la fine di luglio. Le altredue nei mesi successivi, a completare laserie zero di un progetto di nuova genera-zione, legato fortemente al territorio pergli artisti, le maestranze e le ambientazio-ni, ma decisamente proiettato al futuro econ un respiro internazionale. Le web series, già una realtà affermata inAmerica, sono infatti l’ultima frontiera dellasperimentazione in campo cinematografi-co. Protocollo S è stato scritto e direttoguardando appunto a questo nuovo lin-guaggio, immediato e sempre accessibile,quale quello della rete.

I set e la fotografia sono volutamente perla maggior parte freddi ed essenziali esono stati scelti tra tanti perché non fossepossibile attribuire una precisa connotazio-ne geografica alla storia. Questa potrebbe svilupparsi in un luogoqualsiasi, in una qualunque città dell’occi-dente con grandi uffici, laboratori moderni,scale mobili e case domotiche. La diffusione tramite internet permette diabbattere i costi, inoltre la fruizione trami-te pc, tablet e smartphone garantisce diarrivare ad un target che non ha limiti dietà, né geografici.E’ per questo che l’intero seriale verrà sot-totitolato in lingua inglese e spagnola.In un’era che va veloce, a volte troppo, incui ogni prodotto viene consumato vorace-mente, il paradosso da sfruttare è che leproduzioni nate per il web, che vivono nelweb, restano lì per sempre e continuano aesistere, a crescere, e possono essereimmediatamente ritrovate e riscoperte.Più che un sogno e un lavoro sperimenta-le, Protocollo S ha rappresentato unasfida. Dimostrare che, nonostante le resi-stenze, i pregiudizi e la rete delle relazionia bassissimo grado di separazione, quandoun progetto è valido e chi ha dichiarato divolerne far parte, si dedica ad esso conserietà, passione e dedizione, i risultatiarrivano. Con più fatica, più impegno euna dose tripla di determinazione. Perquesto però, alla fine, con soddisfazionemultipla.

Foto Gianfranco Vaglio

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L' itinerario si svolge all'interno delParco Nazionale del Pollino, che siestende tra i confini amministrativi di

Basilicata e Calabria. Si compone di trediversi massicci montuosi che, tra il MarIonio e il Mar Tirreno, si levano fino allequote più alte dell'Appennino meridionale:il Massiccio del Pollino, i montidell’Orsomarso e il monte Alpi. Il Piano di Campotenese, ad una quotapiù bassa, separa il Massiccio del Pollinodai Monti di Orsomarso che si levano, fittidi vegetazione, nella parte sud occidenta-le del Parco, in direzione del Tirreno: traquesti troviamo il Cozzo del Pellegrino(1987 m) punto di arrivo dell' itinerario.

CozzodelPellegrino nel Parco nazionale del Pollino

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Distanza: 6.1 km andataDifficoltà: escursionistica

Tipologia: trekking

Scarica gratuitamente il file GPS del percorso su www.innbasilicata.it

L’ambiente è quello dell’alta quota congrandi boschi di faggio. Molto interessan-te la parte alta del percorso, dove il fag-gio sopravvive in forma arbustiva creandodei meravigliosi capolavori: tronchi di fag-gio contorti, piegati e stravolti dalleintemperie. Il paesaggio non ha eguali. Losguardo spazia tra il mar Ionio e ilTirreno, con la grande veduta del Golfo edella Piana di Sibari. Valloni impressionan-ti da un lato, dolci pendii dall’altro, con ilmare a fare da sfondo. Ad Ovest, losguardo si allunga sino a Capo Palinuroverso la Campania e Capo Vaticano versoReggio Calabria: in giornate splendide macon forte vento non è preclusa la visione

delle Isole Eolie e dell’ Etna. A Nord, oltrealla catena del Pollino, il Sirino e gliAlburni. L' itinerario inizia dal piazzale antistante ilrifugio di Piano di Lanzo (1357 m). Ci sisposta sulla destra di poche centinaia dimetri sulla strada asfaltata e si imbocca asinistra il sentiero (n. 601) che porta alpianoro superiore dove è posizionata lastatua della Madonnina del Pellegrino. Siprosegue a mezzacosta verso destra perpoche centinaia di metri, all’altezza di unagrossa pietra si lascia la stradina inerpi-candosi verso sinistra, immettendosi cosìsul vecchio sentiero che porta alla sorgen-te Marchesano. Si avanza fino all’incrocio

dove si abbandona il sentiero 601 imboc-cando, sulla sinistra a salire, il sentiero621 che sale sino a Cozzo del Mangano(1699) e prosegue fino all’incrocio pocosopra il Piano Puledro (1798 m). Si conti-nua verso sinistra fino all’altopiano sotto-stante la cima del Cozzo Pellegrino. Da quiil pendente tratto finale che ci permette diraggiungere, in poco meno di mezz’ora, lapanoramica cima di Cozzo del Pellegrino(1987 m) dove si conclude l'itinerario.Come arrivare: S. Donato Ninea si raggiunge uscendo alcasello autostradale A3 di Altomonte. AlPiano di Lanzo si arriva imboccando lastrada montana che parte dall’ abitato.

Il castello di Lagopesole, dove nell’estate1242 giunse Federico II con la sua mul-tietnica corte, per trovare sollievo nella

natura e dedicarsi alla caccia con il falcone,suo passatempo preferito, rivive ogni anno,il 12 agosto, questo primo incontro conl’Imperatore, suo figlio Manfredi, il falconie-re di corte e il resto del seguito, interpreta-ti da un centinaio di comparse del luogo,con voci fuori campo che tracciano un pro-filo di Federico. Omaggi, inchini e un brevespettacolo di ballerini, giocolieri e sbandie-

ratori precedono la discesa del Corteo, cheattraversa le vie del borgo, mentre la piaz-zetta di Largo S. Francesco è allestita inchiave medioevale, per ospitare i duelli frasoldati, e sei locande danno vita al percorsogastronomico ”Da Federico II ai giorninostri”. L’evento è organizzato dall’ U.N.L.A.di Lagopesole, in collaborazione con ilComune di Avigliano e con il contributo delConsiglio Regionale della Basilicata e dell’APT Basilicata. «Il Corteo storico Alla Corte di Federico è lafesta in cui l’esatta ricostruzione storicaviene resa viva ed autentica dal coinvolgi-mento popolare che riesce a creare un climadifficilmente riscontrabile in altre manifesta-zioni in costume. E’ una festa in cui la sto-ria rivive attimo per attimo anche nei piùpiccoli gesti, nelle espressioni dei volti, nelleombre e nelle pietre del Castello, delle stra-de, dell’intera comunità, cosicché il visitato-re diventa al tempo stesso testimone deglieventi e protagonista», afferma LeonardoPace, presidente dell’UNLA.L’esperienza termina nella notte, nel grande

cortile Maggiore del castello, le cui muradiventano schermi magici di una spettacola-re proiezione multi visione alla scoperta deIl mondo di Federico II. Attraverso lo sguar-do incredulo di Gotfred, un emissario delPapa inviato a spiare la corte sotto mentitespoglie, è raccontato il caleidoscopicomondo dell’Imperatore che “tra i principidella terra è il più grande, stupor mundi emiracolo trasformatore”, come lo definì l’in-glese Matteo Paris. L’Imperatore stesso,interpretato da Remo Girone, parla “nondella sua sete di potere ma del suo deside-rio di perfezione”, accogliendo e salutandopersonalmente gli spettatori, grazie all’inno-vativo allestimento. Il Mondo di Federico II rientra tra i "GrandiAttrattori tra storia, natura ed emozioni"della Regione Basilicata e rende Lagopesolel'unico castello federiciano in Europa a par-lare dell'Imperatore Svevo: è un progettoarticolato, costituito da una Multi visioneserale, proiettata da giugno a settembre, eun Museo Narrante, cui è possibile accede-re tutto l'anno, durante l'arco della giornata.

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MariassuntaTELESCA

A Lagopesole rivive il CALEIDOSCMONDO DI FEDE

Quest’ultimo, allestito con avanzate tecnolo-gie multimediali, presenta un racconto riccoe coinvolgente della vita e delle idee diFederico II, attraverso suoni, luci e immagi-ni. Inizia nella Sala della Carta geografica edella Sfera, dove il visitatore percorre, scor-rendo lungo la linea del tempo, le gesta del-l’imperatore, nello spazio e nel tempo. Aseguire, nella Sala della Corona, gli spetta-tori, muovendo le gemme della monumen-tale corona ottagonale che troneggia lasala, scoprono filmati narranti momenti divita del castello. Nella Sala della Corte,Federico II, l’ultima moglie Bianca Lancia eil figlio Manfredi, interpretati rispettivamen-te da Remo Girone, Lorenza Indovina eAntonio Manzini, rivelano in prima personalati umani inediti e segreti, in una tecnologi-ca proiezione a 360 gradi. Nella Sala deiReperti sono presenti documenti federicianie quattro postazioni interattive con schermisilhouette, attraverso cui si conoscono tutti ipersonaggi del tempo. Da quest’anno, inol-tre, alla fine del percorso è stata allestita laSala del Libro, in cui le pagine bianche di un

ideale libro restituiscono, agli utenti che lesfogliano, i temi affrontati nello spettacoloserale, così che sia possibile conoscere icontenuti della Multi visione anche neiperiodi di non programmazione. Grazie adun sofisticato sistema di audio guide tecno-logicamente avanzate, è possibile la fruizio-ne sincronizzata dei contenuti del MuseoNarrante in Inglese e Tedesco, garantendol’accesso anche a turisti stranieri.Il Castello federiciano invita anche bambinie ragazzi alla conoscenza del mondo diFederico II e dell’intera civiltà medievale,attraverso un percorso didattico, dato dallavisita al museo narrante e numerosi labora-tori didattici, suddivisi per fasce di età.

Un progetto ambizioso diventato realtà, chevalorizza il Castello di Lagopesole, offrendouna nuova possibilità di sviluppo e di cresci-ta del territorio, ma anche della persona,che vive momenti emozionanti e coinvol-genti alla scoperta di un grande monarcadel passato, che ha fatto del Mezzogiornod’Italia il centro propulsore dell’Impero.

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OPIORICO II

LUCANOLUCANOio sonoI AM LUCANO JE SUIS LUCANO ICH BIN LUCANO SOY LUCANO Я ЛУКИ 我盧肯

I nser to a cura de

GlobalmenteLucani

I O S O N O L U C A N O4

ai nostri lettori

I nostri contatti:

Sempre più protagonisti

Se il lettore è il nostro principale interlocutore, è giusto che abbia diritto ad un rapporto diretto con la rivista.Da sempre sono proprio i lettori a fornirci spuntisu questioni e tematiche della vita sociale e politica della nostra regione.L’invito che vi rinnoviamo è di collaborare con la redazione segnalandoci notizie, curiosità,avvenimenti che vi hanno particolarmente colpito o, ancora, disagi e disservizi nei quali vi imbattete nel vostro quotidiano.

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I L V I A G G I O

Rintocchi lucani in Medio Oriente

Gli interventidella Onlus

potentinaTogether

I L P E R S O N A G G I O

L’appuntamentodei lucani all’estero nellaCittà dei Sassi

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Matera ha ospitato lo scorso 21 e 22maggio l’assemblea annuale dellaCommissione Regionale dei Lucani

all’estero, l’organismo che raggruppa lecirca centosessanta Federazioni eAssociazioni di Lucani presenti in quasi tuttele regioni italiane e in molti Paesi delmondo. La Città dei Sassi è stata scelta perl’appuntamento dei lucani, quale azione disostegno alla candidatura della città a capi-tale europea della cultura per il 2019, comeè stato ribadito nei diversi interventi dei rap-presentanti istituzionali della Regione. Inapertura gli interventi dei rappresentantiistituzionali, della Regione, della Provincia edel Comune di Matera, a seguire i saluti diautorità civili e religiose. Dai rappresentantidelle Federazioni e delle Associazioni l’impe-gno a rendere l’associazionismo lucano nelmondo sempre più propositivo, a promuo-vere con nuove iniziative il made inBasilicata, a creare opportunità di contattitra gli imprenditori lucani con le realtà deiPaesi di emigrazione e poi suggerimenti eproposte per creare quelle giuste sinergietraducibili in occasioni di sviluppo e peravere dai Comuni lucani la dovuta attenzio-ne sulla possibilità di introdurre delle agevo-lazioni rispetto alle imposte sulla casa pos-seduta in Basilicata. Durante i lavori è inter-venuta la rappresentante dell’ufficioEmigrazione della Regione Abruzzo, Assunta

Janni, che ha illustrato le finalità di un’azio-ne di partenariato tra Regione Basilicata eRegione Abruzzo per la realizzazione di unpercorso professionalizzante rivolto a dieciperiti selezionati dagli istituti tecnici indu-striali dell’Aquila e di Potenza, presso gli sta-bilimenti Wolkswagen di Wolfsburg inGermania. Il progetto di apprendistato,dovrebbe tenersi nel periodo compreso trasettembre e ottobre 2014, per una duratadi circa 45 giorni. “Un’iniziativa – ha sottoli-neato Assunta Janni – che vuole contribuireal processo di rilancio e di innovazione deirispettivi territori, offrendo ai partecipantil’opportunità di vivere un’esperienza conuna realtà lavorativa globalizzata”.Successivamente la Commissione regionaledei lucani all’estero ha approvato, all’unani-mità, un ordine del giorno a favore dei luca-ni residenti ad Iquique e Pica, cittadine cile-ne, recentemente colpite da un forte sisma.

Con l’ordine del giorno, proposto dal vicepresidente del Consiglio regionale e dellaCommissione dei lucani all’estero,Francesco Mollica, e ampiamente condivisodal presidente del Consiglio regionale dellaBasilicata, Piero Lacorazza, e dal presidentedella Commissione Regionale Lucaniall’Estero, Nicola Benedetto, si esprime“solidarietà e vicinanza ai lucani lì residentie cordoglio alle famiglie delle vittime cilene,nonché un forte ringraziamento alla macchi-na dei soccorsi che si è mobilitata immedia-tamente”. La Commissione ha sottolineatola necessità di mettere in campo, da partedella Regione Basilicata, le iniziative possibi-li a sostegno delle famiglie lucane chehanno subito danni, con la previsione di uncontributo per far fronte alle prime fasi del-l’emergenza. Durante la due giorni l’assem-blea ha nominato i componenti dell’esecuti-vo: Joe Di Giacomo per l’Australia e Sud

Giovanni MARTEMUCCI

L’appuntamento deilucani all’esteronella Città dei Sassi

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Africa, Vito Santarsieri per il Sud America,Antonio Zasa per l’Italia, Domenico Pintoper il Nord America e Anna Rita Teissere perl’Europa. La seconda giornata dell’assem-blea si è svolta al Teatro Duni ed è statacaratterizzata da tre ore di interviste, videoe musica per rafforzare, con il contributo deilucani nel mondo, la community a sostegnodel percorso di candidatura di Matera acapitale europea della cultura per il 2019.Un evento pubblico trasmesso in diretta dal-l’emittente televisiva Trm, media partner diMatera 2019. I circa 100 delegati venuti daogni parte del mondo hanno ascoltato leinterviste, curate da Margherita Sarli eSergio Palomba, ad una rappresentanza deisindaci lucani e ad alcuni esponenti delmondo della cultura e delle istituzioni. E poisono stati alcuni di loro (Joe Di Giacomodella Federazione dell’Australia, VincenzoAuletta della Federazione inglese e i due

rappresentanti del Forum dei giovani AntonyGraziano e Michelangelo Napoli, che vivonoin Australia ed in Cile) a raccontare il lorolegame con la Basilicata. Un ricordo diRocco Petrone, il direttore dell'operazione dilancio del John F. Kennedy Space Center,originario di Sasso di Castalda (la cui storiaè ricostruita in un libro del giornalistaRenato Cantore), e la lettura di un brano diLeonardo Sinisgalli sui lucani, da parte del-l’attore Massimo Lanzetta, hanno introdottoun piccolo viaggio nelle tradizioni culturalilucane, nel corso del quale l’antropologoAngelo Lucano Larotonda e lo scultoreAntonio Masini hanno illustrato le propriepubblicazioni sulle feste popolari e religioseche si svolgono nei nostri Comuni e sullesculture dedicate all’emigrazione e ai lucaninel mondo. Poi, spazio alla musica polaredegli Ethnos (accompagnati dalla presenzasul palco due Rumit, gli “uomini albero” del-l’associazione “Al Parco” di Satriano diLucania, che recentemente hanno portato iloro riti arborei anche al Moma di NewYork), ad Antonella Pellettieri e MimìAndrisani, che hanno presentato due fra iprincipali eventi legati alle tradizioni lucane:la festa della Bruna e la parata dei Turchi.Successivamente il musicista e ricercatoreAntonio Infantino ha parlato del progetto“Basilicata Factory” sulla riscoperta delletradizioni legate al matrimonio, ricordandole sue esperienze di emigrante in Brasile eBelgio e regalando alla platea l’esecuzionedi un canto tradizionale contro il malocchio.Piero Simonetti ha parlato dell’imminenteapertura del museo dell’emigrazione lucanaintitolato a Nino Calice, che sarà allocato nelcastello di Lagopesole, e PietroSpadavecchia ha raccontato come funzionagià un altro museo dell’emigrazione, quellodi Genova. Nel corso della mattinata sono

stati anche premiati i vincitori del concorsovideo sulle storie di emigrazione lucana,rivolto agli studenti e organizzato dallaCommissione regionale dei Lucani all’Esteroe dal Consiglio regionale della Basilicata, incollaborazione con le Consulte studenteschedi Potenza e Matera e con il Comitato perMatera capitale della cultura 2019. Per lacategoria “singoli studenti” ha vinto il video“Le rotte del cuore", realizzato da BeatriceGarofalo che frequenta il Liceo socio-psico-pedagogico dell’istituto d’istruzione superio-re “G. Fortunato” di Rionero in Vulture. Ilpremio è stato assegnato “per le capacitàmostrate nella tecnica del riuso di un carto-ne animato, sovrapponendo frasi legate altema del concorso in una brevità da spot.Giudicata positivamente anche la sceltadella colonna sonora del video”. Dello stes-so istituto fa parte la classe che ha vintonella categoria “Gruppo studenti” con ilvideo dal titolo “Con la valigia in mano… acercar fortuna”. Lavoro premiato “per lapulizia del lavoro eseguito e per l’appropria-to utilizzo di tempi e fonti memoriali. Il videoè stato apprezzato per la coerenza genera-le e per la tesi sostenuta nel finale che hasvelato la maturità intelligente di chi scavanella memoria per capire il presente”. Haritirato il premio la studentessa SaraBrienza. Nella parte finale della manifesta-zione il direttore di Matera 2019, Paolo Verri,ha illustrato le iniziative avviate per sostene-re la candidatura della città a capitale euro-pea della cultura per il 2019. La conclusioneè stata affidata alla musica dei KrikkaReggae. L’intero evento è stato seguito sutwitter con gli hashtag #LNM14 e#portoMateranel2019. I tweet e le fotodella mattinata sono stati riportati su unoschermo, con i commenti del giornalistaDonato Mola.

