Il Corriere della Sera 21 Maggio 2009

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Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 GIOVEDÌ 21 MAGGIO 2009 ANNO 134 - N. 119 Milano, Via Solferino 28 Tel. 02 6339 In Italia con "Corriere della Sera Magazine" EURO 1,50 Fondato nel 1876 www.corriere.it Google TM , il logo Google TM , Gmail TM , Google Maps TM , Ricerca Google TM , Android Market TM , YouTube TM , sono marchi di Google INC. TeleAtlas® Map Data ©2009. MAGIC E DREAM: INTERNET SUL TELEFONINO DIVENTA UN GIOCO DA BAMBINI. E IL PRIMO MESE NAVIGHI GRATIS. : ONINO AM INI I dispetti siciliani a Lombardo Giannelli In edicola Rock Legends La lettera Opinioni più il prezzo del quotidiano di Gerry Scotti a pagina 27 a 2,90 euro Io, cattolico e divorziato Verso il voto Testata una nuova arma, Usa preoccupati La leggenda del rock Primo dvd La Moratti: Milano accetta la sfida di Tettamanzi Ahmadinejad voleva vederlo nella città dei missili LA TRAPPOLA DI T EHERAN LE RAGIONI DI PANNELLA Lo sguardo troppo rivolto agli Anni 70 «E’ un secondo peccato originale» Sharon Stone e le altre a Cannes di Renato Brunetta a pagina 10 Presentate tre proposte. Merkel: presto la decisione Frattini rinuncia alla missione in Iran di FRANCO VENTURINI Nominati Minzolini e Mazza L a violenza di piazza trascina i fantasmi del passato. Ne sono prigionieri i giovani protagonisti che a Torino hanno inscenato la liturgia dell’eterno ritorno degli anni Settanta. Rischiamo però di restarne prigionieri tutti noi, con effetti paradossali. La stagione tetra del terrore e del sangue nelle piazze resta come un incubo collettivo. Allarmarsi è giusto. Scrutare ogni minimo segno che possa preannunciare una nuova fiammata violenta e addirittura terroristica è sacrosanto. CONTINUA A PAGINA 10 Dopo Torino Intervista con il sindaco Nel giorno di «Inglourious Basterds» di Quentin Tarantino e della coppia Brad Pitt-Angelina Jolie, Cannes riscopre le dive cinquantenni (nella foto, Sharon Stone). ALLE PAGINE 44 E 45 Grassi, Manin, Mereghetti «Perché la crisi non ci ha travolto» L’Associazione magistrati attacca: invettive inaccettabili Il premier e le accuse su Mills: quel giudice è una nemica Opel, così l’offerta della Fiat Referendum La California boccia le misure fiscali del governatore di MASSIMO GAGGI di ANTONIO MACALUSO di ELISABETTA SOGLIO di MARIA LUISA AGNESE Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 90 5 2 1> Tre proposte con giallo. Le lettere d’intenti sul futuro del- la Opel fino a ieri alle 18 (ter- mine di scadenza) erano tre: quella della Fiat, quella della austro-canadese Magna assie- me alla russa Gaz e quella del fondo di private equity ameri- cano Ripplewood. In nottata, però, indiscrezioni sosteneva- no che la scadenza sarebbe stata prorogata. Le tre propo- ste sono state presentate alla Commerzbank, la quale le ha girate alla General Motors e al ministero dell’Economia di Berlino. Secondo il governo tedesco l’accordo potrebbe es- sere questione di mesi, ma un memorandum potrebbe essere firmato in settimana. Dell’offerta Fiat discute oggi il governo a Roma. ALLE PAGINE 2 E 3 de