Il Lucano Magazine Numero aprile 2013

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S O M M A R I O

D O L C E E S A L A T O

6

20Interviste

a Roberto

Speranza, Cosimo

Latronico e Mirella

Liuzzi

Fino al 30 giugno 2013

presso il Palazzo Ducale

di Tricarico una mostra

sui riti

“Cinema nei Sassi”

il museo fotografico

nel Sasso Barisano

La partecipazione

della Basilicata

al Torneo

delle Regioni

in Sardegna

54 Il cuore dei Lucani

32 Il Parco della Murgia Materana

36 Scomparso Nicolino Giasi

il primo ristoratore materano

37 Un fotomuseo nei Sassi ripercorre i ciak materani

40 Forme di ritualita’ dal mondo antico

42 Stabilimento Idroterapico. Seconda Parte

44 La Potenza dei quindicenni tosti

R E P O R T A G E

L O O K A N I A

66 Racconto di Venosa

B L O G O S F E R A

50 Blogosfera

E P I S T E M E

30 La cultura come coltivazione

V I G N E T T A N D O

9 La giovane Speranza di mastro Geppetto

T R A L E R I G H E

52 Il guscio della chiocciola

53 Il buio della mente, la luce nell’anima

M U S I C A N D O

46 Walkyrya, non smettono di guardare l’orizzonte

E U R E K A

61

40

37

I N - F O R M A

56 Orgogliosi di essere lucani

20 Roberto Speranza, neo capogruppo alla Camera

22 Cosimo Latronico, senatore del Pdl

24 Mirella Liuzzi, “cittadina” M5s

25 AttendendoGodot

26 Lucia Pennesi assessore al comune di Melfi

28 Mulino Alvino, un restauro con nubi

sulla destinazione

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E D I T O R I A L E8

LA SERIEDEI NUMERI

Antonello LOMBARIdi

E' difficile trovare una congiuntura astrale così contorta nellastoria dell'umanità. In un momento di ansia per la pace uni-versale e di recessione economica, di portata mondiale, al

parallelo di Roma è accaduto di tutto. Dalla difficoltà di formare unnuovo governo, dopo le elezioni politiche italiane, alla prossimascadenza del mandato del presidente della Repubblica, GiorgioNapolitano e, in ultimo, le impreviste dimissioni di Papa BenedettoXVI e l'avvento del nuovo pontefice Francesco. Idi di marzo, coin-cidenze o pura casualità, non lo sapremo mai. Ciò che, invece, dàla cifra della portata epocale di questo momento storico importan-te è proprio il ricorso ai numeri, necessario ad esprimere il consen-so, in tutti i consessi citati. Mancano i numeri in Parlamento percostituire un governo appena in grado di poter far funzionare l'ap-parato costituzionale. L'attuale presidente, in odore di scadenza dimandato, non ha più il potere di sciogliere le Camere ed indirenuove elezioni. Il conclave elegge al quinto scrutinio il primo papalatino-americano, senza ricorrere al ballottaggio. C'è una compo-nente lucana che lega i tre momenti istituzionali. Emilio Colombo,senatore a vita e decano dei parlamentari italiani, ha presieduto lesedute che hanno consentito di eleggere il presidente del senatoGrasso. Roberto Speranza, neo deputato del Pd, è stato nominatocapogruppo del suo partito alla Camera. Filippo Bubbico, ex gover-natore lucano, è uno dei dieci saggi scelti dal Capo dello Stato pertraghettare il Paese verso la stabilità istituzionale. In occasionedella proclamazione del nuovo Papa, sulla balconata di San Pietro,vi erano due prelati lucani: monsignor Francesco Camaldo, deca-no dei cerimonieri pontifici, di Lagonegro, e monsignor StefanoNicola Sanchirico di Corleto Perticara. Come dire: siamo piccolinelle proporzioni ma ci facciamo valere.Il lucano appartiene ad una tipologia d'individuo assimilabile allaquercia. Come tale si può considerare secolare, anzi: centenario.Anche "il Lucano magazine", entrato nel suo decimo anno di vita,esprime delle cifre importanti. In questo mese tocca, infatti, il tra-guardo dei cento numeri pubblicati. L'accenno è solo un doverosoomaggio e siamo lieti di condividerlo con i lettori che ci seguono,a testimonianza della bontà del lavoro svolto dai collaboratori delgiornale. Non è facile, in una realtà come quella lucana, mantene-re in vita un'iniziativa editoriale per un tempo così lungo e, quan-do ciò accade, di sicuro, non è frutto del caso. Va dato merito all'e-ditore di aver saputo tenere testa alle tante insidie di un settoresenza grossi introiti, così come di essere riuscito a non cedere allelusinghe di sirene emergenti dalle paludi della politica. Se il maga-zine è ancora vivo lo si deve alla passione e alla professionalità diun gruppo di redattori e all'impegno della proprietà nel garantire lacontinuità del progetto editoriale. Uno sguardo lungo che ha sapu-to ampliare gli orizzonti mediatici per giungere ai social e al web,dimostrando di sapersi rinnovare con idee e proposte, oltre la cartastampata. In attesa di degustare la torta del decennale, godiamo-ci questa cifra così tonda e piena, augurando al mondo de “ilLucano magazine” (lettori e addetti ai lavori) altri cento di questinumeri.

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La giovane Speranza di mastro Geppetto

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I L L U C A N O

Antonello LOMBARI [email protected]

Foto: Andrea MATTIACCI, Giovanni LANCELLOTTI, Canio VERTONE

Angelo Rocco GUGLIELMI, MARTEMIX.COM

Arti Grafiche Boccia s.p.a. Via Tiberio Claudio Felice, 7Fuorni - Salerno

Tribunale di Potenza N° 312 del 02/09/2003

04 Aprile 2013

Lucana Editoriale s.r.l.Via Gallitello, 89 PotenzaTel. Fax 0971.476423 -Cell. 337.901200E-mail: [email protected]

Questo giornale è associato Uspi Unione stampa periodici italiani

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Antonio CROGLIA, Michele POTENZA, Federico PELLEGRINO

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Vito ARCASENSA [email protected]

Hanno collaborato in questo numero

Angelo BENCIVENGA, Adriana CRISCI, Arsenio D’AMATO,Vincenzo MATASSINI, Carla MESSINA, Antonio PETRINO,Raffaele PINTO, Donato SABINA, Gino SPINELLI

da Potenza:Antonello LOMBARI, Vito ARCASENSA 0971.476423

Angelomauro CALZA, Carlo jr. CALZA, Federica CAPASSO,Paolo CILLIS, Leonardo CLAPS, Gabriele DI STASIO, Marianna Gianna FERRENTI, Giovanni GALLO, Silvana LAGROTTA, Salvatore LUCENTE, Antonello MANGO,Anna MOLLICA, Michele RUOTI, Albina SODO, Margherita E.TORRIO

Editing e correzione bozze: Margherita E. TORRIO

dal Materano:Giovanni MARTEMUCCI 0835.333321

[email protected]

Vignette di Luca NOMAGA

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N E W S 13

Una gara d’arte per celebrare i sessantaanni di sacerdozio di don Mimì Morelli, par-roco della chiesa di San Pio X insieme a DonGino Galante. L’iniziativa della parrocchia diSan Pio X è rivolta a ragazzi, gruppi e fami-glie che potranno rispondere al bando rea-lizzando un’opera artistica sul tema “Lafede, il Sacerdozio, la Vocazione”. I lavoripotranno essere realizzati con le tecnichepiù svariate, dalla pittura alla scultura, dalfumetto alla poesia. L’opera sarà giudicatada tre artisti locali, Milvia Lo Forte, PinoOliva, Cesare Maremonti, i quali, a lorovolta, si cimenteranno nel realizzare un’o-pera inerente l’evento. Il giorno 12 aprile, alla presenza del parro-co, di Don Mimì e dell’assemblea parroc-chiale, saranno premiati i primi tre classifi-cati. Nella stessa occasione le opere saran-no messe all’asta insieme a quelle donatedagli artisti della giuria e serviranno a finan-ziare l’acquisto della nuova sede presbitera-

le dell’altare.“La comunità di San Pio X – afferma DonGino Galante - si prepara a vivere un even-to particolarmente significativo che uniscefede ed espressione artistica nella celebra-zione del sessantesimo anniversario disacerdozio di Don Mimì Morelli. La suaopera pastorale, ispirata alla spiritualità dicomunione, in tanti anni ha prodotto moltifrutti di vita cristiana, sia a livello personaleche comunitario”. La parrocchia di San Pio

X è ricca di gruppi di diversa provenienza,tutti in cammino verso un unico obbiettivo,l’unità e la fede. I catechisti, con questa ini-ziativa diversa e innovativa, rivolta soprat-tutto ai ragazzi e alle famiglie, hanno cerca-to di unire la fede all’arte espressa in varieforme, estendendo l’invito anche alle scuo-le, con l’intento di rivalutare la chiesa e laparrocchia come punto di aggregazionedella vita cittadina.

gi.ma.

Don Mimì Morelli,un sacerdozio lungo 60 anniricordato con l’arte

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N E W S14

Il Sunia (Sindacato Unitario NazionaleInquilini ed Assegnatari) federazione diMatera e Assocasa (SindacatoNazionale per la tutela degli inquilini edassegnatari) denunciano lo stato dimalessere cui sono giunte centinaia difamiglie materane a causa del perduraredi una crisi economica senza precedenti.L’ aumento del carico fiscale, delle tassesulla casa, dell’ iva sugli acquisti ed i rin-cari che ci saranno nei prossimi mesi,sono fattori a cui guardare con paura, checontribuiscono ad innalzare lo stato distress e di tensione sociale nel nostropaese e nella nostra città.In città si sente il bisogno di attuare pro-grammi edilizi di stimolo all’ economia,basati sullo sviluppo dei servizi, delle ini-ziative imprenditoriali legate al turismo edalle attività ludico–ricreative e per losport, alla realizzazione ed alla gestionedelle risorse ambientali del nostro territo-rio, al recupero delle identità storico-arti-stistiche del nostro territorio, unitamenteall’ attuazione di un piano abitativo con l’

intento di attenuare il disagio, oggi più diieri avvertito dalle famiglie. Il tutto in con-formità agli indirizzi europei in tema diinvestimenti eco-sostenibili con abbatti-mento dei costi energetici. Ci auguriamo che il Comune possa contri-buire al raggiungimento di questi obietti-vi. L’augurio è di poter assistere all’ avvio,nei prossimi mesi, di cantieri che collochi-no nel mercato alloggi di vero interesseper la città. Ci riferiamo ad alloggi priori-tariamente in affitto che soddisfino le esi-genze dei ceti medio-bassi. Ma ci si chie-de: come può una famiglia il cui reddito èdi 18.000,00 euro (famiglia monoredditoo precaria che non può neanche accede-re al sistema della casa popolare) investi-re somme che vanno dai 160.000 ai220.000 euro impegnandosi al pagamen-to di mutui che assorbono quasi la totali-tà del reddito disponibile? Come possia-mo soddisfare le richieste delle famiglieindigenti (nuclei familiari che potrebberoinvece accedere al sistema degli alloggipopolari) se non costruiamo alloggi popo-

lari? Si osservi che, mentre il mercatoimmobiliare privato ha subito un rallenta-mento, il numero delle richieste per casepopolari è arrivato a oltre 500 mentre peralloggi in affitto (con possibilità di riscat-to) le richieste sono arrivate ad oltre 700(edilizia Convenzionata).Invitiamo pertanto il Comune, l’ Ater, leimprese ad attuare nei prossimi mesi pro-grammi costruttivi di alloggi popolari ed inaffitto calmeriato.

gi.ma.

Oramai è senza sosta la battaglia intrapresa dalla sezione diPomarico dell’Adiconsum contro l’Ordinanza di senso unico incorso Garibaldi, Ordinanza (che a parere della scriventeAssociazione e dei tanti cittadini firmatari di una petizionepopolare nel quale dichiaravano la loro contrarietà al provvedi-mento) emessa dal Sindaco solo e soltanto per un unico scopoe cioè creare pericolo e disagio a tutta la cittadinanza. Infatti icittadini, per uscire dall’abitato di Pomarico (impossibilitati apercorrere nell’altro senso di marcia corso Garibaldi,strada diappena 100 metri ) sono costretti a sobbarcarsi due percorsi,uno di quasi 1 km e l’altro di quasi 2 km. Nell’attesa di riscontri agli esposti presentati, per inopportunitàdel seguente provvedimento, nelle settimane scorse al Prefetto,al Questore, alla Procura della Repubblica di Matera, alProvveditorato alle Opere Pubbliche (sezione circolazione esicurezza stradale) all’Ufficio provinciale della Motorizzazione eai Carabinieri di Pomarico, l’Adiconsum ha deciso così di gioca-re in anticipo e chiedere quindi un incontro da svolgersi inPrefettura con una delegazione di cittadini.Il segretario Adiconsum di Pomarico, Vito Pantone: “Abbiamopresentato la richiesta di incontro urgente al Prefetto sullavicenda. Esterneremo le nostre osservazioni sulle presunte vio-lazioni al Codice della Strada ( art 1 comma 2 e presunte vio-lazioni al Testo Unico delle leggi sull’Ordinamento degli EntiLocali ( art 107 , primo comma del Decreto Legislativo 18Agosto del 2000, n 267). Anche la circolare prot. 16742 del 22febbraio 2010 del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti haribadito che la regolamentazione della circolazione della stradaspetta, innanzitutto e come regola generale, al dirigente com-petente”.

“Auspichiamo –conclude Pantone- che anche la Procura dellaRepubblica di Matera si attivi in tempi rapidi al fine di accerta-re la fondatezza delle violazioni di legge sopracitate e, soprat-tutto,di accertare se, una strada principale, come corsoGaribaldi, da doppio senso di circolazione diventa può diventa-re a senso unico e se, per il fatto che su codesta arteria sonostate elevate delle contravvenzioni, presumibilmente illegittime,i suindicati illeciti possano indurre la stessa Procura ad una ipo-tetica apertura di un fascicolo per eventuali reati quali l’ inter-ruzione di pubblico servizio, abuso di potere e indebito arricchi-mento”.

gi.ma.

Il Sunia di Matera, per combatterela crisi e a sostegno delle famiglie

Prosegue la “battaglia” dell’Adiconsum di Pomarico

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I ragazzi dell’Istituto alberghiero di Marconia si sono qualificatiper la finale del concorso “Maître junior dell’anno 2013”. A finemarzo, a Civitanova Marche, nell’hotel Cosmopolitan, gli alunniLeo Lateana e Manuel Faraco accompagnati dai docenti AntonioZaza e Giuseppe Gallitelli si sono qualificati per la finale di Gradoche si terrà il giorno 8 e 9 maggio. I ragazzi di Marconia hannobattuto i loro “colleghi” degli Istituti Professionali per i ServiziAlberghieri e della Ristorazione provenienti da Vieste, Roccaraso,Venezia, Fiuggi, Anzio. Ogni istituto è stato rappresentato dadue squadre composte da due alunni: un alunno si è cimentatoal flambè preparando un primo piatto e il collega abbinava ilvino. Durante la competizione hanno presentato il primo piatto“Frizzuli al pane raffermo” ricetta lucana rivisitata e realizzatautilizzando olio “Afrodite” dell’azienda Nivuori e flambata congrappa lunaria delle cantine Cerrolongo. Al piatto è stato abbi-nato il vino Sulco i.g.t. della cantina Crocco di MontalbanoJonico. L’insieme, dal gusto particolarmente deciso, ha permes-so ai due alunni di accedere alla finale. Le prime tre manche delconcorso, che ha l’obiettivo di valorizzare la figura professionaledel Maître, si sono tenute a Isernia , Ragusa e Policoro. Il con-corso “Maître junior dell’anno”, edizione 2013, promosso

dall’AMIRA (Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi)coinvolge duemila Maître professionisti e oltre mille giovani allie-vi delle ultime classi degli Istituti alberghieri del settore “salabar”.

gi.ma.

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Alberghiero di Marconia,Lateana e Faraco qualificatiper la finale di Grado

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N E W S16

Sfogliare le pagine di un libro non è solamente leggere un raccon-to o delle poesie. E’ l’esplorazione dell’animo profondo dell’autoreche in quelle pagine ha immortalato sé stesso e il mondo esteriore.Aliano per Carlo Levi rappresentava due universi complementari,interno ed esterno, che gli hanno consentito di amare un luogo alui, medico torinese, lontano come spazio e come stile di vita. Il suoCristo si è fermato ad Eboli ha fatto il giro del mondo. Ha permes-so una diffusissima conoscenza del piccolo borgo lucano lanciando-lo nella fama e consacrandolo depositario della sua memoria. Levivi è seppellito, circondato dai calanchi e dagli olivi da lui descritti eraffigurati. In sua memoria è attivo il “Parco Letterario”, un ente cheda poco più di un decennio promuove la divulgazione della vita edelle opere di colui giunto qui negli anni ’30 come confinato politi-co. E lo fa attraverso una più ampia visione delle cose che contem-pla il paesaggio, i luoghi descritti dall’autore che sono rimasti sor-prendentemente intatti, come la casa in cui ha abitato. Un omag-gio a Carlo Levi è stato celebrato lo scorso 21 marzo a Potenza nelMuseo “D. Adamesteanu”. Un incontro organizzato dalla Società“Dante Alighieri”, dalla Soprintendenza Archeologica della Basilicata,in collaborazione con il Comune di Potenza, che ha evidenziato icontorni letterari, umani, artistici di Levi attraverso la voce di colo-ro che portano avanti il suo ricordo. Tra loro don Pierino Dilenge,parroco di Aliano, fondatore della rivista La voce dei calanchi,Antonio Colaiacovo presidente del Parco Letterario, Guido Sacerdotinipote di Levi e presidente della Fondazione dedicata allo zio attiva

a Roma dal 1976. Sacerdoti ha letto dei passaggi tratti dal saggioUn volto che ci somiglia. Ritratto dell’Italia che Levi scrisse nel 1960.E’ un viaggio nei fatti, nelle vicende, nei cambiamenti del tempoanalizzati ed interpretati da una mente aperta che sapeva andareoltre il percettibile.Oggi un diversificato pubblico giunge ad Aliano alla scoperta deiluoghi da lui appassionatamente descritti. E’, infatti, il paese lucanopiù visitato dopo Matera. Le sue 10.000 presenze all’anno sono ser-vite a muovere l’economia di un paese di poco più di 1.000 abitan-ti, che ha aperto ristoranti e, a breve, inaugurerà il primo albergocomunale. Un futuro roseo si prospetta per Aliano grazie alla lungi-miranza di coloro che in paese hanno saputo apprezzare e coglierela valenza di un uomo che ha imparato ad amare la Lucania dive-nendone parte. “Nessun lucano può dirsi più lucano di Carlo Levi”,ne è sicuro il giornalista Rai Rocco Brancati che di questo incontroè stato il moderatore.

an.mo.

Carlo Levi e il Parco letterario

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Diciamocelo chiaro: una cartadi credito è da sempre mone-ta sonante. La Carta carburanti

rilasciata dalla Regione Basilicata sucui vengono accreditati i bonus carbu-ranti derivanti dalle royalty del petrolioè una carta di credito vera e propria. Nederiva che i pagamenti effettuati presso idistributori di carburante con la carta dellaRegione sono pagamenti in denaro sonan-te.Ne siamo sicuri? Non direi. Eggià, perchépresso le stazioni ENI di Potenza (non hoverificato presso distributori di altre zonedella provincia di Potenza e della regione inquanto al terzo rifornimento il bonus era giàesaurito) si può fare sì rifornimento, ma nonalle colonnine del self-service Iperself, cheerogano carburante a minor prezzo. In pra-tica l’ENI ci dà la possibilità di utilizzare lacarta carburanti come se fosse un favore,quindi non si può mica pretendere che la siutilizzi anche per rifornirsi alle colonninededicate a rifornimenti scontati, che cavolo!E’ un grave sopruso, che va contro ogni logi-ca e legge di correttezza nel commercio.Chissà se alla Regione la voce è giunta: iopenso di sì, ma in caso contrario eccola quala mia denuncia, con tanto di firma e diresponsabilità personali. Ma correttezzavuole anche che, se i proprietari delle sta-zioni di servizio associate all’ENI hanno dagiustificare in maniera non artificiosa questasituazione, beh, sono pronto a fare marciaindietro e chiedere scusa: mica posso sape-re tutte le magagne che ci sono sotto unrifiuto di accettare una carta per il paga-mento di un bene acquistato; sono pronto,

però,ad imparare e

ampliare le mie cono-scenze anche in questo campo.

Seconda denuncia: prendiamo un elencotelefonico della Telecom, Pagine Bianche, edandiamo alle pagine interne, quelle deiComuni della provincia di Potenza.Prendiamone uno a caso… Tito?... Tito!Beh, sotto la fascetta azzurra con in negati-vo bianco il nome del paese, e il rigo succes-sivo con in grassetto il prefisso telefonico,leggiamo una terza intestazione: Servizi diinteresse pubblico. E’ lo spazio in cui dasempre si trovano i numeri che i cittadinipossono avere più fretta a trovare, di solitoper chiamate di emergenza. E’ in questospazio che hanno sempre trovato asilo inumeri dei carabinieri, della guardia medi-ca, dei vigili urbani, della farmacia.Oggi no: i numeri di pubblico interesse che

ho tro-vato alla voce

Tito, sono quelli della con-trattualistica e segnalazione guasti

di luce elettrica e gas. Della guardia medicanessuna traccia da nessuna parte, cosìcome per i vigili urbani. La stessa cosa acca-de per tanti altri Comuni, mentre per altritutto è rimasto come una volta, facile, com-prensibile, giusto: sotto la voce Servizi diinteresse pubblico ci sono sì, anche luce egas, ma ci sono tutte le altre fattispecie chedavvero servono in caso di emergenza.Quali che siano i motivi di questo vero eproprio disservizio, ivi compreso l’eventualemancato acquisto degli spazi da parte deiComuni interessati, la speranza è che nelprossimo elenco telefonico ricompaianoquesti numeri, perché mentre capita spessodi aver bisogno di chiamare un medico peremergenza, è molto, molto raro che qualcu-no chiami di sabato o domenica gli ufficidell’Enel o del gas perché ha urgente biso-gno di un aumento di potenza. Magari per-ché ha improvvisamente deciso di suicidar-si!

I L C O R S I V O

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di Angelomauro CALZA

Il Bruscolinonell’occhio

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R E P O R T A G E20

Come ha rimarcato anche l’asses-sore Pittella, uno dei pochi a fareun’analisi lucida delle attuali

vicende politiche, il Pd in questa tor-nata elettorale ha subito una “scon-fitta”. Gli elettori cosa non hannocompreso del programma del Pd? Non penso che dobbiamo rammaricarci dinon essere stati populisti. Penso che non

dovevamo, forse, sottovalutare il corto-circuito che si è determinato tra il

nostro messaggio di serie-tà e solidarietà e ilsentimento di esa-sperazione e di rab-bia di un Paeseallo stremo, indi-gnato contro unaclasse politicageneralmente giu-dicata priva di cre-dibilità e interessa-ta a difenderesprechi di Stato eprivilegi di casta. Ecosì il nostro mes-saggio è statoschiacciato tra iltutti a casa violentoe radicale di Grillo ela risposta particola-re ed individuale di

Berlusconi. La nostraItalia Giusta è entrata

con più difficoltà proprionei luoghi del disagio e

della sofferenza più acutadove invece ha avutomaggior presa la radi-calità di un messaggiodi contestazionepura e semplice o dirisposta diretta aiproblemi partico-lari, penso alcondono tomba-le o alla restitu-

zione dell’Imu. Questa chiave di lettura,utile per leggere il risultato in tutto ilPaese, mi pare ancora più idonea a capirecosa è accaduto nel Mezzogiorno. Io credoche il Pd abbia minore responsabilità deglialtri nel degrado della politica italiana, per-ché non è certo addebitabile a noi lo scem-pio devastante della vita pubblica prodottadal berlusconismo. E fa sinceramenteriflettere la vitalità politica che il centrode-stra a guida berlusconiana riesce ancoraad esprimere, nonostante i danni incalcola-bili che esso ha prodotto al Paese. Eppurenon possiamo non vedere che siamo statimolto spesso percepiti anche noi comeparte di un sistema malato ed autoreferen-ziale, complessivamente incapace di risol-ve i problemi reali della quotidianità dellevite dei cittadini.

Cosa esprime il consenso dato alM5S?Certamente di rabbia. Di sfiducia. Ma dob-biamo guardare al voto del Movimento 5stelle con la convinzione che esso rappre-senti una opportunità. Ho affermato conforza durante la Direzione regionale e loribadisco in questa intervista: personal-mente guardo con positività a qualsiasiforma di rappresentanza politica, purchérafforzi i principi di democrazia e partecipa-zione che negli ultimi anni sono stati lonta-ni anni luce dallo scenario politico italiano.La miscela esplosiva che ha trovato espres-sione nel boom di Grillo del M5S è appun-to il prodotto combinato della reazione allacrisi più drammatica degli ultimi 60 anni edella ripulsa del ceto politico più screditatodell’Italia repubblicana. Una tempesta cheha investito in pieno il sistema politico con-solidatosi negli ultimi 20 anni, il suo asset-to bipolare, sottoponendo a una durissimaprova di resistenza anche noi, l’unico parti-to organizzato di massa, l’unico partito adimensione nazionale unitaria, l’interpretestorico delle grandi tradizioni democratichee popolari del nostro Paese.

di di Antonello MANGO

Roberto Spneo capogruppo a“Non è passato il no

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A suo giudizio, quale la ricetta giustaper uscire da questo stallo politico? Pd e centro-sinistra non hanno ignorato ladomanda del cambiamento. In Basilicata,ad esempio, prima nel seminario diRifreddo e poi nella nostra ConferenzaProgrammatica, abbiamo meritoriamentecominciato ad elaborare le linee di un rifor-mismo possibile al tempo della crisi, indivi-duando già le parole-chiave di un nuovotempo e di un nuovo ciclo della politica, delnuovo spirito pubblico: serietà, sobrietà,trasparenza, accountability, capacità, meri-to e inclusione. Evidentemente tutto ciònon è stato sufficiente o non siamo riuscitia farne oggetto di una consapevolezza piùdiffusa. Così come il grande bagno demo-cratico delle primarie evidentemente non èbastato a rompere agli occhi della gente lepareti della autoreferenzialità del ceto poli-

tico, ad innovare linguaggi ed atteggia-menti, a farci sentire meno distanti daisentimenti di distacco e di sfiducia presen-ti nella nostra comunità. Ma io penso chequella sia la direzione giusta sulla qualeinsistere, semmai con maggiore convinzio-ne, coerenza e coraggio, sperimentandoda subito, ad esempio nel passaggio delleelezioni amministrative che sono già alleporte e che vedono al voto comunità moltoimportanti, una capacità di apertura e dicoinvolgimento maggiore alle risorse edalle energie dell’autonomismo civico.L’interesse dell’Italia si persegue solo se siterranno assieme responsabilità e cambia-mento. Un binomio indissolubile.