C'è una chiesa, nel cuore del Libanoche parla lucano. Il 29 giugno scorso,a Houssoun, appena 30 chilometri a

nord di Beirut, alla presenza del Patriarca diAntiochia e di tutto l’Oriente, CardinaleBechara Rai, e delle autorità politiche liba-nesi, si è svolta la cerimonia di consegnadella nuova Chiesa restaurata di MariaAusiliatrice. L'opera è stata realizzata grazieall'intervento dell'associazione potentinaTogether Onlus che dal 2005 è presentenel Paese dei cedri con iniziative umanita-rie ed interventi in favore della popolazionedel Libano. Costruita nel 1962 su iniziativadi don Carlo Moroni e il contributo di bene-fattori italiani, la chiesa dei Salesiani è stataspettatrice della storia recente del Paesedei Cedri. Sono trascorsi cinquantadueanni da allora ed oggi, grazie all’attività diTogether Onlus con la collaborazione delPanathlon International, la struttura è statatotalmente restaurata, con un nuovo desi-gn firmato da Raffaele Gerardi, grafico edartista potentino residente a Fano (PU). Ilrestauro è durato quasi 4 mesi. Con questilavori, la Chiesa, è stata completamenteridisegnata: impermeabilizzazione anti-pioggia, impianti elettrici, tinteggiatura,lavori strutturali, infissi, arredamenti.Colori, tonalità di luci, sicurezza. Ad impre-ziosire il tutto, il "fascino" dei marmi diCarrara che caratterizza le stazioni della ViaCrucis, l’acquasantiera, la scritta “GloriaLibani data est ei” e il tabernacolo.All'interno della struttura spicca il muralesrealizzato da Raffaele Gerardi, che accom-pagna i fedeli con gli occhi di Don Bosco elo sguardo dei suoi ragazzi. Nel dipinto “Leluci di Don Bosco”, il cedro simbolo delLibano e “le luci” del Santo dei giovani siposano sulla chiesa di Maria Ausiliatrice di

Houssoun, portando gioia, speranza e sor-risi. A scandire, poi, il suono della cristia-nità in Medio Oriente ecco i rintocchi dellanuova campana in bronzo realizzata dallaFonderia di Beit Chabab, in Libano. L'operadi Together Onlus, presso la struttura sale-siana, proseguirà nei prossimi mesi, perconcludersi il prossimo anno (in coinciden-za con il bicentenario della nascita di SanGiovanni Bosco), con l’allargamento e ilrestauro dell’Oratorio. Un obiettivo chegarantirà a centinaia di bambini di potergiocare e crescere, all'ombra della chiesaappena restaurata. Un luogo di incontro edi “gioco” per centinaia di bambini, all’om-bra di Don Bosco seguendone l'insegna-mento e l'impronta salesiana.

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Rintocchi lucani in Medio OrienteGli interventi della Onlus potentina Together

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DICHIARAZIONI DIR. IST. SALESIANO E PRES. TOGETHER“E’ un momento bellissimo. Dopo oltrecinquant'anni, grazie al lavoro immensodi Together Onlus e del suo presidenteNello Rega, siamo riusciti ad avere unachiesa restaurata. Quella di MariaAusiliatrice è un simbolo per noi salesia-ni qui in Libano. Da tempo avevamointenzione di fare dei lavori in questastruttura ma l’impegno economico perl’Oratorio e le altre nostre opere hannosempre frenato le nostre volontà e inostri sogni”. Così don Karmi Samaan,direttore dell’Istituto Salesiano diHoussoun-Jbeil commenta l’operazione“restauro”. Ampia soddisfazione e com-piacimento sono stati espressi anchedal Patriarca maronita, cardinale Rai,che dal 2011, con la sua “benedizione”,supporta le attività della Onlus potenti-na in Libano.Il restauro della Chiesa, per il qualeTogether Onlus ha organizzato decinedi manifestazioni di sensibilizzazione intutta Italia, è stato reso possibile grazieagli enormi sforzi economici, almenopari alle difficoltà logistiche e organizza-tive affrontate in Libano. “Siamo moltoorgogliosi del lavoro svolto. Abbiamorealizzato un sogno in soli cinque mesi.Lo abbiamo fatto grazie al contributo dicentinaia di benefattori. Ma abbiamoanche realizzato il tutto con l’ausilio dimanodopera libanese. Perché, anche inoperazioni umanitarie come questa,non bisogna mai dimenticare che ‘oltreal pesce bisogna insegnare a pescare’”.Questo è quanto ha detto il presidentedi Together Onlus, Nello Rega, che apochi giorni dalla consegna della chiesarestaurata, promette: “Siamo già prontiad analizzare e portare a termine unaltro progetto, sempre in Libano, afavore dei bambini. A breve partirà l’o-perazione per il restauro dell’Oratoriosalesiano. Lo restaureremo, doneremoattrezzature per giocare e perché tutti ibambini possano crescere nello spiritodel gioco e del divertimento. A qualun-que latitudine i bambini devono averesempre gli stessi diritti. Per fare questoavremo bisogno ancora dell’aiuto ditanti ‘italiani’ sensibili. Ci piacerebbeorganizzare in autunno un evento disensibilizzazione a Potenza, ‘capitale’della nostra Associazione. Un sogno? Avolte, e lo dimostrano i dieci anni dinostra attività instancabile in Libano, siavverano. E noi ci crediamo!”.

COS'È LIBANITALYIl progetto "LibanItaly" è stato creatodalla Onlus Together nel 2005 per aiu-tare il Libano con progetti umanitari,gemellaggi, scambi culturali. Dal 2005 ivolontari di Together, con un'incessanteattività, hanno lavorato in tutto il Libano(Tiro, Naqoura, Valle della Bekaa,Jounieh, campo profughi di Chatila, ecc.Nel 2011 è stato varato "Sorrisi per lapace", a favore del Centro Salesiano diHoussoun, 30 chilometri a nord diBeirut.Nel corso dei 9 anni di vita, le missionisi sono moltiplicate e hanno interessatotutto il Libano: assistenza medica,dispensari medici, farmaci, gemellaggiculturali, corsi di lingua italiana, soste-gno ad associazioni di volontariato liba-nesi, colonie estive per bambini disagia-ti e profughi.

PERCHE' IN LIBANOPerché il Libano? L’idea è nata a NelloRega che nel 2005, inviato per lavoronel Paese dei cedri, maturò il desideriodi fare qualcosa per una popolazionetroppo spesso “dimenticata” e per rial-lacciare un ponte con l’Italia, moltevolte “interrotto”. Da qui il progetto“LibanItaly” che nel suo logo reca lafilosofia: due mani, quella italiana equella libanese, che si stringono, per uncammino comune. Non solo un “dare”ma soprattutto uno scambio continuo dicultura, filosofia di vita, esperienze. Unprogetto umanitario senza distinzionedi etnie e religioni, così come si evincedalle tante missioni di Together Onlus interra libanese. L’idea di Nello Rega e Raffaele Gerardidi fare qualcosa a favore di chi “non hasorrisi” nacque nel 2003. A seguito del-l’esperienza lavorativa di Nello Rega inIraq, nacque il libro “A sud di Bagdad”.Anche in quell’occasione i due autoridecisero di devolvere le royalty ai bam-bini di Nassirya. Nacque una spedizionedi aiuti umanitari con la collaborazionedel contingente italiano in Iraq. In questi anni le attività di TogetherOnlus hanno riguardato per il 75% ilterritorio libanese e per il restante 25%Italia e Sudamerica. Il sito web dell’associazione èwww.libanitaly.com, accompagnato daquello personale di Nello Rega eRaffaele Gerardi www.diversiedivisi.it.Negli anni ha raccontato Together e isuoi progetti.

Da più di tre secoli si ripete, ogni anno,il 16 luglio una chilometrica processio-ne, ricca di migliaia di fedeli, di ogni

genere ed età, per condurre l’effige dellaMadonna del Carmine dalla Basilica, sita inAvigliano, al Santuario, su una montagnaalta 1228 metri, a 8 km circa dal centro cit-tadino e da cui è ricondotta in paese laseconda domenica di settembre.L’origine di tale tradizione risale all’anno1694. La popolazione fu colpita da una ter-ribile carestia, seguita da un violento terre-moto, durante il quale, spaventata, si rifugiòsulla "montagnola" e lì rimase accampataper quaranta giorni. Poiché, nonostante laviolenza del sisma e la frequenza delle scos-se, non si registrò alcun decesso tra gli avi-glianesi e le abitazioni non riportarono alcundanno, fu attribuito il miracolo alla protezio-ne della Beata Vergine del Carmine, il cuiculto pare sia stato portato da alcuni reducidelle crociate. Si decise, allora, di acquista-re la statua da una rinomata scuola napole-tana, di costruire una Cappella sulla“Montagnola”, ribattezzata Monte Carmine,e di celebrare, ogni anno, una festa il cuisplendore doveva superare tutte le altresvolte in Avigliano. Solo nel 1811, però, l'au-torità ecclesiastica del tempo la ratificò uffi-cialmente quale Protettrice di Avigliano edegli aviglianesi e il 26 maggio 1935, condecreto del Capitolo Vaticano, fu solenne-mente incoronata, per mano di Mons.Augusto Bertazzoni, Arcivescovo di Potenza.La devozione alla Madonna del Carmine diAvigliano si è diffusa sempre più con il pas-sare del tempo e numerosi sono stati (e

sono) i pellegrini accorsi anche dai paesilimitrofi, si offrono alla Madonna i cosiddet-ti "cinti", portati a spalle durante tutto il per-corso della processione, mentre le ragazzeche ne reggono i nastri colorati, detti “zaca-redde”, cantano gareggiando tra loro, insegno di grazia ricevuta o in richiesta di unagrazia, in memoria di qualcuno o semplice-

mente per fede. Chi chiede il cinto devefarlo per tre anni, anche non consecutivi, edeve effettuare una sorta di questua tra lacomunità. I cinti sono costruiti con candelevariopinte, rivestiti con carta colorata o dispighe di grano, disposti su uno scheletro dilegno, si ispirano specialmente ad architet-ture di frontespizi di chiese o ad altarini

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Una storia di LA MADONDEL CARMDI AVIGLIANO

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caratteristici, di imponenti dimensioni, che,nel corso dei secoli, hanno raggiunto unapregevole qualità artistica, merito delle bot-teghe e delle diverse maestranze avigliane-si, di cui oggi raccoglie l’eredità DonatoRizzi. Racconta Donato: “Iniziamo il lavoroverso Novembre, scegliendo i modelli[…]Poi si inizia con la progettazione, la

decorazione delle candele, le statue dilegno, con portanti di ferro. Tutto rigorosa-mente a mano. Anche la scelta dei colorinon è lasciata alla casualità.” Essi, infatti,sono densi di richiami simbolici: i nastri concui i fedeli scortano il cinto sono il legamecon il sacro e rappresentano il voto che ladonna scioglieva al termine della processio-ne; il legno rappresenta la Croce; le cande-le la luce della fede; i colori riprendono l’ico-nografia mariana; mentre la salita faticosalungo le pendici del Monte Carmine rappre-senta quasi un’espiazione dal peccato. Essisi sono adeguati ai tempi: nei bui anni dellaguerra, fino al 1943, da piccole chiesedivennero aerei, cingolati, navi per ricorda-re le forze armate, nelle quali combattevanoi familiari dei devoti o per rappresentare icorpi di armata nei quali avevano combattu-to. Dal 1997, invece, hanno assunto sempredimensioni maggiori, hanno ampliato lagamma dei colori; le candele che sii aggiun-gono sono decorate con nastri acetati, oltrealle classiche decorazioni a mano. Dopo laprocessione di settembre i cinti vengonodistrutti e le candele vengono distribuite trai fedeli che hanno preso parte alla celebra-zione, in segno di benedizione.I devoti donano alla Vergine oggetti d'oro,che pian piano hanno costituito un tesoroinestimabile, con cui, nel giorno di festa, si“veste” la statua, portata, a spalla, in pro-cessione nella “cona”, dai Confratelli, vestiti,per distinzione, con un sacco col cappucciodi color carmelitano.La Cona, all’interno, riporta i nomi di 29 sol-dati aviglianesi, che, prigionieri nel deserto

cirenaico durante la Seconda Guerra mon-diale, inviarono i loro miseri risparmi affin-ché ne fosse costruita una nuova. Essi,memori e grati di essere sopravvissuti allatremenda battaglia, chiedono a Maria, a cuifidenti hanno rivolto la loro prece e consa-crato il loro cuore, di ritornare sani e salvi econ la vittoria italiana, come si legge dall’in-taglio.Ad aprire la processione è lo stendardo, ves-sillo processionale di 6 metri, in castagno,con pennone e manto di azzurro stellato sulquale campeggia l’effige della Beata Verginedel Carmine di Avigliano, custodito da oltrecent’anni dalla famiglia Galasso, con il pre-zioso aiuto della famiglia Sileo, come spiegaRocco Galasso. “Molte sono le guarigioni, molti i miracoli

che il Signore - per la premura con cui gliaviglianesi venerano la mamma sua - operaincessantemente in questo lembo di terralucana […]. La tradizione popolare ce ne hatramandati tanti, che […] non essendo tuttisuffragati da documenti storici, la mentalitàscettica e razionalistica del nostro tempodifficilmente li accetta, a differenza di quel-la dei nostri padri, i quali, vivendo in un'e-poca tutta impregnata di fede, non trovava-no difficoltà alcuna ad ammetterli” (donAntonio Verrastro in “Avigliano, città diMaria”).

Per maggiori informazioni visitate ilsito www.madonnadelcarmineaviglia-no.it e la pagina Facebook “Madonnadel Carmine Avigliano”

ma.te.