Feo, Polato, Taino Oltre al Lingotto, ci sono anche Magna e Ripplewood. Oggi il dossier a Palazzo Chigi di FEDERICO FUBINI Schwarzenegger affonda sulle tasse N ella cronaca diplomati- ca i colpi di scena non sono una rarità, ma quello toccato ieri al nostro ministro degli Esteri ha pochi precedenti. Franco Fratti- ni aveva già preparato la valigia e si accingeva a partire per Tehe- ran quando il protocollo irania- no, con un’ora o poco più di anti- cipo, ha trasmesso alla Farnesi- na una nuova «condizionante» richiesta: doveva essere previsto un incontro con il presidente Ah- madinejad a Semnan. Nella stes- sa località, cioè, dove l’Iran aveva appena lanciato con successo un missile terra-terra di nuova gene- razione, capace di colpire Israe- le, le basi Usa in Medio Oriente e l’Europa sudorientale. Fiutata la trappola che lo avrebbe in qual- che modo associato al minaccio- so esperimento balistico, Fratti- ni ha giustamente deciso di non partire. E sulla pista sono rima- ste soltanto due inevitabili consi- derazioni. La prima riguarda proprio il ministro Frattini, che nel preve- dere il viaggio ha peccato d’im- prudenza. Non perché la sua poli- tica di coinvolgere l’Iran nella sta- bilizzazione dell’Afghanistan e del Pakistan sia errata. Non per- ché l’Italia abbia preso una inizia- tiva isolata (Hillary Clinton era d’accordo, gli europei sapevano che Frattini si sarebbe mosso en- tro la fine di maggio). Ma piutto- sto perché fra tre settimane in Iran si elegge il nuovo presiden- te. Perché a Teheran è in corso una campagna elettorale opaca e senza esclusione di colpi. Perché era prevedibile che in questo cli- ma Ahmadinejad, favorito ma non sicuro di vincere, avrebbe tentato di usare a suo profitto la prima visita di un ministro degli Esteri occidentale negli ultimi quattro anni (cosa diversa è stata la missione del rappresentante Ue Solana nel 2008). Ahmadinejad — ed è questa la seconda considerazione — ha in- fatti puntualmente confermato il suo profilo politico: quello di un provocatore a tempo pieno che tenta di bilanciare il disastro dell’economia iraniana distri- buendo a piene mani l’oppio del- l’ipernazionalismo e dell’odio verso Israele. La corsa al nuclea- re (che a dispetto degli scettici egli afferma essere pacifica) e lo sviluppo dei missili balistici (che pacifici non possono essere) rap- presentano le «cambiali» eletto- rali di Ahmadinejad, le uniche di cui egli davvero disponga. Non meraviglia allora il tentativo di Frattini, né può stupire la ben scarsa considerazione in cui il presidente iraniano mostra di te- nere l’Europa e l’Italia, che pure è il primo partner commerciale di Teheran. Convinto che sia l’Oc- cidente ad avere bisogno di lui e non viceversa, Ahmadinejad rico- nosce soltanto agli Usa la dignità di interlocutore. Ma poi non esprime, nemmeno in quella di- rezione, una politica che autoriz- zi le speranze messe in campo da Washington e che Frattini vo- leva corroborare. L’incidente diplomatico di ieri, così, serve a ricordarci che l’Iran resta un problema pericolosa- mente aperto. La Casa Bianca do- vrà aspettare il dopo-elezioni per capirci qualcosa. Obama