È ancora possibile parlare di governa-bilità, alla luce del responso delleurne? La Direzione Nazionale del Pd ha già inqua-

drato l’incredibile complessità della situa-zione politica e parlamentare che lo scon-volgimento dei vecchi equilibri e la nefan-dezza di una legge elettorale non a casodefinita Porcellum hanno determinato, inforza della quale abbiamo vinto e perso,siamo la coalizione nettamente più fortenella rappresentanza parlamentare, manon siamo in grado di garantire la gover-nabilità del Paese. Io ho condiviso piena-mente, come del resto tutta la Direzioneche si è espressa all’unanimità, la relazionedel segretario nazionale e la sua propostaper aprire la strada ad un governo delcambiamento. Una piattaforma di questio-ni e di risposte molto nette per rompere lagabbia dell’austerità recessiva, per darefiato alle imprese ed alle amministrazionilocali, a partire dall’ormai indispensabileallentamento del patto di stabilità, perdifendere la tenuta sociale. Penso al reddi-to di cittadinanza e a misure efficaci agenerare lavoro, per aggredire i nodi dellariforma dei partiti e della vita pubblica(dalla nuova legge elettorale ai costi dellapolitica ed alla lotta alla corruzione ed aiprivilegi), per rafforzare i presidi della citta-dinanza democratica. La condizione econo-mica e sociale dell’Italia si va drammatica-mente aggravando, al gioco al massacrodel nostro Paese non ci presteremo mai.

Che analisi fa del voto lucano? In modo assolutamente responsabile esenza tracotanza devo sottolineare che inBasilicata il Partito Democratico è il primopartito. È vero, il partito ha perso deglielettori, ma la nostra Basilicata rappresen-ta non tanto un’isola rossa, bensì quellaregione che meglio ha saputo contenere laparadossale conferma di Silvio Berlusconiin tutte le altre regioni del Mezzogiorno. IlPdl infatti si ferma al 19% perdendo voti eseggi e, con essi, gran parte della rappre-sentatività nei territori. Per quanto riguar-da il movimento di Grillo, in Basilicata èaccaduto quello che abbiamo registrato intutta Italia, anzi, in forma meno clamoro-sa. Nella Direzione del 9 marzo il PartitoDemocratico ha fatto autocritica. È statauna lunga discussione, franca e dai toni avolte accesi. Dobbiamo avere la consape-volezza che i nostri elettori ci chiedono unasvolta epocale, di rinnovamento.Naturalmente il voto si presta ad una seriedi valutazioni differenziate sul piano territo-riale e un vero e proprio check up deveessere fatto per capirne di più di alcunicedimenti troppo vistosi, delle criticità vis-sute soprattutto nei centri maggiori e neidue capoluoghi; o, in alcune aree territo-riali strategiche, penso al Vulture Melfese oal Metapontino, o ancora nei paesi dove ilpartito è stato, a volte, lo dico autocritica-mente, troppo indulgente verso la persi-stenza di dissidi locali. Siamo pronti adaccogliere le sfide complicate che ci sonoinnanzi, con la responsabilità di essere unagrande forza di Governo.

Speranza,o alla Cameranostro messaggio”

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di Marianna Gianna FERRENTI

Senatore Latronico, le ultime ele-zioni nazionali hanno rivelato lanecessità da parte dell'elettora-

to di un mutamento radicale nelmondo politico. Quali sono, secondolei, le ragioni di questa voglia di rin-novamento?Il voto ha sostanzialmente certificato ilmalessere che agita il corpo sociale, undisagio che ha il volto di tanti probleminon risolti: disoccupazione, sottosviluppo,corruzione; ma che porta con se ancheuna insoddisfazione che rischia di avere ilsopravvento sulla positività! Voglio direche si può correggere tutto con unaresponsabilità larga e condivisa, nessunosi può chiamare fuori da un processo diricostruzione collettiva. Sarebbe un gran-de ed ingannevole errore scaricare lecolpe su una parte dimenticando cheabbiamo bisogno di costruttori di esempipositivi ad ogni livello di responsabilità.Il livello della crisi e' così profondo egrave che chiama in causa tutti i sogget-ti responsabili della realtà sociale, cultu-rale e produttiva del nostro Paese.

Ritiene che la politica, negli ultimivent’anni, abbia fallito? E se sì, inche cosa?La politica e' una parte che riflette iltutto! I nodi e le inadeguatezze si sonomanifestate nelle difficoltà presenti!

Si parla tanto di un Pd convinto dipoter dialogare con le nuove forzeche pullulano nel M5S. Ritiene chetornare a nuove elezioni possa favo-

rire il Pdl? I risultati elettorali non hanno di fattoproclamato un vincitore assoluto non-ostante le aspettative del centro sinistra.Ora da questo dato bisognerebbe partireper dare al governo una base parlamen-tare larga di cui i difficili problemi delPaese necessiterebbero. Noi vorremmoscongiurare il ricorso alle elezioni ma, seil Pd non intende rispettare le forzeparlamentari in campo, temo chenon ci siano altre soluzioni alleelezioni. Bisogna dare atto al Pdlal suo Presidente Berlusconi edal suo segretario Alfano chein questa fase hanno pre-messo gli interessi delPaese a tutte le altre pro-blematiche. Speriamo chequesta apertura sia valoriz-zata dal Presidente incari-cato. Secondo me il Pd el'on. Bersani, almeno fino aquesto punto, stannoseguendo l'idea sbagliata dicercare un appoggio dal“Movimento 5 stelle” cheperaltro rifiuta, fino adoggi, di sostenerlo.Eppoi se non succedo-no miracoli almeno ilCapo dello Stato e'costretto a prendereatto del fallimento del-l'on Bersani.

Come uscire dalrischio di una politica

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Cosimo Latronico, senatore dDal voto il disagio del pL’esito delle urne mette in discussione l’egemonia del centro sinistra lucano

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nuovamente paludosa e lontanadalle esigenze dei cittadini, dei pre-cari, dai giovani e meno giovani, deicassintegrati, dei lavoratori in mobi-lità sociale? Non crede che siaopportuno provare a creare ungoverno di larghe intese, perchéandare ancora una volta alle elezio-ni significherebbe protrarre l'agoniadell'economia e dell'impresa italia-na, portandola all'eutanasia?Non c'e dubbio che la politica deve recu-perare la sua vocazione per apparire edessere all'altezza delle sue responsa-bilità. Andrebbe definita un’agendadi governo che sia in grado di solle-citare la crescita e la ripresa che inquesti anni e' stata trascurata dauna politica di austerità che haaccresciuto gli effetti recessivi.Per fare questo ci sarebbe la neces-sità di costruire un governo dicoesione nazionale, che peraltrosarebbe rispettoso del responsoelettorale che, non avendo desi-gnato un vincitore, costringe tuttiad assumersi una quota di respon-sabilità. Basterebbe essere rispet-tosi di un principio di realtà.

La cronaca politica giornalierarivela quanto meno un'erosio-ne interna alla politica lucana.Da parte dell'opposizione, quali

saranno le vostre mosse in que-sto scacchiere un po' confuso?

Ritiene che la confusione a livellonazionale si stia riflettendo anche

in Basilicata? In Basilicata il risultato risente dell'anda-mento nazionale. Quel che c'e di più e'che il centro sinistra che pensava di con-fermare un risultato largamente maggio-ritario, contando tradizionalmente sumaggioranze bulgare, vede ridimensiona-to il suo obiettivo. Oggi ci sono tre forze :il centro sinistra che vale il 35% ,il centrodestra il 25% , il “Movimento 5 stelle” il25 % , a cui si aggiunge il centro di Montiche vale il 10%. Si tratta, quindi, di unquadro politico in movimento che mettein discussione tutti, ma in primo luogo chiha avuto la responsabilità di governare atutti i livelli la gran parte degli enti localidella Basilicata, vale a dire il centro sini-stra che viene giudicato pesantementealla luce del risultato elettorale.

Il responso lucano delle urne ha,inoltre, messo in risalto una vera epropria rabbia sociale, che si è inca-nalata nel M5S. Ritiene che questonuovo magma multiforme, prove-niente da differenti estrazioni ideo-logiche, ma anche da cittadinicomuni, potrebbe rigenerare la clas-se dirigente, forse troppo arroccatain strutture arcaiche, sia a livellonazionale che in Basilicata?Il risultato del “Movimento 5 stelle” e'generato da un insieme di fattori chevanno considerati. Sicuramente quegliaspetti che attengono ad una ripresaideale e culturale dell’iniziativa politicaall'altezza della crisi, al netto di un certodisfattismo inconcludente.

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e del Pdlel popolo

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Mentre andiamo in stampa aMontecitorio il clima è surriscaldato.Fervono gli incontri e le sedute par-

lamentari si susseguono. Non è stato faci-le intervistare i deputati lucani, nel pienodella bufera politica. La neo deputataMirella Liuzzi ci ha mostrato disponibilità ecortesia nel rispondere alle domandeposte, ma ha tenuto a precisare che il suospettro sarebbe stato limitato a tematichedi carattere locale.

Mirella Liuzzi, neo parlamentare luca-na del M5S, un incarico di responsabi-lità. Prime impressioni da deputataalla Camera.Ovviamente è stato emozionante entrarenella Camera dei Deputati. Il momento piùintenso è stato votare il nostro candidatoalla Presidenza della Camera, un cittadinocome noi, attivista del Movimento 5 stelleda anni, con una serie di battaglie sul ter-ritorio, riconosciuto in tutta Italia per le suequalità di onestà e trasparenza.

Cosa esprime il consenso conquistatodal M5S? Se lo aspettava?In Basilicata ci aspettavamo questi risulta-ti. Abbiamo condotto una campagna elet-torale “fai da te” e “porta a porta” nellaquale abbiamo incontrato comitati, asso-ciazioni, cittadini con i quali ci siamo con-frontati serenamente. Abbiamo toccatodiverse zone della Basilicata sulla spintadegli attivisti locali che hanno organizzatoautonomamente gli incontri. A Matera ilM5S è ufficialmente attivo dal 2010 e daallora abbiamo sempre organizzato eventi,banchetti e fatto informazione. Eravamocerti che la risposta delle urne a Materasarebbe stata una delle più elevate per ilnostro Movimento.

Quali sono le iniziative del movimen-to intraprese in Basilicata di cui anda-

re fieri?Sono fiera di tutte le iniziative del M5S inBasilicata. Vorrei fare riferimento ad alcunedelle ultime attività in ordine cronologicoche stiamo seguendo. In questi giorni alcu-ni cittadini del M5S hanno presidiato il piaz-zale antistante la Regione Basilicata ed inparticolare due attivisti hanno affrontatouno sciopero della fame richiedendo tra-sparenza totale sulla questione Fenice,dibattuta proprio in questi giorni inConsiglio Regionale. Lunedì 25 Marzo, aPotenza, si è tenuta una fiaccolata in ricor-do delle tantissime vittime di cancro inBasilicata, regione fra i primi posti in Italiaper decessi tumorali. Alcuni di noi hannoincontrato e dialogato sia con il presidentedella commissione d’inchiesta Fenice,Nicola Pagliuca (in questa circostanza eroin collegamento video via internet daRoma), sia con il presidente del ConsiglioRegionale, Vincenzo Santochirico (è possi-bile trovare il video-resoconto su youtube).Ovviamente tutto è stato fatto anche coor-

dinandoci con il comitato di cittadini "Dirittoalla Salute" di Lavello, che da anni seguequesta vicenda.Ogni azione del movimento 5 stelle è sem-pre legata ad una proposta. In questocaso, in merito alla gestione del ciclo rifiu-ti, partirà subito dopo le festività pasqualiuna raccolta firme per una nuova legge diiniziativa popolare legata al progetto “rifiu-ti zero”. Gli attivisti lucani, tramite banchet-ti, raccoglieranno le firme sul territoriospiegando ai cittadini la proposta. Noi par-lamentari supporteremo il progetto e spin-geremo affinché venga discusso allaCamera e al Senato.Tra l’altro, proprio a Matera, nel Gennaio2011, come M5S Matera, organizzammoun convegno di approfondimento con ilprof. Paul Connet, esperto americano dellastrategia rifiuti zero.Altre iniziative passate molto discusse suimedia e con i cittadini sono state la cam-pagna “opere inutili” del gruppo potentino,la raccolta firme per la proposta di legge diiniziativa popolare denominata “ZeroPrivilegi” per dimezzare i costi della politica(bocciata in consiglio regionale nel Luglio2012), una moratoria per lo stop immedia-to delle trivellazioni, azioni relative alla tra-sparenza nella PA tramite il codice etico“Carta di Pisa”.

Sempre in riferimento alla Basilicata,come si sta organizzando Il M5S perle prossime elezioni amministrative?So che i gruppi di Pignola, Lavello eTricarico si stanno organizzando per pre-sentare una lista del M5S alle amministra-tive di Maggio. Il M5S non è una forza poli-tica verticistica e strutturata: ogni territoriocrea un programma partecipato con lapopolazione ed organizza da sé la presen-tazione della lista e la scelta tramite vota-zione del candidato sindaco in totale ecompleta autonomia.

di Giovanni GALLO

Un occhio attento alle tematiche lucane

Mirella Liuzzi,“cittadina” M5s

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Che sia una crisi di sistema è conferma-to dallo stato di stallo di questa fasepost-elettorale. Ne sottolineano la

gravità la carica eversiva delle dichiarazionidi alcuni parlamentari eletti. E’ d’uso ormaiil linguaggio scurrile che caratterizza alcuni,la minaccia all’uso della piazza come ricat-to sulle istituzioni che caratterizza altri, ilmettere in dubbio le figure degli organi chein “raggruppamento” formano i poteri fon-damentali dello stato, il legislativo, l’esecu-tivo, il giudiziario. Il complesso rapporto trai soggetti che dovrebbero interagire, èincrinato dal fatto che sembra dimenticatala legge primaria deontologica, senza laquale resta solo la situazione di svantaggioche ricade su tutti i cittadiniDue scenari mi vengono in mente, quasi adecodificare la situazione italiana. Il primome lo suggerisce il film di Silvio Soldini,Pane e tulipani, del 1999, almeno in quellaparte che si svolge sull’autobus dove sonointruppati un po’ di viaggiatori, per la ven-dita di pentole proposte da un imbonitore.L’altro scenario me lo suggeriscono i tre diCaterpillar, a RAINews, lunedì 25 marzo,che mettono in scena la storiella del taleche deve traghettare con la sua barca unacapra, un cavolo ed un lupo. Come faresenza che l’uno sbrani l’altro, mentre nelfrattempo il cittadino italiano annega inmezzo al fiume?Il cittadino che annega è, come registrano

i dati raccolti dal Censis, quello in decresci-ta economica; è il giovane tra i 15 e i 29anni che non studia, non lavora e non siforma, in percentuale molto più alta nelleregioni meridionali (sono il 31,9%) che nelresto d'Italia (22,7% la media nazionale);quello che paga la contraddizione di unaspesa pubblica per l'istruzione e la forma-zione nel Mezzogiorno più alta di quelladestinata al resto del Paese, con tasso diabbandono scolastico, però, superiore alSud, livelli di apprendimento “decisamentepeggiori'; è quello che fa parte del 23,7%di universitari iscritti meridionali che si èspostato verso una città centro-settentrio-nale. Non a caso il voto a Grillo ha punito il PDanche in Basilicata, con un massimo dellaperdita di voti nella città di Potenza. Inostri politici sembrano essersene dimenti-cati, visto il modo con cui si affrontano perla nuova giunta che, invece, è auspicabilesia scevra da qualunque implicazione neiprocessi in atto. Non sarà facile trovare lasoluzione per i problemi che, come sempre,esistono nel PD tra ex DS ed ex DC. Lariduzione del numero degli assessori da seia quattro sarebbe un segnale anche semolto di più si attendono i lucani dal gover-no regionale.Sul piano nazionale, lo sforzo politico del

Presidente della Repubblica, GiorgioNapolitano, risponde con azioni che risalgo-

no alla “istituzione” fondante, laCostituzione, seguendone il dettato, in que-sta fase finale del suo mandato. La sceltadi affidare a due commissioni di saggi ilcompito di preparare soluzioni programma-tiche, rinviando la formazione del nuovogoverno al dopo elezione del Presidentedella Repubblica, spunta le armi di chigioca con veti e ricatti: quelli di Grillo il cuiobiettivo è destabilizzare questo sistemapolitico portando fino in fondo la lotta aipartiti, per un qualcosa che assomiglia all’i-dea di "partito unico", gestito attraverso larete, con una logica tra l’anti-parlamentari-smo e, il controllo "leninista"; quelli di chitenta di contrattarsi il Quirinale, giocandoanche in questa nuova fase, le sue carte,pressato dai processi e, comunque, esper-to della corta memoria degli italiani. Puòridimensionare anche il rischio della trappo-la “dell’inciucio”? Quella cosa fu definitacosì per la prima volta da Massimo D’Alema, il 28 ottobre 1995. Ne parlò ampiamenteun libro che merita di essere ricordato.Peter Gomez e Marco Travaglio, in Inciucio,BUR, 2005 vi denunciavano i passaggipoco chiari, subiti in buona o cattiva fede,dai partiti di centro-sinistra, comunquetenuti in scacco da Berlusconi. Meglio evi-tarlo anche se la speranza di una rinascitadei partiti e della buona politica sembra unaspettare Godot.

ma.to.

ATTENDENDOGODOT

NOTE A MARGINE

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Tante le attività che la città di Melfi, conun impegno che nasce dalla sinergiadi diversi assessorati, ha messo in

campo dando lustro alla comunità federi-ciana. Innumerevoli iniziative l’hanno vistaprotagonista nel sociale, nello sport solida-le, impegnata in favore delle fasce piùdeboli. Abbiamo potuto spaziare con l'as-sessore Lucia Pennesi, su vari argomenti,date le importanti cariche che ricopre,dalle politiche sociali a quelle giovanili,dalle politiche del lavoro alle pari opportu-nità. Tanti sono gli spunti di riflessione.

Assessore Pennesi, Ci parla delle ini-ziative messe in campo negli ultimimesi,come la rassegna cinematogra-fica “Diritti in Piazza”? La rassegna cinematografica “Diritti inPiazza”, che ha visto la partecipazionediretta di molte persone, giovani soprattut-to, ma anche meno giovani, in ogni suafase di definizione e costruzione, è statauna delle più importanti iniziative condivisemesse in campo nell’ultimo periodo nellanostra Città. L’idea, nata per caso dal desi-derio di cominciare ad introdurre anche aMelfi una discussione e una riflessione piùapprofondita sui temi della guerra, dellacondizione delle donne, dei diritti civili,degli omosessuali, del lavoro, della salutementale, ha voluto rappresentare unmomento di incontro importante al qualeognuno potesse contribuire in qualchemodo.

La considerazione più importante che haaccompagnato la nascita di questo proget-to è stata la necessità, in un’epoca di gran-di incertezze come quella che stiamo attra-versando, di stimolare la riflessione daparte di ognuno su temi, quelli riguardantii diritti, appunto, che rendono unica unasocietà rispetto alle altre. Per questa ragio-ne si è ritenuto procedere, nella sua defini-zione, garantendo la partecipazione direttadi chiunque desiderasse farlo, attraverso ilweb prima (nella fase di individuazione deifilm da proiettare) e della realizzazione pra-tica poi.

Quali sono i prossimi eventi in pro-gramma con l’amministrazione comu-nale e con gli altri assessorati, adesempio con il ramo alla Cultura?Ritengo la cultura uno dei rami più impor-tanti di un’Amministrazione. Un perno cen-trale su cui poggiare l’intera attività digoverno. La nostra Città, poi, ci offre fortu-natamente diversi elementi, storici, monu-mentali, legati alla tradizione, su cui poteroperare. Anche qui, il senso della collabo-razione tra diversi assessorati, come lepolitiche sociali e giovanili e la cultura,appunto, è in alcuni casi imprescindibile.Già lo scorso anno abbiamo messo in piedioccasioni comuni di incontro tra le diverserealtà esistenti nel nostro Paese: l’immigra-zione, prima di tutto. In un mondo in cui ladisgregazione sociale sembra diventaresempre più evidente, abbiamo ritenutofondamentale ricordare e ricordarci che l’u-nica maniera per superare le innumerevolidifficoltà che ci affliggono è stimolare,sempre più, l’integrazione e la solidarietàtra i popoli. Questo ci è sembrato impor-tante non solo sul piano morale ed etico,ma anche dal punto di vista economico,

Melfi, il valore della culturaLucia Pennesi, assessoreal ramo più variegato del comune federicianodi Marianna Gianna FERRENTI

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per certi versi. Da queste riflessioni sononate, ad esempio, iniziative come la sfilatadi moda multietnica, organizzata in colla-borazione con la Caritas; il Natale sociale,dedicato a chi soffre maggiormente i dannidella crisi economica mondiale.

So che c’è una bella e prolifica siner-gia con l’Assessorato allo Sport. Con ilcui contributo, cosa riuscite a metterein campo per la prossima primavera?Siamo convinti, come già accennavo inprecedenza, che la responsabilità maggio-re di un’Amministrazione sana sia quello diintendersi non come un insieme di pezziseparati e distinti che operano in solitudine,quanto piuttosto come una squadra chelavora per il bene di un’intera comunità. Lasinergia importante e proficua che è venu-ta a crearsi con l’assessorato all’istruzionee allo sport è, da questo punto di vistaemblematica. Riportare, ad esempio, dopo tanti anni dilunga assenza la Città a festeggiare conti-nuando a riflettere sul momento storicodella Liberazione d’Italia dal nazi – fasci-smo, con la celebrazione del 25 aprile, èstato un momento di grande importanza,sui cui ancora intendiamo spenderci. Farlo,poi, attraverso il coinvolgimento delle scuo-le, confrontandoci con i ragazzi sulla CartaCostituzionale, è un’occasione di verademocrazia.Anche in questo caso, l’attenzione al temadell’integrazione sociale, attraverso losport, ha evidenziato la necessità di nonabbandonare temi importanti e occasionifondamentali di crescita comune. Sonotante, ancora le iniziative sociali chevedranno una collaborazione diretta tra idue assessorati e il desiderio di portareavanti un lavoro già avviato è grande.

Quali sono le iniziative intraprese dal-l’assessorato per aiutare le famiglie indifficoltà economica e finanziaria e igiovani che non trovano occupazio-ne?Il numero di persone che necessitano del

sostegno dei servizi sociali, in questi anni,a causa della crescente disoccupazione,ma anche della cassa integrazione e più ingenerale della crisi economica in cui versaanche la nostra Nazione, ci costringe comeAmministrazione ad interrogarci su qualistrumenti adoperare per meglio risponderealle necessità crescenti della nostra gente.Il puro assistenzialismo che ha caratteriz-zato la scelta degli ultimi anni non ci sem-bra abbia saputo rispondere in manieraadeguata alle esigenze che emergonosempre più intensamente. Per questaragione ritengo sia più utile immaginare unsistema che sappia garantire un sostegnoeconomico, anche mensile, a chi realmen-te ne ha necessità, unito alla possibilità dioffrire a queste persone l’opportunità didare un proprio contributo alla comunità.Alla stessa maniera, riguardo la secondaquestione da lei suggerita, tenendo contodelle funzioni e delle competenze che unComune può avere, ma contemporanea-mente della necessità che la politica forni-sca comunque delle risposte alle questionisociali ed economiche emergenti, si stavalutando la possibilità di aprire all’internodegli spazi comunali uno sportello per lostart – up delle imprese giovanili che possaessere di sostegno e accompagnamento, inmaniera del tutto gratuita, per chiunquedesiderasse avviare un’attività di tipoimprenditoriale nella nostra Città.

Le faccio un’ultima domanda. Le chie-do quale sia, secondo lei, il futurodello stabilimento Fiat Sata di SanNicola di Melfi? Che aria si respira aMelfi? C'è più fiducia o preoccupazio-ne, dopo le rassicurazioni di SergioMarchionne? Ciò che registro attraverso il confronto conla gente della mia Città, è una grandepreoccupazione per il futuro. La FIAT –SATA di Melfi è stata e continua ad essereuna risorsa importante per l’economia del-l’intera area. Ciò nonostante, l’annuncio deidue anni di cassa integrazione; l’abbando-no di un piano “Fabbrica Italia”, tantodeclamato e mai realizzato; l’incertezzadeterminata da un piano industriale cheprevede per Melfi la produzione di duenuovi modelli al posto della Punto, ad altorischio di posizionamento sul mercatomondiale e che soprattutto non chiariscequale sarà il numero di lavoratori che con-tinueranno a lavorare e a quali condizioniall’interno dello stabilimento, sono tutti ele-menti che non possono che creare incer-tezza e preoccupazione tra la gente. Anche da questo punto di vista è decisivala scelta di un eventuale Governo centrale,di ripensare alla necessità di un piano indu-striale nazionale, ma soprattutto di garan-tire, attraverso una legge sulla rappresen-tanza sindacale e sull’abolizione dell’art. 8sul licenziamento per causa economica, latutela dei diritti fondamentali dei lavorato-ri.

