Consap Magazine Settembre 2011

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SINDACATO MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVO DELLA POLIZIA DI STATO CONSULTA NAZIONALE POLIZIA STRADALE All’interno: la nostra proposta di revisione del Regolamento di Disciplina Periodico Ufficiale Nazionale della CONSAP - C.N.P.S. anno XIII numero 9 settembre 2011 - Registrazione Tribunale Civile Roma n. 542/99 0001 impaginato settembre ok_Layout 1 21/09/11 18.44 Pagina 1

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Consap Magazine Settembre 2011 Organo Ufficiale Nazionale d'Informazione della CONSAP - Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia

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SINDACATO MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVO DELLA POLIZIA DI STATO

CONSULTA NAZIONALE POLIZIA STRADALE

All’interno: la nostra proposta di revisione del Regolamento di Disciplina

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U-BOAT I T A L O F O N T A N A

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Registrazione Tribunale Civile

di Roma n. 542 del 01/11/1999

Stampa: Macofin srl - Roma

[email protected]

Si avverte che gli incaricati

alla diffusione non possono

essere appartenenti

alla Polizia di Stato

né a Forze dell’Ordine.

In ragione di ciò vi invitiamo

a segnalare anomalie

rispetto a quanto sopra.

EDITORIALE

Noi poliziotti figli di tutte le opposizioni ed orfani di tutti i governi 5La consulta sommozzatori di Polizia incontra il Capo dello Stato 8Inadeguatezza della segnaletica a bordo delle auto della PolStrada 11Manovra: i sindacati di polizia chiedono le dimissioni di cinque ministri 12Il fondo del barile è stato raschiato ma la pretesa rimane pressante 14La sicurezza della rete contro gli attacchi degli hackers 16La ricetta di Brunetta è incostituzionale: “trasforma la malattia in un lusso” 19Immigrazione un fenomeno in grado di destabilizzare la sicurezza 20La proposta della Consap di revisione del regolamento di disciplina 22Ruoli tecnici: revisione ordinamento o smantellamento? 36Da Lampedusa a Roma e emergenza sicurezza nei CIE 40L’arruolamento (non)democratico della Polizia di Stato 41Il rispetto delle regole e il tema dell’iniziativa della Fondazione ANIA 44Autostrade per l’Italia: una campagna per la sicurezza dei bambini 45Prima Difesa, tutela e difende i diritti del personale in divisa 46Un’associazione che nasce dalla volontà e dal coraggio...! 47Massimo Onnis, poliziotto pittore omaggia di un suo quadro la Prefettura di Nuoro 49Al via ad Olbia il condizionamento fisico per i conducenti di moto d’acqua 51Massimo Ciancimino, offende la Polizia, toglietegli la scorta 54Poliziotti nella Capitale insoddisfacente la risposta del Ministero dell’Interno 56Doppio lavoro, per il personale in divisa, un divieto ancora al passo con i tempi? 58Poligoni in Sardegna i colleghi costretti a fare il “tiro alla zecca” 60Una gomma salva la vita, ma il 10% viaggia “sgonfio” 61Stress.... come riconoscerlo fisiologico, patologico o cronico 62Intervista a Marco Liorni, un cittadino che si sente sicuro 64Reparto mobile, si gioca a basket 66Solo Moda 66

SommarioSommarioIN COPERTINA

Controllo di ordine pubblico

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La manovra finanziaria non rico-nosce agli uomini della sicu-rezza l’impegno ed il sacrificioquotidiano che essi hanno mo-strato in questi anni con la lottaserrata alla criminalità che haportato ad un calo della delittuo-sità ed ha assicurato allo Statomiliardi sottratti alla criminalitàorganizzata.Si prolunga il blocco dei contrattisino al 2014, si cancella l’attesoriordino delle carriere e dellefunzioni, si continuano a negareal personale gli aumenti sui trat-tamenti accessori, si riducono lerisorse per l’acquisto di beni eservizi indispensabili per garan-tire la sicurezza del nostro Paesedentro e fuori i confini nazionalie si riducono i fondi per la forma-zione del personale.Una manovra iniqua e sbagliatache non affronta i temi strutturalidella riforma del fisco e del wel-fare, non agevola lo sviluppodelle imprese, non rilancia i con-sumi interni, anzi li deprime an-cora.I tagli ai costi della politica e aigenerosi e numerosi benefit deinostri politici sono solo annun-ciati.Il Governo non riesce ad assol-vere neppure gli impegni assunticon l’art. 8, comma 11 bis deldecreto legge 78/2010 e l’art.1 della L. 74/2011 relativi allemisure perequative sul bloccodel trattamento economico, ope-

rato con la manovra finanziariadel luglio scorso. Tutto ciò perchè gli operatori dipolizia non hanno gli strumentidi lotta sindacale necessari perpoter ottenere il rispetto diquanto previsto. Nonostante ciòla Consap non smetterà mai di ri-vendicare un migliore tratta-mento normativo ed economicoper il personale ma soprattuttospingerà affinchè venga ema-nato al più presto, per l’anno2011, il Decreto del Presidentedel Consiglio dei Ministri percorrispondere agli interessatil’assegno una tantum pari alcento per cento dell’importo, cheavrebbero dovuto percepiresenza il blocco del trattamentoeconomico al 2010, avendo fi-ducia, altresì, di trovare nel2012 le risorse aggiuntive per ilsoddisfacimento degli impegnipresi. Non smetteremo mai di af-fermare che la sicurezza non èun costo sociale ma un investi-mento perché migliora le condi-zioni e la qualità di vita dellepersone. Per gli uomini e le donne “in uni-forme” la misura è ormai colma:questa volta contro gli ulterioritagli del governo Berlusconil’esasperazione tra il personaleè oramai dilagante e riassumi-bile in questa amara considera-zione: i poliziotti sono figli ditutte le opposizioni ed orfani ditutti i governi.

Noi poliziotti figli di tutte le opposizioni

ed orfani di tutti i governi

Consap Magazine 2011Editoriale 5

Giorgio InnocenziSegretario GeneraleNazionale Consap

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CONSULTA NAZIONALE POLIZIA STRADALE

Responsabile Italia SettentrionaleMORELLO GIANMARIO

Responsabile Italia CentraleVANNONI MASSIMO

Responsabile Italia Meridionale ed IsoleCOSTANTINO GIOVANNI

Responsabile NazionaleSPAGNOLI STEFANO

Vice Responsabile NazionaleGIANLUCA PANTALEONI

Sezione Polizia Stradale Aosta BICCIATO PAOLO

Sezione Polizia Stradale Asti BENFATTO ROBERTO

Sottosezione Polizia Stradale Avellino Ovest DILUISO PASQUALE

Sottosezione Polizia Stradale Avezzano SANTUCCI PIETRO

Sezione Polizia Stradale Benevento MIRRA UGO

Sezione Polizia Stradale Biella LAZZARINI DANIELE

Sezione Polizia Stradale Bologna CORBISIERO LUIGI

Sezione Polizia Stradale Bolzano COCEANO PINO

Sezione Polizia Stradale Campobasso PICA PEPPINO

Sezione Polizia Stradale Catania MILITELLO MICHELE

Distaccamento Polizia Stradale Scalea CS STABILITO ANTONIO

Distaccamento Polizia Stradale Soverato CZ PETROSILLO TOMMASO

Sezione Polizia Stradale Firenze CAFIERO VINCENZO

Sezione Polizia Stradale Foggia CASSANO TEODORO

Sezione Polizia Stradale Frosinone OTTAVIANI DOMENICO

Sezione Polizia Stradale Gorizia BELTRAMINI WALTER

Sezione Polizia Stradale Isernia DE FALCO DOMENICO

Sezione Polizia Stradale L’Aquila MASTRANGELO ANTONIO

Distaccamento Polizia Stradale Aprilia LT MASTROMANNO MASSIMILIANO

Sezione Polizia Stradale Napoli IZZO GIUSEPPE

Sottosezione Polizia Stradale Romagnano Sesia NO PANE BRUNO

Sezione Polizia Stradale Perugia PETRONI MAURIZIO

Distaccamento Polizia Stradale Fano PU TENAGLIA IVAN

Sottosezione Autostradale Pescara TOMEI ROSSANO

Sezione Polizia Stradale Pisa LAI GESUINO RINO

Sezione Polizia Stradale Pordenone FIORINI GIANLUCA

Distaccamento Polizia Stradale Brancaleone RC BRUZZESE GIUSEPPE

Distaccamento Polizia Stradale Passo Corese RI COPPOLA IMMACOLATA

Centro Operativo Autostradale Polstrada Centro Italia BOVE ANDREA

Sezione Polizia Stradale Roma QUAGLIERI MASSIMILIANO

Centro Operativo Autostradale Roma Nord LOTITO VINCENZO

Sottosezione Polizia Stradale Albano Laziale RM DI CEGLIE MARCO

Sottosezione Polstrada Civitavecchia RM MORMINO MATTEO

Sezione Polizia Stradale Salerno DE SANTIS ANTONIO

Sottosezione Polizia Stradale Angri SA AURICCHIO RAFFAELE

Sottosezione Polizia Stradale Eboli SA APPIERDO ROBERTO

Sezione Polizia Stradale Sassari POLO CRISTIAN

Distaccamento Polizia Stradale Città di Castello TR STAZI LUCIO

Sezione Polizia Stradale Terni ZUMBO FRANCESCO

Sezione Polizia Stradale Siracusa BIANCA ANGELO

Sezione Polizia Stradale Udine PREDAN ETTORE

Sezione Polizia Stradale Mestre VE ANGIOLINI SANDRO VITTORIO

Sezione Polizia Stradale Vercelli LA MARCA MELCHIORRE

Sezione Polizia Stradale Jesi AN BELLI ANTONIO

Sezione Polizia Stradale Lucca INDRO MARCHI

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7Primo piano Consap Magazine 2011

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La consulta sommozzatori di Polizia

incontra il Capo dello StatoL’organismo sindacale miete successi, ottenuta la revisione del compendio

normativo per gli operatori del settore

8 Primo pianoConsap Magazine 2011

Grazie alla Consap e alla Consulta Nazionale Som-mozzatori finalmente il Dipartimento della PubblicaSicurezza ha proceduto a predisporre il nuovo rego-lamento della attività specialistica. Si tratta della re-visione del compendio normativo che praticamentetutti i Sommozzatori della Polizia di Stato d'Italia at-tendevano già dalla emanazione della prima stesurarisalente al 2002 e subito rivelatasi inapplicabile.Grazie al lavoro continuo, pressante e a volte addi-rittura fastidioso svolto dai rappresentanti della Con-sulta Sommozzatori CONSAP e grazie alla massic-cia vostra adesione alla CONSAP è stato possibile,dopo decine e decine di incontri presso i RepartiSpeciali e dopo centinaia di pagine di documentiprodotti, raggiungere il sospirato obiettivo.Vale quindi la pena dire che:"CHI LA DURA LAVINCE e ancora una volta... L'UNIONE FA LAFORZA!". Nel compendio normativo si racchiude l'essenza ditutto quanto ci eravamo proposti di fare durante laprima riunione della Consulta tenutasi a Roma menodi un anno fa...In particolare abbiamo ottenuto:1. Una definitiva revisione della problematica rela-

tiva all'assistenza sanitaria con il risultato di aversanato una profonda lacuna normativa e con unenorme vantaggio per tutti gli SMZ che potendopartecipare ad appositi corsi di primo soccorsomedico (i corsi inizieranno verso settembrepresso la MM) aumenteranno il proprio bagaglioprofessionale.

2. Il definitivo riconoscimento della qualifica OS-SALC e di tutti i brevetti rilasciati dalla MM (OS-SALC/SMZ/PALOMBARO/ARO-ARA/IPERBA-RICO) con il risultato di non dover più ripetere icorsi, se già in possesso di brevetto MM (vedi

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casi Saito, Grimaldi, ecc.) ed il conseguente di-ritto alle relative indennità (vedi Jeri De Palma ealtri OSSALC, se impiegati presso un nucleoSMZ o in aggregazione o in condizione di tra-sferimento definitivo). Risolta anche la diatribasui brevetti rispetto ai gradi. Il Comandante diSquadra SMZ, se non in possesso delle previsteabilitazioni e/o brevetti non rivestirà la qualificadi Direttore d'immersione per quelle operazioniche non rientrano tra le sue specifiche mansioni(vedi limiti di profondità, EOR, ecc.). In ultimo gliOSSALC possono tutti (se interessati) prestareservizio in un Nucleo SMZ o esservi aggregati,

poichè l'Ammistrazione li ritiene una risorsa enon più un problema...

3. Finalmente si mette nero su bianco che un Som-mozzatore non più idoneo all'immersione non èun vecchio rincoglionito da cacciare al primoCommissariato sotto-organico, ma cito le paroledell'allegato:"Una preziosa professionalità edesperienza di cui continuare ad avvalersi presso ilC.NeS. o presso le Squadre distaccate". (Di fattoriconoscimento di un SETTORE LOGISTICO!).

In ultimo, ma MOLTO IMPORTANTE a pagina 6viene aggiunto alla normativa vigente il seguentedettato: "Le mansioni del "Direttore dell'immersione"

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e di "guida al sommozzatore" possono essere esple-tate anche da personale sommozzatore non più ido-neo alle immersioni", e questo apre la porta al pros-simo lavoro: IL RICONOSCIMENTO DELLE INDEN-NITA' ANCHE AI COLLEGHI NON PIU' IDONEI.

Un anno denso di innumerevoli successi sindacali,come quello che ormai volge al termine, non potevachiudersi per i Sommozzatori della Consulta Nazio-nale CONSAP in modo migliore che con il saluto del-l'amato Presidente della Repubblica, Giorgio Napo-litano.Prima del termine del noto dispositivo di Sicurezza eSalvamento, che ogni anno si rinnova, presso la Te-nuta Presidenziale di Castelporziano il Presidentedella Repubblica, Giorgio Napolitano, ha infatti vo-luto salutare tutti i membri del Team Sommozzatorialle sue dirette dipendenze.Durante il piacevolissimo incontro, il Responsabiledel Team Sommozzatori, Giuseppe Randazzo ed ilCoordinatore Nazionale della Consulta Sommozza-tori CONSAP, Giuseppe Carriera, hanno conse-gnato al Presidente Napolitano una copia del librodel 50° Anniversario della fondazione del RepartoSommozzatori . Il Presidente, piacevolmente interes-sato alla storia ed alla tradizione dei Sommozzatoridella Polizia di Stato, si è cortesente intrattenuto congli operatori ringraziandoli per l'ottimo operato e lo-dandone la preziosa ed instancabile opera.Al termine dell'incontro una informale foto, ri-cordo di questa bella esperienza, chiude laprima fase dell'azione sindacale che ha vistola CONSAP protagonista al fianco dei Som-mozzatori della Polizia di Stato per il raggiun-gimento degli obiettivi prefissati nella primariunione della Consulta tenutasi nella Segrete-ria Nazionale a Roma poco meno di un annofa.In particolare, grazie alla forte ed incessanteazione della CONSAP, del suo Segretario Ge-nerale, Giorgio Innocenzi, dei tantissimi Se-gretari Generali Provinciali di Venezia, Sas-sari, La Spezia, Palermo, Bari e Napoli e dellenumerose adesioni che sono pervenute e chehanno dato forza alla CONSAP è stato possi-bile in meno di un anno:• Ribabire la intoccabilità delle indennità di

specialità spesso messe in discussione edingiustamente decurtate;

• Ripristinare adeguandolo alle vigenti nor-

mative l'impianto iperbarico lasciato in disusoda una miope dirigenza;

• Risolvere gli annosi ed inconprensibili vuoti nor-mativi presenti nelle vecchie "Disposizioni nor-mative sulle attività d'immersione";

• Risolvere il problema dell'assistenza sanitaria al-l'immersione;

• Provvedere al riconoscimento delle figure profes-sionali OSSALC e ARO/ARA così come previstedalla Marina Militare;

• Sancire l'obbligatorietà del possesso di un titolonautico per gli operatori subacquei della Poliziadi Stato;

• Istituzionalizzare la figura del Sommozzatorenon più idoneo all'immersione (logistico);

e tantissime altre piccole e grandi azioni sindacaliche sono state portate avanti con impegno e dedi-zione in ogni singola realtà territoriale in cui è pre-sente una Sezione Sommozzatori.Il lavoro però non è terminato! A breve la ConsultaNazionale Sommozzatori si riunirà nuovamente perapprofondire alcune problematiche all'ordine delgiorno e per valutare, a seguito delle tantissime epressanti richieste giunte, di allargare questo organosindacale anche ai colleghi specialisti di mare, iquali visti i risultati ottenuti, cominciano a compren-dere quanto importante ed indispensabile sial'unione di intenti e di forze per il raggiungimento diobiettivi importanti.

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11Primo piano Consap Magazine 2011

Egregio Direttore,sono giunte a questa O.S. numerose segnalazioni ne-gative relative alla segnaletica di cui sono dotati iveicoli d’istituto per l’espletamento dei servizi di Po-lizia Stradale. Tali cartelli sono costruiti in manierada poter essere ripiegati su se stessi in modo tale daformare un quadrato dello spessore di pochi centime-tri così da poter essere riposti negli appositi spaziubicati nel contenitore posto all’interno del baga-gliaio del veicolo. Per occupare poco spazio la strut-tura dei cartelli è costituita da barre in metallo moltosottili che sono frequentemente soggette a piegature,rotture e fuoriuscite dai propri alloggiamenti, tutteanomalie che li rende inutilizzabili. Gli stessi, acausa della leggerezza e della particolare struttura,sono facilmente soggetti al ribaltamento con gli spo-stamenti d’aria, motivo per cui con gli ultimi veicoliassegnati (BMW per la viabilità ordinaria) sono statiforniti dei sacchetti contenenti materiali inerti da uti-lizzare come zavorre. In questo modo, oltre che in-

gombrare ancora di più i bagagliai dei veicoli giàcolmi di materiali, si rende di fatto sempre più com-plessa la posa della segnaletica che, essendo dinorma effettuata in situazioni di emergenza e di pe-ricolo, dovrebbe al contrario essere semplice e ve-loce.Fino a qualche anno fa la società concessionaria“Autostrade per l’Italia” forniva alle Sottosezioni untipo di segnaletica formata da un cavalletto e da varipannelli applicabili sullo stesso. Tali cartelli oltre adessere posti in essere in modo semplice e rapido,sono strutturati in maniera tale da risultare molto sta-bili, purtroppo però non vengono più acquistati per-ché ai veicoli viene fornita la dotazione prevista. Confidando in un Suo tempestivo e risolutivo inter-vento e rimanendo a disposizione per qualsiasi ulte-riore chiarimento, si porgono distinti saluti.

Massimo Vannoniresp. Consulta Nazionale Polizia Stradale

Inadeguatezza della segnaletica

a bordo delle auto della PolStradaLa lettera inviata al Direttore del Servizio dal Responsabile per l’Italia Centrale

della Consulta Nazionale Polizia Stradale

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(AGENPARL) - Roma, 07 set - Comparto sicu-rezza sul piede di guerra per i nuovi tagli - paria 600 milioni di euro - in arrivo al bilancio delMinistero dell'Interno. Tagli che andranno a pe-sare sui mezzi a disposizione di Polizia e Vigilidel Fuoco, porteranno ad un blocco fino al2014 di avanzamenti di carriera e promozionie che si tradurranno in una drastica riduzionedei servizi sul territorio. Tanto che le principalisigle sindacali del settore, tra cui Consap, Sape Siulp, annunciano per le prossime ore un co-municato congiunto in cui chiedono le dimis-sioni dei ministri Maroni, La Russa, Nitto Palmae Romano, titolari rispettivamente del Ministerodell'Interno, della Difesa, della Giustizia e del-l'Agricoltura. E non se la passano meglio Ca-rabinieri e Guardia di Finanza, anche loro du-ramente colpiti dai tagli.L'annuncio arriva direttamente da Giorgio Inno-cenzi, segretario generale del maggiore sinda-cato di Polizia, la Consap, nel corso della con-ferenza stampa organizzata anche con altre si-gle sindacali (Coisp, Siap, Silp, Siulp, Uil Poli-

zia, Uil Vigili del Fuoco, Cisl Vigili del Fuoco,Cisl penitenziaria e Cisl Forestale) insieme al-l'Udc per denunciare i tagli lineari che colpi-scono il settore sicurezza e che si aggiungonoalla scure che già si era abbattuta con le mano-vre finanziarie degli ultimi due anni.A dar voce ai sindacati, il senatore Achille Serrae il segretario Udc Lorenzo Cesa. "Noi non vo-gliamo - dice Serra - essere complici del degradodella sicurezza", con ripercussioni pesanti comea Roma "dove - continua l'ex prefetto della Capi-tale - le organizzazioni criminali stanno cercandodi allungare le mani".Critica duramente i tagli lineari Lorenzo Cesa,che chiede al ministro Maroni di "fare chia-rezza sui tagli del Viminale" e di non toccare "igangli della sicurezza e di non mortificare ilcomparto".(ANSA) - ROMA, 7 SET - I ministri di Interno,Difesa, Tesoro, Giustizia e Politiche Agricole sidevono dimettere ''per aver completamente di-satteso gli impegni'' presi con il comparto sicu-

Manovra: i sindacati di polizia

chiedono le dimissioni di cinque ministriTagli inaccettabili, si va verso una grande manifestazione unitaria nazionale

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13Primo piano Consap Magazine 2011

rezza. E' quanto affermano in una nota diversisindacati del comparto - Siulp, Sap, Ugl poliziadi Stato, CONSAP, Fsn Cisl, Sappe, Ugl PoliziaPenitenziaria, Uilpa penitenziari, Sapaf, UglCorpo Forestale, Uilpa Forestali, Uilpa Vigili delfuoco, Ugl Vigili del Fuoco - annunciando ''inmancanza di ulteriori risposte'' una ''grandemanifestazione nazionale''.''Per far fronte alle difficolta' finanziarie ed eco-nomiche del Paese - dicono i sindacati - si puo'e si deve operare in termini di ottimizzazionedelle risorse a disposizione, evitando gli sprechie superando le duplicazioni istituzionali presenti,al fine di rendere il sistema piu' efficiente e mi-gliorare la risposta ai cittadini''. Ed invece ''conle scelte scellerate del Governo non vengono pe-nalizzati soltanto coloro che operano per la sicu-rezza, ma anche e soprattutto i cittadini''.Nei confronti del comparto, dicono i sindacati,governo e maggioranza hanno disatteso diversiimpegni presi, ''anche per iscritto'', discono-scendo ad esempio il principio di specificita'della professione e bloccando la correspon-sione delle indennita' relative alle anzianita' diservizio e agli avanzamenti di carriera, pur es-sendo state finanziate ''con soldi nostri accanto-nati da anni!''. Senza contare che ''le organiz-zazioni sindacali e le rappresentanze militarisono state escluse da qualsiasi confronto'' in vi-sta della manovra.Maroni, La Russa, Tremonti, Palma e Romano,Ministri dell'Interno, della Difesa, del Tesoro,della Giustizia e delle Politiche Agricole devonoquindi dimettersi ''per aver completamente di-satteso gli impegni e per non aver rivendicatonelle sedi competenti il principio di Specificita'dei vari Corpi dello Stato di riferimento, con il

risultato di indebolire le relative Amministra-zioni e di aggravare le condizioni in cui si tro-vano ad operare gli appartenenti ai vari Com-parti''. E' necessaria, infine, ''l'immediata convoca-zione di un serio tavolo di confronto per discu-tere delle varie problematiche esposte, trovandorisposte concrete''.