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fedeNAINE

Approda anche nel Parco del Pollino ilnordic walking. Tenuto a battesimo il31 maggio e il 1° giugno, in una ini-

ziativa denominata “Pollino NordicWalking Days”, l'evento ha attirato l'atten-zione dei turisti alla ricerca di scenariinsoliti e suggestivi da esplorare sul mas-siccio calabro-lucano. La due giorni havisto arrivare sul Pollino molti visitatoriche, dopo aver appreso le prime nozionisulla disciplina da parte delle guide uffi-ciali del Parco, le quali hanno tenuto uncorso teorico-pratico, si sono immersinella natura più incontaminata a colpi di

bastone. Il nordic walking è una disciplina di origi-ne finlandese che si pratica appunto condei bastoni che servono a dare la spintanecessaria per tenere un ritmo sostenuto.Ed è proprio il ritmo, non sempre blando,ciò che caratterizza questo sport che ha ilgrande vantaggio di coinvolgere il 90%dei muscoli del corpo i quali, mettendosiin moto, aumentano il dispendio energe-tico e favoriscono il benessere del sistemacardiocircolatorio. Il nordic walking è unosport che deriva dallo sci di fondo, da cuieredita la tecnica ed il modo di spingersiin avanti, anche se le similitudini si ferma-no qui, poiché per praticarlo non è neces-sario aspettare l'arrivo dell'inverno e lacaduta della neve. L’uso dei bastoni, oltre a permettere diaumentare l'andatura, riduce la sensazio-ne di affaticamento, poiché il lavoro svol-to dal corpo è maggiormente distribuito ele sollecitazioni alle articolazioni (caviglie,ginocchia e anche) sono ridotte al mini-mo. Per questi motivi, la pratica di questa

disciplina è adatta anche a chi è in legge-ro sovrappeso o soffre di problemi allearticolazioni.Il nordic walking è uno sport divertente erilassante ed è un modo molto efficace,oltre che poco costoso, per migliorare lapropria condizione fisica. È indicato pertutti, indipendentemente dall'età, dalsesso o dalla preparazione fisica.I walkers, dopo la presentazione delladisciplina e le lezioni teoriche del 31 mag-gio, si sono dati appuntamento alle 8.30del 1 giugno al teatro comunale all'apertodi Viggianello, per ritrovarsi in seguito, apoca distanza dal centro abitato, immersiin una natura varia: torrenti, sentieri, fittiboschi e a contatto con una flora e unafauna di assoluto valore ambientale.L'escursione si è snodata su un percorsodi circa quattro chilometri ed ha toccato,tra i luoghi più significativi, l’AreaFaunistica del Cervo e la SorgenteMercure.L'obiettivo del “Pollino Nordic WalkingDays” è quello di promuovere e valorizza-

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Nordic Walking DaysNel Pollino alla scoperta della camminata nordica

Giovanni GALLO

re, attraverso la pratica dello sport, unpatrimonio naturalistico, storico e cultura-le di pregio assoluto. L'iniziativa è nata esi è sviluppata dalla sinergiadell’Associazione Pollino Discovery, lasocietà Identity Formation e la STConsulting. Questi soggetti, di concertocon enti pubblici territoriali e associazioni,in particolare l’Associazione Rete VieFrancigene Basilicata e l’AssociazioneTerritori Lucani, hanno preso in carico l'e-vento e messo gratuitamente a disposi-zione l'attrezzatura necessaria per i parte-cipanti.Sono tante le attività che si possono pra-ticare sul Pollino e che le amministrazionilocali, senza smettere mai di crederci,stanno promuovendo già da qualcheanno. I risultati sono buoni. Adesso lasperanza è che i successi già riscossi datorrentismo, ciaspole, climbing e acqua-trekking siano replicati anche dal nordicwalking, un altro tassello importante chela montagna di Apollo propone nel suovariegato e appetibile carnet turistico.

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L’estate melfitana quest’anno riserbamille sorprese. I preamboli per uncalendario che brilla di eventi interes-

santi e culturalmente stuzzicanti ci sono inabbondanza. Nel diario di bordo emerge lasinergia tra il nuovo assessore alle politichesociali Vincenzo Fundone, il neo assessorealla gestione e valorizzazione delPatrimonio Alessandro Panico, l’assessoreall’Istruzione e allo Sport, Lucia Moccia,congiuntamente al sindaco Livio Valvano,con delega alla Cultura, un programma

estivo che valorizzerà gli angoli più caratte-ristici del centro storico. Variegati saranno isuoni e i sapori di una programmazionecontrocorrente che cercherà di soddisfaresia le energie creative degli “underground”sia il desiderio di serenità delle famigliemelfitane con serate magiche di prestigio,fino ai nostalgici della Disco Anni ’70, daspettacoli per bambini all’intermezzo digruppi jazz e rhythm and blues in un pano-rama musicale internazionale sempre menodi nicchia e più vicino ai gusti popolari.Senza dimenticare gli artisti locali e i grup-pi rock “made” in Basilicata, il folclore luca-no-salentino che tanto fa tendenza, conl’intento di valorizzare la cultura in tutte lesue forme, unendo innovazione e tradizio-ne. Ma soprattutto, come precisato dall’as-sessore alla Gestione e Valorizzazione delPatrimonio, Alessandro Panico “Lo scopo,quest’anno, è stato quello di ascoltare lerichieste dei cittadini, cioè di creare un“Festival del Centro Storico” che convo-gliasse tutti i quartieri nel cuore pulsantedella Melfi del borgo antico.Il Festival del Centro Storico” tra arte, archi-tettura e bellezza che scolpisce il borgoantico giungerà, in una sinergia di suonijazz, la sera del 18 luglio quando il ParcoFederico II si illuminerà con gli artisti inter-nazionali Irene Robbins & Bruno Brischik,spettacolo a cura della SuperbassAssociazione (Largo Laviano). Il 19 luglio,nella Piazzetta D’Addezio a Foggiano si esi-birà il “Duetto Lucano” (Largo GiovanniBattista Buano) e la Disco vinile Anni 70 (aSanta Maria). Il 21 luglio alloggerannopresso il Castello Federiciano i “GiovaniAccademici”. Il 25 luglio nel Giardino delVescovo si esibirà con suoni jazz il TrioJamali, per il ballo di coppia in salsa latino-americana gli Ola Flamenca si esibiranno aPalazzo Donadoni il 26 luglio. Il 27 luglionella villa comunale torna la Disco in Vinileanni 80; mentre il 28 luglio, l’esibizione

Estate melfitanaIl clou del programma con il concerto dei

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Marianna Gianna FERRENTI

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della “Balca Brandanica Street” per le viedel Centro Storico e il 29 luglio i Casa Cava. Il mese di agosto si apre con il PremioBramea 2014 (dal 1 al 3 agosto) in PiazzaCattedrale, contemporaneamente in frazio-ne San Giorgio si esibiranno il gruppo mel-fitano I Federiciani, il 3 agosto la morsafolkloristica de “I Tarantolati” farà ballare ilpubblico di piazza Cattedrale a suon di piz-zica lucano-salentina. Il 5 agosto tornerà IlDuetto Lucano, stavolta ad allietare gli abi-tanti della vicina frazione di Foggiano, e aMelfi l’attesissimo incontro tra i Sarni Sax egli appassionati del jazz e di tutti coloro chevogliono avvicinarsi a un genere musicaletanto sofisticato quanto intrigante.Continuerà ad essere l’evento sportivo cloudella città, motivo di orgoglio e di riconosci-mento per chi porta in alto il nome di Melfinel mondo il “Galà dello Sport”, promossoed organizzato dal CSI di Melfi, dall’ammi-nistrazione comunale e dall’assessore alloSport, Lucia Motta. L’evento si svolgerà il 6agosto in Piazza della Cattedrale con la pre-miazione dei talenti e dei campioni melfita-ni che si sono distinti in campo sportivo. Si prosegue il 7 agosto, in PiazzaCattedrale, con la pizzica del “CanzoniereGrecanico Salentino Papocchio”, l’8 agosto i“Liberoarbitrio” in Corso Garibaldi. Il 9 ago-sto l’associazione culturale-musicale“Mysticus Concertus” organizzerà un con-certo corale nei Giardini del PalazzoVescovile. Quest’anno la Festa della SS.Assunta ospiterà il 15 agosto l’attesissimoconcerto dei 99 POSSE, a cui seguiranno il16 agosto i festeggiamenti in onore di SanRocco con l’esibizione del gruppo melfitano“I Federiciani”. Il rapper Clementino allie-terà la serata del 23 agosto in Piazza Craxi,e ancora il 25 agosto tornano i “Sarni Sax”.Il calendario si concluderà il 30 e 31 agostocon Magia d’Estate che si svolgerà tra laVilla e la Cattedrale. Ora il banco di provasarà il gradimento della cittadinanza.

18 luglio Irene Robbins & Bruno Brischik Superbass AssociazioneLargo laviano

19 luglio Duetto LUCANOLargo Buano

19 luglio Disco in vinile anni 70Santa Maria

20 luglio Kenny Werner Trio20 luglio Papocchio

Porta Calcinaia21 luglio Giovani Accademici

Castello25 luglio Trio Jamali

Giardino del vescovo26 luglio Ola Flamenca

Palazzo Donadoni27 luglio Disco in vinile anni 80

Villa Comunale28 luglio Balca Bandanica street

Nelle via del centro stori-co30 luglio Danilo Rea Trio30 luglio Papocchio

Cattedrale1-2-3 agosto Premio delle genti lucane

Cattedrale2 agosto I Federiciani

San Giorgio3 agosto I Tarantolati

Cattedrale5 agosto Duetto Lucano

FoggianoSarni Sax Leonessa

6 agosto Galà dello Sport.Cattedrale

7 agosto Canzoniere Grecanico Salentino

7 agosto PapocchioCattedrale

8 agosto Libero ArbitrioCorso Garibaldi

9 agosto Misticus ConcertusGiardino del Vescovo

10-12 agosto MELFINCANTOAss. cul. RITMITIKACattedrale

11 agosto Evento ModaCattedrale

13 agosto I CorsariCattedrale

14 agosto La Grande Orchestra spettacolo Ieri,Oggi, Domani Show Cover Renato ZeroCattedrale

15 agosto 99 PosseCattedrale

16 agosto I FedericianiSan Rocco

17 agosto Cavalleria RusticanaCattedrale

18 agosto Ernrico Zanisi TrioPiazzetta San Teodoro

19 agosto SARNI SAXBosco Federico Secondo

20 agosto Grease Country RockCattedrale

22 agosto Blue Cat BluesCattedrale

23 agosto ClementinoPiazza Craxi

25 agosto Sarni SAXCasa Cava

30/31 agosto Magia D’EstateVilla e Cattedrale

LE SERATE

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Maggio e giugno, si sa, sono i mesidei saggi di danza, durante i qualitutti gli allievi delle scuole di ballo

mostrano ciò che hanno appreso durantel’anno. Questo vale per molteplici disciplinequali danza classica, moderna, hip hop… eballi latino-americani.Tra questi ultimi è una scuola potentina ademergere, non solo per bravura e impegnoma anche grazie ai costumi indossati dura-te le esibizioni, poiché sono stati disegnatie realizzati dalla propria insegnante,Manuela Albano, titolare insieme al maritodalla scuola Sabor latino.Partiti 13 anni fa per il loro viaggio di nozzein Brasile, Manuela e Potito restano strega-ti dei balli caraibici, tanto che al rientrodecidono di iscriversi ad un corso pressouna scuola di ballo. Spiccando subitorispetto agli altri allievi, il loro insegnantedecide di farli partecipare alle prime gareagonistiche e suggerisce loro di seguirecorsi per insegnare. Dopo essersi specializzati ed aver collezio-nato svariate medaglie sia ai campionatiregionali che nazionali, sei anni fa apronola loro scuola di ballo.Manuela, che ha frequentato l’Istituto d’ar-te a Potenza, fin dalle primissime garedecide di disegnare i propri abiti, che poi farealizzare presso un atelier di Napoli, poi-ché spiega “io ho sempre saputo esatta-

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Abiti dal “Sabor latino”

Barbara GUGLIELMI

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mente come volevo il mio abito, qualemovimento dovesse fare rispetto ai passi didanza”.Quindi ad ogni gara, Manuela si presenta-va all’atelier con i propri disegni da far rea-lizzare, non consultando mai i cataloghi lìpresenti. Un giorno per caso “arrivai all’ate-lier mentre un’altra ragazza stava sfoglian-do il catalogo e vidi al suo interno che vierano alcuni dei miei bozzetti, che avevanoinserito a mia insaputa; allora lì mi resiconto che forse ero brava e che avrei potu-to disegnare gli abiti anche per gli altri nonsolo per me stessa e mio marito”.Da allora disegna i costumi da esibizioneanche per i suoi allievi, scegliendo accura-tamente anche i colori ed i tessuti, e realiz-zando a mano gli accessori da abbinarvi,quali collane, bracciali, orecchini e cinture.Inoltre “dato che a causa dei tessuti parti-colari e della manodopera i costi degli abitisono abbastanza elevati, per far risparmia-re i miei allievi faccio realizzare presso ate-lier solo la base del vestito che poi arricchi-sco io di particolari, facendo bagni di colo-re ad esempio ai merletti e cucendoli iostessa su ogni capo”.Quindi per Manuela l’abito da esibizioneserve a far risaltare i movimenti e a dareun valore aggiunto alla performance; spie-ga con una luce negli occhi che dimostraquanta passione vi è nel suo lavoro “la

donna, durante l’esibizione, diventa prota-gonista, deve apparire al meglio di sé stes-sa e deve sentirsi al massimo della propriafemminilità; gli abiti vengono studiati inbase al fisico, ai movimenti previsti ed altipo di ballo da svolgere; me lo immaginoin ogni passo , in ogni giro per cui so esat-tamente dove è necessaria una frangia,una balza, quindi lo disegno per valorizza-re sia la ballerina che i suoi movimenti; edovviamente vi abbino poi l’abito maschileda affiancare ”.Questa passione si sta trasformando in unvero e proprio mestiere poiché da un annoa questa parte l’insegnate di ballo, intantodivenuta anche mamma, ha ricevuto pro-poste di lavoro da vari atelier; per il prossi-mo anno deve scegliete se collaborare conun atelier lucano o con uno campano.Dunque, non saranno più solo gli allievi diSabor Latino gli acquirenti degli abiti realiz-zati dalla loro maestra; saranno a disposi-zione di tutti.Intanto “mi auguro che questa crescita inambito stilistico faccia si che il territoriopossa avvicinarsi sempre più al mondo deiballi caraibici, perché no, anche attraversoun bell’abito”. Potremo ammirare, nel frattempo, gli abitidi Manuela indossati dai suoi allievi duran-te le esibizioni previste per il mese di ago-sto in giro per i paesi della Basilicata.

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Melodia e ritmo con UIl disco di Danilo Vi

Più di qualche “magazine fa” eravamorimasti a Dal Vino In Gola, anagrammacon cui l’artista Danilo Vignola ha inti-

tolato la sua prima raccolta di silloge. La ragione del suo ritorno su queste pagineadesso non è un altro libro ma un disco:Ukulele Revolver.Ebbene sì l’ukulele: il chitarrino hawaiano aquattro corde che ha reso celebre l’artistalucano Danilo Vignola dopo la conquista diun prestigioso riconoscimento mondiale.Rinomato a livello internazionale come unodegli sperimentatori più creativi e valorosidi questo strumento, Danilo ha strappatol’ukulele dalla sua identità prettamentehawaiana, portandolo in una dimensionedel tutto personale, inesplorata; con la dol-cezza oltraggiosa del suo “Carillon Elettrico”come ama definire il suo strumento; l’uku-lele di Danilo raggiunge così universi musi-cali lontanissimi, inimmaginabili prima dellasua testimonianza. Ukulele Revolver è un prodotto discograficoaudace, unico nel suo genere, di sconfina-

ta creatività, proiettato verso il cambia-mento: come le ombre su tela dei pittorimetafisici che si estendono sempre più inlà, inverosimili per l’ora del giorno rappre-sentata. Un disco dai molteplici punti difuga, traboccante di melodie che evocanomultiformi scenari fuori dal tempo. Unmondo a se. Non a caso dunque, questa produzione perla Ethnopunk records che prevede svariatetirature limitate, ognuna con una copertinadiversa (personalmente disegnate dall’arti-sta), la composizione della seconda pubbli-cazione è un omaggio al celebre pittoremetafisico del novecento Giorgio DeChirico.Un lavoro co-prodotto con GiovanniDidonna, batterista-percussionista moltoapprezzato che da sempre accompagnaDanilo Vignola negli infiniti tour fra teatri,club jazz , piazze e locali. Un disco eteroge-neo che va dal flamenco alla tarantella,passando per il jazz fino all'heavy Metal,che vanta prestigiose partecipazioni fra cui

spicca quella di Martin Cockerham, fra i piùinfluenti esponenti del folk inglese deglianni '60, suonatore di ukulele, leader degliSpirogyra (storica band britannica dei primi'70) il quale ha suonato anche con iBeatles, i Jethro Tull. Si avvale della colla-borazione di Graziano Accinni, storico chi-tarrista di Mango, degli Smooth StreetsProject e del direttore d’orchestra RoccoMentissi.Ukulele Revolver è poco più di trenta minu-ti di melodia e ritmo, armonie che avvolgo-no l’ascoltatore in un surrealismo onirico,con quel tocco di ukulele elegante e oltrag-giosamente virtuoso stile Danilo Vignola,inconfondibile, riconoscibile dalla primanota, con risoluzioni compositive che vannoal di la degli schemi convenzionali, senzamai perdere l’autenticità.Il tutto è perfettamente connesso attraver-so ispirazioni emozionali, ad un pensiero diDanilo secondo cui “esprimersi è il diritto diessere se stessi, sperimentare nuove possi-bilità rende autentici”.