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Proseguono senza sosta i lavori delcantiere per il restauro del MulinoAlvino di Matera che prevede la

riqualificazione dello storico opificio e lacostruzione di 42 alloggi nella parte inizia-le di via Dante. Le torri costruite successi-vamente all’impianto originale sono stateabbattute insieme agli opifici costruitinegli anni ‘50. Ma qualche nube si adden-sa all’orizzonte per un permesso a costrui-re rilasciato dal dirigente del settoreGestione del territorio del Comune diMatera contro cui, nei mesi scorsi, si sonoscagliate le critiche di molte associazioniambientaliste. Critiche ignoratedall'Amministrazione comunale che hannoindotto le associazioni a presentare ilmese scorso un ricorso al Tar della

Basilicata. Il permesso contro cui è statopuntato il dito è quello con cui si è prov-veduto a cambiare la destinazione d’usodi un'area da “verde pubblico”, situata invia Dante, a “residenziale” (dove è oraprevista la costruzione di un complessoresidenziale con locali commerciali)mediante la delocalizzazione di volumirivenienti dall’ex opificio industriale“Mulino Alvino”. Le associazioni che hannopresentato ricorso sono “Città Plurale” e“Mutamenti a Mezzogiorno”, a cui si sonouniti anche alcuni cittadini residenti neipressi dell'area di via Dante dove sorge-ranno le nuove costruzioni. “Ci chiediamo- sostiene Pio Abiusi di “Città Plurale” - sesia possibile che la destinazione a verdepubblico di un’area venga modificata con

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Mulino AlvinoUn restauro con nubi sulla destinazione

Prevista la riqualificazione

dell’opificiomaterano

e la realizzazionedi quarantadue

alloggi

di Giovanni MARTEMUCCI

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un semplice permesso di costruire del diri-gente di settore o se, invece, non debbatransitare dal Consiglio Comunale, cosìcome prevede il Testo Unico dell’Edilizia dicui al Dpr n. 380 del 2001”. L’area relativaal Mulino Alvino è urbanisticamente quali-ficata come "Area Extraurbana aDisciplina Pregressa" e rientra in ambitoSic (Siti di interesse comunitario) denomi-nato “Gravine di Matera”. I progetti inaree Sic sono da sottoporre ad una proce-dura di “Valutazione di IncidenzaCompatibilità Ambientale”, allo scopo disalvaguardare l’integrità di particolari siti.L’area di Via Dante interessata, invece,ricade in gran parte nell'area verde delPiano regolatore. A settembre scorso l’uf-ficio Urbanistica del Comune di Matera ha

espresso parere favorevole all’operazionevalutando positivamente, tra le altre cose,la circostanza che il bilancio ambientaleed urbanistico dell’intervento, che saràrealizzato da un'impresa materana, risultapositivo in relazione: all’interesse storico-culturale del manufatto edilizio che vienerecuperato; all’interesse paesaggisticovolto all’eliminazione di preesistenze pre-carie e degradate ed al trasferimento diminori volumetrie in zona non vincolata.L’impresa costruttrice si è obbligata neiconfronti del Comune di Matera a realizza-re, a propria cura e spese e senza scom-puto di oneri, la sistemazione a standardnell’ambito di via Dante e la sistemazioneesterna dell’area dell’ex Mulino Alvino. Leassociazioni ambientaliste, però, sosten-

gono che sulle aree a destinazione verdepubblico sia vietato qualsiasi interventoedificatorio, ad eccezione degli interventidi trasformazione finalizzati alla tutela ealla conservazione dei caratteri paesaggi-stico-ambientali esistenti. “L’area delMulino Alvino - aggiunge Abiusi - è areaextraurbana, mentre l’area di via Dante èurbana. Non è concepibile delocalizzaregli standard urbanistici da un’area urbanain un’area extraurbana. Ragionando inquesti termini si potrebbe consentire latraslazione del verde pubblico cittadino inambiti esterni alla città, creando così ilparadosso di una città completamentecementificata, senza verde pubblico, congli spazi verdi solo al di fuori del perime-tro di essa”.

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Leonardo CLAPSdi

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E P I S T E M E30

LA CULTURA COME COLTIVAZIONE

La parola “cultura” deriva dal latinocolere e significa 'coltivare', 'avercura', ma anche 'venerare'.

L'antropologia culturale sostiene che ogniciviltà ha la sua cultura, nel senso che ogniciviltà ha un insieme di credenze, valori,idee che costituiscono la sua particolarespecificità. Ricordiamo brevemente la defi-nizione classica di cultura data da EdwardB. Tylor: “La cultura, o civiltà, intesa nel suoampio senso etnografico, è quell'insiemecomplesso che include la conoscenza, lecredenze, l'arte, la morale, il diritto, il costu-me e qualsiasi altra capacità e abitudineacquisita dall'uomo come membro di unasocietà”. In un senso molto semplice pos-siamo dire che la cultura rappresenta lamentalità di un popolo, le sue credenze, isuoi comportamenti peculiari. Ovviamente,ogni cultura presenta particolarità che ladifferenziano da tutte le altre, ogni culturaha i suoi 'valori', la sua caratteristica men-talità. Ma in generale ogni cultura è essen-zialmente una disciplina, un ordine nellamolteplicità dei fenomeni della vita, cioè un

coltivare, un aver cura. Dice in modo estre-mamente significativo l'antropologo ameri-cano C. Geertz che senza la cultura gliuomini non sarebbero semplicemente ingrosse difficoltà adattive ma “sarebberoinguaribili mostruosità con pochissimi istin-ti utili, ancor meno sentimenti riconoscibilie nessun intelletto: casi mentali disperati”.Dunque, carattere essenziale di ogni cultu-ra è il prendersi cura di norme e valori chesono ritenuti indispensabili per la vita del-l'uomo.Nella paremiologia lucana c'è un proverbiomolto significativo in questo senso: S' gliauciedd' canuscessr' ru gran', nun facesser'rumanì mangh n'acin’. Tradotto il proverbiodice così: 'Se gli uccelli conoscessero ilgrano, non farebbero rimanere nemmenoun chicco”. Cosa significa? A livello lettera-le: se gli uccelli capissero l'importanza delgrano, lo beccherebbero tutto, fino all'ulti-mo chicco, senza lasciare nulla. A livellometaforico: se si capisse il bene, ognuno loprenderebbe tutto per sé. Questo proverbiorientra appieno nelle considerazioni antro-

pologiche sulla cultura. Quando si ricono-sce e quindi si capisce un bene bisognaaverne la massima cura. Questa è culturanel senso di coltivare, cioè coltivare ciò cheè bene, importante, valevole. E così nellavita di noi esseri umani può capitare di tro-vare buone opportunità di crescita, di svi-luppo ma, l'essenziale è saperle riconosce-re, cioè saperle valorizzare. Infatti il prover-bio inizia con un'ipotesi, “se”, per mettere inevidenza che non sempre avviene questoriconoscimento, cioè non sempre c'è cultu-ra delle buone opportunità. Se una personacapisse e riconoscesse il bene nelle occa-sioni particolari in cui si presenta alloraquella persona avrebbe ottime possibilità dievoluzione, crescita, maturazione. Ma capi-re e riconoscere il bene quando si presentasignifica avere la mentalità di saper coltiva-re i valori della vita, cioè essere capaci dicultura in un senso antropologicamentesignificativo. Così noi diciamo 'coltivare isentimenti' per intendere che bisogna avercura della dimensione affettiva; diciamopure 'coltivare l'amicizia' per intendere che

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è importante aver cura delle relazioni inter-personali; si dice anche 'coltivare un'arte'per intendere che è bene aver cura di quel-l'arte. Tuttavia, le persone trasandate, distratte,con scarso controllo comportamentale nonsono capaci di prendersi cura delle coseimportanti della vita e conducono quindiun'esistenza più o meno disordinata, forseanche caotica, priva di dinamiche autenti-camente significative. Queste persone nonsanno prendersi cura dei valori essenziali,non sono capaci di prendere sul serio l'a-more, l'amicizia, i prodotti della civiltà, l'im-pegno per il duro lavoro, l'onestà, il sensodi responsabilità. In realtà vivono in unaforma di quasi esistenza, una specie di imi-tazione della vita, sempre alla ricerca difacili diversivi, di facili disimpegni, di magree vergognose razionalizzazioni per la lorocattiva condotta. Persone del genere nonhanno rispetto per il senso autentico dellacultura, cioè della coltivazione e della curadei valori della vita. Ma la vita senza cultu-ra, cioè senza cultura intesa antropologica-

mente, non è veramente vita ma simulazio-ne, un insieme disperato di tentativi malriusciti di salvare l'apparenza della normali-tà, dell'onore, della dignità. L'antropologiaculturale ha ben messo in evidenza chesenza cultura l'uomo non è in grado di con-durre un'esistenza autentica, realmenteumana, davvero significativa. Senza cultu-ra, in senso antropologico, l'uomo si riducead un ammasso caotico di impulsi generici,di emozioni capricciose, di pensieri astrattiprivi di reali riferimenti. Senza la forza dellacultura l'uomo si trova quindi in un univer-so artificiale dove la cosa più importante,forse l'unica cosa importante, è la finzione,l'apparenza, il tentativo disperato di imitareuna consistenza che ormai sfugge, poichénon può contare sul sostegno di unasostanza reale. L'uomo deve coltivare i valori della vita. Semanca questa cura ci può essere soloapparenza. Ma l'apparenza è superficialità,leggerezza, facilità. In realtà è molto facileapparire, non c'è bisogno di particolareimpegno, non occorre alcuna profondità.

Ma cultura, in senso propriamente antropo-logico, significa cura, impegno, dedizione,sviluppo. Quindi l'uomo realizza sé stessograzie alla cultura, sviluppa le sue potenzia-lità grazie alla cultura, disciplina le sue ten-denze inferiori grazie alla cultura. Lo svilup-po e la realizzazione della personalitàautentica possono avvenire solo grazie allacura e alla coltivazione degli aspetti decisi-vi della costituzione umana. Curare i senti-menti significa considerarli all'interno dellapersonalità totale. Curare i pensieri, le idee,i concetti significa aver cura della propriamente, dello svolgimento delle proprie ela-borazioni. Curare il comportamento signifi-ca non dare libero sfogo ad ogni sorta dicapriccio che potrebbe facilmente esseremesso in moto da occasioni esternemomentanee. Dunque, cultura in senso profondo edautentico significa cura, controllo, discipli-na, ordine. Significa non sprecare il tempo,non sprecare energie preziose, non spreca-re la propria disponibilità. La vita è un beneprezioso che si deve proteggere con amore.

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Il Parco della Murgia Materana

Uno dei più suggestivi itinerari turisti-ci in Basilicata tra i più spettacolaripaesaggi rupestri d'Italia.

Il Parco Regionale Archeologico StoricoNaturale delle Chiese Rupestri delMaterano, o Parco della Murgia Materanacolpisce per l'apparente asprezza del terri-torio. Nasconde, in realtà, un ambientenaturale unico per la sua bellezza segnatada imponenti pareti rocciose e dolci diste-se ondulate, profonde gole e fresche lame,che si presentano l'una dietro l'altra, inuna continuità che non finisce di sorpren-

dere. L’ampio numero delle Chiese Rupestri aMatera e nell’immediato territorio circo-stante è uno dei tratti distintivi e più spet-tacolari dell’insediamento rupestre nell’a-rea: circa centocinquanta siti di culto com-presi in un arco temporale che dall’altomedioevo giunge fino al secolo XIX, stret-tamente legati ad ogni fase storica, socia-le e religiosa del territorio. L’itinerario è bello ma allo stesso tempoimpegnativo. Si consiglia di prestare moltaattenzione lungo il percorso o chiedere il

supporto di una guida esperta. L’itinerario inizia da Serra S. Angelo, aMatera, raggiungibile prendendo l’uscitaMatera sud e proseguendo in direzione diVia dei Cappuccini. Il primo tratto è in sali-ta, dopo pochi metri ci si avvicina ad unincrocio, da lì si prosegue diritto per Iazzodi Focile. In questo punto vi è un accessoalquanto impervio da attraversare conmolta cautela. Camminando nel Parcodella Murgia per circa 3 chilometri si deviaa sinistra per arrivare alla Chiesa di Cristola Selva. Proseguendo si giunge, per effet-

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Tipologia: TrekkingDifficoltà: media

Dislivello in salita: 190 metri

tuarvi una una sosta, al Cippo con Croce. Dopo pochi metri si può osservare lungoil percorso una catena. A questo punto sisvolta a sinistra per arrivare alla MasseriaPassarelli; da qui si scende giù verso il tor-rente si attraversa il ponte e si risale poiattraverso la strada sterrata. Si arriva così ad un incrocio dove giriamoa sinistra per fermarci ad ammirare laChiesa di San Luca e la Chiesa diVitisciuolo nel Villaggio Saraceno, puntofinale dell' itinerario.

v.a.

Scarica gratuitamente il file GPS del percorso su www.innbasilicata.it

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Lo studio della istituzione delle Cameredi Commercio permette di fissare l’at-tenzione su un ente la cui istituzione

rappresenta, soprattutto nel meridione e inBasilicata, un termine pre e post quem,utile a decodificare il territorio e la suaevoluzione. La loro istituzione, infatti,aggiunse un ulteriore tassello all’ unitàRisorgimentale, negli anni immediatamen-te successivi al 1860 che videro una svoltarestauratrice nella politica, da Rattazzi el’Aspromonte in poi.Il lavoro di ricerca e di studio svolto, su

commissione della Camera di Commerciodi Potenza, in occasione del suo 150moanniversario, dall'unità di ricerca diretta dalprof. Lerra, del Dottorato di ricerca in Storiadell’Europa dall’Antichità all’Età contempo-ranea, si è avvalsa dello studio dei dottoridi ricerca Antonio D’Andria, Morese eLabriola, della collaborazione della signoraLucia Restaino, segretaria amministrativadella Deputazione di Storia Patria. Per lesezioni riguardanti gli ultimi quarant'anni diattività della Camera, sono stati importantii contributi di Nicola Bux, già segretariodella Camera e di Patrick Suglia, attualesegretario della stessa. La sinergia tra glistudiosi e la Camera di Commercio diPotenza, dopo la iniziale sollecitazione e,poi, il costante supporto del suo PresidentePasquale Lamorte, ha potuto contare sullamessa a disposizione dell'archivio camera-le e sull’aiuto della dott. Teresa Costabile,

oltre che del dott. Fernando Rossi dellaReteCamere srl. Espressione e documentodi questo lavoro è un volume che eviden-zia il ruolo svolto dall'Ente camerale. Il volume La Camera di Commercio di

Potenza. Territorio, Risorgimento, Sviluppoa cura di Antonio Lerra, pag.250, definisceun tipo di tracciato che apre anche ad ulte-riori interventi ed offre spunti di ricerca peraltri studiosi che vorranno ulteriormente

I 150 anniDELLA CAMERA DI COMMERCIOdi Margherita E. TORRIO

La fucina delle classi dirigenti

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approfondire. Il percorso di questo importante volumetiene conto di tre nuclei tematici, il territo-rio, il risorgimento, lo sviluppo, a partiredal decreto istitutivo delle Camere nel

1862, attraverso la scansione dei capitoliche definiscono Una realtà di eccellenza,La città di Potenza dall’antichità all’età con-temporanea, guidano nella visita a Le perlelucane. Luoghi della Basilicata tra percezio-

ne e rappresentazione, disegnano il rap-porto Tra economia e società, sino alla sto-ria più specifica degli ultimi quarant’anni edal ruolo di Volano di sviluppo.L’opera rappresenta indubbiamente untraguardo importante, cui ha lavorato ilgruppo di studio; dove l’ approfondimentoe lo stesso percorso seguito vanno di con-serto con le questioni di metodo, nasconoe si confrontano con la definizione dellefonti come strumento fondante del lavorodi ricerca. Valorizzare Potenza che, da cit-tadina marginale, mutò una volta diventa-ta capoluogo, doveva contemporaneamen-te tener conto dell’intero territorio, alloraprovincia, oggi regione.Gli strumenti di cui si sono avvalsi gli stu-diosi sono ad ampio raggio, per uno stu-dio pluridisciplinare che si avvale di incisio-ni, dagherrotipi, testi di viaggiatori che sot-tolineano il livello della socialità e delledinamiche relazionali attraverso le letteredi presentazione che pre-determinavanorelazioni con alcune famiglie più importan-ti; di studi di viaggiatori speciali che giun-sero per studi specifici, di botanica, geolo-gici, ingegneristici; ed ancora di figure dipersonalità importanti ed, eventualmente,di loro testi o poesie; ed ancora della sto-riografia locale. Sono strumenti di tipologiadiversa che valorizzano quale fosse la per-cezione esterna, evidenziano fenomeni dievoluzione nella popolazione, mettono aconfronto i luoghi che emergono nel perio-do oggetto o contesto della indagine, ipalazzi civili e religiosi che fanno da sfondoe acquistano particolare evidenza nel con-fronto con le forme, l’aspetto o la conte-stualizzazione attuale. Ci sono gli stemmidell’episcopio di Matera, la statistica murat-tiana, i materiali della Biblioteca dellaCamera di Commercio, le deliberazionidella Presidenza, poi opere a stampa, ilsuo Bollettino. Il quadro si chiarisce attraverso gli inter-venti rispondenti alle necessità del mondoagrario, poi base elettorale nel Regnodell’Italia liberale; sino agli sviluppi dal ’24,con il processo di accentramento nelloStato; attraverso la ricostruzione e le inizia-tive prese nel periodo post bellico perrispondere alle esigenze di risorse energe-tiche e petrolifere; poi ancora per le fer-rovie, per i progetti stradali, per dare respi-ro al commercio, alle popolazioni presentimalgrado l’emigrazione, alle industrie tessi-li, ai Pastifici a Matera, alle fabbriche diliquori (Pisticci e Laurenzana), alle tanteimprese per i legnami, idroelettriche e dellecave di marmo. Il volume, con una ampia ed approfonditaanalisi, permette di ri-leggere la Basilicatasuperando vecchi criteri di lettura che foto-grafavano lo scenario di una terra immobi-le, chiusa e negata alla storia. Bene sotto-linea, quindi, il prof Lerra la incidenzadelle Camere di Commercio sul territoriocogliendone la funzione e, soprattutto, ilvalore di fucina di classi dirigenti.

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Matera perde un pezzo della tradizionee della cultura gastronomica localecon la scomparsa, avvenuta lo scor-

so 26 marzo, di Nicola Giasi, titolare dellostorico Ristorante Moro, il primo locale adaver aperto nella Città dei Sassi nel lontano1920. “Nicolino”, come lo conoscevano tutti,è andato via, in silenzio, all’età di 87 anni,dopo una vita intera dedicata al ristorante difamiglia. In silenzio, come quando alla finedi una giornata di lavoro si affacciava dallacucina della “Villetta” con il suo grembiulebianco e l’immancabile cappello da cuoco,per dare un saluto ed un sorriso ai suoi affe-zionati clienti, conquistati da quella cucinasemplice che oggi etichettiamo come cucinamediterranea. Un modo di cucinare cheNicolino aveva imparato sin da bambinoseguendo i genitori e il fratello maggioreGiuseppe che, più grande di 10 anni, loaveva tenuto sempre al suo fianco tra i for-nelli. Così Nicolino dai tempi in cui “il Moro”era in via Ascanio Persio ha saputo tenerealto il nome del ristorante fondato dai suoigenitori Saverio Giasi e Giacinta Loperfido.Nicolino ha passato quasi 80 anni della suavita nelle cucine del ristorante di famigliadedicandosi con passione e dedizione d’altri

tempi ad un’attività che ha saputo portareavanti nel solco di una tradizione gastrono-mica fatta di semplicità ed ingredienti genui-ni. Nicolino ha sempre lavorato con umiltà edeterminazione senza strafare, proponendouna cucina vera, autentica, conforme alleabitudini del posto, preparata con la mae-stria di chi conosce il territorio. In tanti annidi lavoro Nicolino ha proposto quella dietamediterranea di cui oggi tanto si parla e chelui preparava giornalmente per i professioni-sti, gli operai, i turisti e la gente sempliceche frequentava il suo locale come fosseuna grande famiglia. Non mancavano anchei clienti importanti e gli intellettuali. NicolaGiasi ha avuto il merito di far apprezzare aclienti abituali come Carlo Levi, PierpaoloPasolini o Umberto Lattuada la cucina mate-rana. Da Nicolino sono passati anche tantipersonaggi importanti come il re di Svezia,o il fotografo Henri Cartier-Bresson chequando mangiava al Ristorante Moro, neisuoi frequenti viaggi a Matera negli anni 60e 70, era solito poggiare a terra la sua mac-chinetta fotografica per evitare che cadesse.Tutti ricorderanno Nicolino per la sua gran-de efficienza nel lavoro, la cucina impecca-bile e il suo continuo sincerarsi che il servi-

zio in sala fosse sempre all’altezza. Lo ricor-deranno soprattutto per quel suo animosemplice e schietto che rispecchiava la suacucina e per quei piatti ricchi di sapori eodori che ha portato per sempre, con se.“Con la scomparsa di Nicola Giasi la cucinamaterana ha perso uno dei massimi inter-preti della tradizione, dove i sapori di unavolta si sposavano con la tipicità e la sempli-cità’’. E’ il ricordo del presidente dellaCamera di commercio, Angelo Tortorelli, delpiu’ anziano chef della cucina della “Città deiSassi”, già titolare dello storico ristorante“Moro” aperto nel 1920, che ha saputo tra-smettere negli anni i segreti del mangiarebene a generazioni di cuochi e ristoratori. “Se la cucina materana –ha detto Tortorelli-ha incontrato nuovi estimatori e ha saputoconquistare consensi tra buongustai italianie stranieri tanto merito va al compianto“Nicolino’’. La Camera di Commercio, chesta lavorando attraverso un Centro Studi aun progetto di promozione della DietaMediterranea, ha fatto tesoro di quella pre-ziosa esperienza e non mancherà di esaltar-la nei percorsi di valorizzazione che ha atti-vato’’.

gi.ma.

Scomparso Nicolino Giasiil primo ristoratore materano

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Si chiama “Cinema nei Sassi” il museofotografico inaugurato a fine marzonel cuore del Sasso Barisano.

A curare questo museo che raccoglie lesuggestive immagini dei film girati aMatera è l’Associazione Pasolini di Matera. In una serie di ambienti scavati nel tufodel Sasso Barisano vengono esposte inpermanenza le foto che DomenicoNotarangelo scattò nel 1964 sul set delVangelo secondo Matteo di Pier PaoloPasolini insieme ad una serie di altreimmagini che illustrano il percorso cine-matografico che in oltre 50 anni è statotracciato da registi italiani e stranieri, daLizzani e Lattuada a Rossellini, a LuigiZampa, a Pasolini e Nanni Loy, da Arrabala Franco Rosi, a Tornatore, da Mel Gibsona Gabriele Salvatores e numerosi altri.Sarà possibile anche assistere a proiezionidi backstage realizzati durante la lavora-zione di film, a interviste raccolte fra regi-sti, attori e attrici, scenografi impegnatisui set dei Sassi materani.Il museo fotografico intende anche offrireuna proficua collaborazione alla LucanaFilm Commission con lo scopo di valoriz-

zare i Sassi di Matera e il territorio dellaMurgia come set naturali per la cinemato-grafia mondiale. Con il titolo “Una forzadel passato” a Pasolini è dedicata inoltrela mostra di sculture in terracotta diClaudio Vino, l’artista che, già all’illustrescrittore regista di Casarsa, aveva dedica-to la serie di sculture del “nulla lucente” inmemoria della figlia scomparsa prematu-ramente. L’artista pugliese ancora una volta si rive-la rispettoso del messaggio e del linguag-gio di Pasolini ch’egli sottopone a proces-si di maturazione psicologica e artistica,nulla lasciando al caso e tutto vagliandocol setaccio della sua sensibilità france-scana. Avviando questa iniziativa MarioNotarangelo, presidente dell’associazionePasolini, ha rivolto un appello ai materani“perché considerino questo museo il frut-to della loro storia e che ad esso faccianocostante riferimento per arricchirlo nelproseguo degli anni con altre testimonian-ze e reperti legati ai set cinematograficirealizzati nei Sassi”.

gi.ma.

Un fotomuseo nei Sassiripercorre i ciak materani

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LUCANOLUCANOio sonoI AM LUCANO JE SUIS LUCANO ICH BIN LUCANO SOY LUCANO Я ЛУКИ 我盧肯

I nser to a cura de

La Basilicata nel mondo

Assemblea 2013

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Prossima Apertura

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L U C A N I N E L M O N D O

Assemblea Annuale dei Lucani

nel Mondo

Intervista a Vincenzo Santochirico

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Intervista a Vincenzo

Folino

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La voce dei lucani

nel mondo

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ItalianSide alla riscoperta delle nostre radici

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I Lucani Insigni 2013

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ai nostri lettori

I nostri contatti:

Sempre più protagonisti

Se il lettore è il nostro principale interlocutore, è giusto che abbia diritto ad un rapporto diretto con la rivista.Da sempre sono proprio i lettori a fornirci spuntisu questioni e tematiche della vita sociale e politica della nostra regione.L’invito che vi rinnoviamo è di collaborare con la redazione segnalandoci notizie, curiosità,avvenimenti che vi hanno particolarmente colpito o, ancora, disagi e disservizi nei quali viimbattete nel vostro quotidiano.

[email protected]

Tel. 0971.476423

Testi nelle pagine a cura di Paolo Cillis e Albina Sodo

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“Ilucani sono ovunque”, queste leparole piene di orgoglio delPresidente della Commissione

Regionale Lucani all’Estero, LuigiScaglione, nel corso della riunione annua-le dei lucani all’estero tenutasi l’8 e il 9Marzo scorso presso l’Hotel Giubileo diRifreddo.Tale considerazione è testimoniata dallapresenza di circa 170, tra associazioni efederazioni, rappresentate dai delegatiche hanno attivamente preso parte alladue giorni dedicata ai lucani nel mondo.Dal Canada all’Uruguay, passando perPanama fino all’Australia, gli emigranti e ilucani di seconda e terza generazione rap-presentano circa un milione di persone.Una Basilicata allargata dunque che meri-ta attenzione e che rappresenta unostraordinario potenziale invidiabile anchedalle regioni italiane più grandi.L’apertura della conferenza è stata affida-ta al presidente della Crle, Scaglione, cheha toccato diversi temi: innanzitutto larimodulazione della legge regionale istitu-tiva della commissione, i cui contenuti siriferiscono ad una semplificazione dei pro-cessi di rappresentanza, in armonia conlo statuto regionale. Scaglione ha prose-guito soffermandosi sul ruolo delle asso-ciazioni dei lucani all’estero ed, in partico-lare, sul concetto di rete, che già in que-sti anni si è sapientemente creata. “Unarete che dovrà incontrare il rinnovamento,- afferma ancora Scaglione, - tenendopresente i tagli di bilancio, l’intersezione

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Assemblea Annuale dei Lucani nel MondoDue giorni per un abbraccio globale

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con i nuovi mezzi di comunicazione, larete social; ed i nuovi obiettivi strategiciche toccano l’ambito del turismo, dellacultura e del lavoro.” “La nostra Basilicata.Costruiamola” è il titolo della riunioneannuale che, secondo Scaglione, benesprime l’intento di costruire partendodalle associazioni dei lucani nel mondo,sempre più numerose ed attive.Da qui l’esigenza di censire le stagioni del-l’emigrazione lucana dal XIX al XXI seco-lo, ed allo stesso tempo dare slancio alruolo dei giovani che avranno il compito difar cambiar pelle alle rete diffusa delleassociazioni e federazioni. Tutto ciò, affer-ma Scaglione, “Sarà possibile grazieanche alla collaborazione con l’Universitàdi Basilicata, la cui rappresentanzaespressa dal prof Ettore Bove, ben testi-monia la volontà di mettere in campo pro-getti e dare forza e competenza agli spor-

telli Basilicata” i quali ospiteranno sei gio-vani laureandi della Facoltà di Economia.Questi svolgeranno un periodo di stageoperando e fornendo un aiuto preziosonel nuovo progetto di internazionalizzazio-ne delle imprese lucane, che voglionoaffacciarsi a nuovi mercati, investendo eposizionando i propri prodotti.Nel corso del dibattito, la modernitàdiventa il tema centrale insieme concre-tizzandosi nell’interazione su nuove piat-taforme, con i socialnetwork, ed il mondodel web in generale. In quest ultimo capi-tolo rientrano le diverse iniziative che laCrle sta incentivando, da e verso i lucaninel mondo sull’asse della comunicazione.La carta stampata, il web, la radio e la Tvsono i canali attraverso i quali rispettiva-mente la presente testata, Radio RinascitaSvizzera e TRM hanno messo in campoiniziative per innovare ed intensificare il

rapporto con i lucani nel mondo.Altro progetto illustrato nel corso dei lavo-ri è riferito al Centro dei Lucani nel Mondo“Nino Calice” che sarà ubicato all’internodel Castello di Lagopesole e che ospiteràun tecnologico spazio museale dedicato aimigranti.Quest’anno l’annuale riunione è statacaratterizzata da una intelligente aperturaverso diverse istituzioni ed organismi cheoperano nell’area comune della interna-zionalizzazione, come l’Apt, la Camera diCommercio, che insieme alla GiuntaRegionale ed alla stessa Crle avranno infuturo il compito di collaborare confron-tandosi sui programmi da attuare, inmodo da non generare iniziative clonateed evitare sperpero di fondi. Un’azionestrategica rappresentata nel corso dell’in-contro dalla presenza del presidentedell’Union Camera di Basilicata, PasqualeLa Morte, dal direttore generale dell’Apt,Gianpiero Perri e per la Film CommissionBasilicata da Paride Leporace e GiovannaD’Amato. Condividere informazioni e dif-fondere contenuti mirati saranno gli obiet-tivi che le istituzioni e tutti gli organismiinteressati dovranno perseguire per otte-nere dei risultati nell’ambito dell’esporta-zione dell’immagine della Basilicata e,soprattutto, nell’esplorazione dei nuovimercati in campo imprenditoriale.Innovativa la partecipazione all’assembleadi una giovane iniziativa imprenditorialelegata al mondo universitario, quelladell’Unibas Store, che si occupa di vende-re il brand Unibas attraverso prodotti eservizi che utilizzano un progetto di filieratracciabile, e, soprattutto, gestendo ilmarchio dell’Università della Basilicata inmaniera nuova ed accattivante.

