Bedifferent Magazine Numero 4

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 LA CITTA’ CHE SALE Anno II Marzo 2009 Numero QUATTRO

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Transcript of Bedifferent Magazine Numero 4

  • LA CITTA CHE SALE

    Anno IIMarzo 2009

    Numero QUATTRO

  • IN QUESTO NUMERO:

    Francesco Pignatellipag. 4

    Paco

    Francesco Bongiornipag. 10

    pag. 9

    Stefano Venturinipag. 14

    Paco

    Giacomo Costapag. 30

    pag. 23

    Walter Trecchipag. 36

    Patrizia della Portapag. 24

    Michele Brancati

    Guido Baginipag. 48

    pag. 40

    pag. 58

    Simone Lucciola

    Appendice degli autoripag. 63

    pag. 62

    Giuliano Pastori

    Moneylesspag. 44

    Patrizia della Portacopertina

    Editor-in-chief, Art DirectorLorenzo Brusadelliemail: [email protected]: www.lorenzobrusadelli.it

    Editor, CopywriterFrancesco Perroneemail: [email protected]: www.lapaglia.it

    Press officer, Web MarketingMatteo Pizzollaemail: [email protected]

    Ai sensi della L.633/41 e successive modifiche, vietato lutilizzo, totale o parziale, di tutte le immagini e degli scritti presenti in questa pubblicazione; essi sono di propriet dei rispettivi autori e/o di chi ne detiene i diritti. Be|Different Magazine non in alcun modo responsabile del loro utilizzo da parte di terzi senza il consenso dei titolari dei diritti medesimi.

    Riccardo Zulianipag. 18

    Collaboratori

    Erica BellomiLaura BrignoliRosalba Di PernaSimone GalassoSimona GavioliPietro MarigoStefano MastronicolaBianca Matita

    Massimo Falsacipag. 54

    Sergio Tringalipag. 52

    La citt che sale.

    Leredit. questo probabilmente il tema centrale su cui si pu basare qualsiasi pensiero e qualsiasi discussione intorno al futurismo, a ci che stato, che ci ha voluto dire. Leredit che a 100 anni di distanza diventa storia e tradizione. Strano ma vero, una tradizione che arriva direttamente da chi della tradizione voleva liberarsi (Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie dogni specie). Ora dopo 100 anni, cosa rimasto? Questa forse lunica domanda da porsi. E tra mille risposte che si possono trovare, abbiamo deciso di darvi la nostra visione: questo quello che rimasto nel sottosuolo di citt che sono salite, s. Ma verso dove n Marinetti, n Balla, n i loro compagni futuristi si aspettavano.

    Allora mi rivolgo direttamente a te, caro Marinetti, che hai voluto far dellItalia, per un poco, la culla di una cultura rivoluzionaria, ribelle, moderna, veloce. Cosa ne pensi, caro Marinetti, di ci che accompagna e rappresenta larte contemporanea, oggi? Di questo variopinto valzer di mosche intorno alla spazzatura di finanziamenti pubblici, poltrone, amministrazioni, assessori, critici stantii; tutti sempre facilmente ripiegati su se stessi? E cosa ne pensi delle poche api laboriose, che tentano coi propri mezzi, con una passione sana, di essere fedeli solo e unicamente alla loro ape regina Arte, e che vengono regolarmente schiacciati dal fantastico esercito di burocrati, camuffati da maglioncini, sciarpette e scarpette varie?

    E cosa ne dici, Marinetti, di tutto quello che esiste adesso, e del nuovo mondo che abbiamo conquistato? Hai visto la velocit cosa ci ha portato? Per dipingere oggi si usa anche il computer, non ci si sporca neppure le mani. O senn c anche chi (delinquenti dicono), le mani se le sporca pure e dipinge di notte, sui muri delle nostre citt, dominate ormai dalla fretta, pi che dalla velocit . Loro secondo me ti starebbero simpatici ricordo quella poesia, Lesecrabile sonno si chiamava, che iniziava cos Quando non posso volar via/col mio monoplano, io percorro la citt/ a notte alta,/ con orde pazze di studenti,/ rompendo tutti i vetri dei pianterreni.

