IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 16 MAGGIO 2014

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“C artolina da Roma”, potrebbe essere questo il titolo della fotografia di copertina. Foto scat- tata in una sera qualsiasi, alla Stazione Ter- mini. È la vera immagine di Roma, che stride terribilmente con quelle che il sindaco Ma- rino vuol accreditare di fronte alla platea mondiale. Quelle figure disperate, sofferenti che occupano tutti i vani liberi dell'ingresso dormono lì, è la loro casa. Vengono accuditi dai volontari, certo, ma appartengono a quel popolo di marginali, di invisibili che trovi ormai in ogni angolo della capitale. Per loro non c'è un programma di inclusione sociale, quella che l'assessore Cutini riserva con en- tusiasmo ai Rom, né la possibilità di inserimento nel progetto di Housing sociale lanciato dall'assessore Caudo. È uno degli scandali di questa città, sarà pure una eredità di amministrazioni prece- denti, ma il sindaco-chirurgo dovrebbe occuparsi di questa imma- gine prima che di altro. E' una giunta particolarmente sciagurata e auto-referenziale, quella che governa il Campidoglio. Se quella precedente faceva probabilmente troppi affari e non aveva né classe né stile, la squadra di Marino è fatta di primi della classe che sanno poco o nulla di Roma e che amministrano da una nuvola, volano altro, applicano asetticamente delle teorie e ne verificano l'eventuale successo. Roma ha bisogno di altro. Oggi si scopre la necessità dell'autovelox per limitare i danni, ma basterebbe far ri- spettare le regole del codice, essere presenti sulle strade; scatta l'or- dinanza anti-alcol, ma basterebbe anche in questo caso essere in campo in modo fermo, massiccio e determinano, essere Stato, am- ministrazione. Incentivare gli onesti e punire chi viola la legge, scardinare il malaffare. Abbiamo consegnato una città ad organiz- zazioni di bengalesi, di magrebini, di slavi, siamo assediati e non reagiamo.Subiamo i cortei dei senza casa e tolleriamo le occupa- zioni. Non c'è una impennata di orgoglio, una azione decisa. Assi- stenza sociale, di questo ha bisogno la capitale, di qualcuno/qualcosa che attenui il disagio di vivere di centinaia di migliaia di persone alle prese con problemi insostenibili. Questo prima di pensare a qualsiasi altra cosa. Non si può considerare tutto questo un effetto collaterale. Roma è una città di vecchi, spesso fragili e precari, spesso malati e soli. S.Egidio assiste diret- tamente o indirettamente diecimila persone anziane, nella capitale ci sono 26 centri diurni, con lista d'attesa lunghissima e serviizi di- scutibili. Nessuno osi dire che può bastare. Della nuvola di Fuksas, dei Fori illuminati e dell'Estate romana la gente non sa che farsene. Preferirebbe vivere. Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 16 anno LXVII GIOVEDI 15 MAGGIO 2014 SCENARI E adesso Marino fa la corte a Grillo a pagina 2 La giunta scavalla l’estate. Ma il “conguaglio” incombe a pagina 3 IL PUNTO All’interno l’inserto di Sanità del Lazio Lazio Lazio la del anità S S NUMERO 16 ANNOLXVII GIOVEDI 15 MAGGIO 2014 L’EDITORIALE Il cittadino si rassegni, ciò che conta in sanità è solo il controllo del potere a pagina 11 DIRITTO DI REPLICA a pagina 13 Neonatologia al S.Giovanni, nuovo reparto e nuove incubatrici L'ennesimo bluff di Zingarei a pagina 12 B asta girare per la città e vedere il ritratto del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che sovrasta i mezzi pubblici dell’Atac con una pubblicità elettorale sicuramente dispen- diosa. Legittima la pubblicità elettorale ma non si può e non si deve trasformare il Ministero della Sanità in ufficio elettorale ad personam. Se fosse acca- duto in una campagna elettorale dell’ex Ministro della Salute Francesco Storace si sarebbe scatenato il fini- mondo. Ciò non avviene per la Lorenzin, già super spon- sorizzata da Paolo Bonaiuti poi da Angelino Alfano ed infine da “Re” Giorgio Napolitano. Si mormora nei pa- lazzi della politica italiana che, quando Renzi formò il Governo dopo l’uscita di Enrico Letta, Napolitano abbia inserito il nome di Beatrice tra i quattro ministri consi- gliati dal Colle del Quirinale. Della sanità sicuramente l’attuale Ministro della Salute non conosce né i meccani- smi né le regole, al punto di far rimpiangere agli operatori Rosi Bindi, ed è tutto dire. Nel caos imperante del quadrante laziale intanto emer- gono alcune situazioni particolarmente allarmanti. Come quella del rinvio dell’arrivo del nuovo Direttore Generale del San Camillo Forlanini D’Urso, con relativa proroga del manager uscente Morrone che è più all’estero che nella sua struttura aziendale. È un caso strano quello del grande ospedale di Monteverde. Mentre si ritarda il “cam- bio della guardia” tra Morrone e D’Urso, sembra che sia in arrivo il dott. Alessandro Cipolla, ben noto alle crona- che per essere il funzionario che presiedeva il concorso dell’ex coniuge. Qell funzionario salvato proprio da Zin- garetti che, rispondendo ad una interrogazione del Capo- gruppo di Forza Italia alla Pisana Luca Gramazio, di- chiarava legittima la presenza di Cipolla in commissione visto che la candidata-moglie era separata legalmente. Non è tutto chiaro e trasparente, da quel punto di vista. Comunque si dice e si mormora, nei corridoi dell’azienda ospedaliera che Alessandro Cipolla potrebbe arrivare come nuovo Direttore Amministrativo. Quel Cipolla che aspirava a diventare Direttore Generale dell’azienda in oggetto, ma fu fatto fuori dal famoso “concorsone”. Un pasticciaccio brutto, ma il personaggio è sicuramente pro- tetto dalla ex moglie, che grazie a quel concorso è diven- tata potente al nono piano del palazzo della Regione a via Raimondi Garibaldi. Così va il mondo. Il Corvo Se il ministero della Sanità diventa ufficio eleorale L'ennesimo bluff di Zingarei Il CORRIERE DI ROMA IL CENSIMENTO Se questa è la vetrina della nostra cià siamo rovinati. Roma ha bisogno di qualcuno che si occupi dei disagi e delle fragilità dei suoi ciadini prima di ogni altra cosa. Prima della Nuvola di Fuksas, della estate romana e dei Fori illuminati. Decine di migliaia di anziani in difficoltà possono tranquillamente andare a fondo mentre Marino e i suoi assessori giocano a fare politica e ad amministrare. I Movimenti per la Casa controllano pacchei di voti. I marginali, gli invisibili come quelli che come speri occupano la Stazione Termini non votano e quindi non contano. Non sappiamo nemmeno quanti siano. Niente censimento, niente problema. Mai una Giunta è stata così lontana dai ciadini. Ma dopo le elezioni europee... Pascucci a pagina 4 Il Corriere di Roma n.16 del 15 - mag. 2014_Layout 1 16/05/2014 9.24 Pagina 1

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“Cartolina da Roma”, potrebbe essere questo iltitolo della fotografia di copertina. Foto scat-tata in una sera qualsiasi, alla Stazione Ter-mini. È la vera immagine di Roma, che strideterribilmente con quelle che il sindaco Ma-

rino vuol accreditare di fronte alla platea mondiale. Quelle figuredisperate, sofferenti che occupano tutti i vani liberi dell'ingressodormono lì, è la loro casa. Vengono accuditi dai volontari, certo,ma appartengono a quel popolo di marginali, di invisibili che troviormai in ogni angolo della capitale. Per loro non c'è un programmadi inclusione sociale, quella che l'assessore Cutini riserva con en-tusiasmo ai Rom, né la possibilità di inserimento nel progetto diHousing sociale lanciato dall'assessore Caudo. È uno degli scandalidi questa città, sarà pure una eredità di amministrazioni prece-

denti, ma il sindaco-chirurgo dovrebbe occuparsi di questa imma-gine prima che di altro. E' una giunta particolarmente sciagurata eauto-referenziale, quella che governa il Campidoglio. Se quellaprecedente faceva probabilmente troppi affari e non aveva néclasse né stile, la squadra di Marino è fatta di primi della classe chesanno poco o nulla di Roma e che amministrano da una nuvola,volano altro, applicano asetticamente delle teorie e ne verificanol'eventuale successo. Roma ha bisogno di altro. Oggi si scopre lanecessità dell'autovelox per limitare i danni, ma basterebbe far ri-spettare le regole del codice, essere presenti sulle strade; scatta l'or-dinanza anti-alcol, ma basterebbe anche in questo caso essere incampo in modo fermo, massiccio e determinano, essere Stato, am-ministrazione. Incentivare gli onesti e punire chi viola la legge,scardinare il malaffare. Abbiamo consegnato una città ad organiz-

zazioni di bengalesi, di magrebini, di slavi, siamo assediati e nonreagiamo.Subiamo i cortei dei senza casa e tolleriamo le occupa-zioni. Non c'è una impennata di orgoglio, una azione decisa. Assi-stenza sociale, di questo ha bisogno la capitale, diqualcuno/qualcosa che attenui il disagio di vivere di centinaia dimigliaia di persone alle prese con problemi insostenibili. Questoprima di pensare a qualsiasi altra cosa. Non si può consideraretutto questo un effetto collaterale. Roma è una città di vecchi,spesso fragili e precari, spesso malati e soli. S.Egidio assiste diret-tamente o indirettamente diecimila persone anziane, nella capitaleci sono 26 centri diurni, con lista d'attesa lunghissima e serviizi di-scutibili. Nessuno osi dire che può bastare. Della nuvola di Fuksas,dei Fori illuminati e dell'Estate romana la gente non sa che farsene.Preferirebbe vivere.

Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 16 anno LXVII GIOVEDI 15 MAGGIO 2014

SCENARIE adesso Marino fa la corte a Grillo

a pagina 2

La giunta scavallal’estate. Ma il “conguaglio”incombe

a pagina 3

IL PUNTOAll’interno

l’insertodi Sanitàdel Lazio

LazioLaziola delanitàSS

NUMERO 16 ANNO LXVII GIOVEDI 15 MAGGIO 2014

L’EDITORIALE

Il cittadino si rassegni,

ciò che conta in sanità

è solo il controllo del poterea pagina 11

DIRITTO DI REPLICA

a pagina 13

Neonatologia al S.Giovanni,

nuovo reparto

e nuove incubatrici

L'ennesimo bluff

di Zingarettia pagina 12

Basta girare per la città e vedere il ritratto del

Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che

sovrasta i mezzi pubblici dell’Atac con una

pubblicità elettorale sicuramente dispen-

diosa. Legittima la pubblicità elettorale ma

non si può e non si deve trasformare il Ministero della

Sanità in ufficio elettorale ad personam. Se fosse acca-

duto in una campagna elettorale dell’ex Ministro della

Salute Francesco Storace si sarebbe scatenato il fini-

mondo. Ciò non avviene per la Lorenzin, già super spon-

sorizzata da Paolo Bonaiuti poi da Angelino Alfano ed

infine da “Re” Giorgio Napolitano. Si mormora nei pa-

lazzi della politica italiana che, quando Renzi formò il

Governo dopo l’uscita di Enrico Letta, Napolitano abbia

inserito il nome di Beatrice tra i quattro ministri consi-

gliati dal Colle del Quirinale. Della sanità sicuramente

l’attuale Ministro della Salute non conosce né i meccani-

smi né le regole, al punto di far rimpiangere agli operatori

Rosi Bindi, ed è tutto dire.

Nel caos imperante del quadrante laziale intanto emer-

gono alcune situazioni particolarmente allarmanti. Come

quella del rinvio dell’arrivo del nuovo Direttore Generale

del San Camillo Forlanini D’Urso, con relativa proroga

del manager uscente Morrone che è più all’estero che nella

sua struttura aziendale. È un caso strano quello del

grande ospedale di Monteverde. Mentre si ritarda il “cam-

bio della guardia” tra Morrone e D’Urso, sembra che sia

in arrivo il dott. Alessandro Cipolla, ben noto alle crona-

che per essere il funzionario che presiedeva il concorso

dell’ex coniuge. Qell funzionario salvato proprio da Zin-

garetti che, rispondendo ad una interrogazione del Capo-

gruppo di Forza Italia alla Pisana Luca Gramazio, di-

chiarava legittima la presenza di Cipolla in commissione

visto che la candidata-moglie era separata legalmente.

Non è tutto chiaro e trasparente, da quel punto di vista.

Comunque si dice e si mormora, nei corridoi dell’azienda

ospedaliera che Alessandro Cipolla potrebbe arrivare

come nuovo Direttore Amministrativo. Quel Cipolla che

aspirava a diventare Direttore Generale dell’azienda in

oggetto, ma fu fatto fuori dal famoso “concorsone”. Un

pasticciaccio brutto, ma il personaggio è sicuramente pro-

tetto dalla ex moglie, che grazie a quel concorso è diven-

tata potente al nono piano del palazzo della Regione a

via Raimondi Garibaldi. Così va il mondo.Il Corvo

Se il ministero della Sanità diventa ufficio elettorale

L'ennesimo bluff

di Zingaretti

Il CORRIERE DIROMA

IL CENSIMENTOSe questa è la vetrina della nostra città siamo rovinati. Roma ha bisogno di qualcuno che si occupi dei disagi e delle fragilità

dei suoi cittadini prima di ogni altra cosa. Prima della Nuvola di Fuksas, della estate romana e dei Fori illuminati. Decine di migliaia di anziani in difficoltà possono tranquillamente andare a fondo mentre Marino e i suoi assessori giocano a fare politica e ad amministrare. I Movimenti per la Casa controllano pacchetti di voti. I marginali, gli invisibili come quelli che

come spettri occupano la Stazione Termini non votano e quindi non contano. Non sappiamo nemmeno quanti siano. Niente censimento, niente problema. Mai una Giunta è stata così lontana dai cittadini. Ma dopo le elezioni europee...

Pascucci a pagina 4

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giovedì 15 maggio 2014 pagina 2PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

Sarà un giugno rovente. E non si pensialla temperatura atmosferica. A ren-derlo incandescente saranno i “rego-lamenti di conti” in Campidoglio trai partiti che sostengono la Giunta Ma-

rino, logica conseguenza di contrasti sui quali laprova di forza finale è stata rinviata a dopo le ele-zioni europee . Un calcolo ovvio, troppo perico-loso scaricare sul voto per il Parlamento diStrasburgo il malcontento provocato nei cittadinida una gestione della Capitale che continua adessere confusa, piena di contraddizioni e ineffi-ciente. Per colpa del sindaco, il “marziano” in bi-cicletta, ovviamente. Ma anche per l’incapacitàdell’ “azionista di maggioranza” della Giunta,cioè il Pd, di interpretare le aspirazioni della cittàe di dare risposte alle necessità dei romani. Unpartito da mesi sul punto di scoppiare, diviso alsuo interno, con i riformisti “renziani” in crescitama non ancora capaci di rottamare la nomenkla-tura da anni alla guida del partito, che si opponea quel cambiamento che per l’ex sindaco di Fi-renze è l’unica via per salvare l’Italia. Il “mezzo-giorno di fuoco” sarà appunto in giugno, quandosi discuterà il bilancio 2014. Il Sel di Vendola(rappresentato in Giunta dal vicesindaco LuigiNieri) metterà l’altolà all’eventuale cambio dilinea del Pd romano minacciando di far cadere ilgoverno della città; sfida alla quale pare che il sin-daco voglia rispondere con un nuovo tentativo(dopo quello fallito ad inizio mandato) di coop-tare nella maggioranza i rappresentanti del M5Sdi Beppe Grillo.Fantapolitica? Nemmeno gli addetti ai lavori, cioèi politici, sembrano capire dove si sta andando.Meno di tutti nel Pd. Fino alle primarie chehanno portato Renzi alla segreteria nazionale, idirigenti del Pd romano erano tutti schierati alfianco di Bersani e D’Alema. Da quando l’ex sin-daco di Firenze è a capo del partito, (quasi) tuttidicono ora di lui che è il migliore. Una conver-sione a prima vista troppa rapida e, per molti, so-spetta. E soprattutto in aperto contrasto conl’atteggiamento dei militanti, che sembrano in-vece più aperti al nuovo. L’ex senatore LionelloCosentino, segretario cittadino, cerca una sintesidelle due posizioni, smorza i contrasti, insistesull’unità del partito. Ma anche lui, alla domandase per il Comune di Roma si voterà nel 2015, cioèin anticipo, dà una risposta timida: “spero di no…”. Oltre non si spinge; del resto come potrebbe,con alle spalle un partito con due teste ciascunadelle quali è ostile all’altra? E così non resta cheregistrare la posizione sul terreno. Da una parte iriformisti renziani, appoggiati dai dalemiani (maguarda un po’: il rottamato D’Alema che dà unamano al suo rottamatore?) e dall’area Dem deipopolari ex Dc. Dall’altra il vecchio apparato delPd Romano, quello che fa capo a Cosentino e cheanni fa “governava” di fatto la capitale (e oggi èrappresentato dagli Zingaretti e dai Bettini…).Fuori dal Pd, ma spina acuminata sul suo fiancosinistro, un terzo protagonista: il Sel che, piutto-sto di aderire ad una prospettiva riformatrice, mi-naccia di far saltare tutto. A questo stato di cose si è giunti attraverso il so-vrapporsi nel Pd di lotte interne che si sono ac-centuate quando gli elettori hanno cominciato avedere nei partiti una delle cause del triste statoin cui si trova non soltanto Roma ma l’interopaese. A livello nazionale, Renzi sta cercando disalvare il Pd presentandosi come portatore dellamedesima protesta che è la bandiera del M5S e,soprattutto, con le proposte costruttive cheBeppe Grillo non è ancora stato capace di pro-porre. Allo stesso modo di Renzi si presenta, so-

stanzialmente, anche Ignazio Marino. Anche luipiù che ai partiti guarda, o almeno dice di guar-dare, ai cittadini. Solo che tra i due, Renzi e Ma-rino, c’è una grande differenza: il primo, aprescindere da quali saranno i risultati della suaazione, è indubbiamente un leader; Marino nonancora. Ciò che più ha colpito, nel suo modo difare, è stato fino ad oggi l’incertezza. Le sue “gaf-fes”, il suo “zig zag” programmatico sono stati in-terpretati da più d’uno, all’inizio, come unatattica per saggiare gli atteggiamenti degli altripartiti. Sembrava che l’Americano/e/o il Mar-ziano volesse lavorare in tandem con Renzi. In-vece Marino non ha minimamente tentato di faredella Capitale la “vetrina” della politica riformi-sta del Pd, un obiettivo che avrebbe potuto raf-forzare vicendevolmente il presidente delconsiglio e il sindaco di Roma. Al contrario, chifrequenta Renzi lo definisce spesso “seccato” e“irritato” per la gestione confusionaria della Ca-pitale, che lo ha tra l’altro costretto – nel tenta-tivo di non compromettere il risultato delleelezioni europee – a venir meno ai suoi principidi sana gestione delle città, prima con l’adozionedel “decreto Salvaroma” e poi con il via libera alpagamento del salario accessorio ai 25.000 di-pendenti comunali. “Certo, così non può andare avanti” avrebbedetto Renzi ai suoi collaboratori riferendosi ai“pasticci” di Marino il quale, pur sapendo dal-l’inizio che il salario accessorio era fuori legge,non ha fatto nulla per mettere ordine nella giun-gla retributiva capitolina. Il premier, però, ha in-tanto dovuto dare il via libera al pagamento,perché dietro ai 25.000 dipendenti comunali cisono 25.000 famiglie i cui componenti votano.D’altra parte, anche quando Marino ha voluto“fare contento”, o al limite, “non scontentare” ilpresidente del consiglio, lo ha fatto in manieraconfusa. E’ il caso dell’intervento sull’Acea perriformarne il consiglio d’amministrazione e no-minare il nuovo vertice. Il sindaco di Roma hafatto tutto da solo, andando a scegliere il nuovoamministratore delegato in quel di Firenze – Al-berto Irace, che ha lavorato con Renzi ai verticidi Publiacqua -, designando come presidenteCatia Tomasetti su raccomandazione dell’emi-nenza grigia del premier, il sottosegretario Delrioe accontentando poi il sottosegretario Legninicon la scelta di Elisabetta Maggini, Angelino Al-fano con quella di Franco Paparella e Enrico