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Una due giorni che ha ospitato anche ildirettore generale di “Matera 2019”, PaoloVerri, il quale ha sottolineato come sianopoche le città che hanno a disposizioneuna rete associativa nel mondo cosìampia. “Con essa bisogna costruire in pri-mis, - ha continuato Verri,- un appunta-mento specifico per il programma cultura-le di “Matera 2019”, aiutare la candidatu-ra di Matera attraverso attività di promo-zione, di crow funding (raccolta fondi tra-mite la rete) ed infine fornire un supportoconcreto diffondendo e raccontando inogni modo possibile in tutto il mondo, labellezza della città di Matera e tutte lequalità che possono consentirle di diven-tare la capitale della cultura nel 2019”.Preziosa la partecipazione di SilviaBartolini, presidente del CoordinamentoCommissioni Regionali Italiani all’estero,

che ha ricordato da emiliana, come siastato fondamentale l’aiuto dei lucani nelmondo nei confronti dei cittadinidell’Emilia in occasione del terremoto, edin generale il grande attivismo dei lucaniverso tutti i corregionali. “La rete associa-tiva rappresenta oggi un’ occasione perveicolare lo sviluppo, le esperienze e offri-re opportunità ai giovani”. Tutto ciò, affer-ma Bartolini, “deve avvenire in manierabidirezionale, e le istituzioni hanno il com-pito di sostenere l’enorme ricchezza dellecomunità nel mondo”.Nell’alveo degli interventi istituzionali,quello di Elio Carozza, Segretario Generaledel CGIE, il quale di fatto presiede tutti gliitaliani nel mondo, ha rilevato come neilavori della Crle ci sia una grande attenzio-ne verso le comunità all’estero. Carozzaafferma inoltre “ la Basilicata pur essendo

una piccola regione, riesce attraverso lesue istituzioni ad essere attiva alla paridelle grandi regioni italiane sui temi deisuoi concittadini all’estero”.Eccezionale anche la presenza di PietroPorcarelli, nella veste di Ministro plenipo-tenziario presso il Ministero degli Esteri, ilquale ha sottolineato che il 20% delleassociazioni italiane nel mondo è lucana,e che l’azione dei lucani all’estero ha sem-pre contribuito allo sviluppo dei paesi incui si sono insediati. Porcarelli ha afferma-to che “la necessità di riflettere sul con-cetto di rappresentatività degli italianiall’estero, un tema che deve chiamare incausa tutti gli organismi istituzionali inte-ressati, non deve toccare le comunitàoltre confine solo per il voto elettorale, maa 360 gradi in tutti gli aspetti che coinvol-gono i nostri concittadini nel mondo”.

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Il presidente della Regione Basilicata, VitoDe Filippo, ha invece esaltato il protagoni-smo dei lucani nel mondo affermando“Come ciò ha consentito alla Basilicata distare su di un piedistallo planetario, grazieanche alle iniziative avviate in questi annidalla Regione, sostanziatisi con la ricostru-zione capillare dell’identità dei nostri con-terranei e, inoltre, con il programma diassistenza rivolto in particolare ai lucanidel Sud America”. De Filippo ha continua-to sottolineando che “Seppur l’impattopoderoso dei cambiamenti economici,politici e culturali che stiamo vivendo ciimponga una replica non più automaticadei programmi, insieme alla Crle affronte-remo le scelte giuste per assicurare ilsostegno dei nostri cittadini”. Il presidenteDe Filippo non ha poi tralasciato il temadel rinnovamento, affermando “ Le azioni

di questi anni ora hanno la necessità diessere riviste e aggiornate, basandole sulnuovo contesto economico in cui si muo-vono le amministrazioni pubbliche, le qualistanno attraversando la cruna più compli-cata della storia nazionale”.Dopo gli interventi del Presidente delConsiglio Regionale Santochirico e del neodeputato Vincenzo Folino, i quali hannoentrambi richiamato l’attenzione su comeè ormai diventato importante non guarda-re all’azione delle iniziative verso i lucaninel mondo come un punto di arrivo, mainvece considerargli come un riferimentoiniziale per poter aprirsi alle diverse realtàcontinentali in cui esse risiedono.Altrettanto propositiva l’osservazione delvice presidente della Crle, Franco Mollica,che ha affermato: “La costruzione dellanostra Basilicata deve avvenire partendo

dai lucani nel mondo ma con uno spiritoinnovativo che deve saper rivisitare anchele funzioni degli Sportelli Basilicata e devesaper fruire del mondo social in cui lenuove generazioni già sono protagonisti”.A chiusura dell’assemblea annuale dedica-ta ai lucani nel mondo il presidente dellaCrle, Scaglione, afferma con soddisfazio-ne, “ I lucani sono e saranno vivi ovunquee sempre, siano o non siano riconoscibiliin una regione geografica dal nomeBasilicata”.Dopo la sessione guidata dallaCommissione dei lucani all’estero, la sera-ta è stata caratterizzata dalla premiazionedei Lucani Insigni 2012, durante la qualeè stato presentato il lavoro di AngeloLucano Larotonda, il “Dizionario deiLucani. Riprendiamoci la storia”.

Paolo Cillis

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Ai lavori dell’assemblea dei lucani all’e-stero, ha preso parte il nuovoPresidente del Consiglio Regionale

della Basilicata, Vincenzo Santochirico. Ilneo presidente, nell’intraprendere il nuovoincarico, ha evidenziato l’importanza e lafunzionalità della Crle ed ha espresso lesue valutazioni sulla due giorni dedicata ailucani nel mondo.

Come cambia il ruolo delle federazio-ni ed associazioni dei lucani all’este-ro?Le federazioni e le associazioni sono natesoprattutto come momento di riconosci-mento, di ricerca, di riscoperta, afferma-zione e conservazione della identità attra-verso l’appartenenza al luogo ed alla terrad’origine. Il rafforzamento del legame conessi, in questi anni, è stato un obiettivoimportante ed ormai raggiunto. LaRegione Basilicata ha giustamente soste-nuto queste realtà; tuttavia, poiché siamoin una fase mondiale particolarmentedinamica, esse dunque dovranno stare alpasso a nuovi modi di operare e soprattut-to comunicare, aprendosi alle nuove gene-razioni.

Quali prospettive hanno i giovani inquesta difficile fase economica?I flussi di emigrazione attuali riflettono unarealtà occupazionale italiana che è satura

VINCENZO SANTOCHIRICOPresidente del ConsiglioRegionale della Basilicata“Dall’assemblea una nuova strategia per fare squadra”

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e che non lascia spazio ai giovani. Oggi c’è,come magra consolazione, una situazionein cui i giovani che oggi vanno all’estero,non hanno più la valigia di cartone, ma unbagaglio di conoscenze di alto profilo, checonsente loro di affermarsi in ruoli impor-tanti. In questo contesto, le federazioni ele associazioni dei lucani nel mondo rap-presentano un riferimento per i giovaniche intraprendono nuove esperienze all’e-stero.

Oggi è superata la fase in cui il lega-me con i lucani all’estero era relega-to ai viaggi di rappresentanza?In passato ci sono stati periodi in cui lemere gite di rappresentanza erano fonda-mentali per consolidare il legame con lecomunità lucane. L’approccio attuale èchiaramente diverso con queste realtà.Dall’assemblea emerge anzi una nuovastrategia di azione che punta a fare squa-dra con gli altri organismi istituzionali, fra iquali l’Apt, la Camera di Commercio,l’Università e la Basilicata FilmCommission. Tutto ciò consentirà alla Crlee alla Regione Basilicata di utilizzare almeglio le poche risorse disponibili.

Come la nascente Basilicata FilmCommission s’inserisce nel rapportocon i lucani nel mondo?Un esempio è il film “Basilicata coast tocoast”, del lucano Rocco Papaleo, un lavo-ro che è stato per i nostri luoghi una for-midabile vetrina. Tramite il film di Papaleo,si stanno avendo dei risultati importanti intermini di visite turistiche. Molti hannovisto la Basilicata per la prima volta attra-verso le immagini del film. La film commis-sion può avere una duplice funzione: quel-la di veicolare l’immagine del nostro terri-torio con film, video, documentari all’este-ro utilizzando anche la rete dei lucani nelmondo; attrarre soggetti che investano neifilm da girare in Basilicata facendo cresce-re così, quell’insieme di competenze e diforme artigianali che su questo terreno sistanno diffondendo.Una Basilicata proiettata verso l’esterno,ma che, al contempo, riesce a calamitareverso l’interno risorse e nuove opportuni-tà.

pa.ci.

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Un incontro con i lucani all’estero chemette in evidenza quanto sia fonda-mentale per la Basilicata mantenere i

rapporti con una rete associativa cosìnumerosa. Al neo deputato VincenzoFolino, il resoconto di questa importanteriunione ed alcune considerazioni sulla deli-cata fase politica dell’Italia.

Perché i lucani nel mondo rappresen-tano un potenziale per la Basilicata?E’ un potenziale in costante crescita in unmondo che cambia velocemente. In questiultimi trent’anni si sono costruiti i rapporti esi è rafforzata la rete in maniera unidirezio-nale, nel senso che la terra d’origine è statasempre un punto di riferimento per questeassociazioni. Oggi, però, la forza di radica-mento di queste ultime dovrà evolversi ecalarsi nel mondo dei nuovi media, utilizza-re con frequenza il web. Tutto ciò deve por-tarci a riconsiderare il rapporto con lecomunità dei lucani all’estero. Esse devonodiventare protagoniste. Viviamo in unmondo che somiglia ad una clessidra chesta per essere rovesciata e l’Europa staattraversando una fase decadente rispettoai nuovi paesi emergenti che, con le loro

economie in ascesa,rappresentano l’oriz-zonte delle nuoveopportunità. In SudAmerica la presenza dilucani è fra le piùnutrite rispetto aglialtri continenti. Ciòdeve poter rappresen-tare una base di riferi-mento per stringererelazioni con la realtàsociale, economica eculturale. In definitiva ilucani e le loro associa-zioni devono fare daapripista per chidall’Italia volesse lan-ciarsi in esperienzelavorative e formative.L’apporto di questa retedeve ovviamente esse-re accompagnato dapolitiche di governomirate che considerino que-ste prospettive di sviluppo inmaniera più organica.Il rapporto deve diventare

Onorevole VINCENZO FOLINO“Il mondo somiglia a una clessidra che sta per essere rovesciata”

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bidirezionale con i lucani oltre confine e puòconcretizzarsi soprattutto nel settore turisti-co. Le storie delle famiglie lucane emigratedevono essere raccontate con nuovi lin-guaggi e nuovi mezzi di comunicazione, tra-mandate ai nipoti e rivolte ai più giovani.

Cosa rappresentano gli SportelliBasilicata?Gli sportelli sono un primo piccolo punto diriferimento che, pur non avendo impegna-to tante risorse, rappresentano più chealtro un’azione di sollecito, di stimolo neiconfronti delle realtà associative e verso gliimprenditori che vogliono rendersi protago-nisti, promuovendosi nei Paesi in ascesa.

La crisi politica ed economicadell’Italia crea preoccupazioni ancheall’estero. Come se ne esce fuori?I timori dei nostri connazionali all’estero cisono, ma non bisogna cadere in un vorticedi sfiducia, cercare di non perdere l’ottimi-smo. L’Italia ha le qualità per superare que-sto momento difficile. L’instabilità di gover-no è una criticità, i consensi ottenuti dalMovimento 5 Stelle, denotano una voglia dicambiamento e l’esigenza di riforme che

toccano i cittadini. In questa fase il mio par-tito affronterà le problematiche con sensodi responsabilità e cercherà di condividerequei temi fondamentali per risollevare ilPaese.

I risultati elettorali denotano unavoglia di cambiamento anche inBasilicata?Il Pd ha avuto una flessione anche inBasilicata, rispecchiando l’andamentonazionale, tuttavia si riconferma la stessarappresentanza parlamentare. In ogni casociò deve farci interrogare sulla qualità deirapporti tra politica, istituzioni e società. Inquesto senso il Pd dovrà aprirsi di più aicontatti con la gente. Il mio nuovo ruolo dovrà essere a serviziodei cittadini ed essere pronto a cogliere leesigenze del governo regionale nell’affron-tare e discutere le problematiche in sedeparlamentare. Fra i temi centrali per laBasilicata vi sono: il ripensare ad un nuovosistema industriale, consolidare e rilanciareil ruolo dell’università ed infine la più impor-tante, una nuova politica di sviluppo occu-pazionale.

pa.ci.

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ItalianSide.com è un’iniziativa lucanacurata da professionisti ed esperti diinformatica, turismo, recupero architet-

tonico, marketing territoriale e genealogia.Ogni mese, afferma Michele Lo Squadro,sono oltre 30.000 i visitatori del sito conaccessi da 160 nazioni.

Con quale motivazione e da quantotempo è in rete ItalianSide?Tempo fa abbiamo raccolto le emozioni dialcune persone di origine italiana in visitanel paese dei propri nonni: li abbiamo vistiandar via entusiasti, commossi, con tantefoto e un pugno di terra da custodire comericordo. Tutto ciò non poteva lasciarci indif-ferenti; abbiamo pensato a “qualcosa” darealizzare online. Due anni fa è natoItalianSide.com, da blog sulle curiosità ita-liane a portale che seleziona, aggrega, offreservizi e opportunità per gli Italiani all’este-ro e a quanti sono interessati al bel Paese.

È facile comunicare le bellezzedell’Italia?L’Italia è un paese unico. Noi Italiani, spes-so, distrattamente lo dimentichiamo o nonce ne accorgiamo. Se ci soffermiamo, inve-ce, su come vengono visti e apprezzati nelmondo l’Italia e il Made in Italy, ci rendiamoconto di quale sia il valore della nostra sto-ria e della nostra cultura.

Quali sono le istanze dei vostri utenti?Sono richieste varie e curiose: c’è chi vuoleconoscere le località degli avi o il modo perprocedere alle ricerche genealogiche; altriricercano foto antiche, ricette, termini dia-lettali. Gli aspetti più interessanti, su cui cistiamo concentrando, sono relativi al turi-smo, all’acquisto di prodotti tipici e agli inve-

stimenti di immobili. Su questi temi, orien-tati al business, stiamo creando un networkcon gli operatori locali. Tour operator, strut-ture ricettive, agenzie immobiliari, produtto-ri, sono i soggetti con cui stiamo lavorandosul territorio nazionale.

Perché veicolare le tradizioni del pas-sato attraverso le nuove tecnologie?Innanzitutto perché Internet è lo strumentopiù efficace e immediato per raggiungere

una platea vastissima quale quella degliItaliani all’estero. Il punto di forza diItalianSide è il posizionamento sui motori diricerca internazionali, un risultato importan-te che deriva da un lavoro meticoloso e pro-fessionale.

Il portale ItalianSide è stato presenta-to alla Conferenza annuale dei Lucaninel mondo. Qual è il vostro pareresulle associazioni esistenti e come èvista la Basilicata?Le associazioni sono importanti e possonorappresentare un avamposto culturale dellaRegione nel mondo. I discendenti dei luca-ni, all’estero da due o tre generazioni, nonconoscono la Basilicata. Grazie a strumenticome ItalianSide, possono apprezzarla edentrare in contatto con le associazioni. C’ègrande attenzione e curiosità per laBasilicata. Ogni volta che ne parliamo sulsito arrivano messaggi di informazioni.Inoltre, aumenta il numero di coloro che lahanno visitata e che testimoniano con i lorocommenti la bellezza della nostra terra.

Progetti futuri per ItalianSide?Internet è uno spazio dinamico e competiti-vo, stiamo realizzando il portale in altre lin-gue (Portoghese e Spagnolo). Lo sforzosignificativo è nel settore immobiliare eagroalimentare. Con partner qualificati nelcampo del recupero architettonico abbiamoavviato un progetto per valorizzare il patri-monio edilizio dei centri storici. ItalianSide,infine, si propone come punto di incontrotra produttori e consumatori per promuove-re prodotti tipici di qualità in un mercatoampio, attento ed esigente, come quellodegli Italiani nel mondo.

Albina Sodo

Alla riscoperta delle nostre radici

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LA VOCE DEI LUCANI NEL MONDODomenico Pinto vive a New York dal 1964. In America ha incontrato sua

moglie Maria Pompea Pellicciari, originaria di Miglionico e ideatrice dellapagina Facebook sulle Donne Lucane d’America.

Ci racconta il suo arrivo negli States?Integrarsi nella grande mela è stato complicato. Dopo aver raggiunto mio padre,ero diviso tra scuola e lavori serali, visti i costi elevati dell’istruzione statunitense.Ho aperto un’autoscuola per gli immigrati italiani i quali, non conoscendo l’ingle-se, sostenevano l’esame nella nostra lingua. L’attività ha avuto successo.

Cosa pensa della Conferenza deiLucani all’estero?Nel 2013 il significato della Conferenzadei Lucani all’estero esprime il sensodell’appartenenza alla terra d’origine,l’occasione d’incontro con amici prove-nienti da ogni parte del mondo, la pro-mozione turistica e gastronomica dellaBasilicata di cui mi sento ambasciatore.E se cinquanta anni fa gli stessi italianifacevano fatica a collocare geografica-mente Potenza e l’intera regione, oranon ho alcun rimpianto.

Quali sono le iniziative delle asso-ciazioni nel Nord America?Negli Stati Uniti le associazioni lucanesono sparse sul territorio, non esistonoiscritti o tesserati, è ben vista la collaborazione con i gruppi delle altre regioni, cisi ritrova per le serate danzanti ed è possibile ascoltare, in quei luoghi, i dialettiautentici.

Le differenze tra l’emigrazione degli anni ’50 e dei nostri giorni? È inevitabile il confronto tra vecchi e nuovi migranti: i primi operavano nell’edili-zia, nella ristorazione, nell’industria, subivano forme di razzismo; i secondi stu-diano, insegnano, creano business, sono emancipati.

Si sente più lucano o americano?Sono nato a Rapone, sono da sempre lucano e italiano. Dal 1969 sono america-no, ho colto le opportunità del sistema economico e politico di New York. Se unapersona si sente italiano all’estero allora ha difficoltà. Restate italiani ma inseri-tevi nei paesi in cui vivete attraverso il voto e la partecipazione attiva.

al.so.

Michele Pacella, nativo di Banzi, è il presidentedell’Associazione Lucania Western Australia.

Qual è il senso della Conferenza dei lucani all’e-stero nel 2013?È importante per discutere le proposte della Regione. LaBasilicata ha bisogno dinoi, noi rappresentiamola Basilicata nel mondo.Le istituzioni localidovrebbero attivarsi perriportare i giovani lucanidi seconda e terza gene-razione con responsabi-lità, non come numeroma con impegno. E nonsolo per scoprire la pro-venienza dei parenti maperché è una terrameravigliosa.

Il suo percorso professionale?Prima in Piemonte e poi in Australia sono stato unapprendista saldatore, ho gestito un ristorante per 27anni e ora esporto prodotti lucani naturali e genuini,come i funghi cardoncelli, i fichi secchi. Specialità chenon esistono in Australia e, dunque, molto richieste.

Quanti sono i lucani in Australia?Sono 70-80 mila. Negli anni ’50 gli italiani non eranotrattati bene, svolgevano i lavori più umili. Oggi i figli, inipoti studiano, lavorano, si affermano, insomma, sonocittadini australiani.

Si definisce lucano?Sono fiero di essere lucano. La Basilicata è in me perchésono nato qui, non posso dimenticarlo. Ho i fratelli aBanzi, mia sorella abita a Como. La Basilicata è unaregione bellissima ma non è conosciuta. I pugliesi, icalabresi, i campani d’Australia la riconoscono, bisogna,però, farla amare ancora di più.

al.so.

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Originario di Matera, vive a Toronto inCanada. E’ un ingegnere delle telecomuni-cazioni che ha lavorato nel settore della tvvia cavo. Di Lecce è presidente dellaBasilicata Cultural Society of Canada, un’associazione composta da 350 tesserati chesi autofinanziano. “La nostra associazione -afferma Di Lecce- si occupa di promuoveree conservare la cultura e le usanze lucanein Canada. Stiamo organizzando delle borsedi studio per i giovani canadesi di originelucane che frequentano i college, sul temadella riscoperta delle origini lucane. In futu-ro l’obiettivo è coinvolgere le università -continua Di Lecce - costruendo un ponte fraquelle canadesi e quella lucana. Il nuovoprogramma della Crle - conclude il delega-to di Toronto - mi sembra essenziale e fun-zionale ad una crescita operativa delleassociazioni dei lucani nel mondo.”

Emanuele Di Lecce

E’ presidente dell’Associazione dei lucani a Tunja inColombia. Di professione è un giudice penale, le sue ori-gini sono da ricercare a Maratea dove sono nati i suoinonni. La delegata colombiana ha così espresso il suoparere sull’incontro con la Crle, “Noi rappresentanti dellecomunità lucane all’estero insieme ai rappresentantidelle istituzioni ed organismi qui in Basilicata, dobbiamoincamminarci verso obiettivi più precisi. In Colombia -continua Gladys Brando - abbiamo bisogno di importa-re e conoscere i pacchetti turistici lucani e la culturaagrituristica della Basilicata.” Gladys Brando concluden-do afferma “Gli scambi possono esserci anche riguardoad esperienze lavorative. In Colombia c’è una grandeofferta di figure professionali nell’ambito socio assisten-ziale, nella cura degli anziani; qui in Basilicata c’è tantarichiesta. Allo stesso tempo molti giovani lucani hannouna formazione tale da poter essere sfruttata nel miopaese. Spero dunque che ci possa essere in futuro, unasorta di compensazione occupazionale”.

Gladys ConstanzaMedina Brando

Vive a Montreal in Canada ed è presidente dell’Association Basilucania. E’ stato presi-dente della federazione dei lucani in Canada e si è sempre attivato per tenere vivi i con-tatti con la terra d’origine. Caivano ha lasciato Picerno non ancora diciottenne, per ini-ziare le prime esperienze lavorative nella Milano che chiamava i meridionali “terroni”.Decide allora di emigrare in Svizzera dove si specializza nella costruzione di motorini adorologeria usati in campo elettronico. Dopo qualche anno vive altre esperienze lavorati-ve in Argentina ed in Germania. Si stabilisce per dieci anni in Australia dove lavora primacon la General Motors e poi come tecnico telefonico. Incontra sua moglie in Canada,dove ancora oggi vive, dopo aver lavorato per oltre vent’anni in una compagnia area.Un lucano che ne ha fatta di strada e che confida nella professionalità e nella compe-tenza della Crle, dell’Apt e degli altri organismi nell’esportare e promuovere l’immaginedella Basilicata all’estero. “Per inserirsi nei mercati nord americani in tutti i settori - affer-ma Caivano - è necessario puntare sulla qualità dell’offerta. I prodotti enogastronomi-ci da esportare devono raggiungere i piccoli ristoratori, le boutique e devono essere pro-mossi direttamente dai produttori, così da generare ancor più fiducia nel cliente.”

Vive a Buenos Aires dove è diventato un imprenditore di successo nel settore edile. Orginariodi Forenza, attivo nella Federazione dei Lucani e nell’Associazione Forenzese oltre che mem-bro dell’Assemblea dei lucani all’estero. “La comunità lucana in Argentina è una delle piùnumerose nel mondo, - afferma Santarsieri - ben 36 le associazioni che fanno capo ad unagrande federazione. Tra le ultime iniziative organizzate a Buenos Aires vi è una degustazioneenogastronomia durante la settimana dei lucani, e delle attività di formazione sull’artigiana-to presepiale. In programma abbiamo l’inaugurazione del busto di Orazio nel centro diBuenos Aires -continua Santarsieri- e la consegna della cittadinanza onoraria al Presidentedella regione Basilicata Vito De Filippo.Tutto ciò rientra in un più ampio programma di coope-razione che la città di Buenos Aires ha siglato con la regione Basilicata”.

Donato Caivano

Vito Santarsieri

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Presidente della Federazione delle Associazioni della Basilicata in Brasile, è originario di San ChiricoRaparo. Oggi vive a Rio de Janeiro, dove lavora nella segreteria dello sviluppo economico del governocittadino. “L’incontro con la Crle - afferma De Barros - spero possa ridare una spinta propulsiva alleassociazioni, raggiungendo quattro obiettivi essenziali: la comunicazione, il turismo, il commercio ed ilrinnovamento degli organismi associativi.” Riguardo agli Sportelli Basilicata, De Barros li considera pocoefficaci, “ Gli sportelli sono troppo relegati a forme di volontariato, dovrebbero essere gestiti in manie-ra professionale. Proporrò come esempio l’esperienza della regione Abruzzo, che ha istituito a SanPaolo, l’edificio By Abruzzo, con all’interno un ristorante tipico abruzzese, un’agenzia di viaggio ed unostore di prodotti abruzzesi.”Odilon De Barros evidenzia che il Brasile sta attraversando una fase economica in forte crescita, e cheè un buon momento per poter affacciarsi al panorama brasiliano. L’invito è rivolto sopratutto agliimprenditori lucani”.

