Il Lucano Magazine Numero settembre 2013

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Basilicata da prendere al volo Dove osano le aquile

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S O M M A R I O

D O L C E E S A L A T O

6

21Che spettacolo...

l’estate in Basilicata

Via della Madonna,

percorsa da pellegrini

venerare la Madonna

di Viggiano

Il Comune di Matera

maschererà

il ponte in ferro

con vista sui Sassi

Memorial Lorusso

al Viviani si torna

a battere le mani

per l’Africa

64 Un soffritto di ricordi

54 La regina di Basilicata

56 Il telegrafo elettrico - Seconda Parte

58 Il “Satyrion” 2013 al dottor De Siena

R E P O R T A G E

B L O G O S F E R A

58 Blogosfera

E P I S T E M E

50 Presunzione: un'analisi filosofica

V I G N E T T A N D O

9 Una battuta di caccia...

T R A L E R I G H E

66 L’equivoco del Sud

67 La letteratura pulp in Italia

68 La giusta scelta

M U S I C A N D O

60 Nino D’Angelo nella mia Basilicata terra del Sud

E U R E K A

69

54

46

21 Un viaggio tra gli eventi dell’estate lucana

44

46 Matera, una pianta per mascherare

il ponte in ferro con vista sui Sassi

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E D I T O R I A L E8

Antonello LOMBARI

La natura incontaminata avvolge il cielo di Basilicata regalandoemozioni forti a chi si lascia conquistare da un paesaggio dafavola. Boschi, laghi, calanchi, dolomiti, montagne e due lembi

di mare che ammaliano. In estate la terra lucana cattura senzaappello: idee, sogni, consensi. Da qualche anno, poi, gli attrattorituristici, inventati “ad arte” per promuovere il territorio, richiama-no migliaia di visitatori. Su tutto c'è l'idea del volo a dare il sensodi libertà e di spazialità propria degli uccelli o dei grandi rapaci.Sempre sullo sfondo della montagna è accaduto a Castelmezzanoe Pietrapertosa, centri sulle dolomiti lucane, con il "Volodell'Angelo". Si replica, ora, con il "Volo dell'Aquila" a SanCostantino Albanese. Alle pendici del Pollino una struttura volante,collegata ad un cavo, trasporta quattro passeggeri sui tetti del cen-tro arbëreshë lucano. C'era tanta bella gente all'inaugurazione diquesto evento destinato a mutare il turismo in questa zona estre-mamente periferica della regione. Tutto è utile quando è necessa-rio promuovere il territorio e fare turismo, spesso dal nulla. L’ideanon è malvagia ed è l’esempio che in Basilicata non si assiste soload una svendita Total ma anche alla valorizzazione della monta-gna. E mentre si vola e si sorvola, appesi ad un filo, si studia qualegoverno dare alla Basilicata. In questi giorni i giochi sembranoessere già delineati. Da una parte i due blocchi classici contrappo-sti: Pd e Pdl si stanno attrezzando per schivare l’effetto “rimborso-poli”; dall’altra si assiste alla formazione di gruppi nuovi:Movimento cinque stelle e movimento autonomista regionale luca-no che puntano decisamente ad un cambiamento radicale. Sututte le congetture c’è l’ombra di un rinvio della consultazione elet-torale da novembre ad aprile. Tornando a sorvolare i tetti di San Costantino Albanese, il lucanomedio, già provato dai frequenti svolazzi e ronzii vari, si ritrova sulproprio capo dei rapaci innaturali. Gli improbabili mostri volanti,dall'anima d'acciaio e dal corpo di aquile voraci, planano in paral-lelo, seguendo i dettami di alleanze che, in natura, ricordano il pro-cedere di uno stormo di uccelli. Temendo il peggio, i passanti por-tano una mano a protezione del proprio capo, schivando anchel’effetto moltiplicatore dei “ricordini” volanti. Sembra uno scenarioda favola e, infatti, lo è. Di lì a poco, però, l’incanto si trasforma inun incubo: il “Volo multiplo” viene sospeso. E’ il 28 agosto quan-do, a stagione turistica quasi conclusa, l’aquila arbëreshë lasciadefinitivamente il nido naturale del Pollino, dispiegando nuova-mente le sue ali.

QUANDOL’AQUILALASCIA IL NIDO

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Una battuta di caccia...

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I L L U C A N O

Antonello LOMBARI [email protected]

Foto: Andrea MATTIACCI, Giovanni LANCELLOTTI, Canio VERTONE

Angelo Rocco GUGLIELMI, MARTEMIX.COM

Arti Grafiche Boccia s.p.a. Via Tiberio Claudio Felice, 7Fuorni - Salerno

Tribunale di Potenza N° 312 del 02/09/2003

2 Settembre 2013

Lucana Editoriale s.r.l.Via Gallitello, 89 PotenzaTel. Fax 0971.476423 -Cell. 337.901200E-mail: [email protected]

Questo giornale è associato Uspi Unione stampa periodici italiani

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Antonio CROGLIA, Michele POTENZA, Federico PELLEGRINO

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Vito ARCASENSA [email protected]

Hanno collaborato in questo numero

Nino BELLINVIA, Angelo BENCIVENGA, Arsenio D’AMATO,Alessandra FIERRI, Antonio GRASSO, Vincenzo MATASSINI,Carla MESSINA, Antonio PETRINO, Donato SABINA, Canio VERTONE

da Potenza:Antonello LOMBARI, Vito ARCASENSA 0971.476423

Angelomauro CALZA, Carlo jr. CALZA, Federica CAPASSO, Elisa CASALETTO, Paolo CILLIS, Antonio CORBO, Leonardo CLAPS, Marianna Gianna FERRENTI, Giovanni GALLO, Silvana LAGROTTA, Salvatore LUCENTE,Antonello MANGO, Anna MOLLICA, Giulio RUGGIERI, Michele RUOTI, Albina SODO, Margherita E. TORRIO

Editing e correzione bozze: Margherita E. TORRIO

dal Materano:Giovanni MARTEMUCCI 0835.333321

[email protected]

Vignette di Luca NOMAGA

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N E W S 13

I materani Angelo Fontana e Raffaele Paolicelli hanno scopertonella città dei Sassi un'antica chiesa rupestre. Un luogo di cultosinora sconosciuto, avvenuto nel cuore del rione “Civita” diMatera: si tratta di una chiesa medievale scavata nella roccia conaffreschi databili al XIII-XIV secolo. Angelo Fontana, appassiona-to studioso della civiltà rupestre con qualifica di guida turisticaregionale e Raffaele Paolicelli, Operatore dei Beni Culturalihanno intrapreso un'attività di studio basato su ricerche e con-sultazioni di fonti archivistiche per il riconoscimento storico daattribuire al sito. Dal loro lavoro è emerso che la probabile inti-tolazione di questa chiesa rupestre possa essere quella di SanPietro da Morrone; fu dedi-cata al Papa Celestino Vche abdicò nel 1294 pertornare a condurre una vitaeremitica e che fu canoniz-zato santo settecento annifa, il 5 maggio 1313. In epoca angioina, ilConnestabile Angelo DeBerardis in un suo testa-mento del 1318 la riportatra le parrocchie di Matera. Da una visita pastorale del1623 risulta ancora attiva;nel 1774 il CanonicoBelisario Torricella la indica“...non molto lontana daquesta, e propriamente nelmezzo della salita selciata,e publica strada, che con-duce al venerabileMonistero di Santa Luciadelle Benedettine v'era una Chiesa colla sola facciata di fabricadetta da più secoli, e con linguaggio corrotto Santo Pituddo, cheoggi, e da molti anni si vede ridotta in Cantina, qual Santo, inlinguaggio toscano, sona S. Pedrino. ...”Il Circolo Culturale la Scaletta in “Chiese e asceteri rupestri” del1995, la cita tra le segnalazioni di altre chiese non rinvenute mamensionate nelle pergamene di Giustino Fortunato da cui si

apprende il nome di “San Pietro De Morronibus o delliMorvoni”. Nel 1861 era già abitazione e nel 1960 fusfollata e murata in seguito alla legge De Gasperi del1952. E da allora non se ne seppe più nulla fino allascoperta dei due materani.Angelo Fontana e Raffaele Paolicelli nel corso delleoperazioni di rilievo planimetrico hanno rinvenuto unpregevole affresco inedito raffigurante il volto di unSanto Barbuto, avente particolari analogie con l'affre-sco di San Giacomo Maggiore conservato nella chiesadi San Giovanni in Monterrone. Sulle altre pareti sono

evidenti altre tracce di affreschi tra le quali quelle relative a unaMadonna nell'atto dell'Adorazione. Ora Fontana e Paolicelli vogliono pubblicare ulteriori approfondi-menti; per ora hanno voluto segnalare la scoperta soprattutto alfine di tutelare un sito in stato di abbandono ma che merita unagiusta riqualificazione e valorizzazione.

gi,ma.

Sassi di Matera, due ricercatori materaniscoprono una chiesa scavata nella roccia

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N E W S14

È attivo, presso la sede di Viggianello inCorso Senatore De Filpo, il nuovo spor-tello dell’Adoc Basilicata. L’esigenza diaprire una nuova sede nasce dal semprecrescente numero di persone che sirivolgono all’associazione dei consuma-tori per chiedere un aiuto nel risolvereproblemi con gli operatori della telefo-nia, sulle garanzie che non vengonorispettate nell’acquisto di beni e servizi,sui contenziosi circa le bollette di luce,acqua e gas, su tassi d’interesse deifinanziamenti. Per garantire un serviziomigliore l’Adoc sarà a disposizione con ilnuovo sportello di Viggianello.

Responsabile dello sportello zonale edell’Area Sud della Basilicata è l’Avv.Antonello Mango, tel. 3395887935.Attualmente sono attivi presso l’associa-zione sportelli per consulenze sulle uten-ze, telefonia (fissa e mobile), banche efinanza, contratti dei consumatori ingenerale ma anche con i servizi di con-ciliazione paritaria con Telecom, Poste

Italiane, Enel, Wind/Infostrada, Teletu,Tim, Eni, Edison, Autostrade per l’Italia,Vodafone, H3g e Acquedotto Lucano eper fornire assistenza legale, tributaria,commerciale su fermo amministrativo,ipoteche, ingiunzioni fiscali, cartelleesattoriali, accertamenti dell’Agenziadelle Entrate, malasanità, viaggi aereiannullati o smarrimento bagagli.

Buono il successo di pubblico e critica per il concerto di MalikaAyane che si è svolto lo scorso 9 agosto sulla spiaggia del Portodegli Argonauti di Marina di Pisticci, per l’unica tappa inBasilicata. Un concerto che rientra nel Programma Argojazz2013, realizzato in collaborazione con Ueffilo. Particolarmentesuggestiva è stata la location visto che il palco è stato montatosulla spiaggia del Porto degli Argonauti con il mare a fare dasfondo. “Nel tour estivo, rispetto a quello invernale, - affermaMalika Ayane- cambia lo spirito che aleggia sulle canzoni. Primadi tutto perché le ho scelte confrontandomi con gli altri musici-sti che mi accompagnano in tour. Ci siamo detti: dobbiamo scegliere i brani che piacciono a noi, elo abbiamo fatto. Da quel punto in poi ci siamo messi a lavora-re per riarrangiarli completamente, e quindi il pubblico li ascol-terà in versioni nuove con il coinvolgimento sul palco di diecistrumentisti. In scaletta ovviamente non mancheranno i singolipiù famosi, quelle canzoni per le quali sono conosciuta e chepassano in radio come l’ultimo singolo “Cosa hai messo nelcaffe”. Con me sul palco ci saranno musicisti eccellenti con cui ci pre-senteremo in modalità anni ‘20 e immersi in una scenografia chesarà una sorta di trasposizione di un giardino. L’idea mi è venu-ta in mente guardando Una vita non basta, un film del registaClaude Lelouch. La sensazione è quella del “non luogo” da quadro impressioni-sta, una scatola dei sogni”. Durante il concerto Malika Ayane èstata accompagnata sul palco da 10 musicisti: Leif Searcy alla

batteria, Marco Mariniello al basso, Stefano Brandoni alla chitar-ra, Carlo Gaudiello al pianoforte, Giulia Monti al violoncello,Daniele Parziani al violino, Marco Venturi alla viola, GiampaoloMazzamuto alla Tromba, Andrea Andreoli al Trombone, MorenoFalciani al flauto e sax. Tra i grandi autori con cui Malika Ayaneha collaborato c’è anche Paolo Conte. E nel suo ultimo discoRicreazione, di cui è per la prima volta anche produttrice artisti-ca, Ayane ha voluto coinvolgere oltre all’amico Pacifico, poiTricarico e tanti altri tra cui Davide Boosta dei Subsonica.

gi.ma.

Inaugurata a Viggianello unanuova sede Adoc, l'Avv. AntonelloMango nominato responsabiledell’area sud di Basilicata

Porto degli Argonauti,suggestioni e sonoritàparticolari nel concerto di Malika Ayane

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Matera, è quasipronta l’area giochidel quartiere ArcoSono in corso i lavori di completamento dell’area giochi per bam-bini al quartiere Arco. Dopo qualche critica da parte della stampaa dare un’accelerata ai lavori sono stati l’assessore ai parchi RoccoRivelli e l’assessore ai lavori pubblici Nicola Trombetta. I lavori rap-presentano una prima tranche di intervento. Infatti, per fare inmodo che l’area giochi per i bambini fosse usufruibile il più rapi-damente possibile, si è deciso - in questa fase - di adeguare l’a-rea attraverso il livellamento della superfice, interrare il tubo delleacque piovane, mettere in sicurezza il cortile che è situato nellaparte superiore con la predisposizione di una ringhiera. Intanto,saranno completate le opere di urbanizzazione primaria ovvero, ilcompletamento dei marciapiedi. Verranno previsti i percorsi dell’a-rea giochi, il consolidamento e il ripristino di alcuni tratti del murodi sostegno del cortile, la predisposizione di panchine e di piantee sarà effettuata una valutazione supplementare da effettuarecirca l’opportunità di recintare l’area. “E' un ulteriore tassello cheponiamo – commenta il consigliere comunale Francesco Bianchi -per il completamento e la qualificazione del quartiere Arco: già nei

mesi scorsi eravamo intervenuti con la piantumazione di essenzee di alberi. L'obiettivo finale è quello di dare agli abitanti del quar-tiere uno spazio di socialità idoneo sia per i bambini che per gliadulti: si tratta dello spazio verde, un giardino (di circa 30 metriper 20) in via Livatino, nella zona nord della città, che sarà conse-gnato alla piena fruibilità dei cittadini”.

gi.ma.

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Prestigiosa ribalta internazionale per l’ufficiale dell’EsercitoItaliano Giuseppe Amato. Il capitano è stato, infatti, invitato afine agosto nel corso della XXXIV edizione del Meeting di Rimini.Nella Sala Neri, l’ufficiale lucano si è confrontato in un incontrointrodotto dal direttore di “RaiNews” Monica Maggioni - conMaria Bashir, Procuratore capo nella provincia di Herat(Afghanistan), il Ministro della Difesa Mario Mauro Ministro,Gen. Div. Luciano Portolano, Capo Reparto Operazioni presso ilComando di Vertice Interforze e 1° C.le Magg. MonicaContraffatto, volontaria dei Bersaglieri - sul tema “Sicurezza ededucazione nelle missioni di pace”. Proprio sulla sua esperienzain Afghanistan - cinque anni fa presso il Comando NATO a Kabuldurante la missione ISAF - il capitano Amato ha scritto il testo“L’eco dei miei passi a Kabul” (collana "Testimonianze fra crona-ca e storia - Le nuove guerre" di Mursia editore). Nel libro, plu-ripremiato (ha ricevuto il “Premio Targa Il Molinello 2013” e il“Golden Selection” nell’ambito della quinta edizione del “PremioLetterario Internazionale Città di Cattolica Pegasus LiteraryAwards” ), Amato ripercorre, con uno stile semplice e diretto, lasua avventura umana e professionale, riportando con obiettivitàil passaggio complesso che l'Afghanistan sta attraversando.“L’eco dei miei passi a Kabul” ha riscosso ottimi consensi di cri-tica e di pubblico. Inoltre, per merito della sua valenza pedago-gica e della sua attenzione nei confronti della multiculturalità, è

stato adottato come libro di testo in alcuni istituti scolastici dellaPenisola. L’ufficiale ha frequentato l'Accademia Militare diModena e la Scuola di Applicazione a Torino. Laureato in ScienzeStrategiche e in Informatica, ha partecipato a diverse missioniall'estero e attualmente presta servizio presso lo Stato Maggioredella Difesa. Quella del capitano Amato, quindi, è una presenzacruciale al Meeting di Rimini, quest’anno dedicato al tema“Emergenza Uomo”.

gi.ma.

Il Capitano GiuseppeAmato al Meeting di Rimini sulle missioni di pace

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Ame le giostre non sono mai piaciutetanto. O meglio: non mi piace andarein giostra, ma mi diverte guardare gli

altri fare il loro giro. Mai avrei pensato didover andare in giostra mio malgrado: unasola volta mi è capitato, la vigilia degli oralidegli esami di maturità quando andammoin quattro a rilassarci ad Edenlandia e glialtri tre mi convinsero a provare l’ottovolante: non avessi mai ceduto!... e così daquel giorno nonostante amici, parenti efigli, niente giostre: meglio stare in piedi aguardare ed aspettare gli altri.Eppure, da qualche tempo, ogni volta cheper uscire da Potenza in auto percorroViale del Basento, in prossimità del nuovis-simo spazio di stazionamento degli auto-bus extraurbani, mi trovo mio malgrado…su una giostra!E’ mai possibile? Direte. Beh, sì. Ci facciacaso chiunque stia leggendo questo scrittoe si sia già trovato o si troverà a passare dilà.Sulla destra gli autobus fermi per consenti-re ai passeggeri di salire e bordo; sulla lorosinistra, al centro della carreggiata, unospartitraffico con dei semaforini ad usodegli autisti dei bus; un po’ più avanti iclassici semafori che regolamentano il traf-fico dei mezzi in circolazione sulla carreg-giata sinistra; ancora un po’ più avanti unaltro semaforo, stavolta nella carreggiatariunificata, in corrispondenza dell’uscita del

sottopasso che porta alle scale mobili.Ebbene, gli ultimi due semafori sono “achiamata”, cioè il rosso appare quandol’autista di un bus in partenza o un pedoneche, uscendo dal sottopasso deve attraver-sare la strada, pigiano un bottone. Il sema-foro da verde diventa rosso, consentendocosì o al bus di immettersi in Viale delBasento, o al pedone di poter attraversarein sicurezza la strada. Tutto a posto, allora… La giostra che c’en-tra?...c’entra, c’entra… C’entra perché isemafori in alcune ore di punta non solocambiano dal verde al rosso e viceversa inmaniera improvvisa e repentina, costrin-gendo gli automobilisti ad un pericolosotira e molla” con acceleratore/freno/frizio-

ne azionati di continuo, ma per di più isemafori passano dal verde al rosso senzapassare…dal giallo! Un po’ come ilMonopoli, quando peschi la carta che tidice di andare in prigione senza passaredal via. Questo, che crea disagio già intempi di chiusura scolastica, lascia presagi-re, quando le scuole saranno riaperte e inparticolari ore del giorno, disagi e intermi-nabili e disordinate code di veicoli con con-seguente paralisi del traffico. E allora sì cheprenderò pace, perché allora sarà finitapure la giostra del “tira e molla”, con buonapace per chi dopo una mattinata di lavoroo di lezione sogna di tornare a casa primapossibile. Ma questa è tutta un’altra giostradove spero davvero di non salire.

I L C O R S I V O

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Angelomauro CALZA

Il Bruscolinonell’occhio

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R E P O R T A G E21

Un venticello fresco, piacevole e friz-zante ha dato più brio, quest'anno,alla stagione estiva degli eventi

lucani. In ogni angolo di Basilicata suoni,tradizioni, premi, concerti, rappresenta-zioni teatrali, esibizioni, recupero di riti eusanze della civiltà contadina. Il ritornodegli emigranti nei paesi d'origine ha for-nito lo spunto, alle locali Pro loco, perallestire degli spettacoli in grado di evi-denziare la bellezza dei borghi antichi,spesso relegati a ruoli subalterni, rispet-to ai grandi attrattori turistici. Lo specia-le che "il Lucano magazine" ha prepara-to per questo numero vuol essere unalbum fotografico dell'estate vissuta nellagrande piazza lucana, i cui fotogrammi, arappresentare le varie aree della regione,costituiscono una testimonianza delladiversa e vasta cultura lucana.

Un viaggio tra gli eventi dell’estate lucana

Che spettacolo

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Anche quest’anno Viggianello ha regalatoun cartellone estivo di tutto rispetto e cheha richiamato numerosi turisti provenientida ogni parte d’Italia. Numerose sono statele iniziative e le manifestazioni, capaci dicatturare le attenzioni dei presenti, con alcentro le risorse storiche, paesaggistiche eculturali del paese. Un cartellone ben pen-sato e frutto di un giusto mix che ha per-messo di promuovere un’offerta culturale eturistica di rilievo, con l’esibizione di artistidi respiro internazionale, ma anche unariproposizione di antichi culti (riti arborei eballo coi cirii). Un bel biglietto da visita

Viggianello l’aveva ricevuto proprio a ridos-so dell’inizio del cartellone estivo, ossiaquando si è potuto fregiare dell’inserimen-to nel club dei Borghi più Belli d’Italia.Dopo il successo riscosso a maggio con ilBorsino del Turismo, in estate, a fare dacornice alla bellezza del centro storico, ciha pensato l’incantevole scenario dellemontagne del Pollino con manifestazioniche hanno abbracciato l’arte, la musica, laletteratura, lo sport, il teatro e la danza.Dopo la buona riuscita di “Uomini e Cime”,tre appuntamenti culturali in quota e all’a-perto con altrettanti affermati autori delpanorama letterario italiano (FrancoArminio, Carlo D’Amicis, Diego De Silva),non sono mancati i grandi nomi della musi-ca. A farla da padrone, nonostante leavverse condizioni atmosferiche, il cantau-tore Francesco De Gregori il quale si è esi-bito nella splendida cornice dell’anfiteatrocomunale dando sfoggio del suo repertorioallietando in tal modo i presenti. Ma labuona musica è continuata anche sullenote di Edoardo Bennato, dei maestri suo-

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Antonello MANGO

ViggianelloRiti,celebrità e unoscenario da favola

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natori del Pollino e della musica classicanell’inedito scenario della Madonnadell’Alto. Non è mancata poi la comicità conil classico appuntamento di “Ridipollino”;quest’anno sul palco si è esibito Uccio DeSantis il quale ha dato vita a delle spetta-colari gag che hanno coinvolto e divertito ilpubblico presente. Le sagre enogastrono-miche, infine, hanno deliziato il palato deifruitori del Parco del Pollino con quest’ulti-mi che hanno potuto gustare crespelle, sal-siccia, spezzatino e truccisco. Un cartellonequindi unico nell’intera Basilicata e che dafine luglio sino agli inizi di settembre hastregato i presenti. Merito questo dei gio-vani della Pro Loco di Viggianello edell’Assessore alla Cultura Maurizio Petrola,i quali hanno coniugato alla grande spetta-colo e promozione dei luoghi. “Un plauso -ha affermato il sindaco Vincenzo Corraro -va indistintamente a tutti coloro che sisono impegnati nella riuscita del cartelloneestivo che ha permesso di richiamare l’at-tenzione dei media sul nostro paese.Unitamente al nostro sito turistico raggiun-gibile al link www.viggianellovacanze.it eall’intensa attività escursionistica, fluviale edi camminamento urbano che viene svoltadalle nostre guide è stato possibile raffor-zare la proposta di un paese che vuole farsiconoscere e che ambisce fortemente afarsi spazio in un’ottica promozionale eturistica. E il fatto di essere stati inseriti nelclub dei Borghi più Belli d’Italia - ha conclu-so il Sindaco Vincenzo Corraro - va proprioin questa direzione”.