Letta con quella di Paola Profetta. Scelte chehanno irritato il Pd romano, che nel nuovo cdadell’azienda non ha più alcun consigliere di rife-rimento. E così i democratici hanno fatto in

modo che avessero ampia eco iprecedenti di Irace, in partico-lare l’avviso di garanzia da lui ri-cevuto negli anni scorsi perirregolarità quand’era a Publiac-qua. Tutte polemiche comun-que tacitate sul nascere ma cheriprenderanno forza dopo il 25maggio per cristallizzarsi poinella discussione sul bilancio2014. Ad oggi non si conosce ilfondamento delle voci relativeal tentativo di Marino di com-pensare l’eventuale uscita dallaGiunta dei consiglieri di Sel conl’ingresso di consiglieri grillini.Nel giugno dello scorso annoGrillo aveva messo il veto; maoggi anche Grillo sembra cam-biare strategia, visto che avevadetto che non avrebbe mai par-tecipato ad un talk show dellaRai e invece ora va a Porta aPorta. Se il progetto di Marinofosse reale, la sua attuazione di-penderebbe ovviamente da

Grillo e da Renzi, anche lui disponibile a met-tersi con chi vuole le riforme, grillini compresi.Ma, come detto, il futuro dipende dai risultatielettorali.

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CHI SALEdall’alto Marcello De Vito, Loretta Napoleonie Cristina Maltese

CHI SCENDEdal basso Alberto Irace,Marta Leonorie Giovanni Caudo

ORSINO

P della

Sempre all'insegnadell'improvvisazioneSe questa è una Giunta...

il

L’ennesimo scivolone di Igna-zio Marino è stato bloccatoin extremis. Alberto Irace,

scelto dal sindaco per ricoprire lacarica di Ad di Acea era sotto in-chiesta a Pistoia ma il procedi-mento è stato (provvidenzialmente)archiviato giusto in questi giorni.Sarebbe stato il colmo trovarsi conl’ennesimo candidato manager

dalla fedina penale non immacolata. CertoIrace poteva avvisare prima il suo sponsored evitargli la brutta figura. Rimpasto invista, dicono tutti: Loretta Napoleoni comeassessore al bilancio? Economista romanaben vista dai grillini (Ma il capogruppo Mar-cello De Vito esclude appoggi alla Giunta)ma certo non da Renzi. E di Silvia Scoz-zese, appena entrata nella “cabina diregia”del piano triennale, esperta di fi-nanza, ci si può fidare? Certo Marino farà ditutto per liberarsi Rita Cutini e di FlaviaBarca. Non gli servono in questa fase, non

gli hanno dato coperture sufficienti. Moltomeglio tenersi Marta Leonori, che ne com-bina una al giorno. Adesso sta caricando atesta bassa con l’ordinanza anti-alcol.Buona nella forma, inconsistente nella so-stanza. Sembrano tutti avulsi dalla realtàquesti assessori, come l’assessore all’urba-nistica Giovanni Caudo, un vero tecnico,che annuncia la creazione di 576 alloggi diHousing sociale (leggi alloggi con affitti cal-mierati). Lo dice con tono soddisfatto, comese avesse risolto l’emergenza casa. Poileggi il resto della dichiarazione e vedi checi vorrà una generazione prima che qual-cuno possa sul serio utilizzare tanto (poco)ben di Dio. I vigili minacciano di disertareanche i seggi. Ma il comandante RaffaeleClemente che fa? E il vice sindaco LuigiNieri, tanto bravo a mediare? Chi cavalcal’efficienza invece è Cristina Maltese, dina-mica presidente del XII Municipio. Ha la pa-tata bollente di Porta Portese, sta provandoa pelarla. Scotta ma non si lamenta.

giovedì 15 maggio 2014 pagina 3 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

IL PUNTO

Sei anni di tempo perso (5sotto la gestione Alemanno,1 con Marino), e sul salarioaccessorio per i dipendenticomunali di certo c'è sol-

tanto il rinvio al 31 luglio. Nel frat-tempo i tecnici del Campidoglio, quellidel ministero della Funzione pubblicae i colleghi del Tesoro dovranno tro-vare una soluzione per evitare la man-naia sulle buste paga.Il rischio è che salvato per il mo-mento il salario accessorio futuro(con la riscrittura del contratto dicomparto con la trattativa partita inConferenza unificata giusto il 15maggio), il Tesoro o magari la Cortedei Conti, possano chiedere indietrola restituzione delle indebite spet-tanze precedenti. Tradotto dal buro-cratese: dal 2009 in poi i dipendentidel Comune hanno incassato unaparte variabile dello stipendio (inmedia 200/300 euro), non giustifi-cata da compiti e competenze svolte.Se il Salva Roma Ter (la numerazionelatina indica il travaglio nella scrit-tura e riscrittura del decreto) ipotizzala riscrittura dei contratti per salvaree giustificare da ora in avanti l'au-mento in busta paga, per il pregressoil discorso è ben più complicato.Ignazio Marino - che in queste con-vulse giornate ha salutato il posticipoa luglio come la soluzione a tutti i

mali (e rischi) - dovrebbe ascoltarebene il sottosegretario alla Funzionepubblica Angelo Rughetti: <Si trattadi una soluzione tampone per con-sentire alle amministrazioni locali dicontinuare a erogare il salario acces-sorio>. Slavo poi puntualizzare: <Larestituzione è un'eventualità che vaverificata in concreto. La circolare haprevisto una formula di rito ("salvoconguaglio"), per consentire ai diri-genti comunali di lasciare intatte lebuste paga senza incorrere in respon-sabilità contabili. D'altra parte ilSalva-Roma non poteva tradursi inuna sanatoria: sarebbe stato ingiustonei confronti dei comuni che ave-

vano già ottenuto la restituzione daidipendenti.Lo stabilisce il Salva-Roma ter: tramite una minore corre-sponsione dell'indennità di risultatoper gli anni a venire. La restituzionesarà cioè spalmata da qui al futuro,non recuperata attraverso un'una tan-tum che sarebbe una botta clamorosaper i lavoratori>.Il tecnico Rughetti, insomma, ipo-tizza che scavallato luglio si possatornare a parlare di tagli con i dipen-denti comunali. Intanto con l'aper-tura della Conferenza unificata ilsindaco ha evitato uno sciopero ge-nerale, il blocco dell'attività comu-nale, un flop clamoroso alle elezionieuropee e preso tempo. Se però qual-cuno alla Corte dei Conti o al mini-

stero del Tesoro non dovesse essere contentoe soddisfatto della soluzione individuataentro fine luglio si potrebbe tornare alla ca-rica e chiedere la restituzione a rate di quantoin più percepito senza averne diritto.Di certo settembre diventerebbe un mese difuoco. Ad agosto gli scioperi non si fanno: fatroppo caldo e anche i lavoratori vanno inferie. Ma immaginate cosa succederebbe secon l'apertura dei cedolini di fine agosto i 24mila dipendenti comunali scoprissero quellavoce ("salvo conguaglio") in busta paga. Unconguaglio, magari spalmato su quasi un de-cennio, che preleverebbe comunque 200/300euro al mese per far rientrare l'amministra-zione comunale di tutte le anticipazioni inde-bite pregresse.Marino si è lamentano dell'immobilità dellagiunta Alemanno in materia. Vero, verissimo.Però il sindaco con il machete poteva pensarciprima e non attendere maggio 2014 per met-terci la testa. E trovare una soluzione tam-pone ancorché traballante e giuridicamenteaggredibile.La gestione di una multinazionale comeRoma forse dovrebbe imporre anche ai poli-tici di professione un timing preciso. Il pro-blema è che la responsabilità degliamministratori locali è sempre evanescente.Marino gestisce dall'alto del Campidoglio mi-liardi di euro, tanti, tantissimi che neppure unministro può immaginare. Se è vero che anchei ministri combinano pasticci, ci si aspette-rebbe perlomeno una maggiore attenzionealle pratiche urgenti, invece di perdere mesiper l'apertura (parziale), dei Fori Imperiali altraffico pedonale.Una proposta: visto che non si trovano i guar-diani per tenere aperto il Colosseo e la notteperché i consiglieri e assessori comunali nonsi immolano e si mettono a fare gli uscieri aturno? Lo stipendio in fondo lo prendono daRoma e dai Romani, forse sarebbero in gradodi non perdere almeno le chiavi dell'anfiteatroFlavio.... Forse.

SVENTATO IN MODO AVVENTUROSO IL MAXI SCIOPERO DEI "COMUNALES" IL PROBLEMA È SOLO RIMANDATO

La giunta scavalla l’estateMa il “conguaglio” incombe

di Leonardo Giocoli

Sul braccio di ferro per garantire il salario accessorio ai 24mila dipendenti comunali, il sindacoè riuscito ad ottenere dal Tesoro una proroga. Ma la dilazione a fine luglio non esclude che

i dipendenti del Campidoglio debbano restituire a rate la parte eccedente nei prossimi anni. Il rischio è che a settembre gli scioperi ora solo sospesi esplodano con violenza. Bisognava proprio

aspettare maggio 2014 per risolvere una pratica del 2009? Assessori e consiglieri potrebbero almeno farsi perdonare facendo i guardiani a turno per l'apertura notturna del Colosseo

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Hanno ragione quelli del Movimento Cinque Stelle quando allarganole braccia sconsolati e elencano a chi ha voglia di starli ad ascoltarei temi che hanno provato a imporre all'attenzione del Consiglio. C'ètutto, denunce, proposte, dossier, argomentazioni sui grandi e piccoliproblemi della Capitale.Non li ascolta nessuno, nell'aula Giulio Cesare

si pensa ad altro, lasciando che il trust di apprendisti stregoni messo insieme da Marino sorvegliatodai controllori del Pd inventi soluzioni per il bilancio, per la viabilità, per la casa. Restano i granditemi quelli accademici, che dividono e fanno litigare ma non portano da nessuna parte. Consiglieri ditutti i partiti e colori se ne stanno per i fatti propri, a fare finta di elaborare qualcosa, rintanati negliuffici del Gruppi. La politica la fanno con i comunicati, det-tati alle agenzie con cadenza ossessiva, note di commento ri-lanciate in via telematica. Uno straccio di notizia rimbalza,si aggiorna, si modifica, si trasforma in una valanga di ri-sposte e contro risposte, spesso inutili, retorici, imbarazzanti.Sui giornali non finiscono quasi mai, è uno sterile dibattitodi dubbio valore a fini esclusivamente interni. Che gli ufficistampa a capo chino assecondano. La vera comunicazionegli assessori la fanno telefonando ai giornalisti amici, nelleredazioni dei giornali, assicurandosi un giusto risalto. E icronisti comandati in Campidoglio finiscono per capire cosasuccede scorrendo le agenzie sul proprio Ipad.Poi arriva la

"botta" a risvegliare l'ìnteresse collettivo, a riempire i taccuini. Il Comune, è noto, è schierato con ilfronte Raimbow, appoggia dichiaratamente e giustamente la causa dei diritti dei gay. E quando qual-cuno soffia la notizia che la seduta del consiglio straordinaria dedicata all'omofobia è saltata il climasi ravviva, le luci si accendono improvvisamente nei pressi dell'Aula Giulio Cesare. Irma Battaglia eil solito Peciola, vivono la schizofrenia di essere organici alla maggioranza e insieme di essere dueconsiglieri "contro". Per loro è un vulnus inaccettabile, quel dibattito s'ha da fare ad ogni costo. EBattaglia-Peciola contano, le loro urla si sentono. Sel è "scandalizzata" dalla cancellazione, e Sel èimportante, Peciola è nella "cabina di regia", è l'uomo chiave di collegamento con i movimenti per lacasa. I grillini - sempre presenti - sono spettatori attenti e rispettosi. E' un incidente diplomatico di

portata rilevante. Ma come, abbiamo appena allontanato lospettro dello sciopero dei comunales, cadiamo sull'omofobia?Ci vuole la mediazione del vecchio navigatore dell'Aula, ilpluridecorato Panecaldo, anziano, autorevole, abituato a me-diare. Chiederò la con vocazione, assicura, poi tratta con ilpresidente dell'Assemblea Coratti: sorridono, tutto risolto, ilCampidoglio sarà Rainbow dopo le elezioni, seduta straor-dinaria il 27 maggio? Irma Battaglia mastica amaro, avrannoaltro da pensare in quelle giornate, e chissà come sarà andatoil voto. Peciola riavvia il ciuffo e sbuffa, pronto per un altroconfronto.

Cornelius

giovedì 15 maggio 2014 pagina 4PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

Meno male che c'è il PeciolaAULA GIULIO CESARE

“Non è vero che siamo assenti dall’assemblea capitolina” dicono i consiglieri della maggioranza e dell’op-posizione. Vale la pena raccontare un episodio involontariamente comico. Una consigliera della Lista perMarino (taceremo il nome per pietà), incrocia nei pressi dell'Aula un paio di colleghi grillini, quelli che nonmancano a una seduta e li apostrofa: "Ma voi chi siete, che ci fate qui". Evidentemente non li aveva mai no-tati, forse perché non si affaccia troppo spesso in Campidoglio? Sembrava di assistere a quel siparietto cheBrignano racconta spesso in Tv, di quando lo interrogava la professoressa di storia.“Hai studiatoBrignano?”“Ehhhh e che mmochiede! Tutto!”Poi voltandosi verso i compagni con richiesta di aiuto.: …” maquesta chi è?... ma che insegna?”“A storia…” risponde uno dal primo banco.“A storia de chi?”“De tutti”.“ah! Allora vabbè, ne dimo un pezzo per uno….”

Assenteista incallita

IN COPERTINA

IL CENSIMENTO

R oma – Stazione Termini:a mezzanotte i “postiletto” sono tutti assegnatisotto la facciata dell’in-gresso principale. Sui

cartoni sono già stesi e coperti i clo-chard, alcuni già dormono, altri s’in-trattengono per le ultime chiacchiere.In tutto una cinquantina, sparsi lungo i150 metri dell’entrata. E’un’elezione didomicilio a tutti gli effetti. Sul marcia-piede stazionano anche gruppi di bande(criminali?) di varie nazionalità, che os-servano e scrutano l’andirivieni. “Unluogo da vivere”, lo slogan di GrandiStazioni Spa, la società gestrice, nonavrebbe potuto rappresentare al megliola realtà. Cosa sta succedendo alla Ca-pitale? Saltano agli occhi di chi osservatre questioni: degrado, sicurezza e sen-zatetto. Termini è uno snodo centrale diarrivi e partenze da ogni parte d’Italia eda oltreconfine. Una volta i clochard, idisgraziati, i vagabondi sostavano nellavia adiacente, in via Marsala, doveerano in parte tollerati. Oggi lo spec-chio del degrado romano è visibile atutti. Non si tratta, però, della stazion-cina pugliese del film di Sergio Rubini,ma della prima stazione italiana, defi-nita così proprio dall’azienda presie-duta da Mauro Moretti e dall’adGaetano Casertano, per grandezza etraffico e la seconda d'Europa dopo laGare de Paris Nord. Le foto che Il Cor-riere di Roma ha scattato qualchegiorno fa rappresentano esattamente

quanto sia incerta la mano dell’ammini-strazione. E’ ciò che si percepisce. Amarzo scorso, su impulso del comune, èpartito il primo censimento sugli home-

less gestito dalla Fondazione De Bene-detti con 1200 volontari che hannosomministrato interviste, parlato con isenza fissa dimora. I risultati dell’inda-

gine non sono ancora noti a distanza didue mesi. Anche qui, come nel casodegli abusivi del commercio, il centrostorico è però un libro aperto, prontoper essere letto. Le foto che pubbli-chiamo in questo articolo di denunciaevidenziano una città abbandonata a sestessa. I clochard sono in continuo au-mento in tutta Europa. Questo diconole statistiche più recenti. In Italia, i sen-zatetto sarebbero circa 48mila. A Mi-lano il fenomeno è aumentato del 69%rispetto al 2008, senza contare , ovvia-mente, i siriani che in questi giorni dor-mono alla stazione Centrale, quellisono “rifugiati politici”, non apparten-gono alla categoria “barboni”. E poiavranno diritto di voto. Invece i clo-chard non votano, non occupano lecase, sono deboli fisicamente, nonvanno nei cortei a manifestare. Hannosolo bisogno d’aiuto. C’era Marino il giorno dell’affidamentodel progetto censuario dei senza fissadimora. Due mesi fa il sindaco della Ca-pitale dichiarava a tal proposito: «Oltreai numeri, infatti, potremo conoscere lecaratteristiche di un fenomeno in con-tinuo mutamento e aggravato dalla crisieconomica in corso. Sarà così possibilemigliorare la programmazione di poli-tiche sociali e di assistenza mirate ed ef-ficienti sull'intero territorio cittadino».Potremo, faremo, sarà possibile. Ecco illessico preferito dal politico. Noi il cen-simento lo abbiamo consegnato primadella Fondazione De Benedetti.

di Stefania Pascucci

Li abbiamo contati e sommariamente censiti. Basta osservare cosa succede dopo le nove di sera nella stazione più grande d’Italia, seconda in Europa dopo quella di Parigi. A Roma i senzatetto aspettano ancora il programma delle politiche sociali, d’altro canto non sono elettori, non votano.