    E poi, hai visto la magia di Internet? E dei vari forum, blog, fanzine, pdf magazine,flickr, siti, portali. E anche dei myspace, youtube, facebook, eccetera... Oggi gli uomini comunicano cos. Strano vero? Affascinante sicuramente. Le citt sono salite, ora i grattacieli sono in mezzo alle nuvole. E con loro siamo saliti noi, la nostra cultura e la nostra civilt.

    Probabilmente il tuo manifesto oggi si perderebbe nella rete della nostra ultrainfor-mazione, del nostro esiste tutto. Forse in questo tutto non c proprio niente, ma fammelo dire: ancora dopo 100 anni i musei, le biblioteche, le accademie di ogni specie non sono ancora state distrutte.

    Ci stiamo lavorando. Be|Different - numero quattro.

    In copertina:Berlino Potsdamer Platz 1, 2003

    Stampa a mano su carta baritata ai sali dargento

  • Chikatetsu. Tokyo, 2000stampa Lambda su carta Kodak,

    montata con plexiglas e dbond

    4 5 4

    Francesco Pignatelli

  • Francesco Pignatelli (Milano, 1971) un nome che si incontra sempre pi di frequente quando si parla di nuova fotografia contemporanea. Riteniamo i suoi lavori molto interessanti sotto molteplici aspetti. Innanzitutto il ribaltamento del senso e del significato stesso della fotografia. La tecnica utilizzata da sempre per imbalsamare attimi, quindi strumento di memoria, crea in questi lavori una suggestione inversa, che cancella le tracce del ricordo per trasportare limmagine in una dimensione in cui il tempo solo ed esclusivamente verticale, interiorizzato. Lo spazio non viene pi colto in un istante particolare ma nellistante definitivo, quello che non mai rivolto verso il passato, al massimo verso un futuro pi metafisico che probabile.

    Leffetto che ottiene Pignatelli nelle sue foto frutto di un particolare processo di stampa in negativo, che gli consente quel risultato cromatico che a primo impatto esalta lo sguardo e proietta subito limmagine nello spazio privato delle caratteristiche che tendiamo da sempre ad attribuirgli.

    Tra il 1999 e il 2008 lartista realizza installazioni e mostre in gallerie e spazi pubblici a Torino, Milano, Roma, Venezia, Colonia, Strasburgo, Bonn, Parigi e Toronto. Attualmente vive e lavora a Milano.

    Taxi-Caracas. Caracas, 1992stampa Lambda su carta Kodak, montata con plexiglas e dbond

    A destra: Barcelona Tours. Barcellona, 2003stampa Lambda su carta Kodak,

    montata con plexiglas e dbond6 7 6

    Francesco Pignatelli

  • Milano, il mare.

    I relitti abbandonati alle fermate dei metr

    affondati dalla vostra elemosina

    mhanno insegnato a non fidarmi di te, Milano.

    Mi hanno insegnato che la fretta non un dono

    ma qualcosa da curare, che la velocit nobile

    diversa da tutto questo vociare, correre, delirare;

    e che il mare lo si pu sentire, rimescolato e straniero,

    lo si pu toccare nello scorrere di sguardi addosso alle vetrine

    e vedere infrangersi sui palazzi, grigio e vivo.

    E cos ti mantieni una grande: tu senza identit;

    che quando vieni fuori come un duomo

    costruito su di un primato singolare:

    inventarsi un mare e non saperci nuotare.

    La nebbia non scesa anche qui, nel metr:

    si rotta sui corrimano delle scale,

    sulle teste dei pendolari, chine

    - come i frati - a illudersi e pregare.

    Francesco Pignatelli Paco

    MI 757. Milano, 2004stampa Lambda su carta kodak, montata con plexiglas e dbond

    8 9

  • Spouse support, 2007 tecnica digitale

    Il lavoro di Francesco Bongiorni (Milano, 1984) riconducibile al filone dellillustrazione concettuale. Le sue illustrazioni sono realizzate con media digitali ma il procedimento passa da studi, sperimentazioni e campiture dipinte, che rendono il suo lavoro un ibrido tra digitale e tecniche tradizionali. Ironiche e visionarie, le illustrazioni di Bongiorni fanno quello che le illustrazioni devono fare: divertire e far riflettere. Un mix talmente equilibrato, in questo caso, da non cadere mai, n lasciarsi tentare, dallovvio. Non per niente lillustratore, che lavora a Madrid, collabora con alcune tra le pi importanti riviste del mondo (New York Times, The Boston magazine, The Harvard Business review, Mondadori, Il Corriere della Sera ed El Mundo).