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kulele Revolvergnola

Nati per vivere. Un titolo emblemati-co per esprimere il proprio si allavita, da parte del poeta lucano, di

origini aviglianesi, Antonio Mancusi, cheha recentemente pubblicato, edito dallaAlbatros Edizioni, il proprio libro di poesie.I testi contenuti in questa raccolta nasco-no dalle tante emozioni e dalle sensazio-ni provate dall’autore nell’arco della suavita. Si tratta di un’opera intensa i cuiversi sono tutti protesi a rievocare i bellis-simi ricordi legati alla sua infanzia, imomenti più significativi della sua primagiovinezza, le esperienze fatte negli anni,i libri letti e le avventure che, a prescinde-re dal tempo e dallo spazio capitano unpo’ a tutti. Le poesie raccolte nella sillogetestimoniano una vocazione innata daparte dell’autore all’uso di rime baciatebasate sull’uguaglianza, data una coppiadi versi, di un verso con quello immedia-tamente successivo secondo lo schemametrico tradizionale AABB, e -tratto origi-nale e distintivo della sua produzione -tendono tutte a descrivere la realtà perquella che è secondo un modello mimeti-co che rasenta la perfezione. La creazioneartistica si sublima attraverso immaginiche riproducono autenticamente e fedel-mente la realtà, sia che essa coincida conil vissuto più intimo e personale dell’auto-re, sia che esso riecheggi ad esempio, lesensazioni provate dinanzi a fenomeni edati naturalistici, come il nuovo avventodella stagione primaverile, che porta consé ogni anno il risveglio dal torpore, rinno-vando il trionfo della vita sulla morte,metaforicamente simboleggiato dallosbocciare di nuovi amori e colori. “Spuntaun campo di girasole respiriam l’ odoredelle viole. Di stupor si illumina il viso,sono i colori del paradiso”. Tra versi inti-mistici e temi di attualità, affiora un senti-re dal sapore antico, intriso di valori, idea-li e diffusa positività. O la stupenda imma-gine con cui sempre il tema amoroso èraccontato nella sua duplice veste, sospe-sa tra la gioia di quando affiora ed il dolo-re di quando svanisce, nella poesia intito-lata “Ancella d’amor”. Si legge nel testo“L’amore è la più bella cosa, nasce da unanuvola rosa, nasce sempre all’improvviso,quando finisce piove sul viso”. La vita èsempre descritta con toni che oscillano tra

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Emanuele PESARINILa poesiadi Antonio Mancusi“Racconto la meraviglia del mondo senza filtri”

il serio ed il faceto, mescolandoabilmente bellezza e tragi-cità. Non perdonomai di vista l’inar-restabile scorreredel tempo chepassa su di noi edinfluenza la nostraanima e la nostramente le cambia persempre. La meravigliadel mondo che ci avvolgeè raccontata senza filtri, siguarda alla realtà per quel-la che è, e allo stesso tempoper come la si vorrebbe,senza ricorrere alla costruzio-ne di realtà fittizie come accadespesso in poesia,. Per poteronorare - come recita il titolo - diessere “nati per vivere” e viverla.

Come è nata l’idea della pubbli-cazione di una raccolta poetica ?L’idea è nata man mano che pubblica-vo le mie poesie su facebook, così perdare sfogo alla mia creatività, pensoche ognuno di noi ha dentro di sé unaforma di creatività, bisogna sololasciarla uscire fuori.

Parlaci delle tue precedenti pubbli-cazioni. So che scrivi anche poesie invernacolo aviglianese ad esempio Precedentemente alla pubblicazione diquesto libro ho partecipato insieme adaltri poeti alla collana Viaggi di versi. Lacosa è nata così, partecipai ad un concor-so di poesia con un componimento,Sogni, che tra l’altro è il primo del libroNati per vivere, oltre ad essere una dellemie poesie preferite. Qualche tempo dopomi telefonò la redazione, per complimen-tarsi della poesia e per propormi la pub-blicazione in collaborazione con altri auto-ri.In seguito ne ho fatta un'altra dove ilnumero dei poeti era ristretto, poi ho capi-to che era arrivato il momento di pubbli-care un libro da solo che raccogliesseesclusivamente miei testi. Recentementeho partecipato ad un concorso di poesiedell’ Albatros e sono stato selezionatocome finalista. Recatomi a Napoli perricevere il premio, ho appreso la splendi-da notizia che la mia poesia è stata inse-rita nella pubblicazione “Premio Albatros2014” che sarà inviata in tutte le librerie eparteciperà alla prossima edizione Salonedel Libro di Torino.Il settore delle poesie in vernacolo aviglia-nese rappresenta per me un motivo digrande soddisfazione; sono poesie doveio racconto la realtà della mia città,Avigliano, descrivendo usi e costumi,modi di vivere, usanze varie, la devozionestorica alla Madonna del Carmine, concenni sul brigantaggio, eventi del passatoe personaggi storici che hanno riguardato

il mio paese natio. Si tratta di un filoneculturale, quello delle poesie in vernacoloaviglianese, che mi da molte gratificazionie soddisfazioni. Queste poesie sono ancheoggetto di video in cui mi diverto a reci-tarle, e che inserisco nella mia paginaperosnale di Youtube. Per visualizzarlibasta scrivere il mio nome nello spazio diricerca del sito, sono pubbliche!

Come e quando nasce la tua passio-ne per la poesia?La passione per lo scrivere poesie nasceda quando, circa una decina di anni orsono, mi sono messo a leggere libri.Penso che ognuno di noi abbia dentro, ildesiderio di fare nuove conoscenze; poi ioamo molto la storia. Tutto è venuto da lì,avendo letto libri, come quando si compo-ne un puzzle ho sentito il desiderio di met-tere in ordine i pezzi e scrivere quello chepenso del mondo e come vorrei che fosse.

Nei tuoi componimenti troviamotemi intimistici ma anche di attua-lità. Da dove trae fonte la tua ispira-zione per la scelta di soggetti etematiche descritte nei versi ?La mia ispirazione trae fonte dalle coseche vedo nella realtà, dalle cose cheleggo, e anche dalle mie esperienze.Ognuno di noi è un contenitore di vita vis-suta nel bene o nel male: c’è chi le con-serva per sé quasi gelosamente, c’è chi

invece le comunica al mondo quasi comese volesse proteggerlo. Io sono tra questiultimi.

La presente silloge comprende tuttele poesie da te scritte o ve ne sonoaltre non pubblicate e rinchiuse tem-poraneamente nel cassetto ?Le poesie del libro Nati per vivere narranola visione del mio mondo, come lo vedo ecome vorrei che fosse. Ve ne sono circaaltre ottanta, di queste una cinquantina lereputo pubblicabili in futuro.

Vi sono scrittori o poeti da te parti-colarmente apprezzati e/o in qual-che senso decisivi per la maturazio-ne del tuo stile poetico?No pur avendo letto molti libri, non hoavuto fonti di ispirazione; direi che hoimmagazzinato tutta una serie di notizie,curiosità ed eventi storici che mi hannoportato a questa decisione. La definisco,sfogo della personalità.

Vi è qualche poesia o tema trattatonelle tue composizioni cui sei parti-colarmente legato ?Sono legato un po’ a tutte le poesie checontiene il libro, ognuna di loro nasce dauna esperienze fatta, alcune volte (trop-pe) in negativo ma sempre con un animopositivo e di lotta.. come del resto è lavita.

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IL PIANTO DEL MAR

Sulla scia di uno splendido tramontoDopo l’abominio dell’ultimo affrontoDiviso da noi da bollenti spiaggeIl mare…… piange!Il tuo dolore è sconfinatoAssoluta meraviglia del creatoLo senti salir su dagli abissiSe di notte con occhi d’amor lo fissiEppur ci doni sempre un sorrisoSei una proiezione del paradisoPattumiera di un pianeta infame e corrottoAlla tua salute poco accortoPetroliere che si spaccanoE un carico di morte rilascianoSi colorano di nero le tue acque bluE la nostra anima muore una volta di piùScorie radioattive di anime già morteOrmai è decisa la nostra sorteMa prima o poi ti sveglieraiE fino ai capelli ci sommergeraiFallo presto peròVederti agonizzar così, più non si puòRiprenditi la tua lesa maestàAffogaci nel mare delle nostre viltà!

Antonio Mancusi

Qualche anno dopo a Potenza, conDelibera del 29 aprile 1968, vengo-no autorizzati nel Cimitero Comunale

i lavori per la costruzione di due scalinate,alla destra ed alla sinistra del SacrarioMilitare, per meglio consentire l’accessoalle cellette sottoposte.Per il recupero dei resti di Emilio Caizzo1,dopo una lunga attesa durata trent’anni,motivata dai tempi delle trattative colgoverno libico, il Ministero della Difesacomunicava ai familiari dei militari cadutiche a Bari sarebbero arrivate le cassetteossario provenienti dai Cimiteri di Guerradella Libia.Dopo l’arrivo e le solenni onoranze militari,civili e religiose le cassette ossario dei cadu-ti vennero avviate al Sacrario Militare deiCaduti d’Oltremare di Capurso, a 10chilometri da Bari, prima di una definitivasistemazione presso le singole destinazionid’origine.La mattina del 12 ottobre 1972, su auto-carri militari provenienti da Foggia, arrivaro-no a Potenza in Piazza XVIII Agosto le cas-sette ossario contenenti i resti mortali dellaMedaglia d’Oro al valore Militare EmilioCaizzo; delle Croci al Merito di GuerraRocco Giuseppe Grignetti di Tolve del26° Reggimento Artiglieria, DivisioneMotorizzata “Pavia” e Michele Salvati diPotenza della 10a Compagnia BersaglieriMotociclisti, del X Corpo d’Armata, tuttimorti in Libia in periodi diversi.Il corteo attraverso Corso Umberto I arrivòa Portasalza da dove le cassette ossario,precedute da tre soldati ognuno dei quali suun cuscino, portava il casco coloniale, l’el-metto ed il cappello piumato, attraversata

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CAIZZO EMILIOSeconda Parte

Vincenzo MATASSINI

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Via Pretoria, vennero portate alla Chiesadella Trinità per la funzione religiosa, officia-ta dal Parroco Don Domenico (Mimì) Sabia.Presenti la madre di Emilio Caizzo RosaEmanuela Beneventi con i figli Berardino eCarmela, la madre di Grignetti RoccoGiuseppe ed i familiari di Salvati Michele,oltre al Sindaco di Potenza Ins. AntonioBellino, al Presidente dell’AmministrazioneProvinciale Vincenzo Verrastro e ad AutoritàMilitari e civili. Al Cimitero di Potenza, nello stesso giorno,le tre cassette ossario vennero tumulatenelle cellette alle spalle del SacrarioMilitare; la madre di Emilio Caizzo volleche la cassetta con i resti del figlio rimanes-se a Potenza così, ogni giorno ella potessevisitare il figlio. La celletta di Emilio Caizzoera la prima dal basso, sotto la scalinata didestra e nella cassetta ossario contenente iresti, vennero posti anche il casco colonialee la bandiera tricolore. Il Gen. Francesco Manganaro, quandodopo la cerimonia del 12 ottobre 1972venne a conoscenza che nel Cimitero diPotenza i resti di Emilio Caizzo (unitamen-te a quelli di Antonio Di Napoli già tumu-lati in precedenza) erano posti nelle celletteposte alle spalle del Sacrario Militare, fecepervenire forti critiche all’AmministrazioneMunicipale di Potenza perché i resti di dueMedaglie d’Oro non avevano una degnasepoltura.Ed è, probabilmente, in quella occasioneche i resti mortali di Emilio Caizzo e diAntonio Di Napoli furono sistemati nellaparte anteriore del Sacrario Militare, rispet-tivamente a destra ed a sinistra, ricoperti dauna lastra di marmo su cui con caratteri di

bronzo vengono riportate le rispettive moti-vazioni delle Medaglie d’Oro.L’11 dicembre 1991 il Gen. FrancescoManganaro scrisse al Sindaco di PotenzaRocco Sampogna prospettando che “ilGruppo Nazionale dei Guastatori avevadeciso di effettuare un pellegrinaggio aPotenza per onorare la memoria di EmilioCaizzo, 1a Medaglia d’Oro dei Guastatoridel Genio in Africa Settentrionale e che il 16maggio 1992 ricorrerà il 51° anniversariodel sacrificio dell’Eroe”.Il Sindaco di Potenza Rocco Sampogna il 13febbraio 1992 rispose: “Nell’accoglierecon vivo compiacimento l’iniziativa, sidichiara a nome dell’AmministrazioneMunicipale disponibile a fornire ogni utilesupporto al fine della migliore riuscita dellaManifestazione, restando in attesa di cono-scere nel dettaglio il programma della stes-sa. Nel contempo l’Amministrazioneappronterà gli atti necessari per l’intitolazio-ne alla memoria della M.O.V.M. di una stra-da e/o struttura scolastica della Città”.Il 16 febbraio 1992 il Gen. Manganaro,preso atto della disponibilità dellaAmministrazione Municipale di Potenza,precisa: a) la necessità di un convegnonella Sala Consiliare o altro locale per illu-strare la figura di Emilio Caizzo e distribuireun opuscolo sulla figura della Medagliad’Oro; b) approntamento di una semplicetarga intitolata a Caizzo su una infrastruttu-ra di Potenza; c) S. Messa presso la tombadell’Eroe e deposizione Corona dall’alloro.Il Comune di Potenza in data 9 aprile1992 delibera “di intitolare la PalestraComunale di Rione Lucania alla memoriadella M.O.V.M. Emilio Caizzo, volontario

guastatore nativo di Castelmezzano, le cuispoglie sono nel Sacrario dei Caduti nelCimitero di Potenza” ed il 19 aprile 1992il Gen. Manganaro, ringraziando per lavolontà comunale, invia il Programma defi-nitivo della Manifestazione.Il 16 maggio 1992 la commemorazionedella M.O.V.M. Emilio Caizzo avvenne nelTeatro Stabile con gli Interventi del Gen.Francesco Manganaro e dei Sindaci diPotenza Rocco Sampogna e diCastelmezzano Antonio Eufemia; successi-vamente a Rione Lucania avvenne l’intitola-zione della Palestra Comunale, lo scopri-mento di un Cippo in onore dell’Eroe conalle spalle un albero di ulivo, progettato dalCap. Francesco Settanni dei Guastatori distanza a Caserta e la funzione religiosa offi-ciata dal Cappellano Militare Don. RoccoSmaldone.Una lapide in marmo posta sul Cippo ededicata da “La Città di Potenza”, riportavain maniera sintetica la motivazione dellaMedaglia d’Oro. Successivamente, nelCimitero Civico omaggio alla tomba diEmilio Caizzo e deposizione di corone d’al-loro, presenti Autorità Militari e Locali, ifamiliari dell’Eroe e componenti del GruppoGuastatori.Nel Sacrario dell’Istituto Storico e diCultura dell’Arma del Genio, Lungoteveredella Vittoria in Roma è posto un Busto inbronzo della Medaglia d’Oro EmilioCaizzo.

NOTE1) Caizzo Emilio (Castelmezzano, Potenza15.04.1920 - Tobruk (Ras es Sehe), Cirenaica16.05.1941

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“Nel nostro intimo ci sono dellepotenzialità e volontà che sonosopite, in qualche modo, dalla

morale convenzionale. Noi tutti abbiamorisorse che vanno ben oltre le capacità crea-tive che coltiviamo nella quotidianità: lanostra genialità a volte urta col senso mora-le della società e viene per questo repressa.Con Anna tutta questa genialità è emersa,come un dono nascosto, è emersa concre-tamente in ognuno di noi”. Carmelo parla anome dei suoi amici, ospiti come lui dellaCasa Alloggio e Centro Diurno “LaMongolfiera” di Potenza gestita dalla coope-rativa BenEssere. Esprime tutta la loro sod-disfazione per aver realizzato qualcosa digrande. Ventuno opere d’arte frutto del pro-getto “Natura in Pittura” coordinato dall’arti-sta Anna Faraone con l’ausilio di Simon,maestro d’arte al Centro. Carmelo,Pasquale, Manuel, Nicola V., Antonio,Vincenzo, Francesca, Denny, Dino,Francesco G., Nicola C., Giuseppe,Antonietta, Teresa O., Francesco S.,Giovanni, Fabia, Maria, Paolo, Margherita,

Teresa B. sono loro che hanno realizzato iparticolarissimi disegni che hanno ribaltatola linearità della natura. Iniziato nel giugnodel 2013 il progetto è stato concepito in duemomenti. Dapprima all’aperto, quando si èfotografato flora, fauna, terra, acqua. E poinel laboratorio del Centro dove ogni ospiteha, da questi scatti, tratto la sua naturariproducendola con originalità. Inediti soli,alberi, fiori, prati, animali, montagne si sonomaterializzati in questi disegni dove ognielemento, seppur conservando le sue origi-nali forme, ha mutato colore. E così peresempio cieli rosa sovrastano prati corallo,chiome di alberi si tingono di viola o si tra-sformano in un unico grande fiore. In que-ste opere tutto è come appare all’animo dichi ha li ha composti, di chi ha immaginatoun mondo differente che, nella sua diver-sità, riesce ad essere altrettanto interessan-te e bello. Da questa osservazione si ègenerato, dunque, il cambio di prospettivache è alla base di ogni creatività. E “Cambiodi prospettiva” è appunto il titolo dellamostra che racchiude tutti i disegni ed èesposta nelle scale mobili di via Armellini aPotenza. Diverrà itinerante nei paesi dellaregione che ne faranno richiesta. Con que-sto progetto si è voluto promuovere il valo-re della diversità ed anche quello del volon-tariato, preziosissimo nell’aiutare le personecon difficoltà. Ciascun disegno racchiude unpiccolo universo che forse, a parole, non èfacile far comprendere, ma la raffigurazionesi, perché agevola quell’apertura interioreche non sempre, purtroppo, si è disposti adascoltare.