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14 Primo pianoConsap Magazine 2011

Pensavamo di avere toccato ilfondo, ma ci sbagliavamo; ab-biamo imparato sulla nostra pelleche ad ogni male può seguire ilpeggio. La manovra finanziaria 2010sembrava aver fatto il massimodel danno ai lavoratori della sicu-rezza, con congelamenti contrat-tuali, peggiorativi pensionistici etagli lineari diffusi sulla generalitàdei moduli retributivi.Ci sbagliavamo; la nuova mano-vra finanziaria 2011 ci è piom-bata addosso come un macigno,peggiorando la disastrosa situa-zione retributiva e pensionistica.Gli effetti più devastanti dell’ul-tima ed ennesima specifica vessa-zione ai pubblici dipendenti sisentiranno sulla retribuzione, con-gelata per un altro anno in ag-giunta ai tre previsti dalla prece-dente manovra, nonchè sul tratta-mento di quiescenza, sempre piùsottile e sempre più lontano neltempo.Il ritornello è sempre lo stesso, apagare la crisi sono le classimeno abbienti, i pubblici dipen-denti, quelli che non possono eva-dere dal fisco un solo centesimo eche devono farsi carico dellespese dell’esercito degli evasori.Ma il Governo pretende di com-battere l’evasione con lo spot tele-visivo, facendo pressione su prin-cipi di moralità sociale e qualifi-

cando come parassiti coloro chenon pagano le tasse.Il Governo vuole mettere in ga-lera solo i grandi evasori per ot-tenere un ravvedimento operosodi tutti gli altri, inducendoli a ver-sare nelle casse dello Statoquanto dovuto.Oltre agli effetti diretti della mano-vra sulle nostre retribuzioni e sullepensioni, peseranno sulle nostretasche anche oneri aggiuntivi de-rivanti dai tagli a Regioni e Co-muni, che comporteranno aumentigeneralizzati sui servizi erogatialla comunità cittadina.L’aumento dell’Iva di un punto per-centuale, avrà l’effetto per i menoabbienti di contrarre la spesa,con effetti recessivi sugli anda-menti economici.Una manovra dunque che non co-glie nel segno e che avrà effettipeggiorativi sull’intero sistemaeconomico del Paese.La discriminazione governativa trapubblico e privato appare evi-dente riguardo al c.d. contributodi solidarietà; i dipendenti pub-blici sono chiamati a versare il 5%per i guadagni oltre i 90 mila euroed il 10% per quelli oltre i 150mila, mentre i privati devono con-tribuire con il 3% per i guadagnioltre i 300 mila euro.Noi della sicurezza, pur non rima-nendo vittime per la quasi totalitàdi questa super Irpef, possiamo

Il fondo del barile è stato raschiato

ma la pretesa rimane pressanteNessuno osi più toccare i diritti dei poliziotti

vittime di vessazioni che hanno offeso la dignità funzionale

Mauro PantanoSegretario Nazionale Consap

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15Primo piano Consap Magazine 2011

certamente rilevare un sostanzialeed indicativo trattamento dispari-tario, posto in essere in violazionedei più elementari principi diuguaglianza e di giustizia.I motivi del disastro economicosono molteplici ed alcuni vengonoda lontano nello spazio e neltempo.La crisi partita dall’America con lac.d. finanza spazzatura si è ab-battuta in maniera violenta su unaEuropa divisa ed incapace di ge-stire in maniera unitaria il turbiniodegli eventi.Una comunità unita solo per lamoneta ma vittima degli interessidei singoli stati che la compon-gono, con una Banca Centrale in-capace di fronteggiare la crisi epreoccupata esclusivamente di te-nere sotto controllo l’inflazione.Alla incapacità della comunità in-ternazionale si è aggiunta lagrave inadeguatezza di un go-verno che ha infierito sui più de-boli minando dalle fondamenta la

già precaria condizione lavora-tiva, di retribuzione e previden-ziale.Il presente è cupo, ma il futuro ap-pare ancora più nero, anzi cata-strofico.In questo momento storico digrave difficoltà economica delPaese è di fondamentale impor-tanza che il Sindacato vigili ed in-tervenga per censurare dura-mente le anomalie gestionali e didistribuzione del sacrificio.Siamo pronti e reattivi a qualsiasisopruso, orgogliosi della nostrarappresentanza di una categoriadi lavoratori che è sempre statacardine di garanzia per l’interasocietà civile e che purtroppo ne-gli ultimi tempi è rimasta vittima dideterminazioni vessatorie che nehanno offeso la dignità funzio-nale.Siamo pronti ad alzare il livellodello scontro verso chiunqueoserà nuovamente calpestare i no-stri diritti.

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La frontiera del cyber crime stadiventando il teatro virtualedove dovrà muoversi, con sem-pre maggiore capacità, l’azionedi tutela della sicurezza.Nella rete viaggiano ormai lenostre vite, interessi economici,professionali ed umani, ma an-che le relazioni sociali trovanoon line uno sviluppo impensato,enormemente vasto e per questodifficile da controllare. La nostraPolizia di Stato ha cercato difare il punto sulla situazionedella sicurezza delle reti in unconvegno tenutosi presso il com-pendio Tuscolano di Roma.L’apertura del dibattito che ha vi-sto coinvolte le maggiori realtàdel Paese che si muovono negli

spazi del web è stata affidata alDirettore Centrale per le Specia-lità della Polizia di Stato. SantiGiuffrè che ha aperto la stradaa relazioni di altissimo livellotecnico fra tutti i protagonisti eche ha visto in qualità di mode-ratore Luigi Contu dell’agenziadi stampa ANSA.Alle autorità, ai manager ed alpubblico presente si è rivolto ilsaluto del Prefetto Antonio Man-ganelli.Il Capo della Polizia ha eviden-ziato il rapporto che deve sussi-stere tra pubblico e privato edha preannunciato la febbrile at-tività in seno alla Polizia di Statoche porterà alla firma di presti-giose collaborazioni con le so-

La sicurezza della rete

contro gli attacchi degli hackersManganelli: la Polizia di Stato con l’apposita sezione CNAIPIC

è all’avanguardia nel settore

Elisabetta RicchioDirigente NazionaleConsap

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cietà pubbliche e private del set-tore: ci saranno altre 8 conven-zioni da firmare in aggiunta alle14 già sottoscritte; ha poi messoin guardia sulle devastanti con-seguenze di attacchi informaticiai data base nazionali: i danniche potrebbero causare in casodi attacco possono investire lefondamenta della collettività ebasti pensare ad un tilt alle retidi distribuzione idrica ed ener-getica nonché a siti e network ereti intranet istituzionali.Il Prefetto Manganelli ha dichia-rato con orgoglio che la Poliziadi Stato è stata eletta “sentinelladel web attraverso la Poliziadelle Telecomunicazioni”. Unruolo di prestigio e responsabi-lità che siamo pronti ad assol-vere nel migliore dei modi. Unmodo concreto è il CNAIPC –Centro Nazionale AnticrimineInformatico per la Protezionedelle Infrastrutture Critiche che ètra i 4 centri di eccellenza nelmondo. Un grande terminale diintelligence ed investigazione enon una struttura burocratica.

Sono intervenuti all’in-teressante dibattito: ilProcuratore Aggiuntodel tribunale di RomaPietro Saviotti, l’Ammi-nistratore delegato diEnel Fulvio Conti incollegamento da Ma-drid; il Presidente di Te-lecom Italia Franco Ber-nabè; l’Amministratoredelegato di Ferroviedello Stato Mauro Mo-retti, l’Amministratoredelegato di Poste Ita-liane Massimo Sarni, ilVice Presidente del-l'Abi Giovanni Piro-vano.Fra i contributi videoutili a dare concretezza

ad un simposio di tale portatasono state illustrate le metodi-che che gli hacker usano per in-serire un Trojan, attraverso colle-gamenti alla rubrica dei diversipc utilizzando dei richiami inoggetto che stimolano la curio-sità del cybernauta, oggetto conriferimenti a vincite, e non dirado con messaggi di carattereseduttivo come le migliaia di e-mail inviate con scritto in og-getto “per sole donne” e quindiatti a stimolare la curiosità adaprirli.Ognuno per la propria compe-tenza ha parlato delle minaccesul Web e di come con un par-ternariato con la Polizia di Statosi possa combattere un attaccocongiunto agli hacker.Sono stati descritti i danni chepossono provocare gli hacker ele metodologie comuni messe incampo per evitare che ciò ac-cada.E’ stato proiettato il filmato delteam di hacker internazionaliche si riconoscono nella sigla diAnonymous postato su youtubedove un hacker mascherato daJoker dichiarava propositi dirappresaglie on line per gli arre-sti di adepti subiti dal gruppo inItalia ed in Svizzera. Minacceche si sono rivelate fondate vistoche a distanza di una settimanadal convegno, i database delCnaipic (Centro Nazionale Anti-crimine Informatico per la Prote-zione delle Infrastrutture Criti-che) hanno subito un attacco in-formatico.Contro tale rischio la nostra or-ganizzazione sindacale ha chie-sto più mezzi per la attività dicontrollo e per l’aggiornamentoprofessionale degli operatoridella Polizia Postale e delle Co-municazioni.

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18 ConvenzioniConsap Magazine 2011

Convenzione riservata agli iscritti Consap

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La Consap sin dal primo momento aveva denun-ciato gli aspetti assurdi e abnormi del provvedi-mento Brunetta, aveva manifestato in tutte lepiazze d'Italia e raccolto firme per un ricorso al-l'autorità giudiziaria. Questa sentenza ci da ra-gione. "Di fatto la malattia diventa un 'lusso'che il lavoratore non potrà più permettersi e ciòappare in contrasto con l'articolo 36 della Co-stituzione che prevede che sia garantita una re-tribuzione proporzionata ed in ogni caso suffi-ciente a garantire un'esistenza libera e digni-tosa". Il giudice del lavoro di Livorno JacquelineMonica Magi ha sollevato con un'ordinanza laquestione di legittimità costituzionale dell'arti-colo 71 della legge 133/2008, la legge cosid-detta Brunetta, che prevede per i dipendentipubblici una decurtazione dello stipendio per iprimi 10 giorni di malattia.Per il giudice la norma presenta profili di inco-stituzionalità con riferimento agli articoli 3, 32,36 e 38 della Costituzione. In particolare, ri-guardo all'articolo 3, nell'ordinanza si rileva"un'illegittima disparità di trattamento nel rap-porto di lavoro dei lavoratori del settore pub-blico rispetto a quelli del settore privato". Sul"diritto alla salute" di cui all'articolo 32 lanorma "crea di fatto un abbassamento della tu-tela della salute del lavoratore che, spinto dallenecessità economiche, viene di fatto indotto alavorare aggravando il proprio stato di malat-tia, creando così un vulnus a se stesso e alPaese". Con riferimento all'articolo 36 in so-stanza con la decurtazione il guadagno, "datigli stipendi che percepiscono ad oggi i lavora-tori del comparto pubblico, diventa tale da nongarantire al lavoratore una vita dignitosa". "Pri-

vare durante la malattia un lavoratore di partedello stipendio e della retribuzione globale difatto - scrive infine il giudice con riferimento al-l'articolo 38 - integra esattamente quel far ve-nire meno i mezzi di mantenimento e assistenzaal cittadino in quel momento inabile al lavoro".Rimane il fatto che i poliziotti per evitare le in-giustificate decurtazioni dello stipendio hannodovuto sacrificare i fondi contrattuali rinun-ciando a una parte degli aumenti.

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La ricetta Brunetta è incostituzionale:

"Trasforma la malattia in un lusso"Per i giudici del lavoro di Livorno viola gli articoli 3, 32. 36 e 38

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Immigrazione un fenomeno in grado

di destabilizzare la sicurezzaInserimento nel tessuto sociale ma nel rispetto dei nostri

ordinamenti e delle nostre leggi

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La percezione della sicurezza èdeterminata da una molteplicitàdi variabili, la prima delle qualiè costituita da un rapporto di po-sitività, una interazione che cideve essere tra cittadini e istitu-zioni.Non esiste un misuratore afreddo della sicurezza, esiste unlivello di sicurezza che invecedeve essere valutato, di volta involta, sulla base del disagio so-ciale che ciascuno di noi provadi fronte a difficoltà contingentiche, non necessariamente pos-sono essere determinate da unaspecifica aggressione criminale.Dobbiamo avere un’idea flessi-bile del principio di sicurezzasapendo che questo principio vaadattato alla reale difficoltà chesi può trovare sul territorio.La sicurezza può sembrare unbene astratto ma si traduce avolte in ricadute concrete nellavita dei cittadini.Vivere sicuri è l’aspirazione dichiunque a prescindere da opi-nione pubblica o spirito sociale.Il fenomeno dell’immigrazioneoggi ha destabilizzato il tenoredella sicurezza.L’Italia è diventata un paese diimmigrati negli anni 70 chehanno fatto anche la fortuna diinteri paesi ma che a voltehanno portato anche la malavitadella camorra e della mafia.

Quindi alla luce di questa espe-rienza, i tantissimi immigrati chearrivano in casa nostra, portanouna diversità di cultura e di espe-rienza che possono arricchire ilnostro paese ma allo stessotempo, dobbiamo cercare di ri-pararci dai rischi di radicalizza-zione religiosa di criminalità edi terrorismo.Sono aumentati i provvedimentidi espulsione, quindi sarebbe ar-duo negare che l’apertura dellefrontiere abbia contribuito ad in-crementare la criminalità ed i lo-schi traffici della malavita.Se si considera che il tasso di fe-condità di queste popolazioni èmolto più alto del nostro è facileconcludere che noi abbiamo giàda oggi delle città italiane chenel volgere di pochi decenni sa-ranno a maggioranza di immi-grati.Devono inserirsi nel tessuto so-ciale, è giusto, ma rendendosipartecipi dei nostri ordinamentie delle nostre leggi.Uomini e donne di religione di-versa, devono quindi imparare aconoscersi e rispettarsi, ad indi-viduare ciò che li unisce ma an-che ciò che li divide e che li ren-dono diversi ma non per questonemici.Rispetto reciproco e riconosci-mento delle pari dignità, di tuttele fedi religiose e del diritto di

Gianluca PantaleoniSegretario Nazionale Consap

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tutti i credenti a praticarle in tuttoil mondo, ma rispetto e riconosci-mento della identità altrui, senzapretendere di piegare il tutto aduna logica personalizzata.Se la diversità si manifesta an-che con ostentazione di simbolireligiosi ma in maniera pacificasenza urtare le leggi, noi dob-biamo accettarla, tanto più peròdobbiamo tutelare la nostra.Dobbiamo essere fermi e decisicon determinate idee di questepopolazioni.E’ da censure il comportamentodi colui che strappa il crocifissodalla parete per non urtare lasensibilità di un bambino isla-mico, perché il crocifisso è unsimbolo religioso di grandissimovalore, non solo, è il simbolo diduemila anni di cultura e di ci-viltà ai quali non possiamo ri-nunciare per nessuna ragione almondo.Dobbiamo assicurare il diritto difamiglia.Se un musulmano chiede il ricon-giungimento per la seconda mo-glie, il governo italiano deve ne-garlo perché in Italia per la no-stra legge esiste una sola mo-glie ed una sola famiglia.Occorre poi avere la consape-volezza che servono maggioriqualità e maggiore efficacia alsistema della sicurezza inve-stendo in essa le migliori profes-sionalità e competenze oltre allerisorse necessarie.

Serve sicuramente un coordina-mento migliore di intelligencetra le varie forze di polizia incollaborazione con i comuni e leprovince che devono lavorarecon sinergia.L’organizzazione, le attività lecompetenze delle forze di poli-zia dovranno essere valorizzatenel quadro di un più efficace co-ordinamento da sviluppare sianei rapporti istituzionali sia nel-l’attività di controllo del territo-rio, collaborazione dei cittadiniche devono essere aiutati e favo-riti nella propria protezione.Potenziamento degli organici dipolizia e rafforzamento dellepattuglie di vigilanza, il presidiodi punti sensibili, il potenzia-mento di risorse, organici e stru-menti dell’amministrazione pub-blica e giudiziaria.Maggiore attenzione va pre-stata alle vittime del reato.Riteniamo inoltre che settori vi-tali dello stato non devono su-bire tagli economici perché que-sti incidono sulla sicurezza pub-blica.La nostra attività sindacale nonè finalizzata a fare proselitismodi bandiere politiche, difatti nonentriamo mai nel dibattito parti-tico poiché siamo poliziotti.In qualità di sindacalisti ab-biamo però il giusto proposito disvolgere un’azione politica suiprovvedimenti che hanno un’in-cidenza negativa sugli operatoridi polizia e sui cittadini.Noi oggi in veste sindacalesiamo qui a rappresentare undiffuso malessere in cui vive lapolizia di stato che nonostantesia in un momento di notevoledifficoltà, continua ad amare ilproprio lavoro e a mantenereun’ atteggiamento improntatoalla correttezza per il bene deicittadini.

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Pena pecunaria - Revisione degli effettiSi ritiene che la pena pecuniaria debba essereridotta nella sua portata afflittiva in misura nonsuperiore a tre trentesimi della retribuzione men-sile.Si reputa opportuno, infatti, che l'afflizione mas-sima di cinque trentesimi debba essere prevista- insieme ad altre conseguenze - per le fat-tispecie che integrano I'irrogazione dellasanzione più grave.Per le mancanze previste nell'articolo 4 lariduzione dello stipendio per un mese nellamisura di uno, due o tre trentesimi è già suffi-cientemente afflittiva per il dipendente (che sitraduce in una diminuzione di stipendio pari aduna somma, per un agente, a lordo da un min-imo di euro 80,00 fino a euro 300,00).Si ritiene poi necessario eliminare la sanzionedisciplinare della "consegna in Istituto” in luogodella pena pecuniaria per gli allievi degli Istitutidi Istruzione. Tale fattispecie aveva infatti motivodi esistere alcuni anni or sono, ed aveva quindi

una reale valenza afflittiva, quando le c.d."libere uscite" dagli Istituti di Istruzione eranolimitate a 2 o 3 alla settimana. Attualmente, in-vece, non risulta che vi siano più limitazioni tem-porali per le libere uscite, talché I'irrogazione diun giorno di consegna perde sostanzialmente disignificato. AI contrario l'applicazione di un danno patri-moniale agli allievi degli istituti, che percepis-cono regolari emolumenti mensili, potrebbe riv-italizzare il contenuto dell'irrogazione dellasanzione disciplinare della pena pecuniaria,costituendo valido deterrente per certi compor-tamenti disciplinarmente censurabili.

Eliminazione del richiamo oraleL'articolo 2 del D.P.R. 737/81 prevede la fat-tispecie disciplinare del "richiamo orale", che"consiste in un ammonimento con cui vengonopunite lievi mancanze non abituali od omissionidi lieve entità causate da negligenza o dascarsa cura della persona o dell'aspetto esteri-

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La commissione del sindacato ha elaborato una proposta

a seguito di incontri convegni ed assemblee fra gli iscritti in tutta Italia.