ha rifiutato di fissare un limite alla sua pazienza come gli chiedeva Netanyahu, ma ha avvertito che in mancanza di progressi entro il 2009 l’Occidente farà ricorso a nuove e più dure sanzioni. Il che metterà alla prova la coesione transatlantica. E non basterà ad escludere un ricorso preventivo alla forza da parte di Israele. È su questa mina che il nostro mini- stro degli Esteri, pur animato dal- le migliori intenzioni, è andato a mettere il piede. Una mina anco- ra metaforica, per fortuna. di RENATO MANNHEIMER di PIERLUIGI BATTISTA A PAGINA 9 di GIAN ANTONIO STELLA Elogio delle cinquantenni Berlusconi non si presen- terà in Parlamento per riferi- re sulla condanna Mills e di- re la sua verità su un caso che è «una persecuzione, l’ultimo atto di una campa- gna di odio e menzogne». Il capo del governo però ricor- da che «la Gandus è un mio dichiarato nemico politico». L’atto di accusa di Berlusco- ni contro i magistrati fa in- sorgere alcuni componenti il Csm, l’Anm e le opposizio- ni. Dando per certo un inter- vento dell’organo di autogo- verno, il togato Livio Pepino di Magistratura democratica (la corrente di sinistra) accu- sa il presidente del Consi- glio di volere «condizionare con insulti e minacce i giudi- ci» e assicura che «non si fa- ranno intimidire». ALLE PAGINE 12 E 13 Di Caro, M. Franco Fuccaro, Trocino Solo tre promossi: Strauss-Khan, Draghi e Trichet. Male Barroso. In- sufficienti Merkel e Gor- don Brown A PAGINA 21 Europa e crisi Le pagelle dei leader «S chwarzenegger era un attore di film d’azione. Dopo questa scon- fitta può prepararsi a un film del genere apocalittico» dice il politologo John Pit- ney. E Barbara O’Connor, di- rettrice dell’Istituto di studi politici della California State University di Sacramento, prevede per la California e il suo governatore un’estate «lunga e bollente». CONTINUA A PAGINA 23 Un missile terra-terra ira- niano è stato lanciato a Sem- nan. Il ministro degli Esteri Frattini annulla la visita che prevedeva un incontro con Ah- madinejad proprio a Semnan. ALLE PAGINE 18 E 19 Battistini, M. Caprara, Valentino M arco Pannella è in sciopero della fame e della sete dalla sera del 15 maggio. Solo tre italiani su cento, sostiene, sanno dell’esistenza della sua lista. La Rai, accusa, non gli concede gli spazi a cui avrebbe diritto. E, ancora una volta, il vecchio leone radicale mette in gioco la sua vita in una sfida che va ben oltre l’ambito recinto del palazzo di viale Mazzini. CONTINUA A PAGINA 15 Pdl vicino al 40%, Pd tra il 25 e il 27%. Europee, avanzano Lega e Idv. Così i sondaggi in vista delle elezioni. A PAGINA 16 I sondaggi: Pdl al 40% Pd tra 25 e 27 Augusto Minzolini direttore del Tg1, Mauro Mazza alla guida di Rai1. Sì di Garimberti. «Nomine irricevibi- li» per Pd e Udc. ALLE PAGINE 14 E 15 G. Cavalli e P. Conti Scelti i direttori di Tg1 e Rai1 No Pd-Udc, sì di Garimberti «La campagna elettorale? Una guerra termonuclea- re». Così in Sicilia definiscono lo scontro tra l’Mpa di Raffaele Lombardo e il Pdl che lo ha eletto. Dispetti e liti, mentre i sondaggi danno il Popolo della libertà oltre il 50 per cento. A PAGINA 17

