CHair Magazine Numero 0
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Transcript of CHair Magazine Numero 0
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CHAIR. Idee. Non sedute.
EDITORIALEdi Davide Guglielmino - www.davideguglielmino.com
Dieci anni di mondo Compagnia della Bellezza.
Dieci anni di incubazione.
Un giorno, un attimo per dargli vita.
Sediamoci, dunque, con Chair.
La domanda che orbitava nella mia mente era sempre la stessa:
come fare a raccontare tutta la meravigliosa ricchezza che ruota
intorno all’universo Compagnia della Bellezza? La risposta è
arrivata mettendomi comodo su di una poltrona e contemplando
la realtà che mi circondava: il parto è stato naturale, indolore.
Documentare focalizzando sulle persone, sulle testimonianze, i
ritratti e i racconti di chi ogni giorno, con il proprio fare quotidiano,
costruisce bellezza, arte, benessere, innovazione, nuovi punti di
vista, con e per chi gli sta intorno.
Designer, hair stylist, sperimentatori, manager, artisti, viaggiatori,
artigiani… Un’umanità fatta di persone che, attraverso il proprio
lavoro, opera e presenza, migliorano il mondo.
Satelliti che orbitano intorno a un nucleo, la stella del bello,
valore fondante del gruppo Compagnia della Bellezza.
Reportage, foto, approfondimenti, focus tematici, interviste.
Tutto in un unico magazine, a scandire le stagioni sul calendario
del bello.
Perchè un magazine cartaceo?
Perchè vogliamo scrivere, celebrare, far conoscere il nostro
mondo. Cristallizzando storie che col tempo si stratificano,
rappresentando il nostro divenire, come fotogrammi della
nostra storia.
Perché Chair?
Perché quando ci sediamo stiamo prendendo tempo per noi stessi: per rilassarci, confrontarci, parlarci, “fare salotto”,
condividere un momento conviviale con chi amiamo.
Perché quando siamo seduti siamo concentrati: al lavoro, su idee,
impegno e risultato, o nella vita, quando la nostra attenzione è
rivolta a leggere, immaginare, riflettere, apprendere. Perché per
ogni contesto della nostra vita esiste una sedia, una poltrona, un
sedile, una panchina, uno sgabello, un divano speciale, intimo,
importante o che parla di noi. Anche nella nostra esperienza dal
parrucchiere: dall’attesa al dialogo, fino al momento in cui i nostri
capelli vengono coccolati, siamo piacevolmente seduti, dedicati
alla cura di noi: CHAIR e… HAIR.
Spontaneamente intorno all’idea si è seduto un team di talenti
professionisti. Un travaglio condiviso.
E poi via il cordone ombelicale. Chair ha visto la luce.
È fra le vostre mani. 4 gambe e 56 pagine.
Nasce un nuovo modo di raccontare il bello.
Per viaggiare. Anche da fermi.
Mettetevi comodi e godetevelo con noi.
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BACKSTAGE IN CUORICROMIA Il cuore del colore. Il colore del cuore.
CDB T-SHIRT AROUND THE WORLD Una maglietta che non si siede mai!
WEIL AM RHEINLa città delle sedie.
CARMEN CONSOLI & SALVO FILETTINelle nostre corde.
IN POLTRONAFilm, spettacoli e concerti
che fanno saltare dalla sedia.
SHE: IL FEMMINILE IMPEGNATO. CON GLAMOURA tu per tu con Lorenzo Calza.
ALFIERE SULLA SCACCHIERA ELVETICA DEL BELLESSERE
L’entusiasmo e la creatività di Angelo Adorisio.
IN SELLA PER L’AFRICAUn designer, due pedali, chilometri di solidarietà.
IL SEGGIO SAGGIOA caccia di pensieri joyosi con Renato Gervasi.
CLAUDIA CORONA:QUANDO L’ARTE SI FA COMODA
Pensieri e parole di un’artista della sedia.
E L’HAIR STYLIST DIVENTA WEB STYLISTGianni Albanese approda su internet.
SEDUTI AL TAVOLO DELL’ECCELLENZACdb//agency e la comunicazione nel nuovo millennio.
SELLE DAMASCATEIn moto, alla scoperta del tesoro turco-siriano:
l’ospitalità.
TRONI ESOTERICIChi si siede...nei tarocchi - Prologo.
SOMMARIO
Impariamo a leggere con i cellulari i QR code. Questi codici ci indirizzano a contenuti e
approfondimenti aggiuntivi su internet.
Basta scaricare l’apposito software (KAYWA
Reader, i-nigma Reader,
UpCode), inquadrare il QR
code con la fotocamera del
telefono e scattare. Funziona
con tutti i cellulari dotati di
connessione e fotocamera.
Un mondo di contenuti extra
vi aspetta!
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BACKSTAGEIN CUORICROMIA
a cura di SILVA FEDRIGOfoto ANTONIO DI MARIA
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Luce. Carattere. Energia. Vita. Personalità. Unicità.
Radiazione. Intensità. Il colore, in natura e in ogni cultura,
è distinzione, sensibilità, vitalità, differenza. Influisce sul
nostro umore, trasforma le case in cui viviamo, arricchisce
spazi e città di nuova bellezza.
Questa l’ispirazione del nuovo hair concept firmato
Compagnia della Bellezza. Una collezione che mette al
centro il colore come espressione personale, e che punta
a celebrare sempre più la bellezza unica e irripetibile di
ogni donna.
Non più moda “a goccia”, quindi, imposta dall’alto,
standardizzata ed omologata. Ma idee “schiuma”,
adattabili e personalizzabili, che ogni donna contribuisce
a dipingere per se stessa. Non a caso Compagnia della
Bellezza in quest’occasione ha ufficialmente sottoscritto
il Manifesto della Bellezza Autentica, un’iniziativa
promossa dalla redazione di Psychologies.it che ha già
ricevuto l’adesione di numerose personalità, associazioni
ed imprese che ne condividono il messaggio.
L’obiettivo è valorizzare la pluralità e l’individualità di ogni
donna, contro ogni sterotipo, per promuovere un’idea di
bellezza più ricca, completa e rispettosa.
E chi lavora nel mondo della comunicazione e dello stile
può fare davvero molto in questo senso!
Sito Web: http://bit.ly/cONF5E
Ogni colore, un mondo. L’idea della collezione è invitare a
confrontarsi con i profili psicologici e gli styling associati
a quattro colori puri: giallo, verde, rosso e blu.
Per scegliere il proprio tempera-mento predominante
e poi giocare con gli altri, a seconda dello stile che ci
si sente addosso, giorno per giorno. Quattro colori,
quattro stili, quattro impronte. Puramente facce diverse
dell’arcobaleno che ognuno è.
Da questi concetti è partito anche il lavoro del creative
team capitanato dall’hair guru – come lo ha definito
Vogue - Salvo Filetti.
In questa fase il contributo dello staff di Cdb//Agency
ha prodotto una vasta ricerca di idee grafiche, immagini,
proposte per interpretare il tema del colore in modo
comunicativo, efficace ed originale.
Questo lavoro è poi confluito nei moodboard, tavole
dedicate ai quattro colori, in cui per ognuno si identificano
suggestioni, stili e ispirazioni.
Per poi lavorare agli scatti fotografici veri e propri dei
tagli e degli styling. Abiti, dettagli, bijoux, oggetti di
scena, luci, trucco, ambientazione…
Questo è il momento più delicato, quello in cui tutto il
lavoro di ricerca viene messo a frutto per rappresentare
nel modo più perfetto possibile sia l’idea guida che il
disegno degli styling nati dalla matita di Salvo Filetti.
Il risultato? Lo troverete a breve nel nuovo concept book
Cuoricromia, in tutti i saloni Compagnia della Bellezza:
morbidezza naturale, informale, forgiata “a mano”;
frange pienissime, in stile anni ‘50, o ciuffi “a lancia”
esuberanti; onde sofisticate e lisci dinamici, multi-
direzionali…
Un vero e proprio affresco contemporaneo di bellezza
femminile: sfaccettata, piena di colore, vera.
È proprio il caso di dire: in alto i cuori! In alto i colori!
Il cuore del colore. Il colore del cuore. Ciò che conta è trovare la cromia,l’impronta unica che contraddistingue ogni donna.
ANDIAMO A CURIOSARE NEL BACKSTAGE DELLA NUOVA COLLEZIONE COMPAGNIA DELLA BELLEZZA. PIENA DI COLORE, ECHI RETRÒ E… BELLEZZA AUTENTICA.
MOODBOARD CUORICROMIA REALIZZATI DA CDB//AGENCY
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CDB T-SHIRT AROUND THE
WORLDa cura di RAIMONDO VENTURA
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In un anno abbiamo ricevuto più di 500 richieste di amicizia su Facebook. A testimonianza di un’iniziativa nata un po’ per gioco, ma sentita con il cuore.
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MAX ESPOSITO
CHE CI FA UNA MAGLIETTA COMPAGNIA DELLA BELLEZZA FRA I GHIACCI DELL’ARTICO? E NELLA SAVANA AFRICANA?CE LO RACCONTA MAX ESPOSITO.
Qual è il tuo rapporto con Compagnia della Bellezza?Sono affiliato CdB da 4 anni e gestisco due saloni, a
Saronno (VA) e a Rovellasca (CO).
Come nasce l’idea di CDB Collection Around the World?Si tratta di un’idea nata un po’ per caso: ho visto su
Youtube il video dell’ormai noto ‘Dancing Matt’, un tale
che gira il mondo mandando filmati di un suo strano
balletto dalle location più lontane ed esotiche.
Nello stesso periodo ho sentito anche di un tizio,
proprietario di un ristorante in un’isola caraibica, che
regalava un portachiavi a tutti i clienti, chiedendo loro,
una volta tornati a casa, di mandargli una foto con in
mano questo oggetto. Grazie a questa iniziativa aveva
tappezzato le pareti del locale con le foto del suo
portachiavi scattate un po’ in tutto il mondo.
Così è nata la mia idea di CDB Collection Around The
World (http://bit.ly/cc6Ncn): ho regalato magliette-
collection a clienti e amici in partenza per le vacanze,
chiedendo loro di portarmi una foto con la t-shirt dal loro
‘paradiso personale’. Quindi ho creato il profilo Facebook
per l’iniziativa, lanciando l’idea ai colleghi di Compagnia
della Bellezza.
Quali ‘molle’ ti hanno spinto a promuovere questa iniziativa?Non era mia intenzione promuovere dei valori. Tutto
è iniziato per divertimento: un gioco finalizzato alla
diffusione di testimonianze CDB nei posti più remoti e
lontani nel mondo. Poi però due foto hanno toccato il
cuore di molti, suggerendo a qualcuno dei valori, come
l’attenzione per il sociale e la passione per le sfide,
legati al nostro gruppo. Si tratta delle foto di Giorgio
dal Burkina Faso (con la maglietta Made in Joy) e di
Germana dall’Antartide (con la maglietta Shair).
Quali sono stati i principali risultati raggiunti da CDB Catw?In un anno abbiamo ricevuto più di 500 richieste di
amicizia su Facebook, che dopo le vacanze si potrebbero
tradurre in altrettante foto-maglietta. Per questo motivo
mi piacerebbe arrivare presto a 500 foto, rivolgendomi
direttamente a tutti i colleghi CDB.