Odilon De Barros

Vive a Torino ed è presidente dell’Associazione Magna Grecia Lucana Onlus. Nellavita è un insegnante di sostegno e di recente ha pubblicato “Racconti da Gustare”,un libro che, attraverso i piatti tipici lucani, racconta storie di personaggi e luoghidelle sue origini, Valsinni e i paesi limitrofi. Si definisce una “svezzata con il panecotto”, ricordando le sue origini a partire dal cibo. Il suo intervento in assemblea haposto l’accento su come si possa aprire la dimensione associativa ad una parteci-pazione giovanile. “Tra le iniziative che da anni organizziamo, vi sono: i concorsi“Albino Pierro” sulla poesia dialettale, alla nona edizione quest’anno, la cui premia-zione si tiene a Tursi ed il premio “Isabella Morra” a Valsinni.” Altro evento di rilie-vo è “Diamo un volto ad Abufina” organizzato nel castello di Grottole, un concorsopittorico e scultoreo che si propone di valorizzare la bellezza del castello.

Maria Celano

Presidente della Federazione delle Associazioni Lucane in Australia edell’associazione dei lucani a Sidney. E’ cresciuto a San Fele, oggi diri-ge una scuola d’insegnamento della lingua italiana. “Le nostre associa-zioni dei lucani a Sidney - afferma Di Giacomo- hanno ormai compiutoquarant’anni. Esse hanno contribuito in questi anni a dare l’idea di unpopolo, quello lucano, dedito al lavoro. Si deve però ammettere cheesse hanno assolto ad una funzione passata, quella di assistenza agliemigranti lucani, che oggi è cambiata. Siamo in una fase in cui dobbia-mo passare il testimone ai giovani che proietteranno le associazioniverso nuove mete da raggiungere.” Joe Di Giacomo, evidenziandoquanto diversamente profonda sia il tipo di emigrazione giovanile dioggi, afferma, “ I giovani oggi scappano dall’Italia con un bagaglio cul-turale molto più alto del nostro. Noi eravamo costretti a emigrare permantenere una famiglia, avevamo meno chance all’estero. I giovanilucani hanno tutte le carte in regola per poter affrontare nuove espe-rienze, farne tesoro, ritornare e metterle in pratica in Italia”.

Joe Di Giacomo

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PREMIATIDon Ferdinando Castriotti (Honduras),originario di Venosa, è laureato in Filosofia

e Teologia. Sispecializza inDogmatica eMorale e con-segue un dot-torato inB i o e t i c a .Accanto all’atti-vità di evange-lizzazione, si

dedica a mettere in atto opere concrete divicinanza alla popolazione povera. InHonduras, dove da 2007 è missionario dio-cesano presso la parrocchia di El Paraiso,la stampa del posto lo definisce “l’angelocustode di El Paraiso”. Don Ferdinando nelricevere il premio, da lui inatteso, ha con lamodestia e l’umiltà che lo contraddistin-gue, affermato “ il Vangelo non è solo que-stione di parole che si dicono, ma è que-stione di piedi e di mani che si sporcano…”sottolineando come difficile sia la vita quo-tidiana per una grossa fetta della popola-zione mondiale.

Achille Patrizio Caputi (Messina-Italia),nato a San Fele, è un medico chirurgo.Presso l’università di Messina è professore

ordinario diFarmacologia.Caputi è attual-mente compo-nente dellasottocommis-sione farmaco-v i g i l a n z adell’AIFA e delG e r i a t r i c

Ageing Group. Ha ricoperto le cariche dipresidente della Società italiana di

Farmacologia e vicepresidente dellaSocietà Italiana di Tossicologia. Ben 388 lepubblicazioni scientifiche di cui è autoreriportate su Meline. Alla premiazioneCaputi ricorda con orgoglio e ammirazioneil liceo “V Orazio Flacco” di Potenza, che gliha dato le basi formative per raggiungeremolti traguardi. Come docente universita-rio ricorda, con rammarico, che molti gio-vani cervelli vanno via dall’Italia e che eglivede formare anche nella sua università,“Come doppia beffa - afferma Caputi - celi ritroviamo come concorrenti quandodobbiamo competere sul campo dellaricerca”. Caputi rinuncia al premio econo-mico consegnatogli e lo devolve a qualchegiovane medico di San Fele che voglia spe-cializzarsi.

Antonio Preziosi (Roma - Italia), diretto-re di RadioUno e delGiornale radioRai, ed adinterim dellatestata GrParlamento. E’p r o f e s s o r epresso laFacoltà di

Scienze della Comunicazionedell’Università Pontificia Salesiana diRoma. Preziosi è stato nominatoConsultore del Pontificio Consiglio delleComunicazioni Sociali da Papa BenedettoXVI. Insignito del Premio Amalfi per il gior-

LUCANI INSIGN

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nalismo radiofonico, Preziosi afferma, “Laradio è uno strumento antico, ma è anchequello che di più ha saputo cavalcare lamodernità. Entra nel cuore e nella testa dichi la ascolta. Ho portato sempre il mioorgoglio di essere lucano -continuaPreziosi- in tutte le interviste e manifesta-zioni pubbliche a cui ho partecipato.Questo perche c’è una lucanità diffusafatta di tre elementi: onestà, tenacia eattaccamento al lavoro e all’etica. Sonoorgoglioso che la Basilicata si sia ricordataanche di me.”

Gesualdo Scutari (New York), nato aChiaromonte, dopo essersi laureato inIngegneria Elettronica, ottiene una catte-dra presso l’Università di New York nella

sede di Buffalo. Viene considerato fra gliesperti più importanti al mondo per le“Telecomunicazioni, Ottimizzazione e

Teoria deiG i o c h i ” .Scutari è inol-tre editore diuna delle piùprest ig ioseriviste inter-nazionali diIngegneria la

“IEEE Signal Processing Letter”. A ritirare ilpremio vi erano i genitori che hanno por-tato un messaggio del figlio, che esprime-va felicità,soddisfazione e soprattuttoorgoglio nel sapere che la Basilicata rico-nosce ed apprezza il suo lavoro.

Bruno Mario Albano ( Pignola - Italia), èil Presidente della Pro Loco di Pignola e

vicepresidentedel ComitatoU N P L IBasilicata, insi-gnito del titolodi “Uomo sim-bolo delle Proloco d’Italia”da parte

dell’UNPLI Nazionale. Ha ricevuto il premio“Il Portale d’Oro”. Albano è stato fra gliattivi realizzatori del programma “Gioventùper l’Europa”, e della “Rassegna dellaCultura e delle Tradizioni Popolari”.

Ottavio Galella (Montreal - Canada), èingegnere civile e dei trasporti. Comeesperto di management del traffico, habrevettato in Canada ed Usa il semaforoper daltonici. Galella è stato fra i primi inNord America a creare reti di corsie per i

trasporti pub-blici urbani eda prevedere ilc onges t i oncharge suponti e auto-strade nellearee metro-politane. Ha

organizzato la prima mostra nordamerica-na dei dipinti di Carlo Levi e la mostra dellemadonne lignee lucane al World TradeCentre di Montreal. L’ingegnere canadeseoriginario di Muro Lucano, firmerà un’ope-ra monumentale, il ponte mobile piùlungo al mondo, che collegherà due areeurbane di Montreal. Ha comunicato che ilpremio in denaro sarà devoluto all’associa-zione di Muro Lucano, “L’oasi per gli anzia-ni di San Gerardo”.

GNI 2013

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ONORIFICENZEDomenico Notarangelo (Matera), gior-nalista, prestigiose le collaborazioni congrandi registi, tra i quali Pierpaolo Pasolininel Vangelo Secondo Matteo e Francesco

Rosi nel Cristosi è fermatoad Eboli.Dichiarato dii n t e r e s s enazionale dalMnistero deiBeni Culturali,il suo archivio

fotografico è costituito da diverse decinedi immagini in bianco e nero.Presente alla premiazione, Notarangeloafferma “Per ripagare del premio che horicevuto, annuncio che presto sarà aper-to un museo del cinema a Matera”.

Giovanni Fasanella (Roma), originariodi San Fele, è un giornalista parlamenta-re per il settimanale Panorama, ed è

esperto digiornal ismoinvestigativo.Per il cinemae la tv svolgel’attività disceneggiato-re, ed èanche docu-mentarista.

Gabriele Scarcia (Roma), nato aMiglionico dove è vicepresidente della Proloco, si laurea in Conservazione dei BeniCulturali. I suoi studi lo portano ad impe-

gnarsi attiva-mente nellavalorizzazionedell’arte dellasua regione,dalla fotogra-fia alla pittu-ra, abbrac-

ciando anche architettura e scultura. Lesue pubblicazioni entrano a far parte didiverse librerie universitarie straniere.

Giovanni Soldano (Padova), nasce aVenosa dove trascorre la sua infanzia.Laureato in Giurisprudenza, il Luotenentedei Carabinieri è stato spesso impegnatoin operazioni antiterrorismo, antidroga e

lotta alla cri-minalità orga-n i z z a t a .Caposcor tanella traduzio-ne dei mag-giori criminaliitaliani comeR i i n a ,Santapaola e

Bagarella. Dal Presidente dellaRepubblica viene insignito del titolo di“Cavaliere dell’Ordine al Merito dellaRepubblica Italiana”.Soldano si è mostrato commosso del pre-mio ricevuto dalla Regione Basilicata, haricordato quanto sia stato difficile e tristelasciare la terra d’origine. “Sono figlio diemigranti in Svizzera, ma sono nato interra lucana. L’onestà tipica dell’esserelucano mi ha aiutato a uscire da situazio-ni difficili, ed a essere sempre apprezzatocome uomo e come carabiniere”.

Monsignor Antonio Santarsiero (Perù) nato ad Avigliano, frequentaL’Università Cattolica di Lima dove seguei corsi di Teologia e Filosofia. Si distingue

per il suoforte impe-gno verso ipoveri ed ilpopolo peru-viano, rag-giunge i ver-tici delleg e r a r c h i eecclesiali del

Perù. Viene nominato vescovo di Huachodal Santo Padre Giovanni Paolo II nel

2004.

Francesco Artese (Grassano), il mae-stro dei presepi oltre che pittore e sculto-re. Crea presepi dal 1980 e le espone in

tutto ilm o n d o .Riproduce laB a s i l i c a t anelle sueo p e r e ,mostrando lesue bellezzeal Greenwhich

Village di New York, a Washington e nellaBasilica Superiore di Assisi. L’UNESCO glicommissiona la riproduzione dei Sassi diMatera da esporre nel Museo Mondialedella natività a Betlemme. Gli scorci deisassi materani sono anche lo sfondo dellaNatività che Artese, in un’opera monu-mentale, espone a Piazza San Pietro aRoma, come dono della RegioneBasilicata al Santo Padre.

Ilaria D’Auria (Bruxelles) è fra le idea-trici della candidatura di Matera a capita-

le europeadella cultura2019. Ha unaLaurea inS c i e n z eSociali ed èricercatrice inAntropologiapresso il FondNational de

Recherche Scientifique in Belgio.Particolarmente impegnata nel processodi internazionalizzazione della città diMatera e della Basilicata. D’Auria esprimecon grande soddisfazione al pubblico pre-sente che “ La candidatura di Matera acapitale della cultura è un’opportunità pertutti quanti, per ripensarci e riproporci almondo. Tutto il lavoro che si sta facendoper raggiungere questo obbiettivo faparte di un percorso collettivo.”

pa.ci.

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È QUANDO TI SENTI PICCOLO CHE SAI DI ESSERE DIVENTATO GRANDE.

A volte gli uomini riescono a creare qualcosa più grande di loro. Qualcosa che prima non c’era. È questo che noi intendiamo per innovazioneed è in questo che noi crediamo.Una visione che ci ha fatto investire nel cambiamento tecnologico sempre e solo con l’obiettivo di migliorare il valore di ogni nostra singolaproduzione.È questo pensiero che ci ha fatto acquistare per primi in Italia impianti come la rotativa Heidelberg M600 B24. O che oggi, per primi in Europa,ci ha fatto introdurre 2 rotative da 32 pagine Roto-Offset Komori, 64 pagine-versione duplex, così da poter soddisfare ancora più puntualmenteogni necessità di stampa di bassa, media e alta tiratura. Se crediamo nell’importanza dell’innovazione, infatti, è perché pensiamo che non ci siano piccole cose di poca importanza.L’etichetta di una lattina di pomodori pelati, quella di un cibo per gatti o quella di un’acqua minerale, un catalogo o un quotidiano, un magazineo un volantone con le offerte della settimana del supermercato, tutto va pensato in grande. È come conseguenza di questa visione che i nostri prodotti sono arrivati in 10 paesi nel mondo, che il livello di fidelizzazione dei nostri clientiè al 90% o che il nostro fatturato si è triplicato. Perché la grandezza è qualcosa che si crea guardando verso l’alto. Mai dall’alto in basso.

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Dal suo cortile si contemplano le sug-gestive vallate del Bradano e delBasento. Al suo interno si ammira

l’antichità, testimone eccellente di un passa-to importante. Il Palazzo Ducale di Tricaricoregala due diverse possibilità di osservazio-ne, una naturale ed una artificiale, entram-be imponenti e belle. Sorto in anni prece-denti il XV secolo, il Palazzo, che è uno deimonumenti storicamente ed artisticamentepiù rilevanti di Tricarico, oggi è sede opera-tiva della Soprintendenza per i BeniArcheologici della Basilicata e di un Museoin cui sono conservati reperti dalla preistoriaall’età romana rinvenuti nel suo territorio ein zone limitrofe. Ritrovamenti che attual-mente fanno da cornice ad un’altra mostradal titolo Forme di ritualità dal mondo anti-co in cui vengono narrati abitudini, stili divita e miti di popoli antichissimi che hannolasciato traccia in alcune usanze dei nostritempi che ogni anno rivivono in un partico-lare periodo e in grande stile. Parliamo delCarnevale di Tricarico, delle sue variopinte

di Anna MOLLICA

In esposizione fino al 30 giugno 2013 pressoil Palazzo Ducale di Tricarico la mostra che analizza il rapporto antichità e il mondocontemporaneo attraverso i riti

FORME DI RITUdal mondo antic

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maschere e dei suoi assordanti campanacci,simboli di una mandria di mucche e tori intransumanza che il 17 gennaio, giorno diSant’Antonio Abate, invadono il paese findalla prime ore dell’alba. Sono le particolari-tà di un popolo che cerca fortuna e prote-zione in gesti ed oggetti che ritiene propizia-tori: i colori, allegoria del risveglio dellanatura, il rumore che tiene lontano le nega-tività, il falò che arde per simboleggiare laluce e le giornate che si allungano. IlCarnevale è molto sentito dagli abitanti iquali ne curano la preparazione in ogni det-taglio. L’esposizione è stata pensata secon-do le logiche di un viaggio a tappe che partedalla preistoria, continua in epoca ellenicaed arriva ai nostri giorni. GianfrancoLionetti, esperto di Paleontologia e curatoredella parte introduttiva della mostra, haanalizzato il periodo compreso tra l’età deimetalli e l’età storica, dal punto di vista eco-nomico. Il suo studio si è concentrato sullatransumanza, la pratica che portava a spo-stare le greggi dalla montagna alle coste neiperiodi invernali. La pastorizia era indispen-sabile per la comunità, gli animali eranofonte di nutrimento (carne, formaggi) e diderivati come la lana che, oltre al consumo,servivano ad alimentare il baratto con altribeni non presenti sul luogo. Più alto era ilnumero dei capi di bestiame più alto era iltenore di vita. Frequentemente sono statiritrovati vasi antichi, uno dei quali databileaddirittura a 5.000 anni fa, che riportanofigure di animali. Procedendo nel percorsoespositivo arriviamo al periodo ellenico delquale vengono registrate la figura di Dionisoe le festività a lui dedicate. Dioniso era il diodel vino ed era lui che ne regolava l’utilizzocon ferree regole che impedivano il bereindiscriminato tra i mortali. Il vino non pote-va essere consumato puro ma miscelato

con acqua. Quest’ultima doveva essere inquantità maggiori, più del doppio. L’ imposi-zione serviva per distinguersi dai barbariche lo bevevano puro; soprattutto servivaad evitare disordini sociali molto più proba-bili tra persone senza il controllo di sé. Soloin un certo periodo dell’anno erano conces-se deroghe e cioè durante le feste in onoredi Dioniso nelle quali veniva annullata ognilimitazione. Chiunque in vita avesse rispet-tato queste norme veniva premiato nell’aldi-là dove nulla sarebbe stato più vietato. Indiversi corredi funerari sono stati trovati vasiutili per bere ed utensili da vino raffigurantil’immagine di Dioniso. In questo culto curio-se sono le assonanze con il nostroCarnevale. Ma è bene precisare che ilCarnevale come lo conosciamo oggi, con lemaschere, i colori e i suoni, nasce nelMedioevo. E’ un’invenzione del cristianesi-mo pensata per concedere alla gente atteg-giamenti più libertini in attesa dellaQuaresima, periodo invece di ristrettezze erigore. Il percorso si conclude con le maschere tipi-che, non sono solo di Tricarico, ma anche diTeana, Satriano ed Aliano. In esse rivivequel rapporto uomo-natura che è unacostante di tutti i tempi e di tutte le società,il fondamento di questi riti che ritornanoanche se con diversi motivi e in diverse con-dizioni.La mostra, inaugurata lo scorso 28 febbraio,è stata presentata da Antonio De Siena,Soprintendente per i Beni Archeologici dellaBasilicata, Maria Antonietta Carbone, cura-trice, don Nicola Urgo, vicario della Diocesidi Tricarico, da Giovanna Vizziello assessorealla Cultura della provincia di Matera, daFerdinando Mirizzi, direttore DICEMdell’Università della Basilicata, e da RoccoStasi presidente della Pro Loco di Tricarico.

TUALITA’ tico

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Ma anche in Corte d’Appello ilComune risultò soccombente dalmomento che con sentenza del 25

settembre 1883 i giudici ritennero che“anche dopo che c’era stato l’intervento delDott. Francesco Falcone, precedente pro-prietario, in contraddizione degli atti diespropriazione, non influiva a far ritenereespropriato in suo danno anche il suolo deldiruto (diroccato) Casale, e quindi passa-to all’aggiudicatario Angelo MariaAddone e da questi al Dott. FedericoGavioli1”.Nella successiva riunione Consiliare del 26novembre 1883 l’Assessore Avv.Francesco Cavallo, nel far rilevare che asuo giudizio “la semplice sospensiva deilavori intrapresi dal Dott. Federico Gaviolinon portava seco la conseguenza dei danniderivati allo stesso Dott. Federico Gavioli

dal cambiamento di disegno e dallo sposta-mento della linea non dipendenti dallasospensione, ma dalla sola volontà delDott. Federico Gavioli”, orienta l’Assembleasulla “convenienza di provvedere analogoricorso in Cassazione avverso la relativasentenza emessa dalla Corte di Appello”.Il Consiglio si espresse a maggioranza asso-luta per il ricorso. Siccome la Corte di Cassazione era aNapoli, il Consiglio si orientò per inviareimmediatamente gli atti del giudizio dellaCorte d’Appello all’Avv. Perez-NavarretaPaolo e nello stesso tempo approvò l’esitodi L. 160 per deposito del ricorso inCassazione nel giudizio contro il Dott.Federico Gavioli.Mentre la causa seguiva il suo itinerario inCassazione, il Dott. Federico Gavioli conti-nuava la costruzione della sua Palazzina,anche se restavano non definiti i confini sullato dalla parte di oriente e settentrione.Ma improvvisamente, mentre da due annila causa pendeva presso la Cassazione diRoma, l’8 ottobre 1885 il Dott. FedericoGavioli ne fece pervenire al Comune di

Potenza una istanza di conciliazione; eranoquattro anni che durava la vertenza ed evi-dentemente il Dott. Gavioli aveva urgenzadi terminare i lavori della sua Palazzina. Il Comune si prese un po’ di tempo pervalutare la convenienza della richiesta, con-siderando che il giudizio presso laCassazione pendeva “per elevato conflittodi attribuzione” e che non era facile presu-mere un risultato favorevole, essendoci laquestione d’impegno sulla proprietà omeno di una zona di terreno, che il Dott.Federico Gavioli pretendeva essere sua eche il Comune di Potenza sosteneva essereparte del suolo pubblico.Inoltre, se era difficile prevedere un esitofavorevole per la questione di competenza,ancora più malagevole era prevedere unesito favorevole sulla questione di proprietàdecisa dal Giudice di merito sui titoli rispet-tivamente esibiti nei mezzi d’istruzione,perizia e prove testimoniali, disposte daglistessi giudici di merito, sotto il riflesso pre-cipuo che non era consentito allaCassazione di poter portare il suo esameed il suo giudizio sopra le questioni di provefatte. Quindi Il Comune ritenne prudente prende-re in considerazione le proposte del Dott.Federico Gavioli, tanto più che in esse vi siriscontrava quello che i giuristi dicono l’al-liud datum e l’aliud retentum, cioè vi è l’e-qua transazione e l’equo compenso deireciproci diritti.Quindi con delibera del 22 novembre1885 il Comune di Potenza, Sindaco l’Avv.Beniamino Doti, accettò la transazione alleseguenti condizioni: 1) rimanere di indiscu-tibile proprietà comunale quella zona disuolo esistente innanzi la Palazzina edinnanzi alla siepe del contiguo giardino delDott. Federico Gavioli alla StradaMontereale, per quanto riguarda il latooccidentale della Palazzina stessa; 2)sistemare il Comune come meglio credavantaggioso all’interesse dei cittadini lazona medesima, senza mai edificarvi soprao permettere che altri vi edifichino e senzanemmeno alterare le fabbriche delle canti-ne sottostanti nello stato in cui attual-mente vi esistono, cioè per la larghezza dim. 2,50 e per la lunghezza di m. 8,65 a

Parte Seconda: 1883 - 1887

di Vincenzo MATASSINI

Villa Gavioli

STABILIMENTO ID

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partire dall’angolo Nord-Ovest dellaPalazzina; 3) pagamento al Dott. FedericoGavioli, a titolo di indennizzo di danni sof-ferti ed in compenso della rinuncia ad ognisuo diritto sulla zona di terreno di cui agliarticoli precedenti, la somma di L. 1.800nonché le spese per tutti gli stati di giudizioed i relativi oneri agli Avvocati, bonariamen-te calcolati e transatti per la somma di L.800; 4) permettere il Dott. Federico Gavioliche il Comune demolisca la casetta terra-na addossata al suo nuovo fabbricato e farrientrare il muro di cinta, allo scopo disistemare la Via adiacente e di situare insito più adatto il fontanino nei pressi del-l’attuale cancello della vigna, cancello situa-to sulla rotabile di Napoli verso Nord-Est (attuale via  Nicola Vaccaro); 5) inden-nizzare al Dott. Federico Gavioli i danniderivanti dalla demolizione del casotto edalla occupazione del suolo verranno,secondo la stima che farà l’ingegnereComunale.Ed infine il Consiglio, dopo aver autorizzatoil Sindaco a rinunciare al ricorso penden-te presso la Cassazione di Roma, in consi-derazione che il Dott. Federico Gavioli staper impiantare uno StabilimentoIdroterapico nei pressi della suaPalazzina, dal momento che sarebbe il

primo Stabilimento del genere in tutta laBasilicata, il Comune di Potenza assunsel’impegno di fornirgli, a titolo di incoraggia-mento e “fra un biennio” dalla data del-l’approvazione del Deliberato, “l’uso gra-tuito dell’acqua in quel volume e con lealtre modalità che saranno credute oppor-tune e determinate con successivaDeliberazione”, dal momento che ancoranon erano terminati i lavori del nuovoacquedotto da Fossa Cupa. Dopo qualche mese furono rimborsate, persaldo spese legali e compensi, 700 Lireall’Avv. Leonardantonio Montesano,per la causa difesa nell’interesse delComune contro il Dott. Federico Gavioli;2.600 Lire a favore dello stesso Dott.Federico Gavioli per transazione e spesenel giudizio intentato tra lui ed il Comunein occasione della costruzione dellaPalazzina sulla Strada che mena aMontereale; 98 Lire per le spese dellatransazione, cosicché il Comune, perchérimanesse “di indiscutibile proprietà comu-nale quella zona di suolo esistente innanzila Palazzina ed innanzi alla siepe del con-tiguo giardino” sborsò di soldi pubblici quasi3.700 Lire.Finalmente con Delibera del 13 gennaio1887 il Comune, dal momento che il Dott.

Federico Gavioli aveva realizzato il suoStabilimento Idroterapico che, come sivede dalla pianta, prevedeva sia docciatureche nebulizzazioni, ora chiese la concessio-ne di 20 mc. d’acqua al giorno, deliberòche gli si concedessero, a titolo di incorag-giamento per l’impianto di un 1°Stabilimento Idroterapico in Potenza, l’usogratuito dell’acqua nel volume dei 20 mc.domandati, a patto però che dei 20 mc. sene immagazzinasse 16 mc. nelle ore dellanotte in apposita vasca che avrebbe dovu-to costruire a sue spese, e 4 mc. ne pren-desse direttamente nelle ore di giorno, dalprossimo fontanino sulla rotabile di Napoli.Venne ribadito che la concessione, perchégratuita a scopo di incoraggiamento,fosse limitata nel tempo e si credesse con-veniente limitarla a 10 anni ma che i mezziper la presa dell’acqua fossero a caricoesclusivamente del concessionario. Alledecisioni si astenne il Sindaco DomenicoAddone (essendo parente del Dott.Federico Gavioli).

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NOTE

1 - Gavioli Federico Ferdinando (Novi,Modena 1834 - Potenza 18.05.1896), MedicoChirurgo.