La proposta della Consap di revisione

del regolamento di disciplina

Pena pecuniaria - Revisione degli effetti - Eliminazione del richiamo orale

Semplificazioni procedurali - Accesso agli atti - Obbligo del segreto

Revisione della deplorazione - Sospensione dal servizio, anomalie

Revisioni degli Organi collegiali - Precisazione di alcune competenze, azione disciplinare

Riabilitazione - Ricusazione, astensione ed incompatibilità

Previsione di un funzionario istruttore, per sanzioni più lievi

Sospensione cautelare obbligatoria

Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del c.p.p., Art. 16

Connessione tra procedimento penale e disciplinare

di Luciano Tenace

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ore”. Prevede, inoltre, che lo stesso possa es-sere inflitto da qualsiasi superiore senza ob-bligo di rapporto.Nella sua attuale formulazione questa norma hadato origine a non poche difficoltà sul piano ap-plicativo. La previsione, infatti, di una formalesanzione disciplinare, che non trova poi riscon-tro in un atto amministrativo definito, appare incontrasto con quei canoni di trasparenza versoi quali si sta indirizzando tutta l'azione ammin-istrativa.E' indubbio che si è di fronte ad una sanzionedisciplinare vera e propria, alla irrogazionedella quale lo stesso ordinamento ricollega at-tualmente effetti precisi e puntuali (si pensi allafatti specie della reiterazione di lievi mancanzepreviste dall'art. 3 n. 1 che porta all'ir-rogazione del richiamo scritto). Si è, quindi, in presenza di un atto amministra-tivo ablatorio della posizione giuridica di undipendente, che non ha, peraltro, un riscontrodocumentale.Tale circostanza porta, invero, a delle confu-sioni sotto il profilo tecnico procedurale di nonagevole risoluzione.In primo luogo ci si pone il quesito se possa es-sere ammesso ricorso (gerarchico o giuris-dizionale) avverso un siffatto provvedimento.Se, infatti, da un lato non dovrebbero essercidubbi sull'ammissibilità del gravame, (del restogarantito anche dalla Costituzione), atteso che- come visto -viene in un qualche modo lesa lasfera giuridica del soggetto, dall'altro si pon-gono serie perplessità sulla procedibilità conc-reta del ricorso, visto che non esiste un atto am-ministrativo documentale, nel quale ravvisarevizi di legittimità o di merito, in un procedi-mento amministrativo.In secondo luogo il richiamo orale, nella sua at-tuale formulazione, lede il fondamentale princi-pio del diritto alla difesa ed al contraddittorio.l'art. 2 prevede, infatti, tout-court che qualsiasisuperiore gerarchico possa irrogare una talesanzione disciplinare “senza obbligo di rap-porto". Tale procedura si traduce in unsostanziale atto unilaterale del superiore neiconfronti del sottoposto, senza che costui possaminimamente esercitare il diritto alla difesa,esponendo formalmente proprie ragioni chepotrebbero anche giustificare il comportamento

originariamente ritenuto disciplinarmente cen-surabile.In terzo luogo la sanzione del richiamo orale,originariamente concepita dal legislatore informa esclusivamente “orale", assume neces-sariamente, talvolta, la forma "scritta"; ciòavviene nel caso in cui viene iniziato un proced-imento per una sanzione più grave e poi questosi conclude con I'irrogazione del richiamoorale. Anche in questo caso la discrasia con l'o-riginario modello voluto dal legislatore è evi-dente. L'abolizione, quindi, del richiamo orale,inteso come formale sanzione disciplinare, nonpuò che portare più chiarezza e trasparenzanella procedura disciplinare.Tale assunto, del resto, non priverebbe certa-mente il responsabile di un ufficio, o general-mente qua lun que superiore gerarchico, delpotere - dovere di esortare e/o redarguire il per-sonale sottoposto all'esecuzione di giusta attiv-ità istituzionale e ad una condotta deontologi-camente corretta, in virtù del c.d. “Jus corri-gendi", elemento fondamentale per il buon an-damento dell' Amministrazione; ma elim-inerebbe soltanto il discusso, e foriero di confu-sione, crisma di formalità ad una sanzione dis-ciplinare che allo stato non riveste alcuna formaesteriore "tangibile".

Semplificazioni proceduraliL'esercizio della potestà disciplinare deve assol-vere il fondamentale compito di salvaguardiadel corretto funzionamento dell'Amminis-trazione per il raggiungimento dei fini istituzion-ali, garantendo lo svolgimento di un "giusto"procedimento per l'accertamento delle respons-abilità nel più ampio rispetto dei principi dellatutela sostanziale del diritto alla difesa.Tale primario obiettivo non può essere rag-giunto se non con uno strumento agile, scorrev-ole, forte nella sostanza e trasparente nellaforma, che consenta la verifica dei fatti ed il for-marsi di un giudizio nel più breve tempo possi-bile.Oggi, il procedimento disciplinare risulta appe-santito da alcuni formalismi tecnici, voluti dallegislatore del 1981, quando, in linea con itempi, si pensava che sbarramento formalepotesse voler dire garanzia sostanziale, che in-vece nella pratica hanno dimostrato non solo di

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non assicurare all'incolpato maggiori e/omigliori possibilità di difesa, ma addirittura sor-tendo in alcuni casi l'effetto opposto, a dannosicuramente anche dell'interesse primario del-l'Amministrazione, che non è quello diperseguire il dipendente, ma solo di stabilirecon certezza il reale verificarsi dei fatti in re-lazione a specifici comportamenti del person-ale.L'eccessivo formalismo non si traduce ingaranzia, come l'esperienza ha provato. Tant’èche non solo in materia disciplinare, ma più ingenerale nell'ambito legislativo si registra unaforte tendenza alla semplificazione delle proce-dure per il pronto raggiungimento degli interessipubblici.Solo procedure chiare, veloci e leggibili da chi-unque possono assicurare trasparenza e quindicostituiscono garanzia sostanziale del rispettodi ogni interesse giuridicamente tutelato, senzapossibilità alcuna di esercizio arbitrario di po-teri anche legalmente riconosciuti.Quindi, anche in materia disciplinare si rendenecessario rivedere alcuni passaggi tecnici delprocedimento che al momento provocano soloun allungamento dei tempi, alimentando ombree sospetti, senza tradursi in benefici e garanziedi tipo sostanziale.A tal fine, si è dell’avviso di operare i seguenticorrettivi:a) regolamentazione dei termini entro i quali il

procedimento deve essere concluso.Sarà necessario prevedere pochi termini,tutti però perentori, per assecondare l'esi-genza di accelerazione dell'azione ammin-istrativa e di certezza dei rapporti tra ildipendente e I' Amministrazione;

b) facoltà dell'inquisito di accedere a tutti gli atti del procedimento disciplinare;

c) revisione degli organi collegiali ;d) necessità di intervenire sullo svolgimento

delle sedute degli organi collegiali. AI finedi eliminare una elevata "farraginosità”della procedura prevista che non consenteuno snello ed agevole svolgersi del proced-imento, appare opportuno abolire la primadelle due sedute attualmente previste in-nanzi ai Consigli di disciplina, sostituendolacon la preventiva visione degli atti da partedei componenti (secondo la prevista revi-

sione degli organi, professionalmente piùspecializzati) che non deve necessariamenteestrinsecarsi in una seduta collegiale apposi-tamente convocata.

Inoltre, alcune attività previste nella fase di 1^seduta, come la nomina del relatore, potreb-bero essere effettuate dal Presidente all'attodella convocazione e del deposito degli atti inSegreteria;e) previsione espressa e tassativa dei casi, per

l'inquisito ed il difensore, di impossibilità apartecipare alle sedute degli organi, perevitare in tal modo il differimento delle de-liberazioni con l'attuazione di tattiche dila-torie;

f) formalizzazione della procedura della noti-fica degli atti all'inquisito, specie nel caso disua irreperibilità;

g) previsione di specifiche ipotesi di astensionee di ricusazione dei soggetti che interven-gono nel procedimento disciplinare;

h) previsione che gli accertamenti relativi agliilleciti possano essere esperiti da funzionariincaricati dal titolare della potestà punitiva.

Accesso agli atti - Obbligo del segretoNell'ambito della necessità di semplificazionedel procedimento disciplinare secondo i criteridi economicità efficacia e pubblicità, assumeuna particolare rilevanza l'opportunità di inser-imento di una specifica norma che dettagliata-mente preveda il diritto dell'inquisito ad ac-cedere a tutti gli atti del procedimento.In via preliminare, occorre osservare che attual-mente, alla luce di quanto disposto del D.P.R.737/1981 e della L.241/1990 in materia diprocedimento amministrativo e diritto di ac-cesso, l'inquisito può già conoscere tutti gli attidel procedimento, eventualmente richieden-done anche estrazione di copia.Quanto sopra non esime, però, dal porre in es-sere ogni migliore sforzo affinché gli interessidell'inquisito e dell'Amministrazione ad unarapida definizione del procedimento in osser-vanza dei criteri di giustizia sostanziale, trovinosoddisfazione in un nuovo sistema che compiu-tamente assorba e realizzi il diritto di accessoagli atti.D'altre parte il principio della partecipazione alprocedimento amministrativo, che trova più

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ampia realizzazione nel previsto contradditto-rio, impone in via primaria che l'inquisitodisponga degli atti relativi al procedimento. Pertanto, si rende necessaria l'espressa previ-sione di una norma che stabilisca i modi ed itempi di consegna degli atti del procedimentoal dipendente, considerato che la semplice vi-sione degli atti costituisce solo il livello minimodi informazione.A questo punto, però, si rende necessaria unadifferenziazione tra la realizzazione del dirittodi accesso durante le varie fasi del procedi-mento e la realizzazione dello stesso diritto altermine del procedimento. Non vi è dubbio che a conclusione del proced-imento risponderebbe a criteri di giustizia laprevisione che la notifica del provvedimento in-flittivo sia accompagnata dalla materiale con-segna di tutti gli atti formati durante il procedi-mento.Con riguardo alle varie fasi dell'iter procedi-mentale occorrerà, invece, individuare i mo-menti conclusivi dei singoli sub-procedimenti altermine dei quali dovrà essere prevista la con-segna dell'atto conclusivo all'inquisito (ad esem-pio: relazione del funzionario istruttore). Diver-samente si potrebbe correre il rischio di appe-santire il procedimento prevedendo la con-segna di ogni singolo atto, non corrispondentealla conclusione di una fase, sortendo così l'ef-fetto opposto rispetto a quello di sopra enunci-ato e perseguito.Inoltre, si evidenzia la necessità che l'inquisitonon solo conosca i singoli atti conclusivi dellevarie fasi del procedimento, ma venga formal-mente notiziato su ogni rilevante circostanzache possa essere utile all'esercizio del dirittoalla difesa (ad esempio: composizione degli or-gani collegiali).La compiuta realizzazione del diritto di ac-cesso, come su esposto, comporta anche il cor-relativo obbligo del segreto per tutti coloro chetrattano il procedimento disciplinare.Gli interessi dell'inquisito, infatti, si risolvononella soddisfazione di massima pubblicità degliatti, ma ovviamente solo nei suoi confronti, cosìpure l'Amministrazione ha interesse a farconoscere gli atti, ma solo all'inquisito, sia pergarantirgli un migliore diritto alla difesa, sia perconsentirgli una più ampia partecipazione al

procedimento che può, sicuramente, giovare adun rapido accertamento dei fatti.Quanto sopra in osservanza del generale prin-cipio costituzionale alla riservatezza che non sioppone al diritto di accesso, ma piuttosto necostituisce il genus che solo può consentire uncorretto esercizio dello stesso.Si sottolinea l'importanza di sancire espressa-mente l'obbligo del segreto, considerato il grannumero di persone che potranno avere la mate-riale disponibilità degli atti e la correlata neces-sità di tutela del diritto di accesso riconosciutoall'inquisito.

Revisione della deplorazioneLa sanzione della deplorazione è stata in-trodotta dal legislatore del 1981 come "quidnovi" rispetto alla disciplina contemplata nelTesto Unico del 1957 n. 3, che, nella scala dellesanzioni, passa dalla "riduzione dello stipen-dio" alla "sospensione dalla qualifica ".L'introduzione di tale sanzione si inquadra nel-l'esigenza di "graduare" l'entità inflittiva delprovvedimento amministrativo, essendosiritenuta troppo "ampia" la cesura tra pena pe-cuniaria e sospensione dal servizio. In tal modo sì è approntata una maggioregaranzia per l'inquisito, il quale per mancanzeleggermente più gravi di quelle previste per lasemplice pena pecuniaria, non subisce I'ir-rogazione della grave sanzione della sospen-sione che comporta pesanti conseguenze sullostatus giuridico.Non si ritiene, pertanto, opportuno suggerire dieliminare dal sistema disciplinare la sanzionedella deplorazione.Qualora la si volesse, invece, abolire occor-rerebbe riconsiderare l'inserimento delle attualifattispecie previste nell'art. 5 del D.P.R. 737/81in altri articoli che non potrebbero non essereI'art. 4 (pena pecuniaria) o I'art. 6 (sospensionedal servizio), con il concreto rischio, peraltro, diincorrere nei pericoli sopra evidenziati, a detri-mento proprio dell'incolpato, che vedrebbe dimolto ridotto, probabilmente a suo danno, lo"spazio di valutazione" del titolare dellapotestà disciplinare.Cosicché la violazione di una norma di con-dotta, o una mancanza gravemente lesiva delladignità delle funzioni potrebbero essere

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sanzionate con la sospensione dal servizio, che- come noto - per il suo particolare "impatto so-ciale" sia nell'ambiente di lavoro, sia in ambitofamiliare, procura un rilevantissimo danno aldipendente.Ritenendo, pertanto, valida la permanenza nel-l'attuale sistema di questa sanzione, sarebbenecessario rivedere gli effetti che la stessa com-porta, atteso che quelli attualmente previsti dallegislatore del 1981 non hanno - allo stato - al-cuna valenza sanzionatoria, se non quella chepuò definirsi di mero "valore morale".L'art. 5 del cennato D.P.R. 737/81 nel 2°comma, nella sua attuale formulazione, san-cisce che la deplorazione "comporta il ritardodi un anno nell'aumento periodico dello stipen-dio o nell'attribuzione della classe di stipendiosuperiore a decorrere dal giorno in cui verrebbea maturare il primo beneficio successivo alladata nella quale la mancanza è stata rilevata”.L'art. 3 del D.P.R. 150 del 1987 ha congelatola progressione economica per scatti e classidal 1.1.1987 ed ha, però, istituito la R.I.A. (Ret-ribuzione Individuale di Anzianità).Allo stato, quindi, ad eccezione dei dirigenti(ed equiparati ex art.43) che hanno mantenutole classi stipendiali, tutti gli appartenenti allaPolizia di Stato non hanno più la progressioneeconomica con scatti e classi e, pertanto, lasanzione della deplorazione non ha effetti con-creti.Si propone pertanto l'attribuzione di un con-tenuto pecuniario alla deplorazione (5/30dello stipendio e degli altri assegni a caratterefisso e continuativo) congiunto con una previ-sione di riflessi negativi sull'accesso agli scrutinied ai concorsi interni, per un periodo limitato ditempo.Circa le conseguenze economiche v'è da evi-denziare che esse non sono peggiorativerispetto all'attuale previsione, anzi sono iden-tiche a quelle attualmente previste nella misuramassima, per la pena pecuniaria a 5/30. Con la seconda previsione si riporterebbe talesanzione nel giusto alveo della gradazionedegli effetti negativi sulla sfera giuridica deldipendente dal momento che si incide non suuna situazione giuridica attuale, data e certa,ma solo su “aspettativa" di carriera, nella parterelativa all'avanzamento.

Vengono così ripristinate le distanze tra gli ef-fetti della sanzione immediatamente più lieve(pena pecuniaria) e gli effetti di quella immedi-atamente più grave (sospensione dal servizio).Si renderà poi necessario procedere alla rivisi-tazione della procedura inflittiva della sanzionedella deplorazione dal momento che propriotale elemento è stato negativamente consideratoper la sua farraginosità.

Sospensione dal servizio - AnomalieL'art. 6 del D.P.R. 737/81 concernente lasospensione dal servizio, dopo aver enunciatonel 1° comma il primo e più immediato effettoche la sanzione comporta, e cioè l'allontana-mento dal servizio per un periodo da uno a seimesi, prevede, altresì, nel 2° comma, che lastessa – “comporta la deduzione dal computodell'anzianità di un periodo pari a quellotrascorso dal punito in sospensione dal serviziononché il ritardo di due anni nella promozioneo nell'aumento periodico dello stipendio o nel-l'attribuzione di una classe superiore di stipen-dio con la decorrenza di cui all'art. 5. Tale ri-tardo è elevato a tre anni se la sospensionedalla qualifica è superiore a quattro mesi”.E' emersa una sostanziale dicotomia, con con-seguente grave difficoltà di applicazione, delcombinato disposto dell'art. 6, nella parte so-pra riportata, e dell'art. 61 del D.P.R. 24 Aprile1982, n. 335.Tale norma (rubricata "norme relative agli scru-tini”) prevede nel 1° comma che “non èammesso a scrutinio il personale di cui al pre-sente decreto legislativo che nei tre anni prece-denti lo scrutinio abbia riportato sanzioni disci-plinari più gravi della deplorazione".Da un Iato, quindi, l'art. 6 prevede il "ritardonella promozione", dall'altro I'art. 61 prevedela preclusione dell'accesso allo scrutinio per treanni.Le due disposizioni normative vanno armoniz-zate, specificando in particolare:a) se il ritardo incide sulla promozione o sull'ac-

cesso agli scrutini;b) il momento dal quale dovrà operare questo

effetto.Attualmente la letterale applicazione del sopraesposto combinato normativo porta a conclu-sioni che originano una sostanziale disparità di

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trattamento tra il dipendente al quale viene irro-gata questa sanzione poco tempo dopo unaconseguita promozione e quello al quale vieneirrogata poco tempo prima di conseguire la pro-mozione: nel primo caso la sospensione non haquasi mai effetti sulla progressione in carriera,nel secondo, invece, ritarda in modo netto l'a-vanzamento.Si riterrebbe quindi opportuno prevedere chel'effetto “sbarramento" operi sull'ammissioneagli scrutini per un tempo da definire (due o treanni), a decorrere, però, non dalla data di in-flizione della sanzione, ma da quando il dipen-dente matura il diritto ad essere scrutinato perl'avanzamento alla qualifica superiore.Solo in tal caso si darebbe piena attuazionealla volontà del legislatore del 1981, che al-l'art.70 della L. 121/81 ha voluto attribuire uneffetto negativo sulla progressione in carriera aldipendente al quale è stata irrogata: la sospen-sione.

Revisione organi collegialiIn ossequio al generale principio di buona am-ministrazione di cui all'art. 97 della Costi-tuzione e delle più specifiche esigenze ditrasparenza, efficienza e speditezza del-l'azione amministrativa, si sottolinea la neces-sità di procedere ad una revisione degli organicollegiali (Commissione Consultiva e Consigli diDisciplina), previsti dal D.P.R. 737/1981, perlo svolgimento del procedimento disciplinare.In particolare, la Commissione Consultiva si èrivelata un appesantimento per la irrogazionedella deplorazione, senza un corrispondente ef-fettivo aumento di garanzia per l'inquisito.Tale Commissione è chiamata ad esprimere unparere che ha natura di atto complesso, inquanto raccoglie i singoli pareri espressi dai trecomponenti (due designati dall'organo compe-tente ad infliggere la sanzione ed uno dai sin-dacati maggiormente rappresentativi).Per tale motivo il parere reso non è vincolanteper il titolare della potestà disciplinare e l'unicagaranzia in più a favore dell'incolpato risultaessere, nella pratica, la possibilità concreta diesplicare a voce, innanzi ai componenti dellaCommissione ed al titolare della potestà discipli-nare, le proprie ragioni suffragandole con even-tuali riscontri testimoniali.

E' chiaro, quindi, perché l'aggravamento dellaprocedura non ha consentito una maggioregaranzia difensivistica dell'inquisito, contraria-mente alle intenzioni del legislatore del D.P.R.737/1981.Ma non basta: l'esperienza ha evidenziato dueulteriori problematiche, la prima attinente alledifficoltà di composizione della Commissione,che ha provocato non poche disfunzioni, la sec-onda inerente l'elevato numero di Commissioni,una per ogni Ufficio o Reparto (quindi moltepliciper ogni sede), che ha sicuramente ostacolatoI'auspicata parità di trattamento e uniformità diindirizzo.E' necessario, quindi, al fine di salvaguardareil principio di graduazione delle sanzioni disci-plinari, prevedere che il procedimento per I'in-flizione della deplorazione, che delimita il con-fine con le sanzioni direttamente incidenti sullostatus giuridico, si svolga celermente anche in-nanzi ad un organo collegiale che possa con-sentire all'inquisito ogni migliore forma digaranzia di difesa. A tal fine si propone che la deplorazione, riv-ista anche negli effetti, venga inflitta dal titolaredella potestà disciplinare, acquisito il parere diun Consiglio di Disciplina unico per la provin-cia, composto da due funzionari e da un terzocomponente designato volta per volta dalle Or-ganizzazioni Sindacali interessate secondo uncriterio di rotazione: verrà così anche eliminatal'autonomia nella scelta dei componenti daparte del titolare della potestà disciplinare cheattualmente compie le sue designazioni attin-gendo dall'elenco annualmente predisposto suindicazioni delle stesse Organizzazioni Sinda-cali.A questo punto si rendono necessarie alcune im-portanti considerazioni sulle difficoltà riscon-trate nei procedimenti inflittivi delle sanzioni piùgravi (sospensione e destituzione), direttamenteincidenti sullo status giuridico. In via primaria deve essere risolto il problemadella eccessiva frammentazione degli organiconsultivi per I'inflizione delle sanzioni dellasospensione e della destituzione per gli ap-partenenti ai ruoli dell'Amministrazione dellaPubblica Sicurezza fino alla qualifica di Sosti-tuto Commissario.La semplificata procedura, già illustrata, com-

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porta però che gli organi collegiali siano for-mati da componenti che vantino nel campo unacerta professionalità ed esperienza. Questoconsentirà un iter più rapido e snello, senza al-cun pregiudizio alle possibilità di difesa.Si potrebbe, pertanto, esaminare la possibilitàdi prevedere la creazione di organi consultivipermanenti, altamente specializzati nel settoredisciplinare, con competenza territoriale “al-largata", così da garantire una certa uniformitàdi indirizzo nella delicata materia ed anche unamaggiore imparzialità derivante dal più ampiodistacco con l'Ufficio di appartenenza.