Anna MOLLICA

Artisti speciali nella mostra CAMBIO DI PROSPETTIVA

Quest’anno la carovana di Arcobaloniaè approdata in uno dei posti più bellidella Basilicata: Maratea. Lo scorso 7

giugno il suo centro storico si è trasformatoin una esplosione di colori ospitando laFesta Regionale del Bambino giunta que-st’anno alla sua 10a edizione. Arcobaloniaesiste dal 2003 e dopo le prime 5 edizioni aTito Scalo è diventata itinerante tra i borghidella Basilicata, i più isolati e sempre menoabitati. La manifestazione è organizzatadalla FISM – Federazione Italiana ScuoleMaterne – di Basilicata che riunisce unaquarantina di Istituti paritari di ispirazionecristiana. Per l’edizione 2014 la FISM hascelto Maratea per omaggiare i 100 annidell’Istituto “De Pino Matrone Jannini”,primo asilo del paese, sorto nel 1914 egestito dalle suore. Tale decisione non èstata casuale bensì mirata a sottolineare lasensibilità di coloro che in un periodo tre-mendo come quello della Prima GuerraMondiale, definito da papa Benedetto XV l’i-nutile strage, si impegnavano per l’educa-zione e la tutela della vita di bambini,soprattutto quelli appartenenti a famigliebisognose. Ed è cosi che il centro storicomarateota si è rivestito di tanti colori, èdiventato gioiosamente chiassoso con l’arri-vo da più parti della regione di un migliaiodi persone tra bambini, genitori ed educato-ri. L’allegria e la spensieratezza si è diffusapresto tra i vicoletti e le piazze dove eranostati allestiti una trentina di laboratori, unamostra fotografica dell’Istituto “De Pino”, edove risuonava la musica di altoparlanti edella locale banda. Tre chiese sono statelasciate aperte per l’intera giornata, e in unadi queste era esposta la mostra dei presepi.Tutto è stato pensato per stimolare l’interes-se e la creatività dei piccoli, protagonistiinsieme alle loro famiglie, di un evento chepromuove come messaggio politico “unmondo a misura di bambino è un mondo amisura di tutti”. Per Arcobalonia (contrazio-ne delle parole “arcobaleno” e “babilonia”)centrale è la figura dei più indifesi perchéagire e pensare nel loro interesse significa

far crescere responsabilmente e civilmentela società intera. I piccoli ospiti, hannoapprezzato quanto proposto. I loro visi dise-gnati e le loro laboriose mani sono state laprova della buona riuscita di una manifesta-zione che ha ottenuto larghi consensi esostegni da parte dell’amministrazionecomunale di Maratea, delle locali Pro Locoed Istituti Alberghiero ed Artistico, e dei boyscout potentini. A loro è stata affidata lagestione dei laboratori. Vi era anche laProtezione Civile e la Croce Rossa con le sueambulanze. Sono state delle positive siner-gie che si sono associate a quelle degliorganizzatori sia della FISM, EdmondoSoave (presidente) e Mimmo Lavanga, chedell’Istituto “De Pino” Francesco Billari.Sono state loro le forze motrici di questacarovana che da oltre dieci anni procedelungo un percorso sempre più ammirato,lungo il quale è possibile incontrare spessogenerosità ed altruismo. Arcobalonia è con-tinuata con una Santa Messa celebrata dadon Adelmo Iacovino parroco di Maratea, edon Mimmo Beneventi, parroco diPietragalla e consulente ecclesiastico dellaFISM Basilicata. Si è conclusa al chiostro“De Pino” con la presentazione al pubblicodella Lunetta recuperata e affrescata e delportale del XVII° secolo, restaurati da PaoloSchettini.

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MARATEA OSPITA ARCOBALONIA2014

La “via lucana del benessere” rappre-senta un percorso tra le specie vegeta-li della Basilicata aventi proprietà

benefiche per la salute umana.Intraprendere tale cammino equivale aprendere coscienza di quanto la nostraregione sia in grado di fornire, attraverso lesue risorse, risposte adeguate a disordinidel comportamento alimentare, obesità inprimis. Quest’ultima rappresenta ad oggiuna vera e propria emergenza sociale deiPaesi industrializzati, da inquadrare in uncontesto ben più ampio di quello regiona-le, al minimo, all’interno dei confini nazio-nali. Ebbene, l’inquadramento nazionaledell’obesità fa conseguire al territorio luca-no la triste “maglia nera” italiana: all’inter-no della nostra popolazione il 34% degliuomini e ben il 42% delle donne vivonouna condizione di sovrappeso, il 12,7% diobesità grave (dati Azienda OspedalieraRegionale “San Carlo”, Potenza). Ancor più allarmante risulta essere il datorelativo ai bambini lucani: il 39% di questiè in sovrappeso o addirittura obeso. Parlaredi obesità equivale a parlare anche delle

patologie correlate: tra le più importanti siannoverano il diabete mellito di tipo 2(T2DM), la sindrome metabolica (MetS), lemalattie respiratorie ed osteoarticolari non-ché il rischio cardiovascolare (CV). Dunquel’obesità è considerata, in queste righe,non solo un eccesso di calorie in entrata,visione considerata incompleta e riduttiva,bensì una lesione biochimica, dovuta adun’alterata espressione genica, condiziona-ta dai nutrienti introdotti con l’alimentazio-ne. Più semplicemente, un soggetto obesonon è solo o necessariamente un individuoche “mangia troppo”, ma è anche colui cheintroduce nel suo organismo nutrienti ingrado di contribuire al suo malessere.Risulta allora chiaro lo stretto legame ali-mentazione-salute, in quanto il cibo può

rappresentare “la più sana e potente formadi medicina o la più lenta forma di veleno”(Ann Wigmore, nutrizionista lituana, 1909-1994).E allora, come riconvertire il malessere inbenessere? Rispondere a questa domandaequivale ad avere chiara la composizione diquello che si potrebbe chiamare “l’elisir dibuona vita”. Non stupisca il fatto che partedi questo elisir lo si può trovare all’internodella biodiversità lucana, ossia della flora,spontanea o non, della Basilicata, in quan-to terra ricca di composti cosiddetti “cibifunzionali” o “modulatori epigenetici”. Èdoveroso specificare che un’altra parte del-l’elisir, non di importanza secondaria, èidentificabile nella soddisfazione del fabbi-sogno fisiologico di tutti i macronutrienti

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Maria Carmela PADULA

La via lucana del benessereAlla scoperta delle risorse vegetali in grado di contribuire al benessere

(lipidi, proteine e carboidrati) e i micronu-trienti (vitamine e minerali), nonché all’in-terno di uno stile di vita non improntatosulla sedentarietà.Che cosa si intende per “cibi funzionali”? Sitratta di nutrienti così definiti in virtù dellaloro funzione benefica sulla salute umana.Tra questi si annoverano soprattutto polife-noli, glucosinolati e carotenoidi, compostiaventi soprattutto attività anti-ossidante,detossificante, anti-infiammatoria e anti-tumorale. Presenti in entità maggiore inortaggi, frutta e verdura, tali componentibioattivi sono in grado di avere effetti sulDNA, in quanto in grado di sostenere epotenziare sistemi biologici contro fattori dirischio, tra cui l’accumulo di massa grassa.La riflessione si fa più interessante se sitiene conto anche del fatto che in Basilicatail settore primario rappresenta l’attivitàprevalente. La coltivazione di speciehealth-promoting è già praticata e destina-ta al consumo umano senza che il poterebenefico delle stesse sia, in molti casi, notoed esaltato. Alle specie coltivate si affiancauna serie di specie spontanee che possie-dono ancora proprietà salutari poco note o

del tutto sconosciute. Ed ecco che laBasilicata assume la doppia veste di:1.“terra del problema” (obesità e patologieconcomitanti), 2. risoluzione intrinsecadella questione nell’humus della propriaterra (cibi funzionali). Percorrere “la via lucana del benessere”equivale a compiere un viaggio finalizzatoalla conoscenza e/o alla valorizzazione dispecie vegetali e ortofrutticole autoctonefondamentali per il raggiungimento dellostato di benessere. Inizia all’interno dellarubrica un percorso a tappe, in corrispon-denza di ognuna delle quali si scoprirannouna specie della nostra regione e lesue proprietà, nell’ottica di un’a-limentazione non solo nutrien-te, sicura e gradevole maanche funzionale.

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Al via i seminari formativi sull'ErasmusPlus, il programma dell’UnioneEuropea dedicato a istruzione, forma-

zione e sport per i cittadini europei. Per rac-contare il contenitore di mobilità europeaabbiamo ascoltato il Dirigente Scolasticodell’ITC Francesco Saverio Nitti di Potenza,Debora Infante, responsabile dello“Sportello Europa”: “In realtà lo SportelloEuropa è una costola dell’Ufficio ScolasticoRegionale della Basilicata e, grazie alla pre-senza di uno spazio all’interno dell’IstitutoNitti, è facilmente fruibile da parte del per-sonale scolastico”. Serena Tortoriello è coleiche cura le procedure amministrative delloSportello, supporta le Istituzioni Scolastichedella Basilicata e le sensibilizza alla parteci-pazione di progetti della U.E., inoltre, ricer-ca le scuole partner, promuovendone la coo-perazione e la mobilità. L’orario dello Sportello: lunedì dalleore 9,00 alle ore 12.00. Mercoledì dalleore 15,00 alle ore 18,00.

“Sistema Turismo s.r.l.” è stato fondato nel1996 da Luciano Donato Marino eFrancesco Di Bello. “Sistema Turismo - cidicono gli ideatori - si occupa di mobilitàinternazionale in svariati settori, dall’orga-nizzazione dei tirocini aziendali nell’ambitodel Lifelong Learning Programme alla for-mazione nel settore Turismo e Cultura.L’ente progetta e gestisce interventi forma-tivi per laureati, diplomati, imprenditori elavoratori, oltre a consulenza e marketing.

Per il presidente Luciano Marino: “La societàha la missione di offrire delle opportunitàlavorative e di stage all’estero per i ragazziche si vogliono formare e vivere un’espe-rienza di vita attraverso i progetti Leonardoda Vinci, Erasmus Plus. Dobbiamo investiresu giovani e nuove tecnologie. – sostiene –Le persone che lavorano con noi sono talen-ti che noi stessi abbiamo valorizzato.Investiamo sull’educazione per consentire aigiovani lucani di essere al passo con i giova-ni di tutta Europa”. Per info: Sistema Turismo in ViaPienza, 88 - Potenza Tel. 0971 51794 fax 0971 [email protected]

L’”Associazione Learning by doing”, infine,ha improntato l’apprendimento sulla psico-logia dell’educazione di Gardner nonché sul-l'attivismo pedagogico di Dewey eMontessori. Grazie all'utilizzo del metodointerattivo learning by doing la conoscenza

di una lingua straniera avviene immergen-dosi in una situazione reale. È il casodell’English through cooking, o il Tea Party.I corsi annuali di gruppo (con al massimo 8studenti), ci dice la fondatrice, Maria Amato,prendono spunto da situazioni di vita quoti-diana e mirano ad attestare le quattro abi-lità linguistiche: lettura, scrittura, ascolto elingua parlata (reading, writing, listening,speaking), a stimolare la motivazione e adacquisirne le competenze.I corsi attraverso il metodo innovativodescritto sviluppano l’apprendimento coo-perativo (cooperative learning), la competi-tività e l’empatia. Ma in cosa consiste la tec-nica del learning by doing? Combina paroledi uso concreto (power words) con verbifondamentali (synergy verbs) per esprimereidee vere e concrete.Per info: Learning by Doing A.C.L inVia Sanremo,174 - PotenzaTel. 342.988.70.63 / [email protected]

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Tre finestresull’Europaa Potenza

Antonio CORBO

Come scintille 1990, Un messaggio nel silenzio1996, Come un gabbiano 2005, Dipinti 2010.Divide in gruppi i suoi versi dedicandoli alle

diverse persone che hanno contraddistinto la suavita. Maria Antonietta Mordente, originaria di

Maratea dove ha insegna-to materie letterarie pres-so l’Istituto MagistraleStatale, ripropone inPoesie (Osanna Edizioni)la sua interiorità già rivela-ta in precedenti raccolte.Ritorna in libreria con untesto dove racchiude il suomondo trascorso aMaratea, meraviglia luca-na, compresa tra la mon-tagna e il mare. La descri-ve in ogni stagione, situa-zione, in ogni sua compo-nente attraverso le sensa-zioni che queste hannogenerato nel suo animo. Ilpaese e il territorio sono lacornice di un “quadro” cheha realizzato nel tempoinserendo colori, formema anche affetti familiari epersone amiche di cuiserba un tenero e com-mosso ricordo. Li ram-

menta nei loro modi di fare, nei loro gesti, nelle loroabitudini, donando a quella semplicità di vita vissutanelle case, al porto, in barca la nobiltà e non il rim-pianto. Sono anch’essi spiragli di luce al pari di quel-li riflessi dal mare in una assolata giornata o restitui-ti dal tramonto che illuminano il golfo anticipando lanotte. E poi c’è la realtà fuori da Maratea, quella vis-suta tra le piazze più belle d’Italia e quella non sem-pre positiva appresa dal mondo. Eventi e fatti chel’autrice descrive lasciando trapelare impressioni chevanno dal senso di pace a quello di tristezza. Nel suo

personale quadro compaiono altresì i suoi amatialunni, le perle di una vita spesa tra i banchi di scuo-la dove ha trasmesso l’amore per la letteratura matu-rato già nell’infanzia. E’ questo amore che ha gene-rato quello per la poesia diventata mediana tra labellezza intorno e il suo cuore.

an.mo.

TRALERIGHE

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MERAVIGLIA

Alte montagnedigradanti al mare.

Bianco di cimee biancheggiar di spume.

Mi acceca il montee più mi abbaglia

il marepullulante di stelle

sotto il sole.

Maria AntoniettaMordente

POESIE SILLOGE DI MARIAANTONIETTAMORDENTE

E’ un testo che si divide in due. Terraed Aria due sottotitoli che connotanoaltrettante vedute sul mondo, una

più concreta l’altra più interiore. GiovanniDi Lena ne Il realee il possibile(Archivia Edizioni)espone i suoi pen-sieri su situazioni,eventi del quotidia-no in poesie chesanno di agrodolce.Li traduce in versinei quali la perce-zione del mondodel lavoro, dell’eco-nomia, dellamodernità, si tradu-ce in constatazionirealistiche su unarealtà che, a suodire, è ma che cosìnon dovrebbe esse-re. Lacune dellasocietà, soprattuttolucana, che cercaancora il suo riscat-to, stretta nellamorsa di una tradi-zione sempre eter-na ed una moder-nità dai toni quasiforzati. L’autorenativo di Pisticci,con le sue riflessio-ni, affronta le pro-blematiche delmondo contemporaneo con toni che soloapparentemente sembrano senza speran-za. In realtà è una finta rassegnazioneche cela la volontà di reagire a situazioniche non rendono onore ad una terra

splendida, la Lucania, a cui l’autore sentefortemente di appartenere. E che non hail coraggio di abbandonare. Questo suosentimento, tenace e solido, si unisce aitanti che, in trent’anni di amore per la

poesia, hanno lasciato la sua mente perlibrarsi nell’aria dove si concepisce il pos-sibile (che diventa vitale come l’aria stes-sa) da opporre ad un reale non desidera-to.

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IL REALE E IL POSSIBILE RACCOLTA DI POESIEDI GIOVANNI DI LENA

LA MIA POESIALa mia poesia

non gioca con le farfalleinseguendone il volo;

è fatta di versi semplici,senza rime

metafore e preziosismi.La mia poesia

si scioglie nella magiadella parola libera

incondizionataed è franca

come me!