Archivio Angela Gavioli:Pianta della Villa e delloStabilimento Idroterapico

O IDROTERAPICO

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Continua la rassegna dei terribili ragazziginnasiali della mitica Quinta C Anni 50(Prof Pedìo) secondo un ordine quasi

alfabetico. CERONE Giovanni (detto Ninì)- Sempre elegante, un pò snob e fanfarone,attento alla linea, rampollo coccolato dagliamici di famiglia (molto benvoluto dall'ing.Montesano) esempio classico dell'unico"figlio di papà", nascondeva un'indole dolcee volubile sotto atteggiamenti vistosi e untantino esagerati. Pare che dopo il ginnasioabbia tentato di proseguire un difficile curri-culum scolastico in quel di Napoli, pur tor-nando di tanto in tanto a Potenza. In talifugaci apparizioni peraltro amava conversa-re più delle sue vittorie nel motociclismo chedei successi negli studi. Facile dedurre quin-di quanto fosse preso dalle sue nuove pas-sioni agonistiche. Un giorno d'estate, però,me lo ritrovai inaspettatamente in casadurante la festa del Sacro Cuore che si cele-brava a Potenza Inferiore. Aveva riconosciu-to mia madre sul balcone del PalazzoAndretti ed era salito con tutti i suoi familia-ri per godersi al meglio le prodezze dell'in-vincibile Michele Pendisch' alle prese col"palo della cuccagna" e, soprattutto, perassistere allo spettacolo pirotecnico delfamoso Salomone, il "mago" dei fuochi. Inrealtà -molto probabilmente- per trascorre-re una tranquilla serata in compagnia di per-sone care e simpatiche di cui voleva conser-vare un buon ricordo. Comunque l'imprevi-sto avvicinamento tra due famiglie, che nonsi erano mai conosciute nè frequentateprima, non mi stupì più di tanto. Ero consa-pevole dello stile brillante ed estroverso delmio simpatico compagno di classe. E dicerte sue iniziative. Non potevo mai imma-ginare, però, che si trattasse di un addio"col botto". Che dire oggi? Intuiva, sapevache non ci saremmo rivisti mai più? Chissà...Al corrente della mia predilezione per lapoesia e la letteratura, dopo alcuni mesi, mispedì da Napoli una cartolina della tombadel Leopardi. Che caro! Fu l'ultima piacevo-le conferma della sua profonda sensibilitàd'animo. E la manifestazione spontanea diun carattere talvolta esuberante, ma -per

altro verso- molto attento alle relazioniumane. A ben pensarci, un carattere menocomplicato delle apparenze e desiderososoprattutto di amicizie ed affetti sinceri. Chespero vivamente abbia incontrato anchelontano dalla sua Potenza. Magari nel rinno-vato ricordo di una straordinaria sera d'esta-te trascorsa in famiglia a Palazzo Andretti.Sotto i botti festosi del mago Salomone.Ciao Ninì, ovunque tu sia. COLANGELOSalvatore - Tranquillo, attivo e determina-to.Sotto la sua ricciuta chioma arruffatanascondeva una mente pulita e serenacostantemente proiettata al faticoso miglio-ramento spirituale e culturale della persona.Era perfettamente consapevole del fatto chesolo la scuola, vissuta con responsabileimpegno, potesse garantirgli quel riscattosociale che la vita quotidiana ingiustamentegli negava. Quando durante i giornalieri tra-gitti scolastici incontravamo il suo papà,forte e occhialuto, alle prese con faticosilavori di facchinaggio, calava un improvvisosilenzio sulle nostre spensierate risate. Tuttirapiti dalla scena deamicisiana che si profi-lava davanti ai nostri occhi. E forse qualcu-no di noi provava anche un sottile disagioper i privilegi familiari da non poter condivi-

dere col caro Salvatore. Ma lui, fiero e schi-vo, scioglieva il nostro imbarazzo con unabattuta azzeccata o con una grossa palla dineve ben assestata. E così ci aiutava a ridi-ventare i ragazzi di sempre, spensierati,incoscienti e soprattutto uguali. Abbiamotutti ammirato la grandezza d'animo delcaro Salvatore. E io, più di tutti. Ricordo che

Dalla Serie "COME ERAVAMO":

LA POTENZA DEI QUINDICENNI TOSTITerza ParteA che serve il passar dei giorni se non si ricordano?

(Cesare Pavese)

Gruppo Colangelo Salvatore, Coviello Vito,Dilenge Domenico (detto Mimì)

Cerone Giovanni (detto Ninì)

Marini Giuliano

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una volta in classe, nel giorno della primaneve di novembre, lo spintonai per scherzocontro il vetro della finestra. Solo la sua foltachioma lo salvò dai cocci taglienti.L'inconsulto gesto mi costò una lungasospensione ma dalla sua bocca non uscìmai nè una parola d'accusa nè un cenno dicondanna. Al mio ritorno tornammo asederci insieme nello stesso primo banco,come sempre, come se nulla fosse accadu-to. Grazie a lui, recuperai le lezioni pregres-se e soprattutto il suo generoso sorriso. Lanobile dimensione umana di SalvatoreColangelo era immensa. Ancora oggi con-servo gelosamente l'onore di essere statosuo compagno di banco nei successivi annidi Liceo. COVIELLO Vito - Studioso, algido,allampanato e occhialuto. Parlava un pòimpastato con flemma e pacatezza stileinglese. Primo "Coviello" della mia vita sco-lastica (il secondo fu Angelo detto Bebè,moschicida provetto e formidabile mangia-tore di panini : i miei ovviamente). Neglianni di Ginnasio l'oculista Marsico mi dia-gnosticò una miopìa congenita (strano, mai"visti" occhiali in famiglia) e indossai così leprime lenti a stanghetta di Celentano, ilnoto ottico-optometrista di via Pretoria. Chebella sensazione, però, cominciare a veder-ci chiaro e lontano. Uscire dal negozio espingere lo sguardo nitido fino a PortaSalsa. Logico quindi che il primissimo "ben-venuto nel club dei miopi" lanciato al volosulle scale della Posta da un occhialuto dilungo corso come Coviello Vito mi facessesentire un neofita miracolato. Ignoravo peròcome la miopìa potesse da subito condizio-narmi l'esistenza. Essere punzecchiato ingiro con gli appellativi "quattrocchi", "bino-colo" o "degasperi" francamente non miriempiva di entusiasmo. Tuttavia si abbozza-va. Ma brancolare con gli occhiali "appanna-ti" per l'emozione attorno alle puelle che -anche per questo- "non ti filavano manco distriscio" era un'autentica tragedia. Quindi,all'epoca (con lenti a contatto non inventa-te) gli occhiali si rivelarono una fastidiosazavorra estetica : da mettere da parte il piùpresto possibile. Almeno fuori dalla scuola.Almeno nelle foto ufficiali di fine anno. Però,malgrado tali fermi propositi, mi ritrovaisbadatamente nella foto di classe ritratto"con lenti parasole e sorriso melenso".Mentre Coviello, Basentini, Cerone e Marini(cioè quelli del club) dismessi gli occhiali fis-savano smarriti e corrucciati come talpe alsole l'obiettivo di Mario Vincenzi, detto"strazzacuerta", noto come il fotografo deglistudenti. Peccato. La sua faccia buffa e sim-patica avrebbe certamente strappato unsorriso in più (Cfr LucanoMagazine 6/2010-Pagg 48-49). DI LENGE Domenico (dettoMimì) - Di professione ripetente, daGrassano si era trasferito presso ziaAntonietta D'andrea, mamma del mioamico-nemico Aldo; non so per quanti annirimase a studiare (si fa per dire) a Potenza.Lo incontrai al Ginnasio, lo lasciai al Liceo enon so se riuscì mai a completarlo. Buono,

educato, disciplinato e ostinato nel raddop-piare i normali anni di frequenza, nasconde-va sotto la statura di eterno adolescenteun'età piuttosto ragguardevole : insomma,in classe sembrava il più piccolo ma era ilpiù grande di tutti. Oggi Mimì non avrebbeavuto problemi a frequentare un liceo clas-sico attento e volenteroso com'era. Ma illotempore si richiedeva dai prof -oltre studiocritico ed adeguate capacità espressive-anche ottima memoria : proprio quella chetradiva puntualmente il caro Mimì. InsommaGhemoll, San Pechenino, Bignami e tutte le"tavole sinottiche" di questo mondo non gliassicurarono mai quel rendimento accetta-bile che la sua perseveranza certamenteavrebbe meritato. E così ogni anno cambia-va compagni e prof ma restava semprenella stessa aula e per motivi d'altezza alprimo banco. Da non dimenticare, però, isuoi quotidiani exploit sportivi. Perchè erasempre Mimì, infaticabile come Jean Robic,che da Potenza Inferiore al rione SantaMaria guidava la colonna studentesca, det-tava con l'esempio i tempi di marcia e tira-va ai più sonnolenti la "volata" finale findavanti alla scuola. Insomma, quando era informa, la nostra puntualità (scarsa, per laverità) era assicurata soprattutto per meritosuo. E orgogliosamente mantenne il ruolo di"capo-carovana" per molto tempo. Poi, ilcaso volle che a fine curriculum il Ginnasio-Liceo fosse trasferito al vicinissimo rioneTavolaro e Mimì -senza più seguaci- caddein disgrazia. Quindi levatacce scongiurate,marce forzate finite e "diritto ai ritardi" ripri-stinato.. Grazie soprattutto alle "distrazioni"di nonna Maria, la dolcissima bidella che -chiudendo un occhio- "dimenticava" pure dichiudere il portone consentendo il fuori-ora-rio agli "abbonati dormiglioni", caldi di letto,come me :-). MARINI Giuliano - Occhiazzurri, biondo nordico con tutte le caratte-

ristiche della razza, cioè, fisico armonico emuscolatura possente. Ci credereste? Il piùimbranato di tutti nella ginnastica, nellosport e nel calcio. Il caro Giuliano era sem-plicemente un adorabile siciliano diBarcellona Pozzo del Gotto (a cui tornava inestate) trapiantato a Potenza a causa dellavoro del papà, valente perito chimico chelavorava all'altro capo della città. Giulianoamava autodefinirsi "il machiavellista nemi-co del greco" per giustificare alla Prof Pedìola sua scarsa propensione alla materia.Puntualmente riparata a settembre, malgra-do facesse largo uso del mastodonticoGhemoll nel tentativo di trovare le frasi dif-ficili già tradotte. Intelligente e intuitivos'impegnava in letture a sfondo vagamentenicciano e talvolta frequentava centri politi-ci "nostalgici". Fu lui (adesso posso confes-sarlo:-) a propormi sulla panchina della villacomunale di S.Maria l'adesione previosolenne giuramento ad un gruppo "segreto"pseudo-politico di ultra-destra. D'obbligo ilsegreto assoluto : sull'ora X, con adunata e"marcia". Non so se fu smontato dalle mierisate. Ma la cosa ovviamente finì nel nulla.E i "colli fatali di Roma" attesero invano lamarcia di Giuliano. Non so se il caro"machiavellista" negli anni successivi si siadato alla politica, ma so per certo che in untema scrisse "se non posso realizzare i mieiprogetti, spero un giorno di diventare unchimico bravo come papà". Deduco che cisia riuscito alla grande. Qualunque profes-sione abbia intrapreso.E "nel commosso ricordo di tutti i cariPersonaggi che hanno reso -a ben pensarci-la nostra vita scolastica felice e fortunata"l'identikit sentimentale continua nel prossi-mo numero.

Gino Spinelli ([email protected]).

Foto: Archivio Spinelli

Potenza (Rione Tavolaro) 28.5.53- Davanti alla sede del Liceo-Ginnasio, una delle tipiche ecuriose inquadrature "strazzacuerta". Si distinguono nell'ordine (oltre gli scalpi di Melena eDilenge) D'Ecclesiis, Sordetti, Capone, Prof Errichetti (Religione), Spinelli, Matassini, Corrado,De Bonis, Monaco. Sullo sfondo, Perretta e la bidella benefattrice Nonna Maria che sorride per-plessa e divertita sul portone.

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Senza mai smettere di guardare l’orizzonte

“Una cosa che ho imparato dai miei fratelliNavajo (Nativi Americani) è che non biso-gna mai smettere di fissare l'orizzonte, lesorprese possono essere tante e svariate,l'importante è vederci chiaro. Bene, questomessaggio vale per i Walkyrya. Siamo indue a trascinare questo progetto proiettan-dolo nel futuro: io ed il manger e socioDonato Gallicchio e finchè avremo forza edeterminazione sentirete parlare ancora dinoi e della nostra amata Lucania.”

Queste le parole con cui Vince, frontman deiWalkyrya, presenta la sua band; i Navajoispirano la loro arte e formano la loro deter-minazione, lui e Donato, fratelli di sanguecome Tex Willer e Tiger, sono portatori dimessaggi di appartenenza e orgoglio terri-toriale e si fanno portavoce di temi impor-tanti per noi lucani attraverso la musica.Andiamo a conoscere meglio Vince e la suaband.Quando e come sono nati i Walkyrya?

di Carlo CALZA Jr.

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I Walkyrya come vera e propria band sononati nel 2000, il progetto è nato un po’prima, nel 1998.

Avete da sempre dedicato canzoni eattività alla Basilicata; quanto è forte ilvostro legame con il territorio e con ipersonaggi storici che lo hanno abita-to?Il legame con la nostra terra è davvero fortesia geograficamente che storicamenteanche legati ai personaggi che ne hannofatto parte sia culturalmente ma anche chi èmorto sacrificandosi nel nome della liber-tà......la nostra amata Lucania è stata dasempre terra di conquista quindi il lucanoverace conserva l'umiltà e l'accoglienza tipi-ca di chi vive nelle terre rurali.

Dal punto di vista puramente profes-sionale vivete la Lucania con positivitào come un limite?Il nostro vivere in Lucania è sinonimo dicoraggio pari a chi è dovuto emigrare incerca di lavoro....vivere, lavorare, praticarehobby e far scorrere i sogni nel mare dellepossibilità è un impresa ardua edinfelice...purtroppo i muri di gomma sonotanti e divisi bene soprattutto nel territoriourbano. Le strutture sono carenti ed inesi-stenti e molte volte siamo costretti a fare daspettatori ai ragazzi che vanno via o cherestano fuori regione dopo aver completatogli studi e magari trovando svaghi più con-

soni ai propri bisogni.

Avete da poco presentato il vostro ulti-mo disco, "End Line...". In qualemondo porterete i vostri fan e gliamanti dell'Heavy Metal? In che mododistribuirete il disco?Premesso che l'heavy Metal ed il progettoWalkyrya sono per noi fonte di divertimentoe di continuità nell'apporto artistico al gene-re che ormai ci accompagna da più di unventennio. Questo vale soprattutto perDonato Gallichio e me. Abbiamo volutoomaggiare i fan, chi ci conosce e chi non ciconosce ancora, con il freedownload sui sitiinternet pubblicati anche sui social network,affinchè possano tutti avere un'idea dellenostre proposte con tutta la libertà di criticae, allo stesso momento, anche noi stessinon ci siamo vincolati alle proposte disco-grafiche dove la band è l'unica a perderci,soldi e faccia.

Fra le tracce del vostro ultimo lavorospicca "End Line Immortal StormAlive", un brano che parla di un temamolto caro a noi lucani....Uno dei nove brani che compongono la trac-klist è dedicato alla memoria di Elisa Claps(End Line Immortal Storm Alive).Il testo della canzone - interpretato da unavoce femminile - presenta le tipiche caratte-ristiche della rock ballad ed è stato compo-sto circa due anni fa, ma viene pubblicato

solo adesso per evitare che si possa pensa-re che la band (la quale ha sempre trattatotematiche legate alla tradizione ed alla cul-tura delle Basilicata) abbia voluto usareun’efferata vicenda di cronaca per biechiscopi promozionali.Il brano vuole solamente essere un tributoalla tenacia ed al coraggio di una famiglialucana che ha lungamente e ingiustamentesofferto per quanto capitatole, ma soprat-tutto per mantenere sempre vivo il ricordodi Elisa e della sua triste vicenda.

Appuntamenti live in cui ascoltare iWalkyrya?Gli appuntamenti live sono ancora in via didefinizione ma alla fine dell'estate vale adire settembre, ci esibiremo in un concertointero di due ore nella città di Cerveteri(Roma), pensando di raggiungere un vastopubblico di affezionati che, grazie anche alpassaparola dei social network....seguiran-no altre date promozionali di esibizioni ridot-te dai cinque ai dieci brani live.

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Vuoi promuovere il tuo disco o la tuademo? invialo a “Il Lucano Magazine”Via del Gallitello, 89 85100 Potenzalo ascolteremo e pubblicheremo unarecensione nella rubrica“RETROCENSIONI” a cura di CarloCalza Jr.

AREZZO WAVE BASILICATA 2013 : vincono gli AVAST di Venosa

La serata conclusiva del concorso ArezzoWave Basilicata 2013 ha ospitato i 4 grup-pi lucani che, su 21 iscritti, sono statichiamati ad esibirsi nuovamente dopo laselezione dal vivo svoltasi nel corso delmesi di marzo.Al Centro Cecilia di Tito, sabato 30 aprile,di fronte ad un folto e interessato pubbli-co di giovani proveniente da tutta la regio-ne, le 4 band finaliste si sono date batta-glia Il verdetto della giuria ha premiato gliAVAST di Venosa, già secondi lo scorsoanno, seguiti ex-aequo dagli AeguanaWay di Brienza e dai Basiliski Roots diSatriano, terzi The Random di Matera.Gli Avast con il loro rock cantautorale rap-presenteranno la Basilicata nel corso delprossimo festival organizzato dallaFondazione Arezzo Wave Italia.

Avast sono:Benedetto Guadagno – voce,Cristiano Giammatteo – tastiere, chi-tarra classica,Fabio Gammone – chitarra acustica,Giovanni Lentini – chitarra elettricaSergio Di Leo – bassoPasquale Miranda – batteria

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Avvertenza: La classifica di blogitaliaviene aggiornata ogni settimana. Iprimi 5 blog che abbiamo riportato

nel precedente articolo si riferivano alladata del 12-02-2013. I blog lucani più lettidi questa settimana quindi non sononecessariamente gli stessi di un mese fa.Fatta questa doverosa premessa, possiamotornare alla nostra rubrica, che, come dice-vamo nello scorso numero, si interessa deiblog lucani.In questo numero ci occuperemo dellacategoria Arte e Cultura, con uno sguardoparticolare rivolto alla letteratura. Per moltiaspiranti scrittori infatti (ma il discorso valeper tutti gli artisti ed i ‘creativi’ in generale)il blog è diventato una sorta di vetrina utilea far conoscere i propri lavori. Sono natiin Italia, allora, blog letterari di successo,personali o collettivi come: scrittori pre-

cari, via delle belle donne, mestiere discrivere, quaderno di un bibliotecario.Guardando nello specifico alla blogosferalucana, balzano subito agli occhi curiose ecreative presentazioni dei blog:versi spezzati versi annoiati, gratta via lavernice, pomeriggi sotto vuoto, mia madreha partorito un ricordo e un paio di foto ,eterni tramonti che poi finiscono, semplicisegni che non capisco (...) SCHEGGE DISACRO SILENZIO….oppureSocialismo Surreale...musica, arte, politica,sesso, il tutto visto con gli occhi di un puffosradicato dal suo amanita muscaria e spe-dito, ancora in acido, in Lucania...C’è chi si occupa di cinema, chi di musica,chi di arte e chi di creatività lucana in gene-rale, come100basilicata.blogspot.com, “il primoblog interamente dedicato alla creativitàlucana”.Interessante risulta essere l’attività di pro-mozione e divulgazione di scrittori lucani,esordienti o quasi, da parte di luca-niart.wordpress.com, sito-blogdell’Associazione Culturale LucaniArt, cheha come scopo quello di “promuovere e

divulgare sul territorio regionale e naziona-le l’arte, la letteratura e la cultura lucana”,con un occhio di riguardo per i giovanitalenti. Le voci poetiche e narrative lucanehanno quindi ricevuto spazio non solomediatico ma anche cartaceo, attraverso lacollana Scritture clandestine, appositamen-te creata dall’Associazione.E’ nell’ambito di tale collana editoriale cheabbiamo scoperto, per caso, fra le ultimepubblicazioni, quella di un certo MarioMasotti, che tra l’altro gestisce un blog let-terario: nazionelucana.blogspot.com.Si tratta di un blog letterario che contienerecensioni, poesie, favole e racconti, alcunidavvero interessanti. A noi, ad esempio,hanno colpito i racconti lucani, nei quali èevidente quel contrasto tra passato e pre-sente, che sembra caratterizzare la nostraterra di Lucania. Per avere un esempio silegga l’esordio del racconto Tempi antichi,laddove la contrapposizione si gioca tra unluogo della memoria - ormai abbandonato- come la ‘forgia’ (ovvero la fucina dove untempo lavorava il fabbro del paese) ed unascritta sul muro, fatta con lo spray, da ungiovanissimo writer che sembra quasiscimmiottare il passato: Brigante ’92.

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di Donato SABINA

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La complessità e la vastità del suo talen-to è tutta qui dentro. In questi duevolumi che riportano in maniera esau-

stiva la vita umana, professionale, artistica,letteraria, scientifica di una delle più genialifigure del Novecento. Il guscio della chioc-ciola. Studi su Leonardo Sinisgalli (edizioniEdisud, Salerno – Forum ItalicumPublishing, Stony Brook New York) è il tito-lo dei testi curati da Franco Vitelli, ordinariodi Letteratura Italiana presso l’Università“Aldo Moro” di Bari, e Sebastiano Martelli,Ordinario di Letteratura Italiana pressol’Università di Salerno e direttore delDipartimento di Studi Umanistici. I volumi,pubblicati di recente, sono la realizzazionedi un’idea maturata nel lontano 1979, preci-samente a Salerno, durante un convegnosulla Letteratura degli anni ’30. Nacque inquel contesto l’idea di dover celebrareLeonardo Sinisgalli con una grande operache mettesse insieme tutti gli aspetti del-l’uomo, della personalità complessa, della“sintesi” culturale, del dualismo perfetto.Sensibile e forte, concreto ed astratto, enig-matico e schietto con queste doti Sinisgalliseppe interpretare, come pochi, i mille voltidella realtà, incidendo significativamentenella società del suo tempo, cogliendo inessa gli intramontabili segni del passato edanticipando quelli futuri. Mente aperta sullecose del mondo Leonardo riuscì a dare unsenso a ciò che era animato e a ciò che nonlo era, grande o piccolo che fosse, conside-randoli vettori di elementi poetici e scientifi-ci, artistici e matematici annullandone difatto ogni confine.I volumi offrono una panoramica vasta suLeonardo Sinisgalli grazie ai contributi dinumerosi scienziati, filosofi, grafici, artisti ecritici d’arte, esperti della comunicazione,studiosi della letteratura, ed anche amici eparenti. Dedicato ai suoi interessi e ai suoicampi d’azione, il primo volume, basatosulla sua produzione poetica e letteraria conaccenni alla vita privata il secondo; i duetomi sono arricchiti da figure coloratissime

che rappresentano gli schemi futuristici, maanche da suggestive fotografie del passatodove, tra le tante, spiccano quelle in biancoe nero del suo paese natio, Montemurro. Sitratta di una delle tante dicotomie che tor-nano frequentemente nelle oltre 800 paginedei libri la cui chiave di lettura è statasapientemente racchiusa nel titolo “Il gusciodella chiocciola”, immagine che esalta labellezza artistica della spirale, quindi dellamatematica che la giustifica. E che simbo-leggia le tante intelligenze di Leonardoamante di una comunicazione per simboli,non immediatamente comprensibile mamolto più accattivante. I volumi, frutto anche di collaborazioni inter-

nazionali con le università di Cambridge,Stanford, Colorado, Stony Brook, Monaco,Bonn, Nantes, Castilla La Mancha, Pécs, sisono avvalsi del prezioso lavoro di MimmoCastellano, grafico e fotografo di successo,Giulia Dell’Aquila scienziata dell’Università diBari, Laura Pesola, dottore in Italianistica ePalmarosa Fuccella, docente esterna dell’u-niversità della Basilicata esperta di editoriamultimediale e web e-communication.Insieme, a distanza di 30 anni dalla suamorte, hanno dato vita alla prima operaomnia dell’intellettuale scienziato al quale sivuole restituire il dovuto risalto e la giustacollocazione nella storia italiana.

an.mo.

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T R A L E R I G H E52

IL GUSCIO DELLA CHIOCCIOLASTUDI SU LEONARDO SINISGALLIDUE CORPOSI VOLUMI ESPLORANO IL GENIO COMPLETO DELCITTADINO DEL MONDO E DEL MONTEMURRESE NEL CUORE

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Il viaggio declinato in diversi concetti. Viaggio vero dove fisica-mente ci si sposta da un luogo all’altro e viaggio metaforicoattraverso un passato da recuperare, un presente da giustifica-

re ed un futuro da pianificare. E’ questo il filo conduttore de Il buiodella mente, la luce nell’anima (Casa Editrice Kimerik) il libro diDonato Di Capua nato aPietragalla dove tutt’ora vive, cheesordisce nel panorama letterariocon un racconto ricco di emozio-ni e buoni sentimenti. Il romanzonarra di Kalì, medico originario diPietragalla che, per motivi dilavoro, si trasferisce a Roma. Quiviene ricoverato in una clinica acausa di un’amnesia che gli hacancellato i ricordi. Medici edinfermieri si prendono cura di luinel tentativo di fargli recuperarela memoria mentre gli investiga-tori per altre vie cercano di rico-struire la sua identità. Si scopre così che Kalì è un uomo molto sti-mato, umanamente e professionalmente, e che per lavoro ha gira-to il mondo dove ha contribuito con altri medici a curare tante per-sone in difficoltà in Paesi poveri. Kalì apprende queste notizie comese riguardassero un’altra persona, e si sottopone alle cure consape-vole che solo ricordando può prendere pienamente in mano la suavita e ricominciare a vivere. Con il sostegno dei medici e degli infer-mieri, tra angosce e timori, va incontro al suo passato, scruta nellepieghe della sua mente alla ricerca di cosa può averlo sconvolto alpunto tale da non sapere più chi è. Con la loro guida inizia questoviaggio a ritroso nel tempo sorretto da un’umanità che, oltre che daicuranti, gli viene mostrata anche da persone ricoverate con lui conle quali instaura una stretta ed indissolubile amicizia. Legami pre-

ziosi che ritrova anche al di fuori della clinica da dove partirà per unaltro viaggio alla volta di luoghi che hanno contrassegnato la suaesistenza. E piano piano, grazie a cose, immagini, sapori ed odorifamiliari, il buio della mente si schiarisce, illuminato dalle remini-scenze che affiorano dalla sua anima che, custode gelosa, ha sapu-

to conservare tutto.Un filo d’affetto e d’amore lega lepagine di un libro che ha, insie-me, il sapore della tradizione edella modernità, del raziocinio edel sentimento. Dicotomie chedimorano nella vita di un perso-naggio dei nostri tempi cheaffronta i suoi problemi accettan-do e chiedendo aiuto, e fornen-dolo a sua volta. Un esempio dialtruismo e generosità che tienein piedi tutte le società cercandodi renderle migliori. Kalì inseguele sue origini nella speranza di

capire chi è, va alla ricerca della sua storia per recuperare quelleradici a cui saldare una vita che ancora può dargli tanto. Il libro, che partecipa al premio Zingarelli 2013, si presenta comeun’opera d’arte. L’illustrazione è infatti del pittore Antonio Cillis cheha altresì partecipato alla realizzazione dell’omonimo Book trailermesso a punto da Giovanni Lancellotti e Sara Vaccaro con la colla-borazione di Alessia De Bonis. Si tratta di un video, un paziente edarticolato lavoro artigianale che riproduce la storia del protagonistade Il buio della mente, la luce nell’anima, attraverso centinaia difotografie scattate a personaggi ed oggetti disposti in posizionidiverse al fine di riprodurne il movimento. La voce narrante è diFabio Pappacena.

an.mo.