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Il Corriere della Sera 21 Maggio 2009

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Roma, Piazza Venezia 5Tel. 06 688281

GIOVEDÌ 21 MAGGIO 2009 ANNO 134 - N. 119

Milano, Via Solferino 28Tel. 02 6339

In Italia con "Corriere della Sera Magazine" EURO 1,50

Fondato nel 1876 www.corriere.it

GoogleTM, il logo GoogleTM, GmailTM, Google MapsTM, Ricerca GoogleTM, Android MarketTM, YouTubeTM, sono marchi di Google INC. TeleAtlas® Map Data ©2009.

MAGIC E DREAM: INTERNET SUL TELEFONINO

DIVENTA UN GIOCO DA BAMBINI.E IL PRIMO MESE NAVIGHI GRATIS.

: ONINOAM INI

I dispetti siciliani a Lombardo

Giannelli

In edicolaRock Legends

La lettera Opinioni

più il prezzo del quotidianodi Gerry Scotti a pagina 27a 2,90 euro

Io, cattolico e divorziato

Verso il voto

Testata una nuova arma, Usa preoccupati

La leggenda del rockPrimo dvd

La Moratti:Milano accettala sfidadi Tettamanzi

Ahmadinejad voleva vederlo nella città dei missili

LA TRAPPOLA DI TEHERAN

LE RAGIONI DI PANNELLA

Lo sguardotropporivoltoagli Anni 70

«E’ un secondo peccato originale»

Sharon Stone e le altre a Cannes

di Renato Brunettaa pagina 10

Presentate tre proposte. Merkel: presto la decisione

Frattini rinunciaalla missione in Iran

di FRANCO VENTURINI

Nominati Minzolini e Mazza

L a violenza di piazzatrascina i fantasmi

del passato. Ne sonoprigionieri i giovaniprotagonisti che aTorino hanno inscenatola liturgia dell’eternoritorno degli anniSettanta. Rischiamo peròdi restarne prigionieritutti noi, con effettiparadossali. La stagionetetra del terrore e delsangue nelle piazze restacome un incubocollettivo. Allarmarsi ègiusto. Scrutare ogniminimo segno che possapreannunciare unanuova fiammata violentae addirittura terroristicaè sacrosanto.

CONTINUA A PAGINA 10

Dopo Torino

Intervista con il sindaco

Nel giorno di «Inglourious Basterds» di Quentin Tarantino e dellacoppia Brad Pitt-Angelina Jolie, Cannes riscopre le dive cinquantenni(nella foto, Sharon Stone). ALLE PAGINE 44 E 45 Grassi, Manin, Mereghetti

«Perché la crisinon ci ha travolto»

L’Associazione magistrati attacca: invettive inaccettabili

Il premier e le accuse su Mills:quel giudice è una nemica

Opel, così l’offerta della Fiat

Referendum La California boccia le misure fiscali del governatore

di MASSIMO GAGGI

di ANTONIO MACALUSO

di ELISABETTA SOGLIO

di MARIA LUISA AGNESE

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Tre proposte con giallo. Lelettere d’intenti sul futuro del-la Opel fino a ieri alle 18 (ter-mine di scadenza) erano tre:quella della Fiat, quella dellaaustro-canadese Magna assie-me alla russa Gaz e quella delfondo di private equity ameri-cano Ripplewood. In nottata,però, indiscrezioni sosteneva-no che la scadenza sarebbestata prorogata. Le tre propo-ste sono state presentate allaCommerzbank, la quale le hagirate alla General Motors eal ministero dell’Economia diBerlino. Secondo il governotedesco l’accordo potrebbe es-sere questione di mesi, maun memorandum potrebbeessere firmato in settimana.Dell’offerta Fiat discute oggiil governo a Roma.

ALLE PAGINE 2 E 3de Feo, Polato, Taino

Oltre al Lingotto, ci sono anche Magna e Ripplewood. Oggi il dossier a Palazzo Chigi

di FEDERICO FUBINI

Schwarzenegger affonda sulle tasse

N ella cronaca diplomati-ca i colpi di scena nonsono una rarità, maquello toccato ieri al

nostro ministro degli Esteri hapochi precedenti. Franco Fratti-ni aveva già preparato la valigia esi accingeva a partire per Tehe-ran quando il protocollo irania-no, con un’ora o poco più di anti-cipo, ha trasmesso alla Farnesi-na una nuova «condizionante»richiesta: doveva essere previstoun incontro con il presidente Ah-madinejad a Semnan. Nella stes-sa località, cioè, dove l’Iran avevaappena lanciato con successo unmissile terra-terra di nuova gene-razione, capace di colpire Israe-le, le basi Usa in Medio Oriente el’Europa sudorientale. Fiutata latrappola che lo avrebbe in qual-che modo associato al minaccio-so esperimento balistico, Fratti-ni ha giustamente deciso di nonpartire. E sulla pista sono rima-ste soltanto due inevitabili consi-derazioni.