Anzi mi metto ufficialmente in competizione con
Renato Gervasi, sfidandolo per il traguardo delle 5000
(ambasciate della Joyà per lui, foto-maglietta per me)!
Hai qualche altra idea in cantiere?Ho il progetto di creare un gruppo di professionisti
per organizzare eventi, allo scopo di promuovere e
pubblicizzare i saloni CDB dell’Area Nord, di cui faccio
parte.
Una maglietta che non si siede mai!
Sito Web: bit.ly/cc6Ncn
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Weil am Rhein è la città più a sud della Germania, a
pochi chilometri da Basilea e dall’ Alsazia.
Stadt der Stühle (città della sedia) è il motto con il
quale Weil am Rhein attira verso il suo centro migliaia
di visitatori e appassionati del design.
Wuel am Rhein diventò nota durante la metà degli
anni Ottanta, per via di una grande operazione di
marketing che ha per protagonista la sedia.
Grazie alla mente di Rolf Fehlbaum, Ceo dell’azienda
Vitra, nacque il Vitra Design Museum.
70.000 sono il numero di persone che in media
durante l’anno visitano il museo, 3.000 corrispondono
in numero agli oggetti di design e più di 100 sono
le miniature di sedie: una selezione dei “pezzi che
contano” nella storia del design, dall’Ottocento ad
oggi.
Le miniature sono curate nel dettaglio, realizzate
con una lavorazione artigianale in scala 1:6 rispetto
all’originale.
Ogni pezzo esposto rappresenta l’evoluzione
dell’abitare in relazione all’evoluzione dei processi
produttivi, che risultano essere strettamente legati
all’impiego di nuovi materiali, e delle tecniche di
realizzazione. Ma soprattutto raccontano la percezione
dello spazio sempre in evoluzione che caratterizza la
nostra cultura dell’abitare.
Le miniature, nate come divertissement didascalico,
sono acquistabili nello shop del museo diventando,
tra gli intenditori di design, oggetti da collezione.
Se nel museo sono conservate le Miniaturen, la città,
nei suoi spazi verdi ma anche sui tetti degli edifici,
espone le Maxiaturen ovvero le più grandi repliche
in scala 1,5:1 a 8:1 delle sedie di design. La selezione e
la produzione di sedie è curata e prodotta dal Vitra
Design Museum. Nel novembre 1999, furono prodotte
e installate le primi nove sedie fino al numero odierno
di 40.
WEIL AM RHEINa cura di ELENA RUSSO
Tour tra le più grandi e le più piccole produzioni di sedie di design.
Il Vitra Design Museum, progettato da F. Gehry,inaugurato nel 1989, ospita mostre temporanee sull’architettura e il design: la mostra di Ron Arad, fu una delle prime.
Sito Web:www.design-museum.dewww.weil-am-rhein.de
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CARMEN CONSOLIE SALVO FILETTIa cura di SILVA FEDRIGOfoto NICO PERNICE
Nelle nostre corde.Carmen Consoli e Salvo Filetti, un accordo di stile ed amicizia che dura da anni. Cantantessa e hair designer a confronto, per esplorare lo scambio di idee, passioni e caratteri da cui nasce il look di una cantautrice unica per personalità e linguaggio nel panorama musicale internazionale.
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Come hai incontrato Salvo? Qual è la prima cosa che hai pensato di lui?Conosco Salvo ormai da tanti anni. Con lui sin dall’inizio c’è stata sintonia nei gusti e nelle idee. È un caro amico ma soprattutto un grande professionista.
Quando hai capito che era la persona giusta per “mettere a punto” i tuoi capelli, intonandoli alla tua immagine e al tuo stile di artista e di donna?Subito. Credo che certe “armonie” si avvertano a pelle.La prima impressione è stata straordinaria, ancora oggi mi fa piacere parlare di un rapporto che è diventato sempre più forte negli anni.
Cosa di lui, come persona e come professionista, lo rende diverso da tutti gli altri?Dire la creatività sarebbe scontato e restrittivo. Preferisco parlare di un equilibrio tra il gusto per il nuovo ed il rispetto per il classico, in poche parole quello che rende un artista “universale”.
C’è stata una volta in cui Salvo ti ha veramente stupito con una scelta o con un’idea?Sicuramente in occasione dello shooting fotografico di Elettra. Il ruolo di Salvo è stato fondamentale nella creazione dell’immagine che poi è stata fotografata da Rankin.
Salvo è solito assimilare i capelli a delle corde musicali che vibrano. Per la tua sensibilità di musicista che rapporto c’è tra musica, corpo e bellezza?Deve esserci dialogo, necessariamente. Uno scambio continuo, un arricchimento reciproco. La musica “spiega” il corpo e ne incarna la bellezza nelle sue infinite sfaccettature.
Cosa si dicono artista e hair designer mentre si è al “trucco e parrucco”, in preparazione di uno shooting fotografico o prima di un evento importante?C’è un clima disteso e sereno, ma è fondamentale mantenere la concentrazione, anche perché spesso i tempi di lavoro sono stretti e bisogna capitalizzarli al massimo.
Con Salvo avete condiviso momenti professionali importanti. Ci racconti l’episodio di un evento in occasione del quale avete lavorato insieme e per il quale eravate davvero emozionati entrambi?Probabilmente l’ultimo Sanremo. Sono stata invitata a partecipare e ho deciso di proporre la prima canzone che ha vinto il primo Festival di Sanremo, “Grazie dei fior”. Un’esperienza indimenticabile ed emozionante, il palco dell’Ariston conserva un fascino tutto suo. E poi quella sera mi sono trovata accanto a Nilla Pizzi, la signora della musica italiana. Abbiamo voluto proporre l’immagine di un’Italia di altri tempi, elegante e ricca di stile, affascinante senza essere mai volgare.
Il ruolo di Salvo è stato fondamentale
nella creazione dell’immagine che poi è stata fotografata
da Rankin per l’album Elettra
Come hai incontrato Carmen? Qual è la prima cosa che hai pensato di lei?È stato in occasione della lavorazione del videoclip “Pioggia d’aprile”, anche se la conoscevo da prima. Ho pensato subito che fosse una donna fuori dallo spazio e dal tempo. C’era qualcosa di orientale, nel suo viso, sganciato da questa epoca. Un personaggio assoluto, non legato ad alcuna moda.
Quando hai capito che era l’artista per la quale il tuo stile e il tuo lavoro sarebbero stati preziosi?L’ho capito assistendo ai suoi concerti. Nei concerti rock Carmen suona con tutto. E il ritmo della musica si manifesta anche nel movimento dei suoi capelli. Nelle esibizioni acustiche invece c’è morbidezza, femminilità. Così ho capito che queste anime che convivono in lei avevano bisogno di immagini coerenti, diverse.
Cosa di lei, come persona e come artista, la rende unica, diversa da tutti gli altri?È la sua capacità musicale, la sua grande preparazione, che ha diversi volti. Talvolta per la sua forza mi sembra la reincarnazione di Rosa Balistreri. L’energia rock di Carmen infatti è paradossalmente, intensamente siciliana. E si mescola con una sensibilità, uno stile quasi francese.
C’è stata una volta in cui Carmen ti ha veramente stupito con una scelta o con un’idea?Sì, quando ha deciso di apparire sul palco indossando una parrucca fucsia. Un’immagine così forte che io non ci avrei mai potuto pensare. Mi ha shoccato e sorpreso, ma lei l’ha portata con una disinvoltura incredibile.
Sei solito assimilare i capelli a delle corde musicali che vibrano. Per la tua sensibilità, che rapporto c’è tra musica, corpo e bellezza?Sì, lo penso. I capelli sono le nostre corde. E il nostro star bene è legato anche a quanto la nostra immagine è appunto intonata alla nostra anima. Quando andiamo a tagliarci i capelli, perciò, è un po’ come se ci facessimo accordare, per riallineare immagine e coscienza. Carmen, con i suoi diversi look per diversi progetti e diversi momenti artistici, è la prova dell’esistenza di questo rapporto.
Cosa si dicono artista e hair designer mentre si è al “trucco e parrucco”, in preparazione di uno shooting fotografico o prima di un evento importante?Carmen parla di tutto, anche perché legge molto, e ama coinvolgere chi gli è accanto. Perciò si parla di qualunque cosa, tranne che dei suoi capelli. Carmen infatti si fida e si affida. Un clima di fiducia che è palpabile: lei ha piacere che ci sia un sentimento di accordo tra tutti nello staff.
Con Carmen avete condiviso momenti professionali importanti. Ci racconti l’episodio di un evento in occasione del quale avete lavorato insieme e per il quale eravate davvero emozionati entrambi?Sanremo, sicuramente, per entrambi. Per me è stato un grandissimo stimolo, esserle vicino in quel momento, un’occasione di arricchimento. Vederla prima allo specchio, controllare che fosse perfetta e poi, un attimo dopo, rivederla sullo schermo, con altri 15 milioni di spettatori, mi ha fatto attorcigliare lo stomaco per l’emozione.
Nei concerti rock Carmen suona con tutto.
Anche con i capelli. Nelle sue esibizioni
acustiche invece c’è morbidezza, femminilità.
IN POLTRONA
Finalmente Autunno! La stagione che tutti aspettavamo. Tre mesi pieni di film, spettacoli e concerti tutti per noi. Gorillaz, Prince, Kataklò, Morcheeba, Ligabue, Luc Besson sono solo alcuni dei nomi che da ottobre a dicembre ci aspettano in sale, teatri e palasport. E poco importa se ritorneremo a essere bianchi come lenzuola appena candeggiate o se non potremo usare sandali e ombrelloni ancora per un po’: l’autunno ormai è arrivato e con lui un’intera stagione di divertimenti. Come faremo senza autunno? Brrr, vengono i brividi solo a pensarci!
STINGSting, storico ex componente dei Police, in autunno farà tappa in Italia con il suo ultimo tour mondiale Symphonicitiese, l’album che ripercorre in chiave sinfonica tutti i suoi maggiori successi musicali. Un evento che tutti gli appassionati della buona musica non possono lasciarsi sfuggire.
Date:25 ottobre Teatro Verdi - Firenze02 novembre Teatro degli Arcimboldi Milano03 novembre Pala Olimpico - Torino,10 dicembre Auditorium Parco della Musica Roma
PRINCE PalatuckerMilano 31 Ottobre
GORILLAZ Mediolanum Forum di Assago Milano 19 novembre
LIGABUETeatro Carlo Felice Genova 4 Dicembre
a cura di GIANLUCA FONTANA
Film, spettacoli e concerti che fanno saltare dalla sedia.
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FIORELLO SHOW 2010Fiorello è tornato dal vivo con uno spettacolo tutto nuovo. Un flusso di storie e di canzoni scorrono in due ore dal ritmo serratissimo e coinvolgente. Accompagnato sul palco dal maestro Cremonesi e la sua orchestra, Fiorello trasforma attualità ed elementi di cronaca in uno show ironico e ricco di paradossi. Spunti musicali vecchi e nuovi costeggiano un racconto fatto di gag e aneddoti di vita vissuta che vede come protagonisti diretti gli
spettatori.
Date:4 e 15 ottobre Roma, Palalottomatica.14 ottobre Roma, Palalottomatica. 21 e 22 ottobre Assago (Mi), MediolanumForum.13 novembre Futurshow Station.Casalecchio di Reno (Bo),
20 novembre Torino, PalaIsozaki.