Giovanni Di Lena

La collana “Persona”, edita a curadall’Istituto Internazionale J. Maritain,si è arricchita di un volume particolar-

mente interessante e innovativo. Fino adora, le riflessioni di Jacques Maritain sullavirtù dell’arte, la recta ratio factibilium, cheriguarda il bene come oggetto dell’operada compiere, sulla virtù della prudenza, larecta ratio agibilium, che riguarda il benedel soggetto operatore, e quindi l’arte e lamorale, erano state studiate separatamen-te dalla critica, senza cogliere le loro cor-relazioni. Infatti, alcuni hanno studiato lamorale di Maritain, seguendo le distinzioni

TRALERIGHE

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Piero VIOTTO

BELLEZZA E RESPONSABILITÀI FONDAMENTI DELLA POLITICAIL LIBRO DI GENNAROGIUSEPPECURCIO

dei diversi aspetti della coscienza: verso sestessi, coscienza morale, per cui quando siinfrange la legge ci si stente in colpa;verso gli altri, coscienza sociale, che ci fapercepire la vergogna; verso Dio, coscien-za religiosa, quando di fronte alLegislatore, ci si sente in peccato, perchénon solo si è trasgredita una legge, ma siè offeso una Persona. Altri hanno analizza-to la filosofia dell’arte nel suo dupliceaspetto, l’estetica, che cerca che cosa è ilbello e la poetica, che studia la genesidella creazione artista, la quale si realizzaattraverso le pulsioni musicali, l’intuizionepoetica e la virtù dell’arte. Gennaro Curcioha saputo connettere questi due campidella ricerca filosofica, riscontrando comein Maritain l’arte e la prudenza debbanoessere raccordate tra di loro nell’unitàdella vita dello spirito, perché l’uomo poli-tico nel realizzare con arte il suo progetto,mirando al bene oggettuale, che è il benecomune, deve agire con prudenza, nelrispetto della soggettività di ciascuna per-sona, della sua come quella dei suoiamministrati. Curcio giunge a parlare di un“rapporto coniugale” tra l’arte politica e laprudenza morale; e documenta questasua interpretazione, non solo attraverso gliscritti di Jacques e Raïssa Maritain, ma

anche appoggiandosi su di un’ampiabibliografia della critica di cui riporta fram-menti importanti e significativi. Sono citatigli studi, portati avanti in questi anni daAntonio Pavan, Giancarlo Galeazzi, VittorioPossenti, Piero Viotto e che vengono comeunificati in questa ricerca, che, per quantoriguarda l’aspetto specifico dell’estetica,rimanda agli scritti di Umberto Eco,Vittorio Stella, Roberto Albarea, DomenicoPesce. Molto interessanti, anche i rimandi,alla critica letteraria da Léopold Levaux aCharles De Bos, fino a Giuseppe De Luca.Il presupposto teoretico di queste argo-

mentazioni è l’interconnessione tra i treaspetti dell’essere, il vero, il bene e il bello,che l’Autore analizza nel terzo capitolo. Daqui seguendo Aristotele e san Tommasoparte per descrivere quella conoscenzaper connaturalità, nella quale la soggetti-vità della coscienza si rapporta con l’og-gettività dell’essere. Una conoscenza che èla radice della percezione della bellezzanella relazione con l’Assoluto ma anchedella percezione di una legge naturalenelle relazioni tra gli uomini..Il libro si legge con interesse e piacevolez-za, perché le riflessioni filosofiche sonorafforzate e concretizzate dai continui rife-rimenti alle relazioni personali dei Maritain,

in Europa ed in America, con poeti eromanzieri, pittori e compositori musicali;e alle loro numerose corrispondenze.Proprio attraverso la documentazione diqueste corrispondenze Gennaro Curciosottolinea la critica di Jacques ai poeti sur-realisti, che vogliono trasformare la poe-sia in magia, e le precisazioni di Raissa chericonoscono la poesia nella sua autenticità,perché essa non è magia e non è mistica,ma una conoscenza naturale che coinvol-ge l’inconscio in tutte le sue dimensioni,perché in essa immaginazione e pensiero,carne e spirito si fondono. Maritain, perspiegare le sue intuizioni, si serviva dischemi e l’Autore analizza e spiega l’an-tropologia maritainiana, corpo, psiche, spi-rito, attraverso una di queste figure“Maritain, riprendendo lo schema di sanTommaso, lo sviluppa in modo graficoattraverso tre cerchi: nel primo pone l'uni-verso dei concetti e delle idee, chepotremmo chiamare ragione concettuale odiscorsiva; nel secondo l'universo delleimmagini o sensi interni; nel terzo l'univer-so dei sensi o sensi esterni. Accanto a que-sti tre momenti emergono alcune zoned'ombra e cioè: l'inconscio o preconsciospirituale e l'inconscio animale o automati-co. Questi tre cerchi non sono, però, sepa-rati tra loro,anzi si incontrano continua-mente lungo il percorso verso l’alto o versoil basso. Esiste una radice comune di tuttele potenze dell'anima, radice nascosta nel-l'inconscio spirituale, in cui l'intelligenza el'immaginazione, come le potenze di desi-derio, di amore e di emozione, sono impe-gnate insieme”. (p.158)Da tutta l’argomentazione impostata daGennaro Curcio sullo snodo arte-pruden-za, appare chiaramente che la politica,come, d’altra parte, anche la pedagogia alivello di cultura e la pastorale a livello direligione, è un sapere pratico, che deveconnettere il piano del dover essere, cioèdella perfezione ideale, indicato dallescienze deontologiche, la filosofia e la teo-logia, con il piano dell’essere, della perfet-tibilità reale, indicato dalle scienze feno-menologiche, la psicologia e la sociologia.La politica, come bellezza e responsabilità,mira alla possibilità reale di realizzare unprogetto concreto, altrimenti è un’utopiache genera l’anarchia dei populismi o ladittatura delle ideologie. Questo libro, cheè una sintesi organica della filosofia prati-ca del filosofo francese, merita un Indicedei nomi citati, perché anche per la ric-chezza della documentazione bibliograficadegli scritti di e su Maritain può diventareun manuale di consultazione per tutti colo-ro che vogliono conoscere un progettopolitico personalista, che nelle relazionisociali va oltre l’ingenuo ottimismo delliberalismo, che si accontenta della condi-zione umana, e oltre il pessimismo tragicodel socialismo, che rifiuta la condizioneumana. Lo si tenga presente per le prossi-me edizioni.

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“Mentre fuori piove a dirotto, ilcalore dell’asfalto saleverso l’alto, lo

strano contrasto tracaldo e freddo sembratrattenere a se ilsilenzio di una stra-da priva di passan-ti. Si, siamo incittà ma questacittà vive incampagna e sequalcuno, qui,non viene diproposito afarti com-pagnia cisono sologrilli e uccelli diogni genere….inlontananza si sentonofuochi d’artificio, già di giorno,per festeggiare qualche Santo oqualche Madonna. Forse li non piove,intanto il sugo bolle, sembra quasivoler esprimere un’opinione, mentre lapioggia scende, lui riposa ed ogni tantoprende a borbottare, più in la una grattu-gia con un pezzo di pecorino a grattarsi esul tavolo un’immensa distesa di raviolibianchi come il latte, quasi quasi….no,meglio aspettare. Una ricotta fresca,ancora calda l’ha appena portata il vicinoche si diletta a fare prodotti caseari, si rac-comanda di non tenerla in frigo e se tipiace mangiala con il miele o con il cioc-colato. Va bene oggi il dolce sarà familiare agli

BOUQUET DIERBETTE AROMATICHE

DOLCE&SALATO

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Carla MESSINA

Dei, intanto non resisto, fa caldo, va bene.Apro la finestra anche se piove, mammache profumo, balsamo per i polmoni, l’o-dore dell’erba che non nasce nel naso manel cuore, quasi quasi mi viene da piange-re. Come è possibile tanta bellezza, saràl’effetto dell’erba che poi erba non è ma èun’esplosione di erbette aromatiche dicarattere officinale, dal basilico, allamenta, dal rosmarino alla salvia, la borra-gine, l’erba cipollina e tante altre, impos-sibile elencarle tutte e queste sono quelledell’estate. Come non pensare al finoc-chietto selvatico, al ginepro e a quellagustosa cicoriella. Tutte spontanee, tuttea portata di mano; per secondo faccio unbell’arrosto così accontento anche i sensicon quest’esplosione della natura negliocchi, nel cuore ed anche in bocca. Eccolistanno arrivando finalmente, non dimenti-cate di prendere un bouquet di erbetteprima di salire, si apre la porta, li vado adaccogliere e salutare!1 Voce : Ma tu hai detto qualcosa?2 Voce: Chi, io? No, aspetta prima di sali-re prendiamo un po’ di rosmarino, basili-co, menta, salvia; nonna li chiederebbe eanche se non c’è più, le buone abitudininon si perdono!”Pensieri di un AngeloHo iniziato questo articolo partendo da unpensiero, forse un po’ forte ma molto vici-no alla suggestione del cuore e all’emozio-ne dell’anima. Una domenica come tante,una domenica lucana o meglio ancora ita-liana. Ci sono tutti gli ingredienti, ma piùdi tutto c’è la natura messa a nudo daquella umana a quella dell’ambiente: Sipuò pensare in questi termini? Intendodire, se la natura, senza dire una parola,riesce a estasiare anima e cuore con deiprofumi, con un evento atmosferico, conl’ausilio dei sensi, i quali in assoluto sonoper l’uomo il bene più prezioso, perché ilcuore e il cervello devono vivere semprein un eterno conflitto? La natura, grazie adelle erbette che in Basilicata sono unarisorsa assoluta, può cambiare le sorti diuna giornata e in maniera più ampia lesorti di un piatto, di una malattia, o piùsemplicemente di un luogo. Si di unluogo. E’ anche grazie a loro che laBasilicata è conosciuta. La presenza delleerbette aromatiche che trovano un ampiouso sia in cucina come aromi o spezie, siain medicina come piante officinali, rendo-no unica e preziosa l’esistenza.Ovviamente non hanno bisogno di grandiattenzioni perché sono di quelle cose chenascono spontaneamente, profumanospontaneamente. Un miracolo della natura, potrei fare l’e-lenco dei nomi antichi con i quali trovanoun ampio riferimento nelle enciclopediemediche, ma non sarebbero a “portata dinaso”, concedetemi il termine. Tutti, daibambini agli adulti andrebbero dal frutti-vendolo più che dal farmacista per com-prarle, quello che affascina e coinvolge in

maniera diretta è l’uso che se ne fa incucina, per insaporire i piatti, per aroma-tizzare olii o liquori, spesso vengono usateanche per sostituire zucchero, sale e limi-tare l’uso degli stessi che, se presi ineccesso, potrebbero creare dei danni. Nonandiamo oltre. Il bello delle erbette è chehanno aiutato la Basilicata a conquistare iltitolo di “Officina Botanica” il giardinod’Italia. Ci sono con alcune di loro deimatrimoni perfetti che vivono nelle inten-zioni, nelle idee dei Lucani e non solo.Rosmarino ed arrosto, basilico e pomodo-ro, l’alloro e il fegato o i lampascioni, ilrosmarino con pomodori o con le zucchi-ne, la menta con melanzane o carni bian-che, il finocchietto selvatico con l’agnello. Gli abbinamenti sono molteplici e giocoforza lo fa non solo la competenza culina-ria ma anche la fantasia e la capacità diosare. Ci sono piatti della tradizione che sitrasformano completamente con l’utilizzodelle erbette tanto da sembrare un piatto

diverso!Infatti è proprio un piatto diverso da quel-lo che vi propongo, sulla falsa riga dell’ac-qua sale; ecco la “Puliata” tipica diNoepoli, piccolo paese in provincia diPotenza, nello splendido parco del Pollino.Un luogo dove le erbette aromatiche sonodi casa e sono tutte al meglio delle qualitàed essenza, grazie al territorio, grazieall’aria e al genio delle genti locali chehanno saputo reinventare un piatto tipicodi suo rendendolo particolare. La Basilicata è una terra meravigliosatutta da scoprire. Questo è un piattopovero, fatto di poco e ricco di gusto, ametà tra una zuppa e un piatto fresco.Data la peculiarità potrebbe sembrareadatto per l’inverno e invece no, la mentaselvatica sprigiona la sua freschezza, lasua ricchezza di gusto. Le opportune ina-lazioni olfattive del piatto appena pronto,infatti, aiutano a liberare le vie respirato-rie con delicate note balsamiche.

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La ricetta...“Puliata”

Ingredienti: Acqua, un mazzo diPulio (menta calaminda), peperon-cino piccante, aglio, uova, panecasereccio, olio extra vergine d’oli-va, sale qb.Procedimento: In una pentola abordo alto versate dell’acqua eponetela sul fuoco. Quando verràa bollire introducete degli spicchid’aglio, del peperoncino, un maz-zetto di menta pulia, lasciate bolli-re il tutto affinché l’acqua si insa-porisca e si riduca di circa la metà.Proseguite versando all’internodella stessa delle uova e fateleincamiciare, aggiungete dell’olioextra vergine d’oliva e del sale; nelmentre in una terrina con coper-chio mettete delle fettine di panecasereccio e proseguite versandosopra l’uovo e il brodo aromatizza-to. Coprite e lasciate riposare qual-che istante: se vi piace o vi va diprovare questo è il momento difare i sulfimigi. Togliendo il coper-chio dalla terrina e facendo deiprofondi respiri, immediatamentesi libereranno le narici e si apriran-no i bronchi. Ora assaporate ilpiatto, vi assicuro sarà un’espe-rienza paradisiaca…. accompagna-te con del buon vino rosso, anchese un bianco molto fresco si sposabene!

C’era una volta, in un villaggio di fron-tiera, un giovane uomo che si affac-ciava alla vita, quella vera. Primi peli,

radi e sottili, in viso. Cambio di tono voca-le e, soprattutto, quindici centimetri in piùche facevano la differenza. Tale meta-morfosi, ben accetta ma non voluta, lorendeva titubante: “Continuare con le pic-cole gioie degli atteggiamenti infantili oseguire le sirene delle fanciulle in fiore?”.Delle due l'una, ma si sentiva, di colpo,assai attratto da quell'universo che avevasempre snobbato: il mondo delle femmi-ne. Al contempo, tuttavia, non volevarinunciare al suo personale spazio vitale ealle sue prerogative ludiche che portavaseco dalla nascita. Non riusciva ad abban-donare i suoi giochi, ma non sapeva comedomare l'istinto maschio che prorompevain anima e corpo. Ogni giorno, restavaimbambolato davanti a una ragazza diver-sa. In ognuna ci trovava un qualcosa: diprimitivo o di kitsch, di bello, di ridicolo odi profondo, comunque un qualcosa. Unavolta non le guardava neppure le femmi-ne. L'infanzia lo aveva salvato da questanuova sorta di dipendenza. Adesso eranoprepotentemente presenti nei suoi pensie-ri. In tutte le salse. Era curioso, attento,bislacco e guardava, con occhi diversi,anche le donne un po' fané, ma non lo

dava a vedere e si rifugiava in un silenzioup-to-date. Che aveva notato nei ragazzipiù grandi un mutismo che faceva mistero.Un silenzio affascinante. Carisma di ten-denza lo chiamava, una reticenza a formadi coda di paglia che ad approfondire haipaura che il fienile prenda fuoco. Dellaserie: meglio non parlare che perdereun’occasione per tacere.Un giorno inforcò la bicicletta e se ne andòin giro per la campagna. Si lanciò in disce-sa e planò nella valle. Era il 1982 e le terrebrulicavano di gente al lavoro. Era il tempodella mietitura. Giugno: la falce in pugno.Gironzolando vide dei contadini che traffi-cavano nei loro terreni. C’era uno che ado-perava una falciatrice blu e tagliava l'erba.Un altro, in un terreno adiacente, con unostrano attrezzo dietro al trattore, affastel-lava l'erba, tagliata qualche giorno prima egià rinsecchita, in lunghe file di paglia gial-la. Era una sorta di enorme rastrello gire-vole, rosso con le grandi ruote colorpanna. Il ragazzo restò assorto, all'ombradi un pioppo, a contemplare le scene.Finché non arrivò un altro contadino, conun trattore che trainava un'imballatriceverde, che passando sulle strisce di erbasecca, riunite prima, creava, dal nulla, deiparallelepipedi di paglia. Balle, appunto.Balle di fieno gialle. Passò forse un'ora e fu

tempo di rientrare. Tuoni in lontananzaannunciavano pioggia. Lui pedalava forteper raggiungere un riparo e per poco untrattore col carrello non lo investiva. Il gui-datore correva, che, di certo, doveva ten-tare di portare le balle al sicuro, prima chepiovesse. Quei mezzi agricoli lo affascina-vano molto, in particolare l'imballatriceperciò, qualche giorno dopo, nel cercareun punto per fotografare, con una banalemacchinetta, balle e mezzi agricoli all'ope-ra, finì in un fosso, con tutta la bici, rovi-nando la macchina fotografica di suopadre. La pendenza che dal dorsale del

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Arsenio D’AMATO

“L'AROMA DEUN VINO GENCOME IL FERM

Le vicende e gli eventi raccontati in que-sta storia sono di pura fantasia ed i riferi-menti a personaggi e realmente esistiti, ofatti veramente accaduti, hanno esclusivafunzione narrativa.

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fossato scendeva verso il basso era costel-lata di cespugli. Assai diversa dalla rigo-gliosa macchia che verdeggiava oltre il cri-nale. Forse perché, lì, il vento soffiava inmaniera differente. Lui non poteva averecognizione della profondità. Comunque lacampagna, da quella parte, offriva veri epropri nascondigli. Non doveva fare marciaindietro: non sarebbe finito gambe all’aria.Con una breve rincorsa tornò sulla strada.Il rullino si poté sviluppare, ma il resto fuda buttare.Dieci anni dopo, finito il militare, si ritrovò,in sella alla stessa bicicletta, in giro per

quelle medesime campagne. Cercava sol-tanto di mantenersi in movimento. Di stareun po' da solo per non rinunciare al suopersonale spazio vitale. Barba di tre giornie occhiali da sole pedalava lento, scrutan-do l'orizzonte. Dal walkman ascoltavaquello che, nella mattinata, aveva registra-to su un'audiocassetta direttamente dalvinile. In quel preciso istante passava "Doyou really want to hurt me" dei CultureClub. Un brano, guarda caso, del 1982. Sifermò, sotto lo stesso pioppo di dieci anniprima, a riflettere sul bizzarro senso dellavita e sul ripetersi delle stagioni. Il sole

diffondeva la sua luce accecante sullacampagna e i mezzi agricoli, sparpagliatiqua e là, si muovevano come fossero statecreature viventi. Da lì scorse una ragazzain bicicletta che, pedalando distratta, erafinita nello stesso fosso battezzato da luidue lustri prima. Disarcionata dalla bici,cercava di rimettersi in sesto. Corse in suoaiuto. Lui pedalava forte per raggiungerlae, come in un flashback, rivide se stessonel fossato. Disponeva solo di pochi istan-ti, rifletté correndo a tutta velocità. Nonebbe tempo di pensare ad altro: un attimoprima del contatto, il mondo sembrò rivol-tarsi. Tuoni e lampi annunciavano tempe-sta."Ciao! Serve aiuto?" - disse sopraggiun-gendo."Puoi pure ridere - rispose la ragazza - chenon mi offendo".Era molto bella e aveva una Reflex al collo."Nella caduta, per fortuna, sono riuscita aproteggere la macchina fotografica. Graziedel pensiero… Posso farti una foto?".Lui non rispose, ma restò imbambolatodavanti a una tale bellezza. La ragazza eraspudoratamente bella. Inutile negare l'evi-denza: quella fu la prima cosa che glivenne in mente. La scioltezza, poi, con cuilei si relazionava con lui, nel contesto, gliricordava qualcosa: di atavico, di poetico,

MICHELE SAPONARO

EL FIENO INEBRIA COME NEROSO, DÀ LE VERTIGINI MENTO DEL MOSTO”.