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San Costantino Albanese CRONACA DI UN VOLORIMASTO A MEZZ'ARIAIl progetto del Volo dell'Aquila è

andato giù in picchiata, viaggiandospedito, per un certo tratto, sino

all'inaugurazione, avvenuta il 29luglio, con relative prove di volo. Poi,intoppi burocratici e verifiche tecni-che, hanno consigliato la chiusura del-l'impianto che, nel frattempo, vienesottoposto a manutenzione. Intantocrescono le polemiche per un'opportu-nità turistica annunciata e, di fatto,sciupata. Il 28 agosto, quando la sta-gione turistica sta per finire, il Voloriprende. Nello schema che segueabbiamo ripercorso le tappe di questovolo rimasto a mezz'aria.

27 gennaio 2012

Alla Regione Basilicata si tiene la conferen-za stampa, del progetto del Volo dell’Aquila.“Partendo dal Programma Senisese- dice DeFilippo- abbiamo cercato di realizzare pro-getti che potessero contribuire ad affronta-re in maniera positiva e costruttiva le diffi-coltà del momento. La realizzazione di unnuovo attrattore turistico nella zona delPollino è la dimostrazione della costanteattenzione della Regione a valorizzare lepeculiarità dei suoi territori, rivitalizzando icentri storici e incentivando l’imprenditorialocale”. Alla conferenza sono presenti anchel’amministrazione comunale, l’Apt Basilicatae la ditta che si occuperà della realizzazionedell’opera (l’austriaca “Alfred RodlsebergerStahl Maschinenbau”). Importo totale delprogetto: 1.600.000 euro nell’ambito del

Programma Speciale Senisese.

Luglio 2012Partono i lavori

22 luglio 2013Si tiene la conferenza stampa di presenta-zione dell’impianto. Si volerà dal 1 agosto.Fino al 30 settembre 2013 il Gal “La cittadel-la del Sapere” gestirà l’impianto. Parte lagrande macchina mediatica per promuove-re l’attrattore.

29 luglio 2013A San Costantino Albanese si svolge la ceri-monia di inaugurazione. Prove di volo.

1 agosto 2013

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L’Aquila non vola, nonostante decine di turi-sti accorsi in paese. Il Gal dichiara alla stam-pa che il volo è posticipato al 6 agosto perproblemi burocratici legati alla mancanza didocumenti relativi all’assicurazione. Inoltre:“Le tantissime richieste di prenotazione,unitamente alle normali esigenze tecnicheche caratterizzano la fase di start up delleattività, hanno portato al blocco del sistemadi prenotazione e alla momentanea sospen-sione del servizio.A partire da martedì 6agosto 2013 sarà nuovamente possibilevolare e prenotare il biglietto online!”

6 agosto 2013 L’Aquila è sempre ferma. La Cittadella delSapere informa che l'impianto è al momen-to sottoposto a manutenzione. Nelle prossi-

me ore sarà comunicata la riattivazione delservizio.

9 agosto 2013 La Cittadella del Sapere comunica che l'im-pianto "Il volo dell'Aquila" resterà chiuso neiprossimi giorni. "A breve -recita il comunica-to- vi informeremo circa la riattivazione delservizio.”

12 agosto 2013 Chiude l’impianto. Poche righe di un comu-nicato stampa decretano la sospensionedelle attività di volo. “Si comunica che acausa dell'impossibilità verificata di contrar-re una polizza assicurativa adeguata allaparticolarità dell'iniziativa, non sarà possibi-le nell'immediato avviare le attività del Volo

dell'Aquila. Si rinvia pertanto l'apertura adata da destinarsi, che sarà comunicata aseguito della sottoscrizione della polizzaassicurativa.”

28 agosto 2013Quando l’estate è ormai agli sgoccioli e lastagione turistica sta terminando, riparteufficialmente il Volo dell’Aquila. A SanCostantino Albanese, alle ore 10, vieneaperto al pubblico l’attrattore che ha domi-nato l’estate lucana. La Cittadella delSapere, nel comunicare l’avvio del nuovoattrattore, si scusa per la serie di imprevistiamministrativi che hanno ritardato l’espe-rienza. La speranza è che il Volo dell’Aquilapossa avere ricadute turistiche positive ditutta l’area del Pollino

Il Volo dell'AquilaInaugurazione e dettagli tecnici

Ha preso il via, il 29 luglio scorso, a San Costantino Albanese, ilVolo dell'Aquila. Hanno inaugurato l'impianto, spiccando letteral-mente il volo e provando l’ebrezza del viaggio su questo maxideltaplano: il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo,il Direttore dell’Azienda di Promozione Turistica Lucana,Giampiero Perri, l’assessore regionale lucano all’agricolturaNicola Benedetto ed il Presidente della Provincia di Potenza PieroLacorazza. A riceverli, facendo gli onori di casa, secondo il ceri-moniale, c’erano il Sindaco di San Costantino Albanese,Rosamaria Busicchio ed il Direttore della comunicazione del Gal“La cittadella del Sapere”, Nicola Timpone. Il Volo dell’Aquila èstato finanziato dal Programma Speciale Senisese per un impor-to di 1.600.000 euro. Si tratta di un impianto sportivo per iltempo libero, che simula un volo in deltaplano; a differenza delVolo dell’angelo che unisce due località: Castelmezzano ePietrapertosa, il volo dell’aquila decolla e rientra da e nel camposportivo di San Costantino Albanese. Si può viaggiare in 4 e con-sente anche alle famiglie con bambini di età superiore a 10 annidi divertirsi insieme. Il gestore dell'impianto è il Gal “La Cittadelladel Sapere”. Alcuni dettagli tecnici: lo skyflier monofune viaggia ad una velo-cità di circa 80 chilometri orari su un percorso di 1200 metri.L'impianto doveva essere attivo dal primo agosto al 30 di settem-bre, dalle ore 10 fino alle ore 18, con un costo di 10 euro a per-sona.

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Acerenza, Pisticci, Balvano,San Chirico Raparo, Aliano eGrumento Nova, ovvero, i

paesi lucani nei quali si è esibito il cantau-tore romano in tour con l’album L’Inizio.Non un caso ma una scelta perché solo dalpalco le idee sono veicolate con libertà esenza filtri. L’incontro con Fabrizio Moro perIl Lucano Magazine è nel cuore della Vald’Agri.

Sesto concerto in Basilicata in treanni, un’immagine di questa regione?È uno dei posti in cui la gente è più calda.Sono di origine calabrese. Il calabrese apreil suo cuore dopo che ha espresso un po’ didiffidenza. Questo atteggiamento l’horiscontrato in Sicilia, nell’entroterra laziale.In Basilicata no. Insieme alla Puglia, sono ledue regioni in cui sono accolto a bracciaaperte dal primo istante. Non ci sono pre-giudizi, per lo meno, per me è stato così.

I dischi oggi sono prodotti per essere

suonati dal vivo?Le vendite servono per ripagare i soldinecessari alla produzione dell’album, allapost-produzione. Quando suoni vedi tantiragazzi crescere piazza dopo piazza. Se idischi venduti fossero direttamente propor-zionali al numero delle persone sarei milio-nario. Giriamo l’Italia da maggio e mental-mente non stacchi mai. Nel 2013 sono oltretrenta le date del tour, pur facendo pocaradio e poca televisione ce la caviamo sem-pre.

Pregi e difetti dei concerti?Nessun difetto. Non c’è paragone tra espri-mere un pensiero sul palco ed esprimerlo intv. Sono due mestieri diversi. Un artistadeve conquistarsi il diritto di suonare il piùpossibile, di restare in contatto con i proprifan e con chi non lo conosce per potersi poiaffermare nella sua totalità. Sul palco hai lapossibilità di manifestare la tua libertà e l’u-nico filtro tra te e la gente è la transenna.Quando ne sto lontano non vedo l’ora di

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Fabrizio Moro e i suoi sogni nel c

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ripartire.

Hai definito L’Inizio il tuo cd esisten-ziale. Perché è differente dai lavoriprecedenti?Perché sono un uomo diverso per una seriedi circostanze, dalla nascita di mio figlio alritrovamento di un mio equilibrio interiore.Tutto questo si è riflesso nella stesura dellecanzoni. È un disco che ha avuto una pre-produzione di due anni e mezzo in studio alfine di curare ogni minimo dettaglio: dalsuono della cassa a quello del rullante, dalsuono delle parole alle storie da raccontare.Volevo scrivere una canzone per mio figlio,volevo esternare il mio punto di vista sullavita dell’on. Giulio Andreotti, volevo parlaredel mio Paese. La linea tra la banalità e illinguaggio originale è sottile. Io credo diessere riuscito a spiegarmi con un velo dioriginalità. In questo periodo, in cui si riaf-faccia la maschera sanremese, mi hannocontattato degli interpreti per alcuni branida autore, ma sono svuotato. Magari la

nascita di mia figlia potrà stimolare la crea-tività.

È stata importante la collaborazionedi Pier Cortese per L’Inizio?Pier oltre a essere un bravo autore è ungrande produttore, con lui ho scoperto l’im-portanza di interfacciarsi agli altri. Finora hoscritto i testi e le musiche nelle quattromura della mia stanza e quando avevo delleidee dignitose scendevo in cantina con laband. Una filosofia rock and roll, senzaaccortezze. Il prossimo disco sicuramentelo produrrò con lui.

La musica è talento, improvvisazione,ricerca?Molti mi chiedono il motivo per cui faccioquesto lavoro. Fino a qualche tempo fa erouna persona chiusa, non riuscivo a comuni-care né la parte più brutta di me, né la piùbella. Senza musica sarei una persona com-pletamente sorda, cieca e muta.

Network e case discografiche voglio-no ancora fare musica?Oggi grazie alla rete e ai concerti hai la pos-sibilità di farti strada ugualmente. Le lobbydiscografiche e radiofoniche hanno chiusole frontiere per dedicarsi a progetti com-merciali, meno istintivi. I grandi artisti chestanno nascendo e che si sono ritagliatidegli spazi, penso a Caparezza,Bandabardò, Afterhours, come i Pink Floyddel resto, non sono in televisione. Questa èla musica. Stare in mezzo alla gente edesprimere delle opinioni con lo strumentomusicale, col gruppo. Io suono con gli stes-si ragazzi da 15 anni, mi sento più il porta-voce di una band che un solista. Se un gior-no i media decidessero di darmi una manosarei felice. La mia vita è appena iniziata eriuscirò a mettere quella bandierina rossache mi sono prefissato da tempo anchesenza Rtl 102.5, Radio DeeJay, Mediaset.

Solo live?Si.

o el cassetto

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La festa patronale è ormai da anni untabù intoccabile di cui la comunità nonpuò privarsi. Così, anche quest'anno, il

sodalizio Confraternita di San Rocco eConcattedrale di Sant'Andrea si riconfermacon l'organizzazione dei festeggiamenti reli-giosi e civili in onore del Santo Patrono. Lapreparazione è avvenuta nell'arco di appenaventi giorni e con un budget ridotto. La mancanza di una giunta comunale,obiettivamente, si è fatta sentire, anche separe che la Confraternita abbia avuto tuttol'appoggio necessario da parte del commis-sario prefettizio, Rosa Correale. Ogni giornata è stata dedicata ad un temaparticolare. La giornata dell'amicizia e dellosport il 14 agosto, ha visto, in largoVescovado, l'esibizione di tutte le associazio-ni sportive locali, animate da giovani impe-gnati in diverse discipline (tiro con l'arco,ping-pong, calcetto) per trasmettere il valo-re dello sport e della sana competizione. Aconclusione, un momento di condivisionecon la proiezione all'aperto della partita dicalcio Italia-Argentina in onore del SantoPapa Francesco.A seguire, il 15, la giornata della musica conl'esibizione in piazza Castello dei GruppiGiovani locali” e un Gran Galà di beneficen-za.

La giornata del 16 è stata dedicata al sorri-so con l'apertura dei fuochi d'artificio, con laperformance per le strade della città delcomplesso bandistico “Città di Venosa-Amici della musica” ed infine con il grandio-so, esilarante, nuovo tour di Uccio DeSanctis “È da una vita che faccio questavita”, con Antonella Genga, UmbertoSardella, e l'Orchestra Da Favola che anco-ra una volta a Venosa ha riempito la piazza. In segno di rispetto per i tanti anni di devo-zione è stata anche conferita la pergamenaal confratello di San Rocco, SaverioPescuma, per i 70 anni di attività profusa infavore della confraternita e di tutti i cittadi-ni, con ringraziamenti del priore GiuseppeMettola. Le celebrazioni civili in onore di San Rocco,si sono concluse con l'Amami tour di Arisa,che ha incantato Venosa con il suo look sen-suale e la sua raffinatezza musicale. Unanuova immagine poliedrica che ha stupefat-to il pubblico, facendo dimenticare un dietrole quinte animato da discussioni “contrat-tuali” tra organizzatori ed impresari che haprovocato uno slittamento di orario nell'esi-bizione della cantante pignolese.Un altro piccolo inconveniente ufficialmente“di natura elettrica” ha provocato il 17 ago-sto, la sospensione, a metà esibizione, delconcerto della Cover band pugliese “ErosRamazzotti – Tutte storie”.Oltre alla festa patronale, la rassegna“Teatri di Pietra, organizzata dall'associazio-ne “Scena Mediterraneo”, ha ospitato, nelcortile del Castello Pirro del Balzo, due spet-tacoli d'eccezione; “Il re sono Io” per laregia di Giacomo Zito, con la compagniateatrale, guidata da uno straordinarioGianfranco D'Angelo, e “Pollicinella, Canti e

suoni del rito”, un viaggio etnografico allascoperta della tradizionale maschera parte-nopea di Pulcinella, con l'esibizione dellacompagnia diretta dalla magistrale regia diMario Brancaccio.Ed ancora spettacoli un po' più “paesani”,ma non per questo meno coinvolgenti,come “Tre amici al bar - un anno dopo”,svoltosi sempre nel cortile del castello, conesilaranti sketch e una grande presenza dipubblico. Carmine, Vincenzo e Pagnotta, trenormali cittadini, raccontano con ironia gliusi e le abitudini vissute nella quotidianitàdagli “oraziani”. La notte di San Lorenzo, invece, è stataallietata da “Riflessi di Stelle”, evento orga-nizzato dalla Cantina di Venosa, giuntoormai alla sua III edizione, nato dall'idea diabbinare le osservazioni astronomiche alladegustazione di piatti tipici lucani, accompa-gnati da un buon vino Aglianico DOP, il tuttocoronato dalla pizzica salentina degli“Scazzicapieti”.Spazio alla solidarietà con lo spettacolo"Luntan...ma non tant”, organizzato dallaFondazione Rosangela D'Ambrosio, il cuiricavato sarà impiegato per finanziare,come avvenuto negli anni scorsi in India ein Zambia, progetti umanitari per aiutare sulcampo i ragazzi che vivono disagi di ognitipo, in primis la mancanza di acqua e dicibo. Ed ancora “Roba da matti”, l'iniziativa pro-mossa dall'associazione familiare“Antistigma”, che raccoglie le famiglie deiragazzi affetti da patologie psichiatriche, peraiutare a vivere nel miglior modo possibile.Anche in questo caso tante degustazioni dipiatti tipici, a suon di taranta, con l'esibizio-ne del gruppo folk “I f'st'nìdd” di Lavello.

Marianna Gianna FERRENTI

Venosa

Arisa, De Sanctis e giornate a tema per la festa del patrono

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"Sapori & Arte per le vie del Borgo"è stata l'iniziativa di promozioneenogastronomica e territoriale

che, sabato 10 agosto, ha richiamato aPietragalla un importante flusso di visitato-ri per gustare specialità gastronomiche tipi-che ed apprezzare le proposte artistiche eculturali che hanno reso ancor più sugge-stivo il centro storico pietragallese.L'evento, che ha la finalità di rivalutare con-testualmente il borgo storico di Pietragalla,è stato operativamente organizzato dallaPro Loco e cofinanziato, già dal 2010, dal-l'amministrazione comunale grazie all'ade-sione al pacchetto integrato di offerta turi-stica denominato "Feudi Federiciani - Terredi Aristeo" a cui hanno aderito anche altriComuni della zona nord del potentino, non-ché alcuni tra i Comuni compresi tra le areedell'alto Basento e alto Bradano, aventiaffinità storiche e territoriali.Al termine della serata, il presidente dellaPro Loco pietragallese, Donatino Ceraldi, èparso visibilmente soddisfatto: "Dopo laquarta edizione il risultato può dirsi ampia-mente positivo; sarebbe banale ripetere leconsiderazioni espresse, nei precedentianni, riferite all'evento di promozione delborgo storico di Pietragalla. Il dato impor-tante rilevato, nel corso del tempo, si con-centra sulla crescente richiesta di visitarePietragalla e sul fatto che la Pro Loco èdivenuta una piattaforma di riferimento per

il territorio pietragallese, sotto l'aspettodella promozione storico-culturale". UnaPro Loco gettonata, dunque, quella diPietragalla. "Negli ultimi anni -sottolineaCeraldi- è aumentato considerevolmente ilnumero dei contatti. In questo senso èstata efficace la vetrina d'approccio costi-tuita dalla sagra del migliatiedd che ci haconsentito di attrarre i visitatori, andandooltre la sagra di paese. L'evento gastrono-mico, ambientato nel centro storico, haquasi portato per mano la gente che, pas-seggiando per il borgo, ha potuto ammira-re le bellezze del posto". Cosa ha in cantie-re la Pro Loco di Pietragalla? "Sulla scortadi quanto sino ad oggi maturato -aggiungeil presidente Ceraldi- ci proponiamo di

guardare con ottimismo al futuro dei terri-tori della Basilicata, auspicando che le isti-tuzioni, a tutti i livelli, possano continuaread elaborare nuove formule insistendo nelsolco già tracciato. Ciò per tenere vivi i pic-coli contesti della regione che hanno dimo-strato, attraverso la capacità organizzativaed operativa, di essere appetibili perchéricchi di storia, cultura e sapori. Tutto ciòpotrà continuare analizzando i risultati sinoad oggi raggiunti per ripartire con unanuova programmazione più mirata che nonmortifichi chi, con serietà, ha creduto econtinua a credere ed investire tempo,lavoro e capitale nei suggestivi paesi dellaBasilicata. Quei centri che per tanti rappre-sentano sempre più una bella scoperta".

Pietragalla

Sapori & Arte, pasteggiandoper le vie del Borgo

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Si è da poco conclusa la XXX Edizionedella “Rassegna Internazionale dellaCultura e delle Tradizioni Popolari”

organizzata dalla Pro loco il Portale diPignola, presieduta dalla Dottoressa MariaAlbano.Era il 1984, quando i primi gruppi stranieriapprodavano in Basilicata e da allora centi-naia sono state le bands che si sono avvi-cendate sui nostri palchi. Migliaia i giovaniche hanno avuto modo di visitare la citta-dina di Pignola, che da sempre si contrad-distingue per la calorosa accoglienza.

La longeva Rassegna, ha visto la partecipa-zione di molteplici artisti del panoramanazionale ed internazionale.Durante la prima serata, tenutasi l'11 ago-sto, si è esibita, per la prima volta nellanostra regione, la grande OrchestraAccademica Sinfonica della ChernivtsyPhilarmonic Society, provenientedall'Ucraina, insieme alla Corale Polifonicadi Bellizzi, con il sostegno di cantanti lirici difama mondiale.La seconda serata, dedicata alla musicafolk regionale, ha visto la partecipazione di

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Alessandra FIERRI

Pignola

Cultura e tradizione popolare nella rassegna de “il Portale”

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rappresentanze dell'intera regione; men-tre, il giorno 13 agosto, ad allietare lanumerosa platea, c'è stata l'esibizione dellacompagnia De Danza “ Mexico Vivo”, pro-veniente dal Messico.L'ultimo appuntamento, tenutosi il giorno15, è stato il Convegno “Il lago di Pignolae l'Avifauna”, organizzato presso laRiserva Regionale Oasi WWF del Lago delPantano, dove, insieme agli esperti del set-tore, si è discusso del sito, anch'esso natonel 1984, luogo di riconosciuta importanza,per le sue caratteristiche naturali.

Il forte legame dell'associazione con il ter-ritorio e le istituzioni, ha fatto sì che sipotesse realizzare un programma socioculturale comune. La Proloco, nel corso degli anni, ha colto leproblematiche del territorio, al passo conl'evoluzione etico-sociale del nostro tempo,senza perdere di vista la tradizione, realiz-zando il presente e costruendo il futuro.Il prestigioso evento, unico nel territorio, èstato celebrato con l'annullo filatelico spe-ciale di Poste Italiana e la produzione, perl'occasione, di due cartoline; la prima raf-

figurante il portale della Chiesa Madre,portale in pietra finemente decorato, testi-monianza dell'impegno dei bravissimi scal-pellini locali che hanno voluto rendere lachiesa solenne ed imponente come legrandi cattedrali; la seconda raffiguranteuna veduta di Pignola dall'alto, con alcunedelle diverse centinaia di portali che rap-presentano l'emblema di Pignola, opereartistiche di notevole pregio.I dipinti presenti sulla locandina della ras-segna, sono opera dall'artista AntonioMasini.

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La Val D’Agri, incantevole paesaggioricco di eventi culturali ed artistici, èstata impreziosita da numerose serate

suggestive e manifestazioni di vario genere,che si sono susseguite nel mese di Agosto2013.Tanto attesa, e particolarmente apprezzatadal pubblico, la manifestazione di modagiunta alla terza edizione che si è tenuta aVilla D’Agri il 3 Agosto in piazza Zacchettin.Protagonisti della sfilata sono stati:Sorrentino Calzature e Accessori, PansardiSposa e Gioielli Gino con il gran finale degliabiti dello stilista di Bella, Daniele De Vito.La serata presentata interamente daCarmen Masiello si è svolta sulla voce dellacantante Martina, insieme ad un’ospite d’ec-cezione, Enzo Costanza, che con la suacomicità ha intrattenuto simpaticamente ilpubblico tra una passerella e l’altra.A sfilare per prima sulla passerella l’antepri-ma della collezione Autunno Inverno2013/2014 di Sorrentino Calzature eAccessori. A seguire, gli abiti di PansardiSposa, per l’anteprima Autunno Inverno2013/2014, che hanno suscitato grandeemozione da parte del pubblico.Modelle vestite interamente di nero per pre-sentare la collezione Swarovski e Ottavianidi Gioielli Gino.La sfilata si è conclusa con un momentodedicato al trucco e parrucco dell’Accademiadi Villa D’agri con le modelle che hannoindossato gli abiti di Daniele De Vito.Luci soffuse, in uno scenario del tuttoappassionante, nella piazza Falcone eBorsellino di Marsiconuovo, nella serata del12 Agosto per la rappresentazione teatrale“Le memorie di una brigantessa”.

La compagnia 'La Mandragola Teatro' attra-verso un teatro di narrazione con musichedal vivo, con Giulia Gambioli e PeppeViggiano, alla chitarra Graziano Accinni, allafisarmonica Rocco Sabia, musiche di PietroBasentini e Enzo Izzi, con la regia di GiuliaGambioli, hanno rappresentato “Le memo-rie di una brigantessa”, tratto dall’omonimoromanzo di Vincenzo La Banca.In un quadro storico complicato e contro-verso, ambientato in una cella di un carce-re, attraverso i ricordi della protagonistaSerafina Ciminelli, compagna d’amore, diideali e di avventura del brigante AntonioFranco, si rivivono avvenimenti ed episodiche hanno segnato la storia delMezzogiorno dell’Italia post-unitaria, crean-do suspance nel pubblico che alla fine dellarappresentazione ha omaggiato gli attoricon un grande applauso.Per quanto riguarda gli eventi letterari,Tramutola ha voluto ripercorrere con la pre-sentazione del libro di Rocco Ramunno ePino Gentile Il dovere della memoria-ASTRATramutola. Una storia tra sogni e realtà, lastoria calcistica della Basilicata e in partico-lare proprio della squadra ASTRA Tramutolanel periodo dal 1973 al 1990.