SLAVA’S SNOW SHOWLe gag e gli sketch più famosi di Slava Polunin, l’artista che ha rivoluzionato e ridato splendore alla nobile arte dei clown.
Teatro Strehler – Milano dal 30 Settembre al 17 Ottobre.
THE SOCIAL NETWORKNon ti fai 500 milioni di amici senza farti qualche nemico! Questo lo slogan di The Social Network, la nuova fatica di David Fincher, in uscita nelle sale il 12 Novembre 2010, che vede come protagonisti Jesse Eisenberg e Justin Timberlake.Basata sulla sceneggiatura di Aaron Sorkin, a sua volta tratta dal libro di Ben Mezrich, il film promette una toccante indagine da 47 milioni di dollari, targata Columbia, sul mondo dell’amicizia, delle speranze, della rivalità e del successo, attraverso la vicenda emblematica di Eduardo Saverin e Mark Zuckerberg, fondatori di Facebook.
LE AVVENTURE DI UN’INTREPIDA GIORNALISTA 1 Ottobre
Il nuovo film di Luc Besson che racconta di un’intrepida giornalista disposta a qualsiasi cosa pur di raggiungere i suoi scopi, incluso affrontare mummie egizie e combattere lo pterodattilo che ha trasformato i cieli di Parigi in un regno del terrore.
STANNO TUTTI BENE 5 novembre
Un film di Kirk Jones, con Robert De Niro. Un vedovo realizza che l’unica connessione con la sua famiglia era la moglie. Decide quindi di partire per un viaggio per riunirsi con i propri figli e scoprire che le loro vite non sono così ‘perfette’ come credeva.
RAPUNZEL - L’intreccio della torre 3 Dicembre
Walt Disney Pictures presenta Rapunzel, un musical comico d’animazione su una principessa con 20 metri di capigliatura, rapita e chiusa in una torre sin da quando era bambina. Una fuga esilarante e pericolosa, portata a termine grazie all’aiuto di un affascinante bandito.
KATAKLÒ ATHLETIC DANCE THEATRESi chiama Love Machine ed è il nuovo
spettacolo dei Kataklò, la compagnia
milanese famosa in tutto il mondo.
Ballerini e acrobati abbattono confini
culturali, linguistici e generazionali grazie
alle illusioni create dai loro corpi.
Ciak - Milano dal 4 al 14 Novembre
GIORGIO PANARIELLO“Panariello non esiste” è il nuovissimo
spettacolo che il comico fiorentino
porterà nei teatri a Natale. Gag, imitazioni
e tante risate, nello show di uno dei
personaggi più popolari e simpatici d’Italia.
Auditorium Conciliazione - Roma 27 Dicembre
TORINO DANZAIl festival d’autunno che da quasi 10 anni offre il meglio della scena mondiale della danza. Un evento unico sia per gli appassionati sia per chi si affaccia in questo mondo in punta di piedi.
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SHE è spesso rappresentata dando le spalle al lettore, perchè ?Questo è istinto puro, non so spiegarlo. Come la sua solitudine in campo bianco. Credo che abbia a che fare con la mia indignazione per come il nostro Paese è arrivato a trattare le donne. La nudità di She è schiettezza, il suo darci le spalle, pudore. Anzi, no, forse è il pudore del maschio che la disegna. Che si vergogna della putrida palude in cui abbiamo trascinato l’altra metà del cielo.
SHE è molto amata dalle donne. Le amiche virtuali condividono sulla propria bacheca lo SHE pensiero. Trovi che SHE amplifichi la voce delle donne? No, sono loro che danno voce a lei. Il lavoro dell’autore funziona quando si rende filtro invisibile, quando riesce a togliersi di scena. Lì scatta l’immedesimazione. “She sono io!”, questo scrivono in tante. E io, col mio pennarello e lo scanner, esco di scena alla chetichella!She, con la sua proliferazione in rete, comunque, tocca un nervo scoperto e smaschera un buco nel mercato dell’immaginario. Il femminile-impegnato-con-glamuor, il sesso-con-sensuale.
She ha aperto un vaso di Pandora: pensi che questo paese abbia bisogno di una rivoluzione che parta dalla dignità femminile ? L’abisso della modernità è lì, nei corpi di plastica esibiti come bestiame, nelle alcove del potere, nella coercizione assoluta, nel ricatto sessuale. Nella mercificazione della donna. Nello sguardo perso delle giovani ragazze, schiacciate da questo incastro. È come se il maschio - preso atto della sua sconfitta storica e culturale - temesse le amazzoni all’orizzonte. Allora ha usato il capitalismo per fermare la natura. Ma c’è ‘sto clima da Tardo Impero decadente, da colpi di coda finali. Con tutte le allusioni possibili al concetto di “coda”. La rivoluzione che verrà sarà dolce ma potente, e sarà tutta vostra. Purchè davvero lo capiate. In fondo è questo l’umile lavoro ai fianchi di She, che in una sua celebre battuta dice: “Possiamo autoriprodurci, lo sapevi? Vi useremo come perversione”.Intanto, Afrodite mi ha confezionato uno scherzo: il mio secondo pupo è nato biondo-finnico, con gli occhi azzurri a sfidare il cielo!
Lorenzo condivide la beatitudine e l’inquietudine di un uomo che indaga il mondo, lo rappresenta e lo racconta: non esiste un passante, un bimbo o una donna che non siano scansionati, archiviati, indagati, ma anche animali, case e cose. Dieci storie di Julia, tre romanzi, racconti, disegni, cani vignette status, blog e figli. Nell’aprile 2010 su facebook appare “She” e nello stesso anno approda sulle pagine de “il Misfatto”, inserto satirico domenicale de Il Fatto Quotidiano.
Perché è nata “SHE”?Nasce per un finto caso, come tutte le cose azzeccate. La misera cronaca politica nostrana mi diede l’aggancio per una battuta. Poteva essere la classica frase ‘da status’ di Facebook, ma sentivo che mancava qualcosa. Di solito, supplisco alle mancanze ricorrendo alla femmina. La disegnai (maluccio) in pochi secondi. D’istinto mi venne nuda, di spalle, biondina, con i capelli raccolti a coda. In fondo, per un moro “latinos” come me, la “bionditudine” è un mistero fecondo. Leggo ora che risalirebbe all’iconografia di Afrodite. Comunque, la vignetta funzionava, rimbalzava di nido in nido. Ne feci un’altra, e un’altra ancora. Senza accorgermene, avevo creato un piccolo format. Fu un boom: “una fenomena dal basso”, mi piace definirla.Ma la casualità non è la spiegazione. Fin da piccolo, le donne sono al centro del mio immaginario. Gli ormoni mi hanno sempre chiamato a loro in modo dirompente.
La mia infanzia fu anche segnata dalla presenza di una nonna emiliana, aperta, intelligente. Poco colta, ma di gran cuore e buon senso. Questo mix formativo mi ha spinto a considerare le donne a tutto tondo, nella loro interezza, e nella loro intrinseca “simpatia”, spesso sacrificata nel gioco delle convenzioni sociali.Poi esiste l’elemento professionale. Dietro She ci sono anni di lavoro su “Julia”, la criminologa con le fattezze di Audrey Hepburn. Anni di immedesimazione quotidiana nell’immaginario femminile. Un lavoro di scavo, anche interiore, che ha spinto alcune lettrici di She a dubitare che io fossi un maschietto. La più grande lusinga!
a cura di ELENA RUSSOSHE: il femminile impegnato. Con glamour.
C’è una frase che mi ritorna, come il
brasato: “lei è più bella che intelligente”,
iscritta in una cultura precisa, atroce,
dilagante. Collassati i prodotti, passano
al valore d’uso dei corpi.
La rivoluzione dovrebbe partire da qui.
Lorenzo Calza
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Sito Web: www.scorpion.splinder.comProfilo Facebook: www.facebook.com/lorenzo.calza
Lorenzo Calza Appassionato di musica, è stato per otto anni autore e voce solista del gruppo rock piacentino Dazed, con tre album all’attivo.
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Il paese elvetico rappresenta la frontiera più recente
dell’espansione di Compagnia della Bellezza, grazie al
progetto “Swiss Land”. Iniziativa che ha visto l’apertura
di diversi saloni sull’intero territorio grazie all’impegno di
una personalità riconosciuta e apprezzata come quella
di Angelo Adorisio.
Professionista affidabile dal curriculum di prim’ordine,
Master Franchisor per il mercato svizzero, esperto di
bellessere e hair stylist, ha alle spalle una vita al sevizio
della bellezza femminile: in contatto con i principali
marchi del settore moda e le più importanti riviste
femminili, è protagonista in prima fila di sfilate e servizi
fotografici.
Alfiere di bellezza, punto di riferimento per tutte le
donne che amano affidarsi a mani esperte e creative,
certe di poter realizzare il proprio desiderio di fascino e
benessere.
A tal proposito abbiamo rivolto direttamente a lui alcune
domande:
Davvero suggestiva l’idea di esportare il marchio made in Italy CDB in Svizzera. Perché ha scelto proprio questo Paese?Sono i nostri vicini di casa (abitiamo a Varese) e poi è
affascinante la sfida. Un paese in cui si parla Italiano,
Francese, Tedesco…che dire…divertente e stimolante al
tempo stesso!
Per molti anni abbiamo pensato che in Svizzera fossero
tutti “perfetti”…poi ho fatto una scoperta sconvolgente:
anche loro la mattina vanno alla toilette.
Insomma tutto il mondo è paese!
Quando è scattata la molla che lo ha portato ad iniziare la sua attività nel paese elvetico, frontiera più recente dell’espansione di CDB?Abbiamo scherzato per qualche anno: da luglio 2009
abbiamo iniziato a giocare seriamente ed è nata
Swissland insieme ai nostri confratelli elvetici.
La diversità culturale e di costume tra i due paesi ha costituito un ostacolo o un valore aggiunto nella promozione dei valori di bellezza, ricchezza e joyà?Ovviamente no! Gli ostacoli sono costituiti solo da false
credenze e barriere che ci poniamo e che ci limitano.
In realtà io credo che, se CDB in Italia è già una realtà ben
consolidata, lo è e lo sarà anche in Swissland.
Ha scoperto quali sono i desideri più comuni delle donne? Come interagisce con quelle che decidono di affidarsi alle sue cure?Dopo meravigliose chiacchiere si instaura un rapporto di
fiducia tale che bastano poche parole affinché accada
“la magia”. Le donne poi mi divertono, specie quando
riescono a suscitare in me delle emozioni. Ritengo che
loro cerchino semplicemente qualcuno che ami e si
prenda cura, con amore e professionalità, della loro
preziosissima chioma.
Ritiene vi siano esigenze di bellessere diverse tra l’universo femminile svizzero e quello italiano?Mi sembra che l’universo femminile svizzero sia un po’
meno schiavo della moda-tendenza/dipendenza di
quello italiano.
La domanda è istintiva: cosa significa per lei essere un ambasciatore della joyà?Essere un testimone vivente degli effetti miracolosi della
joyà, intesa come scelta, mi rende un suo ambasciatore.
Ho scelto di credere in una Compagnia dal 1998 e mai
come oggi il valore dell’unione è infinito.
Il mio credo è quello quindi di portare in giro per il mondo
questi valori passando per la Suisse.