    Sopra:Findig rest in financial chaos, 2008 tecnica digitale

    A pagina 11:When You Shouldnt Go Global, 2009

    tecnica digitale

    10 11

    Francesco Bongiorni

  • Francesco Bongiorni

    12 13

  • A sinistra:Still II, 2008olio su tela

    Luce. la prima cosa che colpisce gli occhi alla vista dei quadri di Venturini. Una luce forte, che non illumina ma acceca, che non definisce, ma al contrario rende tutto inafferrabile, che toglie identit, distrugge, scompone. Grazie ad uno studio sulla luce e sul tratto che trova radici nella pittura dei macchiaioli, ci troviamo davanti ad unoscenario contemporaneo e quotidiano, quando nel camminare verso una qualsiasi meta, presi come sempre solo da noi stessi, non ci accorgiamo del mondo che ci circonda, non diamo n volto n identit a chi fa lo stesso con noi. Lartista (Blevio, Como 1956) sviluppa i suoi lavori come vere e proprie variazioni sul tema, come nella serie people, in cui, tra tutta questa gente, ci troviamo, senza troppa retorica, come sempre soli.

    15 14

    Stefano Venturini

  • Controluce VII, 2008olio su tela

    People II, 2008olio su tela

    16 17

    Stefano Venturini

  • New City, 2008collage e acrilico su tela

    19 18

    Dice Zuliani delle sue opere: Sono realizzate attraverso la tecnica del collage, scelta in seguito alla sperimentazione di possibilit espressive diverse, come medium pi congeniale per concepire vedute di citt immaginarie. Piccoli pezzi di carta ritagliati e applicati sulla tela o sulla tavola come una sorta di preziose tessere di mosaico. Quadri che permettono una dualit di percezione, offrendo la possibilit di osservare la superficie da vicino e vedere

    cos i frammenti delle immagini inseriti luno sullaltro e quella, invece, di cogliere attraverso attraverso la distanza, unimmagine che locchio rico-struisce attraverso la memoria visiva. Secondo noi geniale, suggestivo, romantico, attuale: reinterpreta il collagein una chiave semplice e davvero originale. Peculiarit, queste, sempre pi difficili da trovare.

    Riccardo Zuliani

  • Lights from the city #2, 2008collage e acrilico su tela

    20 21

    Riccardo Zuliani

  • New Skyline, 2008collage e acrilico su tela

    Suburban, 2007collage e acrilico su tela

    Paco

    22 23

    Riccardo Zuliani Marlboro in pacchetto morbidoChiave girain elettronica serraturaradio cantafreno a mano.Finestrini a lato, il mondo va:- a destra: a destra destra,- a sinistra: le stesse volte che a destra,ma indietro indietro, in verit va. Il fumo lascia una traccia del me-tallizzato,destra, pi avanti verde: cabriolet gira a destrapullman - grigio verde rosso- a sinistra va,clacson freno. Freccia destra, specchietto.Lanimo? Nel cruscotto.Ombra di tir, tracce pneumatichespecchietto:situazione stretta - curva a sinistra - perfetta.Rosso, verde: stop, taxi arancio,qui posso superare, mi sento megliorespirare (Accendisigari - finestrino - traccia 6,volumi ok.Bassi? Da regolare.Puzza di fumo, rosso:fermo canticchio, specchiettobarba, insonnia, occhiaie, nauseasuoni, alberi, cose spettinati) Clacson pedoniattraversamento lentobambini, mamma, donna, anziano, arabocementoarancione! Affrettarsi.Omini stilizzati affettatiaffrttati!Affrettatevi!State per diventare rossinon siate timidi, non lo vedete?Verde, tana per tutti!Marciapiede comanda color Attraversate-mi!Attraversate! Berlina spegne ritarda, ira fa.Superami: grossa cilindrata almeno 90 allora,alloranon faccio caso a chi mi sta intorno,resuscito lorgoglioe uomo impreco:tono alto, pugni chiusi. (Bocche: in-comunicabilit im- possibilitfinestrino sordomuto non reagisce)destra precedenza, lavori, attenzionedimentico limprecazione. Insegna T luminosasillumina quasi nervosa.T qualcosa di menouccide: catrame, veleno,ma T sar daiutofermarsi necessario. Tutto il restante Tutto lesistente accessorio,ma occorrente. - Marboro in pacchetto morbido - 4euro e 20 -