IL BUIO DELLA MENTE, LA LUCE NELL’ANIMAIL LIBRO DI DONATO DI CAPUA

Forse però il mio compito nel mondoconsisteva proprio nel rivelare a mestesso chi fossi, o meglio cosa volevo essere.

Donato Di Capua

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54 D O L C E & S A L A T O

IL CUOREDEI LUCANI

Cari amici, ci ritroviamo a raccontareun pezzo di storia della nostra terra,apparentemente normale, avvin-

ghiata alle sue radici e che stringe inmano la consapevolezza del suo passato.Quante volte sentiamo parlare di sentirecomune, o di sensibilità sociale, o di vocedel popolo; sono tutte espressioni che sirifanno alla caratteristica sociale edumana di una singola condizione popola-re.Quali sono queste condizioni? Come equanto il popolo Lucano deve al suo pas-sato e ai suoi cittadini; se è vero che lastoria di un popolo è determinante per ilsuo futuro, qual è il debito con il passato? Figli di una terra prevalentemente conta-dina, dove ogni giorno, ogni minuto, eraed è scandito dalle condizioni climatiche,dal ciclo delle stagioni e dagli eventi natu-rali, sembra quasi di essere appesi ad unfilo dove a condurre il gioco è un destinonon sempre clemente che usa quel filocome se dall’altra parte ci fossero dellemarionette da muovere ed educare almovimento della natura. Abbiamo impa-rato che la natura va rispettata, amata edonorata ma storicamente questo aiLucani non è bastato tanto che oggi la siviolenta in ogni modo e, quando lei siribella, restiamo stupiti. Siamo una delle Regioni a più alto rischioidrogeologico e questo è responsabilitàdell’uomo che con una costruzione sel-

di Carla MESSINA

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vaggia e senza regole ha privato la natu-ra dei suoi mezzi per auto regolarsi. Ma questa è un’altra storia, storia deigiorni nostri. E’ molto più interessantepensare a quei Lucani che hanno dovutoabbandonare la Terra per cercare fortunaaltrove e che, grazie proprio agli insegna-menti di questa, sono riusciti nel mondoa far parlare di una Regione tanto picco-la e al tempo stesso tanto ricca.Ovviamente però tutto ciò lo apprezziquando ti viene negato. Ma qual è l’indole dei Lucani, che genteè? I Lucani sono un popolo abbastanza ete-rogeneo, a seconda delle zone, ci sonodelle sfumature completamente diverse,tuttavia alcune caratteristiche portanticomuni tracciano il profilo del LucanoDOC: Caparbietà, Coraggio, Buon Cuore,Solidarietà, Orgoglio ed Ostinazione,tutte qualità che alla lunga fanno la diffe-renza e che narrano al mondo la storia diun popolo che non si lascia schiacciarema che cerca di trovare una soluzione adogni situazione. Popolo di grande inventiva, ha saputovivere e sopravvivere grazie ai suoi frutti.Innumerevoli le produzioni agricole che lavedono protagonista: dagli agrumi, algrano, ai legumi, fino ad arrivare agliortaggi, al vino e all’olio; tutti prodotti dipregio. Non si può non considerare anchela presenza del Tartufo, o del Rafanocome dei Lampascioni, tutti prodotti pre-giati che rendono ancor più tipico il terri-torio, prodotti particolari figli della terra e,soprattutto, regalo della natura, unanatura che regala e al tempo stesso negapossibilità e condizioni di crescita. Tra i tanti prodotti che rendono unicaquesta regione, troviamo i Lampascioni,un prodotto unico nel suo genere, tipicodi Basilicata e Puglia; molto simile ad unacipolla ha tuttavia delle caratteristichecompletamente diverse. Il Lampascione o lampagione è una pian-ta erbacea della famiglia delle Liliaceae,tipica delle zone mediterranee. I fiori della sua pianta sbocciano in prima-vera e persistono fino all’estate. Il Bulbodi questa pianta è ricco di sali minerali,generalmente cresce ad una profondità di12/20 cm nel sottosuolo. Molto simile aduna cipolla ha un gusto pressoché ama-rognolo ed è largamente diffuso soprat-tutto in sud Italia, nello specifico inBasilicata e Puglia, dove molteplici sono imetodi di preparazione. Si presentano alla vista pieni di terra eradici; pertanto bisogna avere l’accortez-za di pulirli per bene, tirare via la pellici-na e lasciarli per almeno un’ora in acquafredda, meglio ancora se sotto un flussod’acqua corrente. Questo fa si che glistessi perdano in parte il liquido amaro-gnolo che li contraddistingue e che diver-samente sarebbe eccessivo e renderebbeil prodotto immangiabile.

Qualunque sia la preparazione ci si preoc-cuperà di intaccare i bulbi nella parteinferiore, ovviamente si farà un’incisionediversa a seconda della preparazione,diversi i metodi di preparazione che livede passati in padella con dell’olio d’oli-va, o con l’aggiunta di uova, o semplice-mente sott’olio per una media o lungaconservazione. Nel prepararli per la consumazione imme-diata, ci si preoccuperà d’intaccarliabbondantemente e li si metterà inpadella interi finché il vapore non li ren-derà soffici, favorendone l’apertura a mo’di fiore. Se, invece, li si dovrà preparareper metterli sott’olio si applicherà un’inci-sione tipo croce che farà si che una voltabolliti in acqua e aceto restino comunque

interi senza rompersi. In qualsiasi modo vengano fatti è tuttaviaraccomandata una preparazione sempli-ce, senza troppe sofisticazioni in quanto ilsapore forte ed intenso, con quelle pro-prietà tipicamente amarognole dal retrogusto dolciastro, sia all’olfatto che alsapore, parlano di un prodotto dalla fortepresenza e consistenza del sapore chenon chiede null’altro che l’aggiunta diingredienti semplici che esaltino le suecaratteristiche. Tra le preparazioni Lucane più accredita-te troviamo “ I Cipullin’ cu uova e salsic-cia o i cipuulin’ schizzat’ cu l’acit’”. Di Seguito vi riporto la ricetta che li vedefatti con un goccio d’aceto e qualchefoglia d’alloro.

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La ricetta...Lampascioni schizzati con aceto

Ingredienti: Lampascioni, aceto, olio extravergine d’oliva, aglio, sale qb., alloro, piccan-te.Procedimento: Ripulite i Lampascioni dallaterra e dalle radici, tirate via la pellicina elasciate stare in abbondante acqua fresca perdiverso tempo. Sarebbe preferibile sbucciarli eripulirli almeno il giorno prima, per poter poicambiare l’acqua fresca più volte nell’arcodelle ventiquattro ore. Prendete una padella eversate dell’olio extra vergine d’oliva, aggiun-gete uno spicchio d’aglio e ponete il tutto sulfuoco. Quando l’olio inizierà a sfrigolareaggiungete i lampascioni, intaccandoli piùvolte nella parte bassa e lasciate cuocere; di lia poco inizieranno ad aprirsi come una cipolladiventando molto teneri al contatto.Aggiustate di sale e proseguite aggiungendodelle foglie di alloro, che renderanno il piattoprofumatissimo. Quando il tutto sarà benamalgamato andate a sfumare con uno schiz-zo d’aceto che darà il tono giusto ad un pro-dotto particolarissimo. Infine aggiungete unpo’ di piccante, amalgamate il tutto e servite.Vi troverete di fronte ad un piatto semplicissi-mo dai toni decisi ed imponenti sicuramentenon adatto ai palati delicati, in quanto, l’acetoche andrà a smorzare l’amarognolo dei lam-pascioni troverà un connubio perfetto edestremamente delicato con il profumo dell’al-loro e del piccante, senza però violentare iltono deciso dei lampascioni. Buon Appetito.

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Non a caso si nasce in un posto piutto-sto che in un altro, poiché il posto incui nasciamo potrebbe essere quello

più adatto alla nostra crescita, non soloquella materiale, ma anche di quella supe-riore che attiene al miglioramento del carat-tere e alla vera conoscenza di se stessi. E'nel luogo in cui siamo nati e viviamo chedovremmo cercare di manifestare le nostrequalità e con queste contribuire a farlo evol-vere. Purtroppo pare che sia proprio questocompito che una parte di noi lucani rifiuta,cioè quello di collaborare tutti insieme, chi inun modo e chi in un altro allo sviluppo delterritorio. Dovrebbe essere un motivo diorgoglio e non una delusione far si che sirimanga a coltivare le proprie radici, poichéle radici non si portano dietro, rimangononel luogo dove l'albero è nato. E' comeprendere delle piante e portarle in un altroposto, rimarrà sempre un qualcosa di noncompiuto. Nella storia della Basilicata c'ègià un qualcosa di strano, che denota, alivello più sottile, la nostra identità: l'unicaregione d'Italia, del bel Paese, ad avere duenomi, quasi fossimo dei figli adottati da que-sta nazione. Qual è la nostra identità, quel-la di lucani o quella di basilischi? Quella dipassivi sognatori o di realizzatori di proget-ti? Quella di terra che conserva la propriaidentità o quella di terra di conquista? Soloche ora i conquistatori non sono più i greci,i romani, i normanni, gli svevi, gli aragone-si, ma la lobby interessata al petrolio, piut-tosto che all'acqua o alle altre risorse natu-rali. I lucani, insieme ai sanniti, ebbero ilcoraggio di ribellarsi al dominio romano, cifu il declino della nostra regione, ma alme-no ci fu un accenno al cambiamento. Oggila ribellione a un sistema di cose e di idee,consiste nell'andare via, emigrare. Lasciamo

che questi territori siano occupati da altri incerca di ricchezza che noi andiamo a cerca-re fuori. Un vero controsenso! I greci e iromani vennero in questi territori per l'agri-coltura e per i boschi. Ai romani facevacomodo disboscare i nostri boschi e usare illegno per costruire le loro flotte. Se la regio-ne era attraversata da vie quali la Herculia,la Appia e la Popilia, un motivo ci sarà purstato. Che interesse avrebbero avuto ipopoli antichi nell'impiegare energie e dena-ro se la terra della Lucania fosse stata pove-ra? Da tempi memorabili la nostra terra èstata una terra per predatori e il popololucano ha assistito inerme, inerte, preferen-do lasciare le proprie dimore e andare all'e-stero in cerca di fortuna, quando i predato-ri ci hanno, nei secoli, dimostrato che qui c'èricchezza. Alcuni lucani si sono accontentatie si accontentano ancora oggi di andare viae impiegarsi in lavori che qui non farebbe-ro perché ritenuti umili. Magari c'è anchechi avrà fatto fortuna fuori; ma non ha unaparte di se che manca? Quella parte che loha visto venire al mondo? Lucano, chepotrebbe derivare dal greco leukaíno,risplendo o leukós, ovvero splendente,come dire luminoso. Come è possibile chegli antichi che sono arrivati in questa regio-ne abbiano visto la luce, lo splendore, laluminosità e noi oggi riusciamo a vedernesolo lo svuotamento e la depressione? Dailucani ai briganti, dentro di noi, pur essen-do una popolazione umile, rispetto alle altred'Italia, c'è stato sempre un moto di insur-rezione, di amore per la propria terra. Datempi antichi l'abbiamo coltivata e siamostati dediti anche alla pastorizia, quindi sap-piamo cosa significa coltivare e accudire.Seminare, curare il terreno, bonificandolo, lìdove è necessario intervenire e raccogliere ibuoni frutti. Condurre il gregge al pascolo e,mentre il gregge pascola, osservare l'oriz-zonte e intanto ascoltare e ascoltarsi.Vedere l'orizzonte e oltre l'orizzonte. Siamostati pastori e per inversione dei ruoli forseora siamo diventati come pecore. Che finehanno fatto il nostro splendore, la nostraluminosità, la nostra radianza? Siamo chiusiin ottiche ristrette e vediamo ciò che non

abbiamo, la carenza, piuttosto l'abbondan-za che abbiamo e che potremmo faraumentare. La chiusura alla quale ci siamocostretti è pesante e non si riesce semprea sopportare, così capita che spesso alcuniricorrono alle dipendenze che almeno fannosopportare meglio la contrazione a cui l'ani-mo è costretto. Riflettiamo, un significato cisarà se gli antichi popoli della Lucania eranodediti al culto di Marte, dio della guerra edel guerriero, ma anche della natura e dellafertilità. In realtà Marte era considerato undio guida, dio della primavera, cioè dellastagione dove, dopo il ritirarsi, dopo il letar-go, dopo la morte, c'è la rinascita, il fiorire,la trasformazione e il creare nuove cose.L'animo del guerriero è forte, ma la nostraforza dove è finita? L'acqua che scorre e iluoghi dedicati al culto della dea Mefitis, ilcui nome stesso ci indica che sono impor-tanti i periodi di transizione, di catarsi, chel'elemento acqua agevola, e di purificazione,per avere nuove visioni e nuove aperturedelle menti. Quanta storia ha la nostraregione, gesti, parole che hanno edificato inmigliaia di anni, per esempio, luoghi comeMatera, una delle città più antiche almondo. Che dire poi del fatto che siamo unaregione ricca di insediamenti archeologici, dicastelli e poi dei Calanchi, delle Dolomiti,bagnata da due mari, con montagne alteoltre 2.000 metri? Abbiamo una storia anti-ca, una storia che ci ha posto e ci pone tut-t'oggi al contatto con una natura che è, avolte, quasi ribelle, non definita. Dovremmoricordarci della nostra storia, dovremmo ini-

ORGOGLIOSI DI Edi Adriana CRISCI Girano tanti lucani per il

mondo, ma nessuno livede, non sono esibizionisti.Il lucano, più di ogni altropopolo, vive bene all'ombra.

Leonardo Sinisgalli

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ziare ad amare questa terra e a non fuggirevia, quasi la ripudiassimo. L'amore trasfor-ma ogni cosa e crea entusiasmo ed anche lacapacità di attuare i sogni. L'amore e la rico-noscenza sono gli alleati per utilizzare lerisorse che un luogo ci offre. Riporto unpasso di Giuseppe Zanardelli, Presidente delConsiglio prima di Giolitti: “Questa mi era lapiù ignota tra le province della penisola,come è, credo, la meno conosciuta in tuttoil nostro paese. Può dirsi anzi che laBasilicata sia sconosciuta in gran parte agliabitanti della provincia stessa [...] quasistranieri gli uni agli altri e perciò non cospi-ranti ad unico fine, sembrano gli abitatoriche pur dovrebbero comporre una grandeunità sociale. [...] Eppure quanto fu illustrela vostra nobil contrada! Da questo suoloPitagora diffuse tanta luce di scienza, tantoapostolato di virtù; da questo suolo Zeusimostrò, primo al mondo, il magistero dellapittura; sorse in questo suolo la musa diOrazio i cui versicorrono immorta-li sulle

labbra degli uomini colti di ogni nazione. Ein tutti i tempi la Basilicata è stata ferace displendidi ingegni, di caratteri sommi [...] Ciòio volli ricordare, non già per un superfluoricordo storico, ma perché mi sembra rendapiù imperioso il dovere dell'Italia di tener laBasilicata al posto del quale per ogni aspet-to è degna". La Basilicata è una terra checi pone a stretto contatto con la natura ed èproprio quando l'uomo dimentica il suo con-tatto con essa che ha minore possibilità diespandere la sua coscienza, la sua consape-volezza. Non ho idee chiuse e campanilisti-che, anzi sono una persona che ha viaggia-to, certamente avevo la possibilità di trasfe-rirmi in altri luoghi d'Italia, non l'ho fatto. Mihanno sempre colpito due frasi di Socrate :"Non sono un ateniese o un greco, ma uncittadino del mondo". Queste parole ci inse-gnano che in qualunque parte del mondonasciamo e viviamo, in verità, dobbiamosentirci parte del mondo. Ogni parte dellaTerra vive con gli stessi ritmi cadenzati dal

sorgere del sole che si sussegue allaluna. In ogni luogo possiamo rea-

lizzare la felicità che sin dallanascita cerchiamo; quindi

l'importante non èdove viviamo, macome viviamo.L'importante è la qua-lità della propria vita

che si può raggiungereallargando l'ottica della

mente e conoscendose stessi. Chiarire

dentro di secome vogliamospendere iltempo della

nostra vita e qualiobiettivi vogliamor a g g i u n g e r e ."Perché ti meraviglitanto se viaggiandoti sei annoiato?Portandoti dietro te

stesso hai finito col viaggiare proprio conquell'individuo dal quale volevi fuggire".SocrateAll'epoca ho riflettuto che spesso si va viada un posto non solo per esigenza, ma perattuare una specie di fuga da situazioni chenon ci piacciono. Quelle situazioni ce le por-tiamo dentro di noi, solo che le releghiamoin una parte inconscia, non visibile. Esseescono fuori sotto altri aspetti, con altremodalità, ma solo situazioni irrisolte. Non èimportante dove vivi, ma quanto riesci acapire della tua vita. E' l'umiltà di compren-dere che tutti i lavori hanno un senso e unsignificato e che ognuno ha un ruolo impor-tante nel mondo. Nel prossimo articolo con-tinuerò ad approfondire l'argomentoLucania, citando anche Vandana Shiva,nota scienziata a livello mondiale.

La Lucania mi pare più diogni altro, un luogo vero,uno dei luoghi più veri del

mondo [...] Qui ritrovo lamisura delle cose [...] le

lotte e i contrasti qui sonocose vere [...] il pane chemanca è un vero pane, la

casa che manca è una veracasa, il dolore che nessuno

intende un vero dolore. Latensione interna di questomondo è la ragione della

sua verità: in esso storia emitologia, attualità e eternità

sono coincidenti. Carlo Levi

I ESSERE LUCANI

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Me lo ricordo ancora. Seduto sotto lavecchia quercia contorta ad S,davanti alla dimora museo. Come se

tutti i fatti e gesti precedenti fossero statisolo battute d’introduzione: “il viaggio acinquanta all’ora, sulla vecchia R4, attra-verso prati verdi e umidi… la catena fradue cippi di pietra che sbarra l’ingresso… ilbasamento di pietra, chiazzato di verdera-me…”.Mi piaceva quel suo profumo di tabacco edisperazione. Era come se facesse partedel suo status in qualche modo subordina-to e, allo stesso tempo, indipendente. Eracome se fosse sospeso nel tempo eppurtangibile. Come se fosse un po' spaventa-to, ma eccitato dalla sua stessa follia.Come se l'emotività del trovarsi, giusto alcentro, tra l'innocenza e lo schifo della vitafutura lo facesse sentire vivo. Come se luifosse un fiume in piena e scorresse aseconda del pendio: «L’acqua trovl’ ‘nnanze l’acqua chiara appriss» (L’acqua torbidaavanti e l'acqua pulita appresso).E altrettanti come se.…come se il racconto, per cominciare,avesse bisogno di un preambolo a vuoto,parole scritte con inchiostro simpatico,presa di misura nei confronti del primoostacolo; come se, nel tempo dell'ingannouniversale, dire la verità fosse un atto rivo-luzionario. Abituato a meravigliarmi dellanegatività, mi sembra assurdo stupirmidella bontà di un uomo fuori dagli schemi,considerato fuori di testa. Sotto quella “cerza” c’è Licio, che si chiamacome il condottiero del popolo Sannita,disceso alla conquista delle popolazionilucane, che, secondo Plinio, avrebbe dato

di Arsenio D’AMATO

“HO LA SENSAZNON RIUSCIRE VECCHI LE MIE LA TERRA. MA TUTTI CHE QUECHE È STATO ILFATTO CHE RIVDELLA VITA”. Pr

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origine al nome Lucania, terra di confinedei cinque sensi. Un uomo particolare ebello come il sole. Un allegorico incrocio fraTom Waits e Alain Delon. Uno che, per lasocietà, è un vero e proprio tabù. Un uomoche usa la sua follia per elevarsi al di sopradi tutto e tutti. Uno che ha fatto del propriosvantaggio una bandiera.Che “Il folle non lo si potrà riconosceresenza riconoscersi, senza sentire in sé lesue stesse voci e forze”. Licio è uno scritto-re; è un rinomato ghost-writer, ma nessu-no può saperlo. Inverosimili racconti a suonome sono stati pubblicati su varie antolo-gie, anche se non si sa se siano stati scrit-ti tutti da lui. Sotto uno pseudonimo riani-ma la sua vita. Licio è nato nell'anno dellafrutta fresca per verdure marce. È un arti-giano della parola e suona una chitarraelettrica bianca e rossa, una Fender per laprecisione. In tanti sostengono che siapazzo, ma lui si definisce dissennatamentefolle e follemente dissennato. “Nella vita - dice - conta lasciarsi guidaredai sogni. Io sono un folle. Uno fuori dalmondo, ma sono autentico. Io non sonobello: piaccio… alle ex, alle dottoresse ealle amiche… che si confrontano con i graf-fi della mia esistenza. Io, per il mondo,sono un alieno, ma sono solo capace direcuperare la dimensione di bambino. Uningenuo che guarda il mondo con occhiincantati. Tutti possiamo essere alieni,basta liberarsi dal peso del passato, dalleaspettative sul futuro e vivere davvero ilpresente… Ho sempre pensato che cresce-re fosse un qualcosa di automatico… inve-ce è un qualcosa che bisogna decidere difare… io ho deciso di attendere! Se per

Le vicende e gli eventi raccontatiin questa storia sono di pura fan-tasia ed i riferimenti a personaggie realmente esistiti, o fatti vera-mente accaduti, hanno esclusivafunzione narrativa.

(ALDA MERINI)

NSAZIONE DI DURARE TROPPO, DICIRE A SPEGNERMI: COME TUTTI IMIE RADICI STENTANO A MOLLAREMA DEL RESTO DICO SPESSO AQUELLA CROCE SENZA GIUSTIZIATO IL MIO MANICOMIO NON HAE RIVELARMI LA GRANDE POTENZA”. Prima Parte

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60 L O O K A N I A

caso decidi di cambiare fallo solo per testesso. Che c'è chi cerca l'impossibile, c'èchi è incontentabile e c'è chi ti vorrebbe asua immagine e somiglianza, ma non è unproblema tuo. Ognuno è speciale percom'è, ci sono tante persone che ci amanoper quello che siamo e che ci sono sempreaccanto nel sorriso e nel pianto”. Questal’essenza del pensiero d’un folle per defini-zione, ma saggio per determinazione.Appena tornato passavamo ore a gironzo-lare nelle vie del centro storico oppure sta-vamo seduti ai piedi dei due leoni in pietraposti ai lati della fontana angioina, cosìcome facevamo da ragazzini, che Plinio, dasempre, è stato affascinato da tutto ciòche ha attraversato il tempo, da qualsiasicosa abbia un passato o abbia sormontatola storia come la vecchia quercia secolare.Ora, seduto sotto la quercia contorta ad S,davanti alla casa museo, se ne sta pergiornate intere, a pensare, fissando ilvuoto. Tenendo la sigaretta con mani chesembrano insicure, ma che fingono bene dinon esserlo. Come gli adolescenti chemaneggiano la sigaretta per le prime volte.“È su l’albero grosso che ci sono più nidi…Io sono come un albero, le storie si posa-no sui rami. Molte volano via. Quella cheresta la scrivo”. Così ho sentito dire unavolta a Licio, mentre passeggiavamo nelvicolo che da via Frusci porta alla casa diOrazio. In questo caso c’è una storia a treteste: le protagoniste sono le tre nutrici.Tre donne: una purissima, una raffinata euna lontanissima che, in epoche diverse,ricercano la loro vera identità in un curiosogioco di specchi, fra riflessi e riflessioni,con la follia del loro interlocutore. Questa èuna storia che potrebbe titolare: Antonella,Giovanna, Elsa e Licio; tre matte e un folleo tre folli e un matto… Questa è una storiadove tutto è saturo di follia, ma l’insania diLicio è intrisa di poesia. Di magia. Di rudi-mentale approccio alla realtà e di delicatocontatto col sogno. Raccolgo spesso,appuntandomeli sul mio Moleskine, i pen-

sieri volanti di quello che considero l’uomopiù irrazionale e affascinante che abbia maiconosciuto. Uno capace di confonderenomi e persone, di storpiare parole einventare congetture. Una sera, in una piz-zeria, chiese, consapevole, una “notto eciloppe” – voleva una tonno e cipolle - equel nome divenne nomenclatura in quellocale. Per non parlare di quando salì sulpalco della festa di piazza e, imbracciata lachitarra elettrica, si esibì in una memorabi-le performance di “Smoke on the water”. Ilvideo, postato su Youtube, raccolse, inpochi giorni, migliaia di accessi. Un’altravolta interruppe un comizio elettorale e l’o-ratore non seppe ripetere i concetti del suodiscorso a braccio; la gente applaudì, maacclamò Licio… peccato per i suoi periodiassenti. All’inizio pensavo facesse apposta,ma una volta lo spiai dalla finestrella chedava alla cucina. Lui era lì, immobile.Fissava il focolare spento, con le maniaperte come se si stessero riscaldando.Saranno passati venti minuti. Pareva nonrespirasse neppure. Quando bussai, fecefatica, come fosse incantato, a distaccarsidal suo miraggio. In certi giorni, di colpo,cominciava a scrivere su un quadernonestile computisteria. Lo faceva in trance,come sotto dettatura. Riempiva otto diecipagine in un’ora e c’era poco da corregge-re. Tutto era iniziato quando Antonella, ilsuo amore purissimo, l’aveva lasciato.Licio, all’epoca, faceva l’animatore turisticoed era un “cristiano normale”. “Ma cosavuol dire normale?” – chiede, duro e ispi-rato, quando racconto la sua storia – “Nonvuol dire niente!” – è la sua risposta.Antonella studiava sociologia, leggevatanto, sfuggiva molto e scappava dai lega-mi, di corsa, come un’ape da un fiore all’al-tro. Licio, quando m’improvviso biografomi corregge: “…da un pistillo all’altro… cheda’ più l’idea…”. Lui per rincorrerla si misea scrivere. Antonella, incantata dalle suestorie e dalle sue poesie, cominciò adinviare gli scritti di Licio a riviste ed editori

e fu così che con vari pseudonimi cominciòil suo piccolo grande successo. PerAntonella lui era un novello Forrest Gump.Gli fece guadagnare i primi soldi, nonmolti, ma sufficienti per comprare le primestatuine di terracotta. Dopo aver riempitouna stanza a mo’ di presepe, prese a col-lezionare bicchieri di birra, poi libri e pietree teste di cavallo di tutte le fogge e mate-riali. In uno dei suoi periodi di cura conob-be Giovanna, giovane e raffinata psicopa-tologa, con la quale intraprese un carteg-gio epistolare degno d’altri tempi. Non erauna corrispondenza come quella con Elsa,che abitava in Toscana, ma quasi. In unarmadio a tre ante Licio custodiva le missi-ve delle sue tre principali interlocutrici.Scatoloni pieni zeppi di lettere e cartoline.Ognuna sapeva dell’altra, ma non la cono-sceva e, quando venivano a trovarlo, luimutava sempre. Docile con Antonella, timi-do ma vivace con Giovanna ed esuberantee ironico con Elsa. Trasandato nel vestirequando arrivava Antonella, impeccabilequando era il turno di Giovanna e rock neirari casi in cui incontrava Elsa. Nei lunghiperiodi di assenza dell’una intrattenevacorrispondenza fitta con una delle altredue. Se, malauguratamente, nessuno locercava cedeva alle fissazioni e non sicurava di mangiare, non si lavava, nondormiva e si riduceva a niente. Un barbo-ne. Fino a quando, in nome di chissà qualepersuasione, da solo, trovava in se stessol’incoraggiamento a darsi da fare per ren-dere favorevole il flusso degli eventi; che«L’acqua scorre addù stàie pendenz»(L'acqua scorre dove si trova il pendio). Ionon ho mai contato. Ero solo, nella suatesta, una specie di maggiordomo. “Quelloche io vorrei tu non me lo puoi dare… -diceva - ma ti perdono… e non parlo distrusciamenti di corpi, ma di carezze d’ani-mo… E’ stupido quanto tu consideri ledonne più pure sessualmente degli uomini.