La presentazione del libro si è svolta pressoLargo Vittorio Veneto, il 13 Agosto, in unoscenario del tutto allietante attraverso icomponimenti di Giacomo Leopardi eUmberto Saba che, insieme al sottofondodella chitarra, hanno aperto la presentazio-ne del libro ed hanno dato quel tocco diemozione in più alla serata.Il cammino tra i paesi si conclude conViggiano, comune dalle profonde radici cul-turali, musicali e religiose, dove le tradizionisi rivivono di anno in anno con una magicaatmosfera che richiama numerosi turistiattraverso le note della sua musica, ricono-sciuta proprio con il titolo di “Città dellaMusica e dell’Arpa”.Proprio grazie alla musica popolare di sotto-fondo si è tenuta la VI Edizione di “Vinosotto le stelle”, il 20 Agosto, nel centro sto-rico, che insieme all’arte e ad antichi saporihanno dato vita ad un percorso enogastro-nomico con diverse tappe (piazze) in cui èstato possibile degustare e gustare i viniDOC delle Terre dell’Alta Val D’Agri e assa-porare i piatti tipici lucani, il tutto con l’in-trattenimento degli sbandieratori, dei musi-canti e degli artisti di strada che hanno allie-tato la serata.

Elisa CASALETTO

Val D’Agri

Moda, Arte, Musica e Spettacolo in un territorioricco di eventi e cultura

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La maratona del Pollino Music Festival2013, conclusasi domenica 4 agosto,ha visto rincorrersi, a partire da vener-

dì 2 agosto, le note di Management delDolore Post-Operatorio, Tre Allegri RagazziMorti, Roberta Carrieri, Andy Macfarlane eAfrica Unite. Tra i corridori scesi in pista perfesteggiare il diciottesimo compleanno delfestival, artisti lucani, bolognesi, laziali ebrasiliani, oltre a numerose realtà associa-tive che hanno permesso di costruire unnutrito programma di attività parallele pervivere il Pollino Music Festival da mattina asera.La giornata tipo di chi, in questo week-enddi musica e natura, ha raggiunto SanSeverino Lucano, ha visto il mattino e ilpomeriggio impegnati in attività ludico-sportive ed escursioni e in momenti dedi-cati all'arte. In serata, i concerti che hannosrotolato il tappeto musicale su cui ha cam-minato questa diciottesima edizione, a cuihanno assistito complessivamente circa5.000 persone. Domenica, nel pomeriggio,spazio anche alla lettura, con la presenta-zione del libro Bob Marley. Tutti gli uominidel Re del giornalista lucano Walter DeStradis, pubblicato da Arduino SaccoEditore. La maturità raggiunta dal festival, capaceormai di reinventarsi e arricchirsi di anno inanno, senza mai perdere la propria identi-tà, si è potuta apprezzare nel pieno coin-volgimento del pubblico che ha potutoassistere alle interviste radiofoniche degliartisti presenti, ai microfoni di Radio

Redazione, webradio di Potenza mediapartner del festival che, dal 2 al 4 agosto,ha trasmesso in diretta da San SeverinoLucano davanti agli occhi dei passanti.Per consolidare anche l'uso dei nuovi mezzidi comunicazione, nelle settimane prece-denti l'evento e durante la tre giorni, il pub-blico affezionato del PMF, proveniente datutto il Sud Italia, è stato invitato a condi-videre sui social network immagini, emo-zioni e aneddoti personali delle precedentiedizioni, per costruire insieme l'album deiricordi del festival musicale più longevodella Basilicata.“Ciò che ci fa andare avanti in questaavventura partita nel 1996 è la gratificazio-ne che ci regalano quanti ogni anno non siperdono l'appuntamento con il PMF e tutticoloro, professionisti e realtà associative,che costituiscono la rete sempre più nume-rosa su cui può contare l'organizzazione”. Adirlo è Nico Ferri, direttore del Festival, cheaggiunge: “E' pur vero che l'evento hadelle potenzialità ad oggi ancora inespres-se perché, a livello pubblico, non si riesco-no a creare le condizioni affinché un festi-val storico come il nostro possa contribui-re, in maniera molto più efficace, allo svi-luppo turistico e culturale della regione. Ilprogetto PMF potrà giungere a pieno com-pimento solo quando il necessario soste-gno pubblico si configurerà senza puntiinterrogativi e nei tempi utili a mettere inmoto la macchina organizzativa”. Tra i sog-getti pubblici che, invece, da anni credononel progetto PMF, il Comune di San

Severino Lucano che, in collaborazione conl'associazione Multietnica di Potenza orga-nizza l'evento, l'Ente Parco Nazionale delPollino e il Piot “Pollino Benessere traNatura & Cultura”. Non si capisce perché, una manifestazionenota in tutta Italia, che è riuscita a stringe-re importanti rapporti col progetto interna-zionale “Espirito Mundo” - sostenuto dalGoverno brasiliano – non riesca ad ottene-re la stessa attenzione a livello locale. Il Pollino Music Festival ha preso la paten-te, ma le strade che ha davanti non sonoancora tutte percorribili. L'auspicio con cuisi chiude questa XVIII edizione è che sipossa iniziare a progettare e lavorare sulPollino Music Festival 2014 già a partire dalprossimo autunno, sapendo di poter conta-re sulla collaborazione dei decision makerpubblici. “Nulla è scontato, sarebbe fonda-mentale, a questo punto, dopo quasi 20anni di attività, che si aprisse un confrontosui temi e sui tempi della promozione turi-stica legata agli eventi consolidati dellaregione, ma il vero nodo da sciogliere è:qualcuno è pronto ad assumersi la respon-sabilità di comunicarci una volta per tuttese tali siamo effettivamente considerati?”,conclude Ferri.Intanto a novembre, grazie alla collabora-zione con la rivista “Al Parco Lucano”, ilfestival sarà fra gli eventi green che contri-buiranno alla piantumazione di migliaia dialberi a Matera, per sostenere la sua can-didatura a Capitale Europea della Cultura2019.

San Severino Lucano

Pollino Music Festival,maratona a suon di musica

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Tra atmosfere soffuse arroccate a piccolungo il percorso del Parco Urbano diBarile, si è svolta, sempre nell'ambito

della rassegna “Vultur Eventi 2013”, l'VIIIedizione di Cantinando, con lo slogan “piùvino e meno petrolio”. Per l'ottavo annoconsecutivo tutte le cantine del MonteVulture hanno aperto i battenti a standdegustativi, con fiumi di giovani che hannoaffollato le stradine impervie e scoscese delcentro antico. L'evento è stato segnato datanta buona musica, tra pizzica e taranta,tra la storicità dei suoni mediterranei equelli conterranei della contemporaneità,tra artisti di strada, laboratori fotografici,meeting letterari, documentari e dimostra-zioni sul campo di come vengono cucinati iprodotti tipici della zona. Finanziato con ifondi comunitari (Fesr) e Piot area Nord,grazie alla sinergia tra Apt e RegioneBasilicata, Comune di Barile, Avis locale,l'evento ha attirato migliaia di persone traun bicchiere di vino e l'altro, intervallati daassaggi di salumi, formaggi e altre leccor-nie. L'evento si è svolto in tre serate, tra il17, il 18 e il 19 agosto e ha visto l'esibizio-ne sul palco di artisti del calibro diGiovanna Marini, Sandro Joyeux ed EnricoCapuano, musicisti, cantautori, cantastorie,etnomusicisti impegnati anche sul pianosociale.

ma.gia.fe.

Barile

Più vino, meno petrolio Fiumi di giovani invadono i vicoli di Cantinando

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Tra gli eventi che hanno allietato leserate del Vulture Melfese, “Il Lucanomagazine” dedica questo spazio alle

Giornate dell'Arbëreshë che rientrano nelprogramma “Vultur eventi 2013” e che sisono svolte in tutto il circondario. Partiamoda Ginestra che il 10 agosto ha dedicatouna serata alla degustazione dei prodottitipici della cucina arbëreshë.Finanziato con una sinergia tra i fondi Piotdella Regione Basilicata, i Gal (SviluppoVulture Alto Bradano) e i Fesr Basilicata2007-2013, con il contributo del Comune diGinestra, l'Apt Basilicata, l'evento, rientran-te nel progetto“Basilicata Bella Scoperta”,grazie ad una macchina organizzativa per-fetta, è destinato a permanere ancora neglianni come il pilastro portante di una comu-nità piccola, solo per numero di abitanti, maeccellente, grazie alla sua storia semplice eal contempo magnifica.L'evento è stato organizzato dall'assessora-to alla cultura del Comune di Ginestra, e dalsuo sportello linguistico, istituito proprio perfar conoscere una cultura così particolare,diffonderla per il mondo.“Il Borgo dei sapori arbëreshë”, giunto allasua sesta edizione, si svolge ormai da seianni nel borgo di Ginestra - affermaAntonietta Perrotta, responsabile delloSportello linguistico - è un percorso enoga-stronomico– che comprende tutti i piattitipici di una delle tradizioni più antiche dellaBasilicata. Noi curiamo non solo l'aspettoculinario ma anche linguistico proponendo

un menù bilingue, sopratutto per avvicina-re le giovani generazioni alla conoscenzadella lingua”. “Il piatto tipicamente arbëreshë -continuaPerrotta- è il “Pr' shesh” (una pietanza pre-parata con pane raffermo, uova al tegame,peperoni fuschi rammolliti nell'acqua e poifritti). Un altro piatto tipico è la Piz' fugliat.Pap' denje kr'c kr'c” (una pizza bianca, par-ticolare per il tipo di lavorazione della pasta,stratificata e condita con olio ed origano)”.Il menù della serata ha presentato altregustose pietanze, come “Cengul Me Tulez”;Salsiccia e fagioli nelle pignate “Pr'shesh”;Ricotta, percorino e cacioricotta; Granocotto; Crostini con l'olio, la Bottega dei dolcie Fren'giul, Aglianico e Moscato.Immancabili i momenti di intrattenimentocon diversi artisti: clown acrobatici(Fatalikuzirkus), ballerina di tip tap (AnnaCagnazzi), suonatrice di Arpa (Anna MariaPace), trampoli acrobatici (Michela Coluzzi)e gruppo folk (Zedra). Numerose le dimo-strazioni della pasta fatta in casa, dellaMbagliasport e della preparazione dellaricotta. Anche l'arte ha fatto da padronecon l'allestimento del mosaico del CristoPantocreatore e la mostra dell'artigianatotradizionale.A fianco all'evento “Sapori del borgo arbë-reshë”che si svolge da sei anni, nella comu-nità di Ginestra, sempre dedicata alla tradi-zionale cultura, la Pro loco “Zhurian” orga-nizza, da ben sedici anni, la sagra dei piat-ti tipici arbëreshë; un modo forse un po' più

“casareccio” ma altrettanto genuino perconservare quelle abitudini culinarie cheanticamente raccoglievano le famiglie piùnumerose attorno ad una lunga tavolataper assaporare i succulenti piatti tipici dellacucina locale. La serata è stata allietata damusiche e balli. L'obiettivo è stato centrato appieno, tant'èche ancora nel 2013 la consuetudine reggee sembra irremovibile.La pro loco di Ginestra “composta unica-mente da cittadini di Ginestra” afferma conorgoglio il presidente Massimo Summa, conun contributo minimo della RegioneBasilicata, ha organizzato, ancora unavolta, una sagra attorno alla quale gravita-no le nuove e le vecchie generazioni, abi-tanti del posto ed emigranti che accomuna-ti da una radice comune ed inestirpabile, siincontrano per far rivivere la tradizione,ogni giorno. Il menù standard è formato daun antipasto di salsiccia, capocollo, sop-pressata, caciocavallo, peperoni friggitelli ezucchine, il primo, cingul e liaka, Verdhet epatate con peperoni cric cric,Ciamaruchedd e spighe di grandign (luma-che e spighe di grano), vino Aglianico diGinestra. Questa è la particolarità diGinestra, i tempi cambiano, ma le tradizio-ni permangono irriducibili. Ci parla di que-sta ormai pluridecennale sagra, “per lo piùautofinanziata grazie al contributo dellepersone che vivono in questo luogo” con-clude Summa.

ma.gia.fe.

Ginestra

Il borgo dei sapori arberesheper far rivivere un’antica tradizone

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Piazza Chonia è parallela al mare diPolicoro, lo stesso mare che permisel’approdo dei Greci che vi si stabilirono

qui permanentemente dando vita allaMagna Grecia, raffinata ed illuminata civiltà.“…. Trentatre chilometri di costa …. duemi-la anni di storia” è infatti la frase che rievo-ca questi antichi splendori di cui non pochetestimonianze sono giunte fino a noi e cheha introdotto la IIa edizione del PremioHeraclea 2013 avuto luogo lo scorso 3 ago-sto proprio in questa piazza. Ideato daMario Carlo Garrambone, di cui è anche ildirettore artistico, la rassegna è nata con loscopo di premiare le eccellenze lucane chesi sono distinte fuori e dentro la regione. Si

è trattato di un evento ben riuscito che faonore agli organizzatori, l’Associazione cul-turale “I Colori dell’anima” la quale ha rea-lizzato una serata che è andata oltre la sem-plice consegna dei premi offrendo in piùmomenti di ilarità e divertimento al numero-sissimo pubblico presente. Condotta daSavino Zaba di Rai 1, la kermesse ha avutoinizio con la proiezione del video Herakleiadel regista Tonino Calvino di Montemurroche, insieme al figlio Fabio, ha realizzato frai luoghi più significativi di Policoro (l’anticaHeraclea appunto) immortalando il mare, laspiaggia, le strade, le piazze, i visi, la storiadella cittadina ionica ed i suoi vivacissimicolori. Da qui poi, si è svolta la consegna deipremi che sono andati a Franco Artese, arti-sta di Grassano, autore del presepe che loscorso Natale è stato esposto in Piazza SanPietro in Vaticano; a Francesca Barra, gior-nalista originaria di Policoro premiata per isuoi servizi a favore della legalità controogni forma di criminalità; a Giuseppe DiTommaso giornalista, regista ed autore diTursi; a Mimmo Centonze pittore e scultorematerano molto apprezzato dalla critica ita-liana. Quindi ad Antonio De SienaSoprintendente per i Beni Archeologici dellaBasilicata, allievo del grande archeologorumeno Dinu Adamesteanu che proprio aPolicoro diresse tantissime campagne di

scavo e dove riposa dopo la sua scomparsaavvenuta nel 2004. Infine a Miriam SerenaVitiello anche lei di Policoro, ricercatrice delDipartimento di Scienze Fisiche eTecnologiche della Materia. Il Premio haprevisto anche un riconoscimento specialeche è andato al maestro orafo GerardoSacco.Non solo premiazione, si diceva. Istanti dimusica, moda, satira perfino gastronomiaprevalentemente lucane si sono alternatidurante la serata. Le note di GrazianoAccinni & i Tamburi Lucani di Pietro Cirillo, latammorra di Luca Rossi e la voce del can-tante Povia. Le creazioni di Gerardo Saccocon “Gli ori delle dive” e “I tesori dellaMagna Grecia”, di Giuseppe Fata con leteste sculture “Meduse” e “La Gioconda”, diAnna Calviello con gli abiti della collezione“Chic on the Beach” e “L’eleganza in black &white”. L’ironia pungente di GennaroCalabrese imitatore del programma “Glisgommati” in onda su sky 1. E poi i saporidella cucina lucana degli chef Mario DeMuro e Gianfranco Bruno. E’ stata dunque una bella serata che puòbenissimo essere annoverata tra i grandieventi della stagione estiva lucana. Unavetrina importante che ha mostrato la gran-diosità di una terra affascinante dai “tesori”ancora tutti da esplorare.

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Anna MOLLICA

Policoro Musica, moda, satira, gastronomia in salsa lucana

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Questo Premio esiste dal 1990. Distrada ne ha percorsa la manifesta-zione che ogni anno a Cirigliano pre-

mia i personaggi lucani o originari dellaLucania noti in Italia o all’estero per il loroimpegno professionale ed umano. Espertinel campo letterario, giornalistico, dellospettacolo, della politica, dell’arte proprioqui, nel piccolo centro sulle alture matera-ne, hanno ritirato il prestigioso riconosci-mento all’ombra della torre dell’anticocastello medioevale. Lo scorso 6 agosto siè ripetuto l’appuntamento organizzato dalpresidente del Premio e della pro loco diCirigliano Antonio Garrambone. La serata,presentata dai giornalisti Eva Bonitatibus eRocco Brancati, si è proposta al pubblicocon un programma diversificato fatto dimusica, moda, danza ed ironia. Altisonantile personalità premiate anche nell’edizione2013 del Premio Torre d’Argento. A partire

dal tangero di fama mondiale Angel MiguelZotto il cui tango, danzato insieme alla suacompagna, ha ipnotizzato i tantissimi pre-senti in piazza. Una passione quella diZotto ereditata dal nonno che lasciòCampomaggiore per stabilirsi, comemigliaia di altri emigranti, in Argentinamutando anche il suo cognome che all’ori-gine era Zotta. Applausi e standing ovationper il tangero che, nonostante la celebrità,ha mantenuto l’umiltà e la riservatezza tipi-ca dei Lucani e che proprio a Cirigliano, alloscoccare della mezzanotte, ha compiuto 55anni ricevendo, compiaciuto, gli auguri delpubblico. E’ stato inoltre premiato VincenzoDe Luca vice ministro ai Trasporti e alleInfrastrutture nonché sindaco di Salerno.Originario di Ruvo del Monte, laureato inFilosofia, in sua rappresentanza è arrivatauna delegazione salernitana guidata dallavice sindaco. Sia la premiazione di Zotto

che quella di De Luca sono state precedu-te da schede video di presentazione realiz-zate da Tonino Calvino di Montemurroautore anche del filmato sulla storia diCirigliano. Oltre ai premi sono stati elargiti riconosci-menti speciali allo stilista Moreno daVenosa specializzato nella realizzazione diabiti da sposa, all’artista Margherita Serradi Matera e al giovanissimo violinistaSimone Spadino Pippa di Potenza che si èesibito accompagnato al pianoforte dallamamma Antonella. A rendere ancor più piacevole la serata èstata l’ironia e la satira di Roberto Linzalone, materano, e i ritmi musicali lucani diAntonio Infantino e dei Tarantolati diTricarico che hanno chiuso una manifesta-zione gradevole e ben riuscita condottaall’insegna dell’eleganza e della semplicità.

an.mo.

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Cirigliano

Torre d’Argento, un premio ai lucani di prestigio

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Buona anche la quinta. Chi pensava che“La leggenda del drago” fosse, ormai,uno spettacolo bello e consumato e –

in quanto tale – non più in grado di potercalamitare l’interesse degli avventori ester-ni, è scivolato sul copione. Perché l’attrazio-ne non solo non è scemata ma è stata taleda far registrare, rispetto alle scorse edizio-ni, un numero crescente di presenze extra-cittadine. Molti gli spettatori giunti quest’an-no, sia nella serata dell’11 che in quella del12 agosto, non solo dai centri limitrofi maanche dalla fascia jonica, dalla città deiSassi e anche da alcune località della vicinaPuglia. A conferma che la leggenda non solonon stanca, ma seduce. O meglio, continuaa sedurre. Complice anche la gratuità del

cine-spettacolo, messo in scena – con alcu-ne novità interpretative rispetto all’impianto“tradizionale” – da circa 200 figuranti (gio-vani e meno giovani) del posto, animati daun innato spirito volontaristico e da unaappassionato senso di attaccamento allaleggenda e, più in generale, alle loro origini.Tutti impegnati nel portare avanti l’annualerappresentazione storica che trae spunto daun arcaico racconto locale. All’insegna delpiù classico: “the show must go on”.Nonostante alcuni immancabili ostacoliorganizzativi come gli ormai soliti ritardiburocratici nell’erogazione dei finanziamen-ti. Un cliché che, di anno in anno, condizio-na inevitabilmente l’intera fase preparatoria,tenendo gli organizzatori sulla graticola. A

dispetto di un appuntamento che avrebbetutti i requisiti per diventare un “GrandeEvento” in scala regionale, visto e conside-rato che non lo è ancora ufficialmentediventato. Ma tant’è. Gli organizzatori siaugurano, ad ogni modo, che lo possadiventare presto, così da trovare negli orga-nismi preposti la dovuta attenzione di meri-to. Nel frattempo, con non pochi sforzi e dif-ficoltà varie, continuano a dar vita a unospettacolo destinato alla visione di un pub-blico sempre più vasto e non solo locale. Perfar si che la leggenda, già citata anche daLevi in un passo del suo memorabile Cristosi è fermato ad Eboli, continui. E che il Beneabbia, come nell’assunto della “trama”, lameglio sul Male. Sempre.

StiglianoE LA LEGGENDA

CONTINUA...

Antonio GRASSO

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L' Associazione Folk di Baragiano riscuotegrosso successo al XIX International FolkFestival della città di Plovdiv (Bulgaria)dal 29 luglio al 03 agosto 2013.L'Associazione Folkloristica di Baragiano siprefigge di far rivivere nella loro autenti-cità le musiche, le danze, i canti, il "mododi vivere" della tradizione popolare diBaragiano e dell'intera Basilicata. Belli ed

autentici i costumi del gruppo che insie-me alle danze popolari, ai canti e aglistrumenti costituiscono un patrimonioartistico di grande valore. Il costume,soprattutto femminile, si distingue per lasua originalità: i toni e le sfumature deicolori sono tenui e coordinati, impreziosi-ti dai ricami intrecciati in oro. Tra le danzesi distinguono la Quadriglia, la Polka enaturalmente la Tarantella. I canti si ispi-rano alla vita contadina di un tempo, alduro lavoro dei campi sotto il sole e altema dell'amore. Anch'essi sono autenticied originali così come li ha prodotti la cul-tura sana ed onesta del popolo lucano,animato da sana allegria e vivacità. Edoriginali sono anche gli strumenti, oltreall'organetto, alla fisarmonica, alla chitar-ra, al tamburello, i giovani componenti sidilettano nel suonare il faucione (la falce)con la lima, la grattacasa (grattugia) conuna spatola tipico attrezzo usato dagliimbianchini, la bottiglia con la chiaveusata per aprire i portoni di un tempo.Tale emozione è stata condivisa oltre che

dal gruppo di Baragiano anche da ungruppo proveniente dall' Armenia - -Grecia - Indonesia - Romania - Slovacchia- Slovenia - Bulgaria.Plovdiv è una città di 338.153 abitanti(oltre 580.000 area metropolitana) dellaBulgaria, la seconda del paese per popo-lazione dopo Sofia e capitale storica dellaTracia. La città è da sempre punto di rife-rimento di varie culture, nota per le suearticolate e millenarie vicende storiche.Grazie alla bellezza del suo centro storicoin stile Rinascenza (ovvero ilRinascimento bulgaro di inizioOttocento), uno dei meglio conservatidella nazione, la città è nota anche conl'appellativo di “Firenze Bulgara”.Motivo per cui è una delle città candidatecome capitale europea della cultura perl’anno 2019.Il pomeriggio lo si è dedicato alla rasse-gna dei costumi tradizionali: ogni grupposi è esibito in sfilate con canti tradizionaliper le vie del corso di Plovdiv.La sera ogni gruppo si è esibito in canti eballi tradizionali anche presso paesi limi-trofi a Plovdiv e la manifestazione si èconclusa nel capoluogo di Plovdiv con ilgrande saggio tenutosi nell’anfiteatro del"Teatro Antico" costruito durante il regnodi Traiano (inizio del II sec.), con unacapienza di 8.000 posti a sedere.L' Associazione Folk di Baragiano è pre-sente sui palcoscenici italiani e stranierida oltre 17 anni e non è primo ad espe-rienze all'estero. Si ricordano i gemellag-gi con i gruppi folk delle città di Poznan(Polonia) Targoviste (Romania) Genk(Belgio) Szeged (Ungheria).Il gruppo è nato con l'obiettivo di non farmorire le tradizioni popolari e di traman-darle di generazione in generazione.E' sempre bello portare il nome diBaragiano e quindi della Basilicata al difuori delle mura locali...calcolando che inquesti periodi “tristi”perchè sempre piùrestringenti, i tagli fanno morire ogni tipodi associazione; ma l'Associazione FolkBaragiano ci affermano il DirettoreArtistico Enzo Losasso che entusiasmavail pubblico con il gesto di esultanza delgiocatore italiano Luca Toni insieme alPresidente Donato Grande: “Sta sopravvi-vendo con le proprie forze, ed ha rappre-sentato il proprio comune, la propriaregione, la propria nazione nella più gran-de manifestazione folkloristica presentein Europa”.