Un’ultima curiosità: cosa chiede per il futuro? Esprima un desiderio.Se rispondo la salute sono normale anch’io?
A tu per tu con l’entusiasmo e la creatività di Angelo Adorisio
Per molti anni abbiamo pensato che in Svizzera fossero tutti “perfetti”…poi ho fatto una scoperta sconvolgente: anche loro la mattina vanno alla toilette.
Nel paese elvetico il gruppo CDB ha inaugurato i saloni
di Barbara della Valle (Bellinzona), Gianna Riga
(Cadenazzo), Laura Bodenzani, Roberto Stefanizzi (Lugano) e Susy Russo (Morbo Inferiore).
Sito Web: www.cdblandia.com
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ALFIERE SULLA SCACCHIERA ELVETICA DEL BELLESSEREa cura di CHIARA FRANCESCA DI PRIMA
photo shot ANTONIO DI MARIA
retouch & creative work DAVIDE ARONA
IN SELLA PER L’AFRICAa cura di RAIMONDO VENTURAfoto FABIO CONSOLI
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Uno spirito avventuroso. Il desiderio di scoprire il mondo. La gioia di fare del bene. Tutto in una pedalata.
Come nasce Cycling For Children?All’inizio parte tutto dalla mia passione per le due ruote, che mi trascina in viaggi tutti personali. Poi sento il bisogno di condividere questa passione (con tutte le emozioni che mi suscita) con gli altri. Così scopro la dimensione dell’utilità di questo mio hobby: andare oltre l’appagamento personale, dando un contributo alle comunità più svantaggiate. Perciò inizio ad alzare “l’asta dell’avventura” proprio per richiamare più persone attorno alle mie iniziative, in modo da essere più appealing e creare interesse: da qui nascono le spedizioni estreme, come quella in Alaska o il safari in Uganda. E proprio da quest’ultima esperienza nasce la mia passione per l’Africa.
Come è nato il rapporto così intenso e profondo con questa terra?Si tratta di un rapporto che è cresciuto da sé: in Africa ho trovato persone fantastiche sotto il profilo umano, ma ho anche conosciuto la dimensione più vera del bisogno. Un rapporto che nasce dal mio viaggio in Uganda, paese reduce dalla guerra civile, nel dicembre 2008. Passione che è cresciuta in seguito al mio viaggio in Marocco, sulle montagne dell’Atlas.
Quali sono i valori che animano la tua iniziativa?Tutto parte dalla voglia di avventura e di scoperta, che mi porta a vivere esperienze indelebili. Esperienze che ispirano disegni, foto, racconti: questi prodotti della mia creatività sono poi ‘condivisi’ in funzione delle iniziative benefiche che sostengo. Riesco così a divertirmi, crescendo intimamente, e a conciliare questa
mia fame di esperienze con tematiche di rilevanza sociale. In un percorso che va dalla soggettività dell’esperienza alla condivisione collettiva delle problematiche sociali.
Chi ti ha sostenuto nella tua ‘impresa’ e chi invece ha pensato che fossi un pazzo a scegliere la bicicletta per viaggiare in Africa?Spesso le persone che mi hanno aiutato erano anche quelle che inizialmente mi davano del pazzo.Anch’io, a mente lucida, ogni tanto penso questo. Le principali reazioni che incontro sono stupore, ironia, divertimento, ma sono tutte emozioni funzionali al coinvolgimento all’interno del progetto. Proprio chi mi dà del pazzo spesso ‘compra’ i miei chilometri.
Quali sono stati i risultati che hai raggiunto? Cosa hai appreso nel corso del tuo viaggio?A livello concreto si tratta di piccoli traguardi: una donazione per un orfanotrofio in Uganda ha finanziato l’acquisto di letti per gli orfani di genitori morti per AIDS; grazie al viaggio in Marocco ho contribuito all’acquisto di un’unità mobile pediatrica per i bambini cambogiani, insieme alla CIAI (Centro Italiano Aiuti Infanzia, http://www.ciai.it/); con il progetto ‘Una canoa per la vita’, ho contribuito a una raccolta fondi per comprare delle
Cycling in Uganda
Cycling in Morocco, Gole du Dades
Fabio Consoli è un graphic designer,
con una grande passione per le illustrazioni.
Un talento che ha sviluppato sin da piccolo,
maturato dopo un periodo di formazione presso la
School of Arts di Manhattan.
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canoe con cui mandare dei medici nelle comunità tribali dell’Amazzonia.A livello personale i traguardi sono tutti intimi: una maggiore consapevolezza del mondo, un nuovo modo di guardare la vita, in una sua più completa globalità.
Hai già qualche anticipazione di tue future iniziative?Sto realizzando un libro-racconto sul mio viaggio in Alaska, corredato di disegni di viaggio e foto: un’iniziativa che sta sponsorizzando una grossa azienda emiliana (è ancora un dato ufficioso). L’incasso della pubblicazione andrà tutto in beneficienza al progetto Etiopia della CIAI, che aiuta gli ‘orfani dell’AIDS’.Inoltre prevedo presto un nuovo viaggio, ma al momento voglio mantenere il silenzio sulla meta.Sarà una sorpresa, a meno a che non seguiate il mio blog http://fabioconsoli.blogspot.com/.
Durante le sue esperienze di viaggio Fabio è stato rincorso
da un elefante e da un ippopotamo; circondato dai leoni arrampicatori;
derubato dagli orango.Approfittando di una sua siesta,
un grizzly ha addirittura fatto merenda con uno snack trovato nella sua borsa.
Siti Web: www.fabioconsoli.blogspot.com/. www.ciai.it
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Il mio è un percorso che va dalla soggettività dell’esperienza alla condivisione collettiva delle problematiche sociali.
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IL SEGGIOSAGGIO a cura di CHIARA F. DI PRIMAfoto ANTONIO DI MARIA
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A caccia di pensieri joyosi con Renato Gervasi
La vita è un gioco meraviglioso.
Renato Gervasi si definisce life designer, e negli anni ha creato e messo a punto le linee guida del modello-pensiero della joyà. Ma che cos’è esattamente? E da quale esigenza nasce questa filosofia? È lo stesso Renato Gervasi a fornirci una risposta chiara a questo quesito, durante un pomeriggio trascorso in sua compagnia: «Nasce da una ricerca costante e continua e dalla necessità di dare una risposta alle grandi domande che noi esseri umani ci poniamo da sempre. Nel tempo ho scoperto che la vita è un gioco meraviglioso e che noi siamo nati per goderne ed estrarre e creare ricchezza, bellezza e joyà. A volte, invece, siamo incapaci di coglierne la vera essenza, e finiamo per estrarre dolore anziché godimento».
Ma che cosa intende Renato per joyà? «Questo termine, sconosciuto a molti, è stato coniato da me. Tutto è iniziato dalla volontà di ricercare nell’arco della mia vita la felicità: un desiderio primordiale nell’uomo, che nei secoli ha cercato di creare risposte e tecniche efficaci a proposito. Stranamente, nel momento in cui la inseguivo, tutto ciò che mi circondava improvvisamente sembrava assumere un aspetto negativo. Mi sforzavo di stare lontano dagli infelici eppure per far ciò, costretto a fare una cernita tra felici e infelici, finivo sempre per vedere solo questi ultimi. Cercavo di coltivare i “famosi” pensieri positivi, ma nell’osservare, negli altri e in me, pensieri negativi ero diventato un cacciatore di tali pensieri. Ne consegue che è insufficiente la semplice volontà per essere felice: ero incappato in questa problematica, in una logica bipolare in cui tutto assumeva un segno più o meno, una colorazione chiara o scura senza sfumature, senza valori intermedi. Ero felice solo quando possedevo
qualcosa o qualcuno, e vivevo alternando brevi attimi di felicità a lunghi periodi d’oblio o d’infelicità, rinunciando di fatto definitivamente ad esserlo. Dovevo quindi cambiare strategia se volevo che la felicità non si allontanasse sempre più da me. Facevo avanti e indietro tra due emozioni (felicità/sofferenza) ed ero arrivato alla conclusione che la felicità non si poteva “abitare”.
L’infelicità di contro ero io a volerla “disabitare”, ma avevo notato che era comunque affascinante, coinvolgente l’altalenarsi di tali stati d’animo; insomma, col tempo conquistavo ricchezza in termini di esperienza e di conoscenza. Noi siamo soliti classificare tutto secondo questa logica (bianco/nero; buono/cattivo) e tutto l’approccio metodologico scientifico porta purtroppo a dividere per conoscere.
Da qui la necessità di trovare e ideare una parola che invece unisse queste due facce della vita, come due parti di una stessa moneta, e identificasse uno stato d’essere fuori dalle emozioni e in cui si avesse la consapevolezza di vivere entrambi i lati dell’esistenza. Nasce così la parola joyà, da distinguere dalla gioia, che è una semplice emozione. Essa è la capacità di scegliere di vedere insieme, di immaginare tutte e due le parti della stessa medaglia. In realtà in natura non esiste nessuna cosa che sia separata: il segreto pertanto sta nel godere del tutto.
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La joyà consiste quindi nello scegliere di abitare la vita, nel cogliere l’essenza delle cose, nel partecipare, nel danzare con il divino e con la vita, godendo di ciò che si ha, ma lasciando liberi gli altri di essere ciò che sono, avendo chiaro il proprio sogno, la propria meta. Posso infatti riconvertire un pensiero in relazione al mio fine. Per accendere la joyà è necessario avere un rapporto amante con l’altro dentro di noi. Così come la joyà tiene legati felicità/infelicità, lo stesso modello lo possiamo rapportare alla dicotomia io/altri. Siamo divisi? La risposta ovviamente è no».
Ma in cosa consiste allora il pensiero joyoso?«Il pensiero joyoso sta nell’incontro, nell’armonia e nella comunione con l’altro da noi, con l’universo tutto; risiede dentro il “noi tutti” (in cui sono contemplati l’io e l’altro), dentro il nostro cuore, e prende vita nell’istante in cui uso ciò che mi accade per realizzare ciò che voglio, per creare. Per essere più chiaro, nel momento presente immagino ciò che accadrà ma lo utilizzo subito, lo vado a realizzare cioè nel mio futuro immaginato.
Quando cominciamo a pensare in termini di io/altro, in una logica bipolare, scaturiscono solo una gamma di emozioni delle quali si sconosce il senso e si viene spesso travolti. Tutto ha un significato, uno scopo nella misura in cui qualunque cosa ci accada e qualsiasi emozione proviamo - bella o brutta che sia - è a noi utile per celebrare il tutto, consapevoli come questo sia semplicemente il nostro modo di partecipare la vita.
Un padre compie mille sforzi per i figli, privandosi di molti piaceri personali. In cosa consiste il suo godimento nella sofferenza? Nella consapevolezza di donare godimento al proprio figlio: il godimento del sacrificio da parte del padre rientra nel senso dell’altro. È questa la massima espressione della scelta poiché ogni giorno si decide di morire nella donazione e si riceve donando.
Quindi nel momento in cui percepisco il dolore, se ne apprezzo il senso dell’oggi nel domani, ne traggo godimento. Ma se in me è assente il domani, si tratta solo di dolore a fondo perduto.