Precisazione di alcune competenzein marito all’azione disciplinareIl D.P.R. 737/81 ha evidenziato difficoltà inter-pretative per I'individuazione degli organi com-petenti all'esercizio dell'azione disciplinare.La problematica emerge nettamente dalla let-tura degli artt. 3 e 4 del prefato D.P.R., laddovel'art.3 prevede genericamente che la sanzionedel richiamo scritto venga inflitta dal "capo uffi-cio o dai comandanti del reparto" dal quale iltrasgressore gerarchicamente dipende, e l’art.4, seppure più puntuale, nell'ultima parte si pre-senta particolarmente nebuloso giacché, altret-tanto genericamente, indica, quale organo com-petente all'azione disciplinare nei confronti delpersonale in servizio presso "ogni altro ufficionon compreso tra quelli indicati, il funzionariopreposto all'ufficio stesso”.Peraltro, poiché in attuazione dell'art. 31 dellalegge n.121/81, in data 19.3.1989 sono statiemanati i Decreti Ministeriali relativi all'organiz-zazione degli uffici di Polizia Stradale, Fer-roviaria, di Frontiera e Postale, si avverte l'esi-genza di armonizzare la nuova organizzazionedella Specialità di Frontiera con il testo del-l’art.4 del D.P.R. 737/81, lasciando la potestàdisciplinare ai dirigenti delle zone di frontiera eabrogando la parte in cui si attribuisce tale com-petenza ai dirigenti degli "Uffici di Pubblica Si-curezza di Frontiera Marittima e Aerea".Ciò stante, appare necessario dare una conno-tazione inequivocabjle al termine "Ufficio",prevedendo una norma che faccia esplicito rin-vio ai provvedimenti concernenti l'assetto orga-nizzativo degli uffici, emanati in attuazionedel’art. 31 della legge 121/81.

La medesima norma, inoltre, dovrebbe esseresufficientemente "aperta", capace cioè di re-cepire, per le esigenze del diritto disciplinare,gli eventuali mutamenti strutturali dell' Amminis-trazione che in futuro potrebbero verificarsi. Sempre in merito alla competenza va aggiuntoche il D.P.R. n. 737/81 individua il titolare del-l'azione disciplinare, a prescindere dal luogoove il fatto si è compiuto, nel Dirigente dell'Uffi-cio ove il dipendente è in forza.Detta autorità avendo cognizione dei fatti mate-riali e degli elementi valutativi del trasgressorepotrà esprimere un giudizio di responsabilitàtenendo conto dell'art. 13 del D.P.R. n. 737/81(circostanze attenuanti, precedenti disciplinari edi servizio, carattere, età, etc).L'appartenenza di un dipendente ad un deter-minato ufficio e, quindi, i conseguenti riflessi sulrapporto gerarchico nonché, principalmente,sulla dipendenza disciplinare, può rappre-sentare però un aspetto mutevole e, quindi,suscettibile di subire modificazioni incidenti sul-l'azione disciplinare e sull'esatta individuazionedel c.d. "giudice naturale".I casi più rilevanti riguardano:1) il dipendente sottoposto all'azione discipli-

nare, che "medio-tempore" viene trasferitoad altro ufficio;

2) il dipendente inviato in missione presso altrasede di servizio;

3) il dipendente frequentatore di corso pressoistituto di istruzione.

Ferma restando I'impostazione di base, siavverte l'esigenza di incardinare saldamentel'azione disciplinare nel titolare della potestàsanzionatoria per tutta la durata del procedi-mento, a prescindere dall'intervento di causeche potrebbero determinare incertezze nell'indi-viduazione del titolare della potestà.Pertanto, in relazione al precedente p.1) sarànecessario prevedere esplicitamente che lacompetenza disciplinare permanga in capo al-l'Autorità che ha dato propulsione all'itersanzionatorio con la formalizzazione delle con-testazioni e che, peraltro, ha operato già le sueprime valutazioni. Se così non fosse, viceversa,verrebbe snaturato il fine dello strumentosanzionatorio.In relazione al p. 2), sarà necessario prevederein modo esplicito che nei confronti del dipen-

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dente inviato in missione, la potestà sanzionato-ria rimanga al titolare dell'ufficio cui il dipen-dente è stabilmente in forza.Nel caso di dipendenti frequentatori di corsopresso istituto di istruzione (p. 3), la titolaritàdell'azione disciplinare compete indiscutibil-mente al Direttore dell'Istituto, così come stabil-ito dall'art. 16 del Decreto Ministeriale 9 marzo1983. Occorrerebbe precisare, però, che il personalein argomento è assoggettato alla competenzadisciplinare del Direttore dell'Istituto solo neicasi strettamente connessi all'attività formativa,addestrativa e, più in generale, alla vita d'Isti-tuto.Per tutte le altre questioni e/o vicende vale la re-gola generale che la potestà sanzionatoria ri-mane in capo al titolare dell'ufficio cui il dipen-dente è in forza.

RiabilitazioneAttualmente l'istituto della riabilitazione, incampo disciplinare, non è espressamente especificamente previsto per il personale dellaPolizia di Stato, cui si può applicare tale benefi-cio solo con il rinvio al D.P.R.10/1/1957,n.3(Testo unico delle disposizioni concernenti lostatuto degli impiegati civili dello Stato) che lodisciplina all'art. 87.L 'inserimento di tale istituto nel testo normativoregolante la disciplina per il personale dellaPolizia di Stato consente una sua generaleconoscibilità e quindi la possibilità per tutti idipendenti di richiederlo, ricorrendone i presup-posti.Circa questi ultimi, poi, v'è da notare che i pro-cedimenti attualmente previsti dal citato art. 87si limitano soltanto ad una generica previsionedi conseguimento della qualifica di "ottimo”,nelle note di qualifica, da parte del dipendentenei due anni successivi all'irrogazione dellasanzione.Lo stesso art. 87 prevede, inoltre, che possonoessere resi nulli gli effetti della sanzione discipli-nare, esclusa ogni efficacia retroattiva. Questoprovvedimento viene adottato con decreto Min-isteriale, sentito il consiglio di Amministrazionee la Commissione di Disciplina.Attesa l'attuale formulazione di questa norma,sono sorte alcune difficoltà applicative sul piano

interpretativo. Sarebbero opportune pre-cisazioni in sede di formale previsione di tale is-tituto anche per il personale della Polizia diStato.In primo luogo si rileva che la letterale dizionedell'art.87 (che parla si "sanzione") ha indottodubbi, suffragati anche da alcune pronuncegiurisprudenziali, sull'ammissibilità della riabili-tazione per più sanzioni. Si dovrebbe quindi in-tervenire con una previsione esplicita di ammis-sibilità anche in presenza di pluralità disanzioni disciplinari, regolandone, peraltro, leprocedure, a seconda della qualità delle stesse.In secondo luogo, perplessità sono state solle-vate in merito alla questione se per tutti i tipi disanzioni debba seguirsi lo stesso iter e preved-ersi gli stessi presupposti o non sia piuttosto op-portuno differenziare la procedura, e i requisitirichiesti, necessari a seconda del tipo disanzione e della sua gravità, dopo aver ac-quisito un formale parere al riguardo da partedel dirigente dell'Ufficio.Tutti questi elementi oggettivi, che dovrebberoformalmente essere previsti nella nuova formu-lazione, dovrebbero poi concorrere all'em-anazione del parere da parte di un organo col-legiale (da individuare), in base al quale l'Au-torità competente assuma discrezionalmenteuna decisione in merito.

Ricusazione, astensioneed incompatibilitàL'art.16 del D.P.R. 737/1981, per quanto at-tiene alle situazioni di astensione e ricusazionedel Presidente e dei membri dei Consigli di Dis-ciplina, fa espresso rinvio all'art.149 del D.P.R.10.1.1957, n.3.Con riferimento alla normativa sopracitata ènecessario evidenziare che nell'applicazionepratica sono state registrate da più parti signi-ficative obiezioni circa la ristrettezza delleipotesi individuate dalla norma, soprattutto inrelazione al circoscritto ambito di soggetti neiconfronti dei quali i casi di astensione e ri-cusazione possono farsi valere.AI riguardo, occorre sottolineare la diversa im-postazione dei sistemi disciplinari. Le norme delT.U. degli impiegati civili del 1957 accentra-vano la titolarità dell'azione disciplinare, men-tre la volontà del legislatore nel 1981 è stata

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quella di attuare un decentramento di dettapotestà.Inoltre, il rinvio espresso al citato T.U. può con-siderarsi ormai superato laddove l'art.149riproduce quasi integralmente le ipotesi di ri-cusazione ed astensione previste dal vecchiocodice di procedura penale, mentre l'attualelegislazione penale ha rovesciato I'im-postazione della fatti specie in esame, elen-cando espressamente nei casi di astensione levecchie casistiche concernenti i casi di ri-cusazione, integrandole con la previsione dellesituazioni di incompatibilità del giudice (exartt.34 e 35 C.P.P.) e con la sussistenza di"gravi ragioni di convenienza" per l'astensione.Quanto sopra al fine di rendere più incisivol'obbligo di astensione del giudice ed evitareche la semplice dichiarazione di ricusazionedeterminasse l'automatica preclusione del com-pimento di qualsiasi attività processuale. In sede di riesame dell'attuale regolamento didisciplina, occorrerebbe prevedere dunqueespressamente l'istituto della ricusazione e del-l'astensione dell'autorità procedente, alla lucedella innovativa previsione dell'attuale legis-lazione penale, riproducendo e rielaborando lecasistiche di specie riportate dagli artt.36 e 37C.P.P., in quanto quasi integralmente compati-bili.Occorrerebbe prevedere, altresì, la possibilitàdi ricusazione ed astensione, anche se in viadel tutto eccezionale, del titolare della potestàdisciplinare in quanto anch'egli organo deci-dente, oltre che del funzionario istruttore, delPresidente e dei membri del Consiglio di Disci-plina, come nell'attuale disciplina (derivante dalsemplice rinvio al citato T.U.). La competenza sulla decisione sull'istanza di ri-cusazione ed astensione e sulla nomina del tito-lare subentrante, potrebbe essere così deferita:– al Questore: per la ricusazione del fun-

zionario istruttore;– al Capo della Polizia: per la ricusazione del

Presidente e dei membri degli organi colle-giali e del titolare della potestà disciplinare;

– al Presidente del Consiglio di disciplina: perla ricusazione dei componenti.

Andrebbe anche definito, analogamente aquanto previsto dal codice di procedura pe-nale, il termine per il proponimento delle istanze

di ricusazione ed astensione al fine di darecertezza allo svolgimento del procedimento dis-ciplinare e per consentire la ammissibilità delproponimento dell'istanza anche in sede di ri-corso contro un provvedimento definitivo che in-fligge la sanzione disciplinare, nel caso in cuil'incolpato riesca a dare prova della tardivaconoscenza dei fatti da denunciare.Per quanto attiene invece alla situazione di "in-competenza del giudice naturale" per ragionidi parentela, affinità o coniugio. questa potràessere dichiarata o eccepita negli stessi terminidi cui sopra, in sede di astensione o di ri-cusazione, così come attualmente prevedel'art.35 c.p.p..

Previsione di un funzionario istruttoreanche per le sanzioni più lieviL'art. 14 del D.P.R. 737/81 prevede le modal-ità di formulazione delle contestazioni degli ad-debiti per gli illeciti disciplinari. Nel 3° commatale articolo stabilisce che, dopo la succinta mapuntuale esposizione del fatto che si contesta,l'incolpato “deve essere avvertito che entro iltermine di dieci giorni dalla notifica egli potràpresentare giustificazioni documenti o chiederel'audizione di testimoni o indicare le cir-costanze sulle quali richiedere ulteriori indaginio testimonianze”.Conseguenza pratica di tale enunciato è quellache il titolare della potestà disciplinare, dopoaver contestato un addebito per le sanzioni delrichiamo scritto, pena pecuniaria e deplo-razione, se richiesto dall'incolpato, deve atti-varsi (o comunque motivare l'eventuale inerzianel successivo provvedimento conclusivo delprocedimento), in una attività istruttoria, che intaluni casi può essere anche abbastanza comp-lessa.Del resto il principio del diritto alla difesa deveessere garantito, con la concessione all'in-quisito della più ampia facoltà di poter ricorrerea tutti i mezzi legittimi per provare la propria in-nocenza.Questa attività istruttoria suppletiva, sul pianopratico, non è eseguita in maniera tale darispettare quei canoni di trasparenza e di parte-cipazione al procedimento la cui presenza, giàdi per se auspicabile, ora necessaria alla lucedella L. 241/90.

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Non è infatti codificata alcuna procedura diistruttoria, e tale circostanza si traduce, in prat-ica, in un'attività del titolare della potestà disci-plinare che non viene poi conosciuta dal sotto-posto al procedimento disciplinare, con vio-lazione proprio di quel diritto alla difesa di cuisopra si è fatto cenno.Nei casi più complessi si è talvolta ricorso all'is-tituto del funzionario istruttore previsto dall'art.107 del D.P.R. 10.1.1957 n.3 (Testo Unico imp-iegati civili dello Stato), che prevede la nominadi tale organo qualora le circostanze procedu-rali lo richiedano per accertare il reale anda-mento della vicenda oggetto del procedimentodisciplinare, attesa la frequente discrasia tra ilcontenuto degli addebiti e quello delle giustifi-cazioni.In realtà questo istituto previsto dal T.U. 3/57 siinquadra in un contesto procedurale del tuttodifferente da quello del 737/81 e, pertanto,mal si concilia con le esigenze del procedi-mento disciplinare previsto per il personaledella Polizia di Stato.Sarebbe opportuna una precisa previsione diquell'istituto anche nella normativa che regola ilprocedimento disciplinare per il personale dellaPolizia di Stato. In tal modo il Questore, o co-munque il titolare della potestà disciplinare,avrebbe la facoltà di delegare questi tipi di ac-certamenti ad un funzionario "ad hoc" nomi-nato, il quale, senza essere legato alla partico-lare complessa procedura prevista per il fun-zionario istruttore ex art. 19 (per la sospensionee la destituzione), potrebbe svolgere tutti gli ac-certamenti, richiesti dall'incolpato o che co-munque possano essere ritenuti opportuni peraccertare la verità, compendiando poi le risul-tanze in una relazione scritta da presentare altitolare dell'ufficio, il quale sarà così messo ingrado di pronunciarsi sul caso in esame. Naturalmente dovrà prevedersi questo istitutocome facoltativo, rimesso cioè alla valutazionediscrezionale del titolare della potestà discipli-nare, il quale nominerà il funzionario istruttoresoltanto laddove sarà effettivamente necessario.

Sospensione cautelare obbligatoria(art. 9 - 1° comma D.P.R. 737/81)Diversi sono i problemi che insorgono per lasospensione cautelare obbligatoria.

L'art. 9 -1° comma del D.P.R. 737/81, nellaparte ancora in vigore, prevede la sospensionecautelare obbligatoria allorquando sia statoemesso ordine o mandato di cattura o quando,comunque, vi sia uno stato di carcerazione pre-ventiva.Questi, però, erano provvedimenti restrittividella libertà personale dell'imputato previsti dalvecchio c.p.p. e non più presenti nel nuovo, checontempla invece altre e diverse misure caute-lari, restrittive e non.Occorre in proposito considerare che le finalitàproprie del provvedimento in questione sonoquelle di far sì che in presenza di un atto dinatura giurisdizionale limitativo della sfera dilibertà emesso nei confronti di un dipendente,quest'ultimo non può più essere considerato,per tale periodo, in servizio a tutti gli effetti per-ché impossibilitato, a volte anche fisicamente,allo svolgimento del servizio stesso.L'istituto della sospensione obbligatoria non siprefigge quindi lo scopo dell'allontanamentodal servizio del dipendente (finalità invece pro-pria della sospensione cautelare facoltativa)posto che lo stesso, a causa del provvedimentogiurisdizionale, è già di per se stesso impeditodi accedere all'ufficio.La sospensione obbligatoria è, invece, da inten-dersi come un rimedio per evitare di consider-are assente ingiustificato un dipendente interi-nalmente recluso o comunque limitato nella lib-ertà e quindi a definire la sua posizione di sta-tus giuridico, relativamente a quel periodo, e ilconseguente trattamento economico.Circa, poi, i provvedimenti giurisdizionali che sipongono come necessario presupposto perquello di sospensione obbligatoria, si osservache il nuovo c.p.p. prevede come disposizionea carattere generale che le libertà della personapossono essere limitate solo con le misure caute-lari espressamente in esso previste.Anche le esigenze di giustizia per cui possonoimporsi tali limitazioni sono tassativamente indi-cate, ed in particolare sono analiticamenteesaminate in ragione della posizione proces-suale della persona nei cui confronti vengonodisposte.Così, a differenza del vecchio c.p.p. che trat-tava al capo Il del libro Il "della libertà person-ale dell'imputato”, nel nuovo codice l'appli-

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cazione delle misure cautelari è prevista sia perl'indagato sia per l'imputato.Inoltre, diversamente dal vecchio sistemaprocessuale penalistico che annoverava sola-mente prov ve di men ti restrittivi della libertà per-sonale, (tuttora previsti nel cap. Il del libro IV delnuovo c.p.p. con la denominazione di misurecoercitive), il nuovo sistema prevede (nel succes-sivo cap. III) anche le misure interdittive, chesono quelle che, senza limitare la libertà per-sonale, purtuttavia impediscono la piena e lib-era espansione della personalità umana chesenza apposita previsione normativa, nonpotrebbe essere assolutamente cancellata innessuno dei suoi aspetti.Correttamente, infatti, I'art. 272 C.P.P., parla di"limitazioni alle libertà della persona", signifi-cando con il plurale le molteplici implicazionied aspetti delle libertà della persona.Tra le misure cautelari del nuovo c.p.p., quelleche rilevano ai fini della sospensione obbligato-ria sono:– la misura coercitiva degli arresti domiciliari

(art. 284);– la misura coercitiva della custodia cautelare

in carcere (art. 285);– la misura coercitiva della custodia cautelare

in luogo di cura (art. 286);– la misura interdittiva della sospensione dall'e-

sercizio di un pubblico ufficiale o servizio(art. 289).

E' pertanto necessario che tali considerazionisiano recepite un una nuova e più completa for-mulazione del primo comma dell'art. 9 delD.P.R.

Norme di attuazione, di coordinamentoe transitorie del codice di procedurapenale Art. 6Secondo il disposto dell'art.16 disp. att. c.p.p.è preclusa a questa Amministrazione la possibil-ità di esercitare l'azione disciplinare nei casi incui la commissione di cui al successivo art.17abbia già assunto le proprie determinazioni. L'iniziativa dell'azione disciplinare è rimessaalla valutazione del Procuratore Generalesenza che, per altro, vi siano chiari limiti all'e-sercizio della sua discrezionalità in quanto acompetenza.Ciò comporta che spesso I'Autorità Giudiziaria

vada ad esercitare questa sua potestà discipli-nare nei confronti di ufficiali o agenti di poliziagiudiziaria per il solo fatto che abbiano omessoo compiuto atti afferenti la qualifica, pur senzaavere uno specifico legame di dipendenza.Altre volte può capitare che I'AutoritàGiudiziaria non eserciti la potestà attribuita neiconfronti di personale posto alla sua direttadipendenza, chiedendone l'allontanamento.Per quanto sopra possono verificarsi gravi casidi disparità di trattamento tra casi simili trattatiin maniera diversa. Quindi, alla luce delle gravi disfunzioni chesono state già rilevate (si pensi solo che non viè rispondenza tra le sanzioni disciplinari com-minabili dalla predetta Commissione e quellepreviste dal D.P.R. 737/81), si impone unanuova revisione della normativa attuale che con-ceda, comunque, la possibilità di valutare disci-plinarmente il comportamento del dipendente,oppure una dettagliata individuazione delle fat-tispecie di competenza esclusiva dell'AutoritàGiudiziaria.

Connessione tra procedimentopenale e disciplinareIl problema appare già risolto a seguito dellacircolare n. 333-A/U.C./9825.3 datata 15febbraio 2009 dell'Ufficio Contenzioso e AffariLegali. Tale circolare analizzando il parereemesso dall'Adunanza Plenaria n. 1/2009 concui ha ritenuto che "presupposto ostativo all'at-tivazione o alla prosecuzione del procedimentodisciplinare é l'esercizio dell'azione penale e laconseguente assunzione della veste di imputatodel soggetto al quale é attribuito il fatto di rile-vanza penale" Tale indirizzo, peraltro già seguito legittima-mente attuata dal Dipartimento, può consider-arsi un punto fermo sulla problematica in argo-mento.