“I tre cumparuozz” divertentissimiFernando Dereviziis e Zi Francesco e ilgrandissimo Giuseppe Losasso “Santì a'soreta” insieme ad “ 'O sole mio “ canta-to molto bene da Antonio Tarantino sonostati i leitmotiv dei baragianesi “gira daqua e gira di là mi hai fatto innamorare” iquali che con la loro verga-coria-party ita-liana” hanno ammaliato gli occhi a man-dorla delle indonesiane di Bali e le bulga-re del posto.

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Baragiano

COSTUMI,DANZE, CANTI,VIAGGIO FOLK IN BULGARIA

Antonio CORBO

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Si chiama Ueffilo ed è diventato ilmarchio di riferimento, nel SudItalia, per la musica di qualità. Nella

sua versione estiva è stato sinonimo dinotti glamour ed esclusive.

Travolgente, raffinata e trendy, lamusica è il fiore all’occhiello del

Ueffilo, locale storico con sedea Gioia del Colle diventato in

una sola estate un “must”itinerante sulla fascia ioni-ca lucana. Tra i migliorijazz club d’Italia, pas-saggio obbligato perartisti di assolutafama mondiale, ilUeffilo è rinato gra-zie alla passionedell’eclettico avvo-

cato materanoAngelo Calculli che lo

ha rilevato qualchemese fa trasformandolo

in una vera e propria iconadi stile, arte, divertimento e

tendenza. Dopo un inverno in cui iriscontri di presenze sono stati molto

soddisfacenti, Ueffilo ha animato le serateestive della costa jonica con la sua atmo-sfera e il suo intrattenimento di qualitàoltre che ovviamente con ospiti di portatainternazionale. Base stabile alla Masseria laSignorella, di Castellaneta e tanti appunta-

menti itineranti sulla costa lucana che rien-trano nel progetto “Ueffilo sur le suk”, unprogramma artistico che spazia dai dj setinternazionali alla notte della taranta inspiaggia, dall’originale recital di SergioRubini al jazz, dai musicisti contemporaneio emergenti, fino ai “secret party” di cui sisa solo la location. Ma come è stato conce-pito il nuovo corso del Ueffilo? “Abbiamorilevato una struttura –sostiene AngeloCalculli, direttore generale e direttore arti-stico- che seppure aveva otto anni di sto-ria, dal punto di vista della organizzazioneeventi stava subendo un calo perché ilmondo degli spettacoli musicali è moltocambiato, la crisi ha attaccato anche il set-tore degli show musicali e quindi ci siamodovuti inventare una nuova formula che èpartita da una base precostituita ma si èallargata notevolmente, tant’è vero che noiin quasi sette mesi abbiamo fatto il doppiodegli aventi fatti negli anni precedenti, separliamo di eventi di un certo spessore e dicarattere nazionale e internazionale”.Ueffilo ha diversificato la programmazionestuzzicando il pubblico che ha dimostratodi gradire la nuova strategia di marketingmessa in campo dall’avvocato con la pas-sione per il jazz che vanta anche un prima-to: la sua web radio jazzplaceradio.it vantala pagina Facebook con più fan tra le webradio Jazz europee presenti sul social net-work ed è la prima in Italia e l’unica al Sud.

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Giovanni MARTEMUCCI

Fascia Jonica lucana

Ueffilo, glamour estivo e musica di qualità

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“Abbiamo allargato gli orizzonti dell’Ueffilo– continua Calculli- estendendo la rasse-gna jazz fatta in collaborazione conJazzitalia, e Marco Losavio, anche ad unmondo che non apparteneva all’Ueffilo,prevedendo quindi una rassegna soul, iparty di qualità del sabato sera e soprattut-to il Ueffilo d’autore, rassegna che è statadedicata ad incontri con attori e musicistiin cui gli stessi si sono raccontati e in alcu-ni casi, come Nicolò Fabi e Lina Sastre,hanno anche cantato e rappresentato deiloro brani o comunque delle loro interpre-tazioni”. Il locale oggi ha un brand forte sulquale “Ueffilo Media Entertainment” halavorato moltissimo sia dal punto di vistagrafico sia dal punto di vista concettualeper cercare di trasmettere al pubblico l’i-dea di un luogo, di un club di alta qualità,dove tutto quello che accade, dalla cucinafino allo spettacolo, è sempre esclusivo.“Abbiamo impostato una cucina nettamen-te diversa rispetto al passato -sottolineaCalculli- una cucina a km zero, basata suprodotti molto semplici, con altrettantepreparazioni, ma che hanno puntato sem-pre ad un’alta qualità delle materie primeutilizzate. Anche le cantine sono statededicate a vini di carattere locale, lucani epugliesi prevalentemente, senza disdegna-re i più grandi brand della Toscana, o quel-li americani e francesi. Abbiamo riscontra-to un notevole interesse durante la stagio-

ne invernale del Ueffilo: il territorio bareseha risposto molto bene a questo appelloche abbiamo lanciato realizzando un pro-dotto culinario e musicale, e abbiamoavuto un grande riscontro anche dal pub-blico della città di Matera. Chiaramente cistiamo organizzando per una riapertura afine Ottobre che prevederà cose interes-santissime, già in cantiere. La nostra ideaè quella di uscire con un cartellone benorganizzato di tutta la stagione, senzadover programmare a mesi, ma lavorandosu un lungo periodo. Il brand ha raggiuntouna notorietà tale che molte locationhanno chiesto di poter ospitare questaidea che abbiamo avuto, un po’ mutuatada Zelig, ovvero una tournèe per porporreil prodotto Ueffilo, sia dal lato puramenteartistico che con una formula, spettacolo ecucina, puntando ai prodotti dei territoridove le tappe dell’Ueffilo approderanno”.Per quest’estate alcune location hannocostituito la base fissa, di cui la più impor-tante, per la mole di eventi, è quella deno-minata “Le Suk”, in quanto simile alla strut-tura di un suk, il mercato tipico arabo,ovvero la Masseria La Signorella in agro diCastellaneta. Nel corso dell’estate sonostati organizzati spettacoli di altissima qua-lità oltre a una rassegna che si chiama“Ueffilo Pic-Nic”, dedicata alla musica delmezzogiorno. La tournee è stata contrad-distinta da tre tipologie di location tra

Matera, Altamura e altre località, come ilPorto degli Argonauti a Marina di Pisticci ole spiagge di Basilicata dove si sono svoltieventi in riva al mare con il palcoscenicodistante solo 30 metri dalla battigia. Inquesta tournèe si sono esibiti artisti divalore come i Gabin, Amalia Grè, StefanoDi Battista e Nicky Nicolai. “La cosa che piùci onora – conclude Angelo Calculli- è l’a-ver assunto la produzione di uno spettaco-lo a cui tengo moltissimo, cioè un recitalinteressantissimo, scritto e interpretato daSergio Rubini, musicato da Michele Fazioche è un grandissimo pianista oltre chel’autore di moltissime colonne sonore difilm di Sergio Rubini. Con Rubini abbiamogirato la Puglia, la Basilicata, la Campaniae la Calabria con il recital “La guerra deicafoni” tratto dal libro di Carlo D’Amicis. Ininverno faremo il centro nord, portando ingiro il marchio Ueffilo in tournee con unprodotto artistico di spessore”. AngeloCalculli (che quest’estate ha lanciato le suefamose t-shirt a tema) sta producendoanche “Sassiwood” una graffiante satirasul rapporto tra Matera e il cinema: ilnuovo cortometraggio diretto da AntonioAndrisani e Vito Cea vede come protagoni-sta Sergio Rubini ed Antonio Stornaiolo.Infine da segnalare che Calculli con i duefilmaker materani sta già lavorando al lun-gometraggio ad episodi “Cronache del ter-remoto”.

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LUCANOLUCANOio sonoI AM LUCANO JE SUIS LUCANO ICH BIN LUCANO SOY LUCANO Я ЛУКИ 我盧肯

I nser to a cura de

L’esperienza di un sacerdote lucano alla GMG

La meglio Gioventù a Rio

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ai nostri lettori

I nostri contatti:

Sempre più protagonisti

Se il lettore è il nostro principale interlocutore, è giusto che abbia diritto ad un rapporto diretto con la rivista.Da sempre sono proprio i lettori a fornirci spuntisu questioni e tematiche della vita sociale e politica della nostra regione.L’invito che vi rinnoviamo è di collaborare con la redazione segnalandoci notizie, curiosità,avvenimenti che vi hanno particolarmente colpito o, ancora, disagi e disservizi nei quali vi imbattete nel vostro quotidiano.

[email protected]

Tel. 0971.476423

I L C I R C O L O

Il Circolo RoccoScotellaro di Grugliasco

I L P E R S O N A G G I O

La storia di LuigiGallo, sarto

titolare di unostorico atelier

a Roma

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I L V I A G G I O

6Don Mimmo Florio,

un prelato lucano a Rio de Janeiro

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Al rientro dall'ultima Giornata mondialedella Gioventù in Brasile c'è stata l'oc-casione di intervistare don Mimmo

Florio, parroco della parrocchia di SantaCecilia, per porgere alcune domande sulviaggio affrontato a Rio de Janeiro. Ilsacerdote, desideroso di far conoscere lasua esperienza, il suo vissuto, ci ha raccon-tato alcuni dei momenti più significativi diquesto importante viaggio, mettendo inrisalto il grande senso di accoglienza trova-to in questi posti.

Come si è svolto l'incontro a Rio deJaneiro?Molto bene. Ancora una volta i giovani mihanno stupito per la partecipazione, lapazienza e la grande gioia che hanno tra-smesso. Erano molto festosi, hanno sem-pre cantato, nonostante i sacrifici chehanno dovuto affrontare e nonostanteoccorra fare file interminabili per raggiun-gere questo posto. Sicuramente si è avutoqualche piccolo segnale di stanchezza da

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Un prelatolucano a Rio Don Mimmo Florio testimone in Brasile alla Giornata Mondiale della gioventù

Giulio RUGGIERI

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parte di qualcuno ma, in fondo, era giusti-ficabile.

Ha avuto occasione di scambiare duechiacchiere con papa Francesco?Non è stato assolutamente possibile, per-ché c'era troppa gente. Era irraggiungibile.Considera che eravamo quasi tre milioni!Mi è passato ad una distanza di dieci-quin-dici metri, ma non gli ho potuto stringere lamano. Ho avuto, invece, occasione di par-lare con lui qualche mese prima duranteun'udienza. In quell'occasione gli ho anchebaciato la mano. È stato davvero un belmomento, in cui ha voluto sapere chi ero edove esercitavo il ministero sacerdotale.

Con quali persone ha stretto amici-zia?La settimana che ha preceduto la Gmg ilgruppo lucano è stato accolto nella chiesadi Santa Rita da Cascia, nella città di SanJosè Dos Campos, proprio nei pressi dellacittà di San Paolo. Il parroco e la famigliahanno offerto grande disponibilità e acco-glienza. Ricordo che, in quella settimana, sisono creati rapporti bellissimi con la fami-

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glia ospitante e, anche se si capiva poco lalingua, si sono creati legami affettivi chespero rimarranno immortali, anche grazieai nuovi strumenti telematici. In particola-re, la famiglia di Benedetto e FatimaCarvaglio.

Come si vive a Rio il rapporto con lafede?La fede si vive come in tutte le parti delmondo. Ci sono i credenti, i non credenti, isimpatizzanti, i praticanti e i non praticanti.La loro fede si esprime nella gioia. Si trattadi una fede semplice e schietta, che riescea mettere a proprio agio anche gli altri.Nella liturgia sono molto coinvolti, questograzie anche al canto e al ballo. Ho notatoatteggiamenti di preghiera molto belli,soprattutto quando, durante la consacra-zione, tutti s'inginocchiano. La loro fedenell'eucarestia è davvero molto profonda.Secondo me, dovremmo prendere esempioda loro in questo.

Questa è la prima Gmg che ha affron-tato?

No, è la sesta Gmg. Sono un veterano delleGmg! Ho cominciato con Czestochowa nel1991. Ero giovane allora. Affrontammo ilviaggio in treno. Ricordo che il viaggio eraorganizzato dalla rivista “FamigliaCristiana” e che furono scelti due rappre-sentanti per diocesi. Poi fu la volta di Pariginel 1997, con una straordinaria partecipa-zione dei lucani. Potevamo essere qualchecentinaio. In seguito andai Roma, nel 2000dove però, a causa di un impegno, nonriuscii a fermarmi fino alla fine. Nel 2008,invece, andai a Sidney, in Australia.Eravamo una cinquantina di lucani. Poi fula volta di Madrid, nel 2011. Lì eravamotanti: io accompagnai un gruppo di ventiragazzi della mia parrocchia. Infine a Rio,dove di lucani siamo stati in trentadue.

Qual è il messaggio più importanteche Papa Francesco ha voluto lancia-re ai giovani, secondo lei?Il messaggio più significativo, secondo me,è quello che la chiesa deve essere affida-ta proprio ai giovani! Li vuole protagonistidi questa grande avventura! Non a caso hadetto: “andate senza paura, per servire!”.

Questo proprio per essere missionari dellaparola di Dio, che non è più rinviabile edavere, quindi, sempre il coraggio di testi-moniarla. Si è rivolto anche ai sacerdoti,rimproverandoli e dicendo loro di accompa-gnare i ragazzi in questo difficile camminodi fede. Ha poi espresso grande stima peril popolo brasiliano: generoso, accogliente,ospitale, come io stesso posso confermare.

Cosa le ha colpito di più di questoviaggio?Innanzitutto la bontà delle famiglie che cihanno ospitato a San Josè Dos Campos.Porto con me uno splendido ricordo dipadre Pedro, parroco della chiesa delSangue di Cristo, a Rio. È stato molto gen-tile, paziente e disponibile. C'erano centi-naia di giovani nella sua parrocchia e nonha fatto loro mancar nulla. In ultimo, ricor-do l'esperienza a San Paolo negli ultimi duegiorni trascorsi a Rio. Eravamo ospiti dell'“Arsenale della speranza”, una strutturafondata dall'italiano Ernesto Olivero. Qui siaccolgono, ogni giorno, più di milleduecen-to barboni, ai quali viene offerto loro postoletto, colazione, pranzo e cena.

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Per volontà di alcuni Lucani residentinella zona ovest di Torino, il dieci set-tembre del 2002 si è costituito a

Grugliasco, in provincia di Torino, il circo-lo culturale "Rocco Scotellaro", con l'o-biettivo di creare un solido punto di riferi-mento per tutti coloro che credono nel-l'importanza di mantenere vivo il legamecon la terra lucana e le nostre origini.Scopo dell’associazione è, quindi, quellodi promuovere attività ed iniziative divario genere, al fine di non disperdere l'e-norme patrimonio storico culturale dellanostra regione. Il presidente del Circolo“Rocco Scotellaro” è Salvatore Latronico,al quale ho avuto modo di fare un’intervi-sta.

Cosa fate di preciso? Di che vi occu-pate?Il nostro scopo è quello di rivalutare tutte

le forme d'arte di origini lucane.Organizziamo anche presentazioni di libri.Nel primo libro presentammo tutte le poe-sie di Rocco Scotellaro. Non a caso, abbia-mo istituito un premio letterario in suoonore, con premi in denaro, libri e perga-mene scritte da Ernesto Casciato, un cali-grafo abbastanza conosciuto a Torino.Nell'ultima edizione di questo premiosiamo stati omaggiati dal presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano. Ora, però,mancano i finanziamenti.Ho sempre cercato di far entrare i lucaninella giuria del premio. Il professor NicolaTranfaglia, professore di storia dell'Europaall'università di Torino e di storia contem-poranea in quella di Roma, è il presidentedella giuria del premio letterario. Quandogli chiesi se voleva essere il nostro presi-dente, mi rispose che doveva ancora leg-gere il bando. Poi accettò molto volentie-

ri. Nella premiazione disse che questo è ilriconoscimento che ha apprezzato più ditutti. Finché accetterà di esserlo, nessunogli toglierà mai quest'incarico. Fannoparte della giuria anche le professoresseMaria Cera e Rosaria Bertilaccio, entram-be di Montalbano Ionico, Pino Suliano diRotondella che collabora con il Quotidianodi Basilicata, Antonio Valicenzi e la profes-soressa Francesca Sorbara, lucana acqui-sita che ha organizzato la prima edizionedel bando. L'associazione ha sede a Grugliasco dovesi partecipa a “Natale insieme”, grandecontenitore di eventi cui aderiscono tanteassociazioni iscritte all'albo del comune diGrugliasco, che presentano sempre autorilucani, sia sul piano artistico che lettera-rio. Siamo stati onorati di ospitare anche ilregista Ulderico Pesce per la rappresenta-zione scenica dei contadini del sud ed una

Circolo Rocco ScotellaroDalla periferia ovest di Torino per sentire la Basilicata più vicina

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rappresentazione sulla discarica diRotondella al teatro Perempruner, intitola-ta “Storia di scorie”. Si son fatte cose inte-ressanti e costose. Ora, invece, facciamocose a costo 0. Avanzo troppi crediti e nonposso più permettermi di intraprendereattività costose, anche perché con il tes-seramento dei soci si realizza poco o nien-te. Ho dovuto pagare i fornitori dei premi,in quanto non c'è alcun fondo cassa.Resto, però, sempre del parere che quan-do si fanno delle promesse vanno rispet-tate. Ci siamo tolti la soddisfazione di inti-tolare un giardino al comune di Collegno,in onore a Scotellaro. Ciò si è potuto veri-ficare grazie all'interessamento del sinda-co, Silvana Accossato. Oggi, in terra diPiemonte, finalmente si inizia a far cono-scere la Lucania ed i suoi scrittori, ma finoa dieci anni fa non si sapeva nulla o quasiin merito. Ogni tanto, prepariamo anche

dei buffet, con prodotti lucani. Spero checi sia qualcuno che voglia raccogliere iltestimone, visto che l'impegno da partenostra c'è sempre stato.

Quanti sono i soci dell'associazione? All'inizio eravamo in tredici, ma adessosiamo rimasti in due, io e Angelo Vignoladi Grassano.

Quali presenze ospita?Una fascia mista, in cui non si fa differen-za. È vero che ci occupiamo di eventi cul-turali, ma ci impegniamo a fare attivitàche vadano bene un po' per tutti. La tes-sera costa 10 euro ed ora siamo ad unasessantina di iscritti. Questo per noi è giàun grande risultato.

C'è un artista in particolare, che vi hacolpito?

Si. Si tratta di un pittore e scultore lucano,Giuseppe Manolio di Rotondella che rea-lizza sculture di vario genere. È nostrosocio e vive a Grugliasco. Ci è stato digrande aiuto per promuovere l'arte ed havinto premi importanti in giro per ilmondo. Ricordo che una volta presentòuna scultura fatta di pietre di fiume. Matra le sue opere più belle c'è anche la ViaCrucis realizzata attraverso le arti grafi-che.

Chi partecipa alla vostra associazio-ne riesce a sentire un legame piùstretto con la Basilicata?Certo. Ma cerchiamo di far conoscere lenostre origini a molti che non sono lucani.Invitiamo persone di origini diverse e rac-cogliamo molti apprezzamenti proprioperché riusciamo in quest'obbiettivo.

giu.ru.

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Luigi Gallo è uno dei pochi grandi sartirimasti, di quelli che continuano adusare spille, ago, centimetri e forbici.

Ha mani di velluto e volontà di ferro.Realizza abiti su misura, pezzi unici e incon-fondibili. La sartoria Gallo sta a Roma, in unatelier in penombra, dalle parti di viaVeneto. Ti guarda e ti prende le misure. «Miviene per abitudine», dice. Ma le misuredella sua abitudine trasformano un uomomedio in un uomo speciale. Taglia trecentoabiti l'anno. Luigi Gallo ha una storia lungasessant'anni. Viene da un paesino invisibiledella Basilicata, Roccanova di Potenza.

Arriva a Roma nel 1957, con forbici in vali-gia e pantaloni aggiustati. Settimo dinove figli, di origini lucane, Gallo oggi èsessantacinquenne. Ha il sorriso di chiancora ama il proprio mestiere e lemani piccole e sempre in movimentodi un vero artigiano. Lavora, da sem-pre, strizzando l'occhio ad unmodello. Quello inglese. Allievo diAngelo Litrico, aprì la sua primabottega nel 1966, proprio aRoccanova di Potenza.Trascorsi due anni, dopo avervestito tutto il paese, si trasfe-rì definitivamente a Roma.In una medio-lunga intervistatelefonica, ho avuto modo di

porre delle domande a que-st'uomo di gran talento.

A che età è sorta la sua passione

per il vestire?A sette anni, tramite mio zio LuigiBriamonte, di Sant'Arcangelo e fratello dimia madre. Vestiva sempre elegante. Noiinvece non potevamo vestire bene perchéeravamo 9 figli. Ed eravamo poveri. Sin dallamia più tenera età, negli anni ho fatto espe-rienza nei laboratori di Domenico Caraceni eAngelo Litrico, il mito. Io realizzavo gli abitie lui me li pagava. Eravamo parecchi operaiesterni e ad ogni operaio egli assegnava iclienti più importanti. Ho vestiti GiuseppeUngaretti, Andreotti, Colombo, GiacomoManzù lo scultore. Portavamo gli abiti a que-sti grossi personaggi. Oltre ad essere unsarto, bisogna essere un maestro di pubbli-che relazioni. Fra due anni si celebrano i 50anni dall'apertura della nostra sartoriaromana. Litrico guardava il taglio.Aggiustava un angolo. Perfezionava un det-taglio. Qualche volta faceva rifare. Non toc-cava mai un abito, anche se governavatutto. Il suo vero lavoro erano cene, chiac-chiere, pubbliche relazioni. Così imparaipure quello. E imparai che il cliente ha ragio-ne, ma non sempre. Chi fa il sarto studia ilmodo di vestire dell'architetto, dell'avvoca-to, del presentatore. Se un cliente ha un fisi-co grosso bisogna consigliare una fantasiameno appariscente. Ci vuole eccellenzadoppia a dissuadere, maestria ad aggiusta-re. Io mi sono sempre ispirato ai film ame-ricani, al modo in cui vestivano certi attori.In particolar modo i divi americani SteveMcqueen e James Stuart. A Sanremo c'era-

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Da Roccanova per firmare la modaLa storia di Luigi Gallo, sarto lucano titolare di uno storicoatelier a Roma

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no i grandi maestri: solo nel guardare mirendevo conto che potevo migliorare. Eraun confronto tra le nuove e le vecchie gene-razioni. Due dei miei sei figli Marco eAlessandra hanno intrapreso quest'attività.

Quali sono le maggiori soddisfazioniottenute da questo lavoro?Agli ultimi tre figli, mio padre diede la possi-bilità di apprendere un mestiere. Io scelsiquello di sarto. Alcuni giornalisti sostengonoche esprimo le stesse emozioni di un giova-ne, quando parlo del mio mestiere e questonon è un caso. Sicuramente, una delle miepiù grandi soddisfazioni è la possibilità diapprendere sempre cose nuove, di potermettere a confronto tante diverse persona-lità, ognuna con i suoi gusti. La possibilitàdi insegnare un'arte, se vogliamo. Di dare,in tempi di crisi, la possibilità ai giovani diinventarsi un futuro.