Di fronte alle diverse situazioni della vita noi possiamo dunque o valutare una sola faccia della moneta (stato di malessere o benessere) oppure decidere di immaginare l’altra e capirne la ricchezza e la sua utilità nel domani. Entrambe hanno la loro bellezza e sono a noi utili: il segreto sta si nel godimento della moneta nella sua interezza, ma anche nel godimento di tutte quelle che passeranno nelle nostre tasche per tutta la vita, perché acquistano un senso solo se si scambiano e si donano. Per andare a caccia di pensieri joyosi è necessario quindi vivere, forti del passato vissuto e del futuro immaginato, e “agire” il presente, per godere di tutto quello che l’universo ci dona nel rapporto io/altro/noi tutti.
Lo strumento principe per andare a caccia di tali pensieri è la scelta, perché è proprio questa che cambia il significato di ciò che ci accade. Lo stesso evento per una persona può costituire un’informazione per raggiungere il sogno in quanto ha un futuro immaginato; per un’altra rappresenta una tragedia perché vive il presente agito, incapace di attivare il futuro immaginato. Il dono che voglio fare adesso a me, a te, a noi tutti è quello di comprendere meglio e sempre di più che noi siamo nati per godere della vita ed estrarre e creare ricchezza, bellezza e joyà, qualunque cosa accada. Adesso spetta a noi tutti andare a caccia di pensieri joyosi. Giochiamo insieme?».
Sito Web: www.renatogervasi.comProfilo Facebook: www.facebook.com/Renato-Gervasi
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Renato Gervasi ha pubblicato diversi libri tra i quali La bellezza dell’errore, Ci siamo rotti i bulbi, Viaggio nei luoghi dell’isola incantata.
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Curiosa, versatile, ambiziosa.
Così si autodefinisce Claudia Corona, l’artista catanese
che si diverte a far rivivere vecchie sedie dipingendole.
Figlia d’arte e nipote di Giovanni Grasso, il più
grande attore tragico siciliano, uno dei maggiori in
Italia, “Betty Boop” come la chiamano gli amici, è un
vulcano di simpatia. Un’artista che nonostante premi e
partecipazioni televisive nazionali, si scioglie come neve
al sole se un gatto le fa le fusa o se, dopo l’aperitivo con
le amiche, il menù prevede lasagne e pollo.
Innamorata professionalmente di “Michael Sowa”, uno
dei più grandi illustratori tedeschi ancora in vita, Claudia
è specializzata in copie d’autore, ritratti, murales, trompe l’oeil, restauro murale e decorazioni su mobili e oggetti
d’arredamento che spesso trova agli angoli delle strade
o in quei dimenticatoi casalinghi chiamati soffitte.
Le sue sedie sono in giro un po’ per tutto il mondo, e
quando gli chiediamo che senso ha per lei dipingerne le
sedute, ci risponde così:
«Penso che fra tutti gli oggetti che si possiedono quello con cui s’interagisce di più sia proprio la sedia. Senz’ombra di dubbio la nostra compagna di vita. Stiamo più vicini a lei che alla persona che amiamo. La usiamo a lavoro, dal parrucchiere, quando mangiamo o scherziamo con gli amici al pub. Avere una propria sedia è piacevole, soprattutto se personalizzata: quindi perchè non renderla esclusiva con qualche ritocchino qua e là? Molte delle mie sedie le ho trovate tra i rifiuti. Chi le butta pensa siano vecchie e inutili, invece non è così. Anche loro hanno un’anima e se ne sai comprendere l’essenza possono continuare a vivere e renderti la vita comoda. Per me è un piacere tirarle fuori dall’immondizia, aggiustarne i piedi, rifoderarle, otturarne i buchi fatti dai tarli e dare loro una seconda possibilità, rendendole nuove e più belle di prima».
QUANDO L’ARTE SI FA COMODA
a cura di GIANLUCA FONTANAfoto VALERIO D’URSO
Pensieri e parole di un’artista della sedia.
Claudia Corona.
Sito Web: http://bit.ly/aCK1TP
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Penso che fra tutti gli oggetti che si possiedono quello con cui s’interagisce di più sia proprio la sedia. Senz’ombra di dubbio la nostra compagna di vita.
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Cosa succede quando un professionista della bellezza approda su internet?QUANDO LA PASSIONE PER L’HAIR STYLING INCONTRA LE POTENZIALITÀ DEL WEB POSSONO NASCERE NUOVE E VIVACI SINERGIE.
È il caso di Gianni Albanese.La sua esperienza di parrucchiere risale alla più tenera
età. «Sin da bambino sono stato affascinato dai
capelli, in particolare dai miei: stavo ore davanti allo
specchio, cercando di riprodurre la pettinatura di un
ragazzo vista in un vecchio giornale».
Un’inclinazione naturale coltivata sin dall’adolescenza,
quando Gianni muove i primi passi del suo percorso
di apprendistato, presso il salone di quello che chiama
il suo ‘buon Maestro’, nella natia Potenza.
Capisce presto che quella per i capelli diventerà la
passione della vita.
Da qui i suoi rapidi e continui traguardi: l’inaugurazione
del suo primo salone, a Potenza, a soli 22 anni;
l’ingresso nell’universo Compagnia della Bellezza, nel
2000; l’apertura del suo prestigioso salone milanese
pochi mesi dopo.
Oggi Gianni Albanese è un hair stylist coinvolto in
prima linea nei principali eventi di moda nazionale:
‘Donna sotto le stelle’, ‘Moda mare’ a Porto Cervo, le
sfilate del pret-à-porter milanese.
Ma non solo.
Gianni è anche il primo professionista della bellezza
ad aver capito a fondo le potenzialità che il web può
offrire alla sua professione.
«Ho puntato sin da subito su internet, considerandolo
un mezzo fondamentale per raggiungere la mia
clientela anche dopo che si conclude la loro consumer
experience.
Non a caso ho destinato un’apposita sezione (‘Gianni
per Voi’) del mio sito (giannialbanese.capellidavivere.
it) alle domande e ai dubbi di chi mi segue,
rispondendo personalmente ai loro interrogativi sul
mondo dei capelli e del benessere.»
L’uso strategico del web proposto da Gianni, in
versione hair stylist 2.0, non dev’essere passato
inosservato alla Nivea.
La multinazionale del settore cosmesi, infatti, ha
coinvolto Gianni in un progetto davvero inedito e
innovativo:
Capelli da vivere (www.capellidavivere.it/).
« Capelli da vivere è un progetto di ampio respiro
che la Nivea ha voluto sponsorizzare: un blog ricco
di contenuti multimediali (video, immagini, testi)
interamente dedicato al mondo dei capelli.
Uno spazio dove propongo suggerimenti e
approfondimenti utili alle mie clienti, rispondendo
direttamente alle loro domande e alle loro richieste.
Un progetto che mi consente in maniera interattiva
di essere vicino al mondo delle donne, che spesso mi
scrivono lamentandosi di una diffusa carenza d’ascolto
nei loro confronti da parte dei parrucchieri.»
Lanciato nel 2008, Capelli da vivere ha conosciuto
risultati di tutto rispetto: 250.000 pagine viste durante il
primo anno online; picco-record di 400.000 visite l’anno
successivo, nel 2009.
«Il dato più significativo riguarda quel 13% di utenti che,
una volta consultato il blog, mi hanno scritto via mail:
basta farsi un rapido calcolo per capire di che cifre
stiamo parlando.
Cifre che mi hanno ‘costretto’ a creare un’apposita
entourage di professionisti che curassero quest’attività
di customer care online.»
Il web costituisce, dunque, l’arma in più al servizio della
grande professionalità di Gianni Albanese.
Un prezioso strumento che, ne siamo sicuri, aiuterà
Gianni a coronare la sua mission:
«diventare il primo hair designer di Milano, creando ogni
giorno Ricchezza, Bellezza e Joyà per me, le mie clienti, i
miei collaboratori».
Capelli da vivere è un progetto di ampio respiro che la Nivea ha voluto sponsorizzare: un blog ricco di contenuti multimediali e interamente dedicato al mondo dei capelli.
Sito Web: www.giannialbanese.com
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E L’HAIR STYLIST DIVENTA
WEB STYLISTa cura di RAIMONDO VENTURA
photo shot ANTONIO DI MARIA
retouch & creative work DAVIDE ARONA
SEDUTI AL TAVOLO DELL’ECCELLENZA.
Comunicare nel nuovo millennio.
Una sfida da affrontare con dedizione e creatività. Se si vuole colpire nel segno.
Se hai la curiosità di sapere chi c’è dietro al magazine che stai leggendo, questo articolo è fatto apposta per te.Chair è un progetto ideato, sviluppato e realizzato da CDB//Agency, agenzia di comunicazione del Gruppo Compagnia della Bellezza, con sede a Catania.
Il ruolo dell’agenzia di comunicazione è fondamentale all’interno della complessità del mercato odierno.Le aziende, in un contesto di competizione reciproca sempre più agguerrita, hanno bisogno di comunicare la propria identità e i propri prodotti in maniera vincente ed efficace.Ed è qui che subentra l’importanza del servizio dell’agenzia pubblicitaria.Quando in agenzia arriva il brief (il documento che racchiude le esigenze di comunicazione e marketing dell’azienda cliente), ecco che il motore della creatività si attiva.
Così il direttore creativo, dopo aver ascoltato e compreso quanto richiesto dall’azienda, coordina i talenti del copywriter (colui che si occupa del testo scritto del messaggio pubblicitario), dell’art director e dei grafici (le figure che si occupano del lato visivo della comunicazione): nascono così annunci stampa, spot tv e radio, affissioni.Questi i meccanismi standard di un’agenzia di comunicazione tradizionale.Inoltre, negli ultimi anni, ha acquisito una notevole importanza la comunicazione su internet: ecco che ogni agenzia che si rispetti cura anche la strategia web dei suoi clienti, in maniera da dar loro la visibilità ideale nel mondo online, e in special modo sui social network, ultima frontiera della comunicazione web.
Tutti servizi che CDB//Agency, nata nel 2000, ha imparato a gestire e promuovere con esperienza e creatività.Concepita inizialmente come agenzia di comunicazione e pubblicità del Franchising Compagnia della Bellezza, CDB//Agency si rende protagonista di una rapida e vivace crescita che l’ha portata oggi a costituire una realtà molto dinamica, ben al di là dei confini del panorama siciliano.Oggi è un’agenzia di comunicazione integrata capace di comprendere e interpretare un mercato sempre più complesso ed esigente.Ma se ci segui, scoprirai più da vicino gli ingredienti che hanno favorito la crescita nazionale e internazionale di
a cura di RAIMONDO VENTURAfoto DAVIDE GUGLIELMINO
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questa agenzia.«Creatività e talento, dimensioni caratteristiche della sicilianità, sono i cardini sui quali la nostra agenzia di comunicazione basa la sua professionalità, pronta a valorizzare gli interessi e le inclinazioni delle risorse interne al suo network», ci conferma Davide Guglielmino, direttore generale di CDB//Agency.«Il cliente è per noi il valore in più, l’ascolto il metodo che ci porta dritti al cuore delle sue esigenze», procede Guglielmino.«Ma ‘cliente’ è un termine che di solito non usiamo: preferiamo dire ‘partner’. O meglio ‘heartner’, parola che abbiamo coniato per far capire quanto a cuore (heart) ci stiano le esigenze dei nostri partner. Sono loro, con noi, i protagonisti attivi di un vero e proprio network imperniato sulla fiducia.L’immagine che ci ispira è quella delle sinapsi cerebrali: un flusso di idee reciproco, integrato e vantaggioso per tutti. Nasciamo come agenzia di pubblicità tradizionale, ma grazie a questo approccio oggi siamo molto di più, specie grazie alla nostra vocazione per il web. Quest’ottica oggi ci permette di portare la nostra azione nei mercati internazionali».Una filosofia rivelatasi vincente.Il 13 maggio 2010 l’agenzia di comunicazione catanese ha ricevuto il prestigioso Premio Freccia d’Oro per il Marketing e la Comunicazione di Relazione organizzato da AssoComunicazione.Un riconoscimento di livello nazionale che ha premiato l’unica rappresentante del Sud alla manifestazione,
relativamente al progetto P-LAYOUT BOX, brochure di auto-presentazione.Generalmente, infatti, un’agenzia che si presenta a dei potenziali clienti utilizza delle metodologie di contatto classiche e piuttosto noiose: documenti di presentazione, biglietti da visita, relazioni sulle campagne già prodotte.P-LAYOUT BOX, invece, è una scatola che include un’insieme di contenuti divertenti, ludici e coinvolgenti, che prevedono l’interazione giocosa e interessata di chi la riceve, fungendo da scanzonato ed atipico ‘biglietto da visita’.«Una conferma che ci ha fatto comprendere, una volta di più, di essere sulla strada giusta», chiude Guglielmino.