La prima riguarda proprio ilministro Frattini, che nel preve-dere il viaggio ha peccato d’im-prudenza. Non perché la sua poli-tica di coinvolgere l’Iran nella sta-bilizzazione dell’Afghanistan edel Pakistan sia errata. Non per-ché l’Italia abbia preso una inizia-tiva isolata (Hillary Clinton erad’accordo, gli europei sapevanoche Frattini si sarebbe mosso en-tro la fine di maggio). Ma piutto-sto perché fra tre settimane inIran si elegge il nuovo presiden-te. Perché a Teheran è in corsouna campagna elettorale opaca esenza esclusione di colpi. Perchéera prevedibile che in questo cli-ma Ahmadinejad, favorito manon sicuro di vincere, avrebbetentato di usare a suo profitto laprima visita di un ministro degliEsteri occidentale negli ultimiquattro anni (cosa diversa è statala missione del rappresentanteUe Solana nel 2008).

Ahmadinejad — ed è questa laseconda considerazione — ha in-fatti puntualmente confermatoil suo profilo politico: quello diun provocatore a tempo pienoche tenta di bilanciare il disastrodell’economia iraniana distri-buendo a piene mani l’oppio del-l’ipernazionalismo e dell’odioverso Israele. La corsa al nuclea-re (che a dispetto degli scetticiegli afferma essere pacifica) e losviluppo dei missili balistici (chepacifici non possono essere) rap-presentano le «cambiali» eletto-rali di Ahmadinejad, le uniche dicui egli davvero disponga. Nonmeraviglia allora il tentativo diFrattini, né può stupire la benscarsa considerazione in cui ilpresidente iraniano mostra di te-nere l’Europa e l’Italia, che pureè il primo partner commercialedi Teheran. Convinto che sia l’Oc-cidente ad avere bisogno di lui enon viceversa, Ahmadinejad rico-nosce soltanto agli Usa la dignitàdi interlocutore. Ma poi nonesprime, nemmeno in quella di-rezione, una politica che autoriz-zi le speranze messe in campoda Washington e che Frattini vo-leva corroborare.

L’incidente diplomatico di ieri,così, serve a ricordarci che l’Iranresta un problema pericolosa-mente aperto. La Casa Bianca do-vrà aspettare il dopo-elezioniper capirci qualcosa. Obama harifiutato di fissare un limite allasua pazienza come gli chiedevaNetanyahu, ma ha avvertito chein mancanza di progressi entro il2009 l’Occidente farà ricorso anuove e più dure sanzioni. Il chemetterà alla prova la coesionetransatlantica. E non basterà adescludere un ricorso preventivoalla forza da parte di Israele. È suquesta mina che il nostro mini-stro degli Esteri, pur animato dal-le migliori intenzioni, è andato amettere il piede. Una mina anco-ra metaforica, per fortuna.

di RENATO MANNHEIMER

di PIERLUIGI BATTISTA

A PAGINA 9

di GIAN ANTONIO STELLA

Elogio delle cinquantenni

Berlusconi non si presen-terà in Parlamento per riferi-re sulla condanna Mills e di-re la sua verità su un casoche è «una persecuzione,l’ultimo atto di una campa-gna di odio e menzogne». Ilcapo del governo però ricor-da che «la Gandus è un miodichiarato nemico politico».L’atto di accusa di Berlusco-ni contro i magistrati fa in-sorgere alcuni componentiil Csm, l’Anm e le opposizio-ni. Dando per certo un inter-vento dell’organo di autogo-verno, il togato Livio Pepinodi Magistratura democratica(la corrente di sinistra) accu-sa il presidente del Consi-glio di volere «condizionarecon insulti e minacce i giudi-ci» e assicura che «non si fa-ranno intimidire».