Che sensazione provano i clienti quan-do indossano un suo capo d'abbiglia-mento?I clienti arrivano, spengono i cellulari e sidimenticano del tempo. Le prove degli abitisono un'esperienza unica. I clienti di oggisono consulenti, avvocati d'affari, managerrampanti ma anche attori come StefanoAccorsi e Giancarlo Giannini, a cui ho fattoabiti per un film e poi si sono affezionati.Nella mia sartoria sono passati GiuseppeUngaretti, Christian Barnard, CarloD'Apporto, Giulio Andreotti. Lavoro, da sem-pre, strizzando l'occhio ad un modello.Quello inglese. In Gran Bretagna il governointerviene con agevolazioni e contributiquando si tratta di sostenere dei veri e pro-pri investimenti in favore dell'artigianato,come per la formazione ad esempio. InItalia non se ne parla proprio. E' forse perquesto che la professione sta scomparendo.Abbiamo dei luoghi in Italia dove si potreb-bero fare cose importanti e andrebbero riva-lutate, tutte le nostre ricchezze artistiche ele nostre attività artigianali.

Cosa le manca di più della Lucania daquando risiede a Roma?La nostalgia si avverte. Bisognerebbe torna-re ai valori autentici che si stanno perdendo.Mi manca la mia terra, i paesaggi inconfon-dibili della Lucania. Al paese sono io chefermo gli amici per salutarli. Loro raramentemi riconoscono. Più passano gli anni, piùaumenta il desiderio di rivedere i posti chefrequentavo da piccolo, ormai parte indele-bile del mio vissuto. Più passano gli anni piùsi fanno sentire le mie origini e in particolarmodo, la voglia di tornare a Castronuovo,Missanello e Roccanova dove ho trascorso lamia infanzia. Proprio per questo, mi sonocostruito una casetta in campagna con legalline ed il pallaio. Ma siccome il mio maestro si trasferì aRoma nel 57, dopo due anni mi mandò a

chiamare. Da un lato è stata una fortunaper me. Dopo il militare a Roma, ho fatto lamigliore clientela come sarto nel mio paese.Chi stava in paese era lontano dalle lucidella ribalta. Così, me ne tonai a Roma,prendendo lavoro presso la sartoria diAngelo Litrico. Litrico una volta mi disse: "Lafelicità è nel lavoro, e un po' nella famiglia".Io oggi ho sei figli, ma Litrico, che visse solo,si sbagliava nelle proporzioni. La famiglia èmoltissimo, il resto segue. In fondo si trattasolo di abiti ben fatti.

Quali sono i nomi più importanti cheha avuto l'onore di vestire?Stefano Accorsi, Michele Placido, GiancarloGiannini. Mi sono occupato dei revers diGiulio Andreotti, Giuseppe Ungaretti e diGiacomo Manzù. Ha cucito un cappotto aNikita Kruscev. Michele Placido, SergioCastellitto, Giancarlo Giannini, StefanoAccorsi. David Zard il produttore del musicalNotre Dame. Fabrizio Bentivoglio, KabirBedi, Omero Antonutti. Un bel po' di cine-ma, oggi, passa dai miei velluti. L’incontrocon Saverio Ferragina, il press agent. PoiMarco Bellocchio, che stava per girare Lacondanna con Vittorio Mezzogiorno.Mezzogiorno era un personaggio straordina-rio. Dopo il film con Bellocchio, lo vestii perLa Piovra. E in ventiquattr'ore gli feci unosmoking per andare di corsa a Venezia. Daallora diventammo amici. Ho visto crescereGiovanna, la figlia: due anni fa, quandovinse il David di Donatello, volle indossare losmoking del padre. Sono stato anche dapapa Karol Wojtyla e da papa Ratzinger acui ho realizzato un soprabito che mettevanei suoi lunghi viaggi. Ho realizzato un tes-suto molto leggero, che lo tenesse caldo,ma al tempo stesso non gli pesasse. Seprima il primato della sartoria era inglese,ora è italiano perché l'Italia, nel suo piccolo,è molto all'avanguardia nell'artigianato.

Cosa state realizzando in questo perio-

do?Da 30 anni a questa parte ho lavorato moltocon il cinema. Ma siccome la sartoria è pas-sata ai miei figli, ora ho aperto la scuola disartoria per far apprendere il mestiere a gio-vani che vengono da tutto il mondo. Nel1992 ho fondato la Camera Europeadell'Alta Sartoria con l'obbiettivo di formarenuovi sarti, con le tecniche moderne ditagliatore, sarti e di stilista. Questa scuola èstata fondamentale, perché dagli anni ses-santa i laboratori erano pieni di apprendistied era stato abolito l'apprendistato in tutti isettori dell'artigianato. Se non avessimoaperto una scuola, in dieci anni l'artigianatoitaliano sarebbe scomparso. Mio figlio a 4anni veniva a infilarmi l'ago. Così ha traman-dato la tradizione come anche molti giovanistranieri che poi hanno esportato all'esteroquesta arte, che ha finito per prenderepiede in tutto il mondo. È un vero peccatoche i nostri politici non sappiano apprezzarequesta ricchezza! Noi abbiamo questo pri-mato e loro non ci apprezzano. L'artigianatonon è finanziato. Noi lavoriamo ma lo statonon investe su di noi. All'estero, invece,sanno rivalutar meglio ciò che hanno di arti-stico. In Gran Bretagna il governo intervie-ne con agevolazioni e contributi quando sitratta di sostenere dei veri e propri investi-menti in favore dell'artigianato. Il paradossoè che noi che abbiamo più cultura e arte,rischiamo di passare come l'ultima ruota delcarro. Conosco gente venuta dallaGermania, dal Giappone, dall'America, adapprendere il nostro mestiere. Abbiamodiplomato anche sei giovani lucani e cipotrebbero essere già nuovi insegnanti ingrado di tramandare il mestiere nelle scuo-le private lucane. Con la crisi che c'è, oggil'unica salvezza sembrano essere i vecchimestieri, quelli che fanno star bene moral-mente ed economicamente. Sono stati ifondamenti per la nostra economia, almenofino al periodo preindustriale.

giu.ru.

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È QUANDO TI SENTI PICCOLO CHE SAI DI ESSERE DIVENTATO GRANDE.

A volte gli uomini riescono a creare qualcosa più grande di loro. Qualcosa che prima non c’era. È questo che noi intendiamo per innovazioneed è in questo che noi crediamo.Una visione che ci ha fatto investire nel cambiamento tecnologico sempre e solo con l’obiettivo di migliorare il valore di ogni nostra singolaproduzione.È questo pensiero che ci ha fatto acquistare per primi in Italia impianti come la rotativa Heidelberg M600 B24. O che oggi, per primi in Europa,ci ha fatto introdurre 2 rotative da 32 pagine Roto-Offset Komori, 64 pagine-versione duplex, così da poter soddisfare ancora più puntualmenteogni necessità di stampa di bassa, media e alta tiratura. Se crediamo nell’importanza dell’innovazione, infatti, è perché pensiamo che non ci siano piccole cose di poca importanza.L’etichetta di una lattina di pomodori pelati, quella di un cibo per gatti o quella di un’acqua minerale, un catalogo o un quotidiano, un magazineo un volantone con le offerte della settimana del supermercato, tutto va pensato in grande. È come conseguenza di questa visione che i nostri prodotti sono arrivati in 10 paesi nel mondo, che il livello di fidelizzazione dei nostri clientiè al 90% o che il nostro fatturato si è triplicato. Perché la grandezza è qualcosa che si crea guardando verso l’alto. Mai dall’alto in basso.

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Piove ancora in questa strana estate. Lenotizie sui media non sono mutate dasettimane, l’IMU sarà sostituita da una

tassa sui servizi, giusto per accontentarecon le parole, mentre, di fatto, il gioco èancora quello del ricatto ispirato a meri inte-ressi nemmeno di partito ma del singolo. Restano solo i versi di Montale a sintetizza-re il fastidio.“Piove/non sulla favola bella/di lontane sta-gioni/ma sulla cartella esattoriale/piovesugli ossi di seppia/e sulla greppia naziona-le”. Tanto vale fermarsi a sfogliare qualche libro.Senza l’intenzione di una lettura articolatama raccogliendo qui e là. Magari cercandole tracce di suggestioni che vale la pena dirinverdire. Così mi metto sulle tracce dialcune memorabili figure femminili che traun raggio malato di sole e lo “stillicidiosenza tonfi/ di motorette o strilli/ di bambi-ni”mi tornano in mente e mi mettono inricerca. Torno a sfogliare vecchi libri, pro-prio quelli con le pagine di carta, una coper-tina, il risvolto con le notizie sul testo, ilfoglio di riquadro, l’odore caratteristico, fre-sco poi stantio che sa di polvere e anni. Laloro corposità. Mi piace poi che tutte quel-le persone che si aggirano con le loro sto-rie e le loro vicende mi vengano incontrocoinvolgendomi.Si stagliano nelle pagine con un gesto, unatteggiamento, un particolare dell’abbiglia-mento. Ricche povere, popolane si impon-gono alla attenzione ed alla immaginazionecon una loro reale fisicità.Come Maria Palomba “una buona villanaseria e faticatora. Materna questo sì, e

forte; la donna forte della Bibbia”. La donnadi Barile che, nel romanzo di Carlo Alianello,L’eredità della Priora, ha ospitato un solda-to ferito e in fuga dell’esercito borbonico, èdiversa da qualunque donna di cui Ugoavrebbe pensato mai di innamorarsi, una“cafona, con l’odore di capra addosso ed ilsenso della terra”. Maria Palomba sta “pian-tata sulle anche, alza e abbassa appena alritmo la vita sottile e il dorso”, orgogliosadelle sue origini greche antiche, di Sparta, enon scutariana, albanese. Una figura sculto-rea che forse risente del ricordo, recenteper lo scrittore, essendo stato pubblicato ilromanzo nel 1966, delle mitiche lotte brac-ciantili. Tanto diversa un’altra giovanedonna del romanzo, Isabellina, giovanepotentina della classe alta, educata in uncollegio svizzero; al cugino ospite versa ilcaffè con la “chicchera” e mal cela la irrita-zione che un suo scatto brusco, che laporta ad urtare la zuccheriera, rivela. Beneducata, distante dalle coetanee che le invi-diano i cappellini giunti da Parigi. “Sorrise ;un sorriso pallido, ma era il primo”. “Nonesco mai ..e dove andrei?”. Un decennioprima era uscito Il Gattopardo di Tomasi diLampedusa. Visconti si innamorò della bellaAngelica che tracciò nel suo film. “Angelicagiunse alle sei di sera in bianco e rosa; lesoffici trecce ombreggiate da una grandepaglia ancora estiva sulla quale grappoli diuva artificiale e spighe dorate evocavanodiscrete i vigneti di Gibbodolce e i granai diSettesoli … nello sventolio dell’ampia gonnasalì leggera i non pochi scalini della scalainterna e si gettò nelle braccia di donFabrizio”. La gag, animata dalla neo ricca e

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rampante eroina, commenta lo stessoautore, era paragonabile alla regia diEisenstein e alla carrozzella da bambinidella famosa sequenza filmica del registarusso. Bellezza, arguzia, scaltrezza, sedu-zione disegnano questa splendida figurafemminile. Costruite negli anni sessanta queste eroinesono personaggi che si contestualizzanonell’epoca della costruzione dell’Unità italia-na. Un’altra figura, storica, di quel periodo èla imperatrice d’Austria, Elisabetta, dettaSissi. La coppia imperiale viveva un periododi difficoltà. Se ne è parlato, a Potenza, inun seminario presso l’ “Università delledonne”. A Vienna Elisabetta non era a suoagio. L’affetto per il marito ed il desiderio di

stargli vicino le venivano represse dall’au-stero cerimoniale di corte imposto da Sofia.Due settimane dopo il matrimonio, già scri-veva descrivendosi : “Mai avessi lasciato ilsentiero /Che alla libertà mi avrebbe guida-to, /mai mi fossi smarrita/imboccando l’am-pia via della vanità!/Destata mi sono in unaprigione/Le mani serrate da tristi catene”. Digrande intelligenza e di notevole intuitopolitico, visse con estremo disagio la suacondizione, precostituita e regolata da trop-pi formalismi, di imperatrice. Mi piace girovagare a cercare personagginoti. Così salto da un romanzo all’altro; nonsolo quelli lucani, o meridionali.Mi piace incontrare, nuovamente, un altrointenso personaggio femminile, del roman-zo di Thomas Mann, La montagna incanta-ta. In un severo sanatorio svizzero su un’al-ta montagna innevata, nel salone dove ipazienti pranzano, in un contesto che liestranea fittiziamente dalle cose terrene edalla incipiente esplosione della guerra,entra madame Chauchat. L’orribile fragoredi una porta della sala, “abbandonata a sestessa”, dopo che era stata aperta, la intro-duce creando inizialmente un moto di fasti-dio fra gli astanti. “Era una giovane signoraquella che in quel momento attraversava lasala, una donna, più che altro una ragazza,di statura media, in sweater bianco e in sot-tana a colori, dai capelli di un biondo rossa-stro che teneva intrecciati semplicemente, eattorti intorno alla testa..In aperto contrastocon il suo rumoroso ingresso, camminava,scivolando quasi, col capo chino in avanti,diretta all’ultima tavola a sinistra … tenevauna mano nella tasca della giacca di lanamolto aderente, con l’altra andava lisciandoe sostenendo i capelli dietro la nuca…”.Qui un’ ultima fotografia, quella scattata daMarguerite Duras ad una madre in L’Amante: “Mia madre è al centro dellaimmagine. La rivedo in quella sua posa tra-scurata senza sorriso, impaziente che lafoto venga scattata. Dai lineamenti tesi,unacerta trasandatezza nel vestire, dalla sonno-lenza nello sguardo, so che fa caldo. ..noibambini vestiti come dei poveracci, che mifa tornare in mente lo stato in cui cadevamia madre e di cui già conoscevamo i segnipremonitori, quella sua improvvisa impossi-bilità di lavarci, di vestirci, persino di nutrir-ci”.

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Una pianta rampicante nasconderà loscempio del ponte in ferro di VicoCommercio, nei Sassi di Matera. Il

ponte sarà modificato entro il mese pros-simo. Ad annunciare il completamentodella discussa opera architettonica è que-sta volta il Comune di Matera che ha deci-so di “mascherare” lo scempio con la“modica” cifra di 60mila euro e senzatenere in grande considerazione le prescri-zioni formulate dalla Soprintendenza per iBeni Architettonici e Paesaggistici dellaBasilicata. Anzi con il benestare della stes-sa Soprintendenza visto che ad annuncia-re la novità sul destino del “mostro d’ac-ciaio” nei Sassi sono stati proprio il sinda-co di Matera, Salvatore Adduce, l’assesso-re comunale ai Sassi, Ina Macaione, e ilSoprintendente, Francesco Canestrini. Insostanza per mitigarne l’impatto visivo, ilponte in ferro verrà ricoperto di tufo e laringhiera in ferro zincato dal designmoderno sarà sostituita da una più sempli-ce, in ferro ad elementi verticali. A “condi-re” il tutto un po di erba rampicante(edera) che nelle intenzioni dei progettistidovrebbe servire proprio a dare un toccodi “naturalezza” all’insieme e a ricoprire ipilastri in ferro. O forse a distrarre l’osser-vatore da questo lungo elemento orizzon-tale che è il ponte stesso, struttura noncontemplata nella tradizione costruttivadei Sassi. La pavimentazione in “chianca-relle” tipiche del luogo basterà a comple-tare l’opera, al posto del cemento indu-striale visto finora. Dunque il materiale fer-roso che compone il ponte sparirà conquesta ennesima modifica, lasciando spa-zio al tufo. Ma con questo allestimento“scenografico” forse un po’ posticcio, nonsi potrà certo ovviare a quell’errore di lin-guaggio dell’architettura che il pontegenera: nei Sassi non può esistere un col-

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Matera,Una pianta pil ponte in feIl Comune provv

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legamento orizzontale nel vuoto, lungoquasi 20 metri, che non sia sorretto dauna struttura ad arco. Dunque nel cuoredei Sassi esisterà un collegamento “impos-sibile” realizzato in apparenza con il tufoche rappresenterà dunque un “falso archi-tettonico” per il contesto storico in cuinasce. Ma a chi può interessare il rispettodelle norme basilari della teoria del restau-ro? In una città Unesco poi… Eppure, soloqualche mese fa la Soprintendenza pre-scriveva che “si è valutata la necessità dimitigare e migliorare l’inserimento intro-ducendo un elemento tipico e ricorrentedell’architettura dei Rioni Sassi (l’arcon.d.r.) riservandosi la possibilità di prescri-vere anche la chiusura dei fronti lateralidella passerella”. Dunque laSoprintendenza aveva ritenuto necessariofar realizzare al di sotto della strutturametallica un arco in muratura di tufo, pertutta la sua estensione, che, impostato, adestra, sul banco di roccia esistente, sidoveva sviluppare sino a raggiungere, asinistra, i due pilastri in acciaio. Ma ora laSoprintendenza fa marcia indietro, inbarba al rispetto dello spirito del luogo cheogni progettista dovrebbe tenere a mentein un intervento di restauro. Intanto, sem-bra che questa sistemazione per la qualeverranno spesi questi 60mila euro saràpure provvisoria. “L’obiettivo – ha dettol’assessore Macaione – è quello di renderesubito fruibile uno spazio, la piazzettaposta al di sotto del ponte di vicoCommercio che, altrimenti, resterebbepreda di vandali sciupando una straordina-ria occasione di valorizzazione di un luogoper il quale sono stati spesi soldi pubblici.La fruizione di questo spazio, inoltre,avrebbe la positiva conseguenza di mette-re a disposizione della comunità, attraver-so bando pubblico, alcuni locali utili per

avviare piccole imprese commerciali”. Manon è tutto. “L’idea –ha aggiuntoMacaione- è quella di costruire un dossierper un panel di 5 o 6 studiosi a livellointernazionale e invitarli, all'inizio del 2014,per farci indicare come procedere. Quindi,si dovrà smontare l'opera metallica o ipo-tizzare un'altra sistemazione, sempre inaccordo con Comune, Sovrintendenza e

comunità materana”. Anche il Comune diMatera ricorrerà ai “saggi” di fama interna-zionale per far giudicare l’opera e stabilireil da farsi. Dunque non basta il giudiziounanimamente negativo dei professionistilocali e dell’opinione pubblica a certificarelo scempio. Anzi, oltre il danno c’è anchela beffa visto che si snobbano gli architet-ti di Matera per richiedere ad un gruppo di

a,a per mascherare ferro con vista sui Sassi

rovvederà entro un mese

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R E P O R T A G E48

“saggi” di pronunciarsi e proporre soluzio-ni alternative. Ad ogni modo ora contasolo sbrigarsi, per presentare un rapportosullo stato dei luoghi alla commissionespecialistica che giudicherà se ci sono

ancora i presupposti per confermare l’in-serimento dei Sassi nella lista dei patrimo-ni tutelati dall’Unesco. Speriamo almenoche mascherandolo opportunamente nes-suno si accorga del “ponte impossibile” e

che i Sassi diventino come un gioco dellaSettimana Enigmistica in cui occorre aguz-zare la vista per scoprire l’elemento chestona nel disegno.

gi.ma.

Il progetto sostenibile per vico Commercio esiste dal 2004. Ma inpochi hanno letto le riviste di settore. Ben prima che fosse indettoil concorso per la riqualificazione di Vico Commercio che ha parto-rito un ponte in acciaio e un ascensore, elementi entrambi estraneial contesto dei Sassi di Matera, la rivista di architettura L’Arca davaspazio ad un progetto su Vico Commercio, redatto nel 2004 da unarchitetto di Matera. Nessuno lo ha letto. O forse si è fatto finta dinon sapere che esistevano uno studio e un progetto su VicoCommercio. Tra le pagine della prestigiosa rivista internazionale diarchitettura (numero 206 del settembre 2005, pag. 64) trova spa-zio un ampio articolo nel quale l’architetto Angelo Stagno illustra lasua proposta progettuale per il recupero dell’area interessata dalcrollo senza stravolgere la morfologia dei luoghi, anzi ricostruendo-la nel pieno rispetto delle tecniche costruttive tradizionali e intro-ducendo tecnologie innovative “sottopelle”. E se una rivista diarchitettura pubblica un progetto significa che ha un valore o è rap-presentativo per l’approccio suggerito dall’intervento. Ma a Materala cosa non interessa a nessuno anzi a fare specie è la scarsa sen-sibilità sulla questione dimostrata dagli addetti ai lavori: assessori,consulenti, sindaci, soprintendenti, progettisti. “La costruzionedelle nuove unità – si legge nell’articolo della rivista L’Arca- ponecome intento primario il ripristino di un segmento urbano letteral-mente inghiottito dal crollo, dovuto alla fessurazione della ormaifragile impalcatura tufacea su cui si poggiava l’agglomerato resi-denziale. Il cedimento è generato in gran parte dall’incalzare delleradici di una vegetazione infestante alla ricerca di sacche umide enutri¬mento, vere e proprie lame per questo materiale particolar-mente poroso e condizionato da un costante assorbimento idrico,non¬ché dalla disgregazione endogena del materiale stesso. Lamassa di calcarenite sedimentaria, detta impropriamente tufo,costituisce il materiale in cui è scavato il sistema di grotte, e quin-di è la struttura portante per le fondazioni dei manufatti sovrastan-ti. Non più protetta dalla accurata manutenzione, operata sistema-ticamente e con perizia dagli abitanti, questa volubile ma al con-tempo fragile costruzione è destinata a degenerare. L’intento pro-gettuale pone alla base dell’intervento il recupero del sistema digrotte in parte devastate dal cedimento. Il ripristino del volumescavato, così come il recupero delle volte in grotta, spesso indebo-lite o minacciate da lesioni in continua espansione, si realizza attra-verso la costruzione di anelli di sostegno. Inseriti all’annessionedella volta costruita con gli spazi scavati o nelle sezioni condiziona-te dal consistente indebolimento, questi elementi si inserisconocome protesi strutturali senza incidere sulla massa tufacea e pro-ponendosi come impalcatura stabile e autonoma”. Dunque nel pro-getto dell’architetto Stagno l’elemento di recupero statico si collo-ca con estrema flessibilità nell’area d’intervento, offrendo risoluzio-ni provvisorie o definitive senza incidere irrimediabilmente sullanatura del sito. La ridefinizione dei camminamenti, scalinate erampe di collegamento, avviene in armonia con le preesistenze via-rie e volumetriche, garantendo quindi il riassetto di una rete di per-corsi ovviando a vicoli ciechi e assicurando un comodo collegamen-to agli assi viari principali. “Le unità realizzate ex-novo, - si leggeancora nell’articolo-pur avvalendosi in parte delle tracce ancora esi-stenti dei fabbricati distrutti dal crollo, assumono forma e dimen-sioni classiche, strutturandosi secondo i parametri dettati dallacostruzione di volte a botte, a tutto sesto o anche con teste di padi-glione, degli antichi lampioni, unico vero manifesto della grottaricostruita in positivo. Per la sua qualità strutturale ed economicità

formale, la volta in conci di tufo, sorret¬ta daarchi di fondazione integrati nella muraturaportante, si riconferma quale elementocaratterizzante di questi nuovi spaziabitativi. Le nuove unità, costituitequasi esclusivamente da monolocalidi superficie variabile da 40 a 13metri quadrati, sono adeguatamen-te fornite di servizi e accessori anorma, suddivisi al loro interno dapareti mobili leggere, scorrevoll oribaltabii, tanto da permettere la frui-zione dell’intera superficie senza sacri-ficare le qualità ottiche e funzionali delvolume interno. Le caratteristiche di faccia-ta delle nuove edificazioni, rispettano lasobrietà che contraddistingue queste case contadine, parche didecori e manierismi storici ma avvezze al buon gusto misurato dal-l’essenzialità funzionale. Ogni livello costruito di questi manufatti,disposti a mezza costa, è accessibile dai vicoli a essi immediata-mente adiacenti; per i livelli più alti a mezzo del camminamentoposto a ridosso del fabbricato, e alla base dal vicolo antistante ailocali disposti al piano terreno, questi ultimi a loro volta collegaticon le grotte retrostanti a costituire l’atrio d’ingresso degli spaziscavati.Destinati ad attività commerciali di vendita al dettaglio e a officineartigiane, così come a uffici privati o a strutture pubbliche e di ser-vizio, i locali annessi alle grotte con accesso diretto dalla strada,costituiscono l’elemento introduttivo alla città realizzata in negati-vo. La destinazione d’uso dei fabbricati ottenuti da questo interven-to, si rivolge in particolar modo all’uso abitativo e commerciale,agevolato dalla fruibilità offerta dalla vantaggiosa vicinanza al cen-tro cittadino. La presenza di esercizi commerciali per i generi diprima necessità al dettaglio e attività di servizio, assolverebbero inbuona parte all’esigenza dei nuovi utenti del quartiere, privilegian-do un’infrastruttura viaria unicamente pedonabile, al tempo stessostrumento sociale e arteria urbana. L’obbiettivo posto a premessadel programma progettuale, restituisce quindi, attraverso struttureadeguate e in parte già esistenti, un elemento indispensabile allaCittà, estratto dalla sua essenza più antica”. Dunque bastava un podi attenzione verso i progettisti locali o semplicemente leggere unarivista di settore molto diffusa come “L’Arca” per accorgersi che unarchitetto di Matera aveva pensato, già nel 2004, ad una soluzionepoco invasiva per quella zona dei Sassi. Poteva senz’altro essere unpunto di partenza, una linea guida, sulla quale costruire il bando diconcorso per recuperare la zona. Ma si è preferito scegliere la stra-da più tortuosa, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.Questa vicenda conferma che nessuno è profeta in patria: l’archi-tetto Angelo Stagno ora vive in Austria dove insegna alla Facoltàdi Architettura dell’Università di Innsbruck. Allora riecheggianocome profetiche le parole dello scrittore Giorgio Bassani (che fuanche presidente di Italia Nostra) che in un intervento a Matera nel1967 disse: “Sono estremamente pessimista circa la sorte deiSassi, come per Venezia. Le Amministrazioni comunali, specialmen-te se progressiste, devono preservare le città e i centri storici dal-l’invasione da quella specie di Internazionale del vetro, dell’acciaioe del cemento armato che sta coprendo di noia e di conformismotutte le terre, tutti i Paesi e che pensa soprattutto ai propri affari”.