Adesso quindi rilàssati ed entra nel mondo del bello di Chair.Ora sai che chi ti conduce in questo mondo lo fa con passione, creatività e capacità di stupire.
Sito Web: www.cdbagency.comProfilo Facebook: http://bit.ly/9m7rdO
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SELLE DAMASCATE.a cura di SILVA FEDRIGOfoto ROSSELLA MESSINA e SILVA FEDRIGO
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COSE TURCHE. Fumare come un turco. Parli turco. Mamma li turchi.
Nella nostra lingua ciò che è turco è spesso sinonimo di
eccesso, paura o mistero: la sola idea di “turchitudine” è
reminescenza di razzie e violenze, non certo di pacifica
convivenza. Forse questo ha segnato la nostra idea vaga
di Turchia, luogo strano e straniero.
Quando pensiamo il nostro viaggio in moto, sognando
saporiti kebab e sottili minareti, forse anche noi siamo
un po’ vittime di questa idea-pregiudizio, una sensazione di Oriente che ci viene tramandata chissà come e da
quando. Pochi giorni macinando asfalto che si sbriciola
sotto ai copertoni e smascheriamo l’invenzione.
Per incontrare una terra crocevia di Mediterraneo,
Balcani, Caucaso e mondo arabo, in cui si mescolano
ottomani, greci, curdi, armeni, popoli nomadi e molta
voglia d’Europa. Un paese mosaico, di cui – questo è
vero – non sappiamo praticamente nulla.
Giorno 2. Salerno-Reggio Calabria, Bari-Igoumenitsa in
nave, Grecia settentrionale: dopo 1400 km, il secondo
giorno di viaggio superiamo il confine turco. I paesaggi,
già “vuoti” negli ultimi chilometri greci, si fanno brutali:
poche povere costruzioni, colline pietrose e distese di
girasoli. Ovunque, bandiere turche.
Ma soprattutto strade disastrate, su cui procediamo
con cautela. I camionisti confondono lo sterzare con lo
sbandare.
A notte, esausti, siamo sul Mar di Marmara.
Giorno 3. Eccola. Bisanzio, Istanbul, Costantinopoli.
Un traffico folle, in cui però avanziamo agili.
Nota costante di tutto il viaggio, gli automobilisti
strombazzano minacciosi, e pensiamo di essere sul
punto di essere travolti.
Ma no! Ci vogliono solo salutare! È la simpatia per le
nostre moto “straniere”, insolitamente grandi e potenti
per la media locale.
La zona monumentale, Sultanahmet, è un condensato di
antichità, islam e turismo; dal terrazzo del nostro albergo
in cui facciamo colazione quasi tocchiamo le cime
appuntite di Aghia Sofia e della Moschea Blu, mentre
gabbiani pesanti come tacchini si litigano le uova sode
che il giovane dipendente dell’albergo lancia sui tetti
vicini.
I bazar di Istanbul traboccano di spezie multicolori
ordinatamente composte a piramide, ma la cucina turca
le dosa con misura: zuppe delicatissime, un uso moderato
del piccante, tanto yogurt, melanzane, prezzemolo e
burro fuso ovunque, pide e lamahcun, specie di pizze
gustosissime, aromi lievi come il sumac e la menta secca.
7500 km in moto attraverso Turchia e Siria,in cerca del primo Oriente a disposizione. Trovando un’altra Europa. E ritrovando la (nostra) ospitalità perduta.
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Giorno 4. Continua sorpresa, Istanbul svela tante città
nella città: la mondana Beyoglu dove nessuna donna
porta il velo, gli attracchi su cui gustiamo panini con
cipolla e sgombro, arrostito dai pescatori su barconi
scricchiolanti, le zone residenziali del lato asiatico, di là
dal maestoso ponte sul Bosforo.
Qui abbiamo appuntamento con un gruppo di
motociclisti locali che ci introducono al rituale del thé, il
çay turco: dolce, forte e bollente. Ne berremo litri: più è
caldo, più disseta e rinfranca. Tutta la città respira distesa
intorno ai suoi due bracci di mare: il Ramo d’Oro ma
soprattutto il Bosforo, con i ferribot, le case ottomane,
i boschi e le grandi navi. Largo al massimo due migliaia
di metri, il Bosforo è in realtà classificato come acque
internazionali: un traffico marittimo tra i più intensi al
mondo. Unica nordestina del gruppo, penso a Franco
Battiato che canta “Venezia mi ricorda istintivamente
Istanbul, stessi palazzi addosso al mare”.
DAL MAR NERO AL CUORE VERDE. Giorno 7. Dopo la tappa sul Mar Nero, giù verso il cuore
dell’Anatolia, la Capadocia.
La strada si fa biscia tra monti possenti e sterminate
foreste di pini. Siamo nell’orientale Turchia o sulle Alpi?
Facciamo sosta in un posto ai confini del mondo: poche
case di legno, pastori che rientrano con le vacche per la
fine del Ramadan e una banda di bambini per cui siamo
l’evento del giorno. Non abbiamo nessuna lingua franca
di comunicazione, ma siamo accolti con grandi sorrisi
e strette di mano da due famiglie, allertate dal suono
delle moto e dagli schiamazzi dei bambini; la signora
Sofia, una nonna da fiaba che emana un profumo
indescrivibilmente buono, ci offre frutta e un vassoio
di ayran fatto in casa (tipica bevanda turca a base di
yogurt e sale): il più buono del nostro viaggio. Salutiamo,
davvero a malincuore.
Fuori da ogni rotta turistica, arriviamo a Kostamonu.
Cittadina anonima ma che ci serba due sorprese: l’antico
palazzo in cui alloggiamo è un’elegantissima dimora
ottomana. Ex municipio del paese, ha ospitato anche
il padre della patria, Atatürk. Nelle nostre stanze, tutte
tende e tappeti, ci sono i tipichi “bagni negli armadi” e
ritratti in uniforme del fondatore della Repubblica. L’altra
sorpresa è Sardan, il direttore-bambino dell’hotel: 25
anni ma ne dimostra 17, gentilezza allo stato puro e occhi
che ridono disarmanti. Sardan non parla una parola di
inglese. Ma di fatto ci adotta, accontentare ogni nostro
desiderio, diventare nostro amico è la sua missione. In
breve ci sentiamo i suoi zii italiani; firmiamo l’amicizia
fumando narghilé!
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LA TERRA COI BUCHI. Giorno 10. A parte strade che ci torturano con ignoti tipi
di asfalto e chilometri di sterrato, la Turchia è un’antologia
dei desideri di ogni motociclista: paesaggi che cambiano
repentinamente, montagne, steppe, campi infiniti di
peperonicini e angurie, vallate, spettacolari strade
costiere, e tante, tante curve. Ma la Capadocia è un
discorso a sé. Una natura geologica unica al mondo: il
tufo calcareo sputato dai vulcani 10 milioni di anni fa,
eroso dal vento e dall’acqua, ha dato forma a incredibili
trame di basalto, rugose scanalature che biangheggiano
sui fianchi delle alture e i famosi “camini della fate”, le
colonne rocciose in cui sono stati nei secoli scavati templi,
chiese, monasteri cristiani, decine di città sotterranee e
abitazioni comuni. Aggiungeteci l’ottimo e robusto vino
locale e la cucina superba, in cui spicca la sac tava, carne
e verdure cotte in un coccio chiuso che viene infranto
nel momento di servirle.
ALEPPO, ALÉ. Giorno 12. Arrivare al confine con la Siria è più faticoso
del previsto. Il sud della Turchia è massacrato da venti
selvaggi che scuotono le moto, rendendo impossibile
la marcia. Il lato turco della frontiera sembra la Svizzera
in confronto a quello siriano, ma la contropartita della
burocrazia nebulosa e snervante che ci tiene ostaggio
per ore è il calore delle persone, persino dei doganieri.
Pochi chilometri e siamo ad Aleppo, che ripaga ogni
fatica. Un fiume di taxi gialli in moto perpetuo e gente
intensamente affacendata ad ogni angolo di strada:
passanti in caffetano immacolato, venditori di sapone
all’olio d’alloro, donne col niqab (il vestito che lascia
scoperti solo gli occhi) e i guanti neri, venditori di succo
di tamarindo, sale da thé affollate dagli uomini fino a
notte, fornai che ci regalano piccole pide, signore che
la sera fanno shopping scegliendo tra lunghi chador
neri, ai nostri occhi tutti uguali. E a poche centinaia di
metri, il quartiere cristiano, ragazze truccate e vestite
all’occidentale, locali, fast food e “struscio” manco
fossimo a Riccione il sabato sera. Tutta questa questa
diversità, convivenza e varietà, nella città che rivendica
di essere la più antica del mondo.
ACCALDATI SULLA VIA DI DAMASCO. Giorno 14. Il nostro albergatore quasi piange quando
arriva il momento di partire e si crea un piccolo
capannello di passanti e vicini che osservano increduli
le nostre strane, pesanti moto. Anche io in effetti vorrei
restare. Lasciamo Aleppo, ingenuamente nel cuore
furente del solleone siriano, sottovalutando i 300 km che
ci separano da Damasco.
Deviamo verso le cosiddette Città Morte, ricche
comunità bizantine abbandonate oltre sei secoli fa. Al
nostro arrivo, stremati dal caldo, capiamo cosa le ha
uccise: i 48° d’agosto. In realtà, tra le rovine c’è molta
vita: piccoli villaggi costruiti riciclando le pietre di archi e
templi, frotte di bimbi dagli occhi verdi, donne con il velo
che ci salutano dalla porta di casa, capre che pascolano
tra vestigia di antichi palazzi.
Troppo caldo, impossibile fermarsi. Avanti fino ad Hamah.
La città delle Norie ci accoglie con la musica che queste
antichissime, enormi ruote di legno emettono nella loro
lenta, eterna rotazione: una specie di fragoroso canto,
ipnotico muggito.