  • La rivincita dei bubini, 2008disegno a penna su carta

    Patrizia dalla Porta unartista che non ha bisogno di presentazioni, data la

    carriera ventennale e la collaborazione con alcune tra le principali istituzioni

    di arte contemporanea del mondo (Beaubourg, Whitney, per arrivare alla

    National Gallery of Art di Washington, che possiede una parte del portfolio

    dellartista nella sua collezione permanente). Le sue immagini, inoltre,

    hanno una forza espressiva cos intensa da raccontare da sole molto sullo

    sguardo della fotografa, cosicch, loperazione pi onesta che ci sembra

    il caso di proporre, riportare le parole dellartista stessa, la sua personale

    visione del lavoro: Il mio processo di visualizzazione/interpretazione/

    trasfigurazione tende, attraverso la persistenza dello sguardo come atto

    contemplativo e di indagine profonda, a creare spazi o meglio, luoghi

    mentali. Con il mezzo fotografico cerco di rendere tangibile il messaggio profondo

    delle forme o come ha detto I.M PEI del mio lavoro catturare lanima degli

    edifici. Per scommessa creativa e per scelta di rigore ontologico, non uso

    alcun trucco fotografico o fotomontaggio. Fotografo sempre a mano libera,

    senza cavalletto e in formato 24x36 con una Nikon F2A. Una scrupolosa e

    maniacale attenzione nel lavoro in camera oscura mi permette di creare

    sfumature, nuances, campiture, composizioni, che rendono ogni stampa

    una vera e propria tela.

    Eliminando ogni riferimento dimensionale, di proporzione, di contesto, di

    funzione, Patrizia della Porta riesce nel suo intento, non di documentare,

    bens di creare uno spazio metafisico di contemplazione, in cui, citando un

    proverbio zen Ogni cosa la stessa. Ogni cosa diversa.

    A destra: Kuala Lumpur Torri Petronas variazioni sul tema 7, 2000

    Stampa a mano su carta baritata ai sali dargento

    Nella pagina seguente:Tokio C2, 1984

    Stampa a mano su carta baritata ai sali dargento

    24 25

    Patrizia della Porta

  • Patrizia della Porta

    26 27

  • A destra:Tokio A6, 1984Stampa a mano su carta baritata ai sali dargento

    Sotto:Tokio D1, 1984Stampa a mano su carta baritata ai sali dargento

    28 29

    Patrizia della Porta

  • I lavori di Giacomo Costa commentano da soli la loro importanza, la loro imponenza, la caparbiet, la sintesi perfetta tra osare e descrivere la contemporaneit. Le presenze cos eccessive, giganti, allinterno di un paesaggio di citt abbandonata, ci lascia immaginare la suggestione che preferiamo. E cos allora ci sembra pi interessante parlare della vita di Costa, se vero che molto spesso la biografia di unartista da sola la critica ai suoi lavori.

    Nasce a firenze nel 1970, studia violino da bambino fino a quando ha 14 anni, abbandona gli studi di liceo classico nel 1986 e si dedica allattivit di motocrossista e meccanico di moto, poi trova nella montagna la sua dimensione ideale e si trasferisce sul Monte Bianco, dove comincia a fare foto paesaggistiche (1990). Nel 93 torna a Firenze per fare il servizio civile, inizia in questo periodo la sua ricerca fotografica sullautoritratto e sulla sua sessualit; pian piano si palesa la necessit di intervenire sulla fotografia. Grazie allincontro col fotografo Richard Nieto, che gli insegna una particolare tecnica basata su un punto di luce mobile, il suo desiderio di modificare la fotografia viene esaudito. Nel 94 ha loccasione di presentare le sue ricerche al pubblico con la sua prima personale al castello di Rivara. Si inizia cos a muovere nel mondo dellarte e ad abbandonare gli impegni professionali. Nel 95 la sua ricerca si sposta sulle Polaroid. Nel 96 scopre il computer e la sua potenzialit. Abbandona cos le fotografie e si dedica allarte digitale, con risultati ottimi, sia in termini di critica che di popolarit. Tra il 1997 (anno in cui diventa soccorritore di ambulanza) e il 2000 (anno in cui ricomincia a correre in moto) partecipa a collettive, personali, fiere in tutto il mondo. Nel 2003 comincia a costruire pipe. Nel 2006 la sua opera agglomerato n.9 entra a far parte della collezione permanente del Pompidou di Parigi. Nel 2007 comincia a restaurare una barca, cos navigando trascorre il suo tempo libero.