Nel 2004 la rivista “Arca” pubblicò un progetto del materano Stagno

Angelo Stagno

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E P I S T E M E50

Il verbo presumere deriva dal latinopraesuměre, composto da prae-pre- esuměre-prendere. Quindi: prendere

prima. Da questo verbo deriva il sostanti-vo presunzione che vuol dire: fiduciaeccessiva nelle proprie capacità, esagerataopinione di sé. Sinonimi sono: burbanza,orgoglio, superbia. Sappiamo tutti per esperienza che unapersona sfacciatamente presuntuosasuscita quasi sempre reazioni negative, diallontanamento, di sfiducia, e a nessunopiace intrattenere relazioni strette o intimecon una tale persona. Il presuntuoso èuna persona che ha un'alta opinione di sé,ma senza una base reale che la possasostenere, ha eccessiva fiducia nelle pro-prie capacità, ma solo sul piano delle illu-sioni. Dalle nostre parti c'è un proverbio chedice: ciucci presuntuos' nun faci pru-fitt' (asino presuntuoso non fa profitto).Un altro modo di dire molto comune vienesubito alla mente: ciucci e presuntuos'(asino e presuntuoso). Come ben si puòvedere in tutte e due le espressioni è pre-sente l'asino, e la presunzione è legata aquest'animale che, nei modi di dire popo-lari, rappresenta l'ignoranza, la stupidità ela caparbietà. Molto significativo il proverbio ciucci pre-suntuos' nun faci prufitt', perché mettein relazione la presunzione con l'assenza diprofitto. In realtà il proverbio vuol dire chela persona presuntuosa, a causa della suaignoranza e caparbietà, non produce nulladi vantaggioso o utile. Il proverbio noncondanna esplicitamente la presunzione in

quanto elevata distorsione dell'autostima,ma indica subito le conseguenze e i dannidi una tale distorsione. Quindi ci invita ariflettere sugli esiti negativi della presun-zione, cioè sulla sua improduttività.Perché? Evidentemente perché chi haun'opinione esagerata di sé stesso pensa,ritiene, crede di possedere già certe capa-cità, pre-sume di essere, si illude di esse-re, e quindi di conseguenza non avvertel'esigenza di impegnarsi per essere quelche desidera. Se uno già crede di esserecapace, è molto probabile che non farànulla per acquisire le competenze chepossono renderlo davvero capace. Se unocrede di essere già intelligente non faràquasi nulla per diventarlo davvero. Se unocrede di essere già a posto non si impe-gnerà quasi in niente. Pensare di sapere,quando invece si è immersi nell'ignoranzapiù vergognosa, è seriamente pericoloso.Nessuno andrebbe da un medico presun-tuoso che non sa nulla di medicina.Nessuno prenderebbe sul serio una donnasenza cuore che parla di amore. Il proverbio è quindi illuminante per l'asso-ciazione fra la presunzione e le sue conse-guenze pratiche. Insomma, il proverbiocoglie e mette in evidenza una caratteristi-ca centrale della presunzione: tipico delpresuntuoso è il fatto che non producenulla di utile o vantaggioso. Da questopunto di vista strettamente pragmatico ilpresuntuoso altro non è che una personainutile. Questo nostro proverbio ci offre unconcreto criterio di valutazione perché nonindugia su una condanna astratta dellapresunzione, non disprezza la presunzione

Leonardo CLAPS

PRESUNZIONUN'ANALISI FIL

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in quanto errore cognitivo ma, andandoben oltre, ne mette subito in evidenza leconseguenze pratiche. In linea con la dimensione pragmatica diquesto proverbio si può ora approfondirel'analisi. Infatti, la presunzione è un mec-canismo mentale che nasconde qualcosa.Di cosa si tratta? Grazie al proverbio abbia-mo capito che la presunzione è improdut-tiva, quindi tipica delle persone sfaccenda-te. Ora, andando più in avanti, possiamocogliere un livello più sottile. Una personapresuntuosa, che trasmette l'aria di sape-re, di essere certa, che cerca di appariresicura di sé, in realtà allontana tutti i pos-sibili sospetti che potrebbero insorgere sel'osservatore fosse più critico e guardingo.Certamente, di fronte a un presuntuososfacciatamente e francamente arrogantetutti avvertirebbero un'atmosfera negativae avrebbero quindi reazioni di allontana-mento. Ma se la presunzione è benmascherata, se appare come sicurezza disé, come convinzione ferma nelle proprieidee, come certezza nelle proprie posizio-ni, allora può facilmente indurre l'osserva-tore in grossi errori di valutazione. In que-sto caso la presunzione serve per tenerlontano gli altri da qualcosa di molto spia-cevole. Il presuntuoso che cerca di appari-re certo di sé, in realtà non vuole che glialtri vadano oltre, che non abbiano sospet-ti, che non indaghino. Per questo cerca ditrasmettere un'impressione di sicurezza.In questo senso, come si può ben intuire,la presunzione non è altro che un mecca-nismo di difesa. Chi la adotta è perché nonvuole il superamento dell'apparenza, non

vuole che si venga a sapere qualcosa dinegativo, non vuole l'impegno della since-rità e dell'intimità autentica. Qui il presun-tuoso è una persona bloccata nelle sueidee, nelle sue convinzioni e vuole chequeste sue idee e convinzioni siano preseper buone, così non si va avanti, non siprocede nell'esplorazione, perché quelloche cerca di nascondere con l'apparenzadella certezza è troppo repellente. Questotipo di presuntuoso è una persona che, intutto quello che pensa, dice e fa, trasmet-te sempre e solo l'inibizione cognitiva. Lesue convinzioni possono riguardare le sueidee politiche, la sua fede religiosa, le sueidee sulla vita, sulle persone, sulla propriacondotta. Le certezze che cerca di tra-smettere con aria di sicurezza sono in real-tà solo pericolosi impedimenti. Se una per-sona arriva a questo livello di grave auto-inganno evidentemente ha seri problemimentali. Ma si badi bene: le certezze diuna tale persona sono solo certezze pre-sunte, illusioni costruite da una mentemalata, in un certo senso deliri. Qui il rap-porto con la realtà è già seriamente com-promesso, la concretezza della vita è statagravemente mutilata. Questa è la presun-zione che ha rinunciato alla vera vita per-ché ha posto l'io al di sopra della vita, e unio che è al di sopra della vita è, a rigor ditermini, un io morto. Insomma, grazie ad un umile elementoculturale della nostra terra, un proverbiolucano, è stato possibile avviare ed elabo-rare un'analisi particolare e filosofica dellapresunzione, soprattutto per ciò cheriguarda le sue conseguenze pragmatiche.

ONE: FILOSOFICA

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Tipologia: TrekkingDifficoltà: facileDistanza: 10 kmDislivello: 900 metri in salitaPunto di Partenza: comune di ViggianoPunto di arrivo: sacro monte di Viggiano

L’itinerario segue la Via della Madonna,la via che, soprattutto in Maggio eSettembre, i pellegrini percorrono per

venerare la Madonna del Sacro Monte diViggiano. Situato nel Parco nazionale dell’AppenninoLucano, nella verde Valle dell’Agri, ilSantuario del Sacro Monte di Viggiano costi-tuisce, sin dall’inizio del II millennio, il più

importante centro mariano della Basilicata. Nel 1965 Papa Paolo VI, con la BollaLucanae Genti, ha proclamato la MadonnaNera del Sacro Monte di Viggiano Regina ePatrona della Lucania. Migliaia di pellegrini provenienti da centinaiadi paesi, specialmente da Maggio aSettembre, in una ininterrotta tradizione chesi perde nei secoli, raggiungono la Sacra

Vetta del Monte, (1725 m. s.l.m), per vene-rare la Madonna Nera, il cui sguardo mater-no e regale ha affascinato da sempre i figlidella terra lucana. Le origini del Santuario di Viggiano restanoavvolte nel mistero. L’ipotesi più accreditatalo fa risalire all’ XI secolo e ne collega lanascita alla caduta della città romana diGrumentum, attaccata a più riprese dai

La regina di Basilicata

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Saraceni sin dal IX secolo e definitivamenteabbandonata intorno al 1050. Il simulacro della Vergine, infatti, sarebbestato custodito inizialmente proprio nellacattedrale di Grumentum e da qui sarebbestato trasferito e nascosto sulla vetta delMonte Viggiano per evitare che venissedistrutto dai Saraceni. La leggenda narrache alcuni pastori della valle, attirati da stra-

ni fenomeni luminosi, vi rinvennero, intatto,il Sacro simulacro, subito trasportato aViggiano e collocato nella cappella di SantaMaria Fuori le Mura che da allora fu dettadel Deposito. Da allora si ha l’inizio delduplice pellegrinaggio: la prima domenica diMaggio il simulacro viene ricondotto sullavetta del Monte, luogo del ritrovamento,dove fu edificata una cappella; e la prima

domenica di Settembre il simulacro vieneriaccompagnato a Viggiano. Cuore del santuario è la scultura lignea distile bizantino. La Madonna è ritratta sedu-ta in trono, le sue stesse ginocchia fungonoda trono al fanciullo Gesù benedicente, conin mano il globo sormontato dalla croce (Salvatore del mondo).

v.a.

Scarica l’itinerario gps su www.innbasilicata.it

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Per l’installazione di una Stazione delTelegrafo Elettrico il ConsiglioDecurionale di Potenza invitava

l’Intendente Achille Rosica di informareal Ministero delle Finanze che il Comune diPotenza non si trovava nella possibilità disopperire ai mezzi necessari, considerandoche “qualora per pubblico bene si intendeimpartire grande beneficio, è di giusto chela spesa debba cedere a carico delleFinanze”.E’ una versione positiva circa la destinazio-ne di eventuali fondi pubblici comunali, mad’altro canto resta evidente l’arretratezzaculturale dei Decurioni che, per la maggiorparte agrari, non vedevano nessuna utilitàdel nuovo mezzo per i lori affari, intenden-do che fosse utile solo per Napoli, Capitaledel Regno .Ma dopo un mese, con comunicazione del23 ottobre 1857, l’Intendente AchilleRosica comunica che il Ministro delleFinanze “non ha approvato la DeliberaDecurionale del 20 settembre 1857” eche quindi il Comune di Potenza “deve”provvedere, ed a sue spese, all’installazio-ne di una Stazione del Telegrafo Elettrico. Nella nuova riunione del 29 ottobre 1857il Decurionato crede di aver individuato lascappatoia per non provvedere a sue speseall’installazione della Stazione del TelegrafoElettrico motivando che “essendosi giàredatto lo Stato Discusso (Previsionale) delnuovo Quinquennio, non è più possibile di

fissarvi corrispondente Articolo di Esito(Capitolo di Bilancio), ma che una spesapresuntiva di 200 Ducati per l’affitto del suaccennato locale sia inserito nel nuovoStato Variabile (Bilancio Provvisorio), salvoa provvedersi nel corso del venturo anno1858, qualora potesse invertirsi altrofondo”.E’ una inutile ricerca di una via di fuga per-ché l’Intendente Achille Rosica, con notadel 9 novembre 1857, fa pervenire unRescritto del Re secondo il quale “dove sipuò, i Comuni di che trattasi diano la casae l’alloggio, o in qualche locale di pubblicouso o nelle case comunali.”Nella successiva riunione del 15 novem-bre 1857 il Decurionato, prende atto che,da tale Sovrana Risoluzione risulta chiara-mente che il Comune di Potenza si trovanella ipotesi di dover dare, potendolo, lacasa e l’alloggio in qualche locale di pubbli-co uso, o nella Casa Comunale.Il Decurionato, considerando che ilComune ha deficienza di locali addetti apubblico uso, tanto che per la ristrettezzadella Casa Comunale e per darecomodità al Cancelliere addettoalla Conciliazione di conser-vare le sue carte si è dovutoaffittare una stanza dalPrincipe di Potenza, non puòdare un locale per uso dellaStazione Elettrica néper l’alloggio degliimpiegati.Sembra tutto definitoe sistemato a favoredel Decurionato ma ilterremoto avvenutonella notte del 17 dicem-bre 1857 manda all’aria tutti iprogetti ed il primo gennaio1858, in un locale nel BorgoPortasalza al Vico Riviello (poi VicoCatarinella ed attualmente Via GiacintoAlbini), che l’Arciprete della Chiesa di S.Michele Don Francesco Riviello aveva fitta-

to al Comune, avviene la solenne inaugu-razione della sede del Telegrafo Elettrico.Il primo Direttore della Stazione di Potenza,tal Pasquale Peluso, poco dopo chiedeva alSindaco Don Gerardo Iannelli di rinvenireun altro locale più dignitoso. La secondasistemazione, però, sempre a Portasalza, alVicolo Pagliuca (in precedenza Vico PopaFasulo ed attualmente Antonio Busciolano)era peggiore della prima perché situata inuna stalla che, addirittura, dopo il terremo-to, dovette essere puntellata, locale appar-tenuto al defunto Luigi Pagliuca, già dipen-dente dell’Intendenza di Basilicata, e fitta-

to dal figlio Arch. FrancescoPagliuca. Successivamente asettembre 1858 l’Ufficio

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Vincenzo MATASSINI

Seconda ParteIL TELEGRAFO E

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Telegrafico si trasferirà in una casa al LargoDuca della Verdura.Ma se c’era stato l’interventodell’Intendente Giuseppe Ciccarelli e poiquello di Achille Rosica (a cui i Potentinidedicarono poi una delle strade cittadine)perché si inaugurasse una StazioneTelegrafica a Potenza, evidentemente eragià giunta la linea elettrica perché non sipoteva dall’oggi al domani programmareuna linea di un centinaio di chilometri pro-veniente probabilmente dall’Irpinia, tramiteRionero, piazzare i pali e montare il filosugli isolatori. Ecco quindi la fretta percostringere il Comune di Potenza al reperi-mento di un locale per la StazioneTelegrafica e l’immediata inaugurazione. Un’ampia trattazione sull’installazione delTelegrafo Elettrico a Potenza è riportata nellibro di Vincenzo Perretti “CronachePotentine dell’800”, edito nel 2000, dalquale ho tratto alcuni riferimenti. Negli anni successivi la spesa del TelegrafoElettrico passò a carico del ConsiglioProvinciale di Basilicata e la sede dellaStazione, dopo vari traslochi, fu insediatanel Palazzo Comunale.E’ da tenere presente che in media il per-sonale di una Stazione Telegrafica era com-posto dal Direttore e da cinque o seiOperatori. Particolare interessante, dal 15luglio 1855 al 20 novembre 1860 talePasquale Pellegrino, soldato congedato,era Custode del Camposanto diPotenza; guarda caso, la scelta su unaterna di nomi era stata fattadall’Intendente Giuseppe Ciccarelli.Pasquale Pellegrino dal primo Gennaio1858 assunse anche l’incarico diOperatore del Servizio TelegraficoElettrico, fino al 20 novembre 1860,quando fu sollevato dall’incarico di Custodedel Camposanto perché era troppo obera-to dal lavoro al Telegrafo Elettrico; e quin-di è da ritenere che il Pellegrino, già quan-do era in servizio militare, facesse parte delCorpo Telegrafico.

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O ELETTRICO

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Ore 21.00 in punto. Area archeologi-ca del Satyrion Jazz Cafè di Marinadi Leporano. Si spengono le luci e

sul maxischermo, con sottofondo di musi-ca classica, scorrono le immagini del fil-mato del cine operatore Luciano Miano(riprese aeree della baia del mito, del pro-montorio di Saturo, della torre di guardiacostiera, e poi a volo d’uccello, il castelloMuscettola, resti dell’antico acquedotto, iltempio di Atena, quello della sorgente,zumate sui resti della villa romana d’etàimperiale, il borgo antico, la chiesa matri-ce, scorci paesaggistici di incomparabilebellezza, la scogliera, la spiaggia, ilmare). E’ iniziata così sabato sera, 24 maggio,l’attesa cerimonia di premiazione della XVedizione del Premio Internazionale“Satyrion per l’archeologia”, ideato, pro-mosso e organizzato dalla Pro Loco diLeporano con il patrocinio del Comune diLeporano e della Regione Puglia. A con-durla con un ritmo sobrio, veloce e televi-sivo il puntuale e impeccabile conduttoreAngelo Caputo.

Un evento d’alto profilo culturale, che si èavvalso della fattiva collaborazione dellaSoprintendenza ai Beni Archeologici dellaPuglia, dell’Istituto di Storia e archeologiadella Magna Grecia, del Museo NazionaleMarta’ e della Camera di Commercio diTaranto e che mira, nelle intenzioni deipromotori, a esprimere stima e gratitudinenei confronti di chi, attraverso la ricercaarcheologica, ha riportato alla luce resti diantiche civiltà sepolte, salvandole dall’in-giuria del tempo e dall’oblio degli uomini. Per il 2013 vincitore è una personalità dispicco nella scoperta, tutela e valorizzazio-ne dei Beni Archeologici della MagnaGrecia. E’ il dott. Antonio De Siena,Soprintendente per i Beni Archeologicidella Basilicata, con i complimenti (inter-venuti nell’occasione) del prof. LucianoSardiello e del prof. GiuseppeSantoiemma, del sindaco di Leporano rag.Vito Di Taranto e del Soprintendentearcheologico della Puglia dott. Luigi LaRocca. La sua designazione è avvenutaper decisione unanime di un’appositaCommissione a seguito dell’incontro svol-

tosi nella sede dell’Istituto di Storia eArcheologia della Magna Grecia. Ma andiamo con ordine.Sulla scena del Teatro Arena, illuminato agiorno, per primi sono stati invitati dalpresentatore Caputo, il presidente del pre-mio prof. Luciano Sardiello e il presidentedella Pro Loco prof. GiuseppeSantoiemma, i veri artefici e promotori delSatyrion. I due hanno illustrato brevemen-te significato e valore della manifestazioneche nel corso degli anni è diventato unappuntamento ineludibile fra gli studiosi eappassionati di archeologia. Nelle loroparole, ma soprattutto nei loro sguardi, lasoddisfazione di essere riusciti, malgradodifficoltà di ogni genere, a tradurre un’i-dea in progetto, un sogno, un’utopia inrealtà, avvalendosi della competenza eprofessionalità di un comitato tecnicoscientifico, presieduto dal Soprintendenteai Beni Archeologici della Puglia dott. LuigiLa Rocca e composto dal Presidentedell’Istituto di Storia e Archeologia dellaMagna Grecia prof. Aldo Siciliano e dalladirettrice del Museo Nazionale dott.ssa

Assegnato dalla Pro Loco di Leporano

Nino BELLINVIA

Il “Satyrion” 2013 al dottor De Siena

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Antonietta Dell’Aglio. Affianca il comitatoorganizzatore presieduto dal presidentedella Pro Loco prof. GiuseppeSantoiemma, composto dal presidente,ideatore e fondatore del premio, prof.Luciano Sardiello e dall’archeologo subac-queo prof. Mario Lazzarini. Arriva la premiazione dei “Clari Viri”, uomi-ni illustri nel campo delle professioni, delleistituzioni e delle arti che hanno ben ope-rato nel loro ambiente di vita e di lavoro.Ad essere insigniti del titolo: il dott. FabioPaolillo, segretario provinciale dellaConfartigianato Taranto; la dott.ssaMariangela Lamanna, vice presidente delComitato Nazionale 16 Novembre Onlusun’associazione di volontariato che sibatte per la tutela dei malati di SLA e dialtre patologie altamente invalidanti; l’av-vocato Giuseppe Cassano, presidente delcentro d’ascolto per il disagio familiare. Apremiarli, rispettivamente, l’assessore aiservizi sociali Vincenzo Zagaria; il presi-dente della Pro loco prof. GiuseppeSantoiemma e l’assessore Adolfo Pagano.Insigniti riconoscimenti speciali, “Spiriti

magni” i demiurghi nel campo della medi-cina e delle scienze delle finanze: prof.Florenzo Iannone, professore associato diReumatologia presso l’Università degliStudi di Bari; dott. Concetto La Rosa,responsabile del Reparto Cardiologia Uticdella Casa di Cura Villa Verde; dott.Baldassare Cimmarrusti, insigne figura dicommercialista, cavaliere di Gran Crocedell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro diGerusalemme (a premiarli, rispettivamen-te, il presidente del premio prof. LucianoSardiello, l’assessore Mino Franchini e ilsindaco di Leporano rag. Vito Di Taranto).Premiazione quindi della IX edizione delPremio intitolato a “Attilio Stazio” (conse-gna di una borsa di studio di € 1.000 ero-gata dalla Camera di Commercio diTaranto). Vincitore l’architetto Vito Catellacon la tesi: Il Museo di Leporano (con icomplimenti del prof. Mario Lazzarini refe-rente della Commissione valutazione tesi,del Consigliere regionale AlfredoCervellera e della consigliera comunaledelegata alla cultura De Milito).Nel corso della serata c’è stata anche la

consegna di una targa alla memoria delcompianto dott. Giuseppe Andreassi, giàsoprintendente archeologo della Puglia(consegnata alla dott,ssa AntoniettaDell’aglio dal prof. Aldo Siciliano). A concludere la serata la cerimonia dellaconsegna del Premio Internazionale“Satyrion per l’archeologia” alSoprintendente per i Beni Archeologicidella Basilicata Antonio De Siena. Letturadella motivazione, consegna della targa eun breve commosso indirizzo di saluto e diringraziamento del vincitore.Nel corso della serata, ripresa da LucianoMiano, sono stati apprezzati ed applauditida tutti le coreografie, le musiche ed i bal-letti tenutesi nei vari intermezzi (protago-nisti i ballerini del Centro Studi DanzaKoros diretto da Angela Barbanente; il TrioMerico con tre giovani maestri d’orche-stra: Claudio Merico al violino, RemigioFurlanutt al contrabbasso e Andrea Muscialla chitarra acustica; la vocalist GiuliaD’Eredità, cantante di successo del pano-rama canoro italiano che è stata accompa-gnata al piano dal maestro Mario Rossi).