Le Norie nascono per alimentare i canali per l’irrigazione
dei campi con le acque dell’Oronte, ma oggi gli abitanti di
Hamah sembrano apprezzarle soprattutto come “parchi
acquatici”: sotto i loro spruzzi intere famiglie si rinfrescano
dal caldo soffocante, comprese le donne, rigorosamente
coperte dalla testa ai piedi dal nero chador.
Dobbiamo riposarci dall’insolazione. Identifichiamo un
giardino con invitanti panchine di pietra circolari intorno
ad una quieta fontana; un uomo, forse il custode, si
riposa, con due bimbi piccoli.
Ci stendiamo vicino a loro, distrutti. Il nostro vicino
siriano nota che non ho niente per appoggiare la testa
e mi porta uno dei suoi cuscini. Quando è ora per lui
di andarsene, ci fa capire che può lasciare la fontana
accesa. Solo per noi. La gentilezza di questa gente è una
delizia più grande di ogni monumento. Forse anche noi,
un tempo, potevamo vantare una cultura della gratuità e
dell’ospitalità tanto nobile?
BAGAGLIO CULTURALE. La nostra rotta ci porta fino a Damasco, da cui poi siamo
costretti a fare dietrofront, mettendo in fila chilometri
per tornare in Italia dal sud della Turchia. In ultima
analisi. Probabilmente i turchi diranno “spaghetti”. Ma
noi diciamo turchino, bagno, yogurt, chiosco, sorbetto,
pascià, mammalucco: tutte parole di origine turca.
Quanto al popolo siriano e all’arabo, di cui conserviamo
anche alla fine del viaggio una poco orgogliosa e quasi
totale ignoranza, la lezione va ben oltre le parole. Il loro
patrimonio di cordialità e sorrisi è il vocabolario più
prezioso che riportiamo a casa.
49
I posti più strani dove andare a lettoVi è mai capitato di svegliarvi dentro un hangar o all’interno
di un silos? No? Allora vuol dire che non avete mai fatto
una capatina su www.unusualhotelsoftheworld.com, il sito che raccoglie solo hotel, resort e bed & breakfast
fuori dalla norma. Diviso in sei categorie: Arty, Wild,
Bling, Thrill, Romance e Family, Unusual Hotels of the
World è l’ideale per chi è alla ricerca di luoghi stravaganti
dove passare vacanze e tempo libero; come sull’Aurora
Express, un hotel ricavato dai vagoni di un treno sulle
montagne dell’Alaska. Un resort con tanto di area verde
attrezzata, comfort e arredamenti che spaziano dallo
stile classico del 1800 fino all’hi-tech più moderno. Gli
amanti del brivido senz’altro preferiranno l’Euromast
Tower, una vecchia torre panoramica trasformata in
hotel che con i suoi 100 metri di altezza, permette di
dominare Rotterdam in lungo e in largo. Se poi l’Alaska
è troppo fredda e la città troppo caotica ciò che fa per
voi sta in Cappadocia e si chiama ELKEP Evi, un hotel
interamente scavato nella roccia, con tanto di terrazzino
privato e vista panoramica sul paese di Urgup e sul
Goreme National Park. Una delle tante normali stranezze
di un sito strano per persone normali.
Cioccolato da recordIl 14 marzo 2010 a Torino si è consumato un record,
quella della tavoletta di cioccolato più lunga del mondo.
Prodotta dal laboratorio di cioccolato Giordano, la
tavoletta misura 11.57 metri di lunghezza e 1.1 metri di
larghezza.
Crystal IslandSta per nascere a Mosca Crystal Island, la più grande
costruzione del mondo. Una città racchiusa in una sola
struttura architettonica dal costo di 2 bilioni di dollari.
Alta fino a 1.500 piedi, la torre già ribattezzata “l’albero
di natale”, sarà composta da 900 appartamenti, 3000
camere di albergo, una scuola internazionale per 500
bambini, un cinema, un museo, un teatro, una struttura
dedicata allo sport, negozi, spazi pubblici e panoramici,
aree verdi con pista da pattinaggio e molto altro.
Il genio barbonePer tre anni i medici dell’ospedale psichiatrico di Pescara
hanno cercato di scoprire chi fosse quell’uomo senza
memoria e senza nome, ritrovato in stato confusionale
su una panchina. Finché non si è scoperto che quello
che sembrava un semplice clochard è in realtà Michel
Doumesche (60 anni), genio francese della matematica
affetto da una rara malattia che gli causa frequenti
amnesie. Una storia per certi versi simile a quella di
Grigory Perelman, considerato l’uomo più intelligente
del mondo, che ha rifiutato un premio da un milione
di dollari, accontentandosi di vivere come un eremita
senza occupazione e vestiti in un monolocale arredato
unicamente da un tavolo, una sedia e un letto.
CHI CHAIR C’Èa cura di GIANLUCA FONTANA
foto: www.vyonyx.com
foto: www.teleradioerre.it
foto: www.unusualhotelsoftheworld.com
foto: www.guinnessworldrecords.com
50
Notizie e persone incredibili ma vere
Che fine ha fatto Jamiroquai?
Il cowboy dello spazio dai copricapo e i passi di danza
più eccentrici del mondo, uno dei cantanti più cool del
pianeta?
Da quasi 4 anni la sua stella sembra essere scomparsa
dai radar della musica mondiale e in molti si chiedono
se questo silenzio non rappresenti la definitiva uscita di
scena del wonderboy di Manchester.
Nato come gruppo nel 1991 per opera di Jason “Jay” Kay,
leader eccentrico e carismatico che ha finito per incarnare
su di sé l’intera immagine della band, Jamiroquai passa
dall’acid jazz al funk pop senza mai tradire la fiducia di
critica e pubblico.
Due decenni di successi targati Sony che spesso lo
hanno visto svettare primo in classifica.
Questo almeno fino al 2006, quando, per incomprensioni
tra artista ed etichetta, Jamiroquai abbandona la Sony e
sposa la Columbia, la label per la quale in 4 anni pubblica
soltanto un Greatest Hits “High Times: Singles 1992-
2006” e un singolo, “Runaway”. Troppo poco per uno
degli artisti più amati del pianeta. Un silenzio siderale
che scatena fantasie e preoccupazioni di fan e addetti
ai lavori.
Tra chi giura di averlo visto con qualche chilo di troppo
e chi sostiene che sia ricaduto nel solito “stupefacente”
vizietto, l’unica certezza rimane l’intervista radio rilasciata
qualche mese dal batterista del gruppo “Derrick
Mckenzie” in cui afferma che la band ha già registrato
più di 40 brani e che i migliori andranno a comporre il
nuovo LP in uscita a Novembre 2010, data confermata
dallo stesso Jay Kay il 16 luglio al Neapolis Rock Festival
di Napoli, unica tappa italiana del tour, dove la band ha
presentato una traccia del nuovo album dal titolo “Rock,
Dust, Light, Star”.
Roccia, polvere, luce, stella: sembra proprio che il cowboy
dello spazio stia per tornare sulla terra carico di tutti i ritmi
e le suggestioni raccolte in anni di viaggio interstellare.
Dopo tutto questo tempo c’è da chiedersi però se le sue
pistole spareranno a salve o riusciranno ancora a colpire
nel segno, come quando sfidava Godzilla.
a cura di GIANLUCA FONTANA
foto: www.radio35blog.com
Sulle tracce dell’uomo che sfidava Godzilla a ritmo di funky
51
LO SPACE COWBOYPERSO NELLO SPAZIO
loris mi fissava. Dritto negli occhi.Mi sembrava tutto ridicolo. Paradossale.
Da sempre la mia visione del mondo si fondava su solide basi razionalistiche. Trovarmi lì, di fronte a quella donna mi
spiazzava. L’avevo scelto io.
La settimana precedente dopo l’ennesimo litigio, la relazione con Giulia si era chiusa. Di brutto.
Da troppo tempo mentivamo a noi stessi. Ci sforzavamo di simulare l’amore.
Due mondi lontani io e lei.Nessuno dei due era disposto, in fondo, a
rinunciare a se stesso per l’altro. Il frutto non tardò ad arrivare.
Due anni con picchi estremi. Passione smodata, intensissima ma tutto lì. Mancava la condivisione.
Era un venerdì ed ero appena arrivato a Milano. Il pensiero durante il viaggio volava a lei.
Si aprirono le porte automatiche nel gate arrivi a Linate
e mi venne incontro sorridente Maryon. Un’amica da sempre,
donna dall’animo dark e tormentata in amore.
Lei conosceva bene il non verbale dell’animo lacerato dall’amor perduto. Prima ancora di
salutarmi mi chiese subito: «Ale, siete arrivati?»
Sorrisi e risposi «al capolinea, questa volta…»
Ci abbracciammo amichevolmente e mi accompagnò in Hotel.
«Stasera ti porterò da un’amica, tieniti pronto per le 20». Mi lasciò con questa frase.
Al momento di crisi con Giulia si sommava anche l’instabilità del lavoro, era un periodo
estremamente delicato. Avevo deciso di vendere la mia società dopo aver incubato per molto
tempo questa scelta. Non posso dire che le cose andavano male, anzi tutt’altro considerando la situazione dell’economia globale. Ma era subentrata quella che io chiamo l’abitudine
all’ordinario.
Fu così che l’incontro con lo straordinario mi prese alla sprovvista.
Gli occhi di Cloris fissi su di me. Le sue labbra a proferire frasi che mi fotografavano dentro.
«L’imperatore.»
«Egli esercita il suo potere sciogliendo i tuoi dubbi e le tue indecisioni. Se in te l’intelligenza pura conduce alla saggezza, in lui la saggezza comanda l’intelligenza, al servizio dell’azione. Simboleggia la fondazione dell’ ordine umano e ogni cosa al suo fianco è progettata per durare.
Il trono del tuo Imperatore è fulgido. Vibrante. Solido. È il trono della Concretezza, della realizzazione come quello di sovrani di antichi imperi. In Egitto all’atto dell’assunzione del trono, il sovrano diventava Horus, simbolo di potenza dorata.
Ma per estensione il termine trono indica proprio il Regno ed il potere che esso rappresenta, così come la sua corona ed il suo scettro.
Ma non dimenticare: la via spirituale dell’imperatore è la trasformazione e la sua strada non è costellata nè di strade chiuse nè di guerre, ma è in una ricerca a riconoscere i veri alleati, i maestri e i legami di fratellanza indistruttibile che riusciranno a sostenerlo in ogni peripezia.»
Solidità. Legami. Ricerca. Trasformazione. Ordini nuovi.
L’eco di queste parole incontrava i miei turbamenti.
Metteva a nudo la mia anima. Sollecitava la mia voglia di saperne di più.
«Scegli un’altra carta. Prosegui il tuo percorso», disse Cloris.
Ne avevo già adocchiata una. La mia mano la indicava, avida di sapere.
La mia curiosità cresceva. «Questa», dissi.
(continua...)
TRONI ESOTERICI: CHI SI SIEDE...
NEI TAROCCHI.