Prima Parte

di bello, di magico, di profondo, comunqueun qualcosa che riguardava un film.Per questo motivo si sciolse e le disse:"Lascia stare la foto. Non amo certi scatti.Per colpa di una foto dentro quel fosso cisono finito anch'io da piccolo. Anch’ioavevo con me una macchina fotograficama quella volta, lei, ebbe la peggio...L'unico vantaggio di invecchiare è che sidiventa più saggi ed io non pedalo più conla macchina fotografica al collo e neanchescatto foto in bicicletta, al massimo ascol-to musica...".La ragazza, rialzandosi, scoppiò a ridere elo interruppe: "L’altra sera, mentre arriva-vo a Lavello coi miei, dopo un viaggiomolto intenso fino in “Bassitalia”, ho vistoun contadino al lavoro sulla sua mietitreb-bia”.S’interruppe un momento e poi riprese:“So che stai pensando qualcosa tipoembè?"."Si, effettivamente… - rispose il ragazzo -Dico sempre quello che penso: la diploma-zia è noiosa e ruffiana, ma arriva alpunto". "Con calma... mamma come sei serio!Intanto mi chiamo Ersilia... Tu?"."Io no, ma sono Andrea". "…mmm… serio e spiritoso… Dicevo, hovisto un contadino sulla sua mietitrebbiache gironzolava allegramente per ilcampo. Questi strumenti tecnologici-agri-coli mi hanno sempre affascinato molto, inparticolare, sono una fan sfegatata dellamacchina che fa le rotoballe. E’ ipnoticovedere questo macchinario all’opera. Ilcontadino gira per il campo e improvvisa-mente, versione astronave aliena, si apree PUF! La rotoballa esce saltellando (oquasi). Mi piace così tanto che poco fasono finita nel fosso, con tutta la bici, percercare un punto da cui fotografare lerotoballe nel modo migliore. Anche per-ché, per esperienza, so che bisogna fare infretta, che le portano via al riparo dagliacquazzoni estivi".

"Una volta, però, - rispose Andrea, ma contono più sommesso - venivano a falciare ilprato e poi arrivavano i trattori, ma nonfacevano le rotoballe bensì i mattoncini“lego” di fieno. Mi sono sempre chiestocome funzionassero quelle macchine,anche quelle per le rotoballe, che io chia-mo “girelle” di fieno".Quella ragazza gli piaceva. Non poco. E,con la scusa di un imminente rovescio, lascortò in paese spingendola in salita.Parlarono fitto e si rividero molte volte. Simisero, per così dire, assieme e la stagio-ne volò via. Passò l'estate e si divisero. Siscrissero. Passarono gli anni. Si persero.Lei tornò altre estati, altre volte, ma lui eraemigrato per lavoro. Insegnava in“Altitalia”. Di lei non gli restava che una let-tera ingiallita del 2002, che faceva dasegnalibro in un vecchio dizionario e noncontemplava, oramai, innamoramenti efervori. C'era un passaggio, della missiva,che ad Andrea piaceva molto: "Non ti homai chiesto cos’ascoltassi dal walkman laprima volta che ti ho visto. Immagino DeGregori. Ci stava bene. Se così non fossenon me ne volere, ma è che mi piaceassai. Vedendo le mietitrebbie all’opera,comunque, ho fatto un sacco di collega-menti ipertestuali nel mio super affollatocervello e ho pensato che, sì, mi piacereb-be proprio fare le rotoballe. Da lì non misono fermata e ho pensato a quante cosein realtà vorrei fare… così le ho scritte, quisul biglietto allegato, in una lista in conti-nua espansione ma, spero, anche in conti-nuo sfoltimento. Perché sì, quelle cose leVOGLIO proprio fare!". Era stata di parolaErsilia. Aveva sposato un lavellese. Unfiglio di un grosso agricoltore locale. Unoche vive usando, nel quotidiano, queglistrumenti tecnologici-agricoli che tantoaffascinavano la ragazza di un tempo.Ragazza che Andrea più non aveva rivistopoiché egli assai di rado tornava al paese;preso com’era dal suo incarico in “Altitalia”,dalle reclusioni casalinghe del dopo-lavo-

ro, dalla scuola e dai riti sciamanici del finesettimana. Fino a quando tutto ciò accad-de, fortuitamente, dopo quasi vent'anni.Andrea si trovava a Lavello in occasionedella festa della "mietitura e trebbiatura"nel 2011. Aveva cercato e trovato, in uncassetto, quelle foto del 1982. Siccomescriveva per una rivista in “Altitalia”, gliavevano chiesto, un articolo “estivo, frescoma, didattico” e lui aveva intenzione diparlare della macchina che faceva i "mat-toncini": quasi scomparsa con l'avventodelle rotoballe. Era passato troppo tempodall'ultima volta in cui aveva pedalato indiscesa verso la valle. Riprese la vecchiabicicletta, gonfiò le camere d’aria con lapompa a mano, la lavò con un getto d’ac-qua della gomma giallognola e rinsecchitae volò in campagna per cercare ispirazio-ne. Sorrise nel pensare che avesse antici-pato di un anno l’appuntamento decenna-le, in sella alla stessa bicicletta, in giro perquelle indistinguibili campagne. Cercavaispirazione con un enorme bagaglio creati-vo, ma una differente capacità di emozio-narsi. Era come se avesse perso sensibilitàora che, a furia di stare da solo, avevatroppo spazio attorno a sé. Barba lungabrizzolata e occhiali da vista pedalavarilassato, esaminando il panorama. Sifermò, sotto lo stesso pioppo di ventinoveanni prima, a specchiarsi nella valle, assor-to in pensieri adulti che galleggiavano nel-l’aria come bolle di vuoto. Ora le imballa-trici che facevano balle tonde le realizzava-no enormi, ma lui rivedeva i contadini dellafalciatrice blu e dell’imballatrice verde. Re-incontrava mnemonicamente i loro compi-ti: uno si piazzava sul trattore, conduceval'imballatrice con dietro il carro sul qualec'era chi sistemava i "mattoncini". Dalleparti di Lavello c'era rischio di pioggia enessuno li depositava provvisoriamente aterra. Un lavoro noioso per chi guidava,molto faticoso per chi stava sul carro...

O.S.T. Do you really want to hurt me – Culture Club

Anno VIII numero 7/8

PERSONAGGI E SQUADRE VINCENTI

Lucano

sommariosommario

76 Le donne nel pallone

Catalano e Gerardi

78Mario Brindisi

e il Cus Potenza in Serie A

80 I primi 40 anni

dell’Az Picerno

84 Lectio Magistralis

a Venosa di Luigi Nasca

82 Fabio Lamorte

un difensdore tutto Lucano

Roberta Catalano

Donne nelRobertAurora

Antonio CROGLIA

77Lucano

Scritta la storia da parte del RealStigliano che, ha conquistato la Serie Aal termine di un percorso importante, il

futsal in gonnella lucano ha scritto un’altrabella pagina di sport grazie alle tre compa-gini lucane che quest’anno hanno militato inSerie A. L’Ita Salandra, attraverso i play offscudetto, ha tenuto alta la bandiera di tuttoil Sud, approdando ai quarti, mentre squa-dre più quotate, sono state costrette adabbandonare la scena prima del previsto. L’ASD Rionero, che ha partecipato per laprima volta al campionato di serie A schie-rando solo giocatrici lucane, ha invece con-quistato una storica salvezza, festeggiandoin anticipo la permanenza nella massimaserie nazionale. Una stagione fatta di tantisacrifici sia dalla società che dalla squadra,costretta a giocare le gare lontano daRionero (le gare interne sono state giocatea Lavello). La società sembra però nonessere più disposta a fare tanti sacrifici,anche perché ci sono motivi ben precisi,come ha detto il massimo esponente vultu-rino: "Il Comune di Lavello - afferma DiLucchio - che ringraziamo per l'ospitalitàdataci nella scorsa stagione, con la nascitadi nuove società sportive locali, non potràpiù concederci il suo terreno di gioco.Pensare di giocare a Potenza è impossibileperché comporterebbe molti sacrifici econo-mici che non ci possiamo permettere". Lasocietà ha chiesto una deroga per giocare aRionero, e se non sarà concessa l’iscrizioneè a forte rischio. Tanti, tantissimi sacrifici lihanno fatti anche le ragazze del CusPotenza, che sono riuscite a conquistare lasalvezza attraverso i play out. Abbiamo fattouna piccola intervista ai due capitani,Roberta Catalano, del Rionero, e la giovanis-sima Aurora Gerardi, appena diciassettennee da tre anni al Cus Potenza, dove è capita-no da due anni.

Ad inizio stagione pensavate di riusci-re a conquistare la salvezza? Gerardi: Sapevamo che non sarebbe statofacile, ma ci abbiamo sempre creduto.

Catalano: Ci credevamo dall’inizio, anchese abbiamo incontrato qualche difficoltà, maalla fine abbiamo raggiunto l’obiettivo.

Quali sono stati i vostri punti di forza?Gerardi: Sicuramente il gruppo e il mister(Mario Brindisi), che ha saputo farci dare ilmeglio.Catalano: Il gruppo, perché è stato sem-pre molto unito, ma la carica del nostro pre-sidente non è da trascurare.

E quali i vostri punti deboli?Gerardi: Forse la mancanza del pubblico,purtroppo spesso abbiamo giocato davantia pochi intimi, perché sapevamo dei nostrilimiti.Catalano: L’inesperienza sicuramente, per-ché per molte è stata la prima esperienza inun campionato nazionale

Qual è stata invece la vostra arma vin-cente?Gerardi: L’unione del gruppo, disposto afare sacrifici per raggiungere un grandeobiettivo.Catalano: La coesione del gruppo, è statafondamentale.

Tanti sacrifici fatti, tanti ancora da fareo sperate in qualcosa di più importan-te?Gerardi: Vorrei giocare per qualcosa di piùimportante della salvezza.Catalano: Speriamo innanzitutto di riuscirea giocare a Rionero, il sogno è quello di vin-cere il campionato, anche se ci vuole anco-ra un po’ di tempo.

C’è ancora un sogno nel cassetto?Gerardi: La chiamata di una squadra dilivello più importante.Catalano: Allenare una squadra di calciofemminile.

Per l'anno prossimo avete già pro-grammi? Gerardi: Al momento non c’è ancora nulla,

anche se continuiamo ad allenarci ancora.Catalano: Nessun programma, devo primasistemare la caviglia, che quest’anno mi hadato qualche noia.

A chi dedichi questa ”vittoria”?Gerardi: A mio padre, che ora non c’è più,è che mi è sempre stato vicino.Catalano: La dedico al presidente, perchèha sempre creduto in noi.

Chi sei fuori dal parquet?Gerardi: Dicono gli altri, che sono unaragazza seria e semplice. Catalano: Una ragazza semplice. Tra lavo-ro e allenamento ho poco tempo da dedica-re ad altro e quando ho del tempo a dispo-sizione faccio dei viaggi.

Non possiamo che fare ad entrambe, maanche alle loro società, un grosso in boccaal lupo.

AuroraGerardi

palloneta CatalanoGerardi

Adenti stretti, la salvezza conquistatadal Cus Potenza C5 femminile, unicasocietà sportiva del capoluogo di

regione ad avere una squadra che disputaun massimo campionato nazionale. Unapermanenza in serie A, conquistata sul filodel rasoio a Maggio, presso il Palapergola diPotenza, grazie ad un pareggio siglato inextremis nella gara di ritorno dei play-outdel girone C. Un 4 a 4 finale, che in virtùdella vittoria in trasferta, per 3 reti a 2, nellagara di andata contro le calabresi dellaJordan BCC Mediocrati ha permesso allelucane di potersi iscrivere anche per la pros-sima stagione nella massima serie. Perconoscere da vicino questa realtà sportivalucana e il mondo del futsal femminilepotentino, abbiamo intervistato l’allenatoreMario Brindisi.

Mister Brindisi, ci racconta la storia delCus Potenza C5?La storia di questa società ha radici lontane.Nel 1982 facevo scuola calcio ai ragazzi del-l’oratorio di SS. Pietro e Paolo al rioneFrancioso di Potenza sotto il nomedell’ANSPI, partecipando ai vari campionatiregionali giovanili con ottimi risultati. Dopoun paio di anni io e i miei 3 fratelli, Michele,Lello, Mimmo demmo vita ad una societàcomposta da un settore giovanile ed unasquadra di calcio a 5, che iniziò a disputarei primi tornei, nel campo dell’Ex Enaoli. Finoa dar vita ad un vero campionato affiliatoalla FIGC con molte squadre e una fasenazionale. Come squadra di calcio a 5maschile, la soddisfazione maggiore fu quel-la di contenderci lo scudetto nazionale a SanMarino, sfumato in semifinale, contro avver-

sari ben più blasonati. Solo per differenzareti. Il nome della società negli anni è cam-biato tante volte (Pol. F.lli Brindisi, CusPotenza, Futsal Potenza), attualmente nesono il responsabile tecnico, mentre Michelene è il presidente.

Attualmente qual è la presenza dellasocietà sportiva sul territorio ?Il Cus Potenza come società partecipa alcampionato di calcio regionale a 5 siamaschile in serie C, che femminile in serie A,con un totale di circa 100 tesserati. Inoltreha una scuola calcio che si occupa dei

ragazzi che partecipano ai campionati regio-nali di calcio a 5, a livello di giovanissimi edesordienti.

Una stagione quella 2013-2014, tribo-lata e irta di difficoltà. Ci parli di que-sta salvezza sofferta dalla squadrafemminile e della soddisfazione per iltraguardo raggiuntoLe difficoltà sono state tante, dagli esiguimezzi economici a disposizione all’organicoalquanto ridotto a diposizione, appena 7elementi a stagione inoltrata. Malgrado que-sto la squadra è riuscita in un’impresa

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Emanuele PESARINI

Mario Brindisi il coach del Cus Potenza“Con grinta e carattere siamo in

straordinaria, ha dato il massimo delle pro-prie energie e risorse fisiche e mentali, con-quistando sul campo, faticosamente, mameritatamente, una salvezza complicata.Insomma si è raggiunto il massimo traguar-do sportivo per noi raggiungibile, la perma-nenza in serie A per la prossima stagione.La grinta ed il carattere delle ragazze sonostate determinanti per scongiurare unaretrocessione che si stava materializzando apoche giornate dal termine. Decisiva per lesorti stagionali direi è stata la trasferta sici-liana contro il Vittoria Calcetto femminile:perdevamo 3 ad 1 a poco più di 10 minutidalla fine, e nel tempo a disposizione leragazze sono state capaci di rimontare ildoppio svantaggio e di segnare ben 4 reti,con un punteggio finale di 5 a 3 a nostrofavore. Quella vittoria ci ha garantito l’ac-cesso matematico ai play-out a tre giornatedal termine del campionato. La soddisfazio-ne maggiore è stata conseguire la salvezzacon lo stesso gruppo dell’anno precedente,che è cresciuto in termini di convinzione neipropri mezzi e dal punto di vista del gioco.Il momento critico del campionato è stato ladoppia sconfitta casalinga con la Jordan per1-2 ed il Rionero per 1-4. Anche il doppioconfronto dei play-out sempre con la Jordanè stato durissimo, ma il cuore è andato al dilà dell’ostacolo e ce l’abbiamo fatta.