Con i cartoni sono più di 50 a dormire sdraiati sul marciapiede davanti all’ingresso principale dellastazione. E tornano anche bande di varie nazionalità a presidiare lo scalo ferroviario intitolato a Papa

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Accompagnare Porta Por-tese verso una nuova ri-qualificazione. È uno deiprogetti attivati da Cri-stina Maltese, presidente

del XII Municipio di Roma. Un pro-getto che nasce da una call europea perla valorizzazione di aree urbane e che hatra gli obiettivi non solo il recuperodelle strade ma una chiave urbanisticapiù ampia. Occhi puntati su Porta Por-tese, dunque, ma anche sulla viabilitàche va da Viale Trastevere al fiume. Equello che c’è in mezzo. Sarà una opera-zione maquillage e una mezza rivolu-zione, spiega la Maltese, Porta Portesevedrà trasformare le sue strade ma so-prattutto il mercato domenicale, crocee delizia dei residenti che spesso si tro-vano imprigionati nel caos più totale econ difficoltà di movimento ogni setti-mana. Il mercato verrà infatti riordinato,i banchi sistemati in spazi riservati e nu-merati, ciò che permetterà un maggioredeflusso di tutte le persone che affollanoogni settimana quell’area alle spalle diviale Trastevere, per curiosare e magarifare qualche acquisto a buon prezzo.Intanto sono già iniziati i lavori su queltratto di via Portuense, l’asse principale:lavori necessari e in ogni caso non pro-crastinabili. Verrà rifatto il marciapiede,sistemata la strada e realizzata una pistaciclabile. La presidente Maltese sotto-linea l’importanza di valorizzare le im-prese artigiane con un finanziamento agiovani imprese attraverso l’attivazionedi tirocini. Ciò è stato possibile graziea un tavolo aperto con gli assessori

Marta Leonori e Giovanni Caudo cheha visto il XII Municipio diventar co-protagonista. Il mercato dovrà salire dilivello, insomma, senza perdere quel fa-scino e quella personalità che lo hanno

reso famoso nel mondo. Anche per la ri-qualificazione del mercato è statoaperto uno spazio di concertazione.Non ci si è affidati insomma a qualcunochiedendo una consegna chiavi in mano

entro una certa data. A proposito, finedei lavori entro metà 2015. Sistematavia Portuense si passerà a via Bargonidove è prevista la sostituzione degli im-pianti semaforici e della illuminazione,quindi un restyling omogeneo che con-senta di riconoscere all’area una suaidentità. Fin qui tutto bene ma ancheabbastanza scontato, in linea con le stra-tegie di riqualificazione urbana.Ma laPresidente del XII Municipio ha ancheun’altra ambizione, accolta da Caudo eLeonori: quella di riportare in vita l’artedei biciclettai e di conseguenza di riqua-lificare il Clivio Portuense. E’ un’idearomantica e di sicuro appeal. Ovvia-mente l’intera operazione suscita spe-ranze, aspettative e appetiti. Si lavora insinergia con i comitati di quartiere, chehanno interesse che l’area di Porta Por-tese e dintorni smetta di avere una seriedi problemi simili a quelli di quartieri

più periferici della Capitale. Lo spettrodel degrado incombe su una zona piut-tosto ampia e per raddrizzare la situa-zione e rendere il quadro omogeneosarebbe necessario estendere la qualifi-cazione il più possibile. L’asse che va daPorta Portese al Tevere non è compresonel prezzo, ma c’è una speranza: quellache la Matese riesca a sensibilizzare lacommissione capitolina affinché colgal’importanza di questo progetto. Intantosi va avanti, i residenti vedono una pro-spettiva, il popolo delle bancarelle an-cora non sembra aver capito bene sel’idea di rimettere tutto in ordine sia unvantaggio o uno svantaggio. Il pubblicodegli affezionati soffrirà un po’ di nostal-gia. Poi farà l’abitudine alla nuova PortaPortese. E la presidente, che segue passopasso il progetto studiando ponderosedocumentazioni, cercherà altre aree darimettere in sesto.

giovedì 15 maggio 2014 pagina 5 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

L’INTERVENTO

L’anniversario che ricorda lastrage di Via Fani, con il rapi-mento e la prigionia, nonché in-fine l'uccisione di Aldo Moro,costituisce sempre l'occasione

per un esame più o meno approfondito delpensiero e dell'opera dello statista pugliese.Sebbene in tono minore rispetto ad altre pas-sate ricorrenze, questa volta le celebrazionihanno comunque rinfrescato alcuni interro-gativi mai sopiti. Da voci autorevoli è venutol'invito a non abbassare la guardia nella bat-taglia per la verità su uno degli episodi piùgravi - o forse in assoluto il più grave - che laRepubblica abbia conosciuto a partire daldopoguerra. L'auspicio è che si proceda spe-ditamente alla costituzione in piena regoladella nuova e già deliberata commissioneparlamentare d'inchiesta. In questo caso,però, si rende necessario ottenere la dese-cretazione di carte e documenti finora man-tenuti riservati: il governo, in sostanza, devefare un passo in avanti togliendo i divieti fi-nora opposti con il ricorso al segreto di Stato.Fortunatamente la figura di Moro non è ca-duta nell'oblio; anzi, a ben vedere, qualcosadi nuovo inizia a profilarsi nello studio sulruolo e le attività che egli ha svolto in campo

politico e istituzionale. Andrebbe quindi svi-luppata, di più e meglio, l'analisi della sua for-mazione giovanile all'internodell'associazionismo cattolico, come pure ilsuo impegno intellettuale e giornalistico, adesempio sulle colonne del settimanale ba-rese "La Rassegna" (1943-1945). Prima del-l'ingresso nelle file della Democraziacristiana, egli aveva mostrato particolare at-tenzione ai problemi legati alla difficile ri-presa dell'attività democratica nel Meridione.Moro coglieva nel rigurgito antipolitico divasti strati sociali la diffidenza verso la per-vicace diffusione di metodi burocratici e au-toritari con i quali i partiti, ciascuno con ilproprio impianto ideologico e programma-tico, cercavano d'imporsi sulla scena pub-blica. Per parte sua ne era altrettantoinfastidito, come oggi, per così dire, lo po-trebbe essere chiunque avverta un senti-mento di estraneità rispetto alla confusioneche avvolge e deprime la dialettica democra-tica. È in questa intransigenza etica e politicache risiede il fascino, ancora attuale, dellaposizione morotea: nulla si capirebbe dellostile inconfondibile dell'uomo e dello statistase non andassimo alla radice della suaprima definizione, a contatto con le profonde

inquietudini della società del tempo, di unpensiero critico, esigente e combattivo. Un'altro tassello andrebbe aggiunto in que-sta possibile rimeditazione della sua figuradi politico. Nel 1964, arrivato da poco allaguida del governo, sente il bisogno dopo unviaggio ufficiale in Gran Bretagna di inoltrareuna breve lettera ad alcuni amministratori lo-cali con la documentazione relativa allaesperienza delle New Town inglesi. ScriveMoro: “Poiché i problemi urbanistici dellegrandi città sono fondamentalmente glistessi, ho pensato che potrebbe essere diqualche interesse, per i competenti servizi di[zona, ndr], prendere visione della documen-tazione che mi è stata data a Harlow e chequi accludo". Il Sindaco di Roma, Americo Petrucci, tra idestinatari della missiva al pari del Presi-dente della Provincia di Milano e del Sindacodi Torino, risponde con un biglietto di ringra-ziamento. Non ci sono sviluppi, né da unaparte né dall'altra, come se lo scambio dinote mancasse di un retrostante motivo distimolo in ordine a nuovi piani d'intervento. IlCampidoglio aveva finalmente adottato il suoPiano Regolatore, senza dubbio il più ambi-zioso e complesso tra quelli messi in atto nel

secolo ventesimo. In ogni caso, ferme re-stando le linee del Piano, il modello delleNew Town non rientrava nella programma-zione della Capitale e del suo hinterland. Daquesto, anzitutto, si può dedurre il perchéfosse destinato a rimanere sterile il dialogotra Campidoglio e Palazzo Chigi.Ad ogni buon conto non è da sminuire ilsenso e la portata della sortita del Presi-dente del Consiglio. L'anno prima, in qualitàdi segretario del Partito, aveva bloccato lacontestata riforma urbanistica del MinistroSullo, uomo di punta della sinistra democri-stiana; riforma che invece, in armonia con lalegislazione dei Paesi europei più avanzati,avrebbe potuto arrestare la crescita disordi-nata delle nostre città grazie all'introduzionedi un meccanismo di controllo pubblico sullearee edificabili. A ridosso della competizioneelettorale, una violenta campagna di stampacontro la presunta minaccia alla proprietàdella casa, alimentata dalla destra econo-mica e dai beneficiari della rendita fondiaria,dava altro filo da torcere al principale partitodi governo e gettava molta sabbia negli in-granaggi del nascente centro-sinistra. Troppeinsidie e troppe ambiguità: si bloccò tutto,come è noto, con grande soddisfazione di

proprietari ter-rieri, speculatorie palazzinari.Ecco allora ladomanda conclusiva: perché Moro, dopoaver visto quel progetto di nuovo insedia-mento alla periferia di Londra, ne fa oggettodi comunicazione con alcuni amministratorilocali? È probabile che avesse desiderio -perché no? - di riaprire un confronto sulla de-licata questione dello sviluppo urbanisticoitaliano. Non si spiega diversamente questachiara ricerca di dialogo. Sebbene archiviata,la riforma elaborata da Fiorentino Sullo ob-bligava a riprendere i fili di una discussionegravida di conseguenze per il futuro: non erafacile, ma bisognava battere un colpo. De-bole o fuori tempo, senza nemmeno una cor-nice politica adeguata, questo colpo nonmancò. Forse era necessario rilanciare dalbasso, azionando la leva delle autonomie lo-cali, la pur garbata e prudentissima solleci-tazione del leader di governo. E questo nonavvenne.

di Lucio D'Ubaldo*

* ex Senatore, Consigliere Municipio I

Roma Centro (Lista Marchini)

Aldo Moro dinanzi al problema dei palazzinari

Operazione Porta Portese, partitaENTRO IL 2015 CAMBIERÀ FACCIA L'INTERA AREA. NUOVO ORDINE PER IL MERCATINOSCENARI

di Francesco Vitale

Fausto, romano e residente in ViaPortuense, da oltre 40 anni va a pas-seggio ogni domenica a Porta Por-

tese. Non compra mai nulla, ma “si diverte”a vedere turisti e romani che scelgono qual-che vestito a basso costo delle passate col-lezioni o imitazioni delle grandi marche.Per lui quel luogo identifica la capitale: siricorda quando da piccolo, dopo la messa,i genitori lo portavano lì; era un momentodi svago, di relax e spesso anche di socializ-zazione. Ricorda che poco più che adole-

scente, a Porta Portese ha comprato la suaprima bicicletta per poche decine di lire. Eammette di averla ancora quella bicicletta.Fausto è convinto che questa immaginedomenicale, tra la polizia e i vigili che con-trollano, i mendicanti al centro della strada,i borseggiatori che sgusciano tra la gente, lepersone cariche di buste, i turisti spaesati edivertiti e i negozianti urlanti, con la riqua-lificazione del quartiere possa sparirequell’atmosfera caotica ma allegra.Gennaro è un napoletano, da sette anni

ogni sabato notte parte dal capoluogo cam-pano per arrivare a Roma alle prime lucidell’alba, montare la bancarella per poi ri-partire alla domenica pomeriggio. Colpisceil cartello: MANICOMIO TUTTO A UNEURO. Vende oggetti di ferramenta maanche casalinghi (dall’imbuto ai filtri per lecaffettiere). Vende anche CD e DVD “orig-ginali” (con la doppia g, c’è scritto sul car-tello). Per il venditore, poco più chetrentenne, la riqualificazione del mercatino,significherà sicuramente la perdita del la-

voro, perché in futuro non ci sarà posto pertutti. “C’è chi chi dopo un furto in casa – af-ferma Gennaro - ha giurato di aver trovatodei suoi oggetti in vendita su quei ban-chetti, la domenica successiva. Ma sicura-mente non sono solo i ladri a fare affari. C’èanche molta altra gente onesta”.Anche soltanto trovarsi in mezzo a tanto

oggetti particolari tutti nello stesso posto,fa un certo effetto. Un effetto che, pur a van-taggio di un maggiore ordine e decoro, i ro-mani e i turisti non troveranno più.

Nostalgia per un mercato che non sarà più come primaCONTROCANTO/ RESIDENTI E AMBULANTI, C'È CHI FRENA

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Page 7: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 16 MAGGIO 2014

giovedì 15 maggio 2014 pagina 7 CRONACHE IlCORRIEREDIROMA

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Ne muoiono cin-que al giorno inItalia, a Roma ilfenomeno sta al-largandosi. L'edi-

cola è come la farmacia, unpunto di riferimento immediato,sicuro. Se viene a mancare te neaccorgi subito. Quelle edicolenude, sbarrate, coperte degli sca-rabocchi dei Writers metropoli-tani sono inquietanti. Lerivendite di giornali hanno sem-pre avuto una importanza parti-colare, nel tessuto urbano. Ora cisi rende conto che qualcosa digrave sta succedendo. Molti gior-nalai chiudono, si arrendono. Èsemplicemente una conseguenzadella crisi economica? Forse l'av-vento del web le ha rese definiti-vamente obsolete? Oppure c'èdell'altro? La percentuale perogni "pezzo" venduto è di 11.60,venti centesimi per quotidiano.Gli editori non investono, di pro-dotti che tirano che fanno cas-setta non ce ne sono più, e ilmargine per l'edicolante diventainesistente. Dodici ore al giornoin gabbia per niente, alla fineuno si arrende. E non gli suben-tra nessuno, e nessuno si comprail gabbiotto (150-200mila euro).

Sono sempre meno aresistere. Una delibera(contestata) consenteagli edicolanti romanidi esporre e vendereanche un certo tipo diprodotti alimentari, c'èchi vende prodotti daufficio, chi fa i fax e lefotocopie, chi ricaricai cellulari. Ci si inge-gna ma non basta. Enon tutti hanno lamentalità dei commer-cianti. Gli italiani leg-gono sempre meno,ma non è questo ilpunto. Ne parliamoconLo abbiamo do-mandato a Errigo Ian-nelli, segretarioprovinciale delSI.NA.G.I. (il sinda-cato nazionale deigiornalai d'Italia).

Edicole addio, l'al-larme è giustificato?Sì. L'allarme c'è, anchese ancora contenuto.Ma è prevedibile unpeggioramento grave,tale da non sapere oggicome sarà la situa-zione dopo l'estate.Perché le edicolechiudono?Per diversi motivi: ilprimo è la situazionegenerale del paese. Lapopolazione ha menodisponibilità econo-miche e perciò tagliaquelle spese che consi-dera superflue: in pri-mis la lettura. Ilsecondo è la crisi spe-cifica dell'editoria, cheha costretto a chiuderealcune testate stori-che, e spesso porta a

“riciclare” (rivendere) riviste vec-chie.

Cosa si può fare per inver-tire la tendenza?

Ognuno deve fare la propriaparte: il governo, gli editori... Unasperanza è quella dell'informatiz-zazione: spostarsi in rete e am-pliare i servizi. Occorrerebbe unalegge, ma per via della situazionepolitica non possiamo aspettarciniente a riguardo.

E gli edicolanti cosa pos-sono fare?

Gli edicolanti non hanno moltepossibilità. Al massimo possonotenere le edicole aperte più alungo, ma anche quella è unaspesa.

Perché non fanno tutticosì? Perché alcune edi-cole sono sempre aperte,mentre altre magari lavo-rano solo mezza giornata?

Sempre per motivi economici. Leedicole aperte sono spesso quellein centro: offrono servizi ai turistiche permettono di lavorare piùore. Ma i giornalai che fannomezza giornata gestiscono l'edi-cola da soli e non hanno possibi-lità di stipendiare altro personale.Fanno due conti e vedono chenon conviene restare aperti.