Vale la pena analizzare come, condividendol'interpretazione del Dipartimento, si era datainterpretazione all'art. 11 del D.P.R.737/1981.Il problema della connessione tra il procedi-mento disciplinare e quello penale si poneriguardo alla interpretazione e applicazionedegli artt.9 e 11 del 737/81, concernenti

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rispettivamente la sospensione cautelare dalservizio e la sospensione del procedimento dis-ciplinare in pendenza di quello penale.L'attuale art. 11 dispone che "quando l'ap-partenente ai ruoli dell'Amministrazione dellaP.S. viene sottoposto, per gli stessi fatti, a pro-cedimento disciplinare ed a procedimento pe-nale, il primo deve essere sospeso fino alladefinizione del procedimento penale con sen-tenza passata in giudicato" .L'art.9, al secondo comma, dà facoltà all'Am-ministrazione di sospendere il dipendentequando" sia sottoposto a procedimento penale"per un reato connotato dalla particolare grav-ità.Con riguardo al momento squisitamente ap-plicativo, l'esperienza consentiva di osservareche le norme in questione ingeneravano graviincertezze nei titolari della potestà sanzionato-ria.Infatti, dall'esame dei numerosi procedimentidisciplinari instaurati, emergeva che "l'opera-tore del diritto disciplinare" si poneva costante-mente il problema della corretta interpretazioneda dare alla dizione "procedimento penale" e,quindi, della esatta individuazione del momentoin cui gli artt.9 e 11 devevano operare in re-lazione alle, fasi di una vicenda penale.La questione era di primaria importanzapoiché, in ragione della soluzione che si adot-tava, ne derivava una maggiore o minore elas-ticità dell'esercizio del potere dell' Amminis-trazione.Invero, dal contenuto dei citati articoli scaturivadal recepimento del vecchio Codice di Proce-dura Penale e pertanto, rispetto alla innovatadisciplina processuale, appariva impreciso eforiero di fuorvianti interpretazioni. Infatti,l'art.3 del vecchio c.p.p. fissava la regola sec-ondo cui si aveva la sospensione del processocivile, amministrativo nonché del giudizio disci-plinare, in tutti i casi in cui la "cognizione delreato influiva sulla decisione della controver-sia".La sospensione di tutti i processi extra-penali eranecessaria conseguenza dell'affermato e con-solidato principio della “pregiudizialità pe-nale", in base al quale la sentenza sulla causapregiudiziale si presentava come presuppostologico giuridico vincolante nella causa pregiudi-

cata che, quindi, andava fino al passaggio ingiudicato penale.Orbene, il principio della “pregiudizialità pe-nale” è stato radicalmente modificato dal nuovoc.p.p. il quale ha posto una regola generale dicarattere completamente opposto: quella dellaseparazione dei giudizi. A tale principio sonoispirati gli arti. 2 e 3 del nuovo codice. Il primodispone, tra l'altro, che la decisione del giudicepenale ha effetti limitati al processo penale cuisi riferisce, senza alcuna efficacia di giudicatoin altri processi.Con I'art. 3 si è circoscritta l'efficacia di altrigiudizi pregiudiziali rispetto a quello penaleche, invertiti i termini della questione, diventacausa pregiudicata. Tutto ciò sembra confermare, già di per se, chenon vi è più spazio nell'attuale contesto norma-tivo per il principio generale della “pregiudizial-ità penale" che comportava - come detto - laconseguenza della necessaria sospensionedegli altri processi in pendenza di quello pe-nale. Il legislatore del nuovo c.p.p. ha fatto, quindi,una scelta antitetica a quella posta dal previ-gente Codice; negato quel principio generale,ha circoscritto entro limiti ristretti e rigorosi l'am-bito di rilevanza del fenomeno delle questionipregiudiziali.Il legislatore del nuovo c.p.p. ha fortemente lim-itato gli effetti extra penali del giudicato; nonpuò più, quindi, parlarsi di pregiudizialità tracause né della necessità, in via generale, dellasospensione di processi extra-penali in pen-denza di quello penale, a meno che questo isti-tuto non sia espressamente previsto.Deve perciò anche escludersi la possibilità, perla sospensione del procedimento, del ricorso al-l'interpretazione analogica.Ora, circa i rapporti tra procedimento penale eprocedimento disciplinare, occorre richiamareanzitutto le disposizioni dell'art. 653 c.p.p. cherecita “La sentenza penale irrevocabile di as-soluzione pronunciata in seguito a dibattimentoha efficacia di giudicato per responsabilità dis-ciplinare davanti alle pubbliche autorità quantoall'accertamento che il fatto non sussiste e chel'imputato non lo ha commesso" e quella del-l'art. 654 che stabilisce l'efficacia della sen-tenza, quanto all'accertamento del fatto materi-

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ale, negli altri giudizi civili o amministrativi, pro-nunciata in seguito a dibattimento.

Per i motivi esposti appare evidente come nonpossa più ritenersi sussistente l'art.3 ex c.p.p.nell'attuale ordinamento giuridico, nemmenocon riferimento al solo procedimento discipli-nare. Gli artt. 9 e 11 del D.P.R. 737/81 quindi si in-quadrano nel contesto normativo del vecchioc.p.p. ove le espressioni "sottoposizione a pro-cedimento penale" ed "inizio dell'azione pe-nale" erano considerate equivalenti. Occorre ora, quindi, stabilire quando si im-ponga la sospensione del procedimento discipli-nare nel nuovo sistema processuale penale. Nelprecedente sistema tale momento era stato indi-viduato dalla giurisprudenza, in quello in cui ilProcuratore della Repubblica, esperite leindagini preliminari, ovverosia formalizzatal'istruttoria, richiedeva al giudice istruttore di pro-cedere contro un determinato soggetto e resta-vano così fuori dal procedimento penale stessosia l'attività investigativa della poliziagiudiziaria (atti di polizia giudiziaria, atti diistruzione preliminare del Pretore, del Procura-tore della Repubblica e del Procuratore gen-erale), sia l'attività dei privati (querela), sia l'at-tività istruttoria del P.M. (istruzione sommaria).Nel nuovo codice sono state superate le equiv-oche formulazioni del precedente ed è espressa-mente stabilito che l'esercizio dell'azione penalesi ha con la formulazione dell'imputazione (art.405 c.p.p.).Sono poi chiaramente previsti, nell'art.60, gliatti tipici con i quali si ha l'imputazione; quindiquelli in base ai quali si ha il passaggio dallaqualità di indagato a quella di imputato.Anche nell'attuale sistema, quindi, al di là dellachiara ed inequivocabile definizione dell'iniziodell'azione penale, che tanti dubbi interpretativiaveva fatto insorgere con il vecchio c.p.p.,sostanzialmente non vi è stata alcuna modificacon l'elaborazione giurisprudenziale dell'isti-tuto.Oggi si può con certezza affermare che l'azionepenale non comincia quando la notitia criminisgiunge a conoscenza del Pubblico Ministero edella polizia giudiziaria.Fra la notitia criminis (che può risultare infon-data) e l'inizio dell'azione penale si colloca tuttol'iter delle cosiddette "indagini preliminari", che,

in omaggio al nuovo sistema accusatorio delprocesso penale, non servono più a raccogliereprove da far valere in giudizio, ma solo elementidi convincimento del P.M..Solo al termine delle indagini preliminari, e sequeste conducono al convincimento della possi-bile colpevolezza del soggetto indiziato, il Pub-blico Ministero inizierà l'azione penale.Dal combinato disposto degli artt. 405 e 60,primo comma del c.p.p. emerge infatti chiara-mente che l'assunzione della qualità di imputatocoincide con la formulazione della imputazionedefinitiva in uno degli atti tipici con i quali vieneiniziata l'azione penale (richiesta di rinvio agiudizio, richiesta di giudizio immediato, ecc.).Sono solo questi atti, invero, che segnano il mo-mento rilevante dell'inizio del processo penale(essendo tutti gli altri atti precedenti compiuti neiconfronti di persone semplicemente sottopostead indagini preliminari) ed è questo il momentoda prendere a riferimento per sospendere unprocedimento disciplinare che sia eventualmenteiniziato, ovvero per dichiarare la momentaneaimprocedibilità di un procedimento disciplinareancora da iniziare, allorquando tra questo e lavicenda penale ricorra identità di fatti e di re-sponsabili.Qualsiasi sospensione disposta anticipatamenterispetto ad uno di questi sarebbe chiaramente il-legittima. Quanto sopra viene confermato dal-l'art. 129, punto 1, del D.L. 28 luglio 1989,n.271, contenente le norme di attuazione, di co-ordinamento e transitorie del codice di proce-dure penale che prescrive, "quando esercital'azione penale nei confronti di un impiegatodello Stato o di altro ente pubblico, il PubblicoMinistero informa l'autorità da cui l'impiegatodipende, dando notizia dell'imputazione…”.Tale informativa è certamente finalizzata a porrel'Amministrazione nella condizione di adottare iprovvedimenti, obbligatori o facoltativi, di com-petenza. Essa è, infatti, abilitata a conosceredelle situazioni in argomento soltanto a partireda tale momento.Con la sottoposizione a procedimento penale in-sorge per I'Amministrazione sia il dovere disospendere il procedimento disciplinare sia lafacoltà di sospendere cautelarmente dal serviziol'imputato, in quanto si tratta di due aspetti dellastessa questione, così come se fossero le duefacce della stessa medaglia.La ratio del primo dovere va ricercata nella ne-

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cessità di attendere che il giudice penale si es-prima sulla vicenda, avendo alcune sentenze ef-fetti e rilevanza in ambito disciplinare.Contestualmente anche il dipendente ha diritto avedere sospesa la sua posizione di inquisito insede disciplinare, così da potersi dedicare in-teramente alla sua difesa in sede penale, ancheperché poi questa decisione si riverbererà inquella disciplinare.Correlativamente, però, insorge anche, perl'Amministrazione, la facoltà (si tratta infatti di unpotere discrezionale) di allontanare provvisoria-mente, dal servizio il dipendente imputato, la cuipermanenza in attività può rivelarsi dannosasotto vari aspetti (danni all'immagine dell'Am-ministrazione, grave nocumento alla correttezzadell'attività amministrativa, ecc.).Privata, quindi, seppur momentaneamente, dellasua potestà disciplinare, l'Amministrazione se nee vista, riconosciuta un'altra, a carattere provvi-sorio e temporaneo, consistente nella sospen-sione cautelare.L'esercizio dell'azione penale (espressione,come detto, equivalente e coincidente con quelladi "sottoposto a procedimento penale") è quindiproduttivo di due contemporanei effetti sul pianoamministrativo: la sospensione del procedimentodisciplinare (ai sensi dell'art.11) e la sospen-sione cautelare in pendenza di procedimentopenale (ai sensi dell'art.9, 2° comma).Ne discende, come necessaria conseguenza,che se non si ha l'imputazione ai sensi dell'art.60 c.p.p., non può aversi la possibilità disospendere cautelarmente il dipendente ai sensidel 2° comma dell'art.9 del suddetto D.P.R.737/81 (come anche non può aversi sospen-sione del procedimento disciplinare).Proprio al fine di colmare il divario esistente tral'attuale Codice di Procedura Penale e la formu-lazione dell'art.11 del D.P.R. 737/81, già datempo ci si è orientati nel senso di un sollecito ed"autonomo" giudizio disciplinare da definirenelle more delle determinazioni dell'AutoritàGiudiziaria, prima, cioè, che le indagini prelim-inari siano giunte a conclusione e, quindi, primache il soggetto incolpato di una fattispeciesanzionatoria abbia assunto, in sede penale, laformale veste di imputato con la contestazionedel fatto-reato.Tale orientamento, che peraltro trova confermanella decisione dell'Alta Corte richiamata" ap-pare lineare alla struttura del nuovo Codice di

Procedura Penale, allo stato della normativa dis-ciplinare rappresenta solo un atteggiamento ten-denziale dell'Amministrazione e, pertanto,richiede l'urgente riformulazione dell'art. 11affinché venga indicato, in modo preciso ed in-equivocabile, che il procedimento disciplinaredeve essere sospeso in coincidenza dell'atto conil quale l'indagato acquisisce la formale veste diimputato o con quello che determina l'inizio del-l'azione penale. Analogamente, la possibilità di adottare ilprovvedimento di sospensione cautelare dovràcoincidere con lo stesso momento dell'inizio del-l'azione penale, così come sopra intesa.AI fine, quindi, di evitare l'insorgere di qualsiasiequivoco si ritiene di sostituire, nell'art.9 e nel-l'art.11 del D.P.R. 737/811'espressione di "sot-toposto a procedimento penale" con quella di"inizio dell'azione penale”. Per quantoriguarda, inoltre, la "gravità del reato”, richiestaespressamente dall'art. 9 per la legittima appli-cazione della sospensione cautelare facoltativa,si evidenzia che tale concetto, oltreché generico,pare derivato dal diritto penale.Invero, nella pratica può accadere che un fatto-reato considerato non grave dalla dottrina, dallagiurisprudenza e pure dal senso comune, possa,viceversa, assumere uno spessore di particolareconsistenza se messo in relazione agli specialicompiti istituzionali che l'appartenente all'Am-ministrazione della P.S. è chiamato ad assolvere.Ne deriva, quindi, l'opportunità di rendere piùchiaro il collegamento tra il concetto di gravitàrichiesto dall'art. 9 del D.P.R. 737/81 e le par-ticolari con notazioni che informano il rapportodi impiego del "poliziotto".Occorrerà, infine, precisare che i termini perl'inizio o la ripresa del procedimento discipli-nare conseguente alla definizione di un proced-imento penale decorrono dalla data in cui I' Am-ministrazione ha avuto notizia della sentenza,completa in tutte le sue parti e non solo del dis-positivo di essa.Tale precisazione è importante perché il pronun-ciamento del giudice penale in una sentenza pe-nale irrevocabile a seguito di dibattimento è l'u-nico caso rimasto nell'ordinamento dipregiudizialità del giudicato penale; l'unicocaso cioè in cui la sentenza penale ha efficaciadi giudicato, quanto all'accertamento dei fatti,negli altri procedimenti, ivi compresi quelli disci-plinari.

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Da una attenta disamina delprogetto dell’Amministrazionedi “rivedere” l’assetto ordina-mentale dei Ruoli Tecnici, ap-pare evidente, che l’intenzionedel Dipartimento di P.S. è di eli-minare ed annientare il pre-detto Ruolo.Con la creazione di un unicoprofilo professionale per Revi-sori, Collaboratori ed Opera-

tori, di fatto, i ruoli tecnici sareb-bero smantellati.Infatti con questo progetto,avremmo tecnici che per più diventi anni, hanno svolto, peresempio, servizi prettamente dimotorizzazione, impiegati nellagestione di software, o addettial casermaggio ed equipaggia-mento, che si “arrampicano”sui tralicci per installare deiponti radio. ASSURDO. Inoltre, l’eliminazione dell’art.42 della legge 337/82, com-porterebbe l’impiego di perso-nale tecnico in servizi di vigi-lanza ed operativi. Questo sa-rebbe pericolosissimo, inquanto personale che svolge so-lamente determinati servizi tec-nici da più di venti anni e per-sonale arruolato con criteri di-versi da quelli previsti per ilruolo ordinario andrebbero asvolgere compiti molto delicati,con i rischi che ne potrebberoconseguire.Eliminare il “limitatamente alleproprie funzioni” e l”’esclusi-vità del servizio” in pratica fa-rebbe dei tecnici dei “burattini”da impiegare in base “al-l’umore” di qualche “zelante”Dirigente, una sorta di “ri-serva”.Quindi, secondo il progetto del-

l’Amministrazione il tecnicodeve svolgere tutti i servizi delproprio ruolo, più tutti i servizioperativi previsti per il ruolo or-dinario; è evidente che lo scopoè quello di “distruggere” un set-tore fondamentale per la Poliziadi Stato.Altro aspetto singolare, è chenel caso di un servizio opera-tivo, dove sono presenti, Uffi-ciali di P.G. del Ruolo Tecnicoed Agenti di P.G. del Ruolo Or-dinario, il responsabile gerar-chico è quest’ultimo.Questo progetto di Revisionedei Ruoli Tecnici è “devastante”e lede profondamente la di-gnità professionale ed umanadel personale che ne fa parte.La CONSAP contrasterà contutte le proprie forze, se neces-sario predisponendo migliaiadi ricorsi, questo progetto(?),con iniziative anche clamorose.A settembre si riuniranno laConsulta Nazionale Ruoli Tec-nici CONSAP e le Consulte Pro-vinciali Ruoli Tecnici, per deci-dere le idonee iniziative daadottare per contrastare, unprogetto che annullerebbe lagrande professionalità rag-giunta dagli appartenenti alRuolo Tecnico della Polizia diStato.

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Ruoli tecnici: revisione ordinamento

o smantellamento?Il 13 ottobre convegno nazionale dedicato ai ruoli tecnici di Polizia

Gianni ValeriSegretario Nazionale Consap

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LAMPEDUSA : ALLARME SCORTE SULLE NAVI. ESPO-STO DENUNCIA CONSAP.

La Segreteria Nazionale è intervenuta presso il Di-partimento della Pubblica Sicurezza per sollecitarela massima attenzione nella predisposizione deiservizi di scorta sulle navi che trasportano immi-grati. Di seguito pubblichiamo l'intervento del Seg-retario Nazionale, Giuseppe Bennardo."Dobbiamo per forza aspettare che ci scappi ilmorto? Così potremo intitolare un’altra sala adun’altra vittima predestinata? Scellerati Dirigenti(spesso senza esperienza specifica) non riesconoa capire che le scorte tecniche sulle navi con centi-naia o addirittura oltre mille extracomunitari nonpossono essere gestite con poco più di 30/40 op-eratori? Esse sono un’affronto alla sicurezza!!!!! Già è proprio così dopo le innumerevoli protestesu come vengono gestite (orari, impiego mas-sacrante e doppi turni) questi viaggi a bordo dellenavi traghetto, ci giunge la scandalosa notiziache sta per partire una nave, la MOBY, con abordo oltre 1000 CLANDESTINI, avete letto bene1000/1200, E UNA SCORTA DI 30 UNITA’, fac-ciamo un calcolo veloce 40 migranti per ogni op-eratore. QUESTI O PE RA TO RI METTONO A RIS-CHIO LA PROPRIA VITA OGNI BENEDETTOGIORNO, MENTRE CHI DECIDE PROPONENUOVI TAGLI AI LORO STIPENDI GIA’ FATIS-CENTI. E LORO NON VOGLIONO RI NUNCIAREPROMUOVENDO RICORSI SUI DIRITTI AC-QUISITI!! E’ PAZZESCO!!!!!!In caso di rivolta (e sappiamo bene di cosa sonocapaci quei poveri disperati denominati clandes-tini), I NOSTRI OPERATORI NON AVREBBERONEMMENO UNA VIA DI FUGA!! CIO’ E’ INSOP-PORTABILE.E sappiamo bene quello che è da poco accadutonei centri di accoglienza di tutta Italia.

In attesa di conoscere i provvedimenti che il Dipar-timento intenderà adottare in merito, la SegreteriaNazionale ha dato mandato al proprio UfficioLegale di predisporre un argomentato e motivatoesposto denuncia cautelativo da presentare all'Au-torità Giudiziaria.

PONTE GALERIA: SASSAIOLA CONTRO LE FORZE DIPOLIZIA E POI LA FUGA.INNOCENZI: SITUAZIONE INSOSTENIBILEIIl quotidiano “Il Tempo” ha dato grande spazioalla dura presa di posizione della Consap sugliennesimi incidenti verificatesi al CIE di Ponte Ga-leria. "Circa novanta extracomunitari l'altra seradopo le 23 sono evasi dal Centro d'identifica-zione ed espulsione di Ponte Galeria. Due poli-ziotti feriti con cinque e sette giorni di prognosi, equalche contuso anche tra i militari di Esercito eGuardia di finanza. Non è la prima volta che ilCie è teatro di rivolte, anche spettacolari. L'ultimaa fine luglio. Quattro algerini hanno tentato lafuga, sono stati ripresi dalla polizia e una volta al-l'interno hanno distrutto alcune stanze, dato fuocoa materassi e coperte e lanciato oggetti contro gliagenti. Un pandemonio durato circa tre ore. «Lasituazione è esplosiva - commenta Giorgio Inno-cenzi, segretario generale del maggiore sinda-cato di polizia, la Consap - Non è la prima voltache denunciamo l'allarme. Il personale a disposi-zione del Cie non è molto e come dimostrano i fre-quenti episodi di violenza, gli immigrati che si tro-vano temporaneamente nel Centro non sono tuttitranquilli. Sono soggetti sottoposti a controlli am-ministrativi, non hanno voglia di essere costretti inquell'ambiente e forse neppure agiscono da soli.In questi giorni - aggiunge Innocenzi - ci sono staterivolte nei Cie di altre città: c'è il sospetto di unaregia unica».

F.D.C.