    Siamo sempre pi convinti che ognuno ha la vita che si merita.

    Secret Garden n. 8, 2008c-print

    Atto n. 2, 2006c-print

    30 31 30

    Giacomo Costa

  • Atto n. 9, 2007c-print

    32 33

    Giacomo Costa

  • Consistenza n. 5, 2008c-print

    34 35 34

    Giacomo Costa

  • Nato a Como nel 1964, Walter Trecchi inizia il suo percorso nella pittura durante la seconda met degli anni 90; nel 98 finalista al premio di pittura della rivista Arte Mondadori. Da allora presente nel panorama artistico con personali, collettive e rassegne in tutta la penisola e allestero. I soggetti dei suoi dipinti sono i cantieri, le gru, tutto ci che rende una citt non statica, che rimanda alla sua mutazione continua e spesso proiettata verso lalto. Materia e figurazione si incontrano cos per svilupparsi in un contesto etereo, poetico, ma daltra parte tangibile e concreto.

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    tela

    A sinistra: Cantiere VII, 2004tecnica mista su tela

    36 37 36

    Walter Trecchi

  • Sogni, 2007china nera e acrilico

    Cantiere II, 2004tecnica mista su carta intelata38 39 38

    Walter Trecchi

  • Michele Brancati, fotografo origi-nario di Reggio Calabria, che vive a Bologna dal 2000, ha una formazione che spazia dal cinema ( laureato in Storia e Critica del Cinema) alla fotografia (ha frequentato pi corsi presso lIstituto Italiano di Fotografia di Milano). Le foto che ci propone fanno parte di un lavoro ancora in corso che ha come tema il mondo delle metropolitane e tutto quello che succede al di sotto del contesto urbano, in cui ci si immerge per il breve tempo di un tragitto, per poi riemergere e scoprire un mondo sopra che non ci si ricordava pi cos illuminato e vitale. Questo lavoro prende spunto da quello di un grande fotografo purtroppo scomparso molto giovane, Marco Pesaresi.

    A sinistra:Visioni Sotterranee, 2008 tecnica digitale su forex

    Nella pagina seguente:Belgrado, 2009 tecnica digitale su forex

    40 41 40

    Michele Brancati

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    Michele Brancati

  • Struttura multipiano bobb, 2009 mixed media

    Ci voleva proprio unartista che unisse lattitudine e lesperienza street-art ad una ricerca su quei movimenti artistici che hanno fatto dellarchitettura, della geometria, del design, delle costruzioni e, di conseguenza, anche delle metropoli, il loro principale metro di confronto e di ricerca della realt (Bauhaus, Costruttivismo). Per questo ci hanno colpito i lavori di Moneyless, per la semplicit con cui crea questi piccoli inni allunione di arte e metropoli. Lartista riesce cos ad astrarre le forme che la citt sputa fuori dalle sue costruzioni, dalle automobili, dalle vetrine, persino dai volti, per ridonarle alla citt in una veste nuova e affascinante, che inter-agisce perfettamente con rumori, colori e sapori dal gusto contemporaneo.

    Struttura multipiano bobbe, 2009 mixed media

    Ago, 2009 viareggio quarzo su muro

    44 45

    Moneyless

  • Struttura 004, 2008 quarzo su legno sagomato

    46 47

    MoneyLess

  • Senza titolo, 2006smalto su cartone intelato

    Guido Bagini, torinese nato nel 1970, crea un nuovo mondo dimensionale attraverso la propria arte.Le prime opere consistevano in paesaggi architettonici realizzati con smalti lucidi su cartone; nel 2008 lartista si evoluto attraverso luso di un nuovo materiale, il Corian, un impasto di polvere di marmo e resine artificiali utilizzato nel mondo del design, e attraverso lapprodo alla terza dimensione.Le geometrie che avevano caratterizzato i suoi precedenti lavori diventano ancora pi essenziali e si snodano in tubi metafisici che ricordano forme organiche e sinuose.