ALLE PAGINE 12 E 13Di Caro, M. Franco

Fuccaro, Trocino

Solo tre promossi:Strauss-Khan, Draghi eTrichet. Male Barroso. In-sufficienti Merkel e Gor-don Brown A PAGINA 21

Europa e crisiLe pagelledei leader

«S chwarzenegger eraun attore di f i lm

d’azione. Dopo questa scon-fitta può prepararsi a unfilm del genere apocalittico»dice il politologo John Pit-ney. E Barbara O’Connor, di-rettrice dell’Istituto di studipolitici della California StateUniversity di Sacramento,prevede per la California e ilsuo governatore un’estate«lunga e bollente».

CONTINUA A PAGINA 23

Un missile terra-terra ira-niano è stato lanciato a Sem-nan. Il ministro degli EsteriFrattini annulla la visita che

prevedeva un incontro con Ah-madinejad proprio a Semnan.

ALLE PAGINE 18 E 19

Battistini, M. Caprara, Valentino

M arco Pannella è in sciopero della fame e della setedalla sera del 15 maggio. Solo tre italiani su

cento, sostiene, sanno dell’esistenza della sua lista. LaRai, accusa, non gli concede gli spazi a cui avrebbediritto. E, ancora una volta, il vecchio leone radicalemette in gioco la sua vita in una sfida che va ben oltrel’ambito recinto del palazzo di viale Mazzini.

CONTINUA A PAGINA 15

Pdl vicino al 40%, Pdtra il 25 e il 27%. Europee,avanzano Lega e Idv. Cosìi sondaggi in vista delleelezioni. A PAGINA 16

I sondaggi:Pdl al 40%Pd tra 25 e 27

Augusto Minzolini direttore del Tg1, Mauro Mazzaalla guida di Rai1. Sì di Garimberti. «Nomine irricevibi-li» per Pd e Udc. ALLE PAGINE 14 E 15 G. Cavalli e P. Conti

Scelti i direttori di Tg1 e Rai1No Pd-Udc, sì di Garimberti

«La campagna elettorale? Una guerra termonuclea-re». Così in Sicilia definiscono lo scontro tra l’Mpa diRaffaele Lombardo e il Pdl che lo ha eletto. Dispetti eliti, mentre i sondaggi danno il Popolo della libertàoltre il 50 per cento. A PAGINA 17

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MenchovIl più pericoloso: trachi va forte in salita

è quello che vameglio a crono

LeipheimerTra i favoriti con

Rogers e Lovkvist.La caduta, però,può penalizzarlo

Di LucaSulla carta

è penalizzato. Ma sultracciato tortuoso

può limitare i danni

BassoSotto pressione:

non è quello di treanni fa e in discesa

potrebbe soffrire

Le classifiche

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

RIOMAGGIORE — «A checosa servono quelle reti?»chiedono due ragazzi, tifosidello spezzino Alessandro Pe-tacchi. «A prendere tonni etordi», è la scherzosa rispo-sta. È finalmente arrivato ilmomento delle Cinque Terre,la madre di tutte le tappe delGiro centenario. Nelle aspet-tative della vigilia il momen-to-clou, quello che può apri-re nuovi scenari e regalaresorprese. Ma anche quelloche fa più paura: la Sestri Le-vante-Riomaggiore, 60,6 kmdi brividi non soltanto pae-saggistici, è infatti ritenutaad allarme rosso. E sulla (scar-sa) sicurezza Di Luca e compa-gnia si sono già espressi a Mi-lano. Ecco il perché delle reti.Che vengono sistemate so-prattutto dal Passo del Termi-ne (quota 548 metri) lungo ladiscesa tutta curve che portaal bivio di Manarola, a meno

d’un chilometro dal traguar-do. Dislivello secco di 400 me-tri, indice di ripidità molto al-to, angolazioni rabbiose: qua-le migliore occasione per ten-tare la grande impresa? E po-co importa se il Giro trova ilsuo appuntamento più attesocon modalità che possono la-sciare un po’ freddi i cultoridella tradizione.