IL GIORNALAIO È COME IL FARMACISTA, UN PRESIDIOPER LA COLLETTIVITÀCOSE NON DETTE

Stanno morendo le edicolee nessuno muove un dito

di Francesco Vitali Rosati

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LazioLaziola

del

anitàSSNUMERO 16 ANNO LXVII GIOVEDI 15 MAGGIO 2014

L’EDITORIALEIl cittadino si rassegni,ciò che conta in sanitàè solo il controllo del potere

a pagina 11

DIRITTO DI REPLICA

a pagina 13

Neonatologia al S.Giovanni,nuovo reparto e nuove incubatrici

L'ennesimo bluff di Zingaretti

a pagina 12

Basta girare per la città e vedere il ritratto delMinistro della Salute Beatrice Lorenzin chesovrasta i mezzi pubblici dell’Atac con unapubblicità elettorale sicuramente dispen-diosa. Legittima la pubblicità elettorale ma

non si può e non si deve trasformare il Ministero dellaSanità in ufficio elettorale ad personam. Se fosse acca-duto in una campagna elettorale dell’ex Ministro dellaSalute Francesco Storace si sarebbe scatenato il fini-mondo. Ciò non avviene per la Lorenzin, già super spon-sorizzata da Paolo Bonaiuti poi da Angelino Alfano edinfine da “Re” Giorgio Napolitano. Si mormora nei pa-lazzi della politica italiana che, quando Renzi formò ilGoverno dopo l’uscita di Enrico Letta, Napolitano abbiainserito il nome di Beatrice tra i quattro ministri consi-

gliati dal Colle del Quirinale. Della sanità sicuramentel’attuale Ministro della Salute non conosce né i meccani-smi né le regole, al punto di far rimpiangere agli operatoriRosi Bindi, ed è tutto dire. Nel caos imperante del quadrante laziale intanto emer-gono alcune situazioni particolarmente allarmanti. Comequella del rinvio dell’arrivo del nuovo Direttore Generaledel San Camillo Forlanini D’Urso, con relativa prorogadel manager uscente Morrone che è più all’estero che nellasua struttura aziendale. È un caso strano quello delgrande ospedale di Monteverde. Mentre si ritarda il “cam-bio della guardia” tra Morrone e D’Urso, sembra che siain arrivo il dott. Alessandro Cipolla, ben noto alle crona-che per essere il funzionario che presiedeva il concorsodell’ex coniuge. Qell funzionario salvato proprio da Zin-

garetti che, rispondendo ad una interrogazione del Capo-gruppo di Forza Italia alla Pisana Luca Gramazio, di-chiarava legittima la presenza di Cipolla in commissionevisto che la candidata-moglie era separata legalmente.Non è tutto chiaro e trasparente, da quel punto di vista.Comunque si dice e si mormora, nei corridoi dell’aziendaospedaliera che Alessandro Cipolla potrebbe arrivarecome nuovo Direttore Amministrativo. Quel Cipolla cheaspirava a diventare Direttore Generale dell’azienda inoggetto, ma fu fatto fuori dal famoso “concorsone”. Unpasticciaccio brutto, ma il personaggio è sicuramente pro-tetto dalla ex moglie, che grazie a quel concorso è diven-tata potente al nono piano del palazzo della Regione avia Raimondi Garibaldi. Così va il mondo.

Il Corvo

Se il ministero della Sanità diventa ufficio elettorale

L'ennesimo bluff di Zingaretti

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giovedì 15 maggio 2014 pagina 10Laziola delSSanità Lazio LA MAPPA DEL POTERE

Asl Roma A CENTRO STORICODirettore Generale Camillo RiccioniDirettore sanitario Barbara GiudiceandreaDirettore Amministrativo Alessandro Moretti

Asl Roma B CENTRO STORICODirettore Generale VITALIANO DE SALAZAR

Direttore sanitario Concetto Saffioti ffDirettore Amministrativo S. Cenciarelli

Asl Roma C EUR E DINTORNIDirettore Generale CARLO SAITTO

Direttore sanitario Marina CapassoDirettore Amministrativo Silvia Cavalli

Asl Roma D DA TRASTEVERE A OSTIADirettore Generale Vincenzo PanellaDirettore sanitario Vittorio Chinni ff (in scadenza)

Direttore Amministrativo Alessandro Cipolla

Asl Roma E DAL VATICANO A BRACCIANODirettore Generale Angelo TaneseDirettore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Velardi

Asl Roma F CIVITAVECCHIADirettore Generale Giuseppe QuintavalleDirettore sanitario Francesca Milito Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea

Asl Roma G TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACODirettore Generale GIUSEPPE CAROLI

Direttore sanitario Federico GuerrieroDirettore Amministrativo Daniele Aguzzi

Asl Roma H CASTELLI, ANZIO, NETTUNODirettore Generale FABRIZIO D’ALBA

Direttore sanitario Narciso MostardaDirettore Amministrativo Francesca Merli

Asl ViterboDirettore Generale LUIGI MACCHITELLA (COMM. STRAORD.)

Direttore sanitario Patrizia ChierchiniDirettore Amministrativo Daniela Donetti (in scadenza)

Asl FrosinoneDirettore Generale ISABELLA MASTROBUONO

Direttore sanitario Roberto TestaDirettore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini

Asl LatinaDirettore Generale MICHELE CAPOROSSI

Direttore sanitario Alfredo CordoniDirettore Amministrativo Vania Rado

CommissarioFacente funzioneA rischio?VacanteIn uscita a

LEGENDA

Non si muove foglia, ne riparliamo a giugno

Z ingaretti evidentemente è distratto dalla campagna elettorale.Oppure, all’incontrario, proprio perché c’è da pensare alle Euro-pee tiene tutto nel freezer. Il risultato è che le criticità nelle fi-

gure-chiave della politica sanitaria laziale restano in attesa di tempimigliori. Come la scandalosa situazione del S.Camillo Forlanini, riaffi-data a Morrone vista la latitanza del nuovo dg designato. Poco chiarala situazione ancora al S. Filippo Neri e in parte al S.Andrea. Moiranoresterà sul serio a gestire due Irccs? Ne cambierà i vertici? E Macchi-tella che fa? Tutto fermo, se ne parla a giugno.

San Giovanni AddolorataDirettore Generale ILDE COIRO

Direttore sanitario Stefano Pompili Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Sant’AndreaDirettore Generale Egisto Bianconi Direttore sanitario Francesco Stella ffDirettore Amministrativo Angelo Scozzafava

San Filippo NeriCommissario Filippo Sommella Direttore sanitario Patrizia Magrini ffDirettore Amministrativo Manuel Festuccia ff

San Camillo ForlaniniDirettore Generale Aldo MorroneDirettore sanitario Caterina Elisabetta Amoddeo ffDirettore Amministrativo Rossana Direnzo

Policlinico Universitario Umberto IDirettore Generale Domenico AlessioDirettore sanitario Amalia AlloccaDirettore Amministrativo Marta Branca

IfoDirettore Generale Fulvio Moirano (COMM. STRAORD.)

Direttore sanitario Marina CerimeleDirettore Amministrativo Giorgio Marianetti

AZIENDE OSPEDALIERE

Asl RietiDirettore Generale Laura FigorilliDirettore sanitario Marilina ColomboDirettore Amministrativo Maurizio Greco

SpallanzaniDirettore Generale Fulvio Moirano (COMM. STRAORD.)

Direttore sanitario Andrea Antinori ffDirettore Amministrativo Lorella Mengarelli

Ares 118Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI

Direttore sanitario Domenico Antonio IentileDirettore Amministrativo Francesco Malatesta

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giovedì 15 maggio 2014 pagina 11 Laziola delSSanità LazioPRIMO PIANO

Il cittadino si rassegni, ciò che conta in sanità è solo il controllo del potere

L’EDITORIALE

ORSINO

S dellail

CHI SALEdall’alto Davide Barillari, Aldo Morronee Ilde Coiro

CHI SCENDEdal basso Alessio D’Amato,Teresa Petrangolini e Maria Paola Corradi

Ci sono le elezioni, per carità, mettiamo da parte i problemi

Sono tempi cupi, la sa-nità laziale è semprealle corde, ma è un

periodo in cui meno se neparla e meglio è. Ci sono leelezioni, i tagli e i problemidevono finire sullo sfondo.Zingaretti ha altro da fareche pensare ai malati.Calma piatta. Sul piano ge-nerale si muove solo comeun bulldozer il grillino Da-

vide Barillari, di altri, come la manager delS.Giovanni Addolorata Ilde Coiro e quella diFrosinone Isabella Mastrobuono, si notanoi fatti sottotraccia, goccia dopo goccia. Qual-che intervento qua e là, senza tanta pubbli-cità. Si muove la dg di Rieti, Laura Figurilli,porta la croce con molta dignità Aldo Mor-rone, rimasto signorilmente a tappare il bucoal S.Camillo. È sparito invece Vitaliano De Sa-lazar dopo il ciclone provette scambiate alPertini. Le attività si vedono anche scorrendoi siti aziendali. Alcuni sono sciatti e trasandati,incomprensibili al comune utente. Ma la cosa

pare non interessi a nessuno. Si è svegliata laTeresa Petrangolini, con una iniziativa e unainterrogazione. Non l’ha filata nessuno. Belli itempi della denuncia, del Tribunale del Ma-lato, di Cittadinanza Attiva. Eppure da denun-ciare c’è, e parecchio. Una volta lo faceval’opposizione, oggi lo fa Assotutela di Mari-tato, pronto ad inserirsi in ogni varco e a de-nunciare le cose che non vanno. La politicainvece è sparita, qualche dichiarazione qua elà, ma niente di più. Comincia a diventare ma-teria che scotta, la sanità, con la direttivadelle strutture sotto i sessanta posti letto chedevono chiudere e i tagli degli ospedali minorimeglio non affrontare gli amministratori infe-rociti. Escono poco i sindacati, le associazionidatoriali e di categoria fanno poco chiasso esu tante cose è meglio mettere la sordina. Igiornali si accodano, si adeguano. Liste d’at-tesa? Un disastro, ma alla Pisana si deve par-lare d’altro. Il responsabile della cabina diregina Alessio D’Amato è desapareicido,forse ha altri problemi. E l’Ares 118? Anche lanuova manager, Maria Paola Corradi, nonsembra particolarmente tonica.

Nel panorama della sanitàlaziale ci sono tante ec-cellenze, lo dicono tutti.Ci sono donne e uominidi altissimo profilo in

tutti i quadranti, in tutti i ruoli. Eppurele cose non funzionano, eppure le cosevanno a rotoli. Non si può incolparegenericamente il sistema di questo di-sastro ci sono delle responsabilità pre-cise, delle sacche di resistenza al buongoverno, al buon senso, alla corret-tezza, c’è qualcosa che non funzionanel manico. Le decisioni, le scelte, lestrategie sono mediamente appannag-gio di persone non all’altezza, o non lu-cide, o portatrici di interessi nondirettamente legati all’utenza, ai citta-dini. Se poi arriva anche la salute e ilbenessere di tutti meglio, ma a voltesembra sia un effetto collaterale. È unoscollamento tra chi dovrebbe pensarela sanità e la realtà verso la quale ogniazione è diretta che fa riflettere. Ag-ghiacciante. Parlando con diversi diret-

tori generali si ha la sensazione che lesoluzioni siano lì, a portata di mano. Sisentono fare discorsi ragionevoli, lo-gici, lineari. Tutto mira al risultato, alrisparmio, ad un futuro migliore. Mac’è un passaggio, un imbuto, al terminedel quale ogni buona intenzione si an-nacqua e finisce per confondersi conuna brodaglia indefinibile. Tutto ral-lenta, fino a fermarsi. Emergono distin-guo, lacci e lacciuoli burocratici, gliinteressi. Il profitto, l’utile (se si puòdire) non viene dalla soluzione dei pro-blemi dei cittadini (Rsa, liste d’attesa,pronto soccorso efficienti) ma da altrevariabili per lo più incomprensibili achi è fuori dai giochi e dal recinto. Inuna gestione familiare del bilancio,delle attività si baderebbe al sodo. Sispende quello che si può, si risparmiadove è possibile, si cerca di indirizzaregli sforzi verso obiettivi realizzabili.Con questa architettura organizzativadella sanità regionale le cose vanno intutt’altro modo. Non c’è più una lira,quindi non si tratta più di mazzette, tan-genti e cose simili. Ci sono però inte-ressi da assecondare, equilibri damantenere, appetiti da soddisfare. C’èil controllo del potere da mantenere,soprattutto, ad ogni costo. E quandouna cosa non si può o non si riesce afare, basta alzare il tappeto e buttaretutto sotto. Ci penseranno altri. Zingaretti ha pas-sato mesi a promettere, ad oggi ha com-binato poco o niente. Per dare ossigenoal sistema sanitario regionale sono statiliberati dei soldi, troppo pochi e distri-buiti senza logica. In compenso le pro-messe non sono state mantenute e iltessuto di infrastrutture sanitarie mi-nori è stato sbriciolato spesso senza unalogica. C’è un sub commissario gover-nativo a vigilare, per fortuna. Ma anchelui si è visto poco.

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Page 12: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 16 MAGGIO 2014

Barillari contro Zinga-retti, è una sfida mor-tale. Il consigliereregionale del Movi-mento Cinque Stelle

ha deciso di svelare il bluff dellapolitica sanitaria del Governatoree ci sta riuscendo. Con caparbietà,determinazione. Come in occa-sione del blitz alla casa della Salutedi Sezze. Al secondo tentativo,mercoledì 14 maggio Davide Baril-lari ha fatto centro. Se non è unastruttura fantasma poco ci manca,i conti e le dichiarazioni di Zinga-retti non sembrano trovare fonda-mento. Non c’è niente da fare: lì iservizi millantati dal presidentenon esistono, e quel che c'è nonfunziona. Le immagini sono deso-lanti e raccapriccianti. Il cancellod’ingresso è aperto. Dentro prati-camente il deserto. C’è una signoraalla cassa del Cup, ma dopo circaun’ora chiude tutto e va via. Tantonon c'è nessuno. I responsabilidella struttura, avvisati, si precipi-tano da Latina per raggiungere gli

incursori grillini. Ma non serve.Tutti gli uffici di segreteria e ammi-nistrativi sono chiusi. A piantonarel'interno ci sono solo un infer-miere e un portantino. L’accessoagli atti della Asl conferma d'altraparte che la Casa della Salute diSezze è ancora un vero e propriocantiere: ci vorrà oltre un annoprima che qualcosa possa iniziare

a funzionare sul serio. Pratica-mente un bluff. Appunto. E i re-sponsabili non possono fare ameno di negare l’evidenza: nel pro-tocollo d’intesa stato firmato traAsl e Regione viene indicata lascadenza dei lavori a giugno 2015.La denuncia era partita già alcunigiorni prima quando lo stesso Ba-rillari, sentitosi male dopo una ma-

nifestazione ad Aprilia, aveva di-chiarato su Facebook di aver tro-vato il portone della Casa dellaSalute chiuso con un lucchetto.“Ha sbagliato porta”, replicava laRegione. Ma alcuni giovani cheerano appoggiati a quel cancelloavrebbero confermato che quellastruttura è stata aperta solo ilgiorno dell'inaugurazione. Poibasta. Forseesageravano, ma nontroppo. Sul suo profilo Facebook ilconsigliere regionale pentastellatoaveva sostenuto che le Case dellasalute, come quella di Sezze, sono

balle elettorali firmate Pd.Solo annunci spot. Barillariinoltre aveva pubblicatodue foto. Una di Zingarettidavanti all’ingresso dellaCasa della salute di Sezze, ilgiorno dell’inaugurazione,e un’altra scattata da lui da-vanti all’ingresso dellastruttura chiuso, per mo-strare che non aveva sba-gliato porta ma chel’ingresso era lo stesso. Unaguerra dichiarata, un brac-

cio di ferro che continua.I dati, in ogni caso, sono imbaraz-

zanti. Dal giorno dell’inaugura-zione a oggi, solo 16 posti lettosono attrezzati, c'è un infermiere diuna cooperativa che ha il compitodi gestire il tutto. In due mesihanno ricoverato 7 persone, su unbacino di utenti di oltre diecimilapersone. C'è stato un investimentodi 800 mila euro per adeguare lastruttura. Per ora soldi spesi deci-samente male. La popolazione diSezze alza le spalle: loro nemmenola conoscono la Casa della Salute.

giovedì 15 maggio 2014 pagina 12Laziola delSSanità Lazio CRONACHE

BLITZ DEL GRILLINO BARILLARI ALLA STRUTTURA DI SEZZEIL FATTO

Casa della Salute, scatola vuotaÈ l’ennesimo bluff di Zingaretti

Sembra di essere agli studios di Cinecittà. Lafacciata dipinta a nuovo, i cartelli con unabella scritta, ma dentro non è cambiato

quasi nulla. Tranne una ritinteggiata alle pareti equalche cartello. I servizi che c’erano prima ci sonooggi, quelli che mancavano e che caratterizzanouna Casa della Salute, così come ha dichiarato ilpresidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti,“ancora non ci sono”. Come dimostrano eloquen-temente le foto al Pua ci sono le sedie sulle scriva-nie, e dietro la facciata, proprio come su un setcinematografico, lastruttura cade a pezzi. Il repartodi degenza infermieristica e di là da venire, l’am-bulatorio odontoiatrico, al momento, ha soltantouna sedia attrezzata al centro di una stanza. Le pro-vette per le analisi cliniche vengono portate al-l’ospedale di Frascati. Come conferma sconsolatouno dei medici di famiglia “ci siamo solo noi e iservizi sono quelli che c’erano prima”. Addirittura in quella che dovrebbe essere la Casadella Salute ci sono dei tetti in Eternit. Così i cit-tadini che vorranno usufruire dei servizi dellastruttura rischieranno di venire a contatto anchecon l’amianto. Altro che Casa della Salute.