Il Soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicatadottor Antonio De SienaLaureato in lettere classiche pressol’Università degli Studi di Lecce con 110 elode il dott. Antonio De Siena ha frequen-tato la Scuola di Specializzazione inArcheologia presso l’Università degli Studidi Pisa.Entrato nei ruoli della Carriera direttiva delMinistero per i Beni e le Attività Culturali hapercorso una brillante carriera occupandoruoli di grande prestigio e responsabilitànella Soprintendenza per i BeniArcheologici della Basilicata. Ha partecipato a convegni in Italia e all’e-stero con specifiche relazioni scientifiche,tenendo corsi di formazione, seminari di studio e conferenze presso Universitàe Centri di Cultura in molte città italiane e europee. Ha collaborato e collabora con centri di ricerca nazionali e internazionali tra cuil’Istituto Archeologico Germanico di Roma e Berlino, l’Università di Austin nelTexas, e Scuole di Specializzazione in Archeologia Classica e Medievale delleUniversità di Ginevra, Lyon e altri Istituti culturali italiani ed europei.E’ membro dell’Istituto Archeologico Germanico, componente del ConsiglioDirettivo dell’Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia, sociobenemerito della Deputazione di Storia Patria per la Lucania.Intensa la sua attività di scavo archeologico, restauro e valorizzazione nell’areaurbana e nella necropoli di Metaponto, nei santuari extraurbani di San Biagioe delle Tavole Palatine , e in numerosi centri italici da Pomarico, a Craco,Ferrandina, Pisticci, Timmari, Materra. Vasta, interessante e di alto profilo scientifico la serie di studi, ricerche e pub-blicazioni riguardanti la valorizzazione del patrimonio archeologico della MagnaGrecia.

Vincitori del Premio negli anniDott. Antonio De Siena 2013Angela Pontrandolfo 2012 Giuliano Volpe 2011 Alastair Small 2010 Enzo Lippoli 2009 Manolis Korrés 2008 Michel Gas 2007 Dieter Mertens 2006 Francesco D’Andria 2005 P. Guzzo e F. Pallares 2004 Dinnu Adfamesteanu 2003 Emanuele Greco 2002 Attilio Stazio 2001Elena Lattanzi 2000Felice Gino Loporto 1998nel 1999 non è stato assegnato

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Incontriamo Nino D’Angelo in occasionedel suo concerto a Tito, lontano dairiflettori della ribalta, per una chiacchie-

rata informale, distesa, che serve a cono-scerlo meglio nel suo intimo, nella suaessenza. Viene fuori che i concetti checanta con le sue canzoni non sono stru-mentali al personaggio, ma sono la suaessenza, la sua ragion di vita. Sarà forsequesto che, nella nostra regione, lo ha resonel tempo, probabilmente, il cantante piùconosciuto e amato, che senz’altro conta ilmaggior numero di ammiratori.

Lei è in continua tournèe e ogni annonon manca di portare il suo spettaco-lo in Basilicata dove ha un notevolenumero di sostenitori. Che rapportoha con il pubblico e con la terra luca-na?Io vengo da una vita particolare, non riescoa dividere le regioni; per me il sud è un’u-nica terra, la “mia” terra, quindi laBasilicata è una terra che mi appartiene inquanto “terra del sud”. Questa è una regio-ne poco reclamizzata, poco pubblicizzata,ma ha dei posti magnifici, delle montagnebellissime, un verde fantastico, e poi lagente è tranquilla. Ci vengo sempre congrande piacere.

Nella sua carriera ha spaziato fradiversi generi, partendo dal melodico,dalla sceneggiata passando anche perl’etnico popolare senza mai lasciare ildialetto napoletano. Quale generesente più vicino, quale la rappresentameglio?Io amo molto la musica popolare e quandovengo associato a questa musica mi sentosempre molto lusingato perché io ritengoche il popolo sia qualcosa di nobile: iovengo dal popolo e voglio essere il popoloper sempre. Penso che i veri sentimentisiano rimasti fra la gente comune, fra lagente che resiste, che purtroppo non lavo-ra, fra chi vive ai margini: io voglio esserela voce di queste persone perché penso chein questi posti ci siano storie bellissime.Quindi io sono del popolo e voglio esserloper sempre. Questo accomuna un po’ tuttoil sud. In Basilicata sento le stesse emozio-ni, gli stessi sentimenti che sento in tutto ilmeridione che è una terra apparentementepovera ma ricca di amore, di voglia di com-battere. Io voglio rappresentare chiunqueabbia amore nel suo cuore.

C’è ancora cinema nel suo futuro?Si, stanno cercando anche di girare un film

sulla mia vita, io non so se vi parteciperò,ma da dicembre girerò un film da protago-nista.

Se lei dovesse scegliere un partner perun duetto con chi le piacerebbe canta-re?Peter Gabriel

Quindi lei non sposa il pensiero odier-no che vede in vantaggio nuovi giova-ni talenti?

Io penso che ogni epoca abbia i suoi eroi, isuoi musicisti. La musica negli ultimi anniha perso di qualità, ci sono troppi cantanti;la televisione ha dato una mano da unaparte, ma dall’altra parte ha creato un con-sumismo artistico esagerato. Le cose sonodiventate tutte uguali. Oggi è difficile trova-re la genialità di un tempo; ma in fin deiconti chi è bravo credo riesca comunque afarsi strada.

Lei in questo periodo è in sala di regi-strazione, sta preparando nuovi lavoridiscografici?

Intanto sto lavorando a un progetto moltoimportante, canterò al San Carlo di Napoli,

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Carlo CALZA Jr.

NINO D’ANGENella mia Basilicata terra del Sud

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dove ricorderò il maestro della canzonenapoletana Sergio Bruni nel decennale dellasua scomparsa. Credo che sia il momentopiù alto della mia bella e forte carriera;questo è il coronamento di unsogno per me, rappresentare ilpiù grande cantante napoleta-no di sempre e fare in modoche per una notte quellodiventi il teatro del popolo.Sarà un’emozione incredi-bile.

Vuole rivolgere unpensiero libero ainostri lettori?

Spero che questaintervista piaccia;spero di risultare sim-patico ad altre perso-ne. Voglio rivolgermisoprattutto ai giovanilucani: abbiate laforza di non mollarenonostante le diffi-coltà. Sono vicino alpopolo e non smet-terò mai di esserela voce del popolo.

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Vuoi promuovere il tuo disco o la tuademo? invialo a “Il Lucano Magazine”Via del Gallitello, 89 85100 Potenzalo ascolteremo e pubblicheremo unarecensione nella rubrica“RETROCENSIONI” a cura di CarloCalza Jr.

GELOa

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Stereotipi a parte, quando si parla dicucina, ci viene spontaneo associareuna Regione d’Italia ad un particolare

piatto o prodotto: Puglia = orecchiette,Emilia Romagna = lasagne, Sicilia = can-nolo. E così via…Ma se dovessimo invece individuare laricetta più rappresentativa della Lucania acosa penseremmo? Lagane e ceci?Ciambotta? Cutturieddo? Acquasale? Ilprodotto più simbolico ed immediato

potrebbe essere il peperone crusco adesempio. O forse no. E come sempre suc-cede in questi casi andiamo su Wikipediaper avere un aiuto immediato.Se invece abbiamo una vera e propria pas-sione per la cucina unita a quella per la sto-ria e le tradizioni, potremmo fare alloradegli approfondimenti, cercando quei blogdi cucina che parlano di ricette lucane.Pochissimi a dire il vero.Mollicadipane.blogspot.it è uno di questi.Dedicato alla passione culinaria, il blogriporta fra le etichette la “cucina tradiziona-le lucana”, con 16 ricette, tra cui, oltre apiatti tipici ed esclusivi come la Rafanata oil ‘Cugliaccio’, un lievitato arbereshe, tro-viamo anche ricette con il famosoPeperone Crusco: il baccalà, le pettole ofrittelle ed una tipica focaccia con polveredi peperone crusco.Il baccalà con i peperoni cruschi lo ritrovia-mo anche tra le ricette di Mary, <<DESPE-

RATE HOUSEWIVES che ama trascorrere ilsuo tempo libero tra internet, la cucina, lenews e molto altro>> (http://i-consigli-di-mary.over-blog.it/). La semplicità e la fru-galità, caratteristiche della società contadi-na lucana, sono tutte racchiuse in ricettepovere come la Pastasale, che altro non èche una variante del pane e pomodoro,con l’aggiunta di cipolla.Troviamo alcune ricette (strazzata, fiori dizucca stufati, zuppa di carciofi e piselli) nelsito www.cookaround.com, che ospitaalcuni blog, oppure in http://blog.sapori-deisassi.it/ (<<Lavoriamo per farvi scopri-re e riscoprire profumi e sapori dimentica-ti, sapori autentici…>>).Se non avete voglia di cucinare e cercatemagari un ottimo ristorantino, dove gusta-re ricette tipiche, date un’occhiata allerecensioni di http://michelebrucoli.blog-spot.it/.Buon appetito!

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Donato SABINA

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Titolo inusuale, lo so; ma come coniu-gare narrazione e sensazioni se nontramite i sensi? Solo ciò che riusciamo

a vedere, toccare, sentire, odorare egustare spessoresta indelebilenella memoria.Tante volte abbia-mo affrontatoviaggi tramite ilsapere e la cono-scenza: ma tuttociò che è acquisitospesso passa trami-te l’esperienza ed èsolo questa cherende viva e forte

la conoscenza. Quantevolte abbiamo imparato

dai gesti o dagli sguardi,dalle espressioni di chi a fianco a

noi aveva il suo perché da raccontare…sono le azioni che dettano il ritmo di

un’ esistenza; non basta un’intera

vita per raccontare agli altri quanto mondohai negli occhi. Immagini che fanno faticaad entrare per intere nella mente ma cheall’occorrenza trovi li pronte a darti il lorosupporto; non c’è differenza tra le perso-ne. Che si sia un’anima sensibile e leggerao un anima dall’indole di un generaleAustriaco poco importa; sono le azioni chefanno una storia e che paradossalmente titrasformano in un fiore di primavera o inun mazzo di “ratta-cul’”(pianta dalle mol-teplici spine).Spesso la mente sembra essere una fanta-stica signora seduta sul caos, quasi a volertenere e trattenere tutto sotto di se affin-ché tutto non si perda in un vortice di irri-verenza. Cosa nasce dal caos, di cosaabbiamo bisogno, come era un tempo ecosa facciamo oggi? Domande destinateall’oblio tenuto conto che il caos è un con-cetto astratto. Ognuno possiede il suo,fatto di tutto ma soprattutto di niente!!!

Ci sono eventi, fatti, storie che resta-no eternamente nel mondo dell’irri-solto più che dell’ inspiegabile. Puòsembrare alquanto macabro e triste

il mio riferimento eppure anche que-sto è parte della Basilicata, con tutte le suestorie, le sue verità, il suo bagaglio di

esperienze che vannocome in ogni cultura etradizione dall’ oggetti-vo, all’inspiegabile,come la morte.

Sappiamo di lei che ènaturale, si nasce, si vive e poi si muore,eppure, non ci si riesce a rassegnare nonsappiamo rimanere tranquilli né sappiamoaccettare che chi era con noi fino ad ades-so, adesso non ci sia più!La cultura popolare racconta la morte conaneddoti, premonizioni, segni del destino,animali che annunciano l’evento, sogni.Tutto fa parte di una conoscenza che vaoltre la ragione e la religione, due aspetti

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64 D O L C E & S A L A T O

“UN SOFFRITTODI RICORDI”!!!

Carla MESSINA

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in contrasto ma che, in alcune circostanze,rispetto alla cultura popolare, restanocompletamente disarmate.Approccio macabro; tuttavia, fa parte dellatradizione Lucana soprattutto l’adozione diun certo tipo di comportamento in relazio-ne ad un lutto. In quasi la maggior partedella Basilicata normalmente un luttoviene celebrato nell’arco di tre giorni, ilgiorno del trapasso, il passaggio delle ven-tiquattro ore con relativa veglia e rito fune-bre, ed un terzo giorno di lutto per quantiancora non hanno salutato la famiglia. Inquesto nulla di diverso rispetto a ciò cheaccade in tutta Italia. Quello che fa la dif-ferenza sono le usanze della gente delposto. Normalmente in Basilicata, quandovi è un lutto, l’intera famiglia e gli amici sistringono intorno ai familiari più stretti deldefunto; spesso la loro vicinanza vienemanifestata con una presenza costante edassidua durante i tre giorni; si alternanoper preparare i pasti, dalla colazione, alpranzo, alla cena. Tutto viene spesso por-tato a contr’ora, (cioè in orari inusuali perfar visita), mattina presto, primo pomerig-gio, o sera tardi affinché non si venga visti.Infatti, la famiglia del defunto non può enon deve preparare da mangiare anzi inrealtà non dovrebbe proprio mangiare.Segno di grande sofferenza è quindi l’inap-petenza, spesso reale. A questo si và adaggiungere il fatto che non si possa accen-dere né la tv, né la radio o qualsiasi altromezzo di intrattenimento; si deve osserva-re il più assoluto silenzio e manifestare ilproprio dolore in ogni modo. In alcunipaesi lucani, addirittura, fino a qualchedecennio fa, venivano chiamate delledonne apposta per piangere in modolamentoso e sofferente. Queste giungeva-no vestite a lutto, cioè completamente dinero, con calze pesanti e spesse anche seera estate; andavano ad ingrossare le filadei parenti stretti anche essi vestiti a luttopoichè il colore nero degli abiti era il sim-bolo dei peccati fatti in vita dal defunto,indossarlo era un modo per far espiare lecolpe ed aiutare l’anima del defunto adavvicinarsi il più possibile alla grazia di Dio,era come farsi carico dei suoi peccati peraiutarlo nel trapasso. Il lutto veniva spes-so portato per anni; anche se non c’era inrealtà un riferimento oggettivo che segna-lasse la definitiva espiazione delle colpe,diciamo che questo era a discrezione dellevedove o madri, o sorelle dei defunti. Iltutto ovviamente era dovere delle donne;infatti gli uomini, come ancora oggi, ave-vano in uso d’indossare un bottone nerosulla giacca o maglietta o qualsiasi altroindumento, purché ben in vista. Un altro simbolo che indicava un lutto erala presenza di animali come cani o gatti oaltro. Qui ovviamente giungiamo alle cre-denze popolari più estreme. Si diceva, malo si pensa ancora oggi, che spesso gli ani-mali annunciassero la morte di qualcuno.Ricordiamo, primo tra tutti, il canto della

civetta “La cuccu’ascia” che porta maletanto che bisognerebbe fare degli scongiu-ri al sentirlo; oltre questa c’è la cornacchiao il corvo, oppure il guaire di un cane o illamento di un gatto in piena notte. Tuttisegni che qualcuno sta per morire…!!! (Edecco scattare il toto rebus dei vicini piùanziani anche se: “U’ vecchi’ anna murì mau giovan’ po’ murì”.) Tuttavia, a torto o aragione, in realtà dopo poco tempo c’ èsempre qualcuno che muore ed ecco chea morte avvenuta, l’ animale si trasformada messaggero, in anima del purgatorio,ossia dopo la morte quasi sempre si notala presenza di un randagio sia esso cane ogatto che viene visto dagli anziani come

l’incarnazione di un’anima del purgatorioe, quindi, degna di attenzione e carità cri-stiana. Molteplici i simboli strettamentecorrelati ad un lutto e questo nonostante ilpassare del tempo, resta ancora forte nelcomune sentire.C’è un piatto, in particolare, della tradizio-ne lucana che va a braccetto con un lutto,non per motivi particolari ma solo perché,data la particolarità e le circostanze, mi ècapitato spesso di associarlo ad eventi lut-tuosi. Ripeto nulla di tradizionale, maicome questa volta solo una brutta casuali-tà che però ben si lega all’estrema condi-zione di surreale che accompagna sempreun evento tragico.

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La ricetta...Soffritto Lucano

Ingredienti: Soffritto, (cuore, polmoni, fegato eanimelle), olio extra vergine d’oliva, cipolla, salsa dipomodoro, sale qb, pane casereccio, basilico fresco.

Procedimento: Prima di tutto accertatevi dellabuona qualità della carne. Queste comunementedetta “frattaglie” e quindi “carne di scarto” viene but-tata via. Quella in vendita è particolarmente control-lata. L’unica raccomandazione è quella di rivolgerviad un macellaio di fiducia. Normalmente il soffritto lotrovate già pronto; tuttavia se così non fosse com-prate i singoli pezzi e tagliateli in piccoli pezzettini,amalgamateli tra loro; in una pentola a bordo altoversate dell’olio extra vergine d’oliva ed aggiungetedella cipolla tagliata finemente. Fate soffriggere e,quando la cipolla si sarà leggermente imbrunita,incorporate il soffritto, amalgamate il tutto e lasciateandare sul fuoco. Quando la carne si sarà legger-mente rosolata irrorate con della salsa di pomodoro,ovviamente non tantissima, deve giusto amalgamar-si con il tutto, lasciate cuocere per un po’ ed aggiu-state di sale, aggiungete un po’ di basilico fresco. Inun piatto di portata ponete del pane caserecciotagliato in fette, decidete se volete bruschettarlo ono. Poi versate il soffritto ancora caldo e servite.Sicuramente questo è un piatto molto particolaredella tradizione gastronomica Lucana. A volte sareb-be meglio non sapere come è fatto, questo perchécontrariamente all’idea che uno si fa per gli ingre-dienti che lo compongono è in realtà gustosissimo epieno di sorprese. La diversità della carne stessa concui è realizzato lo rendono unico e diverso al tempostesso, tanto da essere sempre diverso pur essendolo stesso piatto. Buon Appetito.

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Secondo questo libro la perenne questione meridionale italia-na è tutta nel titolo. Titolo che evoca dubbi e perplessitàcirca i modi di fare che in passato si sono alternati nella spe-

ranza di risolvere l’angoscioso problema economico delle terredel sud. L’equivoco del SUD. Sviluppo e coesione sociale (EditoriLaterza) riepiloga questi tentativi ogni volta presentati come inci-sivi e risolutori spiegandoli nella loro genesi ed evoluzione, que-st’ultima molto poco esaltante. Scritto da Carlo Borgomeo,Presidente della Fondazione “Con Il Sud” e, tra gli altri, giàamministratore delegato di Sviluppo Italia, il libro verte sullaconvinzione che il Mezzogiorno possa e debba costruirsi il suodestino da solo. Obiettivo fattibilissimo, secondo l’autore, a cui sipuò giungere attraverso percorsialternativi ai poderosi trasferimentifinanziari e ai modelli di sviluppocalati dall’alto che non solo nonhanno colmato il divario tra il Nord eil Sud del Paese ma neanche attec-chito in realtà evidentemente diver-se. Nella sua riflessione egli, infatti,prende atto della necessità di uncambiamento di rotta nella società,nella politica che deve partire dallacultura, dai servizi sociali, dalla scuo-la, dalla legalità, dall’inclusione edalla coesione sociale, quest’ultima,spiega l’autore, vera chiave di svoltaper la crescita lungimirante di un ter-ritorio che ora guarda alle sue risor-se e ai loro possibili e leciti usi: nongesti miracolosi, non finanziamentiesorbitanti. Borgomeo parla di recu-pero di normalità, di buon senso, dicooperazione e di rispetto delle regole,dell’ambiente e del bene comune, tutti elementi di normalità dacui dipende la tutela dei diritti che devono essere uguali per tuttii cittadini. In Sicilia, in Calabria, in Campania, grazie a questalogica, sono sorte delle belle realtà. L’autore le racconta a titolodi esempio spiegando che non sono le sole al Sud. Non più emulazione di schemi settentrionali, non più affannosagara per agguantare livelli di PIL chiaramente lontani. IlMezzogiorno deve riconoscere le proprie responsabilità per avera lungo delegato ad altri decisioni sul proprio futuro e ricomin-ciare la corsa che si sa, non sarà breve, e questa volta parteci-pare con i propri “atleti”.

an.mo.

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T R A L E R I G H E66

…. è possibile abbozzareuna strategia di sviluppoche delinei un plausibilepercorso collettivo, chepossa rimettere in moto,anche se lentamente, laresponsabilità e il prota-gonismo dei meridionali?

Carlo Borgomeo

L’EQUIVOCODEL SUD IL LIBRO DI CARLO BORGOMEO

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Tra i diversi generi letterari, ce n’èuno che ha fatto scalpore per i temie i contenuti trattati. Un genere che

in Italia si è affermato con un certo inte-resse nella metà degli anni ’90 del secoloscorso grazie all’estro di giovani scrittori,per lo più trentenni, che nelle loro operehanno esposto la realtà in maniera fortee poco convenzionale. La letteratura pulpin Italia (Edizioni Osanna) è il libro che nespiega logiche, concetti e forma grazieallo studio di Donato Sabina, insegnante,laureato in Lettere moderne. Il suo è unexcursus che, partendo da simili espe-rienze letterario-cinematografiche stra-niere degli anni addietro, affronta quelleitaliane, citando gli scrittori la cui sceltapulp ha lasciato il segno, quantunque nonsempre criticamente ben visto, e le loroopere nelle quali ritroviamo un universoculturale alle prese con la frenesia deitempi che stanno velocemente passando.Un universo sempre più tecnologico chefagocita media, cinema, fumetti, canzonied anche poesie, esponendo la realtà adeccessi ed esasperazioni in uno stile sin-golare ed immediato. Come immediatovuole essere il messaggio da inoltraresoprattutto alle nuove generazioni chevivono appieno questi rapidi cambiamen-ti nella speranza di muovere in lorosenso critico e riflessioni. L’autore, chenel riportare esempi di letteratura pulpspiega il significato di questa parola, sisofferma anche su altri generi letteraricontemporanei a quello in questione, evi-denziando, con questo parallelo, i diversimodi di comunicare magari uno stessomessaggio, contando stavolta non sull’e-suberanza, sulla sproporzione o sul catti-vo gusto ma su esperienze quotidiane e

privilegiando i buoni sentimenti. Unadeclinazione delle cose del mondo emoti-vamente meno impattante sul lettore osullo spettatore che all’inizio del nuovomillennio coinvolge gli stessi scrittoripulp, i quali abbandonano l’originale stile.

Cosa che li ha resi ad ogni modo celebrie, per l’autore, ingegnosi, anche perchéhanno saputo reinventare i tradizionali epiù colti stili letterari giocando sulla con-taminazione di generi vari.

an.mo.

Per quanto riguarda poi i contenuti della letteraturapulp, possiamo tranquillamente dire che tutto quelloche può sembrare disgustoso, fastidioso, osceno escadente nelle pagine di questi scrittori, in realtà è ciòche ci viene oggi propinato dai mezzi di comunicazio-ne, i quali, volenti o nolenti, influenzano la nostra vita.