I libri del ciclismo epico,

non soltanto quello in biancoe nero, ridondano di immagi-ni con eroi in fuga sullo sfon-do del Gavia-Mortirolo, delPordoi, delle tre cime di Lava-redo. Questa invece è soltan-to una strana, atipica, capric-ciosa gara a cronometro. Eper di più con vista mare:buona per gli esteti, forse insi-pida (meglio, troppo salata)per i duri e puri. Chi la spun-

terà? Giocano tutti al ribasso.Qualcuno ricorda che questosarebbe il percorso ideale perun Armstrong affamato, sen-za postumi di fratture e maga-ri con qualche anno in meno.Più probabile dunque che siaccontenti di superare bene iltest in vista del Tour. E la ma-glia rosa? «È una tappa strana— fa sapere da Arenzano DiLuca —, dove contano le sali-

te ma anche le discese, dun-que me la gioco. Se finisco a2’ da Menchov, Rogers e Lei-pheimer posso anche tener-mi la maglia rosa». Per lui pri-ma del Santuario di Sovioreun camper in parcheggio stra-tegico si è già portato avanticon lo striscione «Di Luca seigrande, Caserta è con te».

Come Bruseghin, anche lamaglia rosa ha provato una

volta, mesi fa il percorso.Ivan Basso ci ha preso gusto el’ha ripetuto tre volte. Men-chov e Leipheimer invecenon se ne sono proprio occu-pati, ma questo non vuol direniente. «Vedrete che cosa sa-prà fare Leipheimer», ripeteArmstrong.

Crono atipica si diceva. Einfatti nessuno sembra inten-zionato a usare le bici canoni-

che per l’occasione, quellecioè con la ruota «piena»:troppe curve, dislivelli, possi-bili salti di vento potrebberorendere ancora più precariala stabilità. E la vigilia? È giàfesta visto che sono attesi al-meno 100 mila appassionati.Qui il Giro era passato tre an-ni fa durante una Viareg-gio-Sestri Levante ma nonera un appuntamento crucia-le e soprattutto non abbrac-ciava tutte le 5 Terre, che finoa tappa conclusa resterannocollegate fra di loro soltantovia mare o per treno.

Nell’attesa, ai passi delBracco e del Termine, che po-trebbero decidere la gara, pe-dalano decine d’americani eaustraliani venuti in tour or-ganizzato sulla rotta del Gi-ro. Tanto sudore, tante bor-racce e soprattutto tante fo-to. Da mostrare, tornati, achi non vorrà credere alla lo-ro avventura.

Gian Luigi Paracchini

Reti sui passi e lungo le discese: è allarme sicurezza

Così al via

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

ARENZANO — Il conto deisecondi sul cronometro, lorolo lasciano volentieri agli altri:per gli spietati dello sprint esi-stono solo i primi. E per un af-famato di vittorie come MarkCavendish il bis è d’obbligo:dopo la volata della discordia aMilano, l’inglese mette in filatutti, vince per la seconda vol-ta consecutiva e pareggia i suc-cessi di Petacchi. Sul gol del2-2, segnato in spiaggia daCannonball, lo spezzino peròalza il braccio in segno di prote-sta, come uno stopper attempa-to: «Se avessero fatto una cosacosì a Cipollini chissà comeavrebbe reagito... La verità èche non c’è più rispetto. Farrarmi ha stretto e mi ha dato dellespallate gratuite che mi hannofatto perdere il ritmo: que-st’americano è un avversarioscorretto. Ma va bene così,l’importante è non cadere». Ineffetti, quando si protesta perla sicurezza bisognerebbe an-che sforzarsi di non rischiarela pelle per un piazzamento.Ma tant’è: l’olandese Bos, cheil 19 aprile strattonò e mandòsulle transenne (oltre che al-l’ospedale) il sudafricano Im-pey al Giro di Turchia, corre evince ancora impunemente, inattesa che l’Unione ciclistica in-ternazionale decida se squalifi-carlo o meno.