    Le sagome presenti nelle opere su cartone vengono ricreate in tre dimensioni: le sculturericordano visionari oggetti di design e spingono losservatore ad indagare la novit di forme e materiali. Bianco luminoso e sezioni di colori saturi si alternano e seguono un continuo rovesciamento dei piani visivi, smaterializzando a poco a poco la percezione razionale dello spettatore. Le opere di Bagini diventano cos paesaggi mentali, in mezzo ai quali emozionante smarrirsi.

    Laura Brignoli

    48 49

    Guido Bagini

  • MYWorld 002, 2008smalto su cartone intelato

    MYWorld 003, 2008smalto su cartone intelato 51 50

    Guido Bagini

  • Sergio Tringali (Augusta - SR, 1976) oltre ad essere pittore da sempre, si occupa di design e web (tra le consulenze si annovera la Baleri Italia e la Renault).

    Il lavoro di Tringali fa tesoro della celebre citazione dellarchitetto tedesco Mies Van der Rohe less is more che sintetizza alla perfezione il concetto di semplicit e di minimalismo, rappresentato nelle tele dellartista.

    Nellultimo suo lavoro Look up, una serie di oli su tela che ritraggono imponenti edifici di Manhattan, facile intuire questa linea di pensiero; lartista infatti restituisce, con semplici pennellate ritmiche di bianco su fondo nero, prospettiva e volume a questi imponenti colossi di New York in un processo di sottrazione portato allestremo.

    A destra:Look up - op. 7, 2007

    olio su tela52 53

    Sergio Tringali

  • Artista dalla formazione poliedrica (illustrazione, acquarello e tecniche pittoriche varie) Massimo Falsaci (Verbania, 1974) crea un immaginario personale e di forte impatto comunicativo. Legato al filone della Nuova Figurazione, il suo lavoro prende a piene mani dallimmaginario contemporaneo plasmato, ma anche inquinato, dai mass media. Utilizza quindi fotografie scattate da lui stesso, oppure prese da quotidiani, riviste, o anche da internet, che vengono rielaborate al computer per accentuare colori e contrasti e arrivare cos allo scheletro, allessenza delle stesse. A questo punto il risultato viene riportato su tela, scomposto e colorato in acrilico, con lutilizzo di un numero limitato di colori e lassenza totale di sfumature, per arrivare ad un risultato quasi grafico, che toglie morbidezza e vita, ma che non smette di coinvolgere. Ed proprio il togliere con precisione e parsimonia, la cifra con cui le sue opere si confrontano con il contemporaneo, illudono e svaniscono, lasciando una traccia fredda quanto realistica.

    La Gabbia, 2008acrilico su tela

    Il sogno, 2008acrilico su tela

    54 55

    Massimo Falsaci

  • Sogni, 2007china nera e acrilico

    Miraggi, 2006acrilico su tela

    56 57

    Massimo Falsaci

  • Dimensioni parallele, 2008tecnica mista

    Tempo, 2008acrilico e smalti su tela

    58 59

    Giuliano Pastori

  • Per ottenere, attraverso la pittura, un risultato coerente con le linee portanti del suo lavoro, cio una visione in movimento, in azione, del contesto metropolitano, Giuliano Pastori (Roma, 1975) utilizza materiali moderni, artificiali, sintetici. cos che, con supporti di plastica dipinti con smalti, lartista rilegge la lezione sul movimento in una chiave aggiornata, che alterna una visione, un occhio fotografico, a una pennellata decisa, movimentata e rapida. Vernici, smalti, gomma, quindi, che rappresentano le citt sempre pi compromesse e vive grazie allintervento artificiale, in cui la natura sta praticamente scomparendo. Da sottoline-are, inoltre, la ricerca complementare del movimento riguardo ai punti di luce, mutuata direttamente dallaltro mezzo usato da Pastori per i suoi lavori, la fotografia. insomma un insieme di sfaccettature molto personali, che coinvolgono allo stesso modo il lato tecnico e di significato, che vanno a formare uno scenario unico, riconoscibile solo attraverso gli occhi maltrattati del nostro sguardo contemporaneo.