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Da Lampedusa a Roma è emergenza

sicurezza nei CIELa Consap interviene sui quotidiani nazionali in difesa degli operatori

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La Polizia è una istituzione civile ad ordina-mento speciale, lo dice l’articolo 3 della121/81. Certo dopo anni di dura lotta del Mo-vimento dei poliziotti che volevano, e riusci-rono, ad ottenere una polizia smilitarizzata edemocratica questa dicitura “civile ad ordina-mento speciale” dovette sembrare una grossaconquista.Restano certo gravi pecche, come il fatto di nonpotere scioperare, di non potere essere giudi-cati da un organismo indipendente e, fino apoco tempo fa, neanche di potersi iscrivere adun partito politico.A volte mi sembra che ci troviamo di fronte aduna specie di peccato originale che la Polizia,e quindi ciascun poliziotto, si portano addosso:il fatto che non si è militari.Ma neanche impiegati civili. Siamo una speciedi ibrido la cui concettualizzazione trovò unasoluzione brillante da parte del legislatore, mauna soluzione prevalentemente linguistica, nel-l’espressione “civile ad ordinamento speciale”.Tuttavia la Polizia ed i poliziotti smilitarizzati,mezzi civili e mezzi “speciali” sono comunquela spina dorsale del sistema democratico ita-liano, una spina dorsale spesso maltrattata e so-vraccaricata, ma sulla quale Stato e Cittadinisanno che è stato ed è sempre possibile con-tare. L’ultimo concorso pubblico bandito in Poli-zia è quello del dicembre del 1996: 780 posti,poi elevatisi di alcune migliaia, con una gra-duatoria da cui l’Amministrazione continuò adattingere per un certo numero di anni.Questo fu l’ultimo concorso pubblico, aperto atutti i cittadini italiani, per indossare le divise bludella Polizia di Stato. L’ultimo concorso in Poli-

zia pienamente rispettoso di quanto recita ilprincipio costituzionale secondo cui tutti i citta-dini, dell’uno o dell’altro sesso, possono acce-dere agli uffici pubblici in condizioni di egua-glianza (art. 51 cost.).Nel 2001, infatti, cominciò a prendere campoil Nuovo Modello di Difesa: ad inaugurarlo ilMinistro Sergio Mattarella, del governo Amatobis.E così nel DLgs 215/2001(articolo 18, comma1) venivano riservate delle quote ai volontari inferma prefissata e in ferma breve per l’accessonelle carriere iniziali delle Forze dell’Ordine:Polizia, Forestale e Vigili Fuoco (per ciascuno il45% di posti riservati), Polizia penitenziaria(60%), Carabinieri e Finanza (70%).Già nel 2001 la Consap lanciò un grido di al-larme contro una legge che permetteva che lametà dei Poliziotti, dei Forestali, dei Polpen edei Vigili Fuoco potesse provenire da una istitu-zione non civile. Ma il peggio doveva arrivare,nel silenzio e nell’indifferenza di quasi tutti.Con la legge sulla sospensione anticipata sullaleva (Legge n° 226/2004 – Ministro AntonioMartino, governo Berlusconi bis) venne dispostoche tutti i posti messi a concorso per le forze del-l’ordine, cioè il 100%, fosse riservato a militari.Infatti, proprio a causa della legge sulla sospen-sione anticipata sulla leva, l’esercito italiano sisarebbe trovato, già l’anno successivo, con unadiminuzione improvvisa di organico di oltre30.000 uomini! (si vedano in merito le ammis-sioni fatte nell’audizione del maggio del 2007del COCER presso la Commissione Difesa allaCamera). Questa riserva di posti, prevede lalegge, varrà fino al 2021! Cioè significa che,

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L’arruolamento (non)democratico

della Polizia di Stato

Di Igor Gelarda

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fino a quella data, in barba al citato articolo 51della Costituzione ed al principio costituzionalesecondo cui i pubblici uffici devono essere orga-nizzati in modo che siano assicurati il buon an-damento e l’imparzialità dell’amministrazione(art. 97), nessun concorso civile, aperto a tutti,verrà più espletato per entrare nella Polizia diStato, né nella Forestale, Carabinieri e così via. Questo principio di selezione oltre ad esserepoco costituzionale, è anche paradossale, al-meno per quanto concerne le Forze dell’Ordinead ordinamento civile “vittime” di questo reclu-tamento. Non è infatti un paradosso che un’isti-tuzione civile, come Polizia di Stato, Penitenzia-ria, Forestale e Vigili del Fuoco debbano arruo-lare i loro uomini, tutti i loro uomini, solo tra imilitari? Inoltre, in aperta violazione ai principidelle pari opportunità, è drasticamente dimi-nuito il numero delle donne che sono entrate inPolizia dal 2004 ad oggi: infatti, la percentualedelle donne che fa parte dell’esercito italianonon supera neanche il 3% (contro il 10% dellaFrancia e l’8% del Regno Unito). Pertanto ledonne che da soldato diventano poliziotte sono,inevitabilmente, ancor meno di questo 3%: lacomposizione dei Corpi di Polizia con questomeccanismo è destinata a tenere le donne fuoridalla porta, annullando la ricchezza della diffe-renza di genere. Certo il sistema militare italiano ha bisogno dirisparmiare. Se ne è reso conto anche il Consi-glio Supremo di Difesa (CSD), in una riunionedel marzo scorso stabilendo la necessità di“semplificare l'organizzazione delle Forze ar-mate, laddove possibile e conveniente, impie-gando metodologie e criteri innovativi e privile-giando un approccio interforze alle soluzioni”.Bisogna “arrivare a un organico totale di177.000 unità'' (contro i circa 184.000 diadesso) e di arrivarci con “tagli alla dirigenza,tagli alle promozioni, una razionalizzazionedella struttura di vertice'', e con una riduzione(10-20%) degli Ufficiali generali e il trasferi-mento altrove del personale in esubero. (fonte:Il nuovo giornale dei militari). Mi pare ovvio cheuna parte di questo personale in esubero tro-verà sbocco proprio nella Polizia di Stato enelle altre forze ad ordinamento civile. Inoltre,con la speranza di potere accedere ad unaForza Armata, il numero di giovani italiani che

ha fatto richiesta per entrare a fare parte del-l’Esercito è aumentato in maniera esponenzialedal 2005 ad oggi, evitando, insieme a quellacarenza di organico seguite all’abolizione dellaleva militare obbligatoria, la soppressione dinumerose strutture militari altrimenti destinatealla chiusura.La Consap è ben lieta che l’esercito italianovenga impegnato nel controllo del territorio, manon è d’accordo sul fatto che i nostri uomini, gliuomini della Polizia vengano reclutati esclusiva-mente tra le loro fila: c’è un rischio grave di mi-litarizzazione e degenerazione dei corpi di po-lizia, sulla base di modelli che non apparten-gono alla cultura ed alla tradizione democra-tica italiana.

42 In evidenzaConsap Magazine 2011

La Consap di Pesaro cambia pelleRecentemente, in occasione della riunione tenuta dalSegretario Generale Nazionale, Giorgio Innocenziunitamente al Segretario Generale RegionaleMarche, Ciro Re a Pesaro, sono stati nominati PaoloCanti  Segretario Generale Provinciale e IvanTenaglia, Segretario Provinciale Aggiunto.Questi due colleghi, ai quali è stato assicurato ognisupporto da parte degli organismi regionale enazionale, rappresentano il punto di riferimento peril nuovo cammino della Consap a favore dei propriiscritti e di qualsiasi altro collega che avesse bisognodi essere tutelato nei modi e nelle forme previsti dallecogenti regole. Nella mattinata la delegazione Con-sap ha incontrato il Questore di Pesaro, dottor ItaloD’Angelo, al quale è stata presentata la nuova “for-mazione” provinciale. E’ stato un incontro molto im-portante che ci ha dato spunti per comprendere i mo-tivi per cui si rivela di grande utilità il “rinnovamento”della Consap di Pesaro, e ci ha fatto “incassare” ladisponibilità dell’Amministrazione ad un leale ecostruttivo confronto per il bene dei Poliziotti e dellaPolizia, guardando al risultato del nostro lavoro intermini di sicurezza per i cittadini.

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43Convenzioni Consap Magazine 2011

Convenzione riservata agli iscritti Consap

Via Grottazzolina 6/A - 00138 Roma - Tel. 06-45595757 - fax 06-45595750

Sala Operativa: Tel. 06-45595751 - [email protected]

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«Nove italiani su dieci dichia ra -no inaccettabile violare le regoledella strada ma sette su dieci af-fermano di commettere infra -zioni quando sono al volante.Questo comportamento è la prin-

cipale causa degli incidentistradali, oltre 4 mila ogni annocon 200 morti e un milione diferiti. Per ridurre lutti e costi so-ciali in Italia deve nascere unanuova cultura delle regole».L'ha dichiarato Sandro Salvati,nella foto, presidente della Fon-dazione ANIA per la SicurezzaStradale, presentando unanuova campagna di comuni-cazione. Nella campagna del2009 è stato affrontato il temadella velocità e dell'alcol e inquella del 2010 il tema dellaguida distratta. Nel 2011 la Fon-dazione ANIA ha deciso di com-battere i comportamenti scorrettiche gli italiani assumonoquando sono al volante, e halanciato un messaggio chiaro einequivocabile: «Quan do siamoalla guida–ha aggiunto il presi-dente Salvati–ci sono delle re-gole che vanno rispettate. Sem-pre. Se ciò non avviene rischi-amo di ucciderci o di uccidere».

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Il rispetto delle regole è il tema

dell’iniziativa della Fondazione ANIADopo alcool e velocità e le distrazioni alla guida

di Giorgio De Carolis

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Ogni anno diecimila bambini sono coinvolti inincidenti stradali. Spesso nei centri urbani, doveerroneamente l'attenzione alla sicurezza tendea diminuire. Sulla sicurezza dei bambini in autosi concentrerà l'attenzione della campagna in-formativa "I 12 mesi della Sicurezza Stradale",realizzata da Autostrade per l'Italia.Nella campagna si sottolinea l'importanza deidi spo si ti vi di sicurezza, di cinture e seggiolini,che possono davvero fare la differenza. L'usoadeguato delle cinture di sicurezza anteriori eposteriori infatti assicura ai sedili conducente epasseggeri, evitando che in caso di incidentesiano sbalzati fuori dalla macchina. "Allo stessomodo - spiega Autostrade - il seggiolino può sal-vare la vita dei piccoli viaggiatori, che sono più

esposti degli adulti a questo rischio potendo es-sere proiettati fuori dall'abitacolo in caso disbandamento del veicolo anche attraverso unsemplice finestrino aperto. L'uso del seggiolinoquindi non è solo un obbligo imposto dallalegge (art. 172 C.d.S.) ma una scelta responsa-bile a tutela della vita dei più piccoli".

MAI FARLI VIAGGIAREIN BRACCIO AD UN ADULTO

DISATTIVARE L’AIRBAG DEL SEDILEANTERIORE DESTRO QUANDO

VI E’ POSIZIONATO IL SEGGIOLINO

MAI FAR VIAGGIARE I BAMBINIAL DI FUORI DEL SEGGIOLINO

Per sottolineare l’impor-tanza del seggiolinoper la sicurezza deibambini e per pro-muoverne l’acquisto,Autostrade per l’Italia eBebe’ Confort hannodefinito un’iniziativache prevede la possibil-ità di scaricare dal sitowww.autostrade.it uncoupon valido comebuono sconto – da 80 a100€ a seconda delmodello di seggiolinoprescelto – da spenderenei negozi Bébé Con-fort convenzionati.

45In evidenza Consap Magazine 2011

Autostrade per l’Italia: una campagna

per la sicurezza dei bambiniI danni stradali colpiscono anche chi non guida

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Prima Difesa, si prefigge lo scopodi fornire gratuitamente una tutelalegale, per fatti derivanti da causadi servizio, alle forze dell'ordine earmate e di sensibilizzare sia le Is-tituzioni, che la società civile,affinché sia finalmente sollevatoquel velo d’ignoranza che sfociaspesso nel mare torbido del-l’ipocrisia, sotto il quale, da de-cenni, si nascondono situazionigravissime che vedono i nostriragazzi in divisa, vittime abban-donate o dimenticate di un sistemaperverso che, mentre da una parteli investe di grandi responsabilità,quali la tutela dell'ordine e dellasicurezza pubblica, dall'altra nontutela “loro”, lasciando che nesiano calpestati i Diritti Civili eUmani o, peggio ancora, las-ciando che siano divorati da unsistema giudiziario, che ha spessodimostrato di avere più pesi e piùmisure; ma soprattutto, di avere unmetro di giudizio espressamentededicato loro che, di solito, è spi-etato e penalizzante.Prima Difesa, si rapporta e davoce a un'umanità discreta, che èsempre rimasta in silenzio, ma cherappresenta un universo diemozioni, pensieri e necessità,che non sono soltanto loro, macoinvolgono, per forza di cose, iloro cari e chiunque gli si avvicini.Prima Difesa è un’As so ciazio ne dipromozione sociale, a favore del-l’immagine delle Forze dell’ordinee armate o, per meglio dire, dellapercezione che il cittadino ha, di

chi indossa una divisa. In talsenso, Prima Difesa, profonde ilsuo impegno, al fine di sensibiliz-zare le coscienze, ed il comunesentire, affinché venga abbattuto ilmuro dell’isolamento sociale che,molto spesso, avvolge chiunque in-dossi una divisa. Per perseguire questi obiettivi, l’as-sociazione ha in predicato diportare avanti, contemporanea-mente, più progetti, organiz-zando: “Convegni ed Eventi”, inpiù città, in ogni regione d’Italia,con il coinvolgimento di esponentidel mondo giuridico e politico, sialocale sia nazionale, ma soprat-tutto con il vitale apporto delle tes-timonianze di chi, ogni giorno, in-dossa una divisa per compiere ilproprio dovere; e, non ultimo, ilcoinvolgimento del pubblico, cherappresenta il comune sentire diogni cittadino.“Seminari della Legalità”, nellescuole italiane di tutti gli ordini egradi, al fine di umanizzare lafigura di quelle donne e di quegliuomini in divisa, per avvicinare,fin dalla più tenera età, i giovaniad altri giovani, che hanno sceltodi mettere la propria vita alservizio dello Stato, e quindi ditutti noi, tutelando e difendendo inostri valori, i nostri ideali, la nos-tra sicurezza, la nostra libertà;tutelando e difendendo le nostrefamiglie; tutelando e difendendoognuno di noi.

IL PRESIDENTESimona Cenni

46 In evidenzaConsap Magazine 2011

Prima Difesa, tutela e difende

i diritti del personale in divisaInizia con questo numero la collaborazione fra la Consap

e l’Associazione Prima Difesa

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In questo ambizioso progetto misono avvicinata timorosa delle isti-tuzioni; ma mossi dall’ormai notospirito di corpo, si stanno affian-cando molti operatori delle Forzedell’Ordine, convinti che PrimaDifesa sia estremamente neces-saria in un periodo storico segnatodalla confusione.Le compagne di vita e i compagnidi tutti coloro che operano per lasicurezza nazionale ascoltano daimedia slogan aberranti contro iloro cari impiegati nel dovere gior-naliero. Essi assistono a scene diviolenza d’altri tempi che i mediamodificano a seconda dellostorico politico…Tutti in silenzio…finora hanno pregato in lacrimeaffinché i loro cari, impegnati inun compito difficilissimo e sottopa-gato, avessero fatto ritorno in-denni, ancora una volta, a casa.E domani? Domani un‘altrapreghiera… e cosi per tutta unavita di sacrifici.Che dire poi del dolore provocatoquotidianamente da coloro chenon vedono crescere i propri figlia causa di turni massacranti?….Ecco nascere i primi contrasti emalumori familiari, che ti segnanoa vita, stati d animo imposti dauna realtà lavorativa che neltempo, in poco tempo, logoral’uomo che é dentro l’uniforme….Allora l’uomo in uniforme è angeloo demone …o forse tutt’e e due?Chi prevarica chi, dentro quella

divisa? Fuori da essa c’è lafamiglia, ci sono gli amici, c’è lapropria vita, una vita a volte spez-zata da un tradimento inaspettato,a volte da un agguato improvviso,a volte da una giustizia che, fintroppo terrena e latente, permetteall’errore umano di perseverareper dar manforte all’etichetta difacciata, voluta da una società diperbenisti che non inseguono va -lori ben definiti.In un paese scosso dall’instabilitàeconomica e sfregiato dal terroredelle armi, decine di caduti si con-tano tra gli operatori delle Forzedell’Ordine e delle Forze Armate.Decine di morti in casa, e decinedi vittime nei più disparati angolidel mondo conta il nostro belpaese. Tutti caduti inseguendo ununico legittimo ideale: la libertà.Una bandiera distesa su di unabara, un berretto solitario, secchenote di un silenzio che rimbombae che strazia anima e cuore di unanazione ferita, ma viva, di unanazione che non può e non devedimostrare il tricolore solo neglieventi sportivi di rilievo.A tal proposito, a proposito disport, ricordiamo Filippo Raciti, is-pettore della Polizia di Statocaduto nell’adempimento del do-vere, a causa degli scontri con leagguerrite tifoserie calcistiche.Un poliziotto, un marito, un padremorto per una partita di calcio, in-credibile, che malumore e nel con-

47In evidenza Consap Magazine 2011

Un’associazione che nasce dalla volontà

e dal coraggio…!Il discorso di presentazione del progetto alle commissioni parlamentari

tenuto dal Presidente Simona Cenni

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tempo, che vergogna na zio nale.Che dire poi di Nassiriya e deivergognosi slogan che hanno fattorabbrividire il mondo intero? C’èdavvero chi ne vorrebbe 10-100-1000?C’è davvero, tra noi chi vorrebbela morte degli operatori in divisa?E fra i caduti del dovere, comenon omaggiare il poliziotto NicolaCalipari?Che dire poi del tragico periododel g8 di Genova?E che dire di tutti i militari morti neiteatri di guerra esteri?Vorremmo ma non possiamo citarlitutti, né segnalare ogni singolocaso di coloro che hanno con-tribuito, a rendere migliore il nos-tro paese con l’estremo sacrificio. Pero’ possiamo ricordarli giornal-mente con un icona, la nostra…prima difesa… difendiamo i difen-sori… difendiamo tutti gli invisibilioperatori delle forze dell’ordine eforze armate italiane, loro sononei nostri cuori, essi difendono ilbene primario del paese, essi cidifendono e non hanno mai go-duto di un difensore. Ci garantis-cono la vita a costo della loro, noigli dobbiamo tutto. Prima Difesa difende i difensoriperchè sono loro l’unica salvezzadi questa grande nazione fintroppo martoriata dall’ingiustiziae dall’iniquità.In noi non c’è colore politico, nonc’è religione, non c’è distintivo, nèuna classificazione sociale, nonc’è politica, prima difesa è apoli -tica e apartitica sia chiaro, l’unicasua ragione di vita è la legalità, lagiustizia giusta, e non in ultimo lagaranzia dei diritti di tutti coloro

che ci permettono di uscire di casasenza doverci necessariamenteguardare alle spalle.Un poliziotto, un finanziere, uncarabiniere e tutti coloro chehanno giurato fedeltà alla Repub-blica Italiana, devono ricevere edottenere l’opportunità del sa cro -santo diritto di vivere in modosereno il resto della loro giornatadopo aver rischiato la vita per deiperfetti sconosciuti, da secolichiamato “popolo”.In questo scenario scende incampo Prima Difesa, strutturaideata e voluta da gente comune,da cittadini qualunque, pronti agarantire una tutela legale privile-giata per gli operatori delle forzedell’ordine e armate. I legali diPrima Difesa presenti in quasi tuttoil territorio nazionale, valuterannoogni singolo caso giudiziario chegli verrà sottoposto. I nostri avvo-cati penalisti di nota pubblicastima professionale, grazie ad unostorico accordo con lo staff diPrima Difesa, garantiranno lamigliore strategia difensiva con uncompenso adeguato per chi vivedi stipendio.Questo e’ il nostro obiettivo. Maipiù innocenti condannati. Dentrola divisa c’è un uomo, una donna,un amico, un compagno, unamadre, un padre, c’è un figlio….“Signori, sappiate meritare lesperanze e i sogni dei nostri figli!noi li abbiamo concepiti, noi li ab-biamo allevati e con gioia li ab -bia mo donati alla nostra patria!voi li gestite, siate degni, quindidella vita dei nostri ragazzi…gra-zie!

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Un quadro della ConfederazioneSindacale Autonoma di Polizia fabella mostra di sé presso i localidella Prefettura di Nuoro. L’operaè stata realizzata da MassimoOnnis uno dei più brillanti e cre-ativi dirigenti del nostro sindacatoche ricopre il ruolo di SegretarioGenerale Provinciale della Con-sap di Nuoro. Massimo infattioltre che un valente poliziotto edun capace sindacalista è ancheun artista di tutto rispetto, che neisuoi quadri si ispira spesso allavita vissuta in uniforme. Tele in cuitraspare una raffinata ricer-catezza del colore non di rado in-titolate a momenti particolaridella nostra Polizia di Stato o acolleghi che hanno pagato con lavita il loro spirito di devozione aldifficile compito sociale che sonochiamati a svolgere. Nato a Vil-lacidro nel 1963, Massimo Onnis

è noto negli ambienti artisticinazionali ed internazionali per laforza del colore che trasparedalle sue opere. La consegna delprestigioso dipinto è stata effet-tuata dallo stesso Massimo Onnisal prefetto dottor Pietro Lisi nell’uf-ficio territoriale del Governo divia Deffenu che ha rilasciato alcollega una pergamena firmatadal prefetto con i ringraziamential pittore. Le eccezionali doti pit-toriche di Massimo Onnis hannospesso reso prestigio anche alleiniziative del sindacato, come unrecente congresso nazionale incui le sue opere furono conseg-nate come ringraziamento per lapartecipazione ai lavori, alle au-torità presenti fra le quali ricor-diamo l’attuale Capo della Poliziaprefetto Antonio Manganelli e l’at-tuale sindaco di Roma GianniAlemanno.