Cavendish è un tipetto chenon si lascia impressionare:sorvola sulle scintille Petac-chi-Farrar («Io ero davanti,non ho visto quello che è suc-cesso») ma spiega che Tyler èun ragazzo eccezionale: loscontro generazionale tra ilgrande vecchio degli sprint

(35 anni) e i giovani terribili(entrambi under 25) è quindisempre più acceso.

Per guadagnare qualchepunto (e qualche euro in più)Petacchi potrebbe anche cam-biare squadra dopo il Giro pur

di potersi esibire al Tour, dovela sua squadra, la Lpr Farnese,non è stata invitata. La cortedei belgi della Silence Lotto èinfatti sempre più serrata e sfi-dare gli altri nobili della veloci-tà in Francia sarebbe un bello

spot per tutti: per Pe-tacchi, assente dal2004 alla Grande Bou-cle, ma anche per unteam che si contrappo-ne ai connazionali del-la Quick Step, orfanidi Boonen, sospesodue volte per la positi-vità alla cocaina. In ef-fetti Petacchi soffre unpo’ di solitudine: isuoi compagni devo-no fare da scorta arma-

ta alla maglia rosa Di Luca enon gli danno troppo aiuto. «Èstata una giornata molto tirata— spiega l’abruzzese — per-ché, per scongiurare le fughe,la media oraria è stata moltoelevata. Leipheimer e Pozzatosono pure caduti, segno cheanche in tappe apparentemen-te facili i pericoli sono semprein agguato. Sulla discesa dalpasso del Turchino sono statodavanti, subito dietro ad Arm-strong: lui mi sembra semprepiù forte e credo che sarà tra ipossibili vincitori del Tour.Io? In attesa di vedere cosasuccede nella crono, sono di-ventato il corridore in attivitàche ha indossato più volte lamaglia rosa...». Danilo ha tra-scorso 25 giorni da leader incarriera, uno in più di Simo-ni, Magni, Gimondi e Valetti euno in meno di Girardengo.La storia, però, può attende-re. Oggi contano solo le lan-cette dell’orologio.

Paolo Tomaselli

Ciclismo Il Giro alla tappa più attesa. Di Luca: «Se limito i danni, vinco»

Curve, dislivelli e rafficheLa crono decisiva fa paura

Il borsino della gara delle Cinque Terre

La polemica Ale-Jet ostacolato: «L’americano è scorretto»

Cavendish si prende la volataPetacchi furioso con Farrar

11ª tappaTorino-Arenzano di 214 km1. Cavendish (Gbr) in 4.51’17’’ (media 44,081 km/h)2. Farrar (Usa) s.t.3. Petacchi s.t.Classifica generale1. Di Luca in 48.51’28’’2. Menchov (Rus) a 1’20’’3. Rogers (Aus) a 1’33’’4. Leipheimer (Usa) a 1’40’’5. Pellizotti a 1’53’’6. Sastre (Spa) a 1’54’’7. Basso a 2’03’’10. Simoni a 2’58’’16. Armstrong (Usa) a 5’28’’Così oggi12ª tappaSestri Levante-Riomaggiorecrono individuale di 60,6 kmTv: ore 15.15 diretta RaitrePremioAntonio Maiocchi ha vinto la 5ªedizione del premio Pasinetti

Grinta Danilo Di Luca in versione cronometro (Bettini/Ansa)

Il via alle 12.05, i primi 168atleti partono ogni minuto,gli ultimi (i primi 30della classifica) ogni 3 minuti12.05 Dockx (Bel)15.04 Armstrong (Usa)15.31 Basso15.40 Leipheimer (Usa)15.46 Menchov (Rus)15.49 Di Luca

Re Cavendish brucia Farrar (Ap/Trovati)

50 Sport Giovedì 21 Maggio 2009 Corriere della Sera