Il Cus Potenza C5 femminile, se nonerro, è l’unica società sportiva dellacittà a disputare un campionato pro-fessionistico nella massima serie dicategoria. Mi viene da chiederle a cosaè dovuto, secondo lei, tutto ciò. E intale ottica quali sono i programmi e gliobiettivi per il prossimo campionato diserie A?Si, la promozione in serie A dalla C arrivònella stagione2011/2012, e la sal-vezza di quest’annola considero il mio

personale

regalo alla città di Potenza. In verità credoche oggi, in generale, ci siano pochi investi-tori, pubblici e privati, pronti a spendere espendersi per la promozione dello sport alivello locale. Non so se è una questionepuramente economica, ma è fuori discussio-ne che può sopravvivere solo se si investo-no soldi e passione. A tal proposito mi augu-ro che anche il nuovo sindaco si avvicini almondo sportivo e ci sostenga per preserva-re ed ampliare la competitività della squa-dra, convinto che una società sportivapotentina in serie A dare sicuramente lustroe risalto al nome e all’immagine della città.Ovviamente l’invito non è esteso solo a luima anche a privati e soggetti pubblici edistituzionali, in modo da programmaremeglio e con serenità il futuro, e puntare sindalla prossima stagione ad una salvezzaconquistata senza troppi patemi d’animo.Chiunque volesse sostenere il progetto puòcontattarci ai seguenti indirizzi e-mail:[email protected] o [email protected]

Quali sono state le tappe di MarioBrindisi nel mondo del calcio?Nel mondo del calcio sono da oltre 30 anni.Ricordo con piacere il torneo delle regioni,che portò la rappresentativa lucana, di cuiero capitano, al titolo di campione di Italia aTerni nel 1989, e 3 campionati regionalevinti nel calcio a 5 maschile da allenatore-calciatore., oltre alla promozione in veste diallenatore con le ragazze del futsal dalla Cad A. Come calciatore ho disputato duegare nella nazionale maggiore di calcio a 5maschile.

Quali sono state le protagoniste dellastagione e artefici della miracolosasalvezza?La rosa è composta da 7 ragazze: le poten-tine purosangue Aurora Gerardi, soli 17 annie capitano della squadra e Daiana Napolillo,Laura Gresia, bomber della squadra, con 32

reti siglate nell’ultima stagione, MarisaCasiero di Salandra, autrice del goalsalvezza nei play-out, MartinaMerlenghi, portiere, giunta in presti-

to dal Pescara, Enza Petrazzuoli, eDonatella Camapaniello.

L’importanza dello sport nell’at-tuale società?

Lo sport da sempre è un valore aggiun-to per la società civile, perché coinvolgetanti ragazzi/e che aiuta a crescereinculcando valori come il senso deldovere, della responsabilità e delrispetto verso il prossimo o lo spirito disacrificio. In particolare il calcio a 5

appassiona sempre più giovani atletisportivi. Desidero porgere, infine, un rin-graziamento particolare al presidentedel Centro Universitario Sportivo Moni

Bevilacqua, che ci ha dato la possi-bilità di allenarci nelle propriestrutture.

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serieA”

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AZ Picernoi miei primi40 anni

Per l’Az Picerno, la stagione appenaandata in archivio, è stata indubbia-mente la più importante della sua sto-

ria e i “40 anni” non si potevano festeggia-re meglio. Certo sarebbe stato megliofesteggiarli con la promozione in Serie D,ma a questa squadra da rimproverare c’èben poco. L’Az Picerno quest’anno ha con-quistato il secondo posto assoluto nel mas-simo torneo regionale e, senza passareattraverso la lotteria dei play off regionali,ha partecipato a quelli nazionali. E’ arrivataanche la prima Coppa Italia e per le giova-ni leve picernesi anche la vittoria del cam-pionato Juniores Regionale. Sono questisuccessi inequivocabili e fuori discussione.Con il senno di poi forse qualcosa in più,specie nella gara di andata della finale pro-mozione in Serie D, si poteva fare, ma nonbisogna dimenticare che di fronte c’era unasignora squadra che tra le propria file anno-vera giocatori che hanno calcato campi diben altro spessore. La Sarnese di misterVitter, tecnico di provata esperienza, insie-me a giocatori come Ottobre e Romano,giusto per fare dei nomi, hanno fatto ripor-re nel cassetto i sogni di promozione airagazzi di mister Catalano, disputando unagara tatticamente perfetta e accorta. Inquesti casi serve anche avere una piccoladose di fortuna, che ai picernesi è purtrop-po mancata. Resterà una stagione indimen-ticabile anche per la conquista della primaCoppa Italia. Al “Corona” di Rionero, controil Real Tolve, i “brividi” non sono mancati(gara decisa ai rigori), ma ciò che conta èaver messo in bacheca un trofeo prestigio-so ed ambito da tutti. La conquista dellaCoppa ha permesso ai ragazzi di misterCatalano di uscire dai confini regionali edaffrontare società veterane della categoria.

Con il Casarano (a Picerno) e il Volla (interra campana) sono arrivate due sconfitte,ma Scavone e compagni sono usciti dalcampo sempre a testa alta, anzi a Volla irossoblù meritavano sicuramente qualcosain più visto l’andamento della gara. Altrosuccesso importante conseguito dallasocietà picernese riguarda la vittoria delcampionato Juniores Regionale. Le giovanileve picernesi, con l’aiuto di Podano,Russillo, Pinto e Robertone che hanno fattobene anche in prima squadra, hanno con-quistato la vittoria battendo nella finale diViggiano la Soccer Lagonegro al termine diuna gara bella, combattuta e ricca di spun-ti tecnici. Nel prosieguo della competizionea livello nazionale, il Picerno, dopo la vitto-ria targata Russillo con il Pontecagnano al“Curcio”, si è arreso al Casarano. Tornando a questi giorni, il Picerno, checome detto ha acquisito il diritto a parteci-pare ai play off nazionali senza passare daquelli regionali, ha raggiunto la finale dopoaver inflitto una pesante sconfitta alMisterbianco. Anche questo è un fatto sto-rico, perché fino ad oggi la finale era stataconquistata dal Francavilla (2000-01) e dalRicigliano (2007/08). I sinnici furono estro-messi dalla Pro Ebolitana, mentre i riciglia-nesi dal Trapani, che oggi milita in Serie B.La finale con i granata se la ricordano siaMele che Serritella, che oggi indossano lacasacca picernese. Con la Sarnese, comedetto, forse si poteva fare di più, ma allasocietà va fatto un grande plauso per i risul-tati conseguiti in questa stagione storica.Onore anche alla tifoseria, che non ha fattomai mancare il proprio apporto ai rossoblu. La storia è stata scritta, ora bisogna scrive-re il futuro.

an.cro

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Questa è la storia di un figlio del calcio.Fabio Lamorte, classe ’91, forte difen-sore, lucano nel sangue. Gli ultimi tre

anni passati a Viareggio in C, dopo altri 3nelle giovanili della Samp. Quella fascia albraccio, che ne indica le qualità ed il caratte-re. In patria per le vacanze estive, nella suaFoggiano, una frazioncina di Melfi, da cuiesplose a 15 anni esordendo in prima squa-dra, ci ha amichevolmente concesso alcunebattute circa il suo meraviglioso excursus dacalciatore, che si prospetta ancor più dorato.

Qual è stato il momento cruciale dellatua vita calcistica in Basilicata?Sicuramente quando ho fatto l’esordio inprima squadra col Melfi, a 15 anni. Durantel’anno ebbi la possibilità di allenarmi con ungruppo professionistico e questo ha fatto siche io potessi migliorarmi costantemente.Sono stati loro che ci hanno creduto e mihanno messo in risalto. Far un esordio a 15

anni non è mai una cosa facile. Ho avuto poila possibilità di mettermi in mostra; di fatto,nel corso dell’annata venni visionato dallaSampdoria, e l’anno successivo mi trasferii aGenoa, sponda blucerchiata per l’appunto.

Come hai vissuto il salto dalla C alla Aed il tuo approdo in un città comeGenova, in cui il calcio lo si vive adaltissimi livelli?A Genova si vive bene. All’inizio è stato unpo’ difficile dover andar via da casa, a quel-l’età, da solo. Ma siamo stati sempre segui-ti, ed abbiamo stretto importanti amiciziel’un l’altro. Il salto da una società di C ad unadi serie A è stato enorme. Ho visto e impa-rato cose nuove, delle quali non ero a cono-scenza prima. Una società di serie A hatutt’altro a che fare con una di Lega Pro.Anche le giovanili vengono molto seguite.Come gli stessi dirigenti e gli allenatori dellaprima squadra: ci tenevano d’occhio ed

FabioLAMORTEUn DIFENSOREtutto LUCANOpronto per il grande SALTO

Giuseppe A. RINALDI

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erano sempre vigili, per poi farci allenare conloro in casi di necessità. Qualcuno in primasquadra aveva dei problemi”.

Dopo i 3 anni alla Doria, sei stato cedu-to al Viareggio in comproprietà. Nellostesso anno arrivò la chiamata dellaNazionale Italiana. Come l’hai vissuta?Era il primo anno a Viareggio quando arrivòla chiamata in Nazionale. Era l’Under 20 diLega Pro, e giunse a coronamento del buoncampionato che feci. È stata una grandeemozione per me. Ho vissuto il tutto congrande orgoglio, per me personalmente, eper tutta la mia famiglia, che mi ha sempresostenuto. Indossare la maglia azzurra è unqualcosa che ti riempie il petto; è sempre unorgoglio vestirla, ed un piacere rappresenta-re il proprio Paese. Sono emozioni uniche,che nei clubs non si possono provare. Poigiocare all’estero, in Inghilterra, aFleetwood, vicino Manchester: fantastico.

Sei stato capitano alla Samp e fino alloscorso anno a Viareggio. Cosa ha signi-ficato per te questo riconoscimento?La fascia da capitano non è un peso. Trattasipiù che altro di una responsabilità che ci si

assume. Al Viareggio quest’anno eravamotutti giovani, fatta eccezione per qualche ele-mento di esperienza; quindi era più facileparlare e gestire al meglio la situazione. Alivello di spogliatoio c’è stata molta piùarmonia rispetto alle passate stagioni. Dalpunto di vista contrattuale, invece, sono inscadenza, quindi per il prossimo anno valu-teremo bene il da farsi con il mio procurato-re, che già sta vagliando le varie offerte per-venutegli. Dopo l’estate mi aggiornerà evedremo come si evolverà il tutto.

Qual è il tuo obiettivo per la prossimastagione? Senza toglier nulla al Viareggio, vorrei anda-re in una società importane sempre di C omigliore, ma che possa lottare per vincere ilcampionato di quest’anno.

Ti sentiresti pronto per la B, magari, finda subito?Onestamente, io mi sento pronto già da unpaio d’anni. Tutti gli addetti ai lavori dellesocietà in cui ho giocato, mi hanno semprericonosciuto una testa più grande per l’etàche ho ed il fatto che ragiono di più rispettoagli altri miei coetanei. Penso che questa sia

una dote importante. Da parte mia, mi sentoprontissimo a questo salto. Nel frattempo migodo le vacanze con famiglia ed amici e poivedremo. Speriamo bene (ci dice sorriden-do).

C’è una persona che ringrazierestisempre se, voltandoti indietro, potessirivedere il tuo percorso da calciatore,la strada che hai percorso finora e leprospettive che hai davanti?Innanzitutto ci tengo a ringraziare i mieigenitori e la mia famiglia, che mi ha sempreappoggiato in tutte le decisioni e le situazio-ni che si sono presentate nella mia vita. Inambito calcistico, non posso non esseregrato sempre al mister delle giovanili delMelfi, Ficarazzi, che mi ha spostato di ruoloquando arrivai in Berretti. In passato ho rico-perto un po’ tutti i ruoli del centrocampo. Fului che mi identificò nel ruolo di centralearretrato.

Un ottimo centrale, ben dotato tecnicamen-te e con un’intelligenza calcistica fuori dallanorma. Alla Mascherano per intenderci, piut-tosto che alla De Rossi. O, perché no? AllaFabio Lamorte!

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La città oraziana, grazie all’AIA(Associazione Italiana Arbitri) diVenosa, ha avuto il piacere di ospita-

re Luigi Nasca, arbitro conosciuto a livel-lo nazionale. Nasca, di origini baresi, conuna preziosa gavetta in serie C e B, èapprodato in serie A il 16 maggio 2010.L’arbitro, è arrivato nel centro venosinoper una lectio magistralis sul comporta-mento degli arbitri, sugli errori da evitare,e, soprattutto, sull’atteggiamento psicolo-gico giusto che un direttore di gara deveassumere, sottolineando come a qualsia-si livello, professionistico e non, ci vogliasempre un atteggiamento professionale,dentro e fuori dal campo, unite ad impe-gno, preparazione non solo atletica e tec-nica, ma anche psicologica, unita a pas-sione e dedizione, condivisione delleresponsabilità con la propria classe arbi-trale. L’incontro si è concluso con la con-segna da parte del presidente regionaleAIA, Michele Di Ciommo al presidentelocale, Saverio Perrotta che ha commen-tato: “Sono emozionato, è il primo regaloche ricevo da 10 anni - ha conclusoPerrotta - ringrazio tutti coloro che lavo-rano con volontà, impegno e passione.Ringrazio Luigi Nasca, per aver dimostra-to che ad alti livelli si arriva non per caso;

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Luigi NascaLectio Magistralisa Venosa

Marianna Gianna FERRENTI

penso che ci abbia dato testimonianzache la serietà e l’impegno è importantesia nell’attività arbitrale professionale chein quella amatoriale”. In tutto ciò è impor-tante la vita all’interno dell’associazionearbitrale, costante confronto che, spe-cialmente negli ultimi anni, sta avvenen-do all’interno delle sezioni con corsi diaggiornamento e incontri tecnici. “Il cal-cio professionistico – afferma Nasca – ècostellato da una serie di impegni, CoppaItalia, incontri settimanali, incontri con lesocietà di calcio per avvicinare il mondoarbitrale alle società calcistiche che avolte sembrano camminare su due binariparalleli. Ai ragazzi, dico, con atteggia-mento pragmatico, credeteci, poiché iregolamenti dell’AIA stanno cambiando e,se arriverete preparati al momento giu-sto, vi troverete a bruciare le tappe inmodo abbastanza veloce; ci vorrannomeno anni a passare dai campionati dipromozione alle serie C con le addiziona-

li molti arbitri dalla serie C e B passanoalla A, con una velocità impressionante.Ma per far sì che ciò accada, ci vuolemolta autocritica e umiltà. “Occorre tenerconto – prosegue Nasca- che l’arbitraggioè anche comunicazione non verbale. Ènecessario essere tranquilli e dimostraresicurezza in campo, altrimenti in campo icalciatori ci distruggono”. Al contempo,però, “bisogna saper valutare le situazio-ni e non accompagnare le proprie decisio-ni arbitrali con gesti che possano esseremale interpretati come provocazioni,inducendo i giocatori a fare nuovi falli perpresa di posizione”.

Data la sua esperienza trasversale,quali differenze ci sono, se esistono,nell’arbitrare una partita di Serie A,B e C?La differenza è soltanto l’attenzione deimedia e il numero di televisioni che ti svi-scerano l’episodio in maniera attenta. Ho

arbitrato su campi dove ci sono addirittu-ra 16 telecamere.

Risentite, voi arbitri, della pressionemediatica? Ormai non più di tanto, sappiamo che lamoviola è parte integrante della partitaed è giusto che ci sia, dentro e fuori ilcampo. Il giudizio dei media non incidepiù di tanto sul nostro stato emotivo, anzisappiamo che è un aspetto importanteche dobbiamo affrontare.

È mai capitato di ricevere condizio-namenti da parte delle società spor-tive? Nella mia esperienza non è mai successoche alcuni dirigenti di società sportiveinfluenzassero l’andamento di una parti-ta, o che cercassero di influenzare ledecisioni arbitrali, anzi c’è assoluto rispet-to tra dirigenti e arbitri per il lavoro chesvolgiamo sul campo.

In che modo “Calciopoli” e tutti gliscandali che ne sono derivati hannocambiato la classe arbitrale?Ritengo che Calciopoli abbia cambiato inpositivo, agli occhi della gente, il modo divedere gli arbitri. Prima venivano trattaticon diffidenza, ora c’è molta più fiducia,anche grazie al lavoro di preparazioneserio che stiamo svolgendo nelle sezioni.Non posso che parlare bene perché,vivendo all’interno, posso testimoniareche vi è una classe arbitrale pulita, pron-ta a riconoscere che l’arbitro può sbaglia-re, perché l’errore fa parte della profes-sione, e a far sì che esso non incida, inmaniera negativa, sulla partita.

Che consiglio darebbe ai giovani chevogliono avvicinarsi a questomondo?Ad inseguire i sogni e a crederci semprecon umiltà e sacrificio poiché attraversoqueste qualità si possono ottenere i risul-tati sperati.

Ci spiega come è avvenuto il contat-to con la sezione Aia di Venosa?Ogni anno tre arbitri di serie A e B vengo-no sorteggiati e inviati in due o tre sezio-ni per portare il loro contributo e la loroesperienza ai giovani che si avvicinanoall’attività arbitrale. Con piacere a mesono toccate Venosa e Pisa.

È la prima volta che viene inBasilicata? Che cosa le ha colpito diquesta regione?Sono già stato a Matera per vacanza e hovisitato i Sassi. A Venosa, mi sono pro-messo di tornare a trovare gli amici dellasezione, e la prossima volta avrei piaceredi visitare l’Abbazia della Trinità che, pas-sando, mi ha molto colpito. Sono rimastoaltrettanto piacevolmente impressionatodal verde che la circonda.

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