Donato Sabina

“LA LETTERATURAPULP IN ITALIA IL LIBRO DI DONATO SABINA

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T R A L E R I G H E68

Libero arbitrio o inevitabile destino. Il senso del raccontoruota su questi opposti concetti. La giusta scelta (EdizioniItalic) è il romanzo che li mette in evidenza in relazione

soprattutto al peso che, a seconda dei nostri convincimenti,hanno su ognuno di noi. Il libro è scrittoda Giancarlo Trapanese, scrittore, giorna-lista professionista e vice capo redattoredella sede Rai per le Marche, che torna inlibreria con quest’opera dal saporeromantico, ironico, pungente e a voltecinico. Il libro narra la vita di SauroRocchi, un quarantaseienne impiegato dibanca, originario di Padova e trapiantatoa Roma, laureato in IngegneriaInformatica, divorziato due volte e padredi Carlo, stravagante diciannovenne chedivide il suo tempo tra università, musicae primi amori. Sauro, uomo perbene eonesto, ha una particolarità: quotidiana-mente fa i conti con improbabili disavven-ture da lui attribuite alla sfortuna, unicacostante che spezza la monotonia di unavita condotta in solitudine e senza parti-colari stimoli, se non quello dato dallasperanza che un giorno la sua dedizione e bravura al lavoro lopremieranno magari con una progressione di carriera. Intantoper uscire dalla fase di stallo ricorre ad analisi con l’aiuto di unapsicologa la quale gli propone di osservare le cose sotto unadiversa prospettiva. La cosa, all’inizio, convince poco Sauro, sicu-ro di essere oggetto di oscure e sovrumane trame, ma poi diven-ta plausibile dalle non più accettabili delusioni lavorative. Prendeallora importanti, rivoluzionarie e, per lui, inconsuete decisioniche lo portano lontano da Roma, alle isole Cayman dove la suavita cambia totalmente. Qui, con abitudini e stili di vita differen-ti, sperimenta una nuova fase dell’esistenza dalla quale emerge

il suo mai considerato potenziale. Ma sarà poi pienamente sod-disfatto?Quella narrata in questo libro è la storia dei nostri tempi.Attraverso le avventure del protagonista l’autore traccia un itine-rario di fatti, vicende, situazioni, abitudini con le quali spiega e

definisce la psiche, la società italiana edanche internazionale, con i suoi nonsempre esaltanti risvolti. Affronta rap-porti e problemi familiari, sociali, affetti-vi, lavorativi, economici, finanziari rap-portandoli ad una contemporaneità nonsempre favorevole soprattutto con chi èin difficoltà e cerca il modo di realizzarsied essere felice. E’ questa una constata-zione amara che nel romanzo, tuttavia,affiora con ironia, mista a malinconia, econ barlumi di tenerezza offerti da queitenui ma sinceri momenti di generositàed umanità che l’uomo serba ancora nelcuore. Cuore dalle logiche strane, spessomal concilianti con il raziocinio dellamente che invece spinge verso più con-creti e rettilinei sentieri segnati non dapredeterminati destini, ma dal buonsenso e dall’intelligenza utili ad oggettiva-

re la realtà. Giancarlo Trapanese con questa storia, dunque, affronta un viag-gio ideale e reale che, grazie ad un notevole senso dell’humoured estro creativo, si addentra anche nel folclore rivelandosi estre-mamente divertente. Porta avanti una brillante analisi logicadelle “cose del mondo” in cui ragione e sentimento, autodeter-minazione e fato si contrappongono disegnando, a seconda dellaloro enfatizzazione o del loro ridimensionamento, un equilibriosempre inedito e mai definitivo.

an.mo.

LA GIUSTASCELTA IL ROMANZODI GIANCARLOTRAPANESE

… sei sempre tu cheeserciti l’opzione, chedevi operare la giustascelta; scegliere è l’attivitàprincipale di tutta lanostra vita anche quandonon ce ne accorgiamo.

Giancarlo Trapanese

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Lucano

LucanoAnno VII numero 9

MEMORIAL LORUSSOMANI TESE PER L’AFRICA

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sommariosommario

71 Porto Argonauti,

importante riconoscimento

74 Eccellenza, oltre la crisi

per disputarsi la gloria

80 Milano - Taranto sosta

a Pietragalla

78 Memorial Lorusso,

amichevole al Viviani

72 Matera, la grinta

di chi sa che deve vincere

Il cielo di settembre salutal'inizio di una nuova stagio-ne agonistica. In tutta la

Basilicata, finalmente si rico-mincia a parlare di calcio. Ilpallone, in cantina ormai datroppi mesi, torna a gonfiared'entusiasmo il petto degliappassionati lucani della peda-ta. Ai nastri di partenza di que-sta stagione c'è sua maestà ilMelfi: l'unica società professio-nistica della regione. I federi-ciani sono alla undicesima par-tecipazione consecutiva nelcalcio che conta. Intanto, igialloverdi del presidenteMaglione, si apprestano adisputare una stagione decisi-va, nell'anno della riforma deicampionati di serie C. Nel tor-neo di Seconda Divisione cheandrà ad iniziare, infatti, leprime nove squadre classifica-te verranno ammesse al cam-pionato di serie C, unica, neltorneo 2014-2015; le restantinove compagini verrannoassegnate ai gironi interregio-

nali di serie D. Come dire: den-tro o fuori. Il Matera, dopo aver fallito ilsalto di categoria nella stagio-ne scorsa, riparte con unamaggiore determinazione nelvoler centrare l'obiettivo.Sempre nel campionato nazio-nale dilettanti, il Francavilla, siripropone come una dellemaggiori certezze del calciolucano. C'è, poi, la novità rap-presentata dal RealMetapontino. La matricola joni-ca ha allestito una squadracompetitiva che, oltre a mirarea conquistare la salvezza,punta a ben figurare al cospet-to di rose più quotate.Nell'anno in cui la congiunturaeconomica segna, in manieranetta, i bilanci delle societàdilettantistiche, il calcio lucanoperde alcune tra le società piùantiche e blasonate. Su tutte ilPolicoro, in Eccellenza, el'Avigliano, in Promozione. Lamancata iscrizione dei due clubdovrebbe, necessariamente,

QUANDO IL PALLONETORNA A ROTOLARSULL'ERBA

Antonello LOMBARI

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far riflettere l'intero movimen-to calcistico regionale, sugge-rendo una maggiore attenzio-ne alla cura dei propri vivai,piuttosto che all'allestimento,estemporaneo, di formazioni dicalciatori esperti della catego-ria. In molti casi, specie nellepiccole realtà lucane, questotipo di scelta si rivela una stra-da senza ritorno. A compensa-re queste defezioni, dalle cate-gorie inferiori, sono state ripe-scate diverse società. Tra que-ste, fa specie, nel territorio diAvigliano, il Sant'Angelo diAvigliano, frazione del ridentecentro del potentino. Tornano iplay-off e i play-out a renderei campionati di Eccellenza ePromozione più appetibili ecombattuti, mentre è emble-matico il caso del Pietragallache, se per un verso veste ipanni dell'out-sider, dall'altro siè predisposto a lottare, allapari con le squadre più accre-ditate, per una posizione divertice.

Il Porto degli Argonauti di Marina di Pisticci(Matera) ha ricevuto un importante ricono-scimento a livello internazionale: l’assegna-

zione di 5 Gold Anchors. Questa importante valutazione è stata attribui-ta da “The Yacht Harbour Association” sullabase di diversi indicatori di qualità offerti dalPorto degli Argonauti: dai servizi portuali allapresenza di altri servizi turistici, dalla qualitàturistica alla sostenibilità ambientale. Con 25 anni di esperienza, il Gold AwardScheme Anchor TYHA è un punto di riferimen-to per la classificazione delle strutture portuali,rappresentando un sistema di misurazione alivello internazionale della qualità dei serviziportuali, come quello delle “stelle” per l’hotelle-rie. I criteri di rating, che prevedono l’assegnazioneda 1 a 5 segni distintivi, sono stati approvatidalla Royal Yachting Association, ICOMIA(International Council of Marine IndustryAssociations) e dalla British Marine Federation. Il Porto degli Argonauti è il primo porto in Italiache ha ottenuto questo prestigioso riconosci-mento. Grazie all’offerta di servizi di eccellenza il Portodegli Argonauti rende Marina di Pisticci unpunto di riferimento della nautica per tutto ilbacino del Mediterraneo, consentendo alla

Basilicata di migliorare la propria visibilità ereputazione internazionale potendo così pro-porsi come meta privilegiata dello yachting dialta gamma.

gi.ma.

Porto degli Argonauti,sempre più eccellentecon “5 Gold Anchors”

NE

AREA

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L’incontro tra Matera e Mariano Kellerè la prima sfida sorteggiata per l’ini-zio del campionato di serie D girone H

2013-2014 e che, dunque, segna l’inizio diquesta nuova avventura agonistica dellasquadra della Città dei Sassi. Il primoderby lucano si terrà allo stadio “Fittipaldi”contro il Francavilla alla decima giornata,mentre la sfida contro la matricola RealMetapontino è in programma a dicembre,nella festività dell’Immacolata per la quin-dicesima giornata. Il girone di andata siconcluderà il 22 dicembre in terra puglie-se contro il Manfredonia di Diego Albano.Si riprenderà poi il 5 gennaio 2014 sulcampo di San Giorgio a Cremano contro ilMariano Keller per la prima di ritorno. Il16 marzo 2014 il Matera affronterà in casail Francavilla mentre giovedì 17 aprile2014 si giocherà il derby di ritorno controil Real Metapontino prima della sosta perle festività pasquali. L’ultima gara dellastagione regolare del Matera è prevista il4 maggio 2014 in casa contro ilManfredonia. “I calendari – commenta ilpresidente Columella - servono forse piùai tifosi che alla squadra perchè le sfide leaffronteremo tutte. Alla seconda giornata

saremo a Bisceglie per cui da subitooccorre molta energia nelle gambe, ancheperché le sfide in trasferta saranno moltoimpegnative. Sicuramente avremmo pre-ferito affrontare in casa, all’inizio, le parti-te più importanti in modo da poter gioca-re davanti al nostro pubblico che è il dodi-cesimo uomo in campo”. La campagnaacquisti, quella del Matera è senza dubbioponderata e meditata. “Stiamo pensando–continua Columella- a nomi che si adat-tino al nostro gioco e al nostro spoglia-toio. Di trattative ce ne sono tante com-preso quelle che riguardano gli under.Dopo aver completato la rosa dei portiericon l’arrivo di Lombardo, siamo impegna-ti a puntellare con altri under il centro-campo e la difesa. Abbiamo scelto e sce-glieremo sempre pedine che possanogarantire un salto di qualità. Aggiungoche il nostro è un mercato specifico.Intanto ho chiesto a tutti i giocatori diseguire le direttive dell’allenatore e dellasocietà perchè solo un grande gruppo puòraggiungere grandi traguardi”.Per quanto riguarda la campagna abbona-menti i prezzi, come anticipato in occasio-ne della presentazione di mister Cosco,

sono rimasti invariati rispetto alla passatastagione. Infine una curiosità: è il Materala squadra che si aggiudica il sondaggiolanciato da NotiziarioCalcio.com sulla

La grinta di chi sache deve vincere

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Serie D - Matera

Giovanni MARTEMUCCI

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favorita per la vittoria del campionato diserie D girone H. La squadra del patronColumella ha vinto il sondaggio con il38,54% delle preferenze. A seguire il

Taranto, staccato di circa 15 punti percen-tuali e fermo al 23,96 % dei consensi. Laclassifica delle formazioni favorite per lavittoria finale prosegue con Monopoli

(8,33%), Brindisi (5,21 %), Bisceglie(3,13 %), Turris (3,13%). ma ci sono votiper Nardò (5,21%) e PuteolanaInternapoli (3,13%).

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La Finestra sull’Eccellenza

Domenica 8 Settembre ha preso il viala ventitreesima edizione del campio-nato di Eccellenza Lucana. Il massimo

campionato regionale, composto da sedicisquadre, ha quest'anno ben tre ripescate:Fortitudo San Tarcisio Rionero, Pomarico eVitalba. Il calcio in generale, di pari passocon la situazione economica del nostroPaese, va incontro a difficoltà economicheche impediscono a molti imprenditori diinvestire e porre le basi per un progettosportivo che possa anche dare popolarità aduna comunità, ad una cittadina o più sem-plicemente ad un paese. E' la realtà dellanostra Basilicata, popolata da gente che dicalcio ha il palato fino e che molto spesso ècostretta ad emigrare per fare fortuna. Intutta questa cornice piena di problematiche

e difficoltà, c'è ancora chi riesce, seppurall'ultimo momento, a rincorrere una sferarimbalzante che dovrebbe avere la funzionedi aggregare e non di dividere. Fatto questodoveroso preambolo andiamo a descriveree analizzare quello che sarà dell'eccellenzalucana. Lo scorso anno quarta serie conqui-stata dal Real Metapontino che dopo dueanni di sacrifici e spese da capogiro, impen-sabili per un torneo simile, è riuscito a gua-dagnare il palcoscenico nazionale tantoagognato e voluto dal suo presidenteCasalnuovo. Nella vita, così come nellosport, non sempre vince chi fa proclami, sisa; però, sono diversi i segnali delle tre regi-ne protagoniste, stando quantomeno airumors estivi legati alla campagna acquisti.Rossoblu Potenza, Picerno e Lagonegro

Oltre la crisi per disputarsi la g

Federico PELLEGRINO

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partono un gradino al di sopra delle altre esotto sotto si candidano a giocarsi un postotra le grandi. La novità di quest'anno, chepoi tanto novità non è, riguarda i playoff eplayout. La formula degli spareggi “allainglese” è stata reintrodotta dal presidentedel Crb Rinaldi vuoi per rendere più entusia-smante e combattuto il campionato fino aglisgoccioli, vuoi per non far “smantellare”quelle società che una volta raggiunto il loroobiettivo stagionale si trovano a dimezzare iloro organici pensando già a programmarela stagione futura. L'eccellenza, come anti-cipato in precedenza, ospiterà per la quartaannata di fila una squadra del capoluogo diregione. Il Rossoblu Potenza, classificatositerzo nello scorso campionato, ha cambiatopresidente passando da Giovanni Ferrara ad

a gloria

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Antonello Grignetti, ex patron del Tolve cheha costruito una formazione competitivaper centrare il salto di categoria.Mastroberti, Campisano, Leone, Cocina,Pastore sono solo alcune delle garanzie pre-senti nel roster guidato dal confermatissimoPinuccio Camelia che avrà l'arduo compitodi imporsi per la seconda volta nella suacittà dopo il primato ottenuto con l'AtleticoPotenza. La concorrenza e le concorrentisono agguerrite. Il Picerno di Enzo Mitro edel presidente Venetucci hanno risposto inmaniera inaspettata, mettendo a segnocolpi d'alto rango. Maurizio De Pascale,Carmine Santopietro, Emanuele Esposito,Salvatore Brindisi sono stati aggiunti ad ungruppo che era già di per sé valido e ingrado di creare grattacapi alle avversarie.Catalano avrà ancora a sua disposizioneSasà Bacio, il bomberino napoletano che loscorso anno è stato in grado di andare indoppia cifra rivelandosi un vero e proprioasso nella manica. Nel centro melandrinoc'è già chi inizia a leccarsi i baffi e a pensa-re in grande visto il rinforzo societario cheha visto uno sponsor lombardo investire nelsodalizio picernese risorse sufficienti persognare la D. E' scomparso il Valdiano comedenominazione sociale, ma tutte le sueforze umane e imprenditoriali sono conflui-te nel Lagonegro vincitore dellaPromozione. L'ex diesse rosanero Larocca e

il mister Masullo sono passati in rossoneroportando con sé l'intelaiatura che ha fatto lefortune del Valdiano: l'estremo difensoreGallone, Ietto, Malito, Scudiero, Laino e irestanti prodotti del floridissimo settore gio-vanile. Occhio a questa matricola che inpunta di piedi si sta accattivando l'attenzio-ne degli addetti ai lavori che ne stannoapprezzando la capacità di coesione digruppo e la qualità messa in mostra nell'a-michevole persa 2-0 contro la blasonatissi-ma Salernitana in diretta tv. Un'occasionepropizia per mandare un messaggio chiaroalle altre big , dimostrando che la program-mazione e la serietà nel calcio pagano,spesso e volentieri anche meglio degliingaggi faraonici. Da non sottovalutare, infi-ne, le altre corazzate della categoria. IlPietragalla ha richiamato Mimmo Potenza inpanchina e innestato Giovanni Petilli ed ilforte centrocampista Malagnino facendointendere che non si accontenterà del ruolodi comparsa. Ambizioni importanti anchequelle del Tolve di mister De Nora che hastrappato il sì del forte centrocampista exPolicoro, Manolio, e del capocannoniere del-l'ultima stagione, Vito Arpaia, ormai bandie-ra dei giallorossi e vero oggetto del merca-to estivo che ha deciso di continuare la suaavventura nella città di San Rocco. Non ciresta che augurare “buon campionato” atutti gli appassionati e addetti ai lavori.

Gerardo Dente (ex Picerno e Comprensorio Tanagro)

Che campionato si aspetta ? “Mi aspetto un campionato mediocre dilivello considerata la crisi economica.Altresì spero sia un campionato impo-stato sulla valorizzazione dei giovaniche vanno salvaguardati e seguiti nelloro percorso di crescita. Non vedomolte sorprese in quanto sono statecostruite squadre forti e capaci di occu-pare le posizioni nobili della classifica.Parlo in particolar modo del Picerno per ilquale la società ha fatto considerevoli passi in avanti. E’ matu-ra per il salto di categoria e annovera tra le proprie fila uno stafftecnico e dirigenziale che di calcio ne mastica. Terrei d'occhio ilRossoblu Potenza perchè allenato da un allenatore comeCamelia che è abituato a vincere e a gestire corazzate. Infineanche il Tolve ed il Lagonegro hanno seminato bene, vedremonell'arco dell'anno quanto raccoglieranno”.

Quale suo collega potrà stupire ?“Nomi non ne faccio. Sono del parere che i migliori trainer luca-ni non sono ai nastri di partenza. In questa regione, negli ulti-mi anni c'è stata una crescita dal punto di vista tecnico e tatti-co e all'inizio ci saranno molti allenatori giovani che acquisteran-no esperienza allenando”.

Nicola Tramutola (ex Pignola, Avigliano, Atletico Potenza)Che campionato si aspetta ?“Il campionato sarà diviso in tre tronco-ni: Rossoblu , Picerno e Lagonegrosaranno le tre regine che hannomesso su organici di prim'ordine.Vedo un avvio equilibrato e un cam-pionato che come al solito riserveràdelle sorprese”.

Quale suo collega potrà stupire ?“Io stimo molto Peppe De Stefano ed il suoritorno a Viggiano, dopo la sfortunata avventuracon il Rossoblu Potenza, gli darà la possibilità di fare bene in unluogo dove già ha dato prova della sua professionalità. E' unragazzo che ha tanta voglia di lavorare e mettere al serviziodella squadra la sua competenza in un ambiente strano per noiallenatori. Strano perchè non si spiega come un allenatorecome Peppe Fortunato, fresco vincitore dell'ultimo campionato,sia senza squadra. E' una legge questa che non capisco e faròsempre fatica ad accettare”.

IL PARERE DEGLI ADDETTI AI LAVORI

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Peppe Fortunato (ex Pisticci e Real Metapontino)Che campionato si aspetta?“Vedo un campionato diviso in due cate-gorie. Una parte alta presenziata daRossoblu Potenza, Tolve, Picerno eLagonegro ed un'altra medio bassache vedrà impegnate quelle formazio-ni neopromosse che hanno attrezzatoorganici competitivi non volendosi fartrovare impreparate”.

Quale suo collega potrà stupire?“Difficile indicare un nome che su tutti possaemergere. Piuttosto credo che Peppe Catalano confermeràquanto di buono ha fatto vedere lo scorso anno a Picerno conuna squadra forte in tutti i reparti. Potrà dire la sua per la vitto-ria del campionato in una piazza come Picerno affamata di cal-cio vero”.

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Per una sera i riflettori del Viviani sonotornati ad accendersi per una partitadi calcio accompagnata da una lode-

vole iniziativa benefica. L'associazione “Ilpozzo nella farfalla” ha raccolto duemilaeuro per la costruzione di un pozzo inTogo, nel ricordo dell'ingegnere potentinoDomenico Lorusso scomparso lo scorso 28Maggio a Monaco Di Baviera ucciso da unmalvivente. La gara amichevole ha vistoimpegnati il Pomigliano, formazione allena-ta da Biagio Seno e militante nel girone Hdella serie D e l'Equipe Salerno Soccermatricola che da anni ospita calciatoridisoccupati in attesa di sistemazione.Testimonial della serata un potentino doc,nonché ex capitano del Potenza ai tempidella serie c1, Peppe Lolaico, che conosce-va il compianto Domenico e ha avuto l'ono-re di tornare ad indossare quella fascia dacapitano in quello stadio che lo ha consa-crato calcisticamente. Con lui presentianche ex vecchie conoscenze di quellasquadra che militò nella terza serie nazio-nale: Ciro De Cesare autore di quel memo-rabile gol al Curi di Perugia che regalò lasalvezza sul campo ai rossoblù allenati quelpomeriggio dalla coppia Falanga –Catalano, Andrea Cammarota, Gigi Cuomoe l'indimenticato Rino Iuliano che nel capo-luogo lucano arrivò appena ragazzino dallaBattipagliese. Circa un migliaio gli spettato-ri che hanno gradito il clima di festa che siè respirato nell'impianto di Viale Marconicon un discreto spettacolo sul manto erbo-so, impresentabile per una partita di calciovista la scarsa manutenzione, visto l'1-1finale. A segno per i granataLa Cava con pareggio dell'Equipe ad operadi Luca Orlando, da pochi giorni tesserato

con l'Aversa Normanna (SecondaDivisione). Da segnalare anche l'esibizionedi alcune scuole calcio potentine nelle oreantecedenti al fischio di inizio dell'amiche-vole. Una serata da ricordare, nel ricordo diun ragazzo che i suoi amici definiscono“umile e con un animo solidale” con la spe-ranza che abbia osservato il tutto da lassù.

fe.pe.

Memorial Domenico Lorusso

Al Viviani si torna a battere le mani

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Lo scorso 13 luglio, anche Pietragalla,ha avuto l’onore di ospitare una delletante tappe della Milano – Taranto per

moto d’epoca. Si è trattato di un vero eproprio passaggio per il paese di questacompetizione a tappe, con rilevazioni ditempi di percorrenza intermedi, dedicata amoto storiche. Questa “gara” di moto, èpartita da Milano domenica 7, per termina-re a Taranto sabato 13 luglio. Alcuni cenni

su questa manifestazione che è iniziata nellontano 1919, con traguardo a Napoli. Dal1932 il percorso fu allungato e portato aTaranto con percorrenza di circa 1400 Kme varia ogni anno, fino ad arrivare a 1900km. Prima era una vera e propria gara, poiin seguito ad incidenti, le autorità hannovietato tutte le competizioni motoristichesu strada. Nel 1987 Franco Sabatini, presi-dente del Moto Club San Martino in Colle

Motociclismo

Milano - Taranto Sosta a Pietragalla per moto d’epoca

Canio VERTONE

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(Perugia), decise di riproporre la Milano –Taranto sotto forma di rievocazione storica,organizzando una cavalcata lungo tutta oquasi l’Italia in sei tappe. Ogni anno, laprima domenica di luglio, i concorrenti siradunano a Milano; a mezzanotte comin-ciano le partenze. Il percorso non è sem-pre lo stesso, ma varia per consentire aipartecipanti di conoscere il belpaese. Siattraversano centinaia di paesi e città,lungo strade minori e meno trafficate. Ognigiorno si scoprono paesaggi stupendi e siincontrano singolari personaggi. Un viaggioaffascinante e ricco dal punto di vista cul-turale che porta i centauri a ripassare sto-ria e geografia e a sentirsi con piacere piùitaliani. I motociclisti provengono da tutto ilmondo e gli stranieri sono circa la metàdell’intera carovana. Tutto ciò è stato possibile grazie all’organiz-zazione da parte del Moto Club Pietragalla,che nella stessa giornata ha inaugurato lanuova sede nel centro del paese. Un grazieva al Comune di Pietragalla ed alla ProLoco per la predisposizione di un supportologistico, piccola degustazione, accoglienzae guida per chi poteva sostare un po’ più alungo nelle vie del centro di Pietragalla.Ancora un ringraziamento all’Associazionedi Protezione Civile “Gruppo Lucano” diPietragalla; il coordinamento della Ianussrl, la partecipazione di Enel Green Powerin qualità di main sponsor, il sostegno delsupermercato Despar di San Nicola diPietragalla, della Laeco srl e della Mokcal.Ed infine, un plauso a tutti i ragazzi delMoto Club che si sono impegnati a far siche il centro dell’Alto Bradano, restasse inmodo particolare ed indelebile, nella mentedi tutti i centauri della carovana.Insomma, questo lungo viaggio, non è solo“alla scoperta dell’Italia”, ma anche aisapori, gli odori ed i profumi di Pietragalla.

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