Prologo
LORD WILLIAM - CLAUDIA MINUTA
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photo shot ANTONIO DI MARIA
retouch & creative work DAVIDE ARONA
FILETTI NAPOLI ACIREALECENTRO COMMERCIALE I CICLOPI ACIREALEDANIELA E MARIAGRAZIA ACIREALECAPORALE GRAZIA ACITREZZASCALISI GIUSEPPE ADRANOCASTRONOVO DOMENICO AGRIGENTOPARRUCCHIERE ANTONELLA ALASSIOFONTANA LUCREZIA ALCAMODONATO CARMEN ALESSANDRIAPINGIORI ANTONIO ALGHEROSTAMPONE ROSALBA AUGUSTAMASSIMO CUTILLO AVELLINORAGGIO E SANTANIELLO AVELLINODE VIVO ANTONIO AVERSABUOIO ENZO BARICUNA ALESSANDRA BARILOREDANA E SIMONA BAVENOSILVA E CRISTINA BAVENO DELLA VALLE BARBARA BELLINZONAD’ALI’ ALFIO BELPASSOROTA MASSIMO BERGAMOBATTIATO MARIA BIANCAVILLADANY EQUIPE SAS BOLOGNACHARLY E ANTONELLA BOLOGNATASSAR ROSARIO E BRUNA TRAVAGIN BORGOMANEROLEO IMMA BOTRUGNOIEMMA FRANCO BOVALINOMARANGON LAURA BRINDISIFILONI CARREFOUR BRINDISIBELLANI GIANCARLO E MARISA BUSTO ARSIZIOGIANNA RIGA CADENAZZO (TICINO)ANTONELLA ALEO CALTAGIRONESFALANGA GIOVANNI CALTANISSETTAFERRANTE ALDO CANICATTI’D’AMICO SALVO CANNIZZARO FRAZ. ACICASTELLOBENIAMINO PIDALA’ CAPO D’ORLANDOFRANCA E PAMELA CARATE BRIANZAPOSEIDON CARINID’ANNA ROSA CASTELLAMARE DEL GOLFOSILVIA E CRISTINA CASTELLETTO SOPRA TICINOSALLUZZO GASPARE CASTELVETRANOPIOVACCARI MARCO CASTROVILLARIGRASSO ROBERTO CATANIAIRENE GRECO CATANIAMAUGERI ANTONIO CATANIARENATO E TANIA CATANIACARIOTTI RICCARDO CATANIADOMENICO E ALESSANDRO CATANIASPAMPINATO ANDREA CATANIATALIO ORAZIO CATANIA VIA ETNEA 118 CATANIA MEO LAURETTA CHIANCIANO TERMEMASTRANGELO CARMELA CHIETIPISCITELLO PATRIZIA CIVITAVECCHIAMINO E ROBERTA COMOPASTORI STEFANIA CORBETTACOFONE ANTONIO COSENZAROSSANA E CATERINA COSSATOCOLAZZO SANDRO CURSIGIUNTA GRAZIA DONNALUCATAANCONA ELIGIO FASANOLUCA’ PATRIZIA FIANO ROMANOI RINASCIMENTI FIRENZEAVELLA FILOMENA FOGGIAFRANCESCO E MARA GALLIATEVALENTINA E TERRY GALLIATEROSALBA E MARCELLA GENOVAROSY E PINA GIARDINI NAXOSREITANO ALFIO GIARREFABIO E PAOLA GRAVINA DI CATANIAGIUSEPPE E CLELIA GRAVINA DI CATANIAMAUGERI DAVIDE GRAVINA DI CATANIAROMA VALENTINA GRIGNASCOMOIRA E EMANUELA GRUMELLO DEL MONTEVERONICA E ILARIA GUBBIOCAU VINCENZO IGLESIASBOSSETTI VALTER INDUNO OLONATROSCIA ISABELLA LA QUERCIA VITERBOTONNI FRANCESCA LADISPOLIVINCENZO COSTANZO LAMEZIA TERMETEMPESTA ANGELO LATINA
PUNTI DI DISTRIBUZIONEBUSCICCHIO PIERO LECCEMOLÈ MARILENA LEGNANOANTONIO LENTINIOASI CDB LIDO DI CAMAIOREANNA E DAVIDE LIVORNOBONDESANI LAURA LUGANOROBERTO STEFANIZZI LUGANOMELANIA E DANIELE MANOPPELLOANGELO AVOLIO MARANO DI NAPOLIGIUSY E LELLO MARANO DI NAPOLID’ALESSIO FRANCESCO MARCIANISEMARY & NORMA MARSALAMAZZA SANTI MASCALUCIAGIURA FRANCESCA MASCHITODI PEDE NUNZIA MATERAVITALE CARMELA MELITO PORTO SALVOCESARE MARANZANO MENFISALVO E MARIELLA MESSINAELENA SPADARO MESSINAGENTILE SALVATORE 2 MESSINAALBANESE GIANNI MILANOVARESI GIOVANNI MILANOBUCCI FABIO MILANOGIULIANA LAPADULA MILANOSERGIO E FEDERICA MILANOMARIAROSA MILITELLO IN VAL DI CATANIATRICARICO GIUSEPPE MINERVINO MURGEGUGLIELMINO FRANCESCO MISTERBIANCOIABICHELLA FABIO MODICAMONTANI ANDREA MONTEROTONDOMONICA E DARIO MONZASUSY RUSSO MORBIO INFERIOREMICHELA E NADIA MOZZATECORVINO RENATO NAPOLIDIEGO E PACO NAPOLIFRANCESCHETTI NAPOLIGENNY SPADA NAPOLILIBERTI ANTONIO NAPOLISMORRA ANTONIO NAPOLIPICCINELLA MASSIMILIANO NAPOLIATTANASIO SABATINO NAPOLICATAPANO CARMINE NAPOLIDELL’ISOLA GIUSEPPE NAPOLIGALBUSIERI ALFREDO NAPOLIMANFREDONIA SASA’ NAPOLINOVELLI LUCIANO NAPOLITITTI NAPOLITANO NAPOLIGIANLUCA MARTANO NAPOLIMASSIMO E GIANLUCA NAPOLIGIANLUCA MARTANO NAPOLIDI CRISTO ANTONIO NETTUNOMARINO FRANCESCO NISCEMIFRANCESCO & CINZIA NOVARATASSAR CARLO OLEGGIO CASTELLOSANDRINA E MONICA ORVIETOTESTAGUZZA GIANCARLO OSTIA LIDOMELILLI MARIA PACHINOGRISPO BEPPE PALERMORUBINO ANDREA PALERMOCARAMOLA GIUSEPPE PALERMOCARISTA ALESSANDRO PALERMOD’AGOSTINO FILIPPO PALERMOMARCO E ALESSANDRO PALERMOALFREDO SEMINARA PATERNO’ALFREDO STAFF PATERNO’GIORGIO E ALFREDO PESCARAFINOCCHIO MARIQUITA PIANELLAREITANO RITA PIEDIMONTE ETNEOBONISTALLI MARCELLA PISTOIAFRANCESCO ZERBI POLISTENAALESSANDRO ANDRENACCI PORTO SAN GIORGIOSOLFANELLI MARIA RITA PORTO SANT’ELPIDIODANIELA E MARGHERITA POTENZAMARSICO ROCCHINA POTENZARINO E BRUNO POZZUOLIANTONIO SICLARI REGGIO DI CALABRIAREPACI GAETANO E ALESSIO REGGIO DI CALABRIASICLARI ANGELA REGGIO DI CALABRIAANDREA CHIMENTI ROGES DI RENDEVINCENZO SCAPPA RIETIKATIA SCUDERI RIPOSTO
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N° 00 2010
Direttore ResponsabileDavide Guglielmino
Vice DirettoreRaimondo Ventura
Direzione CreativaSilva Fedrigo
Art DirectorDavide Arona
Carmelo [email protected]
CollaboratoriClaudia Minuta, Chiara Francesca Di Prima,
Gianluca Fontana, Elena Russo, Lord [email protected]
PhotoAntonio Di Maria, Fabio Consoli,
Nico Pernice, Max Esposito,Rankin, Rossella Messina,
Silva Fedrigo, Valerio D’Urso
MultimediaLorenzo Sfienti
Responsabile PubblicitàPuccio Lo Drago
StampaTipolitografia Monforte
Special thanksSalvo Noto, Gianfranco Ianizzotto,
Mirella Greco della Narciso Records
dove non specificato,il © delle immagini è degli autori
ESPOSITO SALVATORE ROGES DI RENDEALESSIO STELLA ROMABORGESE LUCIANO ROMABORGESE STEFANO ROMACECCARELLI ENZO ROMAFRANCA E DARIO ROMAFRANCO MAURIZIO ROMAFRAU FEDERICA ROMAGIANNI E CARINA ROMAGIUSEPPE CRIFO’ ROMALUCA GALLI ROMALUCA PICCHIO ROMAMAGGI PINO ROMAROBERTO E CIRO ROMAROBERTO E PIERA ROMASERRA VIRGILIO ROMASTELLA ANDREA ROMAMARIO E TAMARA ROMAMATTEO IVAN ROMAPACE ARMANDO ROMAALESSANDRA E STEFANO ROMACECCARELLI NADIA ROMADI LORETO MASSIMILIANO ROMADI STEFANO ANTONELLA ROMAFABIANA BISPO SANTOS ROMAFABRIZIO SCIPIONI ROMAFIENO ALESSANDRO ROMAGIANLUCA E PAOLO ROMALEONARDO E WALTER ROMAMANUEL E VALERIA ROMAMONTALBANO MARCELLO ROMAPAPAGNI ROBERTO ROMASCIARRETTI PALMIRO ROMASTEFANIA QUERINI ROMAVANESSA E ALESSIO ROMAMASSIMO ESPOSITO ROVELLASCADELLA MONICA DINO SALERNOSANTO E SANDRA SAN GIOVANNI LA PUNTADEBORAH FILIPPINO SAN GIOVANNI LA PUNTAQUADRINI MILVA SAN MARTINO SICCOMARIOPETRUCCELLI ANGELA PIA SAN SEVEROSANTANIELLO ANDREA SAN VITALIANOSERENA VAZZANA SANTA CROCE SULL’ARNOESPOSITO MASSIMO SARONNODAGA ANTONELLO SASSARIMARIO E KATIA SASSARIVASTOLA SANDRA SCAURIBASSETTA ENZA SCORDIAMAX PIPINO SESTRI PONENTEIEMMA FRANCO2 SIDERNO MARINAURSO SANTINO SIRACUSAMORALE GIOVANNA SIRACUSAREZZONICO MANUELA SOMMA LOMBARDOGIOVANNA GIUFFRIDA SORTINOBATTAGLIA EMILIO SOVERATOCECILIA E CRISTINA PILOTTI TERAMOSAVERIO E RAFFAELLA TITOEVA CONVERTINI TORINOMICHELE PIO TORINOMANCINI TORREMAGGIOREGASPERIN PAOLA TORTONATORNABENE SALVATORE TRECASTAGNISALVO & PINA TREMESTIERITERESA E GRAZIA le Ginestre TREMESTIERI ETNEOVENNERI NUNZIO UGENTOSCALIA SANDRA VALVERDE SIVIERO ANTONELLA VARALLO SESIABRUNO E COSIMO VARESEANGELO E CRISTIAN VARESEGRAZIA MARINO VASTOBAU’ MARCO VENTIMIGLIABRUSA MARILENA VERBANIA INTRAFALEZZA FRANCA VERONACACCIOLA ROBERTA VERONASABATO ANTONIO VIAREGGIODI RENZO TIZIANA VILLANOVASEGATORI LETIZIA VITERBOTOMARELLI ORIETTA VITERBOABBATE GAETANO VITTORIAGRAVOSO ROBERTO VOLLA
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