    Aut-60-Aut, 2008acrilico e smalti su tela

    Sentire, 2007smalti su plastica applicata su tela60 61

    Giuliano Pastori

  • Guido Bagini

    Francesco Bongiorniwww.francescobongiorni.com

    Michele Brancatiwww.michelebrancati.it

    Giacomo Costawww.giacomocosta.com

    Patrizia della Portawww.mu-seum.com

    Massimo Falsaciwww.massimofalsaci.it

    Simone Lucciolawww.lamette.it

    Moneylesswww.flickr.com/moneyless

    Paco

    Giuliano Pastoriwww.giulianopastori.eu

    Francesco Pignatelliwww.fotografiaitaliana.com

    Walter Trecchiwww.waltertrecchi.it

    Sergio Tringaliwww.tringalis.com

    Stefano Venturini

    Riccardo Zulianiurbancollage.wordpress.com

    Saper parlare al mondo contemporaneo con il linguaggio pi vecchio del mondo: larte. Questa la missione di Be|Different, primo esperimento di magazine on-line e cartaceo che si presenta come una galleria darte virtuale, un catalogo delle nuove tendenze artistiche e visive. Per questo motivo invitiamo i nostri lettori a collaborare con noi, spedendoci una selezione di lavori, oppure di racconti, saggi, notizie, sempre con un occhio al tema prescelto per il numero successivo. Be|Different non si pone limiti, n di formato, n di risorse. Vuole avere la Vostra collaborazione perch sa che solo con la passione di chi si nutre darte ogni giorno, si pu davvero realizzare un prodotto onesto, reale, che rifletta e sintetizzi il contemporaneo in ununica proposta. Il tema del prossimo numero : MUTAZIONI. Come sempre la pertinenza al tema libera. Inviate le vostre opere: entro il 20 maggio 2009, specificando nome, cogno-me ed allegando una breve presentazione a [email protected]

    Specifiche per i materiali: Per immagini, disegni e fotografie, si consiglia il formato JPEG. E possibile inviarci

    prima i file in bassa definizione. Sar richiesto successivamente, il materiale sele-zionato in alta risoluzione.

    Per i testi, si raccomanda il formato DOC o RTF.

    Non previsto un limite minimo o massimo di inivii.

    Boccioni (19.10.1982 17.08.1916) a cui dedicato questo numero di Be|Different, per onorare il centenario del manifesto futurista, abbracci in prima istanza il divisionismo e il simbolismo: suggestioni e giochi di luce per esplorare dapprima i paesaggi, quindi la vita quotidiana e poi le pieghe dellesistenza con fare onirico ed emotivo. Poi arriva il futurismo, caro elogio della velocit e della sollecitazione. Limmagine stessa diventa sulla tela un movimento, una linea, una traiettoria. Boccioni si appropria e sviluppa nelle sue opere lassenza del continuum spazio-temporale. Artista a tutto tondo si ciment anche con la scultura.

    Tuttavia, coinvolto e angustiato dalla politica, scivol verso una piccola crisi personale che lo fece morire in sella a un cavallo, invece che a bordo di una maschia italica autovettura.

    62

    Appendice degli autori:

    Il prossimo numero: MUTAZIONI

    Simone Lucciola

  • GIALLO&CO

    Larte contemporanea ha bisogno di nuove leve. Menti fresche e non compromesse che siano capaci di portare idee e soluzioni innovative, che sappiano far convivere in armonia larte, vecchia come luomo, con tutto ci che luomo oggi. Ci significa riuscire a dare visibilit alle novit che ci propongono gli artisti del nostro tempo, sia per quanto riguarda quelle che noi consideriamo le nuove avanguardie - street-art e digital art sia per le pro-poste di fotografia, e pure della pi classica pittura.Lo spazio vuoto che vedete sopra questa scritta rappresenta il nostro desiderio di portare avanti il progetto Be|Different. La pubblicit, come qualsiasi tipo di donazione alla nostra causa, non d esclusivamente a noi lopportunit di migliorare la qualit di ci che offria-mo, e di perseguire con passione gli obiettivi che ci siamo prefissati. I Vostri sforzi concreti, infatti, saranno ricambiati col nostro concreto impegno, per far s che la rivista (e il sito di-rettamente collegato) abbia la maggiore diffusione possibile, grazie allo sfruttamento del web e delle nuove tecnologie, ma anche allorganizzazione di eventi espositivi che coin-volgano un universo di artisti che ormai si muovono su canali paralleli a quelli del sistema arte canonico. Cos, il nome Be|Different diventer presto un segno di riconoscimento per chi crede ad un modo diverso e aggiornato di concepire, diffondere, e fare arte.

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    La sfida alla modernit iniziata col nuovo millennio. ora che larte torni ad essere al passo coi tempi.

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