49In evidenza Consap Magazine 2011

Massimo Onnis, poliziotto pittore omaggia

di un suo quadro la Prefettura di Nuoro

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50 ConvenzioniConsap Magazine 2011

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Signor Questore, anche per il corrente anno, altermine della stagione estiva, da parte dellascrivente Organizzazione Sindacale è d’ob-bligo un’attenta riflessione circa il meritevole edencomiabile servizio svolto dal personale dellaSquadra Nautica di Olbia, anche attraverso il

pattugliamento delle coste e dei litorali in sellaalle moto d’acqua.Prima di addentrarmi in alcune considerazioniè d’uopo evidenziare l’atteggiamento collabo-rativo e soprattutto fattivo degli organi compe-tenti a prendere tali decisioni finalizzate ad un

51Obiettivo su Consap Magazine 2011

…ma l’impegno per l’ottimizzazione del servizio prosegue..

La Consap traccia un bilancio dei servizi di polizia nella stagione

estiva della regione Sardegna

Una vittoria della Consap

Al via ad Olbia il condizionamento fisico

per i conducenti di moto d’acqua.

L’iniziativa in fase sperimentale, può dare bene-fici all’Amministrazione ed agli operatoriIl nostro valente Segretario Generale Provin-ciale di Sassari, Massimiliano PALA ha inviatouna lettera di ringraziamento al Questore diSassari per aver dato corso, a decorrere dal 12Luglio u.s., mantenendo così fede agli impegniassunti nell’incontro svolto di recente con laConsap, in ordine all’avvio, in fase sperimen-tale, del condizionamento fisico per i conduttoridi moto d’acqua in servizio alle Squadra Nau-tiche di Olbia e Palau. Analoga riconoscenza è stata estesa al Diri-gente l’Ufficio Prevenzione Generale e Soc-corso Pubblico della Questura di Sassari, Dotto-ressa Bibiana PALA, per aver anch’essa soste-nuto la suddetta proposta.L’aver accettato un progetto a lungo caldeg-giato dalla nostra organizzazione sindacale,frutto della passione e dell’impegno dell’Assi-stente Capo Alfonso Iovieno, in servizio allaSquadra Nautica di Olbia, ci rende oltremodoorgogliosi del risultato raggiunto consapevoli

che di ciò avrà beneficio l’Amministrazione egli operatori interessati. Il propedeutico impe-gno profuso a tutti i livelli, anche attraverso spe-cifico incontro presso il Dipartimento della Pub-blica Sicurezza, ha favorito l’esito sperato no-nostante le cassandre vaticinassero ad ogni pièsospinto che l’intuizione di cui sopra e succes-sivo piano di programma non avrebbe maiavuto corso.

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migliore servizio da parte degli operatori ed inparticolare, come già fatto in precedenti occa-sioni, mi pregio manifestare il personale ringra-ziamento degli operatori della Squadra Nau-tica di Olbia addetti alla conduzione delle motod’acqua, per essere Lei stato protagonista e de-cisivo ambasciatore presso il Ministero dell’In-terno di una ormai più che legittima annosa bat-taglia della CONSAP che, finalmente, inizia aportare a dei concreti risultati.Per quanto riguarda invece le modalità e gliorari degli allenamenti si ritiene necessario unulteriore sforzo, e nella fattispecie appare fon-damentale focalizzare alcune problematicheemerse nel corso del periodo sperimentale. Si converrà che qualsivoglia preparazione fi-sica, mirata ad una proficua attività operativa,ha bisogno di costanza nel tempo giacché è evi-dente che determinati risultati, sotto il profilopsico-fisico, sono frutto certamente di program-mazione e non d’improvvisazione o di un pe-riodo breve e determinato, ma piuttosto neces-sitano di un investimento a lungo termine, amaggior ragione nei confronti di quei dipen-denti oltremodo soggetti ad attività usuranti,quali appunto la conduzione di tali mezzi nau-tici. Per meglio comprendere di cosa si discute,a puro titolo d’esempio, si rileva che il noleggio

delle moto d’acqua presso stabilimenti balneari,comunemente, è proposto per 15 minuti, 30 almassimo, proprio per l’impegno fisico che laloro conduzione richiede. Appare importante illustrare la situazione tipoche, di sovente, caratterizzava gli addetti allaconduzione degli acquascooter i quali, al ter-mine dell’allenamento mattutino, oltre ai nor-mali tempi dettati dall’igiene personale (docciae cambio d’abbigliamento), era costretto a re-carsi presso il locale Commissariato di PubblicaSicurezza per agganciare il carrello con il na-tante al fuoristrada per svolgere il servizio conle immaginabili conseguenze sia di tipo stress fi-sico sia di un’ottimale attività operativa.Alla luce di quanto evidenziato, pertanto, purcondividendo la frequenza bisettimanale degliallenamenti, mi sia consentito proporre e tro-vare la Sua condivisione sull’esigenza di perfe-zionare il condizionamento fisico, infatti unoscambio d’informazioni intrattenute con il perso-nale operante di Olbia e Palau, tra le altre cose,ha evidenziato l’esigenza di differenziare gliorari ed i giorni in cui svolgere gli allenamentiil tutto, ovviamente, compatibilmente con le esi-genze di servizio dei rispettivi Uffici.

IL SEGRETARIO PROVINCIALEMassimiliano PALA

52 Obiettivo suConsap Magazine 2011

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Consap Magazine 2011 Obiettivo su54

Massimo Ciancimino, offende la Polizia,

toglietegli la scorta

La Segreteria Provin-ciale della Consap(Confederazione au-tonoma di Polizia)esprime sconcerto esgomento a seguitodi quanto appreso

dal quotidiano “La Repubblica” in un articolodell’ 8 settembre 2011. Dalle intercettazioni te-lefoniche degli inquirenti è emerso che il figliodell’ex sindaco di Palermo, Massimo Cianci-mino, si sia vantato con un presunto affiliatoalla criminalità calabrese di riuscire a fare tuttoquello che voleva, perfino di entrare ed usciredal palazzo di giustizia di Palermo. MassimoCiancimino, attualmente agli arresti domiciliariper calunnia, godeva del privilegio della scortadella Polizia. Scorta composta da due mezzi eda cinque uomini della Polizia di Stato, in ser-vizio presso il reparto scorte di Palermo. “E’ in-tollerabile - aggiunge Domenico Milazzo, se-gretario Provinciale della Consap di Palermo -che Ciancimino si permetta di offendere e deri-dere gli Agenti della scorta definendoli unasquadra di calcetto. Ciancimino ha proditoria-

mente abusato di un servizio offerto dalle Istitu-zioni, pagato con i soldi pubblici, servizio chenella buona fede di tutti doveva servire a salva-guardare la sua vita mentre invece – da comesi legge dalle rivelazione del quotidiano – èstato sfruttato per i suoi sporchi affari. In un momento di grave crisi economica, comequello che stiamo attraversando, in cui i taglialle Forze di Polizia stanno riducendo i tutoridell’Ordine sulla soglia della povertà - concludeMilazzo - è semplicemente paradossale e vergo-gnoso constatare che personaggi a dir pocoambigui possano raggirare le istituzioni riu-scendo perfino ad ottenere una scorta. Alla lucedi tutto ciò, ed in attesa di riscontri ufficiali e de-finitivi, la Consap di Palermo ha già contattatol’Ufficio legale della Consap nazionale per va-lutare l’opportunità di intraprendere azioni le-gali nei confronti di Massimo Ciancimino a tu-tela della dignità professionale degli uomini delreparto Scorte di Palermo e della Polizia tutta.

Palermo,9 settembre2011

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55Obiettivo su Consap Magazine 2011

Polizia, la denuncia del Consap “Troppi sprechi per i trasferimenti”

Chi fa regolare domanda facendo risparmiare l'erario non è preso in considerazione. Il ministero dell'Interno non fornisce spiegazioni. Il segretario nazionale per il Nord Italia del sindacato: " Si assiste a un valzer di spostamenti decisi dall'amministrazione della pubblica sicurezza” che ha emanato provvedimenti di “vera e propria natura di 'Casta' della sicurezza pubblica”

Trasferimenti d’ufficio di dirigenti della Polizia di Stato che costano migliaia di euro ai contribuenti. Chi invece ha fatto regolare domanda e farebbe risparmiare l’erario non è preso in considerazione. Denaro speso per favorire gli “amici degli amici” e garantire interessanti emolumenti ai prescelti, mentre il ministero dell’Interno non fornisce spiegazioni e il Palazzo studia una manovra che richiederà sacrifici ai cittadini per milioni di euro. La denuncia arriva dalla Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap) del Piemonte che, come spiega Gian Mario Morello, segretario nazionale per il Nord Italia, ha assistito al “valzer di trasferimenti decisi dall’amministrazione della pubblica sicurezza” che ha emanato provvedimenti di “vera e propria natura di ‘Casta’ della sicurezza pubblica”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il trasferimento d’ufficio di Cinzia Ricciardi, dirigente della polizia stradale di Torino, dal capoluogo piemontese alla stradale di Roma. Al suo posto è arrivata direttamente da Catanzaro Dolores Maria Rucci, anche lei dirigente della Polizia di Stato. Entrambi i trasferimenti richiedono “una spesa per le casse dello stato di circa 9mila euro in 24 mesi, come compenso per il trasferimento d’autorità” oltre a un emolumento mensile di 490 euro per due anni, il pagamento nell’alloggio di servizio e il trasloco alla nuova sede di lavoro. Tutto pagato dal ministero dell’Interno. Soldi che potevano essere risparmiati visto che un altro dirigente di Torino aveva inoltrato formale domanda di poter essere assegnato alla stradale locale. Ma non è neppure stato preso in considerazione. Perché? Da Roma tutto tace. “Dinanzi alle nostre richieste – spiega Morello – al Dipartimento centrale del ministero hanno spiegato che la motivazione era l’esperienza. Tuttavia si tratta solo di una scusa fragile visto che esistono i corsi di aggiornamento per assumere le competenze e, soprattutto, ci sono numerosi precedenti. Ad esempio, in passato ex capi della Criminalpol sono stati trasferiti alla stradale, o altri che provenivano da incarichi precedenti diversi. Insomma, a parità di competenze e giurisprudenza dal Dipartimento centrale preferiscono favorire ‘alcuni’ dirigenti”. Inoltre la spesa sulle spalle dello Stato è gravosa: “Proprio in questo momento in cui nel paese prevalgono le difficoltà economiche e finanziarie, il ministero non prende in considerazione chi ha fatto domanda d’ufficio ed è residente nei pressi del nuovo incarico. Uno spreco che grida vendetta”. Infatti si tratta di decine di migliaia di euro che solo in questo caso potrebbero essere impiegate “per mandare alcune vetture di servizio in riparazione o pagare gli straordinari spesso percepiti con mesi di ritardo. Alcune caserme poi – puntualizza Morello – hanno l’erba alta un metro nei cortili e altri uffici sono in condizioni di degrado”. Eppure lo spreco per i trasferimenti della “casta della polizia” è ormai prassi sul territorio nazionale. “Siamo davanti a una cricca che a parità di competenze preferisce trasferimenti d’ufficio a danno di chi ne ha fatto richiesta, senza scrupoli nei confronti dei contribuenti”. Un allarme condiviso anche da Giorgio Innocenzi, segretario generale del Consap: “Purtroppo si tratta di una pessima abitudine che c’è al Ministero. Alcuni funzionari usufruiscono di queste agevolazioni mentre altri, se vogliono essere trasferiti, devono presentare la domanda. Non solo: l’aspetto più grave – puntualizza Innocenzi – è che per spostare gli ‘amici degli amici’ segnalati e raccomandati si usano i soldi dei cittadini, oltre a ignorare le graduatorie”. E all’ingiustizia del metodo si somma la complessità della burocrazia che ostacola il percorso di attribuzione delle responsabilità perché, chi ha deciso “si limita a spiegare che si tratta di una scelta del Ministero”. Ma il Consap intende fare chiarezza sui trasferimenti. “Per ora abbiamo presentato una diffida al dipartimento centrale – conclude Innocenzi -, ma se non sortirà alcun effetto, siamo pronti ad andare davanti al giudice”.

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Prima dell’estate la Consap si era fatta portavoce diuna pressante richiesta verso la Questura di Roma ele autorità ministeriali competenti. La denuncia riguar-dava l’annosa carenza di personale operativo nellacapitale, che rendeva complicato dare una rispostaad una crescente aggressione della criminalità, cheaveva visto a Roma a dintorni reiterati ed efferati fattidi cronaca nera. La Consap sottolineava come la dif-ficoltà nel garantire il controllo del territorio dovutasenz’altro all’inadeguatezza delle forze in campo maanche al distoglimento pressochè quotidiano dellestesse da compiti operativi, aveva di fatto consentitoalla criminalità di alzare il tiro e mettere sotto scaccola città, minacciando la sicurezza dei cittadini.

Numeri alla mano la Consap rivendicava da unaparte l’invio immediato ed urgente di personale e dal-l’altra una maggiore parsimonia nel depauperare gliuffici operativi della questura e dei commissariati, co-mandando di servizio gli operatori nelle attività di or-dine pubblico. Una risposta seppur in tono minore ar-rivava dalle autorità competenti che per questo mesedi settembre hanno annunciato l’invio di nuovo per-sonale che però già appare insufficiente. Tanto che laConsap per perorare la cause dei colleghi e le esi-genze della città diramava questo comunicatostampa; “Speriamo che i violenti vadano in va-canza” questa la provocazione della Confedera-zione Sindacale Autonoma di Polizia che rende noti

56 Obiettivo suConsap Magazine 2011

Poliziotti nella Capitale insoddisfacente la

risposta del Ministero dell’Interno

27-LUG-2011

Quotidiano Quotidiano Roma Direttore: Mario SechiDirettore: Mario Sechi Lettori Audipress n.d.

da pag. 24

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i contingenti di poliziotti che sono stati destinati allaQuestura di Roma per ripianare gli organici e le quie-scenze. A Roma stanno per arrivare circa 30 poli-ziotti: 15 operatori destinati alla prevenzione e 15ai commissariati: “Una goccia nel mare – denunciala Consap di Roma – un invio che copre appena il20% del turn over, visto che quest’anno per vari mo-tivi a Roma sono mancati quasi 150 operatori”.“Continuiamo a ritenere poco efficace la gestionedella sicurezza dell’attuale questore – afferma il sin-dacato maggiormente rappresentativo della Poliziadi Stato – scelte incomprensibili che aggravano la si-tuazione già fortemente deficitaria di uomini e mezzi;questi 30 operatori garantiranno poco in tema di in-cremento dei controlli, infatti quelli destinati alla pre-

venzione, ossia al Reparto Volanti, andranno a costi-tuire una sorta di VII nucleo dal quale attingere per iripetuti servizi di ordine pubblico”. Per quanto riguarda la gestione del dottor Tagliente –conclude la Consap – siamo ancora in attesa di sa-pere perché nelle settimane scorse, in piena emer-genza crimine ed a fronte di carenze di personalealla Questura, ha siglato il trasferimento di 20 ope-ratori dal settore operativo della prevenzione, per in-viarli dietro le scrivanie dell’Anticrimine.Una polemica a 360 gradi che ha visto nel mirino an-che il problema dell’eccessivo uso delle scorte, che di-stolgono personale, la Consap ha reclamato un usopiù oculato di questi dispositivi che spesso sono solouno status symbol della casta.

57Obiettivo su Consap Magazine 2011

23-LUG-2011

Quotidiano Quotidiano Roma Direttore: Ferruccio de BortoliDirettore: Ferruccio de Bortoli Lettori Audipress n.d.

da pag. 3

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Il Legislatore Costituzionale haprevisto che tutti i dipendenti pub-blici siano al servizio esclusivodella collettività quale presuppo-sto per poter disimpegnare lemansioni affidate loro con asso-luta diligenza e nel miglior modopossibile, mantenendo, anche aldi fuori del proprio ufficio, unacondotta conforme alla dignitàdelle proprie funzioni.Prendiamo atto che il dovere diesclusività della prestazione costi-tuisce quindi espressione e mani-festazione del più ampio doveredi fedeltà all’Istituzione assunto al-l’atto del giuramento ed il suo ri-spetto contribuisce in maniera de-terminante a stabilire un rapportodi completa fiducia e sincera col-laborazione fra i cittadini e laPubblica Amministrazione.Il legislatore è tornato più voltesull’argomento e, soprattutto negliultimi tempi, ha riservato grandeattenzione al tema delle incompa-tibilità e del cumulo degli incari-chi, con la finalità dichiarata didisciplinare in maniera più pun-tuale la materia, responsabiliz-zando le stesse pubbliche ammini-strazioni ed ancorando l’esercizioconcreto del connesso potere di-screzionale a criteri valutativi og-gettivi e predeterminati.Ogni singola organizzazione èchiamata oggi a darsi regolecomportamentali precise ed a vi-gilare sul loro rispetto, così da ga-rantire il regolare svolgimento edil buon andamento del servizio,

prevenendo ogni possibile con-flitto d’interessi che possa, anchesolo astrattamente, pregiudicarela bontà dell’azione quotidianadei propri appartenenti, nonchéinibendo la formazione di centrid’interessi alternativi ri spet to al-l’ufficio pubblico e pre ser van dol’indipendenza del singolo e del-l’Istituzione nel suo complesso.La presente direttiva, innovandole disposizioni nel tempo emanatedalla Guardia di Finanza allaluce delle novità legislative inter-venute e della prassi amministra-tiva consolidatasi, rappresenta untesto di riferimento che riconducea sistema unitario e coerente le di-verse fattispecie e le connesseprocedure ed è stata predispostaaf fin ché, oltre a costituire uno stru -men to di chiara ed agevole con-sultazione per il personale tutto,fornisca, nel contempo, idonee li-nee guida per una provvida e ri-gorosa azione di comando daparte dei Comandanti di ogni li-vello.E' lo stesso ministero della Difesa,con la circolare di luglio 2008, astabilire le condizioni per lo svol-gimento di attività extra-professio-nali. Nella circolare si legge inmodo inequivocabile che tali atti-vità devono essere "compatibilicon la dignità del grado e con idoveri d'ufficio, svolte fuori dal-l'orario di servizio, effettuatesenza carattere di continuità, non-ché senza eccessivo impegnotemporale, in modo da non pre-

58 Obiettivo suConsap Magazine 2011

Doppio lavoro, per il personale in divisa,

un divieto ancora al passo con i tempi?La discrezionalità dei Ministeri competenti, determina disparità inaccettabili

Guglielmo FrascaSegretario Nazionale Consap

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giudicare la capacità lavorativaed il rendimento in servizio del mi-litare, meramente isolate e saltua-rie ovvero purché consistano inprestazioni singole, ben indivi-duate e circoscritte nel tempo."E' evidente che fatta la legge tro-vato l'inganno; infatti queste pre-messe solenni riportate nelle diret-tive, circolari ecc. trovano appli-cazione solamente nei casi in cuile istanze prodotte provenganodalla comunità militare o para mi-litare intesa in senso generale! Le eccezioni ci sono e stravolgonoogni riferimento normativo!In passato abbiamo assistito addi-rittura all'avvio di procedimenti di-sciplinari gravi per lo svolgimentodi attività extra-professionali daparte di personale della polizia omilitare! Ma esistono eccezionisorprendenti!Basti pensare al caso di 3 anni fadella Carabiniere MargheritaGranbassi, medaglia d'oro olim-pica. "E' incomprensibile il motivo per

cui il Comando Generale del-l'Arma dei Carabinieri abbia con-cesso alla Granbassi l'autorizza-zione a partecipare alla trasmis-sione televisiva "Annozero",

dopo aver emanato una dettaglia-tissima e recente circolare dellaDirezione del personale militare,che dettava delle precise regoleche devono essere osservate pertutti i militari. Così non sembra.Mentre alla Granbassi viene con-cesso di svolgere una seconda at-tività ben remunerata e sicura-mente impegnativa, pur mante-nendo il proprio posto di lavoroall'interno dell'Arma,  vi sono nu-merosi casi che pur rientrando trale attività che non necessitano dialcuna autorizzazione ministe-riale sono stati valutati in modonettamente differente e, a volte,come già detto, hanno avuto pe-santi conseguenze disciplinari."Se esistono delle regole è beneche siano uguali per tutti", e so-prattutto è necessario considerarei lavoratori delle forze dell'Ordinee militari, come risorse umane ca-paci ed intellettualmente evolute,superando i tradizionali ed anti-quati preconcetti in cui tale perso-nale viene collocato in un otticadell'uomo “Signor si” che deveesclusivamente e incondizionata-mente sacrificarsi per il proprioturno di servizio e per lo Stato.