LA CASA DELLA SALUTE DI ROCCA PRIORA INAUGURATA IL 23 APRILE

Aperta, ma non funziona

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N eonato mortoal San Gio-vanni. Un ver-bale accusal’Ospedale” ,

scrive l’autorevole Corrieredella Sera, ed è l’ennesimo“caso” che coinvolge il grandeospedale romano. “Le incuba-trici sono obsolete e hanno lebilance rotte. Salute dei neo-nati a rischio”, rincara la dose ilgiornale. Ce n’è abbastanza persollevare un polverone, ma ildirettore generale dell’AziendaIlde Coiro (insediata da pochimesi) non ci sta e ribatte astretto giro di posta che l’impo-stazione del giornale stravolgecompletamente il senso dellanotizia legata alla relazione diuna commissione interna re-datta due anni fa nei giorni im-mediatamente successivi allamorte di Marcus, bimbo prema-turo deceduto per uno scambiodi flaconi. Ci sono otto mediciindagati per quell’episodio. Manon c’è dubbio che l’articolo in-generi nel lettore il dubbio chele condizioni odierne di quelreparto siano quelle rilevatedalla commissione. “Innanzi-tutto il documento cui si fa rife-rimento è stato l’atto conclusivodi una indagine interna che“non ha accusato” l’Ospedale,bensì evidenziato problemati-che allora presenti all’internodella UOC Neonatologia, af-frontate e risolte per fornire as-sistenza in linea con standard di

eccellenza - spiega la Coiro-Dall’indagine non sono emersedisfunzioni tali da far conside-rare a rischio l’assistenza o farprendere in considerazionel’adozione di provvedimentidrastici.”L’Azienda ha conseguente-mente adottato una serie diprovvedimenti riguardanti la

logistica gestionale del Re-parto, nonché la consistenzaquantitativa e qualitativa dellerisorse tecnologiche ed umane- afferma la manager del S.Gio-vanni - e li elenca: è stata realiz-zata la nuova sede del Repartoche occupa una superficie 750metri quadrati nel Corpo D(piano terra) del presidio ospe-

daliero S.Giovannidove, secondo leprevisioni, sarannotrasferite le attività

entro il mese di giugno. Ilnuovo Reparto utilizzerà inmaniera più razionale gli spazie consentirà di avere miglioricondizioni di lavoro per il per-sonale, migliori percorsi in-terni ed esterni e miglioreaccessibilità dei parenti dei ri-coverati; ancora, sono state ac-quisite 16 nuove incubatrici di

ultima generazione. le prime 11già consegnate e collaudate sa-ranno attive dal prossimo mesenel nuovo reparto. Le altre 12incubatrici ancora presenti nelReparto, di cui 3 da trasporto,acquistate nel periodo com-preso tra il 1999 e il 2005 (5),sono e sono state sempre og-getto di periodiche verifichemanutentive del Servizio di In-gegneria Clinica aziendale e

della ditta costruttrice.L’ultima verifica è del 10aprile scorso. Uno scena-rio, insomma, ben di-verso da quello dato inpasto - senza una media-zione critica - ai lettoriromani.Il S. Giovanni, peraltro,ha chiesto alla Regionederoghe al blocco delleassunzioni per 2 MediciNeonatologi per l’anno2013, ricevendo l’autoriz-zazione per una sola unità(assunta dal mese di

marzo 2014) e ha richiesto ana-loga deroga anche quest’anno.Infine, si legge in una nota delladirezione generale dell’Ospe-dale, “è stato effettuato unAudit clinico sull’evento oc-corso con la partecipazione delpersonale del Reparto per la ri-valutazione delle procedure edelle modalità di erogazionedell’assistenza”. L’indicazione èchiara, quegli errori - se errorici sono stati - difficilmente si ri-peteranno.

giovedì 15 maggio 2014 pagina 13 Laziola delSSanità LazioCRONACHE

LA DIREZIONE GENERALE DELL'AZIENDA OSPEDALIERA INTERVIENE DOPO GLI ARTICOLI SU UNA VICENDA DEL 2012DIRITTO DI REPLICA

Neonatologia al S.Giovanni,nuovo reparto

e nuove incubatricidi Francesco Vitale

Nel giorno della Festa dell’Europalo scorso 9 maggio, le parole delpremier Matteo Renzi sull’aper-

tura dell’Italia alla “crescita e occupa-zione come valori costitutividell’Unione” non possono che trovareil consenso dei lavoratori e di chi di-fende i loro diritti: rimane però il fattoche oggi il nostro Paese risulta al primoposto per numero di condanne di infra-zione rispetto al diritto comunitario,con 250mila euro di multa al giornocomminati per la bellezza di 114 pro-cedure Ue non rispettate. “È un’emer-genza che ci costa centinaia di milioni”,ha scritto solo quattro giorni fa il quoti-diano La Repubblica. Tanto è vero che“siamo ultimi per il rispetto il livello diillegalità nel rispetto delle regole co-muni ai 28 paesi dell’Unione”.Se da una parte, nel nostro Paese a pa-role si chiede di esaudire quelle chesono le direttive europee, anche sul-l’occupazione, dall’altra, sul piano pra-tico, si continua ad eludere in modosistematico quanto indicato del-l’Unione. Con il risultato che questocomportamento danneggia le cassedello Stato italiano e pure il bilancio co-munitario.I dati più aggiornati sui precari dellaPubblica amministrazione, emessi direcente dalla Ragioneria Generaledello Stato, indicano che sono quasi

310mila le unità di personale a tempodeterminato: quasi la metà apparten-gono alla scuola, oltre 140mila, poi visono 167mila precari in forza ad altricomparti (con presenze maggiori nelleRegioni ed autonomie locali, quasi

53mila posti, e nelle forze armate, oltre39mila). Lo studio nazionale ha anchedimostrato che nella scuola, dove si as-sume pochissimo rispetto al numero diposti vacanti (125mila) e all’enormemole di precari vincitori di concorso,

pubblico o riservato (oltre 300mila), laspesa per i supplenti è passata in cin-que anni da 512,69 milioni di euro a861,10 milioni di euro, con un incre-mento del 68%.“È giunto il momento – dice Marcello

Pacifico, presidente Anief e segretarioorganizzativo Confedir – di stabilizzarequesti precari. Altrimenti i buoni auspicisull’incremento dell’occupazione siperderebbero nel nulla. Nella scuolaquesta situazione di blocco potrebbeessere rimossa entro l’anno dalla Cortedi Giustizia Europea: che metterebbecosì la parola fine sulla questione sullacompatibilità della normativa italiana,avallata con la Legge 106/2011, ri-spetto alla direttiva comunitaria intema di reiterazione dei contratti a ter-mine, la 1999/70/CE. Ma anche al-l’assenza di risarcimento del dannoprodotto a docenti, amministrativi, tec-nici ed ausiliari che hanno svolto al-meno tre anni di supplenze”.“Però il problema del mancato recepi-mento delle direttive europee in fattodi stabilizzazioni del personale – conti-nua Pacifico – riguarda anche altricomparti. Ad iniziare dalla Sanità, doveil Decreto Balduzzi, approvato nel mag-gio del 2013, ha di fatto condannatoalla precarietà decine di migliaia di pre-cari. I quali nella PA continuano adavere riservato un trattamento denigra-torio e riduttivo: basti pensare al fattoche in Italia un lavoratore a tempo de-terminato non può candidarsi comeRsu. Anche in questo caso in dispregiodella normativa UE”.

(www.anief.org)

REDAZIONALE

LAVOROFesta dell’Europa, ma l’Italia è la maglia

nera per mancati recepimenti direttive UE

Sopra il direttore generale del San Giovanni, Ilde Coiro;

a sinistra il nuovo reparto

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Giallo era e giallorimane. La realiz-zazione del cen-tro di altadiagnostica della

Fondazione Roma nel capoluogopontino resta un grosso punto in-terrogativo. Il 14 maggio l'incon-tro chiarificatore nell'ufficio delgovernatore Zingaretti si è chiusocon un nulla di fatto. Se ne ripar-lerà più avanti. Eppure attorno aun tavolo c'erano i principali at-tori, Maurizio Venafro del Gabi-netto del presidente, il consigliereregionale del Pd Enrico Forte, ildirettore generale della Asl di La-tina Michele Caporossi e per laFondazione Roma, Alfredo Lof-fredo e l'avvocato Giovanni Ma-linconico. La presenza di Forte èil segno di una forte valenza poli-tica dell'incontro. Perché il nodoè politico e si delinea sempre piùcome un nodo di interessi, di af-fari. Venafro è il braccio destro diZingaretti e parla per il "capo". Hachiesto ulteriori chiarimenti eproposto un tavolo di confronto,un classico quando si vuole con-

gelare una situazione. L'accordosottoscritto a suo tempo dallaFondazione, dalla Asl (allora ilmanager era Renato Sponzilli) edal Comune di Latina non va più,"qualcuno" ne trae vantaggitroppo esigui. C'è un altro com-petitor? Un altro soggetto aspiraad ospitare il super-centro per il

quale il deus ex machina dellaFondazione Emmanuele Ema-nuele, ha fatto investire 13 mi-lioni di euro? Ei lavori fatti a spesedi Comune e Provincia? Il pro-blema concerne soltanto l'utilizzodell'immobile messo a disposi-zione dalla Asl a titolo gratuitopresso la palazzina direzionale

d el l 'o s p ed a l eSanta Maria Go-retti di Latina ?La Fondazione siera detta disponi-bile a rivedere itermini econo-mici dell'intesa (assegnazionegratuita alla Asl del 30% delle

prestazioni e sconto del 30% delprezzo praticato dal centro pertutte le altre richieste che la Aslpresentasse), ma non a cambiareprogrammi. Ha già pagato unforte anticipo alla Siemens suimacchinari sofisticati, avveniri-stici, che verranno consegnatientro il 30 settembre. C'è unaforte penale all'orizzonte. E perrendere operativo il tutto i tecnici

della Fonda-zione devonoentrare in pos-sesso dei localientro il 31 mag-gio. E' qualcosadi più di unaminaccia. SeRegione e Aslnon verranno apiù miti consigliE m m a n u e l eE m a n u e l eandrà avanti dasolo, trovandoun'altra solu-zione in loco.Naturalmente

c'è la coda di soggetti desiderosidi aiutarlo.

giovedì 15 maggio 2014 pagina 14Laziola delSSanità Lazio CRONACHE

NULLA DI FATTO DOPO L'INCONTRO IN REGIONE PER IL CENTRO DI ECCELLENZA DELLA FONDAZIONE ROMA IL GIALLO

Alta diagnostica a Latina? Buio fittodi Giulio Terzi

In alto l’Ospedale Goretti e sopra il prof. avv. Emmanuele Emanuele

presidente Fondazione Roma

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Per il secondo anno consecutivoLoredana Zoccolillo – del Ser-vizio di Riabilitazione Infan-tile della Fondazione SantaLucia IRCCS- ha vinto il pre-

mio S.I.R.N. per i fisioterapisti con un la-voro dal titolo: “Immaginazionelocomotoria nell’età evolutiva: effetti di untraining basato su immaginazione e inter-nalizzazione dello schema del passo neibambini con paralisi cerebrale.” Questopremio rappresenta un importante ricono-scimento all’attività di ricerca svolta dalServizio di Riabilitazione Infantile direttodalla dr.ssa Daniela Morelli. Lo studio inquestione ha indagato la capacità di imma-ginazione locomotoria durante l’età evolu-tiva e verificato l’efficacia di un trainingbasato su immaginazione e internalizza-zione dello schema del passo in bambinicon paralisi cerebrale infantile di tipo emi-plegica. Il presupposto è che l’immagina-zione motoria (atto volontario in cui unsoggetto simula mentalmente l’esecuzionedi un’azione motoria) si sviluppa nell’in-fanzia e si consolida nell’adolescenza , ed èalterata in persone con esiti di paralisi ce-rebrale infantile (PCI). Per verificare l’ipo-tesi di lavoro otto adulti sani (28.1±5.1anni), otto bambini sani (8.1±3.8 anni) e

dodici bambini con emiparesi da PCI(7.5±2.9 anni) sono stati valutati mentre si-mulavano marciando sul posto i passi ne-cessari a raggiungere un target (posto a 2 o3 mt.). Lo stesso veniva successivamenteraggiunto camminando ad occhi bendatiprima ed ad occhi aperti dopo. La valuta-zione della biomeccanica del cammino edelle strategie locomotorie messe in attodai soggetti sono state effettuate dall’ing.

Marco Iosa mediante strumenti altamentetecnologici quali un sistema optoelettro-nico ed un’unità inerziale indossabile (Op-togait, con unità inerziale gyko,Microgate). I bambini con PCI sono statisuccessivamente divisi in modo random indue gruppi (randomized controlled trial):un gruppo è stato sottoposto a normale te-rapia riabilitativa, l’altro ha effettuato untraining del cammino basato su esercizi di

immaginazione, costruzione ed esecuzionedi percorsi, in assenza del supporto visivo.Le valutazioni iniziali hanno mostrato chenegli adulti vi è significativa corrispon-denza tra i passi immaginati, quelli eseguitibendati e quelli reali, mentre nei bambininon vi è corrispondenza tra il numero dipassi immaginati e quelli eseguiti. Nei bam-bini con Paralisi Cerebrale infantile oltre anon essere presente correlazione tra i passiimmaginati e quelli realmente eseguitisono presenti anche errori di raggiungi-mento del target e differenze nei tempi im-piegati per raggiungerli.Questo studio ha mostrato che per unadulto sano l’immaginazione motoria è ingrado di predire il giusto numero di passiper coprire una data distanza. Tale capacitàè ridotta nei bambini, ma mentre i bambinisani sono in grado di compensare usandofeedback propriocettivi e/o vestibolari du-rante il cammino bendato, quelli con PCIhanno potuto ridurre i loro errori solodopo uno specifico training. Tale training,mirato ad incrementare la consapevolezzamotoria, ha portato ad una riduzione dellafase di appoggio sull’arto meno affetto, ov-vero ha ridotto la strategia di sfuggire il ca-rico, tipica di questa patologia,migliorando lo schema del passo.

LazioLazioladelSSanità

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RIABILITAZIONE DEI BAMBINI CON PARALISI CEREBRALE INFANTILELO STUDIO

giovedì 15 maggio 2014 pagina 15 Laziola delSSanità LazioSANITÀ&RICERCA

Come si può far raggiungerela consapevolezza del movimento

Indagine maturata all’interno del Servizio di Riabilitazione Infantile della Fondazione S.Lucia. l’importanza di un training che coinvolga anche anche l'immaginazione e la consapevolezza motoria nei bambini con PCI al fine di rendere più efficace la terapia

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giovedì 8 maggio pagina 17 LITORALE IlCORRIEREDIROMA

I n seno al Consiglio del X Mu-nicipio esplode la “grana”Antonella Moroso. La Pro-cura di Roma ha chiesto alGip il rinvio a giudizio per la

Moroso (NCD), subentrata a PietroMalara (FI) con una contestata sen-tenza del Tar, confermata dal Consi-glio di Stato, ed oggi accusata di averalterato i verbali elettorali, aumen-tando il numero di voti di preferenzaper essere nominata a consigliere.Sulla questione era stato lo stesso Pie-tro Malara, prima eletto e poi dimessod’ufficio dal Tar, a presentare un det-tagliato esposto lo scorso 12 luglio. Leindagini avrebbero accertato le re-sponsabilità della consigliera munici-pale, tanto che il pm Mario Palazzi hachiesto il rinvio a giudizio per falso inatto pubblico, ora, l’ultima parolaspetterà al GIP. “Dopo la mia elezioneal consiglio municipale nel 2013 – haricordato Piero Malara - AntonellaMoroso, ha fatto ricorso presentandodei verbali elettorali del municipio suiquali risultavano più voti di quelli chele erano stati riconosciuti. Dopo la

Antonella Moroso (NCD) nel mirino dei magistrati

CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO. STRADA LUNGA PER IL RIPRISTINO DELLA LEGALITÀ?

Non solo mare… Ostia, infatti acco-glie anche il turismo congressualecon il patrocinio di AssobalneariRoma. Per la prima volta, infatti, èstata scelta Ostia come location perun importante convegno medico nelcampo dell’oftalmologia, presenteanche il ministro della sanità BeatriceLorenzin. Nuova opportunità, dunque,e soprattutto, nuova visione turisticadel litorale romano, il cui primo passoè il possibile l’utilizzo di un centro dieccellenza come il Polo Natatorio (edanche il vicino Palafilkjam con an-nesso centro federale) in un settoredell’incoming turistico in forte cre-scita nella Capitale e su cui gli opera-tori del settore puntano. Il Presidentedi Assobalneari Roma Renato Papa-gni ha spiegato: “Sarebbe opportunoche il nostro sistema turistico fosse ingrado di fare rete al fine di comple-tare con la sua filiera anche il seg-mento del Turismo Congressuale. Inmodo da integrare l’offerta di con-gressuale romana con il fascino el’appeal del mare” . Nel corso del con-vegno di studio, organizzato dal Prof.Andrea Niutta, medico chirurgo, spe-cialista oculista e Primario del dipar-timento di Oftalmologia dell’Ospe-dale G.B. Grassi di Ostia, sono statetrattate le ultime novità in tema di pa-tologie delle vie lacrimali e le tecnichein tema di diagnostica e terapia neidisturbi della superficie oculare. I me-dici presenti hanno partecipatoanche ad un aggiornamento sulle Tec-niche di ricostruzione della parte bul-bare dopo escissione di neofor-mazioni endobulbari comprese - le ul-time novità in tema di cross linkingcorneale. Infine, sono stati affrontatii casi complicati di chirurgia della ca-taratta con femtolaser e le nuove pos-sibilità terapeutiche dell’impiantointravitreale di desametasone a lentorilascio. E.B.