O.S.T. Ti regalerò una rosa - Simone Cristicchi

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LucanoAnno VII numero 4

Lucano

IL CALCIO LUCANO AL “DELLE REGIONI”

CIAO SARDEGNA,RIPROVIAMOCI

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sommariosommario

63 Matera, Vivincittà

marciare per i diritti

68 Il Real Metapontino

è già in serie D

72 Bocciofila Val d’Agri,

storia di passione e qualità

70 Volley, sagome

di donne e di atlete vincenti

64 Il calcio lucano

al Torneo delle Regioni

s’è conclusa, a fine marzo,l'ultima edizione delTorneo delle Regioni di

calcio. La più grande vetrinadel calcio dilettantistico italia-no si è data appuntamento inSardegna. Un anno fa, di que-sti tempi, fu proprio laBasilicata ad ospitare l'impor-tante kermesse calcistica. Fuun'occasione unica per mette-re alla prova la macchinaorganizzativa di una strutturafederale regionale, espressio-ne di una piccola realtà terri-toriale. Il lusinghiero risultatoconseguito inorgoglì l'interomovimento calcistico lucanoper il grande lavoro svolto eper il grado di soddisfazionedichiarato dalle altre regionipartecipanti. Per i lucani, adispetto della distanza, si ètrattato quasi di una passeg-giata. Ciò, soprattutto, sulpiano organizzativo, nonavendo avuto più l'assillo didover predisporre un apparatoorganizzativo imponente. Irisultati conseguiti in questaedizione, a giudicare i tabelli-ni, non sono stati eccessiva-mente lusinghieri. Essere usci-ti al primo turno con tutte lerappresentative, per laBasilicata, non è una novità.Ciò che conta, invece, è sotto-

lineare quanto di buonomesso in vetrina dai ragazzi diBasilicata e il lavoro, oscuro eprofondo, svolto dai tecnicifederali lucani.Da una piccola pedata ad unapiù grande. La novità vienedalla Corte di Giustizia dellaFigc che ha ammesso il ricor-so presentato da GiuseppePostiglione, per la riammissio-ne dell'Sc Potenza, di cui era ilpresidente, in Prima Divisione.

di Antonello LOMBARI

LA BASILICTORNANEL PALLO

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Lucano

L'Sc Potenza fu prima radiato,poi, riammesso e retrocessoall'ultimo posto del torneo diPrima Divisione di tre anni fa,dal Tnas. In seguito, però, alterremoto avvenuto in societàe nell'ambiente potentino, conla vicenda giudiziaria cheaveva investito il massimodirigente dei rossoblù, il clubcittadino riuscì ad essereammesso, in extremis, al cam-pionato di Eccellenza lucana.

Quella squadra, oggi, non esi-ste più. Innegabile il dannopatito dall'intero movimentocalcistico potentino che, daquella drastica azione, non èriuscito più a risollevarsi, nem-meno con l'avventodell'Atletico Potenza e del Cittàdi Potenza. Ora la novità chetorna a far sperare la tiepida edelusa tifoseria potentina.Le voci che circolano, all'indo-mani dell'ammissione delricorso sono quelle di un quasipateracchio. Come dire: rico-noscimento di aver creato undanno, da parte della giustiziasportiva, ma inserimento nellacategoria minima. L'ex presi-dente Postiglione, invece,dichiara di voler andare avantiper la sua strada, puntando almassimo: la Prima Divisione.Ottenuto questo obiettivo,Postiglione ha già dichiaratoche affiderà il titolo recupera-to a “Rivivi Potenza”, l'associa-zione che mira a recuperare eriprendere il cammino del glo-rioso club rossoblù della serieB. Nella prossima stagioneagonistica è possibile ipotizza-re il rientro del massimo clubregionale tra i professionisti.Potenza e la Basilicata chiedo-no a gran voce di poter rien-trare nel calcio che conta.

Tutti in corsa per Vivicittà,la tradizionale manifesta-zione podistica per atleti e

semplici cittadini organizzatadall’Uisp (Unione Italiana Sportper tutti), svoltasi lo scorso 7aprile in 36 città italiane e in 18all’estero.Si è corso anche a Matera,dove l’organizzazione dell’e-vento è curata, come di con-sueto, dal Comitato territorialeUisp Matera. Un’edizione sen-z’altro speciale e particolar-mente sentita dagli organizza-tori, visto che la “Corsa piùgrande del mondo”, quest’an-no, ha compiuto trent’anni econtinua ad essere una dellemanifestazioni sportive piùamate di sempre, incontrandoil consenso di categorie moltodiverse tra loro.Anche l’edizione del trentenna-le ha posto l’accento sui temidell’ambiente e dei dirittiumani, sociali e civili.

“Riduco, riciclo, riuso”, lo slo-gan 2013, fa riferimento all’at-tenzione e l’impegno profusi, alfine di garantire la sostenibilitàdell’evento e la riduzione del-l’impatto ambientale.Correre Vivicittà significa, inol-tre, fornire un contributo con-creto ai progetti di solidarietàche l’ONG Peace Games e Uisppromuovono in Libano, perfavorire il dialogo e l’integrazio-ne della comunità palestinese,costretta a vivere in condizionidi estremo disagio all’internodella società libanese. In parti-colare, per ogni iscrizioneeffettuata, un euro è statodevoluto al progetto “Sport &Dignity”, che prevede attivitàsportive per bambine e bambi-ni all’interno dei campi profu-ghi palestinesi. Vivicittà si svol-gerà in Libano a fine aprile esarà inserita nell’ambito dellePalestiniadi, piccole Olimpiadiper ragazzi.

Vivicittà, in marciaper i diritti sociali, civili e per l’ambiente

Giovanni MARTEMUCCIdi

LICATA

LONE

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Lucano

La spedizione delle rappresentative luc

Dalla Sardegna con un in più e uno stimolo a fa

Un Torneo delle Regioni, quello diSardegna disputato tra il 23 ed il 30marzo, che porta con sé qualche

strascico di polemica, soprattutto arbitra-le, e qualche rimpianto: nessuna dellenostre rappresentative è riuscita a supe-rare la fase a gironi malgrado ci fosse piùdi qualche segnale positivo. I nostriavversari, come sempre, erano tra i piùostici in assoluto: i nostri ragazzi hannodisputato il Tdr 2013 nell’ostico girone Ccontro Sicilia (campione calcio a 5 scorso

anno), la temibile Lombardia, l’Umbria,campione lo scorso anno nella categoriajuniores, ed il Comitato AutonomoTrento. Malgrado gli avversari fossero ditutto rispetto, dai commenti degli allena-tori si comprende come si nutrisse più diqualche speranza, e quanto, il passaggiodel turno, sia stato condizionato spessoda episodi e dalla limitata disponibilità dicambi. Così la rappresentativaGiovanissimi, partita a razzo, ha subito uncrollo incredibile nella seconda gara con-

Salvatore LUCENTEdi

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Lucano

e lucane al Torneo delle Regioni

un bagaglio d’esperienzaa fare meglio

tro la Sicilia, dovendo giocarsi tutto nel-l’ultima partita: mister Lino Caivano havisto così sfumare alla fine la qualificazio-ne, tornando però a casa con la consape-volezza di aver disputato un ottimo tor-neo delle Regioni. Le polemiche, comunque moderate,riguardano soprattutto la gara dellaJuniores proprio contro il comitato auto-nomo Trento, in cui, oltre al mister, sonostati espulsi 3 giocatori: questo ha moltocondizionato anche il prosieguo della

competizione, costringendo il Ct NicolaDimase a rinunciare a tre titolari. Ci siaspettava di più dagli allievi, tornati acasa con un solo punto, ma il Ct PasqualeRusso si ritiene comunque ripagato dalleprestazioni: nonostante le delusioni, sulpiano del gioco è emerso quanto la clas-sifica non abbia dimostrato appieno ivalori espressi. Mentre, per il tecnico dellarappresentativa calcio a 5 DomenicoCarbone, a tenere banco è soprattutto ungrande rammarico: con un pizzico di for-

tuna in più nella gara persa all’ultimominuto contro la Lombardia il passaggiodel turno sarebbe stato certamente cen-trato. Discorso diverso per il Calcio a 5femminile: l’ottima semifinale raggiuntalo scorso anno resterà nella storia e, inquesta edizione, la rinnovata rappresen-tativa di mister Pasquale Cuviello si èdovuta arrendere di fronte a rappresenta-tive con maggiore esperienza. Ora biso-gna tornare al lavoro, ci riproveremo l’an-no prossimo!

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Lucano

Il commento del presidente del Comitato regionale Figc-Lnd di Basilicata Piero Rinaldi“Dal punto di vista sportivo abbiamo raccolto meno di quantomeritassimo. Nel calcio a 5 abbiamo perso con la Lombardia,all’ultimo minuto, e loro poi hanno vinto il titolo. I giovanissimihanno lottato fino all’ultima partita per la qualificazione, perden-do con l’Umbria che poi si è qualificata. La juniores era una for-mazione molto competitiva, abbiamo trovato un arbitraggio nonadeguato, nella partita contro il comitato autonomo del Trento;situazione che, poi, ci ha condizionato anche nel prosieguo deltorneo. Con la femminile di calcio a 5 abbiamo avuto un bancodi prova importante dimostrando di essere in crescita: pur per-dendo tutte le gare siamo stati sempre in partita e, quindi, c’èuna moderata soddisfazione. Gli allievi potevano fare senz’altro dipiù, era una buona squadra ma i risultati ci sono stati contrari,non bisogna, però, dimenticare di tenere sempre in debito contogli avversari. Per quanto riguarda l’esperienza umana dei ragazzi, c’è da direche hanno avuto modo di ammirare un’altra bella regione italia-na. Abbiamo tutti apprezzato la cucina della Sardegna, la lorogrande ospitalità e professionalità. È stata insolita, invece, l’orga-nizzazione, che ha deciso di dividere il torneo in 4 zone: in que-sto modo c’è stata meno comunicazione, il contatto con gli altrisi è limitato al momento agonistico, a differenza del Torneo inBasilicata in cui abbiamo mirato a permettere ai ragazzi di staretra loro”.

Piero Rinaldi

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Lucano

Il responsabile dell’area tecnicaper il calcio a 5 Pino Palazzo“C’è un forte rammarico per non aversuperato il turno con la rappresentati-va maschile, visti i risultati e la vittoriafinale della Lombardia. La gara controi lombardi è stata la chiave di voltadella nostra eliminazione: siamo statiin vantaggio per quasi tutta la partitasubendo il gol-sconfitta negli ultimisecondi. Quest’anno avevamo unagrande squadra e non posso rimpro-verare nulla ai ragazzi che hanno datotutto: è mancato soltanto un pizzico difortuna. La rappresentativa femminile,pur venendo da un risultato storicocome le semifinali, era un po’ menocompetitiva dell’anno precedente, siaper i tanti infortuni, sia perché moltielementi sono stati assorbiti dai cam-pionati di serie A. E’ stata, comunque,una esperienza positiva, perché hovisto una notevole crescita tecnica delcalcio a 5 lucano”.

Il responsabile dell’area tecnica per il calcio a 11 EnzoFinamoreAbbiamo registrato in questo torneo, per tutte e tre le rappresentative,una crescita sul piano della organizzazione di gioco, disputando tutte legare alla pari con regioni di maggior blasone. Siamo stati penalizzati daun fattore prettamente tecnico come la gestione delle palle inattive: lamaggior parte dei goal sono stati subiti su calcio piazzato, in momentidella gara in cui eravamo in una situazione di equilibrio. E’ chiaro chenella programmazione del lavoro dovremo fare in modo di trasferire aiclub le giuste indicazioni, e fare qualcosa in più sulla tenuta atletica deinostri ragazzi: questo è uno degli aspetti che possiamo migliorare. Persintetizzare è stato un Torneo positivo, abbiamo ben chiari i gap da col-mare con il lavoro, in un percorso di condivisione già iniziato con lesocietà, che ci porterà ad essere maggiormente competitivi con iltempo”.

Enzo Finamore

Pino Palazzo

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Lucano

Il Real Metapontino taglia con quattroturni d'anticipo il traguardo serie D. Invirtù della vittoria sulla Murese di Felice

Ragone grazie alle reti di Cirigliano eArmento gli ionici coronano il sogno dellastorica promozione in serie D per la forma-zione di Montalbano Jonico. Una vittoriastrameritata, conseguita da un gruppo for-mato da calciatori abituati a vincere anchein serie superiori che hanno aderito, in esta-te, all'ambiziosissimo progetto del presiden-

te Casalnuovo. Seconda vittoria di fila per ifratelli Di Senso che, dopo aver riportato ilPotenza in un campionato nazionale, sisono confermati a distanza di un anno, tra-scinando la squadra celeste ai vertici del cal-cio regionale lucano. Onore e merito anchea Peppe Fortunato, che festeggia la suaprima vittoria da allenatore, dopo una car-riera da calciatore che lo ha visto trionfareanche fuori regione. Alla prima occasionepresentatagli non ha fallito, dimostrando dipoter costruire una carriera altrettantotrionfante da allenatore. Il futuro però nonè privo di interrogativi: continueràCasalnuovo ad investire a Montalbano?Risposte che verranno col tempo. Ora ètempo di brindare. Un progetto iniziato bentre anni fa con l'allora Atletico Scanzano chestravinse il campionato di Promozione, iscri-

vendosi al torneo di Eccellenza con l'attualedenominazione Real Metapontino che, giàlo scorso anno vide sfumare l'obiettivo dellaquarta serie, terminando, per un miseropunto, alle spalle dell'Atletico Potenza. Unavittoria che ha il sapore della rivincita e pre-mia gli sforzi di un presidente capace dispendere cifre faraoniche pur di vedere lasua creatura spiccare il volo. ComplimentiReal! Da segnalare che la lotta secondoposto è sempre apertissima con RossobluPotenza e Valdiano a giocarsela fino alloscontro diretto dell'ultima giornata di cam-pionato, in quel di Monte San Giacomo. Ildistacco attuale è di due punti. Dunque,sarà fondamentale non perdere un colpo sesi vorrà tentare il tutto per tutto negli ultiminovanta minuti di questo campionato giun-to, ormai, ai titoli di coda.

La Finestra sull’Eccellenza

Il Real Metapontino è già in serie D

Federico PELLEGRINOdi

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Lucano

Le riproduzioni a grandezza naturaledelle atlete attendono le avversarie diturno all’ingresso del Pala Rossellino

per accoglierle: austere, alcune con il sorri-so sulle labbra, altre ammiccanti, ma tutte asottolineare che non sarà cosa facile gioca-re contro di loro, abituate a non regalarenulla e a lottare fino alla fine.Le ragazze della Ecosunpower Avis PMPotenza sono fatte così: spietate lottatrici incampo, donne fuori dalla palestra. Donnecon tutte le loro peculiarità, i loro umori, leloro piccole e grandi vanità, piccole e gran-di passioni, piccoli e grandi pregi e difetti.Donne. Super in campo, normali fuori, masempre e solo donne che conducono la pro-pria vita ciascuna in maniera differente dal-l’altra, come è giusto che sia, ma che quan-do indossano la casacca rossoblù dellasquadra si fondono in un tutt’uno, un po’come i fantaeroi e i transformers delle seriedi cartoons degli anni ’80, un po’ Uforobotun po’ Matzinga Zeta, ma molto di più “Mimì

e la Nazionale di pallavolo”.Quasi tutte impiegano molto del loro tempoal di fuori delle palestre a studiare, coscien-ti del fatto che la passione è “per sempre”,ma lo sport giocato non può esserlo, men-tre altre preferiscono impiegare diversa-mente il tempo a disposizione, magari rilas-sandosi in tanti modi dopo faticose sedutedi allenamento.E così Ylenia Vanni, ad esempio, è prossimaalla tesi di laurea in Scienze della comunica-zione all’Università di Teramo, e per il suofuturo si augura di potersi occupare preferi-bilmente di marketing per qualche grandeazienda.Gabriella Vico invece è prossima alla laureain Lingue e letterature straniereall’Università di Napoli, ma è anche appas-sionata di ballo: bachata, merengue e salsa,oltre che appassionata gastronoma e patitadi gusti e sapori genuini della tradizione culi-naria campana.E le lingue straniere sono anche parte di

Roberta Liguori che, però, nel tempo liberoè più attratta dalle passeggiate e dalla play-station ed ha dichiaratamente in testa soloil volley: per il dopo c’è tempo, non vuolepensarci sin da ora.Il capitano della squadra, la ormai “russo-calabrese”, Katya Karalyus, sta ultimando glistudi in ingegneria a Cosenza, e sulla possi-bilità di esercitare questa professione unavolta lasciato il volley giocato basa il suofuturo.A scuola, invece, va ancora AngelaFacendola che, quest’anno, sosterrà gliesami di maturità e che lega il suo moltoprobabile futuro universitario alla città in cuisi troverà a giocare il prossimo anno.Intanto per lei la soddisfazione di aver com-piuto la maggiore età in campo, contro ilPaestum, nel girone di andata: compleannoperaltro coronato da un’ottima prestazione.Potentina vera, Antonella Postiglione, conalle spalle trascorsi importanti, come la suaesperienza con il Club Italia, prima di ritor-

Ecosunpower Avis PM Potenza

Sagome di donne e di atlete vincenti

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nare due anni fa a Potenza dove studiaall’Università per diventare una matematica.Ed altra prossima dottoressa in Agraria saràSilvia Marchisio che frequenta il secondoanno della facoltà presso l’Ateneo lucano,dopo essere stata iscritta, lei, di Altamura,per il primo anno a Bari.Chi invece ha già terminato gli studi eLavora per la crescita di nuove leve del vol-ley è l’altra potentina, il libero della squadraElena Ligrani che, dopo essersi laureata aNapoli in scienza motorie, cura corsi di mini-volley con la speranza che da questi giova-nissimi di oggi possano venir fuori quantipiù bravi giocatori del domani è possibile. C’è anche chi, come la palleggiatrice ChiaraMonacelli, di Civita Castellana, dopo averterminato da tempo gli studi ama rilassarsicon la lettura e, soprattutto, con il cinema,due cose di cui è appassionatissima.E, infine, il ritorno: Myriam Mascaro, che giànel passato ha giocato a Potenza, nella stes-sa squadra, ed è ritornata con il mercato di

gennaio, vecchia conoscenza degli appas-sionati potentini.Tutte insieme procedono, sotto la guida delcoach Luca Secchi, del secondo Luigi Martinie dello Scout Marco Sinibaldi, verso i playoff per la promozione in A2, obiettivo dichia-rato sin dall’inizio della stagione.Intanto, nell’ambito dell’iniziativa “La prima-vera del volley rosa”, promossa proprio dallaEcosunpower, presso l'Istituto Commerciale“F.S. Nitti” di Potenza si è svolto un incontrotra le atlete e gli alunni delle prime classi.Voluto dalla Prof.ssa Cinzia Rufino, ex-atletadella PM, alla presenza della preside, LinaInfante, del Coordinatore di EducazioneFisica Marcello Restaino e di altre docentidelle varie sezioni, del presidente della PMMichele Ligranio e della vicepresidente RinaDe Robbio, si è parlato di scuola e attivitàsportiva. Si è parlato di attività fisica, della correttaalimentazione e delle sane abitudini di vitache ogni giovane dovrebbe porre in essere

per la propria crescita fisica ed intellettiva; èstato posto in evidenza, inoltre, come lapratica sportiva e l’esercizio fisico in genera-le possono considerarsi “beni meritori”, ecome tali costituiscano un bene pubblico enon possano essere sottoposti a logiche diesclusione e selezione.Tali buone pratiche assumono tanta piùimportanza se acquisite come stile di vita sindalla più giovane età, grazie all’azione posi-tiva che in tal senso le scuole possono svol-gere, soprattutto in una regione come laBasilicata, al secondo posto in Italia in ter-mini percentuali per quel che riguarda ilnumero di abitanti sofferenti di obesità.

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Nella breve storia che stiamo per rac-contare la perseveranza la fa dapadrona. Una qualità notevole che,

unita alla passione, ha portato a scrivereuna pagina bella ed importante dello sportlucano e, in particolare, della Valledell’Agri. La storia è quella della A.B. VALD’AGRI ASD, l’associazione bocciofila natacon lo scopo di riunire tutti coloro che con-dividono la gioia per un gioco conosciutoda sempre (l’archeologia ha provato cheera noto già nel 7.000 a.C.). Va subitodetto che la bellezza del gioco a bocce èche tutti possono praticarlo. Non ha limitidi età, infatti, è adatto sia alle donne cheagli uomini, ai giovani e meno giovani. Ilregolamento consente già ai bambini di 6anni di giocare in una apposita categoria,l’Under 11. In Val d’Agri il gioco delle bocceè stato sempre largamente diffuso ma lo sipraticava a livello edonistico e senza vereregole. Questo, però, bastava a dare l’ideadel fermento che girava intorno a quello

che, allora, poteva essere solo un passa-tempo ma abbastanza sentito da originareun clima che prima o poi doveva sfociarein qualcosa di più “serio”. Fu così che nel1985, a Paterno, prende vita la SocietàBocciofila “Giardini di Paterno”. A presiede-re quella che è la prima società di questosport, a livello locale, è Arbia Andrea chequalche anno dopo lascia il posto aSabbatella Giovanni. La società nascesotto una buona stella. In pochissimotempo riunisce 62 tesserati che si impon-gono nei campionati provinciali e regionalisia maschili che femminili, nelle categorieA – B – C. Sono gli esiti importanti dellapiù grande società bocciofila della zona mache purtroppo, per mancanza di soci, nonpuò continuare la sua corsa che si inter-rompe nel rammarico generale, negli anni’90. Uno stop di forma ma certamente nondi sostanza perché la passione c’è ancorae difficilmente si potrà dissolvere. Tra gliirriducibili c’è Gianuario Sassano il quale

di Anna MOLLICA

A.B. VAL D’AGRI ASD

Bocce, una storia di passione e qualità

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decide di riprovarci riunendo un gruppoquesta volta poco più in là, a Villa d’Agri,che riprende a praticare questo sport alivello solo di gioco. Fino agli anni 2000quando anche questa esperienza finiscestavolta non per mancanza di soci ma distrutture, assenti sia a livello privato checomunale. Passano otto anni e la stessapassione torna in auge. Ricompattato ungruppo di tenaci, si torna a giocare in postisempre diversi perché ogni tentativo di farrealizzare una struttura fino ad allora eraandato vano. Non è invece vana la speran-za che li conduce alla scoperta di ciò chestanno cercando: il Bocciodromo diGalaino di Marsico Nuovo. La struttura nonè messa bene. E’ coperta e da tempoabbandonata ma può tornare a funzionarese ristrutturata. Questo pensiero porta ilSassano a fare un tentativo presso il sin-daco di Marsico Nuovo, Domenico Vita, ilquale acconsente a recuperare la struttu-ra, convinto delle buone prospettive chepossono configurarsi dalla pratica di que-sto sport. Con immensa gioia, vengonoriparate due piste e il gioco delle bocceriprende il volo con un’associazione nuovadi zecca, la A.B. VAL D’ADRI ASD, costitui-ta nel 2010 da un comitato promotore conpresidente lo stesso Gianuario Sassano.Con l’entusiasmo alle stelle, i giocatorimacinano risultati eccellenti, cosa cheporta il sindaco a sostenerli ancora di piùrifacendo le due piste e munendo la strut-tura di Galaino anche di un impianto diriscaldamento. Si innesca nello stessoanno un effetto contagio che porta novan-tasei persone ad iscriversi all’associazione.Un numero altissimo che nel tempo èsceso a cinquantasei. Un calo fisiologico

che non ha comunque riguardato il mora-le e la determinazione degli attuali compo-nenti orgogliosi di una realtà, che includetra le loro file anche disabili, e che fa regi-strare traguardi degni di nota. Segnaliamotra gli altri quello realizzato lo scorso 24febbraio, durante il torneo provincialedisputato nel Bocciodromo di Montereale aPotenza, vinto da Bernabei Gelsomino,Malpichi Carmine e Vitacca Michele nellagare tre contro tre, categorie D. Si tratta dirisultati belli che fanno guardare oltre, aicampionati regionali e nazionali che sidisputeranno a Roma. I soci dell’ A.B. VALD’ADRI ASD ci credono davvero. In lorovige la ferma convinzione che questo sportpuò veramente avere un futuro nella Valledell’Agri anche perché, ripetiamo, la pas-sione per questa disciplina non conoscelimiti di età e di genere. Per questo il pre-sidente Sassano con l’ausilio del Bernabei,

fervido appassionato di bocce con cui havinto in passato anche un premio indivi-duale nella categoria Over 60, stanno datempo caldeggiando nei diversi comunidella Valle, come Montemurro, Viggiano,Paterno, Tramutola, la realizzazione distrutture per il gioco a bocce o la sistema-zione di quelle esistenti. Tanto più che inuno di questi, Montemurro, qualche annofa si sono giocate delle belle competizionisportive. La loro azione mira a far cono-scere la valenza di uno sport che, comedimostra la A.B. VAL D’ADRI ASD diGalaino, può realmente contribuire allacrescita di un territorio che ha bisogno dienergie dinamiche e diversificate perdecollare. Un auspicio che i nostri sportivinon vogliono resti solo una speranza mache si traduca in certezza anche tramite ildiffusissimo ed amatissimo gioco dellebocce.

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