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Il CarabiniereMargherita Granbassi

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La situazione dei poligoni di tiro per la Polizia diStato già affrontata nel numero scorso si sta rive-lando estremamente preoccupante.Dopo la denuncia circa l’assenza a causa di untrasferimento quantomeno inopportuno, degli ad-detti altamente specializzati per la manutenzionee la funzionalità dei poligoni virtuali, in uso fra glialtri anche ai reparti americani Navy Seals salitialla ribalta delle cronache per l’uccisione del ter-rorista saudita Osama Bin Laden, registratapresso il poligono di Roma Tor Carbone; segnalipreoccupanti arrivano anche dalla struttura di Uriche si trova in Sardegna nella provincia di Sas-sari.Il nostro Segretario Provinciale della provinciasarda, Massimiliano Pala, è stato costretto a segna-lare al Questore un clamoroso episodio che mettea rischio la salutare del personale che si recapresso il centro di addestramento di Uri. Nella let-tera inviata al Questore di Sassari, la Consap lo-cale ha denunciato la presenza di zecche.Nel dettaglio il sindacato ha fatto riferimento adun episodio verificatosi qualche settimana fa al ter-mine della prevista giornata di addestramento altiro per il personale, allorquando dopo la sessionedi tiro un collega che aveva partecipato all’eserci-tazione, dopo aver fatto ritorno alla sua abita-zione, notava sul ginocchio destro un piccolo ani-male, rivelatasi poi una zecca, che verosimilmentegli si era attaccata nel lungo periodo in cui avevasostato nel poligono in attesa del suo turno dispari.Lo stesso è stato poi invitato dal suo medico di fi-ducia a rimuovere l’animale con tutte le cautele egli accorgimenti del caso per evitare ulterioridanni fisici a lui ed alla sua famiglia, cautele ri-confermate anche dal medico di turno dell’UfficioSanitario della Questura che somministrava allo

stesso terapia antibiotica a scopo cautelativo.La vicenda – spiega la Consap – non è un episo-dio in quanto situazione di questo tipo si eranogià verificate nei giorni scorsi in danno di altri col-leghi che si erano recati presso il suddetto poli-gono di tiro, anche se in quel caso la zecca erastata avvistata, oltre che nei pantaloni di un col-lega anche sul furgone adibito al trasporto delpersonale.Una delle cause del proliferare è lo stato di ab-bandono della struttura di addestramento, vistoche la letteratura in medicina chiarisce che le zec-che attecchiscono sulle erbe, tra i cespugli e nelsottobosco, in aree abbandonate prive di insedia-menti umani stabili.Le conclusioni della Consap nella lettera inviata alquestore sono quelle di voler provvedere rapida-mente alla disinfestazione dell’area ed al tagliodell’erba presente nei luoghi dove si reca il perso-nale della Polizia di Stato per l’esercitazione altiro, analoga disinfestazione si richiede anche pertutti i mezzi adibiti al trasporto degli operatoripresso la struttura di Uri.

60 Obiettivo suConsap Magazine 2011

Poligoni in Sardegna i colleghi

costretti a fare il “tiro alla zecca”

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La tecnologia, in quanto a sicurezza, ha fattopassi da gigante: ci sono sistemi che ti aiutano afrenare, che ti rimettono l'auto in carreggiata ses'imbocca male una curva, che riducono rollio ebeccheggio. Sistemi frenanti sofisticatissimi e si-stemi anti-imbarcata, però, servono a poco, se ipneumatici, sono inadeguati, usurati, mal gonfiatio danneggiati; ed un'auto su dieci, in Italia, giracon gomme al di sotto di 1,6 mm di battistrada, illimite minimo imposto dalla legge.Aci e Michelin, che hanno recentemente siglato unaccordo quadro in tema di sicurezza stradale, ciforniscono dati europei letteralmente inquietanti: il65% degli automobilisti viaggia con pneumaticisgonfi, il 40% si muove con almeno una gommamolto sgonfia e il 12% dei guidatori si è trovato inuna situazione di pericolo per cause imputabili aipneumatici. In seguito a test organizzati da Asso-gomma, mettendo alla frusta auto di tutti i tipi, illimite legale del battistrada di 1.6 mm è risultatoinsufficiente a garantire il massimo rendimento intema di sicurezza.Al di sotto dei 3 mm le prestazioni cominciano acalare vistosamente, soprattutto su bagnato ed infrenata, anche a velocità contentissime (gli spazid'arresto quasi raddoppiano). Non parliamo poidi chi gira con le carcasse dei copertoni lesionate,che possono cedere da un momento all'altro, conconseguenze immaginabili.Lo stesso dicasi per chi si lascia tentare da pneu-matici a basso costo, senza prestare attenzione al-l'effettiva omologazione degli stessi.Cosa fare?È molto semplice: innanzitutto far controllare pe-riodicamente i propri pneumatici a gommisti auto-rizzati (ricordare sempre che, in Italia, il «fai date» non è permesso ed i pneumatici andrebberosempre montati da personale autorizzato); control-

lare la pressione almeno una volta al mese, possi-bilmente a freddo e comunque mai dopo un mas-simo di 3 km di percorrenza; in caso di controlloa caldo, mai sgonfiare i pneumatici e calcolare unincremento fisiologico di almeno 0,3 bar.Oltre che la sicurezza, poi, il sotto-gonfiaggio in-fluenza parecchio la resistenza al rotolamento, ilche si traduce in un aumento del consumo di car-burante, che può arrivare anche al 20%.Calcolate che solo con il 25% di pressione inmeno, si consuma il 2% in più.I pneumatici sgonfi sono anche più esposti al ri-schio di rotture: affrontando un marciapiede, sem-pre alla stessa velocità, con una buona pressionenon succede nulla, con un sotto-gonfiato, la car-cassa non regge e si danneggia.Non trascuriamo neanche l'aspetto pratico. Unaricerca effettuata dal soccorso stradale Aci, evi-denzia i problemi alle ruote come quarta causa disosta forzata durante le vacanze estive.

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Una gomma salva la vita,

ma il 10% viaggia “sgonfio”Diffusi i dati di una ricerca dell’Automobile Club in collaborazione con la Michelin

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Lo stress è una sindrome di adattamento a de-gli stressor (sollecitazioni).Può essere fisiologica, ma può avere anche deirisvolti patologici, anche cronici, che ricadononel campo della psicosomatica.Si definisce stress una reazione dell'organismosottoposto ad una pressione psichica o fisica oentrambe; la parola stress significa essere pres-sato, quindi compiere un lavoro in condizioni difatica, contro il fisiologico adattamento delcorpo umano e, pertanto, significa che l'orga-nismo mette in atto tutta una serie di stimoliadattativi, che vanno sotto il nome di SindromeGenerale di Adattamento che si caratteriz-za per:

1) Reazione di Allarme2) Fase di resistenza3) Fase di esaurimento.

1) Allarme. Quando ci troviamo di fronte ad unfattore stressante, il nostro organismo ci lan-cia una sorta di S.O.S. per avvertirci che staaccadendo qualcosa di imprevisto e noncontrollabile: dobbiamo mobilitare tutte le ri-sorse disponibili. L'organismo risponde, aglistressor mettendo in atto meccanismi sia fi-sici che mentali per fronteggiare questa si-tuazione.Questa reazione è indispensabile dal tipo distimolo stressante (studio, lavoro, ecc) chel’ha innescata e determina come prima con-seguenza un aumento dei livelli di adrena-lina, che nel nostro organismo funzionacome un messaggero di un pericolo o di unaminaccia imminente e comunica ai vari or-

gani ed apparati la necessità di preparasi areagire, (attivazione psicofisiologica), quin -di si verificherà l'aumento del battito car-diaco, aumento della pressione sanguigna,irrigidimento del tono muscolare.

2) Resistenza, A questo punto l’organismo èpronto a combattere e diventa importantescegliere la strategia più adatta al nemicoche vogliamo vincere.Questa fase della risposta allo stress è infattifortemente specifica nei confronti del fattoreche lo ha scatenato; ciò significa che se lostress iniziale è stato di tipo fisico come, adesempio, un eccessivo dispendio di energiea causa di un lavoro particolarmente fati-coso, la strategia vincente sarà quella di ren-dere disponibili le riserve di energia ed au-mentare i tempi di sonno per favorire unbuon recupero.Se l’organismo ha utilizzato la giusta strate-gia, si raggiunge il cosiddetto “ adatta-mento “, che ci consente di trovare un nuovoequilibrio.Quello che succede è in altre parole che ilcorpo tenta di combattere e contrastare glieffetti negativi dell'affaticamento prolun-gato, producendo risposte ormonali specifi-che da varie ghiandole, ad es. le ghiandolesurrenali.

3) Esaurimento, se gli stressor continuano adagire,fino a oltrepassare una determinata in-tensità critica, il soggetto può venire sopraf-fatto.Le riserve energetiche dell’organismo si con-sumano poco a poco fino ad esaurirsi e lo

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Stress.... come riconoscerlo

fisiologico, patologico o cronico

Di Giovanni Iaquinta

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stato di adattamento raggiunto nella prece-dente fase viene perduto lasciando il postoad uno stato di malessere generale sia psi-chico che somatico

La diagnosi del livello di stress cronico a cui èsoggetto un individuo non è semplice, né uni-voca, data la genericità del fenomeno e la sog-gettività nel reagire ai diversi fattori di stress,per non parlare dei molteplici meccanismi at-traverso cui dallo stress (somatopsichico) sipassa alla malattia psicosomatica.In pratica avviene una riduzione di comunica-zione trai i sistemi omeostatici (il sistema ner-voso, il sistema endocrino, e il sistema immuni-tario e fra le cellule di ogni sistema). Le cosìddette sostanze messaggere come la se-rotonina, la noradrenalina e la dopamina sonotra le principali sostanze chimiche che inizianoa funzionare male e vengono prodotte, in situa-zione di stress, in minore quantità.La serotonina per esempio è importante per dor-mire bene, per la regolazione del nostro orolo-gio interno, per la regolazione della tempera-tura corporea, per la contrazione della musco-latura liscia dei vasi, dell'intestino, dei bronchi,dell'utero e della vescica, nella regolazione del-l'automatismo intestinale, nella modificazionedella pressione arteriosa, interviene nei processiallergici e infiammatori, riduce il tempo di san-guinamento, determina la sintomatologia del-l'emicrania, etc.La noradrenalina "setta" i livelli di energia delnostro corpo. Senza noradrenalina nel cervello,ci si sentirà sempre stanchi.La noradrenalina funge da mediatore chimicodella trasmissione nervosa, determina la tra-smissione degli impulsi nervosi dalle fibre agliorgani effettori, controlla il tono dei vasi sangui-gni, la muscolatura liscia dell'intestino, del-l'utero, dell'iride, la replezione della milza, laproduzione pancreatica di insulina, la scissioneepatica del glicogeno in glucosio.La dopamina è importante per la produzionedelle endorfine, sostanze tra l'altro regolatricidel senso del dolore, nella regolazione del pia-cere, etc.Lo stress ha azione immunosoppressiva, attra-verso la produzione di noradrenalina e di corti-solo da parte delle ghiandole surrenali.

Si comprende bene che con la produzione fisio-logica degli anticorpi in forma ridotta, e il con-seguente aumento di autoanticorpi abbiamol’aumento dei neurotossici, Ciò comporta undanneggiamento della regione dell’ippocampoe si accelerano i fenomeni di involuzione soma-topsichica caratteristica dell’invecchiamento.Si parla di gestire lo stress non di eliminarlocompletamente, proprio perché lo stress è unacaratteristica della vita.Si può agire intervenendo direttamente sugli sti-moli stressanti, modificando i pensieri che gene-rano dall'evento stressante, attraverso tecnichedi rilassamento.La prima cosa da fare è cercare di riportare ailivelli normali l'orologio interno. Il metodo piùclassico per misurare il livello di stress, di im-pianto prettamente psicologico, si basa sullacompilazione di questionari che indagano: o lapresenza nella vita del paziente (nel presente onel passato prossimo) di fattori di stress (quali laperdita d persone care, del lavoro, etc), oppureil manifestarsi di sintomi legati allo stress o alladepressione (problemi del sonno, attacchi di pa-nico, etc...).Risulta chiaro come la soggettività nel reagire aifattori di stress, o nella stessa valutazione deisintomi, sia il principale problema di questa me-todologia, comunque ampiamente adottata allostato dell'arte.Si è cercato negli ultimi anni una valutazione ilpiù oggettiva possibile, si è passati a studiare lealterazioni fisiologiche dello stress, che princi-palmente dipendono da un' iperattivazione sim-patica e un'inibizione del compartimento para-simpatico, principalmente riguardanti gli effet-tori cardiaci.Oppure tramite microneurografia, una tecnicacomplessa e delicata che registra il livello di at-tività di un nervo periferico tramite microelet-trodi; è tuttavia non adatta per essere applicatasu vasta scala.Per saperne di piùWikipediaStress emozioni e malattiawww.sapere.itwww.spazioinwind.libero.it/gastroepatowww.nienteansia.it/

63Obiettivo su Consap Magazine 2011

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64 AttualitàConsap Magazine 2011

La tua carriera co-mincia alla radio,in un'emittente la-ziale: che ricordihai?Lavoravo per unaradio che si potevaascoltare solo nelpalazzo dal qualetrasmetteva! Il se-gnale era sovra-stato da RDS,chissà se era un se-gno del destino! Si

chiamava Tele Radio Domani, un nome cheadesso suona sarcastico! Dopo quell’espe-rienza ho lavorato per altre radio, poi è venutala tv regionale e dal 1996 quella nazionale conVerissimo. Se mi chiedi in generale il ricordopiù vivo, ti rispondo quello della passione: unapassione per questo lavoro che è stata subitotravolgente, come quella per una donna chenon ti fa ragionare più.

Per 7 anni sei stato l’ inviato-traghettatore dellacasa più famosa d'Italia: hai qualche aneddotoo qualche curiosità da raccontare?Tutto e niente. Del Grande Fratello ricordo ognidettaglio, ma ormai è passato e vorrei davverolasciarmelo alle spalle.

E’ difficile il mestiere del conduttore?Molto. Più vai avanti in questo mestiere e più di-venta qualcosa di particolare, un lavoro semprepiù spericolato. Nel senso che ci sono insidieda tutte le parti, sia nella vita che fai, sia nel ri-

schio di cadere nel tuo percorso. Fortunata-mente ai conduttori danno molta importanza,ma il pubblico sceglie il programma: se glipiace, sopporta anche un conduttore così così,ma se non gli piace non se lo guarda certa-mente per la bella faccia di chi conduce. Ep-pure i flop e i successi incidono ancora in ma-niera troppo forte sul percorso professionale.Ho visto pessimi conduttori andare avanti senzaalcun merito e viceversa. Quindi tu rischi di nonpoter fare il tuo lavoro per motivi che prescin-dono del tutto da te. Insomma le crisi ci sono,soprattutto se vuoi fare soltanto cose che ti senti,che ti corrispondono, nelle quali credi di poterdare il meglio di te.

C'è stato un momento in cui ti sei sentito in im-barazzo?Sì, nella prima puntata del primo Grande Fra-tello: il figlio di Salvo che piangeva come un di-sperato in diretta perché il papà stava entrandonella casa. Più provavo a distrarlo più singhioz-zava! E da studio non si riprendevano la linea…

Nella tua carriera hai vinto 3 telegatti: qual èquello a cui sei legato di più?Grande Fratello, ovviamente. In realtà a casame ne sono arrivati quattro (due e non uno perGF): era anche la trasmissione dell'anno, macredo che all'ultimo momento abbiano cam-biato idea dopo la protesta spettacolare di Ales-sandro Cecchi Paone.

Tra radio e tv, cosa sceglieresti?Dipende quale radio e quale tv: in radio e in tvsappiamo tutti che ci sono cose belle e cose

Intervista a Marco Liorni,

un cittadino che si sente sicuro

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senza senso. La radio è fascino, la tv è palco-scenico.

L'incontro più importante della tua vita?Quello tra i miei genitori, altrimenti non sareiqua! E poi con le mie donne (con la mia ex mo-glie con la quale ho avuto un figlio, Niccolò, econ la mia compagna Giovanna, con la qualeho avuto una figlia, Emma). Il complimento più bello che hai ricevuto?Ne ricordo alcuni di persone che hanno notatodettagli. Quei dettagli che bisogna sempre cu-rare perché c'è chi guarda o ascolta superficial-mente, ma c'è anche un pubblico che è attentoe che merita la cura, la qualità.

Sogni nel cassetto?I sogni hanno stancato, meglio passare ai desi-

deri. Intendo dire che il sogno è una parola abu-sata, il desiderio mi fa pensare più a un qual-cosa di realizzabile, che puoi raggiungere: devisolo passare all'azione, perché stai sicuro che cimetterai tutto te stesso. Ecco, penso che sia pro-prio ora di passare all'azione in tante cose dellavita. Se il mondo non ci piace, cominciamo ascegliere, iniziamo a portare avanti le cose, aprendere iniziative con gli altri. Se vuoi proprioun sogno, ti dico questo: che si possa tutti in-sieme tornare a fare qualcosa di 'storico', dibello, di positivo, qualcosa che dia il segno chel'Umanità si è svegliata e vuole cambiare le cosein meglio e anche più in fretta possibile.

Ti senti un cittadino sicuro?Più di quanto la cronaca suggerirebbe.

Simone Bracci

65Attualità Consap Magazine 2011

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Senigallia Allenamenti di basket nella palestra delReparto mobile che ha aperto le porte alla città.La fortezza di via delle Caserme ha mostrato ieril’animo nobile di chi lavora dietro quelle mura ine-spugnabili.Da anni le squadre cittadine di pallacanestro chie-dono di poter usufruire degli ampi spazi, a dispo-sizione del XIV Reparto mobile, e finalmente hannotrovato nel comandante Antonio Adornato un ot-timo interlocutore.“Abbiamo siglato un protocollocon la A.S.D. Maior Basket – ha spiegato il coman-dante Adornato nel fare gli onori di casa –, che datempo cercava degli spazi.Per tre pomeriggi alla settimana ospiteremo bam-bini dai 6 ai 10 anni mentre un altro pomeriggiosarà dedicato ai ragazzi che hanno delle proble-matiche di tipo autistico. Siamo contenti di poteressere loro utili”.Due canestri sono stati predispostinella palestra per consentire quindi gli allena-menti. “Da tempo inseguiamo questo sogno – haaggiunto Stefano Catalani, presidente della MaiorBasket – perché siamo cresciuti velocemente e ab-biamo bisogno di più spazi”.Uno sport che aiuta a crescere, come evidenziatoda Claudio Moroni, presidente della PallacanestroSenigallia che ha aggiunto: “l’avere aperto leporte della caserma alla città è un grande segnale,dimostra davvero come la polizia sia tra la gente”.Un ringraziamento al comandante è stato rivoltoanche dal sindaco che in cambio ha ricevuto,come segno di grande collaborazione tra le dueistituzioni, una targa.“Mi fa piacere notare questa apertura – le paroledi Maurizio Mangialardi – questo mettersi a dispo-sizione dei cittadini.È un gesto importante. Spesso il Reparto mobileviene vissuto come qualcosa di estraneo alla città,dove fortunatamente non ha motivo di operare per-ché non abbiamo problemi di ordine pubblico. Pertanti anni – ha ricordato - si è tentato di raggiun-gere questo accordo sempre ritardato dalla buro-crazia. Le carte partono e devono tornare con untimbro che dia l’ autorizzazione, spesso però unacarta parte ma non torna ed in quel timbro man-cato restano tutti i problemi della gente. Ma nonquesta volta”.

Solo Moda di Paola Pietrucci

Durante le sfilate diquesti giorni abbiamoassistito a mescolan -ze di tessuti, quale:lana, camoscio, ca-chemire, pelle, jerseyma anche molta pel-liccia.E sì, care lettrici, èproprio la pelliccia il

“must have” della prossima stagione fredda.Le collezioni di questo autun no/inverno si ispiranoal passato e nella moda tutto torna; la donna saràultrafemminile.Quest’autunno vede il ritorno di un capo d'abbiglia-mento intramontabile che non può mancare nel no-stro armadio: l'impermeabile. Un capo che secondogli abbinamenti può essere casual, chic, elegante.Perfetto sia di giorno che di sera, abbinato ad unostivaletto da pioggia è ideale.Questo è un capo perfetto per ogni donna ovvia-mente scegliendo il modello adatto. Per i primifreddi, quando ancora non c'è bisogno di coprirsicon capi pesantissimi, è bello poter indossare unmaxi-cardigan che scalda e veste senza ingombrare.Di gran moda è la "lana". Maglie calde e morbide,pull tricot dai colli insoliti, mantelle, dolcevita, tuttoperfetto per scaldare le più fredde giornate inver-nali. I colori di gran moda sono il bordeaux, il nero,il marrone, il grigio, spesso accostati al color avo-rio o al rosa cipria. Quest'autunno, abbiamo il co-lore più classico e glamour: il grigio. Tailleur colorcanna di fucile. Di giorno s'indossa con una cami-cia bianca,la sera è super chic indossarlo con untop. E che dire di un tubino principe di Galles concollo quadrato e maniche a palloncino? È “trendis-simo” indossarlo con calze pesanti e anfibi. Nonmancano gli intramontabili jeans, a vita altissima,portati con cinture dalle fibbie in metallo. I cinquetasche di taglio maschile che hanno una vestibilitàcomoda e larga, s'indossano con il risvolto e scarpebasse stringate tipo francesine. Jeans stretch e slimsono perfetti abbinati ad una giacca di pelliccia. Sesono tagliati come una tuta da jogging con l'elasticosull'orlo, le sneakers alte in tela o pelle sono per-fette, l'importante è che il nuovo trend le vuole vis-sute. Tra le tendenze autunno/inverno di quest'annoresta sulla cresta dell'onda il 'cappotto' nella ver-sione lunga e ampia, slim e corta, ma l'importanteè che sia "doppiopetto". È il doppiopetto il cappottodi tendenza per questo inverno... Nello scegliere ilprossimo modello non dimenticate che in un guar-daroba trendy non può mancare!

Reparto mobile,

si gioca a basket

66 AttualitàConsap Magazine 2011

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