IL CASO

di Enzo Bianciardi

Iritardi accumulati nell’avviare il ripasci-mento degli arenili, slittato in autunnoquello di Ostia ponente, rinviato alla pros-

sima primavera l’intervento ipotizzato a le-vante del canale dei pescatori, ha scatenato unasorta di guerra della sabbia e dato il via ad in-terventi di recupero privatizzati che rischianodi squilibrare il sistema spiagge del litorale ro-mano. Fabrizio Fumagalli, presidente del SibLazio ha puntato il dito contro la realizzazionedi due scogliere di protezione dinanzi allaspiaggia dello stabilimento Conchiglia, chehanno di fatto accelerato il processo erosivonegli attigui Urbinati e Salus. “Non si tratta dinuove scogliere – spiega Antonio Caliendo, as-sessore lavori pubblici X Municipio – quanto ilripristino dell’esistente opera muraria. Si trattadi una scogliera di circa due metri necessaria apreservare l’arenile dello stabilimento. L’auto-rizzazione alla posa delle opere murarie è arri-vata dalla regione, in considerazionedell’azione erosiva in atto e di conseguenza, ab-biamo dato il via libera”. Intanto la guerra della sabbia è entrata nel vivo.“Ad Ostia bisogna fare un intervento di prote-zione dell’arenile che funzioni. – nota RuggeroBarbadoro, presidente Fiba Lazio – A levante idue maxi riporti di sabbia del 2009 e 2012 nonhanno sortito l’effetto sperato e nonostante imilioni spesi, la situazione è peggiorata. Ser-vono delle barriere soffolte che proteggano laspiaggia, con pannelli di circa 150 metri, darealizzare a circa 400 metri di distanza l’unodall’altro, a partire dal canale dei pescatori”. IlSib denuncia, in particolare, il mancato ri-spetto del “Protocollo d’intesa per la difesa perla ricostruzione e la difesa del litorale di Ostia”sottoscritto dalla Regione Lazio, dal Comunedi Roma e dalle stesse Associazioni dei Bal-neari di Ostia che prevedeva, appunto, un in-tervento pubblico in difesa della costa, agaranzia dell’interesse dei cittadini. “L’ultimodragaggio del Canale dei Pescatori – ha affer-mato Fumagalli (Sib Lazio) - è stato risolto acosto zero per il Municipio X semplicemente

La guerra della sabbiaNUOVA VIA PER LO SVILUPPO

TURISTICO SUL LITORALE

Maree studio

sentenza del Tar, ho chiesto a mia voltal’accesso agli atti, constatando che lecopie dei verbali del municipio, in re-altà, risultavano contraffatte. Per que-sto ho immediatamente presentatouna circostanziata denuncia alla Pro-cura che ha provveduto a far seque-strare i verbali custoditi presso laPrefettura, consentendo di dimostrarela manomissione di quelli del Munici-pio, e successivamente, ha avviato unaserie di attività investigative che hannoportato al rinvio a giudizio immediatodella stessa consigliera Moroso. Leprove emerse - racconta Malara - in-fatti sarebbero evidenti: non solo i re-gistri risulterebbero contraffatti, masarebbero stati sequestrati dei mano-scritti, presso l’abitazione della consi-

gliera, dove sarebbero stati registrati ivoti reali e le modifiche successiva-mente apportate sui registri stessi”. Ariportare Malara in Consiglio c’ha pro-

vato Tommaso D’Annibale (FI), ma lasua istanza di decadenza è stata re-spinta e di fatto, essendo la nominadella Moroso determinata da una sen-tenza dell’autorità giudiziaria biso-gnerà attenderne un nuovopronunciamento. Per l’accertamentodella verità (la Moroso fino a provacontraria potrebbe essere innocente)ci vorranno due anni e mezzo, almenoper il completamento dei due gradi digiudizio, un tempo “infinito”. Il Movi-mento 5 Stelle annuncia la richiesta didimissioni della Moroso. “In meritoalla vicenda dei verbali falsificati all’in-terno delle liste del Popolo della Li-bertà – scrive Paolo Ferrara(capogruppo 5Stelle) - presenteremoin aula una richiesta di dimissioni im-

mediate della consigliera AntonellaMoroso. Le notizie raccolte negli ul-timi giorni anticipano possibili scenarida prima Repubblica nel nostro muni-cipio. Siamo convinti che le istituzionidi prossimità, quelle più vicine ai cit-tadini, dovrebbero invece essere diesempio per la comunità”. Ad una pos-sibile soluzione sta lavorando la buro-crazia dei partiti, Pietro Di Paolo,responsabile regionale del NCD ha an-ticipato che, qualora venissero confer-mate le accuse di alterazione deiverbali, sarebbero ingiustificabili, frasesibillina per far scattare una sorta di au-tosospensione della consigliera Mo-roso che congelerebbe la situazioneattuale (togliendo però un seggio al-l’opposizione). L’altra via, difficile dapercorrere, potrebbe essere invecequella, come ha chiesto il presidenteAndrea Tassone, dell’intervento delle“autorità” (il Prefetto?) che , appli-cando l’art. 325 del Codice di Proce-dura Civile (istituto della revocazione)andrebbero a ripristinare la prima gra-duatoria degli eletti, consentendo aMalara la partecipazione al Consiglio.

CRESCE IL RICORSO AL FAI DA TE DEI CONCESSIONARI PER DIFENDERSI DALL’EROSIONE

Leonardo Villeggiante, poeta e scrit-tore calabrese, ma da anni resi-dente ad Ostia, ha presentato la suaultima fatica letteraria: La via crucisin romanesco. Il libro, pubblicatodalla casa editrice Sovera accom-pagna e fa rivivere, i momenti sa-lienti di tutte le XIV stazioni dellapassione di Cristo raccontate inversi nel dialetto romanesco, in cuisi cimentava, per la prima volta l’au-tore. “L’opera di Villeggiante – scrivemons. Falbo nella prefazione –tocca il cuore e fa vibrare i senti-menti.” Lo stesso autore spiega: “Lavia crucis ha una dimensione mi-stica ovunque si vada e con qual-siasi linguaggio la si voglia

rappresentare. Ho praticamente ri-vissuto con Cristo i momenti crucialidella sua passione…fino alla morte.Si può dire che sono entrato anima

e corpo nel suo estremo dolore sof-frendo assieme a lui….” Dopo “Unpasso dietro l’altro”, opera compo-sta in lingua italiana, Leonardo Vil-leggiante torna a proporci un’operapoetica di grande intensità e la ver-sione in romanesco rappresentauno strumento adeguato a veicolareemozioni forti, profonde ed univer-sali. Letta questa Via crucis in roma-nesco , si potrebbe dire che ilvernacolo risulta essere più adattodella lingua pura per suscitare nellettore quelle emozioni che la stra-ordinaria sfida del Cristianesimoancora oggi procura. L’opera è repe-ribile nelle migliori librerie.

E.B.

ULTIMA FATICA LETTERARIA DEL POETA LEONARDO VILLEGGIANTE

La via Crucis in romanesco

“vendendo” la sabbia dragata ad una ditta cheproduce cemento. Quella sabbia, semmai do-veva essere riversata in mare per consentire alla

corrente di distribuirla sugliarenili delle spiagge sottoflutto, dal Med al Venezia. LaRegione deve completare gliinterventi programmati ed as-sumere la guida tecnica ed am-ministrativa dei prossimiinterventi, senza autorizza-zioni “ad personam”. Il Co-mune, invece, dal canto suo,nel rispetto della legge Regio-nale n 53/98, deve istituire nelsuo bilancio un capitolo dispesa specifico per la manu-tenzione della spiaggia, com-preso il dragaggio del Canaledei Pescatori, convocando un

tavolo di confronto con i balneari, chiamati apartecipare alle spese di manutenzione”.

En. Bia.

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giovedì 15 maggio 2014 pagina 18POLITICA&REGIONEIlCORRIEREDIROMA

ARNAUDI ANTONIOVia Merulana, 139 ARPINI BRUNAPiazza del ParlamentoBALZOTTI LUCIANOVia del Tritone, 152BONELLI ALFREDOVia Roma Libera, 22BRESSI VITTORIAVia Ripetta/Via TomacelliBUFFONI NADIAVia XX Settembre, 96/97CAIAFFA BRUNOLargo del TritoneCAMPONESCHI RITAGalleria Colonna (Alberto Sordi)Largo ChigiCANU ANNASalita de Crescenzi/PantheonCASUCCI SILVANAPiazza SonninoCECCHINI BEATRICEPiazza FarneseCIARDULLI FRANCESCAViale Carlo Felice/San Giovanni

COLASANTI ELENAPiazza Pasquale Paoli DE CAROLIS ALDOPiazza San Silvestro, 13DE SERIO EDOARDO GALLONI MASSIMOPiazza IndipendenzaDE SILVESTRI WANDALargo Tassoni Corso VittorioDI STEFANO FIORELLA Piazza Cinquecento, 64Via d’AzeglioDURANTINI MARCOVicolo Sciarra /Via del CorsoFARINA ROSSANAPiazza Campo de’ Fiori, 2FERDINANDI MARILISAPiazza della Minerva, 37FERRI SERGIOPiazzale Albania FIORETTI ANDREAViale Trastevere ang. Via MorosiniFURINI ENRICOPiazza del Gesù, 48

GIORGETTI MARIA GRAZIAPiazza CapranicaGIUSTI ROBERTAPiazza del ViminaleGRECO MARCOPiazza di Spagna, 57GREGORI BRUNO EREDIVia Zanardelli altezza civ. 16/1LORIA AURORAVia E. Filiberto Altezza civ. 144MANCINI ALBERTOVia della Dogana vecchiaMASINI ANTONIOPiazza Fontanella BorgheseMASSARONI ELISALargo ArenulaMATTEUCCI MARISAPiazza santa Maria LiberatriceMILLO SERGIOVia dei Sabini Via del CorsoNOTARPIETRO ELENAVia Boncompagni, 12/14

PERUGINI CINZIAViale ManzoniVia MerulanaRO.MA SRLVia SoraCorso Vittorio EmanueleROMANO FRANCESCOVia Marmorata/Largo GelsominiSIRAMA SNCPiazza Benedetto CairoliSTAIANO MARINAVia Merulana, 204TERASCHI PRISCILLAVia della Scrofa, 101VENDITTI STELLAVia Celimontana, 5VERDONE MARIA ANTONIETTAVia Mario de’ fiori/via della CroceVITELLI MAURIZIOVia Flavia, 52EDICOLAPiazzale Roberto Ardigò EDICOLAPiazza MorelliEDICOLAVia Rosa Raimondi Garibaldi

SI RINGRAZIANO I SEGUENTI ESERCENTI CHE CI OSPITANO E DISTRIBUISCONO OGNI SETTIMANA

SUPERMERCATO PIM CORTINA D’AMPEZZO VIA TRIONFALE, 8044 00135 ROMASUPERMERCATO PIM TORREVECCHIA VIA DI TORREVECCHIA 313 00168 ROMASUPERMERCATO PIM MAFFI VIA PIETRO MAFFI, 114 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM FONTANILE VIA DI TORREVECCHIA, 590 00168 ROMASUPERMERCATO PIM ODERISI VIA ODERISI DA GUBBIO, 133 00146 ROMASUPERMERCATO IPERFAMILY VIA DI TORREVECCHIA, 1050 00168 ROMASUPERMERCATO PIM NEWTON VIA FELICE BELLOTTI, 2 00151 ROMASUPERMERCATO PIM CASALOTTI VIA PIEDICAVALLO, 39 00166 ROMASUPERMERCATO PIM IGEA VIA IGEA, 42/44 00135 ROMASUPERMERCATO PIM BIOLCHINI VIA LUIGI BIOLCHINI, 15 00146 ROMASUPERMERCATO PIM BRAVETTA VIA DI BRAVETTA, 403 00164 ROMASUPERMERCATO PIM VIA TERESA DE GUBERNATIS SNCSUPERMERCATO PIM VIA VIARA DE RICCI, 51

edicoleedicolesupermercatisupermercatiECCO DOVE TROVARCIECCO DOVE TROVARCI

Erano i primi anni delterzo millennioquando a Frosinone,in campagna eletto-rale per le ammini-

strative, si cominciava a parlare diprogetti di sviluppo e rilancio nelsettore del trasporto pubblico.Erano soprattutto i berlusconiania lanciare temi di sviluppo e a pre-sentare progetti sulla stazione fer-roviaria, ventilando la possibile soluzionedei problemi legati al collegamento conRoma, cui le migliaia di pendolari eranoovviamente sensibilissimi. In quel periodoCiampino, soffocato dalla richiesta di voliper lo scalo, cercava di ottenere nuovi soc-ket da vendere alle compagnie di volo lowcost, e l’ENAC vigilava…. Frosinone aveval’aeroporto…Ben presto arrivarono gli in-vestitori, i quali secondo le normative vi-genti europee sugli scali aeroportuali,sapevano della remota possibilità della rea-lizzazione di uno scalo low cost, gemello diquello di Ciampino, per abbassare lo stressdello scalo romano. All’epoca, come nelcaso della stazione, fu la società di tra-sporto stessa a presentare i primi progetti,realizzati sullo studio dei dati di densità einfrastrutture, alle amministrazioni e aglienti che sembravano snobbare ogni richie-sta di concessione. I dati in possesso dagliinvestitori privati attestavano nell’area ae-roportuale già esistente la possibilità di unalto rendimento per investimenti immobi-liari, dato il basso costo di realizzazione,(vedasi la nascita dei poli commerciali disviluppo dei centri commerciali). Questoavrebbe potuto giustificare un investi-mento di basso costo sull’aeroporto già esi-stente, adattabile, a seguito dellarealizzazione di un allungamento dellapista, la realizzazione di un hangar ed ilconseguente allargamento dell’area aero-portuale nei limiti delle normative UE, apiccolo scalo civile. Naturalmente non è accaduto nulla di tuttoquesto. E il territorio è ancora lì a sognare

un’oc casione di sviluppo. Infatti dopo averliquidato le società di trasporto, sbattendo-gli la porta in faccia, le amministrazioninell’ombra hanno tessuto una fitta ragna-tela di scambio di interessi impadronen-dosi dell’idea e rielaborandola secondo ilpuro spirito di lucro lobbistico. Qualchesindaco della zona ha rilevato i terreni limi-trofi all’area aeroportuale, ha trovato ilmodo di rilanciare attraverso l’amministra-zione ed i propri canali l’idea della realiz-zazione di uno scalo frusinate primaaeroporto civile ,poi aeroporto regionale,poi aeroporto commerciale,infine eliporto,

etc…. Ma c’era anche una parte “antagoni-sta”, decisa a partecipare al gioco: si costi-tuiva in agenzie, società, ed ogni tantoportava l’argomento in assisi civiche, tantoper creare l’illusione del movimento. In-tanto il tempo passava, i progetti lievita-vano nei costi a dismisura, e le cubaturecresciute all’invero simile, avevano trasfor-mato l’idea: da quella di un aereoporto abasso impatto, secondo le normative in ma-teria, in un mega scalo con tutti i confort…. Improponibile, naturalmente.Dalla data della costituzione ad oggi la so-cietà ADF avrebbe bruciato via 6 milioni di

euro, senza aver realizzato mainulla, esecondo le indagini apertedalla Procura della Repubblica diFrosinone lo scorso anno, lo scan-dalo tirerebbe dentro tutta la poli-tica ciociara, senza distinzioni difazione, da destra a sinistra pas-sando al centro. Dietro l’idea del-l’aeroporto hanno marciato tutti,da Francesco Scalia, ad AntonelloIannarilli, da Picano a Marrazzo,

sotto la guida del quale la Regione designòFrosinone scalo aeroportuale. La corte deiconti nel 2011 dichiarò le spese onerose edeccessive e l’ultima mossa del commissarioPatrizi è stata quella di mettere in liquida-zione la società, giusto per mettere a tacerela cosa. Va ricordato che tutto il capitale ge-stito era in compartecipazione con gli entiterritoriali interessati al progetto, quindi diorigine pubblica . Tutti i soldi spesi sonoandati persi perché riguardano la progetta-zione, quindi i piani di impatto e le rela-zioni degli esperti e degli enti competenti(l’ENAC vigilava su tutti i passaggi qualeultimo ente di verifica e certificazione perl’ottenimento della concessione spazioaereo ) .C’è stato naturalmente anche chi ha sempreosteggiato apertamente la faraonica operaipotizzata, come i comitati della zona ae-roporto, valutando negativamente gliaspetti dell’impatto ambientale. Alla finedei discorsi il trasporto nella zona resta pa-lesemente arretrato, e ancora oggi la sta-zione di Frosinone (non parliamodell’aeroporto) è tutt’altro che all’altezzadelle necessità del territorio. I cittadinisono stati truffati e derisi da una classe po-litica che ancora oggi osa parlare di svi-luppo, senza convincersi della necessità dioperare politiche sostenibili, di riconver-sione e riutilizzo delle strutture esistenti.Il Sindaco Ottaviani senza interpellare lacittadinanza, è tornato a promuovere rea-lizzazioni di nuove strutture, ampiamentefuori misura. Il futuro non è mai stato cosìlontano dalla Ciociaria.

CIOCIARIA, IL FUTURO NON È MAI STATO COSÌ LONTANO

Aeroporto e grandi opere,le solite ipocrisie elettorali

SCENARI/ 1

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L’appalto di Cusanifinisce in Procura,ma l'amministra-zione provincialenon ferma l'iter e

ben presto affiderà i lavori,anche se il cantiere difficilmentepotrà aprire. Ennesimo capitolonero per il territorio pontino,dove in tempo di campagna elet-torale nemmeno la magistraturafrena i business più smaccata-mente clientelari. Non è passatainosservata la vicenda dell’ap-palto per la realizzazione delporto canale di Rio Martino - nelbel mezzo del parco Nazionaledel Circeo - affidato dalla Pro-vincia ad una associazione tem-poranea di imprese compostadalla Icad costruzioni generali edalla onnipresente ditta Posei-don Service di Pietro Delle Cave(vero e proprio assopigliatutto aLatina e dintorni, in termini dipiccoli e grandi appalti pub-blici…). La Procura delle Re-pubblica di Latina ha aperto unfascicolo ipotizzando un turba-tiva d’asta indagando tre per-sone per l’affidamento quantimai sospetto per lavori da 5 mi-lioni di euro: l'appalto se l'è ag-giudicato l’Ati con un ribassoimbarazzante: di soli 4mila euro.Ma perché l’amministrazioneprovinciale avrebbe accettato?In pratica la ditta Poseidon esoci ha proposto una migliorianei lavori offrendo un di rifare ilponte sul Cicerchia (lavori sti-mati per un importo di 500milaeuro).L’azione piuttosto furba ma allo

stesso tempo grossolana -vedremo se si tratta di tur-bativa d’asta o meno - ap-pare anche ai meno espertiun modo per consentire didare in affidamento duecantieri evitando di indireuna ulteriore gara. Un passofalso per chi ha avallato l’of-ferta. Gli esperti di gare chehanno studiato le carte,però, hanno spiegato chequalcosa è stato taroccato inpartenza. A puzzare, infatti,sono le modalità con cui èstata gestita l’assegnazione dellagara. Come scrive Bernardo Bas-soli: «A tal proposito viene richia-

mata la Deliberazione numero 12del 10/04/2013 emessa dall’Auto-rità di Vigilanza dei Lavori Pub-

blici: “In caso di ag-giudicazione se-condo il criteriodell’offerta economi-camente più vantag-giosa (e questo è ilcaso), la formula uti-lizzata dalla stazioneappaltante per l’attri-buzione del punteg-gio dell’elementoeconomico deveconsentire di attri-buire l’intero rangedei punteggi, varia-

bile da zero al massimo fissato nelbando di gara”. Sostenevamo che ilpunteggio dell’offerta economica

si sarebbe dovuto spalmare in unrange (o intervallo) da 0 a 25, enon da 17,7 a 25 come effettiva-mente è avvenuto a causa di unacervellotica frazione». Ma, trala-sciando il non trascurabile aspettotecnico, c’è da domandarsi se nonvi fosse un accordo pregresso traProvincia e aziende vincitrici Nonè peregrino pensarlo, visto chel'amministrazione provinciale, no-nostante tutto, non ha inteso bloc-care l'iter. Ma chi si fermeràcertamente è il Comune di Latina,che voleva procedere con un'altragara per la gestione provvisoria deipontili sulla sponda del canale ap-pena liberati. Un bel pasticcio.

Latina sugli scudi. Il sindaco DiGiorgi sventola trionfante lasua bandiera blu nuova di

zecca. Per la prima volta il Lido di La-tina si è conquistato questo riconosci-mento, che lo mette sullo stesso pianodi Sabaudia, Sperlonga, le gemme delLitorale. Va detto che non si tratta solodi poter vantare acque cristalline, madi essere in grado di offrire un contestoadeguato e politically correct sottoogni aspetto. Servizi balneari e infra-strutture efficienti, sicurezza, confortalberghiero, insomma il massimo. La-tina lido è all'altezza? La commissionedice di si. Ma c'è un risvolto della medaglia menopiacevole. Se il sindaco fa festa l'opposizione pic-chia duro. Si avvicina l’estate, e il lungomare di La-tina languisce nell’incuria, mettendo a rischio la

stagione balneare del capoluogo pontino, denun-cia Marco Fioravante, consigliere comunale delPartito Democratico, che accusa la maggioranza el’amministrazione Di Giorgi di concentrarsi sulla

presentazione di piani di rilancio darealizzare (vedere il PLUS) dimenti-candosi, però, della cura ordinaria dellitorale della città. C'è sul piatto ancheil mancato ripascimento delle spiagge(qui la colpa è della Regione), ma cisono anche i detttagli come quelli ,delle pessime condizioni delle passe-relle, del problema cronico dei pas-saggi per disabili, dell’organizzazionedel senso unico, della definizione delpiano campeggi e di cento altre situa-zioni che sono di competenza comu-nale e che rendono meno brillantel'immagine complessiva del Lido. Chi

ha ragione e chi ha torto? Latina è a un passo dallaserie A calcistica ed è entrata in punta dei piedinell'Eden delle bandiere blu. L'importante è che sicreda (o che si convinca) la gente.

giovedì 15 maggio 2014 pagina 19 REGIONE&POLITICA IlCORRIEREDIROMA

GELATERIA PARADISO VIALE I. MONTANELLI 130MONTANI ICE VIA DI CASALOTTI, 59/A GELATERIA RETRÒVIA BALDO DEGLI UBALDI, 118LA CAFFETTERIA MASSÌ DI SCARDELLA MASSIMILIANOVIA G. ALLIEVO 41 ROMABAR TABACCHI LEANDRIVIA PAOLA FALCONIERI 81 ROMABAR A QUATTRO SRL DI MONTECCHIARI PATRIZIO VIA P. VENTURI 73 ROMABAR DI LA MARCA LUCIANO VIA TOR DE SCHIAVI 153/A ROMAKRISTAL BAR SNC CIRC.NE NOMENTANA, 568-570 ROMABAR GELATERIA TERRA ANNAMARIA, VIA LIVORNO 13 ROMAPASTICCERIA SALENTINAVIA LAGO TANA 51 ROMA(METRO B1 LIBIABAR CIRCO MASSIMO VIALE AVENTINO, 14 ROMAGA MA DA SNCVIALE AVENTINO 28 ROMA

LIBRIZZI GIORDANAVIALE AVENTINO 101 ROMASTINZIANI ANGELOVIALE AVENTINO 78 ROMAGELATERIA PUDDINUVIALE AVENTINO 59 ROMABAR AUGUSTO MASSIMOVIA DEL CIRCO MASSIMO, 5 ROMABAR CIAMPINIVIALE DELLE TRINITÀ DEI MONTI ROMACAFFÈ VAN GOGHVIA DELLA PINETA SACCHETTI ROMABAR GIOVENALEPIAZZA GIOVENALE 6 ROMAVALORANI’S FORUMLARGO CORRADO RICCI, 30 ROMABAR DI AFFATATI PIER MATTEOVIA CLAUDIA 14 ROMABOATTINI BARVIA MASTROGIORGIO 58 ROMABAR DI CAPALDO SIMONEVIA DELLA LUNGARA 39 ROMAALOISE DOMENICOVIALE TRASTEVERE 36 ROMABRONTOLO, ABBIGLIAMENTO BAMBINI, DI SILVI SIMONAVIA STELVIO 12 ROMA

GELATERIA FIOR DI LUNAVIA DELLA LUNGARETTA 96 ROMAGELATERIA MIANI MARIA GIOVANNAVIA DELLA SEGGIOLA 12 ROMABAR ICAVIA GASPARE GOZZI, 61 ROMABAR VIVONAPIAZZA VIVONA 20 ROMABENEVENTO BARVIA ACHILLE FUNI, 32 ACILIAMALI SRL BAR MARTINICAVIA DELLA MARTINICA 151 ROMAZAMA CAFFÈPIAZZA ZAMA 5 ROMAOLD SHAMROCKVIA CAPO D’AFRICA V26/D ROMACAFFÈ MARTINI DI ROSSI STEFANOPIAZZALE DEL COLOSSEO 3 A/B ROMARISTORANTE ALFONSO COUS COUSVIA BRESCIA, 23 ROMAANTICA DOMUSVIA S.GIOVANNI IN LATERANO, 6 ROMAALIVERNINI ROBERTOVIA CASTELFORTE 27 ROMAROCCI DANILOVIA TOR DE SCHIAVI 340 ROMADI MUZIO DOMENICOVIA FEDERICO DEL PINO 62 ROMABAR GASTRONOMIA SGANGA ANTONIOPIAZZA NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE 11 ROMA

BAR NATI STANCHIVIA TOR DE SCHIAVI 306BAR MARIOVIA BRA 15/19 ROMACAFFÈ SCHETTINOVIA SAN MELCHIADE PAPA ROMABAR PASTICCERIA DI COLA FILIPPOVIA RUGGERO ORLANDO 68 ROMALOVE 4 PIZZAVIA PEVERAGNO 52 ROMABAR MEDIANOVIA TRIONFALE 11454 ROMABAR TABACCHI DELLA SALA ANNAVIA PASQUALE II 109,111 ROMAANTICO CAFFÈ DI ROMAVIA GIANNINA MILLI 52 ROMABAR DI MANUEL ARIS VILLANIP.ZA MARESCIALLO GIARDINO ROMABAR BARCOLLANDOVIALE ADRIATICO 139 ROMATRATTORIA DA PAOLO, VIA SAN FRANCESCO A RIPA, 92 ROMAESTETICA-SOLARIUM ESSENZAVIA STELVIO 15/17 ROMAILIOS CUCINA GRECAVIA GASPARE GOZZI, 119 ROMALE PETIT CAFE'VIALE VEGA N.6 ARTE BIANCA PANE, PIZZA, DOLCI E...SFIZIVIALE ADRIATICO, 97

GRAN CAFFÈ 2 SCALINIVIA ACAIA, 34 ROMACAFFÈ VALENTINIPIAZZA TUSCOLO,2 ROMAPIZZERIA AL TAGLIO NON SOLO PIZZAVIA DEGLI SCIPIONI 95 ROMAOASI PARKVIA TARQUINIO COLLATINO 56/58 ROMA

PRESTIGE BARVIA DELLE GONDOLE ANG.PIAZZA SANTA MONICA BETTER CAFFE'VIALE PAOLO ORLANDO 3BAR DUCACORSO DUCA DI GENOVA 124 BAR GELATERIA SISTOPIAZZA ANCO MARZIO 7 PASTICCERIA BAR KRAPFEN PAGLIA PIAZZA ANCO MARZIO 18/19 BAR STABILIMENTO BALNEARE VENEZIALUNGOMARE AMERIGO VESPUCCI N.8 CENTRO SPORTIVO RESORT "LE DUNE"LUNGOMARE DUILIO N.22 BAR GELATERIA "NABIL"PORTO TURISTICO DI ROMA BAR MILELLISVIA CAPITAN CONSALVO N.13 SUPERMERCATO TODISVIA CASTELPORZIANO N.294 (INFERNETTO)

esercizi commercialiesercizi commerciali

OSTIA

Rio Marino, appalto in Procura? No problemUN PASTICCIO CHE COINVOLGE PROVINCIA E COMUNE, FASCICOLO APERTO, SI VA AVANTI LO STESSOSCENARI/2

Ma il Lido di Latina è veramente in Serie A?CONQUISTATA A SORPRESA LA "BANDIERA BLU" MA TROPPE COSE NON FUNZIONANO

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giovedì 15 maggio 2014 pagina 21 RUBRICHE IlCORRIEREDIROMA

♈ Ariete (21 Marzo-20 Aprile)

Venere, congiunta a Urano nel vostro segno, vi gra-

tifica nel lavoro e nella vita sociale; però Marte op-

posto desidera che siate calmi e non perdiate

l’amicizia di chi vi sta a cuore; dopotutto Marte è il

vostro governatore e se vi portate bene vi premierà.

♉ Toro (21 Aprile-21 Maggio)

Non vi farete scoraggiare da un Saturno in opposi-

zione e troverete una soluzione anche nelle que-

stioni più difficili; però vi farà bene uscire dal solito

ambiente e frequentare nuove conoscenze: loro vi

saranno amiche e se sono nervose si calmeranno

perché invierete, come di solito, onde alfa.

♊ Gemelli (22 Maggio-21 Giugno)

Con un benefico Marte amico e con l’aiuto di Mer-

curio nel vostro segno, sarete più simpatici e comu-

nicativi del solito e passerete giorni sereni, senza

preoccupazioni economiche e benvoluti da tutti.

Amori ricambiati.

♋ Cancro (22 Giugno-22 Luglio)

Giove, ancora nel vostro segno, aumenta di più la

vostra già notevole sensibilità, ma Venere in aspetto

negativo rende difficile l’accordo con la persona

amata; evitate le discussioni e regalatevi momenti

di relax e distrazioni con i vostri figli.

♌ Leone (23 Luglio-22 Agosto)

Venere e Urano positivi giovano alla vostra carriera,

potete avere quella promozione e quell’avanza-

mento di prestigio che desideravate; però compor-

tatevi in maniera chiara e onesta, con mosse rette,

e non avrete a pentirvene.

♍ Vergine (23 Agosto-22 Settembre)

La vostra ambizione è aumentata da un Mercurio

negativo, che vi rende troppo desiderosi di con-

ferme sia nel lavoro che in famiglia; siate più pa-

zienti, avete tutto da guadagnare, anche perché

Nettuno in opposizione può indurvi in errore.

♎ Bilancia (23 Settembre-22Ottobre)

Sostenuti da Marte e illuminati da Mercurio, sarete su-

perlativi nel campo della comunicazione; la sfera sen-

timentale, però, con una Venere opposta vi richiede

più dolcezza e più comprensione con il partner.

♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre)

Dovete evitare di essere pessimisti, come vorrebbe

Saturno nel vostro segno; evadete con il pensiero

e dedicatevi con tutto il cuore a chi amate, così ve-

drete l’orizzonte roseo e non più grigio come vi sem-

brava.

♐Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre)

Mercurio in opposizione può rendervi troppo suscet-

tibili, cercate invece di non impermalosirvi e siate

più sereni, se ne gioverà il vostro lavoro, e poi avete

sempre una bella Venere amica, che continua a

proteggere il vostro amore.

♑ Capricorno (22 Dicembre-20 Gennaio)

Cercate di non bisticciare e di non essere troppo

gelosi come vorrebbe Urano negativo, unito alla

dea dell’amore, anche lei ostile, e a un Marte, poco

simpatico: questo gioverà alla vostra salute e alla

vostra intesa sentimentale.

♒ Acquario (21 Gennaio-18 Febbraio)

Dedicatevi un poco alla vostra forma fisica come un

Marte favorevole vi invita a fare; Mercurio, positivo,

vi invita a partecipare alle riunioni organizzate dagli

amici: con la vostra simpatia li rallegrerete e potrete

fare anche qualche conquista; e se siete single que-

sto sarà perfetto.

♓ Pesci (20 Febbraio-20 Marzo)

Anche se avete l’appoggio di Giove e Saturno, Mer-

curio negativo può ostacolare quel progetto che

avevate in mente; perciò fatevi consigliare da una

persona cara, che ha a cuore il vostro benessere e

il vostro futuro.

LE MANIE ASTROLOGICHEdi Patrizia Tamiozzo Villa

con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po'maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente

(giovedì, 15 maggio 2014)

Per chi abita nel Lazio ed è abituatoalle gite del week end il territorionon ha ovviamente segreti. Tal-volta sfuggono dei particolari, tal-volta, per gioco, si possono

inseguire degli itinerari " a tema" e scoprire le-gami e accostamenti inconsueti e gratificanti.Se è un must la gita al mare sul litorale tirrenico,se i Castelli per godere di passeggiate artistichee della buona tavola rappresentano una grade-vole abitudine.Ma ci sono anche le passeggiateai laghi e alle terme del Viterbese: tutto il terri-torio romano è circondato da laghi d’originevulcanica, punteggiati da borghi legati alla storiadel papato e delle nobili famiglie capitoline chehanno lasciato in eredità edifici monumentali, dimore da sogno,manieri e ville degne di visite. Filo conduttore dunque l'acqua,che a nord della capitale l’acqua è presente un po’ ovunque: laghi,torrenti, terme e piscine naturali. Il primo lago importante chesi incontra viaggiando per una quarantina di chilometri da Romaè Bracciano, che domina dall’alto con il castello Orsini Odelscal-chi, ricco di affreschi, arredi preziosi e armature, spesso scelto daivip per celebrare feste e matrimoni. E’ piacevole passeggiare sullungolago e rilassarsi ai tavoli dei numerosi ristorantini e agritu-rismo dove si degustano specialità lacustri come il risotto al luccioo gli spaghetti con gamberi e coregone. Nei dintorni del lago sonosegnalate alcune zone archeologiche d’epoca etrusca da visitare,assieme a romantici borghi, a chiese e collegiate antiche e alleterme apollinari di Vicarello, che risalgono all’età romana. Supe-rata Bracciano si arriva in fretta ad Anguillara Sabazia, un tempoluogo di villeggiatura dei nobili romani, dove si concentrano bel-lissime dimore patrizie e, su una rupe a picco sul lago, il castelloOrsini. Oltre a ospitare famose sorgenti d’acqua effervescente,Anguillara è conosciuta per un villaggio neolitico risalente a circa

8mila anni fa, sommerso dalle acque del lago in località La Mar-motta. A pochi chilometri in direzione est si trova il piccolo lagodi Martignano, anch’esso d’origine vulcanica che appartiene alparco regionale di Bracciano. Viaggiando in direzione nord, versoViterbo, si arriva al lago di Vico, riserva naturale: interamente cir-condato da un canneto, il lago ha una strana forma a ferro di ca-vallo e alterna zone paludose e deliziosi prati. Prima di rientrarea Roma si può arrivare fino alle terme di Viterbo, vere e proprieSpa e piscine a cielo aperto, pubbliche e private, le cui sorgentisono quasi tutte sulfuree e presentano una temperatura dell’acquatra i 35 e i 60 gradi. Sono terme pubbliche le Masse di san Sisto,con tutti i servizi e tre piscine, una d’acqua sulfurea calda, unafredda e una tiepida, in campagna tra i resti archeologici dellazona tra Viterbo e Vetralla. Piacevoli e gratuite le terme del Bul-licame, a poco più di 2 chilometri da Viterbo. Più famose le termedei Papi, strutture private che offrono, accanto alle cure tradizio-nali, anche trattamenti estetici rigeneranti con i fanghi, cure der-matologiche e inalazioni. Qui, come alle Masse di san Sisto, èpossibile fare il bagno anche tutta la notte, sotto le stelle.

VISTI PER VOI

Le dolci acque del LazioIDEE PER UN ITINERARIO DI TUTTO RIPOSO

Il lago di Bracciano

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In t e r e s s a n d o m iormai da un po' ditempo di cioccolato,

ho verificato che tra letante singolarità che ri-guardano questo fanta-stico alimento ve ne èuna che colpisce più dialtre: a fronte dell'eleva-tissimo numero di per-sone che consumanocioccolato, sono pochis-sime quelle veramenteinformate sul cacao, lamateria prima usata perla produzione del cioc-colato. L'albero delcacao vede probabil-mente le sue originimolte migliaia di anniprima di Cristo, in unazona del Sud Americacompresa tra i fiumi Ori-noco e Rio delle Amaz-zoni, nella forestaamazzonica.L’ albero mediamente è alto 6/7 metri efruttifica due volte l'anno. Il frutto, chia-mato cabosse, somiglia ad un pallone dirugby, lungo 20/25 cm, dalle colorazionipiù varie: di solito rosse, verdi o gialle. Al-l'interno della cabosse si trovano 30/40semi, usualmente detti fave di cacao. Que-sti sono i semi di cacao da cui si parte perrealizzare il cioccolato.L'albero del cacao, la cui denominazionebotanica ufficiale, risalente a Linneo, èTheobroma (dal greco cibo degli dei)cacao, ha bisogno di particolari condizioniclimatiche (caldo umido) per crescere efruttificare, per cui la zona di coltivazionee' la fascia del globo tra 20° latitudine

Nord e 20° di latitudineSud rispetto all'equa-tore. Originariamente lapianta si è sviluppata nelcentro/sud america, neltempo, dal XVII secolo inpoi, la pianta è stata col-tivata in altre zone dellaTerra, ovviamente all'in-terno della medesima fa-scia equaroriale. Cosi lapianta del cacao arriva aiCaraibi, in Africa, in In-donesia, Malesia, SriLanka e Java.Si conoscono tre varietàbotaniche di cacao: ilcriollo, il forastero ed il tri-nitario. Il criollo è la va-rietà più pregiata e rara dicacao. Si stima che oggirappresenti al massimo il5% della produzionemondiale. Viene coltivatosoprattutto il Messico ed

in Venezuela. Il suo pregio sta nel fatto cheè ha sapori ed aromi particolarmente aro-matici e delicati, per cui il cioccolato che siricava da esso ha caratteristiche organolet-tiche particolarmente elevate.Al contrario del criollo, il forastero è la spe-cie di cacao più diffusa e più prodotta almondo. L’aromaticità complessiva èscarsa, mentre ed ha un marcato aromaprimario di cacao. È una pianta molto re-sistente alle malattie.Il trinitario deriva dalla ibridazione tra lepiante del cacao criollo e del forastero. Hauna resa produttiva ed una resistenza allemalattie simili al forastero, ma la qualitàgustativa del frutto è superiore.

Anthelme Brillat-Savarin

Gabriele Ferron, chef vero-nese di fama internazio-nale, definito“l'ambasciatore del riso nelmondo”, un marchio di

qualità riconosciuto, la Pila Veciae, e unalocation tutta partico-lare, la terrazza di Ar-cioni, famiglia storica divinattieri che di quelriso particolare è il “vet-tore” per Roma. Unmix di eccellenze peruna “lezione” di alta cu-cina rivolta ad un pub-blico selezionato. EFerron ha stupito comeal solito, realizzando intempo reale - e spie-gando, come si fa in te-levisione - un pranzocompleto a base di riso, dall’antipasto altortino di riso e cioccolato (il cacao era diBruco, piccola azienda artigianale lanciataverso l’Olimpo). Il riso è un elemento es-senziale della nostra tradizione culinaria,amato per la sua versatilità e per le sue pro-prietà nutrizionali. Ma quanto lo cono-sciamo realmente? Oggi lo assumiamocosì, senza riflettere e senza una media-zione culturale. La lezione di Ferron, gar-bato nei modi e nell’eloquio ma preciso epuntuale nelle spiegazioni, ha sicuramenteaperto nuovi orizzonti a quel pubblico diprivilegiati.Oltre a essere un maestro di cucina, Ferronè un uomo affabile, spiritoso, che nutre unapassione sincera e coinvolgente per il suo

lavoro. Nel corso del lungo incontro pome-ridiano, scandito dalla degustazione di al-cune sue prelibatezze, abbiamoapprofittato per scambiare quattro chiac-chiere con lui.

Ferron, lei possiede una cono-scenza non comune della storia e

della preparazione del riso.Come nasce questa sua passione?

Sin da ragazzo mi sono innamorato del-l'arte culinaria. Da lì alla “specializzazione”nel riso il passo è stato breve. La mia fami-glia possedeva - e possiede tutt'ora - La PilaVecia: un'antica riseria situata nella pianuraveronese, nella quale si pratica ancora la la-vorazione del riso secondo il sistema arti-gianale d'un tempo.

Nell'ambiente lei è consideratouno dei massimi esperti in mate-ria. Sappiamo che è appena tor-nato da un lungo viaggio inOriente, dove ha tenuto alcunelezioni.

Sono stato in Cina, dove il riso è l'alimento

base per eccellenza. È andata bene: gli chefcinesi sono molto curiosi di apprendere imetodi europei, e specialmente italiani.

Come mai? Qual è, a riguardo, lapeculiarità della cucina italiana?

Gli italiani sono stati i primi a trasformareil riso in una portata vera e propria: il ri-

sotto. Prima di noi, di-verse culture loutilizzavano solo comepietanza secondaria,bollito o al vapore, acco-stato a carni o verdure.Era quello che è il paneper noi.C'è una qualità partico-lare di riso che preferi-sce?Sicuramente i due tipipiù pregiati sono il Car-naroli e il Vianone nano,che uso spesso. Ma esi-

stono più di tremila varietà, e nessuna diqueste è veramente cattiva! Il riso è buonoper natura.

Che consigli può dare a un cuocodilettante?

La cucina è un'arte, e in quanto tale va vis-suta. Non basta imparare tecniche e ricette,bisogna avere sensibilità. Le faccio unesempio: poco fa una signora mi ha chiestoquale fosse il tempo di tostatura del riso al-l'interno di una ricetta particolare. Io le horisposto: “Non ne ho idea”. È vero! Questecose non si misurano, si sentono.

Nessun trucco, quindi?Ma sì, qualche trucco c'è. Per esempio,quando il riso inizia a tostarsi, a cambiaredi densità, produce un suono particolare.

giovedì 15 maggio 2014 pagina 22RUBRICHEIlCORRIEREDIROMA

Range Rover Evoque: fenomeno inglese anticrisi!

di Davide Bianchino

Quello dei Suv è forse l’unico settore rimasto a darebuoni segnali di vita. Per il resto il mercato automobi-listico è ancora in crisi. In Italia così come nel restod’Europa. Pochissime le auto che fanno registrare ti-midi segnali di ripresa e tutti, guarda caso, nei settoridi nicchia, quelli cioè dai volumi di vendita meno popo-lari. Tra questi ci sono infatti le berline di lusso che con-

tinuano a risentire poco o niente della crisi. Mac’è un’auto in particolare che più di tutte faparlare di sé nella classifica delle vendite: laRange Rover Evoque. Nel luglio del 2012, adappena un anno dal suo lancio commerciale,la Evoque fece già registrare un totale di 80mila ordini complessivi (un record non solo intempo di crisi), risultando anche in Italia la Suvpiù venduta e spodestando dal trono la VW Ti-guan, vettura dal prezzo decisamente piùbasso. L’enorme successo di vendite comportò

inevitabilmente tempi di attesi lunghissimi, fino a 10mesi. Oggi i tempi di consegna si sono ridotti ma la ri-chiesta continua ad essere sempre molto alta. Il mo-tivo del suo successo è tanto geniale quanto sin tropposemplice. La Evoque rappresenta il sogno, finalmenterealizzabile, di possedere una mitica Range Rover.Prima che arrivasse la Evoque, l’aristocratica Casa in-glese aveva sfornato solo delle enormi, fantastiche,ricchissime ma anche costosissime vetture. Decisa-mente alla portata di pochi, cosa che ha sicuramentecontribuito all’immagine di esclusività che contraddi-

stingue il marchio. Oggi finalmente c’è la possibilità diportarsi concretamente a casa un pezzo di mito che leridotte dimensioni esterne non scalfiscono affatto. Siaben chiaro: la Evoque è una vettura costosa per la suacategoria ma rimane pur sempre in una fascia di prezzoabbordabile. In ogni caso lontanissimo dalla sorellonadi famiglia, la Range Rover da 90mila euro. Il prezzo diaccesso della Evoque è di circa 35.000 euro ma sa-lendo con i cavalli e lasciandosi tentare dalle infinitedotazioni si può arrivare a superare di slancio i 70 milaeuro. La Evoque piace perché è inconfondibilmenteuna Range ma il nuovo corso stilistico della Casa hadato alla vettura una personalità ben definita. Unalinea tanto riuscita da essere in parte ripresa anchedalle nuove versioni delle Range più grandi. Inoltre, ledimensioni relativamente contenute della vettura (4,36metri di lunghezza), sono apprezzatissime in città. Nona caso è uno dei suv più venduti anche a Roma. Nono-stante il marchio di fabbrica consenta di immaginareluoghi decisamente più selvaggi in cui sciogliere le bri-glie ai cavalli del motore, va da sé che i potenziali ac-quirenti utilizzeranno la Evoque prevalentemente su ungrigio tappeto di asfalto. Ed è un peccato perché sottopelle la Evoque è una Range, anzi una Land Rover atutti gli effetti. Quindi il top per affrontare in sicurezzaanche il più duro fuoristrada, dalla neve al fango e per-sino sulla sabbia dei deserti africani. Sempre, però,con quella indiscutibile classe che contraddistingue dadecenni le vetture della Casa inglese.

Il cacao e le sue originiINCONTRO CON LO CHEF FERRON, MAESTRO DEL RISOTTO

Il riso nano vialone cucinato dallo chef Gabriele Ferron da Arcioni a Roma

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IN TEMPO REALE

ABBIAMO PROVATO PER VOI

A lezione di risodi Francesco Vitali Rosati

STORIE DI CIOCCOLATO

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Sarà l'Auditorium Parco dellaMusica ad ospitare, il 21maggio, l'anteprima live di

“Tempo Reale Tour”, il tour di pre-sentazione del nuovo album diFrancesco Renga, reduce dalla suastraordinaria partecipazione a San-remo. E con lui, sul palco della SalaSanta Cecilia, ci sarà come gueststar Alessandra Amoroso, con laquale il cantautore duetterà final-mente dal vico in “L'amore al-trove”, il brano inciso insieme e chesi caratterizza per l'armonia e l'ele-ganza dei testi e della musica. Delnuovo album fanno parte anche “Aun isolato da te” e “Vivendoadesso”, i due brani che il cantau-tore udinese ha presentato proprioal Festival di Sanremo.Ricomincia dunque da “Temporeale” l'avventura musicale diRenga, che negli anni ha semprescelto la strada del rinnovamento edella sperimentazione di nuoveforme musicali e che ora proponeun album, da settimane salda-mente nella classifica dei dischi piùvenduti, nato interamente sotto ilsegno della novità: nuova infatti èla casa discografica, nuovo è il pro-duttore, nuovo gli autori. Comenon citare Roberto Casalino, cheha scritto “A un isolato da te”, op-pure Elisa, che ha firmato “Vi-vendo adesso”?. E nuovo è anchel'uso che Francesco Renga fa dellasua voce e delle sue straordinariecapacità vocali, con registri e tim-

bri mai usati in passato nonostantela disinvoltura che il cantante hamostrato nel passare dal rock deiTimoria alle atmosfere romantichee quasi liriche di “Un uomo senzaetà” del 2009.Rock, melodia, tensione espressivaed improvvise aperture orchestralicaratterizzano oggi la sua musica.Francesco Renga ha debuttatocome frontman di uno dei più in-fluenti gruppi rock italiani deglianni ’90, i Timoria, e ha proseguitopoi da solista pubblicando cinquealbum che hanno segnato altret-tante fasi della sua carriera in pe-renne evoluzione artistica.Tantissimi sono i singoli che glihanno portato fortuna, da “Rac-contami” (premio della critica aSanremo 2001) ad “Angelo”

(brano vincitore del Festival diSanremo 2005), passando attra-verso alcune delle sue più belle pa-gine in musica: “Ci sarai”, “Cambiodirezione”, “Favole”, “Mai così”,“Ancora di lei”, “Tracce di te”,“Dove il mondo non c’è più” e “Latua bellezza” sono tutti brani delcanzoniere di Renga che unisconoenergia e melodia, potenza espres-siva e grande immediatezza melo-dica.

Francesco Renga in “Tempo reale tour”

Mercoledì 21 maggio 2014, h 21 Auditorium Parco della Musica,

Sala Santa CeciliaViale Pietro De Coubertain,

RomaBiglietti da € 30 a €55

Info: 892982

Per gli appassionati di belle storie senzatempo ecco due appuntamenti da nonperdere.

L'Auditorium della Conciliazione propone il 17maggio la rielaborazione in chiave moderna dellastoria di Tristano Isotta, celebratissimo romanzocortese e poi immortale opera lirica firmata da Ri-chard Wagner. ospitando il film-concerto “Tristanoe Isotta – Eros e Thanatos, una fiamma senzatempo”. Protagonisti dell'opera sono due musi-cisti, la pianista Rossana Tomassi Golkar e il vio-linista Marco Rogliano. Il pianoforte e il violino,accompagnati dai sessanta elementi dell'Orche-stra Sinfonica dell'Europa Unita, raccontanoduettando il loro amore tragico ma infinito, muo-vendosi su una scenografia virtuale studiata persvelare il mondo interiore dei musicisti durantel'esecuzione del dramma. Il risultato è un partico-lare film-concerto giocato a ritmo di partitura se-guendo le musiche di Wagner. L'iniziativa, che siavvale di moderne tecnologie ed è prodotta inesclusiva dall'Orchestra dell'Europa Unita, direttadal maestro Nicola Marasco, nasce, oltre che daldesiderio di rileggere la storia dei due amanti, daquello di avvicinare i giovani al mondo dell'operalirica.

Tristano e IsottaSabato 17 maggio 2014, h 21Auditorium della Conciliazione

Via della Conciliazione 4, RomaBiglietti da € 22

Info: 06 32810333

E senza tempo appare la favola che il Teatro del-l'Opera propone dal 23 maggio al 1° giugno. Sitratta del balletto in tre atti “La bella addormen-tata nel bosco”, su musiche di Tchaikovsky e co-reografie di Marius Petipa rielaborate per questoallestimento dello stabile lirico capitolino da PaulChalmer. Protagonisti i ballerini del Corpo di Ballodell'Opera, con ben quattro scintillanti danzatriciche si alterneranno nel ruolo della principessa Au-rora: Ana Pavlovic, Jurgita Dronina, Gaia Stracca-more e Alessandra Amato. Nel ruolo diFlorimondo, il principe che risveglia con il suobacio Aurora da un sonno centenario, è interpre-tato da Vladimir Shishov e Alessandro Macario.Direttore dell'Orchestra dell'Opera è invece DavidGarforth.Periodicamente riproposta nel cartellone del-l'Opera, “La bella addormentata nel bosco” è di-ventata un classico nella programmazione dellostabile, soprattutto in questa pregevole versionecoreografata da Chalmer. E se negli anni gli inter-preti sono cambiati, il fascino del balletto e laqualità dell'esecuzione restano immutati.

La bella addormentata nel boscoDal 23 maggio al 1° giugno 2014

Piazza Beniamino Gigli 7, RomaBiglietti da € 12 a € 80

Info: 06 481601

R icordate il Watergate?A qualche decennio didistanza, dopo unPremio Pulitzer asse-gnato ai giornalisti che

portarono alla luce lo scandalo checostrinse un presidente a dimettersi,dopo qualche film e migliaia tra arti-coli, saggi, inchieste, libri, la vicendache si concluse con la resa di RichardNixon e la sua definitiva uscita dallascena politica americana, continua adintrigare e ad affascinare autori, lettorie spettatori. Ne è la prova“Frost/Nixon”, match teatrale in pro-gramma al Teatro Argentina di Romadal 20 al 30 maggio, nel quale poterepolitico e potere mediatico sonomessi a confronto.La commedia in cartellone all'Argen-tina è tratta dall'opera omonima diPeter Morgan, scritta nel 2006 e ac-colta da un grandissimo successo dipubblico e di critica. Premiato con ilTony Award Frank Langella, l'attoreche prima a teatro e poi a cinema hainterpretato Nixon; pluripremiatodal botteghino Ron Howard, che daltesto di Morgan ha tratto nel 2008 unfilm che all'uscita ha sfiorato i trenta

milioni di dollari d'incasso.“Frost/Nixon” è in pratica la rivisita-zione teatrale del primo storico casodi “televisione/spettacolo”: Morganripercorre infatti l'avventuroso pro-getto di David Frost, spregiudicatoanchorman che nel 1977 decise direalizzare, anche senza l'aiuto deigrandi network, una serie di intervisteall'ex presidente Richard Nixon, co-stretto a lasciare la Casa Bianca treanni prima. Quattro interviste e quat-tro round senza esclusione di colpi trai due, ma il nucleo della commedia èil loro ultimo incontro, terminato conla clamorosa confessione di Nixon,

mai ottenuta prima sullo scandalo delWatergate, con l'ammissione dell'ille-cito commesso “perché un presidentea volte è costretto ad andare contro lalegge”. E' la confessione di un uomocombattivo e orgoglioso, ma messoalle corde negli ultimi secondi dellatrasmissione dall'incalzante preci-sione delle domande, delle date e deiriscontri. Un episodio storico real-mente accaduto.Trentasette anni dopo quei fatti, laversione italiana di “Frost/Nixon” ècurata da Ferdinando Bruni ed ElioDe Capitani, ancora una volta insiemealla regia di un testo di teatro civile.

Ma il lavoro a quattro mani questavolta si trasforma in una vera e pro-pria sfida sul palcoscenico perché adinterpretare David Frost è Ferdi-nando Bruni, mentre Richard Nixonha il volto di Elio De Capitani. Sullascena, che ricrea un set televisivo, idue protagonisti si muovono nellaconsapevolezza che soltanto uno saràil vincitore di quel confronto. Edecco Nixon, che De Capitani ci resti-tuisce come un uomo fiero e duro,deciso a riabilitare la sua reputazionedi fronte al popolo americano, mache avverte tutto il peso della re-sponsabilità. Il Frost di Bruni è un

uomo altrettanto determinato, atratti carismatico, deciso a vincerequel duello che lo consegnerà allastoria. E il duello va in scena,. lucidoe incalzante, con un ritmo che cat-tura lo spettatore e che culmina nel-l'ammissione di colpa di Nixon.Ad affiancare i due protagonisti sullascena un gruppo di giovani attori, chesi muovono con naturalezza e misura.Luca Torraca, Alejandro Bruni Ocanae Andrea Germani interpretano lostaff di Frost; Nicola Stravalaci, severoe rude, è invece il portavoce di Nixon,che tenta disperatamente di impedir-gli di confessare. Una speciale fun-zione di narratore è quella attribuita aJames Reston junior, collaboratore delNew York Times che contribuì in ma-niera determinante con le sue ricercheal buon esito dell’operazione, inter-pretato da Bruni Ocana.

Frost/NixonDal 20 al 30 maggio 2014

Teatro ArgentinaLargo di Torre Argentina 52, Roma

Orari: martedì, mercoledì e venerdì h 21; giovedì e domenica

h 17; sabato h 19Biglietti da € 12 a € 30Info: 06 68400311/14

giovedì 15 maggio 2014 pagina 23 RUBRICHE IlCORRIEREDIROMA

Da "Tristanoe Isotta"a "La bellaaddormentata"

AL TEATRO ARGENTINA, DAL 20 AL 30 MAGGIOSCELTI PER VOI

Frost-Nixon, ancora attuale 37 anni dopodi Maria Pia Miscio

"In tempo reale tour", Renga non deludeIL 21 MAGGIO ANTEPRIMA LIVE ALL'AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA APPUNTAMENTI DA NON PERDERE

Sopra Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani; a destra na foto di scena di Frost/Nixon

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